Sei sulla pagina 1di 10

Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

1 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

Indice

1. L’EPISTEMOLOGIA DI KUHN: IL CONCETTO DI PARADIGMA ................................................................ 3


2. L’EPISTEMOLOGIA DI LAKATOS: I PROGRAMMI DI RICERCA ............................................................... 5
3. L’EPISTEMOLOGIA DI LAUDAN: LE TRADIZIONI DI RICERCA ................................................................. 7
BIBLIOGRAFIA ................................................................................................................................................... 9

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

2 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

1. L’epistemologia di Kuhn: il concetto di paradigma

L’impostazione epistemologica di Thomas Kuhn (1922-1996) è profondamente diversa da

quella proposta da Popper. Per Kuhn, il progresso scientifico non procede secondo uno sviluppo

cumulativo: piuttosto, esso sarebbe il risultato di un processo di ricerca che si verifica sempre dopo

fasi stabili, più o meno lunghe, di “scienza normale”.

Il concetto chiave per Kuhn è quello di “paradigma”, un termine con cui si intendono le

conquiste scientifiche universalmente riconosciute, le quali forniscono, per un certo periodo, un

modello di problemi e soluzioni accettate da tutti coloro che lavorano in determinato settore di

ricerca. In senso esteso, la nozione di paradigma si riferisce all’insieme di credenze, valori, attese,

tecniche e strumenti condivisi dai membri di una comunità scientifica. In un senso più circoscritto, il

termine si riferisce alle concrete soluzioni di “rompicapo” che, usate come modello ed esempio,

forniscono agli studiosi le regole e le premesse per risolvere tutti gli altri rompicapo che si

presentano nelle fasi di scienza normale. Nel complesso, quindi, i paradigmi determinano i metodi,

la gamma di problemi e le soluzioni accettate dalla comunità scientifica matura di un certo

periodo storico.

La scienza normale corrisponde ad una prassi scientifica consolidata per via di tradizioni e

scuole, basata su modelli, leggi, teorie, strumenti e applicazioni condivise, nonché basata su un

insieme implicito di credenze teoriche e metodologiche accettate. I compiti della scienza normale

sono la selezione dei fatti rilevanti, il confronto dei dati con la teoria e l’articolazione ed estensione

della teoria stessa. Il compito della scienza normale non è la scoperta di nuove leggi, ma quello

della conferma attraverso lo sviluppo e l’articolazione di ipotesi e teorie già implicite nel

paradigma. La scienza normale mira in sostanza a riaffermare, a rafforzare, ad estendere e

articolari i paradigmi esistenti, ed ha perciò un carattere conservativo e auto-riproduttivo.

La formulazione di nuovi paradigmi si associa sempre a revisioni e ridefinizioni più o meno

estese della scienza corrispondente. Il mutamento di paradigma è accompagnato e preceduto

da un periodo di crisi della “scienza normale”, in connessione con la scoperta di una serie di

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

3 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

“anomalie” (ovvero, problemi non risolvibili con gli strumenti messi a disposizione dal vecchio

paradigma) che di fatto sanciscono la fine del paradigma dominante e generano la necessità di

prendere in considerazione paradigmi alternativi. Quando un nuovo paradigma, in forza della sua

maggiore validità empirica, prende il sopravvento sul paradigma esistente si verifica una vera e

propria rivoluzione scientifica, cui segue l’avvio di una nuova fase di scienza normale.

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

4 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

2. L’epistemologia di Lakatos: i programmi di ricerca

La proposta di Imre Lakatos (1922-1974) rappresenta sostanzialmente un ampliamento e

approfondimento critico del falsificazionismo popperiano. La sua teoria è nota come

“metodologia dei programmi di ricerca scientifica”. Il programma di ricerca è una teoria generale

composta da due elementi fondamentali: l’euristica negativa e l’euristica positiva.

Con la nozione di “euristica negativa”, Lakatos si riferisce alla decisione metodologica degli

scienziati secondo cui gli assunti fondamentali del programma di ricerca, che ne costituiscono il

nucleo, non possono essere modificati, abbandonati o confutati. Il significato dell’euristica

negativa va rintracciato nel fatto che, in una prima fase della ricerca, gli scienziati avvertono la

necessità di far procedere l’attività di ricerca sulla base di un atteggiamento conservativo, volto a

salvaguardare il nucleo del programma. Questo atteggiamento non è però giustificazionista, in

quanto per Lakatos qualsiasi decisione scientifica è fallibile e l’attività di ricerca costituisce sempre

un rischio. Da ciò consegue che, quando si stabilisce per convenzione la non modificabilità del

nucleo di un programma di ricerca, non si intende tanto sostenere una sua difesa ad oltranza,

quanto piuttosto dare la possibilità agli scienziati di provare la consistenza empirica del

programma, la sua capacità di predizione e di sviluppo di nuove teorie.

Nella teoria di Lakatos, il compito di salvaguardare il nucleo dai controlli e dalle falsificazioni

spetta ad una “cintura protettiva di ipotesi ausiliarie”. Le ipotesi ausiliari rappresentano un sostegno

empirico alle tesi fondamentali esposte nel nucleo e, a differenza di queste ultime (le quali vanno

interamente preservate), possono essere modificate, migliorate o sostituite. In effetti, con la nozione

di “euristica positiva”, Lakatos si riferisce a tutte quelle indicazioni e proposte che permettono di

articolare, sviluppare e migliorare gli elementi confutabili del programma di ricerca – ovvero, le

ipotesi ausiliarie che formano la cintura protettiva. Una serie di teorie T1-T2-T3… costituiscono

l’esemplificazione pratica di un programma di ricerca. In questa serie, ogni teoria successiva risulta

dall’aggiunta di nuove clausole ausiliarie alla teoria immediatamente precedente. La qualità del

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

5 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

programma è allora determinata da un processo noto come “verificazione”, che consiste nella

progressiva conferma delle previsioni formulate dagli scienziati nell’ordine logico previsto dalla

successione di teorie. Seguendo queste premesse, Lakatos giunge alla conclusione che un

programma di ricerca mantiene la sua validità se: a) funge da stimolo per la ricerca futura; b)

perviene a delle conquiste scientifiche o alla scoperta di nuovi fenomeni empirici.

D’altra parte, la modifica del nucleo del programma di ricerca indica l’esistenza di un

disaccordo fra gli scienziati circa le condizioni che fanno da presupposto all’indagine scientifica.

Una concezione nuova, incompatibile con il nucleo del vecchio programma, segna l’abbandono

del programma stesso: ciò si verifica quando esso non è più in grado di anticipare e spiegare nuovi

fatti empirici.

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

6 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

3. L’epistemologia di Laudan: le tradizioni di ricerca

Secondo Larry Laudan (1941−) l’attività della scienza consiste essenzialmente nella soluzione

di problemi: ne consegue che le teorie scientifiche rappresentano l’esito finale o la risposta agli

interrogativi della scienza. Questo studioso distingue i problemi empirici dai problemi concettuali e

sostiene che entrambi siano fondamentali per il progresso scientifico. Vi sarebbero in particolare tre

diversi tipi di problemi empirici:

 problemi empirici risolti: rappresentano delle prove a favore di una teoria;

 problemi empirici non risolti: indicano le questioni che non hanno ancora ricevuto una

soluzione soddisfacente da alcuna teoria e quindi costituiscono gli interrogativi che gli

scienziati devono esplorare, la direzione dove deve tendere la ricerca futura;

 problemi anomali: sono i problemi empirici che non sono stati risolti e che quindi sono in

contrasto con la teoria esistente.

A differenza di quelli empirici, i problemi concettuali sono interrogativi di ordine più alto sulla

fondatezza delle strutture concettuali e logiche alla base della teoria. I problemi concettuali interni

nascono quando la teoria è priva di coerenza logica o quando esiste un’ambiguità concettuale al

suo interno (per Laudan, la chiarezza concettuale della teoria rappresenta uno degli elementi più

determinanti per il progresso scientifico). I problemi concettuali esterni, invece, derivano dal

contrasto fra teorie connesse a domini scientifici diversi, dal conflitto tra la teoria e altre teorie

accreditate nella comunità scientifica, o dal conflitto tra la teoria e la visione del mondo

dominante. Partendo da questi presupposti, Laudan approda alla definizione di un modello

concettuale di scienza fondato su due assunti:

 il problema risolto, empirico o concettuale, costituisce l’unita di base del progresso

scientifico;

 lo scopo della scienza è quello di massimizzare la portata dei problemi empirici risolti e

contemporaneamente minimizzare la portata dei problemi empirici anomali e di quelli

concettuali non risolti.

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

7 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

Più in generale, Laudan si interroga sul significato della nozione stessa di teoria scientifica. In

senso specifico, il termine teoria può riferirsi ai principi, agli assiomi con i quali cerchiamo di

spiegare o predire determinati eventi empirici (un esempio potrebbe essere la teoria del

complesso di Edipo di Freud). In senso più esteso, però, il termine teoria fa riferimento ad assunti più

generali che comprendono più teorie e hanno una matrice comune. Per Laudan, queste teorie

generali coincidono con le “tradizioni di ricerca”: ovvero, un insieme di assunti generali che

riguardano le entità e i processi presenti in un certo dominio di studio, e i metodi che si devono

usare per indagare sui problemi e costruire le teorie in tale dominio. Le tradizioni di ricerca

assolvono due importanti funzioni:

 una funzione “euristica” legata alla promozione della conoscenza in un determinato

campo;

 una funzione “conservativa” legata alla protezione e alla giustificazione di una serie di

assunti che sono essenziali per le teorie.

Anche nel caso delle tradizioni di ricerca, la valutazione del loro contributo è di tipo

comparativo. Secondo Laudan, è infatti possibile stabilire il “grado di progresso” cui è pervenuta

una tradizione di ricerca: ciò consiste essenzialmente nel valutare se la tradizione, nel corso del

tempo, ha aumentato o diminuito l’efficienza delle teorie che la compongono nel risolvere i

problemi empirici e concettuali. È chiaro, quindi, che il progresso scientifico non viene più a

corrispondere al graduale raggiungimento di verità assolute, ma piuttosto alla proprietà che le

tradizioni di ricerca hanno di risolvere problemi.

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

8 di 9
Pietro Spataro - L’epistemologia dopo Popper: Kuhn, Lakatos e Laudan

Bibliografia

 Caprara, G. V., & Gennaro, A. (1994). Psicologia della personalità. Bologna: Il

Mulino.

Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da
copyright. Ne è severamente vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e
per gli effetti della legge sul diritto d’autore (L. 22.04.1941/n. 633).

9 di 9

Potrebbero piacerti anche