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Latte Materno

Qualità nutrizionale degli alimenti.


Quello che è necessario sapere degli alimenti sicuramente sono un insieme di informazioni che non derivano solo dalle informazioni
di tipo nutrizionale ma anche da quelle chimiche. Alla base c’è sicuramente la composizione chimica, da questa la qualità
nutrizionale ovvero la concentrazione ma anche la digeribilità di certi principi alimentari contenuti all'interno degli alimenti poiché
la digeribilità condiziona l'assorbimento dei nutrienti e quindi l'utilizzazione. Con il termine biodisponibilità noi intendiamo il
processo a cui sono sottoposti gli alimenti per sprigionare e liberare i nutrienti di cui sono costituiti.
I nutrienti avranno un’utilizzazione che non sarà corrispondente a quello che rappresenta la loro composizione chimica, fattore di
base ciò dipende dalla biodisponibilità che condizionerà l'utilizzazione e quindi l'effetto ultimo dell'alimento dipenderà da questa
disponibilità ai fini dei bisogni dell'organismo umano. Importante è il rispetto dei bisogni dell'organismo umano e quindi tanto più
degli alimenti avranno delle caratteristiche che nel loro insieme colmeranno le nostre necessità ovvero mescolare adeguatamente gli
alimenti e renderne delle porzioni accessibili per adeguarci ai nostri bisogni.
Bisogna raggiungere l’adeguatezza, la copertura dei bisogni poichè quello è l'obiettivo primario.
Dalla qualità nutrizionale eravamo scorsi subito a una classificazione che viene ritenuta la più semplice anche per modulare il
consumo degli alimenti perché si tratta di gruppi omogenei per qualità nutrizionale ma diversi fra loro per contenuto e
biodisponibilità di principi e nutrienti.
Generalmente si parla di 5-6 gruppi che sono anche quelli riportati nella piramide alimentare e avevamo dal latte vaccino, che è
quello di cui per primo si parla in realtà quando si parla di alimenti, per poi passare ai derivati del latte e alla loro importanza.
Le porzioni raccomandate o meglio consigliate perché qui non si raccomanda ma si consiglia, nel senso che niente è un obbligo ma
è una scelta.
Il latte è un alimento primario della propria madre per il neonato della stessa specie. Parlando del latte vaccino si parla di un
alimento primario ed importantissimo per il vitello e quindi non certo per l'essere umano, è un alimento specificatamente idoneo al
vitello poiché prodotto dalla mucca. Questo latte vaccino è l'alimento che però ci accompagna durante il resto della nostra vita in
sostituzione diciamo per le sue caratteristiche nutrizionali del latte materno ma sono due latti completamente diversi perché destinati
al neonato dell'aspetto di specie completamente diverse. Ognuno ha la sua unicità ed è unico il latte vaccino ma per un neonato è
troppo concentrato, un tempo lo diluivano. Noi lo adattiamo alla nostra vita ma quando il latte materno non può essere utilizzato, in
questi casi si diluiva il latte vaccino in maniera tale da rappresentare un sostituto più o meno adeguato.
Ora i latti formulati vengono venduti nelle farmacie e dove viene commercializzata tutta la gamma di prodotti idonei ai lattanti e
non allattanti al seno e allo svezzamento degli stessi, sono perfetti dal punto di vista chimico nutrizionale, forse anche fin troppo
curati e concentrati nei loro nutrienti.
C’è uno studio in cui si parla di maggior assunzione da parte dei lattanti proprio a livello quantitativo per riuscire a saziarsi perché
ci sono delle sostanze nel latte materno che forse sono ancora ignote per i ricercatori e che rendono il latte materno anche un
equilibratore dell'introito alimentare. Ci sono delle sostanze simili ormonali che regolano l'assunzione per cui il lattante umano
addirittura mangia di meno e sa saziarsi con un quantitativo di latte minore rispetto a chi della stessa degli stessi mesi o dello stesso
sesso viene alimentato con un latte che non è della sua mamma.
A livello energetico il lattante cosiddetto con latte artificiale mangia molto di più, proprio perché non ci sono quei fattori di
regolazione che sono presenti nel latte umano, il latte umano è un alimento unico. Oltre ad essere specifico si adatta durante
l'evoluzione alle esigenze dell'organismo.
Le esigenze nutrizionali del nostro neonato per cui gli altri alimenti questo non lo fanno, il latte della propria mamma è in grado di
modificarsi di istante dopo istante alle esigenze nutrizionali. Questo lo rende un alimento unico; questo lo fa anche il latte di vacca o
il latte di capra o il latte di qualunque altro mammifero per il neonato della stessa specie. Noi parliamo del nostro latte ma si deve
considerare questa sua perfezione e adattabilità alle esigenze. È inutile dire che è la miglior fonte di nutrienti per il neonato a
termine sano perché in realtà lo sarà anche quando il nostro neonato nasce prematuro perché se la mamma riesce a toglierlo e
magari il neonato si trova in un’incubatrice, lei con l'aiuto del personale idoneo riesce a toglierlo in realtà, quindi, è un latte che si
adatta alle esigenze di un neonato che è prematuro.
La sua composizione varia di madre in madre per cui un latte di una donna non è uguale a quello di un latte di un'altra; addirittura
varia di giorno in giorno, durante il giorno, nel corso della stessa poppata per cui subisce delle variazioni che si adattano
meravigliosamente alle esigenze del lattante.
La lattazione dal punto di vista endocrinologico e neurologico è efficace, quindi, quando la produzione è in una quantità
chiaramente sufficiente a nutrire adeguatamente il lattante. Una donna dopo il parto attiva dei meccanismi tali da permettere la
sintesi, ma anche la secrezione che sono due eventi assolutamente distinti ma associati fra loro. L'una senza l'altra non può esistere,
sintesi e secrezione di latte devono essere in quantità ottimali. La stimolazione appropriata della ghiandola mammaria chiaramente
è l'evento secondario alla sintesi che avviene per opera della prolattina che viene prodotta dall’ apofisi anteriore e che dicevo non è
completa se non associata ad una stimolazione della ghiandola mammaria da parte del neonato. La soluzione è quel è meccanismo
che metterà in attività le ghiandole degli ormoni come l'ossitocina e quindi ipofisi posteriore per permettere la secrezione, ovvero la
fuoriuscita di latte dal capezzolo.
Questo è un meccanismo comandato e quindi stimolato, sorretto dalla suzione del neonato, per cui non ci sarà continuità in tutto
questo processo di lattazione costituito da questi due eventi importanti. Dal punto di vista endocrino se non ci sarà nessun lattante a
succhiare dal capezzolo, il prodotto latte che non sarà sempre tale perché subisce delle modificazioni.
Tutto questo è condizionato dall'ipotalamo e quindi dalle emozioni; condiziona anche un ambiente favorevole e delle condizioni
ottimali, da questo punto di vista favoriscono tutto questo processo di sintesi e secrezione ottimale che potrebbe anche interrompersi
se venisse a mancare una di queste componenti, soprattutto quelle legate alle condizioni ambientali favorevoli.
I dispiaceri, dei traumi, delle forti emozioni possono interrompere la secrezione e quindi le strutture citologiche e ambiente
ormonale non si mantengono se questo non avviene in maniera modulata e fisiologica. Per questo la lattazione può anche
interrompersi indipendentemente dalla produzione di latte, parlo di lattazione proprio come evento secretivo, quindi, resta la
possibilità di produrre latte ma non di secernerlo.
Tutto ciò è regolato fortemente dagli ormoni e quindi importantissimo per quanto riguarda dati più strettamente chimico
nutrizionali, il latte non ha sempre una composizione fissa e stabile ma subisce delle modificazioni già dalle prime ore; i primi
momenti di secrezione fino ad una quindicina/ 20 giorni dopo il parto produce in gergo il colostro, latte di transizione/ latte maturo
che sono più o meno ma non in maniera fissa il latte del prima 4/5 giorni ma ecco ripeto è tutto molto adattabile ad ogni individuo
ad ogni donna e anche ad ogni neonato per cui il rapporto madre figlio rappresenta l'unità importante.

Non è la donna da sola a condurre questo processo ma chiaramente è la mamma con il proprio neonato dicevo dal colostro si passa
al latte di transizione e al latte maturo e dopo circa 15 giorni.

Il latte materno è l’ALIMENTO che la Natura ha designato per i primi mesi di vita, è un alimento:
- unico (unità biologica)
- specie-specifico: privo di effetti allergizzanti rispetto a quelli contenuti nel latte vaccino (mucca, asina
ecc…)
- adattatosi durante l’evoluzione alle esigenze nutrizionali dell’organismo
- È la miglior fonte di nutrienti per il neonato a termine sano

Il latte in polvere e artificiale sono latti che hanno subito modificazioni su tutti i componenti sia quantitative che qualitative, che li
rende diversi dal latte di donna (anche se stanno migliorando il latte artificiale).
Infatti secondo l’ipotesi di burker degli anni 90 sul benessere che deriva dall’utilizzo del latte materno, questo è regolatorio del peso
del lattante e induce una minore predisposizione all’obesità proprio perché induce modificazioni metaboliche e neuroendocrine
nell’individuo tale da regolarne tutta la vita e prevenire le patologie dell’età adulta.
Con il latte artificiale inoltre il neonato assume più chili in più perchè non induce sazietà come il latte materno.
Lattazione efficace
Affinchè sia efficace deve essere prodotto in quantità sufficiente per il lattante a nutrire adeguatamente il lattante da parte della
nutrice.
Per una sintesi e secrezione di latte ottimale sono necessarie:
- Stimolazione appropriata della ghiandola mammaria attraverso efficace suzione
- Condizioni ambientali favorevoli
Se ciò non avviene strutture citologiche e ambiente ormonale (stress, ansia, dispiacere, lutto ecc..) non si mantengono e la lattazione
(ciclo endocrino di sintesi e secrezione) si interrompe.
Infatti sintesi e secrezione ottimali richiedono intervento di ormoni:
- ipofisi anteriori produce prolattina necessaria a sintetizzare il latte ma non sufficiente a sintetizzare il latte,
la cui eiezione (fuoriuscita) è stimolata dalla suzione del lattante dalla ghiandola mammaria.
- Questo succhiando attiva un altro ormone prodotto dall’ipofisi posteriore (ossicoticina), che favorisce la
sintesi: più ciuccia più ossitocina si produce e più latte viene prodotto.
Se manca l’equilibrio tra questi due ormoni, le mammelle possono arricchirsi di tutto il latte necessario.
L’ipofisi è regolata dall’ipotalamo, centro cerebrale delle nostre emozioni, se la donna non vive in un ambiente sereno e favorevole,
tutto questo ciclo ormonale endocrino può interrompersi

Modificazione della composizione del latte durante la maturazione


La sua composizione varia da madre a madre (genetica e alimentazione), di giorno in giorno durante la crescita del bambino,
durante il giorno, nella stessa poppata.
1) Colostro < 5 giorni:
Nei primi tre giorni dopo il parto le ghiandole mammarie secernono il colostro, una sostanza giallastra per la presenza di carotene
che è ricca di proteine (tra cui anticorpi), sali, vitamine A, C, E, ma povero di grassi e carboidrati; quindi, le calorie fornite dal
colostro sono inferiori a quelle del latte.
Contiene ormoni superiori al latte maturo responsabili della proliferazione e maturazione delle cellule intestinali che si conclude
intorno al 3° - 4° mese (chiusura dell’intestino).
Infatti, prima del 3° - 4° mese la mucosa intestinale del bambino è immatura, sia dal punto di vista strutturale che funzionale, e ciò
potrebbe scatenare fenomeni di allergia o intolleranza e il processo di maturazione della mucosa, infatti, permette di tollerare senza
danni al sistema immunitario cibi diversi dal latte materno.
2) Latte di transizione (5-15 gg)
Gradualmente il colostro assume le caratteristiche del latte definitivo, nel quale la componente proteica diminuisce mentre quella
lipidica aumenta.
3) Latte maturo (>15 gg)
Il latte materno contiene circa 700 Kcal, mentre quello vaccino ne contiene circa 600.
Queste differenze sono legate al fatto che dopo la vita intrauterina, il neonato ha bisogno di principi alimentari (proteine, lipidi e
carboidrati), ma soprattutto dei loro nutrienti che sono maggiori appena uscito dall’utero rispetto al bisogno nei mesi successivi.
Le composizioni sono espresse per litro di latte e non per 100 gr perché durante una giornata una donna è in grado di produrre 600-
800 fino a un litro o più di latte e quindi ci permette di vedere immediatamente l’apporto di nutrienti per il lattante (neonato) durante
una giornata. Inoltre è importante pesarlo prima e dopo la poppata per valutare se il bambino si alimenta adeguatamente.
Le proteine sono di circa 2-2,3 gr per 100 grammi nel colostro, scendendo a 1,6 gr nel latte di transizione per 100 ml fino al valore
di 1 gr nel latte maturo.
Il colostro fornisce, grazie alla maggiore necessità nei primi giorni da parte del neonato, di una maggiore quantità di proteine e delle
migliori (biodisponibilità e ricchezza di aa essenziali e digeribilità), che si abbassano successivamente ma rimangono sempre pari al
100% in termini di qualità e digeribilità.
I lipidi dal colostro al latte si vanno arricchendo nel latte maturo a scapito delle proteine
i lipidi sono prevalentemente TG di cui gli acidi grassi sono abbondantissimi come gli aa essenziali e c’è anche una quota di
colesterolo.

Aumenta anche il lattosio da 5,7 gr a quasi 7 gr: il latte umano (di donna) presenta questo disaccaride in quantità maggiori rispetto
agli altri mammiferi, proprio perché il galattosio è componente dei galattolipidi cerebrali ed è coinvolto nelle capacità neuronali
degli uomini, ed è per questo che siamo la specie più intelligente e che meglio sviluppa le capacità cognitive proprio per la presenza
del galattosio.
Le ceneri sono la quantità totale di minerali di ogni alimento e si riducono dal colostro al latte di transizione anche se non molto:
sono
prevalentemente sodio potassio magnesio e calcio (30 mg di calcio del latte di donna rispetto ai 120 del vaccino), ma più o meo
rimangono stabili nel latte maturo ad eccezione di magnesio e sodio.

Proteine
La composizione delle proteine del latte maturo di donna rispetto al latte vaccino è diversa
Quantità proteica
- Latte umano
Apporto proteico: 11g/dl (>valore biologico) Azoto totale = 200 mg/100mL
Azoto non proteico = = 40-50 mg/100mL (25%) Rapporto caseine/proteine del siero = 40%/60%-
-> Sieroproteine>caseina
>50% dei grassi insaturi+ ac. arachidonico e eicosapentaenoico + i loro precursori (sintesi di fosfolipidi di cervello e retina e di
prostaglandine e leucotrieni).
- Latte vaccino
Apporto proteico: 33 g/dl
Rapporto caseine/proteine del siero = 80%/20%
Caseina>sieroproteine
>50% saturi
Il latte di donna contiene più sieroproteine della caseina e tra le sieroproteine l’alfa-lattoalbumina caratterizza il latte di donna,
mentre la Beta lattoglobulina caratterizza invece latte vaccino, mentre è nulla nel latte di donna.

La beta lattoglobulina è insieme alle caseina, il principale allergene del latte, ovvero la proteina che scatena le reazioni allergiche
delle proteine del latte vaccino.
Il suo potere allergizzante è dovuto al fatto che queste proteine non sono naturali per il lattante, mentre lo sono per le altre specie,
quindi nell’intestino si comporta come antigene generando sensibilizzazione e Questa è la principale differenza qualitativa tra latte
umano eallergia vaccino.
(il latte di asina è più simile al latte di donna tanto che vengono anche allevate per fornire latte come sostituto per le donne che non
possono allattare, mentre il latte di vacca è il più lontano)

Le formule di latte (latti formulati) contengono troppe Iproteine, richiedendo un eccessivo sforzo metabolico da parte del lattante
limiti CEE del contenuto proteico sono: 1,8-3g/100mL

Qualità proteica
- dipende dalla digeribilità e dalla capacità di fornire amminoacidi essenziali
- ridotta influenza della dieta materna sulla composizione proteica del latte
- elevato contenuto di cisteina nel latte umano profilo amminoacidico che si adatta mirabilmente alla
capacità metabolica del lattante
- Qualità proteica si modifica perché deve adattarsi alle esigenze del lattante.

Vediamo la composizione aa tra latte umano e vaccino: ogni frazione contiene tanti aa quanti ne servono al lattante della propria
specie e quindi le differenze sono idonee alla specie, tante quante ne servono la lattante umano e della specie.
La vacca presenta tutti gli aa più alti del latte umano ovvio per la differenza di contenuto di proteine (1 gr di proteine nel latte
materno vs 3 gr nel latte vaccino), mentre la cisteina, che è un aa condizionatamente essenziale in quanto sintetizzabile dalla
metionina, è il doppio più concentrato nel latte materno rispetto a quello vaccino.
- Questo perché secondo l’ipotesi di Hambraeus il neonato alla nascita non ha ancora sviluppato l’enzima
cistationasi che trasforma la metionina in cisteina, e quindi essendo meno efficiente non può sintetizzarlo.
- A mano a mano che maturerà l’attività enzimatica della cistationasi, la quantità di cisteina si andrà
affievolendo nel latte maturo.

Relativamente alla qualità proteica le proteine sono in concentrazioni diverse:


- CASEINA: 0,25 g/100mL
Il latte di donna contiene meno caseine delle proteine del siero del latte rispetto al latte vaccino e le micelle di caseina sono più
piccole, formando coaguli più digeribili rispetto alla frazione caseinica del latte vaccino.
Così, il lattante allattato con latte vaccino costituirà dei grossi fiocchi di caseina rallentando il transito gastro – intestinale (il numero
di scariche giornaliere sarà minore e saranno ricorrenti fenomeni di rigurgito e vomito), cosa che invece non accadrà se allattato con
il latte della madre.
- PROTEINE DEL SIERO: 0,64 g/100mL
Sono le più abbondanti, non assorbite e con effetti benefici a livello intestinale e sistemico. Sono di tipi diversi: - α-lattalbumina -
Lattoferrina - Lisozima - Immunoglobuline (Ig)
Vediamo come moltissime proteine non svolgono solo azione nutrizionale sotto forma di aa contenuti in essi e liberati mediante
digestione e completa degradazione, ma alcune proteine come l’alfa e le immunoglobuline, contemporaneamente al ruolo
nutrizionale, svolgono ruoli alimentari derivanti dalla loro digestione parziale e in parte da modificazioni strutturali, a seconda
dell’esigenza dell’organismo.
Questo ruolo alimentare, quindi non nutrizionale legato agli aa costituenti ma all’integrità della molecola, non potrebbe essere
svolto se questa venisse degradata completamente.

Alfa lattoalbumina: caratterizza il latte di donna (unicità) 0,2-0,3 g/100 mL


- Caratteristica proteica del siero del latte umano, presente in maggiore quantità rispetto a quella del latte
bovino, nel quale prevale la β-lattoglobulina (differente profilo amminoacidico)
- Componente del complesso enzimatico LATTOSO SINTETASI, quindi non si può produrre lattosio se
non è presente tale proteina
- elevato contenuto di amminoacidi essenziali (63%) (cisteina, triptofano e lisina)
- maggiore digeribilità dell’α-lattalbumina umana rispetto a quella bovina.

Ha un ruolo non solo nutrizionale, da cui il lattante ricava gli aa, ma svolge un ruolo alimentare anche da intera.
Quindi a seconda delle esigenze del neonato possono subire una:
- Aminoacidi (Contributo alleDigestione completa richieste amminoacidiche)
- Peptidi bioattiviDigestione parziale
- produce una molecolaCambiamento strutturale chiamata “HAMLET” (effetto anti-Apoptosi, anticancro,
Attività antinfettiva)
I peptidi bioattivi che si formano dalla non completa digestione sono ormoni che possiedono attività biologiche:
- Attività antimicrobica
- Assorbimento dei minerali come il calcio e il ferro
- Inibizione in vitro dell’enzima ACE che converte angiotensina in angiotensina 1 e 2 (ruolo ipotensivo)
- Lattorpina (peptide oppioide che fa addormentare i lattanti durante la poppata) che anch’esso ha anche un
effetto ipotensivo nei ratti ipertesi e nell’uomo
- Tripeptide (GLP): funge da stimolatore del sistema immunitario
(come anche le immunoglobuline prima della digestione in quanto svolgono il loro ruolo di difesa immunitaria quando sono integre
e non digerite. Infatti, nel lattante esse sono digerite e quindi non possono esplicare la loro funzione difensiva.).
Lattoferrina
- glicoproteina legante il ferro: proteina che trasporta il ferro
- presente nel latte materno per 0,1-0,2 g/100mL e assente nel latte vaccino
Funzioni:
- regolazione crescita e differenziazione cellulare
- regolazione omeostasi intestinale del ferro
- attività antimicrobica: sia dipendente dal legame con il ferro per l’uccisione dei microrganismi patogeni
ferro-dipendenti (sottraendolo) e quella indipendente dal legame con il ferro ad ampio spettro d’azione
esercitata dalla lattoferricina (meccanismo d’azione sconosciuto)
- attività antinfiammatoria
- regolazione mielopoiesi e protezione contro il cancro

- Enzima ubiquitario presente in molte secrezioni biologiche fluidificandole


Lisozima - Caratterizza il latte di donna per uno 0,05 g/100mL ed è assente nel latte vaccino;
- ha attività batteriolitica: i suoi livelli aumentano nel corso della lattazione in quanto ha un importante ruolo
antinfettivo
Immunoglobuline
Il contenuto di anticorpi è due volte quello del latte vaccino: in quest’ultimo prevalgono le IgG, mentre nel latte materno le IgA
(soprattutto secretorie) per uno 0,10 g/100mL, mentre il contenuto di IgM è invece sovrapponibile
Le IGA secretorie hanno una concentrazione + elevata nel colostro e diverse funzioni a protezione del lattante da molte infezioni
perché inizialmente non ha un sistema immunitario sviluppato:
- legandosi alle adesine, impediscono adesione e proliferazione batterica sulle superfici epiteliali (si
dispongono sulla mucosa branchiale, faringea e gastrointestinale)
- funzioni dirette contro la flora intestinale materna e contro gli antigeni con cui è venuta a contatto la madre
- attività idrolizzante le formando peptidi con effetti antimicrobici e probioticiβ-caseine

β-defensina-1
- peptide antimicrobico ad ampio spettro
- azione immunomodulatrice
- 1-10μg/mLnel corso della lattazione a conferma del ruolo protettivo del latte materno
- ampiamente espressa sulle superfici mucosali nell’adulto • fornisce un supplemento alla produzione
innata del lattante

Anche se hanno tentato di produrre latti artificiali simili al latte umano, molte di queste sostanze ancora non sono state scoperte e
che svolgono ruoli importantissimi per il lattante rendendo il latte materno unico svolgendo un ruolo di difesa, maturazione del
tratto gastro-intestinale e quindi l’attività enzimatica e funzionale del sistema del neonato, che quando nasce non possiede neanche
la flora batterica intestinale.
Possiede infatti un intestino sterile nutrito direttamente dal sangue della madre tramite il cordone ombelicale ch trasferisce i
nutrienti solubilizzati nel sangue materno e già digeriti.
Successivamente ’introduzione del colostro permette la maturazione del sistema immunitario e gastro-enterico, e soprattutto la
selezione dei ceppi dipende dai glucidi che vengono ingeriti come vedremo.

Azoto non proteico Ci sono tantissimi componenti che caratterizzano il latte umano come azoto non proteico e non presenti nel latte
vaccino.
Infatti il latte umano contiene azoto non proteico sotto forma di sostanze azotate che hanno un ruolo (creatina, creatinina, urea) con
effetto trofico sull’intestino del neonato.
• UREA (50%)
• ACIDO URICO
• AMMONIACA

• POLIAMMINE

• CREATINA

• NUCLEOTIDI

• AMMINOZUCCHERI

• AMMINOACIDI LIBERI (0,05mg/100mL)


• ACIDI NUCLEICI
• AMMINOALCOLI

Poliammine si trasformano in sostanze dette: Spermina, spermidina e putrescina


- concentrazione variabile

- bassa concentrazione nel latte vaccino (degradate enzimaticamente) Funzioni diverse:


- regolazione crescita e differenziazione cellulare (effetto trofico su sviluppo intestino immaturo del neonato che
quando nasce non è in grado di digerire, assorbire, regolare le funzioni intestinali che si svilupperanno dopo
l’allattamento e quindi vengono maturate grazie alle poliammine)
- regolazione sviluppo tumorale (azione pro-apoptotica)
- controllo sviluppo allergie alimentari
Nucleotidi:
- < 0,1mg/100mL (max nel colostro) e considerati “condizionatamente essenziali”
Funzioni:
- regolazione crescita tessuti a rapido turnover cellulare.
- controllo metabolismo LP e acidi grassi
- regolazione metabolismo energetico e sintesi carboidrati
- incremento assorbimento ferro
- rafforzamento risposta immunitaria (migliore risposta ai vaccini)
Quindi questo azoto non proteico svolge un ruolo di difesa e regolazione ad ampio spettro ed è quindi così concentrato nel latte
umano rispetto al latte vaccino, per proteggere il neonato che crescerà.

Lipidi
Valore che aumenta durante lattazione dal colostro al latte maturo fino a un valore 3,9 g/100mL, e rappresentano il 50% della
densità calorica totale del latte:
- 98% trigliceridi
- 0,7% fosfolipidi
- 0,5% colesterolo
La concentrazione di colesterolo (10-15 mg/100mL) considerata elevata, induce una > capacità di metabolizzazione del colesterolo
in età adulta, proprio per la sua funzione fondamentale di sintesi delle molecole che aiutano a regolare l’attività della lipasi acidi e
Sali biliari, ormoni sessuali giustificato anche dal fatto che tanto più saprà metabolizzarlo da adulto.
Esiste una miglior digeribilità e assorbimento dei lipidi del latte umano rispetto a quelli del latte vaccino:
- presenza della Lipasi nel latte umano
< dimensione dei globuli di grasso
specifica composizione e distribuzione di AG nei TG (acido palmitico è esterificato in C-2 lega il calcio).
I globuli sono più piccoli e digeribili da parte della lipasi umana, la quale idrolizza gli acidi grassi in posizione 1 e 3.
Nel latte di donna gli acidi grassi essenziali e il palmitico si trovano in posizione stereospecifica privilegiata, ovvero la posizione 2
che lo lascerà legato alla glicerina e senza essere unito ad un catione e eliminato nelle feci sotto forma di sapone, verrà assorbito
nell’enterocita come 2 monogliceride e ricostituito come TG.
Anche il calcio è salvato da questa perdita, ed è una caratteristica del latte di donna che permette al calcio di essere assorbito più di
ogni altro alimento, che solitamente permette al massimo un assorbimento del 20%, e che invece diventa pari al 40% nel latte di
donna.
(Grazie ai motivi stereospecifici della posizione dei TG nel latte umano Il calcio non si lega agli anioni nella dieta e viene assorbito
anche al 30-40 % del suo contenuto).
La componente lipidica è quella la cui quantità e la qualità degli acidi grassi dipende:
- alimentazione materna
- depositi lipidici materni: corrispondono ai circa 4 kg di lipidi che si depositano durante la gravidanza naturalmente,
come scorta che diminuirà durante l’allattamento perché forniranno gli acidi grassi più preziosi che spesso la donna
non introduce con l’alimentazione
- sintesi endogena nella ghiandola mammaria a partire da precursori glucidici (maggiore durante la lattazione)
Qualitativamente la composizione in AG influenzata da ≠ fattori:
- periodo di lattazione
- età gestazionale
- dieta materna (effetti sia a breve che a lungo termine)
In generale nel latte vaccino prevalgono gli acidi grassi saturi, mentre nel latte di donna quelli:
- saturi: stearico C16 e palmitico C18 i più preziosi (rispetto a quelli a più basso C che sono più nocivi come
laurico, miristico ecc..)
- monoinsaturi (Acido Retinico e Acido Oleico):
- insaturi essenziali (Acido Linoleico, Acido alfa-Linolenico)
- insaturi essenziali a lunga catena LC-PUFA (arachidonico e docosaesaenoico, sintetizzati nella ghiandola
mammaria a partire da linoleico e α-linolenico)
Gli LC-PUFA, di cui il pesce è ricchissimo nei suoi TG, si trovano preformati SOLO nel latte umano e svolgono importanti
funzioni:
- regolazione fluidità, permeabilità, attività enzimatica e recettoriale delle membrane cellulari
- nei primi 2 anni di vita sono incorporati nel cervello e nella retina, dove si ritrovano concentrati
Infatti i lattanti al seno hanno migliore acuità visiva e capacità cognitive.
(Questi ultimi sono più facilmente digeribili, più facilmente assorbibili, importanti per la mielinizzazione del SNC, per la maturità
del sistema immunitario, per la sintesi delle PG e per il trofismo cutaneo. L’Acido Retinico è utile per la maturazione della retina e
del SNC).

Carboidrati (40% densità calorica del latte)


Sono quasi prevalentemente costituiti da lattosio che viene digerito da una lattasi intestinale e in parte da
oligosaccaridi. lattosio:
- 6,7g/100mL (concentrazione finemente regolata si mantiene stabile anche in caso di malnutrizione).
Funzioni:
- nutrizionali: il lattosio fornisce non solo glucosio, ma anche galattosio che forma i cerebrosidi cerebrali.
Ma la lattasi, anche se molto efficiente, fa s’ che in parte venga parzialmente attaccato della flora batterica
intestinale e ne promuove la formazione;
- agente osmotico che determina il volume del latte: più lattosio più sarà il volume;
- attività batteriostatica: i batteri intestinali sono attratti dai glucidi, vi si legano e vengono neutralizzati
disattivando i batteri sulle superfici intestinali e di membrana (fanno da attrattori nei confronti dei batteri
che si legano a queste molecole perché sono simile a quelle che i batteri utilizzano per entrare nelle
mucose delle superfici)
- regolazione assorbimento del calcio (lo aumenta)
Oligosaccaridi:
Oltre al lattosio, sono componenti costituiti da 2 unità glucidiche responsabili della fermentazione più del lattosio:
- esclusiva peculiarità del latte umano
- 1,2-2 g/100mL (3° frazione + abbondante dopo lattosio e lipidi)
- diversi tipi di zuccheri e tipi di legame influenzati anche dall’area geografica.
Funzioni:
Antimicrobica (fucosiloligosaccaridi): proteggono il lattante dalle infezioni intestinali agendo come “falsi” recettori dell’ospite,
difendendo dagli attacchi batterici la mucosa del neonato.
- Gli oligosaccaridi non digeriti fermentano determinando la crescita di bifidobatteri (protettivi vs infezioni)
nelle feci del lattante.
Infatti, la flora batterica intestinale tra lattanti al seno e con formule di latte è dimostrata dal fatto che nei primi prevalgono i
bifidobatteri, nei secondi i bacteroides.
Aggiungendo probiotici (lattobacilli) o prebiotici (oligosaccaridi) alle formule di latte si ottiene una flora batterica simile a quella
dei lattanti al seno (stessa protezione dalle infezioni), ma non uguale in quanto è unico.
Sono composti da acido sialico, componente preziosissimo che possono liberare.
ACIDO SIALICO (sialidasi lisosomiali)
- Presente in 100mg/100mL: quantità minore durante la lattazione e influenzata dall’ età gestazionale, dalla
fase di allattamento e varia da donna a donna.
- componente della frazione glucidica del latte umano, in particolare legato agli oligosaccaridi, prevalente
fino al 70% e si riduce durante la lattazione.

- Legato agli oligosaccaridi forma i SIALILOLIGOSACCARIDI 7-120 mg/100mL (nel latte vaccino la
quantità 20 volte < non soddisfa i bisogni del lattante)
- Influenza la crescita cerebrale e la capacità di insieme al galattosio è responsabile di una
maggioreapprendimento sinaptogenesi e maturazione cerebrale correlata a maggiori sialoglicoproteine e
gangliosidi. Permette di sviluppare le sinsapsi a livello cerebrale in quanto responsabile della formazione
delle sinapsi a livello cerebrale.
- può essere considerato un nutriente condizionatamente essenziale che viene aggiunto nelle formule dei
latti artificiali.

Minerali
Concentrazioni indipendenti dallo stato di nutrizione materno e presenti nel latte umano in quantità < rispetto a quello vaccino
(circa 1/3).
Bisogna, comunque, tenere conto oltre che della quota assoluta, della biodisponibilità dei diversi minerali, cioè la quota che di essi
può essere assorbita ed utilizzata nei vari processi metabolici è maggiore.
- Calcio (20-35 mg/100mL) e Fosforo (11-16 Adeguata mineralizzazione osseamg/100mL)
Le concentrazioni sono < del latte vaccino, ma quello che è importante ai fini dell’assorbimento è il rapporto
Calcio/Fosforo, che nel latte di donna è di 2:1 (nel latte vaccino è di 1:1).
Questo rapporto è ottimale per l’assorbimento del calcio, che sul piano clinico si traduce in un’azione protettiva del latte materno
nei confronti dell’ipocalcemia neonatale e di prevenzione del rachitismo nei mesi successivi, permettendo una maggiore
mineralizzazione ossea.
Inoltre La concentrazione di fosforo riduce pH e determina la flora intestinale tipica dei lattanti al seno.
- Ferro (0,05 mg/100mL): Efficienza di scorte fino a 4 mesiassorbimento del 50% (maggiore del 10% nel
latte vaccino) di età. Ciò dipende dall’elevato contenuto nel latte materno di lattosio e vitamina C, dai
bassi livelli di fosforo e proteine, nonché dalle particolari forme molecolari in cui il ferro è presente.
- Selenio (1,2-2 μg/100mL): Elevata conc. e biodisponibilità (> che nel latte vaccino)

Vitamine
Concentrazioni dipendenti dallo stato di nutrizione materno e il latte materno ha un contenuto vitaminico sufficiente per il bambino,
fatta eccezione per la vitamina D3, che è scarsa in quantità (come nel latte vaccino); ciò aumenta ancora di più il rischio di
rachitismo.
Il latte materno è la miglior fonte di Vitamina A durante il primo anno di vita, essendo le scorte epatiche del neonato molto ridotte.
C’è invece un’alta concentrazione di vitamina C, vitamina termolabile, che invece è scarsa nel latte vaccino fresco, ma anche nei
tipi di latte in polvere adattati. Per cui, se vengono usati in modo esclusivo e per lungo tempo, senza l’integrazione di verdura,
frutta, carne e pesce (alimenti contenenti folati importanti per il metabolismo della vitamina C), i bambini possono andare incontro a
scorbuto. Per evitare questo bisogna dare agrumi o pomodoro fresco al bambino dal 3° mese di vita (il limone nel latte non da
problemi).
Il latte materno contiene anche vitamine del complesso B e folati.
Vediamo che gli apporti raccomandati di vitamine come bisogni sono uguali alle concentrazioni di vitamine
presenti in 1 litro di latte di donna soddisfando totalmente il loro bisogno

Altri componenti condizionatamente essenziali LEPTINA


- Sostanza bioattiva che modifica la risposta all’energia introdotta (proteina segnale
delle scorte energetiche del tessuto lipidico) ed il metabolismo del lattante
- Ormone che induce la sazietà + precocemente: regola la quantità di latte assunta,
tanto che i lattanti al seno sono più magri e protetti dall’obesità da adulti
- modula il sistema immunitario
- Arricchimento delle formule con leptina non produce gli stessi benefici
TAURINA
- Favorisce l’assorbimento lipidico
- Osmolita cerebrale
INOSITOLO
- 25-30 mg/100mL
- Fa parte dei fosfolipidi di membrana
- Partecipa alla traduzione del segnale
- Minore concentrazione nelle formule dei latti artificiali

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