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Capitolo 3

Teorema di Cauchy e
rappresentazione integrale

In questo capitolo introduciamo uno dei più famosi teoremi di Cauchy e le sue im-
plicazioni nello studio delle funzioni analitiche, con l’obbiettivo di costruirne una
rappresentazione integrale.

3.1 Teorema integrale di Cauchy

Iniziamo con la definizione preliminare di connessione semplice per un insieme in


campo complesso.

Definizione: una regione del piano complesso D si dice semplicemente connessa


se tutti i cammini chiusi contenuti in D contengono solo punti appartenenti a D.
In altre parole, la curva contenente D può essere deformata in modo continuo fino
a diventare un punto. Si può dire, banalmente, la regione D non ha “buchi”. Una
curva è semplicemente connessa se i tutti i punti che contiene formano a loro volta
un insieme semplicemente connesso.

Teorema integrale di Cauchy Sia una curva regolare a tratti, semplicemente


connessa e chiusa e sia f (z) una funzione monodroma e analitica con derivata prima

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continua in ogni punto di e della regione interna a . Allora
I
f (z)dz = 0 (3.1)

H
Nota 1: il simbolo indica sempre una integrazione su una curva chiusa e semplice-
mente connessa in direzione antioraria.
Nota 2: Goursat ha dimostrato il teorema senza assumere che la derivata di f (z) sia
continua.

Dimostrazione: poniamo f (z) = u(x, y) + iv(x, y) e siano d~r = (dx, dy), F~ =


(u, v) e G ~ = (v, u) vettori di R2 . Ricordiamo che il teorema del rotore afferma che
per una funzione vettoriale V~ differenziabile e una superficie chiusa S con bordo @S
vale l’identità
Z I
~ ~
(r ⇥ V ) · n̂ dS = V~ · d~r , (3.2)
S @S

dove n̂ è il vettore ortonormale a S. Ricordiamo anche che


I I I
f (z)dz = (udx vdy) + i (vdx + udy) . (3.3)

Notiamo ora che


~ ⇥ F~ = ( vx
r uy )k̂ , ~ ⇥G
r ~ = (ux vy )k̂ , (3.4)

dove k̂ è il versore ortogonale al piano (x, y), e che


✓ ◆
u + iv
d~r · (F~ + iG)
~ = (dx, dy) · = . . . = f (z)dz . (3.5)
v + iu

Sia ⌃ la regione del piano complesso racchiusa da ; usando il teorema del rotore
(grazie all’ipotesi di continuità delle derivate prima di u e v) possiamo quindi scrivere
I I I
f (z)dz = ~
F · d~r + i G ~ · d~r (3.6)
Z Z
= ~ ⇥ F~ ) · n̂d + i
(r ~ ⇥ G)
(r ~ · n̂d ,
⌃ ⌃
3.1. Teorema integrale di Cauchy

dove n̂ = k̂ e d è l’elemento infinitesimo di superficie di S. Siccome f (z) è analitica,


valgono le condizioni di Cauchy-Riemann (2.10) dalle quali segue che r ~ ⇥ F~ =
~ ⇥G
r ~ = 0 e dunque la (3.1) è verificata.

Da questo fondamentale teorema seguono una serie di importanti proprietà delle


funzioni analitiche. Ne vediamo alcune.

Corollario: siano a e b due punti distinti sul piano complesso e siano C1 e C2 due
curve regolari a tratti arbitrarie e non intersecantesi che connettono a a b. La curva
formata da C = C1 +( C2 ) è a sua volta regolare a tratti e semplicemente connessa1 .
Supponiamo che la funzione f (z) sia analitica all’interno della regione delimitata da
C. Segue che
I Z Z Z Z
0= f (z)dz = f (z)dz + f (z)dz = f (z)dz f (z)dz , (3.7)
C C1 C2 C1 C2

e quindi che
Z Z
f (z)dz = f (z)dz . (3.8)
C1 C2

Corollario: sia f (z) una funzione analitica nell’aperto D ⇢ R e siano z1 e z2 due


punti appartenenti a D. Allora l’integrale
Z z2
I= f (z)dz (3.9)
z1

non dipende dalla curva 2 D scelta per congiungere z1 a z2 . Infatti, scelti due
cammini 1 e 2 contenuti in D e congiungenti z1 e z2 , possiamo calcolare la differenza
del valore dell’integrale lungo i due cammini, ovvero
Z Z Z I
f (z)dz f (z)dz = f (z)dz = f (z)dz = 0 , (3.10)
1 2 1 2

dove è un cammino chiuso e percorso in senso antiorario.


Nel capitolo 2.4 abbiano definito la funzione primitiva. Ora possiamo dimostrare il
seguente:
1
Nella nostra notazione C2 coincide con la curva C2 ma è percorsa in senso opposto.

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Teorema fondamentale del calcolo: sia f (z) una funzione analitica in un do-
minio semplicemente connesso D e sia z0 un punto arbitrario in D. Definiamo
Z z
F (z) = f (w)dw (3.11)
z0

dove il percorso di integrazione tra z0 e z è arbitrario ma contenuto in D. Allora il


valore di F (z) dipende esclusivamente da z e non dal cammino di integrazione scelto.
Inoltre F (z) è analitica in D e si ha
dF (z)
= f (z) . (3.12)
dz

Dimostrazione: sia Q = F (z + h) F (z) hf (z), h 2 C. Allora


Z z+h Z z Z z+h
Q = dwf (w) dwf (w) f (z) dw (3.13)
z0 z0 z
Z z+h Z z+h Z z+h
= dwf (w) dwf (z) = dw [f (w) f (z)] .
z z z
Segue che
Z z+h
Q 1 1
lim = lim dw [f (w) f (z)]  lim sup |f (w) f (z)| |h| = 0 ,
h!0 h h!0 |h| z h!0 |h| w2h
(3.14)
dove w 2 h indica che il punto w appartiene alla curva h. La disuguaglianza proviene
dal Lemma di Darboux e la curva di integrazione, che sappiamo essere arbitraria dai
teoremi precedenti, è stata scelta essere il segmento rettilineo di lunghezza h tra z
e z + h. Si è anche usato il fatto che nel limite h ! 0 si ha che w ! z grazie alla
continuità di f (z). Il limite indica che la funzione
Q F (z + h) F (z)
⌘ f (z) (3.15)
h h
si annulla per h ! 0 e quindi F 0 (z) = f (z) per costruzione. Dalla dimostrazione si
evince anche che il valore di z0 è irrilevante.

3.2 Rappresentazione integrale


Arriviamo ora ad un altro teorema fondamentale della teoria delle funzioni analitiche.
3.2. Rappresentazione integrale

Teorema della rappresentazione integrale di Cauchy: sia f (z) una funzione


analitica in una regione semplicemente connessa D. Sia ⇤ una curva chiusa regolare
a tratti contenuta in D e z un punto strettamente interno alla regione delimitata
dalla curva ⇤. Allora
I
1 f (w)dw
f (z) = . (3.16)
2⇡i ⇤ w z

Nota: sebbene f (w) sia analitica, f (w)/(w z) non lo è. Tuttavia, siccome z non può
appartenere a ⇤ l’integrale è ben definito in quanto il denominatore non s’annulla
mai lungo il percorso di integrazione.

Dimostrazione 1: dai teoremi precedenti sappiamo che possiamo deformare il


cammino d’integrazione purché rimanga all’interno della regione di analiticità della
funzione. Deformiamo allora ⇤ in un cerchio C di raggio R, centrato in z e scelto in
modo che non esca dalla regione di analiticità di f (z). Gli integrali calcolati lungo ⇤
e C hanno lo stesso valore. Ora consideriamo la curva chiusa C̃ totalmente contenuta
in D e rappresentata in fig. 3.1. La curva è composta da C̃ = + ✏+ ++ ,e
non contiene il punto z. I due segmenti paralleli e percorsi in verso opposto + e
si sovrappongono nel limite ✏ ! 0. Nello stesso limite i due archi di circonferenza
✏, diventano cerchi. In questa parametrizzazione, < R è il raggio arbitrario
del cerchio interno. In particolare, ✏ coincide con C tranne che per un tratto di
lunghezza infinitesima ✏. Di conseguenza la funzione f (w)/(w z) è analitica nella
regione racchiusa da C̃ e
I
dW = 0 , (3.17)

dove
f (w)dw
dW = . (3.18)
w z
Valgono quindi le identità
I Z Z Z Z
dW = dW + dW + dW + dW = 0 . (3.19)
C̃ ✏ +

Nel limite ✏ ! 0 gli ultimi due integrali sono uguali e opposti per il teorema di
Cauchy. Quindi
I Z Z
dW = lim dW = lim dW , (3.20)
C ✏!0 ✏!0

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z
+
R

D
Figura 3.1:

dove l’ultimo integrale è calcolato lungo un arco di cerchio percorso in senso orario.
Segue che
Z I
f (w)dw
lim dW = . (3.21)
✏!0 =|w z| w z

dove abbiamo esplicitato l’integrazione, nel convenzionale senso antiorario, lungo un


cerchio di raggio = |w z| e centrato in z. Usando la rappresentazione polare
w z = ei✓ e ponendo f (w) = f (z) + f (w) f (z) otteniamo
I I
f (w)dw (f (w) f (z))dw
= 2⇡i f (z) + . (3.22)
=|w z| w z =|w z| w z

Siccome w 6= z sul cerchio l’integrando è limitato e possiamo usare il lemma di


Darboux, ovvero
I
(f (w) f (z))dw f (w) f (z)
 sup · 2⇡ . (3.23)
=|w z| w z w2 w z
3.2. Rappresentazione integrale

Siccome < R è arbitrario, possiamo prendere il limite ! 0 ottenendo


f (w) f (z)
lim sup · 2⇡ = lim f 0 (z) · 2⇡ = 0 . (3.24)
!0 w2 w z !0

La (3.16) è quindi dimostrata.

Dimostrazione 2 si consideri la funzione


f (w) f (z)
. (3.25)
w z
Siccome f (w) è analitica e quindi derivabile allora è anche continua. Quindi, per un
arbitrario ✏ abbiamo che esiste un (✏) tale che |w z| < (✏) implica
|f (w) f (z)| < ✏ . (3.26)
Consideriamo ora un cerchio di raggio r < (✏) e centrato in z. La sua equazione
parametrica può essere scritta nella forma polare w = z + r ei✓ con 0  ✓  2⇡.
Quindi se w 2 abbiamo
f (w) f (z) ✏
< , (3.27)
w z r
e usando il Lemma di Darboux
I
f (w) f (z) ✏
dw  · 2⇡r = 2⇡✏ . (3.28)
w z r
Nel limite ✏ ! 0 tale espressione si annulla e quindi
I
f (w) f (z)
dw = 0 . (3.29)
w z
Da questa equazione segue che
I I
f (w) dw
dw = f (z) = 2⇡if (z) , (3.30)
w z w z
dove l’ultimo integrale è stato calcolato usando la rappresentazione polare del cerchio
d’integrazione. Ora, siccome la funzione f (w)/(w z) è analitica tranne che in z
possiamo deformare il cerchio fino a farlo coincidere con la curva iniziale ⇤ e quindi
la (3.16) è dimostrata.
Nota: l’identità (3.29) non segue banalmente dal teorema di Cauchy perché non è
garantito, in principio, che la funzione (3.25) sia analitica, anche se tende a f 0 (z) per
w ! z e quindi è finita.

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3.3 Derivate di una funzione analitica
Il risultato precedente può essere esteso alle derivate di una funzione analitica.

Teorema: Sia C una curva regolare a tratti, non necessariamente chiusa, e di


lunghezza finita. Sia g(w) una funzione continua in ogni punto di C. Allora, la
funzione f (z) data da
Z
1 g(w)
f (z) = dw , (3.31)
2⇡i C w z

è analitica in ogni punto z non appartenente a C.

Dimostrazione: si consideri l’espressione


Z
f (z + z) f (z) 1 g(w)
⌘ dw , (3.32)
z 2⇡i C (w z)2

che, usando la (3.31), diventa


Z
z g(w)
= dw . (3.33)
2⇡ C (w z z)(w z)2

Per ipotesi il punto z non appartiene a C e quindi l’integrando è limitato lungo C.


Si può allora utilizzare il lemma di Darboux per dimostrare che per z ! 0 si ha
! 0. Questo dimostra che, nel limite z ! 0 si ha
Z
df (z) 1 g(w)
= dw , (3.34)
dz 2⇡i C (w z)2

e quindi che f (z) è analitica poiché, con questo metodo, abbiamo costruito la funzione
primitiva di f (z).
Si noti che la condizione appena vista definisce quando è possibile scambiare deriva-
zione ed integrazione.
Per induzione si può mostrare che, nelle stesse ipotesi,
Z
dn f (z) n! g(w)
= dw , (3.35)
dz n 2⇡i C (w z)n+1
3.3. Derivate di una funzione analitica

Notiamo che se una funzione f (z) è analitica, la si può esprimere secondo la formula
(3.16) grazie al teorema di Cauchy. A sua volta, (3.16) coincide con (3.31) quando C
è una curva chiusa e f = g. Dal teorema precedente deriva il seguente teorema che
rivela un’importante proprietà delle funzioni analitiche che non ha un analogo nelle
funzioni reali.

Teorema: le derivate di ogni ordine di una funzione analitica sono a loro volta
analitiche.

Dimostrazione: per dimostrarlo, è sufficiente che, nell’espressione (3.35), C sia


chiusa e g = f , con f analitica. Si ottiene:
I
dn f (z) n! f (w)
n
= dw , (3.36)
dz 2⇡i C (w z)n+1

la cui analiticità è ovvia per ogni n.


Come conseguenza del teorema della rappresentazione integrale di Cauchy abbiamo
una proprietà non locale delle funzioni intere

Teorema di Cauchy-Liouville Una funzione f (z), z 2 C, intera e limitata, è


una funzione costante.

Dimostrazione consideriamo
I
df (z) 1 f (w)dw
= . (3.37)
dz 2⇡i C (w z)2
Siccome f è intera possiamo prendere C come un cerchio centrato in z e di raggio
arbitrario |w z| = R. Applicando il lemma di Darboux si ottiene
I
df (z) 1 f (w)dw 1
=  sup |f (w)| , (3.38)
dz 2⇡ C (w z)2 R w2C
che si annulla per R ! 1. Consideriamo ora una curva arbitraria con estremi a e
b. Usando il teorema fondamentale del calcolo integrale otteniamo
Z
df (z) df (z)
0= ) 0= dz = f (b) f (a) , (3.39)
dz dz

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Dunque f è costante in tutto il piano complesso.
Si noti che le funzioni sin(z) e cos(z) non sono limitate nel piano complesso (si veda
un esercizio nel capitolo precedente) e quindi non sono in contraddizione col teorema
appena dimostrato.
In generale, una funzione analitica di variabile complessa f (z) non costante ma li-
mitata nel piano complesso ha un punto singolare all’infinito. Un esempio è dato
dalla funzione sin(z), che è limitata ma solo al finito, in quanto diverge, sul piano
complesso escluso l’asse reale, all’infinto.
Il teorema di Cauchy-Liouville permette di dimostrare un teorema molto importante
sui polinomi.

Teorema fondamentale dell’algebra Ogni polinomio P (z) di variabile comples-


sa di ordine arbitrario ha almeno una radice complessa.

Dimostrazione: si supponga per assurdo che P (z) non abbia radici, ovvero che
P (z) 6= 0 per ogni z 2 C. Allora la funzione 1/P (z) deve per forza essere analitica
e limitata in tutto il piano complesso. Dal teorema di Cauchy-Liouville segue che
1/P (z) è costante, in contraddizione con l’ipotesi che P (z) è un polinomio.
In conclusione di questo capitolo dimostriamo ora un teorema che viene spesso
indicato come l’inverso del teorema di Cauchy.

Teorema di Morera: se l’integrale


I
I= f (z)dz (3.40)
C

di una funzione f (z) continua in una regione D ⇢ C è nullo per ogni curva chiusa e
regolare a tratti C contenuta in D allora f (z) è analitica in D.

Dimostrazione: sia
Z z
F (z) = f (w)dw , (3.41)
a

dove a è un punto interno a D. Il fatto che l’integrale si annulli per ogni curva chiusa
significa, come abbiamo visto, che il valore dell’integrale non dipende dal cammino
3.4. Esercizi

scelto ma solo da a e da z. Per semplicità scegliamo il percorso coincidente con il


segmento ` che unisce a a z. Con alcuni passaggi si dimostra che
Z Z z+ z
F (z + z) F (z) f (z) z+ z 1
= dw + [f (w) f (z)]dw , (3.42)
z z z z z
ed è quindi indipendente da a. Inoltre, usando la (2.36), si ha
Z z+ z
dw = (z + z) z = z . (3.43)
z

Il secondo integrale lo si tratta usando il lemma di Darboux


Z z+ z
1
[f (w) f (z)]dw  sup |f (w) f (z)| , (3.44)
z z w2`

che tende a zero per z ! 0 data la continuità di f (z). Di conseguenza abbiamo


che nel limite z ! 0 l’equazione (3.42) si riduce a
dF (z)
= f (z) , (3.45)
dz
che dimostra che la derivata di F (z) esiste e quindi che F (z) è analitica in ogni punto
z di D. Segue che allora anche la derivata seconda di F (z) esiste e quindi anche la
derivata prima di f (z), il che dimostra che f (z) è analitica.

3.4 Esercizi
Esercizio 1: si dimostri esplicitamente che l’integrale della funzione z 1 è pari a 2⇡i
se calcolato lungo il percorso formato da un rettangolo di vertici 2 ± i,
2 ± i in senso antiorario.
Esercizio 2: sia C una circonferenza percorsa in senso antiorario centrata in z0 . Si
dimostri che
I ⇢
0, n =6 1,
n
(z z0 ) dz = (3.46)
C 2⇡i n = 1.

Esercizio 3: si dimostri che


I
dz
= 0, (3.47)
C z2+z

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dove C è il contorno, percorso in senso antiorario, definito da |z| = R >
1.
Esercizio 4: si dimostri che
I
dz
= 0, (3.48)
C 4z 2 1

se C è la circonferenza unitaria centrata in z = 0.


Esercizio 5: valutare i seguenti integrali lungo i percorsi indicati

I
eiz
I= dz , (3.49)
C z3

C è un quadrato di lato a > 1 centrato in z = 0.



I
sin2 z z 2
I= dz (3.50)
C (z a)3

C è un percorso chiuso attorno a z = a.



I
dz
, (3.51)
C z(2z + 1)

C è il cerchio unitario centrato in z = 0.



I
f (z)
dz , (3.52)
C z(2z + 1)2

C è il cerchio unitario centrato in z = 0.


Esercizio 6: sia f (z) una funzione analitica in un aperto connesso A e tale che |f 2
1| < 1. Si dimostri che il segno di <(f (z)) è costante in A (suggerimento:
si proceda per assurdo assumendo che esistono due punti in A dove la
parte reale di f ha segni opposti).
3.4. Esercizi

Esercizio 7: Calcolare il seguente integrale


I
cosn z
I= dz , n = 0, 1, 2, . . .
z 2⇡

dove è una circonferenza centrata nell’origine, percorsa in senso anti-


orario e di raggio 8.
Esercizio 8: Calcolare i seguenti integrali usando i teoremi sulla rappresentazione
integrale di Cauchy, lungo le curve chiuse indicate (si suppone che siano
tutte percorse in senso antiorario)
I
exp(z 2 ) 3
I = dz , : |z 1| = ,
z(z + 1) 2
I
sin(⇡z)
I = dz , : |z 1| = 1 ,
(z 2 1)2
I z
e e z
I = dz , : |z| = 1 ,
z4
I
ez
I = dz , : |z + 1| = 3 .
(z 1)(z + 3)2

Esercizio 9: Calcolare l’integrale


I
(z 2 + 1)dz
I= ,
z(z 8)

dove è una circonferenza percorsa in senso antiorario centrata in z = 3


e di raggio 6.
Esercizio 10: Calcolare l’integrale
I
A + Bz + Cz 2
I= dz , n = 0, 1, 2, . . .
zn

dove A, B, C sono costanti complesse e è una circonferenza centrata


nell’origine e con raggio finito.

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