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Il Fallimento

Anno XXXV

SOMMARIO
OPINIONI
Concordato LA PREDEDUZIONE DOPO LA L. N. 134 DEL 2012 (PREDEDUZIONE ‘‘AI SENSI’’ E PREDEDUZIONE
preventivo ‘‘AI SENSI E PER GLI EFFETTI’’?)
di Antonio Didone 913

IN ITINERE
NOVITÀ GIURISPRUDENZIALI
a cura di Massimo Ferro 923

GIURISPRUDENZA

Legittimità
Fallimento RILEVABILITÀ D’UFFICIO DEL DIFETTO DI DATA CERTA IN SEDE DI AMMISSIONE DEI CREDITI
Cassazione Civile, Sez. Un., 15 gennaio 2013, n. 4213 925
commento di Paolo Bosticco 929
Liquidazione I CREDITI PREDEDUCIBILI NELLA LIQUIDAZIONE COATTA AMMINISTRATIVA
coatta Cassazione civile, Sez. I, 9 gennaio 2013, n. 339 937
amministrativa osservazioni di Fernando Platania 939
Fallimento ANCORA SULLA RILEVANZA IN SEDE PREFALLIMENTARE DELLE MORATORIE IN FAVORE
DELLE VITTIME DELL’USURA O DI ATTIVITÀ ESTORSIVE
Cassazione civile, Sez. I, 12 dicembre 2012, n. 22756 942
osservazioni di Paolo Celentano 945
LA CAPACITÀ PROCESSUALE DEL FALLITO NELL’INERZIA DEL CURATORE
Cassazione Civile, Sez. I, 11 ottobre 2012, n. 17367 948
osservazioni di Corrado Ferri e Cristina Bellomi 952
Merito
Concordato L’INAMMISSIBILITÀ DEL CONCORDATO CON RISERVA
preventivo Tribunale di Bergamo 15 febbraio 2013 955
commento di Giovanni Battista Nardecchia 956
Amministrazione TUTELA DEGLI AZIONISTI E DEGLI OBBLIGAZIONISTI NEL PROCESSO PENALE PER BANCAROTTA
straordinaria Tribunale di Roma, 7 novembre 2012 965
commento di Paola Filippi 972
Fallimento REVOCATORIA DELLA SCISSIONE SOCIETARIA
Tribunale di Catania, 9 maggio 2012 981
commento di Gaetano Milano 983
Massimario di legittimità
Massime della giurisprudenza di legittimità pubblicate secondo l’ordine progressivo della materia regolata 991
dagli articoli del R.D. 16 marzo 1942, n. 267 (legge fallimentare)
Massimario di merito
Massime della giurisprudenza di merito pubblicate secondo l’ordine progressivo della materia regolata da- 998
gli articoli del R.D. 16 marzo 1942, n. 267 (legge fallimentare)

ITINERARI DELLA GIURISPRUDENZA


ART. 1 L.FALL. LIMITI DIMENSIONALI, SOGLIE DI FALLIBILITÀ, QUESTIONI PROBATORIE
a cura di Ubalda Macrı` 1001

Il Fallimento 8/2013 911


Il Fallimento
Anno XXXV

QUESTIONI NELLA PRATICA


LA FATTIBILITÀ DEL CONCORDATO IN CONTINUITÀ NELLA PROSPETTIVA DELL’AZIENDALISTA
di Giuseppe Farneti 1011

OSSERVATORI
OSSERVATORIO TRIBUTARIO
a cura di Enrico Stasi 1023

INDICE
Indice analitico-alfabetico 1030

COMITATO PER LA VALUTAZIONE


N. Abriani, S. Ambrosini, M. Arato, G. Cabras, G. Cavalli, P.F. Censoni, P. De Cesari, L. Del Federico, S. Fiore, E. Frascaroli Santi, A.
Lanzi, F. Macario, F. Marelli, M. Montanari, I. Pagni, U. Patroni Griffi, M. Perrino, G. Presti, R. Tiscini, G. Trisorio Liuzzi

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febbraio 2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Milanofiori

912 Il Fallimento 8/2013


Opinioni
Concordato preventivo

Prededuzione dei crediti

La prededuzione dopo
la L. n. 134 del 2012
(prededuzione ‘‘ai sensi’’
e prededuzione ‘‘ai sensi
e per gli effetti’’?)
di Antonio Didone (*)

Il lavoro costituisce una rivisitazione dell’istituto della prededuzione ‘‘nel’’ concordato preventivo alla luce
delle modifiche normative introdotte dalla legge n. 134 del 2012.

1. La novella del 2010 e quella del 2012 nanziamenti effettuati dai soci fino alla concorrenza
L’art. 111 l.fall., nel testo introdotto con la riforma dell’80 per cento del loro ammontare. Ciò anche se
fallimentare, costituiva indubbiamente una codifi- il finanziatore abbia acquisito la qualità di socio in
cazione dei principi enunciati in tema di prededu- esecuzione del concordato preventivo.
zione dalla non più recente giurisprudenza della Rispetto alla disciplina prevista dal testo originario
S.C. (1) dell’art. 182 quater, è scomparsa la limitazione dei
Mancava, però, una disciplina specifica della prede- soggetti finanziatori alle banche e intermediari fi-
duzione ‘‘nel’’ concordato preventivo, sebbene non nanziari - modifica ritenuta dalla dottrina senz’altro
sconosciuta nella giurisprudenza di legittimità (2). opportuna, posto che la diversità di trattamento
L’art. 182 quater l.fall. (introdotto dall’articolo 48, che si era venuta a creare non era sorretta da alcu-
comma 1, del D.L. 31 maggio 2010, n. 78), nel te- na plausibile giustificazione (3) - mentre la prede-
sto modificato dalla L. n. 134/2012, prevede che i ducibilità, sebbene limitata all’80% della somma
crediti derivanti da finanziamenti in qualsiasi forma erogata - è stata estesa ai finanziamenti-ponte dei
effettuati in esecuzione di un concordato preventi- soci, con l’opportuna precisazione che tale qualifi-
vo di cui agli articoli 160 e seguenti (ovvero di un cazione può essere stata acquistata anche in esecu-
accordo di ristrutturazione dei debiti omologato ai zione del concordato preventivo.
sensi dell’articolo 182 bis) sono prededucibili ai Note:
sensi e per gli effetti dell’articolo 111 e che sono
(*) Il contributo è stato sottoposto, in forma anonima, alla valuta-
parificati a tali crediti quelli derivanti da finanzia- zione di un referee.
menti erogati in funzione della presentazione della (1) V., per tutte, Cass. 5 agosto 1996 n. 7140 e Cass. 26 giugno
domanda di ammissione alla procedura di concor- 1992 n. 8013.
dato preventivo qualora i finanziamenti siano pre- (2) Per un’ipotesi di prededuzione ‘‘nel’concordato preventivo
visti dal piano di cui all’articolo 160 e purché la consecutivo a procedura di amministrazione controllata v. Cass.
n. 4236 del 1994.
prededuzione sia espressamente disposta nel provve- (3) Nigro-Vattermoli, Diritto della crisi delle imprese. Le procedu-
dimento con cui il tribunale accoglie la domanda re concorsuali, Bologna, 2013, Appendice, 15. Per dubbi di legit-
di ammissione al concordato preventivo. timità costituzionale della norma previgente, limitativa della pre-
deduzione ai crediti per finanziamenti concessi solo da determi-
La stessa disciplina è prevista - in deroga agli artico- nati soggetti cfr. Terranova, La prededuzione dei finanziamenti
li 2467 e 2497 quinquies del codice civile - per i fi- bancari nell’art. 182 quater l. fall., in Dir. Banc., 2011, 490 s.

Il Fallimento 8/2013 913


Opinioni
Concordato preventivo

La norma (comma 4 dell’art. 182 quater previgente) gli atti suscettibili di ridurlo o gravarlo di pesi o vin-
che prevedeva la prededucibilità del credito per coli cui non corrispondano acquisizioni di utilità rea-
compensi spettanti al professionista incaricato di li su di essi prevalenti».
predisporre la relazione di cui agli articoli 161, terzo Da tale principio è stata tratta la conseguenza per la
comma, è stata abrogata dalla L. n. 134/2012 (4). quale deve essere respinta la domanda con la quale il
debitore, già ammesso alla procedura di concordato
2. Atti urgenti dopo il deposito del ricorso preventivo con riserva ex articolo 161, comma 6,
Altra ipotesi di prededucibilità è stata introdotta l.fall., chiede l’autorizzazione, ai sensi del settimo
dalla L. n. 134 del 2012 con la quale è stato inseri- comma della citata norma, a conferire incarico pro-
to nell’art. 161 l.fall. al comma 7, una norma che fessionale a determinati avvocati per la redazione del
prevede che, dopo il deposito del ricorso e fino al piano e della proposta di concordato preventivo e
decreto di cui all’articolo 163, il debitore può com- per la assistenza e consulenza della società concorda-
piere gli atti urgenti di straordinaria amministrazio- taria in tutte le fasi procedurali, nonché ad altro pro-
ne previa autorizzazione del tribunale, il quale può fessionista per la redazione della relazione attestata di
assumere sommarie informazioni. cui all’articolo 161, comma 3, l.fall.
Nello stesso periodo e a decorrere dallo stesso ter- Secondo il tribunale gli atti in questione devono, in-
mine il debitore può altresı̀ compiere gli atti di or- fatti, essere considerati di ordinaria amministrazione,
dinaria amministrazione e i crediti di terzi eventual- in quanto addirittura necessari per lo svolgimento
mente sorti per effetto degli atti legalmente com- della procedura di concordato, sia sotto il profilo
piuti dal debitore sono prededucibili ai sensi dell’ar- della consulenza ed assistenza del debitore nella pre-
ticolo 111. disposizione del piano e della proposta concordataria
Il nuovo art. 67, lett. e) della l.fall., nel testo intro- di cui si intende chiedere l’omologazione, sia per
dotto dalla L. n. 134/2012, prevede, poi, che non l’attestazione prescritta dall’art. 161, comma 3, l.fall.
sono soggetti a revocatoria, oltre agli atti, i paga- Nessuna autorizzazione è, pertanto, dovuta, ai sensi
menti e le garanzie posti in essere in esecuzione del dell’art. 161, comma 7, l.fall., anche sotto il profilo
concordato preventivo, nonché dell’accordo omo- della ‘‘urgenza’’ che ivi connota gli atti di straordina-
logato ai sensi dell’art. 182 bis, «gli atti, i pagamenti ria amministrazione, a conferma che essa non può ri-
e le garanzie legalmente posti in essere dopo il de- guardare atti normativamente previsti per l’ordinario
posito del ricorso di cui all’articolo 161». iter concordatario, salvo che essi, per una sproporzio-
Fra le prime pronunce giurisprudenziali in applica- nata incidenza sul patrimonio del debitore, finiscano
zione della nuova norma va segnalata quella (5) per per inciderne oltremisura l’integrità.
la quale «in tema di concordato preventivo, la valu-
tazione in ordine al carattere di ordinaria o straordi-
3. Le nuove ipotesi di prededucibilità:
naria amministrazione dell’atto posto in essere dal
finanziamenti ‘‘interinali’’ o ‘‘strumentali’’
debitore senza autorizzazione del giudice delegato, ai
e pagamenti di prestazioni essenziali
fini della eventuale dichiarazione di inefficacia del- Con la novella del 2012 è stato introdotto l’art.
l’atto stesso ai sensi dell’art. 167 l.fall., deve essere 182 quinquies in virtù del quale, il debitore che pre-
compiuta dal giudice di merito tenendo conto che il
carattere di atto di straordinaria amministrazione di- Note:
pende dalla sua idoneità ad incidere negativamente (4) Cfr. Trib. Terni 2 aprile 2013, «A seguito della soppressione
sul patrimonio del debitore, pregiudicandone la con- del quarto comma dell’art. 182 quater l.fall. - che sanciva la pre-
deducibilità dei compensi spettanti al professionista attestatore,
sistenza o compromettendone la capacità a soddisfa- purché disposta nel decreto di ammissione al concordato - ed
re le ragioni dei creditori, in quanto ne determina la anche alla luce del nuovo art. 182 quinquies, comma 3, l.fall.
riduzione, ovvero lo grava di vincoli e di pesi cui (che consente solo nel concordato con continuità, e a determi-
nate condizioni, il pagamento in prededuzione ‘‘di fatto’’ dei cre-
non corrisponde l’acquisizione di utilità reali preva- diti anteriori per prestazioni di servizi, come quelle professionali
lenti su questi. Alla luce di questo principio, devono prodromiche alla presentazione della domanda di concordato),
non appare più ammissibile la prededuzione endoconcordataria
ritenersi di ordinaria amministrazione gli atti di co- per i crediti di alcuno dei professionisti che assistono il debitore,
mune gestione dell’azienda, strettamente aderenti al- i quali hanno invece natura privilegiata ex art. 2751 bis n. 2 c.c.
le finalità e dimensioni del suo patrimonio e quelli (ovvero, sussistendone gli specifici presupposti, ex artt. 2755 e
2770 c.c.), ferma restando la loro ammissibilità in prededuzione
che - ancorché comportanti una spesa elevata - lo ex art. 111 l.f., previa verifica giudiziale nella successiva ed
migliorino o anche solo lo conservino, mentre rica- eventuale sede fallimentare».
dono nell’area della straordinaria amministrazione (5) Trib. Terni 28 dicembre 2012, in www.ilcaso.it.

914 Il Fallimento 8/2013


Opinioni
Concordato preventivo

senta, anche ai sensi dell’articolo 161 sesto comma, za interinale dovuta, soprattutto, alla circostanza
una domanda di ammissione al concordato preven- che i finanziatori non possono sapere se il loro cre-
tivo o una domanda di omologazione di un accordo dito godrà o meno del beneficio della prededuzione
di ristrutturazione dei debiti ai sensi dell’articolo sino ad un momento molto avanzato del procedi-
182 bis, primo comma, (o una proposta di accordo mento di ristrutturazione.
ai sensi dell’articolo 182 bis, sesto comma), può L’intervento - aggiunge la Relazione - è ispirato ai
chiedere al tribunale di essere autorizzato, assunte first day orders del Bankruptcy code statunitense e
se del caso sommarie informazioni, a contrarre fi- consiste nel riconoscere al debitore che ha deposi-
nanziamenti, prededucibili ai sensi dell’articolo tato una domanda ex artt. 161, primo o sesto com-
111, se un professionista designato dal debitore in ma, (e 182 bis, primo o sesto comma), la facoltà di
possesso dei requisiti di cui all’articolo 67, terzo richiedere subito al tribunale di essere autorizzato a
comma, lettera d), verificato il complessivo fabbiso- contrarre finanziamenti prededucibili e a pagare i
gno finanziario dell’impresa sino all’omologazione, fornitori anteriori le cui prestazioni siano funzionali
attesta che tali finanziamenti sono funzionali alla alla prosecuzione dell’attività d’impresa; richiesta di
migliore soddisfazione dei creditori. autorizzazione che può riguardare anche rapporti di
Si tratta dei c.d. finanziamenti ‘‘interinali’’ o, se- finanziamento non ancora oggetto di trattative.
condo altra definizione, dei finanziamenti ‘‘stru- Il Tribunale accorda o meno la predetta autorizza-
mentali’’ al conseguimento degli obiettivi del pia- zione sulla base delle risultanze della relazione di un
no (6). professionista in possesso dei requisiti di cui all’art.
Ovvio che la prededucibilità assiste i crediti che 67, lettera d), che il debitore deve produrre, e, ove
scaturiscono dai finanziamenti e che non esistono occorra, assunte sommarie informazioni.
‘‘finanziamenti prededucibili’’ (7). I finanziamenti e i pagamenti possono essere auto-
L’autorizzazione può essere richiesta sia dopo la pre- rizzati sempre che siano funzionali alla migliore
sentazione della domanda, anche con riserva, ma soddisfazione dei creditori concorsuali (in tal mo-
prima dell’ammissione sia in un momento successi- do si ribadisce che la continuità aziendale non è
vo, cioè dopo l’ammissione alla procedura (8). un valore in sé, ma soltanto in quanto strumenta-
L’autorizzazione può essere concessa anche per fi- le alla soddisfazione dell’interesse del ceto credito-
nanziamenti individuati soltanto per tipologia ed rio).
entità, e non ancora oggetto di trattative e il tribu- Una parte della dottrina ha evidenziato che la cir-
nale può altresı̀ autorizzare il debitore a concedere
costanza che l’art. 182 quinquies consenta l’auto-
pegno o ipoteca a garanzia dei medesimi finanzia-
rizzazione di finanziamenti individuati anche solo
menti.
per tipologia ed entità e non ancora oggetto di
Inoltre, qualora il debitore presenti domanda di
trattative, costituisce «una novità di indubbio ri-
ammissione al concordato preventivo con continui-
lievo in quanto si svincola l’autorizzazione dalla
tà aziendale, anche ai sensi dell’articolo 161, sesto
necessità di portare all’attenzione del Tribunale
comma, può chiedere al tribunale di essere autoriz-
un testo contrattuale completo e, quindi, con
zato, assunte se del caso sommarie informazioni, a
pagare crediti anteriori per prestazioni di beni o ser- controparte già identificata, lasciando al debitore
vizi, se un professionista in possesso dei requisiti di una significativa discrezionalità nella contrattazio-
cui all’articolo 67, terzo comma, lettera d), attesta ne» (9).
che tali prestazioni sono essenziali per la prosecuzio- Ciò determinerebbe effetti benefici evidenti in
ne della attività di impresa e funzionali ad assicura- quanto «da un lato - i potenziali finanziatori posso-
re la migliore soddisfazione dei creditori. Attestazio- no essere allettati dall’idea di concedere un finan-
ne non necessaria nell’ipotesi di pagamenti effettua- ziamento ab initio generatore di un diritto di credito
ti fino a concorrenza dell’ammontare di nuove ri-
sorse finanziarie che vengano apportate al debitore Note:
senza obbligo di restituzione o con obbligo di resti- (6) Ambrosini, I finanziamenti bancari alle imprese in crisi dopo
tuzione postergato alla soddisfazione dei creditori. la riforma del 2012, in Dir. Fall., 2012, I, 469 ss.
La Relazione al D.L. n. 83/2012 spiega che la nor- (7) Lo rilevano, esattamente, Nigro-Vattermoli, Diritto della crisi
delle imprese. Le procedure concorsuali, Bologna, 2013, Appen-
ma è stata introdotta per risolvere una delle critici- dice, 16.
tà del sistema vigente che maggiormente impedisce (8) Nigro-Vattermoli, op. loc. cit.
la tempestiva risoluzione delle crisi di impresa, ossia (9) Balestra, I finanziamenti all’impresa in crisi nel c.d. decreto
la sostanziale inesistenza di un mercato della finan- sviluppo, in questa Rivista, 2012, 1401 s.

Il Fallimento 8/2013 915


Opinioni
Concordato preventivo

prededucibile e, dall’altro, l’imprenditore - essendo soddisfazione dei creditori anche in una eventuale
già in possesso dell’autorizzazione - può essere age- ipotesi liquidatoria (15).
volato nel reperire presso il ceto bancario migliori Quanto all’ambito di applicazione dell’art. 182
condizioni contrattuali» (10). quinquies, comma 1, invero, in particolare in rela-
Altra parte della dottrina ha rilevato che «il nuovo zione alla tesi che ritiene applicabile la norma sol-
intervento riformatore del concordato preventivo e tanto ai concordati con continuità aziendale, va
degli accordi di ristrutturazione ha creato un vero condivisa l’opinione secondo la quale il raffronto
florilegio di nuove prededuzioni, rispetto alle quali con la formulazione del comma 4, che richiede che
si assiste a un’inedita asimmetria genetica, con spo- l’esperto attesti l’essenzialità di dette prestazioni
stamento tutto a favore del debitore rispetto agli or- ‘‘per la prosecuzione dell’attività di impresa’’ laddo-
gani della procedura. Il controllo del giudice talvol- ve di ciò non si fa alcuna menzione nel primo com-
ta appare evanescente, talvolta forse inesisten- ma «sta precisamente a significare che il legislatore
te» (11). ha inteso accordare tutela alla nuova finanza subor-
In particolare, l’art. 161, comma 7 e l’art. 182 quin- dinatamente alla sola funzionalità di essa alla mi-
quies sarebbero all’apparenza norme aggressive, «do-
gliore soddisfazione dei creditori, a prescindere dalla
tate di una potenziale carica eversiva e in grado, se
circostanza che il piano preveda la continuazione
non ricondotte a ragionevolezza, di rendere patolo-
dell’attività o la sua interruzione, che l’impresa sia
gico il tessuto della concorsualità» (12).
L’autorizzazione ex art. 182 quinquies non è richiesta
soltanto ai fini del riconoscimento della prededuci- Note:
bilità, occorrendo essa soprattutto per conferire effi- (10) Balestra, op. loc. cit.
cacia all’atto nei confronti della massa concordata- (11) D’Amora, La prededuzione nell’anno di grazia 2013, in
www.oci.org, 5; V. anche P. Vella, L’accrescimento dei controlli
ria. Pertanto, non può essere condiviso quell’orien- giudiziali di merito e degli strumenti protettivi nel nuovo concor-
tamento giurisprudenziale secondo il quale non ne- dato preventivo, in www.ilcaso.it, II, 320/2012, 28-30.
cessita di autorizzazione ai sensi dell’articolo 182 (12) D’Amora, op. cit., 6, secondo il quale della stessa natura
quinquies, legge fallimentare il finanziamento del so- ‘‘aggressiva’’ partecipa l’art. 169 bis.
cio che accetti la postergazione (13). (13) Trib. Busto Arsizio 11 febbraio 2013, in www.ilcaso.it. Per
una particolare ipotesi di autorizzazione ad eseguire un finanzia-
Quanto ai presupposti per la concessione dell’auto- mento ad una controllata cfr. Trib. Milano 11 dicembre 2012, in
rizzazione, la dottrina ha sottolineato che la termi- www.ilcaso.it, secondo cui è atto di straordinaria amministrazio-
nologia usata dalla norma non consentirebbe di ne, e può quindi essere autorizzato ai sensi dell’articolo 161,
comma 7, legge fallimentare, il finanziamento soci che si pro-
prefigurare operazioni che risultino semplicemente spetti come urgente e necessario a garantire la continuità azien-
neutre (o «a somma zero») per la massa dei credito- dale e che sia astrattamente idoneo ad incidere sul patrimonio
ri. Ciò in quanto il requisito della «migliore» soddi- del debitore.
sfazione dei creditori starebbe a significare che (14) Ambrosini, I finanziamenti, cit., 478, il quale aggiunge che
«occorre quindi che l’attestatore verifichi sia l’utilità del finanzia-
«senza l’erogazione di quei finanziamenti le prospet- mento rispetto agli obiettivi del piano, sia la ragionevole probabi-
tive di soddisfacimento del ceto creditorio risultano lità, tenuto conto delle molteplici variabili in gioco, che il proficuo
impiego del denaro in tal modo ottenuto (considerato anche
inferiori, il che val quanto dire che il sacrificio con- l’impatto degli interessi) consenta una soddisfazione dei credito-
nesso all’assunzione di un ulteriore debito, per di ri migliore di quanto essi ricaverebbero nel caso tale concessio-
più prededucibile, è giustificato in quanto gli effetti ne di credito non avesse luogo. E la legge chiarisce opportuna-
mente che tale scrutinio passa necessariamente né potrebbe
positivi scaturenti dalla disponibilità di quelle nuo- essere altrimenti - per il calcolo (seppur fatalmente suscettibile
ve risorse sopravanzino gli oneri che ne deriva- di rettifiche) del fabbisogno finanziarlo sino alla (verosimile) data
no» (14). dell’auspicato provvedimento di omologazione, mentre il dies a
quo pare doversi individuare nel rilascio dell’attestazione, pres-
Nella giurisprudenza di merito, peraltro, si è ritenu- soché coincidente, di regola, con il deposito della domanda in
to che, alla luce delle disposizioni di cui all’articolo cancelleria, sempre che non venga convenzionalmente assunta
182 quinquies, commi 1 e 2, legge fallimentare, è e razionalmente giustificata una data diversa». Anche secondo
Fabiani, Vademecum per la domanda ‘‘prenotativa’’ di concorda-
possibile autorizzare l’estensione di linee di credito to preventivo, in www.ilcaso.it, «l’imprenditore deve presentare
per l’anticipo di fatture emesse dal debitore - im- un’attestazione specifica volta a comprovare che da queste ope-
razioni ne sortirà un risultato migliore per tutti i creditori (e non
porti che assumeranno, pertanto, natura prededuci- solo non pregiudizievole, formula che compare nell’art. 104
bile - qualora l’operazione, sulla scorta delle risul- l.fall.)».
tanze della relazione redatta dall’esperto e degli altri (15) Trib. Milano 11 dicembre 2012, in www.ilcaso.it. Nella fatti-
elementi informativi acquisiti, si prospetti necessa- specie decisa l’incremento dei debiti e degli oneri finanziari era
controbilanciato dall’incremento di maggiori crediti commerciali
ria alla continuità aziendale, non dannosa per il pa- ritenuti di incasso certo sulla base della relazione del professio-
trimonio della ricorrente e funzionale ad una migliore nista.

916 Il Fallimento 8/2013


Opinioni
Concordato preventivo

operativa o, invece, inattiva, quando non già for- fatto, neutralizzare il nuovo intervento riformatore»
malmente in liquidazione» (16). e, d’altra parte, non sarebbe dato comprendere con
quali strumenti, potrebbe essere condotta «un’inda-
4. Finanziamenti ‘‘interinali’’ e concordato gine di merito nella fase preconcordataria ove non
con riserva (o pre-concordato) esiste per il giudice un professionista di riferimento,
L’art. 182 quinquies consente anche al debitore che quale è il commissario giudiziale nella fase successi-
abbia presentato domanda di ammissione alla pro- va all’ammissione» (20).
cedura con riserva di presentazione della proposta, Pertanto, la ratio agevolativa della norma, che è
del piano e della relativa documentazione ex art. quella di consentire l’accesso al finanziamento in
161, comma 6, di richiedere l’autorizzazione al tri- tempi rapidi, farebbe concludere nel senso che al
bunale a contrarre finanziamenti prededucibili. tribunale sarebbe demandato un mero controllo di
Nella pratica, peraltro, è sorta questione circa il legittimità sostanziale (21).
contenuto dell’istanza, in ipotesi di pre-concordato, Infine, secondo altra prospettazione occorre distin-
perché, in mancanza di una proposta e di un piano, guere da caso a caso, non esistendo un principio
non ancora presentati, sebbene il tribunale possa unico, applicabile in qualunque occasione a pre-
assumere informazioni, non sarebbe possibile alcun scindere dalle circostanze (22).
sindacato giudiziale sull’attestazione del professioni- Infatti, mentre possono esistere casi limite in cui
sta designato dal debitore in merito alla funzionali- nessuna ulteriore informazione sul contenuto del
tà dei finanziamenti alla migliore soddisfazione dei piano è necessaria per consentire l’autorizzazione,
creditori, tenuto conto del complessivo fabbisogno in altri casi «i benefici attesi (presumibilmente nel
finanziario dell’impresa sino all’omologazione. medio-lungo periodo) dovranno essere valutati alla
Una parte della giurisprudenza di merito, invero,
ha ritenuto generica e quindi inammissibile l’istanza Note:
di autorizzazione a contrarre finanziamenti ove (16) Ambrosini, I finanziamenti, cit., 480, il quale evidenzia che
manchino gli elementi da cui desumere la ragione- «ben possono darsi, in concreto, situazioni in cui finanziamenti
volezza dell’aggravamento dell’esposizione debitoria siffatti rispondono all’interesse dei creditori indipendentemente
dalla continuità aziendale, come accade, ad esempio, in certi ca-
in funzione del complessivo impianto del piano di si di immobili in costruzione o, comunque, di cantieri da ultima-
concordato in elaborazione, nemmeno delineato re». Nello stesso senso cfr. Lamanna, La problematica relazione
tra pre-concordato e concordato con continuità aziendale alla lu-
nelle sue linee essenziali (17). ce delle speciali autorizzazioni del tribunale, in il Fallimentarista,
La dottrina aveva già avvertito che «il fatto che sia 26 novembre 2012, § 4.
richiesta un’attestazione specifica pone il legittimo (17) Trib. Treviso 16 ottobre 2012, in il Fallimentarista, con nota
dubbio se, allora, quest’attestazione non debba esse- di Bonsignore, Finanza interinale nel concordato con riserva. V.,
in proposito, Lamanna, op. ult. loc. cit., secondo il quale è «logi-
re preceduta o accompagnata da una pre-attestazio- co attendersi che i Tribunali assai difficilmente autorizzeranno
ne sull’intero piano, posto che altrimenti sarà som- tali finanziamenti nei pre-concordati; le relative istanze potranno
essere esaminate con un accettabile grado di concretezza solo
mamente difficile per il tribunale valutare la coe- quando sia stata sciolta la riserva di successiva produzione di
renza dell’operazione economica richiesta» (18). proposte e piani corredati dall’analitica relazione attestativa sulla
In senso ancora più restrittivo, poi, si è ritenuto fattibilità».
che, «presupponendo l’autorizzazione la possibilità (18) Fabiani, Vademecum per la domanda ‘‘prenotativa’’ di con-
cordato preventivo, in www.ilcaso.it, 8.
di esaminare una relazione analitica su fabbisogno
(19) Ambosini, I finanziamenti, cit., 479. V. anche Lamanna, op.
finanziario e funzionalità alla migliore soddisfazione loc. cit., secondo il quale «vero è che l’art. 182-quinquies, com-
dei creditori e basandosi questo elaborato, giocofor- ma 2, prevede che l’autorizzazione possa riguardare anche fi-
za, sul piano predisposto dall’impresa, risulta evi- nanziamenti non ancora oggetto di trattative, ma è da ritenere
che ciò non sposti sensibilmente i termini del problema. Infatti
dente che la predetta istanza anticipatoria non è si esige che comunque i finanziamenti debbano essere indivi-
conciliabile con la richiesta di autorizzazione ex art. duati per tipologia ed entità e ciò implica che, sia pure con tale
più ridotta indicazione, debbano sempre e comunque essere già
182 quinquies, 18 c.» (19). contemplati nei piani, non potendo negarsi che essi siano ne-
Secondo un altro orientamento, al contrario, «rite- cessariamente parte del relativo contenuto. Il fatto che si preve-
nere che, nonostante la chiara lettera della legge, da che le trattative non necessariamente debbano essere già
iniziate o completate non incide su tale evidenza, poiché si trat-
sia riservata al tribunale un’indagine di merito in ta di condizione che, a sua volta, non impedisce la formazione
ordine alla funzionalità, intesa come idoneità alla del piano con la previsione dei finanziamenti in oggetto».
migliore soddisfazione dei creditori, pur in presenza (20) D’Amora, La prededuzione, cit., 22.
di una attestazione in tale senso da parte del profes- (21) D’Amora, op. loc. cit.
sionista, significherebbe stravolgere l’istituto e, di (22) Bonsignore, op. loc. cit.

Il Fallimento 8/2013 917


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Concordato preventivo

luce almeno della tipologia di piano e/o delle sue li- maggioranze previste per l’approvazione del concor-
nee essenziali» e «in altri casi ancora, sarà indispen- dato: art. 182 quater, comma 5, l.fall.)» (26).
sabile valutare la richiesta di finanza interinale alla Infatti, se si fosse trattato di finanziamenti eseguiti
luce del piano completo e della proposta concorda- in esecuzione - quindi di crediti che sorgono succes-
taria o, addirittura, non sarà possibile autorizzare il sivamente all’omologazione - la norma sarebbe stata
finanziamento prima dell’ammissione al concorda- del tutto inspiegabile e oscura.
to» (23). Nondimeno, il carattere fortemente derogatorio
Sembra, peraltro, contraria alla ratio della norma della disciplina civilistica della norma in questio-
l’opinione secondo la quale, ai fini della concessio- ne, sottolineato anche nel corso dei lavori prepa-
ne dell’autorizzazione, il tribunale potrebbe avvaler- ratori (27), faceva propendere per la soluzione ne-
si del contributo tecnico di ausiliari (24). gativa.
La novella del 2012 ha risolto questo dubbio inter-
5. I finanziamenti dei soci pretativo - come si è visto innanzi - disponendo l’e-
quiparazione dei finanziamenti dei soci - quanto a
Sono prededucibili - in deroga agli artt. 2467 e prededucibilità ma fino all’ammontare dell’80%, ri-
2497 quinquies c.c. - anche i finanziamenti effettua- manendo il resto postergato - ai finanziamenti di al-
ti dai soci, fino alla concorrenza dell’ottanta per tri soggetti, sia in esecuzione che in funzione del-
cento del loro ammontare. l’ammissione al concordato preventivo (o all’omo-
Era discusso, prima della novella del 2012, se la loga di ADR) e ciò anche se il finanziatore abbia
prededuzione assistesse soltanto i crediti per finan- acquisito la qualità di socio in esecuzione del con-
ziamenti effettuati in esecuzione dell’accordo omo- cordato preventivo.
logato, come faceva pensare il richiamo, per i fi- Peraltro, il testo modificato nel 2012 dell’art. 182
nanziamenti dei soci, al primo comma dell’art. 182 quater prevede che «si applicano i commi primo e
quater, dettato per i finanziamenti di banche e in- secondo» - quindi l’attribuzione di prededucibilità
termediari esecutivi di accordi, la ‘‘nuova finanza’’, sic et simpliciter - «quando il finanziatore ha acquisi-
ovvero anche i finanziamenti-ponte effettuati dai to la qualità di socio in esecuzione dell’accordo di
soci. ristrutturazione dei debiti o del concordato preven-
Il dato testuale della norma e l’espresso richiamo tivo». Quindi senza la postergazione parziale previ-
del primo comma, invero, non impedivano di ade- sta per gli ‘‘altri’’ soci, ossia quelli che tale qualità
rire alla diversa opinione (25), secondo la quale la non hanno acquistato solo in esecuzione del con-
prededucibilità, sebbene limitata all’ottanta per cordato o accordo ma erano tali già prima dell’ac-
cento del credito, avrebbe assistito anche i finanzia- cesso alla procedura.
menti-ponte dei soci, perché, altrimenti, sarebbe Secondo una diversa prospettazione, invece, l’inciso
stata inspiegabile la norma di cui al quinto comma
dell’art. 182 quater, nel testo originario, secondo la Note:
quale «con riferimento ai crediti indicati ai commi (23) Bonsignore, op. loc. cit.
secondo, terzo e quarto, i creditori sono esclusi dal (24) Cosı̀, invece, Bonsignore, op. loc. cit.
voto e dal computo delle maggioranze per l’appro- (25) Manifestata da D’Amora, La nuova prededuzione, Relazio-
vazione del concordato ai sensi dell’art. 177 e dal ne svolta al Convegno organizzato dall’OCI, Le ricerche sulle
prassi giudiziarie e le caratteristiche delle imprese: l’istruttoria
computo della percentuale dei crediti prevista al- prefallimentare e lo stato passivo, Bari 8-9 ottobre 2010, in
l’art. 182-bis, primo e sesto comma». www.osservatorio-oci.org, p. 9 del dattiloscritto. In senso deci-
samente contrario cfr. Castiello D’Antonio, I nuovi incentivi per
Si era, quindi, concluso nel senso che la disciplina le procedure di composizione negoziale delle crisi: profili civilisti-
in questione rappresentava «la dimostrazione che ci, in Bonfatti-Falcone (a cura di), Ristrutturazione dei debiti civili
e commerciali, Milano, 2011, 60 nota 57, il quale argomenta, tra
possono essere qualificati finanziamenti effettuati l’altro, dalla forte natura derogatoria della norma che prevede la
‘‘in esecuzione’’ di un accordo (o di un concordato prededucibilità di crediti in teoria destinati ad essere postergati.
preventivo) anche operazioni produttive di crediti Per condivisibili perplessità sulla nuova disciplina, anche sulla
scia delle osservazioni formulate nel corso dei lavori parlamenta-
sorti anteriormente all’accordo (o alla domanda di ri v. Castiello D’Antonio, ibidem.
concordato), se è vero - come è vero - che la legge (26) Bonfatti, Il sostegno finanziario dell’impresa nelle procedure
ritiene di dovere disporre in materia di esclusione di composizione negoziale delle crisi, in www.ilcaso.it, Sezione
II - Dottrina, opinioni e interventi documento n. 214/2010, 15 del
degli stessi dal computo delle maggioranze rilevanti dattiloscritto.
per la configurazione di un ‘‘accordo di ristruttura- (27) Cfr. Dossier Senato, A.S. 2228, versione provvisoria, vol.
zione’’ propriamente detto (o dal computo delle II, 251 e s.

918 Il Fallimento 8/2013


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Concordato preventivo

introdotto nel 2012 serve «a specificare il prece- soci nell’art. 182 quinquies l.fall. introdotto dalla L.
dente periodo, nel senso che il trattamento di favo- n. 134 del 2012, talché in dottrina si è riprodotta
re può essere riservato ai soli soggetti che abbiano la medesima controversia interpretativa sopra nar-
acquistato la qualità di soci nella medesima opera- rata ma oggi riferita al finanziamento interinale (o
zione di finanziamento dalla quale scaturiscono i ‘‘in occasione’’) anziché al finanziamento ponte.
crediti prededucibili» (28). In proposito, pur essendo prospettabile la tesi che i
A tale opinione si può obiettare che, se l’intento predetti finanziamenti sono sempre prededucibili, an-
del legislatore fosse stato quello di escludere coloro che se provengono da soci o dalla società capogruppo
che rivestivano la qualità di socio all’epoca dell’ac- o da società sorelle (anche non socie), dal momento
cesso alla procedura, l’enunciato normativo sarebbe che la disposizione di cui all’art. 182 quinquies, primo
stato formulato diversamente e, in modo meno comma, si riferisce indistintamente a tutti i finanzia-
contorto, avrebbe previsto che «in deroga agli arti- menti e non prevede alcuna limitazione per i finan-
coli 2467 e 2497 quinquies del codice civile, il pri- ziamenti-soci e infragruppo sul modello del terzo
mo ed il secondo comma del presente articolo si comma dell’art. 182 quater e quella per la quale non
applicano anche ai finanziamenti effettuati dai soci sono mai prededucibili, poiché manca una disposizio-
fino alla concorrenza dell’ottanta per cento del loro ne di ‘‘diritto societario della crisi’’ (analoga a quella
ammontare, quando il finanziatore ha acquisito la contenuta nel terzo comma dell’art. 182 quater)
qualità di socio in esecuzione dell’accordo di ristrut- espressamente derogatoria della regola della posterga-
turazione dei debiti o del concordato preventivo». zione una parte della dottrina (30) ha ritenuto solu-
La ratio della novella, dunque, va vista in ciò, che zione più corretta una tesi intermedia.
non può essere riservato il medesimo trattamento ai Si è sostenuto, invero, che i finanziamenti-soci o
soci i cui crediti per finanziamenti, di regola, cioè ai infragruppo ‘‘in occasione’’ (o ‘‘interinali’’) «sono
sensi degli artt. 2467 e 2497 quinquies del codice ci- prededucibili alle condizioni previste dal primo
vile, sono postergati e ai soggetti che, prima dell’ac- comma dell’art. 182 quinquies, ma solo nel limite
cesso alla procedura non erano soci ma acquistano dell’80% del loro ammontare» (31).
tale qualità solo a seguito dell’esecuzione del concor- Ma il forte carattere derogatorio della disciplina ci-
dato il cui successo il loro finanziamento - previsto vilistica della norma in questione induce a propen-
ovviamente dal piano - è finalizzato ad assicurare. dere per la correttezza della tesi negativa (32), cosı̀
Per i soci ‘‘acquisiti’’, invero, non è invocabile la come era avvenuto per la questione sorta in tema
ratio della normativa di cui agli articoli 2467 e di finanziamento-ponte prima dell’intervento rifor-
matore del 2012.
2497 quinquies del codice civile, che va vista in ciò,
È del tutto condivisibile, invero, l’autorevole con-
che «del finanziamento tali precetti guardano non
clusione per la quale «dall’art. 182 quater, comma 3
l’aspetto positivo il fatto cioè che in tal modo i socı̂
si evince ... che in caso di contrasto tra due norme
(o le società del gruppo) abbiano tentato il salva-
che dispongono, l’una, la subordinazione involonta-
taggio di un’impresa in difficoltà, non necessaria-
ria e, l’altra, la prededuzione di un medesimo credi-
mente senza successo (ove si creda che la disciplina
to, è la prima a dover essere considerata prevalente;
in esame operi anche prima e a prescindere dal fal-
affinché possa dirsi il contrario è infatti necessario
limento della società sovvenuta) ma il profilo nega- che la seconda specifichi espressamente che ‘‘in de-
tivo, vale a dire la circostanza che i partecipanti al-
l’impresa abbiano scelto di percorrere una via non
Note:
corretta per conseguire un risultato di per sé com-
mendevole: in altre e più brevi parole, la circostan- (28) Nigro-Vattermoli, op. loc. cit.
za che essi abbiano deciso di apportare capitale di (29) Cosı̀, esattamente, Briolini, Questioni irrisolte in tema di
piani di risanamento e di accordi di ristrutturazione dei debiti.
credito, lı̀ dove sarebbe stato giusto alla luce di Appunti sugli artt. 2467 e 2497-quinquies c.c. e sull’art. 182-qua-
principı̂ ricavabili, al vertice, dagli artt. 2247 e ter l. fall., in Banca Borsa tit. credito, 2012, 523 s.
2265 c.c. conferire capitale di rischio» (29). Talché (30) Tombari, I finanziamenti dei soci e i finanziamenti infragrup-
per essi non sarebbe giustificata la limitazione della po dopo il decreto sviluppo: prededucibilità o postergazione?
Prime considerazioni sul diritto societario della crisi, in il Falli-
prededucibilità all’ottanta per cento dell’ammonta- mentarista, § 3.
re del finanziamento. (31) Tombari, op. loc. cit.
(32) In questo senso Briolini, Questioni irrisolte in tema di piani
6. Finanziamenti ‘‘interinali’’ dei soci? di risanamento e di accordi di ristrutturazione dei debiti. Appunti
sugli artt. 2467 e 2497 quinquies c.c. e sull’art. 182 quater l.
Nessun accenno è contenuto ai finanziamenti dei fall., in Banca Borsa tit. cred., 2012, 535 s.

Il Fallimento 8/2013 919


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Concordato preventivo

roga agli artt. 2467 e 2497 quinquies’’ quel certo con consequenziale il richiamo all’art. 111 bis che
credito, pur subordinato, è da considerare prededu- determina la disciplina fallimentare del credito pre-
cibile. E nell’art. 182 quinquies, a differenza di deducibile): resta individuata per questa via la tipo-
quanto stabilito dall’art. 182 quater, comma 3, non logia e il contenuto della protezione; b) la prededu-
v’è alcuna specificazione di tal genere» (33). zione accordata dall’art. 182 quater ha lo stesso am-
bito di operatività dell’art. 111, che è norma ope-
7. La teoria della distinzione rante all’interno del fallimento» (35).
tra prededuzione ‘‘ai sensi’’ e A questo punto viene evidenziata la differenza se-
prededuzione ‘‘ai sensi e per gli effetti’’ mantica dei termini usati dal legislatore nel comma
7 dell’art. 161 e nell’art. 182 quinquies in tema di fi-
Prima di procedere oltre nell’esame della disciplina
nanziamenti, ove, invece, il rinvio è operato «in
vigente a seguito della novella di cui alla L. n. 134/
termini lessicali diversi e ridotti: crediti prededuci-
2012 è necessario prendere posizione contro una
bili ‘‘ai sensi dell’art. 111’’».
singolare lettura delle nuove disposizioni che muo-
Il quadro, poi, viene completato con analisi estese
ve da quella che per chi scrive è una mera impro-
a norme introdotte nello stesso contesto temporale,
prietà linguistica del legislatore del 2010.
quando il legislatore è ulteriormente intervenuto in
La tesi muove dal presupposto che «a significanti materia di crediti prededucibili con la L. 17 dicem-
diversi corrispondano anche significati diversi. bre 2012, n. 221 (di conversione del D.L. n. 179/
Piaccia o meno il risultato finale del possibile eser- 12) con cui è stata riscritta la disciplina della insol-
cizio di semantica lessicale» (34) e si è notato che venza civile; norme dalle quali si evince che esiste-
la protezione del credito del finanziatore «ai sensi rebbero una prededuzione ‘‘a norma dell’art. 111’’
dei primi due commi dell’art. 182 quater, norma (art. 12, comma 5, L. n. 221/12) e una ‘‘soddisfazio-
madre in tema di prededuzione, era ed è descritta ne con preferenza’’ (artt. 13, comma 4 bis e 14 duo-
con l’espressione: ‘‘ai sensi e per gli effetti dell’art. decies L. n. 221/12), parificabili alla prededuzione
111’’». ‘‘ai sensi dell’art. 111’’ (artt. 161, comma 7 e 182
Il significato sarebbe chiaro: «contiene un riferi- quinquies comma 1).
mento descrittivo (‘‘ai sensi’’) ed uno operativo Senza ripercorrere interamente tutti i passaggi di
(‘‘per gli effetti’’), il primo è di uso comune allorché questa teoria, giova esplicitarne la sintesi conclusi-
si voglia richiamare la disciplina di un istituto, il se- va: «quando il legislatore intende ricondurre l’ope-
condo indica lo spazio di efficacia, di operatività ratività della prededuzione all’ambito fallimentare
che si intende attribuire mediante il richiamo (cfr, utilizza l’espressione ‘‘per gli effetti dell’art. 111’’
nell’ambito della legge fallimentare, l’art. 120, com- omettendo la precisazione espressa solo quando il
ma 3)». rinvio al fallimento è insito nello stesso contesto
Prima di procedere oltre è bene evidenziare che l’e- normativo, per cui diverrebbe pleonastico».
sempio tratto dall’art. 120 l.fall. è punto affatto cal- Per contro, là dove il legislatore ha impiegato per
zante. Qui, infatti, il legislatore ha impiegato enun- il rinvio all’art. 111 l.fall. l’enunciato ‘‘ai sensi’’ la
ciati del tutto diversi da quelli analizzati dall’autore prededuzione opererebbe soltanto nella procedura
della suggestiva tesi in esame (‘‘Il decreto o la sen- concordataria e non anche nel successivo falli-
tenza con la quale il credito è stato ammesso al pas- mento.
sivo costituisce prova scritta per gli effetti di cui al- La tesi viene corroborata anche attraverso l’indagi-
l’articolo 634 del codice di procedura civile’’), men- ne della ratio della differenze di trattamento.
tre l’esame del ‘‘cotesto’’, nell’ambito dell’interpre- Si afferma che nell’ipotesi di cui all’art. 182 quater
tazione sistematica, deve procedere proprio dall’a- «la valutazione di funzionalità è effettuata in via
nalisi dell’enunciato che deve essere interpretato. preventiva dal tribunale (o dalla maggioranza quali-
Chiusa questa parentesi, procediamo ancora nell’e- ficata dei creditori in una visione privatistica di
same di quella teoria. equipollenza delle due fasi) e questa è la ratio di
Si afferma che «l’uso congiunto (e inedito nel con- una prededuzione ‘‘ai sensi e per gli effetti dell’art.
testo della legge fallimentare) delle due modalità di
aggancio normativo, ragionevolmente assume il se- Note:
guente duplice significato: a) la prededuzione ac- (33) Nigro-Vattermoli, op. cit., 19.
cordata dall’art. 182 quater al finanziatore è quella (34) D’Amora, op. cit., 7.
descritta dall’art. 111 (che indica l’ordine di distri- (35) I periodi tra virgolette in questo paragrafo sono tutti riferibili
buzione delle somme ricavate dalla liquidazione a D’Amora, op. cit., 7 ss.

920 Il Fallimento 8/2013


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Concordato preventivo

111’’, che comporta la definitività della valutazione per gli effetti’’ anziché solo ‘‘ai sensi’’, ossia ‘‘secondo
ex ante non più scrutinabile dal giudice dello stato quanto è disposto dall’art. 111 l.fall.’’ (37).
passivo, cosı̀ raggiungendosi il massimo grado di Non esiste in alcuna disposizione del testo originario
certezza dei rapporti giuridici e di sicurezza per i del codice di procedura civile l’enunciato ‘‘ai sensi e
soggetti che trattano con l’impresa in procedura». per gli effetti’’ cosı̀ come non ricorre mai quell’espres-
Per contro, nel contesto dell’art. 182 quinquies il sione nel testo originario della legge fallimentare del
tribunale esercita «un mero controllo di legittimità 1942 mentre più volte le disposizioni sia del codice
sostanziale in ordine alla attestazione del professio- di procedura che della legge fallimentare contengono
nista, designato dal debitore, sulla funzionalità del l’enunciato ‘‘ai sensi’’ dell’articolo o degli articoli.
finanziamento alla migliore soddisfazione dei credi- È comparso, quell’enunciato, nel codice di procedu-
tori e, dunque, non si determina un necessario vin- ra civile con la novella del 1990 (art. 186 ter).
colo simmetrico nell’eventuale successivo fallimen- Alla stessa conclusione conduce un’indagine sul co-
to: questa la ratio e il senso del riconoscimento di dice civile, ove solo con una novella del 2010
una prededuzione solo ‘‘ai sensi dell’art. 111’’». (strana coincidenza temporale) è stato inserito in
L’art. 182 quinquies, comma primo, disciplinerebbe tre articoli un rinvio operato ‘‘ai sensi e per gli ef-
razionalmente una prededuzione con valenza (neces- fetti’’ (artt. 2343 quater, 2444 e 2443, modificati
saria) solo all’interno della procedura in cui nasce dal D.Lgs. 29 novembre 2010, n. 224).
mentre nel successivo fallimento sarebbe onere del Sembra un rafforzativo - nato nella pratica forense -
creditore provare la concreta funzionalità/utilità per l’enunciato ‘‘ai sensi e per gli effetti’’.
la massa dei creditori, come previsto dalla S.C. (36) Compare nel 1978 nella legge sulle locazioni (art. 9,
e alla stessa conclusione si dovrebbe pervenire quan- comma 4, L. n. 392/1978: «Gli oneri (oneri accesso-
to ai crediti sorti in virtù del nuovo art. 161, comma ri: spese pulizia etc.) di cui al primo comma addebita-
7, applicabile solo nell’ipotesi di pre-concordato. ti dal locatore al conduttore devono intendersi corri-
Qui la ratio della norma andrebbe vista in ciò, che spettivi di prestazioni accessorie a quella di locazione
«l’imprenditore nella fase (anche lunga) di gestazione ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1 a del decreto
ha solo degli obblighi di trasparenza (art. 161, comma del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972 n.
8) e di controllo sugli atti di maggiore impatto econo- 633») mentre in tempi più recenti il legislatore im-
mico (autorizzazioni ex art. 161, comma 7 per gli atti piega l’enunciato ‘‘a norma’’ dell’articolo richiamato.
urgenti di straordinaria amministrazione), ma per il Nella circolare 20 aprile 2001 della Presidenza del
resto è autonomo nella gestione caratteristica dell’im- Consiglio dei Ministri contenente la ‘‘Guida alla
presa essendo il soggetto più idoneo (anzi: l’unico ido- redazione dei testi normativi’’ (38) l’enunciato ‘‘ai
neo) a selezionare le più corrette scelte operative: sensi e per gli effetti’’ è del tutto assente, mentre
può, dunque, liberamente creare preferenze interne al- negli esempi di disposizioni contenenti un rinvio
la eventuale procedura concordataria, che incideran- ad altre norme l’enunciato impiegato è quello del
no sulla confezione finale della proposta potendo ren- legislatore del 1940: ‘‘ai sensi’’.
derla più o meno appetibile per i creditori», ma, nel- Ciò premesso, se fosse vera la regola per la quale l’e-
l’ipotesi di insuccesso della soluzione concordataria «il nunciato ‘‘ai sensi’’ contiene un riferimento descritti-
terzo resta comunque tutelato tramite il riconosci- vo, di uso comune allorché si voglia richiamare la di-
mento del suo credito nello stato passivo del fallimen- sciplina di un istituto mentre l’enunciato ‘‘per gli ef-
to grazie alla stabilità ex art. 67, comma 3, lett. e), fat- fetti’’ avrebbe contenuto operativo indicando lo spa-
ta salva la prova a carico del creditore della concreta zio di efficacia, di operatività che si intende attribuire
funzionalità/utilità per la massa dei creditori». mediante il richiamo, occorrerebbe concludere che

8. La teoria della distinzione Note:


tra prededuzione ‘‘ai sensi’’ e (36) Cfr. Cass. n. 3402 del 2012.
prededuzione ‘‘ai sensi e per gli effetti’’: (37) Cfr. Enciclopedia Treccani.it: «Ai sensi, a senso, conforme
critica a, secondo quanto è disposto da, in frasi del linguaggio forense
e burocr.: ai sensi dell’art. 97 della legge ...; a senso di legge, a
Va innanzitutto respinta l’idea che una distinzione senso o ai sensi del regolamento, ecc.».
tra prededuzione ‘‘forte’’ (nel concordato e anche nel (38) In Supplemento ordinario alla ‘‘Gazzetta Ufficiale’’ n. 101
successivo fallimento) e prededuzione ‘‘debole’’ (ope- del 3 maggio 2001 - Serie generale N. 105. V. anche il Regole e
raccomandazioni per la formulazione tecnica dei testi legislativi
rante solo in ambito concordatario) possa reggersi del Senato della Repubblica, maggio 2001, ricalcato sulla pre-
sulla differenza di enunciati del richiamo ‘‘ai sensi e detta circolare della PDCM.

Il Fallimento 8/2013 921


Opinioni
Concordato preventivo

in tutte le disposizioni (tutte nel testo del 1942) in supposto della domanda (naufragata) di accesso al
cui il legislatore ha operato un richiamo ‘‘ai sensi’’ di concordato, non vi sarebbe ragione di escludere il
una determinata norma, di questa sarebbe stata ri- carattere prededucibile (nel fallimento consecuti-
chiamata la disciplina ma non anche gli effetti. vo) delle obbligazioni assunte in funzione del con-
Cosı̀, ad esempio (ma gli esempi sarebbero tantissi- cordato evoluto in fallimento» (41).
mi) l’art. 127 l.fall., secondo cui i creditori muniti In realtà la soluzione va trovata nel rilievo per il qua-
di diritto di prelazione di cui la proposta di concor- le il disposto del nuovo art. 182 quater l.fall. - che
dato prevede, «ai sensi» dell’articolo 124, terzo sembra limitare la collocabilità in prededuzione delle
comma, la soddisfazione non integrale, sono consi- obbligazioni sorte prima dell’apertura del concordato
derati chirografari per la parte residua del credito, alla sola ipotesi della assunzione di finanziamenti - va
richiamerebbe soltanto la disciplina e non anche letto nel senso che esso ha solamente la funzione di
gli effetti dell’art. 124. escludere qualsiasi giudizio valutativo sulla effettiva
Oppure, l’art. 130 là dove afferma che quando il de- ‘‘funzionalità’’ dei finanziamenti ... concessi all’impre-
creto di omologazione diventa definitivo, ‘‘il curatore sa precedentemente al concordato, laddove ciò risulti
rende conto della gestione ai sensi dell’articolo 116 previsto nella domanda di ammissione e sia disposto
ed il tribunale dichiara chiuso il fallimento’’ andrebbe dal provvedimento giudiziale di apertura della proce-
letto nel senso che è richiamata la disciplina del ren- dura», mentre per le altre obbligazioni preconcordati-
diconto ma non anche gli effetti di cui all’art. 116. zie, diverse da quelle originate da ‘‘finanziamenti’’ (la
L’art. 136 prevede che, accertata la completa esecu- cui prededucibilità risulti ‘‘disposta’’ dal Tribunale),
zione del concordato, il giudice delegato ordina lo la prededuzione non è ovviamente esclusa a priori,
svincolo delle cauzioni e la cancellazione delle ipo- in conseguenza della estraneità all’ambito di applica-
teche e il provvedimento è pubblicato ed affisso ‘‘ai zione di cui all’art. 182 quater l.fall.: ma è subordinata
sensi dell’art. 17’’. Cioè con le stesse modalità ma al giudizio valutativo di effettiva ‘‘funzionalità’’ al-
senza che ne scaturiscano gli stessi effetti. l’ammissione alla procedura, previsto dal (pur sempre
D’altra parte, è sufficiente il richiamo all’uso che applicabile) art. 111, comma 2, l.fall. (42).
nelle sentenze della Corte costituzionale (39) è fat- La prededuzione, dunque, in virtù dell’art. 182 qua-
to - indifferentemente - ora all’una ora all’altra for- ter, comma 2, l.fall. non opera se non per i crediti
mula del rinvio per escludere definitivamente qual- per i quali è stata ‘‘disposta’’ con il decreto di aper-
siasi valore ermeneutico alla distinzione degli enun- tura della procedura di concordato preventivo o di
ciati sopra precisati. omologazione dell’accordo.
Mancando qualsiasi previsione della prededucibilità
9. Profili conclusivi
nel decreto di ammissione ovvero di omologazione
Secondo una parte della dottrina l’opinione per la dell’accordo non può essere ipotizzata alcuna prede-
quale «in mancanza di una effettiva apertura del con- duzione ai sensi della norma ora richiamata e il rap-
cordato mancherebbe la sede nella quale fare valere porto di funzionalità va accertato dal giudice dele-
l’astratto connotato prededucibile delle obbligazioni gato in sede di accertamento del passivo (43).
pur assunte in funzione della stessa, è condivisibile La medesima disciplina è applicabile, ora, anche ai fi-
solo per l’ipotesi nella quale alla mancata presenta- nanziamenti-ponte dei soci mentre per i finanziamen-
zione, o alla mancata ammissione, della domanda di ti in esecuzione la previsione di essi nel piano e nel-
concordato segua la prosecuzione dell’attività dell’im- l’accordo e la successiva omologazione costituiscono
presa (o anche la deliberazione della liquidazione vo- le condizioni affinché siano considerati crediti prede-
lontaria), per la semplice ragione della mancanza di ducibili ai sensi dell’art. 111, comma 2, l.fall. perché
un ‘‘concorso’’ legittimante il soddisfacimento dei cosı̀ qualificati da una specifica disposizione di legge.
creditori sulla base della natura della pretesa anziché
della anteriorità della sua scadenza» (40). Note:
Per contro, qualora all’insuccesso del tentativo di
(39) V. per tutte, Corte cost. n. 43 del 1992.
accesso al concordato facesse seguito «la dichiara-
(40) Bonfatti, Il sostegno, cit., 7 del dattiloscritto.
zione di fallimento (sia pure non in modo automa-
(41) Bonfatti, op. loc. cit.
tico, ma per esempio a seguito della istruttoria con-
(42) Bonfatti, op. cit., 8 del dattiloscritto.
dotta dal Tribunale fallimentare ai sensi dell’art.
(43) Cosı̀, in relazione al credito del professionista per prestazio-
162 l.fall.), come conseguenza di quella stessa situa- ni finalizzate all’apertura della procedura D’Orazio, Nuovi orizzon-
zione di ‘‘crisi’’ addotta dall’imprenditore come pre- ti della prededuzione del professionista nel concordato preventi-
vo, in Giur. mer., 2011, 1304 ss.

922 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza

In itinere:
novità giurisprudenziali
a cura di Massimo Ferro

FALLIMENTO datore e con riguardo a luogo poi recepito dalla particolare


pubblicità della CCIA: anche a riconoscere i liquidatori sotto-
posti a disciplina analoga a quella degli amministratori di
INSINUAZIONE AL PASSIVO ED ABBANDONO S.p.a., con onere dunque di indicazione per la carica del pro-
DELLA DOMANDA
prio domicilio, e gli effetti dell’art. 2448 c.c., si tratterebbe
peraltro sempre e solo di domicilio, cui il terzo potrebbe rife-
Cassazione, Sez. V, 5 luglio 2013, n. 16840 - Pres. Virgi- rirsi esclusivamente in seconda battura, stante la successio-
lio- Est. Crucitti - Serit Sicilia S.p.a. c. Fall. Sicilia Costru- ne preferenziale dei luoghi di cui all’art. 139, che privilegia la
zioni S.r.l. residenza, se non ignota. In difformità da altra decisione
(Cass. n. 22753/2012), la Corte non assume la specialità del-
(legge fallimentare artt. 55, 98; cod. proc. civ. art. 189; l’iscrizione al registro delle imprese come regola valida ai
art. 88 d.P.R. 29 settembre 1973, n. 602) fini della pubblicità, per l’opponibilità delle indicazioni ivi
iscritte (e obbligatorie) ex art. 2193 c.c., tornando alla tesi
Se il concessionario, nel giudizio di insinuazione al passivo, più tradizionale.
rinuncia espressamente ad un credito (per compensi esat-
toriali) e per altri non ripropone la relativa domanda in se-
de di precisazione delle conclusioni, limitando la richiesta
INADEMPIMENTO DEL CONTRATTO PRELIMINARE
a quelli ammessi con riserva ex artt. 88 d.P.R. n. 602 del DI ACQUISTO DI IMMOBILE E INSINUAZIONE
1973 e 55 l.fall., l’interpretazione che il giudice deve fornire AL PASSIVO DEL PROMITTENTE VENDITORE
di tale comportamento processuale conduce a ritenere che
la mancata riproposizione del petitum in quella sede equiva- Cassazione, Sez. I, 26 giugno 2013, n. 16144 - Pres. Vi-
le ad abbandono della domanda. Anche nel giudizio di am- trone - Est. Scaldaferri - B. c. Fall. Lionetti Ruggiero
missione al passivo, assume invero rilevanza la sola volon- (legge fallimentare art. 98; cod. civ. artt. 1454, 1455)
tà espressa della parte, in ossequio al principio dispositi-
vo, con irrilevanza - per converso - della volontà rimasta ine-
La non scarsa importanza dell’inadempimento, ai sensi
spressa (nella specie, relativa a crediti per i quali non pende-
degli art. 1454-1455 c.c., costituisce condizione dell’azione
va ricorso avanti al giudice tributario).
di risoluzione del contratto e perciò, ove non risulti in re
ipsa (cioè coessenziale alle obbligazioni primarie del contrat-
NOTIFICA AL LIQUIDATORE DEL RICORSO-DECRETO to), va dimostrata dalla parte attrice, nella specie i promit-
NELL’ISTRUTTORIA PREFALLIMENTARE: tenti venditori che insinuano il relativo credito. Si tratta in
ogni caso di questione di fatto, la cui valutazione è rimessa
LA RESIDENZA ISCRITTA AL REGISTRO DELLE IMPRESE al prudente apprezzamento del giudice del merito: nella spe-
Cassazione, Sez. I, 6 giugno 2013, n. 14338 - Pres. Vitro- cie, non era stata considerata sufficiente, ai predetti fini, la
ne - Est. Di Virgilio - D.S. c. Fall. Fashion club S.r.l. ed al. condotta del fallito, che non si era presentato avanti al notaio
per il rogito d’acquisto, ma aveva chiesto con telegramma
(legge fallimentare artt. 9, 15, 16, 18; cod. proc. civ. artt. un breve differimento, mentre i promittenti venditori non
139,145; cod. civ. artt. 2193, 2448) avevano nel frattempo ricevuto altre offerte ed avevano atte-
so ben due anni per chiedere la risoluzione contrattuale e la
Ribadita la legittimazione al contraddittorio in capo al li- penale.
quidatore sociale, nel caso di procedimento per la dichiara-
zione di fallimento di società di capitali cancellata dal regi- INEFFICACIA DI ATTO GRATUITO E PAGAMENTO
stro delle imprese, per la validità della relativa notifica non
opera tuttava alcuna presunzione di corrispondenza tra l’indi- DEL DEBITO ALTRUI
cazione di residenza risultante dalla visura camerale e Cassazione, Sez. I, 14 giugno 2013, n. 14995 - Pres. Sal-
quella effettiva, anagraficamente riferibile al predetto legale mé - Est. Mercolino - Fall. Piero Benelli S.r.l. c. Pia Opera
rappresentante. La S.C. ha cosı̀ ritenuto nulla la notifica, per la Propagazione della Fede ed al.
esperita ai sensi degli artt. 145, commi 1 e 139, c.p.c. avve-
nuta nella predetta impropria residenza e con plico ritirato (legge fallimentare artt. 64,67; cod. civ. art. 2901)
dalla madre del liquidatore, non convivente con questi, non
operando alcuna regola di solidarietà tale da imporre l’obbli- L’apprezzamento della gratuità od onerosità della causa
go a carico di quest’ultima di consegna del plico al figlio. Né, del pagamento del debito altrui (nella specie, l’obbligazio-
rilevano i giudici, la risultanza anagrafica risulta smentita da ne personale dell’amministratore della società fallta, estinta
prova contraria di diversa residenza effettiva. In ogni caso, con assegni tratti dai conti di quest’ultima) effettuato dal fal-
nemmeno può essere conferito valore probante, di effica- lito non si fonda sull’esistenza o meno di un rapporto sinal-
cia verso i terzi, alla dichiarazione di indirizzo fatta dal liqui- lagmatico e corrispettivo fra le prestazioni in via astratta, ma

Il Fallimento 8/2013 923


Giurisprudenza

esige la verifica in concreto dell’interesse del solvens, co- la prima volta anche in sede di reclamo ex art. 18 l.fall. e
me emerge dall’entità dell’attribuzione, la durata del rappor- comunque rilevabile altresı̀ d’ufficio.
to, la qualità dei soggetti e la prospettiva di depauperamen-
to, collegato o meno ad un guadagno, anche indiretto ovvero
un risparmio di spesa. L’atto è dunque gratuito quando il CONCORDATO PREVENTIVO
fallito che adempie non trae dall’operazione alcun vantaggio
patrimoniale, recando essa in via esclusiva un beneficio al
debitore. RAPPORTI FRA ISTRUTTORIA PREFALLIMENTARE
E PROCEDIMENTO DI CONCORDATO:
SOCIETÀ CANCELLATA DAL REGISTRO LA SOSPENSIONE
DELLE IMPRESE E SUA LEGITTIMAZIONE ATTIVA QUALE CREDI- Cassazione, Sez. VI, 11 giugno 2013, n. 14684 - Pres. Di
TORE ISTANTE PER IL FALLIMENTO Palma - Est. Cristiano - TME Termomeccanica ecologia
S.p.a. c. Tec termo energia Calabria S.p.a.
Cassazione, Sez. I, 4 luglio 2013, n. 16751 - Pres. Rordorf
- Est. Di Virgilio - D.M. c. Fall. De Mattia (legge fallimentare artt. 15, 160, 161, 162, 168; cod. proc.
civ. artt. 42, 295)
(legge fallimentare artt. 6, 15, 18)
In caso di ammissione del debitore alla procedura di con-
L’avvenuta cancellazione dal registro delle imprese del cordato preventivo (nella specie, anticipata da ricorso per
creditore istante per il fallimento (ed anzi, ancor prima di concordato con riserva, ex art. 161, comma 6, l.fall.) e di
conseguire la provvisoria esecutività del decreto ingiuntivo) contestuale deposito di istanze di fallimento, non essendo
costituisce un limite alla relativa legittimazione, pretesa configurabile una sospensione impropria (della trattazione
dall’art. 6 l.fall.: l’efficacia costitutiva dell’adempimento di delle seconde), appare invece prospettabile una corretta di-
cancellazione determina infatti l’estinzione della società e, chiarazione di improcedibilità, ai sensi dell’art. 168 l.fall.
conseguentemente, il difetto in capo ad essa di ogni capa- La pendenza della procedura di concordato è infatti equipara-
cità di agire. Ne deriva la perdita della idoneità soggettiva a bile, quanto ai suoi effetti, ad un’esecuzione forzata di na-
presentare il ricorso per fallimento del debitore, nemmeno tura collettiva. Né dunque il provvedimento che arresti l’i-
potendo il relativo procedimento iniziare, per mancanza ab struttoria prefallimentare comunque e nel frattempo pro-
origine della legittimazione sostanziale e processuale dell’i- mossa è impugnabile con regolamento di competenza,
stante, ciò integrando un limite dell’azione prospettabile per inammissibile ex art. 295 c.p.c.

924 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

Accertamento del passivo

Rilevabilità d’ufficio del difetto


di data certa in sede
di ammissione dei crediti
Cassazione Civile, Sez. Un., 15 gennaio 2013, n. 4213 - Pres. Preden - Rel. Piccininni - P.M. Apice
(parz. conf.) - Impresa Agricola Vivai F.lli Zanzi S.a.s. c. Fallimento Agricola Sud S.r.l. e altri

Fallimento - Accertamento del passivo - Verifica dei crediti - Libri bollati e vidimati - Prova tra imprenditori - Limiti di ap-
plicabilità al curatore

(legge fallimentare art. 95, cod. civ. artt. 2704 e 2710)

L’art. 2710 c.c., che conferisce efficacia probatoria tra imprenditori, per i rapporti inerenti all’esercizio dell’im-
presa, ai libri regolarmente tenuti, non trova applicazione nei confronti del curatore del fallimento il quale agi-
sca non in via di successione di un rapporto precedentemente facente capo al fallito, ma nella sua funzione di
gestione del patrimonio del medesimo, non potendo egli, in tale sua veste, essere annoverato tra i soggetti
considerati dalla norma in questione, operante soltanto tra imprenditori che assumano la qualità di controparti
nei rapporti d’impresa.

Fallimento - Accertamento del passivo - Verifica dei crediti - Scritture comprovanti il credito - Posizione di terzo del cura-
tore - Conseguenza - Data certa

(legge fallimentare art. 95, cod. civ. artt. 2704 e 2710)

In sede di formazione dello stato passivo il curatore deve considerarsi terzo rispetto al rapporto giuridico po-
sto a base della pretesa creditoria fatta valere con l’istanza di ammissione, conseguendone l’applicabilità della
disposizione contenuta nell’art. 2704 c.c. e la necessità della certezza della data nelle scritture allegate come
prova del credito.

Fallimento - Accertamento del passivo - Verifica dei crediti - Data certa - Rilevabilità d’ufficio - Comunicazione alle parti

(legge fallimentare art. 95, cod. civ. artt. 2704 e 2710)

La mancanza di data certa nelle scritture prodotte dal creditore, che proponga istanza di ammissione al passi-
vo fallimentare, si configura come fatto impeditivo all’accoglimento della domanda ed oggetto di eccezione in
senso lato, in quanto tale rilevabile anche di ufficio dal giudice, e la rilevazione d’ufficio dell’eccezione determi-
na la necessità di disporre la relativa comunicazione alle parti per eventuali osservazioni e richieste e subordi-
na la decisione nel merito all’effettuazione di detto adempimento.

Nel dispositivo, tuttavia, era stato omesso ogni riferi-


La Corte (omissis). mento alla questione concernente l’improponibilità/im-
4. Con i motivi di impugnazione l’Impresa Agricola Vi- procedibilità dei ricorsi, e ciò avrebbe determinato La le-
vai ha rispettivamente denunciato: sione del principio della corrispondenza tra il chiesto ed
1) violazione dell’art. 112 c.p.c. e nullità della sentenza, il pronunciato;
che sarebbe derivata dal fatto che la Corte territoriale, 2) violazione dell’art. 112 c.p.c. e nullità della sentenza,
dopo aver esaminato i due motivi di appello relativi al- poiché il tema giuridico affrontato in primo grado riguar-
l’erroneità della statuizione di improcedibilità del primo dava esclusivamente la proponibilità e la procedibilità
ricorso e di improponibilità del secondo, ha poi deciso la della domanda, sicché il rigetto dell’appello, in quanto
controversia nel merito, rigettando la domanda dell’ap- determinato dall’affermata inapplicabilità dell’art. 2710
pellante. c.c., e dalla riscontrata carenza documentale del credito,

Il Fallimento 8/2013 925


Giurisprudenza
Fallimento

sarebbe stato basato su tema di indagine nuovo, il cui l’Agricola Vivai, il solo profilo al quale la ricorrente at-
esame avrebbe dato causa ad un vizio di ultrapetizione o tribuisce valore in senso contrario, vale a dire la circo-
di extrapetizione; stanza che nel dispositivo non sia stato fatto esplicite ri-
3) violazione dell’art. 2710 c.c., in ragione della stimata chiamo alla ravvisata parziale fondatezza della questione
inidoneità di. fatture di vendita non contestate - per di relativa alla improponibilità ed improcedibilità delle do-
più supportate da bolle di consegna delle merci - a dare mande, risultando implicitamente la statuizione di acco-
prova di un rapporto obbligatorio sorto prima della di- glimento delle censure attinenti ai. profili processuali
chiarazione di fallimento; della sentenza impugnata (peraltro diffusamente trattati
4) violazione dell’art. 2704 c.c., con riferimento all’affer- in motivazione) dal contenuto della pronuncia adottata,
mata irrilevanza dell’attestazione notarile della conformi- avente ad oggetto il merito della controversia.
tà della copia delle fatture prodotte agli originali, in 6. Ad uguali conclusioni di infondatezza deve pervenirsi
quanto successiva alla dichiarazione di fallimento. con riferimento all’ulteriore denuncia di violazione del-
Il giudizio infatti sarebbe errato perché le scritture che si l’art. 112 c.p.c., rappresentata con il secondo motivo di
intendeva opporre al fallimento non sarebbero state cor- ricorso.
rettamente individuabili nelle allegate certificazioni no- La detta violazione sarebbe stata individuabile nel fatto
tarili - come a torto avrebbe ritenuto la Corte territoriale che la questione di diritto prospettata avrebbe riguardato
-, ma sarebbero piuttosto consistite nelle diverse fatture l’improponibilità e l’improcedibilità della domanda di
emesse in relazione alle forniture effettuate, che recava- ammissione al passivo, sicché la decisione della Corte di
no data antecedente alla detta dichiarazione. Appello che aveva rigettato la domanda di ammissione
Quanto poi all’adempimento della prestazione posta a al passivo avrebbe introdotto un tema di indagine nuo-
base della pretesa creditoria, questo sarebbe risultato dal- vo, superando ‘‘i limiti della causa petendi e del petitum
le bolle di accompagnamento, non disconosciute né inerenti la controversia trattata in primo grado ed i limi-
contestate dalla parte debitrice; 5 ) vizio di motivazione, ti, dei motivi di gravame proposti’’, dando cosı̀ causa al
in relazione all’affermazione secondo cui il curatore vizio di ultrapetizione o di extrapetizione della sentenza.
avrebbe avuto possibilità di contestare i crediti in sede Il rilievo è privo di pregio, essendo sufficiente osservare
di formazione del passivo. in proposito che il giudice ha deciso sulla domanda ori-
Tale possibilità, invero, non si sarebbe potuta realizzare ginariamente proposta dalla parte, e non già su questio-
nel caso di specie, atteso che il curatore era rimasto con- ne estranea al dibattito processuale, mentre alla solleci-
tumace in primo grado. Inoltre l’argomentazione svolta tata rimessione della causa al primo giudice sarebbe co-
dalla Corte di appello non sarebbe condivisibile anche munque di ostacolo il disposto degli artt. 353 e 354
per altro verso, vale a dire per il fatto che neppure nel c.p.c., che limita i casi di rinvio a fattispecie incontesta-
successivo giudizio di gravame, cui il fallimento aveva bilmente diverse da quelle in esame.
preso parte, erano state sollevate riserve di sorta al ri- 7. Il terzo ed il quarto motivo di impugnazione devono
guardo. essere esaminati congiuntamente poiché, pur essendo in-
5. Osserva il Collegio che è insussistente la violazione centrati su pretese violazione di due diverse disposizioni
denunciata con il primo motivo di ricorso, non essendo di legge (rispettivamente artt. 2710 e 2704 c.c.), pongo-
ravvisabile l’omissione prospettata. no sostanzialmente una medesima questione, attinente
Ed infatti dall’esame della sentenza impugnata si evince ai limiti entro i quali il regime probatorio concernente
che con i due motivi in cui si articolava l’appello l’Im- scritture private e scritture contabili astrattamente appli-
presa Agricola Vivai, la cui domanda di ammissione al cabile nei confronti di un imprenditore possa poi trovare
passivo del fallimento non era stata accolta per ragioni attuazione, ove sia successivamente intervenuto il suo
processuali (più esattamente per l’improcedibilità di una fallimento, anche nei confronti del curatore.
prima istanza e l’improponibilità di una seconda), aveva 7. a - In proposito osserva il Collegio, per quanto con-
censurato la decisione sostenendone l’erroneità, sia per- cerne il primo articolo sopra citato (art. 2710), che que-
ché il giudice delegato aveva concesso nuovo termine sta Corte ha reiteratamente affrontato la questione rela-
per la notificazione del ricorso introduttivo, sia perché tiva all’efficacia probatoria astrattamente attribuibile ai
comunque l’estinzione dei processo non avrebbe estinto libri bollati, vidimati e regolarmente tenuti nei rapporti
l’azione, sicché non sarebbe venuta meno la possibilità tra imprenditori (C. 11/26216, C. 01/1715, C. 96/3108,
di riproporla nuovamente. C. 95/740, C. 88/2878) e in quelli fatti valere da un im-
La Corte di Appello ha puntualmente preso in esame le prenditore nei confronti del curatore dell’intervenuto
doglianze rappresentate ritenendo fondata una di essa e fallimento (C. 11/10081, C. 06/1543, C. 05/5582, C.
conseguentemente, venuta meno la preclusione proces- 03/17543, C. 99/352, C. 97/4729).
suale che ne aveva impedito la delibazione in primo gra- Focalizzando l’attenzione sul secondo aspetto, esulando
do, è entrata nel merito della controversia per stabilire il primo dall’ambito della presente controversia, si rileva
se, ed eventualmente in quale misura, fosse accoglibile che le richiamate decisioni, conformi nel loro contenu-
la richiesta formulata dal preteso creditore. to, hanno escluso la riferibilità del disposto dell’art.
Deve dunque ritenersi che non è neppure astrattamente 2710 al curatore fallimentare, salvo che egli non fosse
ipotizzabile l’evocato vizio di omessa pronuncia, essendo subentrato nella posizione sostanziale e processuale del
stata data adeguata risposta alla, domanda originaria- fallito, ipotesi incontestabilmente non ricorrente nel ca-
mente formulata. Né rileva, a sostegno dell’assunto del- so di specie.

926 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

Più precisamente la detta esclusione risulta incentrata stione oggetto di giudizio sarebbero quelle di cui alla l.-
sul condivisibile rilievo che il regime probatorio delinea- fall., artt. 44 e 52, che darebbero luogo ad un conflitto
to dal citato art. 2710 opera soltanto fra imprenditori, in giuridico fra i creditori anteriori e quelli posteriori al fal-
relazione a rapporti inerenti all’esercizio dell’impresa. limento; per la composizione del contrasto sorgerebbe
Il curatore certamente non è un imprenditore e dunque, dunque la necessità di accertare la antecedenza del cre-
una volta escluso che la sua posizione sia quella succes- dito azionato all’apertura della procedura concorsuale;
soria in un rapporto già facente capo al fallito, essendo «la norma che sempre dovrà essere tenuta presente per
viceversa a lui attribuibile esclusivamente la funzione di stabilire la detta anteriorità non può che essere quella
semplice gestore del patrimonio di quest’ultimo, ne deri- più rigorosa, vale a dire quella dell’art. 2704 c.c., comma
va automaticamente l’inapplicabilità nei suoi confronti 1».
della disciplina probatoria di cui si lamenta la mancata Pur essendo stati successivamente condivisi, come detto,
attuazione. gli esiti della pronuncia, non sempre ciò è avvenuto per
7. b - Maggiore problematicità presenta invece la que- quanto riguarda il primo aspetto sopra evidenziato, con-
stione relativa alla pretesa violazione dell’art. 2704 c.c., cernente la posizione di terzo del curatore in relazione al
considerato che, come evidenziato nell’ordinanza di ri- conflitto fra creditori, essendo stato segnatamente soste-
messione a queste sezioni unite, sul punto si registrano nuto che tale posizione sarebbe configurabile soltanto
decisioni di diverso tenere. nel caso di conflitto specifico di un diritto azionato da
Più esattamente, dall’esame della dottrina e della giuri- una parte con quelli vantati da altri, per effetto di un
sprudenza formatasi, sul punto si evince che al riguardo negozio rappresentato da una scrittura privata, situazione
si sono manifestati tre indirizzi, vale a dire un primo, che non sarebbe viceversa ravvisabile nel caso di generi-
che attribuisce all’elemento della data certa il valore di co concorso di tutti i creditori (C. 92/9552).
elemento costitutivo del diritto di partecipazione al con- Comunque, indipendentemente da ogni considerazione
corso, in quanto tale con onere di dimostrazione a carico in ordine alla configurabilità di un conflitto giuridico fra
dell’istante; un secondo, che configura la mancanza di creditori antecedenti e successivi al fallimento (per la
data certa come un fatto impeditivo del diritto azionato, cui risoluzione, come detto, sarebbe puntualmente evo-
deducibile esclusivamente dal curatore quale parte con- cabile la disciplina dettata dall’art. 2704), resta il fatto
trointeressata, e quindi suscettibile di ingresso nel pro- del tutto incontestabile che il curatore, il quale non è
cesso esclusivamente a seguito di specifica eccezione di un successore del fallito, non ha preso parte al rapporto
quest’ultimo; un terzo, che facendo derivare dalla detta giuridico posto a base della pretesa creditoria fatta valere
mancanza l’assenza dei fatti costitutivi del diritto aziona- in sede di ammissione, ed è dunque da considerare terzo
to, la qualifica come eccezione in senso lato, per ciò rile- rispetto ad esso. Ne consegue pertanto che, in sede di
vabile di ufficio dal giudice. verifica dei crediti, ai fini della determinazione della da-
7. c - Come considerazione preliminare rileva il Collegio ta di scritture private trova piena applicazione l’art.
che la valutazione in ordine all’applicabilità o meno dei 2704 c.c., comma 1.
disposto dell’art. 2704 c.c. al curatore presuppone l’iden- 8. La conclusione che precede da quindi causa ad una
tificazione della sua qualità, di parte o di terzo, nel rap- seconda questione, vale a dire quella concernente l’indi-
porto controverso, non essendo coincidente per le due viduazione delle modalità attraverso le quali il profilo re-
distinte posizioni La disciplina in tema di prova, atteso lativo alla data certa di una scrittura privata può trovare
che per la prima vale il disposto dell’art. 2702 c.c., men- ingresso nel processo ed essere oggetto di esame da parte
tre per la seconda trova applicazione quello dell’art. del giudice delegato.
2704 c.c. Ciò premesso ritiene il Collegio che, per guan- 8. a - In proposito ritiene il Collegio che non sia condi-
to in passato ampiamente discussa sia in dottrina che in visibile l’orientamento secondo il quale l’elemento della
giurisprudenza (e con esiti non sempre coincidenti) la data certa di una scrittura privata integrerebbe un fatto
questione relativa alla qualificazione - come parte o co- costitutivo del credito.
me terzo - della posizione del curatore, la giurisprudenza Al riguardo occorre innanzitutto precisare che l’art.
di questa Corte, alla quale si intende dare seguito, dopo 2704 è inserito nel libro sesto (tutela dei diritti), titolo
aver superato il contrasto emerso fra le diverse decisioni secondo (delle prove), capo secondo (della prova docu-
adottate in sede di legittimità (C. S.U. 90/8879), si è or- mentale), sezione seconda (della scrittura privata), e re-
mai costantemente attestata nel senso che, ai fini della gola quindi l’efficacia dell’atto senza incidere in alcun
delibazione della domanda di ammissione al passivo del modo sulla sua validità.
fallimento proposta dal creditore, il curatore è da consi- Da tale rilievo (consistente cioè nel fatto che l’atto a so-
derare terzo rispetto agli atti compiuti dal fallito (C. 12/ stegno della richiesta è valido, pur non essendo opponi-
13282, C. 12/9175, C. 12/2299, C. 09/22430, e in epoca bile al terzo) discende pertanto che l’onere probatorio
più remota C. 00/9539, C. 00/1370, C. 98/8143, C. 98/ incombente su creditore istante in sede di ammissione
4551, C. 96/5920, C. 95/2707, C. 95/1110). può ritenersi soddisfatto ove prodotta documentazione
In particolare le argomentazioni svolte per la parte di in- idonea a dimostrare la fondatezza della pretesa formulata,
teresse nella citata sentenza n. 8879, sulla cui base si è mentre l’eventuale mancanza di data certa nella detta
poi consolidata la giurisprudenza sopra richiamata, pos- documentazione costituisce un semplice fatto impeditivo
sono essere molto sinteticamente cosı̀ rappresentate: le del riconoscimento del diritto fatto valere.
norme da considerare ai fini della delibazione della que- Non ignora il Collegio la diversità di opinioni espresse

Il Fallimento 8/2013 927


Giurisprudenza
Fallimento

sul punto, sia in campo dottrinario che giurisprudenziale, esclusiva in merito) comporta pertanto che l’eccezione
ma ritiene tuttavia che nessuno degli argomenti svolti al oggetto di esame non può essere annoverata fra quelle
riguardo possa indurre a conclusioni difformi, e ciò tanto catalogate in senso stretto.
più ove si consideri che oltre a profilo sopra prospettato 10. La carenza di data certa va dunque considerata come
(e cioè la validità dell’atto, che risulta soltanto inoppo- fatto impeditivo oggetto di eccezione in senso lato.
nibile al terzo), ve ne sono altri che inducono alla mede- In particolare la l.fall., art. 95, comma 3, dispone che al-
sima conclusione. l’udienza fissata per l’esame dello stato passivo il giudice
Ed infatti, se è del tutto condivisibile il richiamo alla l.- decide sulle domande sulla base delle relative conclusio-
fall., artt. 44 e 52, ai fini della delibazione delle istanze ni «ed avuto riguardo alle eccezioni dei curatore, ai quel-
di ammissione ai passivo, ciò non comporta che per que- le rilevabili di ufficio ed a quelle formulate dagli altri in-
sto solo fatuo debba mutare il regime probatorio conse- teressati».
guente all’atto originariamente posto in essere, atteso È quindi espressamente attribuito al giudice delegato il
che l’art. 2704 non risulta richiamato da alcuna disposi- potere- dovere di sollevare le eccezioni rilevabili di uffi-
zione della legge fallimentare; l’eventuale mutamento di cio, potere-dovere che peraltro, anche in assenza di
regime cui si è fatto cenno determinerebbe una non ra- espresso dato normativo, sarebbe comunque desumibile
gionevole incidenza negativa sulla parte creditrice, che dai principi già affermati da questa Corte in tema di am-
oltre a non potersi avvalere del disposto di cui all’art. pliamento del rilievo di ufficio della nullità, pure in pre-
2702 c.c., si troverebbe senza colpa nella pregiudizievole senza di azione di risoluzione (C. 12/14828).
situazione di dover dare dimostrazione dell’antecedenza 10. a) Deve dunque concludersi che, ferma restando la
del proprio credito al fallimento; la necessità di precosti- necessità che il dato risulti dagli atti, ove ciò si verifichi
tuirsi una prova idonea a dare dimostrazione di una pre- il giudice delegato ben può sollevare il rilievo di ufficio
tesa creditoria eventualmente successivamente maturata dell’eccezione in senso lato e quindi, per quel che inte-
si pone in contrasto con la peculiare natura dei rapporti ressa, anche quello concernente la mancanza di data cer-
commerciali, che ha indetto il legislatore a prevedere ta della scrittura privata prodotta (C. 11/24432, C. 10/
semplificazioni probatorie (artt. 2709 e 2710 c.c.), pro- 22711, C. 10/21251, C. 07/7739).
prio al fine di favorire le relazioni commerciali e di age- Nel caso di specie, tuttavia, la ricorrente con i motivi di
volare le definizioni delle relative transazioni; doglianza oggetto di esame ha contestato la correttezza
la distribuzione dell’onere della prova nell’ambito dei ge- della sentenza impugnata, anche per il silenzio del cura-
nerali principi esistenti deve tener conto anche del prin- tore sul punto relativo all’opponibilità della documenta-
cipio della disponibilità dei mezzi di prova, che induce a zione allegata dal creditore istante, con riferimento alla
privilegiare interpretazioni della legge che non rendano certezza della data.
impossibile o troppo difficile il diritto di azione costitu- In proposito non sembra potersi dubitare della circostan-
zionalmente garantito (C. 12/6008, C. 09/15406, C. 09/ za che, se il giudice delegato nel delibare la posizione
10744), eccessiva difficoltà, se non impossibilità, che si creditoria dell’istante può (anzi deve) incontestabilmen-
determinerebbe nel caso in cui si volesse imporre al cre- te rilevare la presenza di un’eccezione in senso lato osta-
ditore che formula istanza di ammissione al passivo l’o- tiva al riconoscimento del credito, egli non può tuttavia
nere di dimostrare l’anteriorità del credito all’apertura disporre al riguardo senza una preventiva instaurazione
della procedura concorsuale. del contraddittorio fra le parti sul punto.
9. La configurazione della mancanza di data certa come Depongono in tal senso sia l’art. 183 c.p.c. (nella parte
fatto impeditivo dell’accoglimento della pretesa credito- in cui dispone che il giudice indica le questioni rilevabili
ria formulata pone poi l’ulteriore questione se la deduzio- di ufficio delle quali ritiene opportuna la trattazione), sia
ne del detto fatto debba essere o meno oggetto di ecce- (soprattutto) l’art. 101 c.p.c., comma 2, (che impone al
zione in senso stretto, che in quanto tale potrebbe essere giudice di assegnare alle parti un termine per memorie,
sollevata soltanto dalla parte, nella specie identificabile ove ravvisata una questione rilevabile di ufficio poten-
nel curatore. zialmente incidente sulla decisione), disposizioni che,
Ad avviso del Collegio la detta questione va risolta in pur dettate nell’ambito del codice di rito - e quindi de-
senso negativo. stinate a regolamentare moduli procedimentali diversi
Al riguardo va osservato che questa Corte ha reiterata- da quelli adottati in occasione della verificazione del
mente (e ormai costantemente) enunciato il principio, passivo -, sono espressione del generale e costituzionaliz-
condiviso dal Collegio, secondo cui l’eccezione in senso zato principio del rispetto del contraddittorio (art. 111
stretto, che si sostanzia in un controdiritto contrapposto Cost.), in quanto tale applicabile anche in sedie di veri-
al fatto costitutivo invocato dall’attore e la cui rilevazio- fica.
ne è subordinata alla espressa manifestazione di volontà 11. La Corte di Appello avrebbe quindi dovuto certa-
della parte che vi abbia interesse, ha carattere ecceziona- mente sollecitare l’attenzione delle parti sull’esistenza di
le, essendo limitata alle ipotesi in cui la legge riserva la un fatto potenzialmente preclusivo all’ammissione de
relativa iniziativa esclusivamente all’interessato (C. 09/ credito. La detta omissione, però, non vale a determina-
24680, C. 07/14581, C. 05/15661, C. 01/226, C. 98/ re l’accoglimento del ricorso, tenuto conto che non è
6272, C. 98/1099). stata sollevata censura sotto tale aspetto. Ed infatti, la
Il silenzio normativo sul punto (la l.fall., art. 95, comma doglianza è stata sostanzialmente rappresentata sotto un
1, non attribuisce infatti al curatore alcun potere di triplice riflesso: a) il credito vantato sarebbe risultato

928 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

dalle fatture e bolle prodotte; b) la Corte territoriale audizione delle parti sul detto punto, ogni ulteriore pro-
avrebbe male interpretato la certificazione notarile di filo di doglianza resta assorbito.
conformità della fatture allegate agli originali; c) le bolle 12. Ad identiche conclusioni di assorbimento deve infi-
di accompagnamento dela mercè asseritamente fornita ne pervenirsi per quanto concerne il quinto motivo di
non sarebbero state né disconosciute né contestate dal impugnazione (il curatore in realtà non avrebbe avuto la
debitore. possibilità di contestare i crediti in sede di formazione
Tuttavia, sui diversi punti considerati va osservato: sub del passivo), essendo irrilevante il preteso vizio di moti-
a), che il rigetto dell’istanza non risulta imputabile all’o- vazione su un punto comunque non incidente sulla deci-
messa considerazione di bolle e fatture, ma al fatto del sione, che come detto risulta incentrata su un aspetto
tutto diverso che le stesse fossero prive di data certa; sub completamente diverso, quale quello della riscontrata as-
b), che l’irrilevanza della certificazione notarile è stata senza di data certa nella documentazione prodotta a so-
affermata dalla Corte di appello con riferimento al fatto stegno della pretesa creditoria formulata.
In conclusione il ricorso deve essere rigettato con l’enun-
che la data dell’attestazione sarebbe successiva alla di-
ciazione del seguente principio di diritto: «Nei confronti
chiarazione di fallimento (circostanza dalla quale discen-
dei creditore che proponga istanza di ammissione al passi-
derebbe la relativa inopponibilità al fallimento), affer-
vo del fallimento, in ragione di un suo preteso credito, il
mazione non contestata in punto di fatto ed in armonia curatore è terzo e non parte, circostanza da cui discende
con la corretta ragione posta a base della decisione; sub l’applicabilità dei limiti probatori indicati, dall’art. 2704
c) che, indipendentemente; da ogni rilievo in ordine al- c.c. La mancanza di data certa nelle scritturo prodotte si
l’applicabilità al caso di specie della disciplina dettata - configura come fatto impeditivo all’accoglimento della
dall’art. 115 c.p.c., in tema di disponibilità delle prove, domanda oggetto di eccezione in senso lato, in quanto ta-
la cui evocazione non appare in sintonia con la peculia- le rilevabile anche di ufficio dal giudice.
rità del procedimento di verifica dei crediti e con la qua- La rilevazione di ufficio dell’eccezione determina la ne-
lità soltanto di parte processuale attribuita al curatore, la cessità di disporre la relativa comunicazione alle parti
decisione della Corte di appello risulta incentrata sull’as- per eventuali osservazioni e richieste e subordina la deci-
senza di data certa della documentazione prodotta dal sione nel merito all’effettuazione del detto adempimen-
creditore sicché, mancando la censura sulla violazione to».
del contraddittorio sotto l’aspetto dell’omessa preventiva (omissis).

Ammissione al passivo e prova del credito: le Sezioni Unite


individuano la natura dell’eccezione di difetto di data certa
di Paolo Bosticco (*)

La pronunzia a Sezioni Unite della Suprema Corte, nel confermare la terzietà del curatore e la conseguente
inopponibilità alla procedura concorsuale di scritture contabili e di documenti contrattuali di cui non sia pro-
vata l’anteriorità al fallimento, sembra voler porre fine ad alcune incertezze in merito alla ammissione al pas-
sivo di crediti fondati su scritture prive di data certa, sancendo che tale carenza può essere ravvisata anche
dal Giudice, non trattandosi di eccezione in senso stretto e non essendo pertanto necessaria una rilevabilità
da parte della curatela.

1. Le due statuizioni principali contenute che vede l’organo concorsuale agire non come me-
nella pronunzia della Suprema Corte ro ‘‘successore’’ dell’imprenditore, ma nell’interesse
- per certi versi confliggente - della massa dei credi-
La sentenza delle Sezioni Unite in commento si
tori, deriva anzitutto la conferma della inapplicabi-
sofferma principalmente su due questioni di parti- lità al curatore della disciplina dell’art. 2710 c.c.
colare rilevanza nell’ambito della gestione della che attribuisce rilevanza probatoria, nei rapporti tra
procedura fallimentare, confermando di fatto su en- imprese, alle risultanze delle scritture contabili, le
trambe gli orientamenti che già erano emersi in quali non possono, dunque, assurgere di per sé a
passato come maggioritari, cui peraltro viene cosı̀ prova ai fini dell’ammissione del credito.
attribuita una ulteriore patente di autorevolezza. Più delicato è il secondo aspetto: sempre muovendo
Un primo profilo concerne più in generale la posi-
zione che assume il curatore rispetto al creditore Note:
che chiede di essere ammesso al passivo. (*) Il contributo è stato sottoposto, in forma anonima, alla valuta-
Dalla ribadita terzietà del curatore in tale attività, zione di un referee.

Il Fallimento 8/2013 929


Giurisprudenza
Fallimento

dal principio di terzietà del curatore - e quindi dalla suo tempo fu già evidenziato sotto la legge fallimen-
applicabilità a favore dell’organo concorsuale del tare previgente, secondo il quale esiste un vero e
disposto dell’art. 2704 c.c. - la Suprema Corte riba- proprio conflitto virtuale tra il creditore che vuole
disce l’inopponibilità delle scritture private prive di partecipare al concorso e gli altri creditori che non
data certa anteriore alla procedura, soffermandosi, intendono ottenere un minor soddisfo per la parte-
peraltro sul tema più controverso, ovvero sulla na- cipazione ai riparti di chi non dimostri di essere in
tura o meno di eccezione della contestazione della effetti creditore concorsuale (5).
carenza di prova della data certa delle scritture pro- Il curatore non sarà, invece, terzo quando agisca
dotte dalla controparte del fallimento nonché sulla per l’accertamento di un credito dell’impresa fallita
rilevabilità o meno ex officio dell’inopponibilità. ed in genere quando eserciti un’azione che si possa
Le Sezioni Unite danno risposta positiva ad en- ritenere già ricompresa nel patrimonio del fallito e
trambi questi quesiti: la pronunzia in commento, cui questi era legittimato (6).
per un verso, esclude che la prova della data certa
debba essere data dal creditore istante come ele- 3. Posizione del curatore ed irrilevanza
mento costitutivo del diritto invocato, trattandosi probatoria delle scritture contabili
invece di fatto impeditivo della ammissione del cre-
dito e quindi di una eccezione. Di contro, peraltro, La terzietà del curatore, rectius la sua alienità rispet-
i giudici di legittimità riconducono la contestazione to alla posizione del soggetto fallito comporta, anzi-
del difetto di data certa ad una eccezione, non ri- tutto, l’inapplicabilità all’ufficio concorsuale delle
compresa in quel novero di eccezioni in senso stret- norme che agevolano la prova dei diritti nei rap-
to - che la Corte ritiene tassativamente limitato al- porti tra imprenditori, ed in particolare dell’art.
le ipotesi normativamente previste in forma espres- 2710 c.c. che sancisce la rilevanza probatoria delle
sa - che possono essere esaminate dal Giudice solo scritture contabili: non essendo assimilabile al falli-
se sollevate dalla parte interessata a farle valere. to, infatti, il curatore non assume la qualifica di im-

2. Il principio di terzietà del curatore Note:

La decisione delle Sezione Unite, dunque, prende (1) Cass., Sez. VI, 19 dicembre 2012, n. 23478, in sito Plurisonli-
ne; Cass., Sez. I, 28 febbraio 2007, n. 4770, in Foro It. Mass.,
le mosse da una statuizione generale ormai presso- 2007, 391; Cass., Sez. I, 30 gennaio 1995, n. 1110, in questa Ri-
ché incontestata, che riconduce la posizione del cu- vista, 1995, 927.
ratore a quella di un terzo ogni volta che l’organo (2) Cass., Sez. III, 18 dicembre 2012, n. 23318, in sito Plurisonli-
ne, in tema di inopponibilità della quietanza che il curatore assu-
concorsuale non agisca sostituendosi di fatto al fal- ma simulata; Cass., Sez. I, 11 giugno 2009, n. 13568, in questa
lito, bensı̀ eserciti le proprie prerogative nell’inte- Rivista, 2010, 244; Cass., Sez. I, 5 luglio 2007, n. 15225, in que-
resse dei creditori (1). sta Rivista, 2008, 155; Cass., Sez. I, 15 gennaio 2003, n. 520, in
questa Rivista, 2004, 633.
Varie sono le situazioni in cui il curatore assume
(3) Cfr. Cass., Sez., 28 gennaio 2008, n. 1759, in questa Rivista,
una posizione processuale di terzietà; il principio è 2008, 605; Cass., Sez. I, 6 settembre 2006, n. 19136, in Giust.
stato affermato, in particolare: civ., 2007, I, 420.
a) in relazione alle domande di revocatoria, trattan- (4) Pur se sul punto la giurisprudenza è da sempre pressoché
dosi di azione prettamente concorsuale che non sa- unanime (si vedano per tutte Cass., Sez. I, 22 novembre 2007,
n. 24320, in Foro It. Mass., 2007, 1958; Cass., Sez. I, 9 maggio
rebbe stata esercitabile dal fallito (2) 2001, n. 6465, in Dir. Fall., 2001, II, 667; Cass., Sez. I, 6 maggio
b) allorché il curatore contesta la simulazione di at- 1998, n. 4551, in questa Rivista, 1999, 375; Cass., Sez. I, 26
giugno 1996, n. 5920, in questa Rivista, 1997, 151), si deve ri-
ti compiuti dal fallito, agendo cosı̀ a tutela della scontrare in tempi più risalenti qualche pronunzia in senso oppo-
massa dei creditori lesi dall’atto simulato, ovvero se sto: in particolare, con due sentenze coeve (Cass., Sez. I, 13
si tenti di opporre alla curatela la natura simulata agosto 1992, n. 9552, in Giur. Comm., 1993, II, 360, Cass., Sez.
I, 23 aprile 1992, n. 4904, in Foro It., 1993, I, 2658) la Suprema
di talune pattuizioni (3) Corte, argomentando dal rilievo che nella verifica dei crediti il
c) ed appunto, nell’ambito della verifica dello stato curatore è ausiliare del Giudice e non rappresentante dei credi-
tori, è giunta ad escluderne la terzietà ed a ritenere quindi non
passivo, nella quale il curatore ‘‘difende’’ il diritto necessaria la datazione certa delle scritture prodotte.
dei creditori a che partecipino al concorso ed indi (5) Cosı̀ argomentavano, già in passato, Cass., Sez. I, 6 maggio
ai riparti solo i soggetti i quali effettivamente vanti- 1998, n. 4551, in questa Rivista, 1999, 375 e Cass., Sez. I, 17
no un credito verso il fallito anteriore all’avvio del- giugno 1995, n. 6863, in Dir. Fall., 1996, II, 33; v. anche F. D’A-
quino, L’opponibilità al passivo delle scritture non cerziorate, in
la procedura (4). questa Rivista, 2006, 662.
La posizione di terzo del curatore in quest’ultima si- (6) Cass., Sez. I, 9 gennaio 2013, n. 321 e Cass., Sez. I, 19 di-
tuazione pare evidente se si muove dal rilievo che a cembre 2012, n. 23429, entrambe in sito Ilforoitaliano.

930 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

prenditore e quindi la contabilità della controparte soché decisiva solo quando si tratti di provare un
negoziale non assume l’efficacia probatoria prevista accordo per il quale è prevista ad substantiam ovve-
da quella norma (7) e non può neppure essere in- ro ad probationem la forma scritta, poiché in tal caso
vocata per dimostrare l’anteriorità al fallimento del non sarà ammesso provare per testi l’accordo (15),
titolo in forza del quale il creditore chieda l’ammis-
sione al passivo (8).
Note:
Il principio ha trovato, tra l’altro, ampia applicazio-
(7) Cfr. Cass., Sez. I, 9 maggio 2011, n. 10081, in questa Rivi-
ne nelle cause di revocatoria contro istituti di cre- sta, 2012, 234; Cass., Sez. I, 15 marzo 2005, n. 5582, ivi, 2005,
dito, in relazione alla inopponibilità degli affida- 1243; la limitazione vale anche per gli estratti di saldaconto degli
menti provati con la mera produzione dell’estratto istituti di credito (Cass., 25 settembre 2009, n. 20656, in Foro It.
Mass., 2009, 1177); v. anche C. Ferri, Le eccezioni e le prove,
del libro fidi, anziché dal documento contrattuale in questa Rivista, 2011, 1072; ovviamente, il principio non vale
bilaterale avente data certa (9). quando sia il curatore a valersi delle scritture che contengano
elementi favorevoli alla controparte (App. Torino, 19 marzo
Il principio di terzietà del curatore trova altresı̀ ap- 2007, ivi, 2007, 807).
plicazione al fine di sancire l’inopponibilità al falli- (8) Il che non toglie, di contro, che l’anteriorità del credito possa
mento della riserva di proprietà che non risulti da essere provata anche prescindendo dalle scritture contabili;
scrittura antecedente all’apertura del concorso (10) Cass., Sez. VI, 6 giugno 2012, n. 9175, in questa Rivista, 2013,
368, in tal senso, ha ritenuto dimostrabile il credito e la sua an-
ovvero delle cessioni di credito non notificate con teriorità al fallimento anche se le relative fatture non risultavano
data certa anteriore al fallimento (11) ed in genere registrate in contabilità.
ai fini dell’applicazione del regime di opponibilità (9) In tal senso, da ultimo: Cass., Sez. I, 20 giugno 2011, n.
alla procedura di atti traslativi e della loro efficacia 13445, in questa Rivista, 2012, 353.
rispetto al pignoramento generale, cui viene a tal fi- (10) Cfr., per tutte, Cass., Sez. I, 19 febbraio 2010, n. 3990, in
questa Rivista, 2010, 1211.
ne equiparato il fallimento (12).
(11) Da ultimo: Trib Milano, 17 febbraio 2012, in sito Plurisonli-
Qui, pervero, il principio di terzietà si coniuga con ne;
un altro caposaldo della disciplina concorsuale che (12) Cfr. Cass., Sez. I, 20 luglio 2007, n. 16158, in questa Rivi-
deriva dall’applicazione dell’art. 45 l.fall. e, se si sta, 2008, 298; all’art. 45 l.fall. fanno riferimento per giungere a
configurare data certa come elemento costitutivo del diritto a
vuole, dal principio che si evince anche dall’art. 44 partecipare al concorso B. Quatraro-F. Dimundo, I poteri-doveri
l.fall. (13): in forza della prima norma sopra richia- del curatore nel procedimento di formazione del progetto di sta-
mata, al fallimento sono inopponibili tutte le for- to passivo, in S. Ambrosini (a cura di), Le nuove procedure con-
corsuali, Bologna, 2008, 196.
malità idonee a rendere efficaci nei riguardi dei cre-
(13) Si veda l’analisi di F. D’Aquino, L’opponibilità al passivo del-
ditori gli atti compiuti anteriormente al fallimento le scritture, cit., 664. All’art. 44 l.fall. fanno riferimento Cass.,
e, si può aggiungere - invocando a contrariis l’art. Sez. VI, 8 novembre 2010, n. 22711, in questa Rivista, 2011,
44 l.fall. - poiché sono inefficaci nei confronti della 679 ed in passato Cass., Sez. Un., 28 agosto 1990, n. 8879, in
questa Rivista, 1990, 1225, al fine di escludere l’ammissione di
massa dei creditori tutti gli atti che siano compiuti crediti portati da scritture o titoli di credito privi di data certa op-
in data successiva al fallimento, in tale categoria ponibile ex art. 2704 c.c. in quanto anteriore al fallimento.
rientrano anche gli atti che non risultano avere da- (14) Cfr. G. Bozza, Commento all’art. 95 l.f., in A. Iorio-M. Fabia-
ni (a cura di), Il nuovo diritto fallimentare, Bologna, 2006, 1432.
ta certa anteriore; pertanto, in applicazione dell’art. Per acquisire la prova della anteriorità dell’accordo, il giudice
2914, n. 2 c.c. si esclude che possano essere efficaci può valutare qualsiasi fatto - anche diverso da quelli tipizzati dal-
nei confronti del fallimento le cessioni di cui non l’art. 2704 c.c. (registrazione, morte o incapacità fisica del sotto-
scrittore, riproduzione in atto con autentica notarie) non riferibile
sia cerziorata l’anteriorità al fallimento e comunque alla sola sfera del creditore istante - che abbia natura oggettiva
gli atti la cui opponibilità postula il compimento di (Cass., Sez. VI, 16 febbraio 2012, n. 2299, in questa Rivista,
2012, 1476; Cass., Sez. I, 1 aprile 2009, in questa Rivista, 2009,
determinate formalità. 1479), efficacia in tal senso attribuita anche alla timbratura po-
stale apposta direttamente sul foglio unico in cui è redatta la
4. L’art. 2704 c.c. ed il requisito della data scrittura (Cass., Sez. I, 28 maggio 8438, in Foro It. Mass., 2012,
436) ma non, ad esempio, alla mera riproduzione di una scrittura
certa ai fini dell’opponibilità del credito in seno ad un atto di citazione, che costituisce atto della parte
(Cass., Sez. I, 19 novembre 2009, n. 24414, in Foro It. Mass.,
In relazione alla rilevanza della dimostrabilità della 2009, 1433); per una casistica delle modalità con le quali può
anteriorità di un atto all’apertura del concorso, la essere attribuita data certa alle scritture, v. F. D’Aquino, L’oppo-
terzietà del curatore comporta ancor più in generale nibilità al passivo delle scritture, cit., 664 ss.
l’applicabilità dell’art. 2704 c.c., in forza del quale (15) Sarebbe, infatti, un errore escludere l’opponibilità del credi-
to derivante da accordi che non postulano la prova scritta che
al terzo non possono essere opposte scritture private vengano provati per testi (arg. da Cass., Sez. I, 25 febbraio
di cui non si fornisca la prova avente data certa 2011, n. 4705, in Foro It. Mass., 2011, 180, in tema di prova del
dell’anteriorità della scrittura alla sentenza di falli- mandato professionale in fattispecie anteriore alla entrata in vi-
gore del ‘‘decreto Bersani’’). In tal senso, Cass. civ., Sez. I, 2 di-
mento (14). Limitazione che assume rilevanza pres- (segue)

Il Fallimento 8/2013 931


Giurisprudenza
Fallimento

senza che peraltro sia preclusa, ad esempio, la prova mente’’ al concorso, con un mutamento di prospet-
per presunzioni (16). Quando, peraltro, sia prodot- tiva che tutto sommato può giustificare la diversa e
to una scrittura, la prova della sua anteriorità potrà più rigorosa disciplina rispetto alla disciplina della
essere anche fornita per testi (17). prova nei rapporti tra soggetti in bonis (19).
Nell’ambito della verifica dello stato passivo ciò Proprio sull’assunto che l’anteriorità certa del titolo
comporta, appunto, che la pretesa del creditore di di pretesa costituisce una ‘‘qualità’’ del credito che
veder ammesso un credito fondato su una scrittura deve essere provata da colui che agisce e quindi dal
privata debba essere supportata dalla prova della creditore nell’ambito della verifica, si fondava una
anteriorità di detta scrittura al fallimento (18). corrente che giungeva in tal modo a sancire evi-
Sul punto, peraltro, la pronunzia in commento for- dentemente che il Giudice delegato può rilevare
mula una ulteriore precisazione importante: i giudi- anche ex officio la mancanza dei presupposti per il
ci di legittimità, infatti, ritengono che l’assenza di riconoscimento del diritto (20).
data certa costituisca solo un fatto impeditivo del
riconoscimento del credito, e non piuttosto un ele- Note:
mento costitutivo del diritto stesso. (segue nota 15)
Osserva, in tal senso, la Suprema Corte che la san-
cembre 2011, n. 25872, in questa Rivista, 2012, 1002 ha ritenu-
zione dell’inopponibilità del credito per difetto di to di per sé fondata l’opposizione con la quale il creditore, esclu-
data certa è specificamente limitata ai rapporti con so per non aver fornito la prova scritta del diritto, offriva di pro-
soggetti terzi e circoscritta nell’ambito delle proce- vare per testi il rapporto (di lavoro, in quel caso) contestato.
dure concorsuali, laddove nei rapporti ordinari non (16) Limitazione da cui nasce, in particolare, la corrente giuri-
sprudenziale che ammette gli istituti bancari a provare l’esisten-
esiste alcuna norma che imponga al contraente di za del fido. In particolare, va segnalato che, come precisa Cass.,
munirsi di prova avente data certa, né tale carenza Sez. I, 18 marzo 2002, n. 3024, in Nuova Giur.Civ.Comm., 2003,
I, 459, l’inopponibilità ex art. 2704 c.c. opera solo se ne vengo-
può nuocere al creditore che intenda far valere i no invocati gli effetti negoziali, non se essa viene posta come
propri diritti nei confronti del debitore in bonis. semplice fatto storico, che si può provare con ogni mezzo.
Semmai, per i negozi giuridici a forma vincolata ad (17) Come precisa Cass. civ., Sez. III, 3 agosto 2012, n. 13943,
substantiam o ad probationem, il creditore che inten- in Foro It. Mass., 2012, 633, peraltro, la prova per testi deve es-
sere idonea ad attestare con certezza la datazione, non essendo
da agire contro il debitore dovrà provare il diritto bastevole una mera prova indiziaria.
in forma scritta e non potrà provarla per testi nei (18) Il principio viene affermato costantemente dalla giurispru-
casi in cui tale prova è esclusa (come, ad esempio, denza più recente: Cass., Sez. I, 26 luglio 2012, n. 13282, in Fo-
per dedurre la natura simulata di patti intercorsi tra ro It. Mass., 2012, 607; Cass., Sez. I, 24 ottobre 2012, n.
18192, in questa Rivista, 2012, 1407; Cass., Sez. VI, 8 novem-
le parti in causa), ma la data certa non rientra tra i bre 2010, n. 22711, ivi, 2011, 679; tra le sentenze di merito:
presupposti di validità, né tra gli elementi indispen- Trib. Milano, 7 maggio 2007, ivi, 2008, 244; Trib. Milano, 9 otto-
sabili ai fini della prova del diritto, bensı̀ la sua ca- bre 2006, ivi, 2007, 844. In dottrina sulla terzietá del curatore e
sull’applicazione conseguente dell’art. 2704 c.c.: I. Pagni, La for-
renza rende semplicemente inopponibile - a deter- mazione dello stato passivo: ruolo di curatore e giudice delega-
minati terzi ed in situazioni particolari - la scrittura to, in A. Iorio-M. Fabiani (a cura di), Il nuovo diritto fallimentare.
Novità ed esperienze applicative a cinque anni dalla riforma, Bo-
che venga prodotta ai fini del riconoscimento del logna, 2010, 348; G.M. Militerni, Inopponibilità al fallimento dei
diritto. documenti privi di data certa e rilevanza del documento come
Si tratterebbe, quindi, di una situazione simile a semplice fatto storico, in Nuova Giur. Civ. Comm., 2003, I, 461;
G. Greco, Il curatore fallimentare: natura e veste di terzo nel ca-
quella che contraddistingue le azioni revocatorie: so di cui all’art. 2704 c.c., in Dir. Fall., 1995, II, 437; T. Di Marcel-
l’atto revocato è solo inefficace nei confronti della lo, Problemi di data certa nel fallimento, in Banca, borsa, 2005,
massa dei creditori, ma resta pienamente valido tra II, 202.
le parti. Da tale ragionamento la Suprema Corte (19) M. Fabiani, La formazione dello stato passivo: i principi e la
domanda, in A. Iorio-M. Fabiani (a cura di), Il nuovo diritto falli-
trae spunto per respingere la tesi - più favorevole al mentare. Novità ed esperienze applicative a cinque anni dalla ri-
fallimento - secondo la quale la produzione di una forma, Bologna, 2010, 329 osserva, in tal senso, che oggetto
scrittura priva di data certa implica una carenza di del procedimento di verifica non è il diritto di credito - tant’è che
il fallito non è parte necessaria - bensı̀ il diritto a partecipare al
prova addebitabile al creditore istante. concorso, ed è a tale pretesa che va ricondotta la condizione
Per la verità, sul punto qualche dubbio potrebbe es- dell’anterioritá del credito all’apertura del concorso.
sere sollevato: la tesi che impone al creditore istan- (20) La rilevanza costitutiva della certezza della data del titolo ai
fini dell’ammissione di un credito è sostenuta da Cass., Sez. I,
te l’onere di provare il suo diritto con data certa si 14 ottobre 2010, n. 21251, in questa Rivista, 2011, 681, con no-
fonda sulla peculiarità della pretesa avanzata nel- ta di E. Staunovo Polacco, la quale anzi ritiene che l’anteriorità
l’ambito del procedimento di verifica del passivo, del titolo genetico del credito, «costituendo elemento costituti-
vo del diritto di partecipare al concorso», debba essere allegata
che non è il mero accertamento del credito, bensı̀ e provata dal creditore pur se il curatore resti contumace nel
l’accertamento del diritto a partecipare ‘‘efficace- (segue)

932 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

5. Natura dell’eccezione di difetto di data non potrebbe respingere la domanda del creditore,
certa e rilevabilità d’ufficio non essendovi contestazione (26).
D’alto canto, se si muove dal principio accolto dal-
la Suprerma Corte e se, quindi, si vuole escludere Note:
che sia onere del creditore di dare prova del diritto (segue nota 20)
con la produzione di documenti aventi data certa, procedimento di verifica; conf. Cass. civ., Sez. VI, 8 novembre
resta da verificare quando la carenza di tale requisi- 2010, n. 22711, in Foro It., 2011, I, 1, 67; Trib. Roma 21 novem-
bre 2005, in Dir.Fall., 2006, II, 720; in senso contrario G. Costan-
to impedisce l’ammissione del credito al passivo. tino, La data certa del credito nell’accertamento del passivo:
È noto, infatti, che la riforma concorsuale ha pro- «della corte il fin è la meraviglia», in Foro It., 2011, I, 74; v. an-
fondamente innovato il procedimento disciplinato che B. Quatraro–F. Dimundo, La verifica dei crediti nelle proce-
dure concorsuali, Milano, 2011, 83 s.; F. D’Aquino, L’opponibili-
dagli artt. 93 ss. l.fall. che è oggi divenuto a tutti tà al passivo delle scritture, cit., 665.
gli effetti un vero e proprio processo a parti con- (21) Cfr. A. Nardone, Progetto di stato passivo e udienza di di-
trapposte, in cui al creditore istante si oppone la scussione, in A. Nigro-M. Sandulli-V. Santoro, La legge fallimen-
posizione del curatore che, per tutelare la massa dei tare dopo la riforma, Torino, 2010, 1224; R. Rosapepe, L’accer-
tamento del passivo, in V. Buonocore-A. Bassi (a cura di), Tratta-
creditori rispetto a pretese concorrenti che non sia- to di diritto fallimentare, vol. III, Padova, 2011, 61; per più ampi
no fondate, può contestare l’ammissione - eccepen- richiami sulle dinamiche della nuova verifica dei crediti, mi per-
metto di rinviare a P. Bosticco, Il progetto di stato passivo, in
do i fatti estintivi, modificativi o impeditivi del di- questa Rivista, 2011, 1062.
ritto invocato dal creditore (21) - e che si svolge di (22) Cfr. Cass., Sez. lav., 27 settembre 2010, n. 20268, in que-
fronte ad un Giudice delegato che assume una posi- sta Rivista 2011, 493; Cass. civ., Sez. I, 2 settembre 2004, n.
zione sempre più marcata di imparzialità. 17691, ivi, 2005, 880, con nota di C. Trentini; tra le pronunzie di
merito, Trib. Milano 1 luglio 2008, ivi, 2008, 1471; Trib. Milano
La prima tentazione, quindi, sarebbe quella di rite- 25 novembre 2005, ivi, 2006, 1210.
nere che l’assenza di data certa debba essere eccepi- (23) Diverso è il caso in cui l’eccezione debba essere proposta
ta espressamente dal curatore, avallando una cor- per contestare una scrittura che una controparte produca a fron-
rente giurisprudenziale particolarmente severa, se- te di una iniziativa processuale del curatore, nel qual caso, è evi-
dente che l’organo concorsuale deve formulare espressamente
condo la quale si tratterebbe di eccezione proces- l’eccezione (in tal senso, Cass., Sez. I, 14 marzo 2013, n. 6558,
suale in senso stretto, e quindi non rilevabile d’uffi- in sito Plurisonline.it, che ha sancito l’obbligo del curatore di ec-
cepire la carenza di data certa rispetto ad una transazione oppo-
cio (22), con la conseguenza che anche in sede di sta dal convenuto in una azione promossa dal fallimento).
verifica del passivo (23), se il curatore ometta di (24) Salvo che, poi, si ritiene che - qualora il credito sia stato in-
eccepire esplicitamente che l’atto da cui origina il vece escluso per altre ragioni - il curatore potrebbe formulare
credito è privo di data certa anteriore all’apertura l’eccezione di difetto di data certa anche per la prima volta in se-
de di opposizione, come precisa da ultimo Cass., Sez. I, 18
del concorso, l’atto sarebbe considerato comunque maggio 2012, in questa Rivista, 2012, 1328.
opponibile (24). (25) Esclude l’applicabilità nell’ambito del procedimento di verifi-
Ad avvalorare tale ricostruzione, viene da taluni ca del principio di non contestazione Trib. Venezia, 10 febbraio
2011, in questa Rivista, 2011, 633; la portata dell’istituto stesso,
ipotizzata l’estensione al processo di verifica dei cre- peraltro, è discussa anche in linea generale: si veda quanto os-
diti del principio di ‘‘non contestazione’’ dettato serva G. Trisorio Liuzzi, Progetto di stato passivo, assenza di os-
dall’art. 115 c.p.c. (25): in difetto di una espressa servazioni e opposizione, cit., 369 sui limiti alla efficacia probato-
ria della ‘‘non contestazione’’, che non potrebbe comunque vin-
presa di posizione da parte del curatore, tra le circo- colare il Giudice se questi possa dedurre in senso opposto in
stanze di fatto dedotte dal creditore istante che non base al castello probatorio messogli a disposizione dalle parti; in
potrebbero essere riesaminate dal Giudice delegato, senso favorevole all’applicazione del principio di cui all’art. 115
c.p.c. nel procedimento di verifica: G. Fichera, Accertamento
vi sarebbe anche la datazione certa della scrittura. del passivo, in L. Ghia-C. Piccininni-F. Severini, Trattato delle
Esaltando la natura ‘‘contenziosa’’ del procedimento procedure concorsuali, vol. III, Torino, 2010, 548 (nota 24); C.
Ferri, Le eccezioni e le prove, cit., 1078; sulla doverosità e sulle
di verifica, si giunge cosı̀ ad attribuire al solo cura- implicazioni della facoltà contestativa in capo al curatore: G.U.
tore il potere e l’onere di valutare non solo la sussi- Tedeschi, L’accertamento del passivo, in A. Didone (a cura di),
stenza del credito, e quindi anche se esso sia prova- Le riforme della legge fallimentare, Torino, 2009, 957 s.; I. Pa-
gni, Commento all’art. 95 l.f., in Codice commentato del falli-
to con documenti opponibili al fallimento, ma an- mento, diretto da G. Lo Cascio, Milano, 2008, 877; L.; F. Dimun-
che - ponendosi per certi versi nella posizione del do-B. Quatraro, Accertamento del passivo in G. Fauceglia-L.
Panzani (a cura di), Fallimento e altre procedure concorsuali, To-
fallito - se esistano fatti impeditivi, modificativi o rino, 2009, 1023 ss.
estintivi che precludano il riconoscimento del dirit- (26) F. Lamanna, La «non contestazione» della domanda d’insi-
to sino a sostenere che, in assenza di contestazioni nuazione o di rivendica/restituzione nella verifica del passivo, in
del curatore - e salvo che l’opposizione provenga da Giur. Comm., 2008, I, 57 ss.; Id., Il nuovo procedimento di ac-
certamento del passivo, Milano, 2006, 363 s.; F. Bruno, L’opina-
altro creditore concorrente - sulla sussistenza della bile tangibilità del provvedimento individuale del giudice delega-
pretesa e di eventuali privilegi, il Giudice delegato to sul credito concorsuale, in questa Rivista, 2008, 699.

Il Fallimento 8/2013 933


Giurisprudenza
Fallimento

Non è di questo avviso la sentenza in commento, sibilità del credito anche in difetto di contestazioni
che esclude che l’eccezione di difetto di data certa del curatore (33).
rientri nel novero delle eccezioni ‘‘tipiche’’; precisa,
infatti, la Corte - uniformandosi del resto ad una
corrente giurisprudenziale pressoché pacifica (27) -
che le eccezioni non rilevabili d’ufficio sono solo Note:
quelle per le quali l’ordinamento prevede espressa-
mente debbano essere sollevate dalla parte interes- (27) La Suprema Corte, sin dalla pronunzia di Cass., Sez. Un., 3
sata. Da tale assunto, i giudici di legittimità dedu- febbraio 1998, n. 1099, in Foro It., 1998, I, 764, ha sancito la di-
stinzione tra eccezioni che postulano l’iniziativa della parte e
cono, quindi, che tutte le altre situazioni impediti- mere eccezioni in senso lato, che il Giudice può esaminare an-
ve del riconoscimento di un diritto possono essere che d’ufficio, sempre che siano allegati i fatti a fondamento del-
l’eccezione. Sulla tassatività nell’individuazione delle eccezioni
rilevate anche officiosamente dal Giudice e ciò im- in senso proprio non rilevabili ex officio (ipotesi che gli Autori ri-
plica che anche l’assenza della prova dell’anteriorità tengono, come la sentenza in commento, eccezionale) in seno
certa al fallimento della scrittura privata costitui- alla verifica dei crediti: G. Bozza, Commento all’art. 95 l.f.,
cit.,1437; B. Quatraro-F. Dimundo, I poteri-doveri del curatore
rebbe una circostanza impeditiva rilevabile ex offi- nel procedimento di formazione del progetto di stato passivo,
cio (28). cit., 192 ss.; R. Rosapepe, L’accertamento del passivo, cit., 63
s.; per una una casistica delle eccezioni in senso stretto e di
L’impostazione accolta dalla Suprema Corte confu- quelle in senso lato, v. anche L. Panzani (a cura di), Fallimento e
ta anche la tesi che vorrebbe equiparare il silenzio altre procedure concorsuali, Torino, 2012, 445 ss.
del curatore alla non contestazione del diritto al- (28) In tal senso si erano già espresse da ultimo le sezioni sem-
l’ammissione, sia in quanto il principio processuale plici: cfr. Cass., Sez. I, 21 novembre 2011, n. 24432, in questa
Rivista, 2012, 1002; conf. tra le sentenze di merito: Trib. Vicen-
vale pacificamente ad escludere che il Giudice pos- za, 13 maggio 2010, in sito Ilcaso.it.; Trib. Napoli, 27 dicembre
sa accertare in modo difforme fatti non contestati, 2008, in Corr. Merito, 2009, 351; Trib. Roma, 21 novembre
2006, in Dir.Fall., 2006, II, 720; Trib. Padova, 5 novembre 2005,
ma non per la ricostruzione giuridica dei fatti stes- in questa Rivista, 2006, 729; il dubbio sulla corrente della Supre-
si (29), sia in quanto nel procedimento di verifica ma Corte che pareva propensa a qualificare il difetto di data cer-
del passivo il curatore non può disporre liberamente ta come eccezione in senso proprio era già stato espresso da F.
Dimundo-B. Quatraro, Accertamento del passivo, cit., 1030 s.;
dei diritti della collettività dei creditori che, come G.U. Tedeschi, L’accertamento del passivo, cit., 963; A. Nardo-
detto, sono le controparti in senso lato del soggetto ne, Progetto di stato passivo e udienza di discussione, cit.,
1227; D’Orazio, Progetto di stato passivo e udienza di discussio-
che intende partecipare al concorso, tant’è vero ne, in C. Cavallini (a cura di) Commentario alla legge fallimenta-
che ciascun creditore sarebbe legittimato a proporre re, Milano, 2010, 762 s.
opposizione avverso l’altrui ammissione (30). (29) In altre parole, come precisa I. Pagni, La formazione dello
In tal senso, si deve ritenere che l’intervento offi- stato passivo, cit., 367, l’art. 115 c.p.c. non impedisce al giudice
di escludere che i fatti non contestati risultino non provati in for-
cioso del Giudice sia giustificato anche dalla stessa ma giuridicamente valida; da tale considerazione muovono an-
funzione del procedimento di verifica dei crediti, che B. Quatraro–F. Dimundo, I poteri-doveri del curatore nel pro-
cedimento di formazione del progetto di stato passivo, cit., 186
che è appunto quella di consentire e graduare l’ac- per escludere che l’adesione del curatore alla domanda impedi-
cesso al concorso ed ai riparti solo ai crediti di cui sca al Giudice delegato di verificare l’ammissibilità del credito.
sia certa l’esistenza e la natura concorsuale (31). (30) Ed anzi, la recente Cass., Sez. VI, 27 febbraio 2013, n.
Sul punto, occorre anche considerare che il D.Lgs. 4959, in questa Rivista, 2013, 409 concede al singolo creditore
anche di far valere in sede di verifica del passivo l’eccezione di
169/2007 ha modificato il testo dell’art. 96 l.fall., revocabilità di una garanzia, pur se l’azione spetta invece al solo
ove quella norma originariamente prevedeva che curatore fallimentare.
sulla domanda del creditore il Giudice delegato de- (31) In particolare, il Giudice potrebbe riesaminare la sussisten-
za dei privilegi invocati, poiché non sarebbe consentito al curato-
cidesse con decreto «succintamente motivato se re di sovvertire, per mancata contestazione, i principi di legalità
sussiste contestazione da parte del curatore», san- che disciplinano le cause di prelazione a tutela irrinunciabile del-
cendo invece l’obbligo di succinta motivazione in la par condicio (G. Minutoli, Il nuovo procedimento di accerta-
mento del passivo fallimentare, in Dir. Fall., 2007, I, 602; G. Boz-
generale per tutti i decreti del Giudice delegato, e za, Il procedimento di accertamento del passivo, in questa Rivi-
quindi anche per il caso di adesione del curatore al- sta, 2007, 1054 ss.).
la richiesta di ammissione. La previsione oggi vi- (32) Mitigando il rigore della tesi ora esposta, taluni affermano,
gente, che fa ritenere comunque necessaria una ve- invece, che il Giudice delegato mantiene pur sempre il potere di
valutare le condizioni di proponibilità ed ammissibilità della do-
rifica del magistrato anche se il curatore non sollevi manda, nonché la facoltà di qualificare il rapporto dedotto (M.
contestazioni (32), induce a concludere che anche Ferro, (a cura di) Le insinuazioni al passivo - aggiornamento, to-
mo IV, Padova, 2006, 168).
nel nuovo procedimento di verifica il Giudice non
(33) G. Bozza, Il procedimento di accertamento del passivo, cit.,
sarebbe vincolato alla proposta contenuta nel pro- 1061; V. Zanichelli, La nuova disciplina del fallimento e delle al-
getto di stato passivo e potrebbe sindacare l’ammis- tre procedure concorsuali, Bologna, 2006, 204.

934 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

6. Conclusioni In realtà, la statuizione in commento sembra rimet-


Tutto sommato, si può ritenere che le Sezioni Uni- tere in parte in discussione la stessa valenza innova-
te, più che risolvere un potenziale conflitto giuri- tiva della riforma concorsuale che ha voluto confi-
spudenziale, abbiano prevenuto la possibile creazio- gurare la verifica del passivo come un vero e pro-
ne di orientamenti non uniformi nella ricostruzione prio processo a parti contrapposte, invocando a tu-
delle ragioni giuridiche sui quali si fondano una se- tela degli interessi del ceto creditorio un potere di
rie di orientamenti in concreto già applicati dalla intervento da parte del Giudice delegato anche so-
maggior parte di giudici di merito e di legittimità. stitutivo di un atteggiamento inerte del curatore.
Resta, come si diceva, il dubbio sulla via suggerita Potrebbe anche essere questa la soluzione sistemati-
dai giudici di legittimità con riguardo alla natura di ca più ragionevole, soprattutto se si considera che
fatto impeditivo - oggetto quindi di eccezione - del- la verifica del passivo è un processo piuttosto ano-
la mancata dimostrazione dell’anteriorità al falli- malo, non foss’altro perché non prevede l’assistenza
mento del titolo su cui si fondi la pretesa creditoria. tecnica che garantisce alla parte la conoscenza delle
Vero è che la sentenza ‘‘salva’’ la possibilità di esclu- dinamiche processuali (ivi compreso l’obbligo di
dere il credito anche quando il curatore non abbia formulare tempestivamente le eccezioni).
sollevato espressamente la contestazione in merito al- L’importante, se questa dovesse essere l’opzione in-
la datazione della scrittura, applicando al riguardo terpretativa prescelta sarà adottare una linea univo-
una interpretazione sicuramente corretta circa la na- ca, ritornando ad una struttura del procedimento di
tura dell’eccezione; tuttavia, resta pur sempre il dub- verifica del passivo in cui il curatore si contrappone
bio sulla portata del principio alla luce del rilievo se- solo formalmente al creditore istanze, ma non deve
condo il quale i fatti modificativi, estintivi ed impe- comportarsi come una parte processuale ordinaria,
ditivi debbono pur sempre essere quantomeno allega- ricercando in un certo senso la ‘‘verità’’ e quindi
ti dalla parte affinché su essi possa esercitarsi il con- fornendo ove occorra gli elementi utili a chiarire la
trollo anche officioso del Giudice. fondatezza o meno della pretesa creditoria.

Il Fallimento 8/2013 935


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Giurisprudenza
Liquidazione coatta amministrativa

Effetti per i creditori

I crediti prededucibili
nella liquidazione coatta
amministrativa
Cassazione civile, Sez. I, 9 gennaio 2013, n. 339 - Pres. Plenteda - Est. Di Virgilio - P.M. Capasso -
B.M. c. Intereuropea assicurazioni in l.c.a.

Liquidazione coatta amministrativa - Effetti per i creditori - Crediti prededucibili - Assoggettamento al concorso dei cre-
ditori - Fondamento giuridico

(legge fallimentare artt. 51, 52, 111, 201, 207, 209)

Nella procedura di liquidazione coatta amministrativa, tutti i diritti di credito sono tutelabili esclusivamente
nelle forme di cui agli artt. 201 (che rinvia sia all’art. 52, regolante il concorso dei creditori sul patrimonio del
fallito, sia all’art. 51, che sancisce il divieto di azioni esecutive singolari sui beni compresi nel fallimento, senza
distinguere tra creditori della massa e concorsuali), 207 e 209 l.fall.; pertanto, anche i crediti prededucibili non
possono farsi valere in via ordinaria mediante le azioni di condanna o di accertamento, atteso che la previsione
di un’unica sede concorsuale comporta la necessaria concentrazione, presso un solo organo giudiziario, delle
azioni dirette all’accertamento del passivo, e l’inderogabile osservanza di un rito funzionale alla realizzazione
del concorso di tutti i creditori compresi coloro ai quali, trovando la loro pretesa titolo nell’amministrazione
della procedura, è assegnato il primo posto nell’ordine di distribuzione delle somme ricavate dalla liquidazione
dell’attivo, in qualità di titolari di crediti prededucibili ex art. 111 l.fall.

La Corte (omissis). senza di dichiarazione di insolvenza e quindi pure nei


1.1- Con l’unico articolato motivo di ricorso, l’arch. B. confronti di soggetto non insolvente.
denuncia i vizi di violazione e falsa applicazione degli Nè ad evitare l’invocato annullamento della sentenza
artt. 112, 345 c.p.c., art. 12 disp. gen., l.fall., artt. 52, potrebbe valere l’affermazione della pronuncia diretta a
93, 95, 111, 201, 202, 207, 209, in relazione all’art. 360 negare rilievo alla distinzione tra ‘‘attività essenziale alla
c.p.c., nn. 3 e 4; nonché il vizio di omessa o quanto me- procedura e attività occasionata dalla stessa’’, atteso che
no insufficiente e contraddittoria motivazione su punti la società sottoposta a l.c.a. è insuscettibile di essere qua-
decisivi della controversia. lificata come ‘‘insolvente’’ e di essere trattata alla stregua
La questione dibattuta, osserva il ricorrente, investe la di un soggetto di cui sia stato accertato lo stato di deco-
possibilità di assoggettare o meno all’accertamento con- zione; detta affermazione è comunque erronea anche per
corsuale i crediti prededucibili, sorti nei confronti del il diverso specifico ambito fallimentare, per il quale vale
l’accertamento concorsuale per i crediti in prededuzione,
Commissario liquidatore della società in l.c.a., in occa-
se ed in quanto contratti per l’amministrazione ed il fun-
sione dello svolgimento della relativa procedura.
zionamento della procedura fallimentare, come precisato
La Corte d’appello ha risolto affermativamente la que- dalla l.fall., art. 111, n. 1.
stione, ma nella motivazione ha evocato regole e princi- Accanto a detti rilievi, la Corte d’appello ha fatto riferi-
pi inapplicabili alla fattispecie, perché enunciati con mento ad argomentazioni di contorno e/o ad abundan-
esclusivo riferimento al diverso ambito della procedura tiam, quale la generica propalazione secondo cui, per giu-
fallimentare a cui fa riferimento anche la pronuncia cita- risprudenza consolidata, una volta aperta la procedura di
ta, n. 515 del 2003, mentre con la stessa procedura sono l.c.a. tutti i crediti, compresi quelli prededucibili, sono
incompatibili i richiami della sentenza impugnata al- tutelabili nelle forme dell’art. 201 - che rinvia agli artt.
l’‘‘insolvenza’’ e al ‘‘debitore insolvente’’, posto che nella 52- 207 e 209 e l’ulteriore affermazione per la quale nel
l.c.a. detti elementi non sono né immanenti ne indefet- caso in esame, dopo il deposito dello stato passivo redat-
tibili perché, come chiarito dalla l.fall., art. 202, la liqui- to dal Commissario liquidatore, il creditore in prededu-
dazione coatta amministrativa può essere disposta in as- zione, il cui credito sia stato escluso dal Commissario,

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Liquidazione coatta amministrativa

dovrà proporre opposizione, mentre il creditore, il cui tolare di un credito in prededuzione non ammesso né il
credito non sia stato preso in considerazione, dovrà pro- proprio diritto né la tutela giurisdizionale, potendo fare
porre domanda di insinuazione tardiva. opposizione l.fall., ex art. 98, richiamato dalla l.fall., art.
La formulazione letterale estremamente chiara(tale da 209, applicabile del D.L. n. 26 del 1979, ex art. 1, com-
precludere il ricorso ad ogni altro e diverso approccio er- ma 6.
meneutico) della l.fall., art. 52, contenuta nel comma 2 Nella pronuncia citata, le S.U. hanno inteso dare conti-
("ogni credito..’’) va raccordata al 1 comma, che si riferi- nuità all’orientamento formatosi proprio in tema di li-
sce al fallito, con la duplice conseguenza della irriferibili- quidazione coatta amministrativa, ripreso poi anche per
tà a soggetti da questi diversi, come il Commissario li- la procedura di amministrazione straordinaria, ribadendo
quidatore di impresa sottoposta ad l.c.a., e della inesten- che: i debiti di massa, che hanno la loro genesi nel corso
sibilità ai crediti sorti non nei confronti del fallito, ma e nell’interesse della procedura, definiti dalla l.fall., art.
con riguardo a soggetti differenti, come appunto il Com- 111, non sono una categoria diversa dai debiti concor-
missario liquidatore. suali; la l.fall., art. 52 (richiamato dalla l.fall., art. 201,
Di converso, l’interpretazione adottata dalla sentenza per il caso di liquidazione coatta amministrativa, che in-
impugnata finisce col riconoscere al Commissario liqui- teressa nel presente giudizio) regola il concorso dei credi-
datore della società in l.c.a. una situazione più vantag- tori stabilendo che ogni credito, salvo diversa disposizio-
giosa di quella prevista per il Curatore, non suscettibile ni, di legge, deve essere accertato secondo le disposizioni
di adeguato bilanciamento con l’intervento successivo dettate per la verificazione dello stato passivo; la locuzio-
ed eventuale del Giudice nella fase di opposizione. ne adottata e l’interpretazione sistematica portano a rite-
2.1.- Il motivo, in tutte le sue articolazioni, deve ritener- nere che, essendo quell’espressione riferibile anche ai
si infondato, ed inammissibile nella parte in cui è rivolto crediti prededucibili, come regola generale possono di-
verso argomentazioni non decisive della pronuncia im- ventare concorrenti i soli crediti accertati in base alle
pugnata. modalità previste dalla legge speciale, e poiché anche i
Come affermato con specifico riferimento alla liquidazio- debiti di massa, malgrado la preferenza ad essi accordata
ne coatta amministrativa dalla pronuncia 553/2001, una dalla legge nell’ordine di distribuzione delle somme, si
volta aperta detta procedura, ogni diritto di credito, ivi trovano in posizione di concorso, non v’è motivo di
compresi quelli prededucibili, è tutelabile esclusivamente escludere che pure detti crediti siano assoggettabili al
nelle forme di cui all’art. 201, che richiama anche la
procedimento preordinato, in via esclusiva, a determina-
l.fall., artt. 52, 207 e 209, con conseguente preclusione
re i diritti concorrenti sul patrimonio del debitore; la
di forme di tutela differenti da quelle dell’accertamento
concentrazione in sede concorsuale dell’accertamento
endofallimentare.
anche dei crediti di massa risponde ad esigenze di econo-
La previsione di un’unica sede concorsuale per l’accerta-
mia e di speditezza processuale e quindi all’interesse degli
mento del passivo comporta la necessaria concentrazione
presso un unico organo giudiziario delle azioni dirette al- stessi creditori titolari di crediti prededucibili e, soprat-
l’accertamento dei crediti e l’inderogabile osservanza di tutto, consente di sottoporre ad un controllo unitario,
un rito funzionale alla realizzazione del concorso dei cre- prima amministrativo e poi eventualmente giurisdiziona-
ditori. le a norma degli artt. 98 e 100, richiamati dalla l.fall.,
La regola dell’assoggettamento a concorso formale di art. 209, l’esistenza l’entità e la collocazione dei crediti
‘‘ogni credito’’, dettata dalla l.fall., art. 52, con nesso di da soddisfare sull’unico patrimonio del soggetto insol-
strumentante e complementarità rispetto al divieto delle vente; l’assoggettamento dei debiti di massa a tale rito
azioni esecutive individuali, l.fall., ex art. 51, non con- soddisfa anche l’esigenza di coerenza del quadro normati-
sente la proposizione in sede ordinaria di azione di con- vo essendo precluso, secondo l’indirizzo di questa corte,
danna o anche di accertamento, prodromica ad azione l’esercizio di azioni esecutive individuali sul patrimonio
di condanna, perché «nessuna fattispecie satisfattoria di dell’impresa anche in relazione a debiti contratti dal
posizioni creditorie particolari, incidente con effetto de- Commissario durante la procedura.
pauperatorio sul patrimonio del fallito vincolato al sod- È stato altresı̀ osservato che non rileva in senso contra-
disfacimento paritetico dei creditori... può legittimamen- rio l’impossibilità di rispettare i termini l.fall., ex artt.
te trovare luogo al di fuori del concorso» (cosı̀ Cass. 207 e 208, non riferibili ai crediti sorti successivamente,
11379/1998). che verranno proposti alla verifica del Commissario fuori
Anche le Sezioni unite, nella pronuncia 16429/2002, si dei detti termini, come domande tardive (l.fall., art.
sono espresse nel senso di ritenere che il credito di lavo- 112), né incide la mancata applicazione della l.fall., art.
ro derivante dal rapporto sorto successivamente all’aper- 24, in quanto ciò non esclude che l’accertamento debba
tura della procedura di amministrazione straordinaria, ex avvenire previamente per tramite del Commissario.
D.L. n. 26 del 1979, conv. con modificazioni, nella L. n. Fondamentale è il rilievo che la l.fall., art. 201, richiama
95 del 1979, ancorché goda del trattamento di prededu- sia la l.fall., art. 51, che sancisce il divieto di azioni ese-
zione, deve essere fatto valere secondo il procedimento cutive singolari sui beni compresi nel fallimento senza
di formazione dello stato passivo, per l’accertamento dei distinguere tra creditori della massa e concorsuali, sia la
crediti in posizione di concorso, e non già nelle forme l.fall., art. 52, che regola il concorso formale, e quindi
ordinarie; né tale interpretazione si pone in contrasto proprio le disposizioni che, coordinate tra loro, portano
con gli artt. 3 e 24 Cost., non perdendo chi si assume ti- ad escludere l’ammissibilità della formazione extracon-

938 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Liquidazione coatta amministrativa

corsuale di titoli idonei ad essere fatti valere per la parte- ma anche dall’unificazione della fase di accertamento dei cre-
cipazione al concorso sostanziale. diti verso la procedura.
Aderendo alla contraria posizione, si perverrebbe ad am- Secondo la commentata sentenza della Cassazione, la regola
mettere che il creditore della massa possa costituirsi un contenuta nell’art. 52 della legge fallimentare, secondo la qua-
le ogni credito, anche se munito di diritto di prelazione o da
titolo a seguito di un ordinario giudizio di cognizione o
ammettere in via di prededuzione debba essere accertato se-
con procedimento monitorio, e poi agire in via di esecu- condo le regole stabilite dagli artt. da 92 a 103, ha diretta ap-
zione forzata individuale, al cui esperimento osta l’effetto plicazione anche nella liquidazione coatta amministrativa in
conseguente alla messa in liquidazione coatta ammini- virtù del richiamo contenuto dall’art. 201 l.fall. che rimanda,
strativa, di assoggettamento del patrimonio dell’impren- tra l’altro, agli articoli da 51 a 63.
ditore al concorso dei creditori. Ciò esclude, secondo la Cassazione, ogni rilevanza all’argo-
Non secondario è il raggiungimento della concentrazio- mento, posto a base del ricorso, secondo cui l’unitario accerta-
ne dei crediti attraverso una fase comune amministrativa mento di tutti i crediti in sede concorsuale, ai sensi dell’art.
e l’eventuale successivo sviluppo giurisdizionale davanti 52, potrebbe trovare applicazione esclusivamente nei fallimen-
al Tribunale che ha dichiarato l’insolvenza, che si armo- ti e non nella liquidazione coatta amministrativa, non essendo
tale procedura necessariamente caratterizzata dall’insolvenza
nizza con la regola dell’art. 111, o che da essa si argo-
del debitore.
menta, secondo la quale la fase satisfattiva è comune a Se è certamente corretto affermare che la liquidazione coatta
tutti i crediti e nell’ambito unitario, anche ai crediti che può essere disposta in taluni casi per circostanze diverse dalla
hanno titolo nella amministrazione della procedura, ai conclamata insolvenza ( potendo essere disposta, per le società
quali è assegnato il primo posto nell’ordine di distribu- di assicurazione, ai sensi del D.Lgs. 1 settembre 1993, n. 385,
zione delle somme ricavate dalla liquidazione dell’attivo. art. 80, nelle ipotesi di evidente e non transitoria insufficienza
Il punto di forza sul quale intenderebbe far leva il ricor- delle attività patrimoniali necessarie a far fronte agli impegni
rente, ovvero la formulazione letterale chiara di per sé, relativi ai crediti di assicurazione o di riassicurazione; per le
tale da precludere il ricorso ad ulteriori criteri interpreta- banche, quando le perdite siano di eccezionale gravità ovvero
tivi, dell’art. 52, nel riferimento al 1 comma al ‘‘fallito’’, a titolo di sanzione a seguito dell’accertamento di gravissime
irregolarità gestionali; per le cooperative, ai sensi dell’art. 2545
si scontra con il rilievo che la l.fall., art. 201, richiama, septiesdecies c.c., quando si accerti che esse non perseguono lo
tra gli altri, l’art. 52, richiamo che, se fosse fondata l’in- scopo mutualistico o non sono in condizioni di raggiungere gli
terpretazione del ricorrente, verrebbe ad essere comple- scopi per cui sono costituiti o che, per due anni, non depositi-
tamente posto nel nulla e quindi, per assurdo, condur- no il bilancio di esercizio o non compiano atti di gestione), è
rebbe a rendere inapplicabile alla liquidazione coatta anche vero, però, che le regole che, in ogni caso, disciplinano
detta norma, chiaramente invece richiamata, unitamen- la procedura liquidatoria, qualunque sia la ragione dell’apertu-
te alle altre norme di cui al titolo II, capo 38, sezione 2 e ra, e qualunque sia l’ente sottoposto alla procedura (L. 17 lu-
sezione 4. glio 1975, n. 400, art. 1.) sono sempre quelle della liquidazio-
Le ulteriori censure del ricorrente, rivolte contro argo- ne coatta amministrativa, con l’effetto che sui beni dell’ente si
apre il concorso tra tutti i creditori che non possono iniziare
mentazioni della sentenza impugnata svolte, come la
in alcun modo azioni esecutive individuali (Art. 3, L. n. 400/
stessa parte riconosce, ad abundantiam, sono chiaramente 1975).
inammissibili. Se ciò risulta oggettivamente incontestabile per i crediti sorti
2.2.- Il ricorso va quindi respinto. antecedentemente all’apertura della procedura, non vi sono ra-
Le spese del presente giudizio, liquidate come in disposi- gioni per escludere l’applicazione della stessa regola per i credi-
tivo, seguono la soccombenza. ti sorti nel corso e nell’interesse della procedura che non per-
(omissis) dono per ciò stesso la natura concorsuale. L’interpretazione si-
stematica, e l’espresso richiamo contenuto nell’art. 201 alle
Osservazioni norme sull’art. 52, rendono indiscutibile che anche i crediti
che godono di prededuzione debbano essere accertati secondo
Il richiamo alle regole della procedura fallimentare le procedure previste dalle norme della legge fallimentare sus-
Le disposizioni dettate per la procedura di liquidazione coatta sistendo, anche per tali crediti, le stesse esigenze di trasparenza
amministrativa (nelle quali ai sensi dell’art. 201 l.fall. si inten- nell’ammissione e di uniformità dei criteri nella ripartizione
dono sostituiti, nei poteri del tribunale e del giudice delegato, (Codice commentato del fallimento, a cura di Lo Cascio, Milano,
l’autorità amministrativa che vigila sulla liquidazione, nei po- 2013, 1435) che informano tutte le procedure concorsuali.
teri del curatore, il commissario liquidatore ed, in quelli del Se cosı̀ non fosse, come correttamente osservato dalla Cassa-
comitato dei creditori, il comitato di sorveglianza) attribuisco- zione, bisognerebbe ipotizzare la possibilità di un’azione esecu-
no un preponderante ruolo all’Autorità di Vigilanza ed al tiva individuale sui beni della procedura in forza di una pro-
commissario liquidatore e circoscrivono, invece, l’intervento nuncia di condanna emessa al di fuori delle procedure che di-
del Tribunale ad occasionali e limitate ipotesi di verifica delle sciplinano l’accertamento dei crediti. Ed, infatti, cosı̀ è previ-
decisioni assunte dagli organi della procedura (V. Codice com- sto dall’art. 104 ter l.fall., ma solo in relazione ai beni che il
mentato del fallimento, a cura di G. Lo Cascio, Milano, 2013, curatore, su autorizzazione del comitato dei creditori, rinunci
2315). ad acquisire all’attivo della procedura e su cui, per tale ragio-
Nonostante ciò, la liquidazione coatta amministrativa si inseri- ne, i creditori possono iniziare azioni esecutive o cautelari in-
sce a pieno titolo tra le procedure concorsuali essendo caratte- dividuali senza dovere sottostare alle regole della procedura
rizzata, al pari di tutte le altre disciplinate dalla legge fallimen- collettiva.
tare o da leggi speciali, non solo dalla liquidazione dell’attivo Proprio la disposizione dell’art. 104 ter l.fall., ancorché non ap-
a favore di tutti i creditori secondo le regole della par condicio plicabile alle liquidazioni coatte (sebbene non sia da escludere

Il Fallimento 8/2013 939


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Liquidazione coatta amministrativa

che l’autorità di vigilanza, nell’amplia autonomia attribuita della procedura, deve, necessariamente, essere possibile che il
dall’art. 206 l.fall. e dalle leggi speciali possa autorizzare, quale creditore possa direttamente contestare la natura del credito.
atto di straordinaria amministrazione, la non apprensione di Non sono indicate, però, le forme attraverso le quali la conte-
taluni beni quando la procedura debba sopportare per l’acqui- stazione può avvenire nell’ipotesi in cui il credito non derivi
sizione costi superiori ai ricavi prevedibili), conferma diretta- da liquidazione dei compensi degli ausiliari della procedura (
mente l’indissolubilità del collegamento esistente tra la fase di per la quale ipotesi è possibile proporre reclamo da parte di
accertamento concorsuale dei crediti e quella di liquidazione tutti gli interessati ai sensi dell’art. 26 l.fall. trattandosi di atto
dell’attivo per cui, se la liquidazione dei beni deve essere effet- che proviene dal giudice delegato). Sembra possibile, però, fa-
tuata in sede concorsuale, nella stessa sede deve avvenire l’ac- re richiamo al disposto dell’art. 36 l.fall. che disciplina i recla-
certamento del credito. mi contro i provvedimenti di amministrazione del curatore ed
I crediti prededucibili anche dei relativi comportamenti omissivi; proposto reclamo
Nel fallimento, ai sensi dell’art. 111 bis, non tutti i crediti pre- ai sensi dell’art. 36, il giudice delegato deve limitarsi a pren-
deducibili, però, devono essere accertati secondo le regole det- derne atto, escludere l’ammissione diretta del credito, ed at-
tate dagli artt 92 ss. l.fall., poiché ciò non è previsto per i cre- tendere l’apertura della fase di accertamento ai sensi degli art.
diti non contestati per collocazione ed ammontare, anche se 93 e segg. a cura del creditore contestato.
sorti durante l’esercizio provvisorio e per quelli sorti a seguito I crediti prededucibili nella procedura di liquidazione coatta
di provvedimenti di liquidazione dei compensi. amministrativa
Presupposto, però, per il riconoscimento del credito al di fuori L’accertamento del credito nella procedura di liquidazione
delle regole dell’accertamento è la non contestazione dell’am- coatta amministrativa non segue le regole prima esposte per i
montare e della collocazione. fallimenti ma risente della prevalenza del ruolo del liquidatore
Non è, tuttavia, specificato in che modo la prededucibilità, nominato dall’Autorità amministrativa rispetto a quello del
l’ammontare e la graduazione all’interno della categoria della giudice. Infatti, la formazione dello stato passivo (o meglio,
prededuzione ( se ciò fosse rilevante in relazione all’ipotesi, di dell’elenco dei creditori, come recita l’art. 209 l.fall.) è di
cui all’ultimo comma dell’art. 111 bis di insufficienza dell’atti- competenza (non del giudice delegato ma) del solo commissa-
vo a soddisfare anche i soli crediti prededucibili) possano esse- rio che ha l’onere di depositarlo in cancelleria. I creditori
re contestati e da chi. esclusi o che abbiano visto solo in parte riconosciuto il loro
Non vi è dubbio che il curatore possa, in primis, contestare il credito possono, però, proporre opposizione secondo le forme
credito a mezzo di una qualunque comunicazione in tal senso previste degli artt. 98 e 99 richiamati dall’art. 209 l.fall.
diretta al creditore e, perfino, semplicemente conservando Le norme sulla liquidazione coatta amministrativa, pur preve-
completo silenzio rispetto alle istanze del creditore, che conse- dendo espressamente l’ipotesi di insinuazioni tardive, non re-
guentemente dovrà attivarsi per l’ammissione (tempestiva, tar- golano chiaramente la fattispecie.
diva o ultratardiva, se trascorso il termine di cui all’art. 101 L’art. 209 l.fall. rimanda, anche per le insinuazioni tardive, al-
l.fall.) del credito secondo le forme usualmente previste a tal l’art. 101 (che prevede forme di accertamento del tutto simili
fine dalla legge fallimentare. a quelle previste per le insinuazioni tempestive e, quindi, la fis-
Anche il giudice delegato ed il comitato dei creditori possono sazione di una udienza innanzi al giudice delegato), ma l’appli-
contestare la collocazione del credito, semplicemente non cazione diretta di tale norma determinerebbe un effetto per-
autorizzando il pagamento (che può essere effettuato, al di fuo- verso perché l’ammissione non sarebbe disposta o rifiutata dal
ri dei piani di riparto, solo con l’espressa autorizzazione del giu- commissario liquidatore a mezzo di emanazione di un atto am-
dice e del comitato come previsto dall’art. 111 bis, terzo com- ministrativo (Cass. 12 luglio 2012, n. 11838), come nel caso
ma, l.fall.). di insinuazione tempestiva, ma direttamente dal giudice, con
Ovviamente anche l’ausiliario della procedura, che non si ve- un provvedimento giurisdizionale che, invece, nel sistema del-
da riconosciuto il compenso nella misura richiesta, può chie- la procedura di liquidazione coatta è previsto solo in caso di
dere l’accertamento ai sensi dell’art. 26 l.fall. contestazione dei provvedimenti del commissario.
Non è, invece, specificato se anche gli altri creditori ammessi Per tale ragione si ritiene (Codice commentato del fallimento, a
possano contestare il credito che si assume avere natura di pre- cura di G. Lo Cascio, Milano, 2013, 2388; Codice del Fallimen-
deducibilità. to, a cura di M. Bocchiola e A. Paluchoski, Milano, 2009,
È del tutto preferibile la tesi positiva (V. Codice commentato 1919) che anche le tardive debbano essere esaminate in primo
del fallimento, a cura di G. Lo Cascio, Milano, 2013, 1437) per luogo dal commissario ( riproducendo nella sostanza lo stesso
una serie di ragioni. Innanzitutto è certo che i creditori possa- iter procedimentale previsto per l’insinuazione tempestiva ri-
no contestare l’ammissione al passivo dei crediti prededucibili chiamato dall’art. 101) e poi, solo in caso di mancato accogli-
in sede di ammissione all’udienza di cui all’art. 95 l.fall. ed an- mento, dal giudice a seguito di opposizione.
che ai sensi dell’art. 98 l.fall. e sarebbe, quindi, ingiustificato Malgrado non manchino voci dottrinali contrarie (V. Giorgi,
che potessero farlo solo se il creditore ritenesse di dovere im- Commentario alla legge fallimentare, Milano, 2010, 1069), tale
mediatamente proporre istanza ai sensi dell’art. 93 l.fall. e non tesi è del tutto preferibile anche in ragione del fatto che ciò
anche se chiedesse il pagamento al di fuori della fase di accer- consente al creditore di evitare di dovere ricorrere alla tutela
tamento. Inoltre il provvedimento del giudice delegato (ai giurisdizionale (ed ai costi conseguenti) senza effettiva ragione,
sensi dell’art. 26 l.fall.) e quelli del curatore e del comitato dei ancor prima che si sia espressa, in un qualunque senso, la vo-
creditori (ai sensi dell’art. 36 l.fall.) possono essere reclamati lontà dell’organo amministrativo.
dai singoli creditori e ciò apre ulteriormente la strada alla pos- È doveroso tuttavia osservare che la legge bancaria, D.Lgs. 18
sibilità, sia pure indiretta, di contestare i provvedimenti con i settembre 1993, n. 385 ( che sottopone le banche insolventi
quali, disponendosi i pagamenti, o liquidandosi il compenso, alla procedura di liquidazione coatta amministrativa) regola al-
implicitamente il curatore, il giudice delegato ed anche il co- l’art. 89 le insinuazione tardive prevedendo che i creditori,
mitato dei creditori ritenessero di non contestare la collocazio- non tempestivamente insinuati nella procedura, debbano pro-
ne del credito. Se è contestabile, da parte del creditore, il rico- porre domanda al Tribunale del luogo ove la banca ha la sede;
noscimento della natura prededucibile effettuato dagli organi in altre parole per le tardive non è previsto un preliminare in-

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Liquidazione coatta amministrativa

tervento del commissario ma direttamente la decisione del giu- debba instaurare un’onerosa procedura contenziosa per vedere
dice. Altrettanto è previsto per gli enti finanziari in virtù del accertati crediti che trovano ragione nelle scelte degli organi
richiamo contenuto dall’art. 57 del D.Lgs. 24 febbraio 1998, della procedura e rispondenza piena nelle sue scritture contabi-
n. 58 all’art. 89 della legge bancaria. Anche il testo unico del- li.
le assicurazioni, D.Lgs. 7 settembre 2005, n. 209, all’art. 256 Se si accoglie tale impostazione, inoltre, si individua agevol-
prevede che le insinuazioni tardive debbano essere disciplinate mente, nelle liquidazioni coatte, lo strumento attraverso il
dagli artt. 98, 99 e 100 della legge fallimentare alla stregua, quale l’organo della procedura può contestare il credito che si
quindi, delle opposizione allo stato passivo. assume avere carattere di prededuzione; infatti il commissario,
Prevedere che sia onere del commissario procedere, in un pri- alla richiesta di inserimento nell’elenco dei creditori, potrà
mo tempo, alla verifica dei crediti sorti successivamente al de- semplicemente opporre un rifiuto (da comunicare all’interessa-
posito del primo elenco (affidando al Tribunale solo l’eventua-
to) rendendo, pertanto, necessaria la successiva fase giurisdi-
le successiva fase della contestazione) presuppone, inevitabil-
zionale dell’opposizione; correlativamente, anche gli altri cre-
mente, il potere degli organi della procedura di integrare l’e-
ditori, qualora volessero contestare l’ammissione, potrebbero
lenco dei creditori già depositato in Tribunale. Malgrado il si-
lenzio della legge e la mancanza di una specifica disposizione, proporre opposizione secondo il rito degli artt. 98 e 99 l.fall.
non vi sono in realtà ostacoli a che l’organo amministrativo, Il pagamento dei creditori in prededuzione, nelle liquidazioni
secondo le medesime forme previste dalla legge, provveda ad coatte può avvenire anche al di fuori dei piani di riparto, non
integrare l’elenco dei creditori con l’indicazione di altri sogget- solo applicando in via analogica il meccanismo dell’art. 111
ti, non potendosi ritenere che il potere di accertamento del bis l.fall. (V. Giorgi, Commentario alla legge fallimentare, Mila-
passivo della procedura debba considerarsi esaurito con il de- no, 2010,1088), ma direttamente facendo leva sul disposto
posito del primo elenco. La ragionevolezza di tale soluzione dell’art. 212 che consente il pagamento di acconti parziali an-
può essere apprezzata chiaramente proprio in relazione alle che a favore di talune categorie di creditori con l’assenso del-
ipotesi di crediti in prededuzione che trovano origine nell’eser- l’autorità di vigilanza.
cizio provvisorio (conclusosi dopo il deposito dell’elenco dei
creditori) apparendo del tutto incongruo che ciascun creditore Fernando Platania

Il Fallimento 8/2013 941


Giurisprudenza
Fallimento

Sospensione termini

Ancora sulla rilevanza in sede


prefallimentare delle moratorie
in favore delle vittime dell’usura
o di attività estorsive
Cassazione civile, Sez. I, 12 dicembre 2012, n. 22756 - Pres. Fioretti F.M. - Est. Ferro M. - P.M. Go-
lia A. (conf.) - Montagnola S.r.l. c. Fall. Montagnola S.r.l.

Fallimento - Dichiarazione - Procedimento - Disciplina in materia di usura e estorsione - Sospensione dei procedimenti
esecutivi ex art. 20, comma 4, L. n. 44/1999 - Applicabilità - Esclusione - Fondamento giuridico

(legge fallimentare art. 15; L. 23 febbraio 1999, n. 44, art. 20, comma 4)

Il procedimento per la dichiarazione di fallimento non è soggetto alla sospensione dei procedimenti esecutivi
prevista dall’art. 20, comma 4, della L. n. 44 del 1999 in favore delle vittime di richieste estorsive o dell’usura,
non avendo natura esecutiva, ma cognitiva, in quanto, prima della dichiarazione di fallimento, non può dirsi
iniziata l’esecuzione collettiva, cosı̀ come, prima del pignoramento, non può dirsi iniziata l’esecuzione indivi-
duale (massima non ufficiale).

Fallimento - Dichiarazione - Procedimento - Disciplina in materia di usura e estorsione - Sospensione ex art. 20 L. n. 44


del 1999 - Portata - Termini di pagamento dei debiti pecuniari di natura civilistica - Rilevanza in sede prefallimentare -
Eccezione del debitore - Necessità - Sussistenza

(legge fallimentare art. 15; L. 23 febbraio 1999, n. 44, art. 20)

La moratoria prevista dall’art. 20, L. n. 44/1999 in favore del soggetto che, in quanto vittima di richieste estor-
sive, abbia chiesto la speciale elargizione prevista dagli artt. 3, 5, 6 ed 8 della menzionata legge, riguarda anche
i termini di pagamento dei debiti pecuniari di natura civilistica e non solo i ratei dei mutui bancari e ipotecari
espressamente considerati dall’art. 20, comma 1, giacché la scadenza di tali debiti importa la decadenza del
debitore, anche nell’istruttoria prefallimentare, dal potere di eccepire al creditore che richieda il pagamento la
circostanza che il debito non è ancora scaduto, mentre l’ottenimento della sospensione, pur nei limiti in cui ri-
guardi i termini scaduti o scadenti nell’anno successivo alla data dell’evento lesivo, diviene un fatto tempora-
neamente incompatibile con la scadenza nominale di tali termini, che va però eccepito dalla vittima dell’even-
to, allegando e provando la sussistenza dei relativi presupposti, ivi compresi gli atti amministrativi puntual-
mente elencati al comma 7 del cit. art., rivisto dalla L. n. 3 del 2012 (nella specie inapplicabile ratione temporis,
ma immutato con riguardo al necessario e previo intervento di un pubblico potere diverso dall’autorità giuri-
sdizionale) (massima non ufficiale).

Fallimento - Dichiarazione - Procedimento - Disciplina in materia di usura e estorsione - Sospensione ex art. 20 L. n. 44


del 1999 - Portata - Rilevanza sull’esigibilità dei singoli crediti attinti dal reato - Influenza sull’accertamento dello stato
d’insolvenza - Esclusione

(legge fallimentare artt. 5 e 15; L. 23 febbraio 1999, n. 44, art. 20, commi 1 e 3)

La sospensione prevista dall’art. 20 della L. 23 febbraio 1999, n. 44, in favore del soggetto vittima di richieste
estorsive o di usura, riguarda la scadenza dei singoli crediti attinti dal reato denunziato e non pregiudica la dove-
rosità del riscontro dell’insolvenza ai sensi dell’art. 5 l.fall., che attiene alla situazione generale dell’imprenditore,
avendo riguardo alla risultanza di altri inadempimenti o debiti, con conseguente dichiarazione di fallimento.

942 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

La Corte (omissis). avendo la sentenza riportato l’intero procedimento pre-


IL PROCESSO fallimentare, in virtù di un’errata interpretazione estensi-
Il fallimento Montagnola S.r.l. (Fallimento) impugna la va della norma eccezionale predetta, ad una assimilazio-
sentenza App. Roma 30 maggio 2011 con cui, in riforma ne alle tipologie di procedimento, quale quello esecuti-
della sentenza Trib. Roma 21 luglio 2010, venne accolto vo, tassativamente inquadrate quali passibili di tale con-
il reclamo della società Montagnola S.r.l. (Montagnola) dizionamento sospensivo per 300 giorni e con solo ri-
avverso la dichiarazione del proprio fallimento, oggetto guardo alle vendite ed assegnazioni dei beni, non alla lo-
di pronuncia su istanza di Fratelli Di Bartolomeo s.n.c. e ro trattazione ovvero instaurazione.
M.C., parti costituitesi in sede di gravame ed odierne in- Con il terzo motivo il ricorrente deduce omessa, insuffi-
timate. ciente e contraddittoria motivazione circa un fatto con-
In particolare, nella sentenza qui avversata, sostenne in- troverso e decisivo per il giudizio in relazione all’art. 360
vero la corte la fondatezza delle censure recate alla di- n. 5 c.p.c., avendo la corte d’appello assunto a parame-
chiarazione di fallimento avuto riguardo all’applicabilità tro decisorio un principio di diritto applicato, in sede di
dell’obbligo di sospensione di cui alla L. n. 44 del 1999, legittimità, al diverso caso della sospensione dei termini
art. 20, comma 4, al procedimento per la dichiarazione di decadenza da un’impugnazione in materia fallimenta-
di fallimento. Tale regola avrebbe dovuto condurre al- re, vicenda confusa con la proroga dei termini di paga-
l’apprezzamento del solo giudice della sussistenza dei pre- mento di un debito e conclusivamente refluita nel me-
supposti per la concessione di tale beneficio, mentre, nel desimo errore denunciato sub motivo n. 2).
merito, l’enunciato avvio dell’azione penale, per i reati Con il quarto motivo si deduce violazione ovvero falsa
di cui agli artt. 51, 81 cpv e 629 c.p. ed a carico di M.C. applicazione dell’art. 20, comma 7, L. n. 44/1999, art.
(uno dei due creditori istanti) nonché in danno di 20, in rapporto all’art. 360, n. 3 c.p.c. per avere la corte
Mo.Ez. (legale rappresentante della Montagnola s.r.l.), dichiarato l’irrilevanza del parere del Prefetto - invero
provava la fondatezza della predetta richiesta, apparendo non acquisito - ai fini concessivi della sospensione, cosı̀
essa coerente con le finalità della L. n. 44 del 1999 e gli confondendo la perdita di vincolatività dello stesso an-
scopi del citato beneficio, diretto alla tutela di imprendi- che ove favorevole (qualità rimossa da Corte cost. n.
tori commerciali che subiscono un pregiudizio per effetto 457/2005) con la consultazione di tale P.A. (non ogget-
di delitti volti alla adesione delle vittime a richieste to di alcuna abrogazione ed avuto riguardo alla discipli-
estorsive, com’era nella fattispecie. Ne discendeva che, na vigente).
acclarata al 20 maggio 2010 la richiesta di Mo. al fondo Con il quinto motivo il ricorrente deduce omessa, insuffi-
di solidarietà di cui alla L. n. 44 del 1999, non avrebbe ciente e contraddittoria motivazione circa un fatto con-
potuto il Tribunale di Roma, come invece deciso, di- troverso e decisivo per il giudizio in relazione all’art. 360
chiarare il fallimento della società Montagnola già al 21 n. 5 c.p.c., nonché violazione ovvero falsa applicazione
luglio 2010, essendo invece quel giudice tenuto al rispet- dell’art. 115 c.p.c. avendo la corte d’appello ritenuto do-
to della sospensione, pari a trecento giorni, riferendosi a verosa la citata sospensione come conseguenza di azioni
crediti temporaneamente inesigibili. Osservò la sentenza, penali, di prossimo esercizio da parte del P.M., promuo-
ancora in punto di fatto, che la revoca del fallimento si vende (e dunque come tali non in grado di provare le
imponeva in ragione della citata causa ostativa alla pro- accuse del denunciante al creditore) per fatti di reato
nuncia, non rispettata, con accoglimento di una censura per i quali Mo.Ez. non risultava però con assoluta univo-
assorbente ogni altra contestazione. cità parte offesa nella qualità di legale rappresentante
Il ricorso, affidato a sette motivi, è resistito dalla società della società Montagnola, mai menzionata nella nota
Montagnola, con controricorso; il ricorrente ha deposi- della Procura diretta al Prefetto di Roma. Il che autoriz-
tato memoria ex art. 378 c.p.c. zava a ritenere che vittima del fatto estorsivo fosse Mo.
I FATTI RILEVANTI DELLA CAUSA E LE RAGIO- in proprio, tra l’altro legale rappresentante di altre due
NI DELLA DECISIONE società di capitali.
Con il primo motivo il ricorrente deduce violazione ovve- Con il sesto motivo si deduce omessa, insufficiente e con-
ro falsa applicazione degli artt. 99, 101 e 112 c.p.c. e L. traddittoria motivazione circa un fatto controverso e de-
n. 44 del 1999, art. 20, comma 4, in relazione all’art. cisivo, in relazione all’art. 360, n. 5 c.p.c., nonché viola-
360 n. 3 c.p.c., avendo la corte di merito applicato al zione ovvero falsa applicazione ex art. 360, n. 3 c.p.c.,
procedimento prefallimentare una generalizzata morato- degli artt. 115 c.p.c. e 15 l.fall., avendo, da un lato, la
ria - con fonte rinvenuta nell’art. 20, comma 4, L. 44/ corte pronunciato sulla ritenuta sospensione dell’intero
1999 - andando però al di là dell’eccezione dedotta in procedimento prefallimentare come esito generale ed in-
reclamo dalla società fallita, che si era limitata ad invo- defettibile della domanda di elargizione dei citati benefi-
care la medesima norma [ma ai commi 2 e 3, di diversa ci e, dall’altro, omesso di considerare l’origine dell’insol-
portata] e tuttavia al più limitato fine di far valere l’ine- venza commerciale, ben compatibile - come nel caso -
sigibilità dei crediti avanzati dagli istanti per la dichiara- con l’immunità di altri, cospicui, crediti dalla segnalata
zione di fallimento, con ciò consumando il proprio pote- zona di contesto estorsivo. Ne consegue che la sospen-
re di impugnazione ai sensi dell’art. 18 l.fall. sione di uno o più termini di esigibilità dei crediti verso
Con il secondo motivo il ricorrente deduce violazione ov- il fallendo non può escludere in via programmatica il
vero falsa applicazione degli artt. 20, comma 4, L. n. 44/ più generale stato di insolvenza, dovendosi contempera-
1999 e 15 l.fall., in relazione all’art. 360 n. 3 c.p.c., re l’esclusione dei primi da tale apprezzamento ed invece

Il Fallimento 8/2013 943


Giurisprudenza
Fallimento

il rilievo e l’epoca di ogni posizione debitoria ai sensi senso diverso, come invece ritenuto dalla Corte d’appel-
dell’art. 5 l.fall., attività non espletata dalla corte d’ap- lo di Roma, la efficacia sospensiva connessa alla presen-
pello. tazione della domanda di elargizione dei benefici di cui
Con il settimo motivo il ricorrente deduce violazione ov- alla L. n. 44 del 1999. Il suo art. 20, nei commi da 1 a
vero falsa applicazione degli artt. 18 l.fall., 101, 115, 157 4, mira ad offrire tutela alla vittima del reato di usura e
c.p.c., 74 e 87 disp. att. c.p.c. in relazione all’art. 360, n. di altri ad esso assimilati, intendendo bilanciare l’interes-
3 c.p.c. avendo violato la corte il diritto di difesa del re- se del creditore all’adempimento con l’apprestamento
clamato Fallimento allorché, a cospetto di una produzio- delle condizioni di un’eccezionale verifica di nesso ezio-
ne documentale di controparte effettuata solo all’udienza logico tra la difficoltà solutoria e la genesi criminale del
di discussione (e ritenuta ammissibile per la nascita del- debito, cosı̀ da assicurare agevolazioni e provvidenze alle
l’atto posteriore al reclamo stesso), ha poi negato un ter- vittime. Questo essendo il significato del blocco per 300
mine per controdedurre, tanto più che a verbale nemme- giorni dei termini sostanziali di scadenza da un lato e di
no comparve un elenco di quanto cosı̀ tardivamente quelli processuali d’altro, appare evidente che la tutela
prodotto e non scambiato in udienza. Nonostante l’op- pubblicistica che lo Stato aggiunge in siffatto modo all’e-
posizione al siffatto ingresso processuale, tali documenti largizione economica verso le vittime introduce un’alte-
assunsero decisiva importanza nella decisione, violandosi razione nelle ordinarie relazioni civili, intermediate an-
cosı̀ ogni regola codificata del contraddittorio. che con il processo, dunque collocandosi - al di là della
(Omissis). legislazione sociale di sostegno - in un quadro di preva-
2. In ragione della loro pregiudizialità logica vanno in lenza dell’interesse pubblico alla protezione di ogni situa-
primo luogo esaminati congiuntamente i motivi riportati zione debitoria, d’impresa o meno, incisa anche indiret-
come secondo e sesto, il cui esame conduce alla rispetti- tamente da tali reati. La sopportazione a valle di tali mi-
va pari fondatezza, con assorbimento dei restanti. Il pro- sure da parte dei creditori non può pertanto, per tale ra-
cedimento per la dichiarazione di fallimento non implica gione, che essere circoscritta ad ipotesi tassative, la cui
alcun effetto segregativo diretto sul patrimonio del debi- base giustificativa, nel rinvenimento della loro portata,
tore, nel senso che dalla relativa e necessaria domanda si correli per quanto possibile a limitazioni selettive del
non scaturiscono, di per sé, conseguenze anticipate e ge- diritto di difesa e del diritto di credito. Non casualmen-
nerali di tipo esecutivo rispetto alla successiva procedura te, invero e contrariamente all’invocazione fattane dalla
concorsuale se non in casi nominati e per effetti minori controricorrente, la stessa S.C. aveva solo lambito il te-
(come per le misure cautelari o conservative di cui al- ma - l’applicabilità della sospensione in generale all’i-
l’art. 15, comma 8, l.fall.) ovvero con modalità indirette struttoria prefallimentare - esplicitando tuttavia la de-
(come nel caso della ritenuta incompetenza del primo scritta relazione esclusivamente con riguardo alla sospen-
tribunale dichiarante e la prosecuzione del fallimento in sione, in via teorica ammessa, del termine per impugnare
capo al secondo, senza soluzione di continuità salvo i quello, allora, annuale per impugnare con l’appello la
provvedimenti organizzativi, Cass. 22544/2010). Tale sentenza di rigetto dell’opposizione alla sentenza di falli-
inquadramento, coerente con una visione di tendenziale mento, per Cass. 1613/2009.
autonomia del giudizio di cui all’art. 15 (e 22 l.fall.) da 3. La fondatezza altresı̀ del sesto motivo consegue alla pre-
quello che può succedervi con la pronuncia di cui all’art. messa delimitativa già esposta dal Collegio: nel riformare
16 l.fall., impone di considerare che quanto meno la sentenza del tribunale, avendo il primo giudice omes-
«aprendosi con la sentenza dichiarativa di fallimento so di sospendere il procedimento per il solo rilievo della
una nuova fase del processo concorsuale» (Cass. 7471/ domanda di elargizione delle provvidenze richiamate al-
2008), dotata di sicura vocazione liquidatoria, solo ad es- l’art. 20 L. cit., la corte d’appello ha erroneamente evita-
sa può essere ricondotta la nozione esecutiva cui ha ri- to di selezionare - come avrebbe dovuto - la portata cau-
guardo l’art. 20, comma 4, della L. n. 44 del 1999, in sale dei vari debiti di Montagnola rispetto all’insolvenza,
ciò il Collegio intendendo ribadire che «la procedura eventualmente e solo discriminando in tale giudizio, da
prefallimentare non ha natura esecutiva, ma cognitiva, condurre in generale e con riguardo a tutte le risultanze
in quanto, prima della dichiarazione di fallimento, non recate al suo esame, quei crediti che fossero fondatamen-
può dirsi iniziata l’esecuzione collettiva, cosı̀ come, pri- te apparsi meritevole della citata tutela. In materia, ope-
ma del pignoramento, non può dirsi iniziata l’esecuzione ra infatti il principio per cui, chiesta dal debitore fallen-
individuale; ne consegue che il procedimento per la di- do l’ammissione ai benefici di cui alla L. n. 44/1999, il
chiarazione di fallimento non è soggetto alla sospensione giudice, ferme restando le altre condizioni, applica e ri-
dei procedimenti esecutivi contemplata ... in favore del- conosce la sospensione di cui al citato art. 20 con riguar-
le vittime di richieste estorsive e dell’usura» (Cass. do ai singoli crediti, ma senza pregiudizio per la dovero-
8432/2012), potendo invece e semmai la portata iniben- sità del riscontro della situazione di insolvenza di cui al-
te di tale titolo, ove riconosciuto nei suoi presupposti, l’art. 5 l.fall., che attiene alla situazione generale dell’im-
operare per la fase appunto successiva, con altri rimedi prenditore, se a carico del medesimo risultino altri ina-
ed a seguito di distinte iniziative, del tutto estranee al dempimenti o debiti. Per i primi crediti, attinti dal se-
giudizio critico sulla mera pronuncia in sé dei requisiti di gnalato rapporto con un reato, esclusa perciò l’applica-
fallibilità (Cass. 8434/2012). zione del comma 4 ed invece ricorrendo gli estremi per
Merita peraltro rilevare che, all’epoca della pronuncia, sussumere la relativa fattispecie nei commi 1 e 2, occorre
nessun precedente di legittimità appariva declinare in una specifica disamina coerente con il necessario oriz-

944 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

zonte temporale di trecento giorni (o tre anni per gli te, a determinate condizioni che non è possibile qui specifica-
adempimenti fiscali) in rapporto alle rispettive epoche re, dal legislatore, con la stessa L. n. 44 del 1999, la L. 7 marzo
di scadenza, incidendo la citata sospensione ad essi ap- 1996, n. 108, e la L. 20 ottobre 1990, n. 302.
plicabile sulla mera scadenza delle obbligazioni e dunque Segue infatti le sentenze nn. 8432, 8434, 8940 e 19464 del
2012 (pubblicate tutte, con una mia nota di commento intito-
attenendo al profilo di inesigibilità dei crediti stessi; per
lata I complicati intrecci tra le moratorie in favore delle vittime del-
gli altri, vale il principio per cui il complesso delle obbli- l’usura o di attività estorsive o sovversive, il procedimento di dichia-
gazioni già scadute si connette all’ordinario giudizio sul- razione di fallimento e di liquidazione fallimentare, in questa Rivi-
l’insolvenza tendenzialmente indifferente alle sue cause: sta, 2013, 25 ss., cui questo contributo va ovviamente allaccia-
Cass. 9253/2012, eventualmente temperato dalla consi- to), con le quali la Suprema Corte ha in sintesi affermato:
derazione prognostica dell’incidenza positiva - per epo- a) che la sospensione per la durata di 300 giorni «dell’esecu-
che di incasso ed entità - che l’elargizione economica zione dei provvedimenti di rilascio di immobili» e dei «termini
conseguibile rispetto ai debiti critici rispetto al reato po- relativi a processi esecutivi mobiliari ed immobiliari, ivi com-
trebbe avere sul risanamento finanziario complessivo e prese le vendite e le assegnazioni forzate», che ricadano nel-
certo dei debiti d’impresa. l’anno successivo alla data dell’«evento lesivo», prevista dal-
Ritiene conclusivamente il Collegio che la predetta mo- l’art. 20, comma 4, della L. n. 44 del 1999, è applicabile anche
alle vendite fallimentari (cfr. sent. n. 8434/2012), ma non ai
ratoria prevista dall’art. 20 L. n. 44/1999, in favore del procedimenti prefallimentari (cfr. sentt. nn. 8432/2012 e
soggetto che, in quanto vittima delle richieste estorsive, 19464/2012), non è prorogabile (cfr. sent. n. 8940/2012) e -
abbia chiesto la speciale elargizione prevista dagli artt. 3, secondo la disciplina anteriore all’entrata in vigore delle modi-
5, 6 ed 8 della menzionata legge, riguardi anche i termi- fiche apportate al settimo comma di detto articolo dall’art. 2,
ni di pagamento dei debiti pecuniari di natura civilistica comma 1, lett. d), n. 1), della L. 27 gennaio 2012, n. 3 - anda-
e non solo i ratei dei mutui bancari e ipotecari espressa- va disposta dal giudice dell’esecuzione, individuale o concor-
mente considerati dall’art. 20, comma 1. La avvenuta suale, sulla base di un’autonoma valutazione della sussistenza
scadenza di tali debiti importa invero la decadenza del dei suoi presupposti (cfr. sentt. nn. 8940/2012 e 19464/2012;
debitore, anche nell’istruttoria prefallimentare, dal pote- mentre, per quel che concerne la disciplina su quest’ultimo
re di eccepire al creditore che richieda il pagamento la punto introdotta dalla L. n. 3 del 2012, mi permetto di rinvia-
re, oltre che a I complicati intrecci, cit., 34 ss., al mio Le modifi-
circostanza che il debito non è ancora scaduto; mentre che alla disciplina dell’usura e dell’estorsione, in Sovraindebitamen-
l’ottenimento della sospensione, pur nei limiti in cui ri- to e usura. Commento della L. 27 gennaio 2012, n. 3 e del D.L.
guardi i termini scaduti o scadenti nell’anno successivo 22 dicembre 2011, n. 212, conv. in L. 17 febbraio 2012, n. 10,
alla data dell’evento lesivo, diviene un fatto tempora- a cura di M. Ferro, Milano, 2012, 36 ss.);
neamente incompatibile con la scadenza nominale di ta- b) che il combinato operare della proroga di 300 giorni dei
li termini, che va però eccepito dalla vittima dell’even- termini di scadenza, ricadenti nell’anno successivo alla data
to, allegando e provando la sussistenza dei presupposti, dell’«evento lesivo», «degli adempimenti amministrativi e per
ivi compresi gli atti amministrativi puntualmente elen- il pagamento dei ratei dei mutui bancari e ipotecari», prevista
cati al comma 7 del cit. art., rivisto dalla L. n. 3 del dal primo comma del cit. art. 20, e della sospensione per la
2012 (inapplicabile ratione temporis) ma immutato con medesima durata dei «termini di prescrizione» e di «quelli pe-
rentori, legali e convenzionali, sostanziali e processuali, com-
riguardo al necessario e previo intervento di un pubblico
portanti decadenze da qualsiasi diritto, azione ed eccezione»,
potere diverso dall’autorità giurisdizionale. sempre ricadenti nell’anno successivo alla data dell’evento le-
Il ricorso va pertanto accolto, con cassazione della sen- sivo, prevista invece dal terzo comma del medesimo articolo,
tenza e rimessione al primo giudice che si atterrà, nel pur potendo eventualmente rilevare, nel procedimento per la
giudizio di rinvio, ai principi di diritto sopra esposti, de- dichiarazione di fallimento, ai fini dell’accertamento dell’insol-
mandandosi al medesimo altresı̀ la liquidazione delle venza dell’imprenditore che abbia chiesto di accedere ai bene-
spese del presente giudizio. fici economici previsti in favore delle vittime dell’usura (ma lo
(omissis) stesso discorso dovrebbe valere per tutti gli altri soggetti bene-
ficiari delle moratorie in questione), non è idoneo a produrre
Osservazioni una generalizzata moratoria dei debiti del beneficiario, giacché
il primo comma di detto articolo prevede la proroga soltanto
La sentenza cui sono dedicate queste sintetiche osservazioni (e dei termini di pagamento dei ratei dei mutui bancari ed ipote-
che ha cassato la sentenza della Corte d’appello di Roma 30 cari ed il terzo comma prevede soltanto la sospensione di ter-
maggio 2011 che può leggersi in questa Rivista, 2011, 1323, mini di prescrizione e di decadenza (cfr. sent. n. 8432/2012).
con osservazioni critiche di A.M. Perrino) conclude la serie Vi aggiunge però degli elementi di novità che pare opportuno
degli arresti della Suprema Corte succedutisi nel corso dell’an- evidenziare, anche per le perplessità che suscitano.
no 2012 sul tema dei limiti entro cui possono incidere sul pro- Invero, mentre l’affermazione dell’inapplicabilità al procedi-
cedimento prefallimentare e su quello fallimentare le morato- mento prefallimentare della sospensione per la durata di tre-
rie previste dall’art. 20 della L. 23 febbraio 1999, n. 44, in fa- cento giorni de «i termini relativi a processi esecutivi mobiliari
vore di coloro che abbiano subito gravi danni come vittime ed immobiliari, ivi comprese le vendite e le assegnazioni forza-
dell’usura o di attività estorsive ovvero di atti sovversivi o di te», prevista dal quarto comma dell’art. 20 della L. n. 44 del
fatti delittuosi commessi per il perseguimento delle finalità del- 1999, non è nuova, rinvenendosi, come s’è detto, già nelle ci-
le associazioni mafiose o di operazioni di prevenzione o di re- tate sentenze della Suprema Corte 28 maggio 2012, n. 8432, e
pressione delle attività sovversive o della criminalità organizza- 9 novembre 2012, n. 19464 (oltre che, ancor prima, nella giu-
ta di stampo mafioso, che abbiano chiesto di accedere alle risprudenza di merito, ad es., in App. Napoli 22 luglio 2010,
provvidenze di carattere economico-finanziario a loro accorda- n. 134 v.g., in www.ilcaso.it, doc. n. 3177, e, in dottrina, ad

Il Fallimento 8/2013 945


Giurisprudenza
Fallimento

es., in A.M. Perrino, Usura e fallimento: prove difficili di dialogo, ricavabile dal comb. disp. del primo e del terzo comma dell’art.
in questa Rivista, 2009, 931), certamente nuovo nella giuri- 20 della L. n. 44 del 1999.
sprudenza di legittimità è l’avviso che «la ... moratoria prevista La selezione dei debiti i cui termini di pagamento devono con-
dall’art. 20 L. n. 44/1999 ... riguardi anche i termini di paga- siderarsi sospesi in forza di tali previsioni normative deve inve-
mento dei debiti di natura civilistica e non solo i ratei dei mu- ro essere compiuta, stando alle indicazioni del legislatore, sulla
tui bancari e ipotecari espressamente considerati dall’art. 20, sola base del criterio cronologico della loro scadenza nell’anno
comma 1», giacché «la avvenuta scadenza di tali debiti impor- successivo alla data dell’evento lesivo patito dal debitore in
ta ... la decadenza del debitore, anche nell’istruttoria prefalli- conseguenza del delitto (di usura, estorsione, danneggiamento
mentare, dal potere di eccepire al creditore che richieda il pa- con finalità estorsive, ecc.) di cui sia rimasto vittima, giacché
gamento la circostanza che il debito non è ancora scaduto». ciò è ritenuto dallo stesso legislatore, non irragionevolmente,
Il che, in altri termini, significa che la sentenza in commento sufficiente a far presumere, iuris et de iure, che la difficoltà del
- in evidente contrasto con la tesi restrittiva in proposito so- debitore di soddisfare puntualmente tali debiti dipenda, sia pu-
stenuta dalla stessa Corte di cassazione con la cit. sent. n. re indirettamente, proprio dalle difficoltà di carattere econo-
8432/2012 (v. supra) e seguendo un ragionamento analogo a mico-finanziario derivanti da tale evento lesivo e possa essere
quello svolto per giungere alla medesima conclusione nella superata grazie anche alle provvidenze dallo stesso debitore ri-
giurisprudenza di merito da App. Napoli 24 dicembre 2009, in chieste allo Stato.
www.osservatorio-oci.org, ms. 303, ed in www.ilcaso.it, doc. n. Secondo la disciplina anteriore alle modifiche apportate al-
2340/2010 (ma v. anche le diversamente argomentate ma so- l’art. 20 della L. n. 44 del 1999 dalla L. n. 3 del 2012 e succes-
stanzialmente in buona parte analoghe conclusioni di App. siva alla dichiarazione della parziale illegittimità costituzionale
Brescia 22 settembre 2010, in www.osservatorio-oci.org, ms. di detto articolo ad opera della sentenza della Corte costituzio-
348, Trib. Milano 29 giugno 2010, ibidem, ms. 382, e Trib. nale 23 dicembre 2005, n. 457, il giudice cui si fosse posto il
Cagliari 17 novembre 2009, ibidem, ms. 144) - riconosce che problema di stabilire, di norma incidentalmente, se il termine
la sospensione per la durata di 300 giorni prevista dal terzo per il pagamento di un debito di natura civilistica fosse sospeso
comma dell’art. 20 della L. n. 44 del 1999 è applicabile (an- in forza di quanto disposto dal terzo comma del medesimo art.
che) ai «termini di pagamento dei debiti pecuniari di natura 20 avrebbe pertanto dovuto limitarsi a verificare se tale termi-
civilistica» (diversi da quelli per il pagamento dei ratei dei mu- ne ricadeva o meno nell’anno successivo alla data dell’evento
tui bancari e/o ipotecari espressamente prorogati dal primo lesivo subito dal debitore e se quest’ultimo avesse o meno
comma del medesimo articolo) destinati a scadere nell’anno chiesto la concessione dei benefici economico-finanziari previ-
successivo alla data dell’«evento lesivo» - giacché la loro sca- sti dalla legge in favore delle vittime dell’usura o di attività
estorsive, ecc. ed a formulare - anche sulla base del parere, do-
denza importerebbe per il debitore la perdita del potere di ec-
po il suindicato intervento della Consulta non più vincolante,
cepire che il credito è inesigibile in quanto il termine per il
ma pur sempre obbligatorio, espresso dal prefetto territorial-
suo pagamento non è ancora scaduto, cioè, in definitiva, una
mente competente, dopo aver sentito il presidente del tribuna-
decadenza che non v’è ragione per non ritenere compresa tra
le - una previsione sull’accoglimento di tale richiesta, sempre-
quelle contemplate dal terzo comma, se non già dal primo
ché, ovviamente, questa non fosse stata già definitivamente
comma, del cit. art. 20 - e va dunque tenuta in considerazione
accolta o rigettata dall’autorità amministrativa competente.
nel valutare l’insolvenza del debitore rilevante ai fini dell’e- Per effetto delle modifiche apportate all’art. 20 della L. n. 44
ventuale dichiarazione del fallimento di quest’ultimo. del 1999 dalla L. n. 3 del 2012, deve ritenersi che ora quest’ul-
La portata di questa condivisibile affermazione rischia però di tima valutazione sia affidata al procuratore della Repubblica
essere significativamente - e, a mio avviso, ingiustificatamente competente per le indagini in ordine ai delitti che hanno cau-
- ridotta da alcuni, per vero non proprio perspicui, passaggi ar- sato l’evento lesivo patito dal debitore.
gomentativi della sentenza in commento, che sembrano in de- Ma, lasciando in questa sede da parte i forti dubbi di illegitti-
finitiva far dipendere la sospensione dei «termini di pagamen- mità costituzionale di questa scelta (per i quali debbo rinviare
to dei debiti pecuniari di natura civilistica» la cui scadenza ri- a I complicati intrecci, cit., 34 e ss.), mi pare indubbio che né il
cada nell’anno successivo alla data dell’«evento lesivo» (an- procuratore della Repubblica né il giudice competente possono
che) da «un’eccezionale verifica di nesso eziologico tra la diffi- selezionare i termini da considerare sospesi sulla base di accer-
coltà solutoria e la genesi criminale del debito», volta a limita- tamenti e giudizi diversi da quelli sopra indicati ed in partico-
re l’efficacia di detta sospensione ai soli debiti «attinti dal se- lare sulla base del nesso eziologico esistente tra la loro inosser-
gnalato rapporto con un reato», come evidentemente ritenuto vanza ovvero l’insorgere dei debiti cui si riferiscono e l’evento
anche dall’Ufficio del Massimario della Corte di cassazione, lesivo o il delitto che lo ha causato.
che, dal suo canto, ha ricavato da detta sentenza una massima Calando queste considerazioni nel procedimento prefallimen-
ufficiale che riferisce la sospensione in questione ai soli termi- tare, risulta allora evidente che, secondo la disciplina attual-
ni di pagamento dei crediti/debiti «attinti dal reato denunzia- mente vigente, il giudice che debba decidere se dichiarare o
to» («La sospensione prevista dall’art. 20 della legge 23 feb- meno il fallimento di un debitore che assuma di essere rimasto
braio 1999, n. 44, in favore del soggetto vittima di richieste vittima dell’usura o di attività estorsive o di atti di terrorismo
estorsive o di usura, riguarda la scadenza dei singoli crediti at- o di eversione dell’ordine democratico, ecc. e provi di aver
tinti dal reato denunziato e non pregiudica la doverosità del ri- chiesto allo Stato la concessione del mutuo senza interessi pre-
scontro dell’insolvenza ai sensi dell’art. 5 legge fall., che attie- visto dall’art. 14 della L. n. 108 del 1996 o dell’elargizione pre-
ne alla situazione generale dell’imprenditore, avendo riguardo vista dagli artt. 1, 3, 5, 6, 7 od 8 della L. n. 44 del 199 o dal-
alla risultanza di altri inadempimenti o debiti, con conseguen- l’art. 1 della L. n. 302 del 1990 e di aver ottenuto il «provve-
te dichiarazione di fallimento»). dimento favorevole» del procuratore della Repubblica compe-
Senonché, va osservato che non v’è alcun dato normativo che tente previsto dal settimo comma dell’art. 20 della L. n. 44 del
autorizzi una siffatta lettura restrittiva della portata della so- 1999, dovrà limitarsi a valutare se le moratorie conseguenti a
spensione dei termini per il pagamento dei debiti di natura ci- tale provvedimento siano idonee ad escludere l’insolvenza del
vilistica (se non proprio espressamente prevista, sicuramente) debitore ed il superamento del limite di non fallibilità fissato

946 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

dall’art. 15, ult. co., l.fall., tenendo conto dell’ammontare dei mentare potrebbe incidentalmente giudicare nullo, escludendo
debiti i cui termini di pagamento non sono sospesi, non rica- conseguentemente il debito da esso derivante da quelli rile-
dendo nell’anno successivo alla data dell’evento lesivo subito vanti ai fini di cui agli artt. 1, comma 2, lett. c), 5 e 15, ult.
dal medesimo debitore, come in effetti affermato anche dalla co., l.fall.
sentenza in commento, ma senza dover né poter valutare se i Peraltro, va rilevato che con la sentenza in commento la Su-
debiti i cui termini di pagamento ricadano invece in quel pe- prema Corte non ha ritenuto di affrontare l’ulteriore problema
riodo di tempo e/o la difficoltà del debitore di soddisfarli siano dell’applicabilità della sospensione prevista dal terzo comma
in qualche modo causalmente collegati al delitto da cui è deri- dell’art. 20 della L. n. 44 del 1999 anche ai termini del proce-
vato l’evento lesivo. dimento per la dichiarazione di fallimento, sebbene anch’esso
Una siffatta valutazione potrebbe rivelarsi invece necessaria in dovesse ritenersi sollevato con il sesto motivo del ricorso esa-
relazione ai debiti i cui termini di pagamento non sono com- minato.
presi nell’anno successivo alla data dell’evento lesivo e dunque In proposito ritengo pertanto che sia sufficiente rinviare alle
non possono rientrare nella moratoria di cui all’art. 20 della L. considerazioni a sostegno della soluzione positiva della questio-
n. 44 del 1999, ma potrebbero essere stati assunti, ad esempio, ne da me svolte ne I complicati intrecci, cit., 37 ss.
sulla base del contratto di mutuo in cui si è concretato il delit-
to di usura e che perciò il giudice del procedimento prefalli- Paolo Celentano

Il Fallimento 8/2013 947


Giurisprudenza
Fallimento

Effetti del fallimento

La capacità processuale
del fallito nell’inerzia del curatore
Cassazione Civile, Sez. I, 11 ottobre 2012, n. 17367 - Pres. Plenteda - Rel. Cultrera - B.G. S.p.a. c.
M.d.P. S.r.l. - Assessorato Territorio ed Ambiente della Regione Siciliana - Assessorato alle Fi-
nanze della Regione Siciliana

Fallimento - Effetti per il debitore - Rapporti processuali - Inerzia del curatore - Legittimazione suppletiva del fallito - In-
tervento ad adiuvandum del curatore - Conseguenze

(legge fallimentare art. 43)

Nelle controversie sui rapporti di diritto patrimoniale del fallito compresi nel fallimento, l’intervento ‘‘ad adiu-
vandum’’ spiegato dal curatore nel processo instaurato dal fallito non fa cessare la legittimazione suppletiva
del fallito stesso, né priva quest’ultimo della legittimazione ad impugnare la sentenza, atteso che la mera ade-
sione all’iniziativa del fallito non vale a revocare l’originario disinteresse della curatela.

capacità processuale, abbia proposto appello, la costitu-


La Corte (omissis). zione con comparsa integralmente adesiva del curatore
Il ricorso del fallimento è affidato ai motivi articolati nei fallimentare comporti la ratifica dell’attività processuale
sensi che seguono: del fallito, seppur la stessa comparsa non sia stata deposi-
1.- Si deduce violazione dell’art. 75 c.p.c., art. 1399 c.c., tata nel termine previsto per l’appello incidentale.
artt. 343 e 347 c.p.c. e correlato vizio di motivazione. La La controricorrente società Marina di Portorosa replica
censura è indirizzata avverso la declaratoria d’inammissibi- alla censura deducendone infondatezza. Osserva che il
lità dell’appello proposto dalla società fallita, assunta in ra- curatore, in quanto parte del giudizio di primo grado,
gione dell’asserito difetto di capacità processuale che, origi- non aveva l’onere di far propria l’impugnazione della so-
nariamente sussistente in ragione dell’inerzia della curatela cietà fallita ma quello d’impugnare a sua volta la decisio-
fallimentare ma venuta meno per effetto dell’intervento ne del tribunale con appello incidentale, nei termini di
da tale organo spiegato nel giudizio di primo grado, sareb- legge. Contesta che la curatela fallimentare abbia espres-
be comunque stato sanato per effetto di tale iniziativa as- so volontà di ratifica, in quanto non ha fatto propria
sunta dal curatore in fase d’appello, che, avendo natura l’impugnazione principale, ma ne ha solo chiesto l’acco-
adesiva, aveva comportato la ratifica dell’attività proces- glimento, sia che possa ipotizzarsi la ratifica che opera in
suale svolta dalla società fallita, ratifica ammessa in tesi a caso di attività compiuta dal falsus procurator in campo
lume della giurisprudenza citata - Cass. nn. 272/1998, sostanziale non processuale Cass. n. 5175/2005.
20913/2005 e 5135/2005, e quindi sanato quel difetto. La Le amministrazioni regionali, premessa eccezione d’inam-
Corte del merito non avrebbe rilevato che il curatore con missibilità del ricorso per difetto del requisito dell’autosuffi-
la comparsa in appello aveva chiesto l’accoglimento del- cienza, replicano per l’infondatezza della censura osservan-
l’impugnazione principale aderendovi, in tal modo manife- do che la scelta del curatore di non impugnare la sentenza
stando la volontà di ratificare l’iniziativa processuale della di primo grado è frutto di consapevole valutazione.
fallita che, legittimato, all’appello in quanto parte proces- 2.- si deduce violazione degli artt. 99, 323 e 75 c.p.c. e
suale nel precedente grado di giudizio, aveva perso la legit- della l.fall., artt. 42 e 43. Il denunciato vizio si annide-
timazione processuale a causa dell’intervento della proce- rebbe nell’affermazione secondo cui sarebbe venuta me-
dura per mezzo del curatore, che ha assunto il processo no nel giudizio di primo grado la capacità suppletiva del-
nello stato in cui si trovava in virtù di una successione dei la fallita in seguito alla costituzione del curatore, carenza
poteri processuali del fallito. Né in simile evenienza la cu- non più rilevabile per essersi formato il giudicato interno
ratela era onerata della proposizione di appello incidentale. in ordine alla qualificazione di parte processuale formale
Il difetto di motivazione riguarderebbe infine l’omesso ri- e sostanziale espressa nella decisione del tribunale, per
lievo del fatto processuale costituito dalla ratifica sanante l’effetto legittimata all’impugnazione. Il curatore, inter-
intervenuta nei sensi indicati. venendo nel giudizio di primo grado, non si era sostitui-
Il conclusivo quesito riassume la questione posta chie- to all’attrice, che difatti non era stata estromessa; nessu-
dendo se in fattispecie in cui il fallito, ritenuto privo di na delle parti del resto si era doluta, né in primo grado

948 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

né con impugnazione, della mancata estromissione. La La resistente Marina di Portorosa deduce l’infondatezza
capacità processuale della fallita comunque doveva esse- della censura richiamando il precedente della Cassazione
re scrutinata ‘‘ex novo’’ dalla Corte d’appello, in relazio- n. 15783/2005 di cui la Corte del merito avrebbe fatto
ne all’inerzia del curatore nell’impugnazione. corretta applicazione.
Comunque il difetto non era rilevabile d’ufficio né dedu- 4- si deduce violazione della L. Fall., artt. 42 e 43, artt. 75
cibile dalle altre parti processuali, ma su esclusiva ecce- e 112 c.p.c., e vizio di motivazione. Il difetto di capacità
zione del curatore che non ebbe a dedurla. processuale della fallita non è rilevabile d’ufficio né su ec-
Il conclusivo quesito di diritto chiede se, in fattispecie cezione delle altre parti, ma dal solo curatore che nulla eb-
in cui il fallito abbia introdotto giudizio nell’inerzia del be ad obiettare a riguardo. Il vizio di motivazione riguarda
curatore e la sua capacità non sia stata esclusa, dunque l’omesso riscontro del fatto costituito dall’interesse del cura-
implicitamente affermata dalla sentenza di merito pur tore fallimentare al rapporto non ancora litigioso.
dopo la costituzione del curatore in quel grado, possa il Il quesito di diritto chiede se, alla luce della citata giuri-
fallito, in quanto parte processuale e sostanziale, impu- sprudenza, il difetto di capacità processuale del fallito sia
gnare in via principale quella sentenza sulla base della rilevabile d’ufficio o su eccezione di parte ovvero su ini-
sua legittimazione all’impugnazione senza che rilevi, ai ziativa del solo curatore fallimentare in particolare nel
fini di sopravvenuta carenza della legittimazione, l’inter- caso in cui l’interessamento di tale organo si sia manife-
vento della curatela nel giudizio di primo grado. stato dopo e non prima dell’iniziativa del fallito.
La resistente società Marina di Portorosa deduce infonda- Anche di questo motivo la predetta resistente chiede il
tezza del motivo rilevando la contraddittorietà della censu- rigetto osservando tra l’altro che il curatore aveva mo-
ra con quella esposta nel precedente mezzo, che darebbe at- strato il suo interesse al giudizio con l’intervento, laddo-
to della perdita della capacità processuale della fallita. Ad ve l’attività da considerare non è quella precedente al
ogni buon conto contesta che il silenzio della decisione di giudizio ma quella svolta nel suo seno. Per sfuggire alla
primo grado in ordine alla sopravvenuta perdita della capa- declaratoria d’inammissibilità del suo appello, il ricorren-
cità processuale della fallita implichi necessariamente l’af- te avrebbe dovuto rispettare il termine previsto per la
fermazione della sua perdurante sussistenza. Sarebbe il con- proposizione dell’appello incidentale, in tal senso corret-
trario, tanto desumendosi dall’enunciato espresso nella pro- tamente qualificata la sua comparsa di costituzione.
nuncia della Cassazione n. 1396/2003 che assume tale per- Il ricorso della società fallita Bazia Gardens deduce i se-
dita a seguito del concreto esercizio del potere di stare in guenti motivi:
giudizio da parte del curatore. Comunque, non risultando 1.- violazione degli artt. 112 e 75 c.p.c. e l.fall., artt. 42 e
la questione effettivamente trattata dal Tribunale, perché 43 e correlato vizio di motivazione. Corretta la premessa
assorbita, non si è su di essa formato il giudicato interno. distinzione tra il caso in cui il curatore è parte attiva e
Rileva infine che il difetto della capacità processuale della autonoma del giudizio, in cui è preclusa ogni iniziativa del
fallita venne fatto segno di specifica eccezione da essa solle- fallito - Cass. n. 9710/2004 - e quello in cui sia rimasto
vata nella comparsa di costituzione in appello, nonché de- inerte, ipotesi nella quale il fallito conserva la propria
dotta dagli assessorati, che rilevarono l’inapplicabilità del autonoma legittimazione - Cass. n. 23435/2004, il cui di-
disposto della l.fall., art. 43, non essendo riscontrabile l’i- fetto non è eccepibile da parti diverse né rilevabile d’uffi-
nerzia del curatore fallimentare. cio, la Corte del merito tuttavia coltiva il sillogismo che
3.- si deduce violazione e falsa applicazione dell’art. 324 ne fonda il decisum con incoerenza, per aver omesso di ri-
c.p.c. e art. 2909 c.c. e della l.fall., artt. 42 e 43, per ribadi- levare che il giudizio di primo grado, introdotto autono-
re che, sulla perdurante legittimazione processuale di essa mamente dalla società fallita, è proseguito dopo la costitu-
fallita pur dopo l’intervento spiegato nel giudizio di primo zione del curatore senza subire interruzione né modifica
grado dal curatore fallimentare, si era formato il giudicato soggettiva, tant’è che il Tribunale ha provveduto sulla do-
interno - Cass. s.u. n. 24883/2008. In ogni caso, era compi- manda dell’attrice risolvendo la questione di rito e pro-
to della Corte territoriale verificare se la capacità proces- nunciando nel merito. Il richiamo operato dalla Corte
suale del fallito, venuta meno in primo grado, si fosse riac- d’appello al precedente delle S.U. n. 9710/2004 risulta in-
quistata per l’inerzia del curatore nel proporre l’appello. conferente, in quanto mira a superare, col rilievo officioso,
Il complesso quesito di diritto chiede: 1.- se, ammesso an- il difetto delle altre parti all’eccezione. Priva di fondamen-
che per le questioni di rito, si sia formato giudicato interno to logico è inoltre la decisione laddove desume dal mero
sulla capacità processuale del fallito allorché il giudice non intervento litisconsortile del curatore il venir meno della
ne abbia dichiarato la carenza pur dopo l’intervento in cau- legittimazione del fallito, ipotizzando un inesistente con-
sa del curatore fallimentare, con conseguente operatività flitto d’interessi. La fattispecie è diametralmente opposta a
dell’effetto preclusivo in ordine alla questione ed al correla- quella di cui al citato precedente in quanto il curatore
to scrutinio sull’ammissibilità dell’appello; non espresse la volontà di estromettere il fallito.
2a.- se la capacità processuale vada verificata in appello La resistente Marina di Portorosa replica al motivo osser-
in relazione a fatti sopravvenuti, si che possa ritenersi vando che nell’ipotesi in cui il fallimento mostra interes-
che la capacità processuale, venuta meno in primo gra- se al rapporto litigioso, il difetto della capacità proces-
do, possa ritenersi riacquistata dopo la definizione di suale del fallito è affidato al rilievo officioso del giudice.
questa fase, e 2b.- se tale ipotesi ricorra in relazione all’i- 2.- si deduce violazione degli artt. 99 e 323 c.p.c., 75 e
nerzia del curatore nel proporre impugnazione avverso la art. 105 c.p.c., comma 1 e l.fall., artt. 42 e 43. Con ri-
decisione sfavorevole. chiamo al precedente della Cass. n. 23435/2004 si rileva

Il Fallimento 8/2013 949


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Fallimento

che la decisione impugnata non indica la ragione della fallito compresi nel fallimento sta in giudizio il curatore’’.
perdita della capacità vicaria del fallito, in mancanza di La consolidata esegesi ne ha interpretato la ratio nel senso
volontà del curatore che il Tribunale, aveva escluso né che il fallimento (per tutte Cass. 6771/02) non determina
il curatore ha espresso in appello. L’organo fallimentare la perdita della capacità processuale del fallito, ma la so-
non è intervenuto nel giudizio per sostituire il fallito e stituzione del curatore al fallito che, seppur ancora parte
gestire in proprio la lite, tant’è che ha mantenuto la pro- del rapporto sostanziale controverso (Cass. n. 6347/83),
pria veste di litisconsorte adesivo, e di tanto del resto ha perde invece la sua veste formale limitatamente ai rappor-
dato atto il Tribunale, secondo cui il rapporto processua- ti patrimoniali, mantenendola tuttavia se il curatore si di-
le rimase inalterato. Il curatore non impugnò e non si sinteressa della res litigiosa, ancorché questa riguardi rap-
oppose all’appello, e il giudice delegato lo autorizzò a so- porti che ricadono nella massa (per tutte da ultimo Cass.
prassedere e quindi solo ad aderire all’appello proposto n. 4448/2012). Trattasi di un effetto dello spossessamen-
dalla fallita. Di ciò la Corte del merito non ha tenuto to, sancito per i rapporti sostanziali dal precedente l.fall.,
conto; piuttosto sulla base di alterazione di fatti di causa, art. 42, che priva il fallito della disponibilità dei suoi dirit-
si è cimentata in una discussione tortuosa circa la quali- ti, e dal momento che la legittimazione ad agire e a con-
ficazione di quell’atto di costituzione in termini d’appel- traddire non è assoluta ma solo relativa alla massa, sia sul
lo incidentale per inferirne l’inammissibilità. piano oggettivo, in quanto tale carenza si riferisce ai soli
3.- si denuncia violazione dell’art. 324 c.p.c. e art. 2909 rapporti patrimoniali che ricadono nel fallimento, sia su
c.c. deducendo la formazione del giudicato interno in or- quello soggettivo essendo stabilita nell’interesse esclusivo
dine al perdurare della legittimazione processuale della della procedura, solo il curatore, cui appartiene la relativa
fallita, nei cui confronti il primo giudice ha pronunciato eccezione (per tutte Cass. n. 5226/2011, n. 5571/2011, n.
nel merito. Ogni questione a tal riguardo era pertanto 15713/2010), può farla valere, esercitandola in vece del
ormai preclusa. debitore (tra le molte Cass. 8975/00 9164/01). Evento
4.- si deduce violazione della L. Fall., artt. 42 e 43, e degli neutro per il contraddittore in giudizio e per lo stesso giu-
artt. 75 e 300 c.p.c. per ribadire le precedenti denunce. dice, il fallimento non rileva in causa se il fallito, stante
Le controricorrenti chiedono il rigetto dei motivi rile- l’inerzia del curatore, intraprende il giudizio per gestire
vandone infondatezza. utilmente il rapporto processuale in prima persona; il pro-
Le questioni introdotte dai ricorrenti principali conver- cesso s’incardina regolarmente fino alla sua naturale con-
gono sui seguenti punti: se l’intervento in causa spiegato clusione (Cass. 11191/93 citata e 11728/90, 10612/90), e
dal curatore fallimentare ad adiuvandum nel processo in- la pronunzia che lo definisce, perfettamente valida, solo
trodotto da soggetto fallito determini perdita della legit- sul piano degli effetti è suscettibile di atteggiarsi diversa-
timazione suppletiva di quest’ultimo in ordine alla ge- mente, a seconda che sia sfavorevole o non al fallito.
stione contenziosa dei diritti di natura patrimoniale; se «Nel primo caso, inopponibile alla massa che resta insen-
possa configurarsi il giudicato interno sulla legittimazio- sibile alla vicenda, è ‘‘inutiliter data’’ nei confronti di que-
ne nell’ipotesi in cui la sentenza, omessa pronuncia sta, e ciò non per espressa previsione della l.fall., art. 43,
esplicita a riguardo, decida sul merito della domanda che serba in proposito silenzio, ma piuttosto in ragione
proposta dal fallito; se, pur escludendo il giudicato inter- della regola del concorso formale e sostanziale, posta dal
no, il difetto di legittimazione del fallito sia rilevabile su combinato disposto della l.fall., artt. 51 e 52. Sarà pertan-
eccezione del solo curatore ovvero sia affidato altresı̀ a to azionabile nei confronti del fallito stesso allorché sarà
rilievo officioso, in altre parole delle altre parti diverse tornato ‘‘in bonis’’. Nel secondo caso, pienamente utilizza-
dall’organo fallimentare, diretto interessato; se il curato- bile da parte della massa, laddove raggiunga un risultato
re, venuta meno la legittimazione suppletiva del fallito a patrimoniale utile, potrà essere azionata dal curatore ‘‘in
seguito del suo intervento spiegato nel giudizio di primo executivis’’ quale perfetto e valido titolo giudiziale che il
grado, era onerato della proposizione dell’appello in via fallimento acquisisce in forza del sistema di cui alla l.fall.,
incidentale; infine se la sua adesione al gravame princi- artt. 42 e 44, che gli fa obbligo di profittarne» (Cass. n.
pale proposto dalla fallita, valga come autonomo appel- 2965/2003). A questa costruzione esegetica non si è atte-
lo, scrutinabile quanto alla tempestività ai sensi dell’art. nuta la Corte del merito, il cui approdo si fonda sull’im-
343 c.p.c., ovvero quale mero atto di costituzione. motivata considerazione che il curatore fallimentare, spie-
Va respinta anzitutto l’eccezione d’inammissibilità del ri- gato intervento nel giudizio di primo grado per aderire al-
corso del fallimento per difetto di autosufficienza rinve- la domanda proposta dalla società Bazia Gardens, sia per
nendosi nella narrativa esauriente e completo riferimen- l’effetto subentrato nel giudizio ‘‘in locum et jus’’ della
to alla vicenda processuale, nonché ai fatti addotti a so- stessa. Omesso il necessario riferimento agli elementi ac-
stegno delle censure. quisiti in causa da cui sia stata desunta la manifestazione
Prioritari in ordine logico, vanno esaminati i primi due dell’intenzione del curatore di avvalersi dell’attività pro-
motivi del ricorso della società Bazia Gardens, che ap- cessuale svolta dal fallito e avvantaggiarsi del risultato fa-
paiono correttamente articolati in jure. Sussistenza e limiti vorevole alla massa da questo conseguito sostituendosi al-
della legittimazione cosı̀ detta vicaria o c.d. suppletiva del l’attrice fallita, e senza neppure confutare motivatamente
soggetto fallito erano regolati dal dettato del previgente l’assunto difforme del primo giudice che aveva escluso
l.fall., art. 43, applicabile nella specie ratione temporis, una posizione processuale del curatore alternativa a quella
che prevedeva testualmente che ‘‘nelle controversie an- della fallita, ritenendone invece la compresenza nel pro-
che in corso relative a rapporti di diritto patrimoniale del cesso, i giudici d’appello hanno affermato la perdita della

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capacità processuale di quest’ultima nel precedente grado nel merito, disponendone il rigetto, che riferı̀ alla società
di giudizio e della conseguente legittimazione ad impu- ed alla curatela ‘‘intervenuta’’, senza qualificarne l’inter-
gnare la statuizione, che pur aveva definito quel giudizio vento spiegato in causa. La legittimazione a proporre l’ap-
nel merito provvedendo, pur dopo l’ingresso nel processo pello da parte della società fallita, destinataria della pro-
del curatore, nel merito della domanda attorea. Se è vero nuncia nella sua veste originaria di parte sostanziale e pro-
che qualora il curatore abbia dimostrato il suo interesse cessuale, da cui non era stata spogliata dalla costituzione
per il rapporto in lite, promuovendo il giudizio o interve- del curatore, in questo contesto appare indubbia. Secondo
nendovi, «il difetto di legittimazione processuale del falli- il disposto della l.fall., art. 43, il curatore assume il giudi-
to assume carattere assoluto, ed è perciò opponibile da zio in corso avente ad oggetto rapporti patrimoniali che si
chiunque e rilevabile anche d’ufficio» (V. Cass. n. 8990/ riferiscono alla massa, dunque si costituisce per subentrare
2007), occorre che il giudice che muove il rilievo renda al fallito, assumendone la medesima veste processuale di
conto dell’interpretazione della volontà della curatela parte - attrice o convenuta - ma non certo per intervenire
emergente dal suo contegno processuale e dica per l’effet- in quel giudizio nella veste di terzo ai sensi dell’art. 105
to se esso, risolvendosi nella mera adesione all’iniziativa c.p.c., tanto meno ai soli fini di sostenere le ragioni del
del fallito, valga a contrastare il disinteresse che ab origi- fallito. In ciascuna delle sue forme, l’ingresso del terzo nel
ne ha dato impulso all’esercizio della legittimazione vica- processo già pendente regolato dal codice di rito nella
ria del fallito, il cui perdurare esclude la possibilità di rile- norma da ultimo citata presuppone o la volontà di far va-
vare d’ufficio il difetto di legittimazione dell’attore, e ren- lere un proprio diritto nei confronti di una - adesivo auto-
de inammissibile l’analoga eccezione sollevata dalla con- nomo - o di tutte le parti - principale, ovvero la soggezio-
troparte. Gli estremi della ‘‘inerzia’’ del curatore, non rav- ne agli effetti riflessi della sentenza - adesivo dipendente;
visabili nel caso di acquiescenza alla decisione di primo comunque l’acquisizione della veste di parte nel processo
grado, ben potendo ricondursi tale scelta alla volontà di a fianco o contro le parti originarie. L’ipotesi è estranea al
gestire in un certo modo l’affare litigioso, rendono ammis- meccanismo fallimentare che consente al curatore d’en-
sibile l’interpretazione della volontà della curatela ai fini trare nel processo ‘‘in locum et jus’’ del fallito parte origi-
dell’acquiescenza solo se abbia preso parte al precedente naria, ma né contro di essa, né per sostenerne il diritto
grado di giudizio, perché nel caso contrario, che ricorre dedotto in contesa. Il corollario applicato al caso di specie
nella specie, la mancanza di iniziativa processuale del cu- consente di affermare che, se è vero che secondo l’orien-
ratore resta comunque ascrivibile alla sua inattività, ed tamento di questa Corte (Cass. n. 23435/2004 ribadita da
esclude la possibilità di rilevare d’ufficio il difetto di legit- Cass. n. 12483/2007) se il fallimento precede l’apertura
timazione dell’attore. Dalla narrativa della vicenda pro- del giudizio, il difetto di capacità processuale del fallito è
cessuale esposta in atti, confermata dall’esame diretto de- affidato a rilievo officioso del giudice, il Tribunale di Mes-
gli atti che la natura esclusivamente processuale dei vizi sina, nel caso in esame, correttamente non l’ha esercitato,
denunciati consente, emerge invero che, costituendosi in né ‘‘in limine’’ avendo riscontrato disinteresse del curatore
primo grado, il curatore fallimentare dichiarò di aderire nella gestione dei diritti oggetto della pretesa esercitata in
alla domanda cautelare proposta dalla fallita in corso di giudizio dalla società attrice, né, stante il perdurare di
causa e rassegnò le proprie conclusioni chiedendo l’acco- quel disinteresse, ha seguito dell’intervento del curatore
glimento integrale delle domande attrici. Il Tribunale, che, limitatosi a sostenere le ragioni dell’attrice, non ri-
provvedendo su eccezione delle amministrazioni convenu- tenne di proseguire la lite in proprio subentrandovi ai
te, rilevò ed affermò la validità della citazione introdutti- sensi della l.fall., art. 43. La fallita mantenne la sua veste
va eseguita dalla fallita nell’inerzia del curatore fallimenta- di parte in forza della sua legittimazione processuale sup-
re, osservando che le parti anzidette non erano legittimate pletiva cui non si sovrappose quella del fallimento incon-
all’eccezione né il rilievo proveniva dal curatore, che pur cepibile nella sola ipotesi tipica prevista dall’art. 43 (Cass.
aveva contestato il proprio disinteresse alla lite, e soggiun- n. 23435/2004 cit. n. 4448/2012), e dunque proseguı̀ la
se che, del resto, l’azione riguardava beni non ancora ca- causa, di cui il curatore si era disinteressato con atteggia-
duti nella massa. In quest’ultimo caso, secondo quanto mento processuale omologo all’inerzia, attraverso la pro-
fondatamente deduce anche in questa sede la società Ba- posizione delle conseguenti impugnazioni. In conclusione,
zia Gardens, la legittimazione processuale del fallito si at- nelle controversie relative a rapporti di diritto patrimonia-
teggia infatti diversamente, non essendo ancora quei beni le del fallito, compresi nel fallimento, sta in giudizio il cu-
parte della massa, sı̀ che l’intervento del curatore va scru- ratore ai sensi della l.fall., art. 43, comma 1; la legittima-
tinato con maggior rigore, potendo il suo disinteresse de- zione processuale di tipo suppletivo del fallito residua nel
pauperare il patrimonio del fallito, che ha di contro tutto caso di disinteresse degli organi fallimentari che non ri-
l’interesse ad incrementarlo anche in vista di una succes- corre se il curatore acquisisce la veste di parte nel proces-
siva proposta concordataria. Indi, secondo il senso attri- so manifestando la volontà di gestire in proprio la res liti-
buito alle difese spiegate nella comparsa di costituzione giosa. Solo in quest’ultimo caso, perdendo la legittimazio-
del curatore, che non si è doluto di tale percorso ricostrut- ne processuale, il fallito perde anche la veste di parte,
tivo nella comparsa di costituzione in appello, il Tribuna- che, alla stregua di quanto precede, la società Bazia Gar-
le ritenne che questi, che non versava in situazione di dens ha conservato inalterata in senso sostanziale e pro-
conflitto con la società attrice, non si fosse ad essa sosti- cessuale nel giudizio di primo grado, con conseguente le-
tuito ma aveva aderito, facendola propria, alla domanda gittimazione ad impugnare con lo appello la decisione del
introduttiva, che alfine esaminò e decise con pronuncia Tribunale ad essa sfavorevole, assunta direttamente nei

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suoi confronti. Il curatore fallimentare che, perseverando cata di rappresentante unico della società era stata con-
nel suo atteggiamento attendistico, solo dopo l’introduzio- testata. La decisione impugnata richiama l’orientamento
ne dell’appello ritenne di costituirsi al fine di reiterare la giurisprudenziale secondo cui la persona fisica che confe-
sua precedente posizione processuale litisconsortile, non risce la procura non ha l’onere di dimostrare la qualità
era invece legittimato autonomamente al gravame, dal spesa nell’atto; né la validità della procura di P.F. era
momento che la sua posizione di terzo, genericamente e scalfita dalla decadenza dalla carica in cui era incorso
fumosamente consolidata nella sentenza di primo grado, l’altro conferente. All’impostazione ricostruttiva che
lo legittimava all’impugnazione ai sensi dell’art. 344 fonda l’approdo, conforme all’orientamento affermato
c.p.c., al solo fine di dolersi della qualificazione del suo dalla Cass. nella sentenza n. 23724/2007 espressamente
intervento, con esclusione della proponibilità in via auto- richiamata dalla Corte del merito, ed ulteriormente con-
noma delle questioni di merito (cfr. Cass. n. 17595/2004, fermata da Cass. n. 27340/2011 secondo cui ‘‘In tema di
n. 10530/2004, n. 7448/2012). capacità processuale delle persone giuridiche, la circo-
Neppure era legittimato peraltro all’appello incidentale stanza che la persona fisica titolare della rappresentanza
avverso decisione che, senza decretarne la diretta soc- della società che agisce in giudizio abbia, nel sottoscrive-
combenza, aveva definito nel merito la domanda pro- re la procura a margine della citazione, omesso di men-
nunciando nei confronti dell’attrice. zionare la sua qualità di rappresentante, non è causa
Il quadro normativo, mutato a seguito della riforma intro- d’invalidità della procura stessa, ove del potere rappre-
dotta dal D.Lgs n. 5 del 2006, al quale è opportuno rife- sentativo sia stata fatta menzione nelle premesse dell’at-
rirsi per esigenze di completezza, laddove prevede al com- to introduttivo’’, che in questa sede si ribadisce in piena
ma 3, che «l’apertura del fallimento determina l’interru- condivisione, il motivo non oppone argomenti di confu-
zione del processo» supera le problematiche riguardanti la tazione, che inducano a rivisitazione o smentita. Il quesi-
sorte dei processi pendenti. Lascia aperto il varco a oppo- to di diritto chiede infatti se, qualora sia parte del pro-
ste opzioni esegetiche, di cui non è il caso di dar atto es- cesso una società la persona fisica che, nella qualità di
sendo la questione estranea al tema dibattuto in questa organo della stessa, ha conferito il mandato ha l’onere di
sede, circa il perdurare, alla presenza del rilievo officioso, dimostrare, a fronte di specifica contestazione, il suo po-
della legittimazione processuale vicaria del fallito discen- tere di rappresentanza, pena la declaratoria di nullità o
dente dall’incapacità, relativa alla massa, a promuovere li- inammissibilità dell’atto processuale; e se la Corte d’ap-
ti inerenti ai suoi rapporti patrimoniali, ricaduti appunto pello ha errato per non adottato siffatta pronuncia in as-
nella massa, in caso d’inerzia del curatore. senza della prova documentale della sussistenza in capo
È pertanto affetta dal denunciato errore di diritto la sta- al Dott. P. dei poteri di rappresentanza pur a fronte di
tuizione della Corte territoriale che ha dichiarato l’inam- specifica contestazione.
missibilità dell’appello della società Bazia Gardens non- Tale formulazione, che neppure individua la persona fisi-
ché della costituzione del curatore fallimentare, erronea- ca cui intende riferirsi il vizio denunciato, se P.A., deca-
mente qualificandola appello incidentale e quindi scruti- duto dalla carica, ovvero P.F., invoca regula juris igno-
nandola quanto alla sua tempestività a mente dell’art. rando del tutto il principio di diritto applicato dal giudi-
343 c.p.c. Validamente assunti siffatti atti processuali, in ce d’appello, di cui né si chiede rivisitazione né se ne
particolare, rituale ed ammissibile l’appello della società smentisce la correttezza.
e ammissibile quanto alla sua tempestività la costituzione Tutto ciò premesso, la decisione impugnata deve essere
in appello del curatore fallimentare, la Corte territoriale cassata con rinvio alla Corte d’appello di Messina che
avrebbe dovuto dar corso all’esame del merito delle cen- provvederà nel merito sull’appello della Bazia Gardens
sure e scrutinare l’ammissibilità nel resto dell’atto costi-
ed esaminerà le difese del curatore fallimentare e prov-
tutivo del curatore.
vederà altresı̀ alla regolamentazione delle spese del pre-
L’accoglimento dei motivi esaminati, che discende dalle
sente giudizio.
considerazioni che precedono, assorbe l’esame delle ulte-
(Omissis).
riori censure della società Bazia Gardens. Pronunciando
sul ricorso della curatela fallimentare deve per l’effetto
dichiararsi che la stessa non poteva costituirsi nel giudi- Osservazioni
zio introdotto dalla società fallita spiegando intervento La fattispecie controversa e la decisione della Cassazione
di terzo ai sensi dell’art. 105 c.p.c. Una società già dichiarata fallita, nell’inerzia del curatore, cita
Il ricorso incidentale delle amministrazioni regionali è in giudizio, a fini risarcitori, la pubblica amministrazione ritar-
invece privo di fondamento e deve disporsene il rigetto. dataria nel rilascio delle autorizzazioni connesse alla concessio-
Rilevato anzitutto che le censure ivi illustrate reiterano ne di arenile e specchi d’acqua, cui fa seguito la perdita di un
quelle rappresentate con l’atto d’appello, il ricorso dedu- finanziamento agevolato e conseguente crisi di liquidità. Le
amministrazioni convenute, costituitesi per resistere nel meri-
ce nullità della sentenza impugnata per violazione del- to, eccepiscono preliminarmente la carenza di capacità proces-
l’art. 100 c.p.c. e l.fall., art. 43, sull’assunto che la procu- suale della società attrice, mentre il curatore, costituendosi nel
ra a margine dell’atto d’appello della società fallita rila- primo grado dichiara di aderire alle domande attrici, rasse-
sciata dal Dott. P.A. sarebbe nulla, sia perché non vi era gnando poi le sue conclusioni, chiedendone l’integrale accogli-
la prova della qualità di legale rappresentante spesa in mento. Sembra quindi spiegarsi mero intervento adesivo, non
atti, sia perché lo stesso era decaduto dalla carica per ef- è chiaro se autonomo o dipendente. Il Tribunale ritiene che il
fetto del fallimento. Quanto all’ing. P.F., la qualità indi- curatore non si sia sostituito alla società attrice, dichiara per-

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tanto la legittimazione attiva di quest’ultima e, nel merito, ri- V ed., Bologna, 2011, 323 ss.; sui diversi significati che può as-
levata la naturale demaniale dei beni di cui si tratta, rigetta la sumere la ‘‘categoria’’ di parte in senso sostanziale e processua-
domanda principale e dichiara improcedibili le domande risar- le con particolare richiamo ai processi speciali e al processo di
citorie riconvenzionali svolte dalle convenute. classe, v. vol. 2, 82 ss.). Limitatamente ai processi a cognizione
La società propone appello avverso la sentenza e le ammini- piena, che rilevano ai fini del presente commento, sia che si
strazioni convenute la impugnano in via incidentale, deducen- svolgano secondo le forme del rito ordinario, che secondo
do, tra l’altro, l’inammissibilità dell’impugnazione in ragione quelle del rito speciale, parti sono i soggetti attori che propon-
della carenza di legittimazione processuale dell’ex amministra- gono domanda introduttiva, i convenuti nei confronti dei qua-
tore della società e della società stessa, in quanto venuta meno li è proposta e gli intervenienti che, spontaneamente o per
a seguito della costituzione in giudizio del curatore fallimenta- chiamata di parte o invito del giudice, si introducono in pro-
re. Quest’ultimo si costituisce anche in appello aderendo al- cesso già pendente (il fatto costitutivo della qualità di parte è
l’impugnazione principale e chiedendone l’accoglimento. La dunque per l’attore la notificazione dell’atto di citazione nel ri-
Corte d’Appello dichiara inammissibile l’appello della società to ordinario o il deposito in cancelleria del ricorso nel rito spe-
e l’appello incidentale (cosı̀ è qualificata la sua costituzione in ciale e per il convenuto l’essere destinatario e ricevere quindi
giudizio) del curatore. l’atto di citazione o il ricorso nella copia notificata).
La sentenza viene impugnata dal curatore e dalla stessa società, Vale la pena di ricordare ancora alcune delle situazioni proces-
ponendo alla Suprema Corte, in particolare, i seguenti quesiti suali, peraltro sufficientemente note, ma rilevanti ai fini delle
in diritto: a) se l’intervento in causa del curatore fallimentare argomentazioni oggetto di commento: alla capacità di essere
ad adiuvandum nel processo introdotto dal soggetto fallito de- parte, che spetta a tutti i soggetti cui è riconosciuta la capacità
termini perdita della legittimazione suppletiva di quest’ultimo giuridica (da intendersi quale idoneità ad essere soggetto di di-
in ordine alla gestione contenziosa dei diritti di natura patri- ritti soggettivi) si contrappone la capacità processuale, accolta
moniale; b) se possa configurarsi il giudicato interno sulla le- nell’art. 75 c.p.c., la quale altro non è se non la capacità di
gittimazione nell’ipotesi in cui la sentenza, emessa una esplici- agire sostanziale (ovvero l’attitudine o l’idoneità ad acquistare
ta pronuncia al riguardo, decida sulla domanda proposta dal ed esercitare diritti soggettivi o assumere obblighi giuridici,
fallito; c) se, pur escludendo il giudicato interno, il difetto di compiendo atto di natura personale o patrimoniale), riferita
legittimazione del fallito sia rilevabile su eccezione del solo cu- tuttavia al compimento di atti in un processo. La capacità pro-
ratore ovvero sia affidato altresı̀ a rilievo officioso, ovvero del- cessuale, cui il legislatore subordina il potere di porre in essere
le altre parti diverse dall’organo fallimentare, diretto interessa- gli atti del giudizio (si tratta della c.d. legitimatio ad processum),
to; d) se il curatore, venuta meno la legittimazione suppletiva si acquista, di regola, con la maggiore età, salvi i casi in cui la
del fallito a seguito del suo intervento spiegato nel giudizio di legge richieda una età diversa (a titolo esemplificativo può ri-
primo grado, era onerato della proposizione dell’appello inci- cordarsi la L. 22 aprile 1941, n. 633, sul diritto d’autore, il cui
dentale; infine, e) se la sua adesione al gravame principale art. 108 fissa al raggiungimento del sedicesimo anno di età
proposto dalla fallita valga come autonomo appello, valutabile l’acquisto della capacità da parte di un soggetto di compiere
quanto alla tempestività ai sensi dell’art. 343 c.p.c. ovvero tutti gli atti giuridici relativi alle opere da lui create. V., più in
quale atto di costituzione. generale, tra altri, sulla capacità processuale, F.P. Luiso, Diritto
La Corte, richiamati principi più volte espressi (e di cui si dirà processuale civile, vol. 1, Milano, 2011, 208, nonché G. Balena,
infra), rilevato che nella specie, nel costituirsi in primo grado, Istituzioni di diritto processuale civile, vol. 1, Bari, 2012, 187 ss.).
il curatore si era limitato ad aderire alla domanda proposta dal- Su di essa, peraltro, possono incidere gli stessi eventi giuridici
la fallita in corso di causa, senza tuttavia manifestare alcuna che sono suscettibili di escludere, limitare o condizionare la
volontà di gestire in proprio la res litigiosa, afferma che la socie- capacità di agire: l’art. 75, secondo comma, c.p.c. stabilisce in-
tà poi fallita ha conservato inalterata la veste di parte in senso fatti che le persone che non hanno il libero esercizio dei diritti
sostanziale e processuale nel giudizio di primo grado, con con- possono stare in giudizio se rappresentate, assistite o autorizzate
seguente legittimazione ad impugnare con l’appello la decisio- secondo le norme che regolano la loro capacità. Il riferimento
ne del Tribunale ad essa sfavorevole. Al contrario, il curatore è non solo alla minore età, all’interdizione e all’inabilitazione,
fallimentare non era autonomamente legittimato al gravame ma anche a tutte le altre situazioni da cui può derivare la per-
posto che la sua posizione di terzo lo legittimava all’impugna- dita o la limitazione della capacità di agire, quali, ad esempio,
zione ai sensi dell’art. 344 c.p.c. al solo fine di dolersi della e per quanto in questa sede interessa, la dichiarazione di falli-
qualificazione del suo intervento, ma con esclusione della pro- mento che determina l’incapacità del fallito, limitatamente, ai
ponibilità in via autonoma delle questioni di merito. La solu- sensi degli artt. 42 e 43, l.fall, ai rapporti di diritto patrimonia-
zione del quesito sub a) è assorbente rispetto a quelli sub b), le. La dichiarazione di fallimento ha, infatti, quale effetto prin-
c), d) ed e) e solo il primo costituisce oggetto della sentenza cipale per il fallito, la perdita della legittimazione processuale
annotata. La decisione è da condividere nelle sue conclusioni attiva e passiva, nel senso che quest’ultimo, pur conservando
per le ragioni che si espongono, anche se la ricca, talvolta ec- la titolarità dei rapporti patrimoniali compresi nel fallimento,
cessivamente copiosa messe di richiami, riferimenti e citazioni non può personalmente assumere la veste di parte processuale
può indurre il lettore ad invocare una maggiore sobrietà espo- davanti al giudice, essendo la legittimazione in ordine ai rap-
sitiva. porti stessi demandata esclusivamente al curatore.
Il difetto di legittimazione ad agire e contraddire del fallito Come noto, la perdita di legittimazione o ‘‘spossessamento’’
Come è opportuno premettere, anche se si tratta di nozioni del fallito può tuttavia subire deroghe, innanzitutto, in relazio-
ben note agli studiosi del processo e agli operatori, per il dirit- ne ai rapporti non compresi nel fallimento, e, in secondo luo-
to processuale civile, ‘‘parti’’ sono i soggetti diversi dal giudice go, con riferimento a quei rapporti patrimoniali per i quali esi-
e dai suoi ausiliari che compiono atti di un procedimento giu- sta un assoluto disinteresse o una semplice inerzia da parte de-
risdizionale o sono destinatari degli effetti dei provvedimenti gli organi della procedura, riconoscendosi in questi casi una le-
del giudice (sulla nozione di parte nei processi di cognizione, gittimazione concorrente o suppletiva del fallito.
nel processo di esecuzione e nei riti sommari, v., tra altri, L.P. L’art. 43, l.fall., infatti, nel testo previgente le più recenti rifor-
Comoglio-C.Ferri-M. Taruffo, Lezioni sul processo civile, vol. 1, me e applicabile nella specie ratione temporis, in tema di sussi-

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stenza e limiti della legittimazione suppletiva del soggetto falli- ancorché questa riguardi rapporti che ricadono nella massa (il
to, si limitava ad affermare che «nelle controversie anche in tema è affrontato nella motivazione della sentenza annotata
corso relative a rapporti di diritto patrimoniale del fallito com- che si richiama da ultimo alla precedente sentenza Cass. 20
presi nel fallimento sta in giudizio il curatore» (v., per tutti, S. marzo 2012, n. 4448).
Satta, Diritto fallimentare, ed. aggiornata da R. Vaccarella e Date tali premesse è indubbio che se il curatore, rimasto iner-
F.P. Luiso, Padova, 1990, 154 ss.; l’opera collettiva a cura di te, spieghi nel giudizio di primo grado promosso dalla società
P. Pajardi, Le fonti del diritto italiano, Codice del Fallimento, Mi- fallita un mero intervento adesivo, l’azione che viene esercita-
lano, 1991, sub art. 43, p. 149; id., Codice del Fallimento a cura ta è diretta esclusivamente a profittare dell’esito positivo di
di V. Colesanti, Milano, 2004, sub art. 43, 321 ss.; P. Pajardi, quella della fallita: non può pertanto ritenersi che l’intervento
Manuale di diritto fallimentare, a cura di M. Bocchiola e A. Pa- dell’organo fallimentare abbia determinato la perdita della ca-
luchowski, Va ed., Milano, 1998, 234 ss.; G.U. Tedeschi, Ma- pacità processuale dell’iniziale attrice, la quale ben può impu-
nuale di diritto fallimentare, Padova, 2001, 250 ss.). In una pri- gnare la sentenza emessa nei suoi confronti.
ma fase cronologica, la giurisprudenza, con riferimento al mo- È questa la conclusione corretta cui perviene anche la Corte,
mento della perdita della legittimazione processuale in capo al anche se, come sopra rilevato, a seguito di argomentazioni che
fallito, riteneva che l’evento interruttivo rappresentato dal fal- meritavano certo maggiore concisione espositiva.
limento non si verificasse automaticamente, né poteva essere Il nuovo art. 43, l. fall.
rilevato d‘ufficio o dichiarato dalla controparte, ma, al contra- La decisione applica la norma dell’art. 43 nella sua formulazio-
rio, doveva acquisire rilevanza nel processo con le forme previ- ne antecedente le recenti riforme, ma occorre comunque os-
ste dall’art. 300 c.p.c. e dunque con la dichiarazione in udien- servare che quanto precede non può non valere anche con ri-
za o con la notifica alle altre parti dell’evento interruttivo da ferimento alla più recente normativa. Infatti il legislatore ha
parte del procuratore del fallito. In mancanza il processo prose- lasciato immutato il tenore dei primi due commi e quindi il
guiva tra le parti originarie, ma la sentenza non era opponibile principio secondo cui spetta al curatore la legittimazione pro-
al fallimento. Tale conclusione muoveva dalla considerazione cessuale a far valere rapporti patrimoniali del fallito. È stato
della non assolutezza dell’incapacità processuale del fallito, do- invece aggiunto all’art. 43 un terzo comma, il quale prevede
vendosi questa intendersi in senso relativo e dunque riferibile che l’apertura del fallimento determini l’interruzione del pro-
alla sola massa dei creditori, essendo consentito solo a que- cesso: tale conseguenza, a dire il vero, non era mai stata messa
st’ultima e, per essa, al curatore eccepirle. Successivamente pe- seriamente in dubbio, ritenendosi applicabili i principi genera-
rò la giurisprudenza, mitigando il rigore del precedente orien- li di cui agli artt. 299 e 300 c.p.c. in relazione alla perdita della
tamento, è giunta a riconoscere il carattere assoluto del difetto capacità processuale del fallito. Il problema si poneva per il
di legittimazione processuale, per i rapporti patrimoniali com- fatto che, appunto in applicazione dei principi di cui alle nor-
presi nel fallimento, con conseguente rilevabilità d’ufficio del- me da ultimo richiamate, l’interruzione era subordinata alla di-
la stessa nei soli casi di disinteresse o inerzia degli organi pre- chiarazione dell’evento da parte del curatore, con la conse-
posti al fallimento, ma non anche quando questi si siano con- guenza che, in caso di inerzia di quest’ultimo, il processo pote-
cretamente attivati e abbiano ritenuto non conveniente intra- va proseguire nei confronti del fallito, con possibilità per il cu-
prendere o proseguire la controversia. La possibilità di rilevare ratore di avvalersi dell’inopponibilità di un esito negativo del-
d’ufficio il difetto di legittimazione processale finiva dunque la causa e di approfittare invece del risultato favorevole. Il tut-
con l’essere subordinato alla necessaria dimostrazione della to con conseguente possibile ritardo nei tempi di definizione
preesistenza dell’interesse del curatore rispetto al compimento della lite.
di attività da parte del fallito tese a tutelare beni o rapporti già Anche la ‘‘nuova’’ disposizione non va ovviamente intesa nei
acquisiti al fallimento, ritenendosi irrilevante il momento in suoi effetti estensivi e senza limiti, dovendosi escludere i giudi-
cui tale interesse sorgeva la circostanza che esso di fosse mani- zi relativi a diritti e rapporti non ricompresi nel fallimento, i
festato in un momento successivo a tale attività. Al momento giudizi che devono essere dichiarati improcedibili in quanto
aventi ad oggetti l’accertamento di diritti non soggetti alla ve-
dell’apertura del fallimento, dunque, il fallito, costituitosi in
rifica concorsuale e i procedimenti davanti alla Corte di Cas-
un giudizio iniziato prima del suo fallimento, perde la capacità
sazione in quanto non soggetti in generale ad interruzione. La
processuale; se poi egli propone un giudizio relativo ad un be-
nuova disposizione inoltre non può applicarsi nelle ipotesi in
ne che può essere compreso nel fallimento, il curatore, il giu-
cui la causa non sia pendente alla data di dichiarazione del fal-
dice d’ufficio o chiunque vi abbia interesse può ‘‘fermarlo’’ fa-
limento, ma sia successivamente instaurata dal fallito (v., in
cendo valere la sua mancanza di legittimazione processuale
tema, F. Marelli, in Le riforme del diritto italiano, Il nuovo diritto
(v., oltre alle decisioni citate nella motivazione della sentenza
fallimentare r.d. 16 marzo 1942, n. 267 (agg. al d.l. 35/2005 e
in commento, tra le altre, Cass. 3 aprile 2003, n. 5202, Cass.
al d.lg. 5/2006), Commentario diretto da A. Jorio, coordinato
14 maggio 2002, n. 6937). Il fallito, dunque, può agire per far
da M. Fabiani, Bologna, 2010, sub art. 43; Codice Commentato
valere i suoi diritti solo là dove il curatore mostri di disinteres- del Fallimento, diretto da G. Lo Cascio, Milano, 2013, sub art.
sarsi a uno o più rapporti patrimoniali compresi nel fallimento, 43; M. Fabiani, Diritto Fallimentare. Un profilo organico, Bolo-
sempre che l’inerzia di quest’ultimo non sia conseguenza della gna, 2011, passim, spec. cap. 8 e 16 sulla posizione del fallito e
valutazione negativa della convenienza della controversia (v., gli effetti processuali sulla stessa, 107 ss. e 263 ss.).
in particolare, in tema, Cass. 17 giugno 2010, n. 14624) ovve-
ro là dove il curatore si sia regolarmente attivato, ritenendo Corrado Ferri e Cristina Bellomi
peraltro poi non conveniente per il fallimento instaurare o
proseguire la lite. La consolidata giurisprudenza interpretativa
del previgente art. 43 ha ritenuto infatti che il fallimento non
abbia a determinare, con la perdita della capacità processuale
del fallito, la sostituzione del curatore allo stesso; il fallito, an-
cora parte del rapporto sostanziale controverso, perde la sua
veste formale, limitatamente ai rapporti patrimoniali, ma la
mantiene tuttavia se il curatore si disinteressa della res litigiosa,

954 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Concordato preventivo

Concordato con riserva

L’inammissibilità del concordato


con riserva
Tribunale di Bergamo 15 febbraio 2013 - Pres. Alfani - Rel. Panzeri - D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l.

Concordato preventivo - Ammissione - Procedimento - Domanda con riserva - Sospensione procedura prefallimentare
pendente - Concessione termine - Decorrenza - Mancato rispetto - Inammissibilità - Accertamento stato di insolvenza -
Dichiarazione fallimento

(legge fallimentare artt. 1, 15, 161, 162)

In tema di concordato preventivo con riserva di presentazione della proposta, del piano e della documentazio-
ne, il mancato rispetto del termine disposto dal tribunale e decorrente dal momento della sua concessione, de-
termina l’inammissibilità della domanda.

Il Tribunale (omissis). mentazione di cui ai commi secondo e terzo dell’art. 161


All’udienza prefallimentare del 12 settembre 2012 il le- l.fall.
gale rappresentante della società debitrice ha chiesto un Con decreto del 27 dicembre 2012 il Tribunale ha fissa-
breve rinvio al fine di depositare domanda di ammissio- to, ex art. 162 l.fall., l’udienza camerale del 14 febbraio
ne alla procedura di concordato preventivo. Disposto il 2013 per l’eventuale dichiarazione d’inammissibilità del-
differimento richiesto, alla successiva udienza del 26 set- la proposta di concordato preventivo presentata dalla so-
tembre 2012 il procuratore della società debitrice ha da- cietà D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l. con la seguente moti-
to atto dell’avvenuto depositato della domanda di con- vazione:
cordato ai sensi dell’art. 161, sesto comma, l.fall. «Letta la domanda di ammissione alla procedura di con-
Infatti, con ricorso depositato il precedente 25 settembre cordato preventivo, nelle forme dell’art. 161 VI comma
2012 la società D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l., (omissis) l.fall., presentata in data 25 settembre 2012 dalla società
ha proposto domanda di ammissione alla procedura di D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l, (omissis) come in atti rap-
concordato preventivo riservandosi di presentare la pro- presentata;
posta, il piano e la documentazione di cui ai commi se- visto il proprio decreto di concessione del termine per la
condo e terzo dell’articolo 161 l.fall. entro il termine fis- presentazione della proposta del piano e della documen-
tazione di cui ai commi II e III dell’art. 161 l.fall., depo-
sato dal giudice.
sitato in data 5 ottobre 2012 e comunicato alla ricorren-
Acquisito il parere del Pubblico Ministero, con decreto
te in pari data;
del 4-5 ottobre 2012 il Tribunale ha, quindi, assegnato
rilevato:
alla società ricorrente il termine di 60 giorni per la pre- – che il termine di 60 giorni concesso alla società ricor-
sentazione della proposta, del piano e della documenta- rente è scaduto il giorno dicembre 2012;
zione di cui ai commi secondo e terzo dell’art. 161 l.fall., – che la medesima ricorrente ha depositato quanto ri-
disponendo obblighi informativi a carico della medesima chiesto dal Tribunale con il predetto decreto ad integra-
ricorrente. zione della domanda di concordato preventivo il giorno
Con distinto decreto del 4-5 ottobre 2012 il Tribunale 5 dicembre 2012 e, quindi, successivamente alla scaden-
ha altresı̀ sospeso la procedura fallimentare pendente, ri- za del termine anzidetto».
servandosi di provvedere sulle istanze di fallimento all’e- All’udienza camerale del 14 febbraio 2013 il procuratore
sito della definizione della procedura concordataria. della D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l. ha insistito per l’am-
Con ulteriore ricorso depositato in data 10 ottobre 2012 missione della società alla procedura di concordato pre-
è stato chiesto il fallimento della medesima società an- ventivo, mentre i procuratori dei creditori istanti Uten-
che da parte di altro creditore e, precisamente, della In- sileria F.lli Cornali S.r.l. e Index Construction systems
dex Construction Systems and Products S.p.a., (omissis). and products S.p.a. ed il Pubblico Ministero hanno insi-
In data 5 dicembre 2012 la società D.G. Cugini Mazzo- stito per la declaratoria di fallimento.
leni S.r.l. ha depositato la proposta, il piano e la docu- Ciò premesso, ritiene il Tribunale che la proposta di

Il Fallimento 8/2013 955


Giurisprudenza
Concordato preventivo

concordato preventivo debba essere dichiarata inammis- stems and products S.p.a. dell’importo di E
sibile, per le medesime ragioni esposte nel decreto 27 di- 1.972.168,29, come da atto di precetto notificato il 9 lu-
cembre 2012 di fissazione della udienza ex art. 162 l.fall. glio 2011 (cfr. documenti prodotti dalla ricorrente);
e sopra trascritte, e che, conseguentemente, debba essere – a carico della medesima società debitrice risultano le-
dichiarato il fallimento della D.G. Cugini Mazzoleni vati numerosi protesti;
S.r.l. – le procedure esecutive promosse nei confronti della
Invero, questo Collegio non può che confermare che la debitrice dalle ricorrenti Flag S.p.a. e Index Construc-
ricorrente D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l. ha depositato tion systems and products S.p.a. hanno avuto esito nega-
l’integrazione alla domanda di concordato oltre la sca- tivo;
denza del termine fissato dal Tribunale con il decreto 5 Ritiene quindi il Tribunale che:
ottobre 2012 e comunicato alla medesima ricorrente in – tali circostanze dimostrano come la società D.G. Cu-
pari data. gini Mazzoleni S.r.l. non sia più in grado di soddisfare re-
A ciò deve aggiungersi che non risulta fondato l’assunto golarmente le proprie obbligazioni: ed invero, lo stato di
del procuratore della società debitrice secondo cui la de- insolvenza consiste in una situazione di oggettiva impo-
correnza del termine deve essere fatta risalire alla data di tenza economica che si realizza allorquando l’imprendi-
iscrizione nel registro delle imprese del decreto di asse- tore non è più in grado di soddisfare regolarmente e con
gnazione del termine, avvenuta nel caso di specie in da- mezzi normali propri le obbligazioni assunte, essendo ve-
ta 11 ottobre 2012, sia perché non vi è alcun riferimen- nute meno le condizioni di liquidità e di credito necessa-
to normativo a sostegno di tale tesi, sia perché l’iscrizio- rie alla relativa attività commerciale come, nel caso di
ne ha il solo scopo di rendere pubblico il decreto del tri- specie, dimostrato proprio dalla mancanza di liquidità
bunale di fissazione del termine la cui decorrenza, tutta- dell’imprenditore per far fronte ai debiti assunti;
via, non può che essere fatta risalire al momento della – al riguardo va altresı̀ osservato che la società non ha,
assegnazione dello stesso termine da parte del Tribunale per quanto dalla stessa rappresentato nella domanda di
medesimo. ammissione alla procedura di concordato preventivo, un
Ebbene, per il mancato rispetto del termine anzidetto è patrimonio sufficiente ad assicurare l’integrale soddisfaci-
prevista espressamente la sanzione processuale della mento dei creditori sociali;
inammissibilità. – in ogni caso, il mancato pagamento dei debiti di cui
Infatti, la legge di conversione ha stabilito che, ove il alle predette istanze di fallimento, da un lato, evidenzia
debitore, tra le altre ipotesi, non presenti entro il termi- la perdurante carenza di liquidità della società e, dall’al-
ne fissato dal Tribunale la domanda di concordato com- tro, conferma ulteriormente l’incapacità della D.G. Cu-
pleta si applica l’art. 162, commi secondo e terzo, l.fall. gini Mazzoleni S.r.l. di adempiere regolarmente le pro-
La mancata osservanza del termine fissato fa, dunque, prie obbligazioni (e quindi il proprio stato di insolven-
scattare la sanzione processuale della inammissibilità del- za);
la proposta di concordato preventivo presentata dalla – infine, nella specie, ricorrono gli estremi di legge per
D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l. emettere la richiesta declaratoria di fallimento, poiché
Venendo, ora, alle istanze di fallimento, deve rilevarsi: risultano superati i limiti di esclusione dalla ‘‘fallibilità’’
– innanzitutto, che questo Tribunale è competente ai posti dall’art. 1 e dall’art. 15 l.fall. testo ora vigente.
sensi dell’art. 9 l.fall., poiché la sede dell’impresa si trova (omissis)
nel Circondario del Tribunale di Bergamo;
– inoltre, che il debitore, per la sua natura giuridica e
per l’oggetto dell’attività svolta, ha certamente le carat-
teristiche dell’imprenditore commerciale assoggettabile
al fallimento.
Ciò premesso, nella specie l’imprenditore si trova nello
stato d’insolvenza previsto dall’art. 5 l.fall., in quanto:
– la società D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l. risulta debitri-
ce:
a. nei confronti della ricorrente Utensileria F.lli Cornali
S.r.l. della somma complessiva somma, in linea capitale,
di E 252.581,99, per forniture di merce (cfr. doc. 1-18
prodotti in copia dalla ricorrente); inoltre tre assegni
bancari rilasciati dalla D.G. Cugini Mazzoleni S.r.l. per
complessivi E 98.326,79, a parziale pagamento dei debi-
to, non sono stati pagati e sono stati quindi protestati
(cfr. doc. 19-21 prodotti dalla ricorrente);
b. nei confronti della ricorrente Flag S.p.a., dell’importo
di E 123.446,67, come da atto di precetto notificato in
data 15 giugno 2012 (cfr. documenti prodotti dalla ri-
corrente);
c. nei confronti della ricorrente Index Construction sy-

956 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Concordato preventivo

L’inammissibilità del concordato preventivo con riserva


di Giovanni Battista Nardecchia (*)

La sentenza del Tribunale di Bergamo, nell’affrontare alcune tematiche di particolare interesse, si occupa
della sorte delle istanze di fallimento pendenti alla data di presentazione della domanda, dell’inosservanza
del termine concesso dal tribunale per il deposito della proposta, del piano e della documentazione e della
relativa decorrenza iniziale, offrendo all’Autore lo spunto per una più ampia riflessione sui profili di inammis-
sibilità della domanda di concordato con riserva.

1. Il caso monio del debitore viene a cessare con efficacia ex


In pendenza di varie istanze di fallimento una so- tunc.
cietà deposita una domanda di concordato con ri- Altrimenti il divieto permane sino al deposito del-
serva. Il tribunale sospende la procedura prefalli- l’accordo di ristrutturazione e della relazione, che
mentare pendente e concede il termine di sessanta deve avvenire nel termine fissato dal tribunale, co-
giorni per il deposito della proposta, del piano e munque non oltre quello di sessanta giorni dal de-
della documentazione. Deposito che avviene ses- posito del decreto.
santuno giorni dopo l’emissione e la comunicazione Se nel termine di sessanta giorni non viene deposi-
del provvedimento del collegio il quale dispone la tato l’accordo, il decreto di inibitoria perde effica-
convocazione del debitore, dei creditori istanti ai cia (1).
sensi dell’art. 162 l.fall. In quella sede preso atto Il deposito tardivo non determina l’inammissibilità
della tardività del deposito viene dichiarata l’inam- dell’accordo, ma fa venir meno, ab origine, l’effetto
missibilità della proposta e, contestualmente, il fal- protettivo ricollegato al deposito dell’istanza di so-
limento della società. spensione e confermato dal
La decisione del tribunale di Bergamo presenta successivo decreto del tribunale.
un profilo assai particolare perché, nel caso di Una ricostruzione in termini analoghi del rapporto
specie, il piano, la proposta e la documentazione domanda di concordato con riserva/domanda com-
erano stati depositati prima della decisione del pleta tardiva non appare sostenibile perché nella
tribunale, sia pur con ritardo rispetto al termine disciplina del concordato preventivo il richiamo al-
concesso. l’art. 162 l.fall. sembra determinare l’inammissibili-
La questione attiene al significato che deve attri- tà della domanda in tutti i casi di mancato rispetto
buirsi al richiamo all’art. 162 l.fall. e, quindi, all’i- del termine.
nammissibilità della domanda contenuto nell’art. Ed infatti il tribunale di Bergamo nel caso di specie,
161 comma 6 l.fall. in forza del richiamo contenuto nel comma 6 del-
Se, cioè, l’inammissibilità della domanda consegua l’art. 161 (secondo cui in mancanza di deposito ‘‘si
sia al mancato deposito del piano della proposta e applica l’art. 162, commi secondo e terzo’’), ha con-
della documentazione che al deposito tardivo, ov- vocato il debitore in camera di consiglio, insieme ai
vero alle due fattispecie debba essere riservato un creditori istanti, dichiarando l’inammissibilità della
diverso trattamento. domanda e, contestualmente, il fallimento della so-
Secondo i giudici bergamaschi lo spirare del termi- cietà debitrice.
ne determinerebbe tout court l’inammissibilità della Inammissibilità prevista per il mancato deposito
domanda tardivamente completata. della proposta, del piano e della documentazione,
La fattispecie domanda di concordato con riserva/
ovverosia per carenza dei presupposti di cui al-
domanda completa presenta dei profili di analogia
l’art. 160 commi primo e secondo e 161 l.fall., di-
con il binomio proposta di accordo/accordo di ri-
sposizioni richiamate dall’art. 162 comma 2 appli-
strutturazione dei debiti.
Il procedimento previsto dal comma 6 dell’art. 182
bis l.fall. prevede infatti il deposito presso il tribu- Nota:
nale della proposta, la pubblicazione dell’istanza di (*) Il contributo è stato sottoposto, in forma anonima, alla valuta-
zione di un referee.
sospensione nel registro delle imprese cui consegue
(1) In questi termini M. Fabiani, L’ulteriore up-grade degli accor-
la protezione del patrimonio del debitore. di di ristrutturazione e l’incentivo ai finanziamenti nelle soluzioni
In caso di rigetto dell’istanza la protezione del patri- concordate,, in questa Rivista, 2010, 903.

Il Fallimento 8/2013 957


Giurisprudenza
Concordato preventivo

cabile in forza del rinvio contenuto nell’art. 161 della presentazione della proposta di concordato
comma 6. preventivo, sino alla definizione della relativa pro-
Norma che deve ritenersi applicabile alla doman- cedura (6).
da con riserva anche nel caso in cui i presupposti Soluzione seguita dalla decisione in commento che
della domanda siano stati integrati, sia pur tardiva- non appare però convincente sia per l’assenza di un
mente. legame di pregiudizialità o di dipendenza in senso
Inammissibilità che preclude per due anni la ripro- tecnico tra i due giudizi, tale da generare un poten-
posizione di una domanda con riserva, ma non di ziale conflitto di giudicati e, quindi, da imporre la
una domanda completa di concordato preventivo.
Sempre che naturalmente, nel frattempo (come è
Note:
avvenuto nel caso di specie), non sia intervenuta la
(2) In questi termini A. Bonsignori, Concordato preventivo, in
dichiarazione di fallimento. Commentario Scialoja-Branca Legge fallimentare, Bologna-Ro-
ma, 1979, 29.
2. Domanda di concordato e fallimento (3) Cass. 28 agosto 1997, n. 8152, in questa Rivista, 1998, 505;
Cass. 17 settembre 1993, n. 9581, ivi, 1994, 49. Va sottolineato
L’originaria formulazione dell’art. 160 l.fall. consen- che in entrambe le pronunce della Suprema Corte tale principio
tiva all’imprenditore che si trovasse in stato d’insol- si ricava a contrario dall’affermazione secondo la quale l’avvenu-
ta ammissione dell’imprenditore alla procedura di concordato
venza di proporre ai creditori un concordato pre- preventivo e la regola dell’improcedibilità delle istanze di falli-
ventivo ‘‘fino a che il suo fallimento non è dichia- mento nei confronti dell’imprenditore ammesso alla procedura
rato’’. prefallimentare non hanno effetto preclusivo rispetto alla propo-
sizione del conflitto di competenza; interpretazione condivisa
Locuzione che rendeva evidente come il tribunale dalla giustizia di merito, Trib. Roma 30 dicembre 1992, in Dir.
dovesse esaminare previamente la domanda di con- fall., 1993, II, 188; Trib. Torino 9 dicembre 1987, ivi, 1988, II,
286.
cordato pur in pendenza di istanze di fallimen-
(4) In questi termini App. Torino 17 luglio 2008, in questa Rivi-
to (2). sta, 2009, 53. In dottrina P. Genoviva, Rigetto della proposta di
L’ammissione del debitore alla procedura comporta- concordato preventivo e dichiarazione di fallimento: questioni di
va l’improcedibilità delle istanze di fallimento già diritto processuale e transitorio, ibidem, 63. Contra M. Vacchia-
no, Revoca e modifica della proposta di concordato preventivo,
pendenti (3) e l’improponibilità di istanze future. in questa Rivista, 2011, 79, secondo il quale «sembra permane-
Anche dopo la riforma non vi sono dubbi sul fatto re, anche nell’attuale assetto normativo l’improcedibilità (quanto
meno temporanea) dell’istanza di fallimento, allorquando, pur
che la presentazione della proposta non comporta dopo la sua presentazione, sia stata proposta una domanda di
l’improcedibilità delle istanze di fallimento even- concordato».
tualmente pendenti (4). (5) Contestualità auspicata dal legislatore, cosı̀ come si evince
Interpretazione che trova un preciso riscontro te- chiaramente dalla relazione ministeriale di accompagnamento
al decreto correttivo che, a commento dell’art. 180 l.fall. preci-
stuale nell’art. 162 l.fall., nella previsione, ivi con- sa che «per l’ipotesi che sia respinto il concordato, si prevede
tenuta, della possibile, contestuale dichiarazione di che sia contestualmente dichiarato il fallimento, all’esito del
fallimento a seguito dell’inammissibilità della pro- medesimo procedimento». Se, infatti, «il legislatore ha elimi-
nato l’automatismo della declaratoria di fallimento una volta
posta di concordato. definito negativamente il giudizio di omologazione - e ciò in ra-
Possibilità che presuppone la pendenza di un proce- gione della avvertita necessità di subordinare la fallibilità del-
l’imprenditore ad istanza di parte (l.fall., art. 6) -, ha pur tuttavia
dimento prefallimentare che, evidentemente, non privilegiato una unicità di soluzione stabilendo che, se il tribu-
diviene improcedibile a seguito del deposito della nale in sede di omologazione respinge il concordato, ricorren-
domanda di concordato. done i presupposti ‘‘dichiara il fallimento del debitore con se-
parata ordinanza emessa contestualmente al decreto», conte-
Norma che consente la contestuale dichiarazione di stualità poi ribadita con riferimento alla previsione del reclamo
fallimento in caso di inammissibilità della domanda contro il provvedimento del tribunale (l.fall., art. 183). (Cass.,
Sez. Un., 23 gennaio 2013, n. 1521, in questa Rivista, 2013,
ex art. 162 l.fall. (5), in quanto il creditore recupe- 149). Il che risponde all’esigenza che non vi sia soluzione di
ra la piena libertà di chiedere il fallimento del debi- continuità tra cessazione della procedura concordataria e di-
tore senza alcuna conseguenza per gli atti medio chiarazione di fallimento, in questi termini P. Genoviva, Rigetto
della proposta di concordato preventivo e dichiarazione di falli-
tempore compiuti nell’ambito dell’istruttoria prefal- mento: questioni di diritto processuale e transitorio, cit., 58.
limentare. Contestualità che risponde all’esigenza di certezza giuridica in
ordine alla conservazione degli effetti già prodottisi ex artt.
Esclusa l’improcedibilità tout court dell’istanza di 168 e 169 l.fall.
fallimento, bisogna interrogarsi su quale sia il mec- (6) Soluzione che sembra essere stata avallata da App. Torino
canismo processuale più corretto per la trattazione 17 luglio 2008, cit., la quale pur sottolinea come si tratti di una
dei due distinti procedimenti. sospensione «certamente non da intendere in rigoroso senso
tecnico, per l’insussistenza dei presupposti di una sospensione,
Secondo alcuni la soluzione sarebbe quella della so- ai sensi dell’art. 295 c.p.c., inconfigurabile nell’ambito di proce-
spensione del giudizio prefallimentare per effetto dimenti esecutivi concorsuali».

958 Il Fallimento 8/2013


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Concordato preventivo

sospensione per pregiudizialità dell’uno o dell’altro, che deve essere sostanzialmente affidato alle tecni-
ai sensi dell’art. 295 c.p.c. (7), sia perché, determi- che organizzative del singolo Ufficio (13).
nando la necessità di una successiva riassunzione In questo quadro la soluzione più efficiente, al fine
dopo il venir meno della pregiudizialità, porrebbe di salvaguardare l’esigenza di una contestuale di-
gravi problemi di coordinamento con le norme che chiarazione di fallimento in caso di inammissibilità
prevedono espressamente la contestualità tra il della proposta, sembra quella della trattazione si-
provvedimento negativo sul concordato e la dichia- multanea dei due procedimenti, tanto più che il tri-
razione di fallimento (8). bunale dinanzi al quale si svolge l’istruttoria prefal-
Appare evidente come nel caso di specie non vi sia limentare è il medesimo al quale è stata indirizzata
spazio per un provvedimento di sospensione ex art. la domanda di concordato preventivo (14).
295 c.p.c. Il che consente altresı̀ al tribunale di valutare la
Non può darsi luogo alla sospensione ex art. 295 sussistenza dei requisiti di ammissibilità della propo-
c.p.c. perché nella fattispecie in esame non ricorre sta di concordato anche alla luce del materiale pro-
alcun processo pregiudicante avente ad oggetto una batorio proveniente dal creditore istante per la di-
situazione sostanziale che sia altresı̀ fatto costitutivo chiarazione di fallimento (15).
o elemento fondante della situazione sostanziale In questo caso il tribunale dovrà logicamente deci-
esaminata nel processo pregiudicato (9). dere prima sulla domanda di concordato preventi-
Una recente decisione delle sezioni unite (10) ha vo.
chiarito che una volta eliminato l’inciso contenuto Interpretazione che deriva sia dal tenore letterale
nel testo originario dell’art. 160 l.fall. deve esclu- dell’art. 162 l.fall., norma che impone all’organo
dersi che dai principi generali della legge fallimen- giudiziario una precisa scansione temporale nell’esa-
tare sia desumibile un rapporto di interdipendenza me dei due distinti procedimenti (‘‘il tribunale, se
fra le due procedure in questione, tale cioè da su-
bordinare la trattazione del procedimento per di- Note:
chiarazione di fallimento all’avvenuta definizione (7) Cosı̀ esattamente F. De Santis, Legittimazione ad agire del
di quella per concordato preventivo. Pubblico Ministero per la dichiarazione di fallimento e rapporti
Secondo la corte, al contrario, «deve invece rite- con le procedure concorsuali alternative, cit., 434.
nersi che il rapporto tra concordato preventivo e (8) In questi termini P. Genoviva, Rigetto della proposta di con-
cordato preventivo e dichiarazione di fallimento: questioni di di-
fallimento si atteggi come un fenomeno di conse- ritto processuale e transitorio, cit., 63.
guenzialità (eventuale del fallimento, all’esito nega- (9) In questi termini, con riferimento alle tematiche del rapporto
tivo della procedura di concordato) e di assorbi- tra istruttoria prefallimentare e domanda di concordato preventi-
vo, Cass. 8 febbraio 2011, n. 3059, in questa Rivista, 2011, 274.
mento (dei vizi del provvedimento di rigetto in
(10) Cass., Sez. Un., 23 gennaio 2013, n. 1521, cit.
motivi di impugnazione del successivo fallimento),
(11) In questi termini Cass., Sez. Un., 23 gennaio 2013, n. 1521,
che determina una mera esigenza di coordinamento cit.
fra i due procedimenti» (11). (12) In questi termini Cass., Sez. Un., 23 gennaio 2013, n. 1521,
Con la conseguenza che «la facoltà per il debitore cit.
di proporre una procedura concorsuale alternativa (13) In questi termini Cass. 8 febbraio 2011, n. 3059, cit.
al suo fallimento non rappresenta un fatto impediti- (14) Secondo P. Genoviva, Rigetto della proposta di concordato
vo alla relativa dichiarazione (C. 12/18190, C. 09/ preventivo e dichiarazione di fallimento: questioni di diritto pro-
cessuale e transitorio, cit., 64, il tribunale dovrebbe emanare un
19214), ma una semplice esplicazione del diritto di provvedimento collegiale di riunione e ciò ritenendosi applicabile
difesa del debitore, che non potrebbe comunque alla fattispecie l’istituto della riunione dei procedimenti per con-
‘‘disporre unilateralmente e potestativamente dei nessione soggettiva ex artt. 33 e 274 c.p.c.

tempi del procedimento fallimentare’’, venendo co- (15) In questi termini Trib. Roma 20 aprile 2010, in www.ilca-
so.it, secondo cui in caso di contemporanea pendenza della pro-
sı̀ a paralizzare le iniziative recuperatorie del curato- cedura di concordato preventivo e di quella per dichiarazione di
re (C. 18190 cit., C. 97/10383) e ad incidere nega- fallimento, cosı̀ come, ai sensi dell’art. 15 l.fall., deve essere da-
ta al debitore la possibilità di difendersi in ordine alla sussistenza
tivamente sul principio costituzionale della ragione- dei presupposti di cui agli artt. 1 e 5, allo stesso modo dovrà es-
vole durata del processo» (12). sere concessa ai creditori istanti o al pubblico ministero la possi-
Poiché la conseguenzialità logica tra le due proce- bilità di interloquire sulla domanda di concordato per dedurne
eventuali ragioni di inammissibilità; solo in tal modo potrà esse-
dure non si traduce anche in una conseguenzialità re attuato - secondo un’interpretazione costituzionalmente
procedimentale il tribunale rimane libero di valuta- orientata (artt. 24 e 11 Cost.) - un pieno contraddittorio tra le
parti che fanno valere contrapposte pretese, fermo restando
re il coordinamento tra i due procedimenti, coordi- che al debitore spetterà comunque l’ultima difesa prima della
namento solo parzialmente realizzato dalle norme, decisione.

Il Fallimento 8/2013 959


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Concordato preventivo

all’esito del procedimento verifica che non ricorro- de l’iscrizione del decreto del tribunale nel registro
no i presupposti di cui agli articoli 160, commi pri- delle imprese a cura del cancelliere, con la conse-
mo e secondo, e 161, sentito il debitore in camera guenza che tale incombente deve ritenersi mera-
di consiglio, con decreto non soggetto a reclamo di- mente facoltativo, di talché appare del tutto arbi-
chiara inammissibile al proposta di concordato. In trario fissare la decorrenza iniziale del termine da
tali casi il tribunale, su istanza del creditore o su ri- un accadimento futuro ed incerto, rimesso alla me-
chiesta del pubblico ministero, accertati i presuppo- ra discrezionalità del debitore il quale potrebbe vo-
sti di cui agli articoli 1 e 5 dichiara il fallimento del lutamente procrastinare tale iscrizione per godere di
debitore’’) (16), sia dall’effetto che la decisione sul un lasso di tempo ben maggiore di quello concesso
concordato produce sull’istanza di fallimento. dal tribunale.
Con la conseguenza che il debitore potrebbe godere
3. Il termine della protezione per un periodo di tempo astratta-
L’art. 161 l.fall. prevede espressamente che in caso mente illimitato.
di pendenza del procedimento per la dichiarazione La riforma del 2012 ha collegato gli effetti protetti-
di fallimento il termine per il deposito della propo- vi sul patrimonio del debitore al deposito della sola
sta, del piano e della documentazione è (al massi- domanda pur priva della proposta e del piano. Nor-
mo) di sessanta giorni, prorogabili, in presenza di ma eccezionale in quanto comporta una significati-
giustificati motivi, di non oltre sessanta giorni. va ed asimmetrica limitazione e compressione dei
Fermo restando quanto disposto dall’art. 22, comma diritti dei creditori prima che il debitore abbia
1, l.fall. esplicitato come voglia regolare la propria crisi e
Richiamo che deve essere interpretato nel senso soddisfare i crediti concordatari. Asimmetrica in
che il collegio può concedere un termine superiore quanto in questa fase non vi è solitamente (tranne
a quello minimo di sessanta giorni solo in caso di l’ipotesi della nomina di un ausiliario da parte del
rigetto dell’istanza ex art. 22, comma primo, l.fall. tribunale) un soggetto terzo che vigili sull’attività
ed anche in pendenza del reclamo ex art. 22, com- del debitore, che rimane libero di compiere qualsia-
ma secondo, l.fall. (17). si atto di ordinaria amministrazione dovendo essere
La questione più controversa è quella relativa alla autorizzato dal tribunale per quelli di straordinaria.
decorrenza iniziale del termine. Atti di straordinaria amministrazione non autorizza-
Decorrenza che il tribunale di Bergamo ha fissato ti che sono privi di un’espressa sanzione di ineffica-
«al momento della assegnazione dello stesso termi- cia, che colpisce, ex art. 167 l.fall. soltanto quelli
ne da parte del tribunale». A prescindere dal dub- successivi al decreto di apertura della procedura ex
bio se, con l’individuare «nell’assegnazione» il ter- art. 163 l.fall. Atti validi ed efficaci pur se revoca-
mine di decorrenza iniziale, i giudici avessero volu- bili (ex art. 67 l.fall.) dal curatore ovvero dal singo-
to intendere quello di emissione o di comunicazio- lo creditore (ex art. 2901 c.c.) in caso di diniego di
ne (se emesso fuori udienza) del provvedimento, ammissione cui non faccia seguito la declaratoria di
(questione che nel caso di specie non assume alcu- fallimento. Se dunque il quadro suesposto delinea
na rilevanza in quanto il decreto è stato comunica- una situazione di eccezionale tutela per il debitore,
to in pari data al debitore), ci si deve interrogare se appare evidente che la norma vada interpretata in
questa sia l’interpretazione più corretta della nor- modo da limitare al massimo la compressione del
ma. diritto di azione dei creditori. Il che fa preferire la
A tal proposito va innanzitutto evidenziato che soluzione che incardina il termine iniziale di decor-
l’art. 161 l.fall. nulla dice a proposito, di talché ap- renza al momento dell’iscrizione della domanda nel
paiono legittime tutte le diverse soluzioni adottate
dai tribunali: quella che fa decorrere il termine dal- Note:
l’emissione (o comunicazione) del provvedimento (16) In questi termini Trib. Roma 20 aprile 2010, cit., secondo
del collegio, quella connessa all’iscrizione della do- cui in caso di contemporanea pendenza della procedura di con-
cordato preventivo e di quella per dichiarazione di fallimento, il
manda nel registro delle imprese, quella, infine che tribunale è tenuto a pronunziarsi prima sulla domanda di concor-
fa riferimento all’iscrizione nel registro delle impre- dato e ciò indipendentemente dal fatto che questa sia stata pro-
se del decreto di assegnazione del termine. posta prima o dopo la richiesta di fallimento e il fallimento potrà
essere dichiarato solo dopo che sia stata respinta la domanda di
L’ultima soluzione (quella individuata nel caso di concordato.
specie dal debitore) appare sicuramente quella me- (17) In questi termini P. Vella, L’ammissione al concordato pre-
no opportuna. E ciò in quanto la norma non preve- ventivo ‘‘con riserva’’, in questa Rivista, 2013, 92.

960 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Concordato preventivo

registro delle imprese. Soluzione che può apparire a zione dell’iter processuale iniziato con il deposito
prima vista contraria allo spirito della riforma della della domanda con riserva.
legge fallimentare, al favor per il concordato che la Termine cui deve quindi applicarsi la sospensione
pervade, in quanto riduce il tempo a disposizione feriale dei termini (19).
del debitore per la predisposizione del piano e della
proposta, non sommando al termine concesso dal 4. L’inammissibiltà della domanda
tribunale quello intercorso tra l’iscrizione della do-
L’art. 161 l.fall. prevede espressamente alcune ipo-
manda e decisione del collegio.
tesi di inammissibilità della domanda con riserva:
Interpretazione che appare preferibile oltre che per
la pregressa presentazione nel biennio antecedente
le suesposte ragioni di tutela dei creditori, anche
di una domanda simile cui non abbia fatto seguito
perché assicura una parità di trattamento a tutti i
l’ammissione alla procedura di concordato preventi-
debitori non dipendendo la decorrenza del termine
dalla solerzia del tribunale nel decidere. vo o l’omologazione dell’accordo di ristrutturazione
Soluzione rigorosa che può determinare un effetto dei debiti e la violazione degli obblighi informativi
virtuoso sui debitori, imponendo ad essi un’adegua- previsti nel decreto del tribunale.
ta attività preparatoria precedente il deposito della Inammissibilità della domanda che deve natural-
domanda con riserva. mente seguire anche alla violazione dell’unico pre-
Quel che appare comunque essenziale, a fronte del- supposto indicato dall’art. 161 l.fall. quale necessa-
le diverse interpretazioni giurisprudenziali sul pun- rio corredo della domanda: il deposito dei bilanci
to, che il collegio, una volta concesso il termine, relativi agli ultimi tre esercizi.
indichi chiaramente la sua decorrenza iniziale, onde Ipotesi di inammissibilità che rimandano ad una
evitare che il debitore incorra, come nel caso di delle problematiche più complesse della fattispecie:
specie, in decadenze irrimediabili derivanti da una l’individuazione dell’oggetto del controllo del tribu-
controversa interpretazione della norma. nale sulla domanda con riserva e le modalità di
Si discute infine se detto termine debba intendersi estrinsecazione di tale controllo.
soggetto alla sospensione feriale. Questione assai delicata priva di sicuri approdi in-
Soluzione che deriva dalla qualificazione del termi- terpretativi, in quanto sino alla novella del 2012 la
ne come avente natura processuale o sostanzia- questione era stata (naturalmente) esaminata dalla
le (18). giurisprudenza di legittimità soltanto con riferimen-
A detto termine non sembra potersi attribuire natu- to ad una domanda di concordato ‘‘completa’’.
ra sostanziale, avendo il legislatore della novella eli- Le sezioni unite della cassazione, nel definire l’ambito
minato la previsione, contenuta nella prima stesura
del decreto legge, che collegava al mancato deposi- Note:
to della domanda ‘‘completa’’ il venir meno retroat-
(18) Da ultimo sull’applicabilità della disciplina della sospensione
tivo degli effetti dell’automatic stay. feriale dei termini nelle procedure concorsuali: L. D’Orazio, La
Termine per il deposito della domanda completa sospensione dei termini feriali nella verifica del passivo, tra dirit-
to di difesa ed esigenze di celerità, in questa Rivista, 2013, 425;
che ha una funzione prevalentemente processuale G.P. Macagno, I dilemmi della sospensione feriale dei termini
in quanto è inserito in un procedimento di natura nella procedura fallimentare, in questa Rivista, 2013, 182.
giurisdizionale apertosi con il deposito della doman- (19) Va ricordato che secondo l’insegnamento della suprema
da con riserva ed incide sul procedimento medesi- corte la sospensione dei termini processuali nel periodo feriale
si applica al giudizio di omologazione del concordato preventivo
mo, quale termine idoneo a dare corso alla ulteriore «sia per la natura eccezionale delle deroghe a tale principio (limi-
fase dell’ammissione ovvero, in caso di mancato de- tate, nella materia fallimentare, ai procedimenti per la dichiara-
posito, a provocare l’interruzione del procedimento zione di fallimento e per la relativa revoca), sia per i limiti con
cui tali deroghe sono disciplinate nell’art. 36 bis l.fall., che ne cir-
e la declaratoria di inammissibilità. coscrive la portata solo ai termini processuali inerenti ai procedi-
La domanda con riserva ha la natura di domanda menti di cui agli art. 26 e 36 l.fall.». In questi termini Cass. 4
giudiziale introduttiva di un procedimento giurisdi- febbraio 2009, n. 2706, in questa Rivista, 2009, 789. Decisione
che si inserisce in un più ampio contesto interpretativo dei giu-
zionale, cosı̀ come il successivo deposito del piano, dici di legittimità teso a negare la possibilità di estendere le de-
della proposta e della documentazione è un atto roghe alla sospensione al di fuori delle ipotesi espressamente
previste dalla legge (dichiarazione e revoca dei fallimenti e ter-
inerente al procedimento che l’iniziativa di parte mini processuali inerenti ai procedimenti di cui agli artt. 26 e 36
promuove al fine di ottenere una serie di provvedi- l.fall.). Per analoghe considerazioni L. D’Orazio, La sospensione
menti degli organi di giurisdizione, primo fra essi, la dei termini feriali nella verifica del passivo, tra diritto di difesa ed
esigenze di celerità, cit., 428; G.P. Macagno, I dilemmi della so-
‘‘ammissione al concordato preventivo’’. spensione feriale dei termini nella procedura fallimentare, cit.
Il mancato rispetto nel termine comporta l’interru- 188-189.

Il Fallimento 8/2013 961


Giurisprudenza
Concordato preventivo

dei poteri del giudice nei tre diversi momenti di am- Riconoscimento che giustifica una cosı̀ significativa
missibilità, revoca ed omologazione del concordato, limitazione e compressione dei diritti del creditore a
hanno correttamente affermato un’identità di posizio- seguito del procedimento di concordato preventivo.
ne da parte del giudice e pertanto l’utilizzabilità di un Compressione che nel caso della domanda con ri-
medesimo parametro valutativo nelle differenti fasi. serva assume i caratteri dell’eccezionalità non es-
Per quanto concerne il rapporto fra gli artt. 162 e sendo ancora prevedibile né l’an né il quantum del
163 l.fall. (rispettivamente inammissibilità della do- riconoscimento offerto ai creditori.
manda e ammissione alla procedura) e l’art. 173 Una limitazione cosı̀ significativa di diritti costitu-
l.fall. (revoca dell’ammissione), l’identità del dato zionali a fronte di una mera aspettativa, del tutto
testuale (inammissibilità - ammissione e revoca del- priva allo stato di contenuti concreti, determina
l’ammissione), l’elencazione delle ipotesi specifica- un’esigenza di bilanciamento.
mente delineate nell’art. 173 (che richiama sostan- L’eccezionale agevolazione concessa all’imprendito-
zialmente atti di frode, il cui esame rientra nell’am- re per uscire dallo stato di crisi. può trovare concre-
bito dei controlli esercitati dal giudice ai sensi dei ta giustificazione solo ove lo svolgimento del proce-
citati artt. 162 e 163), il riferimento al venir meno dimento avvenga nel rispetto delle indicazioni del
delle ‘‘condizioni prescritte per l’ammissibilità del legislatore e, quindi, la domanda sia conforme a tali
concordato’’ contenuto nell’art. 173, u.c., configu- indicazioni.
rano, per la corte, un’identità di posizione da parte Cosı̀, pur a fronte di un dato letterale che potrebbe
del giudice nei diversi momenti di ammissibilità e far intendere una sorta di automatismo tra doman-
revoca del concordato, - e pertanto l’utilizzabilità di da e concessione del termine, il legittimo perdurare
un medesimo parametro valutativo - nelle differenti degli effetti collegati all’iscrizione nel registro delle
fasi sopra indicate (20). imprese di una domanda priva di piano e proposta
Analogamente deve poi dirsi per quanto concerne richiede un controllo da parte del tribunale prima
il rapporto fra gli articoli sopra indicati e l’art. 180 dell’emissione del decreto.
l.fall. in tema di giudizio di omologazione (quanto Il compito di tutela della legalità del procedimento
meno in assenza di opposizioni). è naturalmente demandato al giudice per il ruolo
Identità dell’ambito del controllo del tribunale, dal- istituzionale svolto.
l’ammissione all’omologa, che fornisce un’utile Evidenti ragioni di natura sistematica fanno poi rite-
chiave di lettura di una delle questioni più contro- nere che alla domanda con riserva sia applicabile un
verse della domanda con riserva: quella relativa al- sindacato giurisdizionale tendenzialmente omogeneo
l’esistenza di condizioni di ammissibilità ulteriori ri- rispetto a quello riservato alla domanda completa.
spetto a quelle espressamente enunciate dall’art. Con la conseguenza che essa deve contenere tutti i
161, commi 6, 7 e 9, l.fall., la cui assenza sia ostati- presupposti di cui agli articoli 160 commi primo e
va alla concessione del termine da parte del tribu- secondo e 161 l.fall., che siano compatibili con la
nale, il cui successivo venir meno determini l’inam- previsione della facoltà di depositare successiva-
missibilità della domanda ex art. 162 l.fall. mente il piano, la proposta e la documentazione
Quesito cui deve darsi una risposta positiva ove si ovvero un accordo di ristrutturazione dei debiti.
ritenga la domanda con riserva una vera e propria Le prime decisioni edite sul punto sembrano corret-
domanda di concordato e la concessione del termi- tamente seguire tale impostazione, ed estendere il
ne l’esito di una sorta di valutazione di pre-ammis- controllo del tribunale al profilo della competenza
sione alla procedura. territoriale, del presupposto soggettivo di cui all’art.
L’inserimento nel corpo dell’art. 161 l.fall., e l’inequi- 1 l.fall. e di quello oggettivo dello stato di crisi, ri-
voco tenore letterale della norma non lasciano dubbi manendo più incerto quello relativo al rispetto del-
sul fatto che la domanda con riserva sia a tutti gli ef- le formalità di cui all’art. 152 l.fall. (22).
fetti una domanda di concordato sia pur dimidiata. In mancanza di tali presupposti, il collegio dovreb-
Se è dunque la disciplina del concordato preventivo,
l’ambito normativo di riferimento, va rammentato
Note:
che accanto al diritto del debitore a regolare la crisi,
il secondo fondamento causale del concordato viene (20) In questi termini Cass., Sez. Un., 23 gennaio 2013, n. 1521,
cit.
rinvenuto dalla suprema corte «nel riconoscimento
(21) In questi termini Cass., Sez. Un., 23 gennaio 2013, n. 1521,
in favore dei creditori di una sia pur minimale consi- cit.
stenza del credito da essi vantato in tempi di realizza- (22) Cfr. L’ampia rassegna di provvedimenti di merito in questa
zione ragionevolmente contenuti» (21). Rivista, 2013, 73.

962 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Concordato preventivo

be negare la concessione del termine per il deposito nare sui suoi passi e dichiarare l’inammissibilità del-
del piano, della domanda e della documentazione a la domanda prima della scadenza del termine mede-
corredo della domanda. simo.
Seguendo sempre il filone interpretativo della ten- Quesito a cui deve darsi naturalmente una risposta
denziale omogeneità del controllo giurisdizionale positiva alla luce della chiave di lettura della norma
sulla domanda nel corso di tutto il procedimento, il qui proposta, sia nell’ipotesi, più che altro di scuola,
termine dovrebbe essere negato anche ove il debi- del venir meno del presupposto soggettivo e di
tore, dopo il deposito della domanda, abbia posto quello oggettivo della domanda, sia nel caso, ben
in essere atti non ‘‘non legalmente compiuti’’, in più frequente di accertato compimento di atti frau-
analogia con quanto previsto dall’art. 173 l.fall, dolenti ovvero di atti straordinari non autorizzati,
con riferimento al compimento di atti di straordi- quali, ad esempio il pagamento di crediti pregressi.
naria amministrazione non autorizzati dal giudice Con riferimento alle modalità di esercizio di tale
delegato ai sensi dell’art. 167 l.fall. potere appare assai dubbia l’applicabilità alla fatti-
Con riferimento agli atti fraudolenti la soluzione specie del procedimento dettato dall’art. 173 l.fall.
del problema dipende dal momento in cui tali atti Procedimento espressamente previsto per la fase
siano stati realizzati. successiva all’ammissione della procedura, tanto
La concessione del termine potrà infatti essere ne- che l’unico soggetto legittimato ad agire per la re-
gata soltanto ove l’atto fraudolento sia successivo al voca dell’ammissione è il commissario giudiziale.
deposito della domanda, dovendo la fattispecie es- Legittimazione esclusiva che esclude la rilevabilità
sere necessariamente correlata e coordinata con d’ufficio ex art. 173 l.fall. del venir meno delle con-
l’interpretazione che la cassazione da alla norma in dizioni di ammissibilità in corso di procedura e, a
tema di atti fraudolenti contenuta nell’art. 173 maggior ragione, prima che la procedura vera e pro-
l.fall. (23), pria abbia inizio.
E ciò in quanto, essendo sanzionabile, secondo tale Né d’altra parte sembra ipotizzabile che il mancato
interpretazione, solo la condotta del debitore volta
richiamo all’art. 173 l.fall. sia frutto di un errore,
ad occultare situazioni di fatto idonee ad influire
del mancato coordinamento tra vecchie e nuove
sul giudizio dei creditori e quindi tali che, se cono-
disposizioni da parte del legislatore.
sciute, avrebbero presumibilmente comportato una
E ciò in quanto nella nuova disciplina del concor-
diversa (ovviamente negativa) valutazione della
dato con continuità aziendale il legislatore ha pre-
proposta, ogni decisione andrebbe differita al mo-
visto il ricorso al procedimento previsto dall’art.
mento del deposito del piano e della proposta.
173 l.fall. quando cessi l’esercizio dell’attività d’im-
Deposito del piano e della proposta che costituisce
quindi il termine ultimo per la disclosure su even- presa e risulti manifestamente dannoso per i credi-
tuali atti di frode compiuti prima del deposito della tori.
domanda, anche di quella con riserva. Con la conseguenza che il mancato richiamo non
Una volta chiarito l’ambito del controllo del tribu- può essere considerato frutto di una mera dimenti-
nale, bisogna esaminare le modalità concrete del canza.
suo esercizio. La problematica relativa all’individuazione dello
Innanzitutto va detto che non pare esservi spazio strumento processuale più corretto può assumere
per un vaglio preliminare del tribunale nel breve scarsa rilevanza pratica ove siano pendenti istanze
lasso di tempo intercorrente tra il deposito della do- di fallimento nei confronti del debitore.
manda e la sua pubblicazione nel registro delle im- Essendo rimessa al prudente apprezzamento del giu-
prese a cura del cancelliere. dice ogni valutazione e comparazione tra il diritto
La previsione di un termine di sole 24 ore tra il de- del debitore alla regolazione della crisi secondo le
posito della domanda e la sua iscrizione fa ritenere,
infatti, che in questa fase il legislatore non abbia Nota:
previsto alcun intervento da parte del tribunale, (23) Invero secondo la suprema corte ‘‘in tanto i comportamenti
mentre l’attività di controllo del cancelliere deve del debitore anteriori alla presentazione della domanda di con-
cordato possono essere valutati ai fini della revoca dell’ammis-
ritenersi riconducibile all’esercizio dei poteri affida- sione al concordato in quanto abbiano una valenza decettiva ed
tigli dall’art. 74 disp. att. c.p.c. quindi siano tali da pregiudicare un consenso informato, ipotesi
Detto della facoltà del tribunale di negare la con- questa che deve escludersi in relazione a condotte, come quella
in esame, chiaramente individuate e rese note agli interessati al
cessione del termine, questione assai delicata è se, concordato’’. In questi termini Cass. 23 giugno 2011, n. 13818,
una volta concesso il termine, il tribunale possa tor- in questa Rivista, 2011, 933.

Il Fallimento 8/2013 963


Giurisprudenza
Concordato preventivo

disciplina del concordato e quello di azione dei cre- della successiva revoca del decreto, salvo che il cu-
ditori, va da sé che il rapporto di priorità tra le pro- ratore provi la mala fede del terzo.
cedure deve essere risolto a favore di quella prefalli- Potere di revoca, che si traduce in un’eterotutela
mentare tutte le volte in cui quella concordataria si delle ragioni dei creditori che il collegio dove utiliz-
presenti abusiva, ferma restando la necessaria tutela zare con grande parsimonia e prudenza sono nelle
del diritto di difesa del debitore nel procedimento ipotesi in cui il perdurare degli effetti collegati al
per la dichiarazione di fallimento. deposito della domanda risulti ‘‘manifestamente
Con la conseguenza che in presenza di atti fraudo- dannoso’’ per i creditori medesimi.
lenti o comunque ‘‘non legalmente compiuti’’ da Questione assai delicata è quella relativa agli effetti
parte del debitore dopo il deposito della domanda della declaratoria di inammissibilità.
il collegio può e deve convocare le parti per la di- L’iscrizione della domanda nel registro delle impre-
chiarazione di fallimento pur in pendenza del ter- se produce degli effetti protettivi automatici che
mine concesso al debitore per il deposito del piano, addirittura retroagiscono con riferimento alle ipote-
della proposta e della documentazione. che giudiziali, inefficaci se iscritte nei tre mesi ante-
Più complessa è la questione ove non siano pen- riori a tale iscrizione.
denti istanze di fallimento dei creditori o del p.m. Gli effetti di cui all’art. 168 l.fall. operano di diritto
Fermo restano, come detto, che il compimento di e sono finalizzati ad assicurare la par condicio evitan-
atti abusivi è sicuramente motivo di legittimo di- do alterazioni nel patrimonio del debitore e nella
niego alla proroga del termine iniziale, una volta posizione dei creditori.
scartata la possibilità di applicare alla fattispecie Par condicio creditorum che trova consacrazione solo
l’art. 173 l.fall., è necessario individuare lo stru- nell’alveo delle procedure concorsuali e non si
mento processuale che consenta al tribunale di re- estende al di fuori degli ambiti legislativamente pre-
vocare il decreto di concessione del termine, con- visti.
Il che rende evidente come il divieto sia ricollegato
vocando il debitore per la declaratoria di inammis-
all’operatività retroattiva del successivo decreto di
sibilità della domanda ai sensi dell’art. 162 l.fall.
apertura della procedura di cui all’art. 163 l.fall.
Per fornire una risposta adeguata al quesito è neces-
E ciò perché il divieto sancito dall’art. 168 l.fall. è
sario interrogarsi sulla natura del procedimento pre-
operativo solo nella prospettiva della successiva
visto per l’emanazione del provvedimento di con-
ammissione del debitore al concordato preventivo,
cessione del termine.
per cui non seguendo alla domanda il decreto ex
Nel silenzio della norma sul punto, utili elementi art. 163 l.fall, nessun effetto residua.
possono ricavarsi dalla natura dell’atto introduttivo, Dal che ne consegue che gli effetti del divieto de-
il ricorso, dall’individuazione dell’organo compe- vono considerarsi effetti dell’ammissione retrogra-
tente, il tribunale in composizione collegiale, e dal- dati alla domanda e mai verificatisi in caso di man-
la natura del provvedimento finale, il decreto. cata ammissione al concordato preventivo.
Procedimento che viene introdotto con un ricorso Medesime considerazioni valgono per il decorso de-
e deciso da un collegio con un decreto, elementi gli effetti delle norme richiamate dall’art. 169 l.fall.,
che richiamano univocamente la disciplina del pro- espressamente fissato dalla disposizione con riferi-
cedimenti in camera di consiglio di cui agli artt. mento alla presentazione della domanda di concor-
737 c.p.c. dato.
Interpretazione che porterebbe con sé alcune signi- Anche in questo caso il decreto di ammissione alla
ficative conseguenze, prima fra tutte quella dell’a- procedura ex art. 163 l.fall. costituisce il presuppo-
stratta possibilità di revoca o modifica del decreto sto sostanziale (con efficacia retroattiva) per l’appli-
ex art. 742 c.p.c. cazione dell’art. 169 l.fall., con la conseguenza che
La stabilità agli effetti del decreto è comunque assi- ove il tribunale dichiari inammissibile la proposta
curata dalla considerazione che la revoca, ai sensi di concordato gli effetti medio tempore prodottisi
dell’art. 742 c.p.c., farebbe comunque «salvi i diritti verranno meno con efficacia ex tunc.
acquistati dai terzi in buona fede in forza di con- Conclusione che non muta anche nell’ipotesi in
venzioni anteriori». cui alla declaratoria d’inammissibilità consegua la
Con la conseguenza che tutti gli atti legalmente po- contestuale dichiarazione di fallimento.
sti in essere dopo l’iscrizione della domanda nel re- La disciplina dell’art. 168 l.fall. collegata al deposi-
gistro delle imprese godrebbero, in caso di fallimen- to della domanda di concordato con riserva è ope-
to, dell’esenzione da revocatoria sino al momento rativa solo nella prospettiva della successiva ammis-

964 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Concordato preventivo

sione del debitore al concordato preventivo, per Non vi è, nella specie, una serie di procedimenti da
cui non seguendo alla domanda il decreto ex art. unificare, in virtù dell’identità dei presupposti sog-
163 l.fall., nessun effetto residua e la successiva di- gettivi ed oggettivi, sotto la disciplina estensiva-
chiarazione di fallimento ex art. 162 l.fall. assume mente interpretata del procedimento conclusivo,
una sua autonomia rispetto al concordato. ma un unico procedimento (il fallimento) cui deve
Gli effetti dell’art. 168 l.fall. non sopravvivono al applicarsi la disciplina sua propria (24).
fallimento pronunciato ex art. 162 l.fall., come con- Discorso differente va fatto naturalmente per gli at-
seguenza di mancata ammissione dell’imprenditore ti legalmente compiuti dal debitore dopo il deposi-
al richiesto concordato preventivo, non trovando to della domanda.
detta norma applicazione diretta al fallimento in Atti che, come detto, rimangono validi ed efficaci
detta ipotesi. anche in caso di inammissibilità della domanda ed
Non può darsi luogo all’interpretazione estensiva esentati da revocatoria in caso di successivo falli-
dell’art. 168 l.fall. in virtù della consecuzione delle mento.
procedure, in quanto manca il presupposto perché
di consecuzione possa parlarsi: l’esistenza di una Nota:
procedura concorsuale originaria che possa costitui- (24) In questi termini con riferimento alla precedente disciplina
re una delle fasi di un unico procedimento com- Cass. 22 giugno 1991, n. 7046, in questa Rivista, 1991, 1163;
per analoghe considerazioni Cass. 18 settembre 1993, n. 9191,
plesso cui applicare estensivamente la disciplina ivi, 1994, 167, quest’ultima decisione è stata resa in materia di
dell’ultimo procedimento della serie. amministrazione controllata.

Il Fallimento 8/2013 965


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

Tutela degli azionisti


e degli obbligazionisti
nel processo penale
per bancarotta
Tribunale di Roma, 7 novembre 2012 - GUP Passamonti - M.F. e altri

Amministrazione straordinaria - Reati - Bancarotta fraudolenta - Costituzione di parte civile del commissario straordina-
rio - Esercizio di azione di massa per risarcimento danni

(legge fallimentare artt. 240 ; cod. proc. pen. artt. 75, 186, cod. civ. artt. 2392, 2393, 2394, 2394 bis c.c.)

Il Commissario straordinario, costituito parte civile nel processo penale per bancarotta fraudolenta a carico di
amministratori, direttori generali e sindaci di società in procedura di amministrazione straordinaria esercita un’a-
zione ‘‘di massa’’ avente per oggetto il risarcimento del danno, ai sensi degli artt. 2392, 2393, 2394, 2394 bis c.c.

Amministrazione straordinaria - Reati - Bancarotta fraudolenta - Costituzione di parte civile degli azionisti e degli obbliga-
zionisti - Azione di risarcimento individuale di danno

(legge fallimentare artt. 240 ; cod. proc. pen. artt. 75, 186; cod. civ. 2395)

È ammessa la costituzione di parte civile, concomitante a quella del commissario, degli azionisti e degli obbli-
gazionisti di società in amministrazione straordinaria, in quanto gli stessi esercitano un titolo di azione propria
personale per conseguire, in sede penale, l’accertamento di pretesa risarcitoria avente presupposti analoghi a
quella che i soci sono legittimati ad esercitare ex art. 2395 c.c.

Amministrazione straordinaria - Reati - Bancarotta fraudolenta - Costituzione di parte civile del commissario straordina-
rio - Costituzione di parte civile anche degli ex dipendenti della società soggetta a procedura - Preclusione

(legge fallimentare art. 240 ; cod. proc. pen. artt. 75, 186)

Gli ex dipendenti di società in amministrazione straordinaria non possono costituirsi parte civile nel processo
penale per bancarotta fraudolenta a carico degli amministratori, quando si sia costituito il commissario straor-
dinario, ancorché lamentino la cessazione del rapporto di lavoro perché trattasi di pretesa nascente da credito
concorsuale che, in quanto tale, deve essere fatto valere nell’ambito della procedura di amm. straor.

Amministrazione straordinaria - Reati - Bancarotta fraudolenta - Costituzione di parte civile del commissario straordina-
rio - Costituzione di parte civile anche dei creditori concorsuali - Pretesa per danno morale da reato - Esclusione

(legge fallimentare art. 240 ; cod. proc. pen. artt. 75, 186)

Non sono legittimati a costituirsi parte civile nel processo penale per bancarotta fraudolenta a carico degli am-
ministratori, quando si sia costituito il commissario straordinario, i creditori concorsuali i quali lamentino un
danno morale derivante dal reato.

Amministrazione straordinaria - Reati - Bancarotta fraudolenta - Costituzione di parte civile del commissario straordina-
rio - Costituzione di parte civile di associazioni rappresentative di interessi lesi - Limiti

(legge fallimentare art. 240 ; cod. proc. pen. artt. 74, 75, 91, 186)

Ai fini dell’ammissione della costituzione di parte civile di enti esponenziali di interessi diffusi nel processo per
bancarotta fraudolenta occorre che l’interesse connesso agli effetti lesivi della bancarotta rientri tra quelli che
l’ente si è proposto di tutelare con l’atto costitutivo.

966 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

Il GUP del Tribunale di Roma (omissis). ad agire, quanto piuttosto su quello della fondatezza nel
Sotto il profilo formale, se non risultano essere state sol- merito della pretesa (cfr. sul punto per una giurispruden-
levate dunque eccezioni riguardo la legittimazione a sta- za costante Cass. 27 settembre 2007, n. 40288).
re in giudizio, alcune istanze di esclusione delle parti ci- In merito a tale verifica, prima di sottoporvi i singoli atti
vili avanzate dai difensori degli imputati risultano moti- costitutivi, nell’esaminare in generale le diverse argo-
vate dal difetto in taluni atti dei requisiti della causa pe- mentazioni svolte si ritiene di poter distinguere le que-
tendi e del petitum, al cui riguardo, prima di esaminarne stioni attinenti alla legittimazione ad agire dei soggetti
la sufficiente enunciazione in singoli atti e la pertinenza che spiegano l’azione civile uti singuli affermando di aver
al processo nel quale l’azione civile viene svolta, è appe- sofferto un danno risarcibile in conseguenza dei reati di
na il caso di osservare, in particolare quanto al petitum bancarotta e di manipolazione del mercato e le associa-
che, dal combinato disposto degli artt. 74 c.p.p. e 185 zioni ed enti esponenziali che vantano una posizione
c.p., emerge che l’azione per la tutela degli interessi civi- giuridica tutelabile davanti all’autorità giudiziaria in rap-
li nel processo penale è realizzata attraverso l’azione re- presentanza degli interessi dei suoi associati.
stitutoria (volta ad ottenere la restituzione delle cose Ancora va preliminarmente rilevato con riferimento alla
perdute in conseguenza del reato) e risarcitoria ove il richiesta di esclusione di tutte le costituende parti civili
reato abbia cagionato un danno patrimoniale o non pa- in relazione ai capi d’imputazione B) e C) riguardanti i
trimoniale, mentre quanto alla causa petendi che la for- reati di manipolazione di mercato ascritti a Cimoli
mulazione delle imputazioni effettuata in modo analitico Giancarlo, per avere legittimazione la sola CONSOB ai
e dettagliato, richiamata o integralmente riprodotta ne- sensi dell’art. 187 undecies del D.Lgs n. 58/1998, che
gli atti di costituzione, appare tale da integrare il requisi- l’eccezione è infondata e va respinta perché, per un ver-
to in parola, posto che le richieste risarcitorie sono in- so la norma richiamata prevedendo specificamente la fa-
trinsecamente connesse alle fattispecie concrete descritte coltà della CONSOB di costituirsi nel procedimento pe-
nelle imputazioni. Va inoltre richiamata sul punto la di- nale, non esclude la legittimazione concorrente degli al-
stinzione che, ai fini della domanda di risarcimento dan- tri soggetti lesi dai reati per cui si procede fondate sulla
ni, trova applicazione tra causalità materiale o di fatto e previsione generale di cui all’art. 74 c.p.p., e peraltro da
causalità giuridica: la prima, interna al fatto, disciplinata un punto di vista sostanziale, in regione della plurioffen-
dagli artt. 40 e 41 c.p., determinante al fine di consenti- sività del reato contestato nei due capi di cui in rubrica,
re l’imputazione al responsabile dell’evento lesivo, la se- qualora all’esito del giudizio, si accerti che hanno posto
conda, esterna al fatto, di cui all’art. 1223 c.c., avente la in pericolo il prezzo dei singoli strumenti finanziari, ca-
funzione di delimitare le conseguenze pregiudizievoli del gionando cosı̀ danno ai loro possessori. Principio chiara-
fatto che si traducono in danno risarcibile, distinzione mente espresso da costante giurisprudenza che si condi-
che sul piano teorico resta netta anche se i due profili vide, secondo cui «... la somma liquidabile alla Consob
tendono in concreto a confondersi, posto che la causali- ai sensi dell’art. 187 undecies T.U.F. non può essere
tà giuridica presuppone già raggiunta l’imputazione del- considerata esponenziale di tutti i danni, da chiunque
l’evento lesivo e concerne esclusivamente la determina- subiti, che siano stati conseguenza della manipolazione
zione del danno. di mercato; ma costituisce la riparazione delle conse-
Le principali questioni poste ai fini delle richieste di guenze pregiudizievoli dell’illecito effettivamente e speci-
esclusione delle parti civili dalle difese degli imputati, ficamente arrecate all’ente..’’, e ciò in quanto ‘‘..Alla
dai difensori di queste e dal PM, vertono, d’altro canto, Consob non è stata attribuita la facoltà di surrogarsi agli
intorno alla legittimazione dei soggetti che hanno svolto altri soggetti giuridici eventualmente danneggiati, cui
l’azione civile a chiedere il risarcimento dei danni che continua ad essere riconosciuto il rispettivo diritto ad
assumono di aver patito in conseguenza dei reati in im- esercitare l’azione civile, ma la legittimazione ad agire a
putazione, ove nella valutazione da compiere in questa tutela dei diritti che le sono specificamente riferiti. Di
sede ai fini dell’ammissione della costituzione delle parti conseguenza i danni eventualmente arrecati alla platea
civili, rileva invero la sola ‘‘legitimatio ad causam’’ sotto dei consumatori, risparmiatori, investitori, intermediari e
un profilo esclusivamente astratto, essendo all’uopo suffi- operatori i cui diritti soggettivi sono normalmente lesi
ciente verificare che la costituenda parte civile denunci dagli abusi di mercato, non sono azionabili dalla Con-
di aver sofferto un pregiudizio risarcibile in ragione dei sob...» (cosı̀ Trib. Milano 24 giugno 2006, n. 3406).
fatti di reato in accertamento, e in conseguenza ritenere Ai fini espositivi, peraltro, appare utile poi raccogliere i
la legittimazione di quel soggetto ad agire in giudizio per numerosi soggetti che hanno depositato l’atto di costitu-
ottenerne il ristoro, mentre diversa questione è l’accerta- zione di parte civile, nei seguenti gruppi al cui riguardo
mento del fondamento della pretesa azionata e pertanto, sono state rilevate specifiche eccezioni e questioni: 1) i
se essa sia meritevole di tutela secondo l’ordinamento commissari straordinari S.A., G.B. e G.F.; 2) gli investi-
giuridico, sussistendo tutti gli elementi costitutivi della tori- titolari di azioni od obbligazioni facenti capo alle
fattispecie della responsabilità aquiliana, sicché verificata società del gruppo Alitalia; 3) le associazioni di consu-
la corrispondenza in astratto tra il soggetto che agisce in matori e gli altri enti esponenziali, 4) i lavoratori che la-
giudizio e quello che risulta titolare del diritto fatto vale- mentano pregiudizio derivante dalla cessazione del rap-
re (legittimazione ad agire), la negazione di uno degli porto di lavoro con le società del gruppo Alitalia e 5) la
elementi che definiscono l’illecito incide, non sul piano GES.A.P. S.p.a. - società di gestione dei servizi aeropor-
preliminare della sussistenza o meno della legittimazione tuali di Palermo, creditrice verso le società del gruppo

Il Fallimento 8/2013 967


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

Alitalia, che spiega azione per ottenere il risarcimento trova la sua disciplina esclusivamente nell’art. 240 l.fall.,
dei soli danni non patrimoniali. disposizione di carattere eccezionale, che consente dun-
Nessun dubbio può sussistere in merito alla legittimazio- que l’azione solo per le ipotesi previste, in cui quindi si
ne a costituirsi parte civile nel presente procedimento da proceda per un reato fallimentare.
parte dei commissari straordinari nella qualità di rappre- Circa la richiesta di esclusione della costituzione di parte
sentanti dell’amministrazione straordinaria delle società civile degli azionisti e degli obbligazionisti per chiedere
facenti parte del gruppo Alitalia, che risulta certamente il risarcimento dei danni conseguenti ai reati per cui si
danneggiata dalle condotte contestate agli imputati nei procede, appare di immediata evidenza come l’aver ac-
reati di bancarotta e dunque titolare del relativo diritto quistato ed essere possessori di titoli emessi da Alitalia o
al risarcimento del danno, diritto che trova il suo fonda- società del gruppo, costituisca elemento che legittima
mento nel combinato disposto degli artt. 2392, 2393, nella specie all’azione risarcitoria in relazione non solo
2394 e 2934 bis che rispettivamente prevedono la re- ai capi d’imputazione B) e C) - per il reato di manipola-
sponsabilità degli amministratori, le modalità di esercizio zioni di mercato –, ma anche con riferimento ai datti di
della relativa azione nei loro confronti da parte dell’as- bancarotta di cui al capo A) dell’imputazione, perché è
semblea o dei soci e la responsabilità degli amministrato- indubbio che il depauperamento del patrimonio e delle
ri nei confronti dei creditori della società, e l’art. 2394 risorse della società Alitalia a seguito delle condotte
bis c.c. prevede poi espressamente che nel caso di falli- ascritte agli odierni imputati - se provate all’esito del
mento, liquidazione coatta amministrativa ed ammini- giudizio - avrà certamente determinato un danno a cari-
strazione straordinaria le azioni di responsabilità previste co dei possessori dei titoli che li avevano acquistati nel-
dalle norme precedenti spettano al curatore, al commis- l’erronea convinzione indotta anche dalla diffusione di
sario liquidatore e al commissario straordinario. La legit- notizie false ed operazioni simulate, della bontà dell’in-
timazione a costituirsi parte civile dell’amministratore vestimento e della certa solvibilità del gruppo stesso. A
straordinario, peraltro, alla stregua del combinato dispo- tal fine rileva considerare che gli stessi titoli Alitalia
sto degli artt. 95 e 97 del D.Lgs n. 270/99 e 240 l.fall., è hanno potuto essere emessi e mantenuti in quotazione
limitata ai reati di cui al titolo VI del R.D. n. 267 del anche grazie ad un’amministrazione, operata dagli impu-
1942, e dunque a quelli di bancarotta fraudolenta e di ri- tati e descritta nei capi d’imputazione, che prospettava
corso abusivo al credito, fattispecie quest’ultima che esu- piani di risanamento e riorganizzazione aziendale che
la dal capo d’imputazione. Sul punto vi è la sola richie- rappresentavano, in realtà operazioni di dissipazione del-
sta di esclusione dei difensori di G.C., avv.ti V. ed O., le risorse del gruppo. Le condotte di bancarotta, d’altro
che hanno sostenuto quanto al reato di cui all’art. 185 lato, cagionando lo svuotamento del patrimonio com-
D.Lgs n. 58/98 la mancanza di legittimazione di tutte le plessivo della società, hanno determinato l’azzeramento
costituende parti civili (essendo legittimata la sola di fatto del valore dei titoli emessi, esaurendo la garanzia
CONSOB), la cui richiesta di esclusione in relazione a che la compagine sociale rappresentava per i singoli in-
tale reato appare dunque debba essere accolta. Va inol- vestitori.
tre rilevato al riguardo che alla stregua degli stessi capi È da ritenere pertanto astrattamente ammissibile nel pre-
B) e C) dell’imputazione, persone offese e danneggiati sente procedimento, la costituzione di parte civile in esa-
dal reato di ‘‘manipolazione del mercato’’ in via diretta me con riferimento a tutti i capi d’imputazione contesta-
ed immediata appaiono i soli investitori e risparmiatori. ti - e di conseguenza a tutti gli imputati che sono chia-
Argomentazione che trova conforto nell’orientamento mati a rispondere delle relative condotte. Né può condi-
giurisprudenziale consolidato riguardo la legge fallimen- vidersi al riguardo la censura svolta da alcuni difensori
tare, secondo cui la legittimazione del curatore ad agire degli imputati- in particolare degli avv.ti V. e O. cui si
in rappresentanza dei creditori è limitata alle azioni cd. sono associati gli altri difensori- circa la natura solo me-
di massa, - finalizzate cioè alla ricostruzione del patrimo- diata o indiretta di tali danni, al cui riguardo si ricorda
nio del fallito nella sua funzione di garanzia generica -, che le questioni sorte in merito al concetto di danno ri-
al cui novero non appartiene l’azione risarcitoria in que- sarcibile in sede penale, hanno trovato recente soluzione
stione la quale, analogamente a quella prevista dall’art. anche in giurisprudenza ove, nel delimitare l’ambito di
2395 cc, costituisce strumento di reintegrazione del pa- risarcibilità in questa sede, ormai costantemente, muove
trimonio del singolo creditore cfr. al riguardo, per un’i- dall’osservazione che il carattere di conseguenza imme-
potesi di danno derivante dall’attività di sovvenzione diata e diretta dal reato che qualificherebbe il danno ri-
abusiva, Cass., Sez. Un., n. 7029 del 28 marzo 2006). sarcibile, non trova fondamento né nell’art. 185 c.p. né
Ancora va sottolineato che, qualora assieme ai reati di nell’art. 2043 c.c., né in disposizioni di carattere proces-
bancarotta si proceda per un delitto comune, al curatore suale, ed ha riferimento invece alla necessaria esistenza
è precluso l’esercizio dell’azione di danno extracontrat- soltanto di un nesso di causalità che, secondo i criteri di
tuale, ancorché danneggiato sia un creditore insinuato cui agli artt. 40 e 41 c.p., non necessariamente si traduca
nella procedura, perché solo questi è legittimato a pro- in un rapporto eziologico immediato, rimanendo fuori
porre domanda di risarcimento eventualmente accanto dal concetto di danno risarcibile esclusivamente quei
al curatore che agisca con l’azione di danno nascente dai danni solo occasionalmente collegati al fatto reato. Sot-
reati fallimentari. Ciò in quanto la legittimazione del cu- to questo profilo, nel caso di specie appare indubbio che
ratore a costituirsi parte civile nel processo penale, e per il depauperamento del patrimonio e delle risorse delle
quanto qui interessa dell’amministratore straordinario, società facenti parte del gruppo Alitalia - in ipotesi se-

968 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

guito alle condotte ascritte agli imputati- abbia cagiona- zionale legittimazione a costituirsi del curatore, ma vi è
to un danno agli investitori da qualificarsi- in astratto- anche la legittimazione ‘‘sostitutiva’’ o ‘‘concorrente’’ dei
conseguenza ‘‘logica e normale secondo un criterio di re- singoli creditori, lettura che oltre a trovare il conforto
golarità causale’’ della condotta stessa, mentre quanto al della lettera della legge, appare quella più corretta in ri-
concreto apporto causale di ciascun reato ed imputato ferimento a possibili profili di illegittimità della norma
nel determinare il pregiudizio lamentato, è questione di con riguardo agli artt. 3 e 24 della Costituzione, violan-
merito preclusa in questa sede (cfr. per tutte Cass. 1 giu- dosi il principio che consente a chi ha riportato un dan-
gno 1989, Riefolo, ordinanza GUP di Torino 26 settem- no da reato di agire in sede penale per ottenerne il risto-
bre 2006, ‘‘Eurosviluppo’’, GUP Roma 31 ottobre 2006, ro.
‘‘Cirio’’ e GUP Tribunale di Parma 8 ottobre 2008, Ammessa dunque in via generale la legittimazione dei
‘‘Parmalat). creditori delle società a costituirsi parte civile per otte-
Particolare attenzione merita inoltre l’esame dell’eccezio- nere ristoro del danno patrimoniale, quanto in particola-
ne svolta limitatamente al danno patrimoniale, di inam- re alla categoria degli azionisti, va rilevato che la catego-
missibilità della costituzione di parte civile di azionisti ria dei soci di società fallita (e come nel caso in esame
ed obbligazionisti, in relazione al disposto dell’art. 240 in amministrazione straordinaria) non è contemplata
l.fall. che, operando quale lex specialis rispetto alla norma dall’art. 240 l.fall. Il curatore o il commissario straordi-
di cui all’art. 74 c.p.p. (che la riserva a colui cui il reato nario invero, hanno funzioni rappresentative della mas-
ha recato danno, ai suoi successori ed aventi causa), at- sa, non anche degli azionisti o dei soci: l’esecuzione con-
tribuisce al curatore la legittimazione all’esercizio dell’a- corsuale mira a garantire la par condicio creditorum o, co-
zione civile nel processo penale ove particolarmente me nel caso dell’amministrazione straordinaria, il miglior
controversa risulta l’interpretazione del secondo comma soddisfacimento possibile delle pretese creditorie. Non
dello stesso articolo, espressamente mantenuto in vita essendo dunque gli azionisti rappresentati dai commissari
dall’art. 212 delle disp. coord. c.p.p., prevede poi al se- straordinari, non opera per loro, come per i creditori ed
condo comma, ove stabilisce che i creditori possono co- obbligazionisti, la limitazione alla costituzione di parte
stituirsi parte civile nel procedimento penale quando civile di cui al secondo comma dell’art. 240 l.fall., tro-
manca la costituzione del curatore, del commissario giu- vando piena applicazione la norma generale di cui al-
diziale o del commissario liquidatore, o quando intenda- l’art. 74 c.p.p. che conferisce legittimazione a chiunque
no far valere un titolo di azione personale. abbia risentito un danno da reato.
Sul punto, si ricorda che giurisprudenza incontrastata Rimane da ricordare sulla natura dell’azione proposta da-
(cfr. per tutte Cass. 6 ottobre 1981, n. 5241) come dian- gli azionisti ed obbligazionisti, come già notato riguardo
zi notato, stabilisce che per effetto dell’apertura della ai creditori ed ai soci, che l’esercizio dell’azione civile
procedura concorsuale l’azione di responsabilità esercita- svolta in questa sede tende a conseguire l’accertamento
ta dall’organo della stessa, comprende in sé le azioni pre- della pretesa risarcitoria ai sensi dell’art. 2935 c.c., nor-
viste dagli artt. 2393 e 2394 c.c. che confluiscono in ma che prevede un’ipotesi specifica di responsabilità
un’unica azione che assume carattere unitario, sia perché aquiliana, dove l’elemento speciale rispetto all’art. 2043
cumula i presupposti di entrambe le azioni, sia perché è c.c., risiede nel fatto che deve sussistere uno stretto rap-
sempre finalizzata alla reintegrazione del patrimonio so- porto tra lesione cagionata al terzo ed atto di gestione
ciale, ed appare dunque chiaro, che d’altro canto, i cre- compiuto dall’amministratore, come richiama testual-
ditori conservano in ogni caso, l’azione personale di cui mente la norma con l’avverbio ‘‘direttamente’’. In altri
all’art. 2395 cc alle condizioni ivi previste, azione cui si termini, ciò che caratterizza l’azione di cui all’art. 2395
riferisce l’art. 240 secondo comma l.fall. nella parte in c.c., è l’incidenza diretta sul patrimonio individuale dei
cui richiama la possibilità di far valere un titolo di azio- soci o dei terzi dei comportamenti illeciti degli ammini-
ne personale. stratori, cioè il fatto che i comportamenti dolosi o colpo-
Poiché nella specie, secondo le considerazioni di cui al si di questi, a prescindere dall’eventuale pregiudizio al
punto che precede è da ammettere la costituzione di par- patrimonio sociale, abbiano arrecato danno esclusiva-
te civile dei commissari straordinari quali rappresentanti mente a terzi.
delle società specificate nell’atto costitutivo, la legittima- In tal modo appaiono invero atteggiarsi nella specie i
zione si della categoria in esame, configura come ‘‘con- comportamenti descritti nei capi d’imputazione, non sol-
corrente’’ e sarà ancora un volta questione di merito, ve- tanto in relazione alle condotte rilevanti ai fini della
rificare l’esistenza di un danno riferibile alle società in manipolazione di mercato, ma anche quelle ascritte per i
amministrazione straordinaria costituitesi, o direttamente reati di bancarotta, richiamati negli atti di costituzione
in capo al singolo obbligazionista ed azionista. di parte civile degli azionisti ed obbligazionisti, quale
Per altro verso, l’ulteriore questione relativa alla limita- causa petendi delle domande spiegate, poiché in ragione
zione all’azione dei creditori nel processo penale deri- della falsa apparenza della situazione economica del
vante dal secondo comma dell’art. 240 l.fall. nella parte gruppo Alitalia (operata con le operazioni descritte co-
in cui fa riferimento al solo reato di bancarotta fraudo- me ad esempio quelle inerenti il piano industriale 2005-
lenta, si ritiene debba essere risolta secondo un’interpre- 2008 che avrebbe dovuto comportare maggiori volumi
tazione che appare logica e coerente al sistema, per cui di ricavo, ed il conseguimento di obiettivi di efficienza),
per i reati di cui agli artt. 217 ss. l.fall. vi è come previ- i risparmiatori si sono determinati a prestare denaro alle
sto espressamente per la bancarotta fraudolenta, l’ecce- società aderendo alle condizioni di rimborso e di incasso

Il Fallimento 8/2013 969


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

delle cedole previste per le singole operazioni di emissio- dotta degli imputati, ha determinato l’impossibilità per
ne dei bonds o ad acquistare azioni delle società del grup- la società di pagare le cedole e il capitale, e pertanto il
po con sottoscrizione di quote del capitale sociale. danno economico indicato nei singoli atti costitutivi de-
È al riguardo evidente infatti che a tali terzi possa conse- gli obbligazionisti.
guire un danno diretto ove, proprio in relazione a tali Dalle considerazioni che precedono segue inoltre che la
comportamenti, si siano determinati ad effettuare opera- tesi dei difensori degli imputati, secondo cui l’ammissio-
zioni a proprio svantaggio. ne degli azionisti ed obbligazionisti, debba avvenire limi-
Deve peraltro tenersi distinto tale profilo attinente al- tatamente al danno non patrimoniale, non può trovare
l’incidenza diretta del danno sul patrimonio del socio o accoglimento, dato che quanto al danno patrimoniale
del terzo, da quanto dianzi detto in ordine alla selezione sussiste legittimazione concorrente rispetto all’azione ri-
del danno risarcibile in passato individuato con riferi- servata all’organo della procedura concorsuale, e perché
mento alla natura di diretta derivazione del fatto illecito, il danno in quanto tale è unico ed attiene eventualmen-
ed oggi risolta con riferimento all’esistenza di un nesso te alla fase di merito la determinazione della natura e
eziologico ai sensi degli artt. 40 e 41 c.p., al cui riguardo quantificazione dello stesso e, in relazione ai reati diversi
chiaro appare quanto ha statuito la Suprema Corte con da quelli fallimentari, è indubbio che il danno in astrat-
la sentenza n. 4852 del 1999, ove ha affermato che: «ai to risarcibile è sia quello patrimoniale che quello non
fini del sorgere dell’obbligazione di risarcimento dei dan- patrimoniale.
ni da fatto illecito, il nesso di causalità tra il fatto e l’e- Circa la richiesta di esclusione della costituzione dei la-
vento lesivo, può essere anche indiretto e mediato, pur- voratori e segnatamente F.M. e P.R. che hanno deposi-
ché si presenti come effetto normale, secondo il princi- tato distinti atti a ministero dell’avv. M., va rilevato che
pio della cd. regolarità causale» (orientamento che ha entrambi allegano quale specifica conseguenza pregiudi-
trovato l’autorevole avallo delle Sezioni Unite con la zievole del comportamento illecito ascritto agli imputati
sentenza n. 2356/2000 relativa ai danni ‘‘riflessi o media- per tutti i reati per cui si procede, la cessazione dei ri-
ti’’ alle cd. ‘‘vittime secondarie’’ del fatto illecito da cui spettivi rapporti di lavoro, al cui riguardo è da rilevare
derivava morte o lesione alla vittima del reato). che tale evenienza, di fatto pregiudizievole, non appare
Alla stregua di tali principi nel caso in esame non può da annoverare fra i danni in astratto risarcibili, princi-
non desumersi che, sia nel caso degli azionisti che degli palmente per non essere ricollegabili secondo criteri di
obbligazionisti, si è in presenza di un danno causalmente adeguatezza causale ex artt. 40 e 41 c.p., alle condotte
collegato al fatto di reato secondo un criterio di assoluta ascritte agli imputati ben potendo trovare invece giustifi-
regolarità causale, verifica che impone allo stato di rite- cazione in necessità produttive che imponevano a ragio-
nere la prospettazione della domanda contenuta nei rela- ne una riorganizzazione aziendale e pertanto essere con-
tivi atti costitutivi, come attinente ipotesi di danno co- seguenza solo occasionale del dissesto delle società di cui
munque risarcibile. erano lavoratori dipendenti, determinato dalle condotte
Non appare al riguardo condivisibile il rilievo formulato illecite in oggetto. Appare inoltre da condividere l’argo-
dalla difesa dell’imputato Cimoli in riferimento agli azio- mentazione dei difensori degli imputati, laddove rileva-
nisti, laddove richiamate specifiche pronunce (in parti- no che le situazioni soggettive che si assumono lese si
colare del Tribunale di Milano) ha negato la loro legitti- collocano all’interno dei singoli rapporti contrattuali
mazione a costituirsi parte civile qualificando il danno (cfr. in proposito gli atti della causa instaurata dal F. da-
come mediato in quanto riflesso del danno arrecato in vanti al Giudice del Lavoro), e si atteggiano dunque co-
via diretta ed immediata al patrimonio della società la me diritti obbligatori nascenti dal rapporto di lavoro,
cui tutela è esercitata dai commissari straordinari ai sensi che qualificano i titolari piuttosto come ‘‘creditori’’ della
dell’art. 240 l.fall. Gli azionisti invero nei limiti delle società con cui intercorreva il rapporto stesso ed avreb-
azioni possedute, hanno un intesse qualificato a non ve- bero dunque dovuto far valere i loro diritti patrimoniali
derle depauperate da comportamenti illeciti che incido- nell’ambito della procedura concorsuale.
no direttamente sul loro patrimonio, e sotto questo Alla medesima conclusione deve giungersi con riguardo
aspetto il danno ne risulta senz’altro in rapporto di rego- alla richiesta esclusione del creditore GES.A.P. S.p.a.
larità causale ex artt. 40 e 41 c.p. con il reato, perché il che nel chiedere il risarcimento del danno non patrimo-
patrimonio della società appartiene pro quota agli azioni- niale che assume di aver sofferto in conseguenza delle
sti. condotte di bancarotta, sostiene che il mancato paga-
Più evidente è poi siffatto nesso causale nel caso degli mento degli ingenti crediti vantati dalla società, avrebbe
obbligazionisti, ove il danno alle loro ragioni di credito provocato alla stessa un ‘‘grave danno morale derivante
segue ai reati per cui si procede certamente in maniera dallo stato di sofferenza e sconforto causato per effetto
indiretta e mediata, ma secondo una consequenzialità della distrazione e dissipazione dei beni destinati alla ga-
causale del tutto ordinaria, poiché i risparmiatori erano ranzia creditoria..’’, e tuttavia tale prospettato danno ul-
indotti dalle informazioni veicolate dai canali del merca- teriore rispetto al mancato adempimento dei crediti del-
to mobiliare, a concedere in prestito alle società del la stessa nei confronti dell’Amministrazione straordina-
gruppo Alitalia il denaro che si aspettavano venisse re- ria, non appare configurare un pregiudizio risarcibile,
munerato secondo quanto indicato nei prospetti infor- poiché il mancato adempimento di un’obbligazione pe-
mativi delle singole operazioni di finanziamento, mentre cuniaria non appare possa essere foriero di un danno di
lo stato d’insolvenza asseritamente cagionato dalla con- natura non patrimoniale in capo alla persona giuridica

970 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

creditrice, secondo la nozione di danno non patrimonia- Sul punto appare solo il caso di accennare come nell’e-
le delineata dalla giurisprudenza. Se infatti si riconosce voluzione giurisprudenziale sviluppatasi al riguardo, a se-
la possibile esistenza di un danno di tale natura in capo guito delle pronunce della Corte di Cassazione del 2003,
alle persone giuridiche, lo si ricollega però sempre, in nn. 8828 e 8827, può dirsi acclarato che tutte le lesioni
forza dell’art. 2 Cost., alla lesione di diritti fondamentali, di posizioni giuridiche protette sono astrattamente ido-
garantiti dall’ordinamento. A presupposto del riconosci- nee a provocare un danno a chi ne è titolare e a giustifi-
mento di un diritto delle persone giuridiche, ad ottenere care, quindi, l’esistenza di un diritto di azione per la sua
il ristoro delle conseguenze pregiudizievoli cagionate da riparazione.
fatto illecito, si richiede invero che si verifichi la lesione Il gruppo esponenziale se caratterizzato da effettività, ra-
di un diritto della persona giuridica o del soggetto giuri- dicamento sul territorio e diffusione e non sia costituito
dico collettivo, che rappresenti l’equivalente di un dirit- per il singolo processo, oltre che titolare di una posizione
to avente detta natura riferibile alla persona fisica e non giuridica direttamente tutelabile davanti all’autorità giu-
supponente pertanto la fisicità del soggetto titolare. Cosı̀ diziaria, proprio in quanto rappresentativo degli interessi
in particolare si è affermata la risarcibilità della lesione dei suoi associati e quindi delegato a rappresentarne le
dello stesso diritto all’esistenza nell’ordinamento come posizioni giuridiche soggettive tutelate, danneggiate dal
soggetto (fin quando sussistano le condizioni di legge) reato, possono costituirsi parte civile.
del diritto all’identità, al nome o all’immagine dell’ente Occorre poi valutare se l’interesse perseguito da un’asso-
collettivo, risarcibilità che in queste ipotesi va ricono- ciazione in riferimento ad una situazione storicamente
sciuta a prescindere dalla verificazione di eventuali dan- circostanziata, sia assunto dall’associazione nello Statuto
ni patrimoniali. Esclusivamente nell’ipotesi ricorrano (o nell’Atto costitutivo) a ragione stessa della propria
conseguenze negative che incidono su tali diritti fonda- esistenza ed azione, e come tale costituisca oggetto di un
mentali di rilievo costituzionale, si configura e riconosce diritto assoluto ed essenziale dell’ente a causa dell’imme-
dunque un diritto della persona giuridica al risarcimento desimazione fra il sodalizio e l’interesse dallo stesso per-
del danno non patrimoniale rappresentato dalla deminu- seguito, poiché in tal caso, l’interesse storicizzato indivi-
tio di tali diritti che la lesione è idonea ad arrecare, ove dua il sodalizio.
per contro, nella specie appare del tutto estraneo ad una Necessita pertanto, che lo Statuto faccia riferimento
possibile incidenza su siffatti diritti del soggetto colletti- esplicito a tali situazioni e non sia generico ed onnicom-
vo, il pregiudizio che si assume sofferto in conseguenza prensivo, perché ammettere la legittimazione ad agire ad
dell’inadempimento dei crediti che si assumono vantati ente che annovera tra gli scopi sociali una generica ed
dalla società nei confronti delle società del gruppo Alita- indeterminata tutela dei consumatori, tenuto conto del-
lia. Vanno inoltre richiamate altresı̀ le considerazioni so- l’amplissimo spettro in cui possono farsi rientrare i biso-
pra svolte riguardo alla non ravvisata sussistenza di nesso gni e gli interessi di questi, comporterebbe un inammissi-
causale tra siffatto asserito danno e i comportamenti ille- bile ampliamento a soggetti che non possono vantare al-
citi contestati ai prevenuti. cuna lesione di posizioni giuridiche tutelate.
Sull’istanza avanzata dai difensori degli imputati, di Elementi questi che devono essere verificati caso per ca-
esclusione delle parti civili con riferimento agli atti di so alla luce delle affermazioni contenute negli atti depo-
costituzione di enti ed associazioni che hanno dichiarato sitati e della documentazione prodotta, con particolare
di costituirsi parte civile, e segnatamente: CODACONS riferimento al contenuto dello Statuto dell’associazione
(avv. P.), FEDERCONSUMATORI Campania (avv. vigente al momento dell’asserita consumazione del reato
C.) e CUB Trasporti (avv. M.), giova ricordare che i per cui si procede. Pur in mancanza infatti di una previ-
presupposti per il riconoscimento della legittimazione sione normativa in proposito - come invece previsto dal-
degli enti esponenziali a costituirsi parte civile, vanno l’art. 91 e ss. c.p.p. - si condivide la giurisprudenza che
individuati nell’art. 74 c.p.p. e nel richiamato art. 185 sul punto ha rilevato come solo la preesistenza di una
c.p. ed occorre dunque accertare se il soggetto che inten- posizione giuridica meritevole di tutela da parte dell’or-
de costituirsi parte civile sia titolare di una posizione giu- dinamento rispetto al reato, consente di configurare un
ridica soggettiva che possa essere danneggiata dal reato, danno quale conseguenza causalmente collegata alle
posto che è l’asserito danno subito a causa del reato che condotte penalmente rilevanti.
qualifica la costituzione di parte civile, mentre l’istituto Nell’esame dei singoli atti costitutivi e della documenta-
dell’intervento degli enti e associazioni è piuttosto assi- zione allegata, segue ai dianzi ricordati criteri dirimenti
milabile all’intervento della persona offesa ed ha, quindi, della legittimazione in esame degli enti, che non possa
caratteri che la ricollegano più al danno criminale che ritenersi ammissibile la costituzione dell’ente esponenzia-
al danno da responsabilità aquiliana. le CODACONS. L’associazione che ha certamente
Se pertanto un danno riasarcibile può astrattamente un’ampia diffusione a livello nazionale e risulta attivo
configurarsi in capo all’ente esponenziale, questi ha fa- nella tutela dei diritti dei suoi associati, da esso rappre-
coltà di costituirsi parte civile nel processo penale, ove sentati in numero notevole, quanto ai fini previsti nello
dunque i maggiori problemi si ravvisano proprio nell’ac- Statuto fin dal 1977 - e pertanto da epoca anteriore alla
certamento nel singolo caso di tale astratta configurabili- consumazione dei reati per cui si procede - alla stregua
tà di un danno cosı̀ qualificato in capo agli enti, secondo dell’art. 2 si prevede che: «L’associazione ha quale sua
la disciplina civilistica della responsabilità extracontrat- esclusiva finalità quella di tutelare con ogni mezzo legit-
tuale. timo e in particolare con il ricorso allo strumento giudi-

Il Fallimento 8/2013 971


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

ziario gli interessi dei consumatori e degli utenti ..nei quanto ai presupposti sostanziali relativi alla legittima-
confronti dei soggetti pubblici e privati produttori e/o zione dell’ente a costituirsi in giudizio rileva il Giudice
erogatori di beni e servizi..tale finalità è perseguita anche come- alla luce della documentazione prodotta, non pos-
attraverso i seguenti obiettivi..: iniziative a tutela degli sa dubitarsi né della diffusione sul territorio della costi-
utenti dei servizi creditizi in genere intesi alla prevenzio- tuenda articolazione locale dell’associazione nazionale,
ne dell’usura...», finalità ribadite nelle modifiche succes- né quale dato acquisito come fatto notorio, del ruolo at-
sive fino allo statuto vigente. tivo della stessa nella tutela dei suoi associati, né infine
A fronte di siffatta descrizione degli scopi dell’ente, ap- della sua rappresentatività di un elevato numero di sog-
pare evidente che si tratti di finalità che non hanno al- getti. È da ravvisare d’altro canto legittimazione dell’en-
cun riferimento alla materia oggetto del presente proce- te esponenziale alla costituzione di parte civile, con rife-
dimento, per un verso essendo del tutto generico il rife- rimento a quanto si legge all’art. 3 dello Statuto (allega-
rimento alla tutela dei consumatori che non consente di to in copia in atti) ove stabilisce che la FEDERCON-
ritenere che si abbia riguardo alla tutela dei risparmiatori SUMATORI: «Persegue attività di promozione sociale,
- categoria sulla quale in astratto ricadono le conseguen- sostegno formazione, informazione e tutela di tutti i cit-
ze negate dei reati ascritti nella specie -, e peraltro po- tadini nella loro qualità di consumatori, risparmiatori e
tendo enuclearsi come categoria protetta quella degli utenti, con particolare riguardo a quelli svantaggiati sul
utenti dei servizi bancari e creditizi in genere con l’espli- piano economico e sociale». La stessa ha dunque statuta-
cita finalità di prevenzione rispetto al fenomeno dell’u- riamente assunto compiti e doveri di informazione nei
sura, del tutto estraneo ai reati per cui si procede. confronti della generalità dei consumatori e risparmiato-
Del pari va ritenuta carente di legittimazione a costituir- ri, attività che può astrattamente rimanere lesa dalle
si parte civile, l’associazione CUB Trasporti - organizza- condotte descritte nelle imputazioni di cui ai capi B) e
zione sindacale di categoria costituita al fine di tutelare C), per il carattere di diffusività e propalazione che han-
gli interessi dei lavoratori addetti alle attività del tra- no le informazioni finanziarie, siano esse false, manipola-
sporto, ed «... ha come scopo l’organizzazione, la rappre- te o genuine.
sentanza e la tutela dei lavoratori dipendenti da imprese Nulla rileva poi il fatto che solo la Federazione campana
di trasporto» (art. 2 dell’atto costitutivo) della quale, abbia inteso costituirsi in giudizio, poiché tale limitazio-
nelle disposizioni statutarie di cui all’art. 2 si specifica ne territoriale, semmai solo sulla quantificazione dell’e-
che «... si riconosce nei principi di solidarietà, giustizia ventuale danno da liquidarsi, ma non rappresentando in
sociale, uguaglianza, democrazia, rifiuto della guerra, del astratto un limite alla legittimazione attiva, essendo in
terrorismo, difesa dell’ambiente... nei valori di parità di conseguenza infondate le relative eccezioni.
accesso e di opportunità al mondo del lavoro e nella so- (omissis).
cietà..nell’affermazione del diritto di ogni individuo ai
bisogni essenziali irrinunciabili quali il diritto al reddito,
al lavoro, alla salute, alla casa..», e nell’art. 3 si precisa
che è costituita al fine di «tutelare interessi dei lavorato-
ri addetti ai servizi e alle attività dirette, ausiliarie e sup-
plementari di trasporto di persone e merci..», mentre al-
l’art. 5 si stabilisce che si riconosce «in continuità ideale
nella tradizione della lotta che i lavoratori italiani han-
no fino ad oggi espresso per la loro emancipazione». Si
enunciano cosı̀ gli aspetti essenziali e gli scopi dell’orga-
nizzazione sindacale che, in quanto tale è strumento or-
ganizzato di lotta dei lavoratori per la difesa dei loro di-
ritti, ed ha scopi pertanto del tutto estranei alla tutela di
diritti ed interessi lesi come conseguenza dei reati per
cui si procede che, si ricorda, attengono alla responsabi-
lità extracontrattuale di coloro cui i reati vengono ascrit-
ti, mentre le organizzazioni sindacali si caratterizzano
precipuamente per la tutela dei diritti inerenti il rappor-
to di lavoro o la sua costituzione piuttosto che la tutela
conseguente la lesione dei diritti da responsabilità extra-
contrattuale. D’altro canto l’associazione sindacale in
questione persegue scopi talmente generali e di ampia
portata da non consentire di individuare la tutela del ri-
sparmio quale scopo esclusivo o prevalente, il quale solo
potrebbe fondare il diritto al risarcimento dei danni deri-
vanti dalla frustrazione patita dall’associazione a causa
delle condotte contestate agli imputati.
Per contro ravvisati tutti gli elementi formali dell’atto
costitutivo della FEDERCONSUMATORI Campania,

972 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

La costituzione di parte civile del commissario straordinario


e dei creditori concorsuali nel processo penale per bancarotta
di Paola Filippi (*)

L’Autrice trae spunto dall’ordinanza del Gup di Roma per affrontare la questione della costituzione dei credi-
tori concorsuali nel processo penale per bancarotta fraudolenta contro gli amministratori di società in ammi-
nistrazione straordinaria, considerando che l’art. 240, secondo comma, l.fall. esclude la possibilità di tale co-
stituzione, salvo l’inerzia del curatore o la presenza di creditori legittimati da azione propria personale. Circo-
stanza quest’ultima che ricorre nel caso dei soci-azionisti, lesi dalle condotte integranti i fatti di bancarotta, i
quali ai sensi dell’art. 240, secondo comma, l.fall. esercitano, in sede penale, azione analoga a quella di cui
all’art. 2395 c.c. La decisione del Gup di Roma trova precedenti conformi nella sentenza del Trinunale di Ro-
ma (bancarotta CIRIO) nonché nella sentenza del Tribunale di Parma (bancarotta Parmalat). Diverse conclu-
sioni devono essere assunte per gli obbligazionisti.

1. Premessa amministrazione straordinaria delle grandi imprese


Il Gup del Tribunale di Roma, nell’ambito del pro- in crisi (1).
cedimento a carico degli amministratori delle socie- Secondo la citata previsione normativa: a) il cura-
tà del c.d. ‘‘Gruppo Alitalia’’, per bancarotta e ma- tore, il commissario giudiziale, il liquidatore e - per
nipolazione del mercato, con articolata motivazione il rinvio di cui all’art. 97 D.Lgs. n. 270/99 - il com-
ha ammesso, - in riferimento ai reati di bancarotta- missario straordinario possono costituirsi nel proces-
oltre che la costituzione dei commissari straordina- so penale per reati fallimentari, anche contro il fal-
ri, quella degli obbligazionisti e degli azionisti ha lito; b) i creditori possono costituirsi parte civile
concluso invece per il rigetto della richiesta di co- nel procedimento penale per bancarotta fraudolen-
stituzione degli altri creditori che lo avevano do- ta in caso di inerzia del curatore/commissario/liqui-
mandato. datore (2); c) i creditori possono costituirsi quando
Come si legge nell’ordinanza, avevano chiesto di
costituirsi associazioni di consumatori, enti espo- Note:
nenziali di interessi collettivi, ex dipendenti - per il (*) Il contributo è stato sottoposto, in forma anonima, alla valuta-
pregiudizio derivante dalla cessazione del rapporto zione di un referee.
(1) «L’art. 97 del D.Lgs. n. 270 del 1999 dispone che la facoltà
di lavoro - nonché società di gestione dei servizi ae- di costituzione di parte civile prevista dall’art. 240, comma 1,
roportuali di Palermo - per ottenere il ristoro dei della legge fallimentare è esercitata, dopo l’apertura della proce-
soli danni non patrimoniali -. dura di amministrazione straordinaria, dal commissario straordi-
nario». (Tribunale Roma 4 luglio 2011, n.15469 - Bancarotta Ci-
Riguardo alla costituzione di parte civile, in riferi- rio ined.)
mento ai reati di manipolazione, la decisione appa- (2) «In questo senso, l’art. 240, secondo comma, l.fall. è norma
re scevra da questioni tecnico-giuridiche di rilievo, che opera non già in ottica privativa della legittimazione bensı̀ in
logica propulsiva, consentendo l’azione latu sensu, surrogatoria
mentre più complessa e articolata è la decisione ri- dei creditori, ove gli organi del fallimento non abbiano tempesti-
guardo all’ammissione della costituzione degli azio- vamente agito per la ricostituzione del patrimonio sociale, anche
con l’azione di responsabilità normalmente affidata, in via esclu-
nisti, muniti di legittimazione ad azione propria e a siva, proprio alla curatela, che vi ricorre previa escussione delle
quella concorrente degli obbligazionisti. È interes- dovute autorizzazioni, utili verificare la rispondenza all’utilità so-
sante altresı̀ l’esclusione di creditori in riferimento ciale dell’iniziativa processuale». (Trib. Parma 9 dicembre 2010,
n. 809 - c.d. Bancarotta Parmalat). Sulla natura suppletiva della
alla pretesa di ristoro del lucro cessante e dei danni legittimazione dei creditori le Sezioni Unite hanno affermato: «A
non patrimoniali. seguito dell’apertura della liquidazione coatta amministrativa -
ed analogamente a quanto accade nel fallimento - sussiste, in ri-
ferimento ai rapporti patrimoniali in essa compresi, una legitti-
2. La costituzione della parte civile mazione processuale suppletiva dei soggetti sottoposti all’anzi-
nel processo penale per bancarotta detta procedura, e ciò in deroga alla legittimazione esclusiva
spettante di regola agli organi di quest’ultima, ma soltanto nel
La costituzione di parte civile nel processo penale caso di inattività e disinteresse di detti organi; là dove, invece,
gli organi della procedura si siano al riguardo attivati, detta legit-
per reati fallimentari è regolata dall’art. 240 l.fall., timazione non sussiste e la relativa carenza può essere rilevata
disposizioni la cui applicabilità è estesa ai processi d’ufficio». Sez. Un. 24 dicembre 2009, n. 27346, in Guida Dir.,
2010, 10, 66 con nota di E. Sacchettini Commissario liquidatore
per bancarotta relativi alla dichiarazione di insol- legittimato alla causa anche se il provvedimento di nomina è ille-
venza strumentale all’apertura delle procedure di cito.

Il Fallimento 8/2013 973


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

intendono far valere un titolo di azione propria perso- zioni non tutte esaustive o condivisibili (6). Secon-
nale. do alcuni autori si tratterebbe di titolo che, pure es-
Dal tenore della disposizione richiamata non sem- sendo riferibile a danno derivante dai medesimi fat-
bra possa porsi in dubbio l’affermazione secondo ti contestati come integranti la bancarotta non le-
cui, nel procedimento penale per bancarotta frau- gittimerebbe l’azione del curatore (7). Trattasi di
dolenta, la costituzione del curatore impedisce definizione che pone la personalità del titolo in
quella concorrente dei creditori. Salvo l’inerzia contrapposizione con la natura ‘‘di massa’’ dell’azio-
del curatore, i creditori concorsuali non possono ne del curatore senza però tentare l’individuazione
costituirsi parte civile nel processo penale (3). La dei creditori muniti di titolo personale, di fatto non
disposizione è perfettamente coerente con la natu- introduce alcun contributo utile, nulla aggiunge ai
ra esecutiva concorsuale della procedura fallimen-
tare.
Note:
La linearità della norma, l’armonia di sistema che
essa realizza è incrinata dal riferimento al ‘‘fallito’’ (3) La questione sul punto è ben chiarita dal Trib. Parma «Rico-
noscere il danno patrimoniale conseguente al fallimento dell’in-
e alla sola bancarotta fraudolenta. Il richiamo al vestimento ai creditori avrebbe la duplice conseguenza inaccet-
fallito si intende come genericamente riferito sia tabile di eludere - mediante la costituzione di parte civile - le re-
gole della procedura fallimentare; riscrivere il sistema codicisti-
al fallito che ai soggetti indicati all’art. 223 l.fall., co, rendendo surrettiziamente gli amministratori illimitatamente
come emerge anche dall’ordinanza in commen- responsabili per le obbligazioni assunte in nome e per conto del-
to (4). Il richiamo alla bancarotta fraudolenta la società in caso di reato [...] l’art. 240, secondo comma, l.fall.
Riconosce la facoltà per i creditori di agire in via sussidiaria: tale
(art. 216 l.fall.), di cui al capo secondo dell’art. facoltà è per l’appunto riconosciuta ai creditori e non anche ai
240 l.fall., lascerebbe intendere che per la sempli- soci, in ragione del fatto che la compagine sociale, investita del-
la procedura concorsuale, è assoggettata alle peculiari regole
ce (art. 217 l.fall.) la medesima preclusione è che governano lo stato di crisi nel fallimento e precludono la pie-
esclusa e dunque che, nel caso si proceda per ban- na estrinsecazione dei poteri ordinariamente ricondotti alla titola-
carotta semplice, i creditori possono costituirsi an- rità del curatore che quei poteri assomma e rappresenta, i.e. l’a-
zione (Trib. Parma 9 dicembre 2010, n. 809, inedita cit.)
che ‘‘insieme’’ al curatore. Se questa è la coerente
(4) In tema di bancarotta fraudolenta, il divieto di costituzione di
soluzione alla quale si giunge in base ad interpreta- parte civile dei creditori ‘‘uti singuli’’ - salvo che questi intenda-
zione letterale della norma, e in ossequio al princi- no far valere un titolo di azione propria personale - sancito dal-
pio sintetizzato nel brocardo ‘‘ubi lex voluit dixit’’, l’art. 240 l.fall., si estende indifferentemente ai procedimenti re-
lativi ai delitti di cui all’art. 216 quanto a quelli relativi alla viola-
considerato che se non fosse scritto ‘‘fraudolenta’’ zione delle diverse ipotesi incriminatrici contenute nell’art. 223
nessun dubbio vi sarebbe per la semplice, l’esito l.fall. (Cass. Pen. 3 ottobre 2007, n. 43101, Rv. 238498). Con
questa affermazione la Cassazione ha superato il precedente
dell’ermeneusi conduce dunque ad un risultato ef- orientamento in relazione al quale il riferimento alla bancarotta
fettivamente non coerente con la natura dell’azio- fraudolenta riguardava solo l’art. 216 e non anche il reato deri-
ne che esercita il curatore nel processo penale per vante dal combinato degli artt. 216- 223. In tale senso la Cassa-
zione si era in precedenza orientata nel senso che la previsione
bancarotta (ovvero azione di massa recuperatoria secondo la quale la costituzione di parte civile dei singoli credi-
dell’attivo fallimentare). Azione che tale natura tori è possibile soltanto se non si sia costituito il curatore (nel
fallimento), il commissario giudiziale (nel concordato preventivo
possiede indifferentemente sia nei casi di banca- e nell’amministrazione controllata) o il commissario liquidatore
rotta fraudolenta che in quelli di bancarotta sem- (nella liquidazione coatta amministrativa), concerne esclusiva-
plice. mente il reato di bancarotta fraudolenta commesso dallo im-
prenditore commerciale dichiarato fallito o sottoposto alle altre
Il riferimento alla bancarotta fraudolenta esclude procedure concorsuali. Ne consegue che, qualora si proceda
che la costituzione del curatore sia di ostacolo a per alcuno dei reati commessi da persona diversa dal fallito, se-
condo la descrizione contenuta nelle disposizioni di cui al capo II
quella di soggetti giuridici offesi dal reato, nelle ipo- del titolo VI della legge fallimentare, la suddetta limitazione non
tesi in cui si proceda per reati fallimentari diversi opera (Cass. Pen 14 ottobre 1987, n. 1727, in Ced Cass.
dalla bancarotta fraudolenta, propria e impro- 177556). In dottrina sulla non estensibilità della preclusione ai
casi di bancarotta fraudolenta impropria Antolisei, Manuale di
pria (5). Diritto Penale, leggi complementari Vol. II, Reati fallimentari, Mi-
lano, 2001, 278. Il Gup di Roma nel provvedimento in commen-
3. Il titolo di azione propria personale to, cosı̀ come il Trib. Roma e il Trib. Parma, nelle sentenze cita-
te, hanno dato per scontato che il riferimento alla bancarotta
I creditori, in ogni caso, possono costituirsi in giu- fraudolenta riguarda anche l’impropria.
dizio quando intendono far valere un titolo di azione (5) Cass. Pen. 3 ottobre 2007, n. 43101, in Ced. Cass. 238498,
inedita.
propria personale.
(6) Definizione dalle quali emerge il dato relativo alla necessaria
In dottrina la formula utilizzata al secondo comma assenza della ‘‘concorsualità’’ delle pretese che vogliono farsi
dell’articolo citato, che legittima l’azione concor- valere con l’azione civile inserita nel processo penale.
rente a quella del curatore, è stato oggetto di defini- (7) Antolisei, Manuale di Diritto Penale, cit, 160.

974 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

fini dell’individuazione del titolo personale. Si trat- moniali patiti dalla consumazione del reato (Cass. 12 aprile
2005, n 42608, rv 232846). Trattasi di affermazione seguita dalla
ta di definizione per esclusione (8). giurisprudenza di merito. Il Trib. Roma nella sentenza Cirio a pro-
Secondo altra ricostruzione si tratterebbe del titolo posito dell’ammissione come parte civile degli obbligazionisti ha
che legittima azione diretta ad ottenere il risarci- affermato «In ogni caso, appare un dato pacifico, stando alla
stessa prospettazione delle eccezioni degli imputati, che i credi-
mento dei danni non patrimoniali (9). In realtà la tori possano far valere un danno non patrimoniale nei confronti
natura non patrimoniale del danno non muta la dell’amministratore. Al riguardo, non vi è dubbio che anche il ri-
sarcimento del danno non patrimoniale sia ammesso, atteso
collocazione temporale e dunque la concorsualità che la commissione del reato fallimentare può provocare una
che connota il credito (10). sofferenza morale in capo al terzo per esempio nel caso in cui
Tesi non seguita dal Gup di Roma che ha cosı̀ lo stesso, a causa della condotta di distrazione o di dissipazione
del fallito, tema di non riuscire a soddisfare il proprio diritto. Ne
escluso la costituzione in giudizio della società ae- consegue che l’art. 240 comma 2, l.fall., relativo al titolo di azio-
reoportuale di Palermo che lamentava il danno per ne propria personale trova adeguato fondamento già nella richie-
sta del danno (anche di natura) morale richiesto dagli obbligazio-
la sofferenza derivante dal mancato pagamen- nisti e pertanto sotto tale profilo risulta ammissibile l’azione. La
to (11). tesi dei difensori degli imputati secondo la quale l’ammissione
Ancora si tratterebbe dell’azione del creditore che, debba avvenire limitatamente al danno non patrimoniale non ha
pregio, poiché il danno in quanto tale è unico ed attiene even-
rinunciando all’insinuazione, fa tuttavia valere il tualmente alla fase di merito la determinazione della natura e
credito extra-contrattuale derivante dal reato di quantificazione dello stesso.
bancarotta fraudolenta. (12) Anche tale definizio- Nel caso in esame, poiché la condanna è da affermarsi sola-
mente per i reati fallimentari, va riconosciuto agli obbligazionisti
ne non appare condivisibile in quanto la rinuncia il danno morale, ritenendosi i fatti predetti potenzialmente pro-
all’insinuazione non muta la natura concorsuale del duttivi di conseguenze dannose, rappresentate da turbamenti o
sofferenze psichiche di non trascurabile rilevanza, e tali dunque
credito. La rinuncia potrebbe costituire, ad esem- da riverberare pesanti effetti sul piano della vita di relazione, (e
pio, un escamotage per ottenere migliore soddisfazio- dunque a prescindere anche dalla prova di un danno patrimonia-
ne di quella dei crediti concorrenti aventi il mede- le), la cui quantificazione va demandata al giudice civile». (Trib.
Roma 4 luglio n. 15469 cit.)
simo grado (13). Secondo altra definizione l’azione
(10) Non è infatti la non patrimonialità del danno, ma eventual-
propria personale sarebbe quello del creditore diret- mente il carattere di pretesa relativa a credito per effetti lesivi
ta a dimostrare che al fatto, erroneamente contesta- futuri connessi all’illecito extracontrattuale coincidente con la
condotta delittuosa per cui si procede penalmente e quindi una
to come bancarotta debba essere data una qualifica- pretesa di carattere non concorsuale. Peraltro va rilevato che la
zione giuridica diversa perché esso integra in realtà vittima del reato temporalmente collocabile in epoca anteriore
un reato che è stato commesso soltanto ai suoi dan- alla dichiarazione di fallimento dal reato dell’imprenditore o del-
l’amministratore della società fallita per la condotta tenuta nella
ni (14). Trattasi di definizione che non trova alcun qualità, è creditore concorsuale al pari di tutti coloro che hanno
riscontro nella normativa processuale, viceversa la subito l’inadempimento dell’obbligazione da parte del fallito. Ciò
qualificazione giudica del fatto non è correggibile che rileva è infatti esclusivamente l’anteriorità del credito rispet-
to alla dichiarazione di fallimento. Il truffato o la vittima dell’ap-
dalla parte civile. propriazione indebita sono creditori concorsuali e devono insi-
Nella Relazione Ministeriale si indica come esem- nuarsi al fallimento. Differentemente argomentando sarebbero
ingiustificatamente soddisfatti in pre-deduzione.
pio di esercizio di azione propria personale la costi-
(11) Ovvero il medesimo danno per cui in rappresentanza di tutti
tuzione per ripetere il danno derivante da fatti di i creditori agiscono i commissari straordinari.
appropriazione indebita concorrenti con la banca- (12) Conti, Diritto penale commerciale, i reati fallimentari, 1991,
rotta (15). La Corte di Cassazione ha infine ricono- 490. L’Autore ritiene che possono, senz’altro, costituirsi parte
sciuto la legittimità della concorrente costituzione civile i creditori del fallito non insinuati nella massa fallimentare.
Antolisei, op. cit., 276, Conti, op. cit., 490, La Monica, op. cit.,
dei creditori-investitori, nella parte in cui fanno va- 88, 632, Giuliani Balestrino, op. cit., 154.
lere un titolo di azione propria personale, in relazio- (13) In tal senso il Trib. Roma ha affermato «Tra l’altro, va rileva-
ne ai danni non patrimoniali patiti in conseguenza to che la natura sussidiaria dell’azione di cui all’art. 240 l.fall.
della consumazione dei reati fallimentari e ai danni non esclude la possibilità di costituirsi parte civile al terzo dan-
neggiato che non si sia insinuato come creditore nel fallimento
inerenti a reati di truffa, in quanto, ha affermato la né al curatore o ai creditori nei confronti di persone diverse dal
Corte di Cassazione, la costituzione operata dal cu- fallito, imputate di reati concorsuali» (Trib. Roma 4 giugno 2010,
inedita c.d. sentenza Cirio).
ratore fallimentare non vale certamente a realizzare
(14) Antolisei, Manuale di diritto penale, legge complementari,
Vol II, i Reati Fallimentari, Milano, 2001, 278.
Note: (15) Relazione Ministeriale al RD 267/42 par. 61. In realtà, in
questo caso, la costituzione dovrebbe riguardare il reato di ap-
(8) Antolisei, Manuale di Diritto Penale, cit, 160. propriazione indebita, se contestato come concorrente, se as-
(9) In tal senso la Cassazione afferma «Ai sensi dell’art 240, sorbito, evenienza che accade quando l’interversio si manifesti
comma secondo, l.fall., i creditori sono legittimati ‘‘uti singuli’’ solo al momento della dichiarazione di fallimento, allora la perso-
ad esercitare l’azione civile nel procedimento penale per il delit- na offesa del reato è creditore concorsuale che può scegliere in
to di bancarotta fraudolenta quando intendano far valere un tito- via alternativa se insinuarsi con domanda di rivendica o con do-
lo di azione propria, personale, come nel caso di danni non patri- manda di accertamento del credito.

Il Fallimento 8/2013 975


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

le specifiche ragioni risarcitorie degli interessati per cuperatoria dell’attivo fallimentare (17), tanto è
difetto di titolarità della relativa azione (16). con chiarezza esposto nell’ordinanza di ammissione.
Noi crediamo che il creditore munito di titolo per- Trattasi di azione di massa con connotato uguale,
sonale di azione propria sia il creditore che, pur es- quanto all’attitudine recuperatoria, di quella che il
sendo danneggiato dalla medesima condotta che in- curatore, ai sensi dell’art. 146 l.fall., esercita nei
tegra il reato fallimentare, non è un creditore con- confronti egli amministratori sui presupposti di cui
corsuale, il curatore non rappresenta i suoi interessi, alle disposizioni del codice civile richiamate nel
ed egli è pertanto legittimato a costituirsi parte ci- provvedimento.
vile in via autonoma. Questa definizione consente Nell’uno e nell’altro caso il curatore (o come nel
di inquadrare tra tali creditori i soci quando essi la- caso di specie il commissario straordinario) è il solo
mentino un danno determinato non da mala gestio legittimato a proporre l’azione di responsabilità.
bensı̀ da danno diretto al capitale sociale. Esempio Il principio affermato all’art. 52 l.fall., come si è
tipico e ‘‘codificato’’ di creditore con titolo di azio- detto, spiega le ragioni dell’inammissibilità di azioni
ne propria personale è dunque il socio della società dei singoli creditori, in ragione, della natura di pro-
fallita. cedura esecutiva del fallimento, finalizzata ad un’e-

4. La natura ‘‘di massa’’ dell’azione civile Note:


del curatore nel processo penale (16) Cass. 12 aprile 2005, n. 42608, Ced Rv. 232846.
per bancarotta (17) La qualificabilità dell’azione in parola come «di massa» im-
plica la verifica del fatto che il curatore agisca a tutela degli inte-
Il Gup di Roma ha ammesso la costituzione di parte ressi della massa dei creditori tendendo l ‘azione a ricostruire il
civile dei commissari dell’amministrazione straordi- patrimonio della società fallita nella sua consistenza anteceden-
te C. Esposito,L’azione risarcitoria «di massa» per «concessione
naria delle società del c.d. Gruppo Alitalia in coe- abusiva di credito», in questa Rivista, 2005, 857.
renza con le previsioni civilistiche. Riguardo ad alcune ‘‘tipiche’’ azioni di massa che il curatore è
legittimato ad esperire si legga ‘‘La legittimazione del curatore
I commissari straordinari sono stati ammessi «nella fallimentare: poteri e limiti’’ di C. Ferri, in questa Rivista, 2007,
qualità di rappresentanti dell’amministrazione 1031. La definizione è tradizionale, tra le altre, Cass. 20 dicem-
bre 2002, n. 18147, in Foro it., 2003, I, 770 ss., con nota di M.
straordinaria delle società facenti parte del gruppo Fabiani. «Il tema della legittimazione della curatela ad agire si in-
Alitalia, che risulta certamente danneggiata dalle treccia in modo inestricabile con quello dei confini della catego-
condotte contestate agli imputati nei reati di ban- ria delle azioni di massa. In assenza di un criterio discretivo cer-
to posto dal legislatore (al di là di quello stabilito dall’art. 24 l.
carotta e dunque titolare del relativo diritto al risar- fall. per le ‘‘azioni che derivano dal fallimento’’, dove il momento
cimento del danno, diritto che trova il suo fonda- in cui l’azione sorge costituisce criterio stesso di legittimazione),
è l’esame della finalità di ciascuna azione, e il suo essere rivolta
mento nel combinato disposto degli artt. 2392, o meno alla ricostituzione del patrimonio su cui si eserciterà il
2393, 2394 e 2934 bis che rispettivamente prevedo- concorso, ad aiutare a determinare quei confini: si individuano
cosı̀ le principali azioni di massa, lasciando aperto un interrogati-
no la responsabilità degli amministratori, le modali- vo: se cioè la riflessione sul modo di atteggiarsi della garanzia
tà di esercizio della relativa azione nei loro confron- patrimoniale rispetto alla collettività dei creditori, nel passaggio
ti da parte dell’assemblea o dei soci e la responsabi- dalla fase fisiologica, in cui il patrimonio appare garantire la sod-
disfazione di tutti i creditori del debitore, a quella patologica del-
lità degli amministratori nei confronti dei creditori la crisi, in cui questo non avviene, non consenta di allargare ulte-
della società, e l’art. 2394 bis c.c. prevede poi riormente il novero delle ipotesi in cui il sistema ammette la so-
stituzione del curatore ai creditori» in tal senso I. Pagni, Le azio-
espressamente che nel caso di fallimento, liquida- ni di massa e la sostituzione del curatore ai creditori, in questa
zione coatta amministrativa ed amministrazione Rivista, 2007, 995 ss. A proposito della possibilità di includere
straordinaria le azioni di responsabilità previste dal- tra le azioni di massa l’azione per concessione abusiva di credi-
to, Cass., Sez. Un., 28 marzo 2006, n. 7030, in questa Rivista,
le norme precedenti spettano al curatore, al com- 2006, 1125 ss., con nota di C. Esposito, La legittimazione, del
missario liquidatore e al commissario straordinario. curatore fallimentare all’esperimento della azione.
La definizione di azione di massa non è pacifica nell’ambito della
La legittimazione a costituirsi parte civile dell’am- dottrina penalistica, in proposito è stato affermato che il curato-
ministratore straordinario, peraltro, alla stregua del re agisce per un gruppo dei creditori impersonalmente conside-
rati, in tal senso Antolisei, op. cit., È stato anche escluso che
combinato disposto degli artt. 95 e 97 del D.Lgs. n. agisca a vantaggio della massa, in tal senso Conti, op. cit., 481.
270/99 e 240 l.fall., è limitata ai reati di cui al tito- E ancora è stato affermato che il curatore agisce nell’interesse
lo VI del R.D. n. 267 del 1942, e dunque a quelli dei soli creditori danneggiati e non di tutta la massa fallimenta-
re, in tal senso Nuvole, Manuale di Diritto penale, 1955, 165. Il
di bancarotta fraudolenta e di ricorso abusivo al titolo dell’azione del curatore è stato altresı̀ descritto come un ti-
credito». tolo di agire che non dipende dalla partecipazione e alla riparti-
zione dell’attivo che è uguale per tutti e quindi anomima e al
L’azione che il curatore esercita costituendosi parte momento della Costituzione di parte civile può non essere anco-
civile nel processo penale è un’azione di massa re- ra avvenuta. U.G. Balestrini, Torino, 2008.

976 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

secuzione che soddisfi, in maniera in paritaria, le della quantità di credito e secondo il grado a cia-
ragioni dei creditori concorsuali. scuno spettante.
Il patrimonio sul quale la procedura esecutiva con- Le peculiarità della procedura fallimentare e del
corsuale si realizza è quello dell’imprenditore com-
merciale, se trattasi di imprenditore individuale o Note:
di società con soci illimitatamente responsabili, an- (18) Detta considerazione riveste un rilievo solo ‘‘empirico’’ per-
che quello personale, altrimenti il solo patrimonio ché la quantificazione del danno è evidentemente diversa nel
senso che si aggiungerà il danno da reato, ma l’azione sarà utile
della società a cui andrà a sommarsi quanto, even- se il patrimonio sarà capiente e quindi andrà oltre alle pretese cre-
tualmente recuperato, mediante azioni revocatorie, ditorie che si articolano nell’ambito della procedura fallimentare.
azioni di responsabilità o comunque azioni finalizza- (19) Le azioni di responsabilità nei confronti degli amministratori
te ricostituire la garanzia dei creditori. di una società di capitali previste dagli artt. 2393 e 2394 c.c.,
pur essendo tra loro distinte, in caso di fallimento dell’ente con-
Quanto esposto evidenzia le ragioni per cui la costi- fluiscono nell’unica azione di responsabilità, esercitabile da par-
tuzione in giudizio nel processo penale ha effetto te del curatore ai sensi dell’art. 146 l.fall., la quale, assumendo
recuperatorio utile solo in ipotesi di processo per contenuto inscindibile e connotazione autonoma rispetto alle
prime - attesa la ‘‘ratio’’ ad essa sottostante, identificabile nella
bancarotta contro gli amministratori e ciò in quan- destinazione, impressa all’azione, di strumento di reintegrazione
to, se il processo penale è a carico di imprenditore del patrimonio sociale, unitariamente considerato a garanzia sia
individuale o amministratore illimitatamente re- degli stessi soci che dei creditori sociali - implica una modifica
della legittimazione attiva di quelle azioni, ma non ne immuta i
sponsabile l’azione non avrà effetto recuperatorio presupposti. Cass. Civ. 21 luglio 2010, n. 17121, in Società,
utile perché l’imputato è soggetto che comunque ri- 2011, 704.
Sul presupposto dell’unitarietà del rimedio in dottrina è stato
sponde dei crediti sociali, con il proprio patrimo- evidenziato che, «mentre su chi promuove l’azione grava esclu-
nio (18). Diverso il caso di concorso con l’estraneus sivamente l’onere di dimostrare la sussistenza delle violazioni
o dell’amministratore di fatto della società di perso- ed il nesso di causalità tra queste e il danno verificatosi, incom-
be, per converso, su amministratori e sindaci l’onere di dimo-
ne in quanto l’azione recuperatoria, in questa eve- strare la non imputabilità a se’ del fatto dannoso, fornendo la
nienza, si riferisce, nell’uno e nell’altro caso a patri- prova positiva, con riferimento agli addebiti contestati, dell’os-
monio non entrato nella massa fallimentare. servanza dei doveri e dell’adempimento degli obblighi loro impo-
sti» Si legga in ordine a detta tematica la nota dal titolo ‘‘Revoca
La natura di azione recuperatoria accomuna dunque degli amministratori, azioni di responsabilità e tutela del credito,
l’azione che il curatore esercita ex art. 146 in Le Società, 2012, 449 ss.’’ di I. Pagni. L’Autrice ha evidenzia-
to come la lacuna nell’assetto delle azioni di responsabilità nelle
l.fall. (19) e l’azione che il curatore esercita ex art. S.r.l., sia stata risolta dalla giurisprudenza con il riconoscimento
240 l.fall. ai creditori sociali della legittimazione ad agire. La giurispruden-
Con la prima la pretesa risarcitoria sarà limitata al za ha cosı̀ riconosciuto al curatore di una S.r.l. fallita la possibilità
di esercitare insieme all’azione sociale, l’azione dei creditori, pur
danno patrimoniale causato dall’illecito e sarà il cu- nell’assenza, nelle S.r.l., di una norma analoga all’art. 2394 bis e
ratore a determinare l’ambito e i contorni della seppure l’art. 146 l.fall. sia una norma neutra, che si limita a sta-
condotta causativa del danno, con la seconda la bilire che il curatore esercita «previa autorizzazione del giudice
delegato, sentito il comitato dei creditori, le azioni di responsabi-
pretesa risarcitoria riguarderà anche il danno mora- lità contro gli amministratori, i componenti degli organi di con-
le ex delictu, ma il curatore non avrà nessuno spazio trollo, i direttori generali e i liquidatori», senza prendere posizio-
ne su quali siano le azioni rimesse al curatore dal sistema, e sul
per definire la condotta che rimane cristallizzata nel fatto che, per la sostituzione del curatore ai creditori, manca una
capo d’imputazione (20). È ovvio poi che l’azione norma analoga all’art. 43 l.fall., che regola la sostituzione «nelle
ex art. 240, secondo comma, l.fall. sarà esercitabile controversie relative a rapporti di diritto patrimoniale del fallito
compresi nel fallimento». Trib. Milano 18 gennaio 2011, n. 501,
solo in quanto l’illecito civile rivesta pure rilevanza in questa Rivista, 2011, 588, con nota di M. Spiotta, Un’altra
penale e sia stata esercitata l’azione penale con con- pronuncia sulle azioni esperibili dal curatore fallimentare: nuove
seguente rinvio a giudizio del fallito (o degli ammi- «aperture» ma anche inaspettate «chiusure»; in Giur. it., 2011,
1313, con nota di O. Cagnasso, Una «tappa» significativa della
nistratori) (21). «marcia di avvicinamento» della s.r.l. alla s.p.a.; in questa Rivi-
Nell’uno (art. 146 l.fall.) e nell’altro caso (art. 240, sta, 2011, 1145, con nota di P. Ghiglione, M. Biallo, Responsabi-
lità degli amministratori di srl verso i creditori sociali; Trib. Napoli
secondo comma, l.fall.) legittimato, in via esclusiva 11 gennaio 2011, ibidem, 510, con nota di E. Civerra, Trib. Mila-
(art. 2394 bis c.c.), è il curatore e i creditori inter- no 22 dicembre 2010, n.14632, in questa Rivista, 2011, 757,
vengono solo in caso di inerzia del curatore. La ra- con nota di S. Cassani, Responsabilità ex art. 2394 c.c.: applica-
zione analogica alle società a responsabilità limitata; Trib. Napoli
gione dell’esclusività dell’azione è da rinvenirsi, co- 11 gennaio 2011, cit.; Trib. Padova 24 giugno 2009, in questa
me si è detto, nella natura esecutiva della procedu- Rivista, 2010, 729, con nota di C. Proto, L’azione dei creditori
ra fallimentare. La sentenza di fallimento è stata in- sociali nella società.
cisivamente descritta come un pignoramento in (20) Sotto questo profilo si evidenzia l’enorme differenza tra la
formulazione di una contestazione per bancarotta semplicemen-
bianco ove nell’amministrazione del patrimonio, si te distrattiva rispetto alla bancarotta per operazioni dolose cau-
sostituisce al fallito il curatore, il cui compito preci- sative del fallimento.
puo è il soddisfacimento dei creditori, in ragione (21) Peraltro, gli imputati non devono aver optato per riti alternativi

Il Fallimento 8/2013 977


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

reato fallimentare che ha come elemento del reato legittimazione del curatore e conseguente necessità
(essenziale - non voluto) la dichiarazione di falli- di estromissione del curatore, che per effetto del’o-
mento, evidenzia quanto l’azione ex art. 146 l.fall. mologazione del concordato nulla potrebbe più pre-
sia, per il curatore, azione diversa da quella da quel- tendere. Nel caso in cui il curatore non si sia costi-
la che ai sensi dell’art. 240 l.fall. esercita nel pro- tuito in giudizio in ragioni di pregresse transazioni
cesso penale, e in sostanza la non fungibilità tra le con gli imputati permane la legittimazione dei cre-
due azioni. ditori a costituirsi, in quanto gli stessi, anche se
L’amministratore può infatti assumere una condotta eventualmente soddisfatti in toto in virtù delle
produttiva di danno per i creditori e conseguente- transazioni potranno far valere, in sede penale la
mente dover rispondere con il suo patrimonio delle pretesa ad ottenere il ristoro del danno da delit-
obbligazioni contratte per conto della società, o es- to (23). Nessuna specifica disposizione di legge ri-
sere responsabile civilmente nei confronti dei soci, guarda la persona offesa del reato, che dunque è un
e ciò senza che detta condotta assuma i connotati creditore tra gli altri. (24)
di rilevanza penale. Non assume nessuna rilevanza
penale infatti, di per sé la circostanza che, dopo la Note:
perdita del capitale, l’amministratore non abbia po- (22) In materia di partecipazione del curatore e dei creditori al
sto in essere i rimedi previsti dal codice civile., processo penale, rilevante è la questione dell’individuazione del-
la persona offesa alla quale effettuare le notifiche. Secondo la
mentre viceversa non assume alcun rilievo sotto il giurisprudenza di legittimità - orientamento a nostro parere non
profilo, della responsabilità civile la circostanza che condivisibile - in ragione del ruolo del curatore e della natura re-
cuperatoria di massa dell’azione che lo stesso esercita nel pro-
l’amministratore non abbia consegnato la docu- cesso penale per bancarotta, destinatario delle notifiche, nella
mentazione contabile ai sensi dell’art. 16 l.fall. Pro- qualità di persona offesa, non è solo il curatore, ma anche i cre-
fili di responsabilità sia civili che penali possono in- ditori concorsuale. La mancata notifica a detti creditori determi-
na la nullità dell’atto che va a compiersi. In tal senso la Cassa-
vece collegarsi alla causazione dolosa del fallimen- zione ha affermato che il singolo creditore è persona offesa dal
to. reato di bancarotta fraudolenta, sicché l’omessa notificazione al-
Unico è il patrimonio del fallito (o dell’impresa lo stesso dell’avviso dell’udienza preliminare costituisce motivo
di nullità della procedura e della sentenza di non luogo a proce-
ammessa all’amministrazione straordinaria) al quale dere eventualmente emessa (Cass. 18 dicembre 2008, n. 2513,
va sommato l’attivo recuperato nel corso della pro- in Ced Cass., 242553, conf. Cass. 14 marzo 2002, n. 30075). E
ancora che in tema di bancarotta fraudolenta, il singolo creditore
cedura, che poi, nel suo complesso, va liquidato e deve considerarsi parte offesa, essendo titolare dell’interesse
ripartito tra i creditori in ragione di quanto deciso specifico tutelato dall’art. 223 l.fall., con la conseguenza che
all’esito del procedimento di accertamento dei cre- spetta anche a costui la notifica della richiesta di archiviazione
prevista dall’art. 408, secondo comma, c.p.p. Cass. 26 novem-
diti. Cosı̀ schematizzata la procedura fallimentare bre 2003, n. 45713, Ced Cass., 226919. Se è vero che l’art. 90
appare evidente che ammettere l’esercizio recupera- c.p.p. attribuisce, alla persona offesa, diritti e facoltà che pre-
torio autonomo e concorrente con quello del cura- scindono dalla costituzione di parte civile (G. Sandrelli, op. cit.,
2009, 1959-1960, Aprile, op. cit., 2010, 1642) e che dunque che
tore dei creditori comunque ‘‘concorsuali’’ compor- dal tenore dell’art. 240, secondo comma, l.fall. non può argo-
terebbe l’effetto, in contrasto con il principio della mentarsi che il creditore concorsuale non è persona offesa, non
può però senz’altro giungersi a ritenere necessaria, a pena di
par condicio che informa il processo fallimentare nullità la notifica dell’avviso a tutti i creditori, escludono una si-
che, i creditori che hanno agito in via concorrente, mile conclusione considerazioni di sistema. L’affermazione circa
verrebbero pagati due volte, una pro quota ed la necessarietà, a pena di nullità, della notifica ai creditori, non
tiene conto né del numero al quale possono giungere i creditori
un’altra in via autonoma. in certi fallimenti, né che, in alcuni casi, in mancanza di docu-
Dunque come l’azione contro gli amministratore mentazione e dell’elenco dei creditori i loro nominativi non sono
non può essere esercitata autonomamente dai sin- affatto noti. Certo è che, in ogni caso, la notifica al curatore non
dovrebbe essere ‘‘sufficiente’’ per i creditori con titolo di azione
goli creditori concorsuali, analogamente non può propria personale.
ammettersi la costituzione dei creditori concorsuali (23) Ord. Tibunale di Roma 6 febbraio 2013 processo ‘‘bancarot-
in sede penale. ta Eurolat’’, n. 34179/08, inedita.
Questa la ragione per cui il curatore è l’unico legit- (24) Un’interessante questione riguardante la costituzione del
timato, per espressa previsione normativa, e i credi- curatore nel processo penale è quella relativa all’azione della cu-
ratela diretta ad ottenere il risarcimento del danno per abusivo
tori concorsuali non possono costituirsi, salvo l’i- ricorso al credito. La tematica riveste interessanti implicazioni
nerzia del curatore (22). sotto il profilo dell’ammissibilità della costituzione di parte civile
nel processo penale, dopo l’intervento delle Sezioni Unite 28
Questione interessante è quella che si determina marzo 2006 n. 7030 e ciò quando si proceda penalmente per il
nel caso in cui, nel corso del processo penale, con reato di cui all’art. 218 l.fall. Cfr. P Filippi, in Credito abusivo, il
curatela costituita parte civile, il fallimento si chiu- curatore è dimezzato. Sui danni può essere parte civile ma non
agire ex articolo 2043 Cc. in Dir. Giust., 2006, 19, 12.
da invece per concordato fallimentare, in questo Prima dell’intervento delle Sezioni Unite, secondo parte della
caso dovrebbe rilevarsi una sopravvenuta carenza di (segue)

978 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

5. La legittimazione a costituirsi Note:


nel processo penale per bancarotta (segue nota 24)
fraudolenta degli azionisti giurisprudenza, era ammessa la legittimazione del curatore in ta-
le senso App. Bari 17 giugno 2002; App. Bari 2 luglio 2002; Trib.
Gli azionisti, al pari dei soci, non hanno nessun ti- Foggia 7 maggio 2002, tutte in Fall., 2002, 1157 ss., con nota di
tolo, per il fatto solo di aver sottoscritto il capitale, G. Lo Cascio, Iniziative giudiziarie del curatore fallimentare nei
a partecipare alla procedura esecutiva. Non sono confronti delle banche. In dottrina cfr. Note minime in tema di
responsabilità per concessione «abusiva» di credito e di legitti-
creditori concorsuali. mazione del curatore fallimentare, in Dir. della banca e del mer-
I soci, cosı̀ come gli azionisti, sono titolari del capi- cato finanziario, 2002, 294 ss.; B. Inzitari, Le responsabilità della
banca nella concessione e rottura del credito, in Banca, Borsa
tale e partecipano al rischio connesso all’attività tit. cred., 2001, 265 ss.; A. Castiello D’Antonio, La banca tra
imprenditoriale. Non possono dolersi della mancata «concessione abusiva» e «interruzione brutale» del credito, in
distribuzione degli utili o del capitale, salvo il dolo Dir. fall., 2005, I, 765 ss.; A. Viscusi, Profili di responsabilità della
banca nella concessione del credito, Milano, 2004; F. Di Marzio,
o la colpa degli amministratori. In ogni caso, non Abuso nella concessione di credito, Napoli, 2004; M. Ferrari, Le-
possono vantare nessuna pretesa nei confronti del gittimazione del curatore per abusiva concesione del credito:
plurioffensività dell’illecito al patrimonio e alla garanzia patrimo-
patrimonio della società. niale, in Corr. giur., 2006, 419 ss. Successivamente alle Sezioni
«E indubbio che il depauperamento del patrimonio Unite, 28 marzo 2006, n. 7030 (conforme alle pronunce n. 7029
e delle risorse della società Alitalia a seguito delle e 7031), in Corr. giur., 2006, 643 ss., con nota di G. Fauceglia,
Abusiva concessione di credito e legittimazione attiva del cura-
condotte ascritte agli odierni imputati - se provate tore: intervengono le sezioni unite; la sentenza è pubblicata an-
all’esito del giudizio - avrà certamente determinato che in questa Rivista, 2006, 1125 ss., con nota di C. Esposito,
un danno a carico dei possessori dei titoli che li La legittimazione del curatore fallimentare all’esperimento della
azione da concessione abusiva di credito: una breve analisi dei
avevano acquistati nell’erronea convinzione indotta percorsi possibili; e in Dir. Fall., 2006, II, 630 ss., con nota di
anche dalla diffusione di notizie false ed operazioni G.B. Nardecchia. L’abusiva concessione del credito all’esame
della Suprema Corte; v. inoltre il commento di L. Panzani, Le
simulate, della bontà dell’investimento e della certa Sezioni Unite e la responsabilità della banca per concessione
solvibilità del gruppo stesso. A tal fine rileva consi- abusiva di credito, in www.fallimentonline.it.
derare che gli stessi titoli Alitalia hanno potuto es- La questione della legittimazione della curatela ad agire per il ri-
sarcimento danni nei confronti degli istituti di credito per con-
sere emessi e mantenuti in quotazione anche grazie cessione abusiva di credito, é stata inoltre affrontata al fine di in-
ad un’amministrazione, operata dagli imputati e de- dividuare i possibili spazi di esperimento dell’azione risarcitoria.
L’analisi è stata effettuata alla luce del significato che assume la
scritta nei capi d’imputazione, che prospettava pia- lesione all’integrità del patrimonio del debitore, se riguardata
ni di risanamento e riorganizzazione aziendale che dall’angolo visuale della collettività dei creditori, e degli strumen-
rappresentavano, in realtà operazioni di dissipazione ti di tutela a loro diposizione oltre ai normali mezzi di conserva-
zione della garanzia patrimoniale previsti dal codice civile sul
delle risorse del gruppo. Le condotte di bancarotta, punto I. Pagni in La concessione abusiva di credito, tra diritti dei
d’altro lato, cagionando lo svuotamento del patri- creditori e azioni della curatela, in Le Società, 2007, 442 ss.
monio complessivo della società, hanno determina- (25) Conforme Trib. Roma sent. cit. e Trib. Parma sent. cit.
to l’azzeramento di fatto del valore dei titoli emessi, (26) L’accertamento poi del concreto apporto causale come evi-
esaurendo la garanzia che la compagine sociale rap- denziato dal Gup di Roma è oggetto di giudizio nel merito.

presentava per i singoli investitori». (27) L’art. 240, secondo comma, l.fall. «riconosce la facoltà per i
creditori di agire in via sussidiaria: tale facoltà è per l’appunto ri-
Con l’ammissione degli azionisti non c’è dunque al- conosciuta ai creditori e non anche ai soci, in ragione del fatto
cun rischio che si realizzi il paradosso della ‘‘dispari- che la compagine sociale, investita della procedura concorsuale,
è assoggettata alle peculiari regole che governano lo stato di cri-
taria soddisfazione’’ (25) . si nel fallimento e precludono la piena estrinsecazione dei poteri
Salvo che gli stessi non abbiano finanziamenti dei ordinariamente ricondotti alla titolarità del titolo che quei poteri
quali debbano chiedere la restituzione gli stessi non assomma e rappresenta, i.e. l’azione» (Trib. Parma 9 dicembre
2012, n. 809, inedita).
vantano nessun credito contro la società. Essi la- L’art. 2395 c.c. legittima il socio o il terzo anche dopo il fallimen-
mentano il danno derivante dalla condotta illecita, to della società. All’esperimento dell’azione per il risarcimento
dei danni causati da atti dolosi o colposi degli amministratori,
produttiva di danno immediato, (ex art. 2395 c.c.) purché tali danni siano conseguenza immediata e diretta del
o il danno derivante dal reato (art. 240, II co. comportamento denunciato e non il riflesso di quelli eventual-
L.fall.). mente cagionati al patrimonio sociale, determinandone l’insuffi-
cienza a soddisfare le ragioni dei creditori sociali. Cass. 22 mar-
Danno da qualificarsi - in astratto - come conse- zo 2010, n. 6870, in Società, 1185, 2010, con nota di L. Corradi
guenza ‘‘logica e normale secondo un criterio di re- nella quale richiama la tradizione affermazione della Cassazione
golarità causale’’ della condotta stessa (26). secondo la quale: «il discrimine tra la responsabilità degli ammi-
nistratori prevista dagli artt. 2392-2394 c.c. e quella contemplata
Ai soci non è dunque preclusa la costituzione di dall’art. 2395 c.c. non va individuato tanto nei presupposti stabi-
parte civile nel processo penale quando, vogliano liti dalla legge per il sorgere di tali forme di responsabilità, quan-
to nelle conseguenze che il comportamento illegittimo degli am-
esercitare azione analoga a quella di cui all’art. ministratori ha determinato nel patrimonio del socio o del terzo»
2395 c.c. (27). (segue)

Il Fallimento 8/2013 979


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

La piena legittimazione dei soci e degli azionisti alla fallimento della società, dal curatore, ai sensi del-
costituzione è ben spiegata dal Tribunale di Roma, l’art. 146 della l.fall. (31).
I sez. penale «in tema di società l’azione individuale La conclusione è coerente con l’interpretazione let-
di responsabilità ai sensi dell’art. 2395 c.c. richiede terale della norma, cosı̀ come ad un’interpretazione
che il comportamento doloso o colposo dell’ammi- di sistema. L’azione di cui all’art. 2395 c.c. è diversa
nistratore abbia determinato un danno direttamen- da quella che eredita il curatore in quanto con det-
te investente il patrimonio del socio o del ter- ta azione i soci fanno valere un titolo da danno ex-
zo (28). In proposito la Corte ha ritenuto che la tracontrattuale.
pretesa riduzione di utili, conseguente alla vendita Sul punto si richiama peraltro l’affermazione conte-
di prodotti a prezzi irrisori come pure i denunciati nuta nella sentenza del Tribunale di Parma secondo
atti di concorrenza sleale e di messa in liquidazione la quale: «rimane da ricordare sulla natura dell’azio-
della società compiuti dall’amministrazione costi- ne proposta dagli azionisti ed obbligazionisti, come
tuissero condotte in relazione alle quali difettava il già notato riguardo ai creditori ed ai soci, che l’eser-
carattere del danno diretto nei confronti del so- cizio dell’azione civile svolta in questa sede tende a
cio (29). Al riguardo si è infatti precisato anche conseguire l’accertamento della pretesa risarcitoria
che il diritto alla conservazione del patrimonio so- ai sensi dell’art. 2935 c.c., norma che prevede un’i-
ciale spetta alla società e non al socio come tale, potesi specifica di responsabilità aquiliana, dove l’e-
anche nel caso in cui nel comportamento degli am- lemento speciale rispetto all’art. 2043 c.c., risiede
ministratori possa configurarsi un illecito pena- nel fatto che deve sussistere uno stretto rapporto
le» (30) Riguardo allo specifico danno da reato ha tra lesione cagionata al terzo ed atto di gestione
affermato altresı̀: «Tanto premesso va però notato compiuto dall’amministratore, come richiama te-
che la fattispecie di cui all’art. 185 c.p. appare di stualmente la norma con l’avverbio ‘‘direttamente’’.
per sé peculiare nel panorama della responsabilità In altri termini, ciò che caratterizza l’azione di cui
extracontrattuale, in quanto secondo la giurispru- all’art. 2395 c.c., è l’incidenza diretta sul patrimo-
denza della Suprema Corte, in caso di reato è ben nio individuale dei soci o dei terzi dei comporta-
possibile che il danno azionabile sia solo quello mo- menti illeciti degli amministratori, cioè il fatto che
rale, anche in mancanza di un danno patrimoniale i comportamenti dolosi o colposi di questi, a pre-
o di altra natura. I soci, dunque, che in virtù della scindere dall’eventuale pregiudizio al patrimonio
partecipazione sociale, godono di una complessa
posizione, comprensiva di diritti e di poteri, hanno Note:
certamente subito un turbamento psichico di natu- (segue nota 27)
ra transeunte a causa delle azioni criminose che Cass. 28 marzo 1996, in questa Rivista, 1996, 1399, con nota S.
hanno dato luogo ai reati di bancarotta, in conside- Ambrosini.
razione delle proporzioni e della improvvisa e non (28) In dottrina un’articolata sintesi esemplificativa è tratta dalla
casistica giurisprudenziale. L’incidenza diretta del danno è stata
preventivabile situazione di default». ravvisata «nella rappresentazione di bilancio non veritiera, che
La conclusione riguardo all’ammissione degli azio- abbia indotto all’acquistato per un determinato prezzo azioni di
nisti, sotto il profilo civilistico, trova conferma nel- una società aventi, in realtà, valore nullo (o nettamente inferio-
re); nel l’inganno dell’amministratore della società, contratti di
la costante affermazione della giurisprudenza di le- fornitura, rimasti privi di corrispettivo; nella scorretta valutazione
gittimità secondo cui, in tema di azioni nei con- del rapporto di cambio della fusione, nel caso in cui gli ammini-
stratori, pur avendo scelto criteri valutativi adeguati, abbiano se-
fronti dell’amministratore di società, a norma del- guito procedure applicative carenti e tecnicamente non con-
l’art. 2395 c.c., il terzo (o il socio) è legittimato, grue. È stata invece esclusa l’imputabilità del danno agli ammi-
anche dopo il fallimento della società, all’esperi- nistratori quando questi abbiano indebitamente sottratto utili alla
società, compromettendo l’aspettativa di reddito dei soci, il va-
mento dell’azione (di natura aquiliana) per ottenere lore del loro investimento e, solo indirettamente, l’ammontare
il risarcimento dei danni subiti nella propria sfera del loro patrimonio personale nonché per i danni derivanti al so-
cio od al terzo come conseguenza di un inadempimento contrat-
individuale, in conseguenza di atti dolosi o colposi tuale della società, non corredato da atti colposi o dolosi del-
compiuti dall’amministratore, solo se questi siano l’amministratore» cfr. L. Corradi, Responsabilità dell’amministra-
conseguenza immediata e diretta del comportamen- tore e in capienza dell’attivo fallimentare, in Società, 2010,
1187.
to denunciato e non il mero riflesso del pregiudizio
(29) Cass., sez. I, 3 aprile 2007, n. 8359, in Ced Cass., 595809.
che abbia colpito l’ente, ovvero il ceto creditorio
(30) Trib. Roma, cit in nota 1.
per effetto della cattiva gestione, essendo altrimenti
(31) Cass. 22 marzo 2010, n. 6870, in Le Società, 2010, 1185
proponibile la diversa azione (di natura contrattua- con nota di L. Corradi, ‘‘Responsabillitàdell’amministratore e in
le) prevista dall’art. 2394 c.c., esperibile, in caso di capienza dell’attivo fallimentare’’.

980 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

sociale, abbiano arrecato danno esclusivamente a goria dei creditori concorsuali in quanto finanziatori,
terzi » (32). non partecipano al capitale di rischio ma vantano
Secondo il Gup del Tribunale di Roma gli azionisti un diritto alla restituzione secondo i termini della
sono legittimati a costituirsi ammissione degli azioni- sottoscrizione. Con l’ammissione concorrente degli
sti per ottenere il risarcimento del danno extracon- obbligazionisti c’è dunque il rischio che si realizzi il
trattuale derivante agli stessi per condotta consistita paradosso della ‘‘non paritaria soddisfazione’’. In caso
nella falsa rappresentazione della situazione economi- di esito positivo dell’azione potrebbero essere pagati
ca delle società del gruppo Alitalia (operata con le due volte, una in quanto l’azione del commissario
operazioni descritte come ad esempio quelle inerenti incrementa la massa attiva fallimentare (quindi la
il piano industriale 2005- 2008 che avrebbe dovuto loro quota) e una in quanto, all’esito del giudizio, gli
comportare maggiori volumi di ricavo, ed il consegui- stessi potrebbero munirsi di titolo autonomo per ag-
mento di obiettivi di efficienza), «i risparmiatori si gredire il patrimonio dell’amministratore. Gli obbli-
sono determinati a prestare denaro alle società ade- gazionisti sono stati d’altra parte ammessi a costituir-
rendo alle condizioni di rimborso e di incasso delle si nel processo contro gli amministratori delle società
cedole previste per le singole operazioni di emissione del gruppo Alitalia dal Gup di Roma, conformemen-
dei bonds o ad acquistare azioni delle società del te alla giurisprudenza di merito che si rinviene nelle
gruppo con sottoscrizione di quote del capitale socia- sentenze più volte citate di Roma e Parma (34)
le» scrive il Gup nell’ordinanza in commento. Il Tribunale di Parma pur avendo evidenziato che ‘‘le
L’ammissione della costituzione si fonda, al pari delle posizioni di azionisti e terzi non possono essere inte-
analoghe pronunce in materia, sull’assunto che gli gralmente sovrapposte’’. E ciò in quanto, ha rilevato
azionisti (e gli obbligazionisti), sono in sostanza sog- il Tribunale di Parma ‘‘si consideri che la posizione
getti danneggiati ( e per ciò creditori verso gli ammi- dell’azionista - che per definizione, con l’investimento
nistratori) dal depauperamento del patrimonio e del- partecipa dell’iniziativa economica esercitata in forma
le risorse della società fallita a seguito delle condotte collettiva dalla società - è affatto peculiare rispetto a
integranti il reato di bancarotta per cui si procede. quella dei creditori’’. Tanto premesso il Tribunale di
«Gli atti posti in essere violando gli obblighi di con- Parma ha ammesso, indifferentemente azionisti ed ob-
servazione del patrimonio sociale tendono a risolversi bligazionisti ‘‘per il diritto al risarcimento patito in
nell’inosservanza dei doveri discendenti, per gli am- proprio, conseguito alle infedeltà ai doveri statutari e
ministratori, dalla legge o dall’atto costitutivo, posto legali accertate in capo agli amministratori e sindaci,
che sintetizzano la funzione di garanzia dei terzi ma secondo i canoni ricostruttivi ormai consolidati da-
anche dell’autonomia patrimoniale dell’impresa, che l’interpretazione dell’art. 2395 c.c.’’.
costituisce dato distinto dall’interesse dei singoli soci. Sarebbe interessante sapere se i creditori obbligazio-
Ma mentre per integrare il pregiudizio ai creditori e‘ nisti si sono insinuati al fallimento, per verificare se
necessario causare un’incapienza patrimoniale, per quella condizione - a parere di chi scrive non suffi-
quello alla societa‘ bastano perdite anche quando ciente ma ritenuta tale da dottrina e giurispruden-
non abbiano prodotto un’insufficienza patrimoniale, za (35)- almeno sussista nel caso di specie. Riguar-
estendendosi al mancato guadagno, che peraltro può do alla costituzione di parte civile degli obbligazio-
dipendere dall’inosservanza della diligenza che l’am- nisti il Tribunale di Roma ha deciso per l’ammissio-
ministratore deve avere nella prestazione che lo vin- ne degli stessi senza in effetti differenziarli dagli
cola alla società, al di là del mero obbligo conservati- azionisti (36). Gli obbligazionisti sono degli ‘‘inve-
vo dei beni sociali» (33).
Note:
La possibilità di costituzione di parte civile da parte
(32) Trib. Parma, cit.
degli azionisti si configura come una legittimazione
(33) Galgano, in Bonsignori–Galgano, Il fallimento delle società,
concorrente rispetto all’azione riservata all’organo in Galgano (diretto da), Trattato di diritto Commerciale e di diritto
della procedura concorsuale. pubblico dell’economia, X, Padova, 1988, 89.
(34) Il Trib. Parma (cit.) ha ammesso gli obbligazionisiti.
6. La legittimazione a costituirsi (35) V. sub nota 12.
nel processo penale per bancarotta (36) «Va evidenziato che giurisprudenza incontrastata (v. Cass.
degli obbligazionisti 6 ottobre 1981, n. 5241) stabilisce che per effetto dell’apertura
della procedura concorsuale l’azione di responsabilità esercitata
Il Gup, con l’ordinanza in commento, ha ammesso dall’organo della medesima procedura comprende in sé le azioni
previste dagli artt. 2393 e 2394 c.c., le quali confluiscono in
la costituzione anche degli obbligazionisti. un’unica azione che assume carattere unitario, sia perché cumu-
Gli obbligazionisti rientrano in generale nella cate- (segue)

Il Fallimento 8/2013 981


Giurisprudenza
Amministrazione straordinaria

stitori-finanziatori’’ ed in quanto tali creditori con- tutela l’inadempimento dell’obbligazione sorta an-
corsuali della società e non degli amministratori,vo- teriormente alla dichiarazione di fallimento e non
levano investire, senza rischiare, semplicemente fi- l’obbligazione nascente dalla condotta illecita del-
nanziare per ottenere interessi e non ripartizione di l’amministratore che causa il dissesto della società,
utili. Con posizione analoga dunque a quella degli e cosı̀ lede le posizioni giuridiche che fanno affida-
Istituti di credito e degli altri ‘‘prestatori’’ della so- mento sulla prosecuzione del rapporto con la socie-
cietà (d’opera, di servizi, di forniture etc.), con tito- tà. Sotto questo profilo, un’inaspettata soluzione
lo dunque non personale ma concorsuale a ottenere (almeno per chi scrive) è che vi sarebbe dunque ar-
la restituzione dalla società di quanto avevano pre- gomento per sostenere la legittimazione degli ex di-
stato. pendenti per il danno costituito dalla perdita del
Sotto questo profilo acquista dunque rilievo, ai fini posto di lavoro, perdita determinata proprio dalle
della verifica dell’imputabilità agli amministratori dissipazioni poste in essere dagli amministratori del-
di un danno personale agli obbligazionisti, l’accerta- le società del Gruppo Alitalia. Pretesa che li rende-
mento del nesso causale tra evento lesivo per il rebbe creditori degli amministratori e non della so-
quale vi è richiesta risarcitoria e condotta integran- cietà, soggetti terzi rispetto alle pretese concorsuali.
te la bancarotta.
Anche il Tribunale di Parma, nel processo a carico Nota:
degli amministratori delle società del Gruppo Par- (segue nota 36)
malat ha ammesso i creditori obbligazionisti in so- la i presupposti e gli scopi di entrambe le azioni sia perché è
stanza ritenendoli, al pari degli azionisti,soggetti le- sempre finalizzata alla reintegrazione del patrimonio sociale, vi-
gittimati ad esperire l’azione ex art. 2395 c.c. (37), sto, ad un tempo, come garanzia dei soci (art. 2393) e dei credi-
tori sociali (art. 2394 c.c.)» (Trib. Roma 4 luglio 2011).
ma in realtà gli obbligazionisti non sono soci.
(37) Va in primo luogo riconosciuto il diritto dell’amministrazione
Il titolo personale che consente l’azione concorren- straordinaria al risarcimento del danno patrimoniale conseguen-
te degli obbligazionisti potrebbe essere quello che si te causazione del dissesto. Nel caso di specie cagionato da una
fonda su un diritto al ristoro del danno da lucro molteplicità di condotte che hanno tutte concorso, in varia misu-
ra, a procurare l’incapienza del patrimonio (...) rispetto al danno
cessante ovvero in riferimento ad una pretesa che patrimoniale è, quindi, sufficiente richiamare.
non trova tutela in sede esecutiva concorsuale, che (Trib. Parma 9 dicembre 2010, cit.).

982 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

Effetti sugli atti pregiudizievoli ai creditori

Revocatoria della scissione


societaria
Tribunale di Catania, 9 maggio 2012 - Est. Cristaldi

Fallimento - Effetti sugli atti pregiudizievoli ai creditori - Azione revocatoria fallimentare - Atti a titolo oneroso Spropor-
zione delle prestazioni - Scissione societaria - Configurabilità

(legge fallimentare art. 67)

L’atto di scissione societaria che comporta l’assegnazione all’ente beneficiario di attività superiori alle passivi-
tà di oltre un quarto è revocabile ai sensi dell’art. 67, primo comma, n. 1, l.fall.

Il Tribunale (omissis). ‘‘riorganizzativo’’ della scissione, caratterizzato dall’asse-


Va, in primo luogo, valutata l’eccezione di inammissibi- gnazione del patrimonio.
lità dell’azione revocatoria fallimentare, formulata dalla Sulla scorta della sentenza delle SS.UU. della Corte di
convenuta, sul presupposto che: 1) nessun creditore ha cassazione, n. 637 dell’11 gennaio-8 febbraio 2006 che si
proposto opposizione nel termine di cui all’art. 2503 c.c. riferisce alla fusione ma le cui conclusioni sono logica-
sı̀ che la scissione si è perfezionata con la stipulazione mente estensibili alla scissione, quest’ultima va inqua-
del relativo atto e con la sua iscrizione nel registro delle drata come una vicenda modificativa-evolutiva che de-
imprese; 2) che la società beneficiaria costituisce la con- termina una successione della beneficiaria nel complesso
tinuazione della società scissa, per cui non potrebbe esse- dei rapporti giuridici facenti capo alla scissa. Tuttavia -
re considerata terza rispetto a quest’ultima; 3) che l’art. come è stato condivisibilmente sostenuto in Dottrina -
2504 quater c.c. - richiamato dall’art. 2506 ter, comma nel caso in cui il rapporto di cambio fra la società scissa
V, c.c. - prevede che l’atto di scissione, non appena per- e le beneficiarie sia stato strutturato in modo non bilan-
fezionato il relativo procedimento attraverso gli adempi- ciato, l’operazione può essere fatta rientrare nel campo
menti pubblicitari prescritti, produce i suoi effetti, pre- dei negozi a prestazioni non eque e, quindi, revocabili.
cludendo la possibilità della pronuncia della sua invalidi- Questa considerazione, come ancora osservato in Dottri-
tà. na, viene rafforzata partendo dall’analisi dell’azione revo-
La questione della assoggettabilità o meno della scissione catoria ordinaria ex art. 2901 c.c., secondo cui il credito-
re può chiedere che siano dichiarati inefficaci nei suoi
societaria a revocatoria fallimentare rappresenta uno de-
confronti gli atti di disposizione del patrimonio, con i
gli aspetti più problematici della scissione stessa ed è ar-
quali il debitore rechi pregiudizio delle sue ragioni. Se si
gomento fortemente discusso in dottrina: scarno è, inve-
considera che detta concezione di atto revocabile, ope-
ce, il panorama giurisprudenziale, ove si rinvengono solo rando un «riferimento ad atti dispositivi del patrimonio
poche sentenze di merito, in totale assenza di pronunce e non, invece, di beni, è idonea a ricomprendere non so-
di legittimità. Secondo parte della predetta giurispruden- lo gli atti traslativi in senso civilistico, bensı̀ ogni atto
za di merito, l’atto di scissione di società, che assegni alla idoneo a rendere incapiente il patrimonio del debitore»,
beneficiaria attività sensibilmente più elevate delle passi- ne consegue che «non sembrano sussistere ostacoli ese-
vità, è revocabile quale atto oneroso con prestazioni getici all’assoggettabilità a revocatoria anche di atti di ti-
sproporzionate (Tribunale di Livorno, 2 settembre 2003; po organizzatorio, cui si riconnettono modificazioni giu-
Tribunale Palermo, 26 gennaio 2004). Altra parte della ridiche di elementi patrimoniali».
giurisprudenza - meno recente - ha, invece, precisato Inoltre, l’azione revocatoria fallimentare non riguarda
che è inammissibile l’azione revocatoria fallimentare di solamente atti che si presentino formalmente come ‘‘atti
una scissione di società già perfezionata (Tribunale di di disposizione’’, ma concerne, in un senso più generale,
Roma, 11 gennaio 2001). anche ogni altra situazione che sia paragonabile a tali
Ritiene questo decidente che si debba accedere alla tesi manifestazioni di volontà.
della revocabilità, per i motivi di seguito esposti. D’altra parte, la scissione più che con finalità riorganiz-
Va, qui, rilevato come l’art. 2506 c.c. ponga l’accento - zative può essere utilizzata per trasferire determinati beni
rispetto al testo antecedente alla riforma introdotta dal facendo entrare il relativo corrispettivo sotto forma di
decreto legislativo 17 gennaio 2003, n. 6 - sull’aspetto partecipazioni nelle casse dei soci invece che nelle casse

Il Fallimento 8/2013 983


Giurisprudenza
Fallimento

della scissa, oppure per sfalsare la corrispondenza fra il dell’art. 2504 quater c.c., che preclude la pronuncia del-
piano dell’impresa-azienda e il piano della società re- l’invalidità della cessione, pure se la delibera di scissione
sponsabile, riversando sui creditori il rischio di un even- è impugnata prima che l’atto sia stipulato ed iscritto nel
tuale fallimento, o ancora può determinare un danno registro delle imprese.
per i creditori in ragione dell’ingiusta suddivisione di at- Invero, degli effetti della fusione - o della scissione - ex
tivo e passivo fra le società interessate all’operazione. art. 2504 quater c.c. non può ostacolare la revocatoria,
Va, poi, considerato come si possa individuare un danno perché quest’ultima è un rimedio di carattere generale
per i creditori della scissa nella frammentazione dei beni, per la tutela conservativa del diritto di credito, la cui
laddove le componenti di un’azienda vengano attribuite operatività non è esclusa dalla disciplina in tema di in-
a differenti società, con la conseguenza che la scissione validità dell’atto di scissione.
finisce fatalmente per abbassare il valore di liquidazione Inoltre - mutuando dalla tesi affermatasi in Dottrina con
dei patrimoni affidati alle società considerate a sé: i beni riguardo alla fusione -, la revocatoria non determina
rimangono esattamente gli stessi, sia pure se distribuiti un’invalidità o una caducazione degli effetti della scissio-
fra più società. Laddove si verificasse l’insolvenza di una ne, ma la sola dichiarazione di inefficacia parziale della
(o più) società interessate all’operazione, il creditore tro- scissione nei confronti dei creditori pregiudicati dalla
verebbe fortemente diminuita (se non annullata) la pro- stessa e, di fatto, si traduce in un diritto di soddisfazione
pria garanzia patrimoniale. Da questo tipo e circostanza preferenziale rispetto agli altri creditori.
deriva l’evenienza che la scissione possa essere oggetto Va, pure, rilevato come il Tribunale di Livorno con sen-
dell’azione revocatoria fallimentare, in quanto considera- tenza del 2 settembre 2003 abbia affermato che la revo-
ta un ‘‘atto a titolo oneroso’’. Va, ancora, rilevato che catoria è strumentale all’attuazione della responsabilità
nella disciplina della scissione sono previste norme diret- sussidiaria di cui all’art. 2506 quater, comma III, c.c.
te a tutelare i creditori, che - secondo la prospettazione Circa la prospettata prosecuzione nella società beneficia-
della convenuta - renderebbero inammissibile l’esperi- ria della società scissa, per cui la prima non potrebbe es-
mento della revocatoria fallimentare. sere considerata terza rispetto a quest’ultima, va rilevato
In particolare, l’art. 2506 ter, quinto comma, c.c. - che come, nel caso di specie, si è dato corso alla scissione
richiama l’art. 2503 c.c. - prevede che i creditori della parziale della società, mediante trasferimento di parte
società possono fare opposizione alla scissione entro ses- del suo patrimonio ad una società di nuova costituzione,
santa giorni dall’iscrizione della delibera nel registro del- la quale ha assunto la natura giuridica di società a re-
le imprese. Alcuni Autori ritengono, quindi, che decorsi sponsabilità limitata. Quest’ultima è soggetto del tutto
i citati sessanta giorni i creditori sociali non avrebbero autonomo rispetto alla scissa.
più alcuno strumento per contrastare gli effetti della scis- L’eccezione di inammissibilità della proposta azione re-
sione. Va, però, di contro considerato come l’azione re- vocatoria va, quindi, respinta in quanto infondata.
vocatoria fallimentare viene esercitata dal curatore a be- Nel merito, cui occorre passare, va rilevato come la cu-
neficio della massa dei creditori, sicché l’eventuale inop- ratela istante sostiene che l’atto di scissione in Notar
ponibilità dell’atto oggetto di revocatoria è destinata ad Omissis del 30 dicembre 2003, con cui la M. S.r.l. ha
operare anche nei confronti di chi sia diventato credito- trasferito alla E. S.r.l., contestualmente costituita, parte
re del fallito oltre il termine prima indicato. del suo patrimonio, ivi compresa la piena proprietà degli
Si tratta - come è stato in dottrina condivisibilmente af- immobili siti in contrada T., agro del comune di B. e, se-
fermato - di due rimedi dissimili e nessuna norma di di- gnatamente, di un capannone ad uso industriale di circa
ritto positivo impedisce l’esperimento in favore dei cre- mq. 193, con annessi corte e terreno pertinenziali, anno-
ditori sociali di due mezzi di garanzia, l’opposizione - di tati al (omissis).
natura cautelativa - e l’azione revocatoria fallimentare, La curatela ha evidenziato che il valore complessivo re-
diretta, invece, a rimuovere la lesione della par condicio sto del patrimonio assegnato alla scissionaria era stato
creditorum. determinato in E 10.013,164 - somma che a norma del-
In altri termini, laddove l’opposizione prevista dal citato l’art. 2506-quater c.c. costituisce il limite della responsa-
art. 2506 ter, quinto comma, c.c. è un mezzo di difesa bilità solidale della nuova società per i debiti della scissa
singolare, l’azione revocatoria fallimentare è funzionale non soddisfatti dalla società cui fanno carico - e che det-
ad una vigilanza collettiva, quindi riguardante l’insieme to valore sarebbe stato influenzato dalla svalutazione
dei creditori concorsuali. contabile dei beni materiali trasferiti alla E.S.r.l.
Del resto, va pure osservato come il curatore fallimenta- In particolare, ha spiegato la curatela, la M. S.r.l., avva-
re sia soggetto terzo sia rispetto alla società scissa, sia ri- lendosi del condono fiscale, aveva regolarizzato le scrit-
spetto ai creditori sociali uti singuli considerati e come ture contabili ed aveva svalutato delle categorie di beni;
lo stesso non avrebbe potuto giovarsi dello strumento in tale operazione, il capannone ad uso industriale era
dell’opposizione. stato svalutato per E 139.644,55 ed era stato ceduto alla
Nel passare ad esaminare un altro punto della prospetta- E. S.r.l. al valore contabile di E 31.616,06, anziché di E
zione di parte convenuta, va considerato come non pos- 171.260,60.
sa essere condiviso l’assunto secondo cui il perfezionarsi L’istante ha sostenuto che, in conseguenza di detta scis-
del procedimento di scissione, attraverso gli adempimen- sione, si sarebbe determinato il trasferimento di attività
ti pubblicitari prescritti dalla legge, osti alla possibilità di nettamente superiori alle passività, producendo un arric-
esperire l’azione revocatoria, in ragione della previsione chimento della nuova società a discapito della scissa,

984 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

che svuotata dei suoi beni era stata abbandonata al falli- mente impugnata si riscontra la denunciata notevole
mento. sproporzione tra la valutazione - operata in sede di scis-
Deve anzitutto rilevarsi che l’atto di scissione, di cui l’o- sione del patrimonio netto ceduto, rilevante ai fini di
dierna attrice chiede la declaratoria di inefficacia è inter- cui all’art. 2506-quater c.c., e l’effettivo valore del pre-
venuto nell’anno precedente alla dichiarazione di falli- detto patrimonio ceduto dalla impresa scissa poi fallita.
mento, in quanto lo stesso, come detto, si è perfezionato Va, poi, evidenziato come la convenuta non abbia nep-
il 30 settembre 2003, mentre la M. S.r.l. è stata dichiara- pure allegato - oltre che omesso di dimostrare, come era
ta fallita con sentenza del Tribunale di Catania il succes- suo preciso onere - di non avere avuto alcuna conoscen-
sivo 26 novembre 2004 (cfr. la sentenza in atti). Orbe- za dello stato di insolvenza in cui versava la M. S.r.l. al
ne, all’esito della disposta CTU, i consulenti d’ufficio, momento della conclusione della scissione.
con valutazione pienamente apprezzabile e priva di men- Omissis.
te logico giuridica, hanno accertato che il patrimonio
Conclusivamente, deve trovare accoglimento l’azione re-
netto assegnato alla E. S.r.l. al momento della stipula
dell’atto di scissione era pari a E 43.129,42; cifra ottenu- vocatoria promossa, ai sensi dell’art. 67, comma primo,
ta sommando il valore dei beni immobili pari a E dalla curatela del fallimento M. S.r.l. nei confronti della
95.567,63 a quelli di beni mobili pari a E 131.862,35 E. S.r.l. unipersonale e - dichiarata l’inefficacia nei con-
per un totale di E 227.429,98, a cui vanno sottratte le fronti della massa dei creditori del fallimento dell’atto di
passività per E 184.300,76. scissione rogato in data 30 dicembre 2003 - la predetta
E allora, a fronte di un patrimonio netto assegnato alla va condannata alla restituzione in favore dell’istante dei
cessionaria valutato in E 10.013,64 platealmente inferio- beni analiticamente elencati nell’allegato C al rogito del
re rispetto a quello effettivamente assegnato pari a E 30 dicembre 2003 in Notar omissis, di cui fanno parte i
43.129,42 ed oltre la misura ordinariamente rilevante in beni immobili iscritti al (omissis), nonché al pagamento
sede di revocatoria fallimentare (25 % = E 10.782,355), dell’indennità di occupazione sopra determinata.
resta inevitabile concludere che nella scissione odierna- (Omissis).

La revocatoria fallimentare della scissione societaria


di Gaetano Milano (*)

Con il commento si analizzano le attuali posizioni della dottrina e della giurisprudenza in ordine all’ammissibi-
lità della revocatoria fallimentare dell’atto di scissione, soffermandosi sul profilo della riconducibilità della
scissione alla categoria dell’atto a titolo oneroso con prestazioni sproporzionate.

1. Premessa Note:
(*) Il contributo è stato sottoposto, in forma anonima, alla valuta-
La vicenda scrutinata dal Tribunale di Catania è zione di un referee.
cosı̀ sintetizzabile: in forza di un atto di scissione (1) Sull’istituto della scissione, cfr. G. Presti-M. Rescigno, Corso
parziale (1), la società A (società scissa) trasferisce di diritto commerciale, Bologna, 2009, 362 ss. nonché la recen-
alla società B (società beneficiaria) parte del pro- te trattazione monografica di F. Magliulo, La scissione delle so-
cietà, Milano, 2012.
prio patrimonio; intervenuto il fallimento della so-
(2) Per la revocabilità dell’atto di scissione, Tribunale di Paler-
cietà A, la curatela accerta che alla società B è sta- mo, 26 gennaio 2004, in Giur. comm., II, 2007, con nota di D.
to assegnato un patrimonio netto il cui valore ef- Davigo, Brevi spunti su alcune questioni relative alla ammissi-
bilità dell’azione revocatoria fallimentare dell’atto di scissione
fettivo è superiore di oltre un quarto a quello valu- societaria; Tribunale di Livorno, 2 settembre 2003, in questa
tato in sede di scissione; la curatela impugna l’atto Rivista, 2004, 1138, con nota di F. Montaldo, Scissione socie-
di scissione in quanto atto a titolo oneroso con taria e revocatoria fallimentare. Per l’inammissibilità della revo-
catoria, si è invece espresso Tribunale di Roma, 11 gennaio
prestazioni sproporzionate ex art. 67 primo comma, 2001, in Dir. fall., 2001, II, 442, con nota di D. Di Gravio, La re-
n. 1 l.fall.; il Tribunale dichiara l’inefficacia del- vocatoria fallimentare dell’attribuzione dei beni nella scissione
della società. Va rilevato che solo la decisione resa dal Tribuna-
l’atto di scissione nei confronti dei creditori della le di Palermo si è occupata di una fattispecie omologa a quella
scissa. in commento (revoca di scissione parziale ex art. 67, primo
La sentenza in commento interviene sul problema comma, n. 1 l.fall.). Il Tribunale di Livorno si è invece occupato
di un caso di revocatoria ex art. 67, primo comma, n. 1, l. fall.,
dell’ammissibilità dell’azione revocatoria fallimenta- ma in relazione ad una fattispecie di scissione totale (il curato-
re dell’atto di scissione societaria, in ordine al quale re di una delle due società beneficiarie aveva infatti esperito
nei confronti dell’altra la revocatoria, ritenendola pregiudiziale
sussistono contrasti sia all’interno dell’esigua giuri- all’attivazione della responsabilità solidale ex art. 2506 quater,
sprudenza pronunciatasi sul punto (2), sia all’inter- (segue)

Il Fallimento 8/2013 985


Giurisprudenza
Fallimento

no della dottrina (3). I contrasti, in breve, vertono to di scissione totalitaria quale contratto a prestazioni corrispetti-
ve tra le due società beneficiarie, sia in merito all’assenza di
sul seguente quesito: se la tutela dei creditori della strumentalità dell’azione revocatoria rispetto al’attivazione della
società scissa debba essere accordata esclusivamente solidarietà passiva). Il Tribunale di Roma si è poi occupato di
dai rimedi endosocietari (opposizione dei creditori una revocatoria esperita ai sensi dell’art. 67, primo comma, n.
2, l.fall. (pagamento con mezzi anormali), peraltro in una vicenda
all’atto di scissione ex art. 2503 c.c.; responsabilità processuale peculiare; il caso riguardava infatti una scissione
solidale delle società partecipanti alla scissione per i parziale in favore di una società neocostituita (cd. scissione in
debiti della scissa ex art. 2506 quater, terzo comma, senso stretto) seguita dalla successiva fusione per incorporazio-
ne della beneficiaria in una società preesistente, della quale la
c.c.) o anche dal rimedio generale dell’azione revo- scissa era debitrice; il curatore, pur qualificando l’intera opera-
catoria fallimentare. zione come un pagamento anomalo compiuto dalla scissa in fa-
vore dell’incorporante, si era limitato ad impugnare l’atto di scis-
Nel presente contributo si esaminerà dapprima il sione e non anche la successiva fusione per incorporazione; il ri-
problema dell’ammissibilità della revocatoria della getto della domanda di revocatoria della scissione è quindi deri-
scissione alla luce degli argomenti offerti dalla sen- vato dall’impostazione processuale del curatore. Nondimeno, la
pronuncia ha precisato che in ogni caso l’atto di scissione, una
tenza in commento; successivamente ci si sofferme- volta iscritto nel registro delle imprese, non può essere ‘‘dichia-
rà sul problema della revocabilità della scissione rato nullo né annullato’’.
quale atto a titolo oneroso ex art. 67, primo comma (3) Per l’ammissibilità dell’azione revocatoria, G. Cabras, Le op-
n. 1, l.fall. posizioni dei creditori nel diritto delle società, Milano, 1978, 167
(da puntualizzare che la soluzione affermativa offerta dall’Autore
non riguarda il profilo specifico della scissione, ma la compatibi-
2. Revocatoria e rimedi endosocietari lità tra l’opposizione - quale rimedio generale predisposto dalla
normativa societaria a protezione dei creditori - e l’azione revo-
Il legislatore è consapevole del potenziale pregiudi- catoria); T. Di Marcello, La revocatoria ordinaria e fallimentare
zio che la diminuzione della garanzia patrimoniale della scissione di società, in Dir. fall., 2006, 98; F. Ferrara-F. Cor-
si, Gli imprenditori e le società, Milano, 2011, 1011; P. Lucarelli,
della scissa può arrecare ai creditori sociali di que- La scissione di società, Torino, 1999, 395, nt. 147; G. Rago, Ma-
st’ultima (4) ed in ragione di ciò predispone a loro nuale della revocatoria fallimentare, Padova, 2006, 216; G.
tutela gli istituti dell’opposizione e della responsabi- Schiano Di Pepe, Della scissione della società, in Società di ca-
pitali a cura di G. Nicolini-A. Stagno d’Alcontres, III, Napoli,
lità solidale per i debiti della scissa in capo alle so- 2004, 2005; A. Serra, Le scissioni, in A. Serra-M.S.Spolidoro, Fu-
cietà coinvolte nella scissione. sioni e scissioni di società, Torino, 1994, 230. Per l’inammissibi-
L’opposizione dei creditori alla scissione ex art. lità della revocatoria, sostanzialmente argomentata sull’esclusi-
vità dei rimedi endosocietari, D. Davigo, cit., 269-270; V. Di Gra-
2503 c.c. (dettato in tema di fusione ed applicabile vio, cit., 445; F. Fimmanò, I patrimoni destinati a specifici affari
alla scissione in forza del rinvio operato dall’art. nella legge fallimentare, in Trattato di diritto fallimentare diretto
2506 ter quinto comma c.c.) è un rimedio preventi- da V. Buonocore e A. Bassi, II, Padova, 2010, 591; F. Magliulo,
cit., 579; G. Scognamiglio, Fusione-Scissione, in Trattato delle
vo che mira a paralizzare la scissione e può essere società per azioni diretto da G.E. Colombo e G.B. Portale, VII**
esperito da ciascun creditore anteriore alla pubblica- (2), Torino, 2004, 294.
zione del progetto di scissione (5) nel termine di (4) Il pregiudizio che può derivare ai creditori sociali dalla scis-
sessanta giorni dall’iscrizione nel registro delle im- sione non si identifica con la mera diminuzione patrimoniale
del patrimonio della scissa, che è per definizione un effetto na-
prese della delibera di scissione. Se non vi è stata turale dell’operazione (F. Fimmanò, Scissione e responsabilità
opposizione entro il predetto termine, il procedi- «sussidiaria» per i debiti sociali non soddisfatti, in Società,
2002, 1379; G. Scognamiglio, cit., 281). Il potenziale pregiudi-
mento di scissione si perfeziona con la stipula del zio della scissione per i creditori va invece identificato: i) nel
relativo atto. caso della scissione mediante incorporazione in società preesi-
Avvenuta l’iscrizione dell’atto di scissione nel regi- stenti, nella confusione del patrimonio della scissa con quello
della beneficiaria; ii) in ogni caso di scissione, nella divisione
stro delle imprese, non può più esserne pronunciata del patrimonio sociale con conseguente frazionamento della
l’invalidità (art. 2504 quater, primo comma c.c. in garanzia patrimoniale (per l’individuazione di tale duplice tipolo-
tema di fusione, richiamato dall’art. 2506 ter, quin- gia di rischi, G. Scognamiglio, cit., 281); iii) nella diminuzione di
tipo qualitativo del patrimonio della scissa; al riguardo, si è fat-
to comma, c.c.); in favore dei creditori della scissa to l’esempio di una scissione che isoli in una beneficiaria i
residua una tutela di tipo obbligatorio, costituita marchi lasciando all’altra società immobili e beni aziendali; il
dalla responsabilità solidale per i debiti della scissa reciproco nocumento del valore dei patrimoni delle società
coinvolte emerge non al momento dell’operazione della scis-
in capo alle società beneficiarie della scissione nei sione, ma in sede liquidatoria (cfr. T. Di Marcello, cit, 94-95,
limiti del patrimonio netto loro assegnato (art. nonché il riferimento in sentenza al danno derivante dalla
2506 quater, terzo comma, c.c.), oltre che in ogni ‘‘frammentazione dei beni’’).
(5) La preclusione all’esercizio dell’opposizione per i creditori
della scissa successivi all’iscrizione nel registro delle imprese
Note: del progetto di scissione si spiega per il fatto che questi sono
(segue nota 2) stati posti in condizione di sapere che la società loro debitrice
intendeva addivenire alla scissione e dunque non possono do-
terzo comma, c.c. per i debiti della scissa; cfr. i rilievi critici di F. lersi dell’avvenuta concessione del credito (cosı̀ F. Magliulo,
Montaldo, cit., 1144, sia in merito alla non configurabilità dell’at- cit., 542).

986 Il Fallimento 8/2013


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Fallimento

caso dal risarcimento del danno da scissione (art. Di qui la necessità di passare subito all’esame del
2504 quater, secondo comma c.c., richiamato dal- secondo degli argomenti preannunciati.
l’art. 2506 ter, quinto comma, c.c.). L’art. 2504 quater c.c., dettato in tema di fusione
La tesi che nega l’ammissibilità della revocatoria ed applicabile alla scissione stante il richiamo del-
fallimentare della scissione muove dal presupposto l’art. 2056 ter, quinto comma, c.c., attribuisce all’i-
che i rimedi endosocietari ora menzionati siano tas- scrizione dell’atto di scissione nel registro delle im-
sativi e compongano un microsistema chiuso, il qua- prese l’effetto di pubblicità sanante: l’atto produce ir-
le soddisferebbe anche le residuali esigenze della re- revocabilmente i propri effetti e non può essere
vocatoria (6). Più precisamente, la tesi in parola messo più in discussione. La norma sostituisce cosı̀
poggia su tre distinti argomenti, cosı̀ sintetizzabili: alla tutela reale (id est: invalidità dell’atto) una tu-
1) la funzione dell’azione revocatoria di tutela della tela obbligatoria, perseguendo l’obiettivo di limitare
garanzia patrimoniale generica dei creditori è assol- nel tempo la possibilità di dichiarare l’invalidità
ta esclusivamente dallo strumento dell’opposizione della scissione; siffatta declaratoria, comportando il
ex art. 2503 c.c.; 2) l’art. 2504 quater primo comma ripristino della situazione preesistente e la riattribu-
c.c. impedisce di dichiarare l’invalidità dell’atto di zione alla società scissa degli elementi patrimoniali
scissione dopo la sua iscrizione nel registro delle im- trasferiti alla beneficiaria, frustrerebbe l’affidamento
prese; 3) consumato il potere di opposizione da par- riposto dai soci e dai terzi sul nuovo assetto societa-
te dei creditori, residua esclusivamente la tutela ob- rio risultante dal registro delle imprese (11).
bligatoria di cui all’art. 2506 quater, terzo comma,
c.c., il quale costituisce la norma di chiusura del mi- Note:
crosistema in questione. (6) F. Fimmanò, cit., 591.
La sentenza in commento prende posizione su cia- (7) Cfr. (con riferimento all’azione revocatoria ordinaria) M. S.
scuno dei tre argomenti ora sintetizzati. Spolidoro, La fusione, in A. Serra-M.S.Spolidoro, Fusioni e scis-
sioni di società, Torino, 1994, 112, secondo cui tale identità di
Cominciando dal rapporto tra opposizione ex art. funzione è sistematicamente coerente con l’impossibilità, sanci-
2503 c.c. e revocatoria fallimentare, parte della ta dall’art. 2504 quater c.c., di impugnare la fusione [nel nostro
dottrina ritiene che la finalità di conservazione del- caso: la scissione] con l’azione revocatoria; F. Fimmanò, Scissio-
ne, cit., 1380.
la responsabilità patrimoniale perseguita dall’azione
(8) Per tale impostazione, cfr. G. Cabras, cit. 167-168, il quale af-
revocatoria sia già assicurata dallo strumento del- frontando (seppur non con specifico riferimento al tema della
l’opposizione ex art. 2503 c.c. (7); opposizione e re- scissione) il profilo della preclusione del ricorso alla revocatoria
per il creditore che non si sia avvalso dello strumento dell’oppo-
vocatoria, in altri termini, costituirebbero due rime- sizione, ritiene che i rimedi dell’opposizione e dell’azione revo-
di del tutto analoghi tra loro e pertanto il primo catoria operano su piani diversi, ma possono concorrere entro i
escluderebbe il secondo. limiti assegnati istituzionalmente a ciascuno a tutela dei relativi
interessi. In giurisprudenza, cfr. Tribunale di Palermo, 26 gen-
La sentenza in commento, al contrario, ritiene che naio 2004, cit., secondo cui l’attribuzione del potere di opposi-
si tratta di rimedi dissimili che assolvono a diverse zione non è previsto come preclusivo del rimedio della revocato-
ria.
funzioni (8): l’opposizione è ‘‘un mezzo di difesa
(9) Giova ricordare che l’effetto del beneficio dell’accoglimento
singolare’’, la revocatoria è invece diretta a rimuo- dell’azione in favore dell’intera massa dei creditori non è esclusi-
vere la lesione della par condicio creditorum e va a vo dell’azione revocatoria fallimentare, ma è proprio anche del-
vantaggio di tutti i creditori della scissa (9), ivi l’azione revocatoria ordinaria esercitata dal curatore ex art. 66 l.
fall.; sul punto, Cass. civ., Sez. Un., 17 dicembre 2008, n.
compresi i creditori successivi all’iscrizione della deli- 29420, in questa Rivista, 2009, 540: «la domanda d’inopponibili-
bera di scissione nel registro delle imprese. tà dell’atto di disposizione compiuto dal debitore, inizialmente
proposta a vantaggio soltanto del singolo creditore che ha pro-
Va però osservato che anche l’opposizione, pari- posto l’azione, viene ad essere estesa a beneficio della più va-
menti alla revocatoria, va a vantaggio di tutti i cre- sta platea costituita dalla massa di tutti i creditori concorrenti»;
ditori, perché impedisce la possibilità di eseguire la in dottrina, per la puntualizzazione che la pauliana esercitata in
sede fallimentare va a vantaggio anche dei creditori successivi
scissione non solo relativamente al creditore oppo- all’atto revocando, cfr. M. Fabiani, Diritto fallimentare, Bologna,
nente, ma erga omnes (10). Pertanto, non è sul di- 2011, 320; L. Guglielmucci, Diritto fallimentare, 2012, 189; G.
stinguo tra rimedio singolare e collettivo che può Terranova, Le azioni revocatorie, in Trattato delle procedure con-
corsuali, diretto da L. Ghia-C. Piccininni-L. Severini, II, Torino,
fondarsi l’ammissibilità della revocatoria; tale di- 2010, 10.
stinguo, in realtà, assume come premessa quello che (10) Testualmente, F. Magliulo, cit., 561.
è invece proprio il thema demonstrandum: ossia che (11) Il regime di stabilità della scissione si inscrive nel disegno
- per usare le parole della sentenza - ‘‘nessuna nor- perseguito dalla riforma societaria del 2003 di privilegiare le esi-
genze di certezza e stabilità dei traffici giuridici e l’affidamento
ma di diritto positivo impedisce l’esperimento in fa- ingenerato nei terzi (sul punto, G.F. Campobasso, Diritto com-
vore dei creditori sociali di due mezzi di garanzia’’. merciale, II, Torino, 2012, 671).

Il Fallimento 8/2013 987


Giurisprudenza
Fallimento

La regola enucleata nell’art. 2504 quater c.c. rappre- tenza in commento rende il senso di tali affermazio-
senta senza dubbio un argomento di notevole peso ni: essa culmina in una pronuncia di condanna alla
contro l’ammissibilità dell’azione revocatoria della ‘‘restituzione’’ in favore della massa di determinati
scissione (12); non a caso, proprio sulla base di tale cespiti; non con la dissoluzione della società benefi-
norma si fonda l’unico precedente edito contrario ciaria. Vero è che tale esito può compromettere le
all’ammissibilità della revocatoria (13).
Secondo il Tribunale di Catania, invece, l’art. Note:
2504 quater c.c non è di ostacolo alla revocatoria, (12) Da ultimo, F. Magliulo, cit., 580, secondo cui la disciplina è
posto che essa «non determina un’invalidità o una un chiaro indice della volontà del legislatore di evitare che la sta-
bilità della compagine possa essere compromessa da impugna-
caducazione degli effetti della scissione, ma la sola tive; D. Davigo, cit., 266; G. Scognamiglio, cit., 294.
dichiarazione di inefficacia parziale della scissione (13) Tribunale di Roma, 11 gennaio 2001, cit.
nei confronti dei creditori pregiudicati dalla stessa». (14) S. Cacchi-Pessani, Sub art. 2503 c.c., in Commentario alla
La sentenza, quindi, muove dal distinguo tra invali- riforma delle società diretto da P. Marchetti-L.A. Bianchi-F.Ghez-
dità ed inefficacia, traendone la conseguenza che zi-M. Notari, Milano, 2006, 739, secondo cui «il legislatore nazio-
nale avrebbe ben potuto estendere l’effetto sanante dell’atto di
l’art. 2504, primo comma, quater c.c. precluda solo fusione [n.d.A.: leggi anche scissione] nel registro delle imprese
la prima (e non la seconda, che anzi presuppone anche all’inefficacia. Ma non lo ha fatto, e questa scelta non
proprio la validità dell’atto). La tesi in parola ha può essere ignorata dall’interprete, estendendo la portata di una
disposizione (l’art. 2504 quater) che - indipendentemente dalla
trovato sostegno sia in un’attenta dottrina (14), sia sua natura eccezionale o meno - ha l’effetto di restringere la tu-
nel precedente di merito conforme a quello in esa- tela dei soci e dei creditori, a vizi diversi da quello dell’invalidità
me (15); tale ultimo precedente ha inoltre addotto dell’atto di fusione».
un’ulteriore argomento che qui mette conto ricor- (15) Cfr. Tribunale di Palermo, cit., secondo cui la revocatoria
dell’atto di scissione non confligge con la ratio della normativa
dare, ossia la natura di norma eccezionale dell’art. societaria, perché l’atto rimane valido ed efficace nei confronti
2504 quater, primo comma, c.c., come tale non dei terzi che non hanno agito in revocatoria
estendibile al caso dell’inefficacia. (16) Cass. civ., 1 giugno 2012, n. 8864, Rel. Rordorf, in Giust.
Tale contrapposizione tra invalidità ed inefficacia si civ., Mass., 2012, 6, 725; cfr. altresı̀ Tribunale di Milano 5 marzo
2009, in dejure.it e Tribunale di Milano, 8 settembre 2003, in
rivela però gracile alla luce dell’interpretazione che Giur. comm., 2005, II, 198, secondo cui il termine invalidità è
la giurisprudenza ha dato della norma in questione. comprensivo di ogni ipotesi di vizio dell’atto, inclusa l’inefficacia.
Contra, per la natura eccezionale del regime preclusivo dell’art.
La Suprema Corte, difatti, ha di recente puntualiz- 2504 quater primo comma c.c. e la conseguente impossibilità di
zato che la preclusione della declaratoria di invali- estenderne la portata alle ipotesi di inesistenza e inefficacia, Tri-
dità sancita dall’art. 2504 quater c.c. tutela l’affida- bunale di Velletri, 10 agosto 1994, in Società, 1995, 551.
mento dei terzi e la certezza dei traffici e, sulla base (17) T. Di Marcello, cit., 68.
di tale ratio ispiratrice della norma, ha escluso la (18) Cfr. S. Cacchi-Pessani, cit., 740-741, il quale rileva che «l’i-
nefficacia relativa dell’atto di fusione incide, quindi, sulla desti-
possibilità di configurare l’inesistenza di un atto di nazione del patrimonio della società risultante dalla fusione, non
fusione quale categoria distinta dall’invalidità (16). sulla esistenza della società stessa, che anzi presuppone, né su-
Tale conclusione, se vale per l’inesistenza, si impo- gli effetti organizzativi dell’atto di fusione: per questa ragione
non rientra, neppure per analogia, nel campo di applicazione del-
ne a maggior ragione per l’inefficacia. l’art. 2504-quater [...]» (le considerazioni di tale Autore muovono
Il discorso potrebbe a questo punto chiudersi qui, dal problema dell’iscrizione dell’atto di fusione ante diem o in
dovendosi prendere atto del fatto che il legislatore pendenza dell’opposizione). Cfr., inoltre, A. Genovese, L’invalidi-
tà dell’atto di fusione, Torino, 1997, 213, nt. 243, secondo cui la
ha inteso blindare la scissione da ogni tipo di impu- revocatoria non implica una caducazione della fusione [leggi:
gnativa. scissione], ma una ridefinizione dei rapporti di preferenza fra i
creditori che hanno agito in revocatoria e i creditori della società
Nondimeno resta da chiedersi se davvero l’ineffica- risultante dalla fusione; P. Lucarelli, La nuova disciplina delle fu-
cia relativa conseguente alla revocatoria sia preclu- sioni e delle scissioni: una modernizzazione incompiuta, in Riv.
sa dalla ratio che presiede all’art. 2504 quater c.c. Di soc., 2004, 1373, per il rilievo che il creditore non è interessato
allo ‘‘smantellamento’’ della società risultate dalla fusione, ma
ciò può legittimamente continuare a dubitarsi. Co- solo a soddisfare il proprio credito su una idonea parte del capi-
me è stato notato, «la revocatoria non cancella il tale sociale. Conforme Tribunale di Palermo, 26 gennaio 2004,
complesso degli effetti organizzativi posti in essere cit., il quale rileva che per effetto della scissione «non si deter-
mina lo smembramento dei nuovi soggetti giuridici creatisi per
dall’operazione, ma si limita a far rientrare nell’area effetto della fusione o della scissione, smembramento che il le-
della responsabilità patrimoniale della società fallita gislatore ha voluto evitare escludendo la possibilità di far valere
l’invalidità dell’atto». Si noti che anche anche la dottrina che con
i beni assegnati alla società convenuta» (17). In al- più severità si esprime per la tesi dell’irretrattabilità dell’iscrizio-
tri termini, la revocatoria della scissione non com- ne e della conseguente inammissibilità della revocatoria, non
porta la disgregazione del soggetto beneficiario del- manca di osservare che l’art. 2504 quater c.c. preclude, succes-
sivamente all’iscrizione, «non qualsiasi pronuncia di invalidità,
lo spostamento patrimoniale, bensı̀ la ridetermina- ma solo quella che sia idonea ad incidere sull’effetto tipico glo-
zione della par condicio tra i creditori (18). La sen- bale dell’operazione» (G. Scognamiglio, cit., 371).

988 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

aspettative di un’altra platea di creditori, quelli che della revocatoria non è possibile perché il bene è
hanno confidato nel patrimonio della società bene- andato distrutto, il controvalore monetario è sem-
ficiaria; ma tale argomento si risolve in un adducere pre quello corrispondente al valore originario del
inconvenientem e, soprattutto, non considera che il cespite uscito dal patrimonio del fallito. Se di una
conflitto tra creditori è endogeno nelle procedure concorrenza tra tutela obbligatoria e tutela concor-
concorsuali. suale vuole discorrersi, essa può trovare un fonda-
A conforto di tali rilievi, soccorre del resto la teori- mento normativo nella disciplina di cui all’art. 61
ca della revoca dei conferimenti in società, che giu- l.fall. Come noto, l’art. 61 l.fall. disciplina la posi-
risprudenza costante ritiene ammissibile nonostante zione del creditore con più coobbligati solidali falli-
la presenza dell’art. 2332 c.c. (norma che preclude ti, stabilendo la regola dell’insensibilità del quantum
la nullità della società per cause diverse da quelle insinuato al passivo dal creditore rispetto agli even-
indicate nella norma) (19). tuali pagamenti parziali successivi all’insinuazione;
Il terzo degli argomenti sviluppati in sentenza attie- la norma si applica pacificamente anche nell’ipotesi
ne al rapporto tra azione revocatoria e tutela obbli- in cui, accanto a uno o più coobbligati sottoposti a
gatoria ex art. 2506 quater, terzo comma, c.c Tale fallimento, ve ne siano altri in bonis (25). Si sup-
norma, come già rilevato, introduce una responsa- ponga che la società a sia creditrice della società ß
bilità solidale per i debiti della scissa in capo a tutte per 100 e che a seguito di scissione parziale ß trasfe-
le società partecipanti alla scissione (20). risca parte del proprio patrimonio a ; che quindi
La portata di tale norma, ai fini del tema che ci oc- in forza dell’art. 2506 quater, terzo comma, c.c., a
cupa, è ambivalente.
Secondo parte della dottrina, la norma renderebbe
Note:
ultronea la declaratoria di inefficacia propria della
revocatoria, in quanto i creditori della società falli- (19) Sulla revocatoria dei conferimenti, ex multis Cass. civ., 19
febbraio 2000, n. 1904, in Riv. not., 2001, 497.
ta pregiudicati nella garanzia del loro credito po-
(20) Sul tema, ex multis, C. Caruso, Il regime della responsabili-
trebbero agire nei confronti delle società beneficia- tà per i debiti della società scissa tra innovazioni e continuità, in
rie nei limiti del valore effettivo del loro patrimo- Riv. dir. comm., 2002, II, 355; G. Presti-M. Rescigno, cit., 365,
nio netto e quindi nei limiti dell’effettivo pregiudi- anche per l’osservazione che tale fideiussione ex lege si giustifi-
ca in ragione della pericolosità dell’operazione, non ponendo la
zio (21). legge limiti alla composizione delle parti di patrimonio attribuite
Il Tribunale di Catania, al contrario, ritiene che a ciascuna beneficiaria o eventualmente destinate a rimanere al-
la scissa, ben potendo verificarsi che tutto l’attivo venga asse-
«la revocatoria è strumentale all’attuazione della re- gnato ad una beneficiaria e tutto il passivo resti alla scissa.
sponsabilità sussidiaria di cui all’art. 2506 quater, (21) F. Fimmanò, Patrimoni destinati, cit., 591-592.
comma III, c.c.» e dunque attribuisce alla revocato- (22) Testualmente, F. Ferrara-F. Corsi, cit., 1011, nt. 6.
ria una funzione ancillare alla responsabilità solida- (23) Secondo la teoria antindennitaria, la finalità dell’azione revo-
le. La paternità di tale ultima soluzione si deve ad catoria è quella di assicurare una collettivizzazione delle perdite
autorevole dottrina, la quale ha sostenuto che le da insolvenza tra tutti i creditori anteriori al fallimento. Tale tesi
(su cui, per tutti, A. Maffei Alberti, Il danno nella revocatoria falli-
conseguenze della revocatoria della scissione po- mentare, Padova, 1970, passim ed in particolare 151; di recen-
trebbero non spingersi fino alla restituzione alla so- te, M. Fabiani, cit., Bologna, 2011, 324) ha trovato suggello in
cietà scissa degli elementi patrimoniali conferiti Cass. civ., Sez. Un., 28 marzo 2006, n. 7028, in questa Rivista,
2006, 1133, con nota di A. Patti, Natura dell’azione revocatoria
nella società beneficiaria, ma più semplicemente fallimentare: le sezioni unite difendono il feticcio della par condi-
consentire una escussione del patrimonio oltre il li- cio. Peraltro, anche dopo l’intervento delle Sezioni Unite, della
mite del patrimonio netto (22). funzione antindennitaria della revocatoria fallimentare si dubita
in ragione delle numerose esenzioni introdotte dalla riforma del-
Questa ricostruzione, per quanto interessante, si la revocatoria fallimentare, le quali esprimerebbero una valoriz-
espone ad alcuni rilievi. Anzitutto, su un piano si- zazione della revocabilità subordinatamente al danno (per la con-
statazione che l’attuale disciplina della revocatoria fallimentare
stematico, strutturando l’azione revocatoria quale presenta sia profili indennitari che antindennitari, cfr. A. Jorio, in
rimedio sussidiario alla responsabilità solidale, le si Il fallimento, S. Ambrosini-G. Cavalli-A. Jorio, in Trattato di diritto
attribuisce una natura contrastante con quella anti- commerciale, diretto da G. Cottino, Padova, 2009, 395; A. Patti,
Le azioni di inefficacia, in Il nuovo diritto fallimentare - Novità ed
ndennitaria (23). In secondo luogo, non è chiaro esperienze applicative a cinque anni dalla riforma. Commentario
come si esplicherebbe tale funzione sussidiaria, non sistematico diretto da A. Jorio e M. Fabiani, Bologna 2010,
potendo concepirsi una revoca parziale, confinata 265).
cioè solo a quella parte di credito non soddisfatta (24) Sulla natura restitutoria della revocatoria fallimentare, L. Gu-
glielmucci, cit., 172, nt. 9.
dall’escussione della società obbligata in solido. In
(25) F. S. Martorano, Sub art. 61 l.fall., in Il nuovo diritto falli-
altri termini, l’inefficacia colpisce l’intero atto tra- mentare. Commentario diretto da A. Jorio e coordinato da M.
slativo; anche quando l’‘‘effetto restitutorio’’ (24) Fabiani, Bologna, 2006, 847.

Il Fallimento 8/2013 989


Giurisprudenza
Fallimento

sia creditrice in solido di ß e per l’importo di 100; ganizzativa che non comporta alcun trasferimento
che ß fallisca e la creditrice a si insinui al passivo, assimilabile a quella successorio, come del resto de-
ma al tempo stesso escuta la società in bonis , rice- nota anche la modifica lessicale apportata dalla ri-
vendo da quest’ultima 80: a continua nondimeno a forma del 2003 all’art. 2506 c.c., in cui il termine
rimanere insinuata al fallimento della società ß per ‘‘trasferisce’’ è stato sostituito dal termine ‘‘assegna’’
100; si supponga poi che la curatela di ß promuova (28). Se infatti non v’è dubbio che la scissione
con esito vittorioso un’azione revocatoria nei con- comporta, sul piano degli effetti, il trasferimento
fronti di ; a potrà beneficiare del ricavo dell’azione (rectius: l’assegnazione) di tutto il patrimonio da un
revocatoria esperita dal curatore, ma qualora il piano soggetto ad un altro, tale trasferimento non avviene
di riparto preveda una percentuale del 25 %, a non in virtù di una successione della società beneficiaria
riceverebbe 25, ma solo 20, perché ha già escusso nei rapporti attivi e passivi della scissa. Il proprium
per 80. L’interferenza tra rimedio revocatorio e ri- della scissione, al contrario, risiede nel fatto che la
medio obbligatorio sarà quindi risolta in sede di ri- società beneficiaria si stacca dalla scissa portando
parto. con se anche parte del patrimonio; si ha cioè una
La tesi della sussidiarietà della revocatoria rispetto continuazione del contratto sociale tra i soci seppur
alla responsabilità solidale sconta però un limite di all’interno di un diverso soggetto giuridico. La scis-
fondo: essa presuppone che la società obbligata in sione da quindi vita ad una divisione del patrimonio
solido sia in bonis, il che chiaramente non è assicu- della società scissa; meglio, quest’ultima per gem-
rato da nessun microsistema societario. Riprendendo mazione da origine ad una serie di patrimoni impu-
l’esempio ora fatto, se fallisce anche la società , il tabili alla società beneficiaria/e (29).
creditore non può avvantaggiarsi della responsabili-
tà sussidiaria ‘‘nei limiti del patrimonio netto’’ di Note:
quest’ultima. In questo caso, non è più dato parlare (26) Cfr. Tribunale di Palermo, 26 gennaio 2004, cit., secondo cui
di sussidiarietà dell’azione revocatoria rispetto alla mentre l’art. 2506 quater c.c. (ivi il riferimento è all’abrogato art.
tutela obbligatoria; la revocatoria fallimentare costi- 2504 decies c.c.) assicura il soddisfacimento del creditore nei li-
miti del patrimonio netto, la revocatoria consente ai creditori di
tuisce al contrario l’unico strumento a tutela dei aggredire i beni aziendali trasferiti con l’atto di scissione o, in caso
creditori, non solo perché consente di andare oltre di loro inesistenza, di pretenderne il controvalore monetario.
il limite del patrimonio netto (26), ma perché è la (27) Il valore aggiunto della revocatoria rispetto agli strumenti
stessa tutela nei limiti del patrimonio netto accor- di tutela endosocietari può inoltre essere individuato sotto un
altro profilo. Secondo una ricostruzione accolta in tema di fu-
data dal legislatore ad essere venuta meno. L’art. sione, al creditore che avrebbe potuto proporre opposizione
2506 quater c.c. perde perciò il suo ruolo di norma ma non l’abbia fatto preferendo rimanere inerte, sarebbe pre-
clusa la successiva tutela risarcitoria ex art. 2504 quater, se-
di chiusura del microsistema e la revocatoria si atteg- condo comma, c.c., dovendosi ravvisare nella rinunzia all’eser-
gia come uno strumento autonomanente esperibile in cizio dell’opposizione una manifestazione di assenso tacito alla
ragione dell’inutilità della tutela endosocieta- scissione; un’eventuale successiva richiesta di risarcimento
del creditore violerebbe il divieto del venire contra factum pro-
ria (27). prium (salvo che il creditore sia stato fuorviato da inesattezze
contenute nei documenti informativi circa la reale consistenza
3. La scissione come atto a titolo oneroso patrimoniale della società: cosı̀ C. Santagata-R. Santagata, Fu-
sione-Scissione, in Trattato delle società per azioni diretto da
ex art. 67, primo comma, n. 1, l.fall. G.E. Colombo e G.B. Portale, VII** (1), Torino, 2004, 667; in
senso contrario e quindi per il riconoscimento della tutela risar-
Logicamente successivo a quello dell’ammissibilità, citoria anche ai creditori inerti, P. D. Beltrami, La legittimazione
è il problema del regime normativo cui assoggettare attiva dei creditori all’azione risarcitoria ex art. 2504-quater
c.c., in Riv. soc., 2002, 1247). Al creditore inerte non sono in-
l’atto di scissione. vece prelusi i benefici che derivano dall’esercizio dell’azione
Tale problema impone anzitutto di dar conto del revocatoria fallimentare, la cui funzione è quella di tutelare la
contrasto che sussiste in dottrina in ordine alla no- collettività dei creditori attraverso una ripartizione delle perdite
dell’insolvenza tra tutti i creditori del fallito.
zione stessa di scissione.
(28) Per la tesi traslativa, tra gli altri, G. Oppo, Fusione e scissio-
Secondo una ricostruzione minoritaria, la scissione, ne delle società secondo il d. lgs. n. 22 del 1991: profili generali,
assolverebbe alla funzione traslativa di trasferimen- in Riv. dir. civ., 1991, II, 501; per la teoria modificativa-organizza-
tiva, in particolare, P. Ferro-Luzzi, La nozione di scissione, in
to del patrimonio aziendale ed integrerebbe una Giur. comm., 1991, I, 1065. Per una recente rassegna della que-
successione a titolo universale o particolare a se- stione, F. Magliulo, cit., 24 ss.
conda che si tratti di scissione totale o parziale. Se- (29) Come è stato osservato, ‘‘non vi è passaggio da un sogget-
condo altra ricostruzione, ormai prevalente ed alla to ad un altro, perché l’organizzazione continua a vivere in una
diversa forma nelle società risultanti dalla scissione [...]; una so-
quale si richiama anche la sentenza in epigrafe, la cietà si distacca portando via con sé ad acquisendo soggettività
scissione costituisce una vicenda modificativa-rior- qualora non l’avesse’’; cosı̀ T. Di Marcello, cit., 84.

990 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza
Fallimento

Ciò detto, la ricostruzione della scissione secondo la revocabilità della scissione in quanto atto spro-
l’una o l’altra delle teorie non ha ricadute sul pro- porzionato. Tuttavia, un fondamento all’applicabi-
blema della revocabilità; ciò per due motivi. Anzi- lità dell’art. 67, primo comma, n. 1, l.fall. alla fatti-
tutto, quale sia la nozione di scissione che voglia specie della scissione può ravvisarsi nella ricondu-
accogliersi, non v’è dubbio che essa comporta uno zione dell’istituto de quo ad un negozio di divisione;
spostamento patrimoniale da una società all’al- si tratta di una soluzione coerente con la teoria mo-
tra (30); tale fenomeno non si sottrae agli strali
della revocatoria, il cui oggetto non è l’atto di di-
Note:
sposizione, bensı̀ la fattispecie acquisitiva (31). In
secondo luogo, ai fini dell’applicabilità del regime (30) T Di Marcello, cit., 88, il quale osserva che ‘‘la domanda
centrale diviene allora se la revocatoria possa colpire gli atti di
della revocatoria, è sufficiente che si versi nell’am- organizzazione in quanto anch’essi suscettibili di determinare,
bito dell’atto giuridico: come di recente ribadito, se non un trasferimento nel senso tradizionale del termine, un
acquisto della società scissionaria in danno ai creditori. Quando
nel ‘‘sistema delle revocatorie’’ ex artt. 64-67 l.fall. la parte di organizzazione separata dalla scissa acquista una di-
il termine atto è usato dal legislatore in senso lato versa soggettività, è innegabile che la beneficiaria preesistente
di atto di disposizione del patrimonio, potendo trat- o di nuova costituzione risulti dotata di una nuova quota di patri-
monio. La scissione comporta pertanto una fattispecie acquisiti-
tarsi quindi di un singolo contratto, di un atto uni- va non derivante da trasferimento’’. La sentenza in commento
laterale o di un insieme di atti giuridici (32). La contiene un riferimento esplicito alla revocabilità anche di atti di
sentenza in commento muove esattamente da tale tipo organizzatorio.
ultimo presupposto, ravvisando il fondamento della (31) G. Terranova, Effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli
ai creditori, in Comm. Scialoja-Branca, l.fall., Bologna-Roma,
revocabilità nella disciplina ordinaria della revoca- 1993, 65-66.
toria e, segnatamente, nella riconduzione dell’atto (32) M. Porzio, Effetti del fallimento sugli atti pregiudizievoli ai
di scissione alla nozione di atto di disposizione del pa- creditori, in Trattato di diritto fallimentare diretto da V. Buonoco-
trimonio ex art. 2901 c.c., che per comune insegna- re e A. Bassi, II, Padova, 2010,337.
mento ricomprende sia gli atti negoziali che gli atti (33) Cfr. M. Bianca, Diritto civile, V, Milano, 1994, 450.
giuridici in senso stretto (33). (34) Cfr. Tribunale di Palermo, 26 gennaio 2004, cit., che però
muove dalla nozione di scissione come vicenda traslativa, richia-
Ciò premesso, resta da verificare se, come sostenuto mando espressamente alcuni degli Autori che hanno sostenuto
nella sentenza in commento, la fattispecie della tale tesi.
scissione parziale ricada nella categoria dell’atto at- (35) A. Dimundo, Gli atti soggetti a revoca, ai sensi dell’art. 67,
to a prestazioni sproporzionate ex art. 67, primo primo comma, legge fallimentare, in questa Rivista, 1991, 947;
M. Fabiani, cit., 329; G.U. Tedeschi, Gli atti pregiudizievoli ai cre-
comma, n. 1, l.fall. (34) ditori, in Trattato di diritto privato diretto da P. Rescigno, XVII**,
Per insegnamento costante, gli atti a prestazioni Torino, 2011, 182.
sproporzionate di cui all’art. 67, primo comma, n. 1 (36) Cfr. Cass. civ., 5 novembre 1999, n. 12317, in Giust. civ.,
l.fall., sono costituiti dai negozi a prestazioni corri- Mass., 1999, 2102, secondo cui ai fini della revocatoria fallimen-
tare ex art. 67, primo comma, n. 1 l.fall. non viene in considera-
spettive (35) (la casistica giurisprudenziale della zione la sinallagmaticità in senso stretto sottesa alla disciplina
norma riguarda pressocché interamente il negozio codicistica della risoluzione del contratto, bensı̀ una più ampia
nozione di commutatività in relazione alla quale possa razional-
di compravendita) o al più, secondo un’interpreta- mente configurarsi la possibilità di una lesione dell’integrità del
zione accolta in giurisprudenza, dai contratti com- patrimonio che a posteriori risulterà vincolato alla liquidazione
mutativi (36). concorsuale.
Nell’atto di scissione, tuttavia, vi è solo un depau- (37) F. Magliulo, cit., 261.
peramento in danno della scissa con conseguente (38) Tale aspetto del fenomeno ha indotto a teorizzare che po-
tenziali soggetti legittimati passivi dell’azione revocatoria possa-
spostamento patrimoniale in favore di una o più so- no essere (anche) i soci della scissa, in quanto beneficiari di
cietà (per semplicità, ci riferiamo alla scissione par- un’attribuzione indiretta effetto della scissione (T. Di Marcello,
ziale); non vi è né un rapporto sinallagmatico, né cit., 98). Il tema della revocabilità delle attribuzioni indirette è,
come noto, molto dibattuto ed esula dal presente contributo.
un rapporto commutativo tra scissa e beneficiaria. Qui corre solo l’obbligo di ricordare che, in occasione della rifor-
In particolare, nella scissione parziale la società scis- ma della legge fallimentare, il legislatore ha introdotto un argo-
sa conserva la sua individualità e le sue partecipa- mento normativo che depone contro l’ammissibilità della revoca
indiretta: ci si riferisce all’art. 70 l.fall., il quale esonera dalla re-
zioni non vengono annullate; pertanto la scissione voca fallimentare esclusivamente i pagamenti ricevuti dai sog-
non dà luogo ad un concambio in senso tecni- getti ivi indicati (in sintesi, gli intermediari finanziari) sul presup-
posto che tali soggetti sono solo formalmente destinatari dei
co (37); se di una controprestazione (in senso atecni- pagamenti e fanno da tramite dei veri beneficiari. Tale norma è
co) a fronte dell’assegnazione del patrimonio della però tassativa e non ha portata generale (sul punto, S. Bonfatti,
scissa volesse parlarsi, essa risiederebbe nell’attribu- Sub art. 70 l.fall., in Il nuovo diritto fallimentare. Commentario
diretto da A. Jorio e coordinato da M. Fabiani, Bologna, 2006,
zione ai soci della scissa delle azioni/quote della be- 1098; P. Pajardi-A. Paluchowski, Manuale di diritto fallimentare,
neficiaria (38). Ciò dovrebbe condurre ad escludere Milano, 2008, 448).

Il Fallimento 8/2013 991


Giurisprudenza
Fallimento

dificativa della scissione poc’anzi menzionata e fatta lore inferiore a quelli ricevuti dagli altri comunisti. Resta da
chiedersi se la categoria dell’atto a prestazioni sproporzionate
propria anche da altro precedente favorevole alla sia l’unica a cui poter ricondurre la scissione o se essa, com-
revocabilità (39). portando il mero impoverimento patrimoniale della scissa (sul-
la scissione come atto liberale perché senza contropartita, cfr.
F. Magliulo, cit., 32) possa inquadrarsi anche nella fattispecie
Nota: dell’atto gratuito ex art. 64 l.fall. (la quale non è limitata alla fi-
gura della donazione ma va intesa in senso ampio come atto
(39) Sulla scissione come negozio divisorio, Tribunale di Livor- in cui una sola parte sopporta un sacrificio patrimoniale; cfr.
no, 2 settembre 2003, cit., secondo cui la scissione, in assen- Cass. civ., 7 agosto 2008, n. 21402, in Guida dir., 2008, 41,
za di conguagli, è assimilabile ad un atto di divisione avente 50). Più a monte, resta poi il quesito se l’art. 67 l.fall. preveda
natura dichiarativa; in dottrina, F. Magliulo, cit., 15. Per la quali- un numerus clausus degli atti revocabili (contrario C. Trentini,
ficazione della divisione come contratto a prestazioni corrispet- Sentenza ex art. 2932 codice civile e revocatoria fallimentare,
tive il cui sinallagma si ritrova nella interdipendenza fra le por- in questa Rivista, 2007, 281-282; cfr. inoltre T. Di Marcello,
zioni attribuite, cfr. G. Capozzi, Successioni e donazioni, Mila- cit., 89-90, secondo cui l’atto di scissione, sebbene non equi-
no, 2002, 693, ed ivi ulteriori richiami dottrinali. Per la ricondu- parabile ad un contratto di scambio sarebbe nondimeno un at-
zione della divisione alla fattispecie ex art. 67, primo comma, to a titolo oneroso, posto che «se si condizionasse la revocabi-
n. 1 l.fall., cfr. Tribunale di Milano, 27 febbraio 1970 in Giur. it., lità di una determinata operazione ad un preciso inquadramen-
1970; I, 2, 987; A. Dimundo, cit., 950; B. Quatraro- A. Fuma- to nell’ambito dei dati testuali dell’art. 67 legge fall., senza in-
galli, Revocatoria ordinaria e fallimentare, I, 2002, 606: si se- terpretarli in via analogica [n.d.A: ns. enfasi], ogni attribuzione
gnala peraltro che quest’ultimo orientamento è stato espresso che costituisce riflesso di un atto di organizzazione andrebbe
in relazione all’ipotesi di divisione in cui fallito riceve beni di va- sol per questo esente da revoca»).

992 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza

Massimario di legittimità
LEGGE FALLIMENTARE qualificazione non ostando la riscossione, da parte sua,
di una tariffa per il servizio svolto).
Art. 1 Vedi Cass. 10 gnnaio 1979, n. 158.

Cass. Civ., Sez. I, 6 dicembre 2012, n. 21991 - Pres. Fio- Cass. Civ., Sez. I, 6 dicembre 2012, n. 21991 - Pres. Fio-
retti - Est. Didone - P.M. Golia - Multipiano del Golfo So- retti - Est. Didone - P.M. Golia - Multipiano del Golfo So-
cietà consortile a r.l. c. Banca infrastrutture innovazione cietà consortile a r.l. c. Banca infrastrutture innovazione
e sviluppo S.p.a. e sviluppo S.p.a.
1. Le società costituite nelle forme previste dal codice ci- 3. Ai fini dell’esclusione di una società mista dal falli-
vile ed aventi ad oggetto un’attività commerciale sono mento, non è di per sé rilevante la soggezione al potere
assoggettabili a fallimento, indipendentemente dall’effet- di vigilanza e di controllo pubblico, che consista nella ve-
tivo esercizio di una siffatta attività, in quanto esse acqui- rifica della correttezza dell’espletamento del servizio co-
stano la qualità di imprenditore commerciale dal mo- munale svolto, riguardando, pertanto, la vigilanza l’attivi-
mento della loro costituzione, non dall’inizio del concreto tà operativa della società nei suoi rapporti con l’ente lo-
esercizio dell’attività d’impresa, al contrario di quanto cale o con lo Stato, non nei suoi rapporti con i terzi e le
avviene per l’imprenditore commerciale individuale. Sic- responsabilità che ne derivano.(Nella specie, la S.C. ha
ché, mentre quest’ultimo è identificato dall’esercizio ef- reputato irrilevante il controllo, ex art. 60 D.Lgs. n. 165
fettivo dell’attività, relativamente alle società commercia- del 2001, afferente il solo costo del lavoro).
li è lo statuto a compiere tale identificazione, realizzando- Vedi Cass. 7 aprile 2010, n. 8225; Cass. 1 agosto 2012, n.
si l’assunzione della qualità in un momento anteriore a 13792.
quello in cui è possibile, per l’impresa non collettiva, sta-
bilire che la persona fisica abbia scelto, tra i molteplici fi-
Art. 6
ni potenzialmente raggiungibili, quello connesso alla di-
mensione imprenditoriale. (Nella specie, la Corte ha con-
Cass. Civ., Sez. I, 23 novembre 2012, n. 20757 - Pres. Car-
fermato la sentenza di merito, che aveva attribuito la
nevale - Est. Di Amato - P.M. Zeno - curatela del falli-
qualità di impresa commerciale ad una società mista,
mento società cooperativa Alleanza az a r.l. c. società
nel cui oggetto sociale erano ricomprese attività pacifica-
cooperativa Alleanza az a r.l.
mente esercitabili da società di diritto privato).
1. In tema di procedure concorsuali, la riforma dettata
Vedi Cass. 26 giugno 2001, n. 8694; Cass. 28 aprile 2005, n.
dal D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, in difetto di diversa di-
8849.
sposizione transitoria (riferendosi alle sole procedure di
fallimento e di concordato fallimentare il suo art. 150,
Cass. Civ., Sez. I, 6 dicembre 2012, n. 21991 - Pres. Fio-
che per esse ha sancito l’ultrattività della disciplina pre-
retti - Est. Didone - P.M. Golia - Multipiano del Golfo So-
cedente), è immediatamente applicabile alle fattispecie
cietà consortile a r.l. c. Banca infrastrutture innovazione
di concordato preventivo, in corso di esecuzione al mo-
e sviluppo S.p.a.
mento della sua entrata in vigore, derivandone, pertanto,
2. Una società per azioni, il cui statuto non evidenzi pote- l’impossibilità della dichiarazione di fallimento d’ufficio
ri speciali di influenza ed ingerenza, ulteriori rispetto agli dell’imprenditore ammesso al concordato, in ipotesi di
strumenti previsti dal diritto societario, dell’azionista sua risoluzione.
pubblico ed il cui oggetto sociale non contempli attività
Vedi Cass. 12 agosto 2009, n. 18236; Cass. 10 aprile 2012,
di interesse pubblico da esercitarsi in forma prevalente,
n. 5657.
comprendendo, invece, attività di impresa pacificamente
esercitabili da società di diritto privato, non perde la pro-
Art. 9
pria qualità di soggetto privato - e, quindi, ove ne sussi-
stano i presupposti, di imprenditore commerciale fallibi-
Cass. Civ., Sez. VI-1, 6 novembre 2012, n. 19147 - Pres.
le - per il fatto che essa, partecipata da un comune, svol-
Plenteda - Est. Didone - Limoni S.p.a. c. Goal Trading
ga anche funzioni amministrative e fiscali di competenza
S.r.l.
di quest’ultimo. (In applicazione di tale principio, la S.C.
ha confermato la sentenza che aveva attribuito la qualità 1. Il controllo o il collegamento tra società non determi-
di impresa commerciale ad una società mista, nel cui og- na, per sé, alcuna deroga al criterio generale di compe-
getto sociale erano ricomprese, tra l’altro, attività quali tenza di cui all’art. 9 l.fall., attesa la presunzione di coin-
la realizzazione di parcheggi, la gestione di servizi por- cidenza della sede effettiva con quella legale. (Fattispecie
tuali, turistici e di trasporto, la gestione di mense, l’effet- in cui una S.p.a., con sede legale a Milano, controllava
tuazione di lavori di manutenzione e giardinaggio, a tale una S.r.l. con sede legale a Perugia: la C.S. ha conferma-

Il Fallimento 8/2013 993


Giurisprudenza

to la decisione del Tribunale di Milano che ha dichiarato, assicurato dalla notificazione del decreto di convocazio-
a favore del Tribunale di Perugia, la propria incompeten- ne nei confronti del P.G. risultante dall’iscrizione presso
za a decidere sul fallimento della S.r.l.). il registro delle imprese, essendo opponibili ai terzi
eventuali variazioni nella rappresentanza della persona
Vedi Cass. 19 luglio 2012, n. 12557.
giuridica solo ove oggetto d’iscrizione effettiva nel regi-
stro predetto; non rilevano, quindi, la revoca della procu-
Art. 10
ra e la comunicazione di essa alla camera di commercio,
non iscritta nel registro delle imprese, trattandosi di ele-
Cass. Civ., Sez. I, 7 dicembre 2012, n. 22246 - Pres. Plen-
menti non idonei di per sé a vincere la presunzione di
teda - Est. Mercolino - P.M. Golia - T.L. c. fallimento di
opponibilità ai terzi del mantenimento della carica, ai
T.L.
sensi dell’art. 2193 c.c.
1. La responsabilità illimitata del socio accomandante in-
Vedi Cass. 12 dicembre 2012, n. 22753.
geritosi nell’amministrazione della società, sancita dal-
l’art. 2320 c.c. che, a tal fine, lo equipara all’accomanda-
Cass. Civ., Sez. I, 13 dicembre 2012, n. 22957 - Pres. Fio-
tario, non è collegata a vicende personali o societarie su-
retti - Est. Di Amato - P.M. Pratis - V.G. c. Procuratore
scettibili di pubblicizzazione nelle forme prescritte dalla
della Repubblica presso il Tribunale di Potenza
legge, ma deriva dal dato meramente fattuale di tale in-
gerenza e non è destinata a venir meno per effetto della 3. La figura dell’amministratore di fatto di una società,
sola cessazione di quest’ultima, prescindendo la suddet- assumendo rilievo soltanto ai fini di un’eventuale re-
ta equiparazione da qualsiasi distinzione tra debiti sorti sponsabilità per gli atti di gestione da lui compiuti, non
in epoca anteriore o successiva alla descritta ingerenza, incide sulla necessaria individuazione del rappresentante
ovvero dipendenti o meno da essa. Pertanto, l’estensio- legale quale soggetto cui è formalmente affidata l’ammi-
ne, in siffatte ipotesi ed alla stregua dell’art. 147 l.fall., nistrazione della medesima società, ai fini della rappre-
del fallimento della società in accomandita semplice al sentanza della società stessa nella procedura concorsua-
socio accomandante non è soggetta ad altro termine di le cui sia assoggettata.
decadenza che non sia l’anno dalla iscrizione nel registro
delle imprese di una vicenda, personale (ad esempio il Vedi Cass. 23 aprile 2003, n. 6478.
recesso) o societaria (ad esempio la trasformazione della
società), che abbia comportato il venir meno della sua Cass. Civ., Sez. I, 13 dicembre 2012, n. 22957 - Pres. Fio-
responsabilità illimitata, escludendosi, invece, la possibi- retti - Est. Di Amato - P.M. Pratis - V.G. c. Procuratore
lità di ancorare la decorrenza di detto termine alla mera della Repubblica presso il Tribunale di Potenza
cessazione dell’ingerenza nell’amministrazione. 4. In tema di notificazioni ad una persona giuridica, ed
Vedi Cass. 28 aprile 1999, n. 4270; Cass. 6 giugno 2000, n. alla stregua dell’art. 145, primo comma, c.p.c., nel testo
7554; Cass. 19 dicembre 2008, n. 29794. dettato dall’art. 2 della L. 28 dicembre 2005, n. 263, appli-
cabile ‘‘ratione temporis’’, la notifica alla persona fisica
Art. 15 che la rappresenta può avvenire, alternativamente, con
la consegna dell’atto (nella specie, un ricorso di fallimen-
Cass. Civ., Sez. I, 12 dicembre 2012, n. 22753 - Pres. Fio- to con il decreto di fissazione dell’udienza prefallimenta-
retti - Est. Ferro - P.M. Golia - T.V. c. Fallimento TAM re) presso la sede della società, ovvero, quando in esso
S.r.l. ne siano specificati residenza, domicilio e dimora abitua-
le, con le modalità prescritte dagli artt. 138, 139 e 141
1. In tema di esercizio del diritto di difesa dell’imprendi- c.p.c., dovendo altresı̀ ritenersi possibile, in assenza di
tore nel procedimento per la dichiarazione di fallimento, un espresso divieto di legge, la notifica all’amministrato-
è valida la notificazione del decreto di convocazione re tramite il servizio postale ai sensi dell’art. 149 c.p.c.
avanti al tribunale, esperita a mezzo posta presso la sede
legale, dove l’ufficiale notificatore abbia proceduto all’ac- Vedi Cass. 13 settembre 2011, n. 18762; Cass. 7 giugno
cesso restituendo il plico al mittente per essersi trasferita 2012, n. 9237.
la società debitrice, qualora dal registro delle imprese
non risulti l’iscrizione della delibera assembleare di tra- Art. 18
sferimento e la notificazione sia, necessariamente, ese-
guita direttamente al legale rappresentante della società, Cass. Civ., Sez. I, 4 dicembre 2012, n. 21681 - Pres. Fio-
presso la residenza da questi resa nota ai terzi mediante retti - Est. Di Amato - P.M. Golia - MICOP Immobiliare
iscrizione al registro delle imprese, essa operando come S.r.l. in liquidazione c. fallimento della MICOP Immobi-
l’unica opponibile, ai sensi dell’art. 2193 c.c. liare S.r.l. in liquidazione
1. Secondo l’ampia dizione dell’art. 18 l.fall., è legittimato
Cass. Civ., Sez. I, 12 dicembre 2012, n. 22754 - Pres. Fio-
ad impugnare la dichiarazione di fallimento ‘‘qualunque
retti - Est. Ferro - P.M. Golia - T.V. c. Giampiero Schiavo-
interessato’’ e, perciò, ogni soggetto che ne abbia rice-
ni & C. S.a.s.
vuto o possa riceverne un pregiudizio specifico, di qual-
2. In tema di esercizio del diritto di difesa dell’imprendi- siasi natura, anche solo morale. Pertanto, seppure il falli-
tore nel procedimento per la dichiarazione di fallimento, mento sia stato chiuso per mancanza di domande di am-
il rispetto dell’obbligo del tribunale di disporne la previa missione al passivo o per avvenuto pagamento dei cre-
comparizione in camera di consiglio, ex art. 15 l.fall., è ditori e delle spese di procedura, l’imprenditore fallito re-

994 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza

sta legittimato ad impugnare la dichiarazione di fallimen- Art. 25


to, essendo ‘‘in re ipsa’’ il pregiudizio che questa infligge
alla sua reputazione commerciale. Cass. Civ., Sez. I, 31 ottobre 2012, n. 18844 - Pres. Plen-
teda - Est. Di Virgilio - P.M. Fimiani - curatela del falli-
Art. 21 mento Holding Europea investimenti S.p.a. c. ASSID
S.p.a.
Cass. Civ., Sez. I, 26 ottobre 2012, n. 18541 - Pres. Plen-
1. Il curatore del fallimento, nei cui confronti siano pro-
teda - Est. Cultrera - P.M. Zeno - I.A. c. curatela del falli-
poste una domanda di nullità di un decreto di acquisizio-
mento Idea mobili S.n.c. di I.A. a Z.V.
ne di titoli reso dal giudice delegato ex art. 25 l.fall. ed al-
1. Nell’ipotesi di revoca della sentenza dichiarativa di fal- tra di condanna alla restituzione di detti titoli, sul presup-
limento, è onere del curatore, il quale agisca per il paga- posto dell’avvenuta risoluzione per mutuo dissenso, in
mento del compenso, individuare, sin dall’atto introdutti- epoca anteriore al fallimento, di un contratto di permuta
vo, il soggetto che reputi gravato del pagamento, mentre dei titoli medesimi, concluso dall’imprenditore poi fallito,
è compito del tribunale verificare, illustrandolo, quale sia non sta in giudizio in sostituzione dei creditori al fine del-
stato il contributo causale di quel soggetto sull’apertura la ricostruzione del patrimonio originario del fallito (e,
della procedura; in mancanza, non è possibile porre tale dunque, nella veste processuale di terzo), bensı̀ nella
compenso a carico del patrimonio del fallito, dovendo stessa posizione sostanziale e processuale che sarebbe
esso essere sopportato, stante il carattere di officiosità spettata a quest’ultimo, trattandosi di azione vertente su
della procedura fallimentare dall’amministrazione dello poste passive entrate a far parte del patrimonio già pri-
Stato. (Fattispecie cui è applicabile, ‘‘ratione temporis’’, ma della dichiarazione di fallimento ed indipendente-
l’assetto normativo risultante dalla soppressione del ruo- mente dal dissesto, successivamente verificatosi. (Nella
lo degli amministratori giudiziari e del fondo speciale specie, la S.C., in applicazione del principio, ha confer-
per il compenso ai curatori, istituito con l’art. 5 della L. mato la decisione censurata dal curatore, assumendo
30 luglio 1930, n. 995, nonché dalla dichiarazione di ille- che questi, senza impugnare l’atto, ne aveva contestato
gittimità costituzionale, in forza della sentenza Corte gli effetti in sé, cosı̀ assumendo la medesima posizione
cost. n. 46 del 1975, dell’art. 21, terzo comma, l.fall. nella del fallito).
parte in cui, nel caso di revoca della dichiarazione di falli-
mento, poneva a carico di chi l’aveva subita, pur senza Art. 26
che ne ricorressero i presupposti e senza avervi dato
Cass. Civ., Sez. VI- 1, 29 novembre 2012, n. 21345 - Pres.
causa, le spese di procedura e il compenso del curatore).
Plenteda - Est. Ragonesi - Elipso Finance S.r.l. c. Italfon-
Vedi Cass. 6 novembre 1999, n. 12349; 15 settembre 2005, diario S.p.a.
n. 18241; Cass. 25 maggio 2006, n. 12411; Cass. 17 aprile
1. Il termine per proporre ricorso in cassazione, ai sensi
2008, n. 10099.
dell’art. 111 Cost., avverso i decreti emessi dal tribunale
fallimentare ex art. 26 l.fall. in sede di reclamo contro i
Art. 24 provvedimenti del giudice delegato in materia di piani di
riparto non è soggetto, per la generale previsione intro-
Cass. Civ., Sez. I, 27 novembre 2012, n. 20977 - Pres. Car-
dotta dall’art. 36 bis l.fall., alla sospensione feriale di cui
nevale - Est. Didone - P.M. Zeno - C.G. c. Conservatore
all’art. 3 della legge 7 ottobre 1969, n. 742, in relazione
presso l’Ufficio Provinciale del territorio di Salerno all’art. 92 dell’ordinamento giudiziario. (Principio affer-
1. In tema di concordato fallimentare, la sentenza di mato con riferimento a procedura aperta nella vigenza
omologazione, salva la diversa e limitata funzione di del d.lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, trovando applicazione,
controllo della sua esecuzione ai sensi dell’art. 136 l.fall., peraltro, la regola anche nelle procedure iniziate ante-
determina la chiusura del fallimento e fa cessare la gene- riormente, dal momento che il descritto reclamo ha fun-
rale ‘‘vis attractiva’’ del tribunale fallimentare, dovendosi zione sostitutiva delle opposizioni previste dall’art. 617
escludere che i compiti di sorveglianza attribuiti dall’art. c.p.c. nel processo esecutivo individuale).
137 l.fall. al giudice delegato, al curatore ed al comitato Vedi Cass. 7 aprile 2011, n. 7982; Cass. 10 giugno 2011, n.
dei creditori circa l’adempimento comportino la necessi- 12732.
tà del protrarsi, in ipotesi di successiva controversia (nel-
la specie, tra gli assuntori, ed avente ad oggetto il trasfe- Cass. Civ., Sez. I, 17 dicembre 2012, n. 23212 - Pres. Fio-
rimento, in favore di uno di essi, di beni dell’attivo del retti - Est. Didone - P.M. Pratis - M.M. c. fallimento F.lli
fallimento) della competenza di quel tribunale e dell’ap- Masselli Fu Domenico S.d.f.
plicazione delle norme del relativo rito, atteso che l’art.
24 l.fall. attribuisce a detto tribunale la cognizione delle 2. Nella procedura esecutiva fallimentare, l’ordinanza
azioni che derivano dalla dichiarazione di fallimento in che dispone la gara sull’offerta in aumento di sesto è im-
pugnabile ex art. 617 c.p.c., come provvedimento non
quanto originate dallo stato di dissesto o comunque in-
meramente preparatorio, ma dotato di autonomia fun-
fluenzate dal fallimento, per svolgersi esse nella proce-
zionale e soggetto a speciale pubblicità, ed il termine per
dura fallimentare, cosı̀ da assicurare l’unità della esecu-
l’opposizione (come quello per il reclamo ex art. 26 l.fall.)
zione e la ‘‘par condicio creditorum’’.
decorre dalla pubblicazione dell’avviso, ai sensi dell’art.
Vedi Cass. 27 ottobre 1995, n. 11189. 570 c.p.c. o dalla convocazione delle parti prescritta dal

Il Fallimento 8/2013 995


Giurisprudenza

successivo art. 573; pertanto, è inammissibile il reclamo, l’art. 30 del D.P.R. 29 settembre 1973, n. 602 (nel testo,
fondato su motivi di illegittimità dell’ordinanza di apertu- applicabile ‘‘ratione temporis’’, anteriore alla modifica di
ra della fase di rincaro non impugnata, proposto avverso cui all’art. 7, comma 2 sexies, del D.L. 13 maggio 2011,
il provvedimento del giudice delegato che dispone la n. 70, conv. nella L. 12 luglio 2011, n. 106), secondo cui
vendita a favore della società maggiore offerente nella anche gli interessi, maturati di diritto ai sensi dell’art. 20
gara. del citato d.P.R., producono poi, decorsi sessanta giorni
dalla notificazione dell’estratto del ruolo (cioè della car-
Vedi Cass. 7 febbraio 2001, n. 1710; Cass. 27 settembre
tella), interessi di mora, integra una previsione di anato-
2002, n. 14002.
cismo, inidonea quindi a mutare la natura dei primi, i
quali, pur condividendo, sotto questo specifico profilo (la
Art. 43
produzione di interessi) la disciplina propria del capitale,
non si trasformano, per ciò solo, in capitale a tutti gli ef-
Cass. Civ., Sez. III, 18 dicembre 2012, n. 23318 - Pres.
fetti, tanto non essendo previsto dalla legge, né essendo
Petti - Est. Barreca - P.M. Sgroi - M.J. c. fallimento C.P.C.
ricavabile dal sistema, e costituendo l’espressione ‘‘capi-
1. Il curatore fallimentare che deduce in giudizio la si- talizzazione degli interessi’’, pur frequente nella prassi,
mulazione della quietanza rilasciata dal fallito ‘‘in bo- soltanto una sintesi verbale per descrivere il suddetto fe-
nis’’ rappresenta la massa dei creditori, e non il fallito, nomeno anatocistico. Ad essi, pertanto, non si estende il
sicché la quietanza stessa non vale, nei confronti del privilegio, di cui all’art. 2752, terzo comma, c.c., che assi-
fallimento, come confessione stragiudiziale dell’avve- ste il credito relativo all’imposta sul valore aggiunto.
nuto pagamento.
Art. 67 (in generale)
Vedi Cass. 1 marzo 2005, n. 4288.
Cass. Civ., Sez. I, 24 ottobre 2012, n. 18196 - Pres. Fioret-
Cass. Civ., Sez. I, 19 dicembre 2012, n. 23429 - Pres.
ti - Est. Cultrera - P.M. Russo - Banca Nazionale del La-
Plenteda - Est. Ceccherini - P.M. Apice - fallimento n.
voro S.p.a. c. fallimento P.L.F.
(omissis) Studio Odeon S.r.l. c. S.I.T. S.p.a.
1. In tema di revocatoria fallimentare, la conoscenza del-
2. Il curatore fallimentare che agisce in giudizio per la ri-
lo stato di insolvenza dell’imprenditore da parte del terzo
petizione di una somma indebitamente pagata dal fallito
contraente deve essere effettiva, e non meramente po-
in epoca antecedente all’apertura del fallimento esercita
tenziale, potendosi tuttavia la relativa dimostrazione ba-
un’azione rinvenuta nel patrimonio del fallito, collocan-
sare anche su elementi indiziari caratterizzati dagli ordi-
dosi nella sua stessa posizione, sostanziale e processua-
nari requisiti della gravità, precisione e concordanza, in
le, sicché la transazione intervenuta tra il fallito, allora
applicazione del disposto degli articoli 2727 e 2729 c.c., i
‘‘in bonis’’, e l’‘‘accipiens’’ del pagamento indebito è op-
quali conducono a ritenere che il terzo, facendo uso della
ponibile al curatore, senza che possa farsi questione di
sua normale prudenza ed avvedutezza - rapportata an-
certezza della data ai sensi dell’art. 2704 c.c.
che alle sue qualità personali e professionali, nonché alle
Vedi Cass. 19 novembre 2008, n. 27510. condizioni in cui egli si è trovato concretamente ad ope-
rare - non possa non aver percepito i sintomi rivelatori
Art. 44 dello stato di decozione del debitore. Ne consegue che
la mera levata dei protesti, parametrata alle sole caratte-
Cass. Civ., Sez. III, 13 dicembre 2012, n. 22925 - Pres. ristiche del soggetto creditore, non è idonea, salvo che
Salmè - Est. Segreto - P.M. Patrone - G.G. c. Comune si riferisca a titoli di credito di cui sia beneficiario lo stes-
Praia a Mare so convenuto in revocatoria - ipotesi in cui detta levata
può assumere valore di prova diretta - ad offrire una sif-
1. Per effetto del fallimento l’imprenditore non perde
fatta prova, atteso che le menzionate caratteristiche sog-
completamente ed a tutti gli effetti la capacità di stare in
gettive del creditore sono, a loro volta, un semplice ele-
giudizio, ma solo riguardo alla massa dei creditori. Ciò
mento indiziante, utilmente apprezzabile in quanto tale
vuol dire che se il fallito viene convenuto in giudizio per-
nel coacervo degli altri indizi e non certo quale fatto noto
sonalmente, con atto di citazione notificato al curatore,
per derivarne da esso altra presunzione.
non ricorre né una causa di interruzione del processo ex
art. 299 c.p.c., né un’ipotesi di inesistenza della notifica-
Cass. Civ., Sez. I, 6 novembre 2012, n. 19108 - Pres. Plen-
zione, ma solo una causa di nullità della citazione, che
teda - Est. Ceccherini - P.M. Golia - Banca Popolare di
resta sanata nel caso di mancata impugnazione della
Milano Soc. coop. a r.l. c. Ditta f.lli Lombardi S.p.a.
sentenza sfavorevole al fallito.
2. La revocatoria dei versamenti in conto corrente banca-
Vedi Cass. 4 marzo 2011, n. 5226.
rio ha il suo presupposto di fatto nell’esistenza di un pa-
gamento, eseguito dal correntista o da terzi ed accredita-
Art. 54
to dalla banca, con conseguente riduzione del credito di
questa nei confronti del correntista medesimo. In parti-
Cass. Civ., Sez. I, 12 dicembre 2012, n. 22766 - Pres. Pic-
colare, l’accredito su di un conto anticipi (derivante dal
cininni - Est. De Chiara - P.M. Del Core - Equitalia Umbria
pagamento dei titoli) ha effetto solutorio del credito della
S.p.a. c. fallimento la Nuova Trasporti S.r.l.
banca derivante dall’anticipo sugli effetti o sulle fatture
1. In tema di ammissione al passivo di crediti tributari, versate in precedenza dal cliente, solo laddove esso ab-

996 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza

bia la sua provvista nell’utilizzazione di danaro di que- Cass. Civ., Sez. I, 7 dicembre 2012, n. 22247 - Pres. Plen-
st’ultimo o, in mancanza, nel pagamento dei titoli da par- teda - Est. Mercolino - P.M. Golia - Sanpaolo IMI S.p.a. c.
te di un terzo. Qualora nessuna di tali ipotesi si verifichi, fallimento della Villano L. & C. S.r.l.
perché il credito esigibile della banca, annullato su di un
2. In tema di azione revocatoria fallimentare, le rimesse ef-
conto passivo, sia stato riportato, per il medesimo im-
fettuate dal terzo sul conto corrente dell’imprenditore, poi
porto, a debito del cliente su un altro conto passivo non
fallito, non sono revocabili ai sensi dell’art. 67, secondo
affidato, l’operazione assume, invece, mero valore con-
comma, l.fall., quando risulti che il relativo pagamento
tabile, non estinguendo alcun debito del cliente, né ridu-
non sia stato eseguito con danaro del fallito e che il terzo,
cendo l’esposizione della banca, onde difettano i presup-
utilizzatore di somme proprie, non abbia proposto azione
posti di applicabilità dell’art. 67, secondo comma, l.fall.
di rivalsa verso l’imprenditore prima della dichiarazione di
Vedi Cass. 20 giugno 2011, n. 13449. fallimento, né che abbia cosı̀ adempiuto un’obbligazione
relativa ad un debito proprio, sicché il creditore convenuto
Cass. Civ., Sez. I, 19 dicembre 2012, n. 23430 - Pres. Plen- in revocatoria è onerato della sola prova della provenienza
teda - Est. Bernabai - P.M. Apice - Intesa Mediofactoring del pagamento dal terzo, configurandosi la relativa allega-
S.p.a. c. Fallimento Pesclaudio S.p.a. in liquidazione zione come un’eccezione in senso proprio, mentre invece
incombe sul curatore, una volta accertata l’avvenuta effet-
3. In tema di revocatoria fallimentare, il danno riconduci-
tuazione di detto pagamento, la dimostrazione, anche me-
bile agli atti negoziali e solutori, compiuti nel concorso
diante presunzioni semplici, che la corrispondente somma
dei presupposti di cui all’art. 67 l.fall., è ‘‘in re ipsa’’, con-
sia stata fornita dal fallito.
sistendo nella lesione della ‘‘par condicio creditorum’’,
ricollegabile, per presunzione legale ed assoluta, all’usci- Vedi Cass. 24 febbraio 2011, n. 4553; Cass. 27 ottobre
ta del bene dalla massa (a nulla rilevando che il prezzo 1977, n. 4630; Cass. 12 agosto 2005, n. 16874.
sia poi utilizzato, eventualmente, dall’imprenditore fallito
per pagare un creditore privilegiato), in aderenza alla Art. 98
funzione distributiva (antindennitaria) propria dell’azione
revocatoria. Cass. Civ., Sez. VI - 1, 6 novembre 2012, n. 19145 - Pres.
Plenteda - Est. Didone - C.T. c. GAISER - Gaia servizi
Vedi Cass. 8 luglio 2004, n. 12558; Cass. 14 ottobre 2005,
S.r.l. in amministrazione straordinaria
n. 20005; Cass. 28 marzo 2006, n. 7028.
1. L’opposizione allo stato passivo è regolata dall’art. 99
Cass. Civ., Sez. I, 20 dicembre 2012, n. 23652 - Pres. della l.fall., anche in relazione alle domande tardive non
Plenteda - Est. Ceccherini - P.M. Apice - S.A.P. S.r.l. c. accolte, per il rinvio operato dall’art. 101 l.fall. Pertanto,
fallimento della Molini del Mediterraneo S.p.a. stante l’inapplicabilità delle norme dettate per l’appello
al giudizio di opposizione allo stato passivo, la mancata
4. Il pagamento del terzo pignorato, debitore del debito-
comparizione della parte opponente, la quale si sia costi-
re, nell’esecuzione forzata è revocabile nel successivo
tuita nei termini, in udienza successiva alla prima, peral-
fallimento del debitore, quando abbia inciso sul patrimo-
tro fissata dal tribunale per l’ammissione dei mezzi di
nio del fallito, perché eseguito con denaro a questi dovu-
prova, non può dar luogo a pronuncia di improcedibilità
to, essendo il ‘‘solvens’’ obbligato verso il debitore as-
dell’opposizione.
soggettato ad esecuzione forzata e successivamente di-
chiarato fallito, e valendo il suo pagamento ad estingue- Vedi Cass. 25 febbraio 2011, n. 4708.
re entrambi i debiti, suo e del debitore ancora ‘‘in bo-
nis’’. Art. 99
Vedi Cass. 25 luglio 2006, n. 16973; Cass. 4 maggio 2012,
Cass. Civ., Sez. I, 12 dicembre 2012, n. 22765 - Pres. Car-
n. 6795; Cass. 31 maggio 2012, n. 8783; Cass. 19 luglio
nevale - Est. Di Amato - P.M. Sorrentino - Studio Beltra-
2012, n. 12545.
mi S.r.l. c. fallimento Neograf S.r.l. in liquidazione
Art. 67 (secondo comma) 1. Il procedimento di verifica dello stato passivo, sebbe-
ne tenda ad assicurare il contraddittorio sostanziale in-
Cass. Civ., Sez. I, 21 dicembre 2012, n. 23710 - Pres. nanzi ad un giudice terzo, non prevede la necessaria co-
Plenteda - Est. Bernabai - P.M. Velardi - D.S.F. c. falli- stituzione delle parti a mezzo di difensore tecnico, men-
mento Balsamo Costruzioni S.p.a. tre nel successivo giudizio di opposizione - come regola-
to dall’art. 99 l.fall., nel testo novellato dal d.lgs. 9 gen-
1. Il pagamento del compenso in favore del proprio di-
naio 2006, n. 5 e, poi, dal D.Lgs. 12 settembre 2007, n.
fensore in precedente attività giudiziaria, eseguito dal
169 - inequivocabilmente di natura impugnatoria ed an-
debitore, poi fallito, nell’anno anteriore alla dichiarazione
corché non qualificabile come appello, la disciplina circa
del suo fallimento ed in concorso con il presupposto
le eccezioni proponibili deve ricercarsi esclusivamente
soggettivo della ‘‘scientia decoctionis’’, è assoggettabile
nel menzionato art. 99, il quale, al settimo comma, de-
a revocatoria fallimentare ex art. 67, secondo comma,
scrivendo il contenuto della memoria difensiva di costi-
l.fall.
tuzione della parte resistente, fa menzione, tra l’altro,
Vedi Cass. 30 settembre 2005, n. 19215; Cass. 10 novem- delle eccezioni processuali e di merito non rilevabili di
bre 2006, n. 24046; Cass. 20 dicembre 2007, n. 26977; ufficio, senza porre altre limitazioni. Ne deriva che, in ta-
Cass. 23 gennaio 2004, n. 1232. le giudizio, il curatore può riproporre le eccezioni che

Il Fallimento 8/2013 997


Giurisprudenza

siano state disattese precedentemente dal giudice dele- ammissibile l’esercizio, in via surrogatoria, dell’azione di
gato in sede di verifica. cui all’art. 2932 c.c. da parte dell’assuntore, nel contrad-
dittorio con altro assuntore suo debitore, nei confronti
Vedi Cass. 18 maggio 2012, n. 7918; Cass. 4 giugno 2012,
del proponente il medesimo concordato rimasto ina-
n. 8929.
dempiente all’impegno di assolvere i suoi obblighi con
Art. 101 la cessione ‘‘pro soluto’’ a questi ultimi, tra l’altro, dei
propri immobili, dovendo ritenersi applicabile il rimedio
Cass. Civ., Sez. I, 3 dicembre 2012, n. 21596 - Pres. Fio- di cui alla citata norma non solo nelle ipotesi di contratto
retti - est. Didone - P.M. Golia - fallimento De Luca pron- preliminare non seguito da quello definitivo, ma in qual-
to moda S.r.l. C. Equitalia - e.tr. S.p.a. siasi fattispecie dalla quale sorga l’obbligazione di pre-
stare il consenso per il trasferimento o la costituzione di
1. In tema di formazione del passivo fallimentare, al ter- un diritto, in relazione ad un negozio unilaterale ovvero
mine annuale di cui all’art. 101 l.fall. si applica la sospen- ad un atto o fatto dai quali tale obbligo possa sorgere
sione feriale, di cui agli art. 1 e 3 della legge 7 ottobre ‘‘ex lege’’.
1969, n. 742.
Vedi Cass. 8 agosto 1987, n. 6792; Cass. 14 ottobre 2008,
Vedi Cass. 24 luglio 2012, n. 12960; Cass. 24 novembre
n. 25136; Cass. 30 marzo 2012, n. 5160.
2009, n. 24665.
Art. 147
Cass. Civ., Sez. I, 3 dicembre 2012, n. 21596 - Pres. Fio-
retti - est. Didone - P.M. Golia - fallimento De Luca pron-
Cass. Civ., Sez. I, 7 dicembre 2012, n. 22256 - Pres. Plen-
to moda S.r.l. C. Equitalia - e.tr. S.p.a.
teda - Est. Ceccherini - P.M. Velardi - B.R. c. curatela del
2. Il decreto del giudice delegato che, senza fissazione di fallimento della Fratelli Bellotti di Giuseppe Bellotti
udienza, sancisca l’inammissibilità della domanda tardi- S.a.s.
va di credito, perché formulata oltre il termine di cui al-
l’art. 101 l.fall., cosı̀ impedendo alla parte istante di forni- 1. Il principio secondo cui nel procedimento per esten-
re la prova della non imputabilità ad essa del ritardo, è sione del fallimento a norma dell’art. 147 l.fall., come,
impugnabile con l’opposizione di cui all’art. 99 l.fall., trat- più in generale, in ogni procedimento per la dichiarazio-
tandosi di provvedimento che concorre alla formazione ne di fallimento, sono parti necessarie i debitori dei quali
definitiva dello stato passivo ed incide sul diritto alla par- si chiede il fallimento ed i creditori direttamente od indi-
tecipazione al concorso del creditore. (Nella specie, la rettamente istanti non è applicabile alla stessa società
S.C., in applicazione di tale principio, ha cassato la sen- debitrice, che abbia chiesto il fallimento, né al suo socio
tenza impugnata, che aveva erroneamente riqualificato accomandatario, poiché essi sono già parti nel giudizio
come reclamo ex art. 26 l.fall. l’opposizione, invece cor- per la dichiarazione di fallimento ex art. 15, secondo
rettamente proposta dal creditore). comma, l.fall., in quanto debitori, sicché la loro qualifica
di istanti non ne giustifica una legittimazione diversa ed
Vedi Cass. 11 ottobre 2011, n. 20910.
autonoma nel giudizio di estensione del fallimento.
Art. 103 Vedi Cass. 10 luglio 2001, n. 9359; Cass. 20 maggio 2005,
n. 10693.
Cass. Civ., Sez. I, 17 dicembre 2012, n. 23215 - Pres. Car-
nevale - Est. Di Amato - P.M. Sorrentino - fallimento Cass. Civ., Sez. I, 7 dicembre 2012, n. 22256 - Pres. Plen-
F.e.r.t. S.r.l. c. Citifin - Citicorp finanziaria S.p.a. teda - Est. Ceccherini - P.M. Velardi - B.R. c. curatela del
fallimento della Fratelli Bellotti di Giuseppe Bellotti
1. In tema di rivendicazione di beni mobili rinvenuti nella
S.a.s.
casa o nell’azienda del fallito ed acquisiti dal curatore, in-
combe sul ricorrente, ex art. 103 l.fall., l’onere di dare dimo- 2. L’art. 147 l.fall., nel testo risultante dalla novella di cui
strazione del proprio diritto sui medesimi beni, trovando al D.Lgs. 9 gennaio 2006, n. 5, prevede per le sole socie-
applicazione il regime probatorio previsto dall’art. 621 tà in nome collettivo e quelle in accomandita (semplice
c.p.c., che sebbene si riferisca espressamente soltanto alla o per azioni) l’estensione del fallimento al socio illimita-
prova per testimoni, trova applicazione anche alla prova tamente responsabile. Esso, pertanto, implicitamente ri-
presuntiva, in virtù del richiamo contenuto nell’art. 2729 c.c. badisce l’incompatibilità del fallimento del socio con il
Vedi Cass. 16 giugno 2003, n. 9627; Cass. 11 agosto 2004, principio, connaturato alle società di capitali, della limita-
n. 15569; Cass. 12 marzo 2005, n. 5467; Cass. 20 luglio zione della sua responsabilità, anche con riferimento ai
2007, n. 16158; Cass. 15 dicembre 2011, n. 27092. casi in cui, per vicende particolari, detta limitazione pos-
sa venir meno, ma al contempo non esclude - al contra-
Art. 124 rio affermandola, trattandosi di socio illimitatamente re-
sponsabile ex art. 2320, primo comma, c.c. - la fallibilità
Cass. Civ., Sez. I, 27 novembre 2012, n. 20977 - Pres. Car- del socio accomandante che si sia ingerito nell’ammini-
nevale - Est. Didone - P.M. Zeno - C.G. c. Conservatore strazione della società.
presso l’Ufficio Provinciale del territorio di Salerno
Vedi Cass. 12 novembre 2008, n. 27013; Cass. 4 febbraio
1. In tema di esecuzione di un concordato fallimentare, è 2009, n. 2711.

998 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza

Cass. Civ., Sez. I, 7 dicembre 2012, n. 22263 - Pres. Fio- teda - Est. Di Amato - P.M. Fimiani - Banco di Sicilia
retti - Est. Di Amato - P.M. Golia - D.F.G. c. G.A. S.p.a. c. curatela del fallimento della Vinicola Magna
S.p.a.
3. In tema di estensione del fallimento ai sensi dell’art.
147 l.fall., la situazione del socio palese che per anomalie 1. In tema di esperibilità dell’azione revocatoria nei con-
procedimentali non sia stato dichiarato fallito unitamen- fronti dell’istituto di credito cessionario dell’azienda di al-
te alla società non è assimilabile a situazioni che, se ade- tro istituto posto in liquidazione coatta amministrativa, è
guatamente pubblicizzate, escludono la fallibilità dopo derogabile la disposizione di cui all’art. 90, comma se-
un anno dal loro verificarsi, quali quella del socio uscito condo, del D.Lgs. 1 settembre 1993, n. 385, sul limite di
dalla società ovvero non più illimitatamente responsabi- responsabilità del cessionario alle sole passività risultan-
le o dell’imprenditore individuale o collettivo che ha ces- ti dallo stato passivo; possono, pertanto, essere oggetto
sato l’attività, trattandosi di effetto, previsto dalla legge, di trasferimento anche i debiti futuri derivanti dall’eserci-
del fallimento della società con soci illimitatamente re- zio di detta azione revocatoria, trattandosi di obbligazioni
sponsabili, con la conseguenza che il curatore, in tal ca- ad oggetto determinabile, in quanto all’atto della stipula
so, è legittimato a richiedere l’estensione del fallimento. della convenzione gli eventuali debiti sono identificabili
sulla base dei pagamenti eseguiti dai debitori poi falliti,
Art. 163 risultanti dalla contabilità dell’azienda ceduta e conside-
rato, altresı̀, che il limite alla responsabilità posto dal ci-
Cass. Civ., Sez. I, 22 novembre 2012, n. 20667 - Pres. tato art. 90, risponde non solo all’interesse del cessiona-
Plenteda - Est. Didone - P.M. Golia - Biopesca S.r.l. c. rio, ma anche a quello pubblico a circoscriverne la re-
procedura del concordato preventivo Biopesca S.r.l. sponsabilità, per rendere più agevole la collocazione del-
l’azienda dell’impresa bancaria in liquidazione coatta
1. In tema di concordato preventivo, il termine fissato
amministrativa, o di sue porzioni o dei beni o rapporti
dal tribunale, ai sensi dell’art. 163 l.fall., per il deposito
che ad essa fanno capo, interesse che è tuttavia soddi-
della somma che si presume necessaria per l’intera pro-
sfatto da una disciplina legale derogabile.
cedura ha carattere perentorio, atteso che la prosecuzio-
ne di quest’ultima richiede la piena disponibilità, da par- Vedi Cass. 2 marzo 2005, n. 4372; Cass. 30 agosto 2006, n.
te del commissario, dell’importo a tal fine destinato e 18713; Cass. 18 marzo 2010, n. 6624; Cass. 28 luglio 2010,
questa esigenza può essere soddisfatta soltanto con la n. 17668.
preventiva costituzione del fondo nel rispetto del predet-
to termine, da considerarsi quindi improrogabile, con Cass. Civ., Sez. VI-1, 18 dicembre 2012, n. 23386 - Pres.
conseguente inefficacia del deposito tardivamente effet- Vitrone - Est. Didone - Unione Euro Americana di Assi-
tuato. curazioni S.p.a. in l.c.a. c. P.F.
Vedi Cass. 10 luglio 1993, n. 7598. 2. L’assoggettamento dell’impresa assicuratrice a liqui-
dazione coatta amministrativa, determinando la risolu-
Art. 181 zione di diritto del rapporto di agenzia e la sua ricostitu-
zione con l’impresa cessionaria del portafoglio, ai sensi
Cass. Civ., Sez. I, 3 dicembre 2012, n. 21602 - Pres. Car- dell’art. 6 del D.L. 26 settembre 1978, n. 576, convertito
nevale Corrado - Est. Di Amato - P.M. Fimiani - T.P.P. c. con modificazioni dalla L. 24 novembre 1978, n. 738 (ap-
fallimento f.lli Turrini di Rinaldo Turrini & c. S.n.c. plicabile nella specie ‘‘ratione temporis’’), esclude il dirit-
to dell’agente all’indennità di cui all’art. 12, comma 4,
1. Posto che il socio illimitatamente responsabile di una
dell’Accordo Nazionale Agenti del 1981, prevalendo la
società di persone ammessa alla procedura di concorda-
disciplina speciale dettata dall’art. 6 citato su quella di
to preventivo non è parte del relativo giudizio di omolo-
cui agli art. 2118 e 2119 c.c., con conseguente esclusione
gazione, ne deriva l’inappellabilità, da parte sua, della
della possibilità per l’agente di insinuazione al passivo
sentenza ex art. 181 l.fall. (nel testo anteriore alla rifor-
fallimentare del relativo credito.
ma, applicabile ‘‘ratione temporis’’) che, rigettando la
domanda di ammissione al concordato, dichiari il falli- Vedi Cass. 4 settembre 2009, n. 19210.
mento della società e dei suoi soci, spettando allo stesso
il generale rimedio previsto dall’art. 18 l.fall. (nel testo Art. 209
anteriore alla riforma), a ciò non ostando la possibile du-
plicazione di giudizi di impugnazione innanzi a giudici di- Cass. Civ., Sez. I, 9 novembre 2012, n. 19459 - Pres. Car-
versi, in quanto a tale eventualità può porsi riparo, ove nevale - Est. Didone - P.M. Fimiani - C.S.G. c. Interitalia
ne ricorrano concretamente i presupposti, con la sospen- Investimenti S.I.M. S.p.a. in liquidazione coattaammini-
sione della opposizione in attesa della definizione dell’e- strativa
ventuale appello.
1. Il principio della doppia separazione patrimoniale (già
Vedi Cass. 20 gennaio 1992, n. 660; Cass. 11 aprile 1996, n. imposto, in materia di intermediazione finanziaria, dal-
3425; Cass. 23 ottobre 1997, n. 10424; Cass. 17 febbraio l’art. 8, secondo comma, della legge 2 gennaio 1991, n.
2006, n. 3535; Cass. 28 dicembre 2010, n. 26212. 1, e poi sancito dall’art. 19 del D.Lgs. 23 luglio 1996, n.
415, vigente al’epoca dei fatti di causa e confermato dal-
Art. 201 l’art. 22 del D.Lgs. 24 febbraio 1998, n. 58), implicando
separazione del patrimonio della società da quello gesti-
Cass. Civ., Sez. I, 7 dicembre 2012, n. 22253 - Pres. Plen- to per conto e nell’interesse dei clienti, nonché, all’inter-

Il Fallimento 8/2013 999


Giurisprudenza

no di quest’ultimo, reciproca separazione dei beni e dei zio della descritta procedura, trovando esso titolo non
valori riferibili individualmente a ciascun cliente, tende nel contratto di appalto stipulato dall’ATI con l’ente pub-
ad assicurare un’efficace tutela degli investitori, soprat- blico, bensı̀ nel mandato conferito alla capogruppo dalle
tutto nel caso di crisi dell’intermediario, realizzata me- partecipanti all’associazione, ed essendo sorto in capo
diante la sottrazione dei beni alla liquidazione concor- alla mandataria, ‘‘in parte qua’’, il corrispondente obbli-
suale, permettendo all’investitore l’immediato e comple- go di trasferire alle mandanti gli importi riscossi in nome
to recupero di quelli riconducibili al proprio patrimonio. e per conto loro contestualmente alla ricezione dei men-
Tuttavia, una siffatta tutela è garantita appieno soltanto zionati pagamenti.
nel caso in cui il regime di separazione sia stato effettiva- Vedi Cass. 17 ottobre 2008, n. 25368; Cass. 17 febbraio
mente rispettato, con la conseguenza che, qualora ciò 2010, n. 3810; Cass. 19 marzo 2012, n. 4303.
non sia accaduto, l’investitore è titolare esclusivamente
di un diritto di credito nei confronti dell’intermediario,
che concorre con gli altri crediti vantati dai terzi nei con-
fronti di quest’ultimo, alla stregua di quanto desumibile
dall’articolo 34, terzo comma, del menzionato d.lgs. n.
415 del 1996 (poi sostituito dall’art. 57, terzo comma, del
citato D.Lgs. n. 58 del 1998), e dal rinvio ivi contenuto al-
l’art. 91 del D.Lgs. 1 settembre 1993, n. 385.
Vedi Cass. 11 marzo 2005, n. 5383; Cass. 5 aprile 2006, n.
7878; Cass. 12 giugno 2007, n. 13762; Cass. 12 settembre
2008, n. 23560.

Leggi diverse (amministrazione straordinaria)

Cass. Civ., Sez. I, 20 dicembre 2012, n. 23655 - Pres.


Plenteda - Est. Ceccherini - P.M. Capasso - C.E. c. Caribo-
ni Paride S.p.a.
1. Essendo la revocatoria fallimentare normalmente
esercitabile nel corso delle procedure fallimentari, nes-
sun carattere ‘‘selettivo’’, configurabile come aiuto di
Stato ai sensi dell’art. 87 (già art. 92) del Trattato CE, può
essere ravvisato allorché essa sia esercitata nell’ambito
dell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese
in crisi, come regolata dalla L. 3 aprile 1979, n. 95 (di
conversione in legge, con modificazioni, del D.L. 30 gen-
naio 1979, n. 26).
Vedi Cass. 25 agosto 2006, n. 18552; Cass. 21 settembre
2004, n. 18915; Cass. 24 febbraio 2006, n. 4206.

Cass. Civ., Sez. I, 6 dicembre 2012, n. 21981 - Pres. Plen-


teda - Est. Cristiano - P.M. Golia - Compagnoni Barbara
S.r.l. c. Cariboni Paride S.p.a.
2. In tema di appalto di opere pubbliche stipulato da im-
prese riunite in associazione temporanea, qualora la so-
cietà capogruppo e mandataria sia sottoposta ad ammi-
nistrazione straordinaria con prosecuzione dell’esercizio
dell’impresa, il nominato commissario, in deroga a
quanto previsto dagli articoli 77, 78 ed 81 l.fall., deve
considerarsi subentrato nell’ATI, assumendo la medesi-
ma posizione contrattuale già facente capo alla predetta
società ‘‘in bonis’’, tanto nei rapporti con l’ente appaltan-
te che in quelli con le imprese mandanti. Ne consegue
che il credito corrispondente alle somme complessiva-
mente versate da detto ente alla mandataria per lavori
eseguiti e fatturati (ancorché anteriormente all’inizio del-
la procedura) da una delle imprese mandanti, di cui que-
st’ultima abbia chiesto l’ammissione al passivo della pri-
ma, deve qualificarsi come credito di massa (ed essere
collocato in prededuzione) nella sola misura concernente
i pagamenti effettuati al commissario dopo la data di ini-

1000 Il Fallimento 8/2013


Giurisprudenza

Massimario di merito
a cura di Federica Commiso e Edoardo Staunovo-Polacco

LEGGE FALLIMENTARE Art. 66

Trib. Mantova 19 aprile 2013, in funzione di giudice uni-


Art. 1 co - Est. Bernardi
App. L’Aquila 26 febbraio 2013 - Pres. Pace - Est. D’Ora- 1. Nell’ipotesi in cui dopo la proposizione dell’azione revo-
zio catoria ordinaria il debitore venga dichiarato fallito, la legit-
timazione alla prosecuzione dell’azione spetta esclusiva-
1. Ai fini dell’esclusione dal fallimento dell’imprenditore mente al curatore fallimentare, il quale agisce come sosti-
ittico, quale definito dal d.lgs. 9 gennaio 2012 n. 4 come tuto processuale della massa dei creditori concorsuali, or-
colui che, essendo titolare di licenza di pesca, eserciti mai privati della legittimazione ad iniziare o proseguire l’a-
professionalmente ed in forma singola, associata o so- zione per tutta la durata della procedura fallimentare, con
cietaria, l’attività di pesca professionale prevista dall’art. la conseguenza che tale subentro comporta anche una
2 del medesimo decreto - il quale include tanto la pesca modifica oggettiva della causa, in quanto la domanda di
quanto l’acquacoltura - ed al quale si applicano le dispo- inopponibilità dell’atto, inizialmente proposta a vantaggio
sizioni previste per l’imprenditore agricolo, è necessario del singolo creditore, viene estesa a beneficio di tutti i cre-
verificare la congruità dell’attività effettivamente svolta ditori, mentre l’azione promossa dal singolo creditore di-
rispetto al dato formale risultante dall’iscrizione presso il viene improcedibile ed egli non può rimanere nel proces-
registro delle imprese, con la conseguenza che, per so, né come parte, né come interventore adesivo.
escludere l’assoggettabilità alla procedura concorsuale,
il tribunale deve accertare lo svolgimento effettivo e con- Art. 67 (primo comma)
creto di un’attività conforme alla fattispecie prevista dal-
la legge (nella specie, la Corte d’Appello ha ritenuto che Trib. Catania 16 maggio 2013 - Pres. Puglisi - Est. Balsamo
la società dichiarata fallita non rientrasse in tale defini-
zione, atteso che esercitava anche attività immobiliare, 1. L’esistenza di una pluralità di debiti - di cui taluni sca-
conformemente peraltro alle previsioni statutarie). duti, altri non scaduti ed altri ancora futuri - tutti garantiti
da un’unica ipoteca, non costituisce ostacolo alla revoca-
Art. 15 bilità della garanzia reale, ove ne sussistano i presuppo-
sti anche con riferimento ad uno solo fra tutti i debiti ga-
rantiti, perché la garanzia opera per intero con riguardo
App. Napoli 17 aprile 2013, ord. - Pres. Frallicciardi - Est.
a ciascun debito e la revocatoria non si riferisce al credi-
Celentano
to garantito, bensı̀ all’atto costitutivo della garanzia.
1. È inammissibile il reclamo ex art. 669 terdecies c.p.c.
avverso i provvedimenti cautelari o conservativi adottati Art. 95
dal tribunale nel corso del procedimento prefallimentare
ai sensi dell’art. 15 ottavo comma l.fall., essendo la disci- Trib. Milano 8 aprile 2013 - Pres. Lamanna - Est. D’Aquino
plina dei provvedimenti cautelari in sede fallimentare in-
1. Il mancato deposito di osservazioni al progetto di sta-
compatibile con quella del procedimento cautelare uni-
to passivo non preclude la possibilità di proporre oppo-
forme.
sizione allo stato passivo, posto che la mancata presen-
tazione di osservazioni al progetto non comporta né ac-
Art. 65
quiescenza né decadenza dal diritto d’impugnazione.
Trib. Mantova 15 aprile 2013 in funzione di Giudice Uni-
co - Est. Gibelli
Art. 147

1. In tema di inefficacia dei pagamenti eseguiti nei due Trib. Mantova 30 aprile 2013 - Pres. Alfani - Est. Gibelli
anni anteriori alla dichiarazione di fallimento di debiti
1. Non è configurabile, e di conseguenza non può essere
con scadenza coincidente o successiva alla data della di-
dichiarata fallita, una società di fatto alla quale partecipi
chiarazione di fallimento, l’art. 65 l.fall. pone in capo al
una società di capitali unitamente ad altre società o per-
curatore l’onere di provare unicamente l’avvenuto paga-
sone fisiche.
mento anticipato nel periodo sospetto, mentre non è
consentita al giudice alcuna valutazione delle eventuali
circostanze che abbiano reso conveniente anticipare l’a-
Art. 160
dempimento, cosı̀ da giustificarlo, atteso che l’inefficacia
Trib. Verona 10 aprile 2013 (ord.) - Pres. ed Est. Platania
opera oggettivamente e rende irrilevanti le condizioni
soggettive sia di chi ha eseguito il pagamento, sia di chi 1. Non è manifestamente infondata la questione di legit-
lo ha ricevuto. timità costituzionale del combinato disposto degli artt.

Il Fallimento 8/2013 1001


Giurisprudenza

160 e 182 ter l.fall., con riferimento all’art. 97 della Costi- dall’instaurazione del contraddittorio con le parti con-
tuzione, nella parte in cui, rendendo necessariamente traenti, affinché possano esprimere le loro considerazio-
inammissibile la proposta di concordato preventivo che ni anche in relazione alla determinazione dell’indennizzo
non preveda l’integrale pagamento dell’IVA (ancorché ri- di cui all’art. 169 bis, secondo comma, l.fall. (nel caso di
sorsa propria della Unione Europea), non consente alla specie, in sede di concessione del termine ex art. 161,
Pubblica Amministrazione di valutare in concreto, e nel sesto comma, l.fall. per il deposito del piano concordata-
singolo caso proposto e quindi senza generalizzazione, rio, il Tribunale ha concesso alle controparti contrattuali
la convenienza della proposta e del piano dell’imprendi- un termine per memorie scritte di osservazioni, riservan-
tore che prospettino un grado di soddisfazione del credi- dosi di decidere all’esito sulla richiesta di scioglimento
to per IVA in misura pari al valore delle attività del pro- dei contratti pendenti avanzata dal debitore).
ponente ed in misura superiore a quella ricavabile dalla
procedura fallimentare; questione che sussiste anche in Trib. Prato 24 aprile 2013 (data della decisione), decr. -
relazione all’art. 3 della Costituzione, nella parte in cui Pres. Genovese - Est. Brogi
non consente alla Pubblica Amministrazione, contraria-
2. È inammissibile la domanda di concordato preventivo
mente a quanto accade per tutti i creditori privilegiati, di
con riserva ex art. 161, comma sesto, l.fall., qualora la
accettare, in relazione a crediti IVA, un pagamento infe-
stessa venga presentata in pendenza di un procedimento
riore al credito ma superiore a quello ricavabile dalla li-
prefallimentare con il mero scopo di tardare la dichiara-
quidazione del patrimonio del debitore.
zione di fallimento, configurandosi in tal caso una fatti-
specie di abuso del diritto (nel caso di specie, la debitrice
Art. 161 era già stata ammessa ad altra procedura di concordato
preventivo, non andata a buon fine a causa del voto ne-
Trib. Chieti 14 maggio 2013, decr. - Pres. Romandini - gativo dei creditori, e la successiva domanda con riser-
Est. Valletta va, depositata il giorno prima dell’udienza ex art. 15
1. È ammissibile la proposta di concordato preventivo l.fall., non conteneva alcuna indicazione utile circa il pia-
che prevede una legittima alterazione della par condicio no che la società intendeva presentare).
mediante l’apporto di nuova finanza da parte del socio
unico di società di capitali, svincolata dalla previsione Art. 180
dell’art. 182 quater terzo comma l.fall., ed irrilevante sia
sull’attivo che sul passivo. App. Milano 8 maggio 2013 - Pres. ed Est. Fabrizi
1. In sede di omologazione del concordato preventivo, il
Art. 167 giudizio circa l’effettiva idoneità della proposta ad assi-
curare il soddisfacimento della causa della procedura,
Trib. Piacenza 26 aprile 2013 in funzione di giudice unico consistente nell’esigenza di agevolare l’imprenditore nel-
- Est. Ceresini l’uscita dalla situazione di crisi, è di pertinenza dell’auto-
L’attività di consulenza aziendale svolta dal professioni- rità giudiziaria in quanto attinente alla fattibilità giuridica
sta nel periodo successivo alla presentazione della do- della proposta (nel caso di specie la Corte d’Appello ha
manda di concordato preventivo, finalizzata alla conser- ritenuto che rientrasse in tale indagine la valutazione cir-
vazione ed al miglioramento del patrimonio dell’impresa ca i tempi di adempimento del piano concordatario, che
per il mantenimento dei presupposti della procedura, la proposta non garantiva).
non rientra nel novero delle attività di straordinaria am-
ministrazione il cui compimento necessita dell’autorizza-
zione del giudice delegato ai sensi dell’art. 167 l.fall.

Art. 169 bis

Trib. Novara 4 aprile 2013 (decr.) - Pres. Quatraro - Est.


Pascale
1. La disciplina degli effetti del concordato preventivo
sui contratti in corso di esecuzione prevista dall’art. 169-
bis l.fall. persegue l’esigenza di contemperare tre inte-
ressi contrapposti: quello del contraente in bonis alla re-
golare esecuzione del contratto, quello dei creditori con-
corsuali a non subire i costi della loro prosecuzione e
quello dell’impresa in concordato di realizzare il piano
senza il vincolo dei contratti pendenti; lo scopo della nor-
ma è quello di consentire al debitore di sgravarsi dai
contratti che ostacolano il processo di riorganizzazione
e, contemporaneamente, di rendere concorsuale il diritto
di credito da riconoscere al contraente in bonis in virtù
del venir meno del vincolo negoziale; la decisione da as-
sumere in merito a detti contratti non può prescindere

1002 Il Fallimento 8/2013


Itinerari della giurisprudenza

Art. 1 l.fall.
Limiti dimensionali, soglie
di fallibilità, questioni probatorie
a cura di Ubalda Macrı̀ (*)

Un itinerario della giurisprudenza in tema di limiti dimensionali, soglie di fallibilità e questioni probatorie di-
chiarazione di fallimento: Il punto della situazione a sette anni dall’entrata in vigore della prima riforma.

Premessa La riforma organica delle procedure concorsuali (D.Lgs. n. 5/06) ed il c.d. correttivo (D.Lgs. n.
169/07) hanno innovato i requisiti soggettivi di fallibilità ed hanno introdotto specifiche regole
di giudizio per il relativo accertamento, la cui portata è stata chiarita da Corte Cost. 18 luglio
2009, n. 198, su cui infra. Ai sensi del novellato art. 1, comma 2, l.fall., infatti, non sono sog-
getti alle disposizioni sul concordato preventivo gli imprenditori che esercitano un’attività com-
merciale (ad eccezione degli enti pubblici), i quali dimostrino il possesso congiunto dei seguen-
ti requisiti: a) aver avuto, nei tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimen-
to o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessi-
vo annuo non superiore ad euro trecentomila; b) aver realizzato, in qualunque modo risulti, nei
tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento o dall’inizio dell’attività se
di durata inferiore, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore ad euro
duecentomila; c) avere un ammontare di debiti anche non scaduti non superiore ad euro cin-
quecentomila. Dalla relazione illustrativa allo schema di decreto legislativo recante la riforma
organica della disciplina delle procedure concorsuali e dalla relazione illustrativa al cd. correttivo
è evidente che il legislatore ha inteso rispondere alla finalità di aggiornare la nozione di piccolo
imprenditore con spirito deflattivo delle dichiarazioni di fallimento e, al contempo, superare le
incertezze interpretative causate dal riferimento all’art. 2083 c.c. Dopo la riforma, in giurispru-
denza, è subito stato chiaro che la nozione civilistica di piccolo imprenditore era stata comple-
tamente soppiantata, ai fini della legge fallimentare, dai criteri quantitativi e qualitativi dell’art.
1, comma 2, l.fall. (cfr. App. Torino 22 giugno 2007, in questa Rivista, 2007, 10, 1237, secon-
do cui ai fini dell’individuazione dell’imprenditore soggetto a procedura concorsuale deve farsi
esclusivo riferimento ai criteri dimensionali prescritti dal novellato art. 1, comma 2, l.fall., senza
la necessità di indagare ulteriormente se costui sia da considerare piccolo imprenditore alla
stregua dei criteri previsti dall’art. 2083 c.c., Trib. Firenze 20 maggio 2008, in Foro Tosc.,
2009, 110, per il quale il novellato art. 1 l.fall. ha soppiantano i criteri qualitativi dell’art. 2083
c.c., Trib. Tolmezzo 14 ottobre 2008, in Giur. Merito, 2009, 686 che ritiene sia stata introdot-
ta la nozione di impresa sotto-soglia). La Cassazione, con sentenza 28 maggio 2010, n.
13086, in questa Rivista, 2010, 1261 ha puntualmente osservato che il regime concorsuale ri-
formato ha tratteggiato la figura dell’‘‘imprenditore fallibile’’ con riferimento esclusivo a para-
metri soggettivi di tipo quantitativo, i quali prescindono del tutto da quello, canonizzato nel regi-
me civilistico, della prevalenza del lavoro personale rispetto all’organizzazione aziendale fonda-
ta sul capitale e sull’altrui lavoro. Si veda per contro Trib. Salerno 7 aprile 2008, in questa Ri-
vista, 2008, 939, per il quale sarebbe onere degli imprenditori medio-grandi dimostrare di non
aver superato alcuna delle soglie di legge, mentre per i piccoli imprenditori sarebbe onere dei
creditori dimostrare l’insussistenza dei requisiti qualitativi previsti dalla norma codicistica.
È stato chiarito da Cass., Sez. Un., 28 febbraio 2008, n. 19601, imp. Niccoli, che il giudice pe-
nale investito del giudizio relativo a reati di bancarotta ex artt. 216 e ss. l.fall. non può sindaca-
re la sentenza dichiarativa di fallimento, quanto al presupposto oggettivo dello stato di insol-

Nota:
(*) Il contributo è stato sottoposto, in forma anonima, alla valutazione di un referee.

Il Fallimento 8/2013 1003


Itinerari della giurisprudenza

venza dell’impresa e ai presupposti soggettivi inerenti alle condizioni previste per la fallibilità
dell’imprenditore, sicché l’accertamento del giudice civile è vincolante per il giudice penale.

Limiti dimensionali I parametri di riferimento dell’art. 1 l.fall. hanno tutti carattere contabile e sono desumibili, in li-
in generale nea generale, dall’esame delle scritture contabili per gli imprenditori commerciali collettivi e
dall’inventario annuale che si chiude con il bilancio per gli imprenditori individuali. In ogni caso,
bisogna sforzarsi di individuare il dato reale al di là di quello apparente, nel senso di verificare
la correttezza e veridicità del dato contabile apparente nell’ambito delle regole codicistiche
(Cass. 28 giugno 2012, n. 11007 ha stabilito che i bilanci degli ultimi tre esercizi costituiscono
la base documentale imprescindibile, ma non anche una prova legale, con la conseguenza che
se non ritenuti attendibili dal giudice, sulla base di alcuni indici sintomatici, quali i rilievi del cu-
ratore nella relazione ex art. 33 l.fall., l’approvazione di plurimi bilanci nella stessa assemblea, il
difetto del ‘‘quorum’’ pur essendovi solo due soci e la mancata contabilizzazione di un consi-
stente debito verso terzi, l’imprenditore rimane comunque onerato della prova circa la sussi-
stenza dei requisiti della non fallibilità; App. Torino 4 marzo 2011, in questa Rivista, 2011,
632, ha sostenuto che i bilanci degli ultimi tre esercizi, ancorché privi di efficacia di prova lega-
le, costituiscono la base documentale imprescindibile della dimostrazione che il debitore ha l’o-
nere di fornire per sottrarsi alla dichiarazione di fallimento, in particolare quando siano stati re-
datti conformemente alle disposizioni di legge in materia e non siano stati oggetto di impugna-
tiva per violazione delle disposizioni stesse, con la conseguenza che il debitore può contestare
i dati dei propri bilanci purché la prova del fallimento possa desumersi da documenti altrettanto
significativi) o nel senso di verificare la correttezza e veridicità del dato contabile apparente, al
di là delle regole codicistiche (Trib. Udine 13 gennaio 2012, www.osservatorio-oci.org, ha
opinato nel senso che la valutazione dell’ammontare dell’attivo patrimoniale, in quanto mirante
a far emergere la realtà economica dell’impresa, deve prescindere dalla formale applicazione
dei principi contabili e della normativa in tema di redazione dei bilanci ogni qualvolta il loro rigo-
roso rispetto venga a determinare una divergenza tra il dato ‘‘formale’’ contabile e la reale di-
mensione dell’impresa; Trib. Terni 4 luglio 2011, in questa Rivista, 2011, 1427, ha precisato
che i dati contabili dell’impresa insolvente non assumono valore di prova legale né introducono
una limitazione all’assunzione e valutazione delle prove nel corso dell’istruttoria prefallimenta-
re, all’esito della quale è possibile procedere ad una loro rettifica ed integrazione, essendo sco-
po della norma quello di accertare le dimensioni reali ed effettive dell’impresa ritenuta insol-
vente).
Come si vedrà più avanti in modo analitico con riferimento all’attivo patrimoniale, la giurispru-
denza di merito, a differenza della giurisprudenza di legittimità che si è espressa con poche
sentenze sul punto di tipo conservativo, si è mostrata molto sensibile alla necessità di valoriz-
zare il dato contabile sostanziale, in linea con l’evoluzione normativa in materia contabile. Il
D.Lgs. 28 febbraio 2005, n. 38, che ha dato attuazione al Regolamento CE 1606/2002, prevede
che per società di determinate dimensioni o che esercitano determinate attività bisogna ricor-
rere ai principi contabili internazionali che non necessariamente coincidono con i principi conta-
bili codicistici e che sono ispirati al fondamentale principio del ‘‘fair value’’. L’applicazione di
questo criterio porta alla rivalutazione dei cespiti, all’emersione di plusvalenze, alla preferenza
del valore reale dei beni piuttosto che del criterio del costo storico dei cespiti, all’accantona-
mento delle somme da rivalutazione. Peraltro, la regola codicistica dell’art. 2423 c.c., secondo
cui il bilancio dev’essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corret-
to la situazione patrimoniale e finanziaria della società nonché il risultato economico di eserci-
zio, con la conseguente necessità di informazioni complementari o disapplicazioni normative
da evidenziare nella nota integrativa, è dettata in funzione della continuità aziendale, laddove
ciò che interessa al tribunale nella fase pre-fallimentare è la consistenza dimensionale della so-
cietà, per evitare dispendi di tempo ed economici nella trattazione di procedure scarsamente
significative.
La piattaforma probatoria a disposizione del tribunale diverge, secondo il tipo di società o di im-
presa (Trib. Novara 23 giugno 2011, DeAgostini Prof., ha precisato che l’onere della prova
sul requisito dell’art. 1 l.fall. dev’essere assolto mediante la produzione dei libri contabili che
l’imprenditore commerciale è obbligato a tenere ai sensi dell’art. 2214 ss. c.c., mentre l’im-
prenditore individuale e la società di persone sono tenute a depositare tutti i documenti conta-
bili che consentano l’accesso ad una chiara, trasparente, completa ed intellegibile rappresenta-
zione della situazione economica, finanziaria e contabile dell’impresa; App. Cagliari 8 giugno
2011, in www.osservatorio-oci.org, ha ritenuto assolto l’onere probatorio da parte della società
di persone che produca in sede di reclamo una parte delle scritture contabili non tenute rego-
larmente le quali siano comunque idonee a ricostruire le reali dimensioni dell’impresa; Trib.
Terni 24 giugno 2010, in www.osservatorio-oci.org, ha chiarito che la produzione dei bilanci
relativi agli ultimi tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’istanza di fallimento ex art. 1,
comma 2, lett. a) e b), l.fall., non è sufficiente di per sé a dimostrare la non fallibilità dell’im-
prenditore, giacché dev’essere depositata la situazione patrimoniale, economica e finanziaria

1004 Il Fallimento 8/2013


Itinerari della giurisprudenza

aggiornata, prescritta dall’art. 15, comma 4, l.fall., ai fini della prova del presupposto di cui alla
lett. c), ed il tribunale può acquisire anche d’ufficio altra documentazione che consenta la valu-
tazione dell’attendibilità dei dati esposti in bilancio; App. Bari 25 gennaio 2010, in www.os-
servatorio-oci.org, ha osservato che il tipo di contabilità semplificata prescelta dall’imprenditore
non impedisce che quest’ultimo possa assolvere comunque all’onere probatorio, giacché, an-
che dalla suddetta contabilità possono trarsi elementi che, approfonditi dal giudice con l’eserci-
zio di poteri istruttori officiosi, possono condurre all’effetto perseguito dal legislatore di evitare
fallimenti antieconomici; Trib. La Spezia 22 aprile 2010, in www.osservatorio-oci.org, ha rite-
nuto di rigettare l’istanza di fallimento sulla base di valutazioni presuntive, fondate sulla perdu-
rante inattività dell’impresa, in merito al mancato superamento dei limiti soglia di cui all’art.1,
comma 2, l.fall.; App. Napoli 24 marzo 2009, in www.osservatorio-oci.org, ha reputato non
assolto l’onere probatorio, nell’ipotesi in cui l’imprenditore individuale, al fine di comprovare il
possesso congiunto dei requisiti di esenzione dal fallimento previsti dalla norma, produca in
giudizio delle dichiarazioni dei redditi inviate per via telematica oltre i termini prescritti dalla nor-
mativa di settore ovvero predisposte e depositate in epoca successiva alla pendenza del ricor-
so per la dichiarazione di fallimento).

Attivo patrimoniale Per ‘‘attivo patrimoniale’’ si intende quella parte del bilancio disciplinata dagli artt. 2424 e 2425
c.c. per le società di capitali e quella parte dell’inventario redatto all’inizio di ogni esercizio e
contenente l’indicazione delle attività ai sensi dell’art. 2217 c.c. per gli imprenditori individuali e
le società di persone. In altri termini, nel caso delle società di capitali bisogna guardare al com-
plesso delle voci dell’art. 2424 c.c. e quindi alle immobilizzazioni (immateriali, materiali e finan-
ziarie), all’attivo circolante (rimanenze, crediti, attività finanziarie, disponibilità liquide), ai ratei
ed ai risconti (Cass. 29 ottobre 2010, n. 22146, in questa Rivista, 2011, 438, Cass. 29 luglio
2009, n. 17553, in Giur. comm., 2010, I, 1701, Trib. Novara 3 novembre 2012, in www.ilca-
so.it, secondo cui, nel caso degli imprenditori collettivi obbligati a redigere e depositare il bilan-
cio di esercizio, l’attivo di cui all’art. 1, comma 2, lett. a), l.fall., è quello delle voci di cui all’art.
2424, lett. a), b), c) e d), c.c., appostate in conformità ai criteri di valutazione previsti dal suc-
cessivo art. 2426 c.c.,Trib. Sulmona 30 gennaio 2007, in questa Rivista, 2007, 469, contra
App. Brescia 21 febbraio 2007, in Giur. It., 2007, 2224, che sembrerebbe escludere dalla no-
zione di attivo patrimoniale la voce ‘‘ratei e risconti’’).
Nel caso degli imprenditori non tenuti alla redazione del bilancio, invece, si è ritenuto che tra le
poste attive della situazione patrimoniale vanno incluse anche le rimanenze di magazzino,
mentre nel passivo devono essere computati i debiti contratti per l’acquisto degli stessi beni
(Cass. 29 luglio 2009, n. 17553, cit.).
La scelta normativa del correttivo di far riferimento all’attivo patrimoniale rispetto alla nozione
di capitale investito introdotta inizialmente con il D.Lgs. n. 5/06 ha il merito di aver consentito
l’ancoraggio ad un dato contabile certo, con un significato giuridico preciso -per la chiarificazio-
ne della nozione di capitale investito la giurisprudenza si era generosamente prodigata facen-
dovi rientrare anche l’autofinanziamento effettuato dall’impresa per l’acquisto di beni strumen-
tali (Cass. 23 marzo 2012, n. 4738), i crediti (Cass. 29 ottobre 2010, n. 22150, Fall., 2011,
437 con nota di Badini Confalonieri), tutto l’attivo patrimoniale nell’accezione degli att. 2424
ss. c.c. (Trib. Piacenza 22 gennaio 2007, in Dir. Fall., 2007, 420 e Giur. It., 2007, 2223 con no-
ta di Irrera), considerando il suo valore al momento del suo impiego e non con riferimento alla
parte residua esistente al momento della conclamata insolvenza (App. Brescia 21 febbraio
2007, in questa Rivista, 2007, 591) - e, al contempo, ha spostato gli sforzi ermeneutici sulla va-
lutazione in concreto del dato numerico. Invero, la giurisprudenza non si è accontentata della
mera risultanza aritmetica del totale dell’attivo patrimoniale ma ne ha scandagliato il significato
giuridico-economico in termini di congruità dei valori esposti. Cosı̀, con riferimento ai beni in
leasing, ricorrendo ai principi contabili internazionali, il Trib. Terni 4 luglio 2011, in questa Rivi-
sta, 2011, 1247 e www.osservatorio-oci.org ha precisato che gli stessi vanno senz’altro inclusi
nell’attivo patrimoniale, perché altrimenti si determinerebbe un’ingiusta discriminazione nei
confronti di quegli imprenditori che abbiano utilizzato beni del tutto analoghi, ricorrendo però al-
le tradizionali forme di indebitamento, con la conseguenza che è onere dell’imprenditore dimo-
strare che il valore degli stessi non debba essere considerato parte dell’attivo patrimoniale in
ragione delle condizioni del loro utilizzo, del loro valore residuo e del prezzo finale di riscatto;
App. Napoli 9 agosto 2007, Strumentario avvocati, 2007, 56 ha osservato che negli investi-
menti rilevanti rientrano tutti gli elementi necessari al ciclo operativo dell’impresa, ovvero non
solo le immobilizzazioni, ma anche i beni e servizi in uso stabile, a fronte di un corrispettivo o
in leasing.
Tuttavia, con riferimento ai beni immobili, App. L’Aquila 22 febbraio 2012, in questa Rivista,
2012, 742 ha ritenuto di utilizzare il criterio di apprezzamento al loro costo storico al netto degli
ammortamenti. Nello stesso senso già Cass. 29 ottobre 2010, n. 22146, su www.ilcaso.it e
in questa Rivista, 2011, 437, con nota di Badini Confalonieri, che ha statuito che per gli immo-
bili, iscritti tra le poste attive dello stato patrimoniale, opera - al pari che per ogni altra immobi-

Il Fallimento 8/2013 1005


Itinerari della giurisprudenza

lizzazione materiale - il criterio di apprezzamento del loro costo storico al netto degli ammorta-
menti, quale risultante dal bilancio di esercizio, ai sensi dell’art. 2426, numeri 1 e 2, c.c., e non
il criterio del valore di mercato al momento del giudizio. La Cassazione, che si è occupata in
questa sentenza di un caso ante - correttivo, ha chiarito che tale preferibile interpretazione ri-
sponde all’esigenza non tanto di evitare dei fallimenti anti-economici, ma di agevolare l’istrutto-
ria prefallimentare ancorandola a parametri facilmente accertabili dalle scritture contabili. La ri-
forma dell’art. 1, comma 2, l.fall., sia nel testo introdotto dal D.Lgs. n. 5 del 2006 sia in quello
sostituito dal D.Lgs. n. 169 del 2007, secondo la Cassazione, mirerebbe non già ad evitare i fal-
limenti cosiddetti ‘‘antieconomici’’, bensı̀ a definire ‘‘l’area della fallibilità’’ con riferimento alla
‘‘dimensione’’ patrimoniale ed economica dell’impresa insolvente, individuata mediante il ri-
chiamo di parametri normalmente ed agevolmente desumibili dal bilancio di esercizio, della si-
tuazione patrimoniale e finanziaria della stessa impresa al termine di ciascun periodo ammini-
strativo e del risultato economico conseguito per effetto della gestione. Di qui la necessità di
ancorare in funzione di semplificazione il giudizio sui limiti dimensionali ai dati risultanti dai do-
cumenti contabili imposti per legge, anche considerata l’inderogabilità dei criteri di valutazione
dettati dall’art. 2426 c.c. e la sostanziale corrispondenza a tali criteri legali di valutazione dei
principi contabili O.I.C. (Organismo Italiano di Contabilità) in tema di valutazione delle immobi-
lizzazioni materiali.

Ricavi lordi annui Siccome l’art. 1, comma 2, lett. b), l.fall. impone di prendere in considerazione i ricavi annui lor-
di ‘‘in qualunque modo risulti’’, App. L’Aquila 22 febbraio 2012, cit., ha sostenuto che tra i ri-
cavi bisogna tener conto anche di quelli non annotati nelle scritture contabili, ma accertati dal-
l’amministrazione finanziaria anche in modo non definitivo, o quelli emersi dalle indagini effet-
tuate dalla Guardia di Finanza. Nello stesso senso già Trib. Udine 19 maggio 2011, su
www.ilcaso.it e 13 maggio 2011, in questa Rivista, 2011, 1247. Si veda altresı̀ Cass. 23 luglio
2010, n. 17281, su www.ilcaso.it e in questa Rivista, 2011, 447, con nota di Vella, secondo cui
i ricavi lordi vanno considerati sulla base degli atti a disposizione, a prescindere dalle allegazioni
del debitore.
Quanto alla nozione di ricavi lordi, Trib. Novara 3 novembre 2012, cit., ha puntualizzato che
occorre fare riferimento, come per l’attivo, alle corrispondenti indicazioni fornite dalla disciplina
codicistica di bilancio e in particolare alle voci dell’articolo 2425 c.c. A1, 2, 3 e 5 (con l’avverten-
za che i valori delle voci 2 e 3, se negativi, vanno detratti), C15 e C16, E20 (plusvalenze da alie-
nazione di immobilizzazioni), mentre vanno escluse dal computo le voci A4 (incrementi delle
immobilizzazioni per lavori interni) e D18 (rivalutazioni). Secondo Trib. Imperia 29 novembre
2010, su www.osservatorio-oci.org, i ricavi lordi vanno calcolati al lordo dell’I.V.A. Secondo
Trib. Piacenza 22 gennaio 2007, cit., nel caso di imprese in contabilità semplificata, occorre
guardare alla dichiarazione dei redditi e più precisamente alla nozione dell’art. 85 T.U.I.R. Se-
condo Trib. Pordenone 6 novembre 2010, su www.osservatorio-oci.org e 4 novembre
2010, su www.ilcaso.it, il ricavo lordo costituisce un dato di flusso assunto dal legislatore con
riferimento al periodo annuale pari normalmente alla durata dell’esercizio sociale, con la conse-
guenza che, ove l’esercizio abbia avuto durata inferiore, i ricavi conseguiti in detto periodo do-
vranno essere ragguagliati nell’anno

Debiti non scaduti Ai fini della valutazione del requisito di cui all’art.1, comma 2, lett. c), l.fall., bisogna procedere
alla valutazione dell’esposizione complessiva dell’imprenditore, anche con riguardo ai debiti
non scaduti, trattandosi di un requisito assunto dal legislatore quale indice dimensionale del-
l’impresa. Pertanto, vanno considerati anche i debiti condizionati, come quelli derivanti dalla
prestazione di garanzie che presuppongono la preventiva escussione del debitore (Cass. 4
maggio 2011, n. 9760, in questa Rivista, 2012, 231). Vanno altresı̀ considerati i debiti conte-
stati, giacché la contestazione non ne impedisce l’inclusione nel computo dell’indebitamento
complessivo e non si sottrae alla valutazione del giudice chiamato a decidere sull’apertura del-
la procedura concorsuale anche se la relativa pronuncia non pregiudica l’esito della controver-
sia volta all’accertamento di quel credito (Cass. 2 dicembre 2011, n. 25870). È del tutto indif-
ferente la natura del debito, civile o commerciale (Cass. 4 giugno 2012, n. 8930). Secondo
App. Brescia 9 luglio 2010, su www.ilcaso.it, ai fini dell’accertamento dello stato d’insolvenza
occorre tener conto del complesso delle obbligazioni già scadute al tempo della dichiarazione
di fallimento che si possono ritenere ragionevolmente certe, comprese quelle contestate ogni
qualvolta il giudice le ritenga sufficientemente certe.

I tre esercizi precedenti Secondo la Cassazione, quando si parla di investimenti nell’azienda non bisogna guardare il to-
tale di quelli effettuati nel corso degli anni dall’imprenditore, perché altrimenti fallirebbe anche
l’esercente di un’attività di modestissime dimensioni protrattasi per lungo tempo, ma occorre
guardare all’attivo degli ultimi tre esercizi. Il legislatore ha, infatti, inteso riferire la ricorrenza dei
presupposti dell’art. 1 l.fall. ad un periodo prossimo alla manifestazione di insolvenza, tant’è ve-
ro che anche l’imprenditore che richiede il proprio fallimento ai sensi dell’art. 14 l.fall. è tenuto

1006 Il Fallimento 8/2013


Itinerari della giurisprudenza

a depositare presso la cancelleria del tribunale le scritture contabili e fiscali obbligatorie (Cass.
23 marzo 2012, n. 4738). Inoltre, il triennio va riferito agli anni commerciali in cui la gestione
economica è scadenzata (esercizi) e non agli anni solari (Cass. 3 dicembre 2010, n. 24630, in
questa Rivista, 2011, 955 con nota di Silvestrini). Il momento della decorrenza dell’ultimo trien-
nio va individuato nella presentazione del ricorso per la dichiarazione di fallimento (App. Torino
16 maggio 2007, in questa Rivista, 2007, 843 e Trib. Mantova 30 agosto 2007, in www.ilca-
so.it). Secondo Trib. Imperia 29 novembre 2010, cit., è da ritenersi integrato il requisito della
fallibilità anche se il superamento del limite dimensionale è relativo ad un solo anno. In termini,
App. Torino, 15 giugno 2010, in www.ilcaso.it, per il quale la soglia dell’art. 1, comma 2, lett.
b), l.fall. si riferisce ai ricavi lordi conseguiti in ciascun anno e non alla media dei ricavi dell’ulti-
mo triennio di esercizio. In questo senso vanno il richiamo ai tre esercizi antecedenti e l’esi-
genza di rendere quanto più possibile, oggettiva ed adeguata alla realtà dell’ultimo periodo la
valutazione dimensionale dell’impresa, onde evitare che la media dei ricavi venga fittiziamente
contenuta mediante operazioni puramente strumentali per eludere il fallimento e comunque
non rispecchianti l’effettiva entità dimensionale in ciascuno dei periodi gestionali presi a riferi-
mento. Per Trib. Piacenza 22 gennaio 2007, cit., il periodo da considerare, con riferimento al
criterio dei ricavi lordi, è quello degli ultimi tre esercizi antecedenti il deposito dell’istanza di fal-
limento, senza potersi escludere dal calcolo eventuali fasi di inattività o liquidazione. Inoltre,
non è fallibile l’imprenditore che abbia investito nell’azienda, negli ultimi tre anni, un capitale
medio inferiore alla soglia prevista dall’art. 1 l.fall., anche quando in passato abbia effettuato in-
vestimenti ingenti e la sua esposizione debitoria permanga gravissima. Per Trib. Sulmona 20
maggio 2010, in questa Rivista, 2010, 997, i tre esercizi antecedenti la data di deposito dell’i-
stanza di fallimento si devono intendere completi e già conclusi, mentre qualora una o entram-
be le soglie previste da tali disposizioni siano superate nel periodo infra-annuale intercorrente
tra la chiusura dell’ultimo esercizio e la data dell’istanza, può conseguirne la dichiarazione di fal-
limento nell’anno successivo, sempreché persista lo stato d’insolvenza e non sia decorso il ter-
mine annuale di cui all’art. 10 l.fall. Inoltre, con riferimento alla tipologia di documentazione pro-
batoria opera un principio unitario e coerente volto a dare rilievo alla sola documentazione ine-
rente ai tre esercizi chiusi prima della data di deposito dell’istanza di fallimento (Trib. Sulmona
12 febbraio 2008, in questa Rivista, 2008, 469 e 942). L’accertamento del capitale investito
può svolgersi con riguardo all’ultimo bilancio depositato ancorché questo sia anteriore agli ulti-
mi tre anni, sempre che non sia riferito ad un periodo eccessivamente risalente, in quanto i va-
lori espressi nelle componenti attive indicate nello stato patrimoniale sono destinati, almeno in
via tendenziale, a rimanere immobilizzati nell’azienda e a non trasformarsi in flussi finanziari;
pertanto, è possibile ritenere operante una presunzione di permanenza degli investimenti nel-
l’azienda (cfr Trib. Milano 15 marzo 2007, in questa Rivista, 2007, 591).

La soglia dei trentamila Si tratta di una specie di ‘‘quarto’’ requisito dimensionale, sempre con finalità deflattive del
euro procedimento fallimentare, sottratto al principio dispositivo della prova e rilevabile d’ufficio. Se-
condo App. L’Aquila 14 febbraio 2012, in questa Rivista, 2012, 683, con nota di Canazza, la
verifica del mancato superamento della soglia di euro trentamila, prevista dall’art. 15, ult. com-
ma l.fall., deve avvenire d’ufficio ad opera del giudice il quale non può fare esclusivo riferimen-
to alle somme di cui alle istanze di fallimento, ma deve riferirsi ‘‘agli atti dell’istruttoria prefalli-
mentare’’ genericamente intesi, dovendo quindi tener conto delle informazioni urgenti richie-
ste d’ufficio dal tribunale ai sensi dell’art. 15, comma 4, l.fall., e delle prove disposte dal tribu-
nale o dal giudice delegato su istanza di parte o d’ufficio ex art. 15, comma 6, l.fall. Non è am-
missibile la verificazione della scrittura privata in un procedimento di natura sommaria che con-
cerne una materia sottratta alla disponibilità delle parti. Per Trib. Roma 24 dicembre 2008, in
questa Rivista, 2009, 1205 con nota di Badini Confalonieri, la soglia dell’indebitamento prevista
dall’art. 15 l.fall. si configura non come fatto impeditivo ex art. 2697 c.c., ma come condizione
obiettiva di procedibilità, che dev’essere oggetto di rilevazione del tribunale in ogni caso, in ba-
se agli atti acquisiti per l’accertamento dei presupposti di cui agli artt. 1 e 5 l.fall., senza che vi
sia spazio per l’applicazione dell’onere della prova quale regola di giudizio per il caso dubbio;
pertanto, se mancano gli elementi per ritenere superata detta soglia, non avendo il debitore
adempiuto alla prescrizione del deposito della sua situazione contabile aggiornata, non può far-
si luogo alla dichiarazione di fallimento. Secondo Trib. Sulmona 11 novembre 2010, in questa
Rivista, 2011, 248, a differenza della prova per il mancato superamento dei parametri dimen-
sionali che incombe sul debitore, la prova del mancato superamento della soglia minima di eu-
ro trentamila può essere assunta d’ufficio dal tribunale anche in mancanza di una specifica ec-
cezione da parte del resistente, trattandosi di eccezione in senso lato

L’onere della prova Prima della riforma del D.Lgs. 5/06 era quasi unanime l’opinione che, ai fini dell’accoglimento
della istanza di fallimento, il ricorrente dovesse provare, oltre allo stato di insolvenza del debito-
re ed alla sua qualità di imprenditore commerciale, anche il fatto che questi non fosse un pic-
colo imprenditore. Dopo la riforma che ha introdotto i limiti dimensionali e nel silenzio della nor-

Il Fallimento 8/2013 1007


Itinerari della giurisprudenza

ma sul punto, la giurisprudenza (prevalentemente inedita, ma ben conosciuta agli addetti ai la-
vori al momento della redazione del correttivo) si è in linea di massima orientata nel senso di
non dichiarare il fallimento dell’imprenditore quando avesse avuto dubbi sul superamento dei
limiti, con una sensibile riduzione dell’apertura delle procedure. Alcuni tribunali, tuttavia, anche
sulla scorta delle istanze provenienti dalla dottrina, hanno espresso da subito posizioni più va-
riegate. Secondo Trib. Palmi 2 ottobre 2006, in Dir. Fall., 2007, 247, era onere del debitore di-
mostrare in sede di istruttoria prefallimentare i requisiti per l’esonero dalla dichiarazione di falli-
mento; per Trib. Varese 15 dicembre 2006, in questa Rivista, 2007, 553 con nota di Montana-
ri, andava decretato il rigetto dell’istanza di fallimento se gli accertamenti disposti dal tribunale
e la documentazione prodotta dalle parti non consentivano di ritenere provato il superamento
dei limiti dimensionali; per Trib. Torino 11 gennaio 2007, in questa Rivista, 2007, 319 con no-
ta di Fabiani, la qualifica di imprenditore non piccolo, per le società commerciali, doveva presu-
mersi in quanto connotazione naturale della tipologia societaria e l’eventuale mancato supera-
mento dei limiti dell’art. 1 doveva essere allegato e provato dalla parte interessata; se la socie-
tà debitrice non compariva e ometteva di adempiere all’obbligo di deposito dello stato patrimo-
niale aggiornato, ai sensi dell’art. 15, comma 4, l.fall., la mancata attivazione aveva il senso del-
la rinuncia tacita a far valere l’eccezione; per Trib. Piacenza 22 gennaio 2007, cit., l’istruttoria
prefallimentare era un’istruttoria del tutto peculiare perché era necessario acquisire comunque,
al di fuori della rigida ripartizione dell’onere della prova di cui all’art. 2697 c.c., la prova che il
soggetto nei cui confronti era presentata l’istanza di fallimento fosse un imprenditore che il le-
gislatore riteneva ‘‘fallibile’’ e che dunque superasse i limiti dimensionali, prova che poteva es-
sere acquisita indifferentemente per il tramite delle allegazioni del creditore istante, delle ac-
quisizioni documentali disposte d’ufficio dal tribunale o per il tramite delle dichiarazioni o dei ri-
scontri documentali riconducibili al debitore; per Trib. Firenze 31 gennaio 2007, in questa Ri-
vista, 2007, 591, il creditore poteva limitarsi a dedurre la qualità imprenditoriale del debitore ai
fini della sua fallibilità, mentre il debitore doveva provare di essere sotto soglia; per Trib. Roma
10 maggio 2007, in Dir. Fall., 2008, 2, con nota di Proietti e Corr. Merito, 2007, 1415 con nota
di De Rentiis, spettava al debitore la prova del mancato superamento dei criteri soglia, fatta
salva qualsiasi iniziativa officiosa del tribunale fallimentare per accertare la reale dimensione
dell’impresa; per App. Milano 29 giugno 2007, in questa Rivista, 2007, 1484, a seguito del-
l’entrata in vigore del D.Lgs. 5/06, in difetto di prova dei requisiti dimensionali, doveva ritenersi
che la società debitrice avesse superato i suddetti limiti e non potesse qualificarsi piccolo im-
prenditore non assoggettabile al fallimento; per App. Venezia 5 luglio 2007, in questa Rivista,
2007, 1484 e App. Milano 30 agosto 2007, ivi, 2008, 43 con nota di Badini Confalonieri, il ca-
rattere marcatamente dispositivo del procedimento di accertamento dello stato d’insolvenza
imponeva di dare rilievo alla sola documentazione inerente agli esercizi chiusi prima della data
di deposito dell’istanza di fallimento, non a fatti e documenti successivi.
A seguito del D.Lgs. 169/07, che ha imposto al debitore l’onere di dimostrare la sua qualità di
imprenditore non soggetto a fallimento, il Trib. Napoli con ordinanze 16 maggio e 21 luglio
2008, in Corr. Merito, 2008, 1017 con nota di Perugini e in questa Rivista, 2008, 1445 con nota
di Vacchiano sollevava la questione di legittimità costituzionale dell’art. 1 l.fall. nella parte in cui
prevedeva che il debitore fosse chiamato a dimostrare la causa di esonero dalla fallibilità, per
contrasto con gli artt. 3 e 76 della Costituzione. Secondo il Tribunale di Napoli, sebbene il crite-
rio distributivo dell’onere della prova adottato nel correttivo fosse in linea con il disposto del-
l’art. 2697 c.c. e con il principio correlato della prossimità della prova, l’art. 1 l.fall. violava gli
artt. 3 e 76 Cost. Più precisamente, con riferimento al contrasto con l’art. 3 Cost., il Tribunale
di Napoli evidenziava che la scelta normativa si poneva in contrasto con il principio enunciato
dalla stessa Corte cost. nella sentenza 570/89 che aveva ritenuto necessario un discrimine og-
gettivo tra l’imprenditore fallibile e non, giacché si faceva dipendere la dichiarazione di fallimen-
to da un comportamento del debitore (tipicamente l’inerzia), non necessariamente correlato al-
la natura ed importanza dell’attività economica e dei mezzi impiegati né in rapporto con le ri-
percussioni economiche della dichiarazione di fallimento sull’intero sistema; e tutto ciò in un
campo in cui la rilevanza pubblicistica degli interessi in gioco non giustificava il ricorso all’art.
2697 c.c. ed anzi poneva uno specifico problema rispetto all’imprenditore che, in ipotesi di falli-
mento in proprio, avrebbe finito con il disporre del diritto a fallire. Con riguardo al contrasto con
l’art. 76 Cost. denunciava la potenziale crescita del numero dei fallimenti, in spregio alla diretti-
va di semplificazione della legge delega.
Per dare conto della ricchezza del dibattito, vale la pena di ripercorrere le più significative posi-
zioni al momento delle ordinanze del Tribunale di Napoli e prima della pronuncia della Corte.
Per Trib. Salerno 7 aprile 2008, cit., non incombeva sul piccolo imprenditore l’onere di prova-
re il possesso congiunto dei requisiti di cui all’art. 1 l.fall., ma al contrario spettava al creditore
o all’iniziativa officiosa del giudice l’acquisizione della prova positiva del possesso di almeno
uno dei requisiti. In mancanza di prova contraria, era sufficiente ai fini del rigetto del ricorso
che risultasse, anche da elementi acquisiti d’ufficio, che il resistente fosse piccolo imprendito-
re ai sensi dell’art. 2083 c.c. Al contrario per le imprese non aventi le caratteristiche indicate

1008 Il Fallimento 8/2013


Itinerari della giurisprudenza

nell’art. 2083 c.c., la regola generale di fallibilità imponeva al resistente che contestasse il su-
peramento delle soglie, l’onere non solo di allegazione ma anche di prova del possesso con-
giunto dei requisiti. Per App. Napoli 9 aprile 2008, in questa Rivista, 2008, Massima redazio-
nale, l’art. 1 l.fall. delineava la qualità di piccolo imprenditore come causa di esclusione della
fallibilità, cioè da un punto di vista oggettivo come fatto impeditivo del fallimento. Pertanto, la
previsione normativa non andava letta come condizione per la dichiarazione di fallimento, sic-
ché in mancanza di prova della suddetta qualità, l’imprenditore commerciale insolvente restava
soggetto a fallimento, non essendo configurabile l’onere del creditore ricorrente di dimostrare
che il debitore insolvente rivestiva la qualifica di imprenditore non piccolo. Per Trib. Padova
11 giugno 2008, su www.osservatorio-oci.org, il debitore aveva l’onere di dimostrare il pos-
sesso congiunto dei tre requisiti, ma, in difetto, il tribunale doveva esercitare i poteri istruttori
d’ufficio previsti prima e dopo la convocazione delle parti in camera di consiglio. Secondo Trib.
Napoli 18 ottobre 2008, in questa Rivista, 2009, 597 con nota di Trentini, ai fini dell’assoggetta-
bilità a fallimento, l’insussistenza dei requisiti dimensionali dell’impresa costituiva eccezione in
senso proprio sicché il tribunale non poteva rilevare d’ufficio la carenza del presupposto sog-
gettivo in difetto di specifica deduzione di parte. Trib. Tolmezzo 14 ottobre 2008, cit., ritene-
va che, ove il debitore non si costituiva nel procedimento prefallimentare, il tribunale che ravvi-
sasse una precisa ipotesi di insussistenza del presupposto soggettivo, non dichiarava il falli-
mento. Per Cass. 15 maggio 2009, n. 11309, in Foro It., 2009, 2577, con nota di Fabiani, l’ac-
certamento dei requisiti per la dichiarazione di fallimento di un imprenditore commerciale anda-
va condotto sulla base delle risultanze istruttorie da chiunque provenienti, con la conseguenza
che, solo in caso di elementi di prova insufficienti operava la regola di giudizio fondata sull’one-
re della prova. App. Napoli 19 maggio 2009, su www.osservatorio-oci.org, riteneva che l’one-
re della prova del mancato superamento delle c.d. soglie di fallibilità incombeva sull’imprendi-
tore debitore, quale fatto impeditivo della dichiarazione predetta, mentre i poteri istruttori offi-
ciosi del tribunale potevano essere utilizzati solo quando risultava il dubbio del superamento di
quelle soglie, ad esempio perché l’imprenditore resistente non aveva redatto i bilanci e le scrit-
ture contabili relative al periodo di riferimento, fermo restando quell’onere probatorio a carico
del fallendo. Secondo App. Napoli 5 giugno 2009, su www.osservatorio-oci.org, era onere
del debitore dimostrare il possesso congiunto dei requisiti dell’art. 1, comma 2, lett. a), b) e c).
Al fine, non costituivano idonea prova la documentazione contabile non regolarmente tenuta
ed i bilanci, anche di anni precedenti, approvati in data successiva alla dichiarazione di fallimen-
to. Per Trib. Terni 2 luglio 2009, su www.osservatorio-oci.org, non era configurabile un diritto
del debitore a fallire con la conseguenza che questi doveva provare i requisiti soggettivi ed og-
gettivi della fallibilità. I criteri dell’art. 1, comma 2, l.fall. erano destinati ad operare solo come
regola di giudizio suppletiva per il caso in cui il materiale probatorio prodotto dalle parti o acqui-
sito d’ufficio non consentiva di verificare la sussistenza dei suddetti requisiti.
La Corte costituzionale con sentenza 18 luglio 2009, n. 198 ha escluso il contrasto con l’art.
76 Cost., perché ha ritenuto i criteri dimensionali introdotti sufficientemente oggettivi da deter-
minare una semplificazione del procedimento secondo le direttive della legge delega e ha di-
chiarato inammissibile la questione sollevata rispetto al contrasto con l’art. 3 l.fall., osservando,
tra l’altro, che, «nella materia fallimentare vi è un ampio potere di indagine officioso in capo al-
lo stesso organo giudicante», desumibile dall’art. 15 l.fall., il cui prudente e consapevole uso è
«di per sé strumento idoneo ad evitare, nei limiti di quanto ragionevolmente dovuto, la possibi-
lità che siano dichiarati fallimenti che, date le caratteristiche del debitore, sarebbero ingiustifi-
cati» e dall’art. 22 l.fall., che, «sancendo la possibilità di proporre gravame avverso il provvedi-
mento che respinge l’istanza di fallimento da parte dei creditori ricorrenti e da parte del pubbli-
co ministero, prevede, al quarto comma, che l’accoglimento del reclamo determina la rimes-
sione degli atti al tribunale ‘‘salvo che, anche su segnalazione di parte, accerti che sia venuto
meno alcuno dei presupposti necessari’’».
A seguito di tale importante pronuncia si è andato consolidando l’orientamento, sia pure con
diverse sfumature, per il quale il tribunale può dichiarare il fallimento solo dopo aver valutato
tutti gli elementi a disposizione, compresi quelli acquisiti all’esito del doveroso ricorso ai poteri
istruttori officiosi, anche nell’ipotesi in cui permanga l’incertezza sulla sussistenza dei requisiti
dimensionali del debitore. App. Torino 11 novembre 2009, in questa Rivista, 2010, 376 ritie-
ne che la soglia d’indebitamento prevista dall’art. 1 l.fall. si configura non come un fatto impe-
ditivo, ma come una condizione obiettiva di procedibilità che dev’essere oggetto di rilevazione
in ogni caso, in base agli atti acquisiti per l’accertamento dei presupposti di cui agli artt. 1 e 5
l.fall., senza che vi sia spazio per l’applicazione dell’onere della prova quale regola di giudizio
per il caso di dubbio. Secondo Trib. Terni 2 febbraio 2010, www.osservatorio-oci.org, il debi-
tore dev’essere dichiarato fallito in virtù della regola suppletiva di giudizio dell’art. 1 l.fall., quan-
do il materiale probatorio a disposizione del giudice, proveniente dalle parti o acquisito d’uffi-
cio, non sia idoneo a dimostrare la sussistenza delle condizioni di esclusione del medesimo de-
bitore previste dall’art.1, comma 2, lett. a), b) e c). Per App. Terni 24 giugno 2010, in questa
Rivista, 2010, 1215, l’istanza di fallimento dev’essere decisa dal tribunale sulla base del mate-

Il Fallimento 8/2013 1009


Itinerari della giurisprudenza

riale probatorio prodotto dalle parti e acquisito d’ufficio, mentre l’onere della prova è destinato
ad operare come regola di giudizio suppletiva per il caso in cui il materiale acquisito non con-
senta di accertare il superamento delle soglie di fallibilità. Secondo Trib. Sulmona 20 maggio
2010, in questa Rivista, 2010, 997, mentre l’onere della prova della sussistenza congiunta dei
presupposti per la sottrazione al fallimento grava sul debitore, i requisiti dimensionali dell’im-
presa possono essere accertati anche d’ufficio dal tribunale che può avvalersi di ogni organo
pubblico a ciò competente (nella specie la Guardia di Finanza). Successivamente, lo stesso
Trib. Sulmona 2 dicembre 2010, in questa Rivista, 2011, 376, ha avuto modo di precisare
che l’onere della prova dell’inammissibilità del fallimento per la sussistenza di tutti i parametri
fissati dall’art. 1, comma 2, l.fall. incombe sul debitore nei cui confronti è stata presentata l’i-
stanza, con la conseguenza che i bilanci relativi agli ultimi tre esercizi, pur non avendo valore di
prova legale, costituiscono la base documentale imprescindibile per la relativa valutazione sic-
ché la loro mancata produzione non può che risolversi in danno del debitore, a meno che la
prova dell’inammissibilità del fallimento non possa desumersi da documenti altrettanto signifi-
cativi, fra i quali non rientrano tuttavia i dati fiscali non ufficiali, in quanto non prodotti dai com-
petenti uffici tributari.
Per Cass. 23 luglio 2010, n. 17281, cit., l’art. 1 l.fall., nella formulazione del correttivo, pone a
carico del debitore l’onere di provare di essere esente dal fallimento, cosı̀ gravandolo della di-
mostrazione del non superamento congiunto dei parametri prescritti, mentre il potere di indagi-
ne officiosa è residuato in capo al tribunale, pur dopo l’abrogazione dell’iniziativa d’ufficio, nei
soli limiti dei fatti dedotti dalle parti. Secondo Cass. 15 novembre 2010, n. 23052, in questa
Rivista, 2011, 668, con nota di De Santis, l’art. 1 l.fall., nella formulazione del correttivo, ade-
rendo al c.d. principio di prossimità della prova, pone a carico del debitore l’onere di provare di
essere esente dal fallimento, gravandolo della dimostrazione del non superamento congiunto
dei parametri dimensionali ivi previsti. In termini, già Cass. 28 maggio 2010, n. 13086, in que-
sta Rivista, 2010, 1261, con nota di De Santis. Nello stesso senso App. Firenze 22 febbraio
2010, ivi, 2010, massima redazionale, secondo cui l’art. 1 l.fall. pone a carico dell’imprenditore
l’onere della prova relativamente all’esistenza di elementi ostativi alla dichiarazione di fallimen-
to, mentre il tribunale ha una mera funzione di accertamento rispetto alla sussistenza dei pre-
supposti formali; nell’ambito della sua funzione istruttoria, il tribunale ha l’obbligo di valutare gli
elementi che comunque emergano dalla documentazione in atti che evidenzino, ictu oculi, la
sussistenza degli elementi ostativi alla declaratoria fallimentare, fermo restando che l’ulteriore
istruttoria non è affatto obbligatoria, perché grava esclusivamente sulla parte, App. Campo-
basso 5 dicembre 2011, LPlus, massima redazionale, secondo cui per il principio di prossimità
della prova è il debitore che deve provare di essere esente dal fallimento e App. L’Aquila 29
novembre 2011, in questa Rivista, 2012, 683, con nota di Canazza, per il quale i requisiti di-
mensionali, nel sistema dell’art. 1 l.fall., costituiscono dei fatti impeditivi, la cui prova ragione-
volmente grava sul debitore per il principio della ‘‘vicinanza della prova’’. In definitiva, se, dopo
l’istruttoria, permanga un’incertezza sostanziale in ordine alla fallibilità del debitore, dovrà di-
chiararsi il fallimento perché il debitore non ha assolto all’onere della prova.
Per Trib. Roma 2 agosto 2010, in questa Rivista, 2011, 119, è onere del debitore dimostrare
il possesso congiunto dei requisiti dell’art. 1 l.fall.
Per Trib. Cagliari 8 maggio 2011, in www.osservatorio-oci.org, non assolve all’onere probato-
rio l’imprenditore che si limiti a produrre in giudizio i bilanci dei tre esercizi antecedenti al depo-
sito dell’istanza di fallimento approvati dall’assemblea dei soci e depositati presso l’ufficio del
registro delle imprese in data successiva alla notificazione dell’istanza di fallimento ed in data
prossima all’udienza di comparizione, senza allegare altri documenti dotati di forza probatoria
equipollente al bilancio, quali le dichiarazioni fiscali rese secondo le previsioni di legge o i libri
sociali che l’impresa abbia tenuto secondo le specifiche norme di settore, dai quali desumere
le reali dimensioni dell’impresa.
Secondo App. L’Aquila 15 novembre 2011, su www.osservatorio-oci.org, il principio di non
contestazione trova applicazione anche nell’ambito del procedimento di reclamo ex art. 18
l.fall. se il reclamante allega in modo analitico e completo, pur non documentandola attraverso
la produzione dei bilanci ma solo mediante una situazione contabile riassuntiva, la sussistenza
dei requisiti dimensionali di non fallibilità ed il fallimento costituito, pur opponendosi alla produ-
zione del documento per tardività, non contesta specificamente le singole voci nello stesso
esposte. Per Trib. Udine 13 maggio 2011, in questa Rivista, 2011, 1247, in conseguenza del-
la natura inquisitoria del procedimento e degli interessi pubblicistici connessi alla natura delle
procedure concorsuali, grava sul debitore l’onere della prova del non superamento delle soglie
di fallibilità. Ad avviso del Trib. Terni 4 luglio 2011, cit., in applicazione del criterio dispositivo
della prova, grava sul ricorrente l’onere di provare i fatti costitutivi della sua pretesa, mentre in-
combe sul debitore l’onere di provare i fatti impeditivi ed in concreto la sussistenza dei requisi-
ti dimensionali che delimitano la ‘‘no failure zone’’. Tuttavia, il tribunale conserva degli impor-
tanti poteri d’indagine officiosa, perché, a) dopo aver disposto che il fallendo depositi il bilancio
degli ultimi tre esercizi nonché una situazione economico-patrimoniale e finanziaria aggiornata,

1010 Il Fallimento 8/2013


Itinerari della giurisprudenza

può richiedere informazioni urgenti ai sensi dell’art. 15, comma 4, l.fall., b) il giudice relatore
può provvedere all’ammissione ed all’espletamento di mezzi istruttori richiesti dalle parti o di-
sposti d’ufficio, ai sensi dell’art. 15, comma 6, c) i dati relativi all’ammontare dei ricavi lordi nel
triennio antecedente al deposito dell’istanza di fallimento sono utilizzabili, ‘‘in qualunque modo
risulti’’, ai sensi dell’art.1, comma 2, lett. b, l.fall., d) in sede di reclamo la corte d’appello può
assumere ogni mezzo che reputi necessario ai fini della decisione, ai sensi dell’art.18, comma
10, l.fall. Secondo App. Torino 12 aprile 2012, in questa Rivista, 2012, 1440, con nota di Sta-
si, spetta al debitore in via d’eccezione dimostrare la prova dell’assenza dei requisiti dimensio-
nali, ferma restando la possibilità per il tribunale di utilizzare i propri poteri officiosi per verifica-
re la ricorrenza dei requisiti dimensionali. Al fine, bisogna considerare che l’esenzione per gli
imprenditori individuali e le società di persone di determinate dimensioni di istituire i libri conta-
bili a fini fiscali non comporta altresı̀ la facoltatività dell’istituzione ai fini contabili e fallimentari.
Infine, l’imprenditore che richiede il proprio fallimento ha l’onere della prova del requisito sog-
gettivo di superamento delle soglie e del requisito oggettivo (Trib. Monza 24 settembre
2010, su www.osservatorio-oci.org)

Il quando e il quomodo L’impresa in contabilità semplificata può dimostrare, anche per la prima volta in sede di recla-
della prova mo ex art. 18 l.fall., l’insussistenza dei requisiti di fallibilità, producendo le dichiarazioni dei red-
diti relative agli ultimi tre esercizi (ricavi lordi), il libro dei cespiti immobiliari (attivo patrimoniale)
ed il decreto di esecutività dello stato passivo oppure la relazione della Guardia di Finanza ac-
quisita in prime cure, da cui risulti l’ammontare complessivo dei debiti (App. L’Aquila 14 no-
vembre 2011, su www.osservatorio-oci.org). Il reclamo avverso la sentenza di fallimento è ca-
ratterizzato da un effetto devolutivo pieno, cosicché il debitore, pur non costituito innanzi al tri-
bunale, può indicare anche per la prima volta in sede di reclamo i mezzi di prova di cui intende
avvalersi al fine di dimostrare i limiti dimensionali dell’art. 1 l.fall. (App. Bari 25 gennaio 2010,
in www.osservatorio-oci.org, App. L’Aquila 15 novembre 2011, in questa Rivista, 2012, 235,
App. L’Aquila 20 settembre 2011, su www.osservatorio-oci.org, App. L’Aquila 15 luglio
2011, ivi, App. Cagliari 8 giugno 2011, cit., e App. Campobasso 24 marzo 2011, LPlus,
massima redazionale). Nello stesso senso, di recente, Cass. 6 giugno 2012, n. 9174 e 24
maggio 2012, n. 8227, secondo la quale l’impugnazione della sentenza dichiarativa di fallimen-
to, dopo la riforma, è caratterizzata da un effetto devolutivo pieno con la conseguenza che non
valgono le limitazioni degli artt. 342 e 345 c.p.c. e il fallito, benché non costituito in primo gra-
do, può indicare successivamente i mezzi di prova di cui intende avvalersi per dimostrare l’in-
sussistenza dei presupposti del fallimento. Tuttavia, siccome il reclamo deve contenere co-
munque l’esposizione dei fatti e degli elementi di diritto su cui si basa l’impugnazione, con le
relative conclusioni, solo entro tali limiti la corte d’appello può riesaminare la decisione del tri-
bunale, non potendo essere messi in discussione i punti di detta sentenza (ed i fatti già accer-
tati in primo grado) sui quali il reclamante non abbia sollevato censure di sorta. Ne deriva che
non è possibile revocare il fallimento valorizzando il mancato esercizio di un’attività produttiva
negli ultimi tre anni, laddove il tribunale abbia valutato per dichiarare il fallimento gli ultimi tre
anni di attività effettiva, se non vi sia stato reclamo sul punto (Cass. 28 ottobre 2010, n.
22110, in questa Rivista, 2011, 291, con nota di Teodoldi e Cass. 5 novembre 2010, n.
22546, ivi, 2011, 492)
Secondo App. L’Aquila 15 novembre 2011, cit., il principio di non contestazione trova applica-
zione anche nell’ambito del procedimento di reclamo ex art. 18 l.fall., se il reclamante allega in
modo analitico e completo i requisiti dimensionali, sebbene depositando una situazione conta-
bile riassuntiva piuttosto che i bilanci, e il Fallimento, costituito, non contesti specificamente le
singole voci esposte.
Le disposizioni di cui all’art. 214 ss c.p.c., attinenti al riconoscimento ed alla verificazione della
scrittura privata, non sono applicabili nel procedimento per la dichiarazione di fallimento, tenuto
conto che tale procedimento ha carattere sommario camerale, investe una materia sottratta al
potere dispositivo delle parti, tende al riscontro dei presupposti per l’instaurazione della proce-
dura concorsuale, senza un preciso accertamento delle obbligazioni facenti carico all’imprendi-
tore (cfr. App. L’Aquila 14 febbraio 2012, in questa Rivista, 2012, 683).

La società Nel caso della società in liquidazione volontaria è dubbio se il triennio debba decorrere a ritroso
in liquidazione dalla presentazione del ricorso di fallimento o dalla messa in liquidazione della società. Secon-
do Trib. Reggio Calabria 8 giugno 2010, in questa Rivista, 2010, 1335 e su www.osservato-
rio-oci.org non devono considerarsi come anni di riferimento quelli antecedenti al deposito del-
l’istanza di fallimento, bensı̀ i tre esercizi antecedenti alla messa in liquidazione della società.
Secondo Trib. Taranto 19 marzo 2007, in questa Rivista, 2007, 591, al fine di stabilire se una
società in liquidazione sia assoggettabile al fallimento, il requisito dimensionale relativo ai ricavi
lordi medi conseguiti negli ultimi tre anni va riferito al periodo di attività e non a quello di inatti-
vità conseguente allo stato di liquidazione, poiché, diversamente, si arriverebbe ad escludere
dal fallimento anche imprenditori di rilevanti dimensioni. Negli stessi termini App. Napoli 29

Il Fallimento 8/2013 1011


Itinerari della giurisprudenza

ottobre 2008, in www.osservatorio-oci.org. Viceversa, per Trib. Piacenza 22 gennaio 2007,


cit., il periodo triennale ai fini della fallibilità si calcola anche nel caso delle imprese in liquidazio-
ne con riferimento ai tre esercizi anteriori alla data dell’istanza di fallimento e non dal preceden-
te momento della cessazione anche di fatto dell’attività imprenditoriale. Analogamente per
Trib. Roma 12 dicembre 2006, in Dir Fall., 2007, 239, non può essere dichiarato il fallimento
di una società in liquidazione che, nell’ultimo triennio, non abbia emesso alcuna fattura e non
abbia svolto alcuna attività, posto che il superamento della soglia dei ricavi lordi e degli investi-
menti dev’essere guardato con riferimento agli ultimi tre esercizi antecedenti all’istanza di falli-
mento e senza riferimento all’attività precedente la fase di liquidazione. Nello stesso senso an-
che App. Milano 30 agosto 2007, cit., secondo il quale, al fine di stabilire se un’impresa sia
assoggettabile al fallimento, bisogna guardare ai risultati degli ultimi tre esercizi antecedenti l’i-
stanza di fallimento senza poter segmentare l’attività della società in fase di attività, inattività e
liquidazione.
Per Trib. Napoli, 18 ottobre 2008, in Corr. merito, 2009, 29 con nota di Bruno, la circostanza
che un’impresa sia in liquidazione non esclude necessariamente la sua valenza come struttura
organizzativa e quindi come struttura in qualche modo ricollocabile nel mercato, cosı̀ come
non è da escludere la utilità di un procedimento concorsuale nel caso di una significativa debi-
toria. È necessario quindi adeguare i criteri indicati dalla legge alla nuova finalità della struttura
aziendale, non più vista in prospettiva di continuazione, bensı̀ vista in termini liquidatori. Ne
consegue che l’ammontare dell’attività patrimoniale andrà valutato in base ai valori di bilancio
di liquidazione o, in mancanza di bilanci, a valori di mercato.
Infine, anche in ipotesi di società in liquidazione, spetta all’imprenditore la prova del possesso
dei requisiti soggettivi di non fallibilità. Al fine non è però sufficiente la produzione dei bilanci
relativi solo a due degli esercizi anziché a tre, anche laddove si deduca che l’impresa sia rima-
sta praticamente inattiva, essendo stato già liquidato il patrimonio e saldati tutti i debiti all’epo-
ca scaduti (App. Ancona 22 ottobre 2010, su www.osservatorio-oci.org).

1012 Il Fallimento 8/2013


Questioni nella pratica

La fattibilità del concordato


in continuità nella prospettiva
dell’aziendalista
di Giuseppe Farneti

La sentenza delle Sezioni unite della Cassazione del 23 gennaio 2013 ha enunciato il principio di diritto se-
condo cui «Il giudice ha il dovere di esercitare il controllo di legittimità sul giudizio di fattibilità della proposta
di concordato ... da intendere come obiettivo specifico perseguito dal procedimento ... finalizzato al supera-
mento della situazione di crisi dell’imprenditore ...». La sua applicazione ha suscitato perplessità nella dottri-
na, rendendo necessaria la considerazione della strumentazione che, secondo un approccio economico-
aziendale, può essere utilizzata. Su questa base è possibile elaborare il quadro delle conoscenze con cui si
è in grado, contemporaneamente, di ‘‘spiegare’’ la crisi e la valutazione prognostica, consentendo al Tribu-
nale di potersi esprimere nei termini enunciati nella sentenza.

1. Premessa
In questo contributo ci proponiamo di elaborare le conoscenze di tipo operativo, in grado di
orientare la definizione di regole comportamentali di agevole applicazione, per consentire a tut-
ti coloro che in ruoli diversi intervengono nelle procedure concorsuali, sia di formazione preva-
lentemente giuridica, sia economica, di disporre di schemi concettuali per affrontare, in ogni
circostanza, il tema della crisi d’impresa. L’impresa, in questo contesto, verrà esaminata nelle
cause che hanno determinato la sua crisi e nella prospettiva, nell’eventualità, di un suo risana-
mento.
La crisi d’impresa La recente riforma della legge fallimentare e in particolare l’introduzione della disciplina relativa
e la sentenza delle S.U. al concordato in continuità enfatizza l’importanza del tema qui considerato. La recentissima
della Cassazione sentenza delle Sezioni Unite del 23 gennaio 2013 (cfr. http://www.cortedicassazione.it/Docu-
menti/1521_01_13.pdf, il cui testo si può leggere, nelle parti principali, in questa Rivista, 2013,
149 ss. Circa la complessa problematica che la sentenza ha suscitato, proprio per gli aspetti
che interessano questo lavoro, si richiama per tutti: su questa Rivista, La fattibilità del piano
concordatario nella lettura delle Sezioni Unite, 2013, con interventi di M. Fabiani, 156 ss., di F.
De Santis, 279 ss., di I. Pagni, 286 ss., di A. Di Majo 291 ss.; L. Balestra, Brevi riflessioni sulla
fattibilità del piano concordatario: sulla pertinenza del richiamo da parte delle Sezioni Unite alla
causa in concreto, in Corr. Giur., 2013, 1 ss.; L. Panzani, I nuovi poteri autorizzatori del Tribuna-
le e il sindacato di fattibilità nel concordato, in Le Società, 2013, 565 ss.) ne impone poi la con-
siderazione per far sı̀ che la stessa possa trovare pacifica applicazione. Con una riflessione
complessiva ci proponiamo di indicare le conoscenze di tipo economico-aziendale che al riguar-
do possono essere utilizzate.
L’approccio, che è proprio dell’economista aziendale, anche quando si richiama a contenuti
della scienza economica di particolare rilievo e ampiamente dibattuti, non vuole avere carattere
dottrinario, ponendosi invece l’obiettivo di utilizzare alcune delle soluzioni e degli insegnamenti
della scienza aziendale in termini che siano coerenti con la finalità di elaborare le ricercate co-
noscenze e di farlo con modalità che siano facilmente comprensibili per gli operatori.

2. Il recente intervento delle Sezioni Unite aggiunge, alle problematiche esi-


stenti, quella della necessità di verificare la fattibilità del concordato
La crisi d’impresa In tutte le procedure concorsuali, sebbene con finalità e in condizioni parzialmente diverse, l’a-
nelle procedure nalisi della crisi dell’impresa è oggetto di profonda attenzione.
concorsuali Nel fallimento il curatore dovrà, nella relazione ex art. 33, primo comma della l.fall., spiegarne
le cause, il suo affermarsi nel tempo; considerare nel contesto cosı̀ descritto il comportamento
dell’imprenditore e le connesse implicazioni di tipo penale.
In tale procedura l’analisi della crisi potrà dimostrarsi anche utile in chiave prognostica; nel sen-
so che la liquidazione può comportare anche la cessione dell’azienda, secondo prospettive e

Il Fallimento 8/2013 1013


Questioni nella pratica

per importi che possono assai variare nella misura in cui si possa, o meno, affermare che l’im-
presa è ancora in grado di esprimere una potenzialità di produzione economica, seppure nel-
l’ambito in un rinnovato contesto che, eliminate le cause che hanno determinato la crisi, sia in
grado di farne percepire le possibilità di sfruttamento economico.
La valutazione Sin d’ora emerge che la valutazione prognostica deve fondarsi sulla precedente, quella connes-
prognostica sa alle cause della crisi, alla loro incidenza sui risultati, al loro susseguirsi nel tempo, poiché la
possibilità di potere considerare l’impresa e pertanto i valori aziendali come ancora suscettibili
di utilizzazione economica, in termini unitari, si fonda unicamente sulla dimostrazione che quel-
le cause sono state superate, o possono esserlo.
Questa seconda possibilità, la valutazione prognostica, che richiede a monte un’analisi della
crisi, nel concordato si esprime con maggiore frequenza. In questo tipo di procedura, ne con-
segue, la considerazione della crisi dell’impresa, non necessariamente in termini di conclamata
insolvenza, ma anche, seppure da verificare, di temporanea grave difficoltà ad esprimere equi-
librati valori economici e/o di solvibilità, costituisce la premessa della successiva indagine volta
a considerare la possibilità di dare continuità all’impresa, sia nell’ambito di una procedura liqui-
datoria, sia e soprattutto nell’ambito di una procedura concordataria che esplicitamente si pro-
ponga di dare continuità all’impresa, opportunamente risanata: dunque dopo un’analisi che
consenta di affermare che le cause della crisi sono superate o superabili e che l’impresa è an-
cora in grado di esprimere quegli equilibri gestionali, in termini di valori economici, finanziari e
patrimoniali, che siano in grado di riconoscere all’impresa la possibilità di continuare a produr-
re.
La conoscenza delle In tutta questa complessa casistica e per tutte le possibili finalità, come in parte sono state ri-
cause della crisi chiamate, s’impone un’analisi delle cause della crisi dell’impresa e un’analisi in chiave progno-
stica che dia conto del loro (eventuale) superamento. Attraverso la delineazione di un completo
‘‘quadro’’ di riferimento delle conoscenze che allo scopo si rende necessario acquisire e attra-
verso una specifica strumentazione che, nel rispetto di quelle conoscenze, sia in grado di
‘‘spiegare’’ la crisi e la soluzione in chiave prognostica.
Il recente intervento delle Sezioni Unite ha aggiunto, rispetto alle esigenze d’analisi già motiva-
te, un elemento di straordinaria importanza, determinante, che impone la considerazione di
uno schema concettuale unitario, per dare alla suddetta sentenza il carattere dell’effettività,
nella direzione che dalla stessa è stata delineata.
Le finalità del La sentenza suddetta afferma, infatti, che nella procedura concordataria si mischiano elementi
concordato secondo la pubblicistici ed elementi aventi natura negoziale, in vista dei quali, da una parte si giustifica il
Cassazione sacrificio richiesto al ceto creditorio che deve sottostare, nel suo insieme, alle conclusioni
espresse da una qualificata maggioranza, ma che d’altra parte impongono che le finalità dell’i-
stituto, consistenti nella sistemazione della crisi e nel soddisfacimento sia pur minimo di tutti i
creditori, costituiscano un risultato che sia sempre da considerare come raggiungibile e la cui
valutazione sia lasciata al Tribunale.
Nel ‘‘principio di diritto’’ enunciato dalla Sentenza S.U. si legge: «Il giudice ha il dovere di
esercitare il controllo di legittimità sul giudizio di fattibilità della proposta di concordato
...[che] si realizza facendo applicazione di un unico e medesimo parametro nelle diverse fasi
di ammissibilità, revoca ed omologazione in cui si articola la procedura di concordato preven-
tivo; il controllo di legittimità si attua verificando l’effettiva realizzazione della causa concreta
....da intendere come obiettivo specifico perseguito dal procedimento, ....finalizzato al supe-
ramento della situazione di crisi dell’imprenditore ....e all’assicurazione di un soddisfacimen-
to, sia pur ipoteticamente modesto e parziale dei creditori....».

La fattibilità Tale valutazione è stata qualificata come di ‘‘fattibilità’’ della valutazione prognostica. La sen-
della valutazione tenza precisa altresı̀ che la fattibilità della procedura, ergo della valutazione prognostica, deve
prognostica è lasciata potere essere effettuata dal Tribunale nei tre momenti tipici che qualificano, o possono qualifi-
al Tribunale care, la procedura:
 l’ammissibilità della domanda,
 la revoca della procedura medesima,
 il giudizio di omologazione.
In ognuno di questi tre momenti e dunque, stante la natura della revoca, in ogni momento del-
la procedura, il Tribunale può esprimersi nella direzione della non fattibilità della soluzione con-
cordataria. Deve al riguardo avere gli elementi conoscitivi per poterlo fare. Certamente la socie-
tà procedente e l’attestatore dovranno fornirli attraverso la loro autonoma valutazione.
V. M. Fabiani, cit, che a p. 161-162 sul punto chiarisce che «Un secondo brano chiarificatore
[della sentenza] è quello che si ‘concentra’ sulla decisività delle informazioni che debbono
affluire ai creditori; queste informazioni provengono dall’attestatore e dal commissario giudi-
ziale e il tribunale deve essere rigoroso nel verificare che l’informazione sia completa». E ag-
giungendo: «Sul punto si può fare una chiosa per precisare che se il valore dell’informazione
è elevato a requisito di legittimità del procedimento va sindacata dal giudice, anche d’ufficio,
la circostanza che vi sia stato un difetto nella trasmissione delle informazioni ai creditori».
Sul punto è di interesse la valutazione di I. Pagni, cit, che osserva che la Cassazione «ha

1014 Il Fallimento 8/2013


Questioni nella pratica

chiarito che il controllo non è di secondo grado (destinato cioè a realizzarsi soltanto sulla
completezza e congruità logica del professionista), ma si esercita direttamente sugli ele-
menti che l’attestatore fornisce, in una veste analoga (ma non identica, visto che si tratta di
un soggetto nominato dal debitore) a quella di un ausiliare del giudice, dalle cui valutazioni,
pertanto, il tribunale è libero di discostarsi, come fa nelle valutazioni non condivise, che gli
siano offerte da un qualunque suo ausiliare».

Ma, ecco il punto, secondo uno schema complessivo che sia razionale e che dunque sia in
grado di consentire al Tribunale di esprimere un giudizio, in ipotesi di non fattibilità della valuta-
zione prognostica, che sia anche difforme da quella dell’attestatore che assevera la proposta
concordataria, atteso che quest’ultimo è un ausiliario del giudice (Cfr. la Cass., Sez. Un., in
questa Rivista, 151, cit.), ed eventualmente anche in modo difforme dalle valutazioni espresse
dal Commissario. Ne consegue altresı̀ che, sempre nel rispetto dell’autonoma valutazione del
Tribunale, il Commissario ha comunque, si deve ritenere, il dovere nelle sue valutazioni di rife-
rire al Tribunale, ove si verifichi la determinante circostanza relativa all’acquisita consapevolez-
za che, in assoluto, o entro una forbice da quantificare (anche attraverso un’analisi di sensitivi-
tà), la fattibilità del concordato si presenta come non realizzabile, o di dubbia realizzabilità.
La valutazione La dottrina giuridica ha osservato come nella Sentenza non si definiscano i limiti (oggettivi -
del Tribunale sulla Problema questo che la Cass., Sez. Un. si pone, cfr. la sentenza, in questa Rivista, 151, cit.), in
idoneità del piano a funzione dei quali sia possibile individuare da una parte dove finisce l’autonomo giudizio del Tri-
risolvere bunale e, dall’altra, dove inizia la consapevole ed autonoma anch’essa, non giudicabile, assun-
la crisi zione del rischio imprenditoriale da parte del ceto creditorio, conseguente il primo dal carattere
parzialmente pubblicistico e il secondo da quello negoziale, entrambi non esclusivi, della proce-
dura.
L. Balestra, Brevi riflessioni sulla fattibilità del piano concordatario: sulla pertinenza del richia-
mo da parte delle Sezioni Unite alla causa in concreto, cit., si esprime nei seguenti termini:
«Affermando infatti che il tribunale deve valutare la fattibilità del piano in ragione del conte-
nuto, come tale identificato dalle Sezioni Unite con la causa in concreto del procedimento,
oltre che - come gli stessi giudici rilevano - decretare l’impossibilità di stabilire in astratto i li-
miti dell’intervento del tribunale, finisce irrimediabilmente per mettere in discussione l’esclu-
siva legittimazione, pur affermata, dei creditori in ordine alla fattibilità economica del piano,
poiché di fatto si risolve nella valutazione - per l’appunto in chiave prognostica - dell’idoneità
del contenuto, cosı̀ come concretamente emergente dal piano, a far conseguire la soluzione
della crisi e il soddisfacimento dei creditori alla stregua di quanto indicato nella proposta».
Ancora, L. Panzani, in I nuovi poteri autorizzatori del Tribunale e il sindacato di fattibilità nel
concordato, cit., osserva al riguardo: «Insomma, affermando che la fattibilità giuridica su cui
si estrinseca il sindacato del giudice riguarda anche la causa in concreto, si fa un’affermazio-
ne che potenzialmente amplia il controllo giudiziale all’intero contenuto del piano, lasciando
al giudice di merito un’amplissima discrezionalità».

Le conoscenze Le conoscenze di tipo economico-finanziario a fondamento dell’analisi e il quadro strumentale


che si rendono al riguardo proponibile, cui si farà riferimento nei due successivi paragrafi, costituiscono la ri-
necessarie sposta, sul piano tecnico ed operativo, alle pur motivate osservazioni. In altre parole è possibile
individuare quando sono presenti gli elementi che siano in grado di fare pensare a un supera-
mento della crisi e quando, sulla base di una razionale analisi quantitativa, sia possibile affer-
mare che, pur nell’assunzione del rischio imprenditoriale da parte del ceto creditorio circa la
misura che la proposta concordataria è in grado di soddisfare relativamente al rientro dei propri
crediti (la ‘‘convenienza’’ della proposta), vi è o meno (e con quale grado motivato di rischio), la
possibilità che il suddetto ceto creditorio possa essere, seppure in misura minima, soddisfatto.
Il superamento dello stato di crisi dell’imprenditore deve essere valutato, secondo la Cass.,
Sez. Un., in questa Rivista, 151, cit., come una composizione della stessa idonea a favorire
la conservazione dei valori aziendali e che «Ne consegue dunque che la proposta di concor-
dato deve necessariamente avere ad oggetto la regolazione della crisi, la quale a sua volta
può assumere concretezza soltanto attraverso le indicazioni delle modalità di soddisfacimen-
to dei crediti...» M. Fabiani, cit., a sua volta osserva che «La proposta sarà sempre una sol-
tanto: come regolare i crediti. Il ricorso al concordato preventivo presuppone necessaria-
mente la crisi dell’impresa e la volontà del debitore di affrontarla facendo sponda sulla ri-
strutturazione del debito; se manca questo, giungeremmo ad un uso strumentale del con-
cordato preventivo».

3. Il quadro delle conoscenze che, sempre, devono essere ricercate attraverso


l’analisi, sia consuntiva sia prospettica
Le crisi d’impresa possono avere origini assai diverse e si manifestano sempre attraverso squi-
libri economici, patrimoniali e finanziari che ne definiscono la patologia.
Le crisi possono essere reversibili o non reversibili, con l’osservazione che la linea di confine
può essere variamente tracciata in funzione di eventuali interventi esterni. Questi ultimi, infatti,
possono vedere il superamento delle patologie che ne sono causa, attraverso cambiamenti/in-

Il Fallimento 8/2013 1015


Questioni nella pratica

tegrazioni di tipo manageriale, nuove risorse finanziarie, ricollocazione delle funzioni produttive
e/o di marketing e/o amministrative.
Come predisporre Sotto il profilo economico-aziendale il problema di fondo che, al riguardo, va affrontato, è quello
il ‘‘quadro’’ delle cause di costruire un ‘‘quadro’’ delle conoscenze che sia in grado di fare comprendere l’entità della
della crisi crisi, le sue cause e che, poi, rispetto alla soluzione che si va costruendo (ad esempio, cessio-
ne dell’azienda e, in particolare, concordato in continuità o piano di ristrutturazione), consenta
di fare comprendere come quelle cause possono essere superate.
Quali sono i caratteri che devono qualificare il menzionato quadro diagnostico?
Lo stesso deve essere:
 di facile comprensione;
 di generale utilizzazione sia in fase diagnostica, sia in quella prognostica e, naturalmente, du-
rante la realizzazione della soluzione proposta;
 rispettoso delle conoscenze di fondo ormai abbastanza consolidate relative alle aziende e al
loro modo di operare, dunque delle best practice messe in atto dalla prassi migliore, secondo
la logica di chi opera all’interno delle aziende e che dunque dispone delle conoscenze necessa-
rie.
Quali devono essere, secondo la nostra visione, i suoi contenuti, in corrispondenza dei caratte-
ri sopra delineati?
 deve dar conto del comporsi degli equilibri aziendali, sia economici, sia patrimoniali, sia finan-
ziari;
 ne deve collegare le dinamiche, conseguendone che i risultati economici, specialmente quel-
li negativi, in unione con le modificazioni di tipo patrimoniale, devono essere visti nelle conse-
guenze che determinano sotto il profilo finanziario;
 le necessità di tipo finanziario, in particolare il deteriorarsi della posizione finanziaria netta
(espressa dai finanziamenti onerosi, essenzialmente) devono pertanto essere indagate attra-
verso l’analisi delle politiche, dunque delle cause, che vi hanno influito negativamente;
 questo quadro di riferimento deve essere completo e chiuso e deve costituire la cornice del-
le nostre analisi, prefigurando una sorta di standard al quale rapportarsi.
Il ‘‘quadro’’ che andiamo costruendo non serve dunque solamente a ‘‘valutare’’ la crisi d’im-
presa e le ‘‘soluzioni’’ che alla stessa possono essere date (come si verifica ad esempio e tipi-
camente nell’ambito di un concordato in continuità o in una ristrutturazione dei debiti); esso, in-
fatti, per il suo più generale significato, deve poter essere utilizzabile come normale strumento
di diagnosi, in particolare per prevenire le crisi, o per simulare i risultati d’ipotizzate politiche
aziendali.
Esso pertanto potrà essere utilizzato, tipicamente, nella predisposizione del piano attestato di
risanamento ex art. 67 della l.fall., terzo comma, lettera d.
Quali dunque i contenuti del ricercato ‘‘quadro’’ delle conoscenze?
Preliminarmente si può osservare che le tradizionali analisi utilizzate dagli analisti esterni (e so-
vente dai curatori, o nell’ambito delle diverse procedure qui richiamate) non sono complessiva-
mente di piena utilità, o almeno sufficienti. Basti al riguardo riflettere sul fatto che nella deter-
minazione degli indici di liquidità si ‘‘mischiano’’ debiti verso i fornitori con debiti verso le ban-
che a breve, ottenendo degli indicatori che non servono per comprendere come la crisi si è for-
mata, né la sua entità e neppure se le soluzioni proposte sono in grado di consentire la conti-
nuità dell’impresa.
I contenuti del A nostro avviso, la necessaria semplicità espositiva, già sottolineata, deve dare luogo ad uno
‘‘quadro’’ devono schema (o standard) informativo che, nel rispetto dell’intero complesso aziendale, informi sul-
anche fornire l’entità e sulle cause della crisi e indichi quali sono gli aspetti da approfondire e che dia pertan-
una guida to le informazioni che serviranno nella valutazione prognostica. Una sorta di check list, pertan-
per la valutazione to, che può essere utilmente impiegata dagli operatori, anche indipendentemente dall’utilizzo
prognostica della strumentazione di cui si dirà.
A completamento di quanto appena esposto si vuole sottolineare che le analisi di dettaglio
messe in atto dalla pratica, spesso assai corpose, possono essere controproducenti e indicati-
ve dell’impiego di una strumentazione deficitaria, se non si pongono come analisi di elementi
di un completo (anzi, sistemico) ‘‘quadro’’ di riferimento, del quale, di seguito, indichiamo i
contenuti.
Come è noto il bilancio, attraverso i documenti di conto economico e di stato patrimoniale,
esprime la dinamica economica di un periodo (l’anno solare in genere) e fotografa la situazione
patrimoniale e finanziaria che si è venuta a determinare al termine del periodo suddetto.
Dobbiamo, attraverso l’analisi:
1. ‘‘spiegare’’ i risultati economici e comprenderne le cause;
2. riferire i suddetti risultati, in funzione delle rispettive cause, alla dinamica patrimoniale e fi-
nanziaria che ha prodotto il risultato che è fotografato nello stato patrimoniale,
3. comprendere che la dinamica patrimoniale e finanziaria si realizza in funzione delle cause
economiche di cui al punto 1., ma anche per cause non economiche,
4. individuare la ‘‘posizione finanziaria netta’’ dell’impresa (indebitamento oneroso) e la sua di-

1016 Il Fallimento 8/2013


Questioni nella pratica

namica, come consegue dai menzionati risultati economici e dai movimenti (la dinamica) che
si sono prodotti sotto il profilo patrimoniale.
I diversi andamenti Preliminarmente deve osservarsi che l’andamento del ciclo economico si caratterizza per il
del ciclo economico continuo prodursi, ripetitivo o meno, di operazioni di acquisto-trasformazione-produzione-vendi-
e di quello monetario ta, secondo tempi che sono normalmente assai diversi da quelli dell’andamento del ciclo finan-
ziario, con particolare riferimento alla realizzazione d’incassi e pagamenti. I tempi diversi che
caratterizzano i due cicli, l’economico e il finanziario-monetario, mettono in luce la necessità di
acquisire le risorse (attraverso il capitale proprio o di prestito) che sono impiegate (in conse-
guenza dei pagamenti), in attesa di essere reintegrate (in conseguenza degli incassi).
La figura seguente descrive il fenomeno osservato secondo una tipologia diffusa, ma che am-
mette andamenti anche profondamente diversi.

Figura 1 - Ciclo economico e ciclo monetario a confronto

Il capitale impiegato Da essa appare come il capitale impiegato è determinato dall’entità del magazzino dell’impresa
nel ciclo produttivo e dalla durata del ciclo produttivo e che può essere diminuito dal credito concessoci dai nostri
fornitori (dilazione dei pagamenti), o può essere aumentato dagli anticipi che noi riconosciamo
agli stessi; può anche essere aumentato dalle dilazioni che noi conveniamo con i nostri clienti,
o diminuito dagli anticipi che gli stessi ci riconoscono.
Quando questo circuito, nella sua complessiva dimensione economico-monetaria, viene consi-
derato rispetto alle operazioni correnti, ripetitive, della gestione, il capitale in esso impiegato
viene definito come capitale circolante corrente. La sua considerazione, anche in termini ap-
profonditi, come normalmente deve essere fatto, si pone quale elemento centrale dell’analisi.
Quest’analisi approfondita è sempre necessaria e deve condurre a una spiegazione dei mo-
vimenti che caratterizzano il capitale circolante corrente, anche perche è da tale spiegazione
che dipende la qualificazione stessa della sua dinamica, se di tipo fisiologico, o patologico.
Ad esempio un aumento dei crediti verso clienti può conseguire da una politica che cerca
d’incrementare le vendite concedendo maggiori dilazioni di pagamento, ma può anche, parti-
colarmente nel contesto della crisi che stiamo vivendo, essere la conseguenza del fatto che
la clientela non rispetta più le convenute condizioni di pagamento, ponendo anche seri pro-
blemi di solvibilità e dunque di valutazione dei suddetti crediti.

La struttura del Strutturalmente il patrimonio aziendale è espresso:


patrimonio aziendale  dal capitale circolante impiegato,
 dal capitale non circolante, quello degli investimenti durevoli impiegati nei circuiti non ripetiti-
vi, espressi dai beni strumentali,
 dal capitale impiegato in attività accessorie, non riferibili all’attività produttiva (come impieghi
finanziari, o investimenti in immobili non pertinenti con la gestione caratteristica);
 dai finanziamenti che ci sono stati concessi onerosamente (i debiti di finanziamento) o a tito-
lo di capitale di proprietà (il patrimonio netto) e che nel complesso rendono possibile il com-
plesso degli impieghi appena delineati (le cosiddette attività).
La riclassificazione Si dovrà pertanto, per quanto si è appena osservato al punto 1., procedere alla riclassificazione
del conto economico del conto economico secondo il modello del VA e del risultato operativo, nel modo seguente:

Il Fallimento 8/2013 1017


Questioni nella pratica

Figura 2 - Conto economico riclassificato secondo il criterio del valore aggiunto

Si analizzano cosı̀ le ‘‘forze’’, riferibili a individuate aree gestionali, che hanno influito sul risulta-
to complessivo.
La riclassificazione Si dovrà altresı̀ procedere alla riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il modello di
dello stato pertinenza gestionale, nel modo seguente, come passo necessario per l’analisi della sua dina-
patrimoniale mica, come già osservato al punto 2. Con questo modello si mettono, infatti, in evidenza gli
elementi strutturali del patrimonio come sono stati appena definiti in funzione della loro parte-
cipazione ai processi produttivi, in coerenza con i caratteri e con l’operare delle imprese.

Figura 3 - Stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio della pertinenza gestionale

Il patrimonio si In tal modo si potranno analizzare le modificazioni intervenute nel patrimonio (la sua dinamica)
modifica per cause per aree gestionali e con riferimento agli appena richiamati quattro blocchi di elementi del patri-
economiche monio, per cause sia economiche sia non economiche, che nel complesso siano in grado di
e non economiche ‘‘spiegare’’ la variazione subita dalla posizione finanziaria netta.
Si sono cosı̀ chiarite tutte le possibili ‘‘cause’’, economiche e non economiche, suddivise per
aree gestionali, che spiegano perché un’impresa ha avuto bisogno di ricorrere all’indebitamen-
to oneroso, aumentandolo o diminuendolo, come sopra previsto al n. 3.
In estrema sintesi:
 dal conto economico di cui alla fig. 2, si evidenziano le risorse prodotte, o assorbite, dalla ge-

1018 Il Fallimento 8/2013


Questioni nella pratica

stione, per cause economiche (che sono parti del risultato economico complessivo), relative al-
le diverse aree gestionali, come evidenziate nella suddetta figura;
 dall’analisi dello stato patrimoniale, confrontato con quello del periodo precedente, è possibi-
le quantificare come è evoluto l’indebitamento oneroso e quantificare i suoi movimenti come
risultato che viene spiegato dalle menzionate cause economiche sommate alle cause non eco-
nomiche.
Si è detto delle cause economiche. Quelle non economiche attengono:
 Ai movimenti relativi al capitale circolante impiegato (area della gestione caratteristica corren-
te);
 Ai movimenti relativi agli investimenti in beni strumentali (area della gestione caratteristica
non corrente);
 Ai movimenti relativi agli investimenti in attività accessorie (area della gestione accessoria);
 Ai movimenti relativi al capitale di proprietà (area dei movimenti extra gestione).
Volendo individuare alcuni importanti dettagli si deve annotare, a completamento del ‘‘qua-
dro’’, che le cause economiche trovano spiegazione nei complessivi risultati economici dei
quali la fig. 2 ne esprime la sintesi.
L’analisi delle cause Ancora, le cause non economiche che influiscono sulla dinamica finanziaria e dunque sull’inde-
non economiche bitamento, sono più dettagliatamente riconducibili:
I - agli investimenti/disinvestimenti in capitale circolante tipico, essenzialmente
 Crediti relativi al ciclo produttivo, in particolare verso clienti
 Debiti relativi al ciclo produttivo, in particolare verso fornitori
 Magazzino, per:
– Materie prime
– Merci
– Semilavorati
– Prodotti finiti
– Prodotti in corso
II - agli investimenti/disinvestimenti in fattori produttivi pluriennali caratteristici, afferenti alle di-
verse tipologie di beni materiali e immateriali,
III - agli investimenti/disinvestimenti in attività accessorie, nelle diverse tipologie, riconducibili
principalmente agli immobili non caratteristici e agli investimenti finanziari,
IV - alle vicende relative al capitale di proprietà, per aumenti e diminuzioni (anche per dividendi
distribuiti) e per i connessi finanziamenti in previsione di un aumento dello stesso.

In tal modo il ‘‘quadro’’ delle conoscenze è pertanto in grado di ‘‘spiegare’’ che l’aumento o il
diminuire dei debiti onerosi si collega alla considerazione dei movimenti (o flussi) relativi:
– alle aree gestionali reddituali;
– agli investimenti (e disinvestimenti) nel capitale circolante tipico (ciclo degli acquisti-trasfor-
mazione-produzione-vendita), nei fattori pluriennali, o in quelli di tipo accessorio;
– alle vicende del capitale di proprietà.
Ognuna delle quali è suscettibile di essere approfondita.

Il ‘‘quadro’’ Nell’ambito del ‘‘quadro’’ proposto si può quantificare ogni causa e analizzarla, senza trascurar-
delle conoscenze ne alcuna e si può altresı̀ verificare in quale misura ogni causa incide sul formarsi dell’indebita-
permette di collegare mento oneroso, sopra richiamato al n. 4.
la crisi Si acquisiscono inoltre le conoscenze, ecco il punto, per effettuare ogni possibile valutazione
alla valutazione prognostica.
prognostica In ogni valutazione prognostica, infatti, si dovrà, sempre:
Ô E Considerare i risultati dell’analisi consuntiva, per meglio individuare le patologie, compren-
derne le cause, risalire alle politiche gestionali che sono state praticate.
Ô Verificare se quelle patologie sono prese in considerazione e vanificate, nel senso che sono
state affrontate nelle cause che ne erano all’origine, eliminandole, o riconducendole a diversi
risultati, sul fondamento di interventi esterni e/o di specifiche individuate politiche gestionali.
Ô Verificare altresı̀, sempre in termini di fattibilità della valutazione prognostica, se la stessa
porta o meno alla soluzione della crisi, attraverso la dimostrazione dell’esistenza di equilibrati ri-
sultati economici prospettici e di movimentazioni delle componenti del patrimonio che siano,
unitamente ai suddetti risultati economici, in grado nel loro complesso di attestare una ‘‘tenu-
ta’’ e/o un miglioramento della posizione finanziaria netta.
Ô Considerare, proseguendo nell’ambito dell’analisi di fattibilità della proposta concordataria,
la percentuale da soddisfare dei debiti (per le diverse classi), sia per affermare che la crisi del-
l’impresa è risolta positivamente, sia per dare al ceto creditorio ogni possibile elemento di valu-
tazione del rischio (analizzando in particolare i previsti movimenti delle componenti del patrimo-
nio); per verificare altresı̀ in quale misura, eventualmente entro quale forbice e in funzione dei
possibili scenari, è ipotizzabile un pagamento ai creditori, al fine di consentire una valutazione
del rischio da parte del ceto creditorio con riferimento alla percentuale indicata nella proposta

Il Fallimento 8/2013 1019


Questioni nella pratica

concordataria. Allo scopo i debiti verso i creditori ante proposta concordataria saranno indivi-
duati, nell’ambito dei fornitori (che sono parte del capitale circolante corrente) e nell’ambito dei
finanziatori (che sono parte fondamentale della posizione finanziaria netta), distinguendoli da
quelli che si formano nel contesto della gestione, sia durante il procedimento che porta all’o-
mologazione, sia successivamente relativamente al periodo preso in esame dalla proposta
concordataria.
L’analisi delle cause Con un’ulteriore e complessiva espressione delle cause economiche (relative al formarsi del ri-
del variare sultato economico) e non economiche, riferite alle diverse aree gestionali, la seguente figura
dell’indebitamento ‘‘spiega’’ l’evoluzione della posizione finanziaria netta (l’indebitamento oneroso) per ogni perio-
oneroso do esaminato della complessiva soluzione concordataria, cosı̀ sintetizzandosi le componenti
del ‘‘quadro’’ cui ci siamo riferiti.

Figura 4 - Il quadro delle conoscenze circa l’evoluzione prospettica della posizione finan-
ziaria netta, per ogni anno considerato

4. La strumentazione proposta e i suoi contenuti; la centralità della considera-


zione, in chiave prognostica, della complessiva analisi dei flussi economici, fi-
nanziari e patrimoniali
Il ‘‘quadro’’ La strumentazionequi considerata, relativamente all’analisi sia consuntiva sia prospettica, fa
delle conoscenze è principalmente riferimento ad un solo documento (la successiva fig. 5 e, poi, in termini più ap-
utilizzabile in ogni profonditi, la 7), in grado di riepilogare ed esporre, in ogni situazione, ordinatamente e in termi-
situazione ni facilmente comprensibili, il ‘‘quadro’’ delle conoscenze che si è delineato (come da fig. 4).
Quest’ultimo, si vuole ripetere, costituisce un ‘‘numero chiuso’’, nel senso che tutte le sue
componenti devono essere indagate, con maggiore o minore analiticità, ma con attenzione al
rilievo delle variabili considerate nella specificità di ogni impresa. D’altra parte le suddette com-
ponenti, o aree d’indagine, esauriscono il quadro delle conoscenze cui riferirsi.
Ne consegue che il ‘‘quadro’’ costituisce un importante riferimento conoscitivo per tutti gli
operatori, indipendentemente dalla strumentazione utilizzata, per verificare se l’analisi progno-
stica è plausibile, corretta, completa e coerente.
Il ‘‘quadro’’ che si è cosı̀ delineato individua la tipologia di informazioni che debbono affluire
ai creditori, necessarie affinché l’informazione sia completa e pertanto legittima, come è sta-
to indicato al par. 2 .

La strumentazione La strumentazione proposta e in parte già anticipata fa proprio, interiorizza, il ‘‘quadro’’ che si è
che viene proposta delineato.
consegue dal suddetto Essa comprende:
‘‘quadro’’ 1. La sequenza (consuntiva e prospettica) dei conti economici riclassificati (come da fig. 2).
delle conoscenze 2. La sequenza dei documenti di stato patrimoniale riclassificati (come da fig. 3).
3. Il rendiconto (se consuntivo), o piano (se prospettico), economico, patrimoniale e finanziario,
che di seguito (fig. 5) viene presentato nella sua formulazione sintetica, dove si può agevol-
mente verificare che fa propria quell’analisi del ‘‘quadro’’ che è stata descritta come necessa-
ria e che viene visualizzata nella figura 4. Successivamente (come da fig. 7) il rendiconto/piano
è presentato nella sua formulazione più consueta, con una maggiore analisi.

1020 Il Fallimento 8/2013


Questioni nella pratica

Figura 5 - Rendiconto/piano economico, patrimoniale e finanziario - formulazione sinte-


tica

4. L’analisi delle variazioni (fra due periodi) del capitale circolante corrente (figura 6), nel suo to-
tale algebrico, esprime il complessivo movimento di cui alla riga 5 della figura 5.

Figura 6 - Analisi dei flussi di CCN

5. L’analisi della variazione della posizione finanziaria netta, che costituisce un approfondimen-
to della riga 14 della menzionata figura 5 e che consiste nell’analisi dei finanziamenti onerosi al-
l’inizio del periodo considerato, di quelli alla fine del medesimo periodo e delle connesse varia-
zioni e, se presente, della liquidità.
Il documento Va precisato che il documento centrale della proposta strumentazione è quello di cui sopra al
‘‘centrale’’ numero 3 (precisamente, la fig. 5) e che gli altri possono essere considerati quali allegati del
da utilizzare, in ogni medesimo per approfondirne i contenuti.
tipo Si deve annotare che la variazione del CCN di cui alla riga 5 è sottratta e non comprende la li-
di analisi, consuntiva quidità. Va sottratta perché ogni aumento di CCN comporta l’impiego di risorse che si riflettono
o prognostica in un peggioramento della posizione finanziaria netta e viceversa. Il CCN è poi considerato al
netto della liquidità poiché quest’ultima è ricompresa nella posizione finanziaria netta.
Considerato che il documento di cui alla figura 5 trova completamento nell’analisi di cui alla fi-
gura 6, si può proporre un’integrazione delle stesse, cosı̀ pervenendo alla delineazione della
struttura proposta nella sua configurazione più significativa, come da figura 7.

Il Fallimento 8/2013 1021


Questioni nella pratica

Figura 7 - Rendiconto/piano economico, patrimoniale e finanziario - formulazione proposta

Si consideri anche che, per facilitare la predisposizione del documento, nella riga indicata al n.
16 potrebbe essere inserito il flusso relativo all’intera gestione fiscale.
Operativamente l’analisi che porta alla formulazione sia del rendiconto sia del piano economi-
co-patrimoniale e finanziario in grado di analizzare la proposta concordataria, riconducibile alla
predisposizione del documento di cui alla figura 7, consegue da una metodologia (per maggiori
dettagli sulla metodologia seguita e per le relative esemplificazioni, seppure riferite ad un’im-
presa in funzionamento, si veda G. Farneti, Processi e strumenti di programmazione d’impre-
sa, Torino, 2007) che si presenta in termini diversi laddove si voglia analizzare il passato o ci si
proponga invece di formulare un piano e tipicamente la proposta concordataria.
L’analisi che porta al rendiconto, che per sua natura è elaborata dopo la gestione, si fonda es-
senzialmente sui diversi documenti di bilancio, opportunamente riclassificati e sul confronto
fra stati patrimoniali per ricavarne i flussi lordi dei movimenti che danno poi contenuto al docu-
mento ricercato.
La valutazione L’analisi che porta alla formulazione del piano trova fondamento invece nelle seguenti attività,
prognostica e la riferite ad ogni periodo considerato: la formulazione del conto economico previsionale, ma
fattibilità provvisorio (relativamente alla quantificazione degli oneri finanziari); la formulazione della previ-
del concordato sione dei flussi patrimoniali e, successivamente, del piano, anch’esso provvisorio, che chiari-
sce i movimenti relativi alla posizione finanziaria; la predisposizione infine del conto economico
e del piano definitivi.
La fattibilità del concordato risiede nella previsione di una variazione finanziaria netta prospetti-
ca (riga 17 della figura 7) tendenzialmente positiva, considerata come esito complessivo delle
previste politiche aziendali, esaminate in tutti gli aspetti che possono avere un rilievo sulla
stessa, in grado altresı̀ di assicurare un credibile rimborso dei creditori in ogni classe, dunque
anche ai creditori chirografari.
Naturalmente la valutazione prognostica non fa riferimento a valori oggettivi, ma invece sog-
gettivi in quanto prospettici e dunque di tipo previsionale; essa si sostanzia, infatti, in ipotesi,
consistenti in valutazioni ragionate circa l’andamento futuro dei fenomeni considerati. I neces-
sari contenuti dell’analisi sono oggettivi. Soggettiva rimane invece la loro valutazione.
Può essere al riguardo utile, come si è già annotato, considerare una possibile forbice, entro la
quale tali valori possono modificarsi, in funzione di una diversa probabilità di loro verificazione
ad essi associabile. Tale forbice assume un ruolo notevole in presenza di percentuali più basse
di soddisfacimento previsto per i creditori chirografari, perché in tal caso la parte più bassa del-
la forbice potrebbe attestare l’impossibilità di riconoscere ad essi una qualsiasi percentuale di
rientro nei loro crediti e dunque qualificare in tal modo la proposta concordataria come non fat-
tibile.
La valutazione circa la fattibilità, è stato chiarito dalle Sezioni Unite, si deve affermare all’inizio
della procedura, durante la stessa e nel giudizio di omologazione; sulla base, ne siamo convin-
ti, cosı̀ concludendo le presenti riflessioni, delle conoscenze progressivamente acquisite du-
rante la procedura, da consolidare e interpretare nell’ambito dello schema concettuale propo-
sto, riconducibile al ‘‘quadro’’ di cui alla figura 4 e allo strumento di cui alla figura 7.

1022 Il Fallimento 8/2013


Fisco e fallimento
Rassegna

Osservatorio tributario
a cura di Enrico Stasi

LEGISLAZIONE quindici giorni, indicando analiticamente le cause della irre-


golarità.
Qualora il DURC richiesto direttamente dall’amministrazione
LE PRINCIPALI NOVITà NORMATIVE DEL ‘‘DECRETO DEL FA- segnali un’inadempienza contributiva relativa a uno o più
RE’’ soggetti impiegati nell’esecuzione del contratto, quest’ulti-
ma dovrà trattenere dal certificato di pagamento l’importo
Decreto Legge 21 giugno 2013 n. 144 corrispondente all’inadempienza al fine di versarlo all’ente
‘‘Disposizioni urgenti per il rilancio dell’economia’’ previdenziale creditore.
c) Modifiche alla disciplina della responsabilità fiscale
In data 21 giugno 2013, è stato pubblicato sulla Gazzetta Uf-
negli appalti
ficiale il Decreto legge 21 giugno 2013 n. 69, recante ‘‘Di-
Il nuovo art. 35, comma 28, del D.L. n. 223/2006, cosı̀ come
sposizioni urgenti per il rilancio dell’economia’’.
modificato dall’art. 50 del decreto in commento, statuisce
Il decreto si compone di 86 articoli suddivisi in tre titoli con-
che, in caso di appalto di opere o di servizi, l’appaltatore ri-
tenenti, rispettivamente, misure per la crescita economica,
sponde in solido con il subappaltatore, nei limiti dell’ammon-
per le semplificazioni, per l’efficienza del sistema giudiziario
tare del corrispettivo dovuto, del versamento delle ritenute
e per la definizione del contenzioso civile.
fiscali sui redditi di lavoro dipendente dovute dal subappalta-
In tema di semplificazioni, meritano di essere segnalate le
tore all’Erario in relazione alle prestazioni effettuate nell’am-
disposizioni seguenti.
bito del rapporto di subappalto. Viene dunque cancellata la
a) Data unica efficacia degli obblighi amministrativi
responsabilità solidale negli appalti e subappalti con specifi-
L’art. 29 prevede la fissazione di una data unica di decorren-
co riguardo all’Iva.
za dell’efficacia degli obblighi amministrativi introdotti, a cari-
d) Abrogazione del 770 mensile
co di cittadini e imprese, da atti normativi del Governo e da
L’art. 51 del decreto cancella la norma che aveva introdotto
regolamenti ministeriali, individuandola nel 18 gennaio o nel
18 luglio successivi alla loro entrata in vigore, fatta salva la l’obbligo di comunicare mensilmente, in via telematica, i dati
sussistenza di particolari esigenze di celerità dell’azione am- retributivi e le informazioni necessarie per il calcolo delle rite-
ministrativa o derivanti dalla necessità di dare tempestiva at- nute fiscali e dei relativi conguagli (art. 44-bis D.L. n. 269/
tuazione ad atto dell’Unione europea. 2003), obbligo che, a seguito di reiterati rinvii, sarebbe dovu-
Per obbligo amministrativo si intende qualunque adempi- to entrare a regime a partire dal 2014.
mento comportante raccolta, elaborazione, trasmissione, e) Riscossione a mezzo ruolo
conservazione e produzione di informazioni e documenti, cui L’art. 52 ha introdotto significative modiche alla riscossione
i cittadini e le imprese sono tenuti nei confronti della pubbli- mediante ruolo disciplinata dal d.p.r. n. 602/1973.
ca amministrazione. In primo luogo, viene prevista la possibilità di rateizzare il de-
b) Semplificazioni in materia di Durc bito tributario fino a 120 rate mensili in caso di comprovata e
Le novità riguardano principalmente la validità temporale del grave situazione finanziaria dovuta alla congiuntura economi-
documento unico di regolarità contributiva (DURC) rilasciato ca. Ai fini della concessione di tale maggiore rateazione, si
per i contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Ai sensi intende per comprovata e grave situazione di difficoltà quella
del comma 5 dell’art. 31, esso avrà, quindi, validità per un in cui ricorrono congiuntamente le seguenti condizioni:
tempo massimo di 180 giorni dalla data di emissione, fatta a) accertata impossibilità per il contribuente di assolvere il
eccezione per il pagamento del saldo finale per il quale è in pagamento del debito tributario secondo un piano di ratea-
ogni caso necessaria l’acquisizione di un nuovo DURC. zione ordinario;
Al fine di alleggerire le imprese dal peso burocratico dell’a- b) valutazione della solvibilità del contribuente in relazione al
dempimento, le stazioni appaltanti potranno acquisire d’uffi- piano di rateazione concedibile.
cio, attraverso strumenti informatici, documento unico di re- In caso di rateazione in essere, la stessa potrà essere man-
golarità contributiva. L’acquisizione d’ufficio del DURC ri- tenuta laddove non vengano pagate fino a un massimo di ot-
guarda: la verifica della dichiarazione sostitutiva relativa al re- to rate anche non consecutive, contro le due consecutive
quisito di cui all’art. 38, comma 1, lett. i), D.Lgs. 12 aprile previste in precedenza.
2006, n. 163 (assenza di violazioni gravi, definitivamente ac- In secondo luogo, per quanto riguarda l’espropriazione, le
certate, alle norme in materia di contributi previdenziali e as- novità consistono nel divieto di avviare l’esecuzione se l’uni-
sistenziali) nonché l’aggiudicazione del contratto ai sensi del- co immobile di proprietà del debitore, che non rientri nella
l’articolo 11, comma 8, del codice di cui al citato D.Lgs n. categoria delle abitazioni di lusso di cui al decreto del Mini-
163/2006, a mente del quale l’aggiudicazione definitiva di- stro per i lavori pubblici 2 agosto 1969 ovvero nelle categorie
venta efficace dopo la verifica del possesso dei prescritti re- catastali A/8 e A/9, è adibito ad uso abitativo e lo stesso vi ri-
quisiti. siede anagraficamente. Negli altri casi l’espropriazione im-
In caso di mancanza dei requisiti per il rilascio del DURC, gli mobiliare è possibile, ma l’importo complessivo del credito
Enti preposti al rilascio, prima dell’emissione del documento per cui si procede deve essere superiore a 120.000 euro.
o dell’annullamento di quello già rilasciato, invitano l’interes- L’espropriazione può essere avviata se è iscritta l’ipoteca di
sato, mediante posta elettronica certificata o con lo stesso cui all’art. 77 del d.p.r. n. 602/1973 e sono decorsi almeno
mezzo per il tramite del consulente del lavoro, a regolarizza- sei mesi dall’iscrizione della stessa senza che il debito sia
re la propria posizione entro un termine non superiore a stato estinto.

Il Fallimento 8/2013 1023


Fisco e fallimento
Rassegna

Inoltre viene previsto che i beni strumentali relativi all’eserci- misura del 101% per quello ai fini Ires; i commi 19 e 20 pre-
zio dell’attività d’impresa di cui all’art. 515 c.p.c. (compreso il cisano che detta modifica normativa produce effetti solo sul-
caso in cui il debitore sia costituito in forma societaria e in la seconda o unica rata. Da ciò consegue che la rata di giu-
ogni caso se nelle attività del debitore risulta una prevalenza gno-luglio 2013 deve essere calcolata con le ‘‘vecchie’’ per-
del capitale investito sul lavoro), possono essere pignorati centuali, mentre quella di novembre 2013 va determinata
solo nei limiti del quinto, quando il presumibile valore di rea- come differenza tra quanto complessivamente dovuto (nuo-
lizzo degli altri beni rinvenuti dall’ufficiale esattoriale o indica- ve percentuali) e quanto eventualmente versato in sede di
ti dal debitore non appare sufficiente per la soddisfazione prima rata.
del credito. c) Ritenute operate su interessi e altri proventi corrispo-
Infine, per ciò che attiene la disciplina (speciale) del pignora- sti ai titolari di conti correnti e di depositi
mento presso terzi di cui all’art. 72 bis del d.p.r. n. 602/ Per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2013 e per
1973, viene stabilito in 60 giorni dalla notifica del pignora- quello successivo, l’acconto di cui all’art. 35, comma 1, D.L.
mento (in precedenza erano 15 giorni) il termine a decorrere n. 46/1976, deve essere versato nella misura del 110% (art.
dal quale Equitalia può chiedere al debitore del contribuente 11, comma 21). Gli effetti dell’aumento non si producono al-
pignorato di versare le somme direttamente nelle sue mani. la prima scadenza del 16 giugno ma a quella del 16 ottobre.
f) Proroga del versamento dell’imposta sulle transazioni
finanziarie
L’art. 56 del decreto interviene sull’art. 1, comma 497, della PRASSI
L. n. 228/2012 in materia di imposta sulle transazioni finan-
ziarie, rinviando dal 18 luglio 2013 al 18 settembre 2013 il ter-
mine di decorrenza di applicazione dell’imposta per le opera- CREDITI RISULTANTI DA DICHIARAZIONI OMESSE
zioni di cui ai commi 492 e 495 (negoziazioni su derivati e Agenzia delle Entrate - Circolare n. 21/E del 25 giugno
negoziazioni ad alta frequenza).
2013
Sono parimenti rinviati i termini entro i quali deve essere
eseguito il versamento dell’imposta sui trasferimenti di pro- Con la recente circolare n. 21/E del 25 giugno 2013, l’Ammi-
prietà di cui al comma 491 e sugli ordini di cui al comma nistrazione finanziaria modica il proprio precedente orienta-
495 effettuati fino al 30 settembre 2013; il termine entro il mento interpretativo (cfr. circolare n. 34/E del 6 agosto
quale l’imposta va versata è fissato al 16 ottobre 2013. An- 2012), riconoscendo in capo al contribuente che abbia
che per le operazioni su strumenti finanziari derivati e valori omesso la presentazione della dichiarazione Iva annuale il di-
mobiliari poste in essere nel mese di settembre 2013, il ver- ritto di chiedere il rimborso del tributo.
samento dell’imposta deve aver luogo entro il 16 ottobre Dal punto di vista procedurale, l’Agenzia precisa che a segui-
2013. to del ricevimento della comunicazione di irregolarità, se il
contribuente ritiene che il credito non dichiarato sia fondata-
mente ed effettivamente spettante, può attestarne l’esisten-
LE PRINCIPALI NOVITà FISCALI DEL ‘‘DECRETO LAVORO’’
za contabile mediante la produzione all’ufficio competente,
Decreto Legge 28 giugno 2013 n. 76 ‘‘Primi interventi ur- entro il termine previsto dagli artt. 36 bis, comma 3, D.P.R.
genti per la promozione dell’occupazione, in particolare n. 600/73 e 54 bis, comma 3, D.P.R. n. 633/72 (e cioè entro
giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di i trenta giorni successivi al ricevimento della comunicazione)
Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finan- di idonea documentazione (ad esempio, con riferimento alle
ziarie urgenti’’ eccedenze Iva, mediante esibizione dei registri Iva e delle re-
lative liquidazioni, della dichiarazione cartacea relativa all’an-
In data 28 giugno 2013 è stato pubblicato sulla Gazzetta Uffi- nualità omessa, delle fatture e di ogni altra documentazione
ciale n. 150, il D.L. n. 76 del 16 giugno 2013 (c.d. ‘‘Decreto ritenuta utile). In questo modo, la dimostrazione dell’esisten-
Lavoro’’) recante interventi urgenti per la promozione dell’oc- za contabile del credito pone il contribuente, anche se in ri-
cupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, tardo, nella stessa condizione in cui si sarebbe trovato qualo-
nonché nuove misure riguardanti l’imposta sul valore aggiun- ra avesse correttamente presentato la dichiarazione.
to e in materia fiscale. Resta, naturalmente, ferma la possibilità per l’ufficio di effet-
Il decreto, inter alia, prevede: tuare le attività di controllo ai fini dell’Iva, delle imposte sui
a) Proroga aumento Iva redditi o dell’Irap in merito alla dichiarazione omessa, anche
Il comma 1 dell’art. 11 fa slittare dal 18 luglio 2013 al 18 otto- per accertare la reale esistenza della pretesa creditizia. In
bre 2013 l’aumento dell’aliquota ordinaria. Merita ricordare, esito a tali verifiche, qualora riscontri l’esistenza contabile
in proposito, che il D.L. n. 201/2011 aveva previsto, con ef- del credito, l’ufficio, analogamente a quanto previsto nella
fetto dal 18 ottobre 2012, l’aumento delle aliquote Iva del 10 fase contenziosa, anziché chiedere il pagamento seguito da
e del 21% rispettivamente al 12 e al 23%. Successivamen- un’istanza di rimborso, potrà scomputare direttamente l’im-
te, la legge di stabilità 2013 aveva modificato tale previsione porto del credito dalle somme complessivamente dovute in
limitando l’aumento alla sola aliquota ordinaria (dal 21 al base all’originaria comunicazione di irregolarità e, conse-
22%), con decorrenza 18 luglio 2013. guentemente, ai sensi dell’art. 2, comma 2, D.Lgs. 18 di-
b) Aumento acconto Irpef e Ires cembre 1997, n. 462, emettere una comunicazione definiti-
Al fine di trovare la copertura per la proroga dell’aumento va contenente la rideterminazione delle somme che residua-
dell’aliquota ordinaria Iva, è stata incrementata la misura de- no da versare a seguito dello scomputo operato.
gli acconti Irpef e Ires. L’agenzia delle Entrate precisa, ancora, che sono comunque
In particolare, i commi 18 e 20 dell’art. 11 del decreto in esa- dovuti gli interessi e la sanzione contestata, ai sensi dell’art.
me prevedono che, a decorrere dal periodo di imposta in 13 del D.Lgs. n. 471/1997, sulla parte di credito effettiva-
corso al 31 dicembre 2013, gli acconti di cui trattasi siano mente utilizzata. Laddove il contribuente provveda a pagare
versati nella misura del 100% per quello ai fini Irpef e nella le somme dovute entro trenta giorni dal ricevimento della

1024 Il Fallimento 8/2013


Fisco e fallimento
Rassegna

comunicazione definitiva contenente la rideterminazione del- zione e fino alla scadenza del contratto. Rimane valida ed ef-
le somme medesime, sarà possibile beneficiare della ridu- ficace l’eventuale manifestazione di volontà dell’opzione già
zione della predetta sanzione ad un terzo, ai sensi del citato effettuata con le modalità di cui alla risoluzione n. 2/E/2008,
comma 2 dell’art. 2 del D.Lgs. n. 462/1997. ferma restando, naturalmente, la necessità di integrazione
Nel documento di prassi in esame viene ulteriormente chia- del contratto.
rito che l’accertamento dell’esistenza contabile del credito Per ciò che concerne i contratti relativi a fabbricati strumen-
può essere effettuato esclusivamente dall’ufficio competen- tali in corso al 26 giugno 2012, che passano da un regime
te nei confronti del contribuente, il quale avrà cosı̀ la possibi- naturale di imponibilità obbligatoria (con aliquota nella misura
lità di valutare l’opportunità di effettuare o segnalare tempe- ordinaria) a un regime naturale di esenzione, nel caso in cui
stivamente all’ufficio controlli, eventuali riscontri sostanziali il locatore non voglia modificare il regime di imponibilità ef-
in merito all’effettiva esistenza del credito. fettivamente utilizzato, non è necessario né integrare il con-
L’amministrazione finanziaria precisa, infine, che il contri- tratto, né effettuare comunicazioni, in quanto sotto il profilo
buente, cui viene riconosciuto l’utilizzo dell’eccedenza a cre- sostanziale nulla cambia.
dito che si sarebbe dovuta esporre nella dichiarazione omes- È invece possibile il cambio del regime originario di imponibi-
sa, deve essere reso formalmente edotto che l’avvenuta di- lità limitatamente ai canoni residui e con vincolo fino alla
mostrazione dell’esistenza contabile del credito non preclu- scadenza contrattuale, mediante formalizzazione dell’opzio-
de, in alcun modo, il potere del Fisco di controllare, ove lo ri- ne in un atto integrativo che può essere registrato facoltati-
tenga opportuno e nei termini normativamente previsti, l’ef- vamente.
fettività sostanziale del credito medesimo ed eventualmen- Per quanto attiene la cessione di fabbricati abitativi, la circo-
te, procedere al recupero dello stesso con le relative ulteriori lare in commento rammenta che il loro regime naturale è
conseguenze sanzionatorie. quello di esenzione Iva, con esclusione delle cessioni poste
in essere dalle imprese costruttrici o di ripristino degli stessi
Riferimenti e segnalazioni: Prassi – Agenzia Entrate, circ. n. 34/E entro cinque anni dall’ultimazione della costruzione o dell’in-
del 6 agosto 2012, in BigUnico online. tervento, di quelle poste in essere anche successivamente
attraverso l’esercizio dell’opzione da parte del cedente nel
REGIME IVA NELLA CESSIONE E LOCAZIONE relativo atto e delle cessioni da chiunque effettuate in rela-
zione ad alloggi sociali per le quali nel relativo atto il cedente
DI FABBRICATI abbia manifestato espressamente l’opzione per l’imposizio-
Agenzia delle Entrate - Circolare n. 22/E del 28 giugno ne.
2013 Le imprese di costruzione o di ristrutturazione possono opta-
re per l’imponibilità Iva, da attuare con il meccanismo del re-
Con la circolare n. 22/E del 2013, l’Amministrazione Finanzia- verse charge, se l’acquirente è un soggetto passivo di impo-
ria ha illustrato le novità in materia di Iva introdotte dal D.L. sta che agisce in quanto tale.
n. 83/2012 alla disciplina delle cessioni e delle locazioni di Per gli immobili strumentali, invece, il regime naturale di
fabbricati prevista dall’art. 10, comma 1, nn. 8), 8 bis) e 8 esenzione lascia spazio all’assoggettamento a Iva nelle ces-
ter) del D.P.R. n. 633/1972. sioni dei costruttori entro i cinque anni, e per le quali nel re-
a) La locazione di immobili lativo atto il cedente abbia espressamente manifestato l’op-
Il documento di prassi in esame rammenta, anzitutto, che in zione. La norma prevede che l’opzione vada esercitata nel
base al nuovo testo dell’art. 10 del D.P.R. n. 633/1972 la re- relativo atto; l’interpretazione dell’Agenzia nel documento di
gola generale prevista per le locazioni di fabbricati abitativi e prassi in esame è nel senso che nel caso di stipula di con-
quella dell’esenzione Iva, salva la possibilità di applicare l’im- tratto preliminare l’opzione può essere espressa anche in ta-
posta (con l’aliquota del 10%) - previa specifica opzione del le sede; l’imponibilità eventualmente espressa in sede di
locatore espressa nel relativo contratto di locazione - alle se- preliminare è vincolante anche in relazione al regime applica-
guenti operazioni: a) locazioni di fabbricati abitativi effettuate bile al saldo (oltre agli acconti).
da imprese costruttrici o di ripristino degli stessi; Con riferimento all’imposta di registro, infine, l’Amministra-
b) locazioni di fabbricati abitativi destinati ad ‘‘alloggi sociali’’ zione finanziaria rammenta che le nuove disposizioni non
come definiti dal D.M. 22 aprile 2008 (per questi immobili hanno modificato le regole per l’imposizione indiretta ‘‘di re-
l’opzione è esercitabile dal 24 gennaio 2012). gistro’’, che per le locazioni strumentali continua a essere
L’opzione è vincolante per tutta la durata del contratto; nel applicata nella misura dell’1 per cento. Per i fabbricati abitati-
caso di successione del contratto, con il subentro di un terzo vi soggetti a Iva, permane l’obbligo della registrazione in mi-
in qualità di locatore, quest’ultimo potrà modificare il regime sura fissa, pari ad euro 67, con la precisazione che non è
Iva con modalità operative che l’Amministrazione Finanziaria rimborsabile l’imposta assolta in misura proporzionale del
si riserva di indicare successivamente. 2% nei casi di passaggio dal regime di esenzione a quello
Per i contratti relativi ad immobili abitativi in corso al 26 giu- imponibile. Nel caso in cui l’imposta sia stata versata per l’in-
gno 2012, l’opzione (che sarà vincolante per tutta la durata tera durata del contratto, è tuttavia possibile chiedere il rim-
residua del contratto) dovrà essere formalizzata mediante at- borso di quanto pagato per le annualità successive a quella
to integrativo che, ove non redatto per atto pubblico o scrit- in cui l’opzione viene esercitata.
tura privata autenticata, non deve necessariamente essere L’Agenzia affronta, infine, il tema della fase transitoria nel
registrato; la registrazione al costo fisso di 67 euro è dunque passaggio dalle vecchie alle nuove regole, in cui gli acconti
facoltativa, ma in caso di mancata registrazione, dovrà esse- corrisposti prima del 26 giugno 2012 possono essere stati
re data notizia alle Entrate dell’esercizio dell’opzione, con assoggettati ad un regime Iva diverso rispetto a quello appli-
modalità operative ancora da specificare. cabile al saldo da corrispondere al rogito, se successivo al
L’opzione può essere esercitata, successivamente al 26 giu- 26 giugno 2012, evidenziando che al fine di evitare una du-
gno 2012, senza limiti temporali, con effetto sui canoni ri- plice tassazione si dovrà tener conto di quanto eventualmen-
scossi o fatturati a partire dal momento di esercizio dell’op- te assoggettato in un comparto piuttosto che nell’altro.

Il Fallimento 8/2013 1025


Fisco e fallimento
Rassegna

In particolare, nel caso di stipula del contratto preliminare samenti di ritenute operate dalla società, risultanti a seguito
con pagamento di acconti in esenzione da Iva prima del 26 del controllo delle dichiarazioni presentate dalla stesso cura-
giugno 2012 e stipula del contratto definitivo con esercizio tore.
di opzione per l’applicazione dell’imposta dopo il 26 giugno Il ricorrente non contestava la legittimità dell’iscrizione a ruo-
2012, con saldo imponibile Iva. In questo caso, in applicazio- lo del debito nei confronti della società, bensı̀ il proprio difet-
ne della disciplina previgente, gli acconti percepiti sono stati to di legittimazione passiva, essendo subentrato al legale
fatturati in regime di esenzione e il contratto preliminare ha rappresentate della società fallita, al quale si era surrogato
scontato l’imposta di registro in misura proporzionale o fissa, negli obblighi dichiarativi e certificativi, con la sola finalità di
a seconda della tipologia di immobile, rispettivamente, abita- agevolare l’accertamento del credito erariale comunicando i
tivo o strumentale, oggetto della cessione. In sede di rogito, dati necessari per l’ammissione al passivo del corrisponden-
sussistendo i presupposti per l’esercizio dell’opzione, il ce- te importo non versato.
dente potrà optare per l’applicazione dell’Iva sulla parte co- Oltre alla domanda di annullamento della cartella esattoriale
stituita dal saldo al netto degli acconti precedentemente fat- per la ragione anzidetta, il curatore ricorrente richiedeva la
turati in esenzione da imposta. Nel caso in cui, invece, prima condanna dell’Agenzia delle Entrate e dell’agente della ri-
del 26 giugno 2012 siano stati corrisposti acconti imponibili scossione al risarcimento del danno per lite temeraria ai sen-
ad Iva per obbligo di legge ed il rogito del contratto di com- si dell’art. 96, c.p.c., e, comunque, il risarcimento del danno
pravendita venga effettuato dopo il 26 giugno 2012, in man- patito, da liquidarsi in via equitativa, a titolo di ingiusta perdi-
canza dell’opzione per l’applicazione dell’Iva espressa in se- ta di tempo sottratto alla propria attività professionale, di ac-
de di rogito, l’importo dovuto a saldo è esente da Iva. collo di spese per spostamenti ed impiego di collaboratori e
per la difesa tecnica, di stress e tensioni anche in ambito fa-
Riferimenti e segnalazioni: Prassi - Agenzia delle Entrate, ris. n. 2/ miliare.
E del 4 gennaio 2008, in LPlus. Nel corso di giudizio, il ricorrente proponeva istanza di rego-
lamento di giurisdizione alla Corte di Cassazione, chiedendo
COMUNICAZIONE DELLE OPERAZIONI RILEVANTI IVA che su tutte le domande proposte (dunque anche su quelle
risarcitorie) venisse dichiarata la giurisdizione del giudice tri-
Agenzia delle Entrate - Provvedimento del direttore del butario, sul presupposto che, in applicazione del principio di
2 luglio 2013 concentrazione e di effettività della tutela del danneggiato, la
giurisdizione tributaria dovesse essere riconosciuta per attra-
Con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate è stato proro- zione anche nella materia, accessoria e connessa, relativa al
gato al 12 novembre 2013, in luogo del 3 luglio 2013, come ristoro dei danni extracontrattuali per illeciti compiuti dall’am-
stabilito in precedenza, il termine ultimo per la comunicazio- ministrazione finanziaria o dall’agente della riscossione per
ne da parte degli operatori finanziari dei dati delle operazioni l’adozione di atti tributari illegittimi.
rilevanti ai fini IVA di importo non inferiore a euro 3.600, rela- Con l’ordinanza in commento, i giudici di legittimità hanno
tive al periodo 6 luglio - 31 dicembre 2011, in cui l’acquirente condiviso la prospettazione del ricorrente, ritenendo che la
è un consumatore finale che ha pagato con carta di credito, competenza a decidere sulla condanna per lite temeraria tri-
di debito o prepagata. Il termine è stato differito al fine di butaria sia appannaggio del giudice tributario.
una definizione condivisa, con le principali associazioni di ca- In precedenza, le stesse Sezioni Unite, con sentenza n.
tegoria dei soggetti obbligati, della struttura delle informazio- 20323/2012, avevano deciso in senso opposto, affermando
ni e delle relative specifiche tecniche. Il rinnovo è disposto, il principio secondo il quale la controversia avente ad ogget-
inoltre, col fine di allineare il termine per l’invio a quello di al- to, in via principale, una domanda di rimborso d’imposta e,
tre comunicazioni interessate dalle attività per la semplifica- in via subordinata, una domanda di risarcimento del danno
zione degli adempimenti. per mancato adeguamento della legge interna alla normativa
comunitaria appartiene alla giurisdizione del giudice tributario
Riferimenti e segnalazioni: Prassi - Provv. Dir. Agenzia delle Entra- per la sola domanda principale, mentre appartiene alla giuri-
te 22 dicembre 2010; Provv. Dir. Agenzia delle Entrate 29 dicembre sdizione del giudice ordinario per la domanda risarcitoria, es-
2011; Provv. Dir. Agenzia delle Entrate 13 aprile 2012; Provv. Dir. sendo essa del tutto autonoma ed avulsa dal rapporto tribu-
Agenzia delle Entrate 11 ottobre 2012.
tario ed estranea agli ‘‘accessori’’ del tributo, ai quali l’art. 2
del D.lgs. n. 546/1992 estende la cognizione del giudice spe-
ciale.
GIURISPRUDENZA Nella pronuncia in commento i giudici della Corte regolatrice
hanno tuttavia precisato che la questione sottoposta al loro
IL GIUDICE TRIBUTARIO DECIDE LA CONDANNA esame presenta caratteristiche peculiari, che ne escludono
l’assimilabilità a quella anzidetta.
ALLA LITE TEMERARIA Le pretese risarcitorie avanzate dal contribuente, infatti, pur
Corte di Cassazione, Sez. Unite, ordinanza 3 giugno non avendo neanch’esse ad oggetto ‘‘accessori’’ del tributo,
2013, n. 13899 di cui al citato art. 2 del D.lgs. n. 546/1992 (per tali dovendo-
si intendere gli aggi dovuti all’esattore, le spese di notifica,
Con l’ordinanza 3 giugno 2013 n. 13899 le Sezioni unite della gli interessi moratori, il maggior danno da svalutazione mo-
Corte di Cassazione hanno statuito il principio secondo cui netaria), presentano tuttavia un diretto ed immediato nesso
nei giudizi tributari è lo stesso giudice speciale ad essere causale con l’atto tributario impugnato ed uno stretto colle-
chiamato a decidere in merito alle domande per lite temera- gamento con il rapporto tributario, il quale non è esaurito,
ria. ma, anzi, costituisce l’oggetto del giudizio, sia pure limitata-
La vicenda trae origine da un contenzioso avente ad oggetto mente al riscontro della consistenza della pretesa fatta vale-
una cartella di pagamento notificata al curatore fallimentare re con l’atto medesimo. Ne consegue - prosegue la pronun-
in qualità di coobbligato della società fallita, per omessi ver- cia - che le domande risarcitorie in esame vanno ricondotte

1026 Il Fallimento 8/2013


Fisco e fallimento
Rassegna

a pieno titolo nell’ambito applicativo dell’art. 96 c.p.c., il qua- presa in bonis) al fine di metterlo in condizione di proporre il
le: a) è applicabile al processo tributario, in virtù del generale ricorso contro il ruolo.
rinvio di cui all’art. 1, comma 2, del d.lgs. n. 546/1992; b) re- La sentenza in commento rammenta che l’art. 87, d.p.r. n.
gola tutti i casi di responsabilità risarcitoria per atti o compor- 602/1973, prevede che se il debitore è dichiarato fallito, ov-
tamenti processuali, ponendosi con carattere di specialità ri- vero sottoposto a liquidazione coatta amministrativa, il con-
spetto all’art. 2043 c.c, senza che sia configurabile un con- cessionario chiede, sulla base del ruolo, l’ammissione al pas-
corso, anche alternativo, fra i due tipi di responsabilità; c) sivo della procedura, mentre il successivo art. 88 sancisce
non detta una regola di competenza, ma disciplina piuttosto che, se sulle somme iscritte a ruolo sorgono contestazioni, il
un fenomeno endoprocessuale, prevedendo che la doman- credito è ammesso al passivo con riserva, la quale verrà
da è proponibile solo nello stesso giudizio dal cui esito si de- sciolta dal giudice delegato quando sarà inutilmente decorso
duce l’insorgenza della detta responsabilità, non solo perché il termine prescritto per la proposizione della controversia
nessun giudice può giudicare la temerarietà processuale davanti al giudice competente, ovvero quando il giudizio sarà
meglio di quello stesso che decide sulla domanda che si as- definito con decisione irrevocabile o risulterà altrimenti estin-
sume, per l’appunto, temeraria, ma anche e soprattutto per- to.
ché la valutazione del presupposto della responsabilità pro- Ad avviso del Tribunale di Bari, che segnala la non uniformità
cessuale è cosı̀ strettamente collegata con la decisione di della giurisprudenza di Cassazione al riguardo, l’inciso ‘‘sulla
merito da comportare la possibilità, ove fosse separatamen- base del ruolo’’ che compare nel secondo comma dell’art.
te condotta, di un contrasto pratico di giudicati. 87, deve essere interpretato in modo sistematico, avendo ri-
Ciò vale anche per l’ipotesi prevista dal terzo comma dall’art. guardo al complesso della disciplina sulla riscossione delle
96 c.p.c., secondo la quale il giudice, pronunciando sulle imposte nelle procedure concorsuali, e senza fermarsi ad
spese, può anche condannare la parte soccombente al paga- una, peraltro dubbia, interpretazione letterale nel senso del
mento di una somma equitativamente determinata. E dun- ‘‘solo ruolo’’. In particolare, nella decisione in esame viene
que, questa ampia previsione consente al giudice (quand’an- evidenziato che la norma parla di ‘‘ruolo’’, e non di ‘‘solo ruo-
che dovesse ritenersi che ciò non rientri già nella portata ap- lo’’, e pur volendo intenderla come ‘‘solo ruolo’’ il riferimen-
plicativa del primo comma dell’art. 96 c.p.c.) di liquidare in to è al titolo giustificativo del credito, che è appunto il ruolo,
favore del contribuente vittorioso una somma, in via equitati- ma non al profilo della notificazione, rilevante non ai fini del
va, a titolo di risarcimento dei danni patiti a causa dell’eserci- titolo alla base della pretesa sostanziale ma al presupposto
zio, da parte dell’Amministrazione finanziaria, di una pretesa di rito dell’ammissione con riserva prevista dalla medesima
impositiva temeraria. disposizione. Coordinando ciò con quanto disposto dal se-
Conclude la Suprema Corte precisando che tale risarcimen-
condo comma dell’art. 88, la pronuncia in esame giunge alla
to, originato da un comportamento contraddistinto da mala
conclusione che, ai fini dell’ammissione con riserva, se il
fede o colpa grave da parte del Fisco con conseguente ne-
giudizio non è in corso, deve quanto meno essere pendente
cessità da parte del contribuente di adire il giudice tributario,
il termine per la proposizione della controversia, esaurendosi
comprende anche la fase amministrativa, dovendosi inten-
inutilmente il quale si procederà allo scioglimento della riser-
dere in senso estensivo il concetto di responsabilità proces-
va. Viene altresı̀ precisato che ‘‘termine in corso’’ vuol dire
suale.
che la cartella esattoriale deve essere stata notificata al debi-
La pronuncia in discorso risulta quanto mai opportuna, in
tore in bonis o al curatore e che al momento della dichiara-
quanto garantisce una maggiore tutela del contribuente, che
zione di credito tale termine non è ancora decorso. E dun-
non di rado in passato vedeva ignorate le istanze di riesame
dei provvedimenti emessi dall’Amministrazione finanziaria - que, nel caso in cui manchi la notifica della cartella esattoria-
presentate ai sensi dell’art. 2-quater del D.L. 30 Settembre le, manca il presupposto di applicabilità della norma sullo
1994, n. 564, convertito, con modificazioni, nella L. 30 No- scioglimento della riserva.
vembre 1994, n. 656, vedendo poi riconosciute in sede giu- Particolarmente stimolante e meritevole di adeguato appro-
diziaria le proprie ragioni senza ottenere il risarcimento per il fondimento alla luce dei più recenti arresti interpretativi dei
danno subito. giudici di legittimità è l’ulteriore affermazione, che si legge
nella pronuncia in commento, secondo cui non può farsi rife-
Riferimenti e segnalazioni: Giurisprudenza - Cass. 20 novembre
rimento per lo scioglimento della riserva, nei casi in cui la no-
2012, n. 20323, in BigUnico online; Cass. 26 novembre 2008, n. tifica non sia stata effettuata al debitore in bonis, al deposito
28226, ibidem; Cass. 3 marzo 2010, n. 5069, ibidem; Cass. 18 aprile della domanda di ammissione al passivo o al deposito da
2007, n. 9297, ibidem; Cass. 4 giugno 2007 n. 12952, ibidem; Cass. parte del curatore del progetto di stato passivo, in quanto
6 agosto 2010, n. 18344, ibidem; Cass. 23 dicembre 2010, n. trattasi di circostanze di fatto che non realizzano l’effetto le-
26004, ibidem; Cass. 20 novembre 2012, n. 20323, ibidem; Cass. gale della notifica dell’atto (da impugnare innanzi al giudice
20 febbraio 2013, n. 4145, ibidem; Cass. 30 novembre 2012, n. tributario) ai fini del decorso del termine per la proposizione
21570, ibidem.
del relativo ricorso. In mancanza dell’effetto legale della noti-
fica sussisterebbe incertezza, soprattutto all’esito della re-
AMMISSIONE AL PASSIVO DEI CREDITI TRIBUTARI cente modifica legislativa, se la conoscenza debba essere
anticipata, rispetto al momento di deposito del progetto di
Tribunale di Bari, 22 aprile 2013
stato passivo, a quello della trasmissione delle domande di
Confermando il proprio consolidato orientamento, il Tribuna- ammissione all’indirizzo PEC del curatore. In argomento i
le di Bari, con sentenza del 22.4.2013, ha respinto la doman- giudici baresi sottolineano, ancora, che l’ammissione con ri-
da di ammissione al passivo di una procedura di amministra- serva prima della notifica della cartella lascerebbe pericolo-
zione straordinaria presentata dall’agente della riscossione. samente all’iniziativa del creditore lo scioglimento della riser-
Secondo i giudici baresi, infatti, presupposto indefettibile per va, e in caso di omissione della notifica da parte del conces-
l’ammissione al passivo del fallimento dei crediti tributari è sionario stesso, si dovrebbe disporre l’accantonamento di
la notificazione della cartella esattoriale al curatore (o all’im- somme anche rilevanti ai sensi dell’art. 117, 38 co., l.fall.

Il Fallimento 8/2013 1027


Fisco e fallimento
Rassegna

Riferimenti e segnalazioni: Giurisprudenza - Cass., sez. un., 4 mar- sdizionale del giudice fallimentare, in questa Rivista, 1452; E. Stasi,
zo 2009, n. 5165, in Corr. trib., 2009, 1550; Cass. 18 maggio 2009, Necessarietà della notificazione della cartella di pagamento ai fini
n. 11457, in LPlus; Cass. 10 febbraio 1996, n. 2994, ibidem; Cass. dell’insinuazione al passivo dei crediti fiscali, ivi, 2010, 250; E. Stasi,
17 giugno 1998, n. 6032, ibidem; Cass, 29 maggio 2006, n. 12777, Per l’ammissione al passivo dell’azienda fallita non è richiesta l’iscri-
ibidem; Cass, 9 dicembre 2004, n. 23001, ibidem; Cass. 6 maggio zione a ruolo dei crediti erariali, ivi, 2012, 747; L. Del Federico, Profili
1994, n. 4426, ibidem; Cass. 18 novembre 2010, n. 23338, ibidem; di specialità ed evoluzione giurisprudenziale nella verifica fallimenta-
Cass. 10 dicembre 2010, n. 24963, ibidem; Cass. 16 giugno 2010, re dei crediti tributari, ivi, 2009, 1369; L. Del Federico, Le innovazioni
n. 14579, ibidem; Cass. 15 marzo 2012, n. 4126, ibidem. delle Sezioni unite in tema di ammissione al passivo fallimentare dei
Dottrina - C. Tabellini, Credito tributario per Iva: limiti del potere giuri- crediti tributari, ibidem, 2013, 49.

1028 Il Fallimento 8/2013


COLLANA CODICI LEGALI 2013

Propone il testo aggiornato dei 4 Codici, il Trattato sul funzionamento UE (ex Trattato CE), la Costituzione
della Repubblica italiana e una ricca raccolta di Leggi complementari suddivise per materia.
La sezione Giurisprudenza riporta le massime delle Sezioni Unite della Cassazione civile e penale (segna-
late con una bilancina posta prima di ciascun articolo del codice).
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CODICE CIVILE - XIX ed. Aggiornato da ultimo con la nuova legge in materia di profes-

a cura di Piero Schlesinger sioni non organizzate (l. n. 4/2013); il “Decreto sviluppo”
(d.l. n. 83/2012); la riforma del mercato del lavoro
pag. 2560, € 28,00, cod. 00139179
(l. n. 92/2012); il “Decreto Crescita-bis” (d.l. n. 179/2012);
la legge di stabilità (l. n. 228/2012); la riforma del con-
dominio (l. n. 220/2012); la legge sul riconoscimento dei
figli naturali (l. n. 219/2012); la nuova disciplina dell’or-
dinamento della professione forense (l. n. 247/2012).

CODICE DI PROCEDURA Aggiornato da ultimo con il “Decreto sviluppo” (d.l. n.

CIVILE - XIX ed. 83/2012); la riforma del mercato del lavoro (l. n. 92/2012); il

a cura di Claudio Consolo “Decreto Crescita-bis” (d.l. n. 179/2012); la legge di stabili-


tà (l. n. 228/2012); i decreti di riordino dei tribunali, degli
pag. 2528, € 27,00, cod. 00139180
uffici del pubblico ministero e degli uffici dei giudici
di pace (d.lgs. n. 155/2012 e n. 156/2012); con la l. n.
247/2012 recante la “Nuova disciplina dell’ordinamento
della professione forense.

CODICE PENALE Aggiornato da ultimo con la L. n. 190/2012, sulla prevenzione

CODICE DI PROCEDURA e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella p.a.; con

PENALE - XVII ed. l a l. n. 172/2012 in tema di protezione dei minori contro

a cura di Giovanni Fiandaca lo sfruttamento e gli abusi sessuali; le nuove norme sul ri-
e Angelo Giarda ciclaggio (d.lgs. n. 169/2012); le disposizioni integrative e cor-
pag. 2496, € 30,00, cod. 00139181 rettive al codice delle leggi antimafia (D.Lgs. n. 218/2012); il
d.l. n. 179/2012 sulla giustizia digitale; la legge di stabilità
(l. n. 228/2012); la l. n. 247/2012 recante la nuova disciplina
dell’ordinamento della professione forense; i decreti di
riordino dei tribunali, degli uffici del pubblico ministero e degli
uffici dei giudici di pace (d.lgs. n. 155/2012 e n. 156/2012).

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Indici
Fallimento

INDICE ANALITICO - ALFABETICO Dichiarazione


Procedimento
Amministrazione straordinaria Disciplina in materia di usura e estorsione - Sospen-
sione dei procedimenti esecutivi ex art. 20, comma
Reati 4, L. n. 44/1999 - Applicabilità - Esclusione - Fonda-
mento giuridico
Bancarotta fraudolenta (Cassazione civile, Sez. I, 12 dicembre 2012, n.
Costituzione di parte civile degli azionisti e degli ob- 22756) ....................................................... 942
bligazionisti - Azione di risarcimento individuale di Disciplina in materia di usura e estorsione - Sospen-
danno sione ex art. 20 L. n. 44 del 1999 - Portata - Rilevan-
(Tribunale di Roma 7 novembre 2012) ................. 966 za sull’esigibilità dei singoli crediti attinti dal reato -
Influenza sull’accertamento dello stato d’insolvenza
Costituzione di parte civile del commissario straordi-
- Esclusione
nario - Costituzione di parte civile anche degli ex di- (Cassazione civile, Sez. I, 12 dicembre 2012, n.
pendenti della società soggetta a procedura - Preclu- 22756) ....................................................... 942
sione
Disciplina in materia di usura e estorsione - Sospen-
(Tribunale di Roma 7 novembre 2012) ................. 966
sione ex art. 20 L. n. 44 del 1999 - Portata - Termini
Costituzione di parte civile del commissario straordi- di pagamento dei debiti pecuniari di natura civilistica
nario - Costituzione di parte civile anche dei creditori - Rilevanza in sede prefallimentare - Eccezione del
concorsuali - Pretesa per danno morale da reato - debitore - Necessità - Sussistenza
Esclusione (Cassazione civile, Sez. I, 12 dicembre 2012, n.
(Tribunale di Roma 7 novembre 2012) ................. 966 22756) ....................................................... 942
Costituzione di parte civile del commissario straordi-
nario - Esercizio di azione di massa per risarcimento Effetti per il debitore
danni Rapporti processuali
(Tribunale di Roma 7 novembre 2012) ................. 966 Inerzia del curatore - Legittimazione suppletiva del
Costituzione di parte civile del commissario straordi- fallito - Intervento ad adiuvandum del curatore - Con-
nario - Costituzione di parte civile di associazioni rap- seguenze
presentative di interessi lesi - Limiti (Cassazione Civile, Sez. I, 11 ottobre 2012, n.
(Tribunale di Roma 7 novembre 2012) ................. 966 17367) ....................................................... 948

Effetti sugli atti pregiudizievoli ai creditori


Concordato preventivo
Azione revocatoria fallimentare
Ammissione Atti a titolo oneroso - Sproporzione delle prestazioni
- Scissione societaria - Configurabilità
Procedimento (Tribunale di Catania 9 maggio 2012)................... 983
Domanda con riserva - Sospensione procedura pre-
fallimentare pendente- Concessione termine - De-
correnza - Mancato rispetto - Inammissibilità - Accer-
Liquidazione coatta amministrativa
tamento stato di insolvenza - Dichiarazione fallimen-
Effetti per i creditori
to
(Tribunale di Bergamo 15 febbraio 2013) .............. 955 Crediti prededucibili
Assoggettamento al concorso dei creditori - Fonda-
Fallimento mento giuridico
(Cassazione civile, Sez. I, 9 gennaio 2013, n. 339) ... 937
Accertamento del passivo
Verifica dei crediti
Data certa - Rilevabilità d’ufficio - Comunicazione al-
le parti
(Cassazione Civile, Sez. Un., 15 gennaio 2013, n.
4213) ......................................................... 925
Libri bollati e vidimati - Prova tra imprenditori - Limiti
di applicabilità al curatore
(Cassazione Civile, Sez. Un., 15 gennaio 2013, n.
4213) ......................................................... 925
Scritture comprovanti il credito - Posizione di terzo
del curatore - Conseguenza - Data certa
(Cassazione Civile, Sez. Un., 15 gennaio 2013, n.
4213) ......................................................... 925

1030 Il Fallimento 8/2013

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