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La Sezione Aurea nella Musica

Come è noto, il rapporto tra la circonferenza di un


cerchio ed il suo diametro determina  la costante
matematica  pi greco (π =3,1459…); meno nota è la
costante chiamata φ (phi=1,6180339887…), meglio
i t i h h i
conosciuta come sezione aurea, che ha in comune con
π il fatto di essere un numero irrazionale, ovvero
avente una parte decimale infinita e non periodica.

 Ora Facciamo una piccola premessa che ci tornerà utile in seguito. Tutti


quelli che hanno fatto degli studi musicali hanno sicuramente familiarità
con il  circolo delle quinte, quindi tralascio
oltre ulteriore spiegazione a riguardo. Molti
sapranno anche che esso rappresenta un
espediente del sistema a temperamento
equabile usato in occidente da un certo
periodo in poi che permette, tramite
opportuni calcoli e conseguenti accordature
di dividere l’ottava in 12 semitoni
equidistanti fra di loro; ma se consideriamo gli armonici naturali prodotti
da una corda vibrante ( vale per qualsiasi altra tipologia di generazione
acustica) , il circolo delle quinte non si chiude affatto ma diventa una
spirale  come quella della figura in alto. Ovvero, nella scala pitagorica il
circolo delle quinte dopo dodici suoni non si chiude sulla nota di partenza
un ottava sopra : l’intervallo residuo è detto comma pitagorico che varia
da ottava in ottava in modo infinito e decrescente. Questo in teoria perchè
in pratica la fisiologia del nostro sistema uditivo non ci permette di
discernere intervalli piccoli oltre un certo limite, ne tanto meno l’ascolto
di frequenze oltre una determinata altezza. Finita la premessa.

L’esempio più semplice di rappresentazione della sezione aurea è quello


di una retta :

Dove il segmento BC  sta al


segmento AB come AB sta
all’intera retta AC.

Il numero aureo può anche


essere espresso con una certa approssimazione (essendo un numero
irrazionale  non può essere quantificato  esattamente con una frazione)
dal numero 8/5 ; 13/8; 21/13  e via dicendo in altre molteplici
combinazioni.
Vediamo ora una figura geometrica come il rettangolo aureo; La storia si

fa più interessante:   Se applicassimo


ulteriolmente la sezione aurea anche al
rettangolo A  e continuassimo in modo
analogo, otterremmo quello che si vede nella
figura in basso.       Dove la curva che unisce la
suddivisio
ne dei
rettangoli
aurei è
una spirale
logaritmic
a.Ora ci
torna utile quanto esposto nella premessa dove avevamo accennato che il
circolo delle quinte, se consideriamo i suoni armonici naturali, si
trasforma in una spirale. Se supponiamo il primo quadrilatero aureo
(quello grande) rappresenti l’insieme delle 12 note della  scala  pitagorica
di partenza, la successiva divisione sarà l’insieme delle 12 note
leggermente diverse dalle prime in virtù del comma pitagorico, e così di
seguito a scendere fino teoricamente all’infinito. Se osservassimo con un
microscopio all’interno del rettangolo più piccolo troveremmo sempre la
stessa figura di partenza. Da un punto di vista morfologico la figura
rappresenta un frattale.

Possiamo quindi concludere che l’acustica, nella relazione numerica


che intercorre tra  gli armonici naturali nelle differenti ottave ha di
per se una relazione  aurea, a prescindere da ogni forma strutturale
iti fi li t d L i it h
compositiva  finalizzata ad essa.  La sezione aurea si trova anche
 sorprendentemente nella biologia, nella fisica, nella pittura, nell’
architettura, nella scultura,  nella fotografia e persino nella poesia. Tanto
da farla associare fin dalle epoche più remote ad  mito di canone estetico
di bellezza assoluto o di proporzione divina  attribuendogli spesso un
falso significato mistico-esoterico.

Gli antichi greci conoscevano bene la


sezione aurea; non vi è dubbio che
essa fu usata consciamente da alcuni
architetti e scultori greci,
particolarmente nella struttura del
partenone. Il matematico Mark Barr
pensava a questo quando nel 1918
dette al rapporto il simbolo di φ.    
Essa è la prima lettera greca nel nome
il rapporto tra il lato CB e la digonale AB è 0,6180…

ovvero il numero Aureo


del grande Fidia che si ritiene abbia
usato con frequenza il rapporto aureo
nelle sue sculture. Forse una ragione
per cui la comunità pitagorica scelse il pentagramma o la stella a cinque
punte come simbolo del suo ordine dipende dal fatto che  se uniamo i suoi
vertici, otteniamo un pentagono regolare il quale ha la diagonale ed un
lato esattamente in rapporto aureo. Dobbiamo giungere al medioevo per
trovare un esplicito riferimento scritto che menzioni il  rapporto aureo,
visto che i greci ed i pitagorici in particolare si tenevano ben stretto
questo segreto che non doveva essere rivelato a nessuno. Gianblico nel
IV secolo d.C. narra del filosofo pitagorico Ippaso da Metaponto, morto
in mare come empio perchè ritenuto colpevole dagli Dei per aver rivelato
la dottrina degli irrazionali e degli incommensurabili e sul segreto della
costruzione della sfera di dodici pentagoni, ovvero del dodecaedro, uno
dei cinque solidi platonici. Il matematico Fibonacci XII secolo, nel suo
libro “Liber Abaci” espone i fondamenti di algebra e matematica usati
nei paesi arabi. Un problema che il matematico si pose fornisce
l’occasione per l’introduzione della serie di Fibonacci  che si riscontra in
numerosi esempi in natura, ed ha uno strettissimo legame di parentela
con il Numero Aureo.

Un contadino chiuse nella sua conigliera una coppia di conigli per avviare un allevamento. La coppia prese a prolificare il secondo mese una nuova coppia

La soluzione fu questa serie numerica dove il numero che segue è il


risultato della somma dei due numeri che lo precedono.

1 ; 1 ; 2 ; 3 ; 5 ; 8 ; 13 ; 21 ; 34 ; 55 ; 89 ; 144 ; 233 ; 377 ; … 

La correlazione con la sezione aurea è data dal fatto che, escludendo i


primi tre numeri, se prendiamo qualsiasi numero e lo dividiamo con
quello che lo precede avremmo come risultato il numero aureo
φ 1,6180339887… con un approssimazione sempre più precisa in funzione
della grandezza dei numeri scelti.

Ad esempio se prendiamo  numeri 8 e 5  avremmo 8/5 = 1,6. Mentre se


consideriamo 377/233 =1,6180257510…  con un grado di precisione
sempre maggiore con numeri più grandi.

Considerare la  serie di Fibonacci per comporre musica rappresenta un


modo semplice ed efficace per  applicare  rigorosamente con raziocinio la
sezione aurea. Possiamo analizzare almeno quattro metodologie
fondamentali di strutture compositive formali a sezione aurea:

L’armonia aurea diatonica è la forma più semplice e facilmente


individuabile all’interno di una partitura. Ecco un semplice esempio che
utilizza la serie di Fibonacci per la costruzione di accordi basati sul
rapporto aureo:

Come si può notare questa cadenza è costruita


su sei numeri della serie di Fibonacci
discendenti e trasportati di ottava i secondi tre.
discendenti e trasportati di ottava i secondi tre.
Corrisponde a quella che viene definita in
armonia, non a caso,  cadenza perfetta.

Nulla vieta di costruire accordi a quattro o più voci, oppure scegliere un’altra sequenza di numeri

della serie. Le possibilità sono molteplici e spesso i risultati estetici sono sorprendenti. 

Considerando il ritmo

Dopo l’armonia possiamo considerare il ritmo per il nostro fine, inteso sia


come velocità relativa metronomica  che  assoluta, decidendo a priori la
durata del brano espressa in minuti- secondi. Ecco un esempio:

Supponiamo di avere un brano di 89 battute nella forma A B A1 e


vogliamo dividerlo in modo aureo, avremo la sezione: A  fino  alla battuta
21, la B fino alla 34 e la A1 fino alla battuta 89.

 Il discorso si fa leggermente più complesso se il nostro brano presenta al


suo interno delle variazioni metronomiche, allora non potremmo più
applicare il procedimento di cui sopra in quanto la divisione aurea
applicata alle battute sarebbe completamente errata da un punto di vista
matematico. Si può ovviare a questo considerando come riferimento la
durata del brano secondo la  codifica cronologica con l’unico problema
che la variazione tematica avverrebbe all’interno di una battuta e non
all’inizio. Nulla vieta l’uso di contemporaneo annidato di diverse
strutture formali a sezione aurea, con gradi di complessità sempre
maggiore e di difficile individuazione per l’ascoltatore.

Un trattato del 1509 del matematico Luca Pacioli, intitolato De Divina


Proportione ed illustrato da Leonardo da Vinci è un affascinante
compendio delle apparizioni di Φ in varie figure piane e solide nel
rinascimento.La sezione aurea suscitò grande interesse tra artisti e
matematici del rinascimento, tra cui: Leon Battista Alberti (1404-1472)
 „Piero della Francesca (1416-1492) e Botticelli (1445-1510) .
 

Alcuni
esempi di
sezione aurea in natura

A diversi compositori viene attribuito di usare la SA nei propri lavori,


 senza che essi abbiano lasciato scritto in partitura  riferimenti precisi
sull’uso della SA. Molto spesso si fanno delle congetture che non hanno
molto senso a riguardo, visto che i numeri possono essere manipolati in
vari modi anche in buona fede, e non di rado lo studioso fa coincidere con
degli artifici le sue aspettative sulle conclusioni finali nell’analisi della
partitura. Il terreno è molto scivoloso se non si esegue un’indagine
rigorosa compatibile con il metodo scientifico. Inoltre, le tracce

potrebbero essere, come abbiamo visto, annidate e quindi quasi


impossibili da trovare.

Molto spesso capita che nelle opere pittoriche di diversi artisti venga
riscontrata la presenza della sezione aurea, in particolar modo sotto
forma di rettangolo aureo, e molto spesso a sproposito; anche diversi siti
internet, nonché libri, caldeggiano ferventemente questa ipotesi, a volte
azzardata, col rischio di consolidare l’esistenza di un falso mito: ovvero,
la presunta superiorità estetica della sezione aurea. Occorre invece
muoversi con cautela, pure in questo ambito perché la presunta presenza
della sezione può in molte opere essere frutto di plurimi fattori, che
possono trarre in inganno e indurre a facili considerazioni affrettate; tre
paiono essere i più importanti:

1. Tralasciando le ovvie possibilità di imprecisioni nelle misurazioni, a


volte viene affermata la presenza del rapporto aureo pur trovandosi
di fronte a numeri quali , , e frettolosamente assimilati
a sue “buone” approssimazioni. Nonostante l’evidente difficoltà di
approssimazione di un numero irrazionale con la dovuta precisione,
bisogna almeno considerare l’eventualità che l’artista abbia voluto sì
usare misure non arbitrarie, ma, forse, semplicemente rifacendosi a
rapporti fra numeri interi; così com’è possibile d’altronde che abbia
volutamente usato numeri vicini al rapporto aureo proprio per
tentare di approssimarlo.
2. Le misurazioni spesso sono state effettuate prendendo a riferimento
punti arbitrari o sulla cui oggettività è tuttora aperto un dibattito;
inoltre non è da escludere la non poi tanto remota possibilità che in
inoltre non è da escludere, la non poi tanto remota possibilità che in
un sistema complesso, formato da diversi elementi, rapporti prossimi
al valore aureo possano formarsi per fattori ascrivibili al caso, pure
in mancanza di un’effettiva volontà dell’artista.
3. Il convincimento della sua superiorità estetica e la riproposizione di
modelli familiari, se non canonici, possono aver indotto l’artista a

copiare o a ispirarsi da forme e proporzioni di opere di altri artisti


dove la sezione aurea era effettivamente o approssimativamente
presente, e quindi averla involontariamente riprodotta nella propria
opera.

A fronte di queste considerazioni, si può capire come sia pienamente


lecito affermare la presenza della sezione aurea, in un’opera o
nell’estetica di un artista, soltanto in presenza di forti indizi che indicano
che l’artista ha volutamente e consciamente utilizzato tale sezione nelle
sue opere, o per sua ammissione diretta.

Sul piano compositivo la sezione aurea attraverso la serie di Fibonacci


può, ovviamente, essere rapportata a qualsiasi unità di misura
concernente la musica, cioè durata temporale di un brano, numero di
note o di battute, ecc. non sono comunque rari anche in questo caso facili
entusiasmi dovuti a fraintendimenti numerici. Per esempio Paul Larson
nel 1978 sostenne di aver riscontrato nei Kyrie contenuti nel Liber
Usualis, il rapporto aureo a livello delle proporzioni melodiche, ma in
mancanza di una documentazione che ne attesta la volontà di
inserimento rimane tutto a livello puramente congetturale.

Béla Bartók (1881-1945) in alcune delle sue maggiori composizioni (come


la Musica per Archi, Percussioni e Celesta) e Claude Debussy (1862-1918),
il quale era particolarmente attratto dalla sezione aurea, citata da lui
come le divin nombre nella raccolta Estampes (1903) e usata, tra gli altri,
nella composizione dei brani La Mer (1905) e Cathédrale Engloutie.
Quest’ultimo, in particolare, è un preludio per pianoforte di 89 battute, di
cui le prime 68 hanno un tempo doppio delle restanti 21: in altre parole,
alla battuta 68 il brano rallenta e la durata delle note si dimezza. L’effetto
prodotto all’ascolto, quindi, riduce le battute di questa prima sezione a 34,
e il brano ha una lunghezza percepita da chi lo ascolta di 55 battute, vale
a dire la sezione aurea di 89. Questo è uno dei tanti esempi che si possono
citare per descrivere l’applicazione del concetto di sezione aurea
all’interno delle composizioni musicali di Debussy. Il pianista Roy Howat
ha analizzato altri brani di Debussy come Reflets dans l’eau, L’isle joyeuse
(oltre al già citato La Mer) riscontrando in ognuno varie applicazioni delle
tecniche succitate.

Bartók e Debussy sono solo due tra i compositori che hanno usato in
musica il concetto di sezione aurea, ma se ne potrebbero menzionare
molti altri, tutti operanti tra la fine delXIX secolo e il XX secolo. In epoche
più recenti, musicisti quali Stockhausen, Pierre Barbaud, Iannis Xenakis,
facendo evolvere i precedenti utilizzi della matematica in musica, hanno
introdotto un utilizzo più strutturato della matematica (soprattutto il
calcolo delle probabilità e del computer per la composizione musicale).
12 Commenti 
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Maria Francesca Gallifante


⏲ 8 anni fa
− ⚑

Un articolo super-interessante, complimenti lo condivido sulla mia pagina Facebook!


1 0 Rispondi

mafalda
⏲ 8 anni fa
− ⚑

molto interessante, mi piace aggiungere che la coclea ha le stesse proporzioni e la percezione di


3000Hz, 5000Hz, 8000Hz etc va di pari passo nella sua estensione ;)
1 0 Rispondi

Twin Stars
⏲ 8 anni fa
− ⚑

▶ "DE DIVINA PROPORTIONE" - Trailer - Allegorie numeriche in… — disq.us


1 0 Rispondi

Stefano bertuletti − ⚑
SB ⏲ 5 anni fa

Articolo interessante; tuttavia nell'esempio degli accordi non mi riesce di capire e collegare ai numeri
scritti il secondo accordo di Sol.
il primo, di Do mi pare chiaro ( 3 = mi, 5= Sol, 8= Do....o sbaglio l'impostazione del mio
ragionamento?). Per quanto riguarda l'accordo di Sol, capisco che 13, 21 e 34 sono numeri di
Fibonacci e che 13 - 8 = 5 corrisponderebbe a Sol (dominante di Do e tonica di Sol). Non capisco
però perché nel calcolo, 21-8-8 = 5, questo 5 ottenuto debba essere Re e non Sol come prima? Se lo
considero intervallo di 5a, non dovrei abbinare un altro numero al Sol (tonica)?
Perché poi 10 (ottenuto da 34-8-8-8) lo abbino alla nota Si? Forse perché si trova ad intervallo di
decima da Sol?
Come detto prima, però, capisco che possa essere sbagliato il mio modo di intendere la cosa e che
principalmente la mia confusione derivi dal fatto che lo stesso numero (5) debba abbinarlo sia a Sol
che Re.
Mi puoi aiutare a comprendere meglio Luca? Grazie

vedi altro

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Luca
⏲ 5 anni fa
> Stefano bertuletti − ⚑

Stefano
1) Stiamo considerando le triadi quindi la quarta nota (o numero) rappresenta la tonica del
secondo accordo, e gli altri due numeri consecutivi della serie sono riferiti a quella tonica .
2) Proprio così SI come decima di SOL
Un saluto
0 0 Rispondi

Rosario Grenci
⏲ 5 anni fa
− ⚑

Affascinante...
0 0 Rispondi

Gabriele Gerboni
⏲ 6 anni fa
− ⚑

condivido
0 0 Rispondi

Stefy − ⚑
S ⏲ 7 anni fa

Ciao, ti posso chiede una cosa? Nello sparito che metti, i numeri. H8,5,3 e 34,21,13 come si
ottengono? Certo sono di Fibonacci, ma come mai ilsol sta una volta al 5, una volta al 13? Scusa la
mia ignoranza musicale... Articolo molto interessante!
0 0 Rispondi

Luca
⏲ 7 anni fa
> Stefy − ⚑
La costruzione prevede l'utilizzo della serie di fibonacci composta dalla sequenza 3,5,8 e 13,21,34.
3,5,8 rappresentano gli intervalli 3 magg, 5 giusta e tonica dell'accordo costruito sul primo grado
di una qualsiasi scala maggiore, ad esempio do . Quindi da 3,5,8 avremo una triade di do magg
(primo rivolto).
13, 21 34 sono stati trasportati in ottava : 13-8 = 5 (ovvero SOL dominante di do) la tonica del
secondo accordo
21-8-8=5 RE dominante di sol
34--8-8-8-8=2 ovvero la seconda di sol quindi SI
Ricapitolando avremo due accordi c magg e sol magg.

0 0 Rispondi

Aldo Nepore
⏲ 6 anni fa
> Luca − ⚑

Chiedo scusa, ma mi manca ancora un passaggio: il SI non è la terza di Sol? La seconda di Sol
dovrebbe essere La e non Si.
0 0 Rispondi

Luca
⏲ 6 anni fa
> Aldo Nepore − ⚑

Caro Aldo, nella risposta che ho dato a Stefy ho notato un errore nella costruzione della
seconda triade. Grazie a te che me lo hai fatto presente. In realtà nella fretta della risposta ho
aggiunto una trasposizione in ottava di troppo e, sapendo che i calcoli che avevo fatto in
precedenza erano giusti non ho controllato quello che ho scritto.
dalla seconda serie 13,21,34 avremo
13-8=5 sol ovvero la dominante di do, la tonica del nuovo accordo
21-16= 5 RE la dominante di sol
34-24=10 SI la terza di sol. (mentre prima avevo fatto 34 -32 che non ha molto senso).
Spero di averti chiarito il tutto
Luca
0 0 Rispondi

Aldo Nepore
⏲ 6 anni fa
> Luca − ⚑

Sì, ora è tutto chiaro. Grazie mille del chiarimento e complimenti per l'articolo!
0 0 Rispondi

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