Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
funzionano di pi nei nostri mari. Ci avviciniamo, infatti, all'inizio delle vacanze estive e
pertanto, soprattutto i pescatori delle vacanze, iniziano a rinnovare la valigetta della
pesca. Dentro troveremo ami arruginiti, filo indurito, forbici arruginite e quant'altro
andava ben stipato alla fine della stagione di pesca. Iniziamo a trattare degli artificiali,
argomento che riprenderemo pi approfonditamente nel prossimo mese di agosto,
mese
nel
quale
inizia
la
vera
e
propria
traina
di
superficie.
ARTIFICIALI PER LA TRAINA.
Possiamo dividerli in gruppi: piume semplici, piume con testina piombata, cucchiaini,
pesci finti e octopus. L'uso degli artificiali rende naturalmente pi "facile" la pesca in
quanto basta collegare la nostra esca al finale ed ecco pronto il bocconcino.
Naturalmente poi, all'atto pratico, non cos. Sicuramente ci sono enormi vantaggi nel
non avere la preoccupazione di reperire l'esca viva, nel praticare un tipo di pesca "pi
pulita" nelle cui azioni non avremo il problema di "sporcarci" le mani con il gambero o il
verme o con l'odorosa sardina. Naturalmente dovremo escludere la cattura di pesci
quali la leccia, il pesce serra e le grandi ricciole, che preferiscono, conditio sine qua
non, il vivo.
Esaminiamo ora le varie categorie:
I CUCCHIAINI
Sono validi per molti pesci: spigole, dentici, occhiate, sgombri, sugarelli, lecce stella,
palamite, tracine, lampughe, aguglie e, qualche volta, anche tonnetti. Ma ultimamente
sono stati praticamente sostituiti da pesci finti (Rapala) o testine piumate (piombate)
soprattutto nella pesca d'altura. Una volta, ad esempio, per catturare un pesce quale la
spigola era di condizione il cucchiaino; da un paio di anni in qu il Rapala lo ha
sostituito completamente, migliorando anche il rendimento nelle catture: il rapala
cattura almeno tre volte il cucchiaino e oltre tutto cattura anche altre specie: dentici,
cernie. I cucchiaini sono di vari colori, lunghezze e variet di realizzazione. La forma
allungata e fusiforme, tale cio da assomigliare alla mangianza pi diffusa
nell'ambiente marino, la migliore: simula il pesce azzurro. Le dimensioni consigliabili
sono quelle medio-piccole: dai 3 ai 8 centimetri. In definitiva i cucchiaini (che hanno
sempre bisogno di piombo sistemato almeno tre / quattro metri prima) possono
definirsi esche ottime per le occhiate, le lecce stella, gli sgombri e... le tracine, ma
anche tunnidi (piccoli) o ricciolette. Sono generalmente i primi artificiali che si
acquistano per chi inizia a pescare. Intorno ai tre nodi e fino a quattro la velocit da
mantenere con questi artificiali.
LE PIUME SEMPLICI
Avvicinando piume naturali una all'altra, con all'interno un amo a gambo lungo si
ottiene la piuma semplice. Naturalmente la composizione diventa anche difficoltosa se
si intende avere ottimi risultati. Questo artificiale cos composto, simula il movimento
di piccoli pesci. Le piume piu usate sono le "piumette", ovvere le piume che gli uccelli
hanno sotto le ali: sono molto soffici ed in acqua hanno un movimento sinuoso, si
gonfiano e si stringono. Si usano di solito quelle di marab (in vendita nei migliori
negozi di pesca ma possono andare bene anche quelle di pollo o di gabbiano. La piuma
ottima per le occhiate, i sugarelli, le ricciolette, le aguglie ed altri pesci sino al chilo di
peso. Inseriremo per ragioni pratiche nello stesso gruppo le "skeinfish" o matassine. Si
tratta di filamenti di seta che legati ad anello e collegati ad un finale sottilissimo,
catturano le aguglie. Questo piccolo rostrato, infatti, attacca la matassina e colpendola
con il rostro vi rimane impigliata. La matassina stata inventata da Indoni, a Roma,
ma oggi vi sono numerosi produttori. I colori pi catturanti sono il giallo ed il bianco. A
seguire arancio e rosso. La velocit di traina per questo gruppo da due a tre nodi.
LE PIUME CON TESTINA PIOMBATA
Sono ottime per i predatori pelagici (tonni, lampughe) anche di taglia medio-grande e
grande, in altura e media altura. Si tratta di un ciuffo di piuma, quasi sempre naturale,
anche di diversi colori, tenuto unito da una testina metallica che funge da piombo e
che rende l'artificiale leggermente affondante. Attraverso la testina che forata, si far
passare il finale. una volta infilato il nylon ineriremo alcune perline o anche un tubicino
(cotton fioc) e dopo di ci legheremo l'amo in modo da far capitare la fine dello stesso
in prossimit della fine delle piume. Ci servir a nascondere ai pesci la vista dell'amo
e ad aumentare le propriet catturanti del nostro artificiale. Le possibili prede sono
tutti i predatori di altura e media altura: tonni, tonnetti, lampughe, sgombri, palamite
e,
qualche
volta,
addirittura
pesci
spada.
La lunghezza ottimale compresa fra i 5 e i 10 cm utilizzando ami da n 2 al n7 ad
anello. Personalmente consiglio di usare sempre ami piccoli, di buona fattura, ma
piccoli. Non effettuerete cos gi di per s la selezione della preda. Basi pensare che a
drifting utilizzo sempre ami 6/0, anche in presenza di pesci intorno ai 150 chili. con
armamento di ami a occhiello dei numeri dal 2/0 al 7/0. Questi Artificiali, inoltre, sono
appetibili anche per pesci di grossa taglia, quali tonni medi (70/90 Chili).
I colori pi catturanti sono il bianco, il nero e il bianco-rosso. Ma esiste una
motivazione: Il bianco pi o meno universale, funziona sempre, con poca luce e con
molta. Nelle ore centrali della giornata, invece, quando il sole alto, soprattutto per
esche che navigano nella scia dell'imbarcazione, tra la schiuma, funzionano benissimo
rosso e nero, i quali fanno un'ombra nel bianco molto appetita. La velocit di traina
tra i 4 ed i 7 nodi.
GLI OCTOPUS
Si tratta di imitazioni di cefalopodi e ottopodi e partono da alcuni centimetri sino a
25/28 per i grossi rostrati ed i tonni. Sono costruiti in gomma e in materiali similari e
hanno lo stesso campo di impiego delle piume con testina piombata. Identico anche il
sistema di montaggio. Si trainano preferibilmente a velocit tra i 5 ed i 7 nodie se
trainati proprio nella scia sono micidiali per i tonni. Il tonno della foto da me catturato
a traina con un octopus da 30 cm bianco/celeste, e amo n7 a traina a Roccella Jonica
con canna normic 50 lb stand up
I PESCI FINTI
Sono ormai diventati gli artificiali per definizione. Si utilizzano per la traina, per la
cattura di cefalopodi, per le seppie. Vengono realizzati in metallo leggero e pesante, in
materiali gommosi, in plastica, legno e via dicendo. Ma, anche se molte aziende stanno
provando e riprovando a realizzarne di nuovi, mi pare che i pi catturanti e anche i pi
cri siano quelli della Finlandese Rapala. Questi pescetti sono muniti di una paletta
posta sotto la bocca che pu essere di plastica (galleggiante) o metallica (affondante).
Questa paletta, a seconda dell'inclinazione che gli viene data, in basso o lateralmente,
genera, alla velocit giusta, il "guizzo", elemento di sicuro richiamo per quasi tutti i
predatori.
La paletta pu essere di plastica o metallica. Le lunghezze vanno dai 3 ai 26 cm. Per
ogni singola specie, anche in rapporto alla taglia delle prede insidiate, c' la misura
giusta. La velocit varia da 3,5 nodi a 7.
Lo spinning (dal verbo inglese to spin, far girare, far muovere) una tecnica di pesca
che consiste nel lanciare e animare, in acqua, esche artificiali, in modo da farle
sembrare vive ai pesci predatori. Questa specialit viene suddivisa in tre categorie:
spinning pesante, medio e leggero. La distinzione si basa sulla potenza delle canne
utilizzate, sul peso (la cosiddetta grammatura) delle esche artificiali e sulla taglia dei
pesci cui sono destinate.
:: Lo Spinning Pesante ::
Introduzione. La caratteristica fondamentale dello spinning pesante lutilizzo di
esche artificiali che imitino piccoli pesci in difficolt, o altri animaletti che vivono a pelo
dacqua, scatenando listinto aggressivo dei grandi predatori (definiti ittiofagi, perch
mangiano altri pesci). Posto donore riservato al luccio, molto aggressivo ed
imprevedibile, che costituisce una vera sfida per i pescatori. Di interesse non inferiore
sono poi le grandi trote del piano, i lucioperca e i persici trota (noti anche come blackbass) di lago. Va poi inserito nellelenco delle prede dello spinning pesante il siluro
dEuropa, un pesce voracissimo, che pu superare il quintale di peso, presente da una
decina di anni nella pianura Padana.
Canna. Le prerogative di una canna da spinning pesante sono la robustezza,
laffidabilit e la grande potenza. A tali esigenze rispondono attrezzi di lunghezza
compresa fra i 2.20 e i 3 m, con potenza fra i 20 e gli 80 g, e leggeri al massimo per
non affaticare il polso. Il materiale ideale risulta essere il carbonio. Il conolon, la fibra
di vetro e il refendu sono ormai sorpassati. Lattrezzo in due pezzi, che si innestano
tra di loro a spigot (lestremit del manico conformata per inserirsi in un apposito
alloggiamento rinforzato, predisposto sullaltro pezzo della canna); il manico in
sughero e il portamulinello fisso. Il peso della canna, comunque ridotto, ha
un'importanza assai relativa; sicuramente pi importante il bilanciamento generale,
che va calcolato con il mulinello carico di filo: il fulcro deve cadere appena sopra la
mano che impugna. La misurazione piuttosto semplice da effettuare: basta
appoggiare la canna su un punto fisso (il dito di una mano va benissimo) e metterla in
equilibrio sul fulcro. Una canna ben bilanciata ha il fulcro proprio dove poggia il pollice
della mano che impugna. Gli anelli devono essere montati preferibilmente a doppio
ponte, ossia con due connessioni separate per il collegamento al fusto della canna e
realizzati con materiale capaci di resistere alle forti abrasioni e al calore prodotto dallo
scorrimento veloce del filo.
Mulinello. Le caratteristiche essenziali di un buon mulinello possono essere
sintetizzate in quattro elementi: il peso (dai 350 ai 400 g), la capacit minima (200 m
di nylon del diametro di 0.30 mm), il numero di cuscinetti a sfera (4 o meglio 6) e la
frizione microregolabile, ovvero tarabile con progressione. Un rapporto di recupero
(ovvero la quantit di filo che pu essere imbobinato a ogni giro di manovella) di 5:1
pi che sufficiente. In realt, il particolare al quale bisogna porre la massima
attenzione l'anello scorrifilo, che deve avere la stessa resistenza e fluidit di quelli
delle canne. Ottimi inoltre i nuovissimi sistemi (come l'antitwist o l'antireverse) che
evitano le dannose torsioni del filo durante l'imbobinamento.
Esche Artificiali. Gli ondulanti sono gli artificiali pi tradizionali, ma tuttora assai
validi. Funzionano benissimo con il luccio, con i salmoni e con le grandi trote e rendono
soprattutto in acque medio-veloci. Hanno una struttura piuttosto semplice (una foglia
forgiata di metallo e un'ancoretta in coda), ma richiedono molto lavoro di polso: si
alternano recuperi e rilasci, per sfruttare l'invitante sfarfallamento in acqua, il moto
irregolare e i bagliori luccicanti. Per quanto riguarda le colorazioni, vista la vasta
gamma offerta dal mercato, gli ondulanti argentati sono generalmente pi indicati nelle
acque
scure,
mentre
i
dorati
nelle
acque
chiare.
I mirrow sono imitazioni veritiere, in balsa, di piccoli pesci. Per questo motivo le
forme e le colorazioni sono pressoch infinite; altrettanto diversificati i movimenti in
acqua, dai mirrow affondanti (i cosiddetti Count-Down, conto alla rovescia) a quelli
galleggianti, da quelli a corpo snodato a quelli preceduti da una paletta rotante. La
scelta, spesso difficile, si deve comunque basare sulle condizioni ambientali, valutando
attentamente la profondit dell'acqua, la velocit della corrente e il tipo di vegetazione
sommersa, essendo sprovvisti di protezioni antincaglio. Il movimento in acqua,
ondulatorio e irregolare, attira fortemente tutti i pesci predatori, senza esclusioni, a
patto che si sappia optare per il modello pi indicato alle diverse situazioni. Il
di punta, che consente di lanciare in ogni situazione e offre grande sensibilit nel
recupero.
Mulinello. Nello spinning leggero il mulinello, a differenza delle altre specialit, riveste
un ruolo fondamentale. Il suo peso non del tutto ininfluente; preferibile adottare
quelli leggeri (meno di 300g) e privilegiare il bilanciamento in rapporto alla canna.
Essenziale , invece, la fluidit. in pratica, girando la manovella con forza e
rilasciandola, il mulinello dovrebbe continuare la sua rotazione per 3-4 giri, per inerzia.
Fluidit significa anche sgancio (automatico) dell'archetto. Quanto alle bobine, occorre
privilegiare quelle coniche, ovvero quelle che hanno la base leggermente pi larga
rispetto alla parte superiore, in modo da facilitare la fuoriuscita del filo durante il
lancio. Un buon mulinello deve, inoltre, essere il pi veloce possibile e avere un
rapporto di recupero di almeno 6:1 (meglio se ancora superiore, tipo 6.3:1 o 6.5:1).
Un modello con tali caratteristiche, spesso con un alto numero di cuscinetti e con
doppia molla all'archetto, ha un prezzo leggermente superiore agli altri, ma nello
spinning leggero diventa un prezioso alleato.
Esche Artificiali. La semplicit dello spinning leggero si riflette anche nelle esche
artificiali, limitate soltanto a rotanti (esche che ruotano sul proprio asse sotto l'effetto
della corrente e dei movimenti necessari al recupero) e mirrow, e nelle grammature
minime, entro i 5-6 g di peso. Dovendo tracciare una linea di confine tra i due tipi di
artificiale, si pu dire che i rotanti rendono al meglio quando si pesca a risalire e in
presenza di correnti piuttosto sostenute, mentre i mirrow sono micidiali pescando a
scendere e quando occorre sfiorare in modo invitante le grandi pietre sommerse. Per
quanto riguarda forme e colori, vale la regola generale di utilizzare palette argentate in
acque velate e giornate poco luminose, e palette dorate in acque chiare e con il sole
alto. Cos, le colorazioni brillanti e/o fluorescenti dei mirrow sono pi indicate con poca
luce, dentro e fuori dell'acqua. Il mirrow con paletta rotante, un ibrido ottimo nello
spinning medio, non sembra fornire gli stessi risultati nello spinning leggero, data la
diversit degli ambienti e delle dimensioni dei corsi d'acqua.
Lanci e Recuperi. In una tecnica che riduce l'attrezzatura al minimo, tutto si gioca
sull'azione di pesca. Anche quest'ultima apparentemente semplice, poich si basa sul
principio di lanciare in acqua un'esca artificiale e recuperarla in modo invitante,
cercando (e qui arriva il difficile!!! - N.d.A.) di indurre i pesci ad aggredirla.
Esaminiamo
separatamente
i
due
momenti
dell'azione
di
pesca.
Il lancio: non tanto importante la sue esecuzione quanto la sua precisione. Pu
sembrare eccessivo, ma in questa tecnica una variazione di pochi centimetri pu fare la
differenza tra una cattura e un lancio a vuoto. Salvo rare eccezioni, riguardanti punti
infrascati del corso d'acqua, ogni tipo di lancio va a effetto, e ci permette di
concentrarsi
al
meglio
sulla
precisione.
Il recupero: questa fase gioca un ruolo primario. Raggiunto il punto voluto, l'artificiale
deve ritornare alla canna compiendo un tragitto ideale, che tocchi tutti i punti giusti e
faccia scambiare l'esca per una preda in difficolt. Direzione, velocit, irregolarit e
movimento (specialmente con i mirrow, da manovrare con canna alta) sono in funzione
dello scopo. Comunque, uno dei segreti dello spinning leggero consiste nel saper
seguire, rigorosamente a vista, l'intero percorso dell'artificiale in ogni centimetro del
torrente. Anche negli altri tipi di spinning questo controllo visivo importante, ma
spesso l'ampiezza del fiume e il colore dell'acqua lo rende impossibile. Ci non accade
nello spinning leggero, proprio per le caratteristiche degli ambienti esplorati e questo
un grandissimo vantaggio per il pescatore che lo sa sfruttare.
:: Lo Spinning Alternativo ::
Introduzione. Per la stragrande maggioranza dei pescatori stranieri il 'mulinello' per
antonomasia non quello a bobina fissa, ma quello dotato di bobina rotante. In Italia,
invece, il baitcasting (tecnica di pesca che si identifica con l'uso del mulinello rotante
- baitcasting reel) ancora oggi poco diffuso e soltanto alcuni 'pionieri' non si sono
lasciati scoraggiare dalle difficolt d'uso, peraltro modesta, apprezzandone i notevoli
vantaggi. Le innovazioni non riguardano tuttavia solo il mulinello, ma anche
l'incredibile estensione del parco esche artificiali (viniliche, in silicone, in gomma,
computerizzate, ecc.). In altre parole, sul principio di base dello spinning (lancio e
recupero di un'esca artificiale), si inseriscono numerose alternative tecniche, mentre le
specie catturabili rimangono le stesse.
Canna. La prima differenza tra una canna da spinning e una da baitcasting riguarda
gli anelli: con il mulinello rotante possono essere pi bassi, tutti a doppio ponticello,
rivolti verso l'alto e montati in maggior numero per distribuire meglio il filo sul fuso,
evitando pericolosi angoli vivi nei quali il filo sotto sforzo potrebbe toccare la canna.
Per quanto riguarda l'azione della canna, preferibile quella semiparabolica, o
addirittura quella di punta. Una particolarit che rende riconoscibile la canna da
braitcasting
la
tipica
impugnatura
ergonomica
a
pistola.
Tutto questo non significa l'impossibilit di utilizzare le normali canne da spinning, ma
l'adozione di canne espressamente progettate per il rotante esalta questa interessante
tecnica.
Mulinello. Il mulinello rotante si differenzia da quello fisso per il funzionamento
della bobina che contiene il filo: nel mulinello fisso, essa resta ferma e il filo si svolge e
si riavvolge (tramite l'apertura e la chiusura dell'archetto) in spire ordinate; nel
rotante, invece, la stessa azione si gioca sulla rotazione della bobina, controllata da un
pulsante di sgancio. Solo apparentemente i due sistemi sono identici. Entrambi
raggiungono lo scopo di svolgere e recuperare il filo, ma il modo diverso con cui si
ottiene questo risultato comporta vantaggi e svantaggi e, soprattutto, introduce
differenze
apprezzabili
in
relazione
al
diametro
del
filo
utilizzato.
Nel mulinello rotante, la particolare funzione della bobina ha bisogno di precise
regolazioni; in tutti i modelli sono, infatti, presenti due freni e una frizione. Il primo
freno (registro) di tipo meccanico ed posto generalmente sul lato della manovella:
serve a modulare la velocit di rotazione della bobina e deve essere regolato prima del
lancio. La taratura ottimale deve esser effettuata con l'esca gi appesa la filo, lasciando
cadere l'esca a terra di fronte a s, tenendo la canna orizzontale. Dopo averla
lentamente alzata sino alla punta della canna, si regola il freno in modo che soltanto il
peso dell'esca la riporti a terra molto lentamente. Quando l'esca tocca terra, la bobina
non
deve
pi
continuare
a
ruotare
per
inerzia.
Il secondo freno, generalmente collocato sul lato opposto del mulinello, di tipo
magnetico e ha il compito di evitare che la bobina vada 'fuori giri'. Esso deve essere
regolato in modo da impedire che la bobina continui a ruotare anche alla fine del
lancio, quando l'esca a toccato l'acqua, il che provocherebbe grovigli sul filo. La
taratura ottimale si ottiene con un paio di prove ed anch'essa in funzione del peso
dell'esca.
Il compito della frizione, posta sul lato della manovella, in tutto simile a quella dei
mulinelli tradizionali: essa agisce sulla bobina bloccata, cio in posizione normale di
recupero,
e
cede
filo
in
relazione
alla
taratura
effettuata.
Completa il mulinello rotante il pulsante di sgancio della bobina, il guidafilo e la
manovella con doppia impugnatura che pu essere montata in qualsiasi posizione (sia
a
destra,
sia
a
sinistra).
La diversa modalit con cui il filo si svolge da una bobina fissa o da una bobina rotante
rende quest'ultima estremamente vantaggiosa, in particolare nella pesca a spinning in
cui la ripetitivit dei lanci esasperata. La vera discriminante tra l'adozione di un
mulinello tradizionale e uno a bobina rotante potrebbe quindi essere quella del
diametro
del
filo
e
del
peso
dell'artificiale.
Se si pesca utilizzando un monofilo di 0.16 mm e un artificiale fino a 5 gr. si possono
usare entrambi i tipi di mulinello; se invece si usa un artificiale di pi di 10 gr. e un
monofilo da oltre 0.30 mm, i vantaggi del mulinello rotante appaiono evidenti: maggior
gittata e svolgimento/riavvolgimento del filo ottimali.
Esche Artificiali. Oltre a mirrow, cucchiaini rotanti e ondulanti, nel baitcasting si usa
anche una serie di esche artificiali talmente nutrita che sarebbe impossibile parlare di
tutte. Un posto di rilievo merita il crazy crawler (che significa 'nuotatore pazzo'),
usato per il persico trota. Ottimi anche i tender tube, esche in silicone che fluttuano
nell'acqua in modo invitante: funzionano bene con persici e lucci, cos come gli
spinnerbait, che sono costituiti da palette brillanti unite a corpi ricchi di ciuffi e peli.
Esiste poi una vasta gamma di jig e trailer, in gomma morbida, che imitano gamberi,
rane, topi e altri animaletti di cui sono ghiotti tutti i pesci predatori.
Di recente sono comparsi sul mercato dei pesci in gomma morbida denominati
attractor: grazie ad una particolare protuberanza dalla coda, che si oppone alla
corrente, il mirrow scodinzola vistosamente, come se fosse un pesciolino vero,
attirando prede come lucci e siluri.
Lanci e Recuperi. Il lancio con il mulinello rotante risulta efficace se eseguito in
modo corretto, in caso contrario crea grandi problemi. Scelto quindi il lancio da
effettuare (i tipi di lancio - verticale o laterale - sono gli stessi dello spinning), si
'carica' la canna in modo tradizionale e si opera con il pollice prima sul pulsante di
sgancio della bobina, poi sulla bobina stessa per controllarne la rotazione. Nella fase di
spinta del lancio il pollice deve abbandonare il controllo della bobina e permettere la
rotazione che fa fuoriuscire il filo. Rispetto al lancio tradizionale il momento di 'stacco',
cio l'attimo preciso in cui si abbandona il controllo del filo, avviene prima: il mulinello
rotante ha, infatti, una 'risposta all'avviamento' leggermente pi lenta e ci comporta
la necessit di alzare il pollice un po' prima che la canna si porti alla massima spinta. Il
sincronismi
si
acquista
dopo
pochi
lanci.
Quando , infine, l'esca tocca l'acqua, il pollice entra in funzione per frenare il moto
inerziale della bobina. L'ultima operazione, a lancio concluso, la stessa delle tecniche
tradizionali: con il primo giro di manovella scatta automaticamente il pulsante di
sgancio, la bobina inverte il suo moto e inizia il recupero
LA CANNA
Una canna da spinning deve conciliare due esigenze opposte di leggerezza e sensibilit
da un lato (deve lanciare artificiali leggeri e non affaticare il braccio del pescatore) e
potenza dall'altro (le prede possono raggiungere svariati chili di peso).
La canna ideale per lo spinning in mare di lunghezza compresa tra 2,70 e 3 mt, ad
innesto in due pezzi, costruita in fibra di carbonio alto modulo o similare (kevlar,
boron, ecc..), con potenza di lancio compresa tra 10 - 30 gr per uno spinning leggero,
15 - 40 gr per uno spinning medio, 20 - 60 gr e oltre per lo spinning pesante. Solo in
determinate condizioni (scogliera alta, spiaggia) ci sentiamo di consigliare misure
superiori ai 3 mt.
Il manico dovr essere in sughero, con portamulinello a vite, anelli preferibilmente a
doppio ponte per uno spinning medio-pesante e a ponte singolo per canne pi leggere,
di materiale idoneo alla dispersione del calore e che garantisca la migliore
scorrevolezza del filo (sic, hardloy, ossido di alluminio).
L'azione ideale quella rigida di punta, per una migliore sensibilit nel lancio e nel
recupero e per la maggiore potenza che pu esprimere con prede consistenti. Le canne
con azione parabolica hanno il solo vantaggio di consentire qualche errore in pi nel
recupero di grosse prede, ma crea maggiori problemi nel lancio (soprattutto di esche
leggere) e nel recupero di prede che tendono ad intanarsi o a "incollarsi" al fondo
(provate a schiodare un dentice dal fondo con una parabolica!).
Per provare una canna in negozio montatela, simulate un lancio con un movimento
secco dell'avambraccio e controllate il movimento del vettino; se la canna torna
immediatamente nella propria posizione di partenza (cio dritta) ha una azione adatta,
se la punta "balla" troppo prima di fermarsi scartatela decisamente.
Le telescopiche hanno il vantaggio della "portabilit" ma non possono offrire la stessa
azione delle canne ad innesti; lasciatele nel cofano della macchina per battute
estemporanee.
IL MULINELLO
Non affrontate mai una battuta di spinning con un mulinello scadente; ancor pi della
canna il mulinello deve essere affidabile ed efficiente. Mulinelli economici non possono
garantire durata ed affidabilit in una tecnica di pesca che logora pi di ogni altra le
attrezzature.
In generale le caratteristiche essenziali sono: 2-3 cuscinetti a sfera, frizione multidisco,
antiritorno infinito, rapporto di recupero non superiore a 5:1, bobina conica,
trattamento anticorrosione, leggerezza.
Capacit della bobina e peso:
spinning leggero: 140 mt di nylon 0,25 - peso 250 - 300 gr
spinning medio-pesante: 200 mt di nylon 0,35 - peso 300 - 400 gr
In realt tale quantit di lenza non serve nel 95% dei casi, ma perch perdere quelle
prede eccezionali che rappresentano l'altro 5%? Vedrete che non poi cos improbabile
avere in canna un pesce che sbobina tranquillamente 150 mt di filo, in uno o due casi
all'anno un mulinello capiente pu salvare la giornata e la preda record.
Non fatevi ingannare dal numero di cuscinetti a sfera (errore comune): se vero che
un buon mulinello dovrebbe avere almeno 2 o 3 cuscinetti altrettanto vero che
esistono mulinelli con 4 cuscinetti che fanno letteralmente pena ed altri con un solo
cuscinetto che svolgono il loro dovere in modo eccellente. E' molto importante affidarsi
a marche affidabili e collaudate.
Il peso non deve sbilanciare troppo la canna: per una tre metri, che normalmente pesa
circa 200-250 gr (se in carbonio), pu andar bene un mulinello da 350 - 400 gr.
Il rapporto di recupero, contrariamente a quanto molti credono, non deve essere
troppo elevato, meglio se intorno a valori di 4,5:1. Rapporti elevati significano
maggiore velocit a parit di giri di manovella, ma anche minore controllo
dell'artificiale e minore potenza nel recupero delle prede. Ricordate comunque che per
entrambi (recupero dell'esca e del pesce) si utilizza pi la canna e l'avambraccio che
non il mulinello.
La posizione della frizione questione di gusti personali: quella posteriore pi
comoda, quella anteriore pi affidabile e sicura.
TECNICHE DI PESCA
INNANZI TUTTO: COS'E' LO SPINNING
Brevemente, lo spinning quella tecnica di pesca che prevede il continuo lancio e
recupero di esche artificiali alla ricerca di predatori. Il termine deriva dall'inglese "to
spin" (girare) e fa riferimento al continuo movimento rotatorio del mulinello. Tanto per
aumentare la confusione "spinning reel" (letteralmente "mulinello rotante") sta a
indicare invece, genericamente, il mulinello a bobina fissa, perci non fate come quel
quello come tocca le rocce si sbriciola! Dai retta a me prenditi una bella telescopica e
un mulinello come si deve!
Il pescatore n 2 vorrebbe presentargli il signore del raccontino precedente, lo saluta e
continua a lanciare.
Raccontino n 3 (Negozio di pesca)
Pescatore: Vorrei vedere qualche canna da spinning
Venditore: Eccola qui! Carbonio alto modulo, due pezzi, anelli in SIC, vernice
metallizzata. Un gioiello!
Pescatore: Non un po' piccola?
Venditore: Scherzi? E' una 2,10, lancia fino a 20 grammi.
Pescatore: Volevo una 3 metri con potenza di almeno 50 gr.
Venditore (ridendo): Ma lo sai cos' lo spinning? Devi lanciare in continuazione,
camminare, hai bisogno di una canna leggera, tre metri per lo spinning non ha senso.
Pescatore: Ok, grazie ci vediamo.
Raccontino n 4 (Spiaggia)
Al rientro da una battuta di pesca a spinning (infruttuosa) su una scogliera dove ci
avevano segnalato la presenza di grossi barracuda e dentici, incontriamo su una
spiaggia un lanciatore con lunghi waders che, riconosciuti come colleghi, ci ferma per
le solite domande.
"Niente spigole oggi?" ci chiede.
Istintivamente gli rispondiamo: "Spigole? Perch proprio spigole?" (Avevamo ancora in
testa le prede per le quali eravamo andati fin l).
Quello ci guarda come se lo stessimo prendendo in giro: "Perch, cos'altro volete
pescare a spinning, tracine?"
Be', se peschi sempre sulla sabbia!....Lo pensiamo ma non abbiamo il coraggio di
dirglielo.
Come vedete, la pesca con gli artificiali non cos semplice, le interpretazioni sul tema
sono quanto mai variegate e complesse, anche se abbiamo notato una certa
predisposizione di molti lanciatori a "fissarsi" su un solo tipo di spinning. Non esiste un
solo spinning, occorre interpretarlo a seconda delle stagioni, dei luoghi e delle prede
che vogliamo insidiare.
Schematizzando, possiamo distinguere tre tipi di spinning in mare
a)Spinning leggero
E' di gran lunga il pi utilizzato nelle acque mediterranee perch pi idoneo alle nostre
prede ed alle nostre coste. Canne da 2,70 - 3 mt con potenza 15-50 gr, mulinelli da
300-350 gr con capienza 150-200 mt dello 0,30. Come artificiali minnow e popper da
9-11 cm o cucchiaini da 7-10 cm per 15-30 gr di peso. Con una attrezzatura di questo
tipo si possono affrontare la maggior parte delle situazioni e prede tipiche delle nostre
acque.
c)Spinning pesante
IL LANCIO
Nello spinning in mare non abbiamo in genere la necessit di lanci precisi, come
avviene invece per le acque dolci. Essendo pi importante la gittata, si dovr cercare il
lancio che consenta all'artificiale di arrivare il pi lontano possibile. Se vero, infatti,
che normalmente non servono lanci lunghissimi (spesso bastano 15 -20 metri o poco
pi) anche vero che in alcune occasioni qualche metro in pi pu aumentare
notevolmente le possibilit di pesca.
Il lancio pi utilizzato quello laterale, eseguito con una veloce frustata del braccio
(con canne rapide) o con un movimento pi ampio e morbido con canne paraboliche o
con esche particolarmente pesanti. In assenza di vento le migliori distanze si
raggiungono con inclinazione del lancio di circa 45 , mentre con vento frontale
opportuno abbassare l'altezza del lancio per due motivi: la forza del vento aumenta
allontanandoci dalla superficie, quindi un'esca che vola bassa risente meno dell'azione
del vento; in secondo luogo, durante il lancio l'artificiale perde progressivamente la
propria energia cinetica, dobbiamo ridurre quindi la durata dell'ultima fase nella quale
il vento contrario pu respingere indietro l'esca (in altre parole: minore l'altezza del
lancio, pi rapida sar la caduta dell'artificiale e pi ridotta l'influenza del vento
contrario). In caso di vento a favore occorre invece aumentare l'altezza del lancio, per
gli stessi motivi.
In alcune occasioni necessario ottenere dei lanci precisi, ad esempio in alcune tipiche
zone da spigole con acque basse, scogli sparsi e fondo irregolare, nelle quali
importante portare l'esca in punti precisi (anche per evitare di arroccare). In questo
caso il lancio dovr passare sopra la testa del pescatore e compiere un tragitto
perpendicolare alla linea dell'orizzonte.
Abbiamo gi accennato, in altra sezione, all'esigenza di esplorare con i lanci una zona
pi ampia possibile; non produttivo, in genere, insistere per troppo tempo nello
stesso posto, nello spinning il pescatore che va a caccia della preda. Pertanto
consigliamo di eseguire da ogni postazione circa 5-10 lanci, esplorando a ventagli il
mare davanti a noi. E' molto importante lanciare anche parallelamente alla scogliera,
dove spesso il predatore si nasconde in attesa della preda. In assenza di ferrate o
segnali confortanti conviene spostarsi di qualche metro e ricominciare con i lanci. Non
fate mai l'errore di pensare: "inutile spostarsi di 10 metri, se il pesce in zona passer
anche qui" (sentita spesso). Niente di pi sbagliato! Una spigola pu restare ore ferma
ad aspettare la preda dietro una roccia e non vedr mai il vostro artificiale se non gli
passa sotto il naso. Inspiegabilmente, questo vale spesso anche per i pelagici, abituati
a scorrazzare in lungo e in largo anzich appostare la preda. Conosciamo delle
scogliere, apparentemente omogenee, nelle quali le catture si affettuano per il 90%
negli stessi posti (pochi) mentre nel resto della scogliera, senza alcun motivo
apparente, le catture sono solo occasionali. E' evidente, pertanto, l'importanza, almeno
per i primi tempi, di esplorare ogni metro della nostra zona di pesca.
IL RECUPERO DELL'ESCA
In genere, un cucchiaino o un pesciolino ben costruito risulta efficace anche se
recuperato con velocit regolare, soprattutto in mezzo alla schiuma, ma vero che un
nuoto irregolare, a strappi, con continui stop, ripartenze e cambi di direzione, pu
costituire un'attrazione in pi per il predatore smaliziato o poco propenso all'attacco.
Conviene sempre alternare i due tipi di recupero, privilegiando il secondo quando ci
accorgiamo della presenza di pesci svogliati. In ogni caso il recupero deve essere
piuttosto veloce, considerando che un pesciolino di discrete dimensioni risulta
"credibile" con velocit di 3,5-4 nodi, mentre per i cucchiaini pu essere sufficiente una
velocit minore.
Tutti i movimenti impartiti all'artificiale devono essere prodotti con adeguata azione
della canna. Con acque profonde la punta della canna dovr essere tenuta bassa per
un migliore controllo dell'artificiale, mentre se vogliamo che l'esca lavori pi in
superficie (ad esempio per evitare incagli su bassi fondali) dovremo tenere la canna
alta. In ogni caso nell'ultima parte del recupero la punta della canna dovrebbe essere
abbassata verso l'acqua per evitare che l'angolo troppo aperto formato dalla lenza con
la superficie costringa l'artificiale ad un nuoto non corretto o addirittura ad uscire
dall'acqua (il problema pi sentito con i cucchiaini perch non hanno la paletta
affondante). Questo importante perch spesso l'attacco avviene proprio in prossimit
della
riva.
El equipo bsico para estas prcticas, consiste en una caa especializada, que puede
ser de una o dos manos.
A la izquierda, se muestra una caa con gatillo para lanzamiento de seuelos, que se
maneja a una mano, estando el carrete, tpicamente de bobina fija cerrada o bobina
perpendicular giratoria, en la parte superior de la misma. Las anillas, como es normal
en estas caas, quedan en la parte superior.
La caa mostrada a la derecha, es del tipo de lanzamiento a dos manos, los que
comnmente se equipan con carretes abiertos de bobina fija. En este caso, el carrete
se coloca en la parte inferior.
La seleccin del tipo de caa, depende de los gustos personales.
Los carretes, se clasifican, a grosso modo en carretes de bobina fija y los que la tiene
giratoria. En el primer caso, existen dos tipos generales, los de bobina abierta y los de
bobina cubierta.
Los carretes de bobina fija y descubierta, tiene un dipositivo que girando, enrolla
el sedal sobre la bobina, parte que a su vez, sube y baja de tal forma que se obtiene
un enredado parejo. El dispositivo que gira, se denomina "aguja", por que en los
carretes cerrados, es una aguja o un dispositivo similar el encargado de enrollar el
sedal.
En los carretes abiertos, se debe utilizar un dedo, generalmente el ndice, para
sostener el hilo sobre el cuerpo de la caa, luego, se levanta la "aguja" (se activa), se
hace el movimiento de lanzado y una vez que el seuelo va hacia el frente, se suelta el
sedal. Una vez que ste queda en la posicin deseada, se dan una vueltas a la
manivela para desactivar la aguja y ajustar la tensin del sedal.
Los carretes cerrados de bobina fija, se manejan de una manera muy distinta a los
de carretes abiertos. Los carretes cerrados, estn equipados con un botn que al
oprimirse, liberan la aguja, pero mientras no se suelte, el sedal no es liberado. Se hace
el movimiento y cuando el seuelo empieza su viaje al frente, se suelta el botn.
En general, los carretes abiertos permiten lanzamientos ms largos, porque les cabe
ms sedal y por que las caas para estos carretes se pueden manejar a dos manos.
Independientemente del tipo, un buen carrete, deber presentar las siguientes
caractersticas:
1. Slido mecanismo de freno ajustable, ya sea en la parte posterior o al frente.
2. Un seguro antireversa para evitar los "nidos" de hilo enmaraado.
3. Rodamientos embalados.
De material ligero y resistente. Si se piensa utilizar en el mar, ms vale que tambin
sea anticorrosivo. (no conozco ningn carrete cerrado especficamente diseado para
usarse en el mar)
Sedal
Con respecto a este punto, slo puedo decir que el sedal a utilizar, deber presentar la
resistencia adecuada. Lo mejor es comprar sedales con "poca memoria", lo que
significa que las espiras que se forman cuando estn enrollados, desaparezcan
rpidamente.
Una pequea nota sobre el cuidado que se debe tener con los sedales. Este cuidado es
mnimo pero muy importante: lavarlas a menudo con agua clara para retirar el polvo y
tierra que las abrasan fcilmente. El sol (rayos ultravioeta) las deteriora rpidamente
por lo que hay que guardarlas en un lugar obscuro y seco.
Cuando las notes resecas, ha llegado la hora de sustituirlas.
Pesca con Flotador
El flotador se utiliza para obtener dos efectos bsicos:
1. Mantener el seuelo a una cierta profundidad del agua sin llegar al fondo y
Para que sirva de indicador de las picadas.
Este aparejo de flotador, coloca el cebo a media agua, permitiendo que el anzuelo se
mueva libremente, respondiendo a las corrientes. Si se desea, el plomo puedes
omitirse, aunque ayudar a que el flotador se mantenga, ms o menos en el mismo
punto, sobre todo si hay viento sobre la superficie.
Hay que recordar que si se utiliza carnada flotante, las posibilidades de que se enrede
sobre el sedal son grandes.
Del lado derecho, presentamos un aparejo con plomos distribuidos. Este arreglo, sobre
todo si los perdigones son pequeos, permiten un movimiento ms natural de la
carnada.
Aunque aqu se ilustran flotadores redondos, los hay de varias formas, algunas muy
convenientes de usar cuando hay viento. Tipos de flotadores
La lista de diferentes tipos de flotadores que podemos mencionar es bastante extensa,
variando en su forma y comportamiento sobre el agua. Y entre los materiales
empleados para su confeccin, encontramos: madera, corcho, caon de pluma de ave,
textiles y materiales plsticos.
Entre las formas comunes, encontramos:
esfricas
alargados
ahusados
Pesca a Fondo
En la pesca a fondo, se trata de colocar al seuelo, como el nombre lo sugiere, sobre el
fondo del rio, lago o presa.
Bsicamente, se utiliza una o varias plomadas para llevar la carnada al fondo del agua
y dependiendo de las condiciones del fondo, se utilizan diferentes formas de plomadas,
as como el lugar sobre la lnea en donde se colocan.
Aunque existe una enorme cantidad de tipos de plomadas (o plomos como a veces les
decimos), la mayora se pueden clasificar en dos grandes familias:
1. Deslizantes.
2. Fijos.
y segn su forma en:
1.
2.
3.
4.
Redondos.
Cnicos o en forma de gota.
Tubulares.
Ahusados.
Los plomos deslizantes, presentan una perforacin a lo largo de su cuerpo, por la que
se hace pasar la lnea.
Los plomos fijos, tienen, por lo regular una orejita, lugar en donde se ata el sedal.
Estos plomos, se pueden usar como deslizantes siempre y cuando, el dimetro de la
oreja no sea muy grande. Existen plomos con orejas tales que giran para evitar que la
lnea se enrede, en el caso de plomos con oreja, siempre es preferible usar este ltimo
tipo.
Arriba a la izquierda, se muestran unos perdigones que se emplean para colocar
pequeas cargas sobre el sedal, con el propsito de producir una mejor distribucin del
plomo sobre el mismo. El hilo se pasa por la muesca y se aprieta suavemente con una
pinza, NO UTILICES tus dientes si estos perdigones son de plomo, recuerda
que este elemento es txico. Los perdigones, que se encuentran en diferentes
tamaos, son muy apropiados para utilizarse junto con flotadores y se les aplica
tambien en algunas tcnicas de pesca con mosca.
Tambien se pueden encontrar plomos hechos de tiras aplandadas que se enrollan
sobre la lnea, tubitos que se deben cortar a la medida de las necesidades, y muchos
otros ms, sin contar todas aquellas cosas que se pueden utilizar improvisadamente
como tuercas, bujas de motor o inclusive piedras.
PLOMOS SEGN SU FORMA
Las
diferentes formas de los plomos, los hacen tiles para las
diversas situaciones a la que uno puede enfrentarse.
Plomadas redondas.
Este tipo de plomadas, casi todas deslizantes, se utilizan
sobre fondos "planos" y permiten que la lnea se deslice
lateralmente. En lugares rocosos, se atoran fcilmente.
Es
buena idea, cuando son nuevos, raspar los orificios para
eliminar rebabas que pudieran daar el sedal
Plomadas cnicas.
Son muy tiles en lugares pedregosos, ya que si se orientan correctamente, su forma
evita atascamientos (a veces de todas formas se atoran). Las hay fijas y deslizantes.
Los plomos fijos, en su mayoria presentan un perfil de gota ya que es necesario que
presenten un punto de conexin con su oreja, ya sea fija o giratoria.
Plomos cilndricos o tubulares.
Estos plomos, son muy econmicos y puenden ser de tamao realmente considerable.
En fondos rocosos, se atoran fcilmente. Se pueden conseguir tanto deslizantes como
fijos.
Plomos ahusados.
La forma ahusada confiere a estos plomos, las ventajas de la mayora de los otros
perfiles, por lo que son de uso popular.
Los plomos deslizantes, como su nombre implica, se deslizan sobre la lnea, en forma
libre o acotada, dependiendo del tipo de pesca que se est realizando y tambin, de las
preferencias personales. Con estos plomos, lo usual es construir un aparejo, en donde
el anzuelo est colocado en la parte final de la lnea y el plomo se encuentra entre ste
y la caa. Aqui se ilustra un plomo con ojal.
Lo plomos fijos, se utilizan, comnmente con aparejos con el anzuelo entre el plomo y
la caa.
En la pesca de fondo, se pueden utilizar casi cualquier tipo de carnadas, ya sean
naturales o artificiales, aunque muchos pescadores ortodoxos, evitan el uso de los
cebos artificiales, ya que lo consideran antideportivo, pero muchos otros, no utilizan
otro tipo de carnadas que no sean artificiales.
El aparejo mostrado a la derecha, corresponde al tpico aparejo empleado en la pesca
a fondo, en donde se ha utilizado un perdign como tope para un plomo corredizo. Las
variaciones encontradas, incluyen aparejos que emplean DESTORCEDORES en al
menos un punto entre la punta de la caa y el anzuelo. En lo personal, cuando pesco a
fondo. utilizo un aparejo formado por dos destorcedores con clip, que me permiten la
fcil y rpida substitucin tanto del plomo como del anzuelo, adems de que stos
funcionan como topes para el plomo deslizante.
Il Jolly un terminale che pu essere realizzato direttamente sulla lenza madre, anche se
preferibile -e in fondo cambia poco- prepararlo separatamente. Lo schema di base prevede uno
spezzone di lenza del diametro dello 0,30/0,35 lungo un metro e mezzo a alla cui estremit va
collegato un amo dal n 6 al numero (alla vostra ambizione!!!). A cinque centimetri dallamo
inseriremo un pallino spaccato che far da battuta al piombo di grammatura variabile che sar a
goccia o sferico scorrevole, inserito direttamente passante sulla lenza e al quale daremo una
corsa di circa 80 cm, determinata dallinserimento di un altro pallino spaccato. A monte di
questultimo legheremo due braccioli con lo stesso amo e lo stesso diametro di lenza utilizzato in
precedenza. Questi avranno lunghezza non oltre i 10 centimetri e saranno legati esclusivamente
tramite nodo. Un'asola raddoppiata a 15 centimetri di distanza, completer il tutto rendendo
questo terminale intercambiabile.
RICCIOLA
(Seriola dumerilii)
Caratteristiche.
un pesce bello, lungo e affusolato come un siluro, potente e forte come pu esserlo
solo un corridore del mare. Il profilo leggermente ricurvo, il muso arrotondato ed
caratterizzato da un'espressione severa, quasi corrucciata. Le mascelle giungono sino
alla met dell'occhio. Le scaglie sono molto piccole: lungo la linea laterale ce ne sono
da 150 a 180, secondo gli esemplari. Le pinne dorsali sono due e la prima molto pi
piccola della seconda. La pinna anale, anche se un poco pi piccola, simile alla
seconda dorsale. La pinna caudale profondamente forcuta. Il dorso blu o grigio
argento, i fianchi sono pi chiari e il ventre bianco argento. Lungo i fianchi corre
un'iridescenza dorata e dorato pure l'occhio degli individui giovani, che sono gialli con
strisce scure verticali. t visibile anche una diffusa macchia scura sul capo, subito dietro
gli occhi. Pu raggiungere i due metri di lunghezza e i cinquanta sessanta chili di peso.
carnivora e la riproduzione avviene in primavera e all'inizio dell'estate, secondo le
zone.
Dove vive. La Ricciola comune in tutto il Mediterraneo e nell'Atlantico meridionale.
un pesce d'alto mare, che ama gli sconfinati spazi liquidi e la severit dei fondali
profondi, pur non disdegnando la luminosit della superficie. Solitamente incrocia al
largo, in piccoli branchi, inseguendo i piccoli pesci azzurri, di cui si ciba. La si pu
trovare a duecento metri di profondit, subito sotto il pelo dell'acqua, secondo gli
umori dei momento, secondo le correnti dominanti e secondo le quote a cui si trova il
pranzo pi appetitoso e pi abbondante. Alle rive si avvicina solo in primavera e nella
tarda estate, seguendo gli invisibili sentieri che le hanno insegnato suoi avi e che,
oltre a lei, conoscono tutti i pesci migratori. Nel periodo degli amori la Ricciola sente il
bisogno di acque un poco pi calde ed allegre, adatte ai riti sessuali e alla deposizione
delle uova. Ecco che seguendo la strada della sua continua migrazione la Ricciola
compare all'improvviso in prossimit delle coste, soprattutto al largo delle punte
rocciose che si incuneano nel mare e sulle secche. Il suo incontro comunque pi
facile al Sud che al Nord, nelle isole (Sardegna e Sicilia comprese) piuttosto che in
continente. Ovunque ci sono zone particolarmente note per il passaggio
dell'instancabile corridore del mare. Un anno dopo l'altro, ad ogni primavera, le Ricciole
arrivano in massa all'appuntamento e in certi luoghi i branchi, composti in alcuni casi
da decine e decine di individui, passano a pelo d'acqua a pochi metri dalle rocce, tanto
da essere avvistabili dall'alto del precipizio. All'appuntamento ci sono spesso anche i
pescatori di frodo, che pescano con le bombe. Costoro si appostano sui picchi pi alti
della scogliera e quando vedono il branco di grossi pesci sotto di loro gettano in mare
l'ordigno mortale. La bomba non esplode immediatamente, ma comincia ad affondare,
Le Ricciole, incuriosite dallo strano oggetto e ignare del pericolo, invece di scappare si
avvicinano ancor pi alla bomba che, esplodendo, compie un vero e proprio massacro.
La maggior parte delle vittime, dato che di solito questi luoghi precipitano rapidamente
nel blu, calano, straziate, verso il fondo, a quaranta o cinquanta metri pi gi, mentre
solo una piccola minoranza galleggia e viene raccolta dagli uomini con pochi scrupoli e
venduta. Chi non ha molta dimestichezza con i pesci difficile che si possa accorgere
un esemplare stato catturato con i tradizionali sistemi di pesca o con le bombe,
perch i pinnuti esternamente non presentano alcuna ferita. La devastazione tutta
interna. La deflagrazione subacquea, infatti, non agisce direttamente sul pesce, ma
sull'ambiente, provocando contraccolpi terribili ai corpi immersi nel raggio di parecchie
decine di metri. Un pesce pescato con le bombe ha gli organi interni spappolati, la
spina
dorsale
ridotta
in
minuti
pezzettini.
Tornando alla Ricciola, c' un sistema per capire se ci troviamo di fronte a un
esemplare "bombardato", oppure no. La Ricciola un pesce tutto d'un pezzo, un unico
fascio di muscoli duri come il ferro, con una spina dorsale robusta e ben dimensionata.
Se prendete una Ricciola catturata con un fucile subacqueo o con una lenza e la
appoggiate a un muro, il pescione rimarr dritto in piedi, rigido come un baccal. Se
fate la stessa cosa con una Ricciola uccisa con le bombe, questa si affloscer sul
pavimento, quasi ripiegandosi su se stessa. L'attivit dei pescatori di frodo negli ultimi
PESCE SERRA
(Pomatomus saltator)
Caratteristiche.
TECNICHE DI BASE
DESCRIZIONE
Il nome drifting contraddistingue la pesca dalla barca in deriva, anche se con questo
termine si intende esclusivamente la pesca al tonno gigante, praticata con barca in
deriva oppure ancorata ed utilizzando canna e mulinello. Questa tecnica, oramai
largamente diffusa, stata introdotta nel nostro paese negli anni '70 per merito di un
medico bolognese, Adamo Benfenati, che applic ed adatto alla realt adriatica le
tecniche utilizzate dai francesi. I primi tentativi furono fatti al largo della foce del Po
con incredibili risultati. Da allora stata fatta molta strada ed in Italia, specialmente in
Adriatico, si sono organizzati innumerevoli team per la pratica di questa sportivissima
tecnica. Una delle particolarit del drifting l'impiego esclusivo della sarda come esca
e della necessit della pasturazione continua, sempre con la sarda, effettuata con una
particolare tecnica, chiamata "strisciata". Va precisato che la pratica del drifting non
proprio alla portata di tutti, sia in termini di esperienza sia in termini di risorse
economiche necessarie, visto che per praticarla indispensabile una barca con spiccate
caratteristiche di altura e un'attrezzatura da pesca di prim'ordine.
ATTREZZATURA
Le caratteristiche della barca da impiegare per il drifting, la collocano nella fascia alta
dei "fisherman" o almeno, in barche spiccatamente d'altura visto che questa tecnica
prevede la raggiunta di poste distanti dalle 8 alle 15 miglia dal porto pi vicino e quindi
necessario essere a bordo di un'imbarcazione capace di affrontare ogni evenienza.
Inoltre, la cattura di un tonno gigante non si esaurisce con la ferrata, al contrario. Il
bello comincia proprio in quel momento e possono essere necessarie 2 o 3 ore per
salpare un pesce di 200 Kg!. Anche la barca deve essere attrezzata per il drifting, con il
montaggio di una sedia di combattimento e sufficiente spazio in poppa, oltre a un GPS
e
a
un
ecoscandaglio.
Passando all'attrezzatura vera e propria, sono necessarie almeno tre canne scelte in
base al sistema di combattimento che si vuole utilizzare o sarebbe meglio dire, a quale
tipo di combattimento predisposto chi deve recuperare la preda. I sistemi sono due:
la
sedia
di
combattimento
o
il
sistema
stand
up.
Il primo sistema prevede, subito dopo la ferrata, di sedersi ed agganciarsi alla sedia di
combattimento e di infilare il piede della canna nell'apposito bicchiere posto in mezzo
alle gambe di chi vi sta seduto. Inoltre la canna fissata al giubbotto di combattimento
tramite due ganci che collegano il mulinello al giubbotto stesso. Questa "imbracatura"
permette di scaricare la forza di trazione esercitata dal tonno anche sulla sedia stessa
e sul busto, risparmiando in parte le braccia che possono anche mollare per qualche
secondo
la
presa
senza
correre
il
rischio
di
finire
in
acqua!
Il sistema stand up, come dice il nome, prevede che il combattimento sia fatto in piedi,
fissando il piede della canna nel bicchierino della cintura indossata da chi combatte e al
solito giubbotto di combattimento. Si comprende facilmente che questo sistema
molto pi faticoso, anche se pi sportivo, e se non si ha un fisico preparato pu
risultare addirittura pericoloso, in quanto la forza sviluppata da un bestione pu anche
far "volare" in acqua il pescatore. Le canne per questi due diversi sistemi di recupero
sono diverse per lunghezza, azione e conformazione del piede. Vediamo il profilo dei
due
diversi
tipi:
Sistema "Sit Down" (Seduti): Lunghezza intorno ai 2,5 metri, evitando misure
inferiori ai 2,3 metri che potrebbero dare problemi negli ultimi metri del recupero. I
passanti devono essere molto resistenti a doppia carrucola oppure singola, a seconda
della potenza della canna stessa. Il carbonio offre le soluzioni migliori in resistenza e
leggerezza, associata ad un'azione decisamente parabolica. Il manico deve essere
dritto e sagomato per adattarsi al bicchiere della sedia di combattimento. Inutile dire
dell'attacco del mulinello che su queste canne si presenta sempre estremamente
affidabile
e
potente.
Sistema "Stand Up" (in piedi): Lunghezza compresa tra 1,8 - 2,0 metri, per
aumentare la leva a vantaggio del pescatore. Passanti resistenti e a doppia o singola
carrucola, a seconda della potenza della canna. La leggerezza fondamentale con
questo sistema, quindi la scelta non pu che cadere su attrezzi al carbonio, il pi
leggero possibile. L'azione di queste canne deve essere di punta progressiva, in modo
da mantenere una posizione alta della canna per farla lavorare al meglio. Il manico
particolare e presenta una curvatura che permette di manovrare meglio la canna
fissata alla cintura e di scaricare parte della forza di trazione sulle gambe. L'attacco del
mulinello
anche
in
questo
caso
adeguato
e
potente.
La potenza di queste canne deve essere scelta in base alla stazza delle probabili prede,
partendo dalle 30 libbre per i tonni di branco e le verdesche per arrivare alla classe
50-80
per
i
tonni
giganti
e
gli
squali
volpe.
I mulinelli, adeguati per potenza alle canne, devono essere solidi ed estremamente
affidabili e presentare una discreta capienza, capace di offrire una riserva di monofilo
anche nelle situazioni pi difficili. Per la frizione meglio scegliere un modello a leva
invece che a stella, in quanto presenta una regolazione pi visibile e permette di
segnare facilmente un punto di riferimento per la regolazione della ferrata e per il
combattimento, magari tarati a secco, aiutandosi con un dinamometro.
Orientativamente, la frizione va regolata per cedere filo su una trazione del 30-35%
del carico di rottura della lenza utilizzata; quindi per la classe 30 libbre dovr essere
regolato sui 4,5 - 5 Chilogrammi mentre per la classe 50 libbre andr regolato sugli 8
chilogrammi. Per caricare il mulinello, esistono 3 alternative: il tradizionale Nylon, il
Dacron e il pi recente multifibre. Quest'ultimo, a parit di classe, permette di usare
maggiore quantit di filo in bobina con un conseguente vantaggio in autonomia.
Per i terminali, useremo il nylon, meglio se al fluorocarbonio, con un carico di rottura
da 100 a 200 libbre a seconda della stazza delle prede e del nostro senso di sportivit.
In caso si tenti la cattura di Verdesche e Squali Volpe pi sicuro impiegare un
terminale
in
acciaio
tipo
piano
wire,
meglio
se
di
colore
nero.
Le girelle devono essere adeguate alla trazione a cui saranno sottoposte ed
conveniente utilizzare le apposite girelle per il Big Game. Visto che l'esca utilizzata
quasi sempre la sarda, l'amo va scelto in base alla stazza della preda comunque
sempre compreso tra le misure 7/0 e 10/0 in acciaio e perfettamente affilati. Nel caso
di una ferrata, conviene sostituire l'amo con uno nuovo e rifare successivamente la
punta
a
quello
che
ha
catturato.
Altri accessori necessari per questa tecnica, oltre a quanto gi descritto, sono
palloncini gonfiabili (ne vedremo poi l'uso!), normali piombi da bolentino di diversa
grammatura ed elastici normali da ufficio, pinza e manicotti per la costruzione dei
terminali, poi due robusti raffi se vostra intenzione salpare la preda oppure una pinza
per tagliare il terminale se siete orientati allo "strike and release". Infine, per maggior
sicurezza del pescatore e di chi deve manovrare il terminale nelle fasi finali.
Del combattimento un paio di robusti guanti.
PESCA
FONDO
l'Ombrina,
il
Grongo,
la
Murena,
la
Spigola.
Esche: Per la pesca a fondo vengono largamente impiegati gli anellidi, il gambero, il
totano a striscioline o se di piccole dimensioni, interi. Molto utilizzati e redditizi sono
anche la cozza, il murice, il paguro e l'oloturia a strisce.
Di
impiego
pi
raro
limitato
la
sarda
altri
pesci
esca.
utilissimo sia dalle coste rocciose che dalla spiaggia, una lampada tipo speleologia in
caso si peschi di notte, il solito retino porta pesci e uno slamatore.
Montatura: Le montature per la pesca a fondo sono principalmente due, differenti tra
loro
sia
per
le
prede
catturabili,
sia
per
le
esche
utilizzate.
- Montatura scorrevole: il finale, da montare a valle della girella legata alla lenza
madre, costituito da uno spezzone di monofilo super dello 0.30 lungo circa 1 metro.
Dopo aver realizzato un'asola ad una delle estremit, infiliamo un pezzo di guaina di
plastica di filo elettrico come salva nodo e subito dopo un piombo a oliva (oppure degli
atri tipi gi visti) del peso scelto. Inseriamo un altro pezzo di guaina salva nodo e
leghiamo una piccola girella senza moschettone. A questa girella verr legato, tramite
un'asola, il bracciolo costituito da uno spezzone di monofilo super dello 0.25 lungo 3040 cm montato con un amo del n. 8 storto. Opzionalmente, possiamo legare un
bracciolo uguale anche sul finale, a circa 50 cm dalla prima asola del finale,
ricordandoci
di
inserire
sempre
un
pezzo
di
guaina
salva
nodo.
- Montatura fissa: il finale costituito da uno spezzone di circa un metro e 20, di
monofilo super dello 0.30. Praticheremo al finale due asole, una per ogni estremit,
che serviranno rispettivamente per agganciare il finale alla girella della lenza del
mulinello, e per legare la girella con moschettone dove agganceremo il piombo
piramidale con anello del peso scelto. I braccioli sono 3 e saranno costituiti da uno
spezzone di 25 cm di monofilo super dello 0.25-0.28, montati con un amo storto del n.
10. I braccioli saranno fissati sul finale a 50 cm uno dall'altro, partendo dall'alto verso
il basso. In questo modo, l'ultimo bracciolo pescher praticamente a contatto del
fondo.
Queste montature possono essere usate sia con mare calmo che con mare mosso. In
quest'ultimo caso pu essere pi conveniente limitare il numero di braccioli, pescando
con un solo amo per la montatura scorrevole e con due ami per quella fissa.
Azione di pesca: Una volta raggiunta la zona di pesca, prepareremo la canna con il
finale scelto. Converr preparare diversi finali gi pronti, perch il cruccio del pescatore
dedito a questa tecnica quello degli incagli sul fondo, a cui sono soggetti sia i piombi
che gli ami del finale. Bisogna quindi essere preparati a sostituire i finali con frequenza
e averne di gi pronti, ci eviter grosse perdite di tempo a doverne confezionare dei
nuovi sul luogo di pesca. Per offrire un orientamento al pescatore, sar bene montare
uno o l'atro finale a secondo della morfologia del fondale, per limitare al massimo gli
incagli
e
per
aumentare
le
probabilit
di
cattura:
Pesca a fondo nei porti: Finale scorrevole con 2 ami o finale fisso con 3 ami
Pesca a fondo dalle coste rocciose con fondale misto di sabbia e scogli: Finale
scorrevole
con
uno
o
due
ami
Pesca a fondo dalle coste rocciose con fondale roccioso: Finale fisso con 3 ami o due
nel
caso
di
mare
mosso
Pesca a fondo dalle coste rocciose con fondale sabbioso: Finale scorrevole con 2 ami
Pesca
a
fondo
dalla
spiaggia:
Finale
scorrevole
con
2
ami
Una volta scelto il finale pi adatto, innescheremo gli ami con le esche scelte. Anche in
questo caso si rendono necessari alcune direttive sulla scelta delle esche. Maggiori
informazioni sull'uso e su come procurarsi alcune esche, sar trattato appositamente in
una zona del sito ad esse dedicato. Useremo per: *Pescare a fondo nei porti: anellidi
(naturali o di importazione) come il coreano, la tremolina, il bibi, il gambero a pezzi o il
gamberetto intero, il totano a pezzi, il paguro e la sarda a strisce. *Pescare a fondo
dalle coste rocciose: gli anellidi gi visti, il gamberetto intero, il totanetto o la
seppiolina intera, il murice (sgusciato), il paguro, la cozza (sgusciata), la sarda (la
parte terminale con la coda), l'oloturia a strisce. *Pesca a fondo dalla spiaggia: anellidi
(arenicola in testa), il murice, il paguro e l'oloturia a strisce. *Una volta innescati gli
ami, faremo il lancio che porter le esche al largo. Il lancio la parte pi importante ed
necessario effettuarlo in modo che si raggiungano distanze dalla costa decenti e che
non provochino danni all'attrezzatura o alle esche. La procedura per un lancio decente
non facile da descrivere solo con le parole, comunque proviamoci l'esperienza far il
resto! Una volta che gli ami sono stati innescati, portiamoci sul bordo della banchina
del porto e riavvolgiamo la lenza in eccesso nel mulinello, fermandoci quando la girella
a circa 10 cm dal primo anello della canna. A questo punto portiamo la canna alle
nostre spalle, ruotando il busto di circa 45. Fermiamo il filo di bobina con l'indice della
mano destra e apriamo l'archetto del mulinello, poi portiamo la mano sinistra ad
impugnare la canna nella parte finale del manico, che costituir il punto fermo di
un'immaginaria catapulta. A questo punto abbasseremo la punta della canna, facendo
in modo che essa sia quasi parallela al suolo. Appena ci sentiremo pronti dovremo fare
un movimento che sincronizzi tutti i movimenti seguenti in uno unico: faremo un passo
avanti, ruotando il busto e contemporaneamente alzeremo il braccio destro verso la
nostra testa, mentre il sinistro abbasser il manico della canna verso il nostro fianco
sinistro. Il dito indice sente sempre pi la pressione del filo teso tra il mulinello e il
piombo terminale, provocando una curvatura della canna che aumenta
proporzionalmente, man mano che il movimento di torsione del busto e del braccio
destro portano la canna a diventare perpendicolare alla banchina, per poi oltrepassare
la testa fino ad arrivare a essere a 45 con la banchina. E' in questo momento che il
dito indice lascia libero il filo della bobina del mulinello che sar cos libero di seguire lo
slancio del piombo che, descrivendo una parabola discendente porter le esche al
largo. Pi questa serie di movimenti contemporanei sar fluido e coordinato, pi il
nostro lancio sar efficace e far raggiungere al piombo distanze ragguardevole. Una
volta effettuato il lancio, lasceremo che il piombo completi la sua corsa verso il fondo.
Quando non vedremo pi il filo di bobina uscire dal mulinello sar il momento di
chiudere l'archetto e inizieremo un lento recupero della lenza in eccesso. Quando
sentiremo il piombo pesare sulla lenza, metteremo la canna sul reggi canna o, in
mancanza, bloccheremo la stessa tra gli scogli, con il cimino in leggera tensione. A
questo punto non resta che aspettare e seguire i movimenti del cimino, segno
inconfondibile della mangiata del pesce. L'abboccata sar segnalata da una flessione
pi ampia delle altre e seguita da un tremito continuo. E' il momento di impugnare la
canna con entrambe le mani, stringendo un po' la frizione del mulinello. Siamo pronti
ad iniziare la fase di recupero, portando ben alta la canna fino all'altezza dei nostri
occhi e incocceremo in maniera decisa per far penetrare l'amo in profondit e
contemporaneamente staccare il finale dal fondo; inizieremo il recupero con velocit
regolare, lasciando alla frizione e all'elasticit della canna il compito di contrastare le
eventuali testate del pesce. Una volta che avremo portato in superficie il pesce
allamato potremo considerare come concludere il recupero "volando" il pesce sugli
scogli o guadinarlo, se le sue dimensioni sono un po' al di sopra della norma.
Slameremo la preda e potremo innescare nuovamente gli ami per un altro lancio.
Bisogna dire che raramente ad ogni lancio segue una cattura, anzi quindi quando
vedremo il cimino rimanere immobile, vorr dire che le esche sono state mangiate
senza che nessun pesce sia rimasto allamato. Dovremo quindi ritirare il tutto per
ripetere l'innesco degli ami. Per evitare inutili incagli sar bene procedere come se
avessimo allamato un pesce e tenendo ben alta la canna, incocceremo e recupereremo
il tutto con regolarit e senza fermarci. Mentre per la pesca a fondo nei porti e dalle
coste rocciose non consigliabile muovere le esche da dove sono cadute in seguito al
lancio, nella pesca a fondo dalla spiaggia non solo ci possibile ma addirittura un
modo molto valido per attirare l'attenzione delle possibili prede verso le nostre esche,
aumentando di molto le possibilit di cattura. Comunque di notte che questa tecnica
ci dar le soddisfazioni pi grandi, permettendoci la cattura di saraghi e mormore di
buona taglia.
Il surf casting (termine americano, letteralmente "Lanciare sull'onda") una tecnica
praticata nei paesi atlantici ed introdotta in Italia, almeno al grande pubblico, verso la
fine degli anni '80, grazie ad alcuni pescatori che hanno svolto un preziosissimo lavoro
di adeguamento delle tecniche statunitensi alle realt del mediterraneo,
sperimentandole sulle coste della Sardegna che, ancor oggi, risultano essere le pi
adatte e quindi le pi fruttuose per questa tecnica. Infatti, le tecniche atlantiche
puntano alla cattura dei grossi predatori che, nella fase di alta marea, si avvicinano alla
costa per cacciare, attirati dalla schiera di grufolatori che si cibano degli organismi che
il movimento delle acque liberano dalla sabbia. Anche per il surf nostrano, i concetti
rimangono pressappoco gli stessi, solo che la minor escursione tra la bassa e l'alta
marea, non crea quella sufficiente mangianza ad attirare n grufolatori n predatori. Si
verificato che tali condizioni si ricreavano quando le onde delle mareggiate si
infrangono sulla spiaggia, sconvolgendo il fondale e liberando piccoli molluschi e
crostacei che attirano appunto i grufolatori e di conseguenza, anche i predatori. Quindi,
la prima regola del surf mediterraneo quella che se non c' onda, non c' surf,
anche se, in questi ultimi anni, ci si sta accorgendo che questa regola trova delle
eccezioni e per alcune prede, come la mormora, orata, saraghi e razze si verificano
catture anche con mare calmo. Da questa constatazione nata una tecnica, seppur
analoga al surf casting, se ne differenzia sostanzialmente perch si pratica in condizioni
di mare calmo o quasi calmo, chiamata "beach legering", che prevede
un'attrezzatura e una filosofia pi "leggera" del surf casting. Tornando alla tecnica
oggetto dell'articolo, va detto che tra tutte le pesche possibili in mare, il surf casting
brilla per la sportivit e per l'alta frequenza di cappotti! Infatti, a differenza di altre
tecniche, il risultato di una battuta di surf casting troppo legata al momento "magico"
per essere alla portata di tutti. Prima di tutto il surf castman deve individuare con
esattezza quando il mare nelle condizioni ideali, cio quando il moto ondoso libera
nutrimento facendo accorrere le prede e quindi poterle insidiare. Queste condizioni non
sono frequentissime e possono durare per un tempo variabile, sia di giorno che di
notte, in cui il surf casting pu offrire entusiasmanti catture.
ATTREZZATURA
Quando il surf casting fu introdotto nel nostro paese, i primi appassionati si trovarono
in difficolt per quanto riguardava l'acquisto dell'attrezzatura necessaria, in quanto
quasi nessuna casa costruttrice aveva a catalogo tali attrezzature e quindi si ricorreva
a cataloghi esteri, soprattutto francesi e americani, che ne erano stracolmi. Quindi i
primi surf castman hanno cominciato a lanciare dalle nostre spiagge con attrezzi non
molto lunghi, in fibra piena ad innesti, capaci di lanciare anche 200 gr di piombo! Ben
presto ci si resi conto che tali attrezzi erano troppo corti per le nostre spiagge e non
riuscivano a mandare le esche nella zona di mangianza. A seguito di continue
richieste, le case costruttrici hanno intuito il potenziale mercato ed hanno iniziato a
produrre attrezzatura specifica per la realt mediterranea. Oggi possibile trovare
linee di canne e mulinelli pensati apposta per il surf, piombi capaci di resistere a
qualsiasi mareggiata e tutta una serie di accessori che rende la vita del surf castman
sicuramente pi facile. Vediamo cosa serve al neofita per iniziare a praticare questo
bellissimo sport:
Canne:
Di solito si usano 3 canne di diversa lunghezza e potenza, rapportate ai luoghi dove
andranno usate, diciamo a partire dai 3,80 mt. per arrivare ai 5. La scelta cadr su
modelli specifici, telescopici, con potenze che andranno dagli 80-150 gr di piombo e
devono avere quelle caratteristiche costruttive capaci di superare prove impegnative
quali le mareggiate invernali ed i continui strappi e sollecitazioni del lancio. Importante
decidere, quando si sceglie la canna, quale tipo di mulinello deve essere abbinato,
visto che possibile con questa tecnica usare mulinelli a bobina rotante e se decidiamo
di usare uno di questi mulinelli necessario che la canna sia predisposta a questo uso
e che sia dotata di un adeguato attacco porta mulinello e di un manico corto. Se
decidiamo di dedicarci anche al beach legering, bisogna fornirsi di altre due canne pi
leggere, dai 4 ai 5 mt e con potenze da 40 a 80 gr, sensibili, magari con cimino
intercambiabile.
Mulinelli:
Alle canne scelte, devono essere abbinati mulinelli adeguati, ma con spiccate
caratteristiche di salinit e resistenza. Anche in questo campo esistono prodotti
specifici che soddisfano ogni richiesta del surf castman. Come gi accennato, nel surf
possono essere impiegati due tipi di mulinello: a bobina fissa e a bobina rotante.
Diciamo subito che la discussione su quale dei due sia pi adatto ancora aperta e
accesa e tale rimarr, in quanto, la scelta rimane un fatto legato pi alle preferenze
personali che a ragioni meramente tecniche. In un prossimo articolo, vedremo di
mettere in luce pregi e difetti dell'uno e dell'altro sistema, per poter dare a tutti un
metro di scelta pi oculato. Al neofita va consigliato sicuramente il sistema a bobina
fissa che d meno problemi e pensieri al pescatore. Inoltre, per i primi tempi, ci si deve
concentrare sulle tecniche di lancio ed usare un mulinello a bobina fissa, semplifica
sicuramente l'apprendimento delle tecniche di lancio. Una volta apprese queste, ci si
potr avvicinare al lancio con il rotante che richiede sicuramente pi tecnica. Le
caratteristiche del mulinello devono essere quelle di un attrezzo veloce e potente nel
lancio e recupero, dotato di pi bobine di ricambio caricate con monofili diversi, e con
una frizione affidabile e di facile regolazione. Conviene spendere due parole sulla
bobina del mulinello che nel surf casting veste un ruolo importante; infatti il suo profilo
di uscita del monofilo pu condizionare positivamente o negativamente la gittata del
lancio, a causa dell'attrito che pu generarsi tra i due elementi. Scegliendo prodotti
progettati per il surf si potr contare su caratteristiche tecnologicamente migliori.
Monofili:
Forse nessuna tecnica delle acque salse richiede una variet di monofili come il surf
casting e non parliamo solamente di diametri, ma anche di colore, carico di rottura,
fluorescenza e resistenza alle abrasioni. Nel surf si impiegano diversi monofili:
per caricare le bobine del mulinello useremo monofili di tipo super con diametri
che partono dallo 0.20 fino allo 0.40, con caratteristiche di alta resistenza alle
parrucche e alle abrasioni. Anche il colore importante, in quanto un tipo colorato
risulta essere pi visibile nelle fasi di recupero delle prede;
per lo "shock leader", formato da uno spezzone lungo un paio di metri pi lungo
della canna, viene utilizzato un monofilo con un carico di rottura maggiore variabile in
base alle caratteristiche di elasticit della canna utilizzata e al piombo montato sul
finale, comunque compreso tra 0.30 e 0.60. E' utile specificare l'uso dello shock
leader: esso permette, nelle fasi di lancio, di poter forzare il carico impresso al
movimento rotatorio del lancio oltre il carico di rottura del monofilo presente nella
bobina del mulinello, senza veder partire il calamento completo di piombo ed esche.
Quindi lo shock leader viene montato come finale della lenza madre del mulinello,
tramite un nodo particolare, e alla fine di esso viene legata la girella a cui
attaccheremo poi il finale (o il piombo, a seconda del calamento che stiamo
utilizzando). Quando parleremo delle montature del surf casting, approfondiremo
ulteriormente questo argomento.
per la costruzione dei calamenti sono necessari una variet di monofili, con
diametri e caratteristiche diverse, capaci di sopperire a ogni necessit. Dovranno
essere di tipo super, resistenti al nodo e di colore neutro, oppure fluorescente. Di solito
nei calamenti vengono utilizzati due diametri diversi, quello pi grosso verr utilizzato
per creare la lenza madre e quello pi sottile per legare gli ami. Questa differenza
necessaria, visto che la lenza madre dovr reggere il peso del piombo, mentre sui
bracci, dove sono montati gli ami, necessario avere un diametro pi basso, per fare
in modo che sia meno visibile.
per alcuni calamenti particolari necessario disporre di terminali in acciaio, gi
montati, oppure del filo di acciaio ricoperto, in bobina, da montare. In questo ultimo
caso necessaria una pinza e relativi tubetti (sleeves). Utilissimo per i gronghi e per il
pesce serra.
per legare alcuni tipi di esche, come ad es. il filetto di sarda, utilizzeremo un
monofilo a basso costo, dello 0.12 - 0.16, oppure del filo elastico.
ATTREZZATURA
Ami:
Anche qui sono necessari diversi tipi e modelli: per la "caccia grossa", impiegheremo
ami in acciaio con occhiello, magari con la punta ad "artiglio d'aquila", della misura
adatta all'esca che impiegheremo. Utili anche ami a gambo lungo, cromati, a paletta,
quando si usano i vermi (arenicole, murriddi, verme di rimini, ecc.). Buoni anche i
modelli stagnati, dritti, a paletta o con occhiello, per la sardina (intera o a filetto),
tranci di calamaro, di seppia, ecc. Per le dimensioni, esse saranno scelte in rapporto al
volume dell'esca, preferendo il montaggio di pi ami piccoli, a "corona", invece di uno
solo
ma
pi
grande.
Piombi:
Per poter lanciare le nostre esche alla distanza voluta, utilizzeremo dei piombi di
diversa forma e diversa grammatura. Di volta in volta sceglieremo la miglior
combinazione forma/peso per raggiungere una distanza sufficiente a portare le esche
in pesca e, cosa ancor pi importante, farcele rimanere il tempo sufficiente al pesce
per abboccare. Da qui la necessit di utilizzare piombi particolari, studiati
appositamente per il surf casting, che hanno la caratteristica di offrire poco attrito nel
lancio ma molta resistenza all'effetto di trascinamento che costantemente le onde
fanno in direzione della battigia. Tra tutti, il pi pratico e il pi efficace rimane il
famoso "Cono Meloni", un cono di piombo con un peso dagli 80 gr. ai 200 gr., con
attacco sfasato dal centro e con una lavorazione a "becco" che frena l'azione delle
onde, mentre la forma a cuneo "vola" egregiamente. Atri modelli validi presentano
forme appiattite, a disco o a rombo, la cui superficie lavorata a bassorilievo e quindi,
una volta poggiato sulla sabbia, offre una buonissima resistenza al trascinamento.
Esistono anche modelli che funzionano egregiamente con mare molto mosso o in
situazione di forte corrente, chiamati "spike" (arpione), che presentano degli arpioni
Puntacanna (o Puntale): E' uno strumento che, conficcato nella sabbia, permette di
infilarci il piede della canna, sorreggendola e permettendo di tenere la canna in
tensione senza doverla avere sempre in mano. Di solito sono realizzati in alluminio o in
materiale plastico, adatto quindi a resistere alla salsedine. Sono da consigliare modelli
lunghi almeno pi di un metro, un metro e mezzo, in quanto fondamentale tenere la
canna molto alta per evitare il pi possibile l'azione delle onde sul filo del mulinello.
Tripode (o "treppiedi"): E' uno strumento molto funzionale, anche se adatto pi al
beach legering, che permette di posizionare le canne in pesca su di esso, in modo che
siano visibili le abboccate. Il tripode ultimamente si anche completato con tutta una
serie di accessori che rendono pi comoda la postazione di pesca, come ganci vari,
vaschette, ripiani, ecc. utilissimi in fase di innesco e per avere tutto a portata di mano.
Comunque molti "surfer", continuano ad utilizzare il classico puntale che comunque
pi facile da spostare ed ha l'innegabile vantaggio di poter piazzare le canne anche a
diversi metri di distanza l'una dall'altra in modo da coprire una porzione di spiaggia
maggiore.
Altro accessorio utilissimo il raffio, mentre il guadino non viene utilizzato nel surf
casting. Le prede pi grosse vanno infatti raffiate e salpate prima che raggiungano la
battigia. Le prede pi piccole possono essere spiaggiate in tutta sicurezza. Il raffio non
deve avere particolari caratteristiche, v bene un modello robusto, anche non
telescopico. Altro accessorio utile sono gli stivali a coscia o meglio ancora il "Wader"
ascellare, specie di tuta, di solito in neoprene, che presenta in un corpo unico stivali,
pantaloni e corpetto. Esso permette di entrare in acqua fino alla cintola senza bagnarsi.
E' utilissimo per salpare le prede, oppure in presenza di fondali bassi, permette di fare
il lancio stando in acqua anche a diversi metri dalla battigia, aumentando cos la gittata
del
lancio.
Chiudiamo, almeno per il momento, la lista degli accessori con la voce "illuminazione".
Anche se non ne abbiamo ancora parlato diffusamente, il 90% delle battute di surf
casting si svolgono di notte e il reparto illuminazione deve essere ben fornito almeno di
due fonti luminose: - Una lampada a mano con un fascio potente e profondo, utilissimo
per raggiungere la postazione e da posizionare adeguatamente in modo da illuminare
le fasi di allestimento dell'attrezzatura e il recupero delle prede; - Una lampada da
testa che ci servir per illuminare le fasi di preparazione dei calamenti e l'innesco degli
ami ed quindi indispensabile un fascio luminoso potente e concentrato. E' meglio che
abbiano le batterie distaccate in modo da non appesantire la testa e di non cadere ad
ogni lancio. Nel caso il modello scelto funzioni con le batterie attaccate, baster una
piccola modifica per portare il vano batterie alla cintura e collegarle alla lampada
tramite un filo elettrico adeguato.
LE PREDE
Nel surf casting possono essere considerate prede tutte le specie che vivono su fondale
sabbioso e praticamente tutte le specie predatrici presenti in mare. Questa
considerazione introduce un concetto base del surf che distingue le prede possibili in
due grandi categorie:
Solo Grufolatori
Grufolatori
Generici
Triglia,
Ombrina,
Razza, Rombo,
Sogliola
Mormora,
Sarago,
Spigola,
Orata,
Cefalo,
Tracina,
Scorfano, Occhiata,
Squaliformi
Corvina, Grongo
attaccare le esche anche in condizioni meteo normali e con mare calmo, oppure
presentano uno spiccato atteggiamento predatorio, attaccando anche esche vive
in condizioni di non particolare mangianza.
Come nelle altre tecniche, anche nel surf casting probabile la cattura di prede che
classicamente non appartengono alle categorie illustrate come i labridi, i serranidi e
altre specie come sugarelli e boghe. Chiaramente la cattura di queste avviene solo in
presenza di conformazioni particolari del fondo, di solito ambienti misti di sabbia e
scoglio, oppure per la vicinanza di dighe foranee o di porticcioli.
Totani e Calamari possono essere considerate esche generiche, in quanto interessano
un p tutte le specie catturabili in mare, dal tonno ai ghiozzi. Inoltre per la loro
buonissima resistenza all'amo, le fanno largamente impiegare nel Surf Casting, Rock
Fishing, Traina e Drifting. A pezzetti o, se di misura piccola, interi anche nel bolentino a
tutte le profondit. Inoltre la facile reperibilit sul mercato, il costo abbastanza
contenuto e la buona resistenza al congelamento, ne fanno una delle esche principe
della
pesca
in
mare.
Precisiamo che non ci sono particolari differenze di impiego tra l'una e l'altra specie,
tranne il fatto che il totano presenta una fosforescenza naturale pi spiccata e quindi
viene validamente impiegato nel bolentino di profondit dove risulta pi visibile di altre
esche. Sia il totano che il calamaro non richiedono particolari preparazioni per
l'innesco; se devono essere innescati a pezzi, conviene separare la testa dal resto del
corpo, che potr essere innescata intera, e svuotare la sacca del corpo privandola della
conchiglia interna trasparente e tagliarla a rondelle (tipo frittura surgelata) dello
spessore voluto. Questa rotella potr essere poi innescata a piccoli pezzi su ami piccoli,
a striscia (dai 5 ai 10 cm.) su una montatura a pi ami nella traina costiera, nel surf
casting, oppure cos com' per avere esche particolarmente voluminose nel bolentino e
nel rock fishing. I tentacoli possono essere impiegati con particolare successo nella
pesca alle boghe e alle occhiate, sia con canna fissa che bolognese, montandoli su ami
a gambo lungo del 10. Essendo un'esca bianca, risulta anche molto visibile di notte e
rimane una delle esche preferite del grongo nella pesca notturna nei porti o dalle
scogliere. Anche nella pesca di buca trova un validissimo inpiego con i ghiozzi, le
bavose
e
gli
scorfani.
Non hanno un particolare potere odoroso e sono quindi da consigliare con acque calde
e non eccessivamente torbide; i surf castmen hanno escogitato un trucchetto per
ovviare a questo inconveniente: montano una sardina aperta a libro, privata della lisca
e della testa, rivoltata, scorrevole sul bracciolo e poi innescano la sola testa del totano
o del calamaro, formando cos un "animale" ibrido molto attirante. comunque intere
che esprimono il massimo del loro potere catturante e montate per la traina lenta,
possono dare risultati inaspettati con ricciole, lecce, serra e addirittura tonni di branco.
Inoltre sono molto appetiti, al pari della seppia, dai dentici. Il sistema migliore per
l'innesco quello a due ami, di cui uno trainante e l'altro catturante. Il primo pu
essere pi piccolo e deve essere appuntato tra le due pinne stabilizzatrici del totano o
del calamaro, in modo da trainarlo in una maniera naturale, mentre il catturante viene
innescato nella testa, facendo uscire la punta tra i due grossi occhi del mollusco. Nel
caso di innesco col vivo, l'amo catturante sar invece appuntato in prossimit della
testa, senza ledere organi vitali che, inevitabilmente, ucciderebbero la nostra
preziosissima esca.
Sia il totano che il calamaro possono essere conservati egregiamente sotto sale oppure
congelati. Se sono di grosse dimensioni, conviene congelarli singolarmente, in modo da
utilizzare solo la quantit che ci necessita per la battuta di pesca.
In questo articolo tratteremo principalmente del muggine, tenendo conto che lo stesso
discorso riguarda altri pesci usati comunemente come esca: la boga, il sugarello,
l'occhiata, la salpa, ecc. Al contrario della Sarda, sono esche meno generiche e meno
appetite dai grufolatori e dalle prede pi piccole, mentre sono le esche ideali per
insidiare i grossi predatori con le diverse tecniche. I muggini e gli altri pesci esca
possono essere reperiti ad un prezzo abbordabile in qualsiasi mercato ittico ma per
molti aspetti meglio pescarli personalmente, utilizzando una canna fissa, galleggiante
e utilizzando un po' di pasta come esca. Nelle tecniche con il vivo questo sistema
l'unico praticabile, insieme a quello che prevede l'uso di una nassa a maglie strette. Per
conservarli vivi e vegeti fino al momento dell'impiego, potremo utilizzare un secchio
con un po' d'acqua di mare, magari dotato di un piccolo ossigenatore a batteria. Con le
tecniche col vivo, potremo insidiare principalmente la spigola, la leccia, la ricciola, il
dentice, il pesce serra, i gronghi e le murene. Casualmente, altri predatori possono
attaccare queste esche vive: rombi, razze, tracine, cernie, luccio di mare, ecc. La taglia
consigliata per l'innesco quella piccola, dai 5 ai 12 cm. Taglie maggiori non sono
consigliabili, se non nella traina, sia per non dover ricorrere a molti ami per l'innesco,
sia
perch
il
predone
esiterebbe
nell'attaccare
o
meno
l'esca.
Con il vivo di solito si impiegano terminali scarsamente piombati, perch il peso stesso
del piombo frenerebbe il movimento dell'esca, stimolando meno il predatore che
scoprirebbe l'inganno. Con il vivo, pi che con le altre esche, l'imperativo assoluto
naturalezza e se pur viva, l'esca non appare naturale agli occhi del predatore,
difficilmente decider di attaccarla. Di solito l'innesco pu avvenire in due modi:
Innesco con un solo amo: si impiega un amo piuttosto grosso (1-2/0) e si appunta
tra la testa e la prima dorsale, cercando di non scendere troppo in profondit per non
ledere l'apparato branchiale del muggine. Questo innesco consigliabile perch di
solito il predatore attacca l'esca dalla testa.
Il muggine e gli altri pesci esca sono validi esche tutto l'anno, con punte maggiori di
efficacia in inverno e in tarda estate e sono utilizzabili nei diversi ambienti tipici della
pesca in mare, come le spiagge, l'interno e l'esterno dei porti, le scogliere alte e basse
e le foci dei fiumi.
CORVINA
(Sciaena umbra, Corvina nigra) Caratteristiche. un bel pesce robusto, corpulento e nello
stesso tempo sinuoso e delicato come un fiore. Il corpo alto e compresso, il profilo
curvo, il muso arrotondato, le mascelle sono grandi e si estendono sino al margine
posteriore dell'occhio. Le scaglie sono evidenti e ruvide. Le pinne dorsali sono due, ma
distinte e unite solo da una sottile membrana. La pinna anale breve , caratterizzata
dalla seconda spina grossa e appuntita. Gli esemplari adulti hanno la pinna caudale
squadrata e delineata, mentre gli individui giovani ce l'hanno leggermente dentata. Il
colore ha riflessi bronzei, iridati e metallici, come l'arcobaleno che si forma quando si
spande la benzina sull'asfalto. Il dorso e i fianchi sono prevalentemente bruni con i
riflessi dorati; il ventre pi chiaro e sfuma dal bianco all'argento. Le pinne sono
scure, bronzee anch'esse, me le spine delle pinne pelviche e della pinna anale sono
addirittura candide e sott'acqua ben visibili pure nelle tane pi scure. Pu arrivare
comunque a una lunghezza di quaranta centimetri e a quattro chilogrammi di peso,
bench certe volte possa raggiungere dimensioni superiori, dai sessanta centimetri di
lunghezza e tra i cinque e i sei chili di peso. Nel Mediterraneo la Corvina si riproduce
nella tarda primavera e in estate. carnivora e va pazza di piccoli crostacei e di teneri
molluschi, bench, quando ha proprio fame e non trova di meglio, non disdegni
nemmeno i minuti pesci azzurri che si avvicinano alla costa e che attacca con la foga di
un predatore di razza, dimostrando una decisione e una grinta veramente
insospettabili, visto il suo aspetto apparentemente mansueto e ascetico. La Corvina ha
gli occhi neri grandi e rotondi. L'etichetta e la buona educazione che le sono state
inculcate da piccola sono sempre presenti nel suo mondo di vivere. La Corvina si
raggruppa sempre in piccole trib di individui tutti pi o meno della stessa grandezza e
tutti talmente ossessionati dal pericolo di dare fastidio al prossimo che, pur di non
correre questo rischio, quasi non si muovono, rimanendo nella penombra di una tana
come
palloncini
di
natale.
Dove vive. La Corvina comune nel Mediterraneo, nel Mar Nero e nell'Atlantico
orientale, a nord fino al Golfo di Biscaglia e a sud fino al Senegal. Vive generalmente
tra i cinque e i sessanta metri di profondit, ma la si trova facilmente tra i quindici e i
quaranta metri. Come la Cernia, un pesce di scoglio con abitudini stanziali. Perci
non si allontana mai troppo dalla sua tana e dalle scogliere sommerse. Al contrario
della Cernia per, non usa emigrare "in verticale" nel corso dei mesi invernali rimane
pi o meno nella stessa zona anche quando fa freddo e la superficie delle acque
percorsa dai gelidi venti di tramontana. Le sue tane sono tutt'altro che complicate ed
inaccessibili: di solito sono ampie grotte munite di diverse aperture alle quali filtra la
luce del sole, come se si invece di essere sott'acqua si fosse all'interno di una chiesa o
sotto la navata di una solenne cattedrale; oppure sono gallerie spaziose; oppure
ancora balconate di roccia praticamente invisibili dall'alto. Spesso l'ingresso di queste
tane non d direttamente allo scoperto, ma in riparati canaloni stretti tra due pareti,
dove le Corvine pi piccole del gruppo evoluiscono mollemente, con tutte le pinne d'oro
spiegate come le vele di altrettanti galeoni, sotto gli occhi severi e tranquilli dei
genitori, che invece se ne stanno al riparo, subito dietro l'ingresso di casa. Insomma:
nonostante la Corvina sembri una personcina assennata e molto pratica, in realt
coltiva in s una notevole mania di grandezza . Le tane piccole e buie, i tortuosi
cunicoli tetri ma sicuri non le sono congeniali. La Corvina di stampo nobile e pertanto
rifiuta le stamberghe per abitare soltanto gli incantati palazzi delle fate, dove la
penombra azzurra sovrana e dove i raggi di luce dorata fanno risalire la sua elegante
livrea. La Corvina, che per i suoi colori metallici e le sue pinne leggiadre un ambiente
del Mediterraneo, invece da noi una preda abbastanza comune. La si trova
esclusivamente sui fondali rocciosi, specialmente dove ciclopici macigni si alzano dal
fondo, alla base di pareti verticali o sull'orlo di un abisso. L'importante che il fondale
sia sufficientemente tormentato e ricco di ampie caverne. Un altro habitat molto
congeniale della Corvina la zona di conifere tra la roccia e l'alga, oppure tra la roccia
e la sabbia, ma sempre dove la luce del sole arriva attutita e mitigata da qualche
riparo.
Le tecniche di pesca con una "bolognese" possono essere le pi varie (non sia mai
detto che la pesca non sia anche fantasia!). Sar quindi possibile svariare su pi fronti:
dalla pesca all'inglese (stile importato dal Regno Unito in cui molto praticato); al
ledgering (senza esagerare e tenendo conto dei limiti tecnici dei mezzi); finanche allo
spinning. Ma lo stile di pesca che pi si conf a questo tipo d'attrezzatura
sicuramente la tecnica "d'importazione" ovvero, per dirla breve, col galleggiante. Non
tutti i tipi di galleggianti e non tutti i pesi rientrano in questo tipo di pesca: per essere
precisi, occorre includere galleggianti a "penna di pavone" (e le sue numerose
imitazioni in materiali artificiali) e i classici galleggianti "inglesi" (costituiti da tubetti di
plastica di varia lunghezza e con varie grammature). Pescando dalle nostre parti, e
menzionando le specie ittiche presenti nelle acque a noi limitrofe, ci si rende subito
conto che le dimensioni delle nostre probabili prede non saranno spropositate e quindi
l'attrezzatura dovr adottare pesi e misure proporzionati: le prede pi ambite e
maggiormente prestanti (parlo della stazza) sono sicuramente la spigola, il cefalo e il
sarago ed difficile che esemplari superiori al chilo e finiscano allamati nelle nostre
"trappole" (anche se non mancano segnalazioni, per mia modesta conoscenza, di
spigole di pi di 3 kg di stazza: ma l' incontro con questi mostri da costa molto raro).
L' importanza delle giuste proporzioni del "bagaglio" risiede nel fatto che, per fare un
esempio concreto, una spigola pesante un kg circa non sar in grado di portare con s
un galleggiante di 8g+1 e, di conseguenza, non ci dar mai il tempo di ferrare
prontamente (imboccher l' esca ma, al peso enorme da portare sott' acqua, risputer
il tutto con nostra estrema delusione!). Detto questo, sempre per modestia e umilt,
ma anche per non lasciare nulla al caso, devo ammettere che con un galleggiante da
50g mi capitato di catturare un donzella; ma devo affermare, in modo definitivo, che
la pesca uno sport probabilistico e come tale va praticato, cercando di non lasciare
nulla al caso e curando la metodicit, specie quando i risultati sono buoni
DOVE PRATICARLA
Dopo avervi accennato, sui generis, della pesca con la bolognese, cominciamo a vedere
quali possono essere i luoghi che si prestano all' utilizzo di tale tecnica. Poche ma utili
regole
ci
eviteranno
di
farci
perdere
tempo
e
pazienza:
I) cerchiamo luoghi che ci permettano di avere a poca distanza da noi delle profondit
adeguate (almeno 1 e - 2 metri min. di profondit ad un max. di 20 metri ca. di
distanza da riva); questo importante per due motivi: 1- le prede pi pregiate non
ATTREZZATURA
Dopo aver illustrato grosso modo la tecnica e aver catturato l' attenzione dei
pi(spero), si pu cominciare a scendere un po' pi nel particolare e mostrare l'
attrezzatura, gli stili, i terminali che maggiormente si confanno a quella che, sempre a
mio modesto parere, la tecnica di pesca pi raffinata: quant' difficile allamare una
spigola lo sa solo chi se n' fatte scappare tante ( quantomeno all' inizio).
CANNE
Per bolognese s' intende una canna telescopica, di lunghezza compresa fra i 4 e gli 8
metri ( ma anche oltre) e anelli distribuiti lungo tutto lo sviluppo dell' attrezzo, che si
presta ad uno squisitamente costiero che necessiti dell' uso di galleggianti. Detto
questo, la nostra scelta potr ricadere sugli attrezzi pi svariati: dalle economiche e
robuste bolognesi in fibra di vetro che ci consentiranno di effettuare il giusto periodo di
apprendistato ( 30.000- 65.000), alle raffinate canne in fibra di carbonio ad alto
modulo e con diverso tipo d' intreccio( da 85.000 finanche ai 2.000.000 e non so se
ci si fermi qui!). Chi alle prime armi, o comunque non pu scialacquare quel tanto
che ha potr concentrare la propria attenzione sul primo tipo di dotazione; chi invece
ha gi acquisito una certa esperienza e/o non ha problemi di contabilit non ha che l'
imbarazzo della scelta. Le canne di lunghezza inferiore, 4/5/6 m, si adattano alla pesca
pi distanziata da riva e detengono doti di maneggevolezza nelle fasi di lancio; mentre
le canne pi lunghe, da 7m in poi, ci consentiranno una pesca "in loco", quasi senza la
necessit di effettuare lanci ( quasi come con le roubaisienne). Ritengo che come
primo acquisto ci si possa orientare su una bolognese di 5-6 m che "universale", per
poi
successivamente
seguire
la
nostra
strada.
MULINELLI
Con i mulinelli vale, mutatis mutandis, lo stesso discorso fatto per l' attrezzo pocanzi
descritto: molto dipende dal nostro budget. Ci sono attrezzi di tutte le specie: dai
modelli ultima generazione in alluminio/acciaio/nichel ai modelli meno di punta che
costano anche 20-30.000 lire. All' inizio un "giocattolino" andr bene, dopo per se ne
avvertiranno tutti i limiti: dalla forma della bobina al rapporto di recupero, dai finimenti
in plastica al gioco all' indietro, ecc. L' esperienza fattami in diversi anni mi inducono a
MONOFILI
Qui quasi impossibile dare indicazioni pi o meno dettagliate, questo perch lo scelta del
monofilo e del filo per terminali condizionata da numerosi fattori come la visibilit sottomarina,
le capacit visive dei pesci, la stazza delle prede che stimo insidiando, il tipo di attrezzatura che
abbiamo
in
dotazione.
In
linea
di
massima:
Diametro di 0,14-0,18 in bobina ( per una buona scorrevolezza del filo meglio non
superare tale limite).
Diametro di 0,14-0,08 per i terminali ( molto condizionati dalla visibilit sottomarina).
ALTRI
ACCESSORI
Ami: dal n 18 gambo lungo( per i pesci che adorano gli sfarinati) fino al 10 gambo
corto(per i predatori che gradiscono il "vivo")
Girelle: le useremo per evitare fastidiosi ingarbugliamenti, preferendo le piccole n
16-20.
Stopper: utilissimi perch ci consentono di variare la profondit di pesca, visto che ci
consentono di allungare e riaccorciare il terminale a nostro piacimento.
Chi pi ne ha pi ne metta, ricordando sempre che la pesca, per quanto tranquilla, rimane
sempre uno sport fatto a contatto con la natura e occorre rispettarla e calarsi il pi possibile
nella parte.
Questo tipo di pesca ci d la possibilit di catturare (o almeno tentare) diverse specie ittiche,
alcune delle quali si rivelano piuttosto pregiate. Naturalmente sto parlando delle mormore, dei
saraghi, dei cefali ma, soprattutto, delle spigole. Non mancano altre variet (boghe, sugarelli,
donzelle, aguglie, ecc.) ma, affinando la nostra tecnica e cercando di specializzare il nostro tipo
di pesca, sar possibile insidiare determinate prede e far s che le altre specie ignorino del tutto
(o quasi) le nostre lenze.
Questo tipo di pesca ci d la possibilit di catturare (o almeno tentare) diverse specie ittiche,
alcune delle quali si rivelano piuttosto pregiate. Naturalmente sto parlando delle mormore, dei
saraghi, dei cefali ma, soprattutto, delle spigole. Non mancano altre variet (boghe, sugarelli,
donzelle, aguglie, ecc.) ma, affinando la nostra tecnica e cercando di specializzare il nostro tipo
di pesca, sar possibile insidiare determinate prede e far s che le altre specie ignorino del tutto
(o quasi) le nostre lenze.
ESCHE E PASTURE
uesto , per eccellenza, il settore in cui vale il motto "di tutto di pi"! S, perch non sia mai
detto che una micidiale pastura di nostra invenzione o la voracit delle prede non possano
rendere superlativo qualcosa che, a prima vista, pu sembrare mediocre. Uso questi termini
perch mi capitato spesso di usare esche ultraspecifiche e fare fiasco, mentre il mio "vicino"
effettuava catture superlative col "pane del giorno prima"! Cominciamo dalle esche. Ogni preda
ha
il
suo
"piatto
preferito",
sta
a
noi
invitarla
a
pranzo:
I predatori, pesci che cacciano, adorano sicuramente esche in movimento e visto che qui
trattiamo di bolognese e non di spinning, la nostra attenzione non pu che ricadere sul "vivo", in
particolare
il:
bigattino ( la larva della "mosca carnaria" e si potrebbe definire un' esca universale vista la
capacit di attirare spigole, saraghi, mormore, aguglie e tutte le minutaglie. Va innescato a
gruppi di 2-3 per amo, in modo tale da usarne uno per coprire il gambo dell' amo e gli altri come
segnale
di
richiamo,
scodinzolanti
in
punta
d'
amo).
Altre possibilit che ben si prestano a questo tipo di pesca sono il coreano, il muriddu, l'
americano,
la
lumaca
di
mare,
ecc.
Ci sono poi altre specie che preferiscono gli sfarinati di grano o prodotti a base di farine di pesce
( o simulacri ): il principe di queste prede sicuramente il cefalo, amante delle "pastelle" a base
di pan-carr, farina di grano, sarda tritata, pasta d' acciughe e quant' altro.
Passando ora alle pasture, occorre sottolinearne l' importanza: effettuare una buona
pasturazione, sia prima dell' inizio sia durante l' azione di pesca, ci consentir di catturare l'
attenzione delle prede che intendiamo insidiare. Con una fionda pasturatrice (da 12000 in su)
cerchiamo di far giungere manciate di bigattini (se peschiamo con questo "vivo") sulla zona in
cui intendiamo affondare il nostro terminale. Questa tecnica si conf alla pesca di pesci
predatori, con questi la pasturazione con sfarinati e simili sarebbe inutili poich non attraggono
la loro attenzione: i predatori amano il movimento, amano sfidare e catturare il proprio cibo. Se,
invece, insidiamo cefali e altri pesci amanti dello "sfarinato", sar sufficiente gettare nella zona
di pesca palle di pane bagnato e compresso o piccole palline di "pasta-esca" , finanche le pasture
confezionate,
reperibili
in
qualsiasi
negozio
di
articoli
da
pesca.
Preferirei non essere ripetitivo, ma devo insister sul "di tutto di pi": la pesca lascia molto spazio
all' estro personale di cui ognuno dotato e ci consente di inventare qualcosa di nuovo, di
proprio e di utile. Se ci dovesse mancare un ingrediente o il negozio delle esche fosse chiuso,
sarebbe inutile scoraggiarsi e rinunciare: uniamo fantasia e coraggio(rischiamo anche di fare
grossi "buchi nell' acqua") e sforniamo qualcosa di nuovo, dei surrogati o delle alternative agli
strumenti classici.
TERMINALI
Ora il discorso si complica e diviene assolutamente necessario studiare le abitudini delle nostre
probabili prede, i luoghi di pesca, le condizioni meteorologiche, le capacit dei materiali da noi
impiegati, in due parole: qui occorrono la preparazione, l' esperienza, la precisione e le
conoscenze tecniche. Per i galleggianti da usare in base alle condizioni meteorologiche vi
rimando
alla
1
parte
dell'articolo,
il
resto
mi
accingo
a
descriverlo.
Terminale
N1
E' sicuramente il preparato pi semplice da eseguire e da utilizzare, sia per la sempli- cit di
preparazione sia per le sue buone doti di praticit nella manovra. Procuriamoci del monofilo di
diametro 0,14-0,08 mm, degli ami n 10-14, una girella n16-18, uno stopper(se lo si desidera,
ma non necessario), piombini spaccati da 0.40g e un galleggiante da 1g+1 a 3g+1: il tutto
sar sempre proporzionato alle condizioni meteo e al fondale. Al galleggiante leghiamo uno
spezzone di monofilo della lunghezza di 1.20-1.50m, proporzionando la lunghezza alla profondit
del fondale(possiamo inserire uno stopper che ci consentir di modificare la lunghezza del
terminale). All' altra estremit del filo leghiamo una girella che ci consentir di evitare fastidiosi
ingarbugliamenti e, a seconda delle capacit del galleggiante e delle condizioni ambientali,
possiamo aggiungere in cima dei piombini per zavorrare il tutto(ricordiamo per che, ai fini della
sensibilit dell' azione, pi leggero il tutto meglio ). Una volta sistemata la girella dovremo
montare l' amo. Ce ne sono di gi legati, ma spesso sono montati su un filo sproporzionato alle
esigenze per cui sar meglio provvedere da soli: prendiamo uno spezzone di monofilo del
diametro adatto, di lunghezza compresa fra i 50 e gli 80cm e ad una estremit legheremo l'amo,
mentre l' altra estremit sar ancorata alla girella. Non ci resta che innescare i nostri bigattini e
verificare le potenzialit del terminale costruito. Nel caso in cui avessimo problemi riguardo alla
profondit di pesca, non dovremo fare altro che far scorrere il filo nello stopper e regolarne la
lunghezza
a
nostro
piacimento.
Anche se per la maggior parte del tempo stazionano sott'acqua (fuori dalla nostra vista), le
zavorre sono tra gli oggetti pi importanti di una battuta di pesca: scegliere il piombo sbagliato
significa non stare in pesca, non ottenere lunghe gittate nel lancio ed intralciare l'azione del
calamento.
E' necessario valutare accuratamente il tipo da impiegare sia in funzione delle condizioni
meteomarine, sia del tipo di pesca che vogliamo mettere in atto: non c' niente di pi sbagliato
che infilare una mano nella sacchetta dei piombi e pescarne il primo a caso (...e io l'ho visto fare
spesso, anche in gara...).
All'alba della pesca a surf, i primi caster utilizzavano i piombi a palla e le classiche
saponette: oneste e longeve, ma tecnicamente limitate e limitanti; poi venne l'era del cono
considerato l'arma finale delle zavorre (specialmente da Sandro Meloni): la sua tenuta era pari
solo alla facilit di rotolamento; la continua espansione dell'agonismo unita alla richiesta di
piombi pi efficienti portarono le fabbriche ad un'analisi sistematica della loro funzionalit:
questo sforzo da un lato ha generato i cosiddetti piombi tecnici e dall'altro ha differenziato le loro
peculiarit in funzione del loro utilizzo particolare: in parole povere, ogni mare ha il suo piombo.
Diverse ditte, note a tutti, producono i "piombi tecnici": questi hanno delle speciali forme
(talvolta brevettate) e sono disponibili in diverse grammature ovvero la medesima sagoma
riprodotta
in
varie
scale.
Una curiosit: quando li andiamo a comprare, notiamo subito che i piombi sono lucidi (quasi
argentati): questo dovuto ad un sottile strato di stagno con cui vengono ricoperti: ha non solo
lo scopo di conferire una bella lucentezza, ma di proteggerlo dall'ossidazione: effettivamente la
lega di piombo utilizzata risente poco dell'acqua di mare (che la rende semplicemente
opaca):solo dopo un lungo periodo di tempo possiamo notare modeste tracce di usura.
La prima virt di un piombo da surf deve essere un buon comportamento in volo: ovvero
deve offrire una bassa resistenza al vento ("bucare l'aria") per ottenere delle lunghe distanze e
(soprattutto) per essere poco influenzato dal vento trasversale. Per ottenere questo, sufficiente
che abbia una piccola sezione frontale ed un "raccordo" aerodinamico (fuso) posteriore.
Inoltre sempre in volo non deve "sfarfallare" ovvero non deve oscillare in modo trasversale al
volo stesso: l'abilit del lanciatore pu impedire questo fenomeno (come mi disse una volta
Rocco Matteo), ma, si ricordi, pi il piombo lungo, pi sfarfalla facilmente, mentre quello corto
virtualmente immune da tale effetto.
La seconda virt la tenuta al fondo ovvero la capacit di non farsi spostare facilmente, una
volta che si sia posato sul fondo. Qui supporremo che il pescatore ovviamente non voglia
pescare
allo
scarroccio,
ma
voglia
fissarsi
su
una
posizione.
Di nuovo necessario precisare che, una volta in pesca, la zavorra sollecitata in due
direzioni:
la prima, trasversale al filo, data dalla corrente che fluisce parallelamente alla spiaggia
e che tende a farlo "rotolare". E' facile intuire che un roccotop si comporti in questi casi
in modo peggiore dello sportenn che grazie alle sue due faccette di ampia superficie, sia
pi difficile da ribaltare.
la seconda direzione di sollecitazione lungo il filo, verso il pescatore: per avere una
buona tenuta il piombo deve avere un dente (la cosiddetta risulta) che "agganci" il
fondale: anche in questo caso possiamo prendere ad esempio il roccotop che si comporta
in modo onesto, anche se la tenuta maggiore ce l'ha il cono (o la piramide) in quanto
tutta la superficie posteriore opera l'ancoraggio.
La terza virt che, purtroppo, fa a pugni con la seconda la facilit di recupero: si desidera
che il piombo si sollevi al pi presto dal fondo e, mentre viene salpato a riva, si faccia una bella
Dopo ogni pescata sciacquo con acqua corrente molto velocemente (in modo che non
penetri troppo all'interno) il corpo del mulinello.
2. Le bobine gi usate in una pescata le immergo in una bacinella e ce le tengo almeno
mezz'ora: questo non toglier certo tutto il sale (come ho gi detto) ma almeno evita la
formazione di grossi cristalli che hanno una potente capacit abrasiva.
3. Utilizzo grasso idrorepellente (Mitchell o simili) in abbondanza ma senza esagerare,
per ingranaggi, bronzine, filettature, cardini, perni e coppiglie.
4. Metto dell'olio leggero (quello per armi va benissimo) nei cuscinetti a sfere ed a rulli,
sugli alberi oscillanti di bobina.
5. Se il mulinello necessita di una pulita a fondo, lo apro e lo smonto: immergo tutte
le parti interne (ingranaggi, zampe di ragno ecc..) nell'alcool denaturato per un paio
d'ore; inoltre sciacquo, con lo stesso liquido, il carter rimuovendo tutti gli accumuli di
morchia.
6. Dopo ogni uscita controllo che il meccanismo di ripiego della manovella non abbia
accumulato sabbia od altro.
7. Con un panno morbido pulisco ed asciugo accuratamente i dischi della frizione,
badando che non vengano assolutamente contaminati da nessun tipo di lubrificante,
altrimenti sono da buttare.
8. Controllo accuratamente il meccanismo di chiusura dell'archetto e la sua molla di
ritorno: anche questa una zona di possibile accumulo di sabbia, inoltre molto
sollecitata durante il lancio ed meglio evitare brutte sorprese.
9. Prima di ogni uscita stendo un leggerissimo velo d'olio su tutto il corpo del mulinello
(bobina esclusa, mi raccomando!) e lo avvolgo in uno straccio pulito: servir come
antiossidante e protettivo all'umidit. Badate per che il mulinello diventa quasi una
calamita per la sabbia!
10. Se l'impugnatura in mogano (o altro legno pregiato), sarebbe opportuno trattarlo
con del liquido protettivo per il legname marino (un flacone dura un'eternit), che lo
manterr lucido e confortevole all'impugnatura.
Seguendo questi accorgimenti sono certo che il vostro mulinello fisso vi servir fedelmente
ancora in moltissime pescate
IL PESCE SERRA
NOME SCIENTIFICO
Pomatomus saltator
DISTRIBUZIONE
LUNGHEZZA MASSIMA
1,2 mt
PESO MASSIMO
15 Kg
1 - 3 Kg
ARTIFICIALI CONSIGLIATI
DIAMETRO LENZA
0,30 - 0,40
STAGIONE
primavera - autunno
ORARI
I colleghi del Lazio e della Toscana gi da diversi anni la insidiano a spinning con
successo, ma la sua presenza sembra in aumento ed stata segnalata anche in altre
zone d'Italia, Sardegna compresa, sia pure in modo discontinuo. Famoso per la sua
voracit e "cattiveria" , (Pomatomus saltator) pu raggiungere i 15 kg per 1,20 mt di
lunghezza, ma nel Mediterraneo un esemplare di 4-5 Kg costituisce gi un'ottima
cattura. Il suo nome scientifico dovuto alla sua abitudine di prodursi in spettacolari
salti fuori dall'acqua dopo la ferrata. Le esche pi efficaci sono i popper e i minnow,
anche di buone dimensioni, ma talvolta sono state catturate con ondulanti argentati. Il
pesce serra un cliente impegnativo e battagliero, pu essere insidiato in primavera e
autunno nelle zone dove vi concentrazione di muggini o pesce azzurro, quindi presso
le imboccature dei porti, le scogliere e le spiagge profonde.
LECCIA
FAMIGLIA
Carangidi
NOME SCIENTIFICO
Lichia amia
DISTRIBUZIONE
Mediterraneo - Atlantico
LUNGHEZZA MASSIMA
2 mt
PESO MASSIMO
50 Kg
LUNGHEZZA MINIMA
CONSENTITA
cm 15 (nazionale) - cm 60 (regionale)
DIAMETRO LENZA
0,25 - 0,45
STAGIONE
ORARI
tutto il giorno
Fino a qualche anno fa per la leccia valevano le stesse considerazioni fatte per la
ricciola, infatti con le esche artificiali venivano catturati quasi esclusivamente esemplari
giovani e di taglia ridotta. La "scoperta" dei popper ha consentito a molti spinner di
ingannare le grosse lecce (e quando dico "grosse" intendo parlare di esemplari di 10,
20 e pi kg!) giustificando una pesca mirata a questo bellissimo predatore in alcune
zone particolari e in determinati periodi dell'anno. A onor del vero, bisogna riconoscere
che belle lecce sono state pescate anche con altri artificiali, in particolare grossi
minnow; rispetto alla ricciola, infatti, la leccia adulta si lascia ingannare pi facilmente
dalle esche finte, ma si tratta comunque di catture che possiamo definire occasionali,
mentre l'utilizzo dei popper ha significativamente migliorato la possibilit di catturare a
spinning questo splendido carangide.
Tipicamente pelagica, la leccia un predatore prevalentemente superficiale che vive e
caccia in branchi pi o meno numerosi e non perde la tendenza alla gregariet
nemmeno da adulta; si avvicina alla costa durante l'estate e l'autunno, talvolta si
trattiene in prossimit dei bassi fondali fino all'inverno, pi spesso si tratta di
apparizioni brevi e discontinue, all'inseguimento di branchi di muggini o di pesce
azzurro. In alcune zone si pu incontrare anche durante la primavera, la sua cattura
comunque pi probabile durante i mesi autunnali. Gli spot migliori sono, nell'ordine, le
imboccature dei porti, le spiagge ampie e profonde, meglio se in prossimit di una foce
o di una laguna salmastra, le scogliere. In ogni caso, per avere buone possibilit di
IL DENTICE
FAMIGLIA
Sparidi
NOME SCIENTIFICO
Dentex dentex
DISTRIBUZIONE
Mediterraneo - Atlantico
LUNGHEZZA MASSIMA
1 mt
PESO MASSIMO
12 Kg
1 - 2 Kg
ARTIFICIALI CONSIGLIATI
DIAMETRO LENZA
0,30 - 0,40
STAGIONE
primavera - autunno
ORARI
tutto il giorno
scaduta
coste rocciose
Assieme alla leccia di taglia e al pesce serra, la preda pi prestigiosa e difficile dello
spinning nostrano e la sua cattura prerogativa esclusiva di poche e fortunate zone
della penisola. La sua presenza nel sottocosta, e quindi la sua possibilit di cattura,
riservata a luoghi e momenti molto particolari; il dentice, infatti, non si stacca
volentieri dal fondo (lo sanno bene i trainisti che dovono fare i salti mortali per portare
le esche sul fondo) ma in primavera e autunno, in occasione di grosse mareggiate, pu
avvicinarsi a tiro di canna. Nonostante la sua sospettosit un predatore molto
agressivo nei confronti delle esche artfificiali, in particolare dei minnow e in misura
minore anche dei cucchiaini. Le esche possono essere di generose dimensioni, mentre
per i colori sono risultati catturanti tutti i modelli ad imitazione naturale, come cefalo e
sgombro, ma anche livree pi sgargianti come il testa rossa o altre di fantasia.
Sulla combattivit di questo superbo sparide si scatenano accese dissertazioni tra i
trainisti (i quali ostengono sia un pesce arrendevole) e i pescatori da terra (rock fishing
e spinning) che lo ritengono invece dotato di buona resistenza e combattivit. La presa
di posizione dei trainisti giustificata dal fatto che l'attrezzatura utilizzata, spesso a
causa della necessit di affondare quanto pi possibile le esche (quindi con grossi pesi
o utilizzando il monel), piuttosto pesante e sepsso sovradimensionata per le
dimensioni delle prede catturabili (tra l'altro fondamentale allontanare
immeditamente il pesce dal fondo per evitare il rischio che si intani.) Il dentice risente
molto del cambio di profondit; una volta staccato dal fondo perde gran parte della sua
resistenza, che invece elevata nella pesca da riva e soprattutto se affrontato con
attrezzature leggere come quelle dello spinning.
Il barracuda
FAMIGLIA
Sfirenidi
NOME SCIENTIFICO
Sphyraena viridensis
DISTRIBUZIONE
LUNGHEZZA MASSIMA
1,30 mt
PESO MASSIMO
12 Kg
LUNGHEZZA MINIMA
CONSENTITA
cm 30
1 - 3 Kg
ARTIFICIALI CONSIGLIATI
DIAMETRO LENZA
0,30 - 0,35
STAGIONE
primavera - autunno
ORARI
tutto il giorno
pesci interi nel loro stomaco (in un grosso barracuda abbiamo trovato addirittura
un'orata intera da mezzo chilo), quasi sempre ingeriti dalla coda, contrariamente alla
spigola o al dentice che ingoiano le prede dalla testa. Il barracuda un pesce
velocissimo nelle brevi distanze (ma non molto resistente e questo nuoce alla sua
combattivit) e soprende le sue prede in mezzo alla schiuma o dopo brevi inseguimenti
in superficie.
Come molte altre specie di pesci ermafrodito proterandro, quindi ogni
barracuda maschio fino ad una certa et per cambiare sesso. Non sappiamo con
esattezza a quale dimensione avenga l'inversione sessuale, senza'altro sotto il chilo di
peso, infatti tutti gli esemplari catturati in primavera oltre tale peso erano ovati. La
deposizione avviene a fine primavera.
Le carni sono buone, per il loro elevato contenuto in fosforo e la loro
digeribilit sono molto adatte ai bambini.
Molto vorace ed agressivo e dotato di poca sospettosit, il barracuda
nostrano particolarmente sensibile al fascino delle esche artificiali. Queste
caratteristiche, oltre al fatto di muoversi spesso in branchi numerosi e di avvicinarsi
alla costa in periodi piuttosto lunghi, ne fanno un cliente perfetto per lo spinning.
Attenzione, per, il giovanotto di sano appettito quindi non presentategli stuzzichini
come piumette, cucchiaini o altre esche da occhiate; il barracuda attacca volentieri
soprattutto esche consistenti. I minnow sono di gran lunga gli artificiali pi catturanti,
anche di grosse dimensioni; consigliabili quelli di lunghezza compresa tra 9 e 14 cm,
meglio se in legno duro (tipo Rapala Magnum) o in plastica resistente. Pesciolini pi
"teneri", come quelli classici in balsa, possono risultare inutilizzabili dopo una sola
abboccata.
Tutti i colori sono ammessi, il barracuda non per niente schizzinoso ed
attacca anche esche dai colori pi improbabili. Dobbiamo dire, peraltro, che gli
esemplari pi grossi hanno mostrato una certa preferenza per lo sgombro. Sono
comunque valide tutte le colorazioni naturali che quelle di fantasia.
I cucchiaini, anche di generose dimensioni, hanno dato risultati
nettamente inferiori ed oltrettutto offrono minori garanzie nella ferrata per la presenza
di una sola ancoretta.
Come gi riferito, il barracuda un pesce pelagico che si avvicina alla
costa in due momenti dell'anno: compare all'inizio della primavera, si trattiene fino a
giugno inoltrato e scompare poi nei mesi pi caldi ed affollati. Ricompare in autunno
con un picco di presenze tra ottobre e novembre, ma ne abbiamo pescato anche a
gennaio, nelle stagioni caratterizzate da elevata temperatura dell'acqua.
Il barracuda andr insidiato, pertanto, in questi due periodi, evitando
luglio e agosto (che in ogni caso non sono mesi adatti allo spinning in genere) ed i
mesi con le acque pi fredde. Le coste rocciose ed in particolare le punte caratterizzate
da buone correnti ed acque profonde sono i luoghi migliori per lo spinning. E' spesso
presente, per, anche in acque pi basse, tant' vero che in alcune zone condivide con
la spigola il territorio di caccia: ci capitato con una certa frequenza di pescare le due
specie assieme.
Come tutti i predatori, il barracuda preferisce cacciare nella schiuma; i
momenti migliori sono quelli con mare in scaduta o con mare formato. Rispetto alla
spigola, il luccio non ama invece le acque torbide e sporche.
La spigola
FAMIGLIA
Serranidi
NOME SCIENTIFICO
Morone labrax
DISTRIBUZIONE
Mediterraneo - Atlantico
LUNGHEZZA
MASSIMA
1 mt
PESO MASSIMO
12 Kg
0,5 - 2 Kg
ARTIFICIALI
CONSIGLIATI
pesciolini finti 7 - 13 cm, anche snodati; colori: mugginetto sardina (blu) cucchiaini ondulanti argentati (5 - 10 cm) popper 5-11 cm - piumette - anguilline in silicone
DIAMETRO LENZA
0,25 - 0,30
STAGIONE
ORARI
CONDIZIONE MARE
IDEALI
LUOGHI PER LO
SPINNING
LA LAMPUGA
NOME SCIENTIFICO
Coryphaena hyppurus
DISTRIBUZIONE
LUNGHEZZA MASSIMA
2 mt
PESO MASSIMO
40 Kg
LUNGHEZZA MINIMA
CONSENTITA
cm 60
PESO MEDIO A
SPINNING
0,5 - 2 Kg
ARTIFICIALI
CONSIGLIATI
DIAMETRO LENZA
0,25 - 0,30
STAGIONE
ORARI
sole alto
CONDIZIONE MARE
IDEALI
LUOGHI PER LO
SPINNING
Diffusissimo in tutti i mari caldi e temperati del globo, la lampuga uno splendido
predatore dalla forma e colorazione inconfondibile che pu raggungere i 50 kg di peso
ma nelle nostre acque difficilmente supera i 10 kg.
Come molti altri pelagici, insidiabile a partire dalla fine dell'estate e la sua presenza in
prossimit della costa influenzata dalla temperatura dell'acqua, in alcune annate
possibile incontrarla per buona parte dell'autunno.
Le esche che si sono rivelate pi catturanti sono i popper anche di discrete dimensioni, i
cucchiaini ondulanti argentati da 5-7 cm e piccoli jig siliconici. Meno catturanti i minnow,
ma in alcune occasioni hanno dato buoni risultati piccoli modelli snodati. uno dei pochi
predatori che non particolarmente attratto dalla schiuma e dal mare mosso, la sua
cattura avviene spesso con mare calmo e trasparente. Pesce velocissimo, la lampuga
un avversario spettacolare e divertente, appena allamato si produce in salti fuori
dall'acqua alternati a veloci fughe, elevata la percentuale di slamature.
RICCIOLA
FAMIGLIA
Carangidi
NOME SCIENTIFICO
Seriola dumerili
DISTRIBUZIONE
Cosmopolita
LUNGHEZZA MASSIMA 2 mt
PESO MASSIMO
60 Kg
LUNGHEZZA MINIMA
CONSENTITA
cm 60
PESO MEDIO A
SPINNING
ARTIFICIALI
CONSIGLIATI
pesciolini finti 7 - 11 cm; colori: mugginetto - sardina (blu) sgombro; cucchiaini ondulanti argentati (5 - 10 cm) piumette bianche o colorate
DIAMETRO LENZA
0,25 - 0,40
STAGIONE
autunno
ORARI
CONDIZIONE MARE
IDEALI
LUOGHI PER LO
SPINNING
Il pi grande carangide dei nostri mari (pu superare i 50 kg) interessa lo spinner solo
nella fase giovanile; difficilissimo infatti riuscire ad ingannare una ricciola adulta con
esche artificiali, cos come facile catturare esemplari giovani. I "limoncini" infatti (cos
vengono chiamate le ricciole giovani per il loro caratteristico colore) attaccano senza
AGUGLIA
FAMIGLIA
Belonidi
NOME SCIENTIFICO
Belone belone
DISTRIBUZIONE
Mediterraneo - Atlantico
LUNGHEZZA MASSIMA
0,6 mt
PESO MASSIMO
1 Kg
LUNGHEZZA MINIMA
CONSENTITA
cm 25
0,2 - 0,3 Kg
ARTIFICIALI CONSIGLIATI
DIAMETRO LENZA
0,20
STAGIONE
ORARI
consente una gittata pi o meno lunga. Esistono delle vere e proprie "scuole" di lancio, e anche se non
poi difficilissimo, necessario avere una buona pratica prima di effettuare una battuta di pesca. E'
consigliabile, quindi, recarsi su un arenile ed iniziare a provare i lanci solo con il piombo, per evitare
disastrosi ingarbugliamenti. Il lancio "pendolare" quello che consente di lanciare il piombo pi lontano,
ma difficile e necessita di molta pratica ma soprattutto di una buona guida. Tenendo poi in
considerazione alcuni fattori (scelta canna, manegevolezza, bilanciatura dei componenti, costituzione
fisica del pescatore, mulinello e doti atletiche) esistono numerose tecniche di lancio:ground;side cast;classico "sopra la testa";pendolare.
Ma, vediamo quello che succede negli USA, dove gli americani sono sempre all'avanguardia per ci che
riguarda le tecniche: il bluefish (cos viene chiamato il pesce serra) viene pescato anche con la mosca il
cavetto. Alternativa, ritornando allo spinning o alla traina veloce sono le anguillette siliconiche o meglio il
gronghetto di circa 30 cm. montato su tre ami. Con gli artificiali si tenta di stimolare la forte aggressivit
del Pomatotus Saltator che aggredir l'artificiale non per fame ma per uccidere, un p come succede con il
dentice. Gli ami: Si utilizzano ami del 3/0 o 4/0 ad occhiello e gambo lungo, possibilmente con una punta ben
affilata. Il serra ha potenti mascelle ed una bocca dura da bucare. Attrezzature: Per trarre comunque il
maggior divertimento e gusto possibile dalla pesca al pesce serra, dovremo ricorrere a canne di basso
libbraggio, vale a dire 8/12 libbre, possibilmente lunghe e non stand up: Con questo tipo di attrezzatura,
allora, ci sar da divertirsi nel contrastare le potenti fughe a galla del pesce. Per quanto riguarda il mulinello
dovremo disporre di un attrezzo veloce, con una buon rapporto di recupero. Personalmente utilizzo uno
SPEEDY della Duel oro, con un rapporto di recupero 6:1: il pesce serra, una volta allamato combatte con salti
fuori dall'acqua e sovente viene nella stessa direzione della barca per allentare la trazione. Se non saremo
pronti al recupero rischieremo di slamare il pesce. In questo articolo non entr nel merito delle varie tecniche,
ma volendo stabilire una attrezzatura media da principiante, molto genericamente si pu cos sintetizzare
Canna da 4 metri con potenza 100/160 gr.; Mulinello a bobina larga con grande capienza e per facilitare
l'uscita del filo; Monofilo dello 0,30 se nylon o 0,22 se dynema, consigliato per i pi esperti, con
spezzone di nylon, da ammortizzatore; Piombo aerodinamico da 100 gr. in s; Terminale dello 0,25 non
molto lungo, diciamo intorno agli 80 cm.; Shockleader 0,45 di almeno 8 metri.
Che cosa lo Shockleader: si tratta di uno spezzone di lenza pi robusto con due dimensioni di spessore. Per
esempio dallo 0,35 passa allo 0,45. Si ricongiunge alla lenza imbobinata lo 0,35 ed il tratto finale sar dello
0,45. In fase di lancio lo strappo sar assorbito dallo 0,45. Ami: Sicuramente sono indicati quelli a gambo
lungo e profilo sottile, tipo aberdeen, ma una scelta oggettiva. La tendenza alle misure piccole per celare
maggiormente le esche. Preferibilmente ad anello. Surfcasting una tecnica ed una disciplina tra le pi evolute
e che vanta un gran numero di praticanti. Le coste sono sempre piene di instancabili pescatori che sia di
giorno che di notte, con il bel tempo ma anche con il cattivo, sfidano il mare alla ricerca della sempre
agognata cattura di sogno. Sicuramente poco lo spazio dedicato per questa disciplina, ma vi assicuro che
solo un......assaggio. Morfologia: ha un capo piuttosto allungato, compresso ai lati. La bocca grande che si
estende fin dietro l'occhio e la mandibola leggermente prominente. Ha denti robusti, acuminati, di forma
triangolare, molto taglienti. Per quanto riguarda la prima pinna dorsale formata da raggi spinosi corti; la
seconda, da raggi molli, abbastanza alta. La pinna anale, simile alla seconda dorsale, preceduta da due corte
spine. Ha una colorazione grigio verdastra pi scura, bluastra, al dorso; pi chiara, fino all'argento con
screziature dorate sui fianchi e biancastra sul ventre. Generalmente ha una macchia nera ben evidente
all'inserzione delle pettora
un vero predatore il pesce serra Ha una morfologia tra la ricciola e la spigola, ma a differenza di entrambe
le specie ha i denti affilatissimi. La sua voracit tale, che intorno alla sua figura si sono creati grandi miti:
dice, infatti che uccida le alimentare. Ed per questo che necessario l'utilizzo di finali in acciaio
termosaldante. Si tratta di un sottile cavetto di acciaio con una guina in plastica. una volta effettuate tre o
quattro volte, con un accendino si procede al suo riscaldamento e la plastica, fondendosi, blocca sue prede pi
per istinto che non per soddisfare il proprio fabbisogno La sua diffusione negli ultimi anni stata molto
omogenea soprattutto nelle zone sud occidentali e centrali dell'Italia, con grandi assembramenti e conseguenti
catture nella zona della bassa Liguria e della Versilia, ma anche in Calabria e Sicilia, nelle vicinanze delle foci
dei fiumi o su relitti non molto profondi. Stazionano anche nei pressi dell'ingresso dei porti, ove, soprattutto
nelle prime ore del mattino o all'imbrunire, facile incontrarli. Tecniche di pesca: Il pesce serra veniva
insidiato soprattutto a traina, e con il vivo, muggine o aguglia. Da qualche tempo, invece, si sta insidiando
anche a spinning, con artificiali del tipo minnows o eschesiliconiche.
La pesca in mare dalle scogliere apre la possibilit di catturare moltissime specie di
pesci, sia artificiali che naturali sono frequentate da pesci di piccola taglia fino ad
arrivare a pesci che sicuramente non sono insidiabili con attrezzature leggere. Svariate
volte capitato di agganciare un pesce e subito quest'ultimo stato addentato da
un'altro pesce, e il proverbio pesce grande mangia pesce piccolo stato rispettato.
Fare una rassegna di tutti i pesci insidiabili sicuramente un compito arduo, per le
tecniche di pesca con lenza leggera non sono poi cos tante, o meglio quelle che pratico
sono concentrate alla cattura di specifiche specie di pesci. Spesso l'azione di pesca in
certo luogo pu essere portata con una tecnica perch quella tecnica nel tempo stata
quella che ha dato pi risultati, ma allo stesso tempo pu essere scelta perch in quel
luogo permette di pescare nella maggior parte di situazioni meteo/marine, per ci
scegliere una tecnica al posto di un altra molto importante specialmente se la scelta
pu diminuire i tempi morti, cio come facilmente comprensibile pi l'esca sta in acqua
pi possibilit ci sono di agganciare qualcosa. Un esempio se peschiamo ad una
distanza intorno ai 7 mt. sar sicuramente pi pratico pescare con una bolognese da 7
mt. che con una inglese, questo perch con la bolognese non dobbiamo lanciare e se
dobbiamo arrivare a profondit superiori alla lunghezza della canna con l'inglese
dobbiamo pescare scorrevole. Le cose cambiano se l'azione di pesca si svolge su
distanze che con la bolognese sono proibitive, sia per il lancio sia per il vento che con
la sua presenza rende questa pesca difficile se non impossibile, ed proprio la pesca
all'inglese
che
risolve
questi
problemi.
Naturalmente pescando dalle scogliere molto pi facile che le condizioni richiedano
l'uso di lenze pi pesanti rispetto alla pesca nei porti, in particolare se si pesca sulle
punte esposte a mare aperto, per questo dobbiamo mettere in conto il cambiamento di
lenza che se necessario ci garantir una corretta e pi redditizia azione di pesca.
Per andare sul pratico, all'Argentario ci sono molti luoghi che ben si prestano alla pesca
dalla scogliera, sia per le particolari condizioni di esposizione sia per le caratteristiche
della zona, nel 90% dei casi la pesca all'inglese ( +2) ci garantisce un buon
compromesso tra leggerezza e entrata in pesca per la presenza del vento e avvolte la
forza del mare ci costringono ad abbandonare per impraticabilit. Gli stessi posti in
alcuni casi si prestano all'uso della bolognese proprio quando la calma di vento e del
mare massima.
Bolentino di profondit: tecniche di pesca Il mare sempre pi povero di pesce e le catture sensazionali
diminuiscono sempre di pi. Ecco perch, ma non solo, dobbiamo porre maggiore attenzione ad una tecnica
che con il passare del tempo raccoglie sempre pi proseliti: il bolentino di profondit. Nato in Spagna alcuni
anni orsono, e diffusa la tecnica per via di filmati su videocassetta, con incredibili catture (cernie gigantesce,
occhioni enormi, merluzzi da 10 chili ed oltre), si sta sviluppando in Italia, e soprattutto in quelle zone ove le
batimetriche diventano improvvisamente profonde ed i fondali sono misti. E' una tecnica che presuppone
avere l'imbarcazione e tutta l'attrezzatura che sar naturalmente elettrica. E' impensabile, infatti, salpare lenza
da un fondale di 300 metri e oltre. La zona di pesca la cosa pi difficile da identificare: ci sar di aiuto una
buona carta nautica dove andremo a cercare le zone in cui le batimetriche sono molto vicine e quindi ci sono
repentini cambi di fondale. Se presente la roccia ancora meglio, o quantomeno una zona ove ci sono detriti o
tronchi. Naturalmente oltre a possedere una imbarcazione veloce e sicura, capace di percorrere 10 o 20 miglia
in poco tempo, sar necessario avere anche un buon ecoscandaglio (a cristalli liquidi o a tubo catodico, purch
con un range di oltre 300 metri) ed un buon GPS, per la localizzazione della posta di pesca. Tra l'altro c' da
ricordarsi che generalmente oltre le 12/15 miglia si perde il contatto visivo con la costa. Non ci lasciamo
impressionare dalle numerose foto di catture che appaiono su cataloghi o riviste: perlopi sono catture
realizzate in mari esotici, o comunque non nelle nostre zone. Questo non vuol dire che nei mari intorno
all'Italia non ci siano cernie di 30 0 50 chili e oltre. Naturalmente, da cauto pescatore, consiglio di non partire
per queste battute di pesca con velleit assurde. Gi catturare qualche occhione o qualche spinarolo, almeno
per le prime uscite daconsiderarsi un gran successo. Stabiliamo innanzitutto che questo tipo di pesca
andrebbe praticata ancorati, o al limite con un leggerissimo scarroccio. E certo che ancorarsi su un fondale di
300 metri risulta cosa abbastanza difficile, oltre al fatto che la grande quantit di cima da filare (almeno 500
metri) ci porterebbe lontano dalla zona di pesca. Allora consigliabile portarsi leggermente sopra la cigliata
sulla quale vogliamo pescare, calare le nostre lenze a scarroccio sino al passaggio sul punto da noi designato.
Ci sar sicuramente la possibilit di perdere qualche finale o comunque il piombo, ma avremo la chances di
scandagliare un buon tratto di mare.
I TERMINALI: Rispetto alle altre tecnica la realizzazione abbastanza facile. Si tratta di collegare una serie
di ami (almeno 10) utilizzando alcuni accessori facilmente reperibili sul mercato.
Si tratta di un Fluorocarbon 125 lb. con amo 7/0. La tenuta dell'amo discreta anche se si
sono avute numerose slamate. Il sistema di collegamento all'amo il seguente: nodo del
tubicino che passa in un accessorio (molletta rivestita) e che evita che il finale stringa
molto sull'anello dell'amo.
Anche qui viene usata la redancia in acciaio. Risponde benissimo in qualsiasi situazione.
La redancia in acciaio ha bisogno, prima di essere stretta al nodo, di essere foderata: in
particolare, una volta assemblato il nodo del tubicino, prima di serrare si effettuano
alcuni giri intorno al nylon, tra il nodo e la redancia, con del filo dentale.
Si viene a creare un piccolo cuscinetto di circa 3 millimetri ed una volta stretto, si bagna
e si stringe il nodo, che va a posizionarsi a ridosso di questo cuscinetto di filo. La tenuta
garantita al 100%.
Terminando la serie di terminali esaminiamo il famoso "Nero di Betulla". Questo in
particolare un finale di 250 lb. resistentissimo e molto particolare. Molti anni orsono,
soprattutto in adriatico e per via delle acque non proprio limpide si usava questo
materiale. I primi assemblaggi furono effettuati usando i fermi in ottone o in acciaio e le
dovute pinze. Personalmente anche qui ho utilizzato il nodo del tubicino che per di
difficile realizzazione a causa della durezza del filo. Inoltre qui stato utilizzato un circle
hook di qualche anno fa che non ha l'anello di serie.
E' stato quindi, inserito un anellino in acciaio tra l'amo e la redancia.La resistenza di
questo finale si addice per bestioni di peso ben oltre i 300 chili, ma la sua visibilit
estrema. Si utilizza solo in acque molto profonde e sporche.
In conclusione, comunque, le situazioni di pesca sono molteplici e diverse. Il pescatore pi bravo a volte
quello che meglio riesce a capire la situazione del momento: verificare costantemente se l'esca nella scia
della pastura, se la pastura avviene in maniera costante, che non sia troppo scarsa n troppo abbondante, che il
diametro del finale sia proporzionato alla limpidezza dell'acqua. In queste poche valutazioni nascosto il
segreto o l'insuccesso della nostra battuta di pesca al tonno gigante, una tecnica appassionante e altamente
carica di una stressante ma anche piacevole attesa in vista del magico trillo del cicalino.
Il boatcasting, come la parola stessa lascia intuire, non altro che il surfcasting dalla barca. E una tecnica
con la quale si lancia lesca lontano dalla zona dombra della barca. La nostra imbarcazione, infatti, crea una
scia dombra sul fondo, e il pesce presente sotto la scambia per un grosso predatore. Ci troviamo, quindi, in
pesca ancorati ma con la maggior parte dei pesci che staziona fuori dalla zona dombra. E una tecnica che
viene applicata su fondali superiori ai 25 metri ed in presenza di corrente sostenuta. In questa situazione,
infatti, ancorando limbarcazione di prua, come nella foto sopra, tutti i pescatori si troveranno con le lenze che
confluiscono nella medesima zona, rischiando laggrovigliamento e tra laltro pescando male per i motivi detti
nellintroduzione. Il pesce diffidente quando si trova sopra una grossa ombra; lattivit frenetica sar
sicuramente sui bordi di questombra. Tra laltro se riusciamo a lanciare le nostre esche verso la scia della
pastura, le allamate aumenteranno notevolmente. Su fondali bassi il problema dellombra ancora maggiore.
Lattrezzatura. Lattrezzatura pi vicina a quella del surfcasting che non a quella del bolentino da barca.
Tra laltro una grande quantit di pescatori dalla barca ritiene pi comoda una cannetta da1,60 mentre la
lunghezza media per la pesca da barca dovrebbe essere di almeno 3 metri, aumentando man mano che
aumenta la grandezza della barca. Come dicevo prima consiglio una canna a due o tre pezzi o anche
telescopica, con cimino intercambiabile, azione di punta e vettino sensibile. Volendo scegliere la canna giusta
una da surf con potenza tra 130 e 230 grammi, da mulinello rotante la scelta migliore.
Il mulinello rotante preferibile a quello a bobina fissa, almeno per questo uso. Con una capacit di almeno
300 metri di lenza di 15/20 libre, dovrebbe avere un rapporto di recupero abbastanza alto. E consigliabile
collegare alla lenza madre uno spezzone di shock leader di almeno 15 metri: questo permetter di
ammortizzare bene i lanci, avendo anche una sicurezza in pi in caso di cattura di una grossa preda. Una volta
entrato nel mulinello parte dello shock leader, il nostro pesce avr poche possibilit di fuga.
Il terminale ideale rappresentato da amo singolo collegato ad un filo di almeno 1,50/2 metri: la scelta del
diametro e della qualit del filo dipender dalle prede che intendiamo insidiare.
Naturalmente consiglio il Fluorocarbon (Duel o Seaguard). Se si insidiano prede come il dentice allora sono
consigliabili due ami in serie, di cui uno scorrevole, della misura adatta per innescare una sardina intera. I
piombi saranno compresi tra i 75 ed i 200 grammi. Se si pesca su fondali rocciosi necessario allestire piombi
con rampini a perdere. Si prende un piombo con foro centrale dentro al quale faremo passare due o tre fili
sottilissimi di rame o ferro, con i quali si costruisce un piccolo rampino. In caso di incaglio, sotto trazione, i
rampini si raddrizzeranno ed avremo la possibilit di recuperare lintero finale. Altri accessori: piombi con
girella, girelle con moschettone, perline e girelle singole.
Il lancio. La tecnica similare al lancio dalla riva. Impugnando la canna con la mano sinistra nellapice pi
basso, la destra si porr poco sotto il mulinello (vedi foto sotto) Ci assicuriamo che il piombo e lamo sia fuori
dalla barca o comunque non comporti rischio per alcuno. Si porta quindi indietro lateralmente la canna e
quando si certi che tutto sia a posto si lancia. Lasciamo uscire tutto il filo necessario, sino a quando il
piombo non avr toccato il fondo. Per eliminare parzialmente leffetto della corrente sarebbe necessario
imbobinare con multifibra del tipo spectra, filo che ci consente di diminuire il diametro e contestualmente
di aumentare il carico di rottura. Oltretutto aumenta anche la sensibilit alle tocche dei pesci.
La zona di pesca. Per la scelta della zona dovremo avere una perfetta conoscenza dei fondali, avere delle
carte nautiche o un gps cartografico che ci consentano di trovare la posta migliore. Il pesce, infatti, non
frequenta tutte le zone rocciose allo stesso modo, ma predilige sempre le scadute o le buche sul fondale,
comunque zone dove la corrente maggiore.
Inizieremo con il calare una lenza con un piombo di peso medio (100 gr.) per capire lesatto spostamento del
filo. Ritiriamo il tutto e lanciamo a circa 40/50 metri in favore di corrente, con un angolo di 45/50 gradi
rispetto alla cima dellancora. Una volta che il piombo tocca il fondo ed i rampini fanno il loro effetto,
possiamo allora recuperare un po di lenza e mettere in tiro la canna. Quando il pesce abboccher, venendo
meno la trazione del rapino sul fondo, il vettino della canna comunicher labboccata. Non ci resta che ferrare
e iniziare il recupero della preda. Pi pesante il piombo, pi facilmente il pesce si autoferrer, per il peso
stesso del piombo. La regolazione della frizione deve essere intorno al 50% del carico di rottura del filo, per
evitare, in fase di recupero di perdere tempo con la regolazione della frizione e dare al pesce la possibilit di
slamarsi. Questa tecnica di pesca molto praticata in Inghilterra dove le forti correnti di marea influiscono e
non poco nella pesca dalla barca. In Italia scarsamente praticata, ed a torto, una tecnica che premia
Un sistema antico di pesca quello con lo zatterino divergente. Una volta veniva praticato dai pescatori
calabresi e siciliani i quali non avendo la possibilit di una imbarcazione si creavano un piccolo strumento che
potesse portare lontano le loro esche.
Si tratta di una traina da riva che condotta dal pescatore a piedi lungo la spiaggia mediante il trascinamento di
una barchetta lungo il cui cavo di tiro si dipartono alcuni finali dotati di esche artificiali o naturali. Vediamo
quindi la costruzione e come si armano i calamenti.
Troviamo due tavolette di legno delle quali una pi grande (60 cm) ed una pi piccola (45 cm). Le due
assicelle parallele verranno tenute insieme da due o tre perni in legno che provvederemo a fissare con viti o
chiodi. Lo zatterino avr cos una perfetta galleggiabilit ed allestremit della parte pi corta collegheremo
un anello al quale fisseremo la cima che traineremo da riva.
Una volta in acqua lo zatterino a causa della pressione maggiore dellacqua sullassicella pi grande andr
verso il largo. La lenza madre o cima che terremo da riva avr un diametro del 100 o anche 1,20 e sar lunga
da 60 a 100 metri. Ogni 4 metri potremo fissare una girella, bloccandola sul trave con perline e nodo di
blocco, cui collegheremo un finale, possibilmente in fluorocarbon del diametro dello 0,30 e lungo 1,50 mt.
Ogni 4 metri ripeteremo questa operazione. Avremo filato in mare circa 15 o 20 ami, che potranno essere
innescati con verme (coreano o altro) o con piumette, e la grandezza dellamo sar relativa alle specie che
pensiamo di insidiare. Naturalmente il nostro scopo dovrebbe essere quello di catturare ricciolette, serra, lecce
stella, tracine, spigole, ecc. Possiamo anche utilizzare esche come le anguillette siliconiche, cucchiaini o
piumette di vari colori.
Possiamo ora iniziare la nostra passeggiata che ci porter in breve a sentire le allamate. Lattacco del pesce
viene trasmesso al trave in maniera abbastanza violenta. Bisogna quindi iniziare a raccogliere la lenza sul
sughero e trascinare il pesce verso riva. Dopo aver slamato il pesce, si continua la pesca calando nuovamente
lo zatterino e continuando nello stesso senso. Con questo tipo di pesca si possono battere molti metri o
chilometri di mare e al ritorno, cambiando la lunghezza della lenza, sondare un tratto di mare diverso. Un
consiglio: pescare soprattutto a ridosso della battigia dove, soprattutto nel periodo invernale, vista lassenza
dei bagnanti, molto probabile lincontro della regina del mare, sua maest la spigola. Acqua poco torbida e
appena mosso sono le condizioni migliori.
Di recente alcune azienda hanno prodotto un tipo di zatterino a vela che si allontana da riva con la forza del
vento, ma si tratta di un altro strumento che tratteremo in seguito.
E una pesca che costa poco in termini di attrezzatura, si pu praticare per tutto larco dellanno e procura,
inoltre, un sano esercizio fisico.
Esche artificiali
Molto schematicamente, le esche artificiali pi utilizzate per lo spinning in mare possono suddividersi
idealmente in 4 grandi categorie: piume e piumette (semplici o con testina metallica), cucchiaini (rotanti o
ondulanti), pesciolini finti (minnow e popper), jigs (siliconici e non). Una 5^ categoria comprende gli
artificiali vari (cio quella moltitudine di esche, da noi scarsamente utilizzati, che non rientrano nelle tre
categorie precedenti).
Le piumette semplici sono efficaci con molte specie di predatori di piccola taglia (aguglie, occhiate,
ricciolette, lecciotte di branco) ma possono interessare anche grosse spigole. Possono essere acquistate gi
pronte in diverse misure e colori o confezionate "in casa". La materia prima migliore costituita dalle piume
del collo del marab, ma vanno benissimo anche quelle di specie pi nostrane (gallo, tacchino). Le piumette
vanno utilizzate con mare calmo o poco mosso e necessitano di una zavorra per il lancio (bonnand o
galleggiante piombato). Inutile utilizzarle nella risacca per ovvi motivi.
Le piume con testina metallica (le cosidette piumette giapponesi) vengono normalmente utilizzate nella
traina, ma non hanno dato grandi risultati nello spinning. Solitamente il loro peso consente buoni lanci anche
senza zavorra.(A sinistra, dall'alto, una piuma con testina metallica, una piumetta da occhiate preconfezionata
e una piuma artigianale per spigole).
I cucchiaini rotanti, normalmente utilizzati in acque dolci, vengono citati in alcuni testi di spinning
per aver dato qualche interessante risultato con specie varie ma francamente non ci sentiamo di
consigliarli se non in particolari occasioni (li abbiamo provati per un certo periodo con risultati
deludenti).
Certamente efficaci con quasi tutti i predatori sono invece i cucchiaini ondulanti: in diversa misura, tutte le
specie insidiabili a spinning possono attaccare gli ondulanti. Nelle misure piccole (3 - 5 cm), da lanciarsi con
zavorra tipo bonnand, possono interessare occhiate, aguglie e ricciolette, mentre le misure maggiori (da 7 a 10
cm, con pesi che possono superare i 30 gr) possono essere lanciate direttamente senza pesi aggiuntivi per
insidiare spigole ed altri predatori di taglia. Consigliabili in tutte quelle situazioni in cui occorrono lunghi lanci
(ad esempio dalla spiaggia) o dove la scarsa profondit rende inutilizzabili i pesci finti.
I pesciolini finti sono senz'altro gli artificiali pi utilizzati nello spinning in mare per la loro efficacia nei
confronti di tutti i predatori. I minnow (spesso chiamati rapala, dal nome della casa costruttrice pi famosa)
hanno una paletta in plastica o metallica che conferisce loro il classico movimento ed un affondamento pi o
meno accentuato, mentre i popper sono privi di paletta e devono la loro azione al particolare taglio della testa
che consente un movimento del tutto particolare in
superficie.
I minnow possono essere monopezzo (di gran
lunga pi utilizzati) o snodati, dal nuoto pi
sinuoso (e quindi da recuperare pi lentamente),
molto catturanti per certe specie (spigola,
lampuga). Esistono, inoltre, modelli galleggianti o
affondanti. Tutti i minnow danno il meglio di s
nella schiuma mentre i popper sono in genere da
preferire con mare calmo o poco mosso. I pesci
finti vengono lanciati sfruttando il loro peso, senza
perci utilizzare zavorre di alcun tipo, nello
spinning dalla costa perci si utilizzano pesciolini
di discrete dimensioni e peso.
I Jig sono esche composte da una testina piombata
(o jig-head) ed un corpo in genere siliconico
oppure composto da materiali derivati dalla pesca
a mosca (pelo, piume, etc.). Ne esiste una enorme
variet di tipi e dimensioni, molto usati in questa
tecnica sono i cosidetti "falcetti" o "grub"
siliconici. Rispetto ad altri artificiali i jig
richiedono un recupero "attivo" da parte del
pescatore che deve provvedere a dar vita all'esca
con il movimento del braccio e del polso e con
frequenti variazioni di velocit. Sono, peraltro, tra
le esche pi duttili e versatili, infatti possono
essere utilizzate sia in superficie che a fondo,
consentono lanci lunghi grazie al buon peso in
rapporto alle dimensioni ed hanno dimostrato la loro efficacia nei confronti di molti predatori marini. Altra nota
positiva, hanno un costo decisamente inferiore rispetto a tutte le altre esche finte.
I pesciolini finti sono senz'altro gli artificiali pi utilizzati nello spinning in mare per la loro efficacia nei
confronti di tutti i predatori. I minnow (spesso chiamati rapala, dal nome della casa costruttrice pi famosa)
hanno una paletta in plastica o metallica che conferisce loro il classico movimento ed un affondamento pi o
meno accentuato, mentre i popper sono privi di paletta e devono la loro azione al particolare taglio della testa
che consente un movimento del tutto particolare, con salti fuori dall'acqua.
I minnow possono essere monopezzo (di gran lunga pi utilizzati) o snodati, dal nuoto pi sinuoso (e quindi da
recuperare pi lentamente), molto catturanti per certe specie (spigola, lampuga). Esistono, inoltre, modelli
galleggianti o affondanti. Tutti i minnow danno il meglio di s nella schiuma.
Normalmente i pesci finti vengolo lanciati sfruttando il loro peso, senza perci utilizzare zavorre di alcun tipo,
nello spinning perci si utilizzano pesciolini di discrete dimensioni e peso. Per un buon lancio non
consiglabile scendere sotto i 15 gr.
ERRORI E CAPPOTTI: COME EVITARLI
I cappotti: analisi di un insuccesso.
Dovete abituarvi se volete praticare lo spinning in mare; con questa tecnica assolutamente normale tornare a
casa a mani vuote. Non possibile eliminarli (a meno che non andiate a pescare ai tropici) ma capire le cause
pu aiutarci a ridurli a percentuali accettabili, fermo restando che per un vero appassionato un cappotto non
costituisce mai motivo di malumore. In altre parole, non si va a spinning solo per catturare pesci (certo se si
"prende" meglio).
Cause possibili di un cappotto:
a) il predatore non c'
In questo caso possiamo fare ben poco se non cambiare zona. L'assenza di predatori potrebbe essere dovuta
alle sfavorevoli condizioni climatiche (alta pressione, mare calmo), al luogo non adatto (ma questo pu
dircelo solo l'esperienza), al traffico di sub e natanti (come avviene nei mesi estivi), alla stagione non idonea.
Ad esempio spesso inutile, nei mesi freddi, pescare dalle punte su fondali profondi (zone tipiche per i
pelagici); con le basse temperature meglio sondare fondali bassi alla ricerca della spigola. L'assenza del
pesce la principale giustificazione del pescatore che torna a casa a mani vuote ("non c'era niente.."), ma in
realt non la causa principale dei cappotti.
ha imparato "sbagliando" possono consentire di sfrondare la nostra attivit dagli errori pi comuni che spesso
decretano l'insuccesso di una battuta di pesca.
Di seguito indichiamo gli errori secondo noi pi frequenti per i lanciatori in erba e che, spesso, cominciano
ben prima della battuta di pesca (ad es. dal nostro rivenditore).
Nel classificare i pinnuti secondo le loro abitudini alimentari, spesso commettiamo l'errore di distinguere
troppo nettamente i predatori dai grufolatori e riteniamo, erroneamente, che la pesca con esche artificiali sia
riservata esclusivamente alla prima categoria. In realt anche i cosidetti grufolatori spesso mangiano altri
animali vivi (vermi, molluschi, ecc...), con l'unica differenza che non attuano un agguato e l'inseguimento
vero e proprio come pu fare il classico predatore, trattandosi di "vittime" lente o immobili. Ma in caso di
pesci palesemente in difficolt come possono apparire le esche finte, anche un grufolatore pu trasformarsi in
predatore, sia pure raramente. La differenza tra le due categorie non cos netta come potrebbe apparire, in
realt diverse specie non tipicamente predatorie mostrano di gradire esche in movimento, talvolta anche
artificiali; chi pesca a fondo le mormore sa bene quanto sia efficace la cosidetta "trainetta", e nei confronti di
questa specie hanno spesso avuto successo piccole esche siliconiche trainate lentamente e con piccoli guizzi.
Saraghi e muggini sono stati spesso ingannati da piccoli rotanti, minnow o jig.
Dallo scambio di informazioni con spinner di tutta Italia emerso che sono state catturate a spinning dalla
costa almeno una trentina di specie differenti, tra le quali, oltre alle specie predatorie tipiche dell'ambiente
marino, anche altre specie assolutamente inconsuete come triglie, salpe e donzelle. D'altra parte non pi un
mistero che si possano catturare orate a traina con esche vive, e recentemente ne sono state catturate alcune di
mole elevata anche a spinning, con minnow e popper!
Qualcuno si chieder: sono cambiate le abitudini dei pesci o dovuto alla maggiore perizia dei pescatori?
Probabilmente tutt'e due le cose, ma bisogna tener conto che fino a poco tempo fa lo scambio di informazioni
su questa tecnica era quasi inesistente, le catture inconsuete sono sempre state fatte ma solo ora se ne parla
pi diffusamente. Saraghi a spinning si catturavano anche quarant'anni fa con i primi Rapala.
Se tutto questo rende il lancio con gli artificiali cos affascinante e misterioso, bisogna anche ammettere che
nella realt le specie da insidiare in maniera specifica sono veramente poche; nelle coste sarde essenzialmente
spigole e barracuda, ma in alcune zone e periodi particolari anche lampughe, lecce e pesci serra, escludendo
da questo discorso i piccoli predatori (aguglie, occhiate, ricciolette) che normalmente non sono oggetto di
pesca mirata a causa della loro mole ridotta. Ogni altra specie, per ora, pu essere considerata una bella
sorpresa, un regalo di questa tecnica ma l'evoluzione di questa tecnica, le migliorate conoscenze nell'uso degli
artificiali e del comportamento dei pesci e soprattutto la tropicalizzazione del Mediterraneo porteranno
sicuramente sviluppi inaspettati nello spinning marino.
acuminati, di forma triangolare, molto taglienti. Per quanto riguarda la prima pinna dorsale
formata da raggi spinosi corti; la seconda, da raggi molli, abbastanza alta. La pinna anale,
simile alla seconda dorsale, preceduta da due corte spine. Ha una colorazione grigio
verdastra pi scura, bluastra, al dorso; pi chiara, fino all'argento con screziature dorate sui
fianchi e biancastra sul ventre. Generalmente ha una macchia nera ben evidente
all'inserzione delle pettorali. Ha una morfologia tra la ricciola e la spigola, ma a differenza di
entrambe le specie ha i denti affilatissimi. La sua voracit tale, che intorno alla sua figura
si sono creati grandi miti: dice, infatti che uccida le sue prede pi per istinto che non per
soddisfare il proprio fabbisogno alimentare. Ed per questo che necessario l'utilizzo di
finali in acciaio termosaldante. Si tratta di un sottile cavetto di acciaio con una guina in
plastica. una volta effettuate tre o quattro volte, con un accendino si procede al suo
riscaldamento e la plastica, fondendosi, blocca il cavetto. Da qui la dicitura termosaldante.
La sua diffusione negli ultimi anni stata molto omogenea soprattutto nelle zone sud
occidentali e centrali dell'Italia, con grandi assembramenti e conseguenti catture nella zona
della bassa Liguria e della Versilia, ma anche in Calabria e Sicilia, nelle vicinanze delle foci
dei fiumi o su relitti non molto profondi. Stazionano anche nei pressi dell'ingresso dei porti,
ove, soprattutto nelle prime ore del mattino o all'imbrunire, facile incontrarli. Tecniche di
pesca: Il pesce serra veniva insidiato soprattutto a traina, e con il vivo, muggine o aguglia.
Da qualche tempo, invece, si sta insidiando anche a spinning, con artificiali del tipo minnows
o esche siliconiche.
Ma, vediamo quello che succede negli USA, dove gli americani sono sempre all'avanguardia
per ci che riguarda le tecniche: il bluefish (cos viene chiamato il pesce serra) viene
pescato anche con la mosca.
Gli ami: Si utilizzano ami del 3/0 o 4/0 ad occhiello e gambo lungo, possibilmente con una
punta ben affilata. Il serra ha potenti mascelle ed una bocca dura da bucare. Alternativa,
ritornando allo spinning o alla traina veloce sono le anguillette siliconiche o meglio il
gronghetto di circa 30 cm. montato su tre ami. Con gli artificiali si tenta di stimolare la forte
aggressivit del Pomatotus Saltator che aggredir l'artificiale non per fame ma per uccidere,
un p come succede con il dentice. Attrezzature: Per trarre comunque il maggior
divertimento e gusto possibile dalla pesca al pesce serra, dovremo ricorrere a canne di
basso libbraggio, vale a dire 8/12 libbre, possibilmente lunghe e non stand up: Con questo
tipo di attrezzatura, allora, ci sar da divertirsi nel contrastare le potenti fughe a galla del
pesce. Per quanto riguarda il mulinello dovremo disporre di un attrezzo veloce, con una
buon rapporto di recupero. Personalmente utilizzo uno SPEEDY della Duel oro, con un
rapporto di recupero 6:1: il pesce serra, una volta allamato combatte con salti fuori
dall'acqua e sovente viene nella stessa direzione della barca per allentare la trazione. Se
non saremo pronti al recupero rischieremo di slamare il pesce
Terminali per tutti gli usi
terminali, agganci, microagganci, sfere, microsfere, stonfo, stoppioni, pesca in mare,
pesca, pescare, bolentino, drifting, big game, pescaremare, traina, rockfishing,
surfcasting, beachlegering, ricciola, dentice, tonno, palamita, marlin, il pescatore,
fishing, on the sea, fish, marlin, dorado, anglerworld, angler, fisherman, reel, tuna,
yellofin, boat, yacht, catch and release, pescaremare, pescare mare, sport,
sportfishing, trabucco, colmic, italcanna, normic, bayliner, milo, mitchell, asso,
fluorocarbon La preparazione dei terminali molto semplice, ma se vogliamo anche
complessa. A volte soprattutto chi alle prime armi convinto che la preparazione di
elaborati terminali possa portare un sicuro successo nellazione di pesca. I garisti
preparano elaborati finali, ma volti ad una specie specifica di preda, mentre le nostre
uscite sono pi varie e comunque meno impegnative, non essendo impegnati in alcune
competizioni sportive.
Oggi tra laltro ci sono molte aziende che hanno elaborato piccoli accessori Ad
esclusione della pesca al tocco con il galleggiante, i terminali devono essere in grado di
portare le esche vicino al fondo, ove la stragrande maggioranza dei pesci ama
(microsfere o boom in treccia di metallo) che contribuiscono a rendere stazionare. Non
devono ingarbugliarsi nel lancio e soprattutto nel calare verso il fondo. Se si usa lo
shock leader la lenza deve essere dello stesso diametro. Un parametro da tenere in
considerazione che ci vogliono 4,6 Kg. di resistenza per ogni 30 grammi di piombo.
Non rispettare questi parametri vuol dire andare incontro a rotture. Collegate sempre il
piombo con una girella con moschettone. In caso di piombo a perdere, lo stesso sar
collegato alla girella con un piccolo spezzone di filo, di diametro inferiore al trave. In
caso di arroccamento sul fondo si spezzer facilmente consentendoci il recupero del
finale.
Prendiamo ora in esame una diecina di terminali che possono garantire ottimi risultati.
Quasi tutti quelli illustrati sono stati realizzati con prodotti artigianali, mentre in
commercio esistono validissime alternative per risparmiare tempo.
Il paternoster. La struttura del paternoster di base per la composizione di tanti
altri. Sar bene, quindi, memorizzare tutte le fasi della sua realizzazione. Pu essere
composto da uno, due tre o pi ami. Se si pesca su fondale accidentato a su relitti
consigliabile utilizzare meno ami. I terminali verranno fissati sul trave mediante girelle,
a loro volta bloccate con perline e nodo di stop. Non conviene mai effettuare nodi sul
trave per bloccare le perline. Il trave si indebolir notevolmente. I terminali, quale sia
la loro lunghezza, non dovranno mai toccarsi, per evitare paurosi imparruccamenti. I
fermagli per esca servono a tenere lamo e lesca attaccati al trave per favorirne il
lancio. In commercio si trovano i vari accessori calibrati a seconda del libbraggio
richiesto: ho provato i microattacchi della ditta toscana STONFO che mi sono sembrati
un giusti compromesso tra qualit, prezzo, facilit di applicazione. Ma anche con
semplici accessori si pu costruire un paternoster: filo, perline, girelle a barilotto,
tubicino in gomma, ami, girelle con moschettone, ed il gioco fatto. Se il nostro
terminale serve per un bolentino di profondit (intendo entro gli 80 metri) sono
preferibili terminali corti, in quanto pi sensibili alle abboccate e con la tendenza ad
ingarbugliarsi di meno nella salita e discesa verso il fondo. Se si pesca su fondali bassi,
i calamenti lunghi sono migliori in quanto fanno fluttuare maggiormente lesca
rendendola pi appetibile
Il terminale con piombo a scorrere. Molto semplice nella costruzione, risulta molto
catturante. Il piombo viene collocato prima della girella e scorre sul trave. Il finale, di
circa 1,50/1,80 cm molto catturante in quanto la preda, una volta attaccata lesca,
non rileva alcuna resistenza, tirando il trave. Una volta effettuata la prima fuga, allora
si pu stringere la frizione e ferrare il pesce. Questo calamento indicato per pesci
diffidenti quali lorata ed il sarago. professionali i
Il terminale wishbone. Questo terminale, a dire il vero poco usato, soddisfa i lanci a
lunga distanza. La sua composizione lo rende utilizzabile per la pesca a pesci di fondo.
E molto aerodinamico e prevede limpiego di uno o due ami diversi. Lo snodo che
collega i due ami pu essere lungo da 10 a 50 cm.
Il paternoster due a uno. Questa la versione del paternoster maggiormente usata.
Consente di esplorare il fondale con un amo che andr a pescare a diretto contatto con
il fondo, mentre altri due ami rimarranno sopra il piombo Il terminale Pennell. Si
tratta di inserire un solo amo sul paternoster. Viene utilizzato con due ami a scorrere
per insidiare grosse prede, quali gronghi, murene, dentici, spigole ecc. Lesca sar
molto voluminosa e questo giustifica il doppio amo. Lamo verr fermato, fase di lancio
da un fermaesca o bait clip. Il finale sar lungo tra 50 e 70 cm.. clicca sulla foto
per ingrandire
Il terminale con galleggiante piombato a scorrere. E un terminale usato per
insidiare pesci a galla o comunque a mezzacqua. Molto indicato per aguglie, muggini,
spigole, occhiate, consiste nel sistemare un galleggiante piombato a scorrere sul trave.
Dopo il galleggiante si inseriscono alcune perline con nodo di stop e la girella, quindi il
finale vero e proprio. Prima del galleggiante, invece, un altro calamento, previo
linserimento di girella, perline e nodi di blocco. Il movimento del galleggiante
scorrevole regolabile allungando o avvicinando alle perline del finale di fondo il nodo
di stop del bracciolo alto; si pu lasciare anche unescursione di oltre 2 metri
consentendo cos al galleggiante un lungo tratto per scorrere.
I Boom. I boom sono in commercio in acciaio o in plastica. Vengono usati soprattutto
nel bolentino di profondit e hanno una certa facilit di montaggio ed evitano
lingarbugliamento del finali con il trave.
Il terminale con il piombo a perdere. Due i campi di applicazione: per la pesca su
fondali rocciosi o la pesca a bolentino su relitti o fondali particolarmente difficili. Il
piombo collegato al trave del terminale con un anello di ferro morbido o con le
monofilo molto sottile. In caso di incaglio basta una leggera pressione per perdere il
piombo ma recuperare il finale.
TRAINA: il pesce Serra Traina: il pesce serra l pesce serra, fa parte dellordine dei
Perciformi, famiglia Pomatomidae ed un famelico predatore. Sino ad alcuni anni fa
non era facile incontrarlo, pur essendo presente in tutti i mari dItalia. Raramente sia le
reti che le traine riuscivano a tradirlo: la sua possente dentatura riusciva sempre a
portarlo in salvo dalle insidie. La maggior conoscenza delle tecniche di traina hanno
cominciato ad avere la meglio su questo pesce pelagico e molto diffuso nellAtlantico
occidentale, lungo le coste degli U.S.A.., le coste del Portogallo, le Isole Azzorre, nello
stretto dei Dardanelli, lungo le coste del nord Africa e nel centro e sud dItalia. La sua
forma a met tra la ricciola e la spigola, avendo un corpo abbastanza allungato,
sebbene la coda e ricordo, invece, la spigola. Ha un grande muso, e la bocca
caratterizzata da una dentatura sottile ma potente, che gli consente di tranciare in due
la sua preda. E un predatore molto aggressivo che attacca quasi sempre per istinto e
non per fame: chiunque capita nella sua zona ha poche speranza di farla franca. Ha
abitudini gregarie e si sposta di frequente, tanto che possibile che in una determinata
stagione in una zona di mare ve ne siano molti e la stagione seguente nemmeno
lombra. Naturalmente nella stagione estiva, subito dopo il periodo degli accoppiamenti
inizia ad avvicinare alla riva. E un pesce che si pu trovare in pochi metri dacqua
come in mezzo al mare, su profondit di 50 metri ed oltre, sebbene stazione quasi
sempre in superficie. E un pesce che avvicinandosi alla riva infastidisce anche altre
specie, ad esclusione la regina del mare, la ricciola, che al contrario teme per la sua
potenza e la sua mole. Spesso capitato di vedere branchi di lecce con i pesci serra, il
che ci spinge a pensare che si tollerino di buon grado. La dimensione media si aggira
tra i tre ed i cinque chili, ma sono state effettuate alcune catture di esemplari oltre i
dieci chili, in Sicilia. Nel mar di Marmara ci sono state addirittura catture di pesci serra
intorno ai 20 chili. Si pesca sia con artificiali (ma di notte) che con lesca viva che
risulta micidiale: se si traina, in particolar modo con laguglia, ed in zona ci sono i pesci
serra, necessario preparare una buona scorta di finali perch avremo ripetuti e
violenti attacchi. Grande combattente, quando allamato si difende a galla, potendolo
quindi insidiare con attrezzature ultra light, diciamo 8/12 libbre. Naturalmente una
canna lunga e potente aiuta nel combattimento e nelle repentine fughe e cambi di
rotta. La lenza indicata pu essere un buon 0,40 o 0,50, ma per il finale bisogna optare
per il cavetto dacciaio, per avere buone speranze.
a innanzitutto capire nella zona in cui intendiamo pescare quale tipo di pesce
presente. Sicuramente nel periodo estivo l'esca che pi facilmente reperibile
l'aguglia e il totano, oltre che il sugarello e la boga, nonch il cefalo e l'occhiata.
insidiare l'aguglia consiglio di usare finali sottili (0,10), con una girella piccolissima. La
filosa o meciuda (filo di seta) consente di catturare il pesce senza danneggiarlo. Il
colore da usare varia a seconda delle zone e degli "umori" del pesce. In valore assoluto
posso consigliare il giallo e l'arancio, sebbene molte volte abbia lavorato bene anche la
filosa bianca. Bisogna filare le esche ad una ventina di metri dalla poppa, e stabilizzarsi
su una andatura minima, intorno ai 2 nodi. Ho verificato che fermandosi e ripartendo,
cio facendo delle pause affinch il nostro innesco possa scendere, si hanno le
maggiori chance di cattura. Ferrata l'aguglia bisogna portarla a bordo molto
velocemente e senza farla stancare molto. Questo pesce se maltrattato perde la sua
vitalit. Una volta a bordo necessaria una vasca del vivo che possa contenere almeno
60 litri d'acqua. Ricordandosi che necessario il ricambio dell'acqua, bisogna tener
presente che l'aguglia muore molto velocemente soprattutto perch la temperatura
dell'acqua aumenta troppo velocemente e perch l'aguglia ha bisogno di nuotare. La
cattura del totano relativamente facile (tratter l'argomento in seguito) ma la cosa
veramente ardua mantenerlo in vita. Ho provato numerose volte ma ho verificato che
questa esca riesce a vivere in vasca del vivo per circa 5 minuti. La boga, il sugarello e
l'occhiata non hanno alcun problema nel mantenersi vivi.
Le canne ideali sono le 30 lb, meglio quelle con passanti ad anelli. All'interno di essi vi
un anello in pietra dura che serve per evitare la corrosione del nylon. Ottime quelle a
ripartizione, cio con una curva pi ampia e la cui rigidezza aumenta con il peso del
pesce o meglio con la forza che il pesce esercita su di essa e quindi lunghe circa 1,70 1,90 con almeno sette passanti. In fase di acquisto dovremo verificare che attraverso il
cimino passi la girella che andremo ad usare. Alcuni colleghi di pesca hanno canne che
non consentono questo e dovranno quindi optare per il finale corto. Gli anelli
generalmente su queste canne sono in numero di sei o sette. Preferibili le canne in due
pezzi, e comunque personalmente consiglio sempre di rivolgersi a fornitori conosciuti e
che usano materiali di indubbia qualit. Per i mulinelli, quello adatto alla canna di cui
abbiamo parlato prima un 30 lb o 4/0, possibilmente con la frizione a leva. Anche per
i mulinelli, come per le canne dobbiamo ricordare che la qualit costa. Se ci rivolgiamo
ad un mulinello con tutti i requisiti di qualit, dovremo essere pronti ad una spesa che
varia tra le 400 e le 800 mila lire. Io uso i DUEL, a partire dal Duotone (20 lb), il 4/0 a
doppia velocit, e per altre pesche (Big game) il 6/0 ed il 9/0.
L'affondatore ed il cavo
Per
quanto
riguarda
l'affondatore
un
breve
cenno
descrittivo.
Questo strumento non altro che una ruota realizzata in pvc o alluminio cui avvolto
un cavetto, in nylon o acciao. Collegata ad essa una canna attraverso la quale
affonderemo il cavetto ed alla cui estremit verr legato un piombo. Al lato della
"ruota" ci sar una manovella che servir per salpare il cavetto, girandola.
Naturalmente stiamo parlando di un affondatore spartano e manuale. Oggi si trovano
in commercio numerosi attrezzi elettrici che con poche centinaia di migliaia di lire ci
consentono di meccanizzare tutta l'operazione di salpaggio del cavetto. Sar bene
inserire sulla canna dell'affondatore uno strumento che si chiama contametri e che
risulta utilissimo perch ci consente di verificare esattamente la profondit della nostra
esca.
Sul cavetto c' da fare molta attenzione.
Quasi tutti i trainasti usano il cavetto di acciaio. Ebbene un accenno sul problema delle
correnti
galvaniche:
Il cavetto metallico collegato all'affondatore che a sua volta prende elettricit dalla
batteria della barca. Intorno al cavetto metallico che finir poi sul fondo del mare a
trainare il piombo, si trasferir una quantit di corrente, sotto forma di ioni. Il pi delle
volte ho verificato con alcuni strumenti adatti a questo scopo che le correnti che si
ingenerano intorno al cavetto sono quasi sempre negative (ioni negativi). Secondo
quanto dato sapere da alcuni studi effettuati sui pesci, in particolar modo la ricciola
avverte questo "campo magnetico" di ioni negativi intorno al cavetto ed al piombo, e
la segnalazione dell'abboccata
Il metodo sicuramente pi usato in questa disciplina per segnalare le abboccate
durante le ore notturne quello di inserire uno starlite sulla punta del cimino.
Naturalmente questo sistema efficace, ma ci costringe, per un verso, a rivolgere
sempre lo sguardo verso l'alto, per scorgere lo starlite muoversi nel buoi della notte. E
poi, se per un momento ci rilassiamo e perdiamo di vista il cimino, la tocca non ci
viene in nessun modo segnalata, soprattutto quando c' un gran numero di mangianza
che
banchetta
con
le
nostre
esche.
Alcuni piccoli accorgimenti ci metteranno nella situazione di trovare efficaci
provvedimenti a questi problemi: Dovremo costruire un piccolo "ascensore", che una
volta agganciato al nylon, pu essere portato sino a terra o tenuto in alto, sospeso, nel
caso operassimo in totale assenza di vento. Alla minima tocca il "saliscendi" o per
meglio dire piccolo ascensore, si muover vistosamente, fino a schizzare impazzito in
caso di forte e decisa abboccata.
COME COSTRUIRLO.
Inseriamo in una piccola pallina colorato uno spezzone di nylon di 120 mm., due
tubetti portastarlite e un salvanodo. Alla sua estremit si fissa un piccolo gancio
ricavato da un pezzetto di acciaio armonico (morbido) che servir inoltre a fissare il
piombo che potr essere comunque intercambiabile.
Sull'estremit opposta, invece, si effettuer una piega secca al nylon: ci sar
sufficiente per appendere l'ascensore" al filo.
Nel caso, invece, si voglia costruire un "ascensore" pi pesante, quindi da usare in
presenza di molto vento, preferibile mettere alle estremit due piccole girelle ed
usare galleggianti pi grandi. La girella in basso per il piombo con moschettone,
mentre per quella superiore, inseriremo un piccolo gancio d'acciaio.
Cosa sono gli swinger?
Sono accessori particolari che i usano nella pesca alla carpa, carpfishing. Sono efficienti
segnalatori di abboccata disponibili in varie misure e forme e costruiti in plastica
trasparente con una piccola sede per gli starlite. Si applicano, tramite una asta di
acciaio, al rodpod, cio al cavalletto sul quale vengono poste le canne.
Sulla testa del segnalatore si appogger il nylon che, in caso di mangiata del pesce,
far oscillare lo Swinger avvertendo il pescatore dell'avvenuta abboccata.
Lo scorrere del filo, inoltre, far suonare un segnalatore acustico, indispensabile per un
carpista che si rispetti. Naturalmente a mare, dove la salsedine il nostro principale
nemico, oggetti elettronici avrebbero breve durata
La Lampuga appartiene alla famiglia dei Corifenidi, che conta una sola specie, appunto
la lampuga. In passato, vista la grande differenza morfologica tra adulti e giovani, si
era Pensato ve ne fossero tre specie. Oggi si appurato, quindi, che l'unico esemplare
della famiglia dei cofenidi nel mediterraneo la "Coryphaena hippurus. Nei mari
tropicali si crede vi sia un'altra specie, la Coryphaena equiselis, molto simile ma
leggermente pi piccola. Grande differenza tra il maschio adulto e la femmina sta nella
forma della testa, come si vede dalla foto.
Il Dorado
Il muso
varia a seconda dell'et e del sesso del pesce. Nei giovani il profilo abbastanza
arrotondato, mentre quello dei maschi adulti ripidissimo, praticamente verticale.
La pinna dorsale
una sola, unica, molto alta e allungata, parte da dietro la testa e termina poco prima
della coda. La pelle ricoperta di squame che sono piccolissime e aderenti, ed al tatto
sembra non esistano.
Gli occhi risultano essere piccoli e rotondi.
La bocca
di media grandezza, obliqua, e con la mandibola prominente.
Le pinne pettorali sono piccolissime e falciformi.
La pinna anale
allungata e misura quasi la met della pinna dorsale.
La coda lunga, biforcuta e profondamente incisa.
Il corpo compresso e allungato.
La colorazione, la cosa che maggiormente affascina:
varia dal blu all'azzurro, dal verde intensissimo al giallo, con riflessi dorati. Perde la
colorazione subito dopo la cattura, sbiadendosi
nel grigio pi cupo.
La massima misura che la lampuga pu raggiungere di circa due metri e pu
superare i 25 chili.
Le origini.
E' un pesce originario delle zone tropicali e sicuramente d'alto mare.
Nei mari tropicali, dove le acque sono molto calde, la media delle catture si aggira tra i
5 ed i 25 chili ad esemplare. Nei nostri mari, invece, il peso medio delle catture varia
da 3, 4 etti ai cinque chilogrammi.
E' un pesce che vive raggruppato in branchi e lontano dalla costa.
E' di carattere molto aggressivo e aggredisce qualsiasi tipo di pesce si trovi a galla o a
mezz'acqua: sardine, sgombri, acciughe, ecc. Ama molto l'ombra: se in alto mare,
infatti, si incontra un tronco,
o qualcosa che possa crearla, state pur certi che sotto ci saranno le lampughe.
Nel meridione d'Italia,
i pescatori professionisti ancorano sul fondale una lunga cima con un pagliolato
composto da canne, dette "le cannizze" che servono per attirare le lampughe o
"capuni". La sua cattura altamente sportiva, con fughe velocissime. in fase di
recupero, a volte, supera, in direzione della poppa, persino l'imbarcazione.
simile alla seconda dorsale, preceduta da due corte spine. Ha una colorazione grigio
verdastra pi scura, bluastra, al dorso; pi chiara, fino all'argento con screziature dorate sui
fianchi e biancastra sul ventre. Generalmente ha una macchia nera ben evidente
all'inserzione delle pettorali. Ha una morfologia tra la ricciola e la spigola, ma a differenza di
entrambe le specie ha i denti affilatissimi. La sua voracit tale, che intorno alla sua figura
si sono creati grandi miti: dice, infatti che uccida le sue prede pi per istinto che non per
soddisfare il proprio fabbisogno alimentare. Ed per questo che necessario l'utilizzo di
finali in acciaio termosaldante. Si tratta di un sottile cavetto di acciaio con una guina in
plastica. una volta effettuate tre o quattro volte, con un accendino si procede al suo
riscaldamento e la plastica, fondendosi, blocca il cavetto. Da qui la dicitura termosaldante.
La sua diffusione negli ultimi anni stata molto omogenea soprattutto nelle zone sud
occidentali e centrali dell'Italia, con grandi assembramenti e conseguenti catture nella zona
della bassa Liguria e della Versilia, ma anche in Calabria e Sicilia, nelle vicinanze delle foci
dei fiumi o su relitti non molto profondi. Stazionano anche nei pressi dell'ingresso dei porti,
ove, soprattutto nelle prime ore del mattino o all'imbrunire, facile incontrarli. Tecniche di
pesca: Il pesce serra veniva insidiato soprattutto a traina, e con il vivo, muggine o aguglia.
Da qualche tempo, invece, si sta insidiando anche a spinning, con artificiali del tipo minnows
o esche siliconiche.
Gli ami: Si utilizzano ami del 3/0 o 4/0 ad occhiello e gambo lungo, possibilmente con una
punta ben affilata. Il serra ha potenti mascelle ed una bocca dura da bucare. Alternativa,
ritornando allo spinning o alla traina veloce sono le anguillette siliconiche o meglio il
gronghetto di circa 30 cm. montato su tre ami. Con gli artificiali si tenta di stimolare la forte
aggressivit del Pomatotus Saltator che aggredir l'artificiale non per fame ma per uccidere,
un p come succede con il dentice. Attrezzature: Per trarre comunque il maggior
divertimento e gusto possibile dalla pesca al pesce serra, dovremo ricorrere a canne di
basso libbraggio, vale a dire 8/12 libbre, possibilmente lunghe e non stand up: Con questo
tipo di attrezzatura, allora, ci sar da divertirsi nel contrastare le potenti fughe a galla del
pesce. Per quanto riguarda il mulinello dovremo disporre di un attrezzo veloce, con una
buon rapporto di recupero. Personalmente utilizzo uno SPEEDY della Duel oro, con un
rapporto di recupero 6:1: il pesce serra, una volta allamato combatte con salti fuori
dall'acqua e sovente viene nella stessa direzione della barca per allentare la trazione. Se
non saremo pronti al recupero rischieremo di slamare il pesce
Terminali per tutti gli usi
terminali, agganci, microagganci, sfere, microsfere, stonfo, stoppioni, pesca in mare,
pesca, pescare, bolentino, drifting, big game, pescaremare, traina, rockfishing,
surfcasting, beachlegering, ricciola, dentice, tonno, palamita, marlin, il pescatore,
fishing, on the sea, fish, marlin, dorado, anglerworld, angler, fisherman, reel, tuna,
yellofin, boat, yacht, catch and release, pescaremare, pescare mare, sport,
sportfishing, trabucco, colmic, italcanna, normic, bayliner, milo, mitchell, asso,
fluorocarbon La preparazione dei terminali molto semplice, ma se vogliamo anche
complessa. A volte soprattutto chi alle prime armi convinto che la preparazione di
elaborati terminali possa portare un sicuro successo nellazione di pesca. I garisti
preparano elaborati finali, ma volti ad una specie specifica di preda, mentre le nostre
uscite sono pi varie e comunque meno impegnative, non essendo impegnati in alcune
competizioni sportive.
Oggi tra laltro ci sono molte aziende che hanno elaborato piccoli accessori Ad
esclusione della pesca al tocco con il galleggiante, i terminali devono essere in grado di
portare le esche vicino al fondo, ove la stragrande maggioranza dei pesci ama
(microsfere o boom in treccia di metallo) che contribuiscono a rendere stazionare. Non
devono ingarbugliarsi nel lancio e soprattutto nel calare verso il fondo. Se si usa lo
shock leader la lenza deve essere dello stesso diametro. Un parametro da tenere in
considerazione che ci vogliono 4,6 Kg. di resistenza per ogni 30 grammi di piombo.
Non rispettare questi parametri vuol dire andare incontro a rotture. Collegate sempre il
piombo con una girella con moschettone. In caso di piombo a perdere, lo stesso sar
collegato alla girella con un piccolo spezzone di filo, di diametro inferiore al trave. In
caso di arroccamento sul fondo si spezzer facilmente consentendoci il recupero del
finale.
Prendiamo ora in esame una diecina di terminali che possono garantire ottimi risultati.
Quasi tutti quelli illustrati sono stati realizzati con prodotti artigianali, mentre in
commercio esistono validissime alternative per risparmiare tempo.
Il paternoster. La struttura del paternoster di base per la composizione di tanti
altri. Sar bene, quindi, memorizzare tutte le fasi della sua realizzazione. Pu essere
composto da uno, due tre o pi ami. Se si pesca su fondale accidentato a su relitti
consigliabile utilizzare meno ami. I terminali verranno fissati sul trave mediante girelle,
a loro volta bloccate con perline e nodo di stop. Non conviene mai effettuare nodi sul
trave per bloccare le perline. Il trave si indebolir notevolmente. I terminali, quale sia
la loro lunghezza, non dovranno mai toccarsi, per evitare paurosi imparruccamenti. I
fermagli per esca servono a tenere lamo e lesca attaccati al trave per favorirne il
lancio. In commercio si trovano i vari accessori calibrati a seconda del libbraggio
richiesto: ho provato i microattacchi della ditta toscana STONFO che mi sono sembrati
un giusti compromesso tra qualit, prezzo, facilit di applicazione. Ma anche con
semplici accessori si pu costruire un paternoster: filo, perline, girelle a barilotto,
tubicino in gomma, ami, girelle con moschettone, ed il gioco fatto. Se il nostro
terminale serve per un bolentino di profondit (intendo entro gli 80 metri) sono
preferibili terminali corti, in quanto pi sensibili alle abboccate e con la tendenza ad
ingarbugliarsi di meno nella salita e discesa verso il fondo. Se si pesca su fondali bassi,
i calamenti lunghi sono migliori in quanto fanno fluttuare maggiormente lesca
rendendola pi appetibile
Il terminale con piombo a scorrere. Molto semplice nella costruzione, risulta molto
catturante. Il piombo viene collocato prima della girella e scorre sul trave. Il finale, di
circa 1,50/1,80 cm molto catturante in quanto la preda, una volta attaccata lesca,
non rileva alcuna resistenza, tirando il trave. Una volta effettuata la prima fuga, allora
si pu stringere la frizione e ferrare il pesce. Questo calamento indicato per pesci
diffidenti quali lorata ed il sarago. professionali i
Il terminale wishbone. Questo terminale, a dire il vero poco usato, soddisfa i lanci a
lunga distanza. La sua composizione lo rende utilizzabile per la pesca a pesci di fondo.
E molto aerodinamico e prevede limpiego di uno o due ami diversi. Lo snodo che
collega i due ami pu essere lungo da 10 a 50 cm.
Il paternoster due a uno. Questa la versione del paternoster maggiormente usata.
Consente di esplorare il fondale con un amo che andr a pescare a diretto contatto con
il fondo, mentre altri due ami rimarranno sopra il piombo Il terminale Pennell. Si
tratta di inserire un solo amo sul paternoster. Viene utilizzato con due ami a scorrere
per insidiare grosse prede, quali gronghi, murene, dentici, spigole ecc. Lesca sar
molto voluminosa e questo giustifica il doppio amo. Lamo verr fermato, fase di lancio
da un fermaesca o bait clip. Il finale sar lungo tra 50 e 70 cm.. clicca sulla foto
per ingrandire
Il terminale con galleggiante piombato a scorrere. E un terminale usato per
insidiare pesci a galla o comunque a mezzacqua. Molto indicato per aguglie, muggini,
spigole, occhiate, consiste nel sistemare un galleggiante piombato a scorrere sul trave.
Dopo il galleggiante si inseriscono alcune perline con nodo di stop e la girella, quindi il
finale vero e proprio. Prima del galleggiante, invece, un altro calamento, previo
linserimento di girella, perline e nodi di blocco. Il movimento del galleggiante
scorrevole regolabile allungando o avvicinando alle perline del finale di fondo il nodo
di stop del bracciolo alto; si pu lasciare anche unescursione di oltre 2 metri
consentendo cos al galleggiante un lungo tratto per scorrere.
clicca sulla foto per ingrandire
I Boom. I boom sono in commercio in acciaio o in plastica. Vengono usati soprattutto
nel bolentino di profondit e hanno una certa facilit di montaggio ed evitano
lingarbugliamento del finali con il trave.
clicca sulla foto per ingrandire
Il terminale con il piombo a perdere. Due i campi di applicazione: per la pesca su
fondali rocciosi o la pesca a bolentino su relitti o fondali particolarmente difficili. Il
piombo collegato al trave del terminale con un anello di ferro morbido o con le
monofilo molto sottile. In caso di incaglio basta una leggera pressione per perdere il
piombo ma recuperare il finale.
Il terminale con galleggiante piombato a scorrere. E un terminale usato per
insidiare pesci a galla o comunque a mezzacqua. Molto indicato per aguglie, muggini,
spigole, occhiate, consiste nel sistemare un galleggiante piombato a scorrere sul trave.
Dopo il galleggiante si inseriscono alcune perline con nodo di stop e la girella, quindi il
finale vero e proprio. Prima del galleggiante, invece, un altro calamento, previo
linserimento di girella, perline e nodi di blocco. Il movimento del galleggiante
scorrevole regolabile allungando o avvicinando alle perline del finale di fondo il nodo
di stop del bracciolo alto; si pu lasciare anche unescursione di oltre 2 metri
consentendo cos al galleggiante un lungo tratto per scorrere
Il terminale ascensore. Si tratta di un terminale scorrevole, e permette allesca di I
Boom. I boom sono in commercio in acciaio o in plastica. Vengono usati soprattutto
nel bolentino di profondit e hanno una certa facilit di montaggio ed evitano
lingarbugliamento del finali con il trave. lavorare sia in superficie che a mezzacqua. Si
insidiano pesci quali aguglie, occhiate, sgombri, pesci serra, ma anche per pesci di
fondo quali il dentice. Unica variante per fare affondare lesca utilizzare un piombo di Il
terminale con il piombo a perdere. Due i campi di applicazione: per la pesca su
fondali rocciosi o la pesca a bolentino su relitti o fondali particolarmente difficili. Il
piombo collegato al trave del terminale con un anello di ferro morbido o con le
monofilo molto sottile. In caso di incaglio basta una leggera pressione per perdere il
piombo ma recuperare il finale.almeno 75 grammi. E altamente sconsigliato con mare
mosso e Il terminale ascensore. Si tratta di un terminale scorrevole, e permette
allesca di lavorare sia in superficie che a mezzacqua. Si insidiano pesci quali aguglie,
occhiate, sgombri, pesci serra, ma anche per pesci di fondo quali il dentice. Unica
variante per fare affondare lesca utilizzare un piombo di almeno 75 grammi. E
altamente sconsigliato con mare mosso e fondale ricco di alghe e comunque con folta
vegetazione.
TRAINA: il pesce Serra Traina: il pesce serra l pesce serra, fa parte dellordine dei
Perciformi, famiglia Pomatomidae ed un famelico predatore. Sino ad alcuni anni fa
non era facile incontrarlo, pur essendo presente in tutti i mari dItalia. Raramente sia le
reti che le traine riuscivano a tradirlo: la sua possente dentatura riusciva sempre a
portarlo in salvo dalle insidie. La maggior conoscenza delle tecniche di traina hanno
cominciato ad avere la meglio su questo pesce pelagico e molto diffuso nellAtlantico
occidentale, lungo le coste degli U.S.A.., le coste del Portogallo, le Isole Azzorre, nello
stretto dei Dardanelli, lungo le coste del nord Africa e nel centro e sud dItalia. La sua
forma a met tra la ricciola e la spigola, avendo un corpo abbastanza allungato,
sebbene la coda e ricordo, invece, la spigola. Ha un grande muso, e la bocca
caratterizzata da una dentatura sottile ma potente, che gli consente di tranciare in due
la sua preda. E un predatore molto aggressivo che attacca quasi sempre per istinto e
non per fame: chiunque capita nella sua zona ha poche speranza di farla franca. Ha
abitudini gregarie e si sposta di frequente, tanto che possibile che in una determinata
stagione in una zona di mare ve ne siano molti e la stagione seguente nemmeno
lombra. Naturalmente nella stagione estiva, subito dopo il periodo degli accoppiamenti
inizia ad avvicinare alla riva. E un pesce che si pu trovare in pochi metri dacqua
come in mezzo al mare, su profondit di 50 metri ed oltre, sebbene stazione quasi
sempre in superficie. E un pesce che avvicinandosi alla riva infastidisce anche altre
specie, ad esclusione la regina del mare, la ricciola, che al contrario teme per la sua
potenza e la sua mole. Spesso capitato di vedere branchi di lecce con i pesci serra, il
che ci spinge a pensare che si tollerino di buon grado. La dimensione media si aggira
tra i tre ed i cinque chili, ma sono state effettuate alcune catture di esemplari oltre i
dieci chili, in Sicilia. Nel mar di Marmara ci sono state addirittura catture di pesci serra
intorno ai 20 chili. Si pesca sia con artificiali (ma di notte) che con lesca viva che
risulta micidiale: se si traina, in particolar modo con laguglia, ed in zona ci sono i pesci
serra, necessario preparare una buona scorta di finali perch avremo ripetuti e
violenti attacchi. Grande combattente, quando allamato si difende a galla, potendolo
quindi insidiare con attrezzature ultra light, diciamo 8/12 libbre. Naturalmente una
canna lunga e potente aiuta nel combattimento e nelle repentine fughe e cambi di
rotta. La lenza indicata pu essere un buon 0,40 o 0,50, ma per il finale bisogna optare
per il cavetto dacciaio, per avere buone speranze.
a innanzitutto capire nella zona in cui intendiamo pescare quale tipo di pesce
presente. Sicuramente nel periodo estivo l'esca che pi facilmente reperibile
l'aguglia e il totano, oltre che il sugarello e la boga, nonch il cefalo e l'occhiata.
insidiare l'aguglia consiglio di usare finali sottili (0,10), con una girella piccolissima. La
filosa o meciuda (filo di seta) consente di catturare il pesce senza danneggiarlo. Il
colore da usare varia a seconda delle zone e degli "umori" del pesce. In valore assoluto
posso consigliare il giallo e l'arancio, sebbene molte volte abbia lavorato bene anche la
filosa bianca. Bisogna filare le esche ad una ventina di metri dalla poppa, e stabilizzarsi
su una andatura minima, intorno ai 2 nodi. Ho verificato che fermandosi e ripartendo,
cio facendo delle pause affinch il nostro innesco possa scendere, si hanno le
maggiori chance di cattura. Ferrata l'aguglia bisogna portarla a bordo molto
velocemente e senza farla stancare molto. Questo pesce se maltrattato perde la sua
vitalit. Una volta a bordo necessaria una vasca del vivo che possa contenere almeno
60 litri d'acqua. Ricordandosi che necessario il ricambio dell'acqua, bisogna tener
presente che l'aguglia muore molto velocemente soprattutto perch la temperatura
dell'acqua aumenta troppo velocemente e perch l'aguglia ha bisogno di nuotare. La
cattura del totano relativamente facile (tratter l'argomento in seguito) ma la cosa
veramente ardua mantenerlo in vita. Ho provato numerose volte ma ho verificato che
questa esca riesce a vivere in vasca del vivo per circa 5 minuti. La boga, il sugarello e
l'occhiata non hanno alcun problema nel mantenersi vivi.
Le canne ideali sono le 30 lb, meglio quelle con passanti ad anelli. All'interno di essi vi
un anello in pietra dura che serve per evitare la corrosione del nylon. Ottime quelle a
ripartizione, cio con una curva pi ampia e la cui rigidezza aumenta con il peso del
pesce o meglio con la forza che il pesce esercita su di essa e quindi lunghe circa 1,70 1,90 con almeno sette passanti. In fase di acquisto dovremo verificare che attraverso il
cimino passi la girella che andremo ad usare. Alcuni colleghi di pesca hanno canne che
non consentono questo e dovranno quindi optare per il finale corto. Gli anelli
generalmente su queste canne sono in numero di sei o sette. Preferibili le canne in due
pezzi, e comunque personalmente consiglio sempre di rivolgersi a fornitori conosciuti e
che usano materiali di indubbia qualit. Per i mulinelli, quello adatto alla canna di cui
abbiamo parlato prima un 30 lb o 4/0, possibilmente con la frizione a leva. Anche per
i mulinelli, come per le canne dobbiamo ricordare che la qualit costa. Se ci rivolgiamo
ad un mulinello con tutti i requisiti di qualit, dovremo essere pronti ad una spesa che
varia tra le 400 e le 800 mila lire. Io uso i DUEL, a partire dal Duotone (20 lb), il 4/0 a
doppia velocit, e per altre pesche (Big game) il 6/0 ed il 9/0.
L'affondatore
ed
il
cavo
Per
quanto
riguarda
l'affondatore
un
breve
cenno
descrittivo.
Questo strumento non altro che una ruota realizzata in pvc o alluminio cui avvolto
un cavetto, in nylon o acciao. Collegata ad essa una canna attraverso la quale
affonderemo il cavetto ed alla cui estremit verr legato un piombo. Al lato della
"ruota" ci sar una manovella che servir per salpare il cavetto, girandola.
Naturalmente stiamo parlando di un affondatore spartano e manuale. Oggi si trovano
in commercio numerosi attrezzi elettrici che con poche centinaia di migliaia di lire ci
consentono di meccanizzare tutta l'operazione di salpaggio del cavetto. Sar bene
inserire sulla canna dell'affondatore uno strumento che si chiama contametri e che
risulta utilissimo perch ci consente di verificare esattamente la profondit della nostra
esca.
Sul
cavetto
c'
da
fare
molta
attenzione.
Quasi tutti i trainasti usano il cavetto di acciaio. Ebbene un accenno sul problema delle
correnti
galvaniche:
Il cavetto metallico collegato all'affondatore che a sua volta prende elettricit dalla
batteria della barca. Intorno al cavetto metallico che finir poi sul fondo del mare a
trainare il piombo, si trasferir una quantit di corrente, sotto forma di ioni. Il pi delle
volte ho verificato con alcuni strumenti adatti a questo scopo che le correnti che si
ingenerano intorno al cavetto sono quasi sempre negative (ioni negativi). Secondo
quanto dato sapere da alcuni studi effettuati sui pesci, in particolar modo la ricciola
avverte questo "campo magnetico" di ioni negativi intorno al cavetto ed al piombo, e
viene disturbata da ci. Al nostro passaggio, pertanto, la ricciola avvertendo la