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Annunciazione, Palermo 25 marzo 2020

Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo,


Ancora una volta scrivo, rifletto e prego per trovare insieme questi meravigliosi
momenti dove alziamo lo sguardo verso il Cielo per incontrare Te Signore, e in Te
ritrovare gli altri, sentire profondamente questa unione che mi lega, questo legame che
non si vede ma che è più vero di ogni cosa che tocco o di ogni rumore che ascolto: un
legame che solo nel silenzio e nella preghiera posso sentire. È come fermarsi per
inginocchiarsi un attimo e sentire, toccare con mano, che cammino in questa
vita appoggiando i miei passi su un suolo che è solido, su un terreno che reggerà
sempre perché è fatto della Tua Grazia e della grazia che mi lega agli altri e al
Cielo...
Quanto ne ho bisogno Signore in questi giorni, quanto posso gustarmi questi momenti
con Te adesso... Preoccupato a volte per l’incertezza dell’attesa, stanco a volte per
questo blocco che mi tiene lontano dalla normalità di ogni giorno e di ogni relazione,
mi accorgo che nell’anima, nella mia intimità con Te, trovo non solo un facile rifugio,
ma il significato e il coraggio di vivere... Solo nel silenzio con Te posso scoprire e
gustare la solidità del cammino, e mi accorgo quanto siano preziosi questi
momenti in cui metto un attimo da parte le voci, le immagini, i rumori che mi
arrivano dall’intorno e dal telefono... E lascio che sia lo spirito a innalzarsi, a
respirare, a darmi la direzione e la gioia del sentiero...
Quante volte ci chiediamo e Ti chiediamo Signore, ma perché pregare? E ci
confondiamo, ci lasciamo trascinare dalle giornate, perché anche in casa e da casa
posso riempirmi di cose da fare, di persone da sentire e da videovedere... Quanto mi
sembrano marginali e a volte strani questi momenti di silenzio: li inseguo, li penso e
poi li perdo... Cammino Signore in questa vita, ma perché devo fermarmi e
inginocchiarmi per sentire il terreno sotto i piedi? So che questo terreno c’è, non
me lo fai mancare, e allora meglio che io pensi a camminare, o meglio ancora,
che mi metta a correre...
Sì, quel terreno c’è, triste è darlo per scontato, e dandolo per scontato smettere di
gustarlo, di gustare la meraviglia di un Dio che mi sostiene e mi accompagna sempre...
E così dimenticarsi della “parte migliore” che Tu Signore ci hai detto di non perdere
mai... La preghiera, la contemplazione lenta e silenziosa della vita, è la parte migliore,
è quello sguardo puro che mi permettere di inginocchiarmi davanti al dono di ogni
giorno... È questo desiderio di contemplare la vita, di contemplare le persone che
ho accanto a me, che mi rende capace di amare e sacrificarmi ogni giorno.
Nell’apparente distacco della preghiera, imparo ad attaccarmi con forza
all’essenziale, inginocchiandomi imparo a camminare con passo sicuro, nella
calma della contemplazione lascio poco a poco entrare Cristo in casa mia...
Quanto sono preziosi e immensi allora Signore questi momenti seduto in silenzio con
Te...
E la grandezza della preghiera, questa parte migliore, Tu Signore la descrivi con le
parole più belle nel Vangelo quando parli di Maria... L’ideale e l’esempio della vita
interiore lo contieni in quelle poche parole che descrivono lo sguardo di Maria
alla vita: “custodiva tutte queste cose nel suo cuore”...
Tutto inizia dall’Annuncio, dal momento in cui Dio decide di entrare nella storia. E in
questa meravigliosa festa di oggi, forse possiamo anche noi avvicinarci di nuovo, fare
una passo più vicino per contemplare il Mistero e la delicatezza con cui Dio bussa al
cuore di ognuno di noi...
Come per Giuseppe, anche prima con Maria il Signore si serve della voce discreta e
semplice dell’Angelo. E nella nostra meravigliosa tradizione artistica, da sempre
l’Angelo è raffigurato in ginocchio mentre porta un Annuncio mai sentito prima... Forse
per la grandezza delle parole che sta per pronunciare, forse per la sorpresa di trovarsi
davanti quella giovane ragazza così semplice e normale e allo stesso tempo, lui lo sa,
piena di una Grazia perfetta, fatto sta che si inginocchia e con lei inizia un dialogo... E
le parole dell’Angelo iniziano così “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te...” e
finiscono così “...nulla è impossibile a Dio”; e nel mezzo lo sgomento di Maria per delle
parole che le sembrano così superiori e allo stesso tempo le sente ora rivolte a lei.
L’Angelo in ginocchio con le sue parole rivolge a Maria due richieste: le chiede
di rendersi conto e gioire di questa intimità con Dio che l’avvolge, di una
predilezione infinita dell’Amore di Dio; e poi, in risposta allo sgomento di Maria,
la seconda richiesta definitiva: per favore, fidati di Dio, perché la Sua misura è
sempre l’impossibile...
E come l’Angelo, anche Maria ha due momenti: il suo dialogo inizia così “Come può
accadere questo?...” e finisce così “...avvenga di me secondo la tua parola”.
In questo incontro divino, dove il Cielo e la terra iniziano a toccarsi per non lasciarsi
più, Dio ci spiega la vita interiore: l’incontro tra il Suo desiderio di stare con noi
e la fiducia coraggiosa che spinge ad aprire l’anima, il coraggio di creare uno
spazio nel cuore per vivere con Dio prima la preghiera e poi ogni istante e ogni persona
accanto a noi.
Tu Signore, attraverso le parole dell’Angelo, ricordi a Maria e ricordi ad ognuno di noi
che c’è una gioia, una serenità nel cuore, che non può mai esaurirsi perché nasce e si
sostiene nel Tuo Amore: una gioia che è gratitudine, una gioia che non dipende da
me, dalle circostanze, ma che è radicata e stabile come il terreno su cui cammino...
Nel silenzio e nella calma dell’anima possiamo comprendere poco a poco quanto
Dio ci ama e quanto la nostra vita e la vita delle persone accanto a noi sia
custodita e pensata da sempre e per sempre da un Dio che è Padre, Padre di
infinita misericordia.
Ma quanto ci costa Signore ricordarcene, quanto ci costa ritornare a questa pace,
quanto ci costa nelle nostre giornate convulse gustare il nostro essere pensati e
sempre ricordati da Te... È quello che descriveva un grande autore spirituale
rileggendo la celebre storia di Pinocchio, sorridendo nel pensare quanto ognuno di noi
in fondo si comporti sempre allo stesso modo, come quel burattino che appena impara
a camminare subito apre la porta e corre via, scappa da Geppetto, il suo creatore e
suo padre, e tutta la vita gli servirà per ritornare a casa e riscoprire che Geppetto lo
aspetta da sempre...
E così si comprendono ancora meglio quelle prime parole dell’Angelo, la prima cosa
che Tu Signore desideri dire a questa tua figlia prediletta: sii piena di gioia,
perché sei piena del mio Amore... E Maria non scappa, nella sua dolce purezza resta
lì e guarda il messaggero di Dio, e nei suoi occhi la sorpresa e quel dubbio d’amore,
quel dubbio che la spinge a chiedersi quanto sia grande il progetto di Dio per me...
In questi pochi attimi si ripresenta e si risolve l’immensa domanda e preghiera di
Davide rivolta a Dio e custodita in un meraviglioso Salmo:
Signore, che cos'è un uomo perché te ne curi?
Un figlio d'uomo perché te ne dia pensiero?
L'uomo è come un soffio,
i suoi giorni come ombra che passa.
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato.

Come Davide e poi come Maria anche noi Signore ci chiediamo e ci


sorprendiamo della tua insistenza nel dirci che Tu, Signore e creatore di tutto,
non solo sei interessato a me, ma sei innamorato di me per come sono, nei miei
pregi nei miei successi e nelle mie miserie e nei miei limiti... Tu Signore mi hai
creato così e per te sono un’opera tua perfetta, e la mia vita per Te custodisce un
progetto meraviglioso che finirà solo in Cielo. Ma non devo mai dimenticarmene,
perché solo comprendendo il Tuo Amore posso imparare ad amare gli altri e la vita...
Solo chi prega sa sorprendersi dell’altezza del Cielo, e solo chi prega sa
contemplare la vita che lo circonda, solo chi prega sa essere grato e profondamente
grato per le persone accanto...
Maria lo capisce e il suo turbamento è nel chiedersi e nel chiedere all’Angelo, come
farà Dio a fare della mia vita qualcosa di così grande? E anch’io Signore, anche noi,
specialmente in queste giornate di apparente immobilità, di attesa e di fatica,
potremmo dubitare e pensare che questo sia troppo alto, troppo distante dalla mia
vita... E abbassare lo sguardo, muoverci e fare cose, sopportare le giornate, riempirle
nel tempo tra lavori e svaghi, e poco a poco vedere che la preghiera sfugge, il silenzio
dell’anima non trova più il suo tempo... È naturale che sia così, perché la preghiera
cerca il coraggio della fede, l’eroismo di guardare il Cielo...
E Maria lo sa e lo vuole e aspetta che sia l’Angelo a dirle le parole definitive: “nulla è
impossibile a Dio”. E a quel punto Maria si abbandona, piena di fiducia nel progetto
che Dio custodisce per lei “avvenga di me secondo la tua parola”... La grandezza di
Maria è nella sua fiducia, dice di sì difronte ad un Mistero, difronte a qualcosa che la
supera, disposta ad essere Madre di Dio, Madre del suo stesso Creatore...
Maria saprà essere Madre di Dio perché si fida, non perché capisce tutto, non
perché controlla tutto, ma perché si fida... Da quel momento in poi, ce lo racconta
il Vangelo, Maria prega, e più scorre la vita più il suo cuore diventa profondo, più
cammina nella vita più Maria si inginocchia a baciare quel terreno che la
sostiene... Quando, subito dopo la nascita di Gesù la voce inizia a correre fra la gente,
l’evangelista ci dice solo questo: Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose,
meditandole nel suo cuore... E lo stesso succede quando Gesù si allontana da lei e da
Giuseppe e dopo momenti di angoscia lo ritrovano, e Gesù gli spiega il perché di tutto
ciò e apre al mistero che si stava compiendo. Maria resta sorpresa, forse stanca, e
quelle parole non le capisce, ma le intuisce... le intuisce perché le accoglie: Maria
serbava tutte queste cose nel suo cuore.
Maria custodiva ogni cosa nel suo cuore, e il suo cuore era capace di accogliere
il Mistero della sua vita perché era un cuore profondo... Signore, insegnaci ad
amare la preghiera, a custodire questi momenti di silenzio ogni giorno, ad aprire questa
porta dell’anima dove entri Tu e dove faccio entrare la mia vita... Signore, donami il
coraggio della fede per scoprire in questi giorni, guardando il Cielo e guardando
i volti delle persone accanto a me, la gioia di essere da Te sempre amato e
sempre custodito... E sarebbe bello se anche noi potessimo scrivere nella nostra vita
le stesse parole che scrisse quel giovane ragazzo che poi sarebbe diventato san
Giovanni Paolo II: “Il futuro è rimasto per noi ignoto, ma lo accettiamo senza
perplessità. L’amore ha vinto ogni perplessità. L’amore determina il futuro”.
Bene, finiamo qui e lasciamo a Te Signore i nostri pensieri e i nostri sogni... Grazie
sempre Signore per unirci nella preghiera e per stringere in noi un legame spirituale
che si mantiene e si rafforza per sempre... E dopo averlo fatto con san Giuseppe, vi
prometto che in questa Messa ognuno di voi sarà accanto all’Eucarestia, vicino a
Maria, sicuro che tutti noi sentiremo nella nostra anima le stesse parole: “Rallegrati
perché io sono con te...”
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Don Michele

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