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Saggio sulla qualit della libert di stampa in Italia.

Lantefatto questo: lo spostamento di una trasmissione televisiva gi in palinsesto per mettere in prima serata la puntata di Porta a porta, con ospite il Premier, per parlare della consegna delle case appena edificate per i terremotati dellAbruzzo. Lepisodio stata loccasione per indire una manifestazione sulla libert di stampa presumibilmente, messa a repentaglio dallo strapotere del Capo di Stato sui mezzi dinformazione. Il problema posto potrebbe sembrare tendenzioso, considerando che lItalia una democrazia occidentale la cui libert di stampa un diritto sancito dalla Costituzione. Non nuova, comunque, la notizia secondo cui la Freedom House, un ente statunitense che si occupa di studiare il livello di libert nel mondo, consideri lItalia un Paese parzialmente libero per la libert di stampa, per via della concentrazione del potere sui media nelle mani del Primo Ministro Silvio Berlusconi, che controlla il 90% delle emittenti televisive nazionali attraverso le sue societ e il suo potere politico sulle Reti di Stato. Peraltro vero che ci sono alcune leggi dello Stato che pongono dubbi sullindipendenza dei mezzi di informazione: ad esempio, si legge in una norma del 1948: Nessun giornale o periodico pu essere pubblicato se non sia stato registrato presso la cancelleria del tribunale, nella cui circoscrizione la pubblicazione deve effettuarsi, vale a dire, per pubblicare un giornale bisogna avere lautorizzazione di un tribunale. Non solo. Per scrivere su un giornale necessario essere iscritto ad un apposito albo che lOrdine dei Giornalisti, di cui stato proposto pi volte labolizione perch considerato come uneredit fascista. Non credo che in Italia esista un problema di scarsa libert di stampa (se questa intesa come possibilit di una minoranza di esprimere pubblicamente opinioni di dissenso verso la maggioranza). Non a caso nei rapporti del 2007 e 2008 della succitata Freedom House, lItalia stata qualificata come Paese libero sia come democrazia che come qualit della libert di stampa. Si legge infatti che sebbene la concentrazione [del potere di Berlusconi] continui ad essere un problema, la carta stampata, continua a fornire diverse opinioni politiche, incluse quelle che sono critiche verso il governo. Il vero problema lestremizzazione delle posizioni che rende impossibile capire qual la realt dei fatti. Ogni proposta viene pregiudizialmente etichettata come di sinistra o di destra, qualunquista, populista o demagogica senza che ci sia una reale discussione in merito ai fatti. Faccio un esempio: lo spostamento del programma di Floris per fare spazio alla puntata di Porta a porta con Berlusconi; ebbene, se io dicessi,o un giornalista o unistituzione dicesse, che questo episodio non giustifica le posizioni di chi

afferma che si tratta di limitazione della libert di stampa, molto probabilmente sarei bollato come di destra senza che mi venisse data lopportunit di spiegare perch non cos ( non limitazione della libert di stampa perch il programma stato semplicemente spostato -e non sospeso- per motivi commerciali, cio per evitare la sovrapposizione di due trasmissioni che avrebbero trattato dello stesso argomento, col risultato di dover affrontare una doppia concorrenza). Prendiamo un altro caso, diametralmente opposto al primo: il cosiddetto editto bulgaro cio le pressioni, da parte di Berlusconi, di licenziare personalit scomode che lavoravano in Rai (Biagi, Santoro, Luttazzi): se io dicessi, o un giornalista o unistituzione dicesse, che questo episodio giustifica lopinione di chi crede che si tratta di limitazione della libert di stampa, molto probabilmente sarei bollato come di sinistra. Domanda: sono di destra o di sinistra? Non si pu rispondere, si pu solo concludere che io sia uno che ragiona con la sua testa e che non accetta o rifiuta pregiudizialmente ci che viene da questo o quello schieramento. Ad ogni modo, si deve ammettere che fino a quando in televisione non esistito un terzo polo che rompesse il dualismo Rai-Mediaset, c stato un pericolo per la libert dinformazione o, per dirla scherzosamente, un rischio di eccesso di libert di informare da parte di uno solo (comunque non tale da giustificare chi paventava una situazione di regime). E stato proprio durante questo periodo che si avuto leditto bulgaro e il vero problema non sono state le ingerenze del Capo del Governo sulla televisione di Stato, ma il fatto che i giornalisti licenziati non abbiano avuto la possibilit di avere una terza emittente per cui poter lavorare.

Senza dubbio, appoggio la tesi di chi dice il problema in Italia la presenza di organi di informazioni eccessivamente legati al mondo imprenditoriale e conseguentemente alla politica (vedi i binomi Rai-Mediaset, La Repubblica-Il Giornale, LEspresso-Mondadori) tale per cui non esistono fonti di informazioni imparziali e indipendenti (anche perch se esistessero sarebbero bollate subito come di questo o quel partito quando avalleranno la proposta di tale fazione). E questatteggiamento da parte dei politici che impedisce di capire ci che giusto da ci che sbagliato.

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