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FIRENZE 2015
INTRODUZIONE
2
Di certo non è facile, oggi, descrivere adeguatamente la cultura detta della “post-
modernità”, attorno alla quale sembra che esista una dotta ignoranza. Dobbiamo però
chiederci se la tradizione cattolica non contenga anche alcuni elementi che possano
rappresentare delle occasioni utili per superare la sfida, che proprio l’epoca del
inediti significati che sono destinati a scomparire e a dar luogo ad altri significati.
all’interno di un cambiamento caotico della realtà, nel senso che l’uomo postmoderno
tratta del vagabondare di Ulisse piuttosto che del nomadismo di Abramo, il quale
caratterizzato da una ricerca fine a se stessa, dove il pluralismo diventa una necessità,
intesa soprattutto in senso negativo: l’esasperazione della libertà porta infatti a pagare
un prezzo quello della solitudine. Questa libertà appare capricciosa, senza progetto,
esistono risposte morali sempre valide, ma solo risposte adatte alle circostanze che si
1.1 IL PROFETA
1
Cfr. D. SCAIOLA, I Dodici, 199.
4
1.2 IL LIBRO
2. LA PERICOPE
2
Cfr. Ibid., 200.
3
Cfr. J. A. SCHÖKEL – J. L. SICRE DIAZ, I profeti, 1379.
4
Cfr. T. COLLINS, The Mantle of Elijah. The Redaction Criticism of the Prophetical Books,
Sheffield Academic Press, Sheffield 1993, (BiSe 20), pp. 197.
5
Cfr. O.H. STECK, Der abschluss der Prophetie im Alten Testament: Ein Versuch zur Frage der
Vorgeschichte des Kanons, Neukirchener Verlag, Neukirchener-Vluyn 1991, (Biblisch-theologische
Studien 17), 127-136.
6
Cfr. B. MARCONCINI, Profeti, 206-8.
7
Cfr. D. SCAIOLA, I Dodici, 29.
8
Cfr. J. A. SCHÖKEL – J. L. SICRE DIAZ, I profeti, 1381-2.
5
La pericope inizia con un domanda retorica del profeta che suona come accusa
di slealtà nei confronti dell'intero Israele.
Per quanto riguarda le sottounità, c'è chi divide questo brano in tre parti: v. 10
(rapporti sociali), vv. 11-12 (matrimoni misti) e vv. 13-16 (divorzio) 11. C'è anche chi,
invece, non slega il v. 10 dai due vv. seguenti12. Senz'altro rimane da segnalare la
particolarità della domanda retorica con cui questa volta il profeta inizia l'accusa, in
quanto ciò non accade nelle altre cinque dispute all'interno del libro.
Ad ogni modo, se si considera la divisione in due parti, entrambe sono tenute
insieme dallo stesso vocabolario: basti osservare la non accettazione del culto da parte
di Dio alla fine del v. 12 richiamata poi nel v. 13, o anche il termine «unico» e
l'espressione «agire perfidamente» presenti al v. 10 e al v. 15. Tutte e due, inoltre,
presentano la medesima inconciliabilità del comportamento con la fede in Dio, sia per
quanto riguarda i matrimoni misti, sia per quanto riguarda il divorzio13.
9
Cfr. Ibid., 1380-1.
10
Cfr. A. E. HILL, Malachi, 230.
11
Cfr. G. BERNINI, Aggeo, 326.
12
Cfr. Cfr. A. E. HILL, Malachi, 222.
13
Cfr. V. LOPASSO, Unicità,128-9.
6
2.2 I TEMI
I temi sviluppati sono gli stessi temi di Ml, ma anche dell'intero libro dei Dodici.
Emerge, in particolare, il tema dell'Alleanza che si appoggia sull'immagine di Dio
Padre14 e su quella del matrimonio, anche se non ci viene presentato Dio come sposo -
come invece accade in Os - ma piuttosto il matrimonio tra gli uomini, che può
determinare una rottura dell'Alleanza.
Nella nostra pericope esso si declina nell'alleanza matrimoniale: infatti, proprio
il divorzio e il successivo prendere in moglie delle donne pagane rappresentano una
rottura di quell'alleanza siglata con i padri. Non possiamo scindere il piano teologico da
quello morale, poiché il divieto di divorzio ha come fine anche, e forse soprattutto,
quello di evitare che siano importati culti resi a divinità straniere, rischio sempre
presente in Israele15.
14
Cfr. Ml 2,10a.
15
Cfr. V. BULGARELLI, Introduzione. 29-34.
16
Cfr. A. E. HILL, Malachi, 224-5.
17
Cfr. J. A. SCHÖKEL – J. L. SICRE DIAZ, I profeti, 1390.
18
Cfr. A. E. HILL, Malachi, 228.
7
costumi, sono da tenere presenti la prima e la terza interpretazione 19; di questo avviso è
anche Reventlow, secondo cui con l'espressione «figlia di un dio straniero» (v. 11), in
voluto contrasto con l'«unico padre» (v. 10), ci si riferirebbe alla dea della fertilità
Astarte e a tale culto sarebbe da collegare il pianto che troviamo al v. 13.
Tuttavia, l'esegesi che prevale è quella letterale. Anche in questo caso, proibendo
i matrimoni misti, Ml non fa altro che riprendere Dt 7,3 e Es 34,16a e ribadire ciò che,
probabilmente, non veniva rispettato20.
Riguardo alla profanazione del santuario, troviamo un voluto parallelismo
antitetico tra il termine «profanare» e qōdeš, che in questo versetto può essere tradotto
sia come «santità» di Dio che come «santuario»21.
La punizione, secondo il formulario dell'alleanza, si riversa su chi non rispetta il
patto stipulato con Dio. Il fatto interessante è che con il termine ‛îš si indica l'uomo nel
suo genere maschile o il marito 22: a lui è rivolto questo provvedimento che determina
l'esclusione dal culto che equivale all'emarginazione rispetto alla comunità 23.
vv. 13-16: questa seconda parte inizia con un richiamo della fine della prima
parte per quanto concerne il non gradimento del culto da parte di Dio: come abbiamo
visto, si tratta di un culto non accompagnato dalla giustizia, tema tipico dei profeti.
Poi si passa al rifiuto del divorzio, che ha in questione «la donna della tua giovinezza»,
di cui si dice essere legata al marito da un «patto». Si comprende come probabilmente il
riferimento sia qui alla prima moglie israelita - che veniva poi ripudiata in favore di una
moglie straniera- o per alcuni anche a donne israeliti di classi sociali più elevate, o per
lo meno donne ricche che non erano state deportate e si erano arricchite per via di una
connivenza con il potere babilonese24. Con il termine «patto» si vuole indicare come il
legame tra marito e moglie costituisca una parallelo con l'Alleanza tra Dio e Israele: ciò
è indicato anche dal termine «testimone» riferito a Dio. Inoltre la «la donna della tua
giovinezza» richiama il rapporto tra Gerusalemme e il Signore prima della rottura
dell'alleanza, in Ger 2 e Os 2 25. Oltre a questo rimando l'espressione indicherebbe uno
stato giuridico di moglie legittima - da contrapporre all'essere concubina- da cui
derivano diritti e doveri da parte del marito26.
Risulta assai interessante esaminare come Ml, in questo caso, rilegga la Legge
deuteronomista riguardo al divorzio. Per motivi di spazio mi limiterò ad un breve sunto
su come potrebbero essere letti i dati offertici dal testo.
Il testo testimonia una prassi rigorosa riguardo al divorzio nel periodo post-
esilico, rispetto ad una più permissiva documentata nei papiri di Elefantina 27. Secondo
Tosato, un pronunciamento di tale forza si doveva basare, oltre che sulla Legge, anche
su una certa tradizione che interpretava in maniera rigorosa la Legge stessa. Da notare
che qui viene contestata la pratica in sé, non la modalità del divorzio, che in Dt sembra
19
Cfr. G. BERNINI, Aggeo, 328.
20
Cfr. H. G. REVENTLOW, Aggeo, 231.
21
Cfr. A. E. HILL, Malachi, 230.
22
Cfr. A. E. HILL, Malachi, 234.
23
Cfr. G. BERNINI, Aggeo, 329.
24
Cfr. F. BIANCHI, La donna, 71-2.
25
Cfr. V. LOPASSO, Unicità, 130.
26
Cfr. A. TOSATO, Il matrimonio, 108.
27
Cfr. A. VERGER, Ricerche giuridiche sui papiri aramaici di Elefantina, Centro di studi semitici,
Roma 1965, (Studi semitici, 16), pp. 225.
8
CONCLUSIONE
Al termine del nostro lavoro non ci rimane che raccogliere quanto seminato. Il
brano nella sua globalità si scaglia contro chi sposa donne straniere e ripudia la «donna
della propria giovinezza». Abbiamo visto che le due cose sono strettamente legate tra
loro: infatti, solo la prima moglie è quella giuridicamente tale e di fatto il secondo
matrimonio è illecito.
Tale illiceità, benché abbia comunque come conseguenza il proteggere la donna giudea -
anche perché dal matrimonio, secondo la legge di Mosè, derivano diritti e doveri -, ha
come effetto primo prima il pericolo di culti idolatrici importati dalle donne straniere.
Nonostante sia questa una delle motivazioni fondamentali per la legge mosaica, fu
interpretata in questa direzione: abbiamo visto, infatti, che c'erano anche costumi più
liberali. Giustamente, si vuole anche tutelare la donna in quanto categoria debole della
società, e ciò lo ritroviamo non solo in Ml ma anche nello stesso Dt.
Non secondaria rimane la tematica di fondo che lega il brano al resto del libro e agli
altri libri profetici, cioè il nesso tra il matrimonio umano e l'Alleanza tra Dio e Israele.
Rompere il primo è cosa tanto abominevole quanto il non rispettare l'Alleanza. Tale non
rispetto dell'alleanza, inoltre, rende spregevole anche qualsiasi pratica cultuale.
28
Cfr. A. TOSATO, Il matrimonio, 206-10.
29
Cfr. A. E. HILL, Malachi, 222.
9
Concludendo possiamo dire che Ml si spinge ad una difesa del matrimonio che con un
termine moderno potremmo dire “indissolubile”, di cui Dio è «testimone»; non va
dimenticato, quindi, il forte nesso tra il matrimonio e la fedeltà ad Adonai.
Tuttavia, mi sembra che vada ridimensionato un parallelo facile con la morale cattolica,
tanto più con i moderni diritti delle donne. Stando al testo, infatti, mi pare che dietro al
passo di Ml ci sia un interesse per l'ortodossia della fede che gioca un ruolo importante
circa questi divieti: ciò non va dimenticato. D'altra parte, non va eliminato neanche il
fatto che la Bibbia ebraica -e in modo particolare il libro dei Dodici- si schiera spesso a
difesa delle categorie deboli, e quindi c'è senz'altro anche una volontà di proteggere la
donna.
BIBLIOGRAFIA
1. Fonti
2. Sussidi
BIANCHI, Francesco, La donna del tuo popolo. La proibizione dei matrimoni misti nella
Bibbia e nel medio giudaismo, Città Nuova, Roma 2005, pp. 182.
SCHÖKEL, Alonso – SICRE DIAZ, Luis, I profeti, Borla, Roma 1984, pp. 1546.
MARCONCINI, Benito (et al.), Profeti e apocalittici, 2 ed., Elle Di Ci, Leumann 2007, pp.
549.
HILL, Andrew E., Malachi. A new translation with introduction and commentary,
Doubleday, New York 1998, (Anchor Bible, 25), pp. XLIII, 436.
BERNINI, Giuseppe, Aggeo, Zaccaria, Malachia, Ed. Paoline, Roma 1974 (Nuovissima
versione della Bibbia, 32), pp. 327.
REVENTLOW, Henning Graf, Aggeo, Zaccaria e Malachia, Paideia, Brescia 2010, pp.
261.
TOSATO, Angelo, Il matrimonio Israelitico: una teoria generale, Istituto Biblico, Roma
1982, (Analecta Biblica, 100), pp. XVI, 271.
INDICE
Introduzione.............................................................................................................................2
1.1. Il profeta...............................................................................................................3
1.2. Il libro...................................................................................................................3
2. La pericope...........................................................................................................................4
Conclusione..............................................................................................................................8
Bibliografia...............................................................................................................................9
11