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6 Editoriale 7 Il nostro staff 9 Global@mail 17 Global News - World Fishing 21 Global News - La pesca a scuola 23 Questione di corrente 27 Stregati dalla luna 31 Traina costiera: Gli artificiali 35 Il posto magico 39 Azione e reazione in tre mosse 43 Un posto per caso 47 Dead or alive - seconda parte 51 Scelte di peso 55 I piaceri dellautocostruzione 57 Fish n Cook
di U. Simonelli

La posta dei lettori

a cura della redazione

a cura della redazione

di U. Simonelli di M. Prezioso

di M. Prezioso di D. Craveli

di D. Craveli

di A. Iacovizzi

di U. Simonelli di D. Limone di D. Limone

di L. Curtarelli

Vieni e naviga con noi ai Porti Aperti 2012


DATA 3-4 marzo 10-11 marzo 17-18 marzo 31 marzo-1 aprile 31 marzo-1 aprile 6-7-8 aprile 7-8-9 aprile 7-15 aprile 14-15 aprile 14-15 aprile 14-22 aprile 20-23 aprile 21-22 aprile 21-22 aprile 21-29 aprile 28-29 aprile 28-29 aprile 28-29 aprile 28 aprile-1 maggio 28 aprile-1 maggio 4-6 maggio 5-6 maggio 5-6 maggio 5-6 maggio 5-6 maggio 12-13 maggio 19-20 maggio DEALER Nautica Lido Rc Bracci Faieta Four Marine - Sea Service Motonautica Zanca Nautica Fabietti Cala Elte Giramondo Nautica Pezzotti Nautica Glem Lomar Alimar Nautiservice Cagnoni Tarozzi Boats Gb Nautico Sportmarine Calpasen Idea Verde Cns Sardegna Lomar Navigami Seaworld Fb Di Ferioli Cantiere Fontani Ag Nautica Mercato Ag Nautica Mercato Outboard Service LOCALITA Santa Marinella (RM) P.to S. Stefano "La Caletta" (GR) Porto Turistico di Pescara (PE) Porto di Andora (SV) Sal - Lago di Garda (BS) Ostia Lido - canale dei pescatori (RM) Moneglia (GE) Porto di Cattolica (RN) Lago d'Iseo - Iseo (BS) Porto di Catania (CT) Cagliari (CA) Darsena Fiumicino (RM) Ancona (AN) Viale Lungo Po Europa 5 (CR) Gaeta Yacht Med Festival (LT) Via Paganello 45 Mestre (VE) Mola di Bari (BA) Porto di Brindisi (BR) Porto Rotondo (OT) Porto Rotondo (OT) Naviglio (MI) Darsena Venice Boat - Chioggia (VE) Lago di Lugano (VA) S.Piero a grado (PI) Marina di Stabia - Castellamare di Stabia (NA) Marina di Stabia - Castellamare di Stabia (NA) c/o Nautica Tognoli - Angera Lago Maggiore (VA) REGIONE Lazio Toscana Abruzzo Liguria Lombardia Lazio Liguria Marche Lombardia Sicilia Sardegna Lazio Marche Lombardia Lazio Veneto Puglia Puglia Sardegna Sardegna Lombardia Veneto Lombardia Toscana Campania Campania Lombardia

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CALENDARIO PORTI APERTI MOTO DACQUA 10-11 marzo 31 marzo-1 aprile 21-22 aprile 5-6 maggio 26-27 maggio 28 aprile-1 maggio 28 aprile-1 maggio 19-20 maggio 1-2-3 giugno Rc Bracci Four Marine - Sea Service Tarozzi Boats Fb Di Ferioli Jet Service-Moto D'acqua Cns Sardegna Lomar Outboard Service Motonautica Cuneo P.to Stefano "La Caletta" (GR) Porto di Andora (SV) Viale Lungo Po Europa 5 (CR) Lago di Lugano (VA) Fregene (RM) Porto Rotondo (OT) Porto Rotondo (OT) c/o Nautica Tognoli - Angera Lago Maggiore (VA) Varazze (GE) Toscana Liguria Lombardia Lombardia Lazio Sardegna Sardegna Lombardia Liguria

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Editoriale

odore di primavera nellaria e i tempi sarebbero maturi per riprendere le antiche cure, per dirla prendendo in prestito una frase dai classici, ovvero rimettere in moto la nostra passione, rimettere in sesto lattrezzatura, procedere al varo della barca e correre nuovamente allinseguimento dei pesci o forse, e soprattutto, dei sogni. Per molti, purtroppo, questanno non sar cos. Le spese generali, i costi del carburante e una portualit sempre pi cara e poco organizzata renderanno proibitivo riprendere il mare. Anche ai pi ricchi, quelli con le barche grandi, non andr meglio. Lo stazionamento, una tassa sconosciuta ai pi giovani, ritorna in auge e aggredisce tutte le barche oltre i dieci metri. E, anzi, da gi pesante balzello imposto solo per i periodi in cui la barca sar in acqua si trasformer presto in una tassa sul possesso, provvedimento per evitare ogni forma di elusione. E, purtroppo, non c scampo e bisogner pagare. Lungi da noi entrare nel merito della congruit impositiva, in questa sede. La nostra riflessione va a tutto il sistema mare ed al suo indotto che cosi registrer una ulteriore frenata improvvisa, grave e irrimediabile: un vero colpo di grazia. La piccola nautica si fermer del tutto e da malata grave passer a miglior vita; lutenza della nautica intermedia si ridurr sensibilmente, cos come quella degli scafi over 10. Gran parte della flotta da diporto ha gi preso il mare, nel vero senso della parola, per cambiare porto e bandiera ed evitare che a lanciargli le cime per lormeggio sia un finanziere... Non un mistero che Francia, Croazia, Grecia, Tunisia e molte altre destinazioni siano le prossime mete della nostra nautica. A tutto ci dobbiamo aggiungere che, nel sistema fiscale italiano, il possesso di una barca viene considerato come un determinante indicatore di ricchezza, dove armatore fa sempre rima con evasore, equazione sulla quale non siamo proprio daccordo e su cui ci sarebbe molto da discutere. Sta di fatto che lescalation dei costi, il rallentamento delleconomia generale, il sistema fiscale dal profilo troppo persecutorio, la paura e lincertezza che serpeggia in ogni settore stanno facendo precipitare la nautica, e non solo, in caduta libera; non si vendono pi barche nuove e molti mettono in vendita le proprie. Il mercato dellusato si satura e quello del nuovo rimane congelato e la ricchezza, quella vera, quella che viene generata dalla nautica, dalla pesca, dalle passioni in genere, andr perduta. E ne faremo le spese tutti, ma chi ne pagher brutalmente le decime sar tutto lindotto. E quel che peggio che chi ne guadagner saranno quelle altre destinazioni di cui parlavamo prima, quelle nazioni dove la nautica considerata per quel che : un pezzo importante delleconomia. E, soprattutto, una cosa per tutti: in Italia avere una barca significa, da sempre, complicarsi la vita. Alla ricerca di un posto barca, di un rimessaggio, di servizi (in genere carenti e costosissimi) vien da perdere la pazienza e buttare tutto alle ortiche. Perch avere una barca non neanche pi oggetto da ricchi.

Umberto Simonelli

Il nostro staff
Paolo Castelnuovo
La sua passione la traina con esche vive ed un veterano di questa tecnica, che pratica con successo da sempre. Vive e lavora a Roma come dirigente di una importante azienda

Domenico Craveli
Uno dei pescatori pi accreditato, tra i primi in Italia a ratificare le regole del Jigging mediterraneo ma anche esperto di molte tecniche, dalla traina al surf casting. Vive e lavora in Calabria dove svolge la professione di agente di commercio.

Umberto Simonelli
Esperto di nautica non solo per passione, ama dedicarsi alla traina, al drifting e al bolentino di profondit. Vive e lavora a Roma come titolare dazienda.

Dario Limone
Eccelle nel surf, ma tutte le altre tecniche gli sono congeniali, perch la pesca una passione che gli viene dal profondo. Vive e lavora a Napoli dove esercita la professione di medico esperto in rianimazione neonatale; dalla sua inventiva e dalle sue mani nascono gli accessori Sorpasso

Alberto Banchetti
Pluricampione e detentore di molti titoli internazionali uno dei massimi esperti di traina con gli artificiali. Traina costiera e traina daltura, per lui non hanno segreti. Divide la sua passione tra caccia e pesca e si occupa a Roma di viaggi di pesca e di caccia con la sua OKKAPPA viaggi.

Michele Prezioso
La pesca e la passione per il mare sono nel suo DNA, al centro della sua vita privata e professionale. Pluricampione in molte discipline un vero esperto di pesca; non ci sono tecniche di cui non conosca ogni segreto e che non pratichi con eccellenti risultati. Vive e lavora a Napoli come agente di commercio per la soc. Tubertini

Andrea Iacovizzi
Traina, jigging e subacquea sono i suoi cavalli di battaglia, espressione di un amore sfrenato per il mare. La sua esperienza di pescatore a tutto tondo nasce nelle acque della Sicilia per consolidarsi in quelle della Puglia, dove attualmente vive e lavora come titolare di un importante azienda di informatica.

Stefano Vinci
E il pi giovane dello staff e la sua passione per il mare e per la pesca ne fanno un pescatore navigato e completo, ma lo spinning la sua vera specialit. E un ottimo fotografo ed un eccellente cameraman, vive a Roma, dove frequenta con successo la facolt di Scienze Naturali.

Laura Curtarelli
La passione per il mare, per la pesca e per il piacere della cucina, soprattutto di pesce, la ha portata ad elaborare gustose ricette allinsegna della tradizione ma soprattutto della semplicit. Vive e lavora a Roma come titolare dazienda.

Ilaria Castelnuovo
Figlia darte ama il mare e la pesca, passione che ha ereditato dal padre che in estate accompagna a pesca. Laureata in architettura lartefice delloriginale progetto grafico di questa rivista di cui cura amorevolmente ogni uscita. Vive e lavora a Roma.

Raffaele Romeo
Pescatore e amante del mare collabora, con passione e pazienza, in redazione alla realizzazione di questa rivista. Vive e lavora tra Roma e Tropea.

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info@globalfishing.it

GLOBAL@MAIL
AFFONDARE A TUTTI I COSTI Ho letto con molta attenzione gli articoli sulla pesca ai calamari di Michele Prezioso e sento il dovere di ringraziarlo perch, dopo aver messo in pratica i suoi consigli, le mie pescate sono decisamente migliorate. Volevo per porgli un quesito: possibile adoperare nella traina ai calamari gli affondatori come lo sting, il deep o quello della kristal fishing? E, se si, qual luso migliore? Grazie e complimenti per la rivista. Giancarlo Latini - Roma

Ciao e grazie per i complimenti, sono contento che i miei consigli siano serviti a migliorare le tue pescate. Ma veniamo ai fatti. Per mia esperienza diretta posso dirti di aver ottenuto ottimi risultati soprattutto con il deep; gli altri prodotti ritengo non siano consoni a questa pesca. Sono ottimi per affondare in traina costiera ma non sono pratici per luso notturno. Il deep ha la prerogativa di galleggiare e, in caso di incaglio sul fondo e rottura della lenza, facile recuperarlo, a differenza degli altri modelli che affondano. Oltretutto, il suo attrito in acqua , a parit di affondamento, il pi basso. Lo potrai montare con una lenza madre in dacron da 50 lbs con 15 metri di terminale composto da 12 metri di nylon da 0,30 e 3 metri di fluorcarbon da 0,26 connesso con una girella tripla per meglio scaricare le torsioni. Ricorda che un deep, trainato a 2,4 knt e con un artificiale da 10 cm., raggiunge una profondit pari al 60 % della lunghezza del filo in acqua; ad esempio per arrivare a 6 metri necessario mollarne circa 10 di madre, con il limite di non riuscire ad affondare oltre dopo averne filato 30 mt.. Dopo tale misura infatti si allontana solamente.

Michele Prezioso

GLOBAL@MAIL
NODI DA SHOCK LEADER Da qualche tempo ho preso il vizio di pescare anche dalla spiaggia e, sebbene le emozioni siano molto diverse da quelle della pesca dalla barca, debbo confessare che questa tecnica mi sta intrigando non poco. E sono avido di conoscere ogni particolare e ogni sfumatura. Vorrei, quindi, chiedere a Dario Limone, al quale faccio tutti i miei complimenti per i suoi articoli, quanti e quali sono i nodi pi indicati per connettere lo shock leader alla lenza madre. Grazie Alberto Occhipinti I due nodi principali per legare la lenza madre allo shock leader sono lallbright special ed il competition. Il primo nodo ha un profilo conico con la punta rivolta verso lanello apicale per favorirne luscita durante il lancio e conserva, se ben eseguito, fino all85% del carico di rottura del filo.

ALLBRIGHT SPECIAL

Il secondo il meno ingombrante ed soprattutto usato nelle competizioni di long casting, ovverosia di lancio tecnico; si esegue avvolgendo con un nodo uni lo shock leader, sulla cui estremit, con laiuto di un accendino, sia realizzer una pallina sulla quale, dopo aver assuccato il nodo uni, lo si porta a battuta.

ALLBRIGHT COMPETITION

Dario Limone

GLOBAL@MAIL
CON UN PALMO DI NASO Questa estate ho catturato un paio di ricciole e qualche dentice e, per essere alle prime armi, (sono solo due anni che pesco) non posso proprio lamentarmi. Ma il lato oscuro delle mie pescate che ho collezionato un elevato numero di slamate che mi vergogno a raccontare. A volte le esche sono misteriosamente sparite o le ho tirate fuori completamente grattugiate, sebbene la frizione avesse iniziato a slittare .ma, al momento della ferrata, il pesce si smaterializzava lasciandomi con un palmo di naso. Sono sicuro che si sia trattato di ricciole, ma non mi sono spiegato come ci accada considerando che uso ami molto affilati e mai grandissimi. Mi date una mano a capire? Carlo Terrinoni
Ecco il risultato di uno strike su ricciola andato a vuoto

Le ricciole sono pesci veloci, voraci e molto sospettosi, capaci di sfilarci le esche sotto il naso come dei veri prestigiatori e, tutto sommato, questa proprio la parte pi vera della pesca che soprattutto confronto e non solo prelievo. Comunque, la soluzione migliore per avere ragione di questi predatori sono piombature pi leggere, terminali pi sottili e velocit meno sostenute. Capita che la ricciola sputi lesca quando si insospettisce a causa del peso del piombo guardiano, della resistenza della frizione e del cimino di una canna troppo rigida. Prova a scendere di libbraggio, sia del filo che della canna: cos sar possibile anche avere piombi pi leggeri, con un complesso pescante decisamente pi light. Vedrai che otterrai pi catture con combattimenti forse appena pi lunghi, ma anche le soddisfazioni saranno pi grandi. Un aspetto da non trascurare anche la posizione degli ami sul pesce esca e la loro dimensione: pi lesca libera di muoversi e maggiore attrazione eserciter sui predatori, facendogli perdere ogni sospetto.

Michele Prezioso

GLOBAL@MAIL
FERMI O IN DERIVA Vorrei sapere con quale criterio, nella pesca al tonno, si decide se pescare ancorati o in deriva e quale soluzione , in assoluto, la migliore. Mario Mancini (Fr)

Ciao Mario, la scelta di pescare ancorati o in scarroccio legata a pi aspetti. Sicuramente uno quello delle scelte personali, successivamente quello dello spot ed in ultimo, ma non per importanza, quello delle condizioni di vento e corrente. Mettersi in pesca allancora , in genere, la scelta migliore quando sono alte le possibilit di essere in zone calde, dove i tonni in quel momento sono presenti con continuit e le condizioni meteo sono ideali, mentre lo scarroccio unattivit che possiamo definire pi di ricerca. La pesca allancora, ad esempio, impone che vento e corrente vadano entrambi nella stessa direzione perch, se accade il contrario, le lenze tenderebbero ad andare sulla cima dellancora con le ovvie conseguenze. Lo scarroccio, al contrario, fa assumere alla barca una direzione che la risultante della forza di vento e corrente consentendo alle lenze di distendersi e di insistere nella scia di pastura che rilasceremo. E ovvio che in questo caso il limite sar la velocit che la barca potr assumere e che ne pu rendere difficile il controllo oltre che lazione di pesca. Altri limiti alla pesca allancora sono la profondit che, se molto elevata, rappresenta una difficolt non trascurabile oltre che le repentine variazioni della direzione del vento e del mare. A tutto ci si aggiungono ulteriori aspetti come la presenza di altre barche in pesca, la vicinanza alla costa, la corrente sul fondo, o la sua totale mancanza, e molti altri fattori ancora che difficile analizzare in poco spazio. Sperando di aver chiarito gli aspetti generali ti invitiamo a seguire la nostra rivista perch a breve parleremo approfonditamente proprio di questi argomenti.

Andrea Iacovizzi

GLOBAL@MAIL
FRAGOLINI PROFONDI Ciao Michele, gradirei ricevere un consiglio per quanto riguarda la pesca ai fragolini. Nella mia zona spesso c moltissima corrente e, come se non bastasse, quella sul fondo a volte in senso contrario a quella di superficie. Le profondit sono elevate (fino a 90, 95 metri) ma i pesci, se li prendo, sono di taglia molto interessante. Morale della favola, per, pescare difficile e bisogna mollare molto filo e pescare pesante. Che terminali mi consigli per queste situazioni? Sandro Vacca

Carissimo Sandro, per affondare meglio e non avere molto filo in acqua lunica soluzione quella di scendere drasticamente con il diametro del trecciato in bobina; non ti consiglio di andare oltre una sezione dello 0.13. Con le attuali tecnologie di costruzione questi materiali hanno raggiunto un carico di rottura elevatissimo e, con un filo di qualit di questa sezione, la tenuta pu giungere anche a 15 libbre, tenuta che ti mette in grado di gestire prede di tutto rilievo. Completerai il sistema pescante con 5 metri di fluorcarbon dello 0,30, con un piombo a pera del peso tra i 75 e i 100 gr. al massimo, con un bracciolo da 15 cm dello 0,26 proprio sotto il piombo connesso senza girella, armato con un amo n 6. Eviterai luso di esche molto voluminose che tendono a fare vela e alzarsi dal fondo; in questo modo, grazie ad un terminale di lunghezza molto contenuta, sarai sempre in pesca attaccato allo scoglio aumentando possibilit di catture e garantendoti una ferrata pronta e sicura. Le esche che ti consiglio sono il paguro o lamericano.

Michele Prezioso

GLOBAL@MAIL

LA FORZA DEL SOLE A volte, dopo alcune settimane che non metto in moto il motore della barca, mi ritrovo con le batterie scariche con il rischio che, in caso di pioggia forte, anche la pompa automatica della sentina non funzioni. Mi hanno suggerito di montare un piccolo pannello solare per far s che le batterie restino sempre cariche. Vi chiedo qualche chiarimento e, soprattutto, che non ci sia il rischio che le batterie possano rovinarsi restando sempre in carica. Giuliano - Rimini Quella di applicare un pannello fotovoltaico per tenere le batterie sempre ben cariche pu essere una validissima soluzione se lobiettivo quello di far fronte, su lunghi periodi, al ripristino delle perdite di carica dovute alla naturale auto-scarica. Infatti, un pannello pu erogare tranquillamente un amperaggio tale da tenere a livello gli accumulatori; c, comunque, un limite al funzionamento dovuto allirraggiamento solare che, non essendo costante durante tutto il giorno, non consente lerogazione massima per tutte le ore di luce. A questo si aggiunge il fatto che, per ottenere correnti tali da ricaricare a fondo una batteria dopo luso prolungato, ad esempio, della sentina automatica, in tempi ragionevoli ma soprattutto in modo efficiente, sarebbe necessario installare un pannello con una superficie molto ampia, con le difficolt tecniche del caso. Concludendo, ritengo, per, che il suggerimento possa essere unottima soluzione per far fronte alle inattivit prolungate ma non sostitutiva di un controllo e di una ricarica effettuata con il motore in moto. Per ci che concerne lo stress dellaccumulatore per cariche prolungate, il problema superato grazie ai regolatori di carica in dotazione ai sistemi fotovoltaici specifici per la ricarica delle batterie.

Umberto Simonelli

GLOBAL@MAIL

INCHIKU...QUALE MULINELLO? Gentilissimo Domenico Craveli, Ho iniziato a fare inchiku con attrezzature di fortuna riciclate dal bolentino, ma adesso ho la necessit di dotarmi di un corredo pescante adeguato. Il mio dubbio pi grande quello relativo alla scelta del mulinello rotante: sono mancino e, francamente, non mi so regolare pi di tanto. Potresti aiutarmi in questa amletica scelta? Federico (RM) Carissimo Federico, il toto-mulinello un gioco che ci delizia in inverno quando, non potendo uscire in mare, lo shopping compulsivo ci assale e, spesso, ci fa perdere di lucidit nelle scelte, magari optando per prodotti inadeguati. Personalmente ritengo il mulinello linvestimento pi importante da fare: lusura da stress in queste tecniche notevole e un giocattolo rischierebbe di diventare inutilizzabile nel giro di poco tempo. Allinizio anche io ho utilizzato prodotti nati per altri usi ma i primi pesci seri mi hanno obbligato ad aprire il portafogli. Personalmente uso il Daiwa Ryoga by Jigging, preso da un amico che me lo aveva ceduto dopo averlo acquistato in Giappone, un vero gioiellino, ma il budget da impegnare importante, prossimo ai 500 euro. In Italia si inizia a trovare gi da un bel po il Daiwa Luna, nella versione 2020L, oppure ti puoi orientare sullAbu Revo Toro 51HS. Questultimo costa il giusto, compatto, capiente, robusto ed abbastanza veloce da permetterti di pescare comodamente anche profondo. C poi il Revo Winch, che un argano, ma lento e spesso viene proposto dai negozianti al posto del Toro. Io questultimo lo uso in zona cernie.

Umberto Simonelli

GLOBAL NEWS

WORLD FIS

A cura della redazione

i appena concluso il World Fishing 2012, giunto oramai alla sua quarta edizione, evento espositivo dedicato interamente alla pesca ricreativa in mare e in acqua dolce. Un intero padiglione della Fiera di Roma stato dedicato alla nostra passione, per questo appuntamento divenuto in poco tempo un cult, atteso dagli appassionati, che si rivelato in crescita anche questanno, in evidente controtendenza ai trend attuali. World Fishing il frutto della passione e delliniziativa di Filippo Camilli, Alessandro Di Loreto e Guido Della Croce, che hanno avuto la volont, la determinazione e il cuore di creare una fiera della pesca a Roma, attivando un nuovo polo di interesse rispetto a eventi paralleli storicamente del Nord, raccogliendo cos un considerevole nuovo bacino di utenza rappresentato da tutto il pubblico del centro-sud.

GLOBAL NEWS

SHING 2012
Oltretutto, il World Fishing si inserisce allinterno di unaltra attivit importante come il BIG BLU, il salone nautico di Roma, che sta diventando sempre di pi un temibile competitor della pi antica Fiera di Genova. La collocazione baricentrica di Roma rispetto allEuropa, la presenza del mare, il vicinissimo aeroporto di Fiumicino e un collegamento ferroviario diretto, oltre ad una struttura fieristica che coniuga gli ampi spazi con lefficienza gestionale e logistica, conferiscono a queste manifestazioni capitoline tutti i numeri per diventare eventi di valenza internazionale.
Momenti delle espositori anche di divertimento e prova attrezzature presso gli stand degli

Il World Fishing, ulteriormente cresciuto e trasformato e, al profilo oramai consolidato di mostra mercato, grazie alla presenza di negozi/distributori aperti al pubblico che propongono le ultime novit, si affiancata la valenza di fiera campionaria grazie alla partecipazione di alcuni produttori italiani di rilievo (stiamo parlando di colossi come Colmic e Trabucco). E, questo, un segnale importante, tanto per il mercato, che per gli organizzatori, foriero di significative novit ed evoluzioni di settore.

Lo stand Colmic il pi grande della Fiera

GLOBAL NEWS
GLOBAL WORLD FISHING Anche questanno, per il secondo consecutivo, Global Fishing magazine e i suoi esperti sono stati presenti con una incalzante sequenza di stage didattici presso larea eventi, che hanno avuto altissimo riscontro tra gli appassionati presenti in fiera, alcuni dei quali, veterani lettori della nostra rivista on line, sono venuti a trovarci, graditissimi ospiti, per non perdersi tutti gli appuntamenti: un grande successo che ripaga dell impegno tutto lo staff della rivista, per una serie di confronti con il pubblico dallalto valore di contenuti.

Un

momento

di

uno

degli stage: Tecniche in Japan Style tenuto da Domenico Craveli

Si parlato di Traina con Michele Prezioso, di Ecoscandagli con Umberto Simonelli, di Tecniche in Japan Style con Domenico Craveli, di Drifting con Andrea Jacovizzi, di Surf Casting con Dario Limone, in un modo totalmente nuovo, ma soprattutto empatico, dove il confronto didattico pary-level con il pubblico, ha permesso ai partecipanti di integrare e far crescere le proprie conoscenze grazie alla messa a fattor comune di esperienze e aspetti tecnici, in un mix di pillole tecniche che hanno perfettamente integrato i concetti classici della pesca e quelli delle tecniche di ultimo grido. Unesperienza che si ripeter il prossimo anno in modo ancora pi strutturato, perch questo genere di manifestazioni possano crescere e diventare un solido punto di riferimento per la nostra passione e per il mercato. Non ci resta quindi che iniziare il conto alla rovescia e dare appuntamento a tutti al prossimo anno.

GLOBAL NEWS

la pesca
A cura della redazione

vvicinare i ragazzi al mare e alle attivit ad esso connesse una delle iniziative che riteniamo da sempre tra le pi formative; un percorso di crescita non solo educativo e culturale ma, soprattutto, di responsabilizzazione dei giovani rispetto al rispetto e alla conservazione di questa grande risorsa che il mare e principalmente un incentivo ad una condotta di vita sana e allaria aperta, aspetto, questultimo, spesso trascurato dalle nuove generazioni.

Tommasa De Giorgi e Tiziana DErrico, insegnanti presso lIstituto Secondario di primo grado (scuola media) di Melendugno e Borgagne, due piccole cittadine in provincia di Lecce, hanno sviluppato un vero e proprio progetto centrato appunto sui giovani e sulle attivit ricreative legate al mare: una iniziativa semplice quanto ambiziosa, forte di una cultura marinara radicata sul territorio. E nato cos, nel 2010, il progetto Rotta Mare lillegalit che, con la collaborazione della ASL di Martano e la Lega Navale di S. Foca, si pone lobbiettivo di diffondere liniziativa entro e oltre lambito scolastico.

GLOBAL NEWS

a scuola
Lazione di coinvolgimento dei giovani risulta importante, sviluppando, attraverso molte iniziative, attivit anche di squadra che esaltano e rafforzano la crescita dei ragazzi, andando ad effettuare un lavoro mirato proprio nelle fasce di et a elevato rischio di dispersione scolastica. Nella scorsa stagione lobbiettivo stato centrato ed oggi liniziativa continua il suo percorso ancora pi consolidato, grazie ad una seconda fase in cui i ragazzi vengono coinvolti nel grande gioco della pesca, sotto lattenta guida del nostro Andrea Iacovizzi, che da esperto pescatore li avvier ai segreti di questa passione. Il percorso ludicodidattico li ha portati, con lattenta supervisione delle insegnanti, alla realizzazione di una semplice attrezzatura da pesca, con la quale si cimenteranno, a fine ciclo, in una vera e propria gara di pesca. Alle Prof.sse Tommasa De Giorgi e Tiziana DErrico va il plauso della nostra rivista per aver profuso il loro impegno in questa lodevole iniziativa, nellavvicinare gli alunni al mare e alla pesca e aver capito quanto tutto ci possa essere importante per il futuro delle nuove generazioni.

NAUTICA

Questione di corrente

di Umberto Simonelli

uando si parla di barche, molto spesso largomento che prende il sopravvento e sul quale si concentrano le maggiori curiosit quello degli impianti elettrici. Cattivi contatti, avviamenti incerti e strumenti di bordo dal funzionamento imperfetto, fino al totale black-out sono i nemici che rendono difficile la vita di chi possiede una barca. Cercheremo di fare il punto, in modo semplice, su come affrontare i problemi anche se non si degli esperti.

Il titolo vi avr portato a pensare alle correnti e alle maree... ebbene no le correnti sono solo quelle elettriche che percorrono gli impianti delle nostre imbarcazioni: un piccolo inganno per attirare lattenzione di tutti su un argomento importante, spesso trascurato, che pu essere la causa di piccoli o grandi problemi, da uno strumento che non funziona al motore che non parte pi. Non pretenderemo in questa sede di formare dei tecnici ma certamente sar possibile condividere un po di esperienza pratica. C MA NON SI VEDE Nella comune convinzione, lo scorrere della corrente nei fili elettrici non genera alcun lavoro, e quindi desta minore attenzione e preoccupazione. Non c niente di pi sbagliato perch i cavi, le connessioni e tutto ci che ad esso viene applicato sono sottoposti a stress: in apparenza meno evidente (vista lassenza di parti in movimento), ma usura, ossidazione e invecchiamento sono le minacce che affliggono i circuiti soprattutto se mal realizzati e poco manutenuti.

Il flusso di corrente non visualizzabile altro che con una strumentazione specifica come un buon voltmetro digitale

PROBLEMI COMUNI Ci si accorge che qualcosa non va quando si va a chiudere un interruttore o si va a mettere in moto e tutto rimane muto o la tensione si abbassa ed il motore faticosamente tenta una improbabile partenza. Tutto questo ha soluzione senza grossi disagi se accade quando ci si accinge a partire dal molo, ma se lo scenario quello del ritorno la situazione si fa poco piacevole. Non sempre si tratta di batterie scariche e spesso il problema molto pi subdolo; di fatto la corrente non passa e a prima vista tutto sembra ricondursi allaccumulatore che non fa pi il suo dovere. Tutte le connessioni sono serrate, lo stacca-batterie in on ma non c niente da fare.
Gli accumulatori sono il punto nevralgico dellimpianto elettrico di bordo; il suggerimento migliore di imbarcarne due, per la massima sicurezza. Importanti sono le connessioni che devono essere eseguite con morsetti di ottima qualit

PERCH LA CORRENTE NON PASSA Esclusa leventualit della batteria in avaria (fatto a cui non c rimedio salvo quello di averne una seconda), la causa del problema sempre da ricercare nel cattivo contatto delle connessioni. E incredibile ma ci che funzionava ieri, oggi non va pi... E responsabile lossidazione! Un morsetto anche ben serrato sul polo di una batteria pu essere messo in crisi da un sottile ed impercettibile velo di ossido che isola completamente le parti in contatto. E ci accade dai morsetti delle batterie a tutte le altre connessioni. Non una regola fissa, ma il fenomeno prima o poi inevitabile se non si sono prese le dovute precauzioni in fase di montaggio.

Un morsetto ossidato, una delle cause pi comuni di cattivo funzionamento

NAUTICA
OSSIDO, CHI COSTUI? Lossidazione il frutto della trasformazione chimica del metallo di cui sono realizzati i componenti connessi tra loro e si forma per naturale azione dellossigeno presente in aria e dellumidit. Ne pi e ne meno di quanto avviene nei processi di formazione della ruggine sui metalli ferrosi. Ogni metallo si ossida a suo modo trasformandosi in sostanze di diversa natura, che hanno per in comune la capacit di essere isolanti. Laggravante, in mare, latmosfera salina e la presenza di corrente elettrica che generano un fenomeno che da ossidazione degenera in corrosione, frutto di fenomeni cos detti elettrolitici. E cos accade che due superfici apparentemente in perfetto contatto tra loro siano isolate da una invisibile barriera che blocca ogni flusso di energia.
Lossido in grado di isolare anche le connessioni pi serrate

IMPROVVISI BLACK-OUT Un altro fenomeno che si manifesta molto spesso, frutto della bizzarria delle ossidazioni, il funzionamento normale della strumentazione, salvo improvvisi abbassamenti di tensione quando si tenta di mettere in moto o si generano forti assorbimenti (ad esempio il verricello elettrico) che fanno spegnere tutti gli strumenti di bordo. Questi sono gli effetti di connessioni semi-isolate e lossido funge da resistenza, che consente il passaggio solo di poca corrente: quando questa tende ad aumentare viene bloccata come una vera e propria strozzatura.
Lossidazione delle connessioni si forma con maggior velocit nei punti dove i contatti non sono perfetti e, sotto carico, la temperatura aumenta

PUNTI NEVRALGICI
Molte sono le tipologie di staccabatteria, ma limportante la qualit e lamperaggio che in grado di sopportare

Dove andare a scovare i punti nevralgici su cui agire per prevenire o semplicemente rimediare? Il punto maggiormente gradito allossido sono i morsetti che serrano i poli delle batterie, che devono essere sempre della migliore qualit, ben puliti e serrati, cos come lo debbono essere appunto i poli.

Successivamente, sono da verificare le connessioni sullo staccabatterie che, oltre a quelli esterni ha, al suo interno, dei contatti striscianti che sia per usura che per ossidazione possono creare false connessioni.
I contatti striscianti dello staccabatteria possono consumarsi ed ossidarsi, isolando del tutto i circuiti o bloccando il passaggio della corrente quando gli assorbimenti aumentano

Oltre al cattivo passaggio di corrente, uno staccabatterie che non fa contatto quando il motore in moto fa correre il rischio di bruciare tutti gli apparati di bordo. Infatti, il motore, se non connesso alle batterie che funzionano anche da stabilizzatore, genera delle tensioni (quelle di ricarica) molto alte e piene di disturbi, potenzialmente dannose.
Luso di prodotti specifici, pu prevenire o porre rimedi alle problematiche degli impianti elettrici

CONCLUDENDO Lossido in agguato ovunque ci sia un punto di contatto, un serraggio ed un morsetto; buona realizzazione, viti ben strette, materiale di prima qualit, una costante protezione con prodotti specifici e la protezione dallumidit diretta sono lunica garanzia di non avere brutte sorprese.

TECNICA

Stregati dalla luna

Di Michele Prezioso

influenza della luce e del ciclo lunare sullattivit trofica dei pesci un argomento poco approfondito dalla stampa di settore e di cui anche i pescatori ricreativi si preoccupano relativamente. La pesca professionale, soprattutto quella artigianale, vi pone invece molta attenzione e regola i suoi ritmi proprio sulle fasi lunari. Alcuni lettori ci hanno scritto chiedendoci informazioni e, data limportanza, abbiamo preso la palla al balzo per fare quattro chiacchiere sullargomento in modo semplice, tra tradizione e scienza.. La pesca fatta di molti aspetti, in cui tecnica ed esperienza sono quelli pi importanti; quasi sempre per i progressi si fanno proprio a fine giornata, ripensando a quel che successo, cercando di analizzare e rendere statistica tutti gli accadimenti che hanno caratterizzato la battuta di pesca. Si ripassa a memoria che tipo di esca ha funzionato, a che ora i pesci hanno manifestato la loro presenza, quale vento soffiasse, quale la corrente e quale colore delle acque fino alla sezione del filo, peso del piombo e via discorrendo. Oltre a tutto ci bisogna fare mente locale anche sulle fasi della luna...

Mio nonno, pescatore di straordinaria capacit, mi ha insegnato molto rispetto alle abitudini dei pesci e al loro comportamento in funzione delle differenti situazioni meteorologiche, ma le decisioni finali su dove, come e soprattutto a cosa andare a pesca dipendevano dalla luna. LA LUNA E IL MARE Le escursioni di marea sono la diretta conseguenza dellattrazione gravitazionale che la luna esercita verso la crosta terrestre e, quindi, anche sul mare. Ci fa s che in funzione della forza esercitata dal satellite dipenda lampiezza delle escursioni di marea. La marea sempre frutto di questa dinamica tanto quando al suo massimo, tanto quando al minimo. Logica vuole che un colmo di marea genera una sorta di spostamento delle acque: da una parte salgono di livello e, inevitabilmente, da unaltra scendono. Questa una spiegazione molto semplicistica del fenomeno, in realt molto pi complesso e articolato. Comunque, gli spostamenti della massa liquida generano anche correnti importanti che sono responsabili di molti effetti nei confronti della fauna e ci accadr con minore o maggiore evidenza ogni sei, sei ore e mezza, con due cicli di alta e due di bassa marea nellarco delle 24 ore. ATTIVIT TROFICA E MAREA Lo spostamento delle masse dacqua genera un benefico rimescolamento che influisce sulla temperatura e sul trasporto dei nutrienti che attivano tutta la catena alimentare. I pesci, di conseguenza, si attivano proprio perch in questa situazione sar pi semplice alimentarsi e comunque, in prossimit degli eventi, si allertano. E gli effetti sulla fauna saranno tanto pi evidenti quando i fondali presenteranno delle buone disomogeneit, mentre su quelli pi omogenei lo saranno meno. Le maree pi proficue sono quelle sigiziali, frutto dellattrazione congiunta del sole e della luna.

TECNICA
CON LA LUNA PIENA Mio nonno, quando la luna era piena, andava a pescare le spigole, preferibilmente nel pomeriggio, e in quel momento in cui visibile nonostante la luce diurna, che corrispondente con la fase iniziale di marea, il risultato era tanto pesce a bordo, tutto di taglia e tutto pescato in basso fondale. Al contrario, non andava a pesca la notte perch la scia luminosa, generata dalla fluorescenza del plancton (fuoco di mare), amplificata dal chiaro di luna, diceva che incendiava la lenza e allontanava i pesci. NON TUTTI PESCI I saraghi non sono preda da insidiare in basso fondo con la luna, al contrario lorata ama pascolare nei bassifondi alla ricerca di granchi e seppioline sul fondo. Anche i calamari, quando i candidi raggi rischiarano i fondali, cambiano il loro atteggiamento e insidiarli comporta una ricerca su un a fascia dacqua pi ampia. SE CALA O SE CRESCE Il nonno diceva sempre che quando la luna crescente i momenti magici sono allalba e al tramonto, periodi oltre i quali era pi proficuo andarsene a casa: perch, quando la luna tramonta presto e si vede piccola sullorizzonte, i pesci diventavano pigri e non si alimentano. Con la luna calante, invece, e durante i 3 o 4 giorni di totale assenza di luce, la situazione migliora fino a trovare pesci molto aggressivi, disposti ad aggredire anche esche grandi. QUESTIONE DI LUCE ? E convinzione comune che la motivazione per cui al mattino , dopo notti di luna piena, i pesci siano meno inclini ad aggredire le esche dipenda dalla visibilit notturna che consente loro una attivit di caccia pi agevole. Quindi sazi delle predazioni notturne lattivit trofica si ridurrebbe al minimo. La realt ben diversa; di fatto le ore del mattino non sono caratterizzate da quei momenti di marea che mettono i pesci in frenesia. Le catture saranno sporadiche e dovremo aspettare il prossimo ciclo. Sta di fatto che la luna molto importante e sulle abitudini mangerecce dei pesci rispetto alle sue fasi bene che ogni pescatore faccia le sue considerazioni, magari tenendo in debito conto anche i consigli di qualche anziano pescatore!

TRAINA

ELEMENTI DI TR
di Michele Prezioso

a traina costiera una tra le discipline pi tecniche nel settore della pesca dalla barca, una vera e propria scienza in cui perfetta conoscenza delle attrezzature, delle tecniche di affondamento e, soprattutto, delle esche artificiali sono fondamentali. In questa serie di articoli andremo ad approfondire gli elementi base della traina costiera, ovvero quella dedicata alle prede che popolano le batimetriche pi a ridosso della linea di costa.

Parte prima: g

RAINA COSTIERA
Per capire la complessit di questa traina, soffermiamoci per un momento a pensare a come si svolge questo tipo di pesca e, soprattutto, con quale esca: con un pesce finto, a volte tuttaltro che simile ad uno esistente in natura, tentiamo di scatenare laggressivit delle nostre prede. Lesempio pi classico quello del pi famoso degli artificiali, il mitico testa rossa, un must che presente nella gamma di tutti i costruttori, con una livrea improbabile, ma che continua ancora a dire la sua dopo anni di onorato servizio. Va da se, visto che i pesci sono tuttaltro che stupidi, che in questa tecnica c sotto qualcosa di pi che portare a spasso un bellartificiale legato ad un filo.

gli artificiali

TRAINA
DALLE PAROLE AI FATTI Il successo di questa tecnica passa necessariamente attraverso le attrezzature che, come al solito, dovranno essere di ottima qualit e attraverso gli assetti che saranno di volta in volta diversi a seconda delle specie insidiate e del posto in cui lo faremo. Andare a palamite a ridosso della costa di unisola richieder un assetto e un tipo di artificiale, pescarle invece su una secca in mezzo al mare totalmente altri. Purtroppo c anche da premettere che non ci sono regole fisse e, per chi alle prime armi, bene chiarire che esistono solo delle macro informazioni, basi di partenza su cui costruire la propria esperienza. QUALI ARTIFICIALI Nel sottocosta non sar necessario usare artificiali di grandi dimensioni, lo standard non andr oltre i 13 cm, tanto per gli artificiali di superficie che per i minnow, destinati a lavorare sotto il pelo dellacqua od affondati. A galla potremo usare piume con testina piombata, kona ed esche siliconiche in genere. Per i pesciolini opteremo sia per quelli affondanti, che per quelli flottanti e per la pesca in bassi fondali non trascureremo i cucchiaini, vecchi e sempre validi; ma a loro dedicheremo un articolo specifico.

MILLE COLORI Per ci che concerne le colorazioni, potremo spaziare e seguire anche la fantasia, sebbene i classici colori (sarda, sgombro e alice) abbiano sempre una buona validit. Non trascureremo colorazioni sgargianti come il giallo ed il rosa fluorescenti, larancio/oro e lintramontabile bianco e rosso. Nella scelta, soprattutto quando insidieremo i pelagici, dovremo valutare le dimensioni e la tipologia del pesce foraggio presente in zona ed uniformarvi le esche, sebbene, poi, alcune dalle colorazioni pi improbabili risultino micidiali. Il perch spesso, come nel caso del rosa e dellarancio, sta nel fatto che i pesci si nutrono, durante le loro migrazioni di organismi, dal plancton al krill, che hanno appunto colorazioni particolari, cangianti e fluorescenti. Poi, pi semplicemente, movimento e colore, proprio perch inusuali in natura, stimolano laggressivit dei pesci.

LA SCELTA Oltre a mettere in pesca artificiali come imitazioni verosimili di pesci veri, dovremo regolarci sulla capacit dellesca stessa di sostenere la velocit e nuotare bene, in modo accattivante. Anche nella scelta dei colori ci sar una logica da seguire. In questo senso la luce, il colore e la trasparenza dellacqua giocheranno un ruolo fondamentale.

Di base sceglieremo artificiali molto evidenti con acque scure e cieli cupi, optando invece per artificiali pi scuri con cielo luminoso e acque chiare. Da tenere presente che i pesci oltre che cacciare con la linea laterale usano anche la vista e, poich i loro occhi non sono dotati di iride, vedono meglio quando il sole incidente (sera e mattina) e meno bene con il sole alto. Ci giustifica la necessita di usare esche scure quando la luminosit elevata, che si stagliano bene controluce.

Nei prossimi numeri...


Attrezzature e tecniche di affondamento per la traina costiera Esche e pesci: ad ognuno il suo

IL POSTO
di Domenico Craveli

JIGGING

noasi rocciosa che si erge per decine di metri dal fondale piatto dopo miglia e miglia di monotono fango questo il posto magico, un luogo che conosciamo solo noi, vergine dagli strascichi e da ogni forma di prelievo, un luogo dove pesci di ogni tipo e dimensione sono l, parcheggiati ad aspettare quel miracoloso ferro, il nostro ferro che, fendendo lacqua in maniera presuntuosa, gi alla prima cala in grado di sedurre e regalarci lanimale Peccato che questi posti sono raggiungibili soltanto dopo miglia e miglia di navigazione immaginaria nelle notti insonni dei pescatori pi fantasiosi, perch in realt il posto magico ha altri connotati, spesso fugaci, a volte meno evidenti, perch probabilmente in mare la discrezione di casa pi di quanto noi possiamo immaginare. Azzardare qualche riflessione frutto di esperienza piscatoria non comunque peccato, e quindi addentriamoci in quello che un percorso dove molti potrebbero trovare confronto e conforto per il raggiungimento di un obiettivo dichiarato senza confidare troppo nella sola sorte quando si cala un artificiale in mare che non ha odore e sapore.

O MAGICO
PREDONI IN STASI Un pesce si definisce in stasi quando non in attivit di caccia, situazione che pu essere tradotta in due scenari distinti, ossia quando i pinnuti sono fermi nei pressi di qualche elemento di discontinuit del fondo (secca, scoglio isolato, manufatto artificiale, relitto), oppure quando pattugliano unarea apparentemente senza scopi alimentari. Anche se pu sembrare fantapesca, la capacit di capire cosa fanno i predatori in un preciso luogo pu aiutare ad ottimizzare la nostra azione di pesca, permettendoci di concentrare i nostri sforzi in determinate aree piuttosto che in altre. Diciamo che una calata su aree dove marchiamo pesce comunque dobbligo, ma sbattere come dei matti per ore e ore significa essere convinti davvero di essere nel posto giusto. A conferma di ci, in sessioni di pesca diverse, abbiamo affrontato lo stesso spot, e le sue adiacenze con tecniche distinte, proprio per meglio comprendere alcune abitudini, nello specifico ricciole, con riscontri oggettivi e risultati sorprendenti.

JIGGING
CRONACA Nei pressi di una depressione fangosa/grotto, con un accentuato dislivello che dai -50 scende ai -80, presente nelle prime ore del mattino, nel periodo settembre/novembre di quasi ogni anno (cianciole permettendo), un branco di ricciole di peso compreso tra i 5 ed i 10kg, con qualche peso massimo. Chi le ha tentate a vj/inchiku, ha notato come il branco sostava in questarea fino alle ore 7.00 di mattina circa ed erano abbastanza decise negli attacchi allartificiale, dopo di che le marcature sparivano. Con lavanzare del giorno, iniziavano a flettersi le canne dei trainisti quasi un miglio e mezzo pi a terra, e nonostante ci abbiano provato in molti, quei pesci, in quella seconda condizione, non cera verso di farle interessare al jig. Un bel calamaro, scarrozzato a dovere in mezzo agli archetti che indicava leco, e che ignoravano sistematicamente il ferro, stato in acqua giusto il tempo di fare un passaggio... al tramonto, invece, il branco si riposizionava nel punto X e riprendeva quota il vertical fino a buio inoltrato. NON SOLO CARANGIDI Questo ragionamento applicabile anche ai dentici e alle cernie bianche ad esempio, che errano anche su fondali omogenei prima di andare a pranzo o cena nei pressi di scogliere, secche o simili. Naturalmente, per queste altre specie non facilmente individuabili con lo scandaglio, tecniche come linchiku, meno stancanti dello stesso vj e pi produttive anche con pesci minori come pagelli e pagri che possono allietare la pescata in attesa del pezzo da novanta, sono pi indicate, in quanto potremmo permetterci il lusso di effettuare lunghe scarrocciate distanziandoci anche di molto dal punto X che, tradotto nel nostro linguaggio, significa roccia a tutti i costi. ALLORA? Allora il punto magico esiste, ma esiste come una micro-area temporanea dove, per questioni di temperatura e di correnti, i pesci si fermano in attesa delle scorribande allora della pappa. Come trovarlo? Ogni area ha una realt propria, conosciuta atavicamente dai pescatori delle piccole marinerie, custodi di racconti che noi moderni pensiamo di snobbare come favole; anchio ero cos fin quando un anziano amico, a 8 miglia della costa, mi ha indicato di fermarmi in un preciso punto io non avevo nulla sul gps e nulla sullo scandaglio fin quando alla terza cala non vidi materializzarsi una cernia bruna da altri tempi!

IL VALORE DEL LUOGO Pi che il valore di uno spot, dobbiamo rivalutare tutte quelle aree che trascuriamo per la convinzione che sotto non ci sia nulla ma per fare i dentici basta un po di detrito, non serve il vulcano sommerso, per le ricciole basta un manufatto antistrascico ad esempio o uno scaldabagno il solito e famoso scaldabagno!!!

JIGGING

AZIONE E REAZIO

di Domenico Craveli

inchiku una tecnica che nasce per insidiare una notevole diversit di pesci che operano nei fondali pi diversi, dai placidi pagelli, alle ricciole, passando per prai, tanute, gallinelle, sciabola, tracine e occasionalmente anche saraghi e orate. Si capisce quindi che ogni zona potenzialmente da inchiku, basta relazionare lazione di pesca al contesto di riferimento. Come?... Seguiteci in questo breve percorso.

ONE IN TRE MOSSE


MOSSA 1: LA SCELTA DELLESCA

Lesca filosofale esiste subdola solo sugli scaffali dei negozi, perch diventa tale solo nel momento in cui noi, come pescatori, rimaniamo ammaliati da una miriade di forme e colori, ed apriamo il portafogli in azioni di shopping compulsivo sulla base di valutazioni che, alla resa dei conti, si rivelano spesso errate. Giusto per scendere nel pratico, specifichiamo che la forma di un inchiku, prima ancora del colore, si sceglie non in base al tipo di pesce da insidiare, ma considerando le condizioni di corrente del sito di pesca. Forme ampie e magari addirittura romboidali, lente in caduta e molto spiattellanti, si usano su fondali medio-bassi, oppure anche a profondit elevate ma in condizione di corrente debole o assente, quando i pesci sono molto restii nellattaccare artificiali idrodinamicamente pi veloci.

JIGGING
Le forme affusolate, infatti, trovano la migliore applicazione nelle condizioni pi complicate, quando lo spostamento della barca tale che per essere correttamente in pesca senza avere lartificiale troppo lontano dalla verticale necessario che questo arrivi sul fondo molto velocemente. Non solo, forme diverse permettono intensit di jerkate differenti. Non raro infatti che alcuni modelli, micidiali perch tonfano sul fondo in maniera eccelsa e si muovono fluidamente con jerkate lente tipiche di chi insidia i prai ed i pagelli ad esempio, soffrano invece azioni di recupero pi veloci, ingarbugliandosi sistematicamente mentre magari tentiamo pelagici come ricciole o palamite. Quindi, il punto numero 1, che corrisponder alla nostra prima azione, sar quella di calare in mare un inchiku non pensando al pesce come gradimento assoluto verso lartificiale, ma utilizzando unesca che ci permetta di essere controllata al meglio in quelle precise condizioni. A parit di situazione, funziona meglio sempre lesca pi leggera che riusciamo ad usare. MOSSA 2 : IL MOVIMENTO Superato il primo cruccio, unaltra incognita incombe: come lo muovo questo ca volo di artificiale? Non esiste un movimento preimpostato che vale sempre, non siamo suonatori di tamburi che devono battere il ritmo mentre si balla la danza della pioggia, piuttosto stiamo cercando di scatenare unaggressione da parte di un predatore. Un fondamento della tecnica consiste nel comprendere il principio di funzionamento dellinchiku, che non unesca imitativa ma unesca di reazione, e cio che viene molto spesso attaccata non solo perch confusa con un qualcosa di esistente, ma perch con la sua intrusione genera sorpresa, disturbo, curiosit. Quindi, quando animeremo lartificiale, lo dovremo fare in assetto variabile, e cio mutando spesso ampiezza e velocit della jerkata, insistendo con numerosi tonfi sul fondo specialmente su alte profondit, dove la vista un elemento secondario nellapproccio allesca da parte del predatore, che sfrutta di pi la propria linea laterale, organo sensoriale in grado di percepire le vibrazioni provocate dalle micro-onde durto che genera linchiku quando sbatte sul substrato e si muove nei pressi di esso in maniera frenetica.

MOSSA 3: LO STRIKE Ci sono pesci che si avventano sullinchiku in modo irruento, ed altri pesci che hanno un approccio pi placido, con colpetti e smusate preventive prima dellaffondo decisivo. In entrambi i casi, che

sono agli estremi, dovremo avere calma e reagire in modo misurato alla situazione. In caso di attacco brutale e veloce, dovremo immediatamente disporre la canna quasi in orizzontale (parallela allacqua) o leggermente inclinata in avanti per agevolare uneventuale fuga. Contrastare un pesce in corsa significa perderlo: se cernia, c poco da fare se non incrociare le dita!!! Nel caso in cui un pesce, anche se di taglia, avr invece un approccio pi soft, avremo la possibilit di limitarne la corsa (che non cattiva cosa specie tra i sassi) perch unazione rapida di stop, appena avvertiremo il colpetto furtivo, far s che la potenziale preda andr decisa sulloctopus: a quel punto ferreremo, ed effettueremo velocemente alcuni giri di mulinello pompando decisi di canna senza per esagerare. Questo spesso basta per sbilanciare un grosso dentice o disorientare una cernia, e addirittura funziona anche con le ricciole. Questo non vuol dire che il pesce rinunzier alla sua fuga, ma avr pi difficolt a farlo, e se lo far, magari essendo con la testa girato, non avr la possibilit di posizionarsi sulla traiettoria migliore per rompere il leader giusto per capirci, come se strattonassimo per la maglia un forte corridore nel momento in cui lo starter da il via!!! Il resto del recupero??? Godetevelo, e imparate ad agire e a reagire in funzione di come il pesce si comporta, comandate voi i giochi, assecondando la preda quando si inchioda, e forzandola in modo deciso e composto quando passiva. A recuperare pesci si impara recuperando pesci non ci sono altre strade!

Un posto per caso

TRAINA

di Andrea Iacovizzi

abitudine comune di molti trainisti portare a passeggio le proprie esche sempre negli stessi punti. Sar per pigrizia o per scaramanzia, ma molto di rado si rinuncia alle solite passate sui punti ritenuti buoni, quelli che in passato ci hanno regalato qualche cattura e dove, prima o poi, un pesce ci capita. Spinti dalla voglia di entrare in pesca rapidamente e dallincertezza ragionevole di non lasciare la vecchia strada per la nuova, si passa e si ripassa su rotte e spot che conosciamo a menadito. I riscontri, per, non sempre sono soddisfacenti, anzi lo sono sempre pi di rado e allora? Il segreto cambiare... Cambiare zona ed esplorare nuovi spot genera una notevole ansia da risultato in molti pescatori. Il timore di non riuscire ad affrontare fondali nuovi con profitto, rischiando di impiegare a vuoto tempo e benzina preziosi, ci spinge a comportamenti fortemente abitudinari. E non c niente di pi sbagliato, perch le situazioni nuove possono rivelarsi ricche di sorprendenti opportunit.

COLPO DOCCHIO
Un fondo apparentemente piatto pu un animarsi e ottimo allimprovviso rappresentare punto di pesca

Sar successo a tutti, durante un trasferimento da una posta allaltra o mentre si va a spasso, di individuare con la coda dellocchio sul monitor dello scandaglio qualcosa che richiama la nostra attenzione. Dopo miglia di fondo piatto, ecco apparire una inspiegabile e circoscritta oasi di vita, con una seppur modesta variazione della morfologia del fondo dove magari, proprio in quel momento, siamo nel pieno di una attivit trofica di predatori a mezzacqua o sul fondo. Quei posti, apparentemente poco significativi, possono cambiare le sorti di una giornata di pesca, trasformando un cappotto annunciato in un susseguirsi di strike, a patto per di rinunciare alle solite convinzioni.
Attivit sul fondo, di piccoli pesci: una situazione ricca di opportunit

ANALISI SUL FONDO Quando ci si imbatte in fondali interessanti, bene prendere immediatamente i punti a terra, se si in grado di farlo, e contemporaneamente con il gps. Ottima soluzione, rapida ed efficace, quella di sfruttare la funzione man outboard, ovvero quella che consente di marcare subito il punto di caduta in mare. Successivamente, dopo una accurata ispezione del fondo, con ripetuti passaggi ad incrociare, valuteremo lopportunit di confermare il marker e fare una cala esplorativa.

TRAINA
INVITO CON INGANNO
Le esche piccole non necessariamente significano pesci piccoli

Le esche a nostro avviso migliori da usare in queste situazioni sono inevitabilmente i cefalopodi: seppie o calamari, indifferentemente vivi o appena morti, ma con ununica importante caratteristica comune. Sceglieremo quelle pi piccole possibili e questa scelta, apparentemente in contro tendenza, sar invece ideale per insidiare gli sparidi di dimensioni pi contenute come orate, prai e perfino grosse tanute, che sono usi frequentare queste oasi nel deserto. Ma non abbiate paura: dentici e ricciole non disdegneranno il boccone qualora dovesse capitare a tiro. Una succulenta alternativa pu essere quella di innescare due piccoli cefalopodi in tandem sullo stesso terminale; leffetto branco che se ne otterr non lascer indifferenti i predatori e, complice la presenza dei pesci, i risultati non si faranno attendere.
Anche lorata pu popolare spot solitari

ATTREZZATURE DA COMBATTIMENTO Partiamo dagli ami, che dovranno essere di misura contenuta per meglio celarsi nelle piccole esche e consentire ferrate sicure anche su pesci di taglia minore. Ci orienteremo su una misura 3/0 o al massimo 4/0, realizzati con filo non eccessivamente grande e affilatissimi, per assicurarci una sicura penetrazione.
Ecco un amo che ha perfettamente compiuto il proprio lavoro

Luso di ami piccoli ci consente di rapportarci bene con pesci anche di un kg, ma non significa necessariamente non poter avere a che fare con predatori pi importanti. La differenza star nel capire con chi si ha a che fare, dando al pesce tutto il tempo per appropriarsi del boccone prima di ferrare. Il terminale, di costruzione classica, sar in fluorcarbon dello 0.50 o 0.60, a seconda dei pesci che scoprirete, e potr essere realizzato anche in nylon se non si avr a che fare con bocche particolarmente aggressive. Limiteremo la lunghezza complessiva a dieci metri per avere un complesso pescante che ci permetta unazione di ricerca sul fondo molto dettagliata e un contatto rapido con il pesce. La canna avr come peculiarit un cimino sensibilissimo ed unazione parabolica, con una potenza compresa tra le 8 e le 12 libbre, equipaggiata da un rotante dello stesso libbraggio.

LA TECNICA IN BREVE Velocit moderata e piombo guardiano in intimo contatto con il fondo sar lapproccio che pi consigliamo per un fondale misto a noi sconosciuto. A volte, far saltellare il piombo sul fondo alzando sedimento e facendo rumore pu essere unazione di richiamo sorprendente. Sar bene incrociare lo spot da pi direzioni, senza trascurare la ricerca anche nelle zone limitrofe a quelle pi articolate. Cos facendo, effettueremo unazione tanto sulle prede pi piccole che condividono lareale con la minutaglia, quanto sui possibili predatori importanti che possono stazionare in zona, pronti ad entrare in azione.

CONSIGLI DI PESCA

DEAD OR
di Umberto Simonelli

cefalopodi sono le esche che meglio si prestano ad essere innescate morte. Infatti, anche appena pescate e perfettamente vive, il loro potere catturante legato (lo abbiamo detto pi volte) pi allelevato potere nutritivo che al nuoto ed allo stimolo visivo. Seppie e calamari sono bocconi a cui i predatori difficilmente rinunciano, vere bombe proteiche ed energetiche ideali per soddisfare il dispendio calorico dei mesi invernali. Nello scorso numero abbiamo approfondito tutto ci che riguarda linnesco della seppia morta, ora rivolgeremo la nostra attenzione a quello del calamaro.

R ALIVE?
Anche sulluso in pesca dei calamari morti i pareri sono molto discordi. La nostra esperienza ci ha dimostrato che se la presentazione dellesca buona e credibile le opportunit di cattura sono apprezzabili e, se presenti, non sar assolutamente difficile sedurre un bel dentice od una bella ricciola. Sicuramente il primo, contraddistinto da unindole molto aggressiva e da gusti alimentari meno sofisticati, potr cadere pi facilmente nellinganno; ma non sono rari casi di ricciole da record, vittime delle insidie di un calamaro morto su cui nessuno avrebbe scommesso un soldo bucato. DOTI DI NAVIGAZIONE La maggiore difficolt nel mettere in pesca il calamaro morto sta nel fargli prendere un assetto di navigazione stabile. A causa della natura molle del corpo, sostenuta solo dallesile struttura del suo scheletro interno, la cos detta penna (calamo appunto), quando viene trainato tende a deformarsi e soprattutto le piccole ali laterali si piegano, innescando una rotazione che gli fa descrivere un elicoide che si trasmette sul terminale che, se non riesce a scaricare le torsioni, si trasforma presto in una molla.
Il calamaro morto ha un assetto difficile...ma con poca fatica possibile ottenere riportarlo in vita senza ricorrere ad obsolete piombature

CONSIGLI DI PESCA

parte seconda

ASSETTO IDROSTATICO Un altro problema del calamaro la tendenza ad affondare. Questo, perch morto e a differenza della seppia, non galleggia e lunico motivo di sostentamento quella poca aria che si pu essere introdotta sotto il mantello e che in genere migra sulla punta facendogli assumere un assetto inclinato verso lalto. Lassetto negativo tende, soprattutto se si traina in prossimit del fondo e sulle accostate, a far adagiare lesca con concrete possibilit di un rovinoso incaglio.
Il calamaro vivo riesce a controllare assetto e quota

CONSIGLI DI PESCA
QUESTIONE DI PROVENIENZA
Esistono dei detti in commercio di per un orientale, calamari glassati provenienza

particolare procedimento di congelamento, che li conserva perfettamente senza perdere colore e consistenza, ottimi come esca

Le difficolt che incontreremo nel fare lassetto al calamaro dipende molto dalla provenienza e quindi dalla freschezza. Mettendo in pesca quelli che non hanno resistito allo stress della cattivit nella vasca del vivo, essi rimarranno molto stabili ed equilibrati in acqua, perch i tessuti sono ancora turgidi e consistenti. Quelli acquistati freschi (si fa per dire) in pescheria o, in casi estremi, presso i negozi di surgelati o addirittura conservati da pescate precedenti, avranno bisogno di un make-up particolare. Poche e semplici operazioni che li renderanno stabili e pi credibili. STEP BY STEP La prima mossa sar quella di scegliere esemplari ben conservati con la livrea nelle migliori condizioni possibili evitando quegli zombie spelacchiati e malconci...
Se freschissimo lassetto in pesca buono ma se il calamaro stato congelato importante che venga scongelato molto lentamente e innescato con ami perfettamente centrati

STEP 1: provvederemo allinnesco e quindi a metterli in acqua per saggiarne lassetto. Prima da fermi e poi in movimento alla velocit di traina. Se sarete fortunati (pu accadere) il calamaro assume un ottimo assetto e si fa trascinare senza sbandare e ruotare. Molto sta anche nella velocit che, se troppo elevata, lo scompone e lo fa ruotare. STEP 2: se il cefalopode tende ad assumere un assetto con i tentacoli verso il basso e il cappello in alto, vuol dire che c aria allinterno e allora con le forbici lo spunteremo creando, cos, uno spurgo. Il calamaro riprender lassetto orizzontale. STEP 3: il calamaro ruota appena si inizia a trainare; non c altra soluzione che spuntare un po per volta lala posta dalla parte della rotazione, fino a tagliarla del tutto.

CONSIGLI DI PESCA
EFFETTO VIVO A questo punto siamo pronti per entrare in pesca e, calibrata la velocit, potremo affondare. Con il calamaro morto bene procedere appena pi veloci del solito, soprattutto in virata, per evitare che si poggi sul fondo incagliandosi e per lasciare meno tempo possibile ai pesci di fare qualsiasi valutazione.
Losso della seppia pu essere una valida risorsa come flotter naturale

Se proprio vogliamo dare allesca un assetto flottante che gli conferisca un aspetto suspending, come quando vivo, per trainarlo radente al fondo,

possibile adoperare un ulteriore trucco. Ricorreremo allaiuto dellosso di seppia da cui ricaveremo due piccoli fusi che inseriremo sotto al mantello incastrandoli nella parte superiore. Il calamaro rimarr in assetto anche a velocit pi elevata e manterr sempre un nuoto naturale.
Due di piccoli seppia

pezzi di osso introdotti con delicatezza sotto il mantello fanno si che il calamaro navighi in modo naturale senza girare

INNESCO E TERMINALI Per rendere pi efficace lazione di pesca ci sono ulteriori dettagli da mettere a punto: certamente quello di realizzare un terminale corto il pi importante perch, cos facendo, pescando attaccati al fondo, il controllo sullesca migliore.
E bene che lamo pescante sia messo a cucire anche la testa che tende a staccarsi, senza compromettere la naturale sinuosit

Ulteriore precauzione quella di cucire con lamo pescante anche la testa del cefalopode che, quando morto, tende a staccarsi dal corpo e pu essere la causa di strike a vuoto.

SCELTE DI PE SO

SURFCASTING

di Dario Limone

n volo come in acqua, ad un piombo da surf vengono richieste diverse caratteristiche difficilmente conciliabili congiuntamente. Aerodinamicit, idrodinamicit, tenuta sul fondo, sono le variabili da considerare in base alle diverse condizioni di pesca.

Il piombo la zavorra necessaria per lanciare le nostre esche. Il rapporto tra peso del piombo e range di potenza della canna va sempre rispettato per evitare il crash del fusto. E impensabile di frustare un piombo da 150gr con unattrezzo che ne dichiara 130gr come weight max.

UN MARE DI PIOMBI
Piombi da lancio

Nella grande variet di forme, possiamo dividere tre principali categorie di zavorre: quelli da tenuta, quelli da distanza, e gli ibridi, ossia quei modelli che conciliano in compromesso le prime due caratteristiche, come ad gli spike o rampinati.

Piombi Rampinati

I primi si usano con mare decisamente mosso, o in presenza di forte corrente trasversale che potrebbe scarrocciarci le esche quando invece necessitiamo i tenerle ferme, mentre i secondi trovano compo di applicazione quando necessitiamo di posizionare le esche molto lontano, specie col mare calmo, e quando una leggera deriva del piombo potrebbe essere invece utile. Gli ibridi invece si usano in condizione di media turbolenza e media distanza come dicevamo prima, praticamente un compromesso. FORME IN MOVIMEMTO

Piombi Conici

I piombi da tenuta hanno una forma poco aereodinamica e non sono adatti al rotolamento sul fondo, vedi ad esempio la piramide, il piramidon o il cono. I piombi da distanza hanno tutti una forma ogivale, tipo proiettile, con un baricentro, che pu essere in punta o in centro, mai in coda. Oggi ci sono dei piombi da distanza, che hanno anche una sufficiente tenuta, giusto per fare qualche nome noto mensioniamo il Tommy , lo Sportenn od il Rocco top . La loro caratteristica quella di avere un baricentro in punta con delle rientranze, che hanno lo scopo di aumentare ladesione al fondo. Un piombo da distanza puro invece lo storico AB Uno.

SURFCASTING
Il Famigerato Windy

C poi la pallina da golf Windy, che ha la peculariet di galleggiare in volo; ci reso possibile dalla presenza sulla sua superficie di decine di semi-sfere, che catturano appunto laria durante il volo stesso, riducendo cos lattrito. Ha una forma a pera con baricentro alla punta... e per concludere citiamo un piombo particolare, che quello che ha incorporato il pasturatore; serve a portare piccole quantit di sfarinati o trito di sarde nellarea di pascolo dove lanceremo le nostre esche. Non molto usato, ma spesso, specie nei mesi estivi, pu essere risolutore con pesci dispersi e svogliati. IN VOLO ANCHE NELLACQUA Altri piombi sono dotati di alette stabilizzatrici durante il volo, che hanno per anche la funzione di sollevarlo rapidamente dal fondo durante il recupero; sono molto validi se peschiamo sul misto o in prossimit della posidonia, tipo Rocco bomb o Rocco 2000. STORICO
Il Classicissimo a sfera, customizzato con uno snodo metallico autocostruito

Un piombo che non deve mai mancare la palla. Grazie alla sua sfericit non si sbilancia durante il volo; offrendoci contemporaneamente discreta tenuta e lieve scarroccio . In gergo si dice che la palla si trova da sola la buca, che come ben sappiamo spesso sinonimo di catture multiple. Infatti una volta centrata la depressione del fondo, difficilmente ne fuoriesce. MAKE UP

Piombi Plastificati

Piombi Plastificati a colori

Piombi Fosforescenti

I piombi possono essere plastificati od avere vari colori. Alcuni pesci risultano interessati ad alcune cromie

specifiche. Da alcuni anni sono reperibili zavorre anche fosforescenti, ricaricabili usando una torcia o una sorgente UV (ultravioletti); possono emettere fluorescenze, che vanno dal verde al rosa. Sembra banale ma sbagliare il piombo quando si in spiaggia, potrebbe rappresentare un enorme gap per la nostra incisivit in pesca.

Il piacere della

TECNICA

di Dario Limone

ollevare le esche dal fondo pu essere necessario per molti motivi, ad esempio per renderle pi visibili e accattivanti, dando loro un aspetto flottante fino a proteggerle dalle distruttive attenzioni dei granchi. In ogni caso necessario equipaggiare lesca di un piccolo galleggiante detto flotter, realizzato generalmente con un foam galleggiante disponibile in commercio sotto forma di piccoli cilindri da tagliare a misura. Quando, per, si vuole aggiungere quel pizzico di creativit in pi per ottimizzare lazione di pesca bene aguzzare lingegno ed ecco che, per esempio nel caso dei flotter, basta guardarsi intorno per trovare non solo una valida alternativa ma qualcosa in pi.

autocostruzione
Il cavo TV si presta meravigliosamente ad essere usato come galleggiante. Al suo interno, tra la schermatura ed il conduttore centrale, c una guaina isolante leggera e voluminosa dalla buona spinta di galleggiamento. Oltretutto, in commercio, i cavi di antenna TV esistono di vario spessore, tanto da ricavarne galleggianti con spinte diverse. Ulteriore pregio quello di poter realizzare flotterini anche molto lunghi per esche di misura. Inoltre ha il vantaggio di avere un foro passante, che pu essere usato per inserirvi un terminale anche in acciaio, quando vogliamo flotterare un filetto dedicato ai pesci con denti taglienti. E facile da lavorare e pu essere modellato a piacimento con della semplice carta vetrata, con un temperamatite o, per i pi tecnologici, con il dremel. Inserito sul trave, pu neutralizzare il peso del moschettone che aggancia lasola ed colorabile facilmente con un pennarello indelebile del tipo a vernice, per adattarlo ad ogni esigenza.

TECNICA

Sugo alle uov

di Laura Curtarelli

a spigola un pesce di elevato valore gastronomico oltre che di elevato valore sportivo. Per la regina i pescatori sono disposti a sobbarcarsi lunghe attese nel freddo intenso dell'inverno. E celebrarne la bont quasi superfluo, perch le sue carni pregiate non temono confronti in quanto a delicatezza e al tempo stesso sapore. Ma, a volte, le nostre prede ci regalano ulteriori emozioni culinarie, grazie a parti pi nascoste e meno conosciute. Parliamo delle uova che, anche in questo caso, rappresentano per i gourmet una vera e propria leccornia. Non tutti le apprezzano ritenendole a torto semplici interiora: nulla di pi sbagliato perch le uova della gran parte dei pesci, se opportunamente preparate, sprigionano degli aromi e dei sapori che ci faranno inebriare letteralmente della gustosit del mare. Farne, ad esempio, un semplice sugo per condire un buon piatto di pasta una preparazione di una semplicit tale da essere alla portata di tutti, ma soprattutto con risultati straordinari...

va di spigola
GLI INGREDIENTI Procurarsi delle uova di spigola, caratterizzate da un sapore estremamente delicato, non facile; reperirle in pescheria assai raro, pertanto dovremo rassegnarci a quello che una fortunata cattura invernale ci potr concedere. Ad ogni modo le materie prime sono davvero semplici e presenti in ogni cucina. 1) Uova di spigola 2) Due spicchi di aglio 3) Olio extravergine di oliva 4) Pomodori ciliegino o, meglio, "pomodorini del piennolo" originari delle zone del Vesuvio 5) Sale LA PREPARAZIONE In una padella antiaderente faremo saltare i due spicchi d'aglio che poi leveremo appena avranno rilasciato la loro essenza. Nell'olio ben caldo mettiamo il pomodoro tagliato in listarelle e lo faremo appassire sfumando appena con poca acqua.

Appena sar cotto, ma senza esagerare perch deve conservare la sua giusta freschezza e una leggera acidit che bilanci la dolcezza delle uova, apriremo delicatamente la sacca e con un cucchiaino verseremo il contenuto nel sugo.

Mescoleremo con un cucchiaio di legno per distribuire in modo omogeneo le uova e spegneremo il fuoco. La cottura sar di pochi secondi. Non resta che condire la pasta, la cui scelta sar del tutto personale. Una bella "calamarata" di grano duro o delle buone linguine potrebbero rivelarsi un'ottima scelta. Buon appetito!

Angler : Domenico Craveli Preda: Dentex Dentex Peso : Kg. 6,4

Copertina parlante

Periodo di pesca : Febbraio Ora della cattura : 16.30 Esca : inchiku mod . Shimano Bottom Ship 130gr Profondit : mt 75 Canna : Majorcraft Off Blow Filo : Trecciato stren2 da 20Lbs Mulinello: Ryoga by Jigging Fondale : Misto Localit : Parghelia (1 miglio a nord porto di Tropea)

FOTO Fotocamera: Nikon D70 Esposizione: Manuale Modo di misurazione : Multi - Zona Obbiettivo : Nikkor 18/70 F/3.5-4.5G Lunghezza focale : 35 mm Dati di scatto: 1/200 sec F/10 Sensibilit: ISO 200

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