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il tuo futuro
Carlo Quaglierini
Chimica
delle fibre tessili
Seconda edizione
SCIENZE
Carlo Quaglierini
Chimica
delle fibre tessili
Seconda edizione
Copyright © 2012 Zanichelli editore S.p.A., Bologna [9637]
www.zanichelli.it
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– Redazione: Sonia Serra di dMB Editoria e grafica srl, Firenze
– Segreteria di redazione: Deborah Lorenzini
– Progetto grafico e impaginazione: Matteo Urro di dMB Editoria e grafica srl, Firenze
– Composizione: Litoincisa, Bologna
– Ricerca iconografica: Sonia Serra di dMB Editoria e grafica srl, Firenze
– Disegni: Thomas Trojer
– Rilettura dei testi, indice analitico: Sonia Serra di dMB Editoria e grafica srl, Firenze
Contributi:
– Rilettura critica: Paola Zonda
Copertina:
– Progetto grafico: Miguel Sal & C., Bologna
– Realizzazione: Roberto Marchetti
– Immagine di copertina: Yuji Sakai/Getty Images
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SCIENZE
IV Sommario
Azione delle basi 39
Capitolo 1 Azione degli sbiancanti e degli stabilizzanti 39
Introduzione 2.8 Lavaggio e conservazione 40
alle fibre tessili Autoaccensione della lana 40
2.9 Classificazioni commerciali 40
1.1 Generalità 1 Classificazione secondo la provenienza 41
1.2 Classificazione merceologica 2 Classificazione secondo la razza 41
Fibre naturali 2 Classificazione secondo l’origine 43
Fibre artificiali 3 Altre classificazioni della lana 44
Fibre sintetiche 3 2.10 Analisi qualitativa delle fibre di lana 45
1.3 Classificazione chimica 3 Osservazione microscopica 45
1.4 Struttura 4 Comportamento nei confronti del calore 47
1.5 Proprietà delle fibre tessili: generalità 7 Azione dei reattivi chimici e dei solventi 48
Caratteri morfologico-organolettici 7 Prove tintoriali 48
Caratteri fisico-meccanici 9 Fluorescenza alla luce di Wood 49
Caratteri fisiologici 15 Differenziazione delle varie fibre di lana 49
1.6 Proprietà chimiche 16 2.11 Analisi quantitativa delle fibre di lana 50
Tipi di saggi chimici 16 Con soda e potassa caustica 50
1.7 Etichettatura dei prodotti tessili 17 Con ipoclorito 51
1.8 Tabelle di classificazione merceologica 21 Con acido solforico 51
Esempi di calcolo nel dosaggio di una fibra mista 51
Capitolo 2 Capitolo 3
La lana La seta
2.1 Generalità 23
3.1 Seta 53
2.2 Struttura morfologica 24
Il baco da seta 53
Fusto del pelo 25
Morfologia della seta 56
Radice del pelo 25
Struttura chimica della seta 57
Follicolo del pelo 26
Proprietà della seta 60
Ghiandola sebacea 26
Trattamenti e lavorazione della seta 64
Muscolo erettore 26
Impieghi, lavaggio e conservazione della seta 68
Struttura del fusto del pelo 26
Classificazioni commerciali della seta 69
2.3 Struttura chimica 29
3.2 Bisso 72
2.4 Struttura spaziale delle catene polipeptidiche
3.3 Analisi qualitativa delle fibre di seta 72
della cheratina 33
Analisi microscopica 72
2.5 Impurezze del vello di lana 35
Saggio della combustione 73
Lanolina 35
Saggi chimici 73
2.6 Proprietà fisiche 36
Prove tintoriali 74
Tenacità 36
3.4 Analisi quantitativa delle fibre di seta 74
Elasticità 36
Vitalità e nerbo 36
Rigidità o resistenza alla torsione 36
Igroscopicità 37 Capitolo 4
Tasso di ripresa 37
Coibenza 37
La cellulosa e i suoi
Proprietà elettriche 37 derivati
Feltrabilità 37
Plasticità 37 4.1 Generalità 75
2.7 Comportamento nei confronti degli agenti chimici 38 4.2 Composizione chimica 76
Azione degli acidi 39 4.3 Cristallinità 79
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
Sommario V
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VI Sommario
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Sommario VII
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VIII Sommario
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Idee per
il tuo futuro
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CHE COSA FARÒ DA GRANDE
Sei alla fine del tuo percorso scolastico. Che cosa fare adesso? Iscriversi a un
corso universitario? Fare uno stage o un corso professionalizzante? Cercare di
entrare subito nel mondo del lavoro? Studiare e al contempo lavorare?
Per aiutarti nella scelta ti proponiamo alcuni dati relativi al 2009-2011. È im-
possibile dire come saranno le cose tra qualche anno, i tempi recenti ci hanno
abituati a cambiamenti anche repentini.
La laurea “paga”. Una recente ricerca Isfol 1 ha mostrato che chi è laureato ha più pos-
sibilità di trovare un’occupazione e in media riceve uno stipendio più alto rispetto a chi
possiede soltanto un diploma.
Dal momento che i diplomati entrano nel mondo del lavoro prima dei laureati, ini-
zialmente il tasso di occupazione per i primi è superiore rispetto a quello dei secondi,
ma già prima del compimento dei 30 anni chi possiede una laurea ha più possibilità
di trovare lavoro, per arrivare nella fascia 34-44 anni, dove il tasso di occupazione dei
laureati supera del 7% quello dei diplomati.
1 Tutti i dati sono tratti
In media tra 25 e 64 anni è occupato il 73,1% dei diplomati e il 79,2% dei laureati.
da una ricerca Isfol
Secondo uno studio OCSE del 2011 i giovani laureati subiscono di più gli effetti della con dati relativi al
recente crisi economica rispetto ai loro coetanei con istruzione secondaria inferiore2. 2010, (l’Isfol, Istituto
per lo Sviluppo
Quali lauree valgono un lavoro? Le lauree “brevi” servono? Le lauree triennali si rive- della Formazione
lano molto utili ai fini dell’occupazione: a un anno dal termine degli studi il 42,1% dei Professionale dei
Lavoratori è un ente
laureati triennali lavora, con picchi dell’81,7% per le professioni sanitarie. Tirocini e pubblico di ricerca), e
stages sono determinanti per formare e inserire questi laureati nel mondo del lavoro. ISTAT del II Trimestre
I tassi di occupazione più alti si hanno tra i medici, seguiti dai laureati in chimica far- 2011.
maceutica e ingegneria. In generale sono le discipline di tipo scientifico – sia a livello
di diploma sia a livello di laurea – le più spendibili nel mondo del lavoro, mentre le 2 Rapporto OCSE
discipline umanistiche condannano a una difficile collocazione sul mercato, anche a Education at a Glance
fronte di un eccesso di offerta di laureati in questi ambiti. 2011.
A Nord c’è più lavoro, ma… A livello nazionale il tasso di disoccupazione è 7,8%, che 3 Dati ISTAT del II
sale a 27,4% se si considerano solo i giovani (15-24 anni): più alto al Sud (39,2%), meno Trimestre 2011.
al Centro (25,3%), più basso al Nord (19,0%). La situazione per le ragazze è più critica:
il tasso della disoccupazione femminile, nella fascia 15-24 anni, supera di circa 8 punti 4 Dati Confartigianato
percentuali quello maschile (32,3% per le donne, 23,9% per gli uomini), forbice che si Imprese Emilia-
mantiene simile nelle diverse zone geografiche: al Nord il tasso è 22,7% per le donne e Romagna, 2010.
16,4% per gli uomini; al Centro è 34,8% per le donne e 18,7% per gli uomini e a Sud è di
44,0% per le donne e 36,0% per gli uomini.
Tuttavia i dati della disoccupazione giovanile non devono scoraggiare chi cerca la-
voro: se la disoccupazione giovanile è del 27,4%, vuol dire che una parte non piccola
dei giovani che hanno cercato lavoro (il 72,6%) lo ha trovato3. Inoltre i dati variano mol-
to da luogo a luogo e anche all’interno di una stessa regione può esservi una grande va-
rietà di situazioni. L’Emilia-Romagna è tra le regioni in cui la disoccupazione giovanile
incide meno, ma con grandi differenze tra le province: se Bologna nel 2010 raggiunge
un tasso di disoccupazione di 29,2%, a Piacenza il valore è più che dimezzato (13,6%)4.
IX
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
COME FUNZIONA L’UNIVERSITÀ
X
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
VERSO IL LAVORO
Vorresti trovare lavoro? Nelle pagine che seguono trovi informazioni su come e
dove cercare lavoro, cos’è lo stage, come scrivere un curriculum e una lettera di
accompagnamento, come sostenere un colloquio. Sul sito www.ideeperiltuofu-
turo.it trovi tante informazioni utili e dettagliate in più per aiutarti nella tua ri-
cerca in Italia e all’estero: i centri per l’impiego e i Career days, siti internazionali,
una panoramica dei contratti di lavoro e altro ancora. Vuoi cercare lavoro
all’estero?
www.
ideeperiltuofuturo.it
La ricerca di lavoro in Italia. Per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro esisto-
no in Italia numerosi soggetti, sia pubblici sia privati, autorizzati dallo Stato a svolgere
servizi di intermediazione e collocamento. Sono i Centri per l’impiego (CIP), le Agen-
zie per il lavoro, la Borsa continua nazionale del lavoro (BCNL) e il portale «Cliclavo-
ro». Anche le scuole secondarie di secondo grado, le Università, i comuni, le associa-
zioni dei datori di lavoro e dei lavoratori, i patronati, i gestori di siti internet possono
svolgere attività di intermediazione, purché non abbiano fini di lucro.
LA TOP TEN DEI LAVORI
Cercare lavoro tra le pagine dei giornali. Un canale tradizionale ma sempre valido per IN ITALIA
chi cerca annunci di lavoro è rappresentato da supplementi e inserti delle maggiori Non hai un’idea
testate a diffusione nazionale e dai giornali specializzati; ne segnaliamo alcuni fra i precisa di cosa vorresti
principali: fare? Alcune figure
professionali sono molto
il supplemento «Tutto Lavoro» del lunedì della «Stampa»; ricercate in Italia, ecco
la top ten dei profili
le pagine dedicate al lavoro il giovedì dalla «Repubblica»; lavorativi più ricercati in
Italia nel 2011, secondo
il supplemento «Corriere lavoro», con la sezione «Trovo Lavoro», del «Corriere del il quotidiano “Il Sole 24
la Sera» del venerdì; Ore”.
il supplemento «Carriere&Lavoro» del «Sole 24Ore» del venerdì tocca temati 1) Farmacista
che relative al nuovo mercato del lavoro attraverso inchieste e dossier, e fornisce 2) Progettista settore
strumenti e notizie utili per cambiare mestiere e migliorare la propria carriera. metalmeccanico
3) Infermiere
Fra i giornali specializzati: 4) Addetto consulenza
fiscale
il settimanale «Trova Lavoro» con annunci dall’Italia e dall’estero e una selezione
5) Sviluppatore software
dei concorsi tratti dalla Gazzetta Ufficiale;
6) Progettista meccanico
«Walk on Job» , un bimestrale distribuito gratuitamente in 41 città italiane, che dà 7) Educatore
spazio al mondo del lavoro e della formazione, con inchieste, interviste, notizie e professionale
opportunità prima e dopo la laurea; 8) Addetto logistica
9) Disegnatore tecnico
il mensile «Bollettino del Lavoro». Cad-Cam
10) Fisioterapista
Cercare lavoro online. Accanto alla versione cartacea dei supplementi dei giornali, si
trova anche la versione online, col vantaggio di consentire un aggiornamento continuo (Fonte: Union Camere-
Excelsior 2011)
degli annunci, l’inserimento immediato del proprio curriculum in apposite banche
dati, di inviare direttamente la propria candidatura in risposta alle offerte di lavoro, di
ricevere gli annunci sulla propria e-mail.
Tra le versioni online segnaliamo «Job24» del «Sole 24Ore» e «MioJob» della «Re-
pubblica». Tra i più importanti (e seri) siti per la ricerca di lavoro indichiamo Monster
(www.monster.it) e Infojobs (www.infojobs.it). Da consultare è anche il sito www.con-
corsi.it, che informa sui concorsi pubblici banditi in Italia. Per quanto riguarda i social
network professionali si segnalano Linkedin (www.linkedin.com) e Xing (www.xing.
com) che, oltre a funzionalità come “find job” offrono la possibilità di entrare a far par-
te di gruppi di discussione utili alla crescita professionale.
XI
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
CURRICULUM VITAE E LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO
Il Curriculum Vitae. Quando si è alla ricerca di un lavoro, prima o poi arriva il momen-
to di inviare (per posta ordinaria o per e-mail) il proprio Curriculum Vitae (CV) e una
lettera di accompagnamento alle aziende per le quali si desidera lavorare, sperando di
essere chiamati per un colloquio.
Il CV è la carta di identità professionale del candidato e deve indicare l’iter formati-
vo, le conoscenze e le competenze di chi si propone per ottenere un impiego.
Si comincia sempre dai dati anagrafici, per un’inquadratura iniziale, e dai contatti
(indirizzo, numero di telefono, cellulare, e-mail...), per poi passare in rassegna le prece-
Scarica il CV denti esperienze lavorative e le varie tappe della propria istruzione/formazione, dalla
Europass più recente alla più lontana nel tempo.
www.europassitalia.it Altre informazioni indispensabili riguardano la padronanza di una o più lingue stra-
niere e le competenze tecniche; conviene anche mettere in rilievo le capacità relazio-
nali e organizzative, se si posseggono.
Per quanto riguarda altre informazioni personali, è meglio inserire solo quelle che
possono essere apprezzate dalla specifica azienda cui è indirizzato il CV.
Infine, non bisogna mai dimenticare di autorizzare il trattamento dei dati personali,
facendo riferimento al d. lg. 196/2003.
Un CV efficace sarà completo, chiaro e soprattutto breve (due pagine di solito sono
sufficienti): bisogna tenere conto che chi lo legge è abituato a valutarne decine tutti i
giorni e apprezzerà il fatto di trovare subito le informazioni che gli interessano.
Meglio selezionare solo le aziende che più si avvicinano al proprio profilo profes-
sionale e scrivere per ciascuna una lettera di accompagnamento mirata.
I portali che si occupano di selezione del personale solitamente danno
la possibilità di compilare CV online, secondo modelli prestabiliti; oppure
si può preparare da soli il CV e poi caricarlo sul sito su cui ci si vuole pro-
porre.
XII
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
CURRICULUM VITAE E LETTERA DI ACCOMPAGNAMENTO
Le possibilità di essere valutati crescono se la busta che contiene lettera e CV, o l’e-
mail, è indirizzata al direttore del settore nel quale vorremmo lavorare e non generica-
mente all’impresa o, ad esempio, all’ufficio delle risorse umane. In questo caso bisogna
fare accurati controlli per essere certi di scrivere correttamente il nome, il titolo di stu-
dio, la posizione che ricopre la persona a cui indirizziamo la lettera ed essere sicuri che
effettivamente lavori ancora lì.
A chi vuole lavorare per “La Moz- KR IUHTXHQWDWR O¶,VWLWXWR SURIHVVLRQDOH SHU L 6HUYL]L SHU O¶DJULFROWXUD H OR VYLOXSSR UXUDOH
zarella” è richiesta personalità, grinta a GL $« GLSORPDQGRPL FRQ 'L UHFHQWH KR VHJXLWR XQ FRUVR GL VSHFLDOL]]D]LRQH
GHOOD 5HJLRQH %« LQ 6LFXUH]]D DOLPHQWDUH FKH YHUWHYD VXOOH PRGHUQH WHFQLFKH GL DQDOLVL
e condivisione dei valori dell’azienda. GHJOL DOLPHQWL
Con una telefonata Carla verifica che il
,O YRVWUR QRPH FKH FRQRVFR VLQ GD SLFFROD SHU PH q VLQRQLPR GL VHULHWj H DI¿GDELOLWj
responsabile della sicurezza alimentare H FRQGLYLGR O¶RELHWWLYR GL SXQWDUH VXOOD TXDOLWj H OD VRVWHQLELOLWj GHOOD SURGX]LRQH H
è il dott. Biancolatte. VXO ULVSHWWR SHU O¶DPELHQWH PL q VHPSUH SLDFLXWD O¶LGHD GL ODYRUDUH QHOO¶DUHD GHOOD
SURGX]LRQH H GHO FRQWUROOR DOLPHQWDUH H LQ SDUWLFRODUH QHOOD SURGX]LRQH GHL ODWWLFLQL
Ecco la lettera di accompagnamento FKH DSSUH]]R PROWR SHUWDQWR YL FKLHGR JHQWLOPHQWH GL LQIRUPDUPL ULJXDUGR DOOD YRVWUD
scritta da Carla. GLVSRQLELOLWj
&DUOD %LDQFKL
XIII
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
IL COLLOQUIO E LO STAGE
XIV
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
1
Introduzione
alle fibre tessili Esercizi a p. 324
capitolo
1 1.1 Generalità
1.2 Classificazione
merceologica
1.3 Classificazione
chimica
1.4 Struttura
1.5 Proprietà
delle fibre tessili:
generalità
1.6 Proprietà chimiche
1.7 Etichettatura
dei prodotti tessili
1.8 Tabelle di
classificazione
merceologica
1.1 Generalità
Le fibre tessili sono sostanze, presenti in natura o prodotte dall’uomo, di
aspetto filamentoso o fusiforme, che si prestano a essere filate e tessute, sia
per la loro morfologia, sia per le loro caratteristiche di resistenza, elasticità e
flessibilità. Spesso vengono annoverati tra le fibre tessili anche quei materiali a
fibra corta che, pur non potendo essere filati, vengono feltrati, cioè compattati
tra loro a formare uno strato di un certo spessore e di consistenza simile a un
tessuto e denominato feltro.
Si comprendono tra le fibre tessili anche quelle sostanze, di solito naturali,
che, pur non essendo adatte per realizzare tessuti, possono tuttavia, per il loro
aspetto tiglioso, essere usate per lavori di intreccio, così da ottenere cordami,
stuoie e tappeti.
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
2 capitolo 1
Di origine animale
Fibre artificiali Di origine vegetale
Di origine inorganica: Fibra di vetro
Tecnofibre Polidieniche
Poliolefiniche
Poliviniliche
Poliacriliche
Fibre sintetiche Poliflucetileniche
Poliesteri
Poliammidiche
Poliuretaniche
Policarbonate
Le elastofibre comprendono sia fibre prodotte da idrocarburi, sia fibre prodotte da poliuretani, sia fibre prodot-
te da resine siliconiche.
Fibre naturali
a) Animali: appartengono a questa classe le lane, cioè le fibre animali costi-
tuite dai peli dei velli di pecora, capra, alpaca, lama, vigogna, cammello e le
sete, cioè quelle fibre costituite dai filamenti prodotti da alcuni insetti (seta,
tussah, seta di ragno) o da alcuni molluschi (bisso o seta marina) (tabelle 1.10
e 1.12).
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
Introduzione alle fibre tessili 3
b) Vegetali: sono fibre cellulosiche che a seconda della parte della pianta da
cui si ricavano, vengono distinte in fibre da semi (cotone, kapoc), fibre da libro
o stelo (lino, canapa, juta, ramiè, ecc.), fibre da foglie (sisal, manila, alfa, ecc.)
(tabella 1.11).
Fibre artificiali
a) Ricavate da polimeri di origine vegetale (viscosa, cupro, acetato, fibre poli-
soniche, fibre alginiche).
b) Ricavate da proteine animali (caseina, ecc.).
c) Ricavate da filamenti inorganici (metallici, di vetro, ecc.) (tabella 1.13).
Fibre sintetiche
Sono ricavate da composti chimici semplici per polimerizzazione e successiva
filatura del polimero (olefine, derivati vinilici, derivati acrilici, fenoli, ammidi,
aldeidi, derivati stirenici, ecc.) (tabella 1.13).
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
4 capitolo 1
Polioelefiniche: da alcheni
da poliaddotti polidieniche: da dieni
poliviniliche: da monomeri vinilici
poliacriliche: da acrilonitrile
poliesteri: acido tereftalico
Sintetiche + glicol etilenico
poliesteri speciali: acido tereftalico
+ dimetil-cicloesanolo
poliammidiche: acido bicarbossilico
da policondensati + diammina (di policondensazione)
poliammidiche: da caprolattame
o lattami diversi (di poliaddizione)
poliuretaniche: glicol etilenico
+ diisocianato
policarbonate: bisfenolo A + fosgene
1.4 Struttura
Le fibre tessili, sia naturali sia tecnofibre, sono per la maggior parte di natura
organica e costituite da polimeri. Con il termine polimero si intende una so-
stanza macromolecolare costituita da raggruppamenti di atomi fra loro legati
con legami covalenti, raggruppamenti che si ripetono uguali numerosissime
volte a formare la macromolecola; sono detti unità strutturali o ripetitive o
monomeriche e sono uniti fra loro con due o più legami covalenti. Il numero di
legami che un’unità strutturale forma con altrettante unità è detto funzionalità
e si possono avere unità strutturali bifunzionali, trifunzionali, ecc.
Un polimero può essere costituito dall’unione di monomeri tutti uguali e si
ha un omopolimero, oppure monomeri del polimero possono essere di due o
più tipi diversi e si ha un copolimero. In un copolimero le diverse unità struttu-
rali possono essere distribuite casualmente nella macromolecola (è il caso più
frequente in particolare nelle fibre) e si ha allora un copolimero statistico:
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
Introduzione alle fibre tessili 5
oppure le sequenze di una unità strutturale sono attaccate alle catene polime-
riche delle altre unità ripetitive (in pratica le catene di un altro polimero) e si
ha allora un copolimero innestato:
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
6 capitolo 1
fascio di catene
polimeriche
parte cristallina
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
Introduzione alle fibre tessili 7
1. Lunghezza
2. Finezza (diametro)
Caratteri 3. Lucentezza
morfologico-organolettici 4. Sofficità
5. Morbidezza mano
6. Voluminosità
1. Igroscopicità
2. Stabilità termica
3. Comportamento nei confronti della combustione
4. Feltrabilità
Caratteri fisico-meccanici 5. Coibenza
6. Tenacità
7. Allungamento a rottura
8. Resistenza
9. Elasticità
1. Allergenicità
Caratteri fisiologici 2. Senso di caldo o fresco
3. Vestibilità
Caratteri morfologico-organolettici
Sono sia requisiti dimensionali ed esteriori sia requisiti organolettici.
La lunghezza e la finezza di una fibra sono molto importanti sia per la sua
lavorazione sia per la qualità del prodotto finito.
La lunghezza di una fibra si misura normalmente in millimetri mentre la
finezza, cioè il diametro della fibra, in micrometri (millesimi di millimetro). Una
fibra per poter essere filata ha bisogno di una lunghezza minima di 5 mm. Nor-
malmente le fibre più corte si hanno nel lino e nella canapa mentre la lana ha
delle fibre piuttosto lunghe. Un caso a parte è rappresentato dalla seta che è l’uni-
ca fibra naturale a essere prodotta con un filo continuo. Le tecnofibre viceversa
sono tutte in filo continuo e solo quando devono essere utilizzate in mischia con
fibre naturali vengono tagliate a una lunghezza prestabilita denominata fiocco.
Riguardo alla finezza la vigogna e il lino azzurro sono le fibre più fini, aven-
do fibre anche di soli 5 μm di diametro. I peli setolosi di pecore e cammelli
sono invece tra le fibre più grossolane, arrivando al diametro di 140 μm.
Il rapporto lunghezza su diametro si calcola riportando le unità di misura in
millimetri. Così il rapporto lunghezza/diametro di un makò (varietà di coto-
ne) egiziano che ha finezza di 24 μm e lunghezza di fibra di 12 mm è:
Carlo Quaglierini CHIMICA DELLE FIBRE TESSILI © Zanichelli 2012 Seconda edizione
8 capitolo 1
In tabella 1.4 sono riportati i valori medi di finezza e lunghezza per le principali
fibre.
Tabella 1.4 Caratteri dimensionali delle principali fibre tessili
Fibre tessili Lunghezza (mm) Finezza (diametro) μm
Lana merina 50-80 15-30, extrafine: 15-18
Lana ordinaria 200-350 30-100
Lana incrociata 80-200 20-50
Mohair kid 100-200 14-25
Mohair I qualità 120-250 18-35
Mohair Il qualità 120-250 20-60
Cachemire 30-120 13-16
Alpaca 50-200 20-30
Vigogna 40-80 6-20
Cammello 40-120 10-30
Seta filo continuo 15-25
Cotone makò 20-30 12-14
Cotone seaisland 28-36 11-13
Lino 20-40 5-30
Canapa 15-50 25-35
Ramiè 40-120 40-70
La finezza di una fibra si può misurare anche col titolo che esprime il peso
corrispondente a una determinata lunghezza del filo.
In Italia, per esempio, per la seta il titolo più utilizzato è il denaro (Td o
den), cioè il peso di 450 m di filo misurato in denari, dove il denaro è un’unità
di peso più piccola del grammo e corrisponde a 0,05 g.
Dunque più un filato è fine più il suo titolo in denari è basso. Un ipotetico
titolo di 1 den corrisponderebbe a un filato così fine che 450 m peserebbero
solo 0,05 g.
Oggi, nelle Norme UNI si usa il titolo Tex (Tt). Il peso si misura in grammi,
ma rapportato a 1000 m di filo. Un tex corrisponde cioè a un filato tale che
1000 m pesano 1 g.
Un altro carattere molto importante per le fibre tessili è la lucentezza, do-
vuta alla rifrazione e alla riflessione della luce sulla superficie della fibra stessa.
Più la fibra è liscia, con superficie uniforme priva di asperità e solchi, più au-
menta la sua lucentezza.
La lucentezza dipende sia dal processo produttivo da cui ha preso origine
la fibra dalla struttura sia interna sia esterna.
Le fibre naturali sono normalmente meno lucenti di quelle sintetiche e pro-
prio per cercare di rendere queste ultime più simili alle fibre naturali, (per esem-
pio quando vengono utilizzate in mischia), vengono opacizzate con appositi
trattamenti (un classico agente opacizzante è il biossido di titanio, TiO2).
Inoltre se una fibra ha un elevato orientamento molecolare e perciò un’ele-
vata cristallinità questa di solito risulta molto lucente.
I caratteri organolettici, cioè la sofficità, la morbidezza e la voluminosità
vengono normalmente riassunti in un unico termine, cioè la «mano» della
fibra. Una fibra ha mano sostenuta se al tatto risulta rigida e poco soffice; ha
invece mano lenta se è morbida ed elastica alla pressione.
Un tessuto prodotto con fibra di mano troppo sostenuta è rigido, se è pro-
dotto con una fibra di mano troppo lenta, è cascante.
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Introduzione alle fibre tessili 9
Caratteri fisico-meccanici
Sono sia requisiti fisici (igroscopicità, stabilità termica ecc.) che requisiti mec-
canici (tenacità, resistenza ecc.).
Igroscopicità È la capacità di una fibra di assorbire umidità dall’ambiente.
Dipende dalla composizione chimica e dalla struttura della fibra ed è favorita
G
dalla presenza di gruppi polari quali gli ossidrili (—OH), carbonili ( C"O),
carbossili (—COOH) e di zone amorfe. D
L’igroscopicità di una fibra si misura in base alla percentuale massima di
acqua che la fibra può assorbire senza apparire bagnata. La lana e le fibre al-
giniche sono le più igroscopiche (la lana assorbe acqua fino al 33% del peso
senza dare la sensazione del bagnato).
In relazione all’igroscopicità si stabilisce il tasso di ripresa che rappre-
senta la massima percentuale d’acqua che una fibra può contenere per es-
sere commercializzata e si misura in percentuale sul peso secco del ma-
teriale, cioè la quantità in grammi di acqua assorbita a 20 °C da 100 g di
fibra, precedentemente essiccata, esposta per un’ora a un’umidità relativa
pari al 65%.
Il tasso di ripresa varia da fibra a fibra, da un massimo per la lana intorno
al 18% a un minimo, per il poliestere, pari all’1,5%.
Collegato al tasso di ripresa è il peso mercantile, cioè il peso della merce sec-
ca più il tasso di ripresa. In base a questo peso avvengono le contrattazioni.
Se una partita di 100 kg di canapa, dall’analisi, risulta avere i 118% di umi-
dità, peserà allo stato secco 82 kg. Essendo per la canapa il tasso di ripresa
uguale al 12% circa, il suo peso mercantile sarà il peso del secco più il 12% di
82, cioè 9,84. Si otterrà: 82 + 9, 4 = 91, 84 kg .
I tassi di ripresa riportati in tabella 1.5 sono quelli fissati dalla legge 883 del
26/11/1973.
Comportamento al calore Per azione del calore le fibre naturali, sia vegeta-
li che animali, non fondono ma si decompongono. Per esempio il cotone a
120 °C ingiallisce, a 140-150 °C si decompone. La lana invece a 100 °C diventa
ruvida, a 130 °C inizia a decomporsi, a 200 °C imbrunisce, a 300 °C carbo-
nizza.
Le tecnofibre, in quanto costituite da polimeri lineari in parte cristallini
e in parte amorfi, presentano tre temperature critiche alle quali subiscono
cambiamenti di stato. Partendo da temperature molto basse, innalzando la
temperatura del polimero si ha il passaggio delle parti amorfe da uno stato
vetroso (rigido e fragile) a uno stato viscoelastico (gommoso) alla temperatu-
ra di transizione vetrosa; a temperatura più alta, le parti amorfe passano dallo
stato viscoelastico allo stato viscoso (scorrevole) alla temperatura di rammol-
limento; infine si raggiunge la fusione delle parti cristalline alla temperatura
di fusione.
Anche le tecnofibre si decompongono, ma ciò avviene ad alte temperature
e per la maggior parte di queste queste fibre la decomposizione si riscontra a
temperature superiori a quella di fusione; solo per alcune, la decomposizio-
ne può iniziare a temperature inferiori completandosi rapidamente quando
siano portate allo stato fuso. Le fibre artificiali sia cellulosiche sia proteiche si
decompongono prima della fusione. Del comportamento termico delle fibre
si deve tener conto per la loro filatura e per i diversi processi di finissaggio, in
particolare nella tintura.
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10 capitolo 1
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Introduzione alle fibre tessili 11
Tabella 1.7 L.O.I. (Limit Oxygen Index) delle principali fibre tessili
L.O.I. L.O.I.
Fibra tessile Fibra tessile
(%) (%)
Lana 25 Clorofibra 48
Cotone 18 Acrilica 18-20
Viscosa 20 Modacrilica 22-28
Acetato 18 Poliestere 20
Triacetato 18 Poliammidica 20
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12 capitolo 1
Queste ultime fibre, pur risultando un po’ meno infiammabili del cotone,
sono però più pericolose di quello, infatti durante la combustione fondono pro-
ducendo masse viscose che possono aderire alla pelle e provocare serie ustioni.
Feltrabilità È una proprietà caratteristica della lana e dei peli animali in gene-
re perché è dovuta alla struttura a scaglie di queste fibre e consiste nella com-
pattazione delle fibre tra loro per effetto combinato del calore e dell’umidità.
Le scaglie sulla superficie del pelo di lana per esempio sono disposte come
gli embrici di un tetto, orientate cioè tutte nello stesso senso, verso la punta
della fibra. Perciò le fibre possono scorrere liberamente fra loro, se sono con-
cordi nel verso; nel senso opposto invece sono ostacolate e le stesse scaglie
alzandosi a causa dell’attrito favoriscono l’unione e l’aggrovigliamento delle
fibre.
L’alzarsi delle scaglie è favorito oltre che dallo sfregamento e dal calore,
anche dal trattamento con acidi o con basi.
Con il metodo della feltratura anticamente, con le fibre corte di lana, si
producevano i feltri per cappelli e coperte. Le fibre che venivano usate, oltre a
quelle di lana, erano i peli di cammello, castoro, lepre e lontra.
Coibenza È la proprietà delle fibre tessili a essere più o meno isolanti al calo-
re. Dipende dal loro calore specifico e dalla conduttività termica. Ricordiamo
che quest’ultima è data dal rapporto tra la quantità di calore che nell’unità di
tempo attraversa l’unità di superficie e la differenza di temperatura che si ha
dalle parti opposte della superficie di spessore unitario interessate allo scam-
bio termico:
Q
T1 T2
d
Q (T - T1) $ S
conduttività termica = =k 2
t d
dove Q = quantità di calore; S = unità di superficie; d = spessore; T2 2 T1 .
La coibenza, come vedremo, non dipende solo dalla composizione chimica
della fibra ma anche da fattori strutturali e da fattori fisici (igroscopicità, ad-
sorbimento, ecc.).
Tenacità Una tra le più importanti proprietà fisiche che deve avere una fibra è
la tenacità. La tenacità indica il carico in grammi necessario a rompere un filo
di finezza standard. Per finezza standard si intende un filo con titolo uguale a
un den o a un tex.
Praticamente si misura il carico di rottura a trazione e si dividono i grammi
ottenuti per il titolo. Perciò la tenacità si misura in g/den, o g/tex. La UNI 8218
definisce la tenacità come rapporto tra la forza di rottura in centi-newton e il
titolo in tex (CN/tex). Si può anche misurare in kg/mm2.
La tenacità, come già abbiamo accennato, dipende dall’orientamento mo-
lecolare e dalla cristallinità della fibra. Aumenta passando dalla lana alla seta e
dal cotone al lino. Però una fibra molto tenace, come il lino per esempio, risul-
ta rigida e poco estensibile e perciò difficilmente lavorabile. Inoltre il tessuto
prodotto con queste fibre risulta facilmente sgualcibile a causa della scarsa
flessibilità (tabella 1.8).
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Introduzione alle fibre tessili 13
COTONE
tenacità g/den
SETA
LANA
10 20 30 40
0
A B C D
allungamento %
Resilienza È la capacità che deve avere una fibra tessile di opporsi all’imma-
gazzinamento di energia meccanica cioè di deformarsi senza subire un cam-
biamento dimensionale permanente; è detta infatti anche elastanza meccanica.
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