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L’allattamento, non è uno strumento per
garantire la salute, ma una parte della
salute stessa.
Non è un mezzo, ma un fine.
E’ un dono, sebbene sia difficile stabilisce
chi da e chi riceve.
Carlos Gonzalez
L’allattamento al seno ancestrali e potentissimi (tatto,
costituisce il miglior inizio alla odore, voce...). Anche questi
vita e rappresenta il naturale aspetti sono nutrimento per il
proseguimento del rapporto nuovo arrivato/a.
iniziato durante la gravidanza
tra la mamma e bambino/a.
I benefici dell’allattamento al
Il latte materno è il primo alimento seno si riflettono sulla salute dei
dell’uomo, il solo che si adatta singoli mamma e bambino/a,
perfettamente sia ai bisogni per tutto l’arco della loro vita e si
fisiologici che a quelli relazionali. moltiplicano in salute per l’intera
comunità.
Mentre viene appagato il senso
della fame si crea un legame
profondo, un microcosmo L’allattamento al seno è un grande
relazionale di protezione e di dono d’amore non solo verso il
amore, un dialogo, una danza proprio figlio/a, ma anche verso la
che passano attraverso messaggi comunità e l’intero pianeta.
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BONDING
Numerose ricerche hanno evidenziato che favorire il bonding fin dai primi momenti dopo il parto periodo
sensibile permette un migliore avvio dell’allattamento al seno, riduce il rischio di depressione materna,
promuove la stabilità emotiva del neonato/a ed il processo dell’attaccamento.
Ma cos’è il bonding?
È un legame profondo, speciale, indissolubile, assolutamente unico che unisce la triade madre-bambi-
no/a-padre per sempre.
Il neonato/a, nei primi 60-120 minuti dopo la nascita, si trova in uno stato
di veglia tranquilla nel quale può aprire gli occhi, guardare i genitori,
riconoscere la loro voce, cercare il seno della mamma (breast crawl),
sentirsi rassicurato e abbracciato come in utero.
Dopo circa due ore dal parto il neonato/a passa in uno stato di sonnolenza
o di vero e proprio sonno, recupera le forze e la sua percezione del mondo
si riduce fin quasi ad annullarsi. Questo può essere il momento per
svolgere le routine assistenziali senza temere di disturbarlo.
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ROOMING IN
l’emozione dell’innamoramento reciproco
È la pratica di lasciare mamma e neonato/a nella stessa stanza subito dopo la nascita, 24 ore su 24.
Ciò permettere l’instaurarsi di un legame intenso fra mamma e figlio, la naturale prosecuzione di quello
vissuto durante la gravidanza.
È il modo più semplice per far emergere le competenze materne. Eventuali dubbi e/o timori potranno
essere risolti con l’aiuto del personale sanitario.
Rooming In:
Imparo a
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TUTTE le MAMME
POSSONO ALLATTARE
La maggioranza delle donne è in grado di allattare esclusivamente al seno se lo desidera e se
adeguatamente informata e sostenuta.
Tutte le donne hanno tutto ciò che è necessario per allattare: le ghiandole mammarie che fabbricano
il latte e due ormoni la prolattina e l’ossitocina, che lo fanno produrre e fuoriuscire. La natura pensa a
tutto e prepara le mammelle e il corpo della mamma fin dalla gravidanza.
PROLATTINA
LA SUZIONE INVIA
STIMOLI SENSITIVI E OSSITOCINA FAVORISCE
SENSORIALI AL CERVELLO LA PRODUZIONE
DEL LATTE
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Seni e capezzoli possono avere forma e dimensione diverse: vanno tutti bene.
Il meccanismo alla base della produzione di latte è semplice: se il bambino/a succhia, il seno produce
latte; se il bambino/a succhia di più, il seno produce più latte; se il bambino/a succhia di meno, il seno
produce meno latte.
CAPEZZOLI INTROFLESSI
Anche i capezzoli introflessi sono adatti all’allattamento: con il tempo il neonato/a provvederà a
modellarli per rispondere alle proprie esigenze di attacco.
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La MONTATA LATTEA
Dopo alcuni giorni il colostro si trasforma in latte maturo, attraversando uno stadio chiamato latte di
transizione.
Aumenta la produzione di latte generando così la montata lattea.
In alcune madri i seni divengono turgidi, congestionati, caldi e spesso dolenti.
E’ molto importante allattare spesso, al seno onde evitare la complicanza più comune: l’ingorgo mam-
mario.
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La CURA del SENO
Durante la gravidanza le mammelle e i capezzoli si preparano naturalmente all’allattamento. Non
occorre una particolare attenzione: creme e/o lozioni non servono a prevenire le ragadi.
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QUANDO INIZIARE ad ALLATTARE
SUBITO DOPO IL PARTO
Le prime due ore dopo il parto, o appena possibile, sono il momento migliore affinché il neonato/a inizi
a succhiare.
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I SEGNALI di FAME del BAMBINO/A
SEGNALI PRECOCI "ho bisogno del seno"
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QUANTO deve DURARE una POPPATA?
La regola è: NON CI SONO REGOLE E TEMPI DA RISPETTARE.
Il neonato è l’esperto e quindi l’ideale è permettere al neonato/a di succhiare in base alle sue esigenze.
Questo consente alla madre di essere sicura che il suo bambino/a succhi la quantità di latte di cui ha
bisogno.
UN SENO O DUE?
È bene lasciare che il neonato/a succhi liberamente da un seno fino a quando si staccherà da solo fa-
cendo fisiologicamente alcune pause. Dopo prova ad offrirgli l’altro seno: a volte lo vorrà, altre volte no.
La poppata successiva avverrà nell’ordine inverso iniziando dal seno offerto per ultimo.
Questo perché IL LATTE MATERNO CAMBIA COMPOSIZIONE DURANTE LA
POPPATA.
Il primo latte, all’inizio della poppata, è povero di grassi e ricco di lattosio e
acqua, soddisfa il bisogno idrico del bambino/a.
Il secondo, a fine poppata, è ricco di grassi.
Il tuo piccolo/a può variare la frequenza e la durata delle poppate in base alle
sue esigenze. Ad esempio nel periodo estivo può richiedere di succhiare più
spesso e per breve tempo per dissetarsi.
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REGOLE D’ORO per un BUON INIZIO
dell’ ALLATTAMENTO al SENO
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SEGNI di una BUONA
ALIMENTAZIONE
• 1-2 pannolini bagnati durante i primi giorni, 5-7 pannolini bagnati in seguito.
• Frequenti evacuazioni giornaliere di feci gialle, cremose, maleodoranti nel primo mese,
che in seguito possono diminuire
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CALO FISIOLOGICO e
SCATTI di CRESCITA
Durante i primi giorni non preoccuparti se il tuo bambino perde peso; è normale è il “calo fisiologico”.
Di solito i neonati perdono dal 4 a 6%, del peso alla nascita. A volte posso perdere di più.
Se la perdita è superiore al 10% saranno valutate le condizioni del neonato.
La pedita di peso iniziale viene recuperato nei primi 10-15 giorni di vita.
Gli scatti di crescita sono periodi, che durano da 2 giorni a una settimana, in cui il bambino/a richiede di
attaccarsi molto spesso, sembra insaziabili.
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Le POSIZIONI per l’ALLATTAMENTO
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POSIZIONE INCROCIATA
Variante della posizione seduta, ottima posizione per chi ha problemi di
attacco.
Sostieni il bambino con il braccio opposto al seno che offri sorreggendogli
la nuca e non la testa, con la mano (vedi foto).
Sostieni il seno con la mano dello stesso lato (posizione a C/U).
Evita di spingere la testa perché stimola il bambino/a ad inarcarsi,
allontanarsi dal seno.
L’avambraccio sorregge la sua schiena e il sederino.
POSIZIONE SDRAIATA
Nei giorni dopo il parto e per le poppate notturne, allattare sdraiata con il
bambino/a di fianco è più fisiologico.
Evita di posizionare il bambino/a sul tuo braccio e fai attenzione che la
testa sia troppo piegata in avanti.
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POSIZIONE SEMI INCLINATA
Utile dopo un parto cesareo e consigliata in caso di forte flusso di latte.
POSIZIONE A RUGBY
Il bambino/a è tenuto sotto il braccio, come un pallone da rugby,
sostenendolo sulla nuca con la mano e sulla schiena con l’avambraccio.
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POSIZIONE DELLA LUPA
E’ utile in caso di ingorgo o ragadi molto dolorose o per drenare una
particolare zona del seno.
ALTRE POSIZIONI
Variare le posizioni del bambino/a durante la poppata o da una poppata all’altra
consente di svuotare meglio tutto il seno esercitando la pressione di suzione
ogni volta su parti diverse dell’areola e della ghiandola mammaria.
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ALLATTARE SENZA DOLORE
e SENZA FATICA SI PUÒ!
• Mettiti comoda, in posizione semi-reclinata su una poltrona, su una sedia o su un letto sorretta
da cuscini.
• Tutto il tuo corpo è appoggiato e rilassato: eviti così tensioni e contratture muscolari
• Il neonato è a pancia in giù con il viso vicino al tuo seno: il suo corpo è sorretto dal tuo
• Il tuo respiro stimola e regolarizza il suo
• Siete a una distanza ideale per guardarvi negli occhi
• Il neonato riesce a muoversi, si posiziona da solo nel modo migliore per succhiare senza farti
male
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Come SOSTENERE il SENO
LA POSIZIONE U e C
Nella posizione a C il pollice è sulla parte superiore del seno e le altre dita
sotto.
posizione a U
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ATTACCO del BAMBINO/A
Il corretto attacco del tuo piccolo/a è fondamentale per iniziare e
mantenere un buon allattamento.
Sostieni il seno.
Tocca le labbra del bimbo con il capezzolo dal labbro superiore a
quello inferiore finché non apre bene la bocca.
Quando il bambino/a spalanca la bocca, avvicinalo a te puntando il
capezzolo verso il labbro superiore in modo che il mento tocchi il
seno per primo.
La bocca deve essere ben aperta, il labbro inferiore estroflesso; il
capezzolo deve arrivare in profondità nella bocca, le labbra e le gen-
give devono premere contro l’areola.
L’attacco non deve essere centrato sull’areola, ma asimmetrico: si
deve vedere più areola vicino al naso che vicino al mento.
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SUZIONE del BAMBINO/A
Il bambino/a inizia la poppata al seno con una fase di suzioni rapide e brevi allo scopo di stimolare il
riflesso materno di emissione del latte.
In seguito rallenta alternando 2-3 suzioni lente, ritmiche e profonde ad una deglutizione e qualche pausa.
Verso il termine della poppata le suzioni diventano irregolari con sporadiche deglutizioni.
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REGOLE D’ORO
per una POPPATA EFFICACE
POSIZIONE
• Neonato/a sul fianco allineato
• Rivolto verso la madre (pancia-pancia)
• Naso, e non bocca, di fronte al capezzolo.
• Neonato/a sostenuto
ATTACCO
• Il naso e il mento del bambino/a toccano il seno.
• La bocca è spalancata.
! •
•
Il labbro inferiore è rivolto in fuori.
Si vede più areola vicino al naso che al mento.
SUZIONE
• La mandibola si muove fino all’orecchio.
• Il ritmo della suzione all’inizio è veloce per poi rallentare e
fermarsi a tratti per deglutire.
• Guance tonde senza fossette.
• Non rumori.
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Il MASSAGGIO del SENO
E’ preparatorio all’allattamento o alla spremitura manuale.
Cerca una posizione comoda e rilassata, possibilmente vicino al bambi-
no/a.
Massaggia delicatamente il seno per uno o due minuti e puoi farlo con le
mani aperte o chiuse a pugno, con i polpastrelli o con il palmo della mano.
Fai movimenti circolari o lineari verso il capezzolo oppure puoi
produrre una vibrazione con una mano sola o con entrambe.
Il massaggio deve interessare tutte le parti del seno/i. e non deve
provocare dolore.
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La SPREMITURA MANUALE
La spremitura manuale delle mammelle non causa traumi al capezzolo, e per tanto non è dolo-
rosa. Molte donne trovano questa tecnica più facile e pratica rispetto all’utilizzo del tiralatte.
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COME SPREMERSI IL LATTE: PREMI – COMPRIMI –RILASCIA
1. lavati le mani;
2. rilassati;
3. stimola il riflesso d’emissione massaggiandoti il seno (vedi fig. 1-2-3-4-5)
4. chinati in avanti e se necessario, sostieni la mammella da sotto;
5. posiziona la mano a forma C (vedi fig.6);
6. premi le dita in dentro verso il torace;
7. poni il pollice e l’indice in maniera opposta e simmetrica al capezzolo, premi l’areola. Comprimi
stringendo il pollice verso l’indice e rilascia;
8. utilizza questo ciclo ritmicamente, se non esce il latte, sposta le dita tutto attorno all’areola
fermandoti in più punti e ripeti la stessa operazione (vedi fig. 8)
9. esegui la sequenza per alcuni minuti e alterna i seni per 5-6 volte o comunque finché il latte non
cessa di uscire ruotando anche la posizione delle mani in tutte le sue zone.
Il disegno mostra
la direzione
del movimento
dei pollici che
effettuano il
massaggio
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L’USO dei TIRALATTE
I tiralatti possono essere manuali o elettrici, si possono acquistare o
prendere a noleggio, sono di facile utilizzo e pulizia.
Tiralatte manuali
I più comuni sono quelli che con un meccanismo a molla, possono
essere azionati da una mano sola, sono leggeri ed economici.
Generalmente sono indicati quando vengono utilizzati per estrarre
un quantitativo non superiore ad 1 poppata giornaliera.
Tiralatte elettrici
A batteria, o mini-elettrici, elettrici
Sono relativamente economici e considerati comodi e pratici.
generalmente indicati quando la produzione è già avviata e comunque
stimolata anche dal bambino/a.
Segui attentamente le istruzioni del produttore e lava bene le mani
prima di iniziare.
Comincia con un massaggio delicato su tutto il seno di 1-2 minuti e
assicurati che la coppa sia della misura adatta alla conformazione del
tuo seno, per permettere al capezzolo di muoversi liberamente nel
punto di giunzione con l’areola, senza generare frizione.
Con i tiralatte elettrici regola la forza di vuoto alla massima
potenza che non ti faccia male (la massima potenza a cui può
arrivare l’apparecchio non equivale alla massima produzione) e usa
contemporaneamente le tue mani per massaggiarlo e comprimerlo.
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La RACCOLTA e CONSERVAZIONE
del LATTE MATERNO
La raccolta del latte può essere effettuata con la spremitura manuale o
l’utilizzo di tiralatte manuali/elettrici.
Il latte può essere raccolto direttamente nel contenitore in cui verrà con-
servato.
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Raffreddare il contenitore chiuso sotto l’acqua fredda corrente e
subito dopo posizionarlo in frigorifero, ponendo in fondo al ripiano,
lontano dalla porta di apertura o in freezer.
Tempi di conservazione del Latte Materno per un bambino sano nato a termine
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SCONGELAMENTO
Il latte potrà essere decongelato lentamente in frigorifero, o mettendolo
a bagnomaria in acqua tiepida.
Non si deve mai lasciare scongelare il latte a temperatura ambiente, né
nel forno a microonde.
Una volta scaldato va agitato bene per ridistribuire i grassi.
Il latte non va mai ricongelato e se scaldato va usato al momento.
Se lo si scongela in frigorifero andrà utilizzato entro 24 ore e dovrà essere
gettato oltre tale termine.
Va da ultimo ricordato che il latte congelato può avere delle caratteristi-
che organolettiche particolari, talora poco attraenti, che dipendono dal
suo contenuto in grassi e che comunque sono da ritenersi normali. Fra
queste ti ricordiamo:
• la visibile separazione della componente grassa nella parte
superiore del contenitore dal resto del liquido;
• un lieve odore di rancido per idrolisi dei grassi come effetto della
lipasi.
Nessuna delle caratteristiche citate mette in discussione la sicurezza d’u-
so di questo latte conservato per l’alimentazione del tuo piccolo/a.
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ALIMENTAZIONE della MADRE
ALLATTARE RICHIEDE ENERGIA
Scegliendo nella grande varietà degli alimenti, seguendo i tuoi gusti/abitudini, garantirai un’alimenta-
zione ricca, variata sana ed equilibrata basata sui principi generali della corretta alimentazione.
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ALLATTARE è DOLOROSO?
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ALCUNI INCIDENTI di PERCORSO
LE RAGADI
Si tratta di ferite dolorose sui capezzoli dovuti principalmente ad uno
scorretto attacco del bambino/a al seno.
• Attaccare correttamente il bimbo/a e nel caso riprovare fino a quando
l’attacco non è adeguato.
• Cambiare spesso posizione di allattamento.
• Offrire prima il capezzolo meno dolente.
• Applicare alcune gocce di colostro/latte ricco di proprietà antii
• fiammatorie antibatteriche sul capezzolo.
• Evitare reggiseni stretti e sintetici.
• Vedi norme igieniche a pag 12.
• La prevenzione delle ragadi si basa sul corretto attacco al seno e non
sull’applicazione di creme, burri, unguenti o pomate, o sull’uso di
paracapezzoli (in silicone o caucciù) e/o proteggi capezzoli in argento
che, possono al contrario, se utilizzati impropriamente, complicare e
aggravare la situazione.
• Ricorda che è possibile usare una terapia antidolorifica e
antinfiammatoria per bocca, da concordare con il personale sanitario.
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L’INGORGO MAMMARIO
L’ingorgo mammario è un’infiammazione e congestione della mam-
mella che provoca tensione, dolore, malessere, non associato a feb-
bre.
Il seno si presenta: duro, caldo, dolente, pesante, teso e lucente. Il
capezzolo può essere stirato e appiattito rendendo difficile l’attacco
del bambino. Il latte fuoriesce con difficoltà sia alla suzione che alla
spremitura manuale.
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LA MASTITE
La mastite è un’infezione della mammella che può presentarsi ad un solo
seno o anche ad entrambi.
Di solito è una conseguenza di un ingorgo mammario non risolto o delle
ragadi.
Il seno si presenta con una zona dolente, arrossata e lucida.
Si associa a malessere generale (simil influenzale con stanchezza)
spossatezza, dolori diffusi alle articolazioni, brividi o vampate,
sudorazione.
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ALLATTAMENTO e LAVORO
Informazioni utili a decidere
La decisione se continuare ad allattare o meno quando si rientra al lavoro è molto personale.
Per capire quale sia la cosa giusta per te e il tuo bambino/a possono esserti utili alcune considerazioni:
− Se il bambino/a è affidato al Nido, il tuo latte lo aiuta a combattere quei germi a cui può essere
esposto e di conseguenza si riduce il rischio di malattie, (molti nidi sono organizzati in modo da
poter dare il latte materno tirato).
− Far sì che il bambino/a assuma il tuo latte ti aiuta a prenderti cura di lui anche se non sei con lui.
− L’allattamento può facilitare il rientro al lavoro e può essere una piacevole opportunità per
“recuperare” anche di notte il tempo che non si sta più insieme.
− Inoltre, per fortuna, l’allattamento è flessibile. Non importa che sia “o tutto o niente”. Se il bambino/a
ha già compiuto i sei mesi e assume anche altri alimenti o se non riesci o non desideri spremere il
latte, puoi sempre continuare ad allattare solo quando sei con lui/lei.
si puo’!
Se interrompi l’allattamento tieni presente che la produzione di latte
diminuirà gradualmente dopo un po’ di tempo che il latte non viene assunto
dal bambino/a e/o drenato.
Per evitare disagi o problemi al seno, tutte le volte che hai una sensazione
spiacevole di pienezza, spremi appena quel poco che basta per alleviare la
tensione.
Se cambi idea e vuoi tornare a produrre più latte, ricomincia ad allattare il
tuo bambino/a e/o aumenta i momenti in cui spremi il latte.
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ALLATTAMENTO e
STILE DI VITA MODERNO
L’allattamento rende più semplice per te ed il tuo bambino/a uscire di casa e vivere una vita sociale
appagante.
Puoi allattare fuori casa ovunque: al ristorante, al mare, durante un viaggio (anche in aereo); tutto quello
che vi serve per uscire è un cambio di pannolino!
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FINO a QUANDO ALLATTARE?
FINO A QUANDO VUOI!
L’OMS CONSIGLIA DI ALLATTARE IN MANIERA ESCLUSIVA FINO A 6 MESI, COMPLEMENTARE AI CIBI
SOLIDI FINO AI 2 ANNI E OLTRE, SE LA MAMMA LO DESIDERA.
Il tuo latte è il cibo appropriato per soddisfare completamente i bisogni del tuo bambino/a fino al sesto
mese compiuto, momento in cui comincerai a offrirgli anche altri alimenti, che sostituiranno alcune
poppate.
L’allattamento continua ad avere importanza sia per te che per il tuo bambino/a dopo il sesto mese e per
tutto il tempo che desiderate proseguire, anche oltre il secondo anno di vita.
La composizione del latte cambierà con le esigenze nutritive del tuo bambino/a e sarà sempre buono.
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RIPOSO LAVORATIVO
per ALLATTAMENTO
Disciplina della normativa relativa alla Tutela dell’allattamento delle donne lavoratrici (riposi
per l’allattamento, a chi spetta, quanto spetta, a chi presentare la domanda, ecc.).
A chi spetta
Hanno diritto ai riposi per allattamento solo le lavoratrici/lavoratori dipendenti, anche assicurati
ex IPSEMA* (non hanno diritto le colf/badanti e le lavoratrici a domicilio, lavoratrici autonome e
parasubordinate) a condizione che per tutto il periodo richiesto abbiano un valido rapporto di lavoro in
corso e che il minore sia vivente.
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Quando spetta
La lavoratrice/il lavoratore dipendente ha diritto fino all’anno di vita delbambino e nel caso di adozioni
o affidamento, entro un anno dalla data di ingresso del minore in famiglia a:
• 2 ore al giorno di riposo per allattamento se l’orario di lavoro è pari o superiore alle 6 ore
giornaliere;
• 1 ora al giorno di riposo per allattamento se l’orario stesso è inferiore alle 6 ore;
I riposi per allattamento si raddoppiano nei casi di:
• adozione o affidamento di 2 o più bambini, anche non fratelli, entrati in famiglia anche in date
diverse;
• parto gemellare o plurimo.
Quanto spetta
Si ha diritto ad una indennità pari all’ammontare dell’intera retribuzione.
La domanda
La domanda per riposi per allattamento per lavoratrici/lavoratori dipendenti, deve essere consegnata
prima dell’inizio del periodo di riposo per allattamento richiesto:
• direttamente ed esclusivamente al datore di lavoro (nessuna
domandava presentata all’INPS) per le lavoratrici;
• sia alla Sede INPS di appartenenza che al proprio datore di
lavoro per i lavoratori.
Per gli ulteriori 5 mesi di astensione e nel periodo intercorrente tra il 6° e l’8° anno del bambino,
l’indennità spetta soltanto a chi sia titolare di un reddito individuale inferiore a 2,5 volte l’importo del
trattamento minimo di pensione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria.
Per chi superi la soglia di reddito così definita, e nel periodo dagli 8 ai 12
anni del bambino, non è prevista indennità, ma solo il diritto a fruire di
un periodo di assenza dal lavoro non retribuita coperto da contribuzione
figurativa ridotta, ferme restando le condizioni più favorevoli stabilite dalla
contrattazione collettiva nazionale.
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Modalità di fruizione
Il congedo può essere fruito dai genitori contemporaneamente e il padre può utilizzare il congedo
parentale durante il congedo di maternità o i riposi giornalieri della madre.
Il periodo di congedo può essere utilizzato in modo continuativo o frazionato.
Se in passato la frazionabilità doveva intendersi possibile solo per mesi, settimane o giorni, a partire
dall’entrata in vigore del D.L. 216/2012 (cd. “Salva infrazioni”, convertito con la Legge di stabilità 2013)
è ammessa anche su base oraria all’interno della giornata lavorativa. Inizialmente la legge rinviava alla
contrattazione collettiva di settore il compito di stabilire le modalità di fruizione del congedo su base
oraria. Di recente (D.Lgs. 80/2015) la legge ha introdotto dei criteri generali che permettono l’attuazione
dell’istituto anche in caso di mancata regolamentazione da parte della contrattazione collettiva, per un
numero di ore sino alla metà dell’orario medio giornaliero.
Il Legislatore consente inoltre di sostituire la fruizione del congedo parentale con
altre misure (che sono state confermate anche per gli anni successivi al 2015 dal
d.lgs. n.148/2015): voucher di maternità (contributi per l’acquisto di servizi per
l’infanzia) e trasformazione del rapporto di lavoro in part-time per il periodo di
congedo parentale ancora spettante.
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SOSTEGNO FAMILIARE
del PARTNER e degli AMICI
L’allattamento è fisiologico e tutto quello che serve è una mamma ed un
bambino/a, tuttavia far parte di una comunità che li sostiene è molto
importante, per il loro benessere e per il successo dell’allattamento.
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UNA NEO MAMMA HA BISOGNO DI TANTE ENERGIE
Alcune mamme riescono ad organizzarsi per avere un aiuto pratico per le faccende domestiche
quotidiane (fare la spesa, preparare da mangiare, lavare i piatti e fare il bucato, pulire in casa, occuparsi
di eventuali altri bambini). Altre, nell’ultimo periodo di gravidanza, fanno scorte di cibo nel congelatore.
Molte mamme danno istruzioni su come gestire e limitare visite e
telefonate per potersi riposare assieme al figlio. I famigliari ed il partner
possono anche condividere la cura del bambino/a.
Il bambino/a può piangere per molti motivi, non solo per fame. Una
volta controllato che la poppata non sia la soluzione richiesta in quel
particolare momento, ci sono altre maniere di confortarlo: tenerlo pelle a
pelle, cullarlo, portarlo in giro, fargli il bagnetto, cambiargli il pannolino,
parlargli. Tutte cose che può fare anche un partner o una nonna!
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Il RITORNO a CASA: a chi rivolgersi?
Le possibilità di ricevere un sostegno per mantenere l’allattamento sono diverse, anche a seconda del
luogo dove risiedi.
Alla dimissione puoi chiedere indicazioni più precise all’équipe che ti ha assistita durante la degenza.
• Consultori familiari
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I 10 passi dell’Ospedale Amico dei Bambini 2018
PROCEDURE DI GESTIONE CRITICHE
1. A. Rispettare pienamente il Codice internazionale di commercializzazione dei
sostituti del latte materno e pertinenti risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità.
B. Redigere un protocollo scritto per una politica di alimentazione infantile
e allattamento che viene regolarmente comunicata al personale e ai genitori.
C. Stabilire sistemi di monitoraggio e gestione dei dati in corso.
2. Garantire che il personale abbia sufficienti conoscenze, competenze e capacità per
sostenere l’allattamento al seno.
PRINCIPALI PRATICHE CLINICHE
3. Discutere l’importanza e la gestione dell’allattamento al seno con le donne incinte e le
loro famiglie.Non somministrare ai neonati alimenti o liquidi diversi dal latte materno,
tranne che su precisa prescrizione medica.
4. Facilitare il contatto diretto e ininterrotto pelle a pelle e aiutare le madri ad iniziare
l’allattamento al seno il più presto possibile dopo la nascita.
5. Sostenere le madri per iniziare e mantenere l’allattamento al seno e gestire le più
comuni difficoltà.
6. Non fornire ai neonati allattati al seno alimenti o liquidi diversi dal latte materno, se
non indicato dal punto di vista medico.
7. Consentire alle madri e ai loro bambini di rimanere insieme e praticare il rooming-in
24 ore al giorno.
8. Supportare le madri a riconoscere e rispondere ai segnali dei loro bambini per
l’alimentazione.
9. Aggiornare le madri sull’uso e sui rischi di biberon, tettarelle e ciucci.
10. Coordinare l’informazione in modo che i genitori e i loro bambini abbiano un accesso
tempestivo al supporto e all’assistenza sul territorio.
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SE HAI BISOGNO DI AIUTO CI PUOI
CONTATTARE A QUESTI NUMERI
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indice
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- 58 -
La presente guida è stata realizzata a cura di UU.OO. Consultori Familiari,
Pediatria di Comunità e Punti Nascita dell’Azienda Sanitaria della Romagna.
Nello specifico il Gruppo di Lavoro del Piano della Prevenzione 3.2 AllatRER:
Casadei Katia, Cosmi Francesca, Gori Barbara, Marvulli Lucia, Spazzoli Sandra (Forli-Cesena)
Bolognesi Serenella, Gambuti Monica, Mazzocchi Antonella (Rimini)
Cappelli Giovanna, Gallanti Cosetta, Gasperoni Oriana, Muratori Claudia (Ravenna)
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OSTETRICHE
CONSUL
TORIO
AUSL