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Per fare questo dobbiamo prendere in considerazione tutti gli aspetti della nostra esistenza, dal
corpo alla mente, dobbiamo essere consapevoli dei nostri meccanismi energetici. Le emozioni, il
respiro, l’alimentazione, il movimento e il riposo sono aspetti basilari nella nostra quotidianità
come lo sono le colonne che sostengono il tempio
LE EMOZIONI
MTC considera le nostre emozioni come movimenti di energia QI in risposta a tutto ciò òche
accade nel mondo esterno.
Le emozioni spingono il qi in diverse direzioni (la rabbia in alto, la paura in basso, la
preoccupazioni annoda).
Sono come onde e se noi non sappiamo assecondarle, le ignoriamo o peggio resistiamo ai loro
movimenti, possiamo creare degli ostacoli al fluire del Qi alterando il nostro equilibrio energetico
fino a causare l’insorgere di malattie. I disagi non sono quindi solo psichici ma possono avere
effetti sulle nostre funzioni vitali (digestione, respirazione tensione muscolare etc)
se poi uno stato d’animo persiste può diventare una nostra caratteristica tanto da farci
etichettare come irascibile , pauroso o triste…
in realtà le emozioni dovrebbero arrivare e andare come fanno le nubi ne lcielo di primavera.
Nessuna fissità è benefica e solo il continuo fluire tra le diverse condizioni e stati d’animo
consente veramente l’equilibrio.
Se non abbiamo consapevolezza che le nostre emozioni possono dare origine ai nostri disagi e alle
nostre malattie finiamo per concentrarci solo sui sintomi che però possono rappresentare la
punta di un iceberg. Se non lavoriamo alla radice, passato un sintomo ne può scaturire un altro e
così via…
con quello che ci diremo e faremo potremo aiutarci a “sentire” la nostra energia quando questa
viene sequestrata dalle emozioni e potremo imparare a liberarla con movimento e respiro.
LE CINQUE EMOZIONI
Rabbia, gioia, preoccupazione, tristezza e paura, sono di base e al esse si riconducono i vari stati
d’animo.
Ognuna associata ad un organo, cioè una emozione è in grado di imprimere uno stimolo e
influenzare l’organo a cui si associa entrando in relazione con il suo funzionamento energetico.
Quando l’emozione è troppo intensa oppure si protrae eccessivamente nel tepo essa può
compromettere il funzionamento dell’organo corrispondente e può addirittura danneggiarlo. Per
esempio una emozione o un lutto o abbandono non elaborata crea un dolore che si fissa e
interferisce con le funzioni di direzione e diffusione del Qi. Possono poi manifestarsi difficoltà a
carico del polmone e degli apparati ad esso collegati come la pelle, intestino crasso, naso)
un lutto uò arrivare a danneggiare la funzionalità del polmone ma anche la difficoltà del polmone
inteso come organo può generare non solo problemi respiratori ma anche manifestazioni a carico
delle emozioni favorendo tristezza e malinconia.
Inoltre esiste un rapporto tra le emozioni tale che in eccesso emozionale può amplificare o inibire
un’altra emozioni. (un eccesso di rabbia può generare un vissuto i ansia e agitazione perché andrà
ad eccitare il cuore.
Relazioni fra emozioni sono molto complesse.
LA TRISTEZZA
l meridiano di Polmone
Il meridiano comincia da una cavità morbida sull’estremo inferiore della clavicola. Risale
sotto questa e attraversa la spalla anteriormente. Scende lungo il bicipite sul alto fino alla
fossa cubitale (piega del gomito). Prosegue su avambraccio e sopra il polso, per finire nella
fossa ungueale interna del pollice.
Il meridiano è formato da 11 punti. Se ne può seguire agevolmente il decorso guardando la
figura.
meccanismo d’azione: la dispersione del qi causata dalla tristezza si traduce in un deficit e in una
difficoltà di circolazione del qi a livello del torace con conseguente stagnazione e senso di
costrizione , dispnea, voce debole, stanchezza e propensione al pianto.
La tristezza è l’emozione negativa di Polmone: quando viene provata è facile che faccia
collassare il torace. La classica posizione con le spalle in avanti (oggi molto comune anche
per chi lavora spesso al computer) può essere dovuta a una forte tristezza. Si può alleviare
lavorando con il Polmon
comportamento: si ricerca al solitudine, si rifugia nel pianto, atteggiamento di chiusura che si
riflette anche nella postura. Questo limita i movimenti del diaframma, riduce l’apertura a livello
del torace e ostacola meccanicamente l’ampiezza del respiro.
Nella nostra cultura impariamo presto che è sbagliato essere tristi e che il pianto è associato a
debolezza, fragilità e vergogna. È poco apprezzata nella nostra società orientata all’ottimismo e
alla performance.
• Gli psicologi ci mettono in guardia sul fatto che quando ricordiamo qualcosa spesso stiamo
riportano alla mente l’ultima volta in cui abbiamo rivissuto con il pensiero quella situazione
o quella persona. A nostra reazione quindi non sarà all’evento in sé ma al nostro ultimo
ricordo dell’evento. Rischiamo così di fissare la nostra attenzione su questo, instaurando
un circolo vizioso e diventando noi stessi gli artefici della nostra tristezza
Ecco alcuni segnali di un suo disequilibrio energetico, che può essere rivelato da:
Governano il Qi
9.Ospitano il Po
•Pallore
•Torace Sottile
•Tristezza
•Flegma
In riferimento alla condizione emotiva possiamo identificare come segnali di eccesso del
Primo Ministro del corpo:
Depressione;
Respiro superficiale;
Scarse riserve energetiche e compromissione della parte alta dei vasi governatore e di
concezione (vedi i meridiani straordinari);
Disordine e disorganizzazione;
Incapacità relazionale
cosa fare: la tristezza richiede di essere espressa perchè se viene trattenuta all’interno può
essere dannosa per i nostri equilibri. Bisogna lasciarsi affiorare ed esprimersi. Dovremo dare la
giusta importanza alla comunicazione del dolore nei momenti difficili (il senso del rituale del
funerale).
• Non respingerla subito perché questo atteggiamento anziché allontanarla la nasconde nel
corpo potenziandolo nel tempo
• Prenderne contatto, elaborarla, lasciarla maturare per poi vederla staccarsi dal ramo
come un frutto maturo e NON distogliere l’attenzione guardando altrove. NON negarla o
camuffarla (se no poi ci sono i meccanismi di compensazione come mangiare o alcool)
• Il PIANTO può essere un meccanismo prezioso per farlo, riduce il senso di oppressione e
di peso al torace.
• Non rifugiarsi nei ricordi dolorosi perché rievocandoli si consolida la tristezza
• RESPIRARE
quindi:se ti senti triste non giudicarti, ma datti conforto, non cercare subito una soluzione perché
a volte un rimedio non c’ e la cosa migliore che si può fare è accettare la soluzione
E allora vale la pena di andare più a fondo. Cos’è la tristezza? A cosa ci serve? Possiamo, in
qualche modo, trasformarla in una nostra preziosa alleata accogliendo e accettando la lezione che
viene ad insegnarci? Vediamo insieme il significato della tristezza in Medicina Cinese e come
imparare a rilasciarla per andare incontro a una vita più appagante e felice.
La tristezza
in psicosomatica
Ogni emozione, dal punto di vista bio-logico, ha una propria, importante funzione. Sì, proprio così.
Anche quelle emozioni che ci sembrano “negative” perché ci fanno stare male. Perché ci fanno
soffrire. Eppure, in qualche modo, ci sono utili. Qual è, allora, il ruolo della tristezza? La
tristezza, quando sopraggiunge a seguito di un evento che ci colpisce, ad esempio un lutto o
un abbandono, è necessaria proprio perché il lutto va vissuto e rielaborato, e non ignorato come
se nulla fosse accaduto.
La tristezza è una condizione che ci permette di chiuderci, ripiegarci su noi stessi e isolarci.
Dobbiamo vivere il dolore, accettare e accogliere ciò che è accaduto, per poi andare
avanti e rinascere, possibilmente più forti e consapevoli di prima.
L’emozione Tristezza in Medicina Cinese è collegata alla stagione Autunno, all’organo Polmone e
all’elemento Metallo, così come l’afflizione, intesa come “gioia di vivere che si consuma” e che,
se non riequilibrata, porta alla depressione. L’eccesso di Tristezza, così come la tendenza a
sopprimere l’emozione, fa sì che il nostro organismo manifesti dei sintomi nella coppia
organo/viscere Polmone/Grosso Intestino. In Medicina Tradizionale Cinese, infatti, si punta
sempre all’equilibrio: l’eccesso di Qi (energia in Medicina Cinese), è dannoso proprio come il suo
deficit.
Poiché mente e respiro sono intimamente collegati, per limitare il flusso di pensieri tristi e
ossessivi può essere molto utile iniziare aiutandosi con esercizi di respirazione diaframmatica,
profonda e consapevole.
POLMONI
A livello emozionale i Polmoni sono direttamente colpiti dalla tristezza o dalla afflizione che
'soffocano' il soggetto e alterano la respirazione.
Per questa ragione è spesso molto importante trattare i Polmoni negli stati emozionali che
derivano da depressione psichica, tristezza, dolore psichico, ansia o 'lutti' da elaborare
(cambiamento della struttura della famiglia, separazioni, morti, allontanamenti, traslochi,
ecc...)
L'asma può essere considerata come un modo di reagire a situazioni che 'soffocano' il
soggetto e gli fanno 'mancare l'aria'. Può anche essere considerata una manifestazione di
un 'rifiuto del mondo esterno' e del chiudersi in una situazione.
È importante ricordare che nella crisi d'asma non è l'aria che non entra ma è l'aria che non
riesce ad uscire segno psicologicamente che il soggetto non fa uscire niente o poco di sé
verso l'esterno.
RENI
L’aspetto psichico è la Relazione. Quando il respiro è compresso, le spalle sono chiuse in avanti
come a proteggere il punto 1 di polmone.
Anche a livello mentale la persona avrà un atteggiamento di chiusura alle relazioni, sarà
resistente ai cambiamenti e soggetta a malattie da raffredamento.
In caso di squilibrio del Meridiano di Polmone: mancanza di flessibilità, staticità.
Risvegliare l’energia nei meridiani di Polmone e Intestino Crasso attraverso semplici esercizi di
allungamento
“Scambio ed eliminazione” sono le parole chiave associate alle funzioni dei meridiani di Polmone e
Intestino Crasso.
Cosa vuol dire? Che essi si occupano di portare all’interno il Qi (energia) dalla natura e
dall’ambiente esterno, per rilasciare allo stesso tempo ciò che è diventato non necessario.
→ In questo articolo trovate la descrizione dettagliata della loro funzione. 🙂
Ecco 4 esercizi per i meridiani di Polmone e Intestino Crasso:
Esercizio uno
Questo esercizio è il primo della sequenza di
stretching di Shizuto Masunaga (la
trovate qui), descritta nel suo libro Zen per
immagini.
In piedi, a gambe divaricate appena più della
larghezza delle spalle, con le dita dei piedi
rivolte naturalmente verso l’esterno, incrocio
i pollici dietro la schiena con le altre dita in
apertura.
Porto le mani verso l’alto con le braccia tese, flettendomi in avanti ad ogni espirazione un po’ di
più.
Quando il corpo è al massimo dell’allungamento continuo a respirare e ad ogni espirazione provo a
rilasciare le tensioni, così da aumentare lo stiramento. Dopo qualche respiro profondo ritorno
lentamente nella posizione di partenza, cambio l’incrocio dei pollici e ripeto.
Esercizio due
In ginocchio, seduti sui talloni o seduti su uno
sgabello senza schienale.
Intrecciare le dita delle mani dietro la
schiena, extraruotarle spingendo i gomiti
verso la schiena e i pollici in fuori, sollevarle
verso l’alto a ogni espirazione un po’ di più,
senza muovere il busto.
Se non fosse possibile extraruotare le
braccia e in attesa che lo sia, mantenerle
agganciate normalmente oppure extraruotarne solo una e dopo un po’ di tempo cambiare con
l’altra.
Esercizio tre
Seduti a terra con la gamba destra distesa
avanti. Portare la gamba sinistra “in braccio”,
con l’incavo del piede contro il gomito destro
e il ginocchio contro il gomito sinistro.
Intrecciare le dita delle mani.
Sbilanciare un po’ il peso del corpo verso dietro, fino a sentire la linea di tensione del gluteo e
della coscia sinistra. Sostare qualche respiro e cambiare gamba.
Chi non riuscisse a portare il piede sul gomito, può eseguire l’esercizio tenendolo tra le mani.
Buona pratica!