Sei sulla pagina 1di 21

Sulle iscrizioni di Fantiscritti

Criscuolo Antonino* - Ferri Giovanni** - Salsi Riccardo***

Cenni su Fantiscritti

L’edicola dei “Fantiscritti” rappresenta forse il manufatto d’epoca romana più famoso e
significativo tra quelli rinvenuti nelle cave di marmo di Carrara. Da oggetto di devozione
divenne infatti a partire dal periodo rinascimentale meta di continue visite, in particolare
di artisti e scultori, che lasciavano la firma, ad onore e testimonianza della propria
presenza, scolpita sulle pareti marmoree prossime al bassorilievo. La continuità temporale
di questi singolari “graffiti” s’interruppe nel 1863 quando, per preservare l’opera dal
degrado dovuto agli agenti atmosferici ma probabilmente anche alle vicine attività
estrattive, il rilievo rupestre fu distaccato dal monte e trasportato presso l’Accademia di
Belle Arti di Carrara, dove tuttora è conservato (ill.1).
Da ricordare come lo stesso toponimo di Fantiscritti deriva dalla presenza in loco di questa
opera dove venivano raffigurate tre divinità, parse ai cavatori figure giovanili (fanti in
dialetto locale); ancora non è chiaro se il termine scritti faccia riferimento alla presenza di
iscrizioni antiche (Sforza, 1900) o aggiunte nel tempo (Repetti, 1820), o intenda solo
significare “delineati” (Giampaoli-Bizzarri, 1932), ipotizzando quindi una denominazione
più tardiva quando la scultura appariva rovinata e non chiaramente leggibile.

Premessa

L’occasione per questo nuovo studio sul sito di Fantiscritti sono state le indicazioni e la
documentazione fornita dagli operatori della ditta ApiAn, e in particolare da Antonio
Borzone tragicamente scomparso nel corso del 2006, che durante il periodico controllo
della tecchia (1) soprastante la cava di Fantiscritti, nel bacino di Miseglia, hanno potuto
fotografare numerose iscrizioni, riportanti datazioni in gran parte risalenti alla prima metà
del XIX secolo (ill.2).
Già E. Dolci nel suo “Carrara cave antiche” aveva menzionato la presenza in
corrispondenza della vecchia cava di Fantiscritti di iscrizioni e sigle “…incise su parete
marmorea … a destra di un serbatoio per l’acqua… non visibili ad occhio nudo, a causa
dell’altezza”.
Le numerose iscrizioni (al momento ne sono state rilevate circa 40) riportano talvolta una
sigla o una figura, ma in genere nomi propri con l’anno d’incisione relativi a personaggi
anche molto noti, come ad esempio Emanuele Repetti o Giovan Pietro Vieusseux, italiani
ma anche stranieri. La continuità temporale di queste iscrizioni fino al 1862 e l’ubicazione
della parete marmorea sono elementi che facilmente riconducono alla tradizione della
visita in cava al bassorilievo d’epoca romana dei Fantiscritti, già testimoniata a partire dal
1442 e terminata nel 1863. Oltre quindi al rilevamento delle iscrizioni ci è parso utile da
una parte completarne il censimento e studiarne l’evoluzione tramite le testimonianze
---------------------------------------------------------------------
1) tecchia: alta parete rocciosa verticale creatasi naturalmente o per tagli artificiali.

* Comune di Carrara, Settore Marmo


** Società Apuana Marmi Srl
*** Soc. Coop. ApiAn
ancora in nostro possesso, dall’altra fornire nuovi elementi di studio per precisare
l’ubicazione della famosa edicola, specie tramite l’analisi e il confronto delle “Vedute delle
cave di Carrara” lasciateci da Saverio Salvioni, databili intorno al 1812.

Le iscrizioni in tecchia

Come è visibile dalle foto e in particolare dallo schizzo riportato nella illustrazione n.3, le
iscrizioni sono concentrate lungo una fascia intorno quota 651 m s.l.m. che mantiene la
traccia di un vecchio camminamento che doveva condurre all’attiguo sito dell’edicola
romana. Non tutte le iscrizioni sono tracciate nello schizzo ma vengono comunque
elencate di seguito, in ordine cronologico secondo l’anno d’iscrizione riportato o per affinità
stilistica in caso di data mancante. Particolare è il caso della raffigurazione di due teste e
di una frase con figura dal contenuto scurrile (vedi foto in ill.4) che testimonia forse gli
atteggiamenti contrastanti che potevano nascere tra i cavatori per la presenza in cantiere
di tanti illustri visitatori.

Trascrizioni:

1) AUGUSTINUS / MAGGESIUS / COM …. / 1658


2) 1715 / A N F (in nesso)
3) A DI 30 / MARZO / 1722 / BOTOI../ PA …RRE..IANI

4) P.D. PEZZICA / 1818


5) F. MONDINI / 1822
6) VIEUSSEUX / E. REPETTI / 1823
7) PHILYPPE G ARBEILLE / 1830
8) N BYJTJOM / GIA N FJOJL / NO /GIACOMIO / STOKHOLM / MDCCCXXX
9) 1833 / P. FRANCO / ANDREI
10) DL / 1833 / DEL NOTE / GIUSEPP.. GO
11) C. BERGAMINI / 1844
12) V ALESI Ge / 1850
13) G. PERUTELLI / A DI 19 / APRILE / 1857
14) GHIA / (CL)EMENTE 19 / 1857
15) L. SARTESCHI / 1860
16) J. GOODDY / 1862
17) F. CO ZAMBELLI 18…
18) I. N. RO / VA
19) L. LUC(H)ETTI
20) C. / CASONI
21) GIO. RUSCA
22) A. WOLFF
23) DELL’AMICO / GINO / 18…
24) DIAMANTI / § DARMIA / § PERRINI / …PRES(T)O..
25) CARDELO / ADAMO
26) PROFILI / PIETRO
27) DEL NERO / GOLIARDO / 7. 10….
28) BG / BA (?)
29) CECCHI ALBERTO
30) ….CATE / DOLI / ARBEILLE
31) M….MMANITI

32) L. FRIGNANI / A DI 11 APRILE / 1867


33) A. BIANCHINI
34) MERLINI OVIDIO / 2.2.1867
35) G…..TTE 19..
36) 1914 / VITI
37) B L 1905 / 1942
38) QUESTO SERVE PER / COLORO CHE CI PUZZA / IL (CU..O) / FIATO

Come si può notare sono presenti nomi di personalità note e sconosciute, anche straniere,
insieme a personaggi locali dai cognomi ancora comuni nel mondo delle cave. Se nei
secoli precedenti, come ricorderemo in seguito, i nominativi iscritti vicino all’edicola erano
principalmente di artisti e persone di cultura affascinati dalla visita dell’antica opera
scultorea, nell’800 agli studiosi e ai visitatori stranieri si uniscono anche nomi di
imprenditori, generalmente locali, dei quali il proprietario della cava si onorava di
conservare la firma scolpita. A questi poi probabilmente si aggiungono, specie nella
seconda parte dell’800 e dopo la rimozione dell’edicola, nominativi occasionali iscritti
anche senza il beneplacito dell’esercente.
Tra le iscrizioni di rilievo da osservare quella più antica (1658) di tal Agostino Maggesio,
del quale non abbiamo trovato notizie certe, e quella di Repetti e Vieusseux (ill. 5), che
testimonia una loro comune escursione alle cave di Carrara nel 1823 (quindi un anno dopo
l’inizio della collaborazione di Repetti con l’Antologia fiorentina, che seguiva la
pubblicazione dei “Cenni sopra l’Alpe Apuana ed i marmi di Carrara” del 1820 dove già
veniva descritta l’edicola romana dei Fantiscritti). Si ricorda ancora l’iscrizione
dell’ingegnere inglese John Gooddy, nipote di William Walton e suo socio nella storica
ditta “Walton, Gooddy & Cripps Ltd” (talvolta riportata anche come Walton, Woody &
Cripps Ltd) e del francese Arbeille. Il nominativo di Casoni è da riferire allo scultore
carrarese Carlo, operante all’inizio dell’800 in uno studio sulla via Carriona, mentre uno
dei visitatori svedesi corrisponde allo scultore Byström che nel 1830 viveva in Italia (per
gentile informazione di Renato Carozzi). Particolare e degna di pregio artistico poi risulta
la firma di Wolff, lasciata dallo scultore tedesco Albert Wolff (1814-1882).

Le iscrizioni dell’edicola

Per la descrizione e l’interpretazione del bassorilievo romano conservato all’Accademia si


rimanda agli studi di G. Tedeschi Grisanti (1975) che, partendo dal lavoro di Guattani del
1819, ha fornito conclusive spiegazioni sulle figure raffigurate e sulla loro datazione.
L’opera infatti, realizzata tra il 203 e il 212 d.C., raffigura le tre divinità di Giove, Ercole e
Bacco / Liber volendole identificare con l’imperatore Settimio Severo e i suoi due figli Geta
e Caracalla. Manca, poiché probabilmente abrasa in epoca successiva, l’originaria scritta
latina di dedicazione, posta all’interno di una cornice sottostante il tempietto (vedi ill.1).
La prima testimonianza del monumento risale al 1442, quando ne lascia un breve ricordo
scritto, in occasione della sua visita a Carrara, l’antiquario Ciriaco Pizzicolli detto
Anconetano. All’epoca le figure erano “fabersculptas”, cioè ben scolpite e quindi ben
conservate.
La prima raffigurazione a noi pervenuta viene eseguita tra il 1566 e il 1584 da
Giovannantonio Dosio (Tedeschi-Grisanti, 1982), che nelle sue note archeologiche
riproduce in buono stato di conservazione il rilievo rupestre; da notare che la “tabula
inscriptionum” è stata già abrasa e non viene riportata alcuna iscrizione.
La rappresentazione successiva è di Saverio Salvioni, intorno al 1812, che riproduce le tre
figure ancora ben visibili e riporta numerose iscrizioni di artisti e viaggiatori che avevano
voluto lasciare in ricordo il proprio nome sulle pareti marmoree prossime all’edicola (ill. 6).
Del 1819 è la pubblicazione già ricordata del Guattani, che studia un calco in gesso
eseguito da Antonio d’Este. Nei suoi disegni si osservano evidenti segni di deturpazione,
forse dovuti alle esplosioni provocate dalle vicine attività estrattive; a nota vengono
riportate le “firme d’italiani ed oltremontani illustri”, ivi scolpite tra il 1556 e il 1800.
Dopo l’asportazione del bassorilievo dalla cava, nel 1863, e la sua collocazione
nell’Accademia B.A. di Carrara, una prima dettagliata descrizione delle incisioni presenti si
ha con lo studio di U. Mazzini del 1919 intitolato “Gli scritti di Fantiscritti”. Le figure
rappresentate sono molto rovinate ma si conserva ancora una fascia inferiore della lastra
marmorea ora non più visibile. Compare anche per la prima volta, a destra dell’edicola, la
raffigurazione di un Ercole, ripreso dal modello farnese.
Manca comunque la trascrizione completa dei nominativi, anche sconosciuti, che ancora si
riescono a identificare nel reperto conservato all’Accademia. Nella illustrazione 7 viene
riportato uno schizzo dell’edicola con le varie iscrizioni rintracciate (circa 40), che va a
completare e solo in parte a modificare il rilievo del Mazzini. Anche in questo caso le
trascrizioni vengono elencate in ordine cronologico secondo la data riportata o l’ordine
temporale attribuibile per la sequenza spaziale rinvenuta sulla stele.

Trascrizioni:

1) RO P MELCHIOR CINCIUS ET IO. VICT. SODE….


2) 1584 / IO INOCENCIO / DE BERETARI
3) ETE . AN. 70 / GIO. BOLOA / 1595
4) DEMOCRITO
5) A O G / F / 15..

6) ANO. MDCXXIV
7) FGC / 1702
8) L.G.I / U.D.
9) B. F

10) CANOVA / 1800


11) 1814 / OCMEPМАН6 / MOЛСMOЋ / Б6ІЛ6 ЗΔЕС6
12) CHANTRE / 1819
13) VINCENZO BONANNI 181..
14) L WYATT / 1820
15) G. A./ FABRI / COTTI / 1822
16) TO / R J WYATT / 1826
17) MESSICO / 1829
18) GIOVANNI / ROSSI / 1833
19) FRANCE / SCO VAN / DELLI / 1833 / G
20) CARLO SANGUINETTI / 1834
21) F B 1834
22) BM / MBLCI / 1834
23) MENGHI / AO 1839
24) FERDINANDO / ANDREI / 1842
25) GIUSEPPE BARATTA 184(2)
26) GIUSEPPE BONI
27) D’ALES – VASOLI
28) ROBICHON
29) PIETRO MORESCALCHI DETO / DI CARRARA 18..
30) BP
31) C(ECCA)
32) (MARCHI)
33) E. Z / MENGI….ANI
34) N G ‫ ک‬/ MESTELLINI
35) NOLI
36) GIORCIOLI / IOBENSO
37) SERRI / 18..
38) ANO MA(ZZI)

Tra parentesi sono riportate le lettere trascritte da Mazzini ora non più visibili.
Come ricordato sempre da questo autore, il Guattani indicava il 1556 come la data più
antica presente a lato della scritta di Melchiorre Cincio e Victor Soder. Di questi nominativi
si sa ben poco; un Vincentius Cincius è conosciuto come letterato del quale si conserva
un’opera del 1558 edita nel 1578, mentre nella variante Cinzio si ha notizia di un
drammaturgo della metà del cinquecento operante alla corte estense. L’interpretazione
del secondo nominativo in Victor Sodër, se corretta, farebbe pensare a un personaggio di
origine scandinava e in particolare svedese.
L’ultima datazione certa è invece del 1842, segno che dopo tale anno si è cercato di
salvaguardare il monumento dalle eccessive e invadenti iscrizioni.
Tra le scritte più antiche è da notare anche quella di Innocenzo Berettari (1584),
appartenente probabilmente a un componente della nota famiglia di artisti e commercianti
carraresi attivi anche in Sicilia, e quella del più famoso scultore Giambologna (1595),
scolpita nel 70° anno di vita (aetate annorum 70, secondo Mazzini).
Lo stesso Mazzini fa risalire alla fine del ‘500, per lo stile grafico utilizzato, la sigla
L.G.I.U.D., dove le ultime tre lettere qualificherebbero l’autore come Iuris Utriusque Doctor.
Anche la silhouette dell’Ercole farnese, soprascritta alla scritta SODE, può essere
collegata alla sigla A O G / F, dove F intende fecit, e alla data del XVI secolo accennata ai
piedi della figura. L’autore non sarebbe comunque Antonio Cavallini, come suggerito
sempre da Mazzini che legge in C la seconda lettera della sigla; dall’attenta osservazione
della relativa stampa di Salvioni si può infatti completare la trascrizione della lettera in G.
La data del 1624, riportata nella tabula precedentemente abrasa, probabilmente
sottostava a una dedica che fu del tutto cancellata per permettere l’iscrizione del 1834 e
del 1842.
Del 1800 è invece l’iscrizione del Canova che visitò Fantiscritti accompagnato dall’amico
Antonio d’Este, scultore veneziano. Questa scritta, insieme a quelle del francese Chantre
e degli inglesi Wyatt (forse parenti del più famoso James, architetto neoclassico), è posta
su una lastra ora affiancata a quella dell’edicola ma in realtà distaccata nel 1863 da una
diversa parete marmorea ubicata in prossimità del sito originario dell’edicola, poco più a
nord di questa.
Tra gli altri nominativi della prima metà dell’800 si ricordano quelli di Giuseppe Antonio
Fabbricotti, architetto e professore dell’Accademia, di Vincenzo Bonanni, che condusse un
prestigioso laboratorio di architettura e ornato in Carrara, di Ferdinando Andrei, allievo di
Pietro Tenerani, di Pietro Morescalchi, operante nei laboratori della Banca Elisiana, di
appartenenti a famiglie di altri noti scultori come i Baratta, i Sanguinetti, i Boni, i Serri
(Campori, 1873).
Singolare la storia della scritta apposta a destra dell’edicola e datata 1814; Ubaldo Mazzini
non riuscì a interpretarla, pensando a una crittografia, e lasciò ai posteri il compito di
sciogliere l’enigma. Si arrivò così al 1955 quando Pietro Micheli Pellegrini si accorse che i
caratteri utilizzati erano cirillici e pubblicò sull’Aronte l’esatta traduzione in: 1814 /
OSTERMANN / TOLSTOI / FU QUI (ostermann / tolstoj / buill zdess). Si trattava quindi
della firma del conte Osterman-Tolstoj, famoso generale zarista che venne a Carrara per
l’ordinazione di statue commissionate allo scultore Rauch (E. Karceva, 2003).

Queste iscrizioni, ancora visibili, possono essere integrate da quelle riportate nella stampa
di Salvioni intitolata “Fantiscritti e Val di Chiaro”. Ingrandendo l’immagine dell’edicola (ill. 8)
si possono leggere parte delle scritte più antiche già trascritte, seppur con qualche errore
come ad esempio la data della tabella (ANO MDCXX), ma anche le iscrizioni della parte
inferiore della parete, andate perdute. Si possono così aggiungere le seguenti scritte:

1) M. ANTONIO / CAVALINO / 1551


2) 1556 / VIVACE SIA / V. CIVITALIS
3) 1699. D.E.P.

Nella stessa stampa si osserva che anche su una rupe rocciosa contrapposta alla parete
dell’edicola sono riportate numerose iscrizioni (ill. 9), tra le quali si riescono a leggere le
sole:

4) 1606 / A DI. 9. GIUGNO / EGO IACOBUS CIRASCIA /


IO GIO MADERNO / OPUS FECIT
5) 1626 / E. E. N…. / MECERL.... / DI PISA
6) GIOVANNI / F. VAGHL. 1656 (?)
7) ANDREA / LAZZONI / SCULTORI / 1676
8) VIRGINIO. MAGI. / AUDITORE 1676
9) GIUSEPPE / LUCIANI / 1676
10) JOSEP. FE…. / FERNA….

Vi sono qui altri nomi di artisti noti quali quelli degli scultori Marco Antonio Cavallini,
Vincenzo Civitali, Giovanni e Andrea Lazzoni, e del ticinese Maderno. Questi nomi in
particolare avvallerebbero quanto scritto dal Guattani nel 1819 che, oltre alle firme di
“Melchior Cencu, di Gio” e di “Victor Soder” nel 1556, di “Gio. Bologna anno 70” e di
Antonio “Canova”, ancora visibili, riporta quelle di “Gio. Maderno” nel 1606, di “Antonio
Cavallini” nel 1551, di “Antonio d’Este” (nel 1800 ?) e di “Michelangelo Buonarroti” nel
1525. Appare comunque strano che sia andata persa proprio la scritta di Michelangelo,
forse quella più famosa, tanto più che non è accertata una sua visita a Carrara ancora nel
1525. E’ vero d’altra parte che il disegno di Salvioni tratteggia altre scritte poste sulla
parete a fianco a quella dell’edicola, e che i lavori d’escavazione, che all’epoca
utilizzavano in gran misura l’esplosivo, possono aver causato la perdita della preziosa
iscrizione; è stato forse questo l’evento che ha determinato la decisione dell’asportazione
dell’edicola e della sua conservazione presso l’Accademia?
Il sito: ubicazione e storia

Sull’esatta ubicazione del rilievo rupestre di Fantiscritti già è stato scritto e discusso
(Dolci), ma durante la descrizione delle iscrizioni sono emersi ulteriori elementi di studio
degni di esser riportati.
Il bassorilievo fu distaccato, per ordine del Ministero della Pubblica Istruzione, nel giugno
del 1863 da una parete marmorea della cava di Giuseppe Muraglia, soprastante la cava di
Dell’Amico e Figaia, contrassegnata catastalmente al n.311 sez.G. Attualmente, nel nuovo
catasto comunale, l’area corrisponde al mappale n.57 del foglio n.35, dove è in esercizio la
cava n.88 “Fantiscritti A”, sovrastante la cava n.92 “Fantiscritti B”, precedentemente
escavata dalla sopraccitata ditta “Dell’Amico e Figaia”.
Non si hanno immagini certe del sito di Fantiscritti fino alla stampa delle “Vedute di cava”
del Salvioni, databili al 1812. Se nel disegno n.17 intitolato “Fantiscritti e Val di Chiaro“ il
bassorilievo viene descritto con buon dettaglio (ill. 6), tanto da permettere la lettura
parziale delle iscrizioni, la stessa località compare in altre vedute. Infatti nel disegno n.16
“Strinato e Fantiscritti“ (ill. 10) l’edicola romana è raffigurata sul rilievo roccioso che
sovrasta a destra la cava dello Strinato. Questa cava appare così come descritta dal
Repetti nel 1820: “Qui le immense, altissime tagliate hanno lasciato un’area larga oltre i
passi 500 di forma anfiteatrale. Dove sorgeva una cima di monte oggi vedesi aperto un
vasto bacino, sparso di massi informi, di pilastri, di colonne e architravi appena abbozzati,
rimasti in tronco nel decadimento della potenza romana”. Oltre agli studiosi che misurano
antiche basi di colonne, si possono notare i visitatori che s’inerpicano per il monte per
raggiungere l’edicola di Fantiscritti alla quale si contrappone una caratteristica guglia
rocciosa. Questa veduta, da est, corrisponde perfettamente alla precedente raffigurazione
di Fantiscritti, vista da ovest, dove il picco roccioso, che riporta le iscrizioni seicentesche,
appare sulla destra dell’edicola. Ancora nella veduta n.17 si possono notare, alla base
della tecchia retrostante, fusti di colonne abbandonate che richiamano la descrizione del
Repetti. A conforto della precisione “fotografica” delle vedute del Salvioni si è voluto
confrontarle con l’attuale aspetto morfologico, cercando di riprendere le immagini dagli
stessi punti di osservazione. Con l’approssimazione dovuta alla scomparsa delle originarie
quote altimetriche, il confronto evidenzia la perfetta corrispondenza dei luoghi (ill. 11). Si
possono osservare anche le modifiche apportate al profilo topografico del rilievo montano
in quasi due secoli di attività d’escavazione (in tratteggio bianco). Lo stesso picco roccioso
di Fantiscritti, come già osservato da A. Borzone (Borgioli-Gemignani, 2004), appare nella
veduta di Salvioni n.19 “Interno di Vara di Sopra“, dove la guglia è ben visibile scendendo
lungo il crinale del M. Torrione (ill. 12); anche in questo caso si veda la perfetta
corrispondenza con la vista attuale (ill. 13), dove il rilievo di Fantiscritti è stato aggiunto per
il confronto (tratteggio nero).
Questo rilievo morfologico scompare nella prima carta topografica di dettaglio dell’area in
nostro possesso, risalente al 1890 e a firma dell’Ing. Fossen per conto del Corpo delle
Miniere (ill. 14); qui le cave dello Strinato, sottostanti la tecchia della Cerasola (già
raffigurata nella veduta del Salvioni n.17), sono separate dalla “Regione di Fantiscritti”
dall’ampio ravaneto che ricopre la Fossa della Carbonera (così come già descritto nella
veduta Salvioni n.16). I dati catastali, l’ubicazione delle iscrizioni rilevate in tecchia, nonché
l’analisi delle vedute del Salvioni, permettono di identificare la cava di provenienza
dell’edicola romana in quella numerata come 387. Nell’elenco delle cave di Carrara
riportato nell’annuale 1890 del Ministero dell’Agricoltura, Industria e Commercio (Rivista
del Servizio Minerario nel 1889), la cava n.387 corrisponde a quella del Cav. Cirillo
Muraglia, probabile discendente di Giuseppe Muraglia (ricerche condotte nei registri
anagrafici del comune di Carrara non hanno potuto chiarire il preciso grado di parentela,
pur ritrovando un precedente Cirillo Muraglia padre di Giuseppe e quindi probabile nonno
del successivo cavalier Cirillo).
A questo punto, oltre a precisare l’originaria ubicazione dell’edicola di Fantiscritti, si può
delineare anche lo sviluppo delle attività d’escavazione nell’area nel corso del XIX e XX
secolo. Infatti il distacco del bassorilievo d’epoca romana permise l’abbattimento della
vicina rupe e la continuazione delle escavazioni verso il basso. Contemporaneamente
nell’area dello Strinato venivano aperti nuovi fronti di scavo verso il Fosso della
Carbonera, rimuovendo gli ingenti quantitativi detritici ivi deposti e scoprendo così anche i
sottostanti vecchi fronti di coltivazione d’epoca romana (Dolci, 1980 e Bruschi et al., 2003
). L’apertura della cava della Tagliata (ora identificata al n.78), così chiamata per il
ritrovamento di vecchi tagli al monte di probabile epoca romana, insieme
all’approfondimento delle cave di Fantiscritti comportò il progressivo ampliamento e rialzo
del ravaneto che attualmente separa le due aree di cava (ill.15); dovettero essere
realizzati alti bastioni in masso e muri a secco per il contenimento dei residui di
lavorazione, mirabili costruzioni ora quasi del tutto scomparse per la relativamente recente
possibilità di asportazione e riutilizzo dei detriti marmorei (ill.16). L’attuale situazione è
osservabile nella planimetria riportata nell’illustrazione n.17 dove è indicato l’originario sito
dell’edicola a quota 650 m s.l.m.
E’ facile a questo punto giustificare la presenza delle numerose iscrizioni ottocentesche
nella tecchia di Fantiscritti. Se infatti le prime scritte cinquecentesche vengono scolpite
affianco all’edicola, già nel seicento si comincia a utilizzare a questo scopo la rupe
contrapposta, continuando probabilmente per tutto il settecento. Nell’ottocento si cercano
spazi nuovi su pareti a lato dell’edicola (Canova e Wyatt) ma anche sulla tecchia
retrostante (visibile anche nella veduta Salvioni n.16), solo parzialmente sfruttata
precedentemente (1658-1722), dove rimangono le uniche iscrizioni ancora in loco. Nello
stesso periodo vengono incise nuove scritte a fianco e all’interno dell’edicola; questo
riutilizzo deturpante della superficie marmorea dell’edicola viene interrotto solo intorno al
1842. Ancor dopo il 1863, data di asportazione del rilievo, vengono scolpite sulla tecchia
residua nuove iscrizioni che arrivano fino ai primi del ‘900. Successivamente il ricordo in
cava dell’antica effige si perde e sparisce la secolare tradizione della visita ai Fantiscritti.

Conclusione

La trascrizione delle varie scritte riferibili all’edicola di Fantiscritti e la ricostruzione delle


sue singolari visitazioni ripropongono ancora una volta il problema della conservazione e
valorizzazione dei beni artistici e storici della tradizione culturale legata al mondo delle
cave e alla storia dell’escavazione a Carrara. Già Carlo Magenta nel 1871, a proposito del
distacco del bassorilievo di Fantiscritti, scriveva: “Io per verità, avrei amato meglio ch’esso
fosse conservato nel posto in cui fu elevato 17 secoli fa dai Romani, tanto più ch’eravi
mezzo di ripararlo dalle intemperie delle stagioni”. Ancora adesso il ritrovamento o la
conservazione di vestigia storiche nelle cave spesso si contrappone all’esigenze
produttive dell’estrazione marmorea; difficile stabilire, caso per caso, se è meglio vincolare
in loco la testimonianza storica o provare a rimuoverla e conservarla in sito idoneo.
Comunque sia va garantita la completa documentazione di queste testimonianze del
passato, che non possono esser più limitate ai soli reperti archeologici di maggior valenza
artistica o storica, ma devono comprendere anche gli elementi di cultura cosiddetta
“popolare” la cui memoria, spesso solo orale, va inesorabilmente sparendo col tempo.
Così le iscrizioni rupestri presenti nelle aree di cava, spesso apparentemente insignificanti,
possono aiutarci a ricostruire il quadro storico e culturale dell’escavazione a Carrara
regalandoci anche interessanti sorprese. Ad esempio quante sono le marche di cava,
previste anche dal regolamento estense del 1751, ancora conservate in situ o almeno
documentate? Nelle foto riprodotte nell’illustrazione n.18 si possono vedere delle iscrizioni
che fino al 1990 si trovavano in Calocara, dove si riconoscono i nomi di Francesco
Fabbricotti (di Domenico, 1686-1768) e di Domenico Mar…..li (che non coinciderebbe col
nominativo di Marchetti, all’epoca socio del Fabbricotti), risalente al 24 dicembre 1740, e la
sigla del più noto discendente Carlo Fabbricotti.
Ed oltre alle “notae lapicidinarum” e ai “pittacium” rupestri d’epoca romana, perché non
conservare il ricordo delle frasi e dei motteggi dei cavatori che una volta venivano lasciate
sulle pareti di cava a mo’ di ricordo perenne? Si vedano così la scritta dei lizzatori, ancora
in Calocara, e la dedica del vecchio cavatore ritrovata al Polvaccio (ill. 19). A tal proposito
si riporta la trascrizione, a cura di uno degli autori e di Ilaria Tusini, di alcune scritte
ritrovate su un masso proveniente dalla cava di Belgia ed ora conservato presso il Museo
del Marmo di Carrara. Come si vede nella foto (ill. 20), dove la scritta è stata
appositamente evidenziata, sono presenti più frasi e disegni caricaturali, anche
sovrapposti, tra le quali si distinguono:

1) A DI 10 LUGLIO 1843 / GRAM FREDO / SI PATI’


2) AGIOLETA / ME…. QUESTO SI CHIAMA
3) ALLE ORE 4 / NON SARA’ / MAI PPPIU’
4) A LI 13 MAGGIO 1845 VENNE UNA / GRAN TEMPESTA DI GRANDINE /
TRA LE QUALI SCOPPIO’ UN FULMINE / POCO LUNGI DALLA
CAPANNA DONDE / NELLA QUALE VI ERANO RADUNATE 15 PERSONE
/ RIMASERO TUTTI SOFFOCATI DA UN PESTIFERO / DI FUMO

Sono semplici ricordi legati per lo più ad eventi meteorologici come il freddo imprevisto in
una giornata estiva, un’anticipata levata notturna per l’inizio della giornata lavorativa, o lo
scampato pericolo dovuto alla caduta di un fulmine, ma quanto valore affettivo e quale
testimonianza del quotidiano lavoro dei cavatori del secolo scorso!

Bibliografia

BIZZARRI A. – GIAMPAOLI G. (1932) – Guida di Carrara, Carrara


BORGIOLI M. – GEMIGNANI B. (2004) – Carrara e la sua gente, Carrara
BRUSCHI G. - CRISCUOLO A. - ZANCHETTA G. (2003) – Stratigrafia delle discariche di detrito
dei bacini marmiferi di Carrara. I ravaneti antichi di Carbonera, Strinato, Gioia e
Scalocchiella, in Acta Apuana, II
CAMPORI G. (1873) – Memorie biografiche degli scultori, architetti, pittori, ecc., nativi di
Carrara, Modena; ristampa Bologna 1969
CECCHINI V. (1981) – Emanuele Repetti e la sua opera, in Carrara Marmi, Dic.1981
DOLCI E. (1980) – Carrara cave antiche, Viareggio
FRANZONI E. (1915) – Emanuele Repetti nella vita, negli studi, fra i dotti amici, Barga
GUATTANI G. A. (1819) – Spiegazione di un bassorilievo denominato i Fanti Scritti di
Carrara, Roma
KARCEVA E. (2003) – Aleksandr Osterman-Tolstoy: un collezionista russo a Carrara, in
Atti e Memorie della Accademia Aruntica di Carrara, IX
KLAPISCH-ZUBER C. (1969) – Les maitres du marbre.Carrara, 1300-1600, Parigi ; trad.
It. Carrara e i maestri del marmo (1300-1600), Massa 1973
MAGENTA C. (1871) – L’industria dei marmi apuani, Firenze
MAZZINI U. (1919) – Gli scritti di Fantiscritti, in Giornale Storico della Lunigiana, X, 3
MICHELI PELLEGRINI P. (1955) – Un personaggio di Tolstoi visitò le cave di Carrara, in
Aronte del 28.05.1955
MINISTERO DI AGRICOLTURA, INDUSTRIA E COMMERCIO (1890) – Annali di
Agricoltura 1890, Rivista del Servizio Minerario nel 1889, Firenze
REPETTI C. (2001) – Michelangelo, Carrara e i maestri di cavar marmi, in Quaderni
dell’Istituto di Storia della Cultura Materiale, 1, Firenze
REPETTI E. (1820) – Sopra l’Alpe Apuana ed i marmi di Carrara, Badia Fiesolana
SFORZA G. (1900) – Gli studi archeologici sulla Lunigiana e i suoi scavi dal 1801 al 1850,
in Atti e Memorie della R. Deputazione di Storia Patria per le Provincie Modenesi, I
TEDESCHI GRISANTI G. (1975) – Un rilievo romano delle cave di Carrara: i “Fanti Scritti”,
in Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le Provincie Modenesi, X, X
TEDESCHI GRISANTI G. (1982) – I Fanti Scritti di Carrara in un codice inedito di
Giovannantonio Dosio, in Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le
Provincie Modenesi, XI, IV

Elenco delle illustrazioni

1 - Edicola di Fantiscritti in Accademia


2 - Veduta della tecchia di Fantiscritti
3 - Schizzo delle iscrizioni sulla tecchia
4 - Foto di particolari sulla tecchia
5 - Foto di scritte sulla tecchia
6 - Veduta Salvioni n.17 “Fantiscritti e Val di Chiaro”
7 - Schizzo delle iscrizioni dell’edicola
8 - Particolare della veduta Salvioni n.17 (edicola)
9 - Particolare della veduta Salvioni n.17 (rupe)
10 - Veduta Salvioni n.16 “Strinato e Fantiscritti”
11 - Vista attuale “Strinato e Fantiscritti”
12 - Veduta Salvioni n.19 “Interno di Vara di Sopra“
13 - Vista attuale “Interno di Vara di Sopra“
14 - Planimetria area Fantiscritti, 1890
15 - Vista attuale “Fantiscritti e Val di Chiaro”
16 - Foto cava Tagliata, primi del ‘900
17 - Planimetria area Fantiscritti, 2000
18 - Foto di marche in Calocara
19 - Foto di scritte del ‘900
20 – Iscrizioni dalla cava Belgia
Ill.1
L’edicola di Fantiscritti
all’Accademia di Carrara

Ill.2
La tecchia di Fantiscritti
(nel riquadro l’area delle iscrizioni)
Ill.3
Schizzo delle iscrizioni sulla tecchia
Ill.4
Particolari di iscrizioni sulla tecchia

Ill.5
Particolari di scritte sulla tecchia
Ill.6
Veduta Salvioni n.17 “Fantiscritti e Val di Chiaro

Ill.7
Schizzo delle iscrizioni dell’edicola
Ill.8
Particolare della veduta
Salvioni n.17 (edicola)

Ill.9
Particolare della veduta
Salvioni n.17 (rupe)
Ill.10 Ill.11
Veduta Salvioni n.16 “Strinato e Fantiscritti” Vista attuale “Strinato e Fantiscritti”
Ill.12 Ill.13
Veduta Salvioni n.19 “Interno di Vara di Sopra” Vista attuale da Vara di Sopra
Ill.14 Ill.15
Planimetria area Fantiscritti, 1890 Vista attuale “Fantiscritti e Val del Chiaro”
Ill.16
Cava Tagliata,
primi del ‘900

Ill.17
Planimetria area
Fantiscritti,
2000

Sito edicola
Ill.18

Marche di
cava in
Calocara

Ill.19

Scritte
del ‘900

lll.20 Scritte dalla cava di Belgia

Potrebbero piacerti anche