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Grafica
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Giorgio Cerquetti
Cronache di un viaggio
che non ha mai avuto inizio
e non avrà mai fine
................................................................GLI ANTICHI MAESTRI SONO ANCORA VIVI ..................................................................
SOMMARIO
Dedica ......................................................................................... IX
Proposta ...................................................................................... XI
Prefazione .................................................................................... XIII
Il viaggio continua ........................................................................ XV
PARTE PRIMA
CAPITOLO PRIMO - LA PARTENZA ............................................ p. 19
Sveglia prima dell’alba - Carlo - Sadhu - Un figlio diverso - Vivere e
amare senza condizionamenti.
FLASHBACK 1 .............................................................................. p. 28
Il potere liberatorio del Mahamantra Hare Krishna - I Beatles - Il
nome - L’essenza del Brahman - La visione olistica - I condiziona-
menti spacciati per valori - La suora e la prostituta - La circolazione
degli atomi - Le News - Giacobbe d’Ancona - L’espansione del pen-
siero - Il viaggio continua.
FLASHBACK 2 ............................................................................. p. 53
La mia fortuna passa da Atlanta - In treno.
. IV .
.......................................................................................................................................................................................................
SOMMARIO
FLASHBACK 3 ............................................................................. p. 83
Moana.
FLASHBACK 4 ............................................................................. p. 87
Il Conte Saint Germain - Tara - Collegamenti karmici - Benares.
FLASHBACK 5 ............................................................................. p. 96
Messaggi dall’Himalaya - Nuovi Messaggi - La città della Mela.
.V.
................................................................GLI ANTICHI MAESTRI SONO ANCORA VIVI ..................................................................
PARTE SECONDA
. VI .
.......................................................................................................................................................................................................
. VII .
................................................................GLI ANTICHI MAESTRI SONO ANCORA VIVI ..................................................................
. VIII .
.......................................................................................................................................................................................................
DEDICA
DEDICA
La mia esperienza mi ha insegnato che non esiste una strada unica al cui
termine io e te troveremo la felicità, la felicità è contemporaneamente la
strada stessa e la chiara consapevolezza di esserci. Un antico detto orientale
dice: “Viaggia finché arrivi, ma se arrivi vuol dire che hai sbagliato qualco-
sa”. Il viaggio di cui parlo è una ‘strada simultanea’ che in ogni momento è
bella partenza, buon viaggio e felice arrivo. Quelli che seguono questa ‘strada’
non si stancano mai perché sanno che questa ‘strada’ è al contempo la via e la
destinazione. Mi piace riportare, insieme a ognuno di voi, la chiara luce della
consapevolezza su quel viaggio che di fatto non è mai iniziato e quindi non
potrà mai finire. Mi sento un viaggiatore vivo e felice che non fa ‘viaggi’ ma
piuttosto è da sempre IN VIAGGIO; la VITA mi appare come un viaggio spe-
ciale, un movimento scorrevole che non conosce arrivi e partenze, né confini
e limiti, mi fa scoprire ogni cosa, ogni luogo e ogni tempo e non mi porta mai
veramente lontano da casa.
Il messaggio segreto di questo viaggio straordinario è molto semplice:
TUTTO VA BENE.
OVUNQUE È CASA!
IL VIAGGIO CONTINUA!
Cari spiriti eterni, amati compagni del grande viaggio della vita, sin dalla
prima infanzia ci hanno instillato molte credenze e convinzioni su cosa fare e
con chi vivere. Siamo il risultato di un programma socio-culturale di cui non
siamo gli autori. Da ‘altri’ abbiamo ricevuto sia il linguaggio, necessario per
comunicare secondo il programma stabilito, che un mucchio di idee, idee sulla
religione, sulla politica, sull’amore, l’intimità sessuale, la vita e la morte; ci è
. IX .
................................................................GLI ANTICHI MAESTRI SONO ANCORA VIVI ..................................................................
stato detto chi sia giusto frequentare (amico) e chi sia invece da evitare (nemi-
co); quello che noi siamo oggi è in gran parte il retaggio di profondi condizio-
namenti mentali, di interazioni culturali pilotate da ‘altri’.
.X.
.......................................................................................................................................................................................................
PROPOSTA
PROPOSTA
. XI .
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PREFAZIONE
PREFAZIONE
Dopo la pubblicazione del libro che precede questo, Incontro con la Chiara
Luce, ho ricevuto molte lettere e moltissime telefonate. L’idea di mettere in
fondo al libro l’indirizzo e il numero di telefono ha funzionato perfettamente.
Mi hanno chiamato amici nuovi e vecchi, molti compagni del Grande Gioco
Cosmico si sono fatti vivi. La tecnologia materiale - fax, telefonini e internet -
contribuisce splendidamente a riallacciare i fili dei nostri profondi legami eter-
ni. Io credo, anzi sono totalmente convinto, che noi, nessuno escluso, siamo
spiriti individuali ed esistiamo da sempre e per sempre. Ci siamo, c’eravamo e
continueremo ad esserci, io penso e sento che ognuno di noi ha una relazione
in corso con tutti gli altri esseri. Noi, le entità che vivono in una struttura orga-
nica molecolare, se rilassiamo la mente ed amiamo intensamente la vita, pos-
siamo conoscerci e ri-conoscerci con grande facilità, questa magica spontanei-
tà affettiva è una indistruttibile peculiarità della nostra innata natura divina.
L’ASSOLUTO, quella dimensione energetica ed intelligente che molti chia-
mano DIO o il GRANDE SPIRITO, è la nostra natura autentica, non è affat-
to una realtà patriarcale ed autoritaria lontana da noi ma una dimensione reale
onnipresente e onnicomprensiva che ci riguarda tutti intimamente ed esterna-
mente. L’Assoluto Naturale non ha bisogno di rappresentanti, funzionari,
segretari e intermediari, è qualcosa di godibile e sperimentabile direttamente.
Siamo noi stessi solo quando abbiamo risvegliato la giusta memoria della nostra
divinità e amiamo la vita allo stato puro.
Il bene e il male sono due stili di vita, due livelli della vita accessibili ad
ogni coscienza individuale dotata di libero arbitrio. Esistono però soltanto sul
piano materiale della continua trasformazione molecolare.
. XIII .
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Il bello (o il brutto, dipende dai casi) è che entrando nel mondo temporale
relativo indossiamo, per gioco, un costume relativo (il corpo) e recitiamo una
o più parti, in armonia o talvolta in conflitto tra di loro, tutto dipende dalla
nostra capacità di conoscere e gestire la realtà che ci circonda. Non è a caso
che la parola persona vuol dire maschera. Indossiamo un corpo e copriamo con
una maschera (che è un io provvisorio) il nostro vero IO ETERNO, poi, in
cerca di piacere e di avventura, ci buttiamo a capofitto nel grande carnevale
delle forme fisiche che costituisce questo mondo materiale. Presi dalla curiosi-
tà e dall’entusiasmo ci facciamo coinvolgere dalla maschera molecolare biode-
gradabile e rischiamo di identificarci drammaticamente con essa, dimentican-
do momentaneamente la nostra eterna ed indistruttibile identità cosmica.
. XIV .
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IL VIAGGIO CONTINUA
IL VIAGGIO CONTINUA
della sua opera Yoga Sutra, scritta decine di secoli fa, definisce che cosa è il vero
Yoga: “citta vritti nirodha”. Queste tre parole sanscrite hanno significati estesi.
Citta comprende la mente, il pensiero, le emozioni e Ahankara, la nostra iden-
tità temporanea che si sovrappone all’io eterno e per questo è chiamata anche
ego o falso io.
Vritti letteralmente vuol dire onda e mulinello. Nirodha vuol dire neutralizzazio-
ne, cessazione e controllo. Una traduzione libera del Sutra può essere la seguente:
CONTROLLO (col potere di estinzione) DELLE ONDE (pensieri, emozio-
ni) DELLA MENTE (sia la parte razionale che quella emozionale).
Gli Yoghi imparano, controllando l’alimentazione fisica e mentale, a cono-
scere il valore dell’energia dinamica (prana) che vive dentro e fuori dalla mate-
ria; la sostanza fisica è composta da atomi che vibrano, per cui chi conosce e
controlla le vibrazioni riesce a controllare la sostanza.
Prana è la forza che sostiene ogni forma di vita, il potere di ogni creazione
visibile. Gesù la chiamava “la Luce”, nel film Guerre Stellari viene chiamata “la
Forza”. È l’ingrediente fondamentale di ogni potenza, il “come e cosa” di base
di ogni Spirito Vivente.
sul vostro palcoscenico mentale alcuni fatti di questa vita e forse anche imma-
gini di quelle precedenti. La memoria è una qualità della mente al servizio
della coscienza, può essere bloccata e alterata dai traumi, ma la soluzione con-
siste nel liberare la mente gradualmente restituendo così alla coscienza la sua
naturale leggerezza. Il trauma della morte e delle successive rinascite crea uno
stress post-traumatico che altera la memoria del nostro grande passato. Il pote-
re della coscienza è la sua naturale leggerezza energetica, uno dei suoi princi-
pali ostacoli è l’avidità causata dall’ignoranza. L’ego quando è controllato dalla
coscienza diventa un ottimo strumento, se invece prende il sopravvento tra-
sforma l’individuo in una barca senza timone che va alla deriva mossa dalle
correnti esterne. Per dirla in poche parole, lo Spirito illuso dalle emozioni dello
spazio e del tempo si sente costantemente lontano da casa, cioè da se stesso e
come un bambino smarrito cerca il padre e la madre; confuso dalla perdita
della memoria cerca rifugio proprio nella causa dello stress: il mondo dei feno-
meni temporanei, perché non ricorda la sua natura satchidananda, che in san-
scrito vuol dire Eternità, Felicità e Conoscenza.
Nella Bhagavad-gita Krishna, per farsi ascoltare attentamente da Arjuna,
sente il bisogno di tranquillizzarlo sulla sua vera identità: “Non ci fu mai un
tempo in cui io, tu e tutti gli altri non esistevamo e non ci sarà mai un tempo
in cui cesseremo di esistere”.
Allo stato puro noi siamo eterni e non siamo mai lontani da noi stessi
(casa): ovunque siamo sempre a casa!
Siamo sempre in un punto dell’infinito universo e stiamo sempre vivendo
un momento dell’eternità.
Meditare su questa verità dissolve la disarmonia e l’ansietà come la neve al
sole. Troppa identificazione con il corpo produce l’effetto nuvola che mantiene
fredda la nostra atmosfera energetica. Il corpo è un luogo sacro, e non va mai
separato da tutta la manifestazione cosmica che è sacra perché è benedetta dalla
presenza costante dell’energia divina.
Chi è onesto e sincero con se stesso sta sempre bene. Pensa, sente, vive, gode,
trasforma ma evita attentamente di possedere e così facendo riesce facilmente in
questa gloriosa impresa spirituale. Questo livello di coscienza può essere rag-
giunto ovunque nel mondo, a nord come a sud, ad oriente come ad occidente.
“Vi sono oggi”, ha affermato Paramahansa Yogananda, “molte grandi anime
racchiuse in corpi americani, europei, o comunque non indù, che pur non aven-
do mai udite le parole Yoghi e Swami, sono esempi effettivi di tali termini.”
. XVII .
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LA PARTENZA
Parte prima
. Capitolo primo .
LA PARTENZA
“La maggior parte degli scrittori scrive per dire delle cose
sugli altri, e queste non sono opere durature.
I grandi scrittori scrivono per scoprire la verità su se stessi,
e queste sono opere che hanno durata eterna.”
da Autostima di Gloria Steinem
. 19 .
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Carlo
Poco prima delle sei arriva Carlo, mio caro fratello, per accompagnarmi alla
stazione. Un Eurostar mi porterà a Roma.
. 21 .
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senso delle gerarchie, di tutte le gerarchie. Non c’è guerra in un organismo per-
ché nessun organo cerca di dominare l’altro, di comandarlo, di essergli supe-
riore. Tutti funzionano in modo da far sopravvivere l’organismo”.
Ugo e Vincenzina erano felici di essere sopravvissuti al grande massacro
umano, a guerra finita loro volevano semplicemente godersi l’amore e dare
libero sfogo all’entusiasmo represso durante la loro giovinezza ferita.
Allora non c’erano anticoncezionali. Il piacere di una notte gli regalò una
sorpresa, un bambino diverso dagli altri, il figlio del gusto e della voglia di gode-
re la vita. Sono cresciuto con una mentalità extraterrestre in un normale corpo
terrestre. Mio fratello mi ha visto tante volte agire in modo non convenziona-
le e mi ha sempre offerto il suo affetto. Mi sta accompagnando alla prima tappa
di questo viaggio verso oriente.
Sadhu
In passato due volte Carlo è venuto con me in India. La sua prima espe-
rienza fu nel 1972. Lavorava alla Olivetti, nel mese di agosto prese le ferie e
venne a trovarmi a Delhi.
Io avevo già fatto lunghi soggiorni in India e là vivevo da sadhu, in modo
selvaggio e naturale. Sadhu vuol dire persona buona, così in India vengono
affettuosamente chiamati gli Yoghi.
Vestito con abiti indiani andai a prenderlo all’aeroporto, poi con un taxi
diritto alla stazione e via da Delhi in treno, destinazione Rishikesh.
Dopo 12 ore di ‘treno indiano’ arrivammo sul Gange ad Hardwar. Caricati
i bagagli su un calesse ci muovemmo lentamente verso l’Ashram di Swami
Prakash Bharti a Rishikesh.
Abituato al movimento continuo proposi subito al caro Carlo una passeg-
giata lungo il Gange, direzione nord.
Cammina, cammina sorpassammo Laxmanjuhla e come in un film d’av-
ventura cadde improvvisa la notte. Cadde proprio su di noi, perché, scomparsi
i raggi del sole, non si vedeva più niente.
Sull’unica strada asfaltata che c’era lungo il fiume riprendemmo, passo dopo
passo, la via del ritorno.
Camminavo e pensavo che l’ultima volta che Carlo aveva dormito in un
letto era lontana 36 ore, poi ore e ore di aereo, poi ore di treno ed infine que-
sta lunga passeggiata lungo il fiume dei Rishi.
. 23 .
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Un figlio diverso
unico popolo, senza confini, che cerca da tempo la via eterna dell’amore, della
conoscenza e della diversità non distruttiva. Il capo indiano Alce Nero parla-
va dei mitici e pacifici ‘Guerrieri dell’Arcobaleno’, Carlos Castaneda ha glori-
ficato le epiche gesta dei ‘Guerrieri che Ridono’, io non amo la parola guerrie-
ro e visualizzo un futuro illuminato dai ‘Bambini dagli Occhi di Sole’, così il
maestro spirituale indiano Sri Aurobindo chiamava quelli che si sarebbero
incarnati per aprire (o meglio ri-aprire) le coscienze.
Fermiamoci un attimo a pensare a tutta l’energia, le risorse, la luce che ci
sono nell’universo. Pensiamo al Sistema Solare e immaginiamo la ricchezza a
cui nessuno ha ancora attinto, alle fonti di energia non ancora scoperte ed uti-
lizzate. Se qualcuno vi ha detto che c’è stata o c’è una crisi energetica è un
impostore che vuole tenervi prigionieri di una visione limitata dell’universo.
Pensiamo con amore alla nostra Terra. Il famoso architetto-designer ameri-
cano Buckminster Fuller ha dimostrato che su questo pianeta c’è già un’ab-
bondanza sufficiente per far sì che tutti siano ricchi. In verità, già adesso c’è
tutto in quantità sufficiente perché ogni forma di vita possa fiorire armoniosa-
mente, esiste un’ecologia naturale che - quando viene compresa e rispettata -
fa sviluppare adeguatamente ogni forma di vita. Il problema, ormai è certo,
non è affatto la scarsità di energia, di risorse o di denaro, il problema è la man-
canza di comprensione, di immaginazione e di azione corretta; la mancanza di
relazioni affettuose e di giusta condivisione dei beni.
Io sostengo queste posizioni ma non ho mai avuto la pretesa di essere capi-
to in tutto da tutti, apprezzo i miei familiari per quello che sono, a modo loro
mi hanno amato ed anche in parte ascoltato. Sicuramente molte delle infor-
mazioni, che io ho offerto e continuo ad offrire, si riveleranno utilissime all’i-
stante della morte, un momento che per molti diventa tragico solo per man-
canza di preparazione e conoscenza. La caratteristica della vera conoscenza è
che va bene in ogni frangente della vita, va bene nel corpo e fuori dal corpo,
da vivi prima della morte e da vivi dopo la morte.
Con un tempo da lupi - abbondano il freddo e la pioggia e mancano solo i
bellissimi lupi - arrivo alla stazione, i binari da cui sono arrivati e ripartiti esse-
ri umani di varie fattezze, reddito ed acconciatura. Rimini: la capitale del diver-
timento continuo riserva da decenni sorprese ed eccitazione per tutti, ricchi e
poveri.
Tempo fa un anziano cardinale, intuendo cosa stava succedendo sulla costa
romagnola, si è indignato e puntando il dito inquisitorio ha addirittura paragona-
to Rimini e Riccione a Sodoma e Gomorra. Se un giorno ci sarà un apparecchio
. 26 .
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LA PARTENZA
in grado di misurare la carica di passione sessuale per metro quadrato, sono sicu-
ro che la zona di Rimini e dintorni arriverebbe al primo posto. Forse avrebbe
alle calcagne Venezia, Las Vegas e Niagara Falls, altre tre capitali della sessua-
lità di massa: l’energia calda e eccitante del deserto, quella elettrizzante di mon-
tagne di acqua in caduta libera e quella romantica e coinvolgente dei canali.
Riconosco che i romagnoli, con uno stile tutto loro, sanno vivere e lasciano
vivere. Non è a caso che qui in Romagna si trovi la più antica repubblica del
mondo: San Marino.
Arrivederci Rimini! Io torno in India.
Carlo mi compra un po’ di giornali per il viaggio. Corriere della Sera,
Espresso, Panorama.
La carrozza è vuota, d’inverno pochi hanno voglia di svegliarsi così presto
per andare a Roma. Questo è il treno ideale per gli onorevoli, sicuramente l’ha
voluto qualche politico che a nome dei suoi cari elettori frequenta Roma e i
suoi ristoranti.
La realizzazione della Verità è la stessa sia per gli indiani che per gli europei.”
Ramana Maharishi
. 27 .
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Per dodici anni di seguito (1977-89) mi sono alzato tutte le mattine alle
quattro e, dopo essermi lavato, recitavo, come meditazione prevista nella pra-
tica del Bhakti Yoga, il Gayatri e il Mahamantra Hare Krishna.
La ripetizione quotidiana dei mantra, vibrazioni sonore che liberano (tra) la
mente (mana), mi ha portato alla realizzazione dell’immenso potere terapeutico
del suono.
Dicevano le Sacre Scritture: “In principio c’era il Verbo (il suono) e il
Suono era presso Dio, anzi il Suono era Dio...”.
Il treno parte, mi rilasso e in solitudine lascio scorrere per un po’ pensie-
ri ed emozioni.
FLASHBACK 1
Triveni, la confluenza dei tre fiumi sacri, durante la Kumbha Mela passai
davanti ad una grande struttura di legno nepalese dove una santa, ritenuta una
principessa del Nord, sedeva su un trono con gli assistenti e i devoti raccolti al
suo fianco, intorno a un armonium (organo a mano) e la udii cantare con un
sorriso estatico questo stesso Hare Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare
Hare, Hare Rama Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Il suo viso, che riflette-
va un felice sorriso interiore, e gli occhi socchiusi davano alla canzone una
cadenza di tenerezza e uno strano dolce ritmo quasi inevitabile e, anche se in
quel momento non lo notai, quel canto mi rimase profondamente impresso
nella memoria.”
Tornato in America dopo il lungo viaggio di purificazione spirituale, il poeta
Ginsberg, i capelli e la barba lunga, vestito all’indiana, illuminò con la sua pre-
senza carismatica l’intera scena alternativa di quegli anni. Era presente alle
grandi manifestazioni contro la guerra nel Vietnam e, oltre a divulgare il
Mahamantra tra i giovani, si fece portavoce ed esempio vivente dell’insegna-
mento che aveva ricevuto dagli Yoghi indiani: “IL MESSAGGIO DI QUESTA
EPOCA È: ALLARGARE L’AREA DELLA COSCIENZA”.
Per tutti i giovani pacifisti americani l’India era amore e consapevolezza,
non solo il subcontinente asiatico dove si accalcano centinaia di milioni di per-
sone divise in caste e dove regnano la fame e la miseria.
Ebbe origine un sottile ponte oriente-occidente che fu attraversato (ed è
ancora oggi percorso) da milioni di spiriti che ebbero l’intuizione di capire che
cambiare la società significa principalmente accettare consapevolmente di
dover cambiare se stessi. Mentre i giovani politicizzati scendevano in piazza
sempre più arrabbiati, i giovani mistici, molto numerosi in America, scelsero la
via dell’India e le altre invisibili strade dello spirito.
Grazie alla cara Fernanda Pivano incontrai Ginsberg due volte, a Milano.
La prima fu nel 1968 a Brera, al bar Giamaica, e la seconda, dieci anni dopo, al
Macondo, il vero locale alternativo del caro amico Mauro Rostagno; entrambe
le volte la conversazione iniziò con il Mantra Hare Krishna.
Nel 1978 a mani giunte mi rispose con un altro mantra, Jai Ram. Era con
Peter Orlowski e mandava una tranquilla serenità, il risultato di chi ha a lungo
cercato se stesso ad oriente ed occidente, dentro e fuori dalla mente.
Io ho scoperto il mantra nel 1966 e fino ad oggi l’ho sempre amato. Mi piace
molto il Mahamantra, il grande suono che canta l’incontro tra il piacere del-
l’energia femminile (Hare) e il fascino (Krishna) e la forza (Rama) dell’energia
maschile.
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I Beatles
. 30 .
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FLASHBACK 1
Il nome
Uniti, esso è collegato al sole e alla rinascita. Una leggenda Apache vuole che
sia stato lui a creare l’uomo e la donna lavorando una palla di sterco dentro una
caverna (e noi sappiamo quanto questo luogo sia importante per la nostra sto-
ria). Caverna e scarabeo solare compaiono anche in un famoso sogno di Jung,
a cui per altro l’apparizione del magico insetto durante una seduta analitica
aveva suggerito la teoria della sincronicità.
“L’insetto è il segno del potere luminoso della creazione che si eleva dal leta-
me. La natura aliena dello scarabeo è riscontrabile in molte culture dove è
mitologicamente indicato come l’insetto maestro sceso sulla Terra per conse-
gnare agli iniziati le chiavi della cittadinanza intergalattica e per istruirli sulle
gioie e sulle difficoltà della metamorfosi. Nella tradizione indiana Tamil, c’è un
affascinante riferimento al potere che avrebbero gli scarabei di provocare, con
le loro melliflue vibrazioni sonore, la fioritura vigorosa e anticipata delle gemme
della canna da zucchero e lo stillare del nettare zuccherino dai fiori. Gli scara-
bei insomma sarebbero in grado di portare in superficie la dolcezza nascosta.”
La visione olistica
. 35 .
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Il fisico e Premio Nobel Max Planck era riconosciuto come uno scienziato
piuttosto freddo e metodico eppure sorprese tutti con questa spiegazione fatta
in occasione della cerimonia di consegna del Nobel: “Avendo dedicato tutta la
mia vita alla scienza più lucida, lo studio della materia, posso affermare questo
sui risultati della mia ricerca sull’atomo ‘LA MATERIA IN QUANTO TALE
NON ESISTE’.
“Tutta la materia ha origine ed esiste solo in virtù di una forza che fa vibra-
re le particelle atomiche e tiene insieme quel minuscolo sistema solare che è
l’atomo… Dobbiamo presumere che dietro questa forza esista una mente con-
scia ed intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia”.
Si può definire l’atomo, che è invisibile ai nostri occhi, un sistema solare in
miniatura, con la massa centrale dei neutroni e dei protoni che rappresenta il
sole, e gli elettroni che rappresentano i pianeti che orbitano attorno al sole cen-
trale. Ci sono poi delle micro particelle elementari che possono essere parago-
nate a lune, comete e asteroidi. Tutto nell’atomo è tenuto insieme da un’ener-
gia che fa da colla, ma la natura di questa energia è ancora ignota alla fisica.
Se accettiamo che l’atomo singolo è per i nostri occhi umani invisibile e che
noi possiamo vedere ‘visibili’ solo gruppi di atomi (a miliardi) allora il corpo è
costituito da galassie di innumerevoli atomi mossi ordinatamente da un’ener-
gia intelligente che permette la loro interazione continua. Non ci rimane che
aprirci con amore alla coscienza cosmica presente in ogni dove dell’universo.
Un altro Premio Nobel, per la Letteratura, Henri Bergson ha detto: “La
coscienza appare il principio motore dell’evoluzione. Se le nostre analisi sono
esatte, all’origine della vita vi è una coscienza o meglio una supercoscienza”.
Io credo che ci faccia bene ripetere spesso questa affermazione positiva:
“Io ho in me tutte le qualità e tutte le risorse per soddisfare i miei desideri.
Autorizzo me stesso ad accettare l’abbondanza, la ricchezza e la buona salute
che merito.”
Molti eventi negativi ed inaspettati sono causati dai programmi inseriti e
dimenticati nelle profondità della mente subconscia, purtroppo, se non vengo-
no disattivati ed estinti, continuano inesorabilmente a remare ‘contro’.
Il più delle volte le disgrazie e le malattie sono la conseguenza di sottili
meccanismi di autopunizione innescati da concetti errati introdotti nella
nostra mente quando eravamo bambini innocenti e indifesi. Qualche adulto
(programmato a sua volta da bambino) ci ha voluto insegnare che: siamo tutti
peccatori, nati con il peccato originale, non siamo degni, il piacere fisico non
è spirituale, il corpo nudo è osceno e non va bene, non meritiamo il successo, etc...
. 38 .
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FLASHBACK 1
La parola fede viene dal latino ‘fides’ che vuol dire ‘legame, impegno’, la
fede richiede conoscenza, ma senza comprensione produce solo ignoranza e
infelicità. Credi in quello che fai e capiscilo bene, fa domande e cerca con
umiltà, non credere per abitudine, comodità o sentito dire. Siamo nel predetto
periodo dell’Apocalisse. Visto che viviamo in un periodo in cui conviene esse-
re molto precisi faccio ancora un po’ di etimologia delle parole.
Etimologia viene dal greco etumos (vero) e logos (conoscenza), quindi cerca-
re il vero significato originale delle parole è molto importante per capire la loro
continua distorsione. Apocalisse non vuol dire distruzione totale ma ‘rivelazione’.
Chi vi dà un buon messaggio, una buona notizia, è un buon messaggero.
Angelos in greco vuol dire messaggero. La principale caratteristica dell’angelo
non sono le ali ma le buone notizie. Anche vangelo viene dal greco e vuol dire
buona novella, buona notizia.
Allora, in questo tempo di rivelazione (apocalisse) chi vi dà le buone noti-
zie (vangelo) è un caro messaggero (angelo), il valore delle buone notizie
aumenta se vanno condivise in riunioni ed assemblee (chiesa viene dal greco
ekklesia, assemblea, comunità). Nelle antiche assemblee parlavano prima gli
anziani (signore viene dal latino senior che vuol dire più vecchio) e rivelavano
conoscenze che portavano gli spiriti in comunione (religione viene dal latino
religio, ciò che unisce), Yoga in sanscrito vuol dire unione.
I più elevati parlano e rivelano più conoscenza (profeta, dal greco prophetes
vuol dire colui che rivela). Guru in sanscrito vuol dire colui che dal buio (gu)
porta alla luce (ru). Se poi vogliamo capire il significato di cattolico (dal greco
katolikos, universale) vediamo che è un concetto simile a quello del Sanatana
Dharma.
Eppure importantissime parole come religione, cattolico, guru, profeti, van-
gelo, Signore, apocalisse, angelo ed altre ancora, vengono usate ed abusate (il
più delle volte) senza che venga colto il loro significato originale, quello per il
quale sono state create.
Ultimamente molti hanno accolto a braccia aperte i segnali della Nuova
Era, qualcuno ha creduto in una elevazione rapida ignorando i tremendi con-
dizionamenti subconsci; purtroppo non basta desiderare la libertà, l’amore e la
conoscenza, questo è il primo passo, necessario ma non sufficiente per raggiun-
gere la liberazione.
Ci vogliono coraggio, determinazione, conoscenza e buona compagnia per
riuscire a liberarsi da certe influenze sottili, quindi non vi stupite se fate fatica
a soddisfare voi stessi. Essere se stessi è un gran bel programma ma di per sé non
. 40 .
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FLASHBACK 1
garantisce la felicità, la liberazione avviene solo portando tutto alla luce. Per
‘essere’ veramente se stessi conviene prima conoscere bene il funzionamento
della mente subconscia, de-programmarla dai programmi distruttivi e ri-pro-
grammarla volontariamente con buone abitudini, altrimenti essere felici non è
realizzabile proprio come è impossibile riempire un secchio bucato. Il comples-
so di colpa legato alla fisicità e alla sessualità è molto radicato nella mente di
chi è nato in occidente; è sì possibile ignorarlo e fare sesso ma occultamente il
famigerato ‘complesso’ rimarrà attivo producendo automaticamente, per rea-
zione, continue sensazioni di malessere e autopunizione. Anzi più si hanno rap-
porti sessuali non liberati e più, di fatto, dopo si sta male, per cui qualcuno
stressato da una sensorialità inquinata può arrivare all’eccesso e all’estremo
rifiuto, così il celibato e l’astinenza vengono sognate come paradisiache oasi di
salvezza. Ricordiamolo bene, le gerarchie religiose di ogni credo non temono il
sesso libero ma quello LIBERATO. Liberato dal subdolo complesso di colpa,
che inquina maleficamente ogni attività sessuale, diventa un’azione nobile che
con un’opera di accurata bonifica va resa potabile, dissetante e nutriente.
Durante il rapporto intimo l’uomo e la donna cominciano a sentire le forze
divine che si esprimono attraverso il contatto intimo, ma purtroppo sono igno-
ranti su come usare in modo appropriato queste energie superiori e ne consegue
una naturale frustrazione, quindi ben vengano degli insegnamenti precisi su
queste leggi universali tenute nascoste e lontane dalla sessualità. Una sessuali-
tà giusta porta allo sviluppo naturale di notevoli capacità psichiche che per-
mettono di guardare dentro noi stessi e scoprire la verità circa molte domande
senza risposta.
A chi mi dice che siamo figli di Dio ricordo con un sorriso che siamo sicu-
ramente figli di un rapporto sessuale e se siamo un dono di Dio, questo ci viene
recapitato attraverso un intimo incontro sessuale. Grazie al mandante ma
anche al corriere.
La suora e la prostituta
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Siamo anime spirituali, la saggezza sta nel vivere nel corpo senza essere del
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FLASHBACK 1
economica per conoscere oltre che un affascinante (qui la parola non è usata a
sproposito) paese straniero anche un altro mondo dimenticato, quello interio-
re ricco di visioni, speranze ed energie che la scuola e la famiglia avevano volu-
tamente ignorato. Sicuramente l’India non era e non è di per sé un Paradiso ma
un possibile trampolino per chi ha il coraggio di entrare in se stesso e in altre
dimensioni. I Beatles chiamarono il loro viaggio in India Magical Mistery Tour,
un travolgente giro, magico e misterioso, dentro e fuori di noi, da osservare e
gustare sia ad occhi aperti che a occhi chiusi.
Nel 1965, di ritorno da un lungo viaggio in India e sull’Himalaya, Timothy
Leary, psichiatra dell’università americana di Harvard e guida spirituale del
Flower Power californiano, scrisse: “Un viaggio in India equivale a sperimenta-
re fino in fondo un allucinogeno... un dispiegarsi continuo di visioni... La gente
reagisce all’India allo stesso modo di come reagisce alle droghe psichedeliche...
o ci si abbandona all’unione estatica feconda con la mistica Vita-Tutto o ci si
rinchiude dietro i circuiti sterili degli alberghi turistici ad aria condizionata”.
La società indiana purtroppo non si muove più, collettivamente, su autenti-
ci principi spirituali, però al suo interno si possono ancora incontrare individui
e piccoli gruppi che, nei secoli, hanno mantenuto intatta l’essenza dell’antico
pensiero in cui non c’è separazione tra materia e movimento, tra materia ed ener-
gia, sono solo due aspetti diversi di quella stessa realtà che lo scienziato David
Bohm, teorico della meccanica quantistica, chiamava “totalità ininterrotta”.
La filosofia tantrica aveva già concepito questa visione unitaria e vedeva
nella coppia composta dal principio cosmico maschile, Shiva, e dal principio
cosmico femminile, Shakti, la manifestazione fisica e visibile della complemen-
tarietà delle grandi forze sottili che compongono l’Universo a più dimensioni.
In India esistono ancora i Siddha e gli Yoghi Tantrici, maestri dell’alchimia
energetica e della scienza biochimica. Sono rari, ma ci sono.
Mentre una parte dell’alchimia occidentale, motivata dall’avidità, cercava la
trasmutazione meccanica del piombo in oro, sull’Himalaya i grandi saggi hanno
puntato in alto, alla trasformazione di se stessi ed hanno realizzato il prolunga-
mento ad oltranza della vita cellulare. Le cellule liberate dai radicali liberi e dallo
stress non si deteriorano e continuano a riprodursi integre ad ogni passaggio.
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FLASHBACK 1
Le News
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Giacobbe d’Ancona
Dice lo spirito disincarnato Ramtha: “Chi sei tu? Tu sei Dio manifestato
come uomo per continuare l’espansione del pensiero nell’eternità”.
Sto realizzando, anno dopo anno, che l’esperienza umana può essere una
straordinaria avventura spirituale, totale e piacevolissima. Mi piace comuni-
carlo a chi vuole ascoltare.
Come dice il mio caro amico Giorgio Gustavo Rosso che apprezza e pubbli-
ca la filosofia di Ramtha in italiano: “Non dubitate mai che un piccolo gruppo
di persone sensibili e risolute possa cambiare il mondo, in effetti la loro forza è
l’unica cosa che l’abbia mai cambiato”.
Osservo Giorgio da trent’anni e vedo che fa veramente cose belle, pulite e
costruttive. È uno dei cari Spiriti Liberi apparsi in Italia (sono tanti) con un suo
messaggio preciso: “Io penso che la pace sia la più grande ricchezza per i popo-
li. La guerra, il terrorismo e la paura sono gli strumenti dei tiranni. Ti propon-
go di partecipare alla costruzione di una nuova società e una nuova economia,
basate sul rispetto delle persone e della loro diversità, sull’uguaglianza dei dirit-
ti tra la donna e l’uomo, sul rispetto e la valorizzazione dei bambini e degli
anziani”.
Lunga vita a Giorgio Rosso!
Lui, come me, pubblica liberamente il suo recapito per cui chi crede in questo
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FLASHBACK 1
Il viaggio continua
Presto sarò solo un altro volto tra la folla, circondato dalla vitalità di milioni
di persone, esseri spirituali che, nella loro esperienza terrena, hanno deciso di
incontrarsi sulle rive del Gange per un grande scambio di energia spirituale. La
Kumbha Mela è una fantastica città provvisoria, popolata da un’infinità di per-
sone, nel 1989 ha raggiunto quota 30 milioni, quest’anno si prevede il raddoppio.
Tende, accampamenti, semplici costruzioni di canne di bambù, stuoie di
paglia, coperte di poco valore coprono la sterminata distesa di sabbia candida e
finissima, questo spazio che nella stagione estiva dei monsoni viene invaso
dalle piene che, non di rado, arrivano a superare gli argini e a travolgere con
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FLASHBACK 2
FLASHBACK 2
Era la fine del 1996, avevo terminato la stesura di Incontro con la Chiara
Luce, un periodo molto importante della mia vita si era concluso. Stimolato
dalla euforica leggerezza di aver portato a termine un’opera che mi aveva diver-
tito considerai la vita con un atteggiamento fresco e curioso, mi sentivo pron-
to a piacevoli incontri e nuovi appuntamenti. Arriva l’ultimo dell’anno, sono
a casa di Nicole - lei è appena tornata dal Lussemburgo dove è nata - doveva-
mo uscire ed incontrare degli amici ma scegliamo la quiete casalinga. Mancano
quindici minuti a mezzanotte, non volevo banalmente ritrovarmi davanti ad un
televisore acceso, ma qualcosa mi spinge ad accendere. Rai Tre, è in onda un
collegamento con la trasmissione che Arbore conduce su Rai International. È
con lui la famosa astrologa di Canale 5 Luisa De Giuli. Luisa mi ha telefonato
due giorni prima, abbiamo un appuntamento per il quattro gennaio. Sta per
scoccare la mezzanotte, sono convinto che il periodo de Il Grande Anno, che
va dal gennaio 1989 al dicembre 1996, si sta chiudendo con un insegnamento
chiaro e preciso. Pochi giorni dopo vado ad incontrare Luisa, ha avuto il mio
numero di telefono da Mauro Bigagli che dirige la rivista esoterica Energie. Un
giorno di fine settembre Mauro venne da Tolentino a Rimini, voleva cono-
scermi: “Sono venuto ad incontrare un illuminato”. Poi scoppiò a ridere e
diventammo amici. Faccio alla De Giuli, considerata a livello internazionale
un’astrologa di prima classe, una precisa domanda su di me: “Come erano dis-
posti per me gli astri il 3 dicembre 1992?”. Veloce elabora i dati seguendo un
suo sistema di interpretazione che le è valso il prestigioso premio
dell’International Society for Astrological Research. Marte sull’ascendente,
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In treno
Piove. Alla stazione di Ancona non sale nessuno. Dopo la Kumbha Mela mi
piacerebbe tornare in questa città di mare. Come il grande viaggiatore
Giacobbe io sono nato ad Ancona
Sicuramente qui sono nati altri spiriti liberi che potrebbero apprezzare quel-
lo che dice uno come me che è nato lì come loro.
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IL TERZO OCCHIO
IL TERZO OCCHIO
a cura di Giorgio Cerquetti
Nel salutare chi legge voglio precisare il criterio di questa mia presenza su
Stargate. L’universo non è così come è ma piuttosto così come lo vedi “TU”.
Se una cosa non esiste, la sua non-esistenza si può spiegare in due modi: o
non esiste assolutamente, oppure esiste ma purtroppo tu non la vedi, comince-
rà ad esistere solo dal momento in cui tu ne prenderai coscienza. Questo meto-
do di apprendimento e conoscenza si chiama scoperta. Eppure una volta...
anche l’America una volta non esisteva (per gli Europei) tant’è che qualcuno
la chiama ancora il Nuovo Continente.
Allora, in questo spazio parlerò a “ruota libera” di notizie recenti e notizie
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Richard Gere
L’attore americano ha detto che in una vita successiva gli piacerebbe essere
una donna. Alla domanda “Chi?” ha risposto: il segretario di Stato americano
Madeleine Albright. La signora Albright, informata del desiderio di Gere, ha
riso di cuore e ha replicato: “Io a mia volta vorrei essere lui!”.
Punto di riflessione. Se incontrate una come la Albright guardatela bene,
adesso è bassa e sovrappeso, ma in una vita precedente potrebbe essere stata un
attore bello e affascinante. Conclusione: siamo tutti spiriti eterni, indossatori
di fantastici corpi temporanei.
In questa dimensione materiale tutto ha un inizio e una fine, ogni cosa è
inevitabilmente impermanente, ognuno di noi, invece, è certamente eterno.
La nostra esistenza non conosce partenze e punti di arrivo ma solo continuo
divenire. Questa affermazione è una supervitamina per la coscienza.
fosse stata uccisa dai cacciatori. Personalmente sono vegetariano e contro la caccia.
C’è chi dice che i delfini e le balene mantengono la buona energia spirituale
sul pianeta Terra, e allora:
VITA LUNGA, LIBERA E FELICE A TUTTE LE BALENE E A TUTTI
GLI ESSERI ANIMATI CHE ABITANO SU QUESTO PIANETA.
Da felice passeggero dell’astronave Terra mi piace raccontare durante le mie
conferenze che noi terrestri siamo gente di periferia, viviamo in un braccio
periferico della galassia a ben 30.000 anni luce di distanza dal suo centro. Se
volessimo andare a prendere un caffè in centro, al Galaxy Bar, e ci muovessi-
mo velocissimi, trentamila anni ad andare, mezz’ora al bar ed altri trentamila
anni luce per il viaggio di ritorno, troveremmo dopo il caffè che le cose qui
sono cambiate, molto cambiate, cambiatissime. Non troveremo tracce del
nostro soggiorno. Insomma i caffè al Galaxy Bar sono da evitare oppure biso-
gna essere molto ben preparati per affrontare il nuovo scenario al rientro...
Ci sono miliardi di altre galassie con esseri che vivono in centro ed altri,
come noi, che vivono in periferia.
Il nostro caro e amato Sole, venerato per secoli come una divinità superio-
re, è considerato dagli scienziati un piccolo astro, classificato come stella nana.
Conclusione: siamo gente di periferia, residenti su un pianeta che ruota intor-
no ad una stella nana, prendiamoci alla leggera ed evitiamo di essere una spe-
cie di Fantozzi cosmici. Se vogliamo, possiamo avere accesso immediato alla
galassia e a tutte le galassie, possiamo entrare in contatto con l’essenza invaria-
bile del tempo (l’eternità) e della vita infinita che pulsa e vibra ovunque.
Come? Solita risposta: chiedete e vi sarà dato, bussate e vi sarà aperto.
Nell’universo vige la regola dell’amore e del libero accesso. Dio non è solo
AMORE ma anche LIBERTÀ TOTALE. Con umiltà si va ovunque e si capi-
sce ogni cosa.
Affermazione positiva da ripetere con voce calma: “Io sono uno Spirito
Libero che viaggia eternamente nell’infinito, la mia vita non ha mai avuto ini-
zio e non avrà mai fine. Sto vivendo un’esperienza umana sul pianeta terra, in
questa vita ho un corpo maschile (o femminile), il mio nome è Giorgio
Cerquetti (ripeti il tuo nome)”.
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Accadde a Roswell
L’amico della CIA mi disse che aveva avuto tra le mani un pezzo dell’UFO
recuperato nel New Mexico.
Era più leggero della carta velina, se accartocciato riprendeva subito la sua
forma originale senza alcuna traccia di pieghe; era indistruttibile col fuoco e
impenetrabile ai proiettili. Il verdetto degli scienziati, che lo avevano studiato
attentamente per anni, era che l’oggetto esaminato non apparteneva sicura-
mente al nostro sistema solare.
Mi leggerò il libro di Corso sull’aereo, a qualche chilometro dalla superficie
del nostro caro pianeta. Corso aveva aspettato tanti anni perché tra di loro, i
militari testimoni diretti delle analisi scientifiche sui corpi degli alieni, aveva-
no fatto un patto per cui avrebbe parlato solo l’ultimo sopravvissuto. Corso
voleva lasciare ai posteri una documentazione reale di un vero evento storico.
Nel dicembre 1995 l’amico regista Guido Ferrari, nel corso della realizzazio-
ne di tre documentari sul tema UFO per conto della televisione svizzera, riuscì
ad incontrare Frank Kaufmann. Kaufmann aveva ottant’anni e da poco era
uscito allo scoperto come testimone oculare chiave del caso Roswell ed aveva
coraggiosamente rilasciato un’intervista all’emittente televisiva britannica
Channel 4. Raccontò di aver visto, accanto ai rottami dell’UFO caduto, anche
dei corpi di alieni. Rifiutò una successiva intervista televisiva, dopo Channel 4
e un’altra sua apparizione televisiva, sulla rete americana CBS, perché era stato
assediato da giornalisti di tutto il mondo.
Kaufmann era stato tutta la vita nei servizi segreti e dopo decenni l’affare
Roswell era ancora un segreto di Stato. Probabilmente dall’alto gli avevano
ingiunto di evitare i mass media e continuare a mantenere il silenzio.
Ferrari è un uomo nobile e dolce che riesce a mettere chiunque a proprio
agio, il suo carisma funzionò anche col vecchio agente segreto che, pur rifiu-
tando l’esposizione televisiva, non rinunciò ad aprire il suo cuore.
Questo è il racconto di Guido: “Gli chiedo conferma di un punto essenzia-
le delle sue dichiarazioni: il fatto che accanto ai rottami dell’UFO ci sarebbero
stati dei corpi di alieni. Kaufmann mi dice che i corpi erano cinque ma perso-
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nalmente lui ne vide solo tre. Non erano grotteschi come quelli del ‘filmato
Santilli’ (il discutibile video in bianco e nero dell’autopsia di un alieno, datato
1947, che improvvisamente riapparve e fece, anni fa, il giro delle televisioni
mondiali) erano esseri molto umani nei tratti, il loro volto mostrava maturità,
intelligenza, erano di statura attorno al metro e mezzo, di carnagione piuttosto
scura, anche per l’esposizione alle intemperie. Erano di sesso maschile, come gli
fu riferito più tardi, ed avevano mani con cinque dita. Mentre racconta del
ritrovamento leggo negli occhi del vecchio agente, abituato a tacere, commo-
zione e sentita partecipazione alla tragedia di quegli esseri. Mi dice che da quel
giorno spesso, la notte, esce in giardino a guardare le stelle come se cercasse un
conforto. E poi mi racconta che uno degli alieni si era allontanato dal disco ed
era morto con la schiena appoggiata al pendio della montagna, con gli occhi
rotondi spalancati e rivolti al cielo, quasi volessero dire: è andata così, accet-
tiamo il destino. Non c’era terrore in lui, bensì una grande serenità, una gran-
de pace. Kaufmann appare visibilmente commosso. Dunque gli occhi non
erano neri, ovali, rivolti all’insù, gli dico. Mi spiega che no, che erano roton-
di un po’ più grandi dei nostri, ma voglio essere sicuro e insisto per sapere se
tutti gli alieni erano morti al momento del ritrovamento. Dice di sì. Kaufmann
racconta che fu il suo gruppo di nove uomini che ricevette l’incarico di ripu-
lire la zona, solo lui ed un altro vecchio agente sono ancora in vita. Mi spiega
che il disco è precipitato a causa degli esperimenti con raggi di varia frequenza
che venivano effettuati in quei giorni nella zona di Roswell. L’oggetto ha toc-
cato terra, poi ha rimbalzato ed ha cozzato contro la montagna, la sua presenza
era stata segnalata dai radar. Kaufmann continua dicendo che il disco fu attira-
to nella zona dagli esperimenti in corso e che vi erano state recenti esplosioni
atomiche. ‘Cosa stanno facendo gli umani?’, si saranno chiesti. Kaufmann rifiu-
ta una nuova intervista televisiva ma mi dice nuovamente che è ora che se ne
parli. Si rammarica dell’insistenza del segreto di stato e guardandomi negli
occhi mi dice che tra il 1947 e il ‘48, con lo scorporamento dell’aeronautica
dall’esercito voluto dal Presidente Truman, sono state cancellate tutte le possi-
bili prove dell’avvenimento. La sua espressione è di profondo rammarico. Mi
spiega poi che lo studio della tecnologia extraterrestre ha permesso dei balzi
nelle nostre conoscenze scientifiche e nelle loro applicazioni. Lo ringrazio del
colloquio e gli dico che ho avvertito la sua profonda commozione, il suo desi-
derio di verità. Lo ringrazio della fiducia datami. Mi guarda e mi dice: ‘Certe
volte - è incredibile - li sento vicini’.
Corso e Kaufmann sono stati onesti, per anni hanno eseguito gli ordini ma
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IL TERZO OCCHIO
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UNA GIORNATA A ROMA
. Capitolo secondo .
Prima di partire parlo al telefono con Giorgio Furlan, anima gentile e fon-
datore, insieme alla cara moglie Elisabetta, dell’Accademia Yoga, un centro da
frequentare.
Lui è appena tornato da Allahabad dove lo incontrai alla Maha Mela del
1989, io camminavo, senza meta, tra i vari accampamenti ed a un certo punto
lo incontrai, era seduto a gambe incrociate sulla sabbia nei pressi del campo
della Divine Life Society, un gruppo che gestisce un grande Ashram a
Rishikesh a nord di Delhi, una comunità spirituale fondata da Sivananda, una
grande anima che fu medico, filantropo e Yoghi.
Furlan è l’italiano che ha frequentato più Mela, ne ha già vissute sette e va
avanti con entusiasmo inarrestabile. Di queste riunioni ce ne sono quattro che
si alternano ogni tre anni (Ujian, Hardwar, Nasik, Allahabad) ma la più impor-
tante è, a detta di tutti, questa del Triveni.
Mi parla dei vari incontri che ha fatto e in particolare di Pilot Baba, uno
Yoghi chiamato così perché, prima del suo risveglio spirituale, faceva il pilota
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d’aereo.
In Giappone, sotto stretta sorveglianza scientifica, Pilot stupì un gruppo di
scienziati rimanendo più di 70 ore sotto l’acqua, ancorato al fondo di una pisci-
na, fermò la respirazione e riuscì a mantenere il corpo immobile in uno stato di
animazione sospesa, con un gesto che andava platealmente contro le consuete
leggi della fisiologia umana.
Paul Brunton, autore negli anni trenta del libro India Segreta, racconta di
uno Yoghi che rimase sepolto per 27 giorni; quando l’uomo fu dissotterrato e
riprese il controllo del corpo l’aria irruppe nei suoi polmoni con un forte sibilo,
simile a quello di un fischio a vapore. Nel XVIII secolo gli inglesi non prende-
vano sul serio questi fenomeni straordinari e in modo spregiativo chiamavano
gli Yoghi ‘fachiri’, la parola fachiro deriva dall’arabo faqir e vuol dire povero,
colui che non ha niente.
Fachiri erano per i dominatori inglesi sia gli Yoghi elevati che i mendicanti
che si incontravano per strada.
Diceva uno dei grandi capi degli indiani d’America, Cane Rosso: “Noi
siamo poveri perché siamo onesti”. Questa frase riassume la dignitosa povertà
materiale di molti popoli del terzo mondo.
Di fatto uno Yoghi è molto onesto ed anche se appare povero è molto ricco.
È ricco perché ha se stesso, un capitale che nessuna inflazione e nessun domi-
natore armato potrà mai sottrargli.
Brunton riporta anche un fenomeno simile descritto da Sir Claude Wade.
Da bravo scettico inglese figlio del dogma ‘io credo solo in quello che vedo’,
Wade fece deporre l’indiano in una cassa posta in una cella ad un metro sotto
il pavimento; quattro sentinelle che si alternavano ogni due ore, giorno e
notte, impedivano ogni eventuale intrusione esterna.
“Quando la cassa fu riaperta”, scrive Sir Wade, “vedemmo il corpo intatto
avvolto in un drappo di lino bianco, stretto con una corda attorno al capo. I
servitori cominciarono a versare acqua tiepida sul corpo - le gambe e le braccia
erano rigide e rattrappite, come il viso, e il capo era reclinato sulle spalle, come
quello di un cadavere - quindi chiamai il mio medico curante e gli feci ispezio-
nare il corpo, cosa che egli fece, ma senza riuscire a individuare il battito car-
diaco ai polsi, alle tempie e al cuore. Tuttavia c’era un certo calore nella regio-
ne cerebrale che non si poteva riscontrare in nessuna altra parte del corpo. Il
processo della resuscitazione comprendeva lavaggi con acqua calda, frizioni,
rimozione dei tappi di cera e cotone dalle narici e dalle orecchie.”
Alla fine il nobile inglese dovette accettare l’evidenza, dopo molti giorni di
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UNA GIORNATA A ROMA
morte apparente, il fachiro indiano aprì gli occhi, riconobbe i presenti e parlò.
Molti anni fa Rudy Stauder invitò in Italia uno Yoghi di nome Ghianander,
accompagnato dall’amico Yoghi Shankar; il giovane indiano si fece sotterrare
per tutta la durata del convegno organizzato dal mensile Astra. Dopo cinque
lunghi giorni uscì da sottoterra fresco e riposato, subito fu intervistato da
Giorgio Medail per Canale 5.
Prima del suo risveglio, mentre lo dissotteravano, Medail intervistò me.
Dissi che in India alcuni Yoghi riescono a stare in quello stato di animazione
sospesa per mesi e qualcuno anche per anni. Lo Yoghi sorridendo ripeté qual-
che minuto dopo le mie stesse parole come se le stesse leggendo su un foglio.
Non mi persi la grande opportunità di passare poi qualche giorno con
Shankar e Ghianander, che erano tranquilli, rilassati e senza pretese, e viveva-
no quell’ambìto stato mentale chiamato in India non-ansietà (Vaikuntha).
Alla Mela Pilot si limitò ad assistere energeticamente una sua discepola
giapponese che si era fatta mettere sotto terra, dove rimase per più giorni,
immobile ed in stato di meditazione.
Furlan ha fatto un video della Mela, di Pilot e della giapponese, me lo farà
vedere al mio ritorno.
Mi accenna anche una notizia che avevo già sentito da altri: alcuni esperti
con macchine speciali hanno fotografato lungo le rive del Gange la presenza di
esseri di luce. Gli antichi testi affermano chiaramente che i Deva e gli esseri di
luce disincarnati appaiono regolarmente a questa magica assemblea universale.
La varietà degli esseri che appaiono alla Mela supera l’immaginazione dei
visitatori occidentali, dire che c’è di tutto vuol dire esporre la normale varietà
del raduno sul Gange.
Così Babaji rispose a Yukteswar che gli esprimeva la sua delusione travolto
dalla gran folla rumorosa che si era radunata per l’evento (siamo alla fine del-
l’ottocento): “Per colpa dei molti non giudicare il tutto. Ogni cosa sulla terra
ha un duplice carattere, come un miscuglio di sabbia e zucchero. Sii come la
saggia formica che sceglie solo lo zucchero e non tocca la sabbia. Benché molti
dei Sadhu che si trovano qui errino ancora nell’illusione, pure il Kumbha Mela
è benedetto dalla presenza di alcuni uomini dalla realizzazione divina”.
L’atmosfera che ho respirato all’ultima Kumbha Mela del secolo scorso è
indiana ma è un’India diversa, tutto scorre, tutto è pulito, non c’è confusione e
non ci sono crimini. È un modello di comunità spirituale ideale che un giorno
tornerà a brillare permanentemente in tutto il vasto territorio geografico che
oggi chiamiamo India.
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L’antica Bharata
Una volta gli indiani la chiamavano Bharata che vuol dire terra della cono-
scenza spirituale. In sanscrito Bha vuol dire conoscenza e Rati amante.
Il nome India risale ai tempi di Alessandro Magno e ciò che era al di là del
fiume Indo (dal sanscrito Sindhu, fiume) veniva chiamato genericamente
India.
Quando Yogananda partì per gli USA il suo Guru Sri Yukteswar gli fece
questa raccomandazione, che anche io seguo con la massima attenzione:
“Dimentica di essere nato tra gli indiani, e non adottare nemmeno tutte le
maniere degli americani, prendi il meglio dei due popoli. Sii il vero te stesso.
Cerca ed assimila in te le qualità migliori di tutti i tuoi fratelli sparsi sulla terra,
di qualunque razza siano. La tua facoltà di attrarre anime sincere è forte.
Dovunque andrai, anche in un deserto, troverai degli amici”.
Io sono stato e sono ancora molto fortunato, ho incontrato e sto incon-
trando molti amici. In questo momento sto incontrando te. Questa è la vera
ricchezza, il tesoro che nessun ladro può rubare.
Un amico è quella persona che, dopo aver saputo tutto di te, ti rimane
amico; un vero amico non si stupisce mai, non fugge, non si scandalizza e
soprattutto non giudica. Ascolta, capisce, può avere opinioni diverse ma non
litiga e non abbandona. Chi trova un amico trova veramente un tesoro.
In questo momento tu incontri me e io sto incontrando te: un incontro
energetico non-locale, ma reale ed effettivo.
Io consiglio a te e a tutti di avere amici, a te in particolare consiglio di
diventare un vero amico di te stesso. Quando cominci a conoscere qualcosa di
te, evita la rabbia e non ti scoraggiare davanti alle difficoltà, piuttosto amati e
trattati bene, accettati e migliorati con calma. Essere amici di se stessi è un’al-
tra grande ricchezza. Tra le affermazioni positive che consiglio di ripetere, con
voce serena e sicura per elevare la propria autostima, questa mi sembra una
delle più importanti: “Io ho il coraggio di conoscere me stesso, chi conosce se
stesso conosce l’universo”.
Roma è un vortice di energie internazionali, nel bene e nel male da migliaia
di anni tiene banco nel karma del pianeta, io ci vengo ogni tanto, ho molti
amici e credo che nel tempo la cosiddetta ‘città eterna’ possa produrre delle
forme di spiritualità molto più elevate.
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UNA GIORNATA A ROMA
Come ho già descritto in Incontro con la Chiara Luce, in questa vita pur non
essendo un cattolico praticante mi sono trovato ad avere karmicamente un
contatto piuttosto ravvicinato con la gerarchia cattolica.
Ho avuto un incontro personale con Giovanni Paolo II, una persona aperta
al dialogo e disponibile ma saldamente ancorata ad una ferrea gerarchia secola-
re, secondo me limitata da rituali e schemi anacronistici.
Lui ha portato delle innovazioni, ma molte sono rimaste nei suoi gesti. Nei
suoi viaggi ha chiesto perdono a vari popoli del mondo ma i cristiani conti-
nuano a fare guerre nel mondo. Riflettiamo su un punto, le sanguinose guerre
di religione esistono da quando c’è il monoteismo. I tre blocchi monoteisti
(ebrei, cristiani e musulmani) faticano, da secoli, a trovare un accordo, eppure
parlano dello stesso Dio. La religione va liberata dalle gerarchie e restituita al
cuore degli individui, Dio sa parlare a chi vuole ascoltare. Diceva Gesù: “Chi
ha orecchie per intendere intenda”.
Ho incontrato il capo della Biblioteca Vaticana a cui ho parlato della cor-
retta interpretazione dei Veda e il responsabile della Radio Vaticana che mi
intervistò sulla filosofia indiana.
Ho incontrato anche il cardinal Milingo ed altri prelati di alto rango.
I tre con cui mi sono sentito più in sintonia sono stati Padre Zanotelli dei
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uccidere una formica, io non lo farei”. E poi anche San Francesco, “Laudato
sie... cum tucte le tue creature”.
Canciani aveva compiuto gli studi di filosofia, diritto e teologia
all’Università Lateranense per cui gli riusciva facile trovare autorevoli citazio-
ni bibliche a favore del rispetto degli animali.
La ricchezza di carta
che esso compera. Il totale del denaro di uno Stato dovrebbe essere in rapporto
diretto con la produzione e ad ogni aumento reale della produzione dovrebbe
corrispondere un aumento equivalente del denaro messo in circolazione dalle
Banche Centrali. La tragica assurdità della situazione è che molti governi
hanno delegato ai banchieri privati la propria responsabilità di tutore dell’inte-
grità monetaria pubblica, questa scelta si chiama tecnicamente ‘emissione della
massa monetaria privata’.
Oggi la maggior parte delle nazioni del mondo dispongono di una propria
Banca Centrale. Le Banche Centrali possono essere di proprietà pubblica oppu-
re privata. Negli Usa la Banca Centrale è la Federal Reserve Bank fondata nel
1913, comunque nonostante il nome e i vari protocolli di gestione la US
Federal Bank è di proprietà privata. Gli Stati Uniti sono un’unione federale per
cui il nome di questa Banca Centrale, la più potente del mondo, confonde sia
gli americani che gli altri, indotti a credere che sia di proprietà pubblica.
Le Banche Centrali sono in mano a cooperative formate da banche private
che con questo sistema riescono ad accaparrarsi quote sempre maggiori della
reale ricchezza nazionale.
Ammoniva Irving Fischer già nel 1936: “Così la nostra valuta nazionale cir-
colante è ora alla mercé delle transazioni di prestito delle banche, che non pre-
stano denaro bensì promesse di fornire denaro che non possiedono”.
Il debito pubblico
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UNA GIORNATA A ROMA
“Un aspetto ancor più scandaloso del moderno sistema di emissione della
massa monetaria privata” scrive Vladimir Z. Nuri, “è che alla banca che concede
il prestito viene sostanzialmente consentito di conteggiare tale ‘prestito’ come
un bene fin da subito e per fare questo non le viene richiesto di attendere sino
al momento dell’avvenuto rimborso; di conseguenza il debito viene ‘monetiz-
zato’ come ‘garanzia’.”
Il famigerato debito pubblico è una cifra astronomica che lo Stato debito-
re deve a qualcuno. A chi? Si dice che lo Stato siamo noi ed allora a chi dob-
biamo queste cifre così lunghe che non si capisce proprio come abbiano fatto a
diventare tali?
Oggi il gioco dei soldi è diventato un inganno sempre più profondo e peri-
coloso. Noi siamo persone che vivono insieme, noi dovremmo essere lo Stato,
e per relazionare e scambiare merci e servizi abbiamo giustamente bisogno di un
mezzo unico riconosciuto da tutti, il denaro. Da tempo è cominciata la più
grande manipolazione della storia, le banche ottengono dai politici l’autorizza-
zione a stampare il denaro per conto dello Stato e fanno in modo di ricevere
enormi cifre come interesse per il denaro stampato per conto dello Stato.
Si crea così il Debito Pubblico che è un potente guinzaglio al collo di ogni
Stato. Ogni nuovo debito non viene pagato e va ad aggravare automaticamen-
te il Grande Debito, i banchieri registrano tutto correttamente e meticolosa-
mente, con l’elettronica oggi che favorisce il gioco perverso dei conteggi e dei
trasferimenti valutari. La Borsa Valori di Wall Street è il nuovo tempio di
Gerusalemme, è la casa del nuovo grande potere occulto e non è a caso che per
camuffare il gigantesco inganno si usano parole incomprensibili ed altre inno-
centi come “giocare in borsa”.
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UNA GIORNATA A ROMA
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Il denaro non è una realtà di per sé malvagia, il suo uso onesto potrebbe
anche andare bene, è sicuramente un potentissimo mezzo di scambio che equi-
vale al nostro tempo e alla nostra energia. Io, riguardo all’uso del denaro, consi-
glio molta consapevolezza e una assoluta semplicità volontaria nei consumi: ci si
arriva ridimensionando drasticamente tutti i consumi superflui. Questo procedi-
mento di progressiva piazza pulita ci regalerà molto tempo libero e leggerezza.
La consapevolezza va applica al vero significato del denaro. Faccio un esem-
pio, se dovete spendere cento o mille euro dovete calcolare quante ore vi costa
guadagnare quella cifra e calcolare il costo dell’oggetto in proporzione.
Comperate un paio di scarpe o un vestito da cento euro e ne guadagnate
dieci o venti in un’ora? Allora il prezzo del vestito va calcolato in ore di lavo-
ro e la riflessione da fare è: sono disposto a dare cinque o dieci ore della mia
vita per un paio di scarpe o un vestito? Se poi l’oggetto è superfluo pensateci
bene. Ore preziose della nostra vita in cambio del superfluo?
Volete una macchina nuova? In questo caso le ore di vita diventano centi-
naia o migliaia.
Fate un giro per casa, inventariate gli oggetti inutili, calcolate il costo con
questo sistema e vi accorgerete subito di quanti giorni ed anni di vita vi sono
stati sottratti in cambio di pura inutilità che occupa spazio vitale. Nelle feste di
Natale e di compleanno la pura inutilità gestita da un marketing aggressivo ed
avido raggiunge il picco della follia commerciale.
Questo è uno dei tanti usi abominevoli della venuta di Gesù Cristo, festeg-
giare la sua purissima venuta con un super shopping.
Dite no all’inganno! La vera ricchezza è in primo luogo la salute, e la salu-
te deve essere spirituale, mentale e fisica. La vera ricchezza è la ricchezza comu-
ne, cioè un’umanità diversa ma unita da un sentimento globale, ricco e fioren-
te. La libera condivisione di amore, piacere e conoscenza può fare solo del bene.
Regalate e regalatevi voi stessi, il meglio di voi stessi.
La ricchezza comune
Tantra
Questo viaggio verso oriente e verso me stesso nasce ed è guidato dal mio emi-
sfero destro, la mia parte femminile che vede, prevede, intuisce, ama, sogna e
vuole realizzare concretamente e gentilmente un mondo migliore. Parto sempre
da me stesso.
Da anni ho in mente di scrivere diversi libri, tra questi uno sul Tantra,
Tantra vuol dire liberazione (tra) estesa (tan). Questa antica conoscenza spiri-
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LIBERA CONDIVISIONE CONSAPEVOLE
tuale che armonizza felicemente l’energia femminile con quella maschile e pro-
pone l’orgasmo olistico (corpo, mente, spirito) come alternativa creativa alla
competizione stressante del tutti contro tutti, allo shopping senza senso, al con-
sumismo eccessivo e compulsivo e all’accumulo di tanti oggetti inutili.
Il ‘sesso libero’ fa involontariamente il gioco del sistema politico-religioso-
produttivo che lascia fare e dice: fai, fai tanto non riuscirai così facilmente a
liberarti di noi. Il sesso va liberato e trasformato in una sublime attività gioio-
sa, terapeutica e salutare, se viene fatta consapevolmente sgancia l’individuo
dai dogmi, dalla pubblicità commerciale e dalla propaganda politica.
Migliaia di anni fa c’era un’età dell’oro raccontata ampiamente in molte
Scritture Sacre ed antiche leggende, in quel tempo gli individui vivevano senza
ansietà e senza inibizioni sessuali.
Alcune ricerche archeologiche hanno trovato tracce del culto della divini-
tà femminile che risalgono a 25.000 anni fa. In ogni angolo del globo l’energia
femminile veniva adorata alla pari con quella maschile. In varie culture il divi-
no femminile ha assunto vari nomi. Shakti per gli indiani, Iside per gli egizia-
ni, Maka per i maya, Morrigan per i celti, Lilith per gli ebrei, Ishtar per i sume-
ri, Madonna per i cristiani, Tara per i tibetani. In ogni popolo, con nomi diver-
si, l’energia femminile veniva considerata fonte di vita e di gioia per gli umani
e per tutto l’universo. Con l’avvento del cristianesimo organizzato gerarchica-
mente i Padri della Chiesa si sono adoperati con tutti i mezzi per cancellare
ogni traccia della presenza spirituale della Dea. La donna è peccato, è causa di
sofferenza per l’umanità. Nei secoli milioni di donne sono state maltrattate,
torturate ed uccise per aver cercato di manifestare il potere spirituale e tera-
peutico della divina energia femminile.
Chi ha voluto controllare gli altri ha volutamente separato il maschile dal
femminile, la sessualità (i cieli inferiori) dalla spiritualità (i cieli superiori), con
il passare del tempo questa separazione ha prodotto una voragine, da una parte
la sessualità è diventata sempre più bassa e volgare, dall’altra la spiritualità ha
progressivamente perso il contatto diretto con la quotidianità ed è diventata
sempre più astratta ed evanescente. Non ci rimane che voltare pagina e scrive-
re nuove parole di una vera riconciliazione armonica. Uomini e donne che
tenendosi per mano pronuncino a gran voce questo splendido programma:
“Tra di noi c’è AMORE!”.
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VIAGGIO IN AEREO
. Capitolo terzo .
VIAGGIO IN AEREO
In attesa del volo, cammino per l’aeroporto e passo davanti alla El Al, le
linee aeree israeliane.
La mattina del 27 dicembre 1985 io e un gruppo di amici partimmo dall’Eur
in direzione Fiumicino, accompagnavamo Steve diretto a Tel Aviv.
Contemporaneamente il diciottenne Khaled Ibrahim Mahmoud prese due
taxi e si diresse con il suo gruppo verso lo stesso aeroporto. Khaled, uomo di
fiducia del terrorista Abu Nidal, era arrivato a Roma con uno scopo ben preci-
so, sparare all’impazzata contro il banco delle linee aeree israeliane. La sera
prima recuperò le armi sotterrate in un parco, le pulì e andò al cinema con gli
amici a vedere il film Rambo.
Io, la sera prima, mi trovavo con Steve e gli altri amici al Tempio Hare
Krishna di Roma. Invece di vedere Rambo partecipai ad un Kirtan, una mille-
naria celebrazione spirituale dove tutti ballano e, accompagnati da tamburi,
armonium e cembali, cantano insieme il grande mantra della liberazione: Hare
Krishna, Hare Krishna, Krishna Krishna, Hare Hare, Hare Rama, Hare Rama,
Rama Rama, Hare Hare.
Il commando palestinese arrivato a destinazione, come da programma, aprì
il fuoco contro la El Al. La sicurezza israeliana rispose prontamente, uccise tre
attentatori e ferì gravemente il giovane palestinese che da allora è in carcere a
Rebibbia. Anni dopo lui dichiarò in una intervista: “Sparai a Fiumicino, ora me
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ne vergogno. Sono nato durante la guerra, non ho mai avuto modo di pensare
se la lotta armata fosse giusta o sbagliata”.
L’attacco uccise tredici persone (più tre attentatori) e ne ferì gravemente
ottanta. Io arrivai lì durante la sparatoria ma non fui coinvolto da quel karma
pesante.
Continuando a gironzolare per il terminal di Fiumicino ripenso a tutta la
violenza inutile che attacca ogni giorno la vita umana e non-umana.
Un mio compagno del Liceo Parini, Walter Tobagi, un carattere gioviale
che diventò in pochi anni un bravo giornalista fu ucciso per strada dalle Brigate
Rosse. Avevo conosciuto anche Conti, il sindaco di Firenze, lui era un uomo
buono e molto interessato alla filosofia indiana, gli parlai della legge del karma
e della reincarnazione. L’ultima volta con un sorriso mi disse: “Hai un amico a
Palazzo Vecchio!”.
Le Brigate Rosse uccisero anche lui. Uomo senza scorta, ammazzato e pre-
sto dimenticato. Ho incontrato sulla mia lunga strada anche ragazzi e ragazze
che poi sono diventati terroristi di destra o di sinistra. Tutti loro parlavano di
motivazioni (apparentemente) logiche ed ideali. Pensavano di avere ragione.
Che dire davanti alla violenza inutile?
Bisogna liberare il cuore e la mente dal conflitto e dalla rabbia e ripetere spes-
so con serenità:
“Mando il mio amore e la mia buona energia a tutti gli spiriti incarnati che
come me stanno vivendo l’esperienza umana sul pianeta terra”.
Quando vedo nei giornali o in televisione che qualcuno muore, faccio que-
sta meditazione profonda e di buon auspicio.
“Mando il mio amore e la mia buona energia a tutti quelli che in questo
momento stanno lasciando il corpo materiale. Cari spiriti liberi, vi prego di
ricevere il mio sincero augurio di buon viaggio e di felice incontro con la
Chiara Luce.”
Se conosco il nome della persona allora personalizzo l’inizio in modo diret-
to: “Caro Spirito che in questa vita ti chiamavi Giorgio ti mando...”.
Mi fermo a leggere Il Viaggio Continua…
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FLASHBACK 3
FLASHBACK 3
Moana
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ARRIVO A DELHI
. Capitolo quarto .
ARRIVO A DELHI
Dopo qualche ora di volo rimetto piede in India. Qui sono arrivati in tanti,
i famosi e gli sconosciuti. Alessandro Magno, Apollonio di Tiana, Pitagora,
Gesù Cristo, Vasco de Gama, Pasolini, Moravia, i Beatles, Allen Ginsberg,
Timothy Leary, Lanza del Vasto, Guido Gozzano, Giuseppe Tucci, Piero
Scanziani, Tiziano Terzani… e molti altri.
Ognuno si è fatto il suo trip, il suo viaggio totale.
Non mi fermo a Delhi, prendo subito un volo per Benares e poi un taxi per
Allahabad. Voglio arrivare alla Kumbha Mela al più presto.
Sul volo interno che mi porterà al Gange rileggo altre pagine de Il Viaggio
Continua.
FLASHBACK 4
“Mi chiese una moneta d’argento”, racconta Casanova, “la pose su un pezzo
di carbone che infiammò appoggiandolo su una lastra di metallo. Sopra il
carbone mise, con la moneta, un granello di polvere nerastra, e fece
arroventare la moneta stessa. Si raffreddò rapidamente, poi me la porse.
Guardai la moneta che gli avevo dato pochi minuti prima: era diventata d’oro.”
Nel libro Storia dei Rosacroce di Francia nel XVIII secolo Wittermans parla del
Conte: “Questa enigmatica figura, considerata dagli uni un semidio e dagli altri
come un ciarlatano e un impostore solo perché non riuscivano a spiegare la
natura dei suoi poteri, ha suscitato generalmente più sbalordimento che
venerazione. Il lavoro a cui si era dedicato personalmente era il compimento
dello scopo dei Rosacroce: aiutare il progresso della scienza, guidare l’umanità
verso una religione non dogmatica e dare impulso all’evoluzione generale.
Aveva superato la propria epoca di alcuni secoli in campo scientifico e non
aveva scelto soltanto l’Europa, dove aveva soggiornato in quasi tutti gli Stati,
come teatro delle sue imprese. Andò anche in Africa e due volte nelle Indie,
lavorando al compimento di un determinato piano per aiutare il mondo che
non lo capiva, facendo ovunque il bene e dando testimonianza di una carità
inesauribile”.
Tara
Tara ha esattamente la metà della mia età e tra di noi c’è un intenso e
piacevole feeling che però non diventerà mai una relazione fissa come forse è
già avvenuto in vite precedenti.
La incontrai nel 1995 grazie al potere di uno Yoghi disincarnato, Baba
Lokenath. Ero a San Francisco stavo per partire dalla casa di Joan, devota di
Lokenath, quando lei mi invita a sedere, chiudere gli occhi e ad esprimere un
desiderio pensando a Lokenath. “Credimi, avviene”, sospirava Joan, “avviene
sempre con Lui!”
“Allora, caro Lokenath, vorrei incontrare una donna forte, giovane e
avventurosa con cui visitare alcuni luoghi speciali degli Stati Uniti.”
Stavo tornando a Los Angeles e Joan aveva chiamato un pulmino Shuttle
per farmi portare all’aeroporto. In genere questo tipo di mezzi, più economici
dei taxi, sono pieni. Invece quel giorno c’era un passeggero solo: la bella e
sorridente Tara.
Con Tara visitai successivamente l’Esalen Institute, il centro californiano
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dove è nato negli anni sessanta il movimento per lo sviluppo del potenziale
umano che in seguito ha dato corpo alla New Age, e poi Sedona, in Arizona,
considerata, grazie ai suoi vortici, uno dei centri energetici del pianeta ed infine
il leggendario Shasta.
Vale la pena di ricordare due episodi legati a Lokenath e a Saint Germain.
Un’amica di Joan, che aveva sentito da lei tutte le meraviglie di Lokenath,
un giorno si trovò nel panico e pensò intensamente a lui.
Segretaria in uno studio, si recò in macchina all’ufficio postale per
comperare 100 dollari di francobolli. Sulla via del ritorno si accorse
improvvisamente di avere distrattamente dimenticato la busta sul tavolo
davanti allo sportello.
“Uno strano signore anziano, magro e molto alto, vestito di teli arancioni
all’orientale, dopo che lei era uscita, entrò e mi consegnò la sua busta
pregandomi di tenerla da parte. Ha precisato che lei sarebbe tornata dopo
qualche minuto a riprenderla.” Il racconto dell’impiegato postale, breve e
preciso, insieme ai francobolli dimenticati, restituì alla sorpresissima segretaria
il collegamento con una realtà invisibile che ci accompagna ad ogni passo. Lei
senza andare in India capì in un attimo che su questo pianeta, accanto a noi,
vivevano e vivono ancora esseri per cui il sovrannaturale è straordinariamente
normale.
Di notte sul Monte Shasta, in un arcano albergo che a Tara ricordava il film
di Jack Nicholson Shining, mi svegliai all’improvviso ed abbracciando il
bellissimo e candido corpo di Tara sentii di stringere a me la Tara Bianca. In
Tibet Tara è il nome della madre di tutti i Buddha, i risvegliati.
Tara, il cui nome è di origine irlandese, si svegliò e nel buio ebbi
l’impressione di essermi trasferito con lei in un’ampia grotta himalayana. Mi
vedevo sdraiato, insieme a Tara, su un enorme letto di granito in una caverna
molto spaziosa e completamente vuota, stranamente familiare e non fredda.
Una pelle di tigre e coperte morbide, rosso scuro, a fare da letto, nessun
oggetto, solo uno scrigno aperto con gioielli e cristalli che brillavano.
Né sogno, né realtà, ma visione chiara e nitida!
Saint Germain in azione?
Per farla ridere le dissi: “Qui mi sento trasferito dagli Stati Uniti in una
dimensione fantastica tra Mago Merlino, l’India e Conan il Barbaro”.
“Anche io!”, rispose lei, niente affatto spaventata, “Voglio venire in India
con te!”
Un paio di volte mentre guidava verso Shasta, guardandola all’improvviso,
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FLASHBACK 4
mi era sembrata un uomo, ed ebbi la netta impressione che lei, con i capelli
neri sciolti e la sua grinta leggera e divertente, fosse in realtà uno sciamano
pellerossa, una guida spirituale che mi riportava in qualche luogo sacro già
visitato. Mentre guidava, per tenerla sveglia le dicevo: “Tu in questa vita sei
Tara, l’incarnazione tibetana dell’energia femminile. Ma in un’altra sei stata
sicuramente uno sciamano, ricordi? Lo sai che la parola sciamano viene dalla
lingua tungusa siberiana Saman che a sua volta viene dal Sanscrito Shraman e
dal Pali Shamana.”
Nel buio della notte al Monte Shasta accarezzando i suoi capelli neri la
invitai a descrivere che cosa stesse vedendo in quel momento.
Nella trance del dormiveglia visualizzò il mio futuro: “Tu hai il potere di
portare ovunque amore e conoscenza”.
Fiducioso nella Shakti, la potente energia femminile che vede oltre il velo
della prima visione illusoria, le chiesi più precisamente: “Ma cosa stai vedendo,
vite precedenti o future?”
Tara, trascendendo la sua formazione scientifica di giovane psicologa
americana, con la voce dolcemente ispirata mi ricordò che, dopo pochi minuti
che ci eravamo incontrati, sullo Shuttle, mi aveva detto a bruciapelo: “Io non
credo nella reincarnazione ma mi sembra, ed è la prima volta in vita mia, di
aver incontrato qualcuno che conoscevo molto bene”.
“Bene? Bene come?” chiesi io.
“Sicuramente siamo stati insieme, magari eravamo marito e moglie, in
India.”
Qualcosa risuonò dentro di me.
Collegamenti karmici
nutre di Prana. I miei due cari amici hanno organizzato un seminario per lei e
da quattro giorni non l’hanno vista toccare cibo. Lei è credibile e simpatica.
Come è arrivata a manifestare questo Siddhi, di cui parla anche Patanjali nella sua
opera Yoga Sutra (III, 31)? Mi racconta che lei, madre di due figli, dopo anni di
alimentazione vegetariana, Yoga e meditazione un giorno, mentre era assorta in
silenzio nel salotto della sua abitazione australiana, sentì una voce chiara e distinta
che la invitava ad ascoltare con la massima attenzione. Giorno dopo giorno la
voce la portò a realizzare un progetto superiore, vivere solo di Prana. Jasmuheen
accettò umilmente i potenti insegnamenti e quando chiese alla voce: “Ma tu chi
sei?”, la risposta fu breve e sconvolgente: “Sono uno Yoghi dell’Himalaya, una
volta in Europa ero conosciuto come il Conte di Saint Germain”.
Nel libro Ambasciatori di Luce di Jasmuheen si legge: “Nel 1996 Saint
Germain mi si manifestò, chiedendomi se mi sentivo pronta ad essere uno dei
rappresentati dei Maestri Ascesi presso i mass-media del mondo. Egli mi disse
che, rappresentando i media uno degli strumenti educativi più potenti in
questa epoca tecnologica, i Maestri desideravano avvalersi della mia
indipendenza dal cibo per attirare l’attenzione sugli ideali del Movimento per
una Società Positiva Risvegliata”.
Udendo questa storia e guardando il bel volto sorridente della donna
australiana che vive solo di Prana apprezzai i gusti del Conte e concordai
pienamente sul portare avanti il potere dell’energia femminile. Il mondo ha
bisogno di uomini veramente intelligenti in grado di accettare il
sovrannaturale potere dell’Energia Femminile.
Risposi alla gentile donna che viene dall’altra parte del mondo che io sono
un vecchio amico e ammiratore dello Yoghi-Conte e che al momento mi sento
però in un altro programma più collegato al cibo solido - mi piace dar da
mangiare ai poveri - ma ad ogni modo ben vengano uomini e donne che vivono
semplicemente di Prana. Chissà? Forse un giorno anche io…
“È mia concezione e convinzione”, scrive Jasmuheen in Nutrirsi di Luce,
“che quanto più elevato è il quoziente di luce all’interno del corpo, tanto più
forte e naturale è la capacità rigenerativa delle cellule. Logicamente, quanto
più è immune la nostra struttura cellulare da tutte le forme di tossicità, tanto
maggiore è la luce e più intensa è la frequenza vibratoria del nostro campo
d’energia, e tanto minore è l’eventualità di malattia, di decadimento fisico e di
degenerazione.”
La sua affermazione conferma l’insegnamento dell’Ayurveda: eliminando i
radicali liberi (con la buona alimentazione) e lo stress (con la meditazione) si
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FLASHBACK 4
Benares
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FLASHBACK 5
Messaggi dall’Himalaya
“Ho sentito una cosa che mi è sembrata una distinta nota musicale che
proveniva dal cielo, attraverso la collina e arrivava dentro di me. Poi ho sentito
una voce che diceva: ‘Ci sono dei libri che bisognerebbe scrivere per la gente.
Tu potresti farlo, lo farai?’”. Dapprima la Bailey si rifiutò ma poi capì
l’importanza del messaggio e si lasciò convincere. Così scrisse molti libri sulla
metafisica che le furono dettati telepaticamente da una guida spirituale che lei
soprannominò il Tibetano.
Nel libro La civiltà degli alieni, lo scienziato americano Richard Thompson
analizza il rapporto della Bailey con il Tibetano, avvenuto negli anni venti, e
mette in risalto alcuni insegnamenti da lui impartiti.
“Ha detto che la potenza dell’atomo sarebbe stata imbrigliata. Ha spiegato
che molti esseri umani hanno manifestato delle qualità deplorevoli e negative
che non hanno precedenti nell’universo. L’Amore, secondo il Tibetano, è la
ragione impellente della manifestazione a livello individuale e universale.
Parlando di alcuni maestri ha specificato che rimangono anonimi e che la loro
vita ha una durata favolosamente lunga. Sebbene siano molto progrediti,
stanno ancora avanzando. Il Tibetano deplora anche i culti della personalità
che sono cresciuti intorno a questi maestri. Ha detto che la religione
devozionale deve essere eliminata. Il Maestro Gesù, spiega il Tibetano alla
Bailey, sta lavorando in collaborazione con alcuni Adepti della linea
scientifica, i quali - attraverso l’auspicabile unione di scienza e religione -
cercano di frantumare il materialismo dell’occidente da una parte, e dall’altra
la devozione sentimentale di molti devoti di tutte le fedi.”
Thompson, che ha studiato attentamente i libri della Bailey, esprime in
modo chiaro e preciso la sua opinione su questi insegnamenti telepatici. “I libri
della Bailey contengono un misto di idee tratte da cristianesimo, buddismo,
tradizione dei Veda e tradizioni di occultismo occidentali, tessute insieme da un
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FLASHBACK 5
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Nuovi Messaggi
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FLASHBACK 5
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Sono arrivato all’albergo Kahna Shyam, questa volta mi tratto bene, non
voglio dormire come l’ultima volta su una stuoia per terra, in riva al Gange di
notte fa freddo e dal suolo sale una fastidiosa umidità.
Vado a riposare, mentalmente sono prontissimo per cominciare una storica
giornata alla Kumbha Mela. Prima di dormire mi rileggo qualcosa su me stesso
‘studente’, uno studente che doveva studiare ma che non è mai stato educato.
Educare dal latino e-ducere, significa portare (ducere) fuori (e), questa non era
una pratica corrente della scuola che io ho frequentato, con me e con altri
ragazzi hanno cercato invece di fare il pieno. Nessuno ha cercato di capire le
mie qualità ed aiutarmi ad estrarle, a tirarle fuori. Una scuola che non educa ha
il diritto di essere chiamata scuola?
FLASHBACK 6
La scuola dell’obbligo
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FLASHBACK 6
“Esiste una storia che ci passa accanto, ben visibile e, a rigor di termini è LA
STORIA DEL CRIMINE, perché se non ci fossero crimini non ci sarebbe
storia. Tutte le svolte e le tappe più importanti di questa storia sono
contraddistinte da crimini, omicidi, atti di violenza, furti, guerre, rivolte,
massacri, torture, esecuzioni capitali…
“Ma questa è solo una certa storia, quella che tutti noi conosciamo, quella
che ci insegnano a scuola. L’altra storia è quella che pochissimi conoscono.
Quasi nessuno riesce a vederla, dietro la storia del crimine. Ma le creazioni di
questa storia segreta continuano ad esistere…”
Ospenskij negli anni precedenti la Prima Guerra Mondiale intraprese da
solo un viaggio alla ricerca dei Maestri di Saggezza, percorse a lungo Egitto,
India e Sri Lanka. Avvocato di San Pietroburgo, credeva che da qualche parte
ci fossero comunità segrete di uomini illuminati, scrive Ospenskij, con
conoscenze più alte di quelle dei professori e dei politici.
Anche io volevo parlare dell’altra storia dell’umanità ma trovai a scuola una
dura opposizione da parte dei professori. Loro volevano insegnare solo la storia
del crimine attraverso i secoli, quella storia che continua ad apparire ogni sera
sugli schermi televisivi.
Molti geni hanno avuto tempi duri a scuola. Albert Einstein, quando era
studente non riscosse molto successo, anche quando espose la sua teoria fisica
dell’unificazione di tutte le forze fu molto criticato e qualcuno arrivò a bollarlo
di pazzia. Queste reazioni gli fecero dire: “I grandi spiriti sono sempre stati
ostacolati dalla violenta opposizione di menti mediocri”.
Cominciai male. Fui bocciato sia in prima media che in quarta ginnasio.
Non per demeriti dovuti ad ignoranza scolastica nelle varie materie ma per dura
repressione verso quello che io dicevo e rappresentavo. Capii che conveniva
aspettare tempi migliori e ridussi l’intensità dei miei racconti karmici.
Io pensavo di essere un buono studente, avevo una buona intelligenza,
leggevo molto, avevo anche un’ottima memoria eppure ero odiato da alcuni
professori. Il loro era risentimento inquisitorio, viscerale, inspiegabile
razionalmente. Non sopportavano i miei ‘strani’ discorsi, che in realtà erano
pochi, anche se precisi ed inequivocabili. Io non mi sono mai accontentato di
assorbire solo formule, nozioni, date, regole e conoscenze senza anima. L’idea
dell’India non andava giù a nessuno degli adulti, creava reazioni emotive
furenti e repressive.
Compito in classe
Arrivai poi alla laurea ma fui costretto a fare due tesi. Nel 1974 proposi allo
psicologo Franco Fornari, autore di autorevoli testi e frequente protagonista di
programmi televisivi, un tema accattivante: Lo Yoga e la psicanalisi. Citai, per
stimolarlo, una frase dello psicologo Carl Gustav Jung: “Quando un metodo
religioso si raccomanda quale metodo scientifico, si può essere certi che troverà
il suo pubblico in occidente. Lo Yoga risponde a questa aspettativa. Lo Yoga è
la più antica indagine che l’uomo abbia mai svolto sul corpo e la mente”.
Fu un disastro totale! Dopo aver diligentemente scritto duecento cartelle a
macchina le portai a Fornari, lui le lesse e le respinse tutto infuriato. “No! No!
E poi no! Tu con me non ti laureerai mai!”, tuonò il massiccio professore dai
capelli bianchi e dal volto televisivamente rassicurante.
Gli avevo fatto perdere la bussola e la pazienza. Parlavo della mente e dei
Siddhi, la parola sanscrita per designare i grandi poteri mentali che non usiamo
a causa di pesanti condizionamenti religiosi e culturali. La goccia che fece
traboccare il vaso delle sue informazioni scientifiche e razionali fu la
reincarnazione. Sostenevo che molti disturbi psicosomatici sono tracce mentali
che provengono dalle vite precedenti, sono pendenze karmiche di traumi non
completamente risolti. Più che su Freud, che aveva manifestato solo un
marginale interesse verso l’esoterismo e la parapsicologia, io mi ero basato
soprattutto su Jung. Lui aveva viaggiato nel mondo, comparato miti, leggende
ed antiche saggezze esoteriche, eppure Fornari sdegnato mi cacciò via in malo
modo. Molti junghiani non vogliono accettare tutte le conclusioni del geniale
psicologo svizzero e accettano solo alcune sue metodologie, quelle più razionali.
Jung allargò i confini della psicoterapia del primo novecento includendovi
attivamente l’analisi di molti tipi di eventi paranormali e extrasensoriali.
Sostenendo che i fenomeni psi derivano da un inconscio collettivo con radici
biologiche, contribuì a legittimare la loro accettazione da parte di psicoterapisti
di molte altre scuole. Le opinioni di Jung su questi argomenti risultano evidenti
dai seguenti brani tratti da una lettera da lui scritta nel 1960 ad A. D. Cornell,
allora presidente della Society for Psychical Research dell’Università di
Cambridge.
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Una decina di anni dopo ebbi un’altra piccola rivincita karmica anche su
Della Casa. All’Hotel Ergife di Roma, ero stato invitato a parlare di Yoga e
spiritualità indiana ad un convegno sulle religioni, nel pubblico composto da
intellettuali e studiosi notai il professor Della Casa.
“Durante la discussione della mia tesi di laurea il professor Della Casa mi
fece giustamente notare che lo Yoga non ha 5.000 anni. In un certo senso aveva
ragione. Io avevo sbagliato non per eccesso, ma per difetto, lo Yoga è Sanatana
(eterno) ed è conosciuto anche in altri pianeti. La lingua dello Yoga è il
sanscrito ed in India è chiamata Deva-nagar che vuol dire lingua parlata nelle
città dei Deva, gli evoluti abitanti dei pianeti superiori”.
Il mio intervento ebbe molto successo, Della Casa da bravo opportunista mi
venne incontro ed abbracciandomi esclamò, orgogliosamente, a gran voce:
“Cerquetti è stato un mio allievo!”.
Io non avevo mai seguito una sua lezione, mi ero laureato senza mai aver
seguito una lezione in nessuna materia, mi ero semplicemente limitato a
leggere attentamente i libri di testo. In quel periodo preferivo passare gli
inverni in India, seguivo le lezioni dell’università karmica.
Il periodo della mia vita che ha richiesto più costanza, tolleranza e
lungimiranza è stato sicuramente quello scolastico. Il mio rapporto con i professori
assomigliava a quello dello Yoghi tibetano Milarepa con i piccoli demoni.
Così racconta la storia di Milarepa, uno dei grandi maestri tibetani
dell’antichità. “Prima di raggiungere l’illuminazione, Milarepa si era trasferito
in una grotta solitaria per eseguire una pratica intensiva di meditazione. Ma
non appena si fu installato nella grotta, scoprì che là dentro abitava anche uno
stuolo di piccoli demoni - piccole creature che amavano disturbare la sua
meditazione.
“La prima cosa che fece fu cercare di predicare loro il Dharma. Predicò
coscienziosamente ed eseguì tutti gli esorcismi tradizionali e i riti prescritti, poi
si sedette a meditare, ma quelli non se ne andavano.
“Dopo alcuni altri infruttuosi tentativi di predica e rimbrotti, cambiò
strategia: cercava di ignorarli completamente. Forse in questo modo sarebbe
riuscito a liberarsene. Ci provò per qualche giorno; per quanto diventassero
chiassosi o repellenti, rimase seduto fermo e tranquillo, resistendo loro in
silenzio. Ma nemmeno questo ebbe successo.
“Alla fine, sentendosi sconfitto, nella più completa frustrazione esclamò:
‘Va bene, mi arrendo! Non posso buttarvi fuori di qui! Ma non me ne vado
nemmeno io; vorrà dire che dividerò la grotta con voi!’. Poi si sedette di nuovo:
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FLASHBACK 6
Il falco
popoli che non conoscevano recinti, gente libera che si muoveva tra colline,
foreste, prati, valli, fiumi e laghi di acqua pulita.
Pochi di loro sono andati in città, hanno trovato un lavoro e la sera, chiusi
tra quattro mura, guardano la televisione; molti altri resistono e vivono nello
spazio aperto, di notte guardano le stelle e respirano l’odore inebriante della
natura. In questa vita sono stato con i Cherokee in Georgia, mi manca un
viaggio in Mongolia.
Io sono favorevole alla vita comunitaria, a città ecologiche e umanamente
vivibili, credo nello sviluppo sostenibile e credo che a tutti i ‘cittadini urbani’
farebbero bene periodi nomadi vissuti nelle tende. Vanno bene sia i Tipi a cono
dei Cherokee che le Ger rotonde dei mongoli. Passare le notti sotto le stelle (in
latino sidera) fa bene a chi vuole de-siderare. Mettiti a pieni nudi sulla terra
(prato, deserto, roccia o altro) senti la pulsazione del pianeta che ti ospita e alza
le mani aperte verso l’immenso cielo stellato. Con-SIDERA, cioè entra in unione
con l’energia siderale e de-SIDERA. Con calma esprimi un buon de-siderio e poi
vai a dormire ricordandoti che siamo tutti di passaggio e che ovunque è casa.
Prova! Si può fare anche in Italia, desiderio vuol dire proprio ‘dalle stelle’, le
stelle benedicono in modo equanime e generoso il tuo sincero augurio.
Gli emigranti europei hanno quasi totalmente distrutto la vita e la cultura
delle tribù indiane d’America, i comunisti hanno costruito le case popolari in
Mongolia, proibito il buddismo e cercato di trasformare i nomadi fluttuanti in
duri operai.
La buona notizia è che oggi, se pur ridotti di numero, gli indiani ci sono
ancora e i nomadi mongoli continuano a vivere sotto le stelle e a viaggiare a
cavallo nei grandi spazi solitari.
Ci sono luoghi su questo nostro pianeta dove uomini e natura vivono
ancora come se tutto fosse un’unica cosa. Se avete tempo cercate questi luoghi
e meditate sul vero significato dell’esperienza umana.
La visione
nell’estasi dell’UNO.
Vedo l’universo come una continua interazione tra esseri eterni disincarnati
ed incarnati nelle forme più eterogenee e strane che si possono immaginare.
Quando uno o più esseri creano in armonia lì c’è Paradiso, in stato confusionale
vengono invece generati Inferni di varia e dolorosa intensità.
Siamo eterni. Siamo tutti creatori. Siamo tutti collegati, lo sento. In un
certo senso è vero che siamo tutti UNO, ma non come annullamento, siamo
anche individui con il potere di essere volontariamente collegati o scollegati,
uniti o separati.
Siamo eterni come spirito e temporanei come corpo. Possiamo giocare con
la conoscenza e con l’ignoranza, con la memoria e con l’oblio. Per le coscienze
eterne la vita all’interno dei corpi è un gioco (Lila).
Dio non è padre o madre come lo immaginerebbe chi è limitato dalla
visione materiale, fatta di generazioni fisiche che creano nuove generazioni
fisiche. Dio (se vogliamo usare questa parola nel suo significato esteso ed
elevato) è, secondo me, lo stato naturale di grazia di ogni essere eterno quando
vive e crea con grazia e con amore.
Come dice il mio amico Eaco Cogliani, fisico e ricercatore di grande valore:
“La VITA è quindi una forma in cui si esprime un livello superiore della
Energia Universale che SI AUTOCREA attraverso una serie di evoluzioni e di
TRASCENDENZE EVOLUTIVE. Il modello che meglio si adatta a spiegare
l’universo è ai giorni nostri quello di organismo vivente e cosciente. Da alcuni
definito come universo intelligente cioè come una rete di relazioni a vari gradi
di libertà-potenzialente infiniti”.
Il filosofo Henry Bergson diceva: “L’universo non è stato creato, ma viene
creato continuamente. Cresce, forse indefinitivamente”.
E tu che dici?
È più strabiliante pensare che siamo stati creati dal nulla o che siamo
creatori eterni circondati da altri creatori eterni? Creatori che non possono
morire perché non sono mai nati. Ognuno di noi può scegliere la sua risposta.
La mia risposta è che i corpi sono creati dalla mente degli spiriti eterni e
sono deperibili al contrario dell’essere interno, che invece non ha mai
conosciuto nascita e morte.
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................................................................GLI ANTICHI MAESTRI SONO ANCORA VIVI ..................................................................
La solenne sacralità della visione cresceva nel mio intimo e dava energia al
prorompente desiderio di rivelare, ricordare, celebrare e condividere con ogni
altro spirito incarnato la gloria del GRANDE TUTTO costituito da infiniti
ESSERI INDIVIDUALI.
La LIBERA CONDIVISIONE CONSAPEVOLE è la droga perfetta che
produce continua ESTASI NATURALE e non ha nessun effetto collaterale
negativo. Esprimo il desiderio che tutti i drogati del mondo possano passare alla
droga perfetta, mando il mio augurio ai drogati di sostanze chimiche, ai drogati
di sport, ai drogati di sesso, ai drogati di politica, ai drogati di religione, ai
drogati di successo, ai drogati di solitudine e a tutti quelli che non riescono a
vivere senza la spinta di una assuefazione.
Osservare per conoscere. Condividere senza convertire, comunicare senza
predicare.
Dare senza aspettative, ricevere senza sentirsi in obbligo e a disagio, io
voglio manifestare liberamente la mia realizzazione spirituale seguendo l’antico
detto indiano: ‘la mia vita è il mio messaggio’.
Mi appariva sempre più chiaro ed evidente che il vero SEGRETO del
successo cosmico è proprio non avere segreti. L’amore è vita ed è il più grande
gioco dell’eternità, l’amore vero è un meraviglioso gioco con se stessi, un gioco
a carte scoperte. Bambini è sinonimo di gioco e regno dei cieli è sinonimo del
grande universo, interno ed esterno, la grande realtà spirituale. Diceva Gesù:
“Se non tornate bambini, non entrerete nel regno dei cieli!”. Tutto va
trasmesso apertamente, libero accesso a chi vuole accedere, senza obblighi e
forzature o subdoli doveri di appartenenza. Questa è la Via!
La via dell’AMORE ETERNO INCONDIZIONATO, la via dell’esplo-
razione continua, questa curiosità eccitante si trova, innata, in ogni essere,
mescolata genuinamente alla inarrestabile voglia di amare ed essere amati, di
conoscere ed essere conosciuti. Tutto va benedetto e condito dalla spinta
compassionevole a dare e a darsi senza freni e senza indugi. Il mitico viaggio
dello spirito da un corpo all’altro culmina sempre nel ritorno al presente,
all’infinito presente, chiamato anche eternità. Quando sale e raggiunge la
sommità del capo lo spirito ritrova il senso di CASA; nella dimensione del
settimo cielo-Chakra tutto è più familiare, conosciuto, chiaro, ogni momento
torna ad essere beatamente celestiale. Il Padre (lo Spirito) torna a casa, a vivere
nel più alto dei cieli. La consapevolezza entra in intima comunione con il
vortice della vita e riconduce lo spirito alla visione dell’infinito. Il ritorno al
settimo vortice-cielo è il tanto desiderato ritorno all’Eden. Il Paradiso è sempre
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FLASHBACK 6
Adesso mi sento più che mai uno Spirito Libero e questo va bene. Spirito
Libero Compassionevole va meglio, mi risuona meglio dentro.
È proprio vero, siamo tutti qui per imparare ad amare meglio. Imparare non
in modo scolastico ed accademico con voti ed esami, ma attraverso l’esperienza
diretta.
Possiamo tutti amare meglio la vita, noi stessi e gli altri.
Nel campo dell’amore non esistono diplomi, lauree e punti di arrivo ma
continua espansione. Una dilatazione che si estende oltre la nostra
comprensione intellettuale.
Kumbha Mela avevano deciso di porre un termine anticipato (15 giorni prima)
alla Grande Assemblea e mandare tende ed aiuti alla popolazione disastrata.
Il 26 gennaio, festa nazionale indiana, una potente scossa aveva distrutto
decine di villaggi e lasciato centinaia di migliaia di indiani senza casa e senza
cibo. Alla Mela avevano prevalso l’amore e la compassione.
Io ero stato già avvisato dell’incontro con il Vuoto...
Una fredda mattina di gennaio, qualche giorno prima di partire per l’India,
mentre facevo una passeggiata, verso le otto, fui circondato da una visione.
Sulla deserta spiaggia di Rimini esseri luminosi camminavano di fianco a me, a
destra e a sinistra. Cinque o dieci, o di più. In gruppo mi stavano vicino, mi
stavano accompagnando senza muoversi, io stavo camminando e loro mi
stavano vicino. Forse erano entrati nel mio campo energetico e io camminando
me li portavo dietro. Sulla spiaggia non c’era nessuno, assolutamente nessuno.
Indossavo berretto, guanti e sciarpa. Pensavo ai climi caldi e procedevo veloce
per riscaldarmi, avevo da poco lasciato l’Africa e stavo andando in direzione
dell’oriente.
Il cielo era blu carico, color pioggia. In India dicono che quello è il colore
del corpo di Krishna. Non credo molto alle apparizioni, il più delle volte non
sono vere apparizioni esterne ma piuttosto proiezioni dovute allo stato
allucinatorio della mente, esiste una dimensione sottile in cui è possibile
vedere i propri pensieri e le proprie emozioni animarsi davanti ai nostri occhi
come se fossero una realtà tridimensionale che avviene oggettivamente fuori di
noi. Il proiettore è il nostro subconscio e quello che vediamo è un film di nostra
produzione.
Cercai un contatto telepatico aperto, ‘senza credere e senza negare’.
La risposta mi arrivò chiarissima: ‘Noi ci rivediamo tra una settimana in
India!’.
Un flash immediato ed inequivocabile. Ero entrato in contatto diretto con
il Primo Livello. Esistono vari tipi di Anime Realizzate. L’insieme degli Esseri
Disincarnati Consapevoli Compassionevoli e degli Esseri Incarnati
Consapevoli Compassionevoli rappresenta il Primo Livello, entrambi hanno il
potere di mantenere la visione; i primi non rischiano mai e non perdono mai
la consapevolezza del loro potere e dell’eternità, gli altri sono a rischio
continuo, camminano sul filo del rasoio della perdita della memoria. Perdere la
memoria della propria vera identità fa scivolare la coscienza verso le sabbie
mobili dell’identità inferiore, quella provvisoria che si acquisisce in ogni
nascita. Si cade dalla visione grandiosa, cosmica ed unitaria del Settimo Cielo
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a quella dualistica e rischiosa del sesto Chakra, il simbolico albero del bene e
del male di cui parla la Bibbia. Gli spiriti liberi che vivono in questi due livelli
dell’esistenza, con un corpo e senza un corpo, collaborano attivamente tra di
loro all’evoluzione individuale di ogni essere incarnato e all’evoluzione
collettiva dell’umanità. Nessuno di loro cerca fama e riconoscimento
personale, il programma non è di tipo promozionale o propagandistico ma solo
amorevole.
Non era stato un sogno e neanche una mia allucinazione. L’appuntamento
si rivelò autentico, esattamente una settimana dopo, in India, mi ritrovai
davanti ad una visione simile.
Capii che alcuni rari spiriti liberi incarnati hanno gli stessi poteri degli
spiriti liberi disincarnati e sono da questi ultimi molto amati e rispettati.
Rividi o forse sarebbe meglio dire vissi nuovamente l’esperienza, entrai in
contatto, percepii, vidi senza veramente vedere (avevo gli occhi chiusi) gli
Esseri che da secoli e millenni mantengono inalterata sul pianeta la grande
conoscenza cosmica.
Esiste una comunità spirituale composta da spiriti liberi, incarnati e non,
che si muove a piacimento in tutto il pianeta ma che gravita principalmente in
India e soprattutto nella zona del Gange e dell’Himalaya.
Ripensai ad una riflessione del grande Yoghi Paramahansa Yogananda:
“Non si sa mai come i grandi Yoghi o le Yoghini possano reagire alla pubblicità,
di regola la evitano, desiderando proseguire nel silenzio le profonde ricerche
dell’anima; loro avvertono un’ingiunzione interiore quando giunge il momento
opportuno di rendere manifesta la loro vita, per il bene di coloro che cercano
la verità”.
Io ho sempre cercato la verità, forse era arrivato il mio momento, uno di
quelli speciali che cambiano la vita in meglio.
Seduto sulla riva del Gange facendo scorrere tra le mani i bianchissimi
granelli di sabbia, che assomigliano ai giorni che passano senza sosta uno dietro
l’altro per ricadere senza gioia e senza dolore nel grande tempo dell’eternità,
prendo una saggia decisione. Pur non avendo al momento carta, penna e
computer decido di rilassarmi completamente e memorizzare bene questa mia
magica esperienza della Kumbha Mela, poi la racconterò per iscritto.
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LA KUMBHA MELA
. Capitolo quinto .
LA KUMBHA MELA
Il mio corpo non è più lo stesso, il fiume non è quello di una volta eppure
la comunione energetica con il Gange si ripete magica ed uguale. È successo a
me, è successo ad altri. Visionari, mistici, illuminati, sciamani, esploratori
multidimensionali.
L’acqua ha memoria, trattiene memorie ed è sensibile alle vibrazioni sonore,
ai pensieri e alle emozioni umane. Lo hanno scoperto due scienziati che ho
incontrato personalmente, il francese Jacques Benveniste e il giapponese
Masaru Emoto. A cena spiegai ad Emoto che l’abitudine del brindisi, alzare il
calice ripetendo frasi augurali veniva da un’antica conoscenza per cui si dà un
messaggio verbale al liquido che lo registra e poi lo porta nel corpo. Tutte le
acque sante e benedette hanno un potere terapeutico, dal Gange a Lourdes
milioni di persone traggono beneficio e miracoli da acque spiritualizzate da
presenze sovrannaturali.
Benveniste nel 1988 scrisse per la prestigiosa rivista scientifica Nature un
rivoluzionario articolo sulla memoria dell’acqua. Lo scienziato francese offriva
una valida spiegazione scientifica alla medicina omeopatica: un prodotto
omeopatico diluito all’ennesima potenza conserva ancora l’informazione del
principio attivo primario. Gli innumerevoli esperimenti in laboratorio fatti da
Emoto hanno dimostrato, grazie ad una dettagliatissima documentazione
fotografica, che i cristalli dell’acqua sono diversi secondo il tipo di
sollecitazione imposta.
La parola amore crea un cristallo armonioso e simmetrico, mentre odio ed
altre parole distruttive danno forma ad un cristallo disorganizzato e deforme.
Secondo Emoto l’acqua è viva, è un’antenna che raccoglie tutte le vibrazioni
umane e naturali e le trasmette in modo diretto.
Il Gange mi appare come un immenso libro di saggezza liquida e io
bagnandomi nelle sue sacre acque ‘leggo e assorbo’ le antiche conoscenze
vibrate dai maestri che vivono accanto alle sue sorgenti. Riconosco il
messaggio dei vecchi amici.
“Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti
le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno
più amici.”
da Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupery
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LA KUMBHA MELA
L’esperienza mistica
dito che mi indicava la Luna, dopo aver guardato nella direzione indicata dal
dito ho sempre goduto la vista della Luna.
Oggi chi rivela la Grande Conoscenza agli altri si trova in una posizione
simile a quella di Prometeo. Il mito di Prometeo si adatta perfettamente ai
tempi che corrono. Non tutti sanno che Prometeo era un grande sensitivo,
infatti il suo nome significa ‘conoscere i fatti prima che accadano’.
Questa è la leggenda di Prometeo, compreso il finale che molti non
conoscono. Tra gli dei (i capi di oggi) e gli uomini (il resto dell’umanità ) ci fu
sempre un conflitto, gli dei non volevano condividere tutti i loro poteri con gli
uomini. Prometeo aveva imparato da Zeus, il grande capo degli dei,
l’astronomia, l’agricoltura e moltissime altre cose utili. Preso da compassione
trasmise queste conoscenze, tenute segrete, agli uomini. Pur considerando
Prometeo un caro amico, Zeus lo rimproverò e gli diede un ultimatum: “Hai
trasmesso la conoscenza all’umanità, fermati. Il fuoco deve rimanere sacro ed è
prerogativa esclusiva degli dei”.
Prometeo, che non accettava le ingiustizie e l’arroganza degli dei, un giorno
riuscì a rubare alcune faville di fuoco dalla fucina dell’Olimpo e le consegnò
all’umanità. Il potente Zeus, adirato, lo condannò ad essere incatenato al
monte Caucaso dove un’aquila si recava ogni giorno a divorargli il fegato. Tale
tortura avrebbe dovuto durare per l’eternità, ma un giorno il grande eroe Ercole
liberò dal supplizio Prometeo che da bravo chiaroveggente lo ricompensò
rivelandogli il luogo esatto dove avrebbe potuto ottenere i pomi d’oro delle
Esperidi, il paese degli Iperborei. Trovare i pomi d’oro era una delle dodici
fatiche che Ercole doveva superare per conseguire l’immortalità.
Molti non sanno che Prometeo fu salvato da Ercole, discendente di Perseo,
e lo immaginano perdente, incatenato per sempre sulla roccia. Io penso che per
ogni coraggioso Prometeo che osa sfidare i capi e regala il fuoco (la conoscenza
che illumina e riscalda) all’umanità ci sia poi un invincibile Ercole che viene
in suo soccorso.
Sento, giorno dopo giorno, aumentare il numero dei pionieri illuminati
pronti a rischiare la repressione violenta pur di portare la conoscenza agli altri,
stanno apparendo nel mondo tanti Prometeo (compassionevoli e
chiaroveggenti) e tanti Ercole (fortissimi e giusti).
Estraggo dalla mia borsa arancione di cotone i fogli del Viaggio Continua, e
rileggo i miei appunti sulla più misteriosa, compassionevole, antica ed
inaccessibile comunità spirituale della storia. Con un dito scrivo una frase sulla
bianchissima sabbia del Gange: “Sto bene. Mi è tutto chiaro, una volta anche
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FLASHBACK 7
FLASHBACK 7
Memorie di Shambhala
Ho dei precisi ricordi dei singoli illuminati e dei gruppi di spiriti liberi che
in questi ultimi millenni hanno usato come quartier generale alcune zone delle
alte montagne dell’Himalaya. Lì non esistono e non sono mai esistiti regni o
gerarchie di tipo militare, ogni spirito libero è completamente consapevole e ha
grande rispetto per ogni altra entità vivente, senza problema accetta, con gioia
e umiltà, il potere superiore degli altri spiriti più evoluti.
Una volta, una buona parte dell’umanità viveva una magnifica Età
dell’Oro, in quel periodo i grandi saggi indiani, attraverso profonde
meditazioni, scoprirono una spiritualità universale e la chiamarono Sanatana
Dharma. Sanatana vuol dire eterno e Dharma significa la via, la propria natura;
il ‘dhar’ è specificamente la via etica dell’esperienza umana che ognuno
percorre secondo la sua propria natura individuale; il ‘dhar’, la strada maestra
che ogni essere segue mantenendo integro il principio di non arrecare dolore e
sofferenza a se stesso e ad altre entità viventi. Viene detto che anche il saggio
illuminato segue la propria identità (dhar) che è unica, esiste poi una via
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Ho raccolto una serie di descrizioni su uno dei luoghi himalayani che più
hanno attratto le menti occidentali: Shambhala. Se leggendo queste
descrizioni vi sembrerà di ricordare qualcosa, rilassatevi e date spazio alla
memoria (se i ricordi sono interessanti fatemelo sapere). Altrimenti sappiate
che, adesso mentre state leggendo queste pagine, in un’altra parte di questo
stesso pianeta sta avvenendo qualcosa di grande.
“Esiste un’opera molto seria, La Via per Shambhala, scritta dal terzo Panchen
Lama di Tashi-Lhumpo. Alcuni centri come le lamaserie del Kumbun, a nord est
del Tibet e di Tashi-Lumpo, nelle vicinanze di Shigatze, appartenevano alla
Grande Loggia Bianca. È in quest’ultimo monastero che vennero redatti dei
commentari sul Kalachakra, una tecnica che permette di entrare in contatto con
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“Un solo uomo vivente è stato a Shambhala. Quell’uomo sono io. Questa è
la ragione per cui il Santissimo Dalai Lama mi ha onorato e per cui il Buddha
Vivente di Urga mi teme. Ma senza ragione, perché non siederò mai sul Santo
Trono dell’altissimo sacerdote di Lhasa né su quello che è stato tramandato da
Gengis Khan.”
da Bestie, uomini e dei di Ferdinand Ossendowski
“Da migliaia di anni si sostiene che, in una regione di là del Tibet, tra le
cime innevate e le valli isolate dell’Asia centrale, vi sia un Paradiso
inaccessibile, un luogo di saggezza universale e di pace indescrivibile chiamato
Shambala, ma conosciuto anche con altri nomi. Esso è abitato da adepti di ogni
razza e cultura, che formano un circolo spirituale preposto a guidare
segretamente l’evoluzione dell’umanità intera. In quel luogo, secondo la
leggenda, vivono i saggi fin dal principio della storia umana.
“I racconti di un Paradiso Terrestre sito nel cuore dell’Asia giunsero in
occidente fin dai tempi dei greci e dei romani; il greco Filostrato narrò del
viaggio che intraprese col grande mago degli Antichi Misteri, Apollonio di
Tiana, nelle terre selvagge transimalayane del Tibet, da lui stesso definite la
Terra degli Dei. Shangri-la, il santuario celeste dei saggi descritto nel romanzo
di James Hilton Orizzonte Perduto, e reso famoso in tutto il mondo dall’omonimo
film, fu ispirato a Shambhala. Vivo, oggi quanto lo era migliaia di anni fa,
Shambhala è considerato da molte tradizioni esoteriche il vero cuore del
pianeta, la ‘centrale elettrica’ spirituale del mondo e la sede di una confraternita
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FLASHBACK 7
“Quel regno è Agharti e si stende per tutte le vie sotterranee del mondo
intero. Ho udito un savio Lama cinese dire al Bogdo Khan che tutte le caverne
sotterranee dell’America sono abitate dall’antico popolo che disparve sotto
terra. Di esso si trovano ancora tracce in superficie. Voi sapete che i due oceani
più grandi, ad est e ad ovest, furono già due continenti. Disparvero sott’acqua,
ma i loro popoli passarono nel regno sotterraneo. Nelle caverne sotterranee
esiste una luce particolare che fa germogliare le sementi e crescere le piante, e
agli uomini dà vita lunga e senza malattie.”
da Bestie, Uomini e Dei di Ferdinand Ossendowski
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FLASHBACK 7
Il Grande Ashram
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FLASHBACK 7
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FLASHBACK 7
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collettivo. Persone come Redfield (e come te) sono degli attivatori naturali
della rinascita delle coscienze umane.
Mi fece piacere scoprire che, nel frattempo, era diventato vegetariano.
Aveva finalmente smesso di ingoiare la paura, la sofferenza e la morte di
animali innocenti uccisi contro la loro volontà.
Lessi poi nel suo nuovo libro, Il Segreto di Shambhala, che aveva colto il mio
messaggio e realizzato pienamente il vero potere della preghiera: l’essenza
intima della preghiera non è nella richiesta ma è nell’affermazione positiva. In
modo magistrale Redfield spiega che è più efficace la preghiera pura ed umile,
che viene strutturata come un’affermazione d’amore senza condizioni ed
aspettative piuttosto che come una petizione indirizzata ad una divinità
superiore. Ognuno di noi può diffondere volontariamente nel mondo la forza
della propria energia-preghiera.
“In questo momento”, scrive James Redfield, “noi sembriamo
particolarmente sintonizzati con lo sviluppo stesso della vita, con quegli
avvenimenti fortuiti che accadono proprio al momento giusto e ci fanno
incontrare le persone capaci di avviare la nostra esistenza in una direzione
nuova e ispiratrice. Forse riusciamo ad intuire il significato elevato di questi
misteriosi avvenimenti più di quanto abbiano mai fatto le persone vissute
prima di noi. Sappiamo che per ognuno di noi la vita è una rivelazione
spirituale, seducente e magica, che nessuna filosofia o religione è riuscita finora
a chiarire del tutto. E siamo a conoscenza anche di qualcos’altro: sappiamo che
nel momento in cui comprendiamo ciò che sta succedendo, mettendo in moto
questa forma di crescita e mantenendola in vita, il genere umano effettuerà un
incredibile balzo in avanti raggiungendo finalmente il nuovo stile di vita che
ha inseguito nell’arco di tutta la sua storia. Tutti noi stiamo diventando
pienamente consapevoli di un processo spirituale più elevato che agisce dietro
le quinte dell’esistenza.”
Il Cuore dell’Asia
Nicholas Roerich nel suo libro Il Cuore dell’Asia parla di una data precisa,
il decennio tra il 1940 e il 1950.
“I nostri amici, vedantisti, hanno sottolineato che l’epoca di Shambhala,
diversamente dalle epoche precedenti che sono state caratterizzate da
un’evoluzione graduale, sarà caratterizzata da un grande momento evolutivo.
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FLASHBACK 7
Armagheddon e Alamogordo
iniziativa sulla faccia della Terra allo scopo di offrire l’illuminazione a coloro
che si sono persi nelle cose materiali”.
Shankaracarya apparso nell’ottavo secolo dopo Cristo scrisse nel suo Viveka
Cudamani: “Quei grandi che hanno raggiunto la pace e hanno finito di nuotare
nello spaventoso oceano delle nascite e delle morti, esistono e agiscono per il
bene della gente come fa la primavera. Altruisticamente liberano l’umanità”.
Kali Yuga
Un Guru dai capelli grigi disse a Roerich nella valle di Kulu: “Nella terra
del Nord, a Utturakan, sugli altipiani, vivono i grandi Guru. Quella terra non
può essere raggiunta dalle persone normali; gli stessi Guru non lasciano quelle
cime, attualmente, perché non amano il Kali Yuga. Ma in caso di bisogno essi
mandano i loro allievi”.
Gli Yuga sono epoche storiche che durano migliaia di anni. Così già
cinquemila anni fa il Visnu Purana parla dell’ultimo periodo di Kali Yuga, che
è quello attuale: “Vi saranno capi temporali che governeranno sopra la Terra,
persone di spirito duro, di carattere violento, fedeli seguaci della falsità e della
crudeltà. Costoro infliggeranno la morte a donne e bambini e prenderanno i
beni degli altri. In quel periodo solo i beni materiali conferiranno il rango. La
ricchezza sarà l’unica fonte di devozione. Lo spergiuro sarà l’unico mezzo per
vincere una disputa. Un uomo ricco sarà considerato puro. Un bell’abito sarà il
segno della dignità. La decadenza continuerà fino alla fine di Kali Yuga, l’era
nera. Poi tornerà l’era di Satya (verità), l’era bianca”.
Proviamo ad interpretare liberamente il Purana di Visnu. ‘Vi saranno capi
temporali che governeranno sopra la Terra, persone di spirito duro, di carattere
violento, fedeli seguaci della falsità e della crudeltà.’ Chi sono? I vari dittatori
e capi autoritari che si sono succeduti nei secoli ed hanno fatto morire e soffrire
milioni di uomini e donne innocenti.
Tra questi Stalin e il solito Hitler, ma anche i vari Napoleone, Carlo
Magno, Alessandro Magno, Gengis Khan e Giulio Cesare, considerati ed
insegnati a scuola come eroi e grandi personaggi.
‘In quel periodo solo i beni materiali conferiranno il rango. La ricchezza sarà
l’unica fonte di devozione.’
‘Caduta la vera nobiltà dove l’onore e la parola data erano i segni
caratteristici dello spirito veramente nobile i mercanti hanno preso il potere e
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Il museo dell’umanità
hanno dato una nuova interpretazione del periodo storico in cui visse Gesù. I
papiri del Mar Morto furono trascritti dall’aramaico al linguaggio semitico tra
il 25 a. C. e il 68 d.C. e poi furono nascosti per i posteri in caverne che per
decine di secoli hanno funzionato da perfetto rifugio. In questo pianeta ci sono
ancora da scoprire molte caverne ed incredibili tesori di conoscenza.
Lessi in un libro, Angeli in Astronave di Giorgio Dibitonto, che in una
caverna del Bodhistan, ai piedi dell’Himalaya, fu rinvenuta una carta
astronomica su cui era tracciata la rotta Terra-Venere, e il disegno mostrava,
come fosse una datazione, le costellazioni di 13.000 anni fa.
Nella tradizione tibetana un testo esoterico importante (chiamato Terma)
viene occultato per evitarne la distruzione e viene poi riscoperto da un Terton
(letteralmente scopritore di tesori) in tempi più propizi alla sua ricezione. Ad
esempio il Bardo Thodol (conosciuto come Libro Tibetano dei Morti) viene
attribuito al maestro Padmasambhava che nell’ottavo secolo dopo Cristo lo
avrebbe nascosto nei pressi di Gampodar, un monte vicino al fiume Yangze,
dove fu scoperto molto tempo dopo dal Terton Karma gLingpa. Arrivò in
occidente solo nel 1927 grazie alla traduzione del Lama Kazi Samdup. Ci sono
ancora molti Terma da scoprire e in questo terzo millennio stanno nascendo
geniali Terton.
Nel suo libro Terra senza Tempo il grande Peter Kolosimo, uno dei primi in
Italia a studiare, con interpretazioni innovative, i misteri della storia antica,
dice: “Tutti gli eventi storici sono immortali. Tutte le culture d’un tempo
vivono in noi, e noi viviamo sorprendentemente radicati nel profondo di
remote enigmatiche civiltà”.
Secondo i Veda le civiltà aliene extraterrestri che hanno visitato la Terra
sono state tante e molto diverse tra di loro. Le loro tracce sono presenti nei
miti, nelle leggende e nei riti religiosi di popoli che parlavano lingue diverse e
che vivevano geograficamente distanti tra di loro.
Nicholas Roerich affermava che nella mitologia indu-buddista gli dei o
Beati provenivano dalla costellazione di Orione e che la loro anima discese
nell’Altai, probabilmente sul monte Belukha, la cima più alta della catena
dell’Altai, il cui nome significa “dimora degli dei di Orione”. I Lama, aggiunge
Roerich, associano questo leggendario complesso di idee con Gesar-Khan, con
Shambhala e in modo particolare con la Meru, la montagna centrale del
mondo. Anche Erodoto apprese da scritti dell’antico Egitto che nel
diciottesimo millennio avanti Cristo le anime di una razza di esseri divini
discesero sulla Terra da Orione e continuarono a farlo ‘assumendo spoglie
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FLASHBACK 7
definitiva del corpo, allora percepisco che quel corpo non è ancora morto, è là
e vive in condizioni fisiologiche molto particolari.
Mi spiego meglio. Alcuni Yoghi riescono in questa impresa: lasciare
temporaneamente un corpo, nascere e vivere addirittura in un altro involucro
fisico per poi lasciarlo volontariamente (morire) e riprendere il controllo e il
sicuro possesso del corpo precedente, lasciato in stato di Samadhi, una
condizione di vita sospesa che non altera le funzioni fisiologiche
dell’organismo. L’antica filosofia indiana insegna che se uno spirito è in stato di
Samadhi riesce comunque a tenere il corpo vivo anche se la coscienza è fuori
dall’involucro fisico; lo spirito è in giro, si muove e vive altrove ma un filo
sottile, chiamato anticamente la corda d’argento, lo tiene collegato al punto
fisico di partenza.
Durante l’esperienza del coma che ho vissuto (da me descritta nel libro
Incontro con la Chiara Luce) questo procedimento mi risultò molto più possibile
e accettabile. Ho vissuto, in questa vita, un’esperienza che si avvicina molto al
morire, in italiano viene chiamata premorte in inglese più esattamente NDE,
Near (vicino) Death (morte) Experience, io e molti altri che hanno vissuto
questa indimenticabile avventura abbiamo realizzato direttamente che l’anima
può esistere separata dal corpo fisico, quindi io non ci credo per fede ma perché
ne ho fatto personalmente esperienza. Ho riflettuto a lungo se parlare o meno
di questo fenomeno e di altri che mi sono capitati durante l’uscita dal corpo e
sicuramente questo libro è la sede giusta. Tanto vale correre il rischio di ogni
possibile critica e comunicare, senza paura e fino in fondo questa informazione
che per me è molto importante e forse lo è anche per qualcun’altro.
Di questa possibilità ho parlato, raramente, con pochi amici e qualcuno,
mentre io raccontavo liberamente, vedeva nitidamente gli inconcepibili
scenari evocati dalle mie parole.
In India ho sentito molti dettagliati racconti di fantastici viaggi fuori dal
corpo; questa eventualità, da sempre accettata in oriente, affascina sempre di
più molti ricercatori occidentali che vogliono capire fino in fondo i limiti (o i
non-limiti) del potenziale umano.
Paul Brunton, che conosceva bene India ed Egitto, scrive nel libro Egitto
Segreto: “Ci incontrammo ancora alcune volte, l’Adepto Ra-Mak-Hotep ed io.
Fu durante la rievocazione di alcune delle mie esperienze in India, dove avevo
incontrato un giovane Yoghi che asseriva che il suo maestro aveva più di 400
anni, che Ra-Mak-Hotep mi fece con tutta serietà la strabiliante ed incredibile
comunicazione che alcuni Adepti, che avevano vissuto ed operato nell’antico
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FLASHBACK 7
Egitto, erano tuttora in vita! Non dimenticherò così presto con quale
esclamazione di stupore accolsi questa affermazione. Il punto essenziale delle
sue asserzioni era che esistono degli Adepti, i cui corpi riposano in stato
comatoso in certe tombe egizie che finora non sono state scoperte”.
Chi era l’Adepto Ra-Mak-Hotep?
Chiarisco il significato vero della parola Adepto che oggi è arcaica e in
disuso. Dice il Dizionario Enciclopedico: “Vocabolo che designa generalmente
il membro appartenente alla cerchia più interna di qualsivoglia istituzione
esoterica od occultistica. Nell’accezione originaria indicava invece il praticante
dell’autentica ‘Arte Reale’, cioè colui che conosceva il duplice volto
dell’alchimia egualmente operante sulla dimensione psicospirituale e sui livelli
materiali”.
Brunton si trova sul monte più alto di Tebe, sta visitando uno dei tanti siti
archeologici arricchiti dalla bellezza della natura e dai sepolcri dei Re. Si ferma,
stanco dopo una giornata indagatrice ed intensa come le altre, perché da bravo
ricercatore occidentale è sempre in cerca, vuole sapere, vuole conoscere,
svelare gli enigmi degli antichi segreti.
“L’intera scena era avvolta nel silenzio ed io ebbi la sensazione di aver
sciolto tutti i legami del mondo ai miei piedi. Mi voltai e feci qualche passo e
fu allora che vidi l’estraneo. Sedeva - o piuttosto era accoccolato con le gambe
incrociate - su un blocco basso, accuratamente coperto con un panno. Era un
uomo piccolo e, benché la barba a pizzo rendesse il viso più vecchio, dava
l’impressione di una persona sulla quarantina. Incontrando l’intera forza del suo
sguardo provai l’indescrivibile sensazione di trovarmi di fronte ad una
personalità del tutto insolita. Sentii che quell’incontro sarebbe rimasto
impresso nella mia memoria.”
Brunton, abituato ad ogni imprevisto da anni di viaggi in India, conosceva
bene il vecchio detto orientale: “Quando l’allievo è pronto, il maestro appare!”.
Sorpreso dalla carica energetica del grande personaggio ‘apparso
improvvisamente’ lo scrittore inglese rimase stupefatto ascoltando le seguenti
parole: “L’ho attesa qui, lei è scrittore. Al mondo deve essere comunicato un
messaggio. Lo metta per iscritto quando glielo darò, perché è importante.
L’incontro di oggi è soltanto un’introduzione, signor Paul Brunton. Mi chiami
Ra-Mak-Hotep, per me significa ‘in pace’. L’Egitto non è la mia patria, oggi
sono a casa mia in tutto il mondo, Asia, Africa, Europa ed America, conosco
tutti questi Paesi e li percorro. Solo fisicamente sono un uomo dell’oriente,
nello spirito non appartengo a nessun Paese”.
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Egitto segreto
tomba dal 260 avanti Cristo, un altro da più di tremila anni, un altro ancora è
rimasto sepolto 10.000 anni. Essi stanno tutti operando in segreto molto
attivamente per il bene spirituale dell’umanità. Sanno ciò che avviene in tutto
il mondo, nonostante i loro corpi siano sepolti. Si trovano costantemente in
comunicazione telepatica con certi Adepti viventi nella nostra epoca che, a
loro volta, possiedono un corpo funzionante. I tesori spirituali conservati da
quegli antichi Adepti egizi vengono tramandati a questi Adepti viventi”.
La parola mummia viene dall’arabo mumiya che ha origine dal persiano
mum che vuol dire cera. La cera era usata per sigillare le parti del corpo (da
resuscitare) esposte a possibili attacchi da parte di germi e batteri. Quindi si
mummificava un corpo vivo per tenerlo al riparo durante l’animazione sospesa
(Samadhi), ma poi con la degenerazione spirituale cominciarono a
mummificare anche i cadaveri con la speranza di una possibile resurrezione del
corpo.
Questa idea fu portata da Mosè, educato dai sacerdoti egiziani, nella
dottrina teologica successivamente adottata dai cristiani. Risorge chi non è
veramente morto, magari lo spirito esce dal corpo ma il corpo non è morto solo
‘apparentemente morto’, una quasi-morte. Se per morte si intende
l’interruzione definitiva del rapporto tra spirito e corpo, per cui l’involucro
fisico inizia la sua naturale decomposizione, allora è assurdo pensare ad una
possibile risurrezione, il corpo risorge solo se è mantenuto intatto.
L’incontro fatto da Paul Brunton mi ricorda quello raccontato da Drunvalo
Melchizedek: “Era un tipo minuto e sembrava egiziano, piccolo di statura, un
volto ben rasato eccetto che per una barbetta sul mento. Era vestito con un
semplice abito di cotone di color bronzo e stava seduto a gambe incrociate
guardando me. Lo guardai negli occhi, e vidi qualcosa che avevo visto soltanto
negli occhi dei bambini. Quando guardate negli occhi dei neonati, sapete che
è facile perché non c’è nulla, nessun giudizio, semplicemente scivolate nei loro
occhi e loro cadono nei vostri. Ebbi un collegamento immediato con questa
persona, non c’erano barriere, mi toccò il cuore come nessuno aveva mai fatto
prima. Scoprii chi era. Era Thoth. La vita di quest’uomo risale quasi all’inizio
di Atlantide, aveva scoperto infatti, 52000 anni fa, come restare
continuamente conscio in un corpo, senza morire, e da allora è rimasto nel suo
corpo originale fino al 1991, quando si è spostato in un altro modo di essere.
Ha vissuto la maggior parte del periodo di Atlantide e divenne perfino re; dopo
l’inabissamento di Atlantide, lui ed altri esseri evoluti dovettero aspettare circa
seimila anni prima di poter ristabilire la civilizzazione. In Egitto si fece
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La caverna nascosta
Nel 1963 uscì un libro, La Caverna degli Antichi firmato da Lobsang Rampa,
in cui l’autore pur essendo britannico di nascita racconta del Tibet con una
veridicità confermata da molti Lama tibetani. Rampa era il suo nome in una
vita precedente e questi fantastici ricordi pare siano riaffiorati dopo un coma
dovuto ad un incidente stradale. Il giovane monaco Rampa viene portato dal
suo Guru in una caverna nascosta. Per me Rampa è preciso e molto credibile:
“Restammo in piedi a osservare, silenziosi e spaventati, lo spettacolo che si
apriva davanti ai nostri occhi: cose da non credere. La caverna sembrava una
sala immensa e si allungava verso l’interno, proprio come se la montagna stessa
fosse stata svuotata. Ovunque c’era luce che ci colpiva violentemente, sparata
da una serie di sfere luminose che sembravano essere sospese nell’oscurità del
soffitto. Nella sala erano stipate numerose macchine che noi neanche
avremmo potuto immaginare...”
Il giovane Rampa è accompagnato da Lama Mingyar Dondup che conosce
bene gli antichi segreti: “Migliaia e migliaia di anni fa, in questo mondo
esisteva una civiltà progredita, gli uomini sapevano volare e a bordo di
macchine sfidavano la gravità. Gli uomini erano in grado di costruire strumenti
che potevano imprimere delle idee nelle menti di altri uomini, idee che
potevano apparire come vere e proprie immagini. Conoscevano la fissione
nucleare e alla fine fecero esplodere una bomba che rovinò il mondo...”.
In effetti sia il Mahabharata che il Ramayana, antichi testi indiani, narrano
gli episodi di guerre combattute migliaia di anni fa con armi micidiali,
paragonabili per intensità alle bombe atomiche ma più sofisticate e potenti.
In gran segreto negli Stati Uniti i fisici dell’Aeronautica stanno studiando
il potere dell’antimateria. Concettualmente la materia e l’antimateria sono lo
Yin e lo Yang della realtà: ogni tipo di particella subatomica ha la propria
controparte di antimateria tuttavia, quando entrano in collisione, materia e
antimateria si annullano reciprocamente in un’immensa esplosione di energia.
In un convegno dell’Institute for Advanced Concepts della NASA, tenuto
ad Arlington in Virginia, Kenneth Edwards ha spiegato che l’energia originata
dalla collisione di positroni ed anti-elettroni è 10 miliardi di volte superiore a
quella dell’esplosivo ad alto potenziale. Queste esplosioni non avrebbero
ricadute radioattive.
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FLASHBACK 7
stessa e formò un globo luminoso al centro della sala. Colori e fasci di luce
tremolavano incessantemente e senza una ragione apparente e turbinavano
intorno al globo; si formarono delle immagini, dapprima sfocate e dai contorni
indistinti, poi sempre più vivide e reali e tridimensionali.”
Queste stanze, di fatto enormi e ben occultate, sono state cercate senza
successo da molti ricercatori ed anche da ambiziosi capi politici. Mao Tse Tung
sapeva dei segreti del Tibet, lo ha invaso ma non ha trovato nulla se non una
popolazione inerme da torturare e soggiogare. Anche gli avidi Hitler e
Mussolini mandarono spedizioni in Tibet cercando di conquistare le antiche
conoscenze. Hitler inviò esploratori in Amazzonia e ben tre spedizioni
sull’Himalaya, una delle quali guidata dallo stesso Himmler, il numero due del
Terzo Reich, ma nessuna raggiunse l’obiettivo. Tornarono solo pochi superstiti
vinti dalla fatica, dalle valanghe e dall’inaccessibilità delle vette e dei ghiacciai.
Ad Hitler non riuscì il desiderato contatto con Shambhala e si convinse che
‘loro’ non volessero trattare con lui. Anche Napoleone frugò l’Egitto ma non
scoprì che una piccola parte di quello di cui aveva sentito raccontare,
certamente aveva anche lui il desiderio di arrivare in India, già in mano ai suoi
grandi rivali inglesi.
Gli spagnoli, e successivamente diverse spedizioni, hanno frugato
l’Amazzonia e sono anche riusciti a scoprire le entrate di enormi tunnel che
non hanno mai restituito i corpi di quelli che vi si sono avventurati
percorrendoli per qualche chilometro.
La storia di Lobsang Rampa è, a mio giudizio, attendibile e attuale. “Queste
stanze segrete”, conclude il Lama, “furono occultate da popolazioni antiche in
modo tale che le loro creazioni potessero essere trovate da una generazione
futura al momento giusto.”
Scrisse il poeta russo Valery Briusov:
“I poeti e i saggi guardiani della fede segreta
nascosero le loro torce accese
nei deserti, nelle catacombe e nelle caverne.”
La buona notizia da diffondere con gioia è che le torce non si sono mai
spente e gli Antichi Maestri sono ancora vivi.
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della grandezza di 300 metri. Negli anni successivi non solo continuò a vedere
regolarmente questi oggetti volanti ma ebbe la straordinaria opportunità di
incontrarsi con gli esseri che li pilotavano, abitanti delle Pleiadi, e di parlare
con loro. Nel corso di numerosi incontri mio padre ricevette informazioni
riguardanti l’esistenza di innumerevoli forme di vita intelligente nell’universo,
l’evoluzione dell’umanità e il vero significato della creazione. Mio padre riuscì
a fare molte fotografie delle astronavi che anche io ho visto. Le foto non sono
fantasia e sono state riconosciute autentiche dagli esperti di varie parti del
mondo. Un giorno gli chiesero di intraprendere un viaggio intorno al mondo
durante il quale, come gli fu detto, avrebbe imparato a conoscere i differenti
modi di vivere dei vari popoli della Terra. Attraversò l’Europa e l’Asia e in
India si fermò presso un Ashram nel quale ebbe contatti diretti con Asket, un
essere proveniente dalle Pleiadi. Loro insegnano che dobbiamo cambiare noi
stessi, cambiare la nostra mente, il nostro modo di pensare. Dobbiamo amare di
più, imparare il vero rispetto. È giunto il momento in cui impariamo ad amare
gli altri nello stesso modo in cui amiamo noi stessi.”
Per convalidare il suo racconto il figlio di Meier introduce Phobol Cheng,
nipote del responsabile dell’Ashram indiano. E la signora Chen, diplomatica
presso l’Onu, mettendo a repentaglio la sua reputazione e il suo lavoro,
conferma coraggiosamente la genuinità del racconto del giovane Meier. Billy
Meier visse sei mesi all’Ashram e lei, giovane ragazza, era là e fu testimone
attiva degli incontri tra il cittadino svizzero e il Pleiadiano. Tra di loro, lei
compresa, la comunicazione avveniva solo per via telepatica.
Personalmente ho molta simpatia ed attrazione per le Pleiadi.
Gli insegnamenti Pleiadiani sono buoni e ricordano quelli di Gesù. Mi
torna in mente la canzone che sentivo cantare da bambino: “Tu scendi dalle
stelle o re del cielo e vieni in una grotta…”.
Quali stelle? Le Pleiadi?
Noi e Loro
Nei miei programmi di scrittura c’è anche un libro sui racconti dei Deva e
degli Asura, gli abitanti di altri pianeti che hanno partecipato a grandi eventi
e scontri avvenuti in varie parti del pianeta decine di secoli fa. I testi vedici
dicono che esistono circa 400.000 specie umane diverse sparse in vari pianeti
della galassia.
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Deva
dalle popolazioni antiche, sono originari delle zone più basse della galassia ma
hanno fondato colonie sulla Terra fin dai tempi più antichi. Sono gli antenati
degli ‘uomini drago’ o ‘uomini serpente’ che popolano le leggende orientali. La
loro natura biologica permette loro di accoppiarsi con gli esseri umani. Il
Mahabharata riferisce che Arjuna (il più importante dei fratelli Pandava, al
quale Krishna espose la Bhagavad-gita) ebbe tra le sue mogli anche una
principessa Naga. Il figlio di questa principessa, chiamato Babhruvana, è
considerato nelle regioni dell’India nord orientale come il capostipite della
dinastia del regno di Manipur, che comprendeva un tempo (oltre all’attuale
stato di Manipur) anche gli attuali stati di Nagaland, Mizoram, Assam, Tripura
e della zona circostante.
Yaksha: arrivarono sulla Terra in epoche molto antiche e si collocarono in
zone inaccessibili dell’Himalaya, dove vivono tuttora; sono governati dal
potentissimo Kuvera e hanno dato origine all’antica religione sciamanica
tibetana (Bon). Hanno accesso a dimensioni differenti grazie alle loro
conoscenze e ai loro poteri, ma hanno una natura che può essere inquietante e
pericolosa per gli esseri umani, dai quali vengono spesso identificati come
‘fantasmi’ , ‘spiriti guida’ o ‘stregoni’, senza però la connotazione di pura e totale
malvagità ‘diabolica’. Ancora oggi nella tradizione tibetana alcuni medium
vanno regolarmente in trance e consultano alcuni spiriti guida Yaksha.
Ultimamente il Dalai Lama, dopo decenni, ha smesso di consultare lo spirito
guida chiamato Dorje Shugden e questo ha creato una divisione tra i Lama,
perché alcuni rifiutando l’ordine del Dalai Lama continuano a considerarlo il
loro spirito guida. Si dice che, durante l’invasione cinese, Dorje Shugden abbia
guidato fuori dal Tibet il Dalai Lama accompagnato da migliaia di tibetani. I
tibetani non parlano volentieri di questi spiriti guida del loro popolo. In genere
gli Yaksha hanno un grande potere su un certo territorio per cui sono chiamati
anche ‘spiriti locali’.
Possono essere assimilati al Popolo Fatato delle tradizioni europee (folletti,
fate, spiriti della natura eccetera). Anche gli Yaksha hanno una potenzialità
biologica che permette loro di accoppiarsi con esseri umani, e l’hanno fatto
spesso. Nel passato le loro conoscenze e poteri sono stati trasmessi tramite
contatto diretto alle guide di molte culture sciamaniche della Terra e formano
la base esoterica e magica del lamaismo tibetano (Vajrayana), come pure di
certe pratiche tantriche e di alcune forme di Yoga.
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FLASHBACK 8
Shaktipat
“Uno dei concetti più affascinanti della vasta letteratura Yoga è quello di
Shaktipat. Che un maestro possa trasmettere il suo potere in un istante è, in
verità, un’idea entusiasmante.”
da Il libro dei Mantra di Rajmani Tigunait
Per ricevere bene l’energia che porta ad uno stadio superiore di coscienza è
necessario aver raggiunto un livello avanzato di apertura e ricezione. Siamo
simultaneamente riceventi e trasmittenti. Ho provato spesso durante i seminari
a sedermi con gli occhi chiusi e le gambe incrociate, in stato di pace mentale
mi concentravo sulla trasmissione diretta di ENERGIA.
Chiedevo ai partecipanti di osservare con attenzione un punto della mia
testa e respirare lentamente. Ho provato con piccoli gruppi o con centinaia di
persone, il risultato era il medesimo. La quasi totalità vedeva i colori della mia
aura e molti anche scene nitide delle mie vite precedenti.
Questa esperienza di Shaktipat ha cambiato in meglio la vita di molti
sinceri ricercatori, attivando il loro terzo occhio.
Le energie sottili esistono e si possono trasmettere. Ogni essere emette
continuamente raggi, onde e vibrazioni che un giorno saranno visibili
attraverso macchine create dall’uomo. La tecnologia materiale è un riflesso
inconscio di una grandiosa tecnologia spirituale che tutti noi possediamo da
sempre.
Energie invisibili si trasmettono da una persona all’altra e possono essere
inviate e recepite meglio se le persone entrano in uno stato cosciente di pace
mentale.
Durante la meditazione Shaktipat io chiudo gli occhi, mi rilasso, respiro
profondamente e, consapevole di essere ‘uno spirito libero che sta vivendo una
bella esperienza umana sul pianeta terra’, mi concentro mentalmente sulle
seguenti affermazioni positive.
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FLASHBACK 8
“Io vi voglio bene. Io condivido liberamente con voi il mio amore e la mia
conoscenza.” Dentro di me ripeto silenziosamente queste affermazioni e poi mi
metto in sintonia con la pulsazione cosmica. Contrazione ed espansione.
Amore e libertà. Amare ed essere amato.
In cinque minuti riesco a trasmettere migliaia di immagini.
Il riscontro è sempre positivo. Gli altri mi confermano la riuscita della
trasmissione descrivendo poi scene di vita che io ben ricordo, avendole vissute
in esistenze anteriori.
Per me trasmettere o scrivere è come guardare un buon programma
televisivo, e io guardo affascinato la mia televisione interiore. La coscienza è
esploratrice e video-amatrice, registra tutto il lungo viaggio che fa nelle
incarnazioni materiali, da un corpo all’altro. Il viaggio del Samsara.
Nella dimensione disincarnata non c’è niente da registrare, lì tutto è da
sempre presente ed accessibile in una dimensione di tempo-unito che non è
facile da comprendere in un mondo dominato dalla linearità dell’emisfero
sinistro maschile. L’eccesso di energia maschile ha tolto alla scienza la sua
capacità di conoscere e vivere direttamente le varie dimensioni invisibili e
sottili. In occidente stiamo facendo passi avanti grazie alla fisica quantistica e
a scienziati coraggiosi, fuori dagli schemi accademici.
Lo Shaktipat può anche essere fatto anonimamente. Vi mettete lì e
mandate il vostro amore e la vostra conoscenza a tutti i sinceri ricercatori del
pianeta terra. Qualcuno avrà visioni, intuizioni e conoscenze senza mai
conoscere la sorgente. Molti Siddha si muovono così. Compassione anonima,
ottima beneficenza non firmata!!
Per il passaggio inverso, la ricezione, ci si può preparare così: ponetevi in un
comodo stato di mente aperta e pronunciate con la vostra voce queste parole:
“Sono pronto a ricevere amore e conoscenza dagli spiriti liberi compassionevoli
del mondo e dell’universo”.
e con quelle scritte, esiste però un altro metodo molto efficace ma poco
praticato in occidente.
“La storia cita numerosi esempi”, spiega ancora Tigunait, “della improvvisa
e completa rivelazione della suprema verità. Un esempio di quest’ultima
accadde a Saul, così pieno di odio che fu colpito ed accecato dalla luce divina
sulla via di Damasco e divenne immediatamente Paolo. Valmiki, un noto ladro,
allo stesso modo venne trasformato dalla presenza di Narada, fu in grado di
ricevere gli insegnamenti dei sette saggi (Sapta Rishi) e alla fine ottenne la
conoscenza superiore del Brahman, diventando a sua volta un Brahma Rishi.
Un altro famoso tagliagole fu trasformato in Ananda dalla vista del Buddha.”
Yogananda spiegava che: “Tutti i pensieri vibrano nel cosmo in eterno.
Mediante una profonda concentrazione, un Maestro può captare i pensieri di
qualsiasi individuo, vivo o morto”.
Tutte le emozioni, i pensieri e le azioni vengono registrati nel quinto
elemento, Akasha, che è legato energeticamente al quinto Chakra, il vortice
che dà potere alla parola e all’udito.
La filosofia greca parlava di quattro elementi che costituiscono l’universo,
non conosceva il quinto che è lo spazio infinito che contiene gli altri quattro e
registra le loro continue interazioni.
Il quinto elemento
quelle semplici sia le più complesse che servono per attivare le magiche
ghiandole che abbiamo nella testa, la pineale e la pituitaria, ed evito di imporre
vincoli a chi vuole imparare, credo nella sincerità e nella buona fede di chi
vuole imparare. Se qualcuno viene da me per ‘sapere’, raccomando ovviamente
attenzione ed intelligenza, poi credo che ognuno abbia il diritto di rivelare ad
altri, seguendo il proprio intuito, la propria conoscenza e realizzazione
spirituale.
Questo non vuol dire che io sono più bravo, semplicemente diffido delle
organizzazioni chiuse, covo frequente di burocrati e furbi opportunisti in cerca
di una carica amministrativa con cui emergere sugli altri. L’universo è una
perfetta organizzazione aperta e magistralmente funzionante.
Io sono contemporaneamente la mia conoscenza e l’organizzazione che la
gestisce. A chi mi chiede ‘Perché non apri un centro?’ rispondo sempre
prontamente: “Sono già aperto, ogni essere è un centro. Di fatto ho sette centri,
uno centrale (il settimo Chakra) e sei dipendenti (gli altri sei Chakra).
Generare amore ed armonia tra di loro produce felicità”.
Questi 7 centri invisibili ma potenti e reali sono collegati alle 7 ghiandole
del sistema endocrino, una delle loro funzioni è stimolare la giusta emissione
ormonale della ghiandola collegata. Gli ormoni prodotti regolano tutte le
funzioni del corpo, incluso il processo di invecchiamento. Il primo Chakra
rosso agisce sulle ghiandole riproduttive. Il secondo Chakra arancione regola le
funzioni del pancreas. Il terzo Chakra giallo, situato nel plesso solare, stimola
le ghiandole surrenali che secernono adrenalina, questa sostanza prodotta in
eccesso è bruciante e causa logoramento e invecchiamento precoce.
Il quarto Chakra verde, situato nel petto vicino al cuore, agisce sulla
ghiandola del timo. Il quinto Chakra blu, che si trova nel collo, agisce sulla
ghiandola tiroidea. Il sesto Chakra indaco agisce sulla ghiandola pineale e il
settimo Chakra viola, il più alto, agisce sull’importante ghiandola pituitaria. I
Chakra non sono mai né aperti né chiusi, girano continuamente, ruotano a
grandi velocità, un eccesso o una carenza di velocità ne alterano il giusto
funzionamento. La velocità dell’energia vitale, che aumenta di Chakra in
Chakra andando verso l’alto, favorisce lo scorrimento del Prana, per cui
quando i Chakra rallentano circola meno energia vitale ed iniziano la malattia
e l’invecchiamento. Rallentando la velocità l’aura vitale che circonda il corpo
restringe il suo campo d’azione ed arriva solo alla superficie del corpo; se si
contrae ulteriormente inizia un pericoloso decadimento fisico che porta alla
morte.
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Bisogna far girare bene l’energia dei Chakra, farli andare alla velocità della
vita, mettendo pensieri ed emozioni in armonia.
Amministratore delegato di me stesso
Io, in questa vita, sono felice di essere e di sentirmi uno spirito libero;
ultimamente a chi mi chiede che lavoro faccio rispondo talvolta in modo
autorevole e spiritoso: “Sono amministratore delegato di me stesso, gestisco in
proprio miliardi di cellule. Interagisco in modo equo e solidale con gli altri
agglomerati cellulari”.
Ognuno di noi vive in una comunità di cellule molto più vasta del numero
di abitanti di questo pianeta. Ogni cellula è autonoma, è un micro computer
organico con una sua sensibilità e memoria, in grado di agire ed interagire con
le altre cellule e con gli elementi esterni, visibili ed invisibili. Alimentare e
curare bene le proprie cellule è un grande regalo a se stessi e al resto del mondo.
Il nostro corpo è un miracolo cosmico, il vero giardino dell’Eden. Eden vuol
dire delizia e lo Yoga vero ci riporta nel giardino fiorito.
La scienza del Kriya appartiene a tutti gli spiriti che hanno un corpo umano.
Ogni divisione e discriminazione è un attentato alla spiritualità individuale e
collettiva. Con lo stress che c’è in giro, diffondere conoscenze e tecniche sui
Chakra e la Kundalini è un’attività umanitaria che dovrebbe essere sostenuta
da tutti quelli che desiderano e vogliono un mondo migliore.
Yogananda, preso dal suo travolgente entusiasmo, dichiarò: “Mille Kriya
eseguiti in otto ore e mezzo danno allo Yoghi, in un sol giorno, l’equivalente di
mille anni di evoluzione naturale”.
Non rimane che provare, dico io.
L’antica filosofia indiana insegna che un praticante, quando muore, porta
con sé, nella sua prossima vita, gli effetti delle proprie esperienze spirituali e
continua prima o poi la pratica fino alla completa realizzazione spirituale.
Niente va perduto. Ci possono essere soste, ritardi ed interruzioni ma chi è sulla
via giusta non torna mai indietro, riprende sempre da dove aveva lasciato.
“La scienza del Kriya Yoga è eterna”, ha spiegato Sri Ananda Mohan nipote
di Lahiri Mahasaya, “essa è vera come la matematica; come le semplici norme
di addizione e sottrazione, la legge del Kriya Yoga non può mai essere negata o
distrutta. Bruciate tutti i libri di matematica, e le menti più logiche scopriranno
sempre di nuovo tali verità; distruggete tutti i libri sacri sullo Yoga, e le sue leggi
fondamentali verranno nuovamente rivelate dovunque comparirà un vero
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FLASHBACK 8
stata paragonata ad una foresta in cui è facile entrare ed ancora più facile
perdersi.
Dante Alighieri, che aveva avuto contatti con conoscenze esoteriche
orientali, poeticamente racconta la sua esplorazione: “Nel mezzo del cammin di
nostra vita mi ritrovai in una selva oscura che la diritta via era smarrita…”.
Nirvana vuol dire andare oltre la mente che è foresta e selva e tornare alla
diritta via, lo spazio aperto dell’estasi del settimo cielo.
Dante divide il viaggio ascensionale dal primo al settimo Chakra in tre fasi,
i primi tre Chakra sono considerati inferiori e rappresentano gli Inferi, per cui
chi, energeticamente, rimane intrappolato lì soffre inaudite sofferenze. Il
quarto Chakra, situato nella zona del cuore, è il Purgatorio dove è possibile
purificarsi e successivamente elevare la consapevolezza verso l’alto, verso i tre
Chakra superiori che costituiscono il Paradiso che culmina, secondo Dante,
nella rosa mistica. Gli Yoghi chiamano il settimo Chakra la corona o il loto dai
mille petali.
Si può notare che il diavolo è rosso come il primo Chakra e gli angeli sono
azzurri, blu e celesti come i Chakra superiori. I colori sono vibrazioni del nostro
campo energetico che vanno mescolati e vissuti con amore ed armonia,
l’eccesso o la carenza di uno di essi crea squilibrio. I regimi repressivi temono
molto una realtà piena di colori diversi, temono il fascino variopinto
dell’arcobaleno.
Dall’inizio di Kali Yuga alcuni Siddha sono riusciti nell’eroica impresa di
mantenere lo stesso corpo ed altri, pur vivendo molto a lungo, lo hanno
cambiato regolarmente mantenendo però inalterati ad ogni passaggio karmico
il potere, la conoscenza e la consapevolezza.
Agastya Muni, il Guru di Babaji, è citato nei millenari Purana e si dice che
stia mantenendo in vita il suo corpo fisico da cinquemila anni. Questo grande
Rishi vive in una grotta del monte Droog, tra le Montagne Blu del sud
dell’India.
Dice di lui Alice Bailey: “A lui spetta l’arduo compito di guidare finalmente
l’India fuori dal caos e dall’inquietudine in cui si trova”.
“Una ricca letteratura poetica in tamil è sorta intorno ad Agastya”, scrive
Yogananda, “un Avatar dell’India meridionale. Egli compì molti miracoli durante
i secoli che precedettero e seguirono l’era cristiana, e si crede che egli serbi la sua
forma fisica ancora oggi.”
Incredibile?
“Dobbiamo rammentarci”, affermò profeticamente Yukteswar, “che molte
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FLASHBACK 8
cose che erano inspiegabili un migliaio di anni fa, oggi non lo sono più, e che
molti fenomeni oggi misteriosi, potranno fra qualche anno rivelarci le loro leggi”.
Oggi siamo in piena Apocalisse, non nel senso di epoca oscura e confusa
come ci hanno fatto credere, ma sorprendente e attesa Rivelazione. Apocalisse
è una parola di origine greca, viene da apokalyptein, e tradotta letteralmente
vuol dire precisamente ‘rivelazione di cose segrete’. Rivelazione della
Conoscenza Eterna.
“Chi ha orecchie per intendere intenda!” disse duemila anni fa in Palestina
un compassionevole e coraggioso Siddha.
Nella Scienza Sacra Yukteswar spiega che Kali Yuga sta giungendo
finalmente al termine, attualmente siamo in un periodo intermedio tra epoche
diverse. È una situazione simile all’alba, se guardi ad est vedi luce, se ti giri a
ovest vedi buio. E poi si sa che il momento più freddo della giornata è proprio
prima dell’alba. Freddo, freddo e poi tepore e progressivamente caldo per tutti.
Guardiamo ottimisti verso la luce. Noi siamo tutti LUCE INTELLIGENTE.
Guardiamoci con amore. Siamo un miracoloso insieme di Luce-luce (energia
spirituale) e Luce condensata (materia).
Sono da ore seduto sulla sabbia del Gange in uno stato di quiete mentale,
medito, respiro, apro gli occhi e rileggo, con nuova comprensione, pagine da
me scritte e visualizzo quelle che scriverò. Voglio rivelare con la parola scritta
e quella parlata tutta la conoscenza che ho la fortuna di avere.
Apollonio e Ermete
è immenso se si raggiunge sulla Terra. Separerai la terra dal fuoco, ciò che è
puro da ciò che è impuro, dolcemente, con grande attenzione. Salirai dalla
Terra al Cielo e scenderai di nuovo sulla Terra e riceverai la forza delle cose
superiori e inferiori. In questo modo avrai la gloria del mondo e, sempre per
questo motivo, l’oscurità fuggirà da te”.
Queste parole, simili a quelle di molti testi sacri, sono apparentemente
semplici ma parlano chiaro solo a chi conosce il linguaggio esoterico. Nel
linguaggio comune il termine ‘ermetico’ è diventato sinonimo di concetto
breve e difficile da capire, nell’antichità la saggezza era esposta in frasi brevi che
prevedevano un livello iniziatico di comprensione.
L’essenza della conoscenza esoterica è conosciuta dai tempi più antichi, la
parola ‘esoterico’ è relativamente recente, venne usata nel 208 dopo Cristo da
Clemente Alessandrino, un ateniese di grande cultura, di origine pagana, che
una volta convertitosi al cristianesimo si portò dietro delle profonde
conoscenze teologiche precristiane. Insegnò ad Alessandria d’Egitto ed
Origene, grande sostenitore della reincarnazione, fu uno dei suoi discepoli.
Clemente usò questo termine nella sua opera, Gli Stromata, per definire
l’alto grado di profondità di certi insegnamenti spirituali. La parola deriva dal
greco esoterikos, che significa interiore e, per estensione, profondo o nascosto.
L’esoterismo è stato per secoli un orientamento spirituale riservato a poche
cerchie di iniziati, gli insegnamenti fondamentali venivano tramandati
attraverso i simboli ed erano condivisi con molta cautela; le scuole esoteriche
riconoscevano il principio per cui chi sa è una autorità spirituale ma rifiutavano
il dogmatismo rigido e l’organizzazione gerarchica della religione.
È giunta l’ora di abbandonare l’ostile pregiudizio con cui le istituzioni
religiose storiche hanno trattato gli aspetti esoterici delle antiche culture
spirituali, il punto controverso è che le pratiche esoteriche aprono l’individuo
a livelli diretti di percezione del sacro e del divino ben più elevati ed intensi di
quelli raggiunti da coloro che si limitano ad accettare una credenza passiva, una
cieca obbedienza dogmatica e una ripetizione fedele ed automatica di riti
imposti dall’alto senza spiegazioni precise sulla loro validità ed esecuzione.
Il linguaggio della Tavola è volutamente simbolico. Il padre è lo spirito, il
viaggio continuo tra terra e cielo è la reincarnazione evolutiva, il risveglio
spirituale è paragonato alla purificazione, che se è fatta da chi sa con amore
evita pratiche rituali dolorose e difficili. Il cielo di cui parla Ermete non è il
cielo reale ma una dimensione sottile, dove l’anima vive leggera dopo aver
lasciato il corpo.
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RITORNO A BENARES
. Capitolo sesto .
RITORNO A BENARES
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Prima di partire per Benares voglio andare a salutare il mio caro amico
Jamuna Prasad, non posso ripartire senza rivederlo.
Prasad è stato per molti anni un apprezzatissimo professore di psicologia
presso l’università di Allahabad, che è chiamata per il suo prestigio culturale la
Oxford dell’India.
Ad un certo punto della sua brillante carriera accademica Prasad, visto il
crescente interesse che la reincarnazione riscuoteva in occidente, prese una
formidabile decisione, iniziare, tra la popolazione indiana, una accurata ricerca
empirica sul fenomeno delle vite precedenti.
Iniziò con l’aiuto, volontario e non retribuito, di altri psicologi indiani, il
loro punto di partenza era già un programma spirituale umanitario: ‘noi indiani
non abbiamo bisogno di prove, raccogliamole invece per i nostri colleghi
occidentali’.
Anno dopo anno, segnalazione dopo segnalazione, il professor Prasad filtrò,
tra innumerevoli segnalazioni, una serie inconfutabile di episodi che verificò di
persona, la sua fama di ricercatore serio ed obiettivo arrivò anche in occidente.
La prima volta sentii parlare di lui dalla cara amica Paola Giovetti, che nel
1985 lo aveva invitato come ospite ad un programma televisivo sul
paranormale, da lei diretto insieme ad Alessandro Cecchi Paone.
Conobbi personalmente Jamuna Prasad nel 1989, in occasione della Kumbha
Mela, avevo rintracciato il suo indirizzo e semplicemente mi presentai a casa sua,
fui accolto a braccia aperte, come se mi stesse aspettando. Mi confidò infatti che
aveva avuto, per diversi giorni, alcuni sogni rivelatori in cui incontrava un
italiano molto interessato alla reincarnazione, uno che veniva da Milano.
Io ho vissuto la maggior parte degli anni passati in Italia a Milano per cui
mi riconoscevo nel suo racconto onirico. Di fatto l’aereo per l’India l’avevo
preso proprio da Milano. Diventammo cari amici. Amici dalle vite precedenti?
Per mesi mi scrisse molte lettere pregandomi di continuare la sua opera. Io
gli rispondevo solo mentalmente: ok Jamuna, messaggio ricevuto! L’anno
seguente io riapparsi improvvisamente a casa sua, questa volta ero in India in
compagnia di Giulia e volevo farle conoscere il mio caro amico indiano. Poi
ancora silenzio per dieci anni.
Silenzio solo da parte mia, perché lui almeno due volte l’anno mi scriveva
la stessa lettera: ‘Caro Giorgio, ti prego continua la mia opera di divulgazione,
tu hai il potere di far conoscere a tutti la reincarnazione. Hai tutto il mio
sostegno e la mia amicizia’.
Anche questa volta riappaio e busso alla porta senza preavviso, l’accoglienza
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RITORNO A BENARES
è quella solita, magica e fuori dal tempo, un’esperienza che in India non è poi
così rara.
Jamuna sorride e cancella con il suo entusiasmo i miei anni di assenza,
mentre mi racconta di aver scritto una lettera a Paola per invitarla alla grande
assemblea qualcuno suona alla porta. ‘Professore, c’è una lettera dall’Italia!’
proclama fiero il grassottello postino indiano.
Il postino conosce bene il vecchio saggio, 87 anni, e sa come lo rende felice
l’annuncio a gran voce di una lettera che viene dall’estero.
In tutti questi anni psichiatri e ricercatori, provenienti da varie parti del
mondo, sono ricorsi a lui per raccogliere documentazioni e prove sul grande
fenomeno della rinascita.
Lo psichiatra Ian Stevenson dell’Università Americana della West Virginia
nel libro Reincarnazione, venti casi a sostegno, cita alcuni dei tanti casi
segnalatigli da Jamuna Prasad.
Il professor Stevenson si è recato numerose volte in India e ha ricontrollato
meticolosamente tutte le testimonianze che gli erano state proposte, la sua
conclusione era identica a quella di Prasad: ineccepibili tecnicamente ma
inspiegabili con le conoscenze attuali della scienza occidentale. Prasad si
compiace molto dei tanti autorevoli riconoscimenti che gli sono poi pervenuti,
anno dopo anno, da ricercatori americani, europei e giapponesi.
Dopo aver aperto e letto la lettera con la sua melodiosa voce indiana, mi
guarda ispirato con i suoi occhi buoni, è la nostra grande amica Paola Giovetti,
è spiacente di non poter assistere quest’anno alla Kumbha Mela. Io e Jamuna
crediamo nella sincronicità e nei messaggi delle coincidenze significative,
interpretiamo positivamente questo incontro karmico tra me, lui e Paola. Forse
non è la prima vita che ci conosciamo.
Io colgo l’occasione e rinnovo un invito che gli feci sin dal nostro primo
incontro. ‘Caro Jamuna tu potresti fare come me, e sicuramente meglio di me,
dopo aver lasciato il corpo indiano potresti prenderne uno italiano
mantenendo tutte le preziose memorie di questa tua vita presente. Io da parte
mia ho sempre accettato i tuoi ripetuti inviti e scriverò uno o più libri sulla
reincarnazione. In tuo onore uno lo chiamerò La Prossima Vita e, oltre a
meditazioni per ricordare le vite precedenti, segnalerò metodi e tecniche per
programmare consapevolmente la prossima incarnazione.’
Jamuna appare molto, molto soddisfatto dalla mia proposta, gli indiani
sentono molto il bisogno di dare una continuità storica alla loro millenaria
tradizione filosofica e chi insegna sa che se anche uno solo recepisce il
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Lo Yoghi americano
Il corpo di luce
Babaji non ha gradito questa chiamata banale e dopo essere rimasto un po’
con il gruppo a cui diede degli insegnamenti, ammonisce Lahiri e se ne va come
era apparso. “D’ora in poi, figlio mio, verrò da te quando ne avrai bisogno, e
non ogni volta che mi chiamerai”.
Per convincere il gruppo Babaji ordina che sia preparato del cibo.
“Babaji avanzò sorridendo e chiese a ciascuno dei presenti di toccare la
solida, calda carne del suo corpo. Dopo aver mangiato Babaji ci benedisse tutti,
uno per uno. Poi vi fu un lampo subitaneo; assistemmo all’istantanea
dissoluzione degli elettroni del corpo di Babaji in una vaporosa luce diffusa. Il
potere di volontà del Maestro, intonato alla volontà di Dio, aveva allentato la
stretta sugli atomi eterei riuniti insieme a costituire il suo corpo; subito i
miliardi di minuscole scintille vitatroniche sparirono nell’infinito serbatoio
cosmico.”
L’atmosfera dell’Himalaya pervadeva la stanza 516, il racconto di colui che
per secoli ha vinto la morte ha catalizzato le menti di due indiani, un europeo
e un americano.
Senza parlare ci guardiamo e siamo tacitamente d’accordo su un punto:
l’umanità è animata da alcuni esseri il cui potere supera la nostra grande
immaginazione.
Rimaniamo in silenzio, percepiamo che questi esseri vivono, camminano,
parlano ed agiscono a pochi chilometri di distanza. La Kumbha Mela si è
appena conclusa, l’assemblea si è sciolta ma l’energia è rimasta nell’aria, è
percepibile. Forse i Siddha Yoghi sono a pochi metri, forse sono alla 516 ma
non li vediamo.
Trasfigurati da una grande gioia andiamo a dormire, andiamo a chiudere gli
occhi fisici per qualche ora.
mi sveglio di colpo e assisto alla nostra frenata sulla strada bagnata. Incidente
sfiorato, lo abbiamo evitato per pochi centimetri. Il nostro autista, preso dal
panico, apre la portiera e fugge sotto la pioggia, John Charles balza fuori e lo
insegue, lo acciuffa e lo riporta indietro.
In India non è raro che gli autisti fuggano dopo un incidente, temono la
reazione violenta della gente dei villaggi che odia le macchine e tende
istintivamente a colpevolizzare chi guida, ci sono stati casi di linciaggi di
autisti. Il nostro autista zuppo riprende a guidare, gli diamo qualche rupia in più
e riprende subito quota.
Questo incidente mi ricorda quello che ebbi prima dell’altra Kumbha Mela,
anche quella volta pericolo evitato per un pelo.
Ho bruciato un’altra traccia del mio karma passato, mi sento più leggero.
Programmo al mio arrivo una escursione notturna sul Gange, dopo essermi
sistemato in albergo vado al fiume con John Charles. Ritrovo un barcaiolo che
avevo conosciuto due anni prima, siamo in tre al centro del grande fiume, non
ho niente da dire, da fare e da pensare.
Mi sento vivo, forte, sicuro…
John Charles apprezza la mia compagnia e ci tiene a mostrarsi amico.
“Caro Giorgio, a te non ti ferma nessuno. Ascolta il mio consiglio di Yoghi
americano. Tu hai una grande conoscenza, puoi andare a distribuirla in tutto il
mondo. Sei un vero Guru. Fallo senza ripensamenti e senza incertezze.” Mi
sembra di sentire Babaji che mi parla usando un microfono americano.
Io lo so perché sceglie un corpo americano, perché lui sa che io la prossima
vita voglio rinascere in America con un corpo femminile e portare avanti la
vera parità tra uomini e donne, la totale riconciliazione armonica tra energia
maschile e femminile. Sto andando come il sole verso ovest. India, Europa,
America!
Ho sempre rifiutato il ruolo di Guru, ma forse essere Guru non è affatto un
ruolo. È un essenza, uno stile di vita, un modo di essere che non può essere
recitato o simulato.
O lo sei o non lo sei.
Io, in India, mi sento naturalmente un Guru ma John Charles è chiaro:
“Giorgio vai in tutto il mondo…”. Se me lo dice un americano, di notte, sul
Gange a Benares mi conviene ascoltare.
Insegno al mio amico ‘Clint’ una tecnica del Kriya.
Rispondo ai suoi ringraziamenti con una affermazione che mi tranquillizza:
“Caro amico, grazie, conosco molte tecniche del Kriya, dalle vite precedenti”.
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Totem
Chiudo questa esperienza rivelatrice della Kumbha Mela con una telefonata
notturna dall’Italia fatta dal mio caro amico Giorgio Medail, un vero spirito
libero che da trent’anni lavora nella comunicazione a Mediaset. Io lo conosco
dal 1973 e ho sempre apprezzato la sua volontà di comunicare alla gente che i
fenomeni definiti paranormali in realtà sono molto normali, ci sembrano strani
e lontani solo per mancanza di conoscenza. La condivisione via radio è iniziata
anni fa con Totem, una trasmissione, puntuale ed entusiasmante che parla al
cuore degli ascoltatori, ogni domenica sera sulla radio nazionale RTL (102.5).
Questa idea geniale di Giorgio Medail è veramente una novità nel campo dei
grandi massmedia nazionali, dove molte trasmissioni sono filtrate e banalizzate.
Preciso e concentrato come un antico monaco zen, Medail ogni domenica
sera, dalle 22 alle 24, è sempre lì, presente in studio e dal microfono fa volare
le Buone Vibrazioni di Totem invitando gli ascoltatori a diventare amici, ad
aprirsi e ad intervenire personalmente.
Totem è una trasmissione concreta e spirituale basata sull’apertura mentale
ed il potere di comunicazione del suono. Le vibrazioni sonore sono un’energia
alata che arriva e penetra ovunque.
Il vantaggio della radio sulla televisione, soprattutto quando si parla di
esperienze spirituali profonde, è che il messaggio non è disturbato dal look.
Oggi, troppo spesso la comunicazione umana è pesantemente penalizzata dal
look esterno. Apparire ed attrarre superficialmente per molti è diventato più
importante che comunicare.
L’ascolto senza immagine risulta più puro e senza pre-giudizio.
Molte antiche scritture sacre parlano dello straordinario potere del suono e
della comunicazione spirituale attraverso vibrazioni sonore.
A Totem spesso ci sono anche io, che sono sempre in viaggio, felicemente
impegnato in conferenze, seminari ed incontri; dal luogo in cui mi trovo ogni
domenica sera mi metto in contatto telefonico con Giorgio Medail ed entro
nello spazio magico di Totem.
In questi anni mi sono collegato a Totem da tutte le regioni italiane e
talvolta anche dall’America e dall’Africa.
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RITORNO A BENARES
Questa volta Medail mi chiama in India per chiedermi della Kumbha Mela.
Mi sono addormentato. Ho avvisato il portiere dell’albergo: aspetto una
telefonata importante dall’Italia.
Ci sono più di quattro ore di differenza tra India e Italia. Verso le tre del
mattino sento il suono lontano di un telefono, senza accendere la luce alzo la
cornetta e l’avvicino alla mia testa che ha ancora gli occhi chiusi. Sento la voce
di Medail: “Abbiamo in onda, dall’India, il nostro grande amico Giorgio
Cerquetti, il suo motto è: il viaggio continua. Caro Giorgio, dicci qualche
parola di saggezza, questa qualità non è certo mancata alla Kumbha Mela”.
Io sto benissimo, mentalmente mi sento in uno stato leggero di trance:
“Caro Giorgio, dico subito che è stata un’esperienza spirituale profonda e
indimenticabile. Così intensa che vorrei scriverci un libro...”.
Io poi mi sono lasciato andare e ho continuato a raccontare a ruota libera,
rispondendo alle domande di Medail e degli ascoltatori.
La mattina dopo camminando in riva al Gange non ricordavo bene tutto
quello che avevo detto nel lungo collegamento.
Guardando il lento scorrere del fiume mi fermai, con le mani giunte sul
cuore, e mandai il mio augurio: “Mando il mio amore e la mia buona energia a
tutti quelli che ascoltano Totem”.
Tornato in Italia ho incontrato diverse persone che mi hanno fatto i
complimenti per le cose bellissime che avevo detto dall’India.
Grazie Giorgio Medail, grazie per avermi telefonato!
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L’ALCHIMISTA
Parte seconda
Dopo aver riletto il libro, mi è sembrato utile integrare il racconto della mia
esperienza alla Kumbha Mela con altre informazioni. Questa seconda parte è
composta da 8 appendici inedite, 7 sono ricavate dal Il Viaggio Continua, un
mio libro che non è mai stato pubblicato.
APPENDICE 1
L’ALCHIMISTA
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La pietra filosofale
L’apostolo Pietro parlando di Gesù lo definisce ‘la pietra viva rigettata dagli
uomini…’(1 Pietro 2,4).
L’ammonimento di Pietro era probabilmente la conseguenza della sua triste
esperienza personale, il discepolo aveva rinnegato il Maestro, per tre volte
aveva giurato di non conoscere ‘la pietra viva’ (Marco 14, 66-72). Anche qui
mi sembra chiaro che la parola ‘pietra’ venga usata in modo simbolico,
rappresenta qualcosa di elevato che non è stato capito. Alcune interpretazioni
cristiane che mettono Pietro come fondatore simbolico della Chiesa
considerano il suo nome alla lettera come espressione di qualcosa di rigido,
materia inorganica e non vitale.
Da qualche tempo con libri, articoli e film si torna a parlare del Graal. Il
Graal viene identificato con un contenitore a forma di coppa, ma la vera
sacralità del Graal è il suo contenuto e non solo la forma del contenitore. Il
simbolismo di questa coppa sacra, il cosiddetto Santo Graal, è molto antico e
si dice che risalga alle origini del Cristianesimo; la forma della coppa, che
contiene l’elisir della guarigione e dell’immortalità, ricorda sia il seno materno
che la parte superiore del teschio, la calotta cranica che contiene il cervello.
Indubbiamente l’interpretazione del seno materno ci conforta, ci alimenta e ci
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L’ALCHIMISTA
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NOI E LORO
APPENDICE 2
NOI E LORO
L’articolo prosegue parlando dei cerchi nel grano e della base americana
supersegreta chiamata Area 51, dove qualcuno sospetta che siano stati nasco-
sti, per essere analizzati, i resti di un Ufo e i corpi di alcuni piccoli alieni morti
recuperati dall’Ufo che precipitò il 4 luglio 1947 a Roswell, piccola città nel sud
est del Nuovo Messico.
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NOI E LORO
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NOI E LORO
Nel luglio 1989 con questo titolo pubblicai sulla Domenica del Corriere un
articolo sulla Kumbha Mela dell’ottantanove.
Dopo aver letto l’articolo del Corriere, il mio scritto 13 anni prima non
sembra più così fantasioso e lontano dal possibile.
Il titolo, che in occidente potrebbe (forse poteva una volta) essere conside-
rato bizzarro se non ridicolo, in India invece non va contro gli insegnamenti dei
Veda ed è in sintonia con gli innumerevoli racconti di esseri umani che hanno
incontrato nella zona Himalayana e nei dintorni del Gange esseri provenienti
da altri pianeti e da altre dimensioni. Ecco un estratto del mio articolo:
. 208 .
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NOI E LORO
“Da Delhi ci vogliono dodici ore per raggiungere in treno la città sacra di
Allahabad, si tratta di un treno speciale, uno dei tanti che le ferrovie indiane
hanno messo a disposizione dei milioni di pellegrini diretti alla Grande Mela.
C’è tutto il tempo per pensare e osservare. Nella vettura di prima classe, l’unica
dove ho trovato posto, la gente prega, dorme, mangia e chiacchiera volentieri
con uno straniero; gli indiani sono tutti molto comunicativi e ospitali. Mentre
un avvocato mi informa che il nostro treno si chiama Krishna Express io ripas-
so mentalmente tutti i viaggi che ho fatto attraverso questo magico Paese e
ricordo le parole di Hermann Hesse: ‘La mia via verso l’India non passava per
navi e ferrovie, ma attraverso magici ponti che dovetti io stesso trovare’.
Per esempio alla Mela ‘si sa’ che molti Deva (gli dei, gli esseri celesti cele-
brati in molti poemi antichi) che abitano su lontani pianeti frequentano
volentieri la grande assemblea di Allahabad. È cosa risaputa che Brahma, un
essere superiore che vive sul pianeta Satyaloka ed ha miliardi di nostri anni,
. 210 .
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NOI E LORO
non manca mai. In un famoso dialogo con un devoto che gli chiedeva dove lo
si potesse incontrare, lui rispose amabilmente che lo avrebbe trovato spesso
proprio qui alla confluenza dei tre fiumi. Ovviamente il suo corpo è completa-
mente diverso da quello di noi terrestri...
Si dice nel Ramayana che anche il re Rama e la sua compagna Sita visita-
rono questo luogo sacro. La nostra storia conosciuta apparentemente non va
oltre i cinquemila anni mentre la letteratura vedica parla di Yuga, epoche pre-
cedenti che risalgono a decine di migliaia di anni fa. Allora l’incontro con le
civiltà aliene era normale ed accettato, con il linguaggio di oggi si potrebbe dire
che non avrebbe fatto più notizia. Umani e Deva relazionavano bene, i Deva
venivano con umiltà in India per ascoltare ed incontrare i grandi Rishi (saggi).
La saggezza è una virtù cosmica apprezzata da tutte le vere intelligenze terrestri
ed extra.
L’India è un apparente caos sociale dove da tempo immemorabile brillano
dei fenomenali gioielli di saggezza e conoscenza. Mi tornano in mente le paro-
le che Paolo VI pronunciò nel 1967 di ritorno dal suo viaggio in India. “L’India
è una terra spirituale. Ha per natura il senso delle virtù cristiane. Mi dicevo che
se un giorno ci potrà essere un Paese in cui le beatitudini evangeliche del
Discorso della montagna saranno vissute e non solo da un élite, ma a livello di
tutto un popolo, della massa unanime, immensa, questo paese è l’India. Che
cosa è più vicino all’India della pace, della misericordia, della purezza di cuore?”
Aggiungo a posteriori qualche nota sui Vimana e sulle civiltà aliene, queste
sono informazioni ricavate dagli antichi testi indiani.
I Vimana
Gli antichi testi vedici parlano di dei, semidei e demoni, capaci di meravi-
glie scientifico-magiche, che viaggiano in navi spaziali o aeronavi, i Vimana.
Queste informazioni sono confermate da moltissime tradizioni antiche e
testi sacri in tutto il mondo. Esiste senza dubbio un fondo di verità in tutti que-
sti racconti, che concordano su così tanti particolari.
La tradizione vedica insegna che, migliaia di anni fa, gli esseri umani ave-
vano contatti molto frequenti con gli extraterrestri e da loro avevano appreso
molte conoscenze, qualcuno in India conosceva molto bene la struttura dell’a-
tomo e le leggi che regolano l’Universo.
La civiltà umana più evoluta e potente si trovava appunto nella regione
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Parasurama
I testi vedici sono divisi in due categorie, i Daiva e i Manusa, cioè i testi che
parlano degli dei e quelli che parlano delle cronache della storia umana. Anche
gli oggetti volanti che vi vengono descritti appartengono a due categorie simi-
li, in quanto hanno caratteristiche tecnologiche differenti. Le astronavi
Manusa, costruite secondo la tecnologia umana sulla base della scienza univer-
sale, assomigliano ad aeroplani o aeronavi e hanno una struttura meccanica, di
cui vengono descritte la costruzione, le automazioni, i motori, il funzionamen-
to e così via. Le astronavi Daiva, cioè dei Deva o esseri divini, sono molto dif-
ficili da comprendere - anzi, non potrebbero nemmeno essere classificate come
astronavi vere e proprie in quanto funzionano su un’applicazione differente dei
principi scientifici dell’universo, che appartiene a una diversa dimensione e a
una tecnologia non meccanicista.
Nei testi Manusa sono descritti i particolari più elaborati per la costruzione
dei vimana. Il Samarangana Sutradhara afferma che erano fatti di materiale
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leggero, con un corpo forte e ben modellato. Nella costruzione venivano usati
ferro, rame e piombo. Potevano volare su grandi distanze e la propulsione
avveniva grazie all’aria. Poi viene fatto un accenno di propulsione: “avevano in
fondo fuoco e mercurio”.
Il Samarangana Sutradhara dedica 230 versi ai principi della costruzione dei
vimana e al loro uso in pace e in guerra. Erano molto manovrabili e potevano
attaccare qualunque cosa nell’aria o al suolo. L’autore attribuisce loro tre movi-
menti principali: ascensione verticale, volo per migliaia di miglia e infine fer-
mata e discesa. Si muovevano così rapidamente che dal suolo era quasi impos-
sibile udirli.
“Per mezzo di quelle macchine, gli esseri umani possono volare nell’aria, e
gli esseri celesti possono scendere sulla terra. Alcuni Vimana possono ascende-
re alle regioni solari (Suryamandala) e al di là di queste, alle regioni stellari
(Naksatramandala)”, il che significa che alcuni erano costruiti per attraversare
il sistema solare, o addirittura la stessa galassia.
Il Samarangana spiega che il segreto della fabbricazione e del funzionamen-
to doveva essere conservato per la terribile utilizzazione che si potrebbe fare dei
vimana in guerra, una paura del tutto giustificata ai tempi delle guerre contro i
Daitya, quando intere città vennero spazzate via, interi eserciti vennero
annientati dalle armi aeree dette Astra e Brahma. Afferma inoltre che al mer-
curio veniva applicato un fuoco controllato: allora si sviluppava la potenza del
tuono. “Tuttavia, se questo motore di ferro con le giunture appropriatamente
saldate viene riempito di mercurio e il fuoco viene condotto fino alla parte
superiore, sviluppa potenza con il ruggito di un leone.”
Nelle opere antiche, “fuoco” non indica sempre il fuoco della combustione.
I libri esoterici elencano 49 tipi di fuochi, molti dei quali sembrano indicare
vari fenomeni elettrici e magnetici.
“I vari possibili movimenti dei Vimana sono: inclinazione, ascesa verticale,
discesa verticale, avanti, indietro, ascesa normale, discesa normale, progressio-
ne su lunghe distanze, grazie all’opportuna regolazione delle parti funzionanti
che gli assicurano il moto perpetuo.
“La forza e la durata di queste macchine dipendono dai materiali usati. Ecco
alcune delle qualità principali del carro aereo: può essere invisibile, può tra-
sportare passeggeri, può essere reso piccolo e compatto, può muoversi in silen-
zio. Se deve essere usato il suono deve esservi una grande flessibilità di tutte le
parti mobili, che debbono essere fatte alla perfezione. Deve durare per lungo
tempo, deve essere ben coperto, non deve diventare troppo caldo, troppo rigi-
. 214 .
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NOI E LORO
Il fatto che i Vimana furono descritti centinaia, forse anche migliaia di anni
fa e che essi riportano alla mente i moderni Ufo, farebbe concludere che l’India
abbia avuto una civiltà superiore ora dimenticata.
Sembra che non ci siano dubbi che i Vimana fossero equipaggiati da una
sorta di anti-gravità. I Vimana decollavano verticalmente ed erano in grado di
fermarsi a mezz’aria come i moderni elicotteri e dirigibili.
Vimana vengono chiamati anche i “veicoli” delle varie divinità, descritti
dalla letteratura vedica e puranica in forme e caratteristiche specifiche e coeren-
ti e rappresentati invariabilmente davanti ai templi delle divinità relative.
Il significato delle forme e dei nomi dei vari Vimana è strettamente legato
alle caratteristiche personali della divinità che li possiede, cosa che ci aiuta a
comprendere i principi del loro funzionamento, come vedremo più avanti
anche in relazione alle informazioni giunte da altre fonti (cultura di Atlantide).
APPENDICE 3
. 217 .
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Gesù era in origine un giudeo, come mai nei suoi tre anni di predica i suoi
insegnamenti furono così diversi dalla tradizione ebraica?
Gesù nella sua predica parte intelligentemente da alcuni precetti buoni
dell’Antico Testamento per poi prendere le distanze dai passi molto duri della
Torah che presentano un Dio vendicativo ed introdurre nuovi concetti
spirituali non graditi agli autoritari sacerdoti del grande Tempio di
Gerusalemme.
Gesù era un grande guaritore energetico, sensibile, intelligente e
compassionevole, era contrario al fanatismo e alla religiosità bigotta ed ottusa
del tempo che creava caste sacerdotali e privilegi sociali. Più dei Romani
furono le autorità religiose giudaiche a considerare pericolose le parabole e i
miracoli di Gesù, fu il Sinedrio, il supremo consiglio dei sacerdoti capi, che
condannò a morte il Maestro tanto amato dal popolo ebraico.
A distanza di secoli ci sono ancora alcune autorità religiose abituate a
strumentalizzare il messaggio d’amore del Maestro per le loro ambizioni
personali e i soliti giochi di potere. Eppure le parole di Gesù sono
inequivocabilmente chiare e comprensibili da tutti: amore, misericordia, pace,
equità, giustizia e tanta comunione con l’Assoluto che è dentro di noi.
Nel mio primo viaggio in India, nel 1968, sentii per la prima volta la storia
di Gesù Cristo in India. Nel 1972 partii per il Kashmir per vedere e vivere da
vicino l’atmosfera sacra dei luoghi dove avrebbe vissuto Gesù di ritorno dalla
Palestina. In altri periodi ho soggiornato a lungo anche a Benares e Puri dove
avrebbe vissuto tra i dodici e i trent’anni. Ho fatto più volte, via terra, il viaggio
che lui fece dall’India, attraverso Pakistan (una volta era India), Afghanistan e
via via verso il mediterraneo. La mia impressione è che Gesù Cristo visse
sicuramente in India e qui tornò dopo la crocifissione.
Elenco una serie di prove raccolte da quei pochi coraggiosi ricercatori che
hanno voluto conoscere meglio il periodo indiano di Gesù. In ordine di tempo
abbiamo queste testimonianze.
1887. Un Lama del monastero di Hemis in Ladakh rivela al giornalista russo
Nicolas Notovitch che Gesù visitò l’India. Notovitch aveva fatto molti viaggi
in oriente e amava studiare a fondo il popolo e l’archeologia indiana. Il Lama
gli disse che negli archivi centrali di Lhasa, capitale del Tibet, si trovavano
antichi rotoli che parlavano della vita del profeta Issa (il nome indiano di Gesù
viene dal latino Jesus che assomiglia ad Issa). Hemis si trova a circa 25 miglia
da Leh la capitale del Ladakh, questa regione alta, fredda ed isolata fu un regno
. 218 .
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GESÙ CRISTO IN INDIA
indipendente per circa mille anni, nel 1834 venne incorporato nel
governatorato di Jammu e nel 1947 divenne un distretto della stato indiano di
Jammu e Kashmir, che confina con Pakistan, Tibet e Turkestan.
Dopo aver invaso il Tibet i cinesi nel 1962 tentarono di annettersi anche il
Ladakh, ma furono respinti dall’esercito indiano.
Per la sua posizione geograficamente sicura è chiamato il piccolo Tibet, qui
per secoli la cultura religiosa buddista si è sviluppata senza interferenze esterne,
qui sono state portate molte copie ed anche originali del patrimonio culturale
di migliaia di testi antichi minacciati dall’invasione cinese, che con grande
crudeltà ha distrutto templi, monasteri, libri e ucciso milioni di tibetani, uno
sterminio sistematico ignorato dall’ONU e dal mondo occidentale.
Notovitch era molto incuriosito da questa fantastica storia e diventato
amico del Lama a capo del monastero riuscì a vedere i preziosi volumi con le
pagine ingiallite e consumate dal tempo. Mentre il Lama leggeva, un interprete
traduceva per il ricercatore russo.
Notovitch ricopiò, pari pari dal testo tibetano La Vita del Santo Issa 244
versi disposti in 14 capitoli, il più lungo dei quali ha 27 versi.
Nel 1894 Notovitch raccolse tutto il materiale, aggiunse delle sue note e
pubblicò un libro sulla vita sconosciuta di Gesù; questa edizione ebbe un
immediato successo e ne uscirono varie traduzioni in francese, tedesco,
spagnolo, svedese e italiano.
L’autore russo fu pesantemente attaccato. Nel maggio del 1894 sulle pagine
del North American Review Edward Hale, importante ministro di culto, mise
tutto in discussione, persino l’esistenza stessa del convento di Hemis.
Nell’ottobre dello stesso anno F. Max Muller, famoso orientalista e professore
di lingue europee moderne e filologia comparativa all’Università di Oxford,
sferrò un pesante attacco ed accusò Notovitch di falso. Per non accusare il russo
di essere un bugiardo spiegò che forse il russo era stato facile preda dei monaci
buddisti che, parole di Muller, ‘si divertono a raggirare i viaggiatori troppo
curiosi’. Un fattore importante che secondo Muller dava discredito al libro
mostrato dal Lama è che non si trovava menzionato nella lista del Kanjur o del
Tanjur, i cataloghi ufficiali dei testi sacri e dei commentari buddisti.
Notovitch si difese con forza dalle varie accuse, spiegò che i cataloghi
menzionati erano incompleti, nella biblioteca del monastero di Lhasa c’erano
ammucchiati più di centomila rotoli e di questi il Kanjur e il Tanjur
contengono l’elenco solo dei duemila principali.
Il New York Times, nel 1896, riconobbe la difesa dello scrittore russo ‘il quale
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I Lama, che per secoli hanno mantenuto questo grande segreto, non si sono
fatti coinvolgere e intimidire dalla proverbiale arroganza coloniale manifestata
dagli inglesi in India. Intelligentemente hanno evitato un facile scontro
polemico con i cristiani che erano appoggiati militarmente dalle truppe di
occupazione.
Lo scrittore francese di fama mondiale Ernest Renan, autore della
controversa opera Vita di Gesù, incontrò il russo e mostrò un personale interesse
alla sua straordinaria scoperta letteraria.
Notovitch prima di pubblicare il suo libro, intitolato La vita sconosciuta di
Gesù, si consultò con vari rappresentanti del clero di chiara fama, tra cui
Monsignor Platon di Kiev e il Cardinale Rotelli di Parigi, ed entrambi
cercarono di dissuaderlo dalla pubblicazione.
Si rivolse anche ad un cardinale vicino al Papa che gli propose in cambio
del libro un compenso economico ‘come indennizzo per le spese da voi
sostenute e il tempo che avete perduto’.
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GESÙ CRISTO IN INDIA
Nel libro Gli Anni Perduti di Gesù, che contiene prove documentate dei
diciassette anni vissuti da Gesù in oriente, l’autrice Elisabeth Clare Prophet
parla di Roerich.
“Nato a San Pietroburgo studiò all’Università e all’Accademia delle Belle
Arti. Nel 1898 gli venne assegnata una cattedra all’Istituto Archeologico
Imperiale e nel 1920 era già un artista di fama internazionale. ... Durante il
viaggio prese nota delle leggende del soggiorno di Issa in oriente ancora vive
nelle tradizioni popolari di varie nazioni e religioni del vasto continente
asiatico e scoprì uno o più manoscritti sull’argomento.”
Nel quarto capitolo del suo libro la Prophet include gli scritti di Roerich sul
santo Issa-Gesù. Gli estratti sono da Altai-Himalaya, Il Cuore dell’Asia e
Himalaya. Eccone alcuni.
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GESÙ CRISTO IN INDIA
da Il Cuore dell’Asia
Roerich era uno dei più grandi conoscitori di storia delle religioni del suo
tempo e scopriva con facilità gli antichi legami. Nestorio era nel quinto secolo
vescovo di Costantinopoli e si opponeva agli insegnamenti ortodossi, sosteneva
la natura umana di Gesù, poi i nestoriani furono condannati nel Concilio di
Efeso e si rifugiarono in oriente. Oggi sono rimasti, in numero esiguo, in Iraq,
Siria e Iran e vengono chiamati Cristiani Assiri.
Il Manicheismo fu un movimento sincretico che, riconoscendo la validità
degli insegnamenti di Zoroastro, Buddha e Gesù, fu pesantemente combattuto
dalla Chiesa come eresia; Mani vissuto in Persia nel terzo secolo diceva di
essere stato apostolo sotto Gesù in una vita precedente. I suoi seguaci erano
vegetariani, credevano nella reincarnazione e conducevano una vita spirituale
piuttosto austera, fatta di digiuni ed atti di carità e compassione. Mani fu ucciso
dai sacerdoti ortodossi Zoroastriani. Il sincretismo inteso come unione religiosa
di vari insegnamenti spirituali è sempre stato temuto da ogni gerarchia religiosa
che domina il popolo creando barriere, incomprensioni e rivalità.
Membri di questi due gruppi a quanto pare conoscevano bene la vita segreta
di Gesù e sentendosi perseguitati si rifugiarono in Ladakh.
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da Buddha e Cristo. Buddha passò attraverso Leh andando verso nord, Issa si
incontrò con la gente di qui provenendo dal Tibet. Le leggende sono
conservate segretamente e con cura. È difficile che vengano raccontate perché
i Lama, più di ogni altra persona, sanno mantenere il silenzio. Solo per mezzo
di un linguaggio comune (non solo quello della lingua parlata, ma anche quello
della comprensione interiore) ci si può avvicinare ai loro misteri ricchi di
significato.”
da Altai-Himalaya
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GESÙ CRISTO IN INDIA
settemila, e scrisse più di mille e duecento opere. I suoi libri furono pubblicati
e conosciuti in tutto il mondo, e anche di recente l’ex presidente Gorbaciov ha
parlato di lui come di un grande genio della cultura russa.
Fu accettato anche negli Stati Uniti dove i suoi quadri ebbero grande
successo, lui amava così tanto lo spirito americano che chiamò la sua
spedizione Roerich American Expedition. In quel periodo storico fu un
luminoso esempio di positiva coscienza planetaria, un vero ed autentico
Cittadino del Mondo.
Il 12 aprile 1961 Yuri Gagarin, il primo essere umano ad andare nello spazio,
mentre si trovava in orbita scrisse nel suo diario: “Raggi luminosi risplendevano
attraverso l’atmosfera della Terra, l’orizzonte diventò arancio brillante passando
gradualmente attraverso tutti i colori dell’arcobaleno: dall’azzurro al blu scuro,
al violetto e poi al nero. Che indescrivibile gamma di colori! Proprio come nei
quadri di Nicholas Roerich”.
Uno dei segreti del successo di Roerich fu il figlio George, un genio che
aveva studiato archeologia all’università americana di Harvard e lingue alla
Scuola di Lingue Orientali di Parigi. Conosceva bene il persiano, il sanscrito,
il cinese e il tibetano. “Questa vasta conoscenza delle lingue”, scrisse Louis
Marin presidente della Società di etnografia di Parigi, “dava a George la
possibilità di avere la chiave per scoprire i misteri della ‘terra nascosta’.”
In onore di George condivido con voi una sua traduzione di un manoscritto
vecchio di mille e cinquecento anni che assomiglia molto a quello citato da
Notovitch.
“In quel momento una vecchia si avvicinò alla folla ma venne spinta
indietro. Allora Issa disse: ‘Rispettate la donna madre dell’universo. In lei
dimora la verità della creazione. Lei è il fondamento di tutto ciò che è buono e
bello. Lei è la fonte della vita e della morte. Da lei dipende la vita dell’uomo,
perché è il sostegno delle sue opere. Lei vi dà la nascita con dolore, sorveglia la
vostra crescita. Beneditela. Onoratela. Lei è la vostra unica amica e il vostro
unico sostegno sulla terra. Rispettatela. Difendetela. Amate le vostre mogli e
onoratele, perché domani esse dovranno essere madri e più avanti le madri
della razza umana. Il loro amore nobilita l’uomo, lenisce i cuori amareggiati e
ammansisce le bestie. Mogli e madri sono tesori incalcolabili. Esse sono gli
ornamenti dell’universo. Da loro è scaturito tutto ciò che popola l’universo.”
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1980. Esce il libro The Jesus Mistery (Il Mistero di Gesù) dei coniugi Richard
e Janet Bock. I Bock raccontano la loro ricerca di prove a conferma del
soggiorno indiano di Gesù e dopo ripetuti viaggi in India vi tornano per quattro
mesi e ripercorrono i passi del Maestro girando nel 1978 il film documentario
The Lost Years (gli Anni Perduti).
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GESÙ CRISTO IN INDIA
1984. Esce negli Stati Uniti un bellissimo libro, Gli Anni Perduti di Gesù, in
cui l’autrice, Elizabeth Clare Prophet, fa una dettagliata analisi storica delle
tracce e delle persone che vennero ad Hemis e ricevettero il segreto della vita
indiana di Gesù.
Parlando di questa rivoluzionaria scoperta storica la Prophet coglie le
diverse motivazioni che portarono questi ricercatori ad imbattersi nella stessa
testimonianza: “Ogni membro di questo gruppo selezionato arrivò a Hemis con
un diverso stato d’animo, con vari livelli d’aspettativa e ognuno scoprì la stessa
storia. Nicholas Notovitch, che ne aveva sentito parlare, andò alla ricerca dei
documenti. Swami Abhedananda, che andò per un interesse personale, verificò
la storia di Notovitch. Nicholas Roerich aveva sentito raccontare le leggende
di Issa in tutto il Ladakh e si aspettava di trovare in qualche modo delle
conferme. Alla signora Clarence Gasgue e a Elizabeth Caspari vennero serviti
gli antichi testi su un piatto d’argento senza che avessero mai pensato a questo
argomento”.
La Prophet ha fatto un eccellente lavoro di ricerca e dopo anni di minuziosa
investigazione conclude il suo libro accettando pienamente la vita orientale del
grande Maestro, oggi venerato da più di un miliardo di persone: “Sembra che
nel corso dei suoi viaggi Gesù abbia incontrato santi orientali, di proposito.
Sembra che li abbia cercati e abbia pianificato il suo itinerario con lunghi
soggiorni presso le più note comunità spirituali del tempo; per studiare,
osservare e raccogliere note per un’opera che si accingeva a scrivere con il suo
sangue. Secondo i testi e le leggende, mentre si trovava fra coloro che avevano
la stessa mentalità, meditò, praticò lo Yoga, studiò e insegnò. Chiaramente egli
è ricordato da entrambi i mondi come colui che guariva i malati, risuscitava i
morti, esortava le persone all’amore e sfidava i loro accaniti oppressori. Se noi
guardiamo fra le righe e consideriamo le sue azioni straordinarie - che
sicuramente non negano, ma attuano le leggi della fisica materiale e spirituale
- risulta chiaro che cercò e ottenne la padronanza degli elementi e delle forze
. 227 .
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elementari come il controllo del battito cardiaco e delle funzioni corporee. Che
imparò bene l’arte della bilocazione e dell’alchimia, riscontrabile in seguito nel
suo improvviso comparire e scomparire, nelle trasmutazioni di acqua normale
in vino di buona qualità e nelle conversioni di tiepide anime ‘vaganti in ogni
direzione’ in devoti valorosi e dedicati.
“Egli fece tutto questo e ancora di più, non come dio, ma per realizzare un
sentiero sconosciuto di autorealizzazione, una naturale evoluzione dell’anima
che libera il suo splendore imprigionato all’interno”.
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GESÙ CRISTO IN INDIA
“Il primo a mettere in dubbio che Gesù fosse realmente morto sulla croce fu
uno studioso alessandrino di origine siriana, Basilide, autore di un opera datata
tra il 120 e il 130 dopo Cristo, che venne poi chiamata l’Eresia di Basilide.
“Ma la più stravagante storia di Gesù è quella riportata da una leggenda
indiana secondo la quale un principe, Ravanna dell’Orissa, dopo aver ascoltato
il Cristo adolescente nel tempio di Gerusalemme lo volle riportare con sé in
India per farlo conoscere ai saggi del suo paese. Gesù lo seguì, dunque, nel
lungo viaggio fino a Puri, presso il golfo del Bengala. Qui studiò i Veda (gli
antichi libri sacri della tradizione indiana) e conobbe molti sacerdoti, poi visitò
l’Himalaya, il Kashmir, la Persia e l’Egitto per tornare infine in Palestina. Molti
testi indiani, e tra questi i Purana, affermano poi che dopo la resurrezione
Cristo tornò in India e continuò a predicare fino alla sua seconda morte,
avvenuta ad età avanzata. La sua tomba sarebbe situata a Srinagar in Kashmir.”
Questo breve stralcio riassume e mette in discussione alcuni punti chiave
della dottrina cristiana.
Gesù è morto per noi! Gesù è risorto per noi! Gesù è Dio!
“La Risurrezione”, spiega Peter Walker, autore de Il Mistero della Tomba
Vuota, storia e archeologia della morte, sepoltura e risurrezione di Cristo, “ci
garantisce che Dio rinnoverà la sua intera creazione e costituisce una speranza
esaltante e totale che ci aiuta a guardare oltre il nostro bene individuale. La
Risurrezione di Cristo è un’anticipazione di ciò che Dio compirà
definitivamente alla fine dei tempi. La Risurrezione di Gesù dai morti diventa
un preavviso per l’umanità, una garanzia solenne. Gesù Risorto è il prototipo
della ‘nuova creazione’ operata da Dio. Dio guida la storia verso l’obiettivo
finale della Risurrezione.”
Da bambino, a catechismo, notai l’insistenza che veniva messa su questo
dogma della risurrezione dei corpi. Mi dicevano: “Noi, un giorno, riprenderemo
il nostro corpo, proprio il nostro”.
E io pensavo e chiesi: “Ma i nani, gli storpi, i ciechi, quelli che hanno un
corpo brutto che vantaggio hanno nella risurrezione del loro ‘proprio corpo’?”
Gli insegnanti, allarmati, mi mettevano a tacere e io capii che dovevo
aspettare tempi migliori.
Capisco che per i capi religiosi debba essere difficile accettare che la morte
di Gesù fu solo apparente e che lui imparò dagli Yoghi indiani la piena
padronanza del corpo e della mente.
Le parole di Gesù sulla croce: “Padre, padre perché mi hai abbandonato!”
seguite da una frase intraducibile possono essere interpretate così. In India ci si
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IL SORUBHA SAMADHI
APPENDICE 4
IL SORUBHA SAMADHI
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questo non significa non si possa cambiare il programma. Uno degli scopi del
progetto Genoma è leggere il nostro codice genetico, in futuro molti mali
saranno diagnosticati e curati sul nascere. Sarà possibile correggere le anomalie
presenti nel nostro corredo di geni e cromosomi.
Potremo dare ai geni, che sono sezioni del DNA, le informazioni giuste per
riprodursi senza difetti. Il DNA è l’acido desossiribonucleico, la molecola
responsabile dell’ereditarietà, capace di duplicarsi in un modo unico e di fare
copie esatte di se stessa.
Gli scienziati dicono che le cellule ad un certo punto smettono di riprodursi in
modo naturale come se avessero un timer, un congegno a tempo che dà il segnale.
Il dottor Tracy Sonneborn nel suo libro Biologia dell’Invecchiamento nota che
molte forme di vita non vanno soggette all’invecchiamento e alla morte come
la intendiamo noi.
Il protozoo unicellulare, l’ameba, non muore fisicamente parlando, la sua
unica cellula si divide in due ed entrambe le due metà sono più vive e forti di
quando erano unite.
C’è da riflettere su un’osservazione del grande chirurgo sudafricano
Christian Barnard, il primo ad eseguire il trapianto di cuore, il quale spiega che
alcune cellule tumorali sono immortali, campioni di tali cellule coltivate in
vitro continuano a dividersi all’infinito.
I telomeri
equivoci su ciò che è e ciò che non è, ciò che può essere fatto e ciò che non
può essere fatto”.
La farmacia divina
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La Grande Opera
Uno Yoghi dei tempi moderni, Sri Aurobindo, dopo aver studiato i testi
degli antichi Siddha, riassume in poche parole il vero scopo della vita. “Questo
è il tuo compito, lo scopo del tuo essere e la ragione per cui sei qui: diventare
il superuomo divino ed un perfetto veicolo della divinità. Ogni altra cosa che
ti trovi a fare è solo una preparazione, una gioia lungo il cammino o una
deviazione dal tuo proposito. Se cerchi il piacere, non c’è gioia più grande
perché ogni altra gioia è frammentaria e limitata, come la gioia del sogno, del
sonno e dell’oblio di Sé. Questa invece è la gioia del tuo vero essere. Perciò se
ti chiedi cosa sia il tuo vero essere, questo è il tuo essere, il Divino, ogni altra
cosa è solo la sua immagine frammentata e distorta. Sii te stesso, immortale, e
non credere nella morte, perché la morte non riguarda te ma il tuo corpo.
Essere immortale significa essere infinito nell’essere, nella coscienza e nella
gioia, poiché lo Spirito è infinito ed ogni cosa finita vive grazie alla sua infinità.
Lo scopo del nostro Yoga è la perfezione del Sé e non l’annullamento del Sé.”
Aurobindo vede che l’umanità è giunta ad un punto cruciale, è pronta ad
essere autrice cosciente della propria evoluzione, questo deve avvenire anche
con il corpo che non deve essere più visto come un impedimento spirituale ma
come una realtà capace di trasmutazione. Il corpo futuro sarà costituito da
energia concentrata che ubbidisce alla volontà e non più, come lo descrive
Aurobindo, un ‘piccolo cadavere che trasporta un’anima’.
L’opera dei Siddha Yoghi assomiglia molto a quella dei veri alchimisti europei.
Canseliet ne L’Alchimia scrive: “Soltanto Grazie alla Grande Opera è
possibile sfuggire, quaggiù, al tracciato inesorabile della curva fatale, dapprima
ascendente, poi discendente e regressivo, e sottrarsi al processo inevitabile della
nascita, giovinezza, maturità, vecchiaia, concluso dalla decrepitezza e dalla
morte”.
Un secolo fa, le cellule di un corpo si rinnovavano fino a cinquanta o
sessant’anni (questa era la media), oggi la media cellulare arriva a ottanta e
cento. E domani?
Zecchini cita anche un’interessante intervista al celebre virologo Luc
Montagnier, scopritore del virus dell’AIDS.
Montagnier: “Il vaccino contro la morte, l’immortalità… queste sono
ipotesi da prendere in considerazione. La vita ha pensato a tutte le soluzioni e
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IL SORUBHA SAMADHI
la morte dell’individuo non è, come spesso si pensa, qualcosa che sia inscritto
nella vita stessa,
D. Non è pericoloso cercare di modificare ciò che è scritto nella natura?
Montagnier. La medicina è sempre andata, per sua vocazione, contro la
selezione naturale. Almeno da un secolo la medicina va contro la natura,
contro la natura come flusso naturale delle cose: la medicina moderna tiene in
vita individui che altrimenti sarebbero già morti. Molti sarebbero morti in
giovane età. Dunque ci troviamo già in lotta contro la natura e non vedo
perché non dovremmo andare fino in fondo.
Ma di quale natura parla il grande medico?
Una medusa del Mediterraneo, la Turritopsis Nutricula, invece di morire
riorganizza le cellule e torna giovane, Alcuni scienziati svizzeri stanno
studiando attentamente lo straordinario fenomeno, che non è prodotto in
laboratorio ma avviene in natura.
Forse esistono alcuni passaggi naturali del corpo umano ignorati da molti
ma non da alcuni pochi che sanno vivere maestosamente riproducendo le sue
cellule ad oltranza in ‘modo naturale’.
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GLI SPIRITI INCARNATI CHIAMATI YOGHI
APPENDICE 5
bato neppure nelle peggiori difficoltà. Questa è la vera libertà da tutte le soffe-
renze sorte dal contatto con la materia.” Versi 20-23.
“È uno Yoghi perfetto colui che in relazione a Se stesso vede la vera ugua-
glianza di tutti gli esseri, felici o infelici.” Verso 32.
Krishna spiega all’amico Arjuna che ogni progresso non va mai perso nean-
che se sopraggiunge la morte, chi ha sinceramente praticato lo Yoga ritorna
automaticamente verso il livello superiore già raggiunto in una esistenza passa-
ta. “Grazie alla coscienza divina ottenuta nella sua vita precedente lo spirito
reincarnato è spontaneamente attratto dai principi spirituali dello Yoga, anche
senza volerlo. Questo spiritualista che si sforza di raggiungere la perfezione dello
Yoga ha già superato tutti i riti esposti dalle Scritture.” Verso 44.
“Lo Yoghi è più elevato dell’asceta, del filosofo e dell’uomo che aspira ai
frutti dell’azione. Perciò, in ogni circostanza sii uno Yoghi, o Arjuna!” Verso 46.
L’invito di Krishna è sempre valido ed è aperto ad ogni spirito incarnato in
una forma umana. Gli Yoghi, quelli veri, sono dei meravigliosi spiriti liberi che
mantengono intatta la conoscenza per il beneficio loro e delle altre entità
viventi.
Si potrebbero scrivere migliaia di pagine, oltre a quelle già scritte, sulla vita
di questi esseri che amano l’amore e la pace mentale, io vi racconto alcune sto-
rie di mia conoscenza.
nome che gli esoteristi meno cristiani danno al corpo immortale che proviene
dalla Grande Opera di trasmutazione alchemica. A questo evento assistono
come testimoni scelti Pietro, Giovanni e Giacomo il Maggiore, ai quali Gesù
ordina che non parlino a nessuno di questa visione”. Tante informazioni della
Bibbia e dei Vangeli attendono da secoli la giusta decodificazione.
Riporto pari pari dalla Genesi (5, 25-26): “Matusalemme aveva 177 anni
quando generò Lamech, Matusalemme dopo aver generato Lamech visse anco-
ra 782 anni e generò figli e figlie”.
Matusalemme è vissuto 969 anni, Iared 962, Noè 950, Adamo 930, Kenan
910, Seth 912, Enoch 905, Lamech 777…
Adi Shankaracharaya (788-820 d. C.) così descrive Babaji, il suo Guru:
‘Ecco, seduti sotto un albero banyano, gli anziani discepoli del giovane Guru!
Fatto alquanto strano il maestro li istruisce solo col silenzio, che è sufficiente
in sé a dileguare tutti i loro dubbi”.
La Società Teosofica parlò di questi grandi maestri sconosciuti, Leadbeater
e Annie Besant scrissero: “Eccolo il giovane dalle sedici estati, l’eterno giova-
ne puro”.
I teosofi vedevano in questi esseri straordinari gli iniziatori di una futura
rivoluzione spirituale che gradualmente avrebbe risvegliato gli abitanti del pia-
neta.
Nel suo libro, I Maestri, la Besant descrive in modo eloquente il comporta-
mento dei Siddha: “Essi contribuiscono, in un’infinità di modi, al progresso del-
l’umanità. Dalle sfere più alte diffondono luce e vita sul mondo intero. I
Maestri inviano forme-pensiero di alto potere intellettuale che viene catturato
dagli uomini di genio, assimilato e distribuito al mondo”.
Lo Yoga praticato dai Siddha arriva al controllo totale del karma. Scriveva
il grande Yoghi Thirumular: “Tramite pensieri, parole e azioni il karma si accu-
mula; se pensieri e parole rimangono uguali, il karma non si può superare; colo-
ro che, conquistati pensieri e parole e giunti all’origine del karma ne hanno
alterato il corso, sono grandi saggi”.
Conoscere e controllare il proprio karma è uno dei principali poteri dell’a-
nima realizzata, l’anima si realizza quando conosce il rapporto energetico tra l’e-
ternità dell’essere e l’inevitabile temporaneità dei fenomeni fisici e mentali.
“Un bimbo”, spiegava Sri Yukteswar, maestro di una linea spirituale che
discende da Babaji, “nasce nel giorno e nell’ora in cui i raggi celesti si trovano
in armonia matematica col suo karma individuale. Il suo oroscopo è un ritrat-
to accusatore che rivela il suo inalterabile passato e i suoi probabili risultati
. 241 .
................................................................GLI ANTICHI MAESTRI SONO ANCORA VIVI ..................................................................
Il libro su Babaji
. 242 .
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GLI SPIRITI INCARNATI CHIAMATI YOGHI
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La parte del libro che segue è quella che più mi piace leggere e rileggere.
Ogni volta la trovo familiare e già conosciuta.
L’Ashram di Babaji
sterne i residenti in vari modi. Dirige la preparazione del pasto giornaliero, sem-
plice e vegetariano, che viene servito a mezzogiorno. Il pasto è conforme dello
stile di vita yogico che si segue nell’Ashram. È sempre lei ad occuparsi di una
grande pianta tulasi, alta più di un metro, che si trova in cima ad un peetam, o
santuario. Annai offre un’adorazione giornaliera a Tulasi Devi, che è una gran-
de devota di Sri Krishna. Tulasi Devi ricevette dal Signore la benedizione di
rimanere eternamente in Sua presenza, nella Sua dimora celeste, come pianta
sacra.
Tra gli altri residenti si trovavano, a quel tempo, alcuni uomini dalla lunga
barba. Un ex governatore musulmano, dopo aver offerto tutto il suo esercito ed
ogni sua ricchezza - che il Maestro aveva rifiutato - aveva offerto se stesso ed
era stato accettato come discepolo. Vi erano anche una grossa signora occi-
dentale ed una ragazzina di circa dieci anni. C’era anche Swami Pranabananda,
“il santo dai due corpi”, ora noto come Amman Pranabananda. Il suo aspetto
fisico è molto simile a quello della sua ultima incarnazione, ad eccezione di
barba e capelli, che ora porta molto lunghi. Swami Pranabananda è stato
descritto da Yogananda nel suo libro Autobiografia di uno Yoghi. Al termine della
sua incarnazione precedente, egli praticò l’uscita consapevole dal corpo, nota
come Mahasamadhi, davanti a tutti i suoi discepoli riuniti. Pochi anni dopo
rinacque in un altro corpo. Fin da giovane fu in grado di ricordare la sua vita
precedente e la sua relazione con Babaji. Si recò quindi sull’Himalaya alla ricer-
ca del suo Guru immortale. Infine, per grazia di Babaji, poté ritrovarlo. Dopo
aver praticato il Kriya Yoga sotto la guida di Babaji per un certo numero di
anni, egli pervenne allo stato immortale noto come Soruba Samadhi. Viene
anche chiamato, in segno di rispetto, “Dadaji”, o Amman Pranabananda, ed è
fonte di ispirazione per molti studenti. Egli si occupa anche della cura del giar-
dino dell’Ashram.
Tra i discepoli di Babaji, soltanto Amman e Annai hanno raggiunto lo stato
immortale di Soruba Samadhi. Tale conseguimento riflette, più di ogni altra
cosa, la completezza del loro abbandono a Dio, meta suprema del Kriya Yoga.
Superati i limiti imposti dalla coscienza egoica, essi ora offrono assistenza a
chiunque lo desideri. Annai, in particolare, assiste gli adepti durante l’ora della
meditazione di mezzanotte quando si purifica completamente l’inconscio per
mezzo della prima tecnica di meditazione, che viene insegnata nel corso del-
l’iniziazione al Kriya Dhyana Yoga. Amman Pranabananda, in qualità di mae-
stro della quarta tecnica di meditazione, aiuta i Sadhak ad attingere al loro
grande potenziale di ispirazione intellettuale.
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Sono molti i santi ed i saggi che hanno realizzato Dio sui piani mentale e
spirituale. Pochi, tuttavia, sono riusciti a raggiungere uno stato di completo
abbandono alla coscienza divina a livello del piano vitale e delle cellule del
corpo fisico, e quindi sono ancora soggetti a malattia, vecchiaia e morte. Sono
questi gli ultimi bastioni limitanti dell’ego e dell’inconscio. Per tutti i Kriya
Yoga Sadhak (studenti iniziati al Kriya Yoga) e per tutti i devoti, Babaji, Annai
e Amman rappresentano grandi esempi di abbandono a Dio. Sono, in pratica,
personificazioni del Divino.
I residenti dell’Ashram seguono un programma giornaliero che si basa prin-
cipalmente sulla pratica del Sadhana, con Asana, Pranayama, meditazione,
Mantra e Bhakti Yoga. Secondo V. T. Neelakantan, tutti si alzano alle quattro
del mattino. Dopo il bagno alla cascata tutti praticano un’ora di Sadhana
imperniata sul Pranayama. Nel corso delle ore pomeridiane, ciascun residente
segue il proprio programma di Sadhana individuale, consultando occasional-
mente Babaji sulla pratica delle tecniche. Il carattere affettuoso, il senso del-
l’umorismo e la compassione universale di Babaji lo rendono caro a tutti. Se
dovessimo descriverlo con una sola parola sceglieremmo ‘umiltà’.
Secondo altri testimoni oculari, ogni sera i residenti siedono in cerchio e
cantano attorno a un grande fuoco homa davanti alla caverna di Babaji. Il canto
preferito è Om Kriya Babaji Nama Aum. Om e Aum si riferiscono al suono del-
l’universo esperito rispettivamente all’interno e all’esterno. Nama deriva da
namaha e significa ‘saluto’. Lo si canta in una varietà di ritmi e di melodie.
Durante le celebrazioni del Guru Purnima, all’inizio di luglio, tutti i residenti
offrono fiori ai piedi di Babaji. La ‘madre’ dell’ashram, Annai Nagalakshmi,
viene adorata da tutti con grande venerazione come personificazione della
madre divina, la Shakti Cosmica.
Nei suoi discorsi pubblici, Babaji ha parlato di sé come assoluta esistenza,
verità e beatitudine. Egli si è definito la personalità impersonale dell’universo,
il tutto nell’uno e l’uno nel tutto, l’immortale, infinito ed eterno Sé. Si deve
apprendere il Kriya Dhyana Yoga (meditazione) se si vuole avere un’esperienza
totale della sua personalità divina.
Il suo Ashram fisico rimane inaccessibile perché Babaji preferisce operare
nel silenzio e nell’anonimato, aiutando migliaia di devoti e milioni di anime a
progredire secondo il proprio ritmo. Come una grande stazione radio, egli dif-
fonde ovunque il suo messaggio di pace e di amore universale.
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GLI SPIRITI INCARNATI CHIAMATI YOGHI
E tu che ne pensi?
Ogni volta che rileggo questa descrizione di Babaji la sento molto vicina e
chiara, sento che sia un fatto reale, veramente coesistente al mio scrivere e al
tuo leggere queste parole.
Io sono profondamente convinto di questa verità: ognuno di noi è origina-
riamente uno spirito puro. Siamo spiriti, senza inizio e senza fine, tutti costitu-
zionalmente e potenzialmente SPIRITI LIBERI. Abbiamo, adesso, un corpo
fisico ed una mente che sono facilmente influenzabili dall’energia emanata
dagli oggetti esterni, dai pensieri e dai comportamenti degli altri esseri viventi,
mantenere il proprio senso dell’identità unito alla consapevolezza dell’eternità
ci fornisce la forza costante per sciogliere ogni condizionamento limitativo.
Lo spirito può essere, solo temporaneamente, vittima di amnesie spirituali e
quando dimentica la sua natura soffre a causa dell’intimo contatto con la natu-
ra materiale.
Queste amnesie, che possono durare anche una o più vite, hanno un ‘effet-
to droga’ e provocano forti assuefazioni con spiacevoli effetti collaterali, para-
gonabili al colpo di sonno che aggredisce il pilota durante la guida. Se il risve-
glio non è immediato, gli incidenti sono inevitabili!
Ogni tipo di dolore e sofferenza è provocato da qualche trasgressione della
legge universale dell’amore eterno incondizionato. Chi ama se stesso, gli altri e
si lascia amare non soffre. E se sta soffrendo, grazie all’amore guarisce. Come un
bel gioco di parole ma anche come invito reale dico nei miei seminari: “Chi
s’offre non soffre!”.
Chi ama con onestà, sincerità e consapevolezza ha l’universo dalla sua
parte. Ho sempre pensato e sperimentato nella vita di tutti i giorni che l’uni-
verso stia dalla parte di chi si lascia amare.
Io mi lascio amare.
E tu?
Per amare bene conviene imparare a respirare bene. “Il Kriya Yoga è uno
strumento mediante il quale l’evoluzione umana può essere affrettata”, spiega-
va a Yogananda il suo maestro Sri Yukteswar, “gli antichi Yoghi scoprirono che
il segreto della Coscienza Cosmica è intimamente legato alla padronanza del
respiro.”
La tecnica di respirazione consapevole è la via più salutare e sicura per risve-
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Le Yoghini
Nel libro Autobiografia di uno Yoghi leggiamo la storia di una grande Yoghini:
“Lalla Yoghiswari (Suprema Maestra dello Yoga) era una devota di Shiva ed era
Digambhara (vestita di cielo). Alcuni devoti di Shiva non portano indosso
alcun indumento per onorare il fatto che lui non possiede nulla. Un suo con-
temporaneo scandalizzato le chiese perché osservasse la nudità. “Perché no?”
replicò Lalla prontamente “Non vedo uomini intorno a me”. Per il modo di
pensare piuttosto drastico di Lalla, chi non aveva la realizzazione divina non
meritava l’appellativo di ‘uomo’. Ella praticava una tecnica strettamente affine
al Kriya Yoga e ne celebrò la potenza liberatrice in numerose quartine.
Qual è l’acido di dolore che non ho mai bevuto?
Innumerevoli i miei cicli di nascite e morti.
Ma ecco! Solo nettare nella mia tazza,
Sorseggiato con l’arte del respiro.
Non soggetta a morte fisica, Lalla si smaterializzò nel fuoco.
Più tardi apparve agli abitanti della città in lutto, come forma vivente
avvolta in vesti d’oro, finalmente interamente vestita”.
Baba Lokenath
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GLI SPIRITI INCARNATI CHIAMATI YOGHI
“Baba è vissuto dal 1730 al 1890 - un periodo di 160 anni, che pur essendo
difficile da credere per una mente occidentale, è piuttosto comune tra i grandi
Yoghi.
In India abbiamo una definizione, Satguru, che significa ‘vero insegnante’,
cioè il Maestro che ha realizzato il Sé, una persona che ha trasceso le dualità
della mente. Il Satguru è l’essere più puro, l’essenza stessa della divinità, il più
dolce in assoluto, l’incarnazione fisica della grazia.
Il fatto che una ‘incarnazione della grazia’ cammini in mezzo a noi - e riman-
ga disponibile per noi ad ogni istante, persino dopo la morte del corpo - è un
concetto su cui meditare nel nostro cuore, ripetutamente, un giorno dopo l’al-
tro, una notte dopo l’altra, perché pur essendo al di là della nostra compren-
sione, ci invita ad avvicinarci, sempre di più, per entrare in comunione.
Il Satguru viene come grazia allo stato puro. Chiama l’anima ad entrare
nella sua vera vita, la vita della grazia. Il potere divino si manifesta attraverso i
Satguru, gli Illuminati, gli Avatara, i Santi e i Saggi, per la redenzione delle
anime, molto semplicemente. Ci porta da una vita inconsapevole fino al regno
felice dell’Uno, nella Coscienza Suprema e Trascendentale. I santi sono la per-
sonificazione della Grazia e Baba Lokenath è un Satguru, un santo al quale per-
sino gli illuminati si rivolgevano per chiedere istruzioni.
La vita di Baba, le sue promesse, i suoi insegnamenti e la portata della gra-
zia che offre sono particolarmente importanti oggi per noi, che facciamo fatica
a risvegliare personalmente la consapevolezza della nostra unità con tutte le
forme di vita e accrescere il potere di guarigione disponibile nel nostro mondo
devastato e sofferente.
L’immagine di Lokenath
“Un devoto di Baba Lokenath visitò questo Sacro festival. Teneva un’im-
magine di Baba in tasca e sentiva la presenza di Baba accanto a lui. Per la gra-
zia di Baba, il devoto si sentiva sicuro che avrebbe avuto la fortuna di vedere e
incontrare i grandi santi viventi in quel tempo. Una volta Baba gli aveva detto:
“Figlio mio, non perdere mai l’occasione di incontrare i santi realizzati, perché le loro
benedizioni e la loro presenza ispirerà una devozione e un amore più profondi per il
divino e per il Guru”.
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Come avrebbe potuto superare quella immensa folla? Qualcosa però lo spin-
se a tentare. Guidato da un potere invisibile, si tese verso i piedi di un santo e
si prostrò con tutto il suo amore e la sua devozione. Mentre si inchinava, l’im-
magine di Baba Lokenath gli cadde di tasca e lui la raccolse in fretta - la cosa
però non sfuggì al santo, che tese la mano per vedere il ritratto. Il devoto glie-
lo consegnò. L’anziano saggio osservò l’immagine con un senso di estasi. Si
rivolse affettuosamente al devoto e chiese: “Figlio mio! Dove hai trovato que-
sta immagine?”. Il cuore del devoto era pieno di gioia. Non aveva immaginato
che il santo potesse interessarsi al suo Guru e chiedere di lui. Con voce rotta
dalle lacrime e con un inesprimibile amore per il suo Guru disse: “Oh! Santo
Padre, questo ritratto è del mio Guru che è vissuto in un piccolo villaggio chia-
mato Baradi vicino a Dacca (Bangladesh) per ventisei anni”.
Pervaso dall’estasi divina, il santo disse stupefatto: “Una persona che ha tali
occhi divini e una forma fisica così divina, non può discendere dall’Himalaya e vive-
re in mezzo alla società umana. Sei benedetto, la tua vita è benedetta, perché hai
potuto vedere un tale Yoghi con i tuoi occhi, sedere alla sua presenza divina, parlare
con lui e ascoltare le sue parole di nettare”. Così detto, il santo che teneva in mano
il ritratto di Baba entrò in Samadhi, uno stato di felice concentrazione interio-
re. Dopo qualche tempo tornò al mondo materiale e restituì l’immagine al
devoto dicendo: “Tutte le glorie al Guru, tutte le glorie al Guru”.
Uno dei grandi santi dell’India, Sri Sri Vijaya Krishna Goswami, arrivò a
Baradi dopo aver viaggiato a piedi in vari luoghi di pellegrinaggio in India e
incontrato molti santi viventi in tutta l’India. L’esperienza che ebbe a Baradi è
un meraviglioso gioco divino di Baba.
Nell’Ashram di Baradi, Baba era seduto nella sua capanna. C’erano parec-
chi devoti attorno a lui. Vijaya Krishna Goswami si avvicinò per incontrare
Baba. In piedi sulla soglia dell’eremitaggio, appena vide Baba entrò in uno stato
di trance divina estatica. Vedendo la divinità di Baba in quella condizione di
ebbrezza divina, disse agli altri: “Oh! Tutti gli dei e le dee, io li vedo nel corpo di
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GLI SPIRITI INCARNATI CHIAMATI YOGHI
Baba Lokenath; i risplendenti esseri celesti sono tutti attorno a questa capanna inten-
ti a glorificarlo. È divino”.
Quando si avvicinò per incontrare Baba, Vijay Krishna era come un bam-
bino che ritrova la madre dopo una lunga assenza. Baba si alzò dal suo seggio e
con le braccia tese accolse Vijay affettuosamente. Vijay si fece avanti e si pro-
sternò ai piedi di Baba. Baba risollevò Vijay e lo abbracciò con amore materno
e grande tenerezza. L’incontro era simile a quello del Gange che incontra il
mare, poiché l’individualità di Vijay si fondeva nell’oceano di amore per rina-
scere in una vita di luce eterna.
Uno dei molti testimoni di questo incontro vide che una luce risplendente
fluiva dagli occhi di Baba nel corpo di Vijay, che tremava tra le braccia di Baba
come una foglia scossa dal vento. L’intera capanna risuonava dell’espressione di
estasi di Vijay.
I devoti presenti si alzarono in piedi, testimoni stupefatti e ammutoliti di un
incontro straordinario di anime soprannaturali, del potere miracoloso di Baba
e della sua compassione infinita. Dopo un po’ Baba lasciò il corpo di Vijay e i
devoti di Vijay lo sostennero immediatamente facendolo sedere di fronte al seg-
gio di Baba.
Toccato dalla divina Grazia trasformatrice di Baba Lokenath, Sri Sri Vijay
Krishna Goswami raggiunse uno stato molto elevato di Yoga e come Satguru
diede l’iniziazione nella via dello Yoga a migliaia di ricercatori.
Durante tutta la sua vita Prabhupada Vijay Krishna Goswami predicò ai
suoi discepoli la divinità e i poteri yogici di Baba. Dovunque andava, diceva
grandi cose di Baba: “Non ho mai incontrato un santo come Baba Lokenath. Nel
corpo di Baba ho visto la manifestazione degli esseri divini e celestiali dei mondi cele-
sti. Io ho visto in lui le tre differenti forme della divina Madre Gayatri durante l’al-
ba, il mezzogiorno e il crepuscolo”.
“Brahmachari Baba (Baba Lokenath) è completamente libero e indipendente. Se
desidera, può lasciare il proprio corpo in questo stesso momento o mantenere il pro-
prio corpo a volontà per qualsiasi periodo”.
In sanscrito avangmansogocharah indica lo stato in cui le parole e la mente
non riescono a giungere. Lo stato che raggiunse Baba Lokenath attraverso la
sua difficile austerità va oltre le parole e la mente, ma questi due grandi Yoghi
illuminati possono aiutarci perlomeno ad apprezzare la posizione divina rag-
giunta da Baba, il suo incommensurabile amore e compassione per noi. Il
nostro cercare di raggiungerlo è come lo sforzo di una formica che vuole tocca-
re la luna. Eppure dobbiamo tentare, per quanto sia enorme la distanza, per
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Il Mahasamadhi
te essere sicuri che sono penetrato nel sistema solare (Surya Mandal) e l’ho trasceso.
Che io mi reincarni oppure no, dipenderà dalla mia volontà”.
Queste parole di Baba si riferiscono all’ottavo capitolo della Bhagavad Gita
e alla Chandogya Upanishad (4.15.5).
Chi conosce il Brahman Supremo raggiunge lo stato finale del Brahman
Assoluto se lascia il corpo mortale nel momento di Agni e Jyoti (la divinità che
presiede alla quindicina della luna crescente) e di Uttarayana (la divinità che
presiede ai sei mesi in cui il Sole passa a nord dell’equatore).
La coincidenza di questi principi di Agni, Jyoti e Uttarayana è considerata il
momento più favorevole e vediamo che Baba scelse il diciannovesimo giorno di
Jaistha (domenica 2 giugno 1890) considerando questi fattori. Il fatto che dices-
se “se” il sole splenderà luminoso, era soltanto per onorare i precetti degli Shastra.
Il cielo era carico di presagi e il morale nell’Ashram era cupo, man mano
che si avvicinava il giorno della dipartita di Baba. Per i devoti, la dura realtà
della natura, secondo cui ciò che è nato deve morire, appariva come la legge
più crudele.
Il diciottesimo giorno di Jaistha (1 giugno) il cielo rimase nuvoloso. Alcuni
rovesci di pioggia portarono un po’ di sollievo dalla calura e i devoti di Baba
trattenevano nella mente la vaga speranza che se il cielo fosse rimasto cupo, il
giorno successivo Baba avrebbe potuto cambiare idea.
La mattina del diciannovesimo giorno di Jaistha il cielo era limpido e il sole
luminoso.
Da ogni direzione i discepoli e i devoti di Baba erano arrivati all’Ashram di
Baradi per avere l’ultimo Darshan di Baba nella sua presenza fisica.
La mattina presto del 2 giugno 1890 Ramkumar Chakrobarty, discepolo inti-
mo di Baba, arrivò all’Ashram di Baba. Per qualche tempo parlò privatamente con
Baba e Baba lo istruì su come celebrare gli ultimi riti dopo il suo Mahasamadhi.
Verso le dieci del mattino Baba chiamò i suoi devoti e volle che mangias-
sero. Nessuno aveva voglia di prendere cibo, ma si trattava dell’istruzione del
Maestro. Il cibo venne servito sotto la supervisione diretta di Baba e quando
l’ultima persona nell’Ashram ebbe ricevuto il cibo benedetto, Baba entrò nella
sua stanza e si sedette sul suo Asana nella solita posizione di Gomukhasana.
I devoti si sedettero accanto a Baba, sperando che per pura misericordia
verso i suoi figli avrebbe infine cambiato idea. Un divino silenzio si sparse per
la stanza. Con i suoi occhi di loto, che non battevano mai le palpebre, Baba
guardò tutti i devoti e i discepoli e disse con la voce più compassionevole:
“Figli miei! Perché siete tutti così preoccupati? Pensate che io stia per morire?
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Soltanto questo vecchio corpo consunto cadrà, ma io sono sempre presente. Io non
sono toccato dalla morte.
Se, con un piccolo tocco di amore e devozione, mi chiamerete, immediatamente
sentirete quanto vi sono vicino. Così come sento le vostre parole nel corpo, così le sen-
tirò anche quando il mio corpo non esisterà più. Proprio come voi ricevete ora la mia
grazia, riceverete sempre la mia protezione e la mia grazia in futuro. Questa è la mia
promessa.
Dove posso andare? Io sono eternamente presente nell’intera esistenza.
Chiunque cercherà la mia Presenza eterna e la mia grazia con la giusta fiducia e
sottomissione, sperimenterà Me.
Con ferma devozione, aggrappatevi alla Verità. Sottomettetevi con sincerità al
divino e camminate sulla via mostrata dal Satguru.
Lo Yoga della Realizzazione del Sé è la via per la libertà. La devozione e l’amore
sono l’essenza. I Mantra sono un aiuto. Con devozione e amore, procedete senza
paura. Chi potrà ostacolarvi il cammino? Voi siete i miei figli.
Nessuno può avere potere sopra i miei figli. Non l’ho mai predicato. Questo è un
ordine.
Voi non siete mai soli. Io sono sempre con voi. Non dimenticate mai questa veri-
tà. Io sono eternamente presente in voi. Rimarrò con voi nelle generazioni a venire.
Io sono eterno. Io non sono toccato dalla morte”.
La grande folla dei devoti riuniti ascoltò per l’ultima volta le parole di
amore e compassione dal dio vivente. Le parole immortali scorrevano come il
nettare dei Veda, come le acque sacre del Gange dalle eccelse vette
dell’Himalaya verso le pianure, alleviando i cuori brucianti dei figli sofferenti,
che desideravano dolorosamente rinascere a uno scopo superiore.
La voce tonante proclamava la rivelazione vedica, “Non abbiate paura, io
sono con voi”. Voleva soltanto che i suoi figli procedessero senza paura sul
campo di battaglia della vita quotidiana con la massima fiducia in se stessi e
con la massima fiducia in Lui.
Brahmarishi Baba Lokenath benedisse i devoti con i suoi occhi, sui quali le
palpebre non battevano mai. Un istante dopo, nella sua Volontà Indipendente,
Baba passò attraverso la sommità del suo capo attraverso i raggi solari, verso
l’Unione Suprema, il Mahasamadhi. Ritornò a quello stesso Campo Puro di
Esistenza Eterna, il regno dal quale era venuto a soggiornare qui per il bene di
tutti i figli sofferenti, per portare loro sollievo e pace e per mostrare loro il cam-
mino, la via celeste, verso la luce e la benedizione.
Anche il Mahasamadhi di Baba fu davvero speciale! Era immerso nel
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GLI SPIRITI INCARNATI CHIAMATI YOGHI
In questa collana, I libri della buona energia, potete trovare la vita di Baba
Lokenath, il grande Yoghi Himalayano molto conosciuto in India.
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Nel libro, La mia vita con i maestri himalayani, così Swami Rama inizia il
capitolo intitolato Trasmutazione della materia.
“Nel 1942... partii per Badrinath... c’è un piccolo tempio della Shakti, appe-
na tre chilometri più in giù c’era la caverna di un Aghori Baba.
“L’Aghor è uno studio molto misterioso raramente menzionato nei libri e dif-
ficilmente compreso persino dagli Yoghi e dagli Swami dell’India. È un sentiero
esoterico che coinvolge la scienza solare e viene usato per la guarigione. Questa
scienza è diretta a comprendere e padroneggiare le forze più sottili della vita,
ancor più sottili del Prana, e crea un ponte tra la vita presente e l’aldilà. Ci sono
pochissimi Yoghi che praticano la scienza Aghori e coloro che lo fanno sono
evitati dalla maggior parte delle persone a causa dei loro strani modi di vita.”
Io ho incontrato personalmente un Aghori Baba in Nepal, nel 1968, a
Pasupatinath vicino a Katmandu. Era di corporatura robusta, vestiva di teli
neri, dava poca confidenza agli estranei e si divertiva a giocare con dadi fatti di
ossa. Giocava a soldi e vinceva sempre.
Per me che lo osservavo era un ‘enigma’ seduto su una stuoia vicino al fiume
sacro che scorre nella vallata di Katmandu.
Sentii dire che un anno prima era precipitato un aereo e lui aveva estratto
dall’aereo in fiamme i superstiti. Tutti salvi. Del fatto aveva anche parlato il
quotidiano nepalese The Rising Nepal.
Avevo anche sentito parlare del grande e misterioso potere mistico di cui
sarebbero depositari gli Aghori però non riuscii a passare abbastanza tempo
vicino a questo Baba vestito di nero. Un corsaro himalayano.
Swami Rama andò a trovare il Baba accompagnato da un Pandit. I Pandit
sono degli intellettuali che conoscono bene gli antichi testi della filosofia. Il
Baba spaventò subito il Pandit ordinandogli di cucinare un pezzo di cadavere.
“L’Aghori ordinò al Pandit di servire il cibo. Quando il Pandit tirò via il
coperchio fummo stupiti nel vedere un dolce chiamato rasgula, fatto di for-
maggio e zucchero. Era il mio piatto preferito e vi avevo pensato mentre mi
avvicinavo alla caverna del Baba. Pensai che era tutto molto strano.”
Ho riletto più volte il libro di Swami Rama ed ogni volta davanti ai suoi rac-
conti mi sono stupito e non stupito nello stesso istante, mi sento intimamente
collegato agli spiriti liberi dell’Himalaya e so bene che sono aperti a chi vuole
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GLI SPIRITI INCARNATI CHIAMATI YOGHI
C’è una sola forza vitale e tutte le forme e i nomi di questo universo sono solo
varietà di questo UNO. Non è difficile comprendere la relazione tra due forme
di materia, perché la sorgente è la stessa. Quando l’acqua diventa solida è
comunemente chiamata ghiaccio. Quando comincia a evaporare è chiamata
vapore. I bambini non sanno che tutti e tre gli stati dell’acqua sono forme
diverse della stessa materia e che essenzialmente non c’è differenza nella loro
composizione. La differenza è solo nella forma esterna che assumono. Alcuni
scienziati di oggi sono come bambini. Non realizzano l’unità che c’è dietro a
tutta la materia né i principi per cambiarla da una forma all’altra.”
Abituati all’idea standard dello scienziato plurilaureato, che sa tutto e vive
chiuso in un efficientissimo laboratorio universitario, fa bene sapere che ci sono
anche altri scienziati, nostri contemporanei, che vivono liberi dagli schemi acca-
demici. Non lavorano per un padrone, per un governo o un profitto materiale.
Giocano liberamente con la materia e con l’energia.
Non ci rimane che imparare da loro. Il primo gradino dell’apprendimento è
accettare che sullo stesso pianeta in cui noi ci troviamo adesso ci sono degli esse-
ri, nella forma umana come noi, con un potere straordinario e a volte difficile da
immaginare a causa delle nostre abitudini mentali. Il secondo gradino è cercare
il contatto energetico. Il terzo è cominciare a giocare insieme, liberamente, con
amore e molta disponibilità. Bisogna imparare dal gioco dei bambini felici.
I veri giochi
vedere chiuse.
Avanti con gioia!!
APPENDICE 6
Penso che sia utile, in questo libro, raccontare del mio incontro con questi
tre esseri umani, figli legittimi della nostra cultura occidentale
Ho incontrato per la prima volta Uri Geller negli anni ottanta ad un pro-
gramma organizzato dalla mia cara amica Rudy Stauder, direttrice del mensile
ASTRA e coraggiosa pioniera della Nuova Era in Italia.
Lui fu invitato per due anni consecutivi e sin dal primo incontro mi disse
amichevolmente: “Io credo nella stessa filosofia in cui credi tu!”.
Era fiero di essere pacifico e totalmente vegetariano e strabiliò tutti con i
suoi straordinari poteri, piegava i metalli e riusciva anche, con qualche secon-
do di concentrazione, a leggere con estrema facilità la mente altrui. Mentre
Giorgio Medail lo intervistava per Canale 5, io ero presente. Lo sottoponem-
mo ad alcune prove e a un test di lettura del pensiero che superò con grande
facilità.
Ad un altro incontro, organizzato da Rudy Stauder nel 1989, ebbi la fortu-
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Stargate
Nelle sue conferenze Targ cita spesso una frase di Einstein che io condivido
completamente: “Esistono solo due modi per vivere la vita: il primo è come se
nulla fosse un miracolo. L’altro è come se tutto lo fosse, io, Russel Targ, credo
nel secondo”.
Ho invitato diverse volte Targ in Italia dove ha tenuto dei seminari orga-
nizzati dal mensile ASTRA. Passando del tempo con lui e traducendo i suoi
seminari siamo diventati molto amici e siamo arrivati ad una comune visione.
Noi siamo tutti collegati da un’energia invisibile e possiamo avere l’espe-
rienza diretta della nostra interdipendenza con l’universo e con gli altri esseri
umani attraverso l’impiego delle nostre facoltà psichiche. Tali capacità, note
nel loro insieme come PSI, dalla parola greca che significa anima, racchiudono
numerosi tipi di connessione - da mente a mente, da mente a corpo, da mente
a mondo - e anche quella di intima disposizione spirituale con l’Assoluto.
“Se uno scienziato è onesto e sincero con se stesso”, dice Targ, “prima o poi
diventa, inevitabilmente, un serio ricercatore spirituale. Noi tutti possiamo
avere una profonda esperienza mistica senza necessariamente dover aderire ad
una specifica religione storica. Fortunatamente non sono l’unico scienziato
arrivato a questa conclusione. La gente fa fatica a credere che uno scienziato
sia anche un ricercatore spirituale. Quando la gente pensa agli scienziati pensa
a persone fredde, menti razionali e calcolatrici con poche emozioni e scarsi
interessi per l’aldilà e le dimensioni sconosciute della mente.
“Non sono nato spiritualista, ma lo sono diventato anche grazie alle mie
ricerche sull’energia e sulla natura della mente.”
Mostrando una notevole apertura mentale nel 1995 Cohen, il capo della
CIA, autorizzò Targ a far conoscere alcuni dei risultati a cui era giunto il suo
gruppo. La fine della guerra fredda tolse a parte delle sue ricerche il pesante
veto Top Secret. Ho parlato della Nasa e voglio aggiungere altre informazioni
legate al potente ente spaziale americano. Nella Nasa c’è gente che sta stu-
diando la vita, la coscienza e l’universo con parametri completamente diversi
da quelli della vecchia scienza tradizionale.
Dice James Hurtak, consigliere della NASA: “Lo studio serio dell’intelli-
genza extra e ultraterrestre è in corso. L’intelligenza ultraterrestre è molto più
avanzata rispetto a quella extraterrestre ed è strettamente legata a quanto ripor-
tato nelle Sacre Scritture, dove sono ad esempio menzionati gli Avatar e gli
arcangeli. Con l’esplorazione scientifica dell’universo, la razza umana è entrata
in una delle sue tappe evolutive più critiche… che prevede il probabile con-
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................................................................GLI ANTICHI MAESTRI SONO ANCORA VIVI ..................................................................
tatto con altre razze intelligenti. In questa fase di transizione dobbiamo impara-
re a riconoscere la differenza tra le diverse forme di vita. Oggi stiamo capendo
meglio il potere dell’energia e la sua influenza sulla materia, l’energia magneti-
ca può essere trasformata in energia meccanica, stiamo andando verso la mani-
polazione del campo magnetico che è la chiave per la levitazione. Avanzate
ricerche tecnologiche stanno dimostrando che la materia è energia. I nostri
scienziati comprenderanno che esiste una dimensione spirituale, che la luce è
la base della creazione e che la prospettiva fisica della materia come base della
realtà è solo un’illusione. Capiranno che la vita transita in un processo nel
quale non esistono il tempo assoluto e lo spazio. Capiranno molti punti già
spiegati da grandi pensatori spirituali. Il tempo della crescita è arrivato, dob-
biamo comprendere che una creazione maggiore si sta manifestando intorno a
noi sotto forma di mondi spirituali e materiali nei quali dobbiamo evolverci e
diventare uomini cosmici, noi siamo già parte del futuro e ci riscopriremo figli
delle stelle, in poche parole ritorneremo a casa”.
Hurtak non è certamente l’ultimo arrivato, le sue credenziali sono eccellenti,
ha conseguito lauree in filosofia, in scienze sociali e linguistiche, in storia e studi
orientali presso le Università della California e del Michigan. Ha insegnato alle
Università del Northridge, di Los Angeles e della California. È stato direttore del
progetto TMAC che ha patrocinato insieme al dipartimento governativo per l’e-
nergia simposi sull’energia alternativa. Attualmente è consigliere a Houston nel
Texas di sistemi scientifici avanzati, è anche presidente dell’Accademia per la
Scienza del Futuro e collabora attivamente al progetto Nasa di esplorazione spa-
ziale del pianeta Marte. Molte conclusioni di menti aperte come la sua non sono
sempre accettate da coloro che pensano in modo comune, anche perché questi
geni sono molto più avanzati rispetto alla mentalità corrente.
Questo aneddoto è preso dal libro L’Antico Segreto del Fiore della Vita di
Drunvalo Melchizedeck.
“Gli scienziati che la stanno studiando sono senza parole: non riescono a
capire come faccia a fare quello che sta facendo. È seduta in una stanza, eppu-
re dice di guardare dallo spazio verso di noi. La NASA l’ha controllata chie-
dendole di ‘guardare’ un determinato satellite e dare specifiche informazioni,
che si potevano conoscere solo se uno fosse stato veramente là e lei ha dato loro
la lettura degli strumenti, cosa che, sono sicuro, agli scienziati sembrava impos-
sibile. Ha detto che stava volando vicino al satellite e semplicemente leggeva
gli strumenti. Il suo nome è Mary Ann Schinfield, legalmente lei è cieca, eppu-
re può camminare in una stanza e nessuno si accorge che è cieca. Come fa?
. 266 .
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RUSSELL TARG, EDGAR MITCHELL E URI GELLER
Un viaggio diverso
Brian con altri scienziati, che vivono come noi sulla Terra ma che mental-
mente sono spesso in giro fuori dal pianeta, partecipò a questo esperimento Top
Secret. Presero una coppia ben affiatata e la misero in un albergo a dieci chilo-
metri di distanza da un laboratorio in cui fialette del loro sangue venivano
tenute costantemente sotto osservazione. Chiesero all’uomo e alla donna di
rimanere isolati in una stanza per un giorno di seguito e di fare l’amore ogni
otto ore.
Sottoponendosi ad un test prima e subito dopo l’atto sessuale scoprirono
successivamente che il sangue prelevato precedentemente e tenuto a distanza
aveva subìto in tempo reale le stesse sollecitazioni e modificazioni del sangue
che scorreva nel loro corpo.
L’obiettivo dell’esperimento era dimostrare che le cellule del sangue all’in-
terno del corpo rimangono in contatto costante con le altre cellule sanguigne
con cui avevano vissuto precedentemente, insomma cellule ex-conviventi che
continuano a comunicare emozioni tra di loro. Come?
Alla NASA questa ricerca è allo stato sperimentale, a loro più della legge
interessa il fenomeno, vogliono capire bene la dinamica di questa comunica-
zione tra cellule lontane, il che potrebbe consentire ad un gruppo di medici
qualificati della Terra di controllare lo stato di salute del corpo degli astronau-
ti distanti centinaia di milioni di chilometri, per esempio per testare eventuali
farmaci prima sul sangue lasciato nei laboratori sulla Terra.
L’intelligenza di molti ricercatori americani va subito al sodo, evitando di
perdersi nelle implicazioni politiche e religiose di una nuova teoria scientifica;
cercano in tutti modi di produrre una pratica utile che funzioni, pragmatismo
al cento per cento: prima bisogna arrivare ad un risultato favorevole e poi even-
tualmente si troveranno le spiegazioni.
Altre informazioni
Il Progetto Stargate fu accantonato, non era mai piaciuto alla linea dura del
Pentagono che gli ha invece preferito il più freddo spionaggio elettronico tra-
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RUSSELL TARG, EDGAR MITCHELL E URI GELLER
mite satelliti militari spia, il famigerato progetto Echelon, che consiste in una
rete di centinaia di satelliti in orbita per controllare l’intero pianeta. I bravi
sensitivi sono un’arma a doppio taglio, se possono leggere la mente del cosiddet-
to nemico potrebbero leggere anche quella di chi li manda. Non tutti i capi poli-
tici e militari sono disposti ad aprire la mente e rivelare le loro vere intenzioni.
Le testimonianze di Targ e May contraddicono in modo chiaro ed esplicito
l’ultimo rapporto della CIA, però non ci si deve mai stupire se un servizio segre-
to non dice la verità sui suoi programmi.
“Il dottor May”, spiega l’articolo di Michael Knight, “disapprovò completa-
mente il rapporto presentato al Congresso, lui aveva le prove che alcuni espe-
rimenti sulla percezione visiva a distanza avevano fornito nel corso degli anni,
al Governo Americano, delle significative informazioni sulla costruzione di sot-
tomarini ed installazioni militari della scomparsa Unione Sovietica. Dopo la
fine della ‘guerra fredda’ il dottor May proseguì le sue ricerche, incluso un viag-
gio in Russia dove scoprì che dall’altra parte della cortina si erano svolte ricer-
che simili.
“I russi erano interessati alla potenzialità della mente umana nell’influenza-
re oggetti a distanza. In un esperimento, gli operatori da Mosca registrarono dei
successi statisticamente significativi intervenendo su uno schermo microcalo-
rimetrico (un dispositivo sensibile alle temperature), che si trovava nella città
di Novosibirsk, distante quattromila chilometri. Furono registrati sei successi su
otto sessioni di prove.”
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I NOVE SCONOSCIUTI
APPENDICE 7
I NOVE SCONOSCIUTI
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sulle quali vennero incisi gli editti di Ashoka, che davano origine a un impero
illuminato che diffuse la fede buddista in gran parte dell’oriente.
Il famoso scrittore H. G. Wells scrive nel suo sommario di storia universa-
le: “Fra le decine di migliaia di nomi di monarchi che ingombrano le colonne
della storia, il nome di Ashoka brilla quasi solo, come una stella”.
Cesare Medail nel suo libro Le Piccole Porte, Viaggio nell’Universo del Pensiero
Spirituale, parla del radicale mutamento spirituale di Ashoka, soprannominato
Piyadassi che vuol dire letteralmente ‘dal gentile sguardo’, e lo usa come para-
digma dei mutamenti avvenuti dagli anni sessanta ai giorni nostri. Questo è il
suo paragone: “Malgrado le guerre e il terrorismo, malgrado gli egoismi indivi-
duali e collettivi che procurano sofferenza e morte ai popoli derelitti, malgrado
gli oltraggi ecologici alla Terra in nome del tornaconto speculativo, malgrado
l’etica del successo e del denaro con i suoi corollari di odio, invidia e rancore,
qualcosa è avvenuto in questi decenni. In diversi angoli di mondo, numerose
persone scoprivano dentro di sé una natura spirituale e la manifestavano ripu-
diando gli idoli della guerra, del potere, dei consumi, della brama di piaceri e
ricchezza. Se queste piccole rivoluzioni si propagassero per contagio fino a lam-
bire i santuari del potere politico, tecnologico e anche religioso, forse qualche
potente della Terra assumerebbe lo sguardo gentile di Ashoka e cambierebbe
radicalmente politica nel senso della pace e della pietà, spezzando il circolo
vizioso della violenza e delle ritorsioni”.
Il re indiano vissuto quasi alla metà dei secoli che separano Buddha da Gesù
invitava continuamente i sudditi alla pietà, così disseminò l’impero di editti
positivi incisi su rocce e colonne, rinvenuti e tradotti per l’occidente poco più
di un secolo fa.
Recitava un editto: “Il re Piyadassi, caro agli dei, così ha detto: è bene esse-
re liberali. Ma non vi è liberalità o beneficio che sia pari alla Pietà. Questo deve
farsi, questa è un’opera buona. In tal modo si può raggiungere il Cielo”.
Molti ricercatori credono che Ashoka fosse in contatto con il gruppo dei
Nove Sconosciuti. Preoccupato per l’uso distruttivo che uomini degradati face-
vano dei resti della conoscenza bellica vedica e del pericolo della distorsione
delle informazioni, Ashoka incaricò i Nove Sconosciuti di compilare segreta-
mente dei trattati sull’antica scienza vedica, compresi “i segreti della gravita-
zione”. Uno di questi testi, attribuito a Bharadhvaja e scoperto nel 1875, spie-
ga come utilizzare l’energia solare e l’energia magnetica dei pianeti.
Nel libro Il Mattino dei Maghi Pauwels e Bergier scrivono: “Si dice che anche
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I NOVE SCONOSCIUTI
I Siddhi
delle facoltà spirituali superiori. Perfezionando le pratiche del Kriya Yoga è pos-
sibile manifestare gli otto poteri sovrannaturali.
Thirumular, uno dei Siddha più antichi, elenca gli 8 Siddhi nella sua gran-
de opera Thirumandiram.
1) Anima. Il potere di diventare piccolo come un atomo.
Secondo i Veda nell’atomo c’è una forma di intelligenza. Questo Siddhi
facilita il teletrasporto e la scomposizione degli atomi.
2) Mahima. Letteralmente vuol dire espansione, questo potere permette di
espandersi per tutto l’Universo coscientemente. È il Siddhi della
Coscienza Cosmica.
3) Karima. Il potere di diventare estremamente pesanti.
4) Lahima. Il potere di diventare leggeri come una piuma sviluppando una
forza antigravitazionale superiore al magnetismo terrestre.
5) Prapthi. La facoltà di conoscere ogni cosa passata, presente e futura, e di
poter raggiungere qualsiasi luogo, persino altri pianeti e stelle.
6) Prahamiyan. Il potere di soddisfare tutti i propri desideri; mente e sensi
raggiungono una capacità percettiva assoluta.
7) Esathuvam: potere supremo su tutti gli oggetti, animati e inanimati, del
l’universo.
8) Vasithuvam. Il potere di governare e muovere ogni cosa per mezzo del
pensiero e della parola.
NOTA AGGIUNTIVA
Mentre stavo scrivendo l’elenco degli 8 Siddhi che avete appena letto mi è
successo un fenomeno che vi voglio raccontare. Batto il tasto 1 seguito da
parentesi ) e poi scrivo alcune parole. Dopo aver battuto l’ultima parola ‘atomi’
seguita dal punto dovrei battere il tasto per andare a capo, a questo punto senza
battere il tasto appare nella riga sotto il numero 2 seguito da parentesi, cioè: 2).
Chi sapeva che avevo finito di spiegare il Siddhi 1 e passavo al 2? Io! Io e chi
altro?
Questo si ripete per ogni numero. Alla fine di ogni mia spiegazione auto-
maticamente appare a capo il numero che io avrei dovuto battere schiaccian-
do normalmente il tasto corrispondente. Dopo che ho scritto la parola
‘Cosmica’ appare da solo e già a capo il 3), questo avviene senza che io abbia
minimamente toccato i tasti. Questo fenomeno si ripete fino al numero 8), i
Siddhi principali sono 8.
Sono apparsi numeri e parentesi, in ordine successivo, senza che io abbia
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I Siddha sono pochi rispetto al numero degli abitanti della Terra, sono gran-
di rispetto al grande vuoto spirituale che si respira in molte famiglie, in molti
posti di lavoro, in molti marciapiedi, chiese, templi, sinagoghe e moschee.
Sodoma e Gomorra saltarono in aria perché non si trovavano dieci giusti,
questo pianeta è ancora intatto perché, fortunatamente, ci sono più di dieci
giusti che mantengono intatti i valori dell’amore, della libertà, della compas-
sione e della vera conoscenza.
Desiderate un contatto?
. 278 .
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I NOVE SCONOSCIUTI
vistosamente per non rimanere coinvolti nei piccoli giochi di potere di chi vor-
rebbe approfittare di loro solo per vantaggi di parte.
Chi è evoluto è anche sensitivo e grazie al suo buon intuito naturale evita
di cadere vittima dei violenti. Il suo potere mentale è superiore ad ogni arma
fisica. Tutti conosciamo la violenza che si è accanita su Gesù in Palestina; in
India un fondamentalista religioso ha ucciso il Mahatma Gandhi; in America
hanno ucciso il pacifista nero Martin Luther King, Premio Nobel per la Pace;
nel 1993 c’è chi ha tentato di uccidere Sai Baba, la violenza ha ucciso persone
del suo entourage ma è stata fermata in tempo.
Vicino a Rishikesh, viveva in una caverna uno Yoghi molto famoso, Tatvala
Baba. Dicevano che aveva 300 anni, Maharishi Mahesh Yoghi che lo conosce-
va bene diceva che sicuramente ne aveva molti di più di cento. Un giorno, una
ventina di anni fa, un suo ‘cosiddetto’ devoto gli ha sparato con un fucile per
vedere se era immortale.
Altri Yoghi che vivono in quella zona hanno così commentato il fatto:
Tatvala Baba se ne voleva andare, ha accettato quel gioco, la morte violenta ed
improvvisa, per dimostrare anche in quel caso che il corpo è solo un abito che
si può indossare per anni e poi lasciare in un secondo, senza alcun attaccamen-
to. Lessi che il grande mago (non saprei come definirlo) Houdini fu ucciso
all’uscita di un teatro da un violento ed improvviso pugno allo stomaco sferra-
togli da un suo ammiratore che poi confessò di averlo fatto convinto che
Houdini fosse immortale.
Alla larga dai violenti, ma anche dai devoti fanatici, dagli apostoli autori-
tari e dagli ammiratori ipocriti. Non intraprendete un avventuroso viaggio geo-
grafico alla ricerca dei Siddha, forse non ne incontrereste neanche uno, inve-
ce fatevi trovare, rendetevi visibili. Manifestate la vostra voglia di amare e di
conoscere, sintonizzatevi e quella vibrazione pura ed effulgente arriverà a desti-
nazione, qualcuno, al momento giusto, si farà vivo. Non per obbligo o dovere
ma per sua scelta. Auguri!
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I NOVE SCONOSCIUTI
le, non è una crisi economica o sociale, assolutamente no. È una crisi evolutiva”.
Ogni giorno la vita ci stimola offrendoci esperienze di crescita e di evoluzione.
Riconosciamole, facciamole ed autorizziamoci a stare bene. Il World Watch
Institute sottolinea che: “Le politiche cambiano come effetto del modificarsi
delle coscienze”. Da soli e in compagnia, di giorno e di notte, vita dopo vita
godiamo ed irradiamo liberamente
AMORE ETERNO INCONDIZIONATO.
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LA MEDITAZIONE DEGLI SPIRITI LIBERI
APPENDICE 8
L’appuntamento è quotidiano. Ogni giorno alle ore 22, per 7 minuti, medi-
tiamo insieme per migliorare noi stessi e le relazioni sul pianeta Terra.
Se meditate a quell’ora entrerete automaticamente in contatto con altri spi-
riti liberi che nello stesso momento stanno facendo la stessa cosa.
Entrerete in una rete energetica molto estesa, forte ed invisibile, e sentire-
te la grande opportunità di riversare consapevolmente in essa il vostro
AMORE e la vostra BUONA ENERGIA.
Potete entrare in questo campo di energia positiva ogni giorno o quando
volete voi, l’importante è ricordare l’orario. L’appuntamento è ogni giorno, alle
dieci di sera cioè alle 22, questo è un numero spirituale per eccellenza, il 10 è
il voto che tutti avremmo dovuto ricevere a scuola.
Questa meditazione è libera, potente ed efficace, non implica alcuna appar-
tenenza a credi o fedi precisi. Richiede solo la vostra voglia di amare la vita e
contribuire attivamente alla costruzione di un mondo migliore. Non costa eco-
nomicamente ma garantisce a te e tutti gli esseri viventi un beneficio di ine-
stimabile valore.
Ognuno di noi è un centro energetico in grado di amare ed irradiare amore.
La pratica di questa meditazione favorisce la pace mentale e la buona salute,
innesca la generosità e la voglia di relazionare che è innata in ogni essere
vivente.
Trattati bene e vivi con gioia questa esperienza, medita 7 minuti al giorno.
. 287 .
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Esecuzione
Dieci respirazioni.
Siediti comodamente, chiudi gli occhi e respira con il naso, fa in modo che
ogni respirazione sia lunga, lenta e profonda.
Per aiutarti a contare chiudi le mani a pugno, senza stringere.
Ad ogni respirazione apri un dito.
Ogni respirazione si divide in due tempi, inspirazione ed espirazione, quan-
do mandi l’aria dentro visualizza nella tua mente queste parole: ENERGIA
DENTRO:
Arrivati al massimo, senza trattenere iniziate lentamente l’espirazione e
visualizzate: AMORE FUORI.
Quando le vostre mani sono completamente aperte ripetete ancora con
molta lentezza
MANDO IL MIO AMORE E LA MIA BUONA ENERGIA A TUTTI
GLI ESSERI VIVENTI DEL PIANETA TERRA
Poi, respirando leggermente, rimanete fermi e percepite di essere parte di un
grande progetto umanitario che vuole immettere volontariamente AMORE e
BUONA ENERGIA nell’atmosfera terrestre e nel campo di energia vitale che
unisce tutti gli spiriti incarnati in un corpo fisico su questo pianeta.
Amare e rispettare la vita in ogni sua forma e manifestazione è un segno di
elevata coscienza spirituale.
Siete invitati a praticare e a condividere con amiche ed amici UNA MEDI-
TAZIONE SEMPLICE.
Questa meditazione dura circa 7 minuti, se vuoi puoi rimanere in uno stato
meditativo anche qualche minuto in più, in silenzio, immobile, sentiti parte di
un grande insieme energetico, la compagnia di tutti gli esseri viventi del pia-
neta Terra, irradia AMORE ed augura un’ILLUMINAZIONE estesa a tutta la
specie umana.
QUESTA MEDITAZIONE PUÒ ESSERE DIVULGATA CON AMORE
. 288 .
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LA MEDITAZIONE DEGLI SPIRITI LIBERI
OVUNQUE E A CHIUNQUE.
È STATO DIMOSTRATO CHE SE L’UNO PER CENTO DELLA
POPOLAZIONE MEDITA DIMINUISCONO CRIMINI VIOLENZE E
INCIDENTI. PROVA AD ENTRARE ANCHE TU NELL’UNO PER
CENTO. grazie
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LA COPERTINA
LA COPERTINA
. 292 .
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IL TITOLO
IL TITOLO
In origine il titolo del libro era quello che adesso è il sottotitolo: Un Viaggio
che non ha mai avuto Inizio e non avrà mai Fine.
Nel 2002 in occasione dell’ottavo convegno internazionale di parapsicolo-
gia, organizzato dall’Associazione Italiana di Ricerche Parapsicologiche presie-
duta dal caro amico Nicola Cutolo, andai a prendere all’aeroporto di Bologna
Uri Geller in arrivo da Londra per partecipare all’incontro che si tiene ogni
anno al centro congressi di Bellaria.
Nel viaggio in macchina verso la costa adriatica, parlai del libro ad Uri che
non vedevo da circa quindici anni. Quando lui, molto interessato a quello che
gli avevo raccontato durante le due ore del tragitto, mi chiese il titolo, questo
mi venne spontaneo come se leggessi un titolo già scritto. Uri mi disse che cre-
deva all’esistenza di grandi maestri anonimi che da migliaia di anni assistono
con amore le persone sincere che desiderano conoscere se stesse e la vita.
Con Uri ho sempre sentito una grande intesa sin dal primo incontro, anche
lui mi ha comunicato lo stesso feeling, da allora siamo rimasti collegati via
internet, prima della sua partenza scoprii una doppia coincidenza significativa,
era nato anche lui nel dicembre 1946 (io il 3, lui il 20) e a scuola da ragazzo lo
chiamavano George.
. 293 .
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CONCLUSIONE
CONCLUSIONE
. 295 .
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gue’ che aveva prodotto così tanto dolore, lutti e morti inutili e cominciai, pur
ritrovandomi spesso solo, ad ascoltare la voce della mia coscienza.
A scuola quando studiavo la storia capii presto che i capi religiosi e politici
avevano fatto tremende sperimentazioni sulla vita di milioni di innocenti.
Prendere le distanze dall’identificazione sociale che mi veniva imposta aprì
la mia mente e favorì il ricordo e il collegamento con il mio viaggio cosmico.
Il mio viaggio è simile al tuo, stiamo percorrendo in modi diversi e talvolta sin-
cronicamente simili una via (TAO tradotto letteralmente vuol dire Via) che
non ha mai avuto un principio e non avrà mai una fine. Il Tao è la Via, la Via
è il Tao, diceva Lao Tzu: “Il Tao è un vuoto, che l’azione non riempie, è di pro-
fondità abissale, è l’origine di tutte le cose”.
Ho smesso da tempo, forse da molte vite di cercare l’origine e il punto d’ar-
rivo. Leggere queste pagine può essere stata una splendida esperienza spiritua-
le, quando chiudi questo libro e ti guardi intorno ricordati che TU sei e sei sem-
pre stato uno spirito eterno. Io, tu e tutti gli altri spiriti incarnati in questo pia-
neta siamo: giocatori eterni, impegnati in giochi temporanei.
Con gli occhi luminosi, il cuore pulsante e la mente ben aperta, ogni gior-
no festeggia con gioia, è il tuo nuovo compleanno, ama, amati, lasciati amare
e regalati il meglio della vita.
Puoi farlo, comincia adesso, oggi! Metti in moto il tuo passaggio evolutivo
e credici con gioia.
Leggere è importante, per uscire da una semplice lettura teorica ti consiglio
di entrare in uno stato di calma, di meditazione e realizzare gradualmente la
verità della tua eternità e l’esistenza di esseri più evoluti di te che possono aiu-
tarti, con molto amore, a raggiungere il tuo livello più elevato, quello in cui
puoi pienamente vivere e godere consapevolmente la tua natura divina fatta di:
Eternità, Felicità e Conoscenza.
. 297 .
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LA TUA LETTURA
LA TUA LETTURA
Apprezzo la tua lettura di questo libro, che è mio ma anche tuo, questo libro
è un promemoria per chi vuole ricordare, il tuo contributo si manifesterà nella
tua voglia di condividerlo. E ricorda: “Tu esistevi, tu esisti, tu continuerai ad
esistere…”
Sii veramente qui e ora, sii veramente presente a te stesso, fermati un atti-
mo, percepisci il tuo essere e rammenta a te stesso che il viaggio continua. IL
TUO GRANDE VIAGGIO CONTINUA!
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VIAGGIO SPIRITUALE IN INDIA CON GIORGIO CERQUETTI
. 301 .
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AMORE E BUONA ENERGIA
Note sull’autore
Per informazioni sui suoi libri ed i seminari che tiene regolarmente in varie
parti d’Italia, potete contattarlo direttamente.
Giorgio Cerquetti
via Bonazza, 11 - Tavarnelle val di Pesa 50028
. 303 .
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Edizioni Laris
Giorgio Cerquetti
Le carte della buona energia
Fate un profondo respiro e scegliete tre carte; poi leggete, con voce calma,
parola per parola riflettendo sul significato di ogni affermazione. Esprimere
pensieri ed emozioni attraverso le vibrazioni sonore fa bene al corpo e alla
mente. Ricordate che i pensieri e le emozioni ripetuti creano le abitudini, le
abitudini ripetute nel tempo creano il carattere. Il carattere diventa la base del
nostro comportamento quotidiano. La ripetizione consapevole di queste affer-
mazioni creerà abitudini positive che vi aiuteranno a mantenere alto il livello
della vostra coscienza. Queste frasi hanno un grande potere e possono essere
usate liberamente per guarire, migliorare la qualità della vita, espandere gli oriz-
zonti della coscienza, rendere piacevoli le relazioni e tutti gli altri scopi giusti
che ci prefiggiamo con amore.
Edizioni Laris
Giorgio Cerquetti
Incontro con la chiara luce
Il grande viaggio di andata e
ritorno dall’aldilà
Questo libro copre sette anni di vita. Si parte dal 1989 e si arriva al 1996.
Una preziosa collana composta da tanti piccoli episodi misteriosamente colle-
gati e sincronizzati tra loro. Un fantastico gioco ad incastro dove ogni tassello
penetra e si armonizza con un altro, attivandolo.
Ogni pagina più che scritta è parlata, raccontata al presente. Passo dopo
passo la visione diventa più chiara, nitida, precisa, e ne traspare un insieme
di più vite vissute cercando la verità, l’amore e l’equilibrio armonico tra i vari,
ed apparentemente contrastanti, aspetti dell’infinito dispiegarsi della vita. Un
viaggio esistenziale che attraversando India, Europa e Stati Uniti si accompa-
gna spesso ad esplorazioni di dimensioni al di fuori dello spazio e del tempo così
come sono convenzionalmente concepiti ed accettati in questa comune realtà
visibile.
Questa avventura spirituale mi ha fatto realizzare pienamente il potere del
libero arbitrio e la natura immutabile di quella verità spirituale, libera e auten-
tica, che ci accompagna da sempre, vita dopo vita. La nostra essenza originale il
più delle volte è offuscata, coperta da malattia, morte, sofferenza, caos e violen-
za. La vita e l’amore che pulsano nel cosmo sono valori sacri e irrinunciabili, pos-
sono essere vissuti felicemente soltanto nello stato di armonia. Molte cose che
avevo intuito si sono rivelate vere, mentre altre credenze, artificialmente
appiccicate al mio vero io, sono svanite, placidamente dissolte nel grande cielo
come fragili bolle di sapone. Sono un cittadino del mondo, un abitante dell’u-
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Edizioni Laris
Giorgio Cerquetti
Parama Karuna Devi
Mondo vegetariano
Ricette vegetariane internazionali
In questa epoca di mucca pazza, fast food, e cibi transgenici, è sempre più
forte il bisogno di un ritorno alle origini, e con questo libro di cucina vegeta-
riana internazionale, ci sentiamo vostri accompagnatori di un emozionante e
piacevole viaggio gastronomico attorno al mondo, per sperimentare sapori e
gusti nuovi, così anche per conoscere il modo di vivere e pensare dei popoli con
culture diverse, e scoprire gli ingredienti naturali ed originali della cultura
umana del nostro pianeta.
La filosofia vegetariana di questa agile guida è concepita per la semplice
fruibilità, perché le ricette scelte, si compongono con ingredienti facilmente
reperibili nel nostro mercato, ed avrete inoltre la possibilità di controllare e
gestire personalmente la dosatura degli aromi e delle spezie, raggiungendo l'e-
quilibrio ottimale dei vostri gusti e quello dei vostri amici, senza sacrificare l'au-
tenticità originale delle ricette.
Una guida utile per il viaggiatore che ama le culture locali, e per colui che
senza muoversi da casa, vuole sentirsi un libero cittadino del mondo.
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Edizioni Laris
Giorgio Cerquetti
Parama Karuna Devi
Cucina spirituale indiana
Edizioni Laris
Giorgio Cerquetti - Giorgio Medail
e autori vari
Il Libro di Totem
La popolare trasmissione radiofonica
amica di chi ama la conoscenza
Edizioni Laris
Giulia Amici - Carol Adrienne
Numerologia
Conosci te stesso e gli altri
attraverso i numeri
Edizioni Laris
Swami Shuddhananda
La vita di uno
Yogi dell’Himalaya
Baba Lokenath
"Se sapeste quanto siete amati, morireste per la gioia" dice il mistico. I santi
sono strumenti primari dell'amore di Dio per noi. Il nostro compito è quel-
lo di aprirci - di aprire il nostro cuore e la nostra mente - alla loro realtà.
È indispensabile strappare il velo dell'illusione che ci fa credere che siano
distanti: sono veramente sempre con noi e ci chiamano ad una più profonda
intimità.
Questo libro parla liberamente della vita, la vita intesa come intenso amore
per il Grande Gioco Cosmico che ognuno di noi vive, più o meno consapevol-
mente, in una successione che si estende nel corso di più vite e che compren-
de innumerevoli forme e variegate manifestazioni mentali. La vita è un viaggio
spirituale che non ha mai avuto inizio e non avrà mai fine - in questo momen-
to stiamo vivendo un’esperienza umana su questo meraviglioso pianeta. La feli-
cità e la qualità di questo soggiorno dipendono dal nostro livello di coscienza,
elevarsi spiritualmente vuol dire conoscere se stessi in modo aperto, onesto,
sincero, senza vincoli dogmatici od obblighi di appartenenza. Non esiste un’u-
nica via esclusiva, molte sono le vie, tutte piacevolmente percorribili se ricor-
diamo la nostra vera natura originale di SPIRITI LIBERI; per conoscere se stes-
si ci vogliono curiosità e coraggio, e il risultato è magnifico: “CHI CONOSCE
SE STESSO, CONOSCE L’UNIVERSO”. Siamo un universo in miniatura, in
noi sono rappresentate, in miniatura, tutte le forze che si muovono nel cosmo
infinito.
Le parole chiave di questo libro di amore e filosofia, da leggere con la mente
aperta, il cuore sereno ed un atteggiamento innocente, libero da giudizi e ana-
lisi conclusive, sono sette :
LIBERTÀ - AMORE - ENERGIA - RELAZIONI
CONOSCENZA - CONDIVISIONE -
CONSAPEVOLEZZA.
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Edizioni Laris
Giorgio Cerquetti
La prossima vita
CD1
CD2
Tutte le scritture sacre, dai Veda alla Bibbia, parlano dello straordinario e
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CD3