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GLI ARCHETIPI
GLI ATOMI DI PENSIERO
Avvertenza:
1 a EDIZIONE
I lettori che vogliono approfondire l'argomento degli Ar
chetipi possono leggere, in ordine progressivo, le seguenti
opere dello stesso Autore (Editore Filelfo)
"LA CICUTA E LA CROCE"
"IL DILUVIO"
"LE FORME ARCHEOLOGICHE"
''LE FONTI ARCHEOLOGICHE DELLA MAGIA"
"IL LIBRO DI ABRAMO" FILELFO
"E LI CHIAMARONO DIVINI" ..
Of all Souls that stand create- - Io- di tutto il creato SOMMARIO
I have elected- One solo una cosa ho scelto-
When Sense from Spirit- files away- Quando Spirito e sensi Premesse ............................................ Pag. 7
And Subterfuge- is done- saranno separati- Introduzione ........................................ " 31
When that which is- and that which was- Quando il Presente Prima parte - Osservazioni ............................ " 35
Apart- intrinsic- stand si scrollerà il passato Il punto di partenza .................................. " 37
And this brief Tragedy of Flesh- e sarà UNO- Il mondo delle forme ....................· : ............ " 44
Is shifted- like a Sand- E la breve tragedia della carne Gli oggettio ci insegnano .............................. " 49
When Figures show their royal Front- volerà, sabbia al vento- Alfabeto della natura ................................. " 55
And Mists- are carved away, Quando le Forme sveleranno Un primo esempio ................................... " 56
Behold the Atom- I preferred- la loro Fronte regale- Effetti sui sensi ..............-......................... " 60
To all the lists of Clay! e quando i Veli Tabella degli archetipi ................................ " 61
saranno incisi- I ventidue archetipi................................... " 66
Tra le crete dissolte Sintassi degli archetipi ................................ " 87
ecco quello che resta Le forze applicate agli oggetti .......................... " 90
- il preferito MIO- L'osservazione delle macchine .......................... " 100
- L'Atomo di Pensiero!- La leva ........................·...................... " 102
Il piano inclinato ..................................... " 108
Seconda parte - Creatività ............................. " 117
Strutture modulari .................................... " 121
Come nascono le invenzioni ........................... '·' 124
(Emily Dickinson) La mano non basta ................................... " 132
Dalle macchine semplici alle macchine automatiche ..... " 144
Le prove di resistenza dei materiali..................... " 149
I ventidue segni meravigliosi........................... " 165
Socrate e gli archetipi................................. " 177
Il codice degli archetipi ............................... " 187
Sintesi illustrativa degli archetipi....................... " 217
4 5
"GLI ARCHETIPI SONO MOLTO
SEMPLICI, MA NOI CI
OSTINIAMO A CREDERLI__
COMPLICATISSIMI:
CONFONDIAMO GLI ARCHETIPI
CON GLI AGGREGATI DI MILIONI
DI ARCHETIPI, I MATTONI
CON LE CASE.
Premesse:
Certa gente, come me, non invecchia mai. Non smettiamo mai di essere curiosi come bambi
ni davanti al grande mistero dell'Universo.
(Albert Einsetin)
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CHIAVI
PER L'UNIVERSO
N
on c•� un corvo che gracchia si tà, non fun11e più da "apriti sesamo".
nistramente di sopra il cranio di un Insomma oggi non c'è più, come nelle lin
teschio, non fumano calderoni sul gue antichissime, come nell'accadico, per
fornello, né cifre magiche occhieggiano esempio, la corrispondenza precisa fra pa
dalle pagine di carismatici volumi spalan rola e cosa, fra parola e pensiero, fra pa
cati sul leggio. Ma quando parla, Mario rola e colore.
Pincherle ha lo sguardo magnetico, e la Ma lei Io sa che forse c'è un motivo per
gran testa bianca oscilla nell'aria con fa cui, in tutte le lingue, a suoni uguali corri
scino misterioso. Parla di "archetipi". spondono lettere simili graficamente? Un
Una questione arcana, che riascoltata professore universitario di F1Siologia Spe
tante volte sul nastro registrato, assume via rimentale, Pietro Tullio, mezzo secolo fa
via i contorni della meravigliosa soluzione fece un esperimento molto interessante. Fe
dell'universo, dell'esoterico messaggio, del ce passare un tubicino attraverso i condotti
discorso cifrato. auricolari di un piccione, e immise nel tu
Ecco la trascrizione della conversazione. bicino una serie di su�!Jj corrispondenti alle
Purché il fido registratore non ci abbia tra vocali: a, e, o..• Ad ogni suono si accorse
dito e per un allimo non sia entrato in che un puntino dorato applicato da lui sulla
"ballimento" col ritmo cosmico, conse pupilla del piccione descriveva un segno
gnandoci, sollo mentite spoglie, una veri che di volta in volta corrispondeva esatta
Mario Pincherle
tà che non vuol rivelarsi. Più chiaro di cosl, mente alla grafia comune di ogni vocale.
dice Pincherle, non può ancora essere. Ma Questo giustificherebbe la somiglianza di
se riusciremo a capire questa "elementa tanti alfabeti e darebbe ragione di un an
re" leiione, saremo pronti per saperne di
più. Professore Pincherle, a lei.•••
"Partiamo dai linguaggi. Gran pane del
spiega gli cestrale legame fra le cose e il modo in cui
esse sono state dagli uomini rappresenta
elementi essenziali
te. Nell'universo esistono rapporti che si ri
le lingue usate oggi nel mondo sono, in chiamano in modo misterioso. Ma voglio
maggiore o minor misura, flessive. Beh, raccontare un altro episodio.
non mi interessano, perché nella flessione,
cioé nelle desinenze, nelle coniugazioni,
hanno perso il suono degli "archetipi".
della sua teoria Nel Veneto, nella notte fra il 28 e il 29
giugno, alla vigilia del giorno dei SS. Pie
tro e Paolo, gli abitanti delle zone litora
Una parola declinata perde il suono origi
nario, non evoca più magicamente la real- sugli c�rchetipr' nee del Veneto compiono una strana
cerimonia. In una caraffa d'acqua traspa-
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rente versano una chiara d'uovo. La mat pio dimostra che non bisogna mai confon na. Visibilmente animato il prof. Pincher
tina dopo, puntualmente ogni anno, dere la "forma" con la "funzione". Le le va a rispondere e si sente la sua voce
trovano che la chiara si è coagulata in una forme sono infinite, le funzioni pochissi emozionata che comunica all'interlocutri
forma che assomiglia a quella di un bat me, soltanto ventidue, e stanno alla base ce che egli stava appunto parlando di ar
tello. Lo chiamano il "battèllo dei santi della formazione di tutto l'universo. chetipi. "È straordinario, ogni volta che
apostoli". Questa forma rappresenta uno Un altro esempio può essere dato dal parlo di archetipi tu mi chiami al telefono.
degli archetipi. Se la notte dopo, come io "contenitore". La ciotola ha in sé l'arche Tu cosa sentivi in questo momento?" Ri
ho fatto, si ripete l'esperimento, la forma tipo del "contenitore" e questo archetipo torna nella stanza con un nuovo esempio
assunta dalla chiara d'uovo nell'acqua è è il costruttore "ideale" di tutte le ciotole
"Lingua e alfabeto originari nell'antichità"
di quello che stava dicendo).
differente e così il giorno dopo ancora. So del mondo. È per questo che Diogene, co "Vede, entrare nel ritmo della realtà signi
no fenomeni fluttuanti che si ripetono ci me si racconta, infranse un suo bel calice fica creare la realtà. Come nel caso di que
clicamente nell'unione fra due sostanze di per servirsi esclusivamente delle mani rac sta telefonata tutt'altro che casuale. Lo
cui almeno una sia di natura organica. Fe colte a mo' di ciotola, che da sé adempi spiega molto bene Jung nel suo saggio "La
nomeni ampiamente studiati e verificati dal vano benissimo alla. funzione di sincronicità". In esso racconta un episo Sono passati 35 anni da quel giorno in cui un mio runico, un in
professore Piccardi, direttore dell'Istituto "contenere" l'acqua da bère. dio occorsogli con una paziente. Costei gli
di Fisica di Firenze. Un'esperienza analo Cari Gustav Jung, nel suo famoso testo: raccontò un giorno di aver sognato uno dustriale di Bologna, che adesso è morto e si chiamava Bruno Mala
ga è stata fatta da ricercatori americani che "L'analisi del pensiero" ci parla di sette ar scarabeo maculato che con la zampina bat
hanno vohito radiografare con i raggi co chetipi soltanto. Ora li conosciamo tutti e teva sul vetro della sua finestra. Mentre la guti,mi disse: "Mario, voglio vedere fino a che punto l'uomo può di
smici la piramide egiziana di Chefren. Ogni ventidue: e potremo parlare di queste/un paziente raccontava, Jung si volse udendo
giorno, per tutti i 365 giorni dell'anno han zioni senza rivelare come se ne ottiene il uno strano ticchettio e vide contro il vetro ventare ridicolmente schiavo di una macchina, stai a vedere quello
no potuto ottenere una radiografia diverc funzionamento perché sarebbe molto pe della finestra uno scarabeo maculato che
sa, fino a completare l'intero ciclo e a veder ricoloso un cattivo uso degli archetipi. So batteva piano con la zampetta. È evidente che farò". E difatti poco tempo dopo, alla Fiera di Milano,-il pub
riapparire la stessa lastra di un anno pri no come dei mitra carichi. Sono come una quindi che è possibile ottenere le cause dei
ma solo nel giorno corrispondente. rivoltella con ventidue colpi in canna e dieci fenomeni partendo dai loro effetti. È un blico vide una stranissima macchina, molto pretenziosa, piena di co
Sono messaggi che l'universo stesso ti "sicure". Come funzionano queste "sicu modo straordinario ignoto a quasi tutti gli
grida e che noi stentiamo a comprendere. re"? e cosa sono? È spiegato in un libro uomini che sono abituati a ottenere gli ef lori appariscenti, luci psichedeliche; in realtà dentro c'era solamente
Ma le antiche popolazioni erano più at antichissimo, attribuito ad Abramo, il li fetti dalle cause. È un andare a ritrosò _nel
tente e sensibili a raccogliere simili messag bro dei "SFR ISIRÈ", in cui è scritto che processo comune distruttivo, in cui è faci una pinza di gomma che acchiappava un dito. C'era un-cartello che
gi, avevano un rapporto più diretto con la con 32 sentieri occulti il Signore ha costrui le prevedere i fenomeni. Come è facile pre
natura che permetteva loro di mettersi in to tutte le cose dell'Universo. Trentadue ri vedere che la carne lasciata ali'aperto ben diceva testualmente: "Infilate il Vostro indice di una :ò;i�no nel foro,
sintonia con essa fino a compiere atti per sulta dalla somma dei v_entidue archetipi presto andrà in decomposizione. Forse solo
noi oggi inimmaginabili. Come quegli zin più le dieci "direzioni", le "dieci braccia nel terzo millennio riusciremo a padroneg verrà immediatamente imprigionato senza possibilità di liberazione.
gari che una volta si recarono dal prof. Pic di Dio nell'universo". giare gli archetipi, entrando in ritmo con
cardi per dimostrargli come fossero in gra Dunque le "sicure" degli archetipi so la realtà e potremo davvero cambiare le co Tuttavia tenete pronta, nell'altra mano, una moneta da 100 lire; per
do, solo immergendovi una bottiglia col no le dieci direzioni. Vediamole. È evidente se. Finora soltanto alcune persone, chia
ma di mercurio, di trasformare la sempli che una ciotola potrà funzionare solo in mate qualche volta maghi, santi, od esor liberarvi introducetela nella feritoia"._Pare incredibile, questa mac
ce acqua in ."acqua unta". una sostanza una direzione spaziale, dal basso verso l'al cisti, sono riusciti ad allineare il ritmo del
chimicamente definibile come H20 ma to. Le altre cinque delle sei direzioni spa loro cuore al ritmo della realtà, sbloccan china ridicola, tutta forma e niente funzione ebbe un successo enor
untuosa al tatto e capace di sciogliere le in ziali (lo spazio ha tre direzioni.raddoppiate do cosi gli archetipi. E nella categoria dei
crostazioni di calcare. Interrogati sulla fon nei due versi) sono escluse. 'Restano altre maghi, non tutti lo hanno fatto a fin di be me e tutti volevano provare ad essere acchiappati e tutti mettevano la
te di questa loro facoltà, risposero che il quattro "sicure": due per il tempo e due ne. Ora bisogna imparare a difendersi da
sistema era stato loro insegnato dagli avi per il movimento. Delle due del tempo, pri gli archetipi, quando necessario, e viceversa moneta da 100 lire. Questo fatto mi fece pensare: "Certamente,
e il segreto si perdeva nella notte dei tempi. ma e dopo, la ciotola potrà utilizzarne di a usarli per creare una realtà positiva, ed
Tutti questi aneddoti entrano a pieno di volta in volta soltanto una, a seconda del agire per il bene, per il progresso. all'uomo manca una rotellina; l'uomo è schiavo delle forme quando
ritto nel discorso sugli archetipi, sui quali flusso dell'acqua. Lo stesso si dirà per le Ma prima è necessario che l'uomo si li
tuttavia occorre fare ora qualche preci ultime due; espansione e contrazione rit beri di tutte le sue paure e più ancora della sono appariscenti, psichedeliche, . quindi qualcosa manca, un quid
sazione. mica, di cui la ciotola sfrutterà solo il rit distorsione che lo porta a considerare "ma
Già Socrate li conosceva e ne aveva par mo giusto; corrispondentemente al ritmo le" una parte del Bene. misterioso che ancora non possiamo afferrare". Cerchiamo di sco
lato a Platone definendoli i "mattoni del di uscita dell'acqua, nel caso in cui il getto In realtà esiste un "male" oggettivo, ma
pensiero", al di là dello spazio e del tem non sia continuo ma intermittente. la tenebra non è una entità negativa. È l'al prire questo Error e vedremo che si può chiamare Diabolicus.
po, immagini eterne e viventi. Poi Platone È evidente dunque che l'uso degli arche tro aspetto, comunque necessario, della lu
travisò l'intuizione del Maestro e confuse tipi è condizionato dalla conoscenza dello ce. Sono gli errori dell'uomo, gli "sfunzio Siamo antichissimi: la nostra antichità è condensata nell'incon
gli archetipi con le combinazioni degli ar spazio, del tempo e del ritmo in cui quel namenti", i frutti della sua insipienza e del
chetipi, cioè con le idee che prendono for particolare archetipo "funziona". Quello le sue paure che possono oggettivamente scio collettivo che conferisce coesione a tutta l'umanità; in questo vì
ma e che sono enormemente più numerose del "contenitore" è un archetipo apparen creare il "male". E il male causato dalla
degli archetipi, i quali invece sono soltan temente innocuo. Ma prendiamo quello del sua stoltezza l'uomo molto presto ha im ve quel quid che ci manca, che noi non conosciamo. Questo quid so
to ventidue. "pungere''. Può essere usato per fare le co parato ad attribuirlo a Dio, ai diavoli,
Gli archetipi sono entità molto sempli siddette "fatture" ed essere letale in ma creandosi un comodo alibi alle proprie re no gli Archetipi. Cosa sono gli Archetipi? Questo è il nostro tema.
ci, non sono divinità, non vanno idolizza no a chi sa mettersi in "ritmo" con la sponsabilità".
ti. Sono strumenti, sono i ventidue pennelli natura e sbloccare l'archetipo, che imme
Lucilla Nicolini (1)
Un giovane di 23 anni, Frederic Myers in una lontana notte del 1869
con cui Dio ha progettato e "dipinto" l'u diatamente agisce anche a distanza".
niverso. (Parentesi. A questo punto della conver scoprì l'inconscio e ne definì le funzioni. Conversava con un suo
Prendiamo il pungiglione, che può esse sazione squilla il telefonò in un'altra stan
re presente in natura sotto infinite forme za. Mario Pincherle risponde alla figlia che
(1) Questo articolo è stato pubbli
amico, gli occhi perduti fra gli astri: "Amico mio i fenomeni telepa
e con infinite sostanze. L'unica cosa co lo reclama all'apparecchio che non può es
stante in tutti i pungiglioni resta la/unzio sere disturbato. Dopo poco riappare Ada cato sul l • numero del quadri
mestrale "1999 Marche"
tici e la percezione a distanza, ovviamente senza la mediazione dei
ne, che è quella del "pungere". Ecco
dunque come questo semplicissimo esem-
che sollecita il padre a rispondere percM
al telefono c'è una certa signora Vittoria- (1984). sensi, mi fannò capire che il pensiero ha molti modi per uscire dalle
sue prigioni fatte di spazio e di tempo. Il nostro io cosciente è solo
una parte minima della nostra più vasta individualità, è la parte visi
bile di un iceberg sopra la linea di galleggiamento che è come la so
glia della coscienza. La grande parte giace sotto, non si vede''. Queste
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parole furono il primo scandaglio di luce negli abissi dell'anima. stole, le due grandi pulsioni del cosmo, la tenebra e la luce. La vita
Nacque a Londra, per merito del Myers, la famosa Società per la Ri funziona pulsando. Il pensiero errato, quello che ho chiamato ''Er
cercha Psichica, che studiava la parte invisibile dell'iceberg del pen ror Diabolicus", l'albero della conoscenza del bene e del male, il
siero umano. A poco a poco gli studiosi si resero conto che alla base peccato originale, consiste nel considerare buona una delle due pul-·
del pensiero vi è una forza organizzatrice e strutturante che è fatta di sioni e malvagia l'altra. Perché malvagie le tenebre? Nella ricerca de
legami e non di cose legate. Il pensiero precede qualsiasi·realtà uma gli elementi del pensiero bisogna uscire da questo ''Error
na oggettiv:a. Realtà extratemporale che è come un filo che passa at Diabolicus'' e riferirsi prima alle funzioni e poi alle forme, allora il
traveso le molteplici perle di una collana. Così tanti fatti storici in pensiero errato· formale, torna ad essere retto pensiero, allora gli
realtà sono un fatto unico, il subconscio si nutre di questa verità, vi antichi idoli, le forme parziali, si dileguano perchè la luce è bene, la
ve di essa, ma questo contenuto di pensiero vivente non si esaurisce tenebra è bene, e il male non è altro che l"'Error Diabolicus" che
. nel subcosciente: un racconto vasto come l'universo, un racconto considera male ciò che male non è. Ed ora iniziamo la carrellata de
cosmico è il pensiero vivente che racconta la sua storia e le parole so gli esploratori degli Archetipi. Proiettiamo il grande film di una cac
no Archetipi. cia al tesoro millenaria facendo un bilancio delle esperienze spirituali
È il pensiero che esprime se stesso attraverso qualcosa che non è dell'umanità.
forma, materia, che non è avvenimento, ma sta oltre. Cosa sono Ma sarà una proiezione fatta alla rovescia nel tempo e vedremo
questi Archetipi? Dall'estrema antichità fino ai nostri giorni la co come questo procedere all'indietro ci sarà utile. Cominciamo dall'ul
scienza dell'uomo non è stata in grado di rispondere a queste fonda timo pioniere, quello che vi parla e che audacemente vi potrà dire:
mentali domande. Da cosa derivaµo questi modelli universali? Sono "Sono anch'io un'esploratore degli Archetipi". Fui posto sin da gio
una ripetizione millenaria di antiche esperienze fatte dall'uomo nel vane di fronte ad alcuni fatti curiosi. Àvevo 20 anni quando un ami
tempo o sono al contrario espressioni di idee eterne fuori dal tempo? co ipnotizzatore in un teatro di Bologna, mi disse: "Sta a vedere Ma
Finchè non capirà il significato degli Archetipi l'uomo sarà dualista, rio di cosa sono capace! Dimmi a quale persona vuoi che io lanci un
in perenne lotta tra il bene e il male, in preda a quello che ho chiama messaggio e possa farla voltare di scatto". Io dissi: "A quella in se
to "Error Diabolicus". Fin ·dalla più lontana antichità molti sono conda fila". Guardò nella nuca la persona indicata da me e quella di
stati i ricercatori degli Archetipi, i maestri spirituali, ma il vero mae scatto si voltò. Questo mio amico si chiamava Ulderico Pelliccia. Poi
stro segreto è dentro di noi e, cercarne uno fuori, ci pone in uno sta disse: ''Adesso ti faccio vedere qualcosa di molto più difficile. A chi
to di dipendenza infantile. vuoi che io faccia sentire una puntura di ago sul collo?". Io dissi:
Varrà la pena di raccontare questa grande caccia al tesoro, la ri "A quel signore là, ma vacci piano" e allora lui cambiò modo d'agi
cerca del bene da parte di tanti maestri spirituali, purtroppo sconfitti re, sembrava che recitasse una cantilena, metteva le mani in un dato
in partenza e di scoprire le cause di queste sconfitte: è una lunga serie modo, sfregandole fra loro. A un certo momento questa persona fe
di uccisioni, di crocifissioni, di fallimenti, dolori. San Francesco, or ce un rapido gesto come se un insetto l'avesse punta. Per la prima
mai vicinissimo alla morte, disse rivolgendosi al suo corpo: ''Fratello volta mi appariva ben chiara la caratteristica fondamentale degli Ar
asino perchè ti ho trattato così?". Ecco le cause di tante numerose chetipi.
sconfitte, non aver capito il "fratello asino", la Materia del nostro Cercai di definirla meglio. Qui si trattava in particolare dell'ar
corpo, e averla crocifissa per tanti secoli, tanti millenni, aver cercato chetipo pungente, di un pungiglione, ma un pungiglione che agisce a
come maestro dei maestri il dolore o il piacere anzichè la Gioia, per distanza e che quindi non è fatto di materia. Di che cosa è fatto? Esi
chè il dolore o il piacere parlano una lingua comprensibile mentre il stono tante forme pungenti: aghi, spilli di metallo, spini di materia
linguaggio della gioia è misterioso, fatto di Archetipi incompresi. II vegetale, corna degli animali; cambia la sostanza, varia la forma, ma
pensiero è vita, essere vivo significa pulsare nella sistole e nella dia- l'effetto resta. Ma aldilà di tutti i materiali e di tutte le forme c'è
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qualche cosa che è immutabile e in comune: la funzione, il pensiero. ne per i nuovi programmi della Scuola Media. Per quanto riguarda
Ecco la caratteristica fondamentale degli Archetipi: sono fatti di l'Educazione Tecnica proposi un nuovo metodo, di osservazione
pensiero, sono eterni, perfetti. La materia dà sostanza alla forma il tecnica degli oggetti influenzato da una certa esperienza che avevo
pensiero dà sostanza agli effetti, alle funzioni. Il primo passo ve;so nel campo dei _brevetti, che ha il nome di comparazione funzionale.._
In sostanza il ragazzo di fronte a più oggetti si doveva porre una tria
la scoperta degli Archetipi era fatto.
de di domande: a cosa serve questo oggetto (funzione)'? Qual'è la sua
Un altro ep�sodio: un collega dell'Università di mio padre, il
_ forma e il materiale di cui è fatto? In quante parti essenziali è divisi
� ? Pietro Tullio, patologo, fece()maggio di un libro interessante,
r f.
bile? Per ogni parte dell'oggetto si ripetono le stesse domande. Ad
mtito!ato "Le origini dell'alfabeto"�· Vi era descritto un originale
esempio: un ago è divisibile in tre parti essenziali per ordine di im
esperimento. Ad un piccione venivano tolti i canali semicircolari
dell'orecchio e in tal modo l'animale perdeva il senso dell'orienta portanza: il foro, il corpo e la punta. Confrontiamolo con un chiodo
che è divisibile in corpo, punta, testa. Vediamo che il chiodo e l'ago
�en�o. Po! due vibrazioni sonore semplici, sfasate secondo rapporti hanno in comune la punta. Così con questo sistema i ragazzi delle
mte�1, vemvano portate all'orecchio del piccione. Sull'occhio della
besti?la er� stat� posto un dischç!to d'oro, ben illuminato. Questo classi sperimentali giunsero ad individuare insieme a me parecchi Ar
_ chetipi (parti essenziali) e a scoprire alcune loro straordinarie pro
puntmo d oro s1 metteva m movimento durante la percezione dei
suoni, descrivendo al microscopio alcune figure, le stesse che si ot prietà che qui elenco e sottolineo. Gli Archetipi costituiscono il lega
tengono con i doppi pendoli sfasati, che i fisici ben conoscono con il me fra la materia e lo spirito, fra il corpo e il pensiero, agiscono su
nome di figure di Lissajous. Ad un suono simile alla vocale "O" il tutti i sensi; così ad esempio si può parlare di una forma pungente, di
puntino dorato descriveva un p�Jfetto cerchio. Ad un suono simile un colore penetrante, di un odore acuto. In particolare ad ogni Ar
alla vocale "A" la figura ottenuta era a forma di un otto coricato il chetipo corrisponde un suono alfabetico. Ad esempio: l'ago formato
simbolo dell'infinito; la "I" provocava un semplice puntino la "È" da corpo, punta e foro può essere rappresentato da alcuni suoni che
' sono legati a tre Archetipi. L'Archetipo del corpo portante, della
un'ellisse inclinata, la "U" una sbarretta verticale.
Il libr� terminava con questa domanda: "Forse le vocali dei pri- punta e del foro. Questi suoni sono il Th inglese per il foro, la "U"
. per l'Archetipo portante e la "K" per la punta. Quindi Th UK è il
11_1 1 alf �be!1 sono nate da semplici movimenti inconsci provocati qua
si med1amcamente dai rispettivi suoni di quelle lettere? Stranamente nome vero dell'ago, il nome strutturale dell'ago. Mi accorsi che i ra
quel!'espe�imento così sbalorditivo non ebbe nessun seguito; si vede gazzi più sono giovani e -meglio entrano nel mondo degli Archetipi.
che 1 tempi non erano maturi, ma lo sono oggi? La mia memoria in Chiesi una volta ai ragazzi dell'ultimo anno dell'Istituto da me diret
sie�e a t�nto materiale utile andava immagazzinando anche questi to: "Tutte quelle bottiglie dello scaffale del bar che cosa hanno in
fatti stram e non comprensibili che tuttavia avrebbero potuto servire comune?" "La forma!" Ma le bottiglie avevano forma diversa; "La
se collegati nel giusto modo., come tessere di un grande mosaico a da-' sostanza''; ma non tutte erano di vetro. Provai ad effettuare la do
re un'immagine chiara del mondo degli Archetipi. Difficile però manda ai bambini di una prima classe. Risposero: "Servono tutte a
perchè le cose legate si vedono ma i legami sfuggono. Si vedono l; tener dentro i liquidi". Avevano scoperto l'Archetipo contenitore.
forme ma spesso non funzionano perchè non ne conosciamo la chia Noi adulti cancelliamo questa vista ai bambini che istintivamente
ve. Esiste questa chiave. Dobbiamo faticosamente estrarla dal no rompono i gio�attoli per vedere come funzionano. Ero giunto a que
stro intimo, farla uscire dal buio dell'inconscio alla luce della co sto punto quando fui chiamato in Egitto; in questo viaggio fu con
scienza perchè la forma sta alla funzione come l'incoscio sta alla co fermato il fatto che la grande piramide di Cheope contiene la torre di
scienza.
Osiride. Questa torre che nell'antichità era chiamata Zed rappresen
Ed_ ecco u� �ltro fatt<? che mi spinse verso gli Archetipi. Fui
.
chiamato dal Mm1stero dell'Istruzione a far parte della Commissio- ta anche un segno della scrittura geroglifica. La vittoria sul tempo, il
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simbolo dell'eternità. Feci nella piramide uno strano esperimento stro si è sentito in modo strano e ritmato pronunciare la parola:
sdraiandomi di notte nel sarcofago ed ebbi la percezione che il tempo "Micione!". L'"effetto micione" fu chiamato questo fenomeno
si arrestasse. Nello stesso anno conobbi il Sig. Crucianelli, uno stu che fa capire come il pensiero può incidere il nastro. Così pensai che
dioso autodidatta che aveva appreso dalla osservazione di certi ani questo effetto fosse legato anch'esso agli Archetipi.
mali, (gatti, piccioni) molti segreti relativi al senso di orientamento. Due anni sono passati dal giorno in cui per un fatto curioso mi
Furono i suoi esperimenti a convincermi che esiste uno stretto lega resi conto che alcuni animali sono sensibili ai suoni anche fisici. Sta
me tra l'istinto e l'Archetipo che si può definire funzione ist�ntuale. vo facendo un bagno di mare a Palombina con mia moglie la quale è
Entrai allora in· contatto con un gruppo di tombaroli siciliani guidati molto scettica riguardo a questi fenomeni. Passò un pesce. Questo
da uno di loro che era dotato di una strana facoltà. Un curioso pote pesce portava un'alga che si era attorcigliata ad una branchia ed io
re che si manifestava soltanto una volta all'anno in un giorno parti pensai: "Va,rrebbe la pena di liberarlo. Vieni qua che ti libero". Il
colare. Quest'uomo per tutto l'anno si preparava all'evento. Scatta pesce cominciò a girarmi attorno e allora volli fare un esperimento
to il momento, si metteva in un dato terreno archeologico dove sape sugli Archetipi. Allora mi concentrai su un suono particolare e il pe
va che potevano venir trovati reperti importanti, orientandosi in una sciolino venne diretto verso di me, io lo liberai dall'erba e lui se ne
data direzione e improvvisamente cadeva in una specie di trance luci andò facendo dei salti di gioia. Volevo saperne di più su questi Ar
da e vedeva attraverso il terreno questi reperti. I suoi figli, parenti, chetipi. Mi trovavo a Firenze per tenere una conferenza sui 22 Arca
collaboratori con dei picchetti segnavano i punti indicati dal tomba ni dei Tarocchi. Si sapeva che erano identificabili con le lettere
rolo, poi durante l'anno scavavano e venivano fuori vasi, statue, co dell'alfabeto ebraico. Dopo la conferenza conobbi Timothy Pater
se del genere. E allora cominciai a considerare il tempo e le direzioni son, nipote del grande esploratore Fawcett, scomparso sull'Eldora
spaziali come delle sicure che fanno scattare una rivoltella i cui 22 do; mi regalò l'immagine di una antichissima statuetta che lo zio,
proiettili sono gli Archetipi. mezzo secolo fa, portava con sè al momento della sua sparizione e
I miei studi sullo Zed mi portarono ad occuparmi di parapsico me ne diede una fotografia. In quella statuetta erano incisi i 22 sim
logia. Studiai alcuni casi di premonizione, mi resi conto che la visio boli degli Archetipi: le lettere dell'alfabeto originario. Uno dei segni
ne profetica si manifesta in maniera simmetrica rispetto alla visione era un triangolo equilatero, il segno antichissimo della delta ed era al
quarto posto (AB CD). Quei segni simboleggiavano le funzioni del
normale. L'antitempo è il simmetrico del tempo: come se il filmato
pensiero . L'alfabeto originario dell'antichità dopo 5.000 anni ritor
degli avvenimenti venisse proiettato alla rovescia, dalla fine al princi
nava alla luce! Ai piedi della statuetta, un'altra tabella portava 9 di
pio, la destra diventa la sinistra; in questi sogni premonitori il rosso
quei 22 segni, così molto rapidamente in quella notte cercai di fare
diventa azzurro, ogni realtà si trasforma nella realtà complementare. un parallelo confrontando la posizione e il numero d'ordine di quei
Vidi così confermata la teoria sintropica che il matematico Fantap segni sulla grande tabella. Ne venne fuori la parola UT NAISFIM
piè formulò un secolo fa e che oggi· è stata ripresa dallo Charon con che significa "grande anima", il nome di Noè. L'antico patriarca
la sua neghentropia. Potei conoscere bene Kostantin Raudive e in era dunque lo scopritore degli Archetipi? Come vedremo la risposta
sua presenza, a Mariano Comense in casa Alvisi, avvenne un feno è no. È stato proiettato in televisione, in un programma di Piero An
meno che ormai è diventato classico e che reputo fondamentale. Un gela, un gustosissimo cartone animato che mostra il legame tra il
fenomeno legato alle voci sconosciute. C'era con noi la sensitiva Ve pensiero dell'uomo e tutte le azioni che sono legate all'uomo e al suo
nia e a un certo punto Raudive disse: "Signora, con chi vuol parla cervello. A un certo momento il filmato si arresta con un grande
re?" E lei rispose: "Con mio padre che è morto l'anno scorso" e poi punto interrogativo. L'autore dice: "Qui il pensiero che parte dal
soggiunse dentro di sè "Col mio micione". Il padre lo chiamava mi-,;,. cervello si fa movimento e contemporaneamente si fa suono, si fa
_ cione e si vergognava di dirlo forte. Al momento del riascolto delna- ·- colore, si fa odore, sensazione tattile, forma; come avvenga tutto ciò
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e come il pensiero diventi oggetto non lo sappiamo''. Il pensiero non si manifesta la struttura dell'inconscio che le produce; la struttura
parte dal cervello, ma vi arriva per mezzo degli Archetipi. Conti dell'inconscio collettivo è formata da Archetipi. Si è costretti a sup
nuando la carrellata degli scopritori degli Archetipi, carrellata a ro porre che esista nell'inconscio un chè di simile a una coscienza �
vescio nel tempo, incontriamo il nome di David Diringer, grande
priori, svincolata da ogni base causale. Si può parlare di una creatio
''alfabetologo" e glottologo. Scrisse: "L'alfabeto nella storia della ex nihilo, un atto creativo non più spiegabile in termini causali. Il
civiltà". In questo libro giunse ad una straordinaria conclusione. La fatto oggettivo coincide con l'apparire dell'Archetipo, non consegue
riporto fedelmente: "La più grande invenzione dell'umanità, l'intro ad esso. Questa conoscenza a priori, questa pre-scienza inconscia,
duzione dell'alfabeto, non è certo urì fatto avvenuto per caso ma de questo rappresentare per simulacra, per immagini prive di soggetto,
ve essere stato voluto. È assai probabile che essa sia l'opera artificia cioè per Archetipi dà il "ligamentum animae et corporis" la quinta
le e rapida di un solo uomo il quale, spinto da necessità pratica, ba essentia, lo spirito che penetra ogni cosa, mette tutto in relazi�ne per
sandosi su straordinarie esperienze si è visto indotto a creare una fare della macchina di tutto il mondo un'unità. Le cose dello spirito
scrittura infinitamente semplice, perfetta, accessibile a tutti. Credo hanno una tendenza a generare qualcosa di simile a se stesse, a por
di poter affermare che l'alfabeto è un'invenzione geniale, di un per tare alla luce corrispondenze o coincidenze significative. Questa sin
son_aggio importante, un grande capo religioso e politico che, con la cronicità dà origine ad una immagine del mondo quasi sconvolgente
sua immensa autorità materiale e spirituale, abbia imposto ad una ma involge nello studio della natura il pensiero. La sincronicità con
vasta koinè di popoli la scrittura alfabetica che da nazionale è dive siste in omogeneità casuali non causali. Il suo tertium comparationis
nuta strumento di comprensione internazionale". Qui Diringer si si basa sugli Archetipi. Lo confesso, l'Archetipo mi appare in manie
fermò ma era già andato molto avanti, anche troppo per i suoi tempi ra nebulosa. È materia priva di forma, è forma priva di materia.
ed a fermarlo fu proprio l'idea che la creazione dell'alfabeto fosse L'Archetipo non trasmette nulla ma è. Potremo chiamare gli Arche
un procedimento artificiale. Vedremo che non lo fu. E accanto al Di tipi forme spirituali o meglio categorie di forme, categorie non della
ringer troviamo il famoso psicologo Jung. Così questo grande scien ragione ma dell'immaginazione. Il sorprendente parallelismo di tali
ziato definì gli Archetipi: "L'Archetipo sta alla base non solo della forme e delle idee che esse esprimono mi fa pensare ad una somi
psiche ma anche della materia e dello spirito, che ne rappresenta la glianza dei pensieri umani in tutti i tempi e in tutti i luoghi. Le com
misteriosa congiunzione. Questi Archetipi sono fattori istintuali, in ponenti strutturali primigenie della psiche hanno la stessa sorpren..;
distinti, nebulosi. Si individuano nel campo psichico ma anche in cir dente uniformità di quelle della materia e dei corpi. Gli Archetipi so
costanze non psichiche, cioè sono ricchi di affascinante mistero e di no organi della psiche prerazionale, strutture basilari eternamente
sacralità. Possiamo dire che la distanza non ha alcuno effetto sul fe ereditate ed ereditabili, prive dapprima di contenuto specifico che si
nomeno degli Archetipi, quindi non sono materia, non sono nemme manifesta solo nella vita personale dove l'esperienza attraverso i sen
no forza, nemmeno energia, perchè in tal caso si dovrebbe riscontra si si basa proprio su questi Archetipi; organi del pensiero dunque,
re una diminuzione dell'effetto proporzionale al quadrato della di che come organi del corpo sono funzionanti, organi che sono nume
stanza. La distanza stessa può essere ridotta a zero da particolari con rosissimi ma che possono essere ridotti a pochi, per eliminazione dei
dizioni psichiche emotive ancora più strano il fatto che il tempo non doppioni. Dice Socrate: "Prima di nascere su questa terra, abbiamo
esercita nessun effetto ostacolante. Tempo e distanza sono influen contemplato gli eterni Archetipi del pensiero coltivandone un ricor
zati dal pensiero ma il pensi_ero non è influenzato nè dal tempo, nè dal do latente ed è ciò che ci permette di ritrovarli. Questi Archetipi sono
la distanza. Tempo e distanza di per sè non esistono affatto, sono po- - il nutrimento del pensiero creOtivo, cioè dello Spirito che risiede nel
sti solo dalla coscienza e si relativizzano quando la psiche osserva se mondo eterno, senza tempo. Poche sono le anime che, superatii mo
stessa e non i corpi esterni. Allora sorgono idee spontanee sulle quali vimenti di rotazione della terra, raggiungono questo mondo senza
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tempo, patria degli Archetipi. Lo Spirito, che è il pensiero perfetto, funzionale" e della "corazza non funzionale": (v. pag. 177).
ha due buoni cavalli a suo servizio, mentre le anime hanno un buon E giungiamo a Pitagora, il restauratore dell'orfismo, l'antico
cocchiere: la ragione; ma in quanto ai cavalli delle anime, uno, quel orientamento religioso che ha nulla o poco a che vedere con il mito
lo bianco, è creduto buono, l'altro, quello nero, è creduto cattivo ed di Orfeo, un semplice eponimo a cui i Greci facevano risalire la fon�
è lasciato morire di fame. Le anime insieme allo spirito si precipita dazione della loro religione primigenia. Questa religione di natura
no, dopo la morte, verso il mondo fermo. Lo Spirito coi due perfetti essenzialmente spirituale era monoteista, rivolta all'adorazione del
cavalli entra facilmente, le anime-os.tacolate dal cavallo debole ' non maestro unico del Cosmo. Risaliva a tempi remoti proveniente dalla
passano; mal nutrite, esse stesse si indeboliscono e ricadono sulla regione dell'Eufrate e da una civiltà fiorita prima dell'invasione
terra. È la rinascita che ci viene però attraverso un oblio che non è Ariana di 5.000 anni fa. Questa dottrina proclamava l'immortalità
totale. Quando ci troviamo davanti a cose fatte ad immagine degli dell'anima, l'obbligo di astenersi dal mangiare carne e d� rispettare la
Archetipi ci accade di ricordarcene. Questo è l'inizio della conoscen vita. Era una religione che tendeva a: realizzare la per/etta coppia;
za". Ma Platone, il discepolo, non ha compiutamente penetrato il anche al di là della morte Orfeo cerca Euridice. Il culto Orfico ri
pensiero del maestro: per lui il pensiero perfetto, cioè lo Spirito, non spondeva alle esigenze di un ascetismo morale, di una liberazione dal
è creatore, ma creato e parla di un demiurgo, di un incaricato, di un male, che è la visione parziale, frazionante, diabolica. Nelle tom
operaio divino addetto alla creazione. La creazione per Socrate è tri be degli Orfici venivano poste nelle mani dei defunti monete d'oro
na: sigillo, sigillante, sigillabile. Sigillo è eternità, volontà, padre vi con delle formule liberatorie che servivano da passaporto per l'aldi
vente in sè, lo sposo cosmico fecondante, il pensiero vivente. Sigil là. In esse-si legge: "Infinitamente grande sarà la tua felicità, da sem
lante è il formatore nel tempo, il figlio, l'operaio divino. Questo è il plice mortale sei destinato ad accogliere Dio". Pitagora e gli altri
demiurgo, cioè l'uomo perfetto. Sigillabile è la materia della creazio maestri formano una grande corrente universale. La natura profon
ne, materia pensante e viva, la sposa, la grande madre cosmica. E il da del pensiero umano è ovunque la stessa. Tutti gli esseri veramente
male? Il male prende esistenza quando l'anima maltratta il secondo spirituali parlano la stessa lingua fatta di Archetipi.' Pitagora intro
cavallo e lo fa deperire, creqendolo il male stesso. E qui ci viene in duce nell'esoterismo l'elemento scientifico; i doni della scienza costi
mente il "fratello asino" di cui parla San Francesco. Gesù nel vange tuiscono per lui solo simboli di una realtà più profonda e più vera. È
lo di Tommaso, ci dice: "Vi stupirete quando vedrete a chi assomi uno scienziato che a differenza dei nostri non studia solo la metà del
gliate, ma mille e mille volte più grande sarà il vostro stupore quando fenomeno. Fu in Egitto, in Mesopotamia, risalì alle fonti della civiltà
scoprirete gli Archetipi che esistono da sempre e non nascono e mai primigenfa, coltivò l'amore per la musica ed il ritmo, studiò il rap
non muoiono e non si fanno vedere. Per conoscerli bisogna no.n es porto matematico tra l'altezza dei suoni e la lunghezza delle corde vi
sere divisi. Chi li conosce entra nel Regno e si libera dalle morti. Li branti, fenomeni legati agli stessi Archetipi. Perchè lui vide in ogni
conosce colui che sa rendere uguali l'interno e l'esterno, il sopra e il numero un Archetipo o una combinazione di Archetipi� quindi nei
sotto, li conosce colui che non resta solo maschio ma che si completa numeri viçle delle particolari funzioni della realtà oggettiva che risve
con la sua parte mancante femminile, li conosce colei che non resta gliano nel subconscio immagini la cui struttura è identica alle strut
solo femmina ma si completa con la sua parte maschile mancante. E _ture del pensiero. Considerò pari i numeri femminili e dispari quelli
sapete perchè? Perchè l'unità di piede è un piede, ma l'unità di oc maschili.
chio sono due occhi e l'unità di essere umano è la coppia. Chi ha Nel nostro viaggio indietro nel tempo incontriamo ora Budda.
orecchi per intendere intenda". E poi arriviamo a Socrate, che prima Siamo giunti al VI secolo prima della nostra era. Nacque nel villag
di bere la cicuta, in carcere indicò ai suoi discepoli il metodo per sco gio indiane di Lumbini; figlio di un re, apparteneva ad una famiglia
prire gli Archetipi, ricorrendo al famoso esempio della "coràzza Sakia, il suo nome era Siddarta, era soprannominato ''l'intelligen-
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luce e delle tenebre. Tut
della coppia cosmica, di Re e di Aton, della
te". Disse: "I nostri sensi ci rivelano solo recipienti vuoti ed instabi le tenebre che sono in
li, voglio salvare gli esseri umani mostrando loro l'ingresso che con ti amano Re-e disprezzano Aton scacciando
Aton e Aton è l'essenza
duce all'immortalità, voglio diventare il distruttore della malattia vero la culla della luce; ma Re è l'essenza di
ondo ma è la sorgente·
di Re. Aton non è visibile, è nascosto nel prof
della vecchiaia, della morte''. Questa fu la sua battaglia. Iniziò co� Aton. "Ho scoperto la
della vita". Akenaton significa la gioia di
una vita di mortificazione della carne, ma presto si accorse che il do : Dio è uno ed è coppia.
lore non er� �n buon maestro; invece di rischiarare lo spiritò, lo otte fonte della gioia", diceva il giovane faraone
fosse come un immenso
Voleva che tutti fossero felici e che il pianeta
nebrava. Si diede allora al piacer�. I suoi compagni di penitenza lo l'amore. Perciò fondò 3
talamo su cui tutte le coppie potessero fare
abbandonarono disprezzandolo e chiamandolo "ghiottone". Ma Mandò in giro un eser
capitali mistiche: in Egitto, Siria ed Etiopia.
anche il piacere ottenebrava lo spirito. Allora scoprì la via di mezzo nti le parole "gli Dei".
la v�a che lui chiamò il Retto Pensiero. I suoi compagni tornaron� cito di scalpellini a cancellare dai monume
, non è rappresentabile,
a lm e Budda enunciò le sue 4 verità fondamentali. La vita è dolore, Aton è tenebra vivente, generatrice di vita
perfetto, lo Spirito, per
,
dev� to�n�re ad essere gioia, gioia significa unione, / unione placa il non è percepibile dai sensi; solo il pensiero
randosi con Aton, la
_
des1der�o e hbera dal dolore. Questa unione si ottiene modificando cepisce Aton. Espandendosi con Re e concent
la religione del terrore,
se stessi, attraveso le 8 strade che trasfor�ano il piccolo uomo in uo Vita pulsa, gioiosa, felice e libera. Fu bandita
m� c?smico: Giust� visione della vita, amare la vita; giusto giudizio, del dolore e della solitudine.
un culto solare, ma
Akenaton introduce il culto della felicità. È
noi diremo liberarsi delle forme illusorie, risalire alle vere essenze al ano col sole che pulsa in
'
le funzioni; giusta lingua, necessità di conoscere solo parole vere na il faraone sa che né Aton né Re si identific
llo nero e dal cavallo
t� d_agli Archeti�i. Qu�sta è la v��a preghiera. Giusto agire, ce;care tutti e due; il carro solare è trainato dal cava
Il faraone è poeta e scri-
di nspettare la vita e nmanere sempre nella via di mezzo ' senza esa- bianco, entrambi gagliardi, entrambi buoni.
. ..
geraziom m un senso e nell'altro, quindi equilibrio ed armonia. Giu- ve la sua favolosa poesia:
sta voc�zione, necessità di conoscere se stessi, la propria mansione
anche piccola; giusto nutrimento, rispettare la vita anche nel modo "O Tenebra dolcissima, madre del cosmo,
d'alimentarsi, usare cibi vegetali, viventi, non sostanze impure, sei tu che poni il seme nell'uomo
decomposte, mescolate. Giusta memoria, noi diciamo conservazione e formi il bimbo nel grembo materno
dei pensieri che ci possono essere utili, liberare la memoria dalle sco e lo nutri con latte, calmando ogni pianto.
r�e; ed infine gi�sta medi!azione: utilizzare i_ pensieri e·ssen�iali per Quando il pulcino è nell'uovo
gmnge�e al pensiero creativo che rende l'uomo veramente cosmico. già gli donfil suo soffio di vita
Ritornando ancora indietro nel tempo di otto secoli incontria e gli dai forza per bucare il guscio
mo un altro straordinario pioniere degli Archetipi: il faraone Akena e uscire a nascere.
ton. Nel 1�87 furono trovate 300 tavolette di terracotta da una con Tu, madre invisibile, hai voluto creare la terra
tadina, nel luogo dove sorgeva Aket - Atcm la città fondata da que quando eri sola
s!o faraone. Queste tavolette erano scritte in caratteri cuneiformi, in ed hai creato il cielo lontano
h?gua acca�u, straordinaria lingua ricca di Archetipi; per pochi sol per contemplare, dall'alto, la creazione.
di la contadma le vendette; arrivarono gli esperti, alla fine, le tradus Tu tutta sola, separata a forza
sero _e si capì che gli archivi reali di Aket-Aton erano stati scoperti. dal tuo sposo che dorme nell'arca.
La figura del faraone venne in luce. Profeta precoce, grande rifor Eccoti il mondo, o madre,
matore, visse solo 30 anni; trovò la sua donna, la donna nata per lui, prendilo nella tua mano
formarono una coppia perfetta. Disse: "Noi due siamo lo specchio così come tu l'hai fatto:
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è figlio tuo, uscito da te, come è tuo figlio della vita. Chi mise nella piramide quei segreti?
il Re Vero, il Signore del mondo". Arriviamo alla conclusione. Che cosa sono questi• Archetipi?
. Quando il giovane faraone, precursore e profeta, fu dalla corte Attraverso tutte le catastrofi e tutti i diluvi, lo Spirito Vivente non
dei sacerdoti giudicato pazzo ed ucciso, mille anni erano passati dal cessa di manifestarsi. In tutte le antiche religioni si parla di un Dio-
la morte di Abramo, il riscopritore del Re vero, il Signore del mon vero. Questo personaggio che ci fa pens�re al g�ande sac�rdote ipo:
do. Veniamo quindi a parlare di Abramo e della sua meravigliosa ri tizzato dal Diringer, fu l'inventore della lmgua, Il maneggiatore degh
scoperta. Tutti conoscono la sua vita, il suo matrimonio con Sara il Archetipi, l'uomo cosmico. Fu ançhe il bambino dai capel!i bianchi
suo viaggio in Egitto, il sacrificio del figlio, impedito da un angeÌo che scende sulla terra ciclicamente. Il figlio della Vergine. E l'ascen
'
ma pochi sanno che scrisse il ''SFR ISIRE''', il libro dei fondamenti' sione del pensiero alto dell'uomo verso le sue sorgenti ultime. Movi
cioè il libro degli Archetipi. Riportiamone i passi principali: mento e quiete, cuore del cosmo che pur pulsando è fermo. Questo
"Con 32 cose Dio creò l'universo: 10 cicli evolutivi spirituali e misterioso fanciullo canuto, nato sulle rive dell'Eufrate, il fiume sa
2� Archetipi, 3 di questi Archetipi sono le grandi. madri, le generatri cro, apparve in Mesopotamia, formò un impero vastissimo, l'impe
ci; 7 sono i segni pari; 12 i segni dispari; 6 dei 10 cicli evolutivi sono ro di Accad, l'Atlantide di Platone: i 65 popoli di questo impero par
spaziali. In realtà sono 3 perchè ognuno ha due sensf;·ad .esempio: da lavano lingue diverse. Com'era possibile metterli d'accordo? In che
un� �arte c'è 1:oriente, dall'altra c'è l'occidente; 2 sono.i cicli tempo lingua potevano essere redatti i documenti ufficiali, le lettere com
rali, m realtà e uno che ha due sensi; da una parte verso il futuro, merciali? Questo problema venne risolto d� Dio �ero che v_en�e
dall'altra verso il passato. Altri due sono vitali: in realtà è 1 ed ha chiamato lo "Scriba". La soluzione fu semphce, radicale; la B1bb1a
due sensi, espandendosi e contraendosi. Questo è lo spirito vivente. I ce ne dà una pallida idea quando dice che il Signore Iddio verificò s�
22 Archetipi sono come 22 elementi in un solo- corpo, che si combi l'uomo chiamava ogni cosa, ogni animale col giusto nome. Anche Il
nano tra loro a formare tutti i corpi. Dio forma il pieno dal vuoto libro di Enoch ci tramanda: "Dio chiama col giusto nome il più lon
rende esistente il non esistente, scolpisce i grandi pilastri con la luc; tano astro e questo gli risponde". Si trattava di dare alla scrittura al
inafferrabile. Ho indagato, il Signore mi si è manifestato vivente mi fabetica i vantaggi di universalità della scrittura ideografica. Questa
ha abbracciato, mi ha chiamato amico ed ha stabilito un patto �on scrittura doveva essere svincolata dalla babele di lingue parlate in
me e con la mia discendenza, perchè ho avuto fiducia incrollabile quel primo impero del mondo ma doveva allo stesso tempo essere
n�II� vft�. Quest� patto� bas�to sul retto modo di procedere lungo i semplicissima, formata da pochi simboli, una ventina in tutto. Que
d1ec1 c1ch evolut1v1 che hbera Il pensiero da ogni impedimento. Ed è sti simboli sarebbero stati contemporaneamente ideografici e foneti
basat� sul retto mod� d'a?ire lungo i 10 cicli evolutivi, ed è il pa tto ci. Avrebbero cioè nello stesso tempo espresso concett i e suoni. Ma
d_ell� lmgua vera c?n 1 suoi 22 Archetipi di cui mi ha rivelato le fun come ridurre i concetti espressi a migliaia da simboli pittografici a un
z1om fondamentali. Tutt o si placa con l'Archetipo dell'unione tutto numero così esiguo di 22 lettere? Questi segni dovevano essere leggi
si muove con l'Archetipo dell'espansione e tutto si evolve co� l'Ar.., bili da parte di tutti come i J O segni che formano qualsiasi numero
h��ipo del!o Spirito, tutto si trasforma con i 7 Archetipi pari, tutto si sono comprensibili a tutti gli uomini del mondo che conoscono un
dmge a distanza con i dodici Archetipi dispari''. pò di matematica.
. . . · . .
Questo s�aor�inari� libro ci descrive le funzioni degli archetipi Si ricorse ai segni sacri, fondamentah elementi d1 pensiero e d1
e_ ce_ne da P_erfmo 1 suom. Dove trovò Abramo le chiavi di questi an comprensione� Nacque l'alfabeto; la lingua universale fu conc�pi!�
tichi segreti? Anche lui, sappiamo, penetrò nell'antica Piramide con elementi scientifici. Il suo apprendimento, u�a volta conoscmtu
dentro lo Zed; per poter entrare, lo dice anche là Bibbia dovette sa� 22 segreti racchiusi nei suoi simboli, fu facile. Ai 22 segni corrispo�
crificare la moglie cedendola al Faraone e stava per sac;ificare il fi dono 22 suoni. La lingua dell'Eden nasceva di colpo già perfetta, co
glio, ma capì in tempo che non si può attentare alla vita per l'ambre struita insieme alla sua scrittura. Ad ogni suono monosillabico corri-
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spondeva un segno, combinando insieme più segni si otteneva un og-· Anche nelle cellule germinali umane la programmazione del fu
getto; la corrispondenza era triplice: segno, s uo n o, realtà� Ed ecco i turo individuo è affidata a 22 Archetipi. Ogni aspetto creativo
, dell'universo è quindi semplificabile a tal punto da corrispondere a
segni, i suoni e le funzioni: L Aie/ corrisponde alla nostra A funzio
ne unificante; la Bet corrisponde alla nostra B, funzione co;tenente· una delle innumerevoli combinazioni di questi segni sacri. Dice una
la Ghimel corrisponde alla nostra G, funzione ruotante; la Da/et cor:
antichissima poesia persiana riferendosi a Aura Mazda, che imperso
risponde alla nostra D, funzione solidificante; la E corrisponde alla · nifica la saggezza divina, il Dio vero:
nost�a E, funzione vitali�zante? /a�-ua,u corrisponde alla nostra 9, ''Ed egli disse quella preghiera
funzione portante; la Zam cornspondè· alla nostra Z ' funzione eter-
.
mzzante; la Het, suono H, funzione proteggente; la Thet che corii-
formata da ventun parole:
la vittoria sul maligno,
sponde al TH inglese, funzione cedente; la /o d corrisponde alla I la vittoria sugli Dei
funzione stringente; la Caf, suono C, funzione penetrante·' la Lamed
.
corrisponde alla L, funzione dosante, ritmica; la Mem, corrisponde
e la vittoria sulla morte
si manifestarono allora.
alla M, funzione liquefacente; la Nun, suono N, funzione trasfor Sette parole furono pronunciate
mante; la Samek corrisponde al suono S (duro), funzione schiaccian e il maligno perse ogni potere,
te; la Oin corrisponde al nostro O, è la funzione corrispondente contro le creature di Aura Mazda.
(l'unità di occhio
. sono due occhi); la Fe, che corrisponde alla F ' fun- Furono udite altre sette parole
. ,
z1one centnfuga; la Sade che corrisponde alla S (dolce), funzione di- e alte l'uomo levò le sue mani
vidente; la Ciof che corrispondeahsuono C (come nella parola Cina) rendendo grazie e contemplando.
è la funzione vincolante, incollante; la Res che corrisponde alla no Squillarono le ultime parole
stra R, funzione completante; la Scin che corrisponde al suono se e l'uomo fu perdutamente buono.
funzione traslante, la venuta. La Tau che corrisponde alla nostra Tè Questa bontà durò tremila anni
la funzione resistente, la Croce di Cristo. e fu chiamata "paradiso".
Attraverso l'antichità, sùperando la terribile distruzione dei te Questo Melki-Sedek misteriosissimo, viene puntuale agli ap
sti della biblioteca di Alessandria contenenti la scienza dell'antico puntame�ti terrestri, spirito universale che riempie il recipiente uma
Oriente, sono giunti fino a noi i simboli dei Tarocchi. Erano scritti
no al termine del suo perfezionamento e dice agli uomini in quale
su pergamena; sono 21 tavolette alle quali si è aggiunta una 22a figu modo il cosmo opera, senza sforzi, ottenendo tutto senza chiedere
ra che rappresenta una specie di Jolly, una matta e cioè una carta che niente.
può assumere il valore di tutte le altre. Appunto per carte da gioco La rete del cielo acchiappa tutto. È fa dottrina del Tao, la forza
furono presi questi tarocchi, nei secoli passati e quindi non destaro cosmica primordiale fatta di Archetipi che preesistono ad ogni nasci
no interesse negli studiosi. Come possono questi pochi simboli assur ta e persistono dopo ogni morte. Il Tao è saggezza, nascosta, inaf
gere a tanta importanza? L'interprete dei fatti creativi ha bisogno di ferrabile, senza nome, ed è coppia, è la grande sommità che si scinde
semplicità, egli deve ridurre l'innumerevole moltitudine delle forme nei suoi due principi. È il Tao che produce l'uno, e l'uno che produ
a un limitato numero di funzioni elementari, di Archetipi, che nei ta ce il due, è il due che produce il tre, che dà vita a tutti gli esseri. Forse
rocchi si chiamano Arcani Maggiori. Sono questi Arcani gli "avve nella misteriosa oscurità della grande piramide, Abramo riscoprì i
nimenti" che più comunemente capitano all'umanità. Non è quindi segni sacri che non solo sono legati al linguaggio, ma sono il linguag
controproducente che il. numero dei simboli sia così ristretto ma è gio stesso. Il modo di comunicare nel cosmo e col cosmo. Attraverso
importante che questi simboli possano legarsi fra di loro in modo da questo linguaggio fatto di Archetipi il pensiero dell'uomo diventa
ottenere un numero enorme di permutazioni.
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26
oggetto. Lingua vera che parla solo al presente, ritrovata dall'uomo occorre sempre qualcosa,
al termine della preistoria, al momento delle prime grandi invenzio e per avere il Tao ti basta un nulla.
ni, perchè tra gli utensili e gli Archetipi vi è un collegamento fatto di L'occhio lo cerca invano,
pensiero. Siamo oggi ancora sommersi nel caos delle forme e delle. l'orecchiQ non lo ode,
parole. L'umanità è giunta in una posizione di stallo. Col pensiero la mano non l'afferra,
dialettico non si è risolto nessun problema di base, ma uscendo dalle è forma senza forma,
forme e osservando il proprio pensiero e i suoi Archetipi l'uomo sta visione senza cosa,
per scoprire di avere la stessa matrice universale da cui sono ·nati tutti nebbia di già svanita.
gli esseri viventi e da c:ui è uscito l'intero cosmo. Se viene non vedi il suo volto,
Così, attraverso gli Archetipi del suo pensiero, il piccolo uomo se passa, non vedi il suo dorso".
comincia a scoprire. il Grande Uomo, l'uomo cosmico, quello che
· non ha confini e che si estende fino all'estremità dell'universo. E ne
sente la voce. È sempre uguale a se stessa. L'hanno sentita e trasmes
sa tutti i pionieri degli Archetipi ed è riassunta nelle parole di Lao
Tse:
"Perfetta, indivisibile, indistinta,
precede la creazione
del cielo e della terra.
Calma, invariante, vuota
' procede nei due sensi
sui cinque cerchi infiniti.
Non conosco il suo nome,
ma è la madre del cosmo.
La chiamo Tao
strada della grandezza,
ma è come dire niente.
Per capirla,
pensa una ruota
con i suoi trenta raggi,
pensa una chiave
e fa sua toppa
e tanti vasi diversi,
NOTA: Il Macrocosmo agisce sul Microcosmo e l'azione è legata ai ritmi astronomici.
ma tutti recipienti. Queste influenze si effettuano per mezzo degli Archetipi e sono state dimostrate
Non pensare ·ana forma, dal fisico Giorgio Piccardi con la sua teoria dei FENOMENI FLUTTUANTI
dà peso alla funzione: ad ogni istante l'azione (CREATIVA, TRASFORMATRICE o TELEPATICA)
è questa il Tao. è diversa e dopo un anno esatto si ripetono le stesse azioni (cfr. M. PINCHER
LE "LO ZED" EDIZIONI FILELFO).
Per avere le forme
29
28
�
"L'IDEA DEL "PUNGERE" HA
MILLE FORME,
MILLE SOSTANZE" ...
Introduzione
....
Lavorare e costruire con intelligenza
33
una tenaglia.
La mano -dell'uomo è quindi uno strumento perfetto. Il più abile
inventore d'oggi non saprebbe certo ideare un apparecchio migliore
per afferrare oggetti o per eseguire lavori sia grossolani che delicati.
Uno strumento così prezioso non doveva essere utilizzato per la
locomozione ( e cioè per camminare). Così l'uomo assunse una posizio
ne eretta che liberò le sue mani dal compito degli spostamenti.
Fra tutte le creature della terra solo l'uomo ha le mani impegnate
per il lavoro. Si può quindi dire che l'uomo è nato per lavorare come Prima parte
l'uccello è nato per volare nei cieli ed il pesce per nuotare nei mari.
La mano dell'uomo procede perciò di pari passo con la mente e
quindi non a caso il dito pollice, nel corso dei millenni, si è girato e
riesce a piegarsi opponendosi alle altre dita.
Se l'umanità tornasse ad abbrutirsi e, nel corso dei millenni, rinuncias
se ad usare le proprie mani come strumento di lavoro, si potrebbe sicura OSSERVAZIONI
mente prevedere che le mani stesse lentamente si trasformerebbero dive
nendo simili alle mani delle scimmie. Ma per fortuna la storia ci insegna
E SCOPERTA DEGLI ARCHETIPI
che l'uomo, grazie alla sua int�lligenza e, soprattutto al suo «pensiero
creativo», continuamente progredisce.
Noi dobbiamo dunque scoprire e sviluppare in noi stessi questa divina ca
pacità di creare con le mani guidate dalla nostre mente. Da questa sco
perta nasce in noi quell'amo�e verso gli oggetti che sappiamo realizzare e
che ci appaiono come creature nostre. Gli antichi Greci chiamavano con
due parole molto simili sia i loro figlioli che gli oggetti da loro creati; eti
mologicamente, la parola tecnica significa: lavoro creativo.
Quanta intelligenza c'è voluta per arrivare a costruire oggetti complica
ti come un televisore, un missile, una calcolatrice elettronica! Tutto è sta
to fatto per mezzo della collaborazione della mente e della mano. Gli an
tichi dicevano che l'uomo perfetto deve avere la mente perfetta e la mano
perfetta. Il tipico eroe dell'antico mondo greco era Achille. La leggenda ·"GLI ARCHETIPI, PULSANO
racconta che quando era bambino sua madre, la dea Tetide, per fargli SI TRASFORMANO L'UNO
raggiungere una educazione perfetta gli diede per maestro un centauro il NELL'ALTRO E TENDONO
cui nome era Chirone e questa prola greca significa proprio «la mano e la ALL'UNO·:
mente».
Ricordiamoci: i grandi popoli dell'antichità sono decaduti quando han
no separato il lavoro della mente da quello della mano, affidando i lavori
manuali agli schiavi. Questo errore è stato fatale sia agli antichi Greci· che
ai Romani.
34
IL PUNTO DI PARTENZA
37
lenni, fu data la forma di remo. Questo remo, dunque, aveva due funzio ta con una sfera di metallo la quale girando porta con sé l'inchiostro e
ni: quella di fare avanzare l'imbarcazione e quella di guidarla. Ma quan così permette di tracciare i segni. Questa punta è continuata da un picco
do,· nelle grosse navi, la funzione del timoniere si differenziò da quella dei lo tubo che contiene l'inchiostro e che, a sua volta, è chiuso dentro un al_::
rematori, il timone per molti secoli mantenne la sua forma sbagliata, di tro tubetto. Lungo il tubetto più grande è stato praticato un foro che per
remo. mette all'aria di entrare via via che l'inchiostro esce".·
La stessa cosa avvenne, molto tempo dopo, per l'automobile. Nata dal I ragazzi che hanno fatto le migliori descrizioni hanno anche esegui�o
la carrozza a cavalli ,. nei primi decenni assomigliava moltissimo ad una gli schizzi più chiari. Essi hanno saputo dividere mentalmente le vane
carrozza. Aveva una forma inadatta. parti della penna (e cioè ·i particolari) in due categorie: parti necessarie
Saper osservare le cose è difficile: è un po' come volere leggere delle perché indispensabili al buon funzionamento della penna e parti di poca
"frasi scritte in una lingua sconosciuta". Abbiamo voluto fare un esperi o nessuna importanza.
mento in una prima classe di Scuola Media, e senza aver prima spiegato Sono prpprio i particolari di nessuna importanza quelli che, di solito,
ai ragazzi in che modo dovevano osservare degli oggetti, abbiamo asse saltano agli occhi per primi e colpiscono la fantasia di coloro che non
gnato loro il compito di osservare e di descrivere una penna. a sfera: un sanno osservare le cose.
oggetto cioè che tutti i ragazzi possiedono e che quindi dovrebbero ben Le apparenze: queste sono le vere nemiche dell'osservazione. I raga�zi
conoscere. Vediamo i risultati di questo esperimento: di cui sono state riportate le descrizioni relative alla penna hanno agito
- un ragazzo ha scritto solo questa frase: "la mia penna è celeste, ha il istintivamente: nessuno di loro conosceva un metodo particolare che faci
coperchio nero che la tiene spinta giù e la fa scrivere"; litasse l'osservazione degli oggetti.
- un altro ragazzo ha scritto: "l�. mia penna è formata dal clips che ser Questo metodo esiste, come esistono metodi per facilitare ?sservazioni
ve per attaccarla al taschino; ha ·un astuccio di celluloide e una cannuccia _
estese ad altri campi. Ad esempio: i medici devono essere ott1m1 osserva
nella quale vi è l'inchiosto per scrivere". tori per scoprire dalle varie manifestazioni (dette sintomi) le malattie: per
- un altro alunno, il più pigro e superficiale, ha scritto solamente: "la fare cioè le loro diagnosi. Come fa un medico per scoprire con sicurezza
mia penna ha una molla, ha la punta d'oro; ha una molla e un pulsante". se un osso è rotto, se esiste cioè una frattura? Pone a se stesso tre doman
Questi sono i ragazzi più lontani della vera osservazione tecnica, per de: vi è un movimento diverso dal normale? Si può constatare una defor
ché hanno colto soltanto particolari del tutto insignificanti. Uno di essi mità? Si sentono scricchiolare o crepitare le ossa? Se la risposta alle tre
addirittura è stato colpito solamente da una molla, tanto che la nomina domande è si, il medico è sicuro che si tratta di una frattura.
due volte nel suo breve compito; tuttavia non sa rendersi conto della fun Anche noi, se vogliamo o_sservare con occhio non "clinico" ma "arche-
zione di questa molla. tipico" un oggetto, dobbiamo fare a noi stessi alcune domande:
Ma per fortuna alcuni altri ragazzi hanno dimostrato di aver uno spiri 1 ° Che cosa è questo oggetto?
to di osservazione molto più sviluppato. Uno di essi ha scritto: "la mia 2 ° A che cosa serve?
penna a sfera è formata da due parti principali che si possono separare: 3 ° Che forma semplificata ha?
infatti, circa nella sua metà, si svita mostrando al suo interno una carica 4 ° Di quali parti principali (indispensabili al funzionamento) è compo
d'inchiostro che sulla punta ha una sfera. La sfera serve a lasciare passare sto?
l'inchiostro a poco a poco. Sopra la carica vi è un pulsante cilindrico col 5 ° A cosa servono queste parti?
legato alla carica stessa. Spingendo il pulsante la carica esce. Circa alla 6 ° Che forma hanno queste parti, di quali materiali sono composte e in
fine della carica c'è una molla che serve a rimandare indietro la carica che modo sono state ottenute e collegate tra loro?
quando si ha finito di scrivere".
Un altro ragazzo, rivelando una notevole capacità di osservazione, ha
r Come funziona questo oggetto paragonato ad oggetti simili?
scritto: "nella mia penna a sfera, ad una delle due estremità, c'è una pun-
38 39
8° Presenta dei difetti? 4 ° Di quali parti principali è composta? Le parti principali,
9° Come può essere perfezionato ( come possono essere eliminati i di indispensabili cioè al ·funzionamento, sono: la sfera che ha la funzione
fetti)? di portare l'inchiostro -sulla carta durante la sua rotazione; il cono eh�
Le prime tre domande facilitano la visione d'insieme dell'oggetto regge la sfera e ne permette la rotazione; il tubetto infilato sulla base
che è anche detta «visione globale». del cono e che serve a contenere l'inchiostro. Senza queste parti la
Dopo aver osservato l'oggetto nel suo insieme incominciamo a penna non può funzionare: esse sono dunque le sole parti indispensa
smontarlo nelle sue varie parti e cioè ad analizzarlo. bili. Infatti se tolgo alla penna l'involucro esterno, il coperchio, le
La quarta, quinta e sesta domanda facilitano appunto la visione molle e i vari accessori, e lascio solamente il tubetto con la punta e la
analitica ( ci aiutano cioè a fare l'analisi) e ci permettono di raggiunge sfera, la penna, così ridotta all'essenziale, anche se è scomoda da
re la così detta visione strutturale: di vedere cioè l'oggetto in tutte le sue impugnare, tuttavia scrive lo stesso.
parti.
Solo quando l'oggetto è stato visto con chiarezza nei due modi che 5 ° Di quali sostanze è composta? La sferetta, che è molto dura e di
abbiamo specificato ( visione globale e visione strutturale) si potrà ri colore argenteo, è certamente di acciaio; la punta conica è di ottone o di
spondere alle ultime tre domande che ci permettono di scoprirne il bronzo, ciò si riconosce dal fatto che appare giallastra; il tubetto
funzionamento e i difetti-e di fare un confronto con altri oggetti prima trasparente è di plastica e così pure l'involucro esterno.
simili ad esso e, in un secondo tempo, anche diversi. Infatti non possia
mo, ad esempio, comprendere come funziona un aquilone se ne 6 ° In che modo sono state realizzate le varie parti e come sono state uni
vediamo, e per la prima volta, · solo i pezzi staccati ( qualche filo, della te fra loro? Le operazioni necessarie alla costruzione della sferetta (rettifi
colla, canne, carta ecc.) e nemmeno possiamo farci una chiara idea del ca) e della punta conica (tornitura) sono piuttosto complesse. Il tubetto
suo funzionamento vedendolo, pure per la prima volta, mentre vola in contenente l'inchiosto, lo si intuisce facilmente, può essere ricavato da un
alto nel cielo e se ne può avere solo una visione d'insieme che non ce ne tubo molto lungo taglianolo in tanti pezzi.
fa cogliere i particolari.
Le ultime tre domande completano l'osservazione permettendo di fa 7 ° Come funziona? A questo punto il funzionamento si rivela più -
re «la sintesi» perché fare la sintesi signit'ica rimontare, anche chiaramente. Però è bene eseguire alcune prove e tentare ad esempio
mentalmente, l'oggetto smontato per vederlo nel suo insieme. di scrivere su un foglio rovesciato tenendo la penna rivolta verso l'alto.
Vediamo ora cosa possono scrivere, grazie all'aiuto di queste nove Cosa succede? La penna, dopo un po', cessa di scrivere. Quale forza,
domande, gli stessi ragazzi che prima hanno eseguito l'osservazione dunque costringe l'inchiostro contenuto nel tubetto a scendere a
tecnica della penna a sfera: contatto della sfera? La stessa forza che fa cadere per terra un oggetto
qualsiasi e cioè la forza di gravità. Vediamo ora cosa succede alla
1 ° Che cosa è? E' una penna a sfera. sfera. ·Essa gira, e sopra di sé ha un piccolo condotto che, come
abbiamo visto, fa affluire per gravità l'inchiostro. sulla superficie
2° A cosa serve? Serve a scrivere e a tracciare linee. superiore e, girando, questo inchiostro viene depositato dalla sfera
stessa sulla carta, mentre la superficie superiore, che ora è cambiata, si
3 ° Che forma semplificata ha? Ha la forma di un cilindro molto sporca di nuovo d'ìnchiostro. Ciò è reso possibile dal fatto che la forza
allungato terminante con un cono appuntito, al vertice del quale è di gravità fa scendere l'inchiostro.
posta una sferetta. La forma cilindrica può essere sostituita da altra Facciamo ora un'altra prova. Proviamo, mentre si scrive, ad ottura
forma allungata diversa, purché si presti ad essere facilmente tenuta in re l'apertura superiore del tubetto che contiene l'inchiostro è che è
�00. stato preventivamente liberato dall'involucro esterno della penna. Cosa
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succede? Dopo poco la penna non scrive più. Per quale ragione cessa - se il foglio su cui si scrive è troppo· lucido o leggermente unto o
di scrivere? Per renderci conto del perché sarà utile aiutarci con un inumidito dal sudore della mano, l'inchiostro della penna, che è
esperimento. Se facciamo un forellino nella parte inferiore del guscio pastoso e • non liquido come quello delle penne stilografiche, nQp.
di un uovo e proviamo a bere l'uovo succhiandone il contenuto attra aderisce alla carta;
verso questo piccolo foro, poco dopo, malgrado i nostri sforzi, il tuorlo
e la chiara non usciranno più. Facendo però un secondo foro all'al - non si può ripassare a penna ciò che è stato scritto prima a
tra estremità dell'uovo potremo vuotarlo fino aJl'ultima goccia con · matita perché anche in questo caso l'inchiostro non aderisce alla carta.
molta facilità. Lo stesso risultato si ha facendo un foro nel fondo di 9 ° La penna può essere perfezionata? E' difficile rispondere a
una · scatoletta di plastica chiusa ermeticamente con un coperchio e questa domanda. Certamente un ottimo tecnico, esperto nel ramo e
completamente riempita di acqua. Solo al· momento in cui il secondo dotato di grande spirito di osservazione, potrebbe apportare alcune
foro viene eseguito sul coperchio l'acqua si metterà ad uscire dal primo migliorie specialmente per quanto riguarda l'inchiostro. Tuttavia
foro che è fatto nel suo fondo. Perché avviene questo? Perché dal l'oggetto si può considerare come funzionale· e perfettamente rispon
secondo foro può entrare aria a mano a mano che il liquido esce dal dente agli scopi per cui è stato creato.
primo foro: altrimenti, se così non fosse, entro il recipiente si forme
rebbe. un vuoto o, per meglio dire, una depressione, che impedirebbe
al liquido di scendere e lo tratterrebbe dentro la scatola.
Una depressione: non è altro che una "aspirazione", ed infatti una
aspirazione tènde a far entrare e,;tl}On a far uscire un liquido in un reci
piente. Se riempiamo di acqua una siringa per iniezioni e premiamo sul
pistoncino abbassandolo, il liquido esce: e la pressione che abbiamo crea
to nel recipiente è la causa di tale uscita. Se invece la siringa è vuota e te
niamo la sua apertura inferiore entro un bicchiere pieno di acqua, pro
vando a sollevare il pistoncino l'acqua del bicchiere entra nella siringa
perché tale ingresso è provocato dalla depressione (o aspirazione) che ab
biamo creato all'interno della siringa sollevandone il pistoncino.
Tornando alla nostra sfera si spiega così il perché di quel piccolo
foro che abbiamo notato sulla superficie dell'involucro esterno: questo
forellino permette l'ingresso dell'aria nel tubetto interno a mano a mano
che l'inchiostro esce, ed impedisce la formazione in esso di vuoti di
aria o di depressioni.
8 ° Che difetti ha? I difetti che abbiamo potuto riscontrare sulla
nostra penna a sfera sono i seguenti:
- d'estate, quando fa molto caldo, tende a sporcare la mano
perché l'inchiostro esce molto abbondantemente;·
- quando è un po' di tempo che non viene adoperata si stenta a
farla scrivere e bisogna effettuare vari tentativi sopra un foglio di
carta;
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La resistenza nel caso dello strisciamento si chiama attrito radente. La
resistenza nel caso del rotolamento si chiama invece attrito volvente.
L'attrito volvente è, come abbiamo visto, molto minore dell'attrito ra
dente e quindi conviene che un qualsiasi costruttore di macchine cerchi
di fare in modo che tutti pezzi delle macchine che costruisce e che si
muovono, abbiano un movimento di rotolamento e che non vi siano
quindi strisciamenti.
Perché l'automobile consuma una quantità così notevole di benzina?
Perché fino ad oggi non è stato possibile eliminare l'attrito radente dei pi
IL MONDO DELLE FORME stoni che scorrono entro i cilindri del motore e che quindi provocano stri
sciamenti che impediscono il buon sfruttamento del carburante.
Proviamo ora ad osservare questi due disegni e proviamo a rispondere
Abbiamo visto in quale modo possiamo allargare le nostre conoscenze alla terza domanda: che forma semplificata hanno questi disegni? Sia. il
osservando gli oggetti che ci circodano. primo disegno che il secondo rappresentano delle superfici che sono ta
Però non sempre è facile rispondere alle nove domande che ci siamo gliate a metà da una linea verticale.
posti. Soprattutto non è facile individuare la forma semplificata di un og
getto e capire perché è stata scelta quella forma.
Pro;7iamo a �spodere a questa domanda, all'apparenza molto semplice:
perche_ la magg10r parte delle matite non è cilindrica? Perché quasi tutte
le matite hanno sezione esagonale o poligonale anziché circolare?
La risposta non è facile. Proviamo a pensare a ciò che succederebbe ad
una matita di sezione circolare che venisse posta su un banco di scuola la
cui superficie è quasi sempre inclinata. La matita rotolerebbe fino a cade
re per terra. Un libro posto sullo stesso banco non rotolerebbe. Per scen
dere fino in fondo al banco, non potendo rotolare, dovrebbe scivolare 0
come si dice in linguaggio tecnico, dovrebbe "strisciare". Una matita ci�
lindrica può rotolare se è spinta in direzione trasversale e può strisciare se
è spinta in direzione longitudinale. Si incontrerà una maggiore resistenza
a farla strisciare o a farla rotolare? È facile rispondere che la resistenza in
contrata durante lo· strisciamento è maggiore di quella incontrata durante
il _ rotolamento (a meno che non si tratti di casi speciali, come un oggetto
d1 metallo duro e ben levigato che debba strisciare sul ghiaccio: è questo
il caso dei pattini).
Ecco �he dall'�sservazione d�Ùa sezione di una matita abbiamo scoper
to che s1 deve vmcere una mmore resistenza a fare rotolare un pezzo,
quando la sua forma lo permette, piuttosto che a farlo strisciare. Dobbia
mo però chiamare le cose col loro giusto nome: la resistenza che si oppo
ne al moto del corpo e che deve ess�re vinta per ottenere il movimento è
detta attrito.
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Osservando con maggiore attenzione ci accorgiamo che tra le due
figure c'è una differenza sostanziale: la prima figura è tagliata dalla
linea verticale in due parti che non si assomigliano fra loro, mentre la
seconda figura è tagliata dalla linea verticale in due parti· che si asso
migliano molto. Addirittura possiamo dire che una parte è uguale
all'altra parte vista allo specchio e cioè ribaltata. Abbiamo fatto una
scoperta importante: abbiamo scoperto la simmetria.
Nel primo caso la figura non è simmetrica (o, come dicono i tecnici,
è asimmetrica), nel secondo caso la figura è simmetrica.
La linea verticale ha facilitato la nostra scoperta. Proviamo ora ad
osservare altre due figure che sono prive della linea verticale. Sono
simmetriche o asimmetriche? Per rispondere a questa domanda
dovremo provare a mettere noi la linea che manca e ehe permette di
dividere la figura in due parti, una delle quali non è altro che il ribal
tamento dell'altra.
Se è possibile farlo (anche se una delle due linee risulta verticale, ma
ciò non importa); le due figure sono entrambe simmetriche. Queste linee Ogni forma, ogni oggetto ha almeno un punto di vista _ che direm�
che abbiamo posto entro lè figui;e,;,:yanno tracciate a tratto e punto e i tec "usuale" e che permette di vederlo e di rappres entarlo m modo che tutti
nici le chiamano assi di simmetria:� lo possano riconoscere. . , .
Nell'osservare delle figure anche semplici non dobbiamo lasciarci Tenendo presente questo fatto potremmo finalmente capue pe�che gh
ingannare dal loro orientamento e dobbiamo riconoscerle anche se antichi egizi rappresentavano invariabilmente la �gura uman� i� �n�
sono poste in posizione diversa da quella abituale. strano modo: con la faccia di profilo, col corpo di fronte e c01 piedi di
profilo. Qual'è dunque la ragione? Co�sideria�o _ il piede umano: come
Dobbiamo acquistare ia capacità di riconoscere le forme ogni altro oggetto, anche il piede ha un punto di vista _ usuale c?e pe�e�
comunque orientate nello spazio. I bambini di quattro o cinque anni te di rappresentarlo in modo molto significativo e facilmente nconoscibi
possiedono in maggior grado, rispetto agli adulti, tale capacità ma a le. Questo punto di vista ci fa vedere il piede proprio come lo rappresen
poco a poco, crescendo in età, essi si abituano a riconoscere le forme tavano gli antichi egiziani. Lo stesso discorso vale anche per la testa e per
degli oggetti solo se questi sono orientati secondo la posizione il corpo delle loro antiche raffigurazioni. . . ., .
• consueta. Molte centinaia di anni prima degli egiziani popolaziom pm antiche
Alcuni popoli dell'antichità (come ad esempio gli Etruschi) posse avevano rappresentato un carro da battaglia nel modo illustrato dalla fi-
devano la capacità di riconoscere le forme dei· 1oro simboli comunque gura.
orientate e così per loro, ad esempio, la lettera maiuscola M rovesciata . , . ·1
La ragione di questa strana rappresentazione � sempr� la stessa. i pun-
sarebbe stata sempre una lettera',,M (mentre per noi diventa quasi una to di vista più usuale e significativo i una ruota e propno quello scelto �a
W). ,. " questi antichissimi artisti. Se avessero saputo o potuto rapprese�tare m
Continuando .çoi nostri eserç.izi di?osservazione passiamo ora dalle pianta superiore sia il carro· da battaglia che le sue ruote la figura si sar�b
figure agli oggetti reali, cercàndo di capire bene l'importanza del be così trasformata, ma ai loro occhi certamente sare�be_ stata men_o chia:
punto di vista;· cioè. della posizione dalla quale si guarda l'oggetto. ra, meno. riconoscibile (e direi che è meno riconoscibile anche ai nostn
occhi...).
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GLI OGGETTI CI INSEGNANO
I bambini sono curiosi per natura e fin da piccoli, spinti dalla curiosità,
partono "alla ricerca delle cose". Questo loro entusiasmo viene soffocato
spesso dagli adulti che li sgridano quando "rompono" gli oggetti per ve
dere· ·come sono fatti dentro, confondendo una tendenza positiva con la
mania di distruzione. Inoltre i bambini non riescono ad ottenre spiegazio
ni soddisfacenti quando chiedono i loro "perché" sugli oggetti agli adulti,
i quali rispondo in modo impaziente e frettoloso o non rispondono affat
to.
Le nostre prime osservazioni sono state impedite e quindi noi stessi
dobbiamo cominciare da capo, facendo quelle piccole scoperte che si sa
rebbero potute ottenere prima.
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�on dobbia?1 o confondere la resilienza con la durezza. Le prove che 4) la flessione;
abbia�o esegui!o sul :etro ci hanno insegnato che vi sono dei corpi duri 5) lo sforzo di taglio.
(come 11 vetro) i quali tuttavia non resistono agli urti.
la fragilità, la tenacia.
C o�'è dunque la ��ezza? �er scoprirlo riprendiamo in esame gli Abbiamo inoltre scoperto la durezza,
oggetti che s on o serviti a c ompiere i nostri esercizi di osservazione e di
a utilizzando · alcune altre
prove sui materiali: legno, g omma, pongo e vetro. Effettuiamo o ra altre prove di rottur
ferro e del filo di acciaio da
Prendiamo il primo e l'ultimo fii tali materiali e cioè il legno ed il
·,. sostanze: del comune spago, del filo di
vetro. molle.
Qual è più duro ? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare poste agli sforzi semplici, si
una prova pratica: premere fortemente queste sostanze una contro Vedremo che queste sostanze, sotto
l'altra per vedere quale delle due rimane segnata o scalfita. comportano in modo particolare.
Natu:almente ci ac�orgeremo subit o che è lo spigolo del vetro a endoci di un filo (o spago)
_
scalfire il !�gn o e non viceversa. Quindi il legno è la sostanza meno du Esercizio. Effettuiamo la pr ova serv
di legn o da gelati, quando cerca
ra, o la pm tenera delle due. sottile. Avremo delle sorprese: La stecca
certa resistenza; il filo sott oposto
Prendia?1o o�a in �same tutti e quattro i materiali: quale sarà il vamo di piegarla ad arco, opponeva una
a a questo tipo di sforz o e così
"'
pm duro dr tutti? Sara quello che scalfisce tutti gli altri e che non si alla stessa pr ova non offre nessuna resistenz
tenza. Quindi se v ogl��mo rom
_ pure si lascia t orcere senza opporre resis
lascia scalfire. da nessuno. tenere le_ due_ estremita allont�
perlo, n on abbiamo che questi sistemi: o
Facendo le varie prove scoprir�:ipo che il vetro riesce a scalfire tutte le re tagliare Il fil o con le forbi
nando le mani finché il fil o si strappa, oppu
altre sostanze e non si lascia segna"i·e da nessuna di esse: il vetro quindi è be stringere il fil o senza pr ov o-
il materiale più duro, seguito in ordine di durezza del legno, dalla ci. Anche la morsa è inutile perché potreb
go�ma e dal pongo; questo ultimo è il materiale più tenero perché si carne la rottura.
lascia segnare da tutti gli altri.
A questo punto proviamoci a definire la durezza. Abbiamo capito · Esercizio. Prendiamo ora un filo di ferro. Sottop osto alle solite
che una sostanza dura resiste alle scalfitture o alla penetrazione; prove si lascia deformare senza riprendere la forma di prima: è quindi
_ _ una sostanza che possiede la proprietà che abbiamo scoperto e cioè la
possiamo dunque dire che la durezza è la resistenza alla penetrazione 0
alle scalfitture. plasticità, ma, naturalmente, in misura molto minore del p ongo, infatti
per trasformare una pallina di pongo in uno strato sottile come un
Ripr�n,di,amo quelle prove di rottura che abbiamo eseguito. Ave foglio di cartone basta, come abbiamo visto, esercitare una piccola
v�mo �til1zzato, per-le nostre prove, delle piccole stecche di legno (sul pressione; per ottenere la stessa c osa con una pallina di ferro dolce
tipo di qu��e �he servono �r tenere in mano i gelati da passeggio), occorre almeno metterla sotto le ru ote di una l ocomotiva.
_
degli elastici di gomma, dei pezzetti di pongo e dei pezzi di vetro.
Con l'aiuto di questi materiali abbiamo potuto effettuare molte sco · Esercizio. Sottoponiamo ora un pezzo di filo di acciaio armonico
perte. (cioè di quel filo d'acciaio che serve per la costruzione_ di molle, �i
Abbiamo scoperto gli sforzi semplici (o sollecitazioni semplici) e corde da chitarra o da pianoforte) ai soliti sforzi. Sotto uno sforzo d1
cioè: flessione si lascia piegare ad àrco e ritorna alla forma di prima, una
volta cessato lo sforzo. L'acciaio è quindi una sostanza elastica? Fino
1) la trazione; ad un certo punto. Infatti se pieghiamo di più il filo e p oi lo lasciamo
2) la compressione; andare, questo rimane un po' piegato. Se a�biamo una molla d'acciaio
3) la torsione;
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endia�o u� poco questa si allunga poi,
�u�gt cessato Io sforzo, ritorna alla
ezza d1 pnma, ma se esageriamo la nost
ra tensione la molla, sotto
posta ad �no sforzo �ccesivo, non torna
alla lunghezza primitiva ed è
c? e se s1 stancasse divenendo, da elas
� tica che era, plastica come il filo
d11erro.
La materia cominica a svelarci i suoi segr
eti.
LA MERAVIGLIOSA SCOPERTA
DELL'ALFABETO DELLA NATURA
L'osservazione comparata
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55
UN PRIMO ESEMPIO DI OSSERVAZIONE COMPARATA
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scoperta. Dovrà essere un suono estremamente penetrant
e, acuto e quasi
«pungente». È il suono che istintivamente pronunciano ALTRE OSSERVAZIONI COMPARATE - SCOPERTA DI ALTRI
i bambini quando
per giuoco duellano tra loro e fingono di trafiggersi: ARCHETIPI
il suono della lettera
C nella parola aCuto, che i pronunzia come K (il suon
o più «pungente»
che esista). La lettera maiuscola K rappresenta proprio Anche il corpo umano può essere oggetto di osservazione. �rima �nco
una punta di frec
cia che penetra in una superficie piana! ra della mano che è assai complicata, si possono osservare 1 dentt del
Nella colonna corrispondente all'odorato dovranno l'uomo e com�ararli con i primissimi oggetti ed utensili usati dall'uomo
essere scoperti e
messi in evidenza gli odori (di alcune sostanze) che n�ll'età della pietra.
si possono ritenere . ..
più «pungenti». Siamo nel campo della bionica, anche se riferita a epoche pnm1t1ve. �
Nella colonna corrispondente al gusto, analogam siamo anche nel campo della storia (storia della tecnica), tanto che alcum
ente, dovranno essere _
scoperti e messi in evidenza i sapori (di alcuni studiosi chiamano questo tipo di osservazione comparata che nguarda
alimenti) che si ritengono
più «pungenti». tempi antichi: «METODO STORICO».
Nella nona colonna, che corrisponde alla vista Queste nuove osservazioni comparate ci porteranno alla scoperta d1
, scopriremo e mettere
mo in evidenza quel colore che, secondo noi, prod nuove funzioni, oltre a quella già scoperta.
uce una sensazione vi .
siva assai acuta e pungente, ed è quindi adat Infatti il dente canino, così acuto e pungente; corrisponde allo �pmo,
to a colorare forme acute,
coni appuntiti, spini, ecc.. alla punta del chiodo. Gli altri denti hanno due forme fondamentali: una
Nella decima ed ultima colonna, che si può intit «tagliente» e una «schiacciante».
olare «termini lessicali . .
e frasi» verranno trovate e messe j:r,i evidenza le Queste stesse forme le troviamo negli oggetti della tecmca, le pnme
parole legate alla funzio _ Le altre nelle
ne (ad esempio: «penetrare, scalfire, pungere, nelle lame, negli scalpelli, nelle taglierine, nelle cesoie.
forare, aculeo, freddo pun ·
gente, acuto dolore ecc.). mole (derivate dai denti «molari»). .
Abbiamo cosi trovato un metodo per collegare, Le due nuove funzioni così scoperte ci porteranno ad ampliare la no-
per mezzo delle funzio-
ni tutte «le cose» tra loro: questo è il compito stra tabella.
meraviglioso degli archeti- . .
pi, veri utensili con cui il pensiero da forma alle È interessante notare che sulla decima colonna della funz10ne «schiac
cose.
A proposito della parola "UTENSILE" dobbiamo ciante» può essere messa in evidenza assieme ai termini «molare», «mola
sua pronuncia è errata; infatti molti la pronunci notare che spesso la ,
ano UTÈNSILE anziché tura», «mola», anche la parola «immolare» che �nalmente �o�ra essere
UTENSÌLE. UTÈNSILE è nome di macchin compresa nel suo significato storico (cioè schiacciare una vittima sotto
a. II tornio è una �acchina
UTÈNSILE. Sarebbe sbagliato e ridicolo pron una pietra).
unci
UN UTÈNSILE DELLA MACCHINA UTENSÌ are questa frase così:
LE!
GLI ARCHETIPI DEI QUATTO STATI DELLA MATERIA: SOLI
DO, LIQUIDO, AEREIFORME ED ENERGETICO
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66
vogliamo entrare nel campo della Bionica, possiamo aggiungere qualche amato moltissimo e addirittura adorato perché ha permesso loro di sco
elemento naturale come un uovo) è facile scoprire che tutte queste cose prire la ruota. È una specie di scarabeo che spinge avanti una rotellina di
hanno una qualità in comune: sono dei contenitori, adatti a contenere li sostanze di rifiuto, di cui è ghiottissimo. Se questa rotellina o pallin�
quidi e sostanze varie. avesse avuto un'altra forma, ad esempio appiattita, il povero animaletto
E se mettessimo tra questi oggetti un calendario? non ce l'avrebbe fatta a trasportarla facendola strisciare sul suolo. Infatti
Ci accorgeremmo che anche questo può essere considerato un conteni sappiamo che l'attrito radente è maggiore di quello volvente.
tore, non di un liquido ma "di giorni", così come un vocabolario è un Per l'uomo moderno le cose sono più facili. Possiamo effettuare l'osser
contenitore di parole. vazione comparata di molti oggetti che abbiano parti ruotanti.
Esistono contenitori piccoli e contenitori grandi. Una bella osservazione di questo genere potrebbe essere quella di un
Il contenitore più grande di tutti, che contiene tutti i contenitori, è cuscinetto a sfere, di un orologio e di una cerniera.
quello che viene chiamato Universo. Scopriamo che questi oggetti hanno in comun� le parti ruotanti (sferet-
te, assi, perni). · .
Quando noi effettuiamo le osservazioni comparate di oggetti diversi e
dividiamo questi oggetti in parti (se gli oggetti non sono smontabili questa Se invece facciamo l'osservazione comparata di un pattino a rotelle e di
divisione è solo ideale o mentale) dobbiamo imparare a elencare queste un pattino da ghiaccio; vediamo che questi oggetti hanno in comune al
parti partendo dalla più importante e cioè da quella fondamentale. cune parti, ma non la forma ruotante che è quella che a noi interessa.
Riusciamo a scoprire questa parte rispondendo alla domanda: "A cosa Se osserviamo un paio di forbici e una tenaglia possiamo facilmente
serve questo oggetto?" scoprire che questi due oggetti hanno in comune il perno che è una forma
Tornando al nostro contenitore,._se osserviamo una lampadina, sarebbe ruotante.
sbagliato dire che la parte principale è la sfera di vetro, cioè il contenito Se noi prendiamo un compasso e tracciamo un cerchio, quando il cer
re? Per rispondere a questa domanda dobbiamo chiederci: chio diventa infinitamente piccolo la matita del compasso diviene un per
a cosa serve la lampadina? a illuminare. no e cioè una forma solamente ruotante.
Quindi la sua parte principale o meglio la sua caratteristica principale In tutti gli altri casi il compasso, oltre a ruotare, C<?mpirà anche un al
sarà la luce. tro movimento, che studieremo.
Subito dopo verrà la resistenza e cioè il filo metallico che si accende e ·
da ultimo il contenitore.
Proprio il contrario df quanto avevamo pensato in un primo momento. 4) La funzione indeformante
72. 73
10) La funzione riducente
Facendo questa considerazione gli antichissimi artigiani hanno scoperto
_
u siste�a sem�l�ce per f�bbricare punte e pugnali, utilizzando una lega ire un punto.
� È un archetipo che impicciolisce le cose fino a farle diven
di matenale fusibile come Il bronzo (lega di rame e di stagno) funzione.
Fa?bricando con lungo e accurato lavoro un pugnale o �na punta di Tutto ciò che si contrae e si concentra segue questa
Se questa concentrazione è istantanea può chiam arsi "implosione".
freccia, lav�randola e lev�g ndola dal pieno, una volta ottenuta questa to molto grande,
�
pu�ta che e costata all, artigiano tanta fatica, si poteva ottenere, in modo Anche il disegnatore che deve rappresentare un ogget
nto che, spinto al
rapido, �n� gran quantità di altre punte uguali. Bastava conficcare la disegnandolo su un foglio, utilizza questo procedime
punta ongn�ale (che faceva da modello) in un blocco di argilla che poi massimo, ridurrebbe tutto l'universo ad un puntino.
di di punti lu
_ _
ve�iva solidificato per mezzo della cottura. Dentro a questo foro veniva Quando noi spengiamo il nostro televisore tutte le miria
e diven tano un'unico
POI versato del br�nzo fuso per poter, una volta raffreddato questo mate minosi che formano l'immagine si concentrano
o dello schermo.
_ puntino che rimane accesso per un certo tempo al centr
nale, otte�ere rapidamente la punta desiderata. Questo procedimento è · avviene il proce
detto "fusione". Naturalmente quando invece accendiamo il televisore
de.
Attualmente viene eseguito in stampi di terra refrattaria (cioè resistente dimento inverso e il puntino luminoso si allarga e si espan
de la form a dell'e spansione.
al calore) oppure di metallo. Quindi, a questa forma riducente, corrispon
no rappr esent are con
Qu�n�o gli stam�i sono composti di · due metà, prendono il nome di Queste due forme-funzioni complementari si posso no dal
con un punti
_
conchiglie (fusione m conchiglia). un puntino verso il quale convergono tante frecce o
Antichi artigiani abilissimi si sono resi conto che con questo sistema si quale si allontanano le frecce.
altre.
potev�no fondere solo oggetti di forma tale da poter essere facilmente Questa funzione, come sempre succede, può agire sulle
lo. Una tazza può diventa-
estr�ttI dallo stampo. �llora, ragionando sulle funzioni semplici, hanno Ad esempio, un foro può diventare più picco
capito che potevano agtre con un sistema diverso. re una tazzina.
Potevano realizzare il modello con una sostanza facilmente lavorabile
come la cera. Su questo modello di cera veniva colata una pasta di tenero
gesso che si induriva da sola. 11) La funzione penetrante
Poi, con un ago venivano fatti alcuni fori e quindi veniva riscaldato lo zione comparata di chio
stampo contenente il modello. Abbiamo già visto in che modo, con l'osserva
o della natura si possa fa
All��a la cera si fondeva e il liquido usciva dai fornellini. Attraverso un di, spilli, aghi e di oggetti appartenenti al regn
gente e penetrante.
foro pm grande, posto superiormente allo stampo, si poteva colare il me cilmente arrivare alla scoperta della forma pun
cioè da frecce che sono il sim-
tallo nello stampo stesso che, una volta rotto, metteva alla luce l'oggetto Le forze sono rappresentate dai vettori e I
fuso. bolo della forma pungente.
si può definire resistenza
Tutto questo era ottenuto utilizzando la corrispondenza tra la forma Abbiamo visto che la durezza di un materiale
penetrante e la forma penetrabile. alla penetrazione.
una forma pungente.
,:\nche questa funzione può dar luogo a varie strutture, naturali ed arti Tutto ciò che ha lo scopo di penetrare assume
to trasformare la mate
_
ficiah. Il modulo (cioè la forma elementare ripetibile) è un semplice foro e Siccome l'uomo, nel corso dei millenni ha dovu
prat e a superare stati di
ici
la struttura è tutta bucherellata o forellata. ria, per renderla adatta a risolvere problemi
è avvenuta in vari modi: o
Così sono fatti i filtri, i recipienti colapasta e perfino le testine buche bisogno o di necessità, questa trasformazione
deformare, oppure lavoran-
rellate dei rasoi elettrici. plasmando i materiali plastici che si lasciano
È abbastanza facile trovare esempi simili anche in molte forme della do i materiali che non si lasciano deformare.
· della forma penetran-
natura. Queste ultime lavorazioni si basano sul principio
75
74
te e cioè del "cuneo". A proposito della Forma Misurante e dell'uomo che misura tutte le
Esistono moltissimi utensìli che hanno forma pungente e che si posso cose, è interessante raccontare una antica applicazione di questa funzione
no paragonare alle unghie delle mani e ai denti canini. fatta dai romani che, a loro volta l'avevano appresa dagli Etruschi.
Qu
. esti utensìli devono essere realizzati con sostanze più dure del mate Quando un esercito romano avanzava in un paese sconosciuto gli uo
nale da lavorare. mini che effettuavano questa marcia di conquista erano
preceduti da alcu
Anche �uesta volta dobbiamo considerare che la forma pungente può ni soldati che camminavano con gambe tese, sfor
biciando e lanciando
ess�re re�hzzata non solo con sostanze solide ma anche liquide e perfino strane grida ogni tanto. Si potrebbe dire che il famoso "passo dell'oca"
areiformi. dei soldati germanici e il passo di parata di molti eserciti sia copiato da
Esistono apparecchi per fare iniezioni che non utilizzano un ago di me quei particolari movimenti degli antichi soldati romani. Naturalmente in
tallo. La �ostanza da iniettare, che è liquida, esce dall'apparecchio con epoca moderna si è perso il significato tecnico di qui
passi cadenzati che
una pressione tale da trasformarsi in un ago liquido durissimo, tanto da sono divenuti una specie di rito militare svuotato da ogni significato pra
p oter penetrare attraverso la pelle. tico.
Es�st?no, c�me si è detto, str utture sia naturali che artificiali formate da Ebbene, vi erano alcuni soldati, tutti di eguale statura, che in fila, ap
moltissi �e di queste forme pungenti tutte uguali (ad esempio le strutture
_ poggiati gli uni agli altri, marciavano misurando il terreno col compasso
a�hiformi della corazza dei porcospini e dei ricci, le strutture chiodate de delle loro gambe.
gh scarponi da ghiaccio ecc.). Dietro a questi soldati vi erano altri uomini che tenevano in mano una
tavoletta cerata e uno stilo.
12) La funzione misurante Questi uomini erano divisi in alcuni gruppi: gli uomini del dieci, gli
uomini del cento e quelli del mille. Ogni dieci passi scanditi dalla prima
È più alta la torre EIFFEL o la cupola di S. PIETRO a ROMA? fila gli uomini del dieci facevano un segnetto sulla lavagna. Ogni cento
Per poterlo sapere esattamente non dobbiamo far altro che misurarle passi gli uomini del cento tracciavano il loro segno. E quando un miglio,
Se no� e��stesse la possibilità della misura noi dovremmo, per poter dir� cioè mille passi, era stato percorso dall'esercito in marcia, gli uomini del
no p oi passate ai
quale e pm alta delle due costruzioni, averle vicine e confrontarle. mille tracciavano il loro segnale. Queste notizie veniva
Ecco perché sono così comodi e importanti gli strumenti di misura È geometri e ai geografi militari che costruivano le mappe e le carte geogra
più �acile viaggiare con un metro che trasportare una cupola. fiche.
Dicevano gli antichi filosofi che l'uomo è la misura di tutte le cose E
infatti, anticamente, questo archetipo era rappresentato da un omino �he
sembrava un compasso e se ne stava con le gambe unite verso l'alto la 13) La funzione informe
testa in giù e le braccia allargate a misurare il terreno come un comp;sso
umano. Questa funzione rappresenta lo stato liquido della materia. Rappresenta
Questo simbolo, questa mezza verità, nasconde un altra mezza verità. anche l'ambiente.
Ecco il segreto: le cose che l'uomo costruisce devono essere fatte a mi Quando il bambino nasce, si allontana dall'ambiente liquido che prima
sura d'uomo. La città, la casa, la stanza che non è a misura d'uomo di lo accoglieva ma il liquido, per il bimbo e poi per l'uomo, rimane simbo
venta un luogo di tortura e perfino di morte. lo di nutrimento e di benessere.
A?biamo visto che tutte le cose possono crescere, diminuire e moltipli Nell'antichità questa funzione è stata rapp resentata con linee ondulate,
ca�si, pur mantenendo la loro forma elementare. le onde del mare.
E proprio la funzione della misura a rispondere alla domanda: "Quan- Se potessimo vedere le particelle elementari di un liquido, quelle che i
to?" chimici chiamano molecole, vedremmo che sono disposte non troppo vi-
76 77
cine le une alle altre ma hanno una cert
a libertà di movimento.
Il liquido dunque può prendere qualsia essa, la struttura, formata da tanti quadrilateri, sarà tutta snod�ta.
si forma.
Nel caso della forma "contenitrice" il Così nascono quelle serrande dei negozi e le porte scorrevoli che posso
liquido assume, naturalmente, la
forma complementare, penetrando in essa no articolarsi e cambiare di forma.
.
Abbiamo visto in che modo gli antichi
artigiani hanno reso liquidi i
metalli e hanno sfruttato, con gli stam
pi di fusione, questa complementa
rietà. 15) La funzione comprimente
Questa funzione può entrare in relazion
e anche con le altre. Ad esem
pio, in un lago artificiale, il luiquido, Il martello schiaccia. Il maglio, che è un · martello automatico, schiac-
cioè l'acqua, è trattenuto dalla fun
zione dello scudo, cioè da quella form cia. Così pure la pressa e anche la morsa.
a isolante che, in questo caso, si . .
chiama diga o paratoia. Ma questi tipi di ·schiacciamento avvengono m modo �1verso:
Per mezzo dell'osservazione scientifica . .
ci si può rendere conto che la Il martello e il maglio schiacciano con grande veloc1ta_ e funa d1 colp1.
materia, può passare da uno stato all'a La· pressa invece schiaccia lentamente e con grandissima forza. L� mors�
ltro (per esempio un liquido può ,
divenire solido per congelamento e un schiaccia pur rimanendo addirittura ferma. In altre par?!e, 1 azione �
solido può divenire liquido per fu
sione). questa ·funzione semplice è sempre la stessa pur. essendo pm o meno rapi-
Queste trasformazioni, che si chiamano da
"fisiche", lasciano inalterata la
sostanza. G!i antichi rappresentavano questo archetipo con un �estello che era
L'acqua, quando gela è sempre acqua, adatto a pestare dei semi. Avevano scoperto questa funzione osservando
sotto fo� a di ghiaccio.
_ bene i denti dell'uomo e degli animali.
Il dente schiacciatore per eccellenza è il molare.
14) La funzione trasformaòie Quando l'uomo primitivo, con le pietre, h� imitato la forma d1 questo
dente, sono nate le mole, le macine e 1_ frant?1.
Vi è una forma che gli anti�hi chiamav . , . , .
ano "Rombo" oppure "Pesce", Prima di essere lavorata dalle presse e dai frant01 1 oliva e stata schiac
che può mutare in continuazione. ciata dai denti dell'uomo: i molari.
Abbiamo detto, parlando delle forme, Ed ora dobbiamo fare una triste considerazione.
triangolari che, aggiungendo un
lato ai triangoli, questi perdono la loro Molto spesso l'uomo fa un uso malvagio di questi archetipi che, in sé
caratteristica rigidezza e invariabi
lità. stessi, non sono né buoni né cattivi ma solamente "veri".
Se noi prendiamo quattro listelli di legn Ad esempio, con un punteruolo, che è stato creato per �erforare un le
o o di cartoncino rigido e ne _
uniamo le estremità con perni o chiodini gno, può essere uccisa. una persona. Nel cas? dell'archettpo eh� stiamo
, otteniamo un quadrilatero, un
rombo e · se cerchiamo di far cambiare considerando, una mola male usata può d1vemre_ uno strumento d1 °:1o�e.
forma a questa figura geometrica ci
accorgiamo che ottenere il cambiamento La parola "immolare" ce lo indica. Immolata è a�punto �na v1tt��a
è facilissimo perché la figura è . .
estremamente mobile, snodata e quindi che veniva schiacciata tra due grosse pietre da uomm1 malvagi che uttliz
trasformabile.
Per questo, fin dall'antichità, il rombo zavano questo supplizio. Vediamo così che molte armi dell'uomo sono
è stato considerato una figura sa
cra: il grande trasformista. nate da strumenti di lavoro.
Gli uomini si sono accorti che tutto, al La punta di ferro del vomere d'un aratro può fare �el b�ne. I� solco che
mondo, cambia.
Vi è un principio fondamentale che dice produce nel terreno è una ferita benefica. In essa s1 puo semmare e da
: "Nulla si crea e nulla si di
strugge ma tutto si trasforma". essa può spuntare il grano.
Se noi prendiamo questa forma snodata . .
e creiamo una struttura con La spada è copiata dal vomere ma la sua punta produce fente mortali.
78
79
16) La funzione collaborant� (copulare) sario, che un dato oggetto è indispensabile.
Abbiamo già parlato di questo argomento quando si è fatto notare
Le cose non sono mai sole ma esistono insieme ad altre cose e tutte . come sia pericoloso� nell'osservazione degli oggetti fermarsi alle appare�-
sono legate tra loro, accoppiate. ze.
� Quando questo legame è molto strettò ed evidente si dice che le cose si
corrispondono e_ che si ha reciprocità e cioè un'azione scambievole.
Parlando delle funzioni semplici abbiamo detto che ad una forma pene 17) La funzione espandt:nte
trante corrisponde-una °forma adatta aèLessere penetrata..
dimen-
Parlando del simbolo abbiamo detto· che, ad una .mezza pallina corri Questa funzione ingrandisce le cose e tende a farle diventare di
sponde l'altra mezza. · sioni infinite.
.
Le cose spesso s_ono come tante stazioni trasmittenti e riceventi. Se questo ingrandimento è istantaneo può· chiamarsi "esplosione"
esenta re uri oggett o molto piccol o,
.
Gli uomini antichi hanno rappresentato questa funzione della corri Anche il disegnatore chè deve rappr
sponçlenza con due occhi unjti da un gancio. Infatti i due occhi sono la disegnandolo su un foglietto, utilizza questo proce dimen to.
stazione trasmittente e ricevente per eccellenza. Questa funzione, come sempre succede, può agire sulle altre.
stes-
Nell'occhio si forma l'immagine di uri oggetto e questa immagine corri Ad esempio, un �oro può diventare più grande pur mantenendo la.
sponde all'oggetto. Ma gli occhi funzionano .bene solo in coppia. sa forma.
di as
- Un poeta francese s�risse una poesia intitolata "Corrispondenze" e in -È l'archetipo dello stato gassoso o aereiforme peéhé le ·molecole � -
, abbiam o scope rto le funz10
questa poesia diceva eh�, nel grande . tempio .della natura, tutte le cose. si tendono ad espandersi. Così,. a questo punto
soli-
corrispondono: suoni, colori e odori si rispondono tra loro in una armo ni corrispondenti ai quattro stati della materia (stato energetico, stato
nia universale. E noi ora stiamo scoprendo che queste funzioni così sem do, stato liquido e. stato.gassoso). . . ·
plici e meravigliose sono -il .Iegam·e di tutte le cose. Se su una sostanza liquid a faccia mo agire la nos, t ra funzio ne dello stato
he dei
Abbiamo visto che può esistere mi metallo pungente ma anche un li-. gassoso ecco che il liquido comincerà a godere·'delle caratteristi�
te la unzio ne dello stat�
guidò pungente e sono egualmente pungenti gli odori acri, i suoni acuti, i gas, ad evaporare e ad espandersi. Analogamen :
o o tenden do a li-
colori penetranti e certi sapori.·in questo modo, dunque·, le funzioni agi liquido agisce su un solido facendolo diventare plastic
scono su tutti i sensi dell'uomo_. quefarlo.
Non solo, ma agiscono anche sul suo pensiero e possono modificare · ·
·
questo pensiero.
Occorre· fare molta attenzione: nel mbndo moderno vi sono persone 18) La funzione tagliante
senza scrupol� che · cercano di �odificare i pensieri della gente e soprattut
che ta
to dei giovani e dei giovanissimi, che sono i più facilmente influenzabili, . Gli uomini antichi l'hanno scoperta osservando i denti incisivi,
per ottenere vantaggi. Usano gli archetipi- in modo malvagio. gliano incidendo.
Questi uomini pericolosi. vengono spesso denominati "persuasori occul- I primi ·arnesi in pietra dell'uomo antichissimo, cop�ati - dai denti, ave-
ti". vano un angolo tagliente di forma identica a quella degli incisivi.
Possono essere uomini politici che cercano di far rivivere 1dee violente Tutti gli utensili che servono a tagliare hanno questa forma.
.le
o pericolose. Si possono tagliare oggetti e materiali ma si possono tagliare anche
Possono essere industriali che cercano di smerciare prodotti dannosi al parole e i pensieri.
sul
l'uomo ma molto vantaggiosi per loro. Così_ spesso, la gente· si avvelena Una cesoia può tagliare la lana delle pecore ma possiamo trovare
che viene fatto in un
con le proprie mani perché è stata persuasa che un dato prodotto è neces- vocabolario anche la parola "cesura" ed è un taglio
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verso di una poesia oppure durante l'esecuzione di un brano musicale. La Gli antichi rappresentarono questo archetipo con un simbolo che raffi
musica, per un attimo, viene sospesa, la melodia rimane tagliata come gura una corda o un gomitolo, oppure la coda di un animale.
dall'azione di una cesoia.
Abbiamo già visto, purtroppo, che molto spesso l'uomo ha usato queste
funzioni a fin di male. Nel caso della forma tagliente tutti conoscono la 20) La funzione perfezionante
terribile utilizzazione della cesoia per tagliare la testa alla gente. Ne è
nata la ghigliottina, così chiamata dal nome del suo inventore, il dott. È il simbolo della bellezza. Ci fu un pittore che era così soddisfatto di
un suo quadro, (rappresentava una bellissima madonna), che volle ag
Guillotin, professore di Anatomia, che fece adottare il terribile strumento
ed era convinto di averlo fatto a fin di bene perché i condannati avesser� giungere un tocco finale: l'emblema, cioè il simbolo, della perfezione: di
sofferenze minori. pinse nella parte superiore del quadro una sferetta appesa ad un filo.
Qualcuno crede che sia buona cosa, tra due mali, scegliere il male mi La sfera è una forma perfetta. Se prendiamo un pallone un pò sgonfio e
nore. Molto spesso, però, facendo così si cade proprio nel male maggiore. tutto schiacciato diventerà perfetto solo quando, gonfiato, avrà di nuovo
La terribile macchina del dottore francese divenne uno spettacolo con la sua forma sferica.
siderato divertente e la gente faceva la coda per prendere i posti migliori -Analogamente, ogni figura geometrica aspira a questa perfezione. Un
e assistere all'orrendo taglio delle teste umane! triangolo qualunque diviene perfetto quando i tre lati sono uguali (trian
golo equilatero).
Una forma anulare è perfetta quando diventa un cerchio.
19) Funzione legante
Un contenitore è atto a contenere la magior quantià di liquido se assu
me la forma sferica.
Legante è tutto ciò che lega. Anche la colla è un legante. Gli uomini antichi rappresentavano la perfezione universale con una
Questa funzione rappresenta l'unione stabile delle cose. Abbiamo visto sfera contenente una croce formata da due diametri perpendicolari.
Questa sfera rappresentava il contenitore di tutti i contenitori e cioe l'u
eh� per unire, ad esempio, due fogli di carta possiamo, se vogliamo una
niverso coi suoi punti cardinali, ma non terrestri ma "cosmici".
umone temporanea, usare una ,molletta che li aggancia. Se invece voglia
Gli archetipi che noi stiamo studiando sono semplicissimi e perfetti.
mo una unione stabile, dobbiamo incollare o legare stabilmente i fogli tra
Tuttavia quando entrano in combinazione tra di loro, a formare delle for
loro.
me complesse sempre più complicate, ecco che assume una grande im
Il pastore che ha agganciato col suo bastone ricurvo la capretta che
portanza questa funzione deHà bellezza. Così, ad esempio, un mobile per
s�appa e la vuole tenere stabilmente ferma in un dato posto, la lega. Pos
fettamente funzionale (e cioè•er�alizzato con gli archetipi giusti) diventerà
siamo legare tra loro degli oggetti, delle cose . materiali, ma anche delle
di maggior valore se sarà anbhè'.'àrtnonioso, dotato di belle linee, di forma
persone.
perfetta. Ecco dunque che l'arte può collaborare con la tecnica.
Con la parola "Filo" i Greci indicavano un legame sentimentale. Ad
Vi sono progettisti, disegnatori tecnici, che sono anche veri artisti e cu
esempio, cotone idrofilo significa che questo materiale è "amante dell'ac
rano l'estetica della forma, cioè la bellezza. Nascono dalle loro matite og
qua" e cioè si imbeve facilmente.
getti meravigliosi sia dal punto di vista del funzionamento che da quello
Se io scrivo la parola ''piano" e la parola "forte" questi due vocaboli
dell'armonia delle linee: oggetti estetici e funzionali.
rimangono staccati.
Se li unisco più strettamente, scrivendo le due parole una di seguito al
l'altra, avrò un vocabolo unico: "pianoforte". 2l)La funzione traslante
I due nomì così sono legati, non più agganciati e questa unione è stabi-
le. � È il segno del moto rettilineo.
83
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Una sola forza agisce sui corpi t,endendo a spostarli in linea retta. 22) La funzione resistente
Una delle caratteristiche di una forza . e la retta di azione. Moltissime
cose al mondo si muovono in linea retta. ,·'Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale contraria".
L'astronomia ci dice che anche la nostra terra, oltre ad un movimento Se nel gioco del tiro alla fune leghiamo una deVe due estremità di una-�
di rotazione è dotata di un movimento di traslazione. Traslare vuol dire, corda ad un robusto albero, all'azione dei ragazzi che tirano l'altra estre
appunto, "muoversi in linea retta". mità corrisponde la forza di reazione dovuta all'albero. Questa forza si
Sembra impossibile ma le miriadi di movimenti di tutti i miliardi di chiama: "Reazione del vincolo".
corpi che si muovono possono ridursi solamente a due: una rotazione e Se consideriamo un quadro appeso ad un chiodo piantato nel muro eb
una traslazione. bene, questo chiodo, in realtà, si comporta come la mano di una pe�sona
Abbiamo già scoperto la funzione della rotazione ed ecco ora quella che "tiri" verso l'alto mentre il quadro, col suo peso, per la forza d1 gra
della traslazione: sono due soltanto, ma, sono capaci di far muovere tutte vità viene "tirato" verso il basso. Le due forze si fanno equilibrio.
le cose dell'Universo! All'azione corrisponde la reazione del vincolo.
Ed ora: un pò di magia! Esistono dei pescatori, sulla costa dell'Africa Questa legge vale sempre. Così, se io do un pugno nel muro, mi faccio
vicino alla grande isola del Madagascar, che adoperano questa funzion� male perché, contemporaneamente il muro colpisce il mio pugno.
per catturare i delfini. Ed è una legge morale e cioè vale anche in campo spirituale. Dice
Tutti sanno che il delfino è un animale molto simile all'uomo. Gesù: "State attenti. Chi di spada ferisce, di spada perisce".
Allatta i suoi piccoli ed è quindi un mammifero e il suo cervello è per Vincolo significa: "Cosa legata".
fetto e complicato come quello dell'uomo. La materia l'ambiente, lega l'uomo. Spesso queste reazioni dei vincoli
Si direbbe quindi non un animale · qualsiasi ma quasi "una specie di uo sono utilizza;e nella tecnica. Pensiamo ai motori a reazione. Per capirli
mo" che da milioni d'anni ha deciso di vivere nell'acqua adattandosi a facciamo l'esempio del contraccolpo di chi spara un fucile. Il proiettile
poco a poco a questo ambiente. Ebbene, questi pescatori africani, non te parte in avanti mentre il calcio del fucile parte all'indietro e può anche
nendo in nessun conto le considerazioni che noi stiamo facendo, cattura gettare a terra lo sparatore.
no i delfini con la magia. Così negli aviogetti una massa fluida viene sparata all'indietro mentre
Ogni forma-funzione semplic� corrisponde a un suono particolare. l'aviogetto si sposta, velocissimo, in avanti. Questa reazione dei vincoli,
Quando i pescatori avvistano un branco di delfini che sta nuotando al cioè questa resistenza dovuta alla materia, è stata rappresentata, nell'anti
largo, aspettano che nei loro movimenti, ad un certo punto, si trovino in chità, con un simbolo doloroso: la croce.
direzione della riva ed ecco che cominciano a cantilenare un suono magi Questa resistenza è valida in tutti i campi. V�diamo il suo signific�to
co. Così i delfini sono costretti a traslare e cioè a nuotare sempre nella .
nel campo dell'elettricità effettuando l'osservaz10ne d1 una lampadma
stessa direzione fino a quando arrivano ad insabbiarsi e i pescatori li fini elettrica.
scono a reandellate o a colpi d'arpione. Per trovare in essa la parte principale, come sempre, dobbiamo cheder
Quando noi, con un compasso, disegnamo cerchi sempre più grandi, ci: "A cosa serve la lampadina?"
.
diamo alla matita del compasso sempre più le caratteristiche della trasla - A illuminare! quindi la parte principale è la luce, poi, in ordine d'im
zione_ e sempre meno quelle della rotazione. Se il compasso;tutto aperto, portanza, viene subito la resistenza ed in fine il contenitore <.energia elet
fosse infinitamente grande, la punta della matita percorrerebbe una retta trica, resistenza e ampolla).
ed il moto sarebbe di traslazione. L'energia elettrica, attraversando un sottile filo d'acciaio al tungsteno
Gli uomini antichi rappresentavano questa funzione con una nave che (sostanza che rende l'acciaio adatto a resistere alle altissime temperatu�e),
_
spinta dal vento, procede in linea retta. in un certo senso, incontra una grande resistenza, come se t1 filo soffnsse
e da questa reistenza, da questa sofferenza della materia, nasce l'effetto lu-
84 85
minos?. c�sì quest'ultimo archetipo che completa la serie dei 22 segni
I
_ . LA IDEAZIONE E LA PROGETTAZIONE:
�erav1g�10s1 c1 da �n insegnamento: la sofferenza nasce da errore e, se ca SINTASSI DEGLI ARCHETIPI
�1ta� puo essere_ u�Ile ; da essa nasce la luce (materiale O spirituale). Dal
I ultimo segno si ntoma al primo!
Sono solamente ventidue le forme -funzioni che hanno permesso la Studiando la lingua italiana noi apprendiamo la grammatica che è, ap-
creazione di tutto l'universo? punto, lo studio della lingua.
Si è cerc�t� I� ve�titre�sima ma si_è visto che ricade sempre nei venti Le due parti principali della grammatica sono:
d�e �r�heti�i d1 cm abbiamo parlato. Attraverso questi simboli meravi La Morfologia, che studia le forme cioè le parti della parola e la Sin
ghos1 I Infimto Artefice ha progettato tutto l'Universo. tassi, che ci dice in che modo le parole si uniscono tra loro a formare la
frase.
Quindi la grammatica si occupa delle lettere e delle parole. Analoga
mente noi ci siamo occupati delle lettere dell'alfabeto del pensiero, facen
done lo studio della forma (morfologia). Ora vedremo in che modo si
combinano tra loro queste lettere.
Prendiamo ad esempio la.Lettera - Punto, che abbiamo chiamato "Ar
chetipoRiducente ".
Questo archetipo è come il puntino della lettera i.
Proviamo a combinare questa· funzione con quella della Traslazione; il
punto si muoverà in linea retta. Ed ora· combiniamo queste due funzioni
con quella della For�a-Misurante.
Ecco che il punto fermerà la sua avanzata ad una data misura. Così
non si otterrà più una retta ma un segmento. La lunghezza di questo seg
mento sarà dosata dalla funzione misurante. Ed ora se aggiungiamo a
questo archetipo anche quello della Forma-Ruotante il punto, oltre a tra
slare, ruoterà e nasceranno delle linee curve le cui formé saranno stabilite
e dosate dall'archetipo della misura.
Vi ricordate l'esempio dei soldati romani?
Il soldato è come un punto.
Avanti march!
E comincia la traslazione.
Alt!
E il nostro punto ha tracciato un segmento.
Fianco destr, avanti marchi.. Alt!... Fianco Sinistr!... Avanti march!
Il nostro punto traccia una linea spezzata.
Se il soldato, oltre a traslare, cammina girando, la linea diventa curva.
Ecco come nascono i segmenti, le linee e gli angoli. Quest'ultimi, riferen
dosi al nostro esempio, si ottengono da una traslazione, una fermata, una
rotazione e quindi un altra traslazione, con fermata finale.
86
87
Agli archetipi precedenti si è aggiunto anch
e q1;1ello della Forma Fre ruotare.
nante che abbiamo anche chiamato: "Stop".
�ossiam� ora pas�are alle forme piane. fondamentali che sono il_ Nasceranno così le forme solide o forme a tre dimensioni. Anche in
Io, Il quadnlatero e Il cerchio. triango-· questo caso·, le forme solide o tridimensionali possono essere divise in for:
·
me solide elementari (e cioè moduli). Si hanrio così le strutture modulan
Se prendiamo 1:1n segmento (ottenuto dal punto
detto) e Io facciamo ruotare, tenendo fisso
nel modo che abbiamo ��-
il suo centro otteniamo un Abbiamo visto che la carta quadrettata è u'na struttura il cui modulo è
cerchio dopo aver effettuato un mezzo giro . '
. · un quadratino. Anche un èu"o, che è una figura solida, può essere consi
Se facciamo ruotare il segmento tenendone fissa
una estremità, ottenia- . derato una struttura il cui modulo è un cubetto piccolissimo. .
mo un cerchio dopo un- giro completo.
Faèend� invece trasl�re perpendic�Iarmente un T utte queste figure, sia piane_ che solide, possono essere considerate sot
segmento otteniamo un to un altro punto di. vista �hé è legato alla loro costruzione e alla loro .re
quadrato. Se costruiamo,. col sistema già detto
, tre segmenti e facendo sistenza. Possiamo cioè trovarne lo scheletro. È lo scheletro che fa si che
percorere a un punto un itinerario formato da
tre traslazioni che si inter il nostro corpo si sostenga. Se prendiamo ad esempio un rombo, basta_
rompono con tre fermate seguite da tre rotazioni
remo un tnan . nello ste.sso senso' otter- tracciare le ·due di.agonali per trovarne lo scheletro (struttura portante).
golo. ·
�I �uad?latero, il triang.olo, generalmente non sono figure perf Lo sanno bene quei -ragazzi che sono abili nel costruire aquiloni e eh�
n01 ncornamo all'archetipo della Perfezione, ette. Se mettono delle robuste cannucce lungo le_ diagonali dei rombi di carta.
ecco che il triangolo diventa Analogamente, la struttura portante di una form� solida come il cubo è
equilatero e il quadrilatero diventa un quadra
to� costituita dai tre piani perpendicolari tra loro che si i�tersecano al centro
Il cerchio, invece, è già perfett�>,. e difatti, com
e si è visto è il simbolo del cubo.
dell'archetipo della Perfezione. ·.
Tutte queste forme piane semplici pos�ono Un'altra considerazione possiamo fare riguardo alle forme ed è quella
ess�re ripetute e assemblate della simmetria.
(collegate tra loro) molte volte e in molti mod
i diversi. Ora che c_onosciamo le funzioni possiamo dire che, pr�ndendò una for
Allora ogni figura semplice diventa un mod
ulo (questa parola vuol dire ma e facendola ruotare coll'archetipo della ròtazione attorno ad un asse
"piccolo element� di costruzfone"). Ad esem
pio la carta quadrettata è di simmetria, questa forma si rispecchia su se stessa e diventa una forma
una struttura modulare e il s
uo modulo è un piccolo quadra
ne ripetuto una grande quantità di volte.· tino che vie simmetn"ca. Questa simmetria si chiama "rotatoria". .
Co� queste considerazioni, che partono d�gl Vi è poi la simmetria "traslatoria" che si ottiene prendendo una forma
i arch�tipi, possi�mo dal 1
e faceildola_"muovere coll'archetipo della traslazione.
semplice, giungere al complic�to, da forme cono
sciute possiamo inventare Una canna .che nasce nell'acqua delle paludi, composta da segmenti
forme nuove.
Possiamo quindi "progettare" perché questa uguali da nodo a nodo, è un calssicC? esempio di simmetria traslatoria.
prola significa "inve�fare .
forme nuove o utilizzare in modo nuol'-o form Abbiamo visto molte forme nate dalle funzioni semplici. La Bionica, la
e già esistenti". In questo se scienza delle fomie naturali, ci offre una infinità di forme contrassegnate
condo caso noi trasferiamo una forma da u
n campo ad un altro e cioè . dal marchio di fabbrica clella natura. Molti progettisti hanno copiato que
facciamo un trasferimento (transfert). -
Per fare ciò occore essere creativi, conoscere ste forme naturali per costruire macchine ed apparecchi adatti a risolvere
zare in molti campi diversi.
le funzioni e saperle utiliz-. problemi · umani.
. · Leonardo da Vinci voleva risolvere il problema di . una macchina che
Abbiamo visto in che. modo, con u na semplice
traslazione o rotazione facesse volare l'uomo. Scrisse sul suo grande .libro d'appunti: (Codice
dai segmenti lineari che hanno una dimensio
ne, si possa passare alle for� Atlantico): "Devo ricordarmi di osservare molto e moltq a lungo e co�
me piane che hanno due dimensioni.
· grande attenzione le ali dei pipistrelli, perché queste forme che merav1-.
Analogamente, possiamo prendere queste fornÌ
e piane e fa�le traslare 0 gliosamente funzionano, io devo riuscire ad imitarle".
88
I 89
LE FORZE APPLICATE AGLI OGGETTI
Abbiamo così scoperto che per porre in movimento un corpo che è
fermo occorre l'azione di una forza. Questa azione si esercita lungo
s o alcuni oggetti abbiamo potuto fare una linea retta e in un determinato senso.
sco�e �:�:�t r delle interessanti Tale linea passa per il punto in cui la forza è applicata al corpo.·
��;: portamento quando sono sottoposti a delle
meglio a deg� forze o Inoltre la forza può essere più o meno intensa.
Pertanto una forza è determinata conoscendo :
1) Il suo punto di applicazione (e abbiamo visto come cambiando il
punto di applicazione cambiano completamente le conseguenze della
Abbiamo scoperto che gli sforzi più sem
plici sono : forza: solo spostando il punto di applicazione la forza può provocare sul
corpo un'azione di torsione o di flessione anziché, ad esempio , di com
1) la trazione;
pressione).
2) la compressione;
3) la torsione; 2) La sua retta di azione
4) la flessione; 3) Il suo verso.
5) l o sforzo di taglio. 4) La sua intensità (e si dice che una forza è doppia di un'altra
quando la sua azione può essere sostituita dalla azione di· due forze
b o poi scoperto la durezza, la fragilità uguali all'altra forza).
, la tenacia ed. abbia
m.o ��fe!:1atO numerose prove di resistenza.
Considerando che il peso di un corpo non è altro che una forza (che
Vediamo ora di studiare meg1t· o que11e fo si chiama forza di gravità) si usa misurare le forze in Kg (è bene ricor
. . rze che producono gli ef- dare che il Kg è il peso di un litro di acqua posta al livello del mare a
fetti che abb1amo riscontrato.
40).
Supponiamo di avere un ogg�tto sul piano Per rappresentare le forze graficamente si adopera un segmento che
del tavolo: vogliamo sposta termina da un lato con una punta di una freccia (VETTORE) e
re ques_to ogg�tt� dalla sua posizi one. . Pe
r ottenere questo spostament dall'altro con un puntino. Il puntino ci indica il punto di applicazione
su�pomamo d1 ncorrere a un filo (archetip .o
o "legante") eh t a, em re della forza; la retta su cui giace il segmento ci indica la linea di azione;
azionato dalle nostre mani senza che que o r v
ste tocchino l'ogget�o� il senso della freccia ci indica il verso della forza e la lunghezza del
a d�vremo fare? Naturalmente dovremo collega segmento ci indica la sua intensità misurata secondo una particolare
;t,all ogget re in qualche modo il scala in cui ad esempio un cm può corrispondere a un Kg oppure a 10
to o, �er �egli o dire, dovremo applicare il fil
;e� oggetto (archetip o ad un punto Kg. ecc. Questo vettore è l'archetipo della traslazi one.
o congiungente").
Per misurare le forze si usano apparecchi che si chiamano dinamometri
Supponiamo ora di avere collegato e f .
punto dell'oggetto ad. un pun . to del ftl. issato sohdamente questo e che sono in sostanza delle molle . aventi un'estremità fissa e l'altra estre
. o p osto circa a metà dell mità sottoposta all' ?,zi one di trazione della forza da misurare, la cui inten
lunghez�a del fil _a
o stesso, potremo ora distend
randolo m un senso oppure
ere il filo in rmea retta ti- sità viene misurata dall'allungamento della molla, che, fino a un certo
nell'altro. punto, è proporzionale all'intensità stessa.
Per costruire facilmente uh dinamometro potremo utilizzare una
Inoltre potremo esercitare una trazione molla che noi stessi p9ssiamo creare con del filo sottile (con diametro 3
più o meno forte. o 4 decimi di mm) di acciaio armonico che si trova in commercio. Tale
90
91
!:il� �èi;,�;�VMPÌ�ç,'.��t�r�Qi�'�r��i�'�ijflt�ttf >� lè,�3 p pi m!t�Uo.<tJna
�·�ri��ij��a,nno:�d;�nell?:!�.:���,e�tremit� • e�>··�P.a
,,1,;1t,.·•·w?:,,,�. . .
�ì ,���iI�11"�tc0n•.·•1!'ll e�f?�,:•· �!,,a.t�;cfl.�,\�?�'.· 1!�3tf1t,•Ii�•··• ·l�gflp>,�� 11,
n�ell. � '"'o.�t1�,n :llP\�!lt ij • · • · ·•� eq(.)po.a./ ·e �tr,P1it�i ·•· .y�rrà
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,, a.l�?t • i J;i :J ; , ,,r· · • · • ·
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de!�!:f<J�ze �a misurare il, par:ti;re·•.4a.llo zero., . PQsizione<corrispondente.· al
fa. molla nòn caricata da. p,esi.
�,�: ,Ri,!�n�t�::.\f2r••• ·f��tn!�Po . :grg�;r�����.��� n.��.SY�. .·•·1t�,(·••��.�· •···•. Kg, . tre!·. . Kg,
�ç�;t�� ·. . 9
ar>g,.[�e���Pè. .��.fI •.r���J ;;.<rrr�. ì.fO?�}lai� .��.Wl:.· .. . . • .·• . ·. ,. ··,
fft i
/�3n�<!�J)�� .J>eròle forze .. riescono a muovere 1 corpL Pos�itlffiH,�.�e
. olin<>· un
llll��r�rilll!U ! �=�:<?�e·ragazzi cercano di����in�e ·.�Il. ta � 1,.
· ·
���g'• �•· al!�i • ••?� /�irando dal.. fa.to . opposfo voglìono.•tra��i11arlù.ii11. stmso
co i · �a.7 I , -ur. .· otto o to·
11.�a.J: ?(}l y� � p s p s a . quattro forze· rimane fermo per�
�hé•l�J�.�.��,:��/��Ilil�I,�'"bri�·�·.
) Una. S()là fO�'f PltÒ fare. ·. �quiliht;iòatn3lto for�e e .. può·•·•·• qùìndi· ··neu:.
tratiJ3:a.1:�sJ . .. 9ue�t,a. .. .f��,ra.,s, . .�.��.�µi.a.i����.�i�.����� . .
La ... forza . �.i c#e · si
..rn�tK:t�.a,;·�.� �l'!à: fR�
t��.�·
j��.�1a.11��;.· �>� r �I:'�,�a.
èlìiàilià i��\• . · ·.··>· �>!a,'-l��lg/�;\l:·,>·•!9.f . . phe. p1il.?:. s���tµ.P;:sii ., ...tu:tte. le
fqfae r;fiij .a,gJ§çQ,tO:&\l. JJ,QçQfPp, . . prodµç�n,o.o J.o . .&tessp efftttQ�
�ne!B de
Hiiij.?�f�: :r\o��o�t�w��r ,ffij�f8.,?:1<f��.tt9�ffl!fl?::
,,�rMri� µi'ayfHg,.�ior�t��Q� i��,g.le
.. · . . . �f;��,.�Jt ,i••>>•rf.fH�12�.i�no: . t . �xRf�m1
.. . ·.·· ····• ·. ·.•..··.···..
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·
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I�i��an;imaJ� cµi di��911a,t�.saràJa ri�ultante.
e<i/ . · .· >· i ��· C.9���rn.t f�IlQ COSÌi<iU�.·•.lati• yicini di . 11n
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Quando il corpo viene considerato nel suo aspetto attivo si prende
Se il chiodo à cui la corda è collegata è pfantato molto vicino al
in considerazione la sua energia.
centro del disco occorre una grandissima (orza per far ruotare il disco
stesso. Quando invece un corpo viene considerato sotto il suo aspetto
. . _Se invece il. ch�odo a cui la corda è applicata è fissato in posizione passivo si prende in considerazione la sua massa.
vicma a�la penf�na c;Iel di�co è sufficiente �na piccolissima forza per
ottenere la rotazione· del disco stesso. · · Massa ed energia sono dunque come le due facce di una stessa medaglia
.Abbiamo così scoperto che quando una forza agisce su �n corpo e sappiamo che, come esiste la legge della conservazione della massa, così
.
eh è in grado di ruotare attorno àd un suo punto (che è detto fulc;o) esiste la legge della conservazione della energia
� .
all azione provocata dalla forza si aggiunge l'azione provocata dal ful In natura nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si trasforma. Vi
cro (REAZIONE DEL VINCOLO) e quindi sul corpo agiscono in real sono trasformazioni che iriteressano la massa, altre che interessano
tà due forze e cioè una «COPPIA DI FORZE». l'energia.
Tale azione dipende non soltanto dalla intensità delle forze ma Abbiamo detto che una forza agisce su un corpo (e cioè sulla sua
anche dalla distanza delle loro rotte di aziòne. · massa).
·
Questa distanza si chiama braccio· della coppia di forze.
Vediamo· ora in che modo si manifesta questa azione su un corpo
Il prodotto dell'intensità di una delle due forze per il suo braccio è che è fermo e su ·un corpo che invece'"Si muove.
detto momento della coppia. · ·· .
Un corpo si dice fermo o in quiete rispetto ad un altro corpo se
Vedremo irr futuro nmportaQza di questi momenti negli organi almeno tre suoi punti (presi non in linea retta) non variano le loro
meccanici e cioè nelle p·arti in movìmento delle macchine. distanze da esso.
Rito�a�do alle funzioni-semplici, chiedi�moci: quali archetipi sono in- Vediamo ora di dimostrare come si comporta un corpo in quiete.
teressati � momenti delle coppie, oltre a quello della rotazione?
Sospendiamo ad un gancio, per mezzo di un filo ?. un corpo pesante
(àd esempio, un blocco di metallo). Inferiormente al blocco
appendiamo, per mezzo di due fili (dello stesso tipo del filo
L'INERZIA precedentemente usato), una maniglia al blocco stesso.
99
ljfù�O· �l ��1ifi?ere. r��teps!.!,, .• I! lì?é<t. •.di
fare in modo elìe ql.lesta ·• forza; così
facilmenté tni'altr<1. forza� Là forza
. � 1�11� .Jll��th�p� s��pliò� si
a forza necessarià per vincereé�i� �e
ila re�
� pote11z�.
101
LALEVA
t·tµtt.i·•.·�;�.ri�··
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<::\/.:: .<. .. ,_ ·: :: ::?·:"'' ·:,:·: . ·:·:: ..... : -�.-:>.':. . ._::,_..'<.· ...""'.:" '·:.::..::. .?:
· .•.. .:" .: :..· · .•..:· · .' .· .,.· · .:_ .. .
.·· ..· • · •· .: •.....· ·· ..• .· · .· . ..· . ·. .·· .· . .· · .·. . . ·. ..· :·.· .· .· :· .•. ·.:. . .· . ·.. .•..·.· ......· · .· . · . .. . · .•· ·. .· .· • . · .· .•.•.
·
.
: .. · .· ...:.;, :_:·.•..· .· •...· •· ..· . · ..· ..· · .
M:a. �� tlp ra.�a.:Z:�() pe�a. più d.çll'altro, prché J'a.ltalenta sia a:ncQra.1:n
equilibrio QCCQrre che ilragazzo più leggero sia posto pil) lo:ntflno dal ful".'
•· .?��•
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contwrig\�i s� \Jjl?.pci�no•· .splo •· •cJµ'11t�Qj\lpf<l mpm�Pti·•.· ·•spno µguaii�
1
Pere?� i�.1.1=�tp. �i Y�:�f��?i· •()c. forr�.��e · �?. int:11���à..d!lle. •·d1.1�·· f.?f�e . �iano
• .
i11��rsa111�r1teprorp:ziopali • ai r�SI>�ttivi ?ra�fÌ( f:�coi d1.1n�lle . c�e. con
·
lln� f<lf�� ?t �2. lfr gost� . •�.distap�a ?it111111e.��? 1al . f1.1�r:o ·.. .·dell.�.1eva
p�s��a.�p s!�l�v�re 1.111 �eso di un quintale posto a meno·· ·•di mezzo
metro dal fulcro dellà leva�
co111�. ··• ·•tµf\ì. ·.••$3.111J?.;...·..1a··· l�\ra..•• . JJ1.lÒ·· •·essere·• .•f'u.lcta1a• · iri··•·me,z1,o •.• (lev�. in��dissa· ò
dl Pfilll9.gep�r�); pµp iilplt,;� · fa
,�se.�e fµlqrata .clçt µI.la J?éll"te, .con forza. re�
sisteI11e appli?�t� i� :1P���Q t:! • fafql'Z:.fl .pptent�/�ppliç�ta. ali 'altra· estremità
.
(leva• (llsec911tJ<> g�ll�l'� 9·•.ipt�rresjst�nt�).
ApBiatl!?·ç?�}••· •�ç?:P�rt1•·. ·•�h�•· •·�\la.11<1�·•·p·�·a..·• fq��,.•i��ì��tr••· ·�\l•. ijp·•·· cprp· .?·.• �}1�
è . .. in··• ·Rfad? çli. IT:t!pJa.�e··•. ·• �ttq.r119/.a.cl· . . .·t11} �UQ.·J>Y!I�P.•· che•· .·•�· <l�tt?i· fµlsro
Fa��Pllri JJf9V?c,t� cial!f ·fçrta.• n<lt1 . dip�11�e. ��,t�11to o.a.U'Jt1J�p�ità. 9.7na
fpr?,a. �te�.�::1: ma anche dalla distanza tra il fulcro e la linea dL azione
della forza.
d'g9H�}n••fq���it,
• · g q�tr.�!•••J�PQfe11zcJ.\� µgµale/aHa•••IPçt��çlla•.>re§istçn�
za (ai:p1:i�tipo. unitlqa:11t�/o.J'eq11ilil:>rant�'');
.
. · . . ·· · · · . . · . · ·· . . · .
.·:.•. .:·• ;.·:.;:·.•·•i. •.•· .:· .:•. :.. '.i..·: :. •·.··•.i·.:•. · .•: •.·•.. :.•.;··:• •. :•;. .•·'..•·: .•·:. ..i.•·..:•:..•.:•..•.•.:.:·.• i·.•·· ·•:.'.•··. · .:i•. .·•.: ·.• ·· i. .··• .•.··:.: •.·•:. ;..: ..·.: •. ·. .·.•.· . · · . .:·:..• ·.• · :.•.· :•. ·•.·.: .
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• · ·?fo·..•·•è••··.fi�sat�•· •· .l.'estfetnità . . �i. · .. �n,a·· ·•· ·cor�a•.. ·?h•�··. ·•.all�att�a. .. estre.111ità •
sostien� . .•la·· re�i�te?�a ·(cio�•· . •
C?fgo .·.�·�·· ·�olle��f�) ·• ·•.Fa·· .rot.e��a· ·· è
applicata all'estremità .di. una··mano!ena�llefa girare il ta111�ur�· giù
H·•· g��o·· ·•��l
. lunga èla manovella e più piccolo ilraggiodeltamburotanto piùquesta
111accllina sa..ràva11taggiosa.·e quindi capace di sollevare grandi pesi· con
piccoli sforzi.
piC> S�> R���p� ��ltftÌ�f!�f�.> .•della 1ey, �ii §�e.i�t/��H� ,�t. obili;i
delle·. macchineda scriveree moltissimiattrezzi edutensilL
sii�!St��r,litii�
. · . . . · ·
i. esvoa11ltaf�\�.
JçJ:fe · . . .. . . :. •· . •· · · •·/.9i.J.i.j . dr. 9. •·. •
:r� �!ifÌ�Q sto. .· .tn. . . ·ru1go. rettan . • . gP. l.. o . · ·<.a:rtm- 1.1-..<}JJd.. 1
· Ja:rt:}�} '·····- ······ ·-· ····
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·•t èùné<>i:vi�n �!R;�$t\��:ip�·are·•·•·t:r.·.• o.<#./c ••nf/1:àl..•..• ..•. •..·.· �.•e. P/e. 9- i�.. i.t iri.··.i•è.• �rpi.. l}.·· e··· •··� met�119 �orlito c��.P()rta all'interno del.foro.una•sanalatura
sist (a fotma di elica) perfettamente uguale al filetto della vite.
.
··•.• ·• · ·i< i•i·.•.>.·.•i.• ......... ic·.·; i.{· • i/ x•'.'.
iiç{ii[ijt���;,i·•��l Ìato.·tottò
çil(lle H Piallo ill.d· inatoe.1 corpo apt)òggtato. su. cli esso.costitui il•
i sèo�o<.iunamacç.hina•.•semplice<così · 1a •.· vite• con fa. �ma.•madrevite• co--
.� . . · · · •· •· �?�{�;./.·• . . .• . •.\����t�. �.�#�,9-
Y.�./f�s.��.,itl®�•.•§�•.Sli•····• �l.t·ri· ..d.u:e.··lat�i
stifliiscònn una macchina analoga.
· .• ·çtel
ijjçl'i�ìi.èremo;con.k
h
P�R
P spesso
novella
Ha .resi
età ·del·
i
'
o
)
e
p
irto
sce ad
mo dire che per
In questa antichissima scure di bronzo (dotata/diforo perH manie� dl legitofed in questa
ascia impugita�Ue a mano, si nota con facilità . Ja derivazione dagli archetipi delJa funzione ta
gliente, della funzione cedente (ìl foro si. lascia penetrate)· e del1a funzione co11gii111gente.
115
Seconda parte
CREATIVITA E UTILIZZAZIONE
DEGLI. ARCHETIPI
. 119
ARI
STRUTTURE MODUL
che l'osservazione dei denti, che noi abbiamo fatta, era già nota agli uo o tra)
mini primitivi che nelle loro rudimentali osservazioni analitiche hanno .
ali del pen . o (e la moderna psicologia lo dim �
sier
Le strutture for m
. me operaz1o . m. Concrete · È una costr one uzi
scoperto la forma di quei sassolini naturali che avevano in bocca e cioè sem p 1
l" 1ss1
· ragaz-
si costituiscono su �
esse re par ag on ata a quella effettuata dai
dei loro denti accorgendosi · che queste erano sostanzialmente di tre tipi: o, p uo
che l·n un certo sens · costruz1o · m"LEGO. ·
un tipo piatto, uno tagliente e uno acuminato e cioè il molare, l'incisivo e ' la
zi con sca tola d1 . . plici e, come sap piamo,
pochi. ssimi e molto sem
t
il canino. Ecco dunque che l'uomo aveva scoperto i primi archetipi. Anche qui i pezzi son o .
CHETIPI del pensiero. . ·
Quando noi pensiamo al chiodo 9 all'ago ecco che la punta non è altro .
si possono chiamare AR . visua lizza re i seguenti. pens1e1:
Ecco come si potrebber � con - e congiunzioni. con T i verbi;
che lo stesso archetipo del dente canino. La parte più alta del pensiero o c ncret tzz are
umano è quella che attraverso i ventidue archetipi giunge ad ideare le . ando con un
. dic e i no mi; . z1o '. m")·.
(m . n ,.
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" g1 1· avverbi e le spec1fica
cose. Sembra impossibile che con così pochi elementi possa essere ideato con .U i co m plem ent i; co
tutto l'universo. Ma basta pensare che prendendo, ad · esempio, ventidue
carte da gioco diverse, esse si possono mescolare e combinare tra loro in
un numero estremamente elevato di modi (più di cinque quintilioni!).
Questo è appunto il numero che i matematici chiamano ventidue «fatto
riale».
Questi meravigliosi archetipi hanno permesso all'uomo antico, parten
do dall'osservazione dei denti, ·di dare le tre forme piatte, taglienti e acu
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minate anche alle pietre, ed infine ai metalli. Sono nate così le mole (dai
molari), e le lame taglienti (dagli 'incisivi) e le punte dei pugnali, delle
frecce, delle lance, ecc. (dai canini). LO E FRANCESCO
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