Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
LA CANNA
Un discorso più ampio è stato già trattato in altri articoli presenti nel sito (che invito a visualizzare).
I parametri da osservare in previsione dell’ acquisto di una canna, sono in linea di massima questi:
· Gestione degli artificiali
· Azione (caratteristiche del grezzo, potenza e peso)
· Giusto rapporto con le prede (line)
· Equilibrato rapporto con gli artificiali (lure weight)
· Morfologia dell’ ambiente di pesca e/o condizioni tipiche del mare (lunghezza)
· Rapporto qualità/prezzo
La distanza di lancio non è stata inserita perché tale fattore dipende anche dalle caratteristiche dell’ artificiale
utilizzato e dalla bravura tecnica del pescatore nel lanciare, nonché i fili utilizzati.
Per riassumere e dare una breve motivazione ai parametri sopraelencati, inizio col dire che dare vita al nostro
artificiale, qualsiasi colore, peso, dimensione esso abbia, è la base fondamentale per sperare in qualche cattura. Per
questo, l’utilizzo di una canna che ci permetta questa funzione è sicuramente una canna che non supera i 2,40 m, e
che abbia una azione FAST, ovvero una risposta pronta e reattiva ai colpetti laterali (jerkate) in fase di recupero (che
ravvivano l’ artificiale e inducono il predatore all’ attacco) e per dare una ferrata decisa in caso di Strike. Attenzione a
non scegliere una canna troppo FAST (o dura), dato che potrebbe incidere negativamente sulle catture di pesci di
medio/piccola taglia, che necessitano di essere accompagnati maggiormente nelle loro fughe.
La nostra azione di pesca può durare anche molte ore ed avere un attrezzo che non ci affatica nelle fasi di lancio e
recupero è importante per praticare al meglio la tecnica e non tornare a casa con braccia e schiena affaticati, quindi
occhio anche al peso.
Sceglieremo una canna che ci permetta di combattere adeguatamente con le prede, non troppo potente (se
intendiamo pescare ad esempio la spigola con esche siliconiche o piccoli artificiali) ed efficace se sceglieremo di
insidiare i predatori di media taglia che popolano le nostre coste (es. Serra, Spigole, Leccie Amia, Lampughe,
Barracuda ecc…). Un neofita difficilmente potrà destinare le sue prime battute di pesca a pesci di taglia OVERSIZE
come le grosse Leccie Amia o Big Lampughe, per questo utilizzeremo anche dei fili adeguati che sono classificati
nelle caratteristiche della canna con il libraggio consigliato, il "line", per cui una 10/20 Lb è l’ ideale. Da questo valore
deriva anche la relativa anellatura.
Un’ equilibrata lunghezza, potenza e parabolicità deve essere un compromesso ottimale per riuscire a lanciare,
gestire e "sentire" il nostro artificiale, facendolo lavorare nel modo corretto. Se durante la nostra uscita in pesca
intendiamo utilizzare una variegata tipologia di esche, allora è preferibile scegliere una tuttofare (all-round) che abbia
un range di lavoro dai 15 ai 40 grammi, in modo da poter utilizzare con disinvoltura anche esche di poco al di sotto o
al di sopra di tale portata. La maggior parte degli artificiali utilizzati per lo spinning SW è racchiudibile in questo range
di grammatura.
Esistono delle canne che hanno nelle loro specifiche l’utilizzo di grossi artificiali come Popper (canne da Popping) o
light jig (Shore jigging rod), ma non verranno prese in considerazione per questo articolo, dato che stiamo parlando
di un’attrezzatura "entry level", ovvero per il pescatore che sta per affacciarsi in tale disciplina e che non necessita di
un’ attrezzo specifico e troppo tecnico.
Conoscere le zone in cui destineremo la nostra azione di pesca, (che sia scogliera, spiaggia, porto ecc…) è
importante, ma lo è ancora di più conoscere con che condizione marina intenderemo dedicare le nostre uscite in
pesca.
" Un corretto mix di questi fattori porterà alla nostra prima cattura e solitamente nelle uscite presteremo molta
attenzione alle previsioni delle condizioni meteo, climatiche, lunari e marine, in quanto influenzano la presenza (o l’
assenza) dei predatori, relazionando il tutto con il periodo dell’ anno in cui ci troviamo e la tipologia di pesci presenti
nel nostro ambiente di pesca. "
Tornando alla scelta della canna, andare a pescare dalla spiaggia in condizioni di mare mosso ( e magari vento
contrario) con una canna troppo corta, potrà essere poco conveniente in quanto avremo sempre il filo in balia delle
onde che si infrangono sulla riva e sicuramente dovremo optare per una lunga leva anche per riuscire a raggiungere
una distanza di lancio maggiore e far entrare in pesca correttamente il nostro artificiale. Situazione inversa potrebbe
capitarci in pesca nei porti o nelle scogliere quando una canna corta ci renderà la vita facile nelle zone dove avremo
poca libertà di muoverci (o di lancio) e con un piccolo movimento di polso potremo fare un buon lancio e avremo una
pronta risposta al movimento della nostra esca in fase di recupero. Quindi una canna lunga (fino a 2,70 o 3 m) è da
utilizzare per la pesca con condizioni meteomarine estreme, mentre è consigliabile una corta o media (2,10 max 2,40
m) per zone portuali, scogliere e condizioni marine normali.
Il prezzo e la qualità molte volte non vanno d’ accordo, in quanto esistono in commercio dei prodotti che fanno del
marchio un sovradimensionato valore effettivo o che il neofita non riesce a percepire, mentre sarebbe opportuno, per
scegliere la nostra prima combinazione canna/mulinello/artificiale, ripiegare verso marchi meno blasonati ( o più
commerciali) che hanno comunque tutte le carte in regola per regalarci interessanti emozioni e sensazioni.
Acquistare un’attrezzatura troppo costosa o troppo economica è sconsigliabile per addentrarsi in una qualsiasi
tecnica, e molte volte i negozianti, anche in conseguenza della poca conoscenza e grande quantità dei prodotti in
commercio, possono indurci in acquisti errati.
Se si hanno praticato altre tecniche di pesca, allora sicuramente saremo facilitati nel comprendere le caratteristiche
della canna, in ogni caso sarebbe sempre consigliabile provare le canne in pesca prima di acquistarle o magari
orientarsi verso un buon usato, facendosi affiancare da qualche conoscente più esperto.
Riassumendo, oggi il mercato (soprattutto quello internet) ci lascia scegliere tra un’ infinita varietà di modelli e
marche. Tra le canne che ho testato, mi sentirei di consigliare queste in seguito a chi volesse provare questo tipo di
pesca:
Shimano Vengeance SEABASS (Shimano) : La "Commerciale". Prodotta di diversa lunghezza/potenza, è una
buona "all-round" adatta sia ai neofiti ma anche a chi necessita di un attrezzo da tenere sempre a portata di mano
per spinnate fugaci ed improvvise, anche grazie al poco spazio in cui possiamo mettere questa 2 pezzi. Permette un
buon controllo dell’ artificiale in fase di recupero e una buona riserva di potenza per contrastare i predatori. Forse un
po’ scomoda e troppo rigida per chi non è pratico di lancio con le "corte", necessita di essere capita gradualmente,
ma una volta che si riesce ad apprezzare, può costituire anche una canna con cui si condivideranno anni di pesca.
Prezzo: circa 60 €
LB844S Livebait (G-Loomis) : La "Monopezzo". Prodotta della casa americana G-Loomis, adatta a chi vuole
iniziare con un attrezzo di livello superiore ed evitare il graduale step di evoluzione. E’ una 7 piedi ( circa 2,14 m) e
rappresenta un compromesso ideale per chi vuole praticare uno spinning leggero alla ricerca di predatori di taglia
media spendendo il giusto. L’utilizzo degli artificiali pesanti non è un limite per questa canna che riesce a gestire
anche jig e skipping lures fino a 60 grammi. Il prezzo si aggira intorno ai 150 € ed è l’ ideale anche per pescatori che
vogliano passare da una canna lunga ad una "corta", guadagnando in gestione di artificiali, leggerezza e sensibilità.
In caso di catture di pesci di taglia, il manico corto rende difficile domare il pesce abilmente.
Inshore extreme (Offshore angler): L’ "Alternativa". Potrebbe sembrare una livebait in due pezzi e forse,
esaminandole al dettaglio, potrebbe anche esserlo. E’ difficilmente reperibile nei negozi locali ma non in rete.
Rappresenta una validissima alternativa a chi non può permettersi una monopezzo per questioni di ingombro ed è
consigliata a chi vuole destinare le proprie battute di pesca utilizzando artificiali di minimo 15 grammi fino a 70. Il
prezzo si aggira intorno ai 70 €.
IL MULINELLO
A differenza di altri tipi di pesca, la tecnica dello spinning dove si ripetono infiniti lanci e recuperi, mette a dura prova
la nostra attrezzatura e più di tutto il mulinello, che è il cuore pulsante, il fulcro della nostra azione di pesca. Per
questo, riuscendo ad avere un budget economico discreto possiamo sicuramente pensare di investire maggiormente
in questo settore.
Il nostro mulinello sarà a frizione anteriore e la sua riuscita sarà frutto della cura, delle ore di utilizzo e della qualità
dei materiali.
Possiamo orientarci verso molti marchi, (anche se alcuni componenti interni sono simili o identici) ma la scelta sarà
effettuata in base a diversi fattori tra cui sicuramente questi:
· Bilanciamento con la canna (taglia e peso)
· Componenti (qualità/prezzo)
Scegliere la taglia del nostro mulinello è di prioritaria importanza per non avere un attrezzatura sbilanciata che ci
creerà una perdita in sensibilità sulla percezione dei movimenti della nostra esca (in fase di recupero) e sul lancio.
L’ equilibrio si può verificare facendo un equazione tra la distanza della placca portamulinello dalla parte posteriore
della canna, il peso della canna e il peso del nostro mulinello. Manualmente si può testare il bilanciamento mettendo
un paio di dita della nostra mano dopo la placca dal lato inferiore della canna e vedere se questa tende a portarsi
verso un lato (in questo caso è sbilanciata) o restare orizzontale (equilibrata).
Per orientarci nella scelta, una canna di lunghezza media (circa 2.40 m) si può abbinare con un mulinello di taglia
5000 Shimano e Tica o 4000 Daiwa e Ryobi, queste sono le marche più commercializzate.
La quantità dei cuscinetti a sfera presenti e dichiarati dalla casa produttrice non deve trarci in inganno, poiché è
importante la qualità di questi componenti che sono quelli che favoriscono la fluidità e la scorrevolezza. Una grande e
capiente bobina ci favorisce nella distanza di lancio e scorta di filo per le sfuriate dei predatori, la manovella
ergonomica e grande ci aiuta nei recuperi della preda, un archetto robusto e con accorgimenti antichiusura
accidentale ci permette di non perdere artificiali in fase di lancio e l’imbobinamento a spire incrociate è indispensabile
per pescare con fili trecciati.
In base alla presenza e alla qualità di questi componenti, alla canna prescelta e alla taglia del mulinello, ci sarà la
definizione del modello da acquistare con relativo prezzo. Sconsiglio vivamente i mulinelli economici in quanto si
potranno verificare dei problemi di imbobinamento del trecciato, per cui, se intendete seguire comunque questa
strada, sarebbero preferibili i nylon.
Una cosa importante da non dimenticare per avere un attrezzo sempre al Top è ricordarsi di risciacquarlo con acqua
dolce o con un panno umido dopo ogni utilizzo in SW e lubrificare con olio specifico le parti che lo necessitano.
Mulinelli consigliati:
Applause (Ryobi): Un "verricello". Un rapporto qualità prezzo unico che è un punto di partenza per molti neofiti, ma
anche una scelta per i pescatori che cercano la potenza a discapito della sensibilità. Componentistica di qualità
accettabile, forse un po’ pesante, discreto l’ imbobinamento anche con i fili trecciati. Il costo va a partire da circa 60 €
a secondo della taglia prescelta ed è reperibile anche nei negozi locali oltre che in rete.
Stradic, Technium (Shimano): Ottimi mulinelli per chi ha a disposizione un budget più alto e vuole investire in
qualità e sicurezza di scegliere un attrezzo che potrà durare anni se tenuto con le dovute accortenze. Si fanno
pagare il giusto e la garanzia della casa Shimano assicura una veloce sostituzione delle parti difettose. Offrono un
imbobinamento a spire incrociate che è indispensabile se si utilizzano i fili trecciati e non si vuole incombere in
parrucche e grovigli. La scorrevolezza e la qualità della componentistica sono delle doti che si fanno apprezzare
subito già dai primi recuperi. Le bobine degli ultimi modelli del Technium hanno una forma conica che favorisce la
distanza di lancio. Lo stradic ha un rapporto di recupero molto alto, per cui si posso gestire abilmente gli artificiali che
necessitano di un recupero veloce (es. gli skipping lures). Il prezzo parte dai 130-140 €.
Exceler e TD (Daiwa): La ditta offre una svariata quantità di modelli che variano in base alla qualità della
componentistica. Rappresentano una valida alternativa alla casa Shimano e la classica grandezza della bobina
favorisce dei lunghi lanci. Il fase di recupero si apprezza la sensibilità e la scorrevolezza e la reperibilità è buona.
IL FILO
Per praticare lo spinning in mare occorrono dei fili che permettono dei lunghi lanci ed assicurano un abile
combattimento con i predatori senza dimenticare che per gestire al meglio e "sentire" in canna i nostri artificiali
occorre eliminare l’elasticità del filo. Attualmente si stanno producendo degli ottimi nylon, ma sono ancora lontani
dalle grandi potenzialità dei trecciati. Questi ultimi sono indispensabili ma purtroppo costosi, oltre ancora poco
reperibili nei negozi locali (ma non in rete) e assicurano un’ incredibile resistenza alla trazione ma non all’abrasione.
Un trecciato di piccolo diametro ha un carico di rottura maggiore rispetto al nylon ma sono da evitare le collisioni e/o
sfregamento con rocce e parti affilate dei pesci, come denti e parti del corpo che ne causano la rottura. Anche per
questo motivo, nella classica montatura spinning SW, si utilizzano dei tratti di 30/40 cm come terminale, collegandolo
alla lenza madre tramite un nodo adatto.
Il libraggio preferibile è il 20 Lb e per migliorare la durata e le performance, è consigliato di fare una leggera
spruzzata di silicone spray prima di ogni pescata e risciacquarlo accuratamente con acqua dolce dopo ogni utilizzo.
Ovviamente l’ utilizzo dei trecciati è legato all’uso di mulinelli di buona qualità (che imbobinano a spire incrociate) per
evitare grovigli e inutile dispendio economico.
Trecciati consigliati:
POWER PRO : offre una durata nel tempo e una resistenza al nodo eccezionale. La reperibilità è buona anche
grazie all’ acquisizione del marchio dalla casa Shimano e si riesce ad avere un prezzo più conveniente soprattutto in
rete (circa 30 € il 300 Yard), mentre nei negozi può arrivare anche a 50 €.
Fireline (Berkley): alta disponibilità nei negozi locali è classicamente noto in quanto uno dei primi ad essere
commercializzato in Italia. Necessita di una cura maggiore per poter durare nel tempo e ha una bassa resistenza al
nodo. Le sua dote principale è sicuramente la buona scorrevolezza al lancio grazie al fibra di cui è composto. Il
prezzo è un tantino elevato, circa 35 € per 300 Yard.
GLI ARTIFICIALI
Questo capitolo è sicuramente il più complesso e dovrebbe essere interpretato in seguito a numerose varianti e
fattori. E’ un settore in continua evoluzione grazie ai modelli innovativi che quotidianamente arrivano dalla ditte di
produzione giapponesi che sono all’avanguardia nel panorama mondiale della pesca.
Il mio consiglio è quello di studiare le caratteristiche del predatore e procedere all’ acquisto degli artificiali
relazionandoli all’ ambiente di pesca e le condizioni marine in cui lo insidieremo.
Esistono varie categorie di artificiali che sono stati trattati in altri articoli (che invito a leggere) mentre ora cercheremo
di definire degli artificiali per iniziare l’ avventura della pesca a spinning, scelti per cercare di far comprendere al
neofita le caratteristiche base di utilizzo.
In genere, salvo casi particolari, in bobina si usa il trecciato detto anche multifibra o filo in
dyneema, il principale materiale che lo compone, un particolare filo costituito da molti filamenti
intrecciati fra loro a costituire un filo unico dalle caratteristiche di tenuta al nodo, carichi di rottura e
diametri di gran lunga migliori del semplice nylon.
Per fare un veloce paragone, un trecciato di pari libbraggio rispetto ad un nylon ha un diametro
nettamente minore, ciò permette lanci più lunghi! Non solo.
La gestione dell’esca ne trae grandi vantaggi, infatti i multifibra hanno zero allungamento, quindi
ogni piccolo colpetto che imprimeremo sulla canna arriverà preciso all’esca, permettendoci un
jerking perfetto. Altro pregio è la morbidezza, incomparabile a qualsiasi monofilo.
Ma i motivi per cui abbiamo necessità di avere un terminale in fluorocarbon o in nylon sono i
seguenti :
Il fluorocarbon in particolare risulta essere molto meno visibile in pesca in quanto la sua rifrazione
della luce è molto simile a quella dell’acqua risultando quasi invisibile. E’ anche più resistente
all’abrasione nel caso in cui ci fossero ostacoli nel fondale come rocce, alberi sommersi e simili. Il
fluorocarbon resiste bene allo sfregamento con questi tipi di ostacoli, il trecciato invece accusa
molto di più e si spezza facilmente.
Come da foto suggerisco l’utilizzo dei nodi “Uni”, semplici da realizzare e molto affidabili.
Quando andiamo a creare un terminale da spinning per la nostra battuta di pesca, dobbiamo
prendere in particolare considerazione questi due fattori:
- Prede da insidiare
Prendiamo ad es. il caso in cui vogliamo isidiare le spigole. Questi predatori non sono per natura
molto potenti, sono divertenti da catturare perchè molto attivi e combattenti, ma hanno una potenza
relativa.
Direi che un terminale da spinning per le spigole dovrebbe essere così costruito:
1) Fluorocarbon da max 15 lib, credo che uno 0,30 sia più che sufficiente, anzi scenderei
tranquillamente allo 0,22 – 0,25.
Il discorso cambia se intendiamo insidiare predatori più potenti, quali il Serra, la Leccia Amia e il
Barracuda.
Un terminale da spinning per il Serra secondo me, potrebbe esser fatto così:
Se decidiamo di pescare dalla barca per insidiare predatori del calibro di Tonnetti alletterati,
Lampughe, Palamite e se siamo fortunati anche Ricciole, allora dobbiamo aumentare ancora il
libbraggio.
Direi che per questo tipo di predatori, costruire un terminale che sopporti le 40/50 libbre è molto
consigliato se non vogliamo perdere quello che si dice “il pesce della vita”!
E’ fondamentale che tutta l’attrezzatura sia calibrata al tipo di predatore che si intende insidiare,
dalla canna al mulinello al terminale.
I nodi a mio avviso non cambiano mai, l’Uni to Uni per legare il terminale alla lenza madre
(trecciato) rimane secondo me il più affidabile e semplice da fare, cos’ come l’Uni per legare il jack
al terminale.
Artificiali
Piume Semplici
Sono quasi sempre la scelta migliore per insidiare le Occhiate, le Aguglie, i Sugarelli e gli
Sgombri. Il loro comportamento in acqua imita un piccolo avanotto e, per questo, deve
lavorare molto in superficie, devono essere usate senza zavorre e a velocità non elevate.
Cucchiaini
Di dimensione dai 6 ai 15 cm, i cucchiaini più usati sono modelli più semplici, lucidi e
affusolati, provvisti o meno di piume a seconda delle situazioni. Il comportamento in acqua
deve sembrare un pesciolino in difficoltà, con un movimento non lineare. Bisogna utilizzare
zavorre anche molto leggere a monte della girella o dell’attacco del terminale.
Minnows
Imitazione visiva e comportamentale di un pesciolino-esca che con il suo movimento esercita
una grande forza attrattiva sulla preda. Può essere usato per la pesca da 40/50 centimetri di
profondità fino anche a 10 metri.
Poppers
Usati soprattutto per insidiare la Leccia in superficie, consistono in imitazioni molto fantasiose
di pesciolini che e quando vengono recuperati sollevano spruzzi creando un buon rumore che
attrae il predatore. In vendita sono presenti differenti modelli, varie colorazioni e con o senza
piume.
Grub
Al contrario di tutte le esche viste in precedenza, i grub sono particolari esche che non
assomigliano a nessuna specie particolare di pesce. Queste esche sono dei piccoli cordoni di
silicone con all’interno un amo semplice o con testina piombata. Risultano essere
particolarmente efficaci con prede quali la Leccia, l’Aguglia oppure l’Occhiata.
Lo spinning in mare può essere praticato essenzialmente in soli tre posti: i porti, le spiagge ed
i porti. Sulle scogliere, sono da preferire, se possibile, zone che si trovano in prossimità di
punte, oppure di franate degradanti o anche in calette con fondo misto di sabbia e roccia, in
quanto è proprio qui che la minutaglia si raduna e fa da banchetto per i predatori che si
cercano.
Prede maggiori
Spigola
bisogna conoscerne le abitudini ed il momento migliore. Si può insidiare principalmente con
artificiali quali minnows e ondulanti soprattutto in superficie e in acque torbide e ricche di
spuma, sulla costa rocciosa bassa, le spiagge e nei porti.
Occhiata
Si utilizzano minnows, ondulanti oppure con piume poste come ornamento degli artificiali che
con testine e ami piombati. Zona di elezione dell’occhiata, sono le scogliere alte con fondali
consistenti.
Aguglia
il divertimento è assicurato se si è in presenza di grossi banchi data la sua natura aggressiva.
Le esche migliori sono ondulanti, piume oppure, anche se meno frequente, i minnows. È
presente sia sulle coste rocciose che nei porti.
Ricciola: Presente in prossimità della costa nei periodi di settembre/ottobre, prima di
muoversi verso le secche in mare aperto è particolarmente aggressiva ed attacca minnows ed
ondulanti consistenti.
Pesce Serra
una delle prede ambite per i pescatori a spinning. Attacca principalmente minnows nelle
misure grandi. Sarà più probabile la sua cattura in prossimità delle punte che si insinuano in
mare aperto, coste rocciose alte e spiagge con fondali consistenti.
Leccia
può raggiungere dimensioni considerevoli ma risulta difficile da catturare. Si insidia con i
minnows e i poppers grandi e vistosi. I luoghi che preferisce sono le scogliere alte e nelle
ampie insenature sabbiose, anche se non è raro catturarla nelle acque esterne dei porti e
nelle darsene.
Oltre alle prede citate non è raro imbattersi in catture quali Salpe, Sciarrani, Tracine oppure
Lucci di mare che attaccano l’artificiale solo per aggressività naturale o per la difesa del
territorio.