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Contesto

"Dei Sepolcri" è un carme scritto in forma di epistola poetica da Ugo Foscolo


nel 1807. L'opera è composta da 295 versi endecasillabi sciolti e fu pubblicata
per la prima volta nel 1807. Il carme è una riflessione sul tema della morte e
del ricordo postumo, ispirata in parte dalla legge napoleonica che proibiva la
sepoltura dei defunti nelle chiese e nei centri abitati.

I sepolcri, per Foscolo, sono molto di più che mere strutture funerarie: sono
luoghi sacri dove si conserva la memoria dei cari scomparsi e si onora il loro
contributo alla società. Essi rappresentano un punto di incontro tra il passato
e il presente, consentendo ai vivi di riflettere sulla propria mortalità e sulla
continuità della vita umana attraverso le generazioni. In questo senso, i
sepolcri fungono da ponte tra le generazioni, permettendo ai valori, alle virtù
e alle storie di sopravvivere al di là della morte fisica.

Foscolo fa capire l'importanza del culto dei morti come mezzo per ispirare i
vivi a emulare le virtù dei grandi uomini del passato. Le tombe non sono solo
custodi di resti mortali, ma anche fonti di ispirazione morale e intellettuale,
che stimolano la ricerca di un'immortalità simbolica attraverso le opere e le
azioni.

Il poeta critica la legge napoleonica che impone la sepoltura al di fuori delle


città, vedendola come un'erosione del culto dei morti e un attacco alla
memoria collettiva. Per Foscolo, la presenza visiva delle tombe è essenziale
per mantenere vivo il ricordo dei defunti e per consentire ai vivi di meditare
sulla mortalità e sull'eredità lasciata da coloro che sono passati.

Foscolo esalta i sepolcri come fonte di poesia e di ispirazione etica. La


vicinanza ai resti dei grandi uomini del passato è vista come un modo per i
vivi di connettersi con la grandezza e di aspirare a realizzazioni nobili e
virtuose. La tomba diventa così un simbolo di immortalità: attraverso il
ricordo e il rispetto dei posteri, i meriti e le opere di una persona possono
sopravvivere indefinitamente.

Il poeta esprime il desiderio di essere sepolto nella sua terra natia,


sottolineando il forte legame con la propria patria e la comunità. Questo
legame geografico e affettivo è fondamentale per Foscolo, poiché crede che
la memoria di un individuo sia più profondamente radicata nel luogo dove ha
vissuto e dove può essere commemorato dai suoi compatrioti.

Isepolcri in "Dei Sepolcri" di Foscolo sono molto più che semplici monumenti
funerari; sono emblemi di un desiderio universale di trascendenza e di un
bisogno intrinseco di ricordare e di essere ricordati. Il carme celebra la
capacità dell'umanità di trovare significato e consolazione nella memoria dei
defunti, e di cercare, attraverso il ricordo, una forma di immortalità che sfida i
confini della vita terrena.

Di seguito un riassunto sulle 4 parti principali dei Sepolcr


Struttura e Contenuti

Il carme si può dividere in quattro parti principali:

1. Introduzione (versi 1-36): Nella parte introduttiva, Foscolo pone le basi


del discorso poetico, introducendo il tema della morte e del ricordo. Il
poeta si rivolge direttamente all'amico Ippolito Pindemonte,
condividendo con lui l'inquietudine suscitata dalla legge ( 'Editto di Saint-
Cloud) che impone di seppellire i morti lontano dai vivi. Questa scelta
legislativa è vista come un distacco doloroso che priva i vivi della
consolazione di poter visitare le tombe dei propri cari e riflettere sul
senso della vita e della morte.

2. Elogio delle tombe (versi 37-144): Questa sezione è un vero e proprio


inno alle tombe, considerate da Foscolo come altari sacri alla memoria
e alla meditazione. Il poeta fa riferimento a diverse figure storiche e
mitologiche, come Pindaro, Diogene e Temistocle, per mostrare come il
ricordo dei grandi uomini sopravviva attraverso i secoli proprio grazie
alle loro tombe. Foscolo esalta la funzione delle tombe come luogo di
ispirazione per i vivi e come mezzo per perpetuare le virtù e le gesta di
coloro che non sono più..

3. Critica alla legge napoleonica (versi 145-188): In questa parte, Foscolo


si scaglia contro la legge che vieta le sepolture nelle chiese e
all'interno dei centri abitati, una legge che egli percepisce come
un'ingiustizia e un'offesa al culto dei morti. Il poeta argomenta che
questa legge contribuisce a cancellare la memoria dei defunti,
rendendo più difficile per i vivi ricordarli e onorarli. Foscolo lamenta la
perdita di un legame essenziale tra i morti e la comunità dei vivi, che si
traduce in una perdita di valori e di identità collettiva.

4. Conclusione e dedica (versi 189-295): Nell'ultima parte del carme,


Foscolo dedica l'opera a Ippolito Pindemonte e alla sorella, esprimendo
il desiderio di un riposo eterno nella terra natia, l'Italia. Il poeta
immagina la propria tomba come un luogo di incontro per gli amici e i
compatrioti, che possano trarre ispirazione dalla sua memoria. La
conclusione è un commovente appello all'importanza del ricordo e del
legame indissolubile con la terra d'origine, che si manifesta nella
speranza di Foscolo di essere ricordato e onorato anche dopo la morte.

Temi Principali

 Il culto dei morti: Foscolo sottolinea l'importanza del ricordo e del


rispetto per i defunti.
 La critica al dispotismo: Il carme contiene una velata critica alle
politiche napoleoniche e al loro impatto sulla società.
 L'immortalità attraverso la fama: Foscolo esplora l'idea che la fama
letteraria e le opere possano garantire un'immortalità simbolica.
 Il legame con la terra natia: Il poeta esprime un forte legame con la
sua terra, l'Italia, e il desiderio di rimanere connesso ad essa anche
dopo la morte.

Stile e Linguaggio

Il linguaggio di Foscolo è ricco di riferimenti classici e di un'ampia gamma di


figure retoriche. Il tono è solenne e riflessivo, e il poeta utilizza il carme per
esprimere sentimenti personali profondi, pur trattando temi universali.

Significato e Eredità

"Dei Sepolcri" è considerato uno dei capolavori della letteratura italiana e un


esempio significativo del Neoclassicismo e del Preromanticismo. L'opera ha
influenzato il modo in cui la cultura italiana considera la morte e la memoria,
e continua a essere studiata e apprezzata per la sua profondità emotiva e
intellettuale.

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