Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Messa a punto e
manutenzione della pialla a
filo e spessore
L
a pialla a filo e spessore è una macchina quasi irrinunciabile per chi intende lavorare il legno massello. Con
essa infatti è possibile rendere ortogonali le facce adiacenti, raddrizzare e portare alla giusta sezione il pezzo
in lavorazione ed, infine, raggiungere un buon grado di finitura. Si tratta però di una macchina che, per poter
lavorare al meglio, non solo deve montare dei coltelli ben affilati, ma deve essere regolata alla perfezione e man-
tenuta in completa efficienza. È forse la macchina più complessa e che necessita in assoluto della maggiore cura.
Durante uno di questi controlli periodici ci è venuta l’idea di scrivere un articolo in cui intendiamo condividere
tutto quello che abbiamo imparato nel corso degli anni sulla cura di questa macchina. Non si tratta perciò di una
arida presentazione del manuale di istruzioni, ma di una sua reinterpretazione nel quale la sequenza delle varie
operazioni viene completata dall’esperienza sul campo. Nell’articolo descriveremo sia come si eseguono i settag-
gi per una corretta piallatura, che i controlli e le principali operazioni di manutenzione ordinaria che potrebbe
capitare di dover eseguire, soprattutto se la macchina viene acquista sul mercato dell’usato. La pialla su cui andre-
mo ad intervenire è stato uno dei nostri primi acquisti, si parla di oltre 20 anni fa e che, grazie alle nostre cure, ci
segue ancora egregiamente nelle nostre lavorazioni.
Si tratta di un modello ormai fuori produzione ma molto diffuso e ricercato sul mercato dell’usato perché robusta
e ben progettata, permette perciò di fare piallature di ottima qualità, anche su pezzi di dimensioni importanti.
Non fate caso alle piccole dimensioni, grazie alle sue prestazioni ci ha permesso di realizzare mobili, porte, fine-
stre e persiane impiegando i più svariati tipi di legno: dal pioppo al rovere, dal larice al ciliegio. Considerando
infine che il principio di funzionamento e le regolazioni sono praticamente molto simili su ogni tipo di macchina,
riteniamo che questa guida possa essere sicuramente utile anche a chi possiede modelli di altre dimensioni e di
altre marche.
La sequenza con cui andremo a descrivere le varie tarature non è casuale ma segue un ordine ben preciso che
deve essere scrupolosamente rispettato se si vuole mettere a punto la macchina.
La prima cosa da fare è registrare la piallatura a filo, verificando i piani e la posizione dei coltelli. Per fare ciò ini-
ziamo a procurarci l’attrezzatura e gli strumenti necessari, niente di particolarmente strano o raffinato, una buona
riga lunga, uno spessimetro ed un calibro per settare i coltelli sono gli strumenti indispensabili, tuttavia nella foto
abbiamo illustrato tutto quello che serve per lavorare al meglio.
Seguendo le istruzioni, la prima cosa che deve essere controllata ed eventualmente registrata è il piano di uscita,
quello che nelle fotografie è a sinistra.
1
2 7
5
9
4 6
8
3
Gli attrezzi e gli strumenti che sono stati utilizzati per la messa a punto: 1) riga lunga 1200 mm usata per la verifica della planarità dei due semi-piani (piano di
entrata e piano di uscita); 2) riga (livella) per il posizionamento del piano in uscita rispetto al rullo portacoltelli; 3) chiavi per la regolazione del piano in uscita; 4)
brugole per la regolazione del piano in entrata; 5) chiavi per la regolazione dei coltelli; 6) spessimetro; 7) calibro autocostruito per la regolazione della sporgenza
dei coltelli; 8) calibro ventesimale; 9) comparatore centesimale.
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore
Il piano della pialla a filo si compone di due semipiani, quello di uscita e quello di entrata. Per una corretta pialla-
tura, capace di spianare un pezzo irregolare, è necessario che i due semi piani (che chiameremo semplicemente
“piani”) siano perfettamente “complanari”, ovvero devono idealmente giacere su uno stesso piano, tagliato per-
pendicolarmente dal rullo portacoltelli. La regolazione del piano di uscita si esegue rispetto al rullo portacoltelli
perché è proprio questo rullo a fare da riferimento per tale regolazione. Il motivo è molto semplice: il rullo è fissa-
to al corpo della macchina e l’unica libertà che ha è quella di ruotare intorno al proprio asse; non esistono registri
o regolazioni e perciò, come per il Sole nel nostro sistema solare, tutto deve ruotare intorno a lui.
Il rullo portacoltelli
È solidale alla macchina ad
eccezione delle estremità che
sono connesse tramite cuscinetti.
Lo possiamo considerare come il
primo ed assoluto punto fermo. La
parte che non contiene i coltelli è
il nostro riferimento iniziale per la
registrazione del piano di uscita.
18 n 131/2022
Il piano di uscita è fissato ad un sistema di chiusura che ne permette il ribaltamento durante la piallatura a spesso-
re ed è sempre dotato di un sistema di registrazione a quattro punti che ne permette il corretto posizionamento.
Nella nostra pialla i quattro registri sono facilmente individuabili, nella foto sotto sono indicati dalle frecce rosse;
sul lato opposto ci sono gli altri due. È chiaro che abbassando o alzando ciascun registro il piano può prendere
qualsiasi posizione rispetto al rullo. Per fare muovere il piano e poterlo registrare devono essere leggermente
allentati i quattro bulloni, sempre due per lato, che lo fissano al sistema di chiusura.
Le frecce verdi indicano i bulloni che fermano il piano, le frecce rosse indicano i registri Con due chiavi da 13 mm si allentano i quattro bulloni di
per regolare la sua posizione rispetto al rullo portacoltelli. Sul lato motore vi sono altri due fermo del piano, non completamente basta arrivare al punto
registri uguali. che, agendo sui registri, il piano si muova con un minimo di
resistenza tale da farlo rimanere nella nuova posizione.
Il manuale di istruzioni della pialla dice che la corretta posizione di questo piano è quando esso si trova, per tutta
la sua larghezza, più alto di 1mm rispetto al rullo portacoltelli. Per poterlo verificare ci si serve di una riga metallica
(in questo caso abbiamo usato una livella abbastanza lunga da poter poggiare stabilmente sul piano) e della lama
dello spessimetro da 1mm. In base alla nostra esperienza, iniziamo a registrare il lato del piano rivolto verso la ca-
vatrice. Se lo spessimetro non passa tra la riga ed il rullo significa che il piano va sollevato, ovvero i registri vanno
allentati in modo che premano sulla struttura e spingano il piano verso l’alto. Al contrario, se c’è troppo spazio tra
rullo e riga, i registri vanno allentati ed a questo punto, per fare abbassare il piano, si dovrà premere con le mani
sul piano stesso e magari allentare maggiormente i bulloni da 13mm per favorirne la discesa. Una volta registrato
questo lato, si procede con la medesima procedura per il lato opposto (quello rivolto verso il motore).
n 131/2022 19
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore
Se si possiede un comparatore, questo ci è utile per verificare con maggiore precisione, rispetto allo spessimetro, se il piano è stato regolato bene per tutta la
sua larghezza. Si inizia facendo scorrere avanti indietro ((lungo l’asse maggiore del piano) lo strumento sul lato del rullo vicino a noi, la lancetta si muoverà fino
ad un valore massimo, questo è il punto più alto del rullo, quello che ci interessa. Si regola dunque il quadrante in modo che tale punto corrisponda allo “0” dello
strumento. Ci si sposta sul lato opposto del rullo e si scorre nuovamente avanti indietro. Se l’oscillazione massima della lancetta ricade nuovamente a CIRCA lo
“0” allora significa che la registrazione del piano in uscita è perfetta! (stessa altezza del piano rispetto al punto più sporgente del rullo portacoltelli). Di solito è
soddisfacente rimanere dentro uno scostamento di 1 decimo di millimetro, i centesimi non ci interessano!
Qualche trucco:
1) È importante agire su entrambi i registri presenti sullo stesso lato. Se se ne muove uno solo, il piano si inclina e non
riusciremo mai a completare la sua registrazione.
2) Visto che i registri lavorano al meglio “in spinta”, ovvero in sollevamento del piano, se ci si accorge che la distanza
con il rullo è superiore al millimetro, conviene allentare i bulloni, abbassare il piano premendo con le mani, serrarli
leggermente e solo poi agire sui registri.
3) Il piano di entrata non deve ostacolare la registrazione del piano di uscita, perciò è bene che sia abbassato come se
si dovesse asportare del materiale. Si rischia altrimenti che ci tenga sollevata la livella facendoci misurare una distanza
dal rullo più elevata del reale.
4) A fine regolazione ricordatevi di serrare i controdadi dei registri e i bulloni di fissaggio.
5) Se possedete un comparatore, potrete usarlo per verificare con maggiore precisione la regolazione fatta. Questa
regolazione è infatti la più importante perché da essa dipende il corretto funzionamento della pialla a filo.
20 n 131/2022
Tenendo la riga ben appoggiata sul piano di uscita si controlla la complanari- Ciascun registro è costituito da una brugola (che tira il piano verso il basso) ed
tà del piano di entrata. Per meglio capire la situazione, conviene posizionare un grano (che spinge il piano verso l’alto). Lo spostamento si ottiene, a seconda
una piccola torcia dietro la riga: se passa luce (come in questo caso), allora è di quello che dobbiamo fare, allentando la brugola e tirando il grano (il piano
ovvio che si deve registrare il piano. In questo caso il piano pende dalla parte si solleva) o viceversa (il piano si abbassa). Essendo quattro i registri si può
dell’entrata. La pialla, se fosse usata così, creerebbe dei pezzi concavi. compensare qualsiasi pendenza o svergolamento.
Come si è capito è una registrazione che richiede un po’ di pazienza, ma una volta eseguita, difficilmente si dovrà
intervenire nuovamente. Il risultato ottenuto si verifica rapidamente con la riga non solo posizionandola lungo il lato
motore e lungo il lato mortasatrice, ma anche lungo le diagonali.
Nota: dopo questa regolazione ricordatevi di verificare la correttezza della lettura dell’indicatore dei mm asportati a
filo, lo zero potrebbe infatti non corrispondere più al vero.
n 131/2022 21
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore
In questo modello di pialla ci sono due soli coltelli che sono tenuti in sede da una barra di acciaio, il cosiddetto “lar-
done”, serrato da quattro bulloni. La prima cosa da fare è estrarre i coltelli e per fare ciò, con una buona chiave capa-
ce di prendere con precisione la testa di ciascun bullone, si allenta completamente il serraggio di ciascuno. Atten-
zione! I bulloni lavorano in spinta quindi per estrarre lama e lardone vanno ruotati in senso orario (quindi avvitati).
Per allentare i bulloni è opportuno servirsi di una buona chiave che faccia molto bene presa La punta del lapis indica un bullone danneggiatosi a seguito di
sulle teste di questi ultimi, altrimenti si rischia di stondare l’esagono e fare danni irreversibili. ripetuti smontaggi. Meglio sostituirlo quando si è ancora in tempo
La sequenza di smontaggio, se si numerano idealmente i quattro bulloni in linea “1-2-3-4” è: perché si rischia di doverlo tagliare la volta successiva.
2-3-1-4.
22 n 131/2022
Nota: i bulloni “somigliano” a dei classici M6 ma non lo sono! La loro testa è ribassata e perfettamente fresata, da
essa dipende la buona tenuta, non sostituiteli perciò con bulloneria ordinaria ma con ricambi specifici!
In occasione della sostituzione dei coltelli si procede anche ad una accurata pulizia delle loro sedi e dei lardoni. So-
pratutto è bene rimuovere le incrostazioni di resina, soprattutto dalle filettature. Per la pulizia si possono usare dei
prodotti specifici, ma funziona altrettanto il disincrostante per forni domestici (attenzione perché è molto corrosivo e
pericoloso per la pelle e per gli occhi). Dopo avere rimosso tutti i residui, si risciacqua con acqua e si asciuga bene,
prima con aria compressa e poi applicando un leggerissimo velo di olio molto fluido, tipo quello usato per le macchi-
ne da cucire.
Visto che i coltelli sono molto taglienti è bene che le operazioni di smontaggio e di rimontag- I coltelli sono già in sede ma i bulloni sono appena serrati. È im-
gio avvengano indossando un paio di guanti adatti. Dovendo eseguire la registrazione dei portante verificare che lardoni e coltelli non sporgano lateralmente
coltelli i quattro dadi sui lardoni non si serrano completamente ma ci si limita a stringerli fino rispetto al tamburo altrimenti alla prima accensione si rischierebbe di
a fare in modo che le lame non siano libere di muoversi senza forzare leggermente. danneggiare la macchina e di ferirsi seriamente.
Siamo arrivati al momento della registrazione dei coltelli. Per poter lavorare al meglio il coltello, quando si trova nel
punto più alto della rotazione, deve avere il filo alla stessa altezza del piano di uscita, o al massimo un decimo di mil-
limetro più alto.
Così facendo l’asportazione avverrà in maniera efficace e senza saltellamenti. In commercio esistono vari sistemi di
guida per la regolazione in altezza dei coltelli ma il sistema più universale ed economico rimane quello del “legnetto”
(peraltro suggerito anche nel manuale di istruzioni stesso). In pratica si realizza un listello di legno duro (es rovere) di
sezione 20x25mm e lungo circa 25cm. A qualche centimetro da una estremità si segnano su un fianco due linee, il
n 131/2022 23
TECNICHE / Manutenzione pialla filo-spessore
punto “0” ed una seconda a destra di essa e distante 4 mm. Questo valore di quattro millimetri è quello consigliato
dal costruttore per ottenere la corretta sporgenza. In pratica, come vedremo fra poco, uno spostamento di quattro
millimetri del legnetto significa che il coltello è di un decimo di millimetro (verificato con il comparatore) più alto
rispetto al piano di uscita, perciò è la taratura corretta.
Il “legnetto” utilizzato per calibrare
l’altezza dei coltelli, il lapis indica sul
fianco il punto “0” e la tacca indicatrice
dello spostamento di 4mm. Quei simboli
disegnati con il pennarello indicano che
se la vite di registro è girata in senso ora-
rio il coltello si abbassa e viceversa……
un ottimo promemoria che evita di fare
confusione durante la regolazione.
Si parte con il primo coltello, i bulloni dei lardoni sono appena serrati, perciò la lama è ancora abbastanza libera di
muoversi, ci si posiziona ad una delle due estremità con il legnetto e si inzia con la regolazione.
Si inizia con il primo coltello, il legnetto è posizionato in modo che lo “0” sia Quando il coltello ha raggiunto la sporgenza giusta, ruotando il tamburo, il
esattamente allineato con il bordo del piano in uscita, si inserisce la chiave a legnetto verrà trascinato in avanti dal coltello esattamente di 4 mm, ovvero la
brugola nel registro corrispondente e si solleva la lama fino a quando, ruotan- tacca corrispondente si allinea con il bordo del piano. Se si va oltre si dovrà
do il rullo, essa non inizia a sfiorare la faccia inferiore del legnetto. abbassare il coltello e ripetere nuovamente l’operazione.
Si ripete la registrazione sul’estremità opposta del coltello. Quando si è raggiunto lo stesso risultato (riverificatelo un paio di volte), si serrano i bulloni nella
sequenza “2-3-1-4” e si controlla nuovamente, questo perché talvolta, durante il serraggio, si può involontariamente sollevare il lardone. Una volta conclusa l’ope-
razione si passa al secondo coltello.
24 n 131/2022
La battuta è vistosamente fuori squadra ma agendo sul relativo fermo, posto sul retro, si può fissare nuovamente la posizione a 90 gradi.
www.pantografiamma.it
Nardò (Le)
MACCHINE
PANTOGRAFI LASER
A CONTROLLO
NUMERICO
AB ILE
FIN ANZI
TE
RA MEN
INTE
n 131/2022 25