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INDICE
INDICE 2
1 INTRODUZIONE E OBIETTIVO 3
2 AMBITO DI APPLICAZIONE 4
3 DEFINIZIONI 5
4 DOCUMENTI COLLEGATI / DI RIFERIMENTO 6
5 SPECIFICHE TECNICHE 7
6 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ 9
7 DISEGNI ESPLICATIVI 23
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1. INTRODUZIONE E OBIETTIVO
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2. AMBITO DI APPLICAZIONE
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3. DEFINIZIONI
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I documenti di riferimento per le attività realizzazione di doppi fondi per serbatoi atmosferici
sono i seguenti:
- AgipPetroli 9011.31, ultima edizione: “SPECIFICA GENERALE PER LA
COSTRUZIONE DEI SERBATOI DI STOCCAGGIO ATMOSFERICI”;
- Specifica Tecnica Praoil Oleodotti Italiani S.p.A. (Genova, 05105199 Prot. 170):
“PRECISAZIONI PER IL MONTAGGIO DI UN NUOVO FONDO SOPRA QUELLO ESISTENTE”;
- Raccomandazione Tecnica AgipPetroli RT n.01/99 “SERBATOI ATMOSFERICI –
DOPPI FONDI SU SERBATOI ESISTENTI”;
- Saipem Energy Services S.p.A., SPC-MEC-022-I Specifica tecnica per realizzazione
doppio fondo e sostituzione accessori di serbatoi a tetto galleggiante;
- Eni S.p.A., STD SB 002 Realizzazione di doppio fondo su serbatoio esistente;
- API 650 “WELDED TANKS FOR OIL STORAGE” 11th ed. Add.3 August 2011;
- API 653 “TANK INSPECTION, REPAIR, ALTERATION AND RECONSTRUCTION”
4th ed. Add.1 August 2010;
- Norma UNI 10567 “GEOMEMBRANE DI POLIETILENE PER
IMPERMEABILIZZAZIONE DI DISCARICHE CONTROLLATE - Criteri generali per la saldatura
ed il controllo dei giunti saldati, la qualificazione dei saldatori e delle procedure di saldatura”;
- DM 14.01.2008 (NTC 2008) e DM 15.11.2011 [rif.: nuove classificazioni / classi di
resistenza];
- Eni Saipem, SPC.CV.GEN.2056 Specifica generale per calcestruzzi semplici ed
armati.
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5. SPECIFICHE TECNICHE
Tutti i componenti e gli accessori del nuovo fondo (fondo superiore) devono essere in
Acciaio al Carbonio tipo S275JR EN 10025-2 e comunque conforme ai disegni ed alle norme
costruttive di riferimento del serbatoio. Il trincarino deve essere in Acciaio al Carbonio tipo
S355J0 EN 10025-2.
Le dimensioni, spessore e ampiezza, delle lamiere del fondo e del trincarino non devono
essere inferiori a quelle previste dalle norme costruttive di riferimento del fondo inferiore
preesistente, e comunque di spessore minimo 8mm per le lamiere del fondo e di 12mm per le
lamiere del trincarino.
5.2. Geomembrana.
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Nel caso di guaina a protezione di singolo fondo metallico, la superficie inferiore della
guaina a contatto col terreno sottostante deve essere compatibile all’interramento ed avere
elevata resistenza ambientale.
In relazione alle condizioni del sottofondo, previi calcoli e/o dietro richiesta esplicita della
Committente potranno utilizzarsi teli di HDPE (Polietilene Alta Densità) ad aderenza migliorata su
uno o entrambi i lati.
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Nel caso sia di realizzazione di doppio fondo metallico con membrana interposta, sia di
realizzazione di singolo fondo metallico con membrana sottostante, il conglomerato bituminoso
deve essere costituito da:
- inerti dotati di buon assorbimento e in diverse pezzature, di dimensioni massime pari
a 9,5mm (3/8”) per il manto d’usura e 21,3mm (3/4”) per il binder;
- bitume in percentuale non inferiore al 5,5% in massa degli aggregati.
Nel caso sia di realizzazione di doppio fondo metallico con membrana interposta, il
conglomerato cementizio deve essere costituito da calcestruzzo C 20/25 (rif. NTC 2008), battuto
e spianato superiormente, armato con rete metallica elettrosaldata a maglia quadrata
15cmx15cm con tondo in acciaio B 450 C ø 6mm. Il conglomerato dovrà avere spessore minimo
lato mantello di 100mm o comunque pari a quello del profilato rettangolare (barrotto) ove
installato.
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100% e in ogni caso in accordo alle norme API 650 11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e API 653 4th
ed. §12.1÷§12.4;
- controllo con MT o in alternativa LP della saldatura interna tra trincarino e prima
virola;
- nel caso di sostituzione integrale del trincarino inferiore il controllo delle saldature tra
le lamiere del trincarino avverrà con controllo gammagrafico al 100% sulle saldature radiali, con
vacuum-box sulle saldature trincarino/fondo e con liquidi penetranti al 100% su saldature ad
angolo trincarino/mantello (lato interno ed esterno);
- montaggio di un profilato calandrato a sezione rettangolare piena, di dimensioni
30mmx100mm, lungo tutta la circonferenza interna del serbatoio, in modo aderente al mantello e
al trincarino del fondo inferiore con saldatura continua a piena penetrazione nella parte superiore,
e di sigillatura in quella inferiore. In particolare il profilato deve essere molato nella parte
superiore per pulizia, al fine di consentire una buona penetrazione della saldatura e di uno
smusso inferiore di circa 17mmx17mm per non interferire con la saldatura esistente tra il
trincarino e il mantello (Figura 3). Le barre di profilato devono essere unite con saldature di sigillo
continue, sul lato superiore e sul lato frontale rivolto verso il centro del serbatoio; dimensioni degli
smussi 8mmx8mm;
- molatura del sovrametallo dei cordoni delle saldature radiali del trincarino inferiore
esistente per un tratto di circa 30mm in corrispondenza del profilato rettangolare;
- esecuzione della saldatura d’angolo tra il profilato e il trincarino inferiore. Saldatura,
dimensioni minime 5mmx5mm;
- saldatura del profilato al mantello e successivo controllo magnetoscopico totale;
- molatura del sovrametallo del cordoni della saldatura superiore del profilato
rettangolare al mantello per l’intera circonferenza al fine di ottenere una superficie piana per
l’appoggio del nuovo trincarino superiore e successivo controllo.
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preferibile mettere in opera la geomembrana e il conglomerato nelle ore più fresche della
giornata;
- preparare fuori opera gli angolari in HPDE (ove previsti), realizzando la parte che
deve essere vincolata al profilato circonferenziale o con piegamento a freddo o con piegamento a
caldo o mediante giunzione d’angolo;
- qualora la lavorazione non preveda l’esecuzione degli angolari in HDPE è necessario
sagomare opportunamente le estremità dei teli nella zona di giunzione con il profilato sagomato;
- far aderire gli angolari o l’estremità dei teli in HPDE al mantello o al profilato
sagomato in maniera da garantirne la tenuta, mediante chiodatura a pressione su lamiera
calandrata da 2mm posta tra il chiodo e la guaina (diametro dei chiodi minimo 3,5mm, lunghezza
30mm, interspazio tra uno e l’altro 200mm) ed in ogni caso rispettando i requisiti minimi stabiliti
nelle API650 11th ed. Appendice I;
- in prossimità dei pozzetti di raccolta l’ancoraggio dovrà essere effettuato mediante
prigionieri elettrosaldati (diametro 10mm, lunghezza 50mm), la cui regolazione deve essere fatta
in maniera accurata in modo da prevenire eventuali strappi nella guaina;
- installare la geomembrana, adattandola al terreno sottostante. Effettuare le
giunzioni tra i teli di HDPE con sistema “a doppia pista a cuneo caldo” mediante saldatura in
piano a macchina, previa sovrapposizione dei lembi per circa 100mm, con riscaldamento e
schiacciamento degli stessi, lasciando un canale intermedio per eseguire la prova a pressione.
Procedere con le giunzioni dal centro verso la periferia senza vincolare i teli all’angolare
circonferenziale dello stesso materiale;
- il sistema di saldatura “ad estrusione” potrà essere utilizzato esclusivamente per
riparazione, raccordi, ecc. Brevi tratti di saldatura possono essere eseguiti riportando un cordone
dello stesso polimero fuso sopra i lembi da unire previa presaldatura con aria calda e molatura
delle superfici da saldare. Dietro specifica autorizzazione scritta della Committente la saldatura
per estrusione potrà realizzarsi nei casi in cui l’accessibilità delle macchine semi-automatiche
risulti difficoltosa;
- le saldature saranno effettuate in conformità alle norme UNI 28004690 del luglio
1994 e alle norme UNI10567;
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- sui raggi delimitanti i settori devono essere riportate le quote volute per la formazione
dello strato finito, avendo cura di distanziare tra loro di circa 5m i punti di quota e di ricaricarli con
20mm di materiale, per ottenere il risultato desiderato dopo la compattazione;
- lo spandimento del materiale deve essere effettuato per settori alterni per consentire
un efficace controllo della regolarità delle quote del conglomerato stesso;
- il conglomerato bituminoso deve essere steso quando l’impasto ha una temperatura
non inferiore a 120°C e successivamente pressato con rulli meccanici di peso 2t÷3t. La rullatura
dello strato bituminoso deve avvenire a caldo e completarsi quando si raggiunge il
compattamento desiderato. Qualora si utilizzino rulli di peso inferiore a quello sopra riportato,
comunque espressamente autorizzati dalla Committente, occorre prevedere un adeguato numero
di passate e suddividere in strati più sottili, rullati di volta in volta, lo strato bituminoso
complessivo;
- lo strato di conglomerato bituminoso, dopo rullatura e compattazione, deve avere lo
spessore previsto dal progetto, controllato nelle sue quote con livello di precisione. Inoltre la
superficie deve essere priva di ondulazioni e presentare una pendenza finale, continua dal centro
verso il mantello, uguale al valore previsto per il fondo originario e comunque tale da garantire il
drenaggio verso i nuovi pozzetti di drenaggio del serbatoio;
- posa in opera sul manto d’usura di emulsione bituminosa antiossidante (circa
3,5kg/m2);
- nello strato di conglomerato devono essere realizzate alcune canalette radiali,
mediante l’uso di casseri in legno asportabili, per il convogliamento di eventuali perdite dal fondo
superiore verso i pozzetti di raccolta (Figura 10). Le canalette, larghe circa 13cm, devono essere
distanziate tra loro di circa 16m lungo la circonferenza esterna e comunque in numero minimo di
4 a 90° tra loro per serbatoio. La profondità delle canalette deve essere di circa 20mm÷25mm;
- la pendenza dal centro del serbatoio verso la periferia l dovrà essere pari a quanto
previsto dalle norme API 650 (circa lo 0,85%).
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Al fine di garantire l’immediato rilevamento di perdite dal fondo primario (superiore) del
serbatoio è necessario che il tubo di drenaggio sia lasciato sempre aperto e convogliato verso
un’idonea vasca o canaletta di raccolta per impedire l’eventuale spandimento di prodotto nel
bacino.
Tale sistema andrà monitorato dalla funzione ESE visivamente con cadenza al massimo
settimanale.
E’ consentito l’impiego di sensori elettronici tarabili, antideflagranti e tali da non
determinare in caso di guasto alcun danno alle apparecchiature circostanti (“fail-safe”).
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calcestruzzo. L’andamento delle pendenze dovrà essere costante, pur essendo ammesse
variazioni di pendenza;
- tutti i rilievi dovranno essere sottoposti all’attenzione della Committente che
comunicherà tutti gli interventi particolari e le eventuali deroghe a quanto riportato sopra che si
rendessero necessari per la risoluzione delle anomalie di cui al presente paragrafo;
- nel caso si renda necessaria la sostituzione di intere lamiere questa avverrà previo il
ripristino della sottostante platea secondo il disegno originario;
- controllo con il vacuum-box delle saldature delle riparazioni e delle nuove saldature
delle lamiere di riporto sul fondo preesistente;
- preparazione delle superfici del mantello e del trincarino del fondo inferiore per una
fascia di circa 400mm a cavallo della saldatura tra gli stessi, per la successiva saldatura del
profilato di appoggio del secondo fondo. La preparazione delle superfici metalliche deve essere
sufficientemente accurata da consentire la corretta saldatura del profilato. Il controllo delle
lamiere del trincarino e del mantello, nonché della saldatura tra gli stessi, avverrà in accordo al
“Piano di controllo qualità” dell’Appaltatore e comunque almeno con esame visivo e vacuum-box
100% e in ogni caso in accordo alle norme API 650 11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e API 653 4th
ed. §12.1÷§12.4;
- controllo con MT o in alternativa LP della saldatura interna tra trincarino e prima
virola;
- nel caso di sostituzione integrale del trincarino inferiore il controllo delle saldature tra
le lamiere del trincarino avverrà con controllo gammagrafico al 100% sulle saldature radiali, con
vacuum-box sulle saldature trincarino/fondo e con liquidi penetranti al 100% su saldature ad
angolo trincarino/mantello (lato interno ed esterno);
- montaggio di un profilato calandrato a sezione rettangolare piena, di dimensioni
30mmx100mm, lungo tutta la circonferenza interna del serbatoio, in modo aderente al mantello e
al trincarino del fondo inferiore con saldatura continua a piena penetrazione nella parte superiore,
e di sigillatura in quella inferiore. In particolare il profilato deve essere molato nella parte
superiore per pulizia, al fine di consentire una buona penetrazione della saldatura e di uno
smusso inferiore di circa 17mmx17mm per non interferire con la saldatura esistente tra il
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trincarino e il mantello (Figura 2). Le barre di profilato devono essere unite con saldature di sigillo
continue, sul lato superiore e sul lato frontale rivolto verso il centro del serbatoio; dimensioni degli
smussi 8mmx8mm;
- molatura del sovrametallo dei cordoni delle saldature radiali del trincarino inferiore
esistente per un tratto di circa 30mm in corrispondenza del profilato rettangolare;
- esecuzione della saldatura d’angolo tra il profilato e il trincarino inferiore. Saldatura,
dimensioni minime 5mmx5mm;
- saldatura del profilato al mantello e successivo controllo magnetoscopico totale;
- molatura del sovrametallo del cordoni della saldatura superiore del profilato
rettangolare al mantello per l’intera circonferenza al fine di ottenere una superficie piana per
l’appoggio del nuovo trincarino superiore e successivo controllo.
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- le saldature saranno effettuate in conformità alle norme UNI 28004690 del luglio
1994 e alle norme UNI10567;
- controllare le giunzioni con vacuum box o con pressatura pneumatica
dell’interstizio nella zona di sovrapposizione dei teli e verifica della tenuta della canaletta. Le
giunzioni non controllabili con il suddetto sistema dovranno essere controllate con metodo ad alto
voltaggio (spark test) o metodo equivalente. Il collaudo delle saldature ad estrusione avverrà
mediante campana a vuoto o scintilloscopio. I procedimenti di saldatura utilizzati per la posa in
opera della membrana dovranno essere opportunamente qualificati da un ente terzo preposto. In
tutti casi il collaudo avverrà facendo riferimento agli standard ASTM D4437-84 “Practice for
Determining the Integrity of Field Seams Used in Joining Flexible Polymeric Sheet
Geomembranes”, ASTM D5820-95 “Practice for Pressurized Air Channel Evaluation of Dual
Seamed Geomembranes”, ASTM D5641-94 “Practice for Geomembrane Seam Evaluation by
Vacuum Chamber” ed ASTM D6392-99 “Standard Test Method for Determining the Integrity of
Nonreinforced Geomembrane Seams Produced Using Thermo-Fusion Methods”;
- effettuare le giunzioni a sovrapposizione tra i teli del fondo e l’angolare
circonferenziale;
- controllare queste ultime giunzioni con vacuum box o con pressatura pneumatica
dell’interstizio nella zona di sovrapposizione dei teli e verifica della tenuta della canaletta.
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- tra i due fondi deve essere steso uno strato di conglomerato bituminoso (binder +
manto d’usura) di spessore non inferiore a 70mm, suddiviso in settori circolari con arco esterno di
circa 10m (Figure 8 e 9);
- sui raggi delimitanti i settori devono essere riportate le quote volute per la formazione
dello strato finito, avendo cura di distanziare tra loro di circa 5m i punti di quota e di ricaricarli con
20mm di materiale, per ottenere il risultato desiderato dopo la compattazione;
- lo spandimento del materiale deve essere effettuato per settori alterni per consentire
un efficace controllo della regolarità delle quote del conglomerato stesso;
- il conglomerato bituminoso deve essere steso quando l’impasto ha una temperatura
non inferiore a 120°C e successivamente pressato con rulli meccanici di peso 2t÷3t. La rullatura
dello strato bituminoso deve avvenire a caldo e completarsi quando si raggiunge il
compattamento desiderato. Qualora si utilizzino rulli di peso inferiore a quello sopra riportato,
comunque espressamente autorizzati dalla Committente, occorre prevedere un adeguato numero
di passate e suddividere in strati più sottili, rullati di volta in volta, lo strato bituminoso
complessivo;
- lo strato di conglomerato bituminoso, dopo rullatura e compattazione, deve avere lo
spessore previsto dal progetto, controllato nelle sue quote con livello di precisione. Inoltre la
superficie deve essere priva di ondulazioni e presentare una pendenza finale, continua dal centro
verso il mantello, uguale al valore previsto per il fondo originario e comunque tale da garantire il
drenaggio verso i nuovi pozzetti di drenaggio del serbatoio;
- posa in opera sul manto d’usura di emulsione bituminosa antiossidante (circa
3,5kg/m2);
- nello strato di conglomerato devono essere realizzate alcune canalette radiali,
mediante l’uso di casseri in legno asportabili, per il convogliamento di eventuali perdite dal fondo
superiore verso i pozzetti di raccolta (Figura 10). Le canalette, larghe circa 13cm, devono essere
distanziate tra loro di circa 16m lungo la circonferenza esterna e comunque in numero minimo di
4 a 90° tra loro per serbatoio. La profondità delle canalette deve essere di circa 20mm÷25mm;
- la pendenza dal centro del serbatoio verso la periferia l dovrà essere pari a quanto
previsto dalle norme API 650 (circa lo 0,85%).
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La rimozione del fondo dovrà avvenire nelle modalità più idonee a garantire il
preservamento delle strutture del serbatoio e nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza.
Alla rimozione delle lamiere seguirà la scarifica e la asportazione del terreno sottostante
tramite scavo a mano e/o meccanico ad una profondità tale da permettere il rispetto delle corrette
pendenze e profondità previste dalla presente linea guida.
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Nel caso dei serbatoi con basamento tradizionale, qualora il serbatoio non sia dotato di
anello periferico in pietrisco compattato che evita la fuoriuscita del materiale costituente la platea,
nella parte anulare del serbatoio in corrispondenza del tubo di drenaggio sotto al trincarino, il
terreno sarà scavato per permettere il passaggio del tubo e la cavità riempita di breccia
compattata.
Nel caso di serbatoio dotato di anello in calcestruzzo questo andrà forato per permettere il
passaggio del tubo e successivamente ripristinato a regola d’arte;
- in corrispondenza del lato interno al serbatoio del tubo di drenaggio deve essere posta
della ghiaia di drenaggio, come riportato in dettaglio nelle Figure 12 e 13.
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Tale sistema andrà monitorato dalla funzione ESE visivamente con cadenza al massimo
settimanale.
E’ consentito l’impiego di sensori elettronici tarabili, antideflagranti e tali da non
determinare in caso di guasto alcun danno alle apparecchiature circostanti (“fail-safe”).
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7. DISEGNI ESPLICATIVI
Figura 1. Assetto del doppio fondo con trincarino “sporgente” (serbatoio “cone-up”).
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Figura 2. Assetto del doppio fondo con trincarino sporgente (serbatoio “cone-up”).
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Figura 3. Assetto del doppio fondo con trincarino interno (serbatoio “cone-up”).
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Figura 4. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista dall’alto. Le misure sono indicative.
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Figura 5. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista laterale, trincarino sporgente. Le misure
sono indicative.
Figura 6. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista laterale, trincarino interno. Le misure
sono indicative.
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Figura 7. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista frontale. Le misure sono indicative.
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Figura 11. Dettaglio del pozzetto di drenaggio dotato di tubo spia da Ø1”.
Figura 12. Assetto del singolo fondo metallico con membrana sottostante.
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