Sei sulla pagina 1di 10

TECNICHE

Messa a punto e
manutenzione della pialla a
filo e spessore

L
a pialla a filo e spessore è una macchina quasi irrinunciabile per chi intende lavorare il legno massello. Con
essa infatti è possibile rendere ortogonali le facce adiacenti, raddrizzare e portare alla giusta sezione il pezzo
in lavorazione ed, infine, raggiungere un buon grado di finitura. Si tratta però di una macchina che, per poter
lavorare al meglio, non solo deve montare dei coltelli ben affilati, ma deve essere regolata alla perfezione e man-
tenuta in completa efficienza. È forse la macchina più complessa e che necessita in assoluto della maggiore cura.
Durante uno di questi controlli periodici ci è venuta l’idea di scrivere un articolo in cui intendiamo condividere
tutto quello che abbiamo imparato nel corso degli anni sulla cura di questa macchina. Non si tratta perciò di una
arida presentazione del manuale di istruzioni, ma di una sua reinterpretazione nel quale la sequenza delle varie
operazioni viene completata dall’esperienza sul campo. Nell’articolo descriveremo sia come si eseguono i settag-
gi per una corretta piallatura, che i controlli e le principali operazioni di manutenzione ordinaria che potrebbe
capitare di dover eseguire, soprattutto se la macchina viene acquista sul mercato dell’usato. La pialla su cui andre-

di Valentina Panichi & Antonio Medica


Manutenzione pialla
filo-spessore

mo ad intervenire è stato uno dei nostri primi acquisti, si parla di oltre 20 anni fa e che, grazie alle nostre cure, ci
segue ancora egregiamente nelle nostre lavorazioni.
Si tratta di un modello ormai fuori produzione ma molto diffuso e ricercato sul mercato dell’usato perché robusta
e ben progettata, permette perciò di fare piallature di ottima qualità, anche su pezzi di dimensioni importanti.
Non fate caso alle piccole dimensioni, grazie alle sue prestazioni ci ha permesso di realizzare mobili, porte, fine-
stre e persiane impiegando i più svariati tipi di legno: dal pioppo al rovere, dal larice al ciliegio. Considerando
infine che il principio di funzionamento e le regolazioni sono praticamente molto simili su ogni tipo di macchina,
riteniamo che questa guida possa essere sicuramente utile anche a chi possiede modelli di altre dimensioni e di
altre marche.
La sequenza con cui andremo a descrivere le varie tarature non è casuale ma segue un ordine ben preciso che
deve essere scrupolosamente rispettato se si vuole mettere a punto la macchina.
La prima cosa da fare è registrare la piallatura a filo, verificando i piani e la posizione dei coltelli. Per fare ciò ini-
ziamo a procurarci l’attrezzatura e gli strumenti necessari, niente di particolarmente strano o raffinato, una buona
riga lunga, uno spessimetro ed un calibro per settare i coltelli sono gli strumenti indispensabili, tuttavia nella foto
abbiamo illustrato tutto quello che serve per lavorare al meglio.
Seguendo le istruzioni, la prima cosa che deve essere controllata ed eventualmente registrata è il piano di uscita,
quello che nelle fotografie è a sinistra.

1
2 7
5
9
4 6
8
3

Gli attrezzi e gli strumenti che sono stati utilizzati per la messa a punto: 1) riga lunga 1200 mm usata per la verifica della planarità dei due semi-piani (piano di
entrata e piano di uscita); 2) riga (livella) per il posizionamento del piano in uscita rispetto al rullo portacoltelli; 3) chiavi per la regolazione del piano in uscita; 4)
brugole per la regolazione del piano in entrata; 5) chiavi per la regolazione dei coltelli; 6) spessimetro; 7) calibro autocostruito per la regolazione della sporgenza
dei coltelli; 8) calibro ventesimale; 9) comparatore centesimale.
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore

DUE PAROLE SULL’USO DEL COMPARATORE CENTESIMALE

Questo strumento di precisione (un giro del


quadrante corrisponde ad un millimetro di
spostamento!) è utile ma non indispensabile
per eseguire la registrazione della pialla! Se
lo possedete o intendete acquistarlo (ormai si
riesce a reperire un prodotto di buona qualità
con qualche decina di euro) può essere utile per
alcune verifiche ma, cosa importante, non fatevi
prendere dall’ansia di ottenere comparazioni
precise al centesimo. Nella lavorazione del legno
non è necessario scendere infatti a questi livelli
di accuratezza, già i decimi di mm, soprattutto
sul massello, sono dimensioni trascurabile e non
gestibili (il legno si muove). Perciò usatelo senza
perdere tempo a cercare il massimo della preci-
sione ma accettando la giusta tolleranza!

REGOLAZIONE DEL PIANO DI USCITA


NOTA: tutte le operazioni descritte sono state eseguite DOPO avere disconnesso elettricamente la pialla. Inol-
tre, per poter eseguire agevolmente le varie regolazioni abbiamo rimosso il braccetto che sostiene la guardia
di protezione del rullo portacoltelli. Prima di riavviare la macchina questa protezione è stata accuratamente
reinstallata.

Il piano della pialla a filo si compone di due semipiani, quello di uscita e quello di entrata. Per una corretta pialla-
tura, capace di spianare un pezzo irregolare, è necessario che i due semi piani (che chiameremo semplicemente
“piani”) siano perfettamente “complanari”, ovvero devono idealmente giacere su uno stesso piano, tagliato per-
pendicolarmente dal rullo portacoltelli. La regolazione del piano di uscita si esegue rispetto al rullo portacoltelli
perché è proprio questo rullo a fare da riferimento per tale regolazione. Il motivo è molto semplice: il rullo è fissa-
to al corpo della macchina e l’unica libertà che ha è quella di ruotare intorno al proprio asse; non esistono registri
o regolazioni e perciò, come per il Sole nel nostro sistema solare, tutto deve ruotare intorno a lui.

Il rullo portacoltelli
È solidale alla macchina ad
eccezione delle estremità che
sono connesse tramite cuscinetti.
Lo possiamo considerare come il
primo ed assoluto punto fermo. La
parte che non contiene i coltelli è
il nostro riferimento iniziale per la
registrazione del piano di uscita.

18 n 131/2022
Il piano di uscita è fissato ad un sistema di chiusura che ne permette il ribaltamento durante la piallatura a spesso-
re ed è sempre dotato di un sistema di registrazione a quattro punti che ne permette il corretto posizionamento.
Nella nostra pialla i quattro registri sono facilmente individuabili, nella foto sotto sono indicati dalle frecce rosse;
sul lato opposto ci sono gli altri due. È chiaro che abbassando o alzando ciascun registro il piano può prendere
qualsiasi posizione rispetto al rullo. Per fare muovere il piano e poterlo registrare devono essere leggermente
allentati i quattro bulloni, sempre due per lato, che lo fissano al sistema di chiusura.

Le frecce verdi indicano i bulloni che fermano il piano, le frecce rosse indicano i registri Con due chiavi da 13 mm si allentano i quattro bulloni di
per regolare la sua posizione rispetto al rullo portacoltelli. Sul lato motore vi sono altri due fermo del piano, non completamente basta arrivare al punto
registri uguali. che, agendo sui registri, il piano si muova con un minimo di
resistenza tale da farlo rimanere nella nuova posizione.

Il manuale di istruzioni della pialla dice che la corretta posizione di questo piano è quando esso si trova, per tutta
la sua larghezza, più alto di 1mm rispetto al rullo portacoltelli. Per poterlo verificare ci si serve di una riga metallica
(in questo caso abbiamo usato una livella abbastanza lunga da poter poggiare stabilmente sul piano) e della lama
dello spessimetro da 1mm. In base alla nostra esperienza, iniziamo a registrare il lato del piano rivolto verso la ca-
vatrice. Se lo spessimetro non passa tra la riga ed il rullo significa che il piano va sollevato, ovvero i registri vanno
allentati in modo che premano sulla struttura e spingano il piano verso l’alto. Al contrario, se c’è troppo spazio tra
rullo e riga, i registri vanno allentati ed a questo punto, per fare abbassare il piano, si dovrà premere con le mani
sul piano stesso e magari allentare maggiormente i bulloni da 13mm per favorirne la discesa. Una volta registrato
questo lato, si procede con la medesima procedura per il lato opposto (quello rivolto verso il motore).

Lo spessimetro deve entrare con un


minimo di sforzo tra rullo e livella.
Per aggiustare la distanza tra rullo
e piano si deve agire su un lato alla
volta. Per fare in modo che il piano
si sollevi o si abbassi orizzontal-
mente è necessario intervenire su
entrambi i registri ruotandoli nello
stesso modo. Una volta finito con
un lato del piano si prosegue con
quello opposto, ripetendo le stesse
operazioni. Alla fine si serrano i
controdadi dei registri e i bulloni
che fermano il piano in posizione.

n 131/2022 19
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore

Se si possiede un comparatore, questo ci è utile per verificare con maggiore precisione, rispetto allo spessimetro, se il piano è stato regolato bene per tutta la
sua larghezza. Si inizia facendo scorrere avanti indietro ((lungo l’asse maggiore del piano) lo strumento sul lato del rullo vicino a noi, la lancetta si muoverà fino
ad un valore massimo, questo è il punto più alto del rullo, quello che ci interessa. Si regola dunque il quadrante in modo che tale punto corrisponda allo “0” dello
strumento. Ci si sposta sul lato opposto del rullo e si scorre nuovamente avanti indietro. Se l’oscillazione massima della lancetta ricade nuovamente a CIRCA lo
“0” allora significa che la registrazione del piano in uscita è perfetta! (stessa altezza del piano rispetto al punto più sporgente del rullo portacoltelli). Di solito è
soddisfacente rimanere dentro uno scostamento di 1 decimo di millimetro, i centesimi non ci interessano!

Qualche trucco:

1) È importante agire su entrambi i registri presenti sullo stesso lato. Se se ne muove uno solo, il piano si inclina e non
riusciremo mai a completare la sua registrazione.
2) Visto che i registri lavorano al meglio “in spinta”, ovvero in sollevamento del piano, se ci si accorge che la distanza
con il rullo è superiore al millimetro, conviene allentare i bulloni, abbassare il piano premendo con le mani, serrarli
leggermente e solo poi agire sui registri.
3) Il piano di entrata non deve ostacolare la registrazione del piano di uscita, perciò è bene che sia abbassato come se
si dovesse asportare del materiale. Si rischia altrimenti che ci tenga sollevata la livella facendoci misurare una distanza
dal rullo più elevata del reale.
4) A fine regolazione ricordatevi di serrare i controdadi dei registri e i bulloni di fissaggio.
5) Se possedete un comparatore, potrete usarlo per verificare con maggiore precisione la regolazione fatta. Questa
regolazione è infatti la più importante perché da essa dipende il corretto funzionamento della pialla a filo.

REGOLAZIONE DEL PIANO IN ENTRATA


Adesso che il piano di uscita è stato perfettamente allineato al rullo portacoltelli, si passa a registrare il piano di entra-
ta. Come già si è detto il segreto per una perfetta piallatura a filo è quello di avere i due semipiani perfettamente com-
planari. Se così non fosse e, per caso, i semipiani creassero una superficie concava otterremo una piallatura convessa
(e viceversa) perché il legno compirebbe una traiettoria curva e non rettilinea. Per ovviare a questo problema le pialle
moderne hanno i due semipiani solidamente uniti, in modo da ridurre il rischio di perdita di planarità, soprattutto
durante i ripetuti passaggi da filo a spessore.
La prima cosa da fare è portare il piano di entrata alla stessa altezza di quello di uscita, ovvero posizionando sullo “0” i
millimetri di asportazione a filo. Dopodiché si posiziona una staggia lunga quanto tutto il piano (1 metro e più) e ben
dritta sui due semipiani; si controlla perciò se essa tocca per tutta la sua lunghezza oppure no. Conviene eseguire
almeno due rilievi, lungo il lato posteriore (lato motore) e lungo il lato anteriore (lato mortasatrice), In questo modo si
può scoprire se la pendenza è omogenea per tutta la larghezza, oppure, caso peggiore, si ha addirittura lo svergola-
mento del semipiano di entrata.
Come si può vedere nella foto, dobbiamo correggere una pendenza (omogenea) verso l’entrata della pialla (ovvero
il semipiano va leggermente sollevato dalla parte più lontana dal rullo portacoltelli). Anche in questo caso la registra-
zione del piano di entrata si ottiene agendo su quattro registri presenti sotto il piano stesso.

20 n 131/2022
Tenendo la riga ben appoggiata sul piano di uscita si controlla la complanari- Ciascun registro è costituito da una brugola (che tira il piano verso il basso) ed
tà del piano di entrata. Per meglio capire la situazione, conviene posizionare un grano (che spinge il piano verso l’alto). Lo spostamento si ottiene, a seconda
una piccola torcia dietro la riga: se passa luce (come in questo caso), allora è di quello che dobbiamo fare, allentando la brugola e tirando il grano (il piano
ovvio che si deve registrare il piano. In questo caso il piano pende dalla parte si solleva) o viceversa (il piano si abbassa). Essendo quattro i registri si può
dell’entrata. La pialla, se fosse usata così, creerebbe dei pezzi concavi. compensare qualsiasi pendenza o svergolamento.

Dovendo compensare una pendenza


verso l’entrata si dovrà agire sui due
registri (destro e sinistro) posti più
vicino a tale parte del piano. Dovendo
generare un sollevamento si procederà
allentando la brugola (1/2 giro alla
volta) e serrando il grano. Dopo ogni
regolazione si richiude il piano e si
verifica di quanto sia migliorata la
situazione.

Come si è capito è una registrazione che richiede un po’ di pazienza, ma una volta eseguita, difficilmente si dovrà
intervenire nuovamente. Il risultato ottenuto si verifica rapidamente con la riga non solo posizionandola lungo il lato
motore e lungo il lato mortasatrice, ma anche lungo le diagonali.

La riga messa in diagonale sui


due piani non deve presentare
spiragli che fanno filtrare la luce.
Come si vede anche nella foto, la
regolazione dei piani è avvenuta
correttamente.

Nota: dopo questa regolazione ricordatevi di verificare la correttezza della lettura dell’indicatore dei mm asportati a
filo, lo zero potrebbe infatti non corrispondere più al vero.

n 131/2022 21
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore

REGOLAZIONE DEI COLTELLI


Quando i piani sono stati tarati correttamente si può passare ai coltelli. La loro registrazione, non essendo essi del
tipo autocentrante, è una operazione che si ripete tutte le volte che si devono sostituire. È perciò una regolazione
che si deve imparare a fare bene, infatti se i coltelli non sporgessero nella stessa misura per tutta la loro lunghezza
non si riuscirebbe a piallare né a filo né tantomeno a spessore (si piallerebbe in diagonale anziché in parallelo ri-
spetto al piano a spessore); analogamente se i due coltelli sporgessero in maniera diversa, a piallare sarebbe uno
solo, quello più sporgente, con una qualità di rifinitura della superficie pessima. Ma non è finita! Se i coltelli fossero
troppo bassi il pezzo in lavorazione si impunterebbe contro il bordo del piano di uscita a causa dell’asportazione in-
sufficiente; al contrario se fossero troppo sporgenti si otterrebbe una indentatura sull’estremità posteriore del pezzo
in lavorazione (vedi foto sottostante).
Ecco cosa succede se i coltelli
sporgono troppo rispetto al piano
d’uscita, all’estremità posterio-
re del pezzo si forma la tipica
unghiata.

In questo modello di pialla ci sono due soli coltelli che sono tenuti in sede da una barra di acciaio, il cosiddetto “lar-
done”, serrato da quattro bulloni. La prima cosa da fare è estrarre i coltelli e per fare ciò, con una buona chiave capa-
ce di prendere con precisione la testa di ciascun bullone, si allenta completamente il serraggio di ciascuno. Atten-
zione! I bulloni lavorano in spinta quindi per estrarre lama e lardone vanno ruotati in senso orario (quindi avvitati).

Per allentare i bulloni è opportuno servirsi di una buona chiave che faccia molto bene presa La punta del lapis indica un bullone danneggiatosi a seguito di
sulle teste di questi ultimi, altrimenti si rischia di stondare l’esagono e fare danni irreversibili. ripetuti smontaggi. Meglio sostituirlo quando si è ancora in tempo
La sequenza di smontaggio, se si numerano idealmente i quattro bulloni in linea “1-2-3-4” è: perché si rischia di doverlo tagliare la volta successiva.
2-3-1-4.

22 n 131/2022
Nota: i bulloni “somigliano” a dei classici M6 ma non lo sono! La loro testa è ribassata e perfettamente fresata, da
essa dipende la buona tenuta, non sostituiteli perciò con bulloneria ordinaria ma con ricambi specifici!

In questo modello di pialla la regolazione in altezza dei


coltelli avviene grazie a due registri presenti su ciascun
lardone che agiscono su delle apposite unghiate (indicate
dalla freccia) presenti sui coltelli.

In occasione della sostituzione dei coltelli si procede anche ad una accurata pulizia delle loro sedi e dei lardoni. So-
pratutto è bene rimuovere le incrostazioni di resina, soprattutto dalle filettature. Per la pulizia si possono usare dei
prodotti specifici, ma funziona altrettanto il disincrostante per forni domestici (attenzione perché è molto corrosivo e
pericoloso per la pelle e per gli occhi). Dopo avere rimosso tutti i residui, si risciacqua con acqua e si asciuga bene,
prima con aria compressa e poi applicando un leggerissimo velo di olio molto fluido, tipo quello usato per le macchi-
ne da cucire.

Visto che i coltelli sono molto taglienti è bene che le operazioni di smontaggio e di rimontag- I coltelli sono già in sede ma i bulloni sono appena serrati. È im-
gio avvengano indossando un paio di guanti adatti. Dovendo eseguire la registrazione dei portante verificare che lardoni e coltelli non sporgano lateralmente
coltelli i quattro dadi sui lardoni non si serrano completamente ma ci si limita a stringerli fino rispetto al tamburo altrimenti alla prima accensione si rischierebbe di
a fare in modo che le lame non siano libere di muoversi senza forzare leggermente. danneggiare la macchina e di ferirsi seriamente.

Siamo arrivati al momento della registrazione dei coltelli. Per poter lavorare al meglio il coltello, quando si trova nel
punto più alto della rotazione, deve avere il filo alla stessa altezza del piano di uscita, o al massimo un decimo di mil-
limetro più alto.
Così facendo l’asportazione avverrà in maniera efficace e senza saltellamenti. In commercio esistono vari sistemi di
guida per la regolazione in altezza dei coltelli ma il sistema più universale ed economico rimane quello del “legnetto”
(peraltro suggerito anche nel manuale di istruzioni stesso). In pratica si realizza un listello di legno duro (es rovere) di
sezione 20x25mm e lungo circa 25cm. A qualche centimetro da una estremità si segnano su un fianco due linee, il

n 131/2022 23
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore

punto “0” ed una seconda a destra di essa e distante 4 mm. Questo valore di quattro millimetri è quello consigliato
dal costruttore per ottenere la corretta sporgenza. In pratica, come vedremo fra poco, uno spostamento di quattro
millimetri del legnetto significa che il coltello è di un decimo di millimetro (verificato con il comparatore) più alto
rispetto al piano di uscita, perciò è la taratura corretta.
Il “legnetto” utilizzato per calibrare
l’altezza dei coltelli, il lapis indica sul
fianco il punto “0” e la tacca indicatrice
dello spostamento di 4mm. Quei simboli
disegnati con il pennarello indicano che
se la vite di registro è girata in senso ora-
rio il coltello si abbassa e viceversa……
un ottimo promemoria che evita di fare
confusione durante la regolazione.

Si parte con il primo coltello, i bulloni dei lardoni sono appena serrati, perciò la lama è ancora abbastanza libera di
muoversi, ci si posiziona ad una delle due estremità con il legnetto e si inzia con la regolazione.

Si inizia con il primo coltello, il legnetto è posizionato in modo che lo “0” sia Quando il coltello ha raggiunto la sporgenza giusta, ruotando il tamburo, il
esattamente allineato con il bordo del piano in uscita, si inserisce la chiave a legnetto verrà trascinato in avanti dal coltello esattamente di 4 mm, ovvero la
brugola nel registro corrispondente e si solleva la lama fino a quando, ruotan- tacca corrispondente si allinea con il bordo del piano. Se si va oltre si dovrà
do il rullo, essa non inizia a sfiorare la faccia inferiore del legnetto. abbassare il coltello e ripetere nuovamente l’operazione.

Si ripete la registrazione sul’estremità opposta del coltello. Quando si è raggiunto lo stesso risultato (riverificatelo un paio di volte), si serrano i bulloni nella
sequenza “2-3-1-4” e si controlla nuovamente, questo perché talvolta, durante il serraggio, si può involontariamente sollevare il lardone. Una volta conclusa l’ope-
razione si passa al secondo coltello.

REGOLAZIONE DELLA GUIDA DI BATTUTA


La pialla a filo, fra le varie funzioni, ha quella importantissima di rendere ortogonali due facce adiacenti. Questo risul-
tato si ottiene alla guida di battuta, contro la quale si farà scorrere la faccia piallata per mettere in squadro la costa
adiacente. Tale battuta, inoltre, permette di fare anche delle piallature angolate, per esempio si può realizzare uno
smusso a 45°. Prima di utilizzarla conviene verificarne la corretta ortogonalità rispetto al piano, capita sovente infatti
che possa perdere la regolazione, soprattutto in macchine “leggere” come questa. Per verificarlo basta una semplice
squadra e se si accerta un problema basta agire sul registro apposito per rimetterla nella corretta posizione.

24 n 131/2022
La battuta è vistosamente fuori squadra ma agendo sul relativo fermo, posto sul retro, si può fissare nuovamente la posizione a 90 gradi.

A questo punto non resta che provare a piallare a


filo un pezzo di legno per verificare se tutto è stato
regolato al meglio.

Ecco il risultato: una prova di


piallatura a filo su un pezzo di
legno (rovere) lungo 180 cm:
finitura ottima e lavorazione a filo
perfettamente in squadra!

www.pantografiamma.it
Nardò (Le)

OTTIMA SOLUZIONE PER CHI LAVORA IL LEGNO

MACCHINE
PANTOGRAFI LASER
A CONTROLLO
NUMERICO
AB ILE
FIN ANZI
TE
RA MEN
INTE

n 131/2022 25

Potrebbero piacerti anche