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CERVICCHIARI Storia Della Musica Nel Brasile
CERVICCHIARI Storia Della Musica Nel Brasile
THE LIBRARY
OF
THE UNIVERSITY
OF TEXAS
1898
VINCENZO CERNICCHIARO
MILANO
STAB. TIP . EDIT. FRATELLI RICCIONI
Viale Monte Nero , 73
1926
PRINTED IN BRAZIL
THE LIBRARY
OF
THE UNIVERSITY
OF TEXAS
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VINCENZO CERNICCHIARO
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STORIA DELLA MUSICA
NEL BRASILE
(1549 - 1925 )
MILANO
STAB. TIP , EDIT. FRATELLI RICCIONI
Viale Monte Nero, 73
1926
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PREFAZIONE
nos
VINCENZO CERNICCHIARO .
STORIA DELLA MUSICA NEL BRASILE
DAI TEMPI COLONIALI SINO AI NOSTRI GIORNI
- - - -- ------ ---- - Teema eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
CONSIDERAZIONI GENERALI
CAPITOLO I.
leggero di due note, nonchè quella sublime idealità, nella quale trova ogni
lieto riposo nei primi suoi canti, e poscia in quelli uditi dai poeti, prelu
diando dagli stessi colla cetra nei pubblici festini e tra i peristili dei sacri
templi, ove la musica, aliena a qualsiasi dogma, riscontrava l'origine della
sua vera e mirabile grandezza.
Vanto dei greci è anche quello di aver inventato i primi strumenti
musicali: Osiride inventa il flauto; Hermes, la lira ; e moltiplicati i modi,
i cui elementi sono melodia e ritmo, attingono un perfezionamento, un'arte
di compilazione veramente sopra-umana, e formano la base del sistema mu
sicale . Quindi l'arte così abbellita dalla viva immagine di quei geniali arti
sti, che giungono a metterla sotto la protezione degli Dei, il cui culto , fu
esempio di elevata cultura di tutto il suolo ellenico , non poteva esercitare,
data la sua ridente bellezza , che una magica influenza nello spirito del
popolo della patria di Omero e di Aristotile. Ed infatti con quest' arte
Apollo, il Dio del Sole, della Poesia e della Musica, giunge ad esercitare
quella nota e forte influenza sugli Ateniesi, i quali lo adorano come il più
caro degli Dei.
Ma le sue virtù non terminano qui, poichè stando alle leggende mito
logiche, esse ci conducono a credere che anche nelle pietre si rivela la
sua prodigiosa azione, giacchè Anfione, figlio di Giove, celebre nel suonare
la lira, al cui suono lanciava i sassi, edificò, cantando, le mura di Tebe.
Non a torto i Bardi, prima della conquista romana , l'adorano e vendono
i loro canti a peso d 'oro.
Si pensi che i propri Druidi, figli d 'un 'epoca ben più remota, insegna
vano ai loro discepoli gli elementi della storia , dell'arte e delle leggi a
mezzo della poesia, nella quale era racchiusa tutta la scienza di quei lon
tani tempi. Però la musica era sempre tenuta fra loro come la parte più
squisita del sapere umano,
Più tardi anche il Cristianesimo, nonchè tutte le generazioni sotto altri
riti, dovevano trovare nella musica più che nella parola, coi loro salmi, gl’inni
affascinanti, le leggiadre cantilene, la stessa forza onde civilizzare e ingen
tilire i popoli più selvaggi della terra .
Nobile congegno è dunque la musica, la quale, attraverso tutte le età
si rende degna della protezione degli Dei e della venerazione dei mortali.
Della sua espressione incomparabile e del suo superbo e meraviglioso
potere, si serve anche il medico nel rapporto del fisico o del morale, per
somministrare all' anima sofferente, la calma ed alleviare i dolori; e la
scienza moderna non nega infatti questo potere, giacchè scrittori, degnis
simi di fede, spiegano di un modo soddisfacente la sua forza sull'organismo
a curare le orribili sofferenze delle affezioni morali col suon dell'arpa e
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(7 ) « Oriundo pela môr parte -- narra uno scrittore brasiliano, il Sig . Jacy Mon
teiro — de uma nação, para a qual as guerras de conquista haviam quasi substituido
os combates da intelligencia e a cultura das artes ; educado por essa nação, d' antes
gloriosa e valente , mas que a riqueza das colonias e a influencia estrangeira haviam
afrouxado, como outr'ora a vetusta Roma; sopeado na desenvolução e espargimento das
ideas pela Metropole, reciosa de alguns resultados que isso poderia ter , e olhando
menos para o futuro desta terra do que para os fructos que della poderia
colher ; o nosso povo, ao sentir 0 collo despido do jugo , achou que era gozar
da liberdade em toda a sua plenitude ou descançar á sombra do pouco que lhe haviam
deixado, e, reclinado -se nos braços da . . . que come um cancro lhe havia lançado no
seio, deixar -se ficar no ocio , na negligencia de todos adiantamentos. Reputou a riqueza
como ponto cardeal da civilisação e da felicidade, e cuidou que era bastante, para
obtel - a a engrandecer o paiz , entregarse aquelle trafego e labutar que se disse com
mercio, ou amante da inercia dos empregos da Nação ; e preferiam no entanto, para pas
sa tempo, esbulhando -se de todo o sentimento de gloria , atirar-se precipites n 'aquella
disputa o mais das vezes pessoães e odiosas, que quizeram chamar politica, antes do
que dar -se á cultura do espirito e á purificação dos costumes » , - (« O Brazil Artistico >>
de 1857, 1° numero ).
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nel lare del paese d'origine: pregare, mangiare, sfruttare il suolo , l'energie
degli indigeni e poscia dei negri, e null'altro : tre parole che esprimono un
solo ed unico desio !... (8)
In conclusione, sei secoli di progressiva arte delle colte nazioni del
vecchio mondo, a nulla valsero per i figli delle lusitane plaghe, onde arric
chire il loro spirito e propagare nelle proprie contrade e nelle conquistate
terre , l'imagine più fulgida del genio latino : l'arte. ( 9)
Quindi, chi lesse le critiche dei più notevoli scrittori portoghesi che
formano la prova inconcussa nella caratteristica morale, il tipo, i gesti,
i costumi e l'idealità immutabile di quel popolo, non deve maravigliarsi
se, durante il lungo periodo coloniale, da cui risultano tante umiliazioni
e feroce disprezzo per gli artisti, sin alla prima decade della seconda metà
del secolo XIX , o meglio sarebbe a dire, sino al tramonto di esso, non deve
maravigliarsi se l'ultimo dei bottegai aveva maggiore considerazione di un
musico, di un poeta, di un architetto o d'uno scultore.
Ed è un fatto che, a quei tempi, un figlio di agiata famiglia , pur
sapendo non essere di nobile stirpe, era giudicato un mattoide s'egli
avesse osato di esternare ai genitori di abbracciare la carriera artistica .
La loro ripugnanza per l' onesta e nobile professione toccava l'estremo
senso del disprezzo ; e se la storia novera qualche esempio in contrario ,
lo si deve considerare come un caso sporadico .
In altre parole, lo spirito dominante della razza indifferente a tutte
(8) E' doveroso notare che fra questi si deve escluderne uno: Don Fernando Mar
tins Alencastro, di cui la storia parla come di uomo di sentimento musicale , che cerca
diffondere l'insegnamento della musica ai tempi dei nostri antenati. Era uomo per bene,
ed ebbe meritata fama di protettore d'ogni insegnamento artistico (1705).
(9 ) Ad avvalorare queste nostre considerazioni, valga l' asserto dell' illustre scrit
tore brasiliano, dott. Laudelino Freire: « A arte, para a sua verdadeira espansão, preciza
de uma raça que a entenda, de um espirito que a sinta e de uma cultura que a tradu
za. Que tempo, no evolver da nossa vida historica, foi precizo para a formação da
unidade na variedade ethnica , capaz de determinar uma phase de progresso e servir
de factor basico á eclosão artistica ? Quanto de maior valor intellectual entrou na for
mação, inicial da nacionalidade, tudo devemos a Portugal, a quem coube o papel pre
ponderante no periodo de gestação da fusão das raças primitivas. Mas o brasileiro, no
fazer o estudo da sua embriologia social, recorrendo naturalmente ao testemunho de
historiadores insuspeitos por sua nacionalidade, chega á conclusão de que a « velha mai
patria > não nos servio de origem , nem foi berço da nossa formação artistica . No decurso
tres vezes secular do trabalho colonial, nem se quer vimos o germinar de qualquer
semente que pudesse ter sido lançada e permittissc o surto de uma arte qualquer, ainda
que meramente rudimentar . . . ) . -- (Frammento di un suo discorso , proferito, nell'Isti
tuto Storico e Geografico del Brasile , nell'anno 1917).
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Però calmo e nobile non fu mai l'intervento dei genitori, la cui irrita
zione era come il tuon foriero dell'uragano; e se qualche volta non si scate
nava furioso, era dovuto al trionfo dell'amore, il quale aveva scongiurato
la tempesta feroce dell'opposizione sistematica e brutale.
A chiarire meglio questo argomento ricorderemo come un celebre
artista , un pianista glorioso di fulgida rinomanza, lottasse contro un
essere educato alla scuola del facile guadagno, per sposarne la figlia .
Ottenne infine la di lei mano; ma dovette, per imposizione del padre,
rinunziare per sempre alla sua brillante carriera artistica e farsi venditore
di pianoforti e di musica .
Fortuna volle che il grande artista più tardi trasgredisse l'ignobile
patto , e cosi ritornasse alla vita della sua vita : all'arte .
Ma lasciando ormai queste tristi ricordanze , che non servono di base
allo spirito che anima questo libro, torniamo all'origine della nostra musica.
I PERIODO
CAPITOLO II.
( 1549-1763)
L 'organo vocale, unico e vero rivelatore dell'arte umana. – Gli elementi ispira
tori. -- Razze primitive nel gusto e nel senso musicale . – La razza indigena brasi
liana s' innalza con vantaggio su le altre. - Nobile missione gesuitica . -- La divina
arte, legittima figlia della fede ecclesiastica . - Il Brasile trova nello spirito sacerdo
tale l'opera altamente civilizzatrice. - Famosa figura : Manuel da Nobrega. — Il suo
valore nell'insegnamento dell'arte . — Considerazione sulla musica . — Gl'indigeni innal
zano i primi canti della fede cristiana . — Il padre Manuel de Paiva e il suo compagno
Manuel Nunes, iniziatori, in S. Paolo, dell'insegnamento della musica. — Fortunato
progresso degl'indigeni nella musica, al convento di Santos. — La prima orchestra, -
Facoltà innata per la musica della razza indigena. — Figura preminente della nostra
storia : Frate Giuseppe de Anchieta, come il Nobrega, getta il germe sublime della fede
e dell'arte in altre indomabili tribù. — Le sue virtù . — La sua vita. — La sua morte. -
Profondo rimpianto . — Superbo ideale .
tutt'altro che omogenei, essi hanno, secondo il Fétis, una capacità in ragione
della loro formazione cerebrale .
Quindi, senza allungarci molto in questo tema, valendoci appena dei
confronti che risultano nelle storie della musica di tutti i popoli, possiamo
affermare, che fra le razze selvagge o primitive, quella che s'innalza con van
taggio al disopra dell'intellettualità comune nel gusto nativo, è la razza
indigena brasiliana.
Difatti, l'estro innato e il sentimento nella musica e il talento negl'istru
menti, che essa stessa inventa , fu oggetto di ammirazione di molti illustri
viaggiatori, nei primi tempi coloniali. Il D 'Orbigny, dal quale, la nostra
razza indigena, è portata su le altre, dice : « Les Esquimaux, les polynés
siens, les yndo-Chinois, les malais, les Malgaches, les Indigènes de l'Ame
rique du Sud -ces derniers tous Musiciens – nés --- plaisentes à chanter
des Mélodies souvent languissantes et tristes ».
Principiamo dunque con questo valido giudizio, a considerare la nostra
razza indigena, come una delle superiori per la sua spontaneità nella mu
sica. Certo, che non possiamo parlar di essa, senza fare un diffuso accenno
agli elementi che la modificano e la perfezionano nell'arte all' epoca delle
prime spedizioni musicali del secolo XVI.
E ' superfluo dire, che a compiere questa nobile missione, non furono
certamente i vassalli di D . João III, per i quali, senza principi morali ed
artistici, era impossibile qualsiasi congiungimento sul processo dell'idealità
comune; essi, come è noto , cercarono sfogo in cose diametralmente oppo
ste all'arte !...
Per fortuna in quelle stesse caravelle che solcavano l'oceano, gremite di
genti anonime, la maggior parte coll'anima di masnadieri, ( 1) vi era un
gruppo di valorosi sacerdoti, predestinati ad un brillante esperimento di
catechismo e a gettare i primi germi dell'arte musicale nel suolo brasiliano.
Noi ignoriamo a quale scuola appresero le loro cognizioni musicali. Ma
è fuori di dubbio che la divina arte, in tutti i tempi del passato, si presenta
come legittima figlia della fede religiosa, accolta e battezzata nella santa
chiesa , svoltasi e progredita nei conventi (2 ), e in quei centri, che furono
(1) « Havia por aquelle tempo no Brasil muitos malfeitores degradados de Por
tugal ( que sempre esta praga perseguio ao Brasil, e as mais conquistas deste reino) » .
--- B. Telles. — « Chronica da Companhia de Jesus, em Portugal », 1' parte , pag. 480.
( 2) « Un couvent italien , à la fin du XVIII siècle , n' était guère outre chose qu'une
espèce de conservatoire où la prière, la Musique et l'amour étaint l'unique occupation ;
comme l'a dit un théologien aimable » . — (Scudo. - « Critique et litterature musicale,
première série » ).
NOTA . – S. Bach , del resto , si perfezionò alla scuola del Chiostro di S. Michele,
in Limburgo .
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modelli di insegnamento sino alla fine del secolo XVIII; e che oltre al carat
tere profondo d'impartire le belle tradizioni classiche alle giovani genera
zioni, dovevano mettere in luce una novella musica : quella da camera, la
melodrammatica e la sinfonica.
Per altro, la storia non mentisce affermando che la musica religiosa
fu sempre all'avanguardia d 'ogni nobile impresa artistica sino alla fine del
secolo XVI, e che dalla sua alleanza con la musical sacro-drammatica, si
produceva l'opera teatrale .
Per ricordare la rinomanza di tanti emeriti musici ecclesiastici, che
riportarono l'arte a vita novella come restauratori e creatori della musica
sacra, ci basti citare l'abate Guido d 'Arezzo, del secolo XI, l'uomo più cele
bre nella storia, per aver inventato i nomi che noi diamo oggidi alle note,
rendendo semplice e facile la lettura musicale, cosa ben penosa ai tempi
delle teorie Ambrosiane e Gregoriane; e, colla scala diatonica e cromatica,
creando la vera base dell'arte musicale.
Insomma, dai dettagli alla notazione, dai sistemi alla teoria, dall'armo
nia al contrappunto , dai salmi all' oratorio , sono sempre i sacerdoti di
Cristo che si segnalano, in tutte le basi, nella storia della musica .
Il creatore della sinfonia , Haydn , seguì parimente le norme della musica
sacra, scrivendo la « Creazione del Mondo » , lavoro di altissimo valore, il
più celebre tra gli oratorii esistenti. Un discendente illustre di questi grandi
genii della musica sacra, il Mendelssohn, s'ispira e si mantiene nei suoi
lavori congeneri, all'altezza di quei celebri ingegni.
Laonde diremo, che è sempre l'elemento sacerdotale cui ci è dato vedere
come introduttore di ogni forma novella nella musica fino al secolo XVII.
In questo senso quindi, ci corre l'obbligo di dire che il Brasile trova
anch 'esso nello spirito sacerdotale l'imagine che si abbandona all'opera
altamente civilizzatrice, fondando, tra le privazioni e i perigli, scuole e in
nalzando tempii, sotto le cui vôlte, gl'indigeni, mercè la loro opera istrut
tiva, cantano i primi salmi della nostra sublime arte, in onore della fede
e della civiltà latina.
A procedere per ordine storico, faremo, in prima, cenno di quei gesuiti
illustri, che nel secolo XVI si distinsero per i primi nella laboriosa propa
ganda della religione e della musica.
Vi ha taluno che al sentire ricordare questa colonia, veramente allo stato
primitivo , abbandonata dal governo portoghese, le cui simpatie erano più
rivolte alle possessioni dell’India e dell'Africa, che al Brasile, (3 ) sorriderà
(3) Le Brésil est d 'abord négligé par les portugais. (1. I. E . R ., l'Empire du Brè
sil, - Souvenirs de voyage).
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gente , — dice egli — tanto più facile in accettare la fede del vero Iddio ,
quanto meno impegnata è con i falsi, perchè nessuno conosce o ama, che
possa rubarle l'affezione, vinto i suoi vizii nessuna ripugnanza per causa
della fede. Sicchè, vinte le difficoltà dei voti è molto per lodare a Dio , vedere
in questa gente la premura con cui i già cristiani accorrono a celebrare le
feste e gli uffici divini. Sono affezionatissimi alla musica, e quelli che sono
scelti per cantori di chiesa, si pregiano molto del mestiere, e spendono i
giorni e le notti a imparare e insegnare agli altri, sono destri in tutti gli
strumenti musici » .
Alla figura preminente della nostra storia come iniziatrice dell'arte mu
sicale, si allaccia quella non meno grande ed eroica di un gesuita illustre
– frate Giuseppe d ’Anchieta .
Con l'anima tutta volta a sentimenti altruistici nella solitudine della
ierra vergine, come Nobrega, il reverendo Anchieta, s'ispira a quella mis
sione, di trasformare gl'infelici figli delle foreste vergini, vivendo eroica
mente , per vincere gli ostacoli morali inerenti ai vizii della razza, gettare
quel germe sublime della fede e dell'arte in altre indomabili tribù , per non
far più vibrare le corde dei loro archi, ma bensì quelle del sentimento , della
fede, dell'amore e dell'armonia di suoni: virtù e idee assai contrastanti con
quelle dei nefasti colonizzatori, impegnati in un 'azione ben diversa della
sua e di quella dei suoi compagni!.....
Nobile e superba anima, la cui virtù non si smentì mai nella posterità ,
perchè sentiva Iddio e l'arte, pronto sempre per l'ardita e umanitaria im
presa, che si fondava nella difesa degli indigeni, a cui, data la brutale poli
tica che professava la metropoli lusitana, non era concessa altra speranza
che quella della schiavitù o della morte.
Questa sfida tacita da parte del valoroso gesuita , che sognava fare un
nuovo dominio di pace e amore, si svolgeva senza stragi, senza tormenti,
col bene, con la calma e con la benefica diffusione di tre eccelse virtù :
libertà , religione ed arte.
Non è senza ragione che il suo nome è sovente invocato dalla storia come
la salvezza di tanti infelici.
La leggenda ci narra che egli nacque a Teneriffe, nelle Canarie, l'anno
1533. Giovanissimo, contando appena vent'anni, partecipa della missione
del padre Luiz da Gama, il quale , in compagnia del governatore Duarte da
Costa , successore del primo governatore Thomé de Souza , parte da Lisbona
riel di 8 maggio 1533, con destino al nuovo mondo . ( 8 )
I compagni del padre Luiz da Gama, erano, secondo Maffeo , che in
(8 ) Balthazar Telles. - « Croneca » , Tom . II , parte VI.
- 24 -
questo è più esatto (9 ) i padri: Braz Lourenço , Gregorio Serrão, João Gon
çalves, Antonio Braz Castellano, e il noto Anchieta , il minore per età , ma
superiore d 'animo, destinato a rendere i più rilevanti servigi alla prima età
del Brasile .
L 'illustre Telles, ( 10 ) parlando di questa valorosa figura, così si espri
me: « Questi è quel tanto rinomato Giuseppe d 'Anchieta, tanto famoso nel
mundo, tanto rispettato da tutti, santo nella vita , prudente nel governo, pro
digioso nelle opere, zelatore delle anime e vero apostolo del Brasile, pieno
di opere sante miracolose con le quali maravigliò il mondo tutto, e di suc
cessi tanto inauditi, che con ragioni è chiamato il secondo taumaturgo » .
Meglio ancora parla R . Southey, (11) dell'operato complesso del grande
gesuita, del quale trova che fu il primo a impiegare i mezzi artistici quando
volle istruire ed animare le tribù indigene, concorrendo con la musica al
trionfo rapido dell'incivilimento.
A magnificare la nobile iniziativa dell’Anchieta, lo storico, si serve, a
provarlo , di queste parole : « Sembra incredibile che dopo tante ardue fun
zioni quali a quelle a cui si dedicava incessantemente, gli rimanesse ancora
tempo per comporre in lingua del paese, romanze, o meglio ballate proprie
a ispirargli orrore al vizio e stima per la virtù , avendo per base la sublime
morale cristiana e mettendo in musica le eterne verità del nostro culto ,
facendole indi cantare ai fanciulli indigeni di ambo i sessi, ai quali in tal
modo ispirava amore per la religione, sviluppando in essi la naturale ten
denza per la musica . Conoscendo per esperienza quanto influisce sull’animo
dell'uomo questo importante ramo di belle arti, ricordava spesso ciò che
diceva il grande e virtuoso padre Manuel da Nobrega : « Con la musica e
con l'armonia , io ardisco attrarre meco tutti gl'indigeni dell'America » .
Si può rilevare benissimo da queste dotte parole quale fosse il parti
colare e profondo amore dei due pregiati sacerdoti per la musica, conside
randola un dono di Dio : attissima a dirozzare le genti barbare ed amman
sarne la ferocia.
Dopo i suoi quarantaquattro anni di ardita operosità , trascorsi fra i
disagi, che legavano la vita ai primitivi tempi coloniali, senza trepidare un
solo istante a dare in olocausto la sua vita per il bene d 'una razza, della
religione, dell' insegnamento , dell' arte in fine, ei moriva il 9 gennaio del
1597 a sessantaquattro anni di età .
N . 1
e
N . 23
Hé heura heura heura heura heu -ra heu -ra heura ouech
N . 3
(4) Agli accennati strumenti, aggiungeremo quelli usati dai « Caraibebês », che essi
stessi fabbricavano, i quali costituivano un retaggio da lasciare ai figli. Tali strumenti
non erano altro che una specie di flauti, chiamati « Pau que ronca » , a tre becchi, a
guisa di zampogne di varie dimensioni, un dei quali, chiamato « Toré » aveva la lun
ghezza di sette palmi. (Padre Claro Monteiro do Amaral. - « Memoria sobre usos e
costumes dos indios guarany, caiuas e botocudos).
(5 ) . . . Muitos tocavam -na com perfeição, e, ajustando as pancadas do tamburil ao
son da flauta , bailayam junctamente a compasso , de tal modo que podiam competir
com os mais destros e finos gaiteros europeos. Nem era necessario que ninguem os
ajudasse , porque o mesmo, com a mão esquerda e dedos, sustentava, tocava e florèava
Da gaita, e debaixo do braço pendurava o Tamburil, e com a mão direita o ia battendo
e toccando. A maior parte das suas gaitas mais afamadas eram tabocas; havia uma
chamada « Toré » do comprimento de 6 a 7 palmos, e tão grossa que podia servir de boa
tranca aos mariolas. Os flautistas, para poderem animar tal almonjarra, precisavam
de ser grandes beberrões, e por isso só a tocavam nas suas borracheiras » , — ( « Revista
do Instituto Historico e Geographico do Rio de Janeiro » , vol. 63, parte II).
- 32 -
N . 5
PP
PP -
Il « Jôhôhô » è un feticcio che i « Paracis » conservano tuttora ben na
scosto . Null'altro che una bacchetta che conservano religiosamente a titolo
di Amuleto (6) protettore durante anni ed anni. Divenuta vecchia e con
(6) Giova menzionare che questo amuleto fa riscontro, nell'effetto , ai comuni stru
menti dell'arte magica esistenti fra le popolazioni della terra di Cam (Africa), le quali
se ne servono, ceduti dagli stregoni, per allontanare i malefici, le malattie e tutto ciò
che nuoce o non piace ; per scoprire un ladro oppure chi ha fatto morire una data per
sona, ecc.
- 33 -
Ah ah ah ah ah
no . ai a . nau - ē ah ah ah !
. . . . ah . . . ah . . . ah ah ah no - ai a . nau.
N. 8
Nü . i . ta ti - - ha - za - kô . . . . . .
Ta - hā - re ka - lô - rê mau -
Wai na - za - rê Mai - te . kô . . .
ah . . . .
- 35 -
Na - tió a - tio U.
mai . 20 . ko - la Ne - @ : e - na e .
Natiô atiô Kamáizokolá
Natiô atiô ualokoná atiô
Natiô Kamáizokolá
Nêê ená êma makoé etá
Nèê-ená Kamáizokolá
Oné nauê kotá zanega
Nêê atið Kamáizokolá » .
Traduzione: Meu nome é Kamáizokolá
Eu sou mesmo ualokoná
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Prova inconcussa sta nella danza cantata dei « Kokozús » della surri
ferita tribù dei « Nambikuáras ». E' una melodia che ha nel suo inizio un
accento di gaiezza, e raggiunge l'ammirazione colla sua 3.a minore, pur
essendo inceppata dalla dominante.
La danza cantata, o meglio, la danza festiva, è rappresentata dalla tribů
riunita : uomini, donne e fanciulli, ciò che del resto dimostra una maniera
corrispondente alla forma che si riscontra ancora presso le altre tribù, di
cui sono note le celebrazioni analoghe della vita indigena :
Canto e danza festiva dei Kokozús. — Le parole di questo canto non
furono prese, sfortunatamente dal Roquette Pinto :
N. 10
-
- -
-
-
-
- --
na - ô - re . kur á į ki - S...... No - za .
ni no - te rahan . ra - han O lo - ni .
- 39 -
0
0
• : Uomini
O = Donne
+ - Fanciulle
Dão! dão'ldão
Dão! ut
dão! dão! O que Ô . - ro não arru-ma,não tem
h
(a) Frase inutile, scritta per quelli che ignorano la teoria musicale,
(a ) Nel libro del Raquette Pinto, v 'è scritto , per inganno, Si 2 .
(b ) Lo stesso inganno.
- 42 -
(1) Infatti, tutti gli anni, fino al 1539, gli artigiani eseguivano, al Colosseo, la
« Passione » . Si dovette por fine a questi spettacoli, poichè, dopo ogni rappresenta
zione, il popolino andava a saccheggiare le case degli altri. – Marco Valasso.: « Per
la storia del dramma sacro in Italia » , Roma, 1903.
47 -
una immensa storia di fate, che, col concorso della musica, agisce poten
temente su lo spirito indigeno.
E ' facile, certamente, supporre che l'effetto di queste « sacre rappre
sentazioni» , fatte di spirito religioso e profano, fosse quello di spingere
ad un mondo d 'arte suggestiva, simile a quella fulgida dell'età media della
Gallia, in cui lo « Stabat Mater » di Jacopone, la toccante prosa « in onore
di S . Ives » di Carlo de Blois, duca di Bretagna, gli uffici della « presenta
zione » , della « Visione » , della « trasfigurazione » di N . S ..... e la compas
sione della « Santa Vergine » di Filippo Macerius, Raimondo da Capua ,
Giacomo Gil e Giovanni Trithène, formavano la delizia delle generazioni
cristiane. E spingevano ancora verso un culto divino, celebrando le belle
azioni degli eroi e delle divinità sacre e profane, al suon della musica,
eseguita dagli elementi locali, co' loro strumenti musicali : organo, violi
no, flauto, cembalo e voci.
Questa preparazione, che è tutto il Brasile musicale del secolo XVII,
la vediamo attraverso i drammi sacri, veri inni della liturgia cattolica ,
fonte di tutte le grandezze musicali : un lavoro di spirito come Lutero aveva
fatto coi suoi canti di espressione protestante , i quali dovevano fare più
male al cattolicismo che la sua dottrina .
Quindi, riepilogando : tutta l'arte, che si rivela nei drammi sacri in
Brasile, è figlia della sapienza dei bravi missionari; ancora una volta essi
ci dimostrano il loro forte carattere, preparando in un limitato periodo
di tempo, un elemento atto a suonare la musica delle rappresentazioni sa
cre, senza l'intervento di un solo elemento coloniale : per questo elemento,
è bene ripeterlo , l'arte non era che mezzo di vita .
Come Riccaccini ( 2), l'autore delle opere sacre fiorentine i gesuiti scri
vono essi stessi i drammi sacri in lingua vernacola e indigena , e li ornano
con musica propria . Queste funzioni sacre avevano luogo nei giorni solenni,
secondo le tradizionali leggende della storia sacra.
Il luogo prescelto era naturalmente la chiesa , spesso però , all'aria
aperta , sulla facciata del tempio . Ivi s' innalzava il palco con tutti i requi
siti della forma teatrale, cosparso il suolo di foglie aromatiche , che la
folla calpestava, al suon dei tamburi (3), prima che cominciasse la rap
presentazione, la quale si iniziava verso il tramonto . Attori e musici erano,
come si può supporre, dei minorenni indigeni, allievi dei veri amici della
patria , che imitavano a meraviglia l'idealità italiana, francese e fiamminga,
nella nuova espressione musicale, di cui furono i primi ed esclusivi intro
duttori e propagatori.
La città che vanta le primizie delle prime udizioni dei drammi sacri
è Bahia . Fra i primi drammi sacri, eseguiti nella detta città intellettuale
della musica e della poesia a quei tempi, figura , come primo, il « Mistero
di Gesù » del frate Anchieta, scritto in lingua castigliana, indi tradotto
in portoghese dal padre D . João da Cunha, con musica dell'autore.
L'intreccio di questo dramma, diviso in due parti, risponde a una di
quelle miscele assai strane e fantastiche: personaggi storici, spiriti mito
logici, figure che furono valorose e audaci contro i goti e i persiani: Decio
e Valeriano proteggendo, l' uno i cristiani, perseguitandoli atrocemente
l'altro, sono entrambi uniti nel dramma del frate Anchieta , con umiliante
morte, strozzati dagli sbirri, e i demoni, vinti da S . Lorenzo : trionfo degli
spiriti buoni, per la felicità eterna dell'umanità .
Temi e intrecci che compendiano, d 'altronde, tutto lo spirito dei dram
mi sacri dell'epoca, abbondantissimi di sensazioni strane e commoventi,
con attrezzi, apparati e macchinismi ingegnosi, da mettere invidia ai più
grandi scenografi dei nostri tempi.
Anzi, a rafforzare il grande potere di Portogallo , l'autore del dramma,
non trascurava l'opportunità di mettere in evidenza il suo intento , collo
cando a fianco degli elementi che compongono il sacro quadro, il re con
la fronte cinta di serto , musici ornati di pelli e gingilli di « Urucú » e
di conterie, che spandono dolci accenti musicali; streghe, condottieri in
digeni da guerra e « pagés », gli scudi del monarca lusitano e le gloriose
bandiere simboliche di Portogallo. (4 )
Oltre all'accennato dramma, Anchieta lasciò un lavoro inedito : l'atto
di « Santa Ursula » , scritto per festeggiare il ricevimento di una reliquia
delle « Undicimila Vergini » , lavoro ritenuto come un vero gioiello di let
teratura nazionale , e che ha il duplice merito di segnare l'inizio della poe
sia brasiliana.
Un altro suo lavoro — « Dialogo pastoril » – scritto in portoghese ,
castigliano e in dialetto indigeno, fu rappresentato in Bahia nel 1553, suc
Ogni arte – dice Hermann – non può essere null'altro che l'im
pronta fisionomica del carattere, del temperamento e del tempo a cui
appartiene.
La fase in cui lo spirito indigeno segue la deviazione del gusto sacro,
che a poco a poco doveva condurlo alla nascente arte popolare, appartiene
di fatto all'epoca delle forti e miste immigrazioni del secolo XVII.
In essa , effettivamente, vediamo che il limitato sapere artistico dello
spirito coloniale latino trova, malgrado tutto, la sua forza appunto in quella
forma popolare accessibile alle menti deboli, e nella realtà della vera es
senza assimilatrice della razza indigena, di cui, la maggior parte, era già
stata catechizzata e istruita con fecondi e brillanti risultati, dai noti mae
- 54 -
(4 ) Convien notare che queste canzoni trionfano nei salotti evoluti, ma che non
passano all'anima del popolo, il quale, per difficoltà polifonica, non può portarle at
traverso le modeste abitazioni, nelle officine, nei campi, eternandole per il suo piacere .
(5 ) Due ebbero l'onore della celebrità : « Quem Sabe ? ! » , « Suspiro d 'alma » (1859).
- 60 -
svariate forme dell'arte, per colpire l'animo e i sensi degli uditori, confes
siamo a cuore aperto, che quando il modesto artista concludeva la saporita
« modinha » , un grido di ammirazione ci sfuggiva dal petto, pensando alla
leggiadra ispirazione e alla spontaneità di un talento ignorato , che portava
nell'anima l'incanto della seduzione dei bei canti della popolare musica bra
siliana .
Sono scorsi molti anni, e di lui e della sua preziosa canzone, mai più
avemmo contezza. Essa, come tante altre che meritarono i copiosi versi dei
nostri poeti, noti per la loro sentimentalità appassionata, è ormai sepolta
nella tomba dell'oblio.
Quante canzoni scrissero durante la vita d 'un secolo i nostri maestri e
dilettanti di musica ? Crediamo delle migliaia , a dir poco ! Non si può sfo
gliare un giornale dell'epoca , o evocare il ricordo di quelli che udirono
gli ultimi avanzi di un passato addirittura glorioso dei canzonieri nostri,
senza notare malinconicamente che d 'essi poco o nulla è rimasto .
Ritorniamo alla fase coloniale di cui è oggetto questo capitolo . In essa
la musica ha un duplice svolgimento psicologico , consistente nella fusione
dell'arte africana di sentimento latino con quella indigena.
Quello però che a noi non pervenne è risultanza di altre danze tipiche,
di origini diverse, non menzionate nelle tradizioni storiche, del periodo colo
niale . Mentre è noto che a quei tempi la Francia , l’Inghilterra e l'Italia ave
vano ciascuna una serie di danze di vario tipo e ritmo. Erano danze alla
francese : la « Pavana » , la « Gavotta » , il « Minuetto », il « Rigodon », il
« Rondò » , la « Sarabanda » e la « Corrente » . Alla inglese : La « Giga » ,
« Hornpine» . Alla italiana: la « Tarantella » , il « Saltarello », la « Ciaccona ,»
la « Siciliana » , la « Gagliarda », la « Fiorentina » , la « Bergamasca » , la
« Chianzana » , la « Giga » viva a tre tempi, di cui si trova un esempio alla
fine dell' « Orfeo » di Monteverde : il « Mattaccino » , che si ballava con i
campanelli ai piedi, colle spade nude; ed altre, senza dimenticarci di quelle
in uso ai tempi in cui musica e canto suonavano la stessa cosa .
Tutto ciò fa credere che molte composizioni congeneri, che presero la
forma di danze e di commedie ballate tra i bahiani, i quali dàvano in tal
modo un impulso alla loro fantasia , creando una quantità di musiche tipi
che nell'aspetto popolare, con denominazioni speciali e caratteristiche: « Os
bailes pastoris, as cheganças», le danze del « Congo », « As Tayêras », « As
cantigas de ruas » , « Os cantares de roda » , « As Cantilenas do berço » ,
« O Arrazoar dos sertanejos » ecc., non sono altro che la risultanza di quei
canti tradizionali, usitati nelle chiese per ogni funzione, ad ogni circostanza
di processioni, penitenze, battaglie, crociate ecc. e i cui argomenti biblici,
61 -
la famiglia ; nel popolo germanico , l' immagine del Signore, viene evo
cata , in quel giorno solenne, nella leggenda mistica del passato , come
la redenzione cristiana, allo scopo di consacrare tutte le loro gioie nel sen
timento della cara dimora, inneggiando al Nazareno.
Con lo sviluppo dell'arte , tali danze, quasi estinte nello spirito dei
popoli di altre nazioni, permangono tuttora nel sentimento del popolo
bahiano, le cui tradizioni sono sempre in corrispondenza con la forma affa
scinante dei tempi coloniali.
A completare la storia di quel che a noi pervenne dei primi tempi, e
le risultanze dell'influenza del sentimento musicale delle tre razze, mercè
le quali si caratterizzano i tipi dell'arte popolare nazionale, ricorderemo
un 'altra caratteristica musica, la più spiccante , dal ritmo originale e gaio :
il « Samba », il « Tango », il « Lundú » , il « Catereté », il « Maxixe » , e il
« Batuque » , danze che ci dànno la perfetta' visione dell'ambiente del secolo
di cui parliamo.
Questo genere di musica lo si potrebbe chiamare musica africana,
giacchè la storia ci ha detto che furono i negri, i quali, nella prima fase
della loro schiavitù, la portarono nelle nostre contrade; e con essa, i loro
primitivi canti, nonchè gli strumenti: tamburi a guisa di timpani, il
« sanko », coperto di pelle di coccodrillo , armato da otto a dodici corde,
sopportato da un ponticello, e la « marimba » , coi quali formano la loro
infernale orchestra. Circondati dalle turbe schiave, suoni e canti della pri
ma età s 'innalzano e si perdono attraverso le notti afose e le misteriose
foreste che contornano le « Fazendas » dei loro padroni.
Di solito , era al sabato sera che la loro musica risonava monotona e
assordante, mentre ardeva il fuoco ; essa non lasciava di assumere, un ca
rattere bizzarro e originale, e allorchè vi si aggiungevano musici e donne,
ballerine e uomini, cantando, suonando e ballando collettivamente, la nota
caratteristica atavica dell'africana razza si delineava in tutta la sua pienezza .
Indi, l'entusiasmo aumenta ; è il « Samba » e il « Catereté » , che vibrano
uniformi e noiosi, ma assai eccitanti per incutere nella massa l'espressione
mimica della razza , la quale finisce per prendere delle attitudini lascive e
molto licenziose. (7)
(7 ) Ao son de instrumentos grosseiros dançavam negros e negras, formados em
vasto circolo, agitavam - se, polineavam , compassadamente, ruffavam adufes aqui e alli.
Um figurante, no meio , saltava, volteaya, baixava - se, erguia -se, retorcia os braços,
contorcia o pescoço, rebolia os quadris, sapateava com phrenesi indescriptivel, com
uma tal prodigalidade de movimentos, com um tal desperdicio de acção nervosa e mus
cular, que teria estafado um homen branco em menos de cinco minutos.
E cantava . . . E a turba repetia em coro: Eh ! pomba eh ! — (Julio Ribeiro ).
- 63 –
(9) Dottor Pereira da Costa : « Arte brasileira colonial» , Riv, do Instituto Historico
e Geographico, Tom . LXI, parte I, 1898 . (Citato dal Dottor Antonio Cunha Barboza).
( 10 ) Dottor F . A . Pereira da Costa , opera citata .
- 65 -
(11) Noi deploriamo di non potere menzionare il nome di questo grande musico
pernambucano, giacchè nè l'illustre scrittore dell' « Arte brazileira colonial », nè altri
storici l'accennano .
- 66 -
nata da uno spirito coloniale , il quale si dirigeva oltre mare, non coll’in
tento di formare una nuova patria , o di creare una nuova nazione, ma per
soddisfare le mire del suo egoismo. (14 )
Scevro di questo sentimento, il nobile Governatore pensò di portare con
sė dall'Olanda artisti e savii, a cui fecero seguito altri non meno distinti
compatrioti, che vennero a fondare, nel 1639, la bella « Mauricea » .
La residenza di « Friburgo » , il grandioso palazzo di Bella Vista , con
le torri angolari, ed altri sontuosi monumenti furono costruiti in quell'e
poca rapidamente . ( 15 )
E ' noto , difatti, che il distinto uomo aveva una predilezione per le belle
arti, educato com 'era alle tradizioni della sua terra natale. Egli stesso era
dotato di una intelligenza vivissima.
Con la chiara orientazione del conte di Nassau , col suo singolare amore
in fatto di sentimento artistico , la musica non poteva avere che un incre
mento analogo alle altre arti belle, diffuse dall'elemento olandese, nei bei
tempi del suo dominio.
E chi cercasse nella storia l'origine dei principii, le qualità d 'indole
etnica del popolo valoroso, attraverso i vestigi del suo dominio negli stati
del Nord, potrebbe vedere qual' era la base della sua colonizzazione per
garantire una futura nazionalità , seguita da un 'espressione artistica ben
diversa da quella dell'anima rivale ...
Infatti, la leggenda ci dice, che l'antecessore nelle feconde terre di Per
nambuco nulla creò in fatto di arte che potesse, nel gusto del bello e della
poesia , compararsi allo sviluppo del sentimento artistico olandese, durante
il suo dominio .
L 'unico elemento che compensa con l'arte e le contribuzioni del sapere
la deficienza dell' intelletto lusitano è il gesuitico ; esso è l' unico che fu
all'unissono con lo spirito e con l' idealità di quel forte popolo. E la mu
sica, sotto una forma non fuggevole, soggetta all'intelletto estetico dello
spirito di fede diversa, non è tenuta affatto indietro nella storia del pen
siero e dello sviluppo musicale dell'ambiente pernambucano ; anzi essa non
perde al paragone delle gloriose opere della liturgia protestante .
D 'altronde anche i canti protestanti, che erano già usciti dal genio di
Lutero, avevano grande affinità con le bellezze dell'arte religiosa ; le visioni
del fenomeno erano dello stesso genere ; miravano agli stessi fini: avvici
narsi a Dio , con l'arte dei suoni.
CAPITOLO VI.
( 1774- 1807)
nel ricordo di un 'epoca in cui l'arte era apprezzata, coltivata ed amata con
intenso amore nei circoli famigliari degli ambienti provinciali, ove oggidi
regna l'indifferenza e la manifesta decadenza.
L 'artista vi manca , perchè la tradizionale sentimentalità musicale è
stata soffocata da nuove tendenze e da occupazioni estranee al bello .
Si studia a Rio de Janeiro, a S . Paulo , ove tutta la vita artistica con
verge, mentre nei piccoli e medii centri troviamo l'impronta di uno spirito
che si è distolto dall'arte, ed è disceso in una idealità fortemente contra
stante con quella del passato.
Ci rimane, però, la gloria del quadro meraviglioso che ci presenta la .
scuola di musica di Santa Croce. A meglio provarlo , valga il giudizio del
l'illustre scrittore Balbi, il quale basato nella verità storica , segnala , nei
più semplici termini, l'origine e la parte che rappresentò nella storia del
l'arte musicale e nell'insegnamento fra noi. Son queste le sue parole:
« Julgamos não attingir o nosso fim se não dissermos algumas palavras
« sobre uma especie de Conservatorio de Musica estabelicido, já ha muito
« tempo, nas immediações do Rio de Janeiro , e que é destinado unicamente
« ao ensino de musica aos negros. Esta instituição deve-se aos jesuitas,
« assim como todas aquellas estabelecidas no Brasil antes da chegada do
« rei, que se occupam da civilisação e da instrução do povo.
« Esta ordem poderosa, que era o mais rico proprietario deste vasto
« pais, possuia uma plantação de cerca de vinte leguas de extensão chama
« da Santa Cruz. Na epoca da soppressão dos jesuitas esta propriedade pas
« sou com todas os outros bens immoveis para o dominio da Coroa por
« occasião da chegada do Rei ao Rio de Janeiro , Santa Cruz foi convertida
« en casa de campo de sua real Magestade.
« A primeira vez que o Rei D . João e toda a Côrte ouviram missa con
« ventual na egreja de Loyola , em Santa Cruz, ficaram arrebatados de en
« thusiasmo e admiração pela perfeição com que a musica vocal e instru
« mental era executada pelos negros dos dous sexos, segundo o methodo
« indroduzido muitos annos antes pelos antigos proprietarios d 'este dominio
« e que felizmente se havia conservado.
« Sua Magestade que gosta muito de musica, querendo tirar partido
« desta circumstancia , estabeleceu escolas de primeiras lettras, de composi
« ção musical, de canto e de muitos instrumentos ahí em Santa Cruz, e
« conseguio em pouco tempo formar entre seus escravos tocadores de in
a strumentos e cantores habilissimos.
« Os dois irmão Marcos e Simão Portugal compuzeram exspressamente
para estes novos amantes de Euterpe que os executaram com toda a per
- 75 -
(5 ) Ci preme dire, che gli allievi della scuola di musica di S . Croce , nulla devono,
nell'insegnamento, ai fratelli Marcos e Simão Portugal; la loro opera fu di amministra
tori e non già di insegnanti nei primi anni, dopo il loro arrivo a Rio de Janeiro, ove
incontrano compositori distinti per la musica religiosa ed istrumentale, suonatori va
lenti e buonissimi cantori, i quali tante ammirazioni dovevano suscitare nell'animo del
re . Quindi, Balbi ed altri scrittori fan torto alla storica scuola quando riferiscono che
Marcos Portugal, e il fratello Simão prepararono in pochi anni con il loro impulso
ciò che i discepoli, già maestri, dei gesuiti, avevano fatto da anni,
La prova della nostra affermazione l'offre Balbi nelle proprie considerazioni a
rispetto di detta scuola : « A primeira vez que os reis ouviram missa solemne na Igreja
de Santo Ignacio de Loyola em Santa Cruz, ficaram arrebatados de enthusiasmo e
admiração pela perfeição com que a musica vocal e instrumental era excutatada pelos
negros dos dous sexos, que se haviam aperfeiçoados nesta arte, segundo o. methodo
introduzido muitos annos antes pelos antigos proprietarios deste dominio e que feliz
mente se havia conservado ».
- 76 -
scrittore, per fulminare gli apostoli del bene, non sono di quelle che pos
sono soddisfare la maggioranza . (7)
Dal sentimento di questo concetto , male o bene meditato, noi non pos
siamo, evidentemente, che distaccarci, giacchè le tradizioni ci rivelano che,
nelle più gravi vicende della prima età coloniale, la compagnia di Gesù
che il Vasconcellos copre di obbrobrio , prestò come sempre venimmo ac
cennando, rilevanti servigi all'arte ed alla civiltà . Del resto , l'operosità dei
gesuiti pel bene della razza indigena riposa ormai nella autorità della
storia patria.
, Gli annali furono scritti con franchezza e chiarezza, dai quali escono
vittoriosi e venerati i loro nomi. E checchè ne pensi e ne dica l'illustre scrit
tore, la caratteristica dominante nell'idealità , dai primi agli ultimi gesuiti,
contrasta fortemente con quella gente anonima che mandava la metropoli
lusitana , tutta spoglia di buoni costumi e con l'anima di masnadiere alle
calcagna !.....
Peraltro, nella civiltà e nell'arte, tutto il secolo XVI e XVII è opera
loro, come opera loro è tutta l'arte musicale del Portogallo dal 1600 al 1700 .
In conclusione: il Brasile, grato alla operosità artistica, religiosa e ci
vile, li benedice.
(7) « Como podia uma corporação religiosa que seguia a divisa : todos os meios
são bons para chegar a seu fin , como podia uma corporação de mais corrupta instruir
um povo, se não corrompendo-o ? E um povo ainda no berço da civilisação, que preci
sava de uma mãe caridosa, e não dos afagos felinas de homens perdidos e de mini
stros indignos do nome que ostentavam e que vilipendiavam , que instrucção é essa , que
ensinava a ler um povo ?, c que lhe prohibe a leitura do primeiro livro que elle
deve lêr, do livro da verdade, do livro da moral, da Humanidade?... Enfin da Biblia ,
mas da Biblia verdadeira e não da Biblia retalhada e « Mutilada pela thesoura da
mentira e pelos sophismas dos padres » ?
Olhemos para a Germania , para a Suecia , Norvegia , Inglaterra , Dinamarca , enfin
para as terras por onde passou o sôpro vivicador da palavra de Luthero e veremos
em cada um d 'esses paizes um povo, contente, amigo da Verdade, do Dever, do Trabalho.
Um dia , encontra a Biblia ; é ella a ama de que queriamos fallar ; entrega - lhe essa criança
que se chama povo , para que ella beba no seu peito o leite da Verdade...
( Joaquim de Vasconcellos, « Os Musicos portuguezes » ).
II PERIODO
CAPITOLO VII.
(1808- 1821)
nale , s'inizia agli albori del 1808, per causa degli avvenimenti politici che
affliggevano e sconvolgevano l'Europa intera .
Infatti, il 27 novembre 1807, la squadra lusitana scende, affiancata da
una divisione inglese, il Tago, per isfuggire all'invasione straniera, che
tentava la conquista del Portogallo,
L 'affrettata partenza di quelle navi in rotta pel nuovo mondo, che in
parte apparteneva alla corona dei Bragança, era dovuto ad un doloroso
frangente, a quegli strani cambiamenti che scossero tutto il vecchio mondo.
Il Portogallo fu travolto in questo turbine, che, nel principio del secolo XIX ,
si scatenò a Parigi, come una fatale crisi di idee, di aspirazioni e di nuove
forme vitali, ch'ebbero per parecchi anni arbitro, talvolta violento , talvolta
ispirato e sempre geniale Napoleone Bonaparte , il corso che doveva, più
tardi, incatenare la sua patria d'origine e pesare eccessivamente sulla bi
lancia del suo destino.
Ma i Bragança di Portogallo, meglio avveduti che i Borboni di Spagna,
trasferiscono al Brasile la sede del loro Imperio ; e il 9 gennaio la famiglia
reale portoghese sbarcava a Bahia per venire quindi a risiedere in Rio de
Janeiro (7 marzo 1808) che diviene la città più intellettuale delle due
Americhe.
Le arti si sviluppano, la musica s'ingrandisce in grazia alla cultura
estetica del principe, che la storia consacra nel nome di D . João VI.
Infatti, le tracce che egli lascia, proteggendo ogni ingegno di valore,
portano tuttavia l'impronta della fulgida ricordanza del suo regno fondato
nella calda terra di Santa Croce.
La storia ci dice anche che, al sorgere della nuova alba del 16 dicem
bre 1815 , nelle plaghe di Guanabara sotto il suo governo, il suo spirito
fuga con limpidissima luce di libertà le nebbie che da tre secoli coprivano
· il vasto cielo del dominio coloniale , proclamando davanti il mondo intero
la nazionalità del popolo brasiliano ( 1 ).
E già , prima di questa epoca, aveva dato prova di comprendere i più
alti interessi della vita internazionale con la sua lettera regia del 28 gen
naio (1808) nella quale rispondeva all'invasore esercito di Napoleone I,
aprendo i porti del Brasile a tutte le nazioni amiche di Portogallo ; e cosi
aboliva il sistema coloniale, che rendeva il commercio del tutto dipendente
da quello della metropoli.
( 1 ) Noi non facciamo la storia politica del re che ritornava a Lisbona nel 1821 :
accenniamo appena l'operosità dell'uomo con i suoi fatti compiuti, fatti che si trovano
dinanzi alla storia , per valutare il merito con cui condusse alla gloria le arti belle in
un si limitato tempo di regno ,
- 81 -
( 2) « Trois siècles durant, la presse avait été prohibée au Brésil, pour crainte des
effets dangereux qu' on la supposait devoir y produire; et, jus-qu ' en 1802, il n 'avait
été, dit’on , jamais imprimé une seule ligne dans toutes cette vaste contrée » . (Walsch ,
Voyage au Brésil).
(3) Non è superfluq dire ancora una volta , che questa osservazione di Balbi ci
sembra confusa, visto che non traduce la verità. Don João VI poteva aver fatto in
grandire l'insegnamento della scuola di S. Croce , ma non stabilirla pel primo, giacchè,
prisna del suo arrivo, funzionava sotto la direzione di José Mauricio , che ne conserva
degnamente le tradizioni (nota dell'autore).
- 82 -
(8 ) V 'hanno 9 opere con questo titolo ; tra esse si distinguono quelle di Gluck,
Sacchini e Davide Perez.
(9) Che è quanto dire la « Semiramide » , musicata dal celebre G . Rossini; cantata
alla Scala , secondo L . Romani ( 1797). La celebre Angelica Catalani, nel fior dei suoi
giovanili anni e della sua fulgida gloria , cantò quest'opera (1799) a fianco dei più rino
mati artisti dell'epoca : Gofforini, contralto ammirabile, e Crescentini, soprano di un
merito eminente ; essa brillava nella cavatina : « Son Regina » , che Marcos Portugal
aveva scritto espressamente per la Diva Angelica, colla quale, essa fece il giro del mondo.
(Scudo, critique et littérature musicale, prima serie, pag. 148).
( 10 ) Si conoscono 27 opere con questo titolo ; tra esse si distinguono quelle di
Pergolese , Hosse, Scarlatti, Christian , Bach e Cherubini, A Lisbona -- secondo il Vascon
cellos - , se ne cantava una (1752) con lo stesso titolo , di Davide Perez. « La morte
di Mithridate » , datasi alla Scala , 1815 , « Il ritorno di Serse » , opera seria , rifatta e
cantata a Firenze, « L 'Inganno poco dura, « L'equivoco in equivoco», « Non irritare le
donne » , datasi anche col titolo: « Il Filosofo sedicente », e gli « Orazi e Curiazi », opera
questa prescelta ad essere cantata per l'inaugurazione del teatro di Ferrara (1799).
- 86 -
King 'teatre (1806 ) coi celebri artisti Belligton Bralam , « l'Argenide » opera
seria . A . S . Petersburg dal 1793 al 1796 , se ne cantarono in lingua russa ,
tre : « Il Principe di Spazzacamini » , « Argenide » e « Artaserse » . Al teatro
italiano , apertosi per ordine di Napoleone 1° ( 1801), si canta l'opera buffa : ,
« Non irritare le Donne » ovvero « Il sedicente filosofo » . Finalmente , in
Portogallo , sua patria natia , ove il suo nome è raramente ricordato dai
contemporanei, se ne cantano 20.
Certo , che di tutte le sue opere, due: « Ferdinando in Messico » e il
« Demofonte » sono considerate come i suoi capolavori .
Tale fu la carriera e l'operosità dell'uomo che, attratto , nel 1811, dalla
simpatia e dal suo re, approdava alle plaghe del Guanabara, traendo seco
un bagaglio in cui vi era tutto ciò che può affermare l'alto valore di un
artista eminente ; ma sia per capriccio della sorte, sia per la trascuranza
dei suoi compatrioti, che lasciano morire negli scaffali delle biblioteche
i pregevoli e gloriosi suoi lavori, condannadoli all'oblio , alla polvere, alle
tignole ; sia , infine, per quella mancanza di genialità , che non soccombe
all'azione del tempo, certo è, che la sua opera non lascia durature tracce
per immortalare il suo nome.
Ai nostri tempi, una sola volta ci fu dato udire il frammento di una
sua opera buffa : « Lo Spazzacamino », duetto per soprano e baritono, dato
in un concerto di beneficenza, sotto la direzione del maestro Alberto Ne
pomuceno. Il suo stile, il carattere, la semplicità nell'armonizzazione e la
strumentazione facile , chiara e delicata, rivelava l'influenza dell'epoca , sen
tita nella patria di Sacchini e di Jomelli.
I critici severi asseriscono che la sua musica difettava di ispirazioni,
di slancio e passione; altri, protestando contro tali asserzioni, hanno ap
prezzato nella giusta misura il talento del più grande musicista portoghese.
Verso l'anno 1817, Marcos Portugal sogna di ritornare al mondo ove
avea sentito le più belle glorie della sua vita artistica ; ma costretto dalla
sua malattia — un insulto di paralisi - quivi rimase con la nostalgia
nell'animo della patria artistica e legittima. E la mancanza di quell'affet
tuose attenzioni, elargite dal suo amico e protettore D . João VI, che ritor
nava a Lisbona nel 1821, più tristi rese gli ultimi anni della sua vita . Pero,
malgrado la sciagura che gli straziava l'anima, il lavoro della composi
zione non era un supplizio per lui. Infatti, oltre ai tanti lavori di musica
sacra e gli obblighi assunti, scrive « la Messa » e le « Matinas » solenni
a grande orchestra, che compose per la cappella reale , appena giunto a
Rio de Janeiro (1811) ; la direzione del teatro di S . João, che s'inaugurava
-- 87 -
nel 1813 (11); la Messa d'ufficio e d'altre « Matinas » eseguite nel giugno
del 1813, alla cappella reale in suffragio del trentesimo giorno della morte
dell' Infante D . Pedro Carlos; indi gli Uffici e Messa di esequie di D .
Pedro lº; il « Te Deum », per voci e grande orchestra, scritto per
ordine del Reggente, da eseguire nella cappella reale ; « Matinas del Na
tale », incarico dello stesso principe reggente; Messa a grande orchestra,
« Sequentia » , di Pentecoste : « Vieni, Santo Spirito » , che porta la data del
1812; « Matinas » complete: « In Epiphania Domini », con accompagna
mento d'organo e strumenti a fiato , riunite in tre volumi, parimente ese
guite nella cappella reale, per ordine del Principe Reggente (1812); « Ma
tinas del Giovedì Santo », per voce e grande orchestra, eseguite nella stessa
cappella, tre volumi (1813); « Miserere » a grande orchestra, da eseguirsi
nel Giovedì Santo ; « Sequentia », composta nello stesso anno, per essere
cantata nella Domenica di Pasqua di Resurrezione; « Versi », estratti dai
(11) Questo teatro, che sorgeva nel Campo dos Ciganos, quindi piazza della Co
stituzione, ed oggi piazza Tiradentes, fu costruito a spese dei principali negozianti di
Rio e col prodotto di sette lotterie, estratte dal 1811 al 1813, su disegno del teatro di
S. Carlo di Lisbona . Poteva contenere comodamente nella platea 1020 persone e posse
deva 112 palchi, distribuiti per 4 file. Si vuole che l'ornamentazione fosse grandiosa ;
lo scenario pomposo , e la tribuna reale sontuosa , Fu inaugurato il 12 di ottobre 1813,
(genetliaco del Principe di Beira, poscia D . Pedro I"), col dramma allegorico : « О jura
mento dos Nunes » , un lavoro sfarzoso (argomento basato nella campagna della penisola ,
azione perduta dai francesi contro l'esercito anglo -lusitano). Detto teatro, chiamato
magnifico da Monsignor Azevedo Pizarro, nelle sue memorie , fu preso dalle fiamme nella
nolle del 24 al 25 marzo 1823, dopo la rappresentazione datasi per solennizzare il
giuiamento di Don Pedro alla nuova costituzione, rimase completamente distrutto. Fu
ricostruito presto, riaprendosi il 22 gennaio 1826 , col nome di teatro Costituzionale
Fluminense , per poi essere ridotto nuovamente in cenere, il 9 agosto 1851 ; un terzo
incendio aveva luogo nell'alba del 26 gennaio 1856 , dopo la recita dell'attrice Isabella
Nunes, col dramma « Donna Maria de Alencastro » , di Mendes Leal, la farsa « Maricota
ou os effeitos da educação » e il duetto « E studante e a lavadeira » recitati dalla com
pagria nazionale, di cui era direttore il celebre artista João Caetano dos Santos, in
grazia del cui prestigio e dei suoi amici ammiratori, il teatro, ricostruito di bel nuovo ,
priva le sue porte al pubblico nell'anno seguente 1857, ribattezzato col nome di teatro
i. Tedro de Alcantara , nome che tuttora conserva . Nel 1860, leggevamo, nelle cronache
li questo teatro . « O nosso primeiro theatro, o theatro historico que encerra em si as
Da 's bellas e memoraveis epochas do Brazil ; porque foi sobre o seu terraço que o rei
), João VI jurou a Constituição do Imperio ; foi na sua tribuna que D . Pedro lºrecebeu
i noticia do reconhecimento da Independencia da metropole ; foi nelle que se festejarão
is solemnes dias da patria , os matrimonios e baptizados dos nossos principes; foi ainda
hi que se solemnizou o consorcio do nosso Augusto Imperador. E portando fora de
luvida que o theatro de S. Pedro é pelos titulos o nosso primeiro theatro , e hoje se
acha decorado da maneira seguinta : « 0 tecto é revestido de ornamentos do estylo á
renascença , com tropheos e figuras alegoricas ao objecto ; as columnas, grades e
- 88 -
Salmi, due e sei, per voci, orchestra ed organo obbligato, da cantarsi nella
cappella predetta , nel dì 24 giugno, in ossequio del serenissimo Principe
R . N . S.; le « Matinas » di S . Sebastiano e la Messa : questa, scritta per
ordine del Principe (1814 ), veniva eseguita all'arrivo della principessa reale
(1817), e il « Credo » , composto nello stesso anno; Officio e Messa di ese
quie a Donna Maria prima, eseguite sotto la direzione dell'autore; la « Se
quentia » a 6 organi (?!), per la regia Basilica di Mafra ; e, finalmente il
« Tedeum » ( 1819) e la Messa solenne per celebrare l'anniversario dell'ac
clamazione di D . João VI, gli rimaneva inoltre ancora un relativo ardore
di scrivere pel teatro e dirigerne le esecuzioni. Prima però che il pubblico
di Rio potesse apprezzare le produzioni, compiute nella capitale brasi
liana, gli si fecero sentire alcune delle opere che maggior successo otten
nero nei teatri europei. Infatti, nel dicembre del 1811, nel giorno del gene
tliaco della Regina Donna Maria I", vien dato il suo capolavoro « Demo
almofadas, eram envernizadas de branco, com todos os seus ornatos em relevo de ouro ;
os corrimãos são marroquinados, e uma elegante cortina encarnada e agaloada ornão
os camarotes, forrados de bello papel adamascado côr de rosa sobre fundo branco. As
tribunas imperiaes são accortinadas de bellissimo damasco de seda encarnada. O arco
do proscenio é ornado com relevos do mesmo estylo que o tecto, e o panno representa
a vista da cidade de Napoles tomada do Castello do Ovo ao deitar do sol. No primeiro
plano a estrada que vai a Toledo, com figuras a caracter ; no segundo, figuras vestidas
á moda nacional, dansando ; mais longe o golfo, a Villa Real, e a parte de cidade que
se estende até ao forte S . Elmo; e no fundo, o Vesuvio. Este panno sobe e desce por
meio de uma machina feita pelo Sr. Julio Gudin » .
Continuando sull'argomento di questo teatro, le contradizioni sono ormai nel do
monio della storia , convien si dica che la causa del suo primo incendio ( 1823), non
fu un caso fortuito , ma bensi la premeditazione dello spirito politico dell'epoca . Si
vuole infatti, secondo dice Manuel Joaquim de Macedo nelle sue memorie , che un gio
vane di notabile animo patriottico Estevão Alves de Magalhães, farmacista , nativo di
Minas Geraes, ove nacque verso la fine del secolo XVIII, pure essendo ardente e dedi.
cato entusiasta della causa dell'Indipendenza , si uni, poscia, ad alcuni liberali repub
blicani che sognavano di promuovere una rivoluzione, dopo la dissoluzione della con
stituente brasiliana , del 1824 , fu scelto ad appiccare il fuoco al surriferito teatro per
dare campo ai repubblicani di iniziare la premeditata rivoluzione. Ecco del resto la
narrativa della mirabile' condotta dell'uomo, che ci dà il sopra nominato illustre scrit
tore Manuel Joaquim de Macedo : Un nome, Estevão Alves de Magalhães, impõe-se
á historia na revelação do segredo de um factor, que até hoje guardado em mysterio
que não tem mais razão de ser, deve entrar no conhecimento de todos.
Logo depois da dissolução da Constituinte brasileira alguns liberaes republicanos
tentarão promover subita revolução.
O plano adoptado foi o seguinte : o incendio do edificio notavel faria , como sempre ,
acudir o povo em multidão ao logar do sinistro pelo annuncio repetido dos sinos das
jgrejas, e então se aproveitaria o numeroso ajuntamento popular para o rompimento
-- 89
(13) « Vedi: Aspecto da arte brasileira colonial » del dottor Antonio da Cunha
Barboza .
Rev, trim . do Instituto Historico e Geographico Brazileiro, Tomo LXI, parto II,
pagina 145.
( 14 ) L'on disait généralement que la chapelle royale était organisée de façon à
satisfaire pleinement les amateurs de musique. Elle était constituée comme l'ancienne
chapelle royale à Lisbonne et on n 'avait pas regardé à la depense . Quatorze ou quinze
sopranos mêlaint leurs voix caractéristique à la musique de Portugal et des meilleurs
compositeurs religieux, et formaint dans l'ensemble un courant de melodie trés admi
rés specialement par les étrangers. On peut dire qu 'à l'exception des occasions, où , la
cour se trouvait présente l'auditoire et était principalement composé d 'étranges et des
classes basses de la societé. — (Alex, Coldelaugh, travels in South America during the
years 1819, 1820, 1819, vol. II, pag. 62).
- 95 -
lo . João dos Reis abitava allora una modesta casetta di via S . Giorgio , quasi
di rimpetto alla traversa di Belle Arti.
Un bel mattino, l'artista italiano, non superato nel registro grave della
sua voce , bussava alla sua porta e chiedeva, colla nota più grave, un do,
secondo spazio della chiave di « fa » :
N. 1 s
N.16
N . 16
Si . 800 re
-
molto a José Mauricio . Ma la passione che lo dominava non era più il sol
-
feggio , bensì la composizione, i segreti dell'arte , la scienza dell'armonia , il
- - -
contrappunto infine, cose tante utili al compositore per esporre le proprie
idee, e che non trovava nella modesta scuola di Salvador José.
La scuola di S . Croce , che primeggiava nei rami più essenziali del --
Mauricio . Ivi, egli, studiando di una maniera febbrile la prediletta sua arte ,
- -
conquista , sotto la scorta del metodo dei sapienti gesuiti, il nutrimento per
- --
petuo dell'arte di comporre (17). Alcuni anni dopo egli usciva da quella
nobile istituzione, con i più eccellenti mezzi per trionfare nella carriera
-
--
artistica, il cui inizio doveva essere per lui di profonde amarezze , data la
-
(17) « Companheiro de Fr. Antonio de Santo Elias, o rei dos organistas, como
- -- --
lhe appellidava o seo emulo o padre José Mauricio, foi uma das maiores celebridades
do seu tempo. Mestre de capella da Sé, desde 1798, foi um dos discipulos mais notaveis
do conservatorio dos Negros, creado pelos jesuitas na fazenda de Santa Cruz . .. Quando
em 1808 chegou ao Brazil o Principe regente don João com a familia real portugueza,
estava o padre José Mauricio no apogeo musical».
(Dr. Cunha Barboza, « A Arte brazileira colonial, Riv . Trim , do Inst. Hist. Bras.;
Tom , LXI, parte prima, pag. 150).
-- 101 -
scarsezza dei mezzi di vita . Ciò nonostante, alle prese con le difficoltà ma
teriali, egli crede in Dio e nell'arte, per non avvilirsi e vincere qualunque
ostacolo .
Senonchè la manifestazione pubbilca della religione a quei tempi do
veva apparire intima e connessa col sentimento sociale. Questa professione
di fede, che nel sentimento religioso della massa ha gran forza su lo spi
rito suo, ne sentiva l'effetto più ancora nella casa materna, ove la fede
era forse più forte di quella dell'arte .
Fido sempre al suo ideale , sentiva altresì che le vesti eccelesiastiche
erano quelle che offrivano maggior garenzia su la condotta morale , per cat
tivarsi la fiducia delle famiglie , nell'esercizio della professione di maestro
di musica ; e sotto questo pensiero, a consiglio della propria riflessione,
si apppronta a prendere gli ordini sacri, per divenire indi il padre della
nostra musica religiosa.
A diciott'anni infatti, spronato dalla propria volontà , va di moto pro
prio a sedersi negli sgabelli dell'aula del padre Elias, allora Regio maestro
di latino, che stimola il giovine alunno ad arricchire il suo ingegno di
tesori classici dell'antichità, della filosofia , della storia , della eloquenza e
della sacra scrittura. (18).
Quivi non percorse soltanto l'arringo di dette materie, ma colse pari
mente gloriose palme nella lingua latina, tanto atta a conseguire la forza
del sentimento sulla maniera di musicare le sacre parole della liturgia
cattolica .
Pari trionfo – dice il Porto Alegre — ottenne nell'aula del D . Gailão,
dal quale apprese filosofia razionale e morale, ed a cui fu proposto per
sostituirlo nella cattedra regia ; ma José Mauricio declinò l'incarico per non
interrompere i suoi studi musicali, coi quali poteva provvedere alla sua
esistenza e a quella della madre e della zia, prima di prendere gli ordini
eccelesiastici. Nonostante questa ricusa , José Mauricio insegnò in seguito ,
contando fra i suoi discepoli il canonico Luiz Gonçalves dos Santos, noto
per le sue memorie ed altri scritti a favore del dogma e disciplina della
chiesa cattolica romana. Fu in questo momento della sua vita che, per
non morire di fame, si adatta a scrivere, insegnare e sonare nelle funzioni
di chiesa ; ma fu altresi in questo momento che il suo nome spicca insigne
nell'arte, per cui la sua fama doveva giungere sino a noi.
( 18 ) Abbiamo tre biografie dell'illustre José Mauricio , che hanno tutte i loro pregi,
e meritano di essere consultate . Una fu scritta dal chiarissimo Manuel Araujo Porto
Alegre : « Apontamentos para a vida e obras do padre José Mauricio » ; un'altra del
dottor Romero : Historia da litteratura brazileira ed una terza del Visconte Escragnolle
Taunay (Sylvio Dinarte).
... 102 -
Ai risultati notevoli conseguiti con la sua ferrea volontà e col talento
straordinario negli studi della musica e della letteratura classica , si colle
gano quelle nobili qualità morali, le quali sono oggetto di considerazione
nelle spirito delle più illustri famiglie , che lo chiamano e lo circondano di
ogni rispetto .
Sotto un'atmosfera di tante affettuose simpatie , lo spettro minaccioso
della miseria sparisce ; e un partito entusiasta dell'uomo nato per span
dere armonie , pone fine alla sua triste situazione.
Egli trova, difatti, in quell'ambiente di durature amicizie , un aiuto
proficuo di consigli amichevoli . E ' l'appoggio morale e materiale d 'un ricco
negoziante . Questi era il Sr. Tommaso Gonçalves, che prese a proteggerlo ,
mettendolo in stato di ricevere gli ordini di diacono nell'anno 1792, ed ot
tenere permesso per predicare (1798), prima ch'egli studiasse rettorica col
Dr. Manuel Ignacio da Silva Alvarenga ( 1802- 1804), il quale rileva il valore
del padre José Mauricio , in questi termini: « Attesto que frequentou a
minha aula , por espaço de dous annos, e que n 'ella fez rapidos progressos ,
que raras vezes se encontram » (19).
Di tal modo, la chiesa acquista nel sacerdote un oratore di alti pregi,
e l'arte, un apostolo fervente .
Ma è nell'arte, nella musica, nella composizione , nelle messe solenni,
negl'improvvisi al cembalo , che il padre José Mauricio è veramente grande ;
è lì che vivono tutte le gioie del suo pensiero, della sua vita , del suo ideale.
Ed è in questo periodo che riesce ad occupare il posto di maestro di cap
pella dell'antica cattedrale, lasciato vacante dalla morte del reverendo João
Lopez Ferreira, cominciando a percepire lo stipendio soltanto nel giugno
del 1798. Fu aumentato il coro con una forte schiera di eccellenti alunni,
iniziando di questo modo il brillante periodo dello splendore della cap
pella reale . E ' in questo periodo altresì che il talento del compositore e
primo improvvisatore del mondo (così lo giudica il celebre Neukomm ),
che, pur tuttavia alle prese con difficoltà materiali, privo di un pianoforte
per dare le sue lezioni (20), gli tocca adoperare la viola a corde metalliche,
e, lavorando giorno e notte , scrive le sue belle creazioni musicali, che tanto
dovevano entusiasmare il re D . João VI.
Sono accenti di preghiere, di mistiche estasi, che esprimono mirabil
mente il riposo eterno dei giusti, scritti con la serenità infinita , che respira
amore divino e la fede di una religione poetica, che apporterà il gusto nelle
presenti e future generazioni.
Prima e dopo l'arrivo del principe reggente , José Mauricio compone con
una rapidità prodigiosa : le Messe, i Salmi, i Te Deum , le Matinas, i Mot
tetti si succedono con una rapidità, che soltanto si può comprendere in un
fecondo genio .
Si narra che 309, e non 200, furono le composizioni lasciate da questo
illustre musicista , scritte, nella solitudine della meditazione cristiana, in
purissimo stile religioso antico . Infatti, chi penetrasse nella di lui modesta
casa, in via do Regente , negli ultimi anni della terza decade del secolo
passato , guardando l'uomo dal facile accesso , meticcio di colore , il viso lungo
e fine, con le spalle stanche dall'eccessivo lavoro, il segno impressionante
dei passati sacrifizi, mantenendo però sempre la linea del genio , la viva
energia di quella spontanea espressione, vivente nelle tante sue composi
zioni sparse sul tavolo macchiato d 'inchiostro : specchio di gioie e dolori
intimi di un cuore sofferente , avrebbe trovato in lui – lui, ma uscito
dalla terra natale – un altro figlio della religione di Haydn (21).
Troppo è però la sua modestia nella vita artistica e civile ; egli non
seppe mai intendere come far sentire le sue intime pene verso coloro che
non apprezzavano il suo gentile ed elevato ingegno. Alla figura eminente
del genio musicale del Brasile mancava quell'animo che tiene forza e ten
sione per reprimere gli sdegni e combattere con aspre parole le villanie
di quegli spiriti ostili, che sono i musici e cantori portoghesi, i quali giun
gono a tanto di voler far credere « che José Mauricio , mai era uscito da
Rio , non aveva visto nulla , non aveva avuto grandi maestri (!), nè fre
quentato i conservatorii » .
Strani e malevoli argomenti !
Rio possedeva a quell'epoca un conservatorio fondato dai gesuiti, che
il Portogallo sarebbe stato ben felice di avere. E si potrebbe obbiettare che
Gluck , Beethoven , Lulli, Verdi e Haendel, furono ingegni sublimi, i quali,
studiando sotto la privata scorta di cospicui maestri, giunsero, senza il
soffio dell'insegnamento ufficiale dei conservatorii, all'apice dell'arte e del
la gloria .
Ma l'invidia cieca, che il codice penale mai punisce al mondo, non
guarda le sapienti regole dell'armonia , del contrappunto, delle sublimi ispi
(22) Piccola chiesa della citata fazenda di S. Croce, che per la espulsione dei
gesuiti passa al dominio della corona, e che D . João VI sceglie per sua casa di villeg
giatura ; e la scuola di musica continua sotto la direzione di José Mauricio , che ne
conserva le glorie tradizionali.
- 105 –
(23 ) E ' noto che José Mauricio manteneva corrispondenza con l'immortale padre
della sinfonia, il quale spesse volte, ebbe a lodare l'ingegno del padre della nostra
musica religiosa .
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Diremo, non senza dolore, che tra i pochi lavori esistenti nella biblio
teca dell'Istituto Nazionale di Musica di Rio , dell'autore del « Requiem »,
si incontra un « Credo » in mi bemolle ed « orchestra ordinaria » : 1° e 2°
violino, violetta , clarinetti in chiave di tenore, violoncello e basso, che porta
la data del 1813, la cui partitura è in uno stato deplorevole ; e, se una mano
pietosa non la ricopia, il tarlo ne farà in poco tempo l'ultimo pasto. La
musica di questo « Credo » è di un bello stile semplice e religioso, corret
tamente armonizzato ; il larghetto in do minore — poche battute -- per
soprano si distingue per la bellezza di una frase ispirata.
L 'ultima pagina di detto lavoro porta la seguente iscrizione: « Finis
laus Deo, Virginique Matri » .
Bisogna citare un altro lavoro ivi esistente ed è l'officio « Credo quod
mel
redemptor meus vivet », per sole voci : soprano, contralto , tenore e basso , 0 .
cappella Imperiale sino al 1880, legò per morte tutte le composizioni originali del suo
maestro alla di lui nipote Gabriela Alves de Souza . Da una fedele copia tirata dal
biografo M . de Araujo Porto Alegre, il numero delle composizioni del grande musicista
attingeva, sino al settembre del 1811, circa a 200 . Quindi si presume che sino al 1831,
anno in cui mori José Mauricio , ne abbia scritte almeno altre 100. Certo è che, prima
della morte del Bento das Mercês, le composizioni del padre José Mauricio erano guar
date con affettuosa e scrupolosa cura nell'archivio della cappella Imperiale. La disper
sione venne dipoi. (nota dell'autore),
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dolori, le prepotenze di quegli spiriti che non avevano compreso l'arte nella
sua vera essenza, i pochi benefattori che ricorda con riconoscenza, e tutte
le afflizioni, che trovò nel cammin di sua vita , nell'alba del di 18 aprile 1830,
al cantare dei grilli - - come lui stesso dice — , e al gagnolare dei cani che
lo incomodano e lo attristano, rendeva, cantando un inno alla Vergine,
l'anima al Creatore, sotto il modesto soffitto della casa in via do Nuncio, 18 ,
la quale porta oggi il suo nome.
Gli furono celebrate solenni esequie a spese della fratellanza di S . Ce
cilia, la quale tumulò le sue ossa nella chiesa di S. Pietro , poscia trasferite
in quella del S .S . Sacramento , ove giacciono tutt'ora, per essere meglio ono
rate un giorno in cui si darà merito a coloro che merito hanno. Poichè,
tuttavia , confessiamolo, il sentimento di riconoscenza al merito artistico,
che dovrebbe essere anima comune della patria, non è che una vuota e
e fuggitiva espressione di convenienza sociale . Senonchè, la realtà sino ai
nostri dì purtroppo eccede ancora l'espressione nella dimenticanza dei
grandi talenti brasiliani che illustrarono la patria con la ricchezza del sen
timento artistico, poetico e scientifico.
Ora egli, da tanti anni, riposa col sogno eterno di tutta una scuola di
estetica, sotto la modesta pietra su cui più generazioni sono passate calpe
standola, senza curarsi del suo nome, un nome che è sintesi della gloria
musicale brasiliana .
Non importa.
La potenza della sua arte non è infranta dal completo oblio ; le pagine
sublimi della sua opera non sono state del tutto distrutte ne oscurate dalla
mancanza di luce.
Le tenebre - per giovarci delle parole di un moderno scrittore – non
discendono che soltanto su quelli che nulla lasciano di sè (26 ).
(26 ) Nel 1918 , mossi dal gusto delle cose umane, noi fummo in pietosa visita alla
surriferita chiesa del S.S. Sacramento , in cerca della tomba ovºcbbero per ultimo ricetto
le venerate ceneri del nostro grande compositore sacro ; ed è duopo confessare che ci
sentimmo fremere il cuore non trovando nè croce nè sasso, nè il nome scolpito sulla
fossa che, come dicemmo, fin dal 1860 racchiudeva le spoglie del sacerdote rispettabile .
Posteriori ricerche furono da noi fatte onde scoprire l'ultima sua sepoltura ; bussammo
alle porte delle più cospicue autorità ecclesiastiche e civili, con la speranza che si
aprissero per darci sicure informazioni a rispetto ; ma sfortunatamente fu fatica spre
cata . Ci pare dunque concludere che, evocando i nostri giovanili ricordi del passato,
troviamo quello dei grandi lavori che subì la menzionata chiesa del S. S . Sacramento
nel 1870 o 72, in cui, oltre ad innalzarsi una delle due torri, si rifece tutto il pavimento
interno. Sicché ben si può credere che il piccone picchiò rigido anche sul pavimento
della sagrestia , ov'era sepolto il rigeneratore della nostra musica religiosa, travolgendo
le preziose ossa fra i rottami e i calcinacci ! . . .
III PERIODO
CAPITOLO VIII.
(1822 -1831)
Infatti, che cosa erano gli ambienti artistici delle vicine Repubbliche,
di fronte a quello di Rio , il quale costituiva una eccezione per il suo valore
musicale sino al tempo in cui il Re D . João VI partiva per Lisbona ?
E ' noto per altro che, mentre tra noi si noveravano nomi illustri nel
l'arte, – un José Mauricio , ad esempio -- tanto, lodato , come vedemmo
dai più alti ingegni musicali europei; strumentisti di riconosciuto valore ;
cantori emeriti; un mondo infine di buona arte, che brillava di sfolgorante
luce, e costituiva, in confronto degli stati limitrofi, un centro invidiabile
provvisto di compositori, di esecutori, di mezzi tecnici e di quella idealità
nella concezione di un gusto musicale, propriamente detto .
Fu allora che il mondo artistico assai ristretto delle bellicose repub
bliche, comprese che il Brasile, sotto lo scettro di un re savio , progrediva
e seguitava con ardore nelle sue affermazioni di primato artistico, mercè
il gusto innato dei suoi figli e la spinta vigorosa dell'insigne principe.
Questa nobile idealità , ben rara nei popoli novelli, cosi contrastante
nella sostanza con quella che reggeva i destini dei vicini paesi, la cui con
dotta trovava la gloria nei soli « Pronunciamentos » , costituiva, per noi, un
titolo di duplice vanto , dato il talento e l'onore che si rendeva alla musica
e alle arti consorelle .
Sfortunatamente, dando uno sguardo ai tempi, e avuto riguardo a
quanto avea caratterizzato la prima giovinezza del secolo in parola, fra i
fasti gloriosi della vita musicale sino al 1821, la musica decade sotto il
primo Impero .
Certamente, il lettore che visse in contatto un tantino con la storia
dei tempi rimarrà stupito nell'apprendere che l'ispiratore degl'Inni patriot
tici, il re artista che, da principe reggente, sentiva per l'arte musicale un
amore straordinario non raccogliesse l'eredità della idealità paterna.
Disgraziatamente, l'operosità tutta politica di D . Pedro si tiene quasi
appartata dalla sfera dell'arte musicale ; e se essa non decade del tutto , vive
purtroppo nell'ombra, e segna una fase antagonica a quella che fu caratte
ristica di grandezza sotto il regno del re Clemente .
Evidentemente , il cambiamento rapido del regime coloniale per l'Indi
pendenza, e i tanti fatti intimi che si basano nella vita della corte di Rio ,
dal 1822 al 1831, molto influirono perchè l'arte musicale trovasse un ri
scontro svantaggioso dell'ambiente che precede l'agitato periodo del primo
Impero. Periodo, del resto , di calamità politica , di attriti morali, di anar
chia , provocata da una strana gente , che non aveva altro ideale all'infuori
di quello del disordine, che viveva di intrighi, di calunnie, compromettendo
la stessa integrità del vasto territorio patrio , spingendo gli animi esaltati
- 113
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la cui giornata si uguaglia ad una delle gloriose e memorabili cinque gior
nate di Milano, del 1848. João Francisco Leal compone l'Inno « Deos! Salve
a Pedro » , eseguito il 16 gennaio 1835 in Rio de Janeiro. Nel 1838, Delphim
Benegna da Cunha scrive un Inno intitolato « Hymno da Gratidão » ese
guito nella recita in suo beneficio, il 14 ottobre, cantato dall'artista brasi
liano Gabriel Fernandes da Trindade (teatro Costituzionale). Eleuterio Fe
liciano de Senna ne compone uno, dedicato alla Serenissima Principessa
D . Isabel. Un quinto nome che si presenta fra i compositori d'Inni, è quello
di Augusto Gaudencio Estrella Fortes, di Bahia , il quale compone l'Inno di
Guerra : « Voluntario da Patria », cantato con grande entusiasmo all'inizio
della guerra del Paraguay. Con identico pensiero , il noto maestro Arcan
-
-
(7) Nel 1919, egli compone l’Inno alla Pace, cantato dagli alunni delle scuole muni
cipali; Felix Pacheco , ne scrisse i versi.
--- 119 -
Però è giusto dire che a tutti questi Inni che abbiamo citato, un altro
si converrebbe aggiungere, che è parimenti sintesi di un atto non meno pa
triottico ed eroico : l'Inno dell' Indipendenza , col quale D . Pedro I°, al pari
di Francisco Manuel da Silva, immortala il suo nome. E tornando quindi
nuovamente a questo nome, si è in obbligo di dire che l'illustre monarca ci
apparisce anche come compositore sinfonico : talento, del resto , già rivelato
in quella menzionata sinfonia , di cui Bento das Mercês faceva le migliori lodi.
In altre parole : egli era ben l’uomo a cui si conveniva il meritato nome
di principe artista . Non fossero quei ricordati pregiudizi di cui era imbevuto ,
e il suo spirito , che si rispecchia nella citata visione d 'un periodo di graví
lotte politiche, egli di certo avrebbe dato un differente indirizzo all'arte
musicale .
Ma era fatale , ed è un fatto , che la decadenza della musica , purtroppo
si accentuasse con una rapidità vertiginosa negli ultimi anni del suo regno ;
anzi, essa si doveva rivelar in ben più tristi condizioni in tempi che segui
rono, cioè , dopo il 13 aprile 1831, quando l'Imperatore abbandonava per
sempre il più bel cielo del nuovo mondo.
A peggiorare la situazione dell'arte, l'esodo dei buoni elementi musicali
si determina sull'esempio dello stimato compositore e pianista Neukomm ,
che abbandona Rio di soppiatto nei primi rivolgimenti del 1822, e si ritira
a Parigi, ove, con entusiasmo, parla dei nostri intelligenti musicisti, e pub
blica le nostre gentili canzoni popolari.
Il proprio nostro glorioso José Mauricio si lagna dell'Imperatore D . Pe
dro , che gli toglie per ragioni economiche la pensione datagli dal padre; e
lottando con la povertà e col bisogno, sino a che la morte lo trascina all'ul
tima dimora .
Marcos Portugal, aggravatisi i suoi mali, soccombe, nel 1830, all'ultimo
attacco di paralisi, pieno di gratitudine per la benevolenza che il maestro
padre José Mauricio gli aveva dimostrato nelle sue sventure!...
Altri distinti artisti nazionali e stranieri muovono verso l'interno in
cerca di miglior sorte. Dimodochè, tutto ciò che risplendeva un tempo di
pensiero e d 'arte, e che formava oggetto d'ammirazione in tutta l'America
ai bei tempi coloniali, si rende squallido e desolante nei primi albori della
reggenza del secondo Impero.
Le funzioni solennidella Imperiale Cappella erano ormai prive di quello
splendore, che tanti valenti artisti, col gusto, coll'entusiasmo, le avevano
dato, mantenendo un 'ammirabile unità d'assieme, una precisione rigorosa e
l'omogenea esattezza di interpretazione nelle opere sacre di Haydn , di Mo
zart, di Cherubini e dei nostri insigni musicisti nazionali.
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discussa per chiarire la sua vera origine (10), la cui prima rappresentazione
ha luogo nella sera del 25 marzo 1823, all'imperiale teatro di S. João , il quale ,
come si disse, s'incendiò nella stessa notte, dopo la solenne recita di gala ,
per inneggiare al giuramento di D . Pedro alla nuova costituzione (11).
Ci è noto altresì che la nota artistica partecipava, malgrado tutto , nei
solenni banchetti.
Infatti si legge nelle cronache dell'epoca , che in un lauto pranzo , dato
dagli studenti nella domenica del 25 maggio (1828), i primi che giungono
a laurerarsi dopo la fondazione dell'Accademia Medico - Chirurgica , una
grande orchestra eseguisce scelti e interessanti pezzi musicali, intramezzati
da assoli vocali e strumentali, cantati e suonati da valorosi artisti.
E' in questo che si riassumetutto il movimento musicale nell'anno 1828 .
L 'anno seguente (1829) si presenta più fertile in lavori musicali, che si
riproducono sulle scene dell’Imperiale teatro S . João, poscia teatro Costi
tuzionale. Tra essi dobbiamo constatare quelli più applauditi, che sono
i seguenti : l'opera Timonella , cantata dalla signora Bourdon Dange; l'in
termezzo « Adolfo e Clara » , operetta di Fraenzi, che veniva data a Fran
coforte (1800), cantata dal signor Hyppolyto, di cui si loda la bella voce.
Indi si dà, il 28 gennaio , l'opera-ballo « Coradino » , cantata in beneficio
del tenore Vittorio Isotta , molto applaudito dal pubblico. Nella sera del
10 febbraio si udiva per la prima volta l'opera semiseria in tre atti : « Ma
tilde di Shabran », di Rossini, rappresentata per la prima volta in Roma
(1821), con lieto successo . Sono da citarsi tre interessanti pezzi : il Quartetto,
il delizioso duetto buffo per soprano e contralto , cantato con grande suc
cesso dalla prima donna soprano Bourdon Dangé, e la prima donna con
tralto signora Speroni, e l'aria buffa . Due altri artisti italiani Luigi Foresti,
( 12 ) Questa serata d 'onore, come oggi si dice, veniva rimandata , per forza mag
giore, al di 23, secondo la seguente giustificativa : « 0 Sr. Isotta , tem a honra de parte
cipar ao respeitavel publico, que o seu beneficio está transferido para quinta feira 23
do corrente, e que se representarà a Cenerentola. Em lugar do Aio em enbaraço por
se achar doente a primeira dama Justina Piacentini.
Depois do primeiro acto haverá dansa e o espectaculo acabará com o segundo acto
da peça. O annunciante implora do Respeitavel Publico a continuaçao da sua benevo
lencia , a qual retribuirá com os maiores esforços, para agradar a huma Sociedade
tão illumipada, e que por tantos titulos tem captivado a gratidão do annunciante » .
- 124 -
(13) « Chegou a esta Côrte um professor de piano que se offerece ao publico para
dar lições do dito , e canta em Italiano pelo methodo que se usa em Paris » . (Dalle
notizie particolari do Jornal do Commercio del 10 marzo 1830).
(14) « No primeiro acto Mr. Falcos tocará no piano huma Aria Franceza ; e seguir
se-ha um terceto dançado por M .mes Adélle , Helvise e Folebs, acompanhado no piano
forte por Mr. Falcos ». (Dallo stesso giornale ).
(15 ) Imperial theatro — quarta feira, 4 de agosto de 1830 , á beneficio de José De
Giovanni: Rebeca das damas, depois de huma grande symphonia intitolada A batalha de
Austerliz , a companhia nacional representerá a grande peça : « José Segundo » visitando
os carceres. Findo o primeiro acto , o beneficiado tocará um thema com variações de
uma nova composição, e no intervallo haverá um concerto de flauta executado, pelo
professor Antonio Manger.
- 125 -
CAPITOLO IX .
Perchè il nuovo Imperatore andò creandosi, sin dai primi anni, il diritto di venire
ad essere, come fu , il Marco Aurelio brasiliano , - Ragioni storiche e digressioni d 'or
dine politico. — La formazione dello spirito artistico in un periodo di affermazione della
sovranità nazionale . — Dolcezza di costumi e pace di ambiente: genesi d'uno slancio di
elevatezza di pensiero e d 'anima. — L 'influenza dell'indole liberale del monarca in tutte
le manifestazioni della nostra arte , -- Ove ricordansi Pedro Americo e Victor Meirelles,
i fissatori, nella tela , delle epopee della nazionalità , dai tempi coloniali . — Il conser
vatorio, del 1844. - L 'inizio dell'opera lirica . -- Rossini, Bellini e Donizetti, la trinità
del sentimentalismo melodico del loro tempo. – I fondatori, nel Brasile, della virtuo
sità creatrice e strumentale . — Ad invito di Pedro II sarebbe venuto al nostro paese
l'autore di « Tristano e Isotta » : il giovane mecenate riproduceva le gesta del suo avo,
attraendo alla sua corte i grandi spiriti rappresentativi dell'arte musicale. – Verrehbe
di proposito citare Neukomm . -- Le convulsioni politico -sociali del periodo della reg
genza influirono decisivamente sulla vita artistica : essa ebbe la sua ora di paralizza
zione. – Difficoltà che appariscono allo storico : predominava nei cartelli e nei pro
grammi dell'epoca il « curiosismo » , che precedette modestamente il vero « virtuosismo » .
- Risorgono, tuttavia, i devanciers dell'esecuzione musicale nei nostri centri artistici. —
Interpretando i compositori di prima grandezza di quella tappa del secolo 19º. – La
voce di Gertrudes Angelica e il flauto di Xavier da Cruz, — Il violoncello del maestro
Polycarpo. — Si applaudivano, ad un tempo, sinfonie e lundús: i forti motivi musicali
e l'estro ardente delle contrade. — Sorge, in Rio, il primo fenomeno di precocità mu
sicale : Frederico Planel. -- « Il termometro della civilizzazione di un popolo » , — La
musica messa al servizio della politica. — Memorabili esecuzioni orchestrali. — Benefica
iniziativa particolare: la nostra prima biblioteca musicale , la filarmonica e la sua op
portunità . — Fanno furore le « modinhas », al suon delle chitarre . — Si parla di teatro
nazionale, e l'indicato a ricevere i primi allori è il S. Pedro de Alcantara , — Francisco
Manuel da Silva succede a Simão Portugal come maestro della Cappella Imperiale, -
Si segnalano varie iniziative del periodo della reggenza ; ad esse è dovuto il Dizionario
Musicale .
cetto coloniale, che, purtroppo, perdurava ancora a quei tempi; oggi però , completa
-
-
eseguito dal beneficiato ; un concerto per clarinetto , sonato dal Klier ; un'aria
cantata dal signor Candido Jgnacio da Silva ; una « Overtura » de la « Dame
Blanche » per orchestra, di Auber ; variazioni per « corni inglesi » ( cioè, cor
no inglese) ; un 'aria cantata dal signor Salvador Salvadori, e variazioni per
pianoforte « sobre una marcha do « Guglielmo Tell » (por um « curioso »).
Un altro concerto , annunziato pomposamente col titolo di « Grande Ac
cademia de Musica » ha luogo nel venerdì del 6 giugno 1832, nella casa N . 6
della piazza della Costituzione, dato dal signor Courtin , « la Rebeca da Ac
cademia Real de Pariz » , e il pianista Barré. Entrambi suonano delle com
posizioni amabili,molto in voga allora : un grande quintetto per pianoforte
ed altri strumenti, di Kalkbrenner; variazioni concertanti, per pianoforte e
« Rebeca » (violino), di Herz (5 ) e Lafont, e le variazioni « Fouchette est
Charmante » , per pianoforte , anche di Herz.
Negli anni seguenti (1833- 1843), quantunque il pubblico rivelasse un
gusto accentuato , cagionato in parte dalla mancanza e la scarsezza di ele
menti lirici, per le sole rappresentazioni drammatiche in lingua vernacola,
francese e .. . inglese : tre compagnie rivali, installate : la nazionale, al tea
tro Costituzionale Fluminense, la francese, al S. Francisco ; l'inglese, al tea
tro da Praia de D . Manuel, e una quarta, portoghese, al teatro S. Pedro, « da
rua do Vallongo » , l'arte della musica non era del tutto uscita dall'infanzia .
Giacchè le orchestre, ricuperando a poco a poco il loro antico valore con
l'aumento di abili professori, destano vivo entusiasmo durante gl'intervalli
delle rappresentazioni drammatiche, eseguendo ed interpretando ammirabil
mente le « Ouvertures » e le sinfonie di « Kalliwoda, di Rissiger, di Rossini,
di Onslow , di Hummel, di Auber, di Mercadante e di Beethoven .
Sulle scene dei riferiti teatri, in ispecie il Costituzionale, artisti di canto
e strumentisti brasiliani e stranieri di maggior valore, dilettano, negli in
termezzi, il pubblico con brani di opere teatrali, che tutto il mondo ricorda,
e di fantasie con temi variati, eseguite da pianisti, violinisti, violoncellisti,
clarinettisti e flautisti.
Ecco i principali artisti, cantanti e concertisti, che concorrono a rendere
omaggio aimaggiori compositori delle opere di quei tempi, che il pubblico
fluminense conobbe ed applaudi durante la melanconica fase della reggenza :
Geltrude Angelica, mediocre cantante, ma che si fa applaudire per la sua
calda voce, eseguisce una nuova aria in uno degl'intervalli del dramma
« Zulmira » rappresentato al teatro costituzionale, ove pure ha luogo, il 10
(5 ) Herz, pianista dei più illustri, fu compositore assai rimarchevole ; i suoi con
certi per pianoforte, le sue suonate, modelli di grazia e purezza di stile, sono dei lavori
considerati di alto merito , oggidi, però, conosciuti ed apprezzati soltanto dai pianisti
eclettici.
- 133 - 5
L 'anno 1835 sorgeva mirando appena il progresso delle idee liberali, che
si propagano in tutto il mondo. Quindi, sotto il punto di vista musicale,
ilpubblico dilettante continua ad abbeverarsi alla languida e modesta fonte
dell'arte melodica , che gli dà quell'insieme di artisti, di cui femmo cenno
parlando dell'anno anteriore. Registreremo appena due novità che esso ci
forni: un inno « Deus Salve a Pedro » composizione di João Francisco Leal,
ed uno scritto, pubblicato nella cronaca di un giornale, di vivo ardore sulla
musica , che dall'autore è . definita come il « barometro della civiltà di un
popolo » .
Giova riportarle qui, giacchè oltre alludere alla sua salutare influenza,
ricorda un'epoca alquanto brillante del nostro teatro, sotto le cui volte echeg
giarono le note delle opere di Marcos Portugal, di Rossini ecc ., eseguite
integralmente da buoni cantanti :
« He pois – dic'egli — a opera italiana, e a musica em general, o ther
mometro da civilisação de um povo . Ella domina com estupendo despotismo,
penetra com força e velocidade igual á da materia electrica ; mas oh ! quão
soavissimas são as impressões que deixa !
« Já nos tivemos huma boa companhia italiana ; já o nosso theatro esteve
em um pé, se não meravilhoso, ao menos o comportavão as nossas circo
stancias; e tudo acabou .
« Não nos esqueçamos de que a politica tambem emprega estas armas
para governar, que não são so as de ballas de polvora, em que se baseão
poder . Os costumes se adoção, os espiritos se ameigão, e perdem grão parte
de séu azedume; as impressões que a musica lhes faz, as innocentes e talvez
civilizadas distrações que no theatro italiano se encontrão, os cerra aos pro
cellososs boliços da politica : ella faz as vezes de huma ama, ou de huma mai
carinhosa , que entoa cantilena para acalentar o seu filhinho, mas a natu
reza a impelle, a ensina a buscar este meio de queitar hum pronto pranto
infantil e innocente.
« Não haja medo somno; nem por muito madrugar se acorda mais cedo.
« Parece pois que além do deleite publico, e de um orgulho nacional
bem fundado tambem a tranquillidade, a paz, os bons costumes , a moral e
tudo reclama a protecção do Governo em favor de huma companhia Ita
liana, que torne a dar aos amadores da musica as noites deliciosas que já
tivemos » . (Dal « Jornal do Commercio » , 22 Setembro 1835 ).
L'anno 1836 seguiva più o meno con ugual sorte dell'antecedente. JI
pubblico musicale ebbe a conoscere appena il seguente duetto dell'opera
« Matilde di Chabran di Rossini » cantato da Elia Piacentini Vaccani e
Antonia Borges; il terzetto e il duetto del « Guglielmo Tell » , « O Matilde
io t'amo » ; cantati da Gabriele Fernandes da Trindade, Candido Ignacio
- 136 -
da Silva João do Reis Pereira, e Cori; un concerto di flauto , eseguito dal
Mauger ; il duetto dei « Crociati in Egitto » , di Meyebeer ; un concerto per
pianoforte, eseguito dal dottor Francisco Muniz ; il concerto di Bériot, per
violino, eseguito dal professor Gabriel Fernades da Trindade; il quintetto
della « Cenerentola » , cantato dalla S .ra Elisa, Vittorio Isotta , Michele Vac
cani, Maggeorannini e João do Reis Pereira ; un 'aria della « Anna Bolena » ,
con Cori, cantato dal Trindade, e le variazioni per corno inglese, nuova com
posizione Januario Arvellos, eseguite dal concertista Francisco da Motta .
Come sempre, rimarranno memorabili le esecuzioni orchestrali, tra le
quali, oltre alle tante citate , il pubblico udi le « Ouverture » di Thebaldo ,
di Josalvia e di Morlacchi.
Lungo non è il racconto delle esecuzioni e produzioni che ci dà l'anno
1837, il quale si sveglia con lo stesso sole, e si ammanta con le stesse
modeste vesti musicali : le arie , i duetti cantati, e le buone esecuzioni
orchestrali, che molto concorrono a rendere più interessanti gli spettacoli
drammatici.
Un accenno ad una lodevolissima iniziativa particolare per il bene del
l'arte musicale, si rende necessaria : il 25 ottobre s'inaugura una biblioteca
musicale , fondata dai signori J. C . de Muller e H . E . Heynen ; veniva visi
tata dai professori più distinti dell'epoca : Fortunato Mazziotti, Simão Por
tugal, Saverio Muniz , ed altri.
Nel mese seguente si pubblicava il primo numero della « Tersichore
brasileira » , nella quale figuravano compositori nazionali e stranieri ; n 'era
editore J. B . Klier , il quale metteva in luce anche le belle «modinhas »
brasiliane con accompagnamento di pianoforte , o chitarra, di Gabriel Fer
nandes da Trindade.
Infine, l'anno 1837 si chiudeva, per il mondo musicale di Rio de
Janeiro, con l'acquisto di un nuovo professore di pianoforte, Raffaele Nucci,
italiano, giunto dall'Italia , e la fondazione della società « Filarmonica » ,
che costitui una novità assai opportuna a quei tempi per il bisogno d'un
po' d 'incentivo al risveglio artistico .
Malgrado ciò , gli anni che si succedono dal 1830 al 1843 non presen
tano un grande interesse dal punto di vista musicale. Il pubblico amatore
del teatro Costituzionale e dell'antico teatro da « Praia de D . Manuel »
che, dal 1838 in poi, passa a chiamarsi « S . Januario » , continua ad accon
tentarsi con le audizioni generalmente ben modeste, senza la speranza di
udirne presto delle altre d 'una estetica novella .
Gli artisti che contribuiscono ad innalzare, nei limiti delle loro forze,
la reputazione dell'arte del passato con programmi attraenti, erano, oltre
a quelli che il lettore conobbe nelle pagine anteriori, i seguenti: Giuseppe
- 137 -
del cui merito in arte ci occuperemo più avanti, veniva nominato maestro
della cappella Imperiale, posto che si trovava vacante in seguito alla morte
del maestro Simão Portugal.
Breve è il bilancio musicale del 1843, ultimo anno del periodo della
Reggenza : un concerto che ha luogo al S. Januario , ove vien eseguito dal
l'orchestra « Le Galop de la Tempête », composto dal maestro Tornagbi,
un altro concerto degno di nota , ivi veniva dato il venerdi 28 aprile, dalla
famosa banda della fregata francese « Belle Poule », al comando del prin
cipe di Jonville, fidanzato di S . A . la principessa D . Francisca, sorella del
l'Imperatore. Fra gli esecutori di questa banda, composta di scelti profes
sori, la quale costituiva una gloria pel principe di Joinville, si distingue
vano i seguenti solisti: Schotmann , (trompa-corno) discepolo del Conser
vatorio di Parigi; Jacope (Fagotto); Gâetan (Oficleide) e l'Allard , flautista ,
primo premio del conservatorio suddetto. L 'esito fu ottimo ed apprezzata
l'esecuzione dell'assieme.
Un secondo concerto della stessa aveva luogo il 5 maggio , in beneficio
della società francese di beneficenza; ed un terzo , anche per compiere uno
stesso atto , era dato al teatro S . Pedro de Alcantara ( 10 maggio ), onorato
di LL . AA.
All' indomani (12 maggio), il principe Joinville, partiva conducendo
seco la sposa, verso la Francia , a bordo della fregata da lui comandata ;
e con lui seguiva quella banda, che aveva dato la più brillante e ardua
prova d'un affiatamento omogeneo nelle indimenticabili esecuzioni dei loro
concerti, dati durante il breve soggiorno di Rio de Janeiro.
Anche il ballo merita speciali considerazioni dall'impresa , nel mese
seguente, scritturava i seguenti artisti: Francesco Jork , primo ballerino,
compositore e direttore della compagnia ; Giuseppe de-Vecchi, primo bal
lerino di parti amorose; Giuseppe Pessino, anche primo ballerino, detto
di Centro » , e Luigi Carrara, ballerino buffo .
Dando, infine, l'ultimo sguardo sintetico alla fase della Reggenza, è
doveroso ricordare la valorosa iniziativa del dizionario musicale , primo
lavoro nel genere scritto in lingua portoghese; i principii di musica, e
l'arte di accordare il pianoforte, pubblicati e scritti dal maestro Raphael
Coelho Machado .
V° PERIODO
CAPITOLO X .
(1844 -1889)
vanti servigi ; e nel suo nome vissero le belle tradizioni di quelli che gui
darono i suoi primi passi, di cui egli raccolse l'ultimo retaggio artistico.
Egli vide la luce sul declinare del secolo XVIII , giacchè, figlio di Joa
quim Mariano da Silva e di D . Joaquina Rosa da Silva, nasceva nella capi
tale della grande colonia il 21 febbraio 1795 , fu battezzato il 2 marzo dello
stesso anno .
Nei primi anni del secolo seguente, inizia i suoi studi musicali sotto la
scorta dei gesuiti di Santa Croce , ed ha la fortuna di completarli sotto
quella dei due insigni già citati maestri, per divenire poscia un armonista
e compositore di valore , e parimenti eccellente esecutore di violino e vio
loncello ; dava egli prova eloquente della sua abilità , quando sedeva di
fronte al leggio nell'orchestra della Cappela Reale e Imperiale, diretta dal
suo primo maestro José Mauricio , e poi dal Marcos Portugal, dal cui animo
sempre infesto maligno, il giovane Francisco Manuel non si libera!... Ma
il giovane e docile artista , che, oltre alla musica, aveva appreso dai suoi
maestri il perdono, guarda con indifferenza il disamore che non dava mai
coraggio nè stimolo agli esordienti spiriti artistici nazionali, e segue il
cammino dello studio per innalzarsi ben presto fra le alte sfere dell'arte .
E dà prova di ciò , scrivendo il suo primo lavoro , un « Te Deum » , lavoro
non spoglio di pregi, che dedica al principe D . Pedro, il futuro primo Im
peratore del Brasile, il quale, apprezzando il talento del giovane Francisco
Manuel, promette mandarlo in Italia , per completare i suoi studi nella
composizione. Ciò non avvenne. Il principe D . Pedro, proclamato Impera
tore del Brasile, la cui corona cominciava a rivelarsi irta di troppe spine,
non potè forse pensare più alla promessa fatta all'artista .
Il suo talento , però, non indietreggia ; anzi, progredisce , e giunge al
grado di musicista eminente , e scrive delle bellissime cose. Certo è , che,
se prendiamo, ad esempio , il suo primo lavoro e lo stile dominante dell'e
poca, egli, al pari del suo primo maestro, non scrive che musica religiosa.
A questo modello di stile appartengono quasi tutte le sue composizioni,
massime le ultime, scritte con sapienza e probità d 'arte. In brevi parole,
occorre dire che esse non sono numerose e non brillano per lo splendore
dell'ispirazione e la grandezza dello stile del suo maestro José Mauricio ,
ma non perciò lasciano di essere annoverate fra le migliori produzioni
dell'epoca . Certo che, tra quelle di maggiore importanza, figura il suo se
condo « Te Deum », considerato, per la sua giusta e naturale espressione,
un lavoro degno di encomio .
Francisco Manuel lo componeva in avanzata età , l'anno 1861, epoca in
cui fu eseguito , sotto la sua direzione, per la solennità inaugurale della
statua di D . Pedro I, da una massa di numerosi esecutori : 240 professori
- 145 --
(1) Alcuni storici, male informati, narrano che quest' Inno fu scritto ed eseguito
nel 1831, nella memorabile giornata del 13 aprile, quando, cioè, il primo Imperatore
abbandonava per sempre il suolo brasiliano ; altri dicono di no ; e tra questi l'illustre
maestro Alberto Nepomuceno , direttore dell' Istituto Nazionale di Musica , il quale pro
testa davanti al ministro dell' Interno, affermando che fu composto nel 1841, per solen
pizzare l' incoronamento di D . Pedro II.
Ne meno affermativa è la notizia che ci dà il « Jornal do Commercio » a rispetto
d'una festa , distribuzione di premi, ch' ebbe luogo al Collegio Pedro II, il 16 dicem
bre 1842 .... « Após uma symphonia pela orchestra, segue-se o Jnno de D . Pedro II,
cantado pelos alumnos e accompanhado pela Orchestra » . Mentre lo stesso Inno, in una
Sessione dell' Istituto Storico, onorata con la presenza dell' Imperatore, veniva eseguito
col nome di Inno Nazionale .
- 146 -
« Senhor,
« Havendo V . M . I. pela resolucão de 27 novembre de 1841 se Dignado
« Annuir á creação de um Conservatorio de Musica na Capital do Imperio ,
a facto que altamente testemunha a Magnanima Solicitude com que pro
« move o progresso da Nação que a Providencia confiou ao Seo Paternal
« Governo, venho como orgão da Sociedade de Musica de Rio Janeiro , depôr
dominata dall' amore per l' arte, in cui trova la preferita creazione dello
spirito e crea , nella maturità , ogni mezzo per trasmetterla alle vocazioni
favorite dell'ingegno, mediante l'insegnamento gratuito.
Nobile e sublime altruismo !
Ma non è soltanto in ciò che si è detto che il benemerito artista trova
la sua meritata rinomanza. Giacchè è noto che egli sia stato uomo di bontà
eletta , di cuore generoso verso la famiglia , verso un fratello infelice, verso
gli amici, verso il mondo infine, ove l'arte infuse il sentimento della reci
proca benevolenza. Sotto questo rispetto , l'amato artista doveva trovare,
oltre al plauso che la sua arte meritava, tutto un senso di ammirazione
presso l'Imperatore D . Pedro II, il quale, pregiando il suo merito e i rile
vanti servigi in pro dell'arte , lo decora , nell'aprile 1857, con la croce di ca
valiere ufficiale dell'Ordine della Rosa.
Questa onorificenza era ben degna ricompensa data a testimonianza
di merito artistico e patriottico.
Da quanto si è detto si può dedurre quale fosse l'uomo che l'arte e
l'insegnamento perdeva il 18 dicembre 1865, morendo colpito da una tisi
laringea , nell' età di 70 anni.
La sua spoglia mortale, uscendo dall'antica residenza del compianto
maestro, Via do Conde 49, era deposta nel cimitero di S . Francisco de Paula
Catumby, ove, da più di 50 anni, è guardata soltanto dalla luce del sole.
E non è fuor di luogo affermare che la tomba del glorioso artista è in com
pleto abbandono, e rare volte visitata da anime amiche in omaggio all'uomo
che fu sempre pronto a tutti gli ardimenti d 'ordine artistico e di beneme
renza morale e patriottica.
Del resto è questo il destino di tutti i sepolcri che raccolgono le preziose
ceneri dei più illustri brasiliani, quelli cioè che furono cospiqui nelle scien
ze, e grandi nelle arti belle.
Si dice che le tombe svegliano gl'ingegni; ma parrebbe che esse , tra noi,
non hanno le stesse virtù di quelle di altri luoghi; e giova ricordare che
quella del grande artista Francisco Manuel da Silva potrebbe essere per i
pietosi visitanti, un incentivo , uno sprone all'amore della lotta, del dovere,
del patriottismo, dell'arte !...
L 'oblio della sua sepoltura avrebbe quasi spento il suo nome (4 ), se,
mercè l'opera di un numero limitato di ammiratori che ne riconobbero, il
genio, non fosse risorto in una lapide commemorativa , inauguratasi il 25
(4) In questo senso la descrive un colto spirito , che vive dignitosamente sempre
nei buoni rapporti con la storia patria, il signor Escragnolle Doria , in un articolo pub
blicato nel « Giornale del Commercio », sulla vita e condotta nobile dell' arte del nota
bile artista .
- 150 -
(5) Scopo principale di questa solennità era il giubileo del grande e celebre pia
nista Arturo Napoleone, che compiva 50 anni di gloriosa carriera artistica, alla quale
si aggiungeva l' omaggio postumo di Francisco Manuel da Silva, dopo 42 anni dalla
morte.
(6 ) Ci è grato riferire qui che i sentimenti religiosi ed artistici della Maestrina
Francisca Gonzaga le hanno fatto assumere la pietosa e simpatica iniziativa d' innal
zare un mausoleo , mediante una sottoscrizione popolare, come omaggio di ammirazione
alla memoria dell' illustre artista, ed anche per la degna conservazione di tanto vene
rabili ossa .
(7 ) Critica sciocca, quando parla del semitono ; per quanto, il semitono, sia mag
giore o diatonico , minore o cromatico, non è errore di teoria , ma appena una forma
che soddisfa i pedanti.
- 151 –
ardore della composizione. Si sa infatti che nello stesso anno (1842) com
pone il famoso Te Deum dell’Incoronazione, offerto all’Imperatore D . Pe
dro, che l'accetta , secondo risulta da un avviso della Segreteria di Stato
per gli affari dell'Impero in data del 2 marzo 1842.
Però, per conoscere i pregi di quest'uomo — si dice che sono grandi –
2
(8) La biblioteca dell' Istituto Nazionale di Musica non conserva nei suoi scaffali
una sola pagina delle tante composizioni lasciate da questo fecondo compositore,
- 152 -
Privo di mezzi, e vinto dalla nostalgia per la sua cara città natia , ritorna
a Bahia , ove il suo talento era altamente apprezzato.
Indizi relativi alla sua vita ci informano che egli, in grazia alla prote
zione di un 'amica persona, si recò , poco tempo dopo del suo arrivo alla cit
tà natale, in Europa, ove, in Roma, completò i suoi studi di composizione,
nella scuola di S. Cecilia . Triste fu però il ritorno in patria di questo va
lente artista. Giacchè, appena mise piede nel suolo patrio , seppe che la sua
fidanzata non aveva mantenuto il patto, di non sposare altro uomo che lui.
Infatti, sei mesi prima del suo arrivo, l'idolo del suo cuore sposava un al
tro uomo.
La notizia conturbò la mente dell'artista ; e la cieca gelosia di Damião
Barboza piombò sul marito e lo uccise , fuggendo in seguito attraverso i
boschi dell'interno, e riparò in Paracatù, piccola città dello Stato di Minas
Geraes, ove visse lungo tempo, e ove mori verso il 1841, secondo racconta
il noto critico musicale Rodriguez Barboza (9).
Oltre alle tante sue composizioni, scritte nella sua prima gioventù, e
durante il soggiorno dei suoi studi in Italia , sono da notarsi : « La Messa
Solenne » per voci ed orchestra, detta « Missa de tres » o della « Risurre
zione» , un lavoro in cui primeggia il merito melodico e religioso ; l'opera
buffa « A Intriga Amorosa » , datasi in quella città , in un teatro che aveva
per titolo « A Casa da Opera » , che sorgeva, a quei tempi, in Via Guadalupe.
La diresse egli stesso. Il noto « Miserere » , di alto valore musicale , è con
siderato il suo capolavoro. Secondo l'accenno dell'illustre critico Rodrigues
Barboza, nativo di Paracatù, quasi tutte le composizioni di questo valoroso
musicista giacciono colà , senza che l'archivio pubblico, o la biblioteca del
l'Istituto Nazionale di Musica , ne abbia fatto ricerca !...
Fra gli altri musicisti brasiliani dell'epoca in cui la musica in Bahia
(9) C'è forza però osservare che, pur lasciando, al surriferito critico , la possibi
lità del suo asserto su la sorte che ebbe l'infelice artista, posteriori indagini ci affer
mano che Damão Barboza de Araujo non ebbe sua stabile dimora in detto luogo . Tali
informazioni le dobbiamo alla cortesia d 'una colta e gentile signora, nativa e domici
liata in detta città , la quale ci trasmetteva, in proposito , la seguente lettera :
« Illustre professor Cav . Vincenzo Cernicchiaro ,
Meus cumprimentos e sinceros votos por seu bem star.
De regresso de Caxambú, onde tive o prazer de conhecel-o , estive, antes de chegar
a esta cidade, longo tempo em minha fazenda, para isso retardado a promessa de enviar
a V . S . as informações constantes do questionario que me forneceu . Colhidas estas entre
os mais antigos amadores da musica d' aqui, posso informarl- o que o insigne compositor
bahiano Damião Barboza nunca residiu nesta cidade. Esteve algum tempo aqui, ha uns
60 annos, um professor de musica Antonio Innocencio , que, na Bahia , viveu na intimi
dade de Damião, seu amigo e foi quem o tornou conhecido por algumas composições
- 153 -
ebbe gloriosa vita prima e dopo l'abbandono della metropoli ( 10 ), sono da
menzionarsi fra i più distinti: Euzebio de Mattos, fratello al celebre poeta
satirico Gregorio de Mattos.
Euzebio de Mattos, che mori col nome di frei Euzebio da Soledade per
aver preso l'abito dei Carmelitani, nacque nel 1629, e mori il 7 luglio 1672.
Egli fu considerato il primomusicista della sua terra natale, Bahia. :
Primo fruito della sua artistica opera si furono gli « Inni religiosi » e i
« Canti profani » , assai leggiadri, servendosi delle proprie poesie , poiché
era anche notevole poeta . L 'ispirato e distinto compositore, oltre che mae
stro della penna, ritrasse anche un bel nome di esperto suonatore d'arpa
e viola .
Si vuole che molti dei suoi lavori andassero perduti.
que fez executar por distinctos cultores da divina arte , Destas composições de musicas
sacras, só ficaram nos archivos um « Gradual » , « Tota Pulchra » , uma belissima Missa
e Credo. Não se sabe onde e quando morreu. Do padre José Mauricio não é conhecida
obra alguma. O archivo musical do Coronel Maximiano Rodriguez Barboza, existe em
poder de um neto que carinhosamente tem guardado tudo que de musica deixou aquelle
distincto musicista, entre os quaes devem existir composições suas e de um seu talen
toso filho Manuel Rodriguez Barboza, (Neco ), irmão do illustre critico musical Sr. José
Rodriguez Barboza , que V . S . muito conhece . — Do seculo 18 e 19, só existiu nesta cidade
- -
d'onde era natural, o padre Domingos Simões da Cuhna, compositor de apurado gosto,
conforme a tradição, tendo-se infelizmente perdido suas composições. - Foi mestre
de Capella e o primeiro que organisou aqui um coro regular de musica . Nasceu em : 1755
-.
blico Mineiro. – Diversos compositores de musica sacra e profana tem havido, revela
dores de gosto que sempre existiu aqui para a musica, mas não são de valor a merecer
especial mensão para o fim , por V . S . desejado .
_
no, creava una Cattedra di Musica nella città di Bahia . La carta regia riesce interessante
riportarla qui.
« Ao Conde da Palma, Governador e Capitão -General da Capitania da Bahia . -
Amigo. Eu El Reis vos envio muito saudar, come aquelle anno.
Sendo-me presente por parte do Conde dos Arcos, vosso antecessor no governo dessa
capitania, o estado de decadencia , a que tem ahi chegado a arte da Musica tão «ulti
vada pelos povos civilisados, em todas as edadas, e tão necessaria para o decoro e
esplendor com que se devem celebrar as funções do Culto Divino : Hei por bem criar
nessa cidade uma Cadeira de Musica com o ordenado de 40.000 pago pelo readimento
do subsidio litterario. E attendendo á intelligencia e mais partes que concorrem na pes
soa de José Joaquim de Souza Negrão, hei outro sim por bem fazer-lhe mercê de o
nomear para professor da referida cadeira.
Escripto no Palacio da Real Fazenda de Santa Cruz em 30 de Março de 1818. -
Rei, — Para o Conde de Palma.
- 155 -
dre Jeoronymo Pinto Nogueira: studi che rivelò con molto talento nelle com
posizioni sacre : due messe festive e novena votiva alla Madonna « da Pu
rificação » . Nel genere profano scrisse « Ouvertures » , minuetti, la « Bat
taglia Musicale » , canto di guerra del « Voluntario da Patria » , danze e
molte trascrizionimusicali per le quali vantava facilità e gusto speciali.
Lasciò un libro in versi intitolato « Inspirações religiosas » ed altri
componimenti poetici.
José Cupertino de Uzeda, clarinettista, cantore, direttore d 'orchestra
e compositore, nacque in Santo Amaro nel 1834 , e mori l' 8 febbraio 1882 .
I suoi lavori, quasi esclusivamente religiosi, comprendono : Messe, novene,
litanie e diverse trascrizioni istrumentali.
Alla stessa scuola della stessa epoca appartiene il Padre Maximiano
de Sant'Anna, distinto cantore e compositore, nato in Bahia il 21 febbraio
e ivi morto nel 1883. Fu maestro di Cappella nella sua città natale, lasciò
pregevoli lavori: un compendio di musica degno di stare a fianco a quello
del Mussurunga ; cantici alla Vergine; Mese Mariano; Tantum ergo ; bal
labili; pastorali denominatia Polypheno, o Triunpho do Amor » , ecc.
Anche Florentino Rodrigues da Silva, nato in Cachoeira e ivi morto il
6 febbraio 1839, si può considerare come uno dei buoni musici brasiliani.
Fu destro ed abile direttore d 'orchestra, e diede grande sviluppo all'arte
musicale nella sua terra natale. Compositore lasciò lavori sacri: salmi,
« Credos » , nonchè alcuni Minuetti.
Non meno spiccato è il nome di Manuel Thomé de Bittencourt Sá, nato
in Bahia il 21 dicembre 1826 , ivi morto il 30 settembre 1886. Oltre che
abile maestro di banda, di flauto, di pianoforte e direttore d'orchestra, fu
fecondo compositore dimusica per la chiesa e per banda. Fra le produzioni
sacre sono da ricordare le Novene, Te-Deum , giaculatorie, diversi a soli per
laudamus Domine Deus, Quisedes ; nelle composizioni profane, godono fa
ma le sue marce funebri e militari, nonchè le sue innumerevoli danze.
Non dimentichiamo fra gli altri Joaquim Silverio Bittencourt Sá, fra
tello al precedente , nato in Bahia il 30 dicembre 1829 ; morto il 15 aprile
1899. Il suo nome è ricordato come un musicista di buon merito , nonché
abile suonatore di clarinetto , di viola e valente organista . Si vuole che fosse
il primo, in Bahia , a scrivere delle marce funebri. Scrisse pure musica
sacra, messe ed a soli religiosi; fra questi va ricordata la Novena de « Nossa
Senhora da Piedade » , considerata il suo capolavoro. Lasciò pure molte
« modinhas » e balli pastorali.
Un altro nome importante dell'ambiente musicale bahiano è quello di
Miguel dos Anjos de Sant'Anna Torres, nato in Bahia nel 1837, morto il 16
luglio 1902 . Il Torres meritò il titolo di vero genio musicale della sua terra.
--- 156 -
mes, in detta città , chiamatovi per assistere alla rappresentazione del suo
aGuarany » (1880). Come compositore lasciò sei Messe festive, una da Re
quiem , Te Deum , Tantum ergo, e moltissime danze.
Anche Manuel Ambrosio dos Santos Fraga consegui, in Bahia , ove
nacque nel 1855 , un nome di buon maestro di banda, esperto professore
d'orchestra e stimato insegnante della sua arte. Fu buon compositore; si
conoscono di lui le seguenti produzioni: una Messa festiva , un Te Deum ed
altri lavori di minor valore.
Fama di stimato professore di pianoforte , organista , compositore, gode
Livino José d 'Argollo , nato in Bahia nel 1855, ove fece i suoi primi studi.
Passò quindi a Rio de Janeiro per perfezionarsi nell'arte pianistica, tornò
alla terra natale , ove spiegò la sua attività artistica quale organista della
Cappella del « Senhor do Bonfim » e della matrice di « Nossa Senhora da
Conceição da Praia » .
Come compositore, ha fra i suoi lavori una Ave - Maria, considerata assai
bella e ben fatta . Un ingegno musicale dei più nominati fu José Pereira Re
bouças, nato in Maragagipe il 2 gennaio 1789; morto in Bahia nel gennaio
1843, ove fissò residenza fin dal 1808. Nel 1823 si condusse in Europa per
perfezionarsi nella scienza musicale e nell'arte violinistica. Come alunno del
Conservatorio di Parigi. Passò quindi a Bologna ( Italia ), ove probabilmente
frequentò la celebre scuola del padre Mattei, e vi conseguì il diploma di
maestro . Dopo ciò, il Rebouças tornò in patria ( 1833 ), colla conoscenza com
pleta dell'armonia , del contrappunto, della fuga, e col vanto di primo musi
cista brasiliano laureatosi in terra straniera. Ivi, il colto uomo - egli era
anche Medico distinto -- veniva chiamato come maestro di musica del Se
minario Episcopale ; nel 1841 ottiene un 'altra distinzione, il titolo di Mu
sico onorario della Camera Imperiale, per avere scritto un importante lavoro
da eseguirsi nella festa dell'incoronazione e consacrazione di D . Pedro II. Fra
gli altri lavori, scrisse un Magnificat, per la festa di S . Cecilia , considerato
un capo lavoro del genere.
Non finisce qui l'elenco dei compositori di musica sacra e strumentale
dell'epoca in discorso , che ci viene dalle sponde nordiche. Un avanzo di quella
schiera artistica pernambucana, che non smentisce le tradizioni dei fulgidi
tempi in cui si annoveravano valorosi ingegni musicali, tutt'ora onora l'arte
del secolo passato. Degli anziani di cotesta schiera, che sono : Francilino Do
mingues de Moura Pessoa, José Coelho Barboza, Trajano de Barcellos, Ro
dolpho do Amaral, José Tavares de Medeiros, João Polycarpo Soares Rosa,
Santino Alves Carneiro Pinto, Lydio Purpurario , Santiago de Oliveira, Ma
nuel Americo de Jesus, Daciano da Porciuncula Ferreira, d'alcun dei quali
abbiamo già tenuto parola , ci cade in pensiero Libanio Colás, morto ai pri
- 158 -
(12) Le parti d'orchestra, copiate dal maestro Manuel José Gomes di Campinas,
portano la data del 1856.
(13) Questa Messa figura nello stesso archivio , e fu copiata dallo stesso maestro
Manuel José Gomes, nel 1846. (Dall'archivio di S. Anna Gomes, in Campinas).
( 14 ) Questo nome lo troviamo anche scritto , per vezzo, nella seguente maniera :
Andrea Silvio Gumis. (Dallo stesso archivio di S. Anna Gomes).
( 15 ) Campinas, archivio citato .
( 16 ) In alcune parti d 'orchestra, si legge: Recompilada por M . J. Gomes, anno
1827. (Campinas, archivio citato ).
- 160 -
lenne » per voci e orchestra, acquistata dal maestro M . J . Gomes, nel 1840,
in Campinas.
Buon musico, ai suoi tempi, fu Benjamin Carvoliva, nato in Santa Cate
rina 1849. Studiò musica con la propria madre e indi col maestro Eustachio
Francisco Raposo. Compositore, scrisse nella sua gioventù , oltre agli inni
altrove menzionati, molti pezzi sacri e profani, tutti inediti e dispersi.
A fianco a questi maestri figura un compositore chiamato Lagos, che
scrive una « Ladainha » per voci ed orchestra, eseguita più volte nelle fe
stività religiose di Campinas (1833).
Un musicista di modeste linee nello stile sacro è João L . Corréa Gui
marães Senior, che scrisse , nel 1833, una « Lamentação » pel Venerdi San
to, per voci ed organo.
Molto conosciuta è una « Messa in mi bemolle » , detta dell'Incorona
zione, per voci ed orchestra, che il maestro Pedro Texeira scrisse, in ma
niera non comune, verso il 1850, spesso eseguita negli ambienti sacri di
S . Paulo e Minas Gerães.
Convien citare anche José Mendes Ferraz, che viveva ancora nel 1838 ,
il quale ci dà un componimento dello stesso genere : « Adoração da Cruz » ,
« Sexta feira Santa » , per soprano, contralto, tenore e basso , con accompa
gnamento di quartetto , 2 flauti, 2 corni, tromboni e basso .
E parimenti Gioachino Lodi, degno professore di musica in Bagé, che,
il 7 settembre 1846, compone un « Te Deum » eseguito dai suoi allievi nei
festeggiamenti della grande data .
Non chiuderemo questa serie di compositori di musica sacra, di poco
o molto merito , senza includere altri nomi, degni egualmente di essere
tramandati all'avvenire, giacchè, spesso, più che nei sommi, nei modesti
si conosce lo spirito di un 'età .
Citeremo, ad esempio , il nome del padre Maria Xavier , di S . João d ’EI
Rey, che visse nella seconda metà del secolo XIX .
L'arte sacra che egli sente è quella semplice, senza lo spirito di pro
gresso e le grandi risorse della tecnica ; ma vanta però una spontaneità
straordinaria , che si associa con molto onore alla storia dei fecondi com
positori di musica sacra del suo tempo.
Quindi si può dire che il padre José Maria Xavier fu il principale rap
presentante della musica sacra di Minas Gerães. Si vuole che tra « Messe » ,
« Te Deum » , « Matinas » , « Oratori », ecc., lasciasse più di cento compo
sizioni. Grandi onori gli furono tributati « post mortem » , come altrove
si disse, nella sua città natale .
Fra gli altri nomi ricorderemo quello di Raphael Coelho Machado, ri
nomato musicista, nato nell'Isola di Madeira nel 1814, che viene a Rio
- 161 -
Janeiro nel 1838, ove muore verso il 1885 (?) . Uomo coltissimo, esercitando
la professione con molta dignità, occupò, ai suoi tempi, un posto distinto
tra imusici della capitale ; giacchè la sua riconosciuta competenza nell'ar
te sacra trovò tutte le simpatie nelle fratellanze delle chiese di Rio de Ja
neiro, le quali, di preferenza, gli affidavano le esecuzioni musicali delle
grandi feste solenni. Fece i suoi studi in Europa e lasciò oltre un trattato
d'armonia, assai apprezzato per i suoi tempi, e un dizionario musicale,
molte composizioni sacre, notandosi tra esse una « Messa solenne » a
quattro voci ed orchestra, intitolata : Messa di S. Lucia , eseguita alla « Cruz
dos militares » (1881), nella quale si rivela un musicista di mezzi assai
apprezzabili nel trattare le voci e gl'istrumenti ; fu debole nell'arte del
bello stile. Convien tuttavia citare i suoi canti originali, pubblicati in un
« Album » , col titolo « A Harpa do Trovador », i quali destarono un tale
entusiasmo, nel 1846, che un giornale dell'epoca, li caratterizza come pa
gine di elevate ispirazioni (17) .
Non si può passare sotto silenzio un altro compositore di musica sa
cra che è Henrique Alves de Mesquita, la cui figura ritroveremo anche fra
i compositori di musica profana. Dalla sua grande Messa , detta di Pedro
V , si desume ch 'egli rimase servile agli abusi ed alle formule comuni dello
stile lirico , in voga ai suoi tempi.
Lo stesso si dica di un altro compositore, un bellissimo ingegno musi
cale, ch 'ebbe estro spontaneo e splendido nella musica sacra, ma che si
sacrifica agli stessi abusi di stile e di forma, pregiudicando le belle sue
ispirazioni, Manuel Joaquim Maria , morto , come avanti si disse, giovanis
simo, verso il 1874, il quale, due anni prima della sua morte, scrisse una
grande Messa solenne a quattro voci ed orchestra, in cui abbondano le idee
melodiche convenzionali col carattere di opere teatrali ; l'armonia è poco
accurata .
Anche un certo David Peres ci appare come compositore sacro dell'e
poca, il quale compone in stile di poco merito una « Novena de Nossa Se
nhora »,per voci ed orchestra.
Sotto le iniziali E . F . de S., troviamo un altro artista dedicatosi all'arte
sacra, il quale scrive, circa la prima metà del secolo XIX , delle Novene,
Mottetti e Litanie .
(17) A moltidão de peçãs que diariamente se publicão nesta Côrte , a maior parte
despidas de merito, e as que o tem , sendo devida ás obras importadas no paiz, nos têm
adormecido para com esta bella arte, que tanto concorrendo á civilisação dos povos,
credora se torna da nossa attenção ; a « Harpa do Trovador », album de canto original
nos veio arrancar desta indifferença, e produzio em nós tal enthusiasmo, que resolve
mos occupar algum espaço do nosso periodico com esta interessante obra .. . » .
. - 162 -
d'età, e con la nostalgia in core per la sua cara Napoli, pure amando il
Brasile , ove visse circa mezzo secolo.
Fra i citati compositori vi era anche un distinto musico e direttore
d 'orchestra per le funzioni sacre, João Theodoro de Aguiar, il quale com
pose una marcia funebre a grande orchestra, per essere eseguita nelle
esequie dell'artista João Caetano dos Santos, celebre nell'arte drammatica ,
morto nel settembre del 1863 .
Detta marcia è un lavoro di poca importanza, ma vanta un relativo
merito nella forma: un coro, di sole voci, interno – in lontananza ,
dice il testo — che canta , in Andante religioso , un Requiem aeternam dona
eis, Domine..., mentre l'orchestra tace. Compose anche un Te -Deum , che
fu eseguito nella Cappella Imperiale l'11 febbraio 1860, in omaggio al fe
lice ritorno delle LL . MM . Imperiali.
Certamente, ad alcuni di questi compositori, massime gli ultimi con
temporanei di Francisco Manuel, la cui caratteristica era quella di por
tare una modesta pietra all'edificio dell'arte iniziata da José Mauricio e
Francisco Manuel da Silva, si potrebbe rimproverare uno spirito musi
cale troppo semplice, modestamente illuminato , parcamente ampliato dallo
svolgimento che l'arte sacra insegna ed esige. Ma essi purtroppo obbedi
vano alle leggi della prosa dell'epoca, leggi senza la verità sacra, senza i
principii della austerità liturgica, in ragione di un'arte profana, che ser
peggia con le sue melodie erotiche, ed assorbisce, con nuovi fluidi di un'ar
te teatrale , le menti e le ultime credenze della musica sacra nazionale .
V° PERIODO
CAPITOLO XI.
(1844 - 1889 )
Abbiamo detto , parlando della Musica Sacra e del merito dei suoi
compositori, che il loro stile rivela due tendenze al predominio spirituale
nei primi anni della seconda metà del secolo scorso : la prima sarebbe la
tendenza mistica, quella di cui si ha buon diritto di essere orgogliosi per
alcuni ingegni, veri e incontestabili luminari di quest'arte, i quali sono
dominati dal pensiero religioso; la seconda, può dirsi, una vera espressione
di sentimento antagonico , che cerca soltanto nelle melodie d'indole tea
trale, la significazione dei suoi concetti religiosi. Sarà facile, per quelli
che ci hanno accompagnato con attenzione nelle pagine anteriori, com
prendere che, con l'estendersi dell'opera lirica, si può dire chiuso il pe
riodo della buona musica sacra. Poichè fra quelli che vollero raccogliere
il retaggio della nostra musica religiosa, rispettando le tradizioni e le leggi
- 166 -
quello che esprime difatti il suo costante desiderio , cioè: che bisogna dare
alla chiesa la sua musica del passato.
Ma lodando e riconoscendo le più nobili intenzioni del Sommo Pon
tefice , basate, del resto , nella giusta e sana logica di respingere le nemiche
espressioni che intorbidano ed offendono il decoro e la santità delle ceri
monie religiose , non giustifica però che il sentimento estetico dei fedeli
contemporanei possa essere comparato a quello dei fedeli di altri tempi.
Le arti belle, come le scienze , la filosofia , le religioni, subiscono un pro
cesso di trasformazione; e la evoluzione è accettabile dal momento che
essa non si allontana dalle virtù basiche, eterne, per offrirci dolorose e in
grate impressioni. Quindi se ammettiamo la sana evoluzione della natura
nelle scienze, religioni e filosofie accennate , dobbiamo puranco ammettere
quella della musica.
Pertanto , giova dire, che come sentivano la musica religiosa i primi
cristiani sino a quelli dell'età media , non la sentono, evidentemente , le
contemporanee anime cattoliche . Poichè se la causa della corruzione del
l'arte sacra è la musica che va contro l'essenza del pensiero e delle cre
denze religiose, si sopprima questa e si rinvigorisca lo spirito religioso ,
non soltanto col ripristino del canto Gregoriano, ma con le opere degne
dell'ideale antico, quelle cioè, le più atte ad aumentare la pietà e la divo
zione nel sentimento dei veri e sinceri fedeli dei nostri tempi. Giacchè,
questo sentimento, questa gioia divina, mantenuta viva attraverso gli ul
timi secoli, da Palestrina ad Allegri, da Bach a Pergolese, da Mozart a
Beethoven , da Cherubini a Gounod , non può retrocedere, malgrado il fino
discernimento del Sommo Pontefice, ai remoti tempi, il cui ambiente re
ligioso sconosceva le dolci e nobili melodie dell'epoca nostra, quelle , cioè,
nate dal sentimento di rara purezza religiosa in evoluzione, calde e pe
netranti nei cuori dei ferventi cristiani, la cui fede, al suon di simili con
centi, aumentava d 'intensità per innalzare la preghiera al Signore ed amar
lo sempre più .
Non neghiamo che il canto Gregoriano è, nell'opinione di una certa
minoranza , la vera espressione della liturgia cattolica; ma è fuori di
dubbio, altresì, che la sua monotonia , senza un ritmo eloquente e deter
minato , senza quell'idee melodiche che trascinano con la loro varietà e
ispirazione il sentimento umano al puro intendimento delle credenze di
vine, distrae, ai nostri di, l'animo dalle suggestioni della fede e rompe le
profonde verità della idealità cattolica moderna.
Del resto l'arte della musica sacra moderna - parliamo dei buoni
compositori – non è nelle proporzioni volgari e lascive dell'epoca di Papa
Giovanni XVII, che lanciava, nel secolo XV, la sua bella « Docta Sancto
- 169
rum » , che aveva per iscopo di condurre al canto semplice della chiesa
primitiva , e di punire quelli che oscuravano il canto fermo (2 ).
La divisa adunque per combattere il male di tante dolorose ricordanze,
che sarebbero quelle sporadiche deformazioni dell'arte sacra, non deve
essere quella di bandire dalla chiesa la musica possente e feconda, che lo
spirito riformatore e geniale di nuovi ritmi, di nuovi tesori armonici, po
steriori di 14 secoli all'epoca di S . Gregorio , ci legò per educare il popolo
cristiano al buon gusto musicale e ad un sentimento serio e nobile del
l'arte religiosa, affinchè esso possa trovare nelle nuove forme armoniche
e melodiche la espressione calda e serena della preghiera, con l'anima e
la speranza rivolte verso il mondo della vita ideale , simbolo adorabile
della fede cristiana moderna .
La ragione dell'evoluzione dell'arte sacra, la quale vanta ai nostri
giorni tante risorse, si afferma nelle cerimonie solenni, degli atti festivi
della nostra religione, la quale sente la necessità di una novella musica ,
per non ritornare alle rovine del canto fermo.
Sappiamo benissimo che il sentimento religioso può rivelarsi senza
il concorso degli affascinanti tesori della grand'arte musicale sacra , ma
è necessario che gli spiriti della civiltà moderna portino nel seno del tem
pio una formula di adorazioni, che non li allontani dal gusto estetico del
mondo moderno, che abbia la sintesi propria , le estasi proprie derivate
dal classico tronco glorioso , perchè l'unità della grande arte sacra deve
continuare tra il passato e il presente, attraverso nuove forme e nuove
concezioni di espressioni nobili ed elevate.
Si, quest'anime, che non sono molte , disgraziatamente, troveranno ,
non vi è dubbio, la gioia della preghiera cantata tanto in una musica d'arte
inferiore, come in quella di sublime elevatezza religiosa.
D 'altronde, il dramma ammirevole di tutte le fasi della vita cristiana,
di cui la chiesa ha fatto la più alta magnificenza del suo culto, è il ricono
scimento efficace , logico , della musica su la maggioranza dei popoli cri
stiani. L 'essenza, la caratteristica dominante, è sempre la stessa ; ma la
forma, fin dal canto Gregoriano, ha subito delle varianti nella espressione,
consacrata in senso di effetto e modo di sentire ben diverso .
E ' più che noto che il sentimento estetico svoltosi con la coltura mon
diale ha bandito la maggior parte delle espressioni volgari con l'adozione
di un'arte pura, arricchita di espressione altissima dal genio di Palestrina,
nel secolo XVI.
L' aspirazione dell' illustre riformatore dell' arte musicale sacra era
l'ottenere maggiori effetti estetici anche nelle manifestazioni religiose e
(1) Não nos toca esmerilhar os meios, os auxilios, favores e desfavores que possão
provir á empresa ; são isto cousas com que nos não importa, e não sequer de longe
que temos seguir as questões de dinheiro ; aos acionistas do theatro compete sustentar
um bom thatro, e ao Governo auxilial- o come se usa fazer em todas capitães ; tudo
o mais são apuramentos ociosos. No dia 17 o Debut da companhia italiana ; a Norma
foi o mimo com que nos brindou . Quantas impressões novas, quantas recordções nos
inspirão essa musica deliciosa ! Como nossa alma se arrebatava com a inspiração grad
diosa e douta do immortal Bellini! E quem haverá que não se commova ao deleitar-se
neste complexo de sensibilidade, paixão e ternura , ondeado de solemnes ou patheticas
melodias ! Quando é para cativar corações sensiveis este canto do genio da Italia , pais
ditoso, terra favorecida do céo , que fertiliza seus amatizados campos ; que inspira os
bardos para que entõem hymnos dos anjos ! Já a nosso lado estamos ouvindo um senhor
de « Bom tom » dizer-nos que vio melhior, mas não sentiu tanto ; essas gentes vão todos
os dias da sua vida ouvir os accentos de Rossini, de Donizetti, de Mozart e de Bellini,
e sua alma, já impressionada pela frequencia, procura embeber – se mais na critica
e na novidade dos cantores, repara , observa, analysa, porque em fim , sua attenção não
está cativa pelo prazer de um melhoramento comparativo . Nós estamos afatigados de
tanta enredada de dramas e entremezes, e respiramos, tomamos folego desse peso
de imaginação, quando bebemoso saboroso licor de Bellini.
A companhia não é uma excellencia de arte , porém é muito melhor do que a .
expectacão de muitos, e não convem mesmo que sejamos exigentes; a distancia a que
estamos do berço da musica convida -nos a uma resignação, e felizmente não é esta
tão amargurada que não possa alegremente supportar- se. Os nossos votos são que se
estabeleça entre nós esse bello motivo de recreio civilizador do gosto de uma nação,
e letra gravada da sua instrucção e aperceiçoamento. Procure a direçao do theatro a
proteção que acha -la -á não so no governo como em toda a gente illustrada . Já é um
- 176 -
Si racconta che nel corso dei suoi trionfi in Rio de Janeiro , gli animi
ratori di un 'artista collega, Clara Demastro, che nascosta invidiava le ova
zioni deliranti alla Candiani, ne vollero fare una rivale impossibile del
l'idolo della gran maggioranza del pubblico fluminense; la lotta rompeva
appassionata fra i candianisti e demastristi. Un diluvio di fiori in ogni
notte marcava i trionfi della Candiani. Il delirio era tanto - di
ce un illustre scrittore dell' epoca - che perfino si diede ad un gel
somino, proveniente dal Parà, e in allora novissimo nella città di Rio de
Janeiro, il nome di « Candiani » . L 'idea fu degli studenti, in omaggio ai
quali la cantatrice, in una notte di recita, sua serata d'onore, si presentó
al pubblico entusiasta col gelsomino al petto. Si può immaginare i batti
mani e gli applausi che allora vi furono ; erano frenetici e senza restri
zione.
A recita finita , la festeggiata artista passava fra due ali di ammiratori,
per essere condotta in carrozza, tirata dagli studenti, che delirantemente
l'acclamavano sino alla sua abitazione (13 agosto 1845 ).
Però convien ricordare che, malgrado l'omaggio reso al suo talento,
malgrado i lieti e costanti successi della sua gloriosa carriera, nei primi
anni del suo soggiorno in Rio de Janeiro, felice non fu la sua vita intima
di madre e di sposa , nè il termine della sua vita artistica.
clogio em seu abono a deliberação de tomar a risco uma terceira emprcza ; mas o
paiz é reconhecido a este esforço , e temos na certeza de que serão corôado de feliz
resultados .
Louvamos particularmente ao Sr. Romeiro a resolução tão util quanto necessaria
de contractar um mestre de canto para a companhia , louvor muito merecido, pois nos
consta que pelo contracto assignado era o gerente ou caput obrigado a esse trabalho,
porém que, reconhecendo-se lhe pouca aptidão, e não querendo o Sr. Romeiro onerar
a companhia, nem vêl- a riscada por falta de mestre, determinou - se a toma-lo por conta
do theatro.
O Sr. Tornaghi foi eleito , e muito esperamos de sua lição e actividade, pedindo- llie
nos lecione novamente algums pedaços do segundo acto da « Norma », que o susto
de um « Debut » ou talvez a brevidade de tempo, fez a excução um pouco vacillante .
Corre que se deve ao Sr. Ribas grande esforço e trabalho na disposição das partes
da orchestra, e que lhe foi penoso vencer os embaraços que se offerecerão pela incuria
do Caput; damos-lhe pois os emboras por ter colhido gloria dessa agradavel tarefa,
e rogamos -lhe que continue a promover pela sua parte o credito da compahnia , pro
curando assim dar -nos, mais provas do seu talento. Despedimonos declarando que
desejaramos vêr o Sr. Ribas, cantar, fazendo parte da companhia , e assim tambem
o Sr . Fiorito, cuja voz serà no theatro de S. Pedro a voz de um rey forte e valente.
E porque não farà o Sr. Romeiro esta acquisição, que iria completar verdadeiramente,
a companhia ? O Sr. inspector gosta de musica, nós bem o vimos na assignatura aplau
dir fervorosamente a Sig .ra Candiani: por outro lado parece que o salario não será
superior ao proveito que dahi pode vir ao theatro ». (do Jornal do Commercio ).
-- 177 -
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a acha para ocupar o primeiro lugar entre as cantoras da companhia lyrica
« italiana ; e por isso , vendo-me preferida pela Sr.a Barbieri recorro à sua
lar &
a generosidade e cavalherismo, afim de tomar a minha defesa e obrigar a
« direção do theatro a fazer-me justiça.
MARIA JOAQUINA.
Rio de Janeiro , 18 de Março de 1847 » .
Passando sul merito del baritono Theoler , e del basso Paolo Franchi,
lo stesso non accadeva con una cantante di real merito , il cui nome bril
lava già nel firmamento artistico come un astro di prima grandezza : Ma
tilde Tessani-Mugnai, che in Bahia , l'anno 1846, doveva trascinare all'en
tusiasmo il pubblico del teatro di S . João, cantando, la « Sonnambula » , con
quella felice maestria di finezza e di sentimento dell'arte e del bel canto,
vanto e gloria dell'impareggiabile scuola italiana del passato secolo . Nella
seconda rappresentazione, oltre a cattivarsi la generale simpatia del pub
blico bahiano , giunge ad eccitare l' ammirazione del poeta improvvisatore
Francisco Muniz Barreto, il quale ad onore della diva, improvvisava i se
guenti leggiadri sonetti :
« Anjo que as magoas distrahir viesse
« Da Patria sua que infeliz gemia ,
« No céo Paraguassú ao céo pedia
« E foi ouvida sua ardente préce
« D ' Italia ao seio repentina desce
« Faisca etherea que projectos cria :
« Lá se forma sonora companhia ,
« E nella o anjo eleito resplandesce.
« Lenho ditoso á plaga brazileira
« Rendendo os ventos; namorando os mares,
« D 'Orpheo transporta a graciosa herdeira.
« Pousa « Adelaide » , nos bahianos lares
« « Adelaide » é do céo mensageira ,
« Sagrai-lhe cultos, erigi-lhe altares » .
tica, richiamando gli attori che aveva licenziati per evitare il suo completo
disastro economico, la direzione lirica, nonostante il massimo impegno
spiegato sulle condizioni economiche ed amministrative, entra anch 'essa ,
nel principio dell'anno 1849, in una fase deplorevole , che si manifesta col
non poter pagare gli artisti delle due compagnie liriche e drammatiche.
Dopo alcuni mesi di chiusura, la crisi fu debellata , giacchè nel giugno
dell'anno seguente i dilettanti cariocas udivano con grande soddisfazione
due opere nuove : « La Parisina » , di Donizetti, e la « Vestale » , di Merca
dante, cantate dagli artisti delle stagioni anteriori: la Candiani, la Canovero ,
la Benedetti, il Masini, l’Ekerlin e Sicuro, nonchè la prima donna francese
Harlioz, che sostiene la parte di Decio nella « Vestale« » , che prima era
eseguita dal tenore Tati.
Rasserenati gli animi e chiarito l'orizzonte , una lieta novella artistica
sorgeva il primo agosto 1849, cioè l'arrivo della nuova compagnia lirica
italiana, contrattata in Milano dal maestro Gioachino Giannini, per conto
ed ordine del direttore dell'impresa dello stesso teatro, Manuel José de
Araujo .
L 'elenco artistico di questa compagnia conteneva un nome di buona
fama: Ida Etalvina, un'artista seducente, il cui merito di cantante, con la
esperienza della scena e la potenza del sentimento , dovevano suscitare il
più vivo entusiasmo nel pubblico fluminense, il quale la saluta con evidente
simpatia la sera del suo debutto (22 agosto ), nell'opera « I Puritani» , di
Bellini. Fu un vero trionfo . E ' considerata la principale interprete dell'o
pera ; è quanto v'ha di meglio nella compagnia . Tutti spariscono alla vista
di lei ; e dopo averla sentita non è possibile udirne con soddisfazione un 'al
tra. Oltre al bel metodo di canto, possedeva un 'agilità veramente meravi
gliosa ; le scale ascendenti e discendenti, i trilli, le volate , tutto era fatto
con la maggiore purezza della voce freschissima argentina e armonica .
Nata sotto lo stesso sole che illuminò la fronte del Tasso , si sentiva pene
trata in tutto il lirismo del poeta. Figlia di cospicua e illustre famiglia ,
Ida Etalvina era considerata due volte nobile : nobile per il sangue
che le correva nelle vene, nobile per l' aristocrazia del merito . E se
in Bahia ella era glorificata da un famoso poeta , in Rio de Janeiro, nella
sua serata d 'onore, nove poeti entusiasti del suo bel canto , ne decantavano,
in versi leggiadri, le virtù artistiche. Ne trascriveremo alcuni per fare cosa
grata al colto lettore:
« Vien chanter pour la solitude,
« consacrés à la nuit tes chants seront plus beaux !
« pour la foule et le jour ta voix est trop sublime! »
(LAMARTINE)
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Data tanta delizia di doti e tanti omaggi, è permesso credere che nessun
artista, eccetto la Candiani, aveva sino allora calcate le scene dell'Imperiale
teatro, che non fosse ben lungi di possedere il talento e le immense risorse
di questa notevole cantatrice.
Però negli altri artisti che figurano al fianco del suo nome, il tenore
Angelo Brunacci, il baritono Gerolamo Costa, il basso profondo Giorgio
Brunati, la prima donna soprano Bertini, e il secondo tenore Spotorno,
nulla hanno di elevato e di straordinario da notarsi. Fa eccezione il soprano
Luigia Pretti Luscio , buona cantante, è vero, ma di carattere mordace e
troppo suscettibile ; qualità che esplosero proprio in un atto sgradevole, la
sera del suo debutto (4 settembre). Ella si rifiuta di cantare, prendendo a
pretesto le insufficenti prove dell'opera « I due Foscari » , mentre la verità
era che non voleva cantare con il tenore Brunacci.
Ma ebbe la sua punizione, giacchè quella stessa sera, giorno di gala ,
veniva arrestata e condotta in prigione, ove debuttò in una maniera tut
t'altro che gloriosa ! ...
Tre giorni dopo, ella si presentava al pubblico che, malgrado le sue
diavolerie, l'applaudiva per la sua bella voce e la squisita bellezza .
L 'anno seguente, 1850, sorge poco lieto per l'arte lirica e drammatica .
L 'epidemia della febbre gialla , fa la prima apparizione nelle plaghe
del Guanabara, essendone l'artista Benatti la prima vittima, tormenta le
direzioni dei teatri. Il primo, il S . Januario , non potendo lottare contro la
calamità pubblica, e sopratutto contro la cattiva volontà d'alcuni suoi arti
sti, chiudeva le porte dopo la terza rappresentazione del « Roberto il Dia
volo » (21 gennaio ).
II S. Pedro de Alcantara, per ordine superiore, sospende anch 'esso le
recite. E cosi l'organizzazione amministrativa, dopo 12 anni d 'esistenza (7 ),
entra in una fase di disordine, aggravata dalla crisi degli artisti lirici e
drammatici, cagionata in parte per la mancanza di pagamento dei loro sti
pendii.
Ciò fu oggetto d 'una supplica alla Camera dei Deputati, esponendo le
inique ed arbitrarie esigenze della direzione, che non compi le disposizioni
del contratto, abusando della pazienza degli artisti lirici, e, più ancora, de
gli attori drammatici, i quali si trovavano creditori di sei mesi di stipendio .
Augusta Candiani, l'artista tanto glorificata dal pubblico negli anni an
teriori, vedendo le difficoltà con che si lotta per la combinazione di buoni
spettacoli, e desiderando concordare in tutto quanto possa facilitare alla
direzione i mezzi di riaprire il teatro, cede di buon grado la parte di « Nor
ma» alla prima donna Ida Etalvina, per una recita straordinaria , che ha
luogo il 3 maggio, e si offre a sostenere quella di Adalgisa . Però, nonostante
tutta la buona volontà dell'esimia artista, e di altri suoi colleghi, non che
del pubblico , che accorre premuroso a queste recite per cercarvi un con
forto intellettuale ed una distrazione di felice effetto morale contro le tri
sti scene, che per lunghi giorni aveva dato la fatale epidemia , rubando al
l'arte ed alla società carioca, preziose vite, le rappresentazioni cessano e
segnano, purtroppo , dopo l'ultima recita del 22 dicembre, la definitiva chiu
sura del teatro.
La compagnia si dissolve. Parte degli artisti seguono per Pernambuco ;
altri rimangononella capitale.Ma ad onta di tutto ciò , l'anno seguente (1851),
il popolo, senza portarsi ai grandi centri musicali di opere teatrali europee ,
poteva, dopo nove mesi di chiusura del teatro S . Pedro, per maggior di
sgrazia , incendiatosi il 16 agosto, udire un assieme di nuovi artisti lirici di
prim 'ordine, contrattati in Italia dal Sig. Dionysio Vega, del cui elenco si
distaccano i seguenti notevoli cantanti: Giuseppina Zecchini, prima donna
assoluta ; Matilde Eboli, soprano leggero ; Labocetta , primo tenore ; il ba
ritono De Lauro Lucio ed altri, il cui debutto aveva luogo il 15 ottobre,
giorno onomastico di S . M . l'Imperatore, al Teatro S . Januario , con la
« Sonnambula » .
L 'ansia del pubblico era generale; aspettavano tutti il momento d 'inva
dere la platea del vecchio teatro S . Januario , rimodernato , ma non meno
sordo di quello che era, ove le voci erano sacrificate a una pessima acustica,
per udire una delle più famose cantanti italiane dell'epoca, la Zecchini; e
tale si affermava difatti col suo superbo stile di canto e una voce che im
pressionava per la sua bellezza. Era ammirabile nell' « Adagio » della cava
tina, che cantava con sentimento ed emozione profonda, da fare inumidire
gli occhi degli ascoltatori. Gli elogi prodigati dalla stampa e dal pubblico
a questa geniale artista furono dei più sinceri e coscienziosi.
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delle plaghe brasiliane, non volle rispettare neanche la superba gemma del
la corona dell'arte lirica, e minacciò , per duemesi, la vita preziosa della il
lustre artista che si ammalò all'indomani del suo arrivo . Vi fu un mo
mento disperato in cui si temeva di perderla . Ma se il fato non attinge la
diva , ruba due distinti artisti : lo sventurato tenore Bianchi e il Bassadonna :
entrambi trovarono la morte dove cercavano la gloria .
Infine, ristabilitasi la Stolz, il teatro « Provisorio » si poteva vantare,
all'aprire le sue porte nella sera del 12 luglio (1852), di offrire uno degli
idoli dei teatri europei all'adorazione dei fortunati che poterono conquistare
un posto nel suo recinto , al debutto della celebre artista con la « Favorita :).
Oltre al successo dell'opera, che Donizetti scriveva per la grande arti
sta, si ebbe l'affascinante incanto della debuttante.
La storia registra che ella aveva una voce d'una estensione rara di con
tralto-mezzo soprano : la tessitura andava dal fa grave ( 3º rigo inferiore) al
si (2° spazio superiore). Ma non era soltanto la bellezza della voce e l'egua
glianza dei suoi registri il principale merito suo : era la perfetta maestria ,
la maniera mirabile con cui se ne serviva per tradurre tutti i sentimenti che
voleva esprimere (9 ). Le sue note gravi erano piene, sonore, appassionate,
e le acute franche, decise , spontanee, vibranti. Nessuna meglio di lei canto
le commoventi parole del duetto finale :
« Al mio duolo , al mio spavento
Dia conforto un solo accento ! »
Più sublimi erano i suoi singhiozzi, quelle lacrime strappate dal fondo
del cuore ; le esclamazioni di suprema gioia che le uscivano dal petto , all'u
dire dalle labbra di Fernando: « Io t'amo!...»).
Nelle scene appassionate e di terrore aveva la Stolz una facoltà di om
breggiare le sue note in modo da aumentarne l'effetto tragico . Questa
espressione peculiare era accompagnata da un sentimento tanto intenso e
profondo da rendersi indescrivibile.
Oltre a ciò , la insigne artista possedeva una di quelle pregiate voci che
commoveva l'uditorio a suo piacere, facendolo passare colla rapidità del
pensiero per tutti i sentimenti di allegria , di tristezza , di disperazione.
(9 ) Rosina Stolz, figlia d 'una povera famiglia , il cui nome vero era Vittorina Noeb,
nacque a Parigi il 13 Febbraio 1815, La maggior parte dei suoi giovanili anni li tra
scorse nella penuria . Nel 1826 ella entrò nella scuola del Choron , ove cominciò ad im
pare il canto . Nel 1832 ella debuttava come corista a Bruxelles, sotto il nome di M .me
Ternaux ; indi come comprimaria a Spa, sotto il nome di M .lle Eloise, per divenire
poscia una delle più celebri cantanti del suo tempo, nel 1837, anno in cui debuttò
a Parigi, nell' « Ebrea » , con grande successo ,
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nosa del genio di Rossini, nel sentimento drammatico di Verdi, nello slan
cio appassionato del Donizetti, e nella semplice e sublimemelodia di Bellini.
Nell'anno seguente, 1855, troviamo una fase che sintetizza i più bei
trionfi di un 'altra celebrità artistica, che riesce a mettere in delirio il pub
blico del teatro « Provisorio » . Era essa la prima donna soprano dramma
tico Emmy La-Grua, il cui debutto ha luogo il 6 agosto (1855), coll'opera
« Otello » di Rossini, avendo per compagno il nuovo tenore Mazzolini.
L 'opera « Otello », nel cui dramma il talento della celebre artista pote
va rifulgere ardito in tutto il suo splendore, fu scritta a Napoli fra i baci
della brezza di Posillipo . Bella per la semplicità della strumentazione, essa
ci rivela un 'epoca felice per la divina arte in cui fu scritta , epoca infine in
cui la voce cantava ; oggi, invece, canta l'orchestra !...
. Quindi, il pubblico ebbe a provare due forti sensazioni: un 'opera che
riusciva una novità per esso, ed udire un'artista di elevato merito . La bel
lezza della voce, sublime nell'espressione dei sentimenti, e il suo bel canto
elettrizzarono l'uditorio, il quale, col progresso del suo gusto che non pote
va essere equivoco, applaudi con vivo entusiasmo la celebre artista . I fiori,
le corone, gli evviva, le chiamate al proscenio , furono giuste e meritate .
Tale fu l'esito del debutto della grande cantante , che, nell'espressione
della stampa europea, era una eccezione viva della marcia generale di tutte
le celebrità , salendo maestosamente i più alti gradi della scala lirica dei
suoi tempi. Riuniva alle più leggiadre forme di donna , le più perfette doti
di un 'artista . La sua figura era snella , le sue maniere eleganti, i suoi movi
menti facili e pieni di grazia, la fisonomia era espressiva e bella, e i suoi
occhi erano incantevoli. Come artista, ella esprimeva le passioni con una
energia , con una verità che si imponeva, massime nella « Norma », di cui
fece una novella creazione. Difficile il dire ciò che più la doveva raccoman
dare : se la voce mirabile , la cui dolcezza tutti rapiva, o la prodigiosa gran
dezza del suo talento drammatico per tante risorse d 'arte.
Dall'anno 1855 al 1856, la Emmy La -Grua, oltre all' « Otello » e la
« Norma » , cantava le seguenti opere: « D . Pasquale » di Donizetti, « Capu
leti e Montecchi » di Bellini, « Il Trovatore » , « Nabucco » , « Ernani » di
Verdi, l' « Elisir d 'amore » di Donizetti, « Orazi e Curiazi » di Mercadante e
la « Saffo » di Pacini.
In quest'ultima opera, che canta assieme alla Casaloni, fu completa la
vittoria .
A sua volta la degna compagna Ortensia Charton interpretava, con
raro successo, le due ultime nuove opere di Verdi: « La Traviata » (15 di
cembre 1855 ), e il « Rigoletto » (12 gennaio 1856 ).
L 'esito di queste due opere, fu oggetto di forti emozioni.
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presso (1856), malgrado il vuoto lasciato dalla ritirata di due distinti arti
sti, che partivano nel marzo prossimo: la Charton e il Bouché. Ma la dire
zione dell'opera italiana, fedele al suo nobilissimo intento, quello cioè di
voler dare maggior splendore al teatro lirico della capitale dell' Impero,
scritturava, fra gli altri, quattro artisti di primo cartello : i soprani Balbina
Stefanoni e Giuliana Dejean , il basso Suzini e il tenore Tamberlik .
Passando sotto silenzio i primi nomi, la nostra attenzione si deve por
tare di preferenza su quello che la storia consacra fra i più celebri artisti
dell'epoca : Tamberlik . Come la Candiani, la Etalvina , la Stolz , la La -Grua ,
la Charton e la Casaloni, Tamberlik diviene il tenore idolatrato , l'anima
della scena lirica, e il delirio del nostro pubblico (13).
Nel 1880, c 'era ancora in Rio de Janeiro chi avrebbe potuto fare tutta
la storia dei grandi successi del teatro « Provisorio » dell'opera.
Dubitiamo, però, che ci fosse la penna capace di descrivere il fremito ,
gli applausi che echeggiarono quando le opere « Otello » , « I Martiri », « 11
Trovatore » , « L ’Ebreo » (di Apolloni), « Luisa Miller » , « Norma » , « Maria
Padilla » , « Lucia di Lammermoor » , cantate dall'illustre artista, procede
vano di trionfo in trionfo.
Oh ! dolci e indimenticabili serate, alle quali nessuna di quelle anime
poteva pensare, senza sentire nell'anima la vibrazione di una commozione
grandissima.
Il debutto del celebre tenore aveva luogo il giovedì 26 giugno 1856 , col
l'opera « Otello » di Rossini.
Alle ore 7 , numeroso concorso di dilettanti gremiva già le prossimità
del teatro , e quando esso apri le sue porte, il pubblico empì il vasto recinto,
e una schiera graziosa di belle signore si stendeva lungo i palchi ( 14 ).
Il pubblico , non ignaro della sua grande rinomanza europea, l'applaude
prima di udirlo ; saluto che onorava, in pari tempo , l'artista e il pubblico .
E quindi, il canto del celebre cantante si sparse per tutta la sala come
un'onda di armonia dilettevole, e, dal principio alla fine dell'opera, il Tam
berlik emerge magistralmente nella parte di « Otello » , rivelandosi quello
che la fama di lui diceva : un cantante dimezzi superiori, incontestabili, e
un 'artista completo in tutta la estensione della parola , nell' arte scenica e
nel bel canto. Egli cantò la cavatina della sortita in un modo impressio
nante . Shakespeare e Rossini avrebbero riconosciuto nel Tamberlik l' « O
tello » delle loro ispirazioni.
Nell'atto secondo, nel duetto con Jago, ostentò il Tamberlik tutta la
sua maestria . Nelle parole: « Sì, dopo lei morrò,... » emetteva nel « lei » il
suo famoso do diesis a coprire l'orchestra ed elettrizzare il pubblico , che si
vendica coprendo, a sua volta , con strepitosi applausi quella nota tesoro ,
che in Rio de Janeiro, doveva mettere in delirio la platea del « Provisorio » .
Ma non era soltanto il pubblico di Rio de Janeiro ad andare in estasi
per quella magica e privilegiata sua nota . Si narra che a Parigi, ove l'arte
è spesso soggetta alla moda, più che il bel canto dell'insigne artista, trion
fava la nota in parola. Infatti, i dilettanti dell'opera italiana di quella città ,
all'epoca della grande rinomanza del Tamberlik , stanchi di udire integral
mente il « Trovatore » , aspettavano, passeggiando, l'ora in cui il gran te
nore doveva cantare la cabaletta : « Madre infelice, corro a salvarti » , per
entrare nel recinto , al grido d 'ordine : « Messieurs, c'est l'heure de l' ut de
poitrine; entrons!... » .
Ma, dicasi il vero, non era soltanto il famoso do di petto che lo innal
zava sulla turba di tutti i tenori contemporanei. Egli possedeva, oltre che
la voce, doti artistiche come nessun altro artista tenore del suo tempo .
La sua voce era flessibile, piegandosi a tutte le più capricciose diffi
coltà tecniche; era per la squisita bellezza del suo canto, uno degli ultimi
rappresentanti dell'antica e brillante scuola italiana. Il modo di dire il reci
tativo era chiaro, espressivo, calmo e senza precipitazioni; il suo canto era
poetico, energico, vibrato, facile é snello nei brani di agilità , pieno di ar
dore, di forma e sempre bello e sublime; il suo modo di presentarsi in scena,
l'affettuosità altruistica del suo carattere, facevano del Tamberlik un ar
tista ideale.
Il 23 ottobre ( 1856 ), aveva luogo la sua serata d 'onore (beneficio ), nella
quale gli venivano date le più ampie e'deliranti prove di ammirazione.
Oltre ai cospicui regali offertigli, il grande artista João Caetano dos
Santos gli offriva una ricchissima corona d'argento.
All'indomani di quest'ultimo e memorabile successo , egli chiedeva il
suo passaporto per partire, giacchè l'impresa non rispettava il contratto
firmato sino all’agosto (1857).
Accorrendo però all'appello della carità , egli cantava ancora due volte
in Rio de Janeiro: nella recita in beneficio del Pio Istituto dei Sordo-muti,
nella quale, oltre al « Trovatore » interpretava, in portoghese, una cantata
« Deixai que as crianças venhão ter comigo » scritto espressamente per
lui, dal maestro Giovanni Battista Giannini, e in un concerto , pure di be
- - - -
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neficenza, in cui cantò con spirito eletto l'aria di D . Ottavio del « D . Gio
vanni» di Mozart.
Finalmente, il tenore tanto amato e festeggiato , senza impertinenza,
con uno spirito eletto, che fu l'anima della nostra scena lirica durante pa
recchi mesi, il 23 dicembre ( 1856 ) si decide a lasciare Rio de Janeiro per
recarsi a Buenos Ayres, ove era accolto col massimo entusiasmo, mentre
il tenore Gentili ritornava alla nostra capitale , trovando chiuse le porte del
teatro lirico (15 ).
Purtroppo è vero : tutto nel mondo è intermittente. Dopo la luce, le te
nebre .
L' inizio dell' annata lirica del « Provisorio » marcava un passo alla
dissoluzione, causa il termine del contratto dell'impresa col Governo, il
quale concedeva gratuitamente alla detta impresa il teatro, ma non le ga
rantiva più sovvenzione alcuna.
E così, dalla riboccante attività , passò alla squallida crisi, che si ag
grava ai primi albori dell'anno seguente (1857). Oltre a ciò , la partenza di
artisti di merito incontestabile ed incontrastato , avevano ridotto quel tea
tro in un perfetto stato di smembramento .
In grazia alle cinque sommità artistiche - - oh, perchè non fare cenno
ancora una volta dei loro nomi? — Rosina Stolz , Emmy La-Grange, Anna
Casaloni, Ortensia Charton, Enrico Tamberlik , e i loro valenti compagni
Giuseppina Zecchini, Balbina Stefanoni, Angelina Ghiani, La Grimaldi,
Amalia Jacobson , Berta Kastrup, Giuseppina Dejean , Arturo Bouché, Paolo
Gentili, Negri, Bertolini, Domenico Labocetta, Giuseppe Marchesi, Del-Sarto,
Ferranti, L . Mario Arnaud , Luigi Walter, Susini, Giuseppe Tosgobbi, Ro
monta, Mazzoleni, De-Lauro, Whitworth , Cayroli, Sicuro, Dufresne, si chiu
deva nella storia una delle più splendide fasi del nostro teatro lirico italiano.
In essa incontriamo, ad onta di tutte le difficoltà , delle lunghe traversate
e i perigli delle calamità climateriche, un 'era rimarchevole , creata dallo
spirito artistico , dalla magia del talento e del potere miracoloso dei grandi
sacerdoti dell' arte lirica che, affrontando i perigli, dell' oceano, dimenti
cando le ovazioni conquistate sulle sponde del Tamigi, della Senna, del
l'Arno e del Tevere, volavano verso il giovane Impero , dove li chiamavano
l'amore all'arte e l'entusiasmo di tutto un popolo per il bello .
E fu così che poterono risuonare nel mistico tempio di Euterpe della
« Corte » gli accenti dei più belli spartiti dell'arte e dell'ispirazione, non
ancora sconvolta dalla scienza bizzarra e calamitosa dei nostri tempi.
« por sua riqueza ao par de sua nomeada bem conhecida nas artes e nas
a letras.
« O empresario, Sr. Amat, além de seu merito artistico, é bem reco
a mendavel pela sua actividade, tem hoje, mais de que qualquer idea de
« interesse , a sua major gloria pendente do desenvolvimento e esplendor
« da Academia de Opera Nacional.
« E nem ao menos temos hoje que esbarrar deante do mais difficil...,
« para não esperar a prompta creação do theatro lyrico Nacional: nem ao
«menos sentimos hoje a falta do pessoal indispensavel para a companhia
« de canto , pois que já podemos contar com os principaes cantores, sopra
« nos, tenor, baritono, baixo.
« O Governo Imperial, garantindo a educação de 4 a 8 meninos de
« ambos os sexos, em casa ou estabelecimento de reconhecida moralidade,
« como pensionistas destinados á Academia , e por outro lado o conserva
« torio de musica animado e protegido como vai sendo, promettem em
« breve prazo artistas novos ao theatro lyrico nacional.
« O Governo fez o que podia : algums distinctos cidadãos apresentão-se
« à frente da patriotica idéa ; os artistas já não faltarão ; e para o futuro
a poderão vir a sobrar ; o que é pois ainda preciso para que se não demore
«mais a fundação da Academia de Opera Nacional.
« E ' preciso que concorrão accionistas e socios, sem os quaes nada se
« pode levar a effeito .
« Bem poucos são os socios: 25 accionistas, 25 socios com familia e 50
« sem familia, eis tudo quanto se pede a numerosa população da capital do
« Imperio.
« Estamos seguros de que se encontrerá este numero. Saudamos por
« tando com jubilo e esperanças a Academia de Opera Nacional.
Ecco il programma :
« De pois de haver benignamente acolhido a idéa de uma academia de
« opera nacional, destinada a propagar e desenvolver o gosto pelo canto em
« lingua patria , e crear nm theatro lyrico nacional, em que possa ser culti
« vado o natural talento e reconhecida vocação de tantos brazileiros de am
« bos os sexos, o governo de S . M . o Imperador dignou -se conceder a José
a Amat, os seguentes favores :
« 1. Dar o titolo de Imperial á mesma Academia .
« 2 . Franquear duas vezes por semana o salão da 2a ordem do thea
« tro lyrico, para as suas representações em dias e horas que não coincidam
a com as recitas ordinarias da companhia, com que o governo contractar
« a representação de peças lyricas no mesmo theatro.
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« rente no Banco Mauá, e applicado pelo empresario aos aprestos que forem
« necessarios no salão do theatro lyrico, ou onde fór mais conveniente, e
« a supprir a differença que houver nos primeiros tempos entre a recita e
« a despeza da academia .
« 8. Depois de installada a academia , os propostos para accionistas
ae socios serão julgados por uma commissão especial nomeada pelo con
« selho director.
« 9. Nenhum accionista poderá transferir a sua acção senão á pes
a soa acceita pela mesma commissão especial.
« 10. Os accionistas e socios são responsaveis somente pelas quan
« tias com que subscreverem .
« 11. A academia dará representações de canto em lingua nacional,
de cantatas e idylios, e tambem de alguns actos ou scenas de poera já re
a presentadas aqui. E logo que se achar habilitada representará, tambem
« em lingua nacional, algumas das melhores operas italianas, francezas e
« hespanholas ainda não conhecidas aqui.
« 12. Uma vez cada anno pelo menos, a academia dará uma parti
« tura nova de composição nacional.
« 13. A academia dará 10 % do producto illiquido de cada recita aos
« autores de qualquer opera lyrica nacional que fór por ella representada,
a sendo 4 % para o autor do libreto e 6 % para o compositor. Egual premio
a poderá dar por emquanto aos autores de cantatas e idylios em lingua na
a cional, que fórem julgados dignos desse favor pelos conselhos artisticos
ae director.
« 14 . Quando as circumstancias o permittirem , a academia poderá
« designar premios fixos aos autores de operas lyricas nacionaes que fórem ,
« a juizo dos ditos conselhos, de merito inquestionavel.
« 15 . A proposta para os meninos destinados á academia , que tenhảo
« de ser educados e sustentados sob do auspicios do governo imperial, será
« feita pelo empresario, approvada pelo conselho artistico, e submettida
a pelo conselho director á consideração do mesmo governo » .
Rio de Janeiro, em 25 de março de 1857
Marquez de Abrantes, - Visconde de Uruguay - Barão do Pilar - Franci
sco Manuel da Silva - Joaquim Giannini - Manuel de Araujo Porto Alegre -
Dionisio Vega - Isidoro Bevilacqua.
.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . .. . .. . .. . . . .. . . . . ..
Questa nobilissima idealità non rimaneva schiava di un infecondo im
perialismo, poichè il 16 luglio (1857), il segretario Manuel Araujo Porto
Manuel» , Araujo
Alegre annunziava, sotto il nome di « Sessione drammatica la primaPorte
rap
presentazione della nascente opera nazionale .
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purezza, il Brasile poté vedere alcuni illustri suoi figli battezzati alla fonte
dell'opera nazionale, conquistare rinomanza ed allori sulle scene dei tea
tri del vecchio mondo, comprati a prezzo del loro talento .
A questo proposito, rimarchiamo che il conservatorio di musica, parte
veramente integrale della sorgente opera nazionale, contribui non poco alla
realizzazione della simpatica istituzione, cominciando a dare, malgrado i
suoi pochi anni di esistenza, dei buoni frutti nel canto , nella composizione
e nello strumentale ( 1).
Per essere completi, menzioniamo per ordine storico i nomi dei primi
cantanti che emergono nell'arte lirica dell'opera nazionale : Carlotta Milliet,
giovane brasiliana, a cui Dio aveva concesso una bella voce di soprano, fu
l'anima dell'opera nazionale, e più volte onorata dall'impresa dell'opera ita
liana, cantante a fianco della celebre De La Grange (2 dicembre 1858), e
protagonista nella « Linda di Chamounix », nella « Norma » e in altre opere.
Marietta Siebs, carioca legittima, egualmente allieva delle classi di
canto e declamazione del conservatorio di musica, dalla voce calda ed affa
scinante, tanto gradita al suo debutto coll'opera « A Estrèa de uma artista » ,
datasi al teatro Gymnasio (27 giugno 1862), divenne poscia una delle più
insigni cantanti della sua patria (2 ).
Leonora Dorjean, parimenti brasiliana, proveniente dalla stessa scuo
la , il cui talento, a soli 16 anni di età , e con una voce delle più belle che si
erano udite, prometteva conquistare serenamente uno dei primi posti nelle
scene liriche, debuttava nell'opera « Brincar com fogo » Cottobre 1857).
Giulia Millans de Castro e Luigia Amat, due eccellenti voci di soprano
e contralto, furono parimenti due principali parti della scena lirica nazionale .
Nella stessa linea si mantengono due altre brave artiste , dotate di bella
voce: Paulina Gianelli e Eloisa Marechal. Quest'ultima non giunse a pre
sentarsi al pubblico dell'opera nazionale ; partiva per l'Europa a bordo del
a Tamar » (8 giugno 1858), per compire i suoi studi a Milano, a spese del
l'impresario del teatro lirico italiano, cui parve, per le felici disposizioni
dimostrate, ed una voce tra le più belle, dovesse divenire una cantante di
merito eccezionale.
A quanto pare, la giovane brasiliana (era nativa di Rio de Janeiro), non
riusci a trionfare nell'arte lirica , giacchè mai più si fece accenno al suo
nome.
Segnaliamoanche gli uomini: E . Marura , Mario da Trindade, G . Toledo,
Hyginio José de Araujo, Eduardo Moreira, Normandia , Cintra , Lima, ai
quali si aggiungevano i conosciuti artisti stranieri Eduardo Ribas, Ricol
doni, José Amat, Giullemet e Cervini, considerati fattori artistici di un'ar
te che si sviluppa in onore della patria.
Era questa la schiera degli artisti nazionali e dei pochi stranieri, che
precedeva col massimo ardore, colla massima alacrità ad un lavoro pre
paratorio di 75 rappresentazioni realizzate dal 1857 al 1863, interpretando
senza tener nota delle riprese, le seguenti opere : « A Estréa de uma artista » ,
opera in due atti, di J. J. dos Reis ; (1a volta , 16 luglio 1857, teatro Ginna
sio ; « Brincar com fogo », di . ... . . .... (31 agosto ); « O Beijo » , opera in
un atto , e l'operetta « Boas Noites» (30 ottobre) ; « A volta de Columella » ,
opera di Fioravanti, con esito e soddisfazione generale (24 novembre 1857);
« Os expostos », nuova opera del maestro Ricci, cantata , come tutte le al
tre, in lingua nazionale (20 aprile 1858 ), (teatro S . Januario); « O Dominó
azul » , opera in tre atti, di Arrieta (8 maggio 1858), debole successo; « Os
Diamantes da Coroa » , di Barbieri, teatro S. Pedro de Alcantara ; « Nina » ,
di Coppola , debutto dell'artista Hygino José de Araujd (21 giugno 1858) ;
« Norma » di Bellini, in lingua nazionale, protagonista : Carlotta Milliet e
Giulia Millans, cantata con straordinario successo al teatro S. Pedro de
Alcantara (12 agosto 1858) (3 ); « A Locura do Amor », opera del maestro
(3) Dobbiamo notare che questo e gli altri menzionati teatri erano ceduti gentil
mente e provvisoriamente per le recite dell'Opera Nazionale, finchè non fosse edifi
cato il suo, il quale doveva innalzarsi nel campo di Sant'Anna, prossimo alla via
Larga di S . Joaquim . Detto teatro era aspettato con ansia ; doveva sorgere in onore
dell'armonia, onde abbracciare nel suo seno l'Opera Nazionale e perpetuare i nomi de'
protettori della bella e patriottica istituzione. Sfortunatamente non giunse a edifi
carsi, a causa del signor D . José Amat, il quale voleva che il terreno, in cui doveva
essere costruito, fosse comprato in suo nome, mentre la legge, che concedeva le lotte
rie , dichiarava invece che detto teatro dovesse rimanere proprietà nazionale .
Questa complicata storia del nuovo teatro e delle lotterie fece scrivere, nel 1861,
ad un critico, il seguente :
A minha mofina desde muito tempo é a necessidade de se regenerar o theatro
nacional dramatico . A opera lyrica nacional pode ser uma instituição utilissima, e
apezar de todos os grandes senões que emesquinhão a que hoje temos, o paiz já colheu
della algums fructos. Mas a opera lyrica nacional não pode fazer perder o interesse
que deve despertar o theatro dramatico nacional. Já demonstrei vinte vezes que a
regeneração ou antes creação do theatro dramatico nacional não é obra que esteja
nas forças de emprezario algum , e pe somente o governo está no caso de effectua -la .
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Coppola , interpretata con lieto successo dalla Luigia Amat, Giulia Millans,
José Amat, Eduardo Ribas, Trindade, Normandia e Filippe (30 ottobre
1858); « Pipelet » , opera del maestro Ferrari, cantata dalla Carlotta Mil
liet, Paolina Gianelli, Ricaldoni, José Amat, Trindade e Olive (28 ottobre
1859); « D . Chico Cerfolio », opera di Degiosa, eseguita dalla Milliet, Eduardo
Ribas, Marina, Trindade, Cintra e Maura (17 novembre 1860 ); « Noite de
S. João »), opera di Elias Alvares Lobo, interpretata dalla Luigia Amat
Carlotta Milliet, Eduardo Ribas e José Amat (14 dicembre 1860, teatro
S. Pedro de Alcantara); « Crispim e a Comadre » , opera dei fratelli Ricci
(marzo 1871); « Moema e Paraguassú » , nuova opera del maestro Sangiorgi,
su poema del dottor Francesco Bonifacio de Abreu , interessante episodio
della vita di Diego Alvares Corréa , il « Caramurú » (luglio 1861); « As Bo
das de Joanninha », opera comica in un atto, del maestro Martin Assú , su
libretto di Machada de Assis, considerata sentimentale e delicata, però con
freddo successo (6 agosto 1861); « Noite do Castello », opera in tre atti, del
giovane maestro A . Carlos Gomes, su libretto di Antonio José Fernandes
dos Reis; successo strepitoso che assume un vero trionfo , cantata dalla
Luigia Amat, Guillemet, Marchetti, Eduardo Ribas, Trindade e Horeira (4
settembre 1861, teatro « Provisorio » ); « Dous Amores » , dramma lirico
in tre atti, dedicato a sua M . l'Imperatore del Brasile, musica della contessa
Roswadouska, su libretto del poeta dottor Manuel Antonio de Almeida,
cantata dalla Carlotta Milliet, Guillemet, Trindade, Soares, Marchetti e Fi
lippe, (gennaio 1862); « A Transviada » (La Traviata ), opera di Verdi, can
tata dalla Carlotta Milliet, Marchetti, Cervini, Soarees, F . Alves, Trindade,
Belli e Guillemet (19 marzo 1862) ; « Côrte de Monaco » opera leggera ,
Até dous ou tres annos passados no havia desculpa nem explicação para o de
scuido e a incuria do governo a este respeito.
Agora tudo se escusa com a falta de dinheiro e com as circumstancias pouco ani
madoras do thesouro publico .
Mas eu creio que nem , essa desculpa aproveita . A primeira é, sem duvida, muito
avultada despeza, que o governo teria de fazer, para entrar na grande obra civiliza
dora e moralizadora, de que fallo, seria exigida pela construcção ou pela acquisiçao
de um theatro digno da capital do Imperio : seicentos ou setecentos contos pelo menos.
Isto faz recuar dous passos a benzer -se com a mão todo os economisas, que, alias,
nem sempre economizão .
Mas eu vou offerecer ao governo os meios de arranjar muito e muito mais de
mil contos sem tocar em um real do thesouro publico , sem crear novos impostos, e
sem decretar novas loteria .
Vamos a este segredo que é o mais simples possivel.
O governo obteve-das-cameras grande numero de loterias para a construcção de
as-cameras ronde numero de loterias para a construcção de
um theatro que deveria custar 700 :000, creio eu : fe -las correr ou todas, ou já em
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scritta nella forma di Zarzuela, di Domenico José Ferreira, versi di Fran
cisco Gonçalves Braga, interpretata dalla Marietta Siebs, Luigia Amat, José
Amat, José Eduardo Moreira, Trindade, Cintra e Lima (6 ottobre 1862) (4);
« Joanna de Flandres », seconda nuova opera di A . Carlo Gomes, in tre atti,
eseguita dalla Teresina Bayetti, Luigia Amat, Achille Rossi, Giuseppe Maz
zi, Luigi Walter e G . Cervini, riportando un successo dei più clamorosi (7
grande parte, e se algumas não correrão ainda forão por certo extrahidas a seu
tempo .
0 producto dessas loterias é portanto para um theatro e não pode ou não deve
ser aplicado a outro serviço.
Ouve idea de se construir o novo theatro no Campo da Acclamação, na face que
se estende entre as duas ruas do Conde, velha e nova, e o governo comprou ahi algums
predios, que servem hoje para algumas repartições publicas. Mas essas repartições
publicas não têm o memor direito de serem aproveitadas sendo o dinheiro destinado
para a construcção do theatro, e por tanto o governo tem dedosito para dar ao
publico um theatro, tanto quanto é a somma dos productos das loterias já extrahidas.
Eis ahi prtanto já uma quantia avultadissima que chegará penso eu, a setecentos
contos quando tiverem corrido todas as lotarias. Se o governo persite na idea de con
struir um theatro novo, ahi está o dinheiro que as cameras lhe concederão para isso,
e contente- se ; porque a « Chronica da Semana » não lhe dá em tal caso nem um
vintem de mais.
Se porém não quer metter- se em obras que sempre lhe sahem muito caras vu
prefere desapropriar ou comprar um bom theatro , terá além daquelles setecentos contos
mais algums contos de reis que tambem não hão sahir do thesouro, e que hão de
hair da bolsa do povo , quer o governo compre ou costrua theatro, quer não, — Othea
tro de S. Pedro de Alcantara tem de receber na Côrte cinco annos, e em , Nictheroy
durante nove, um auxilio pecuniario devido ao producto das loterias concedidas, pro
ductor que é adiantado pelo thesouro e que deve importar em uma somma que, se
gundo os calculos de uma pessoa habilitada , não será menor de setecentos contos » .
(Jornal do Commercio, « Cronica da Semana).
(4) E ' utile si sappia , che fin dal 7 settembre 1862, la direzione, o impresa, dell'o
pera nazionale, terminando il suo mandato, passava , in detta data , l'amministrazione
ad una nucva amministrazione, alla cui testa si trovavano tre cospicue persone :
Francisco Manuel da Silva, Joaquim Norberto de Souza e Silva, e il dottor Antonio
José de Araujo, i quali firmavano un nuovo contratto col governo pel sostegno del
l'opera lirica nazionale e italiana.
Questa nuova direzione non prometteva allargare i confini dell'arte lirica, ma s'i.n
pegnava di organizzare una compagnia lirica italiana, non trascurando il programma del
l'opera nazionale, composta di artisti di merito e forze regolari in relazione alle risorse
di cui disponeva, e degna del favore del pubblico. Parole di lode ebbe il pubblico per
quei distinti signori vedendo accettare l'arduo compito , nei cui sforzi avevano piena
fiducia procurando agli artisti nazionali quello stimolo di cui tanto necessitavano e
mettere a profitto il loro talento e vocazione. Infelicemente, il 14 marzo 1863, l'anima
della direzione in parola , Francesco Manuel da Silva, per motivi finora ignorati, si
dimetteva .
- 211 -
nella propria Patria (5 ) dal suo autore, periva nell'incendio del teatro
S . Januario (1864) .
Dobbiamo anche constatare il talento e il successo di Henrique Alves
de Mesquita, colla sua opera « O Vagabundo » , scritta su libretto di Fran
cesco Gumerate, liberamente tradotto in lingua nazionale dal dottor Vin
cenzo De-Simoni. Detta opera, veniva rappresentata per la prima volta,
sulla scena dell'opera nazionale , il 24 ottobre 1863, interpretata dagli arti
sti : Luigiá Amat (Adela ); Rossi (Barone di Monfort), Walter , (Barone di
Mery), Mazzi (Conte di Savigny), Tindate (Marchese di Punzeira), Bolgiano
(Eduardo Beaumont), la Dejammi (Isaura ). "
L 'esito fu un trionfo per l'autore. Nella sua opera, — caso strano —
scritta a Parigi ai primi anni dei suoi studi, non traspariva il gusto e la
tendenza alla scuola francese; al contrario , vi dominava la forma e la
bellezza dell'ispirazione melodica italiana.
Quindi, senza internarci in tutta l'opera, si può sintetizzare che tre
pezzi, uditi ed accolti con un uragano di applausi, furono : il duetto assai
bello del primo atto (Isaura ed Eduardo) e quello, non meno bello, del
secondo atto (Isaura e Vagabondo ). Oltre a questi ed altri pezzi, convien
citare il finale dell'opera , nel quale primeggia , con grande poesia, una frase
del tenore : « Vencido, humilhado, eu longe do mundo » .
Concludendo, l'autore fu chiamato il primo talento musicale del Bra
sile . In tal detto , non v 'ha dubbio, traspariva un po' di esagerazione, dato
lo esaurimento degli aggettivi coll'apparizione di Carlos Gomes e la sua
« Joanna de Flandres » .. .
L' assenza , del resto , la lontananza aumenta sempre il merito del
l' artista .
Certo , il Mesquita era un bel talento musicale, su di cui si ponevano
le più liete speranze, ma non comparabile a quello che sorgeva alla stess'e
poca, di Carlos Gomes, il di cui estro melodico, e la bollente immagina
zione, lo destinava alle più brillanti imprese artistiche.
Alla sua serata d'onore, avuta luogo il 26 ottobre 1863, intervenne un
numeroso pubblico, ciò per mitigare anche le sue pene, sentite nella capi
tale francese, ove si trovava (6 ).
Parliamo anche del maestro Elias Alvares Lobo, di cui i pochi ammi
ratori vollero fare un emulo impossibile dell'autore della « Joanna' de Flan
dres » . Dobbiamo essere sinceri. Poichè, malgrado la stampa carioca pro
digasse grandi elogi al suo primo lavoro « A Noite de S . João » , rappre
sentato , in prima udizione, il 14 dicembre 1860, al teatro nell'opera na
stosa baia del Guanabara , urli frenetici, risuonarono colla parola : « Viva
De La Grange! » .
La De La Grange fu chiamata la Regina della scena lirica fluminense.
E come tale, la valente interprete della « Norma », dei « Martiri» , della
« Traviata », del « Trovatore » , della « Sonnambula » , della « Maria di Ro
han » , del « Rigoletto » , della « Lucrezia Borgia » , del « Mosè in Egitto » ,
fu inneggiata a nome dei sentimenti di tutto il popolo musicale brasiliano .
Un riflesso di codesti sentimenti noi lo troviamo, ma più eloquente nei
seguenti versi, suggeriti dall'amore che portavano all'arte d 'un periodo glo
rioso, scritto dal chiarissimo A . J. Nunes Garcia il 21 agosto , alle due del
mattino ( 1858) :
no gli spettacoli in segno di lutto pei primi caduti nelle contrade di Pay
sandú, questa volta , all'annunzio della detta grande vittoria raggiunta dal
valoroso ammiraglio Barroso, tutti i teatri della capitale, aprono le loro
scene al suon dell'Inno Nazionale, cantato con entusiasmo da tutti gli arti
sti, terminando col prorompere di un « Viva » delirante all'esercito, alla
marina e all'Imperatore. Il solo teatro, ove non risuona un grido analogo,
è il « Provisorio », nel cui recinto regna il silenzio , affiancato dalla crisi
che segna la sua decadenza e dalla critica, che trova poco logico di mettere
alla testa d' una simile impresa degli uomini privi di elementare conoscenza
d 'arte . Per tal modo, ad onta di persistere lo sciopero della maggior parte
degli artisti lirici, l'impresa riapre il teatro il 26 luglio, e stabilisce degli
spettacoli misti.
A dette ricordanze , che sono la negazione dell'arte musicale : « Illu
sioni negromantiche » , ad esempio , d'un celebre prestidigitatore chiamato
Hermamm , succedevano le meschinissime rappresentazioni drammatiche .
Un elemento pregevolissimo di questi spettacoli era la prima donna
Agnese F . Murri, che cantava' fra gli altri pezzi, il waltzer del maestro Stra
kosch , pezzo favorito di Adelina Patti, dalla stessa cantato con grande suc
cesso a Parigi.
Due leggiadre stelle del ballo , Marietta Baderna e Virginia Ferrari,
già festeggiate nei grandi balli delle opere liriche e nelle creazioni origi
nali, entusiasmano il pubblico nei loro costumi d'uomo, in un passo spa
gnolo .
Di certa importanza fu l'apparizione del professore Comingio Gagliano,
che si diceva inventore di un nuovo istrumento , battezzato col nome di
« Caixa de Cristal » , poscia ribattezzato « Copophone» , dall'illustre artista
drammatico Furtado Coelho, il quale giunse in un modo pregevole ad emu
lare l'inventore Gagliano , facendosi applaudire in molti concerti, Certo che
il Gagliano aveva maggior scenica del Furtado Coelho, giacchè giunse ad
eseguire con molta perfezione la celebre polka « A Faceira » del noto flau
tista Reichert, ed una tarantella assai difficile (2 ).
Rammenteremo inoltre le poche recite che si succedono dall'ottobre
al dicembre, rinforzate alquanto dai pochi artisti che giungono dall'Italia .
Ma ad onta di ciò, l'assieme pare disuguale e squilibrato , e peraltro nep
pure le masse potevano essere scevre di osservazioni. La sola Briol, sem
brò sollevare l'anima del pubblico prestando il suo stile , la sua buona arte
230
Gli onori resi in questo momento alla grande artista, non erano di
quelli che toccavano la esagerazione. Si trattava di una individualità arti
stica, le cui sfolgoranti doti nell'arte del bel canto italiano, erano state con
sacrate dalle platee internazionali !
Potremmo ricordare anche la serie dei suoi concerti che, per l'equili
brio intellettuale della stupenda triade, riuscivano emozionanti. Tra i pezzi
cantati dall'illustre artista nei suoi dodici concerti dati al teatro S . Pedro
de Alcantara e al lirico fluminense, dal 4 luglio all'11 agosto, è da ricor
darsi il famoso « L' éclat de rire » di Auber, un pezzo di fattura volgare ! ma
la magia del canto della diva, ne faceva un gioiello d 'arte , tale era la grazia
incomparabile e inimitabile con cui lo eseguiva . Il pubblico, già esultante
per la fine della guerra, rideva a crepapancia all'udire il caratteristico pez
zo, per quindi inumidire i suoi occhi ascoltando l' « Elisir d ' Amore » ,
l « Ave Maria » di Gounod, la polacca dei « Puritani » , la « Ballata » di Tito
Mattei, espressamente scritta per la signora Carlotta Patti. Concorso efficace
per il brillante esito di questi concerti, fu quello dei suoi degni compagni
d 'arte, Ritter e Sarasate, della cui virtuosità nell'arte pianistica e violini
stica faremo cenno più avanti.
La storia ci dice anche che interessanti furono anche i programmi ese
guiti da un 'orchestra di 50 professori, la cui direzione, il Ritter affidava al
noto professore Gravenstein .
Lo svolgimento di tali programmi fu una crociata di benedizioni, poi
chè, in grazia del Ritter, il cui intento era di offrire al pubblico musicale di
Rio delle audizioni di buona musica, si poteva riudire, dopo 27 anni, la stu
penda sinfonia Pastorale , di Beethoven . Di Wagner, il geniale compositore,
che già camminava dritto per una via che lo conduce all'alta cima dell'arte ,
si udiva, in prima audizione, la sinfonia e la marcia del « Tannhauser » , e
l'ouverture drammatica del « Rienzi ».
- 232 -
« Fra Melitone » , di cui fece una vera creazione. Amalia Pasi, principale
protagonista dell'opera, pur non avendo una voce dal timbro caldo e pene
trante , apparve una eccellente « Leonora » .
Oltre alle due opere citate, se n 'ebbe una terza : « Il Vagabondo » di
H . Alves de Mesquita. Quest'opera, quantunque già udita nel 1863, rappre
sentata dalla compagnia d 'opera nazionale in lingua vernacola , noi la consi
deriamo nuova, perchè rifatta, con aggiunte di alcuni pezzi, e cantata col
testo italiano. Ne furono interpreti: la Escalante , Lelmi, Marziali, Ordinas,
e l'esito fu gradito all'autore.
Nel corso di queste rappresentazioni, si riudiva l'opera che fu oggetto
di numerose e calorose ovazioni: « Gli Ugonotti» , cantata dalla stessa accla
mata artista dell'anno anteriore, Giulia Casc. L 'esecuzione lasciò un poco
a desiderare. L 'egregia cantante non era più in possesso delle sue forze
fisiche e vocali; una malattia che l'affliggeva si era aggravata, per non mai
più lasciarla tornare ai suoi passati successi. L'insigne artista partiva per
l' Europa, ove pochimesi dopo , soccombeva in seguito ad un 'operazione chi
rurgica. Per sostituirla , l'impresa scritturava la prima donna brasiliana Ma
rietta Siebs, che tornava dalla stagione lirica del Colon , di Buenos Ayres,
ove cantò con lieto e brillante successo. Giunta a Rio de Janeiro (settem
bre 1871), debuttava il 3 ottobre, nell'opera « Faust» di Gounod, con un
esito felicissimo. Non meno brillante fu il suo secondo debutto col « Ballo
in Maschera » , emergendo ammirabilmente nella graziosa parte di « Oscar » .
Ma il maggiore suo successo l'ottenne negli « Ugonotti » , cantando nella
parte di Valentina, la cui individuale interpretazione destò un entusiasmo
straordinario. Trionfò nel fortissimo duetto con Marcello , e meglio ancora
nel gran duetto del quart’atto, nel quale emergeva in modo meraviglioso
quando profferiva con un sentimento tutto suo la parola : « T ’ amo » .
La Siebs aveva tutto in suo favore : la figura elegante , il portamento
distinto , una voce calda e armoniosa, il sentimento dell'arte . Il suo metodo
del bel canto si era perfezionato sotto la scorta dell'insigne maestro San
Giovanni, in Milano, e ai consigli del Rossini, che aveva per la giovane
Marietta Siebs un vero entusiasmo. Rammentiamo il racconto del successo
che riportò al teatro S . Carlo di Napoli (1869), sostenendo in modo mara
viglioso , la parte di Jnes, nell'« Africana » , di Meyebeer. La stampa le fu
prodiga di elogi. Non meno prodighi di lodi e di deliranti applausi furono
i suoi concittadini, nella sua serata d 'onore al teatro D . Pedro II (1871) ; il
pubblico , in delirio , le attestò il suo gradimento , festeggiandola con frene
tici e prolungati battimani, discorsi, ricchissimi doni e pioggia di fiori.
Ritiratasi ancora giovane dalla carriera lirica, in seguito ad una malat
ti delle corde vocali, che non le permettevano più di sostenere la respon
- 236 _
sabilità di un 'opera intera, visse della sua arte nella città nativa, Rio de
Janeiro, ove era nota il 1843, sempre considerata ed apprezzata pe' suoi
gloriosi ricordi artistici, e per la sua professione di maestra insigne del
l'arte del canto , professione che esercitò sino alla morte con intelletto e
grande amore. Della sua eccellente scuola e del suo bello stile profittarono
moltissime allieve , le quali furono le uniche a tributare un modesto ma
sentito omaggio all'artista illustre, che moriva, nel 1908, a 65 anni di età .
Un rinomato giornalista, Arturo Azevedo, sfogliando i giornali del mat
tino, all'indomani del decesso della compianta artista, leggeva nella lista
dei morti il nome di Marietta Siebs; e illuminato da vivaci ricordi dei
trionfi artistici dell'egregia estinta , scriveva nella sua « Palestra » del gior
nale « O Paiz » , queste sentite parole :
« Pobre Marieta Siebs ! Quem diria que te levariam assim ao cemite
« rio tão em silencio , tão desacompanhada, sem uma flor, sem uma
« saudade ?
« Se morresses ha trinta annos, o teu enterro seria outro , todos os
« jornaes publicariam longos necrologicos . . . Tinhas tão bonita voz, can
« tavas com tanta arte, provocavas tanto enthusiasmo quando te fazias
a ouvir no palco ou nos salões de concerto, e eras tão linda, tão sympa
« thica, tão honesta !
« Pobre Marieta Siebs, nobre artista que tiveste algum talento e muito
« coração, ninguem mais se lembrava do teu nome, que ahi fica escondido
« no anonymato do obituario . . .
« Pobre Marieta Siebs ! . . .
L 'anno seguente 1872, alla compagnia drammatica del celebre Ernesto
Rossi, succedeva la compagnia spagnola di Zarzuela , diretta da Tommaso
Galvan, nel cui elenco figurava la signora Garcia , un'artista intelligentis
sima. Ne era direttore d 'orchestra D . Juan Canepa, buon musicista e in
signe concertista di contrabasso .
Siamo al 1873 e in ansiosa attesa di una compagnia di canto italiano
condotta dall' impresario Giuseppe Curti, nel cui elenco artistico spicca
vano i seguenti nomi: Palmira Missorta, Augusta Cortesi, Leopoldina Ivie
scoska, Giulia Consolani; Giuseppe Torresi, Ernesto Berli, Erasmo Cornili,
Gerolamo Spalazzi, Domenico del Negro e Eduardo Papini. Direzione mu
sicale: Angelo Agostini.
Venendo al merito degli artisti, ci sarebbe da osservare che niun d 'essi
era preceduto d 'una rinomanza artistica di grado superiore.
Ma bisognava convenire che nell'assieme omogeneo e armonioso spic
cavano quattro bellissime voci: della Missorta, della Cortesi, del Torresi
e dello Spalazzi.
- 237 -
Lo stesso non succedeva l'anno lirico del 1874 , che passava in buona
pace forzata, senza gorgheggi di gole e di istrumenti.
Ma nell'anno 1875, si aveva una buona compagnia lirica italiana, la
quale dall’agosto al novembre, allestiva i seguenti spartiti : « Trovatore » ,
Barbiere di Siviglia », « Ruy Blas », « Ernani », « Cenerentola » , « Travia
ta » , « Faust » , « Lucia di Lammermoor », « Favorita » , « Crispino e la
Comare » , « Romeo e Giulietta » .
Nell'elenco artistico, oltre ai cantanti già uditi e riuditi, figuravano due
nomi novelli : la prima donna soprano Giuseppina d 'Amico, e la pregiata
prima donna mezzo soprano contralto Biancolini. Delle opere citate , « Ro
meo e Giulietta » , la quale servi pel debutto della Biancolini, parve più
che mai viva e vitale . La preziosa gemma del cigno catanese, nuova per
molti, riudita con piacere dagli altri, trovava nella protagonista Biancolini
(Romeo ), una interprete finissima, per cui consegui i primi onori della
stagione. La cavatina : « Se Romeo ti uccise un figlio » e la bella roman
za : « Ah se tu dormi, svegliati », ispirata pagina di Vaccari, che sempre
sostituisce il pezzo scritto dal Bellini, furono cantate con raro sentimento
e maestria , il successo fu dei più deliranti.
Si potrebbe mettere anche in prima linea il successo che riportò la
Cortesi, nella « Lucia di Lammermoor » , che fu un incessante rivelarsi di
bellezze vocali, invidiabile facilità di vocalizzo, superando sempre con
bravura le più ardue difficoltà. Fu la prima a cantare, nella sua serata
d ' onore, la popolare romanza : « Dimmi che m 'ami» , di Palloni,
Un altro lieto successo di questa stagione lo ripartava il basso Carlo
Trivero , nell'opera « Crispino e la Comare » .
Finalmente, pel primo novembre, l'addio della compagnia .
Per la verità della storia , dobbiamo rendere noto che tutta la stampa
cittadina lodò la condotta di assieme di questa compagnia , giacchè essa
era una promessa, un incoraggiamento , per il buon esito di altre imprese.
Difatti codesta promessa , ispirata al decoro forte del nostro teatro
lirico , veniva realizzata nell'anno seguente 1876, dal maestro Angelo Fer
rari, che, fattosi impresario, doveva lasciar di sè le più lodevoli rimem
branze per la sua gestione, nel mondo lirico della nostra capitale , durante
una decade di anni. In grazia a lui, le opere dei più grandi compositori,
quelle le quali non avevano conosciuto il mondo delle stranezze armoni
che, vi brillano con le loro ispirazioni. Gli « Ugonotti » , l' « Aida » , il « Me
fistofele » , il « Profeta » , il « D . Giovanni» di Mozart, il « Lohengrin » , il
« Poliuto » , ecc., trovarono il loro effetto nel canto e nell'interpretazione
degli artisti di fama europea, i cui nomi via via verremo accennando :
Emma Wiziack, Fanny Rubini, Elena Sanz, Giuliano Gayarre, Ippolito
--- 239 -
(4) I prezzi d 'ingresso dell'epoca : varanda e cadeira di prima classe : 6.000 ; Idem
de seconda classe : 3.000 ; Galleria e entrada geral: 2 .000 ; Camarote : 40.000.
(5) Non confondere questo nome coll'omonimo Angelo Ferrari impresario , di cui
non era neanche lontano parente.
- 240 --
Tutti gli artisti tornavano in Europa, per mai più — almeno il Gayarre,
la Wiziack , la Rubini - ritornare a Rio de Janeiro.
La sorte sorrise per lunghi anni alla carriera delle due insigni artiste.
Più sorridente fu , evidentemente , per Giuliano Gayarre.
Nel 1890, quando la sua fama non aveva più bisogno di alcuna parola ,
soccombeva , il 2 gennaio , vittima dell'influenza, nella capitale della sua
patria - Madrid - ben lontano dal suo paesello Roncole, ove, da pastore
modesto , era nato nel 1844.
Per concludere: il pubblico era grato all'impresa Ferrari, la quale in
una stagione di due mesi gli aveva allestito nove spartiti di rinomanza ,
senza un centesimo di dote e con un biglietto d'ingresso a prezzo mitissimo.
L'anno seguente , 1877, si aveva di nuovo la compagnia lirica del 1873,
con qualche nuova artista, diretta non più dal Curti, ma dal tenore Torresi,
tanto applaudito alla sua prima apparizione.
La serie delle rappresentazioni di questa compagnia si chiudeva con
l'opera il « Guarany » , e terminava d 'una maniera degna di lode, poichè,
grazie ad essa, il pubblico del S . Pedro udiva per la prima volta la nuova
opera « Salvator Rosa » di A . Carlos Gomes, datasi in condizioni assai ap
prezzabili. Ormai i trionfi dell' impresario Ferrari, lo rendevano padrone
simpatico della piazza lirica di Rio de Janeiro , in cui nessun'altra compa
gnia analoga poteva fargli ombra, e così si ebbero delle stagioni di opera,
le quali, per la loro importanza, dovevano rimanere celebri nella storia
del nostro teatro lirico.
Le opere dei più grandi compositori vi brillarono di vivida luce, pel
canto e per la interpretazione di artisti di fama europea .
Ricorderemo così come spuntano nell'ordine cronologico : Antonietta
Baroldi Fricci ( 1877), tuttora nel fulgore della sua gloria , la cui bella voce
non aveva ancora sofferto la fatale rovina del tempo, si distingueva nel
l « Aida » , nel « Macbeth » , nella « Forza del Destino » , nella « Fosca » ,
negli « Ugonotti » , nella « Norma » , nelle cui situazioni drammatiche, quan
do le furie della gelosia e della vendetta ponevano sulle sue labbra quelle
terribili parole : « In mie mani alfin tu sei » , era veramente sublime.
Accanto a questa, quattro distinte prime donne sono degne di ricordo :
Luisa Vanda Miller , C . Noel Guidi, Felice Adalgisa e Luè Talia .
Nell'elenco artistico del 1878 altre prime donne di bella fama rac
colgono applausi ed ovazioni. Prima fra esse , era Antonietta Pozzoni-Ana
stasi, la creatrice dell' « Aida » al Cairo, artista appassionata e vibrante, che
trionfa nell' « Aida » , nella « Traviata » , nella « Favorita » , la cui esecu
zione, coadiuvata dalla meravigliosa voce del Tamagno, rimaneva memora
bile e indimenticabile fra noi.
- 242 -
nostro teatro Massimo, andava superba di averla come una delle celebrità
che ci venivano dal vecchio mondo. Ai lumi della nostra ribalta essa con
quistò le più vive simpatie del pubblico . Tutti ne ammiravano la espres
sione drammatica , il sentimento e il bel fraseggio musicale . Fu la prima a
interpretare, in Rio de Janeiro ( 26 settembre 1881), la parte di Margherita
Elena del « Mefistofele » di Boito, riuscendo , come poche, completamente,
nella fedele interpretazione delle intenzioni dell'autore, il quale , entusia
smato pel talento della virtuosa artista, le offriva un esemplare della sua
immortale opera, colla seguente onorevole dedica : « A Erminia Borghi
Mamo, soave Margherita , Elena idealissima, insuperabile interprete di que
sto spartito , in segno d 'ammirazione profonda e d 'immensa gratitudine.
- Arrigo Boito » .
Talento emergente di quest'opera fu anche il Castelmary, un Mefisto
fele mai superato da altri artisti. Nello stesso elenco artistico figuravano
tre nomi fra i più stimabili nell'arte del canto: Zina Dalti, Boronat, Enri
chetta Leawington , e il celebre Tamagno.
Dalle cronistorie teatrali brasiliane dell'anno 1882, anche altre canta
trici con invidiabili qualità artistiche si rendono degne di nota : (6 ) Sofia
Scalchi-Lolli, insuperato contralto , interprete ideale del Rondo : « No, no,
no » degli « Ugonotti » , del « Profeta » , del « Trovatore » , della « Semira
mide » , in cui, affiancata dalla Borghi-Mamo e dal Tamagno, mette in deli
rio la platea del D . Pedro II ; Medea Borelli ( 1882), bellezza classica , con
voce brillante ed estesa, di cui si serviva con sentimento , bravura e mae
stria , arricchita dal talento di eccellente attrice; le prime donne soprano
leggero Giuseppina Gargano, Palmira Ramballi, Silena Visconti e Lena
Bordato (1882), tutte precedute da bella fama, che trovano i più franchi
applausi della nostra scena massima; le prime donne comprimarie Isa An
tonietta e Rosina Terzano (1882), che riescono, malgrado le loro modeste
parti, ad arricchire la serie delle rappresentazioni di quei bei tempi. I ce
lebri baritoni Mattia Battestini, Enrico Storti; i tenori Francesco Marconi
e Roberto Ramini; i bassi Armando Castelmary, Clemente Perarvan e Va
lentino Tubertini (basso buffo ), facevano parte di questo glorioso assieme.
-
-
sempre salutati da un fragoroso applauso di sortita , e gli applausi e le chia
mate si ripetevano frequentemente nei principali pezzi dell'opera .
Meritano pure di essere qui ricordati altri tenori, che nell'arte del can
to simpaticamente emersero : A . Marin , l'eroe del « Guglielmo Tell » e dei
« Puritani» (1880 ), Carlo Bulterini (1880 ), Francesco Giannini (1880 ) e
Franco Cardinali ( 1883-1889). Quest'ultimo cantò col più gran successo ,
in prima udizione, la parte di Americo dello « Schiavo » di Carlos Gomes, e
meravigliò l'uditorio nella bella e leggiadra romanza : « Quando nascesti
tu » , di cui ad ogni rappresentazione si chiedeva la replica.
Come valenti tenori si possono ricordare Pelussich , Pasquale Lazza
rini (1883), Nicola Figner (1884 ), Adolfo Tecchi (1884), il Marconi, che at
tinsero il grado di celebrità (1885), legando i loro nomi a tutti i memora
bili successi delle gloriose stagioni liriche del nostro passato secolo .
Durante la fase lirica dell'impresa Ferrari si ebbero a udire otto opere
nuove : l'« Aida » di Verdi (2 ottobre 1876 ), la « Fosca » di C . Gomes
(15 luglio 1877), « Eurico » del maestro portoghese Miguel Angelo , « Re di
Lahore » di Massenet (13 ottobre 1879), « D . Giovanni » di Mozart, « Mefi
stofele » di Boito (26 settembre 1881), « Lohengrin » di Wagner (19 settem
bre 1883), « Gioconda » di Ponchielli (10 agosto 1885 ).
Quanto al successo di queste opere sul nostro teatro, ricorderemo che i
primi onori l'ebbe l' « Aida », il cui esito prese proporzioni veramente sen
sazionali per le sue eterne bellezze e per gli artisti che la interpretarono .
La segue da vicino la « Fosca » , le cui drammatiche, ispirate pagine,
sollevano ed esaltano l'orgoglio nazionale.
La terza opera fu « Eurico ». Quest'opera, basata su d'una estetica
falsa e priva di sentimento drammatico, era un 'accozzaglia di motivi, scrit
ti nella forma convenzionale, propria dei melodrammi antichi, senza ori
ginalità e freschezza di melodie. Nel concetto dell'opinione musicale, l'ope
ra del maestro portoghese si presentava sotto due aspetti ; alcuni la trovarono
un'opera superiore, altri al disotto della critica. Ad onta di ciò, il suo la
voro, posto in scena per cura di un nucleo di amici e connazionali, gli frutto
un brillante successo nella notte del suo beneficio : la colonia portoghese
gremiva il vasto teatro , risuonante tosto di battimani, ed offriva al maestro
doni di grande valore.
Felice e incontrastato fu l'esito che riportò il Massenet colla sua opera
il « Re di Lahore » , lavoro di alto pregio musicale . Quest'opera, però, tra noi
ebbe poche riprese.
Dopo le surriferite opere, il nostro teatro Massimo poteva , due anni
dopo, segnare nei suoi fasti gloriosi la prima udizione del « D . Giovanni »
di Mozart. Ma l'opera immortale , creata per una generazione che aveva
- 246 -
delle credenze e delle idee che non esistevano allora e molto meno ai nostri
giorni, non incontrò il favore del nostro pubblico, che non era veramente
alla portata d 'ammirare il più bel lavoro teatrale dell'arte classica .
Malgrado tutto, il nostro pubblico , forse in omaggio al geniale compo
sitore, che ebbe ad illustrare i fasti della musica , lasciando al mondo del
l'arte, nella breve esistenza di 34 anni di età, novecento e venti lavori, si
degnò ascoltare l'opera delle opere, con una attenzione alquanto religiosa,
accogliendo così quelle grandissime pagine, col trionfo del silenzio . E i
pieni suffragi del nostro pubblico di quei tempi non ebbe a meritarli nean
che quel genio , che già da parecchi anni camminava diritto per una via che
lo condusse all'alta cima della gloria , - Riccardo Wagner - di cui si udiva
per la prima volta il mirabile « Lohengrin » . Poichè il primo apparire del
l'arte wagneriana nel nostro ambiente musicale , invece di suscitare una
crociata di benedizioni alle bellezze poetiche e mistiche della nuova arte,
parve lasciarlo indifferente. Dal primo atto alla fine mancò la più scrupo
losa attenzione, e tutte le stupende bellezze del capolavoro del poeta, filosofo
e musico , a nulla valsero, perchè il pubblico d 'allora non seppe o non volle
comprenderlo. A nulla valse pure la bella interpretazione della Ferni, un 'El
sa adorabile, e dei suoi lodevoli compagni; lo stupendo « Preludio » , il
soave e bellissimo duetto d 'amore, il canto del « Cigno » , che, invece di com
muovere l'intero uditorio , lo addormento, e lo destò — secondo il racconto
di un critico — al cadere dei cappelli e dei binocoli, che sfuggivano dalle
mani dei dormienti, nella platea e nei palchi!..
Tale fu l'esito della prima opera del geniale compositore tedesco sulle
nostre scene liriche, che la storia registra come un triste insuccesso. E non
poteva accadere diversamente : le prevenzioni contro Wagner erano più
forti delle geniali bellezze musicali delle opere sue.
A segnalare le altre opere, se si eccettua l'« Aida » , nessuna ottenne gli
elettrizzanti successi, che ebbero il « Mefistofele » e la « Gioconda » .
I generi dei due spartiti, se non si confondono nel sentimento melodico
tutto italiano, si separano nella espressione dei progressi dell'arte musicale
drammatica dei tempi in cui furono scritti. Nell'opera del Boito riflettono
le tendenze wagneriane, coi forti studi dell'orchestrazione, senza venir meno
le grandi ispirazioni e lo slancio di immaginazione; in quella del Ponchielli,
brillano le belle idee, fedeli alle gemme adorabili dell'arte chiara, eminente
mente melodica , senza troppi artifici strumentali. Il « Mefistofele » , apparso,
come dicemmo sulla scena del nostro teatro il 26 settembre 1881, ottenne
un esito delirante, e la Borghi-Mamo, Tamagno e Castelmary, interpreti
magnifici, potevano vantarsi di avere lanciata la grandiosa opera nell'anima
del nostro pubblico , in un modo degno del merito dell'autore. Il meravi
247 -
Molti pezzi nei quali la melodia scorre a pieni fiotti, abbellita da una
nuova forma ed una strumentazione calda e sonora ebbero accoglienza en
tusiastica e molte chiamate al maestro Carlos Gomes, presente all'esecu
zione. Il 15 settembre , il « Condor » era cantato per la seconda volta a
beneficio dell'autore, con un successo addirittura imponente.
Qui si convien ricordare, malgrado il franco e giustificato successo
dell'opera in parola , il rapido cambiamento che si ebbe ad osservare sul
merito dell' illustre compositore da parte della critica, massime quando
veniva dato l'ultimo suo lavoro « Cristoforo Colombo » , poema vocale e
sinfonico in quattro parti, scritto per la commemorazione del quarto cen
tenario della scoperta d'America, di cui furono interpreti: la Gabbi, la
Garavaglia , Gabrielesco , Camera , Wulman , Bennucci e Cerne (12 ottobre
1892 ). La fredda accoglienza che ebbe quest'ultimo lavoro del cigno di Cam
pinas, pur essendovi pagine di splendida fattura , fu aggravata da una osti
lità premeditata, frutto d' una improvvisa spiritualità musicale sedicente
moderna, che si atteggia a posa tragica e draconiana. E ' duopo quindi ri
cordare e registrare la deplorevole sorte che subisce l'infelice poema sin
fonico . Era giorno di gala . L 'inno nazionale iniziò lo spettacolo , che segui
colla sinfonia del « Guarany » , le cui mirabili bellezze non bastarono a per
suadere coloro i quali erano invasi da una specie di mania , tacciando di
imperizia l'ultima produzione del nostro illustre compositore ch 'era per lo
meno degno di un successo di stima in quella brillante serata.
Il lavoro cadde fra gli urli e i lazzi indegni.
Anche « L ' Amico Fritz » , opera del Mascagni, datosi il 16 ottobre
(1892), opera che non si fece mai strada , ottenne un esito infelice.
Il nuovo spartito non fu e non poteva essere accarezzato dal pubblico
e dalla critica sincera, giacchè vi si sentiva evidentemente la decadenza
della verità melodica e l'espressione individuale di cui fruiva l'autore della
« Cavalleria Rusticana » .
Successo meritato ottenne il « Tannhauser » di Wagner (30 settembre
1892), cantato dagli artisti Adalgisa Gabbi, Cerne Wulman, Gabrielesco,
Camera, Nicoletti, Tansini e Bononi, diretto e concertato dal Mancinelli,
che seppe trarre tutti i grandiosi effetti del bellissimo spartito. Anzi a vo
lere dar credito alla critica dell'epoca , la prima udizione tra noi del
« Tannhauser » costitui un avvenimento nel mondo musicale ed aprì in
fine la strada alla musica wagneriana della prima maniera, per molti, la
più bella . Parve anzi che col « Tannhauser » , forma indiscutibilmente ita
liana, le prevenzioni della maggioranza del nostro pubblico, niente affatto
sognatore e punto mistico ed evidentemente ancora contrario alle leggende
nordiche ed alle eccessive sonorità istrumentali del grande musicista ,
- 259 -
« Ada .
« La maledizione è veramente piombata con tutta la sua ferocia sopra
« ogni mio operato . Ogni minuto che io vivessi ancora sarebbe nuovo ed
a irreparabile disastro.
« Mi tolgo la vita . — So che non puoi në dedi perdonarmi.
« Muoio disperato , però col tuo nome sulle labbra .
« Addio
MARINO MANCINELLI, » .
articolo apologetico d 'un critico d 'arte del primo foglio cittadino conelu
deva la sua analisi critica intorno al male riuscito lavoro, in questi termini:
« A noite de amanhã ficará na historia da musica no Brasil, como uma pa
gina de ouro » .
La storia non può che lasciargli la responsabilità di questa sua opinione.
L 'annata lirico -musicale 1902 corrispondeva meglio ancora a quella già
trascorsa. Oltre ai rinomati artisti : Giovanni Zenatello , un tenore ricco di
mezzi vocali, e il suo emulo Giorgio Malesci, dotato di bella e soave voce, il
soprano Camilla Pasini, la graziosa creatrice di Musetta , il soprano dram
matico Nice Barbareschi, talento emergente nell' « Aida » e nella « Giocon
da » ; Aida Saraglio Gonzaga, un valoroso soprano leggero, e la sua collega
Tina Farelli, distinta mezzo soprano dalla voce bellissima ; Ida Poli e P .
Zweifel, due simpatiche voci ; Nicoletti Kermann e Dadone, due apprezzati
baritoni e il basso Tanzini, si aveva, come la regina di questa stagione,
l'affascinante virtuosa del canto : Hariclée Darclée.
La Darclée apparteneva alla dinastia degli artisti che si resero celebri
per le loro eccezionali doti di sentimento, di bel canto e di soave e pene
trante voce. Il suo soggiorno in Rio fu breve, tanto però da lasciare la più
gradita impressione del suo meraviglioso talento nell'anima del nostro
pubblico, che l'accolse con fiori e deliranti applausi.
Cantò con immenso successo : « Aida » , « Bohème», « Tosca » , « Gua
rany » e la « Traviata » (settembre 1902) : l'opera prediletta della celebre
artista, che, meglio di ogni altra, tradusse l'anima appassionata di Mar
gherita Gautier. Fu con quest'opera che la diva ebbe il primo contatto colla
platea di Rio, per raggiungere il massimo successo colla, « Bohème » , nel
l'ultima recita del 5 ottobre (1902 ). Sorvolando sul merito delle opere nuove
udite in questa stagione, ricorderemo per primo « Lakemé » , cantata , dopo
l'11 agosto , dagli artisti: Aida Gonzaga, Ida Poli, A . Malesci, Nicoletti, A .
Anceschi, e G . De Marco.
E ' forzoso notare che quest'opera, proclamata il capolavoro di Léo De
libes, non giunse tra noi a darci l'eco delle sue gradevoli impressioni. Il
suo bello spartito fu massacrato dalla istrumentazione.
Lo stesso non può dirsi della bell'opera « I Pescatori di perle » , del
Bizet, degno gemello della « Carmen » , rappresentato il 30 agosto (1902),
con legittimo successo. Vi s'incontrò ricchezza di melodia ed un senso musi
cale da sopravvivere ad altri tronfi.. Ne furono interpreti: Aida Gonzaga,
Zenatello , Dadone e Frangini.
Il 1° ottobre (1902) ci era dato udire un terzo ed ultimo lavoro nuovo,
grazioso e finissimo spartito , tutto compreso di senso melodico e poetico,
che il pubblico , sfortunatamente, non comprese o non volle comprendere :
- 271 -
Anno felice per l'arte lirica popolare fu questo, giacchè due compagnie
si disputano la palma con le loro accurate rappresentazioni di opere del
l'antico repertorio . Serate buonissime si avevano al teatro Apollo, ove agiva
la compagnia Rotoli-Billoro, con le loro brave artiste Lina Benedetti, Ta
manti Zavoschi, Elvira Tromben , i tenori C. Colli e Federico Ferraresi, e il
baritono ardito .
Nel giugno (1906 ) la compagnia passò al S . Pedro, ove la prima donna
Cinzano, preceduta da bella rinomanza, riportò il maggior successo nella
« Tosca » . Lietissime sorti ebbe l' « Iris » , la cui accuratissima esecuzione,
colorita dal maestro Oscar Anselmi, segnava il più grande successo della
compagnia . Veniva eseguito, in prima audizione, l'oratorio « Risurrezione
di Lazzaro » di Perosi.
Sulle scene del « Parque Fluminense » , la seconda , sotto la direzione
artistica del maestro Armando Galleanio , riscuote applausi per merito de
gli artisti, specie Adelina Agostinelli,dalla calda e bella voce, mirabile nella
« Tosca » e nelle opere dell'antico repertorio .
Malgrado tutto , la stagione lirica non rispondeva ai bisogni del nostro
grande pubblico musicale .
In compenso, l'anno 1907, si annunciava con lieti speranze in favore
dell'arte drammatica.
L 'impresario Milone, l'amico del Brasile, che muore assai compianto
nel corso di quest'anno, inizia , colla sua compagnia, una serie di spettacoli
all’Apollo (13 aprile 1907), passando quindi al S . Pedro ( 21 maggio), ove
venivano allestite le belle opere dell'antico e grande repertorio : « Africa
na » , « Mefistofele » , « Guarany » , « Carmen » , ecc... Ivi il 28 maggio (1907 )
veniva cantata, per la prima volta in Rio , la bella commedia lirica « Zaza »
di Leoncavallo, eseguita lodevolmente dall’Ayda Allaro , A . Marenzi, Pao
lina Zweifel, la Caroli, la Marchetti, Rima, Alda Geri, Innocenti, Viglione,
Novelli, Medosi, Paggi, Gasparini e Nascembeni. L 'esito dell'opera fu bril
lante. Questo lavoro va considerato come uno dei migliori dell'autore dei
« Pagliacci » . Esso contiene alti pregi musicali, nuovi e belli ritmi, coloriti
abilmente resi, gentili ispirazioni, canti pieni di spirito, in ispecie il duetto
del bacio , fra Cascart e Zaza, e l'altro fra Dufresne e Zaza, pagine veramente
suggestive e belle .
Chiusa questa serie di rappresentazioni, ne sorgeva un 'altra più bril
lante al Lirico , che si riapre mercè lo sforzo dell' impresa Ciacchi.
Tre notabilità artistiche erano riudite : Emma Carelli, Zenatello e la
diva Luisa Tetrazzini, che ritornava una vera celebrità ; ed ammiratissima
fu di fatto nel « Rigoletto » , salutata da ovazioni entusiastiche (11 settem
bre 1907). Erano loro compagni: Lucia Crestani, Rosina Luccini; Alice Cu
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cini, Maria Guy, Anita Torretta , Giuseppe Armon, Carlo Dani, Umberto
Wagner, Pasquale Amato , Riccardo Tegani, Corredetto Ferrucci, G . La
Puma, G . Torres de Luna, Remo Ercolani, Roberto Tamanti e Giuseppe Ba
roni, distinto direttore, che aveva sotto il suo comando 60 professori d 'or
chestra.
Dopo il brillante debutto di questa compagnia , il 6 settembre 1907, si
dava, in prima audizione, la promessa opera « Madame Butterfly » di Puc
cini, cantata dalla Carelli, Anita Torretta, Bertocchi, Zenatello e P . Amato .
La Carelli primeggiò in quest'opera. La musica, cosparsa di punti me
loci bellissimi, l'istrumentazione ricca di timbri e di delicati effetti, il tutto ,
del resto , concepito nello stile dell'autore, sempre distinto nelle ricerche
gentili, lasciava al pubblico la più soave impressione.
Nel corso delle rappresentazioni, particolare importanza ebbe l'accurata
esecuzione della « Dannazione di Faust » di Berlioz.
Degno di nota fu il debutto , nell' « Aida » del baritono portoghese Don
Francisco de Souza Coutinho (per vezzo : Chico Redondo), assai applaudito
per la sua bella e vibrante voce ed anche... per la sua eccezionale pinguedine !
Questo artista , di nobile stirpe, percorse , come concertista, le princi
pali città del Brasile .
Sono da ricordarsi le poche recite, al Teatro Carlos Gomes, dell'impre
sa Pasquale Segreto, sotto la direzione del maestro Riccardo Centali, in una
delle quali esordi la prima donna brasiliana De Agostini Braga, cantando
con felice successo la parte di Cecilia del « Guarany » (13 ottobre 1907) .
L ' anno musicale lirico 1908 incominciava sulle scene del Palace Thea
tre (5 febbraio), ove appariscono : la Giacomelli, M . Calvi, A . Dado, Nava,
M . Queirolo ; Michele Tornesi, P . Previ, Casazzi e Berardo.
La compagnia aveva un vasto repertorio ; ogni sera cambiava spartito.
Però la « Norma» e il « D . Pasquale » furono quelle che ottennero maggior
successo . Il direttore d 'orchestra era Arturo Bovi.
Successivamente, un 'altra compagnia lirica Billoro-Rotoli, che gira nello
stesso cerchio popolare di modici prezzi, pur non essendo lungi del valore
di quelle di primo ordine, si presenta al Teatro S. Pedro (22 aprile 1908).
Fra gli artisti sono da notarsi : la Favilli, eccellente cantante ; la Dere
vers, voce bellissima, Aida elegante ed ardente; la Giorgi, buon soprano
drammatico ; Cecchi, forte tenore; Arrighetti, magnifico baritono.
Nel « Guarany » , datosi in recita di gala (13 maggio 1908), cantava la
distinta artista brasiliana Italvina Pereira , sotto il nome di Pereira Caoli,
la quale fu oggetto di generali simpatie ed applausi nella ballata : « C'era
una volta un principe » ....
Ivi era udita in prima audizione, l'opera in quattro atti « La Wally »
- 278
nella parte di Jago. Il canto del Giraldoni segnava l'ultimo avanzo di quella
schiera di artisti che ispirano nel pubblico un sentimento di benessere
estetico.
Il 20 luglio (1910 ), un novello impresario , Guglielmo La Rosa, primo
appaltatore del nostro Teatro Municipale, inizia , con un indirizzo artistico
tutto speciale, un nuovo periodo d 'arte lirica.
Le rappresentazioni liriche sono annunciate col pomposo titolo di rap
presentazioni ufficiali; promesse fulgide per tutelare la grand'arte nella
nostra capitale ; offerte spontanee di pianoforti per le aule di musica corale ,
per il foyer e per le prove ; mobilia per la scuola drammatica , ed un'arpa
Erard, colorivano le parole e le intenzioni del nuovo fattore, onde non far
rimpiangere i tanti impresari che abbiamo nominato in questo lavoro, i
quali, senza l' appoggio ufficiale ebbero momenti di trionfo, portandosi
contingenti artistici degni delle nostre primarie scene liriche.
Infine, la prima stagione ufficiale della riferita impresa , veniva inau
gurata con un programma interessante ed attraente. Al leggio direttoriale
stava il maestro Giuseppe Baroni, avendo sostituito Arturo Padovani. Arti
sti di carriera brillantissima, molti fra i quali di gradita conoscenza del
nostro pubblico, figuravano nell'elenco vocale : Gemma Bellincioni, Felix
Dereyne, Amedea Santarelli, Giuseppina Bevignani, Cecilia Gagliardi (so
prani), Virginia Guerrini, Assunta Lugli, Emma Mazzi, Florenzio Costan
tino , un tenore tenuto in conto di rivale di Caruso, ma senza la bravura e
le finezze di costui, con i suoi compagni Pietro Schiavazzi, Gennaro De Tura ,
Francesco Mozzanti, C . Galeffi, Carlo Mariani, A . Ancheschi, Rossi Serra,
C . Bonfanti, Favi Fiore, C . Farretti, e l'applaudito basso Carlo Walter .
Fra le opere cantate che destarono maggior entusiasmo, ricorderemo:
il « Rigoletto » , protagonista emerito il Galeffi e il tenore Costantino ; la
« Tosca » , in cui la Gagliardo ebbe un successo completo come attrice e
come cantante, e l' « Aida » , esecuzione magistrale, cantata dalla stessa ,
colla Guerrini, De Tura e il Galeffi.
Il 15 luglio (1910), si dava la « Salomé» , opera nuova per la nostra
platea, di Riccardo Strauss . Protagonista la Bellincioni, mirabile nella dan
za e rimarchevole nei dettagli del complicato e difficile spartito . Coadiuva
tori di questa esecuzione furono : V , Guerrini, E . Maggi, Carlo Mariani, A .
Ancheschi, Rossi Serra, C . Bonfanti, C . Ferretti e Favi Fiore.
Ma, ad onta della buona esecuzione, l'opera del geniale maestro, tutta
basata sui processi ultra moderni, che alternano sensibilmente la simpa
tica fisonomia musicale dell'autore di tante sublimi pagine sinfoniche e
vocali, abbondanti di idee melodiche e sentimentalità, non ebbe e non po
teva avere che un freddo successo , con qualche distratto applauso . La pa
gina a segnalare in quest'opera, di un grande valore musicale ed orchestrale ,
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L 'anno 1912 sorge disposto a darci soavi bellezze del bel canto ita
liano e due novità musicali per Rio : « Conchita » di Zandonai e la « Serva
Padrona » di Pergolese .
Oltre a due compagnie liriche popolari, le quali, come sempre, si fanno
eco del sentimento musicale della maggioranza cittadina, si annunciava
pomposamente la stagione del Municipale , sotto la direzione di Gino Mari
nuzzi. Essa non ebbe lunga vita , giacchè si riduceva a tredici giorni, dal 12
al 25 luglio .
Nell'elenco artistico vi erano nomi già ammirati ed applauditi: Rosina
Storchio, Cervi Caroli, Ersilde, Amelita Galli-Curci, Elena Rakowska, Re
gina Alvarez, Maria Marki, Gilda Flory, Luigi Marini, Manfredi Polverosi,
Augusto Scampini, Giuseppe Taccani, Riccardo Stracciari, Eduardo Fati
cante, Renzo Minolfi, Carlo Walter, Paolo Argentini, Giulio Cirino.
Il 22 luglio (1912), si udiva l'opera « Conchita » , nuova, come si disse,
per Rio . Interpreti: Cervi Caroli, Maria Marki, Giuseppe Taccani. Questo
lavoro, appena notevole sul campo della fattura orchestrale, senza un rag
gio di poesia, non segnava che una bella promessa per l'avvenire del suo
autore .
E ' da ricordare anche la prima esecuzione della « Serva Padrona », ca
polavoro del sommo Pergolese, cantata al Teatro Lirico , il 5 agosto (1912),
dall'artista Maurizio Bensande e sua consorte. Il bellissimo gioiello musi
cale fu sacrificato dalla esecuzione poco e nulla accurata.
Quanto alla stagione lirica del 1913, svoltasi al Municipale, il cui im
presario Mocchi, annunziava tre opere nuove : « Walkiria » , « Parsifal » e
« Abul » di Alberto Nepomuceno, si rese gradita , e divenne doppiamente
interessante, massime per il « Parsifal » , il quale costituiva la grande no
vità dell'epoca. Occorre notare che l'esito delle tre opere non corrispose
all'aspettativa. .
La « Walkiria », la più bella gemma della tetralogia , datasi in condi
zioni poco felici, con tagli spietati, esecuzione imperfetta , ebbe un esito più
di curiosità che artistico .
Interpreti: Elena Rakowska, Maria Roggero, Elvira Casazza , Guido
Vaccari, Giulio Cirino, Berardo Bernardi ; Walkirie : A . Buccerelli, Anita
Giacomucci, Maria Bonnicori, Maria Galeffi, Maria De Angelis, Vittorio
Guerra , G . Flory.
Anche il « Parsifal » , l'opera sublime, scritta colla sincera idealità mi
stica, profonda di magnificenza orchestrale e di sentimento , datasi l'8 set
tembre (1913), fu tagliata da lama larga di spada, e sacrificata dalle masse
corali ed orchestrali, salvandosi appena le parti principali.
Il 10 settembre (1913), si aveva, in prima rappresentazione, l'opera
nuova « Abul» , del Nepomuceno, del cuimerito parlammo al capitolo XVII.
— 283
uma vez mais, com 'legitimo orgulho . . . . . . . . a forma como serão apresen
tadas estes interesantes operas - bailados, como « Aida », « Mefistofele » ,
« Principe Ygor », « Marouff », Manon » , « Moisés» , « Guarany » , com Pa
vlowa e sua companhia completa e com os cantores que figuram no nosso
elenco, constituirão a mais bella e importante manifestação de arte que
porventura tenha apparecido no Municipal, desde o dia da sua inauguração.
« E ' supefluo notar que as operas escolhidas para a assignatura são
uma selecção do repertorio geral. Ha entre ellas novidades de grande in
teresse como as tres operas novas do grande Puccini « Il Tabarro » , « Suor
Angelica » , « Gianni Schicchi » , que constituem um « triptico va ser apre
sentado num unico espectaculo . A primeira dellas é litteraria e musical
mente uma obra de grande violencia dramatica ; a segunda nos reapparece
o Puccini, da « Bohème » numa expressão sentimental e romantica ; a ter
ceira é, no libreto e na musica , eminentemente comica, tendo o genial autor
da « Tosca » plenamente alcançado o seu fim , mostrando assim uma nova
face de seu versatil talento. O « triptico » já foi apresentado ha mais ou
menos um anno aos publicos de Nova York , Roma e Buenos Ayres, resul
tando em cada cidade sempre maior o seu successo . Outra novidade será
« Pelléas et Mélisande » , de Debussy, a figura musical franceza mais origi
nal e interessante dos tempos modernos. O enredo desta opera é conhecido
do publico carioca por ter sido apresentado na sua forma original o drama
de Maeterlink na temporada Brulé, do anno passado, com os commentarios
musicaes de Gabriel Fauré. A terceira novidade será « L 'amore dei tre re » ,
a grandiosa opera do maestro italiano Montemezzi, um dos mais reputados
da nova escola , sendo tirado o libreto da famosa tragedia do poeta Sem Be
nelli. E ' esta obra um grande successo do baixo De Angelis e da Sra . Dalla
Rizza , que a critica romana classificou de « melhores interpretes » nas
diversas edições que da opera foram dadas na Italia . Outra opera , que sem
ser uma novidade, resultará como tal para o publico brasileiro , é o « Moy
sés » , de Rossini, de grandiosa montagem scenica; e empolgante interpre
tação do Sr. De Angelis.. . . . . . . » .
Ad onta di tutte queste lodi e giustificazioni dell'indirizzo artistico
svolto dal riferito impresario , non ci peritiamo a rimembrare quegli ar
tisti che meravigliarono l'uditorio : Maria Barrientos, per bellezza di canto,
per le doti eminenti dei suoi gorgheggi d 'oro, ed Enrico Caruso, trionfante
ancora del suo bel canto e della sua calda e flessibile voce, (3 settembre
1917 ).
Sorvolando quindi sulle rappresentazioni delle opere nuove udite del
1915 al 1922, le quali pur troppo non ebbero — salvo le rare eccezioni — a
sentire le grida entusiastiche dell'uditorio perchè spoglie di genialità , men
- 287 –
Leoni, con lieto successo. Fu cantato dalla prima donna Tamaka Miura e
Minghetti. L 'opera contiene sincerità di stile e chiarezza di melodia , slanci
drammatici ed una orchestrazione colorita e rimarchevole per gli effetti
interessanti.
Il 30 luglio (1921) si dava in prima audizione, l'opera in un atto « Pri
mizie », del maestro dilettante Dr. Abdon Milanez.
L 'opera , che si presenta sotto le spoglie della modestia , senza tendenze
ardite, nè novità tecniche, contiene leggiadre melodie , malgrado fossero
poco ingegnosamente trattate dall'autore che perpetrò i suoi ricordi arti
stici nelle festeggiate operette. . .
L 'anno 1922, primo centenario della nostra indipendenza, il Mascagni
ebbe l'incarico di darci, con vero e grande successo, la sua opera « Il piccolo
Marat » (24 settembre 1922). L 'autore diresse l'opera, cantata alla perfe
zione dagli artisti Dalla Rizza e Lazaro.
In seguito, un'altra novità si rappresentava sulle nostre scene: « Giu
lietta e Romeo » di Zandonai (27 settembre 1922), con lieto successo. Ne fu
rono interpreti gli artisti creatori, in Europa , Dalla Rizza, Fleta e Monte
santo .
Un'opera nuova, che non passò fra l'indifferenza del pubblico , « Rei
Galaos» , del compianto maestro Araujo Vianna, veniva rappresentata , in
prima audizione, il 29 settembre (1922). Vi si applaudivano i suoi inter
preti Lydia Salgado, Dolores Belchior , Paoli e Mario Pinheiro.
In questo lavoro, poema drammatico in tre atti, si ravvisava il chiaro
e sincero musicista dalle belle e soavi melodie .
Morto l'autore, l'opera fu istrumentata abilmente dal maestro Fran
cisco Braga.
Segui « La Scuola del Villaggio » , opera del maestro Weingartner, rap
presentata il 5 ottobre (1922). Interpreti : Kirchoff , Mertnes, Parvisc, Ro
drigo , Vitulli, Dentale e Nardi.
In questo lavoro , si notano potenti effetti orchestrali, chiari concetti
cosparsi di serenità e leggiadria , abilmente abbigliati dallo spirito d'un sin
fonista, senza le immagini del poeta .
Un'altra opera nuova, « Ivan le Terrible » , di Gunsbourg, che non resse
il confronto colle precedenti, era rappresentata il 7 ottobre (1922). Ebbe
per interpreti : Maddalena Bugg, Gylly, Payan, e Salvatore Paoli. Questo
lavoro, pur essendo dotato di chiara armonia , di bellissimi effetti orche
strali e di lontane frasi melodiche, ebbe fredda accoglienza dal pubblico.
Il 12 ottobre (1922), si dava , in prima recita , l'opera « Don Casmurro » ,
del maestro João Gomes Junior, eseguita da Giacomo Lauri Volpi, prota
gonista , Gilda Dalla Rizza, Rossi Morelli, Cirino, e Liloni.
I processi dominanti in questo lavoro, sono quelli che preoccupano tut
290 -
D 'altronde è pur vero che la musica soffre nelle menti volubili gli ef
fetti della moda, o dell'incostanza. La sola apparizione può renderla amata
e desiderata. Serva di esempio Beethoven , il quale se non è stato ancora
considerato arcaico, e le sue composizioni condannate alle prigioni degli
scaffali delle biblioteche, ciò è perché i suoi capolavori non discesero mai
alla popolarità di una collettività volgare.
Tornando all'argomento , non concluderemo senza prima rendere con
sapevole il lettore, che l'eclettico assieme artistico portato dall'impresario
Mocchi, aveva duplice scopo , cioè: di farci sentire l'opera colossale del
cigno di Beyreuth , e tentare altresi la trasformazione del nostro programma
lirico, eliminando l'arte italiana , creduta dal noto impresario, vecchia e
fastidiosa !...
Era questa l'idea dello spavaldo uomo, esternata del resto nella ver
tenza tra lui e il compositore Mascagni, convenendo che nei teatri sud -ame
ricani la musica italiana, era realmente in declino e prevedeva che fra un
paio d 'anni sarebbe completamente sostituita da quella tedesca e fran
cese . Folle argomento !...
Che l'opera italiana fosse in tutte le epoche bersagliata dai sedicenti co
noscitori, che si atteggiano a maestri petulanti, appunto per la vitale attrat
tiva che ha sulle altre Scuole, è vero; ma che venga ostilmente presa di mira
da un cittadino italiano, è cosa da non comprendersi.
291 -
Però noi brasiliani, e per la storia , l'arte italiana rappresentò senza dub
bio il maggiore contingente che deliziò per un secolo le plateé brasiliane.
Del resto , volendo rendersi conto del risultato delle rappresentazioni delle
opere italiane nel mondo, basta fare l'inventario degli anni trascorsi dal
1577 ai nostri giorni; e restarono di fatti memorabili nella storia i primi
venuti nelle creazioni e nelle bellezze melodiche che si ebbero da Rovetta a
Monteverde, da Lulli a Piccinni, da Cimarosa a Paisiello, da Spontini a
Rossini, da Donizetti a Verdi, da Boito a Puccini, ecc. . . . Essi saranno
sempre i padroni del campo melodrammatico del mondo. Le opere francesi,
degni di udirsi, sono limitate; non bastano a reggere le grandi stagioni li
riche. Lo stesso può dirsi dell'arte lirica tedesca. Wagner è un dio ; ma le
scene liriche non possono vivere di sole opere wagneriane. Inchiniamoci
adunque davanti il genio creatore dell'opera melodrammatica immortale;
e sarà il più bell'omaggio che si possa prestare alla madre arte italiana,
personificata nella grande schiera che trovò nell'emozione dell'anima umana
melodie sublimi e lo splendore fulgido delle armonie sonore e pure.
Del resto , musica italiana sono le opere diMozart, di Gluck, di Meyerbeer.
di Gounod, di Halevy, di Massenet, e del proprio Wagner tutti figli del sen
timento, dell' imaginazione serena del bel cielo della poesia e dell' amore.
Genii differenti, è vero, con tendenze, espressioni, idealità diverse in alcuni,
ma è scienza ispiratrice italica che li educa e li fa vivere nella gloria , nella
posterità . Quindi per meglio concludere. Si può aggiungere che dopo il lungo
cammino percorso durante la vita di un secolo , enumerando tutti gli ele
menti canori che deliziarono le nostre scene liriche, e i particolari delle
rappresentazioni colle ovazioni e le apoteosi alle dive e ai divi, la grand'arte
lirica venga accolta sempre collo stesso entusiasmo e la dovuta considera
zione, scacciando dalla mente le abominevoli prevenzioni di scuole , e rispon
da non solo ad una privilegiata casta, ma altresi alla grande maggioranza
popolare, ove, spesso, si annida più sentimento artistico che nella classe ele
vata. Ma per attingere lo scopo, accenniamo un 'idea , la quale dovrebb’essere
tenuta in serio conto da quelli che bramano il progresso dell'arte lirica alla
portata di tutte le borse e, quindi, di tutte le classi sociali, che sia , cioè,
adottato il sistema di sovvenzionarsi una buona compagnia lirica popolare,
che alzi il sipario per nove mesi all'anno .
Solo cosi sorriderà la speranza a quelle anime atte a sentire le bellezze
dell'arte , educandole col conforto spirituale e ideale delle sublimi melodie,
affinchè le presenti e future generazioni lascino tracce luminose del loro
sentimento artistico.
V° PERIODO
CAPITOLO XVI.
( 1858 - 1889)
DEL L 'OPERETTA
E ' noto del resto, che sotto il falso titolo di Alcazar lirico francese,
titolo di cui si orna nel 1862, l'Alcazar si destinava più alle rappresenta
zioni della bassa industria musicale sui bassi istinti umani, che alle di
strazioni istruttive, morali e piacevoli.
Ivi, può dirsi, era il volgare spirito che colle finte smorfie, unite alla
bellezza della movenza del corpo in momenti d 'un « kan -kan » licenzioso
e senza freno , trionfava, trascinando ingenui e dissoluti.
Quelle donne, la cui idealità teneva di mira il volgare commercio della
lussuria, avevano fatto dell' « Alcazar » l'abitazione artistica di costella
zioni mondane.
Tutto li era falso – diceva un critico dell'epoca — dalla porta d 'in
gresso sino ai camerini, ove le sedicenti artiste dell' aureo firmamento
attendevano desiose il momento nel quale potessero mettere in evidenza
avanti il pubblico le loro maglie carnicine, e la grazia pornografica dei
propri movimenti lascivi. L 'aria che vi si respirava aveva un certo che di
attraente, che mandava e portava fino alle regioni della irrealtà uomini
incauti, vecchi quasi decrepiti che, soltanto per godere la momentanea feli
cità .. . non dubitano di praticare ogni sorta di pazzia e persino rasentare
il codice penale. Quanti giovani degni di considerazione e rispetto, che
realizzavano le speranze paterne, criminali in un momento inconsiderato,
si videro piombati nel buio della prigione, per causa di quelle laide sirene.
Nobili ingegni, figure eminenti nella politica, persone oneste ed ono
rate nell' alto commercio , sedotti da quelle sgualdrinelle , che si sarebbero
date, nella loro patria , ad occhi chiusi, al punto di malmenare la propria
dignità , vi spendevano in breve tempo somme ingenti, frutto d 'un lavoro
stentato, che avrebbe fatto la felicità d 'una grande famiglia .
Dalla savia ed astuta opinione dei loro impresarii, tutte le entità
alcazarine erano delle celebrità, stelle di prima grandezza della città luce,
col duplice talento di fomentare coi loro satanici sorrisi, le battaglie a
favore dei loro desideri e dei loro capricci . . .
I preferiti, naturalmente, erano sempre quelli che avevano maggiori
munizioni di oro ! . . . Le scenate e le deliranti ovazioni alle divette, pro
mosse da coloro che ne erano amanti, le offerte di ricchissimi gioielli, di
numerosi mazzi di fiori, che tanto davano da fare, per la consegna, ai mae
stri direttori d 'orchestra dell'epoca : Gusmão, Giroudon , Poppe, Guerin ,
Colonne, Grawenstein , chiamavano un duplice numero di spettatori per
assistere al baccano assordante, o al trionfo di questa o quella artista , che
la claque senza freno promoveva per ordine degli erotici e impenitenti am
miratori. E tacendo di altri scandalosi fatti, quante e quante famiglie ri
spettabili di quei tempi non ingoiarono l'amaro pane della miseria , perchè
- 295
i loro padri avevano sprecato l'ultimo resto dei loro averi in quella cloaca
di demoralizzazione ! . . . . .
Ma usciamo per un istante dal mondo del tumulto e dei contorcimenti
lascivi, con tutto il corteo di falsi e fuggivi sorrisi e ricordiamo, in poche
succinte linee, la gestione dell'Alcazar in epoche differenti.
Come dicemmo l'Alcazar si apriva nel 1859, in mezzo ad un 'atmosfera
che faceva riscontro coi « cafés-chantants » francesi : tavolini disseminati
nel recinto, libera entrata del pubblico, coll'obbligo ad una consumazione
per ogni persona .
La musica che si servi di punto di partenza agli spettacoli concerti
dell’Alcazar, era quella accozzaglia di canzonette insipide, scene comiche,
pantomine, arie, seguite dai primi tentativi di operette in un atto , udite
fra vivi applausi, anche per la bellezza delle esecutrici e i motteggi inter
mittenti del pubblico, che, non di rado, davano luogo a disturbi ed agita
zioni, da far stare all'erta l'autorità , la quale non esitava a far sospendere
gli spettacoli. Non è tutto . Le brighe, le scene di pugilato , non erano rare:
una alla settimana o una per seraa !
Sono da ricordare le principali cantanti - tutte « premières chanteuses
de genre celebrités parisiennes » ! . . ., la cui biricchina grazia francese,
più del loro canto , provocava gelosie e odî tenaci — con non raro spargi
mento di sangue fra gli ammiratori: Mlle. Julie Ragon , Mme. Lorifla ,
Pauline Lyon , Celine Dulac, Mme. Valotte, Mlle . Blanche, Mme. Vanda
nesse, Mme. Cheri, Mme. Thevenot, Scudero , Duchemont, Risette, ecc. . . .
Più valenti compagni di questa schiera femminile erano gli artisti :
Valotte, Gabriel, Halbleib , Gabel, Chéri, in grazia ai quali si udivano le
prime operette di simpatico valore musicale, tali come: « Le Maitre de Cha
pelle » di Adam , in cui debutta la cantante leggera Mme. Leconleux; « Le
Docteur Tan - Tan » , « Les Noces de Jeannette » , di Victor Massé; « L ' Isle
de Calipso » , opera buffa di Ruytler ; « Croquignolle XXXVI » , di Lepine
ecc. . . .
Siamo nell' anno 1965, ciò che vuol dire che noi arriviamo alla più
brillante fase della vita alcazarina e d 'un 'arte assolutamente nuova. E '
un'arte colla quale s'immortala , nel suo genere, Jacques Offembach, con
un successo immenso, generale, che servi di sprone a molti maestri imi
tatori, senza rivelare l'estro indiavolato del vero creatore dell'operetta buffa
francese. Con essa, il nostro confuso pubblico di quei tempi, entrava in
una via non meno funesta, correndo ad una fonte malsana per abbeve
rarsi di sensazioni grottesche e indecenti, secondo l'opinione dei buoni
musici dell 'epoca. La marcia si apre coll' « Orfeo all' Inferno », operetta
buffa in due atti e quattro quadri, la cui prima rappresentazione ha luogo
il 3 febbraio 1865 . Pagine gentili, melodie di bellezza originale non vi
- 296 -
Non parleremo solo di quelli che son passati da questa vita, ma ezian
dio dei viventi, con la fede sempre nel nostro sincero ed imparziale giudi
zio , dando quella lode che è loro dovuta.
A voler seguire l'ordine storico ( 1), il primo compositore a citarsi sa
rebbe Henrique Eulalio Gurjão, nato a Belém del Pará, il 15 novembre
1833 . Il valente musicista , oggi quasi dimenticato, adorando l'arte , dimo
strò ben presto una pronunciata vocazione per la musica . Raggiunto il 20°
anno, ed essendosi già famigliarizzato coi lavori dell'arte che dominava il
mondo con la sua drammatica espressione melodica , pensa di perfezionarsi
nella scienza musicale che gli fa difetto, recandosi alla terra ove l'arte bril
lava con maggior splendore.
Nel 1851, il Gurjão, malgrado le poche risorse che lo assistono , poté
realizzare il suo sogno, mercè la modesta pensione largitagli dall'Assem
blea della sua città natale, pensione poscia rinvigorita con quella che gli
assegna un fratello assai caro. In quell'anno stesso, si portò in Italia, Giunto
a Genova, passò a Roma, ove intraprese i suoi studi musicali sotto la dires
zione dell'illustre maestro Pacini, la cui rinomanza era delle più fulgide (2).
Indi, due anni dopo, passava a Genova, matricolandosi come allievo nell’l
stituto Musicale di detta città , ottenendo, dopo pochi anni, la laurea di mae
stro compositore. Durante il soggiorno in Italia, Eulalio Gurjão, ebbe a
scrivere parecchi lavori per canto e istrumenti, notandosi una « Ave Maria »
che si dice bellissima, dedicata ai suoi conterranei. Oltre alla citata « Ave
Maria » , egli compose una « Messa Solenne » , nella quale fa risaltare l'am
piezza del suo talento .
Al ritorno in patria , porta seco « L 'Idalia » , opera destinata alle scene
del teatro della sua città natale, in omaggio e riconoscenza ai suoi ammira
tori che lo protessero . Un suo fratello , colonnello dell'esercito , morto glo
riosamente generale sui campi del Paraguay, insisteva perchè la sua opera
fosse rappresentata al teatro dell'Opera Nazionale di Rio de Janeiro , ma
ebbe formale rifiuto .
Giunto al Pará, « L 'Idalia » passava nel tiretto dell'autore per mancanza
di una buona compagnia lirica. Finalmente , 19 anni dopo (1881), quattro
anni avanti la sua morte , lo stimato musicista potè assistere alla rapprese
tazione del suo lavoro , datosi, il 13 novembre, al teatro da « Paz » , con un
successo straordinario . Quelli che lo udirono, assicurano che esso contiene
belle e ispirate pagine. Oltre a quest'opera , Eulalio Gurjão scrisse due
« Vaudevilles » , rappresentati con successo al teatro « Providencia » , che
più non esiste. Rimarchevoli sono anche i suoi lavori sacri: la « Messa di
(1) Seguiremo l'ordine storico o cronologico , tanto quanto é possibile nel corso
di questo lavoro, giacchè non sempre ci pervennero le notizie nell'ordine desiderato.
- 303 -
ELIAS LOBO » .
Il direttore Amat insiste che gli mandi con urgenza l'opera intera,
a cui risponde l'Elias Lobo, nei seguenti termini:
- 305 --
Al suo ritorno in Rio de Janeiro, nel maggio 1862, parve che le cose
fossero a buon porto , giacchè l'impresa, animata dalla maggior buona vo
lontà di porre in scena l'opera, per la quale aveva già speso forti somme
nel ricavo delle parti di canto, cori ed orchestra, ne annunciava, alla fine
di agosto , la prima prova generale.
Quest'opera, scritta per la Carlotta Milliet, su libretto del dottor Achil
le Varejão , dopo una lettura al pianoforte, in presenza d 'un circolo di di
stinti artisti e dilettanti di musica, al « Club Fluminense » (26 agosto 1862),
esecutore il maestro Miguel Angelo , era giudicato un lavoro di merito, la
sciando nell'uditorio la più favorevole impressione.
- Piacerà immensamente -- disse uno degli ascoltatori — se sarà bene
istrumentata .
Ma, il maestro Elias Lobo era di una vanità immoderata, e di una certa
avidità commerciale , per lo che forti divergenze si manifestarono tra lui e
la direzione dell'Opera Nazionale, giorni avanti all'andata in scena della
sua opera. L ' attitudine assunta dal giovane maestro rispetto al contratto
presentatogli dall'impresa , che non gli piacque, e che gli fece presentare
dell'esigenze che l'anzidetta impresa , con molto dispiacere, non poteva ac
- 306 -
Leggendo tali scritti d 'un giovane artista che, ai primi albori della sua
carriera, vuole imporre condizioni inaccettabili a quelli che gli schiudono
le porte della gloria , deploriamo che il suo emulo Carlos Gomes, non posse
desse le di lui teorie in materia di affari, per valersene in quel momento in
cui cedeva all'editore Francesco Lucca, i diritti di proprietà e di autore del
suo immortale spartito « Il Guarany » per la bagattella di 3000 lire !...
Nell'uno, indifferenza per ogni interesse materiale, e unica meta la spe
( 3) Per gli Statuti dell'opera nazionale, che constano dalla relazione del 1857,
l'impresa era obbligata a dare 6 per cento all'autore dell'opera e 4 per cento al poeta ;
frattanto, il direttore Amat offriva al signor Elias Lobo 50 per cento, che, conforme
egli stesso confessa non accetta .
- 307 –
lontà di suo padre, che fu guida dei suoi primi passi nell'arte pianistica
in Francia ,onde compiere i suoi studii musicali al conservatorio di Parigi,
uscendone dopo pochi anni, con fama di valente compositore.
Fra i successi riportati nella capitale francese, ricordiamo quello che
annunziava l' « Arte Musicale » , del 31 dicembre 1891 : « Un bellissimo suo
« Preludio » , per orchestra » . In seguito , si ebbero a conoscere altri pregiati
suoi lavori; la « Marcia Funebre » , che sarebbe un frammento dell'ultima
scena della sua opera inedita « Amleto » , eseguita , in Rio de Janeiro , a
grande orchestra sotto la direzione del padre, nella messa in suffragio del
l'anima del poeta e giornalista Octaviano Hudson ( 18 febbraio 1886), il
-« preludio » ed altri pezzi della Leggenda drammatica « Sire Olof » , lavoro
magnificamente scritto , assai apprezzato e lodato in un concerto sinfonico
che ebbe luogo a Parigi.
Questa pregiata composizione, che rese più ancora stimabile il suo
nome, veniva anche eseguita , in maggior parte , a Rio de Janeiro, con lieto
e sincero successo .
Deploriamo che questo compositore, che ebbe a farsi applaudire nei
grandi centri europei, -si ecclissasse negli ultimi tempi, facendo dimenticare
il suo nome e non tornasse mai più alla terra natale, che abbandonò nel 1874.
A fianco dei precedenti compositori, convien collocare il nome di Carlos
de Mesquita , il cui talento musicale rivela ben presto una individualità , che
assume il titolo di prodigio nella composizione e nella virtuosità pianistica ,
quando aveva appena vent'anni.
Egli nacque in Rio de Janeiro li 23 maggio 1864. Appena fanciullo ,
mostrò attitudini straordinarie per la musica, giacchè a 11 anni di età si
produceva al pubblico, suonando in uno dei concerti della Filarmonica , il
concerto in sol minore di Mendelssohn , con accompagnamento d 'orchestra,
destando un vero entusiasmo per il suo eccezionale valore.
La sua prima educazione musicale fu affidata al professore Giovanni
Cerrone, distinto violoncellista e abile maestro di pianoforte , e la completo
dopo sotto la scorta dei più illustri maestri che glorificarono l'arte francese .
Infatti, nell'anno seguente a quel suo trionfo, passò in Francia ; a Parigi, nel
l'anno 1877, entra nel conservatorio , ove si distingue nel corso dei suoi
studii, ottenendo, quando aveva appena 13 anni, la prima medaglia in sol
feggio . Anni appresso, 1881, studiando il pianoforte dal celebre Marmontel,
l'organo con l'illustre Cesar Frank, l'armonia col noto Emilio Durand , e
il contrappunto con l'insigne Giulio Massenet, ottiene il primo premio di
pianoforte, il secondo d 'armonia, il primo di accompagnamento , quello di
grande organo, e, per ultimo, il secondo di contrappunto e fuga.
E' da ricordare che in questo stesso anno egli viene a Rio de Janeiro,
ove, realizza un gran concerto , coadiuvato dalla celebre Scalchi Lolli, ed
- - 319 –
sigli del padre, cioè: di non seguire la carriera artistica, ma bensì quella
del commercio . E nel commercio infatti egli si mantiene per lunghi anni,
producendosi sporadicamente in concerti privati e nella Filarmonica, come
violinista dilettante, essendo molto apprezzato per la eleganza dello stile
e la buona esecuzione.
Di temperamento timido, concentrato nei suoi pensieri, riusciva però
grata la sua compagnia agli artisti amici,
Senonché con l'apparente risorgimento di una nuova arte , il cui ter
mine di evoluzione fu Wagner, e, più tardi, col cambiamento di regime po
litico, il quale doveva innalzare tante mediocrità nell'arte e nelle scienze,
fa si che la timidezza di Leopoldo Miguéz si dilegua ed egli abbraccia in
pavidamente la carriera musicale , profondamente combattuta dal genitore.
E malgrado gli mancasse un naturale ed indispensabile tirocinio pratico
dell'arte di comporre e le risorse tecniche, attinge in fretta il superbo grado
di musicista geniale , e come tale mori, nell'opinione dei pochi suoi apo
logisti.
A questo riguardo la storia si crede in obbligo di mettere in luce i par
ticolari della sua vita artistica, cioè come egli ravvisa l'arte, come la sente,
e con che intendimenti la trasporta nel campo del nostro ambiente.
Fu nel 1880 che esordisce come compositore, componendo una marcia
elegiaca a Camoês, per la circostanza del terzo centenario della nascita del
l'immortale poeta lusitano.
Tale componimento , dati i suoi grandi effetti di sonorità, e d 'una forma
piuttosto equilibrata e logica, fu coronato di lodi ed applausi senza prece
denti. Ma più ancora di una lieta e calda manifestazione, si considerò quel
l'esito artistico , come una delle più fulgide promesse dell'arte, pur non
essendo una rivelazione veramente geniale . In altre parole : l'esito è por
tato all'eccesso dagli amici; e la stampa partigiana inneggia al suo nome
esageratamente, proclamandolo il primo genio musicale del mondo !
Leopoldo Miguez, a sua volta , credendosi un ingegno superiore, s 'ine
bria di vanità , e vola rapido verso le vette della grand'arte, convinto che la
sua genialità avrebbe potuto rinnovare meglio di Berlioz, meglio di Rossini,
meglio di Wagner infine, l'arte arcaica del sublime passato ! ...
Vero è che ciò succedeva circa quarantasei anni fa , quando , cioè, attra
verso le bizzarrie, le stravaganze d 'un qualsiasi cervello che si atteggiava a
modernista , a genio innovatore, la critica era facile , come lo è forse ai nostri
di) ad armarsi di partito preso , giudicando senza approfondire le cose . Ri
sultato : il Miguèz, cinto da tali mistici vapori, inzuppato da un diluvio di
elogi, si diede presto a buttare via la giubba della modestia e indossare
quella dello smisurato orgoglio. Suo intento diventa quello di vivere col
- 325 - .
Non oseremo di fare , per tanto, l'analisi dei singoli brani che racchiude
lo spartito in parola ; questo compito ci porterebbe fatalmente a ripetere le
pretenziose dottrine del maestro.
Ma se dalla storia l'arte ha la vita, il rispetto alla verità , diremo appena
che l'opera « I Salduni » , non si distingue per nessuna caratteristica, nè per
effetto teatrale, nè per equilibrio , e, meno ancora, per le belle ispirazioni
di poeta , giacchè vi manca la logica, un senso costruttivo , la perfetta omo
geneità, vigore di stile, ricchezza orchestrale e corale, le i:lee, la immagina
zione infine.
Si potrebbe dire anche che in ogni pagina vi è qualche cosa che ram
menta Liszt e Wagner, assimilata con infelice maniera .
Ma è duopo confessare, che se la collettività artistica condanno, dalla
prima all'ultima pagina , quest'opera , come senza alcun valore dal lato mu
sicale e teatrale , noi troviamo buona e bella la « Marcia del Corteo » del
second'atto, pur essendo le voci non bene adoperate con l' orchestra ; e non
dispregevole l'introduzione e scena prima « Mikael » , e quella di « Jaël» ,
la cui tessitura , però, è deplorevole .
Certamente, due soli pezzi per una lunghissima opera, in cui devono
sempre figurare le regole che si applicano alle opere dei generi più diversi,
non è pregio saliente per un compositore, di cui fu detto che egli era il più
profondo musicista del mondo !... .
Colla stessa rinomanza campeggia la sua figura nel poema drammatico
in due atti, originale dell'illustre scrittore Coelho Netto , « Pelo amor » .
Però, anche in questo suo lavoro , lo splendore della melodia non si
concentra in uno sviluppo indovinato, e quindi non riesce a interessare;
segnava la mossa di un viaggio verso il giusto oblio. Il « preludio » , la
« canzone del grillo » , l' « aria pastorale » , con solo di oboè; « Triste men
sagem » , la « Marcia grave » , scena di Malvina e romanza, per noi, la pa
gina migliore ; « Orazione di Dartihinda », « Prece » , la « Ballata », ecc.,
pezzi trattati con una certa timidezza , sono a riconoscersi senza una vena
melodica e interamente spogli di alti pregi musicali.
Quel che si nota in quest'opera, come del resto nei « Salduni », è che
il Miguéz , al par del Wagner (Wagner, che si mantiene preoccupato della
sua gloria , che si concentra nelle lunghe meditazioni sulle incompatibilità
estetiche dell'opera moderna, che gli rubano delle ore, dei giorni, nell'e
silio di Lucerna), vuole diminuire la melodia e adattare alle parole ed allo
spirito una musica pienamente declamatoria, colorita da una strumenta
zione in armonia con il sentimento drammatico ; ma il suo risultato ſu ne
gativo ; esprimeva l’affanno, il dolore che provò il maestro sentendo che il
suo lavoro era ben povera cosa, quando messo alla prova del fuoco.
Ma, sempre per la verità , giova dire che, a parte la sua mancata capa
- 321 - -
cità per l'opera lirica , il suo talento si rivela nella suonata op. 14 , .per pia- :
noforte e violino, scritta nell'età virile, la quale, si può dire, è una delle :
sue migliori produzioni. E se la personalità dell'autore non si scioglie dalle
preoccupazioni di camminare sulle tracce di Rubinstein e :Mendelssohn ;
una strada sicura si apre a lui, quella cioè dello sviluppo razionale , sufft -
cientemente buono, e le frasi viventi romanticamente espressive del primo i
tempo , e sopratutto dell' « Andante espressivo » (secondo tempo ): una fra:
se deliziosa, che si rende più deliziosa ancora quando udita, dopo 11 « Agie :
tato » , dal violino, in su la quarta corda. Più interessante è, senza dubbio , .
lo « Scherzo » , svolto con molta disinvoltura, e rimarchevole lo stile fugato
del tempo « un poco presto » .
La critica imparziale dirà che si risente della mancanza di originalità ;
ma la condotta , lo sviluppo, il colore armonico, non è criticabile . .
In quanto ai suoi poemi: « Ave Libertas » , « Prometeo » , ,« Parisina »
e la sinfonia in si bemolle , la conseguenza logica a tirarsi sarebber ( trattan, ,
dosi di poemi musicali), la mancanza di unità di stile, di originalità erdia
tutti quei processi strumentali, per illustrare: il suo nome come sedicente
apportatore di riforme all'arte sinfonica. L 'istrumentazione, dalla quale ?
trapela la mancanza di studii severi, povera di episodi intéressanti, piatta i
e senza brio , senza varietà di timbri, serpeggia , da capo a fondo, per la via
comune e la timidità manifesta .
A queste citate composizioni tennero dietro altre per pianoforte, , le
quali, se non gareggiano per la loro originalità , ricchezza di melodia fluente
e graziosa, furono accolte come lavori di un relativo valore artistico..
Dal 1890 sino alla morte, Leopoldo Miguéz 'occupò il posto di direttore :
all'Istituto Nazionale di Musica, la cui amministrazione fu degna di lode:
per l'ordine e la disciplina.
In conclusione era questo l'artista di cui la consorteria entusiasta .er
benevola volle fare un apostolo dell'arte, che, malgrado tutto , non giunse
a penetrare nell'Olimpo degli immortali.
La sua gloria fu effimera al par di quelli che si pascono d 'illusionis ,
senza fronteggiare la verità delle bellezze ideali della poesia e dell'ispirazione:
Infatti, oggi non si parla più di Leopoldo Miguéz, come il più grande:
genio della musica. Gli elogi esagerati che in vita gli furono prodigati isva .
niscono con lui ; non è, nell'opinione postuma, che un compositore di cose
poco notevoli, condannate a dormire a fianco delle tante ch 'ebbero fugace :
successo locale .
Infine l'autore dei « Salduni» e dei poemi sinfonici non è, per la ino
stra storia musicale , che un apprezzabile musicista , ma evidentemente di
second'ordine.
Posteriore al precedente maestro, un compositore di grande,merito fra.
- 328
( 7) Scrisse appena due lavori nel 1887 : Romanza in mib , ed una Mazurka di con
certo, eseguita al Club do Engenho Velho, il 29 ottobre,
- 329 -
si svolge coll' allegro moderato , quando Iskah , nel secondo atto, rivolge i
suoi canti agli augelli nella quale campeggiano la forma, gli effetti polifo
nici e ritmici del « Sigfrido » , atto secondo.
Mà, dicasi il vero, in compenso si hanno dei cori stupendi, grandiosi,
splendidamente scritti, senza ricordare nè il gigante alemanno, nè altri
compositori, adornati da un colorito ammirabile, mostrando la profonda
conoscenza dell'architettura nel disporre le voci. Oltre a questi magnifici
pezzi , vi si riscontrano altre sentite pagine, scritte con chiarezza di belle
armonie tonali, le cui variate modulazioni, condotte con buono stile, rive
lano l'indole di un musicista abilissimo.
L ' « Abul » , con un libretto più teatrale, si reggerebbe senza la pretesa
di sorpassare il genio , dignitosamente fra le buone opere del genere.
L ' « Artemis » , poema drammatico, su libretto , come si disse, di Coelho
Netto , datasi per la prima volta in Rio de Janeiro (14 luglio 1898), e ne fu
rono interpreti : Carlos de Carvalho, Nicia Silva e il tenore dilettanté Conte
de Carapebús con un successo non lieto , merita, malgrado tutto, di essere
collocato fra i buoni lavori del chiaro musicista.
La maggioranaza lo considerò come un 'opera non riuscita . Ma chi vi
pensasse , chi vi meditasse , troverebbe in detto spartito (qualora venisse
eseguito da insigni artisti), pregi non inferiori all' « Abul » .
Non è cosa facile aggruppare, in un atto , tante proprietà sonore, conca
tenate con facilità ed eleganza, senza cadere disastrosamente nel plagio e
nella monotonia .
Nella condotta si incontra , è vero, la dottrina wagneriana, ma le bel
lezze imitative rimangono non prive di un certo valore personale .
Un altro lavoro del Nepomuceno, di robusta fattura, che contribui al
successo dall'anno musicale 1918, eseguito egregiamente dal « Trio Barroso
Netto » , - Umberto Milano, - Alfredo Gomes, è il suo Trio in fa minore , per
pianoforte , violino e violoncello . E ' un lavoro improntato alla massima ori
ginalità ; magnifico per la tanta finezza, lavorato nel ricamo e nelle frange
dei ritmi, tratti con novità opportuna dalla erudizione moderna ; e se la
forma non è la classica, riesce una delle belle creazioni del genere, da me
ritarsi le lodi di due illustri maestri francesi: Messager e Leroux .
Oltre ai citati lavori, degni di menzione sono la sinfonia in sol minore
per orchestra : « Garatuja » , che sarebbe un frammento di un'altra sua
opera, lasciata incompiuta , eseguita brillantemente in uno dei concerti sin
fonici diretti dal celebre compositore Riccardo Strauss (1920) ; « Six valses
humoristiques » , per pianoforte ed orchestra, di genere elegante e difficile,
nonchè originalissimo e sobrio l'accompagnamento (8) ; « Le Miracle de
(8) Gli originali di questi lavori furono offerti alla illustre e compianta pia
nistá Fanny Guimarães, del cui talento artistico il Nepomuceno era caldo ammiratore.
STEM
- 331 -
(da, per pianoforte, per pianoforte e canto , per varii istrumenti, musica sa
cpa , inni diversi, provano il contrario .
A questi lavori si aggiungerà fra poco uno spartito che molto onorerà
l'arte nazionale : la sua opera« Anita Garibaldi » , scritta per solennizzare
il grande evento del centenario della nostra indipendenza, su libretto del
chiarissimo poeta Osorio Duque Estrada .
Un altro nome che non sfugge all'occhio della storia dei musici lirici
nazionali, sarebbe quello del compositore José Candido da Gama:Malcher,
nato in Belém del Pará , nel 1852, ivi morto , il 20 gennaio 1921.
Figlio all'illustre medico e politico , del cui merito la cittadinanza volle
onorare la memoria , erigendogli una statua in una pubblica piazza, José da
Gama Malcher, molto giovane, si lanciava allo studio del pianoforte, come
dilettante ; studio che, oltre a crescere in lui il gusto per la musica , gl'inse
gna a comprendere e gustare le opere deimaestri illustri,
Il padre, pur amando l'arte, desiderava far del figlio un ingegnere; e
con questo intento lo mandava al Nord America per terminare i suoi studi.
Colà giunto nel 1876 , il giovane Malcher, sente che la matematica non fu
fatta per lui;, preferisce quella dei segreti dell'armonia e del contrappunto .
Nel 1877, ottenuto il permesso dal padre , si reca in Italia . Nello stesso
-anno concorre all'esame di:ammissione nel R . Conservatorio di Milano, ed
è ammesso , come, allievo, alla classe d 'armonia e contrappunto del profes
.sor Michele Saladino.
Fortificato nelle sue conoscenze di tecnica musicale, la febbre di produ
izione dei lavori rimarchevoli, lo decide a scrivere un 'opera pel teatro :
« Bug-Jargal » , rappresentata, come altrove dicemmo, nella sua città nativa
con lieto successo e poscia in Rio de Janeiro (1901).
Fu professore al Conservatorio di Musica di detta città , ove visse lun
ega parte di sua vita , spentasi nell'anno surriferito , fra la stima dei suoi con
cittadini e dei suoi colleghi.
Un buon musicista dell'ultimo periodo della nostra storia , che onorò
l'arte musicale nazionale , fu Araujo Vianna . Egli nacque in Porto Alegre
nel 1870, e ivi fece i suoi primi studi musicali e di pianoforte. Fu poi a Pa
frigi e Milano, per perfezionarsi nel prediletto strumento ed imparare l'ar
monia e il contrappunto sotto la scorta di pregiati maestri di quei rinomati
Conservatorii. Al ritorno in patria , mostrò il suo talento con una bella pre
parazione artistica : componimenti graziosi, splendide ispirazioni, di un as
sieme tale di bellezze melodiche, che faceva presagire nel giovane maestro
un avvenire glorioso . Ma un grave male comincia a minare da salute del
maestro, che cerca invano ogni mezzo per guarire. Dal suo viaggio in Fran
.cia, ove si portò per: consultare le sommità della medicina, non trasse che
un debole sollievo e il presentimento che troppo breve sarebbe stata la sua
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vita . E così, preso dal disanimo, riparò all'Ospedale Evangelico di Rio , ove
moriva nel pomeriggio del 3 aprile 1916 . L 'arte perdeva in lui uno dei più
sinceri, più eleganti e robusti compositori.
A giudizio nostro, Araujo Vianna fu difatti l'unico carattere artistico
che non si rese tributario della dottrina bizzarra dell'andazzo dei tempi;
egli preferi la teoria del bello , dove all'ardore della ispirazione si accop
piano la spontaneità delle idee, la soavità del canto , la profonda dolcezza
melodica, con un'arte tutta sincera e personale. Egli obbedi in certi dati
momenti alla tecnica moderna , ma non le fu vassallo ; e volle sempre es
sere uno schietto, un puro , anzichè un vincolato incondizionato alla stretta
del disordine armonico. Del resto , il fondo musicale era nel giovane mae.
stro tutto italiano, non già che gli abbandonasse tutta la preferenza, ma
perchè, secondo lui, l'arte del sentimento e della melodia non perde e non
perderà mai quel sublime scopo : allietare e non straziare il cuore umano,
Ad onta di tutto.... Araujo Vianna traeva occasione per dimostrare le sua
mirabile vena melodica facendoci udire il suo primo lavoro teatrale « Car
mela » , datosi al teatro S . Pedro de Alcantara, nel marzo 1906, con un esito
felicissimo. Ne furono interpreti: Zilda Chiabotto , Larrigue de Faro, Levy
. da Costa , Machado de Oliveira, Walter Guimarães e il Conte de Carapebus.
Una sua seconda opera « Rei Galaor » , parimenti cosparsa di soavi e
delicati pensieri, melodie deliziose e purezza d 'armonia , era udita il 15
agosto 1913, alla Sala del « Jornal do Commercio » , cantata dalle sorelle
Werney Campello, Gabriel Dufriche e Lucy Costa, sotto la direzione del
maestro Provesi. L 'autore la ridusse, per pianoforte e istrumenti ad arco.
Non minore appare il suo talento nei lavori per canto , pianoforte, vio
lino e violoncello , che lasciò in gran numero, la maggior parte inediti. E '
da ricordare tra questi la leggiadra romanza « Maria » ,pagina che rag
giunse la popolarità. Scrisse anche un « Allegro » per violino , dedicato al
violinista Nicolino Milano, e da questi eseguito in un concerto che dava l'au
tore nella sala del « Club Euterpe » (1899) .
Anche il pianoforte si arricchi di belle produzioni sue, delle quali egli
fu un timido e modesto divulgatore, pur essendo un pianista dotato di belle
qualità tecniche.
Degno di nota è un altro distinto compositore brasiliano, Meneleu Cam
pos, nato al Pará. E ' in Milano, la città eminentemente musicale, che l'ex
pensionista dello Stato omonimo, compiva, nel 1898, i suoi studi musicali
sotto la guida del maestro Ferroni, insegnante d 'armonia e contrappunto
nel Regio Conservatorio di detta città, meritandosi, agli esami finali, per
meriti nella materie di composizione, lodi speciali con testimonianza di par
ticolare considerazione, che gli esaminatori vollero dargli per la sua bril
lante prova. Ivi scrisse e fece eseguire, prima di ritornare in patria , due
- 336 -
glio di quell'illustre artista comm . Felice Emilio Taunay che venne assieme
alla famosa missione artistica per fondare l'Accademia di Belle Arti, nel
1816 .
Certo , il figlio Alfredo, gli andò - in un campo diverso - molto innanzi
nella letteratura, e, divenuto senatore dell'Impero, consacrò opera ed in
gegno al bene dell'arte, facendo rivivere colla sua parola e co ' suoi scritti il
genio di José Mauricio e il suo capolavoro la « Messa da Requiem » , narran
done la vita e mettendo in luce tutta l'opera del grande compositore sacro
brasiliano .
Un 'opera più grande doveva confermare il nome illustre che il Taunay
erasi acquistato . Intendiamo parlare del suo celebre romanzo « Innocencia » ,
un vero gioiello di letteratura dell 'età sua .
Possiamo concludere che Escragnolle Taunay fu il Massimo d 'Azeglio
della sua patria .
Spirito di pari valore nell'arte musicale, contemporaneo del prece
dente , fu Brazilio Itiberé da Cuhna, nato al Paraná nel 1850, morto in Rio
de Janeiro . Egli consegui un bel nome nell'arte, giacchè fu pianista rimar
chevole e compositore di cose gentili. Come tale , spesso si fece udire con
lieto successo nei salotti aristocratici brasiliani ed europei all'inizio della
sua carriera diplomatica , nella quale militò lunghi anni come segretario e
ministro plenipotenziario , senza mai trascurare l'arte della musica e il
pianoforte . Per questo suo prediletto strumento , lasciò un piccolo numero
di pezzi originali, i quali, se non sono delle meraviglie d 'ingegno, posseg
gono grazia e gaiezza che provocano l'applauso , massime quando eseguiti
dall'autore ai bei tempi di sua gioventù , con piena facoltà di risorse tecniche .
Certo che fra essi rimane celebre la « Gavotta di Luigi XIII » , compo
sizione elegante , la quale ebbe l'onore della popolarità . Di buona fattura
sono anche la « Barcarolle Vénitienne » , « Estudo » in la e un « Duo » per
pianoforte e violino, pezzi che furono eseguiti dall'autore in un concerto
della distinta cantante francese Alina Alhaiza il 10 luglio 1882, al teatro
S . Pedro .
Faremo cenno anche d 'un altro amatore di musica, noto pel suo nome
illustre nella politica della sua patria , il Marchese de Paraná, il quale , nel
1856 , pubblicava un « Pensamento musical » per pianoforte , intitolato « Uma
flor no sepulcro » .
Lo stesso diremo del dottor Lucindo Pereira dos Passos filho, nato in
Rio de Janeiro, il quale dimostrò un grande amore alla musica come com
positore. Oltre diverse altre sue composizioni, scrisse, nel 1878, un « Im
promptu » , per pianoforte, assai apprezzato .
Mori in Vassouras il 1° giugno 1904.
Abdon Milanez,musico e ingegnere, nato nello Stato di Parahyba, 1858 ,
- 339 -
341 -
canto , lo sforzo della condotta , ove il buono contrasta col mediocre, lo squi
sito col banale, è compensato dalle sentite melodie, dal suo talento sponta
neo , messo in luce senza quella preoccupazione di creare cose novelle e
bizzarre, e riesce a produrre il successo con le sole sue ispirazioni: il che
prova quanto sensibili siano queste doti all'udito umano ! . . .
Però, malgrado le belle attitudini musicali del giovane compositore, si
stenta a credere che un sì bel talento naturale , nell'arte del comporre,
non cercasse d'istruirsi nell'armonia , nel contrappunto, nella fuga e nella
scienza orchestrale a fine di spiegare, con mezzi serii, più elevati, le sue
felici ispirazioni. E ' quello che ordinariamente avviene ai nostri dilettanti.
Esaltati, la maggior parte, sempre da elogi spesso senza valore, non aspirano,
come tutti gli artisti avidi di perfezionamento , a quell’agognato tesoro , per
abbigliare di panni migliori, e rendere più belle le ispirazioni della loro
anima.
Ciò nonostante, a parte questa deficienza, la sua opera « Moema » , ac
cetta con entusiasmo dalle platee di Rio de Janeiro, S . Paulo, Bahia , Per
nambuco, Rio Grande, Pelotas e Porto Alegre; eguali successi si vuole che
ottenesse nei centri europei: Parigi, Pietroburgo, e nel teatro S . João di
Oporto , nell'anno 1905, a richiesta dell'impresa Freitas Brito e Comp.
Il maestro Delgado de Carvalho fu durante alcuni anni bibliotecario
dell'Istituto di Musica, nonché del rispettivo Museo, nel cui posto lasciò
traccie apprezzabili e simpatiche per la coordinazione d 'un catalogo non
ancora portato a termine dai suoi successori.
Malgrado però i suoi successi, egli, negli ultimi anni, ritiravasi dal cam
po dell'arte per dedicarsi ad un ramo diametralmente opposto a quello del
l'arte, alla pollicultura .
Oltre ai citati lavori, lasciò una serie di piccoli pezzi per pianoforte :
minuetti, gavotte , « rigodons » , fantasie, valzers romantici e umoristici, una
marcia solenne, e la musica di scena per « Lais » e la « Bella addormentata » .
Passando ai compositori di musica popolare per danze, diremo anzi
tutto, che nel secolo XIX , come, del resto, ai nostri tempi, la danza era in
gran moda. Si ballava, non tenendo conto delle stagioni, nelle case, nei
pubblici ritrovi, nei « Clubs » e tutte le società costituite con nomi pom
posi; le manifestazioni di allegra baldanza giovanile si succedevano sim
patiche ed eleganti, senza cadere nella espressione indecorosa e lasciva del
l'età nostra.
Nei balli carnevaleschi dei principali teatri, sontuosi ed attraenti, ac
compagnati da grandi orchestre, nei cui programmi, vi fuguravano i nomi
più in voga dei compositori stranieri, c 'era sempre la firma di molti nostri
compositori nazionali, le cui produzioni si rendevano degne di popolarità
e quindi raccomandabili ai pianisti dell'epoca .
- 342 -
tangos, una infinità di polke, musica per operette e riviste, scritte in uno
stile facile, ma con un sapore tutta grazia e leggiadria.
J . Sôares Barboza, compositore, il cui nome diviene popolare in grazia
alla sua celebre polka « Que é da chave ? », pubblicata nell' anno 1881.
Buon successo ottenne anche un suo lundú « 0 Sr. Padre Vigario » , de
dicato alle società carnevalesche.
Alexandrina Maciel de Oliveira, pianista e autrice della polka « Não
creio » .
Felix F . de Oliveira, noto pianista da ballo , compone, nel 1881, un
bellissimo valzer « Cuidadosa » . .
Ayres Borges si fa conoscere, nell'anno anzi detto, come autore di
una bellissima polka carnevalesca “ A Bisnaga » .
D . Costa, pianista e compositrice, pubblica, nello stesso anno, una
bellissima « Habaneira de Salão » e « A Pecadora » , rivelando talento e
buon gusto .
Federico Mallio, il noto pianista e insegnante brasiliano, si fa cono
scere anche come fecondo compositore di musica popolare; pubblico nel
1881, un brillante valzer: « Arinda » al quale dovevano far seguito una
immensità di altre composizioni.
A . Soares de Medeiro è conosciuto come l'autore del valzer « Minha
Estrella » .
F . Raymundo Correa compone una polka « Não me Delente » , giu
dicata bellissima.
E' da ricordare Manuel Joaquim Maria , che compone la celebre polka
« Careca não vai á Missa » , in risposta alla polka non meno celebre « Ca
penga não forma » ; entrambe ottennero un successo popolare (1867).
L . A . Dias compone la polka lundú, col titolo « O Careca tem chinó »
in risposta alla surriferita polka « Careca não vai á Missa » .
Guedes da Silva compone nello stess'anno anche una polka col titolo
analogo ai precedenti « Barrigudo não dansa » , nonché la quadriglia « Ro
cambole » , che ebbe pari successo.
João Elias da Cunha, professore di violetta e insegnante di pianoforte
in Rio Claro (1881), scrisse e lasciò moltissime produzioni nel genere di
musica per danza, tra le quali ricordiamo « Magia » e « Zizinha » pubbli
cate nel 1878, in Rio de Janeiro .
Luiz Pedroza, professore di musica, allievo del conservatorio , scrisse
e pubblicò moltissimi lavori leggeri: Polke, quadriglie e valzers.
Cruz Ferreira, pianista e compositore di musica per danza , assai
apprezzato .
Alice de Castro, pianista e autrice dell' « Habaneira Jó-Jó Carlinho » ,
che le valse un felice esito .
- 345 –
Má, dicasi il vero, fra tutti questi musicisti, che man mano siamo ve
nuti enumerando, conviene dare la palma al maestro Antonio Carlos Go
mes, il cui merito è veramente grande, e il cui nome rimane nella storia
- 348 –
« com o Ill.mo Sr. Ernest Maneille em sua aula de musica, e que continúa
« a lecionar na mesma casa e sob as mesmas condições.
Antonio Carlos Gomes » . (4 )
E ' da notarsi, però, che il giovane Carlos Gomes, per quanto lavoratore
ei fosse, con le sue lezioni date a prezzi tanto irrisorii, non poteva aspirare
ad un lieto avvenire materiale, onde sdebitarsi dei benefici ricevuti dal pa
dre, essendo la sua gratitudine figliale sempre viva verso il genitore, ricor
dando la gentilezza dell'animo e dell' arte ispirategli nell'infanzia.
Cosi pensando, l'animo del giovane Carlos Gomes doveva rimanere pro
fondamente contristato davanti le parche risorse della sua vita .
Per riposarsi di queste sue tristezze , intraprende insieme al fratello
Pietro Sant'Anna Gomes, che fu bravo e distinto violinista , un giro artistico
attraverso le principali città della provincia, ove, dappertutto , raccolgono
entrambi deliranti applausi. Però in tutti i concerti, quel che più si nota , è
il talento spontaneo musicale di Carlos Gomes, le cui composizioni giova
nili destano ammirazione. E se in Itú è applaudito con entusiasmo, in S .
Paulo è fatto segno ad ovazioni deliranti da parte degli studenti, pei quali
compone l' « Inno Accademico » . In detta città gli fu dato conoscere un uomo
che venera l'arte , il dottor Langhard de Menezes, il quale, stupito del genio
musicale di Carlos Gomes, non solo lo sprona a fissare il pensiero verso
un'arte che rimane incanto e poesia , ma, coll'autorità della sua affettuosa
amicizia , lo indusse a recarsi in Italia , per imparare la tecnica che ha per
base l'armonia , il contrappunto , la fuga, la composizione, infine.
Quei nobili consigli non caddero nell'oblio ; essi avevano prodotto il
loro effetto sull'animo del giovane artista.
Ad intensificare l'impressione profonda che gli avevano cagionato le
parole dello spettabile uomo, valsero anche i consigli del distintissimo vio
linista francese Paul Julien, caldissimo ammiratore del promettente inge
gno musicale di Antonio Carlos Gomes, e che visse circa due anni in Cam
pinas.
Da quel momento in poi, l'animo suo si agita e, da uomo intelligente
e perspicace che egli era , sa che la sola spontaneità musicale, vestita di
ingenua armonia , non basta per poter penetrare nei misteri della grande
arte ; gli occorre quella che, nel detto di Giuliozzi, costituisce l'oggetto di
un'arte eminentemente tecnica, che abbellisce la fiamma del genio , senza
la quale non potrà mai emergere nell'animo dell'ascoltatore e sollevarlo
sulle ali sublimi in un volo al mondo ideale dei grandi concetti.
(4 ) Dal giornale « Aurora Campineira » domenica 9 gennaio 1859, secondo anno,
unico esemplare esistente negli atti di un processo, e di cui è possessore il chiarissimo
scrittore Alberto Faria , di Campinas,
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fetti polifonici, non aveva, e non poteva avere ancora raggiunto quel grado
dove la fantasia può, a suo arbitrio, volteggiare senza preoccuparsi di quel
le imprescindibili regole basiche della grand'arte, che soltanto i grandi
centri musicali possono fornire. Era appunto ciò cui anelava l'animo ar
dente del giovane e non ancora perfetto maestro, malgrado gl'inebbrianti
applausi sentiti nella propria terra. Senza di ciò , la sua arte rimaneva, no
nostante l'ispirazione, imperfetta per la mancanza dei grandi effetti orche
strali e lo sviluppo della forma. Ma come fare per giungervi ? Come ottenere
i mezzi per far fronte alle spese di viaggio è di sostegno sul luogo desiato ?
Un cuore magnanimo, un mecenate nobile, a cui va debitrice l'arte di tanti
benefici, e che regnava col nome di D . Pedro II, scorgendo in lui un talento
di valore, spontaneamente si då a proteggerlo con grande munificenza,
facoltandogli tutti i mezzi necessari : protezione questa , che Carlos Gomes
non dimenticò mai in vita sua .
Mercè tale offerta , egli, col cuore gonfio di contentezza, partiva l'8 di
cembre 1863 per l' Italia, ove inizia i suoi studii di contrappunto, fuga e
composizione, sotto la direzione del maestro Lauro Rossi, l'autore dell'o
pera « Contessa di Mons» , e direttore del Conservatorio di Milano, diplo
mandosi con i più grandi eloginel 1866 (8 ).
Chiusi ormai i suoi libri téorici, si dà allo studio delle forme, delle par
titure, cioè, che camminano col movimento progressivo e sintetico della
verità espressiva dell'arte.
Era su quella estetica che Carlos Gomes doveva fissare il suo stile per
non rinnegare la verità, verità , tutta melodica , nel sentimento della vita
ideale latina .
Sul tramonto dell'anno 1867, egli pensa ad un libretto che riunisce tut
te le condizioni volute per abbordare un poema di grande opera , e musi
carlo con le ardenti sue ispirazioni.
11 genio di Alencar va all'incontro del suo desio . In un pomeriggio , tro
vandosi seduto ad un tavolo del caffè Biffi, sente la voce di un venditore
girovago di libri, che bandisce ad alta voce la sua merce: « Il Guarany! ro
manzo brasiliano ! storia di selvaggi! » .
Carlos Gomes lo chiama in fretta e compra il libro che immortalo lo
scrittore suo compatriota ; l'anima candida di Cecilia e l'ardore del fedele
e indomito Pery, tradotto poscia con abbondanti ispirazioni melodiche,
dovevano immortalare anche il suo nome. Oltreció , l'interesse palpitante
del dramma che si svolge nell'opulenta foresta della sua amata patria è dü
(8) La Fuga a quattro parti, cioè la copia di essa , giacché l'originale rimaneva
nell'archivio del Conservatorio , scritta a porte chiuse nell'esame finale, trovasi, reli
giosamente custodita nell'archivio del Centro di Lettere, Scienze ed Arti, di Campinas.
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va come il riflusso del mare . Si aggruppavano due, tre , dieci, venti persone
di fronte ai cartelloni.
– Il Guarány ! — leggono gli uni.
- Il Guarany ! – leggono gli altri.
Vi era della gente che leggeva fra sè appena, ciò che importava un va
stissimo servigio alla etimologia della parola .
Lo spettacolo era annunziato per le ore 8 pomeridiane.
Alle ore 6 si stentava a rompere la moltitudine.
La gelosia, l'amicizia , l'ammirazione e la emulazione correvano al suce
cesso o alla sconfitta del maestro brasiliano.
E ' una platea a cui concorrono circa duecento maestri compositori, al
minimo.
. Alle ore 7 pranzava Carlos Gomes in quest'ora all'Hôtel, in compagnia
del direttore d 'orchestra della Scala, il maestro Terziani, del maestro Fac
cio, dell'impresario Bonola , del suo diletto poeta d 'Ormeville e di tre bra
siliani che si trovavano in Milano, i Signori José Pedro de Sant'Anna Go
mes (suo fratello ), Lessa Paranhos e Antonio Carlos do Carmo. I brindisi
si scambiarono al risuonar dei bicchieri e allo spumeggiare dello cham
pagne.
- Altuo trionfo, Carlos Gomes !
Maestro ! alla vostra prossima vittoria !
- Viva Carlos Gomes !
- La posterità è tua fra poco !
Belle e profetiche parole furono quelle! .
Il nostro maestro — prosegue l'illustre scrittore -- nelle prove tanto
serio e silenzioso, entrò quella volta in teatro scherzoso e saltellante. Gli
impiegati di scena, i coristi, i cantanti, le ballerine, ecc., vedendolo cosi,
esclamarono circondandolo : " .
- Bravo ! Fiducia in sè in primo luogo !
- Il successo è sicuro, maestro !
- E ' certo il successo del « Guarany » !...
E Carlos Gomes distribuiva strette di mano, rideva, scherzava, ringra
ziava, palpitava di piacere e di speranza come uno sposo felice . . .
Mancavano dieci miunti perchè l'orchestra desse inizio all'« Ou
verture » (9 )
Nel teatro alla Scala si comunicava per telegrafo . I segnali elettrici
chiamavano gli artisti ai posti competenti nel palco scenico. .
Quando Carlos Gomes vide le quattrocento comparse dell'opera, che
(9) 11 « preludio » , cioè, giacchè l' « Ouvertura », ossia la « sinfonia », fu scritta
l'anno seguente, al ritorno del suo viaggio in Brasile, 1871.
spariscono dagli occhi una per uną, a somiglianza delle immagini multi
colori di un romanzo di Cooper , e, dando uno sguardo all'interno, senti
l'isolamento in cui l'avevano lasciato, trema come un condannato .
Volle chiamare, volle domandare a qualcuno vicino a sè.... Nulla !
L 'orchestra marcava le prime battute del preludio , il sipario saliva
lentamente.
Ormai la battaglia era iniziata.
Momento terribile e di apprensioni per i maestri che s'occypano colla
sola sintesi dell'arte di scrivere. Ma la caratteristica dominante dell'artista ,
che in quel momento affrontava tremila uditori, era quella di vincere la
battaglia colla fiamma feconda della sua ispirazione. Egli era sicuro del
trionfo , come il sole è sicuro di fecondare la terra ; era infine sicuro dell' e
sito , poichè aveva la coscienza di non avere scritto a macchina la sua opera ,
ma bensi colla vitalità esuberante della sua palpitante passione. E cosi fu ;
giacchè, quando alla fine del quarto atto, la tela calava lentamente sotto gli
ultimi accordi che ricordano il tema della marcia selvaggia, il pubblico in
delirio, esultante, lo acclama chiamandolo più volte all'onore del proscenio ,
sotto una tempesta di ferventi applausi, i quali fare volte risuonarono cosi
fragorosi nella austera sala di quel massimo teatro.
Carlos Gomes -- continua il Guimarães Junior -- al terminare l'ultima
eco dell'ultimo applauso , esce dal teatro come una palla di fucile, sale in
una carrozza e di li a poco rincasa . Cappello buttato sul pianoforte, cravatta
in aria, paletò nel fondo della stanza ; senza pensare, senza prendere fiato ,
senza spogliarsi perfino, si tuffa nelle lenzuola e si copre il viso ermetica
mente come una sposa cinese!
- Vinsi, vinsi, vinsi la battaglia ! - zufolava egli sotto la trincea.
A quell'ora lo cercavano per tutti gli angoli dei caffè di Milano i signori
José Pedro de Sant'Anna Gomes, Lessa Paranhos e Antonio Carlos do Carmo.
— Ma dov'è questo matto ?
Andarono a trovarlo in casa, avvolto fra le coltri, silenzioso e cheto (co
me il sole che si nasconde dietro l'orizzonte dopo di avere illuminato il
mondo). Çiò che si disse durante questa notte, e ciò che si conversd, le spe
ranze e le chimerę chę si scambiarono sino allo spuntare del giorno, é su
perfluo, dire !
All'indomani, oltre alle felicitazioni d'insigni personaggi nell'arte, nella
nobiltà , nella regalità ; il Ķe d'Italia , lo nominava di motu proprio Cavaliere
della Corona d ' Italia, Carlos Gomes riceveva dal suo pregiato maestro Lauro
Rossi, la seguente lettera :
- 359 -
nella quale il Morel, artista di elezione e creatore della stessa, fece fremere
l' anima di quell'eletto pubblico che assisteva alla prima rappresentazione
del « Guarany ».
Non v'è dubbio che la espressione di questa frase, affidata al suo talento
che, nella parte del Cacicco , intona levando le mani al cielo , e che gira at
torno la massa corale, è solenne, maestosa ; un concetto felice, che esprime
senza fioriture un sentimento invocato a dipingere l'animo di chi, come il
Cacicco degli Aymoré, inalza al nume del cielo possente la fede della sua
tribù .
Convien notare, però, che questa stupenda pagina non figurava nello
spartito ultimato. Il Morel ebbe a lagnarsi col maestro ; desiderava che vi
fosse un « Arioso » , un pezzo infine, onde mettere meglio in evidenza le sue
qualità vocali.
Carlos Gomes si senti veramente imbarazzato.
Del resto , ciò succede sovente nel mondo della vita lirica teatrale ; e
l'oggetto principale è appunto quello di contentare gli artisti creatori di
opere nuove. Ed è noto altresì come in tali circostanze le pretese dei Signori
cantanti sono, quasi sempre, assurde e illogiche. Evidentemente, un vivo
senso di contrarietà deve produrre tal cosa nello spirito del compositore.
Per addurre alcuni esempii delle sciocche esigenze, si vuole che il tenore
canti assieme alla prima donna un duetto d'amore, e che non manchi nel
l'accordo di dominante un bel « si » , o uno strepitoso « do » acuto per avere
l'applauso ; il baritono a sua volta esige un pezzo eroico, fantastico, con una
cadenza banale, che non ha nessuna grazia, nè il più leggero rapporto lo
gico col sentimento della frase sentita dall'autore ; il basso , deficiente nella
bravura, vuole il suo pezzo dalla frase larga, espressiva, sentimentale, an
che quando l'argomento tiene del serio, o del drammatico , poco importandosi
se risulta da ciò un disastroso effetto per il dramma, per la forma, per lo
sviluppo , per l'equilibrio infine dell'opera ! Quindi è facile immaginare l'in
quietudine, l'imbarazzo del maestro compositore, spesso costretto a sacrifi
- 362 -
il quale non fu esente dallo stesso giudizio postumo dei critici indigeni no
stri; mentre nella notte della prima rappresentazione alla Scala di Milano,
la spiritosa frase diede effetto contrario , provocando un vero entusiasmo.
In altre parole : le opinioni dei più insigni musicisti erano concordi in
trovare nella facoltà artistica di Carlos Gomes la ricchezza dei mezzi, i
processi tecnici, la conoscenza dei timbri variati dell'orchestra, delle voci,
e tutti, infine, gli utensili indispensabili al compositore, destinato a scrive
re pagine d 'opere teatrali, e a fare la delizia del pubblico, senza scendere,
come tant'altri, ben presto nel sepolcro dell'oblio . E dicasi il vero, la mag
gioranza non si era ingannata nell'omaggio del successo del « Guarany » ;
aveva sanamente sentito , attraverso quelle sue pagine dei ballabili e il
Baccanale indiano, pezzi originalissimi e pittoreschi, ormai vantaggiosa
mente apprezzati dai contemporanei, e tutte quelle ispirazioni che l'anima
ardente del giovine compositore, sentiva senza la preoccupazione di quel
falso ideale, proprio a quei giovani destinati al mondo dell'arte a rove
scio ; aveva finalmente trovato nel debuttante maestro quelle lodevoli virtù
che rivelano senso della misura , giustezza dell'equilibrio , contrasto di pas
sione, nonché quel sano ideale di uno spirito non propenso a tradire l'arte
e il suo scopo, mascherando il pensiero, trucidando l'espressione, pur di
passare per savio .
Del resto, la dea della divina favella , in tutti i tempi, rivelò ai mistici
e ai romantici che, in arte, la scienza è il corpo ; l'ispirazione è l'anima.
Non diversamente si spiega com 'egli potesse trafiggere le barriere del
l'eccessive esigenze e riportare quel brillante successo nella terra leggen
daria dell'arte. Del resto, la scintilla divina, e la fiamma feconda all'ispira
zione, — due forze superiori alla scienza musicale — erano parti intégranti
- 364 -
dell'animo di Carlos Gomes ; e furono esse che gli procacciarono quei lieti
momenti, sentendo il plauso dei colleghi alla sua opera , che vende per
un prezzo irrisorio : « 3000 lire ! ! » .
A riconferma d 'una tale verità , diamo la seguente lettera del maestro,
presentemente in potere del Signor Eugenio Hollender, giornalista e tra
duttore pubblico, in S . Paulo :
Terrò quindi sospesa ogni mia trattativa in attesa d 'una tua proposta ,
preferendo come ripeto , il teatro Comunale a qualsiasi altro. Per questo e
per altro bisognerebbe che potessimo trovarci assieme, e se avrai presto
occasione di venire a Milano scrivimi dandomi appuntamento, oppure scri
vimi liberamente.
Ricevi intanto una cordialissima stretta di mano del
sempre tuo
ANTONIO CARLOS GOMES » .
(10) Questo amore per la sua patria , messo in dubbio da taluni maldicenti, lo
conferma in una sua lettera, scritta con data del 15 febbraio 1894, al suo vecchio
amico José Emigydio Junior, di Campinas,
- 367 -
pomeriggi, appoggiato alle opere morte della nave, lo sguardo fisso verso
quegl'incantevoli tramonti, evoca il patrio mondo delle verdi palme tro
picali, le tiepide notti passate sotto il cielo in cui nacque, mentre un 'ar
cana voce gli sussurra all'udito , dicendogli che sarà ricevuto in tộionfo .
Nell'ebbrezza della incantevole contemplazione, si duole pero, pensando
ad un falso giudizio che corre sul suo conto , di avere rinnegata la patria ,
naturalizzandosi cittadino italiano. Vuol protestare al cospetto del cielo pa
trio contro la falsa asserzione. Ma poi pensa che, a soffocare il falso con
cetto , meglio di lui parlerà la sua musica; in ogni frase, in ogni pezzo , vi
è un frammento della sua anima; parte - una gran parte — del suo cuore
brillerà presto di fulgida luce d'amor patrio , irradiando l'amato cielo di
Parahyba con gli accenti soavi della dolce Cecilia , e i sospiri affettuosi del
fedele Pery, canti eloquenti, linguaggio sublime, per protestare contro la
perfida menzogna, lanciata contro di lui dall'abietta invidia !
Erano questi i pensieri che si annicchiavano nell'animo del maestro già
glorioso , pria di toccare la desiderata terra del Guanabara; l'ansia era ar
dentissima, malgrado tutto ! . . . Ma almettere piede su la banchina del pa
trio suolo, la scena della maldicenza cambia veduta ; ogni giudizio teme
rario si acqueta ; non si pensa che al suo talento , al suo trionfo, al giorno
infine in cui sarà dato udire la sua opera, che aveva tanto contribuito ad
innalzare l'anima dell'intellettualità brasiliana all'estero. In altre parole ,
Carlos Gomes sbarcava sotto un 'atmosfera di nutrito entusiasmo; ogni giu
dizio imprudente è annientato dall'aureola di gloria che gli cinge la fronte.
I giornali innalzano inni di lode dandogli il ben arrivato.
Nelle vetrine dei principali negozi di musica , lo spartito del « Guarany »
occupa il posto d 'onore . Nei vani delle porte pende il cartellone dell'ultima
stagione del teatro alla Scala di Milano, in cui figura il « Guarany » e i
nomi dei principali interpreti dell'opera : Villani, tenore; Maria Sassi, so
prano ; Vittorio Maurel, baritono ; Enrico Storti, e il basso Teodoro Coloni.
Tale evidenza era motivo di alto orgoglio per quelli, il cui sentimento
era sincero nel culto dell'arte, ed un nome a registrare nella storia della
musica nazionale ; per i zoili -- critici malevoli e parziali — un tormento
degno dei rei! . . .
Fortuna volle che un 'eccellente compagnia lirica, venuta dal Rio del
Plata , nella quale figuravano ottimi artisti, si trovasse sulla piazza di Rio
de Janeiro, con pieno compiacimento del pubblico .
La presenza dell'autore del « Guarany » sprona l'impresario a mettere
in scena l'applaudita opera. Lo studio dello spartito assorbe l'intero mese
di ottobre e , parte, del novembre. Finalmente, la prima rappresentazione
- 368 –
(11) L ' ostilità di alcuni professori d'orchestra – che erano i soli brasiliani -
lo spirito d 'antagonismo, che si trasforma in franca guerra al maestro, diede luogo ad
osservazionit
una scena sgradevole, svoltasi nel momento che il maestro si accingeva a fare, nel
anza di quel suolo
corso delle prove, quelle osservazioni tanto giuste alla buona riuscita dell'esecuzione
di un 'opera nuova e dificile ; la riluttanza di quegli spiriti malvagi doveva obbligarlo ,
suo malgrado, a perdere la pazienza ; e gettando al suolo la partitura della sua opera,
si ritirava dal teatro.
Era il prologo delle tante sciagure che più tardi ebbe a soffrire nella propria
patria ! . . .
Noi riproduciamo il fatto come testimone oculare di quella triste scena, per por
tare alla conoscenza dell'odierna opinione, affinchè sappia che le forze viventi arti
stiche di allora , avevano pure il sangue partigiano e le sue passioni non erano sol
tomesse al culto del talento ; la simpatia atterrava ogni barriera per lasciare passare
- quando potevano – non il reale valore, ma la nullità evidente, oppure la medio
crità senza la speranza di progredire ! . . .
Certo egli è che dopo il successo del « Guarany » i zoili furono obbligati a ri
nunciare a tutte le trame che avevano ordite contro un compositore nazionale che
aveva conquistato molti allori presso il pubblico straniero.
- - -
- 371
(12) Filippo Filippi, il celebre critico musicale , scriveva della « Fosca » : un 'opera
meravigliosa ! . . . da cima a fondo sintetica ! . . . !
(13) In Italia , ove si consacrava il suo talento ; in Italia ove la « Gazzetta Musi
cale di Milano » , la « Perseveranza » , il « Fanfulla », la « Lombardia » e centinaia di al
tri giornali in cui si tesserono i più grandi pomposi elogi a Carlos Gomes, Stellino, egregio
critico, parlando del « Salvator Rosa » , scriveva: « Agora deverei tirar o resultado, em
nome dos ouvintes. Mas que direi nesta noite e com um sonno que não posso vencer ?
Trinta e uma chamadas á scena, symphonia repetida, triumpho maximo tudo isso já
vos communiquei pelo telegraphol A musica é bella , rica, extrarica, de melodia e mui
tas das quaes são novas, o duetto de amor tem uma frasa estupenda, mas que entre
tanto não se compara com o « Guarany » ; os coros e peças concertantes produziram
enthusiasmo etc. . . . » .
- 372 -
potevano benissimo essergli state suggerite dal bel cielo di Margellina (14 ).
Il « Guarany » è la poesia del patrio suolo ; « Salvator Rosa » è l'espres
sione concentrata , il canto meridionale che inneggia alla patria artisti
ca sua .
Nel 1878 , giungeva al termine la sua quarta opera : « Maria Tudor »,
cantata nell' anno seguente, alla Scala , il cui esito , malgrado le bellezze
musicali, le intenzioni magnifiche, messe abilmente in gioco dal maestro,
si ridusse ad un successo di stima. Questa fredda accoglienza non impedi
che fossero apprezzati il bellissimo duetto :
« Colui che non canta
« ignora l' amore »,
cantato stupendamente dalla Dangeri e Tamagno; la romanza di Giovanna;
la grand' aria di Maria Tudor ; il bellissimo quartetto, e le originalissime
danze, abilmente strumentate : pagine le quali apporteranno un giorno, la
luce, che, per tante ragioni. .., non irradiò sul grandioso lavoro, nella
prima udizione.
Quest' opera, scritta e vagheggiata fra le più rosee speranze, doveva
forse essere il preannunzio di momenti assai tristi della vita di Carlos
Gomes.
Infatti, l' ultimo atto della Maria Tudor fu scritto in stato di intime
sofferenze morali : inizio di lotte, principio di una odissea, che condusse
l'animo del maestro alle più gravi sventure ! . . .
Dal 1880 in poi, malgrado egli avesse aggiunto al suo « Guarany » due
opere vitali : la « Fosca » e il « Salvator Rosa » , e per ultima, la « Maria
Tudor » , l'unico sentimento consolante in Carlos Gomes era quello di non
dubitare mai dell'appoggio morale e materiale dell’Imperatore amico , e
del popolo entusiasta della sua terra .
Nel maggio del 1880, la nostalgia della patria , ed anche l'idea di rag
granellare qualche sostanza, lo decidono a partire per Rio de Janeiro. Giun
to a Bahia , ove s'iniziano le entusiastichemanifestazioni popolari, per deli
nearsi quindi più intenso a Rio de Janeiro , quivi soggiorna circa due mesi,
donde doveva riportare i più grati ricordi degli omaggi resigli.
Lodevole è il cenno che inquadra il libro di un noto scrittore - « A
Bahia a Carlos Gomes » -- di Silvio Boccanera , sull'intensità che ebbero
tali omaggi per il glorioso maestro :
« A Carlos Gomez -- honra e gloria deste paiz - - ainda e sempre fun
(14) La celebre Albani in un concerto realizzato a Dresda, nel 1894, faceva valere
tutte le sue brillanti qualità artistiche nella « Mia Piccerella » , di quest'opera ,
- 373 –
e la freschezza della tacita acqua che bagna i piedi degli irti monti. Ma
mentre col cuore gonfio d'estasi, sognava una casetta circondata di fiori
e di dolce silenzio , costruiva invece un sontuoso villino, il quale
gli doveva assorbire tutto ciò che possedeva e, ancora, immergerlo nei
debiti.
Malgrado ciò , nel ritiro della sua modesta casa in via Merone, ove ri
torna dopo la disastrosa vendita del suo villino, medita il suo nuovo libret
to; cerca di penetrare nell' anima di Ilára, come penetrò in quella di
Cecilia.
E cosi la sua anima ancora eroica e piena di luce, può ancora espri
mere, senza un supremo sforzo, la grazia innocente di Ilåra e l'anima in
namorata di Iberé, nella sua opera « Lo Schiavo » .
Questo suo lavoro – lavoro essenzialmente teatrale - accessibile a
tutti per la distinzione dell'elemento melodico che vi predomina, i cui
effetti armonici e drammatici non rimangono estranei alle intelligenze mu
sicali, parve a ragione una delle più ispirate partiture del Carlos Gomes.
Infatti, la manifestazione degli effetti orchestrali che caratterizzano il bello
e grandioso preludio dell'atto terzo ; il sentimentale duetto :
sono dei pezzi che contengono il germe caloroso e appassionato dello stile
che ravvisammo nel « Guarany ».
Il bello spartito doveva darsi al teatro Comunale di Bologna nel 1885,
e le trattative con l'impresa Boselli non giunsero a buon porto ; si decide
quindi darlo a Rio de Janeiro , nel 1889; ed ebbe per interpreti : il soprano
Peri, il tenore Cardinali, che fu sublime nella parte di Amerigo, il baritono
De-Anna, dalla voce potente , che interpreta ammirevolmente la parte di
Iberé.
Il successo dello « Schiavo » fu immenso e dei più brillanti; l'impresario
signor Musella, intelligente e astuto, ne ricavò ottimi affari, e l'autore
- 375 -
(15) « Lo Schiavo » era, allora, proprietà dell'autore. Aggiungasi che dopo il suc
cesso di detto spartito , veniva dall'Imperatore D . Pedro insignito dell'alta onorificenza
di Grande Dignitario della Rosa.
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« Due righe in fretta, tanto per non ritardare a darti le mie notizie .
« Vedo che sei a Torraca in seno della famiglia antica e immagino « as
« saudades » che avrai della famiglia nuoval I cuori buoni come il tuo ama
« no quanto c'è di meglio al mondo : la famiglia .
; « In quanto ai Ministri tutti, ad onta delle mie insistenze e umilianti
« preghiere, mi hanno negato di trattare direttamente meco, e finalmente
« m 'imposero di recarmi a Roma per ricevere gli ordini del Barone Teffé,
« nostro Ministro .
. « Gli scrissi ieri; oggi mi telegrafo dicendomi che non ha ancora av
« viso alcuno del Governo ! . ..
« Vedremo . . . Io attendo qui l'avviso del Teffé per seguire per Roma,
« a far che cosa? Non lo so.
« Intanto io qui t'attendo a braccia aperte .
Tuo amico vero
GOMES » .
- 377 -
Più penetriamo nella vita dell'infelice artista, più riconosciamo che l'odio,
la guerra, le perfidie, ardono della fiamma più viva ancora nell'età che
precede la sua morte .
Non v'è dubbio che l'ultimo periodo della sua vita è una corona di mar
tirio , un calvario di sofferenze.
Le condizioni che lo menano a Chicago sono — come lui stesso lo dice
- desolanti: privo di mezzi e di riguardi! . . .
E la mente ci ricorda infatti, che quando il rinomato maestro cold
giunse, l'accoglienza dei signori membri della Commissione, non fu con
- 379 -
(16) La persona a cui alludiamo era il distinto medico Dr. Julio Brandão, il quale,
nell'adempimento del proprio dovere non aveva seguito la sorda guerra a quella dei
suoi compagni a rispetto di Carlos Gomes ; anzi, lo anima e gli presta il suo appoggio
personale durante il di lui soggiorno nella terra di Washington.
- 380 -
· « Grazie infinite per la tua lettera del 27 Ottobre. Sapevo già del tuo
« trionfo col grande concerto al Cassino e mi rallegro con te.
« Tu mi sei sempre fedele amico ; non lasci passare una buona occa
asione senza darmi prova della tua stima, di cui ne vado fiero.
« Purtroppo so, da un pezzo, dell'esistenza di certi minatori della pro
« fessione, tanto a Rio come altrove . . Che fare ? A me pare meglio non
« curarsi di loro . . . – guai a dar loro dell'importanza !
« Non mi dici nulla del direttore del Collegio di Musica di Rio ( diretto
« dal nostro collega e amico L . Miguez ? ) .
« Segno che tutto va bene: Collegio , Direttore, allievi etc. etc . ;
« Anche il Governo deve essere contento !
« lo forse me ne andrò al Pará, ove mi hanno offerto , un posto . Ciò
« vuol dire che almeno al Nord del Brasile c'è della gente che mi vuol bene.
« Ma dico forse, perchè non so ancora nulla di sicuro della mia no
« mina , anzi ti prego di far sapere a Compadre Manduca di questo. Per
a carità , prego te e tutti di non parlare di « questo affare del Pará con qual
« siasi giornalista », « Tu sai che la stampa , con le sue notizie sbagliate » ,
« rovina , « inventando » , a danno dei poveri, come me! . . .
« Quando poi sard al posto (se lo saro) io stesso ti pregherò di dare
a la notizia esatta .
« Ciao, carissimo amico ; chi sa quando ti vedrò ! Sono assai, assai ma
a lato ! Malato come non puoi credere ! !
« Sarà quel che Iddio vorrà . Ciao .
« Abbracciandoti con tutta la famiglia disponi sempre del tutto tuo aff.mo
CARLOS GOMES ».
Questa volta , Carlos Gomes nulla ha da temere. La terra dal sole bru
ciante , conscia di compiere un atto di giustizia , salvando l'uomo e l'onore
dell'arte nazionale, lo chiama nel suo seno per significargli la più salda
ammirazione.
Bella e nobile manifestazione al talento che, disgraziatamente, Carlos
Gomes non doveva godere per molto tempo !
Senonchè, giunto a Lisbona per prendere imbarco verso il Pará , il suo
male si aggrava ; si teme della sua sorte.
Altr 'uomo avrebbe desistito da questo lungo viaggio , egli no ! A nulla
valsero i consigli dei compatriotti, che si trovano nella capitale lusitana,
- 382 -
a distorlo. Egli tornava alla patria, ove — « in fine vitae » - doveva tro
vare, infine, il sollievo di tante gravi amarezze, davanti alle quali muoiono
tutte le filosofie del mondo.
Triste fu l'arrivo, data la gravità del suo male. Le cure più affettuose
gli furono prodigate; ma la medicina, che non è la scienza dell'immorta
lità , si confessa impotente davanti alla feroce legge della morte, la quale
infrange inesorabilmente il genio creatore di tante sublimimelodie .
E fu cosi che l'uomo, sottomesso alle prove più vive della lotta, cir
condato dai più illustri ammiratori paraensi, che lo assistono in quell'ora
suprema, rendeva, il 16 settembre 1896 , l'anima a Dio , muovendo verso
l'immortalità.
La morte dell'illustre maestro, tanto dolorosamente sentita nel Pará,
ove gli si rendono le più solenni esequie, e ove la salma è grandemente ono
rata e solennemente trasportata , non poteva che aver una ripercussione a
Rio de Janeiro.
Infatti, al giungere della salma nella capitale della Repubblica, il po
polo , spinto all'ammirazione per l'estinto , segue solenne il carro funebre
fino alla chiesa di S . Francisco di Paula , ove si celebrano solenni esequie
in suffragio della sua anima. La salma fu poi trasportata all'Istituto Na
zionale di Musica , di cui, durante la vita del glorioso compositore, non gli
fu concesso varcare la soglia nemmeno come semplice bidello ! . . . (17) .
Quivi rimaneva esposta , per alcuni giorni, la venerata spoglia , con pie
tose visite d 'un pubblico eterogeneo, e gli omaggi di canti sacri che innal
zano gli allievi, scritti dal direttore Leopoldo Miguéz ! .. ..
Però la solennità maggiore, una vera apoteosi, che si numera con quel
l'omaggio ch'ebbe in vita al suo arrivo nel 1880, è la maestosa dimostrazione
di duolo di tutta la cittadinanza, quando il corpo dell'illustre defunto con
il più imponente corteggio del popolo nel cocchio d 'un grande ed eroico
generale , lento muoveva verso l'imbarcatoio dell'arsenale di guerra .
Tra il funebre corteo scorgemmo alcuni amici leali, quelli cioè che
l'amarono per le sue virtù artistiche e paterne, nei cui cuori nascondevano
383 -
le più sentite lagrime di cordoglio davanti alla dolorosa scena del momento ;
lieti, però, al ricordarsi che, vivo , l'avevano sempre difeso dai dardi del
l'invidia e della perfidia crudele ! .. .
Tra quei mesti e lieti ricordi vi era anche la ferma e salda convinzione
che, mortale glorioso, onore dell'arte e della patria , nessuno più di lui ave
va saputo guardare in viso senza piegarsi alle avversità del destino. E in
quel momento, in cui i peggiori sentimenti spariscono davanti la venerata
salma, la morte aveva reso più grande l'uomo che aveva dato alla sua
patria un secolo d'arte , mai uguagliato da altri suoi figli ; e che finisce con
un 'elevazione di tutto ciò che visse di grado superiore nella vita spirituale
del suo tempo.
Noi lo conoscemmo nel pomeriggio della sua gloria, gli fummo seduti
accanto assai volte nell'intimità la più propizia per raccogliere ogni cogni
zione del suo carattere, e de' suoi difetti, i quali non erano, in fondo, di
quelli che si annegano nella fiumana del disordine morale, ma bensi nella
dolcezza e nel conforto per quanti, negli eventi della carriera artistica,
andavano a bussare alla sua porta , che si apriva caritatevole , rimpiangendo
di non poter essere utile a tutti i fratelli d 'arte , vissuti assieme a lui nella
terra ove imparò ad amare e comporre.
Ma è pur vero che mentre il suo magnanimo cuore si apriva agli infe
lici dell'arte per lenire con l'obolo fraterno le sofferenze fisiche e morali,
altrove le sue buone azioni con leggerezza inaudita, erano male interpre
tate ! Ed è noto a tutti come in vita spesso si disse, che la sua condotta
era sregolata a causa del gioco (18 ).
Nulla era più lontano dal vero.
Carlos Gomes non fu mai giocatore. La condotta della sua vita era lo
studio della sua nobile professione, che rispettava innanzi tutto ; studio co
stante, febbrile, mai indietreggiando difronte alla fatica per recare a ter
mine i suoi lavori, componendo al mattino, rivedendo le pagine sul cadere
della sera, per indi istrumentarle di notte , pur essendo oppresso da tanti
dolori intimi, infelicissimo negli affetti domestici! .. .
In altre parole, tale fu la vita e il sentimento del grande artista na
zionale, la cui morte doveva provocare una clamorosa reazione in suo fa
vore, e un forte rimorso nei suoi nemici.
E cost, pria che il sole si precipitasse attraverso l'orizzonte dei monti
del Guanabara , la salma dell'uomo, del geniale artista , che aveva trasmesso
(18 ) Carlos de Laet, il chiarissimo ed arguto scrittore, fulminò con la sua penna
nell'appendice « Microcosmo» del 29 agosto 1880 (Jornal do Commercio ) la maldicenza
che si scagliava contro l'artista eminente, nei ridenti di che la patria lo vedeva ca
rico di allori.
- 384 –
V° PERIODO
CAPITOLO XX.
(1844-1889)
rità, dello stile, della tecnica, con tutta la bellezza e il profondo sentire
musicale (1).
Alla valente schiera degli artisti concertisti, bisogna aggiungere quella ,
i cui nomi non si fanno dimenticare nella nobile missione dell'insegnamento
e del diletto artistico.
In S . Paulo , troviamo: Gabriele Giroudon , Emilia Philipeaux, Giorgio
Wadeweiss, Giulio Houdelot, Giuseppe. Volta, Lucio Mauricio, Otto Glau
dosch , Luigi Gonzaga de Azevedo, Luiz Padova, Giorgetti, Antonio M . Fran
co , Pinto Tavares, Emilio do Lago , l'autore del « canto da curuja » ; José
Ferreira , Eletra Pons, Mme. Portier, Eugenio Hollender, fondatore del Club
Mendelssohn, in Capivary, nel 1883.
· Rio Grande del Sud : Porto Alegre , Pelotas, Rio Grande, ci dànno : Fi
lippo Nery, Lino dos Santos, Gustavo Lindner , João Pinto Bandeira, Anto
nio Leal, J. Quaglia, Viriato Vieira da Silva e Candido Antonio Monteiro
nome d'una famiglia tutta di musici intelligenti, e le due giovini pianiste
piene di slancio e di felicissime attitudinimusicali : Amelia Maurel e Julietta
Tavares, ambedue native di Pelotas, ambedue riescono con il loro bell'in
gegno ad onorare l'arte della loro città nativa. E dicasi infatti che di grande
attrattiva fu il loro intervento nei concerti ivi dati da notevoli artisti nel
l'aprile e maggio 1884 . La prima suonava con molta grazia e slancio dif
ficili pezzi di Weber e la seconda emergeva con incontestata valentia nel
l' Impromptu di Chopin (Do diesis minore) e il « Rondò Capriccioso » di
Mendelssohn .
Al Paraná il maggiore Bento Menezes e il dottor Francisco Itiberé da
Cunha, due rispettabili spiriti musicali, che insegnano l'arte del pianoforte
e del violino. In Bahia : Amado Coutinho, F . Santini, che poscia passava
a Rio de Janeiro, nel 1883, ove morì pochi anni dopo ; Alberto Muylaert,
Deolindo Froes, Antonio Legori, Francisco Negrão, Enrico Albertazzi,
Joaquim Pereira , Joaquim Thomé, Alegario Salles, Mamede Thomé, Franci
sco Marque, Amelia da Silva Oliveira e Elena Lemos Bastos, Ignese Morry,
Maria Amado, Maria Doumerie, Jesofine Devoto e Tobias de Magalhães,
che al par di Amado Coutinho, si distingue come solista .
Non meno importanza assume la capitale di Pernambuco nell'insegna
mento dell'arte pianistica, ove incontriamo fra i noti professori: Euclides
Fonseca , Amaro Barreto, Candido Lyra, Giorgio Victor Ferreira Lopes filho,
Germano Viera, e gli amatori Elias Pompiglio , Giorgio Tasso Fragoso, Cri
stina F . Pires Ferreira, Urcina Alcoferado, Teresa Borges Diniz, Maria
Celicina Rodrigues, Erminia Maia e Silva e la Sorella Florinda.
(1) Anche per i pianisti, per i violinisti e per altri strumentisti, abbiamo prefe
rito – sempre nei limiti del possibile -- l'ordine cronologico all'alfabetico.
- 388 –
( 3) Egli mori verso il 1867, in una fazenda presso la stazione di Ubá, oggidi Paty
do Alferes,
- 390 -
blici concerti, in uno dei quali, l'8 ottobre 1855 , suonava, assieme ad un
celebre artista , che nomineremo più avanti, la fantasia su motivi della
« Norma » , dello stesso, per due pianoforti.
In detto concerto, che si dava in favore della Società alemanna « Saer
gerbund » , presero parte anche i pianisti Marck , Sudow , e la celebre can
tante Charton , che cantò la bella melodia diMeyerbeer « Rachele a Nephtali »
Dobbiamo nominare due pianiste , benchè di relativo pregio nella vir
tuosità , i cui nomi vediamo spesso citati come stimate insegnanti di pia
noforte di quell'epoca (1854 -55 ) : Mlle . Valérie de Montreuil e Mme. So
phie Raffard Emery. Entrambe d 'origine francese, vissero lunghi anni a
Rio de Janeiro, esercitando amorosamente la loro professione.
Oscar Pfeiffer, giunto a Rio de Janeiro nel 1858, fu considerato come
uno dei pianisti compositori di grado eminente. Infatti, a voler dare credito
alla critica del tempo , pare ch'egli avesse ingegno straordinario nella esecu
zione brillante ; espressione e maestria nel colorito , e, in specie , abilità
grande di esecutore colla sola mano sinistra .
Nel corso di quest'anno, egli portava a fine tre concerti al teatro lirico
fluminense, onorati colla presenza delle LL. MM . II., e di uno scelto pubblico,
che molto l'applaudi.
Convien far menzione del suo secondo concerto, eseguito il 4 aprile
(1858 ), al quale, oltre a yarij artisti dell'opera lirica italiana, prese parte
la celebre De La Grange, che dimostrò prodigi di vocalizzazione nella fa
mosa polka omonima, e l'aria Ungherese . Convien dire ancora che Pfeif
fer, malgrado i suoi noti successi, al suo ritorno in Rio de Janeiro , nel 1882,
non confermava la sua antica rinomanza di grande pianista , allorchè si
faceva udire in un concerto del Club Beethoven , il 4 novembre dello stesso
anno.
Tenne dietro al precedente artista il pianista compositore francese Ga
briel Giroudon , che si diceva allievo di Thalberg, e primo premio del Con
servatorio di Parigi, giunto in Rio de Janeiro nel 1859. Nello stesso anno,
dava un concerto al teatro francese (Gymnasio ), svolgendo un programma
di sue composizioni, del Prudente del Thalberg, molto apprezzato dal pub
blico , che ammirò anche la sua tecnica. Passò quindi a S . Paulo , ove fissava
la sua residenza per tutta la vita , dedicandosi all'insegnamento ; ebbe nu
merosissimi scolari, dei quali alcuni divennero insigni, come Alessandro e
Luigi Levy .
Lasciò un gran numero di composizioni per pianoforte, genere fanta
sie, scritte nella forma arcaica, oggidi senza interesse . Egli mori nel 1910,
compianto dai suoi colleghi ed allievi, nell'avanzata età di 83 anni.
Mme. Remond, pianista francese, la quale visse molti anni a Rio de Ja
neiro , suonò con lieto successo in un concerto della cantante Elena Couran ,
--- 396 –
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- - -
nerose eseguiva una brillante fantasia intitolata « Recordações do theatro
- -
-
italiano » ; destò ammirazione e entusiasmo.
-
-
Ricorderemo inoltre il pianista - compositore Hugo Bussmeyer, tedesco,
giunto a Rio de Janeiro nel 1862. Egli si faceva sentire nello stesso anno
del suo arrivo, 11 novembre, al teatro « Athéneo dramatico » , presenti le
LL . MM . II., svolgeva il seguente programma: 4 fantasie di sua composi
zione: «Profeta », « A noite do Castello », « La Sonnambula » e l' « Inno
Nazionale brasiliano » .
Negli anni seguenti, il Bussmeyer si acquistò anche una giusta riputa
zione comemusicista e professore insegnante della sua arte. Fu maestro della
Cappella imperiale, posto che occupò per parecchi anni con lodata competen
za . Più tardi rinunciò all'arte per occuparsi deila professione... di incettatore.
Hugo Bussmeyer, che non mancava d ' ingegno nell' arte del comporre,
lasciò molti pregiati lavori inediti : musica sacra , pezzi per pianoforte ed
un trio per pianoforte, violino e violoncello , eseguito e molto gustato, in un
concerto che egli dava, nel 1874 , alla sala dell' Imperiale Conservatorio di
Musica .
Quivi pure scrisse un 'opera sacra intitolata : « S. Petrus », con assoli,
cori ed orchestra alla presenza delle loro MM . II., il 24 novembre 1879, al
Cassino Fluminense .
Egli mori in Rio de Janeiro, il 30 aprile 1911.
Nell'anno appresso, 1863, un distinto artista italiano, C . E . Bosoni, si
faceva conoscere nella nostra capitale dell' Impero, come pianista di buon
valore. Col violinista André Gravenstein (padre), in un concerto che aveva
luogo, il 9 febbraio, all' « Athéneo dramatico » , eseguiva il duo originale
in la minore, di Osborne e Bériot, e il Septuor di Fesca, ottenendo un esito
che rimaneva , per lungo tempo, ricordo gradito. Il Bosoni ebbe uguale suc
cesso come direttore d' orchestra al teatro dell'Opera Nazionale di Rio de
Janeiro, e sotto la sua direzione si udirono le due prime opere di Antonio
Carlos Gomes : « Noite do Castello » e « Joanna de Flandres ».
Anche qui si conviene fare cenno d'un artista francese Lucién Lambert,
giunto in Rio de Janeiro nel 1863. Egli fu , durante un periodo di lunghi
anni, uno dei più stimabili professori di pianoforte del suo tempo. Fra gli
allievi suoi che giunsero al grado di esecutori valenti conviene ricordare
Cecilia Sibelberger, pianista di sentimento e di slancio , nonchè il figlio Lu
ciano che, giovanissimo, passò in Francia a compire i suoi studii, per mai
più tornare in Brasile, sua patria .
Nel surriferito anno, Lucien Lambert, (padre), pubblicava varie compo
sizioni, edite dalla casa V . Sodow : « Au Clair de lune », « Ombres » , tre
polkas : « Havanaise » , « Peruvienne » , « Parisienne » e il valzer « L ' Onde » .
Nel 1881, scrisse e pubblico degli studii per pianoforte di buon pregio ,
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estratti dalle sonate di Beethowen , lodati dai più insigni pianisti di Rio
de Janeiro. Moriva , in Rio de Janeiro, nel maggio 1806 . La sua compatriota
Rosa Meryss, gli dedicava come ultimo omaggio giorni dopo la di lui
morte, una lunga poesia (14 maggio ).
Ernani Fonseca Braga, portoghese, nato nel 1855, all'età di 9 anni ap
pena, si produceva, 13 agosto 1864, davanti al pubblico del teatro lirico de
Janeiro, riportando un lieto successo . Coloro che lo udirono trovarono che,
oltre alla tecnica, possedeva doti straordinarie. Al suo vigore, raro nei fan
ciulli della sua età , accoppiava un sentimento musicale, che soltanto poteva
trovarsi in una età avanzata. Vivo, simpatico e intelligente , il giovane Er
nani fece, colla sua calda esecuzione la delizia del pubblico, e raccolse ap
plausi di uomini e baci di signore.
Hermenegildo Liguori, pianista brasiliano e giovanissimo, nato in Bahia
( ?), fu apprezzato ed ammirato nel concerto , che dava, 12 marzo 1865 , al
teatro lirico , onorato colla presenza delle LL. MM . II. Delle sue eccellenti
doti artistiche parla con entusiasmo il noto paeta Tobias Barreto, che gli
dedica , nel suo libro « Dias e Noites » , bellissimi versi.
In un secondo concerto , che egli dava il 6 novembre (1864), prendeva parte
l' esimia cantante Isabella Alba, la quale cantava con grande successo il
« Bacio » di Arditi.
In detta epoca, 1865, comparve in Rio de Janeiro, il pianista Lambert
Houman , il quale si produsse in un concerto del professore di canto , signor
Lollio , 15 febbraio , al teatro S . Januario .
Anche in quest' epoca , noi incontriamo il nome di Ottavio Batifort, pia
nista e direttore d'orchestra nei concerti di Parigi, e primo premio del
conservatorio di detta città, allievo di Prudent. Fu contrattato dalla direzione
del teatro lirico francese (Alcazar), ove debuttò come direttore d 'orchestra
il 22 ottobre 1864 .
Tra i fanciulli di precoce talento, fioriti nella seconda metà del secolo
scorso è da ricordare Luiz Emilio de Vasconcellos, che a soli 6 anni di età ,
si produceva in un concerto datosi al teatro lirico francese (Alcazar), il
10 febbraio 1866 , eseguendo il « Capriccio Notturno » di Goria ; la fantasia
sull'opera « Norma » di Bever; « Saudades do Rio de Janeiro » , composizio
ne del giovane pianista Ernani Braga.
Un nome molto conosciuto fra i pianisti dell'epoca era quello della Si
gnora Mattos, che fu maestra di certa rinomanza per lunghi anni, in Rio
de Janeiro .
Emula della precedente nell'insegnamento fu Luisa Giglio , discepola di
Thalberg, la quale, nel 1866 , fissava residenza in Rio de Janeiro, senza
mai prodursi in pubblici concerti.
Guglielmo L . Schulz, tedesco, fu professore e pianista stimabile, con
- - 400 -
lunga dimora in Rio de Janeiro, ove occupò per lunghi anni la cattedra
di pianoforte all'Istituto Imperiale dei Bambini ciechi (oggidi Istituto Ben
jamin Constant). Nel 1869, esegui il trio in do minore di Beethoven , per
pianoforte, violino e violoncello, col Guerin e Pitanga .
Distinto pianista , compatriota del precedente, fu G . Kellembach ; prese ,
parte ad uno dei famosi concerti del celebre Gottschalk , nella esecuzione della
grande marcia per due orchestre e 21 pianoforti, al teatro lirico Fluminense,
il 18 novembre 1869.
Ada Heine, sorella del celebre violinista cieco di questo nome, ottenne
meritati applausi dal pubblico di Rio de Janeiro . Tra i programmi dei tre
concerti realizzati col fratello al teatro S . Luigi ( 1870 ), troviamo fra gli
altri pezzi : il « Rondò » brillante in mi bemolle di Mendelssohn ; « Grande
polka di concerto » , « Nec Plus Ultra » di Wolf.
José Soares Pinto Cerqueira, cieco, pianista di talento, allievo dell'isti
tuto Benjamin Constant fu pregiato esecutore. Da un programma di un
suo concerto , dato , il 5 maggio 1871, al teatro « Gymnasio Dramatico » rile
viamo ch 'egli esegui tre importanti pezzi del Gottschalk : il « Tremolo », la
« Tarantella » , con accompagnamento d 'orchestra, e la « Pasquinade » .
Diresse la cattedra di pianoforte del sovradetto istituto per moltissi
mi anni. Egli mori a Rio de Janeiro nel 1912.
Contemporaneo del precedente artista fu Francisco Xavier Oliveira Me
nezes, nato in Rio de Janeiro nel 1846 . Distinto e rinomato professore di
matematica , nella cui scienza orientò , come professore cattedratico nel
l'Istituto Benjamin Constant, nella scuola Normale, nella scuola Politecni
ca, nel collegio Pedro II, e in numerosi collegi particolari, varie generazioni,
fu anche spettabile pianista e compositore. Di quest'arte visse il pregiato
cittadino, onorandola come esecutore di molto merito , nei primi anni della
sua gioventù. Convisse coi più celebri artisti virtuosi del suo tempo.
L ' Imperatore D . Pedro II, ammirando il suo talento, lo decorava colla
croce di Cavaliere dell' Ordine della Rosa , titolo di cui non fece uso per
essere uno spirito democratico e repubblicano, e per questo ideale combatte
come maggiore onorario dell'esercito , a fianco dei valorosi difensori della
legalità , (1893).
Mori nella città surriferita il 12 luglio 1920 .
Erudito nell'arte pianistica e valente direttore d 'orchestra fu Oreste
Bimboni, giunto a Rio de Janeiro nel 1871. colla compagnia lirica italiana
dell'impresario Ballerini.
Come concertista di pianoforte, si produsse varie volte in pubblico e
meritò applausi e lodi da parte della stampa. Compositore intelligente,
scrisse un bellissimo valzer per canto , con accompagnamento d 'orchestra ,
dedicato alla rinomata prima donna brasiliana Marietta Siebs, intitolato
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Il suo primo giro artistico in Brasile, giro che si prolunga alla Repub
blica Argentina, ha inizio nel 1857, in Rio de Janeiro, ove ritornava nel
1862, anno in cui passò di nuovo alla terra natale. Nel 1865, suonava alla
presenza della Regina Isabella II, e dirigeva i concerti del Palazzo di Cri
stallo . E così visse parecchi anni nel vecchio mondo, con una carriera di
successi deliranti : la Regina Vittoria d 'Inghilterra lo bacia ; l'Imperatore
Napoleone III gli dà dei dolci; il Re di Prussia lo invita a suonare nella sua
reggia ; i più celebri artisti : Rossini, Liszt, Sant-Saëns, Berlioz, Rubinstein ,
Wieniawski e Vieuxtemps lo complimentano . Con questi due ultimi intra
prende, a venti anni, trionfali viaggi artistici, per poi ritornare a Rio de Ja
neiro nel 1866 , ove un fascio d 'affetti e di ammirazioni dovevano ritenerlo
per tutta la vita . Infatti, festeggiatissimo nei pubblici concerti, nei salotti
aristocratici, la sua incomparabile virtuosità , calda e seducente , che accop
piava la grazia all'impeto, il brio al sentimento , la bravura alla elevatezza
interpretativa, in cui nessun pianista potè emularlo , abbagliava ed entu
siasmava le masse, per divenire poscia l'idolo dell'ambiente artistico carioca .
Nel momento in cui scriviamo questo cenno, la canizie del grande ar
tista , nello splendore della sua salda rinomanza, è onorata con la stessa
stima dei tempi in cui egli rappresentava una delle colonne dell'arte mira
bile del pianoforte , fra noi. E se, durante più di mezzo secolo di perma
nenza in Brasile, il celebre pianista potè raggiungere ricchezze, onorificenze
ed un mondo di omaggi, oggi, malgrado la sua età inoltrata , che non gl'im
pedisce di tenere ancora la palma di pianista sorprendente e individuale,
vanta il bello e meritato titolo di gloria nazionale . Del resto , le tradizioni
dei tempi aurei riferiscono che coloro, i quali udirono per la prima volta
all'epoca in cui le facoltà del focoso pianista gli permettevano esaltare e
trascinare un intero uditorio all'entusiasmo delirante, ne riportavano una
impressione scottante ; la sua eroica esecuzione elettrizzava al punto da far
temere tutti i pianisti notabili del nostro ambiente, i quali non ardivano
farsi sentire dopo i trionfi di Arturo !
Nessuno come lui interpretò con tanta correzione di entusiasmo vi
brante il grande concerto in re minore del Rubinstein , eseguito in uno dei
concerti sinfonici del Club Beethoven ; la sonorità che traeva dal pianoforte
si uguagliava a quella della grande orchestra che lo accompagnava,
sotto la direzione del maestro Nicola Bassi .
Anche nella musica da camera , malgrado le tendenze di volere emer
gere più degli altri nell'effetto d 'assieme, si rivelò artista superiore. I Trii
famosi, in do e re minore, di Mendelssohn, sentiti ed eseguiti alla sua ma
niera , erano un trionfo sullo spirito dell'uditorio nel modo di fare risaltare
la parte del pianoforte sotto l'influenza del temperamento che lo domina .
Certo che la legge della responsabilità collettiva di tutte le condizioni da cui
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ma finora non vide la luce. Del resto, la vita dell'illustre artista (6 ) fu sin
tetizzata in poche parole, dall'insigne critico musicale del suo tempo, Al
fredo Camarate : « Chopin , nella dolcezza ; Listz , nella bravura » .
Arturo Napoleone dava il suo primo concerto in Rio de Janeiro il 14
settembre 1857, al teatro S . Pedro de Alcantara, suonando i seguenti pezzi :
fantasia su motivi della « Lucia », di Prudent; duo della « Norma » , a due
pianoforti, col pianista Weis, di Thalberg ; barcarola « Elisir d 'Amore » ,
dello stesso , e il quinto concerto con accompagnamento d 'orchestra, di H .
Негz.
Non meno talento pianistico e musicale vantava il di lui fratello Al
fredo Napoleone, nato, nel 1852, nella città di Oporto, il quale potrebbe
collocarsi nel numero dei più illustri virtuosi.
Certamente , non bisogna chiedergli una virtuosità calda e l'ispirazione
viva e strabiliante, nè il brillantismo, l’impeto, la grazia del fratello Arturo :
la differenza che corre tra l'uno e l'altro è grande. Ma Alfredo, dotato di
grande talento, la tecnica perfetta , snella e impeccabile, attinge una mera
vigliosa nobiltà artistica.
Più volte si fece udire a Rio de Janeiro pria che passasse alla città
nativa, ove fissò la sua definitiva residenza, ammirato e caldamente ap
plaudito dal pubblico e dagli artisti, fino alla sua morte (1917 ).
Era dotato altresì di particolare e decisa inclinazione per la composi
zione, in maggior misura del fratello Arturo; scrisse per il suo strumento
eccellenti lavori, tutti di effetti pianistici, e la critica non rinunciò a cantare
lodi del suo « Preludio e fuga », un lavoro degno di encomio ; tre concerti
con accompagnamento d 'orchestra, uno dei quali (op. 31), esegui fra noi;
la difficile e ben fatta fantasia su l' « Aida » , ed altre opere di non minor
valore : « Sospiros de Tejo » , « Marche des Nobles » , eseguiti a Rio de Ja
neiro, nel suo concerto del 27 maggio 1889.
Pare che un buon pianista fosse l'altro fratello Annibale Napoleone,
nato nel 1844 e morto a Lisbona nell'anno 1881; fece i suoi studii col pro
fessore Shorold Nood. Però come virtuoso, non giunse a far parlare di sè ;
giacchè coloro che lo intesero affermano che una grande differenza correva
fra lui e il fratello Alfredo, e, naturalmente, più ancora fra lui e il grande,
insuperabile Arturo.
Soggiorno per lunghi anni in Brasile (1860-1872), facendosi applaudire
in molti concerti, massime in quelli dati nella capitale dell’Impero ; in uno
dei quali, 11 giugno 1869, prendevano parte il celebre Gottschalk e B .
Wagner .
Compositore pare che lo fosse, poichè si conosce di lui: un bello « im
(6) Moriva in Rio de Janeiro, il 12 maggio 1925,
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provviso » dedicato alla memoria del Gottschalk (1870 ), nonchè altre com
posizioni di stile poco elevato .
A questa corta lista di egregi pianisti portoghesi, bisogna aggiungere
ancora il nome di una illustre e chiara pianista che, giovanissima, attira la
folla scelta ai suoi concerti che eseguisce, in Rio de Janeiro , nel 1869, anno
del suo arrivo in questa città.
Ella è Giuditta Ribas, maritata Cardozo de Menezes.
Giuditta Ribas nacque nella città di Oporto , 1846, e fece i suoi primi
studii sotto la scorta del professore di musica D . Alonzo Conte . Figlia di
una famiglia di artisti (padre e fratelli furono cantanti, strumentisti e com
positori di merito superiore) Giuditta Ribas, prima di esordire in Rio de
Janeiro , era già stata acclamata ed ammirata , giovinetta ancora, dai più
grandi artisti del tempo , nonchè esaltata dalla critica unanime della sua
patria .
Senza trattare distesamente dei suoi numerosi concerti dati a Rio de
Janeiro e S. Paulo , nei quali ottenne i più lieti e brillanti successi, emer
gendo nelle produzioni, allora in voga , di Thalberg, di Gottschalk , di Herz
e di Weber, di cui eseguiva mirabilmente il noto « Concert-Stuck » , con
accompagnamento d ' orchestra, diretto dal maestro Ayres (7 ), nel primo
suo concerto , dato nel salone del Club Fluminense (oggi Ministero di Giu
stizia ed affari Interni), giova dire che nessuno a momenti potè emularla
nella lettura a prima vista e nella memoria meravigliosa, capace di man
dare a memoria , tra il mattino e il pomeriggio , un pezzo complicato e biz
zarro.
Oltre che alla sua brillante e impeccabile esecuzione, rivelata nell'arte
romantica, artista superiore si rivelò eziandio nella musica da camera,
eseguendo un Trio classico in uno dei concerti della Società del Quartetto
di Rio de Janeiro (1886 ), che il colto uditorio vivamente applaudi.
Pianista di buona fama fu Riccardo Ferreira de Carvalho, nato a Rio
de Janeiro verso il 1840 ; fece i suoi studii in detta città , passando poscia a
Parigi, per terminarli sotto la direzione d'un maestro fra i più distinti del
l'epoca : Marmontel. .
Di ritorno a Rio de Janeiro, alla vita di concertista preferi quella d 'in
segnante ; la sua carriera fu lunga ed assai apprezzata per il suo metodo e
la buona scuola ; creò buonissimi allievi, alcuni dei quali riportarono lieti
successi nei concerti particolari e pubblici. Sono da noverarsi fra essi : Au
gusta Joppert Chaves Faria, Violante Quintal, Albertina Torres, Maria ed
Ermelinda Goulart e Amelia Campos Mattos.
(7) Ayres, maestro direttore d'orchestra della Società Filarmonica, successore del
violinista Luigi Elena, che occupò per il primo, quel posto nel 1857.
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Felix Moreira de Sá, fratello al violinista dello stesso nome, che il pub
blico conobbe nel 1896 , venuto assieme al Vianna da Motta, ebbe a farsi
apprezzare come pianista virtuoso ; egli diede varii concerti alla Sala del
Club Beethoven , svolgendo dei programmi, benchè non tutti di grande dif
ficoltà, da meritarsi gli applausi coi quali si distinguono i non volgari ta
lenti. In uno dei concerti del surriferito Club (4 febbraio 1882), suonò il
« Concert- stuck » , di Weber, e la' « Barcarola » di Thalberg , alla Sala del
Conservatorio Livre, il suo ultimo concerto d 'addio .
Degno di nota è pure un notevole pianista italiano : Eduardo De-Vin
cenzi, nato nel 1859 a Isernia , allievo di Beniamino Cesi, rinomato profes
sore al Conservatorio S . Pietro a Majella in Napoli. Egli giunse a Rio de
Janeiro nel 1882, facendosi udire con grande successo, nella sera del 19
gennaio 1882, in un concerto del Club Beethoven, e, poscia nel suo « reci
tal » , che ebbe luogo alla sala dell' Imperiale Conservatorio di Musica, nello
stesso mese , con un esito straordinario . La sua tecnica aveva del prodi
gioso , massime quando emergeva nelle difficili composizioni di Liszt e di
Thalberg : la seconda « Rapsodia » , e la fantasia sul « D . Giovanni » , ad
esempio, che eseguiva con rara competenza ed una bravura poco comune.
Nel 1883, intraprese un giro artistico attraverso le provincie di Rio ,
Minas e S . Paulo, ottenendo, in ogni luogo, dei successi entusiastici. Ri
tornato in Italia nello stess'anno, egli abbandonava la carriera di concerti
sta , per divenire professore insegnante in Roma.
Compositore, scrisse varii pezzi per pianoforte, notandosi la sua « Po
lacca », di grande effetto, nella quale faceva risaltare la bravura della sua
grande virtuosità.
Concertista di pari importanza fu anche il pianista francese Gustavo
Lewita , giunto a Rio de Janeiro nel 1888 per darvi una serie di concerti, co
ronati da lieti successi. Il primo aveva luogo il 30 luglio , alla sala del Club
Beethoven .
Era un esecutore di virile energia , di slancio ardente , associando alla sua
sicura e nitida esecuzione uno stile elevato e finezza di gusto . Durante il
suo soggiorno nella capitale, prese più volte parte ai concerti del Club Beet
hoven , eseguendo con gran finezza della musica da camera : fra le altre
composizioni del genere, ricorderemo il bellissimo « Trio » per pianoforte ,
violino e violoncello , di Benjamin Godard , di cui egli rivelò le bellezze con
la sua eletta interpretazione.
Alla padronanza della sua corretta e sicura tecnica, riuniva anche una
singolare ricchezza dimemoria , in grazie alla quale egli poteva vantare un
vasto repertorio , non ecceduto dai più notevoli pianisti del suo tempo.
Di ritorno in patria , il forte e giovane artista di grande avvenire moriva
pochi anni dopo, nella città dei suoi natali : Parigi.
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simo dell'epoca come pianista che viene a Rio de Janeiro nel 1885, ove ac
quista una simpatica riputazione di efficace e intelligente esecutore. Difatti,
Alberto Nepomuceno, il cui nome figura anche fra i più rinomati composi
tori brasiliani, dimostrò ben presto che coltivava l'arte pianistica con gran
de serietà d'intendimenti, giacchè, due mesi dopo il suo arrivo nella capi
tale , prendeva parte ai concerti del Club Beethoven . Possedeva ,oltre all'a
gilità snella e sicura , un tocco d'una soavità rimarchevole e brillava nei
pezzi delicati e sentimentali.
Colse, altresi, meritate lodi nella musica da camera , che interpretava
come pochi.
A quest'elenco di virtuosi che illustrarono l'arte pianistica , aggiun
geremo un nome di segnalato valore : Jeronymo Queirox, nato in Rio de
Janeiro nel 1857. Discendente da una famiglia di artisti: avo e padre fu
rono pianisti e compositori distinti. Jeronymo Quirox, a soli 13 anni di età ,
emergeva già nell'arte con singolarissimo talento, da attirare su di sè l'am
mirazione dei più emeriti musici dell'epoca. Dotato di un bel temperamento
musicale, dopo di aver studiato col padre i primi rudimenti della musica e
del pianoforte, egli si perfezionò da sè, non soltanto nella tecnica del ricco
strumento, ma eziandio nella composizione; e se nel pianoforte raggiunse
quel grado di perfezione, che tutti ormai conoscono ed apprezzano, nella
composizione giunge a scrivere dei lavori pregevoli, da meritare le lodi
del celebre maestro francese, Giulio Massenet e del rinomato Carl Reinecke.
Come concertista si eleva a notevole altezza in tanti concerti ai quali
prese parte nei tempi in cui non rifiutava mai il suo concorso alle feste ar
tistiche dei suoi colleghi, o di beneficenza. Fu il primo a far conoscere il
secondo concerto di Liszt, con accompagnamento di orchestra , eseguito
alla perfezione in un concerto realizzato dallo scrivente , al Cassino flumi
nense, il 28 settembre 1896 .
E vivo ancora il ricordo di quel suo concerto storico, dato al teatro
lirico nel 1892, in cui venivano eseguiti i più celebri lavori classici, tali
come la Messa di Papa Marcello, del Palestrina, il concerto di Bach , a tre
pianoforti ; il Septuor di Beethoven , il Galoppo cromatico di Liszt; la Polo
naise, in la bemolle, di Chopin , toccata e studio, di Scarlatti; « Sarabanda » ,
di Coperin e lo studio cromatico di Liszt, da lui eseguito valorosamente .
Il suo nome porta anche un 'altra stupenda caratteristica cioè: di leggi
tore a prima vista , senza comune riscontro.
Nei suoi ultimi anni, veniva nominato professore della cattedra di pia
noforte all' Istituto Nazionale di Musica.
Emilio Lamberg, distinto pianista -virtuoso , figlio al noto scrittore au
striaco, che visse lunghi anni in Brasile, delle cui bellezze naturali parló
in un pregevole libro, nacque in Pernambuco nel 1863, che il padre ab
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bandonava tre anni dopo la nascita del figlio , passando a Vienna. ove, più
tardi, Emilio studiò musica, organo e pianoforte , e divenne un esecutore
eccellente in entrambi gli strumenti. Volendo perfezionarsi nell'organo,
si recò a Parigi nel 1881, studiando alcuni anni col celebre Guilment, per
poi ritornare a Vienna . Questo ritorno non gli fu lieto ; giacchè, malgrado
tutti gli sforzi nel far valere i suoi diritti di brasiliano, veniva arrestato
come renitente alla leva militare, e mandato in un reggimento di guarni
gione nella Erzegovina, addetto al lavaggio delle marmitte ! Ma un bel gior
no Emilio Lamberg, diserta e ritorna a Parigi, ove dà alcuni concerti con
felice successo . Nel 1887 veniva a Rio de Janeiro, ove purtroppo non riesce
a far apprezzare il suo talento. Per sua disgrazia , dotato di un tempera
mento nervoso e di un 'indole eccessivamente franca, e quindi funesta per
sè, non incontrò che guerra spietata e feroce. Malgrado ciò , giunse a far
parte del corpo docente, come professore d 'organo, dell' Istituto Nazionale
di Musica, all'inizio della sua fondazione (1890), ma poscia , per motivi
ignorati fu dimesso, nel 1891 .
Negli ultimi anni, insegnò con molto vantaggio pei discepoli, il pia
noforte, e le sue allieve vantano, con sentito rispetto , la sua scuola . Mori
in Rio de Janeiro, il 16 agosto 1919.
Pianista che emerse anche simpaticamente nell'arte del suo tempo ,
oggi quasi dimenticato, è Geraldo Ribeiro, brasiliano, nato a Rio de Ja
neiro nel 1852. Allievo di Miguel Angelo , divenne ben presto un esecutore
eccellente , di buona scuola , ed un accopagnatore assai pregevole. Come
tale , negli anni che precedettero la Repubblica , egli si produsse in molti
concerti, riportando felici successi, poi si ritrasse quasi del tutto dall'arte.
Compositore modesto , scrisse molta musica per danza , notandosi il gra
zioso waltzer « Poétise » .
Arthur Camillo de Souza , brasiliano al par del precedente, occupò in
torno al 1879-1883, un posto onorevole fra i distinti pianisti concertisti del
l'epoca , rivelandosi buon esecutore nelle tante volte che si presentò al pub
blico. Convien però ricordare quel suo concerto realizzato all'Imperiale
Teatro D . Pedro II, (11 febbraio 1879) nel quale esegui tre forti pezzi: la
« Tarantella », e l' « Inno Nazionale », di Gottschalk , e la Fantasia della
« Lucrezia Borgia » , di Thalberg, raccogliendo meritati applansi. Si di
stinse anche come compositore di musica da ballo , pubblicando un gran
numero di lavori del genere.
Federico Mallio , oltre che esecutore di buon valore; fondò un Conser
vatorio libero di musica , di cui faremo cenno più avanti, col quale presta ,
da lunghi anni, rilevanti servigi all'arte in generale , insegnandola con gran
de amore ad un gran numero di giovani talenti ed anche a quelli sprovvi
sti di mezzi.
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a Parigi nel 1903, ivi si fece onore in un concerto alla « Maison Musicale » ,
eseguendo con lieto successo uno studio di Henselt, e due sue composizioni:
« Barcarola » e « Danse Negre » . Con pari successo si produsse in Rio de
Janeiro.
Compositore di stile chiaro, pubblicò nel 1895 tre leggiadre composi
zioni: « Notturne » , « Barcarola » (N . 2) e « Conservation » . Oltre a questi
lavori, ha nel suo scrigno una sinfonia per orchestra ; una sonata per pia
noforte e violino, e due opere teatrali : « A Queda de Babylonia » e « Evan
gelina » , che non vennero condotte a termine.
E convien ricordare anche qui il nome di Maria Elisa Lacerda Valente
Muniz de Aragão , pianista distinta e brillante , nata a Bahia il 17 dicem
bre 1874. Fece i suoi studii di pianoforte ed armonia nel Conservatorio di
Lisbona (1881- 1891), ove giunse a meritarsi le più splendide distinzioni. Ri
tornata alla patria , prese stabile dimora nella sua città nativa , ove destava
ammirazione in qualità di virtuosa ed anche di valorosa insegnante; i suoi
concerti ivi dati, furono una sequela di trionfi e di meritate ovazioni.
Allo stesso ambiente artistico bahiano, appartiene Pedro Ursino Ribeiro,
nato in Bahia nel 1864, ove gode rinomanza di pianista insegnante. Fu allievo
di suo padre, Pedro Advincula Ribeiro.
Non meno abile ingegno nell'arte fu Amaro Barreto de Albuquerque,
Maranhão, nato in Rio Grande del Nord , in settembre del 1854 ; morto in
Rio de Janeiro nel giugno 1922. Colto musicista e distinto pianista , nonchè
stimabile insegnante , cominciò i suoi studii in Pernambuco, e passò poscia
a Parigi, ove perfezionò la sua arte sotto la guida del celelebre Marmontel.
Dopo di aver percorso le principali città del Nord , facendosi ovunque
appludire, passò a Rio de Janeiro, ove fu apprezzato come provetto esecu
tore di Musica da Camera. Fu il primo a far conoscere le belle sonate per
pianoforte e violino di Grieg (1893-1896 ). Fu professore della Cattedra di
Canto nell' Istituto Nazionale di Musica, ove la sua vasta erudizione musi
cale fu di grande utilità per svolgere, oltre il canto , la buona cultura arti
stica nei suoi allievi.
Merita pure di essere ricordato Alberto Muylaert (Dr.), distinto cultore
di musica, direttore d ' orchestra, eccellente accompagnatore al pianoforte ,
nonchè pedagodo abilissimo, amando l'arte forse più della medicina.
Nacque in Bahia , ove, per lunghi anni occupò la cattedra di pianoforte
in quel Conservatorio di Musica, posto che poi abbandonò per motivi che
noi ignoriamo.
Ivi, si segnala un giovane pianista di talento , Narciso Figueras filho, nato
in Bahia , di origine spagnuola . Giovanissimo passò a Madrid, nel cui Con
servatorio, completo i suoi studii. Si trasferi quindi a Rio de Janeiro, ove
divenne maestro accompagnatore nell' Istituto Nazionale di Musica ; si pro
420 -
sione della parola , un grande concertista , pur essendo dotato di una robusta
tecnica. Ma il provetto maestro , tutto dedito all'insegnamento , non lasciò
di presentarsi più volte in pubblici concerti, facendosi applaudire come
esecutore e interprete rispettabile della musica da camera. Date queste
qualità , si può ben a ragione arguire che l'arte gli deve una grande schiera
di allieve (circa cinquecento ), le quali si perfezionarono sotto la sua guida,
giungendo a meritarsi l' elogio dei grandi critici ; ed alcune si avvicinarono
alla celebrità .
Sono ancora nella memoria di tutti le sue pregiate prelezioni sull'arte
e la letteratura del pianoforte , dettate con ottimo ingegno ; vi si riscontra
l'alta cultura musicale e la nobiltà di pensiero nell'esortare la gioventù
studiosa all'arduo studio della musica e del difficile strumento.
Non saranno dimenticati i suoi sessanta concerti storici, nei quali col
laborarono tre delle sue più esimie allieve : Alice Serva , Antonietta Rudge,
e Guiomar Novaes.
Il cavalier Luigi Chiaffarelli fece i suoi studii in patria e in Germania .
Moriva sinceramente compianto, nella surriferita città, nel 1923 . Gli furono
rese le più solenni esequie .
Va anche ricordato F . L . da Silveira, intelligente pianista e composi
tore dei più fecondi nel genere di musica per danza. Una sua quadriglia
« Arrebatadora » brillo fra le tante sue composizioni del genere, nel 1877.
Era nato in Rio de Janeiro, ove mori, nel 1890 .
Nella serie delle pianiste d 'ordine superiore per la virtuosità , che si
distinguono nell'arte del bel fraseggiare, fu Luisa Leonardo .
Cresciuta alla scuola del Bevilacqua (padre), con un temperamento
musicale di fino buon gusto , essa rappresentava l'ideale dell'artista del
suo tempo . Splendida prova di questa sua privilegiata natura diede nei
primi albori della sua carriera , festeggiata delirantemente nei suoi con
certi che dava al teatro « Provisorio » , nel 1873, a 15 anni appena di età .
La purezza del suo suonare, la grazia e il sentimento più esatto nel
l'interpretare Chopin , Gottschalk ed altri autori, fecero di essa qualche
cosa che toccava la genialità .
Sposata, anni dopo, ad un uomo serio e distinto nella pittura e nel
maneggio del clarinetto , Augusto Duarte, e non ferma nei suoi principii
domestici, cambiava strada, contraria a tutto quello che la sua bella intelli
genza poteva contrariare nel culto e nel prestigio dell'arte.
Abbracciò poscia la carriera drammatica, nella quale il suo talento non
raggiunse che un grado inferiore; il suo debutto ebbe luogo nel marzo del
1887, al teatro Lucinda, nella parte di Miss Lelia , del « Sullivan ».
E fu cosi che una delle più belle genialità pianistiche dell'epoca si ren
deva chimerica e inutile di fronte all'arte .
- 422 -
Un'altra eletta pianista , che più tardi doveva superarla forse per la
perfezione, ma non eccederla nella grazia , nella dolcezza e nel sentimento ,
fu la Gemma Luziani, pianista italiana felice interprete di bellezze musi
cali, messe in luce con un 'arte finissima, rara, ispirata, sostenuta , d 'uno
stile poetico ed elevato.
Da bambina, la geniale artista, dimostrò singolari attitudini all'arte .
E noi conserviamo difatto una eccellente impressione giovanile dell'inizio
della sua carriera brillantissima, quando nel giro artistico delle principali
città d ' Italia , trasse lodi, allori e trionfi, a soli otto anni di età .
Fu quello il più bel periodo della sua vita : Milano la festeggia deli
rantemente in una serie di concerti che dava al teatro Manzoni (1878 - 1879),
come, del resto , ovunque.
Questa bambina prodigio , che nella maggiore età si era elevata a note
vole altezza , dopo di avere suscitato tanto entusiasmo attraverso l' Eu
ropa, sposa un ufficiale dell'esercito italiano, passando in seguito al nuovo
mondo.
Il suo primo approdo fu Rio de Janeiro, ove dava , il 3 luglio 1890, il
suo primo concerto al Club Beethoven , ottenendo un vero trionfo .
Nell'anno 1891, l' Istituto Nazionale di Musica la nominava a reggere
la cattedra di pianoforte, posto che occupò per poco tempo, poichè vittima
della febbre gialla , cessava di vivere l'anno 1892. Il marito , vittima dello
stesso male , la seguiva nella tomba due giorni dopo.
Degno di ricordo è pure il nome della intelligente pianista brasiliana
Cecilia Silberberg, nata in Rio de Janeiro, verso il 1865 , ove cominciò i suoi
studi di pianoforte col noto professore Lucien Lambert; passò quindi in
Francia , per terminarli alla scuola del Marmontel, in Parigi. Quivi, Cecilia
Silberberg, ottenne, giovanissima, un vero trionfo artistico (22 aprile 1877)
alla sala Pleyel, nel concerto del noto violinista Dancla ; essa fu oggetto
dei più entusiastici applausi da parte dell'uditorio. La stampa la colmò di
lodi, notando la sua eccellente esecuzione e lo squisito gusto per la sua
arte. « Le soleil » e la « Revue Musicale » , prevedevano un avvenire dei più
brillanti per la giovane pianista fluminense.
Al ritorno in patria , 1886 , si produsse con lieto e caldo successo , in uno
dei concerti del Club Beethoven (18 dicembre 1887), eseguendo con apprez
zata maestria : « Notturno » di Chopin ; « Gavotta » , di Rubinstein ; « Air
Russe » , di Liszt; l' « andante spianato » e « Polonaise » , di Chopin .
Maggior successo riportò in un concerto organizzato a favore dei nuo
vi asili, nel quale eseguì, con accompagnamento di orchestra, diretta da
White, il concerto in re minore di Rubinstein (luglio 1888 ).
All'eccellente gruppo delle emerite pianiste convien collocare il nome
di Amelia de Mesquita, nata in Rio de Janeiro il 27 aprile 1866 , la quale,
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scia in Europa. Esordi per la prima volta in un concerto dato insieme alla
sorella Augusta,violinista , al teatro D . Pedro II, nel 1887.
Pianista brillante e di bravura, allieva del professor Paulo Faulhaber,
fu considerata la leggiadra giovane Amelia Mattoso Maia, nata in Rio de
Janeiro.
Giovanissima, si produsse per la prima volta in pubblico concerto da
noi dato l'anno 1889, alla sala Beethoven ; suonò con anima e slancio d 'ar
tista, non priva di una tecnica straordinaria, lo « Studio » in do diesis mi
nore e le terza « Polonese » di Chopin , e quindi il « Concerto-Stuck » , di
Weber. Fu delirantemente applaudita.
Ivi pure, nello stesso concerto , un 'altra distinta allieva del surriferito
professore, Violante Lahameyer, ebbe a farsi applaudire, suonando con
grande correzione la parte del « Trio » in si bemolle, di Rubinstein . Prese
parte altresi a molti concerti del Club Engenho Velho, sempre con lusin
ghiero successo.
Eulalia Saules, pianista dilettante di merito , studiò a Parigi col profes
sore Lucien Lambert ( figlio ?), e quindi col Fissot. Debuttò , al suo ritorno
in patria , in un concerto del Club do Engenho Velho ( 30 luglio 1889), suo
nando con lusinghiero successo, la seconda « Rapsodia » , di Liszt, e la « se
renata e minuetto » , di Thalberg .
In detta epoca appari la valente pianista Elvira Bello , allieva fra le più
distinte dell' Imperiale Conservatorio di Musica , e quindi dell' Istituto Na
zionale , ove ebbe a riportare i più importanti e rilevanti premi. Furono
suoi maestri Cavallier Derbelly e Alfredo Bevilacqua. Splendidi e incon
trastati furono poscia i suoi successi, ottenuti con la sua nitida e brillante
tecnica, nonché con la bella sonorità che traeva dal suo prediletto strumento .
Da circa un quarto di secolo fu chiamnata a reggere la cattedra di una
delle classi di pianoforte , ove, senza venir meno ai buoni precetti dell'arte
pianistica, trova nell'insegnamento la stima dei suoi illustri colleghi e le
premure dei suoi allievi. A S . Paulo , nella stessa epoca, un 'altra brava pia
nista brasiliana Emilia Philipaux, godeva fama di brava suonatrice. A ri
cordo dei suoi successi ivi riportati, menzioneremo quello del 25 gennaio
1887, in occasione d 'un concerto dato dall'autore di questo lavoro, alla Sala
del teatro S. José, oggi demolito, nel quale esegui con molto valore arti
stico la parte del celebre « Trio » in re, di Mendelssohn ; e quella del « duo »
concertante su gli « Ugonotti » , di Thalberg e Bériot.
Magdalena Friedel, non potrebbe essere meglio comparata alla prece
dente pianista con la sua magnifica tecnica e sentimento . Fu educata alla
buona scuola del Conservatorio di Parigi, ove ottenne il primo premio .
Giunse a Rio de Janeiro verso la fine dell'anno 1889, e dava il suo primo
concerto , alla sala Buschamann e Guimarães il 14 febbraio 1890.
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VI PERIODO
CAPITOLO XXI.
( 1890 - 1925 )
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eccellente insegnante . E con essa anche Alice Coggin , allieva della profes
soressa Elvira Bello , dell' Istituto Nazionale di Musica, ove riportò il se
condo premio .
Il 12 maggio 1906 , si udiva, alla sala della Scuola Livre de Musica, la
pianista russa Elisa Pekschen , che si diceva allieva del Rubinstein , nonchè
pianista della Imperiale Camera dello Czar di Russia .
Anche come insegnante confermò la sua rinomanza di eccellente pia
nista in Rio de Janeiro, ove prese stabile dimora.
Lydie Moraes Von Destar, un bellissimo temperamento musicale , si
presentó con lieto successo nel 1906, e venne molto lodata dalla stampa.
La udirono nel suo primo concerto, dato al teatro S . Pedro de Alcan
tara, il 2 dicembre 1906 .
Maria Siqueira, intelligente pianista, nata in Pernambuco , ove fece i
suoi primi studii musicali, terminandoli all' Istituto Nazionale di Musica,
in Rio de Janeiro, ove prese stabile dimora . Oltre che brava pianista con
certista si dimostrò abile accompagnatrice. Il 28 settembre 1907, si produsse
come solista con buoni apprezzamenti della critica . Ora esercita con onore
la professione d'insegnante .
Anche Eugenia Soares de Mello è tenuta in conto di distinta e gentile
pianista . Fu allieva di Alfredo Bevilacqua. La prima prova del suo bel ta
lento la diede, giovanissima ancora, in un concerto di Alice Bancalari, nel
1907, suonando la « Tarantella » di Liszt e il secondo « Scherzo » in si be
molle, di Chopin , maestrevolmente .
Sylvia Figueredo è certamente una delle nostre più illustri pianiste,
nata in Rio de Janeiro, ove fece i suoi studii sotto la guida del professore
Alfredo Bevilacqua, come allieva dell' Istituto N . di Musica, licenziata nel
1907 col primo premio . In Europa, coll'intento di perfezionarsi, si matri
colò nella classe del professor Scharwenka, al Conservatorio di Berlino .
Ivi, al concorso dell'anno scolastico , ottenne, ad unanimità di voti, il pri
mo premio, sotto una pioggia d 'applausi ed un abbraccio del suo profes
sore Scharwenka. Al ritorno in patria, diede prova di eccellente concertista,
e di pregiata interprete di musica da camera.
Splendidi successi riportarono anche le due sorelle Suzanna e Helena
Figuredo, fiorite nei primi anni della fondazione dell' Istituto Nazionale
di Musica , ove, come allieve di Alfredo Bevilacqua, ottennero nel 1903,
due grandi premi con distinzione. Anch 'esse si portarono poscia a Berlino,
ove, sotto la guida dello Scharwenka, si perfezionarono nell'arte pianistica ,
venendo, al ritorno in patria , acclamate col massimo entusiasmo.
was ,
Nel maggio 1909, esordiva in S . Paulo una pianista assai lodata dalla
critica, Peje Storch , la quale si diceva allieva del Conservatorio di Bruxelles.
Clementina Velho, buona pianista , allieva di Vianna da.Motta, Teresa
- 434 -
periore all'età sua, è la giovane Judith Morrison, allieva del distinto pro
fessore Maia , dell' Istituto Nazionale di Musica , dalla cui scuola usciva,
nel 1919, riportando il primo premio di pianoforte.
La distintissima concertista sedicenne si esibiva quindi in un pubblico
concerto del 16 agosto 1919, confermando la bella fama acquistata durante
il periodo dei suoi brillanti studii, eseguendo con grande successo la « Ciac
cona » di Bach-Busoni; la « Sonata » in do maggiore di Beethoven ; e al
tri pezzi.
Degno di menzione pur ci sembra il nome della giovanissima Maria do
Carmo, pianista distintissima, che presto convaliderà la sua fama di vir
tuosa celebre, data la sua brillante tecnica ed un buon sentimento musicale
di cui è dotata .
Maria do Carmo, nata nel 1905, nella città di Victoria, è allieva del no
stro Istituto, ove molto si distinse nel corso dei suoi studii, fatti sotto il
provetto professore Oswald , riportando il primo premio fra applausi ed
evviva .
Una delle più notevoli pianiste è Maria Virginia Leão Velloso . Si tratta
di un talento che in poco tempo ha ottenuto l'onore di portar la palma fra
le tante pianiste sue contemporanee.
Nininha Velloso Guerra al primo suo apparire con un « Recital», rea
lizzato al teatro Municipale il 29 ottobre 1919, fu lodatissima per tante belle
doti artistiche; era la pianista che arricchiva di poesia e di luce ogni con
cetto sublime della musica ideale. Ma le sue dita , fatte per eseguire le cose
angeliche, cerca di preferenza impiegarle a fare onore ai rivoluzionari ed
anarchici maestri dell'arte pianistica del momento , credendo di giungere
cosi al più alto grado di eccellenza con la propaganda di un'arte assurda e
detestabile .
Infelice idea in un cuore fatto di gentilezza e di sentimento per dare
rialzo alle più belle ispirazioni di Mozart, di Beethoven e di altri nobili in
gegni. Ma, astrazion fatta di questa deplorevole idealità , Nininha Velloso
Guerra richiamerà sempre l'attenzione su di sè , quando il suo genio si tro
verà in contatto col vero genio ispiratore, che ella saprà, come poche, in
terpretare. Compositrice, scrisse graziose pagine « Spleen » per canto ed
altri pezzi per pianoforte ( 1).
Un 'altra brava pianista è Maria Antonia , nata in Rio de Janeiro nel
1910 , allieva del maestro Oswald . Fanciulla prodigio e dotata di uno straor
dinario ingegno musicale, suonava nell'età di sei anni da meravigliare tutti
quelli che la udirono.
Debussy non era ancora apparso con la sua arte bizzarra e nevrastenica !
Ha fatto molti allievi, fra i quali primeggia Irene Nogueira da Gama.
Fra i pianisti che si udivano nell'anno 1913, è da ricordarsi Manuel
Augusto dos Santos , nativo di Bahia . Esecutore distinto e non privo di stile
e di sonorità. Fece i suoi studij in Germania , a Lipsia, sotto la direzione
del professor Teixschmüller .
Fu il primo a far conoscere le caratteristiche composizioni di Albeniz,
eseguite brillantemente e con lieto successo.
Parleremo di Luciano Gallet, un nome molto conosciuto nel mondo
artistico della nostra capitale , ove fece i suoi studi nella classe del provetto
professore H . Hoswald, nell' Istituto Nazionale di Musica, riportando bril
lantemente il primo premio di pianoforte . Nel 1919, si fece udire in un pub
blico « Recital » , alla Sala del « Jornal do Commercio » , 21 ottobre, metten
do in evidenza tutto il valore del suo talento di virtuoso.
Aggiungiamo che il giovane Gallet è oggidi professore coadiuvatore
nel surriferito Istituto .
Convien menzionare un degno compagno del precedente : J. Octaviano
Gonçalves, uno dei nostri migliori ingegni musicali, che si consacra in una
maniera rimarchevole alla carriera di pianista e di compositore, nell' Isti
tuto Nazionale di Musica, uscendone con magnifici attestati di lode.
La sua musica, di cui faremo parola nel capitolo più avanti, quan
do non viene turbata dalle moderne teorie , è di una bella correzione tecnica,
che si avvicina, forse senza molta personalità , alla chiarezza dei vecchi
maestri.
A questi citati pianisti della novella generazione, si può aggiungere un
prezioso nome d'artista che non fa pompa della qualità che rende fieri la
maggior parte dei pianisti di oggidi, quello cioè di Ernani Braga. Benché
ancora giovane, egli possiede tutte le doti che costituiscono un valente pia
nista : buona tecnica, quadratura musicale delle più eccellenti e una buona
sonorità . Nel concerto che egli dava, nel settembre del 1917, alla sala del
« Jornal do Commercio », ebbe occasione di misurare le sue forze nel campo
della grande virtuosità pianistica.
Un altro allievo e primo premio dell' Istituto Nazionale di Musica, che
molto si distinse nel corso dei suoi studii musicali e del pianoforte , è il gio
vane Rubens de Figueredo, il quale, appena licenziato come distintissimo
pianista , seppe onorare l' Istituto e il diploma conferitogli. Dotato di un
grande talento musicale e di non meno grande temperamento pianistico,
perfezionatosi nella classe del professore Hoswald , destò ammirazione nel
suo primo « Recital » (29 agosto 1916 ), alla sala del « Jornal do Commer
cio » . Poco tempo, però, si mantenne nella vita artistica ; essendosi laureato
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1863, morto a Parigi nel 1909, eseguite dall'insigne concertista con tutti i
colori ed il ritmo caratteristico dell'anima spagnuola , di cui seppe far bril.
lare tutti i dettagli.
L 'appludito artista si congedava dal pubblico fluminense il 9 ottobre
con un « Recital- Chopin », emergendo nei preludi, nella grande sonata e ,
in modo veramente brillante, nella ottava « Polonaise » .
Ritornò nell'anno seguente , per affermare vieppiù la sua straordinaria
virtuosità, negli « Studi sinfonici » di Schumann, e nei canti di Spagna, del
surriferito Alberniz .
Un pianista trionfatore dell'anno 1918 fu Arthur Rubinstein , nato nella
patria di Chopin e di Paderewski.
Pochi pianisti col titolo di celebrità ebbero la soddisfazione di vedere i
loro « Recitals » accolti con tanti deliranti applausi ed ovazioni entusia
stiche. In altre parole , egli sbalordi il pubblico con la sua affascinante e
calda esecuzione pur, alle volte, mancando di poesia classica e di sorpren
denti effetti artistici. Ma in compenso possedeva quel raro dono di trasci
nare al delirio tutto un uditorio con la sua virtuosità snella , eroica e sedut
trice, massime quando eseguiva le danze spagnuole di Alberniz , suonate
meravigliosamente . Diede 14 concerti.
Un pianista portoghese che, sotto il più lieto auspicio di simpatie, se
gnalato col titolo di celebrità mondiale, si presentava, il 23 luglio 1919, al
nostro teatro lirico, fu Raymundo de Macedo .
Ma -- sempre per la verità storica — scendendo ai dettagli del valore
artistico del Raymundo de Macedo, non possiamo tacervi che la fama di
cui era preceduto — una « réclame» di quelle che vanno fatte spontanea
mente agl'idoli dell'arte -- era superiore al suo merito . Infatti, al suo primo
« Recital » , nel cui programma figuravano pezzi, eccezion fatta della « Po
lonaise » in mimaggiore di Liszt, di non eccessiva difficoltà .
Il distinto pianista non mise altro in evidenza che la sua magnifica
tecnica, spoglia però di senso poetico e di sobrietà classica .
Nella famosa « sonata » di Liszt, un poema musicale , che eseguì al suo
secondo « Recital », si riscontrava la stessa imperfezione interpretativa :
grande bravura e perfetta virtuosità , ma senza farvi brillare i superbi detta
gli e le finezze che la superba sonata rinserra.
Ciò malgrado il pubblico lo festeggiò con molti applausi.
Il nono celebre pianista a visitarci nell'agosto del 1919, il quale regnò
sovrano sulla scena del teatro Municipale, fu, incontestabilmente, Eduardo
Risler.
Difatti, il Risler, l'allievo del Diemer, che vide la luce nella terra irre
denta dell'Alsazia , l'anno 1873, e il suo nome battezzato nei più augusti
centri musicali europei, egli solo , meglio di tutti i pianisti uditi avanti di
7 450 -
lui, seppe rivelarci con una simpatica giovinezza di poesia , le più elette
bellezze di un'arte quant'altra mai elevata , f'econdata dall'anima geniale e
dolorosa del solitario di Bonn .
All'udirlo nelle sonate « Aurora » , « Appassionata » , « Chiar di luna »,
ed altre, il pubblico eletto si rendeva conto che soltanto l'esecuzione mira
bile e sentimentale, la forza dell'anima e le dita meravigliose dell'illustre
pianista , potevano tradurre integralmente sotto una gioia infinita e ideale
le divine ispirazioni beethoveniane.
Si può dire che il Risler esercitò un 'influenza immensa , benefica e fece
la felicità dei nostri giovani pianisti che considerano l'arte pianistica sotto
il punto di vista d'intensità espressiva, come mezzo di espressione ideale
per la sua nobiltà di stile e di eccezionale bellezza nella eleganza del bel
suonare.
L 'anno seguente (1920 ), l'insigne artista , a ricordo dei successi riportalı
nell'anno avanti riferito, ritornava a Rio , dandovi una nuova serie di lieti
concerți. Riappari poscia nel 1922, e riportò un altro vero e legittimo trionfo.
Anche l'anno 1920 fu fertile di notevoli pianisti che si fanno udire nella
nostra capitale .
Fra essi, giova ricordare, pel primo, Tommy Thomson, olandese, nato
nel 1890, considerato uno dei più valenti allievi di Godowski e di Raoul Pu
gno; e, come tale, dimostrò una tecnica sicura, una virtuosità perfetta ; dei
pianissimi e dei crescendi ammirabili, eseguiti con estrema perfezione, ed
un gusto assai puro.
Lo scelto uditorio che lo applaudi, al salone del Jornal do Commercio,
in una audizione dedicata alla stampa carioca, e , poscia in un concerto al
teatro Phenix, lo collocava nel numero dei grandi virtuosi.
Un altro pianista di apprezzata probità artistica , meraviglioso esecu
tore eroico, finissimo ed ammirabile interprete di Chopin , era il Friedmann.
Oltre alla sua magnifica tecnica, la grande ed eccezionale forza, le vertigi
nose ottave, conseguite con una perfezione ammirabile; la efficacia , infine,
della sonorità massima che traeva dal pianoforte, dimostrò un 'ampiezza,
una virtuosità perfetta nella fina interpretazione d'ogni singolo pezzo, che,
a pochi è dato imitare.
D 'attorno al suo merito si desta tutta la critica musicale che, meravi
gliata, attonita, lo acclama uno dei più grandi virtuosi. Il grande artista,
non contento di essere mirabile esecutore, compone pel suo prediletto stru
mento, bellissimi pezzi: « Barcarolle » , « Elle danse » , « Les révérenecs » ,
« Tabatière à musique » , che eseguisce nei suoi concerti.
Alla stess' epoca e nello stesso teatro lirico si faceva applaudire un gio
vane pianista russo, Jean Cherniawski, in un concerto eseguito con molto
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talento, in grazia anche del valore artistico dei sui fratelli Leo (violino ) e
Michel (violoncello ) .
Ma le qualità artistiche di questi tre giovanili e belli ingegni, non furono
sufficenti per attrarre una grande concorrenza al primo concerto .
Ciò nonostante la stampa unanime colmò di lodi i tre concertisti di
grande avvenire.
Un altro ingegno a visitarci, che eccelse nell' arte del pianoforte , fu
Maria Carrera , italiana .
Il caso non concesse a noi di sentire questa suonatrice singolare, di cui
si narrava essere una sensibile e delicata interprete dei classici. I giornali
ne parlarono con entusiasmo.
E ' pure da ricordare l'illustre pianista rumaico Georges Boskoff, che si
presentò in detto anno (29 maggio 1920 ), nel teatro lirico, al pubblico ca
rioca, preceduto da bella fama.
Si ebbe a notare che tra le qualità individuali del valoroso pianista pri
meggia quella di un perfetto esecutore con una tecnica snella , sonora ed
un « perlé » ammirabile in tutte le gradazioni di forza ,
Come interprete, spoglio di slanci e di grazia si rivelò tuttavia delizioso,
leggiadro, nelle opere di Mozart, eseguite in maniera eccezionale con diritto
ai più cordiali applausi.
I suoi concerti (ne diede tre) ottennero un esito felice , con applausi en
tusiastici del pubblico, malgrado essi coincidessero coi « Recitals » del
grande pianista Arthur Rubinstein , il quale, giorni avanti, aveva già im
pressionato il pubblico colla sua arte fascinatrice .
Altra artista insigne è Luba d 'Alexandrowska, pianista russa, che onora
la brillante serie dei trionfi pianistici nella nostra capitale, l'anno 1920.
Nel suo primo ed unico concerto al teatro lirico , il 4 dicembre (1920 ),
rivelò nei tre diversi generi di letteratura pianistica : classica, romantica e
moderna, doti di un'arte delicata e di solido temperamento musicale, e un
nome degno di essere registrato fra i migliori pianisti uditi in Rio de
Janeiro .
Alle celebrità pianistiche che si venne accennando, dobbiamo aggiun
gere il grande e straordinario concertista Leopoldo Godowski ( 15 settem
bre 1922).
Nei soli due concerti, dati al teatro S. Pedro de Alcantara, da questo
eminente artista , si ammirava in lui, oltre alla prodigiosa e seducente tecni
ca , quelle qualità meravigliose che costituiscono il virtuoso privilegiato,
e che apportano elementi novelli, destinati ad ingrandire l'arte del pia
noforte.
Non gli mancarono applausi e lodi alte sonanti.
E non può esser taciuto un altro artista notevole, Joachim Nin , un
- 452 -
CAPITOLO XXIII.
--- 454 --
Breve cenno sul violino. — La sua origine. — Qualità sublimi dello strumento.
- Grado che possiede oggi giorno . -- Il violino all'epoca di Lulli, – Progressi rag
giunti. - I primi violinisti concertisti uditi in Rio , - Programmi svolti, - Musica
violinistica al disotto del volgare. — Frivole fantasie e temi variati. — Le concezioni
sentimentali considerate materia di second'ordine. - Fase storica dei concerti di vio
lino, in Rio de Janeiro . - Chi la inizia è José Joaquim dos Reis : la sua abilità di
esecutore e la sua bravura tecnica . - Una frase pretenziosa. - Un nuovo violino o
un violino nuovo ? – Agostino Robbio , suonatore eccentrico . - Antonio Saenz, il con
certista dai 14 strumenti. – I suoi programmi e la forma dell'annunzio . — Apparizione
di altri violinisti. — Camillo Sivori. – L 'accoglenza ch 'ebbe in Rio , -- Una medaglia
d 'oro offerta al prodigioso violinista . -- Altri violinisti di minore e maggiore impor
tanza . — Pablo Sarasate. --- Seguono altri violinisti nazionali e stranieri.
Non possiamo parlare dei violinisti, senza che prima ci venga concesso
di fare un breve cenno sulla origine, il perfezionamento e le qualità eccelse
del violino.
Riguardo all'origine, la storia ci dice – non tenendo conto dei primi
periodi — che l' Italia fu la culla di questo impareggiabile, strumento . De
rivato più direttamente dalle viole e dalle vielle ad arco, toccava al liutaio
Kerlino di Brescia , crearlo nel secolo XV (1449), battezzandolo col nome di
violino, e destinato a rappresentare il tipo più perfetto degli strumenti so
nori ad arco.
E ' da notarsi che il violino è forse l'unico, tra gli strumenti musicali
che conservò la sua forma primitiva, datagli dal suo accennato inventore,
sino ai giorni nostri. Certo è che dopo Kerlino e Gasparo da Salo, il violino
ebbe a subire delle modificazioni, modificazioni queste, introdotte appena
nelle sue linee, nella grandezza, nella vernice, portate alla perfezione, quali
le vediamo ai nostri tempi, dai celebri liutai: Amati, Stradivari e Guarneri,
originari di Cremona, saliti in grande rinomanza nei secoli XVII e XVIII .
In base alla perfezione che attinse il violino, il violoncello e il contra
basso, attinsero la stessa perfezione delle loro forme.
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Ciò detto, non tireremo quindi in campo l'origine storica degli ante
nati del violino, giacchè essa , nel vero dire, è circondata da un profondo
mistero .
Ma accompagneremo il lettore nella bellezza, nelle doti sublimi dello
strumento che, da secoli, fa la delizia di quelli che costituiscono il culto del
l’arte sinfonica, la musica da camera e concertistica, traducendo meglio che
qualunque altro strumento , i più elevati pensieri del compositore. Ed in
fatti, a quale strumento sonoro potrebbe egli chiedere, per meglio far com
prendere con tutta la forza dell'eloquenza intima del brio e della espressione,
i suoi sublimi concetti musicali, se non al violino ?
Il violino – nella bella espressione di Colomb (1 ) --- ha la forza, la
leggerezza, la grazia , le note più tetre o le più gioiose; esso esprime egual
mente bene la melanconia la più languida e la passione la più ardente . Esso
può fornire delle lunghe note , delle tenute maestose e serene, senza essere
interrotto dal bisogno di respirare, come avviene per gli strumenti a fiato.
I violini in massa rendono a meraviglia le melodie tenere e lente, cui
danno un carattere penetrante che va sino al fondo dell'anima.
Le sinfonie di Haydn, di Mozart, di Beethoven , sono piene di queste
frasi divine, or dolci, or possenti, ma sempre patetiche. Il violino ha una
vera voce che piange, grida , si lamenta, canta , prega , sogna ; passa dal lin
guaggio il più faceto , dalla gaiezza la più folle , alle frasi le più religiose,
agli accenti i più estatici. Esso è, secondo i toni, grave, sordo, anzi soave,
distinto, maestoso , gaio , strepitanle, famigliare, sonoro, brillante, pomposo ,
energico, vigoroso, incisivo, tenero, dolce, velato, nobile, radioso, tragico ,
lugubre, triste, stridente , rauco , selvaggio , aspro, sinistro . Questa semplice
lista di epiteti raccolti nelle riflessioni estetiche che Berlioz consacra al
violino, trova, senza bisogno di commenti, tutte le ricchezze di gradazioni
delle tonalità di questo strumento (a ).
Il violino – dice ancora l'illustre scrittore – non ha sempre avuto il
grado che esso possiede oggi giorno.Fu durante lungo tempo uno strumento
destinato a suonare la musica volgare, quantunque gli si riconoscesse , eo
me suono, come timbro, una vera superiorità su le viole. E la debolezza dei
violinisti dell'orchestra di Lulli è divenuta ormai storic: Difatti i progressi
rapidi realizzati in Italia e in Germania , nel secolo XVI, non erano compa
rabili con lo stato in cui si trovava l'arte del violino all'epoca di Lulli, i cui
violinisti consideravano un vero « tour de force » l'attingere il primo « do »
sul cantino !
( 1) C . Colomb --- La Musique.
(a ) Vedi Berlioz - Grande trattato di Strumentazione e d'Orchestrazione, e Baillot,
l'eminente maestro autore del pregiato metodo di violino , stimatissimo al suo tempo,
e rimarchevole per le sentenze su le bellezze del violino ,
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Vero è che dal secolo XVII al XIX , il violino fece dei progressi enormi
mercè artisti gloriosi, tra i quali si possono citare al primo grado : Corelli,
Tartini, Pugnani, Viotti, Gaviniés, Paganini, Kreutzer, Rode, Baillot, Spohr,
Mayseder , le sorelle Milanollo , le sorelle Ferni, Sivori, Alard , De-Bériot,
Vieuxtemps, Bazzini, Rolla e Joachim .
Questi progressi, che tanto dovevano eccitare l'ammirazione dei pub
blici europei, massime dopo l'apparizione del grande Paganini, che desta
un vero e generale fanatismo, dovevano riflettersi anche nello spirito dei
nostri violinisti, la cui virtuosità non era stata spinta più lontano dell'arte
orchestrale ; essa serviva unicamente a interpretare le canzoni, i balli, le
sinfonie e i componimenti sacri. Ma pria che tramontasse l'ultima decade
della prima metà del secolo passato , ci appariscono buoni violinisti- virtuosi
nazionali e stranieri. Però è permesso dire che i loro programmi -- come in
seguito vedreno -- non sono che un curioso saggio dell'artc eccentrica
della virtuosità .
Infatti, quasi tutli i violinisti che affluiscono a Rio de Janeiro , i nazio
nali compresi, tengono, in parte, al ciarlatanismo: il canto degli uccelli, il
canto del gallo , l'abbaiare del cane, il raglio dell'asino, ed altri mezzi imi
tativi, atti a produrre degli effetti stravaganti e bizzarri, inutili al progresso
del violino e della sua letteratura .
Quindi, dato il gusto del pubblico, che trova il suo diletto nei capricci
stravaganti della musica violinistica d 'un valore al di sotto del volgare, è
lecito dire che la letteratura del violino, aveva subito una trasformazione
profonda nel gusto e nella tecnica, avanti che tramontasse la prima metà
del secolo XIX .
Il periodo fulgido dei compositori italiani del secolo XVII e XVIII, era,
per la sfortuna dell'arte, orinai chiuso . Le belle sonale di Corelli, di Loca
telli, di Tartini, di Nardini, di Geminiani, di Pugnoni e di Viotti, con i suoi
stupendi concerti, soccombono davanti le sorgenti frivole fantasie, i temi
variati d'improvviso e gli acrobatismi burleschi. Le rossenti ispirazioni,
tutte poetiche, tutte creazioni, le leggiadre concezioni sentimentali, erano
considerate materia di second'ordine! . . . .
Soltanto la virtuosità tecnica imperava, in maggioranza, nello spirito
dei violinisti di quel tempo, per eccitare l'ammirazione del pubblico.
Del resto, basterà al lettore l'esame dei programmi di tutti i violinisti
di cui faremo cenno, per formare un giudizio del valore di tali opere.
Il primo violinista brasiliano che si presenta a iniziare la fase storica
dei concerti di violino in Rio de Janeiro, servendosi dei riferiti mezzi, ė
- - 460
José Joaquim dos Reis, (a ) nato in Bahia , verso il 1795 . Giovanissimo si portò
a Rio de Janeiro, e fece parte dell'orchestra della Cappella Imperiale, sotto
il primo e secondo Impero. Era un abilissimo esecutore, ma poco curante
della espressione e del sentimento. Nei suoi concerti eseguiva di preferenza
delle variazioni burlesche e non temeva le più scabrose difficoltà tecniche,
secondo lui! Anzi, soleva dire, nell'età avanzata (egli viveva ancora nel
1874): « datemiun vecchio tamanco (zoccolo ) armato con quattro corde, che
io vi suonerò tutte le composizioni di Paganini» ! . ..
Nei giornali del tempo , spesso abbiamo letto ch'egli era l'inventore di
un nuovo violino, col quale esegui pezzi caratteristici in vari concerti. Non
possiamo però credere a questa sua invenzione, giacchè il violino, come si
disse antecedentemente, nacque perfetto . Tutto al più , doveva essere un
congegno a guisa della sordina « Wuilloume» , la quale produsse un certo
effetto ai suoi tempi, impiegandola il Léonard , nella sua composizione « Les
échos » che, senza interrompere il suono , poteva, mediante l'appoggio del
mento sullo standardo, avvicinare il congegno metallico al ponticello , ed
ottenere un sorprendente effetto .
José Joaquim dos Reis moriva, in Rio de Janeiro , verso il 1876 , con 90
e più anni di età .
Nello stess'anno, preceduto da buona reputazione, giungeva a Rio de
Janeiro un violinista, ricercatore di difficoltà e di talento originale : Agostino
Robbio . Egli dava il suo primo concerto , il 25 settembre ( 1845), annunziato
nei seguenti termini: « Grande concerto em beneficio de Agostino Robbio , di
scipulo de Paganini, (2 ) com o seguinte programma: « La Casta diva da Nor
ma», pelo beneficiado; tema com variações para Rebeca sobre motivos da
opera « Sonnambula » ; variações burlescas sobre motivos das valsas de
Strauss, e o « Tremolo » de Bériot » , delle cui difficoltà egli stesso previene
il pubblico !
Quelli che s 'interessavano dell'arte violinistica trovarono che egli pos
sedeva buone qualità artistiche: sonorità, grazia e leggerezza d 'arco.
Degno di nota è anche il concerto che dava in S . Paulo il 19 marzo
(1845), ove, trovando alcuni elevato il prezzo di platea e palchi, in rappre
saglia , destina il ricavato in beneficio dei poveri.
Tal gesto gli valse un duplice successo. Un critico locale di quel tempo,
(3 ) Ed altro non può essere, poichè Alessandro Giuseppe Montagna Artot, nato
in Bruxelles il 14 febbraio 1815 , allievo nel 1827 di Rodolfo Kreutzer a Parigi, ivi
moriva nel 1845, lasciando numerose composizioni per il suo strumento, di cui la
più celebre è appunto la riferita grande fantasia , intitolata « Souvenirs de Bellini ».
(4) Giova riferire che il Wynen, in questo concerto, suonò anche un nuovo stru
mento russo - « Jerowa isalamo » — fatto di legno e paglia , Doveva essere senza
dubbio il silofono impiegato mirabilmente dal Saint- Saëns, nella Danza Macabra » .
- - 463
(6 ) « Honra ao merito » era il titolo dell'articolo che fregiava una delle colonne
del « Jornal do Commercio » parlando del nobile gesto dei riferiti professori, nel
l'onorare l'arte e l'artista ; il senso, che giova trascrivere integralmente , era il seguente :
« Constão-nos que os mais notaveis professores de musica do Rio de Janeiro, procu
rando dar ao Sr. Camillo Sivori uma prova do alto apreço em que tem o seu raro
talento , e demostrar -lhe que o considerão o primeiro violinista que se haja deixado
ouvir nesta corte, determinarão offerecer-lhe uma medalha de ouro.
« Nao podemos deixar de render justos louvores ao enthusiasmo artistico destes
professores, tanto mais que vimos com pezar a frieza com que esse distincto violinista
foi recebido entre nós.
O S. Sivori pertence ao numero desses talentos felizes que podem marcar uma
época, deixar um nome e ser difficilmente substituido, c tarde ouvirà o Brasil um
outro que igual.
Esperamos obter para apresentar aos olhos do publico , os nomes dos professores
que concorrerão para essa simples demostração dos nossos professores para fazer des
apparecer em parte o pesar que nos cabe por não termos sabido devidamente aquilatar
um grande talento applaudido e apreciado como merece, mesmo em paizes mais atra
zados em civilisação do que o nosso » .
- 466 -
Porto Principe a Santa Croce, col quale mette in delirio gli uditorii del
nuovo mondo.
Quando, nel 1893, in Genova , ci fu dato il piacere di visitare il celebre
artista, con lettera di presentazione dell'illustre maestro Carlos Gomes ( let
tera che il grande virtuoso baciò affettuosamente ), egli ci mostrò la riferita
medaglia offertagli dai professori di musica di Rio de Janeiro , e la insegna
cavalleresca dell'Ordine della Rosa , conferitagli dall'Imperatore D . Pedro.
L 'anno appresso , egli moriva.
Nell'anno 1875, fama di buon violinista concertista godeva tra i pro
fessori del teatro lirico, Francillino Domingos de Moura Pessoa. Francil
lino, come quasi tutti i violinisti del suo tempo, era più discepolo di sè
stesso che di un maestro di professione. Per presentarsi degnamente al
pubblico, egli compone una grande fantasia per violino, su motivi della
« Lucrezia Borgia » , che dedica e offre, in segno di riconoscenza per essere
stato nominato socio effettivo, alla società Propagatrice delle Belle Arti di
Rio de Janeiro; e desiderando mostrare il valore del suo dono, egli si pre
sta ad eseguirlo davanti il Consiglio amministrativo, nella sera del 9 settem
bre. La seduta era presieduta dal Consigliere di Stato Euzebio de Queiroz.
Nella serie dei concerti isolati di quei tempi, noi troviamo un artista
italiano d 'ordine superiore, Luigi Elena, giunto a Rio de Janeiro, nei primi
anni della seconda metà del secolo scorso e qui vi rimane per tutta la vita .
Questo distinto violinista, assai amico del Brasile, fu direttore, nell'anno
1858, della Filarmonica, e vi rimane parecchi anni.
In un concerto del celebre pianista L . M . Gottschalk , insieme a questi
egli eseguì la sonata a Kreutzer, per violino e pianoforte, di Beethoven .
Virtuoso, la sua esecuzione difettava di sentimento e di slancio, ma era
notevole per la purezza di suono e la sicurezza della tecnica.
Buon musicista , spesso fece sentire pezzi di sua composizione per il
suo strumento , genere poco adorabile : fantasie , la maggior parte, una delle
quali è quella scritta su motivi del « Guarany » .
Mori in Rio de Janeiro , nel 1879, gettandosi dall'alto della cava di pietra
della Candelaria .
Segnaliamo anche il nome di Gustavo Van Marck , olandese, giunto a
Rio de Janeiro nel 1852, ove si fa onore, come violinista e pianista con
certista . Dopo essersi fatto applaudire come provetto esecutore di quest'ul
timo strumento , si produceva come violinista in un concerto, tenuto il 1° di
cembre 1853, al teatro S . Januario , onorato colla presenza delle LL. MM .
II., eseguendo, fra gli altri pezzi, il sesto concerto di Bériot.
Si diceva allievo del Conservatorio di Bruxelles, ove aveva ottenuto il
primo premio di violino.
Pure da bella fama è circondato il nome della violinista signora Frery,
- 467 -
giunta a Rio de Janeiro nel 1895 , allieva di Carlo de Bériot, che, nella recita
straordinaria della compagnia lirica italiana, del 4 giugno dello stesso anno,
si faceva udire con grande successo .
Una cronaca del tempo dice che era pregiata esecuirice per la nitidezza
della tecnica, pel gusto e pel sentimento, che rivelò, nelle arie variate ( sesta
e decima) e il « Rondò russe » , di Bériot, nonchè nella fantasia « Celine » e
il « Carnevale di Venezia », di Paganini.
Un compatriota della precedente , M . A . Labbée, venuto in Brasile verso
il principio della seconda metà del secolo scorso, benchè non raggiungesse
mai una invidiabile altezza come violinista concertista , si faceva udire in un
concerto al teatro S. Pedro d ’Alcantara, nel 1855, del quale fu direttore
d 'orchestra per lunghi anni, passando poscia come primo violino al teatro
lirico francese (Alcazar), rimanendovi sino alla sua definitiva chiusura.
Era un bel tipo d'uomo, adorando la sua patria e il suo idioma: in 40
anni di permanenza a Rio de Janeiro, non giunse mai a pronunciar bene
quaranta parole della lingua di Camoens!...
Fra i grandi violinisti del secolo passato noi troviamo il nome di Paul
Julien , francese, allievo del Conservatorio di Parigi, giunto a Rio de Ja
neiro nell'agosto 1858.
Paul Julien , che fu amico, in Campinas, di Carlos Gomes, cui spronava
perchè camminasse verso il suo ideale, possedeva delle qualità violinistiche
le più apprezzabili : le sue facoltà artistiche erano di quelle che agitavano
un uditorio ; la sua virtuosità nella esecuzione delle difficoltà tecniche era
mirabile, ed aveva un sentimento non comune fra i violinisti del suo tempo.
Egli si faceva udire per la prima volta in Rio de Janeiro ,il 17 luglio
( 1858), suonando, con grande successo , una sua fantasia su motivi del
« Trovatore » , ed un'altra sul « Masaniello » di Hannan . Nel suo secondo
concerto (30 luglio ), eseguiva, oltre ad un pezzo di sua composizione, 16
variazioni burlesche e sentimentali sul « Carnevale di Venezia » , di Paga
nini. Successivamente si rivelava eccellente interprete delle composizioni
di Bériot, di Vieuxtemps, di Mayseder e di Artot, l'autore della celebre fan
tasia « Souvenirs de Bellini » , di cui Paul Julien fece una vera creazione
per la sua bella maniera di eseguirla .
L 'anno seguente, il Julien , che amava molto il Brasile , intraprende un
lungo pellegrinaggio artistico attraverso le provincie di Minas, Rio de Ja
neiro e S . Paulo. In Juiz de Fora, ove giunge, dopo un penoso viaggio a ca
vallo , sul principio dell'anno 1859, dava due concerti senza accompagnatore
al pianoforte, riportando, malgrado questa sensibile mancanza , un brillante
successo (7 ).
( 7) Paul Julien, avanti di morire, scriveva una composizione, per essere suonata ,
nelle esequie, dopo la sua morte.
- 468 -
violinista perfetto, dalla cavata calda e nobile, possedeva una tecnica mera
vigliosa , sotto le cui dita il violino si trasformava in uno strumento d 'in
comparabile pureza.
Detti concerti ebbero luogo tra l'agosto e il settembre (1870), al teatro
Gymnasio Dramatico, che sorgeva a fianco del teatro S . Luiz in via «do Thea
tro», inauguratosi nello stesso anno. Era accompagnato dalla sorella Ada,
pianista distintissima, del cui merito femmo cenno nel capitolo dei pianisti
virtuosi.
Dopo costui, un violinista il cui talento ebbe un risalto particolare in
Rio di Janeiro, fu Pablo Sarasate (1870). Pablo Sarasate , venuto assieme
alla diva Carlotta Patti, e il celebre pianista Ritter, era già, ad onta della
sua giovane età,un eminente violinista . Allievo di Alard , al Conservatorio
di Parigi, eseguiva in modo meraviglioso le fantasie - allora molto in mo
da – del maestro. Ma il suo altissimo valore lo dimostrò nel concerto in
miminore di Mendelssohn, che suonava con brio ed una maestria incom
parabile .Figlio della terra del Cid, nato a Pamplona il 10 marzo 1844 , ove
era appellato fanciullo-prodigio , suonando in età di 10 anni innanzi la
Regina di Spagna , fece colle danze popolari della sua patria, creazioni me
ravigliose. Nella maturità, i suoi grandi successi furono appunto col « Za
pateado » , colla « Malagueña » e molte danze analoghe spagnuole , nelle
quali traspariva il gusto nella finitezza di elaborazione del compositore, e
la grazia , la forza, il sentimento e la tecnica impareggiabile del grande
virtuoso. Tutti i più insigni violinisti odierni eseguiscono i suoi lavori nei
loro concerti. Il grande artista , il virtuoso prediletto dei Re e delle Regine,
che lo colmarono di onori, preziosi doni e decorazioni, moriva a Parigi nel
1909, lasciando il suo magnifico Stradivario al Museo del Conservatorio .
Al novero dei distinti violinisti brasiliani, appartenne José Pedro de
Sant'Anna Gomes, nato in Campinas, nel 1834, ivi morto nel 1908, a 74 anni
di età. Fratello al celebre maestro Carlos Gomes, con lui divise, come abilis
simo violinista, gli applausi riscossi nei giri artistici della provincia di S .
Paulo , nel 1860. Il grande amore per l'arte servi di esempio ai suoi figli,
due dei quali, Alfredo ed Alice Gomes Grosso, attinsero una bella rinomanza
come violoncellista , il primo, e pianista distintissima, la seconda.
Oltre al suo merito elevato nella virtuosità violinistica , con carattere
di generosa bontà , era anche compositore di valore (10).
Un altro pregiato e valentissimo violinista brasiliano, mai udito in Rio
de Janeiro, ma apprezzato in tutto il Nord del Brasile , fu Adelelmo Nasci
mento, nato in Bahia nel 1848, morto a Parigi il 28 agosto 1898. Talento
precoce, si segnalò giovanissimo nella musica e specialmente nella virtuosità
pero le corde del violino nella sera di un suo concerto al teatro S . João .
Da allora in poi pare che abbandonasse del tutto il prediletto strumento
per dedicarsi all'insegnamento della lingua francese. Vent'anni dopo l'incre
scioso fatto , la musica lo attrae; ed accetta la cattedra di violino nel na
scente Conservatorio di Bahia ; ma non giunge a prestare i suoi buoni ser
vigi, giacchè la morte gli troncava la vita poco tempo dopo la sua nomina.
Altri violinisti bahiani dell' epoca in discorso : José de Souza Aragão,
tenuto in conto di bello ingegno musicale ed esimio violinista, nonchè pia
nista e compositore . Egli nacque in Cachoeira il 7 dicembre 1819, ivi mori
il 13 settembre 1904 . Studiò la musica col maestro José Pereira de Castro
e si perfezionò alla scuola del padre José Pinto de Oliveira . Si distinse anche
come direttore d 'orchestra nelle esecuzioni sacre della Madonna d'Ajuda,
e fu il primo profssore della Filarmonica , installata il 20 settembre 1857,
nella sua città natale . Il suo maggior successo artistico lo riportò in Bahia ,
ove dava con entusiastico esito un concerto, al quale partecipavano i più
illustri artisti contemporanei.
Dr. Polycarpo Cesario de Barros, col titolo di buon violinista nell'or
chestra , nato in Bahia , ove, oltre occuparsi dell'arte musicale , si laureava
in medicina, senza venir meno all'amore all'arte.
Dr. Epiphanio José dos Reis, apprezzabile talento musicale , nato nel
l'antico villaggio di Inhambupe (oggidi città ), nel 1837 ove iniziò i suoi
studi letterarii e musicali. Il suo prediletto strumento fu il violino, che
suonava con distinzione.
· Giovane, passò a Rio de Janeiro, ove compi i suoi studi di baccelliere
al Collegio D . Pedro II, per distinguersi quindi nel mondo letterario e come
direttore di un collegio che portava il suo nome, nonché come primo vio
lino nell'orchestra della Cappella Imperiale .
Per ultimonomineremo Ludgero José de Souza , nato in Bahia nel 1850,
ove studiò la musica col professore Isidor Borges de Almeida, e il violino col
maestro Adelelno, di cui pare che onorasse la scuola . Fra altro ebbe a di
stinguersi anche come direttore d'orchestra e come insegnante di musica
nel « Gymnasio » . Statale .
Lo stesso può dirsi del suo contemporaneo Eduardo Mendes Franco,
nato in Cachoeira il 28 dicembre 1851, e ivi morto il 26 maggio 1906 ; il
quale fu buon violinista, nonchè compositore molto apprezzato , stimato
direttore d 'orchestra , e lodato insegnante della sua arte . Si vuole che la
sciasse pregiati lavori musicali.
Dopo il ricordo di questi ultimi bravi violinisti brasiliani, convien ri
cordare un altro artista nazionale , il quale , nei primi albori della sua vita,
ebbe a meritarsi il titolo di genialità . Infatti, nel 1874, il pubblico carioca
si trovava dinanzi ad un fenomeno, vedendo un fanciullo di età minore agli
- 475 --
stessi precoci ingegni del violino: Miska Elman , Franz de Veczey, Teresa
Tua, Délapierre, che, oltre padroneggiare mirabilmente l'arte del violino,
destava ammirazione per la espressione, il sentimento e la passione pro
fonda. Egli era Mauricio Dengremont, nato a Rio de Janeiro, nel 1865, al
lievo di suo padre, un violinista mediocre.
Dopo di aver girato l' Europa in compagnia del padre, che lo sfrutta ,
senza pensare a fargli seguire gli studi classici, passò agli Stati Uniti, ri
portando ovunque si presentasse i più segnalati trionfi.
Ma quei lunghi e faticosi viaggi furono, più tardi, di triste conseguenza
per il fanciullo -prodigio ; giacchè, al suo ritorno in patria , per darvi con
certi, (1888 ), senti i primi sintomi di quel male che non perdona a nes
suno, lagnandosi spesso di non trovare più in sè quella forza virile nella
sua esecuzione, colla quale aveva raccolto tanti allori. Difatti, noi ricor
diamo che l'infelice giovane, il di cui immenso talento aveva rivoluzionato
il mondo, tanto simpatico per l'ameno carattere, si afflggeva da far pietà nel
suo ultimo concerto (del 15 settembre 1888), al Club Beethoven , eseguendo ,
tra altri difficilissimi pezzi, la « Polonaise » in re, diWieniawski, in maniera
tale da non giungere al termine di essa.
Malgrado tutto , la sua esecuzione era ancora calda e brillante, a cui
si associava il gusto , la grazia, lo slancio e l'elevatezza del suo stile tutto
personale.
Dopo, decise di andare a Buenos Ayres, ove fu molto applaudito e fe
steggiato , e là moriva, dopo un breve soggiorno, nel fiore degli anni.
E ' pure da ricordare Adolfo Corradi, violinista italiano, insegnante in
Curitiba (Paraná), ove esercitò anche la professione di piano e canto per
lunghi anni, e fece numerosi allievi. Mori in Italia , a Bassano, sua terra
natale.
Caneschi ( . . . ?), abilissimo violinista e direttore d 'orchestra italiano;
stette poco tempo a Rio de Janeiro , ove ebbe a farsi conoscere come un
bravo esecutore (noyembre 1876 ).
Merita parimenti di essere ricordato il distinto violinista tedesco Stella,
il quale ebbe lungo soggiorno in Brasile , e vi mori verso l'anno 1897. Viag
gió , come concertista, le provincie del Sud, fissando residenza in Porto Ale
gre, per esercitare la professione d 'insegnante , passando poscia a Santos,
ove avvenne la sua morte .
Cyriaco de Cardozo , violinista , compositore e direttore d 'orchestra di
talento , giunto a Rio de Janeiro nel 1872, ove rimane per lunghi anni, oc
cupando un posto assai rilevante. Violinista senza grande maestria, suono
con successo i « Souvenirs de Bellini » di Artot e la « Scène de Ballet » di
Bériot, ai concerti dei pianisti Miguel Angelo e Hugo Baurney, al teatro D .
Pedro e « Provisorio » (1872 - 1873 ). Più tardi ebbe la nomina di direttore
--- 476 ,
nel 1838. Fece i suoi studi a Parigi, sotto la direzione di Delfino Alard, ri
portando il primo premio di violino del 1855 . Della sua scuola incarnò virtù
e difetti. Talento precoce e vive disposizioni pel violino , potè, giovanissimo,
destare con la sua valente esecuzione, grande entusiasmo ovunque si faceva
udire. Infatti, la sua eccellente tecnica , più della purezza di stile e la gran
dezza della cavata, fece di lui un distintissimo concertista . Oltre a ciò , pos
sedeva una memoria delle più rare; e splendida prova di questa sua natura
died'egli spesse volte , eseguendo la sonata a Kreutzer di Beethoven, senza
la carta .
Come abbiamo detto, egli venne a Rio de Janeiro nell'anno 1879, ove,
oltre l'ammirazione del pubblico , si ebbe la valida ed onorata protezione
della Principessa Isabella , di cui fu maestro d 'accompagnamento e, del
figlio , al quale diede lezioni di violino. Mercè quest'appoggio – appoggio
che non venne mai meno durante il lungo periodo della sua permanenza
nella capitale dell' Impero -- quivi rimaneva sino al giorno della procla
mazione della Repubblica, svolgendo un programma di attività artistica
veramente utilissima. Fondò, sotto gli auspici della detta Principessa, la
Società dei Concerti Classici che, oltre alla musica da camera, organizzò e
diresse vari eccellenti concerti sinfonici, i quali, al par di quelli del Club
Beethoven , esercitarono un grande influsso sull'arte strumentale, in Rio de
Janeiro .
Non sprovvisto di una certa cultura musicale , scrisse, per il violino, al
cuni pezzi interessanti. Ben concepiti sono i suoi studi op . 13 e i novelli
studi op. 35 . Ad onta di ciò , egli soleva' ricorrere, per destare maggiore en
tusiasmo, a due pezzi di ritmi bizzarri e di nullo pregio musicale : la « Vio
lonesca » e la « Zamacueca », danza cilena, colorita di suoni armonici e di
pizzicati, rese interessanti dalla sua virtuosità.
Di ritorno a Parigi, quivi, nel marzo del 1894, dava due sessioni di mu
sica da camera alla sala Flawland, considerate fra le più interessanti della
stagione. Nello stesso anno si produsse in uno dei concerti Lamoureaux,
- - - -
daglia d 'oro agli esami finali. Passò dopo a ricevere i consigli del noto vio
linista Joseph White, di cui si diceva allievo . . . Serpa Junior, troppo pre
sto rubato dalla morte, era veramente un violinista abilissimo e sopratutto
rimarchevole per la sicurezza della sua magnifica tecnica.
Ricorderemo inoltre Antonio Abramo Raposo , abile e modesto violi
nista brasiliano, nato a Prados (Minas Geraes), ove, fanciullo , iniziò i suoi
studi di violino, proseguiti quindi in Rio de Janeiro, sotto la direzione di
Leocadio Rayol e V . Cernicchiaro, nell'Accademia di Musica. Sebbene non
si sia esposto che poche volte come concertista, ebbe a distinguersi come
insegnante.
Giulia Beltram , violinista di celebre rinomanza europea, si faceva udire
al suo ritorno da Buenos Ayres, in Rio de Janeiro , ove diede vari concerti
al teatro « Recreio dramatico » (giugno 1880). Malgrado lungi fosse dalla
celebrità , dimostrò una buona tecnica , molta nitidezza ed una forte espres
sione nel modo di suonare .
L 'anno appresso (1881), Francesco Padovani, violinista italiano, anno
verato fra i distinti concertisti, si produceva in una « Soirée musical » (3
gennaio ), alla Sala dell' Imperiale Conservatorio di Musica, onorato dalla
presenza delle LL . MM . II. Il Padovani si diceva inventore del nuovo stru
mento « violino-ottavisono» , che noi ignoriamo, con brevetto dell'Acca
demia di Parigi.
Degno di special cenno è Giulio Bastiani, uno dei più reputati violinisti
italiani in S . Paulo, ove prese stabile dimora fin dal suo arrivo in Brasile
(1882). Ivi fu sempre festeggiato ed applaudito per la sua buona scuola ,
il suonar chiaro, brillante, e la perfetta tecnica , nonchè stimatissimo per
lo sviluppo che diede allo studio del violino come provetto insegnante, dalla
cui scuola sono usciti i migliori violinisti che vanta la Paulicea. Si distinse
anche nell'arte classica, come primo violino nel Quartetto del Club Haydn ,
fondatosi, nel 1887, nella surriferita città : club che ebbe grandi meriti
per la diffusione della musica da camera ai suoi tempi.
Musicista di non poco pregio, ha scritto diversi lavori per il violino :
« Sarabanda » , « Romanza » , « Capriccio - valsa » , « Mazurka » , « Serenata
hespanhola » , « Seconda valsa » e due pezzi per violino solo , assai ben fatti.
Negli ultimi anni veniva chiamato a reggere la cattedra di violino del
Conservatorio di Musica in S . Paulo , cattedra che onoratamente tuttora
occupa.
Ricorderemo il violinista José Simões Junior, portoghese, il quale si
produsse in un concerto del Club Beethoven, 29 giugno 1883. Fu il primo
maestro del violinista Chiaffitelli.
Lodevole violinista , nato il 10 febbraio 1909, in S . Luigi del Maranhão,
fu Leocadio dos Reis Rayol. Ivi egli fece la sua educazione musicale, per
-- 482 -
divenire poscia uno dei migliori musicisti e pregiato violinista della sua
terra natale . Nel 1883, passò a Rio de Janeiro, ove di distinse come profes
sore di violino e concertista, prendendo parte in molti concerti del tempo
dell' Impero, a fianco di F . Pereira da Costa, V . Cernicchiaro, J. White, ed
altri artisti notevoli dell'epoca.
Come compositore scrisse alcune gentili pagine per violino ; ma maggior
gusto egli rivelò nella musica sacra, lasciando un gran numero di Messe,
Novene, Salutaris, Ave-Maria, ecc ., notandosi la sua grande Messa che, non
soltanto nel Maranhão, ma anche in Bahia , era conosciuta sotto il titolo
di « Messa Spagnuola » , e sempre eseguita di preferenza e con grande entu
siasmo in tutte le solenni festività religiose ( 12 ).
Fu anche stimato funzionario pubblico , nel cui posto la morte lo sor
prendeva il 7 giugno 1909, a sessant'anni di età .
Merita pure di essere segnalato il distinto violinista Ismael Diepedaal,
francese , il cui debutto al Club Beethoven , nella sera del 27 luglio 1883, fu
coronato da lieto successo.
Nell'agosto dello stesso anno, giungeva a Rio de Janeiro , contrattato
espressamente dal Club Beethoven , scelto e raccomandato dal celebre mae
stro Carlo Reinecke, direttore del Conservatorio di Lipsia , il distinto violi
nista Otto Beck , il cui debutto aveva luogo il 13 agosto 1883, interpretando
il concerto di Mendelssohn , e il « Rondò capriccioso » , di Saint-Saëns.
Era un violinista di talento , malgrado qualche irregolarità nell'inter
pretazione, e poca grazia nel suonare.
Visse alcuni anni in Rio de Janeiro. Ritornando poscia alla sua patria ,
vi mori nel 1890 .
In un concerto dello stesso Club , 13 agosto 1886 , si distingueva il gio
vane artista F . Castellani, primo violino della compagnia lirica dell'impre
sario Claudio Rossi, suonando egregiamente la « Fantasie - caprice » , di
Vieuxtemps, e l' « Aria variata », di Vieniawski.
Ivi pure si produsse, nel settembre 1886 , un violinista di eccezionale
talento , la cui calda cavata, la brillante e chiara esecuzione, con un senti
mento tutto personale , scossero l'uditorio. Egli era Johannes Wolf, d'origine
olandese, nato nei pressi di Haja, l'anno 1863, e primo premio di violino
del Conservatorio di Parigi e di Dresda ; ma la sua celebrità era già assodata
nella sua patria , giacchè, a 15 anni di età, riceveva una pensione dal Re, e
più tardi il titolo di violinista della Real Camera .
Johannes Wolf, oltre alle qualità suaccennate, possedeva in alto grado
Rosa. Alla bella cavata riuniva un 'esecuzione brillante e calda. Nel suo pri
mo concerto dato , 24 agosto 1890, alla sala dell'ex Club Beethoven, suonò in
maniera da entusiasmare l'uditorio .
Nel 1891 si udiva nella nostra capitale, il noto violinista Brindisi di
Sala, cubano e di color nero. Fu molto apprezzato in un suo concerto che
egli dava, 20 ottobre, al Cassino fluminense, coadiuvato dalla cantante Fi
lomena Savio, della compagnia Ducci. Brusca e spasmodica era la sua ma
niera di suonare, e difettava di una perfetta intonazione. L 'esecuzione, però,
era snella e brillante , e brillanti erano pure i suoni armonici che traeva
dal suo strumento.
Mori a Buenos Ayres, verso i primi anni del secolo in corso (13).
Faremo cenno di un 'altra personalità violinistica , emerito collaboratore
dell'arte italiana in Rio de Janeiro, Ernesto Ronchini. Nato a Fano nel
1863, fece i suoi studî al Liceo Musicale di Bologna sotto la guida del pro
fessore Sarti, considerato fra i migliori suoi scolari, fra i quali si annova
ravano Serato , Respigli, ecc.
Dopo di aver occupati i più onorati posti di violino spalla dei princi
pali teatri d ' Italia , passò a Rio de Janeiro , ove, sciolti gl'impegni colla im
presa lirica Musella , prese stabile dimora . Malgrado il temperamento poco
ardito nell'affrontare le masse, più volte si presentò in pubblico come con
certista , meritando speciali applausi al concerto del Club Beethoven (1888 )
per citarne uno, eseguendo con egregia arte la « Chasse » , di Vieuxtemps;
conquistò rinomanza di abile insegnante della sua arte. Questo gli valse la
nomina di professore cattedratico dell' Istituto Nazionale di Musica, ove,
da trent'anni si segnala per l'ottimo indirizzo artistico impartito ai suoi
giovani allievi.
Compositore di buon merito , fra i suoi lavori figurano : « Minuetto » ,
« Elegia » , un poema sinfonico « Nero » , « Pedro Alves Cabral » ,« Stagioni» ,
leggenda Mistica, studi per violino ed un 'opera inedita « Dhalma », di cui
si udì un bello « intermezzo » , eseguito al concerto del celebre violinista
Thomson , 2 ottobre 1903, (teatro lirico).
Una stessa lode si potrebbe attribuire ad un compagno del precedente
artista , Riccardo Tatti, uno degli ultimi cultori dell'arte violinistica italiana
in Brasile, ove giunse nel 1893, come primo violino - solo dell' orchestra
Mancinelli.
Il Miguéz, allora direttore dell' Istituto Nazionale di Musica , scorgendo
nel giovane artista la buona scuola di cui era dotato , lo propose come pro
(13) Nel 1917, la stampa locale impedi che le sue ossa fossero gettate nella
fossa comune.
- 486 -
lo stimolo agli studidella musica e del violino, che coltivo nella città natale,
poi in S. Paulo, ove fece le sue prime prove come distinto concertista, giu
dicato favorevolmente dalla critica, che ne metteva in rilievo le qualità di
-
brillante e forte esecutore, con una calda e sicura tecnica.
-
A degna chiusa di questo capitolo , giova menzionare i nomi degli odier
nissimi giovani violinisti, i cui principali a ricordare, sarebbero i seguenti:
-
Pery Machado, una bella promessa dell'arte violinistica, virtuoso di
slancio e di calda e valente esecuzione: Frederico deAlmeida , forte ed ardito
esecutore; Mario Ronchini, rimarchevole per la sua buona ed ardita tecni
ca ; Orlando Frederico, abile esecutore e , oggidi, stimato insegnante; Djalma
Ribeiro Lessa, violinista dalla vigorosa cavata e di espressivo sentimento :
Carmen Lorena Boisson , un temperamento violinistico caldo ed inconte
stabile ; Gutemberg de Moraes, abile violinista , uno dei migliori allievi del
Bastiani; Marcos Salles, bravo violinista anch 'egli, ed altri che si potrebbero
aggiungere alla valorosa schiera, i cui nomi, che verranno presto in eccel
lenza dell'arte, spuntarono e fiorirono mentre questo lavoro si accostava
al torchio di stampa.
Donde segue che il nostro ambiente artistico , ad onta della sua ristret
tezza , non manca di buone organizzazioni violinistiche, e, ispirandoci al
concetto della loro viva intelligenza, nello studio assiduo, dobbiamo augu
rarci che tutti accarezzino rispettosamente l'arte dello strumento sovrano,
fuggendo allo stile spasmodico, alle smancerie affettate e nocive al buono
stile, pensando al gusto classico , al sentimento inerente all'indole nostra,
all'arte, infine, universale, onde onorarla in patria ed altrove .
- - -
--
CAPITOLO XXV.
(1900-1922)
VIOLINISTI CELEBRI
UDITI IN RIO DE JANEIRO NELL'ULTIMO PERIODO
Dopo Sivori, Sarasate ed altri valenti violinisti non lungi dalla celebrità,
uditi ed ammirati in conformità del loro giusto merito , ricorderemo il ring
matissimo violinista e compositore Cesare Thomson , nato a Liegi (Belgio),
il 18 marzo 1846, ove fece i suoi studi sotto la guida di Giacomo Depuis e
il celebre Léonard . Dotato di uno straordinario talento musicale e di una
tecnica prodigiosa, fece il giro del mondo sotto una pioggia di brillanti
trionfi. Nel 1905, di ritorno dal Plata, ove la sua maestria trionfa dal lato
artistico ed economico, a Buenos Ayres e Montevideo , in circa quaranta
concerti, volle visitare anche la nostra capitale, ove dava il suo primo ed
ultimo concerto (teatro lirico) alla presenza d 'uno scarso pubblico : due
cento persone appena ! che, del resto, lo colmarono di calorosi applausi,
poichè trovarono in Thomson un concertista di valore eccezionale, un ese
cutore fenomenale , a momenti un Paganini redivivo ; presentatosi al nostro
pubblico, senza la solita esagerata , ciarlatanesca « réclame » del cartellone !..
Il successo fu dei più grandi, esegui pezzi dei sommi classici italiani,
del concerto di Max Bruch, meritando la palma del trionfatore e mostran
dosi vero signore delle più irte difficoltà tecniche del violino. Si sperava
un secondo concerto , perchè potessero assisteryi migliaia di persone; ma,
all'indomani, prendeva imbarco tornando in patria e portando seco un ri
cordo non lieto del nostro mondo artistico , il quale spesso non accoglie
come dovrebbe gli artisti di altissimo merito.
Florizel von Reuter, un fanciullo di raro talento, che accoppiava al
suo suonare una tecnica straordinaria e intonazione perfetta , suonando
pezzi irti di difficoltà , riscosse i più vivi applausi nei suoi concerti dati a
- 494 –
( 1) La notizia della sua morte, apparsa nei giornali di Rio anni or sono, dere
essere senza fondamento . Egli vive. Lo udimmo in Napoli (1925 ) suonando meravi
gliosamente in un suo concerto, i 24 Capricci di Paganini.
-- 495 -
Il violoncello come derivato del violino. - La sua vita modesta a fianco del con
trabasso . – I famosi suonatori che ne fanno conoscere le bellezze. — Le sue risorse
abbondanti e impareggiabili. - Nomi di pregiati violoncellisti. – Frederico Nasci
mento. — Il suo Melafonometro. -- Pablo Casals . - - Antonio Sala. -- Altri violoncel
listi: Luigi Anglois, Giovanni Bottesini, Guido Gallignani.
Quando femmo cenno della nascita del violino, dicemmo anche che il
violoncello è un derivato dello stesso .
Il violoncello , apparso nello stesso secolo XV, conducendo vita modesta
fra i suoi confratelli il violino e la viola , vivendo a fianco del contrabasso ,
del quale raddoppia l'ottava, doveva più tardi, mercè i famosi suonatori
Franciscello , Vandini e Antonietti da Milano , che ne fanno conoscere con il
loro insuperabile talento tutte le bellezze, tirandolo cosi dalla sua umile
condizione di semplice basso marcante , attingere un grado distinto fra
gl'istrumenti ad arco.
Nel vero dire, anche tra noi, il nobile strumento non si fece mai strada
nel campo della virtuosità , camminando di pari passo col suo simpatico fra
tello , il violino ; fu sempre meno studiato; pochi erano quelli che si dedica
vano con tenacità allo studio indefesso per raggiungere un certo grado di
perfezionamento .
Oltre a ciò, la sua grossezza e la forza che richiede, fu oggetto sempre
di una grande opposizione nel sesso maschile , e, in specie, nel femminile .
Eppure le sue risorse, cosi abilmente approfittate dai geniali maestri
compositori, sono abbondanti e impareggiabili. Al pari del violino, pos
siede delle qualità di una eloquenza estetica interessante che difficil
mente potrebbe trovare un confronto fra gli strumenti congeneri; e non si
dovrebbero dimenticare le sensazioni che la bellezza, la leggiadria del suo
timbro , causa ad un uditorio non alieno agli accenti espressivi, melanconici
- 498 -
due mesi dopo, egli moriva vittima della febbre gialla . Era fratello al noto
violinista Rodolfo Scheel ; al par di lui vantava molto merito nell'arte.
Pablo Casals, violoncellista spagnuolo, va annoverato come il primo
tra i celebri violoncellisti contemporanei. Giovanissimo, intraprese la car
riera di concertista , alla quale fu ed è tuttora trionfante. Egli, unito al cele
bre pianista Bauer , ci visitava negli anni 1903 - 1904. L 'ammirazione del
pubblico prese sin dal primo concerto delle proporzioni colossali; applausi
deliranti erano prodigati all'insigne artista ad ogni udizione : esecuzione
meravigliosa, accuratezza perfetta , splendida cavata, stile elevato ed un
profondo sentire . Nessuno meglio di lui interpreta le sonate classiche dei
maestri classici italiani del secolo XVII e XVIII. Fu il primo a farci sentire
il Concerto per violoncello di Saint - Saëns, con accompagnamento d ' or
chestra .
Dopo il Casals, un altro figlio della terra del Cid, Antonio Sala, violon
cellista di grande talento , si fa conoscere come valente esecutore nei con
certi che dava in Rio de Janeiro (giugno 1912). Il Sala , inferiore al prece
dente per la tecnica, si distingueva per il sentimento e la delicatezza del
suo suonare. Dei suoi programmi bisogna rilevare molti pezzi classici:
« Sonate » di Bach , di Porpora e di Locatelli, in cui egli spiegò tutte le ri
sorse di un senso musicale squisito.
Il Sala condusse con sé un pregiato pianista accompagnatore, Blas Net,
il quale, come solista , doveva condividere i suoi successi assai felici.
Nello stesso anno (1912 ), si udiva un altro violoncellista di buon valore ,
Emilio Simon, olandese , il quale si diceva professore al Conservatorio di
Leefson Hille, a Filadelfia . Nel suo primo concerto, l'8 agosto , seppe confer
mare la rinomanza da cui era preceduto.
Durante un soggiorno di alcuni anni che fece in Rio de Janeiro , si dedi
cò all'insegnamento con risultato soddisfacente .
Sono pure da ricordare Bernardo Pedro, che si fa conoscere come vio
loncellista in un concerto che egli dava alla sala del Club Americanao (22
dicembre 1897).
Luiz Candido de Figuereido, buon violoncellista ai suoi tempi, nato in S .
Fidelis, allievo dell'Imperiale Conservatorio , nella classe del professor Giu
seppe Martini; si distingue in un concerto (1899), in cui si esibi come con
certista , suonando i seguenti pezzi : Dunckler, « Berceuse » ; Popper , « Ta
rantella » , ecc. Nel 1910 ebbe la nomina di professore di violoncello nel
l' Istituto Benjamin Constant.
Wilhelm Bickerle , bravo suonatore di violoncello , con lungo soggiorno
in Rio de Janeiro , ove mori il 27 luglio 1902. Oltre che destro professore nel
l'orchestra si distinse anche come concertista . Visse parecchi anni a Canta
gallo in qualità di professore di pianoforte .
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Nel porre in rilievo quei nomi d'artisti che attinsero fama di abili
concertisti e valenti esecutori nell'orchestra, ricorderemo pel primo Silva
Conde, brasiliano, il più distinto flautista dilettante del tempo di D . João
VI, ammiratissimo dai suoi contemporanei. Era chirurgo di bella rino
manza, ed aveva studiato , in Inghilterra, medicina e musica.
Dopo il Conde, si può nominare Giovanni Scaramella , primo flauto del
teatro « Provisorio » , tenuto in conto di esecutore straordinario e che pro
vocò applausi nell'assolo dell'opera « Eleonora » , del Mercadante. Però,
il suo talento lo metteva in evidenza maggiormente, come virtuoso, in un
concerto che egli dava, il 22 giugno 1853, alla sala del surriferito teatro,
coadiuvato dal Tronconi (arpista ) e dal cantante Laboccetta (violoncellista).
Egli esegui con rara perfezione tre composizioni sue : una fantasia per
flauto e violoncello , dedicata a S . M . l' Imperatore D . Pedro; un 'altra sulla
« Norma » , per flauto solo , e la terza, « Saudade do Rio de Janeiro » , dedi
cata alla contessa di Iguassú .
Il suo concerto fu onorato dalla presenza delle LL . MM . II.
Pari accoglienza ebbe Achille Malavasi, flautista notevole, caratterizzato
da una modestia rara. L 'apparizione di questo egregio artista nella capi
tale brasiliana, ove giunge nel dicembre 1851, fu oggetto di vivo interesse
fra gli amatori di musica .
Oltre alla grande rinomanza da cui era preceduto, il suo merito si or
nava col titolo di socio onorario delle principali filarmoniche d ' Italia , de
corato dalla Regina di Spagna, ecc .
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- 510 -
al teatro D . Pedro II, nel 1873 : periodo dei più brillanti per il suo nome.
L 'ultima sua composizione è quella che ha per titolo « Flor amorosa »,
pubblicata un mese avanti la sua morte.
Decorato con la croce di Cavaliere dell'Ordine Imperiale della Rosa,
professore all' Imperiale Conservatorio di Musica e al Liceo di Arti e Me
stieri, insegnò per molti anni la sua arte con rara competenza, sino alla
inorte ; dalla sua scuola uscirono valentissimi allievi (2 ).
Post-mortem , gli allievi del Liceo promossero dei festeggiamenti in
beneficio della vedova del grande artista nazionale (luglio 1880). Pre
sente a questi festeggiamenti era Carlos Gomes, ed in omaggio al suo arrivo
si dava la carta di libertà ad uno schiavo . Fra gli allievi del Conservatorio,
che studiarono sotto la sua scorta , degno di onorevole menzione e Duque
Estrada Mayer, uno dei più distinti flautisti degli ultimi tempi della Mo
narchia , giacchè assimilò nella sonorità , nella scuola, le cospicue qualità
del suo maestro, della cui cattedra egli fu prescelto successore .
Compositore, nulla si conosce di lui, poichè era debole musicista, leg
gitore mediocre a prima vista e poco vispo nelle esecuzioni orchestrali. Ad
onta di ciò,come solista, era assai considerato. Morl in Rio de Janeiro, nel
1905.
Eccellente flautista del suo tempo fu anche il noto Viriato Figueira da
Silva, parimente allievo del Callado, nato a Rio de Janeiro verso il 1856 , ivi
morto il 17 dicembre 1883. Era un artista di ordine superiore nella virtuo
sità del suo strumento ; si raccomandava per l'ampio suono che traeva da
esso e la impeccabile esecuzione. Fu uno dei primi a far conoscere le belle
e ben scritte composizioni di Andersen ; che eseguiva ammirabilmente ,
nonchè le fantasie di Popp. Alcuni anni avanti la sua morte, intraprese un
viaggio artistico a Bahia , ove ebbe i più franchi successi. Compositore, si
conosce di lui il « Carnevale del Brasile », eseguito per la prima volta al
concerto del Club Mozart (15 giugno 1878 ). Il Viriato ebbe anche rino
manza di abile suonatore di sassofono.
Contemporaneo, può dirsi, dei precedenti fu Gregorio Couto, nativo
di Rio de Janeiro (?), il quale ebbe riputazione di flautista emerito come
destro professore d'orchestra e virtuoso di elezione. Era allievo dell' Im
periale Conservatorio di Musica, ove studiò sotto la guida del Duque Estra
da Mayer. Egli mori giovane, verso il 1896 , nella più squallida miseria .
prima vista, Egli era nato a Rio de Janeiro, verso il 1850, e vi moriva nel
1905 (? ).
E ' pure da ricordare Ernesto Bajardino, flautista italiano, con lunghi
anni di permanenza in Rio de Janeiro, ove giunse verso il 1875 . Passò
poscia a Nova Friburgo, ove visse sino alla morte , dedicandosi all'inse
gnamento della sua arte .
Alipio Pereira Rebouça, distinto flautista e compositore bahiano ; gode
ai suoi tempi un nome rispettabile in arte, che poi abbandonò per la car
riera burocratica.
Nome di buon flautista ebbe João Cassiano, Mineiro, con residenza in
Oro Fino, ove mori nel 1879.
Tre distinti flautisti amatori, che vissero con onore nel mondo artistico
di Rio , in cui trovarono stretta alleanza fra gli artisti di rinomanza, fu
rono : Edgar Dias da Cruz, Carlos Graça e il dottor Sebastião Barroso .
Tutti e tre furono uditi ed applauditi in pubblici e privati concerti, non
dimenticati quelli del Club Beethoven , ove prestarono la loro opera, dando
prova di buon talento . Il primo più non esiste , morto verso il 1890.
A questa categoria appartiene un altro distinto flautista amatore, al
lievo del Duque Estrada Mayer: Rodriguez Barboza, oggidi conosciuto in
arte come pregiato critico musicale.
Pure allievo del sunnominato professore Duque Estrada Mayer, fu
H . Itiberé da Cunha, nato a Curitiba nel 1860 ; visse parecchio tempo a
Rio de Janeiro, godendo fama di buon flautista . Passò quindi alla sua città
natale , ove prese stabile dimora.
Un altro buon flautista concertista brasiliano, scolaro del Callado, con
residenza in Parahyba do Sul, ove mori (1917), fu Alfredo de Azevedo Silva .
Candido Filho , fu anche flautista stimatissimo nel mondo artistico di
Bahia, ove morì verso il 1915 . Altri biografi lo dicono nato in Pernambuco ,
ove visse tutta la sua vita e ove mori.
Gervasio de Castro, intelligente e stimato professore di flauto, nato a
Pernambuco nel 1861, ivi studiò sotto la scorta del maestro Trajano Filipe
Nery Barcellos, che fu discepolo del celebre Thomas da Cunha Lima.
Anche Adriano Pereira , fiautista brasiliano, ebbe nome di buon suo
natore; fu apprezzato il suo talento in un concerto del Club Euterpe (agosto
1892) , nel quale eseguì con buona arte una difficile fantasia di Popp .
Franco Coppola, distinto flautista italiano, apparso in Rio de Janeiro
nel 1890, vi soggiornò parecchio tempo . Valente esecutore, ebbe a meritarsi
molti applausi nei diversi concerti ch 'egli diede.
Anche Laurindo Uzeda, nato in Bahia nel 1860, ivi morto verso il 1910,
fu flautista di merito. Fu anche compositore, giacchè si conoscono di lui
alcuni lavori, per pianoforte, nel genere libero ed altri di indole sacra.
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Nello stesso anno passò a Pietroburgo, ove visse , sino al 1867, in qualità
di professore in quel Conservatorio . Ritornato in Italia , veniva nominato
per quello di Milano, città in cui nacque il 30 agosto 1807, e vimori il 7
gennaio 1874 . Godè anche riputazione di buon compositore pel suo stru
mento , pubblicando in vita un gran numero di studi, concerti, fantasie,
duetti, terzetti e quartetti, nei quali si riscontra la massima difficoltà tec
nica del clarinetto.
Al posto del precedente illustre artista , succedeva il distinto clarinet
tista brasiliano, Antonio Luis de Moura, il quale parimenti sorprendeva la
platea del sunominato teatro, coi suoi a soli, eseguiti alla perfezione e resi
ammirevoli pel suono dolcissimo che traeva dal suo strumento .
Si produceva per la prima volta , come concertista, al beneficio della
cantante Zecchini, il 12 agosto 1854 , eseguendo una difficile fantasia sa
motivi del « Pirata » , per distinguersi poscia in moltissimi concerti dati nel
corso della sua lunga carriera in Rio de Janeiro, ove era nato, e ove mori
il 18 giugno 1889.
Fu professore del suo strumento all' Imperiale Conservatorio di Mu
sica, posto che occupò dalla sua fondazione (1844), sino all'ultimo giorno
della sua vita .
Nel 1857, il noto maestro H . A . de Mesquita , scriveva espressamente
una fantasia su motivi della « Sonnambula » , per questo valente artista.
Rufino José Ribeiro, contemporaneo al precedente , ebbe pure rino
manza di distinto clarinettista . Durante la sua carriera artistica, occupò
il posto di primo clarinetto nelle orchestre d 'ordine superiore di Rio de Ja
neiro, dov'era nato verso il 1825 ; mancava ai vivi nel 1878.
Nel 1857, si ebbe ad ammirare un altro artista del genere, Costantino
Erba, scritturato come primo clarinetto nell'Opera Nazionale di Rio de
Janeiro ; si faceva poscia applaudire come valente esecutore, nel concerto
del professor Ernesto Visconti, il 4 novembre (1857 ), eseguendo un difficile
pezzo del Cavallini,
In un suo concerto del 22 dicembre 1858, al quale prendeva parte la
celebre De La Grange, eseguiva, oltre ad altri pezzi, un duo concertante
per clarinetto ed ottavino, col flautista Mongé, applauditissimo dal pub
blico del teatro « Provisorio » .
Costantino Erba ebbe lunga dimora in Rio de Janeiro.
Un clarinettista di forte valore fu anche Dario Taffurelli, il quale
molto si distingueva in un concerto dato nella sera del 26 dicembre 1869,
al teatro Gymnasio Dramatico , eseguendo il « Carnevale di Venezia » ed
una fantasia sulla « Sonnambula » .
Grande interesse destò pure il noto Rafael José Croner , concertista di
clarinetto, e musico della Camera di S. M . il Re D . Luigi, giunto a Rio de
- 518 -
Janeiro nel maggio del 1863. Il valente esecutore, ottenne la migliore acco
glienza nel concerto dato il 2 giugno, al teatro « Provisorio » , eseguendo il
« Souvenir di Norma » (fantasia ) e il canto greco, tema e variazioni, di
Ernesto Cavallini.
La celebre cantante la Briol, e il pianista Celestino, coadiuvarono il ri
nomato concertista portoghese , che tornò nel 1874, per la seconda volta a
Rio de Janeiro. Suonava straordinariamente bene il sassofono.
E puranche degno di menzione il clarinettista Francisco de Oliveira
Duarte, il quale , in Rio de Janeiro godè fama di valentė professore d 'or
chestra . Visse, poscia , molti anni in Entre Rios, esercitando la professione
di maestro di banda e di musica; e ivi mori verso l'anno 1888.
Stimato clarinettista fu anche Julio Ferreira Gondim . Occupò, per
lunghi anni il posto di primo clarinetto all'Alcazar lirico fluminense, non
chè quello dell'orchestra dell'opera lirico italiana, della capitale .
Mori in Rio de Janeiro verso il 1885 .
Il più valente poi dei clarinettisti brasiliani della seconda metà del
secolo scorso può dirsi a ragione Domingos Miguel. Pochissimi suoi emuli
vantarono una dolcezza e purezza di suono, alleata ad una esecuzione cor
retta ed ammirevole, qualità queste che furono poste in opera nei concerti
ch ' egli diede. Era altresi un valente suonatore di sassofono, rivelando,
in questo strumento le stesse doti che dimostrò nel clarinetto .
Suonatore di clarinetto dei più distinti per l'orchestra fu Cesario Vil
lela , morto in Rio de Janeiro, nel 1918.
Le stesse qualità del precedente vantò il Raimondo ; occupò con rispet
tabile competenza sino al 1885 , anno in cui mori, il posto di primo clari
netto nei primari teatri di Rio .
Nome di eccellente esecutore, molto apprezzato come solista , fu il cl:
rinettista Guedes Pimentel,morto in Rio , verso il 1898 .
José Lino, nato nella Villa di Ouro Fino, 1845 , Minas, fu suonatore di
stinto di clarinetto e compositore di buon valore. Conosceva il flauto, il pi
stone e il pianoforte; fu professore di questi strumenti per lunghi anni in
Pouso Alegre. Era anche pregiato maestro di banda.
Antonio Martins, valente clarinettista bahiano; fu il primo a suonare
la bellissima sonata di Weber per clarinetto e pianoforte .
Non minor fama di clarinettista godè il suo quasi conterraneo Manuel
Bandeira, nato in Pernambuco il 29 ottobre 1862, e ivi morto nel 1895 .
Studió musica e clarinetto con suo padre M . Ignacio de Torres Ban
deira, e poscia il pianoforte col professore Jorge V . F . Lopez, nonchè l'ar
monia col maestro Euclides da Fonseca.
Gregorio Faustino de Rezende, fu abile musico e clarinettista. Nel 1889
suono, con lieto successo, una fantasia su motivi del « Guarany » , nella
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alla sala del Congresso Fluminense (Rua do Fogo ), onorata colla presenza
delle LL . MM . II.
Altro eccellente oboeista di quest'epoca era Romualdo Pagani, italiano
che venne in Brasile insieme al Martini, al Cavalli ed altri già nominati
professori, per l'orchestra dell'opera lirica italiana. Questo bravo ed egregio
artista, prestò all’arte musicale nostra , buoni e leali servigi durante il suo
soggiorno in Rio de Janeiro ; giacchè, oltre che oboeista , clarinettista ri
marchevole , era anche un colto musicista . Gli sopravvissero i figli buoni e
intelligenti, i quali si segnalarono distinti nell'arte professata dal padre.
Il primogenito, morto ancora giovane, spiegò qualità di abilissimo
oboeista , sotto la direzione del padre ; l'altro , tuttora vivente, gode un buon
nome di professore di contrabasso nell'orchestra . Romualdo Pagani mori
in Rio nel 1885 .
Ai nostri giorni, un suonatore di oboe che porta con buon diritto il
vanto di valoroso artista, è Agostino Luiz de Gouveia , professore stimatis
simo di detto strumento al nostro Istituto Nazionale di Musica , ove occupa
altresi la cattedra di professore di fagotto ; dalla sua classe usci un allievo
tra i più abili nel maneggio di detto strumento , José Raymundo da Silva.
Il Raymundo, oltre all'oboe e al fagotto , si distinse anche nello studio
dell'armonia e del contrappunto, lasciando buona fama della sua applica :
zione in dette materie. Buon pedagogo , ha scritto e pubblicato un pregevole
lavoro didattico col titolo di « Teoria musicale '» , adottato nell' Istituto
summenzionato e nella Scuola Normale . E ' pure meritatamente conosciuto
per i suoi due libri di solfeggi di buonissima fattura, parimenti adottati
nel detto Istituto.
La storia ci conduce e ci ordina di parlare anche dei suonatori di altri
strumenti, Fermandoci per primo sopra i suonatori di corno, quelli che
valorosamente si segnalarono nel maneggio di detto strumento sarebbero
i seguenti :
Vincenzo Tronconi, fratello al noto arpista Giovanni Tronconi, giunto
a Rio de Janeiro nei primianni della seconda metà del secolo scorso, quan
do era ancora in uso il corno semplice, cioè senza chiavi.
Ci fu riferito che fu celebre la visita di questo notevole artista per lo
stato di S. Paulo , verso il 1857, dando importantissimi concerti. Era un
artista talmente geniale e gli effetti che traeva da questo strumento così
straordinarî, che giunse a formulare accordi simultanei di 4 suoni; vero
fenomeno, che non si sa com 'egli conseguisse.
Se è lecito a noi esporre l'opinione nostra, diremo non essere una cosa
praticabile produrre in detto strumento, suoni simultanei. Mori in Rio de
Janeiro il 9 dicembre 1888.
A quel che pare, Giuseppe Cavalli, venuto in Rio de Janeiro nel 1859 ,
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lante e vertiginosa, i passi più difficili erano eseguiti colla massima preci
sione e scorrevolezza , destando meraviglia ai musici stranieri. Nė, dopo la
sua morte , apparve suonatore che oscurasse la sua fama. I suoi contempo
ranei solevano chiamarlo il Paganini dell'oficleide.
Dopo di lui si può citare un altro valente concertista di oficleide, Ma
nuel Martins Torres, nato in Bahia . A Rio , ove venne verso il 1904, si pro
dusse in vari concerti, meritandosi buoni applausi, massime pel suono dol
cissimo che traeva dal suo strumento . Suonava bene anche il contrabasso .
Più speciale successo lo riportò nel concerto del pianista Amaro Barreto
(18 febbraio 1891), eseguendo due pezzi sentimentali : « Lacci d 'amore » ,
di Doeti ; e una melodia di Kucken . Mori, in Rio de Janeiro, verso la fine
del 1906 .
Adelino, che fu un altro bravo suonatore di oficleide e abile professore
d 'orchestra, nacque in Rio de Janeiro, ove mori verso il 1877 .
Domingos Alves, contemporaneo dei precedenti, oltre che bravo con
trabassista d'orchestra , fu forte suonatore di oficleide. Molto applaudito
fu in un concerto del clarinettista A . L . de Moura (1859), eseguendo una
fantasia su motivi dell'opera « Beatrice di Tenda » .
Luiz Gonzaga , che viveva ancora nel 1883, fu abile suonatore di ofi
cleide e stimato professore d'orchestra .
E ' da ricordare anche il distinto trombonista (di « vara » ), Esmeraldo
Carneiro das Virgens, bahiano, morto nella sua città natale verso il 1909.
Fu per lungo tempo maestro di cappella della cattedrale di Bahia e pro
fessore al collegio dei Gesuiti.
Il suo archivio musicale, ricco per la eccellente collezione di tutte le
produzioni musicali dei compositori bahiani, lo lasciava all' Istituto Sto
rico di Bahia , il quale periva in un incendio .
Nell'oficleide si distinse pure Pedro Celestino de Oliveira, nato in San
to Amaro ; e fu contemporaneo di Juvencio Alves da Silva , nonchè profes
sore di filarmoniche ed abile maestro di banda.
Compositore, si conoscono di lui marcie funebri e « dobrados » .
V PERIODO
CAPITOLO XXVIII.
(1844 -1925 )
L 'arpa in altri tempi. - L ' arpa nella sua bellezza misteriosa . - I suoi offetti
nelle invenzioni polifoniche. --- Un primo nome a registrarsi : Mme. Stort, — Giovanni
Tronconi, - - Mme. Belloc. - - Cheshire. --- Esmeralda Cervantes. - - Felice Lebano , ----
L ' arte di questo virtuoso . -- - La sua arpa ; quel che vi scrissero e dipinsero celebri
artisti e letterati. --- Olga Masucci. – Luisa Guido. -- Maria Suino. – L . Wurmser
Delcourt. – L ' arpa cromatica. - Altri arpisti. -- Léo Bach . — Chitarra e chitarristi.
-- Mandolino e mandolinisti. --- Citera e citaristi.
L 'arpa, in altri tempi povera di sonorità, senza i suoi sette pedali per
aumentarne i semitoni cromatici di tutte le sue note naturali, è oggidi, fra
gli strumenti a pizzico , il più bello .
Oltre all'effetto come strumento a solo, rivelato in tutte le sue linee
squisite e leggiadre dagl'insigni virtuosi degli ultimi tempi, l'arpa, per i
suoi magnifici arpeggi sonori, la bellezza misteriosa prodotta dai suoni ar
monici, getta sporadicamente i suoi più meravigliosi accenti alle scene poc
tiche, le marcie solenni leggendarie, e , in specie, i canti religiosi ; nel campo
sinfonico e teatrale, ove troneggia nelle intensità variabili di grandi effetti
orchestrali.
I compositori moderni, non eccettuato il sommo Beethoven , il primo ad
impiegare le poche bellissime battute nel suo ballo del « Prometeo » , han
no cercato , a mezzo dell'arpa, gli effetti penetranti e grandiosi nelle inven
zioni polifoniche dell'arte novella.
Da molto si vien dicendo che l'arpa, malgrado i bellissimi pezzi che
sono stati scritti per essa , presenta delle difficoltà tali che pochi individui
hanno il coraggio di cercare di vincere.
V 'ha un po' di esagerazione in tutto ciò.
Dicasi piuttosto che una delle forti ragioni fu sempre il caro prezzo
dell'istrumento , aggravato da quello delle corde armoniche, il cui costo co
stituisce un bilancio a parte per la sua manutenzione.
- 526 -
Proponendosi quindi a dare lezioni, pare che utili fossero i suoi servigi
artistici nel bene dell'arte arpistica tra noi.
Convien notarsi che, prima d 'intraprendere la carriera d'insegnante
della sua arte , in Rio de Janeiro , ella dava un concerto , nell'ottobre del
1855, al teatro lirico fluminense, onorato dalla presenza dell' Imperatore.
Ella svolgeva, con lieto successo, il seguente programma: « La danse des
Sylphes » , di Godefroid ; « La mélancolie » e « Le Rêve » , dello stesso, e due
composizioni di Labarre : « L 'illusion d ' Hérold » e la grande fantasia sul
« Notturno Spagnuolo » .
Dobbiamo constatare che, malgrado le buone intenzioni di questa va
lente arpista nel voler fissare residenza nella capitale dell' Impero, lungo
non fu il suo soggiorno, giacchè tornava alla sua patria alcuni anni dopo .
Nel 1859 si ebbe un 'altra celebrità nella virtuosità arpistica, Cheshire,
contrattato dalla direzione dell'opera lirica italiana del teatro « Proviso
rio » , come primo arpista nell'orchestra .
Durante il suo lungo soggiorno a Rio de Janeiro, ebbe più volte a pro
dursi come solista in pubblici concerti, dimostrando altissime cognizioni
tecniche nel maneggio del suo strumento,
Esito felice ebbe pure una giovane arpista spagnuola, Esmeralda Cer
vantes, giunta in Rio de Janeiro, l'anno 1880.
Malgrado il suo talento non fosse di quelli da destare meraviglia, il
pubblico l'applaudi calorosamente e la stampa le prodigò grandi elogi.
Nel suo primo concerto , in ottobre, all' Imperiale Conservatorio di Mu
sica, esegui in un modo delicato e con abbastanza chiarezza di esecuzione,
la « Marcia Trionfale » , « Re Davide » , di Godefroid ; l' « Agonia » e la « Fan
tasia » della « Sonnambula », pezzo di sua composizione.
Coadiuvatore, in questo concerto , fu il violinista Joseph White , a cui
la Cervantes accompagnò l'« Elegia » , di Ernst.
Nel 1887, ci veniva il celebre Felice Lebano. L 'arte di questo grande
virtuoso fu diversa da quella dei precedenti, giacchè, secondo le opinioni
più autorevoli, Felice Lebano, dopo Godefroid , era il più forte suonatore
d 'arpa del suo tempo. Egli era nato in Napoli, verso il 1857 ; vi fece i suoi
studi al Conservatorio S. Pietro a Majella . Dopo di aver percorso , coi più
lieti successi, le principali città d ' Italia , di Francia e d ' Inghilterra , passò a
Rio de Janeiro, ove i suoi concerti suscitarono profonda impressione, data
la sua maestria , ricca di pregi, mostrando tutti gli effetti che si possono
trarre da uno strumento considerato di poche risorse, ma che nelle mani
dell'insigne virtuoso diventa più che interessante , espressivo . La tecnica di
questo notevole esecutore era incomparibel; le dita correvano agili sulle corde
della sua arpa, facendovi sgorgare tesori di armonia.
Il 26 agosto (1887 ), invitato dalla direzione del Club Beethoven a pren
-- 528 .
dere parte in uno dei suoi concerti, esegui stupendamente due sue compo
sizioni: « Ponsée poétique » e « Menuet » .
Più ammirato fu ancora nel suo concerto, al predetto Club, con la pre
senza delle LL . AA . II.; il successo fu dei più impressionanti. Lebano era
veramente un artista straordinario , impareggiabile ; in lui, oltre la tecnica
ammirabile , vibrava il sentimento , l'ispirazione, col suggestivo splendore
dei rari ingegni della virtuosità . Nessuno meglio di lui interpretò con tanta
affascinante poesia le composizioni del surriferito Godefroid .
Sul valore suo la stampa unanime parlò nel modo più entusiastico.
La sua arpa, un bellissimo strumento, sulla cui cassa armonica scris
sero e dipinsero, in omaggio al suo talento, i più celebri artisti e letterati:
Michetti, Morelli, Sardou , ecc., era di un valore inestimabile .
Anzi, l'accennato illustre drammaturgo francese, entusiasmato per la
virtuosità del grande concertista , vi scriveva queste parole :
« C 'est un corp sec et froid, sans chaleur et sans flamme. Lebano joue...
et c'est une âme» .
Nello stesso anno Lebano partiva per Buenos Ayres, ove prese stabile
dimora, che si prolungo sino alla sua morte , avvenuta nel 1918.
Fra le arpiste distinte non si deve dimenticare il nome di Olga Ma
succi, italiana, stabilita da parecchi anni in S . Paulo , ove gode rinomanza
di brava concertista e provetta insegnante .
Nel 1907, esordi con lieto successo anche in Rio de Janeiro, confer
mando i suoimeriti in un concerto all' Istituto Nazionale di Musica ( 8 luglio ).
E pure da ricordare il giovane arpista Armando Milano, nato in Rio de
Janeiro nel 1880 , troncato dalla morte immaturamente . Era un provetto
suonatore, e prometteva divenire una notabilità artistica nel suo prediletto
strumento .
Altri due arpisti che si fecero notare sono Carmine Marsicano e Carlo
Damasco , entrambi brasiliani, nati in Rio de Janeiro . Il primo studiò con
P . Torzillo e poscia colla professoressa Guido. L 'altro, il Damasco, cominciò
e completò i suoi studi nell' Istituto Nazionale di Musica , colla sovradetta
maestra. Carlo Damasco , oltre che abile suonatore, gode fama di esperto
professore nell'orchestra.
Va ricordata onorevolmente , l'arpista Guido Luisa, giunta a Rio de
Janeiro nel 1888, anno in cui si produsse, per la prima volta, in un concerto
del Club Beethoven (11 ottobre), suonando la « Danse des Sylphes » , del
Godefroid , in un modo da meritarsi, per la corretta esecuzione, buoni ap
plausi.
Era allieva premiata del Conservatorio di Milano, ove ebbe a maestro
il rinomato professor Bovio .
Fu poi maestra, tutta dedita all'insegnamento, nell' Istituto Nazionale
- 529 –
appari in Rio de Janeiro nel 1916, ottenne veri trionfi nei suoi « Recitals » .
Contemporanea di questo artista è l'avvenente giovane spagnuola Jose
fina Robledo, chitarrista di bella e legittima rinomanza , parimenti accla
mata dal pubblico di Rio , pur correndo una certa differenza fra lei e il
Barrios. Ma le doti artistiche della Robledo sono sufficienti e complete ,
specialmente nella bravura e nella grazia brillante, per destare ovunque
l'ammirazione. L 'esito dei suoi concerti, in Rio (1919), segnò un vero
trionfo per l'illustre artista , la quale, al ritorno da un giro artistico , prende
stabile dimora tra noi, dedicandosi all'insegnamento della sua arte.
Dopo queste due vere celebrità , si possono anche considerare come
eccellenti chitarristi Brant Horta ed Ernani Figueredo, i quali si esibirono
in Rio , con lieto successo ( 16 maggio 1916 ).
Anche il mandolino , il languido e monotono strumentino, oggidì caduto
in disuso, divenne in un dato momento l'ideale compiacente di tutti i dilet
tanti intelligenti e da strapazzo. Difatti, quarant'anni or sono, la moda si
compiacque di farlo entrare nelle grazie di una grande schiera di signo
rine, suonatrici senza convinzioni, le quali, sotto la forma di esimie vir
tuose tormentarono le orecchie del nostro colto pubblico .
Però la sua apparizione fu fugace, giacchè la propria moda, sempre
folleggiante, ne segnò la decadenza e la dimenticanza.
Propagatore di questo strumento , del cui maneggio era un provetto
conoscitore, fu João dos Santos Coucerio (portoghese). Ebbe un numero
considerevole di allieve, che soleva presentare in un assieme orchestrale al
« Cassino Fluminense », sotto la sua direzione (1882-1886 ).
Un altro bravo suonatore di mandolino , più abile del precedente, il quale,
giunse a fare dei proseliti, fu Eugenio Orfeo , napoletano .
Nel 1910 , appari in Rio de Janeiro, un altro bravo suonatore di man
dolino, il Rosa, portoghese. Diede con felice successo vari concerti al teatro
Municipale.
Una mandolinista brasiliana, allieva del Santos Coucerio , che ebbe a
distinguersi come concertista e abile insegnante , fu Clarinda Augusta Leal.
Al tramontare del mandolino , si ebbe la citara , strumento lugubre,
dalle corde metalliche, il quale non raccolse l'eredità della chitarra e del
mandolino .
Uno dei primi esecutori, veramente celebre nel maneggio di detto stru
mento , fu J. Brecht, venuto in Rio nel 1867, ove ebbe a prodursi con grande
successo , eseguendo pezzi difficilissimi (25 febbraio 1867).
E ' da ricordare un altro bravo suonatore del genere, la cui virtuosità
provocò ammirazione al suo primo concerto in Rio de Janeiro : A . Lennep .
Suonò anche con lieto successo in uno dei concerti del Club Beethoven
( 14 dicembre 1889 ).
CAPITOLO XXIX .
L 'arte del canto --- lo sappiano quei professori che non furono mai
cantanti – è più difficile di quel che si crede.
Le molteplici gradazioni, la delicatezza delle sfumature, la espressione
dei sentimenti dell'animo -- che non sono pochi -- la varietà delle tinte,
della forma, la dignità di stile, l'emissione della voce -- anima e vita del
l'arte del canto — costituiscono la eccellenza della scuola, che purtroppo
manca nel nostro ambiente ufficiale dell'età presente.
Difatti, nel nostro centro , più che altrove, siamo ancora lontani da
questo ideale di progresso artistico vocale , massime per la carriera tea
trale , la cui attuazione ha molti ostacoli da superare.
Questa poco lieta condizione della scuola di canto dell' Istituto Nazio
nale di Musica, fece dire ad un nostro critico : « Esiste una pretesa scuola ,
ma qual'è l'utilità ? I fatti constatati rispondono che codesta scuola di canto
non ha fatto, sino ad ora , che rovinare le voci e stabilire i più cattivi prin
cipi sulla maniera di cantare » .
Non è tutto. In questa pretesa scuola vocale esiste un 'altra assurdità ,
un abuso rivoltante, quella della quasi esclusione della lingua italiana,
dandosi la preferenza alla lingua francese per fare cantare quasi tutti gli
allievi.
Falso principio , giacchè la lingua italiana predominò sempre con la sua
armoniosa parola , tanto propizia , adattatissima alla modulazione della voce,
alla flessibilità, e rotondità dei suoni; la sua struttura estetica vive ancora
non turbata dal pensiero che un giorno dovrà cedere il serto glorioso del
suo bel canto.
Ma la storia , nonostante l'insufficienza della capacità del personale
insegnante della nostra epoca — salvo i pochi che, nell'insegnamento, illu
strarono ed illustrano l'arte del bel canto – non potrebbe, senza colpa,
dimenticare i nomi, non solo dei modesti che modestamente onorarono
l'arte vocale in un'era tramontata, ma ancora di quei forti talenti che in
terra straniera e nella propria patria , si levarono a notevole altezza pei
confortanti successi che riportarono nei salotti e sulle scene liriche. Sor
volando sulla schiera di cantatrici e cantanti artisti e dilettanti di un 'epoca
che il tempo ha travolto, di cui femmo cenno nei capitoli : Arte lirica,
Opera Nazionale e Società Musicali, si convien ricordare per prima Luisa
Regadas, cantante applauditissima ai suoi tempi, allieva di Marietta Siebs.
Questa brava artista, morta giovanissima, si esibi con lieto successo in un
pubblico concerto , al quale prendevano parte i notevoli artisti lirici Cortesi
e Spalazzi (aprile 1879), e poscia in una lunga serie di concerti a scopo di
beneficenza per l'abolizione della schiavitù .
Buona cantante brasiliana, parimenti allieva della Siebs, posseditrice
d 'una bella e calda voce di contralto , fu Esther de Freitas Reys, morta in
-- - - - - - -
- 535 -
Rio de Janeiro verso il 1912 ; si produsse in vari concerti, e finì la sua car
riera artistica comemaestra di canto .
Degno di menzione è pure il nome di Marietta Netto, graziosa cantante ,
dotata d 'una bellissima voce e di beltà sorprendente. Ricordiamo il suo ap
parire (1882), nel fior degli anni, in un concerto del Club Mozart, col nome
di Marietta Howat, ove riscosse i primi applausi, per venire quindi la can
tante prediletta dei salotti aristocratici dei suoi tempi.
La sua voce, dolce e insinuante, piegavasi deliziosamente alle finezze
dell'arte, specie nelle canzoni spagnuole, cantate per diletto , e dette con
una grazia squisita .
Compositrice, scrisse con arte modesta una graziosa « Ave-Maria » , di
sovente cantata nelle feste religiose .
Non meno brillante suona il nome più volte citato in questo lavoro ,
di Elvira Gudin , tenuta in conto ai suoi tempi come una delle più illustri
cultrici dell'arte del canto, notevolissima per la sua bella voce di soprano,
gentile e diligentissimamente messa al servizio dell'arte lirica, come inter
prete assai lodata di due gioielli musicali : « Philémon et Baucis » e « Mi
reille » , del Gounod , di cui la pregiata signora fu protagonista e creatrice
( teatro lirico, 24 novembre 1896 , e in Petropolis ). Cantò pure ammiratis
sima nei più grandi concerti che si diedero nella prima decade del regime
repubblicano.
Elvira Gudin , discendente di nobile famiglia , nacque in Rio de Janeiro ,
ove fece i suoi studi di canto , distinguendosi anche nell'arte pianistica.
Al numero delle buone cantanti brasiliane, si può aggiungere il nome
di Marietta Werney Campello, riogradense, allieva dell' Istituto Nazionale
di Musica di Rio de Janeiro, ove si diplomò in seguito ad un brillante corso
di canto ; fu applauditissima al suo primo pubblico concerto, alla sala
« Empregados do Commercio » (12 maggio 1915 ). Si recò poscia in Europa,
ove, in Milano, completò la sua educazione musicale , come allieva del Con
servatorio di detta città , perfezionandosi nell'arte prediletta , il canto , per
poi godere, al ritorno in patria , fama d'una delle migliori artiste nel genere.
Quindi intraprese vari giri artistici, riportando ovunque brillanti successi
colla sua dolce e snella voce di soprano leggero .
Anche la sorella Maria Werney Campello è tenuta in conto di distinta
cantante. Studiò sotto la guida del professore L . Gilland, insegnante all' l
stituto Nazionale di Musica, ove la Campello , al termine dei suoi studi,
meritò il primo premio . Si portò quindi in Italia, dove, il Milano, fece nuovi
studi sotto la guida del celebre professore Sangiovanni, da cui trasse lo
stile della scuola italiana. Al ritorno in patria , si esibi, con lieto successo,
in diversi concerti.
Un'altra notevole cantante brasiliana, Amelia Iraeema, nata in Porto
- 536 --
Alegre, educata alla scuola tedesca, si fece onore nell'arte lirica, colla sua
eccellente voce di soprano, cantando nei primari teatri di Germania, per
poi trovare in patria i migliori applausi, secondo altrove si disse .
Anche Hedy Iracema, sorella della precedente , raggiunse un grado
di bella rinomanza nell'arte del canto , massime in Germania , dove studiò
sotto la direzione del professore Paul Haase, insegnante al Conservatorio
di Colonia , e quindi colla celebre cantante Wally Schanseil. In Colonia,
debuttò, come soprano, nel grande Oratorio di J. S . Bach « La passione » ,
secondo S . Matteo ; percorse poscia le principali città dell' Impero tedesco
come concertista, e quindi, scritturata per cantare al teatro dell'Opera di
detta città . Al suo ritorno in patria , si faceva udire nello Stato natale e in
Rio de Janeiro ( 1897), ove i suoi meriti artistici, rivelati con una calda e
flessibile voce e un bello stile interpretativo, trovarono lodi ed applausi.
Giulia Befani, cantante lirica, allieva del Conservatorio di Napoli, ove
si diplomò, venne nel 1901 a Rio de Janeiro, prendendovi stabile dimora
comemaestra di canto ed arte scenica .
Contemporanea delle due precedenti artiste, è Nicia Silva, elegante e
fine cantante , lodatissima la sua arte a Parigi, e a Rio de Janeiro, sua
città natale , dove occupa la cattedra di maestra di canto all' Istituto Na
zionale di Musica, del quale fu alunna delle più distinte, classificata in
nodo onorevole nel corso de' suoi studi. Nicia Silva ebbe un periodo di
gloriosa carriera artistica fra noi, e di ciò fanno fede i suoi giri artistici,
intrapresi assieme all'insigne pianista Arturo Napoleone, e i successi che
riportò sulle nostre scene liriche, cantando le opere altrove accennate.
Pari onore si fece Lydia Salgado , cantante applauditissima, dotata di
una voce pieghevole e bellissima di soprano drammatico, allieva del nostro
Istituto Nazionale di Musica, ove studiò sotto la guida del maestro Amaro
Barreto , meritandosi il primo premio. Prese parte a molti concerti, ripor
tando sempre calorosi applausi. Calcò pure con lieto successo le scene
liriche dei nostri teatri, cantando, a fianco di rinomati artisti, l' « Aida » .
Un dilettante di canto di valore, sempre applaudito nei privati e pub
blici concerti, fu Carlos Baptista de Castro. Possedeva una bella voce di
basso cantante, e se ne serviva con lodevole buon gusto ; diceva con molta
grazia : « Le Vallon » , di Gounod , e « Par la fenêtre » , di Marquis. Moriva
in Rio de Janeiro, verso il 1910.
E ' pure da ricordare il forte tenore Antonio Rayol, nato al Maranhão,
ove apprese i primi rudimenti musicali, e poscia insegnante, a soli 13 anni
di età , al posto del professore di musica nella « Casa educandos Artifices »
della surriferita città . Nel 1890, passò a Rio de Janeiro, ove, come buon
cantante, raccolse applausi e la protezione del Conte de Leopoldina, che lo
mando, a proprie spese, in Italia, per perfezionarsi nell' arte del canto. Fu
- 537 -
violino, ed il suo precipuo scopo era quello d'insegnare l'arte a mite prezzo.
Fra il numero delle buone e intelligenti cantanti troviamo Camilla
da Conceição . Studiò all' Istituto Nazionale di Musica e si diplomò col
primo premio, nell'anno 1895 . Uscita dall' Istituto, si produsse più volte
con esito soddisfacente in diversi pubblici concerti. Pochi anni appresso
veniva nominata maestra cattedratica di canto in quell' Istituto , carica
nella quale tuttora si mantiene.
Merita pure di essere nominata Marianna Ayres de Souza, stimata
cantante brasiliana, con bella e generosa voce di soprano, allieva dell' I
stituto Nazionale di Musica. Il suo nome si affermò come una delle più
abili cantatrici nelle solennità religiose, ed anche in quelle dei pubblici
concerti. .
Cantante brasiliano è pure Marçal Fernandes, possessore d'una bella
voce di tenore. Studiò in Rio de Janeiro, e percorse, come concertista, le
principali città patrie, ovunque applaudito .
Un posto simpatico occupa nell'arte del canto il baritono Carnobiano
Villaça , ex pensionista dello Stato del Pará, nato nella città omonima,
ove principiò i suoi studi musicali, per terminarli quindi a Parigi; ivi
prese stabile dimora come aggregato all'« Opéra Comique » , e calcò con buon
successo altri teatri della Repubblica Francese. Nel 1899, in visita alla pa
tria - visita che si rese intermittente per lunghi anni - si esibi in Rio de Ja
neiro , raccogliendo ben meritati applausi, fissandovi finalmente residenza
per darsi all'insegnamento .
Contemporaneo dei precedenti artisti è José Larrigue de Faro, un
cantante tra i più noti usciti dal nostro Istituto Nazionale di Musica. Egli
nacque in Rio de Janeiro nel 1876 , e fu allievo del noto Gilland, un mae
stro che molto pregiava la sua arte, sotto la cui guida il Faro divenne
artista raffinato nell'arte del canto. Presentemente tiene con molto onore
la cattedra di canto nell' Istituto Benjamin Constant, nonchè quella di
libero docente all' Istituto Nazionale di Musica (1 ).
Fra le tante allieve del surriferito artista Larrigue de Faro, che anche
nel campo dell'insegnamento seppe, come pochi, acquistare una meritata
rinomanza, è da ricordare Dolores Belchior, buona cantante, dotata di forte
talento e di una bella voce di soprano. Nata in Rio de Janeiro, ivi segui
il corso dei suoi studi musicali e di canto , come allieva dell' Istituto Na
zionale di Musica, ove si diplomò, onorando oltremodo il predetto suo
maestro. Senza oltrepassare i confini della sua patria , ebbe a distinguersi
in molti pubblici concerti del nostro ambiente artistico , nonchè in varie
rappresentazioni liriche.
Società musicali. – L arte nei destini della musica per tutti, – Il loro spirito
artistico . - La nuova idealità . - Musica di prosa mista . – Espressione della fede
sociale . - Orchestra formata di dilettanti intelligenti, – La storia della musica con
temporanea non vede la divina scintilla degli adoratori passati. --- La Filarmonica . -
Il Club Mozart. - Direttori che ne diressero l'orchestra . - I dilettanti che ci diede
l'epoca. -- « Sociedade União dos Artistas » . — Il Club Beethoven . - Scopo principale
di questa società. - La scuola di musica. -- La pluralità degli elementi artistici. --
La società di concerti classici, - - Sentimento e culto della buona musica. - I con
certi sinfonici. - Una selezione dell'aristocrazia dell'epoca . - Altri « Clubs » - - La
musica fa parte integrale delle serate festive. - - Il Club Haydn , in San Paolo . - Epoca
fulgida di elevata arte . – Bande musicali militari e sociali. - L' arte e la coltura spi
rituale dell'ambiente.
Nella prima e seconda metà del secolo scorso si ebbero, in fasi diverse ,
delle eccellenti società musicali, le quali, eccetto alcune, vissero sino ai
primi albori del secolo in corso , prestando rilevanti servigi all'arte musi
cale. E ' certo è, infatti, che, al pari del Club Beethoven , di grata memoria
per i rilevanti servigi prestati all'arte musicale, di cui faremo parola più
avanti, esse rappresentarono più o meno una parte assai lodevole nei de
stini della musica per tutti. Il loro spirito artistico, pur non volando sulle
ali del sentimento classico , non lasciava di muoversi e camminare verso
la base d 'un ideale oltremodo nobile e simpatico, fatto di prosa mista, che
teneva allo stile delle cantilene teatrali, le romanze, le fantasie strumentali
e non di rado, le sinfonie orchestrali, d'accordo, evidentemente , con la
loro natura, il gusto e gli elementi intellettivi dell'epoca . Oltre a ciò , esse
si raccomandavano come mezzo di associazione al fine di ricercare nel
l'arte sublime la espressione più pura della fede sociale fede di tanta e
tanta purezza a quei tempi!....
Può dirsi anche che i loro centri erano altresi lo sbocco delle produ
zioni musicali d 'oltre oceano, nonchè mezzo di presentazione delle più
belle intelligenze artistiche nazionali e straniere. Quante, difatti, penetranti
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date dal 4 febbraio 1882 sino al 22 agosto 1889, furono i seguenti : Violino :
V . Cernicchiaro , Kisman Benjamin , Leopoldo Miguéz , L 'Abbée, J. Foetter
le, Feliz Bernardelli, Max Lichtenstein , Leocadio Rayol, Casella Italo, Jo
sé Simöes, Ismael Diepedaal, Otto Beck, L . Troubat, Giulio Bastiani, J .
Boisson , F . Castellani, Johannes Wolff, André Gravenstein , Joronymo Sil
va , C . Noli, Karl Feininger, Ernesto Ronchini, Signorina Teresina Bastos.
Viola : J . Martini, G . Bonfiglioli, Paulo Faulhaber. Violoncello : Giovanni
Cerrone, G . Levrero, L . Marenco, G . R . Villares, Paulo Carneiro, Frederico
Nascimento , A . Hugel, Benno Niederberger, F . Pancani. Contrabasso : V .
Aschieri, G . Martini, M . Campos, S . Golfarelli. Flauto : A . Duque Estrada
Mayer, Motta Mello , Carlos Graça. Clarino : Domingos Miguel, D . Tofarelli,
A . Duarte, Ghezzi, primo clarino del teatro italiano. Corno : L . Locatelli,
P . Pezzoni. Fagotto : L . Silva, S . Brignani, R . Baldassari. Tromba : J. Côrtes.
Canto : (uomini) Max Krutisch , Harold Hime, Alberto Tootal, A . Fogliani,
A . Weguelin , L . Castro , J . Cerrone, J. Dias de Mello , Luigi Rossi, Arturo
Kastrupp , J. Alves de Carvalho , dottor J. Agostino dos Reis , João Chaves,
Carlo Baptista de Castro, Alberto Schirner, Vittorio Migliora , Th . Senion ,
Carlo Saint-Martin , dottor Victor de Beauclair, Pietro Setragni, dottor J.
M . Costa Lima, L . Russo , Nino Paganetto , Angelo Tamburlini, Donald Mhi
coll, J . Valentine Hall, Julien Rosmaud, Napoleone Jeolas, Armando Lind
heimer, Giuseppe Cervini, Napoleone Zardo, Maurizio Richard, T . Cross,
Emilio Pollero, Antonio Migliazzi, Miguel Fortes, A . Modesti, Carlos de Car
valho, F . Bartolomasi, E . Petrovich. Canto : (signore) Sofia Scalchi-Lolli,
Medea Borelli, Ferni, Amelia Stahl, Mme. Benoit Souwen , Albuquerque
Barros, Maria Nabuco, Adelina Alambary, Teresina Singer, Antonietta Sal
danha da Gama, Emmy von Ormay, Candida Vianna, Mendes Ribeiro, Car
lotta Paixão, Mazzoli Orsini, Van Cauteren . Pianoforte : Arturo Napoleone,
Alfredo Bevilacqua, Jeronymo Queirox, L . Mesnier, Oscar Pfeiffer, Alfre
do Napoleone, Eduardo De- Vincenzi, R . Eichbaum , Carlos de Mesquita ,
José Soares Pinto Siqueira, Moreira de Sá , dottor Godofredo Leão Velloso,
Riccardo Teixeira de Carvalho, Cavallier Derbelly, Camillo Giucci, Alfonso
Thiboud, Alberto Nepomuceno, dottor A . Cardozo de Menezes, H . Lieutard ,
Bernardo Wagner , Antonio Ragusa , Achille Arnaud, F. Valle , Cecilia Sil
berger, Gustavo Lewita, Emilio Lamberg. Organo : dottor Bernardo Pe
reira . Arpa : Felice Lebano, Luigia Guido . Direttori d 'orchestra : Nicola
Bassi, Leopoldo Miguéz, Kinsman Benjamin , V . Cernicchiaro .
Merita pure di essere ricordata la società di Concerti Classici, fondata
dal distinto violinista cubano Giuseppe White, nel 1883, che, sotto gli au
spici della grande protettrice dell'arte e degli artisti, l’Augusta Principessa
Donna Isabella, contessa d ' Eu , illustra ed onora l'arte fra noi. Questa so
cietà , i cui ideali fan riscontro a quelli del Club Beethoven, aveva, oltre al
- 548 -
sentimento culturale della buona musica , uno scopo degno di speciale lode,
poichè i proventi dei suoi concerti erano devoluti in soccorso a varie so
cietà di beneficenza di Rio de Janeiro . Tra gli artisti, che nell'arte classica
più emersero , fu il fondatore Giuseppe White e l'eminente pianista Arturo
Napoleone.
Del quartetto , facevano parte Felice Bernardelli ( 2° violino ), Luigi Gra
venstein (viola ) e Giovanni Cerrone (violoncello ). Nomineremo anche i
buoni concerti sinfonici, che la stessa soleva dare nel « Cassino Flumi.
nense » , sotto l'abile direzione del suo fondatore. Oltre ai capolavori di Men
delssohn, di Weber, di Max Bruch , ci faceva udire la sinfonia Pastorale
del Beethoven ed altri capolavori. Però, non rinunziando a cantare vieppiù
le lodi dell’utilità che ne traeva l'arte classica della musica da camera e
sinfonica , la storia deplora che, eccettuati i concerti sinfonici, ai quali ac
correva un numeroso uditorio, le sessioni del quartetto erano quasi di
esclusiva privativa dei soli soci fondatori, i quali costituivano una sele
zione dell'aristocrazia dell'epoca. Però , astrazione fatta di questa lacuna,
lacuna ben sensibile , giacchè non divulgava le più sublimi emozioni arti
stiche del genio di Beethoven e di Haydn, la nobile società onorava oltre
modo il nostro ambiente musicale , colla nota elevata che dava ai suoi scopi
artistici. Le audizioni di musica da camera avevano luogo in una delle sale
della Scuola da Gloria , Largo do Machado .
Altri « Clubs » , nei quali, senza la predominanza dell'elemento arti
stico e l'idealità dei precedenti, la musica fa parte integrante delle serate
festive, sono da ricordarsi : il « Congresso Brazileiro » , situato in via Vi
sconte do Rio Branco, 69, con un'orchestra composta di amatori e diretta dal
professor Paulo Carneiro ; il « Club de Botafogo » , con sede in via dos Vo
luntarios da Patria , 56 , ove, sotto la direzione del maestro Achille Arnaud,
signoreggia il pianoforte e il canto , con programmi di musica per tutti ;
il « Club de Regatas » , con residenza alla Praia di Botafogo, 38, il quale
diede concerti splendidi mediante il concorso dei più distinti artisti della
capitale, concerti che furono spesse volte onorati dall’Augusta Principessa
Donna Isabella e Consorte.
Nelle stesse condizioni si distingue il « Club Gymnastico Portoghese » ,
i cui concerti erano degni di menzione per gli artisti che vi prendevano
parte a quei tempi. E ' pure da ricordare il « Club do Engenho Velho » , in
via Haddok -Lobo, 29, che dava simpatici concerti mensili, ai quali prende
vano parte artisti ed amatori tra i più distinti di Rio de Janeiro. Il suo pre
sidente, signor Augusto Weguelin , ardente ammiratore della musica, fu
anima e vita, per alcuni anni, di questo Club , che mantenne vivi i sorrisi
dell'arte sino ai primi albori della Repubblica.
Altri modesti « Clubs » che coltivavano , nel passato secolo , la musica
549 -
breve, effimera. Quindi così essendo, la storia non ha che lodare la Società
di Concerti Sinfonici, giacchè essa ci ha fruttato, non solamente delle ese
cuzioni rimarchevoli, com 'anco programmi interessanti, celebrando le glo
rie straniere e nazionali. Certamente, una delle condizioni essenziali onde
garantire lunga e vitale esistenza sta non solamente nei successi di stima,
di sentimento nazionale, ma bensi nelle esecuzioni sempre più omogenee,
più perfette in fine, onde il pubblico in generale, e gli amatori in parti
colare, non rimpiangono le stupende esecuzioni udite negli ultimi anni, da
una orchestra filarmonica straniera, che ci visitò negli ultimi anni (1922
1923), diretta da due cclebrità artistiche: Weingarten e R . Strauss.
Una istituzione analoga, con lo stesso ordine d 'idea, si fondava a S .
Paolo il 17 ottobre 1921, col titolo di « Sociedade de Concertos Symphoni
cos » , sotto la direzione artistica dell'egregio violinista Torquato Amore.
Quantunque recente sia la sua fondazione, un tratto di superiorità si os
serva fra essa e quella di Rio . Nata in un ambiente più ristretto della
capitale federale, conta malgrado ciò, 625 soci: 75 effettivi e 550 assistenti,
col vanto di 22 Concerti, realizzati con lieto e brillante successo .
Lo spirito che la domina è dei più apprezzabili : volgarizzare la scelta
musica sinfonica , senza prevenzioni di scuole , alleato al distinto proposito
d 'incoraggiare i giovani compositori nazionali.
Concludendo : ciò fa credere che il movimento incessante del progres
so materiale e intellettuale della paulicea, l'arte sinfonica e istrumentale,
brillantemente iniziata dalla maggior gloria musicale del suo tempo, Alex.
Levy, si slancia, oggidì di sotto un cumulo di simpatie ed applausi. Quindi
è da desiderarsi che simili società musicali, bene organizzate , dirette con
arte con senno da bravi ed esperti maestri, onde il popolo , per mezzo di esse
si possa educare a un sentimento serio della sovrana arte, e trovino nella
critica , nel pubblico e nel mondo politico , tutto l'appoggio di che sono degne.
Terminiamo col ricodare anche le poche società di musica da camera ,
che si fondano , in Rio, negli ultimi tempi della nostra storia . La prima
a darci il nobile esempio fu quella fondata dall'intelligente violinista Fran
cesco Chiaffitelli , col titolo di Concerti di Musica da Camera (agosto 1912 ),
coi suoi distinti collaboratori Sylvia Figueredo (piacista), e G . Hesse de
Mello (violoncellista ). L'esito di questi Concerti fu lieto e incoraggiante ; ma
poco giovò all'arte , data la sua breve vita.
Dobbiamo pure qui ricordare il magnifico « Trio Barrozo Netto -Milano
Gomes » , tre giovani artisti di riconosciuto merito e ferventi collaboratori
dell'arte classica .
L ' inizio delle belle e calde esecuzioni classiche, si segnalò con esito
simpatico e brillante (1913).
Fu in questi concerti che si udirono alla perfezione i due magnifici
- 556 -
scuola del maestro Achille Arnaud, di cui onorò i sani consigli quando
esordi per la prima volta , in un pubblico Gran Concerto , avuto luogo nella
Sala d 'onore del Collegio Pedro II (1873 ), suonando valentemente, con
accompagnamento d 'orchestra , la difficile « Tarantella », di Angelo Agosti
ni. Fu poscia abile insegnante di pianoforte , professione che dopo trascuro
per dedicarsi solamente all'arte della critica musicale . Negli ultimi anni,
abbandonò la redazione del sovradetto giornale, e divenne collaboratore,
per la parte artistica , dell'importante « Jornal do Commercio » ove le sue
critiche, che formano le appendici « No mundo das Artes » , godono la nota
fama di franco e draconiano linguaggio , frustando a sangue i falsi genii
dell'arte, ed innalzando le intelligenze oneste e valorose . Certo egli è che
più volte corse anche per lui il rischio d 'esser tacciato di incapacità e di
parzialità . Ma egli, spirito d'azione, senza scomporsi, affrontò ogni contra
rietà, e ogni accusa, con una ricchezza di argomenti e con una dialettica
quasi sempre vittoriosa.
Sempre vivace, sempre vigilante, all'erta contro i vanitosi e gli spa
valdi ingegni, osservò rigido e sereno con verace giudizio critico umori
stico , forse soverchio e schiacciante all'uopo i talenti degni di lode, fulmi
nando senza pietà quelli che erano apportatori di soprabbondanti pretese
pedantesche.
Può dirsi anche che il Guanabarino, in contatto per lunghi anni colle
svariate forme d 'arte, non ebbe mai prevenzioni di scuole. Eclettico al par
dei filosofi antichi, la sua critica , retta e senza partito preso, lo portò a
grandi contrasti anche coi suoi confratelli ; perchè irriverenti verso i capi
lavori del passato, pur tributando le dovute lodi alle opere moderne di
meritata fama.
La nostra critica musicale ci presenta un altro non meno stimabile
nome: Enrico Borgoncino , riputato professore di canto , di pianoforte e
compositore, fattosi alla scuola napolitana , di universale fama.
E ' da parecchi anni che egli scrive nel giornale « Correio da Manhã » ,
nelle cui colonne, il suo vivo ingegno compone e commenta , con indipen
dente ed audace spirito, tutti gli avvenimenti artistici, nazionali e stranieri.
Poiché la sua critica riesce a portare sempre una nota giusta nell'apprez
zamento di ogni merito e di ogni difetto . Di queste ottime qualità , sorrette
da buone e sufficienti cognizioni musicali, l'egregio critico si è valso e si
vale con una obbiettività che gli fa sempre onore (2 ). Uno spirito diame
tralmente opposto ai precedenti critici, che posò follemente a difensore di
teorie e principii che forse non comprese mai, fu l'avvocato Luiz de Castro.
E gioverà dire che se come critico fu il turbatore eterno dell'ambiente mu
vanità, ha scritto un buon numero di pezzi per banda, uno dei quali me
ritò l'encomio d 'un illustre critico (7 aprile 1915 ).
Un altro simpatico e intelligente critico che fa riscontro alla idealità
del precedente, è l'avvocato Antonio Cardozo de Menezes. Talento d 'or
dine superiore, nato musicista , ma rubato all'arte dalla laurea in scienze
giuridiche, egli diede alla critica musicale, in sporadiche fasi, tutto il ri
spetto alle bellezze eclettiche dell'arte in generale , e all'intelligenza di com
positori, dei virtuosi e di tutti gli artisti capaci di svegliare le emozioni del
bello , senza la velleità di correggere i difetti e aumentare e diminuire le
qualità artistiche ; giacché la serietà e l'imparzialità fu sempre la nobile
condotta del critico intelligente e competente.
Per meglio concludere, non sarà troppo il dire che la storia della mu
sica lo comprende fra i più illustri dilettanti del suo tempo, perchè piani
sta brillante di raro talento e fecondo compositore. Infatti, senza parlare
delle tante sue fantasie per pianoforte, romanze per canto ed altre svariate
produzioni che la calda immaginazione strappava alla sua penna, non pos
siamo fare a meno di ricordare che egli è il felice autore di quella caratte
ristica e interessante « Polka dos Canarios » , ch 'ebbe, ai suoi tempi, l'o
nore della celebrità .
Alla stessa critica musicale appartenne con pari onore Roberto Kins
man Benjamin , violinista distinto , amatore di musica dei più fervidi, non
chè fondatore della scuola di musica del Club Beethoven ; firmava le sue
critiche collo pseudonimo di « Sarti » .
Pubblica , nel 1884, un libro : « Esboços Musicaes », che, pel suo program
ma di opera critica e analitica è degno di encomio .
Julio Reis, un nome noto a tutti per il suo spontaneo talento musi
cale , che educò la mente sopra i migliori modelli dell'arte, amò anche la
critica, e, senza la boriosa attitudine di chi vuole trovare un nuovo mondo
nell'arte, scrive con giusta e gentile osservazione pregevoli ed assennati
articoli musicali nella « Noticia » e in altri giornali.
Un altro critico , ardito e di franco linguaggio , la cui probità musicale
ignoriamo per completo, è Benjamin Costallat, il quale subordina corag
giosamente ad una particolare estetica non solo qualunque lavoro di arte,
ma qualsiasi talento emergente nella virtuosità e nell'arte creatrice. Di
fatti, l'intelligente e fecondo scrittore, attraverso le colonne dell' « Impar
cial » della « Gazeta de Noticias », non trascura nessuna occasione per
toccare con termini pungenti i difetti degli artisti e dell'arte in generale ;
ogni mezzo lecito o illecito che divampa fra i suoi colleghi sul modo di
guardare in faccia la critica, non distrugge la sua opinione.
Oltre ai citati critici, e non tenendo conto degli inabili, la cui critica
- 565 -
(1890-1925 )
manità intera . E sarà un vero progresso tra noi quando la chiara conce
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sorbire idee false, mirando e tenendosi ad una scuola che ci veniva d'ol
tre mare, per molti segnalata come fatale alle giovani menti che molto
promettevano nell'arte del comporre.
Tale guida fece si che il Velasques, ignaro delle tradizioni classiche
nei dettami di un solido insegnamento, e coll'intento di voler passare da
più di quello che era, non trepidò di lanciare il suo talento musicale alla
esagerazione del sentimento, alle discordanze, alle bizzarrie dello spirito
umano, trucidando con folle senso l'espressione, l'armonia, la forma, e
tutte le leggi tecniche, che vengono da secoli affermandosi come le vere
e immutabili qualità supreme del genio , per trovarsi a braccio con quel
l'arte , che Hoffmann definisce con raro e forte spirito : « Musica senza
sentimento e senza melodia, con terrore io ti nomino ! » .
E qui la storia , bene a proposito , viene in nostro aiuto per provarci
come la vita degli artisti è associata al traffico delle idee e dell'ambiente in
cui si svolge il loro talento e la idealità . Certamente , buone ed assennate,
è un bene; cattive e pretenziose, è un male irreparabile .
Ed è un fatto che il nostro mondo musicale ha patito molto in questi
ultimi tempi; ha troppo provato quanto siano penose le ore passate per
obbedienza al sentimento nazionale e alla moda, se vogliamo, in udire
cose raccapriccianti; ogni sforzo per trovare qualche gioia che lo portasse
per un istante al mondo del sublime, fu vano !
Glauco Velasques, era, non v'ha dubbio , un forte ingegno, un talento
fecondo ; sentiva l'arte e per essa viveva ; e se il suo ideale non fosse cinto
appunto da quella perseverante ripulsa d 'ogni convivenza co' geniali mae
stri del grande passato, studiandone i diversi sentimenti e le emozioni
estetiche, la pienezza del merito e del genio loro, egli, vivendo, avrebbe
onorato l'arte nella vera fede dell'ispirazione, lasciando, forse, pagine in
mortali. Ma il genio suo, trucidato dalle dottrine false dell'arte anarchica,
si rendeva nemico della propria ispirazione. Peraltro è più che noto come,
all'inizio della sua arte , scrisse graziose pagine che poi ripudiò ; anzi, si
affanna a distruggerle, bruciandole , come egli stesso ce lo dice in una inter
vista concessa ad un giornalista, giorni avanti la sua morte, pubblicata
dal giornale « A noticia » del 15 giugno 1915, i cui termini sono questi :
« Comecei a compôr sem plano algum traçado, escrevia porque tinha
« inspiração e pelo prazer de executar uma melodia inventada por mim .
« Fiz o que todos fizeram quando começaram , quero dizer que copiei
« modelos alheios, imitei estylos, e algumas vezes roubei. Felizmente para
« a Arte , quasi todos os trabalhos que escrevi, durante os primeiros quatro
« annos da minha carreira arderam numa enorme fogueira .
« Mais tarde, ouvindo as obras dos grandes musicos da emoção, e prin
« cipalmente as de Wagner, comprehendi que a verdadeira musica , a arte
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nialità , malissimamente condotta , non potesse avere che degli effetti atro
ci, comparabili ad un corpo scorticato di cui nulla rimane di umano e di
bello .
Del resto chi volesse analizzare tutte le composizioni lasciate dal Ve
lasques : 3 Trii, eseguiti nel 1915 ; 2 Sonate per violino, e 2 per violoncello ,
le quali di sonate ne hanno solo il nome; 2 fantasie per violoncello ; un
quartetto ; « Suite » prima e « Elegia » , per quartetto a corde; 5 per canto
e assieme; 12 per violino ; 18 per violoncello ; 40 per canto ; 20 per piano
forte ; altre per organo e harmonium , nonchè un'opera (un solo atto ter
minato) « Soeur Beatrice » , per voci e 2 pianoforti, avrebbe un bel da fare
per trovare un raggio di luce ispiratore, uno sviluppo razionale e logico.
Tutto vi domina : disordine nella forma, nelle idee, nel ritmo, nell'armonia,
nella condotta , eccetto quel sentimento che rimane caro, consolante e pe
netrante nell'anima dell'ascoltatore, anelante di belle combinazioni armo
niche e di verità melodiche. Quindi, che cosa si deve concludere di tutto
ciò ? Ch'egli era ben lungi dalla rinomanza acquisita nel mondo dei pochi
suoi apologisti, amanti di quella musica che insipidisce il cuore, e colla
quale pretendevano innalzare il suo comune talento all' altezza di un genio
mai visto , ignorando che l'uomo di genio , si rivela genio anche nelle mi
nime cose !...
Ciò nonostante, molto si disse e si scrisse a rispetto dei suoi lavori,
lavori di cui rimane appena una leggenda , attraverso la quale non è diffi
cile percepire una profonda verità, quella, cioè, che la sua musica, lungi
dal penetrare nell' animo degli ascoltatori, tende a sparire, per scendere
nel sepolcro dell'oblio ...
Del resto è così che si dileguano e muoiono tutte le facoltà creatrici,
il cui ingegno non si misura colla forza della scienza armonica e il gusto
che unisce la poesia alle bellezze melodiche, senza le quali non v 'ha musica
veridica e buona (1).
In altri termini, è la punizione profonda di tutti quelli non sereni in
gegni, che si affannano a voler distruggere col dispreezzo , le opere dei
grandi, per innalzare con una pretenzione senza limiti, e non giustificata,
i loro nomi di super geni!.... E la porteranno anche tutti quei vanitosi ed
appassionati critici, la cui virtù non si misura con quella d'un virtuoso
musicista , che fu Gottfried , il quale, guardando le piccole composizioni del
suo amato nipote Jean Christophe, gli diceva :
(1) Rossini in una lettera che scriveva al maestro Lauro Rossi, cosi s'esprimeva
su questo senso : « Non dimentichiamo, Italiani, che l'arte musicale è tutta ideale ed
espressiva ; non dimentichi il Colto Pubblico e Inclita Guarnigione, che il Diletto deve
essere la base e lo scopo di quest'arte. Melodia semplice. Ritmo chiaro » .
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- Comme c'est laid , mon pouvre Christophe! Pourquoi as-tu écrit cela ?
- Je ne sais pas – répliqua l'enfant, d'une voix lamentable . – Je vou
lais écrire un joli morceau .
- Voilà , tu as écrit pour écrire. Tu as écrit pour être un grand musi
cien , pour qu 'on t'admirát. Tu as été orgueilleux , tu as menti. Tu as été
punis, voilà .
On est toujours puni lorsqu 'on est orgueilleur et qu 'on ment, en mu
sique. La musique doit être modeste et sincère. Autrement qu 'est-ce qu'el
le est ? Une impiété, une blasphème contre le Seigneur, qui nous a fait
présent du beau chant pour dire des choses vraies et honnêtes (2 ).
Cosi parlava il vegliardo ed onesto artista, la cui dottrina dovrebbe
servire di esempio a tutti i nostri compositori infatuati in un sogno di arte
riformatrice, senza accorgersi che ad altro non pervennero che a racco
gliere l'eredità degli incoscienti e dei mistificatori.
Glauco Velasques mori ancora giovane, a trent'anni, e perciò non ebbe
tempo a riconoscere i gravi difetti dell'opera sua , che giunse a meritare
appena l'omaggio dei pochi ammiratori suoi, i quali non avevano avuto
verso il loro idolo , che l'omaggio della menzogna, nel vanto esagerato del
la sua arte e del suo ingegno.
Un numero limitato di apostoli della sua strana e malaticcia arte,
piangendo, seguirono sino al sepolcro le spoglie del maestro, fondavano,
per meglio venerarne la memoria , una società , che porta il suo nome, af
finchè, d'accordo cogli ultimi desii dell'estinto , s'occupasse della stampa e
della diffusione dei suoi lavori.
Pur non dubitando che la fiamma giunga a vacillare nella loro anima, è
poi sicuro che l'idea, oltremodo lodevole, attingerà il desiato scopo ?
Il tempo, che è maestro della vita e della critica, ragionando meglio dei
furibondi e degli imprevidenti spiriti, lo dirà in un giorno non lontano.
Vittima della stessa smania , della stessa infelice idealità del prece
dente, è il giovane compositore. H . Villa -Lobos, uscito negli ultimi anni
dall' Istituto Nazionale di Musica, ove fece i suoi studi di violoncello col pro
fessor Benno Niederberger, e, di armonia, col maestro Agnello França .
Il Villa -Lobos, amando l'arte del comporre più che il violoncello , dava
ben presto prova di un talento da non confondersi con gli altri. Legato ,
però, dal fanatismo alle leggi e alla dottrina fatale della sedicente arte mo
derna, chiamata da molti la nemica terribile della euritmia e del bello , al
par del Velasques, si abbandona ai deliri delle discordanze, all'arte fron
zuta ,disordinata ed ineguale, per divenire un tormentatore degli orecchi di
quelli che ascoltavano le eterne bellezze della vera musica, quella , cioè, fatta
zione, trova rifugio. Quindi, la storia non può pronunciarsi sull'opera del
Villa -Lobos, perchè se dicesse che essa è fatta di chiarezza, di sentimento,
d'ispirazione, di forma, di logica , di spirito sereno e di eccellente tecnica,
direbbe una bugia .
La posterità preferisce i capolavori chiariti dal genio fecondo dell'arte
sincera e melodica, anziché le stranezze contrappuntistiche, le idee barocche
della moda, che colla moda se ne vanno.
Ormai l'epoca in cui la suggestione nell'anima del pubblico, che teme di
non saper esprimere il proprio giudizio , comincia ad avere la sua reazione,
ritornando alla normalità dei tempi in cui il genio vero delizio nelle superbe
melodie di Wagner, di Rossini, di Verdi, di Mozart, di Weber, il suo cuore
e la sua anima.
E ' una grande e innegabile verità ; e chi voglia andare più oltre delle
- 575 -
geniali produzioni di quei sommi artefici dell'arte dei suoni, cadrà fatal
mente nel ridicolo.
Le sue due sinfonie per orchestra, di stile debussyano, con tutte le
preoccupazioni delle pazzesche transazioni inarmoniche, nelle quali si cerca
l'idea e non la si trova, e la ricerca affannosa di nuovi ritmi, di nuovi tim
bri, di nuovi effetti, non rivelano altro che il desiderio immoderato dello
scandalo musicale, fatto apposta , evidentemente , per una folla di « snobs » ,
che ha il facile dono di credere oro vergine il metallo battuto dall'invadente
volgarità .
Quindi, lasciar correre la penna a casaccio , senza nulla dire di bello ,
senza mettere una buona parte dell'anima, del sentimento, nella propria
arte , non sarà mai il modo di scrivere per gli uomini!
Per concludere: Villa -Lobos, potrebbe venire ad essere un grande com
positore, avendo, come ha, un estro nativo e fecondo, se altra fosse la sua
idealità negli improvvisi, nella condotta , nelle concezioni, nella erudizione
musicale e nella conoscenza intima dei maestri del passato.
Egli si vanta di aver già scritto molto.
Ma la missione dell'artista compositore non si misura dal numero stra
ordinario di lavori a grandi linee, colla tendenza delle ricerche degli effetti
bizzarri, già sfruttati dagli evoluzionisti del cattivo gusto artistico moderno,
Le piccole composizioni suppliscono a meraviglia ( esempio Beethoven
colle sue adorabili sonatine; Schumann colle scene d 'infanzia , veri capola
vori, e Mendelssohn , che si immortala colle sue romanze senza parole ) sup
pliscono, come dicevamo, a meraviglia le quantità anonime, quando scritte
con sincerità e buona fede.
E chi non conosce quella bella affermazione di Boileau :
« Un sonnet sans défaut, vaut
« seul un long poème » ,
Deplorando, quindi, il cattivo indirizzo del giovane compositore la sto
ria della nostra musica non può fare a meno di qualificare l'opera sua come
l'eredità d'un traviamento della nostra epoca.
Al precedente compositore, si lega il nome del maestro Elpidio Pereira ,
nato nella città di Caxia (Maranhão) nel 1872 .
Elpidio Pereira, fino dalla sua prima infanzia mostrò una accentuata
vocazione per la musica studiando , può dirsi, da sè i primi rudimenti
musicali, il violino, e componendo polke, waltzers, quadriglie , e marcie , che
le bande musicali della località , erano ben liete di eseguire in omaggio alle
prime ispirazioni dell'intelligente giovane.
Il padre, guardando l'ambiente, assai modesto in cui vive, privo di ri
sorse artistiche, onde il figlio potesse spiegare la sua vocazione musicale, și
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accinse, malgrado gli scarsi mezzi , essendo capo di numerosa famiglia , a
fargli un parco assegno onde poter andare a completare gli studi nei centri
più evoluti dell'arte. Elpidio, sceglie la capitale francese, Parigi, ove si reca
nel 1891. Trascorsi pochimesi, è ammesso , come allievo ascoltante , al Con
servatorio di detta città, studiando l'armonia nella classe del professor
Toudou, allo stesso tempo che proseguiva nello studio del violino col mae
stro Ferroni (3 ).
Ma le difficoltà materiali, che non di rado affliggono molti ingegni, –
se non tutti – all'inizio dei loro studi, obbligano Elpidio Pereira ad ab
bandonare, dopo un anno, con tristezza dei suoi professori, il corso dei suoi
studi e tornare in patria , per ricercare nell'insegnamento della sua non
ancora arricchita arte, le risorse pecuniarie dell'esistenza.
Dopo cinque anni, trascorsi tra il Pará e l'Amazonas, occupò la cat
tedra di elementi musicali e solfeggio , nel Gymnasio Amazonense, egli poté
grazie alla sovvenzione concessagli da questo Stato , ritornare a Parigi, ove,
sotto la scorta del suo antico professore D . Ferroni, e poscia di Paul Vidal,
compiva il suo corso d'armonia, contrappunto e composizione, giustificando
il suo progresso nell'esito di due concerti sinfonici, con programmi esclu
sivamente di musiche sue, da lui diretti, col concorso della celebre orchestra
Lamoureaux.
Venendo allo stile del nostro maestro, diremo che i suoi primi tentativi
nell'arte del comporre sono rivolti all'idealità sincera, senza il desiderio e
i capricci a imitare i novelli compositori, la cui arte è stata causa di tanti
disastri e conflitti deplorevoli.
Dando quindi questa succinta menzione della vita e del talento dell'ar
tista lottatore, non dubitiamo affermare che Elpidio Pereira é un degno sol
dato dell'esercito militante dei nostri compositori lavoratori, Meglio ancora ,
l'afferma lo stesso elenco dei suoi lavori, nei quali, se non c'è tutto quanto
ci vuole per riuscire nel suo intento , traspare il compositore che porta al
l'arte nazionale un tributo simpatico e lodevole.
Fra le tante sue composizioni, sono da ricordare: « Preludio sinfonico » ,
« Ouverture de Tiradentes » , « Após a victoria », « Une nuit à la belle étoile » ,
« Marcha nupcial » , « Marcha solemne» , « Marcha triumphal » , « Marcha do
Calvario » , « A eterna presença » , « Yan i madmie » (ballo pantomima in
due atti e tre quadri) e per gli strumenti ad arco : « Minuet » , « A canção
do soldado » , « Meditação » , con arpa e harmonium , e la sua opera « Ca
labar » , dramma lirico in 3 atti e 4 quadri, libretto di Eugene e Edmond
(4) Luiz Pedrosa moriva , nella sua città natale, l'anno 1925.
580 -
- -
'« Trio brasileiro » , per pianoforte, violino e violoncello, giudicato come un
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- -
-
lavoro di espressione sincera e individuale, premiato al concorso musicale
Internazionale di coltura musicale . E ' concepito nella forma classica, pur
essendo scritto sotto l'influsso dell'arte moderna, la quale non va al di là
delle ricerche ridicole, massacrando l'estetica del bello per degli effetti di
eclettismo deplorevole. I temi, estratti con fine gusto dal nostro folklore
musicale, sono svolti con mirabile gusto . Degni di menzione si rendono
altri suoi componimenti, tutti cosparsi di senso pratico e d 'ispirazione
deliziosamente brasiliana. Nominiamoli: « Elegia » , per violoncello ; « Pre
ludio » , per pianoforte ; « Noite cheia de estrellas » , « Canção Sertaneja » ,
per canto e pianoforte, alle quali fan seguito : « Visões infantis » , « Pequeno
cortejo » , « Ronda nocturna », « Dansa mysteriosa » , « Rêverie » , « Preludio
fantastico », « Historietasmaravilhosas », ai quali fan seguito altri leggiadri
pezzi per canto: « Velas ao mar », « Samaritana » , « Um beijo », « Cysne»,
« A Saudade » , « Solidão » , « Ausencia » , « Surdina » , ecc . Si lodò anche
il secondo « Trio Brasiliano » , premiato nell'accennato concorso . Ad onta,
però, del merito dei sunnominati pezzi, il 1° « Trio brasileiro » rimane nella
ricordanza della nostra storia come un 'opera d 'arte di intrinseco valore.
Anche il secondo, Assis Repubblicano, si può considerare come uno
dei migliori prodotti del nostro Istituto Nazionale di Musica , ove compi
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creato nel 1537; il Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo ; il Conservato
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rio della pietà dei Turchini; il Conservatorio di Sant'Onofrio ; le scuole
dell'Annunziata e di Santo Eligio , e il Conservatorio di S. Pietro a Majella ,
con una frequenza di 500 allievi ripartiti fra 36 professori.
E ' da queste surriferite istituzioni che, secondo la storia , da circa tre
secoli sono usciti i più grandi ingegni dell'arte musicale italiana : Fresco
baldi, Scarlatti, Porpora , Leo , Durante, Pergolese , Piccini, Sacchini, Jo
melli, Cimarosa, Bellini, ecc.
Una documentazione assai eloquente della sua tradizionale grandezza
nell'arte teatrale e classica – questa ignorata forse dagli stessi italiani,
ma non dai tedeschi – risiede nella ricchissima biblioteca, la prima del
mondo, dell'attuale Conservatorio di S. Pietro a Majella ; le sue collezioni di
- - -
manoscritti, sono considerate valore inestimabile. Il suo Museo è un 'altra
-
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meraviglia . Là si vede il pianoforte che appartenne a Beethoven , quello di
Cimarosa, regalatogli dall' Imperatore di Russia , e tant'altre reliquie sto
riche in oggetti e strumenti che appartennero a quei gloriosi geni musicali
che vi insegnarono .
Un fatto da far riflettere i dirigenti del nostro Istituto , è il programma
degli studi, il quale comprende, o comprendeva, le seguenti materie: La
scuola di composizione (che dura otto anni), contrappunto e armonia, istru
mentazione militare, solfeggio e teoria , canto, arte scenica, pianoforte, or
gano, arpa, tutti gli strumenti dell'orchestra classica , trombone. Assieme
di pianoforte , strumenti ad arco e strumenti a fiato . Istruzione letteraria
che comprende la grammatica , la letteratura , la storia politica, la geografia ,
la letteratura drammatica , la storia della musica, la grammatica e la pro
sodia latina, la lingua francese, la calligrafa, la copia musicale, le mate
matiche e, infine, l'istruzione religiosa.
Di pari importanza artistica e storica è il Conservatorio di Roma, crea
to nel 1566 ,dipendente dall'Accademia di Santa Cecilia , sovvenzionato og
gidi dallo Stato . Il suo programma d'insegnamento comprende: Composi
zione, contrappunto , armonia , solfeggio, teoria , canto , assieme corale, pia
noforte , organo, arpa, tutti gli strumenti dell'orchestra classica, trombone,
strumenti a percussione. Storia della musica , estetica musicale, diritti e
doveri, declamazione e gesti. Storia , geografia , paleografia musicale, lette
ratura poetica e drammatica. Aritmetica , latino, francese e italiano.
Quasi della stessa età e di non minore importanza storica, sarebbe quel
lo di Palermo, creato nel 1615, sovvenzionato dalla città e dal governo, con
28 professori, col nome di Regio Conservatorio.
Viene in seguito per antichità ed immortale rinomanza quello di Mi
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lano, creato nel 1807, detto oggidi Regio Conservatorio Verdi, con un corpo
docente di 46 professori, colla frequenza in media di 500 allievi.
Il suo primo direttore, col nome di « Censore » dell' Istituto fu l'Asioli,
di cui furono successori Basile , Vaccai, Lauro Rossi, A . Mazzucato, Ron
chetti-Montevite, Bazzini e Gallignani.
L 'istruzione artistica e letteraria , che si modella su per giù su quella
dei surriferiti Istituti, nutri ed allevò una schiera rispettabile di artisti di
venuti celebri per la rinomanza acquisita : Alcari, Gordigiani, Cagnoni, Fu
ynagalli, Bottesini, Rolla , Arditi (il violinista), le cantanti Giuditta Grisi e
Brambilla , e gli ultimi compositori: Franco Faccio, Arrigo Boito, Ponchielli,
Catalani e Puccini.
Possiede una eccellente biblioteca, arricchita da generose offerte degli
editori e dilettanti di musica : Esempi mai imitati dai nostri negozianti ed
editori di musica !....
Nel corso del secolo passato molti altri conservatori si crearono col
titolo di ufficiali, semi-ufficiali, municipali e privati : il Civico Istituto di
Musica di Genova (1829), l' Istituto Musicale di Torino (1865), il Liceo Ci
vico Benedetto Marcello di Venezia (1877), il Conservatorio di Pesaro ( 1883),
fondato da un legato di Rossini, detto oggidi Liceo Musicale Rossini; il Li
ceo Musicale di Bologna, che rimane fedele alle tradizioni degli abili mu
sicisti, le cui scuole di Ercole Bottigari, del padre Martini e del padre Mat
tei, universalmente segnalate come le più classiche nel gusto , nello stile e
nelle armonie severe, valsero a conservare lo scettro musicale , durante i
secoli XVI-XVIII, nelmondo intero.
Fama di buone scuole musicali godono pure quelle di Bergamo, di Pa
dova, di Modena, di Parma, di Piacenza , mantenute a seconda delle circo
stanze locali, coadiuvando sotto una forma modesta al bene della istruzione
artistica, considerata , nella patria di Dante, come elemento di alta civiltà .
Dopo l' Italia , è senza dubbio la Germania che ci si presenta come la più
fertile nella creazione di stabilimenti del genere.
Dei tanti Istituti d'insegnamento musicale fondatisi nella prima e se
conda metà del secolo trascorso, menzioneremo i più rimarchevoli, cioè:
quello di Lipsia , il più rinomato , creato nel 1843, con un corpo docente di
41 professori e circa 1000 allievi, che vi ricevono la più sana istruzione mu
sicale e letteraria ; quello di Dresda, che porta il nome di Regio Conserva
torio , con una frequenza di circa 1300 alunni; il terzo, quello di Colonia ,
parimenti importante , fondato nel 1850 , sovvenzionato dallo Stato , dalla
città e dalla provincia , con 40 professori e più di cinquecento allievi; quelli
di Hannover, Monaco e Stoccarda, i cui programmi d 'insegnamento ubbidi
scono ad un tipo omogeneo di scuola, senza confronto negli altri esistenti,
Un lieto confronto ai riferiti Istituti Municipali, trova il Belgio , coi
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- 588 –
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suoi quattro importanti conservatori di Bruxelles, di cui furono direttori
Fétis e Gavaert, due illustrazioni musicali; di Liège, creato nel 1827 ; di
Gand, creato nel 1833 e di Anversa (1867), dalle cui ottime scuole , in ispecie
Sa
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storia della musica, storia e letteratura drammatica, declamazione lirica,
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portamento e danza, scherma e diritto teatrale.
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Si contano alri 26 conservatori nei principali capoluoghi dei diparti
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inenti, detti succursali a quello di Parigi, sovvenzionati dallo Stato e dalla
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Municipalità, notandosi come i più antichi quelli di Lille e di Toulouse,
fondati nel 1826 .
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Altre nazioni hanno pure i loro conservatori, guidati, alcuni, dalle tra - -
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gago, con tremila allievi; Boston , con 960; Filadelfia con duemila e cin
quecento e un personale di cinquantacinque professori; Baltimora, con 700
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i cui programmi fan riscontro a quelli dei conservatori europei, appena con
una singolare aggiunta dei timpani, del tamburo, del silofono, delle cam
pane, del mandolino, della chitarra e della cetra.
Ma se essi ci sorpassano per il numero e l'organizzazione forse più evo
luta , lo stesso non succede in riguarlo all'età della loro fondazione.
Giacchè, nei nostri capitoli precedenti, abbiamo rivelato le due scuole
che si fondano nel secolo XVII in Bahia e Pernambuco , e quella creata nel
secolo XVIII, in Santa Croce, col titolo di « Conservatorio dos Negros » . Ma
Ja nostra gloria reale è la risoluzione di S . M . l' Imperatore D . Pedro II, che
si degna provvedere alla creazione di un conservatorio di musica nella ca
pitale dell' Impero, fatto che onora altamente il progresso della nostra na
zione, la prima nelle due Americhe a creare un istituto d'insegnamento pu
ramente musicale, col titolo di « Imperial Conservatorio de Musica do Rio
de Janeiro » . Ispiratore di questo beneficio arrecato all'arte, fu, come il
lettore sa, Francisco Manuel da Silva, che esulta di contentezza nell'ap
prendere che il governo, con decreto del 27 novembre 1841, risolve di crea
re il riferito Conservatorio di Musica nella nostra Capitale, per poi riorga
nizzarlo nel 1855 (3).
Nè deve ignorarsi che il Conservatorio di Musica, senza un tempio pro
prio nei primi tempi della sua creazione, trovò asilo nell'antico Museo Na
zionale, oggi archivio pubblico. Le aule funzionavano nelle sale del pian
terreno, a sinistra della porta d'ingresso. La storia registra che quel Con
servatorio, contando 46 anni di vita (1843 -1889), coll'onore di valorosa glo
ria artistica, che fu tutta, lo si dica ancora una volta , una aspirazione di un
eletto cuore dimusicista, il quale doveva dare di sè le più belle prove per la
sua influenza nel progresso dell'arte, mercè la savia direzione del suo fon
datore (4).
Più tardi, nuovi elementi colla tendenza di voler dare un soffio di nuova
vita all'arte, invadono l'edificio ove — pur modestamente - si conside
rava l'arte sotto l'aspetto il più serio , e, con un sentimento poco riguardoso
al tradizionale titolo, lo sostituiscono con quello di Istituto Nazionale di
Musica .
Però, malgrado il cambiamento del titolo e la evoluzione nel ramo
dell'insegnamento dei tempi, noi ci permettiamo di ricordare un 'epoca in
cui troviamo i primi sintomi d'una ristretta, ma salda scuola ufficiale della
divina arte . Difatti, volgendoci indietro , evocando i tempi in cui ne fummo
alunno e professore, quando cioè si contavano nel piccolo convivio degli in
segnanti artisti di valore, ignari delle intermittenti bufere degli intrighi,
delle passioni, saremmo tentati a pensare che in materia d'insegnamento e
di culto all'arte, si stava meglio quando si stava peggio !
D' altronde è indubitato che il Conservatorio Imperiale di Musica, sen
za far cenno dell'ultimo suo periodo, nel quale i professori agivano con
grande probità artistica, sotto la primitiva direzione di Francisco Manuel
da Silva, il suo insegnamento si copriva di gloria, dandoci una schiera di
distinti musicisti, fra i quali si annovera un Carlos Gomes, per non citare
altre glorie dell'arte : Henrique Alves de Mesquita, Cavallier Derbelly, ecc.
Più tardi, nel 1863, l'infaticabile fondatore, potè vedere, due anni
avanti la sua morte, coronati tutti i suoi sforzi, assistendo al collocamento
della prima pietra dell'edificio proprio, che si innalza in via Lampadoza ,
oggidi via Camões, fiancheggiando l'Accademia di Belle Arti, alla quale
il detto Conservatorio si annesse, passando a formarne la 5 .a Sessione.
Il compianto Francisco Manuel, pensando al corpo docente, seppe in
tutti i tempi scegliere con raro discernimento professori di riconosciuta
competenza per l'insegnamento della musica, del canto , dell'armonia , del
(4) Il 13 luglio 1848 , si leggeva, nei giornali locali, il seguente avviso : « Conser
vatorio de musica do Rio de Janeiro. - Tendo- se de dar começo aos trabalhos deste
Conservatorio, faz- se publico que no dia 17 do corrente em diante serão admittidos
a matricular - se os alumnos que quizerem instruir - se na arte da musica, os quaes devem
estar habilitados com os seguintes preparatorios : ler e ascrever orthographicamente a
lingua nacional, e as primeiras quatro operações de aritmetica, devendo apresentar
attestados dos respectivos mestres, não só destes preparatorios, como tambem de bom
Comportamento.
A matricula será feita em casa do secretario , na Praça da Constituição N . 51, nas
Segunda e Sexta feira de cada semana, das 8 ás 10 horas da manhã » .
- - 592 -
Del resto , della sua gestione, della sua condotta , del suo indirizzo arti
stico, si è parlato e scritto moltissimo; e la pubblica opinione, investigando
le gravi lacune, vien da un pezza obiettando che l' Istituto non corrisponde
in tutto allo scopo per cui fu creato . Difatti, è necessario dirlo, l'Istituto
ha sentito , dopo il Miguéz, la mancanza di un vero dirigente, in cui la forza
e l'alta probità artistica e morale, corrispondesse alle necessità di un simile
Istituto, oltremodo anomalo pei suoi eterogenei elementi, onde mantenere,
oltre il vivo spirito artistico, il buon funzionamento del corpo insegnante,
l'ordine e la negletta disciplina. I puntigli tra il corpo docente e la scola
resca, puntigli degni di speciale biasimo, sono stati sempre quelli che si
trasformano in dissidi dall'alto al basso e in propaganda di disordine e di
tutti i peggiori avvenimenti, che spesse volte hanno toccato l'anarchia.
Ma la storia, evidentemente, commetterebbe un errore addossare tutta
la colpa della decadenza morale ed artistica del nostro massimo Istituto
alla direzione tecnica, la quale, dinnanzi ai successivi casi di ribellione e
d'indisciplina, si trovò sempre colle mani legate, senza facoltà di punire e
sostituire, dalla paura di maggiori guai; e ciò dava luogo alla tolleranza ,
alla remissività, alle rivolte, a scapito della propria autorità , per assicurare
col buon esempio il progresso e il rispetto dell'arte.
Ma, a prescindere da tante sgradevoli cose, che la critica locale sfrutto
con un certo vantaggio, la peggior conseguenza di tutto è lo squilibrio del
l'insegnante . Ad esempio , v 'è una sola aula di composizione, alla quale si
associa il contrappunto , la fuga, la strumentazione dell'orchestra classica
e militare, per una schiera di allievi che, in media , oltrepassa il migliaio (7 ) ;
la scuola di canto si limita a farci sapere che in nulla è in rapporto con la
evoluzione dei tempi e che non può mettere a profitto le buone vocazioni
artistiche liriche degli allievi.
La critica ha constatato anche gli abusi impordanabili che si commet
tono negli esami finali di ammissione, abusi che consistono nell'ammettere
dei giovani allievi, già abili nel maneggio dei loro strumenti, che vengono ,
dopo un anno di presenza nell' Istituto ,a concorrere con quelli che hanno
seguito i regolamentari corsi ufficiali.
Ma un secondo abuso , creduto più grave del primo, sarebbe la facoltà
concessa ai professori cattedratici di dare lezioni nel proprio Istituto come
liberi docenti, dietro pagamento d 'una mensilità sovente elevata. Mentre è
(7) Il professore , per quanto attivo e zelante egli sia, non potrà mai dare una
compita educazione delle riferite materie ad un si gran numero di allievi ; si limiterà
appena a dimostrare l'abisso che v'è tra gli allievi e quelli di altri istituti congeneri
europei, dato il più razionale insegnamento. In altre parole, il professore di composi
zione o armonia, non può istruire che sedici allievi almassimo; frattanto il programma
d 'insegnamento dice che l'armonia in specie è obbligatoria ! . . .
- 597 -
eccezionale, la cui rinomanza nell'arte del bel canto , non è lontana dalla
celebrità .
Passando agli istituti musicali degli Stati, degno di essere ricordato si
rende per primo quello che sorge in Petropolis il 6 febbraio 1893, col
nome di « Escola de Musica Santa Cecilia » , fondato dal benemerito mae
stro Paulo Carneiro, e che, senza alcun sussidio dello Stato, si mantiene
vivo, e raggiunge degli apprezzabili risultati, Opera, quindi, utile , benefica ,
ſeconda, è stata la lunga gestione di questa scuola, ove da trent'anni dalla
sua fondazione, più di quattromila alunni d 'ambo i sessi vi furono istruiti
gratuitamente nelle seguenti materie : Solfeggio e teoria , canto , pianoforte,
violino, violoncello , contrabasso e massa corale. Gli allievi che in maggio
ranza uscirono da questa scuola furono i pianisti e i violinisti, molti dei
quali giunsero al grado di buoni ed esperti suonatori nell'orchestra . Il 6
febbraio 1918, 25° anno dalla fondazione di detta scuola , la cittadinanza
di Petropolis, promuoveva una significativa festa in omaggio al suo fon
datore Paulo Carneiro, un artista di raro sentimento altruistico nel bene
di somministrare, come pochi, la sua modesta e sentita arte .
Cinque anni di poi (1923), il bravo artista moriva in detta città, com
pianto da tutta la cittadinanza. Gli furono tributate solenni onoranze ; al
lievi e popolo accompagnarono la salma sino all'ultima dimora.
Degno di menzione è anche l' « Istituto di Musica di Bahia » , che ve
diamo, nella sua prima fase (1897-1898), col nome di Conservatorio , an
nesso alla Scuola di Belle Arti ; aveva carattere ufficiale, in virtù della legge
n . 188 del 28 luglio 1897, sotto il Governo del consigliere Luiz Vianna , ed
era dotato di una modesta sovvenzione.
Senonchè, in causa di forti attriti, sorti fra la Scuola di Belle Arti e
i professori di musica , la seconda fase ( 1899- 1900) dell'utile istituzione, si
inizia fra le inevitabili divergenze, in ragione della legge n . 278 , che concede
alla detta Scuola di Belle Arti, una sovvenzione di 40 :000 .000 de réis.
La direzione della Scuola , nell'intento di pacificare gli animi e spegnere
le accese divergenze , pensa a riformare l'insegnamento , affidandone il com
pito e la direzione ad un uomo di talento reale, Sylvio Deolindo Froes (8 ),
il quale, pur esercitando la professione di ingegnere, non si tenne mai
lontano dall'arte musicale, e molto si addentrò in essa coi lunghi anni
di studio trascorsi in Europa.
Cosi, sotto l'alto patrocinio dei poteri pubblici, la Scuola è organizzata
d 'accordo con i programmi stabiliti per l' Istituto Nazionale di Musica e
da un regolamento speciale, formulato dalla rispettiva congregazione ed
approvato dall' Istituto e dal Governo dello Stato.
-
nativa , Maranhão, ove mori poco tempo dopo. Al suo posto veniva chiamata
-
Helena Bastos.
- -
Un bell'acquisto artistico faceva, nello stess'anno, l' Istituto , colla ge
nerosa offerta del noto violinista filologo e poeta Francisco Muniz Barreto ,
di insegnare violino gratuitamente. L'atto filantropico durò poco : l'anno
seguente (1900 ), moriva .
L 'attuale corpo docente , si compone dei seguenti professori : Sylvio
Deolindo Fróes, direttore tecnico e professore di pianoforte; Lisá Diniz
-- - -
Seklepfer, Manuel Augusto dos Santos, Georgina da Silva Lima, Zulmira
Silvany, Julia Geiger, Julio Feitosa, Maria Josephina Caldas, Maria Victoria
Caldas, per il pianoforte ; Celeste de Cerqueira, per il canto , e i già citati
professori, che facevano parte della Scuola di Belle Arti, prima della crea
zione del Conservatorio .
Il programma delle materie insegnate non è formidabile, mancandogli
-
l'armonia , il contrappunto , la fuga e parte degli strumenti dell'orchestra -
-
classica ; e tutto ciò per mancanza di risorse. Ma la colpa, più che agli
- - - - - - - --
approvati previo esame e quelli che fecero altri concorsi. Nel preliminare
e nel medio , una lº menzione dà diritto a concorrere al concorso dell'anno
seguente; nel superiore, dà diritto al diploma finale.
Gli alunni che non fanno atto di presenza ai concorsi devono prestare
esame ed essere approvati onde poter continuare a frequentare il Conser
vatorio ; i riprovati e quelli che perdettero l'anno scolastico per mancanze
ingiustificate sono sospesi e non possono più continuare i loro studi in
detto istituto.
L 'orario dei differenti corsi non ha riscontro in quello dell'Istituto Na
zionale di Rio , ove i professori dånno, due volte per settimana, quattro
ore di lezione; mentre là ne dànno il doppio e forse più , con quattro giorni
per settimana, ciò ch 'è più logico e vantaggioso per gli allievi studiosi.
Ed è cosi che questo Conservatorio , malgrado sia sprovvisto di sovvenzione
ufficiale e di forti risorse per ampliare il completo insegnamento Musi
cale e rendersi indipendente dalla Scuola di Belle -Arti, ha dato già dei
huoni frutti. La Scuola di pianoforte, ad esempio, tenuta al corrente dei
progressi da un maestro di qualità superiori, il Fontainha, vanta delle
brave allieve, uscite coll'onore del diploma finale : Eugenia Masson , Luisa
Corsi, Nair Sgrillo, Lucia Jung, Ondina Sgrillo , Matilde Wolf, e col merito
delle distinzioni pubbliche.
Anche il Paraná vanta un istituto Musicale che onora la sua capitale
Curitiba .
Il Conservatorio di Musica del Paraná titolo che adotto il suo fondatore
maestro Leokessler, si sviluppo rapidamente e corrisponde benissimo alle
necessità dell'ambiente, ove l'istinto musicale non fa certamente difetto ,
dato l' elemento omogeneo di una nuova generazione, proveniente d' una
razza, favorevole alla fede artistica.
Secondo ci venne comunicato, questo Conservatorio vive delle proprie
risorse . Il programma dell'insegnamento è per ora assai ristretto ; ma ha il
vantaggio d 'uno spettabile corpo docente , che promette portarlo ad un
fulgido avvenire.
La frequenza degli allievi era, pochi anni fa, di 150, i quali già die
dero prova del loro talento ed applicazione allo studio , in un pubblico sag
gio , al teatro Guayra , nel febbraio 1921.
Anche il Governo di Rio Grande del Nord , ebbe ad incoraggiare. l'inse
gnamento della Musica, la cui iniziativa, sotto il patronato ufficiale del
governatore Dr. Alberto Maranhão, la Scuola di Musica, giunse, in breve
tempo, a buon porto. Degna di lode quindi apparisce la sollecitudine nel
dare, a quisa di tutti i paesi civilizzati, una Scuola d 'Arte, con l'appoggio
ufficiale , ove ben presto , un gran numero di allievi vi trovò il profitto d 'una
buona educazione morale e musicale . Ma non è tutto : l'ispiratore di questa
utilissima Scuola , ebbe a far sentire nel recinto del palazzo del governo,
- 606 –
Un rapido sguardo su tutta la storia della musica nazionale . - L ' arte sana e lo
scredito dell'arte per l'inganno e per lo « snobismo », — L 'inspirazione, prima, e dopo
la coltura metodica — tali sono le uniche condizioni affermative in arte . - Non v' è
arte senza sentimento e senza scienza. – La forma caratterizza l'idea, come il corpo rin
serrą l'anima, - Alla perfezione umana si giunge attraverso le imperfezioni. - L 'arte è uno
strumento immenso di civilizzazione e di concordia , nel concetto di Poisot, - I sei
requisiti che l'autore di questo lavoro offre per consolidare l'amore dell'arte e stimo
lare i progressi del suo insegnamento nel nostro paese. — Commentari sull'ingegno crea
tore e concetto del genio . – L'ayvenire dell'arte brasiliana.
F I NE
INDICE
Prefazione , . . . . . . . . , , , , , 3
CAPITOLO I.:
Considerazioni generali , . . . . . . . . , 5
CAPITOLO II.:
Dei rapporti fra le razze primitive nel gusto e nel sentimento
musicale . ( 1549 - 1763) , . . . . . . , , , 11
CAPITOLO III. :
La musica primitiva nell'intelletto indigeno. (1549 - 1763) . 27
CAPITOLO IV . :
Drammi sacri e loro influenza nell' ambiente indigeno e colo
niale . ( 1549 - 1763 ) . . . . . . . , , , 45
CAPITOLO V . :
Della musica popolare attraverso l' influenza portoghese , spa
gnuola , africana ed olandese ( 1549 - 1763) . . . . . 53
CAPITOLO VI.:
L ' ultima fase dei gesuiti nell' insegnamento della musica
(1774 - 1807) . . . . . . . . .
CAPITOLO VII. :
La musica sotto il regno di João VI (1808 - 1821) . . . .
CAPITOLO VIII . :
La musica sotto il regno di D . Pedro I. (1822 - 1831) . . . 111
CAPITOLO IX . :
La musica sotto la reggenza di D. Pedro II. (1832 - 1843) . . 127
CAPITOLO X . :
La musica sotto il Secondo Impero (1844 - 1889) . . . . 143
CAPITOLO XI. :
Decadenza della musica sacra (1844 - 1889) . . . . . 165
– 616 --
PAG .
CAPITOLO XII. :
Dell'arte lirica e degli artisti stranieri e nazionali, che in essa
più si distinguono (1844 - 1889) . . . . . . . 173
CAPITOLO XIII. :
Dell'opera nazionale (1857- 1864) . . . , , ,
CAPITOLO XIV .:
Dell'arte lirica italiana (1857 - 1889) . . . , , , . 219
CAPITOLO XV.:
Dell'arte lirica sotto la Repubblica (1890 - 1922) . . .
CAPITOLO XVI.:
Dell'operetta (1858 - 1889) . . , , . . . . .
CAPITOLO XVII :
Dei compositori brasiliani nell' arte lirica , sinfonica e da ca
mera (1844 - 1889) . . . . . . . , , , 301
CAPITOLO XVIII.:
Dei compositori dilettanti nella musica pianistica, melodram
matica e popolare ( 1844 - 1889) . . . . . . . . 337
CAPITOLO XIX. :
Antonio Carlos Gomes ( 1836 - 1896) . . . . . . . 347
CAPITOLO XX .:
Del pianoforte e dei pianisti nella virtuosità e nell' insegna
mento ( 1844 - 1889 ) . . , , . . . . . . , 385
CAPITOLO XXI. :
Delle pianiste e pianisti nazionali dell'ultimo periodo (1890- 1925) 429
CAPITOLO XXII.:
Dei pianisti celebri apparsi in Rio de Janeiro nell'ultimo pe
riodo ( 1890 - 1922) . , , , , . . . . . . 443
CAPITOLO XXIII. :
Dei pianisti accompagnatori e degli organisti . . . . . 453
' CAPITOLO XXIV . :
Dei violinisti virtuosi nazionali e stranieri (1844 - 1925) . 457
'CAPITOLO XXV. :
Violinisti celebri uditi in Rio de Janeiro nell' ultimo periodo
(1900 - 1922 ) . . . . . . . . , , 493
CAPITOLO XXVI:
! Del violoncello, dei violoncellisti e contrabassisti nazionali e stra
nieri. ( 1844 - 1925 ) . . . . . . , , , 497
' CAPITOLO XXVII. :
Dei virtuosi e professori di flauto, clarinetto, oboe, fagotto, cor.
no, cornetto e oficleide . . . . . . . , 507
- - 617 -
PAG .
CAPITOLO XXVIII.:
Dell'arpa e degli arpisti uditi in Rio de Janeiro (1844 - 1925) · 525
CAPITOLO XXIX .:
Del canto e dei cantanti nazionali, artisti e dilettanti . . . 533
· CAPITOLO XXX.:
Il movimento associativo musicale del Paese, sotto il II. Impero 543
CAPITOLO XXXI.:
Della critica e dei critici . . . . , 657
CAPITOLO XXXII. :
Del genio dell'arte musicale e istrumentale dell'ultimo perio
do (1890 - 1925) .... . . . , , , , , · · 567
CAPITOLO XXXIII.:
Dei Conservatori, Istituti e Scuole musicali . . . . . 585
Conclusione . . . . . . . . , :, , , 809
PROPRIETÀ LETTERARIA DELL' AUTORE
wit
UNIVERSITY OF TEXAS AT AUSTIN -UNIV LIBS
3023687779
0 5917 3023687779