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Tra breve sarà disponibile la prima traduzione italiana dell’importantissimo testo scritto nel 1973 dal
“Il VIBRATO”
Il libro traccia l'origine, la storia, gli sviluppi e l'uso diversificato fra strumentisti e
cantanti di scuole e nazioni diverse di questo importante effetto legato al concetto stesso
del suono. Nel testo vengono portati esempi tratti da metodi e trattati di ogni epoca per
tutti gli strumenti; dal "Versuch" di Quantz alla "Violinschule" di Leopold Mozart, da "L'art
du violon" di Baillot alla "Die Kunst des Violinspiels" di Carl Flesch
.
Un CD, allegato al testo, completa il saggio con frammenti di registrazioni storiche di
strumentisti e cantanti compresi in un arco di tempo dal 1908 ai nostri giorni.
a cura di
GIAN-LUCA PETRUCCI
L’edizione originale è pubblicata dalla casa editrice Gustav Bosse del gruppo Bärenreiter
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JOCHEN GÄRTNER
(1937-1994)
IL VIBRATO
con particolari considerazioni per i flautisti
0
INDICE
I Parte:
Lo sviluppo storico del vibrato e le sue teorie. 13
A) Primi accenni 13
F) La situazione attuale 56
1
II Parte:
Osservazioni preliminari anatomiche e fisiologiche;
nuovi risultati della ricerca sul vibrato. 60
Introduzione 60
E) I risultati 100
Riassunto 142
III Parte:
Idee circa un metodo didattico integrato. 158
A) Introduzione 158
B) Esercizi per il vibrato toraco-addominale 166
C) Esercizi per il vibrato laringeo 172
Appendice 180
Introduzione al CD allegato 180
Elenco generale degli esecutori presenti nelle registrazioni 181
Specifiche delle 87 tracce del CD 182
Bibliografia 194
2
Presentazione all'edizione italiana
di Gian-Luca Petrucci
Gran parte delle informazioni relative alla genesi, alla stesura, agli
intendimenti programmatici ed ai meriti scientifici, storici e pedagogici del
presente volume sono ampiamente descritte nelle prefazioni e
nell'introduzione firmate da Jochen Gärtner, Gustav Scheck e Nikolaus
Delius. Potrebbe, dunque, sembrare inutilmente pleonastico sottolineare
ancora il valore dell'opera e la meticolosità con cui l'autore ha affrontato
un tema difficile da definire e inquadrare in contorni netti e con riscontri
oggettivi.
Tuttavia è impossibile tacere sulla riuscita di un lavoro che, su basi
scientifiche, ha ricondotto un "effetto" legato alla produzione stessa del
suono in un ambito in cui fosse possibile orientarsi senza far ricorso ad
esercizi di fantasia, ad una imitazione del "gesto del Maestro" o ad una
"naturale", quanto inconsapevole, produzione spontanea del vibrato.
Non vi è dubbio che la particolare preparazione artistica e scientifica di
Gärtner abbiano giocato un ruolo fondamentale nell'assemblaggio del
libro, ma è altrettanto vero che la vocazione, tutta anglosassone, di
convogliare gli "effetti naturali" relativi alla musica entro confini meno
enigmatici abbia rappresentato la base intellettuale su cui tentare
un'operazione di grande e complessa attuazione. Orientarsi nell'ambito
della storia del vibrato, fornire documentazioni essenziali, inventare tests
clinici atti a dimostrare le tesi proposte ha rappresentato una sfida verso
un modo di concepire la tecnica di un "effetto" e la radicata convinzione
della sostanziale inutilità di gestire scientificamente alcuni aspetti
dell'esecuzione musicale.
Gärtner ha dimostrato con perizia come ogni evento possa essere
ricostruito nei suoi passaggi costitutivi e come la conoscenza di
quest'ultimi non implichi affatto una diminuzione della naturalezza nello
sviluppo dell'evento medesimo. Ovviamente alcune scelte di metodo per
l'indagine, certe evidenziazioni e citazioni mediche potranno sembrare
eccessive o sproporzionate al tema trattato, ma una delle lezioni che ci
viene dalla lettura di questo libro è proprio l'applicazione di una
oggettività e distacco al quale, generalmente, i musicisti non sono abituati.
Dobbiamo, inoltre, osservare che tale metodo e concezione di proposta in
ambito musicale è lontanissima dalla formazione culturale e dall'abituale
3
approccio con cui certi temi vengono affrontati in Italia e, più in generale,
nei paesi latini. Vorrei ricordare, ad esempio, che un libro dedicato ad un
tema importante e con un vastissimo pubblico potenziale, come
"L'interpretazione di Mozart al pianoforte" di Eva e Paul Badura-Skoda fu
pubblicato nella prima edizione tedesca nel 1957, ad essa seguirono
l'edizione inglese nel 1962, quella giapponese nel 1963, la russa nel 1972, la
francese nel 1974 e, finalmente l'italiana nel 1980. Un periodo di ventitre
anni, fra la prima edizione e quella in lingua italiana, è veramente
eccessivo considerando la valenza del testo e la sua potenziale
applicazione pratica. D'altronde non ebbero sorte migliore i testi di Johann
Joachim Quantz e Carl Philipp Emanuel Bach a dimostrazione di un
disinteresse proprio da parte degli esecutori cui le opere in questione, per
citarne alcune, erano specificatamente destinate. Personalmente mi auguro
ed auspico che il vissuto culturale dei musicisti italiani sia andato
aumentando proporzionalmente alla crescente fruibilità dei testi e del
materiale, ma anche in virtù di una maggiore coscienza critica e della
necessità di informazione. La disponibilità di questo testo, tradotto in
italiano, potrà avvicinare molti studiosi, strumentisti, cantanti e
musicologi ad una tematica con vaste implicazioni pratiche, psicologiche e
specificatamente fisiche convogliando pensieri, azioni, gesti ed immagini
in un contenitore in cui poter confrontare le proprie riflessioni, il proprio
stile, la propria personale ed unica maniera di vibrare.
Non è usuale fornire, per un curatore, una "tabula gratulatoria", ma sento
fortemente la necessità di ringraziare il Generale Dottor Glauco Calì per
l'assistenza nell'adeguata definizione italiana dei termini medici, la
Professoressa Paola Pisa che ha collaborato all‟organizzazione generale
della versione italiana del libro, la signorina Francesca Petrucci per
l‟assistenza tecnica nella definizione della parte tipografica, l‟editore
Professor Franco Vigorito che ha creduto nel progetto conducendolo in
porto con mano sicura e il Prof. Dottor Jochen Gärtner che con la sua
squisita disponibilità ha guidato il mio lavoro, permettendomi di
avvicinarmi ad una materia complessa ed affascinante e di scoprirne i
risvolti più segreti. La sorte ha voluto che egli non arrivasse a vedere
pubblicato il suo libro nella lingua che tanto amava. Questa testimonianza
rappresenta il modo migliore per ricordare il suo impegno, la sua
generosità e la straordinaria lezione di metodo frutto della civiltà culturale
cui apparteneva.
4
Presentazione
di Gustav Scheck
L'inserimento delle nuove acquisizioni dell'anatomia e fisiologia nei
metodi per strumenti a fiato e per canto si è svolto molto lentamente forse
a causa della oggettiva difficoltà di inserire nelle strutture metodologiche
una forma di scientificità che tendesse a svelare l'origine fisica della
prestazione artistica. Inoltre il timore che lo studente potesse perdere la
propria inconsapevolezza del gesto artistico a favore di una maggiore
attenzione alle funzioni dei nervi e delle fasce muscolari deve aver sempre
maggiormente allontanato la comprensione delle palesi prescrizioni
rinascimentali e barocche sul suonare o cantare in favore di una visione
romantica dell'arte. Oggi il musicista non può più accontentarsi di tale
concezione di immedesimazione con la propria natura artistica, per
quanto valida e corretta possa essere, e deve poter lavorare in modo
organico e costruttivo per impadronirsi delle funzioni che rendono
possibile la realtà fisica del suono. Ecco che i supporti forniti da musicisti
preparati ed in grado di servirsi dei modelli di pensiero e di ricerca
dell'anatomia e fisiologia applicata alla funzionalità della prestazione
musicale giungono ad illuminare scientificamente questa fondamentale
area dell'arte. A questo proposito saluto il lavoro estremamente
interessante sul vibrato ed i suoi vari aspetti operato da un autore la cui
formazione artistica e scientifica offre i migliori presupposti. Le ponderate
ricerche eseguite con le più moderne apparecchiature corregono vecchi
pregiudizi, portando alla luce reali accadimenti anatomo-fisiologici ed il
numero e la varietà dei soggetti sperimentati di provenienza francese,
svizzera e tedesca garantisce un risultato di importante prassi e valenza
generale.
5
Prefazione
di Nikolaus Delius
7
Prefazione di
Jochen Gärtner 1973
8
Inoltre, per la valorosa e generosa collaborazione ringrazio la Dottoressa
Gabriele Full (Direttore del reparto foniatrico della Clinica e del Policlinico
otorinolaringoiatrico dell'Università di Monaco di Baviera) ed il Dott. H.
Muller-Fassbender (Policlinico Universitario di Monaco di Baviera) per le
foto radiologiche della laringe (Figure 66 e 67). Per tutto ciò che riguarda i
riferimenti alla letteratura scientifica ringrazio i Dottori G. Ulbrecht, H.
Seller, C.J. Mayer e D. Richter (Istituto di Fisiologia di Monaco di Baviera).
Un particolare ringraziamento va poi a tutti gli artisti che si sono messi a
disposizione come "soggetti per esperimenti" senza i quali il mio lavoro
non sarebbe stato realizzabile: Monica Armbruster (Karlsruhe), Roswitha
Staege (Amburgo), W. Haag (Monaco di Baviera), K. Kampe (Monaco di
Baviera), U. Harnest (Münster), M. Hecker (Monaco di Baviera), A. Nicolet
(Binningen, Svizzera), H. Pfister (Bamberg), G. Pohl (Bamberg), K. Redel
(Monaco di Baviera), J.M. Tanguy (Bonn).
Ringrazio i miei insegnanti N. Delius, A. Nicolet, G. Scheck per tutti i
consigli ed il loro costante appoggio alle mie ricerche e i responsabili della
Biblioteca Statale della Baviera, della Biblioteca Musicale Municipale di
Monaco di Baviera, Dell'Archivio Musicale della Biblioteca Tedesca di
Berlino e dell'Archivio della Radio di Francoforte sul Meno, l'Istituto
Anatomico del Dipartimento di Medicina dell'Università di Monaco di
Baviera per la concessione di tutte le fonti essenziali, sia letterarie che
acustiche, in loro possesso.
Un grazie alla Dottoressa Angela Horak di Monaco di Baviera per la
traduzione della "Regola Rubertina" di Ganassi, alla mia allieva Ulrike
Sicka cui devo varie traduzioni, al signor H. Elsner e alla mia allieva Rosi
Weghofer per le correzioni.
Infine ringrazio la casa editrice Gustav Bosse e la tipografia per la
collaborazione alla pubblicazione di quest'opera.
9
Prefazione alla Seconda Edizione Tedesca
di Jochen Gärtner 1979
L'interesse e le discussioni suscitate dalla Prima Edizione del mio libro sul
vibrato e la risonanza internazionale delle mie ricerche hanno reso
necessaria una Seconda Edizione ed una traduzione in lingua inglese.
Naturalmente il vibrato è stato considerato il soggetto principale della mia
indagine, ma ciò potrebbe indurre alla supposizione erronea che il mio
libro sia nato esclusivamente per valutare ed indurre a far concentrare
l'attenzione del lettore su questo aspetto. Tale tematica unidirezionale
sarebbe talmente ristretta da trascurare altri aspetti come la respirazione,
la tecnica del fiato e l'appoggio. Tutti elementi che, se ben padroneggiati,
conducono ad un vibrato perfetto. Ad essi spetta perciò un'attenzione
adeguata all'importanza del tema "vibrato". Sotto alcuni punti di vista il
volume ha subito dei cambiamenti relativi a quei punti in cui è sembrato
necessario aggiungere completamenti, precisazioni, oppure cambi di
formulazione. Sono stati corretti alcuni errori di stampa ed inoltre, come
auspicato nella prima edizione, è stato possibile realizzare una collezione
di esempi acustici raccolti in un'audio cassetta che risulta essere un
fondamentale supporto alle parole ed una dimostrazione dello sviluppo
del vibrato in generale e nel modo di concepire l'arte del suonare il flauto
negli ultimi 65 anni.
10
Prefazione alla Prima Edizione Tedesca
di Jochen Gärtner 1973
L'insegnamento di uno strumento può avere successo soltanto se poggia le
proprie basi sulla conoscenza e l'approfondimento continuo dei problemi
attraverso l'informazione. Questo concetto così elementare, quanto
trascurato, potrebbe essere il motto che ha informato tutto il mio lavoro.
La presente ricerca rappresenta il tentativo di elaborare una nuova base
per la soluzione di vari problemi concernenti il vibrato. Alla luce delle
numerose nozioni raccolte con i nuovi metodi di ricerca, alcune idee
tramandate e fermamente ancorate nel lessico comune dei flautisti
dovranno essere ridiscusse. I tre paragrafi principali dell'opera non
andranno considerati parte a se stante, ma integrante di un insieme. Il
disegno storico iniziale non può e non vuole essere esaustivo, certamente
prezioso materiale giace in biblioteche ed archivi, ma esso segue
innanzitutto l'intenzione di riprodurre in modo cronologico e globale lo
sviluppo di molteplici idee di tipo estetico, psicologico e metodologico
mettendo in rilievo la molteplicità dei diversi processi. Nella parte centrale
si trovano i risultati del mio lavoro di ricerca vero e proprio basati
esclusivamente sugli esperimenti con i flautisti per i quali questi risultati
acquistano particolare importanza anche se sono ipotizzabili analogie con
altri strumenti a fiato o il canto per il quale tuttavia bisogna riconsiderare
tutte le sostanziali diversità delle condizioni della laringe. Infine tutta
l'impresa mi sembrava valida ed interessante solo nella misura in cui
fosse possibile sfruttarla per la prassi esecutiva. Un uomo straordinario
come Carl Flesch considerava il vibrato come:"una questione vitale per
l'artista" 1. Ricordiamo la sua constatazione la quale, nonostante risalga a
molto tempo fa, risulta attualissima e giustificata:"che cosa è stato fatto
finora per coloro la cui carriera è stata compromessa da un difetto riguardo al
vibrato? Praticamente niente".
A questo punto la parte pedagogica del mio lavoro dovrebbe continuare e
condurre oltre chiedendosi se e come delle nuove nozioni di ricerca sul
vibrato possano essere utili metodologicamente parlando. Ho, per questo
Voss-Herrlinger:
Taschenbuch der Anatomie,11. Aufl.1962,Gustav Fischer Verlag, Stuttgart.
Sobotta-Becher:
Atlas der Anatomie des Menschen,1.Teil,17.Aufl., 2.Teil 16.Aufl., Urban und
Schwarzenberg-Verlag, München.
Toldt-Hochstetter:
Anatomischer Atlas, 23 Aufl., Urban u.Schwarzenberg Verlag, München.
Spalteholz:
Handatlas und Lehrbuch der Anatomie des Menschen, Band 1, S.Hirzel-Verlag,
Stuttgart.
12
I PARTE
Lo sviluppo storico del vibrato e le sue teorie
_________________________
A) Primi accenni
2 Conosciuto con il soprannome "Le Romain" e spesso confuso con Louis Hotteterre.
13
Figura 30
94
(in alcuni casi attraverso il naso) e, dopo aver attraversato l'esofago 156,
installata nel punto in cui l'esofago passa attraverso il diaframma,
garantendo così la registrazione dei potenziali d'azione direttamente dal
diaframma. Per una fissazione ottimale del meccanismo di misurazione
nel punto preciso dell'esofago, gli elettrodi sono stati posti su un piccolo
palloncino gonfiabile di gomma.157(Vedi figura 29).
Osservazioni concernenti il gruppo IV: L'attività dei muscoli laringei
veniva controllata mediante la miografia del muscolo cricotiroideo 158, un
piccolo muscolo situato esternamente alla laringe in posizione antero-
laterale, che collega la cartilagine cricoidea con la cartilagine tiroidea
(pomo d'adamo). Per diverse ragioni, se noi osserviamo i potenziali
sincroni al vibrato nei muscoli laringei esterni, possiamo concludere che ci
sono simultaneamente potenziali sincroni al vibrato che si sviluppano nei
muscoli laringei interni:
2. Tutti i muscoli laringei, sia quelli interni che quelli esterni, sono
innervati da diramazioni dello stesso nervo, il decimo nervo cranico, detto
nervo vago. Il nervo laringeo superiore serve il muscolo cricotiroideo, e il
nervo laringeo inferiore o ricorrente innerva tutti i muscoli laringei
interni; entrambi questi piccoli nervi nascono dal tronco del nervo vago e
dividono una comune origine nel nucleus ambiguus del cervello, un
ammasso di cellule nella fossa rhomboidis della medulla oblongata.
3. Tutti i muscoli laringei, sia quelli interni che quelli esterni, sono
ontogeneticamente imparentati gli uni con gli altri. Tutti senza eccezione
prendono la loro origine embriologica dal blastema del 4° e 5° arco
branchiale 159. (Blastema: dal greco, significa germe o seme; qui con il
significato di tessuto embrionale).
156 Esophagus (dal greco e latino) ovvero l'esofago. Tubo che unisce la gola allo stomaco.
157 Brevetto tedesco.
158 Vedi la figura 17 A.
159 Secondo Clara: Entwicklungsgeschichte, pag. 222 -223.
95
In questo modo possiamo riguardare l'attività del muscolo cricotiroideo
durante il vibrato come un indicatore del simultaneo coinvolgimento dei
muscoli laringei interni. A questo proposito, l'analisi dei films radiologici
girati dall'autore chiarisce ulteriormente la questione; un movimento
chiaramente visibile delle corde vocali sincrono con il vibrato è stato
osservato in tutti i tipi di vibrato in questi films.160
Poiché il muscolo cricotiroideo è molto piccolo161, abbiamo dovuto
rinunciare all'uso degli elettrodi piatti sulla superficie della pelle durante
la registrazione miografica della sua attività. Siamo ritornati alla
misurazione bipolare con due elettrodi ad ago,162 senza osservare in
questa occasione disturbi circolatori come sopra riportato. In un
determinato caso ci sembrò opportuno esaminare anche la muscolatura
dell'imboccatura (labbra inferiori e superiori, fondo della bocca; vedi
figure 31 e 32) con elettrodi piatti per documentare elettromiograficamente
ogni possibile attività muscolare che potesse aver luogo.
96
Figura 32
97
Figura 55 (ES 9, ♀ )
128
Vibrato veloce; altezza LA2
Per poter rappresentare meglio quello che avviene nella laringe (tracciato
1), nella trascrizione è stata adoperata una velocità di trasporto doppia (30
mm/sec. invece di 15 mm/sec. finora usata). Si noti che per questo motivo
anche le marcature di tempo sulla traccia 0 sono ora larghe il doppio. Allo
stesso modo anche la traccia del suono è stata aumentata in ampiezza. Le
oscillazioni nell'ampiezza del tracciato sonoro sono da attribuire ai
cambiamenti dinamici durante l'esecuzione.
Vibrato laringeo puro.
f= 6½
129
Figura 56 (ES 9, ♀ )
130
Figura 57 (ES 11, ♂ )
131
Figura 58 (ES 11, ♂ )
132
Figura 59
133
Figura 59 (ES 11, ♂ )
Vibrato con cambiamento di frequenza; altezza LA2
134
Figura 60 (ES 11, ♂ )
135
Figura 61 (ES 11, ♂ )
178
Figura 67
179
APPENDICE ALL’EDIZIONE ITALIANA
Introduzione al CD allegato
180
Di grande interesse, inoltre, sono le registrazioni delle voci dei soprani del
secolo scorso così come quelle degli strumentisti ad arco e a fiato che
vengono proposte in una carrellata da cui facilmente si potrà evincere il
continuo divenire dell‟arte.
Un ultima doverosa nota per segnalare, alla traccia n° 58, l‟esecuzione del
Dott. Jochen Gärtner di un estratto della Sonata op. 6 di Wolfgang
Teuscher in duo con l‟autore.
Le 21 registrazioni previste da Jochen Gärtner sono state integrate dai
curatori utilizzando gran parte del loro archivio privato.
(64) FLAUTISTI: Adolphe Hennebains, Eli Hudson, Albert Fransella, Endrik de Vries,
Alexander Semenow, Clement Barone, Philippe Gaubert, George Barrère, John Lemmone,
William Kincaid, Arrigo Tassinari, Georges Laurent, Paul Luther, Leonardo De Lorenzo,
René Le Roy, Edith Penville, Emil Prill, John Amadio, Roger Cortet, Heinz Breiden, Karl
Thomas, Marcel Moyse, Gustav Scheck, John Amans, Jànos Szebenyi, Mario Gordigiani,
John Wummer, Joseph Mariano, Silvio Clerici, Maurice Sharp, Camillo Wanausek, Zoltan
Jeney, André Jaunet, Elaine Schaffer, Hans-Peter Schmitz, Alexander Murray, Severino
Gazzelloni, Raymond Meylan, Gilbert Jespersen, Richard Adeney, Roger Bourdin, Glauco
Cambursano, Jochen Gärtner, André Pepin, Albert Gofman, Frans Vester, Martine
Bakker, Valentin Zverev, William Bennett, Aurèle Nicolet, Jean-Pierre Rampal, Gunilla
von Bahr, Julius Baker, Lorant Kovacs, Alain Marion, James Galway, Andràs Adorjàn,
Jànos Bàlint, Susan Milan, Jeanne Baxtresser, Gian-Luca Petrucci, Abbie De Quant,
Nobutaka Shimizu, Ginevra Petrucci.
(6) SOPRANI: Frieda Hempel, Maria A. Michailowa, Toti Dal Monte, Maria Callas, Joan
Sutherland, Dorothy Dorow.
(15) VIOLINISTI: Carl Flesch, Jacques Thibaud, Gioconda de Vito, Siegfried Borries,
Adolf Busch, Vása Príhóda, Fritz Kreisler, Karl Klingler, Jascha Heifetz, David Oistrakh,
Ruggiero Ricci, Nathan Milstein, Yehudi Menuhin, Zino Francescatti, Henryk Szeryng.
(6) VIOLONCELLISTI: Pablo Casals, Johann Klika, Werner Hupt, Claude Viala, Mstislav
Rostropovich, Jordi Savall.
181
(2) FAGOTTISTI: Bernard Garfield, Masahito Tanaka.
1) E. Pessard: Romanza
Registrazione del 1908
Flauto, ADOLPHE HENNEBAINS
6) G. Briccialdi: Il Vento
Registrazione del 1915
Flauto, CLEMENT BARONE
Pianista, Myrtle C. Eaver
19) C.W. Gluck: Scena degli Spiriti Beati dall‟opera Orfeo e Euridice
Registrazione del 1930-40
Flauto, JOHN AMADIO
185
31) C.W. Gluck: Scena degli Spiriti Beati dall‟opera Orfeo e Euridice
Registrazione del 1947
Flauto, JOHN AMANS
Direttore, Arturo Toscanini
New York Philharmonic Orchestra
186
38) M. Ravel: Tzigane
Registrazione del 1959
Violino, RUGGIERO RICCI
Direttore, Ernst Ansermet
Orchestre de la Suisse Romande
43) J.S. Bach: Sonata in mi minore, BWV 1034, Adagio ma non tanto
Registrazione del 1961
Flauto, ZOLTAN JENEY
Clavicembalista, Paul Angerer
Violoncello, Johann Klika
187
45) W.A. Mozart: Andante KV 315
Registrazione del 1961
Flauto, ELAINE SHAFFER
Direttore, Efrem Kurtz
Philharmonia Orchestra
188
52) C.M. Widor: Romance
Registrazione del 1966
Flauto, RAYMOND MEYLAN
Direttore, Felix Prohaska
Orchestra dell' Opera di Vienna
189
60) P.I. Tchaikovsky: Variazioni su un tema rococò op.33, Tema
Registrazione del 1970
Violoncello, MSTISLAV ROSTROPOVICH
Direttore, Franco Caracciolo
Orchestra Sinfonica della Rai di Milano
67) J.S. Bach: Sonata in MI Maggiore, BWV 1035, Adagio ma non tanto
Registrazione del 1975
Flauto, JEAN-PIERRE RAMPAL
Clavicembalista, Robert Veyron-Lacroix
Viola da gamba, Jordi Savall
190
68) J.S. Bach: Sonata in si minore, BWV 1030, Andante
Registrazione del 1975
Oboe, HEINZ HOLLIGER
Clavicembalista, Christiane Jaccottet
193
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