L’educazione ambientale rappresenta un’area formativa trasversale che
contribuisce all’affermazione del cittadino attivo, consapevole, sia dal punto di vista scientifico-culturale che dal punto di vista etico-legislativo, nell’esercizio del proprio processo decisionale in merito alle tematiche ambientali. L’educazione ambientale comprende quattro livelli di formazione: tecnico- scientifica, legislativa, etica e comunicativa. Educare l’allievo a contribuire alla sostenibilità ambientale vuol dire, infatti, valorizzare un progetto formativo integrato che sia in grado di far acquisire allo studente competenze interdisciplinari che spazino dalla comprensione tecnico-scientifica dell’ambito affrontato, alla contestualizzazione legislativa, all’elaborazione etica sino alla capacità di comunicare e di dibattere correttamente sui temi di competenza ambientale. L’Educazione ambientale consiste nel far conoscere all’alunno la rete territoriale che è impegnata nella difesa della sostenibilità ambientale e nel garantirne la sperimentazione al discente; a tale proposito, se, per esempio, per gli alunni più piccoli si sono attivati strumenti didattici digitali secondo il Progetto AmbientiAMOci, per i più grandi è opportuno potenziare gli stage e le esperienze di alternanza scuola-lavoro che si svolgono in ambiti professionali e di ricerca che investono sulla sostenibilità ambientale. Per la scuola secondaria di secondo grado, in particolare, l’educazione ambientale passa attraverso la collaborazione con aziende, enti e associazioni impegnate sui temi ambientali, direttamente o indirettamente, attraverso lo studio e l’utilizzo di tecniche e modalità produttive ad impatto zero. Sono, perciò, particolarmente valorizzati gli aspetti di orientamento e professionalizzanti dell’educazione ambientale (green jobs), con l’obiettivo di intercettare interessi e indirizzare vocazioni.
Che cos'è la sostenibilità e cosa significa
Il termine “sostenibilità” deriva dal latino “sustinere” (tenere, tenere; sub, sotto). Nelle scienze ambientali ed economiche, con il termine sostenibilità si intende la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri. Il concetto di sostenibilità fu introdotto nel corso della prima conferenza ONU sull’ambiente nel 1972, anche se soltanto nel 1987, con la pubblicazione del Rapporto Brundtland, venne definito con chiarezza l’obiettivo dello sviluppo sostenibile che, dopo la conferenza ONU su ambiente e sviluppo del 1992, è divenuto il nuovo paradigma dello sviluppo stesso. In ambito ambientale, il concetto di sostenibilità indica il processo di cambiamento nel quale lo sfruttamento delle risorse, il piano degli investimenti, l'orientamento dello sviluppo tecnologico e le modifiche istituzionali sono tutti in sintonia e valorizzano il potenziale attuale e futuro al fine di far fronte ai bisogni e alle aspirazioni dell'uomo.
Per rendere il Pianeta più sostenibile dal punto di vista ambientale
occorre mettere in pratica una serie di strategie, come ad esempio prevedere maggiori aree verdi e ottimizzare la viabilità all’interno degli spazi urbani, il ricorso ad un tipo di produzione industriale che abbia un impatto ambientale legato alle emissioni di CO2 sempre più basso, l'utilizzo di tecnologie green e di fonti di energia rinnovabili, oltre all'adozione di stili di vita individuali che prediligano il giusto utilizzo delle risorse a disposizione, minimizzino gli sprechi e prevedano il corretto smaltimento e riciclo dei prodotti consumati.
Educazione ambientale nelle scuole
L’educazione ambientale è uno strumento fondamentale per sensibilizzare i cittadini e le comunità ad una maggiore responsabilità e attenzione alle questioni ambientali e al buon governo del territorio.
L’interconnessione tra dinamiche ambientali, sociali ed economiche ha
portato ormai da tempo ad elaborare il concetto, più ampio, di educazione allo sviluppo sostenibile. La stessa Assemblea Generale delle Nazioni Unite tra i suoi 17 obiettivi dedica attenzione all’educazione, con particolare riferimento all’educazione allo sviluppo sostenibile. Si vedano a questo proposito i due obiettivi specifici: 4.7 – Garantire entro il 2030 che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile, anche tramite un’educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di vita sostenibile, ai diritti umani, alla parità di genere, alla promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile. 13.3 – Migliorare l’istruzione, la sensibilizzazione e la capacità umana e istituzionale per quanto riguarda la mitigazione del cambiamento climatico, l’adattamento, la riduzione dell’impatto e l’allerta tempestiva.
In Italia, a dicembre 2018, i Ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione hanno
firmato un protocollo d’intesa sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile nelle scuole, impegnandosi a collaborare nell’attuazione di un programma comune a favore delle scuole di ogni ordine e grado.
Fino ad oggi però le scuole hanno trattato la materia in modo assolutamente
volontario, in assenza di una norma che la rendesse obbligatoria.
La legge 20 agosto 2019, n. 92, entrata in vigore il 5 settembre 2019, ha
finalmente introdotto tale obbligatorietà: a partire infatti dall’anno scolastico 2020/2021, nelle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione, sarà inserito l’insegnamento trasversale dell’educazione civica, che comprende anche l’educazione ambientale.
L’ex Ministro Marco Bussetti, a fine agosto, aveva sottoposto al Consiglio
Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI), organo consultivo del MIUR, un decreto che intendeva avviare una sperimentazione nazionale per lo studio obbligatorio dell’educazione civica già dall’anno scolastico appena avviato. Il parere del CSPI è infatti obbligatorio in caso di sperimentazioni nazionali.
L’11 settembre 2019, a pochissimi giorni dall’avvio delle attività scolastiche,
l’organo consultivo ha espresso parere negativo in merito alla proposta di sperimentazione. Il nuovo Ministro Lorenzo Fioramonti, accogliendo il pronunciamento del CSPI, ha comunicato a tutte le istituzioni scolastiche che presto costituirà un Comitato tecnico scientifico per la redazione delle Linee guida previste dall’articolo 3 della legge 92/2019, svolgendo un’attività di consultazione degli stakeholders, e avvierà le opportune attività di accompagnamento per le scuole al fine di preparare in modo adeguato ed efficace l’introduzione dell’educazione civica nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado a partire da settembre 2020.
Per quest’anno quindi in tutte le scuole continuerà ad essere impartito
l’insegnamento di “Cittadinanza e Costituzione” nell’ambito delle aree storico- geografica e storico-sociale e del monte ore complessivo previsto per le stesse (Legge 169/2008 art. 1).
Ma, ferme restando le tempistiche e i termini di entrata in vigore, cosa
prevede nello specifico la Legge 92?
L’educazione civica riguarderà il primo e il secondo ciclo di istruzione, mentre
iniziative di sensibilizzazione alla cittadinanza responsabile verranno iniziate sin dalla scuola dell’infanzia.
Per rafforzare l’insegnamento, la legge prevede l’interazione e la
collaborazione con le famiglie degli studenti, con esperienze extrascolastiche (soggetti istituzionali, mondo del volontariato e del terzo settore) e con gli enti territoriali (Comuni in primis).
Il monte ore assegnato a tale insegnamento è di un’ora alla settimana, ovvero
non meno di 33 ore annue che non si aggiungono ma sono da intendersi ricomprese nell’ambito del monte orario obbligatorio già previsto dagli ordinamenti vigenti.
Finalità della nuova materia è quella di sviluppare la conoscenza e la
comprensione delle strutture e dei profili sociali, economici, giuridici, civili e ambientali della società.
Quanto ai contenuti da trattare, siamo di fronte ad un elenco ampissimo:
Costituzione, la cui conoscenza è posta alla base dell’insegnamento,
dall’infanzia al secondo ciclo, istituzioni nazionali, europee ed internazionali, Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile educazione alla cittadinanza digitale, elementi fondamentali di diritto, soprattutto al lavoro, educazione ambientale, sviluppo eco-sostenibile e tutela del territorio, educazione alla legalità e al contrasto delle mafie, educazione al rispetto e valorizzazione del patrimonio culturale e dei beni pubblici comuni, formazione in materia di protezione civile, educazione stradale, educazione a salute e benessere, educazione al volontariato e alla cittadinanza attiva.
L’insegnamento sarà oggetto di valutazione, intermedia e finale, dello
studente.
Non sono previste risorse finanziarie aggiuntive per l’introduzione di quanto
disposto dalla norma.
Risorse forse saranno messe a disposizione dal Ministero dell’Ambiente,
come fatto con il recente bando che stanzia 330 mila euro a favore di progetti di educazione ambientale destinati alle scuole situate all’interno dei Siti di interesse nazionale.