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Paola Rumore
In informava
una lettera ormai celebre
il discepolo e amico del novembre
dei progressi del 1776
dell'opera cui indirizzata a Marcus
stava attendendo già da Herz, Kant
diversi anni, e che finalmente sembrava aver raggiunto una forma pressoché definiti
va. Kant scriveva: «per specificare l'intero ambito [della ragione pura], le partizioni, i
limiti e l'intero contenuto sulla base di principi sicuri [...] occorrono: una critica, una
disciplina, un canone e un'architettonica, e dunque una scienza formalmente rigoro
sa, in vista della quale non ci si può servire delle scienze che già si possiedono e per la
cui fondazione occorrono perfino espressioni tecniche peculiari».1 Il passo di questa
lettera si collega in maniera abbastanza esplicita a una precedente missiva in cui
Kant, manifestando a Herz la speranza di «ideare una scienza affatto nuova», gli con
fidava l'immane fatica necessaria a elaborarne «il metodo, le partizioni [e la] termi
nologia adatta».2
Queste testimonianze rivelano l'orientamento essenzialmente metodologico delle
prime ricerche kantiane intorno al procedere della ragione pura, e consentono altre
sì di stabilire con una notevole affidabilità il giro d'anni in cui Kant concepì nelle sue
linee essenziali quella parte della prima Critica che sarebbe confluita nella Dottrina
del metodo. Pertanto, a dispetto del disinteresse dimostrato da una lunghissima tra
dizione esegetica, la Methodenlehre non rappresenterebbe solo - come si è voluto di re
cente sostenere - la «porta d'ingresso» nell'edificio della Critica, ma addirittura il suo
primo nucleo teorico.3 Il progetto iniziale abbozzato nella lettera a Herz prevedeva,
infatti, tre dei quattro capitoli che compongono l'ultima parte della prima Critica: la
disciplina, il canone, l'architettonica; non compariva allora una «storia della ragion
pura», ma significativamente una «critica». In queste pagine si cercherà di mostrare
come Kant abbia elaborato la propria nozione di «disciplina» a partire da una rifles
sione decennale su alcuni passi della logica di Georg Friedrich Meier e come questa
sia legata da una profonda affinità al nuovo concetto di «critica».
1 Lettera di Kant a Marcus Herz del 24 novembre 1776, AA x 199, trad. it. in I. Kant, Epistolario filosofico
(1761-1800), a cura di O. Meo, Genova, Il Melangolo, 1990, pp. 100-101). Cfr. inoltre la lettera di Kant allo stesso
Herz del 7 giugno 1771, AA x 121-124, trad. it. cit., pp. 61-63.
2 Lettera di Kant a Marcus Herz della fine del 1773, AA x 144, trad. it. cit., p. 77.
3 Cfr. C. La Rocca, Soggetto e mondo, Venezia, Marsilio, 2003, in part. cap. vi, Istruzioni per costruire. La dot
trina del metodo della prima Critica, pp. 183-215: p. 186. Cfr. inoltre F. Marty, La méthodologie transcendantale, deux
ième partie de la «Critique de la raison pure» de Kant, «Revue de métaphysique et de morale», lxxx, 1975, pp. 11-31.
Giorgio Tonelli ha proposto in maniera convincente di considerare l'intera Critica della ragion pura «un'opera
di metodologia e, più esattamente, di metodologia della metafisica» (G. Tonelli, Kant's Critique of Pure Rea
son Within the Tradition of Modem Logic, ed. by D. H. Chandler, Hildesheim, Olms, 1994, p. 4).
1 Ch. Wolff, Philosophia rationalis sive Logita, methodo scientifica pertractata et ad usum scientiarum atque vi
tae optata, Frankfurt-Leipzig (1728), 17403 éd. par J. École, Hildesheim, Olms, 1983, vol. H, § 10.
2 Idem, Logica, cit., vol. 11, § 12.
3 Ch. Thomasius, Ausübung der Vernunftlehre, Halle, 1691, Nachdruck hrsg. von W Schneiders, Hildesheim,
Olms, 1968, Dedica, p. 3* (non pag.). 4 Ivi, § 2. 5 Ivi, § 4.
6 A. G. Baumgarten, Acroasis logica in Christianum L. B. De Wolff, Halle, 1761, Nac
1973, § 14; per l'ascetica cfr. cap. xvi, § 550.
2. Metodo e disciplina
1 Refi 3322, AA xvi 779. Cfr. anche Log, AA ix 139, trad. it. cit., p. 133: «Ogni conoscenza e
tario di conoscenze devono essere conformi a una regola. [...] Ma questa regola è o quella
ra) o del metodo (obbligo)». Cfr., altresì. Refi 3326, AA xvi 781. Cfr. anche Log, AA ix 15, trad
gica [...] come dottrina per un canone dell'uso dell'intelletto e della ragione si distingue
dall'estetica che, come semplice critica del gusto non ha un canone (legge), ma solo una no
terio solo per giudicare) che consiste nel consenso universale».
2 G. F. Meier, Auszug, cit., § 434.
3 Idem, Vernunftlehre, cit., § 479. Nel chiamare 'scienza' una disciplina ci si riferisce - pr
desimo passo della Vernunftlehre - all'oggetto della conoscenza. Si badi che nell'Awsçttg il ter
spondente al tedesco «Wissenschaft» è «scientia obiettive spectata», dove la «scientia subiettiv
conoscenza erudita, completamente certa (ausführlich gewiss), fondata su una convinzione
che Überzeugung), cfr. Auszug, cit., § 185. 4 Idem, Vernunftlehre, c
5 Si tratta di H.A. Meissner, Philosophisches Lexicon aus Christian Wolfis sämtlichen deut
Bayreuth, 1737; Nachdruck, Düsseldorf, Stern, 1970.
1 J. G. Walch, Philosophisches Lexicon, Leipzig, 17754 (17261), Nachdruck Hildesheim, Olms, 1968, ad v.
Disciplin.
2 J. H. Zedler, Grosses vollständiges Universal-Lexicon aller Wissenschaften und Künste, Halle-Leipzig, 1732
1750, Nachdruck Graz, Akademische Druck- und Verlagsanstalt, 1961-1964, ad v. Disciplin (vol. vu, 1734).
3 Cfr. G. Jüssen, G. Schrimpf, ad v. Disciplina, Doctrina, in Historisches Wörterbuch der Philosophie, hrsg. von
J. Ritter, K. Gründer (e prosecutori), Basel-Stuttgart, Schwabe, 1971 sgg.: vol. 11,1972.
4 A puro titolo di esempio cfr. A. G. Baumgarten, Metaphysica, Halle, (1739, 17574) 17797, Nachdruck
Hildesheim, Olms, 1982; ed. storico-critica con trad. tedesca a cura di G. Gawlick, L. Kreimendahl, Stuttgart
Bad Cannstatt, Frommann-Holzboog, 2011, § 515: «Maior in cognitione ordo s. methodus est cognitionis methodi
cum (acroamaticum, disciplinale), minor tumultuarium».
5 G. Gawlick, L. Kreimendahl, Einleitung, in A. G. Baumgarten, Metaphysica, cit., p. xix; sull'interessa
mento precoce di Baumgarten nei confronti della logica (inizialmente latina) di Wolff, cfr. ivi, pp. xvii-xvm.
6 A. G. Baumgarten, Acroasis logica, cit., §§ 355-356, relativi al cap. vii, § 2 della Deutsche Logik di WolfF.
Baumgarten raccoglie la riflessione sul sapere, credere e opinare sotto il titolo «Dialectica et sophistica», che
rappresentano per lui due branche della «Critica». Quest'ultima è la parte della logica pratica che si occupa di
giudicare la verità, analizzando pertanto le diverse forme in cui si conferisce il proprio assenso a una cono
scenza (Acroasis logica, cit., § 14).
7 Ch. Wolff, Vernünftige Gedancken von den Kräften des menschlichen Verstandes und ihrem richtigen Gebrau
che in Erkäntniss der Wahrheit (Deutsche Logik), Halle (1713), 1751 hrsg. von H.-W. Arndt, Hildesheim, Olms, 1965,
cap. vii, § 1. 8 Ch. Wolff, Deutsche Logik, cit., cap. vu, § 2.
1 Si veda, a solo titolo di esempio, l'uso del termine nelle Disrìplinae morales omnes etiam eoe q une forma ar
tis nondum hucusque comparuerunt perpetuo nexu traditae di I. G, Canz, Leipzig, 1739 (Frankfurt a.M., 17522).
2 A. G. Baumgarten, Acroasis logica, cit., § 355: «Dottrina* est vel dogma, vel complexus dogmatum** seu
propositionum communium - *eine Lehre "gemeiner Sätze».
3 Idem, Acroasis logica, cit., § 356: «Doctrina methodice proposita, informam disciplinae* - et disciplina de
monstrata informam scientiae redigitur** - *eine Lehre wird ordentlich vorgetragen "bekommt die Gestalt ei
ner Wissenschaft». Nell'edizione àedd'Acroasis pubblicata da Johann Gottlieb Töllner a Halle nel 1773 si legge (§
513): «Propositio ex characteribus veritatis internis cognoscibilis dogma* dicitur: unde omnis propositio com
munis dogma est. Complexus dogmatum eiusdem subiecti aut obietti doctrina** est: quae si methodice pro
ponitur, in formam disciplinae*** redigitur. Disciplina demonstrata sit scientia**** (obiettive sumta). Comple
xus doctrinarum ad unum totum connexarum systema***** est - * eine Lehr-Wahrheit, oder ein gemeiner Satç, "
eine Lehre, *** eine Disciplin, oder ordentlich vorgetragene Lehre, **** eine Wissenschaft, ***** ein Lehrgebaeude».
4 A. G. Baumgartbn, Acroasis logica, cit., § 294.
5 Idem, Philosophia generalis, Halle, 1770, Nachdruck Hildesheim, Olms, 1968, § 150.
6 Cff. S. G. Lange, Leben Georg Friedrich Meters, Halle, 1778, p. 33, dove si legge inoltre che nel 1735 Meier ave
va incominciato a seguire le lezioni di logica di Martin Heinrich Otto prima, e di A. G. Baumgarten poi.
3. Disciplina e critica
1 Come osserva N. Hinske, il termine «disciplina» è uno dei termini latini di Meier che arrivano a occu
re una posizione centrale nella Critica della ragion pura; tra i numerosi esempi menzionati da Hinske si trovan
i termini «amphibolia», «analysis», «anthitetis», «dialettica», «dottrina», «paralogismus» etc. Cfr. N. Hinsk
Kant-Index, vol. i, Stellenindex und Konkordanz çu Georg Friedrich Meier «Auszug aus der Vernunfllehre», Stuttgart
Bad Cannstatt, Frommann-Holzboog, 1986, pp. xii, xxx-xxxi.
2 I lessici kantiani classici (C. Ch. E. Schmid, Wörterbuch zum leichtern Gebrauch der Kantischen Schriften
Jena, 17984, Nachdruck hrsg. von N. Hinske, Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 19963; G. S.
Mellin, Enzyklopädisches Wörterbuch der Kritischen Philosophie, Jena-Leipzig, 1804 (17971), Nachdruck Aalen
Scientia Verlag, 1970-1971; H. Ratke, Systematisches Handlexicon zu Kants Kritik der reinen Vernunft, Leipzig,
ner, 1929, Nachdruck Hamburg, Meiner, 1972; R. Eisler, Kant-Lexikon. Nachschlagewerk zu Kants sämtlich
Schriften, Briefen und handschriftlichem Nachlaß, Berlin, Mittler, 1930, Nachdruck Hildesheim, Olms, 1961) non
cono nulla riguardo all'origine del termine, limitandosi a riportarne l'accezione negativa. Giorgio Tonelli
dedicato un apposito lavoro allo studio dell'origine della nozione kantiana nei capitoli 1-11 del suo Kant's Cr
que of Pure Reason Within the Tradition of Modern Logic, cit., pp. 37-223, dove tuttavia il riferimento a Meier
solo cursorio, relativo precipuamente alla nozione di 'dottrina' elaborata nella Vernunftlehre (ivi, pp. 214, 223)
Parte di questo lavoro è stato tradotto da Silvestro Marcucci con il titolo Organo, canone, disciplina, dottrina i
Kant (1765-1780J e pubblicato in «Studi kantiani», vili, 1995, pp. 11-30.
3 KrV, A 709 B 737 (la trad. it. di riferimento - Critica della ragion pura, a cura di P. Chiodi, Torino, utet,
1986 - riporta l'indicazione della paginazione originale). 4 KrV, A 711B 739.
5 Sulla nota polemica innescata da Christian Garve relativamente alle oscurità della terminologia della Cr
tica non è il caso di ritornare; basti rimandare alla lettera che Kant gli indirizzò il 7 agosto 1783, AA x 338-339
trad. it. cit., pp. 119-120, ma anche a MS, AA vi 208, trad. it. La metafisica dei costumi, a cura di G. Vidari, riv.
N. Merker, Roma-Bari, Laterza, 20017, p. 7. Sulla complicata questione della terminologia kantiana cfr. il lav
ro ormai classico di N. Hinske, Kants neue Terminologie und ihre alten Quellen. Möglichkeiten und Grenzen der ele
tronischen Datenverarbeitung im Felde der Begriffsgeschichte, in Akten des 4. Internationalen Kant-Kongresses. Main
6.-10. April 1974, Teil 1 («Kant-Studien», Sonderheft, Symposien), Berlin, de Gruyter, 1974, pp. 68*-85*, e più
centemente Idem, Tra illuminismo e critica della ragione. Studi sul corpus logico kantiano, Pisa, Scuola Normale S
periore, 1999, cap. 11.
1 V-Lo/Philippi, AA xxiv 483; il termine docimastica è un termine lambertiano: cfr. la «Nota terminologica»
di P. Basso nel suo Filosofia e geometria. Lambert interprete di Euclide, Firenze, La Nuova Italia, 1999: «Probierkunst:
è l'arte chimica della docimastica e viene da Lambert impiegata per indicare il necessario lavoro preliminare di
saggiatura dei concetti, di contro alla vecchia metafisica che inizia da concetti sommamente composti trattan
doli come semplici. Si può considerare questo termine come un antenato del successivo Anatomie. Meta di Lam
bert è effettuare la "Probierkunst der menschlichen Erkenntnis". Compare solo nel Criterium veritatis (§ 46 e §
55)». Il Criterium veritatis è del 1761. Cff. anche A. G. Baumgarten, Acroasis logica, cit., § 549.
2 I. Kant, Logik Bauch, in Logik-Vorlesung. Unveröffentlichte Nachschriften, hrsg. von T. Pinder, Hamburg, Mei
ner, 1998, vol. 1, p. 208. 3 Refi 1579, AA xvi 19. 4 Refi 1589, AA xvi 27.
5 Refi 3387-3388, AA xvi 809.
Abstract
The paper shows that Kant's original notion of 'Discipline' in the Doctrine of M
first Critique cornes out from his long-lasting reflection on a passage of Georg Fr
logie about the différence between doctrine and discipline. Considering the tig
that Meier established between discipline - as a specific form of knowledge - a
as set of rules that gives knowledge the proper order and unity of the science - K
new meaning of the notion, which is very différent from the traditional one tha
in i8th Century German philosophy. 'Discipline' with its peculiar negative conn
sense of a necessary limitation of the epistemic pretences of reason becomes a ter
nicus of Kantian transcendental philosophy. Kant's reflection on discipline even c
the development of the idea of a critique of reason, which has a first negative ai
of method», introductory to any form of metaphysics. This analysis confions on
centrai role that Meier's chapter on the Lehrart plays in Kant's Methodenlehre in g
particular in its section on the Discipline of pure reason.
1 R. Pozzo, Préjudices and Horizons: G. F. Meier's Vernunftlehre and its Relation to Kant, «Journal o
of Philosophy», xliii, 2005, pp. 185-202; H.-J. Engfer, ad v. Horizont //, in Historisches Wörterbuch d
cit., vol. 3,1974.
2 KrV, A 759-763 B 787-791.