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Hume è uno SCOZZESE, noto per la sua mitezza, e pare che lo chiamassero il buon David. Era mite
nella vita e anche nelle sue prese di posizioni filosofiche ––> sono sempre portate con
moderazione, in maniera non polemica.
È un EMPIRISTA RADICALE che sente il bisogno di partire dallo SCETTICISMO (simile a quello di
Cartesio ––> non dimostrato ad affermare l’impossibilità di conoscere ogni cosa, ma uno
scetticismo metodologico).
2 QUESTIONI
1. Il fatto che si sia vista una regolarità non implica che questa ci sia anche domani
(ovviamente a meno che un qualcosa sia stato inventato da noi, che ci sia qualche legge
dettata da noi, ad esempio la roulette non possiede il numero 37 ––> il numero 37 non
potrà mai essere estratto nella roulette).
2. Distinzione netta tra ciò che abbiamo fatto noi e ciò che ci viene dall’esterno. La
matematica, la geometria, la roulette, il gioco degli scacchi, sono delle “invenzioni” umane.
Sappiamo perfettamente quali sono le opzioni possibili, con certezza. In molte situazioni
artificiali ci sono delle regole da noi dettate ––> possiamo sapere in questi casi con certezza
le varie opzioni che si possono verificare. Ciò che invece dipende da qualcosa di esterno da
noi, invece, può produrre una conoscenza probabile, ma non certa. Non possiamo
affermare con certezza che un fenomeno sarà causa di un altro in termini assoluti. Nella
quotidianità possiamo affermarlo, ma non possiamo affermare che questa condizione sarà
sempre verificata nel tempo.
RELAZIONE CAUSA-EFFETTO
È una via di mezzo tra qualcosa che abbiamo creato noi e qualcosa che vene dall’esterno ––> è un
nostro tentativo di legiferare un qualcosa che non dipende interamente da noi.
Noi presupponiamo che il lampo preceda il tuono, ad esempio. Abbiamo un’altissima probabilità
che ciò si verifichi ancora, poiché è stato osservato tantissime volte, ma non ne abbiamo la
certezza totale. Si potrebbe inoltre causare fraintendimenti ––> si potrebbe percepire un falso
rapporto causa-effetto.
Questo è uno scetticismo molto forte per il mondo della fisica, che si basa sui rapport causa-
effetto. L’uomo e l’animale per abitudine danno per certe le cose massimamente probabili, infatti
quando siamo di fronte ad eventi che si sono manifestati innumerevoli volte e costantemente
sono portatori di certi effetti, solitamente riusciamo a prevedere con successo la o le conseguenze.
Se così non fosse non riusciremmo più a fare nulla nella nostra quotidianità, non riusciremmo a
perseguire alcuna azione.
Nel mondo dell’azione noi quindi diamo per certo ciò che il senso comune ci dice, tuttavia qualche
volta possiamo sbagliarci. Dal punto di vista pratico e poietico possiamo avere una “certezza”, ma
dal punto di vista teoretico dobbiamo sapere che non può esistere una certezza, poiché è una
nostra immaginazione.
L’IO DI HUME
Hume si chiede poi se l’IO esista, si chiede cosa sia la nostra identità.
Hume spiega che l’io non è un qualcosa di materiale. La maggior parte delle cose che crediamo
quando siamo piccoli, poi, svaniscono quando siamo adulti, cambiamo più spesso idea nel periodo
fino ai vent’anni, mentre poi il nostro pensiero si stabilizza (qualche idea si cambia ancora, ma non
in maniera così radicale e veloce).
L’io quindi non esiste, se non come un’entità astratta, così come esiste una qualsiasi associazione,
come ad esempio una comunità religiosa. Le cose cambiano sia dal punto di vista psichico sia dal
punto di vista fisico, pertanto esiste solamente un fascio di impressioni tenuti insieme dalla
memoria e dal ricordo, l’io è un’istanza artificiale.