Sei sulla pagina 1di 4

Lo spinning in mare

È la tecnica di pesca che prevede il continuo lancio e recupero di esche artificiali alla ricerca di predatori.
La sua etimologia non è del tutto chiara; il termine deriva dall’inglese “to spin” (girare), e farebbe riferimento
al continuo movimento rotatorio del mulinello, secondo altri alla rotazione continua della paletta dei
cucchiaini rotanti (tra i primi artificiali ad essere utilizzati in questa tecnica).

La particolarità dello spinning in mare, rispetto ad altre tecniche di pesca da terra, sta nel continuo
movimento sia delle braccia (poiché è necessario lanciare e rilanciare continuamente) sia delle gambe
(infatti non è produttivo lanciare sempre dallo stesso punto, ma è necessario spostarsi continuamente alla
ricerca del predatore). Altra particolarità sta nell’esclusivo utilizzo di esche finte, a parte qualche soluzione
tecnica che prevede l’uso anche di esche naturali o miste, ma in genere questa possibilità è rifiutata dai
puristi della disciplina.

Lo spinning in mare è una tecnica semplicissima, che non richiede costose e complicate attrezzature,
almeno per iniziare, né grande organizzazione per le battute di pesca. Bastano una canna con relativo
mulinello (e filo, ovviamente), una manciata di artificiali, una cintura (o marsupio o zainetto) per contenerli
e un raffio o guadino (opzionali). Il tutto in un chiletto di roba o poco più e a un prezzo alla portata di tutti.

Non serve procurarsi le esche a ogni battuta, litigare con la consorte per le “schifezze” lasciate in frigo,
alzarsi prima dell’alba o prendere umido tutta la notte. Lo spinning si può praticare produttivamente a
qualsiasi ora e durante tutto l’anno (nei luoghi e nei momenti adatti).
L’attrezzatura
Per affrontare la maggior parte delle situazioni mediterranee è sufficiente una canna, in carbonio più o meno
puro, di lunghezza variabile tra i 2,40 e i 3 metri con potenza massima di lancio di 40 o 50 grammi, e un
mulinello con capienza di circa 150-200 metri dello 0.30-0.35 o trecciato da 16-20 libbre. Questa è la
classica attrezzatura da “spinning medio”, da praticare sulla scogliera o dalle spiagge e rivolto alle prede più
tipiche delle nostre coste, che ci consente di combattere agevolmente pesci di stazza considerevole, ma può
risultare inadeguata in situazioni particolari.

Mi riferisco soprattutto alla pesca nei porti alla ricerca delle grosse lecce, ma anche a quelle situazioni che
richiedono lanci lunghissimi per raggiungere distanze impensabili con una attrezzatura media. Queste
situazioni vanno senz’altro affrontate con strumenti da “spinning pesante”, quindi canne capaci di lanciare
esche pesanti, fino a 80 grammi e più; il mulinello dovrà essere proporzionato e contenere almeno 200 metri
di 0.35-0.40 o, meglio, trecciato da 30-50 libbre.

Gli artificiali sono grossi cucchiaini o jig metallici per il lancio dalle spiagge, o pesanti minnow e popper
dalle rocce e della dighe portuali. Viceversa, se vogliamo praticare uno “spinning leggero” indirizzato
prevalentemente a spigole medio-piccole (ma anche a occhiate, piccole ricciole e lecce, aguglie, sugarelli), è
opportuno affidarsi a canne corte e leggere, da 2.10-2.40, con potenza da 5 a 25 grammi e mulinelli leggeri e
poco capienti. Le esche dovranno essere di dimensioni ridotte, piccoli minnow e popper, jig, cucchiaini.

Le prede dello spinning in mare


Con questa tecnica è ovviamente possibile catturare solo quelle specie che subiscono l’attrazione delle
esche artificiali, quindi tutti i predatori marini, ma alcune varianti dello spinning in mare prevedono l’utilizzo
di artificiali particolari o esche miste (naturale + finto) per la cattura di specie non propriamente predatorie
ma che in alcune occasioni abboccano ad esche in movimento (mormore, muggini, ecc.).

In altri casi, probabilmente per questioni legate alla difesa del territorio, possono abboccare alle esche finte
anche altre specie (ad es. saraghi, corvine). Si tratta però di situazioni assolutamente particolari che non è
possibile generalizzare. Di seguito, pertanto, descrivo solo le specie tipiche dello spinning dalla costa, con
indicazione dei luoghi, condizioni ed esche più adatte:

SPECIE STAGIONI LUOGHI CONDIZIONI IDEALI ESCHE


SPIGOLA tutte, ma con scogliere, scaduta, mare mosso minnow 7-11 cm – cucchiaini –
maggiori possibilità spiagge, foci, o torbido, popper e WTD – jig – anguilline
in inverno porti e altre esche in silicone
BARRACUDA primavera-autunno scogliera scaduta, mare mosso minnow e popper 7-14 cm – jig –
WTD
OCCHIATA tutte scogliera mare increspato o piumette bianche – cucchiaini 3-
leggermente mosso – 5 cm – minnow 5-7 cm
scaduta
DENTICE primavera-autunno scogliera alta scaduta, mare mosso minnow 7-11 cm jig – cucchiaini
AGUGLIA estate-autunno scogliere- mare calmo o cucchiaini 3-5 cmpiccoli minnow
spiagge-porti increspato
LECCIA primavera-estate- porti – scogliera variabili a seconda del popper – WTD – Ranger –
autunno – spiagge luogo minnow 7-14 cm – cucchiaini per
profonde i piccoli esemplari
RICCIOLA primavera-estate – coste rocciose scaduta o mare mosso popper e minnow 9-15
autunno alte – spiagge – cmcucchiaini per i piccoli
porti esemplari
LAMPUGA autunno coste rocciose mare poco mosso o popper – ranger minnow snodati
calmo – cucchiaini – jig
PESCE primavera-estate – porti – scogliere- variabili a seconda del popper – ranger – minnow 7-14
SERRA autunno spiagge luogo cm – cucchiaini

Le Esche
Molto schematicamente, le esche artificiali più utilizzate per lo spinning in mare possono suddividersi
idealmente in 4 grandi categorie:

 Cucchiaini (rotanti e ondulanti)


 Pesciolini finti (minnow, popper, WTD)
 Jigs (siliconici e no)
 Artificiali vari (cioè quella moltitudine di esche che non rientrano nelle tre categorie precedenti)

Tralasciamo invece le piumette che necessitano di una zavorra per il lancio (bonnand o galleggiante
piombato) e fanno ormai parte di uno spinning d’altri tempi. I cucchiaini rotanti, normalmente utilizzati in
acque dolci, vengono citati in alcuni testi di spinning per aver dato qualche interessante risultato con specie
varie ma nella pratica sono utilizzabili solo in particolari occasioni. Certamente efficaci con quasi tutti i
predatori sono invece i cucchiaini ondulanti: in diversa misura, tutte le specie insidiabili a spinning possono
attaccare gli ondulanti. Consigliabili in tutte quelle situazioni in cui occorrono lunghi lanci (ad esempio dalla
spiaggia) o dove la scarsa profondità rende inutilizzabili i minnow.

I pesciolini finti sono senz’altro gli artificiali più utilizzati nello spinning in mare per la loro efficacia nei
confronti di tutti i predatori. I minnow (spesso chiamati impropriamente rapala, dal nome della casa
costruttrice più famosa) hanno una paletta in plastica o metallica che conferisce loro il classico movimento
ed un affondamento più o meno accentuato, mentre i popper sono privi di paletta e devono la loro azione al
particolare taglio della testa che consente un movimento del tutto particolare in superficie. Ancora poco
utilizzati invece i “walking the dog” (abbreviati in WTD), pesciolini del tutto simili ai classici minnow ma senza
la paletta che determina l’affondamento nel recupero; si tratta quindi di esche che nuotano zigzagando in
superficie, da cui il termine che significa “portando a spasso il cane”.

I minnow possono essere monopezzo (di gran lunga più utilizzati) o snodati, dal nuoto più sinuoso (e quindi
da recuperare più lentamente), molto catturanti per certe specie (spigola in primis). Esistono, inoltre, modelli
galleggianti o affondanti. Tutti i minnow danno il meglio di sè nella schiuma mentre i popper e WTD sono in
genere da preferire con mare calmo o poco mosso. I Jig sono esche composte da una testina piombata (o
jig-head) ed un corpo in genere siliconico oppure composto da materiali derivati dalla pesca a mosca (pelo,
piume, etc.). Ne esiste una enorme varietà di tipi e dimensioni, molto usati in questa tecnica sono i cosidetti
“falcetti” o “grub” siliconici. Rispetto ad altri artificiali i jig richiedono un recupero “attivo” da parte del
pescatore che deve provvedere a dar vita all’esca con il movimento del braccio e del polso e con frequenti
variazioni di velocità. Sono, peraltro, tra le esche più duttili e versatili, infatti possono essere utilizzate sia in
superficie che a fondo, consentono lanci lunghi grazie al buon peso in rapporto alle dimensioni ed hanno
dimostrato la loro efficacia nei confronti di molti predatori marini. Altra nota positiva, hanno un costo
decisamente inferiore rispetto a tutte le altre esche finte.

I luoghi dello spinning


Lo spinning dalla costa può praticarsi dalle scogliere, dalle spiagge e dai porti. Per ottenere buoni risultati
con questa tecnica è fondamentale conoscere bene i luoghi, il predatore non è presente sempre e bisogna
andare a cercarlo, un po’ come si fa per la caccia. Chi inizia lo spinning in mare passa molto tempo nei primi
anni ad esplorare e sperimentare nuovi ambienti, a sopportare innumerevoli cappotti, a selezionare luoghi e
tempi. Nella pratica non esiste una regola valida sempre e comunque per individuare un “luogo da spinning“,
solo l’esperienza può dircelo, però qualche indicazione di massima si può dare almeno per una prima
grossolana selezione. Senza entrare nei dettagli, possiamo affermare che per i predatori pelagici o stagionali
(barracuda, ricciole, lampughe, dentici) è preferibile scegliere punte rocciose caratterizzate da forti correnti e
acque profonde, mentre per la spigola è più conveniente battere acque più basse, spiagge a media e bassa
energia, meglio se in prossimità di foci, scogliere artificiali. Lecce e serra possono essere insidiate con
maggiori probabilità nei porti, ma talvolta anche dalle spiagge, in particolare se nelle vicinanze vi è uno
sbocco d’acqua dolce.

Potrebbero piacerti anche