Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Si tratta della copia digitale di un libro che per generazioni è stato conservata negli scaffali di una biblioteca prima di essere digitalizzato da Google
nell’ambito del progetto volto a rendere disponibili online i libri di tutto il mondo.
Ha sopravvissuto abbastanza per non essere più protetto dai diritti di copyright e diventare di pubblico dominio. Un libro di pubblico dominio è
un libro che non è mai stato protetto dal copyright o i cui termini legali di copyright sono scaduti. La classificazione di un libro come di pubblico
dominio può variare da paese a paese. I libri di pubblico dominio sono l’anello di congiunzione con il passato, rappresentano un patrimonio storico,
culturale e di conoscenza spesso difficile da scoprire.
Commenti, note e altre annotazioni a margine presenti nel volume originale compariranno in questo file, come testimonianza del lungo viaggio
percorso dal libro, dall’editore originale alla biblioteca, per giungere fino a te.
Google è orgoglioso di essere il partner delle biblioteche per digitalizzare i materiali di pubblico dominio e renderli universalmente disponibili.
I libri di pubblico dominio appartengono al pubblico e noi ne siamo solamente i custodi. Tuttavia questo lavoro è oneroso, pertanto, per poter
continuare ad offrire questo servizio abbiamo preso alcune iniziative per impedire l’utilizzo illecito da parte di soggetti commerciali, compresa
l’imposizione di restrizioni sull’invio di query automatizzate.
Inoltre ti chiediamo di:
+ Non fare un uso commerciale di questi file Abbiamo concepito Google Ricerca Libri per l’uso da parte dei singoli utenti privati e ti chiediamo
di utilizzare questi file per uso personale e non a fini commerciali.
+ Non inviare query automatizzate Non inviare a Google query automatizzate di alcun tipo. Se stai effettuando delle ricerche nel campo della
traduzione automatica, del riconoscimento ottico dei caratteri (OCR) o in altri campi dove necessiti di utilizzare grandi quantità di testo, ti
invitiamo a contattarci. Incoraggiamo l’uso dei materiali di pubblico dominio per questi scopi e potremmo esserti di aiuto.
+ Conserva la filigrana La "filigrana" (watermark) di Google che compare in ciascun file è essenziale per informare gli utenti su questo progetto
e aiutarli a trovare materiali aggiuntivi tramite Google Ricerca Libri. Non rimuoverla.
+ Fanne un uso legale Indipendentemente dall’utilizzo che ne farai, ricordati che è tua responsabilità accertati di farne un uso legale. Non
dare per scontato che, poiché un libro è di pubblico dominio per gli utenti degli Stati Uniti, sia di pubblico dominio anche per gli utenti di
altri paesi. I criteri che stabiliscono se un libro è protetto da copyright variano da Paese a Paese e non possiamo offrire indicazioni se un
determinato uso del libro è consentito. Non dare per scontato che poiché un libro compare in Google Ricerca Libri ciò significhi che può
essere utilizzato in qualsiasi modo e in qualsiasi Paese del mondo. Le sanzioni per le violazioni del copyright possono essere molto severe.
La missione di Google è organizzare le informazioni a livello mondiale e renderle universalmente accessibili e fruibili. Google Ricerca Libri aiuta
i lettori a scoprire i libri di tutto il mondo e consente ad autori ed editori di raggiungere un pubblico più ampio. Puoi effettuare una ricerca sul Web
nell’intero testo di questo libro da http://books.google.com
tompra
Carle franc a lodomes
209
6.5 ital
. pa .
. 237.
g
209
dot prg
3.L. . . 237.
1
jei
57
0
Jopa 4*,
"
1
TRIOMPHI DI CARLO DI MESSER
A
FRANCESCO DIST
LODOVICI VINITIANO .
SOLE
H.1.V.LOV
Aaronne SSEMEN
QT-PRIMENIAUS * HODANSHAY
IL GRIT INDIT
HALAMITON
BLAMI
IL LODOMIE
20
-15
i
BIBLIOTHECA!
REGIA
MOVACENSIS.
Bayerische ek
Staatsbiblioth
München
L'AVTORE ALLI LETTORI .
1.
DELLI TRIOMPHI DI CARLO DI M, FRANCE
TI INVITTISSIMO PRINCIPE
PRIMA PARTE,
ET DI ESSA
PRIMO CANTO.
Et di Rinaldo un uario & lūgo errore. Appo di uoi ,ſo ben ch'ella nol uale,
Tudungue Amor che ne la allegra frote Etfefia il dono mio debile erpoco
Di quella alberghi ,ch'al cantar m'inuia Al'altezzad'un'huom fi ualorofo
Piacerle, e poiil mio cor piu non defia. Quanto di me fi pò ben defioso ,
Chiun quefcriue mai, canta , o compo ne, Fido ch'a l'ombra d'unfi degno manto
Sempres'elegge un buom famofo, a cui Di Carlo magno li triomphi miei
Facebumil don di tutto'lfuo fermone, Poffano al mondo ftarſecuri alquanto,
I dunque chegiamai d'altro nonfui fimo amante di colei
Il bellis
Chedi uoi fol famofisfimo GRITI Chedife'fè'n Thefaglia ilprimo alloro
Donar queft
' opra non debbo ad altrui , Cangiando infrondegliaurati capei
Cofi foffe ella dentro i uoftri liti Nel fuo belcarro rilucente d'oro
Degna di uoi Signor , come uoifete Era falito a riscaldar le corna
(Etfuor)delprio bonor tra ipiu gradi Deltauro, ond'Amor prede ilfuo lavo
Ma quale ella farà, con labbia liete (ti, Etgiala terra di bei fiori adorna (ro ,
Perch'ella è uoftraPrincipe reale Si rallegraua a laftagion nouella (na,
Leier conhuman corgratoprendete , Ch'egualmetefra nois'annotta e aggior
A
PRIMA
Che qual fignor ch'altro c'honor noama Ordinò Carlo che di mille corti
Elrefto tutto a lafua corte dona Se nefele una ne lagran cittade,
Tale eraquefti in infatiabil brama , (In Parigi dich'io d'huomini accorti
Accoglieua equalmente ogni perfona Douecon pompa & liberalitade
Piccioli e grandi, & di qualunqzforte Foffefati unagioftra, lapiu degna
O liberal,pompofa, alta corona , Fatta nel mondo maiper altra etade ,
Rafferenaua tutta la fua corte , Etpche ogniguerrier che porta infegna
Tenea tutta la Francia in allegrezza , Digioftratore, d'animo uirile ,
Lieto a lafefta arditamente uegna ,
Nefi parlaua mai dira o di morte ,
Deigran triomphil'immortal bellezza Mandò per tutto un bandofignorile
Trabeuaa ragionarpiu dolcemente Che chi del ualorfuo ne uolfarproua ».
Per tener quello i allegrezze ognibora, Deli meritifuoi, d'un don,cbe degno
Fora no che d'un'buõ, ma d'un dio Mar
Sempre ordinauafefte giornigai,
(te
PARTE
Ilqual bel pregio farà dato in fegno Tanto eran uagbe,rilucenti, belle.
De la vittoriafol, che l'alto nome CANTO II.
Sarà del vincitorpiu faldo pegno .
Vnacorona dareali chiome Altafamofa et triomphante Roma
Non d'oro fatta,mad'un diamante Digaudio i tepo alcümoltoſourão
Che val ben d'oro quattro o cingfome, Non hebbe adorna mai tanto la chiome,
Lucida,chiara,bella, & radiante Opercondotta digran capitano
Tanto,che quando a noi Phebo s'afcode In campidoglio triomphantemente
La via dimostra a chi la porta auante, per altra uittoria di lontano,
Evnfettro poi ch'a quella corrisponde Quant'adorna P'haueafelicemente
D'unbel robinfplédéte, & tutto intiero Al dolce tempo de laprimauera
Ch'anch'albor lume affai ditornofõde, In Parigi real tutta lagente.
E una armatura anchor da caualiero
Ma quella iniqua difleale & fera
Di bellezza,et bōta,tanta, ch'unquanco Cheperpoffanza a lei data difopra
No n'hebbe unaltra talgfto hemifpero , Tirannamente atutto'l mondo impera,
Indi vn deftrier viapiu che neue bianco Etche tantofra noi uaria s'adopra
Chera tale d'ardir,poflanza, & lena , Che pur una ragion nonfifa mai
Cheperfatica mai non uenia manco, Per alcu buom mortal, d'alcunafu'opra
Etuna ricca & fingular catena Volfe (nonfoperche nel dolce affai
D'oro, er digemme ,tanto pretiofa, Del magnoimperator , poner d'amaro
Cheftimar tanto nonfipuote apena, Tato,ch'ach'egli il malfapeffe eiguai ,
Con alcunaltra leggiadrette cofa Etfe che quanto fu ilprincipio chiaro
Erano'lpregio di quel cheportaffe Delagrangioftra,tantopoi lafine
L'honor d'effa altagioftra anchorfamo Fufofca, allbor chei rai delfol macaro.
ſa, Abi mente infane improuide e meschine
Ilqualebonor quantung aſſai baſtaſſe (
Che'l ualorofo corfol pregia quello Di quei mortali che credono bauere
Pur ancho ilrefto molt buomini traffe , Sempre Fortuna per l'aurato crine,
Onde in Parigi al bel tempo nouello Questa è unadea che contra❜l ſuo uolere
Gente infinito ui s'era ridotta Nopuotehuana forza,igegno, od arte,
Dale cittadian da ciafcun caftello, Non uirtù, nonprudentia,& nofapere,
Tal ch'effa terra apien colma era allhotta Ella del mondo tutti i ben comparte
Et diguerrieri,& di caualli,& d'armi, (Che n'èfignora)comepiace a lei,
Et di rompreinfralagente rotta, Se beningiufta altruipar poilaparte,
Et d'alte donne ch'agliornati marmi Sempre cangiando fe ne uacoftei
De lefinestre, pareuanoftelle Digente in gentela ricchezza bumana
Degne non deli miei, mad'alti carmi Ne cura ch'altri l'babbia ne 1 capei,
A ii
PRIMA
Onde fouente auien ch'ella inhuman a Onde mife ad effetto il fuo penfiero
Dal mondo è detta ,fera, difleale, Et ordinò che foffero guerrieri
Scortefe,empia,crudele ,iniqua, eruana In unaparte quegli del fuo'mpero ,
Ma ella èfatta da fignorfo tale Nelaltra fofferglialtri forcftieri
Che cio non ode , ma figode lieta Iquali afoprauefte & contrafegni
Volgendo la fua sfera triomphale , Foffero conofciuti da i terrieri,
Però speriamofolo in quel ch'acqueta Etquefto piacque a molt'buomini degni
Ad unfol cenno tuttiglielementi Perpoter ben librar congiufta lance
Et che da lume in cielo al belpianeta. Glialtrui ualor,l'altruiforze, etígegni ,
Erano gia coperti di brigata › Piu d'un Camillo , et piu d'un forte E
Etpieni tutti affai dentro e difore, Etpiu d'uno Etor buỡ nó ibècille, (nea
Lafacra,alta,famofa,& bonorata , I Quiuipiu d'una imprefa fi fcorgea
Regina Galerana era venuta D'arme difoprauefte & dicimieri ·
Da bellisfime donne' accompagnata, Secodo l'intétio cb'ognibuomo hauea.
Etquiui adorna,bella,e
' antiueduta, Colduca di Granata iforestieri
Lietafiftaua in vn'auratosporto Haueanotutti una egualſoprauefta
Del granpalazzo a fplendida veduta , Perefferconofciuti da i terrieri,
Laltrefineftre agaudio e a conforto D'un cendatogentilfatta era queſta
Delpopol tutto,tutte intorno intornoó Dicolor uerde, riccamentepoi
Eran carche di donne da diporto , Difiamme d'orotutta dentro tefta,
Lequai col loro vago & belfoggiorno Il conte Orlando hauea ueftito ifuoi
Raffembrando del ciel lucenti lumi "Difeta azurra,in cui luceano molto
Faceano piuferen , quel chiarogiorno , D'un bel riccamo igigli delfuo Roi,
Le cui bellezze, & licui bei coftumi Queitutti quanti baueano il capo auolto
• Ferol diforfefarproue maggiori / Difrefcherofe, e quefti dighirlanda
Cheglialtri pregi,alfinfogm , obre, & D'un uerde alloro nouamente colto,
Perche di donegliamorofi ardori (fumi, Tal ch'era dilettevole er miranda
Corfe una lancia colforte Anfuigi Il duca di Valenza buom di gran core
Et lo leuò del fuo cauallo boftile , Gia quafi a mezzo capo era trascorso ,
Queldi Tolofa leuò Malagigi , Onde in un punto con alto furore
Et diffe caualierporta la noua Amezzo il lor camin quefti s'urtaro
Etueramente che quest ' huom dimoftra Hebbe egli fi a dispetto che'l barone
18 Efferben degno paladin di Carlo Con cuigioftro nonfe n'andaſſe a terra
Perquanto egli difefa altera moftra , fuor de la ragione ,
Ch'egli ufci quafi
Par ben ch'eglifia un'buomp inalzarlo Macio cheal fine occorfe in aftaguerra
Et giugnendo uirtuti a uirtù tante Lofece bene ufcir del tutto poi
Per immortale ageuolmentefarlo , Talmeteiuidiafa ch'ogn❜huograde er
Egli diede d'un colpo sfauillante Dela Prouenza ilfortefir,dapoi (ra,
Aquefto duca ,ilqualfu tanto & tale Che conRinaldo hebbefua lancia rotto
Chefece in terra lui uoltar lepiante , Die luoco ad alcun altro de lifoi ,
Poi quel d'Olfatia arditamente aſſale Onde di tromba aguerreggiante motto
Et d'un belcolpo ilgetta ne la uia Ardion duca tantogenerofo
·
PRIMA
Pernontenere in fronte cotai note Onde al'accefo fuo foco primero
Ch'a luiparcanograndi , era tornato Vis'aggiunse efca tal , che nouamente
Cofdegno al capo oue l'honorfifcuote, Cangiando eiuolto , ricangiòpensiero,
Et tuttofuribondo er inflammato Et pur nonfariaftato anchor poffente
Corfe una lancia con ualore extremo Farlui preuaricarquefto fecondo
Contra quefto Ardion tanto pregiato S'altronon occorreua ultimamente
Nonti offende efo gia, s'è pellegrino, Et lo uedrai Rinaldo a queſto trattòè
S'è uiril ,s'è poffente, sèpreclaro,
CANTO X.
Vuoi tu rimouer l'altofuo deftino ?
Se de lagioftrailricco pregio er raro Vando la inuidiafufcitò Tarquino
9
Neriportera'l Conte, qual cafata Täto a dolerfi albor de l'honeftade
Terra'l fuo nome eternamente chiaro De la cafta moglier di Collatino
Non quella tanto al mondo celebrata Sdegno lo uinfe tal, ch'a impietade
Di Chiaramonteż tu Rínaldo mio
Dato,eglifece poi l'opra crudele
Donde n'ufciftis non del'honorata? Di cui nefente anchor la noftra etade,
Chedunque borfit'accende ilfier defio? Ma nonfugiaperò che l'infidele
Che fiti prona che tifafi caldo Attofuo trifto,nolfeffefouente
Digioftrarfeco, con animo rio? Mandare anch'egli al ciel mefte querele,
Oh mi dirai, l'honoreintiero er faldo Però che Bruto , Spurio , & l'altra gente
Quantunquein cafa Chiaramontefia Contra lui moffi dagiufta ragione
Detto nonfara mai,fu di Rinaldo , Neferono vendetta alteramente,
Iti'l concedo , ಅ conceffotifia, Cofi interuene algráfigliuol d'Amone
Che uergogna è la tua non haigioftrato Rinaldo ardito fir di Montalbano
Con ualor alto, colmaleggiadrias Di Carlo paladin degno, barone,
Chi t'ha neltuo caualpunto piegato ? Quádo bebbe inuidia alſenator romano
Quale buo t'hafatto i ql purstaffeggia Del bauerfi acquistato il nome eterno
Non che difella per ualor cauato (re D'effer del mondo il caualier fourano,
Non t'ha ueduto ognibuomo boggi leuare Chefourauinto dagranfdegno interno
Noueguerrieri de li cauai'loro Nefece l'atto che noi canteremo
Lun dopo laltro ,Senzapunto errare? Ilqual fouentepoi bebbe egli a ſcherno,
Che uorefti tu piusche'l uerde alloros Però che Carlo imperatorfupremo,
Non lo pon tanti bauer,nonfai tu bene Ilcote Orlado,et di queglialtri anchora
Ch'anchora Orlado è delfamofo choro Bendimoftrar d'hauernefdegno extre
Foraftato affai meglio quefta pene Rinaldo aduque incrudelito albora (mo,
Seruar Rinaldo a tempo unaltrauolta. contral'honor delfuo cugino Orlando
Perche ogni cofa fempre non conuiene, Fenela gentefuapoca dimora,
Tuuuoigioftrar col conte, e in ira molta Ma queto queto & inſe rabbiando
Orale mani, di mente non t'efca In parte ando doue vnafoprauefta
Che laforza ad Orlando non è tolta, Hebbe deforeftieri afuo commando,
Anziqualfoco crefce in maggior efca Et in vnpunto veftito di quefta
Tal di coftui ilualor con huom piu atto Col capo auolto di vermiglie rofe
Aprouapofto, ognihorapiu rinfresca Fece ritorno a la realefefta,
Doue
PARTE
Ilqual gran colpofe per la fuaforte
Douech'arditamente egli propofe
Digioftrar con Orlando ualorofo Si riſcontraua in altro caualiero
Verrem bene in Italia ancho una uolta. Co l'arme i mano, et col ualor chepuoi,
Dou'io che daguerrier giamai nonſcápo
Pofcia che occorfe il difgratiato errore
Moftraiti inparte con mia Durlindana
Ne la corte di Francia ,per cagione
Di Rinaldo,il di fatto inuido core, Se diportar l'honorſempre n'auampo ,
Ilgenerofofigliuol di Milone Etfel rispettogrande alafoprana
Rea l corona del noftro imperiero
Orlando conte,animofignorile,
Non trabeua albor medalopra ftrana
Hebbe di uendicarfi opinione,
o
Et perchein luoco alcuno,alcun' huo, uile Io ti moftraua ben qual caualier
E'lu alor ofo er uiril cont Orlando
e
Nol poſſa unqua chiamar, prefe partito
Et quanto ilpoter fuofiaforte erfero
Difar colfuo cuginguerra uirile,
:
PRIMA
Tifaceabenuederfe col mio brando Et la lettra di lui congranpiacere
Anch'iofofare altrui tutto quel fcorno
Di deuerfecofarguerra crudele
Ch'altricerca a mefar piu difdegnado , Irato n'accettoe con mal uolere,
Ma'lnoftro imperatore e lloco elgiorno Etpie d'amar tofco e acerbofele
n o
Et molti altri rispetti ,fer riparo
Rifcriffe a quello confuperba fronte
Alatua morte, ch'era iui dintorno ,
In queftaforma, come ad infidele,
Ond'io che l'honor mio piu ch'altrohoca Sig
nor d'Angrante ,paladino, & conte,
Quátu ilgiornofopraſteſſe molto (ro Romanofenator ,forte chefei ,
Atuo malgradofaro uiapiu chiaro, Et di ualor(come ti eftimi )
fonte ,
Pero Rinaldo a te mifon riuolto
Vna tua lettra terzo di leggei
Et dico che'l tuo errorfu da uillano
Douefaigrande incarco al honor mio
Date quelgiorno triftamente accolto, Contraqueltutto ,chefar ne deuei ,
Ond'ioti uoprouar con l'arme in mano
Onde a leirifpondendo ti dico io
Che nonfei caualier da buona corte Ch'io nonfontraditor come mi chiami ,
Ma trifto & uilpiu ch'altro di lontano, Nefon uillan ,ne uil caualier rio,
Etfatipurfefaigagliardo e forte Però'lduelche mecofar tu bramı
Ch'iotifaro ueder quant❜io t'ho detto Acetto arditamente & uolentieri
Cofi ti sfido traditore a morte, Chenon amol'honor men che tu l'ami,
Ilconte Orlando, caualiero eletto ,
Et cofifempre a tutti i tuoi piaceri
Baron di Carlo imperatorfamofo , M'haurainel campo, ondepurti cófola
Reale paladin,guerrier perfetto , Ch'iofonperfodisfar li tuoi pensieri ,
Altofignor d'Angrante ualoroso , Et uoglio mantener queftaparola
DiRomafenatorfourano 5 degno, Che delmal c'hai di me detto fin'hora
Scriffe di propria man,tutto animofo. Ditutto Orlando menti per lagola ,
Rinaldo altero a cui l'ardentefdegno Rinaldo chiaramonte che dimora
Dalgiorno delagioftra, anchor non era In caftel Montalbangranfignor d'eſſo,
Semato pur, non che ridotto alfegno , Baro di Carlo , & paladino anchora,
Veggendo l'altafuperba & altera Degnoguerrier, ne l'armegiaprofeſſo,
Lettera del cugin,di battimento Supremo caualier uirile & alto,
Fecome ardita & indomitafera , Scriffe di propria má queſta egliſteſſo .
Chefemprepiu s'accende d'ardimento Il conte Orlando che uolaua ad alto
Difdegno , & d'ira contra chi l'offende
Colgenerofo cor, d'acquiſtarfama
Quato il valore in lei ne uien piu spēto, Veduto che'l cugin uolea l'asfalto ,
Coficoftui che'lfuo malnon intende Et ch'eraper uenir doue eſſo il chiama,
Moffoagratorio & contra ogni deuere
Tuttofi rallegroe, & in un punto
D'irapiu fempre nel cugin s'accende , Diedeprincipio a la famosa trama ,
PARTE 16
falto infalto
Anziti ueggo andar di Perche la uirtufua tanto èfuperna
Apprendedo ognihorpiu tanta uirtute, Et fipertutto'l mondo homai rimbomba
Ch'al fin di pregio andraipiu ch'altra í Ch'a leigiugner nopuo ligua moderna,
Veggio ch'anchorfaraifolafalute (alto , Rotta è l'antique Mantouana tromba,
D'effa mifera Italia, anzi del mondo Piu non rifuona Orpheo conlafua lira,
Etfaldofcudo a l'infidelferute, Dung anchorpte n'andrà ſeco in tóba,
Tanto è'lciuil'amore in teprofondo Coficiafcunfua fiffafortegira
Tant'è la pacefra tuoi cittadini Chefefi ritrouaffe boggi uno Homero
Onderifulta ilben cofigiocondo, Fariagranparte di quel ch'altri afpira,
Et oltra quefto che tanto l'inchini Che effendo quefto Prence l'buo primero
Di tua natura albene uniuerfale Deurebbe cer comeſſo ad huo'chachora
N'hai anchorfempre capi pellegrini , Foffe'lfupremo nel noftro hemifpero,
Che ti uan conducendo ogniboraa tale Et non a tal che'lfuo bel nome adora
Ditempo intempo colgouerno loro Maforfefemafue lode parlando
Che'l tuo belnomefifara immortale , Quanto egli piu ne canta d'hora i bora,
Ondecantarne tanto i m'innamoro Onde'lfi grauepefo rilasciando
Ledegne lode di quefti
fignori Aforze uia maggior ritorneremo
Ch'efcofouentefuor delmiolavoro, Albattimento delgran conte Orlando.
Quaifon le menti mai quaiſon li cori Tutta la Francia come detto hauemo
Chefi potesfino unquafatiare Venne a romorperqueſta ciuilguerra
D'odir di queftiprincipi i ualori ? Del pro Rinaldo, ಅ del cuginſupremo,
Ma quale èpoi la lingua che cantare Perche da queftiil tuttofi differra,
Poteffe mai le loro alte uirtuti Queftifono ambi i capi dela corte
Et quelle quanto è'l merito innalzare? In quefti il ben di Carlo manfiferra,
Per menon credo mai che tanto acuti Però che luno & laltroperfuaforte
Ingegnifi trouaffer, ch'a laproua Era piu degno ch'altro paladino,
Conlelor lingue nonfoffero muti, Piu ualorofo , nobile, piuforte, J
Però tuper mio nome Orlando auiſa Cofi da l'altro canto disdegnando
Ch'acetto'ltutto, & con la spadafola L'arditoprence minacciaua molto
Iui ilgiorno uerròfcalzo in camisa, Ilfuo cugin,di lui non dubitando,
Per dimoftrare a luiche non m'inuola Ma mentre tutto ilpopolo homai tolto
Il cor delpetto,ilparlare arogante, Da ciafcunfuolauor , giaſe neftaua
Etch anch'io di Chironfui ne lafcola. A quefta'mpresafolamente uolto ,
Maperche Oliuier mio parole tante Tal che d'altro giamai nonſiparlaua
No piacque amefar mai ,ritorna a qllo Per tutta Francia, che delbattimento
Ch'a meriuolfe le tue altere piante , Ilqualfrapochigiorni s'afpettaua ,
Afatti afatti alhor nel bel duello , Re Carlo imperator degno ornamento
Tanteparole m'han delfeminile, Di tutta Francia , anzi di tutto'l mõde
Non s'acquista con ciance alcun caftello, Conobbe il cafo tutto in un momento,
Iuifi uedra albor quale è uirile Et uide quantograue & di chepondo
Iui l'buom Parmenonfarannofor Foraftatoilpugnar dei paladini
Iui conofcerasfi ilbuono e'l uile, Et quanto iuaper cio'lfuoftato alfondo.
Il marchefe Oliuier poi che le porte Ondeperchela corte non ruini
Parole di Rinaldo, hebbe egli odito Comeprudente eleffe il mal minore
Torno d'Orlando a lafamofa corte, Ilchefan fempreipiu canuti crini,
Et quiui riporto quanto era ardifo Et ueduto del prence il graue errore
Il magnanimo principe Rinaldo Etla ragione apien d'Orlando conte
Me d'ognialtroguerrier giamai
Smarrito Quel che poifece ,farfimiſe in core , 1
Et quanto egli al combatter n'era caldo , Fece uenire afuaferenafronte
Et comefcalzo in camifa il giorno Et l'uno e l'altro di queſti guerrieri
Solcon laspada uoleua eiftarfaldo. C'bucano di pugnar uogle fi pronte,
Il conteOrlando di ualore adorno Etquiuiegli bumilmente & volontieri
Intesa di Rinaldo la risposta Primapropofe lor la intierapace
Piu non capeuainflung foggiorno, Dopo ut aggiunse altiſermoni alteri,
Et diffe abi quanto carfouente coſta Mal conte Orlando offefo er audace
Lo sbaragliarfi a l'huom cheno faftima Mai non la uolfe , anchor fimilmente 1
De l'altruiforza alafua contrapofta , Non la uolfe il cuginfuo pertinace ,
Quefto ualorofo huom tantofi eftima Donde effo imperatore alteramente
Ch'eglificrede combattendofcalzo Sdegnato molto,un bando capitale
Deuer d'Orlandofuperar la ferima, A Rinaldo intimoefubitamente ,
Dunque era l'imperier tutto difpofto Ne meglio a quefto u'è , che dalfoggiorno
0 C'haueffe bando quelfuperbofire Proprio leuarfi,er per uari paefi
1 Che veramentefelhaueua impofto , Andarfenegirando intorno intorno.
Poiu'era'l conte Gano , ilqual dal dire Quell'buo che l'horefue, i giorni e imefi
Non ceffaua giamai , che'l caualiero Etgli anni infiemefiua confumando
Foffe punito delfuo granfallire, In uno albergo, alfin gli ha pur malſpeſi
V'era ancho qualchunaltro configliero Peròfi uole andarfempre cangiando
日 Ilqualper lo miglior di tutta Francia Ditempo in tempo loco, regione
Perfuadeua quefto al grande impero Sempre del nouo affaipiu ricercando,
Perche era chiaro ben, che in talbilancia Perche le cofe grandi,a laragione
S Pendeua cofa alfin maggiore affai Vifte con gli occhi,cedonofouente
Ch'al ciel mandare vnafpezzatalácia, Etfan certa la dubbia opinione,
Onde Rinaldo mio veggo hoggimai Dunquefi uede quefto apertamente
Che ti bifogna hauer bando da Carlo Ch'è bella cofa , andar girando ilmodo
Perche con effo non la vincerai , Etricercar l'occafo , & l'oriente,
M1 non ti gomentar, chefe purfarlo Però Rinaldo miofe cotal pondo
Forzatifia ,nonfara'l male tanto A tefia dato perlo mperatore
Come altri crede,et fo qlch'io tiparlo, ftare, anzigiocondo ,
Dogliofo nodei
Dunque lo'mperatorfamofo,intanto L'exilio grande che ti terra fore
Che s'ordinaua il battimento loro Di Francia un tempo f ,ignor ualorofo
Bandi quel c'hauea detto in altrettanto, Acetta arditamente, di buon core,
Cofi gridatofue a tuonfonoro Ch'io ti prometto quelfrauenturofo
Dirimbombantetromba per lo nome Che molto piu te ne contentarai
Di Carlo magno, delfuo conciftoro , Cheftare i Möt'albanſempre i riposo,
Che Rinaldo di Amone , e per cognome Ti prometto ancho certo, Semgremai
Di Chiaramote,inquato regge ilgiglio Colmi'intellettofarti compagnia
Con penadi cheporta lefue chiome In ciafcunloco ouunque andar uorai,
Habbiapl'oprefueperpetuo exiglio. Nelquale error qualper effer che fia
CANTO Noi uedremforfe,quel che'l uago Vliffe
XVII.
Non uide mai ne lafua lunga uia,
Valdiletto maggior nel modo proua Cofeforfi uedremche mai nonfcriffe
q Alcú huo faggio mai chlo'mparar Nel'hiftoriefue quel ueronefe
Et tantopiu , quantolofaperproua? Che dele natural tanto ne diffe
Iper me nonfo cofa vnquatrattare DunqueRinaldo mio cotefte imprefe
Chefimigioue, quato a giornoa giorno Acetta da Re Carlo uolentieri
Alcuna noua cofa ritrouare Poi ch'afarti apiacer tanto e cortefe,
Gii
PRIMA
Cb'ad ogni modofeli tuoi pensieri Ondefiagranfatica a Carlo magno
Foffero ben,di contraftar alui Separarquefti tanto irati cori
I tifo dir che'ndarno te nefperi, Etfarne al fin delfuo uoler , guadagno,
Perche è difpofto altutto ch´ambedui Maliprudenti & Jaggi imperatori
Voi di Chiaramonte ,ſeparati Accortamente & con difcreto modo
Vene uiuiate,per cio ch'èfra uut, Trá del dominio lorfempreglierrori ,
Ettu Rinaldofai che li peccati Cofife Carlo a quefta uolta,inmodo
Sonpur dite,che da tefon uenute Che con lo'ngegno,& l'autoritade
Quell'opre che uifan nemici irati Sciolfe pur queftofi annodato nodo,
Et èpurbello pur da menti aftute Orlando egli acquetò con bumiltade
Sapernei cafi aduerfir nei bifogni Cacciò Rinaldofuori afuo difpetto
De la necesfitàfarne uirtute, Etcofiuinfe lafua uoluntade.
Cofimipar ch'adhora a te bifogni Ipotreiqui lettor dire ilfoggetto
Oualorofo fir di Montalbano Difufamente di tutto efto cafo
Et c'hauer bando non te ne uergogni. Maatefupplifca il tuofaggio intelletto,
Or a l'biftoria noftra,Carlo mano Puoibenpenfar chefi gì nel occafo
Bandi Rinaldoper fempredi corte Piu uolte ilfole, anzich❜Orlando conte
Et d'ognilocofuo preflo e lontano , Foffe dal fignorfuo benperfuafo,
Conpena capital di acerba morte Tupuoi anchorpenfar che l'orizonte
C'haurebbe egli rompendo ilfuo cofino Sife piu uolte nero anzi che doma
Quatug buogradefia, tuq huoforte, Foffe del prence lafuperbafronte
Penfalettorfe'l uirilpaladino Etpuoi anchor penjar che questafoma
Intefo quefto n'hebbe dispiacere NonScarico la Francia in tal quiete
Etpenfi'lchife maifimil camino, Ch'arriccia nofifiapiu d'una chioma,
Sifdegnò tanto, tanto maluolere Perchefe a ciotaigenti erano quete
Prefeper quefto ilgenerofo fire N'eran bé d'altrepoi , ch'a quefta iprefa
Ch'aluila uita nonpotea piacere, Nonguftauano mar l'acqua di lethe,
Onde pien d'ira e pien d'ufato ardire Et fi per cio n'era una parte accefa
Giuròfe con Orlando non pugnaua Che pqueigiorni dopo'l bado áchora
Che mai di Francia non uoleua ufcire', In Parigi uifugraue contefa ,
Cofi da laltro canto defiaua Ma l'alto retanto difpofto alhora
Il conte Orlandofinir il duello , Era di non tener Rinaldo in Francia
Onde auanzarfi honor tanto fperaua, Ch'al difpetto d'ognibuõ lo mádò`fora,
Etcofi uirilmente & quefto & quello Ma batteras fi anchor qualchun la guacia
Voleua pur uccidere il compagno D'hauerfi perfuafo il magno Carlo
Come iratofignore unfuo ribello, Aquefto effetto con piu d'una ciancia,
Il mal
PARTE 19
1
PARTE
Ne crederpotrà mai ch'a lui nemico Onde ei del uolerfuo tanto s'auanze
Ma affai cortefe ,in mantenente, quando Et tanto è piu la loro mente accefa
Rinaldo lei chiamo ,fe'n uenne aterra A quefta cofa,quanto hannofperanza
Come ad efcafe'n uiene augel calando , Di gran vittoria ſenza gran contesa,
Ettosto giunta a lui,gli diſſeſerra Peròch'un certo conte di Maganza
Baron nelparlar tuopocheparole Ch'èmipardetto Gan co qlc'hascritto
Però che'ltempo mifa fempreguerra, Dato ha lor di vittoria granfidanza,
Ame bifogna andar quanto va'l Sole Ondefottofopra è tutto lo Egitto
Et vo come egli vala notte e'lgiorno Perche Cleante iuifignore altero
Duquefii prefto che couien ch'io vole, Seco vol tutto ilfuo potere inuitto.
Rinaldo paladino intorno intorno Et poftofine al dir ch'erapur vero
Cinto di merauiglia ,in vn momento, Cofteifi rileuo' di terra a volo
Diffe dimmi ,chifei che giri atorno, Corredocomegruprimalfentiero,
Et ella a lui,barone io ti contento Quiui refto Rinaldo tuttofolo
Fama mifo chiamare , & per lo mondo Et diffe traditor nonfugiamai
Sempre volando vò come va'l vento, Maggior diGanfra luno et laltropolo
Riportoilfalfo e il verfemprefecondo Reftato era egli sbigottito affai
Che'nafte orecchie mie che vedi, tate. Quandofife da lui la donna alargo
M'è motteggiato,et no curo altropodo, Comefa a nouità l'huomſempremai,
Sappi ch'io me ne vengo di leuante Penfando ch'ei ueduto hauea nel largo
Et uado in Francia a riportar nouelle Corpo di quefte,& tal, cotante orecchie
Dicio chefa nel regnofuo Cleante, Ch'occhi no side piu Mercurio í Argo
Indi Rinaldo deh dimmi ſe quelle Dapoidiffe frafe,che s'apparecchie
Noue,cheporti nelpaeſe mio Carlo,bifogna ben,poi ch’anchor ei
Saráno a quellegenti o buone ofelle, Si crede alcote Gan l'arti fue uecchie,
Et ella alborfodisfoiltu defio N'hapurgiafatt'alui cinque ouerſei
Diafto achor,
fappiche'l malfia grade Di quelle talche le vedrebbe vn cieco
Sefaratutto ver quel c'ho'ntes'io, Ei migliorscaccia, & laſcia ftare i rei,
Nelpaefe ond'io vengo affai
fifpande Egliuolfemprebauer queft'huomofeco,
Che quelfignor con lafuaforza tutta Ma tegalpurch'achor gliauerrà al fi
E per tofto paffare in quefte bande
', Quelloch auiene achi
fifida igreco (ne
PARTE 22
Che tife mai ilfigliuolo di Pipino Mifoleua ancho dir chegia a uedere
Fralequai tutte egli mi diffe intento Etfar in quelle tue parti altrettanto
Però che quando ifui la nel leuante Etperchefempre ègiufto alfuo nemico
Et quefto alhor comefouente autene Inon afpetterei che nel mio regno
Tanto mififefiffo ne la tefta Paffaffe Carlo mano afarmiguerra
Che non lo leuerian mille catene, Ma retrouolgerei tutto'ldisdegno,
Sépre colmare altrui di dolce affanno, Ch'altri poi guaftò lor,dõde bebber sde
Chefaria a tequando da gliocchifuoi Amor chnopuo maiftare i unpetto (gno
Sifoaue ti moftri a la mia uifta Occultofiche nonfia noto altrui
Prendere ad vn lacciuolo entrambi noi? Sturbò di quefti il defiofo obietto,
Sapefti bene aquella prima viſta Il padre di coftei prudente,a cui
Deuaghi lumi oue ad ogniboraalberghi Dato era'l carco de lafuafigliuola
Farmipregion di lei mai nonpiu vifta, Scopri in vn punto l'amor d'ambedui ,
Non tiparforfe che'nfilieti alberghi Onde egli accorto con una parola
Loco debba bauern'io, ma ad isfogarmi Accompagnata ad arogante cenno
Chefempre afte carte in piato vergbi, Felei reftar ne laltrafamigliuola,
Quefto giufto non è,deh vogli
farmi Tal chegliamantiquella notteftenno
Amorpertuapietade e per giuftitia Lunfenza laltro nel caldo defio
D'altro pafcere vndi che difar carmi, Chepon fouete amor nel altruiſenno,
1
Non vfar verfo me tanta auaritia Abi quanto ègraue error,ma egli è natio
Se con moll'altrifi prodigofei Dunque egli error non èe,ilfarpaleſe
Poi ch'ella vinto m'hafenza militia Che feritofra l'buom de quefto iddio,
Fammi coltuo valor tu vincer lei. Quale vnquadi prudentia táto appreſe
CANTO XXIII. Ch'eglinonhabbiafatto manifefte
In tempoalcundi Amor l'ardēti offefet
Inaldo paladin nel delfinato Nullo buocred'io però c'homaifon afte
REr
agia giunto, quando a l'hofteria Cofefi date a noida la natura
Sitroud de la donna innamorato, Che'l modo gia in puerbio le rinuefte,
Douefpinto da quel ch'ancho meʼnuia Et s'altri purfi credeper ventura
Aritentar l'ingegni a tutte l'hore Tenere vn vero amorſempre fecreto
Difarcadere in altri cortefia Per me l'animo mio non m'aſſecura ,
Sollecitaua con ardentecore. Perche egli nelmio cor tanto quieto
D'acquiftar con colei quel dolcefine Nonfi trouagiamai,che mi laſci ei
Che da a gliamanti ilpietofo Amore, Viuere vngiorno no,ma unputolieto,
Maquella chenon laſcia eſſer vicine Onde litanti & caldıfofpir miei
Taliperfonefi comeèl volere Che celarnonpofs'ionel core ardente
Ancho queftiimpedì del tutto alfine, Dimoftranpur ch'ifon pregion di lei,
Fortunachefouente hagranpiacere Dunque io nonfaro gia fecuramente
Roper al ch'èfra noi maggior diſegno D'amore & tofce ilprouerbiofallire
Rompe di quefti anchor Pantiuedere, Che tanto homai uulgato èfra la gente,
PARTE 26
Faccialopur chi puo, ch'egli è ben fatto Cagione alfin delfuo capital bando
Se pur lume del Solfi puo occultare , Comegia hauem catato a mano amano,
Ilpaladin ch'ad altro tempo ratto Ma'lpaladinquantunquedifdegnando
Peròche nela mentefi recaua
Statofariaa volerpertracotanza
sta Quel c'hor negaua a luiragione afatto L'bauuto dispiacere, elcome e'lquando
Sebennaturalmoto l'infiammaua
Queftafiatanon volſe di poflanza
Come ei poteuapur,nellieto albergo D'offendere colui,non però volse
1 Far ql ch'inaltri giafu difua vfanze, Farpiu diquel che'l tepo albor portava
Ma quando il nouo Sol lafciò datergo Matutto ilfuo defio infe raccolfe
L'ofcura notte nelaltro hemiſpero Et lofopi nelcor perquella volta
illeg Si guarni d'elmo,lancia,brado, evfber Talche inprouenza piu noſi diſciolſe,
Et gouernato bene ilfuo corfiero (go, Coffe neflette ei con dife tolta
Giafattoftancoper lagranfatica Conofcenza ad altrui,ſempre attendedo
& Sour'effo fi fe tofto caualiero, L'hora di entrarp mare ad altra uolta,
: Et mefto mefta lafciando l'amica Et ecco pur ch'un giorno al lito eſſendo
1
Vide venir di verfo Barzalona
Verfoprouenza riprefè'l viaggio
oth Perfarfi amico a lagente inimica, Vna naue che'l mar venia rompendo,
Dii
PRIMA
Questaa coftiera veniua a Narbona Entrar nel voftro eccelfo bucentoro
Perpaffare a Marfiglia, onde spedita Per veder iltriompho alto e pompoſ
Dafacende c'hauea qualche perfona Che'l diper voififa coperto d'oro,
Voleua andarea lafua dippartita Quantofu pronto ilpaladin famofo
Verfo leuante,mapria s'era quefta Entrar la naue alborgiuta i Marfiglia
Di Valenza, col carcofuo partita, Per passar a Cleante valoroso.
Laqualpoi chefufatta manifeſta Rinaldo che tenea volte le ciglia
Agliocchi diRinaldo ,in tempo breue Non che'l defiofol verfo oriente
Fece'l viaggio fuo,tanto eraprefta, Com'huom cui voluntade ardete piglia
Perche zefiro alborfattofi greue Giunta la naue al lito in mantenente
Et ne le velefuegonfiate ,pofto Trouo'l padron di lei,cuifepartito
Lui la spinfe a faluamento inbreue, Chelo conducacome laltragente,
Egli fi moue falta, volue ,ergira, Ma accortamente & con cauto riguardo
Siede al governo,er ecco chefi fgiunge Che per quels'eran date a rubberia
Dal lito il legno al mare bor no crudele Coforze,coinganni, tradimenti
L'allegra ciurma a l'alto albero aggiuge Tal che douunque lafuafignoria
Le uele homaigofiate, onde in vn punto Silentiua nomar per tutte l'acque
La lieta nauefe n'andò da lunge, Dauatremando a lui ciaſcun la via,
·Cofi Rinaldo paladin trapunto Etfifouente in quelleparti piacque
Dalbando del re Carlo, et dal dispetto, Il chiaro nomedi queftofignore
Datutto ilfuopaese è gia difgiunto , Chemaifepolto in loco alcú nógiacque,
Et vallene per mare a fuo diletto , Perche col dolce canto atutte l'bore
Lafciamlo andar che diogli dia vetura, L'amorofe firene ad alta voce
La troueremo ben con l'intellet to Liete ,de l'onde lo poneanofore ,
PARTE 18
$ Ma che dico io dunquefon'io venuto
Ondefiafemprepur che da lafoce
Del nilo a Calpe, et da Abila a ql fiume A cantar glialti gefti di colui
Ch'a la Meote vien tanto veloce Che Smirnapur nolo faria compiuto?
Volera'l nomefuo con quelleplume Nonpiu,nonpiu,no cantarpiu di lui
Che volaro glialtrui,ch'al mondo foro Che no è quefta imprefa da riuſcirne
Nel regno di Nettuno il primo lume, Per le tueforze,lafciala ad altrui,
LVanne lettor dal loco ou’io dimoro Laffa ad altri d'buo talfue carte empirne
Per l'Adrian, Proponto,& Eufino, pche d'huomtáto
Chefia nato in Arpin,
Et dal'Athlatea ql chebagna il moro, Affai meglio e tacer che poco dirne,
Et vdirai se'nquefto gran camino Baftitidir cheporta egli il bel vanto
Suona pertutto ilgloriofo nome D'buomcolmo di virtù nel vniuerſo
Ma dóde venga'l uer non lo coprendo , Per modo tal che'l fodisfece in tutto ,
Poſciapartì da lui,ma anchor non vuole
Il Danefe dicea tutto infiammato
Effer contento Gan di chegliha detto
Sard purtroppo ver nela malbora
Mafeco meno lui comefarfuole ,
Etl'haurà'lconte Gaino procurato,
Non lo uedefte uoi come egli albora Doue maluagio e pien d'ogni diffetto
Viapiuche a dona l'huom che s'innamo Buon per condur il fuo defio ad effetto ,
Mi duol che madi Carlo, un di Magaza Egli piu non potrà ,ch'al fin purfia
Bifogno a untanto mal di appalefarfe .
Perche ne lafa Gan doppiatamente,
PRIMA
Luno & laltro moftazzo bauea fpumofo Aduque Ombreo gigante arloto etsporco
Come animal,che con bramofe canne Tanto erabrutto,che piunonfu mai
Tett
Moftra chedentroilcorpo è rabbiofo, Ilgran diauolazzoo'l proprio orco,
PRIMA
Quefto animal viueua fempremai
Iuifi vederà quantoguarire
D'afpidi, crocodilli,idre, & draconi,
Sapragli ifermianzi amazZare i fani
Et d'ipotami anchorfouente affais
Con lafua cofta aft'huom pie d'ardire,
Però chefempre in quelle regioni
Oconte Orlando quanto le tue mani
Vifon tali animali infi abondanza
Bifogneranno benfe vord Carlo
Chepiu in Ardenna nõ ui fon ladroni,
Saluar da queftife cofuoi chriftiani,
Etli mangiaua crudi per uſanza
Mache faccio io duque maisépreparlo
Copropri denti lor dando la morte
Solamente d'Ombreo gigante altero
D'alpeftrafiera afolitafembianza.
Et d'altri no bisognapur lafciarlo,
Nereftauaperò chefe perforte
S'egli èbenfortegrade, borredo, etfero,
Gli capitaua vn huom , non lo magielle
Non è però ch'ancho non habbia vifto
Come vnafiera,& voletierpiuforte ,
Altripoffenti alhor quefto hemifpero,
Dunquefi potriadir cheloformale
Natura vn'animalſenza ragione Dra ganaffo caldeofei tufi trifto
Che no debbi bauer nomein queftagéte
Et c'huomofarlo nonſe ne curaſſe,
Etfarti digranfama eterno acquifto?
Maperche diede pure al brigantone
Seipurgigante & tu ,ſei purpoſſente
La voce,colparlare,& lo intelletto
Tufeipur contrafatte da natura
Si puo pur dire vn'huomo ilgigantone,
Sebe no come Ombreo,purftranaméte,
Queftbuomo adunque difi bello afpetto
Ettu Bombardo che da la pianura
Come e defcritto,haueua ilgrá foldano
Deferta,de l'Arabia,ne venifti
Nelefercitofuo c'habbiamo detto ,
Poffente comefei fuor di misura ,
Egliportaua a tutte l'bore in mano
Vuoituche iverfi miei nonfiano mifti
D'una balena vecchia vnagran cofta
Deltuo valore, de le tue prodezze
Arma decete ad buomfigradeerftrano
Colequa al modo eterno nome acquiftig
Con queftafolafempre egli s'arrofte
Et tu Ceraftro da l'alpeftre altezze
Con quefta eglifa l'armeſgrettollare,
DelTauro monte, venuto in Egitto
Guaia qll'buochetroppo fe gliaccofta,
Are Cleante conftrane fatezze
Delfuo valorio non ne vo cantare
Non vuoi ch'ancho di tenerefte fcritte
Fin ch'ei nonfia condotto ne la Frácia
Daquefta penna mia ,tato, che eterno
Doue lo vole ilfuofignor menare,
Neduri al modo il tuo bel nome íuitto
Iui noi vederemquanto vna lancia
Si ben ,egli è bengiufto,io ben diſcerno
Gioua a chi correlei fe da conquella
Cheql checade borredo in aoi tre tutti
Di afto buomazzone la alpestrapácia
E degno d'eſſerfattofempiterno ,
Iuifi vedera quanto efferfnella
Ma quando in Francia ui haurà³l mor co
De quella fpada,che voraferire
S'iui farete rispondenti proue (dutti
La duracarne de la beftiafella
ligran corpi voftriborrēdi et brutti
PARTE 32
Anch'iodirò di voi cofe alte & noue. Anzi dipunto in punto eglifcriue ogni
PRIMA
Conl'armein man feguilo arditamete Vnfuo caual nel terzo quadro nero
Pergran voler c'haueano di rubbare', Del auerfario re,perpoi potere
Ruberto di Maganzafraudolente Saltarful bianco alaltro arfilprimiero
Perfarfigrata quella compagnia Et dar a quel fpagniuolo vnfeacco rocco
Gine la naue& ei con laltra gente, Ch'iuifolo tenea tutto'lpensiero ,
Il cui nocchier chefi chiamaua Arpia Talche no s'accorfe ei delprimo tocco
Però che breue tempo baueua hauuto Chefero ilegni adun , fin ch'ei nó vide
D'armarfi in punto come conuenia A vn marinaro vnfanguinenteftocco,
Trouaro mal in ordine d'aiuto
Ilqual veduto prefto ,
fi diuide
De lafuagente anchor no ben❜armata Dal tauoliero, tratti viagli fcbacchi
Perche tantofto non s'erapotuto , Merauigliato vfci de legaride,
Macomefempreogni (qual fia) brigata Et quiui giunto ritrouò lifiacchi
Chefi vede affalire a l'emprouifta Chefacean lun de laltro que crudeli
Afua diffefa ogni vil cofa ba grata, Cogridi,& codifangue grá lauacchi.
Tal lagente d'Arpia non ben prouifta Scardaffauanfi infieme i loro peli
Algran bifogno di menar le mani Con pettinififtrani & di talſorte
Quelche le vien tutto in fauors'acqfta Che le carni ropeano & tutti i veli,
Ondeprendero albor tutti que bifpani La merauiglia a lui crebbepiuforte
Quelch'era lorpiu preſſo perferire Vedendo'lcafo,mafi chiari tofto
Et per diffenderfe da man de cani , Có quafi guadagnar l'amaramorte,
T'alch'alcun preftofi vedea rapire Eglifra tuttiqueifubito pofto
Vn'arma d'hafta,vnaltro una celada Credendo certofra coloro il male
Vnaltro vnfcudo a poterfi coprire, Ch'eran di naue, apartir lor diſpoſto
Portaua queſti vna ruginespada, Cominciò lorgridar, come a cui cale
Et quegli vn'elmo buon che fuo no era, Diconferuar ogni regno indiuifo
Quellaltro vnfpiedo hauea ch'affaiglia Ma'quiui il mal vide ei non effer tale',
Chifipo corfaletto,et chifcheniera (grada Perche iui entrato fubito nel vifo
Chi uie cofasfi, et chi par ch'in man'bab Sifenti punto d'unafcimitarra
Alcuna praga di legname intera, (bia Il che non parue a luigiuoco ne rifo,
Chi nel caftello và chi ne lagabbia, Onde eifentendo che la briga inarra
Talch'ardito ciafcun s'adoperaua Colpropriofanguefuo f,alito in ira,
Per spegner de i corfar Pardete rabbia, Senza védetta nonfè quindiſciarra,
Rinaldo ilquale affaifi dilettaua Anzifdegnato affai, tanto s'adira
Digiocarfene afeacchi perpiacere, Che con vnfergozzonfi occife quello
La robba infieme & leperfone anchora Stauano i trifti nel paeſe voftro .
Seloro il paladin nonfoccorreua , Quando erauate in quel lontan i liti,
Ma'lgenerofo & bonguerrier da l'hora O tu città di Anthenore ,in cui moſtro
Che conobbe la gente da rapina Quefto ei tato ha, do era al tuogouer
Volfe il legnofaluar da pupa aprora, Fafede chefcriu'io co uero ichioftro (no
Et con laforza grande & la dottrina Et voi tutte altre in cuifiafempiterno
C'haueua ei di pugnar , fece egli tanto Il bel nome di lui ,fate anchorfede
Che trouò a tutto il mal,la medicina ,
Ch'io cato il uer pch'io pur il diſcerno,
Come noi vederem nel altro canto,
Et quefta è di virtù l'alta mercede
fi ne la terra
E gia per lo appiattar Promettendole grande & faticofo
SNon puote Amphiaraofaluo fuggire Viaggio in terrafanta , o promettendo
D'adar coglialtri a la thebana guerra, Di viuer empree bon religiofo,
Doue ei di certo ne deuea perire, Pur ch'ei poffano vfcir nonfi deuendo
Dar ne le mani a li nemici loro
Perche eglifù da la moglier ſcoperto,
10% Doue nonfi puoftarfenon morendo ,
Perfida donna,auarofuodefire,
E iii
"
PRIMA
Ch'èpurtroppo gran dano il farne pua Sich'io poffa ridir come Ruberto
Perofempre da lei ciafcunfi fcuote, Staua ne l'acquagia da luiferita ,
Cofi Ruberto anchora ilqualfi troua Egli alaprimagiuntafù coperto.
ܐ Nel alto mare in vn ardente legno Tutto fotto da lei,perche egli in quelle :
04 Perfuggir morte il tutto teta erproud, Si getto de lafufta da molto erto,
Et ben bifognerà ch'egli habbia ingegno Indi riforfefubitofuor d'ella
S'egli voràfaluare a queftauolta Col capofolcome lo tiene ilceruo
$ La propria vita nel nettuneo regno, Quando egli paffa a la ſtagion nouella,
Perchefortuna ne l'irafua molta Et quiui diftendea cifcunfuo neruo
Tanto'l minaccia,ch'io nonfo vedere Chedi morir no s'accordaua anchora
Come'lpoffafaluare a vnaltrauolta. Quefto infelice & mifero proteruo ,
Pofcia ch'Arpianocchiero afuoparere Eglifott'acqua ricadea talhora
Poftobebbe ne lafufta vn tantofoco Indi appareuapoi comefouente
C'hauea d'arderla tutta il pien potere Vediam chei leifa'l can pria ch'ei mora
Quiui la nauefuatenne egli poco Ma alfinpurgiunse a lui nouellamente
Ma allegro tutto ringratiando iddio Spinto da l'onde vn'aſſai grande rocco
Volfe'lgouernofuo per altro loco, Ch'alhora gliapprodo molto , ripete,
Ne quindi apena egli fi dipartio Perche ei veggendo quel nonfùfi fciocco )
Che'lfuocograndecoljuo gran calore Che nofe gliappredeffe ad vna spicchia
Il buon Ruberto nelfondo alfalio ,
Et chefu non guizzaffe al primo tocco,
Onde eifubitamente diedefore Et quiui giunto legambe incrocicchia
Comefa'lferpealbora che'l villano Comefa'lfarto, & in vnftretto nodo
Colfoco ilcampofuo nefa migliore , Tutto in vn punto fubito s'annicchia,
Etperche è maggiorfempre, di lontano Et cofi per lo mar và in quefto modo
Delfoco'lcaldo, che'lfreddo de l'acque Ma lafortuna difar lui morire, $
Tutto ch'al traditor pareſſeftrano, Ha pur del tuttoftabilito ilchiodo ,
Perfuggir morte anchora a lui nepiacque Onde mentre in fperanza difuggire
Trarfi nel alto mar con la speranza Per lo mare eine vàfù queſto legno
1
Che sepre verde in ciafcu corpo giacque Come fi vede augelfu'l pafto gire
E iiii
PRIMA
Arpia nocchierSpagniuolo a cui il difdes
Infon perfona che viuo in quiele
No era anchorpaſſato , d'Orione (gno
Ma la maaduerfaforte ,& lafortuna
Vide lui da la lungi in quelfoftegno ,
Quim'ha condotto come voi vedete,
Etfubitogridando, ecco vn ladrone , Altro non refta a mechefol queſt’una
Accennoglialtrifi ch'a quella vifta Vita come ella è tal , donde io vi prego
Sitraffer tutte albor laltre perfone',
Che vi moua di me pietà qualchuna,
Etcom ne l'acque del Euangelifta
Et s'afarmi altro benmi
fate nego
Si leuano lizaffi a Malamoco Concedetemi almen queft'una cofa
Od alcanton difan Giouan Battiſta
Perla cui vaglia mille vnfolo prego .
Oda i caftelli, o da qualch'altro loco
Ne la caniglia voftra valorofa
Pofcia c'hannoscoperto alcuna barca Hauete un huom poffente c'hoggihafat
Onde fperino bauer,quantunque poco Quella contra Orion vittoriofa, (to
Vanno volando a lei donde altri varca
Non mi menate a lui per questo tratte
Perſuo piacer, tanta è la rabbia loro
N'altro vicheggio, e d'ogni refto poi
D'empir di ql d'altrui la lor uuota arca,
Fate come vipar qualunquepatto.
Cofi da la caniglia albora foro
Come parfempre che molto piu annoi
Prefti aleuarfiin vna lor cocchina
A la donnatacer quando le è detto
Alcuni marinari in picciol choro ,
Ch'ella ritenga ne i fecretifuoi
Et verfo di Ruberto agran ruina
Alcun che, d'importanza o di riſpetto
N'andarono con gliarchi ne la mani
Chequando largamente le è parlato
Per no laſciar lui giugnere a marina,
Et com nel Adrian vinitiani Senza tenerle ilfauellar diftretto ,
Cofi poiche Ruberto hebbe pregato
Vanno Efacofouente faepolando
Per non effer códotto al buon Rinaldo
Hor piu ppinqui al lito bor piu lotani,
Onde ei deuea purgare ilfuo peccato
Cofi costoro andauanfaettando Entraro quelle genti in magior caldo
Ruberto cattiuel, ch'a fuo potere
Di condur ne la naue, al paladino
Se'n giua da que colpi riparando ,
Effo infelice & miferoribaldo ,
Mafinalmente pur,che'lſuo vedere Et tolto dentro il pouero meschino
Gli diè di non poter piu fuggir morte
Subito a la caniglia ritornaro
Fè cenno a i marinar di buon volere,
Doue'lguidaua pure ilfuo deftino,
Ondeei piu rafforzando le ritorte
Et quiui al paladin l'appresentaro
1
Alecauiglie lor,n'andarə a lui Accompagnato con quelle parole
Senzaferirlopiu poco neforte, Che d'altramentefar filipregaro .
Et quiuigiunti,fubito coftui Come tremare ilfanciullinfifuole
Diffelor'io non fon, (come credete) Quando è condotto inanzi delmaeſtro
· Corfaro, o ladro ,nefarò, nefui, Con le minaccie in lor odiateſchole
PARTE 37
In ogni modo quel che t'ha deſcritto
Cofi Rubertoperfido capeftro
Condotto inanzi aquel da Möt'albano Hai tu da riportar, nepiu ne manco ,
Siche'ndarno faria tanto tragitto
Era tutto al tremar agile er deftro,
Et con quefto parlar quantunqueftanco
Et come auien quando in paeseftrano
Per la faticagrande hauuta ilgiorno
Fuor disperaza l'huom troua l'amico
Loprefe ardito per lo braccio manco
Ch'eifirallegra merauiglia a mano
Et tre volteriuolto intorno intorno,
Cofi rinaldo a vista del nemico
Dafe'ltraffe'a mifura tanto giufta
Sirallegro merauigliando infieme
Dicendo al tuofignorfarai ritorno
Ch'iuifoffe coftui tanto mendico,
Ch'ei diede apunto nel'ardentefusta.
Sirallegro ,perche'ldefio , e la fpeme
Diinteder quel chefea lo'mperatore' CANTO XXXV .
Etperche molto ardito & poſſente era Burlate il loro duca huom di grand'arte
Lospinſe a terra vn véto a fuo defpitto Atto a spezzare ogni piu dura cofa,
Et quiuigiunto ,fubito remoſſo Et cofi infrafuagente infuperbo atto
Da tutte l'acque,andòfra terra tanto Se ne veniafecondo in ordinanza
Chegiufe a Parthoatra vn mõtegroffo. Come volfe colui ch’era ritratto
Donde l'alfanafua che valcotanto A condur terzo tutto quel ch'auanza,
Nofi potrà mai dar veraſentenza Altri una lunaîtiera, altri una mezza,
Marte nel regnofuo noftringe oferra, Etdimandò al nocchier checofa era ella,
Ellefon tuttefempre di Nettuno Arpia rifpofe a lui, l'aria vermiglia
Egli gouernalorcom'a luipare Ch'iui tu vedi,ilfumo er il colore
Senza rispetto mai di cio a neſſuno, Da unafucina d'ungranfabbro piglia
ما
PARTE 41
Ladimora eglifempre è a tutte l'hore Et quefti erano andati nauicando
CTC Lauora alfoco difua propria mano Fino in Siciliafempre , da quel giorno
Onde è chefiammafempre iui efcefore. Che leuaro'l cugin del conte Orlando
1 Onde ciaſcun di lor dalgranfoggiorno
Den Dunque l'anticofabbroficiliano
14 Ha lafucinafua dentro a quel monte? Fatto nel legno lor,giastanco & laſſo
Rifpofe allegro il fir di Montalbano, Quiui lietofmontoeper gir dintorno .
Gaidamila nocchier, che quellafronte Rinaldo paladin per prender fpaffo
Vederintendo ,di quel vecchio nero, Etper veder Vulcanfefi potea
Chefabbricò la morte di Phetonte, Smonto conglialtri albor nel durofaffo ,
Ti guidero rifpofegli ilnocchiero Et pche'lfuo Baiardo ancho n'hauea
Ch'è noftra via,ma ti ſo bendir io Bifogno d'ufcir fuor di naue alquanto
Ch'èperfallirti il tanto tuo pensiero, Nel lito lo meno come e deuea ,
Perch'afcender lagiù doue è quel Dio Doue lafciato quel, con glialtri intanto
Altra buca non v'è che donde'lfoco Che la canigliafirajputtumaua
Difempre uſcir nonsifa mai reftio, Perlo möte n'andoe da ciaſcun canto,
DiffeRinaldo alhor, menami al loco , Et quinci e quindifrugando ci n'andaua
Etfe meco nocchier vorai uenire Comefolfar lagente in quefti cafi
Io tifaro vederqualche bel gioco , Doue'lielui (no la ragion ) portaua ,
Ne dopo queftopoi troppo afornire Et tanto alfin n'andò , ch'ei giunfe, quafi
Stette la naye, il breuefuo viaggio Al terzo di quel monte, er senza lui
Ch'ellapur giüfe oue albor volea gire, Non erangli altri,nel camin rimaſi,
Giunfeella a terra la doue ba'l paffaggio V peruenuto ritrouò coftui
La Sicilia minor,che ad altroftato Vnafcalazza tutta difofefa
Et quiuififermoe colfuo vantaggio. Non ritrouata maiforſe d'altrui ,
Luoco è nel mar thofcan daldeftro lato Queftaguidaua ingiù con gran difcefa
De la Sicilia,ilquale è vna Ïfoletta Et erapienafi d'impedimento .
Et monte di Vulcan è addimandato, Ch'al difcender altrui tollea l'impresa,
Questo a la cimafuafuorfempregetta Ronchiofifterpi erano quiui drento ,
Ardentifiamme, fumo tenebrofo Bronchifpinofi , vermene , & ritorte,
Comefolle ei d'inferno una uiaftretta, Spini, et uincaftri , et tat'altro ornamēto
* Et quiui Arpia nocchiero afuoripofo Pur tuttofempre di queſta talſorte',
Con l'ancora aggrappò ritegno, donde Ch'a riguardaruifol non s'affecura
Smonto ciascuno a terra defiofo, L'huom che nel modo teme de la morte,
Peròche molto,ilriueder lefronde Ma Rinaldo d'Amon che mai paura
Et lufcirfuor dinaue Zazeando O dimorte non hebbe o d'altra cofa
Gioua al'huoftato affai détro de Ponde
, Ch'unqua creaſe al mondo la natura,.
F
PRIMA
Volfe con mente altera er orgogliofa
Ben mille pasfiandarſenza mai darė
Scender la fcala quantunque ellafoſſe
A la lor vifta,alcunpiu grato obietto
Tutta addughiata & tanto perigliofa,
Che quel che fpeffolifacea tardare ,
Alche difpofto,in vn puntofimoffe
Mafinalmentepurgiunti al piuftretto
Et trattafuor laspada ardito molto Ch'era'lfuofodo et piuftucco acbor mol
Ne bronchi & fterpifubitopercoffe , Chtutto'lresto, et afſai piu diftretto (to
Indiai compagnifuoi tofto riuolto Cominciaro a fentirfra'l boscofolto
Diffe lor, voglio andare a queftofondo , Vncerto gran romor noben coprefo
Chi meco vol venir,mi fia raccolto Come auten di romor lungi o fepolto,
Forfenoi troueremo vnaltro mondo. Ilche odendo'l baron tuttofofpefo
CANTO XXXVIIII. Firmò Pandare, fatto a afto attéto
Cennò glialtri con man, dõde fè inteſo,
El'infelice & tanto sfortunato
Et s'acquetò ciafcú com’buom ch'è intéto
SE P e
Spiraglio, ch'in Salernoguidò a morte
A cofa che loftrepito gl guafti
Guifcardo di Gifmonda innamorato
Quelch'eipur cerca fare in gl mométo
Foffeftatofiftucco di ritorte,
Etfermi,lettor mio e ti trouafti
Dibronchi, fterpi , come era lafcala
Vnqua chiufo di notte appreffo'l calle
Che'l buon Rinaldo ritrouòper forte, Douelifabbrine ilorpanni guasti
Nonforaftata mai cotanto mala
Sifian leuati con le curuespalle
Lafortuna del mifer cattiuello A batter le lor'ancore cheſono
Che lafama a Tancredi anchoraamala Lungbe ciascunaperfe ben quattr'alle,
Perch'ung entrar no hauriapotuto ello Odiftillor non rimbombante tuono
Ond'haurebbe ei trouato vnaltra via
Maromor grade che ti par lontano
Cheforfe'lfin non daua a luififello, Però che chiufo fei com'io ragiono,
Ma'lfir di Moni'albano ilqual s'hauria Cofi coftoro almonte di Vulcano
4 Perch'era chiusa dentro vnafucina
Fatto ampiaftrada perli duri
fasfi
Non che per dumi od altra cofaria, Sentirromor ch'affai lor parueftrano,
Diffofto di calar gliauıdı pasfi Et quale è quel villan c'bala dottrina
Per l'atturata ſcala , valor ofo D'occiderfaettando gliaugelletti
Viincominciò difarftrani
fracassi, Quando le feste apiacerfuo camina
Etcon laspalafua tutto defiofo S'adiuten ch'unferito , affai s'affretti
Tatc andò tagliando ci, che fe'lcamino Spennecchiandofi l'ale, di faluarfi
Quatúquefolle ſempre affar Scabbrofo. In cefpiti, virguli, od in bofchetti,
Etfcendendo prim'eljo paladino, Effo auido villanper riacquistarfi
Depo quattro compagni, perch'andare La carapreda bomai mezza acquistata
Non volfer gli altria cofibel giardino, Paffalifosfi, & và per bronchifparfi
PARTE 42
1
1
PARTE
S'hauete voi quincientro cofa alcuna Cbeceffo poi ,perche deüendo Orlando
Degna di lode , io vo cercando il modo Venir almondo, & qualchaltro fimile,
Moftratene viprego a me qualchuna, Ilfar arme ad altrui mife egli in bando,
Chepoi vilaffero'nquefto profondo Chefapea ben ch'a cotalgente hoftile
Séza offenderpiu voi, ch'iofon amico Nofarianl'armefue tantogagliarde
Dichim'è amico, anziglifon fecondo, Cheftes
finfalde alfuo valor virile
Piragmo manoal delfabbro antico Deueano poi venirlegran bombarde
Odendo di Rinaldo le parole Al cuifuror quant'arme eifeſſe mai
Quantunquefoffe a lui crudel nemico Tutteftatefarianfalfe er bugiarde',
Fè come'l mal villanfemprefarfole Ondefapendo ei quefto,in tempo affai
Quando a casa di luigli va'lfoldato Raduno per lo mondo ogni lauoro
Ch'a lefue fpefe almaco vnpafto vole, Ch'ei ne lagrottafuafelſegiamai,
Chefe gli mostra largo y nofdegnato Et ue lo riduffe entro per decoro
Et loblandifcefin ch'eglifiparte, Delafucina,& perche in eſſa eterno
Indi lo lafcia andar cancareggiato, Maifemprefoffe quel ricco theforo,
Cofifececoftui ch'aparte aparte Pofciafi ferrodentro afolgouerno
A Rinaldo moftrogioiofo in vifta Et afollauorier de duriftrali
Lagranfucina del riual di Marte , Di Gioue grande alto motorfuperno
Laqual dal paladinfù proprio viſta Et quiui neftette ei con.cofetali
Comefi vede oprence valorofo Semprerinchiufofino a questo giorno
L'arzand voftro degno d'ogni vifta, Che Rinaldo v'entro cofuoifodali,
L'arteprima videei delfaticofo Quiui dunque vide eigirando intorno
Lauorar di Vulcan l'apprefaette Quell'armeantique c'hano tanto nome
Achile auenta poifiperigliofo, Et c'hauranseprefin che'lfol ua atorno
Ilchefu bel vedere , quiuiftette Quiai l'arme vide ei di quelle indome
Granpezza'lpaladinfin ch'ei copreſe Genti ch'al mondo tante prouefero
Com'una al modo tanto mal comette, Etfeppe da Piragmo il lor cognome,
Indi vide egli intorno intorno appeſe Vide quelle di Eneapietofo & fero
Arme infinite di qualunqueforte Tinte delfangue anchor no imbecille
Tal ch'eral loco tuttopien d'arnefe, Di Turno valorofo caualero,
Etficheforseno vifon perforte L'arme vide ei di quel poffente Achille
Tantearmature nel'adornefale Ch'uccife Hetorre et de lifuoiguerrieri
Del vinitiandecenuiratoforte, Neigran coflitti tanti a mille a mille,
Perche quiui era quelgran tutto ilquale Et vide tutte laltredeglialteri
Fè mai Vulcano al tempo antico,quádo Guerrieri antichi a cui Vukáfè l'armi
Egliferuiua altrui delfuofar tale, Cheforpoffenti valorofi feri,
Fiini
PRIMA
Licuigran nomi adhor në li miei carmi Vulcanfùgía di queſta ilfacitores
Nonpon ioper andar piu tofto la ue
Lanauicellamia brama portarmi , CANTO XLII .
Gli die'l calzo ch'anchor gli duol talho Quelgran cugin d'Orlado ch'eilodaue
Et vene alpaladin timido et caldo (ra, Onde Vulcan cheforse a laprimera
Et diffe a lui,quefto è mio lauoriero, Giunta dilui,fe n'era accorto apieno
Ettal,che mai no nefeigia'l piufaldo, Colabbia humane & frote no altera
Ond io tiprego affai gétil guerriero fegligettò tuttofereno
Apie
Chedichi a mecome tu porti alfianco Et glifè piu d'honor,con tanta offerta
La spada ch'ifeigiaper Marte altero, Ch'ogni ira vinfein luife n'era pieno,
Et fimilmente chetu mi dica ancho Indigli diede in man lafua Frusberta
1
S'unaltraspada come queftaforte Et diffe ud chefei ben degno certo
Vedeftitup tutto'l mondo vnquanco, Ch'in te di Marte ogni armafi cóuerta,
Ch'egli n'ando per l'aerea la marina Giadele braccia vfeita delfuo amante,
Quantunquelungi aſſaifoſſe dal lito, L'aureafinestra neloriente apriua,
Nelaqual lunga andata ei la dottrina Ondepuote ei veder che lefuepiante
Siricordo di Dedalo da l'ali Eranoferme ne larenafecca
Et delfigliuolofuo la gran ruina, De la Mauritania inuerfo Atblante',
Ma perchepreftipiu nongir maifirali Perche'lgranpesce che diver la Mecca
Di quelche'lpaladin n'andè veloce Venendo, s'hauea lui tolto nel ventre
'
Celfaro tofto in lui li penfier tali, La vè l'onde al thoſcan Scilla rimbecca
Perche agranpena il fieropefce atroce Iui del corpo fuo lo gettò ,mentre
Dafe lo spinfe , ch'ei fi trouò in terra Siftaua anchora'lfole in quella parte
Del atblantico marpreffo alafoce, Donde al mondo di noi ,parche rientre ,
Et comegatto benfemprefiferra Or quiui adunque ilgrá guerrier di Mar
D'alto cadendo ,fi che nel terreno Veggedofi venuto in mezza notte' (te
Adar depropripiedi vnqua no erra Dila doue Sicilia il mar difparte ,
Tutta nonfoffe tuafuor che quest'una, Suogiuſto par, pur digioftrare cleffe,
Perdonami fignor ch'unqua nonfora Etiuifuor di naue a la riuiera
Posfibile a me aftar contento mai Fè condurfi il deftrierfuo valorofo
Et vna ricca lancia molto altera
Senza'l corfier che tato m'innamora,
Se de le cofe miepiacer te n'hai Et quiuifignoriler difdegnofo
Fatene parte, come vuoi tuprendi Benricoperto d'arme, in vn momento
Ma quefto mio caual mi laſcierai , Monto'l cauallofuo tutto orgogliofo,
PARTE 31
Moftrin ben la lorforza fe voranno Tanto era dal defio di uincer Carlo
Il corfierper valor d'arme pungenti, Che giafe lo tenca per buomo uinto,
Maperch'iuitai cofefi vedranno Etperò affai defiofo a ritrouarlo
Chefiano dette quando'l tempofia Conlafuagentefe n'andaua allegro
Iui li miei lettor le aspetteranno, Perche ella anche bramaua d'honorarlo
Et io fra tanto quel che disfi pria Ma nonbasta ogni uolta effer nonpegro
Et dite, er di Baiardo, di Sidone Alefue imprefe, defaper ciascuno
Andròfeguendo con lastoria mia. Ch'anchofubiaco il coruo bora è ne
Sidone adunque spento del arzone Cleante colfuo exercito iportuno, (gro.
1
PARTE 53
foro nelandare
Scontraua eip quel Sempre al difpetto lor lor trappaſſando.
Tanti animali di tante maniere CANTOL .
Ch'a pallar lor lofacean benfudare',
Perche la maggior parte eranofiere Valftacofi troua buõ chenſu lafer
9
Veloci tigri & ferociſerpenti Delcaldofole a qndici d'agosto (za
Et fuperbi leoni & gran pantere, Quádo Bolognaijulfuo mote Scherza.
Quiui ritrouaua ei draconi ardenti aluto n'è lafu tutto nafcofto
Aquile & di molt altri augelli pronti, Fatta altr❜buo ch'egli, o'lfuo cugin’Or
Ma che qutui eitrouò degliaugellini, Et gli fpirti ribaunti & fatto tale
Degliaugellazzi, ditant altreforti Inpoco d'bora,chefi poteadare
Che v'erano deigrandi e piccolini. Afaticamaggior che afartaifcale,
Cofi deli quadrupedi, de iforti, Hor quinci bor quindifi diede aguardare
Chendarno efar lettor ch'io lirappor Inloco nouo, er nonfu donde andare,
Scotraua anchofouête cb'ufcianfuori (ti, Eifi ritroud in luoco quafi apunto
Come la uefi cauano i metalli
Delbucopurfraglianimai cotanti
Huomini, & come noi, daftupori, Sotto alcun monte da la terraſgiunto,
Fra iquai videbimontopodi, atblanti, Ma come in queftifori,e in quefte valli
Hippopodi,agathiri, tragloditi, Doue li ricchi acquiftano ricchezza,
Comefi cala alfondo da alti liti Lagente ch'iui al'opraè tanto auezzs,
PRIMA
Ch'ella a quel mõtefa¿certo neſſuno, Per cio che'l defir mio tanto miſprona
Però perche l'imprefe ualorofe Direil uoftro ualorpiu ch'altro ajfai.
Ambe imposfibilfon, noi lafferemo CANTO LI .
L'imaginar agenti piu curioſe,
Et quel c'horfa per noi,noi tratteremo Eggiadre,dolce,etgratiofo, Amore,
Succintamente con quel modofolo & da qu'al
',
In altreforme ch'einefu inuentore Sireintegraua com'è detto bomai,
Io nongli cedo nongia d'intelletto Diquefto adunquealhor reintegrato
'
(Che di quelcedo affai) ma di mirande Seguendo llauorfuo la donnapreſta
Trafmutationi,con verace effetto, Seguiua ancho'l parlar gia cominciato,
Métre ch'io cantoquel che fotto'lgrande Et diffe al paladino homai per quefta
Monte,di Barberia, vide Rinaldo Cofa ,che vedut'bai de l'opra mia
Far a colei cb'almondo il tutto fpande, La maggior parte gia t'è manifefta,
Perche effo Ouidio in trafmutar fi caldo Et cofi ragionando tuttauia
Dicorpo in corpo genti,ed altre cofe Formaua ella infinite creature
Com'u fuo libro è pieno ond''hor mifcal Che ciaſcuna alguerrier toſto ſparia,
Tutte quelle cantò perfauolofe (do Ocontrafatte o mirande figure
Sotto intendedo ben cofe altre belle Oftraneforme chefaceacoftei
Diuine,martiali, amorose, ',
Per moftrar a Rinaldofuefatture
Ma la fotterratutte certo quelle Creaua alcana uolta Spitamei
Che vide'l paladinfono pur vere Liquai crefciuti apien.fon tre drodanti
Ch'ei nonfauoleggiò quando diffe elle Etpugnan con le grufra li Pigmei ,
Peròposfiamo homai certo tenere Formaua alcuna uolta Garamanti
Però che'lfollafua qua giu non fpande Ben'ella è maggior parte,etgħaltri atter
Feci io per miopiacer tanto vermiglia, Noftette maifanciullo il verno itēto (ra.
Ettanto bella perch'a me diletta Ad afcoltar di donna piu matura
D'bauerlafempretal nanzi a le ciglia, Fauolarefco alcun ragionamento
Tu'uoifaper dond'è che s'intelletta Quando ella alfoco in cio poga ogni cura
Lagente ch'iofo qui , dond'è ch'è uiuo Piu chefifteffe'lfir di Montalbano
Ogni animal ch'io fo qui táto infretta, Intento al ragionar de la Natura,
Stante che'l monte mio dond'è deriuo Da cui s'un dubbiofuofatt'erapiano
Ciafcuno effere altrui,fiafenza vita, Subito unaltro alhor gli rinafcea
Et tutto terra, d'ogni spirto priuo, Talch'ei
fempre erapienpiu di lotano,
Itirispondo cheperme s'inuita Le diffe adunque donna fe fi crea
Ogni animal ch'iofo, con l'intelletto , Spirtoifteffo per uoi ne glianimali
Quad'ei,ch'iofaccia al uiuer, m'inuita Chefono uiuiper la voftra idea,
Perch'iofaccio ancho ben di efto fubietto Dond'è che quei chefono irrationali
(Etgli moftrò'lterren ) quell'altrecofe Moreno in tutto, daglibuomini refta
Ch'iofofenza por lor spirto nel petto, Vnaltro spirto che nefa immortalı?
De lequaitante, fi marauigliofe Dond'è c'ha l'huom ragion fi manifeſta?
faper lo dei,
Il mondofempre èpien, Dód'è ch'egliha ítellettose a glialtri tut
Comeberbe fasfigeme, arbori, et rose, Intelletto o ragion mai nonſideſta; (ti
Ma'nquefte a me non par che fpirti miei Et ella a lui neglianimali brutti
Debbano operarpiu di quelchefanno Et neglibuomini anchorfimilemente
Tutto ch'ioponga in lor fecreti bei , Spirti di vita egualtengh'io ridutti,
2
In altre ch'altre forme da me s'hanno Ma ben l'intender lorfo differente
Pongh'io la vita con l'intender mio Ch'intédo piu in un can che i un motone
Secondo in quai mi par che nofa dáno, Etpiu in una muſtella che un ferpente',
H iii
PRIMA
Don'io al delfin nel mar uia piu ragione, Dondè ch'al mondofùfra uoi finoma
Ch'ad altri moltipeſci, er vedi bene Viapiu nobile un'buổ che laltro, et dõde
Come egli uiene al nome difimone, E` cb'una bonorfipiu che un altra chios
Et cofi tuttefempre le terrene Iti rispondo chesaprai d'altronde ( ma
Creature ch'iofo, d'acqua, & di cielo, Via meglio chedi quà l'affolutione
Quato a meparfod'intelletto piere Diafto dubbio ch'in te'luer nasconde',
E in vna manco , piu ne laltra i'n celo , Quando ti trouerai nelfarfermone
Comepuo tutto'l di in tante vedere Con laforella mia detta Fortuna
Chi n'ha di cura tale ardente zelo , Ella tifcioglierà la queftione',
Nelbuo nepon❜io piu, ( ch'è mio uolere) Però che mai da meperfona alcuna
Et tato è ql ,che d'ogni altro aniale Nonhebbepiu che unaltra,nobiltate,
Eccede dilontan veftrofauere, Ma da lei fi ,che leifchiara & imbruna,
Quellaltro poi ch'in uoi dici immortale Et di quefto intend'io metre apprezzate
Io non lo fo fe dio lofa,fe'lfaccia, Quelchep nobiltate il uolgo apprezza
Che cofa ellafifta,nonfo ,ne quale, Perch'ella'l dona, e hafue ragion celate,
Puote effer molto ben ch'a lui nepiaccia Ma s'intéder uorat de la chiarezza
Far quando i corpi iofo, qualcosa in uoi Di quella nobiltà ch'è veramente
"
Che torni al uoftrofin ne lefue braccia Nobiltà uera,et c'ha'lfaggio í altezza
Etcome, donde, et qualfia afto dire, Che l'intelletto mio pala per tutto
Accio che niete manchi a'i defir miei, Come raggio difol l'aerefcoperto
Et ella a lui,Fortunafuol gradire Ne gema od oro ofiorficra huomo ofrutto
Quelle plone in cui vede ch'io molto Ne cofa altragiamai è che nonfia
Pofto habbia del mi'amorei lorfornire Fatta per quefte man chefanno il tutto ,
Ond'e'lprouerbio ch'è fra voi raccolto Etperchefempre apien certa neftia
Chel'huo che nafce bel pouer no nafce, Lamente tua diquel ch'io ti dico hora
Et afto auien pche ella mi ama molto, L'opra ch'adhorfari pegno tifia,
Similemente anchor nutre ella & pafce Et cofi ragionando alhora alhora
Ftfempre aiuta l'huom ch'è audace Ellaformò vnfanciulpulito & bello
Et quel c'ha del mio bē ne leſuefaſce, Quanto ella difua manfeffe quell'hora,
Homai celartipiu ,piu non mi piace, Poi nela manca spallafece a quello
TufeiRinaldo, er chiammiti cugino Vna crocetta, diffe caualiero
Del conte Orlando caualier uerace, Queft'hora i Mot'alban nato è nouello
Quand'io qui ilcorpo tuoformai piccino Et detto cio fparri'lfanciul leggero
Mifi inquel tantaforza e valor tato Comesparriro anchor quellaltre cose
Quantomai in altro corpo pellegrino, C'habbiamgia detto del fuo magistero,
Hiiii
PRIMA
Indigiufe ella anchor, nel mondo horpofe Et l'huom chefi ritroua hauer ridutte
Clarice tua moglierail bel fanciullo, Piu cofe appo di luiuaghe & nouelle
Anziio per lefue membra dolorose
', Etd'artefatte, natural produtte,
Ettu quandofia tempo ch'a traftullo S'auien ch'egli ad altrui mai moftri qlle
Con lei te ne ritorni nel tuoftato Sempre eififerua con occulta cura
Vedrai cbe'n aftofatto errorfia nullo, Moftrar al fin quelle chefon piu belle,
Mirabilcofa,ilpaladin tornato Cofi moftrando alpaladın Natura
Dopo lunghi viaggi infuo paefe L'artefua fiferuo mostrargi alfine
Trouò'lfanciul disua mogliera nato, L'opra,digran poterfuor di mijura,
Et accordando l'anno e'lgiorno e'l mefe Perche uifte Rinaldo le diuine
Vide chequelfanciul quell'era apunto Cofe,ch'ellafaceafi ualorofe
Chefe Natura albor tanto cortese, Et tantofingulari pellegrine,
Perche ancho nela spalla il trouò igiuto Poffente donna a leidiffe , quai cofe
De lacrocetta che vedutofare Fefte nel mondo mai chefianoftate
Ad effa dona bauea quel proprio puto, Diffopratutte laltre piufamofe ?
Che direm dunque noi del operare Et ella a lui,gia per ciascuna etate
Diquefta donna fenon che debbiamo Tante nefei c'han mertamentefama
Leiper le virtù fuefempre adorare? Chenon le ridirian millegiornate ,
Et fe per logia detto a far l'habbiamo Però perche'l tuo cor defia er brama
Chedeuremo noifar per quel che refta Difaper doue habbi 10 la mia uirtute
Dadir anchorage c'hoggidiuediamo ? Tuttapofta, come huomo in gl che piu
Certo non piu fenonfempre hauer quefta Lafferò laltre,et di due che copiute (ama
Per unfecondo dio nel mondo , e farle Saran col tempo , diròfolamente
Tutto l'honor che l'huo dase mai defta, Benchefariano a ciogran lingue mute',
Per l'opra almen dōd'io gia gliocchi apfi. Feciio gia per lo mondo in diuers'bore
Quanto ueggendo tu le parti d'effa Nonfeci io degno piu ,' lqual fe periua
La terraiperfuprema in ogni cofa, M'era oltraogni mifura affai molefto,
Et detto quefto fubito difmeſſa Loribebbiaduque ,& pch'ei sempre uiua
Dal fuo lauor,leuosfi, e al paladino Finch'io gli
formo unaltro corpo achora
Diffe uie meco, haurai l'impromesa, Saluo'l qui dentro , ou'è conferuatiua,
Rinaldofeco andò breue camino Et quefto fia quell'buom ch'i ti disfi hora
Et uide ch'ella aperfe una finestra Nela cuicreationporrò l'ingegno
Come la uefi tien Chrifto diuino , Tutto ,che'n altrui mai nolfeifin'hora
Queft'era caua ne la terra alpeftra Però s'egli nel mondo farà degno
Anzinel durofalfo, che d'intorno Merauiglia nonfia ,perch'io in luj
Facea murca laftanza a maca , ea deftra Poft'haurò tutta l'arte ,' e'l bel diſegno,
Et quindi traffefuori un uafo adorno Rinaldo alhor, dunque tenete uui
De l'artefua,d'un candido alabaſtro Quidentroil cor di Cefareromano
Acuiparmai no uide unaltro giorno, Ch’al mõdofingularfù piu d'altruiş
PRIMA
Debpiacciaui moftrarmi ilcorfourano
Etpoi il modo haurà l'huo cui q il corbag
Ch'ilovoglio adorar fi per chi l'hel be
CANTO LVIII . (gio
Comep chil'ba a hauerda uoftra mano.
Natura albor ch'ancho defio le crebbe
Vando Natura al noftro paladino
Di moftrar a Rinaldo il cor famoſo
9 Diſſe cheftaria anchorfi lúgo tépo
Del vafo il traffe fuor com'ella debbe,
Afarfi l'huom, piu ch'altri pellegrino,
Et diffe queft'è quel che ualorofo N'hebbe ei dolor d'effer tanto pertempo
Fu tanto in corpo a ql Cefar ch'è fcritto
Venuto al mondo , che defiaua affai
Gia almondofi,di cui fù vittoriofo ,
Con quel trouarfi ad un medeſmo tépo ,
Ilqual medefmo in huom non men'inuitto
Pero le diffe donna ond'è cb'irai
Similmente io porrò giugnendoui ancho
Andranno anchor delfel cotanto atorno
Quantofipotrà mai di mio profitto ,
Nazichefia aft'huom che foſſe homai?
Rinaldo il cor ueduto ilqual mai manco
Et ella a lui però ch'i'aspetto vn giorno
D'ardır ,no uene anchor,p cafo hauuto,
Ch'a lelor cafe con benigni aspetti
Glife d'honor affaicuruato il fianco,
Faccian pianeti affai tranquil Soggiorno
Et notò ch'era quelmolto uelluto,
Chefian leftelle in luoghi alti eletti
Etpicciol,che natura infieme unita Luna ver laltra con amor conuerse
Val piu che sparta, & lo dice'lfaputo , Che produconfra voifelici effetti,
Pofcia a Natura diffe, o d'infinita Etch'in tutto del cielfiano difperfe
Poflanza, donna,appo uoi uaglia il pgo i
L'auare luci , empie, crudeli, felle
',
Siche nonfiafcontenta miapartita .
Ne da gliangulifian laltre diuerfe,
Ditemi appreffoil refto (1ue ne prego , )
Etche Gioue erfua figlia habbian le belle
Quandofarete uoi quell'buo pregiato
Parti del cielo, che fia anchor la luna
In chifia quefto core a cui mi piego? In mezzo d'effo , & no cobufta in quelle,
Doue vorete voi ch'ei venga nato? 1
Et che fia anchor la parte di Fortuna
Chifarà eglito luoco benfelice In afcendente,ertanto benlocata
Dou'eigouernerà qualche belftato. !
Cheno le manchi punto ocofa alcuna,
I a dona alhora a lui,tanto m'allice
Et c'habbia'l ciel tutta lafortunata
Tuo parlargrato, er tue dolciparole Influentia c'hauer pofs'egli anchora
Ch'alcun dimando tuo negar non lice ',
Delifeculi tutti vna giornata,
Peròfappi ch'anchorgirera'lfole
Ilche nonfara mai prima che alhora
Secento uolte, & poiJettantanoue
Etperò perche fia queſt'huom perfetto
Il corfo ch'in un'anno eglifarfuole,
I tardo a formar lui proprioin qll'hora,
Et dopo quefto,anchor celei che moue Etperche uuoifaper com❜anc'hai detto
La primafpbera,fara'lfuo viaggio Dou'io vorò ch'egli alhor venga nato
Seivolte, effo Phebobore andrà noue
Contento ancho di afto il tuo intelletto,
1
I
PARTE 62
Quiui dueftelle bauea digran fplédore Tal ch'albor quando quel bel tempofia
! Et digrandezza talquaiſon due rote Diporre almondo Popra mia più bella
1 Del carro, onde'l villanfifa rettore, Perfetto eglifarà tutto e non pria,
Quiui una ampolla bauea,i cui no puote Et perchefappi apunto l'hora quella
Veder Rinaldo, ma v'eranparole Che'l mondo baura coftei ch'iofaro tale
Diffe ella dentro a lui,con dolci note , Chele haurà iuidia in ciel ciascunaftella
Quiui rofetenea,fiori, viole, Sappiche da quel tempo con ilquale
Sangue in vn uafo, in un altro latte Fatt'hauro qlgrád❜buo, di cui mostrato
E auorio a cuipur l'India bauer nofole, T'bo'l car,chefarà lui sépre imortale,
Quiui robini hauea che mai nonfatte Il carro di colui che trasportato
Foro gemme da leipiupretiofe Afuo malgrado giafula velgelo
Per leparti ch'in loro eran contratte , Mai nonfifente,ma calorspietato,
Quiui duo pomi hauea chene l'ombrofe Andrà cinquanta volte atorno'l cielo
1 Partidel belterreftre paradifo Per ciafcunfegno,tal ch'egli ogni uolta
Tai'non vider giamai chi iui dio pofe, Fatt'bauràun'ano al modo ond'io mi ce
Quanto'l fuo monte fenza lei rimaſo Nel Cantabrico mare un lungo pefce
Crefciuto ritrouò tornata ad ello Phifiter da legenti nominato
Natura,albor chefu'lgia detto calo , Colcapo alcuna uoltafuor d'acqua efce,
Però mifele manfubito in quello E informadi colonna alto eleuato
Et d'effo incominciòfar tante cofe Viapiu ch'alber dinaue , acqua abōdate
Che piu nonfe pittor mai con pennello, Verfa di bocca ne i nauigi a lato,
Onde Rinaldo tutte, lefamose , Natura alhor che'lpaladin le piante
Et laltre,ch'ella mai nel mondo crea Volfe voltar da lei,come hauea detto
Vide albor,ch'una pur non ui fiascofe, Per vfcirfuor difotto'l mõte Athlante,
Et tanto'lgran defiofù ch'ella bauea Nefe vndiquefti, poi nelintelletto
Di racquiftar il tempo ch'eraftata Subito mife a lui, ch'eglifaceffe
Via dalfuo monte ond'ogni cofafea, Quel(ch lettor vedrai leggedo) effetto
Che quando allauorierfù ritornata Onde la beftia (& par pur ch'intedeffe)
Adoprò tanto l'imaginatiua Trangugioprefta ilfir di Mot'albano
Ch'ella auanzo lafuapreftezza ufata, Ch'ei no s'accorfepur ch'ella'lpredeffe
Onde nel mondo albor la gente viua Etper loforch'ufcia nel oceano
Videfouente affai diuerfe forme Deſcritto auanti, vſcì nel alto mare.
Chefean poi vanala virtù vifiua, Ch'athlanticofi chiama, o gaditano .
Peròch'effa Natura che conforme Ma perch'i fento tanto rifuonare
Suolfar l'opra di mano a qlc'ha in me Vna tonante tromba , ch'alfuofuono
Non copi albortutte l'intefe norme (te Mi conuien pur deltutto rifuegliare
Et però apparue albor nanzi a lagente Il paladin nelgran peſce abbandono
Quel ch'ancho inazi a noi
fuol apparere Ch'altri mi chiama con la detta tromba
Che chiamiam fcotrature et sopoi niete Acui non men ch'a lui tenutofono,
Etmentre ella fi intenta, agranpotere Ei mica non morrà dentro a la tomba
Plafmaua d'ogni cofa , er geme, oro, Doue llafciam,pche pur uuol Natura
Et frutti, berbe, acque,buomini, Ch'egliefca uiuola ue'l mar rimbomba,
Rinaldo diffe alei,tutto m'accoro (
fiere, Et noi quando fiatempo , a fua uentura
Penfando che da voipartir conuiễmi Ritorneremo , troueremlo ufcito
Donna,cuifempre certo almodo adoro, Delafecondapifceafepoltura,
Ma quella uoftrafuor che tanto diemmi Adhor biſogna andar a unaltro lito.
Didon (mercè di lei) ch'a vederfcefi Perc'homai ueggio in quel l'imperatore
Questa voftra virtu che voftro tiemi, Del Cairo, con l'exercito falito.
Mi chiama a ricercar altripaeſi Cleante il granfoldano altofignore
Onde andar mi couien diofa m'increfce Chiamato i Frácia afarne d'effa acquifto
Sian dunque i voler voftri a me corteft . Da Gaino di Maganza traditare
I
PRIMA
Che piaga antiueduta affaimen dole. Il tuo cófiglio Ganpsáto io tolfi (bora)
Lafula Brenta perche poi ritolta Effer,che porterai del tuo peccato
Foffe per lui colfuo valor verace, Lapena, &r Giuda eſempio te nefia.
Che ridur lo voleapur dentro al gagno Chefaran bene in lor bon portamento,
Parue are Carlo & a molt'altre accorte
Fù pofta la cittade in ordinanza
Come fi fa quando s'aspettaguerra Perfone,configlier del concistoro
Chefuormette'lfignor la fua poffanza Chefimandalfe un'buo poflente etforte .
Etfu mandato unprefto in Inghilterra Ambafciatore algran Clente moro
Adauifar'il valorofo Orlando Per benfaper da lui cio che l'bauea
Ch'ad aiutar ne venga la fua terra, Fattopaffar'in Francia a i danniloro,
Similmente in Borgogna ando volando Onde a la legatione in cui deuea
Vnaltro,ad auifar quel buon marchefe Efferui pofto vn'huom che benfapeffe
Che vega a corte,il tutto pofto in bado, Quell'idioma, vn che meglio'lfapea
Etfu mandato poi per lo paefe Checiafcun altro,Carlo magno eleffe,
Adinuitar molt altri paladini Et queftofu'l Daneſe paladino
Ch'era fuor di Parigial altre imprefe. Ch'andar al granfoldan fe ne deueffe,
Namo, Turpin, glialtri cittadini Ond'eifi mife tefto a buon camino
Da laltro cantofibreui
foggiorni Tal ch'infelice benquellabrigata
Facea'l Danefe nelfuo caualcare Si potea dirche nele loro mani
Ch'anch'eitofto negiüfe in quei cotorni Giugnea perfuafortunafuenturata,
Doueper ogni banda rifonare C'boggidi ne l'Italia i trifti hifpani
Gia fifentia quelftrepito chefuole C'hanno(mifera)leififotto'lfreno
La gente d'arme oue ella va,menare , Che non la pon'dirfuagli Italiani
Et ecco vngiorno al apparir delfole Quantunquetutto'l malfacciano apieno
Caualcand'ei del monte a la coftiera Chepuocadere i cor d'un'buofpagniuo
Che di camene dir la Francia vuole Sépre d'inganni e di malitiepieno (lo
Dalungi incominciò veder l'altera Forfe peggio nonfan chefeffe'lftuolo;
Gete delgranfoldan, ch'infra effo mote Quefto dich'io ch'in Fráciabauea codot
Einfralariua del gran Rodano era, Ilre dei mori afuoigrádáni et duclo ( to
Ond'ai compagni con allegrafronte Onde'l Danefe homai la ricondotto
Diffe homaifiamogiunti in alla parte Donde nouellamente bauea d'andare
'
A cui d'ir noftre voglie eranfi pronte , Delapoffanza lorfubito fotto
Ecco gliexecutor del fiero Marte Potrebbe hauuto bauer da dubitare
Quanto di loro al mondo fe ne pande, Gli volfe ancho moftrar älche ronzino
Et quiui conobbe ei da Mot'albano
Et mentrequefti tai ragionamenti
Facean fra lor,que beftial giganti Subito il buon caual,quel ch'a SidoneJ
cei
Che Piramo difangue a la forefta Foffe per di Sidon l'amara morte
Ritroud tinto oueregnaua Belo Forfe amicodi luiforſe parente,
Nor fiffealborgia a luipiu ne la tefta Mafofpirawa Vgier la crudelforte
Fafo creder donde ei l'opranefeo Delfuo Rinaldo,ch'ito pur credea
Che nel viaggio caminale affai, Poi che in effa'lfoldan sfodro❜lſuo brádo
Onde ei che ben vedea la mala mancia
Onde ei da afto dal defiofpronato
Diferfiimperator di tutta Francia Efferle data alfin da un'huomſi gráde
Gia dietro afe Lion s'hauea laſciato , Se nolafoccorrea colafualancia
Et lieto affai,com qlc'ha infu la lancia Deliberopaffare in quelle bande
ſe n'andaua
Gia Phonorato pregio , Etquiuifouenir l'afflitta gente,
Diqlgioendo , ch'ancho era in bilancia. Re Carlo , i tempii & le cofe bonorade',
Ombreo quelgrangigate ognihorfiftaua Et peròcon Aftolfo accortamente
Propinco ad effo , et neladar d'ognihora Riconfultando il cafo & latrist'opra
Quel pouerel d'Orlande minacciaus, Fatta per Gan traditorescamente
Ahimburiato Ombreo cheforse anchora Diffe la Francia homai uafottoſopra
Nófai qualfia'l ualor di aft'huom, cui Perdera Carlo la real corona
Questo
PARTE 71
Quefte gran cofe , et quefta borreda etrea Ond'io veggendo alhor tanta prodezza
Crudel battaglia Carlo imperatore Et conoscendo non poterfarfronte
Dalfuo palazzo apunto & ben vedea, Qui veni a procurar d'alra alterezza,
Ondefcontento affai ,con humil core Ma non v'effendo il valorofo conte
Comegia Moife per Ifraele Ilqualfolopuofar di quefta terra
Altele man tenea verfo'lfignore, Quel chpuote di Roma Oratio alpote
PARTE 74
Dubito affai che di quefta granguerra Chuomini al mondo mai peggior di quei -
Refterem perditori, er cofi a nor Nofon,che nel lorfangue incrudeliti
Glourà loftar d'Orlado in Inghilterra. Si uiuonfempre,nepiu triftiorei,
Abi traditor ,fai ben ch'al voftro roi Mentre eraftato la'n quegli altri liti
Non noce Orlandofuor delfuo paefe Si trattato bauea pace con costoro
Comefai tuftandoui quanto puoi, Ch'amici erano buon tutti egli uniti,
Ma ne tu adhor tantofarai,ſcortefe Però quando giunse ei nel caftel loro
Che neperda'lfuoftato il mainetto L'accettar tutti intenti , erpche anchora
Con le tuegrandi erfcelerate imprefe, Sperauano Rinaldo hauer con loro,
Perche ne verrà Orlando al tuo dispetto Et afto effo bon conte ancho ad ognihora
Et faluerà colfuo valor virile Hauea promeffo loro, & uoleafarlo
Carlo, Parigi, cio che è lorfoggetto , Ma'l tepo afpettaua ei comfaggio et l'ho
Etcofi tu de la mal' opra & vile Onde giunto alprefente che re Carlo (ra
Sempre ti roderai ,come colui Bisognohauea d'ognibuopicciolo etgrá
Cheperde l'acquiftato, torna al vile. Parucalui'l tepo.etp di exilio trarlo(de
Lo'mperatorftaua aſcoltar coftui Tornando d'Inghilterra inafte bande
Et gli credea comefa l'huom ch'è prefo Alfoccorfo di lui
feco hauer uolfe
D'amor di donna reach'inganna lui, Queftihuomini di
forzefi mirande ,
Et mentre in quefto dir lor tantoaccefo Etperò quindi in compagnia netolfe
Stanno coftoro, & mentre i paladini Quattrofratei,ciafcun di lorgagliardo
Softengon de la guerrailgrandepefo, Et con lor tutti a la cittàfi volſe,
Orlando bonor deiforti pellegrini Ricciardetto fu lun ,laltro Guizzardo
8 Che col virile Aftolfo con Terigi Il terzo Malagigi da i demoni
Gia bauea paffato ilmare, poii mori Et laltrofue ilgiouanetto Alardo,
Et caualcato baueafi inuer Parigi (ni, Etcofi tutti adun come leoni
C'hauea lafciato homai tutto il roano Defiofi difangue,ai lor deſtrieri
Etnanzi chegniugneffe a fan Dionigi Teneanfempre neifianchi li fperoni,
Entrato era in caftel di Montalbano Et tanto andar queftigran caualieri
Doue da Amone eifù honorato affai Che giunfero a Parigi apunto a nona
Et da ifigliuolifuoi d'honorfourano Il di che v'eran detro igranguerrieri ,
Perche dal tempo cb'a perpetuiguai Et quiui giunto unfuo gran cornofuona·
Hebbe ilcugino fuo l'eterno bando Terigiferuitor delpaladino
Da Carlo imperator veduto bomai, Nelquale aprir diportafiragiona,
Effoprudente erfauisfimo Orlando Onde❜l guardiano fuogran cittadino
Pergran rispetti, perche era pur ei Riconosciuto il fuon, non perdè il tépo
D'unfangue colcugin ,frafepenfando Ma allaaperfe , & ventro Vegliatino
Kii
PRIMA
Merauigliosfiil
fir vifta costei Dehſe del farmi chiar non ve ne duole
Poi quando andatofia tutto quel tempo Iper me di miaforte affai mi doglio
Cheglihaurà nele man pofta la briglia Che non poffo (patedo anchor piu uita)
D'effe belle contrade ,per gran tempo Conofcer quefto ch'adorar pur uoglio ,
Miporràfuor qlfui bella et uermiglia. Et ella alhora a lui piu sbigottita,
Chefai tu di qjt'huom , che'n parlitanto
CANTO LXXII .
Comeperfonapratica & peritag
Vomferito d'amor e in quel coftate Onde ei le diffe apunto il tuttoquanto
HN Noftette maipiu'ntēto ad afcoltare Che da Natura intefe alhor che'l core
Rilation de lafua cara amante, Vide di quel,c'hebbe del mõdo il uanto ,
Chefifteffe Rinaldo al ragionare Etraccordandoglianni i giorni er l'hore
Dela Giuftitia, albor che ella parlaua Conclufer che quest ' huom fariapur qilo
Del huom che la deuea tanto exaltare , Di cuiparlò Natura in tanto honore,
fi ricordaua
Pero che odendo lei , Et ch'eifaria quel Cefare nouello
Di qlgrade huomo,il cui cor uifto bauca Ch'attendeua Giuftitia alfuo foccorfo
La ue Natura ogni mortal plaſmaua Et che Naturafar deuea fi bello ,
Et gia d'amor di lui tanto n'ardea Etio fimilemente in gran difcorfo
Ch'odendone parlar,da innamorato Di varie cofe,glianniSettecento
Via piu che d'altro mai tutto godea, Ch'ella diffe,raffronto al temposcorso,
Ettrouo che nel millequattrocento
Et diffe donna a lei,benfortunato
Fial effer uoftro ,s'a le man verrete Apunto e ottanta, effer deuca quel tépo
Diquelch'a cio cred'io pur deftinato, Che conclufer nel lor ragionamento,
"
PARTE 77
Indi ritrouo ch'al melesmo tempo Godianci adunque che efto fignor noftro
NelGaditano marfignor mio degno Etal couferui miei, ch'ei par non troua
Profperofo n'ufcifte inferen tempo, Da Lóba a Tile,ouer da l'orſe al oftro,
Etchecol voftrotriomph inte legno Ne ui caglia animofi, & non ui moua
No ui uoltaste a circondar la Spagna Che la barbara gete ognihorafaccia
Pergir com altri nel belgico regno, Per fpegner lui e'lfuo regno, tatapioua
Ma che la ue quel marferisce bagna Perch'egli ha tal ualor ne lefue braccia
Adirittura l'ifolette noue Ettale ingegno infe,ch'elfia poffente
Solcando and ifte alla gran campagna, Cacciare et chi l'offede, et chi'l minaccia
Et ch'al ritorno non andaſte altroue Però bomai uiua ogni huofecuraméte
Che laue effa Giuftitia al paladino Ne lafi afflittaItalia,che'l gran Griti
Defcriffe aputo, et come,et do, et doue, Lafaluera da la thedefca gente ,
Onde concludo bomaifignor diuino Et uoifignori,nelcui petto uniti
Che voifete quell'buomo ilqual coftei Sono quei ben,chefanno l'alma accesa
Diffe,chefar deuea quefto camino, Aglialtri,che nel cielfono infiniti,
Et chefia'l uer, c'habbiate uoi lei Non rilasciate l'alta uoftra imprefa
Ricondotta nelmondo unaltrauolta Perchefaretefaluo a un tempo ifteffo
Non lo fan chiaro i uoſtrigeſti bei? Loftato uoftro ,& fanta madre Chiefag
Non lofa chiar quella giuftitia molta Indi ella Italia tuttaquanta appreſſo
Ch'adhorfi uede in uoi,no da Nerone Che ben'è tépo homai di quelle mani
Ma da Ariftide, da Traiano toltas Trarla,ch'lfuoco e'lfer u’bā dētro meſ
Qualfu anchor mai quella operatione Quai gotti mai , qi turchi ,ázi qi cani , (
ſo
Ch'ufcitafia di uoi nonfatta apieno Vipotrebberofar,quel che purfanno
Giufta, reale, e in colmo di ragione's Queftiche non hanfè trifti marani?
Neffuna certo,adunquefe'l belfreno Spenganfi tutti bomai ,c'hora un tiranno
De le uoftre contrade è dato a uoi Non è'l rettor,ma quelfignorfamofo
Benedir de ciascun quel diſereno, Che rimella ba Giuftitia nelfuo fcanno,
Perche voifol nongouernate noi Laqual parlando alhora al ualorofo
Ma con quefta Giuftitia uoftra fpofa Signor di Mot'alban,ql ch'è gia detto
Reggetefantamente entrambidoi , La nelfuofcoglio alpeftro , er rouinofo ,
Dunquefi puo ben dir auenturofa Vide venir volando a pien trinchetto
Questa nouella etate che ui ba hauuto Diuer la cuba, un gran nauigio,ilquale
Afarlagiuſta fanta, & amoroſa , Verfo'lmondo ueniapgir nelftretto,
Mapiufelice anchor de effer tenuto Et difje a lui,baron s'a te ne cale
Chi uiue a l'ombra del gouerno u firɔ Diritornar la dond'io spentafui
Come ne l'eta d'orfolle ei uenuto, Ecco chiportra te con uolanti ale,
PRIMA
Onde Rinaldo albor, come colui Ne lafua merce il mercatante more,
C'ha tirata l'antiana infino al paſſo Et correndo'lcorrierfirompe'l collo,
Doue'lfentier piu in la non porta lui Cofifornisce ognibuole fu'ultim❜bore,
Siface ne la riua, &rfermailpaffo Perche ciafcú, quátú ein'habbia un crol
Afpettando ch'a luigiunga la barca Et duo tre ne lafuafolita arte ( la
Per dentro rifalar con un fol paffo , Se non mor dentro non è maifatollo,
Cofi ei uifta uenir la naue carca Cofi per lo contrario in ogniparte
Et di merce es diuento, ne la riua Si vede che ciafcunfi dole affai
Sifè delfcoglio, onde nel marfi varca, ',
S'eifuor de l'artefua dal modo parte
Et con la mano & conla uoce uiua Però'lfigliuol d'Amon,che tantiguai
Accennò quel nocchier che lo leuaffe Gia quinci & quindi per lo mar puato
Perportarlo con lui doue ei ne giua, Afuo malgrado hauea ch'è uiſto homai
Et quefti alcennofubitoſi traſſe Vedutofi da l'onde efferportato
Et d'indi lo leuò con laprestezza Collegno ch'ir deuea la in zibelterra
Ch'a l'anconette la caritàfalle, Nelregno di Ginoia in altro lato,
Et col medefmo andarſenza ftanchezza Come buon caualerfempr'uſo in guerra
Però c'hauea buon vento ne le vele Per morir anzi inlei,che détro❜lmare
Con fpeme ditrouarfi ingiornipochi Poi d'bor'in bora anchor meglio inteden
Aqueftofiume,a quefto monte, poi Ch'iua lagetefua tutta infraccaffo (do
A Carlo magno i allegrezze etgiochi, Per effagiunta delguerrierftupendo
Ilquale imperator conglialtri heroi Et ch'egli bauca ga morto Draganalo
Ch'eranofeco alhor quandoforspenti In di ch'alfin tutta l'entratagente
1 Delafua terrali nemicifuoi Era gia giunta a quell'extremo paſſo
Per la venuta di quegli eccellenti Comincio beftemmiar piu crudelmente,
Guerrier,ch'iui negiunfer con Orlado Ma quandofeppepoi Gan ritenuto
Come è detto nei verfi precedenti Sifè queto com buom tutto dolente
Poi c'hebbefatto andar quel real bando Et quafi dubitoe d'hauer perduto
Che tornaffe Rinaldo afciolto incorte Quelgiuoco cherette eigia, d'bauer uin
* Ilche veduto é bomat tutto cantando Etforfe fi pentio d'effer venuto, (to
Et chefu chiuso Gan dentro a unaforte Mal grade Ombreo gia d'ira affai depin
Pregion ofcura, che d'effa cittade Perquel chefatt'baueano i caualieri (to
For riferrate ben tutte leporte Di Frácia, 'ldi ch'Orlado iuifù fpinto,
Ferconfigliofra lor con qualispade Gol gran Bobardo, co Ceraftro alteri
Foffe da guerreggiar contra Cleante Con Lurcone,& Burlante capitani
Perracquistar la perfa libertade , Etcon molt altrigenerofi erfieri,
Etfu conclufo che di tuttequante Che voleantuttifar det chriftiani
Leperfone viril ch'erano drento Dentro Parigi quel chegia dentr’Ida
Nefoffer pofte in vnaſquadra alquáte' , D'Atheonefer lifuo affamati cani,
Et capitan Orlandobuom d'ardimento Lo cofortar,quantofa l'huom ch'affida
T N'ufcifero vn diincontra ai faracini Soura delpettofuo tutto'l periglio
Perfar de lelorforze esperimento , Di quello nelcui cor timor s'annida,
Perlo che tutti inpunto i paladini Onde ei tornò nel primofuo configlio
Subitoforoe in ordine, con loro Indi vaggiunseanchora il far vēdetta
Tanti altri valorofi cittadini Del sague che'l terrenfe'l di uermiglio
Ch'eitutti infieme in vnafquadraforo Et comefempre affai piufi difpetta
Tremigliaia,& ciafcun buono ,et difpo Incontra'l cacciatore il bizarro orfo
Diruínar l'exercito del moro ,
(to Quat eipiu punto è d'arma o dafaetta
Ilqual Cleante imperator tantofto Cofi coftur per quel ch'eragia occorfo
Che lagiuntafeppe ei delpaladino Viapiu s'incrudelio contra re Carlo
· Ch'in Inghilterra áchor credea difcofto Tutto chegiunto a luifoffe'lfoccorfo
Si cominciò a doler delfuo deftino Etfi deliberoe o d'acquistarlo
Et difuaforte rea,maledicendo O diperder lagente tuttaquanta
Macone, Triugante, Apolino , Indi anchorpor la uitafuaperfarlo,
PRIMA
Etcon questo penfier, con queſta tanta Per quello che nel altrofarafcritto.
Ira'l configliofuo raduno prefto CANTO LXXIIII.
Perfarql döde poi l'huom fe ne uanta,
Etdopo gran confulti alfin in quefto Lerbe , le frode, i moti,& le cápagne
Scofcefero i piufaui ognibuomo eguale Eran copte anchor di quell'humore
Che da quel di contando ilgiorno fefto Ch'efce degliocchi a chi Mënon nepia
Si'deffe vna battaglia generale Quando Cleante valorofo core (gne
A la cit tad e , era apu nto 'l gior no Fè dar a l'a rme perfalir la terra
Ch'ancho ifrancefchi ufcir deueano a ta Di Carlo re di Francia , e imperatore,
Però d'ambele parti per lofcorno (les Nefimilmente asciutta era la terra
Et il danno fuggir , che l'huom s'acquista Albor ch'Orlado ilfegno die de l'hora
S'ei perde'l tepo in troppo vilfoggiorno Giunta d'ufcir cotr'effo moro a guerra,
Ciascuno allegramete , e in cor, e in vifta Adunque ambe le parti ne l'aurora
Raffetto l'armefue ,per affalire Dieder principioa le lor grandi iprefe
Il detto di,il nemico a l'emprouista , Per acquistar qlche l'buó tanto bonora ,
Mala speranza alfin potriafallire Ne alcun d'ambi i voler punto s'inteſe
1
PARTE 79
L'affali con talfuria, che l'urtare Scotrosfiilforte Aftolfo in ungran moro
Ne lefue genti,parue vnafactia Ch'era de l'Ethiopia inuerfo Egitto
Od ungra veto a l'emprouifta in mare D'una certa città detta Booro,
Onde Cleante alhor com la barchetta Et con la lanciafua poftagu al dritto
Ch'urtatafiritroua in mezzo l'onde Delgenerofo cor, loferi ,tanto
Dafierogruppo albor che non l'aspetta, Ch'a terraspinfeluitutto traffitto,
Perche ei tanto crudel non laprofonde El Marchefe Olivier che gliera accanto,
Smarrita mette inpunto ogni fua arte Perche egli piu di lui non fi uantaffe
Chep logran defio tutta confonde, Alborfe dungrande arabo altrettanto
Cofialagiunta delſecondo Marte Et Ricciardetto anch'ei tra lorfi traſſe
Ne l'emprouiftegenti delfoldano Douep nofar mai uergogna a Francia
Cheperfalir Parigi erano parte, Ardito entrò nel'hafte homaigiu baffe,
Venegli ilprimo incotra un'buo c'hauria Mandar tutti a lo'nferno afpirti bigi
Atterrato Sanfon,tant'era eiforte Alprimo colpo,unfaracınjorato,
Grade trachiuto & pien di gagliardia Nefecefallo alcunfino a Terigi .
m Ma'l conte cb'atterrar no potea Morte Mafe pcr lifranceschi, affaticato
No che alcun'buo mortal, mandò costui Si ritrouò quelgiorno il bon Caronte
Colprimo colpo a la tartarea corte, Inportar alme morte a laltro lato,
Indi tanti altri ne madò con lui Anch'afan Pierfudar debbe lafronte
Chefeciafcun di Frácia il fomigliante S'ei uolfe aprir laporta a le viu’alme
Faceua'l giorno,inanzia i tempi bui Ch'i faracini a lui mandar con onte,
Forfereftauapoifolo Cleante Perche molti di quei c'hauean le ſalme
Fuor de le mura al campo, lafuagete Di conferuar legenti, iui quelgiorno
Alui come a Amalech morta dauante ,. Fer ql cheponofar poche altre palme,
fol perfettamente
Maperchehaueua ei Quiuiful corfierfuccopiu d'un corno
L'arte del guerreggiar, queldi noforo Superbamente il capitan Lurcone
Spenti i nemicifuoi compiutamente , Girauaper lo campo intorno intorno ,
PRIMA
Bafta ch 'Atblante mai ne mai Nebrotto Giua effo conte per lo verdepiano
Antiphate Phialte o Briareo Anzi uermiglio bomai l'herbe et le piate
Od Encelado ch'a quelmonte èfotto Soccorrendo'lfuo popol chriftiano
PARTE 80
140 Etritrouò che queftofier gigante Qual pada almodo maigreca, o troiana,
Difella tratto hauea'l figliuol d'Amõe Qual africa, qual perfa, o qualgiudea ,
Non altramentefuperato auante , Oqual piu ch'altra maiforte romana,
Et che posto l'haueafopra un'arzone Impugnata da Achille, ouer da Enca,
Perfarlo albora unJan Giouanbattista Od'Hanibal, o da chi'l ponte honora ,
1 Opfarlo d'un'arbore un troncone, Oda Sanfone,o da laforte Anthea,
Onde ei come colui ch'affai s'attrifta Hauriapotutofar quelchefece hora
De le cofe malfatte, ad alta uoce L'impugnata dalconte,in quelche dare
Gridoe,cofiguerrierfama s'acquiſta? A Guizzardo uolea qlc'hucm fcolora?
Se tu poffentefei,s'huomfeiferoce Neffunacerto,adunquefenza pare
Volgiti a me che l'amazzar coftui Queftafu femprepur facendofede
A quefto modo affai l'honor tuo noce,Dico ilgra colpoc'hor la uedremfare.
Bombardo albor cheſiſenti d'altrui Con ella Orlando algran gigante diede
En Dir del honor c'huo chiar'hauer dein Vntratto in vna coscia vn tal rouerfo
Ilpaladin laffo co fpirtifui (frote Chenopuote'l mefchingridar mercede
Et fi riuolfe adietro, quiui il conte Perche in vncolpo fol tutte a trauerfo
Vide ei ch'era colui chegli gridaua Taglio le gabe a lui,donde egli aterra
De l'oprachefaceaconfcornier onte, Mortofenza parlar caddè riuerſo ,
Et conobbe in quel punto che restaua Et cofi bebbefra lor lacrudelguerra
Per cio,lafamafua ben maculata Per luna de leparti amarofine
Sechi'l potea ridir non amazzaua, Perlaltra ql che l'huōtien uiuo in terra,
Peròfuperbo affai confacciairata Tutte legenti albor ch'eran vicine
Sitraffe al conte Orlando in un mometo Fer mutation di cor,quelle di Francia
Lafcimitarrafuaben impugnata , Crebberlo, lofemar lefaracine,
Et quiui menò a lui colpi ben cento Tal chep quefto bomai lagran bilancia
Deliquai tutti tanti vnagran parte De la dubbia vittoria in lieto corſo
Scaricata reftoc nel aere al uento, Cénaua a Carlo man la buona mancia,
Traffe vnfendete al morfi forte erpfto Aracquiftar dal buom che delfecreto
Chefè di lui due parti tanto giuſte Suo nido,i carifigli babbia a lui tolto
Che fi feffe coftui nel cielconuerfo? Copromisfion difarla dei morefchi (to
Certo nefun,quantunque habbia defio Era in vnapregion molto ferrato
Souente alcun di riportarne il vanto Etche'lbelcampofuogia tantoforte
Ma perche mai di qua nonfe n'ha tanto Per nonfinir di ruinarJua corte
Che piu non uaglia albuo qualuque cofa Etper non condur tanta compagnia
Poi che beftemiato eife n'hebbe alquato Miferamente ad infelice morte
Onde s'haurai del maltuefian lecolpe. Onde mentre ei cofi tutto s'accora
Deglibauutipiacer congran dolore
CANTO LXXVIII .
Come ueduto habbiamgia d'boraíbora
Ana speranza difleal defio Ecco che dire Carlo imperatore
I VA
E purseprei all'huo ch'aspetta bene Li giüſe un meſſaggier, ch'era Gualtieri
Da unfuo trifto operarfallace & rio , Venuto informa a lui d'ambasciatore,
Chegiufto nonfia mai nefi conuiene Et diffe granfoldanfai che laltr❜bieri
PARTE 84
S'accende'l cor d'uncerto buonuolere
Che vuoi tu sepre andarne afaccomanno
Et d'un certo defio che❜nfíáma ogniuno
Spadereilfangue, pdere ogni honore
4 A voler quel che debbiam pur volere, Per nofar cótra a alto, e a quel tirannos
Cofi quandore Carlo a l'oportuno Nonlofar no , fe pur vnJignore
Tempo ch'eifeppetor,quefta battaglia Vuoi chetiguide a cofi grande imprefa
fuo , nonfù neſſuno
Propofe al popol Come'lfuopopol Carlo in peratore,
Ch'alfaggiofuo parlar con ogni vaglia Vieniche v'e'l miofir cui tanto pefa
Non s'accendeffe'lcor d'ufar con ello Ilgrauecarco di cotefti errori
Afar al campo de la grancanaglia Quato a effoCarlo de la Fracia offefa,
ftratio, et
Dano,morte,impietà , macello. Et come eifaluò lei da i crudelmori
F
PARTE 85
Perche quantunque grádi alpestrier fieri Ilgual cafo era occorfo di lontano
Foffero ei,nonpero Rinaldo mai Nanzi chefoffe ad albergarpaefe
Neritrouò di lui meglior guerrieri , Nel mondo , ejo fignor di Mõtʼalbano ,
Or dunquepoich'èfuor di tanti ertai Et non al tempo d'Azzoferrareſe
Perigli,che nel bosco haprouat'ei N'ancho a caftel Guglielmo iuer Verona
Si uolringratiarglieterni rai , Comefcriue'l poeta certaldefe ,
Indipregar anchora esfi alti dei Manonperò è men bella una corona
Che lor mercè lo uogliano condure Fatta difiori fcielti in uariiprati
Nonpiuper luochi tai,ma lieti er bei, Anzi è ella da offerir ne lo Helicona,
Accioch'adhor che i monti e le pianure Ordunque mentre'l fir le qualitati
Sirallegrano e'l mondo tuttoquanto Delbon' albergo di queft'buom s'agura
Al lieto rinouar de le uerdure, Per riftorargliaffanniſuoi paſſati
Anch'egli rallegrarfipoffa alquanto, Ecco che trauerfando unapianura
Vide un boschetto uago allegro & bello
CANTO LXXX .
Quato in quei luochi maifelfe Natura,
Ome l'afflitto & ftanco peregrino Ondeperche ad ognibuompiace'l nouello
CIto gia per alpestro reofentiero Etforfe pertrouarui alcun ben drento
S'allegra alfin del lungofuo camino, Volfeui entrare,etcofi u'entrò in ello,
Etcomefuor delmargonfiato e fiero Et quiui accoltofu'da un bel concento
Vfcitofaluo dopogran tempefta D'augei f,ra biachifior uermigli etgial
Si rallegra nelporto ogni nocchiero, Del amorofo luoco alto ornamento, (li
Cofi Rinaldo ufcito a la foresta Et da un'andar di liquidi cristalli
Daungiouinetto tal (ch'è pur fuor d'u Nudo ,et tu armato tutto aparte aparte?,
Séza piucotraftarcominciò a dire (fo) Quefte nonfono giafigliuold Amon :
Voriafaper da te laprima cofa Quelletue pue grandi ond'io fperaua
Chitu tifeifanciulfi pien d'ardire, Dartinomeimortalperguidardone,
Etegli alhora a lui fatta amorosa Ahime Rinaldo abime ch'i defiaua
Etserena lafronte, e allegro il core Perchefoftiimortal fra i miei lettori
Diffecon uoce dolce & gratiofa (Ch'ancho ciafcu dilorfo ch'ifperaua)
Iofon colui che'l mondo chiama Amore. C'hauefti uinto al mondoi piumaggiori
PARTE 87
Delregno mio,mi mife al tempo antico Chefon dueftelle pur, quefto Cupido
Infra molt'altre dipoter mirando Il regno bauer deuea c'ha purfra noi
A lui diffefignor,quefto bel nido
Vnagran dóna c'ha'lfuo cor pudico
Nomitata nel mondo Caftitade C'homaififa per uoi tanto sereno
Donna,le cui bellezze baucagia uifte Loftclo mio chi fia¿chi la mia vita?
Tai chefenz'altra parfaria sepre ella, Chifarapiu d'Amor regno & colóna¿
Deueua effer colei ne le cui vifte Amorfe vuoi ne gliocchifuoipartita
Albergherebbe Amor,gli diffe Amore Seco del mondofar, e andarne in cielo
In quantotempo il venirfuo confifte Laffando trifta er libera mia uita,
Ma che voglio iopiu diraligiorni, l'ho Mouati anzi a pietà l'ardente zelo
Illuoco, Peffer bella , tuttoquello (re, falei non tanto
Che timoffe in altrui,
Che fu bifogno alhor Senza un'errore Cruda,come ella è pur , marmore, ge
FraRinaldo accordado , e effo Amor bello Intenerifci ilfuo cor duro alquanto (lo ,
Coclufer che i uoftriocchio mio belfole (Se'ntenerirfi puote un diamante)
Sariano il regnofuo ch'affettau'ello , Perch'io no viua eternamēte in pianto ,
Et cheftate nonfian le lor parole Etfe non lo vuoifar , almanco tante
Falfe,in un punto pur, véga a vedergli Quadrella,comefai,nó m’auentare
Che fe ne chiarirà, chiunque vuole, Da quel tuo regno bel fue lucifante ,
Apertamentein lor si vede bauergli Che temiforfe tu che tanto amare
Effo Amor l'arco in man,polirfi l'ali, Non debba io lei ,quanto lafua bellezza
Etamorofi er beifempre tenergli, Merta che'l modo e'lciel lo debbiafare
Etaftraci d'altrui cordogli e mali Non lo temergia no, ch'a lagrandezza
(Ploch'i'lprouo, & co mio graue dan Del m'amor , nofi puo giugner piu niete
Souentefi ue lui auentarftrali, (no Com'alfuo corpiu nonfi puo durezza,
Odobe tofco, ogloriofo affanno, Ella chegiafaperlo accortamente
Omalfoaue,oben amar,che quelli Puote bens'ella vuol far te nepuote
Viaggioprefe anch'ei, che parue a lui Ilfalua non hauer contra Cleante
Buonper condurfioue d'andargli cale, Tutta la Frácia dal rheno a Guafcogna,
Ma nonbebb'ei tantofto i pasfifui Venuto'l tempoch'ègia detto auante
Mosfial ufcirnefuor delbelbofchetto D'ufcir contra effomoro a lagiornata
Chefi fenti chiamar dietro daltrui , Vltimofin de le lor guerretante
Onderiuolto a quelfenzafofpetto Nonpotea piu tener lafuabrigata
Vide nel'aere Amor co larcotefo Ches'erafatta bomai piu defiofa
Chegli dietraditor d'uftral nelpetto, D'ufcir a la battaglia infanguinata
PRIMA
Che nonfù maila turba negbitofa
T'alchefra tanti albor coperti a maglia
Deifanciulli nel tempio il venerfanto Poteanfi in Fracia Carloe'lgráfoldano
A batter di pasfion l'hora angofciofa," Dir Cefare et Popeo ne la Pharfaglia,
Etcome quando il lume c'hebbe'l vanto
Vfcito adunque effo imperierfourano
Solofra noi delafincerafede Doue era ancho Cleante imperatore
S'appiattap altrui quelgiorno alquato,
Albora ch'ufcia'lfol del oceano,
Tutta effa turba in vn punto fi vede Adun tonante & fingular clangore
Anzisode ftampir molto gioiofi D'altafonora & rimbombante tromba
Coidurilegnilor doue altrifiede Si defto Marte in ciel pien diftupore
Cofi ad vnfuon di tromba i generofi Et mentre a quefto fuon tanto rimbomba
Guerrier d'Orlado vsciro il detto gior
Francia,quanto farà l'horrenda valle
Tutti ad vn tépo fuor molto aniofi, (no
In cui verrà ciaſcunfuor diſua tomba ,
Re Carlo magno imperatore adorno Effofuperbo iddio diede le spalle
In mezzo a tutti glialtri valorofo Aldentro delfuo ciel uolgendo il volto
Sopra vnfuo bon deftrierfaceafoggior Davnafine
ftrai Fráciaa migliaia alle,
Etl'exercito fuo tantofamofo
(no, Et vide'lgrande exercito raccolto
Tenea trenta migliaia di perſone
Di Carlo imperatorfarfi in dueparti
Ciafcun dilorpoffente er generofo, Comelibrofifa s'è in pie difciolto ,
E'lfingularfigliuolo di Milone Da laltrocanto con le medeſm'arti
Del capitaneato generale
Farfi quel di Cleante, & a cauallo
Portauaftrenuamente ilgonfalone,
Vfair di quefto er quel ben mille marti,
Etglialtri paladini a cui piu cale
Onde in unpuntofolſenza interuallo
Difuperar lafaracina gente S'abbarbicòfra lune & laltre genti
Ch'augello a falco maigia aperte l'ale,
Vn lungo,grande, e indiſſolubil ballo,
Haueanfotto di lui partitamente
Con Carlo magno i paladin poffenti
Vn colonel diforti caualieri
Per dimostrare ilgran ualor di Frácia
Chegouernauano ei prudentemente ,
Veloci n'ufcirfuor via piu che venti
Talch'eran tutti adun queftiguerrieri
Et con Cleantei caualier da lancia
Retti con quel buon'ordine ch'a guerra
N'uſcir contra confter come leoni
Reffer lilor mai altri conduttieri,
Perpareggiar con lor la lor bilancia,
Et cofi al campo vfcirfuor de la terra Hetorri, Achilli, Oratii, & voi Sanfoni,
Contra Cleanteimperator de i mori Herculi Anthei, Phialti, chifonforti
Che fimilmentefra lifuoifi ferra, Veniteadeffo in Francia ai parangoni ,
Ilqualfollan gia hauea difpofti i cori Che uifi moftrerase'n quefte corti
Et tutte le fuegenti a la battaglia
Vi fono huomini greci er africani
Cotra effo Carlo etglialtrifuoifignori,
Etcomequei di Romaalti & accorti,
Vi fi
PARTE 89.
Come voi afti vn mõte o quattro ofei. Lun detto Phalarao,laltro Guglielmo ,
Carlo (eifi volfe ) primo nelurtere Auino,Auolio, Otone , Malagigi,
Scontrò nel corfo vnfaracinfi
fgherro Ne madar ättro , & ui fu aggiuto il yn
Che benparea'l uolefe trangugiare , E'lfeftopoidaAlardo et d'Anfuigi , ( to
Ma'l valorofo re colforte cerro Gefeth di Galilea fu interra fpinto
Diedenelpetto a lui tanto gagliardo Dal grá duca Egibardo, & Laumedõte
Chepalatoglie'lcorfpinfe oltra ilferro Da Salamonfù di Bertagna uinto,
El conte Orlando infulfuo leopardo Marco dafan Michel colui del monte
Io dico Vegliantin ,maſi veloce Ruppe la lanciafua nel cor di Ciro
Ch'ogni pЛto animal fatto hauria tardo Grancaualiero in Perfia anzigrá côte,
Trouò nel andarfuo tantoferoce Ma che uoglio io catarfol quei ch'usciro
Vnftrenuo caualier di quelpaefe Fatti de l'alte man di quei di Carlo
Douela gente reafaluo la croce S'acho di quei del mor nel ciel ne giro¿
Et con un colpo ne l'herba'l diftefe Diloro adunque in gl che uien ne parlo.
Cui traffe del arzon con gran pdezza, Com ueduto hai lettor s'hiftorie hai letto
Et Berlinghiercon arte & leggiadria Ancho neglialtri che daglialtri mari
Netraffe unaltro a cui trappaffo'lpetto fon diuifi, ofon bagnati ,
Son chiufi ,
t Tal che lo spirtofuofe n'andò uia,
Huomini uiforfempre eccelfi et chiari
Ilfuror dei thedefchi & al di Spagna? Com'è tonante che a cio'l cor mi moue?
Dona eripur del mondo ∞ horfeifatta Ifieri colpi tuoi ch'iui for tanti
Ancilla de gliarlotti er de i marani Mifuonan ne la tefta ad vno ad vno
In cui niuna virtù mai non s'allatta, Come aippinqui Squille rimbombanti,
O valoroficori de romani Tal che quafi a mepar d'altrui neſſuno
Spenti del mondo gia da auara Morte Fatto,non inferirfra i tuoifamofi
Douefete boratu fonle uoftre manis Ch'offofca'l bianco affai,poco di bruno , 1
Debs'alcuna pietà di aduerfaforte Pur perche n'ho de glialtri valorofi
Muer uipuo lafù ſcendete in terra Se ben non tanto,andrò con quei facedo
Aliberar da rei la uoftra corte , 1
Verft,ch'ate no maifian uergognofi ,
Etfe non cale a uoidi chi s'atterra Vifto bauerdei lettor nanzi leggendo
Nelifordidi uitii in Vaticano , Com'erangiagliexerciti acciuffati
Cagliaui almen de la infelice terra. Rotte le lance a brandi combattendo ,
C& Ch'apena alcun da luipoteafar fcampo Ciafkan di lor, comefa l'affa il chiodo,
Et tantofifece ei quel digagliardo Tal chefuor di coftor giamaiscampare
Che ditutte effe genti al lor dispetto Poffuto non baurino cento Achilli
10
Tre uolte andò ppinco algra ftédardo, Tutto che'lmodo unfol facciafuonare,
Dicendo infe fe'lporti o Ricciardetto Perchefra queftifierier intranquilli
Hoggi col valor tuo dinanzi a Carlo V'eran di quei di Nítra vnagranSqua
Qualvarràpiu di te nelfuo cospetto? Che caualcan nel Niloicrocodilli , (dra
Ahpaladin virilfo che portarlo Genteferoce,beftiale , er ladra,
Vorefti al tuofignor, mafi gran carco Et quantunquefilueftra , agile molto
D'altri homeri è che tuoi,shuo uord far Etapie a caual deftra & leggiadra,
Nofi potrà sbarrar tem'io'ltuo arco (lo, Iquali effo Oliuier s'haueano tolto
Tanto che incartial defiatofegno In mezzo a tutti lor tuttiprouanni
Che troppo lugo in uero è queſto uarco, Ditor la vita a lui nelftormofolto,
Lanimofo guerrier ch'atal disegno Ma'l paladinfuggia tutti li danni
Giugnere voleapur ,fece ritorno Saltando in qua & in lafulfuo cauallo
La quarta volta anchorpie di difdegno, Defter et legger, com'è l'augelfu i uani ,
Ma quelli di Soria che tantoſcorno Anzitantofece ei ch'al fin del ballo
¿ Nosépre fugge l'huo chefugge Maggio Vfcito era efto difuor de laterra
Et quefto adhorfopra coftuififtende, Cofefea degne d'immortalſcrittura,
Fuggito era'lpagan mortale oltraggio Tal cheforsegiamai niun'altraguerra
Da man pietofe, gia n'hauea peráza Non vide le maggior fra quanto bagna
Difarper altra viafecur viaggio, Il mar de l'India, ql de la Inghilterra
Mala Fortuna rea che per vſanza, Nō Cane,no'l Metauro, Africa o Spagna
Operpiacer,rompefouente in Scilla L'Afia minor,l'Eufrate,o quelpaefe
Chifuggito è Cariddi a gran fidanza, Cheforfe anchor di Moife fi lagna,
Lofece andarin ondafi intranquilla Quiui mandano al cielle genti offefe
Che nonpuote eifcampar mortecrudele fingulti,humil lamenti,
Altegrida ,
Afepulcro difuon d'altro che fquilla, Vocipietofe & da nessuno intefe,
Marco rifcontrò lui dafan Michele Anzi ad ognibora ai dolorofi accenti
Et d'unapunta loferi nelgozzo Sifan uia piu crudeli & inbumani
Donde gliufciro l'ultime querele. Glialteri forti,& ftrenui, combattenti,
Miiii
PRIMA
Tal ch'era homaiper tuttigliampii piani Mapche sepre(& qui'l uer'io n'inuoco)
Vnguazzabuglio et vn crudel mortito Piuin vna parte che ne laltra, tutte
Ditefte,braccia,pie, cor,gabe, ermani, Le cofe debil fono o molto opoco,
Chi s'attuffa nelfangue affai ferito Ouerperch'anchofianfempre ridutte
Chi interra dai caualli è calpestrato
Ad efferepiu offefe in un lor lato
Et chi more a qualchaltro reo partito, Chenel altro,è che poiſonſi diſtruttes
Il mal gia nepargrande fmifurato Etper queste ragioni il trauagliato
Nes'è però veduto del gran conte Campo di Carlo magno imperatore
Il valorofo brando anchor sfodrato Poteua effere ilgiorno ruinato
Vediamlo adung, er vedrem cofeincote . Però ch'in quefta guerra egual valore
Etfe nolfate teſto oime veloce Pero che u'era Ombreo con tanto core
Preò ch'i veggio bomai quefti che'l lume Tal chegran parte alfin di tutti quei
Son delfoldan far de le voftre'genti Che pugnauan con lui forono aftretti
Quelchefa aftor de le minori piume, Afcampar da fuoicolpi horrédi e rei,
Su adunque caualier tanto eccellenti Etfe tre paladini adun ristretti
Non fiperda piu'ltempo a li minori , Seco nonfoftenean tanto laguerra
Fate chefian coftor di vitaſpenti . Com'egli fero pur quantunqueftretti ,
Questi duo gran giganti o miei lettori Ageuolmente ildinegiaper terra
Facean nel campo de li Chriftiani La maggiorparte de l'uscitagente
Quelchefaceua Orlado in qlde i mori , Perch'ogni cofa ci rope fcipa e atterra,
Adunquefe da luifuggian pagani Ma Aftoljo Berlinghieri e Oton possete
Ancho di quei di Chrifto impauriti To fero a partirfecoigran letigi
8
Fuggiano dicoftor le borrende mani, Perche non moran tanti & fi uilmēte,
Mas'hauranno'lfoccorso deifioriti Et mentre quefta guerra eifan, Terigi
Come contra'lcongiurio di Cambrai Quindifi dippartio tutto volando
Hebber le genti fue quel del mio Griti. Perprecetto d'Alardo, d'Anſuigi,
Sifalueran comefiferquei tai. Con ordine d'andar tantogirando
Che fultor ali mori ilgran ftendardo, Vede chi è ricco affai , chi è igrade iopia,
M1 quefto caualier di cuiperfetto Ciascun a poterfuo benfi trauaglia
Piu nonfe neritroua altri nel mondo Offende fidiffende,er col cauallo
Fatt bauea virilmente ilforte effetto, Corre, ritorna, & colch'arma ſma
1
PARTE 95
Però chemai nessunpuotefcampare Ma Vegliantin leggiadro aitante
Dalefueforti man,pur ch'unauolta Di uoler delfuofir fi traffe inparte
S'babbia uoluto alcunfeco acciuffare, Dode aterra n'andoe la mazza errate,
Et moftrollo eifi bene a queftauolta Talchefe delguerrier l'eccellente arte
a
Cheperfar maggiorfe di quefto uero Non auanzaua alhor la granpoſſanza
Non tarderemo a dirne unaltrauolta, D'effo Ceraftro, nolfeampaua Marte,
Scagliosfi ardito algran gigante altero Perch'eifaceua apiena defianza
Contanta leggiadria tanta deftrezza Del conte,quel ch'eifè d'un durofalſo
Ch'ei ben ne l'artefimoftro'l primero, Che neluétre a la madre hauea laſtaza,
R Et col ualore, con lafuafierezza Egli nefè di quel crudelfracaffo
Nepugno con coftui, di modo tale Et effo Orlando nel medeſmo punto
Che sepre a ueder luifù gran uaghezza Sifèſentir da lui buon buriaſſo ,
S'alza, sabbaffa, a luifi trà ,l'affale, Però che nonfu in terra anchor bégiunto
Et corre, & fugge,et falta, etpoi ritorna, Il colpo che'l volea cauar d'impaccio ,
Maifempre deftro com'augelfu l'ale, Che'l paladino aluifufopragiunto,
Neputo'l gran gigante anch'eifoggiorna Et quiui accortamente auaccio auaccio
Ma fi trauaglia p pur trargli un tratto Con vn mandritto valorofo aſſai
$ Com ' Alcide a Acheloo l'altere corna, Dal bufto gli spiccò uia netto ilbraccio,
Souentefi cred' eischiacciarlo afatto • Mirabilcofa certo, erforfe mai
7 Con un gran colpo,indi s'accorge poi Nonpiu ueduta al mondo & inexperta
Ch'egli l'hai va (com spello l'orbo )fat Quella c'horalettor tu intenderai,
E'lconte Orlando a lui ne tra defuoi (to, Vedeftu mai truncar coda a lucerta
Atempo,come'l maftro de laferima Ch'ella menapiufuriafeparata
Fà colScolar ch'apena'l crè dapoi, Che quando al animal ftau'ella affertas
Et s'haueffe ei poffuto a l'alta cima Cofi del tronco braccio a queftafiata
Delgran gigante ageuolmente corre Auenne, ch'ei menofurie maggiori
T Lauitaglitoleaforfea la prima, Che legiafatte anzia lafua tagliata,
Maperche a Pexpugnar d'un'alta torre Et tai,che s'egli com'entrò nei mori
Se manca'l modo difalirle in uetta
Cofi pigliaua a entrar ne i chriftiani
Bifogna alpiedefuo leforzeporre Hauea befatto Orlando opre peggiori,
Orlando in cuiquest'arte eraperfetta Maper l'arian'andoefopra ipagani
Perconquistare il torrionfuperbo Colafua mazza in manfacendo inloro
L'accocca al ballo e un beltëpo aspetta Atticrudeliperigliofi & ftrani,
Et mentre eiſe neftasenzafar uerbo T'al che die'lnouo cafo a tutto'l choro
Su queftofuopenfier, traffe'l gigante De lune & laltregenti merauiglia
Vn colpoftranpch'eglifoffe acerbo , Etfopralei gran danno al campo moro,
7" PRIMA
Ma come il braccio reo ne la famiglia Benfaichefi,ma leggi il nonagefmo.
Del granfoldanfe neg ree rompendo CANTO XC .
Vntepo a queft'e a quell'armate ciglia (uitto
Cofi'l patronejuo toto languendo Val'huofia afto Ombreo grade et is
2
Ne diedegiu, doue poi rotti i lombi Scrisfigia lettor mieiſe ui rimembra
Da mille spade neftett'eimorendo, Nelvigefimonono nel Egitto ,
1
Donde la gente poi , come i colombi Chi dunque volfaper delefue membra
Leuan tutti ad un tempo di campagna Iui ne legga la defcrittione
S'iui fifa d'altrui che'lciel rimbombi Et vedra cb'ad altrui nonfirasfiembra ,
Quindifi dipartioperfa la magna Ma chi ne cupebauer cognitione
Perfona delguerrier, confufamente Difua gradezza, et quát' eiſia maggiore
Comefolfar chi gran terrorfcopagna, De glialtri, ql ch'ei par ne lepfone,
Maperchefraicolombi anchofouente S'imagini veder del miofignore
Auien chefi ritroua o in qlche macchia Il bucentoro infra legondolette
O interra o in qlche ramo iui aderente Il di chefall in cielo il redentore,
Alcunprouanno augel coruo o cornacchia Et vederà che de le cofe elette ,
Ch'unqua nonfcampap romore alcuno Et dele rare,nefarà queſt’una,
Anziftafermo et sep affai piugracchia, S'auerrà quel cheper me si'mpromette,
Cofife bendal campo andaua ognuno Dunque a la prouaperc'homai ciascuna
1
Territo molto da l'horrenda morte Perfona,chiarafia del valor,quello
Delgran Ceraftro gia tato importuno , Chetuttii altri valor nel modo ibruna.
Verfo, delprimocanto bogia promeffo, Non era ad essi alhora auinent opra,
Perche'l vincer coftui non puo effer podo Però prudente, generofo , preſto,
D'altro ualor che delfamofo Orlando Fra loroficacciò comefa'lpadre
Poi quandofi vide ei tanto infùgiunto Mafe neffun 'buom mai fueforze , pronte
Ch'egli potea colpire ilfaracino Non eftimaffepiu di quel chefono
La doue vn collo a laltro hauea cogiüto Ancho del cielmai non cadea Phetonte,
Da generofo & ftrenuo paladino Etpur ei ne caddeo , che in abbandono
Fra luna et laltra tefta (abipua magna)
Bisogna alcuna voltapor la vita
Gli diede un colpo ilqualfu'l pellegrino Sel'huofiuolfar nome eterno et buono,
Eigli taglio la dura cuticagna Or a la guerra homai quafi
fpedita
Fatta d'una torriccia affai piu groffa Perche morto coftui ch'eralſupremo
Che di bifonte alcú dal Nilo a l'Agna, Tutta lagentefuggì uia Smarrita
Indi delpetto a lui diuife l'offa Comenelaltro canto vederemo .
Poifino a le ciabatteſeguitando
CANTO XСІ .
Gliaperfe'l ventre con la spada roffa,
Et queftofu quel bel colpo honorando Ome a la giûta d'improuiſta pioggia
Chefoaura tuttiglialtrifuoifamofi C sgöbra ogn grápiazza í un mo,
i
Tanto imortalfa afto noftro Orlado.
Chp nofi bagnarciafcüs'alloggia ( méto
Abguerieri del mondo generofi Cofiin vnpunto,Ombreo di uita pento,
Qualfece unqua di uoipuafi grandes Sisgombrò'l prato difan Dionigi
Qualfecefatti maifigloriofi Daimori entrati in vltimo pauento ,
S'eternafama di coftuifi spande Adunque albor la gente di Parigi
Marauiglia non fia,perch'e ben giufto Scampando ifaracinfifrauentati
Poi ch'egli cofefea tanto mirande. Haueano bel darfine ai lor letigi ,
Aperto adunque il contrafatto bufto Et cofi in verofer,che innanimati
Delfmifurato Ombreo , cogranfracasso
Dalconte , li cacciar tanto afpramente
Ne diede a terra il biteftatofufto, Che pochi alfin di lorforo iſaluati ,
Et effo Orlando homai tornato al baffo
Perch'effo Orlando capitan prudente
Rimoto'lfuo deftrier sbalzando in lui
Volle del tutto alhor chefoſſeſpenta
Senza farcomeglialtri inftaffailpaffo,
Di vita ,queftafua nemica gente,
Et cofinefinio d'entrambedui Et cofifempre deue effer'intenta
La guerra, grand e, cruda, et difpiet ata, Lamente di ciafcun ch'almondo regge
Che uinfe quefti, ne morì colui. Senon ch'alfin biſogno è ch'eifi penta ,
Dunquefi uedepur che la brigata S'afatto'l buon paftor non cura'l gregge
Falla fouente a defiarne proua
(Quad'egli è infetto )di tutta lascabbia
Dife, con laltragente piuftimata, Certo'l migliorefuo ei non clegge,
Defiofempre Ombreofauer perproua Se nonfileua ogni dannofa rabbia
Ilgran valor delgenerofo conte Del tutto a chi ne sete èpoi biſogno (bia
Et borfi pete delfuo error, ch'è aproua, Ch'ei sepopoco o affai ne sēta et n'hab
Deb
PARTE 97
De dimmi Italia tu,ben mi vergogno Tal cheſpeſſo haueu'eifatto ango'ciofo
Adir l'operetue chefemprefai Il campo chriftiano, & l'haucafatto
Perch'altre le uorei,ch'altre le agogno, Gia'n piu di mille partifanguinojo,
Come leui tu afatto & quando mai Perchefe ne fett'ei poco ritratto
La rabbia che t'offendeter peròfia, Dala battaglia albor chefiritraffe
Da nogridar s'ognibor ne seti et n'hai, Quaďancho Carlo, ifpedito l'prim'at
Mi caccia un tratto fol del tutto via Ma andate al ciel alleprim'hafte baſſe (to
Chid'impiagarti il corpofi diletta Poca dimorafè cb'un altrauolta
Chelafalute tua vedrai qualfia, Tornatoanch'egli ilſuo buo brado traj
Ma nonfar comequel cheltempo afpetta V ne lafelua de la gentefolta (
fe,
Hauendo'ltépo buon,guida bora ai liti Tagliando i rami i tronchi, & le radici
Poi c'haifibuon nocchier,la tua barchet Facea dife veder virtute molta ,
B Che fenol voraifarfott'effo Griti (ta, Etgia acquistato bauea molti nemici
Ilqual viapiu d'altrui lo brama cura Quádo sbarrato Ombreo dal cöte Or
Ricordati c'haurai danniinfiniti, L'abbádonar tutti i piu cari amici , (ládo
Fa come Francia adhor che (fua vetura) Dond'iui ou'era alhorfolo restando
Pugnafottofiftrenuo capitano Fùfopragiunto dal imperatore
Oth E baurai com'ella & tu guerrafecura. Che quinci & quidi honorgiua acqftan
Queftoprudente Orlado buomofourano Ilqual uenuto a lui , uiril fignore (do ,
Volfe adunque cacciar di queſta vita Diffe , ch'arditofei paffare in Francia
Senzapietà la gente delfoldano, Aprouar nofco ilforian valore,
Però quella di Carlo innanimita Pofcia che librat hai con la bilancia
Dafi generofo huom,fatta crudele Con cuififol librarfra caualieri
Non lascia viuo alcunfar dippartita Elfo valor, ch'è laspada e la lancia,
Donde pandonfi in lor tante querele Etch'ifrancefchi corfortier alteri
Etfangue,chepiu maisparti nonforo Et le granforze loro bai conosciuto
Sotto Amalech com quelli d'Ifracle
'. Perproua, fefon'ei buoni guerrieri
Or rotti adunquefi tutti coftoro Renditia noipregion d'homai compiuto
Altro non refta a Carlo a la vittoria Epur iltu defio,nefei pur chiaro
Che l'hauer ne le man Cleante moro, D'haver ungiorno in Frácia cõbattuto,
Vediamo adunque ilresto delaftoria Cleante a cuipareapur troppoamaro
Barterha
S
PRIMA
Mapoiche'l campo mio tutto ègia rotto Indiſi traſſe tanto ad incalzarlo
Faraipure di me quel ch'è del refto Che'npochi colpi glihauria dato morte
Chanzi intendo morir cheftarti fotto, Se la brigata a lui laſciauafarlo,
Et mentre egli ambi reftanno ſu queſto Maconofciuto'l brandofuopiuforte
Vigiunfe Orlando chepertutto andaua Che quel delfaracin moffefi tofto
Hor quà bor la com'una tigre prefto,
Apartir loro affai gente di corte,
Et vide'lfignorfuo che s'infiammaua Dondefra ambeduilorſubitopoſto
Perfuperar'ilfuo nemico , & quello Ilconte Orlando , apoterfuofisforza
"
Cheperfaluarfi tuttofolgoraua, Difar che lunda laltroftia difcofto ,
Onde a lagiunta d'unfigran duello Ma quanto piu la guerra egli diuorza
Fatto da imperator tantofamofi Tanto crefce'ldefio dei combattenti
Fermo'lcorfiero a vederftette ello, Et tanto piu'l valor loro rinforza
Etuide lorfarfatti valorofi Maquelle accorte & valorofegenti
Tanto,che'lfeanfrafefouentedire Tuttepoftefra lor,tanto al
finfero
Sarian quefti ad Orlandogloriofi, Ch'acquetaro deire glianimi ardenti
Ne apena uigiuns'eifopra'lferire Con conditionperò che pregionero
Chefi in vn puntofu'l duelferrato Foffe del re di Francia, il re d'Egitto,
1
Dagente tratta a quel realſcbermire Et cofifu , chefcefo ei del deftriero
Com'inunpunto è chiuso circondato Sirefe a Carlo imperatore inuitto.
Dali baftagi l'huom che ne chiam'uno CANTO XCII.
La doue n'hagran copia illoroftato ,
Et quiui ambilirefenza ch'alcuno Elterzo gran coflitto inBabilonia
De glialtri,feffe pur motto di bocca Fatto comefilegge amaramente
Grancolpifanfegnati ad vn'ad vno, Con quei del magno Re di Macedonia,
Quiui daglielmi dai lor brandifiocca Nonfùſtratiata mai tant'aspramento
Vn migliar di fauille in unfolpunto Da li nemicifuoi fuoi vincitori
Mentre lun laltro, laltrolun ritocca, La Perfagrande sfortunatagente,
Quiui Cleante di dolor trapunto Quanto da lifrácefchi in Francia i mori
Pugna da difperato, Carlo magno Stratiati
for nelfatto d'armegrande
Pugnafolda defio digloriapunto, C'habbiam uifto finir frai imperatori,
Dondeciafcun dilorper loguadagno Perche ne ouefù quel,ne in altre bande
Dịchelor fprona'lcor, sebrado Marti Fuggito alcun puotefaluarſi mai
Gran cofefanper vincere ilcompagno, Tatto che molto altruifi raccomande,
Et mentreadopran'ei leforze & l'arti Etfe purfu qualcun ch'i vltimi guai
Per quefto ottatofine, ecco che Carlo Non conofceffe albor de l'empia Morte
Delofcudo alpaganfece dueparti, Fui
fatt'ei pregionier perfempremai,
PARTE 98
Percio che quei delafrancesca corte A queftoceffe conla magieftade
Mai non abbandonaro ifuggitiui Delfacrore,ciafcun buon caualiero,
Fin checiafcunfù giunto alafuaforte, Donde ripoftefortutte lefpade,
Oquanti ilgiorno dei reftati uiui Et effo Orlando il capitan primiero
Ne la battaglia,morir poi nel mare' Fèfonare araccolta per ridure
Neifiumi,nelifonti, neli riui, Sotto'lftendardofuo ciaſcunguerriero,
fcampare
Cheperlogran terror dati al Ma'nquefto tempo che da lefciagure
Nopurgiutiad una acqua eran, che tofte Deifaracini, ognibuofi parteal chiamo
Trauanfiin lei,credendofifaluare D'effa raccoltaperfe iui condure,
Talcb'afeguentilor paread Agofto Il vefcouo Turpino e'l duca Namo
Vederle rane ne leriue a ifos
fi Ch'eranoftatiſempre ne la terra
Selor caualca vn’buom poco difcofto, Mentrefucceffe quel che detto habbiamo,
Finito adunque ilfarlibrandi rosfi Gia'ntefo'l dolcefin de l'afpra guerra
Delfangue de limori, & vinto quello Vfciti erano allegri a la campagna
Che'n Frácia di Soriaglihaueua mosfi Per uenir al lor fir chinati in terra,
Re Carlomagno vn Cefare nouello Etfra vna lieta lorpicciol compagna
Refto contento, rendègratie a Dio Conpropofto difarquel chefù alfine
Del tanto ben ch'aluifatt'haueu❜ello , S'apprefentaro a la corona magna,
Indi riuolto al conte, Örlando mio Douedinanzi a lei de le diuine
Diffe,l'bauerconquifo ilgranfoldano Gratie, conceſſe a Francia il lietogiorno
Effere opra di te ben conosco io, Sirallegraro,& de l'altrui ruine
',
Donde le primegratie algranfourano Indi
feguiro,auanti il tuo ritorno
Signordeltutto, refe, i rendo poi Illuftreimperator,dentro a le mura,
L'altrefeconde a la tuaforte mano , Faraiperalcun di fuorifoggiorno,
Leterze, er tutte laltre,a tutti voi Perche ne la città tutti bangran cura
Commilitoni miei,che vincitore Che torni détro in vn triompho,ilqualė
Che'n terrafia,quantug ella affai giri, Et verſo'l mar cō mar grāde & ſcorteſe,
1
PARTE 97
Tal cb'a d'effo paffar l'alterefronti S'ella nel'arme unfuo deftrier mouea
Non è quafi posfibile, quantunque Raßebraua un'Achille,azi un dio Mar
Foffero a farlo glihuomini,ben pronti, Et meglio cb'altro mai lácia correa, (te,
Ma quelgrande romano a cui douunque Haueua'gratia,haueua ingegnd,&r arte
Gia' ei,cedeuan l'alpi i boschi e'l mare Lettere d'ogni
forte, alfin tale
L'aperfepur, paffarfi ponno adunque, Ch'in lei diffetto alcuno u'haueaparte,
Et alhorfù ch'a lui piacqueferrare Però colei chefempre aspiegať ale
Fraqueftimonti mar lifuperati Vaper lomondo riportando altrui
Giudei,dal valor fuo fenz'altro pare, Il grido d'ogni cofa, e'lbene, e'l male,
Donde effoluogo anchor per tutti i lati Erapaffata bomai di qua da nui
Ch'a l'uniuerfa terrafan viuagno Spargendo'lgrander gloriofo nome
Chiamafi da ciafcun Giudeiferrati, Di queftadonna,er igrangeftifui,
Et quiui al tempo di re Carlo magno Nefcaricato bauea quiui taifome
Etquando erano al mondo , di valore Maandata ancho ne l'Africa volando
Orlando ,e'lfuo cuginfenza copagno, Sparta era bomaifra allegenti indome,
Viregnaua unpoffente & granfignore Fralequai táto andata er ella errando
Laban nomato,hebreo,re di coloro Ch'erapurpuenuta anchora un giorno
Ch'iui feco habitauano a quell'hore, Al gran cugin del valorofo Orlando ,
Ilqualefeco baueapiu belthefero Et queftofu quel di ch'egli ilfoggiorno
Ch'altraparte del modo, anzi era qllo Fè,nel bel bofco ouefu innamorato
L'ornamento diquel tutto , e'l decoro, Dağlchefa a madonna il vifo adorno ,
Et eraquefto uncorpo adorno & bello Ch'effendo a luiper caſo recitato
D'unafuafiglia,che dapicciolina L'efferdiquefta,er tutta lafua vita,
S'hauea sepre in uirtute alleuat'ello. Le virtù ,le bellezze'el degnoftato ,
Era quefta vna donnapellegrina Perchefouente vnfimile s'inuita
Et tanto rara & fola di bellezza Con laltrofimilfuo, uolfe coftei
Chela tenea ciafcun,cofa'diuina, Vedere una nel mondo , er figradita ,
Al gran triompho dire Carlo mano. Scipion tu che con tanto orgoglio
Elche nonfia bugia quefto mio verbo Et dietro a queftipo molti & fourani
Vediamlo entrar lettor ne la cittade Giouani d'allor verde il capo auolti
Et lo vedrai , ch'iui moftrar te'l ferbo, Seguir, con verdi legni ne le mani,
Si parti adunquelafua mageftade Liquaifratutti lor com'eran molti
Dila doueftette ei ,poi che la terra Haueano un carro negro, & fùgliarnefi
Et haurete pur uoi (uoftra mercede) Frafe deliberoe con buon configlio
Da gente difleal maluagia & rea D'una voltafinir tanto viaggio
Liberatal'Italia chi vifiede, Et vfcir a l'uccel delfero artiglio , 1
Tal chefia tépo áchor che'l nome Andrea Donde in vn puntofolgiuto al coraggio
Saràpertutta affaipiu benedetto Lafolitafuaforzadiede vn fcoffo
Ch'a Roma Codro mai nonfi folea, Comeprefo animalfaper vantaggio,
Conferuiuipur dio ch'a cio u'ha eletto Maperche quegli lui tenea nel dolo
Che con lagratiafua e'l valor voftro Nonfi puote eifcurar dal animale
Speroche vedremtofto ilfanto effetto, Cb'era troppo ibuma pollente et groffo,
4
Dond bauretelafu poi nelfuo cbioftro Ver'è che'l crollofuo fù tanto e tale
Vn beltriompho tal che pare a lui Ch'egli tolfe al dracon l'impeto grande
Nofù di Carlo mai qlc'hor'io moftro , Colqualportauan lui lefi preftale,
Effore Carlo adunque ilgiorno a cui Et ei come❜lfalcon c'ha le uiuande
Nofipuote aguagliar null'altro i terra Gianegliartiglifuoi ,p mangiar bene
Difauftoo gloria maifatta ad altrui, Nofcende al ludro fuo ,ma in altre bade,
Entrato triomphando ne la terra Cofi'l crollo bauut'ei conferma pene
Volfe'l debitofuo rendere a Dio Di mangiare il baron,calògiùtosto
Cheglihaucafi buofin dato a la guerra, Daleparti delaere a le terrene,
Però tutto ripien d'un buon defio Etin vn monte la ne l'India pofto
Et mentre ella veloce ardita & fiera Dunque bifognofia ch'eiſe le aggiunga
Ne gli ualfe hauer denti artigli & ale, Ch'era la cofa a lui chiara v nõchiara,
Ondecrederfi puo che's'egli appreffo Donde allegrato affai nel mefto core
Foffe ftato ad Andromeda fu'llito Le dimandò la viadelfuo viaggio
Nonfai tu ben che la ue tanto ingiunca Anzi èſouente l'huom tanto raccolto
Il regno di Genoia gliarboſei Da le lufingbefue,ch'ei non s'accorge
Ch'egli nefa belbofcoer non fpelunca, Delfalfofuo metir c'ha inanzil volto,
Amafti ardentemente il di colei Et ella ride, ೮ fempre piu nefcorge
Ch'èfiglia di Laban, re di coloro Etperò speſſo auien cb'alfine por
Che chiama'l mondo iferratigiudei? Danno dolore altrui molto riforge,
Ethorchetene vai per quefto a loro Et
fe nolfa altri benfra tutti noi
Con afta donna ch'ei trouò ne l'herba Poi che la colpa è mia,miofra anch’el dā
Sidiede a dir d'amoreinmantenente , Checofi di Fortuna van le rote, (no
Obforfe lofacea che difacerba Afcendergia uols'io tropp'altofcanno
Questo dolce parlare aifidi amanti (Lo conofceua ben) ma queſta donna
Ildolorfe n'bann'ei o pena acerba, Diffeuapur,& v'erafotto inganno ,
No è egli uer no è,ch'effo piu auanti Dondefe in terra moſonſenzagonna
Voleua andar con lei che con parole Squartiato'lpetto in piato e in dolore
Etchi altramente tien fon tutti erranti, La colp'èfua, anzi mia, non di madöna,
Onde ella a lui baron, chiunque cole Però Rinaldo mioguarti da errore
In afto modo amor, mai non m'offenda Chefe crederaitroppo afue parole
S'unqua ad ottatofin venir ben vuole, Potraiportarne& tu danno & dolore,
Perche bifogna a lui, ch'ei da meprenda Queſt'è ben uero che ellaſemprefuole
Quelchenutrifce amor neglialtruicori Accompagnare altrui ne le fu'imprefe
Nealtrode bauerne mai u'è chi l'inteda, Nefolo lafcia mai l'huom che la cole,
Et egli albora a lei,s'hofatto errori, Manelprometterfuo tanto è cortefe
Divoftracortefia li copra'lmanto, Chel'huomo al modo mai no brama cosa
Netolga a meglioffertiJuoifauori, Ch'ella non dica ,fi, l'hauran paleje,
Et ella a lui,quel ch'è nel altro canto. Ettanto a lui nel cor sempre èjocefa
Ch'al fin bramato mai venir deueſſe, N'hauea del andarfuo non poco pondo,
Et ella a lui,n'andrai a la tua bebrea Masfimamente cheper lo feluaggio
Non temer, porraifeco ad effetto Paefe,inculto, alpeftro,& montuoso,
Quelche di leitiftampi ne la idea , Nointendea la géte ilfuo linguaggio,
Dio vogliadonna che questo tuo detto Donde piu volte a lui nel perigliofo
Nofra qualche bugia, ch'iofoben ch'ella Et lungo caminfuo,gliauennon cofe
Laprimanonfaria fuor del tuopetto, Ch'a odirlefolfarian l'huom paurofo,
Rinaldo albora a lei abi donna bella Però che'n quegli montierfelue ombrose
S'io lo credeffe pur,ma temoforte Souentetrouau'ei grandi animali
M'intueròpoi che tu no t'immii, (ra Facealo bauere ogni grá cofa a ſcherno ,
PARTE 104
Etanchor gra camin fù meglio iftrutto, Ogni cofa mortal ch'èfotto'l cielo
Perchegiugnendo vn difopra'l Taguro Et che l'opere noftrefi interroge (caldo
Vn'buom trouòp via velluto & bianco Ch'in leggerfumo bor colfreddo hor col
Et via piu ch'altro mai d'anni maturo, Conuerte alfin tutte l'humane pompe' ,
Ilqual non come vecchio afflitto oftanco Vide che fi temeail buon Rinaldo
Ch'entripur mo nelregno d'i afmirei , Chep noftar mai fermo i mifon moffo,
Ma fe meco uenirfempreu orai e do
Dond Rinal alborfenza tardare
Alui ti condurò ,non dubitare Glifalto'nfu lespalle, Je glasfife
Etpiu oltra anchor , s'adarpiu ,bramerai Com'in groppa acaual ceruierfuol
fare
Donde Rinaldo alhor che d'iui andare Et quiui pofto lui, coftuifi mife
Bramaua più che in ciel,rifpofe allegro . In unfiratto andar,chepiu Phetonte
Talchelegger con lefue gambe pronte Portami Tempo a lei ,portami e ouunque
Spacciauain un momento ognigran via Ellafifia fe benfoffe ella a Lomba
O foffepiano, ofoffe bofco, o monte, fiapur quádunque
Che befia tepo homai ,
Et mentre eifi veloceſe ne gia Sai ben chetanto ho gia quefta colomba
Il paladin merauigliato affai Seguita,ch'i deureigia hauerla giunta
Nonpche'lprefto andar noia gli fia Opgliaffannieffergia andato in tōba,
Che bramato l'haueapiu ch'altro mai, Matute l'baicred'ioful collo aggiunte
(Cofi gliamantıfan) mapercio ch'ei Com❜horRinaldo,er ne laporti tanto
Non bauea cofa egual uifta giamai, Ch'ancho da Loba homai de effer diſgiú
1
Gli diffe padre mio molto vorei Etfe coteftofia,qual danno è tanto (ta, I
Coftuigli diffe'l uer,perche'l guerriero Vide coperto'l pian d'arme & deſtrieri
Col tépo ando a Laband'un'in altr'bora Trabacche,padiglioni, & baronaggio,
Coltempo adunque'il noftro caualiero Donde s'allegro affai, chefra nocchieri
N'andoe spinto d'amor doue era quella Noccbier s'allegra in mar, cofri terra
Vltimamente & piu col capo chino Per la tua gran bontà meraviglioſa
Tipregofignor mio che tu conferui Etla mifericordia ch'è infinita
'
Carlo(indegno tuo'feruo )di Pipino Non riguardando a neſſunaltra cosa
Nongiapercio che noi tuo'indegniferui Trannequandofia tempo a eterna uita.
Viuiamo in otio al monda er inpeccati
Com'ufifemprefiam trifti & proterui,
Maperche tuttifempre in punto armati Il fine dellaprimaparte.
Habbiam la pada in many la tuafanta
Fede, in cui tua mercèfignorfiam nati,
Etperche sempre adun douefi canta
Il nome di Iefù non fiftiamfermi
Perferuar effafe ,
fia ella pur quanta,
O iii
T
"
108
DELLI TRIOMPHI DI CARLO DI M. FRANCE/
TI INVITTISSIMO PRINCIPE
ET DI ESSA
PRIMO CANTO .
Rifurga adunque, erSegua me colfuono Quiui apparato baueano ordeni tai (do
Dicu't'amante miferofentio Perfar un'alta & triomphantefefta
Gia'lcolpo tal che ne fperai perdono, Cuifimil nofù anchor nefia altra mat
Ch'entrerò ineffo mar quantunque rio Che defiofo ognibuom diueder quefta
Et le uele alzero con gransperanza V'eraconcorfo homai tanta brigat
Difaluo alporto andar che fi bram'io. Ch'ogni cofa era piendigentefefta,
Quel belpianeta che di beltà auanza Pur effo Carlo a queftafu'alta entrata
fuor che madonna, a cui
Ognialtrobel , Afuonfatta ditrombe & torchi accefi
Nofè Natura o'l cielpar mai i sēbiaza S'eraben la magiontanto ingombrata
Vago difarfi ognibor ueder d'altrui Fu darcali & fplendidi Francefi
Faceagia ridertutto l'oriente Che quiui attendean lui,ben raccoltei
Diquellaltro hemifper coiraggifui Et da donnegentil vaghe & cortefi,
O iiii
SECONDA
Lequai co i uolti lor leggiadrie bei
Laprima afuon d'affai tonanteſquilla
Raffembrando delciel lucentiftelle
Molto rimbomba homaiper uarie carte
Queiluochifcan parerflanze da dei,
Et delpadre, delferuo, es de l'acilla ,
So che quiui venute eran le belle,
Ma la fecondach'alfuo tempo , d'arte,
So chenon ui mancauan le Pannine,
Di valor, di beltade,er diprodezza,
Le Laure ,le Dialte , & l'Iſabelle,
Fudelmondo l'honorper ogni parte',
So che v'era abondantia d'Argentine,
Tutto che'lpaladin cui la grauezza
D'Angeliche, diMartie,et d'Andriane Toccò d'amarla affai piu ch'altro alcu
Di Bianche, fotte, Ipolite, & Marine, Nefeffe alhor di leï'molta conteZZa (no
So che uifi attrouauano Diane,
Et co l'opre e coldire & con quel ch'uno
Veroniche,Caffandre, & Liſabette,
Libro ch'eifè di man , ne lo dimoſtra
Chiare, Angele Lutie, e Samaritane ,
Nota non è però molto a ciaſcuno,
Quiui non ui mancauano le Elette, Aduque noi col ben'o'l mal ch'inchioftra
Le Giulie,le Camille, le Virgilie,
Quefteuergate carte, lafaremo
LeSarre,le Lucretie, & le Benette, Quanto richiederà l'hiftoria noftra₂
V'era abondanza affai di belle Herfilie, In cui però gia affai detto n'hauemo
D'Orinthie, di Gineure,et di Beatrici, Et come eraper lei gito Rinaldo
Et di Coftaze er di Paule, et d'Emilie, Del mondo gia da lun'a laltro eftremo, T
Et ditutte quellaltre ch'a giudici Quand'ei fpinto d'amor lagiù nel caldo
Sépre d'i amantilorfon tanto vagbe De l'ardente Ethiopiaper vederla
Ch'elle diuentan dee,
foli , & fenici , N'andafino ad Alcai coftante erfaldo,
Maperche de lafua ciaſcun s'appaghe Et fe'l ualfe cofter ,chefi dèper la
Non però n'era alcuna di quelnome Terza delnomefuo, c'hor col bel vife
Dodepar che'l mi cor tanto s'impiaghe, Siilluftra'lcielo el modo inoftra, e íper
Perche Natura maine'l ciel (fi come Certofi deurà andar douunque fifo (la
Chiaro bomai'l modo'l fa) no crear do Mira un di'lfole, et doue anch'ei notoc
C'hauele ql , uirtu ,beltade,et nome (na Ch'è giù in abiffo , & fù nelparadifo (ca
Ma che tre, luna lei, che ne lagonna, Ma ella s'è ferrata in una rocca
Del padre afcofei dei, congran bugia, V nonpur effofolla vede, o'l uento,
Laltra ch'amò Rinaldo,et hor madona, Non ch'io mefchin, abi difpietata bocca,
Che però di bellezza & leggiadria I nonfo s'ellafia d'oro o d'argento
Tanto vinfeambedue aft'altre antiche Credopiutosto che Vulcan la feffe
Quant'elle altragiamai ch'al mödofia, Di quel metal che lauor'ei la drento,
Dunque a cantar di lei farianfatiche Dondefe difper'io de l'impromeſſe
Qual'era lafententia di Sibilla Che mife'l miofignor , nonfenedoglia
Allieue vento infra le foglic apriche.
Ilmefto cor ,perciò ch'iuiegli eleffe
PARTE 109
Quiui in argento non fi porta'l cibo D'amor , s'intēta albor ftette lagente
Ch'ufci di Gange ilbelfignor di Delo,
Matutto in orofin uiſi diſpenſ¹,
Et iofe cena tal tutta deſcribo Etforfeito faria,nel Occidente
Tecofaranguerrier, uapur allegro Che con l'oprefue eccelſe & fatti chiari
Chaurai fempre l'honor,non dubitare. pefferfempre) buomo immortale
Sife (
Orlando lettor miei sepr'huom me pegro Quiui era Aftolfo anch'ei un di queirari
Nel efeguir le cofe di battaglia Che portaffer mai lacia od arme alpetto
Che noè in dimandarfue uogliel'egro Viuuti al mondo infra lor pochipari,
Lafama e'lgran romor che toftospande Di quelchefi mouea queft huomo euolto
Quelchefi fane li propinqui lochi, Inira in dolor ftridendo intorno
1
Quefto anchofpanfe in tutie qlle bande, Al paladin, che l'offendeafi molto,
Donde'l fignor delcampo ilqual copochi Ne del danno potea ne delgranfcorno
De fuoi migliorguerrier,poco difcofto Ch'eglifaceua a lui farne vendetta
Si ritrouaua albor da queftigiochi Ch'inuer troppo ualea coftui qlgiorno,
Inteſe tofto il mal, donde anchor tofto Dondepurtanto alfin s'odiae difpetta
Véne oue era Rinaldo , accefo d'ira Cheforsenato anch'ei pié d'ira et sdegno
Per aiutar lifuoitutto difpofto, Come Rinaldo, entrò la calcaftretta,
Et quiuigiunto,in unfolpunto mira Poteafi adunque dir quiui ad unfegno
Forfe tremillia morti, onde com❜orfo Ambi queftifignorfra quefta plebe
Subitamente ingranfuror s'adira, Infuriar,come nel Troian regno
Etperche nonfiatardo ilfuofoccorjo Ecubafea, Athamante in Thebe,
(Chetroppo danneggiana il paladino ) CANTO V.
Colcaualuerfolui prefe un gran corfo
Ala medefmaguifa che'l maſtino grade che fa l'huom piuforte,
Suolne la villa farquando in cortile Piu fort feffe ognibuo , sep egualmete
e
e
Vede eghilpouerelche ua tapino , Quanto egli in le pius'accendeff forte
Macomspeß'anch'auien che s'è uirile Ilgran re del Cataio ch'iratamente
fi moftra al cane
Effo pouerett buom , Combatte hora lagiù col buon Rinaldo
col bordone o conle pietre,hoftile Come eglialméfaria forte poſſente,
SECONDA
Perch'era entrato anch'eigia'n tato caldo Si disfece in unpunto quefta ferra 1
Et d'ira, difuror, ch'era a quelpare Fuggendo inanzia lui, comela rand
Chefacea'l paladinpiu d'uſofaldo, Nazi a la bifcia ad abbicarfiaterra,
Maperch'ella nonfuol maiſemprefare Cofilaforte fuor di Durlindana
Ciafcunpiuforte quantopiu l'accende In man d'un valorofo caualiero
Nofè neanchorcoftuipiufingulare , Ruppe ungran capo digente pagana,
S'adunque il ualorfuo piu nonfiftende O poffanza d'amore, o magiftero
Perquefta alteration, che quel di quello Non conosciuto mai di quefto iddio
Chefeco per amor pugna er contede ', Chefaccia quelch'ei uuol d'un égioner●
Merauiglia nonfia's'hora'l nouello S'egli debile affaifa'l corpo mio,
Guerrier,noconosciuto in quelpaese Timido'l core, gliocchi lagrimanti
Sarà piuch'effo repoffente & fnello, Merauigliarmibomai piu no uogh'io,
Percheleforzefue tant'ancho acceſe Perch'ei gouerna pur noi altri amanti
Del medefimofuror fempre anchoforo Etfenza legge , senza modo alcuno
Atte piu che aftaltre a quefteimprefe. Sol comepar a luiforti o tremanti,
Rinaldo adunque infra tutti coftoro Ecco'l noftro Rinaldo come egli vno
Tuttofolcombattendo fiero & agro Rompe quarantamillia combattenti
Arfaltatofù anchor da effo Remoro,, Et non ba gia d'altruifauor ueruno,
Talch'eglialborpareafra Meleagro Eunaltrauolta pois'hauràpreſenti
Etcacciatori il porco Calidone Duo occhifoli ,perderà in un punto
Ch'alborfu delfuo fanguefatto magro, Laforza , e'lcor,gli fpirti, eiſentimēti,
Ma alafinpoide la conclufione Chidunquefi ritroua il cor compunto
Quato ella baueràfatto a queftauolta . Che di quel di coftei no'è gia meno ,
Ora l'hiftoria noftrae alnoftro canto, Anzi viapiu ,perche s'unfuofidele
Morto dal paladino ilfignorgrande Amante,Je ne more vnafolfiata
Et rotto'l campo fuo ch'erapur tanto Nonfirallegra , anzinefa querele,
Diquel ch'al mondo per amar s'acquiſta. Perchefentendo homaire Carlo andare
3 Gente non conoscea per queſto buona Glibauea mandato a dir ql ch'ègia detto
Incominciò a pensar quefto potere Et chi voleffe bor lui chiamar quiſopra
Efferper arte de gli fpirti neri (So ben quel che dich'io) bifognerebbe
" Voltar tutto l'inferno ſottoſopra,
Anzifi
fermamente effer, tenere,
Et vn di quefti e'lprimofù Olivieri Etpoifatica anchorfo che s'haurebbe
Cheforridendo a Malagigi diffe Ch'un mago no puofar sépre ognicofa
Caualchi purla capra volentieri Perch'ei no mago, ma un'Iddiofarebbe,
Se cofa a mal di noi unqu'iofentiſſe Et mentrediceu'ei queft'odiofa
Ladireipur,er tupiacer tiprendi Nouella ,intorno a lui la gentefiaua,
Hauea'l coltelper cui perſe la plebe Ma'l noftro mago in queſto ilpiupfondo
Laprimafune in Aulide, quando Che mai altr'buora, tutto che fte alhora
Ilmáco piede bauea d'una pregn'orfa, (fe, Nefi parti delfofcat'aere, quefta,
Letreccie d'una donna innamorata Che la gente di Carlo hebbe paura 1
Difuo uoler apropria morte corfa, Et quella delpagan diuentò mesta,
Vncor di uolpe hauea, carta nõ nata , Percio chefoprauialuna a drittura
I peli de la coda d'un gran lupo , Paffo volando una crudelJaetta T
Evnalra codapoi tutta pelata, Laqual fra laltra urtoc ne lefue mura,
Vn vilpistrello hauea morto al piu cupo, Questa portò uia ura tutta la vetta
Elfangue d'effo,& vna cartilago De la torre maggior dela cittade
Dele rotte ala donna ilprimo ftrupo, Ettutta laJchiantò fcendendo infretta,
PARTE 110
Etquinci quindi poifè varieftrade, Et Graffican piu nero affai ch'un moro ,
Per lo che entro la gente ingran terrore V'era Alichin , Calcabría , et Cagnazzo
Da qualche diffenfor di Giefu Chrifto, Che folno andar con quefta legione,
La doue n'è di lor copia abondante Diſſe uiequà , tu che sei ilprimo in lifta,
Che d'ogniparte lui calca ciaſcuno Et un cenno,donde confronte arfuccia,
Cofi quefti demon quiui condutti (no , Acui il maeftrofuo ,fù preftamente
Strignean fi d'ognitorno il lor maeftro Dimmi quel che nefai del cerchio fello
Per volerloferuir cagnazzi & brutti, C'hoggi non puo paffar la noftragente,
Ch'apenapoteu'ei quantunque deftro Donde'l demonto alhor fubito ad ello
Sua géte ,piu di lui, c'huo mai ch'afpet Serrata s'è,come dunque intrerallo
Noua difuofquittino , o fua altra cofa, ( ti S'ei non l'aprepforzato non l'atterraj
Et giunto a luifra i paladini ftretti Et s'ei uorà atterrar tanto metallo
Che'l calcauano affai da ciafcun canto Ch'aliri non puote mai con tanteproue
Per meglio intender tutti li ſuoi detti , Chefifer gia, con qualforza'lfaral.os
Diffe quel che vedrem nel altro canto, Mami risponde alcun, dicendo, & doue
118
PARTE
Quindi partiro, indiuerfi luochi
Ch'i configliaffe mai non pur inparte
Afcriuere alcun'buom queſti gouerni Sparti per la città fenza pietate
Etquefte tali execution di Marte, Acceferopertutto ardentifuochi,
Perche ogni cofa e obrobrio de moderni Indi coibrandi in man ciaſcuna etate
Etfaria a i defcendenti effempio trifto Menauano ad unpar ,donde per tutto
Dung nol ponga alcun ne ifuoi äderni, Si vedeuano donnefcapigliate ,
Ob Carlo'lfè ne la città d'Alifto, S'odiuafempre un'angofciofo lutto
t Etio rispondo lo dico a chi intede) Vngridar,unlamēto,unpiager forte ,
Dode ogni tepo ,e'l modo ,e'lciel s'offen Ne lo trouaua alcun, (miferaforte, )
Carlo lelode cuifian sepre eterne (de. Dunque laterra infi fpiacentefuono
Difi diuerfe lingue altero & mite
Peròcogni oprafua da un cor uenia
Cuipar boggi un'huofoluedefi bauerne Et neleffetto pprio & trifto & buono ,
potea dir lagran città di Dite
Entrato in questa terra oue la via Si
Fatto Orlado glihauea,come è gia detto Quad'eipiu uol che da i miniftri ſuoi
Donde guerrierifuoi per quefti gridi Talchepduto bauria quel giorno Roma
Sifeceroa feruirlo ardenti tanto Chelafciataa Borbofù nele mani
Che non moffero alcun lagrime oftridi, Dilei latriftae fuenturata chioma,
Ma uenuti crudel,pofcia ch'alquanto Od infelici & miferi Romani
Con lorogrande bonorforonoſtati Lafciati andar dalproprio lor rettore
Ale man coi guerrier ch'eran ia tanto, Inpreda a lupi , atigri, ad orfi , e a cani,
Io non nefo penfar nulla altra errando, Pagoer contento d'ogni mio languire.
Senon dir Roma miafatta era a peggio CANTO XI .
Ch'altra ch Carlo maiguaſtaſſe andado
Ma che noti varrà certo m'aueggio Vanto la bella & gloriofa donna
Perche co quefta intention, che fora 9 Che (quatügg crudel rigida et fera)
Ben buona affai, no gouernaui il feggio , E de la vita miafalda colonna,
Et quefto basta a noi per quel ch'adhora Siparti lieta & di giocondia altera
Bifognaua toccarpelparangone Dilà doue ella accefè il grande ardore
Di quelche Carlofe in Alifto alhora, Nelfautiopetto mio ch'alhorfan'era,
Mofo egli adunque da religione Tantore Carlo magno imperatore
Et non da leggrezza o maluolere Si parti liete di là dove Alifto
Fece quefta crudel deftruttione , Ardea per l'oprefue dentro e difore,
Indi ridotte adun l'altefue chiere Et col vesfildel triomphante Chrifto
Lafciando arder la terra a fuocogrande Prefe'l viaggiofuo verfo Rosfia
Conlorfen'ufcifuorpien di piacere, Facendo sepre un qualche nouo acquiſto,
Nefi parti d'affai di quelle bande Maperche lunga affaiſarà la via
Che seza oprarpiu l'arme,a la fuafede Nanzi ch'oprefaccia ei da me propofte
Voltò molt altreterre ancbo neffande, D'effereferittein quefta hftoria mia
Etcofi valfe pur comefiuede Lolafferemo andar quando per cofte
L'efferper vna volta buomo crudele D'alteri monti, & quando per capagne
E'l nonbauer pietà,gratia, o mercede , Quandoper altre uie come fian'pofte,
Ale querele mie cruda & auara, Haueal re del Cataiofatto morire,
Et
PARTE 2 119
Ch'eglipiu foffe lui ch'altr'buomo eguale Farei,pur che da tal mifoffe impofto
Ne ch'ella leipiu ch'altra creatura, Chanel fuo cortutti li meipensieri,
Ab paladin che s'ellafoffe tale Ma tu deb chi tifeiche tanto tofto
Qual'è madonna,laconofcerefti Spiato baitanto benglieffetti mici
Che fi conosce il fol da quant'eicale, Da lor com'eripur tanto difcoftor
quan
Ma veduto c'hebbe ei ( questi Et quegli,iofon Laban re degiudei ".
Piu mai non arfe,o Lipari,o Vulcano, Quelfuo riual dicui nangi io cantai,' '
PARTE 120
•
Perche Laban con tuttiglialtri bebrei Etcofi dato vn'ordineiguerrieri
Per la letitiagrande a lui moftraro Gioftratori miglior di quel reame
Segni di queſto amor mirandi & bei, Veneroi piazza vn diſugran corfieri,
Quiuigrantempoingaudiofesteggiaro Quiui Rinaldo anch'eip lagranfame
Congioftre, con bagordi, er mille fefte Difar veder a lafua donna spunto
Ch'affai tutto quelpopolo allegraro, Qual buomfoffecolui che lei tant'ame,
Maperche al paladinfoffero quefte Da gioftratorn'era venuto inpunto
(Che purle vedeu eifarpfuo amore) S'ungra corfier da re Laban hauuto
Acette molto, e adargli gaudio prefte, Baiardo no, ma nõgia caual ſpunto ,
1
Nonperò glifemauano l'ardore Et quiuifopraquelfece veduto
Che per l'altrui virtu fama et bellezza Ch'er'egli un caualier merauigliofo
S'eragia accefo nelfuo ardente core, Vnguerrierforte,e ungioftrator copiu
Anziquanto a Laban quefta alterezza Neflunfecogioftroefi valorofo (to,
Deiber triomphie al popolo giugnea Ch'einolofcaualcaffe, erfemprefaldo
Et a lafigliafuapiu d'allegrezza, Com'un Achille,od un Hettorfamofo,
Tantopiufempre in lui l'ardorcrefcea Ma a che dir d'altrii parangon mifcaldos
Donde bifognòpur ch'ei finalmete Stette eglifemprefermo ne lafella
Lo difcopriffe a lafua bella Hebrea, Com'un poffente & fingular Rinaldo',
Queftafcorgendo luifiero er poffente La bella donafua che maftra anch'ella
B
Com'erapur ,glidiffe un di, guerriero Erafra caualier di portar lancia
No vuoigioftrar er tufra queftagétes Tuttaftupi per l'opera nouella,
Non uuoi tu dimoftrar che magistero Et diffe io credo bomai che Carlo i Frácia
Habbian dicorrerlance intue paefe Poffa bauer queiguerrier fi valorofi
Quelle genti viriliche modo alteroz Quanto rifuona al módo , es nõfia cian
Bensapete chefi,ch'iofon cortefe Pofcia chefa coftui fi gloriofi (cin,
Rifpofeilpaladin,ch'io uo mostrarlo ** Fatti com'eifa pur fi degni,& rari,
Dung
,ticredi che'l figliuol d'Amone Et cofil'armefuepronte a la guerra
Rifpofe quella alhorpar non trouaffe Sifè veftir , s'un caua! [donino
Qui fra noi igioftratouer al di Milone? Senza ſtaffa operar sbalzò di terra,
Chepienea dirle ifarei mille carte, Tanto quanto colui ch'ognihora dorme
V'è Namo quelgran fir chei quefti balli Mapercheſempre'l ben ſenza martiri
Sifidiporta ben,ch'al parangone Godere nonfipuo ,perche Fortuna
Star puo d'ognialtro buo tal,che mai no Vuol che l'huo qlche uolta achofofpiri,
falli ୧
SECONDA
Poſcia ella a lui quel che per laltro refta. Pero contentofiigentilguerriero
1
SECONDA
Forfe che affo nome bain fe d'ognibora Cofi men vinto da i dolori, & ftanco
Questa prerogatiua oue ei s'indonna Potrò laftoria mia meglio cantare ■
Data ad effo dal ciel ch'altri l'ignora , Cui pur vengop quei ſi ſpeſſo manco
Etio fignor che del ualente effetto Indi molt'altri affar vinti & diſtrutti
Tanto n'haurò di bene, a tua alta gloria Entrò nela Rosfia tanto arogante
Faccio a te uoto,& la fe t'imprometto Ch'un leon pareu'ei fra glialtri brutti,
Chefaròfempre il di d'efta uittoria Mano troppoper lei l'altere piante,
Vnfacrificio a te comefi fa ancho Mofs'ei ,che bifogno far loroferme
Aglialtri deiperqualch'altra memoria Per nouo incotro che glioccorfe auante.
PARTE 123.
859
SECONDA
Namo Olon con la lorforza interna Et effo Orlando iui in un punto corfo
Sopra unbaltonfor viaportati , come Dicendopofagiùpofa villano
Sifan lefecchiepiene a la Cifterna, Ch'egli non è un'agnelſe bé tu un'orſo ¡
1
Ganper unpiede arando con le chiome Gli taglio tutta uianetta la mano
finato uia com'unbel porco
Fuftras Et quei cadendo diede ungran muggite
Aguiſa d'huom che prima lcolpofegna Par ben ch'aigiorni noftri in altri tai
Inforco Auino,& uia portollo in spalla Luochi del mondo,no fiam'unqua ftati
Come'l uillanfa'l fascio di gramegna, Aquefteproue, a maggiori aſſai,
Ecofi alcun di lor punto nonfalla Chefi fiamtuttinoi cofi lafciati
Chetutti in una od in unaltraguifa Vilmenteimpaurir da efti ladroni,
Neportano qualchuno a la lorftalla. Et prefi come beftie er mal menati,
E'lcont'Orlando a quefteftranierifa Echefaremmofe mille leoni
Nonfi moue di paffo, nonfoccorre Nefoffero dintorno,adunque noi
La caragentefuatanto derifas Silafferem trattar come poltroni
Si ben lettore mio, ei ben traſcorre Su caualier ch'è preſo il noſtro Roi
Queste campagne, erfa tantefacende Et liberarlo al tutto ne bifogna,
Ch'inpochi verfi nonpotrò mai corre. Nonfeteipaladin di Francia voi?
Come'l
fiera leons'altri l'offende Che danno'lnoftro fia quanta uergogne.
Quant'èpiu offefo mai ,maiſempre táto Sefilaffarem uincere a coftoro
Piu in iragrade eigran valor s'accede Contanta villania tanța rampogna??
Cofi queftoguerrierfamofo,quanto I n'hogia morti almanco otto di loro;
Piula brigatafuaguaftar vedea Etgliucciderofolo tuttiquanti
Daqueftefiere che valean cotanto Se perle man di Iddio prima no moro
Iniraer inualorpiu s'accendea, Faro ben lor vederfe congiganti
Ettanto alfin s'accefe in quella, e ingllo Safar battaglia Orlando ,& quátofeco
Ch'eifecepur ql ch'ei purfar deuca, Guadagnano in coprartai mercatantı,
Vn dicoftoro bauca prefo Rondello Venitepaladin venite meco
Etper unpie'l tenea come'lpaftore Cheglucciderem tutti e fuor trarres
Suolfar quádopred'ei qlche fu'agnello, Il noftroimperator dellorospeca, (ma
Donde Olivier che delfuo corritore Etdetto quefto ,col ualorſopremo
Nonfi potea ualer, chiefefoccorfo Incife ambelegambe ad ungigante
Gridando ad alta voce,alfenatore , Ch'eramaggior affaiche Poliphemo
124
PARTE
o ſſe ei l'arte e'ldomine
Pofcia ad unaltro affai maggior chAthlate Ouer c'haue
Traſſe unapunta,etfùfimalfuogrado Difar comfer li dei quando fuggiro
Delem ania Thipbeoper buon camino,
Ch'eipiu nopuote a luifparrir dauante ,
Vncerto altrograndon come Encelado Maperche ei non vi fia,non però miro
Quádo Hercolfece a lui lo ftretto nodo . Auenne anchora alpaladin che iſuoi
Penfier che temeu ei, venero ueri
CANTO XVI .
Come vedrai lettorfe veder uuoi.
Fuggir a lui di manper quel deferto, Aguifa d'huom che'lſuo cauallo affretti
Forzaftatofariache infen teneſſe Glialtri in vnpunto poi tutti mirando
La pietrache cercoegia Calandrino Il correr di coftui,lofeguitaro
Per lo Mugnon ,
fi ch'altri no'l vedeffe, Com'anchoicaualierfan caualcando, •
a iiii
SECONDA
Tal che al baron difubito ariuaro Parti cheper tefrafar tanto acquiſto?…
fiuolto prefto Gioue non hebbe mai donna cotale
Et queich'odi il romor ,
Perfar ( s'erauopo a lui ) qlche riparo, Al tempo d'Europa o di Califto ,
Marofi come a luifu manifefto Ma l'animal cui del gridar non cale
Ch'eranquefti centauri, nonperfone Porta la donna via con tanto corfo
Che farà diffeo Dio chefarà queftos Che non logiugneria chi va con l'ale,
Non è anchor spento ilfeme di Ifione? E ella dimanda alpaladinfoccorfo
Opurfiface anchor nouellamente Et quei noglielpuo dar che nõ l'aggiuge
Qualchaltra nebbia informa di Giuno Quantunque corra arilasciato morfo,
Et cofi in quefto dir ,fubitamente (ne? Et nonpuoferir lui tanto da lunge,
Fuchiuso intorno, un diforza troppa Perche non ba come hauea Alcide l'arco
Prefe la donnafua molto poffente , Con chelontano affai ſpeſſofipunge,
Etafè mife leifopra lagroppa Chefara dunqueilpouerelfi carco
Indi pronandoalcorrer uia fefteſſo Et dira , di difpetto , didolore?
N'ando piuprefto affai ch chigualoppa, Comefifcarcherà di quefto incarcos
Certolettor che parea queftiNeffo , Machefarà anche Orlandofenatore
Et la donnaparea Deianira, Ches'haperfo coftui la cara donna
E'l paladinparea proprio Hercol effo, Ha perfo anch'ei ilfuo Carloïperatore!
Ma'l ualorgrandefuo,la fuagrand'ira, Faranno malfe luno & laltro aſſonna,
Maggior che quella d'Hercole i effetto Mafefaran viril come effer denno
Fach'egli piu diluifuria e adira, Quest'haura'lfuofignor,qlfua madona
Tal ch'in tanto delor tanto difpetto Igrangiganticbere Carlofenno
Entro chepareu eiproprioAthamante, Lafoura l'Eufin lorprigionicro
Ol Ecuba crudelfenza intelletto , Hebbero alparermio non tropofenno,
Etcoft in talfuror moffe le piante Perc'haueano a guardarlo da vn guerrie
Del prefto caualfuo dietro a coftui Che lo toria di man non folo a loro (ro ,
Chefra queglialtrigli correa dauante, Ma aquel Gioue che i ciel regge l'ipero
Etcon vocecrudelgridaua a lui Quando ello Orlando incominciò coftoro
Tunon mifuggiraife fofti Eoo Strignerfifieramente,& amazzare
Ch'in capagna bo ben'iogiunt'anch'als Etfar prouecui par mai non neforo,
Spofa non è coftei di Perithoo (trui, Incominciaro anch'ei diſopraftare
Otibifognerà volare in ciclo Et dubitar di non morire tutti
Manonfanno ei che Cacco hauea codotta Perche non potra'l conte anch'ei prouifto
Anch'ei la mandra d Hercol ne la buca Aprirne un colaspada , ond'efcafuore
Cofi
PARTE 127
Cheloftrauolfer fefece ancho eguale, C'ho befatto altre volte ancho qualcosa,
Poi rileuatoinpie diffe,la ingiuria Etcon afto parlar n'andò a l'effetto
Vendicherò ladron chefatta m'bai Conquelfuror che ua'lferito bue
Ettitrarrò del corpo la luſſuria, Verfoqll'buo chefatto gliba'ldispetto ,
Quelanimale anch'ei ben deftro affai Et confrusbertain manl'alterefue
Sirizzo tofto,& a Rinaldo uolto Parole,iua facendo ogniborpiuuere
Incominciò a menarper dargliguai, Perch'ogni colpo n'amozzaua due' ,
Ma'lpaladin che non voleaftar molto Talchefuforza alefilueftrefiere
Su quefto adoperar de l'armature
' Se uolfero reftar qualchuna uiua
Traffe unbel colpo, & uene a luibecol Legambe adoperarpronte & leggiere,
(to,
1
PARTE 128
Mahabbiamo unfignor noi tanto tiranno, Poi difle a Phofte, un de legenti uoftre
Tanto crudel,ingiufto , er difleale, Manderaife tipar nofco a folazzo
Ch'ognibuofente ogni di piu d'umalano Che laftrada a coftui n'iſegni et moftre,
Queftibaperfortefua (
forfe
fatale) Et quei mandò con loro unfuo ragazzo
Vn'occhiofolo in tefta, & parea lui Che quátung orbo, sēza errar la ftrada
D'efferfraglialtri un dio ben imortale, Lorofè compagniafino alpalazzo ,
Rinaldo I
PARTE 129
Se'n quefta etaterea, fuperba,er dira Etfara'l'popol tuo contento , & netto
In cuipar che ciafcunfra noifi fcaldi Diqueftiuitii rei,donde poi certo
IL popolo d'Homio che ingrade affano Chefi deurà da lui dunque borafare
ne R Sefi difpiace a lui la malauia
Fù liberato dalfuo gran tiranno Chegli bifognapurqueſto paſſare?
Perche Rinaldo che poteafar quefto Trouera alcun che perfua cortefia
Moffo dapietà delfuo malftato Ragionando con luifempre qualcosa
Afarlo fu com'ègia detto ,presto. Verràfin di'quafecoin compagnia
Maio chefon dal mio tantoftrutiato Cofifarà la uia mancoScabbrofa
Che debb'iofaria chi debb'io querele Et rincrefcerà manco ilgran camino
Per efferne vna uolta liberato? Ad effo infieme & a lafu'amorofa,
Che chifolo'lpuofar tanto è crudele Quando inful monte eſſo buonpaladino
Chemenfi puote in lui trouar pictate Fù có la bella Hebrea montato alquanto
Che non fi puo dolcezzain afpro fiele, Sifermò ch'altri afè vide vicino,
Peròfe non cher'io di libertate Vna donna vid ei cheftanca tanto
Et chegridaper glialtri offefi a torto S'era d'andar , c'haueafermato ilpaffo
No paraftranio a voi che m'ascoltate , Etfuccinta s'hauea dintorno ilmanto ,
Il miofignor miftratia, et io m'ho accorto Eraafeder cofter la opra unfalfo
Ha gia grantero,maperche ſi vuole Et roffa in volto affai ,fiuentillaua
Chiluigouerna,in pace ogni malporto, Co unfio vel comefa l'huom cb'è laſſo,
Abi vago,illuftre,venerando,Sole Tutt'era in vn ardor , tuttaſudaua,
Chefetrouarpietà credeffe in uoi Etperchestanche hauea tutte le mébra
Diriapur quefta uolta aſſai parole , Quiuiftando cofi molto anbelaua ,
Tuipregherei purpiangendo , poi Quefta lettori mieife ui rimembra
Ch no volete che'lfignor mio m'habbia Di quel dich'a Bolognafi ua al monte
Nelnumero de idolci elettiſuoi Vna di quelledonne mi raffembra ,
Ch'almen(com'eglifa) con tanta rabbia Quando s'afciuga la bagnatafronte,
Non mitiranneggiaffe a tutte l'hore Quando fi fiede infen, quáďanchofuo ri
Facendomi cangiar l'ufate labbia, Et quando sbarra afè le bracciapronte,
Maperche comegia ancho al mio lettore Diffe Rinaldo a lei , per queſti ardori
Ho detto,difper'to trouar pietade Et per queftiparfitantoſtrani
Nonefo motto,ettorno alprio errore. Donna ch'andate uoifacendo erroris
Rinaldoco l'Hebrea per le contrade Etella a lui baron,poco lontani
Di Scithiafenegia condifidero Son di qua certi luochi ou'ï'adhor'era
D'arriuar una uolta in miglior trade, In certa compagnia di piu uillani,
PARTE 777
Doue perch'era anchor lungi lafera Labella donna Hebrea con gratiofo
T'baueràfatto per queft' Imao monte Che loro ilpaladin cacciò fi infretta
Tantopien,com'è pur d'alpeſtra uia , Da unriſo uinto dela fu'almaftella,
PARTE
232
Veniffero correndo in unafetta Vedeftu mai lettor quando in paftura
Etperlagranpaura entraſſer tutti Sono raccolti adunfamo d'augelli
Ad albergar quefta mia cameretta, Chelorfatt'è d'altrui qualchepaura,
Quifonofempre, peròfempre i lutti fe ne uan tutt'elli
Comein unpunto
I dolori,i cordogli, i martiri
Etfifpargon perl'aerea lor diuifo
Ettutti glialtriloro acerbifrutti, DaPale prefte,er dailor corpifnelli
Mipremen d'ognicato , un ch'iofofpiri(ri Cofi quando l'Hebrea col dolce rifo
Vuole, unch'iopiaga, unaltro ch'iodifpe Diffea Rinaldo che lafciaffe allegro
Vnaltrouuolch'accrefca igrá defiri,
Gliaffanni andar che lo tenean conquifo,
Peròfe paro altruipien di penfieri Tuttieii unpūto et nõ nefù u fol pegro)
Salido,magro, mefto, afflitto, etfmorto, Leuandofida lui, l'abbandonaro,
Echo doue albergo io quefti guerrieri,
Et ei refto non piu fcontento od egro,
Mercè donna di uoi, ch'a tanto torto }
Etcofta me auerriafe'ltanto auaro
Mifateftar con quefta reabrigata Cordi madonna an di fuagran mercede
Sariapur meglio o dio d'effer gia morto. Mi moftraffe nel volto un rifo chiaro,
La bella donna Hebrea non tanto ingrata Quefti che nel mi'albergo han la lorſede
Del amor delfuo amante ,bebbeper lui Et c'hannofopra me dominio tanto
Quandofu'l tempo, lapietà apparata, Chefenza loro mai non mouo il piede,
Etpermequando l'bauerete uuid Tutti in unpunto m’anderian da canto
Se non e'l tempo adhor, quando farello?
Etportarian da me precipitando
Seper me non l'haurete eb dio per cui? Idolori,i martir, l'angoscie, e'l pianto,
Che figran tempo uiſongia uaſſallo? Se dunque impetrar mai fi puo pregando
Che u'amo d'un'amor tanto perfetto Gratia,che giuftafia d'alcun fignore
Ch'in effe inganno alcunou'ba nefallo Perche n'auega un bē c'habbi'a cergrá
Quelmedefmo operar ,quelfolo affetto Impetrerò pur io Dolce mi'amore (do,
Ch'alhora al paladin moftro coftei Vna uolta da uoi un rifo , ilquale
Bafta afar anch'in me l'iſteſſo effetto, V'efca amoreuolmentefuor del core,
Ella ueggendo luifratanti rei Checofefara spento ogni mio male,
Affanni,chefeglierano dintorno Et uoifarete pur qualfetecerto
Raccolti, tutti per amor di lei, In tutte le uirtùfenzaaltra eguale,
Con un bel rifo, er da un bell'atto adornoEtio nel cantar mio uia meglio experto
Diffe Rinaldo mio , che uuoitufare 4 Megli potrò cantar delpaladino
o
Che uuoi tufar diqueftagente intornos a Che con la donnafua uapel deſerto.
Lafagli tutti andar,laſſagli andare, Rinaldofatt'baueagiagran camino
1
Camina allegro,babbipur di te cura Per l'afpromote, alborch'i affanni ífie
Et di me,comefai,non dubitare. Lolafciar tuttiun lieto peregrino, (me
iiií
SECONDA
Donderidendo poi tofto a l'extreme Noi con l'aiutofuo, colfuofauore
Parti uenne diquel giocondo affai Sifiam condottifino a qui di Francia
D'hauer condotto a ben lafuagrafpeme, Congloria fempregrande, cohonore,
Poi quandofu a lafin,laltra che mai Peròfemercè fua ,la noftra lancia
Lafciato non Phaueaper lo uiaggio Sempreportiam uittoriosamente
Semprefudando, pelobauendo guai , Senzapur bauer mai roffor diguancia
Al'ufcirfuo nelpianfuor d'un feluaggio Degno a mepar chefianofempre intente
Bofco,doue ella baueafattogranproue Lementi noftre ad operar quelprima
Cógrá dáno dibeftier grade oltraggio, Chenoi credia cha lui fiapiu piacente .
Lo lafciò con l'Hebreafoli andar,doue La terrafantafua di che ei piuftima
Loroparue d'andarper quella uolta, Fece nel mondo quando ui diſceſe,
Etella'lcaminfuo riprese altroue, Et anchorfatt'baueamaiſempre prima
Rinaldo adunque lafua donnafciolta Gode la gente quellareacheprefe
D'affanni, er dafatica,allegri molto 7 › D'effernemica a lui, d'effer rubbella
Prefero il lor caminper altra uolta, Atutte Poprein ch'ei noi altri acceſe,
Et noiper quel qualfia c'hanno egli tolto Però's'a queſta noi de le man, quella
Lilafferemo andar cofi contenti Toremper amorfuo ,cred'io di certo
Et uolgeremo il noftro oue raccolto Chefara cofa a luigrata,alta,& bella,
N'attende Carlo infrai fuoi combattenti. Adunque Orlando il ducanoftro esperto
A
PARTE 133
gh Sparti
So ben che'l fior del modo è'l cote Orlado A Liempo di Ligurgoinfra gå
Et che non hanno par li paladini fatte lui
Maforfe ancho di noiť'andrai lodando, Con tante diligentie, & contant'arti,
Guardapurfe tu uoi che s'auicini Le maritate donne(o donne a uui )
L'amazzonabrigata a lafranceſca Sipoteano corcar con unaltr❜buomo
Chefattifarempoiforſe diuini. Sex offender l'honor pprio o d'altrui,
Carlo odendo cofteich'ognihor rinfresca Pur cbetoffeftat ei molto ben domo
Tanto la cortefia uerſo di lui Nele uirtuti ,& era queftofatto
Anch'ei piu delfuo amor sepre s'iuefca, Per inneftar di migliorfemeil pomo.
Purle diffe Regina, certo uui Se dunque in Sitbia là quelle c'han patto
D'ognialtra humanità paffate ilfegno Fra lor,di nonpigliargiamai marito "
Tal cbpiu debbo a uoi ch'al modo altrui Come di tempo in tepo è sempre in atto,
Ma questa voltafiabastantepegno Si foffero corcate colfiorito
"
Del uoftro inuerfo mefi buon volere Ejercito di Carlo imperatore
Quelc'hauuto habbianoi nel uoftrore Quandiui neftett'egliiltempo'udito,
I me ne voglio adar có le miefchiere, (gno Nonfi torria gia lor punto d'honore
Virendo d'ogni ben gratie immortali Per queftalegge,c'hauerebbon'elle
Etfonperfaruifempre ogni piacere. Fatto la uolontà del conditore ,
L'Amorquiui nel aere erafu l'ali Etfenza quefta anchor,fele lor belle
Et s'hauea ben tra lorgiafatto proue, Perfone,baueffer date in abbandono
Giua auentando anchor doratijtrali, " A quelle genti valoroſe & fnelle
',
L'opere dolcifue,l'opere noue Nonfol degnefariano diperdono
Ch'egli operato hauea tutto quel mefe Mamerterebber certo una talfame
Fach'ognicorfirifent'ancho, & moue, Chen'ufciffe di lei perpetuofuono,
PARTE 136
r pis ,
Non ti diranpiu cafta ,bumile, & Et perch'intendi chi mifia c'hofpitio
Mabenputta sfacciata, er ti diranno Vado apigliare in quella terragrande
Roma non piu ,ma Babilonia ria, Sappi ch'al mondofon chiamato il Vitio,
Fiamma dal cielirati inuocheranno Iui nonfifaran le mie uiuande
Sule tue treccie, milľanch'altri mali Pouere & groffe,come a la Virtute
Contuogrande difnor ti brameranno, Sifolnofar le fue d'acqua & di giande,
Peròfache coftui che li mortali Mafifaranno ricche tanto argute
Fa diuentar con lafua gran bruttura Chelafferanno i dei l'ambrofialoro
Peggior affai che gli irrationali Se uerran lor dal cielgiamai uedute,
Nont entri queftauolta ne le mura Iuiil mio corpo non copran coloro
Come dice a Rinaldo uolerfare Diromagniuolo , o d'altri panni uili,
Per hauerpatriaferma infin ch'ei dura. Madirofatofin, difeta, d'oro,
Quando Rinaldo odì coftuiparlare Iui non mi mettran ne liporcili
Che tanto sporco & lordo come egliera Com'atepar ch'i merti, o ne le falle
Voleua andar a Roma ad albergare, Mane le camere ampie,alte, & ciuili,
Gli diffe o miferel, che indarno fpera Iui l'albergo mioper ogni calle
L'animo tuo,frapopolfi ciuile Nonfia egualmente,ma ne le maggiori
Trouaralbergo in città tanto altera, Ch'i maggiorfempre mifarapiu ſpalle,
Tumipartanto porco & tanto uile Et quantofarann'eipiugranfignori
Ch'ionon titengo degno d'altraftanza Tantom'alloggeran piu uolentieri
Cheftartene co iporci nelporcile, Cbe lor parrà acquifiar maggiorfauori,
SECONDA
Di modo talche feli miei penfieri
Etfe per cofamaifatta quagiufo
Non ingannano mè,nelgran palagio Defcendere alcun'buom di cielo in terra
Haurò l'albergo mio con i primieri,
Pergiouar a lagente e almondan’uſo,
Et di quefto miben, di quefto mi'agio Debfcendituguerrier,uieni & atterra
Niente non dubit'io, ch'il'bo percerto
Tutto efto albergofuo , poi che Lamagna
Tal la uiſta del ciel me'n da preſagio,
Non l'hapotutofar con tantaguerra
Rinaldo albora o Dio , tutto'l couerto
Fa quel chefar non ha potuto Spagna
Ch'è fopra noi dal ciel, s'apra in un tratto Congranparte d'Italia, quelche poi
E'lfuoco grande ch'è laſuſo ad erto Non ha potutofar l'acqua che'lbagna,
Tuttofcenda nel mondo ratto ratto Che certofe'lfarai,liberi noi
Soprachi mai ti darà alloggiamento Sarem da tanto danno e tantapeſte
Tal ch'egli fiaconfonto ,arfo, er disfatto, Chegoderà ancho'l ciel de i beni tuoi,
S'apra tutta la terra in un momento
' Non ueditù di là quante tempefte
Etli trangugi al centro uiui uiui Son moſſe ſopra noiper queftofolo
Tal che'llornomefia del tuttospento,
Per queftecofe tanto dishonefte
'?
Adunque a Roma ou'ei denno eſſer diui Che s³una uolta pur queft'empioftuolo
Alloggeranno il Vitio, or uain tant'hora Da cui neprende effempio il batteggiato
Che tu ti rompi il col, ne mai u'arriui , Come dalpadrefuoface'l figliuolo
Et qual❜buom cheparlando adhora adhore Foſſeperfettamente annihilato
S'adira piu,s'adirò tanto ch’ei Nongridarienopiu glialtri auerfari
Partifenz'altro, beftemmiando anchora. Et deichriftian faria migliorloftato,
ORinaldo ch'alborli fantï'dei
Non grideria Martin , non glialtri pari
Non effaudir le tue beftemmie extreme
Mosfi primaperquefto , & hor fiforti
Anzi preghi giuftisfimi e non rei, Che non u'è chi con lor gioftri dipari,
Perche queft'buom com'egli haueua peme Debuenga alcun di quelle bone corti
Ven'a Roma col tépo, u'hebbe albergo Aconfondere i lorfalfi argomenti
Etbor u'alberga coipiu grandi infieme, Con le dottrinefue, fu'ingegni accorti,
Ne per brutto ch'ei fia posto è detergo Miferinoiguerrier quandofor penti
Magradito èfra lor fi , chepel uero Quefantilumi delafede noftra
Di quel ch'eidiffe ,hor queftecarte uergo, Chorgodon teco Dio laffu contenti,
Et tuforfe dal ciel doue Pintiero Ch'ellanerefto pur com❜bor fi moftra
Bengodi,perchefempre qui coftui Orfanofigliosenza ben paterno ,
Hauefti in odio, fuor d'ogni pensiero, Etfenza lanciagioftratore ingioftra,
Senti Podor deigrandi effettifui Naue nel alto mar fenZagouerno,
Perch'egli è tanto c'boramai laffufo Donnaſenzamarito , ehprega Iddio
Lo dèfentir ancho ciaſcun di uui, Chenonfopportiquefto infempiterno,
S'egli
PARTE 139
le adiuien nel mar che qualche barca Si traſfer tutti a lui con la parola,
Spel Com ne l'aduerfità al maggior di cafa
Espinta d'altro uento in altraparte
Che la doue ella quelfolcando uarca, Perfoccorfofitrabe lafamigliola,
Dond'è bisogno poi che congrand'arte Et egli a lor, fepur ame rimafa
La ritorni il nocchier nelfuo camino Foffe la mala mia da le mie cofe
Fattoprigion con tutti ifuoi guerrieri Con tuttoquanto'l ciel di cielo in terra
La nelcaftel del mago incantatore Et ciascuna tro diofe uen'è altroue,
Chiamato hauea a configlio i configlieri Etfaccian tutti a noi l'ultimaguerra,
Per confultarcom l'arme di Parigi Cheper me nontem'io neffuna cofa
Nonreftafero inman de iforeftieri, Guardafe temerem quei di sotterra,
Siii
SECONDA
Etfol s'adopra in cafo ultimo ftrano, Quando temeper quel qualche accidente
Ned unqua pofcia ch'eifu confacrato Etfu quefta adunanza inmezzo a duo
Nel nodo onde egli a me cotanto uale Muri,ch'un'angulfeano a la cittade
Me l'bopiu cb'unauoltafuor cauato, Poi diffe Orlando, orfa mo'lfatto tuo,
Et tutti glialtri anchor the giala dentro Maperche questo mago ilqualfifpandé
Piouer con lui dal ciel per quell'errore Sinelhonor de la negromantia
Siftuppi molto albor ueggendo unita T'alhor bauea da canto un'huom proteruò,
Tutta infiemela gente d'efto mondo Talhor'un buon, talhora ungétilhuomo,
Etreftò qualperfona sbigottita, Talbora un metitor difecco aceruo,
Ma perfcarcar l'animofuo delpondo Quádo unfupbore,quando un’buõ domo,
Chetanto è grauea l'huom quand'ei defia Quádo un'buodotto,& qħ un'ignoráte,
L
Saper qualcosa, onde n'èpoigiocondo , Et quando unbattitor di cinamomo, ›
Si traffe ad un de la gran compagnia Spello uedeafralor qualchemercante,
Et diffe,deb che gentefete uois Qualchenocchier,qualchereale artiſta,
Et doue andate tanti ad una uia? Qualchepoeta, er qualche negromante,
Eteglia lui,ma chifè tù ch'ancoi Alcuna volta poi qualche alchimiſta,
Solo quigiugnisneprima'haiſeguito Vn giuocator, un di corte,unfoldato,
Quefta regina ch'è dinanzi a noi? Vnfcolaro,unphilofopho , e un leggifta,
(Etgl moftròfu un carro una col dite) Ma che quiuitrouoe di ciafcunftato
Che ciafcun' buom da lafuafanciullezza chefi ritroua al mondo infra i mortali
Suolfeguitarfin c'ha l'età fornito? Perfino a quel del buomo innamorato,
Et gliocchi alzando al carro fuo giocondo Tutto deſſe ella a un'buom , giamai riɲ oſò
Dietro leuidefcritto in lettre d'oro Egli nontroueriaper lofuocore
La FORTVNAfon'io la Dea del modo , Sempre d'hauerne più piu defiofo
Alborfouenne a lui di quel ch'alforo E
' ch'interuien quel che con tanto errore
Dela Natura intefo hauea da lei Vedeua interuenir Rinaldo allhotta
Quando l'ando a ueder nelfuo lauoro Ch'egliguardando gia piendi ftupore ,
Ch'ella dettoglihauea com'bor coftei Tutta lagente intorno a lei ridotta
Quiui uedrebbe, & parleria con eſſa Diuerfamenteprocacciando andava
Come nel canto appar cinquantafei, D'bauer qualchufuo be , cui tato ègiotta,
Riconofciuto adunque efta effer della Dondealcun bumilmente la pregaua,
Se effaprudente deapiu uirtuofa Che con un'arco in man mai non s’asfide
Nonglibauelle guaftato il fuo difegno Mamilleftrali & più l'bora aventando
Meritamente in luifattaſdegnoſa, L'effettofa che quejtagente uccide,
Perch'ei nonfols'haueriatolto un degno Questa maiſempre infu manda uolande
Etriccofrutto,o cento,ma haueria L'empiefaette, onde morpoi lagente
Suelto co i rami a le radici il legno ,' Che dice il paladin giù ritornando ,
Però quando ella alcunfufo n'haura Perche ella'al cielle trabe confuſamente
Morte
PARTE 145
Quello chepur v'auie, tutto a mio voto, Che dona al mondo l'immortal theforo,
S'iofempretutti voifaceffe eguali Quefta ui daquelle nobilitati
Debpefaltuguerrier s'ha qlche igegno Ch'io non ui poffo tor, cheſono uere,
Comepotrefte voimai viuer tali? Che uifannno nel mondo eſſer beati,
Chi feruirialunlaliro in quelch'è degno Laltre,ondepoifi uan cotanto altere
Chefiaferuito l'huom per bauer vita Legentidate a me, ui do benʼio
Segrandi tutti voifofte ad vnfegno? Ma'l piu e'l manco è folo un mo uolere,
E'n quefto moftropur ch'ella è infinita Perc'habbia un'huomo bonpoco del mio
La prouidentia mia,ch'in voi ciaſcuno Et molto un difleal,queſto è chequeſti
Per tanto difleal maiſempre addita, Hanno d'bauerne manco e piu defio,
Perchefacciamogrande in voipiu luno I ne do uolentieri a quei cb'en preſti
Chelaltro,io vo cofi , fappipur queſto Giouo a gliarditi,& fcaccio i temorofi
Che non offendo in queft'oprar nessuno, Comeforfefin bor spelfouedefti,
Il mondo è tutto mio,degno & honefto Ch'un uiuafan,laltro babbiadolerofi
E ch'iofaccia di quel,quel che mipiace, Sempre limebrifuoi , lunfempre ueda
S'altri l'ba a mal, egli non m'è molefto, Laltro occhi mai non habbia luminoſi,
Naturatutti voi nel mondoface Piufpelopar che da miafuorproceda,
Pouerisfimi,ignudi ,& ſenza bene Ma quando auien da me,fecreta è tanto'
"Netroppo alcun di leififa mordace, La cagion'ond'io'lfo,che❜ndarno'lcreda
Et io vi do del mio qnanto s'auiene Neffunfaper, uogli'io ,però nol canto.
Afar viuere vn'huom , poi tuttiquanti CANTO XXXVII .
Mi voleteftratiarfino a le uene,
Mal'ingordifia voftra ,i uoftri enfianti Valfifolftarall buo,cui molto piace
Petti di auidità,fon la cagione 9 Quel ch'egliascolta,ilchep nogua
ftare
Sézafar motto in ascoltando tace, (
D'efti uoftridolor,gridori, pianti,
Epaminonda,Curio, Photione, Talfiftaua Rinaldo ad ascoltare
Tutto quel tor cheparrà lor del tanto, Finch'ella haurà a le má la ſu’arte bella,
Male menti baueran tanto infiammate E'l nome ancho di lui mi diſſe tale,
Del caldo di colei , che manifefta Dunque egli è quefto, ofignor uenturato
Disfiche tifia al monte,ingran giornate, fignor buo nel modo huomo imortale,
Che nonficureran prender da quefta Odolce tempo o'gloriofoftato
Del ricco arboremio piu neffun frutto Di chifi trouera nel mondo alhora
F
Cheli decenti a unafortuna bonefta, Sotto'l gouerno tuofifortunato,
L'buoprenderà (piu grato a lui del tutto) Quefto tuo tanto ben fi m'innamora
* De lafua bella terra il belgouerno Ches'impetrar da Diofoffegiamai
Apiufelici man non mai condutto, Posfibilquifra noitanta dimora
Ne ficurerà d'altro infempiterno Altragratia da lui non uoria mai
Che quiui'porràfine alfuo defio Cheftarfin'a quel tempo in quefto modo
Ofpiritogentil spirtofuperno, Solper uederfi gloriofi rai
Tiii
SECONDA
D'eſte tuegran virtù,fignorfacendo. Lediffe donna,bomai del glorioſe
La prima di bellezze in questo tondo Perfe nel cielo u tuttii moti moue,
Lequalpiu molte in unfuo libro ad una, Cô l'artefua al malfør pur sépre auezza
Diffebenignadea nonfon uenuto Mandato haueagiaa dir fraquei fignori
Quifufo'luoftrocarro afarmi un Mida Che Carlo imperator uenia di Francia
Mafolo per ueder quel c'ho ueduto, Per terrafanta tor di man de i mori,
Però fepiacea uoi ch'al mondo i rida Perolfignorefuo cui piu laguancia
Datemi il ben ch'altrui gioua a battaglia Batter,toccato hauria di talperduta
Poicontento andrò uiafenz'altraguida, Masfimamentefenz'aprar di lancia,
Et ella infuflò lui,dicendo, uaglia Intefa da coftui quefta uenuta
Questoper queftoate, Rinaldo, quanto Mádatohaueaper tutto un bandogrande
Brama❜ltuo cor, ne piu bramarti caglia, Chefia tutta la gente a lui uenuta,
Rinaldo allegro albor come chi'l uanto · Lagente intendi,onde'l valorfifpande
Riporta ben di qualchegrandeimprefa De l'arme & dei deftrier, la gente intédi
Deftrofaltò del car dal deftro canto, Ch'a Marteprepararfa le uiuande ',
Et con la bella Hebreac'haueu'eiprefa Perògiagiunti a lui u'eranftupendi
Seco ,per compagnia delgran uiaggio. Guerrieri d'ogni banda, er numeroft
Alquale era ella anchor(com'egli accefa , Superbi, beftial,fieri, orrendi,
Tuttopieno d'ardir,piendi coraggio, Deliqual tutti,tanti,er ualorofi,
Si mife per la uia,difiderofo Haueu'egli un'esercito ordinato
D'andar'i Frácia un di ,fra'lfuo legnag Cb'inuero non hapar neipiufamofi,
Nefipensava mai ch'auenturofo (gio, Percio che quel ch'al Taurofu menato
Lopoteffe trouarfra qualchegiorno Giada T'igran,contra Lucullo altero
Perlà,dou❜andau'eifi defiofo, Che gli lo lasciò uinto & difcipato,
Perch'egli nonJapea ch'in quel contorno Nonfariaftato al parangon ,guerriero
V'eragia Carlo tutti ipaladini Da combattercon buomini di legno
Ch'andauano in Soriafenza foggiorno, Come l'effetto alhor lo moftrò vero,
Sai ben lettor che queſti peregrini Quelch maggior piuforte, et uiapiu degne
Pofcia cha Colco liberati foro Menaroi Parti contra Marc'antonio
Da l'incanto crudel di quei meſchini ſegno,
Nonfariagiunto digran lunga al
:
SECONDA
1
›:
SECONDA
T
PARTE 151
Etper cimierobauea Vulcan cornuto Ma quagli fcudipoi de ifabricati
Checolmartello in mano,e'lforte incude Con l'induftria maggior, chefabricando
Teneuaunftral di Dio femprebattuto, Lorofi posfi ufar dai piufuegliati
Etnelftendardo poi,lefuriecrude Potrannoftar ai colpi delfuo brando
Haueu ei tuttatre del trifto inferno Ilquale è d'uno intiero diamante
Come le tien la nera lor palude, Etfi duro oltramodo ch'è mirando?
Et cofi fotto lor colfuogouerno Oualorofa gente ch'in leuante
Menat'hauea alfoldan,laterzafchiera Andate afar battaglia con coftui
Dapor terror ancho nel cielfuperno. Comecontrafterete a cofetante's
L'ultimapoi ch'anchor uiapiugrand'era Queftofuobrando belch'ungua ad altrui
Menaua effo Soldan, fignor di tutti Non uide il mondo par neſſuna ctate
Sotto unafua mirabile bandiera , Era'lprimotbefor di tutti ifui,
Et erano coftor da lui condutti L'anticofodro bel di Mitridate
Quattrocento migliaia diperſone Che ualle altempofuo tanti talenti
Per piu paefe colti,e adun ridutti, Nobauria bauuto a quefto equal Eeltate,
Cominciato haueu'ei la regione Cofenonforomaitanto eccellenti
V l'Indofiume nelgran mar s'ingoia
r queſtabella ſfada
Quantoquest'arme, &
Poi s'era uolto inuerfettentrione , Diquefto imperator di tantegenti,
Et dalHircano a quel che la Danoia E'lfuodeftrier chefifaria laftrada
Nel'onde acettafue, cercato bauia Fra tutto'l modo i arme , etpiu gagliardo
Con tutto quelterren c'hebbegiaTroia , Ch'ardente cofa cheper l'aria uada,
Poilungo'l marpalato ere Soria, Era un groffo corfier tutto leardo
Etabbracciando aſſai delafricano Viapiu che quel che Carlo a la corona
Ritornato era intorno a Gedrofia, Portòlaltrbier qui dou'io piago et ardo ,
En quefto circuir tanto lontano Etper cimiero hauea de la perfona
#
Egli raccolto bauca lagran brigata Vnforte Alcide che con grande affetto
Chefa'lgran campofuo tantofourano, Caccotrahendo per lun piè fprigiona,
Quefta era d'arme tuttaquantaarmata Etnelftendardopoi d'azurro fchietto
Di buon metallo, a la foriana
Pompofamente hauea dipinto'd'oro
Tuttapompoſamente era ordinata, ContAlcorano in mano un Macomettò ,
Et PharaoneCocofa grande & ftrana) Et cofifotto lui loftuolfuo moro
Haueua l'armefue di diamanti Ch'erano un million d'armati infieme
D'opra compoftiadun moltofoprana, Egli raccolto bauea tutti in un choro .
Quai brandi adunque mai faran pefanti , Ochorobeftial, choro ondetreme
Duri, taglienti, fidaforza ufati No'lmodofol,ma Marte i cielo et Gioue
Chefiano a tagliarlor niente baftanti? Contuttelaltre lorlucifupreme,
pa
SECONDA
Penfalettor che'n taté, & ftranie , et noue Che non v'è parangon da Tile a Battro,
Genticom quefte v'eranoromori
CANTO XLII .
Cui parnonfur piu maifentiti altroue,
Quiui di mille lingue erano mori Fiorentin che per l'inferno andando
Quiuiftromenti affai,tamburi, et trõbe
Et d'arme di destrierfierifurori, Quegran giganti torri eſſer penfando,
Quiui tantogridar che'lciel rimbombe S'hora di Pharaon l'armataferra
Tantoftrepito infieme d'ogni cofa Vedefti dilontan co igran giganti
Che lofentano i morti ne le tombe, Chelaltro canto mio nelfuofinferra,
E'l terzo tre,via anchor di piugradezza Ma con che men'eipoi la gran tempefta
Però piuforti, n'haue il quarto qttro Chefa maggior furor ne i corpi humani
Tantopiugrandi,& fi dipiufierezza Che ne lefoglie il vento a laforefta?
PARTE 152
1
PARTE 154
Se non la leuerai,la tua corona Et cofi auenne adhor del bon barone
Hauera danno alfin grande & uergogna Chefuor di tempo per troppo grand'ire
8 Perchefempre un'huom tal tal cofe dona, Corfe adolfo col brando a Ganelone,
Non ueditu fe Gan maiſempre agogna Perche re Carlo ilqual cotanto afpira
Scialacquar una uolta il tuo belſtato C'habbino tuttialuigran riuerenza
Mal'ira ampia nel buom ,fa che di lei Nonfèrisposta a lui,fenon ch’uſcia
(S'egh benfoffe buon come Catone) Del propoftopianpian, comefarfole
Nonfugge ei fempre i trifti effetti es rei, L'buomo a cui'luer rimprouerato fia,
Vii
SECONDA
E'lfauio Orlando intramettea parole Et amalei d'un tanto amor ch'occorfe
Da acatar luno & laltro laltro et luno Poche uolte ad altrui d'un tanto amarne
Comein tal cafifarfemprefi uuole, Perchel'Amor col miglior dente il morſe
Ma ditutta la corte in quefto ognuno. Et non parla con lei d'opre di carne
Daua ragion'a Aftolfo ,perch'inuero Ma d'amorfanto, d'arme, & di deſtrieri,
Rinal do albor uenia troppo oportuno , Etdi caccie,er di can, falconi , & flarne,
Ma chifa anchorfe'lftrenuo caualiero Et d'altrecofe affai,che i caualieri
Giugnerà almaggior uopo in afta guerra Etglihuomini gentilfanno parlare
Com Claudio al Taro giafaggio et legge A tempo & luocoſenz'altruiſpiaceri,
Puot'ách'effer difipche'l cieljerra (ro, Et cofis'ba dolor,s'hagrande andare
Secretigrandi unlungo tempo, er poi Disfoga quello, er queftofa minore
Per qualche noftro benglifcopre in terra Etfa la donnafua contenta ftare,
Mafe'lfarà l'intenderem ben noi Con pace adunque e con tranquill'amore
Et uedremolettor dipunto in punto Caualcano ambeduifempre parlando
Tutte leproue er tutti ifattifuoi, Cofe gentil, magnifiche, d'honore,
Fin'bora egli non èfi inanzigiunto , Et cofi un diper un gran bosco andando
Caualca anchor di là dal Eufrate Videro un'buom con una donna infalla
Con lafua bella Hebreafempre cogiüto, Che la portaua uia quafi volando ,
Etfempre offerua a lei tutte le date Rinaldo albor per la bronchiofa calla
Parolefu lafe,tal cheſempre ella Dietro fe gliauio di fron battuto
Puote ancheconferuar lafu'honeftate, Paffandofempre viapertutto agalla,
Echinonfa ch'ogni madonna bella Ne puote giugner mai quel chepennuto
Puote anch'eller da be,fe ben talbora Sembiaua ne l'andar,tanto diftende
Ella con alchun huom ride o fauella ? Eglili pasfi fuoi,prefto & orguto ,
Nonfi perde l'honor ,non fi peggiora Ma s'haurà Maggio non haurà Klende,
Per ragionar alcuna uolta infieme S'egli l'haurd fuggito in correr tanto
Che difar mal nonfi ragione ogn:bera Nolfuggirà poiforfe in quel ch'intende
Nefempre ognihuom che defianãofreme Didir l'animo mo nel altro canto.
D'bauercolloquio con la cara amante
CANTO XLV .
Per qllo iluuol ch'altrifi penſa & time ,
Sipuo ben dir d'altropiu ca fe tante Alfuperbofalcon da iferi artigli
Senza d'amor, fipuo d'amor ancho Fugge (perfortefua quell'animale
SPA
Conopre dir & conpar clefante, Cui dietro s'èpoftei perche lo pigli,
Ecco'l nostroguerrier c'h a fempre alfianco Crucciato torna al ciel battendo l'ale
Vnafi bella donna,chel cielforfe Etprende altro comin perc'hauergogra
Nonne uidefra noitre pariunquanco Firalfignorefuo ritorno tale,
Coft
PARTE 155
CofthorRinaldo altier che tanto agogna Et poftifi incamin perpoi mefarlo
D'hauergiunto colui cheper lo bofco Videro dilontano un lume apprefo
Portala donna uia pien di rampogna, Etpreftamente andorno a ritrouarlo,
Torna (
fuggitolui)pien d'ira er tofco, Quiui era un hofteria,quiui hauea prefo
Etprende altro camin, pche'lfu'honore La donna l'huom, chep lobofco andando
Tienchala donnafua debb'efferfofco , Veduto bauea'lguerrierportar di peſo ,
Ma quel che no fafar a un'buom l'amore E'lpaladino a lei uien forbottando,
T
Nongli lofarafar nel mondo mai L'bofte apre l'ufcio,& ei ua détro allegro
Cofa ch'ellafifia digran ualore, Et di cenar,con lui ua ragionando,
Però'lguerrier che lafua donna affai Ma quelmeschin ch'era fcontento & egro
Amaua,er di bon cor , la uergognofa Percheperduto bauea la carafiglia
Fronte dipofe, e albor che'l
folfuo rai, Prepara da mangiar tentando erpegro,
Giunta adunqueforlui la tenebrosa Grida Rinaldo, & uede poi le ciglia
Notte,in ira maggior crucciatofalfe Ne laguifa alpatron c'hauer lefuole
Perchelafciat'hauea lafu'amorofa, La donna alhor che lei l'occhiaia piglia,
Et tanto d'bauer lei quellborgli calfe Peròcangiando inpiu tranquilparole
Che di non l'bauertofto erfalua erfana, L'alterato fuo dir,dice a lui hofte
Neffunacofa afarlo albora ilualſe, C'hai tu che cofiftai¿di che ti duole?
Perche come leon quand'ei lontana Hai tuforse penfier ch'io tanto cofte
Senteruggir dafè lafua conforte Che nondebbipagar la borſa mia?
Diuocegrande,inufitata,& ftrana Non dubitar, ch'iofo piu bellepofte,
Simolle afarper cio coſe honorate, Quanto lodarlo a lui piufe lofente,
Et diffe 1o'l uidi ancoi, ne andar mai , doue Cofi bor Rinaldo piu che pauentofo
Egli andò alhorfepp'io,che per lafelua Ode ragionar l'hofte eſſer Corrante
E fiero, alpeftro, & corre come un uento , Rinaldo irato alhor, altrı animali
DondeCorranteforse è per cio detto , Ho ben domato anch'io, & anchor afto
Et è piuftranio affai che lo Spauento , Spero domar,fe brando mio piu'l uali
Vedi dunquefignor s'alfuo ricetto ·(Et tocco'lbrando fuo) poi diffe preſto
Per niente( che chefia)ch'occorrer poſſa Fati hofte a uenir uia,ch'io mi dilacco,
Dè nefun'andar maic'habbia intelletto, Se piu d'andar a lui punto m'arresto,
De laltragente anchor s'è talhor moſſa L'hofte, fignor, coftuifta come un Cacco
Ma alfin tutti con lui fempre fatt'hanno In ungrand'antro, er è d'unfaffe chiuso
Lui delfangue lor la terra roffa, Ch'Athlante a torlo uia refteria fracco,
Pero lladronfiftia colsuo malanno Rinaldo alkor,mifai troppo confufo.
Andia le uuoiuenir, ch'ancho có Cacchi
Etguardici da luil'onnipotente,
Et tu nonte ne tor d'ello altro affanno, Sono a la uita mia molte volt❜ufo
T
156
CPARTE
34 Cofiquefto animal quando a lafoglia
Ettu queſta'luedrai ſe non tiftracchi.
Dela fpelunca fua s'appreffa il lume
CANTO XLVI. Rugge, dal ch'eifa nientefi fuogl
E'l paladin come chiporta l'oro Ilgran Soldan perche mi par ch'ei tema
Guadagnato a lagioftra,allegramente La'l uenir d'unfignor (che nó è ciácia)
Torno ne l'bofteria conlaltro choro, Hafatto'lforzo difuaforza extrema,
La uocefi cofparfe inmantenente' Re Carlo magno quelfignor di Francia
Com'unguerrier uenuto a l'hofteria (Nonfofelbaifentito ricordare)
Vccifo bauea Corrante,ilfraudolente, Va'nuerfo Egitto con armata lancia,
Donde ciafcun cb'iui dintorno bauia Et dice ognun che ui uafolperfare
Stanza od albergo ad adorar lo uenne Cheterrafantafiadei chriſtiani
Come i paftor quando nacque'l Mesfia, (Chrifto mipar che la uolſe habitare)
Etper l'opra c'hauea tantofolenne Donde'l Soldan che l'bane lefue mani
Gliportauano ognun qualcoſa in dono Per conferuarla, & aincer l'inimico
Talch'anch'a luicome ad unfanto auene , Hameffo in arme gia tutti ipagani,
Quiui parea quel diproprio'lperdono Queftofol tifo dir,quefto ancho dico
Chetalhorfra ibiffolcier fra i paftori Chefefoldo uorai da quelfignore
Reca unfra accorto come affai nejono, L'haurai,perch'einefa mirando abbico,
Chigli portaua pan,chiuin ,chifiori Rinaldo alhorfi rallegrofi'l core
Chi gli portaudl latte, & chigliagnelli, Che uenne tanto d'una ambaſcia a meno
Et chi fatti di mano altri lauori, Cheraſſembraua un’buõ, quád’eifi more
Le donne idrappi lorfino ai nouelli, Et quafi auenne a lui quel che gia apieno
Leferfe,le canocchie, glifcheggiali, Auenne a quelle due che ifigli mui
Le buccherauie,i borri, er i frenelli, Vider,piantiper mortiin Trasfimeno,
Dimodo talche s'un di quefra tali Donde la bella Hebrea ch’anch'era quiui
Foffeftato Rinaldo, alhors'baurebbe Glifudintorno, confatica aſſai
Pieni,comefann'ei,fino aftiuali, Lofeceribauer gli fpirtipriui,
Mapche egli maifempre il cor pieno hebbe E'lpaladin con quei giocondi ergai
Di ualorofita ,tutti efti doni Aguifa dipoledro in libertade
Diede a colei,di cuiprimiergli increbbe, Nonfaftarfermo,c'hafue uoglie bomai ,
Et dice
PARTE 159
Et dice a l'hoftefuo per quali ftrade Cofi Rioaldo bora che'n uiefcabbrofe
Sipuopiu teſto andar la ue tu dici ? Sitroua per andar colfuo ualore
Mettimi infulcamin d'effe contrade, Alaguerra, tem'ei d'kore otiofe
Et l'hoftea luifignor s'andar uuoi lici Sifollecitafempre, e'lportatore
Pafa l'Eufrate ilfiume qui uicino Difè , & la donnafua tiene auacciato
Poi ua a man manca a l'Arabependici, Per girin tepo aquel , cui tato balcore,
Mafallar nonpotrai ,che per camino Et quel che tiene luitanto pronato
Noua,onde fperi bauere il don primiero, Fatt'hauea in cor col conte e'l Mainetto ,
Etfempre a lor parea come a la accorta Et tien certoaltrefi ch’amor uerace
Brigata,che caualca inuerfofera Nel core entrambi a lui portino anchora
Che teme di trouar chiuſa laporta, Chefa che l'odio alorSempre difpiace,
Mas'ella algiunger lor fia di maniera Pero'n talpenfierfuofi s'aualora
Ch'eglipoffano entrando andar auanti Ch'aritrouarli i uien d'animo uero
Come teme Rinaldo & comefpera Che❜luedino con cor ch’ama & honora,
Lo uederemo poi ne glialtri canti. Etucramente ch'eftofuopensiero
Perche l'imprefafua c'hordha dinanzi Dende eſſo Orládo alkor cô Carlo , Łomai
Sa bench'importa, & ch'ellano èfcherzo Egiunto'l tempo del miglior configlio
Sogno d'infermi, ofola di romanzi, Quel c'ha detto coftui tu ntefo l'hai,
Nonfi ponpiu tener d'andar mordedo , Saperper tempo , ( cofa è gia ueduta)
Voriane pur coftor che trangugiati Voljemandaread effo Carlo un tratto
4
Foffen speditamente i lor nemici Vn'ambasciatorfuo che'l dimandaſſe
& Ch'in ogni modo aquefto iui enno ádati, Che cofa ad iui andar l'haueua tratto,
Però uannotalborfuor degliamici Cofi chiamato un'huo, ch'a Carlo andaſſe
Fino a mezzo'l camin uerfo i
francefi, Gli commandò, che con lui di quefto
Magli
fan poitornar migliorgiudici, Diffufamente a nomefuo parlaffe,
Cofi dalaltro cantoglialtriacceft Quefti ch'er buo,uiril,grade, & rubefto,
Di ualorofità, d'animogrande Et chiamato d'altrui per nome Lurco
Vorianogia coftor conuinti prefi, Diferuir'ilfuofir bramofo erpresto
Ma'l cont Orlando in cui piu befi frade Si mife in punto com'er'ei)da turco
Di uirtù faper d'arme,& gradeigegno, S'auiò'nuerfo Carlo borreuolmente
Ch'altr❜buo che'l nomefuopciofuor má Et non da arlotto, porco, untofo , o lurco,
Tutti ifaftar prudentemente alegno, (de, Et giunto inanzi a lui diffe altamente,
E'i tempo afpetta come'lnocchierfaggio Pharaon granfoldan re del Egitto
Ch'i porto uuolcodurfala o il fuo legno, Eimperator di tutto l'oriente
SECONDA
Et quefto effer non puo ,però uien como Cofi quando a paffarfiam noile mura
Molteuolte uediam ch'almondo auiene' , Che dicifatte tu di caualieri
Che chi uaper domar ritornadomo, Et di giganti,er d'altragente dura,
Etcofi bora ancho a uoipuo moltobenè Dagattile pasfiam deftri leggeri
Star,ch'auerrà barone, & faràcerto E'l caminfemo a noi com'i animali
Che troppo inganna uoi la uoftra pene, Dotti da la Natura ilor ſentieri ,
Se uorete venir nelgran deferto Sichefian Lurco mio piccioli i mali
Nelqualfu gia dal popol d'Ifraele Per noipaffar quefto tuo muroforte
Per quarant'anni tanto malſofferto, Chepaja'l mar chi di volarlo ba l'ali,
Se uorete venir à Gabriele Et conquestoti torna ala tua corte,
Dite voiche portò l'annuntiofanto
CANTO LI.
A laferua di Dio,la piufidele,
Se uorete uenir la ue con tanto
Elle, quando'l monton dalvel del oro
Scherno, (com dite voi) mori colui Caualcaua pel mar,patì` la morte
Chefopra i chriftianfuo nome ha fpanto, Perchefi volfe, oltra'l precetto loro ,
Se'nterrafanta alfin vorete vui Tenne Friffo'l penfier coftanterforte,
Venir,uopo vi fiapaſſar inanzi E'l caualco, tal chepaffando'l mare
Vnmurotalche non ha pare a lui,
Lopuote al Diofacrar con buona forte,
Et quefto è quida noi poco dinanzi Dondefi vedepur che'l cominciare
Ch'attrauerfa la uia,tal che s'arretra L'opere ,a Phuom,ğlch'egli d'effe aspette
L'buo che lo uede,et nopuo adar piu inazi (Senza venirne alfin )non puo ben dare,
Ne creder ch'egli fia di calze o pietra I uo guidando anchor la mia barchetta
Och'egli
fattofra come quell'era Per l'alto mar in cui mi miſe Amore
Chefucopofte afguardo,erfuodi cetra, Etgia atre quarti dela uia l'horetta,
Queft'èd'unamateriafolguerriera Lafciaffe hora andar leifenzarettore
Di caualieriforti ,er digiganti , Perfa ellahauria la merce, er lafatica,
Et digrangente, tuttaforte, & fera, Et io quel nonbaurei c'ho dentro'l core ,
Et quefto uopo vifia (sandar auanti Vopom'è dunque s'ella dèfua bica
Vorete voi paffarprimaperforza Lietaſcarcar,& bauer'io l'intento
Dibraccia, d'arme , di valor preftati, Chefempre l'alma mia tanto affatica,
E'l duca Aftolfo a lui , come a la fcorza Ch'iola conduchi in porto afaluamento,
Ronchiofa ben, s'aggrappa ilgatto deftro Ma chi mi darà al mar tranquil ' oftato
Tal che l'afcenderfuo meglio rinforza , Chi mifarà fpirarfoaue il vento?
Etcome infterpi ogni animalfilueftro Rettor d'ogni opra mia, rettorpregiato
Fa meglio il caminfuo, che l'ha Natura Tucheleuato m'hai dal primo lito
Iuinodrendo apienfatto maeftro, Fallo (chefolo'lpuoi) l'ho ben prouato ,
X
SECONDA
Con chi spezzar le lance a mezza terra, Et uia d'ognialtro mai piu ualoroft,
Trafcorferfi conmente iniquitofa Ilofo ben ch'uopo non è ch'io uegni
Chegiunfero algran campo deipagani Afarforti ne l'arme i uoftri cori
Quafi fenzaauederfi dela cofa, Nech'a battagliafar punto u'inſegni,
Et quiui mille opiu comefier cani Ma perch'usanza han purgouernatori
Lorforo intorno di quefaracini Quandofi den menar tutte le mani
Tuttiin unpunto con l'armate mani, Qualcheparolapria mandar difuori,
Di modo talches'esfi paladini Ho uoluto anchor io poi che domani
Volfertornar donde erano partiti Debbiamfarfattodarme per lafede
Bifogne lorfarfattipellegrini, Con Pharaone,& glialtrifuor pegani,
Nefilifeperfar,cb'ambiferiti Dir prima a tutti uoi quel che richiede
Nonreftafero alhor da quelli mori Dir aifoldati, un capitan, darci
Tantilorforo intorno a quefto uniti, Che capitano a uoi Car lo mi diede,
X ii
1
SECONDA
Nonfi trou'hora in questa noftra corte, Non uifarà d'alcun giumai piu tolta
Chefe vifoffe ilfrancopaladino Perlungo tempo od infiniti luftri.
Anch'egli goderiaper lafuaparte CANTO LIII
Di quel chefarem noi colfaracino
Et con laforzafua,con la bon❜arte Vado igráfaui , ilprimi nel modo
...
Ch'è tantapur,cofefarebbe anch'egli 1 D'insegnar ad altrui philoſophia
Chelafaticaaltrui toriano in parte, Hauean con curagrande ilgrauepondo
Mauifarantutti lifuoifrategli Con l'eloquentia & l'arte lor natia
Etglialtri paladini iqualfaranno Ch'erafi grande pur, uolean moftrare
Fatti,che certo altrui parranno begli, Immortal eſſer l'alma, a chigliudia
X iii
SECONDA
Quafi
fenza dormir, l'hora attendendo Cheglieffecutorfuoi con laltro Marte
D'andar oue d'andar tanta voglia bano, Deueano il giornofarfra tantaferra,
Et uengonfi pianpian tutti ueftendo Il cont'Orlando chegia bauea con l'arte
Per elfertuttiin ordine quell'hora (Ch'egli hauea tatapur)preſſo al Soldão
C'hannoegli dapartir tanto gioendo, Condotta lafua gente infalua parte,
Cofiifrancefchi defiofi adhora Sulfuo caual, con lafua lancia in mano,
•
D'andaralfattodarme a lor propofto Diffe chi ha cor'in corpo , bora miJegua,
Non ponno quetifar lunga dimora, Et fprond Vegliantinper l'ampiopiano;
Ma ognialrolor penfier tutto depofto Re Carlo albora a cui nullaltro adegua
Che queftofol, l'horaftanno aspettando Di valorofità,gridandoforte
Diquello a cui ciafcun tanto è difpofto, Sufo figliuoli miei rott'è la tregua,
Nepono alfonno dargra tempo in bado Sprono'l cauallo anch'ei daguerrierforte,
Le membralor tutta effa notte cfcura E chi potute hauria difeguir loro
Chefpeffo'l grandefiolor vien deftádo, Tenerfi alhor piupur unpuntoforte?
Mafi mette ciafcun la fu'armatura Il campo tutto adunque in fretto cboro
Inanzi iltempo,ch'eller uuole in punto Silafciò andar quelpunto ad affalire
L'horapropofta con grand'arte cura,
Ilgran Soldan e'lfuogra campo moro,
Cofiil beldir d'Orlando al ualer giunto Cofis'incominciòful apparire
Deibuonfoldatifuoi,fè ciascun core Delgiorno il difra Carlo Pharaone
PARTE 164
Echi potrà mai ben con qualfermone Indi piu oltra anchor moltogagliardas
Dirigranfatti, le mirande proue Mente correndo,il portò uiafu quella
Chequiui il giornofer queste perfone: Che non loferma'l pefo, er non lo tarda
Cred'io che in ciel l'altitonante Gioue Anzi colcarco unaltrauolta d'ella
Si ritiraffe alborne lafua rocca Diede ad unaltro,& trappaffato lui
Quellapiuforte od'ei piu'l modo moue Similemente il portò uia di ſella,
Et che di là dond’ei taluolta accocca Pofcia piu oltra anchor con queſti dui
L'opre mortal ch'alui poi splacen tanto Cofi correndofè maggior la filza
Ch'egli gli ftralifuoi nel mondofcocca, Ch'aggiunſelterzo er nófu'lfin coſtui,
Steffea guardar che nonfifeffe tanto Malgrto, e'l quito, elfefto , er laltro ifilza
Ilgrand'ardir delefpietate genti Pofcia ella lancia come un spiedo piena
i
Che voleffero anch'ir nel regnofanto, Ruppe alottauo ne la rotta milza,
Ma affai dafar'hauranperbenpoffenti Etcofi'l conte ch'ogni gloria mena
Chefianquagiu ,per queftauolta tutti Nelprimo aringofuo con quest'opra alta
Senza uoler andarforglielementi, Metro s'bauca ualor , poſſanza, elena ,
Non tema adunque il ciel de icafi brutti Mas'egliben tant'altamente exalta
Cheoccorreran, matema'lmodo, & qllo Carlo,la corte, tutta Frácia infieme,
Che gusterà di lorgliamarifrutti . Non peròglialtrifuoi fanno diffalta
Orlando alto guerrier, Marte nouello, Mafanno opre ciascun tantofupreme
Tuforza ,tu ualor,tutto ardimento, Che mertamente ben puo poi lafama
Tutto,fenza tardar piu tanto o quanto, Re Carlo eifuo tre millia chriſtiani,
Et cofi inquanto'l ciel ne moftra un lampo Obenfamofo o memorando giorno
Tutt'effo infieme exercitofi moſſe Sefaranquefto vfciti i valorofi
Conira,co ardor,confuria, & uampo , De le man di coftorſenza hauerfcorno.
Fioto ilpiugrandein mar mainonpercoffe Quando ifrancefchiforti & animofi
Con impeto maggior neſſuno scoglio Hebbero un tempo cofi intorno cinti
G'hor quei diFrancia quefte gétigroffe, Pugnato coipaganfi numerofi
Ma come a ellamarea manca l'orgoglio Dal grad'ardire(& perlo meglio finti
Quand'ella offende infalfoduroforte Sipartir lun dalaltro in molteparti
Cherope Poda et maggior fa'l gorgoglio Etnelgran campoficacciar diftinti,
Cofi borachecoftor tanti in coborte Douepoi con leforze legrand'arti
Etcon tantofurorfuperbivrtaro C'haueano delpugnar,fero le cofe
Nela poffentedi re Carlo corte, Che mertamente lorfanno dir Marti,
SECONDA
Che poteuano mai con gran giornate Battaglia, effer inpunto , apunto intende
Et quefto era ad Orlando ilgrande aiuto Et ilfuo Amor c'hauea fempre l'orecchie
Chenel campo egli hauea,nolfapend'ei Etgliocchi uolti a lei, di quefte pro ue
Dicui nelaltro dirgia habbiam ueduto. (Com❜huo ch'i qlle delfignorfispecchi )
L'arditafiglia del re degli Hebrei Lieto,quina fe'n gia, (no troppo altroue)
(Oualorofa donna od immortale) Cofe facedo anch'ei,ch'a Marte in cielo
Trouò ungigate,& dei piu grádi errei, (Noch'a chiu'era albor)paruero noue,
Et col valorcui n'hanpochi altri eguale Perche daltempo che'lfignor di Delo
" Cominciò'lcorfo , ond'a noil'hore muta
Seglifè'ncontraafar conlui laguerra
Se ben grand' buom,poffente, es beftiale, Nonfiuid'oprar maifi forte un telo ,
Et nelprimo affrontarfe gli diferra "Egli incontro quelgranfignor di Suta,
Con tanta leggiadria , tanto benparte Quell'buocrudel,qlfi nel uolto oscuro,
Ne'lpuo piu gouernar col duro fprone, Cacciato inuerfo'l campo chriftiano ,
Macorre eifalta,tra,grida,etfisbriglia Ch'era uicino a quel(dalui lo dico)
Etfa di punto in quest'opratione La mettà apunto d'un gettar di mano
Tutti quegliattichefa'l cangentile Sprono'ĺcauallo ,& fopreſſo benfaldo
Quand'eifa allegrofefta alfuopatrone, Saltòfra lor nelfanguinente piano ,
Onatural iftinto,oftranioftile Et quiui di defio , d'amor ben caldo
Che tien Natura in gouernar li brutti Gridò ,frategli miei pensate uoi
Chabbin conofcer piu di noifottile, Sibellafeftafar ſenza Rinaldos
Baiardoil bon deftrierfolofratutti Anch'ei uiuord dentro i balli fuoi ,
Che gliocchi al nomefuo pur uene alzado Con importunità grande & auara
Gliocchia Rinaldo,al nomefuo ,
fiforte Eifi diffende da l'inftante calca
Alzo,che'lconobb'ei, donde poi uenne Colporgerela mano a queft'e a quello
Il ben che scampò lui da l'empiaforte, Tanto ch'alfinfua libertà diffalca
Ch'egli pian pian da tanto mal riuenne Cofiilguerrier de l'importun drappello
Et fi ricuperando andò'luigore Sidiffende colporgere le mani
Ch'unaltrauolta anchorfano diuenne, Eta quefto & a quelme che puot'ello ,
Et quiuiilcuginfuo,con tanto amore V'era Olivier, u'erano iſuoigermani
Abbraccio, tantafefta,& allegrezza, V'era'lDanefe,Aftolfo, er Salamone
Che nonfi potria dir d'altramaggiore, Et ben cerca altri ottanta chriftiani,
Madrene Junamai conpiu dolcezza Liquaipur tutti alfin defcritione
Non accolfefigliuol,nesposa sposo, Hebbero tanta,che lasciarfra loro
Ma a Carlo piuda tefempre compunto, Che non ha'l mondo unparangon dale i
Veggobenfignor mio che uuoi cb'alfegno Falle Orlando d'honor, fa ch'ella'l merta
Venghi egliqueftauolta in quefta guerra Mert'ella honor dalciel no chedal mondo"
Poi chemandatoglibaiguerrierfi degno Ch'al cielo certo ella è dal cielo offerta,
SECONDA
E'l conteprefto albor tutto giocondo Tal ch'in quel punto tutte quellefquadre
Si traffe'l guanto,er riuerente affai Si traffero a guardarla inquellaguifa
La man leporfe per l'imposto pondo, Chefan legenti inculte e le leggiadre
Ma ellach'auanzar d'alcungiamai fa
A riguardar madonna alhor ch'asfi
Lafciata non s'bauea di cortefia, Ellafiftalà doue andando intorno
Cofi toccarla alui non uolſe mai, L'buomo, erftando quagiu s'imparadifa,
Mauolle del deftrier diſmontar pria Odolceftar o lieto andar dintorno,
Et poila bella mangli porſe anch'ella Effere in terra,& incielarfi a un tratto
Con riuerenzagrande e leggiadria, Solper l'efferprefenti a un uifo adorno,
EtOliuier che uide leifi fnella Ma'lfi puofarpoi che'l s'è tantofatto.
Diffe,queft'è l'honor del mondo certo
CANTO LIX .
Sequant'ella e leggiadra è tanto bella,
Rinaldo alhor c'hauea piacer aperto Vado la bell'Hebrea Rinaldoel cote
9
Chefiuedeffe bella lafua donna Ricciardetto,Oliuieri, et glialtritut
Laqualnon s'era'l uolto anchorfcoperto Chefor prefenti a le allegrezzecôte, (ti
Diffe quell'elmo alzar fi uuol madonna , S'hebbero benfra lor cofi ridutti
So bé che uoi deuete effergiastanca Fatt'ifegni d'amor che conuenia
Alzatelpermi'amor dolce colonna, Có gaudio grade et nổ có gloccbi ofciutfi
Et ella albor con quella man piu bianca Diffe Rinaldo a laltra compagnia
Chepuraneue mai caduta afalda Qui non è piu daftarsu queste cose
La doue'lfole, & tutto'l uento manca Bisognaprofeguir l'opradipria,
Dicendofignor miofonpoco calda Voria ueder re Carlo, poifamofe
PARTE 170
Alunque eifteſſo odi tutto'l tenore L'Hebrea che l'grandamor dei caualieri
Et nel medefmo punto ad abbracciarlo Staua a ueder frafe godea dicendo
Si traffe deldeftrier carco d'amore, Si uedonopur quefti uolentieri,
Et detto figliuol mio uuoi ueder Carlo S'amanopur coftor quant'io comprende
Ecco qui Carlo, ecco qui quel che uuoi, Piu ch'altri amici mai, chi benʼandaſſe
Lo prefee'l ftrinfe, er fimife abacciarlo Tutti i cafi d'amor tutti leggendo,
Rinaldo alborfi traffe ai piedifuoi, Et tolto'l tempopoi aipie fitraffe
Et diffe fignor mio perdonti cheggio Di Carlo, & colfaper quant'era in lei
S'offefa feci mai contra'lmio roi Tantoglifè d'honor quanto baftale,
Anzio lo debbofar, che me n'aueggio E'l re uolto ad Orlando, echi è coftei
Che quest'officio è mio, diffe'l Mainetto Ch'ella una donna parte Orlando a lui
Perchefo ben c'hofatto fempre ilpeggio, Figlia ella è di Laban re degli Hebrei,
Milafciam quefto andar figliuol diletto Rinaldo ha detto a noi ch’unqua in altrui
Itifonpadre tu mifei figliuolo Nonfitroud ualor maggior che inqueſta
Ciafcuno è d'amar laltro affai conftretto Falle honor Carlo,& fia peimertifui,
Ma doueftato feisdouer fi folo Carlo cortefe albor l'abbracciò preftas
Che'ntanto tepo neſſun’buom giamai Mente, la fronte le bacciò dafiglia,
T'habbia potuto hauer fotto alcun polo? Et ellaPatto pio raccolse bonefta,
Donde uieni bora tu¿dond'hora t'bai Purfinel uolto diuentò uermiglia
Tanto oportunamente qui condotto? Ch'ellaparue una rofa in quella uolta
Ch'altro occorrer miglior nopotea mai, Che'lfole ilcamin fuo per lo ciel piglia,
E'l paladino ,unaltrauolta dotto Maperche Pharaon con lafua accolta
Tifaròfignor mio di tutto quefto ftrige etferra
Brigata,&r grade achor, fi
Adeffo d'altro noi debbiamfar motto, Adolfo aichriftian confuria molta,
Et coft in quefto dir lutto quel resto Piu non è datrattarſe non di guerra
Deipaladincon Carlo iui concorfi Sufo a la guerra adunque, e unaltrafiata
Fanno motto alguerriergiocodo etfefto, Sifaran le accoglienze, o in altra terra,
Quiui Turpingia rilasciati i morfi Rinaldo quand'hebb'ei con lafu'amata
Abbraccia il caualiero, e'lcont' Anfelmo Refo l'honor a Carlo, ilqual fifuole
Smōtato i terra anch'ei netuolgranforfi Rendere in cafi tal da la brigata,
Quiui Gualtier s'ha diflacciato l'elmo Diffe non è daftar piufu parole,
El baccia i bocca,et Namo ách'ei l'abbrac Il campofuo rinforza Pharaone,
Elben trouatofii dicefratelmo, (cia Etper lo cielnon perde tempo ilfole,
Guidon auanti & Viuian'ficaccia, Dammifratello mio ilmio ronzone
Auino , Auolio,Otone, Berlinghieri, Etpiglia tu queftaltro, &r poi nel ballo
Et ciafcun d'abbracciarlofi procaccia, Entriam gagliardi afar lafattione,
Yii
SECONDA
Cofi quando'lguerrier con laltre genti Cofi quando al valor dei chriftiani
Ch'eranostati alquanto inful toccarfi S'aggiunse ilgranfoccorfo di Rinaldo
Legrate man, da la battaglia affenti, Et quello de P'Hebrea contrai pagani
Si ricacciaro in lei,crebbero infarfi Crebberotanto inlorlaforza e'l caldo
Tantogagliardi che miſerpertutto Ch'al granfurorch'egli menauan poi
Spauento ai faracin la u'eifurfparfi, Non poteapiu l'effercitoftarfaldo,
Orlandoalfuo cugin s'era ridutto Ma Pharaon che tuttiifattifuoi.
Che maipiufenza luiftar non uolea Vedeua ir'inruina a uolta rotta
Poich'una uolta Iddioglie l'bauca addut Volfe operar che tant'altri nol'noi,
(to,
PARTE 171
Però bisogna pur che uï fia'l modo Che potendo eglipoipugnarpiu deftro
Dond'una uolta alfin lo possafare, Me puote uincer la gente nemica,
Se dunquetaglieran loftretto nodo Queftoguerrierqueftodiuin maeftro
Ch'inuero egli era lor molto noioso, Saper che Carlo uenia a taľ'acquiſto?
Etfe Rinaldo ilbon guerrier non lento Lafcia Orlando morir quefto ladrone
Et lafua bella Hebrea ueloce anch'ella Lafciache l'grangigante uccida lui
Non uenian comefergufa di uento Lafciain mal bora andar quefteperfone,
Tanto ch'a la battaglia empia & nouella Che credi tu chefe ben hor coftui
Nonfoffergiunti in tepo (er ciofia detto Liberi da la morte egli haurà mai
Et empie'l campo di licor vermiglio Data hauea Roma : n preda &r in ruine,
Quellegenti infidel d'effo Soldano Spiaceno troppo conte a ognibuom coftore
Multiplicano tanto in abondanza Et s'uccider nol uuoi tu di man tua >
Ch'acb'i guerra maggior sepr'è piufresca Attende afar del mal empio uillano,
I
I
PARTE 172
A chigli leua'l pafto irato & fero, Perquel che del ualorporta lapalma,
Y iiii
SECONDA
Pofcia effo Orlando ritrouoquel Marco Queftofignor, quello che'l mondo honora
Quello da fan Michiel dico del monte Etbonorerafempre eternamente
Ch'anc'hauea come Gan medefmo carco, Perche la uirtuſua ben n'innamora
E'lliberò com'haueafatto il conte Cacciato auanti ne la ftretta gente
Chi uiuo & fan d'altrui uienfcaualcato Maanzi che queftofin fi uegga intiero
E'n terrapoi carpone ouerfupino Vediam comefin'bor trattati ſono
Senza poterfi aitar uien calpestrato , I caualier del chriftiano impero,
-
Vn chiama Triuigante un'Apolino Ifempre delmorir cantor compono
Siraccomanda unaltro al dio Macone Di quelli del Soldano, & dei chriftiani
E'n quefto uccide lui qualche deftino, Se ne mor mai qualchun nulla ragiono,
Cofi piu grande è la confufione Puo'lmondofarche l'arme de i pagani
Quiuibor ch'altroue mai,nepur liferno Non taglino elleanchorspuofar il cielo
Tatan'bebb'unqua anchor,pche Plutone Che non menino anch'ei con lor le mani?
Reftar uincenti con l'honor nel piano , Fece aHierufalem quand'era intiera,
SECONDA
I
PARTE 178
Neti dolerfetu ben mor Soldano Laguerra alhor che cofi mala mancia
Perle mie man,anzigloriar te'n puoi Hebbe dal paladin, tutta in unpunto
O'n altra morte andar co iproprii pasfi, Et c'ha d'efferfratel del prence ilmerto,
Et in conclufion piu crudeltade Il cont'Anfelmo nonfu mai codardo ,
Quiuifufatta alhor queftofol giorno Guidonfègranfacende e'l bō Gualtieri
Che'n altro luoco mai tuttuna etade, Et le fer grande alai Marco & Alardo ,
Quandogia Tito eifuoifoldati andorno Auino, Auolo,Otone,& Berlinghieri,
Ala deftruttion de la Giudea Purfempreifieme,ench’citante neferno
Non fe nefè giapiufin ch'ei uiforno, Chefi moftrar di Dio ueriguerrieri,
Quando Brenno cofuoi Romaprendea Et Viuian fimoftrò un'buom fuperno ,
Nonfenefègiatanta, ne gia tanta Guizzardo,Baldovino, & Malagigi
Silla ne fe quando piufarpotea, Empronfempre'l di d'alme l'inferno,
Adunque Carloalpigliar terrafanta Ricardo, Sanfonetto, Anfuigi
Fè dei paganfigrande occifione Et tutti glialtri anchorferono cofe
Ch'altri non nefè mai d'altri altrettanta, Ch'immortal ſemprefia per lor Parigi,
Moriro albor di men d'un millione Et ueramente che miracolofe
Quarantaquattrom:llia faracini, Ellefi pon tener,perch'altrimenti
E'n quei di Francia uentitre perfone, Potriano altrui parerbenfauolofe,
PARTE 179
Conquefto adunque cor che m'aualora Vando lagente che caualca a caccia
Ch'anchor'un dipotrei cagiar líguaggio
9 Od in altropiacer,fifta a la meſſa
(Se lo uoleſte uoi)nanzi ch'io mora , Che quafifempre albor toftofi spaccia
Ritorno a dir ch'a i quindici di Maggio
Tutto che lprete lei mormori inpreffa
Re Carlo magno imperator di Francia Etdichi conparole addentelate
Vinfe'l Soldano, e'lſuo grabaronaggio ,
Tal ch'in un paternoftro e compit effa,
Z iiii
SECONDA
Sempre ella par a lor ditarditate Quiui ciafcun ch'al mondo mai defia
Perchel'ardente cor del bel camino
D'bauer ricchezzegrandi a questauolta
Non lascia lor le menti ripofate, S'hauria potuto empir lafantafia,
Cofiifrancefchi adbor torno a Turpino Et breuemente nefer tanta accolta
Che celebra la mesa auidamente Ch'una maggior❜otanto ricca mai
Per lofiglio obedir gia di Pipino, Nonfufra quanto'lfol girando uolta,
Tutto che la dich'ei uelocemente
Maperche Carlo anchor non bauca aſſai
Loroparlungaper l'ardente core Fatto delfuo voler contra ipagani
C'han d'andar a spogliar la mortagēte,
Tutto,che rotti apien glibaueſſe homai ,
Ne ben ineffa fe del Saluatore Perche volea lortor de l'empie mani'
La croce,in benedirei circonftanti Hierufalem,comeper queſta impreſa
Chetuttifi leuarcon quefto ardore, Sauem che v'hauea addutti i chriſtiani ,
Manon era uopo alor d'ardori tanti Non volfe alborche questa robaprefa
Percheu eran da tor tante ricchezze(ti, Seco portafle alcuno in altro loco
Che n'hauria hauuto ognihuofouraaboda Perch'ella &fempre a talfacende offefa,
Quad'Anibal con tante altrui grauezze Neperò volfe anchor donarla alfoco
Fè fi ricco d'anelli ilproprioerario Come Alejandro fè quando fpedito
No ue n'eragia tate(ch'altri apprezze) Volfe andarfenza carco o molto o poco,
Quando Alejandro dopo rotto Dario Matutta in uncaftel là ſoura'l lito
Fece'lgran carco de l'accolta preda Doue'l Mediteran bagna❜l terreno
Perlopaefe d'effofuo auerfario Raccolfe adanperfuo miglior partito,
Non ue werangiatante (ch'altri creda) Et venne effo caftel d'effa fipieno
Neche Lucullo di Tigranocerta
Chepiu non trouò pieni difrumento
N'haueffe tante,alcun u'è che'l conceda, Lucullo li granaria Carbieno,
Peròl'andarle a tor tanto non merta
Tant'arme metter eifè quiui drento
D'auidità come ne uan costoro Che n'bauea men ne lafua rocca Adrano
Perc'han d'hauerne affai laftrada aperta Seben d'armar migliaiafettecento,
Maperch'alcun non è maifatio d'oro Lepropriemetterfè delgran Soldano
Fuor Craffo che'n beueo piu che no uolfe Quelle de li giganti ,& laltre tutte
Conquefto ardore andaro al capo moro, Del meglio armato popolopagano,
Et quiui ognibuom di lor tantefe'n tolfe Et poi ch'egli kebbelor cofi ridutte
Che fefenzaber orfi puofatiare Con'tutte laltre cofe di piu pregio
Sıfatiò ciafcun con quel ch'ei colfe, Et c'hebbe lor be conce & ben conftrutte
N'hebbero adunque tante cheftimare Ordino un'buom delfuo viril colegio
Nonfi potrebbe maizquiui s'hauria Che reftaffe a laguardia del caftello
Potuto Mida certo contentare,
Etfuafto Gerardo buomforte e egregio
PARTE 181
Triompho in Fracia com'in Capidoglio Ch'altroue vnapar mai non vide ilfole,
Quando lo'ntefe, al cor talipunture Et borabanno tutti ei tanta tristezza
Hebbe,che vene a lui manco ogni voglia Ch'almodo mai maggior nō uide alcuna
Di piu feguir legrandifue venture
', Effofol nelfuo andarpgran lunghezza,
Anzi tanto piacer Paccolfe er doglia Et cofi moftra pur l'empia Fortuna
Ch'intieramente cangio'lsuo propofto Che tutto quelch'èfottopofto a lei
Com'io talhorfe troppo Amorm'addo Per ben chiaro ch'eifia,fempre s'ibruna,
Etfipcioftau'eifempre difpofto (glia, Però brigata voi che fi in costei
Ch'egli pareua un'buomfuor difeftello Perche u'è chiara aſſai, lafede hauete
Com anch'iofopoi ch'in amorfuipofto, Pigliate effempio a quefti cafi rei,
E'lcont'Orlando nonpareapiu d'eſſo, Et voi piu ch'altr'alcun donnachefete
Egli non uoleapiu viuer al mondo Perlofauorefuotantofuperba
Difperat'era, e'l dimoftraua espreso , Nel vostro altero corquefto volgete,
Et queftofi teneafi grauepondo Arridofen vienfempre ogni bell'herba,
Che gli parea nel mondo nonpotere Ogni bel fiorfi cangia in altrettanto,
Piu viuer lieto mai ne maigiocondo, 4
Ognibellaftaggion diuenta acerba,
1
SECONDA
1
Et con quefto ui lafcio in quefto canto. Et quiui intorno lui primo'l Mainetto
CANTO LXX. Cominciaro apregarlo conparole
C'haurian cagiato il cor detro ognipetto
Effun buonpadre mai naue nefella Diceua eifigliuol mio dolce mia prole
NSalio nel mondop andar lontan
o So ben che tu da noi non partireſti
Con piu dolor de lafua brigatella
Sapesti iltuopartir quanto ne dole
Di quelchefe'lfignor di Montalbano
Vogliofigliuolomio ch'altutto refti
Quando uolfe partir da laltra corte E doue bor uuoi andar¿doue figliuolo
Con dolor del bel campo chriftiano ,
V`meglio chefra tuoi ftar maipotreſti?
Ne mai neſſuno andò doue la morte T'habbiamgran tempoer cofilúgo duolo
Periglio è chefiafin d'una questione Per ribauerti anchor con effo noi
Dentro unfteccato a dimostrarfiforte Fatto cercar da luno a laltro polo,
Con piu dolor de lefue donne bone Et bor che(dio mercè) t'habbiamo, etpuoi
Di quelchefe Rinaldo alfuo camino Star triomphante e in allegrezza nofce
Con quel di Carlo er de lefueperfone, Contantonoftro mal partir te'n uuoi,
Glidiffe un giorno ilfranco paladino Se tipartifigliuol certio conofco
Serenisfimo refempre cortefe
Che tutto'l delper noi limpido &g chiaro
Miguida al mondo un certo miodeftino Sicangeràfubitamente infofco,
Che mifa andarcercando aſſai paeſe Et non u'è a quefto mal neſſun riparo
Peròcon tua licenza andar uo uia So benRinaldo mio quel che tidico
Ettufeguendo andrai tuegrádiimprefe , Non ti partir dolcefigliuol mio caro.
lo meco menerò la donna mia Dalaltro canto Orlando, ai doke amico
• Che per copagna'l ciel m'ha dato iterra Eperche uuoipartirti:gli dicéa
Et tu teco queftaltra compagnia, Chite ne da cagion?chi ti da intrico?
So che non hai di noi perfarpiuguerra
So benchefia contenta la tu’Hebrea
Bisogno alcun,che de le dieciparti Refta dolce cugin ,fa’lper mi’amore,
Gia le noue baip te, se'l ciel no m'erra, Queft'hor'iogia da te non attendea,
Poi bai anchor con te queftaltri Marti
Tupur laltrbier uenifti, e'lgrand'honore
Chepotrannogagliardiin ogni imprefa Delfattodarme illuftre & gloriofo
Pergrande ch'ellafia femprefaluarti, Hai apportato al noftro imperatore,
Peròfignor non me nefar contefa Et hor che deueu'ei dolce e gioiofo
Chemibifogna andar'onninamente Godertifeco di ragione in uita
E'nueritate che'lpartir mipeſa,
Louuoilasciarfcontento e doloroso ,
Albora aquefto dir trifto e dolente Troppotufuor ditempofai partita
S'incominciaro a far com'habbiam detto,
Offendi Carlo , me ne doglio anch'io
ElloreCarlo& tutta lafuagente, Et tuttalaltracorte è sbigottita,
PARTE 182
Ch'al mondo quefto dar uolfeperpegno, Perch'è cotéto Iddio ch'ognibuõ ui uada
Chefeffe Carlo eifuoi, quandofitolfe Ma uuol beche ciafcun metre ei u'è drento
Da la lor compagniafi dolce e grata L'ordinetenga,i modi, & la miſura,
Il caualier chepurpartirft uolfe, Chefono d'effo Iddio.contentamento,
SECONDA
Diede egli inprima a noi la legge buona, Mangiano allegri ragionando vanno
Indi nel venne a por ancho in fcrittura , Di quelch'allhotta lorfi infiemefcotra,
Cofi quelfanto, largo, ampio belicona Elpadreleuaju ,torna,& affanno
Dimoftro pur veracemente quanto Pigliafi grande d'honorargli bene
Port'egli amore a l'immortalperfona, Comanchoglialtri infimil cafifanno z
Col nome adunquefuo benigno & fanto Et fempre lauda Dio f,empre egli bapiene
Tuttifratelli miei ci ripofiamo. D'bumilità tutte lefueparole
Et colmedefmo anch'10finiro❜lcanto Etfempre'l capo chin modefto tiene
Poi che con quefti a ripofars'habbiamo. Tal c'hauria ben con questefuegranfole
Chepiu de glialtri a luiparue d'bonore Manon egia del refto a guifa d'ella
Poilafuabell'Hebreagli dirimpetta, Fatta didiamante,o di colonna ,
Indigli
fafeder laltro maggiore Laltraconglialtri doi la Rofanella
Albraccio deftro, er laltra donna incótra Chiamata eraper nome da coftoro
Elterzo dentro eiper terzofuore , Et eraanch'ella affai gallante & bella ,
Pontan
PARTE 183
Per ftarui infin che'lfol la notte auanze, Diffe i l'hauerò pur , creppichi refta,
Et breuemente andor tanto alternando
Prefe un deglialtri doi quellaltra dea
Et in unaltrafe la uolſe addure Fra lor quefteparole ingiuriofe
Che lunar laltro cofifarfolea, Ch'alfin ciafcun di lor disfodrò'l brando
M1 ,che chefoffe alhora o le uenture La Rofanella pia ui s'interpofe.
Delfrate, o d'ella donna, od altra cofa, Ettremante fpargea per la lorface
Cangiaro albor coftor lelor nature , Tutteparoledolci & amorose,
Soleano hauer cofteiper amorofa Rinaldo ode'l romor ,ma aſcolta ,eg face,
Conpace & co amor maiſempre eguale, Perche tutti li mal denno ouiarfi,
Taluolta anch'un di lor perqualchefola Peròfentendo lor,pien d'bumiltade
Selafoleamenarfeco a dormire Subitofaltòfuor de lafuaftanza
Neu'eraftato maifra lor parola, Et s'interpofene le nudespade,
Adeffo che Pontan uolfe partire Et quiui con beldire,& confembianza
Con lei,da Talion,per dormirfolo, Diuera carità fa d'acquetarli
(Che chefoffe)ei noluolfe confentire, Vnaimportuna, & amorofa istanza,
Ma diffe a luifratel nel letticiuolo Ma alcun di lor non uuol ch'eglipur parli
Sta notte la uogli'io,dimantu poi Anzigrida Pontan,padrefuggite
Manderai'l tuofalcon ne l'orto auolo, Lasciatemi ilfuror di gratia trarli ,
SECONDA
Et Talion'anch'ei,non m'impedite, Et la Fortuna a cuifuforſe auifo
Stateuipadrein là ftateuiadietro Ch'egli baueffe ardir grade, et gradeige
Vopur ueder s'ei uincerà la lite, Gli lofè riufcir colma di rifo, (gno,
Elpadrealhorfratei mai non m'arretro Volcano ambi coftorſenza ritegno
Nonpiaccia al miofignor no no p nulla Gialun laltro amazzar come nemici
Fin chepacefra uoi non bene impetro, C'habbinfra lor qualch'iportate fdegno,
El voltoin quefo dir ver lafanciulla E'l frate li volea conciar amici
Ite diffe madonna ite là drento Maluno & laltro tanto era alterato
Etlafciate a mefar diqueftafrulla, Ch'entrambi haveano perſo itõ giudici
Vopur vederfe Dio tant'argomento Peròfi trouau'ei molto impacciato
Mi vord darperfua pietà, ch'iopola Et prega questo era quellaltrogrida
Far queftofdegno lor quetato & spento, Mane quefto ne quelpuofar quetato,
Ella fanciulla alborpiangendo mola D'ceu'eifignor mio che non s'uccida
Ginelaftanza ch'eilehauea mostrato Qui in quefto luocofanto un di coſtoro
Tutta tremante,pallida , er commoffa, Mandami vn'angel Dio che gli diuida,
Et eifra ambilo lor,molto infiammato Opoueretto tefrat' Antenoro,
Rincominciò ad oprar tanto ben l'arte Oregina del ciel Vergine pura
Ch'ultimamente alfin venne ordinato Pontu(chenolpoßio)pacefra lore,
1
Dimoftrartilettor ne laltre carte. OfanBrancaccio mio tu c'hai la cura
Di quefto luoco tuoparticulare
CANTO LXXII
Non milafciar venir quefta fciagura,
Vengonpur taluolta infra le Et con altro talparlare
A Horquici bor quidi, fe vogliadir ve Et colmenar la tunica le mani
Deftranicafi er deftrani accidenti, ( ro Etlapacientia,alfinfeppefi fare
Et la Fortuna c'ha di lor l'impero Chequefti lun da laltropartifani,
Ifa riuscirealtrui come a leipiace Etprefo Talion,dentro vna cella
Bene aGrosani, et piu che peggio a Piero Spinfe'lperche da laltro s'alontani,
Ame tutti li mieiſempre ella face Indiprefo Pontan,quafi anche in quella
Pia che peggio riuscir,donde'l fifia Lofofpinfe in unaltra, & iui drento
Nonfo fors'è ch'iofonpoco audace, Reftaro, & ne lafua la Rofanella,
Et vuolfi effer affai com'borporia Poi tutto bumilità prefto , er intento
Affaigranfedefarne il cafo occorfo Araffettar l'auanzo de la cofa
Laalnoftrofra Antenor ne la badia. Entrò là ue Pontans'hauea ritento,
Egli la infra color dou'era corſo Et quiui con gagliarda & gratiofa
Perpartir la questionfece improuifo Lingua,a pregar l'incominciò di core
Veduto'l cafo unfuo uiril diſcorſo, Ch'egli lafciaffe a laltro l'amerofa,
PARTE 184
Ma'l noftro Saluator,la noftra donna Etio❜lfo ben,fi, mal miogrado, quanto
M'hanno dato❜l
fauore fan Brácaccio Lopoffa maifapere altr❜buomo alcuno
Quello in bonor di cui porto eftagonna, Perch'alcun mai nolprouerà altrettanto,
Voi dunquefiglia miapoiche d'impaccio Tatiannii bramo homai, sépre ardedo, uno
Sete (mercè di Dio)fi benfuggita Solo effetto d'amor,ch'è unguardo d'ella
Toglietegli ambidoi contenta in braccio, Et n'e'l mio cor anchor dicio digiuno,
a
Ver'è ch'affai mi duol che quefta uita Ma'l noftrofra Antenor, che ne la cella
Ch'inuero è poco honefta & piace a Dio Bramauapien d'ardor , d'andar'aftarfi
Sifaccia doue alberga un'eremita, Ne laltraftantiacon la Rofanella,
Maperfuggirpiu mal lo contentio Puote inbreue l'ardor dal corleuarfi
Ne credo che'l Signor mettaper queſto Perch'ordinato haueafi ben le cose
Inpeccato mortallo spirto mio, Ch'uopo non era alui di ritardarfi,
Et ella ,padre, a lui, m'è ben moleſto Piu dunque nonftett'eife non che pose
C'habbiate dispiacer,ma certo bauete Giu la cappa, e'l cappuzzo , & lapacientia
Fatto un'officio bon di tutto'l reſto, Etlaltrechepoteano effer noiofe,
Nepiu di cio penfier ue neprendete Etritenutofol la Confcientia
Ch'apuntopiace a Dioforglialtri,quello Dituttelefratefche ch'egli bauea
Che mettefra i difcordi la quiete, A'quellaftantia undò piendi prudentia,
Andateui apofar padre miobello Et quiui la trouò come ei uolea
Etio refterò quipronta afornire Checonciata Phauca la donna apunto
Quel che midite uoi tutto a pennello, Come egli diffe a lei quando partea
E'l padre, e cofifia, uommi a dormire Dunquepotendo entrarfubito giunto,
Reftateai con dio ,ma l'uscio refti Subito entroe,& fiferrò di drento
Talcheposfin coftor dentro uenire, Et a la donna ando non triſto ospunto,
---
Et ella,io lofarò,cofi con quefti Ladonna che credea di uero intento
Ragionamenti ufcite ilpadre fanto Chedeueffero andaruiambi coloro
Et ella andò a dormir co i passiprefti Queftoper unn'accolſe in un momento,
Ma'lbelfucceffo èpoi ne laltro canto. Et cofi ilfauio & bonfrate Antenoro
Sitroua colfuoingegno entro le braccia
CANTO LXXIII.
De laamorofa dolce d'ambi loro,
Anto arde alcun talhor difar qualcofa Et quiuiftringe lei, morde, abbraccia,
Ta
Chefinch'ei nolafàfente undolore Indilepianta in mano ilgran Falcone
Ch'inuero è grade, mai col cor nopofa Et uuolch'ella medefmail mandi incaccia
Et queftoauienpiuforte inqueld'amore E ella nonfafefia di Talione,
Ch'unbramera talhor qualcosa tanto Ofefiadi Pontan quel Mantoano ,
Chefi fente creppar nelcorpo il core, Che nonrisponde ilfrate, er nopropone
Et dice
PARTE 185
Et dice,Talion tal taliano Che quel ch'eifè alfuo ritorno in dange
Nonfuolgiahauer,nefi neruula penna, Cenepuofargagliardamentefede
Nefuoltanto pontar quel di Pontano , Comeuedrailettorper quel ch'auanza,
C'baueafrat'Antenor certafua antenna Ladonna alhor cbe ueramente crede
Dapoterfoftentar tutte le uele Chequel ch'è ftato, un degliamanti fia
Quant'altra nata mai dentro d'Ardena, Perch'è di notte,tardi, nonfi uede,
Maperch'ellagia haueaſenza querele Ne potutopenfar unqua baueria
(Ch'ella non era Statirao Rofana) Chefoffeftato quello ilfantofrate
Rotte de laltrelácie a fan Michiele Per quel ch'ei detto hauea ilgiorno ipria
Senza chiarirfi apienfela Pontana Sifta a confiderar quanto infiammate
Equefta,ouers'ella è la Taliona Sianftatedicolui l'ardite uoglie
La lafciò tutta entrar ne la Quintana, Contral'usanzafua de laltrefiate,
Et quiuifa fi bendifuaperfona Ettienpercerto che le tantefoglie
Che faperder laforza al bongioftrante Ch'egli ha nePortofuofi in breve colte
Tantoch'alfinfi rende ur s'abbadona, (Ilbeperò dilei non ècon doglie)
Maperchepoche uolte al militante L'habbia eglifolper lagrand'ira tolte
Sogliono mancar l'arme aifuo bifogni De la ftata queftionfra lor compagni
Comancho d'altro auien de laltreuolte
S'egli èfoldato bon fiero, coftante,
Anch'albofrate adbor, chefempre in ogni Etuuol che questo anchor quello accópagni
Simile imprefafuafuol eſſerfiero Ch'egli non ha uoluto mai parlare
Tanto che non ha mai donde vergogni Com ancho auienper de i difpetti magni
Non mancorono lance al magiftero Et coft in queftofuo confiderare
Ch'eglihaueua a le man, anzi n'hebb'ei Siua affettando , racconciando il letto
Tante,chelafe alfin da bon guerriero, Perpoter anche laltro ricettare,
Perche neruppein quella targafei Et eccofra Antenorguerrierperfetto
Primachefoffe giunto mezzanotte Con lafualancia unaltrauolta inrefta
Cb'eral'hora d'uſcirfuora da lei, Ritorna & entra,✔ móta al modo detto
Com'ella adunquegiunfe, ch'eglirotte Et quiuifopra lei le rompe quefta
Hebbe le lanciefue ch'io tante dico, Doue bauea laltre, fi gagliardamente
Se n'ufcifuorpenfando a laltre botte , Che pel gran colpo ilfuo corfier s'arrefta
Perchefgocciato anchor tanto'l lambico La donna alhor diceafraferidente
Nongli pareua bauer, ch'e ftardeueffe Vorrà anche queftifar diquelleproue
Fino al leuar delfolcofi pudico, C'hafatto ancho quellaltro iratamente ,
Però crediamo pur ch'egliprendeſſe Mapoi c'hopur'unabona arma,doue
Qualche riftoro bon ne lafuaftanza Sipotranno sfocar al lorpiacere
Perchemeglio'lcorfter trottarpeteffe, Selor non baſtanſei,nefaccian noue,
I AA
SECONDA
Che cofa erafra uoi hierfera quando Et ella albor(dapoi ch'ognihuom lo vole)
Gridauate cofi, fu l'hora apunto La cofa ragiono fi intieramente
Ch'imi venia nelletto adormentando? ',
Ch'ellafu chiara a lorpiu che'l belfole
? Et quegli ilfa ben ei,che fe n'ha aggiunto Et Rinaldo rideafi rottamente
Per una notte a lefue fpalle tanto. L'arte intendendo delſanto eremita
Ch'è (come vedi lui)diftrutto & fpunto fentiamorir cofi ridente,
Che fi
Mafenon s'ammettea quell'huomo fanto Ma Talion, Ponteno,er laſmarrita
Donde pur m'acquetai,tiſo bendire Donna,penfofiftan comeperfone
7 Ch'egli non la uincea da nefun canto, C'han cofa in cor ch'a bēſtupirgli tuita,
1 Albor quellaltro a lui,puoi bengioire Et diffe iniragrande Talione
Chefe n'intramettelſe ilfantofrate Tornia Pontan chegiur'a Dio no uoglio
Chetifo dirte nepoteigarrire, Chefe n'auanti mai quelfratacchione,
Ma tutolteten'hai tantegiornate Et Pontano egli anchor carco d'orgoglio
Per vna notte fol,chepiu non puoi Torniáui pur ch'anch'iolafe t'impegno
Vepur nel volto tuo quanta beltate, Di dimostrare a luife me ne doglio,
4 Bon pro ,chi dinegar tanto te'lface? Segur giocondo ilfuo caminprimero,
Ettanto alfin con questa lor difputa Et Carlo imperator ch'era rimafo
Iro alternando il dir, ch'al dir dafenno Per lapartitafua dolente & meſto
Fecero da lofcherzo ampia venuta, Segui fcontento ilfuo, malperfuafo,
Et per chiarirft apien , daccordofenno Perche tutto cb'Orlando ilfeffe prefto
Et de Phonor ben colmo & de lagloria Et diffe ai uil uillano, io'l re de imori
Ch'acquistato s'hauea nelfattodarme Granfoldan, Pharaone,buotantoforte,
Ch'eternafa di lui l'ampia memoria Teftè conuinfier tantifuoifignori,
Volfe'lcamin,tutta laforza , l'arme, Et bor uorà un'buomuilferuo di corte
Inuerfo la Giudea per metter lei Meco inguerra uenir,s'io vincer deggia
Sotto'l uesfil d'Iddio ,l'iſegne ,& l'arme Vna cappana, un tempio fenza porte,
Et quanto col deftriercaualcau'ei Maquel che vuol coftui ben' io m'aueggio 1
Sézapiu'lbrádo oprar,l'arme,et la lácia Et cofifia con dio ,glilo daremo ,
Tanto acquiftandogia di quel di Hebrei, Cheperòfiaper lui piu mal chepeggio,
Pertutto ognibuodiceagia Francia Frácia Et noi quefto ne laltro vederemo.
Gia pertutto ciafcun,logiuftatore CANTO LXXV .
Gridaua,Carlofia de la bilancia,
Perche l'oprafua grande e'l gran ualore E bira grande chepiu volte accende
Ch'egli moftrato hauea contra'l Soldano SEanto l'bumana méte a alcun mortale
Gia baueatutti colorpofti in terrore, Ch'egliqualfra'lfuo ben nulla cõprēde
Però s'egli ha defio por in bilancia Cofire Carlo & tutta laltra gente
Questofu honorch'egli cotantoftima Hebbero il lor defio , er del caftello
$
Venga agioftrar col piu uilbuo di Frácia Refto'lpagano, delgioftrarperdente
Perch'altramente neſſunaltraſcrima Et Carlo allegro porfece di quello
( Nonglièperdimoftrarfenon quelluna Come deglialtri anchorfacendogia
Chetrarra po al caftelpiu che la cima, Che per la fantafe s'acquiftau'ello ,
E'lcaftellano albor baueagiaalcuna Cofi Terigi chi detto l'hauria?)
Altra uolta gioftrato per la mondo Infigrangioftra afefece honorgrande',
Conbonorgrande congentilfortuna, A Carlo, a Orlando, e a laltra copagnia,
Hebbe per mulche di cofi uilpondo Ilgridofi cofparfe in quellebande
Louoleffe carcar re Carlo, come Com'un uaffal di Francia uccifo bauea
Copertofino ai pie d'afpro metallo, Nei qualfu Chrifto mai quagiu uiuendo ,
Dalaltro canto Carlo alfarfdegnando Cofiglibauefferpoi nontanto pochi
Et con que primifuci, masfime Orlando, Etpiugran tempo( cofi in lei difcerno
1
Con uncert'huom di eta pratico molto Beltade apien dureràch'altro mai
Tutto'lgiornofe'ngia peregrinando, Anzi dureràfempre inſempiterno ,
Tal ch'in non molti di fi troad uolto Ma queftafamafuafignorgiamai
Intorno intorno atutta la Giudea Non lasciarperuenir nele mi'orecchie
Et perdentro effa apien dai piedi al uolto Ch'aſſai d'altroper leiporto de rguai,
Etquelbuon buom ch'eiseprefeco hauea Fa ch'ella tanto in queſto modo inuecchie
Gliandaua dimoftrando ad una ad una Ch'iopartito da quel, nongia da lei
Tutte le cofe ch'ei miglior tenea, Primo nel ciel nel volto tuo mi specchie,
Et egliconcorpio,di lor ciascuna . Et poi anchor(s'en giufti i preghi miei)
Riguardaua admirando, erfihumilmete Non lasciarfar giamai talſepoltura
Quanto pareua alui mertar ognuna, Ch'inuero i membrifuoi fan troppo bei,
Et fra quelle ch'a
1 lui piufommamente Portala cofi in ciel uiua in figura
Perchemolte di lor grandie ೮ altere Et s'ancho quifra noi che rimanga ami
Eran diftrutte infinfu le riuiere, Che'l mondo eterna lei sépre no chiami ,
Intiero ei ritrouò l'alto erfourano Perch'ègiatanto grande e manifefto
Sepolchro di Racheltantofamofo Queftofuo nome belfamofo tanto
Per quel chegi di lei tanto lontano, Ch'einonpuopiuperirp tempo infefto,
Io dicoilgridogrande e glorioſo Portala adunque pur lasu col manto
·
De la beltà di leipiu grande albora Chefe Natura a lei con le tue mani,
Ch'altra d'altro human corpopretiofo, Ch'adorno apienfarai quel regno santo,
Con tant'arte ingannò quát hauem viſto Diffe per cortefia dolcefratello
Laue'lcafo cantaigiocondo e ftrano, Efcicoftinci, & vienparlando a nui ,
S'accomando con tutto'l core a Chrifto Da'lqual dolceparlar moffo alhor quello
Etfi mife in camin difpofto certo Ch'eracomglialtri bumā.ſenza dir alıro
Di tofto andar la u'era a lui preuifto," Sen'ufci toftofor del cefpitello,
Coft in queftopenfierdentro un deferto Poidiffe al paladin',io non m'innaltro
Entro , c'habbiamo e noidetto d'entrare Comequel che tu di , ne mai difcefi
Col dir ne laltro canto a quefto afferto, Da quel mifero Ateopoco anch'eifcaltro
Ne troppofè perquel lungo l'andare Maperch'iocofifia,perch'io paesi
Che uide vn'animalfotto un'aceruo Habiti alpeftri,fidiferti & ſtrani
D'ombroffterpi,a ripofando ſtare, Non te'n curar guerrier ch'io te'l palefi,
Perche diffe a l'Hebrea,s 10 ben offeruo Ma quegli apunto albor ch'ode lontani
Quelch'è la dentroin agli brochiafcofo Farfi da quel ch'ei vuol, di queſti i detta
E`veramente'a le gran corna vnceruo, Che fonperò da lui dolci e humani,
Andiamlo afarleuar , chefia gioiofo Crebbe inpiugrade ardor d'ítëderſchietti
Vederlo andar vn corfoper campagna Questi ragionamenti,& qualfifia
Pofcia c'habbiam qui campo fpatiofo, La principalcagion di quefti effetti,
"
Et col medefmo dir de le calcagna Però ridiffe a lui,per cortefia
Punfe Baiardo,& fimilmente anchora Deb dimmi la cagion di quefte cofe
Fece delfuo corfier la fua compagna, Dondè c'bai corna,& viui in queſta uigt
Tal ch'iui in unfolo millefmo d'hora Et quegli alborfuftando alui rifpofe
Giunfero, con penfier che l'animale Pofcia ch'in cortefia m'aftringi a questo
Senza d'altroftormir s'vſcisfifora, Cofe ti uo contar merauighofe,
Ma qlch'era anch'un❜huố cóglialtri eguale Sappi ch'iofono un'hwõ, (lo ucdi al refto)
Chetutto'l di vediam per queſto mondo Com'acheglialtri, et mai nonacqui í bofco
Niente fi molle a quefto affalto tale' , Ne nacqui d'animal,ne d'huomforeſto ,
Senon ch'al paladin ,poco giocondo Anzi difangue iofon che non èfofco
Debdiffe va a la via ch'andar ti refta Et tien lagente miaſtato,là donde
Et di me non te'n tuor(di gratia)pondo, Difperato io partigia pien ditofco,
Ma'lpaladi che'l uede bauer i tefta (altri Ma perc'habbia le corna, & perche infrode
qtirográ corna, et ch'egli è un'buo com gli ſempre tai,
Habiti alpestre e in luochi
Tutto pien diftupor Baiardo arrefta, Etpcheinme granpiáto ognibora abáde
Etforz'è che coftui diſſe)s'innaltri Quelch'iti uo contar m'aſcolterai
Come Acheloo,ofcenda di colui Checerto hauraipietà delſtato mio
Ch'in Ida i canifuoifratiarofcaltri, Etforfe tupeltuo n'imparerai,
SECONDA
Perche non u'era piufu'lmar quelponte Sen'andò aftarfin che ueniffe il giorno
Chefègiafaril temerario Xerſe Perpoi tornar uolando a lafua uia
Per pallar con le genti bor hora conte'. Et quando in quefta ei fu,videfoggiorno
Faruigentealtra affai,com❜anch'auiene
CANTO LXXIX.
Aglialtriparifuoi che uan dintorno,
Anto rinaldo era alfuo adar giapnto Si mife in loro effo guerrier dabene
Ettanto ogni tardargliera molefto
TA Et domefticamentebora con uno
Chequando allito eifu delo Hellefpoto Hor con unaltro a ragionar s’artiene',
Ben'haueaſempre a lui l'hofte er ognuno
Atrarfi inmarfariaftat'eglipresto
Et nodatoPhauriafulfuo Baiante Vn certo piu d'honor,perch'egli inuero
Perpiutofto venir la doue è Sefto , Delgrade baueua affai piu ch'altro alco
Ma percheſeco hauea la cara amante Adunque alborfratanti al caualiero
Conobbe al proferir ch'era di Francia C'ha giagran tempo il bandi Carlo mano
Dondefenza altro dirftette afcoltarlo Perch'ei fempre metteafuocoin ği ftato
Poggiato con la manfotto la guancia, Che motrioms ha poi chegliè lontano ,
Indi aluifi riuolſe a dimandarlo Vero è ch'anch'ei laltrhier d'è ritrouate
Ef dicendo'a coftui ,fe mai maftino Etperò andò ala menfa allegramente
Tu'n Valachia ne vai ,certo ben erro Et quiui con queglialtri a ragionare
Punto queft oprafua di malfar, tocca, Diffe quel ch'io'n so dir,ti diròfire,
Che dato in tempo hauer maigli deueffe , Ilquale Achaia èper lo mondo detto,
' molto ufato un'buo difar qlch'opra Et queftogente affai loda er exalta
"E
Quádoalla bafatt' ei y quella vanza granben che vifi troua sufo
Pocofempredicor vipenfa fopra, Ma no v'andai io mai quáť’un’buó salta ,
Cofi quando'l guerrier di quellaftanza Etdiquefto mi'error sempre m'accufo
Fuvfcitofuor dou'egli bauea brugiato Ma quando'l tempo bauca, salir no volfi
In quellobo uifto ,chepropofto n'hai Che non s'andremo mai con i corſieri
Ne d'altro tifo dir, ch'ancho'l direi, Cheno u'andria(mipar)ſaltádo ungatto
Di quefta hiftoria mia tratt'ho'l fuggetto D'altre cose non tal, curando poco,
Che quand'egli ito allaifuper lefronde E'l paladin chefoleua ancho auezze
Ch'impediscon l'andar tanto a le genti Hauer le uogliefempre a cofetali,
Accorto u'ando uia congran uaghezze ,
Che d'ognipeforeo non for ben monde,
Giunfe egli infrode anchor máco pungenti Et quiui intorno unfonte, alqual d'eguali
Indi in altre anchor manco, er altrepoi Non ue nefon tra noi, chepoifu quello
Quafifenz'un di quefti impedimenti, Ch'iui troud'l deftrier detto da l'ali,
1
T
PARTE 197
Et fiumicelli anchor ui corron tutti Perche vide egli al mondo in noi quagiuſo
Pieni di latte bianco, er dolce mele Cofepernitiofe, male, trifte
Seza mai ch'altro iguafti o mai gl'ibrut Ch'eglipbuone hauer maisépre er ufo,
Non's'odon quiui mai d'alcun querele (ti, Et altre buone affai ch'a le lor uifte
Non fi duol mai nefun, che no u'è dōde, Sidimoftrano altrui maluagie & ree
Perch'ogni cofa è amor dolce & fidele , Seper quel vetro belnon fono vifte,
Dunque efferpuo ben uer che quiui abonde Dunque loftar laffu certo effer dee
Quellafelicità che'l guerrier noftro Il piufeliceftarch'al mondofia
Con tanta curafua tra noi diffonde, Poi chefi fcerne apien tutto quelch'ee,
Scriue effo paladin che questo chioftro Ma questo non è anchor quel che deuria
La'n cima diquel monte, ou'eifoggiorno Innanimarne tanto ad iruifopra
Fecefra'ltanto ben c'hor'io dimoftro Chenonftimaffe alcun la trifta uia,
Largo era come'l monte intorno intorno Piu fingular,piu eccelfa , & piu bell'opra,
Etferrato l'hauea buon geometro V'è quiui
fufo anchor che non è questa
D'un muro in equal cerchio dognintorno Et vuol Rinaldo anchor ch'ellafiscopra
Et era quefto muro d'un bel uetro Et quefta ne deuriacon tantoprefta
Tutto chiar,tutto netto, er tutto tale, Cura, far'affrettar d'andarui in vetta
Che'n tutto non u'bauea punto di tetro , Che non nefoffe mai coſa molefta,
Ma erade laforte,delaquale Dice effopaladin ch'in quefta eletta
Vediache cogrand'arte er grad'igegno Piaggiafra tuttelaltre di vagbezza
(Per meglio veder)l'huoforma l'occhia Fra tutte di piacer ftanzaperfetta
Anzi era in afta tepra tanto degno (le, V'è vn tempiofingular di tal bellezza
Che guardando p quel qaagiufo in terra Ch'in altro tempio al modo altrafamoja
Tutto fi difcernea queſt'human regno, Efferftatagiamai non v'è contezza,
Et piu , tant'arte anchor vifi riferra Non quella di Pauia de la Certofa
Chefegiuguarda l'huom l'humane cofe Nella ch'in Fiorezabal primier arce
In difcernerle benpunto non erra, Ne difanta Sophia lapretiofa,
Dunque da quefto monte le gioiofe Ne quellapur anchor ch'a laltre incarco
Cofe degne,moral, vtili , buone, Fa ,
perche ell'è maggior,fi di lontano,
Si conoscono apien da le dannofe , I dico delbel tempio di San Marco,
Si puote adunquefar l'ellettione Ne quella anchorgiamai delpiufourano
Delecofe miglior da lepeggiori Tempio ,cheftatofiafraglialtri,i dico
Standofu quefta fanta regione, Quel che confi eccellente & ricca mano
ScriueRinaldo ch'a gli inferiori Fe Salamone in Afia al tempo antico.
Luochi noftriguardoftandolaſſuſo
Et CANTO LXXXV. :
1 chene
4 reftopiend'affaiftupori,
I
1
SECONDA
Et diffe human'a lui,deb che cosa hai Aprocacciar del ben, di quafi fcerne
Che titienfiinpenfier dolcefratello? Tutto quel ch'e'l ugr bene , e'l uero Gioue
Quinongiocondo nonfi puoftar mai Diqua vedonfi in ciel le cose eterne
Qui non puo maiftar l'buofeno allegro Etfi conofce apien quanto fian buone
Qui nonfi puofentirpunta diguai, Et qui la vera via s'ha digoderne,
Pero quel che'l tuo cor tien trifto od egro Però lagrande tua admiratione
Datecacciarintendo, & farti lieto Chegia per quefto dè ceſſar ch'intendi
Se me lo vorai dirfenz'eſſer pegro, Tutta conuerti in confolatione,
Rinaldo alhora,ai cortefe huom difcreto Et perche questo anchor tu bene apprendi
C Entra neltempio,& uederai per proua
Quifuordi me mi tien la merauiglia
: Ch'anch'Apelleterria con Policleto, Quelcheforse ascoltando non compredi
0 Perchelagiu tra noi quellafamiglia In quefto la Virtufempre fi troua ì
Beltà non vede mai fimile a quefta Queft'è di quefta Dea la veraftanza
3 Ch'iui non ban tal ben le nostre ciglia, Qui queftafempre a ql ch'io coto,gioua.
Però cofi il mio corfuor diſe refta Rinaldo albor,meritamente auanza
Finpria che'l uolto a lui copra alcú uello, Preparato una ſedia in grand'honore ,
Indigli diſſe anchor li tempi & l'hore Ovitafua lettor di grande effempio
Che uoifete quell'huom da quefto amore, Per chi di quefto bor afte carte i empio,
Et chenon prenda error, che nonfall'io Obuom di bontà pien,pien d'altofenno,
Non lofa char quell'amor uoftrogrande Huom da ben'effemplar milleperfone
Cheuifi uede inle fempre natio Con unfol'attofuo,con unfolcenno,
Nonlo fachiarquel che di uoifi fpande Huomo a cuiquefta dea d'ogni ragione
Che'n gfta uoftra etafianfempre tutte Habbia quell'altafediapreparata
Concie di man di lei uoftre uiuande'? La ue la uide ellofigliuol d'Amone,
Dunque efferbenpuo che ne leridutte Ilquale anch'altre allai d'altra brigata
Perfone in quefto tempio,haurete loco C'hora nelmondofon miei cari amici
Fra quelle da la dea piu'nfù condutte, Ne uide in quefto tepio in queftafiata,
Mas'io uoro cantar (quantunquepoco) Tra quai Rinaldo miofe'luer mi dici
Et quiui alpettofuoftringendoferra
Le braccia, vnfoura laltro aquella guifa CANTO LXXXIX.
C'humilmentefa a Dio chi ben s'atterra,
Et con grande humiltà d'amor conquiſa On quella propria tema & riuerenza
Fè riuerentia grande a lafignora ConCh'a qllaiparlerei ch'è miafignora
Cheglibuomini nelmondo imparadifa, S'andaffe mai per quefto a fua presenza
Questa a li piedi hauea (ch'iui dimora Parlaua a la Virtù Rinaldo anchora
Maifempre aferuir lei co i riuerenti Et ella ardiua lui,nonfosefeffe
Modi,ch'altrifuolfar, s'ei ben'bonora) Madonna mar cofifendo queft'hora ,
Vn'ampiafquadra di donne eccellenti Ma questa a lui nelcortant'ardir meſſe
Ch'eranju igradi aftar de lafuafede, Ch'egli tutto quel ch'entro alber tenea
Chefu quei difan Pier ftanno iparenti, Arditamentefuor tutt'anch'efpreffe,
Et quefte eran coftor (comefi vede Gliaddimando la gratiofa Dea
Che'l feriue'lpaladin quella fua etade) Che cercando andau'cifu per quel mõte
Giuftitia,Carità ,Speranza , & Fede, Et chi tantofalirfatto l'hauea,
Pace,Pietà,Amicitia, & Caftitade, Et egli a lei ,la venerandafronte
Religion, Fortezza, e Temperanza, Voftra donnagentil m'ha moffo'l core
Prudentia,Cortefia, er Humiltade , Et m'ha a venirfatto le forzepronte,
V'era Honefta ,Modeftia, & Coftumaza, Ifuigia nel principio d'un mi'errore
Gentilezza, Bentade , Prouidenza, Chagiagrantempofòperquesto mondo
Quiete,Elettion, Gratia,& Coftanza, La ueNatura quel plaſma che more,
Et altretali affai,ch'ad vbidenza Et mi diffe ella ch'io con tempo er pondo
Stanfempre d'effa Dea ,
feruendo lei Due donne trouer ei ,lura in campagna
Di quelche'l volerfuo lor daſcienza, Donna ditutto quel ch'alfin va alfondo,
Però quando'l guerrier le fu ali prei Laltrapiu illuftre gloriofa , & magna,
(Tal conobbero aibor di lei l'intento ) Su vn'alto monte,er di gl dona, chacho
Conmodi,riuerenti, honefti, & bei Dopo morte nelcicl l'huomo accopagna,
Sipartiro in dueparti , ardimento Dond'io non volfi maifermarmi stanco
"
Fero a lui,ch'infra lor paffaffe auanti Perfinch'ambedue voi no v'ho trouate
Etfeffe eglia la Deafuo parlamento, • Nefeppimai venirper opra manco,
Alhora'lpaladin coipie tremanti Laprima io giatrouai là a l'Eufrate
Sali delfegg ofuo piu alto grado In vn gran campofu vn carrogioiofo
Etquiui bebbe con lei liparlarfanti Doue eran dietro a lei laltre brigate,
Ch'a dira voilettor ne laltro io vado. Etquiuile parlai, difiderofo
D'intender ben da lei cert'alte cofe
Perch'ella in cio non ven'haparte alcuna Qual è'¿qualfu¿o qual fia quel di noi
Mağfto è voftro carco, voftraipresa C'haurà diquefto benfomma piu grāde?
I dico d'ambeuoi non diſol vna, L'hauranno molti egualiunfoloso doi
4
Perche mi par che(se l'ho bene inteſa) Le tanto dolci erfingular viuande
t N'è di dueforti, vna ch'è dacolei Che quindi gufta l'huo,potrebb'io mai
Et laltra ch'è da voi nel mondo presa, Guftarifefono tai comeſi ſpande
'?
Da quella de lafuafeppi da lei Albora a lui Virtu ,nonfu giamai
Quant'ella volle athor chesapes'io Etiofo ch'infuo cor lofa ciascuno
Hor de la vostra anchorfaper vorei, Ettunel tuo perte l'approucrai
Et la Virtute a lui,quefto è natio Nefarà nel venir, vnqua neſſuno
D'ogni egregia,moral ,
fauiaperfona Acui non habbiio'lcor fecretamente
'
Ch'eletto s'ba in albergo il tempio mio Et intempo atto a quefto e oportuno,
CC ii
SECONDA
Falto diquefto ben taluoltaardente Rinaldo alhora, ardente difapere
E'nuitato non l'habbia qualchefiata
Chifarianquefti i qualtanto dapreſſo
Aviuer meco virtuofamente ,
Deucano,a la Virtù ſtar aſedere,
Ma libero voler ha la brigata
Glocchi in iftante alzò, la donde ad eſſo
Et Pier l'inuito tien ,che Pol non vuole ,
Quel ch'ei bramaua tanto, in unfolputo
Et lun fpenge l'ardor ,laltro❜l dilata , Venne (mercè delciel)tutto conceſſo ,
Però com'imputar nonfi puo'l Sole
Perciochefu quei feggi ai qual congiunto
Chela` non luca ouʼaltri il balconferra
Era quel d'effa Dea da ciaſcun canto
S'egh èper detro entrar com'étrarfuole,
Vide in lettere d'or quelſcritto apunto
Cofi imputar nomipuo vn'huomo i terra
Che vederemo noi nelaltro canto.
Che quefta nobiltà non mande in lui
S'egli ,quand'io'luofar l'opre m'atterra,
Qual mòfia almondo quel tra tutti vui CANTO XC .
C'habbia piufomma hauer, di queſto bene
Os'eguall'hauran molti , vnfolo , o dui ,
Iti rispondo che maiſempre auiene
Benfelici al mondo;0 ben beati
Ch'ogni cofa in mengente firiftringe Huomini illuftri, & ueraméte degni
Quát❜ella infè delfuo ualor piu tiene',
D'eflerfempre d'altrui molto adorati
Ogni pittorperfetto non depinge', Voicheco i voftrifanti ,e eccelſi ingegni
Non ora ogni orator alfommogrados
Infarui al mondo i grandivirtuofi
Ne'lfin de l'artefua ciascuno attinge,
Saputo hauete andar a i Jommiſegni,
Anzi ne legran cofe auienpiu rado
I dico uoi cui i nomi alti e famofi
Chefappia mai neffun ben ritrouare
Vide'l guerrier nel tempio di Virtute
D'andare al verofine il vero vado ,
Scrittifuifeggi in quelpiugloriofi.
Cofi infaper col cor ben'acquiſtare
Quand'ella i diffe ch'ei ne le tenute
Queſta mia nobiltà ch'io do a legenti
Sedie a la fua, vedria d'ambi coloro
Perch'ella è cosa rara ne le rare
I nomi c'hauerian piugranJalute ,
Duofoli al mondo fiano i ben poffenti ,
Egliper veder lor,fubito in loro
I ben perfettamente virtuofi, Gliocchi riuolfe ardenti,e inſieme vniti
I ben'in quefta nobiltà eccellenti,
Et videfcrittofù lettere d'oro
Etio perch'ibo preuifti i piufamofi
Lequaifu una di lor dicea, DEL GRITI
Ho loro in quefto tempio preparato
Su laltra , DI, i nol vofcriuer come
I feggipiu alti, illuftri,er gloriofi,
Beche'lferiua'lguerrier co i propri diti
Miftaranno effi entrambi lunper lato
Ma questo era lettor quelfanto nome
Suifeggigiunti al mio fu i qual vedere
Dond'io gia ingran dolor nel decim'anno
Il nome di ciafcun tu puoisegnate,
Entro aportar l'aspre mi'uſate fome,
Quel
PARTE 203
Ch'vna l'ordine pur nonguafta o sforze Poi c'hebberotto lui eifuoi difperfi,
Talc'bauendo elle in lor quella ch'auaza Netante Roma mai n'hebbe a l'erario
Tutte laltre beltà de l'arme belle. Ode le propriefue, o de letolte
Faceano vn bel vederfuor d'ogni ufanza Aneffunaltrofuo ricco auerfario,
Et tra quefte cofe alte, adorne, fnelle Con quefte adunque affai ch'iodico colte
Anch'io voglio con voi venir cantando , Però diede cadendo in mezzo l'acque
Anch'io voglio venir con voi ridendo Cafo ch'a Carlo,alcōte, e a glialtri tutti
E'lprimofu di Carlo ilgran nipote Cofi efto dio di mar per l'ondegiua
Che veduto'l cugin,sbalzò da lui Portandone Turpin per darlo aifoi
S'eran le naui ben tra lor rimote', Fuor d'ogni pena rea,trifta . nociua,
etto o Et cofi finalmente al grande Roi
Et Ricc iard anch 'eiſeguend iſui
Tant'ardenti defir gli sbalzò dietro Furejo'l vefcafaluo , ben bagnato
fratel nanzi d'altrui,
Perbacciar il Com'auien delfanciul detto tra noi,
PARTE 208
Chefuol voli'altre affai tanto giouarne , Con l'arme, e'l cor , & le forze robufte,
Ma questo non tem'10 , fo bench'auanza . Et quiui arditamente, bendiffofto
Tuttiglialtrui valoriil noftro,tanto Menaefile manfra quei corfori
Che allo hauremo noi ch'è noftra ufanza C'haueffe Carlo quelc'baucaproposto,
Ma quel c'hor'i vorei ,è ch'alcun canto Et coftfu,che quando i marinari
Diquefto noftrolegno triomphante Hebberofermi ben li loro legni
Tinto nonfolje injanguetanto o quato, Che forpropingutepunto ,e tuttipari,
Perche mi par ch'efto cofipreftante Tutti in vn tempo ipaladini degni
Triopho, ellerno debba unqua ibruttato Vifaltorono dentro con corfaldo
Dafangue mafnadier, vile, errante, Difar cbe Carlo alfuo defio ne vegni,
Ettanto
PARTE
209
Et tanto erano entrati in quefto caldo Talche ben bifognoe d'effer coftanti
Chefar uolea ciafcun , come'lfigliuolo Di ben menare il brando & beſchermire
Fè di Milone,& comefè Rinaldo Se fi volferfaluar da tanti & tanti
Che volfe ognun di lorfaltaruifolo
Cheli voleano pur far la morire.
Dentrotutta unafusta afar laguerra 1
A
Côtra tutto'f luo grande & empioftaolo 1
Ma'l conte che fayea quanto fi ferra CANTO XCVI
Dipoanza , di cor dentro d'ognuno,
Et quantoiporta a lui fe'n qfto egli erra ,
4
Volfefenzacontrasto, che ciascuno 1
Hoggia la grande et diletteuol guerra
Perch' ognicofa a fin fia ben condotto Η Che alle gentifer leggiadre et pronte
Haueffe incompagnia con lor qualchuno ,
La doue era a pracer tutta la terra,
Però uifaltar dentro a quattro e ad otto
Vn tratto vn'buổ di lor,d'arditafronte
Afei,a dieci,a quindeci, a venti Straportato dal proprio gran valore
Et piu men fecondo a chi eranfotto,
Giufu veduto andar di tutto il ponte' ,
Fuor chefolo l'Hebrea, cheifuoi contenti
Etquiui con granforza & congran core ,
Hebbe in quefto dal conte , ch'efferfola
Diffenderfi da trenta o da quaranta
Volfe fra d'unafufta i combattenti
Che glifur tofto intorno con furore ',
Et quefto lofece ei a unaparola
Enfin la gaglia rdiafua effer tanta
Che gli diffe Rinaldo , va cugino
Ch'ufci di tuttifuor vittoriofo
Lafciala andar , &rfor me ti confola,
Co tant'honor, che'n tutti glialtri il uanta
Alunque quefta, Orlando , e'lpaladino
Cofire Carlo imperator gioiofo
Signor di Montalban , fultarofoli
Da l'alta nauefua auenir vedea
In un legno per vn delfaracino ,
Di ciafcunfuo guerrier fempre famofo ,
Glialtri ne glialtri, in diuerfi ftuoli
Et altreft dela famofa Hebrea
Tanto che'n tutti cento afar battaglia
1 V'erano del dio Marte alti figliuoli , Che fempreper lo men dintorno trenta
Et taluoltafeffanta ancho n’bauea,
Or dentro cheforo ei,fela trauaglia
Ne mai di tuttilor punto pauenta
Fu grande in vn momento , & fmifurata
Anzigagliarda , valorosa , forte
Penfalotu lettorfe Dio ti vaglia,
Tutti conopre eccelfe glispauenta,
Quiuiin unpuntofol la difpietata
Et quei chespauentar non puo perforte
Gente,che dentro in ognifufta v'era
Tagliacon tantaforza col
Tutta a lifoi guerrierfifu voltata fuo brando
Ch'al primocolpo lor manda a la morte,
Et conlaforzalor grande altera
Incominciaro lor da mille canti Ma che dèfar ne lafuafufta Orlando ?
Come dè egli menar la Durlindana
Far battaglia crudel, villana ,& fiera,
Come dè quei corfar venir trattandog
DD
SECONDA
4 Macon Turpin, con Namo, e Oliuieri, Poi perche piu nonglibabbia alcun corfaro
Con Sanfonetto, Aftolfo, er Salamone, Tutti ifecero ardenti ,& aſeconda
Co
Cô Guido, co Guizzardo, et co Vgieri, Spartiper tutto'l mar tutti i lasciaro
Et con deglialtri affai ch'in unione Andar dou'iportaffe ilfiotto & l'onda
Haueuano con lor ne i loro legni
Chi dieci o uenti,& chi piu o me perfone,
CANTO XCVII.
Tutti digagliardia paffando ifegni
Per toftocontentar re Carlo magno
Fattifacean uiril,mirandi,& degni,
Talche l'augel ch'effer uolea griffagno Ometaluolta auiench'a l'hore tarde
vedonfuochi lontan Vinitiani
Haueràfattopur altimamente
;
Trifto,crudele, beftial ,guadagno, Quando loro dintorno il cannetto arde,
Perc'haurà perdut ei tutta la gente Cofi quando lefuftei chriftiani
Tutti li legnifuoi,&
r lafuauita Fero arder de i corfar,la nel lor mare
Si molto anchora acerba e amaramente, Vedeanfuochi lontan Siciliani,
Quando lafuftafuahelbe spedita Maperche questo a lorfouente appare
(Chefu'lprimo a pedirla) Orladofiero Che uedon Ischia ,Lipari , Vulcano,
Egli toftofèfuord'ella partita, Etl'altre ch'ufe fondi fiammeggiare ,
Et dabon capitano conduttiero Troppo nonparue lor nouello oftrano
Paffo nelaltre,ad aiutare ifuoi Senon che vider'ei queft'altifochi
S'uopo baueſſe bauut buo delfuo meftiero Nona l'ufata lor,maa laltra mano,
Ma tutti itrouau'ei gagliardiheroi Et credette qualchun chei primi lochi
Talchefermofifea ne lasperanza Haueffero quell'infule cangiati
Dipoterbenferuir l'altofuoroi, Oper rouaiigrandi o gran firochi ,
DD ii
SECONDA
L'armata grande delgran Xerfe altero Chelmar circoda, & parte l'Appenino,
Nonfufi tinto il mar di Salamina Talche tutt'efla Italia albor s'acefe
Inrollo.com'bor quefto tuttoquanto D'irloa vederpaffar dinanzi a i liti
Daluna alaltrafualargariarina, Ai qual la nauefuafaceapalefe,
Peròfu neceffario ch'alcun canto Cometra nois'accendono infiniti
4 PARTE
Et egli allegro affai de l'alta dote Donde fifece anchor ciaſcungiocondo
Ch'in queftofuo triompho hauea da Dio Aſaipiu che diprima,& d'irui anchora
Dala Fortuna, da l'eternerote, Piutofto,hebbe ciascunpiu cura podo,
Carco di gran fperanza grandefio Che cofi a tutti auien nel mar dognibora
D'andarlo a condur tal ne lafua Francia Chetanto piu d'andar curanoalporto
Auacciaua'l camin come'lfo anch'io, Quanto a alpiu uicin uan d’bor'in bora,
Cofifu l'bora ungiorno che la mancia Perche'lgrande defio del gran conforto
Del'antico Titon, dalbel balcone fa a l'huom parere
Che uififente poi,
Moftra in leuante a noi l'aurataguancia, Sempre lungo camin quel ch'è ben corto,
Si ritroud paar con uifione Pero' quando nel mar,qualchun uedere
De l'ifolettach'è là dentro l'acque Comincia❜lporto ,fi fa d'irui prefto
Infra Ruffelle elgran Centurione', Tanto,ch'anche poitoftoba'ljuopiacere
Et molto quello a lui d'intenderpiacque Cofi quando a re Carlo auenne quefto
Ch'inteje d'effa albor, da quel,che d'ella Chefegli incominciòfar di Marfiglia
Sapendone affai dir,niente non tacque, Il lite nel mar grande manifefto,
Rinaldo chefapea chefuor di quella Tanto d'andaruitofto il pensierpiglia
C (ComeNatura a luigia baueuadetto) Che con giunta aldefio la diligenza
or Deura delmondo uſcir la beltà bella, Fece in ungiornofol ben cento miglia,
Quandolefu auicin , pien d'alto affetto Cofi conpompa e con magnificenza
Ragiono a Carlo quelche gia haueu'ci Colfuo triomphogrande e immortale
Da la Natura intefo alfuo ricetto, Si trouòfaluo alfingiunto in Prouenza,
Peròglidiffe anchor, che fuor di lei Doueper l'alto,illuftre, eg triomphale,
Coltempo n'ufciria quelchiarofole Famofofuo venir, ch'in ben famofe
Ch'offofca boratra noi quel de li dei, Cofe,bauer non puo'l mõdo unaltra tale,
Indi con altre affaigentil parole Troud parate apienlegloriofe,
Gliragiono quel c'haueu'egli intefo Lefplendide , l'eccelfe,&
r leferene,
Delebellezzefue nel mondofole, Le degne,lefuperbe, & l'alte, cofe,
Talch'anche Carlo alhor ne uenne preſo Che nel canto lettor uedrai che viene.
Pompa di laude(inuer )degna, & digloria Mandano anch'egli adun tant'alti ifuoni
Difamagrande, erfoura laltre tutte Chenon baueria'l cielquantunque irato
D'eterna, immortal vera memoria, Potutofarfentir in Francia i tuoni,
E'n quefta bella via v'eran conftrutte Et Carlo in tantefefte, accompagnato
Cos'altredegne affai,mirande, ertali Et in moll'altre anchor, da tuttiifuoi,
C'hauriantutte l'altruifatt'eſſer brutte
', Funela cittàfua caro acettato,
Tropheifplendenti, archi triomphalis Et quiuiperchesempre ognun di noi
Gran colonne, alt aguglie,er viuifonti, Dè ringratiar delben chineloface
Giganti,moftri,dei, ninfe, & mortali, Et falla chi l'ottien nolfando poi
Beiprati,ombrofi boschi, er vaghi monti, Effo recognitorfermo e verace
Condentrofiere grandi, er animoſe, Chauuto bauea dal ciel tutto'lfuo bene
Diuerfiaugelli,e animaletti'pronti, V`pur del ben la prima caufagiace,
Arbori d'oro,& fior, frutti,berbe, & rofe Per non mancar giamai da quel che viene
Diperle,difmeraldi, dirobini, In debito d'un'buom chefra benfaggio
Et d'altregemme affai molto pompoſe, (Che dignitofocor mai nolfoftiene, )
Palagiimperial grandi,& diuini, Giuntoal bramatofin del bon viaggio
Torri,logge,pitture, ornamenti Tuttopien d'uno ardorfanto & fecefo
Tutti ricchi ,fuperbi, & pellegrini, Con grande compagnia del baronaggio
Et altrecofe affai,tanto eccellenti A ringratiar ilcieltanto pietoso,
Che tal no vide in ciel creďio maí Gioue Delben c'hauuto hauea ,sauro & accorto
Non che quagiù tra noi l'humanegenti, 4 Andò in vn tempiofanto e gloriofo.
Et Carloin loro albor nel mondo noue
Cofi debbo anch'io far con chim'ba Jcorto
Etbelle tanto,che nulla altra etade - Tantoper questo mar,queſtamia barca
N'hafatto vnquaco poi nel modo altroue, Che m'ha mercedefua condotto inporto
3
SECONDA
Quellaonde ogni nocchierfecuro varca Soben ch'in tutto un'buo non lo puòfare',
Ogni alto marfefi riuelge a lei Perch'è figrande queſtagratia voſtra
Che d'efaudir ognibuo mai non è parca, Che non lapuo vn mortalringratiare,
Oditi in cielpiu volte i preghi mier Mafo quefto anchoben che quando moftra
(Cheperfare ilcamin c'hora bocopito Voler vn'buom da voi del voftro aiuto
Hofempre ad effain ciel riuolto quer) In quefta vita rea ch'è morte noftra
M'hafi pietofa apien tant'efaudito Nanzich❜addimandandofia uenuto
Ch'iofo ben che'lgrá bé dou❜hor miſono Alfin de lafuagiuſta oratione
M'è da lagratiafua tuttofeguito, Ha quel ch'ottener uuol,fempre ottenuto
Però debb'io con corfincero & buono
So afto anchor,che quádo vn’buom diffone
Lei molto ringratiar diqueſto tanto Di uolerfar co cor pur modo & fchietto
Grato, cortefe,grande, largodono, Inuerfo voi vn'operatione
Maperch'iofongia alfin di quefto canto Perch'ei non batant'alto Pintelletto
Mi metto con la mente in ginocchione Che'lpoffafarfecondo ilſuoferuore
E'n quelche viene alfuo confpetto fanto La voftra gratia adempie ilfuo diffetto,
Lofo conlafequente oratione". Etfo queftaltro anchor che quando ardore,
Vi moftra un'huo di uoler darui un uoto
Voiper cambio di quelprendete il core
,
CANTO C.
Con quefto adunque corper questo moto
Conpicciolforze con vngran'defio
Vi végo ai piè fidel feruo, er deuoto ,
Ergine c'ho da voi tant'hauut❜10
VSplendida, triopbal Jerena,er bella, Quellegratic immortal tutte vi rendo
Benigna ,pia ,faconda, gratiofa Chefipuo mai penfar l'animo mio,
Auoi ch'al mio caminſolſempreftella Et perch'iofo ben certo e ben comprendo
Seteftatafi
falda al portofopra Che de le mille parti ch'i deurei
Ch'entratofon in quel fuor di procella, Non nefaccio vna apiē,piu nõ poſſendo,
Vorei mandar'in ciel laffu difopra Prego humilmente e concorgrandelei
Aringratiarui affai qualcheparole Chede lagratiafua ch'è larga tanto
Ma nonfo'ncominciarfenza uoftra opra Adempia apien quefti diffetti miei,
Però pictofa dea per quel belfole Etperche'l voto anchornoè mai quanto
Che nafcondendoin uoifuafanta luce É'l debito ch'io tengo ,in cortefia
Si fè (sendo di Dio uoftra ancho prole, Prego acettate'l cor nelgrembo fanto ,
Siate a l'impresa miafi fcorta er duce Et fo che quefto anchor di certo fia
Ch'iopoffa inparte almenquefto operare Perchegratia a nefun mai non negate
A cui debito tanto mi conduce, Sifete inuer di noifaconda & pia,
PARTE 214
PARTE 215
1
:
4:
i
1
* 48 J
***
)
-
ぎょ
1