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Dominique Falduto

ESERCITAZIONE RIFLESSIONE COMUNICAZIONE D’IMPRESA

Lo studente scriva una riflessione di massimo 3000 caratteri (spazi inclusi) su uno
dei temi trattati nel primo modulo del presente corso, scegliendo tra le seguenti
tracce proposte:

- L’immagine dell’azienda nella comunicazione con l’estero

- Le funzioni di Jakobson nella comunicazione di impresa

- La pubblicità nella comunicazione di impresa

- I disturbi comunicativi

L’immagine dell’azienda nella comunicazione con l’estero


Ogni azienda costruisce la propria immagine, corporate identity, e questa identità ha
due facce: una rivolta verso l’interno (il mondo aziendale con il suo sistema valoriale)
e una rivolta verso l’esterno (l’immagine che l’azienda plasma secondo l’ambiente
esterno con riferimento al proprio sistema valoriale interno).
Per svolgere questo compito l’azienda deve conoscere bene il sistema
dell’interlocutore-pubblico in modo tale da adattare la propria immagine al mondo
esterno.
Quando parliamo di comunicazione con l’estero, ci riferiamo sicuramente ad una
comunicazione verso l’esterno. Si tratta in questo caso di comunicazioni con
interlocutori e partner esteri, banche, imprese e istituzioni straniere.
L’aspetto più importante da valutare è sicuramente quello culturale che viene spesso
messo in secondo piano in favore di quello linguistico a causa della diade Estero =
Lingua diversa. In realtà, l’interazione comunicativa coinvolge campi svariati come
quelli antropologici, cognitivi e percettivi per citarne alcuni.
Questo rappresenta una grande sfida per il mondo imprenditoriale e come osserva
Gianfranco Bettetini sarà necessario che l’impresa responsabile della comunicazione
con l’estero, goda delle competenze culturali tipiche del Paese target della
comunicazione.
Tale competenza farà si che l’impresa adatti la propria corporate identity alle
aspettative, al sapere e all’assiologia degli interlocutori. Ciò non significa che
l’impresa debba stravolgere il suo sistema di riferimento valoriale in favore di quello
dell’azienda target, ma dovrà attuare strategie comunicative in funzione dell’identità
culturale degli interlocutori esterni. Altrimenti operando, l’azienda rischierebbe di
perdere il credito di immagine ottenuto presso banche e istituzioni partner.
Va ricordato inoltre che l’errore nella traduzione non è ammesso come strumento di
comunicazione, poiché quando si comunica con l’estero le traduzioni devono
rispettare i parametri di traduzione corretta, funzionale e adeguata. Vi possono essere
naturalmente ‘errori’ voluti che però non sono mascherati, ma esplicitati per
richiamare l’attenzione dell’interlocutore o richiamare elementi del suo specifico
sistema valoriale.

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