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Teste di marmo e di bronzo riflessioni sul ritratto plastico veneziano del primo Rinascimento

Lo studioso Matteo Ceriani nella sua esposizione sul ritratto plastico veneziano del Rinascimento attraverso
immagini suggerimenti e spunti ci mostra lo svariato e ricco panorama di ritratti in marmo che hanno
caratterizzato la fine del Quattrocento e i primi del Cinquecento pensando di dare un'attribuzione a quelle
opere di cui ancora non si conosce l'autore.

il tema dei ritratti Veneziani era un tema caro W.Bode Come si evince dalla sua monografia del 1883.

dei ritratti presenti nel museo berlinese boothe in questo fascicolo riproduce solo una piccola testa
annotando una vicinanza soprattutto per quanto riguarda l'acconciatura con l'immagini di Dame
carpaccesche.

Ceriani Ricorda che la notizia di falsi ritratti Veneziani circolava già da tempo e si ritrova addirittura e in una
nota di Pietro Paoletti che parla di una grande produzione di lastre di ritratti per il mercato straniero, come
esempio di farsi annotava quello di Villa Pisani di Stra.

Ritratti di Stato

Dal 300 in poi la pratica del Ritratto marmoreo è molto viva

si rappresenta il doge figura principale della Repubblica che si rinnovava in media ogni 3-4 anni. da
ricordare i ritratti della Bottega lombardesca da Pietro e Tullio Lombardo a Antonio Rizzo.

dello scultore Rizzo abbiamo dei ritratti che dimostrano una qualità particolarmente alta soprattutto quello
dei Camini dell'appartamento del Doge del 1492 e i 3 tondini di cui uno quello che rappresenta un uomo
nudo con cappello può essere considerato un autoritratto.

RITRATTI PRIVATI

dei ritratti privati esiste una lunga serie su cui però ci si soffermerà solo su di alcuni.

nelle immagini che vengono mostrate si tenta di mettere a paragone più opere scultore e oltre a
dimostrare la provenienza ci si sofferma su alcune caratteristiche.

E’ il caso del Ritratto del Metropolitan Museum regalato all'inizio del 900 è stato considerato in seguito non
autentico.

ciò Però lascia perplesso lo stesso Ceriani che proprio per quello strano particolare del orecchio raffigurato
che esce fuori dal cappello motivo per cui fu considerato un falso è spinto a credere che possa essere
autentico perché è a suo dire un elemento difficilmente pensabile per un falsario ottocentesco

nel bassorilievo di Lazaro galdiano conservato sotto vetro non riscontra nulla di veramente somigliante nè
nell'acconciatura nè nell'esecuzione pittorica. è l'elemento tipico è quasi unico distintivo detratti Veneziani
di questa epoca è l'abaco cioè la tavoletta su cui il busto appoggia.

Nella scheda successiva il ritratto di donna già presente a Berlino ed ex collezione Pagliaro viene affiancato
dal ritratto maschile disperso del museo Correr. della collezione Pagliaro e di come fosse formata Ceriani
ancora delle incertezze. G.F.Waagen Nel 1840 41 raccolte per conto del museo di Berlino una grande
quantità di materiale di cui molto erano pezzi dismessi dalle chiese come lavabi cornici e alzare. lo stesso
museo ebbe dei dubbi sull'autenticità di questi acquisti. anche sul pezzo Correr le notizie sono poco chiare.
riporta uno stemma di famiglia e una scritta che lo identifichi erebbero con un Filippo correrà ma
nell'ultimo quarto del 400 Questo è un nome molto diffuso e ci sono molti omonimi di questa famiglia
pertanto attribuzione è poco chiara.
una testimonianza di bassorilievi di profili marmorei più conosciuta è quella della cassetta con il ritratto di
Angelo probi che doveva avere come coperta questo ritrattino belliniano attualmente conservato a Berlino.
si dice fosse un dono della Signoria di Venezia ad Angelo probi per la sua funzione di Ambasciatore a
Venezia del Regno di Napoli ma in verità dice Ceriani la storia potrebbe non essere veritiera. sulla cassetta
nel retro vi Era incollato un sonetto a tema spirituale forse del fratello di Angelo Antonio probi vescovo di
penna. Interessante il motto riportato non aliter che Ciriani creda possa alludere al fatto che il figlio segua
le orme del padre e diventerà altrettanto importante.

Ritratto di vicenza

Il cosiddetto ritratto dello dello scandalo come Ceriani lo chiama arriva a Palazzo chiericati Vicenza dal
legato Egidio del velo nel 1830. ritratto analizzato anni fa dallo Studioso e a cui ha dato un'attribuzione
rivelatasi poi errata. mostrando il ritratto si sofferma sul materiale utilizzato stucco e su alcuni dettagli che
ora messi a confronto con quello che Dicesi era di produzione della Bottega lombardesca Può affermare che
il pezzo non può essere inserito tra le opere di Pietro Lombardo e neanche dei giovani figli. si crede oggi
che sia stato fatto nella Bottega di Rizzo. alcuni elementi come i tratti del viso la struttura del muscolo e
anche la particolare lavorazione dei capelli riporta alla mente altre opere di Rizzo ( vittorie della Scala dei
giganti).

Un ritratto e il suo rovescio come una medaglia

Il Ritratto del seminario di Venezia presente anche nell'opera del Paoletti è stato per lungo tempo
identificato come il ritratto di Marco Balbo il cardinale. ma ci si è resi conto presto che ciò non FOSSE
possibileAnche perché difficilmente una Cardinale si lascia ritrarre senza insegne curiali. nell'800 si pensava
fosse Probabilmente Marco di Andrea di Pantaleo barbo Podestà di Venezia del 1488. venne attribuito a
Mazzoni, a Bellano e poi a Pietro Lombardo. L'opera è stata avvicinata sia al busto di terracotta falsamente
inteso come fra Mauro proveniente da Palazzo Ducale sia alla lastra di Palazzo Sforzesco la cui provenienza
è ignota. simile in alcuni dettagli ma su cui lo studioso non si lascia andare a giudizi. Infine per quanto
riguarda lo stile Ceriani lo affianca ad un'altra Opera Giacomo Surian ritratto di Giovanni Buora facendo
notare la presenza del cuni elementi naturalistici che si ritrovano nel panorama veneziano.

nel tentativo di rintracciare altri ritratti vicini a Giovanni Buora, Ceriani mette a confronto tre diverse opere:
Il ritratto femminile di Berlino acquistato da Waagen 1841 142 dalla collezione Pajaro e su cui Bode si era
ampiamente espresso;Il ritratto gradenico Donato al museo Correr e in ultimo il ritratto del Castello
Sforzesco di Milano con provenienza Sammy Picenardi catalogato come P. Lombardo erroneamente.

ninna sezione condottieri Ceriani si sofferma particolarmente sulla caso di capigliatura con leoni con due
ritratti uno alla moderna e l'altro all'antica di Marco Pitteri ( Fonte cicogna) che incide i due bassorilievi
forse a Bergamo. uno dei busti più belli di condottieri di tutto il 400 è sempre di Pitteri…. È riprodotto in un
bronzo che era nel castello Colleoni porto a Thiene comperato dal museo jacquemart-andré a Venezia nel
1880 dall'antiquario Correr. Si presume che la Lavazza si trovasse tiene in seguito alla fusione della famiglia
Colleoni con l'ultimo discendente dei porto. la scritta centrale floridi temporis memoria del bassorilievo è
certamente originale ma non il resto che si ritiene un aggiunta Da notare la diversità di caratteri epigrafici e
soprattutto il modo di indicare il migliaio che prima del Cinquecento era a dir poco inconcepibile.Si è voluto
forse aggiungere il ricordo dell'incontro di capigliatura con leoni con Boccaccio a Bologna per i funerali di
Papa Urbano. tradizionalmente il bassorilievo era attribuito a Tullio Lombardo ma Pope Hennessy Nel 1971
suggerì una ascrizione ha già Cristoforo Romano che venne riconosciuta come la più plausibile anche se P.
Leone de castris nel suo recente libro lo annovera come opera di maestro Padano del primo Cinquecento.
se confrontiamo però il bassorilievo con un'altra Opera di Gian Cristoforo Romano come il ritratto di
Beatrice D'Este troviamo differenze notevoli. Come, ad esempio, nel modo di rappresentare gli Intagli della
corazza o i ricami del corpetto di Beatrice Siano di lavorazione molto diversa così come i caratteri utilizzati
nelle due scritte siano simili ma non assimilabili. Ceriani crede che sia un'opera di Giambattista bregno Per
l'anatomia morbida dei tratti del viso e per i particolari di panneggi e delle decorazioni Dell'Elmo e della
corazza. in ultimo mette a confronto anche ritratto di legno del Doge Leonardo Loredan risalente ai primi
del 500. Inoltre Ceriana sottolinea una similitudine tra le opere del bregno con quelle di derivazione
lombardista.

il pezzo di Vienna collezione Estense è un'opera di grande qualità che ricorda il tema veneziano del
davanzale Abaco sul quale appoggiano i busti. alcuni particolari del viso della capigliatura possono essere
avvicinati a opere di Tullio Lombardo degli anni 90 in poi come la guarigione di Agnano e la Lunetta
Vendramin.

a conclusione nel ritratto bronzeo Lorenzo Suarez de figgers a Mendoza 1506 Alessandro Lombardi Lo
studioso riconosce al suo interno un forte modello pittorico di origine belliniana. l'opera di Alessandro
Leopardi realizzata Venezia è inviata in Spagna per la sepoltura dell'ambasciatore è l'unica trascrizione
plastica di un'immagine di pittura Veneziana ed è anche l'inizio del ritratto in piedi a figura intera che sarà
poi uno dei cavalli di battaglia di Tiziano di Moretto ed altri.

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