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Impianti Nord e Sud

Linea guida per la realizzazione di doppi


fondi per serbatoi atmosferici di stoccaggio
LG-14-ENG-2011
di prodotti petroliferi

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LINEA GUIDA PER


LA REALIZZAZIONE DI DOPPI FONDI PER SERBATOI ATMOSFERICI DI STOCCAGGIO DI
PRODOTTI PETROLIFERI

ISAB SUD E ISAB NORD

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6 Revisione Gaeta/Di Mare Dicembre/Ingrasciotta Di Liberti 16/04/2012

5 Revisione Gaeta Dicembre/Ingrasciotta Di Liberti 15/11/2011

4 Revisione a seguito commenti Gaeta Dicembre/Ingrasciotta Di Liberti 27/10/2011

3 Revisione a seguito commenti Gaeta/Di Mare Dicembre/Ingrasciotta Di Liberti 14/10/2011

2 Revisione Gaeta Dicembre/Ingrasciotta Di Liberti 12/10/2011

1 Revisione a seguito commenti Gaeta Dicembre/Ingrasciotta Di Liberti 11/10/2011

0 Prima emissione per commenti Gaeta/Ciaffaglione Dicembre/Ingrasciotta Di Liberti 20/09/2011

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INDICE

INDICE 2
1 INTRODUZIONE E OBIETTIVO 3
2 AMBITO DI APPLICAZIONE 4
3 DEFINIZIONI 5
4 DOCUMENTI COLLEGATI / DI RIFERIMENTO 6
5 SPECIFICHE TECNICHE 7
6 DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÀ 9
7 DISEGNI ESPLICATIVI 23

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1. INTRODUZIONE E OBIETTIVO

La realizzazione di un doppio fondo dotato di un sistema di rilevazione delle perdite in un


serbatoio atmosferico di stoccaggio di prodotti petroliferi consente di impedire che eventuali
perdite dal fondo originario, per corrosione esterna o interna, possano interessare
immediatamente il terreno e permette la visualizzazione in tempo reale dell’eventuale perdita.
Le metodologie possibili per la realizzazione di un sistema di rilevamento delle perdite
sono essenzialmente due:
- realizzazione di un doppio fondo metallico con interposta una membrana impermeabile
in Polietilene ad alta densità (HDPE o PEAD) e dotato di un sistema di drenaggio per la
rilevazione di eventuali perdite. Essa costituisce un’alternativa alla semplice sostituzione del
fondo originario quando si rende necessaria la sostituzione totale del fondo esistente perché
notevolmente corroso. Tuttavia è la soluzione da preferire qualora si ritenga opportuno realizzare
un sistema che consenta di prevenire e di rilevare accidentati perdite del prodotto stoccato verso
il terreno. In tal caso l’installazione è da prevedersi sia su serbatoi che non necessitano della
sostituzione del fondo originario, sia su serbatoi con fondo di nuova costruzione;
- realizzazione di uno strato di conglomerato bituminoso disposto su uno strato di sabbia
pulita compattata al di sotto del quale viene posizionata una membrana impermeabile in
Polietilene ad alta densità e dotato di un sistema di drenaggio per la rilevazione di eventuali
perdite.

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2. AMBITO DI APPLICAZIONE

La presente linea guida si applica ai serbatoi di stoccaggio atmosferici di prodotti petroliferi


ubicati presso gli Impianti Nord e Sud della Raffineria ISAB di Priolo G. ed include tutti i serbatoi
di capacità fino a 50.000m3 inclusi. Rimangono esclusi i serbatoi di capacità superiore a
50.000m3. Sono altresì esclusi i serbatoi di proprietà ISAB ma gestiti da altre società e i serbatoi
di stoccaggio di GPL o similari perché coperti da apposita normativa nazionale.

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3. DEFINIZIONI

Committente: ISAB S.r.l.


HDPE o PEAD: Polietilene ad alta densità.

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4. DOCUMENTI COLLEGATI E DI RIFERIMENTO

I documenti di riferimento per le attività realizzazione di doppi fondi per serbatoi atmosferici
sono i seguenti:
- AgipPetroli 9011.31, ultima edizione: “SPECIFICA GENERALE PER LA
COSTRUZIONE DEI SERBATOI DI STOCCAGGIO ATMOSFERICI”;
- Specifica Tecnica Praoil Oleodotti Italiani S.p.A. (Genova, 05105199 Prot. 170):
“PRECISAZIONI PER IL MONTAGGIO DI UN NUOVO FONDO SOPRA QUELLO ESISTENTE”;
- Raccomandazione Tecnica AgipPetroli RT n.01/99 “SERBATOI ATMOSFERICI –
DOPPI FONDI SU SERBATOI ESISTENTI”;
- Saipem Energy Services S.p.A., SPC-MEC-022-I Specifica tecnica per realizzazione
doppio fondo e sostituzione accessori di serbatoi a tetto galleggiante;
- Eni S.p.A., STD SB 002 Realizzazione di doppio fondo su serbatoio esistente;
- API 650 “WELDED TANKS FOR OIL STORAGE” 11th ed. Add.3 August 2011;
- API 653 “TANK INSPECTION, REPAIR, ALTERATION AND RECONSTRUCTION”
4th ed. Add.1 August 2010;
- Norma UNI 10567 “GEOMEMBRANE DI POLIETILENE PER
IMPERMEABILIZZAZIONE DI DISCARICHE CONTROLLATE - Criteri generali per la saldatura
ed il controllo dei giunti saldati, la qualificazione dei saldatori e delle procedure di saldatura”;
- DM 14.01.2008 (NTC 2008) e DM 15.11.2011 [rif.: nuove classificazioni / classi di
resistenza];
- Eni Saipem, SPC.CV.GEN.2056 Specifica generale per calcestruzzi semplici ed
armati.

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5. SPECIFICHE TECNICHE

5.1. Materiali del fondo superiore.

Tutti i componenti e gli accessori del nuovo fondo (fondo superiore) devono essere in
Acciaio al Carbonio tipo S275JR EN 10025-2 e comunque conforme ai disegni ed alle norme
costruttive di riferimento del serbatoio. Il trincarino deve essere in Acciaio al Carbonio tipo
S355J0 EN 10025-2.
Le dimensioni, spessore e ampiezza, delle lamiere del fondo e del trincarino non devono
essere inferiori a quelle previste dalle norme costruttive di riferimento del fondo inferiore
preesistente, e comunque di spessore minimo 8mm per le lamiere del fondo e di 12mm per le
lamiere del trincarino.

5.2. Geomembrana.

La membrana impermeabilizzante o geomembrana (guaina) deve avere spessore:


- minimo di 1,5mm nel caso di doppio fondo metallico con membrana interposta;
- minimo di 2mm nel caso di singolo fondo metallico con membrana sottostante.
La geomembrana deve essere realizzata in teli di HDPE (Polietilene Alta Densità) liscio su
entrambi i lati, contenente circa il 97,5% di polimero puro ed il 2,5% di nero fumo, con aggiunta dl
antiossidanti e stabilizzanti, con buona resistenza chimica agli idrocarburi e compatibile con la
temperatura di stoccaggio del prodotto contenuto nel serbatoio, con permeabilità massima di
1x10-7cm/s.
La compatibilità chimica della geomembrana sarà comprovata mediante opportune tabelle
riportanti il tipo di prodotto chimico, la concentrazione ed il risultato del test di compatibilità
chimica a 20°C e a 60°C.
Le proprietà tecniche della geomembrana dovranno rispondere ai requisiti minimi indicati
nella tabella seguente.

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PROPRIETÀ U.M. METODO DI TEST


Spessore, min mm ASTM D 751 1,5
Densità, min g/cc ASTM D 1505 0,945
g/10 min ASTM D1238
Indice di fluidità a 190°C/ 5 kg ≤ 1,0
a 190°C 2,16kg ≤ 0,5
Proprietà meccaniche ASTM D638 tipo IV
Resistenza a rottura, min N/mm 41
Resistenza allo snervamento, min N/mm 26
Allungamento a rottura % > 700
Allungamento a snervamento % >9
Resistenza alla lacerazione, min N ASTM D 1004 200
kN EN ISO 12236 5,1
Resistenza al punzona mento, min
classe UNI 8202/12 PD3
% ASTM D 1204
Stabilità dimensionale in ogni direzione
a 100°C in 1 h ±2
Coefficiente espansione termica lineare cm/cm °C ASTM D 696 < 2x10-4
Contenuto in nerofumo % ASTM D 4218 2–3
Dispersione nerofumo classe ASTM D 3015 A1/A2
Assorbimento d’acqua, max % ASTM D570 a 23°C ≤ 0,1
h ASTM D 1693 2000
Resistenza alla fatica
h ISO 6252 > 1000
Tabella 1. Proprietà della geomembrana.

Nel caso di guaina a protezione di singolo fondo metallico, la superficie inferiore della
guaina a contatto col terreno sottostante deve essere compatibile all’interramento ed avere
elevata resistenza ambientale.
In relazione alle condizioni del sottofondo, previi calcoli e/o dietro richiesta esplicita della
Committente potranno utilizzarsi teli di HDPE (Polietilene Alta Densità) ad aderenza migliorata su
uno o entrambi i lati.

5.3. Composizione del conglomerato bituminoso.

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Nel caso sia di realizzazione di doppio fondo metallico con membrana interposta, sia di
realizzazione di singolo fondo metallico con membrana sottostante, il conglomerato bituminoso
deve essere costituito da:
- inerti dotati di buon assorbimento e in diverse pezzature, di dimensioni massime pari
a 9,5mm (3/8”) per il manto d’usura e 21,3mm (3/4”) per il binder;
- bitume in percentuale non inferiore al 5,5% in massa degli aggregati.

5.4 Composizione del calcestruzzo del conglomerato cementizio.

Nel caso sia di realizzazione di doppio fondo metallico con membrana interposta, il
conglomerato cementizio deve essere costituito da calcestruzzo C 20/25 (rif. NTC 2008), battuto
e spianato superiormente, armato con rete metallica elettrosaldata a maglia quadrata
15cmx15cm con tondo in acciaio B 450 C ø 6mm. Il conglomerato dovrà avere spessore minimo
lato mantello di 100mm o comunque pari a quello del profilato rettangolare (barrotto) ove
installato.

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6. DESCRIZIONE DELLE ATTIVITÁ

6.1 Doppio fondo metallico con membrana interposta.

In questo paragrafo sono riportate le operazioni raccomandate per l’installazione di un


doppio fondo, preferibilmente in un serbatoio esistente, dopo bonifica e pulizia dello stesso per
l’esecuzione di lavori meccanici all’interno.
In sintesi la tecnica costruttiva prevede il taglio del mantello ad una distanza di circa
100mm dal trincarino ed il sollevamento del serbatoio. Il nuovo fondo, completo di trincarino
sporgente all’esterno, viene fatto poggiare su uno strato di conglomerato bituminoso o cementizio
disposto su di una geomembrana, distesa a sua volta sul fondo inferiore preesistente e su di un
profilato a sezione rettangolare (barrotto) saldato al trincarino e al mantello lungo la circonferenza
perimetrale interna.
Sul conglomerato si realizzano alcune canalette radiali che convogliano eventuali perdite
dal fondo superiore in vaschette di raccolta perimetrali, collegate all’esterno attraverso bocchelli
valvolati realizzati sul mantello.
In alternativa, nel caso di serbatoi realizzati ex-novo, nel caso in cui necessiti l’ancoraggio
del serbatoio al basamento per mezzo di tirafondi e in tutti i casi particolari individuati di volta in
volta, è possibile realizzare un doppio fondo “interno”. Tale soluzione prevede che il secondo
fondo venga fatto poggiare su un conglomerato bituminoso disposto su di una geomembrana,
distesa a sua volta sul fondo inferiore preesistente e su di un profilato a sezione rettangolare
(barrotto) saldato al trincarino e al mantello lungo la circonferenza perimetrale interna senza
sporgere all’esterno.

6.1.1 Doppio fondo “interno”

6.1.1.1 Attività preliminari


Bonifica del serbatoio, rilievi plano-altimetrici, controllo verticalità e cilindricità.

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6.1.1.2 Interventi sul fondo inferiore


- Ispezione preliminare del fondo per l’individuazione di eventuali anomalie quali
corrosioni passanti e ondulazioni delle lamiere di entità superiore a quelle ammesse dalle norme
costruttive e/o accettabili per la stesura del tappetino;
- riparazione delle zone corrose mediante pick-up o saldatura di lamiere a
sovrapposizione;
- nel caso di presenza di forti ondulazioni, dovrà essere effettuata la verifica
strumentale della geometria del fondo esistente allo scopo di assicurare il ricoprimento delle
lamiere del fondo originario con uno spessore minimo di calcestruzzo o di conglomerato
bituminoso pari a 5cm. Sulla base di questa verifica sarà individuata l’eventuale altezza del
profilato calandrato a sezione rettangolare (barrotto, ove impiegato);
- se ritenuta necessaria, l’eventuale eliminazione delle ondulazioni più accentuate sarà
effettuata con taglio, distensione e risaldatura delle lamiere del fondo, ripristino delle pendenze
originali previa eventuale sistemazione del basamento sottostante mediante iniezione di
calcestruzzo. L’andamento delle pendenze dovrà essere costante, pur essendo ammesse
variazioni di pendenza;
- tutti i rilievi dovranno essere sottoposti all’attenzione della Committente che
comunicherà tutti gli interventi particolari e le eventuali deroghe a quanto riportato sopra che si
rendessero necessari per la risoluzione delle anomalie di cui al presente paragrafo;
- nel caso si renda necessaria la sostituzione di intere lamiere questa avverrà previo il
ripristino della sottostante platea secondo il disegno originario;
- controllo con il vacuum-box delle saldature delle riparazioni e delle nuove saldature
delle lamiere di riporto sul fondo preesistente;
- preparazione delle superfici del mantello e del trincarino del fondo inferiore per una
fascia di circa 400mm a cavallo della saldatura tra gli stessi, per la successiva saldatura del
profilato di appoggio del secondo fondo. La preparazione delle superfici metalliche deve essere
sufficientemente accurata da consentire la corretta saldatura del profilato. Il controllo delle
lamiere del trincarino e del mantello, nonché della saldatura tra gli stessi, avverrà in accordo al
“Piano di controllo qualità” dell’Appaltatore e comunque almeno con esame visivo e vacuum-box

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100% e in ogni caso in accordo alle norme API 650 11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e API 653 4th
ed. §12.1÷§12.4;
- controllo con MT o in alternativa LP della saldatura interna tra trincarino e prima
virola;
- nel caso di sostituzione integrale del trincarino inferiore il controllo delle saldature tra
le lamiere del trincarino avverrà con controllo gammagrafico al 100% sulle saldature radiali, con
vacuum-box sulle saldature trincarino/fondo e con liquidi penetranti al 100% su saldature ad
angolo trincarino/mantello (lato interno ed esterno);
- montaggio di un profilato calandrato a sezione rettangolare piena, di dimensioni
30mmx100mm, lungo tutta la circonferenza interna del serbatoio, in modo aderente al mantello e
al trincarino del fondo inferiore con saldatura continua a piena penetrazione nella parte superiore,
e di sigillatura in quella inferiore. In particolare il profilato deve essere molato nella parte
superiore per pulizia, al fine di consentire una buona penetrazione della saldatura e di uno
smusso inferiore di circa 17mmx17mm per non interferire con la saldatura esistente tra il
trincarino e il mantello (Figura 3). Le barre di profilato devono essere unite con saldature di sigillo
continue, sul lato superiore e sul lato frontale rivolto verso il centro del serbatoio; dimensioni degli
smussi 8mmx8mm;
- molatura del sovrametallo dei cordoni delle saldature radiali del trincarino inferiore
esistente per un tratto di circa 30mm in corrispondenza del profilato rettangolare;
- esecuzione della saldatura d’angolo tra il profilato e il trincarino inferiore. Saldatura,
dimensioni minime 5mmx5mm;
- saldatura del profilato al mantello e successivo controllo magnetoscopico totale;
- molatura del sovrametallo del cordoni della saldatura superiore del profilato
rettangolare al mantello per l’intera circonferenza al fine di ottenere una superficie piana per
l’appoggio del nuovo trincarino superiore e successivo controllo.

6.1.1.3 Posa in opera della geomembrana


- Al fine di contenere il numero e l’entità delle possibili deformazioni, ridurre al minimo
le giunzioni in opera usando teli di HDPE i più lunghi e larghi possibili. Per lo stesso scopo è

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preferibile mettere in opera la geomembrana e il conglomerato nelle ore più fresche della
giornata;
- preparare fuori opera gli angolari in HPDE (ove previsti), realizzando la parte che
deve essere vincolata al profilato circonferenziale o con piegamento a freddo o con piegamento a
caldo o mediante giunzione d’angolo;
- qualora la lavorazione non preveda l’esecuzione degli angolari in HDPE è necessario
sagomare opportunamente le estremità dei teli nella zona di giunzione con il profilato sagomato;
- far aderire gli angolari o l’estremità dei teli in HPDE al mantello o al profilato
sagomato in maniera da garantirne la tenuta, mediante chiodatura a pressione su lamiera
calandrata da 2mm posta tra il chiodo e la guaina (diametro dei chiodi minimo 3,5mm, lunghezza
30mm, interspazio tra uno e l’altro 200mm) ed in ogni caso rispettando i requisiti minimi stabiliti
nelle API650 11th ed. Appendice I;
- in prossimità dei pozzetti di raccolta l’ancoraggio dovrà essere effettuato mediante
prigionieri elettrosaldati (diametro 10mm, lunghezza 50mm), la cui regolazione deve essere fatta
in maniera accurata in modo da prevenire eventuali strappi nella guaina;
- installare la geomembrana, adattandola al terreno sottostante. Effettuare le
giunzioni tra i teli di HDPE con sistema “a doppia pista a cuneo caldo” mediante saldatura in
piano a macchina, previa sovrapposizione dei lembi per circa 100mm, con riscaldamento e
schiacciamento degli stessi, lasciando un canale intermedio per eseguire la prova a pressione.
Procedere con le giunzioni dal centro verso la periferia senza vincolare i teli all’angolare
circonferenziale dello stesso materiale;
- il sistema di saldatura “ad estrusione” potrà essere utilizzato esclusivamente per
riparazione, raccordi, ecc. Brevi tratti di saldatura possono essere eseguiti riportando un cordone
dello stesso polimero fuso sopra i lembi da unire previa presaldatura con aria calda e molatura
delle superfici da saldare. Dietro specifica autorizzazione scritta della Committente la saldatura
per estrusione potrà realizzarsi nei casi in cui l’accessibilità delle macchine semi-automatiche
risulti difficoltosa;
- le saldature saranno effettuate in conformità alle norme UNI 28004690 del luglio
1994 e alle norme UNI10567;

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- controllare le giunzioni con vacuum box o con pressatura pneumatica


dell’interstizio nella zona di sovrapposizione dei teli e verifica della tenuta della canaletta. Le
giunzioni non controllabili con il suddetto sistema dovranno essere controllate con metodo ad alto
voltaggio (spark test) o metodo equivalente. Il collaudo delle saldature ad estrusione avverrà
mediante campana a vuoto o scintilloscopio. I procedimenti di saldatura utilizzati per la posa in
opera della membrana dovranno essere opportunamente qualificati da un ente terzo preposto. In
tutti casi il collaudo avverrà facendo riferimento agli standard ASTM D4437-84 “Practice for
Determining the Integrity of Field Seams Used in Joining Flexible Polymeric Sheet
Geomembranes”, ASTM D5820-95 “Practice for Pressurized Air Channel Evaluation of Dual
Seamed Geomembranes”, ASTM D5641-94 “Practice for Geomembrane Seam Evaluation by
Vacuum Chamber” ed ASTM D6392-99 “Standard Test Method for Determining the Integrity of
Nonreinforced Geomembrane Seams Produced Using Thermo-Fusion Methods”;
- effettuare le giunzioni a sovrapposizione tra i teli del fondo e l’angolare
circonferenziale;
- controllare queste ultime giunzioni con vacuum box o con pressatura pneumatica
dell’interstizio nella zona di sovrapposizione dei teli e verifica della tenuta della canaletta.

6.1.1.4 Posa in opera del sottofondo.

6.1.1.4.1 Posa in opera del conglomerato bituminoso


- Prima dello spandimento del conglomerato è necessario stendere uno strato di
sabbia di spessore 30mm circa a protezione meccanica della geomembrana ed a ripristino della
uniformità del fondo;
- applicare un minimo strato di stabilizzato compattato per dare consistenza alla
superficie; successivamente applicare a spruzzo una mano di attacco con asfalto liquido o
materiale equivalente (circa 1kg/m2÷1,5kg/m2) operando dal centro verso la periferia;
- tra i due fondi deve essere steso uno strato di conglomerato bituminoso (binder +
manto d’usura) di spessore non inferiore a 70mm, suddiviso in settori circolari con arco esterno di
circa 10m (Figure 8 e 9);

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- sui raggi delimitanti i settori devono essere riportate le quote volute per la formazione
dello strato finito, avendo cura di distanziare tra loro di circa 5m i punti di quota e di ricaricarli con
20mm di materiale, per ottenere il risultato desiderato dopo la compattazione;
- lo spandimento del materiale deve essere effettuato per settori alterni per consentire
un efficace controllo della regolarità delle quote del conglomerato stesso;
- il conglomerato bituminoso deve essere steso quando l’impasto ha una temperatura
non inferiore a 120°C e successivamente pressato con rulli meccanici di peso 2t÷3t. La rullatura
dello strato bituminoso deve avvenire a caldo e completarsi quando si raggiunge il
compattamento desiderato. Qualora si utilizzino rulli di peso inferiore a quello sopra riportato,
comunque espressamente autorizzati dalla Committente, occorre prevedere un adeguato numero
di passate e suddividere in strati più sottili, rullati di volta in volta, lo strato bituminoso
complessivo;
- lo strato di conglomerato bituminoso, dopo rullatura e compattazione, deve avere lo
spessore previsto dal progetto, controllato nelle sue quote con livello di precisione. Inoltre la
superficie deve essere priva di ondulazioni e presentare una pendenza finale, continua dal centro
verso il mantello, uguale al valore previsto per il fondo originario e comunque tale da garantire il
drenaggio verso i nuovi pozzetti di drenaggio del serbatoio;
- posa in opera sul manto d’usura di emulsione bituminosa antiossidante (circa
3,5kg/m2);
- nello strato di conglomerato devono essere realizzate alcune canalette radiali,
mediante l’uso di casseri in legno asportabili, per il convogliamento di eventuali perdite dal fondo
superiore verso i pozzetti di raccolta (Figura 10). Le canalette, larghe circa 13cm, devono essere
distanziate tra loro di circa 16m lungo la circonferenza esterna e comunque in numero minimo di
4 a 90° tra loro per serbatoio. La profondità delle canalette deve essere di circa 20mm÷25mm;
- la pendenza dal centro del serbatoio verso la periferia l dovrà essere pari a quanto
previsto dalle norme API 650 (circa lo 0,85%).

6.1.1.4.2 Posa in opera del conglomerato cementizio

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- Sopra la membrana impermeabile dovrà essere posata della rete metallica


elettrosaldata a maglia quadrata 15cmx15 cm con tondo in acciaio B 450 C ø 6mm. Tale rete
dovrà poggiare su opportuni distanziatori di spessore 2cm;
- tra i due fondi deve essere steso uno strato di conglomerato cementizio di spessore
pari all’altezza del profilato rettangolare (ove esistente) o di 100mm in corrispondenza del
mantello e di altezza al centro del serbatoio tale da garantire la pendenza dal centro del serbatoio
verso la periferia pari a quanto previsto dalle norme API 650, ovvero circa lo 0,85%;
- lo strato di conglomerato cementizio deve avere uno spessore minimo di 5cm in tutta
la superficie;
- la superficie deve essere priva di ondulazioni e presentare una pendenza finale, dal
centro verso il mantello o viceversa nel caso di serbatoio con pozzetto centrale, tale da garantire
il drenaggio verso i nuovi pozzetti. In ogni caso qualora non fosse opportuno realizzare una
pendenza uguale al valore previsto per il fondo originario ci si riferirà ai documenti approvati dalla
Committente citati al punto 6.1.2;
- sui serbatoi con il fondo convesso, nello strato di conglomerato devono essere
realizzate alcune canalette radiali, mediante l’uso di casseri in legno asportabili, per ii
convogliamento di eventuali perdite dal fondo superiore verso i pozzetti di raccolta. Le canalette,
larghe circa 13cm, devono essere distanziate tra loro di circa 16m lungo la circonferenza esterna
e comunque in numero minimo di 4 a 90° tra loro per serbatoio. La profondità delle canalette
deve essere uguale all’asola eseguita sul pozzetto;
- dovranno essere inseriti angolari di plastica per consentire la formazione di uno
smusso lungo lo spigolo della canaletta in calcestruzzo.

6.1.1.5 Posa in opera del fondo superiore


- Posizionamento della lamiera del trincarino superiore; la lamiera sarà provvista di
smusso e posizionata ad una distanza dal mantello idonea per una buona fusione dei lembi da
saldare (Figure 3 e 6);
- saldatura di testa del nuovo trincarino con la presenza di un piatto di sostegno;

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- saldatura del trincarino superiore al mantello. La saldatura avverrà alla superficie


interna del mantello. Il tipo di preparazione ed il procedimento di saldatura sono in funzione degli
spessori da saldare. A tal proposito deve essere preparata una WPS con relativa PQR. Il
controllo della saldatura avverrà in accordo al “Piano di controllo qualità” dell’Appaltatore e
comunque almeno con esame visivo e controllo magnetoscopico totale dell’ultima passata e in
ogni caso in accordo alle norme API 650 11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e API 653 4th ed.
§12.1÷§12.4;
- realizzazione dei pozzetti di raccolta come riportato nelle Figure 4, 5, 6 e 7. Tali
pozzetti di raccolta metallici realizzati in prossimità del mantello devono essere dotati di tubo di
drenaggio da Ø1” valvolato all’esterno e di pipa idonea a convogliare il flusso verso la canaletta di
raccolta o il bacino, comunque fuori dal piano inclinato ;
- installazione sul fondo superiore di tutti gli accessori e dei componenti previsti a
disegno (piastre di sacrificio e relativi supporti per serpentine di riscaldamento, drenaggio
articolato, tubo brandeggiante, pali guida, ecc.);
- la realizzazione dei pozzetti di drenaggio dell’acqua, ove prevista, dovrà prevedere
un tubo di drenaggio da Ø1” (tubo “spia”) in acciaio al carbonio, dotato di valvola esterna e
vincolato al nuovo fondo mediante un nipplo saldato al centro del fondo del pozzetto, pescante
nell’intercapedine (Figura 11). Il tubo dovrà avere schedula Double Extra Strong (XXS, smin =
9,09mm). E’ consentito l’impiego di tubi di spessore differente ma comunque non inferiore a
6,35mm. Per impedire l’interferenza tra il tubo “spia” ed il tubo pescante (pipa) del drenaggio del
serbatoio, va previsto l’accorciamento di quest’ultimo;
- saldatura delle lamiere del fondo superiore e successivo controllo con vacuum box di
tutte le giunzioni e in ogni caso in accordo alle norme API 650 11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e
API 653 4th ed. §12.1÷§12.4;
- chiusura dello spazio tra i due trincarini esterni mediante un piatto calandrato di
spessore pari a 3mm saldato inferiormente e superiormente ai due trincarini (Figure 2 e 5).

6.1.1.6 Sistemi di rilevamento perdite in continuo

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Al fine di garantire l’immediato rilevamento di perdite dal fondo primario (superiore) del
serbatoio è necessario che il tubo di drenaggio sia lasciato sempre aperto e convogliato verso
un’idonea vasca o canaletta di raccolta per impedire l’eventuale spandimento di prodotto nel
bacino.
Tale sistema andrà monitorato dalla funzione ESE visivamente con cadenza al massimo
settimanale.
E’ consentito l’impiego di sensori elettronici tarabili, antideflagranti e tali da non
determinare in caso di guasto alcun danno alle apparecchiature circostanti (“fail-safe”).

6.1.2 Doppio fondo con trincarino “passante”

6.1.2.1 Attività preliminari


Bonifica del serbatoio, rilievi plano-altimetrici, controllo verticalità e cilindricità.

6.1.2.2 Interventi sul fondo inferiore


- Ispezione preliminare del fondo per l’individuazione di eventuali anomalie quali
corrosioni passanti e ondulazioni delle lamiere di entità superiore a quelle ammesse dalle norme
costruttive e/o accettabili per la stesura del tappetino;
- riparazione delle zone corrose mediante pick-up o saldatura di lamiere a
sovrapposizione;
- nel caso di presenza di forti ondulazioni, dovrà essere effettuata la verifica
strumentale della geometria del fondo esistente allo scopo di assicurare il ricoprimento delle
lamiere del fondo originario con uno spessore minimo di calcestruzzo o di conglomerato
bituminoso pari a 5cm. Sulla base di questa verifica sarà individuata l’eventuale altezza del
profilato calandrato a sezione rettangolare (barrotto, ove impiegato);
- se ritenuta necessaria, l’eventuale eliminazione delle ondulazioni più accentuate sarà
effettuata con taglio, distensione e risaldatura delle lamiere del fondo, ripristino delle pendenze
originali previa eventuale sistemazione del basamento sottostante mediante iniezione di

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calcestruzzo. L’andamento delle pendenze dovrà essere costante, pur essendo ammesse
variazioni di pendenza;
- tutti i rilievi dovranno essere sottoposti all’attenzione della Committente che
comunicherà tutti gli interventi particolari e le eventuali deroghe a quanto riportato sopra che si
rendessero necessari per la risoluzione delle anomalie di cui al presente paragrafo;
- nel caso si renda necessaria la sostituzione di intere lamiere questa avverrà previo il
ripristino della sottostante platea secondo il disegno originario;
- controllo con il vacuum-box delle saldature delle riparazioni e delle nuove saldature
delle lamiere di riporto sul fondo preesistente;
- preparazione delle superfici del mantello e del trincarino del fondo inferiore per una
fascia di circa 400mm a cavallo della saldatura tra gli stessi, per la successiva saldatura del
profilato di appoggio del secondo fondo. La preparazione delle superfici metalliche deve essere
sufficientemente accurata da consentire la corretta saldatura del profilato. Il controllo delle
lamiere del trincarino e del mantello, nonché della saldatura tra gli stessi, avverrà in accordo al
“Piano di controllo qualità” dell’Appaltatore e comunque almeno con esame visivo e vacuum-box
100% e in ogni caso in accordo alle norme API 650 11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e API 653 4th
ed. §12.1÷§12.4;
- controllo con MT o in alternativa LP della saldatura interna tra trincarino e prima
virola;
- nel caso di sostituzione integrale del trincarino inferiore il controllo delle saldature tra
le lamiere del trincarino avverrà con controllo gammagrafico al 100% sulle saldature radiali, con
vacuum-box sulle saldature trincarino/fondo e con liquidi penetranti al 100% su saldature ad
angolo trincarino/mantello (lato interno ed esterno);
- montaggio di un profilato calandrato a sezione rettangolare piena, di dimensioni
30mmx100mm, lungo tutta la circonferenza interna del serbatoio, in modo aderente al mantello e
al trincarino del fondo inferiore con saldatura continua a piena penetrazione nella parte superiore,
e di sigillatura in quella inferiore. In particolare il profilato deve essere molato nella parte
superiore per pulizia, al fine di consentire una buona penetrazione della saldatura e di uno
smusso inferiore di circa 17mmx17mm per non interferire con la saldatura esistente tra il

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trincarino e il mantello (Figura 2). Le barre di profilato devono essere unite con saldature di sigillo
continue, sul lato superiore e sul lato frontale rivolto verso il centro del serbatoio; dimensioni degli
smussi 8mmx8mm;
- molatura del sovrametallo dei cordoni delle saldature radiali del trincarino inferiore
esistente per un tratto di circa 30mm in corrispondenza del profilato rettangolare;
- esecuzione della saldatura d’angolo tra il profilato e il trincarino inferiore. Saldatura,
dimensioni minime 5mmx5mm;
- saldatura del profilato al mantello e successivo controllo magnetoscopico totale;
- molatura del sovrametallo del cordoni della saldatura superiore del profilato
rettangolare al mantello per l’intera circonferenza al fine di ottenere una superficie piana per
l’appoggio del nuovo trincarino superiore e successivo controllo.

6.1.2.3 Interventi sul mantello, sulle linee e sugli accessori


- È necessario predisporre il taglio circonferenziale del mantello ad una altezza di 100mm
dal trincarino. Il taglio dovrà eseguirsi curando che le superfici di taglio siano
perfettamente regolari ed idonee alle successive operazioni di saldatura;
- sollevare il mantello mediante opportuni martinetti previa la saldatura di idonei fazzoletti di
rinforzo a mantello e previa l’apertura di tutti gli accoppiamenti flangiati delle linee
connesse al serbatoio;
- il sollevamento del serbatoio e il montaggio del nuovo trincarino dovranno garantire il
rispetto delle quote dei bocchelli preesistenti. Qualora a seguito dell’intervento di
installazione del nuovo fondo, le quote di uno o più bocchelli non rispettino la minima
distanza tra il centro del bocchello ed il nuovo fondo stabilita dalle API 650 11th ed., sarà
necessario prevedere lo smontaggio e il rimontaggio o sostituzione dei bocchelli in nuova
posizione più idonea e la rilocazione delle linee per adeguamento alle nuove quote dei
bocchelli.

6.1.2.4 Posa in opera della geomembrana

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- Al fine di contenere il numero e l’entità delle possibili deformazioni, ridurre al minimo


le giunzioni in opera usando teli di HDPE i più lunghi e larghi possibili. Per lo stesso scopo è
preferibile mettere in opera la geomembrana e il conglomerato nelle ore più fresche della
giornata;
- preparare fuori opera gli angolari in HPDE (ove previsti), realizzando la parte che
deve essere vincolata al profilato circonferenziale o con piegamento a freddo o con piegamento a
caldo o mediante giunzione d’angolo;
- qualora la lavorazione non preveda l’esecuzione degli angolari in HDPE è necessario
sagomare opportunamente le estremità dei teli nella zona di giunzione con il profilato sagomato;
- far aderire gli angolari o l’estremità dei teli in HPDE al mantello o al profilato
sagomato in maniera da garantirne la tenuta, mediante chiodatura a pressione su lamiera
calandrata da 2mm posta tra il chiodo e la guaina (diametro dei chiodi minimo 3,5mm, lunghezza
30mm, interspazio tra uno e l’altro 200mm) ed in ogni caso rispettando i requisiti minimi stabiliti
nelle API650 11th ed. Appendice I;
- in prossimità dei pozzetti di raccolta l’ancoraggio dovrà essere effettuato mediante
prigionieri elettrosaldati (diametro 10mm, lunghezza 50mm), la cui regolazione deve essere fatta
in maniera accurata in modo da prevenire eventuali strappi nella guaina;
- installare la geomembrana, adattandola al terreno sottostante. Effettuare le
giunzioni tra i teli di HDPE con sistema “a doppia pista a cuneo caldo” mediante saldatura in
piano a macchina, previa sovrapposizione dei lembi per circa 100mm, con riscaldamento e
schiacciamento degli stessi, lasciando un canale intermedio per eseguire la prova a pressione.
Procedere con le giunzioni dal centro verso la periferia senza vincolare i teli all’angolare
circonferenziale dello stesso materiale;
- il sistema di saldatura “ad estrusione” potrà essere utilizzato esclusivamente per
riparazione, raccordi, ecc. Brevi tratti di saldatura possono essere eseguiti riportando un cordone
dello stesso polimero fuso sopra i lembi da unire previa presaldatura con aria calda e molatura
delle superfici da saldare. Dietro specifica autorizzazione scritta della Committente la saldatura
per estrusione potrà realizzarsi nei casi in cui l’accessibilità delle macchine semi-automatiche
risulti difficoltosa;

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- le saldature saranno effettuate in conformità alle norme UNI 28004690 del luglio
1994 e alle norme UNI10567;
- controllare le giunzioni con vacuum box o con pressatura pneumatica
dell’interstizio nella zona di sovrapposizione dei teli e verifica della tenuta della canaletta. Le
giunzioni non controllabili con il suddetto sistema dovranno essere controllate con metodo ad alto
voltaggio (spark test) o metodo equivalente. Il collaudo delle saldature ad estrusione avverrà
mediante campana a vuoto o scintilloscopio. I procedimenti di saldatura utilizzati per la posa in
opera della membrana dovranno essere opportunamente qualificati da un ente terzo preposto. In
tutti casi il collaudo avverrà facendo riferimento agli standard ASTM D4437-84 “Practice for
Determining the Integrity of Field Seams Used in Joining Flexible Polymeric Sheet
Geomembranes”, ASTM D5820-95 “Practice for Pressurized Air Channel Evaluation of Dual
Seamed Geomembranes”, ASTM D5641-94 “Practice for Geomembrane Seam Evaluation by
Vacuum Chamber” ed ASTM D6392-99 “Standard Test Method for Determining the Integrity of
Nonreinforced Geomembrane Seams Produced Using Thermo-Fusion Methods”;
- effettuare le giunzioni a sovrapposizione tra i teli del fondo e l’angolare
circonferenziale;
- controllare queste ultime giunzioni con vacuum box o con pressatura pneumatica
dell’interstizio nella zona di sovrapposizione dei teli e verifica della tenuta della canaletta.

6.1.2.5 Posa in opera del sottofondo.

6.1.2.5.1 Posa in opera del conglomerato bituminoso


- Prima dello spandimento del conglomerato è necessario stendere uno strato di
sabbia di spessore 30mm circa a protezione meccanica della geomembrana ed a ripristino della
uniformità del fondo;
- applicare un minimo strato di stabilizzato compattato per dare consistenza alla
superficie; successivamente applicare a spruzzo una mano di attacco con asfalto liquido o
materiale equivalente (circa 1kg/m2÷1,5kg/m2) operando dal centro verso la periferia;

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- tra i due fondi deve essere steso uno strato di conglomerato bituminoso (binder +
manto d’usura) di spessore non inferiore a 70mm, suddiviso in settori circolari con arco esterno di
circa 10m (Figure 8 e 9);
- sui raggi delimitanti i settori devono essere riportate le quote volute per la formazione
dello strato finito, avendo cura di distanziare tra loro di circa 5m i punti di quota e di ricaricarli con
20mm di materiale, per ottenere il risultato desiderato dopo la compattazione;
- lo spandimento del materiale deve essere effettuato per settori alterni per consentire
un efficace controllo della regolarità delle quote del conglomerato stesso;
- il conglomerato bituminoso deve essere steso quando l’impasto ha una temperatura
non inferiore a 120°C e successivamente pressato con rulli meccanici di peso 2t÷3t. La rullatura
dello strato bituminoso deve avvenire a caldo e completarsi quando si raggiunge il
compattamento desiderato. Qualora si utilizzino rulli di peso inferiore a quello sopra riportato,
comunque espressamente autorizzati dalla Committente, occorre prevedere un adeguato numero
di passate e suddividere in strati più sottili, rullati di volta in volta, lo strato bituminoso
complessivo;
- lo strato di conglomerato bituminoso, dopo rullatura e compattazione, deve avere lo
spessore previsto dal progetto, controllato nelle sue quote con livello di precisione. Inoltre la
superficie deve essere priva di ondulazioni e presentare una pendenza finale, continua dal centro
verso il mantello, uguale al valore previsto per il fondo originario e comunque tale da garantire il
drenaggio verso i nuovi pozzetti di drenaggio del serbatoio;
- posa in opera sul manto d’usura di emulsione bituminosa antiossidante (circa
3,5kg/m2);
- nello strato di conglomerato devono essere realizzate alcune canalette radiali,
mediante l’uso di casseri in legno asportabili, per il convogliamento di eventuali perdite dal fondo
superiore verso i pozzetti di raccolta (Figura 10). Le canalette, larghe circa 13cm, devono essere
distanziate tra loro di circa 16m lungo la circonferenza esterna e comunque in numero minimo di
4 a 90° tra loro per serbatoio. La profondità delle canalette deve essere di circa 20mm÷25mm;
- la pendenza dal centro del serbatoio verso la periferia l dovrà essere pari a quanto
previsto dalle norme API 650 (circa lo 0,85%).

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6.1.2.5.2 Posa in opera del conglomerato cementizio


- Sopra la membrana impermeabile dovrà essere posata della rete metallica
elettrosaldata a maglia quadrata 15cmx15 cm con tondo in acciaio B 450 C ø 6mm. Tale rete
dovrà poggiare su opportuni distanziatori di spessore 2cm;
- tra i due fondi deve essere steso uno strato di conglomerato cementizio di spessore
pari all’altezza del profilato rettangolare (ove esistente) o di 100mm in corrispondenza del
mantello e di altezza al centro del serbatoio tale da garantire la pendenza dal centro del serbatoio
verso la periferia pari a quanto previsto dalle norme API 650, ovvero circa lo 0,85%;
- lo strato di conglomerato cementizio deve avere uno spessore minimo di 5cm in tutta
la superficie;
- la superficie deve essere priva di ondulazioni e presentare una pendenza finale, dal
centro verso il mantello o viceversa nel caso di serbatoio con pozzetto centrale, tale da garantire
il drenaggio verso i nuovi pozzetti. In ogni caso qualora non fosse opportuno realizzare una
pendenza uguale al valore previsto per il fondo originario ci si riferirà ai documenti approvati dalla
Committente citati al punto 6.1.2;
- sui serbatoi con il fondo convesso, nello strato di conglomerato devono essere
realizzate alcune canalette radiali, mediante l’uso di casseri in legno asportabili, per ii
convogliamento di eventuali perdite dal fondo superiore verso i pozzetti di raccolta. Le canalette,
larghe circa 13cm, devono essere distanziate tra loro di circa 16m lungo la circonferenza esterna
e comunque in numero minimo di 4 a 90° tra loro per serbatoio. La profondità delle canalette
deve essere uguale all’asola eseguita sul pozzetto;
- dovranno essere inseriti angolari di plastica per consentire la formazione di uno
smusso lungo lo spigolo della canaletta in calcestruzzo.

6.1.2.6 Posa in opera del fondo superiore


- Posizionamento della lamiera del trincarino superiore, la quale dovrà sporgere
esternamente al mantello per una distanza di almeno 50mm (Figure 2 e 5);
- saldatura di testa del nuovo trincarino con la presenza di un piatto di sostegno;

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- saldatura del trincarino superiore al mantello. La saldatura avverrà con saldatura


interna ed esterna al mantello secondo le modalità previste dalle normative API 650. Il tipo di
preparazione ed il procedimento di saldatura sono in funzione degli spessori da saldare. A tal
proposito deve essere preparata una WPS con relativa PQR. Il controllo della saldatura avverrà
in accordo al “Piano di controllo qualità” dell’Appaltatore e comunque almeno con esame visivo e
controllo magnetoscopico totale dell’ultima passata e in ogni caso in accordo alle norme API 650
11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e API 653 4th ed. §12.1÷§12.4;
- il controllo delle saldature radiali di testa tra le lamiere del trincarino avverrà con
controllo gammagrafico al 50% e ultrasonoro al 50% nella zona non accessibile alle
apparecchiature radiografiche;
- realizzazione dei pozzetti di raccolta come riportato nelle Figure 4, 5, 6 e 7. Tali
pozzetti di raccolta metallici realizzati in prossimità del mantello devono essere dotati di tubo di
drenaggio da Ø1” valvolato all’esterno e di pipa idonea a convogliare il flusso verso la canaletta di
raccolta o il bacino, comunque fuori dal piano inclinato;
- installazione sul fondo superiore di tutti gli accessori e dei componenti previsti a
disegno (piastre di sacrificio e relativi supporti per serpentine di riscaldamento, drenaggio
articolato, tubo brandeggiante, pali guida, ecc.);
- la realizzazione dei pozzetti di drenaggio dell’acqua, ove prevista, dovrà prevedere
un tubo di drenaggio da Ø1” (tubo “spia”) in acciaio al carbonio, dotato di valvola esterna e
vincolato al nuovo fondo mediante un nipplo saldato al centro del fondo del pozzetto, pescante
nell’intercapedine (Figura 11). Il tubo dovrà avere schedula Double Extra Strong (XXS, smin =
9,09mm). E’ consentito l’impiego di tubi di spessore differente ma comunque non inferiore a
6,35mm. Per impedire l’interferenza tra il tubo “spia” ed il tubo pescante (pipa) del drenaggio del
serbatoio, va previsto l’accorciamento di quest’ultimo;
- saldatura delle lamiere del fondo superiore e successivo controllo con vacuum box di
tutte le giunzioni e in ogni caso in accordo alle norme API 650 11th ed. §7.3, §7.4, §8.1÷§8.6 e
API 653 4th ed. §12.1÷§12.4;
- chiusura dello spazio tra i due trincarini esterni mediante un piatto calandrato di
spessore pari a 3mm saldato inferiormente e superiormente ai due trincarini (Figure 2 e 5).

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6.1.2.7 Sistemi di rilevamento perdite in continuo


Al fine di garantire l’immediato rilevamento di perdite dal fondo primario (superiore) del
serbatoio è necessario che il tubo di drenaggio sia lasciato sempre aperto e convogliato verso
un’idonea vasca o canaletta di raccolta per impedire l’eventuale spandimento di prodotto nel
bacino.
Tale sistema andrà monitorato dalla funzione ESE visivamente con cadenza al massimo
settimanale.
E’ consentito l’impiego di sensori elettronici tarabili, antideflagranti e tali da non
determinare in caso di guasto alcun danno alle apparecchiature circostanti (“fail-safe”).

6.2 Singolo fondo metallico con membrana sottostante.

In questo paragrafo sono riportate le operazioni raccomandate per l’installazione di una


barriera di rilevamento perdite, preferibilmente in un serbatoio nuovo oppure in un serbatoio
esistente di qualsiasi capacità, dopo bonifica e pulizia dello stesso per l’esecuzione di lavori
meccanici all’interno.
In sintesi, il nuovo fondo viene fatto poggiare su un conglomerato bituminoso disposto su
di uno strato di sabbia pulita compattata al di sotto del quale viene posizionata una membrana
impermeabile in Polietilene ad alta densità (PEAD).
La membrana deve avere una pendenza verso la zona esterna del serbatoio pari almeno
allo 0,85% per favorire il rilevamento di eventuali perdite tramite dei tubi di drenaggio, posti al di
sopra della membrana isolante in corrispondenza della periferia del serbatoio.

6.2.1 Attività preliminari


Bonifica del serbatoio, rilievi plano-altimetrici, controllo verticalità e cilindricità.

6.2.2 Rimozione del fondo e dello strato in conglomerato preesistenti

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La rimozione del fondo dovrà avvenire nelle modalità più idonee a garantire il
preservamento delle strutture del serbatoio e nel rispetto delle prescrizioni di sicurezza.
Alla rimozione delle lamiere seguirà la scarifica e la asportazione del terreno sottostante
tramite scavo a mano e/o meccanico ad una profondità tale da permettere il rispetto delle corrette
pendenze e profondità previste dalla presente linea guida.

6.2.3 Preparazione del terreno sottostante


Il terreno sottostante la guaina dovrà essere sufficientemente liscio e compattato così da
scongiurare la perforazione accidentale della geomembrana. Le superfici di posa del materiali
devono essere tali da escludere ogni tipo di danneggiamento della geomembrana; devono
pertanto risultare lisce, prive di asperità, rocce, massi, radici nonché liberate da ogni oggetto che
potrebbe danneggiare la membrana stessa. Il piano di posa deve essere realizzato in modo da
garantire la necessaria compattazione (90-95% Proctor) del fondo con una tolleranza superficiale
di +/- 25mm.
In caso contrario è necessario stendere uno strato di sabbia o di terriccio fine oppure
prevedere l’applicazione di un geosintetico antipunzonante di protezione della membrana
(geotessile nontessuto, geocomposito drenante o bentonitico) tra la stessa ed il terreno di posa.

6.2.4 Posa in opera della geomembrana


- Al fine di contenere il numero e l’entità delle possibili deformazioni, ridurre al
minimo le giunzioni in opera usando teli di HDPE i più lunghi e larghi possibili. Per lo stesso
scopo è preferibile mettere in opera la geomembrana e il conglomerato nelle ore più fresche della
giornata;
- installare la geomembrana, adattandola al terreno sottostante. Effettuare le
giunzioni tra i teli di HDPE con sistema “a doppia pista a cuneo caldo” mediante saldatura in
piano a macchina, previa sovrapposizione dei lembi per circa 100mm, con riscaldamento e
schiacciamento degli stessi, lasciando un canale intermedio per eseguire la prova a pressione.
Procedere con le giunzioni dal centro verso la periferia;

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- il sistema di saldatura “ad estrusione” potrà essere utilizzato esclusivamente per


riparazione, raccordi, ecc. Brevi tratti di saldatura possono essere eseguiti riportando un cordone
dello stesso polimero fuso sopra i lembi da unire previa presaldatura con aria calda e molatura
delle superfici da saldare. Dietro specifica autorizzazione scritta della Committente la saldatura
per estrusione potrà realizzarsi nei casi in cui l’accessibilità delle macchine semi-automatiche
risulti difficoltosa;
- le saldature saranno effettuate in conformità alle norme UNI 28004690 del luglio
1994 e alle norme UNI10567;
- controllare le giunzioni con vacuum box o con pressatura pneumatica
dell’interstizio nella zona di sovrapposizione dei teli e verifica della tenuta della canaletta. Le
giunzioni non controllabili con il suddetto sistema dovranno essere controllate con metodo ad alto
voltaggio (spark test) o metodo equivalente. Il collaudo delle saldature ad estrusione avverrà
mediante campana a vuoto o scintilloscopio. I procedimenti di saldatura utilizzati per la posa in
opera della membrana dovranno essere opportunamente qualificati da un ente terzo preposto. In
tutti casi il collaudo avverrà facendo riferimento ai seguenti standard: ASTM D4437-84 “Practice
for Determining the Integrity of Field Seams Used in Joining Flexible Polymeric Sheet
Geomembranes”, ASTM D5820-95 “Practice for Pressurized Air Channel Evaluation of Dual
Seamed Geomembranes”, ASTM D5641-94 “Practice for Geomembrane Seam Evaluation by
Vacuum Chamber”, ASTM D6392-99 “Standard Test Method for Determining the Integrity of
Nonreinforced Geomembrane Seams Produced Using Thermo-Fusion Methods”;
- nel caso in cui il serbatoio poggi su di un basamento di roccia o terreno
compattato, la membrana deve sporgere all’esterno del serbatoio passando attraverso due
supporti di sezione rettangolare e forma anulare di fibre impregnate di asfalto collocati sotto al
trincarino (vedi Figura 12);
- nel caso in cui il serbatoio poggi su di un basamento costituito da un anello in
calcestruzzo, la membrana deve aderire alla superficie interna (vedi Figura 10) impedendo il
trafilamento di eventuale prodotto tra le superfici a contatto.

6.2.5 Posa in opera del conglomerato bituminoso

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- Prima dello spandimento del conglomerato è necessario stendere uno strato di


sabbia di spessore 30mm circa a protezione meccanica della geomembrana ed a ripristino della
uniformità del fondo;
- applicare un minimo strato di stabilizzato compattato per dare consistenza alla
superficie; successivamente applicare a spruzzo una mano di attacco con asfalto liquido o
materiale equivalente (circa 1kg/m2÷1,5kg/m2) operando dal centro verso la periferia;
- tra il nuovo fondo e la guaina deve essere steso uno strato di conglomerato
bituminoso (binder + manto d’usura) di spessore non inferiore a 70mm, suddiviso in settori
circolari con arco esterno di circa 10m;
- sui raggi delimitanti i settori devono essere riportate le quote volute per la formazione
dello strato finito, avendo cura di distanziare tra loro di circa 5m i punti di quota e di ricaricarli con
20mm di materiale, per ottenere il risultato desiderato dopo la compattazione;
- lo spandimento del materiale deve essere effettuato per settori alterni per consentire
un efficace controllo della regolarità delle quote del conglomerato stesso;
- il conglomerato bituminoso deve essere steso quando l’impasto ha una temperatura
non inferiore a 120°C e successivamente pressato con rulli meccanici di peso 2t÷3t. La rullatura
dello strato bituminoso deve avvenire a caldo e completarsi quando si raggiunge il
compattamento desiderato. Qualora si utilizzino rulli di peso inferiore a quello sopra riportato,
comunque espressamente autorizzati dalla Committente, occorre prevedere un adeguato numero
di passate e suddividere in strati più sottili, rullati di volta in volta, lo strato bituminoso
complessivo;
- lo strato di conglomerato bituminoso, dopo rullatura e compattazione, deve avere lo
spessore previsto dal progetto, controllato nelle sue quote con livello di precisione. Inoltre la
superficie deve essere priva di ondulazioni e presentare una pendenza finale, continua dal centro
verso il mantello, uguale al valore previsto per il fondo originario e comunque tale da garantire il
drenaggio verso i nuovi pozzetti di drenaggio del serbatoio;
- posa in opera sul manto d’usura di emulsione bituminosa antiossidante;
- in corrispondenza della periferia del serbatoio verranno installati dei tubi di drenaggio,
posti internamente al di sopra della membrana isolante.

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Nel caso dei serbatoi con basamento tradizionale, qualora il serbatoio non sia dotato di
anello periferico in pietrisco compattato che evita la fuoriuscita del materiale costituente la platea,
nella parte anulare del serbatoio in corrispondenza del tubo di drenaggio sotto al trincarino, il
terreno sarà scavato per permettere il passaggio del tubo e la cavità riempita di breccia
compattata.
Nel caso di serbatoio dotato di anello in calcestruzzo questo andrà forato per permettere il
passaggio del tubo e successivamente ripristinato a regola d’arte;
- in corrispondenza del lato interno al serbatoio del tubo di drenaggio deve essere posta
della ghiaia di drenaggio, come riportato in dettaglio nelle Figure 12 e 13.

6.2.6 Sistemi di protezione catodica


In congiunzione al sistema di rilevamento perdite, a protezione del fondo metallico può
essere previsto un sistema di protezione catodica in accordo alle API 651.

6.2.7 Tubi di drenaggio


Questi tubi saranno realizzati in acciaio al carbonio diametro 1” schedula STD catramati
esternamente e devono essere posizionati tra di loro ad una distanza circonferenziale di 15m e
non devono essere in numero inferiore a 4 (uno ogni 90°). Un ulteriore tubo andrà previsto in
corrispondenza di ciascuno dei pozzetti di drenaggio del serbatoio realizzato in accordo alle API
650 App. I (ved. tipico illustrato in figura 14).

6.2.8 Posa in opera del fondo superiore


La posa in opera del nuovo fondo deve seguire le indicazioni riportate nella Linea Guida
LG-08-ENG-2011 – “Linea guida Manutenzione Serbatoi”.

6.2.9 Sistemi di rilevamento perdite in continuo


Al fine di garantire l’immediato rilevamento di perdite dal fondo del serbatoio è necessario
che il tubo di drenaggio sia lasciato sempre aperto e convogliato verso un’idonea vasca o
canaletta di raccolta per impedire l’eventuale spandimento di prodotto nel bacino.

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Tale sistema andrà monitorato dalla funzione ESE visivamente con cadenza al massimo
settimanale.
E’ consentito l’impiego di sensori elettronici tarabili, antideflagranti e tali da non
determinare in caso di guasto alcun danno alle apparecchiature circostanti (“fail-safe”).

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7. DISEGNI ESPLICATIVI

Figura 1. Assetto del doppio fondo con trincarino “sporgente” (serbatoio “cone-up”).

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Figura 2. Assetto del doppio fondo con trincarino sporgente (serbatoio “cone-up”).

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Figura 3. Assetto del doppio fondo con trincarino interno (serbatoio “cone-up”).

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Figura 4. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista dall’alto. Le misure sono indicative.

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Figura 5. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista laterale, trincarino sporgente. Le misure
sono indicative.

Figura 6. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista laterale, trincarino interno. Le misure
sono indicative.

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Figura 7. Dettaglio del pozzetto di raccolta, vista frontale. Le misure sono indicative.

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Figura 8. Dettaglio del sottofondo, trincarino sporgente (conglomerato bituminoso).

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Figura 9. Dettaglio del sottofondo, trincarino interno (conglomerato bituminoso).

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Figura 10. Dettaglio canalette di scarico, vista in pianta.

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Figura 11. Dettaglio del pozzetto di drenaggio dotato di tubo spia da Ø1”.

Figura 12. Assetto del singolo fondo metallico con membrana sottostante.

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Figura 13. Assetto fondo con basamento in cemento.

Figura 14.Dettaglio del pozzetto di drenaggio del serbatoio.

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