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Il modello quantistico.

Il modello quantistico descrive il comportamento della materia a dimensioni microscopiche (tanto piccole da essere misurate in nanometri, amstrong, picometri o di quantit di energia misurate in eV). I primi passi verso il modello quantistico furono fatti allinizio del XX sec. da Max Planck. La fisica classica non spiegava alcuni fenomeni connessi alla materia come leffetto fotoelettrico, le radiazioni emesse o assorbite dagli atomi (spettri atomici), i calori specifici. Tutti gli esperimenti condotti nell800 suggerivano di ipotizzare che la luce avesse una doppia natura e di postulare lesistenza di quantit discrete di energia. Il primo a postulare lesistenza di quanti, cio di quantit discrete (ben determinate, fisse, non continue) fu proprio Max Planck. Egli riusc anche a determinare una costante in grado di mettere in relazione frequenza di un fotone (quanti del campo elettromagnetico, pacchetti di energia) e il suo contenuto energetico. Una delle caratteristiche del modello quantistico la sua natura probabilistica: tutto espresso in termini di probabilit, per esempio, il concetto di orbitale in relazione alla funzione donda (una grandezza fisica che indica la probabilit che un elettrone si trovi in una certa regione dello spazio). I due pilastri del modello quantistico sono il principio di complementariet e il principio di indeterminazione. Il principio di complementariet fu ideato da Bohr nel 1927 e afferma che la luce ha natura sia corpuscolare che ondulatoria. In questo modo, vengono fusi due aspetti della realt che prima erano considerati essere diversi se non opposti: la materia, costituita da entit discrete, separate luna dallaltre, individuabili nello spazio e le radiazioni considerati fenomeni ondulatori e continui. Nel modello quantistico la luce (e la materia, grazie a De Broglie) ha natura sia corpuscolare ( formata da particelle: i fotoni) e ondulatoria ( sottoposta a fenomeni ondulatori come diffrazione, rifrazione, interferenza). Il principio di indeterminazione fu elaborato da Heisenberg e stabilisce che impossibile misurare con la medesima precisione in uno stesso istante posizione e velocit di una particella. Il principio comunque molto pi generale e vale tutte quelle variabili (dette coniugate) che nella fisica classica consentivano di predire levoluzione di un sistema fisico.
Il principio pu essere letto in maniera pi significativa dicendo che misurare strumentalmente un fenomeno significa cambiarlo. E impossibile quindi misurare un fenomeno, perch nel momento in cui viene compiuta la misurazione si misura un altro fenomeno che dopo la misurazione cambiato. Il principio, cos enunciato, ha notevole valenza filosofica, perch rovescia uno dei principi cardine del modello scientifico secondo cui possibile conoscere la natura attraverso leggi matematiche che vengono confermate attraverso le misurazioni e perch sancisce la condizione di indeterminismo delluomo (sancisce lignoranza da parte delluomo). Proprio per questo motivo il principio stato inizialmente rifiutato da Einstein il quale riteneva che se il principio si fosse rivelato valido avrebbe sicuramente rivoluzionato le scienze, ma non avrebbe fatto fare nessun passo avanti. In realt, va detto che principio valido solo in campo microscopico e comunque in fisica quantistica possibile conoscere non misurando il fenomeno ma studiando gli eventi, interagendo con il fenomeno. Inoltre, va detto che le scienze sono un insieme di teorie falsificabili, quindi pu darsi che in futuro le debolezze del modello quantistico saranno sostituite da un modello pi vero (teoria delle stringhe?).

La condizione di indeterminismo non dovuta ad incompetenza da parte dello sperimentatore o dalluso di strumenti poco precisi, ma una condizione intrinseca del fenomeno fisico. Atomo di Bohr.

Il primo ad applicare i principi della fisica quantistica al modello atomico fu Bohr. Egli postul che: - gli elettroni si muovono su orbite quantizzate, cio nettamente separate e ognuna con una propria discreta quantit di energia. Il raggio di un orbita dato dalla formula rn= r0 n2, dove r0 il raggio quantizzato della prima orbita dellidrogeno ed pari a 52 picometri. Lenergia connessa ad un orbita En=E0/n2, dove E0 lenergia della prima orbita dellidrogeno ed pari a -13,6 eV. Quando lelettrone percorre la stessa orbita non c alcuna variazione di energia, lenergia viene usata ma non consumata. - lelettrone salta da un orbita a contenuto energetico superiore ad una inferiore come conseguenza dellemissione di energia sotto forma di fotoni; il passaggio da unorbita a contenuto energetico inferiore ad una superiore avviene in conseguenza allassorbimento di energia (calore, scarica elettrica, fotoni). -Lemissione o lassorbimento di energia corrisponde al contenuto energetico del fotone che viene assorbito o emesso. Il modello atomico di Bohr aveva comunque dei punti deboli: in esso si parla di orbite, cio di regioni dello spazio che sono percorse dallelettrone con una certa velocit, ma a causa del principio di Heisenberg impossibile parlare di posizione e velocit dellelettrone! Per questo motivo il concetto di orbita fu sostituito dallorbitale, introducendo nel modello atomico la probabilit: lorbitale la regione dello spazio in cui massima la probabilit che sia percorsa dallelettrone. I numeri quantici. Lequazione di Schrodingher che d informazioni sullorbitale si risolve attraverso valori che sono i quattro numeri quantici. I numeri quantici danno informazioni su alcune propriet dellorbitale come contenuto energetico, forma e orientamento; il quarto numero d informazioni una propriet dellelettrone che la rotazione. Il numero quantico principale, indicato con n, fornisce informazioni sulla quantit di energia connessa ad un livello di energia. Pu teoricamente assumere valori interi che vanno da 1 a + infinito anche se la maggior parte delle specie chimiche presenti sulla tavola periodica pu essere espresso usando numeri compresi da 1 a 7. Il numero massimo di elettroni che possono essere contenuti in un livello di energia pari a 2n2. E bene dire che il numero massimo diverso da quello effettivo. Il numero quantico secondario, indicato con l, fornisce informazioni sulla forma che possono assumere i sottolivelli di un livello di energia. Pu assumere valori che vanno da 0 a n-1. Da ci si capisce come ad esempio, il primo guscio ha un solo sottolivello, il secondo ne due ecc Al numero quantico secondario pari a 0 corrisponde il sottolivello s che ha forma sferica; ad l=1 corrisponde il sottolivello p che la forma di due gocce con la punta rivolta luna verso laltra, il sottolivello di tipo d ha la forma di quattro lobi con la punta rivolta luna verso laltra; il sottolivello di tipo f comune, esistono anche sottolivelli di tipo g, h, i, l che per sono molto meno comuni. Il numero quantico magnetico, indicato con m, fornisce informazioni sui diversi orientamenti che pu assumere un orbitale. Infatti, il singolo orbitale pu contenere solo due elettroni, ma tale orbitale pu avere diverse forme e assumere diversi orientamenti tali per cui il sottolivello pu contentere pi di due elettroni. Assume valori che vanno da l a +l compreso lo zero. Il sottolivello di tipo s, avente l pari a zero, pu assumere un unico numero quantico magnetico, quindi un solo orientamento, infatti il sottolivello s ha forma sferica, quindi qualsiasi sia la

rotazione nello spazio si ottiene sempre una sfera. Il numero di elettroni contenuti in sottolivello s massimo due. I sottolivelli p, d, f avendo 3,5,7 numeri quantici possono avere rispettivamente 6,10,14 elettroni al massimo. Il numero quantico di spin indica la rotazione dellelettrone che deve essere antiparallela affinch lorbitale sia completo. Questo perch la rotazione dellelettrone genera un campo magnetico che rende latomo poco stabile e che viene annullato dal campo magnetico dellelettrone con spin opposto. Configurazione elettronica. La configurazione elettronica la disposizione degli elettroni negli orbitale. Ha importanza soprattutto la disposizione degli elettroni periferici perch questa responsabile del comportamento chimico della specie chimica. I gas inerti, ad esempio, presentano inerzia chimica proprio in virt del fatto che avendo otto elettroni nel guscio di valenza, sono elettronicamente stabili e non hanno bisogno di formare composti con altre specie per raggiungere tale stabilit. Esistono due modi di rappresentare la configurazione elettronica: grafica e alfanumerica. Per scrivere la configurazione elettronica necessario conoscere alcune informazioni e applicare alcuni principi: Il numero atomico (Z) che indica il numero di elettroni contenuti in un atomo allo stato fondamentale. Regola di Aufbau che indica lordine di riempimento degli orbitali che per le prime 18 specie chimiche regolare: 1s, 2s, 2p, 3s, 3p, poi si salta al 4s e si ritorna a completare il 3d. Ci perch non detto che gli elettroni che si trova un livello di energia superiore abbiano effettivamente energia superiore rispetto ad un elettrone che si trova su un livello di energia inferiore. Principio di esclusione, secondo cui gli elettroni che si trovano su uno stesso orbitale hanno spin opposti. Principio della costruzione progressiva: si riempiono prima gli orbitale a bassa energia poi quelli ad energia superiore. Principio di massima molteplicit, qualora gli elettroni non riescono a riempire tutti gli orbitali di un sottolivello, sono riempiti prima quelli vuoti poi quelli semipieni.

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