Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Figura 1: Fieri del loro abbigliamento due rappresentan della tribù dei Banna
Personaggi e interpreti
Non è stato un viaggio facile, qualche disavventura, ritmi serrati, hotel spartani ma credo siamo
riusciti ad essere almeno un po’ viaggiatori, abbiamo incontrato tante persone, abbiamo cercato di
capire e siamo tornati diversi da come siamo partiti.
Una cosa che sempre mi stupisce dei viaggi con AM è la capacità di unire un gruppo di sconosciuti,
c’era una famiglia (io, mia moglie e mia figlia), due coppie, due amiche a alcuni “lupi solitari”, ma
alla fine eravamo amici, ci siamo aiutati nei momenti di difficoltà, fortunatamente non abbiamo
avuto discussioni ma molti confronti sulle cose viste.
Il viaggio in breve
Ci mancano 40km per Jinka dove finalmente ci facciamo una doccia e un giro per il paese
4° Giorno: I mursi
Stanchi ci eravamo messi a letto ma presto siamo
stati svegliati da cantilene e preghiere, all’inizio
tutti abbiamo pensato al muezzin (in paese c’è una
moschea) ma la litania è andata avanti tutta la
notte senza soste. Quasi nessuno è riuscito a
dormire, al mattino scopriamo che era la
celebrazione del Kullubi, la festa di San Gabriele.
Dopo colazione andiamo a vedere la cerimonia
alla vicina chiesa, esperienza molto interessante, si
fotografa liberamente, in un angolo due donne
preparano da mangiare e in un edificio alcuni
ragazzi vestiti da cerimonia si preparano per il Figura 8: il Kullubi
coro.
Finito il giro passiamo da un ufficio a pagare la visita al villaggio Mursi e finalmente partiamo in
direzione del Mago N.P. La strada è sterrata ma in buone condizioni, nonostante sia un parco
nazionale non si vedono animali, ci spiega Henok che fino ad una decina di anni fa si vedeva
qualcosa poi sono state aperte fattorie per la produzione di zucchero e si sono spostati in altre zone.
Ci vuole quasi un’ora e mezza per arrivare al villaggio dei Mursi. Ci spiegano che ci sono pochi
villaggi fissi, sospetto rimangano per intercettare i turisti, i Mursi sono nomadi, si spostano secondo
le esigenze degli animali. Al villaggio ci
accompagna una guardia armata, ci
spiegano che sono alquanto bellicosi ed è
una misura di sicurezza (sarà vero o è un
po’ di scena per i turisti?) tante donne e
bambini e pochi uomini al villaggio, tutti
armati, serve, ci dicono, per evitare le
razzie da parte delle tribù vicine. I Mursi
sono oramai ridotti a 14000 individui con
una netta prevalenza femminile perché la
vita dei maschi è fatta di scorribande e
razzie che rendono la probabilità di essere
Figura 9: cicatrici segno di bellezza uccisi in combattimento alta (così almeno
ci racconta la guida). Una donna macina il
sorgo, un altro sta bevendo un intruglio e lo vomita fuori (per curarsi il mal di pancia ci dicono).
Impressionante le donne con il disco labiale, e le cicatrici disegnate sulla pelle, mi vengono in
mente le parole di Marco Aime sul libro di antropologia:
Il corpo viene disegnato, inciso, scolpito, amputato, modellato, quasi l’uomo volesse sancire con
queste operazioni il suo distacco dalla natura, marcarne la differenza, per portarlo sul terreno
della cultura.
Dietro al villaggio il Mago river dove alcuni ragazzi fanno il bagno e due ragazzi si allenano al
donga (lotta con i bastoni). Finita la visita si ritorna a Jinka (non prima di aver pagato la guardia
armata che ci ha accompagnato e l’entrata al parco) dove andiamo a pranzare all’ottimo Besha
Gojio. Alle 15:30 andiamo al museo etnografico, assolutamente da sconsigliare, 500birr a testa per
vedere pochi reperti scarsamente spiegati e dei filmati che si possono reperire anche online.
Torniamo a piedi passando per il mercato. Bello, tipico mercato africano, confuso e ricco di umanità
peccato solo per i bambini che qui sono particolarmente fastidiosi.
5° Giorno: Da Jinka a Turmi passando per il villaggio Aari e per il mercato di Dimeka
Partiamo con calma per andare a visitare
il villaggio Aari vicino a Jinka, molto
bello, popolo pacifico e relativamente
benestante, i bambini sono molto carini,
appena arriviamo ci prendono per mano e
ci accompagnano, non chiedono soldi,
penne o altro. Belle le capanne dipinte
(tipico lavoro femminile), una signora sta
lavorando l’argilla ci vorranno dei giorni
affinché venga essiccata al punto giusto,
poi possiamo vedere un tubo per distillare
un mix di sorgo e mais per farne una
specie di grappa locale. Ci portano dal
fabbro dove, utilizzando scarti delle
automobili costruisce attrezzi per
Figura 11: reparto dis lleria l’agricoltura, una signora ci fa vedere
come producono il pane.
Finita la visita si prosegue per Dimeka dove visitiamo il mercato, la guida non è granché ci porta in
giro senza dire quasi nulla, non abbiamo gli spicci per le foto e la gente è alquanto scontrosa. I
souvenir per turisti sono troppo cari e non trattabili, carina invece la parte dedicata alla vendita del
bestiame (mucche e capre). Finita la visita andiamo a mangiare in un ristorantino economico ma
non particolarmente buono. Turmi è vicina, prendiamo possesso delle camere (spaziose e con l’aria
condizionata).
Alle 17 andiamo ad un vicino villaggio Hamer: Gurdo di 450 anime. Anche qui quasi tutte donne e
tra i pochi uomini alcuni hanno il fucile, ci dicono che serve per difendere le mandrie dai predatori.
La guida è brava, ci da un po’ di spiegazione relativamente alla cultura di questa etnia. Girando si
possono notare le cicatrici sulla schiena delle ragazze: segno del singolare rito di passaggio
chiamato salto del toro.
più antico cranio di homo Sapiens, poi una specie oramai estinta di maiale selvatico gigante e altro
ancora. Al piano terra reperti archeologici di epoca pre aksumita, al secondo piano vari quadri,
infine all’ultimo piano una polverosa sezione etnografica. Proseguiamo per la chiesa di san Giorgio,
non certo un posto imperdibile ma carina. Io e Valeria entriamo alla chiesa e al piccolo ma
interessante museo dove un entusiasta guardiano ci legge testi ecclesiastici in ge’ez (la lingua della
usata nelle liturgie etiope, possiamo paragonarla al nostro latino). Henok ci propone uno shop, il
gruppo risponde con entusiasmo così possiamo fare gli ultimi acquisti per gli amici e parenti a casa.
Concludiamo la giornata con una favolosa cena allo Yod Abissinia, assolutamente da consigliare.
L’aeroporto è vicino, i controlli veloci, non rimane che salutarci e sperare di vederci in qualche
prossimo viaggio.