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THE LIBRARY
OF
THE UNIVERSITY
OF TEXAS
1898
VINCENZO CERNICCHIARO

STORIA DELLA MUSICA


NEL BRASILE

DAI TEMPI COLONIALI SINO AI NOSTRI GIORNI


(1549 - 1925)

MILANO
STAB. TIP . EDIT. FRATELLI RICCIONI
Viale Monte Nero , 73
1926

PRINTED IN BRAZIL
THE LIBRARY
OF
THE UNIVERSITY
OF TEXAS
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VINCENZO CERNICCHIARO

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STORIA DELLA MUSICA
NEL BRASILE

DAI TEMPI COLONIALI SINO AI NOSTRI GIORNI

(1549 - 1925 )

MILANO
STAB. TIP , EDIT. FRATELLI RICCIONI
Viale Monte Nero, 73

1926
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PREFAZIONE
nos

UANDO intrapresi il lavoro di questo libro, trattando della Storia del


la Musica nel Brasile , lavoro condotto a termine con non lievi fatiche,
dandomi dovunque a raccogliere documenti, notizie , frammenti storici, ricer
cati negli archivi del passato e più ancora nella ricordanza di un lungo tiroci
nio di vita artistica, sapevo che questa calda e feconda terra, a me divenuta ca
ra per tanti legami di affetti, aveva avuto dei figli illustri nell'arte musicale ,
molti dei quali rimasero occulti nel sepolcro degli anonimi.
Sapevo altresì che la storia non poteva, senza colpa, dimenticare anche
liquei modesti ingegni, che onorarono l'arte in un 'epoca già 'tramontata, di
cui anch'io fui « magna pars » , in quelmondo ove l'arte musicale era soste
nuta dall'elemento artistico genuinamente brasiliano.
- Ripensando quindi, nell'età avanzata, ad un 'epoca di tanta purezza di
animo, di tanto sentimento artistico — sentimento non confuso da vanità,
non sedotto da gonfia scienza – e mosso soltanto dall'amore di questa terra,
p volli anch'io portare una parola , un inno all'arte e agli artisti brasiliani,
consacrandone il valore e i nomi in questo modesto lavoro.
mi So che, in ordine di tempo, non sono il primo che rivolga l'animo a
raccogliere queste memorie storiche.
Queste ed altre ragioni, non esclusa quella , la più ardente forse, di
volere portare anch 'io una minuscola pietra all'edificio della storia patria
brasiliana, mi indussero a tentare l'ardua impresa, affinchè i giovani musi
cisti sappiano e conoscano il ricco patrimonio artistico che ci legò il passato,
Wei nomi di quegli artisti che, al par dei contemporanei, onorarono il nome
della patria in terra straniera e nella propria.
Per certo , esente di lacune non è questo mio lavoro, scritto e 'meditato
in un paese dove facile non è raccogliere i nomi di tanti artisti che vissero
e morirono senza lasciare di sè documento alcuno, e dove è vana ogni ricerca
presso i viventi per mettere in luce qualche elemento non disprezzabile di
Sindole storica.
D ' altronde non vi ha chi, accingendosi a scrivere un lavoro di tal genere,
non lasci, sul terreno delle osservazioni e delle ricerche affannose, una qual
che traccia di inesattezza involontaria .
Anzi, io m ’inchino alle critiche che potrà meritare, per questo , la mia
opera.
Pur tuttavia ho la coscienza di essere stato il primo nel Brasile a va
gheggiare una visione storica di musica nazionale; e con ciò io credo di
avere reso un servizio non indegno di lode alla mia patria di adozione.
Se taluni la troveranno difettosa di stile e di forma, io non ho la pre
tesa di aver fatto opera perfetta ; però vorrei che mi si riconoscesse la sana
coscienza di aver cercato nel passato e nel presente un assieme di cose su
l'arte e sugli artisti, il quale possa portare buon frutto nell'avvenire.

VINCENZO CERNICCHIARO .
STORIA DELLA MUSICA NEL BRASILE
DAI TEMPI COLONIALI SINO AI NOSTRI GIORNI
- - - -- ------ ---- - Teema eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

CONSIDERAZIONI GENERALI

CAPITOLO I.

La musica, come riflesso dell'anima popolare. — Fu la musica , di certo , che ger


minò gl'ideali di bellezza che splendono nella storia del Brasile. - Uno sguardo su
le origini della musica. — Dal recesso delle foreste al seno della civiltà . — La natura
divina fece più che la storia e che il mito . — La voce degli esseri è una sorgente di
tonalità. – La musica come elemento di educazione morale . – L'arte, nel concetto
degli artisti e dei superuomini. -- L 'espressione naturale di vari popoli è, già per sè,
una espressione musicale . — Saint-Saëns e la sua osservazione sui mammiferi. – La
leggenda di Orfeo .' – Ritmi delle foreste. — Un pappagallo , interprete di Rouget de
l'Isle . — Come s' inventarono gli istrumenti di musica . — Al suon della musica s'in
nalzano le mura di Tebe. — L'azione del cristianesimo nella catechési dei selvaggi. –
La musica nella terapeutica. — L 'effetto degli strumenti primitivi. — Il paradosso degli
uditi barbareschi. — Con le grazie e con le muse, nel detto di Quintiliano, - Gli
albori dell'arte nella terra di Santa Croce . -- L 'influenza dei portoghesi. -- Il para
gone dei bardi nell'epopea lusitana. — Lo spirito musicale nell'ambiente ieratico dei
templi e delle celle. — Dove risuona l'organo e dove si volgono al cielo gli occhi del
l'anima. — Un momento di silenzio intorno all'arte : il genio lusitano disprezza l'arte
nel periodo delle conquiste e delle esplorazioni. — Per dove si conduce il lettore agli
obbiettivi di questo lavoro, l'inchiesta alla vita artistica nazionale .

La storia , chiamata da Cicerone maestra della vita , è intesa popolar


mente come libro vivente e lo specchio fedele di un popolo in ciò che più
vibra alla sua anima e alla sua sensibilità .
Generalmente si ha cura di mettere in rilievo la parte politica; spesso
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quella scientifica e letteraria , rare volte quella artistica, creduta privilegio


di animeelette . E si ha torto : per suo carattere , l'arte, la musica in ispecie ,
è un riflesso genuino dell'anima popolare, e chi non la conosce, non intende
che a metà il carattere di un popolo.
Con queste convinzioni, noi intendiamo innestare nella storia del Brasile ,
una parte troppo negletta della sua migliore attività, quella cioè che riguarda
un ideale sublime, e che porta il germe essenziale della poesia e di tutte
le leggiadre bellezze , espresse dalla sua divina favella – la Musica .
Storia simile, che tanto interesse offre nella vita moderna delle colte
nazioni europee, non la si può lasciare tra noi inosservata, cioè, all'arbitrio
di fugaci cenni, mentre si attacca con ardore persistente all'anima brasi
liana, dai tempi coloniali alla repubblica.
Ma pria d'inoltrarci nel campo delle osservazioni, gettiamo un rapido
sguardo sull'origine di quest'arte.
Si vuole che la musica nascesse quando nasceva il primo ente umano.
E senza volere accrescere il pregio dell'istinto musicale innato nelle
nostre razze indigene, lontane dal mondo delle creazioni rimarchevoli, là
ove la musica rappresentò una parte negli anni felici de la remota anti
chità , notiamo che è la musica la prima manifestazione della vita loro intel
lettuale e morale, perchè ne canta le gioie e le sventure, e nella sua evolu
zione civile ne fa la caratteristica dominante, quasi l'elemento principale,
che potè rapidamente allacciar abitatori selvaggi delle foreste ai popoli di
una civiltà preistorica.
Non c'è, quindi, bisogno di mostrare che nè Linus, nè Hermes, ne
altri hanno inventata la musica .
La natura ha fatto, in ogni razza e in ogni tempo, la parte principale ;
la vita ed il contatto fra esseri ed esseri han fatto il resto, e così ogni
tendenza è divenuta arte, coi mezzi ideali e meccanici che hanno finito per
diventare patrimonio del mondo.
Del resto tutto ciò che ci dice la storia degli egiziani con le loro arpe
a numerose corde; le melodie greche, progredite nelle tonalità fondamen
tali ; la santità della musica religiosa degli ebrei, nella chiarezza e negli
effetti poetici, e, infine, tutto l'importante sviluppo recato nell'arte pro- .
vano tale verità.
Tutti gli elementi, che cantano e suonano nei primitivi tempi dell'an
tichità, erano figli del proprio innato estro , cioè, imitatori della natura ;
ciascuno trovava in sè quel dono mirabile , sapientemente concesso dalla
divina provvidenza : cioè la voce, il più bello e nobile arredo degli stru
menti sonori, data all'uomo fin dal suo nascere. Ed è in grazia di questo
dono se l'umanità vede nell'arte musicale una forma alta e universale.
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Oltre lo studio dell'origine della musica, v 'ha anche quello della sua
definizione.
Dalla bocca di uomini non spogli di sentimento estetico, noi udimmo
sempre uscir questi nobili detti: La Musica è la più bella delle cose umane.
Quale regina del bello assoluto e d 'un'armonia superiore, dominando
il mondo colla sua profonda espressione, noi la vediamo difatti per la sua
essenza , pei suoi effetti consolanti e per il suo meraviglioso lavorio psicolo
gico amata e sentita dall'intera collettività universale . Come il sole che
scalda e feconda ogni zolla di terra, la musica, senza distinzione di cielo,
di luoghi, di patria , di razza, stringe con la sua affascinante bellezza fra
le sue braccia tutte le anime umane, in quel mondo unico di sensazioni,
che si trasformano in sentimento, in ricordi, in sogni di tutta un'esi
slenza ideale .
Nel concetto nobilissimo degli antichi, la musica fu tenuta dal prin
cipio alla fine della civiltà greca, come un elemento di educazione morale.
In Cherbuliez ( 1) troviamo quasi lo stesso concetto : « La Musica opera
sul processo intellettuale e morale e collettivo dei membri della società .
Essa ad un tempo è mezzo di associazione e mezzo di educazione » .
« Di tutte le opere dell'uomo, dice d'Azeglio , la più meravigliosa ed
insieme la sola , per me inesplicabile, è la musica ». (2 )
Ma nulla , al nostro parere, dice più che la definizione del geniale Wag
ner . « L 'arte - dic 'egli - è la manifestazione di vita più alta ed universale
dell'uomo, che, dopo aver combattuto per soddisfare i propri bisogni, si
presenta alla natura nella gioia e nel trionfo : le sue opere d 'arte chiudono
i vuoti che essa aveva lasciati per l'attività libera dell'uomo; esse formano
cosi la conclusione dell'armonia del suo fenomeno d'insieme, in cui ora
l'uomo è racchiuso come nel suo più alto complemento . Là dove la natura,
nella sua esuberanza , era tutto, noi non troviamo nè l'uomo libero, né la vera
arte ; solo dove, come dicemmo, essa lasciò questi vuoti, dove essa perciò
diede posto allo sviluppo libero dell'uomo e della sua attività nascente dal
bisogno, là nacque l'arte » .
Ma lasciando ormai le tante opinioni che hanno definito ciò che costi
tuisce l'essenza della musica, noi passiamo agli effetti che ne risultano
come espressione del suo ambiente e della razza.
Ogni arte , come la vita del focolare, è determinata dai mezzi locali, da
quelli dell'orizzonte , dai tratti caratteristici delle idee sociali e religiose.
L 'estetica va stabilita sui fatti dati nella sua storia , nei rapporti

(1) Studi sulle cause della miseria .


(2) Pensieri sull'arte.
costanti che si sono mostrati tra la natura dell'opera d 'arte e la specie
del pensiero dei popoli in mezzo ai quali essa nacque. ( 3 )
Quindi, stando alla tradizione che i tempi ci hanno trasmesso a mezzo
di eruditi scrittori, noi vedremo più avanti, che è la razza indigena brasi
liana una di quelle che offre una più forte rivelazione di spontaneità musi
cale delle altre consimili : Cinesi, Persiani, Egiziani, ad esempio, coi loro
sistemimusicali dilaceranti, mai d 'accordo coll'espressione naturale di altri
popoli orientali e occidentali, sono l'antitesi d 'ogni organizzazione psico
logica superiore individuale e collettiva .
Cosa più interessante a sapersi è che tutti i primitivi popoli trova
rono i primi loro canti, ispirandosi, per imitazione, nei gorgheggi degļi
uccelli, e nel suono articolato di altri animali.
Infatti, a volersi dar credito alle note leggende, parrebbe che l' arte
intima e sociale dei nostri avi prendesse , al nascere, le fibre degli esseri
irrazionali. E d'essi parla appunto un dotto maestro, Camillo Saint-Saëns,
il quale deplorando la sorte dei mammiferi, cosi si esprime a rispetto :
« cosa curiosa , gli animali cantano, i mammiferi a cui dovrebbe toccare
in sortè un lieto avvenire, non cantano » .
Però è noto che se alcuni di questi animali non cantano, giungono
a modulare suoni di sette o otto note.
Del resto è cosa ormai risaputa che tutti gli animali sentono la musica.
I grilli, ad esempio , allorchè cantano, il geco li insegue.
Orfeo, al suon della sua lira, addormentava, alla porta dell'inferno, Cer
bero , ed involava Euridice sua moglie, rapitagli dal figlio di Rea .
Savage racconta che gli Scimpanzè (troglodytes du Niger), si riunivano
alle volte in numero di venti a cinquanta per fare una specie di concerto,
battendo sopra di un legno vuoto e sonoro, coll'aiuto di bacchette che tene
vano coi piedi e le mani.
Nè di poca importanza è il racconto di un colto medico brasiliano Dio
nisio Ausier Bentes, il quale spesse volte vide nelle foreste Amazzoniche,
schiere di scimmie chiamate « guaribas » , che riunite alla sommità dei
grandi alberi, intonavano, allo spuntare dell'alba e al cadere del tramonto,
canti monotici, uditi a grande distanza, articolando suoni cadenzati e
ritmati, quasi sempre gravi e rare volte acuti.
Lo stesso afferma Darwin , che dice di aver veduto un gibbone modu
lare circa otto note . Buffon , il grande naturalista , narra che il re degli
animali – l’Elefante -- ha un eccellente udito , e prova un gusto grade
vole al suono degli strumenti musicali; e se non emette una voce grave,

(3) Torchi. — « Riccardo Wagner » , Studio critico .


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nè acuta , pervenne a distinguere, quando pazientemente insegnato , i suoni


musicali di una limitata tastiera .
Certo che il somaro, il bue, la gallina con la voce che chiama i pulcini,
lo superano in qualche modo nel suo barrito melanconico.
Certo altresì che negli uccelli, il canto trova maggiore varietà, e si rende
suscettibile ad essere imitato dai maestri compositori. (4 )
Infatti, fra gli uccelli cantori, che tanto rallegrano con gli svariati canti
la natura, si associano con vantaggio , dati i loro piacevoli gorgheggi, il
canario, l'usignolo , il « Sabiá » (5 ), il cucco, la quaglia , i quali, come è
noto, eseguiscono dei veri branimusicali con gl'intervalli di silenzio, sovente
proporzionati. .
Ne devesi dimenticare il pappagallo , il quale , oltre il canto, vanta la
parola . Infatti, noi, ricordiamo di averne visto uno, che cantava, paziente
mente insegnato da una donna francese, a perfezione la prima frase della
« Marsigliese ». A questa categoria di uccelli cantori se ne potrebbero ag- ,
giungere altri, massime quelli della regione nordica del Brasile, i quali
hanno il privilegio di articolare suoni interessanti a lunghi intervalli: il
« Corupió » , del Ceará , ne sia di esempio, che canta qualunque brano
musicale che gli venga insegnato .
Però, aggiungeremo che non bisogna ricercare l'origine della musica
nei fenomeni della natura esteriore, giacchè la musica, secondo il Mercillac,
vanta una più nobile origine, cioè: la voce umana fu il suo vero punto
di partenza .
Infatti è negli esseri razionali coi loro organi vocali e le inflessioni che
producono, che la musica fa sentire i suoi effetti sotto le forme dei tempi;
giacchè, nel caso contrario, sarebbe lo stesso che disconoscere il grado
superiore che l'arte umana occupa nella creazione.
Quello che rimane discutibile sono i sentimenti, la facoltà, l'azione
libera e spontanea, la capacità, infine, delle razze primitive nella legge del
temperamento e dell'attitudine musicale di ciascuno di esse. E dicasi il vero ,
fra le razze dell'età remota convien citare la greca, cui spetta il bel titolo
di superiorità, nell'estro spontaneo, il cui sentimento riflette, fin dal nascere,
la facilità di sentire la consonanza perfetta e il soffrire del disaccordo più

(4 ) Beethoven, nella sua « Sinfonia pastorale » , a colorire l'ambiente campestre , si


serve dell'oboe ; Saint- Saëns, nella sua « Danza macabra » , ricorre pure all’oboe per
imitare il canto del gallo ; e Carlo Gomes, nel suo stupendo preludio orchestrale del
l'opera « Lo Schiavo » , fa gorgheggiare dolcemente il « Sabiá » , servendosi del flauto ,
per rallegrare la novella « Aurora » . Nello stesso , il cucco, imitato dall’oboe, dà col suo
monotono lamento in lontananza, una nota caratteristica al bel componimento ,
(5 ) 11 « Sabiá » è un uccello somigliante al tordo.
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leggero di due note, nonchè quella sublime idealità, nella quale trova ogni
lieto riposo nei primi suoi canti, e poscia in quelli uditi dai poeti, prelu
diando dagli stessi colla cetra nei pubblici festini e tra i peristili dei sacri
templi, ove la musica, aliena a qualsiasi dogma, riscontrava l'origine della
sua vera e mirabile grandezza.
Vanto dei greci è anche quello di aver inventato i primi strumenti
musicali: Osiride inventa il flauto; Hermes, la lira ; e moltiplicati i modi,
i cui elementi sono melodia e ritmo, attingono un perfezionamento, un'arte
di compilazione veramente sopra-umana, e formano la base del sistema mu
sicale . Quindi l'arte così abbellita dalla viva immagine di quei geniali arti
sti, che giungono a metterla sotto la protezione degli Dei, il cui culto , fu
esempio di elevata cultura di tutto il suolo ellenico , non poteva esercitare,
data la sua ridente bellezza , che una magica influenza nello spirito del
popolo della patria di Omero e di Aristotile. Ed infatti con quest' arte
Apollo, il Dio del Sole, della Poesia e della Musica, giunge ad esercitare
quella nota e forte influenza sugli Ateniesi, i quali lo adorano come il più
caro degli Dei.
Ma le sue virtù non terminano qui, poichè stando alle leggende mito
logiche, esse ci conducono a credere che anche nelle pietre si rivela la
sua prodigiosa azione, giacchè Anfione, figlio di Giove, celebre nel suonare
la lira, al cui suono lanciava i sassi, edificò, cantando, le mura di Tebe.
Non a torto i Bardi, prima della conquista romana , l'adorano e vendono
i loro canti a peso d 'oro.
Si pensi che i propri Druidi, figli d 'un 'epoca ben più remota, insegna
vano ai loro discepoli gli elementi della storia , dell'arte e delle leggi a
mezzo della poesia, nella quale era racchiusa tutta la scienza di quei lon
tani tempi. Però la musica era sempre tenuta fra loro come la parte più
squisita del sapere umano,
Più tardi anche il Cristianesimo, nonchè tutte le generazioni sotto altri
riti, dovevano trovare nella musica più che nella parola, coi loro salmi, gl’inni
affascinanti, le leggiadre cantilene, la stessa forza onde civilizzare e ingen
tilire i popoli più selvaggi della terra .
Nobile congegno è dunque la musica, la quale, attraverso tutte le età
si rende degna della protezione degli Dei e della venerazione dei mortali.
Della sua espressione incomparabile e del suo superbo e meraviglioso
potere, si serve anche il medico nel rapporto del fisico o del morale, per
somministrare all' anima sofferente, la calma ed alleviare i dolori; e la
scienza moderna non nega infatti questo potere, giacchè scrittori, degnis
simi di fede, spiegano di un modo soddisfacente la sua forza sull'organismo
a curare le orribili sofferenze delle affezioni morali col suon dell'arpa e
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la soavità espressiva del violoncello , (6 ) eseguendo pezzi musicali d ' accordo


coi sentimenti dell'infermo.
Ma oltre alle tante bellissime manifestazioni che si vennero accennando,
la musica si rivela altresì duplicemente sovrana nel regno della espressione
e dell'effetto sui sensi degli uomini di tutti i tempi, attraverso ai quali
si possono contemplare i primi sintomi estetici delle razze umane, che
rimangono fedeli all'arte e la guardano come la migliore consolazione
della vita .
Quindi allacciando gli ambienti, i sentimenti, le attitudini, per l'arte,
più o meno speciale di certi popoli di primitiva e mezzana civiltà , si può
dire che tutti amano ed amarono la musica , il canto e gl'istrumenti.
E quanto alla conquista della sua universale idealità , si può aggiun
gere, che dai tempi di Aristodemo, di Sofocle e di Platone, essa fiorisce
di secolo in secolo , e riparte a nobil modo il suo pregiato valore per inci
vilire, nutrire l'anima di luce , di poesia e fomentare la pace, la fede, l'amore
nel mondo dei teneri cuori.
Certo è però che il sentimento , l'estro e il modo di sentire la musica ,
varia a seconda delle razze e dei colori. La razza gialla , ad esempio , fu,
nei lontani tempi, superiore alla razza negra, e oggidi è la negazione del
sentimento musicale, in confronto di tutte le razze di mezzana e sana cul
tura . A provarlo basta citare la Cinese, la quale , senza la conoscenza del
l'armonia, senza la conoscenza della scala cromatica, con una scala di soli
cinque toni, di cui sono esclusi i semitoni, preferendo, come i negri, il
chiasso assordante alle più semplici melodie, si mantiene fin 'ora fedele
e soddisfatta all'unico godimento che le offre la sua arte primitiva, arte
che si fonda nel tamburo , nel tam - tam ed altri pochi strumenti quasi
preistorici.
Quindi se noi escludiamo le poche razze di nessun valore musicale :
Turchi, Persiani, Marocchini, Malesi, nonchè quella anzi citata , ricono
scendo appena la loro maniera d 'intendere il piacere nella musica, quasi
tutti i popoli inciviliti, amano e sentono l'arte che ci legò la Grecia e che
l'Italia fece trionfare.
Certo è che anche nelle razze bianche si è osservata qualche irregola
rità di nessun senso musicale ; però queste razze, la cui sensibilità è muta
all'azione della musica , sono delle rare eccezioni, che costituiscono una vera
anomalia della natura .
Questa strana assenza di senso musicale , legato al disotto della anima
lità, fece si che il dotto musicista Berlioz, scrivesse , nel libro delle sue

(6) Descuret. — « La medicina delle passioni ».


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memorie, quel detto memorabile: « La musique ce n 'est pas pour tout le


Monde » . E segnalando il fatto , ci preme trascrivere il concetto di Comet
tant, rispetto alla genti spoglie di sentimento musicale : « L 'indifference en
semblable matière , lorsqu'elle se manifeste dans les rares exceptions, nous
apparait comme une infermité du coeur. Nous plaignons les hommes qui
restent froids au doux langage des sons, car cerlainement ils sont privés
d'une des souissanses les plus pures, les plus vraies, les plus profondes, qu'il
nous soit permis de goûter ».
Questi profondi sentimenti fanno riscontro in quelli di Quintiliano:
« quelli che non amano la musica , nè di essa hanno conoscenza alcuna,
stanno lontano dal tratto delle grazie e delle muse »),
E noi purtroppo vedremo nell'analisi dei fatti, che il Brasile, tanto
proclive alle gioie sublimi della musica, conobbe buona parte di quegli
spiriti infermi e pericolosi, i quali sentivano in modo strano l'arte divina.
Brani infatti, dalla storia dei primi tempi coloniali, riferiscono che la
maggior parte dei conquistatori del suolo brasiliano non percepiva le sen
sazioni dolci nei rapporti con l'arte musicale popolare delle nazioni euro
pee in progresso ; tutt'altro. (7)
E' noto che Mem de Sá, al giungere in Rio Janeiro , nel 1556 , rimase
serrato in un convento circa otto giorni, immerso nelle preghiere, per ren
dere grazie al Signore del suo felice arrivo .
Lo stesso accadeva co ' suoi successori, il cui procedimento corrisponde
allo stesso ideale , e cioè : innovazione nella pratica spirituale , e nessun
gusto per la musica ; sicchè tutto procedeva al pari dell'ideale dominante

(7 ) « Oriundo pela môr parte -- narra uno scrittore brasiliano, il Sig . Jacy Mon
teiro — de uma nação, para a qual as guerras de conquista haviam quasi substituido
os combates da intelligencia e a cultura das artes ; educado por essa nação, d' antes
gloriosa e valente , mas que a riqueza das colonias e a influencia estrangeira haviam
afrouxado, como outr'ora a vetusta Roma; sopeado na desenvolução e espargimento das
ideas pela Metropole, reciosa de alguns resultados que isso poderia ter , e olhando
menos para o futuro desta terra do que para os fructos que della poderia
colher ; o nosso povo, ao sentir 0 collo despido do jugo , achou que era gozar
da liberdade em toda a sua plenitude ou descançar á sombra do pouco que lhe haviam
deixado, e, reclinado -se nos braços da . . . que come um cancro lhe havia lançado no
seio, deixar -se ficar no ocio , na negligencia de todos adiantamentos. Reputou a riqueza
como ponto cardeal da civilisação e da felicidade, e cuidou que era bastante, para
obtel - a a engrandecer o paiz , entregarse aquelle trafego e labutar que se disse com
mercio, ou amante da inercia dos empregos da Nação ; e preferiam no entanto, para pas
sa tempo, esbulhando -se de todo o sentimento de gloria , atirar-se precipites n 'aquella
disputa o mais das vezes pessoães e odiosas, que quizeram chamar politica, antes do
que dar -se á cultura do espirito e á purificação dos costumes » , - (« O Brazil Artistico >>
de 1857, 1° numero ).
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nel lare del paese d'origine: pregare, mangiare, sfruttare il suolo , l'energie
degli indigeni e poscia dei negri, e null'altro : tre parole che esprimono un
solo ed unico desio !... (8)
In conclusione, sei secoli di progressiva arte delle colte nazioni del
vecchio mondo, a nulla valsero per i figli delle lusitane plaghe, onde arric
chire il loro spirito e propagare nelle proprie contrade e nelle conquistate
terre , l'imagine più fulgida del genio latino : l'arte. ( 9)
Quindi, chi lesse le critiche dei più notevoli scrittori portoghesi che
formano la prova inconcussa nella caratteristica morale, il tipo, i gesti,
i costumi e l'idealità immutabile di quel popolo, non deve maravigliarsi
se, durante il lungo periodo coloniale, da cui risultano tante umiliazioni
e feroce disprezzo per gli artisti, sin alla prima decade della seconda metà
del secolo XIX , o meglio sarebbe a dire, sino al tramonto di esso, non deve
maravigliarsi se l'ultimo dei bottegai aveva maggiore considerazione di un
musico, di un poeta, di un architetto o d'uno scultore.
Ed è un fatto che, a quei tempi, un figlio di agiata famiglia , pur
sapendo non essere di nobile stirpe, era giudicato un mattoide s'egli
avesse osato di esternare ai genitori di abbracciare la carriera artistica .
La loro ripugnanza per l' onesta e nobile professione toccava l'estremo
senso del disprezzo ; e se la storia novera qualche esempio in contrario ,
lo si deve considerare come un caso sporadico .
In altre parole, lo spirito dominante della razza indifferente a tutte

(8) E' doveroso notare che fra questi si deve escluderne uno: Don Fernando Mar
tins Alencastro, di cui la storia parla come di uomo di sentimento musicale , che cerca
diffondere l'insegnamento della musica ai tempi dei nostri antenati. Era uomo per bene,
ed ebbe meritata fama di protettore d'ogni insegnamento artistico (1705).
(9 ) Ad avvalorare queste nostre considerazioni, valga l' asserto dell' illustre scrit
tore brasiliano, dott. Laudelino Freire: « A arte, para a sua verdadeira espansão, preciza
de uma raça que a entenda, de um espirito que a sinta e de uma cultura que a tradu
za. Que tempo, no evolver da nossa vida historica, foi precizo para a formação da
unidade na variedade ethnica , capaz de determinar uma phase de progresso e servir
de factor basico á eclosão artistica ? Quanto de maior valor intellectual entrou na for
mação, inicial da nacionalidade, tudo devemos a Portugal, a quem coube o papel pre
ponderante no periodo de gestação da fusão das raças primitivas. Mas o brasileiro, no
fazer o estudo da sua embriologia social, recorrendo naturalmente ao testemunho de
historiadores insuspeitos por sua nacionalidade, chega á conclusão de que a « velha mai
patria > não nos servio de origem , nem foi berço da nossa formação artistica . No decurso
tres vezes secular do trabalho colonial, nem se quer vimos o germinar de qualquer
semente que pudesse ter sido lançada e permittissc o surto de uma arte qualquer, ainda
que meramente rudimentar . . . ) . -- (Frammento di un suo discorso , proferito, nell'Isti
tuto Storico e Geografico del Brasile , nell'anno 1917).
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le manifestazioni del bello , se non disprezzava la musica, la riteneva come


un 'arte frivola ed inutile.
Di questo male non erano esenti la poesia, la pittura e la scultura ;
il concetto che si faceva di esse scendeva ad un grado squallido e sprez
zante, e si può senza indugio affermare, che poeti, scultori, pittori, e
musici erano considerati individui di poca importanza , (10 )
E se il pianoforte veniva studiato sulla prima metà del secolo passato
con maggiore entusiasmo, non era, nel vero senso della parola , per amore
dell'arte , dei belli effetti, bensi per un vero passatempo, più tardi, per
l'esigenza della moda, sicchè la musica vi partecipava come un ornamento,
non già come una sorgente di gioia pura ed elevata .
Ci preme dire ancora che la deficiente cultura della razza in parola ,
fece si che sino a quasi tutta la metà del secolo scorso , era tirannicamente
vietato alle figlie dei commercianti portoghesi sposare un artista o poeta .
Il traffico matrimoniale era fatto fra compatriotti emigrati, e, con rare
eccezioni, vi era tollerato qualche brasiliano, con una rigorosa selezione
di casta ; auspice l'interesse e il fanatismo di campanile .
Le qualità morali e intellettuali, erano dei titoli in ribasso costante
nel mondo delle cotazioni dell'affetto ; le entità artistiche non avevano perciò
diritto a considerazioni di sorta .
E se qualche volta s'invertivano le parti, cioè, di vedere il plebeo d 'ieri,
divenuto signore in fretta all'indomani, conceder la mano di sua figlia ad
un intellettuale : dottore in leggi, in scienze naturali o matematiche, era
la sola vanità che agiva per inorgoglire l'uomo dai facili affari; e mai per
il sentimento gentile che onora il talento e l'umano consorzio .
Dimodochè il decoro, la morale, la probità del pensiero e il talento ,
che ogni età, ogni condizione sociale, considera un vero tesoro della vita ,
morivano dinanzi alla ricchezza ignorante , la quale diveniva l'arbitra di
tutte le volontà ignobili e funeste alle leggi morali e intellettuali. Sicché
l'arte , la quale fu sempre unita all'umanità per la ricchezza di tanto senso
morale, disgiunta era dallo spirito sdegnoso di incolta gente .
Come ben si può imaginare, gli ideali erano diametralmente opposti !...
Malgrado ciò, l'affetto agisce e procura abbattere la cerchia ferrea che
circonda l'ambiente fatto di pregiudizi strani, legando qualche artista la
sua vita a l'anima eletta del suo cuore.

(10) « . . . Saber musica, tocar um instrumento, conhecer desenho ou pintura , ser


esculptor ou architecto — eram coisas que não convinham ao decoro de uma filha de
familia de posição social », - (Rocha Pombo. - « Historia do Brazil » , Vol. II,
Pag. 538).
- 15 -

Però calmo e nobile non fu mai l'intervento dei genitori, la cui irrita
zione era come il tuon foriero dell'uragano; e se qualche volta non si scate
nava furioso, era dovuto al trionfo dell'amore, il quale aveva scongiurato
la tempesta feroce dell'opposizione sistematica e brutale.
A chiarire meglio questo argomento ricorderemo come un celebre
artista , un pianista glorioso di fulgida rinomanza, lottasse contro un
essere educato alla scuola del facile guadagno, per sposarne la figlia .
Ottenne infine la di lei mano; ma dovette, per imposizione del padre,
rinunziare per sempre alla sua brillante carriera artistica e farsi venditore
di pianoforti e di musica .
Fortuna volle che il grande artista più tardi trasgredisse l'ignobile
patto , e cosi ritornasse alla vita della sua vita : all'arte .
Ma lasciando ormai queste tristi ricordanze , che non servono di base
allo spirito che anima questo libro, torniamo all'origine della nostra musica.
I PERIODO
CAPITOLO II.
( 1549-1763)

DEI RAPPORTI FRA LE RAZZE PRIMITIVE NEL GUSTO


E NEL SENTIMENTO MUSICALE

L 'organo vocale, unico e vero rivelatore dell'arte umana. – Gli elementi ispira
tori. -- Razze primitive nel gusto e nel senso musicale . – La razza indigena brasi
liana s' innalza con vantaggio su le altre. - Nobile missione gesuitica . -- La divina
arte, legittima figlia della fede ecclesiastica . - Il Brasile trova nello spirito sacerdo
tale l'opera altamente civilizzatrice. - Famosa figura : Manuel da Nobrega. — Il suo
valore nell'insegnamento dell'arte . — Considerazione sulla musica . — Gl'indigeni innal
zano i primi canti della fede cristiana . — Il padre Manuel de Paiva e il suo compagno
Manuel Nunes, iniziatori, in S. Paolo, dell'insegnamento della musica. — Fortunato
progresso degl'indigeni nella musica, al convento di Santos. — La prima orchestra, -
Facoltà innata per la musica della razza indigena. — Figura preminente della nostra
storia : Frate Giuseppe de Anchieta, come il Nobrega, getta il germe sublime della fede
e dell'arte in altre indomabili tribù. — Le sue virtù . — La sua vita. — La sua morte. -
Profondo rimpianto . — Superbo ideale .

Nel precedente capitolo , noi abbiamo parlato delle leggi fondamentali,


della origine della musica nella definizione della sua forza, e bellezza e,
finalmente, della influenza sua sull'anima umana.
Dicemmo anche, che le opinioni sulla sua origine, esternate dagli scrit
tori di non remote epoche, furono daccordo nel concludere che i suoni
emessi dall'organo vocale sono l'unico e vero rivelatore dell'arte umana,
e che il canto come il linguaggio , fu istintivo e spontaneo in tutte le razze.
Poteva aggiungersi anche che il muggito delle onde, il rumore miste
rioso della foresta e tutta quella musica della natura, formando un concerto
infinitamente svariato , or dilettevole, or commovente e terribile, fossero,
nel concetto di Marmontel, gli elementi ispiratori dell' anima dei primi
esseri della terra .
Però, ciò che rimane discutibile è il sentimento, la facoltà , l'azione libera
e spontanea, la capacità , infine, di ogni razza nell'attitudine per la musica.
Infatti, i rapporti fra le razze primitive nel gusto e nel senso musicale, sono
- 18 -

tutt'altro che omogenei, essi hanno, secondo il Fétis, una capacità in ragione
della loro formazione cerebrale .
Quindi, senza allungarci molto in questo tema, valendoci appena dei
confronti che risultano nelle storie della musica di tutti i popoli, possiamo
affermare, che fra le razze selvagge o primitive, quella che s'innalza con van
taggio al disopra dell'intellettualità comune nel gusto nativo, è la razza
indigena brasiliana.
Difatti, l'estro innato e il sentimento nella musica e il talento negl'istru
menti, che essa stessa inventa , fu oggetto di ammirazione di molti illustri
viaggiatori, nei primi tempi coloniali. Il D 'Orbigny, dal quale, la nostra
razza indigena, è portata su le altre, dice : « Les Esquimaux, les polynés
siens, les yndo-Chinois, les malais, les Malgaches, les Indigènes de l'Ame
rique du Sud -ces derniers tous Musiciens – nés --- plaisentes à chanter
des Mélodies souvent languissantes et tristes ».
Principiamo dunque con questo valido giudizio, a considerare la nostra
razza indigena, come una delle superiori per la sua spontaneità nella mu
sica. Certo, che non possiamo parlar di essa, senza fare un diffuso accenno
agli elementi che la modificano e la perfezionano nell'arte all' epoca delle
prime spedizioni musicali del secolo XVI.
E ' superfluo dire, che a compiere questa nobile missione, non furono
certamente i vassalli di D . João III, per i quali, senza principi morali ed
artistici, era impossibile qualsiasi congiungimento sul processo dell'idealità
comune; essi, come è noto , cercarono sfogo in cose diametralmente oppo
ste all'arte !...
Per fortuna in quelle stesse caravelle che solcavano l'oceano, gremite di
genti anonime, la maggior parte coll'anima di masnadieri, ( 1) vi era un
gruppo di valorosi sacerdoti, predestinati ad un brillante esperimento di
catechismo e a gettare i primi germi dell'arte musicale nel suolo brasiliano.
Noi ignoriamo a quale scuola appresero le loro cognizioni musicali. Ma
è fuori di dubbio che la divina arte, in tutti i tempi del passato, si presenta
come legittima figlia della fede religiosa, accolta e battezzata nella santa
chiesa , svoltasi e progredita nei conventi (2 ), e in quei centri, che furono
(1) « Havia por aquelle tempo no Brasil muitos malfeitores degradados de Por
tugal ( que sempre esta praga perseguio ao Brasil, e as mais conquistas deste reino) » .
--- B. Telles. — « Chronica da Companhia de Jesus, em Portugal », 1' parte , pag. 480.
( 2) « Un couvent italien , à la fin du XVIII siècle , n' était guère outre chose qu'une
espèce de conservatoire où la prière, la Musique et l'amour étaint l'unique occupation ;
comme l'a dit un théologien aimable » . — (Scudo. - « Critique et litterature musicale,
première série » ).
NOTA . – S. Bach , del resto , si perfezionò alla scuola del Chiostro di S. Michele,
in Limburgo .
-- 19 -

modelli di insegnamento sino alla fine del secolo XVIII; e che oltre al carat
tere profondo d'impartire le belle tradizioni classiche alle giovani genera
zioni, dovevano mettere in luce una novella musica : quella da camera, la
melodrammatica e la sinfonica.
Per altro, la storia non mentisce affermando che la musica religiosa
fu sempre all'avanguardia d 'ogni nobile impresa artistica sino alla fine del
secolo XVI, e che dalla sua alleanza con la musical sacro-drammatica, si
produceva l'opera teatrale .
Per ricordare la rinomanza di tanti emeriti musici ecclesiastici, che
riportarono l'arte a vita novella come restauratori e creatori della musica
sacra, ci basti citare l'abate Guido d 'Arezzo, del secolo XI, l'uomo più cele
bre nella storia, per aver inventato i nomi che noi diamo oggidi alle note,
rendendo semplice e facile la lettura musicale, cosa ben penosa ai tempi
delle teorie Ambrosiane e Gregoriane; e, colla scala diatonica e cromatica,
creando la vera base dell'arte musicale.
Insomma, dai dettagli alla notazione, dai sistemi alla teoria, dall'armo
nia al contrappunto , dai salmi all' oratorio , sono sempre i sacerdoti di
Cristo che si segnalano, in tutte le basi, nella storia della musica .
Il creatore della sinfonia , Haydn , seguì parimente le norme della musica
sacra, scrivendo la « Creazione del Mondo » , lavoro di altissimo valore, il
più celebre tra gli oratorii esistenti. Un discendente illustre di questi grandi
genii della musica sacra, il Mendelssohn, s'ispira e si mantiene nei suoi
lavori congeneri, all'altezza di quei celebri ingegni.
Laonde diremo, che è sempre l'elemento sacerdotale cui ci è dato vedere
come introduttore di ogni forma novella nella musica fino al secolo XVII.
In questo senso quindi, ci corre l'obbligo di dire che il Brasile trova
anch 'esso nello spirito sacerdotale l'imagine che si abbandona all'opera
altamente civilizzatrice, fondando, tra le privazioni e i perigli, scuole e in
nalzando tempii, sotto le cui vôlte, gl'indigeni, mercè la loro opera istrut
tiva, cantano i primi salmi della nostra sublime arte, in onore della fede
e della civiltà latina.
A procedere per ordine storico, faremo, in prima, cenno di quei gesuiti
illustri, che nel secolo XVI si distinsero per i primi nella laboriosa propa
ganda della religione e della musica.
Vi ha taluno che al sentire ricordare questa colonia, veramente allo stato
primitivo , abbandonata dal governo portoghese, le cui simpatie erano più
rivolte alle possessioni dell’India e dell'Africa, che al Brasile, (3 ) sorriderà

(3) Le Brésil est d 'abord négligé par les portugais. (1. I. E . R ., l'Empire du Brè
sil, - Souvenirs de voyage).
- 20

quando affermeremo che fu appunto in essa che ebbe inizio un insegna


mento della musica. E se diventarono segno di vituperio i nomi dei primi
coloni che mandava il Governo del re D . João III, non sono da confondere
con essi i gesuiti, i quali si mantennero incontaminati dal funesto contagio,
e diedero bellissime prove in fatto di civiltà e d 'insegnamento musicale nella
nazionalità brasiliana in formazione.
Questi nobili spiriti, contraddistinti col titolo di primi benefattori della
patria , li vediamo, perciò , invocati costantemente dalla storia.
Certo che fra le figure che si resero più famose, 'innalzando a grande
prosperità morale la razza indigena, spiccano i nomi di due illustri gesuiti :
Manuel da Nobrega e Giuseppe d ’Anchieta .
Il primo a varcare l'oceano, verso il dominio di Portogallo , fu Manuel
da Nobrega , sacerdote di grande virtù , il quale ad altro non pensa che alla
religione e alla musica, massime questa , necessaria agl'indigeni, per ren
derne più dolci i costumi; anzi, egli la considerava come una seconda reli
gione, tantochè, spesso soleva dire: « Colla musica e l'armonia , io ardisco
a trarre a me tutti gl'indigeni dell'America » , (4)
E ' noto quale fosse il principio fondamentale delle sue pratiche appena
giunto a Bahia , in compagnia del primo governatore generale Thomé de
Souza , nell'anno 1549, e dei suoi compagni: padre Giovanni Aprismeta ,
Antonio Peres, Leonardo Nunes e i frati Vicente Rodrigues e Diogo Jacome,
i quali lo precedono di pochi mesi da Lisbona, ove il loro capo Manuel da
Nobrega , s'imbarcava ai 2 febbraio di quello stesso anno.
Stando a ciò che ci narra la cronaca di Balthazar Telles, il padre No
brega, appena giunto a Bahia , fonda un seminario destinato a raccogliere
i ragazzi indigeni della località ; e non tardò che dai vicini dintorni della
città in formazione, ne accorressero degli altri, il cui elevato numero fece
temere al padre Nobrega, di non poterli sostentare. Ed è un fatto altresì
che questi 'fanciulli raccolti e istruiti dal Nobrega e da altri frati gesuiti,
sotto la cui scorta imparano la musica ed il canto , i più intelligenti uscivano
poscia in processione per le strade, « cantavano in solfa , le orazioni e i
misteri della fede nella lingua del paese » . (5 )
Creazione dello stesso padre Nobrega , è il rinomato collegio nei campi
di Piratininga (6 ), per dove fece traslocare molti aborigeni di molti vil
laggi bahiani.

( 4) B . Telles. — « Croneca da Companhia de Jesus » , liv . I, N . 913.


(5 ) B . Telles, opera citata .
(6) Piratininga sorgeva nei pressi dell'attuale città di Santos, sulla riva del Tieté,
che vuol dire in lingua indigena , madre do Rio .
- 21 -

Di questo collegio parla rilevando la sua influenza nell'educazione dei


giovani indigeni, Balthazar Telles, nei seguenti termini: « Vennero anche
i figli degli indigeni, cresciuti nel seminario di S . Vincenzo, i quali sape
vano già leggere e scrivere, e cantare molti versi, per continuar nella scuola
gli uffici, cantando, con istrumenti musici; questo era il maggior diletto e
incitamento che poteva esservi per i genitori » . Più avanti dice ancora : « A
lezione finita, cantavano litanie, la sera, la salve regina con altre pie ora
zioni : i genitori si correggevano con ciò dei loro grandi vizii, donne e vino » .
Oltre a questo utilissimo collegio , la storia ci narra che due vecchi padri
della Compagnia di Gesù : Manuel de Paiva e il suo compagno di viaggio
Manuel Nunes, fondarono, nel 1553, il convento e la chiesa, tuttora esistente
in S . Paolo , nella quale si celebrava la prima messa il 25 gennaio 1554 ,
e nel convento, si iniziava l'insegnamento della musica. (7 )
Sembra però che un fortunato progresso avesse raddoppiato la potenza
istruttiva fra il surriferito collegio e il convento fondato dall' accennato
Paiva , nella nascente città di Santos.
Questo progresso, nonchè la rivelazione nel gusto degl'indigeni per la
musica , lo sentiremo attraverso la narrativa del noto scrittore Couto de
Magalhães: « Il padre Manuel de Paiva (che diviene un uomo di mente
straordinaria , cercando anche il bene nell'arte musicale) riceve in Santos la
visita del padre Nunes (1554), venuto da S. Paolo .
« Dopo la cena il padre Nunes, meravigliato , ascolta una serenata , udita
in vicinanza del convento. Erano i trovatori portoghesi e indigeni che in
nalzavano i loro canti nei canotti indigeni, con buone e civili armonie.
« L 'orchestra già organizzata dal padre Manuel de Paiva, era un 'attrat
tiva pe' barbari fanciulli, che avevano rivelato rare attitudini per la musica .
Il padre Nunes rimase maravigliato di udire, con tanta arte, i barbari
delle foreste .
- « São magnificos, padre meu — disse il padre Nunes - e nem fazeis
idéa do encanto em que me está o espirito !
São brasis os vossos musicos ?
- « Alguns, Sr, — rispose il padre Paiva — a maior parte, porém , são
ainda lusitanos; esperamos, porém , ter breve una banda completa dos na
cionaes, porque é rara a aptidão que têm esses barbaros. Toda vez que
sabemos que alguma tribu vaga nas proximidade destes campos, temos un

( 7) La chiesa in parola , ancora esistente in S. Paolo (largo do Palacio ) non è la


stessa che, nel 1553, fu fondata dai gesuiti ; fu ricostruita nello stesso luogo, in epoca
che ignoriamo.
- 22 -

meio seguro de encantar algums, e é de fazer que elles ouçam a nossa


pequena orchestra .
Uma ocasião subimos o Rio Tieté em algumas canoas e levamos diver
sos instrumentos para non divertimos: tive eu a lembrança de mandar
tangel-os no mato ; foi tal o alvoroço com que os indios os ouviram ; que
se precipitaram no Rio para accompanhar os nossos baixeis oscillantes.
Foi assim que adquirimos um dos mais bravos guerreiros de que ha
fama nestes desertos, o corajoso Tubyra, de quem já tenho fallado á vossa
paternidade e cuja morte senti como se fora de um irmão » ,
L 'insigne scrittore ci dice ancora :
- « О padre José de Anchieta aproveitou – se de uma dança religiosa
dos indios, chamada Caatereté para attrahil — os ao christianismo : intro
duzio – a nas festas de Santa Cruz, Espirito Santo , Conceição e Gonçalo .
Subsiste este uso em S . Paolo , Rio , Minas, Goyaz, Matto Grosso , Pará , Ama
zonas e , provavelmente , em outros Estados.
« 0 Caatereté, sendo cantado com versos, tem a vantagem de desen
volver a intelligencia , creando os trovadores e cantores populares; pussuo
versos em tupi de Anchieta á nossa Senhora , para a festa da Conceição » .
L 'illustre cronista non accenna quali fossero gli strumenti musici di
cui parla . Per certo , dovevano essere, in parte, quelli che il secolo XVI
conobbe, cioè, le viole da braccio e da gamba, il violino dato alla luce nel
secolo anteriore , dal bresciano Gaspar da Salò , ed altri strumenti in uso
prima del secolo di Monteverde e del Peri.
D 'altronde, i nostri gesuiti esperti ed abili pedagoghi, non dovevano, al
certo , ignorarli; anzi occorre dire, che essi solevano cantare accompagnan
dosi, oltre all'organo, coll'arpa e strumenti ad arco.
E ' giusto credere , che l'arpa, molto in uso a quei tempi, che servi ai
menestrelli per dilettare le castellane, accompagnando i loro canti amorosi,
e ai bardi per esaltare l'ardore dei guerrieri, servisse anche ai nostri primi
maestri dei tempi coloniali, per accompagnare i canti religiosi, e insegnarla
ai loro allievi. Del resto è noto , che i salmi, le canzoni sacre presso gli
egizii e gli ebrei, nacquero al suon dell'arpa.
Dopo tutto , non importa sapere quali strumenti devono aver servito di
base , ai nostri maestri gesuiti, per accompagnare i loro canti e per l'inse
gnamento dei loro discepoli ; ci basti soltanto mettere in evidenza il loro
principale sostegno de lo sviluppo musicale , e la facoltà innata della razza
indigena, tanto rimarchevole in alcune tribù.
Rilevando appunto questa facoltà innata ed il gusto per la musica della
razza indigena, giova ricordare il modo con cui ne parla , confermando l'opi
nione di Balthazar Telles, il padre Simão de Vasconcellos: – E ' questa
- 23 -

gente , — dice egli — tanto più facile in accettare la fede del vero Iddio ,
quanto meno impegnata è con i falsi, perchè nessuno conosce o ama, che
possa rubarle l'affezione, vinto i suoi vizii nessuna ripugnanza per causa
della fede. Sicchè, vinte le difficoltà dei voti è molto per lodare a Dio , vedere
in questa gente la premura con cui i già cristiani accorrono a celebrare le
feste e gli uffici divini. Sono affezionatissimi alla musica, e quelli che sono
scelti per cantori di chiesa, si pregiano molto del mestiere, e spendono i
giorni e le notti a imparare e insegnare agli altri, sono destri in tutti gli
strumenti musici » .
Alla figura preminente della nostra storia come iniziatrice dell'arte mu
sicale, si allaccia quella non meno grande ed eroica di un gesuita illustre
– frate Giuseppe d ’Anchieta .
Con l'anima tutta volta a sentimenti altruistici nella solitudine della
ierra vergine, come Nobrega, il reverendo Anchieta, s'ispira a quella mis
sione, di trasformare gl'infelici figli delle foreste vergini, vivendo eroica
mente , per vincere gli ostacoli morali inerenti ai vizii della razza, gettare
quel germe sublime della fede e dell'arte in altre indomabili tribù , per non
far più vibrare le corde dei loro archi, ma bensì quelle del sentimento , della
fede, dell'amore e dell'armonia di suoni: virtù e idee assai contrastanti con
quelle dei nefasti colonizzatori, impegnati in un 'azione ben diversa della
sua e di quella dei suoi compagni!.....
Nobile e superba anima, la cui virtù non si smentì mai nella posterità ,
perchè sentiva Iddio e l'arte, pronto sempre per l'ardita e umanitaria im
presa, che si fondava nella difesa degli indigeni, a cui, data la brutale poli
tica che professava la metropoli lusitana, non era concessa altra speranza
che quella della schiavitù o della morte.
Questa sfida tacita da parte del valoroso gesuita , che sognava fare un
nuovo dominio di pace e amore, si svolgeva senza stragi, senza tormenti,
col bene, con la calma e con la benefica diffusione di tre eccelse virtù :
libertà , religione ed arte.
Non è senza ragione che il suo nome è sovente invocato dalla storia come
la salvezza di tanti infelici.
La leggenda ci narra che egli nacque a Teneriffe, nelle Canarie, l'anno
1533. Giovanissimo, contando appena vent'anni, partecipa della missione
del padre Luiz da Gama, il quale , in compagnia del governatore Duarte da
Costa , successore del primo governatore Thomé de Souza , parte da Lisbona
riel di 8 maggio 1533, con destino al nuovo mondo . ( 8 )
I compagni del padre Luiz da Gama, erano, secondo Maffeo , che in
(8 ) Balthazar Telles. - « Croneca » , Tom . II , parte VI.
- 24 -

questo è più esatto (9 ) i padri: Braz Lourenço , Gregorio Serrão, João Gon
çalves, Antonio Braz Castellano, e il noto Anchieta , il minore per età , ma
superiore d 'animo, destinato a rendere i più rilevanti servigi alla prima età
del Brasile .
L 'illustre Telles, ( 10 ) parlando di questa valorosa figura, così si espri
me: « Questi è quel tanto rinomato Giuseppe d 'Anchieta, tanto famoso nel
mundo, tanto rispettato da tutti, santo nella vita , prudente nel governo, pro
digioso nelle opere, zelatore delle anime e vero apostolo del Brasile, pieno
di opere sante miracolose con le quali maravigliò il mondo tutto, e di suc
cessi tanto inauditi, che con ragioni è chiamato il secondo taumaturgo » .
Meglio ancora parla R . Southey, (11) dell'operato complesso del grande
gesuita, del quale trova che fu il primo a impiegare i mezzi artistici quando
volle istruire ed animare le tribù indigene, concorrendo con la musica al
trionfo rapido dell'incivilimento.
A magnificare la nobile iniziativa dell’Anchieta, lo storico, si serve, a
provarlo , di queste parole : « Sembra incredibile che dopo tante ardue fun
zioni quali a quelle a cui si dedicava incessantemente, gli rimanesse ancora
tempo per comporre in lingua del paese, romanze, o meglio ballate proprie
a ispirargli orrore al vizio e stima per la virtù , avendo per base la sublime
morale cristiana e mettendo in musica le eterne verità del nostro culto ,
facendole indi cantare ai fanciulli indigeni di ambo i sessi, ai quali in tal
modo ispirava amore per la religione, sviluppando in essi la naturale ten
denza per la musica . Conoscendo per esperienza quanto influisce sull’animo
dell'uomo questo importante ramo di belle arti, ricordava spesso ciò che
diceva il grande e virtuoso padre Manuel da Nobrega : « Con la musica e
con l'armonia , io ardisco attrarre meco tutti gl'indigeni dell'America » .
Si può rilevare benissimo da queste dotte parole quale fosse il parti
colare e profondo amore dei due pregiati sacerdoti per la musica, conside
randola un dono di Dio : attissima a dirozzare le genti barbare ed amman
sarne la ferocia.
Dopo i suoi quarantaquattro anni di ardita operosità , trascorsi fra i
disagi, che legavano la vita ai primitivi tempi coloniali, senza trepidare un
solo istante a dare in olocausto la sua vita per il bene d 'una razza, della
religione, dell' insegnamento , dell' arte in fine, ei moriva il 9 gennaio del
1597 a sessantaquattro anni di età .

(9 ) Maffeo . — « 0 brio indiarum ».


( 10) Balthazar Telles. — « Croneca » , Tom . II, parte II, Cap. IV .
(11 ) R . Southey. — « Historia do Brazil ».
- 25 -

Grandissimo, dice il Telles, fu il compianto in tutte le persone allorchè


ne fu divulgata la morte .
Gli furono rese - dice lo stesso scrittore — le più solenni onoranze.
Una grandemoltitudine di genti, oppresse tutte dal duolo , versavano lagrime
per la perdita di un padre comune, mentre la salma, portata sulle spalle
degl' indigeni, passava in pompa funerale, verso la chiesa .
Alle esequie, celebrate due giorni dopo la sua morte , il predicatore Bar
tolomeo Simões, che aveva veci di vescovo, lo chiama l'Apostolo del Brasile.
Durante il pietoso atto, vi fu – dice ancora il Telles — grande com
mozione tra gli assistenti con copiose lagrime, perchè tutti, vivo, lo rispet
tavano con singolare amore, e morto lo rimpiangevano con sincera tristezza .
E ' il merito dei grandi spiriti morali e intellettuali che glorificano un'e
poca. E il popolo vedendoli sparire, esaltano i loro nomi, le qualità , e
virtù ; elevano quelle anime che, in vita , non guardarono il presente, perchè
fissavano il loro sguardo verso l'avvenire di una nuova patria , della fede,
dell'arte, dell'umanità. E i primi gesuiti che vissero sotto il cielo del Brasile ,
erano tali da meritare le benedizioni dei contemporanei e dei posteri.
E la storia , specie della musica, non deve investigare, rintracciare, i loro
dogmi, il potere dei loro preconcetti, il dominio insomma, che va al di là
della folla strana, la taciturna e indifferente nel bene della vita, del pro
gresso e della dolcezza dell' arte .
Questa la si lascia nella tomba comune degli anonimi, per innalzare
quelli, la cui opera s'illumina di fulgida luce attraverso i tempi decorsi,
opera tutta propensa a mettere nell'anima delle orde selvaggie , il linguaggio
divino di un Dio possente , e quello, non meno sublime, della musica .
E ' in questo superbo ideale, che la vita d’Anchieta , di Nobrega e dei loro
compagni, spiriti tutti dediti alle cure dei poveri, al consolo degli infelici,
all'emancipazione degli schiavi, alla propagazione dell'arte musicale , come
vita civile e sociale, che essi trovano il premio della immortalità , la gloria
del loro grande passato .
I PERIODO
CAPITOLO III.
( 1549-1763)

LA MUSICA PRIMITIVA NELL' INTELLETTO INDIGENO


Sentimento innato del bello . – L'uomo è musico e poeta per natura. -- La prima
forma musicale che si registra negl'indigeni. - - Il canto considerato dai Tamoyos come
primo elemento . — Un coro seicento volte espressivo. — Strumenti usati dagl'indii del
Brasile : a fiato, a percussione ; l'anima, infine. - - Differenziazione fra i vari modi
di esternazione musicale dei selvaggi: nel Brasile, e in altri paesi americani, - Il
Samba : la massima espressione plastico-musicale. - Inchiesta al folk -lore indigena. --
Il grido del Kokauixita . — Il canto di Fantoke. – Tersicore servendo nelle guerre e
nelle festività : la musa servendo a Marte ed alla sua sorella Euterpe. – Ove si ricor
dano le tre Marie , della Costellazione dell'Orione, ---- S 'illustrano in questo capitolo , il
ritmo e la melodia , e si criticano le superfluità e le ridondanze tecniche. - La storia ,
al vostro intendere , dev 'essere descrittiva e comparativa , -- L 'opera dei missionari che
portarono la catechesi nel seno delle foreste vergini, consultò non soltanto la fede, ma
anche l'arte , e, in particolare, la musica. Aggiungasi, fra il numero dei grandi cate
chizzatori, il nome di Rondon, — Lutero e il suo concetto ironico sulla musica : essa
serve perfino a scacciare lo spirito maligno. – La storia della musica , prima e dopo
il trapiantamento del trono portoghese in Brasile .

La leggenda non fa che narrarci come in ogni razza umana v'ha un


sentimento innato del bello , nel quale, oltre il germe della musica e della
poesia, si ritrova il fondamento di tutte le altre manifestazioni artistiche.
Cosi essendo, si presume che la musica debba interessare in pari modo ogni
spirito umano di grado inferiore o superiore, nello svolgimento e perfezione
dell'arte che lo circonda.
D 'altronde, a prescindere di queste eloquenti affermazioni, è un fatto
già riconosciuto da tutto il mondo, che l'uomo è musico e poeta per natura ;
e tra l'elemento indigeno dei primi tempi coloniali, si ebbe ad osservare
questa manifestazione, mai negata alla razza indigena da tutti i colti viag
giatori del secolo XVI.
Bisogna, però, studiare l'anima e il senso musicale indigeno, prima che
la civiltà latina lo portasse , nella sua evoluzione, ad un grado avanzato , per
conoscere quali delle tribù dimostrarono maggior predilezione per la musica .
Nel concetto di molti scrittori, l'istinto musicale degl'indigeni, era me
raviglioso .
-- - 28 -

Infatti, le prime pagine della nostra storia ci rivelano che gl'indigeni


ebbero, come tutti i popoli primitivi, il canto e la danza ; poscia gli stru
menti musicali, che essi stessi inventavano.
La prima forma musicale che si registra negl'indigeni Tamoyos e Tu
pinambás, non è il canto d 'amore, nè quello della gioia, bensì il canto guer
riero, con cui solevano solennizzare le prodezze della guerra, le gesta dei
loro cacicchi, ed altre funzioni belliche de la vita selvaggia , le quali dive
nivano , spesso , il riflesso delle tristi scene di antropofagia .
Ma, astraendo da questi costumi, tutti gli scrittori del secolo XVI, fanno
grandi elogi dei Mamoyos e dei Tupinambás, quando si riferiscono alla loro
predilezione per la musica, che manifestano sotto una forma originale e
interessante. Il canto, come si può dedurre da una « narrativa epistolare »
di Gabriel Soares, confermata da Fernão Cardim , era considerato dai Ta
moyos e Tupinambás, come il primo elemento determinante dell' istinto
artistico ; esso generò il loro maggior piacere, ripudiando, in seguito, l'orri
bile cannibalismo, appena la nostra arte cominciò a penetrare nei loro
cuori; sicchè, depurandoli, faceva tacere, come dice lo stesso Gabriel Soa
res, il loro imperioso appetito di antropofaghi. Anzi , per avere un giudizio
più esatto del sentimento musicale di questi indigeni -- giudizio , del resto ,
già emesso dai primigesuiti: Anchieta e Nobrega, e dallo scrittore Baltha
zar Telles — troviamo opportuno trascrivere le parole dello stesso Gabriel
Soares : « I Tupinambás – egli dice — si vantano di essere grandi musici ;
e a loro modo cantano con soffribile tono, avendo buone voci, però tutti
cantavano all' unissono » . Più avanti troviamo ancora il seguente : « Erano,
tra i selvaggi, tanto stimati i cantanti di ambo i sessi, che, se per caso,
prendevano nell'imboscate un contrario « buon cantante » , inventore di can
zoni, gli risparmiavano la vita ».
Stando a quello che dicono altri testimoni parlanti dell'epoca, oltre alla
musica guerriera , vi era quella dell'espressione religiosa e della natura , i
cui canti esprimevano, in forma blanda, con concetti languidi per innalzare
lodi alla fauna misteriosa , ed alla « bellezza dell'uccello giallo » .
Certo è, che il francese Carlo Lery, venuto a Rio con molti compagni
protestanti nell'anno 1556, ciò che vuol dire: Sette anni dopo del padre
Nobrega, e tre del frate Anchieta , per formare una colonia sotto la prote
zione dell'ammiraglio Cologny, rimase stupito allorchè gli fu dato udire un
coro di seicento o più uomini indigeni, cantare parecchie ore; e non pensò
mai che, date le loro condizioni, potessero « cantare » così bene intonati
e con tanta arte. (1 )
(1) Lery, opera citata .
- 29 -

Questa ammirazione la esterna nel suo libro : « Histoire d'un voyage


fait en terre du Brésil » , lavoro scritto al suo ritorno in Francia , nel quale
troviamo anche due canti indigeni, dallo stesso uditi e trascritti in note
quadrate, di cui diamo in seguito, un fedele « fac-simile » :

N . 1

Ca ni de. lou -ne ca ni de lou De heura uoech

e
N . 23

Hé heura heura heura heura heu -ra heu -ra heura ouech

Come si è veduto , sono due canti d 'animo puramente indigeno, la cui


parola è simbolo di due pensieri opposti, quantunque somiglianti siano mu
sicalmente: il primo è un inno alla bellezza femminile, cioè, all'uccello giallo ,
( canide-ioune » ; il secondo, pure essendo un brano di spirito elegiaco, è
il loro Sabba, al cui ritmo ballano sfrenatamente centinaia d' individui,
ma che si mostrano altamente civilizzati per la maniera con cui cantano
le loro canzoni, così bene intonate e con tanta arte.
· Cosa singolare da notarsi.
I due canti citati, si direbbe che fanno riscontro nel carattere, salvo
il processo di sviluppo, ad una cantilena a S. Cecilia, del secolo decimo
quinto , trascritta in notazione moderna da A. Gastove; (2) eccone un
frammento :

N . 3

1. Tūbas cum citharis jampunc as-súmite, Triumphum martyris jam quaccelebrate,


Tempo ril . Tempo ril:

Angelorum et vir-gi-num ágmiga, Et cum vóce le ti .ti. de di.ci.te:


Plus leat rall.

Cee . oi . l . fo . lix ! O fo . tis Cæ . ci . l . al


( 2) Sur le thème d 'un trope aux trois Maries Recueilli par dom Pothier sur un
manuscrit du XV siècle, (Dal « Monde Musicale » ).
- 30 -

A questa notazione istorica non corre sempre quella verità irrifiuta


bile, cioè che la musica è figlia della natura, nei cui canti, determinati dal
potere degli elementi, l'uomo d 'ogni epoca esprime i modi dell'animo, in
venta il ritmo e forma i primi strumenti fin dal suo nascere .
Gli strumenti, in uso presso gl' indigeni all' epoca della scoperta del Bra
sile, non erano, come non lo sono ancora fra le tribù non depurate, di
grande varietà , giacchè pare che ognimusica indigena, non esclusa la Cine
se, l'Araba, l’Africana, ecc., era, in origine, esclusivamente vocale. Ciò no
nostante, la storia degli strumenti in uso fra i selvaggi offre qualche inte
resse per chi ne voglia conoscere le varie specie, i cui nomi e la forma va
riano a seconda delle tribù e delle regioni.
Le tribù brasiliane possedevano , nei primitivi tempi coloniali, i seguenti
strumenti musicali, che rileviamo dal libro « A musica no Brazil » di G . F .
Pereira de Mello (3 ).. Il « Memby -chué » , che i paraensi e peruani chiamano
« Guena » , aveva la forma di un flauto doppio ; la « Cangoera » , specie anche
di flauto, fatto di ossa dei più celebri guerrieri estinti: il « Uatapú » , buci
na, il cui suono aveva la virtù di attrarre i pesci; la « Inubia » o « Enubia » ,
il « Memby- tarará » , il « Pemy » e il « Mimi », erano anche bucine da guer
ra ; il « Toré » o « Boré » , era una trombetta fatta di bambù o tacuara, molto
in uso nel Ceará ; il Tori dei Parin - stintins, indigeni che vivono tra il Rio
Madeira e il Tapajóz, nel Pará , era anche una bucina composta di una
testa , avendo nella parte inferiore un orificio e nella superiore un tubo di
canna aggiustato convenientemente , con imboccatura di « Flageolet » ; il
« Mimê» , dei Guaia -jarás nel « Maranhão », era ancora una specie di bucina
fatta con due pezzi aggiustati (incollati) con il latte , o resina, dello stesso
albero. I Mundurucús, la tribù più guerriera della valle amazzonica , usavano
anche nelle feste di glorificazione ai loro eroi, una trombetta diritta di legno ,
col tubo conico terminante con una specie di campana molto somigliante a
quella del clarinetto, che denominavano « Oufuá » .
Fra gli strumenti a percussione son da notare i seguenti: « Coteca » ,
il « Curugú » , di dimensioni enormi, il cui suono era orribile e lugubre; il
« Maracá » o « Caracaxá » , « il Curuqui» e il « Wapy » o « Watapy », tam
buri fatti di un tronco d'albero leggero e vuoto .
Erano questi, infine, gli strumenti che l'età primitiva coloniale conobbe
tra gl'indigeni, di cui si servivano, in tutte le solennità , per evocare gli spi
riti, consultare gli oracoli dell’amore, dell' odio , della guerra, della pace,

( 3) Bahia, Typographia de S . Joaquim , 1908.


- 31 -

cantando e ballando sotto il ritmo caratteristico del « Maracá », del « So


naglio » , e del « Batuque » . (4 )
La solennità obbediva a precetti cortesi, a inchini cerimoniosi, a saluti
rispettosi, con frasi cabalistiche; indi era il « Samba » che s'iniziava sotto
la forma d'un ballo sfrenato, a cui si univano tutti gli elementi musicali
e plastici. I canti echeggiavano tra la folla indigena, e il ballo si facea più
eccitato, accompagnato dalle interiezioni:
« Hé, he, he, he
Hé, he, huh, He, hua
Heura, Heura, Heura, Quech » .
Sul merito dell'esecuzione e degli esecutori, parla il padre Claro Mon
teiro do Amaral, nella sua citata « Memoria sobre os usos e costumes dos
indios » . (5)
Usi somiglianti si ritrovano fra le tribù odierne del nord, le quali si
compiacciono egualmente a cantare delle melopee interessanti, d'onde de
rivano inni al sole, alla luna, alla deità della tribù , che diventano forma di
allettamenti del senso, furore bellicoso , atto di terrore, solennità festiva,
religiosa e funebre, con tutto un corteggio di sensazioni poetiche e bizzarre ;
e quando ci rendiamo col pensiero a questa forma d'arte primitiva, dob
biamo peranco riconoscere che tali tribù rivelano sempre quella stessa con
genita facoltà musicale inerente alla razza indigena. Esempio vivente di
questo privilegiato dono, ce lo narra un erudito scrittore contemporaneo,
il Signor E . Roquette Pinto, che visse un anno fra i Paracis, indigeni della
tribù della « Serra do Norte » , in un suo libro che porta il titolo di « Ron
donia » , illustrato con una serie di canti nativi, che fan riscontro in quelli

(4) Agli accennati strumenti, aggiungeremo quelli usati dai « Caraibebês », che essi
stessi fabbricavano, i quali costituivano un retaggio da lasciare ai figli. Tali strumenti
non erano altro che una specie di flauti, chiamati « Pau que ronca » , a tre becchi, a
guisa di zampogne di varie dimensioni, un dei quali, chiamato « Toré » aveva la lun
ghezza di sette palmi. (Padre Claro Monteiro do Amaral. - « Memoria sobre usos e
costumes dos indios guarany, caiuas e botocudos).
(5 ) . . . Muitos tocavam -na com perfeição, e, ajustando as pancadas do tamburil ao
son da flauta , bailayam junctamente a compasso , de tal modo que podiam competir
com os mais destros e finos gaiteros europeos. Nem era necessario que ninguem os
ajudasse , porque o mesmo, com a mão esquerda e dedos, sustentava, tocava e florèava
Da gaita, e debaixo do braço pendurava o Tamburil, e com a mão direita o ia battendo
e toccando. A maior parte das suas gaitas mais afamadas eram tabocas; havia uma
chamada « Toré » do comprimento de 6 a 7 palmos, e tão grossa que podia servir de boa
tranca aos mariolas. Os flautistas, para poderem animar tal almonjarra, precisavam
de ser grandes beberrões, e por isso só a tocavam nas suas borracheiras » , — ( « Revista
do Instituto Historico e Geographico do Rio de Janeiro » , vol. 63, parte II).
- 32 -

delle tribù già menzionate . La formola riflette lo stesso fenomeno : ritmo


accentuato, frasi semplici e interessanti, uscite da una scala di quattro e
cinque suoni, con intervalli ristretti di terza, quarta e quinta, nonchè l'in
tervallo di seconda minore :
N . 4

N . 5

e il salire della tonica re alla decima fa diesis :


Vale a dire, due intervalli eccezionali, mai incontrati nello spirito musicale
di altre tribù.
Le due note dell'intervallo di 24 minore, do diesis e re, intonate da
due vocimaschili, come un pietoso lamento, di cui il Roquette Pinto ci offre
una interessante narrativa , è il « Grito do Nokanixitá » , udito nella foresta,
cove due uomini, con languido canto, vanno in cerca del « Jôhôhô » :
N . 6
Lento

PP

PP -
Il « Jôhôhô » è un feticcio che i « Paracis » conservano tuttora ben na
scosto . Null'altro che una bacchetta che conservano religiosamente a titolo
di Amuleto (6) protettore durante anni ed anni. Divenuta vecchia e con
(6) Giova menzionare che questo amuleto fa riscontro, nell'effetto , ai comuni stru
menti dell'arte magica esistenti fra le popolazioni della terra di Cam (Africa), le quali
se ne servono, ceduti dagli stregoni, per allontanare i malefici, le malattie e tutto ciò
che nuoce o non piace ; per scoprire un ladro oppure chi ha fatto morire una data per
sona, ecc.
- 33 -

sunta dagl'insetti, la bruciano e ne tagliano un 'altra ; ma la ricerca di un


nuovo « Jôhôhô », obbedisce a certe interessanti cerimonie. In quanto lo
cercano nella foresta e durante il tragitto sino al villaggio , il « Utiarité » (7)
e più un compagno, van cantando, a vicenda, e ad alta voce, come un so
spiro d 'angoscia , le due note in suon filato. Questo monotono « duo » vien
chiamato : « O Grito do Nokanixitá » ; le donne non devono udirlo .
Fra i pezzi di maggior sviluppo – se così è permesso dire – in cui
si sente l' influenza della nota espontaneità musicale, è il divertimento not
no (Kaulonená), col quale si celebra, di notte, la morte di un cervo, beven
do l' « Oloniti ) (acquavite fatta di granone).
Le donne rincasano alla capanna adornata di « giararaca » cantano,
festeggiando la Cacciata , d'intorno ad una gran testa di Cervo stracotto al
fuoco, che giace, in fette, al suolo .
Seguendo l'ordine dei canti che ci offrono i « Paracis » , convien segna
lare, per primo, il canto N . 7, un canto che esprime, colla sua semplicità
della idea e il giusto suo equilibrio musicale, un episodio della vita dell'indio
Kamalaló . Si vuole che andando a spasso nella foresta, vide un uomo arram
picato ad un piede di tarumā; pensando che fosse un indio, gli disse : Ariti,
dammi frutto di tarumã » . E l'uomo riprose : Kamalaló crede chè io sia
Ariti. Io sono padre della foresta . — Interessante si rende la narrazione
in sua favella :
Akutiá -han, nohin ôkôrê
Ukuman uizoná nêtêu
Ukuialauá Kamalalô
Nishaká nohin - ê Kamalolô
Motiá saiá Arití okanatiô
Kozákitá kôlôhôn unitá neteu
Niáhaká akaterê Kerarê
Ritornello : Ha ! Ha ! Nokianauê! Uh !

(7) Ogni villaggio è soggetto alla giurisdizione di un capo spirituale chiamato


Utiariti. L'Utiariti è capo, medico e sacerdote in pari tempo. Un supremo capo (cacicco)
della tribù intera non esiste. L 'Utiariti è molto rispettato, va perdendo però il suo
prestigio, a misura che più intimamente si van creando le relazioni degl' indi civilizzati.
A lui, intanto, spetta guardare nella memoria le leggende della tribù ; è egli che pratica
una specie di battesimo, cerimonia di presentazione sociale ; realizza un modo di spo
salizio con rituale ben determinato, dà inizio ai cantici religiosi e profani, custodisce
i flauti sacri, chiamati « Jacarás » e taglia il legno Johoho, l'interessante feticcio ,
sinora non descritto che dal Roquette Pinto, nel suo libro « Rondonia » , esistente nel
Museo Nazionale.
34 -
N. 1

Ah ah ah ah ah

a - nau - e no - ai anau ê 10 . ai a _ nau .

no . ai a . nau - ē ah ah ah !

. . . . ah . . . ah . . . ah ah ah no - ai a . nau.
N. 8

Ua _ i _ ê au – tia ha- rê - nê- zê . . . .. za - ló - Ka .

ra uê rô - rê - tô ... . A – mô - ki - tia ta - no han ..

Nü . i . ta ti - - ha - za - kô . . . . . .

Ta - hā - re ka - lô - rê mau -

Wai na - za - rê Mai - te . kô . . .

ah . . . .
- 35 -

Non meno interessante è la Canzone « Teirú » (N . 8 ), la cui frase non


è rumore musicale nella sua ingenua applicazione; i suoni diventano idee,
canti melodici, pensieri nel sentimento musicale dei « Parecis » . La frase
precede di sei in sei battute, resa squisita e graziosa dagli intervalli di
3.a, 4.a e 8.a .
Il testo dice : « Teirú celebra la morte del Cacicco di Vainazarê-naitė
kò, ucciso accidentalmente da Zalokarê. Fakârê-kalôrê, che presenzio il
fatto , composte il « teirú » per commemorarlo, con musica e parole proprie.
Una frase melanconica ed espressiva si osserva anche nel canto di Já
tôkê (N . 9), col quale si celebra il salto del Rio Juruena, che i Perecis, in
una antica lotta conquistarono agli Vaikoakorê. Kamáizoko-la è il nome
del riferito salto. Cosi riferito nella favella indigena :
N . 9

Na - tiô a - tió Ka - mai - 20 - ko .


ZO

Na - tió a - tio U.

á 10 - ko - na a - tiô Na tió a - tió Ka .

mai . 20 . ko - la Ne - @ : e - na e .
Natiô atiô Kamáizokolá
Natiô atiô ualokoná atiô
Natiô Kamáizokolá
Nêê ená êma makoé etá
Nèê-ená Kamáizokolá
Oné nauê kotá zanega
Nêê atið Kamáizokolá » .
Traduzione: Meu nome é Kamáizokolá
Eu sou mesmo ualokoná
- 36 -

Meu nome è Kamáizokola ;


Nenhun homen poderá banhar-se aqui,
Este Rio bom é o maior de todos.
Meu nome è Kamáizokolá » .
Anche la danza cantata dei Kokozús (N . 10), che appartengono alla tri
bù dei Nambicuarás della « Serra do Norte », si rende degna di un cenno
per la sua originalità nel genere (a ). V'è, indubbiamente , una certa diver .
genza in riguardo alla forma, forma alquanto ingentilita in confronto di
quella delle tribù d'un 'epoca più remota . Il senso melodico è più evoluto
a causa della maniera in cui si succedono i suoni, pur essendo una breve
idea e di proporzione irregolare, che si conserva dopo la semi cadenza. (b)
Ciò nonostante, dobbiamo avere sempre riguardo alla spontaneità in
nata dei nostri indigeni, i quali non videro e non ebbero mai un Pitagora,
come i greci dei remoti tempi, che stabilisse i rapporti di numero che esi
stono fra un suono ed un altro ; mezzo del quale gl'istrumenti si arricchi
rono di maggior numero di note, e segnarono i più grandi progressi della
musica. Ma ad onta di tutto, dubitiamo che, allorchè i popoli evoluti del
l'antichità possedevano la scala limitata a quattro sole note, cantassero me
lopee in corrispondenza di ritmo, di melodia , di metrica musicale dei figli
delle nostre foreste vergini.

a ) Il diapason - secondo narra il Roquette Pinto – in cui i Nambikuáras espri


mono la loro musica, discorda dal nostro diapason normale circa mezzo tono, in giù .
Aggiungasi altresi che le melodie nonchè le canzoni e tutti i pezzi cantati dalle tribù
surriferite furono prese , a mezzo del fonografo, dal Signor Roquette Pinto, e passate
alla notazione musicale dal professore Astolpho Tavares.
b ) Nelle danze dei Nambikuáras si possono osservare due tipi differenti : la
danza guerriera e la danza festiva. La danza guerriera è quella che offre maggior
originalità nella sua forma bizzarra, secondo la interessante narrativa che ci offre il
surriferito Roquette Pinto , che giova trascrivere : « Armati di archi e frecce si dispon
gono i guerrieri in linea, disposti circa 15 metri d'un pezzo di legno che figura il ne
mico, intonando un canto in tempo binario , marcando il tempo col battere i piedi al
suolo. Due indii colle frecce pronte e gli archi semitesi, partono dalla fila come chi va
cautamente occulto fra le notti oscure, fanno un gran giro e, arrivando vicino al « ne
mico » brandiscono le armi contro di esso. E ' il segnale dell'attacco; cessa il canto ed
una pioggia di dardi cade sull' « infelice » tronco d'albero. Quindi avanzano su di esso
a bastonate, cogli archi o con altri bastoni, e lo percuotono a piacere » .
« Na dansa festiva – prosegue il narratore — tomaram parte homens, mulheres e
meninas. Ao son duma cantiga, interminavel formou -se grande roda. As mulheres á
esquerdas dos homens, constituiam -se pares succesivos, fechando o circulo ; cada ho
men collocava a mão no hombro da respectiva « dama » . Dentro la roda, tres me
ninas da mesma idade, pouco mais ou menos, acompanham - nos em fila , muito juntas,
- 37 -

Prova inconcussa sta nella danza cantata dei « Kokozús » della surri
ferita tribù dei « Nambikuáras ». E' una melodia che ha nel suo inizio un
accento di gaiezza, e raggiunge l'ammirazione colla sua 3.a minore, pur
essendo inceppata dalla dominante.
La danza cantata, o meglio, la danza festiva, è rappresentata dalla tribů
riunita : uomini, donne e fanciulli, ciò che del resto dimostra una maniera
corrispondente alla forma che si riscontra ancora presso le altre tribù, di
cui sono note le celebrazioni analoghe della vita indigena :
Canto e danza festiva dei Kokozús. — Le parole di questo canto non
furono prese, sfortunatamente dal Roquette Pinto :
N. 10
-
- -
-
-
-
- --

Non meno interessante è anche il coro in la maggiore (N . 11) dei


« Parecis » . La melodia ci presenta un bel concetto musicale, e risponde
ad un vero sentimento artistico della razza . Il ritmo, pur essendo incerto,
non gli toglie nulla della sua originalità , coll'importanza dell'intervallo di
5.a diminuita e la cadenza sospesa.
com os olhos baixos, as mãos cruzadas sobre o peito. A do centro servia de eixo para
todo aquelle systema choreographico.
Começou -se a rodar ás 7 horas da tarde, cantando sempre. As meninas, sem dis
cripar deixavam no chão pulverulente marcas regulares, que a luz da lua alluminava
perfeitamente. Dir-se- ia que punham os pés mesmos rastros, feitos na primeira
volta . -- Meia noite ! — A beira das fogueiras, que cada familia accende, dormia a gente
velha ; resmungando algums avivando morrões que pareciam pequenos rubis esparsos.
E na roda , cuando, cheios de poeira , mais mortos que vivos, todos nos entrávamos
no coro : « Tagnai-i Tagnai-i » (nome da tribù ). - « Tangre » (Estrella ).
E assim foi durante o resto da noite. Quando um de nós fugia , e procurava a
rêde, vinha logo 2 ou 3 latagoes reforçados, falando muito ; e empurravam para o seu
porto o desertor . . . .
As tres figuras centraes daquella dansa, em que se falava de estrellas, trouxeram -me
ao pensamento a formosa constellação do Orion , onde existem as Tres-Marias ».
- 38
(Coro dei Parecis)
N . 11
Moderato

(Anche qui mancano le parole)


Cosi anche il canto delle donne « Parecis » - per noi il più bello –
che potrebbe essere fonte di piacere a molti compositori moderni che, af
fannosi, vanno in cerca di idee :
(Canto N delle
, 12
donne Parecis)

No - za '- ni. na Ô - rekura ku - a....

... ka - zaê - tê § - te....... No – za - ni


-

na - ô - re . kur á į ki - S...... No - za .

ni no - te rahan . ra - han O lo - ni .
- 39 -

SCHEMA DELLE FIGURE


CHE COMPONGONO LA DANZA
FESTIVA :

0
0

• : Uomini
O = Donne
+ - Fanciulle

Canzone a due voci (Sertanejos Cuiabanos)


N . 13

Oh! dan ! dan ! dan ! dan ! Eu hei -

de mor- ré cantando a garrado no meul cô - Itcho

Quan do me về - re cho can do, me - ni na


40 -

Canzone dei Sertanejos Cuiabanos


N . 14

Dão! dão'ldão
Dão! ut
dão! dão! O que Ô . - ro não arru-ma,não tem
h

mais ar . rumação A _ lefcrim a bei_ra d'a - gua, Man -ge

fro - na d'ou - tra ban _ da, é si +gna de que se bem . . . .

Giova anche citare le canzoni dei « Sertanejos Cuiabanos » , i quali ci


offrono parole e pensieri musicali interessanti, le cui melopee hanno sem
pre un accento languido e melanconico : indice del carattere del sentimen
to indigeno. Le stesse canzoni di spirito giocondo sono quasi sempre can
tate in un movimento lento , escludendo quasi sempre le tonalità maggiori
e l'accordo di più voci. Certo che le due canzoni già trascritte (N . 13 e 14 ),
fanno eccezione alla regola , giacchè entrambe sono scritte nei toni maggiori
e di spirito allegro .
C 'è fra i « Parecis » un 'altra specie d'arte : la musica istrumentale, la
quale non primeggia per la varietà di timbri, di suoni e di strumenti. Per
altro è noto che la musica istrumentale indigena non si adatta che a bat
tere il ritmo delle loro danze cantate, senza alcun lavoro di concertazione
o di effetto assoluta musicale.
La famiglia istrumentale fra i « Parecis » si riduce ad un flauto chia
mato Tsin -hali, strumento poco esatto e di timbro nasale , ed altri più pic
coli, nonchè una specie di bucina, coll'imboccatura simile al pistone, di suo
no cavernoso e lugubre.
- 41 -

Nelle note riferentisi ai citati istrumenti, troviamo però un assieme in


teressante, costituito da tre gruppi naturali degli stessi, che fan riscontro,
per modo di dire, data la loro tessitura grave, media ed acuta , all'ordine
degli istrumenti ad archi: Violino, Violoncello e Contrabasso.
L 'imboccatura è somigliante a quella del « flageolet » , Hanno quattro
orifizi, e di lunghezza differente. Cogli orifizî, liberi, ottengono un accordo
di mi minore, tono relativo di « sol maggiore » a ) (sic): Mi?), Sola), Si?),
Col primo orifizio otturato dànno un accordo di re maggiore : re2),
fa diesis2), la .
Il tono di sol maggiore è molto favorito per le note fornite dai tre
gruppi: il grave : si, re ?); il medio : si, re ?), fa diesis2); sol2); l'acuto : re?),
sol2), si ). Il tono di si minore (relativo di re maggiore) è molto praticabile
nel primo e secondo gruppo, poichè essi dànno facilmente le note dell'ac
cordo di questo tono : il gruppo grave: sil) (a ), re?), fa diesis?) ; al me
dio : si?), (6 ), fa diesis ?).
Il gruppo grave favorisce l'accordo di la maggiore, le cui note si otten
gono facilmente : lal), do diesis2), mi2).
I toni più impiegati nella musica dei « Parecis » sono: sol maggiore,
si minore, re maggiore, e la maggiore, i quali proseguono per quinte giuste.
La scala completa che ci dànno i flauti parecis è quindi: la , sit), do
diesis ?), re ?), mi?), fa diesis ?), sol ), la ), si?). Non si incontra nè il do, nè il
si bemolle : quest'ultima nota la si ottiene, in certi casi, cogl'istrumenti
acuti.
In conclusione : ogni gruppo fornisce un seguimento della scala . Come
appresso il gruppo grave : la !), si ), do diesis ?), re2), mi?); il medio : si ),
re?), mi?, fa diesis?, sol2); l'acuto : re2), fa ?), sola), la ?), si?),
In re rimangono i tre gruppi unissoni; il 2° salta dal si al re (34 mi
nore), lasciando di dare il do?); il 3º salta egualmente una 34 minore : fra
il re e il fa.
Oltre a questi grandi intervalli, variati nella scala, si trovano ancora
intervalli anormali: tali sono, nel gruppo medio, l'intervallo di 24 maggio
re fra il mi?) e fa diesis ?), che si rende intervallo di la minore (mi2) e
fa2)) nella scala naturale . Concludiamo anche col dire che i tre flauti, di
cui è formata la riferita « orchestra » dei nostri « Parecis » portano i
seguenti nomi: « Zorateoló » (gruppo grave), « Teirú » (gruppo medio ),
« Zabôlâce » (gruppo acuto ).

(a) Frase inutile, scritta per quelli che ignorano la teoria musicale,
(a ) Nel libro del Raquette Pinto, v 'è scritto , per inganno, Si 2 .
(b ) Lo stesso inganno.
- 42 -

Certamente si convien dire che l'influenza e l'azione della musica fra i


nostri indigeni, non riposa sull'azione di questi ed altri meschini istrumen
ti. . . . La sorgente dei loro piaceri, le rivelazioni delle loro cognizioni mu
sicali, le leggi infine del bello relativo, che è il principio vitale dell'anima
selvaggia o incivilita , è il canto .
Tali difatti li vediamo all' epoca della prima legione missionaria dei
gesuiti, e in quella non meno nobile dell' intrepido Rondon , dell' epoca
moderna .
Su lo svolgimento del secolo XVII, la cui linea generale nelle nuove
lėgioni gesuitiche si modella in quella dei loro antecessori, ci segnala il padre
Fernão Cardim , contemporaneo degli insigni sacerdoti, con queste lucide
parole: « In tutte queste borgate vi sono scuole di contare, cantare e suo
nare; tutti imparano bene e ve ne sono molti che suonano flauti, viole ,
cembalo e dicono messe col canto con accompagnamento di organo, cosa
che i genitori stimano molto » .
Non sarà mai superfluo, però, il dire che questa gloria , tocca anche ai
loro antecessori, Nobrega e Anchieta .
Ciò nonostante, è lecito pensare, che l'influenza di quest'ultimi educa
tori non fu inferiore a quella dei loro illustri compagni. Essi si fanno forti
di quelli stessi intendimenti mirabili, i quali, calcando le orme dei grandi
spiriti, si modellano in quel sacro dovere di tramandare il nome dal loro
secolo ai posteri e di renderlo , per tanto valore artistico e morale , il più
superbo della patria brasiliana.
Quindi, ricordare sovente i nome dei primi, è prestare un omaggio al
l'opera dei secondi, i quali furono: Alvaro Lobo, frate Antão de Santa
Elias, frate Eusebio de Mattos, frate Francisco Xavier de Santa Theresa ,
tutti eccellenti musici, conoscendo benissimo gli strumenti musicali clas
sici dell'epoca, che insegnano alle prime leve indigene, continuando cosi
l'opera dei loro immortali antecessori.
Altri artisti si trovarono del resto tra le genti che componevano la
squadra di Pedro Alvares Cabral, fra i quali emerge frate Pedro Netto ,
corista degli ordini sacri, ed anche il frate Maffeo , organista di talento, il
cui valore artistico esercito grande influenza sull'animo indigeno quando,
per la prima volta , veniva celebrata la prima messa sul suolo del Brasile.
Si dice che egli, ricordando il superbo concetto di Lutero sulla virtù
della musica, esclamasse : : « che aveva speranza certa , che il demonio si
scaccia anche con la musica » ,
Però questi bravi musici semplici ausiliarii di Henrique Coimbra, vi- ,
vendo soltanto all'ombra del dovere ecclesiastico , lasciarono il loro talento
- 43 -

musicale ozioso e senza veruno effetto nell'insegnamento della musica alla


generazione indigena, che aveva salutata l'alba della scoperta.
Lo stesso non doveva succedere con le missioni susseguenti, prodighe
in benefici di propaganda, le cui energie si esercitarono in mezzo alle masse.
E non ci si contesti fosse lo spirito di lotta contro i dogmi della dot
trina stabilita da Lutero e Calvino, che li menava alla disputa della fede
per gli effetti benefici dell'arte , insegnando simultaneamente agli abori
geni, religione e musica . No ! Erano i nobili sentimenti, senza alcuna pre
venzione di setta , il cui programma di vita non obbediva ad altro che allo
spirito di civiltà , sotto la guida dei più santi principi religiosi, artistici
e umanitarii.
Questa condotta , mirabile tra i fasti della nostra storia musicale , man
tenuta sempre viva sino al trasloco del potere bragantino per Rio Janeiro ,
nel 1753, si rivela più feconda, più forte pel modo di richiamare verso
l'arte, altri non docili ragazzi indigeni, i quali, mercè la istruzione impar
tita da questi bravi maestri, dovevano essere gli unici a prestare l'opera
loro, oltre ai servigi musicali della chiesa, nei primi saggi dei drammi
sacri, drammi i quali dovevano eccitare la virtù e la trasformazione pos
sibile , dei non buoni costumi apportati dai coloni portoghesi, che in gran
massa cominciavano ad affluire al Brasile, armati, come sempre, di con
trastanti ideali.
I PERIODO
CAPITOLO IV .
(1549 - 1763)

DRAMMI SACRI E LORO INFLUENZA NELL ' AMBIENTE


INDIGENO E COLONIALE

Idilli mistici. — I primi canti popolari esposti in forma di sacre rappresentazioni.


- L ' origine del dramma sacro. -- Ad esso si associa la musica . — Le rappresentazioni
sacre fanno la delizia spirituale della razza indigena. — Lo spirito religioso e profano
dei nostri gesuiti, nell'arte . — Il Brasile e la sua preparazione musicale del secolo XVII.
- L ' elemento che canta e suona la musica del dramma sacro. - Luogo prescelto per
le sacre rappresentazioni. — Indigeni, attori e musici. – La città che vanta le primi
zie delle udizioni sacre, — Intreccio del dramma sacro. — Anchieta. – I suoi lavori. –
Altri drammi sacri abbelliti dalla musica. — Il primo dramma sacro udito in Rio de
Janeiro . — Il primo teatro che sorge in Brasile. -- Salvador de Mesquita, uno dei
primi scrittori teatrali. – L ' « Opera dos Vivos », — Riferenze a rispetto di altri teatri
dell'epoca . — Un prete direttore d'orchestra e cantore di « Modinhas ». — Il padre
Ventura , fondatore della « Casa da Opera ». - Parafrasando un detto di Schiller. –
Dolce e benefico potere dei gesuiti.

Con questo capitolo, noi penetriamo nell'epoca dei grandi idilli mi


stici, che i grandi ingegni del tempo trassero dall'arte dei primi canti
popolari, esposti in forma di sacre « rappresentazioni » , o drammi sacri.
Convien si dica che, a rispetto di queste azioni sacre, che ebbero
un grande sviluppo in Europa nel secolo XVII, lo storia non è muta
riguardo alle mistiche rappresentazioni, eseguite in Bahia , Pernambuco
e Rio de Janeiro, nei secoli XVI e XVII.
La stessa direzione artistica, che aveva istruito l'elemento indigeno
portandolo al grado di eseguire a perfezione le messe ed ogni cantico
religioso, fa si che si tratti con uguale bravura il genere dei drammi sacri,
chiamati in Italia , — ai tempi che entusiasmavano le turbe popolari del
secolo XVI — « sacre rappresentazioni » , le quali trionfano in Firenze e
e in Roma, sino alla metà del secolo in discorso .
Bisogna ricordare quindi che il dramma sacro, da cui trasse origine
l'opera teatrale moderna , nacque in Italia , ove esistono ancora certe forme
primitive delle dette rappresentazioni.
- 46 -

Secondo un noto storico -- il d ' Ancona - queste nuove cognizioni,


che derivano dal nobile ingegno di Carissimi, non erano, a principio , che
semplici azioni sceniche per esporre i misteri della fede e le leggende cri
stiane, senza il concorso della musica . Ma d 'azioni sceniche, fatte di mi
stero poetico , in cui subentrano accessori fantastici, esse diventano « dram
mi sacri » , associandosi la musica alla parola , per renderli più impressio
nanti alle masse popolari, che trovano nel genio di Caccini, di Landi, di
Luigi Rossi, di Monteverde, la gioia sublime del mistero glorioso della reli
gione cristiana e del carattere altamente artistico .
Convien dire ancora che i drammi sacri, i quali tanta somiglianza do
vevano avere con le future opere teatrali, trovano nell'ingegno dei più gran
di artisti del Rinascimento , Brunelleschi e Leonardo da Vinci, un alto
perfezionamento per i loro attrezzi fantastici, che giungono a fare delle
macchine teatrali, un vero paradiso ideale dei credenti, nelle feste dei
« Maggi » .
Stando alle tradizioni, bisogna aggiungere che, a rendere maggiormente
interessanti le « sacre rappresentazioni » , i più grandi poeti e musicisti di
quei giorni non disdegnavano di concorrere con il loro talento , scrivendo
e musicando « prologhi » , « preghiere » , « pastorali » , per gli spettacoli
popolari e artistocratici dei « Maggi » , i quali avevano luogo attraverso i
contadi di Toscana, Pisa e Lucca , sino alla metà del secolo XVI.
A Roma, dal 1480 fino al 1539 , esisteva la confraternita, detta « Com
pagnia del Gonfalone » , che aveva scelto il Colosseo come teatro per queste
rappresentazioni. Nel 1480, in luogo degli antichi « Misteri » , le compagnie
si dedicavano a rappresentare drammi spirituali, il « S . Paolo » e la « Pas
sione » (1).
Queste nuove espressioni musicali, che tanto entusiasmo esercitavano
nei centri europei, dovevano fare anche la delizia spirituale della nostra
razza indigena e, in parte , della società coloniale.
Infatti, come in Italia , in Francia , in Germania e in Spagna, esse sono
feconde fra noi di risultati impressionanti, giacchè riflettono nell'ambiente
nostro la stessa luce ideale dell' epoca : le apoteosi, le scene miracolose ,
i dragoni in scena, le montate al cielo , i crollamenti di edificii, percossi
dalla folgore, le donne-pesci, che cantano sotto la forma di sirene, e tutta

(1) Infatti, tutti gli anni, fino al 1539, gli artigiani eseguivano, al Colosseo, la
« Passione » . Si dovette por fine a questi spettacoli, poichè, dopo ogni rappresenta
zione, il popolino andava a saccheggiare le case degli altri. – Marco Valasso.: « Per
la storia del dramma sacro in Italia » , Roma, 1903.
47 -

una immensa storia di fate, che, col concorso della musica, agisce poten
temente su lo spirito indigeno.
E ' facile, certamente, supporre che l'effetto di queste « sacre rappre
sentazioni» , fatte di spirito religioso e profano, fosse quello di spingere
ad un mondo d 'arte suggestiva, simile a quella fulgida dell'età media della
Gallia, in cui lo « Stabat Mater » di Jacopone, la toccante prosa « in onore
di S . Ives » di Carlo de Blois, duca di Bretagna, gli uffici della « presenta
zione » , della « Visione » , della « trasfigurazione » di N . S ..... e la compas
sione della « Santa Vergine » di Filippo Macerius, Raimondo da Capua ,
Giacomo Gil e Giovanni Trithène, formavano la delizia delle generazioni
cristiane. E spingevano ancora verso un culto divino, celebrando le belle
azioni degli eroi e delle divinità sacre e profane, al suon della musica,
eseguita dagli elementi locali, co' loro strumenti musicali : organo, violi
no, flauto, cembalo e voci.
Questa preparazione, che è tutto il Brasile musicale del secolo XVII,
la vediamo attraverso i drammi sacri, veri inni della liturgia cattolica ,
fonte di tutte le grandezze musicali : un lavoro di spirito come Lutero aveva
fatto coi suoi canti di espressione protestante , i quali dovevano fare più
male al cattolicismo che la sua dottrina .
Quindi, riepilogando : tutta l'arte, che si rivela nei drammi sacri in
Brasile, è figlia della sapienza dei bravi missionari; ancora una volta essi
ci dimostrano il loro forte carattere, preparando in un limitato periodo
di tempo, un elemento atto a suonare la musica delle rappresentazioni sa
cre, senza l'intervento di un solo elemento coloniale : per questo elemento,
è bene ripeterlo , l'arte non era che mezzo di vita .
Come Riccaccini ( 2), l'autore delle opere sacre fiorentine i gesuiti scri
vono essi stessi i drammi sacri in lingua vernacola e indigena , e li ornano
con musica propria . Queste funzioni sacre avevano luogo nei giorni solenni,
secondo le tradizionali leggende della storia sacra.
Il luogo prescelto era naturalmente la chiesa , spesso però , all'aria
aperta , sulla facciata del tempio . Ivi s' innalzava il palco con tutti i requi
siti della forma teatrale, cosparso il suolo di foglie aromatiche , che la
folla calpestava, al suon dei tamburi (3), prima che cominciasse la rap
presentazione, la quale si iniziava verso il tramonto . Attori e musici erano,

( 2) Riccaccini scrisse l'ultimo poema per l'ultima rappresentazione sacra, datasi


a Firenze nel 1620, con macchine di Giulio Parigi in genere analogo alle rappresen
tazioni sacre, le quali, data la prevalenza delle opere teatrali, dovevano cadere in
disuso .
( 3) Mello Morães, – « Patria Selvagem » .
- 48

come si può supporre, dei minorenni indigeni, allievi dei veri amici della
patria , che imitavano a meraviglia l'idealità italiana, francese e fiamminga,
nella nuova espressione musicale, di cui furono i primi ed esclusivi intro
duttori e propagatori.
La città che vanta le primizie delle prime udizioni dei drammi sacri
è Bahia . Fra i primi drammi sacri, eseguiti nella detta città intellettuale
della musica e della poesia a quei tempi, figura , come primo, il « Mistero
di Gesù » del frate Anchieta, scritto in lingua castigliana, indi tradotto
in portoghese dal padre D . João da Cunha, con musica dell'autore.
L'intreccio di questo dramma, diviso in due parti, risponde a una di
quelle miscele assai strane e fantastiche: personaggi storici, spiriti mito
logici, figure che furono valorose e audaci contro i goti e i persiani: Decio
e Valeriano proteggendo, l' uno i cristiani, perseguitandoli atrocemente
l'altro, sono entrambi uniti nel dramma del frate Anchieta , con umiliante
morte, strozzati dagli sbirri, e i demoni, vinti da S . Lorenzo : trionfo degli
spiriti buoni, per la felicità eterna dell'umanità .
Temi e intrecci che compendiano, d 'altronde, tutto lo spirito dei dram
mi sacri dell'epoca, abbondantissimi di sensazioni strane e commoventi,
con attrezzi, apparati e macchinismi ingegnosi, da mettere invidia ai più
grandi scenografi dei nostri tempi.
Anzi, a rafforzare il grande potere di Portogallo , l'autore del dramma,
non trascurava l'opportunità di mettere in evidenza il suo intento , collo
cando a fianco degli elementi che compongono il sacro quadro, il re con
la fronte cinta di serto , musici ornati di pelli e gingilli di « Urucú » e
di conterie, che spandono dolci accenti musicali; streghe, condottieri in
digeni da guerra e « pagés », gli scudi del monarca lusitano e le gloriose
bandiere simboliche di Portogallo. (4 )
Oltre all'accennato dramma, Anchieta lasciò un lavoro inedito : l'atto
di « Santa Ursula » , scritto per festeggiare il ricevimento di una reliquia
delle « Undicimila Vergini » , lavoro ritenuto come un vero gioiello di let
teratura nazionale , e che ha il duplice merito di segnare l'inizio della poe
sia brasiliana.
Un altro suo lavoro — « Dialogo pastoril » – scritto in portoghese ,
castigliano e in dialetto indigeno, fu rappresentato in Bahia nel 1553, suc

(4) Os chefes de guerra, os pagés, os feiticeiros, os indigenas catechizados, os


colonos, á sombra das alas nativas e dos galhardetes, cujas bandeiras symbolicas
eram authenticas, a Victoria do Christianismo e de Portugal, comem e descamçam ,
dançam e vibram seus instrumentos . . . - (Mello Moraes, opera citata),
--- 49 –
cedendogli il « Dialogo dell'Ave-Maria », scritto dal padre Alvaro Lobo,
avendo per tema « Sensazione Angelica » .
Altri drammi, abbelliti dalla musica, che si distinsero per fattura non
inferiore agli altri, eseguiti con pari successo, e con una perfezione non
lontana da quella dominante in Europa nel secolo XVI, furono rappre
presentati, oltre che a Bahia, a Rio de Janeiro e Pernambuco. Il primo
ha luogo nel 1553, e vi figura l'atto del Martirio di S. Sebastiano, e l'altro ,
nello stesso anno, col titolo : « O rico avarento e Lazaro pobre » . (5 )
E ' bene rammentare che il primo dramma sacro veniva rappresentato
sulla facciata della chiesa della Misericordia , ove s'innalza un palco con
un grande baldacchino. L ' esecuzione, secondo narra Ferrão, fu impo
nente (1553).
Vuolsi pure, che ivi aveva luogo ( 1554), una solenne rappresentazione
parimenti sacra « Auto da Pregação Universal » , di Anchieta, con uno sce
neggiamento felicissimo e sopratutto una grande varietà di drappi d'ad
dobbo. A questo spettacolo di gala, assistirono il Cacicco Ariboia col suo
seguito e la rappresentanza ufficiale della Capitania .
Ricorderemo anche il gesuita Manuel do Couto, il quale, secondo ci
informa Joaquim Roberto, scrisse e fece rappresentare nell'atrio della
chiesa di Maruhy un « Auto » di sua composizione. , '
Opera dei gesuiti è anche la creazione di teatri, destinati ai pubblici
spettacoli. Il primo sorse in S . Vincenzo e, l'altro in Rio de Janeiro, con
temporaneamente alla fondazione della città , come scuola di catechismo
spirituale, artistica e religiosa , per iniziativa del Nobrega.
Simão Vasconcellos, giustifica perfettamente , nella sua Croneca , la
fondazione scenica nel nostro suolo , ove si riferisce che il superiore dei
gesuiti zelava con profondo sentimento la religione, la quale era in cor
rispondenza perfetta con il sentimento artistico, che era per lui una se
conda espressione religiosa.
Salvador de Mesquita ci apparisce come uno dei primi scrittori teatrali
del secolo XVII. Egli era nato in Rio de Janeiro nel 1646, educato a Roma,
ove scrisse, e fece rappresentare sulle scene, il dramma sacro, in latino,
« Sacrificium Jephta » , e varie tragedie , come « Demetrius Perseus » e
« Prusia Bithinia » .
Un altro lavoro teatrale lo componeva il padre José Borges de Barros,
col titolo «Costancia e Triumpho » , rappresentato in Bahia, terra natale
dell'autore ( 1559-1719) .

(5 ) Questo lavoro veniva, per iniziativa dei gesuiti, rappresentato in Pernam


buco (1575 ).
- 50 -

Al rifiorimento del teatro in Italia , in Francia e in Spagna, che carat


terizzò il secolo XVIII, corrispose Rio de Janeiro colla creazione dell'« Ope
ra dos Vivos » , che il tempo ha distrutto e di cui non rimane che pallida
memoria .
Il Vieira Fazenda, uomo colto ed accorto ricercatore di antiche memo
rie inerenti a Rio de Janeiro , nota in un suo scritto che la « Vecchia casa
dell'Opera » , sita in Via do Fogo, esisteva ancora nel 1705 .
E ' un fatto però inconfutabile che durante il governo del Conte da
Cunha, esisteva, in Rio de Janeiro , un teatro . Vi sono riferenze , a rispetto ,
nelle preziose « Effemèridi » di detta città , del Vernhagen, in cui narra
il fatto di un viaggiatore inglese essere stato invitato dal suddetto vicere
ad assistere ad uno spettacolo in un teatro , « un po' distante dalla spiag
gia » ; e di avergli destato stranezza un prete meticcio che ivi incontro come
direttore d'orchestra, di toga e cherica, e montare alla ribalta per suonare
e cantare « modinhas » colla chitarra e ballare il « fado » .
Ai teatri sopranotati debbonsi aggiungere altri. Primo quello fondato
dal maestro padre Ventura, sotto il vice-regno del marchese do Lavradio
(1767), col nome di « Casa da Opera » . Il distinto sacerdote introdusse fra
noi il repertorio di Antonio José, ch 'ebbe in Portogallo (1733) grande suc
césso in tutti i teatri di Lisbona . Il teatro del padre Ventura non ebbe lun
ga vita , per causa di lotte, preconcetti di razza, ed altri futili motivi, dat
vanti ai quali il padre Ventura, brasiliano e meticcio , quasi soccombe. Nel
1769, il teatro s'incendið. Veniva sostituito da un altro che s'innalzò nel
1776 sotto la protezione del vicerè, nell'antica piazza « do Carmo » , presso
la vicinanza del palazzo dei vicerè, battezzato col nome di « Nova Opera » .
S 'inaugurava nel riferito anno ( 1776 ). Il portoghese Manuel Luiz, aulico e
cortigiano, ex suonatore di fagotto , venuto in Brasile come soldato di reg
gimento , ne prese l'appalto e lo rese pomposo e frequentato dalle più co
spicue figure dell'epoca.
48 anni dopo (1824), infine, doveva sorgere il Reale Teatro di S. João ,
di cui più avanti terremo parola , dove il primo Imperatore del Brasile ,
D . Pedro I, doveva in una recita di gala giurare la Costituzione al suono
mlicadir aEvaristo
Ouversi
dell'Inno dell' Indipendenza, Patisto ddaa vVeiga,
e col ritornello :
« Ou ficar a Patria livre
Ou morrer pelo Brasil » .
Lungo sarebbe enumerare tutti i drammi sacri, scritti e rappresentati
fra la metà del secolo XVI e la prima metà del secolo consecutivo, nei
quali si dà sempre campo alla musica per ispiegare la sua forza, affinchè
ognuno conosca ciò che dai valenti gesuiti fu fatto e dettato.
Cose, senza dubbio, consolanti, segnate con nobiltà d'intendimenti che
- 51 -

sublimano l'anima di quelli che cercano d'innalzare l'arte e la fede; è la


gloriosa affermazione, la più bella conquista morale che segna il gran
dioso trionfo della nostra prima civiltà . (6)
E tutti i brasiliani che lessero, con chiare visioni e sereno animo, la
storia , potrebbero dire, risconoscenti ai gesuiti, parafrasando il detto di
Schiller : - Ciò che noi siamo, e ciò che noi abbiamo nelle ricordanze del
l'arte dei secoli XVI e XVII, lo dobbiamo a voi, o padri e amici della
patria . –
Ma lasciamo oramai questi indimenticabili spiriti per trovarli in un
vicino capitolo, come fondatori di una famosa scuola di musica , denomi
nata dal Balbi, « Conservatorio di musica dei negri », che s'innalza nei
campi di Santa Croce, e proseguiamo il nostro cammino verso l'influenza
della musica degli elementi coloniali del secolo XVII, sullo spirito in
digeno.

(6) Le passioni politiche hanno costantemente dipinto i gesuiti come ambiziosi


feroci; essi lo furono, forse, in Europa ; ma nell'America , il loro potere fu sempre
dolce e benefico . — Couto Magalhães, opera citata .
1 PERIODO
CAPITOLO V .
(1549-1763)

DELLA MUSICA POPOLARE ATTRAVERSO L ' INFLUENZA


PORTOGHESE, SPAGNUOLA, AFRICANA ED OLANDESE
La fase in cui lo spirito indigeno segue la deviazione del gusto sacro. — Limitato
sapere artistico dello spirito coloniale. — Le masse indigene trascinate al campo dell'e
lemento profano. — Musica lusitana complice di bassi intenti. - Cantilene d' ibrido
spirito coloniale : portoghesi, spagnuole ed africane. — La fusione del sentimento mu
sicale africano, con quello della razza bianca . — L'azione dei loro canti. — La dolce e
soare < Modinha » , figlia del sentimento brasiliano. La sua origine, « Il suo svol
gimento . — Le anime che la sentono e la creano. —- Scrittori di « Modinhas » che ci ven
gono dal 1º e 2º Impero, sino all'epoca nostra , — Preziosi prodotti popolari che non
figurano negli archivi musicali, — Un ricordo artistico . — Quante canzoni si scrissero
durante la vita d 'un secolo , - Ritorniamo alla fase coloniale. - Danze che caratteriz
zano il tipo della musica nazionale. -- Le danze cantate nelle feste del Natale . -
Caratteristica musica popolare : Il « Samba » , il Lundú , il « Cateretê » , il « Maxixe » , il
« Batuque » , — Pernambuco, come secondo ambiente nel valore di spirito musicale,
Una scuola di musica in Olinda. - La fratellanza di Santa Cecilia , – Un grande mu
sico e compositore pernambucano, antagonista di Marcos Portugal, -- La musica mar
ziale . — L ' elemento ecclesiastico . — Influenza olandese . - Quale differenza tra il
primo Governatore Mem de Sá e Maurizio di Nassau , nel culto e nella comprensione del
l'arte . — Un ricco signore che a cuore teneva l'arte. — Arte ben diversa.

Ogni arte – dice Hermann – non può essere null'altro che l'im
pronta fisionomica del carattere, del temperamento e del tempo a cui
appartiene.
La fase in cui lo spirito indigeno segue la deviazione del gusto sacro,
che a poco a poco doveva condurlo alla nascente arte popolare, appartiene
di fatto all'epoca delle forti e miste immigrazioni del secolo XVII.
In essa , effettivamente, vediamo che il limitato sapere artistico dello
spirito coloniale latino trova, malgrado tutto, la sua forza appunto in quella
forma popolare accessibile alle menti deboli, e nella realtà della vera es
senza assimilatrice della razza indigena, di cui, la maggior parte, era già
stata catechizzata e istruita con fecondi e brillanti risultati, dai noti mae
- 54 -

stri ecclesiastici ; essa è la forza suggestiva, di cui risulta un nuovo periodo


di arte , che si caratterizza come vera musica popolare nazionale.
Gli elementi coloniali, attratti più dalle ricchezze dell'ubertoso suolo ,
che dai principi morali, non ebbero un gran da fare per trascinare - in
direttamente, è vero — le masse indigene al campo dell'elemento profano
e triviale . Prevalse, naturalmente, quella che non aveva alcun indirizzo
artistico , cioè la portoghese , la quale faceva della musica l'ispiratrice di
basse sensualità pur avendo a fianco l' elemento spagnuolo , tipico e pitto
resco per i suoi canti graziosi. Certo è che le cantilene dell'ibrido spirito
coloniale invasero l'ambiente.
Ora erano i coloni portoghesi, vassalli di Filippo II di Spagna, che ,
nelle notti afose e placide, rallegrate dalle lucenti stelle , portavano con
accenti flebili e sgarbati, le loro popolari « Cantigas », fatte di ritmi indo
lenti e di tonalità minori, verso le turbe indigene, che le ascoltavano non
senza un certo interesse.
Nelle intermittenze dei canti musicali portoghesi, erano a loro volta i
sudditi spagnuoli, i quali, più ricchi di sentimenti estetici, facevano echeg
giare, accompagnati dalle chitarre andaluse, giovandosi all'uopo delle ca
stagnole , le pittoresche e leggiadre cantilene, con le bellezze giovanili dei lo
ro improvvisi e gli stupendi ritmi delle loro musiche popolari. Più gradito
era ancora, per i nostri aborigeni, l'udire gli allegri e poetici « Boleros » , le
belle. « Malaguenãs » , il « Fandango » , le « Rondinas » , lo « Zapateado » ,
la « Seguedilla » , e tanti altri gioielli musicali popolari, penetranti e sug
gestivi, che la razza indigena ascolta meravigliata per fissarli nell'anima,
e ritrovare, attraverso la loro suggestiva influenza , i primi palpiti musicali.
Dopo questi canti, uomini di colore, di razza, di costumi, di sensibilità
diversa , liberi a principio , indi resi schiavi dai Bragança , creano anch 'essi,
con un'espressione poco seducente , strane e bizzarre musiche. Sono accenti
dell'arte primitiva africana, elementare di ritmi e poverissima di espres
sione, ma che per essi ha il privilegio d'affogare la nostalgia del suolo
natio, che mai più dovevano rivedere!... Malgrado ciò , la fusione del loro
sentimento con quello della razza bianca non fu del-tutto vana , avendo
essi assimilato , con ottime disposizioni, il gusto musicale , primo risul
tato intellettuale dell'incrociamento con la razza latina. Infatti, nonostante
la loro selvaggia armonia, l'azione dei loro canti e i caratteristici ritmi delle
loro danze giungono a identificarsi con l'animo indigeno, il cui gusto si
mantiene tutt'ora vivo nella classe inferiore brasiliana.
Quindi, come ogni cosa è frutto dell'ambiente che la circonda, cosi,
dall'ambiente morale del secolo XVII e XVIII, doveva nascere la nostra arte
- 55

esclusivamente nazionale, la quale s'immortalizza nelle sue originali danze


e nella melodica e soave « Modinha » .
Oh ! la dolce e soave « Modinha !»
Fermiamoci qui un tantino, poichè ci preme parlar di essa, della sua
nascita , del suo svolgimento e delle anime che la sentirono e la crearono.
La « Modinha.» , più che le danze nostre, è figlia legittima del sentimento
brasiliano; è l'anima delle collettività ; in essa risuona l'energia anelante
del popolo del secolo XVIII e XIX , predisposto a cantare i suoi dolori e tutte
le emozioni della passione e dell'amore.
Creazione eminentemente popolare, essa caratterizza, come nessun
altro componimento musicale, lo spirito dell'ambiente e l'epoca in cui
nacque. ( 1 )
Diamo adunque, senza indugio, ad essa l'onore della superiorità su
tutte le altre creazioni congeneri di altri popoli, le quali si mantegono sol
tanto negli ambienti regionali, mentre la nostra « Modinha » varcava, ai
suoi bei tempi, i confini delle capitanie coloniali, i centri evoluti dell'Im
pero, le soglie della corte portoghese, (2) i salotti aristocratici europei, e
portava nel seno delle nostre famiglie del primo e secondo impero, le dol
cezze delle sue ispirazioni. (3 )
La « Modinha » fioriva nella classica Bahia, ove, del resto, nacque e
crebbe. La sua perfezione fu raggiunta nel secolo XIX, grazie al talento di
molti compositori, i quali scrissero delle leggiadre « modinhas » , caratte
rizzate , quasi tutte, da una passione costante di accenti, di espressione,
di colorito , di languidezza amorevole, tutta meridionale, o meglio, tutta
brasiliana .
Tra i tanti scrittori di « modinhas » che ci vengono dall'epoca del primo
e secondo Impero, i quali marcarono l'epoca più fulgida del lirismo inti
mo, fuso nell'anima musicale brasiliana, ci basti citare : Domingos da Ro
cha Mussurunga, un chiaro e coltissimomusicista , di cui ci occuperemo più
avanti ; José Pereira' Rebouça , Damião Barboza, Joaquim Silverio de Bithen
( 1) Si l'on veut se rendre compte de la personalité musicale d'un peuple, ou ce
qu'il a de plus intime, le meilleur moyen est d'étudier ses chansons populaires, –
R . Rolland : « Musiciens d 'aujourd'hui» .
(2) Lord Beckford , trovandosi a Lisbona verso l'anno 1787, epoca in cui erano
già in voga le « Modinhas » brasiliane nella corte portoghese, tesse i migliori elogi
di questo genere di musica , nella quale trova un diletto sommo pei languidi e poetici
accenti che l'informano.
(3 ) Nos nossos Salões « Smarts » , como hoje se diz, tinham cabimento e applausos
as nossas plangentes modinhas. Estavam em moda 0 . « Bitú », « Quando as glorias
que eu Gosei » , « Arnoredo tu já vistes » , « Se os meus suspiros podessem ». -- Vieira
Fazenda: « Aspecto do periodo presidencial » .
– 56
court e Sá, Maciel Thomé, D . Augusto Balthazar da Silveira, padre San
t'Anna, padre Pinto da Silveira Salles e il famoso Xisto Bahia , uno spirito
di armoniosa grazia , inimitabile per la maniera penetrante con cui soleva
cantare le proprie e le altrui « modinhas » . Fra le tante applaudite sue
canzoni, ottennero bella rinomanza e l'onore della popolarità : « Quiz de
Balde » , la più celebre forse; « Isto é bom » , o « Mulato » , a « Mulata »,
« Eu sou Mulata Vaidosa, linda faceira » , « Mimosa » , « A Preta Mina »,
« Sempre ella », « Tiranna », ecc. In esse , il compositore – che non sapeva
una nota di musica — metteva quella piena mostra di fine gusto innato,
quando le intercalava nelle sue commedie ; il suo talento di attore si alleava
simpaticamente al suo sentimento musicale spontaneo ; e meglio di ogni
altro conosceva la virtù dimuover gli effetti per deliziare un intero uditorio .
Di buon pregio popolare sono anche i suoi « Lundús » , detti e cantati
con pari grazia e piccante spirito, da non temere confronto ,
In questo ramo ottennero buona rinomanza altri figli delle contrade
bahiane. Era un Tobia Barreto che deliziava, al par di Antonio Gonzaga,
le riunioni famigliari distinte di Bahia, e anche di Rio, ove il suo nome
è spesso citato . Era un Chico Cardozo, tanto apprezzato per la delicata
espressione del suo animo cantando, nei languidi toni minori, le sue ispi
rate « modinhas » , massime quella : « Do que me serve esta vida » .
Fatte di sentimento appassionato , contornate di tristezza sentimentale,
erano anche le altre sue « modinhas » : « Deste-me o riso dos Anjos » , « Vai,
o Sensivel saudade de lá onde está Arminia » , « Foi por causa dos ciumes » ,
giudicate vere bellezze, di conformità collo stile in cui emergevano.
Oltre i citati compositori e cantori di « modinha » , Bahia ne vanta altri
di non inferiore genio : José de Souza Aragão , il cui talento per il violino
non gl'impedì di scrivere bellissime e sentimentali « modinhas » , il cui
numero si vuole che attinga il centinaio ; Anacleto Rufino de Carvalho,
musico e poeta , che scrisse : « O dois Anjos » , « A esperança » , « Uma vida
sempre triste » , « Adeus » , « Gratidão » , « O canto da Gruta », « O meu
penar » , « Lares que outr 'ora habitei » ; i fratelli Possidonio e Olegario
Pinto da Vilveira Salles, i quali scrissero anche un buon numero di « mo
dinhas » , non mancanti di sostanziose ispirazioni, tra le quali sono da no
tarsi: « O canto do Bardo » , « Deixa, Mulher » , « Não sei o que sinto na
Alma » , che è la sua canzone più popolare, e il « Canto da Consciencia » ,
« Suadades de Maria » del fratello Olegario.
Di buon pregio sono pure le « modinhas » di D . Augusto Balthazar da
Silveira, cosparse di sentimento e di grazia. La sua « Modinha » : « Lamen
to » , è citata come una delle più candide ispirazioni del genere. Egli stesso
- 59 -

soleva cantarla , accompagnandosi con la chitarra, con un sentimento tutto


speciale.
Fra gli altri caldi compositori bahiani, che si distinsero anche come ec
cellenti suonatori di chitarra , furono il noto Cazusinha, figlio di José de
Souza Aragão, che ebbe i natali nella città di Cachoeira, e gran fama di
di compositore di « modinhas » amorose ed espressive. « A Mulher cheia
de encantos » , « Quero partir » , « Se Maria visse os encantos » , « A Nebu
losa », « Os sonhos », « Minha lyra » , « Tarde e ben tarde », « As bahia
nas », « O gigante da pedra », « Enlevo d'Alma », sono infatti delle canzoni
che, modelli di espressione popolare , non escono per un lungo periodo dal
cerchio del sentimento musicale locale .
Ad uno spirito di poeta illustre e cantore distinto di canzoni nazionali,
José Bruno Correia , (Zé Bruno), si devono pure belle e leggiadre pagine
di « modinhas » , le quali attinsero fama popolare; degne di menzione sono
le seguenti: « A Vingança dos Anjos » , « Nada pussuo neste Mundo » , e
« Uma vida sempre triste » .
Altri degni emuli dei precedenti compositori e virtuosi, a cui si devono
belle concezioni dell'arte vocale popolare bahiana, sono : Dalmacio Negrão,
Francesco Santini, conosciuto anche come buon insegnante di pianoforte;
J. Alves de Mello , José da Cunha Muniz, Chico Sepulveda, Quinquim Bahia ,
Joaquim de Bom Jesús, Custodio de Santo Amaro, João Braz Nepomuceno,
Evaristo Ferreira de Araujo .
Simili a questi, altri musicisti di alto intelletto musicale , ad esempio ,
Mussurunga e Damião Barboza, non disdegnarono lo stile ingenuo dell'a
nima popolare, ed, al par di José Mauricio , scrissero « modinhas » , che
furono tipo di bellezza , ai loro to
tempi.
PI .

In Rio de Janeiro , pari fama ebbero come compositori e cantanti di


« modinhas » : João e Souza Martins, autore della « modinha » « Lilia , eu
parto » ; Claudio Geremias da Silva Jacques, che scrisse fra le altre, due
graziose « modinas » : « Quando seu ben vai- se embora », e « Tu és a
Estrella » (1860 ) ; J. A . A . Albernaz, pubblica, nel 1866 due graziose « mo
dinhas » : « Se eu moresse amanhã » , e la « Despedida de um voluntario »,
edite dalla casa V . Sudow . Eugenio Cunha, uni, alla poesia di Mello Mo
rães figlio, « Lembrança de Morrer », una graziosa pagina musicale, nel
genere, edita dalla casa Garcia . Anche il professore di musica e pianoforte
Luiz de Castro scrisse « modinhas » assai gradite ; è da ricordarsi quella
pubblicata nel 1866 — « Visão de Amor » — che ottenne un lieto successo ,
di cui ci piace trascrivere i primi versi :
- 58 -

« Era noite d 'estio tão bella ,


« Vinha a lua sorgindo formosa,
« Reflectindo um perfil de donzella
« Que de amores se via ditosa » . . . . .
Nè meno belle sono quelle lasciate dal professore di musica J. J. Ar
vellos, scritte su poesia del dottor Laurindo José da Silva Rabello — « De
salento » e « Donzella , por piedade não pertubas », — con accompagna
mento di pianoforte . Il riferito poeta soleva rivestire di suoi versi anche
con le ispirazioni musicali ; ed è nota la sua bella « modinha » : « Se eu
fora poeta », per canto e pianoforte ( 1867). M . Joaquim Maria , un talento
straordinario musicale e abilissimo violinista e violoncellista, nonchè suo
natore straordinario di chitarra, la cui vena melodica fu lodata dai più
illustri nomi nell'arte, aumento non poco il numero delle leggiadre « mo
dinhas » dell'epoca . Chico Albuquerque, un dilettante suonatore di chi
tarra inseparabile compagno e amico al notevole flautista Calado, si dedicò
tutto alle « modinhas », di cui fu cultore fecondo. Egli soleva accompa
gnarsi colla voce, raggiungendo una grazia ed una espressione tutta propria .
João L . A . Cunha ci si presenta anche come un compositore di « mo
dinhas » (1867). Conviene ricordare, tra le più belle sue composizioni,
quella intitolata « Escuta » , poesia del dottor J. J . Alvares de Azevedo.
Conviene pure fare parola del Marchese di Sapucahy Candido José de
Araujo , nato in Villa Nova (1794 ), morto in Rio de Janeiro (1875 ), il quale ,
essendo uomo di stato d' alto valore non trascurò la poesia e pose in mu
sica le proprie « modinhas » , le quali erano cantate con successo nei salotti
aristocratici della prima metà del secolo XIX . Rimasero, tra le altre, celebri
quelle intitolate: « Mandei um eterno suspiro » , « Já que a sorte desti
nara » .
Lo stesso può dirsi di Antonio Rocha, il meticcio Anselmo, Heleodoro,
França Junior, Domingos Marcondes, Plinio de Lima, Dottor Palma, Maura
Carijó, Venancio Costa, Fugundes Varella , Peçanha Povoa, i quali furono
poeti, cantori e musici, e fecero, ai loro giorni, le delizie dei salotti di Rio
de Janeiro, di Bahia e di S. Paolo .
Un uomo, un trovatore e compositore di affascinanti canzoni popolari,
in moda ai nostri giorni, che ha consacrato alla potenza espressiva della
«modinha » pagine di rara bellezza, è il noto Catullo Cearense; la sua
« modinha » : « Ao Luar » attesta il valore della sua ricca natura di me
lodista.
In questi ultimi anni, la canzone eminentemente nazionale acquista
grazia di nuova forma per opera dell'illustre maestro Alberto Nepomu
- 59 - .

ceno , il quale ne compone un numero rispettabile, riputate come le più


belle nel genere; alcune, anzi, ottennero l'onore della popolarità , massime
quella che ha per titolo : « Tu és o Sol » (4 ). Nella stessa considerazione
sono le canzoni del distinto compositore Francisco Braga, scritte con ispi
razione sincere ed un contorno assai grazioso . Non dimentichiamo di ac
cennare le « modinhas » che ci vengono dalla seconda metà del secolo tra
montato , che sarebbero quelle lasciateci dal glorioso compositore A . Carlos
Gomes, (5 ) e quelle di un suo conterraneo , João José dos Santos, il quale
pubblico , nel 1871, una collezione di gentili « modinhas » , col titolo :
« Ao Luar » .
Minas, pur non essendo un luogo privilegiato per le « modinhas » ,
vanta , tuttavia , pregevoli trovatori nell'arte di dire e cantare le belle can
zoni che formarono l'epopea del lirismo pittoresco e intimo dell'anima
nazionale.
Però si crede indubbiamente che, per la spontaneità di estro poetico ,
sentimento innato, fecondità degli improvvisi, spetta , come altrove si disse, a
Bahia il primato nel modo di dire, d 'interpretare, di comporre e di sentire
la « modinha » .
Disgraziatamente , la maggior parte di questi preziosi prodotti popolari,
attraverso le cui ispirazioni i compositori davano impronta particolare di
uno stile proprio , non figurano negli archivi musicali: il tempo , lo spirito
volubile e dispregiatore di tutto ciò che è nostro, li ha condannati all'oblio
eterno, senza che una vaga speranza vi sia un giorno di rintracciarli, non
fosse altro per evocare il sentimento di un 'epoca cara alla memoria per
tanta bellezza , spontaneità e originalità di sentire. Vero è che molte « modi
nhas» non furono mai stampate, nè mai scritte. Esse venivano cantate da in
telligenti improvvisatori, i quali cosi ci lasciarono appena una fugace ricor
danza delle loro ispirazioni.
A meglio provarlo , diremo che, nei nostri ricordi artistici, ritroviamo
ancora la piacevole impressione che ci destò, in Minas Gerães, nella città
di Além Parahyba, un suonatore dilettante , allorchè la sua chitarra prelu
diava un ritornello d 'una interessante canzone, cantata dallo stesso, con
squisito gusto. Era una « modinha » di alto senso poetico , vero tesoro d 'i
spirazione, degna di stare a fianco alle più belle canzoni che ingrandirono
gli orizzonti musicali. E noi che imparammo a discernere i lavori delle

(4 ) Convien notare che queste canzoni trionfano nei salotti evoluti, ma che non
passano all'anima del popolo, il quale, per difficoltà polifonica, non può portarle at
traverso le modeste abitazioni, nelle officine, nei campi, eternandole per il suo piacere .
(5 ) Due ebbero l'onore della celebrità : « Quem Sabe ? ! » , « Suspiro d 'alma » (1859).
- 60 -

svariate forme dell'arte, per colpire l'animo e i sensi degli uditori, confes
siamo a cuore aperto, che quando il modesto artista concludeva la saporita
« modinha » , un grido di ammirazione ci sfuggiva dal petto, pensando alla
leggiadra ispirazione e alla spontaneità di un talento ignorato , che portava
nell'anima l'incanto della seduzione dei bei canti della popolare musica bra
siliana .
Sono scorsi molti anni, e di lui e della sua preziosa canzone, mai più
avemmo contezza. Essa, come tante altre che meritarono i copiosi versi dei
nostri poeti, noti per la loro sentimentalità appassionata, è ormai sepolta
nella tomba dell'oblio.
Quante canzoni scrissero durante la vita d 'un secolo i nostri maestri e
dilettanti di musica ? Crediamo delle migliaia , a dir poco ! Non si può sfo
gliare un giornale dell'epoca , o evocare il ricordo di quelli che udirono
gli ultimi avanzi di un passato addirittura glorioso dei canzonieri nostri,
senza notare malinconicamente che d 'essi poco o nulla è rimasto .
Ritorniamo alla fase coloniale di cui è oggetto questo capitolo . In essa
la musica ha un duplice svolgimento psicologico , consistente nella fusione
dell'arte africana di sentimento latino con quella indigena.
Quello però che a noi non pervenne è risultanza di altre danze tipiche,
di origini diverse, non menzionate nelle tradizioni storiche, del periodo colo
niale . Mentre è noto che a quei tempi la Francia , l’Inghilterra e l'Italia ave
vano ciascuna una serie di danze di vario tipo e ritmo. Erano danze alla
francese : la « Pavana » , la « Gavotta » , il « Minuetto », il « Rigodon », il
« Rondò » , la « Sarabanda » e la « Corrente » . Alla inglese : La « Giga » ,
« Hornpine» . Alla italiana: la « Tarantella » , il « Saltarello », la « Ciaccona ,»
la « Siciliana » , la « Gagliarda », la « Fiorentina » , la « Bergamasca » , la
« Chianzana » , la « Giga » viva a tre tempi, di cui si trova un esempio alla
fine dell' « Orfeo » di Monteverde : il « Mattaccino » , che si ballava con i
campanelli ai piedi, colle spade nude; ed altre, senza dimenticarci di quelle
in uso ai tempi in cui musica e canto suonavano la stessa cosa .
Tutto ciò fa credere che molte composizioni congeneri, che presero la
forma di danze e di commedie ballate tra i bahiani, i quali dàvano in tal
modo un impulso alla loro fantasia , creando una quantità di musiche tipi
che nell'aspetto popolare, con denominazioni speciali e caratteristiche: « Os
bailes pastoris, as cheganças», le danze del « Congo », « As Tayêras », « As
cantigas de ruas » , « Os cantares de roda » , « As Cantilenas do berço » ,
« O Arrazoar dos sertanejos » ecc., non sono altro che la risultanza di quei
canti tradizionali, usitati nelle chiese per ogni funzione, ad ogni circostanza
di processioni, penitenze, battaglie, crociate ecc. e i cui argomenti biblici,
61 -

leggende dei santi, invocazioni, diventano forma di poesia popolare in tutte


le feste tradizionali, religiose e profane.
Infatti, nel dominio del sentimento e dell'immaginazione del popolo ba
hiano, le danze cantate, « Quicumbres » e « Quilombos » , d'origine africana,
sono divertimenti che racchiudono un pensiero di leggenda guerresca tra
negri latitanti e rifugiati nelle foreste , contro gli indigeni, che imprigio
nati, erano venduti come schiavi agli ascoltatori, destinandone il ricavo alle
spese della allegra ricreazione. La musica, è vero, ha una espressione grot
tesca , ma oltremodo tipica. Lo stesso dicasi dei balli cantati, « Congos e
Tayêras » , il cui ritmo costituisce un 'espressione speciale e burlesca, che la
razza negra canta e balla nelle feste della Madonna del Rosario , sotto un
tema somigliante al « Maxixe » , e in una forma originalissima e teatrale. (6 )
I versi che recita la turba festante hanno un'impronta tutt'altro che mi
stica, quando, in processione invoca il santo della sua devozione. Il santo
è S. Benedetto , e i versi sono i seguenti :

« Meu são Benedicto,


« E ' santo do preto,
« Elle bebe garapa,
« Elle ronca no peito.
« Meu são Benedicto,
« Não tem mais corôa ;
« Tem uma toalha
« Vindo de Lisboa ».

Sulla base dello stesso sentimento popolare e religioso, si trovano tutte


le altre danze cantate nelle tradizionali feste del Natale e dei Magi; esse
hanno una stretta analogia con quelle denominate « Villancicos » , fra gli
spagnuoli, e « Balli pastorali » , fra i portoghesi. Però esse non hanno ri
scontro affatto in quelle forme adottate dal sentimento britannico e teu
tonico .
Nello spirito religioso inglese, il Natale si compie con l'invocazione del
nome di Gesù Cristo, nel sentimento profondo dell' allegria intima del

(6 ) Il noto scrittore Sergipano, Silvio Romero, descrive la pittoresca scena, in que


sti termini: « Os congos são ums pretos vestidos de reis e de principes, armados de
espada , que fazem uma especie de guarda de honra ás « tres rainhas pretas » . - As
rainhas vão no centro accompanhando a procisão de S . Benedicto e de Nossa Senhora
do Rosario , e são protegidas por sua guarda de honra contra dous ou tres grupos, que
forcejavam para lhes tirar as coroas, o que é vergonha para a rainha » ,
- 62 -

la famiglia ; nel popolo germanico , l' immagine del Signore, viene evo
cata , in quel giorno solenne, nella leggenda mistica del passato , come
la redenzione cristiana, allo scopo di consacrare tutte le loro gioie nel sen
timento della cara dimora, inneggiando al Nazareno.
Con lo sviluppo dell'arte , tali danze, quasi estinte nello spirito dei
popoli di altre nazioni, permangono tuttora nel sentimento del popolo
bahiano, le cui tradizioni sono sempre in corrispondenza con la forma affa
scinante dei tempi coloniali.
A completare la storia di quel che a noi pervenne dei primi tempi, e
le risultanze dell'influenza del sentimento musicale delle tre razze, mercè
le quali si caratterizzano i tipi dell'arte popolare nazionale, ricorderemo
un 'altra caratteristica musica, la più spiccante , dal ritmo originale e gaio :
il « Samba », il « Tango », il « Lundú » , il « Catereté », il « Maxixe » , e il
« Batuque » , danze che ci dànno la perfetta' visione dell'ambiente del secolo
di cui parliamo.
Questo genere di musica lo si potrebbe chiamare musica africana,
giacchè la storia ci ha detto che furono i negri, i quali, nella prima fase
della loro schiavitù, la portarono nelle nostre contrade; e con essa, i loro
primitivi canti, nonchè gli strumenti: tamburi a guisa di timpani, il
« sanko », coperto di pelle di coccodrillo , armato da otto a dodici corde,
sopportato da un ponticello, e la « marimba » , coi quali formano la loro
infernale orchestra. Circondati dalle turbe schiave, suoni e canti della pri
ma età s 'innalzano e si perdono attraverso le notti afose e le misteriose
foreste che contornano le « Fazendas » dei loro padroni.
Di solito , era al sabato sera che la loro musica risonava monotona e
assordante, mentre ardeva il fuoco ; essa non lasciava di assumere, un ca
rattere bizzarro e originale, e allorchè vi si aggiungevano musici e donne,
ballerine e uomini, cantando, suonando e ballando collettivamente, la nota
caratteristica atavica dell'africana razza si delineava in tutta la sua pienezza .
Indi, l'entusiasmo aumenta ; è il « Samba » e il « Catereté » , che vibrano
uniformi e noiosi, ma assai eccitanti per incutere nella massa l'espressione
mimica della razza , la quale finisce per prendere delle attitudini lascive e
molto licenziose. (7)
(7 ) Ao son de instrumentos grosseiros dançavam negros e negras, formados em
vasto circolo, agitavam - se, polineavam , compassadamente, ruffavam adufes aqui e alli.
Um figurante, no meio , saltava, volteaya, baixava - se, erguia -se, retorcia os braços,
contorcia o pescoço, rebolia os quadris, sapateava com phrenesi indescriptivel, com
uma tal prodigalidade de movimentos, com um tal desperdicio de acção nervosa e mus
cular, que teria estafado um homen branco em menos de cinco minutos.
E cantava . . . E a turba repetia em coro: Eh ! pomba eh ! — (Julio Ribeiro ).
- 63 –

Il « Samba » è forse la danza più caratteristica dei negri; il suo ritmo


fu soggetto di ispirazione artistica in un giovine artista ben presto rubato
alla vita e all'arte – Alexandre Levy -- del cui gran talento altrove par.
leremo.
Una analoga danza, originalissima per gli strumenti che vi partecipa
no : il « Perenga » , il « Fungador » , il « Sacador » , e il « Roncador » di
timbri cavernosi, danza molto in uso fra la gente dell'interno del Maranhão,
è il « Chiba » .
In fondo, detta danza non è altro che il « Samba » africano adulterato ,
ma che non perde in nulla la tradizionale caratteristica di « Samba » , de
nominato « Chiba » , nello stato di Rio de Janeiro; « Catereté » , in quello di
Minas Gerães e « Fandango » , negli stati del Sud , ove si danza all'aria aperta,
al suon della chitarra, della viola portoghese, del « cavaquinho » , di piatti,
del tambụrello e di battimani.
Di spirito e di tecnica differente, ma con la stessa caratteristica,
la stessa origine, per quanto abbellita dalle espressioni brasiliane, il
cui ritmo non diverge dal « Lundú » , come ne diverge dai leziosi movi
menti lascivi, è il « Maxixe » , danza privilegiata, che trionfa nell'ambiente
dell'avidità dell'oro, dei baccellieri di Lisbona e dei banchieri ignoranti e
analfabeti dei tempi trascorsi. (8 )
Ai di nostri, il « Maxixe» vanta la gloria di aver varcate le soglie dei
saloni borghesi e aristocratici dei principali centri europei.
Nomineremo in ultimo un 'altra danza tipica, di origine spagnuola , resa
popolare dallo spirito brasiliano, ed è il « Tango » , che i nostri compositori
modesti, non cessano d 'improvvisare sovente, sempre graziose per lo spi
rito dei ritmi, e bello per la espressione originale delle ispirazioni.
· La nota maestrina Francisca Gonzaga, che ha una certa importanza
nella storia della musica dei Tanghi, ne scrisse parecchi, con sapore di
modernità e buon gusto.
E fu così che nacquero e si svilupparono le nostre danze tipiche durante
il dominio coloniale e nazionale, il cui primato, non conviene dimenticarlo ,
nel gusto e nella creazione, è vanto e gloria dell'ambiente bahiano.
Del resto , il gusto pronunziato per la musica, che si manifesta con tutti
i mezzi nei passati tempi, ci porta a concludere che, nel Nord , la mentalità
innata e il coefficiente delle produzioni musicali, sono più alte che nelle
altre località del paese. Poichè, se il predominio dell'arte musicale si accen
tua in Bahia , dal cui seno escono i primi palpiti che animano le forme della
musica religiosa, i canti e le danze popolari, l'ambiente pernambucano, fin

(8) Revista Artistica, Rio , 1857.


- 64 -

dal secolo XVI, trova nell'arte stessa la sua affermazione intellettuale e ne


mostra il progresso di un modo lodevole in tutte le circostanze; come ne
rivela le tendenze in altri rami di belle arti, all'epoca più fulgida della sua
storia .
Infatti, a prescindere di Bahia , che conduce per prima l'arte musicale
a condizioni vantaggiose nel secolo XVI, Pernambuco ci si presenta come
il secondo ambiente per il suo valore di spirito musicale, nel secolo XVII.
Ecco, secondo un eminente scrittore, ( 9 ) come procede lo spirito dei
principii applicati allo svolgimento dell'arte musicale della città nordista ,
prima e dopo le sanguinose lotte olandesi.
Sotto il regno di D . João IV e V , il gusto per la musica in Pernambuco
giunse all'apogeo . Le cerimonie religiose potevano compararsi con quelle di
Lisbona e di Roma, per lo splendore delle armonie, le cadenze e i ritmi
nuovi, di che l'arte italiana e tedesca dei secoli XVI e XVII avevano arric
chito il loro patrimonio musicale, senza distruggere quello della purezza
primitiva .
Questo stile mirabile di espressione semplice e di sapore estetico deli
cato si spandeva sotto le volte delle chiese di S. Benedetto , del Carmine,
di S . Teresa e della Cattedrale , nelle quali, pel suo effetto incantevole, si
ammira un 'arte decorativa portata alla perfezione dal gusto artistico che
vantava , a quei tempi, la più progredita Capitania della colonia . E si ag
giunga che, con la creazione della cattedrale di « Olinda » , fu stabilita una
scuola di musica, percependo un maestro di cappella l'annuo stipendio di
60 mila reis, in virtù della nomina del 10 aprile 1697 . ( 10 )
Secondo lo stesso scrittore, il progressivo suo svolgimento sali di tal
modo che, essendosi fondata nel Recife, anno 1788, la fratellanza di Santa
Cecilia , determinò nel suo compromesso, che nessuno potrebbe esercitare
l'arte della musica , senza essere ammesso a questa fratellanza , prestando
anticipatamente esame, in virtù dell'atto del 15 novembre 1760, che ordi
nava che l'arte della musica non poteva essere esercitata da chi non fosse
fratello e professore di Santa Cecilia .
Dal seno di questa scuola usciva infatti, nel 1813, un grande musico
e compositore pernambucano, il quale si recava a Rio Janeiro all'epoca in
cui vi si trovava il rinomato maestro Marcos Portugal. Divenuto suo anta
gonista, cercò dimostrare in tutti i luoghi, come il famoso compositore por

(9) Dottor Pereira da Costa : « Arte brasileira colonial» , Riv, do Instituto Historico
e Geographico, Tom . LXI, parte I, 1898 . (Citato dal Dottor Antonio Cunha Barboza).
( 10 ) Dottor F . A . Pereira da Costa , opera citata .
- 65 -

toghese copiasse brani musicali di altri autori, pubblicandoli come ori


ginali. (11)
L 'aver accusato di plagiario Marcos Portugal, un nome, in fondo, cele
bre in arte , significa che l'uomo disposto a indicare i furti degli altrui
scritti doveva essere uno spirito versatissimo nella musica .
Questo fatto è anche accennato in una lettera diretta da Rio de Janeiro
a Lisbona, di cui fa menzione J. de Vasconcellos nella sua pregevole opera
« Os Musicos portuguezes » .
Diremo ancora che, oltre alla musica religiosa, progredi anche la mu
sica marziale . Poichè per decreto del 20 agosto 1802, fu determinato che,
in ogni reggimento di fanteria, vi fosse una banda di musica strumentale,
pagata dall'erario regio . Oltre ciò , per « lettera regia » del 26 settembre 1811,
si ordinava al Governatore Gaetano Pinto , che la banda di musica esistente
nel reggimento di fanteria della città , mantenuta dalla ufficialità dello
stesso reggimento , fosse , d 'allora in avanti, mantenuta dalla cassa pubblica,
conforme il decreto del 27 marzo 1810 , percependo il maestro lo stipendio
di 40 mila reis .
Nell'età anteriore, cioè, verso la metà del secolo XVI, già l'organo era
conosciuto nei conventi di Olinda.
Si dice anche che, nel 1810, il pianoforte era parimente conosciuto e
molto studiato in Pernambuco e nella detta Olinda.
Difatti, in Pernambuco , senza essere la culla di questo strumento, molti
pianoforti furono fabbricati in una officina, che divenne popolare sul prin
cipio del secolo XIX .
Tutto questo rivela ardore progresso in ciò che concerne lo studio e
l'amore per la musica. Del resto , Pernambuco , nel secolo XVII, poteva glo
riarsi di possedere elementi i quali accrescevano importanza alla nascente
arte musicale brasiliana.
Forse la serie dei nomi conosciuti , che più si distinsero nella musica a
quei tempi e in altre età, non è completa ; ma accennerò solo i più noti :
Francisco Rodriguez Penteado, il primo a distinguersi nel secolo XVI; altri
musicisti dello stesso secolo sono i padri : Francisco Leitão, Ignacio Ribeiro
Noya, Antonio da Silva Alencar, Philippe Nery da Trindade, Emanuel de
Almeida Botelho de Lima, il sergente maggiore Luiz Alves Pinto e Maximo
Pereira Soares.
In vista di questi nomi, non è da maravigliarsi se , anche a Pernambuco

(11) Noi deploriamo di non potere menzionare il nome di questo grande musico
pernambucano, giacchè nè l'illustre scrittore dell' « Arte brazileira colonial », nè altri
storici l'accennano .
- 66 -

e Olinda, l'elemento musicale ecclesiastico si trova in maggioranza a per


seguire quel nobile fine che, in tempi e luoghi diversi, animava i cultori
dell'arte : istruire, dilettare e esaltare con forte passione la potenza e la
santità della musica , nonostante l'indifferenza di quanti non volevano rico
noscerne l'influenza sull'animo degl'indigeni.
Il sentimento musicale popolare di quel popolo fu causa d 'un ironico
accenno d 'un viaggiatore straniero , nel 1717, durante il suo soggiorno in
Bahia. Egli fu Le Barbinais le Gentil, francese, il quale , nella sua descri
zione di viaggio relativamente a quella città , dipinge sfavorevolmente in
poche parole un 'arte popolare che non era la nostra.
« lo - egli dice – non udii, durante la notte, che i tristi accordi di
una chitarra » .
Ad una simile opinione si converrebbe dire che essa non regge alla cri.
tica, perchè non si può giudicare dai confusi accordi di un girovago not
turno, vibrati probabilmente da un vassallo di João IV , l'ambiente ove fiori
l'arte sacra e la spontaneità musicale della razza indigena, ricordata e
lodata da tanti non meno illustri scrittori e viaggiatori, i quali non con
fusero mai con le chitarre la grazia e l'espressione di che la vocazione natu
rale avea arricchito i nostri aborigeni.
Nel periodo stesso cui abbiamo accennato, l'ambiente artistico di Per
nambuco subisce una duplice influenza , quando una forte colonia olandese,
che dominò il Nord nel secolo XVII, gli apporta una nuova vita nell'arte
musicale, plastica e decorativa.
Durante questo tempo, non appari soltanto la pittura, nella quale emer
gono due famosi artisti : Franz Post de Herlem e A . Van Echmont, i quali
dipinsero paesaggi tropicali, eseguiti per la prima volta nel Brasile, (12)
ma diverse altre manifestazioni d' arte .
Il popolo olandese, laborioso, pertinace, sobrio e libero, ch 'ebbe, ezian
dio illustri figli nell'arte musicale del secolo XV ( 13), non tralasciò di ag
giungere all'arte decorativa e plastica l'arte dei suoni come riscontro alle
forme scolastiche dei primi apostoli della propaganda.
Quale differenza tra il primo Governatore Mem de Sá e Maurizio di
Nassau , nel culto e nella comprensione dell'arte !...
Era , infatti, il principe Maurizio di Nassau , amico delle scienze e
delle arti.
La sua patria lo nominava Governatore d 'una possessione, già gover

(12 ) Eduardo Prado : « L 'Art», « Le Brésil en 1889 » .


(13) Già nel secolo XVI, essi avevano nell'Olanda i maestri migliori e gli stru
mentisti più ricercati nel mondo. - (Luigi Torchi: « Wagner » , studio critico ).
- 67 -

nata da uno spirito coloniale , il quale si dirigeva oltre mare, non coll’in
tento di formare una nuova patria , o di creare una nuova nazione, ma per
soddisfare le mire del suo egoismo. (14 )
Scevro di questo sentimento, il nobile Governatore pensò di portare con
sė dall'Olanda artisti e savii, a cui fecero seguito altri non meno distinti
compatrioti, che vennero a fondare, nel 1639, la bella « Mauricea » .
La residenza di « Friburgo » , il grandioso palazzo di Bella Vista , con
le torri angolari, ed altri sontuosi monumenti furono costruiti in quell'e
poca rapidamente . ( 15 )
E ' noto , difatti, che il distinto uomo aveva una predilezione per le belle
arti, educato com 'era alle tradizioni della sua terra natale. Egli stesso era
dotato di una intelligenza vivissima.
Con la chiara orientazione del conte di Nassau , col suo singolare amore
in fatto di sentimento artistico , la musica non poteva avere che un incre
mento analogo alle altre arti belle, diffuse dall'elemento olandese, nei bei
tempi del suo dominio.
E chi cercasse nella storia l'origine dei principii, le qualità d 'indole
etnica del popolo valoroso, attraverso i vestigi del suo dominio negli stati
del Nord, potrebbe vedere qual' era la base della sua colonizzazione per
garantire una futura nazionalità , seguita da un 'espressione artistica ben
diversa da quella dell'anima rivale ...
Infatti, la leggenda ci dice, che l'antecessore nelle feconde terre di Per
nambuco nulla creò in fatto di arte che potesse, nel gusto del bello e della
poesia , compararsi allo sviluppo del sentimento artistico olandese, durante
il suo dominio .
L 'unico elemento che compensa con l'arte e le contribuzioni del sapere
la deficienza dell' intelletto lusitano è il gesuitico ; esso è l' unico che fu
all'unissono con lo spirito e con l' idealità di quel forte popolo. E la mu
sica, sotto una forma non fuggevole, soggetta all'intelletto estetico dello
spirito di fede diversa, non è tenuta affatto indietro nella storia del pen
siero e dello sviluppo musicale dell'ambiente pernambucano ; anzi essa non
perde al paragone delle gloriose opere della liturgia protestante .
D 'altronde anche i canti protestanti, che erano già usciti dal genio di
Lutero, avevano grande affinità con le bellezze dell'arte religiosa ; le visioni
del fenomeno erano dello stesso genere ; miravano agli stessi fini: avvici
narsi a Dio , con l'arte dei suoni.

(14) Felisbello Freire: « Historia de Sergipe » , Cap. III, pag. 44.


( 15 ) F . A . Pereira da Costa , opera citata .
- 68

Quindi, si può convenire che la musica, arte eminentemente univer


sale , è la sola , per sua virtù , a suggerire agli uomini di opposto spirito
religioso , ch 'essi sono tutti uguali nell'adorazione dei veri e falsi idoli.
In altre parole : la fusione delle due forme musicali, protestante e cat
tolica , fu di sommo vantaggio per l'arte in Pernambuco . E lo dice la storia
del progresso e lo splendore che attinse la musica dopo il restauro delle
rovine, causate dalle accanite lotte . Il gusto per la divina arte si sviluppa
vieppiù . Lo svolgimento per l'armonia , della composizione, la espressione
del canto e il valore degli strumenti, raggiunge, mercè la duplice influenza,
un grado superiore.
Per altro, Pernambuco , al par di Bahia , aveva anche essa nella vivis
sima memoria l'epoca fulgida, in cui un ricco signore, che a cuore teneva
l'arte, faceva venire, nel 1640, dall'Europa, a proprie spese, un abile mae
stro francese, per insegnare i grandi progressi che aveva fatto la musica
nella scienza e nel maneggio degli strumenti musicali. Cosicchè Pernam
buco avea potuto sentire tutte le bellezze di un'arte nuova , e celebrare feste
e atti religiosi con buone orchestre ed abili cantori.
E in questa guisa procede fino alla metà del secolo XIX , per poi, dopo
tanta gloria acquisita , come stanca di tenere gli animi rivolti a quella di
sciplina di Lutero, per cui la musica è l'arte che rende gli uomini virtuosi
e savii, cominciò a sentire un 'arte ben diversa, arte che la storia registravá
come decadenza, nella fine del secolo XIX ,
I PERIODO

CAPITOLO VI.
( 1774- 1807)

L ' ULTIMA FASE DEI GESUITI NELL 'INSEGNAMENTO


DELLA MUSICA

andiose dei che artistico.


Aspirazioni grandiose dei gesuiti nell'arte. — L 'ambiente della futura capitale del
Brasile . --- Centro più politico che artistico. — La propagazione delle arti liberali fatta
La musica, ch
dei gesuiti. — Fondazione della famosa scuola di musica, chiamata conservatorio dei
negri. — Periodo fecondo per la formazione del carattere musicale . - São João d'El-Rey
e Ouro Preto , - Le loro orchestre. - Nei sacri templi si ascoltano le composizioni di
José Mauricio e , più tardi, quelle del padre José Maria Xavier. – La stessa influenza
percorre le contrade di S . Paolo e di Campinas o di altre provincie. — Cultori e compo
sitori nel sentimento religioso e profano . - Prima esecuzione dell'Inno dell'Indipen
denza . - - Solisti, - L 'Imperatore D . Pedro I vi prende parte . -- L 'ultimo avanzo della
benefica scuola, — Una orchestra addetta al servizio della Corte. – Manifesta deca
denza . - - Un giudizio di Balbi. - - Come si esprime un altro illustre scrittore. – La
compagnia di Gesù e i rilevanti servigi prestati all'arte.

Le aspirazioni grandiose dei gesuiti, nell'arte, segnano un 'altra impor


tante impresa , con la quale chiudono definitivamente l'ultimo loro passo
glorioso nell'insegnamento della musica, fondando, nei pressi di Rio de Ja
neiro, un conservatorio , avanti che la legge della loro espulsjone, nel 1767,
fosse promulgata.
Con quest'impresa , l'arte musicale doveva giungere al punto più impor
tante della nostra storia , nel secolo XVIII.
Pria , però, di ragionare dello svolgimento artistico, volgiamo lo sguardo
verso l'ambiente della nuova e futura capitale del Brasile .
Giusta le testimonianze, si può dire, che in Rio de Janeiro , dal secolo
XVI a circa la metà del secolo XVII, non si vagheggia affatto quell'ideale
musicale , così nobilmente affermato nelle città del Nord , dalla cultura ge
suitica e olandese.
Malgrado la presenza di Anchieta e del Nobrega, che iniziano nel 1572 i
lavori della costruzione di un collegio sul colle del castello , terminato nel
1583, e quella delle fratellanze dei Carmelitani e Benedettini, le quali ci pre
- 70 -
sentano qualche pallida analogia dei lavori di incivilimento artistico dei due .
valorosi missionarii, la musica non rispecchia , nemmeno per ombra, il ca
rattere e lo svolgimento, messo in luce nelle contrade del Nord. Ma, dicasi
il vero , la colpa era tutta dell'elemento civile , il quale , oltre non brillare
per gusto musicale, doveva accudire spesso alla difesa delle sue mura, fla
gellate dalle costanti spedizioni nemiche.
Centro, del resto, più militare che civile, più politico che artistico, più
bellicoso che pacifico ; sede di dispotismo contro gl'indigeni, e degli spiriti
autoritarii che inviava il Portogallo , non era possibile , che consentisse a
qualsiasi anima ben intenzionata , di tentare la fortuna dell'arte musicale ,
L'animo stesso dei gesuiti era inteso soltanto, per sentimento di fede e
patriottismo, a fomentare la pace tra i selvaggi simpatici ai francesi, dopo
la vittoria di Tibiriçá , riportata dai portoghesi.
Infatti, a calmare l'animo degl'indigeni, che spogli non erano ancora
di preoccupazioni, vengono, in soccorso dei portoghesi, le due venerate figure
diNobrega e Anchieta, le cui dolci parole fanno tacere il furore e la vendetta
nell'animo degl'indigeni, decidendoli infine a un accordo pacifico coi por
toghesi.
Con la espulsione dei francesi, e con la politica di mansuetudine dei
gesuiti, la colonizzazione si accentua nel secolo XVII, quando Rio de Janeiro
si emancipa dalla giurisdizione di Bahia : allora il prestigio dei gesuiti assu
me proporzioni tali che ottengono la prima legge dell'emancipazione degli
indigeni ( 30 giugno 1609), contro la quale tutta la colonia protesta ; protesto ,
che doveva dare, come risultato, l'introduzione della razza africana.
Malgrado, però, questo prestigio, il campo d'azione dei gesuiti è assai
ristretto per potere svolgere, oltre all'imprese agricole, il programma nel
l'insegnamento della musica.
I poteri dei governatori, essendo assoluti, erano causa di attriti fra la
autorità civile e la religiosa .
Ciò nonostante , dato le novelle condizioni di Rio de Janeiro, destinato
ad essere la futura capitale del Brasile, e che già si atteggiava a centro im
portante di irradiazioni, i gesuiti, superando le difficoltà dell'ambiente , rin
novano la loro operosità per la propagazione delle arti liberali raccogliendo,
intorno a sè, un gran numero di discepoli indigeni.
La pittura, ad esempio , ebbe la sua culla nel convento di S . Bento , nel
1695 , insegnata da valenti maestri gesuiti : il Benedettino frate Ricardo do Pi
lar, tedesco ; fra Giovanni da Fiesole, italiano, decoratore della cappella di Or
vieto . La scultura era onorata da un artista notabile dell'epoca , Rajmundo Da
Costa e Silva ; la scenografia , da un artista di molto ingegno nelle decora
zioni e costruzioni di bellissimi tempii e sontuosi palazzi. Indi, sotto la stessa
71 -

guida, sorgono eccellenti orologiai, orefici, indoratori, falegnami, tessitori e


fonditori. In questi mestieri, indigeni, secondo dice C . Charleroi, si manife
stano abilissimi, come abilissimi furono nelle costruzioni di chiese e di ma
gnifiche statue ornamentali.
Per la musica , si ha appena una vaga rimembranza di un « Atto Sacro »
-- Martirio di S. Sebastiano - - rappresentato nel 1583, e di una produzione
di Cardim , rappresentata alle porte della chiesa della Misericordia, nel 1640 ,
secondo accennammo.
Ma quanta gloria e quanta gratitudine non meritano gli espulsi del 1759,
e poscia tollerati, che rimangono non disturbati dai delegati della metropoli,
quando la storia ci fa sapere che, ai tempi dell'ultimo principe reggente della
colonia , essi fondarono la famosa scuola di musica nella loro « Fazenda »
di S . Croce, chiamata dal Balbi, conservatorio dei negri.
Non abbiamo sicura notizia dei loro nomi per registrarli insieme a quelli
che mantennero simili istituzioni altrove.
Certo è che furono gesuiti a fondare quel conservatorio , che ebbe lo scopo
d'istruire i negri meticci nella musica vocale e strumentale , nonchè nella
composizione. La cultura musicale, impartita con lodevole ingegno, doveva
produrre un numero considerevole di eccellenti artisti, i quali furono, a lor
volta , propagandisti emeriti dell'arte musicale nelle provincie della grande
colonia , regno e impero .
Infatti, il periodo che va dalla fondazione del conservatorio alla prima
metà del secolo XIX fu fecondo per la formazione del carattere musicale
I brasiliano.
i Per ricordare la gloria toccata all'arte musicale di quest'epoca, ci basta
dire che, nei capo-luoghi, nei villaggi, nelle borgate di Minas Gerães, di
S . Paolo , del Paraná, di Rio Janeiro, la musica era mantenuta in conside
1 razione ed amata . Ad esempio, in San João d ’El-Rey ( 1) e Ouro Preto , vi
( 1) « Na noite, por convite do Doutor Ouvidor Antonio de Azevedo e Mello e Car
valho , se reunirão na casa da sua residencia muitas senhoras e homens da Villa , e
de fora , que fazendo um conjuncto o mais brilhante disfrutarão com bastante prazer
a variadade de objectos, que se lhes offerecia . Ali singolarisou este Ministro o seu
obsequio fazendo, que se toccassem as melhores symphonias, se cantasem hymnos e
arias, e se entretivessem com as mais esquisitas danças, que forão desempenhadas com
todo o primor da arte ...
Concluido esse acto se encaminharão em grande prestito formando em duas exstensas
alas, até a Jgreja de N . S . do Carmo, que se achava ricamente vestida, e rompendo a
orchestra com uma symphonia , que foi desempenhada pelos melhores professores , tantos
desta camarca ( S . João d’El-Rey) como da Imperial cidade de Ouro Preto , cantou – se
Missa Solemne na divina presença do Senhor Exposto, á cuja acção assistirão paramen
tados os Vigarios e Clerigos etc...
(Diario do governo, de 6 Janeiro 1824, pag. 11 e 12).
- 72 -

erano delle orchestre composte di eccellenti musici, con gran soddisfazione


del pubblico, che nei sacri templi ascoltava le composizioni di José Mauri
cio , e, più tardi, quelle del padre José Maria Xavier, un altro fecondo com
positore di musica sacra, di cui si hanno moltissimemesse, Tedeum , Salmi,
Novene ecc. . . ., le quali, malgrado i loro difetti, rimangono per l'eccellenza
di una pura e spontanea ispirazione, creazione di un tipo di musica sacra
nazionale . Questo illustre sacerdote, che fu campione della nascente scuola
brasiliana di musica religiosa, nacque in detta città il 22 agosto 1819, e iyi
morì il 22 gennaio 1887. Il valore di questo bell'ingegno musicale s'innalza
« post-mortem » mercè l'eloquente discorso proferito da un prelato illustre,
il canonico João Baptista da Silva , anch 'egli buon musicista , nella festa in
cui si inaugurava l'erma de lo stimato compositore , piantata nella città dei
suoi natali, di cui fu onore, anima e idolo .
Così si può dire di molte altre località di Minas, abbondanti di artisti
di libere ispirazioni, leggitori emeriti a prima vista , solfeggisti, e traspor
tatori insuperabili, per un sistema tutto loro, chiamato « Escarsejo » figli
tutti di un 'espressione musicale, che ci dà la perfetta visione delle passate
epoche, in cui si distinguevano nella divina arte moltissiminomi, dei quali
ben pochi si riscontrano nel registro della storia .
La stessa influenza percorre le contrade di S . Paolo e Campinas, e si
mantiene viva fino ai primi anni della seconda metà del secolo passato , ove
troviamo degni cultori e compositori di musica nel sentimento religioso e
profano : Elias Lobo, dotato di eccellenti facoltà musicali, che altrove men
zioneremo; Manuel José Gomes, buon musicista, padre dell'illustre Carlos
Gomes, e fondatore della rinomata orchestra di Campinas, la cui disciplina
si mantiene viva sino al 1870. In altre parole : gli elementi musicali erano
tali da far onore a un'epoca, giacchè il valore e la quantità permettevano
al primo Imperatore del Brasile di fare eseguire il suo « Inno dell'Indipen
denza » , con buoni esecutori, nella stessa sera del glorioso giorno del 7 di
settembre 1821. Gli assoli furono cantati dalle signorine Joaquina Luz, Ma
ria E . Alvim e Ritta ; al coro, come il re di Francia, Carlo IX , dilettante
appassionato di musica, prese parte il proprio D . Pedro . (2 ) E il monarca
trionfatore non ignorava affatto che detti elementi erano risultato della
prodigiosa opera della scuola di S . Croce. I
(2) Detta esecuzione ebbe luogo nello spettacolo di gala che la compagnia Zacchelli
dava in omaggio allo storico grido dell'Ipyranga, col dramma « Convidado de Pedra » ,
Si vuole che durante la rappresentazione e le deliranti ovazioni provocate dai discorsi
entusiastici, il padre dottor Ildefonso Xavier Pereira, nativo di Curytiba, non credendo
sufficiente tutto quanto si faceva, salito di sopra una poltrona, gridasse con la sua
possente voce tre volte : Viva il primo re del Brasile.
- 73 –

Ci si consenta anche ricordare l'influenza esercitata nell'insegnamento


da questa scuola su gli elementi musicali, stabiliti nei piccoli e grandi centri
della provincia de Rio de Janeiro, ai quali fan riscontro anche quelli di
altre provincie. C'era un José Pimenta Braciel, maestro noto per gli sforzi
impiegati a perfezionare la sua orchestra di Vassouras, che figurava in tutte
le solennità religiose delle vicine città di Barra do Pirahy, Barramansa, Re
zende, Valença , Parahyba do Sul ecc.; e non mancava per il suo talento ,
come professore di pianoforte e violino, di spiegare una certa autorità sul
l'anima della società novella . ( 3 )
La stessa impronta porta l'opera, nei canti sacri della chiesa di Bananal,
degli intelligenti artisti avvocato Francisco de Paula Ferreira, e il maggior
Antonio Padua — musicista compositore, il primo; dilettante ardente, l'al
tro — le cui feste religiose del « Bom Jesus do Livramento » ricevevano delle
esecuzioni, massime quelle della settimana santa , considerate le più gran
diose di tutte .
Nel Paraná, la capitale Curityba ebbe anche due rispettabili rappresen
tanti della musica : il dottor F . Itiberé da Cunha e il maggiore Bento Mene
zes, i quali riescono a mantenere le glorie della benemerita scuola gesuitica.
Altri luoghi — non pochi — ricordano le stesse tradizioni.
L 'ultimo avanzo, però, di quella benefica scuola, lo incontriamo nelle
dipendenze della Villa Imperiale di S . Cristoforo , sotto il secondo Impero , ove
il musicista Eleuterio riusci a formare una orchestra fra la gente meticcia ,
addetta al servizio della corte. Questa orchestra, formatasi sotto la scuola
del detto Eleuterio, fu una ricca miniera di talenti musicali, notandosi tra
essi il meticcio Manuel Joaquim Maria, un giovine di raro ingegno nel ma
neggio del violino, del violoncello e della chitarra ; aveva una tecnica snella
e brillante . Dai suoi contemporanei fu stimato anche come compositore; e
lasciava, nonostante i lievi difetti, moltissimi lavori di genere sacro, che
soleva scrivere con la più meravigliosa facilità . (4 )
Tutti questi musici, che lavoravano onorando le tradizioni dell' arte ge
suitica, sono da lungo tempo sepolti, e nessuno li nomina più ; e non v'ha
pericolo di sbagliare affermando che forse neanche la storia municipale
registra i loro nomi!...
Li consacriamo noi in queste pagine, per un dovere di gratitudine, e

( 3) Spesso organizzava dei concerti, in Vassouras, col concorso di distinti artisti di


Rio . L 'ultimo aveva luogo nel 1878, 6 settembre, al quale presero parte : Mauricio Me
snier, Paulo Carneiro, Rufino, Viriato, Scolari e Teixeira .
(4 ) Manuel Joaquim Maria nacque nella Villa Imperiale, verso il 1853, e ivi mori
nel 1874. (Vedi questo nome al capitolo : Violinisti virtuosi).
-- 74 -

nel ricordo di un 'epoca in cui l'arte era apprezzata, coltivata ed amata con
intenso amore nei circoli famigliari degli ambienti provinciali, ove oggidi
regna l'indifferenza e la manifesta decadenza.
L 'artista vi manca , perchè la tradizionale sentimentalità musicale è
stata soffocata da nuove tendenze e da occupazioni estranee al bello .
Si studia a Rio de Janeiro, a S . Paulo , ove tutta la vita artistica con
verge, mentre nei piccoli e medii centri troviamo l'impronta di uno spirito
che si è distolto dall'arte, ed è disceso in una idealità fortemente contra
stante con quella del passato.
Ci rimane, però, la gloria del quadro meraviglioso che ci presenta la .
scuola di musica di Santa Croce. A meglio provarlo , valga il giudizio del
l'illustre scrittore Balbi, il quale basato nella verità storica , segnala , nei
più semplici termini, l'origine e la parte che rappresentò nella storia del
l'arte musicale e nell'insegnamento fra noi. Son queste le sue parole:
« Julgamos não attingir o nosso fim se não dissermos algumas palavras
« sobre uma especie de Conservatorio de Musica estabelicido, já ha muito
« tempo, nas immediações do Rio de Janeiro , e que é destinado unicamente
« ao ensino de musica aos negros. Esta instituição deve-se aos jesuitas,
« assim como todas aquellas estabelecidas no Brasil antes da chegada do
« rei, que se occupam da civilisação e da instrução do povo.
« Esta ordem poderosa, que era o mais rico proprietario deste vasto
« pais, possuia uma plantação de cerca de vinte leguas de extensão chama
« da Santa Cruz. Na epoca da soppressão dos jesuitas esta propriedade pas
« sou com todas os outros bens immoveis para o dominio da Coroa por
« occasião da chegada do Rei ao Rio de Janeiro , Santa Cruz foi convertida
« en casa de campo de sua real Magestade.
« A primeira vez que o Rei D . João e toda a Côrte ouviram missa con
« ventual na egreja de Loyola , em Santa Cruz, ficaram arrebatados de en
« thusiasmo e admiração pela perfeição com que a musica vocal e instru
« mental era executada pelos negros dos dous sexos, segundo o methodo
« indroduzido muitos annos antes pelos antigos proprietarios d 'este dominio
« e que felizmente se havia conservado.
« Sua Magestade que gosta muito de musica, querendo tirar partido
« desta circumstancia , estabeleceu escolas de primeiras lettras, de composi
« ção musical, de canto e de muitos instrumentos ahí em Santa Cruz, e
« conseguio em pouco tempo formar entre seus escravos tocadores de in
a strumentos e cantores habilissimos.
« Os dois irmão Marcos e Simão Portugal compuzeram exspressamente
para estes novos amantes de Euterpe que os executaram com toda a per
- 75 -

« feição ; muitos d 'entre estes agregados foram nomeados depois musicos


a das capellas de Santa Cruz e de São Christovão. Algums mesmo chega
« ram a tocar instrumentos e cantar de um modo verdadeiramente ad
« miravel,
« Lamentamos não poder dar os nomes do primeiro violino do pri
« meiro fagote e do primeiro clarineta de São Christovão, nem das duas ra
« parigas que se distinguiram entre suas companheiras pela belleza de sua
« vozes e pela arte e exspressão que empregavam no canto
« Os dois irmãos Marcos e Simão Portugal bem como os maiores conhe
« cedores de musica do Rio de Janeiro, fizeram tanbem as melhores refe
rencias a estas duas cantoras.
« D . João VI tambem encarregou aos irmãos Portugal de compor operas,
« que foram inteiramente executadas pelos disipulos do conservatorio dos
« jesuitas, com os aplausos gerães de todos os conhecedores e exspecta
a dores n . (5 )
Un altro illustre scrittore, quasi della stessa epoca , M . da Freycinet,
che guarda l'ambiente lusitano di Rio de Janeiro come una bella rivelazione
artistica, cosi si esprime:
« De tous les arts d'agrément cultivées par les brésiliens et les « Por
a tugais », la musique a pour eux le plus d'attractions e dans le quel aussi
« ils réussissent le mieux .
« Nous avons entendu souvent avec admiration la musique de la cha
a pelle royale, dont presque tous les artistes étaint négres et l'exécution ne
« laissaint rien a désirer.
* Un célèbre compositeur Marcos Portugal venu de Lisbonne avec le
« roi, était le surintendent de cette institution musicale qui le doit, aussi

(5 ) Ci preme dire, che gli allievi della scuola di musica di S . Croce , nulla devono,
nell'insegnamento, ai fratelli Marcos e Simão Portugal; la loro opera fu di amministra
tori e non già di insegnanti nei primi anni, dopo il loro arrivo a Rio de Janeiro, ove
incontrano compositori distinti per la musica religiosa ed istrumentale, suonatori va
lenti e buonissimi cantori, i quali tante ammirazioni dovevano suscitare nell'animo del
re . Quindi, Balbi ed altri scrittori fan torto alla storica scuola quando riferiscono che
Marcos Portugal, e il fratello Simão prepararono in pochi anni con il loro impulso
ciò che i discepoli, già maestri, dei gesuiti, avevano fatto da anni,
La prova della nostra affermazione l'offre Balbi nelle proprie considerazioni a
rispetto di detta scuola : « A primeira vez que os reis ouviram missa solemne na Igreja
de Santo Ignacio de Loyola em Santa Cruz, ficaram arrebatados de enthusiasmo e
admiração pela perfeição com que a musica vocal e instrumental era excutatada pelos
negros dos dous sexos, que se haviam aperfeiçoados nesta arte, segundo o. methodo
introduzido muitos annos antes pelos antigos proprietarios deste dominio e que feliz
mente se havia conservado ».
- 76 -

« qu'à un allemand M . G . Neukomm , aujourdhui à Paris, les Ouvrages les


« plus distinguées de son répertoire.
« On cite encore quelques compositeurs de moindre force, entre outre
« un mulâtre, l'abbé José Mauricio, qui a du mérite » .
Ci sia permesso aprire qui una parentesi per dire che l'illustre scrittore
francese , non giunse a conoscere bene le ricche qualità musicali del nostro
maestro José Mauricio , che aveva deliziato con le sue opere l'ambiente di
cui parla ; ignorava altresì che il merito di José Mauricio , malgrado i tor
renti d'ingiurie e l'accanita invidia del celebre compositore di cui fa parola ,
lo supera per l'elevatezza d 'ingegno, e non gli rimane addietro, di fronte
alla storia.
E si pensi, pria di occuparci del suo alto valore, che egli, e tutti gli
artisti negri e meticci che onorano l'arte nazionale , all'arrivo della corte
bragantina, erano figli spirituali di quel conservatorio di musica di S .
Croce. (6 )
Nominarlo ancora una volta è portare alla memoria la più gloriosa
epoca della nostra storia musicale nell'insegnamento e nel suo sviluppo.
In queste parole e nella testimonianza di moltissimi scrittori, che eb
bero a fare menzione della valorosa scuola , è tutto il glorioso programma
dell'opera gesuitica : opera che determinò la nostra dottrina musicale, met
tendo in onore la civiltà e il sentimento artistico dei nostri antenati. I
brasiliani che avessero animo sereno , riconoscendo che il compito intellet
tivo, profondamente sociale ed artistico, toccò, per l'inizio della formazione
della nazionalità nella fusione dell'arte e della religione, ai gesuiti, potreb
bero dire, parafrasando il detto di Schiller: Ciò che noi siamo nella storia
dell'arte musicale e in quella della nazionalità brasiliana, lo dobbiamo a
voi, o padri della nobile e grande idealità .
Invano un illustre scrittore d 'arte in una nota di un suo pregiato li
bro, con manifesta prevenzione contro la benemerita compagnia, interroga
Balbi sugli elogi che questi tesse alla medesima, desiderando sapere : « Ciò
che intende per l'istruzione del popolo » . Le parole di cui si serve l'emerito

(6 ) « Os jesuitas - dice ancora il Balbi – crearam em um dos arrabaldes do Rio


de Janeiro, Santa Cruz, uma especie de conservatorio de Musica, destinado a preparar
os negros para a Musica .
Tal desenvolvimento teve, que ao chegar cm 1808 a familia real ao Brazil, o
principe regente D . João VI admirou --- se da perfeição, com que executavam os negros
a musica vocal e instrumental » ,
- 77 -

scrittore, per fulminare gli apostoli del bene, non sono di quelle che pos
sono soddisfare la maggioranza . (7)
Dal sentimento di questo concetto , male o bene meditato, noi non pos
siamo, evidentemente, che distaccarci, giacchè le tradizioni ci rivelano che,
nelle più gravi vicende della prima età coloniale, la compagnia di Gesù
che il Vasconcellos copre di obbrobrio , prestò come sempre venimmo ac
cennando, rilevanti servigi all'arte ed alla civiltà . Del resto , l'operosità dei
gesuiti pel bene della razza indigena riposa ormai nella autorità della
storia patria.
, Gli annali furono scritti con franchezza e chiarezza, dai quali escono
vittoriosi e venerati i loro nomi. E checchè ne pensi e ne dica l'illustre scrit
tore, la caratteristica dominante nell'idealità , dai primi agli ultimi gesuiti,
contrasta fortemente con quella gente anonima che mandava la metropoli
lusitana , tutta spoglia di buoni costumi e con l'anima di masnadiere alle
calcagna !.....
Peraltro, nella civiltà e nell'arte, tutto il secolo XVI e XVII è opera
loro, come opera loro è tutta l'arte musicale del Portogallo dal 1600 al 1700 .
In conclusione: il Brasile, grato alla operosità artistica, religiosa e ci
vile, li benedice.

(7) « Como podia uma corporação religiosa que seguia a divisa : todos os meios
são bons para chegar a seu fin , como podia uma corporação de mais corrupta instruir
um povo, se não corrompendo-o ? E um povo ainda no berço da civilisação, que preci
sava de uma mãe caridosa, e não dos afagos felinas de homens perdidos e de mini
stros indignos do nome que ostentavam e que vilipendiavam , que instrucção é essa , que
ensinava a ler um povo ?, c que lhe prohibe a leitura do primeiro livro que elle
deve lêr, do livro da verdade, do livro da moral, da Humanidade?... Enfin da Biblia ,
mas da Biblia verdadeira e não da Biblia retalhada e « Mutilada pela thesoura da
mentira e pelos sophismas dos padres » ?
Olhemos para a Germania , para a Suecia , Norvegia , Inglaterra , Dinamarca , enfin
para as terras por onde passou o sôpro vivicador da palavra de Luthero e veremos
em cada um d 'esses paizes um povo, contente, amigo da Verdade, do Dever, do Trabalho.
Um dia , encontra a Biblia ; é ella a ama de que queriamos fallar ; entrega - lhe essa criança
que se chama povo , para que ella beba no seu peito o leite da Verdade...
( Joaquim de Vasconcellos, « Os Musicos portuguezes » ).
II PERIODO
CAPITOLO VII.
(1808- 1821)

LA MUSICA SOTTO IL REGNO DI D . JOÃO VI


Una forte evoluzione. — Un principe illustre. – Gli albori del 1898 . - La cultura
estetica di D . João VI. — Tracce che egli lascia . -- Nobili aspirazioni. — Colonia arti
stica . — Il gusto musicale tra i Bragança . - Fecondo periodo di regno. — Con esso
nasce una novella arte musicale. – Cantori e strumentisti portoghesi. – La maggior
gloria musicale di Portogallo . – Marcos Portugal. — Il merito dell'uomo. - La sua
vita . – La sua carriera artistica . — Il suo capo lavoro « Domofonte » . - Decadenza
intellettuale e fisica. — La sua morte. — Generosità di José Mauricio . — Il pianista
padre Antonio . — Il violinista Manuel Joaquim , — Il violoncellista Policarpo. — Un
celebre compositore : Sigismondo Neukomm . -- Il suo valore nell'arte, — Un suo nemico
pericoloso . — Onorato dal re . – I suoi illustri allievi: il principe D . Pedro , e Fran
cisco Manuel da Silva. — Nuova organizzazione artistica della cappella reale. - Audi
zioni impressionanti. - L 'arte musicale s'ingrandisce. — Ingegni che salirono in grande
rinomanza. — José dos Reis. — La potenza della sua voce. — Un aneddoto interessante .
- Altri artisti. – Padre José Mauricio Nunes Garcia . — Il suo valore nell'arte. -
La sua vita. - Spiriti ostili. — Il re amico , che vendica il suo alto ingegno. - José
Mauricio e Marcos Portugal al cospetto della Corte. — Un elogio storico. — Un giudizio
eritico di Carmelo Calvo sul « Requiem » , — La sua morte. - Solenni esequie .

A concludere il primo periodo si è potuto conoscere il soffio che venne


dato all'arte musicale dalla coltura e dallo zelo dei primi pionieri, i quali
aprirono la strada e prepararono un materiale importante, che doveva
produrre risultati fecondi nello sviluppo dell'arte istrumentale e della
composizione.
Questa evoluzione, spesse volte accennata nelle pagine anteriori, che
risulta d 'una maniera brillante nell'insegnamento fecondo della prima vita
artistica nostra, coglie i meritati suoi allori all'alba del secolo XIX .
Un'altra evoluzione, che non tarda a rivelarsi per la sua forte influenza,
la compie un principe illustre, la cui idealità eguaglia la sua grandezza
d'anima.
Il preludio di questo movimento progressivo artistico, che non fu poca
cosa per il suo svolgimento rapido di vita nuova, trasmessa all'arte nazio
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nale , s'inizia agli albori del 1808, per causa degli avvenimenti politici che
affliggevano e sconvolgevano l'Europa intera .
Infatti, il 27 novembre 1807, la squadra lusitana scende, affiancata da
una divisione inglese, il Tago, per isfuggire all'invasione straniera, che
tentava la conquista del Portogallo,
L 'affrettata partenza di quelle navi in rotta pel nuovo mondo, che in
parte apparteneva alla corona dei Bragança, era dovuto ad un doloroso
frangente, a quegli strani cambiamenti che scossero tutto il vecchio mondo.
Il Portogallo fu travolto in questo turbine, che, nel principio del secolo XIX ,
si scatenò a Parigi, come una fatale crisi di idee, di aspirazioni e di nuove
forme vitali, ch'ebbero per parecchi anni arbitro, talvolta violento , talvolta
ispirato e sempre geniale Napoleone Bonaparte , il corso che doveva, più
tardi, incatenare la sua patria d'origine e pesare eccessivamente sulla bi
lancia del suo destino.
Ma i Bragança di Portogallo, meglio avveduti che i Borboni di Spagna,
trasferiscono al Brasile la sede del loro Imperio ; e il 9 gennaio la famiglia
reale portoghese sbarcava a Bahia per venire quindi a risiedere in Rio de
Janeiro (7 marzo 1808) che diviene la città più intellettuale delle due
Americhe.
Le arti si sviluppano, la musica s'ingrandisce in grazia alla cultura
estetica del principe, che la storia consacra nel nome di D . João VI.
Infatti, le tracce che egli lascia, proteggendo ogni ingegno di valore,
portano tuttavia l'impronta della fulgida ricordanza del suo regno fondato
nella calda terra di Santa Croce.
La storia ci dice anche che, al sorgere della nuova alba del 16 dicem
bre 1815 , nelle plaghe di Guanabara sotto il suo governo, il suo spirito
fuga con limpidissima luce di libertà le nebbie che da tre secoli coprivano
· il vasto cielo del dominio coloniale , proclamando davanti il mondo intero
la nazionalità del popolo brasiliano ( 1 ).
E già , prima di questa epoca, aveva dato prova di comprendere i più
alti interessi della vita internazionale con la sua lettera regia del 28 gen
naio (1808) nella quale rispondeva all'invasore esercito di Napoleone I,
aprendo i porti del Brasile a tutte le nazioni amiche di Portogallo ; e cosi
aboliva il sistema coloniale, che rendeva il commercio del tutto dipendente
da quello della metropoli.

( 1 ) Noi non facciamo la storia politica del re che ritornava a Lisbona nel 1821 :
accenniamo appena l'operosità dell'uomo con i suoi fatti compiuti, fatti che si trovano
dinanzi alla storia , per valutare il merito con cui condusse alla gloria le arti belle in
un si limitato tempo di regno ,
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La proibizione che impediva alle società scientifiche e agli stabilimenti


letterari ed artistici di aprirsi francamente a tutti (2 ), fu annullata dalle
nobili aspirazioni del principe reggente, aspirazioni nelle quali è compen
diata tutta la sua vita : governare con la pace, con la libertà, e fare pro
sperare le arti belle e le scienze, allargandone i confini.
La stampa periodica, che tace nelle tenebre della notte durante tre
secoli, vede la luce nel primo anno di suo regno, e si spande attraverso
tutto il territorio brasiliano.
Col pensiero di ingrandire vieppiù il campo dell'arte, alla colonia arti
stica del 1816 , contrattata per fondare l'Accademia di belle arti, fa che sia
aggiunto il Neukomm , uno dei più illustri musicisti tedeschi, degno di
misurarsi, forse , con vantaggio nella scienza musicale e nell'arte piani
stica , con il celebre compositore Marcos Portugal, e l'organista rinomato,
José do Rosario , giunti a Rio nel 1811.
Con questi elementi, non esclusi i nazionali di riconosciuto merito,
D . João VI stabilii -- secondo afferma il Balbi – scuole di composizione
musicale, di canto e di molti strumenti, nel conservatorio di S . Croce, e
consegui formare, in poco tempo, tra i suoi schiavi, suonatori e cantanti
abilissimi (3).
In altre parole: spinto sempre dalla passione immutabile per la mu
sica, e per tutte le arti, riusci a svolgere nella vita intima un programma,
che tanto doveva giovare al Brasile .
Si potrebbe dire ch'egli cercava nella musica, nella religione e nell'istru
zione, la gioia più alta di vivere, e la forza di combattere le avversità poli
tiche, che minacciavano il patrio suolo .
Tutta questa feconda operosità , svolta dal colto principe reggente , era
derivata dall'educazione artistica ricevuta nel seno di sua famiglia. Infatti,
a rispetto del gusto musicale tra i Bragança, corre una leggenda oltremodo
simpatica e significativa : Da D . José Iº all'ultimo re che perde il trono ai
nostri giorni, tutti coltivarono l'arte musicale. E ' noto che D . João IV era
un musicista distinto ; e fondò la biblioteca reale di musica, nella quale

( 2) « Trois siècles durant, la presse avait été prohibée au Brésil, pour crainte des
effets dangereux qu' on la supposait devoir y produire; et, jus-qu ' en 1802, il n 'avait
été, dit’on , jamais imprimé une seule ligne dans toutes cette vaste contrée » . (Walsch ,
Voyage au Brésil).
(3) Non è superfluq dire ancora una volta , che questa osservazione di Balbi ci
sembra confusa, visto che non traduce la verità. Don João VI poteva aver fatto in
grandire l'insegnamento della scuola di S. Croce , ma non stabilirla pel primo, giacchè,
prisna del suo arrivo, funzionava sotto la direzione di José Mauricio , che ne conserva
degnamente le tradizioni (nota dell'autore).
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si conservavano tutte le opere dei pochi ma geniali musicisti portoghesi :


documenti preziosissimi d 'arte , che rimangono sepolti sotto le macerie del
terremoto di Lisbona, nel 1775 ; e fu anche protettore degli artisti che ono
ravano l'arte del suo paese.
Altresì, non si può disconoscere il talento musicale di D . José lº e
della sua consorte Marianna Vittoria , poscia Donna Maria prima, e del
principe D . Pedro , Iº Imperatore del Brasile , che fu , come oltre vedremo,
distinto musicista compositore.
D . Luiz I° e D . Carlos lº furono eccellenti amatori di musica : il primo,
violoncellista , suonò nei ricevimenti di Rossini, a Parigi, accompagnato
dall'illustre maestro ; il secondo, si distingue come violinista , assieme ai
figli, nella musica classica .
Più ammirabile era poi il sentimento musicale di D . João VI, il quale,
prima del suo arrivo a Rio de Janeiro, aveva già sentito le più alte ispi
razioni dell' arte dell' epoca: l' Italia coi suoi rinomati maestri Paisiello ,
Spontini, Cimarosa , Jomelli, Cherubini; la Germania con la sua sontuosa
arte di forti studii, di temperamento sentimentale e mistico, glorificata
da Haydn, Mozart e Beethoven , e la Francia con un Delayrac, Mehul, Cotel,
Nicolò e Boildieu, che rappresentano un 'epoca di massimo progresso mu
sicale .
Tutti questi compositori di pagine immortali erano conosciuti nell'am
biente regale, ove si coltivava con onore perfino la nostra tipica « modi
nha » , che non lascia di trionfare nei concerti della corte lusitana.
Quindi, con la figura di D . João VI, noi possiamo volgerci al passato,
non per smania di elevare il merito dei morti, ma per fare rivivere e ricor
dare il suo fecondo periodo di regno : periodo che rimane nella coscienza
del popolo e della patria , poichè con esso nasce una novella arte musicale ,
sotto gli auspici di un José Mauricio e dei suoi distinti allievi in contatto
con gli elementi artistici che giungono da Lisbona e dalla Francia .
Sulle figure che compongono questa pleiade di artisti noi abbiamo
buone e sicure notizie : sono i cantori e gli strumentisti portoghesi, scelti
tra le masse corali e orchestrali della metropoli, condotti da un uomo, il
cui nome è di fama europea – Marcos Portugal — la maggior gloria
musicale di Portogallo ; ma troppo superbo e vanitoso ; sicchè appena
giunto a Rio de Janeiro (1811), volle movere una spietata guerra a tutti
gli artisti nazionali, non escluso nemmeno José Mauricio , dal quale, come
vedremo in seguito , subiva la più grande sconfitta che fosse toccata ad
un artista , nel mondo. Ed infatti per quanto lo difenda l'illustre scrittore
portoghese J. Vasconcellos, il suo carattere aspro, fatto più d'invidia che
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di bontà , trovò il mezzo di disgustare perfino i propri ammiratori. (4 ).
Fu appunto questo suo carattere, che trova soltanto riscontro in quello
del celebre maestro Paisiello , il quale, soffrendo dello stesso male, e non
soddisfatto con lo splendore della sua rinomanza, impiegava spesso la
cabala e l'intrigo per svalutare i successi dei suoi emuli (5 ), ad accendere
la fiamma di quelle amare critiche, scagliate contro di lui dal noto Mar
rocos, aggravate col dire che un noto maestro pernambucano, antagonista
del Marrocos, avrebbe dimostrato a tutti i brani che egli plagiava dagli
altri compasitori, pubblicandoli come originali (6 ).
Confrontando il fatto di Paisiello, si può soggiungere che se Guglielmi,
Cimarosa, Cherubini e Rossini ebbero a soffrire del carattere anti fraterno
dell'autore di « Nina », José Mauricio, G . Neukomm ed altri artisti la cui

(4) A chiarire il lettore rispetto al carattere di quest'uomo, trascriviamo le parole


di un certo Marrocos, un critico probabilmente dell'epoca ; egli dice: « () irmão Marcos
ou « Barão d’Alamiré », tem ganhado a aversão de todos pela sua fanfaronice, ainda
maior que a do pão de ló : e tão grande a sua impostura e soberba por estar acolhido á
graça de S . A . R , que tem levantado contra si a maior parte dos musicos nos que o
obsequiavam : é notavel a sua circunspesão, olhos carregados, cortejos de superiori
dade, enfim apparencia ridicula de charlatão: já temt, desmerecido nas suas compo
siçoes . . . Como está contituido director do Theatro e funcçoes quanto a musica, tem
formado enormes intrigas entre os musicos e actores, de que se tem originado grandes
desordens » do novo theatro , que vae abrir -se para o dia de 12 de Outubro, e que
tem sido feito a imitação e grandeza de são Carlos, a troco de despezas incriveis, queria
Marcos Portugal ser despotico director com 2 :0005000 réis, além de beneficios e o
melhor camarote da bocca ; como não encontrasse duvidas no seu empresario , tem -se
empenhado em desviar os actores, e por isso obrigando -os a exigir grande mesada ,
E riso vel-o á janella , e em publico, todo empoado e emproado, come quem está
governando o mundo ; mas emfim , tem um grande padrinho, e por o ter, é affogados por
outros. Bcm dizia o Dezembargador Domingos Monteiro de Albuquerque e Amaral, cha
mando - lhe : 0 « Rapsodista Marcos » .
(5 ) Marmontel, opera citata .
(6 ) In questo punto siamo completamente d'accordo con la giustificativa dell’il
lustre scrittore ; giacchè, intercalare, come era, del resto , in uso a quei tempi, pezzi
di altri compositori nelle proprie opere, non significava furto . D 'altronde nessuno
ignora che ciò si pratica tuttavia ai nostri giorni: esempio l'opera « Il Barbiere di
Siviglia » , nella cui scena della lezione di canto , tutte le Rosine scelgono, a loro buon
piacere, i pezzi che intendono cantare .
Aggiungasi altresi, per quanto rigorosa e maligna sia la critica fatta dal suddetto
Marrocos al Maestro Marcos Portugal, non si può lasciare di riconoscere che il maestro
lusitano aveva , pria di venire in Brasile , grandissima rinomanza nel mondo artistico
europeo. Le sue opere, rappresentate con esito entusiastico nei primarii teatri del
vecchio mondo, la cui carriera può dirsi fa riscontro a quella delle opere di Paisiello ,
Cimarosa , Gluck, Piccinni ed altri forti ingegni, furono lodate dai più grandi critici
dell'epoca. Senza alcuna menzione dei plagi di cui parla il sovra citato Marrocos.
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modestia ne soffocò le giuste lagnanze, soffrirono l'invidia e la critica mor


dace del terribile Marcos Portugal.
Ad onta di ciò , Marcos Portugal mercè la protezione del re D . João VI,
che lo distinse nominandolo maestro della real cappella e camera, diret
tore' del conservatorio di musica di S . Croce, e successivamente direttore
generale di tutte le funzioni pubbliche e maestro della famiglia reale, il
glorioso compositore lusitano, divenne l'idolo della corte, e signoreggiò con
grande pompa nel mondo ufficiale, guardando con un certo disdegno i belli
ingegni musicali brasiliani.
Ma siamo giusti, e passiamo senza indugio dalle miserie umane per
arrivare al merito dell'uomo, celebrato nella patria di Palestrina e di Per
golese , e immortalato dal Fétis, che gli dispensa meritati onori nella sua
« Biographie Universel des Musiciens » .
• Marcos Portugal nacque in Lisbona il 24 di marzo del 1762, ciò che
vuol dire : 5 anni dopo la nascita dell'autore del « D . Giovanni » , con una
sola differenza che Mozart nasce sotto un cielo che copre un popolo so
gnatore, mistico , sentimentale e di un gusto mirabile per la musica, che
adora come una seconda vita; e Marcos, per sua sventura , vede la luce in
una patria ove il popolo , anti musicale, domanda tuttora : « Che cos'è
l'arte ? ». Giacchè per esso, mestiere e arte è la stessa cosa !. .. (7).
Vaghe notizie ci dicono che egli iniziò i suoi studi nel Seminario Pa
triarcale , ove apprese i primi elementi teorici dell'arte, completandoli po
scia sotto la direzione di João de Souza Carvalho, Direttore del Seminario ,
Indi passò a quello di Santarem , studiando sotto la scorta del canonico
Gallão, poscia maestro di cappella Patriarcale. Giovane, volle studiare il
canto e prese per maestro il Borselli, cantore della cappella reale e dei
regi teatri. I suoi primi passi nell'arte che doveva glorificarlo, cioè la
composizione, si rivelano nei saggi di canzonette ed arie italiane per orche
stra . Innocencio da Silva afferma ch'egli si rivelò invece — ciò che è pro
babile , data l'influenza dei primi suoi maestri -- nella musica sacra , com
ponendo un « Miserere » a quattro voci (1776), indi una « Litania » per
le stesse voci (1779), con accompagnamento di cembalo ed altri lavori.
Marcos Portugal molto deve al Borselli, che, da suo maestro di canto ,
diviene suo amico e compagno in un viaggio a Madrid, ove il Borselli ottie
ne per il giovine maestro, il posto di accompagnatore al cembalo dell'opera
italiana. Ivi, una circostanza impreveduta , favorisce le aspirazioni di Mar
cos; l'ambasciatore portoghese in quella città , entusiasmato del suo talento ,

(7) Joaquim de Vasconcellos, « Os Musicos portuguezes » .


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prese a proteggerlo, e lo mandò in Italia. Infatti, nel 1787, Marcos Portugal,


attratto dallo istinto melodico del cielo italico, toccava la luminosa e ispi
ratrice terra di Martini e Farinelli. Ivi, ove si spiegava l'eterno problema
per ispirare le anime dotate d'ingegno inventivo, avviandole poscia verso
l'ascensione, sulla via della gloria , nel trionfo infine, ivi Marcos Portugal
perfeziona il suo ingegno e inizia la sua brillante carriera. Essa fu più che
gloriosa, poichè le sue opere ebbero l'onore di varcare le soglie delle più
rinomate scene dei massimi teatri d ' Italia , donde passarono applaudite ai
grandi centri di Germania , Francia , Russia e Inghilterra.
Compositore fecondo, poichè la sua attività intellettuale è rappresentata
dal numero straordinario delle sue produzioni; dal 1788 al 1819, egli com
pose nientemeno che cento opere di genere serio e buffo. Di queste cento
opere, la sola Italia ne conferma 29, rappresntate dal 1788 al 1815 ; e sono :
« L ' eroe Cinese », « la Bacchetta Portentosa i , « L ' Astuto » , « Il Cina » ,
« I due Gobbi » , ossia la « Confusione nata dalla somiglianza », « La Ve
dova Raggiratrice » , « L ' Avvventuriero » , « Il Ritorno di Serse » , « Zolema
e Selino » , « Il Molinaro » , « Rinaldo d 'Asti » , « Il Diavolo a Quattro », ossia
le « Donne cambiate » , « La Maschera fortunata » , « Il Filosofo sedicen
te », « Fernando in Messico », « Alceste », « Le Nozze di Figaro » , « La
Madre virtuosa » (8 ), « La donna di Genio nobile » , « Demofonte » (9),
« lotonte » , « Le Donne cambiate » ossia « Il Ciabattino », « Oro non com
pra Amore » , « L 'Adriano, in Siria » (10 ). La Germania ne applaudi 7,
una delle quali : « La Confusione della somiglianza », cantata in lingua
del paese (1794 ) al teatro dell'opera di Vienna, col titolo : « Verwirung
durch Ahnlichkeit, oder die Beiden Bucklichten », A Londra si canta al

(8 ) V 'hanno 9 opere con questo titolo ; tra esse si distinguono quelle di Gluck,
Sacchini e Davide Perez.
(9) Che è quanto dire la « Semiramide » , musicata dal celebre G . Rossini; cantata
alla Scala , secondo L . Romani ( 1797). La celebre Angelica Catalani, nel fior dei suoi
giovanili anni e della sua fulgida gloria , cantò quest'opera (1799) a fianco dei più rino
mati artisti dell'epoca : Gofforini, contralto ammirabile, e Crescentini, soprano di un
merito eminente ; essa brillava nella cavatina : « Son Regina » , che Marcos Portugal
aveva scritto espressamente per la Diva Angelica, colla quale, essa fece il giro del mondo.
(Scudo, critique et littérature musicale, prima serie, pag. 148).
( 10 ) Si conoscono 27 opere con questo titolo ; tra esse si distinguono quelle di
Pergolese , Hosse, Scarlatti, Christian , Bach e Cherubini, A Lisbona -- secondo il Vascon
cellos - , se ne cantava una (1752) con lo stesso titolo , di Davide Perez. « La morte
di Mithridate » , datasi alla Scala , 1815 , « Il ritorno di Serse » , opera seria , rifatta e
cantata a Firenze, « L 'Inganno poco dura, « L'equivoco in equivoco», « Non irritare le
donne » , datasi anche col titolo: « Il Filosofo sedicente », e gli « Orazi e Curiazi », opera
questa prescelta ad essere cantata per l'inaugurazione del teatro di Ferrara (1799).
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King 'teatre (1806 ) coi celebri artisti Belligton Bralam , « l'Argenide » opera
seria . A . S . Petersburg dal 1793 al 1796 , se ne cantarono in lingua russa ,
tre : « Il Principe di Spazzacamini » , « Argenide » e « Artaserse » . Al teatro
italiano , apertosi per ordine di Napoleone 1° ( 1801), si canta l'opera buffa : ,
« Non irritare le Donne » ovvero « Il sedicente filosofo » . Finalmente , in
Portogallo , sua patria natia , ove il suo nome è raramente ricordato dai
contemporanei, se ne cantano 20.
Certo , che di tutte le sue opere, due: « Ferdinando in Messico » e il
« Demofonte » sono considerate come i suoi capolavori .
Tale fu la carriera e l'operosità dell'uomo che, attratto , nel 1811, dalla
simpatia e dal suo re, approdava alle plaghe del Guanabara, traendo seco
un bagaglio in cui vi era tutto ciò che può affermare l'alto valore di un
artista eminente ; ma sia per capriccio della sorte, sia per la trascuranza
dei suoi compatrioti, che lasciano morire negli scaffali delle biblioteche
i pregevoli e gloriosi suoi lavori, condannadoli all'oblio , alla polvere, alle
tignole ; sia , infine, per quella mancanza di genialità , che non soccombe
all'azione del tempo, certo è, che la sua opera non lascia durature tracce
per immortalare il suo nome.
Ai nostri tempi, una sola volta ci fu dato udire il frammento di una
sua opera buffa : « Lo Spazzacamino », duetto per soprano e baritono, dato
in un concerto di beneficenza, sotto la direzione del maestro Alberto Ne
pomuceno. Il suo stile, il carattere, la semplicità nell'armonizzazione e la
strumentazione facile , chiara e delicata, rivelava l'influenza dell'epoca , sen
tita nella patria di Sacchini e di Jomelli.
I critici severi asseriscono che la sua musica difettava di ispirazioni,
di slancio e passione; altri, protestando contro tali asserzioni, hanno ap
prezzato nella giusta misura il talento del più grande musicista portoghese.
Verso l'anno 1817, Marcos Portugal sogna di ritornare al mondo ove
avea sentito le più belle glorie della sua vita artistica ; ma costretto dalla
sua malattia — un insulto di paralisi - quivi rimase con la nostalgia
nell'animo della patria artistica e legittima. E la mancanza di quell'affet
tuose attenzioni, elargite dal suo amico e protettore D . João VI, che ritor
nava a Lisbona nel 1821, più tristi rese gli ultimi anni della sua vita . Pero,
malgrado la sciagura che gli straziava l'anima, il lavoro della composi
zione non era un supplizio per lui. Infatti, oltre ai tanti lavori di musica
sacra e gli obblighi assunti, scrive « la Messa » e le « Matinas » solenni
a grande orchestra, che compose per la cappella reale , appena giunto a
Rio de Janeiro (1811) ; la direzione del teatro di S . João, che s'inaugurava
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nel 1813 (11); la Messa d'ufficio e d'altre « Matinas » eseguite nel giugno
del 1813, alla cappella reale in suffragio del trentesimo giorno della morte
dell' Infante D . Pedro Carlos; indi gli Uffici e Messa di esequie di D .
Pedro lº; il « Te Deum », per voci e grande orchestra, scritto per
ordine del Reggente, da eseguire nella cappella reale ; « Matinas del Na
tale », incarico dello stesso principe reggente; Messa a grande orchestra,
« Sequentia » , di Pentecoste : « Vieni, Santo Spirito » , che porta la data del
1812; « Matinas » complete: « In Epiphania Domini », con accompagna
mento d'organo e strumenti a fiato , riunite in tre volumi, parimente ese
guite nella cappella reale, per ordine del Principe Reggente (1812); « Ma
tinas del Giovedì Santo », per voce e grande orchestra, eseguite nella stessa
cappella, tre volumi (1813); « Miserere » a grande orchestra, da eseguirsi
nel Giovedì Santo ; « Sequentia », composta nello stesso anno, per essere
cantata nella Domenica di Pasqua di Resurrezione; « Versi », estratti dai
(11) Questo teatro, che sorgeva nel Campo dos Ciganos, quindi piazza della Co
stituzione, ed oggi piazza Tiradentes, fu costruito a spese dei principali negozianti di
Rio e col prodotto di sette lotterie, estratte dal 1811 al 1813, su disegno del teatro di
S. Carlo di Lisbona . Poteva contenere comodamente nella platea 1020 persone e posse
deva 112 palchi, distribuiti per 4 file. Si vuole che l'ornamentazione fosse grandiosa ;
lo scenario pomposo , e la tribuna reale sontuosa , Fu inaugurato il 12 di ottobre 1813,
(genetliaco del Principe di Beira, poscia D . Pedro I"), col dramma allegorico : « О jura
mento dos Nunes » , un lavoro sfarzoso (argomento basato nella campagna della penisola ,
azione perduta dai francesi contro l'esercito anglo -lusitano). Detto teatro, chiamato
magnifico da Monsignor Azevedo Pizarro, nelle sue memorie , fu preso dalle fiamme nella
nolle del 24 al 25 marzo 1823, dopo la rappresentazione datasi per solennizzare il
giuiamento di Don Pedro alla nuova costituzione, rimase completamente distrutto. Fu
ricostruito presto, riaprendosi il 22 gennaio 1826 , col nome di teatro Costituzionale
Fluminense , per poi essere ridotto nuovamente in cenere, il 9 agosto 1851 ; un terzo
incendio aveva luogo nell'alba del 26 gennaio 1856 , dopo la recita dell'attrice Isabella
Nunes, col dramma « Donna Maria de Alencastro » , di Mendes Leal, la farsa « Maricota
ou os effeitos da educação » e il duetto « E studante e a lavadeira » recitati dalla com
pagria nazionale, di cui era direttore il celebre artista João Caetano dos Santos, in
grazia del cui prestigio e dei suoi amici ammiratori, il teatro, ricostruito di bel nuovo ,
priva le sue porte al pubblico nell'anno seguente 1857, ribattezzato col nome di teatro
i. Tedro de Alcantara , nome che tuttora conserva . Nel 1860, leggevamo, nelle cronache
li questo teatro . « O nosso primeiro theatro, o theatro historico que encerra em si as
Da 's bellas e memoraveis epochas do Brazil ; porque foi sobre o seu terraço que o rei
), João VI jurou a Constituição do Imperio ; foi na sua tribuna que D . Pedro lºrecebeu
i noticia do reconhecimento da Independencia da metropole ; foi nelle que se festejarão
is solemnes dias da patria , os matrimonios e baptizados dos nossos principes; foi ainda
hi que se solemnizou o consorcio do nosso Augusto Imperador. E portando fora de
luvida que o theatro de S. Pedro é pelos titulos o nosso primeiro theatro , e hoje se
acha decorado da maneira seguinta : « 0 tecto é revestido de ornamentos do estylo á
renascença , com tropheos e figuras alegoricas ao objecto ; as columnas, grades e
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Salmi, due e sei, per voci, orchestra ed organo obbligato, da cantarsi nella
cappella predetta , nel dì 24 giugno, in ossequio del serenissimo Principe
R . N . S.; le « Matinas » di S . Sebastiano e la Messa : questa, scritta per
ordine del Principe (1814 ), veniva eseguita all'arrivo della principessa reale
(1817), e il « Credo » , composto nello stesso anno; Officio e Messa di ese
quie a Donna Maria prima, eseguite sotto la direzione dell'autore; la « Se
quentia » a 6 organi (?!), per la regia Basilica di Mafra ; e, finalmente il
« Tedeum » ( 1819) e la Messa solenne per celebrare l'anniversario dell'ac
clamazione di D . João VI, gli rimaneva inoltre ancora un relativo ardore
di scrivere pel teatro e dirigerne le esecuzioni. Prima però che il pubblico
di Rio potesse apprezzare le produzioni, compiute nella capitale brasi
liana, gli si fecero sentire alcune delle opere che maggior successo otten
nero nei teatri europei. Infatti, nel dicembre del 1811, nel giorno del gene
tliaco della Regina Donna Maria I", vien dato il suo capolavoro « Demo

almofadas, eram envernizadas de branco, com todos os seus ornatos em relevo de ouro ;
os corrimãos são marroquinados, e uma elegante cortina encarnada e agaloada ornão
os camarotes, forrados de bello papel adamascado côr de rosa sobre fundo branco. As
tribunas imperiaes são accortinadas de bellissimo damasco de seda encarnada. O arco
do proscenio é ornado com relevos do mesmo estylo que o tecto, e o panno representa
a vista da cidade de Napoles tomada do Castello do Ovo ao deitar do sol. No primeiro
plano a estrada que vai a Toledo, com figuras a caracter ; no segundo, figuras vestidas
á moda nacional, dansando ; mais longe o golfo, a Villa Real, e a parte de cidade que
se estende até ao forte S . Elmo; e no fundo, o Vesuvio. Este panno sobe e desce por
meio de uma machina feita pelo Sr. Julio Gudin » .
Continuando sull'argomento di questo teatro, le contradizioni sono ormai nel do
monio della storia , convien si dica che la causa del suo primo incendio ( 1823), non
fu un caso fortuito , ma bensi la premeditazione dello spirito politico dell'epoca . Si
vuole infatti, secondo dice Manuel Joaquim de Macedo nelle sue memorie , che un gio
vane di notabile animo patriottico Estevão Alves de Magalhães, farmacista , nativo di
Minas Geraes, ove nacque verso la fine del secolo XVIII, pure essendo ardente e dedi.
cato entusiasta della causa dell'Indipendenza , si uni, poscia, ad alcuni liberali repub
blicani che sognavano di promuovere una rivoluzione, dopo la dissoluzione della con
stituente brasiliana , del 1824 , fu scelto ad appiccare il fuoco al surriferito teatro per
dare campo ai repubblicani di iniziare la premeditata rivoluzione. Ecco del resto la
narrativa della mirabile' condotta dell'uomo, che ci dà il sopra nominato illustre scrit
tore Manuel Joaquim de Macedo : Un nome, Estevão Alves de Magalhães, impõe-se
á historia na revelação do segredo de um factor, que até hoje guardado em mysterio
que não tem mais razão de ser, deve entrar no conhecimento de todos.
Logo depois da dissolução da Constituinte brasileira alguns liberaes republicanos
tentarão promover subita revolução.
O plano adoptado foi o seguinte : o incendio do edificio notavel faria , como sempre ,
acudir o povo em multidão ao logar do sinistro pelo annuncio repetido dos sinos das
jgrejas, e então se aproveitaria o numeroso ajuntamento popular para o rompimento
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fonte », dramma di Metastasio , al teatro Regio di Rio , cantato dalla distinta


artista Scaramelli, già applaudita al S. Carlo di Lisbona, nella stagione liri
ca del 1806 . Nella sera del 22 agosto ( 1817), si assiste anche ad una sua
opera buffa : « L'Oro non compra amore » , cantata al Teatro S. João ; e,
nel novembre dello stesso anno, fa seguito l'opera seria : « Merope » .
Per festeggiare lo sposalizio del Principe D . Pedro coll' Arciduchessa
Donna Maria Leopoldina, Marcos Portugal compose una « Serenata » a
due parti, col titolo : « L ’Augurio di felicità » , ossia « Il trionfo dell'Amo
re » , cantato dagli artisti cantori della cappella reale, la cui esecuzione ebbe
luogo nel palazzo reale, diretto dall'autore. Il maestro — com 'egli stesso
confessò - si servi dei versi del creatore del melodramma italiano, Pietro
Metastasio . Fece seguito a questa serenata « A Salvia namorata », burletta ,
cantata dagli allievi del Conservatorio di S. Croce, al palazzo di Boa Vista .
Oltre a questi lavori, Marcos Portugal, suggestionato forse dallo spirito

da revolução. Os agentes dos revolucionarios laboravão, excitando o povo contra o


Governo do Imperador.
Foi escolhido para ser incendiado o « Palacete do Campo de Sant'Anna » ; que con
demnado pelos conspiradores em 1844 a ser destruido pelo fogo, como fatal destino
o fogo o destruio completamente em 1841 por funesto acaso.
Mas quasi ao mesmo tempo o Imperador D . Pedro I recebeu denuncia do plavo
incendiario ; e os conspiradores abandonarão a escolha do palecete ou por ser edificio
pequeno ou por qualquer outra razão.
Era o mez de Março de 1824 ; a Constituição do Imperio offerecida pelo Imperador
ao exame das Camars Municipaes ia a pedido de grande numero destas ser jurada ;
o dia do juramento seria de apparatosa festa e com espectaculo de gala no Theatro
S. Pedro de Alcantara, o unico que a esse tempo a cidade do Rio de Janeiro possui...
0 Theatro de S. Pedro foi, por isso , preferido pelos infantis conspiradores para
ser victima do incendio na noite de 25 de Março em que se daria y espectaculo festivo
em honra do juramento da Constitução marcado para esse dia .
Como porém atear o incendio ? Quem tomaria sobre si o desempenho desse com
mettimento criminoso e arriscadissimo ?
Estevão Alves Magalhães resolveu o problema tremendo, dizendo simplesmen
te: – Eu .
Esse homen de optimo coração, bem estabelecido, chefe de familia, ousou em
impulsos violentos, incendiarios de paixão politica tomar, dissimulando o archote do
incendiario, expondo- se à todas as consequencia do crime!!...
Alguns dias antes do 25 de Março , 8 ou 10 sem duvida, mal trapilho infeliz recem
chegado de não sei qual das provincias do Norte conseguio a muito chorar sua penuria ,
ser admittido no theatro de S. Pedrode Alcantara, como pucha-vistas ou pucha-basti
dores, ganhando duas patacas por noute de espectaculo .
Logo depois um seu protegido, e homen de confiança, fingindo- se em situação
alictiva, qual faminto, egual a Estevão, reunio-se a elle como pucha -vistas nas noutes
de espectaculo.
... 90 -
coloniale , scese, negli ultimi giorni di regno di D . João VI, alla bassa zona
musicale, scrivendo intermezzi e farse, lavori considerati di poco o nessun
valore artistico : « A casa do Café » , « A Castanheira », « O Amor Artifice » ,
e « Os bons Amigos » . Essi segnano, può dirsi, la decadenza intellettuale
e fisica dell'autore di « Fernando in Messico » e « Demofonte », e ci rive
lano altresì che l'illustre artista non aveva più la fede delle cose belle ; erano
deboli e tristi inni alla sua vita oppressa dal dolore, travagliata , attristita
dai lieti ricordi dei suoi gloriosi successi, sentiti in un mondo diverso, e
dalla malattia che ne minava spietatamente l'esistenza.
Narrasi che il Principe D . Pedro, di cui fu maestro, lo trattasse bene,
colmandolo di tutte le attenzioni dovute al suo merito, ed anche per miti
gare la sua vecchiaia affievolita dall'infermità e circostanze materiali; ma
che poi, date le precarie situazioni del tesoro nazionale , dovette diminuirgli
il parco stipendio . Però una nobile famiglia , quella della Marchesa Aguiar,
l'ospitò, circondandolo di ammirazioni e cure affettuose fino al giorno 7
febbraio 1830 , giorno in cui, l'idolo di Portogallo, il benemerito , bisogna

O boticario de tratamento modesto, mas decentissimo, foi ganhando suas duas


patacas em caracter de pucha-vistas durante meia duzias de noutes de espectaculos
que então havia trez vezes por semana.
E chegou a noite de 25 de Março de 1824 . Representou -se um « Oratorio » (era
tempo da quaresma) ; havia enchente real no theatro D . Pedro I, e sua virtuosa esposa ,
a primeira Imperatriz do Brazil, mostravam - se radientes no camarote Imperial.
Estevão Alves Magalhães contava com a acção revolucionaria dos seus amigos con
spiradores na platea e nos arredores do theatro : mas durante o correr do « Oratorio »
obrigado a puchar-vistas, e sempre fiscalisado e urgido pelos contra - regras, não pôde
atear o incendio , o que somente effectuou ao terminar o espectaculo , e no meio da
desordem dos actores em retirada .
O Imperador e a Imperatriz já tinham sahido do theatro , quando o incendio se
manifestou .
Parte do povo estava fóra, tendo corrido a observar curioso a sahida do Imperador
e da sua côrte: o resto dos espectadores e as familias precipitarão-se desordenadamente ,
e em ancias de medo para fóra do theatro aos primeiros e aterradores annuncios e
gritos de « fogo » ! , . . « fogo » l. ..
Todos fugião, 'correndo, apertando - se , e quasi esmagando-se no desespero da fuga
precipite e desesperada.
Se no meio dessa immensa pertubação dos animos de todos, desse medo geral,
dessa angustiosa retirada de familias, levantarão-se brados, provocações revolucionarias
ou niguem os ouvio , ou não houve quem lhes prestasse -se attenção,
o Imperador D . Pedro I, já em seu carro nassava além do « Largo do Rocio da
Cidade Nova », hoje Praça 11 Junho, quando ao clarão sinistro do rompimento do
incendio, prevenido e engånado pela denuncia que semanas antes recebera, exclamou
de dentro do carro: – « Lá se foi o meu palacete ».
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dirlo, dell'arte musicale brasiliana , soccombeva all'ultimo attacco di pa


ralisi .
La sua spoglia fu deposta in una sepoltura della cappella di S . Anna,
nel convento di S. Antonio dei Francescani, in Rio .
Malgrado il suo noto orgoglio , inori rendendo giustizia ad un illustre
musicista brasiliano : José Mauricio, anima fatta di bontà e amore per gli
infelici, il quale al pari di quella nobile famiglia lo protesse e ne mitigo
le pene.
Gli sopravvive il fratello Simão, di molto inferiore, per ingegno di lui,
ma che lo superava però, come pianista ed organista .
Mercè l'influenza del fratello Marcos, ei giunge ad occupare il posto
di organista della cappella reale , ed esercitare la professione di pianista
insegnante con grande favore del pubblico, ricavandone lucri superiori agli
altri colleghi di non minor merito (12); visse lunghi anni in Rio , dove
mori verso il 1840.
Come compositore, lasciò alcuni lavori scritti a Lisbona per la cap
pella reale , considerati di pochissimo valore musicale .
Contemporaneo ai fratelli Portugal, fu il reputato pianista , monaco
francescano, padre Antonio , il cui talento fu apprezzato da tre celebrità
musicali dell'epoca : Josè Mauricio, Neukomm e Bachicha. Egli viveva an
cora sulla fine della prima metà del secolo XIX , insegnando, in Rio de
Janeiro, musica e pianoforte.
Però non oltrepassò la bella rinomanza del Bachica, il quale non ebbe
rivali ai suoi tempi, nell'arte pianistica ; era difatti un virtuoso straordi
nario . Si vuole che gli ultimi anni della sua vita li avesse passati nelle
stesse condizioni che fecero correre lagrime di duolo al geniale Beethoven ;
al par di lui, il Bachicha, pianse le tristezze che gli empivano l'anima e
il cuore e cosi mori
Fra i violinisti della cappella reale , è da ricordare il nome di Manuel
Joaquim , il quale era considerato uno dei più bravi artisti; fu contem
poraneo di José Mauricio e Francisco Manuel da Silva . Lo stesso può dirsi
del Conde Silva, celebre flautista dilettante, molto festeggiato nella capi
tale del primo Impero.
(12) « Simão Portugal é organista da cappella real com os seus trezentos mil reis
e appendices, ignoro, se com razão ; porém o irmão tem -no introduzido com os seus
conhecimentos da Côrte, que tem grangeado muitos discipulos e discipulas, que man
dam suas seges a casa buscal- o ; eu o tenho visto mil vezes nas ditas seges, e entre
ellas a da Duqueza de Cadaval: por isso não tem razão de lamentar- se , porque é
mui natural lhe provenha grandes interesses de seus exercicios. (Da una narrativa del
critico Marrocos).
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Appartenente alla categoria dei buoni artisti era il baritono Ayres,


stabilito in Rio , nel 1822. Era eccellente compositore di « modinhas » , che
cantava con squisito gusto .
Pure di buona fama è circondato il nome del violoncellista Polycarpo ,
valente esecutore, che venne in Brasile , nel 1808, assieme agli artisti che
compongono la squadra di D . João VI.
Nel 1816, l'ambiente musicale di Rio si arricchisce con la venuta di
un altro artista di superiore ingegno : il celebre compositore tedesco Sigi
smondo Neukomm .
Raccomandato dal noto politico francese Talleyrand , che servi la Re
pubblica e poi la Monarchia napoleonica, qui giungeva nel maggio di quello
stesso anno, accompagnando l' Ambasciatore del rappresentante di Lui
gi XVIII, il Duca di Luxembourg , e compagno a quella valorosa colonia
artistica, che aveva per capo un Lebreton, che doveva fondare, sotto gli
auspici e le ispirazioni del re D . João VI, la scuola di Belle Arti.
Il Neukomm , portava con sį , oltre un nome rimarchevole per la sua
brillante carriera , percorsa fra i centri più musicali d 'Europa, una moder
na scuola, derivata , in massima parte, da Haydn , di cui fu allievo emerito .
Perciò , la venuta dell'illustre artista, esecutore pregiato di pianoforte
e di classico gusto nella composizione, non poteva essere segnalata che
come una vivente prova nel progresso musicale di Rio .
Ben ricevuto dal re, fu nominato ben presto professore del principe
D . Pedro, e di tutta la famiglia reale. Così raccomandato , e grazie al suo
elevato talento, Neukomm potè trionfare nella rivalità del maestro Marcos
Portugal, che non gli risparmiò intrighi e perfidie ; nè altrimenti doveva
succedere !......
Ed è un fatto notissimo che, i difetti di Marcos Portugal, l'orgoglio
per la sua arte che pregiudicava con la sua smisurata vanità personale,
dovevano farne un nemico molto pericoloso per il Neukomm , il quale trovò
conveniente dopo gli avvenimenti politici del 1821, di abbandonare Rio ,
per ritornarsene a Parigi, ove pubblicava, nello stess'anno, una collezione
delle più leggiadre « modinhas » brasiliane, da lui giudicafe di buon valore
artistico.
A meglio confermare il valore di quest'insigne artista, valga l'accenno
di Bisson et Lagerte , inserito nella loro « Enciclopedie musicale », i cui
termini sono questi :
« Neukomm (Gismond) compositeur distingué, né le 10 Avril 1778 à Solz
« bourg, mort à Paris le 3 Avril 1858. Élève de Michel, puis de Haydn , il
« se rendit en Russie en 1806 pour y diriger la musique de l'opéra allemand
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« mais une grave maladie l'obligea à renoncer à cette fonction . Après la


« campagne de 1809, Neukomm vint à Paris et s'y lia avec les hommes les
« plus distingués de cette époque.
« En 1812, il remplaça Dussek comme pianiste attaché à la maison
« Talleyrand; accompagna ce personnage politique au Congrès de Vienne,
et fit exécuter dans cette ville, en présence des souverains réunis, le
« « Requiem » , qu' il avait composé à la memoire de Luis XVI. En 1816,
« accompagnat le duc de Luxembourg, ambassadeur à Rio de Janeiro, il
« fut nomme, par le roi D . Pedro ( D . João V.I , maitre de sa chapelle .
« Après la révolution , il revint à Paris. Musiciem très estimé dans les capi
« tales de l'Europe, Neukomm fit éxécuter à Berlin , en 1832, son Oratorio
« La loi de l'Ancien Testement, voyagea presque toute sa vie , et composa ,
« malgré les fréquents déplacements, une quantité d 'ouvrages d 'un bon
« style dont le nombre s'élève à sept cent quarante trois » ,
« Son neveu Edmond Neukomm a écrit divers ouvrages sur la mu
« sique » .
Il Mendelssohn , all'occasione delle grandi feste di Birmingham , ove si
reca, nell'ottobre 1837, per assistere all'esecuzione del suo « Paulus » , rende
omaggio al talento di Neukomm , con queste notevoli parole , che rileviamo
da una lettera scritta alla sua sorella Fanny : « Je l'ai trouvé charmant,
affectueux pour moi, et franchement, en mille choses, je ne sourais mieux
faire que de suivre son exemple, calme, finesse , franchise, il réunit tout;
c'est un vrai et consciencieux ami » .
Ecco l'uomo e l'artista , di cui la storia ci dice che, compreso ed applaul
dito in tutta Europa , non trovò come compositore, la dovuta accoglienza
in Rio ; e tutto ciò a causa dell'azione di Marcos Portugal, il quale rare
volte ammetteva che venissero eseguiti i suoi lavori sacri nella cappella
reale, scritti in buonissimo stile e con profondo sapere.
Questi fatti, dovevano far si che gli scrittori Spix e Martius, dicessero :
« Che malgrado il progresso musicale di Rio , gli abitanti non erano all'al
tezza di apprezzare la musica di Neukomm , e non conoscevano ancora i
compositori classici » .
E ' un giudizio erroneo. Si può benissimo ammettere che la grande mag
gioranza del popolo, ignorando le bellezze musicali dei compositori clas
sici; ma non gl'istrumentisti brasiliani, i quali suonavano spesso i quar
tetti di Mozart, di Onslow e di Beethoven. V 'è ancora in Rio chi possiede
le prime edizioni di Quartetti, Trii ecc..., dei maestri citati.
Del resto, basta il fatto di Neukomm essere stato considerato ed ono
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rato dal re, ed apprezzato dal geniale José Mauricio (13) che ne vantava
le grandi qualità artistiche, per figurare tra i grandi musici onorati dalla
stima e protezione reale.
Al par di José Mauricio e di Marcos Portugal, Neukomm trovò nel
cuore del re, quel sentimento di omaggio e gratitudine verso gli artisti stra
nieri e nazionali, che avevano dato una novella spinta all'arte musicale
di Rio ; e la prova del Neukomm , come cooperatore di questa spinta
nell'efficienza del gusto musicale e dell'insegnamento, sta nel fatto di pre
sentarci due illustri allievi : il Principe D . Pedro e Francisco Manuel da
Silva , e lasciarci un buon numero di sue composizioni, scritte per la cap
pella reale di cui poche furono eseguite, data l'opposizione sistematica del
Marcos Portugal.
Ma ciò che più monta nello sviluppo dell'arte musicale, sotto il regno
di D . João VI, è la nuova organizzazione artistica della cappella reale . La
massa orchestrale e la corale formano un assieme lodato per la perfezione,
la potenza e gli effetti delle eccellenti esecuzioni dei più importanti lavori
musicali.
Le audizioni impressionavano gli uditori, che provavano il piacere ap
passionante nelle seducenti espressioni degli elementi sonori, i quali si
fondevano in un assieme superbo. I più abili suonatori d 'istrumenti a
corde ed a fiato partecipavano degnamente all'interpretazione e al successo
dell'assieme (14).
Gli assoli di tenore e basso erano affidati ai cantori scelti fra i più
distinti della scuola di S . Croce. Per le voci di soprano e contralto , si face
vano venire dei cantori evirati italiani oggidi completamente spariti, dati
i principii morali del tempo. I due ultimi che si ebbero furono Cicconi e

(13) « Vedi: Aspecto da arte brasileira colonial » del dottor Antonio da Cunha
Barboza .
Rev, trim . do Instituto Historico e Geographico Brazileiro, Tomo LXI, parto II,
pagina 145.
( 14 ) L'on disait généralement que la chapelle royale était organisée de façon à
satisfaire pleinement les amateurs de musique. Elle était constituée comme l'ancienne
chapelle royale à Lisbonne et on n 'avait pas regardé à la depense . Quatorze ou quinze
sopranos mêlaint leurs voix caractéristique à la musique de Portugal et des meilleurs
compositeurs religieux, et formaint dans l'ensemble un courant de melodie trés admi
rés specialement par les étrangers. On peut dire qu 'à l'exception des occasions, où , la
cour se trouvait présente l'auditoire et était principalement composé d 'étranges et des
classes basses de la societé. — (Alex, Coldelaugh, travels in South America during the
years 1819, 1820, 1819, vol. II, pag. 62).
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Reali ; il primo mori a Rio de Janeiro verso il 1870 ; il secondo, qualche


anno avanti (15).
Infine, l'arte musicale s'ingrandisce e prende proporzioni considerevoli.
Ma potrà dirsi forse che il processo evolutivo musicale, che si svolge
nel nostro ambiente ecclesiastico , si determini soltanto nell'elemento stra
niero ? No, no, certamente ! Alla novella espressione musicale dell'epoca in
parola rispondono i nomi di artisti nazionali, degni della simpatia e del
l'ammirazione universale.
Infatti, se la trasformazione della cappella reale attinse quel superbo
grado di grandezza istrumentale , vocale e musicale, fu dovuto , evidente - ,
mente , in parte maggiore, agli elementi indigeni. A tale riguardo, la storia
ci ricorda gl' ingegni che salirono in grande rinomanza all' epoca men
zionata .
Tra i maestri compositori, ad esempio , vuolsi annoverare il padre Ma
nuel da Silva Rosa, che godeva , prima che sorgesse il nome di José Mau
ricio , fama di distinto musicista per la sua celebre « Passione di Cristo ».
Un altro nome degno di nota come compositore è il frate Manuel de
S. Anna Catarina, nato a Pernambuco, che compone le « Cinque parole
della Madonna » . E merita anche essere ricordato João José Baldy, come
compositore di musica sacra; fu musico della cappella reale nonchè orga
nista di merito.
E ' pure da ricordare frate Antonio , monaco francescano, già menzio
nato come pregiato pianista e lodato dall'illustre compositore pianista Ba
chicha, che fa parte della cappella reale, nel 1820 , anche come compositore.
Nel canto, si ricorda ancora l'arte e l'ingegno del noto João dos Reis,
allievo del conservatorio dei gesuiti, considerato il basso dalla voce più
profonda esistente nell'epoca. La potenza e l'estensione della sua voce era
difatti straordinaria ; e il re D . João VI, lo comparava al celebre artista ita
liano Mambelli ( 16 ).
Corre anche un aneddoto assai interessante a rispetto di questo arti
sta. Un cantante italiano dalla voce fenomenale , giunto a Rio con una com
pagnia lirica ai tempi del primo Impero, rimase sorpreso al sapere che ivi
esisteva un artista dalla voce più potente e più grave della sua. Lo volle
conoscere per non giudicare esagerata la rinomanza popolare del suo emu
(15) Reali, contemporaneo del suo collega Raffaele Tani, che fu anche cantore del
l'Imperiale Cappella , esercitò l'insegnamento del canto in Friburgo e Cantagallo, ove
mori verso il 1860.
(16) Convien si dica che Mambelli non può essere, giacchè egli era tenore ; quindi
il re doveva aver pronunciato un altro nome, che la leggenda registrò come Mambelli.
(Nota dell'autore).
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lo . João dos Reis abitava allora una modesta casetta di via S . Giorgio , quasi
di rimpetto alla traversa di Belle Arti.
Un bel mattino, l'artista italiano, non superato nel registro grave della
sua voce , bussava alla sua porta e chiedeva, colla nota più grave, un do,
secondo spazio della chiave di « fa » :
N. 1 s

A · bi ta qut · 11 si . gnor Jo . ão dos Re is? . .


Una voce più profonda e favolosa, simile ad un rombo immane pro
dotto dal rimbombo di un cannone colossale, risponde all'ottava inferiore:

N.16
N . 16

Si . 800 re

Inutile aggiungere che il visitante, sbalordito dalla eloquente prova,


non ardisce entrare, e fila rapido, per raccontare il fatto ai suoi colleghi.
Oltre a questi emeriti artisti, convien ricordare il nome di un giovine
mineiro, Bracarense, che allato del noto Polycarpo, si distingue come
violoncellista.
La fama di un altro artista come primo clarinetto del teatro di S. João
e della cappella reale, Manuel Rodrigues da Silva, fu molto grande, visto
che egli era considerato il primo clarinettista del Brasile.
Ricorderemo ancora il valente violinista Francisco Manuel da Silva ,
il celebre flautista Silva Conde, e tant'altri, i cui nomi vivono soltanto nella
memoria della leggenda, ma che furono anime e parte integrante di quel
mondo musicale, il quale fu veramente grande, e ne va dato omaggio al
suo principale cooperatore.
Ma facendo astrazione di tanti nomi che salgono a buona rinomanza
nella prima decade del regno di D . João VI, l'artista di cui il Brasile si
gloria maggiormente, e che resta a capo di tutti i musicisti nazionali del
suo tempo, è il padre José Mauricio Nunes Garcia ; e a giudicarlo in com
plesso, tanto acolamato ai suoi tempi, come produttore fecondo, non v'ha
chi gli tolga la palma, fors’anco ai nostri di. Nessun musicista difatti
durante la sua vita ebbe a possedere il vero culto dell'arte come il padre
José Mauricio .
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Nelle opere sue, attraverso le quali vi sono frequenti tratti di genio e


gran forza d 'ispirazione; molte bellezze di carattere religioso ; belle e inge
nue forme di stile elevato ; molte pagine interessanti; ricchezza inesausta
d 'immaginazione, non vi traspira mai un plagio , o l'idea propensa alla ri
cerca di processi stravaganti.
Egli è, in tutte le manifestazioni della sua arte, sempre il dignitoso
compositore; la sincerità non abbandona mai la sua dolcissima anima, che
fu l'espressione della coscienza di tutta la sua vita . Ed è perciò che la sua
musica , mirabile di sentimento e d 'ispirazione, ci dà , in sintesi, la purezza
della sua vita, una vita fatta di probità morale, di bontà infinita e di
potenza creatrice.
Convien rilevare che l' influsso della scuola di S . Croce era stato effi
cace ; aveva fatto di José Mauricio un musicista di prim 'ordine e un cit
tadino di elevate virtù.
Egli lavorava per la chiesa ; non scriveva che Messe, Te Deum , Mot
tetti, Novene ecc., senza mai anelare al superbo grado di celebrità , che
considerava come un triste retaggio dei talenti comuni e frivoli.
Come Haydn, che portò l « Oratorio » a vita novella , José Mauricio
portò la musica sacra al grado più elevato delle rivelazioni del suo tempo
nel nostro ambiente. A questo si può aggiungere che José Mauricio è nella
storia della nostra musica sacra, come lo fu Haydn nella creazione della
sinfonia . La stessa vita uniforme e metodica di Haydn gli permette di
essere straordinariamente fecondo e lavoratore instancabile per la sua arte .
Di questa sua operosità possono attestarlo le sue eminenti qualità di
genio facile e melodico , meditativo e attento , le quali non limitavansi a
costituire il solo compositore della grazia religiosa , che fa sgorgare dalla
propria fonte tante sublimi ispirazioni, ma quelle altresì che levano l'uomo
all'alta sublimità dell'arte sacra.
Modesto com 'era , e di elevati sentimenti, non esitava a profferire i
nomi dei grandi maestri della musica profana, le cui opere conosceva,
massime quelle del giovane Rossini, di cui profetizzò il grande avvenire.
Certo che se qualcheduno ci domandasse : quali erano i suoi autori più
ammirati e studiati, non esiteremo a dire che erano : Pergolese, Paisiello ,
Haydn e Mozart.
Del resto , il suo stile esprime questa verità, come il suo talento espri
me e risplende di quelle aure pagine dell'autore delle « Quattro Stagioni» ,
e dell'angelico creatore del « D . Giovanni » ; in essi prende gli elementi del
sapere e le ispirazioni del senso . E fu grazia alla eleganza haydiniana e
mozartiana, se il padre José Mauricio ha conservato nelle sue composi
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zioni, il leggendario e armonico stile tutto tonale, che diviene spirito di


eccellenza e singolare splendore dell'arte sacra.
Oltre ciò, era molto interessante vederlo con la sua prodigiosa memo
ria , e la vasta erudizione, analizzare le opere dei più illustri compositori,
indicando le bellezze della forma, lo svolgimento della frase, le stupende
modulazioni ai toni lontani. Più grande si rendeva quando la boria dei
saputelli musici portoghesi voleva avvolgere nel disprezzo le prime crea
zioni di Rossini, o di altri maestri, cui dava subito rilievo, leggendoli a
prima vista e mostrandone tutte le bellezze armoniche e melodiche.
Sublime pensiero in un' anima che prende la divina arte per amica
compagna, la difende, la innalza e si dà a coltivarla con grande passione
per condurla verso l'amore e il supremo grado del bene, onde fare bello
il mondo dei tempi di Antonio Alvares da Cunha (Conte da Cunha ), il
vice-re della colonia , nei primi anni del secolo XIX .
Non altro, d 'altronde, poteva essere il procedimento in un figlio di
Euterpe, il quale si rende parimente sublime, ispirandosi a quel nobile
concetto, cioè: che la musica è anche necessaria allo svolgimento delle
facoltà morali ; e in questo senso , educa moltissimi allievi, insegnando gra
tuitamente durante quasi vent'anni. Difatti, la sua scuola di via dos Bar
bonos, mentre visse, fu un continuo albergo dell'arte e un benefico ricetto
dei numerosi scolari privi di mezzi.
Ciò non gli impediva di scrivere degl'inni che gli sembravano degni
di essere cantati nelle nostre chiese, ponendovi a profusione quel senti
mento melodico tutto personale , senza pensare che in un giorno non lon
tano egli avrebbe trovato nella nostra storia il bel titolo di padre della
musica religiosa .
L 'opera sua, però, non si afferma soltanto nella composizione sacra ,
nell' insegnamento e nella direzione artistica della cattedrale. Un ' altra
qualità non meno distinta fu la virtuosità strumentale, corredata di prc
ziosa esecuzione al cembalo , interpretando, con una tecnica sicura e pronta,
le più difficili sonate di Haydn e di Mozart.
Ammiratore com 'egli era di Paisiello e del precursore di Wagner, strano
non parrà ch 'egli scrivesse — non indotto dalla vanità mondana — anche
un 'opera teatrale — « Le due Gemelle » — ordinata dal re , il cui spartito
ebbe sorte analoga alla « Giovanna di Flandre » , di Carlo Gomes : periva
nell'incendio del teatro S . João .
Volle anche tentare il genere di musica militare, genere che trova in
lui minore entusiasmo, scrivendo per la banda musicale che accompagnò
l'Arciduchessa Maria Amelia , prima Imperatrice del Brasile, dodici « Di
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vertimenti » , considerati come eccellenti produzionimelodiche e polifoniche.


Dove sono, ove giacciono questi dodici « Divertimenti » ?
A volere ripetere l'esperimento delle nostre abitudini, poco proclivi a
conservare le cose antiche che formano il patrimonio intellettuale di citta
dini illustri, cotesti dodici « Divertimenti » , se sfuggirono alle fiamme, bi
sogna considerarli come roba ceduta ai pirotecnici per confezionare car
tocci per fuochi artificiali, o venduti per cartacce inutili ai bottegai,
Ritornando all'opera le « Due Gemelle » , giova notare che José Mau
ricio -- secondo una nota abbastanza esatta del Porto Alegre — lasciava
uno scritto di proprio pugno con la seguente dicitura : « Le due Gemelle » ,
dramma em musica por José Mauricio : com instrumental e partes can
tantes : a partitura sa acha em casa do Sr. Marcos Portugal » .
Circa quest'opera noi abbiamo notizia che non fu mai rappresentata ;
però altri affermano che lo fu , ma che — secondo un rispettabile biografo
- l'invidia di Marcos Portugal allontanava il maestro José Mauricio dal
l'ambiente teatrale, affinchè egli rimanesse solo nel campo d'azione. E fu,
nel vero dire, un bene per il padre José Mauricio. Poichè, non è nel mondo
della vanità musicale che il carattere, il talento di José Mauricio , sparge
la solennità delle sue idee , l'arte di fare cantare, senza sforzi, le caste reli
quie della sua musica sacra . La espressione musicale, la vera, che ha per
base l'ideale inerente alla facoltà al temperamento di José Mauricio non
è, in verità , lo stile contrastante alla musica da chiesa.
L 'anima, la nettezza dei suoi pensieri, la semplicità della sua tecnica
si volgono tutte disdegnando gli applausi della folla , verso quel sentimento
che crea più bellezze religiose che profane. Del resto era quello l'ambiente
ove si sentiva comodo e felice ; lontano da quel mondo, dove la musica
soffre, nelle menti volubili, gli effetti della moda, la cui vita di un 'opera
d 'arte , è, più volte, comparata ad un ninnolo bizzarro, che la volubile Pa
rigi lancia dall'aprile almaggio .
Ma José Mauricio , lontano dal circolo confuso , trova nel recinto sacro
della chiesa il rifugio sicuro e salutare, per non essere annientato da quella
smania , come lo furono molti compositori di musica sacra, contrariando
il proprio sentimento , per attingere una fugace fama popolare. Ed è perciò
che la sua opera vive ancora nella ricordanza delle presenti generazioni,
perchè ha difatti quel pregio raro : vita eterna delle manifestazioni sin
cere e pure !
Uno studio della sua vita ci rivela ch 'egli era nato a Rio de Janeiro da
povera ma onorata famiglia , il 22 settembre del 1767, e furono i suoi ge
nitori Apolinario Nunes Garcia e Victoria Maria da Cruz. Nell'età che più
utile si rende ad un fanciullo l'appoggio di un padre affezionato e buono,
100

lo perdeva quando non aveva raggiunto ancora il primo lustro. Però la


virtù della madre diletta e quella di una zia assai cara suppliscono la man
canza del padre, circondando il docile e buono fanciullo di affettuose cure
e guidando, colle proprie forze, i primi passi della sua educazione.
Si ha buon fondamento per credere che la passione dominante nell'a
nimo del ragazzo adorabile era l'amore per la musica, della quale, nel
l'avvenire, doveva essere il rappresentante più illustre del nostro mondo
musicale.
E ' noto che José Mauricio possedeva una bella voce, con la quale deli
ziava le piccole riunioni intime della sua età , accompagnandosi, or con la
chitarra or col cembalo . Potremmo anche ricordare come molte volte ma
ravigliò gli uomini più colti dell'arte colla sua prodigiosa memoria , risorsa
che gli faceva ritenere in mente tutto quanto udiva, e che eseguiva alla
perfezione.
Aggiungasi a questo la dolcezza del suo carattere, che fu costante sino
alla morte..
Nonostante la scarsezza dei mezzi, egli potè frequentare la scuola di
Musica di Salvador José, considerata sufficientemente buona per imparare
i rudimenti musicali e il solfeggio . Ivi, il talento di José Mauricio fu presto
riconosciuto : aveva in pochi mesi sorpassato tutti i suoi condiscepoli.
Non v'ha dubbio che gli esempi di quella modesta scuola giovarono

-
molto a José Mauricio . Ma la passione che lo dominava non era più il sol

-
feggio , bensì la composizione, i segreti dell'arte , la scienza dell'armonia , il

- - -
contrappunto infine, cose tante utili al compositore per esporre le proprie
idee, e che non trovava nella modesta scuola di Salvador José.
La scuola di S . Croce , che primeggiava nei rami più essenziali del --

l'insegnamento musicale di quell'epoca, accolse come alunno il giovine José


--

Mauricio . Ivi, egli, studiando di una maniera febbrile la prediletta sua arte ,
- -

conquista , sotto la scorta del metodo dei sapienti gesuiti, il nutrimento per
- --

petuo dell'arte di comporre (17). Alcuni anni dopo egli usciva da quella
nobile istituzione, con i più eccellenti mezzi per trionfare nella carriera
-
--

artistica, il cui inizio doveva essere per lui di profonde amarezze , data la
-

(17) « Companheiro de Fr. Antonio de Santo Elias, o rei dos organistas, como
- -- --

lhe appellidava o seo emulo o padre José Mauricio, foi uma das maiores celebridades
do seu tempo. Mestre de capella da Sé, desde 1798, foi um dos discipulos mais notaveis
do conservatorio dos Negros, creado pelos jesuitas na fazenda de Santa Cruz . .. Quando
em 1808 chegou ao Brazil o Principe regente don João com a familia real portugueza,
estava o padre José Mauricio no apogeo musical».
(Dr. Cunha Barboza, « A Arte brazileira colonial, Riv . Trim , do Inst. Hist. Bras.;
Tom , LXI, parte prima, pag. 150).
-- 101 -

scarsezza dei mezzi di vita . Ciò nonostante, alle prese con le difficoltà ma
teriali, egli crede in Dio e nell'arte, per non avvilirsi e vincere qualunque
ostacolo .
Senonchè la manifestazione pubbilca della religione a quei tempi do
veva apparire intima e connessa col sentimento sociale. Questa professione
di fede, che nel sentimento religioso della massa ha gran forza su lo spi
rito suo, ne sentiva l'effetto più ancora nella casa materna, ove la fede
era forse più forte di quella dell'arte .
Fido sempre al suo ideale , sentiva altresì che le vesti eccelesiastiche
erano quelle che offrivano maggior garenzia su la condotta morale , per cat
tivarsi la fiducia delle famiglie , nell'esercizio della professione di maestro
di musica ; e sotto questo pensiero, a consiglio della propria riflessione,
si apppronta a prendere gli ordini sacri, per divenire indi il padre della
nostra musica religiosa.
A diciott'anni infatti, spronato dalla propria volontà , va di moto pro
prio a sedersi negli sgabelli dell'aula del padre Elias, allora Regio maestro
di latino, che stimola il giovine alunno ad arricchire il suo ingegno di
tesori classici dell'antichità, della filosofia , della storia , della eloquenza e
della sacra scrittura. (18).
Quivi non percorse soltanto l'arringo di dette materie, ma colse pari
mente gloriose palme nella lingua latina, tanto atta a conseguire la forza
del sentimento sulla maniera di musicare le sacre parole della liturgia
cattolica .
Pari trionfo – dice il Porto Alegre — ottenne nell'aula del D . Gailão,
dal quale apprese filosofia razionale e morale, ed a cui fu proposto per
sostituirlo nella cattedra regia ; ma José Mauricio declinò l'incarico per non
interrompere i suoi studi musicali, coi quali poteva provvedere alla sua
esistenza e a quella della madre e della zia, prima di prendere gli ordini
eccelesiastici. Nonostante questa ricusa , José Mauricio insegnò in seguito ,
contando fra i suoi discepoli il canonico Luiz Gonçalves dos Santos, noto
per le sue memorie ed altri scritti a favore del dogma e disciplina della
chiesa cattolica romana. Fu in questo momento della sua vita che, per
non morire di fame, si adatta a scrivere, insegnare e sonare nelle funzioni
di chiesa ; ma fu altresi in questo momento che il suo nome spicca insigne
nell'arte, per cui la sua fama doveva giungere sino a noi.

( 18 ) Abbiamo tre biografie dell'illustre José Mauricio , che hanno tutte i loro pregi,
e meritano di essere consultate . Una fu scritta dal chiarissimo Manuel Araujo Porto
Alegre : « Apontamentos para a vida e obras do padre José Mauricio » ; un'altra del
dottor Romero : Historia da litteratura brazileira ed una terza del Visconte Escragnolle
Taunay (Sylvio Dinarte).
... 102 -
Ai risultati notevoli conseguiti con la sua ferrea volontà e col talento
straordinario negli studi della musica e della letteratura classica , si colle
gano quelle nobili qualità morali, le quali sono oggetto di considerazione
nelle spirito delle più illustri famiglie , che lo chiamano e lo circondano di
ogni rispetto .
Sotto un'atmosfera di tante affettuose simpatie , lo spettro minaccioso
della miseria sparisce ; e un partito entusiasta dell'uomo nato per span
dere armonie , pone fine alla sua triste situazione.
Egli trova, difatti, in quell'ambiente di durature amicizie , un aiuto
proficuo di consigli amichevoli . E ' l'appoggio morale e materiale d 'un ricco
negoziante . Questi era il Sr. Tommaso Gonçalves, che prese a proteggerlo ,
mettendolo in stato di ricevere gli ordini di diacono nell'anno 1792, ed ot
tenere permesso per predicare (1798), prima ch'egli studiasse rettorica col
Dr. Manuel Ignacio da Silva Alvarenga ( 1802- 1804), il quale rileva il valore
del padre José Mauricio , in questi termini: « Attesto que frequentou a
minha aula , por espaço de dous annos, e que n 'ella fez rapidos progressos ,
que raras vezes se encontram » (19).
Di tal modo, la chiesa acquista nel sacerdote un oratore di alti pregi,
e l'arte, un apostolo fervente .
Ma è nell'arte, nella musica, nella composizione , nelle messe solenni,
negl'improvvisi al cembalo , che il padre José Mauricio è veramente grande ;
è lì che vivono tutte le gioie del suo pensiero, della sua vita , del suo ideale.
Ed è in questo periodo che riesce ad occupare il posto di maestro di cap
pella dell'antica cattedrale, lasciato vacante dalla morte del reverendo João
Lopez Ferreira, cominciando a percepire lo stipendio soltanto nel giugno
del 1798. Fu aumentato il coro con una forte schiera di eccellenti alunni,
iniziando di questo modo il brillante periodo dello splendore della cap
pella reale . E ' in questo periodo altresì che il talento del compositore e
primo improvvisatore del mondo (così lo giudica il celebre Neukomm ),
che, pur tuttavia alle prese con difficoltà materiali, privo di un pianoforte
per dare le sue lezioni (20), gli tocca adoperare la viola a corde metalliche,
e, lavorando giorno e notte , scrive le sue belle creazioni musicali, che tanto
dovevano entusiasmare il re D . João VI.
Sono accenti di preghiere, di mistiche estasi, che esprimono mirabil
mente il riposo eterno dei giusti, scritti con la serenità infinita , che respira

(19 ) M . de A . Porto Alegre, opera citata.


(20) Come l'infelice Hugo Wolf, che non avendo un pianoforte, gli toccava portare
le sonate di Beethoven al « Prater », e studiarle, su di un banco, all'aria aperta.
(Ramon Rolland, « Les Musiciens d'aujourd'hui »).
- 103 -

amore divino e la fede di una religione poetica, che apporterà il gusto nelle
presenti e future generazioni.
Prima e dopo l'arrivo del principe reggente , José Mauricio compone con
una rapidità prodigiosa : le Messe, i Salmi, i Te Deum , le Matinas, i Mot
tetti si succedono con una rapidità, che soltanto si può comprendere in un
fecondo genio .
Si narra che 309, e non 200, furono le composizioni lasciate da questo
illustre musicista , scritte, nella solitudine della meditazione cristiana, in
purissimo stile religioso antico . Infatti, chi penetrasse nella di lui modesta
casa, in via do Regente , negli ultimi anni della terza decade del secolo
passato , guardando l'uomo dal facile accesso , meticcio di colore , il viso lungo
e fine, con le spalle stanche dall'eccessivo lavoro, il segno impressionante
dei passati sacrifizi, mantenendo però sempre la linea del genio , la viva
energia di quella spontanea espressione, vivente nelle tante sue composi
zioni sparse sul tavolo macchiato d 'inchiostro : specchio di gioie e dolori
intimi di un cuore sofferente , avrebbe trovato in lui – lui, ma uscito
dalla terra natale – un altro figlio della religione di Haydn (21).
Troppo è però la sua modestia nella vita artistica e civile ; egli non
seppe mai intendere come far sentire le sue intime pene verso coloro che
non apprezzavano il suo gentile ed elevato ingegno. Alla figura eminente
del genio musicale del Brasile mancava quell'animo che tiene forza e ten
sione per reprimere gli sdegni e combattere con aspre parole le villanie
di quegli spiriti ostili, che sono i musici e cantori portoghesi, i quali giun
gono a tanto di voler far credere « che José Mauricio , mai era uscito da
Rio , non aveva visto nulla , non aveva avuto grandi maestri (!), nè fre
quentato i conservatorii » .
Strani e malevoli argomenti !
Rio possedeva a quell'epoca un conservatorio fondato dai gesuiti, che
il Portogallo sarebbe stato ben felice di avere. E si potrebbe obbiettare che
Gluck , Beethoven , Lulli, Verdi e Haendel, furono ingegni sublimi, i quali,
studiando sotto la privata scorta di cospicui maestri, giunsero, senza il
soffio dell'insegnamento ufficiale dei conservatorii, all'apice dell'arte e del
la gloria .
Ma l'invidia cieca, che il codice penale mai punisce al mondo, non
guarda le sapienti regole dell'armonia , del contrappunto, delle sublimi ispi

(21) Per valutarsi la sveltezza e fecondità di questo maestro, basta enumerare


i lavori che scrisse sino all'anno 1811, la cui lista fu estratta da una bozza dell'inven
tario delle musiche esistenti nella cappella reale , fatta dal proprio pugno di José Mau
ricio : i pezzi menzionati salgono al di sopra di 200 ! (Escragnolle Taunay, opera citata).
- 104 -

razioni, che saggiamente emergono nelle composizioni di José Mauricio ,


singolarmente in quella solenne « Messa della decollazione di S . Giovanni
Battista » , scritta in solo 20 giorni, la quale esprime e traduce chiaramente,
che egli aveva appreso, non da nullità ma da egregi maestri, quelli che i
crudeli nemici ignoravano. Ma ad onta di questa spietata guerra, a tutte le
sue doglianze, rispondono i successi delle sue composizioni sacre e il sen
timento del re amico, che vendica il suo alto ingegno e lenisce il suo dolore
con l'onore e la stima che gli tributa .
Questo nobile cuore, che lascia tracce profonde nella maniera di pro
teggere il nobilissimo talento di José Mauricio, innalzandolo a maestro di
cappella , è il re D . João VI.
Il principe clemente, la cui idealità ha qualche analogia con quella di
Lorenzo De Medici, l'arbitro dell'Italia intellettuale e politica, il re, spo
glio di ogni preconcetto morale d'una nazione in decadenza, col privilegio
casuale di essere nato in Portogallo , era l'unico uomo che sapesse, in quei
tempi, apprezzare il forte talento di José Mauricio.
Delle tante prove d' ammirazione sue per l' autore del « Requiem » ,
giova ricordare quella , più significativa, dimostrata in una festività reli
giosa , ove il monarca illustre, rapito dall'entusiasmo delle composizioni di
José Mauricio , udite nella cappella di S . Jgnazio di Loyola (22) e in quella
della cattedrale , che diviene cappella reale il 25 di giugno 1808, fa chia
mare il maestro alla sua presenza, e lo fregia , tirando dall'uniforme del
Visconte da Villa Nova da Rainha, dell'insegna cavalleresca dell'ordine di
Cristo, per collocarla con le proprie mani, al petto dell'insigne musicista .
Questa deferenza del monarca per José Mauricio si mantiene inalterabile
durante la sua permanenza in Brasile ; e si rende più significativa allorchè
gli avvenimenti politici lo chiamano a Lisbona (1821), donde gli scrive
di proprio pugno esternando al suo protetto artista i grati ricordi e deplo
rando non averlo condotto seco per la sua real cappella di Lisbona.
Disgraziatamente, malgrado l'alta stima e considerazione con cui l'o
nora il re, la perfidia permane nelle anime nemiche; e all'arrivo di Marcos
Portugal (1811), il cui carattere non è della religione di Haydn o di Mozart,
che porta l'orgoglio dissimulato , e l'invidia terribile del cuore, più acca
nita si rende la guerra verso l'illustre maestro , la cui fama era giunta ora
mai all'apogeo.

(22) Piccola chiesa della citata fazenda di S. Croce, che per la espulsione dei
gesuiti passa al dominio della corona, e che D . João VI sceglie per sua casa di villeg
giatura ; e la scuola di musica continua sotto la direzione di José Mauricio , che ne
conserva le glorie tradizionali.
- 105 –

Infatti, Marcos Portugal, esagerando la propria capacità , e portando


all'eccesso l'arroganza non lascia sfuggire ogni propizia occasione di depri
mere e biasimare, come la volpe d 'Esopo, il talento del rivale grande e
pericoloso !... Ma una occasione favorevole si presenta per sconfiggere que
st'altro spirito ostile.
La principessa Donna Carlotta Joaquim , desiderosa di promuovere il
contatto dei celebri artisti, « invita il padre José Mauricio a comparire nel
palazzo reale di S. Cristoforo in un pomeriggio determinato » .
I due rivali - due anime antagoniste di temperamento e d'ingegno —
dal cui incontro si' attendono profonde sensazioni artistiche, sono lì, al
cospetto della corte , per misurarsi nelle interpretazioni e nella valentia
tecnica delle sonate classiche.
Marcos Portugal, ottenuto il permesso dalla famiglia reale, invita José
Mauricio ad eseguire una sonata classica, di preferenza una di Haydn , se
ma gli fossero famigliari. Il padre José Mauricio , accedendo all'invito, di
chiara che non soltanto conosceva le composizioni, ma anche l'autore (23).
Ei siede modestamente al pianoforte e trionfa con un successo strabiliante ,
così che, Marcos Portugal, dimentico in quel momento della sua invidia e
del suo orgoglio , alzandosi entusiasmato , esclama: « Bellissimo, bellissi
mo ! Sei mio fratello nell'arte , con certezza sarai per me un amico » .
Malgrado però la sua bella rinomanza , ormai salda e indiscussa, la , par
tenza del re fu , evidentemente , cosa non lieta per José Mauricio, chè per
deva in lui un amico e protettore.
Infatti, se non fosse il re D . João VI, a spronare l'estro ammirevole di
José Mauricio , incitandolo a scrivere senza tregua ,l'arte non vanterebbe
tanti pregevoli lavori lasciati dall'immortale maestro. Prova eloquente n 'è
una citazione del Visconte de Taunay, nella sua monografia su padre
José Mauricio , del giudizio di un celebre musicista , il Neukomm , tendente
a richiamare l'applauso del pubblico brasiliano e francese , sul talento straor
dinario di José Mauricio. L 'illustre allievo di Haydn, il cui nome tante
volte citammo, che, al par di José Mauricio , non sfuggi alla bile e al dente
dei fratelli Portugal, così si esprime: « Ah ! i brasiliani mai seppero il va
lore dell'uomo che avevano, valore tanto più prezioso, poichè era tutto
frutto delle proprie risorse ! E come saperlo ? Io , l'allievo favorito di Haydn,
che completò per ordine suo i lavori, lasciati incompleti, scrissi in Rio
Janeiro una messa che fu consegnata alla censura di una commissione com

(23 ) E ' noto che José Mauricio manteneva corrispondenza con l'immortale padre
della sinfonia, il quale spesse volte, ebbe a lodare l'ingegno del padre della nostra
musica religiosa .
- 106 -

posta da quel povero Mazziotti e dal fratello di Marcos Portugale , messa


che mai si esegui perchè non era opera loro .
« Alcun tempo dopo, entrando io nella cappella reale per caso , udii
suonare all'organo alcune armonie che non mi erano estranee ; a poco a
poco cominciai a riconoscere brani della mia disgraziata messa. Salgo al
coro e vedo José Mauricio con gli occhi fissi su la mia partitura e a tra
sportarla d 'improvviso per il suo organo.
« Mi avvicinai a lui e rimasi alcun tempo ad ammirare la fedeltà e
valentia di quel grande maestro; nulla gli sfuggiva di essenziale... Non
potei resistere d 'abbracciarlo quando stava per finire, e piangemmo en
trambi senza nulla dire » .
Non meno encomiastico è il giudizio del distinto critico , compositore
ed organista della cattedrale di Montevideo, Carmelo Calvo , il quale non
ha che fiori e inni per José Mauricio . Egli spiega l'opera di José Mauricio
con questi dettagli interessanti : « José Mauricio, riesce ad elevarsi sempre
dal bello al sublime, rivelando il suo genio nel mirabile « Requiem » , la
cui esposizione sino al finale « Kirie » è un completo successo artistico, e
credo che Pergolese , del quale il padre José Mauricio sembra seguire lo
stile , non disdegnerebbe di firmare questa pagina . Chiarezza ammirevole
nel concetto della frase , eleganza nel disegno melodico, e sopratutto una
precisione al di sopra d 'ogni elogio. E fra i brani che più spiccano per
l'eleganza, come modello di melodie si trova l' « Ingemisco » , una prezio
sità , che in qualunque parte del mondo ove fosse udita , dovrà produrre
una impressione indelebile negli uditori. Il « Benedictus » è, senza dubbio
alcuno, una delle più leggiadre pagine dello spartito » .
Lode sincera e insospetta .
Infatti, il maggior rilievo dev'essere posto in questa sua messa di « Re
quiem » , la preziosa gemma della sua opera, che esercita una grande in
fluenza sull'arte del suo tempo. E non sarà qui discaro al lettore sapere
che essa fu scritta nell'età della energia in cui l'artista lavora con un
ardore presso che incredibile per arricchire il patrimonio dell'arte nazio
nale . In altre parole : la messa di « Requiem » , è il suo capolavoro; è tutto
una efficacia di virtù creatrice dell'arte liturgica di cui si onora il bellis
lissimo ingegno di José Mauricio .
Guardiamoci quindi dal genio , che non crea per trovare nell' « Inge
misco » quella sublime semplicità sacra, mista di unzione religiosa, in cui
rifulge la spontaneità della ispirazione, la finezza della espressione e l'in
tensità dell'effetto . La tecnica di quelle poche battute è schietta e inge
nuamente tonale , ma un tonale di esuberante forza solenne e ispiratrice,
- 107 –
senza rompere l'unità di stile e le chiare armonie nel grande semplice e
logico svolgimento. Ma la legge della costruzione musicale di questo pezzo,
come quella adorabile dell' « Agnus Dei », coincide con lo stile di Haydn,
il suo « Duca , maestro e signore » , per condurli all'immaginazione pro
pria, con la spontaneità immancabile dell'effetto, che è, del resto , il gran
merito del compositore dalla semplicità creatrice, il quale riceve la fiam
ma ispiratrice, e diviene simbolo di quell'ordine sacro , espressione imma
teriale e sintetica del sentimento .
Del resto, nel concetto di tutti i savii musicisti, è la forma semplice
che possiede più forza di quella complicata, che riesce più profana che
religiosa .
Bello e solenne è il « Gradual » ; e se l' « Ingemisco » respira un'infinita
rassegnazione per i suoi tristi accenti , esso si rende non meno elevato e
mirabile nella sua tonalità minore.
Possiamo infine constatare che l' accento energico del « Dies-irae »,
l'espressione del « Res-tremenda » , la semplicità grave che evoca con la più
pura fede religiosa la clemenza divina del « Qui Maria absolvisti » , è il
famoso « Benedictus » — uno splendore d'ispirazione - pezzi tutti cospar
si di vera espressionemistica ,maestosi per la sobrietà strumentale e di note,
note che si muovono nel solo campo tonale , che sono, certamente, la rive
lazione di tutta una glorificazione nel culto all'arte sacra ed un nobile pen
siero in eterno.
E convien si dica che, se nella messa in si minore di Bach troviamo
le traccie di questa specie di cristianità ideale del suo autore, nella messa
di « Requiem » di José Mauricio incontriamo tutta una pietà dominante
dell'anima addolorata del compositore , che traccia si nobili pensieri.
Fra le sue trecento composizioni bisogna citare anche la solenne messa
della decollazione di S . Giovanni Battista, che figura come il secondo suo
capolavoro, la quale si considera perduta, poichè nessuno, finora, ce ne ha
dato contezza . Lo stesso si dica d 'un altro stupendo lavoro : la grande messa
di « S . Cecilia » , che giacque per parecchio tempo , con la partitura e parti
cavate, nell'archivio dell' « Istituto Historico e Geografico Brasileiro », of
ferta dal figlio dell'illustre compositore, smarritasi poscia , come tant'altre
opere, per effetto di negligenza o noncuranza, se non peggio .
D'altronde, lo stesso succedeva agli altri spartiti : confusi nella polvere
e abbandonati ai tarli !... (24 ).
(24) II Taunay già disse in proposito : « Em abundantissima copia forão as com
posições hoje esparsas do padre José Mauricio, sem paradeiro conhecido, muitas irreme
diavelmente perdidas » .
Bento das Mercês, che fu allievo di José Mauricio , indi maestro sustituto della
- 108 –

Diremo, non senza dolore, che tra i pochi lavori esistenti nella biblio
teca dell'Istituto Nazionale di Musica di Rio , dell'autore del « Requiem »,
si incontra un « Credo » in mi bemolle ed « orchestra ordinaria » : 1° e 2°
violino, violetta , clarinetti in chiave di tenore, violoncello e basso, che porta
la data del 1813, la cui partitura è in uno stato deplorevole ; e, se una mano
pietosa non la ricopia, il tarlo ne farà in poco tempo l'ultimo pasto. La
musica di questo « Credo » è di un bello stile semplice e religioso, corret
tamente armonizzato ; il larghetto in do minore — poche battute -- per
soprano si distingue per la bellezza di una frase ispirata.
L 'ultima pagina di detto lavoro porta la seguente iscrizione: « Finis
laus Deo, Virginique Matri » .
Bisogna citare un altro lavoro ivi esistente ed è l'officio « Credo quod
mel
redemptor meus vivet », per sole voci : soprano, contralto , tenore e basso , 0 .

con accompagnamento d'organo con basso cifrato , il cui « allegro » : « 0


in carne mea videbo Deum » , si presenta bene lavorato.
Degna di menzione è anche una delle tante sue messe, che porta il
titolo : « Messa in fa » , con orchestra , la cui data non è menzionata ; ma a
giudicarla dallo stile semplice che vi domina essa deve appartenere alla
prima maniera dell'autore, scritta probabilmente all'epoca anteriore del suo
« Requiem », verso l'anno 1798 -80. Vi domina nel « Kirie » , come del resto
in molte composizioni analoghe, uno assolo di clarinetto, contrappuntato dal
fagotto . Assai svolto è il « Gloria » ; ma lo stile si risente di poca elevazione.
Il « Laudamus » ha parimenti per l'introduzione un assolo strumentale , cioè
il fagotto , a cui risponde il violoncello. Un recitativo precede il « Domine
Deus » , cantato dal soprano, che termina con un « Allegro moderato » in
in forma di cabaletta . Stile e ispirazione poco felice .
Lavoro di non grande linea, ma di stile superiore , è la « Novena do
Apostolo de S . Pedro » , a 4 voci, composta nel 1814, con due violini, cla
rino, corni, violoncello e organo con basso cifrato.
Una nota interessante si legge in questa partitura : « O Sr. Bas...não
« terá duvida, nem fará difficultade em emprestar esta « Novena » para a

cappella Imperiale sino al 1880, legò per morte tutte le composizioni originali del suo
maestro alla di lui nipote Gabriela Alves de Souza . Da una fedele copia tirata dal
biografo M . de Araujo Porto Alegre, il numero delle composizioni del grande musicista
attingeva, sino al settembre del 1811, circa a 200 . Quindi si presume che sino al 1831,
anno in cui mori José Mauricio , ne abbia scritte almeno altre 100. Certo è che, prima
della morte del Bento das Mercês, le composizioni del padre José Mauricio erano guar
date con affettuosa e scrupolosa cura nell'archivio della cappella Imperiale. La disper
sione venne dipoi. (nota dell'autore),
- 109 -

« Igreja de S . Pedro ; pois lá he amigo... (da ) Irmandade....... (illeggibile) » .


Ma ormai convien fermarci qui, giacchè, entrare nell'analisi e nel me
rito di tutte le opere di José Mauricio, è cosa veramente impossibile, data
la dispersione di tante sue leggiadre pagine.
Sofferente da tempo, ei giunge al termine della sua vita, una vita past
sata in mezzo a onorate fatiche, che porta i sensi della purezza dei buoni
esempii, la fiamma dell' amor dell'arte, e la maestà di quel nobile e reli
gioso carattere, che si immedesima in tutte le sue ispirate composizioni.
Tale lo vediamo purtroppo verso il 1830 , che è il periodo più grave della
sua salute minacciata ; egli non è più ormai quell' anima virile e feconda,
che aveva consacrato 48 anni di assiduo lavoro e di intime sofferenze al
culto della musica e nel pensiero della sua propaganda. La personalità dolce
e mistica, sempre modesta e infantile per la sua bontà, non respira nel mo
mento in cui la vita è una apparente morte, che di relativa pace, per oblia
re e perdonare le colpe dei suoi nemici. Lamenta al par delle più miserabili
creature la ingrata sorte , che soffoca cercando la vita ; e immerso in un pro
fondo abisso il dolore, il suo sogno, l'idea fissa, erano quelli di sedere al
tavolo e scrivere; scrivere ancora con la stessa serenità , con la stessa pron
bità di sofferenze emozionanti che troviamo in Bach , vicino alla morte, che
non gli fa spavento , perchè il sentimento e la fede sono più forti della ma
cabra visione.
Del resto , le grandi anime — dice un illustre scrittore -- sanno essere
grandi in morte come lo furono in vita .
E nel ricordo commovente di una poesia :

« Chiunque nasce a morte arriva


Nel fuggir del tempo e 'l sole
Niuna cosa lascia viva...
Come voi, uomini fummo,
Lieti e tristi, come viole ;
Ed or siam , come vedete,
Terra al sol, di vita priva » (25)
che è il canto del nulla , di tutto ciò che finisce, di tutto ciò ch' è nato , che
passa e fugge, e le sofferenze trovano la vera reazione di una traviata e
gloriosa esistenza, attraverso la morte . E fu così che l'immortale musici
sta, con la fede in un 'altra vita, invocando la morte per ascendere verso
Dio, chiamando alla memoria i tristi e lieti ricordi, i suoi trionfi, i suoi

(25) Michelangelo Buonarroti.


- 110 -

dolori, le prepotenze di quegli spiriti che non avevano compreso l'arte nella
sua vera essenza, i pochi benefattori che ricorda con riconoscenza, e tutte
le afflizioni, che trovò nel cammin di sua vita , nell'alba del di 18 aprile 1830,
al cantare dei grilli - - come lui stesso dice — , e al gagnolare dei cani che
lo incomodano e lo attristano, rendeva, cantando un inno alla Vergine,
l'anima al Creatore, sotto il modesto soffitto della casa in via do Nuncio, 18 ,
la quale porta oggi il suo nome.
Gli furono celebrate solenni esequie a spese della fratellanza di S . Ce
cilia, la quale tumulò le sue ossa nella chiesa di S. Pietro , poscia trasferite
in quella del S .S . Sacramento , ove giacciono tutt'ora, per essere meglio ono
rate un giorno in cui si darà merito a coloro che merito hanno. Poichè,
tuttavia , confessiamolo, il sentimento di riconoscenza al merito artistico,
che dovrebbe essere anima comune della patria, non è che una vuota e
e fuggitiva espressione di convenienza sociale . Senonchè, la realtà sino ai
nostri dì purtroppo eccede ancora l'espressione nella dimenticanza dei
grandi talenti brasiliani che illustrarono la patria con la ricchezza del sen
timento artistico, poetico e scientifico.
Ora egli, da tanti anni, riposa col sogno eterno di tutta una scuola di
estetica, sotto la modesta pietra su cui più generazioni sono passate calpe
standola, senza curarsi del suo nome, un nome che è sintesi della gloria
musicale brasiliana .
Non importa.
La potenza della sua arte non è infranta dal completo oblio ; le pagine
sublimi della sua opera non sono state del tutto distrutte ne oscurate dalla
mancanza di luce.
Le tenebre - per giovarci delle parole di un moderno scrittore – non
discendono che soltanto su quelli che nulla lasciano di sè (26 ).

(26 ) Nel 1918 , mossi dal gusto delle cose umane, noi fummo in pietosa visita alla
surriferita chiesa del S.S. Sacramento , in cerca della tomba ovºcbbero per ultimo ricetto
le venerate ceneri del nostro grande compositore sacro ; ed è duopo confessare che ci
sentimmo fremere il cuore non trovando nè croce nè sasso, nè il nome scolpito sulla
fossa che, come dicemmo, fin dal 1860 racchiudeva le spoglie del sacerdote rispettabile .
Posteriori ricerche furono da noi fatte onde scoprire l'ultima sua sepoltura ; bussammo
alle porte delle più cospicue autorità ecclesiastiche e civili, con la speranza che si
aprissero per darci sicure informazioni a rispetto ; ma sfortunatamente fu fatica spre
cata . Ci pare dunque concludere che, evocando i nostri giovanili ricordi del passato,
troviamo quello dei grandi lavori che subì la menzionata chiesa del S. S . Sacramento
nel 1870 o 72, in cui, oltre ad innalzarsi una delle due torri, si rifece tutto il pavimento
interno. Sicché ben si può credere che il piccone picchiò rigido anche sul pavimento
della sagrestia , ov'era sepolto il rigeneratore della nostra musica religiosa, travolgendo
le preziose ossa fra i rottami e i calcinacci ! . . .
III PERIODO
CAPITOLO VIII.
(1822 -1831)

LA MUSICA SOTTO IL REGNO DI D . PEDRO 1°


Gli ambienti artistici delle vicine Repubbliche. -- Un mondo di buona arte. – Affer
mazione di primato artistico. — La musica decade sotto l'Impero . — Il re artista non
raccoglie l'eredità dell'idealità paterna. — Fase antagonica a quella del re Clemente.
-- Agitato periodo dellº Impero. --- La musica non è più consolo dell'anima. - Il
principe artista perdendo la coscienza del suo genio musicale . – Malgrado tutto, biso
gna rendergli giustizia . — Caratteristica della sua stirpe. – Vocazione speciale per la
musica . – Primi sintomi di compositore ed istrumentista , -- Nella fazenda di S . Croce,
vibra la sua lira. - Duplice conforto . – La musica da camera . — Un bel gesto dell'Im
peratore. - - I suoi Inni. — Il Brasile è la terra che vanta un maggior numero d'Inni.
- L'Inno ufficiale della Repubblica debellato dal vecchio Inno. — Superbo e commo
vente momento . — L'Inno dell’Indipendenza. – D . Pedro, compositore sinfonico .
La decadenza della musica si accentua con rapidità vertiginosa , — L 'esodo dei buoni
elementi musicali , -- Funzioni solenni prive di splendore, — Bilancio passivo ed attivo
dei lavori musicali eseguiti nel periodo del 1° Impero. — Artisti nazionali e stranieri.
- Opere di Rossini: « Gazza Ladra » e « L ’Italiana in Algeri» . — Chiese munite d'or
gani. – La via dell'esilio .

Non ripeteremo in questo capitolo quanto già dicemmo sull'inizio e la


fine del glorioso periodo musicale, dovuto all'influenza di colui che amava
veramente le arti belle, in specie la musica, chiusosi con risultati soddisfa
centi e che non trova un degno parallelo in quello del successore suo figlio ,
primo Imperatore del Brasile .
Quindi, non senza ragione, l'ascensione splendida che la musica aveva
compiuto sotto l'aureo periodo del monarca suo padre, era nel concetto del
l'opinione storica, il più bell'omaggio che si potesse prestare alla memoria
del benemerito fattore del nostro ambiente musicale . E non si creda che
fosse un semplice atto di cortesia dello spirito straniero o nazionale di quei
tempi considerare l'ambiente artistico di Rio de Janeiro, come il più evoluto
tra le capitali dell'America latina. Era la giusta consacrazione e il ricono
scimento della speciale importanza musicale, che esso aveva raggiunto sotto
il suo regno.
- 112 -

Infatti, che cosa erano gli ambienti artistici delle vicine Repubbliche,
di fronte a quello di Rio , il quale costituiva una eccezione per il suo valore
musicale sino al tempo in cui il Re D . João VI partiva per Lisbona ?
E ' noto per altro che, mentre tra noi si noveravano nomi illustri nel
l'arte, – un José Mauricio , ad esempio -- tanto, lodato , come vedemmo
dai più alti ingegni musicali europei; strumentisti di riconosciuto valore ;
cantori emeriti; un mondo infine di buona arte, che brillava di sfolgorante
luce, e costituiva, in confronto degli stati limitrofi, un centro invidiabile
provvisto di compositori, di esecutori, di mezzi tecnici e di quella idealità
nella concezione di un gusto musicale, propriamente detto .
Fu allora che il mondo artistico assai ristretto delle bellicose repub
bliche, comprese che il Brasile, sotto lo scettro di un re savio , progrediva
e seguitava con ardore nelle sue affermazioni di primato artistico, mercè
il gusto innato dei suoi figli e la spinta vigorosa dell'insigne principe.
Questa nobile idealità , ben rara nei popoli novelli, cosi contrastante
nella sostanza con quella che reggeva i destini dei vicini paesi, la cui con
dotta trovava la gloria nei soli « Pronunciamentos » , costituiva, per noi, un
titolo di duplice vanto , dato il talento e l'onore che si rendeva alla musica
e alle arti consorelle .
Sfortunatamente, dando uno sguardo ai tempi, e avuto riguardo a
quanto avea caratterizzato la prima giovinezza del secolo in parola, fra i
fasti gloriosi della vita musicale sino al 1821, la musica decade sotto il
primo Impero .
Certamente, il lettore che visse in contatto un tantino con la storia
dei tempi rimarrà stupito nell'apprendere che l'ispiratore degl'Inni patriot
tici, il re artista che, da principe reggente, sentiva per l'arte musicale un
amore straordinario non raccogliesse l'eredità della idealità paterna.
Disgraziatamente, l'operosità tutta politica di D . Pedro si tiene quasi
appartata dalla sfera dell'arte musicale ; e se essa non decade del tutto , vive
purtroppo nell'ombra, e segna una fase antagonica a quella che fu caratte
ristica di grandezza sotto il regno del re Clemente .
Evidentemente , il cambiamento rapido del regime coloniale per l'Indi
pendenza, e i tanti fatti intimi che si basano nella vita della corte di Rio ,
dal 1822 al 1831, molto influirono perchè l'arte musicale trovasse un ri
scontro svantaggioso dell'ambiente che precede l'agitato periodo del primo
Impero. Periodo, del resto , di calamità politica , di attriti morali, di anar
chia , provocata da una strana gente , che non aveva altro ideale all'infuori
di quello del disordine, che viveva di intrighi, di calunnie, compromettendo
la stessa integrità del vasto territorio patrio , spingendo gli animi esaltati
- 113

contro le istituzioni, con l'intento di abbatterle, chiudendo per conseguenza


alle arti ogni elemento di prosperità e di vita .
Sicché, la musica che si nutre di pace e di cose belle e meravigliose,
attraverso un 'atmosfera di simili intermittenti agitazioni politiche, non è
più un consolo dell'anima, una scuola di diletto morale e spirituale ; non
si impone più alla società , e non si investe , in nome della espressione co
mune libera e bella , del suo alto e mirabile ideale.
Evidentemente, fu dovuto a ciò , se il principe artista, perdendo la
coscienza del suo genio musicale, non si mantenne nella stessa larghezza
del padre, verso l'alta coltura, e la protezione alle arti, allorchè cinse la
corona' di I° Imperatore del Brasile .
Malgrado tutto , bisogna rendergli giustizia allorquando lo vediamo che
del tutto non si distoglie dalla sua prediletta arte; anzi, lo si può lodare,
in parte, per le sue intermittenti manifestazioni artistiche. Ci è noto, del
resto , com 'egli, nonostante gli eventi che travolsero il suo pensiero nelle
buone come nelle strane visioni della vita, si entusiasma e, sporadicamente ,
compone pezzi sacri e profani, per non smentire quel sentimento artistico
che fu sempre la caratteristica della sua stirpe. Poichè ben sa il lettore
come, al suo nascere in Lisbona nell'anno 1799, la musica era' tenuta in
alto pregio nella corte bragantina ; ed è noto altresì, come negli anni che
seguirono, la fanciullezza del principe D . Pedro lascia travedere una voca
zione speciale per la musica, vocazione sommamente favorita dalle udizioni
di buona arte , che più si accentua allorquando, nel giungere a Rio nel 1808 ,
contando appena 9 anni di età , venne affidato alle cure del maestro padre
José Mauricio , e quindi del Neukomm , sotto la cui scorta si rivelano i suoi
primi sintomi di compositore e strumentista. Infatti, la storia afferma che
egli fece rapidi progressi; a 15 anni, sa l'armonia e il contrappunto ; a 20 ,
suona cinque strumenti : è forte nel clarinetto e nel fagotto, mediocre nel
suonare il violino, violoncello e trombone, e della musica parla come se
fosse la sua professione. Canta accompagnato dalla consorte, o da sė, sulla
chitarra, con arte e gusto, le più ispirate « modinhas » brasiliane ( 1 ). Stulia
spesso i capolavori dei maestri insigni nella musica. Nei rari momenti di
pace , compone coi suoi proprii mezzi, Messe, « Te Deum » e un 'opera , la

(1) La madrasta , D . Amelia de Lenchtemberg, adorava le nostre « modinhas ». Ne


fa menzione nella sua bellissima commovente lettera , raccomandando alle madri bra
siliane il futuro Imperatore, di 6 anni, D . Pedro II (31 aprile 1831): ... « Acalentae-o
-

com as suaves tôadas das vossas maviosas « modinhas » .


- -
-
-
- 114 --
cui sinfonia fu eseguita, a Parigi, nel 1832; e le Messe, nelle solennità degli
atti religiosi della Cappella Imperiale di Rio Janeiro (2).
Di ordinario era nella Fazenda di S. Croce che la sua lira vibrava e
componeva. Quivi la sua fantasia, tutta immersa nella composizione e nello
studio dei suoi preferiti strumenti musicali, ritrova se stesso e il suo am
biente. Quivi infine, lontano dalle procelle della politica, la pace e l'arte
erano con lui: la pace solidificava le sue fibre; l'arte vieppiù la sua anima
patriottica e liberale (3).
( 2) Sabbado, 5 do corrente S. M . o Imperador faz celebrar na sua Imperial Capella .
uma solemne acção de graça pelo seu consorcio. Pelas 10 1/2 horas da manhã , elle appa
rece pa sua tribuna acompanhado de SS . MM . a Imperatriz e a Rainha de Portugal, e
de S. A . R . o Principe Duque de S. Cruz. Deu -se logo principio a Missa Pontifical, em que
officiou Monsenhor Bispo Eleito de Pernambuco, sendo toda a musica tanto a Missa
como o Te-Deum , que no fim se cantou , da composição de Sua Magestade o Imperador.
(« Jornal do Commercio » , de 9 de Dezembro 1829).
(3 ) Nel Giornale del Commercio del 13 novembre 1829 si fa menzione ancora del
nome di D . Pedro, come compositore : « O 9 do corrente foi solemnemente celebrado
nesta côrte, e para maior realce S. M . o Imperador se dignou dar beija -mão na Imperial
Quinta da Boa Vista, onde concorreu o Corpo Diplomatico ... .. Pela 5 horas da tarde
hum esplendido « Te-Deum » foi celebrado na Capella de Nossa Senhora da Gloria , pelo
segundo Esquadrão da Imperial guarda de Honra, em occasião do restabelecimento das
preciosas saudes de SS . MM . II. O adro e a torres desta famosa Cappella 'se acharão
adornadas de bandeiras de todas as Nações e o Concurso do povo foi immenso ; o
Ill.mo. Monsenhor Fidalgo recitou huma oração de S . M . Imperial, e dirigida pelo insi
gne artista Mazziotti ».
Sino al 1860, epoca del maestro Francisco Manuel da Silva, le composizioni del
l'Imperatore D . Pedro lº erano tenute in grande onore ; spesso , come prova il seguente
scritto, venivano eseguite nelle più festive solennità della capitale :
« Festa de Nossa Senhora da Piedade ».
« A festa de Nossa Senhora da Piedade, será pois celebrada hoje (domingo) 12 de
Julho 1857 e nada faltará para tornal- a explendida e brilhante. Vai ser cantada a cele
bre Missa composta pelo Sr. D . Pedro 1º. O nosso distincto mestre Francisco Manuel da
Silva não tem poupado esforços para dar uma nova e evidente prova de arte musical:
já sob a sua magistral regencia tem -se excutado na Igreja de S. Cruz dos Militares nestes
ultimos sete sabbados, canticos de verdadeira inspiração christãa , e hoje será , como
disse, interpretada a composição musical do primeiro Imperador do Brasil. Esta idéa
um Principe cultivando as artes, e compondo como artista, ha de talvez fazer ferver
muito sangue azul, e arripiar muitos fidalgos de nariz torcido, que olhão para os poli
ticos por cima dos hombros, e para os musicos, pintores e outros artistas por baixo dos
joelhos; mas o que ha de ser : os tempos vão mudando e até já se faz mais caso de um
artista de merito do que um fidalgo tolo ..... bem entendido, se ha fidalgos tolos; porque
cá para mim basta correr sangue azul pelas veias de um filho de Adão para que eu
reconheça a sapiencia , a formusura , e a superioridade do cujo » . (« Jornal do Commer
cio » (1857).
La prova di questa eccellente messa , aveva luogo al Museo , il 3 luglio 1857, sotto
- 115 -

In questo senso , la villa Imperiale, circondata di tranquillità assoluta


e di vasti campi che il sole inonda, opera dei miracoli nello spirito irre
queto di D . Pedro, la cui illusione voluttuosa nella placida dimora doveva
essere feconda per comporre delle melodie e riconciliarsi con l'arte. Du
plice conforto era per lui ascoltare i bei concerti sinfonici che ivi si davano
cogli artisti della sua cappella imperiale, diretti dal maestro Marcos Por
tugal, e dal padre José Mauricio , nei quali, non di rado, prendeva parte il
proprio Imperatore, occupando il leggio del primo clarinetto, suonando
correttamente la sua parte, e non perdonava il minimo sbaglio del secondo
clarinetto, che gli sedeva a fianco (4 ).
Altri ricordi, forse più profondi di quei concerti, erano la musica da
camera che vi si eseguiva, dove la purezza e la finezza omogenea dei quar
tetti diMozart e di Haydn , elevavano l'anima ad una dolcezza consona alla
solenne tranquillità dell'ambiente.
Il periodo giovanile di D . João VI aveva lasciato in fondo all'anima sua
un ricordo che gli faceva ascoltare e coltivare con piacere l'altissima arte
di Mozart e di Haydn.
Questi concerti nonchè la musica religiosa attraevano gli alti personaggi
della corte. Questa tendenza diede, un giorno, seriamente da pensare al
maggiordomo della corte ; e convien segnalare l'interessante fatto , poichè
rivela un bel gesto dell'Imperatore in riguardo agli artisti che componevano
l'orchestra , i cantori compresi.
Il maggiordomo, per antiche abitudini, soleva alloggiare le masse arti
stiche nel pianterreno, luogo oltremodo umido e malsano. Dovuto a ciò ,
rare non erano le raucedini dei cantori e le indisposizioni dei professori
d 'orchestra, la cui mancanza nell'assieme pregiudicava non poco le com
posizioni di Haydn , di Mozart, di José Mauricio , di Marcos Portugal, e del
proprio D . Pedro .
Ma una volta , l'Imperatore, di ciò informato , fa chiamare il maggior
domo alla sua presenza , e gli dice : « Sarebbe conveniente traslocare i mu
sici e i cantori dal pianterreno, e mettere ai loro posti i Signori della
corte » .

la direzione del maestro Francisco Manuel da Silva, alla quale intervennero le LL .


MM . II., ed un concorso numeroso di dilettanti di musica. Questa messa , che fin dal
regno dell'autore non era ancora stata eseguita per mancanza di voci, produsse una
grande sensazione nell'uditorio.
(4) Racconto di un vecchio e bravo professore di violino, Sr. J. João dos Reis (da
non confondere con João dos Reis, cantore), nato in Bahia , verso il 1796 , morto in Rio,
nel 1876, il quale faceva parte dell'orchestra della Imperiale Cappella del primo e
secondo Impero .
- 116 -

« Permetta vostra Maestà -- risponde tutto confuso il maggiordomo


- le dica, che i Signori della corte son tutti di alto lignaggio : Marchesi,
Conti, Baroni » .
« Non importa — soggiunse l’Imperatore -- : con un colpo di penna
io faccio un Marchese, un Conte , un Barone, ma non faccio un musico o
un cantore » (5 )
Ritornando all'argomento , si sa anche che alla virtuosità istrumentale ,
D . Pedro preferiva il canto , il quale era una delle sue predilezioni, nono
stante avesse una voce poco flessibile e penetrante . Però, la passione sua
era per la composizione, dalla quale traeva un gran partito. Infatti, la sua
rinomanza di musicista gli viene più dai bei motivi melodici che scrisse,
che dagli strumenti e dal canto. Questo gusto per la composizione, lo rivela
principalmente nei suoi inni, che compone con una semplicità degna del
soggetto; e sono nella memoria di tutti, massiine quello dell'Indipendenza,
un corto componimento, è vero , ma di pensiero e genio patriottico, che
suscitava grande entusiasmo ogni volta ch'era eseguito e udito dalla folla ,
nei primi albori dell’Impero (6).
E ' produzione sua anche l'Inno Imperiale della Costituzione, adottato
dal Re D . Carlo, come Inno Nazionale , ed assume il nome d ' Inno della
« Carta » , quando viene eseguito nella prima solennità dell'anno 1822 in
Lisbona.
E ' un fatto risaputo che, mercè questo componimento , il popolo, non
chè la stampa dell'epoca, la quale è larga di elogi, porta in delirio il suo
nome, e il suo gesto inspiratore è considerato come una duplice gloria del
fondatore della nazionalità brasiliana.
Ma dicasi il vero, eccetto l'Inno dell'Indipendenza, nessun altro lavoro
è arrivato sino a noi.
Parlando di quest'Inno, cosa interessante ci viene in mente, cioè: che
il Brasile è la terra che vanta maggior numero d 'Inni patriottici; e non
è inopportuno citarne qualcuno. Fra i più noti menzioneremo per il primo
quello conosciuto col nome d'Inno del Conte di Palma, Onorato Borges,
eseguito nella sera dell'8 marzo 1821, alla riunione di gala in onore della
prima Giunta Costituzionale di Bahia , João dos Santos Barreto ci dà il
famoso Inno « Dous de Julho » , nell'anno 1828 : data storica per Bahia ,
(5 ) Questo veridico fatto ci fu riferito dal maestro Bento das Mercês, che viveva
ancora nel 1882, il quale fu musico e cantore dell' Imperial Cappella sotto il primo e
secondo Impero, e presente all'atto in cui l'Imperatore D . Pedro lº profferì tal detto.
(6 ) Su questo Inno, il professore di pianoforte Strong, residente in Rio de Janeiro,
compone, nel 1857, delle bellissime variazioni per pianoforte, dedicate a s. M . l'Impe
ratore D . Pedro II° .
- -

- 111 -
la cui giornata si uguaglia ad una delle gloriose e memorabili cinque gior
nate di Milano, del 1848. João Francisco Leal compone l'Inno « Deos! Salve
a Pedro » , eseguito il 16 gennaio 1835 in Rio de Janeiro. Nel 1838, Delphim
Benegna da Cunha scrive un Inno intitolato « Hymno da Gratidão » ese
guito nella recita in suo beneficio, il 14 ottobre, cantato dall'artista brasi
liano Gabriel Fernandes da Trindade (teatro Costituzionale). Eleuterio Fe
liciano de Senna ne compone uno, dedicato alla Serenissima Principessa
D . Isabel. Un quinto nome che si presenta fra i compositori d'Inni, è quello
di Augusto Gaudencio Estrella Fortes, di Bahia , il quale compone l'Inno di
Guerra : « Voluntario da Patria », cantato con grande entusiasmo all'inizio
della guerra del Paraguay. Con identico pensiero , il noto maestro Arcan
-
-

gelo Fiorito , compositore di musica della casa e cappella particolare di


- -

S. M . l’Imperatore, scrive l’Inno trionfale, per banda, in omaggio al ritorno


delle truppe dal Paraguay, ch'egli stesso dirige con lo spadino dell'uni
forme cavalleresca dell'Ordine « da Rosa » , marciando alla fronte d 'un
battaglione (1870). Il maestro Antonio Tornaghi compone, nel 1943, un
Inno dedicato a S . M . l'Imperatrice del Brasile , con poesia dello scrittore
Paulo Brito. Quest'Inno fu eseguito da varie bande musicali, nel solenne
giorno dell'arrivo di S. M . l’Imperatrice del Brasile (Settembre 1843). Lo
stesso autore ne compone un secondo nel corrente anno, intitolato « Inno
del Natale », con bella poesia , scritta da Giuseppe Folletti. Benjamin Car
voliva, chiarissimo letterato catharinense e poeta illustre, del cui valore
artistico faremo cenno altrove, ne scrisse sei : l'« Inno dos Voluntarios da
Patria » (1865 ); l'« Inno de Pio IX » , che gli valse la benedizione papale ;
l'« Inno Catharinenese » e l'« Inno di S . Francisco » (1875 ); l'« Inno epitala
mico » ( 1880 ); l' « Inno della Repubblica », classificato con menzione onore
vole, e l'« Inno della Rivoluzione» , che, approvato dal Governo Provvisorio,
capitanato dal Lorena in S . Catharina, fu cantato con legittimo entusiasmo
in Palazzo, ed alle porte della eroica Lapa, quando l'esercito nemico di
Gumercindo vi fece breccia. Di quest'Inno, come di quasi tutti gli altri,
è egli stesso l'autore dei versi, della cui ispirazione e sostanza può dare
idea la prima strofa :
« Patriotas, se a Patria é oprimida ,
Libertal-a é de honra, é dever . . .
Vale a honra ainda mais do que a vida,
E sem honra não vale o viver.
Tal dizendo, briosa, aguerrida,
Brilha a esquadra brasilea de heróes,
Qual de estrellas a etherea avenida,
Qual o espaço repleto de Sóes !
– 118 -

Sono pure del Carvoliva : l’Inno « dos Operarios » , adattato ufficialmente


nei propri Statuti dalla società « Protectora dos Operaios » di Curityba
(1897) ; l' Inno degli Impiegati del commercio ; l' Inno del Centenario (1900 ) ;
l'Inno Morretense, e quello « Maconico » , il cui senso poetico non si urta
col sentimento religioso .
Carlos Gomes, durante il suo soggiorno in S . Paulo (1864), compone
l' Inno Accademico, su parole di Bittencourt Sampaio . Su poesia di Arturo
Azevedo scrive Barroso Netto un Inno di pari spirito , intitolato Inno allo
Studio . Costa Junior, il felice compositore di musica popolare, ci dà un
Inno patriottico, in forma di marcia . Luiza Leonardo (vedi questo nome
fra i pianisti concertisti), sposata Boccanera, scrive l' Inno a Carlos Gomes,
solennemente eseguito con grande banda militare, in Campinas, nel giorno
in cui veniva inaugurata la statua del celebre maestro (1905 ).
João Elias da Cunha compone ( 1889) l' « Inno 15 de Novembro » , su
parole de Soares de Souza ; fu cantato da diverse signore alla presenza del
Governatore dello stato di Rio , Dr. Francisco Portella (17 dicembre 1890) .
Il distinto professore Arnaud de Gouvea, venerando i santi, compone l’Inno
di S . Cristoforo , con parole del padre Riccardino Séve. Il noto maestro
Francisco Braga compone l'inno della Bandiera , il quale viene eseguito, ogni
anno, dalle masse scolastiche di tutte le scuole e istituti d'insegnamento
ufficiale.
Oltre a questo Inno , egli ne compone altri 17 : « Hymno do Instituto Fe
minino » , « Hymno da Escola Tiradentes » , « Hymno do Asylo Gonçalves
de Araujo » , « Hymno Escolar » , « Hymno a Cabo Frio » , « Hymno á Re
gina Coeli », « Hymno á Bandeira » , « Hymno Chile - Brasil » , « Hymno
d 'Adeus » , « Hymno á Infancia » , « Hymno do Collegio Alfredo Gomes » ,
«Hymno do Collegio Paula Freitas » ,« Hymno Escolar Primavera », « Hymno
do Batalhão da Imprensa » , « Hymno á N . S . da Gloria » , « Hymno á Santa
Rita » , « Hymno á Senhora Sant'Anna » (7 ).
Antonio Miguel de Souza, maestro di banda e compositore molto apprez
zato in Minas Geraes, ove muore nel 1917, dopo di aver diretta durante 15
anni l'accennata banda della località , compone l'inno di Marianna. José
Brasilicio de Souza, pianista e violinista , nato in S . Catharina compone l’Inno
Catharinense. Il rinomato professore di pianoforte Custodio F . Goés ne
scrive nondimeno che 17 : Inno all'Ammiraglio Barroso ; a Ruy Barboza, allo
Stato del Rio Grande del Nord ; a Rio Branco ; allo Stato del Rio Grande
del Sud ; ai Fiori; a Deodoro ; a Benjamin Constant; ai Pompieri; e Estacio

(7) Nel 1919, egli compone l’Inno alla Pace, cantato dagli alunni delle scuole muni
cipali; Felix Pacheco , ne scrisse i versi.
--- 119 -

de Sá ; allo Stato di Rio de Janeiro all’Inconfidencia alla « Congregação


das Filhas de Maria » a Joaquim Nabuco ; al frate Miguelinho : questi ultimi
otto, scritti in collaborazione col fratello . Miguel Cardoso scrive, 1896 , l'inno
Patrio . José Alves Moreno compone l'Inno Repubblicano (1904). Nicolino Mi
lano compone l’Inno del 4º Centenario brasiliano.
Non dimentichiamo far cenno d 'un altro inno che il maestro composi
tore e direttore d 'orchestra dell'opera italiana e nazionale Gioacchino Gian
nini scrive e dedica al serenissimo principe Imperiale, eseguito nello spet
tacolo di gala dell'11 ottobre 1848, cantato da tutta la compagnia lirica, in
omaggio al battesimo del detto principe.
caduto il secondo Impero, per inneggiare la nascente ed acclamata Re
pubblica , se ne scrivono altri cinque : uno lo compone Joaquim Thomé, e
porta il nome di I° Hymno Repubblicano di Bahia ; il 2°, Alberto Nepomu
ceno ; il 3°, Jeronymo Queiroz, il 4º, Francisco Braga, e il 5°, finalmente,
Leopoldo Miguéz, il quale è scelto ed acclamato come l'Inno ufficiale della
Repubblica fra i quattro, che figuravano nel concorso indetto dal Governo
Provvisorio , effettuatosi nel recinto del teatro lirico, 1890 .
Quest' Inno, pallida imitazione della Marsigliese, non ebbe lunga vita ;
cadde debellato dal sentimento nazionale, il quale sentiva ancora nell'anima
quell'inno vibrante e patriottico, cantato e suonato in onore della patria e
degli eroi, che Francisco Manuel da Silva, componeva , col nome d 'Inno Na
zionale, nel 1841. Il Miguéz , accorato , assiste al risorgimento dell'immortale
inno, mercè l'autorità indiscussa del capo della Nazione. Infatti, il culto che
il proclamatore della Repubblica Maresciallo Deodoro da Fonseca aveva per
esso, al cui suono egli avea combattuto le aspre e gloriose battaglie sui
campi del Paraguay, era tale che, nel dì 15 Novembre, primo anniversario
del nuovo regime, dopo le parole patriottiche del Colonnello Serzedello Cor
réa, che in uno slancio di eloquenza ricordava i gloriosi fasti guerreschi,
vinti al suon del vecchio Inno, il prode soldato, in un bel gesto , esclamo dal
balcone del palazzo d 'Itamaraty : « Rimaniamo col vecchio » .
Superbo e commovente momento !
A queste parole , le bande musicali dei battaglioni, senza attendere l'or
dine d 'un preciso attacco, fanno squillare i loro strumenti, intuonando, in
un sublime disordine armonico, il vecchio e glorioso Inno, che il popolo ,
commosso alle lagrime, applaude delirantemente .
E fu così che la poetica patriottica ispirazione di Francisco Manuel da
Silva doveva rimanere nell'anima repubblicana , come era rimasta per tanti
anni in quella monarchica, cioè, per inneggiare un solo idolo , un solo pen
siero : il sentimento nazionale !
- 120 -

Però è giusto dire che a tutti questi Inni che abbiamo citato, un altro
si converrebbe aggiungere, che è parimenti sintesi di un atto non meno pa
triottico ed eroico : l'Inno dell' Indipendenza , col quale D . Pedro I°, al pari
di Francisco Manuel da Silva, immortala il suo nome. E tornando quindi
nuovamente a questo nome, si è in obbligo di dire che l'illustre monarca ci
apparisce anche come compositore sinfonico : talento, del resto , già rivelato
in quella menzionata sinfonia , di cui Bento das Mercês faceva le migliori lodi.
In altre parole : egli era ben l’uomo a cui si conveniva il meritato nome
di principe artista . Non fossero quei ricordati pregiudizi di cui era imbevuto ,
e il suo spirito , che si rispecchia nella citata visione d 'un periodo di graví
lotte politiche, egli di certo avrebbe dato un differente indirizzo all'arte
musicale .
Ma era fatale , ed è un fatto , che la decadenza della musica , purtroppo
si accentuasse con una rapidità vertiginosa negli ultimi anni del suo regno ;
anzi, essa si doveva rivelar in ben più tristi condizioni in tempi che segui
rono, cioè , dopo il 13 aprile 1831, quando l'Imperatore abbandonava per
sempre il più bel cielo del nuovo mondo.
A peggiorare la situazione dell'arte, l'esodo dei buoni elementi musicali
si determina sull'esempio dello stimato compositore e pianista Neukomm ,
che abbandona Rio di soppiatto nei primi rivolgimenti del 1822, e si ritira
a Parigi, ove, con entusiasmo, parla dei nostri intelligenti musicisti, e pub
blica le nostre gentili canzoni popolari.
Il proprio nostro glorioso José Mauricio si lagna dell'Imperatore D . Pe
dro , che gli toglie per ragioni economiche la pensione datagli dal padre; e
lottando con la povertà e col bisogno, sino a che la morte lo trascina all'ul
tima dimora .
Marcos Portugal, aggravatisi i suoi mali, soccombe, nel 1830, all'ultimo
attacco di paralisi, pieno di gratitudine per la benevolenza che il maestro
padre José Mauricio gli aveva dimostrato nelle sue sventure!...
Altri distinti artisti nazionali e stranieri muovono verso l'interno in
cerca di miglior sorte. Dimodochè, tutto ciò che risplendeva un tempo di
pensiero e d 'arte, e che formava oggetto d'ammirazione in tutta l'America
ai bei tempi coloniali, si rende squallido e desolante nei primi albori della
reggenza del secondo Impero.
Le funzioni solennidella Imperiale Cappella erano ormai prive di quello
splendore, che tanti valenti artisti, col gusto, coll'entusiasmo, le avevano
dato, mantenendo un 'ammirabile unità d'assieme, una precisione rigorosa e
l'omogenea esattezza di interpretazione nelle opere sacre di Haydn , di Mo
zart, di Cherubini e dei nostri insigni musicisti nazionali.
- 121 -

In altre parole : l'elemento artistico della Cappella Imperiale, che ascen.


deva , prima dell'epilogo che si svolse il 7 di aprile 1831, a circa 100 esecu
tori, nel 1836 , era ridotto a venti cantori e 3 istrumentisti. Mazziotti e il
fratello di Marcos Portugal, Simão, due mediocrità musicali, erano, a vicen
da, i maestri della fu gloriosa Cappella !... (8 )
Tale fu in conclusione, il periodo dell'uomo che aveva rivelato, fin
dall'infanzia , un 'anima d 'artista, i cui sentimenti e le idee di riguardo al
l'arte musicale rimangono, per effetto di vivo interesse politico, immutati
sino a quando il sole del suo regno tramonta .
Ma se nei ricordi del periodo del figlio di D . João VI permane l'idea
che egli non dispensò mai protezioni e appoggio all'arte musicale , nell'ani
ma dei nostri intelligenti artisti rimaneva, malgrado tutto, quell'amore e
quel rispetto all'arte e alle sue funzioni sociali, pur sapendo di soffrire, lot
tando per l'esistenza e contro un indifferentismo schiacciante .
E cosi sopportarono il nuovo stato di cose per lunghi anni, dal di del
colpo fatale del 1831, in cui veniva sciolta l'orchestra della Cappella Impe
riale, e messi sul lastrico gli artisti che la componevano.
Ne troviamo in un lavoro di Moreira Azavedo, una affermazione, nei
seguenti termini:
« Essa arte , que no tempo do velho rei D . João VI tanto se avantajou
" e concorrera para ornamentar as repetidas e pomposas festividades cele
« bradas na real capella e as abrilhantadas e regias solemninidades da Côrte ,
« foi decahindo, amortecendo - lhe o brilho e fama em que sobrepujava
« as outras, desappareceram seus sacerdotes mais dedicados, e com elles
« as recordações dos sons melodicos que, saindo dentro da alma, retiniam
« nas naves da capella real.
« Em 1831 foram despedidos todos os musicos da capella Imperial e
« reuniram -se no turbilhão da politica que os arredou consigo e derruio . A
a palheta, a lyra, o escopro, o compasso tornaram - se instrumentos degra
« dantes, e os iconoclastos da arte, subindo ao primeiro altar da capella
« Imperial, apagaram com as esponjas esqualidas dos vandalos o painel de
« José Leandro » (9 ).
Reso quest'omaggio alla verità storica , ci rimane ancora a documentare
il bilancio passivo e attivo dei lavori musicali e le esecuzioni strumentali,
che si segnalano durante il periodo del primo Impero.
Fra i primi lavori eseguiti sulle scene dei teatri di Rio , figura un'opera
del maestro Marcos Portugal: il « Giuramento dei Nunes »), opera tanto
( 8) Na capella Imperial ha 23 musicos, a saber 20 cantores, e tres instrumentos
de « Baxo ». (Almanak Geral, 1836).
(9) Revista do Instituto Historico e Geographico Brazileiro , 1838.
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discussa per chiarire la sua vera origine (10), la cui prima rappresentazione
ha luogo nella sera del 25 marzo 1823, all'imperiale teatro di S. João , il quale ,
come si disse, s'incendiò nella stessa notte, dopo la solenne recita di gala ,
per inneggiare al giuramento di D . Pedro alla nuova costituzione (11).
Ci è noto altresì che la nota artistica partecipava, malgrado tutto , nei
solenni banchetti.
Infatti si legge nelle cronache dell'epoca , che in un lauto pranzo , dato
dagli studenti nella domenica del 25 maggio (1828), i primi che giungono
a laurerarsi dopo la fondazione dell'Accademia Medico - Chirurgica , una
grande orchestra eseguisce scelti e interessanti pezzi musicali, intramezzati
da assoli vocali e strumentali, cantati e suonati da valorosi artisti.
E' in questo che si riassumetutto il movimento musicale nell'anno 1828 .
L 'anno seguente (1829) si presenta più fertile in lavori musicali, che si
riproducono sulle scene dell’Imperiale teatro S . João, poscia teatro Costi
tuzionale. Tra essi dobbiamo constatare quelli più applauditi, che sono
i seguenti : l'opera Timonella , cantata dalla signora Bourdon Dange; l'in
termezzo « Adolfo e Clara » , operetta di Fraenzi, che veniva data a Fran
coforte (1800), cantata dal signor Hyppolyto, di cui si loda la bella voce.
Indi si dà, il 28 gennaio , l'opera-ballo « Coradino » , cantata in beneficio
del tenore Vittorio Isotta , molto applaudito dal pubblico. Nella sera del
10 febbraio si udiva per la prima volta l'opera semiseria in tre atti : « Ma
tilde di Shabran », di Rossini, rappresentata per la prima volta in Roma
(1821), con lieto successo . Sono da citarsi tre interessanti pezzi : il Quartetto,
il delizioso duetto buffo per soprano e contralto , cantato con grande suc
cesso dalla prima donna soprano Bourdon Dangé, e la prima donna con
tralto signora Speroni, e l'aria buffa . Due altri artisti italiani Luigi Foresti,

(10) Infatti quest'opera è attribuita, da alcuni storici, al musico portoghese Ber


nardo Souza Queiroz, che venne insieme a Marcos Portugal, e lasciò il figlio coll'istesso
nome, Bernardo de Souza Queiroz, il quale ebbe lunga vita , e fu professore di piano
forte e padre all'illustre pianista Jeroymo de Souza Queiroz, insegnante, presentemente
all'Istituto Nazionale di Musica .
(11) Alle tradizioni interessanti del predetto teatro dobbiamo aggiungere il se
guente : Dal loggione di esso , il 12 ottobre 1822, fu D . Pedro lº proclamato solennemente
imperatore costituzionale del Brasile , Pioveva, secondo narrano le cronache dell'epoca,
in quel giorno, dirottamente e il primo imperatore del nuovo Impero, veniva a piedi
dal campo di Sant'Anna, poscia chiamato Campo d'Acclamação, sino alla cappella Impe
riale , seguito di tutta la sua corte e d'un numerosissimo concorso di popolo.
La pioggia non impedi le manifestazioni d 'un entusiasmo spontaneo e indicibile ; le
signore empivano le finestre di tutte le case e un diluvio di fiori cadevano incessante
mente sopra l'Imperatore, abbandonato dalla quasi totalità dei suoi cortigiani e da
quelli a cui più beneficò, quasi solo in un palazzo deserto firmava il Decreto della sua
abdicazione. (Jornal do Commercio 14 de outubro de 1831).
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primo basso buffo , e il tenore Agostino Mirò, debuttano in quest'opera. Sul


merito di quest'ultimo la critica dell'epoca così si esprime: « Os esforços
deste estimavel artista para representar dignamente o papel importante de
« Corradino » assim como um fim de estação theatral, que obrigão a não
perder nenhum das representações, promettem uma grande affluencia d'e
spectadores » .
Un annunzio del 7 luglio parla dell'arrivo di un altro bravo artista
italiano, senza farne il nome, in questi termini: « Aos amantes do theatro
italiano damos a satisfatoria noticia que chegou a esta cidade vindo de
Pernambuco um Baixo Cantor, que dizem ser de bastante merecimento » .
Questo artista doveva essere il noto basso comico Fabrizio Piacentini,
che faceva parte della compagnia lirica italiana, nel novembre 1829.
Egli moriva ai 13 di novembre dello stesso anno, in Rio de Janeiro ,
all'età di 63 anni.
Gli artisti ed alcuni ammiratori presero il lutto per la sua morte , dato
il suo merito artistico e le qualità morali di cui era dotato .
In tal senso, il « Jornal do Commercio » publica, annunziandone la
morte, il seguente articolo cronologico :
« A companhia lyrica italiana soffreu uma perda dolorosa : Morreu o
« primeiro Baixo Comico Fabricio Piacentini, sem duvida o melhor artista
a que pisou no theatro do Rio de Janeiro ».
Il pubblico appassionato per la musica conservò per un lungo tempo
le più grate ricordanze di questo artista, com ' anche del Majorani e del
Barbieri.
Due vecchi professori d 'orchestra, i cui nomi ci sfuggono dalla mente
e che vivevano ancora nel 1874, facevano sovente accenno a questi due
bravi artisti. Finalmente, dopo il dominio di lavori poco rimarchevoli e di
merito secondario , trionfa il genio di Rossini, di cui si dà il 9 luglio la
« Cenerentola »), opera accolta con entusiasmo dal pubblico, il quale applau
de con giustizia il tenore Isotta e la prima donna Giustina Piacentini.
Maggior successo ottiene questo tenore nell'opera « L ' Aio nell'imba
razzo » di Donizetti, datasi nella sera del 14 luglio, in suo beneficio (12) .

( 12 ) Questa serata d 'onore, come oggi si dice, veniva rimandata , per forza mag
giore, al di 23, secondo la seguente giustificativa : « 0 Sr. Isotta , tem a honra de parte
cipar ao respeitavel publico, que o seu beneficio está transferido para quinta feira 23
do corrente, e que se representarà a Cenerentola. Em lugar do Aio em enbaraço por
se achar doente a primeira dama Justina Piacentini.
Depois do primeiro acto haverá dansa e o espectaculo acabará com o segundo acto
da peça. O annunciante implora do Respeitavel Publico a continuaçao da sua benevo
lencia , a qual retribuirá com os maiores esforços, para agradar a huma Sociedade
tão illumipada, e que por tantos titulos tem captivado a gratidão do annunciante » .
- 124 -

La cronaca, avvisando il pubblico per questo spettacolo , aggiunge le


seguenti parole in merito dell'artista :
« Ha huma recompensa dos infortunios que este Actor tem soffrido no
« Rio de Janeiro convidamos ao senhor Isotta a continuar a merecer a
« benevolencia do Respeitavel publico, e estamos persuadidos que tanto na
« qualidade de cantor, como de actor desempenhará a sua parte no « Aio
« no embraço » , com a mesma capacidade que mostrou em « Cenerentola » .
A questa piccola schiera di cantanti italiani, che compongono mode
destamente la nobile missione di far conoscere l’arte melodrammatica nei
lontani paraggi, viene ad aggiungersi una compagnia di artisti portoghesi,
il cui arrivo è annunciato nei seguenti termini:
« Finalmente o theatro Imperial possue uma companhia de artistas
« portuguezes ha tanto tempo prometida ao povo Fluminense.
« Sabemos que entre elles vém algums de grande merecimento , come
« João Evangelista da Costa que já aqui representou ha annos, e que bri
« lhou no « Desertor franzes » : Joaquim José de Barros (bem conhecido no
« theatro da rua dos Condes em Lisboa ) para o caracter de centro (?), e
« Tyranno . Miguel João Vidal, galan Manuel Baptista Lisbôa, e Paulo Bo
« scoli, o primeiro gracioso, e o segundo buffo para as peças Italianas : An
« tonio José Pedro, e João Climaco da Gama, José Jacob de Quevedo, e
« Manuel Soares diversos papeis. Entre as damas vém Ludovina Soares,
« primeira dama; Thereza Soares, segunda dama; Maria Soares, diversos
« papeis ; Gertrudes Angelica, caracteristica e lacaio . Do corpo de haile, já
« tão resumido, resebe novo soccorro de algums dansarinos de ambos os
« sexos, e fala -se com distinção em Luiz Montani, mestre de dansa » .
L'anno che segue (1830 ), oltre all'arrivo d'un professore di pianoforte
e di canto , il cui nome ignoriamo (13), uno spettacolo, in cui si produce
un pianista dal nome Falcos, il quale suona un 'aria francese (14 ); un
concerto del violinista Giuseppe De-Giovanni (Rebeca das Moças) (15), e

(13) « Chegou a esta Côrte um professor de piano que se offerece ao publico para
dar lições do dito , e canta em Italiano pelo methodo que se usa em Paris » . (Dalle
notizie particolari do Jornal do Commercio del 10 marzo 1830).
(14) « No primeiro acto Mr. Falcos tocará no piano huma Aria Franceza ; e seguir
se-ha um terceto dançado por M .mes Adélle , Helvise e Folebs, acompanhado no piano
forte por Mr. Falcos ». (Dallo stesso giornale ).
(15 ) Imperial theatro — quarta feira, 4 de agosto de 1830 , á beneficio de José De
Giovanni: Rebeca das damas, depois de huma grande symphonia intitolada A batalha de
Austerliz , a companhia nacional representerá a grande peça : « José Segundo » visitando
os carceres. Findo o primeiro acto , o beneficiado tocará um thema com variações de
uma nova composição, e no intervallo haverá um concerto de flauta executado, pelo
professor Antonio Manger.
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il pianista Antonio Manger; la beneficiata della prima donna Giustina Pia


centini, che assieme al primo buffo comico Michel Vaccani, interpretano un
bello e brioso duetto , non ancora udito in Rio de Janeiro, ed una cavatina
del già celebre maestro Rossini. Degno a menzionarsi è l'annunzio che rile
viamo dalle cronache del giorno, le quali riferiscono la prossima andata in
scena di un 'opera nuova del geniale giovane maestro Rossini: « La Gaz
za Ladra » .
Questa rappresentazione, ansiosamente aspettata dal pubblico, che do
veva aver luogo nella sera del giovedi 12 giugno, è rimandata al 31, per
solennizzare il fausto arrivo di S. M . l’Imperatrice ( 16 ).
11 9 ottobre, giorno onomastico di S . M . l'Imperatore, si ascoltava per
la prima volta una seconda opera di Rossini: L ' «'Italiana in Algeri » , la
quale riportò un successo trionfale. E ' utile dirlo che, in queste due opere,
coi ritornelli il recitativo, la cavativa, il duetto, il terzetto , la melodia deli
ziosa, la novella forma infine, il pubblico della serata di gala , trova la vera
prima gioia musicale nel genio del più illustre compositore italiano del se
colo XIX , il quale a 37 anni doveva vivere in piena luce di gloria mercè
i suoi capolavori: « Guglielmo Tell » , il « Barbiere di Siviglia », il « Mosè » ,
« L'Assedio di Corinto », « Il Conte Ory », ecc.
Lasciando il campo lirico e la difficile situazione economica del paese,
la capitale dell' Impero attira altre individualità artistiche, che andarono
man mano crescendo, le quali si raccomandavano per il loro talento , non
che per l'originalità delle loro presentazioni.
Citeremo, ad esempio, una macstra di Musica la signora Bertolini di
Napoli, la quale cosi si presenta al pubblico :
« A Senhora Bertolini de Napoles, inaestra de musica, ensinando pia
« noforte, guitarra, e cantar em quatro lingua differentes a saber: Italiano,
« Hespanhol, Franzes, e Inglez, achando -se de passagem nesta capital, aon
« de se vê obrigada a demorar-se algum tempo, tem a homra de annunciar
« ao respeitavel publico , que ella dará lições das sobreditas prendas a qual
« quer senhora que a pretender ».
( 16 ) « Imperial theatro S. Pedro de Alcantara .
« A direção do Imperial theatro S. Pedro de Alcantara manda participar aos senhorcs
assignantes que quinta feira proxima não é posivel haver espetaculo ; em razão dos En
saios, armação da casa, e mais preparativos para se solemnizar o Faustissimo Dia 31 do
corrente , aproveitando esta ocasião para annunciar ao respeitavel publico que naquello
Dia depois do Hymno terá lugar um novo Elogio Dramatico excutado pela companhia
Nacional, seguindo- se logo a excellente opera do maestro Rossini « La Gazza Ladra ». Na
devisão de seus actos haverá hum novo e apparatoso Baile Alegorico á Feliz chegada de
S . M . a Imperatriz , intitulado : « A Esposa europea » . (« Jornal do Commercio » , 26 Ju
nho 1830).
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Colla stessa posa e il talento che le fa scorta , un'altra signora, brasi


liana, annunzia al pubblico , domandando delle allieve, con queste curiose
parole :
« Huma S .ra Brazileira, professora de piano, musica, e cantoria, pos
« suindo estas prendas na ultima perfeição, deseja trasmitir a quellas de
« suas jovens patricias, que dellas se quizerem aproveitar. A annunciante
« se lizonjeia , que, além de theoria , que com desvello se propõe ensinar
« — lhes, a pratica , com que pretende entreter-se entre suas discipulas,
« sem duvida, muito coadjuvará, a excitar- lhe o seu exemplo » . . ...
Senza voler rompere la linea di questo argomento , troviamo utile ri
cordare che, all'epoca in parola , non mancavano dei buoni riparatori e
costruttori d 'organi. Uno tra i più competenti era un certo Enrico Maurer,
abitante in Via da Cadeia , oggi Assemblea, N . 113 ; conosciuto anche come
eccellente riparatore di pianoforte ed accordatore.
Ciò prova che, negli anni trascorsi, le chiese erano munite di buoni
organi per dar l'effetto al sentimento della musica religiosa .
Infine, il regno di D . Pedro I', che noi chiamammo periodo di agita
zioni politiche col triste appannaggio dello spavento generale su la sven
tura o la felicità della patria, si chiudeva con due opere di Rossini: « La
Gazza Ladra » , « l'Italiana in Algeri », ed alcuni concerti musicali isolati
e frammischiati alle rappresentazioni delle commedie e drammi.
Qualche critico melanconico potrebbe rimproverare l'Imperatore arti
sta di non avere reso nessun beneficio all'arte musicale; ma gli si potrebbe
rispondere, a seconda dello studio analitico fatto in precedenza sull'uomo
liberale e patriotta, che il suo regno fu corto, e non trovò nella sua ope
rosità che una quantità di gente ostile, disposta sempre a contrariare il suo
sentimento del bene della patria e , forse, dell'arte .
Ad onta di tutto , D . Pedro I°, lasciando il figlio in tenera età , erede di
un grande dominio, prendeva la via dell'esilio, coi pensieri che riposano
su le speranze che il trono dell'Impero, adottando le sue idee, fruttasse
glorie e molti onori ai brasiliani; ed all'arte , un ricco e fulgido avvenire.
IV PERIODO
(1832-1843)

CAPITOLO IX .

LA MUSICA SOTTO LA REGGENZA DI D . PEDRO II°

Perchè il nuovo Imperatore andò creandosi, sin dai primi anni, il diritto di venire
ad essere, come fu , il Marco Aurelio brasiliano , - Ragioni storiche e digressioni d 'or
dine politico. — La formazione dello spirito artistico in un periodo di affermazione della
sovranità nazionale . — Dolcezza di costumi e pace di ambiente: genesi d'uno slancio di
elevatezza di pensiero e d 'anima. — L 'influenza dell'indole liberale del monarca in tutte
le manifestazioni della nostra arte , -- Ove ricordansi Pedro Americo e Victor Meirelles,
i fissatori, nella tela , delle epopee della nazionalità , dai tempi coloniali . — Il conser
vatorio, del 1844. - L 'inizio dell'opera lirica . -- Rossini, Bellini e Donizetti, la trinità
del sentimentalismo melodico del loro tempo. – I fondatori, nel Brasile, della virtuo
sità creatrice e strumentale . — Ad invito di Pedro II sarebbe venuto al nostro paese
l'autore di « Tristano e Isotta » : il giovane mecenate riproduceva le gesta del suo avo,
attraendo alla sua corte i grandi spiriti rappresentativi dell'arte musicale. – Verrehbe
di proposito citare Neukomm . -- Le convulsioni politico -sociali del periodo della reg
genza influirono decisivamente sulla vita artistica : essa ebbe la sua ora di paralizza
zione. – Difficoltà che appariscono allo storico : predominava nei cartelli e nei pro
grammi dell'epoca il « curiosismo » , che precedette modestamente il vero « virtuosismo » .
- Risorgono, tuttavia, i devanciers dell'esecuzione musicale nei nostri centri artistici. —
Interpretando i compositori di prima grandezza di quella tappa del secolo 19º. – La
voce di Gertrudes Angelica e il flauto di Xavier da Cruz, — Il violoncello del maestro
Polycarpo. — Si applaudivano, ad un tempo, sinfonie e lundús: i forti motivi musicali
e l'estro ardente delle contrade. — Sorge, in Rio, il primo fenomeno di precocità mu
sicale : Frederico Planel. -- « Il termometro della civilizzazione di un popolo » , — La
musica messa al servizio della politica. — Memorabili esecuzioni orchestrali. — Benefica
iniziativa particolare: la nostra prima biblioteca musicale , la filarmonica e la sua op
portunità . — Fanno furore le « modinhas », al suon delle chitarre . — Si parla di teatro
nazionale, e l'indicato a ricevere i primi allori è il S. Pedro de Alcantara , — Francisco
Manuel da Silva succede a Simão Portugal come maestro della Cappella Imperiale, -
Si segnalano varie iniziative del periodo della reggenza ; ad esse è dovuto il Dizionario
Musicale .

Eccoci giunti al periodo più lungo e complesso della nostra storia


musicale, periodo, evidentemente, di maggiore gloria artistica, giacchè
riesce più fulgido per i tanti ingegni che vi sorsero, mercè l'influenza di
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un grande spirito , che cominciava a rivelarsi sotto il nome di D . Pedro II.


Certo , nell'ora che segnava l'inizio del secondo Impero, la nostra arte
musicale non si era ancora destata dal torpore in cui l'abbiamo lasciata
sotto il regno di D . Pedro I.
L 'età minorenne dell'Imperatore D . Pedro II, il quale , più tardi, do
veva dare col suo sensato ed onesto governo circa mezzo secolo di pace e
di prestigio alla sua patria , non gli permetteva di iniziare la sua beneme
rita operosità pel bene morale ed intellettuale e pel miglioramento arti
stico e sociale. Tali principii li doveva spiegare nell'età più adulta , con
positivo e pratico intendimento. Oltre a ciò, nelle circostanze in cui si
trovava il paese , circostanze analoghe a quelle che turbarono l'epoca del
padre suo, le quali purtroppo continuarono ad affliggere l'anima della
nazione e ad influire su lo spirito di quelli che avevano elevati sentimenti
di patriottismo, agitando le grandi questioni della sventura, o la felicità
del Brasile , non potevano, certamente, permettere all'arte di tentare un
nuovo passo verso la considerazione sociale , per allontanarsi dalla vita
della materialità , data l'assoluta mancanza dell'ossigeno rigeneratore, che
è tutto l'incanto di una pura visione artistica .
A peggiorare la situazione, i partiti politici, ben lungi dal mantenersi
concordi fra loro, non cercavano, a vicenda, che la discordia ; erano le
meschinità, il trionfo del capriccio , gli intrighi che assumevano a momenti
più importanza che la causa pubblica. I caratteri energici e le intelligenze
superiori erano tenuti a bada dagli elementi perturbatori della tranquil
lità pubblica , dagli uomini politici, che iniziavano la loro carriera sotto i
più tristi auspici del giogo di interessi partigiani, cercando corrompere
tutti i sani principii e scendere all'odio personale ed alla disorganizzazione
di ogni sana energia. Infine, ogni partito politico bandiva una fede diversa
dall'altra. Ogni bandiera simboleggiava pace, tranquillità , oblio , nascon
dendo odii, perfidie, passioni acerrime.
Ma, la Dio mercè, dopo tante agitazioni, alcune delle quali generarono
delle guerre civili interne, un 'onda di simpatie si raccoglieva attorno al
l'adolescente sovrano, che, a 17 anni di età , viene proclamato maggirenne
dall'opinione popolare, ed assume il potere, sotto il cui governo il Brasile
conosce la pace ; e , con essa , le arti belle, le lettere, le scienze, si svegliano
e ricevono nuovo impulso .
Quindi se dobbiamo giudicare sui fatti storici, i quali formano, senza
dubbio , un superbo complesso di buone opere a beneficio della patria
il suo periodo va notato tra i più felici per il progresso morale e intellet
tuale.
Pacificatore dell'Impero, senza giammai soffocare la libertà , egli si
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procurò, in tal modo, il nobile titolo di un novello Marco Aurelio ; e la


storia può dirci eziandio com ’egli giovasse al Brasile , governandolo con la
dolcezza del suo carattere, il culto della libertà , il rispetto alle leggi,
l'amore alle scienze, il sentimento delle lettere, il pensiero alle arti belle .
Le tracce difatti che egli lascia , proteggendo ogni ingegno con la sua
munificenza, portano l' impronta della più grata e imperitura ricordanza
nei cuori di tutti i suoi protetti.
Suggello di tal fatto fu la parte magnanima e generosa che tenne,
durante la sua vita , per Carlos Gomes; e lo stesso potrebbe dirsi di tanti
altri giovani, del cui talento fu la salvezza, mantenendone a proprie spese,
un numero assai elevato, nelle principali accademie europee di scienze e
di belle arti durante un lungo periodo di anni.
Quelli ancora viventi che sentono la gratitudine e la riconoscenza, ne
benedicono, con nostalgica rimembranza, la venerata memoria .
La storia può dirci anche come nella fase, che precede i primi albori
della sua maggiore età, il monarca liberale democratico fa sentire la sua in
fluenza riguardo all'importanza che lo studio della musica ha nella civiliz
zazione di un popolo, e pensa, per prima cosa, alla creazione di un conser
vatorio di musica , che si fonda nel 1844 , sotto, è vero, l'ispirazione di un
illustre artista brasiliano.
Dobbiamo fare anche menzione che oltre la musica, la quale si mostra
in primo piano col genio di Carlos Gomes, si afferma in una maniera sim
patica e brillante la pittura, con i lavori di Pedro Americo e Victor Meirel
les: due artisti eminenti, non ancora superati dai moderni cultori dell'arte
plastica .
E fu grazie sempre alla sua influenza , al suo crescente prestigio d 'uomo
saggio e risanatore delle larghe ferite aperte dalla politica e dalla guerra
nella compagine della nazione, se le prime compagnie liriche italiane ardi
scono venire a Rio senza un contratto, senza nessuna garanzia , attratte ap
pena dalla speranza di trovare, nella capitale dell'Impero, un pubblico scelto ,
intelligente ed appassionato per la musica.
L 'inizio dell'opera lirica nel 1844 non poteva essere infelice, giacchè
vi figuravano delle celebrità , la cui ricordanza si mantenne viva per lunghi
anni nella memoria dei frequentatori del teatro lirico di Rio.
Cosicchè, la platea dell'Imperiale teatro S . Pedro de Alcantara, alquanto
stanca di udire i vecchi e insipidi intermezzi i drammi adornati di musica
semplice e, alle volte, banali ; i balli di non poca varietà , e qualche rara e
male imbastita opera, può deliziarsi udendo, alla perfezione, le nuove ispi
razioni d 'incanto melodico, quelle cioè, che avevano dato di già le ultime
emozioni estetiche agli spiriti appassionati d 'un 'epoca, in cui – nella bella
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espressione di Gretry – non si metteva il piedestallo della statua su la


scena . . .
Considerando bene l'epoca, non si può dubitare che i dilettanti saluta
vano Rossini, Bellini e Donizetti, i primi apostoli dell'arte sentimentale e
ispirata.
Quindi, come si può supporre, l'arte musicale cresceva alquanto ga
gliarda e piena di vita sotto gli auspici di D . Pedro II, che spronava gli arti
sti nazionali ai progressi della fede artistica, chiamando direttamente o in
direttamente le più eminenti figure dell'arte europea nel canto, nella vir
tuosità strumentale e nella composizione.
Infatti il giovinemonarca, emulo spirito dell'avo suo Don João VI,mosse
delle buone pratiche affinchè l'esule di Zurigo, che fugge ai fatti rivoluzio
nari di Dresda nel 1844, il geniale Riccardo Wagner, venisse a fissare la
sua residenza in Rio de Janeiro, scrivendo delle opere pel teatro italiano della
capitale dell'Impero.
Di questo nobile gesto dell'Imperatore D . Pedro, parla , in eloquenti ter
mini, il Kufferath , nel suo libro — « Le Théâtre de Wagner », trattando
del dramma « Tristano e Isotta » ( 1) :
« Une outre circostance parâit avoir joué un certain rôle dans la con
« ception de l'ouvrage. Au printemps de 1875, avant qu'il ne s'y fût mis
« sérieusement, un personnage étranger, qui se disait envoyé par l'empereur
« Don Pedro , vint lui – porter l'expression des sympathies du Souverain
« brésilien et l'inviter, au nom de celui-ci, à se fixer à Rio de Janeiro où il
« aurait écrit un ouvrage nouveau pour le théâtre italien de cette capitale.
« Il est question de cette demarche dans une lettre à Liszt, du 8 Mai 1857.
« La proposition , si honorable quelle fût, paraîtra aujourd 'hui bien étrange,
« et elle n 'eut d 'ailleurs aucune suite, soit que, sur les conseils de ses amis,
« Wagner eût renonce à la prendre en consideration, soit qu'il se fût rendu
« compte lui-même des impossibilités morales d 'un pareil projet ? Il n 'en
« reste pas moins, et Wagner l'avoue, que l'idée d'écrire un 'Opéra pour les
« chanteurs italiens ne fût pas sans influer sur la conception de « Tristan » .
« Dans une autre lettre a Liszt, postérieure de quelques jours à la précédente
« et dans laquelle il parle d 'un projet qu 'il a de faire exécuter son nouveau
« drames à Strasbourg, il ajoute, quelques lignes plus bas: J'ai un outre
« projet curieux au sujet de « Tristan » . Je songe à faire de ce poème une
« bonne traduction italienne et à l'offrir au théâtre de Rio de Janeiro, où
« il serait joué pour la primière fois . Je dédierais la partition à l'empereur
« du Brésil, et tout, je pense, aurait de bons résultats pour moi » .

(1) LEIPZIG , 8 juin 1894.


- 131 -
Potremmo ricordare un 'altra ispirazione dell'illustre monarca, che venne
a favorire il progresso della musica, appoggiando la creazione dell'opera na
zionale, la quale , benchè per poco tempo , fu feconda di grande attività
artistica .
L'inizio di questo movimento musicale che si andava formando, per
parlare con la verità melodica all'anima popolare, attinse altresì l'orizzonte
sociale di certi aristocratici, che professavano tuttavia un certo disprezzo
per l'arte. Tutto ciò era, evidentemente, dovuto all'influenza del monarca,
giacchè la musica, e tutte le manifestazioni di belle arti, era nel concetto
suo, veicolo di nobili pensieri, cioè, mezzo di piacere e di civiltà . E lo dica
la storia come, nei primi anni del suo felice regno, videro la luce i primi
lavori melodrammatici, scritti da intelligenti spiriti, che tanto dovevano
onorare la patria e l'arte, più tardi.
Pria però di occuparci dell'arte melodrammatica e istrumentale, e degli
artisti stranieri e nazionali che la onorano dal 1844 al 1889 — periodo cer
tamente il più felice nella vita della storia musicale nostra, – volgiamo
un rapido sguardo verso il periodo della reggenza, pur sapendo che esso
si delinea poco interessante di fronte all'arte musicale.
Ciò nonostante, potremmo ricordare una ristretta serie di nomi illustri
e modesti, che rimangono come espressione genuina del loro tempo, pur
movendosi in un campo , ove la mordace ed insulsa politica dominava tutte
le attività della vita .
Ricorderemo per primo un concerto che ha luogo il 10 gennaio (1832)
al teatro Costituzionale , dato dal flautista P . Laforge, coadiuvato dai mi
gliori artisti dell'epoca : Candido Jgnacio da Silva , cantore; Klier (2), cla
rinettista ; F . da Motta, flautista e abile suonatore di corno inglese, e un
pianista che nasconde il proprio nome sotto lo pseudonimo di « Curioso » ( 3).
Il programma, animato dallo spirito dell'epoca, cominciava con la sin
fonia di « Uoslow » (4 ), eseguita dall'orchestra, seguiva un concerto di flauto,
(2) 11 Klier ebbe, ai suoi tempi, rinomanza di eccellente clarinettista ; poscia fu
negoziante di musiche e strumenti musicali, stabilito in via do Hospcio. Doveva cono
scere anche il maneggio del violino, giacchè egli lasciava un piccolo metodo per questo
strumento , scritto con limitato sapere tecnico .
(3 ) Si dava il nome di « curioso » a tutti i dilettanti e cultori di musica che non
vivevano dell'arte . Triste a dirsi, essi avevano, sino al 1860, la preoccupazione di na
scondere i loro nomi ogni volta che suonavano in pubblico. Cio era dovuto al precon
-

cetto coloniale, che, purtroppo, perdurava ancora a quei tempi; oggi però , completa
-
-

mente debellato dal progresso intellettuale artistico.


(4 ) Il nome è sbagliato ; dev 'essere Onslow Giordano , musicista illustre, nato a
Clermont, nel 1784 ; scrisse tre opere: « L ’Alcade de la Vega » , « Le Calpesteur » e « Le
Duc de Guise », nonchè moltissimi lavori di musica da camera : quintetti e quartetti
ad arco, oggi, quasi tutti, caduti nell'oblio.
- 132 -

eseguito dal beneficiato ; un concerto per clarinetto , sonato dal Klier ; un'aria
cantata dal signor Candido Jgnacio da Silva ; una « Overtura » de la « Dame
Blanche » per orchestra, di Auber ; variazioni per « corni inglesi » ( cioè, cor
no inglese) ; un 'aria cantata dal signor Salvador Salvadori, e variazioni per
pianoforte « sobre una marcha do « Guglielmo Tell » (por um « curioso »).
Un altro concerto , annunziato pomposamente col titolo di « Grande Ac
cademia de Musica » ha luogo nel venerdì del 6 giugno 1832, nella casa N . 6
della piazza della Costituzione, dato dal signor Courtin , « la Rebeca da Ac
cademia Real de Pariz » , e il pianista Barré. Entrambi suonano delle com
posizioni amabili,molto in voga allora : un grande quintetto per pianoforte
ed altri strumenti, di Kalkbrenner; variazioni concertanti, per pianoforte e
« Rebeca » (violino), di Herz (5 ) e Lafont, e le variazioni « Fouchette est
Charmante » , per pianoforte , anche di Herz.
Negli anni seguenti (1833- 1843), quantunque il pubblico rivelasse un
gusto accentuato , cagionato in parte dalla mancanza e la scarsezza di ele
menti lirici, per le sole rappresentazioni drammatiche in lingua vernacola,
francese e .. . inglese : tre compagnie rivali, installate : la nazionale, al tea
tro Costituzionale Fluminense, la francese, al S. Francisco ; l'inglese, al tea
tro da Praia de D . Manuel, e una quarta, portoghese, al teatro S. Pedro, « da
rua do Vallongo » , l'arte della musica non era del tutto uscita dall'infanzia .
Giacchè le orchestre, ricuperando a poco a poco il loro antico valore con
l'aumento di abili professori, destano vivo entusiasmo durante gl'intervalli
delle rappresentazioni drammatiche, eseguendo ed interpretando ammirabil
mente le « Ouvertures » e le sinfonie di « Kalliwoda, di Rissiger, di Rossini,
di Onslow , di Hummel, di Auber, di Mercadante e di Beethoven .
Sulle scene dei riferiti teatri, in ispecie il Costituzionale, artisti di canto
e strumentisti brasiliani e stranieri di maggior valore, dilettano, negli in
termezzi, il pubblico con brani di opere teatrali, che tutto il mondo ricorda,
e di fantasie con temi variati, eseguite da pianisti, violinisti, violoncellisti,
clarinettisti e flautisti.
Ecco i principali artisti, cantanti e concertisti, che concorrono a rendere
omaggio aimaggiori compositori delle opere di quei tempi, che il pubblico
fluminense conobbe ed applaudi durante la melanconica fase della reggenza :
Geltrude Angelica, mediocre cantante, ma che si fa applaudire per la sua
calda voce, eseguisce una nuova aria in uno degl'intervalli del dramma
« Zulmira » rappresentato al teatro costituzionale, ove pure ha luogo, il 10

(5 ) Herz, pianista dei più illustri, fu compositore assai rimarchevole ; i suoi con
certi per pianoforte, le sue suonate, modelli di grazia e purezza di stile, sono dei lavori
considerati di alto merito , oggidi, però, conosciuti ed apprezzati soltanto dai pianisti
eclettici.
- 133 - 5

marzo (1833) , un dramma sacro « S . Elias no Monte Carmelo » , con armó


niosi cori.
Il 18 aprile 1833, un applaudito artista italiano, Michele Vaccani (te
nore), contrattato dalla società comica brasiliana, canta, con lieto successo ,
una delle migliori arie di Rossini.
Nello stesso corrente mese, un altro artista primo tenore, Vittorio Isotta,
dotato di bellissima voce, si presentava al pubblico del Costituzionale, can
lando assieme al Vaccani, il gran duetto dell'opera « Elisa e Claudio », di
Mercadante.
Nella serata dell'artista avanti citata , Geltrude Angelica da Cunha, il 10
maggio ( 1833), essa canta assieme al tenore Vaccani un duetto di Pacini,
e, da sola , la cavatina del « Barbiere di Siviglia » e si produce il flautista
brasiliano Antonio Xavier da Cruz Lima, che eseguisce un difficile concerto
su un nuovo flauto (probabilmente di Bohm ); egli era considerato uno dei
migliori flautisti dell'epoca .
Un altro duetto , assai gustato, delMercadante: « Il Poeta abbandonato » ,
fu cantato dagli artisti nazionali, nella sera del 19 maggio .
Un concerto di certa importanza, al quale presero parte, oltre detti arti
sti, Maria Candida e Manuel Alves, ebbe luogo l'8 giugno (1833), col se
guente programma : Aria della « Cenerentola » , duetto do « Alfaiate » , aria
e scena, accompagnata di cori, « Misteri Eleusini » , del Mayer (maestro Do
nizetti), e un duetto semiserio, eseguito dalla prima donna Geltrude Ange
lica da Cunha e il tenore Michele Vaccani.
Non meno interessante fu quello che aveva luogo il 17 agosto , serata in
onore del tenore Vittorio Isotta , nel quale si distingue l'abile ed applaudito
professore di violoncello Policarpo, eseguendo un diffiicile concerto .
Pose termine all'interessante serata il grande finale tutto completo del
« Barbiere di Siviglia » di Rossini, cantato dal seratante, e un gran duetto ,
interpretato dal soprano Maria Candida Vaccani, e il baritono Manuel Bapti
sta Lisboa.
Nello stesso mese, il pubblico applaudiva anche la cavatina della Semi
ramide: « Bel raggio lusinghiero » , e i duetti delle opere « Tancredi » e il
« Poeta Abbandonato » .
Le produzioni popolari pare che avessero anch 'esse buona parte di am
miratori nel pubblico musicale del teatro S . Pedro della « Rua Vallongo »,
ove, nella sera del 14 ottobre, Antonio Borges, accompagnandosi con la chi
tarra, canta con molta grazia un bel « Lundů ». Ivi, il 13 novembre, serata
in beneficio della cantante Antonia Borges de Oliveira, che canta la bellis
sima aria dell « Otello » di Rossini, si presentava al pubblico , suonando
- 134 -

delle difficili variazioni, il violinista Gabriel Fernandes da Trindade, tenuto


in conto di abilissimo artista .
Riassumendo : l'annata musicale ebbe termine con il concerto di addio
del tenore Vittorio Isotta (5 dicembre), che abbandonava Rio de Janeiro
giorni dopo, per ritornarsene in Europa in cerca di una necessaria sussi
stenza artistica teatrale che non trovò a Rio de Janeiro , data la mancanza
assoluta di una compagnia lirica.
L ' anno vegnente (1834), spunta l'arte vocale e concertistica con lo
stesso pallido sole degli anni anteriori ; si segnala appena, offrendoci i se
guenti e isolati divertimenti musicali : brani delle opere « Tancredi » , la
« Cenerentola » e il « Barbiere di Siviglia » , quattro « Farse » adornate di
crạziosi pezzi di musica : « Pagar o mal que não fez » , (13 maggio) ; « De
sengano do marido » (17 giugno); « O Hermitão » e a « Beata » e il « Pastor
fingido » (28) agosto ; un nuovo duetto , composto dal professor Geraldo
Ignacio Pereira , intitolato : « As Paixões » ; due concerti di violino, realiz
zati al teatro Costituzionale Fluminense ( 10 ottobre e 17 novembre) dal
professore Carlo Bassini, e il giovanissimo Federico Planel.
Carlo Bassini, forte ed applaudito esecutore, svolse il seguente pro
gramma : variazioni nuove, di Bériot; grandi variazioni su motivi di Rossi
ni : « Oh ! cara memoria » , composte dal concertista ; grande capriccio di
Paganini, e grandi variazioni su di una sola corda, dello stesso autore.
Il sunominato Frederico Planel, un bambino di raro talento e di mira
colose attitudini musicali, nativo della provincia di Montevideo, figlio di
genitori francesi e discepolo di Masoni suo cognato , violinista assai apprez
zato nela capitale orientale, sbalordì con la sua anima infantile, il pubblico
di Rio de Janeiro, che non frenava l'applauso a udire il fanciullo - prodigio
eseguire con perfetta tecnica e squisita interpretazione il grande concerto
di Rode, e le variazioni di Wieniawski, alternate di suoni armonici e piz
zicati.
Questo concerto fu per il pubblico una rivelazione, e per il bambino
undicenne un trionfo . L 'accompagnava al pianoforte suo fratello Teofilo
Planel, eccellente pianista, a cui furono tributati meritati applausi nella
esecuzione delle grandi variazioni suimotivi della « Cenerentola » di Herz.
Il pianoforte, sul quale suonò l'eccellente accompagnatore e solista, era
stato fabbricato in Rio de Janeiro, dallo stimato artista Folkmberg, da pa
recchi anni stabilito nella capitale brasiliana. Ivi si udiva anche un giovane
violinista francese, Baré, col titolo di professore al Conservatorio di Parigi,
rivelando ottime qualità artistiche (6 ).
(6 ) Programma scelto : « Concerto di Rode; Variazioni di Wieniawski, in una delle
quali imiterà l'eco armoniosa del flauto e suonerà in altra varii pizzicati » .
- 135 -

L 'anno 1835 sorgeva mirando appena il progresso delle idee liberali, che
si propagano in tutto il mondo. Quindi, sotto il punto di vista musicale,
ilpubblico dilettante continua ad abbeverarsi alla languida e modesta fonte
dell'arte melodica , che gli dà quell'insieme di artisti, di cui femmo cenno
parlando dell'anno anteriore. Registreremo appena due novità che esso ci
forni: un inno « Deus Salve a Pedro » composizione di João Francisco Leal,
ed uno scritto, pubblicato nella cronaca di un giornale, di vivo ardore sulla
musica , che dall'autore è . definita come il « barometro della civiltà di un
popolo » .
Giova riportarle qui, giacchè oltre alludere alla sua salutare influenza,
ricorda un'epoca alquanto brillante del nostro teatro, sotto le cui volte echeg
giarono le note delle opere di Marcos Portugal, di Rossini ecc ., eseguite
integralmente da buoni cantanti :
« He pois – dic'egli — a opera italiana, e a musica em general, o ther
mometro da civilisação de um povo . Ella domina com estupendo despotismo,
penetra com força e velocidade igual á da materia electrica ; mas oh ! quão
soavissimas são as impressões que deixa !
« Já nos tivemos huma boa companhia italiana ; já o nosso theatro esteve
em um pé, se não meravilhoso, ao menos o comportavão as nossas circo
stancias; e tudo acabou .
« Não nos esqueçamos de que a politica tambem emprega estas armas
para governar, que não são so as de ballas de polvora, em que se baseão
poder . Os costumes se adoção, os espiritos se ameigão, e perdem grão parte
de séu azedume; as impressões que a musica lhes faz, as innocentes e talvez
civilizadas distrações que no theatro italiano se encontrão, os cerra aos pro
cellososs boliços da politica : ella faz as vezes de huma ama, ou de huma mai
carinhosa , que entoa cantilena para acalentar o seu filhinho, mas a natu
reza a impelle, a ensina a buscar este meio de queitar hum pronto pranto
infantil e innocente.
« Não haja medo somno; nem por muito madrugar se acorda mais cedo.
« Parece pois que além do deleite publico, e de um orgulho nacional
bem fundado tambem a tranquillidade, a paz, os bons costumes , a moral e
tudo reclama a protecção do Governo em favor de huma companhia Ita
liana, que torne a dar aos amadores da musica as noites deliciosas que já
tivemos » . (Dal « Jornal do Commercio » , 22 Setembro 1835 ).
L'anno 1836 seguiva più o meno con ugual sorte dell'antecedente. JI
pubblico musicale ebbe a conoscere appena il seguente duetto dell'opera
« Matilde di Chabran di Rossini » cantato da Elia Piacentini Vaccani e
Antonia Borges; il terzetto e il duetto del « Guglielmo Tell » , « O Matilde
io t'amo » ; cantati da Gabriele Fernandes da Trindade, Candido Ignacio
- 136 -
da Silva João do Reis Pereira, e Cori; un concerto di flauto , eseguito dal
Mauger ; il duetto dei « Crociati in Egitto » , di Meyebeer ; un concerto per
pianoforte, eseguito dal dottor Francisco Muniz ; il concerto di Bériot, per
violino, eseguito dal professor Gabriel Fernades da Trindade; il quintetto
della « Cenerentola » , cantato dalla S .ra Elisa, Vittorio Isotta , Michele Vac
cani, Maggeorannini e João do Reis Pereira ; un 'aria della « Anna Bolena » ,
con Cori, cantato dal Trindade, e le variazioni per corno inglese, nuova com
posizione Januario Arvellos, eseguite dal concertista Francisco da Motta .
Come sempre, rimarranno memorabili le esecuzioni orchestrali, tra le
quali, oltre alle tante citate , il pubblico udi le « Ouverture » di Thebaldo ,
di Josalvia e di Morlacchi.
Lungo non è il racconto delle esecuzioni e produzioni che ci dà l'anno
1837, il quale si sveglia con lo stesso sole, e si ammanta con le stesse
modeste vesti musicali : le arie , i duetti cantati, e le buone esecuzioni
orchestrali, che molto concorrono a rendere più interessanti gli spettacoli
drammatici.
Un accenno ad una lodevolissima iniziativa particolare per il bene del
l'arte musicale, si rende necessaria : il 25 ottobre s'inaugura una biblioteca
musicale , fondata dai signori J. C . de Muller e H . E . Heynen ; veniva visi
tata dai professori più distinti dell'epoca : Fortunato Mazziotti, Simão Por
tugal, Saverio Muniz , ed altri.
Nel mese seguente si pubblicava il primo numero della « Tersichore
brasileira » , nella quale figuravano compositori nazionali e stranieri ; n 'era
editore J. B . Klier , il quale metteva in luce anche le belle «modinhas »
brasiliane con accompagnamento di pianoforte , o chitarra, di Gabriel Fer
nandes da Trindade.
Infine, l'anno 1837 si chiudeva, per il mondo musicale di Rio de
Janeiro, con l'acquisto di un nuovo professore di pianoforte, Raffaele Nucci,
italiano, giunto dall'Italia , e la fondazione della società « Filarmonica » ,
che costitui una novità assai opportuna a quei tempi per il bisogno d'un
po' d 'incentivo al risveglio artistico .
Malgrado ciò , gli anni che si succedono dal 1830 al 1843 non presen
tano un grande interesse dal punto di vista musicale. Il pubblico amatore
del teatro Costituzionale e dell'antico teatro da « Praia de D . Manuel »
che, dal 1838 in poi, passa a chiamarsi « S . Januario » , continua ad accon
tentarsi con le audizioni generalmente ben modeste, senza la speranza di
udirne presto delle altre d 'una estetica novella .
Gli artisti che contribuiscono ad innalzare, nei limiti delle loro forze,
la reputazione dell'arte del passato con programmi attraenti, erano, oltre
a quelli che il lettore conobbe nelle pagine anteriori, i seguenti: Giuseppe
- 137 -

de-Giovanni, un buon violinista che svolse un programma suonando, fra


gli altri pezzi, una composizione di Nicolò de-Giovanni, maestro e direttore
del Conservatorio, e primo violino della camera di S. M . I. la S.ra Arcidu
chessa Maria Luisa.
L 'orchestra , aumentata con « Pancaderia » e più professori, eseguiva,
in quella sera, la grande Ouverture, « Battaglia di Almaster » (5 settem
bre 1838).
Il 14 ottobre ha luogo l'esecuzione dell'Inno de gratidão, composto
dalla S . ra Delphina Benegna da Cunha, cantato nella recita in suo bene
ficio , dall'artista Gabriele Fernandes da Trindade.
In questa stessa serata si applaudiva una nuova Ouverture per or
chestra, del Dr. in musica, José Pareira Rebouça .
Da Lisbona, nello stesso mese, veniva a Rio Janeiro Margarida Lemos,
una delle più distinte cantanti del Regio teatro di S . João della città di
Oporto . La nuova arrivata, scritturata dalla direzione del teatro S. Janua
rio, si presentava al pubblico nella sera del 28 ottobre; ( 1838 ), cantando ,
vestita a carattere e con accompagnamento di cori, la brillante aria della
« Semiramide » ed un terzetto assieme alla Gertrude Angelica e l' attore
José Candido da Silva .
Margarida Lemos era una cantante dotata di una bella voce : la stampa
e il pubblico molto l'applaudi durante i molti anni del suo soggiorno in
Rio de Janeiro.
Infine, l'anno si chiudeva con un' interessante notizia : l' appalto del
teatro S . Pedro de Alcantara, ove, in giorni non lontani, il pubblico musi
cale della capitale doveva assistere alle più fortunate feste liriche. Il' Co
municato diceva :
« Chegou , porém a occasião de ser tomado em consideração hum esta
belicimento importante , qual o nosso theatro, huma companhia composta
de trinta negociantes, acaba de ser organizada, e a direção do theatro de
S . Pedro de Alcantara confiada a hum brazileiro conhecido por sua hon
radez, genio emprehendedor, boas maneiras e actividade, qualidades que
amplamente nos assegurão que a empresa progredirá, não só em beneficio
dos associados, como do publico, e dos artistas.
« Estamos seguros, do que em Lisboa, em Paris e na Italia não faltarão
artistas que queirão vir realçar o theatro da capital do Brazil, tanto mais
podendo elles contar com o bom tratamento do seu director , e com as van
tagens que lhes offerece huma companhia de negociantes abastados de
conceito.
« Ao Governo cumpre angora animar tão vantajosa empresa, prestando
- lhe seu valioso apoio , como se pratica na Europa com os grandes thea .
- 138 –

tros que, como o do Rio de Janeiro, se honrão com o titolo de nacionaes,


e dando- lhe hum regulamento policial, que, servindo de lei da casa, marque
a cada hum o seu dever e faça desapparecer essas discussões, causa unica
da ruina das mais bem consertadas empresas, e que nós não esperamos ver
reproduzidas, sendo a nova companhia formada de elementos homogeneos.
« Hum Theatro Nacional, huma escola de costumes, huma distracção
decente, é a melhor das acquisiçõs que pode fazer o Rio de Janeiro, e por
isso nós fazemos os mais ardentes votos para que, quanto antes, consiga a
companhia abrir ao publico as portas do Theatro S . Pedro de Alcantara » .
L ' anno 1839, nonostante passasse inosservato negli annali dell'arte mu
sicale, i cui principali avvenimenti si somigliano a quelli dell'anno 1838,
si ebbero a udire, oltre ai pezzi staccati di opere : « Matilde di Schabran »,
« Torquato Tasso », « Astortea » , « Eduardo e Cristina» , il « Pirata » , « Capu
leti e Montecchi » , « La Schiava di Bagdad » , « Bianca e Faliero » , eseguiti
dai conosciuti elementi vocali, i seguenti artisti virtuosi : Desiderio Dorison ,
stimato musico francese ed abile suonatore di cornetta a pistone, il quale
si produsse in un concerto al teatro S . Januario , il 15 gennaio , eseguendo
con franchezza delle difficili variazioni. Nello stesso strumento si affer
mava esecutore abilissimo un suo compatriotta, Cavalier, padre del noto
maestro Carlo Cavalier Derbeilly, dei nostri tempi. Al par del Dorison , spesso
figurò nei concerti dell'epoca. Entrambi, venuti giovani dalla Francia , vis
sero lunghi anni a Rio de Janeiro, ove morirono nella seconda metà del
secolo scorso; si distinsero anche, nell'avanzata età, come suonatori di
violoncello e contrabasso il primo, e di violetta, il secondo.
Non dimentichiamo di menzionare un concerto che ha luogo al teatro
« São Francisco » (7 ), dato dal pianista Carlo Neyts, con grande orchestra ,
il cui programma offriva un grande interesse, giacchè, oltre ai pezzi piani
stici, venivano eseguiti dall'orchestra , due lavori di somma importanza mu
sicale: la sinfonia in do minore, di Beethoven , e quella del Guglielmo Tell,
di Rossini.
Di relativa importanza fu l'anno musicale del 1840, che si rende degno
di nota per il concerto che dava il professore violinista e direttore dell'or
chestra del teatro S . Pedro de Alcantara, eseguendo il concerto di Maurer,
ed un altro di viola , di Kuffener . Egli era Joko dos Reis.
Nello stesso teatro, udiva il pubblico un concerto per pianoforte del
Bontempo, primo pianista - compositore di Portogallo , eseguito dalla gio
vane pianista Josepha dos Reis, figlia e discepola dell'anzidetto concertista.
L 'ultimo concerto che si applaudiva nel giro di quest'anno fu quello
(7) Questo teatro veniva inaugurato il 13 maggio 1841, col dramma: « Os dous
Renegados », sotto la direzione del celebre artista João Caetano.
- 139 ---

dell'organista della cappella Imperiale , Carlos de Castro Lobo, che compone


ed eseguisce una grande fantasia nel nuovo strumento -armonica , inventato
da poco tempo in Germania , di cui è il primo a far sentire i teneri ed
espressivi suoni, e tanto differente dai già conosciuit congeneri.
Può dirsi anche che l'anno 1841 passò senza lasciare forti vestigi arti
stici che lo raccomandino alla posterità . Ciò nonostante, in obbedienza
alla storia , degni di menzione si rendono alcuni artisti che nelle virtuosità
acquistarono larga rinomanza . Il primo sarebbe il pianista C . Corty, di Ber
lino, che si presentava per la prima volta al pubblico di Rio de Janeiro,
in una rappresentazione straordinaria drammatica del 18 gennaio , ese
guendo con belle qualità tecniche, e franco successo, le « arie russe » e
la grande fantasia su motivi dell'opera « Ugonotti » , di Liszt.
Nello stesso teatro , il S . Januario , ove lavorava una compagnia dram
matica francese, per la quale il giovane Imperatore D . Pedro, dimostrava
un grande interesse, si applaudiva la graziosa artista M .lle Albertine, che
aveva il duplice merito di fine e gentile cantante .
In uno spettacolo del magico Sutton , che ha luogo al teatro S . Pedro,
13 aprile, lo stesso eseguiva una bella fantasia sul nuovo strumento di
Whealstrone, che è chiamato « Patent-Concertina », strumento che appa
riva per la prima volta nell'America del Sud .
La intelligente cantante Margherida Lemos, che comincia ad avere le
sue ore di rinomańza, interpretava in varii concerti, oltre alle arie di
opere accennate, l'aria di « Bianca e Faliero » .
Il 29 aprile, due nuovi cantanti attraggono l'attenzione del pubblico i
Livio Tosini e Rosa Tosini (contralto ), entrambi giunti a Rio de Janeiro
giorni avanti al loro debutio . Pieno successo ebbero nel duetto « L ’Esule
di Granata » , di Meyerbeer. Dato il successo conseguito , essi fanno intra
vedere la possibilità di organizzare una compagnia lirica, utilizzandosi
anche di due buoni elementi a cui il pubblico aveva già accordato i suoi
favori : Margarida Lemos e José Candido , di speciale talento per il genere
buffo , e Rosa Tartini.
Rosa Tartini, cantava ancora con la sua voce piena, energica e sonora,
un'aria dell'opera « Nitaeri Regina dell'Egitto » , di Mercadante.
Compì l' anno musicale l' Accademia di musica vocale e istrumentale
che dava il noto pianista Carlo Conty, al quale prese parte il violinista
Giuseppe Crocco , facendosi applaudire in un pezzo brillante, di Beriot, ed
un duetto concertante , per pianoforte e violino, eseguito insieme al Conty.
Non pare inopportuno di riportare in questa rassegna storica dell'anno
in parola l'accento di un annunzio che ha vivo sapore artistico : la fonda
zione di un Liceo Musicale, sotto la direzione del maestro Bento das Mercês.
- 140 -

L'anno musicale del 1842 s'inizia con un'aria dell'opera : « Il Geloso


Ostinato », diMercadante, cantato dal tenore Livio Tosini, al teatro S . Pe
dro di Alcantara (8 ); e l'aria della « Gazza Ladra », cantata dalla M .lle Al
bertine, del teatro francese (Sala S. Januario ).
Oltre a ciò, nella domenica del 9 gennaio, la platea del S . Pedro de
Alcantara , udiva il primo atto dell'opera « l' Italiana in Algeri » , di Rossini.
Sono pure da ricordarsi il Rondò dell'opera « Eduardo e Cristina » , la
romanza e cabaletta dell'opera « I Normanni in Parigi » , di Mercadante;
l'aria del « Mosè in Egitto » e quella della « Semiramide » e l' « Esule di
Roma » , di Donizzetti, eseguiti dai cantanti già noti al lettore : Margarida
Lemos, Livio Tosini, Ayola Fabregas, Albertine e Rosa Tosini, ascoltati
dal pubblico, con vivo diletto, mentre attende con ansia le esecuzioni inte
grali delle accennate opere, ed altre, che brillano sulle scene dei teatri
europei, cantate da una promessa compagnia lirica italiana.
E ricorderemo, infine, i nomi di altri esecutori strumentisti, i quali
furono valorosi suonatori, che riuscivano assai graditi a chi li ascoltava nei
concerti dell'anno in parola : Dionisio Trucchi, clarinettista di buon va
lare; Mauger, apprezzatissimo flautista ; Targino, considerato , dopo Zefe
rino, il più valente suonatore oficleide; Severiano e B . A . da Silva, oboisti,
nonchè riputato eccellente professore di fagotto , il primo; Giovanni Toselli,
applaudito basso cantante , che si presenta come inventore ed esecutore di
un nuovo strumento, il « Panharmonicon » , sul quale eseguisce un « Pot
pourri » , accompagnato al pianoforte dal maestro Tornaghi, e per ultimo,
il riputato violinista portoghese , giunto in quel giorno a Rio de Janeiro :
Francesco de Sá Noronha. (Vedi questo nome al capitolo : Violinisti vir
tuosi).
Un cenno merita anche l'esecuzione che conferma la valentia dell'or
chestra del teatro S. Pedro de Alcantara, l’Ouverture sacra, adornata di
cori : « I Martiri » . E ricorderemo anche il nome del professore M . L . F . Mil
liet, che apre un corso di musica in Via Ouvidor, 137, nel cui prospetto
s 'inquadra questo originale avviso : Musica — Ensino Simultaneo pelo me
todo « Meloplato » .
In quest'anno, 17 maggio , l'insigne maestro Francisco Manuel da Silva,
(8) A titolo di curiosità, portiamo alla conoscenza del lettore, la spesa fatta dal
detto teatro dal primo dicembre (1840) sino alla fine dell'anno seguente:
« Azeite doce (olio ) 5 :809.000 ; Dito de sebo (sego) 1 : 067.090 ; Cera 834.765 -
7 :711.495 » .
Un altro annunzio interessante dell'epoca : avviso aos Rabequistas : Corde per vio
lino (mi) 60 reis ; Seconde (la ) 100 reis; Terze (re) 200 reis; Quarta (sol) 300 reis ; Ca
vallettes de osso brunido, recomentaveis pela delicada invenção e comodo preço ; na
rua das Violas N , 104.
- - 141 -

del cui merito in arte ci occuperemo più avanti, veniva nominato maestro
della cappella Imperiale, posto che si trovava vacante in seguito alla morte
del maestro Simão Portugal.
Breve è il bilancio musicale del 1843, ultimo anno del periodo della
Reggenza : un concerto che ha luogo al S. Januario , ove vien eseguito dal
l'orchestra « Le Galop de la Tempête », composto dal maestro Tornagbi,
un altro concerto degno di nota , ivi veniva dato il venerdi 28 aprile, dalla
famosa banda della fregata francese « Belle Poule », al comando del prin
cipe di Jonville, fidanzato di S . A . la principessa D . Francisca, sorella del
l'Imperatore. Fra gli esecutori di questa banda, composta di scelti profes
sori, la quale costituiva una gloria pel principe di Joinville, si distingue
vano i seguenti solisti: Schotmann , (trompa-corno) discepolo del Conser
vatorio di Parigi; Jacope (Fagotto); Gâetan (Oficleide) e l'Allard , flautista ,
primo premio del conservatorio suddetto. L 'esito fu ottimo ed apprezzata
l'esecuzione dell'assieme.
Un secondo concerto della stessa aveva luogo il 5 maggio , in beneficio
della società francese di beneficenza; ed un terzo , anche per compiere uno
stesso atto , era dato al teatro S . Pedro de Alcantara ( 10 maggio ), onorato
di LL . AA.
All' indomani (12 maggio), il principe Joinville, partiva conducendo
seco la sposa, verso la Francia , a bordo della fregata da lui comandata ;
e con lui seguiva quella banda, che aveva dato la più brillante e ardua
prova d'un affiatamento omogeneo nelle indimenticabili esecuzioni dei loro
concerti, dati durante il breve soggiorno di Rio de Janeiro.
Anche il ballo merita speciali considerazioni dall'impresa , nel mese
seguente, scritturava i seguenti artisti: Francesco Jork , primo ballerino,
compositore e direttore della compagnia ; Giuseppe de-Vecchi, primo bal
lerino di parti amorose; Giuseppe Pessino, anche primo ballerino, detto
di Centro » , e Luigi Carrara, ballerino buffo .
Dando, infine, l'ultimo sguardo sintetico alla fase della Reggenza, è
doveroso ricordare la valorosa iniziativa del dizionario musicale , primo
lavoro nel genere scritto in lingua portoghese; i principii di musica, e
l'arte di accordare il pianoforte, pubblicati e scritti dal maestro Raphael
Coelho Machado .
V° PERIODO
CAPITOLO X .
(1844 -1889)

LA MUSICA SOTTO IL SECONDO IMPERO

Gli ultimi musici compositori. – Un nome veramente illustre: Francisco Manuel


da Silva. — La sua formazione artistica. — Il suo valore nell'arte. — E ' difficile con
cepirsi, attualmente, ciò che fu la solennità inaugurale del monumento del fondatore
dell' Impero. — Gli dà il suo fulgore caratteristico il celebre « Te-Deum » di Francisco
Manuel eseguito e cantato da un considerevole numero di artisti, in pieno « Largo do
Rocio », sotto la direzione del proprio autore . — Francisco Manuel, eccellente pedagogo.
- L' Inno Nazionale . — Luogo ove scrisse la gloriosa pagina vibrante, — Altri suoi
Inni. – Nell' opera umana ciò che vale non è la quantità: è la qualità . — Altro nobile
pensiero. — Francisco Manuel non vive appena per l'unico interesse della gloria ; su
scita e sviluppa sentimenti di umanità e provvede in profitto degli artisti, — La Società
Musicale Beneficente, — Il Conservatorio di Musica, inziativa dell' autore dell' Inno Na
zionale . – L ’ Imperatore sempre proclive alle opere utili. — Prezioso documento. —
La spoglia mortale del compianto maestro . — Il suo nome risorge in una lapide com
memorativa . Compositori contemporanei dell' illustre musicista : Il Mussurunga ed
altri successori nell' idealismo delle concezioni sacro-musicali.

Esaminando l'ambiente della reggenza , nel quale l'arte era pensiero


di pochi, ci è grato ricordare gli ultimi musici compositori brasiliani di
musica sacra, e con essi alcuni stranieri. che presero stabile dimora nel
nostro paese , e che vissero di parecchi compensi, sognando giorni migliori
per l'arte.
Tra essi rifulge un nome illustre, il quale è sintesi della volontà per
liborare l'arte dall'affliggente situazione in cui si trovava : Francisco Manuel
da Silva, il felice e celebre autore dell'Inno Nazionale della sua patria ,
gloria tra le più vive del suo tempo , formatosi alla scuola di José Mauricio
e di G . Neukomm , successivamente professore, compositore, maestro di
cappella e maestro compositore della Imperiale Camera, sotto il secondo
Impero .
Se la storia non ce lo presenta come un innovatore, un riformatore
dell'arte musicale , ce lo segnala come un benemerito di essa, perchè ad essa
ed agli artisti prestò , col riconosciuto ardore della sua volontà , i più rile
- 144 -

vanti servigi ; e nel suo nome vissero le belle tradizioni di quelli che gui
darono i suoi primi passi, di cui egli raccolse l'ultimo retaggio artistico.
Egli vide la luce sul declinare del secolo XVIII , giacchè, figlio di Joa
quim Mariano da Silva e di D . Joaquina Rosa da Silva, nasceva nella capi
tale della grande colonia il 21 febbraio 1795 , fu battezzato il 2 marzo dello
stesso anno .
Nei primi anni del secolo seguente, inizia i suoi studi musicali sotto la
scorta dei gesuiti di Santa Croce , ed ha la fortuna di completarli sotto
quella dei due insigni già citati maestri, per divenire poscia un armonista
e compositore di valore , e parimenti eccellente esecutore di violino e vio
loncello ; dava egli prova eloquente della sua abilità , quando sedeva di
fronte al leggio nell'orchestra della Cappela Reale e Imperiale, diretta dal
suo primo maestro José Mauricio , e poi dal Marcos Portugal, dal cui animo
sempre infesto maligno, il giovane Francisco Manuel non si libera!... Ma
il giovane e docile artista , che, oltre alla musica, aveva appreso dai suoi
maestri il perdono, guarda con indifferenza il disamore che non dava mai
coraggio nè stimolo agli esordienti spiriti artistici nazionali, e segue il
cammino dello studio per innalzarsi ben presto fra le alte sfere dell'arte .
E dà prova di ciò , scrivendo il suo primo lavoro , un « Te Deum » , lavoro
non spoglio di pregi, che dedica al principe D . Pedro, il futuro primo Im
peratore del Brasile, il quale, apprezzando il talento del giovane Francisco
Manuel, promette mandarlo in Italia , per completare i suoi studi nella
composizione. Ciò non avvenne. Il principe D . Pedro, proclamato Impera
tore del Brasile, la cui corona cominciava a rivelarsi irta di troppe spine,
non potè forse pensare più alla promessa fatta all'artista .
Il suo talento , però, non indietreggia ; anzi, progredisce , e giunge al
grado di musicista eminente , e scrive delle bellissime cose. Certo è , che,
se prendiamo, ad esempio , il suo primo lavoro e lo stile dominante dell'e
poca, egli, al pari del suo primo maestro, non scrive che musica religiosa.
A questo modello di stile appartengono quasi tutte le sue composizioni,
massime le ultime, scritte con sapienza e probità d 'arte. In brevi parole,
occorre dire che esse non sono numerose e non brillano per lo splendore
dell'ispirazione e la grandezza dello stile del suo maestro José Mauricio ,
ma non perciò lasciano di essere annoverate fra le migliori produzioni
dell'epoca . Certo che, tra quelle di maggiore importanza, figura il suo se
condo « Te Deum », considerato, per la sua giusta e naturale espressione,
un lavoro degno di encomio .
Francisco Manuel lo componeva in avanzata età , l'anno 1861, epoca in
cui fu eseguito , sotto la sua direzione, per la solennità inaugurale della
statua di D . Pedro I, da una massa di numerosi esecutori : 240 professori
- 145 --

d'orchestra e 653 cantori, un assieme che oggidì, malgrado il progresso


dell'insegnamento musicale , sarebbe difficile , se non impossibile , risuscitare.
Nel 1838, Francisco Manuel si rivela anche un eccellente pedagogo,
pubblicando un compendio di musica , forse il più perfetto di tutti i com
pendii esistenti, per l'esatta cognizione che vi palesa. Maggior fama, cer
tamente, egli attinge quando scrive l'Inno Nazionale, che il popolo ascolta
con entusiasmo nel 1841, ( 1) Inno famoso, pien di brio, sintesi genuina del
sentimento nazionale.
Secondo narra Ernesto Senna nel suo libro « Rascunhos e Perfis » , fu
sul banco del modesto merciaio José Maria Teixeira, stabilito in via « Se
nhor dos Passos », angolo di via « Regente », da noi conosciuto in arte co
me un clarinettista di second 'ordine, e generoso strozzino..., che Francisco
Manuel scrisse, all'epoca indicata , quella gloriosa pagina musicale, la cui
ispirazione doveva far vibrare di tanto entusiasmo l'anima nazionale, e
immortalare il suo nome. Il Teixeira molte volte riferì ai Colleghi Musicisti,
il fatto .
Oltre quest'inno, la storia musicale ne segnala altri tre dello stesso
autore : quello dell'Indipendenza, a grande orchestra, di cui il maestro
offrì all'Istituto Storico la partitura originale, oggi perduta ; il secondo fu
l'Inno di Guerra, per illustrare le vicende della patria contro il dittatore
del Paraguay , Solano Lopez; e il terzo , che rimane fra gli anonimi, sarebbe
l'Inno das Artes, composto nel 1862, e cantato nella grande manifesta
zione fatta all'autore della statua di D . Pedro I, Rochet, dalla società Le
talogica . (Marzo 1862).
Degni di lode furono giudicati altri lavori, parte stampati, parte ine
diti, intorno ai quali non ci dilunghiamo per amore di brevità . E , checchè
si dica a rispetto del suo limitato bagaglio artistico, trovandolo non colmo
di cognizioni musicali, bastano quelle lasciateci perchè il suo nome venga
incluso fra i più illustri compositori del suo tempo . D 'altronde, il suo con

(1) Alcuni storici, male informati, narrano che quest' Inno fu scritto ed eseguito
nel 1831, nella memorabile giornata del 13 aprile, quando, cioè, il primo Imperatore
abbandonava per sempre il suolo brasiliano ; altri dicono di no ; e tra questi l'illustre
maestro Alberto Nepomuceno , direttore dell' Istituto Nazionale di Musica , il quale pro
testa davanti al ministro dell' Interno, affermando che fu composto nel 1841, per solen
pizzare l' incoronamento di D . Pedro II.
Ne meno affermativa è la notizia che ci dà il « Jornal do Commercio » a rispetto
d'una festa , distribuzione di premi, ch' ebbe luogo al Collegio Pedro II, il 16 dicem
bre 1842 .... « Após uma symphonia pela orchestra, segue-se o Jnno de D . Pedro II,
cantado pelos alumnos e accompanhado pela Orchestra » . Mentre lo stesso Inno, in una
Sessione dell' Istituto Storico, onorata con la presenza dell' Imperatore, veniva eseguito
col nome di Inno Nazionale .
- 146 -

tributo al patrimonio dell'arte , è oltremodo soddisfacente . Non è del resto il


gran numero delle opere che immortala un ingegno.
Rouget de L 'Isle si rende celebre con la sua « Marsigliese » ; Arrigo
Boito s'immortala con la sua sola opera « Mefistofele » ; Pergolese entra nel
Panteon degli immortali lasciando due tesori d 'arte: « Il Miserere » e la
« Serva Padrona » .
Del resto , Francisco Manuel non riesce soltanto illustre nel suo Inno
Nazionale ; altre produzioni, altri trionfi si aggiungono ad esso per traman
dare il suo glorioso nome all'avvenire. Giacchè, figli del suo entusiasmo e
dello stile nativo sono anche quei pregevoli lavori : il « Libera me » in mi
bemolle a quattro voci e orchestra , scritto verso il 1834 ; la « Messa dei
Morti » , a voci e grande orchestra, la cui partitura porta la data del 1828,
segnalata anche col titolo : « Missa da Requiem » , in mibemolle. Nello stesso
anno compone le « Matinas do Espirito Santo » per voce ed orchestra, in
stile semplice , di cui il musico Manuel José Gomes di Campinas ottiene
copia nel 1834 ; una « Ladainha » in sol, la cui copia porta la data del 1839,
era, come la Messa in fa , spesso eseguita in Campinas e S . Paolo . Più svolta ,
meglio scritta , è quella « Ladainha » che compone nell'anno 1831. Nel fare
le debite lodi a questi suoi lavori, occorre dire ancora che Francisco Manuel
non si tiene soltanto nell'amore della composizione; non conduce la sua
vita al costante lavoro della sua professione; non consacra le disponibili
ore di tregua al solo studio di violino e violoncello , di cui fu un eccellente
cultore. No! Più grande, più nobile è un altro suo pensiero. Egli fronteggia
la situazione, la triste situazione in cui versava l'arte musicale dopo l'ab
dicazione di D . Pedro I, e cerca con la fede che dà il lavoro — un lavoro
di lunga lena — per il bene di ricondurre l'arte all'antico splendore. Infatti
l'illustre uomo con una straordinaria perseveranza e diligenza giunge a
fondare una filantropica ed artistica istituzione : la Società Musicale Be
neficente (2 ). Questa lodevole società veniva fondata nel 1833, e Francisco
Manuel ne fu direttore sino alla morte. Detta società , che mai avrebbe do
vuto estinguersi, in omaggio al nome del fondatore, aveva, nella mente di
Francisco Manuel, un duplice scopo : diffondere l' arte , ed esercitare una
reciproca beneficenza fra gli artisti associati, e, per morte di questi, fra le
loro famiglie.

(2) Questa nobilissima idea fu concepita , secondo ci fu riferito , in quella stessa


bottega ove scrisse l’ Inno Nazionale. Ci piace dire che la bottega del merciaio Teixeira
non era soltanto il ritrovo di molti uomini illustri nell' arte e nelle scienze : Bento das
Mercês, José Rodriguez Cortes, Domingo Miguel, il Dottor Laurindo, era altresi il luogo
di generoso soccorso per i prestiti che il vecchio Maria Teixeira faceva ai musici ne
cessitati a . . . miti interessi !
- 147 -
Prospera fu la vita di questa benemerita associazione - dice Ernesto
Senna — ( 3 ) durante la vita di Francisco Manuel ; decadente, però, sotto la
gestione dei suoi successori, che ne decretarono la fine.
Il fondo sociale – prosegue Ernesto Senna -- era costituito dai mensili
e dalle quote dei rispettivi soci. Sino al giugno del 1853 si era incassato la
somma di cento e sei contos, essendovi un avanzo sulle spese di 51 « Apo
lices » del debito pubblico di un conto di reis ciascuna, e in danaro circa
tre contos; nel 1857 erano stati incassati cento e venticinque contos di reis .
Disgraziatamente l'opera che si fondava per la preziosa operosità del
magnanimo artista era sciolta giudizialmente nel 1890, sotto la presidenza
di José Rodrigues Cortes, che fu professore di solfeggio nell'Istituto Na
zionale di musica , e abilissimo suonatore di tromba ; il segretario Antonio
Bruno, cantore della Cappella Imperiale, e il professore di musica Amaro
Ferreira de Mello , tesoriere.
Non minore gloria egli coglie pensando di fondare un Conservatorio di
Musica nella capitale dell'Impero. L 'abile e intelligente artista, che sente
il bisogno di questa istituzione nell'ambiente in cui vive, vedeve in essa,
oltre la grandezza dell'arte , quella della patria . Per realizzare questo nobile
disegno, si vale dell'onorato posto di maestro e compositore dell'Imperiale
Camera, al quale fu chiamato nel 1842 ; e , mercè questa dignità artistica,
giunge a incutere nello spirito del giovane D . Pedro il patrocinio della sua
idea, che aveva lo scopo di insegnare gratuitamente tutti i rami dell'arte
musicale . L ' Imperatore, sempre proclive alle opere utili e belle, appoggia
l'idea . E ' con immensa gioia , infatti, che Francisco Manuel apprende che
il Governo, con decreto del 27 novembre 1841, risolve creare un conserva
torio dimusica nella città di Rio Janeiro .
Prezioso è il documento che si legge nella prima pagina del suo men
zionato compendio di musica, per elevatezza di pensiero, nel ringraziare
la risoluzione del giovane monarca, annuente nella creazione di un si utile
istituto ; documento, che per la sua elevata idealità dovrebbe essere letto
da tutti e affissato in tutte le scuole di musica.. Riportandolo, quindi, nella
sua integrità qui, crediamo di fare cosa gradita al lettore :

« Senhor,
« Havendo V . M . I. pela resolucão de 27 novembre de 1841 se Dignado
« Annuir á creação de um Conservatorio de Musica na Capital do Imperio ,
a facto que altamente testemunha a Magnanima Solicitude com que pro
« move o progresso da Nação que a Providencia confiou ao Seo Paternal
« Governo, venho como orgão da Sociedade de Musica de Rio Janeiro , depôr

(3) Ernesto Senna, opera citata.


- 148 -

« ante o Throno de V . M . I. o tributo de homenagem de sua eterna e cor


« dial gratidão .
« A Musica, Senhor, d 'entre as bellas artes, è indubitavelmente uma
« das que mais directa e naturalmente contribuem para a civilisação dos
« povos. A melodia nasce de certo modo com o homen ; è una tendencia
« inherente ao seu coração, adaptada a todas as condições da escala Social,
« e que sobremaneira influe no bem estar moral da humanidade.
« E ' por isso que os Governos das nações cultas, reconhecendo a be
« nefica influencia de la Musica, têm promovido o desemvolvimento e cul
« tura d 'este meio civilizador, e estabilecido Institutos e Conservatorios,
« tendentes a popularizar o seu estudo, uniformisando o seu ensino e fa
« cilitando a todas as classes da sociedade. E tanto se tem pretendido Vul
« garizar e promover por todos os meios o ensino e exercicio d 'esta arte
« encantadora, que paizes ha, como a França e Alemanha, onde constitue
« elle um estudo obrigatorio annexo ao magisterio da instrucção primaria ;
« procurando- se d'este modo, a par dos conhecimentos que as precisões
« materiaes da existencia reclamam , franquear tambem essa outra instução
« que tende a influencia moral, e por consequencia á certo grau de felici
« dade que resulta uma distração aprazivel e proveitosa no tumulto das
« obrigações da vida social.
« Estas considerações de tão transcendente utilidade não podiam ' de
« ixar de ser acolhidas pelo Paternal Coração de V . M . I.; d a instituição
« de um Conservatorio na Côrte de Rio de Janeiro presagia grandes e sa
« lientes vantagems; já propocionando mais um meio de desenvolvermos
« talentos dos brazileiros, que mostram tanto aptidão e tão pronunciada
« tendencia e vocação para as artes de imaginação, já facilitando a todas
« as classes da sociedade o ensino regular e methodico de uma arte, cujas
« fruições pura e agradaveis dão vigor ao operario em suas fatigosas ta
« refas, minoram as privações do pobre, dando- lhe uma profissão util e
« lucrativa, expellem o tedio do abastado, e embellezam a existencia do
« genero humano. E todos estas vantagems tornam -se muito mais sensiveis ,
« quando se attender que o Conservatorio de Musica da Capital, pela ma
« neira porque tem de ser organizado e mantido em nada será gravoso aos
« cofres publicos » .
Cosi parlava l’educatore di sè stesso, e di molti artisti, tutto preoccu
pato della vita e dell'avvenire dell'arte musicale.
Magnifico concetto che si annida per molti anni nella mente dell'ar
tista, e che trova la sua bella realizzazione dopo di avere lottato contro gli
ostacoli.
Di qui la storia della sua vita , che ce lo mostra fin dalla sua giovinezza ,
- 149 -

dominata dall' amore per l' arte, in cui trova la preferita creazione dello
spirito e crea , nella maturità , ogni mezzo per trasmetterla alle vocazioni
favorite dell'ingegno, mediante l'insegnamento gratuito.
Nobile e sublime altruismo !
Ma non è soltanto in ciò che si è detto che il benemerito artista trova
la sua meritata rinomanza. Giacchè è noto che egli sia stato uomo di bontà
eletta , di cuore generoso verso la famiglia , verso un fratello infelice, verso
gli amici, verso il mondo infine, ove l'arte infuse il sentimento della reci
proca benevolenza. Sotto questo rispetto , l'amato artista doveva trovare,
oltre al plauso che la sua arte meritava, tutto un senso di ammirazione
presso l'Imperatore D . Pedro II, il quale, pregiando il suo merito e i rile
vanti servigi in pro dell'arte , lo decora , nell'aprile 1857, con la croce di ca
valiere ufficiale dell'Ordine della Rosa.
Questa onorificenza era ben degna ricompensa data a testimonianza
di merito artistico e patriottico.
Da quanto si è detto si può dedurre quale fosse l'uomo che l'arte e
l'insegnamento perdeva il 18 dicembre 1865, morendo colpito da una tisi
laringea , nell' età di 70 anni.
La sua spoglia mortale, uscendo dall'antica residenza del compianto
maestro, Via do Conde 49, era deposta nel cimitero di S . Francisco de Paula
Catumby, ove, da più di 50 anni, è guardata soltanto dalla luce del sole.
E non è fuor di luogo affermare che la tomba del glorioso artista è in com
pleto abbandono, e rare volte visitata da anime amiche in omaggio all'uomo
che fu sempre pronto a tutti gli ardimenti d 'ordine artistico e di beneme
renza morale e patriottica.
Del resto è questo il destino di tutti i sepolcri che raccolgono le preziose
ceneri dei più illustri brasiliani, quelli cioè che furono cospiqui nelle scien
ze, e grandi nelle arti belle.
Si dice che le tombe svegliano gl'ingegni; ma parrebbe che esse , tra noi,
non hanno le stesse virtù di quelle di altri luoghi; e giova ricordare che
quella del grande artista Francisco Manuel da Silva potrebbe essere per i
pietosi visitanti, un incentivo , uno sprone all'amore della lotta, del dovere,
del patriottismo, dell'arte !...
L 'oblio della sua sepoltura avrebbe quasi spento il suo nome (4 ), se,
mercè l'opera di un numero limitato di ammiratori che ne riconobbero, il
genio, non fosse risorto in una lapide commemorativa , inauguratasi il 25
(4) In questo senso la descrive un colto spirito , che vive dignitosamente sempre
nei buoni rapporti con la storia patria, il signor Escragnolle Doria , in un articolo pub
blicato nel « Giornale del Commercio », sulla vita e condotta nobile dell' arte del nota
bile artista .
- 150 -

agosto 1907, nell'Istituto Nazionale di Musica, nell'occasione di un omaggio


che si prestava ad un artista vivente (5 ), la cui iscrizione, pur separandolo
dalla massa anonima degli estinti volgari, non definisce l'uomo che, oltre
all'Inno della sua patria , lasciò pregevoli lavori:
A FRANCISCO MANUEL DA SILVA
MESTRE NA ARTE
AUTOR DO HYMNO DA SUA PATRIA
FUNDADOR DO CONSERVATORIO DE MUSICA
OS PROFESSORES DO INSTITUTO NACIONAL DE MUSICA
25 DE AGOSTO 1907 (6 )

Fra i musici compositori di musica sacra che furono contemporanei di


Francisco Manuel da Silva ai tempi del primo e secondo Impero, cammi
nando parimenti più o meno verso la stessa idealità, conviene citare: Do
mingos da Rocha Mussurunga, che si fa conoscere nell’arringo della mu
sica sacra comeuno dei più fecondi compositori esistenti nella prima metà
del secolo XIX , in Bahia , sua città natale, ove nacque il 20 gennaio , e ove
mori il 29 febbraio 1856 .
Mente coltissima e complessa , poichè fu anche poeta e latinista insigne,
comincia la serie delle sue composizioni col Compendio di Musica, appellato
« Artinha Mussurunga » , scritto in base alla terminologia e alla tecnica
dell'epoca, tantochè uno scrittore moderno lo qualifica « Codigo » di leggi
musicali, per criticarne poi la definizione del semitono diatonico . (7),
Nel 1842, con un entusiasmo uguale a quello del maestro Francisco
Manuel, nel creare il Conservatorio di Musica in Rio de Janeiro, lavorava
il Mussurunga per fondarne uno consimile in Bahia . Ma il bravo maestro ,
dopo di ever svolto un forte lavoro in pro dell'arte musicale, non giunge a
realizzare il suo sogno. Felicemente ciò non lo impedisce di occuparsi con

(5) Scopo principale di questa solennità era il giubileo del grande e celebre pia
nista Arturo Napoleone, che compiva 50 anni di gloriosa carriera artistica, alla quale
si aggiungeva l' omaggio postumo di Francisco Manuel da Silva, dopo 42 anni dalla
morte.
(6 ) Ci è grato riferire qui che i sentimenti religiosi ed artistici della Maestrina
Francisca Gonzaga le hanno fatto assumere la pietosa e simpatica iniziativa d' innal
zare un mausoleo , mediante una sottoscrizione popolare, come omaggio di ammirazione
alla memoria dell' illustre artista, ed anche per la degna conservazione di tanto vene
rabili ossa .
(7 ) Critica sciocca, quando parla del semitono ; per quanto, il semitono, sia mag
giore o diatonico , minore o cromatico, non è errore di teoria , ma appena una forma
che soddisfa i pedanti.
- 151 –

ardore della composizione. Si sa infatti che nello stesso anno (1842) com
pone il famoso Te Deum dell’Incoronazione, offerto all’Imperatore D . Pe
dro, che l'accetta , secondo risulta da un avviso della Segreteria di Stato
per gli affari dell'Impero in data del 2 marzo 1842.
Però, per conoscere i pregi di quest'uomo — si dice che sono grandi –
2

che ebbe fama di straordinario talento musicale, sarebbe necessario volg


un rapido sguardo ai suoi lavori, che invano abbiamo cercato nelle biblio
teche di Rio (8 ). C'è noto però , che il Mussurunga lasciò un numero con
siderevole di buone ispirate composizioni sacre , notandosi tra le altre: un
« Credo » a quattro voci e orchestra ; cinque « Novene * ; una « Ladainha »
di Santa Ursula , e un 'altra di Santa Clara, nonché una Antifona « Prudentes
Virgines ».
Il suo talento di compositore si scopre anche nel genere libero, scri
vendo una « Ouverture » a grande orchestra. Scrisse anche quattro Inni:
quello della maggiorità dell'Imperatore, con poesia di Paolo José de Mello ;
l'altro in omaggio della data storica di Bahia del 2 luglio ; il terzo all'inte
grità dell'Impero, e l'ultimo per il di 2 diceinbre, con poesia del celebre
improvvisatore F . Muniz Barreto .
Conviene non dimenticare quel che anteriormente si disse di lui, cioè,
che fu pure un gentile e melodico compositore di « nodinhas » , tra le quali
divenne celebre quella : « Onde vai Sr. Pereira de Moraes » , e di due duetti
buffi: « A Negra do Mongusá » e « () Corta jaca » ,
Soggiungeremo che il Mussurunga , come compositore, ebbe dagli sto
riografi musicali di Bahia giudizi lusinghieri, che lo classificano come ar
tista d 'ingegno non comune.
Un altro artista compositore di straordinario talento, oggi poco o nul
la conosciuto nell'ambiente musicale di Bahia e di Rio, ma che porta un
nome abbastanza, glorioso nella storia della musica brasiliana dell'epoca
in parola, è Damião Barboza de Araujo , anche bahiano, nato nell'isola d ’l
taparica, il 27 settembre 1778, morto in Bahia il 20 aprile 1856.
E ' saputo che D . João VI, quando giunse a Bahia , riconosciuto nel gio
vine artista un peregrino ingegno, lo incoraggiò ad andare a Rio Janeiro
( 1808). Ivi giunto , il suo talento non incontra quell'appoggio che meritava
e che gli avevan promesso.
Non è mestieri dire che l'animo sempre maligno di Marcos Portugal,
non permise al giovane Barboza Damião di poter fare eseguire qualche suo
lavoro sacro nella cappella reale, della cui orchestra era primo violino.

(8) La biblioteca dell' Istituto Nazionale di Musica non conserva nei suoi scaffali
una sola pagina delle tante composizioni lasciate da questo fecondo compositore,
- 152 -

Privo di mezzi, e vinto dalla nostalgia per la sua cara città natia , ritorna
a Bahia , ove il suo talento era altamente apprezzato.
Indizi relativi alla sua vita ci informano che egli, in grazia alla prote
zione di un 'amica persona, si recò , poco tempo dopo del suo arrivo alla cit
tà natale, in Europa, ove, in Roma, completò i suoi studi di composizione,
nella scuola di S. Cecilia . Triste fu però il ritorno in patria di questo va
lente artista. Giacchè, appena mise piede nel suolo patrio , seppe che la sua
fidanzata non aveva mantenuto il patto, di non sposare altro uomo che lui.
Infatti, sei mesi prima del suo arrivo, l'idolo del suo cuore sposava un al
tro uomo.
La notizia conturbò la mente dell'artista ; e la cieca gelosia di Damião
Barboza piombò sul marito e lo uccise , fuggendo in seguito attraverso i
boschi dell'interno, e riparò in Paracatù, piccola città dello Stato di Minas
Geraes, ove visse lungo tempo, e ove mori verso il 1841, secondo racconta
il noto critico musicale Rodriguez Barboza (9).
Oltre alle tante sue composizioni, scritte nella sua prima gioventù, e
durante il soggiorno dei suoi studi in Italia , sono da notarsi : « La Messa
Solenne » per voci ed orchestra, detta « Missa de tres » o della « Risurre
zione» , un lavoro in cui primeggia il merito melodico e religioso ; l'opera
buffa « A Intriga Amorosa » , datasi in quella città , in un teatro che aveva
per titolo « A Casa da Opera » , che sorgeva, a quei tempi, in Via Guadalupe.
La diresse egli stesso. Il noto « Miserere » , di alto valore musicale , è con
siderato il suo capolavoro. Secondo l'accenno dell'illustre critico Rodrigues
Barboza, nativo di Paracatù, quasi tutte le composizioni di questo valoroso
musicista giacciono colà , senza che l'archivio pubblico, o la biblioteca del
l'Istituto Nazionale di Musica , ne abbia fatto ricerca !...
Fra gli altri musicisti brasiliani dell'epoca in cui la musica in Bahia

(9) C'è forza però osservare che, pur lasciando, al surriferito critico , la possibi
lità del suo asserto su la sorte che ebbe l'infelice artista, posteriori indagini ci affer
mano che Damão Barboza de Araujo non ebbe sua stabile dimora in detto luogo . Tali
informazioni le dobbiamo alla cortesia d 'una colta e gentile signora, nativa e domici
liata in detta città , la quale ci trasmetteva, in proposito , la seguente lettera :
« Illustre professor Cav . Vincenzo Cernicchiaro ,
Meus cumprimentos e sinceros votos por seu bem star.
De regresso de Caxambú, onde tive o prazer de conhecel-o , estive, antes de chegar
a esta cidade, longo tempo em minha fazenda, para isso retardado a promessa de enviar
a V . S . as informações constantes do questionario que me forneceu . Colhidas estas entre
os mais antigos amadores da musica d' aqui, posso informarl- o que o insigne compositor
bahiano Damião Barboza nunca residiu nesta cidade. Esteve algum tempo aqui, ha uns
60 annos, um professor de musica Antonio Innocencio , que, na Bahia , viveu na intimi
dade de Damião, seu amigo e foi quem o tornou conhecido por algumas composições
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ebbe gloriosa vita prima e dopo l'abbandono della metropoli ( 10 ), sono da
menzionarsi fra i più distinti: Euzebio de Mattos, fratello al celebre poeta
satirico Gregorio de Mattos.
Euzebio de Mattos, che mori col nome di frei Euzebio da Soledade per
aver preso l'abito dei Carmelitani, nacque nel 1629, e mori il 7 luglio 1672.
Egli fu considerato il primomusicista della sua terra natale, Bahia. :
Primo fruito della sua artistica opera si furono gli « Inni religiosi » e i
« Canti profani » , assai leggiadri, servendosi delle proprie poesie , poiché
era anche notevole poeta . L 'ispirato e distinto compositore, oltre che mae
stro della penna, ritrasse anche un bel nome di esperto suonatore d'arpa
e viola .
Si vuole che molti dei suoi lavori andassero perduti.

que fez executar por distinctos cultores da divina arte , Destas composições de musicas
sacras, só ficaram nos archivos um « Gradual » , « Tota Pulchra » , uma belissima Missa
e Credo. Não se sabe onde e quando morreu. Do padre José Mauricio não é conhecida
obra alguma. O archivo musical do Coronel Maximiano Rodriguez Barboza, existe em
poder de um neto que carinhosamente tem guardado tudo que de musica deixou aquelle
distincto musicista, entre os quaes devem existir composições suas e de um seu talen
toso filho Manuel Rodriguez Barboza, (Neco ), irmão do illustre critico musical Sr. José
Rodriguez Barboza , que V . S . muito conhece . — Do seculo 18 e 19, só existiu nesta cidade
- -

d'onde era natural, o padre Domingos Simões da Cuhna, compositor de apurado gosto,
conforme a tradição, tendo-se infelizmente perdido suas composições. - Foi mestre
de Capella e o primeiro que organisou aqui um coro regular de musica . Nasceu em : 1755
-.

e morreu em 1824. Entre suas composições figuram cançonetas, cantos populares de


letra sua, que era tambem notavel poeta. Deste ha noticia na Revista do Archivio Pu
__ _ .

blico Mineiro. – Diversos compositores de musica sacra e profana tem havido, revela
dores de gosto que sempre existiu aqui para a musica, mas não são de valor a merecer
especial mensão para o fim , por V . S . desejado .
_

De V . S . amiga respeitadora AMELIA SANTIAGO.


Paracatú, 10 de Janeiro de 1920 » .
(10) A dire dei meriti di quest'epoca ci aiuta la Storia.
Col primo vescovo nominato per Bahia , D . Pedro Fernandes Sardinha, che prende
possesso il 1° gennaio 1552, si ebbe il primo musico che pose piede in terra bahiana,
nella qualità di maestro di Cappella, incarcato dell'insegnamento di quella disciplina
agli alunni del Collegio dei Gesuiti, collo stipendio annuo di 20.000. Il riferito prelato,
in lettera diretta al re D . João, comunica di essere arrivato dalla capitania dello Spi
rito Santos, Francisco Vaccas, musico e cantore di rinomanza, compagno del padre
Pennafiel, il quale si offriva di dar lezione ai riferiti alunni mediante le seguenti
condizioni : nomina a Maestro di Cappella , essere ordinato sacerdote e posteriormente
ottenere un posto di Canonico .
Nel 1554, Francisco de Vaccas, era il cantore della Cattedrale .
Nel 1818, il re D . João VI, consapevole del gusto musicale innato del popolo bahia
- 154 -
Tenuto in conto di eccellente musico fu il Padre José Pinto d'Oliveira
Santos, nato nella Parrocchia di Serra-Preta nel 1803, e morto nella città
di Cachoeira l'8 luglio 1898 .
Oltrechè musicista e violinista di buon merito , era anche distinto ma
tematico e inventore di un importante orologio solare.
Abile insegnante della sua arte fu il continuatore dell'insegnamento
musicale della sua terra natale; in seguito alla morte del suo maestro Pa
dre Henrique da Fonseca.
Distinto violinista e compositore ci si presenta João Manuel Dantas.
Egli era nato in Cachoeira nel 1815 , e mori nella Feira de Sant'Anna il 7
febbraio 1874 .
Compositore di semplice stile , lasciò un buon numero di lavori sacri :
Messe, e « Tantum ergo », notandosi due novene offerte alla Madonna
d'Ajuda e al Signor di Bonfim ; scrisse anche alcune « Ouvertures » , consi
derate degne d 'encomio. Era anche esperto professore d 'orchestra.
Alla bella schiera d 'artisti compositori bahiani appartenne il frate An
tonio do Patrocinio Araujo, religioso Benedettino , nato verso il 1814 in
Bahia, ove morì il 29 agosto 1876 . Ebbe rinomanza di abile pianista . Ma
più che quale esecutore, egli emerse come compositore sacro ; e ricorderemo
le sue Messe, novene e « Vesperas » , dedicate alla Madonna della Grazia,
cantate dalle Signore del Collegio e Casa Pia di S . Joaquim , ove il Rev. re
ligioso , orfano, fece i suoi studi e giunse al grado di abate , con rinomanza
di artista emerito e uomo di lettere.
Musico, poeta , giornalista e drammaturgo di spiccato talento fu Do
mingos Machado, nato nella città di Santo Amaro da Purificação, nel 1819 ;
morto in Bahia , nel 1872.
Fece i suoi studi musicali nella sua città nativa, sotto la scorta del Pa

no, creava una Cattedra di Musica nella città di Bahia . La carta regia riesce interessante
riportarla qui.
« Ao Conde da Palma, Governador e Capitão -General da Capitania da Bahia . -
Amigo. Eu El Reis vos envio muito saudar, come aquelle anno.
Sendo-me presente por parte do Conde dos Arcos, vosso antecessor no governo dessa
capitania, o estado de decadencia , a que tem ahi chegado a arte da Musica tão «ulti
vada pelos povos civilisados, em todas as edadas, e tão necessaria para o decoro e
esplendor com que se devem celebrar as funções do Culto Divino : Hei por bem criar
nessa cidade uma Cadeira de Musica com o ordenado de 40.000 pago pelo readimento
do subsidio litterario. E attendendo á intelligencia e mais partes que concorrem na pes
soa de José Joaquim de Souza Negrão, hei outro sim por bem fazer-lhe mercê de o
nomear para professor da referida cadeira.
Escripto no Palacio da Real Fazenda de Santa Cruz em 30 de Março de 1818. -
Rei, — Para o Conde de Palma.
- 155 -

dre Jeoronymo Pinto Nogueira: studi che rivelò con molto talento nelle com
posizioni sacre : due messe festive e novena votiva alla Madonna « da Pu
rificação » . Nel genere profano scrisse « Ouvertures » , minuetti, la « Bat
taglia Musicale » , canto di guerra del « Voluntario da Patria » , danze e
molte trascrizionimusicali per le quali vantava facilità e gusto speciali.
Lasciò un libro in versi intitolato « Inspirações religiosas » ed altri
componimenti poetici.
José Cupertino de Uzeda, clarinettista, cantore, direttore d 'orchestra
e compositore, nacque in Santo Amaro nel 1834 , e mori l' 8 febbraio 1882 .
I suoi lavori, quasi esclusivamente religiosi, comprendono : Messe, novene,
litanie e diverse trascrizioni istrumentali.
Alla stessa scuola della stessa epoca appartiene il Padre Maximiano
de Sant'Anna, distinto cantore e compositore, nato in Bahia il 21 febbraio
e ivi morto nel 1883. Fu maestro di Cappella nella sua città natale, lasciò
pregevoli lavori: un compendio di musica degno di stare a fianco a quello
del Mussurunga ; cantici alla Vergine; Mese Mariano; Tantum ergo ; bal
labili; pastorali denominatia Polypheno, o Triunpho do Amor » , ecc.
Anche Florentino Rodrigues da Silva, nato in Cachoeira e ivi morto il
6 febbraio 1839, si può considerare come uno dei buoni musici brasiliani.
Fu destro ed abile direttore d 'orchestra, e diede grande sviluppo all'arte
musicale nella sua terra natale. Compositore lasciò lavori sacri: salmi,
« Credos » , nonchè alcuni Minuetti.
Non meno spiccato è il nome di Manuel Thomé de Bittencourt Sá, nato
in Bahia il 21 dicembre 1826 , ivi morto il 30 settembre 1886. Oltre che
abile maestro di banda, di flauto, di pianoforte e direttore d'orchestra, fu
fecondo compositore dimusica per la chiesa e per banda. Fra le produzioni
sacre sono da ricordare le Novene, Te-Deum , giaculatorie, diversi a soli per
laudamus Domine Deus, Quisedes ; nelle composizioni profane, godono fa
ma le sue marce funebri e militari, nonchè le sue innumerevoli danze.
Non dimentichiamo fra gli altri Joaquim Silverio Bittencourt Sá, fra
tello al precedente , nato in Bahia il 30 dicembre 1829 ; morto il 15 aprile
1899. Il suo nome è ricordato come un musicista di buon merito , nonché
abile suonatore di clarinetto , di viola e valente organista . Si vuole che fosse
il primo, in Bahia , a scrivere delle marce funebri. Scrisse pure musica
sacra, messe ed a soli religiosi; fra questi va ricordata la Novena de « Nossa
Senhora da Piedade » , considerata il suo capolavoro. Lasciò pure molte
« modinhas » e balli pastorali.
Un altro nome importante dell'ambiente musicale bahiano è quello di
Miguel dos Anjos de Sant'Anna Torres, nato in Bahia nel 1837, morto il 16
luglio 1902 . Il Torres meritò il titolo di vero genio musicale della sua terra.
--- 156 -

Il pregiato artista che nella vecchiaia deplorava la decadenza dell'arte


nella città che gli fu culla, vedendola in balia di spiriti ciarlataneschi, pos
sedeva delle qualità artistiche degne d 'alto encomio . Era celebre per agi
lità, correzione e virile energia nel maneggio dell'Oficleide, che suonava di
fatti meravigliosamente . Egli fu altresi il compositore più fecondo della
sua terra natale, o meglio , del Brasile . Fra i suoi moltissimi lavori figurano ,
nello stile sacro : 16 Messe festive. 1 Requiem , 8 Te- Deum , 9 Novene, 7
Credos, 10 Tantum ergo, 5 Ecce Sacerdodos, 4 Ave Maria e molti Salmi;
nello stile libero vanno ricordati: 300 marce militari per banda, 60 marce
funebri, 12 Inni, 20 arie per canto, 12 minuetti, 3 temi con variazioni per
oficleide, sinfonie, 100 polkas, 50 quadriglie, 48 per orchestra e diverse tra
scrizioni istrumentali. Cominciò a comporre quando aveva appena 16 anni
di età. Studiò con suo padre , e , nel Parà, imparò l'armonia e il contrap
punto col nosto maestro Gurjão.
Di buona luce splende il nome di un altro distinto artista bahiano, Ger
mano Ernesto De Souza Limeira , nato nella città d 'Itaparica il 15 maggio
1839, morto in Valenza il 1° agosto 1891. Cominciò la sua carriera artistica
come semplice musicante di banda d'un battaglione della Guardia Nazio
nale . Poscia si dedicò allo studio del violino e giunse , dato il suo facile e
spiccato talento, a meritarsi legittimi applausi nei pubblici concerti, suo
nando a fianco del noto Adelelmo Nascimento.
Ebbe pure rinomanza di emerito compositore, colla buona conoscenza
dell'armonia, contrappunto e fuga. Scrisse : 5 Messe festive, di cui la quar
ta è considerata, per squisita fattura armonica, un lavoro stupendo ; novene,
Mese Mariano, nonchè moltissime produzioni di genere libero . Germano
era anche esperto direttore d'orchestra , e in questa qualità occupò per
lungo tempo il seggio direttoriale del teatro S . João, nonchè quello di pro
fessore nel « Lyceo des Artes e Officios ».
Favorevolmente conosciuto ed apprezzato pel suo talento fu Francisco
Olavo de Salles Machado, nato in Cachoeira, nel 1840, morto in Bahia il 5
aprile 1883. Giovane ancora e violinista già distinto , istruito dal maestro
José de Souza Aragão nella terra natale, si trasferi a Bahia , ove si legò con
vincolo di amicizia col celebre Adelelmo, che volle condurlo seco in un
giro artistico attraverso le provincie del Nord. Fu anche compositore di
musica sacra; vanno ricordate le sue sei Messe festive, ed altre produ
zioni leggere: danze , ecc .
E ' pure da ricordare il valoroso artista Alipio Rebouças, nato in Bahia
nel 1851, il quale oltre che buon musicista si distinse anche come abilissimo
suonatore di ottavino e di saxophone, del quale istrumento fu il primo a rive
lare il suono, che gli valse la simpatia e l'ammirazione del maestro Carlos Go
- 157 -

mes, in detta città , chiamatovi per assistere alla rappresentazione del suo
aGuarany » (1880). Come compositore lasciò sei Messe festive, una da Re
quiem , Te Deum , Tantum ergo, e moltissime danze.
Anche Manuel Ambrosio dos Santos Fraga consegui, in Bahia , ove
nacque nel 1855 , un nome di buon maestro di banda, esperto professore
d'orchestra e stimato insegnante della sua arte. Fu buon compositore; si
conoscono di lui le seguenti produzioni: una Messa festiva , un Te Deum ed
altri lavori di minor valore.
Fama di stimato professore di pianoforte , organista , compositore, gode
Livino José d 'Argollo , nato in Bahia nel 1855, ove fece i suoi primi studi.
Passò quindi a Rio de Janeiro per perfezionarsi nell'arte pianistica, tornò
alla terra natale , ove spiegò la sua attività artistica quale organista della
Cappella del « Senhor do Bonfim » e della matrice di « Nossa Senhora da
Conceição da Praia » .
Come compositore, ha fra i suoi lavori una Ave - Maria, considerata assai
bella e ben fatta . Un ingegno musicale dei più nominati fu José Pereira Re
bouças, nato in Maragagipe il 2 gennaio 1789; morto in Bahia nel gennaio
1843, ove fissò residenza fin dal 1808. Nel 1823 si condusse in Europa per
perfezionarsi nella scienza musicale e nell'arte violinistica. Come alunno del
Conservatorio di Parigi. Passò quindi a Bologna ( Italia ), ove probabilmente
frequentò la celebre scuola del padre Mattei, e vi conseguì il diploma di
maestro . Dopo ciò, il Rebouças tornò in patria ( 1833 ), colla conoscenza com
pleta dell'armonia , del contrappunto, della fuga, e col vanto di primo musi
cista brasiliano laureatosi in terra straniera. Ivi, il colto uomo - egli era
anche Medico distinto -- veniva chiamato come maestro di musica del Se
minario Episcopale ; nel 1841 ottiene un 'altra distinzione, il titolo di Mu
sico onorario della Camera Imperiale, per avere scritto un importante lavoro
da eseguirsi nella festa dell'incoronazione e consacrazione di D . Pedro II. Fra
gli altri lavori, scrisse un Magnificat, per la festa di S . Cecilia , considerato
un capo lavoro del genere.
Non finisce qui l'elenco dei compositori di musica sacra e strumentale
dell'epoca in discorso , che ci viene dalle sponde nordiche. Un avanzo di quella
schiera artistica pernambucana, che non smentisce le tradizioni dei fulgidi
tempi in cui si annoveravano valorosi ingegni musicali, tutt'ora onora l'arte
del secolo passato. Degli anziani di cotesta schiera, che sono : Francilino Do
mingues de Moura Pessoa, José Coelho Barboza, Trajano de Barcellos, Ro
dolpho do Amaral, José Tavares de Medeiros, João Polycarpo Soares Rosa,
Santino Alves Carneiro Pinto, Lydio Purpurario , Santiago de Oliveira, Ma
nuel Americo de Jesus, Daciano da Porciuncula Ferreira, d'alcun dei quali
abbiamo già tenuto parola , ci cade in pensiero Libanio Colás, morto ai pri
- 158 -

mi albori del secolo in corso , lasciando rinomanza di valoroso e fecondo


compositore. Di fatti, il Colás diede all'arte pregiati lavori, fra i quali nomi
neremo la grande Messa a 4 voci ed orchestra, intitolata « Dogma da Con
ceição » , lavoro , secondo si narra , tutto cosparso di soave e dolce melodia,
dalla forma amplia , chiarezza di stile e ricchezza di modulazione. Si vuole
anche ch 'egli fosse un maestro di vasta coltura musicale, conoscitore dell'ar
cano meccanismo della scienza del contrappunto, e della fuga : doti rivelate
con un certo vantaggio nell'accennato lavoro . Oltre ai suoi pregiati lavori
sacri il Colás lasciò molti componimenti teatrali e strumentali, spesso ese
guiti nella sua città natale. .
Un dei sopravviventi musicisti della schiera sopra citata, che siede so
vrano tutt'ora fra gli artisti contemporanei della sua terra natale , è Euclides
Fonseca (11). Egli nacque in Pernambuco il 6 gennaio 1854, ove fece i suoi
studi, e vi esercita da lunghi anni, con onore l'arte e una sapiente e onesta
critica musicale. Compositore distinto e fecondo, forte e destro pianista , pe
dagogo dei più stimabili, qualità che lo elevarono ad alto grado di rinoman
za, siede, in conseguenza, tutt'ora accanto ai più valenti artisti odierni. Come
compositore, il Fonseca ha dato all'arte pregevoli lavori. Notevoli sono, del
merito d'una forma elegante e sincero stile, la « Marcha Festival », la « Fan
tasia » per pianoforte con accompagnamento d 'orchestra ; « O ' Maggie » , ber
ceuse; « Un po' di carità » , barçarola per canto e pianoforte.
Un lavoro di lungo fiato , di cui la critica conterranea e l'opinione arti
stica ricordano spesso i meriti, sarebbe la sua opera « Leonor » , dramma
lirico in un atto , dalla quale spiccano quattro leggiadri pezzi: il « Prelu
dio » , la romanza di Leonor, il coro dei pescatori e il finale concertante.
Non priva di pregi è anche la sua « Sinfonia Repubblicana » , svolta con ef
ficace spirito , servendosi del motivo della Marsigliese di Rouget de L ' Isle .
Nè minore importanza hanno pure altre due composizioni: il « Te-Deum »
e l' « Ouverture » , in do minore. Ha scritto inoltre tre lavori lirici : « Il Ma
ledetto » , in un atto ; « A Princeza do Cattete» , in tre atti, e « As Donzellas
d'honor » , anche in tre atti; infine altri molti lavori consistenti in pezzi
descrittivi per orchestra : « Scena Allegorica » , « Saudação al Pernambuco »
e « Empleno Carnaval » . A queste composizioni si possono aggiungere delle
altre di minor mole, probabilmente tutte inedite , nonchè le sue critiche mu
sicali, nelle quali si riscontra la pregiata erudizione dell'illustre artista, del
cui duplice talento molto si giova l'ambiente artistico che gli diede i natali.
E ' da ricordare un' altra spettabile pleiade di Compositori di Musica
Sacra, contemporanea più o meno dei precedenti artisti.
Jeronymo de Souza, della città di Ouro Preto , tenuto in conto di buon
(11) Vedi questo nome al cap . XXXI: Della Critica e dei Critici.
- 159 -

musicista , scrive un « Ufficio de Quarta e Sexta feira de trevas » per voci


e piccola orchestra .
Era autore pure di altre analoghe produzioni: « Domingo de Ramos » ,
e un « Dominus » , per la processione delle Palme (12).
Anche un certo Manuel Dias de Barros lasciava nel genere una compo
sizione: « Adoração da Cruz » , per voci, due flauti, corni, oficleide e stru
menti ad arco, che si cantava nel Venerdi Santo.
Il padre José Joaquim Americo fu un buon musicista del suo tempo ;
compose, verso la metà del secolo XIX , una messa a quattro voci ed orche
stra, eseguita , in Campinas, nel 1846 (13).
Di Antonio Gomes de Escobar, nato e vissuto in Taubaté, si ha una
« Oração ao pregador », per voce di soprano con accompagnamento di or
chestra , cantata per la prima volta in detta città , sotto la direzione dell'au
tore, da una signora di nome D . Amelia ... Uno « Assolo » consimile ci lascia
Manuel José Gomes, di Campinas, composto nel 1830, per soprano e or
chestra .
André da Silva Gomes ( 14 ) che viveva ancora nel 1840, la cui origine,
come quella di tant'altri, è ignorata, accresce il numero delle composizioni
sacre dell' epoca, scrivendo un « Miserere » per le « Matinas di IV e V feira
de trevas » , per coro e orchestra. Dello stesso si ha anche un « Officio de
defuntos » per « Otto voci » ed organo, con basso cifrato, ed una « Messa
pro defuntis » .
Di forma ristretta , soggetta allo stile della stessa età , si ha anche di
lui una messa per voci ed orchestra, sotto il titolo : « Missa e Credo di Ca
pela » (15 ).
Manuel Dias de Oliveira , un musico discendente della scuola gesuitica ,
compone verso l'anno 1825, un « Officio de Defuntos » , per quattro voci, due
violini ed organo, con basso cifrato , e una Messa in mi bemolle per voci
di soprano, contralto , tenore, basso ed orchestra : strumenti ad arco, flauti,
clarini, pistoni, corni, tromboni, oficleide e grancassa !. . . (16 ).
Nello stesso stile , e senza il nome dell'autore, troviamo una « Messa so

(12) Le parti d'orchestra, copiate dal maestro Manuel José Gomes di Campinas,
portano la data del 1856.
(13) Questa Messa figura nello stesso archivio , e fu copiata dallo stesso maestro
Manuel José Gomes, nel 1846. (Dall'archivio di S. Anna Gomes, in Campinas).
( 14 ) Questo nome lo troviamo anche scritto , per vezzo, nella seguente maniera :
Andrea Silvio Gumis. (Dallo stesso archivio di S. Anna Gomes).
( 15 ) Campinas, archivio citato .
( 16 ) In alcune parti d 'orchestra, si legge: Recompilada por M . J. Gomes, anno
1827. (Campinas, archivio citato ).
- 160 -

lenne » per voci e orchestra, acquistata dal maestro M . J . Gomes, nel 1840,
in Campinas.
Buon musico, ai suoi tempi, fu Benjamin Carvoliva, nato in Santa Cate
rina 1849. Studiò musica con la propria madre e indi col maestro Eustachio
Francisco Raposo. Compositore, scrisse nella sua gioventù , oltre agli inni
altrove menzionati, molti pezzi sacri e profani, tutti inediti e dispersi.
A fianco a questi maestri figura un compositore chiamato Lagos, che
scrive una « Ladainha » per voci ed orchestra, eseguita più volte nelle fe
stività religiose di Campinas (1833).
Un musicista di modeste linee nello stile sacro è João L . Corréa Gui
marães Senior, che scrisse , nel 1833, una « Lamentação » pel Venerdi San
to, per voci ed organo.
Molto conosciuta è una « Messa in mi bemolle » , detta dell'Incorona
zione, per voci ed orchestra, che il maestro Pedro Texeira scrisse, in ma
niera non comune, verso il 1850, spesso eseguita negli ambienti sacri di
S . Paulo e Minas Gerães.
Convien citare anche José Mendes Ferraz, che viveva ancora nel 1838 ,
il quale ci dà un componimento dello stesso genere : « Adoração da Cruz » ,
« Sexta feira Santa » , per soprano, contralto, tenore e basso , con accompa
gnamento di quartetto , 2 flauti, 2 corni, tromboni e basso .
E parimenti Gioachino Lodi, degno professore di musica in Bagé, che,
il 7 settembre 1846, compone un « Te Deum » eseguito dai suoi allievi nei
festeggiamenti della grande data .
Non chiuderemo questa serie di compositori di musica sacra, di poco
o molto merito , senza includere altri nomi, degni egualmente di essere
tramandati all'avvenire, giacchè, spesso, più che nei sommi, nei modesti
si conosce lo spirito di un 'età .
Citeremo, ad esempio , il nome del padre Maria Xavier , di S . João d ’EI
Rey, che visse nella seconda metà del secolo XIX .
L'arte sacra che egli sente è quella semplice, senza lo spirito di pro
gresso e le grandi risorse della tecnica ; ma vanta però una spontaneità
straordinaria , che si associa con molto onore alla storia dei fecondi com
positori di musica sacra del suo tempo.
Quindi si può dire che il padre José Maria Xavier fu il principale rap
presentante della musica sacra di Minas Gerães. Si vuole che tra « Messe » ,
« Te Deum » , « Matinas » , « Oratori », ecc., lasciasse più di cento compo
sizioni. Grandi onori gli furono tributati « post mortem » , come altrove
si disse, nella sua città natale .
Fra gli altri nomi ricorderemo quello di Raphael Coelho Machado, ri
nomato musicista, nato nell'Isola di Madeira nel 1814, che viene a Rio
- 161 -

Janeiro nel 1838, ove muore verso il 1885 (?) . Uomo coltissimo, esercitando
la professione con molta dignità, occupò, ai suoi tempi, un posto distinto
tra imusici della capitale ; giacchè la sua riconosciuta competenza nell'ar
te sacra trovò tutte le simpatie nelle fratellanze delle chiese di Rio de Ja
neiro, le quali, di preferenza, gli affidavano le esecuzioni musicali delle
grandi feste solenni. Fece i suoi studi in Europa e lasciò oltre un trattato
d'armonia, assai apprezzato per i suoi tempi, e un dizionario musicale,
molte composizioni sacre, notandosi tra esse una « Messa solenne » a
quattro voci ed orchestra, intitolata : Messa di S. Lucia , eseguita alla « Cruz
dos militares » (1881), nella quale si rivela un musicista di mezzi assai
apprezzabili nel trattare le voci e gl'istrumenti ; fu debole nell'arte del
bello stile. Convien tuttavia citare i suoi canti originali, pubblicati in un
« Album » , col titolo « A Harpa do Trovador », i quali destarono un tale
entusiasmo, nel 1846, che un giornale dell'epoca, li caratterizza come pa
gine di elevate ispirazioni (17) .
Non si può passare sotto silenzio un altro compositore di musica sa
cra che è Henrique Alves de Mesquita, la cui figura ritroveremo anche fra
i compositori di musica profana. Dalla sua grande Messa , detta di Pedro
V , si desume ch 'egli rimase servile agli abusi ed alle formule comuni dello
stile lirico , in voga ai suoi tempi.
Lo stesso si dica di un altro compositore, un bellissimo ingegno musi
cale, ch 'ebbe estro spontaneo e splendido nella musica sacra, ma che si
sacrifica agli stessi abusi di stile e di forma, pregiudicando le belle sue
ispirazioni, Manuel Joaquim Maria , morto , come avanti si disse, giovanis
simo, verso il 1874, il quale, due anni prima della sua morte, scrisse una
grande Messa solenne a quattro voci ed orchestra, in cui abbondano le idee
melodiche convenzionali col carattere di opere teatrali ; l'armonia è poco
accurata .
Anche un certo David Peres ci appare come compositore sacro dell'e
poca, il quale compone in stile di poco merito una « Novena de Nossa Se
nhora »,per voci ed orchestra.
Sotto le iniziali E . F . de S., troviamo un altro artista dedicatosi all'arte
sacra, il quale scrive, circa la prima metà del secolo XIX , delle Novene,
Mottetti e Litanie .

(17) A moltidão de peçãs que diariamente se publicão nesta Côrte , a maior parte
despidas de merito, e as que o tem , sendo devida ás obras importadas no paiz, nos têm
adormecido para com esta bella arte, que tanto concorrendo á civilisação dos povos,
credora se torna da nossa attenção ; a « Harpa do Trovador », album de canto original
nos veio arrancar desta indifferença, e produzio em nós tal enthusiasmo, que resolve
mos occupar algum espaço do nosso periodico com esta interessante obra .. . » .
. - 162 -

Un altro contemporaneo di Francisco Manuel fu Arcangelo Fiorito,


cantore, maestro di cappella e compositore, nato in Napoli verso il 1813,
ove studiò armonia col Mercadante , e canto alla scuola del Lablache, nel
Conservatorio S. Pietro a Majella, che poscia abbandonava per venire,
nel 1843, in Brasile , a bordo della nave che condusse la principessa D . Ma
ria Cristina di Borbone, poscia Imperatrice del Brasile. Musicista distinto
e pregiato compositore, scrive per la Cappella Imperiale, di cui fu maestro
sino al 1882, un « Libera-me » , un « Salutaris » e molte altre composizioni
sacre, considerate non spoglie di buon valore musicale . Arcangelo Fiorito ,
possedeva oltre a ciò , una bellissima voce di basso ; cantò, nel 1844 , e ne
gli anni seguenti, a fianco della Candiani, al Teatro S. Pedro de Alcantara,
la parte di Sir Riccardo, dell'opera « I Puritani » , ed altre opere , di cui
faremo parola più avanti.
Fu professore di canto al Conservatorio Imperiale di Rio de Janeiro.
In vita vi fu chi lo chiamasse eccentrico ; e certamente pare che lo fosse,
date le leggende simpatiche che corrono sul suo conto. Difatti, la sua di
mora di via Escobar, n . 1 , ove l'onesto uomo visse molti anni e vi mori, è
ricordata come tra le più fantastiche e ingegnose: una serie di campanelli
che intonano la scala diatonica al salire la vecchia scalinata ; il seggiolone
da barcollare appeso al tetto della sala da visita; un pianoforte antichis
simo, straziato dal tarlo ; un serto ... di cartone, circondato di pendenti
in carta , assai curioso, per scacciare via le mosche, quando componeva ;
un filtro in terracotta per l'acqua ghiacciata , avvolto dalla pelle di un
gatto nero, che gli era stato assai caro, quando era in vita ; una stanzetta
murata di zinco, ridotta a vasca per il bagno d 'immersione, che egli stesso,
cantando l' aria del « Giuramento » , vedeva empirsi d ' acqua. Senonchè
un giorno, preso da forte distrazione, si dimenticava di chiudere il rubi
netto , e mancò poco che non affogasse !...
Un bel di volle anche essere industriale, e fondò una fabbrica di paste
alimentari uso Napoli. I colori svariati, mai sind allora applicati ai mac
cheroni, agli spaghetti, alle tagliatelle, gli parvero di buon avviso applicarli
alla nascente e originale industria sua. Senonchè un clamore generale di
lagnanze si innalza contro la fabbricazione di simili paste e, credendole
fatte a base di droghe tossiche, e perciò nocive alla salute pubblica , l'ob
bligarono a chiudere bottega !...
Però convien dire che a questa eccentrica originalità , parte già accen
nata quando trattammo dei compositori degli Inni, si accoppiava un'anima
grande, un cuore d 'artista distinto , con l'esclusiva virtù all'insegnamento
ed all'amore dell'arte, di cui egli era un sacerdote di classico e rispetta
bile esempio . Egli moriva, in Rio de Janeiro, nel 16 marzo 1887, a 74 anni
- 163 -

d'età, e con la nostalgia in core per la sua cara Napoli, pure amando il
Brasile , ove visse circa mezzo secolo.
Fra i citati compositori vi era anche un distinto musico e direttore
d 'orchestra per le funzioni sacre, João Theodoro de Aguiar, il quale com
pose una marcia funebre a grande orchestra, per essere eseguita nelle
esequie dell'artista João Caetano dos Santos, celebre nell'arte drammatica ,
morto nel settembre del 1863 .
Detta marcia è un lavoro di poca importanza, ma vanta un relativo
merito nella forma: un coro, di sole voci, interno – in lontananza ,
dice il testo — che canta , in Andante religioso , un Requiem aeternam dona
eis, Domine..., mentre l'orchestra tace. Compose anche un Te -Deum , che
fu eseguito nella Cappella Imperiale l'11 febbraio 1860, in omaggio al fe
lice ritorno delle LL . MM . Imperiali.
Certamente, ad alcuni di questi compositori, massime gli ultimi con
temporanei di Francisco Manuel, la cui caratteristica era quella di por
tare una modesta pietra all'edificio dell'arte iniziata da José Mauricio e
Francisco Manuel da Silva, si potrebbe rimproverare uno spirito musi
cale troppo semplice, modestamente illuminato , parcamente ampliato dallo
svolgimento che l'arte sacra insegna ed esige. Ma essi purtroppo obbedi
vano alle leggi della prosa dell'epoca, leggi senza la verità sacra, senza i
principii della austerità liturgica, in ragione di un'arte profana, che ser
peggia con le sue melodie erotiche, ed assorbisce, con nuovi fluidi di un'ar
te teatrale , le menti e le ultime credenze della musica sacra nazionale .
V° PERIODO
CAPITOLO XI.
(1844 - 1889 )

DECADENZA DELLA MUSICA SACRA

Pensiero religioso e sentimento antagonico . – Nascenti ingegni musicali tendenti


allo stile profano. — Non è più il genio di José Mauricio , che colle sue ispirazioni
sacre raccoglieva il popolo in chiesa. — Un discorso di D . Jacy Monteiro. - E da
parecchi anni che s'invoca la nascita di un nuovo stile di musica sacra. – Critici e
musicisti, stanchi di vedere la triste decadenza della musica sacra. — Sfolgorante idea
che cade nell'oblio. – Mancanza di criterio artistico. — Non conoscono le eterne bel
lezze dell'arte sacra. — Il santo Padre Pio X , e le sue salutari istruzioni pontificali. -
Le arti belle subiscono un processo di trasformazione, - Come sentivano la musica i
primi cristiani. – Opere degne dell'ideale antico . – La gioia divina non può retroce
dere. — Il canto gregoriano, vera espressione della liturgia cattolica . - La sua mo
notonia senza un ritmo eloquente . — L'epoca del papa Giovanni XVII e la sua « Docta
Sanctorum > . -- La necessità di una novella musica , - Il sentimento estetico svoltosi
con la coltura mondiale. — Resistendo alle funeste tendenze profane. - Musica da
tumulto che offende il pudore dell'arte sacra. - Musica improntala alle opere profane.
- Espressioni inconvenienti. -- Una Ave-Maria, con musica di Offembach. — L'organo
manca nelle nostre chiese . — Impossibilità di convincere le fratellanze ad esigere una
forma musicale più elevata . — Il padre Alfeo e la sua « Scuola Cantorum » di Santa
Cecilia . - Apprezzabili intendimenti.

Abbiamo detto , parlando della Musica Sacra e del merito dei suoi
compositori, che il loro stile rivela due tendenze al predominio spirituale
nei primi anni della seconda metà del secolo scorso : la prima sarebbe la
tendenza mistica, quella di cui si ha buon diritto di essere orgogliosi per
alcuni ingegni, veri e incontestabili luminari di quest'arte, i quali sono
dominati dal pensiero religioso; la seconda, può dirsi, una vera espressione
di sentimento antagonico , che cerca soltanto nelle melodie d'indole tea
trale, la significazione dei suoi concetti religiosi. Sarà facile, per quelli
che ci hanno accompagnato con attenzione nelle pagine anteriori, com
prendere che, con l'estendersi dell'opera lirica, si può dire chiuso il pe
riodo della buona musica sacra. Poichè fra quelli che vollero raccogliere
il retaggio della nostra musica religiosa, rispettando le tradizioni e le leggi
- 166 -

dello stile lasciatoci dal nostro gran precursore, pochissimi, in verità, la


storia potrebbe annoverarne. Ed è un fatto che, dopo la placida serenità
dei tempi di purezza, in cui si rendeva vero e rispettoso omaggio alla mu
sica religiosa, sopravvenne la decadenza. Decadenza che più si accentua
coi progressi rapidi dello stile melodrammatico, le cui dottrine melodiche
e profane sul gusto del pubblico dovevano conquistare anche i nascenti
ingegni musicali tendenti, in gran maggioranza , allo stile profano. In al
tre parole, l'arte teatrale , col suo carattere affascinante, vinse il nobile
stile sacro ; e il genere profano, che tanto doveva nuocere al sentimento
religioso, veniva in gran voga ed onore.
Quindi, non era più il genio di José Mauricio che con le sue bellissime
ispirazioni sacre raccoglieva il popolo nella chiesa , edificando al senti
mento religioso; non è più un mistico lavoro di Neukomm , di Mozart o
di Haydn , che eleva il sentimento dell'arte musicale nel recinto sacro ; nè
il talento di Francisco Manuel da Silva, che segue le tracce storiche della
musica sacra , riesce a sviare un gran numero di compositori di musica
sacra dal cammino che doveva segnare la più squallida decadenza della
musica sacra nazionale .
In un discorso di D . Jacy Monteiro, pronunziato alla inaugurazione
della propaganda delle Belle Arti nel gennaio del 1857, troviamo delle pa
role che mettono chiaramente a giorno l'influenza della musica profana
su lo spirito della popolazione del suo tempo.
« Quanto a musica... — dice egli -- definha de dia em dia ; a musica
extrangeira invade a nossa população. Aquelles que professam a arte, por
um lado não encontrando animação para o que é nosso, prezam mais ol
vidando as tradições de José Mauricio e outros, reduzir-se a meros exe
cutores applicados ou habeis, do que elevar-se ás alturas do engenho. Já
não se quer, nem se ouve, nem se ensina aquellas melodias que nos per
tencem , que dizem com a natureza desta terra , nossos habitos, nosso ca
racter, cousas sediças e que tresandam a patriottismo. Uma falsa erudição
musical, uma febre de imitação forçada, como por, moda, leva os nossos
artistas, receiosos de parecerem pouco istruidos, a aborrecerem a originali
dade, a dedignarem -se do que é nacional, ou de o aperfeiçoarem . Assim
que, já tivemos representantes da nossa musica ; hoje apenas temos exe
cutantes da musica alheia » ( 1) .........
E ' da parecchi anni, è vero, che s'invoca la nascita di un nuovo stile di
musica sacra, che dovrebbe dare alla nostra arte religiosa un carattere
essenzialmente liturgico, degno degl'inni e dei cantici spirituali di Cristo ,

(1) « О Brazil Artistico » , Revista da Sociedade Propagadora das Bellas-Artes no


Rio de Janeiro, 1857.
- 167 - -

la cui espressione severa e elevata, potesse esortare, senza provocarne con


triviali e profane melodie, le alte virtù .
Ricordiamo che in un 'epoca non remota furono pubblicati molti arti
coli nei giornali locali di Rio, tendenti alla necessità di sopprimere la mu
sica anti-religiosa nelle chiese della capitale. Tali articoli furono scritti
dai più rinomati musicisti e critici di Rio , i quali, stanchi di vedere la tri
ste decadenza della musica sacra, mossero arditi verso la lotta , innalzando
all'unisono un grido di protesta contro un'arte , la quale non corrispondeva
affatto alla idealità del culto. La nobile campagna però nulla consegui;
tutto seguitava nella fatale discesa, malgrado l'ardore della discussione,
per annientare il gusto profano e bizzarro che rivestiva di tonalità e forme
banali le preghiere dei fedeli.
Il clero, a sua volta , appoggiando l'eroica crociata dell'arte religiosa,
prese delle misure opportune per la riforma di essa, imponendo quelle
composizioni che rispondevano agli effetti, agli accenti, al carattere del
la elevazione del sentimento che conviene alla musica religiosa .
Sfortunatamente , l'azione energica e collettiva, tanto simpatica al suo
inizio , cedeva innanzi alla passività abituale dei nostri atti e dei nostri
costumi; e così la sfolgorante idea cadde per sempre nell'oblio.
Vogliono alcuni che la causa della decadenza della nostra musica re
ligiosa bisognerebbe addossarla alle fratellanze padrone delle chiese , le
quali, spoglie di sentimento musicale , amano di preferenza tutto ciò che
sa di banalità , di volgare, i concetti chiassosi di effetti popolari.
Noi, però, diamo la maggior colpa alla mancanza di criterio artistico
dei nostri maestri organizzatori e direttori delle feste solenni religiose, i
quali, attaccati ai lucri irrisorii, preferiscono un repertorio di produzioni
ibride ed amorfe, che da 50 anni 'invadono l'ambiente ecclesiastico , e se
gnano la decadenza della musica sacra.
Secondo noi, la ragione è questa : o non conoscono le eterne bellezze
dell'arte sacra, o non le sentono, oppure non intendono o non vogliono,
per principio, glorificare i sovrani maestri dell'arte sacra, temendo forse
che essi potrebbero assicurare con vantaggio un avvenire musicale più
degno del culto religioso, e liberare le masse corali ed orchestrali dal ti
rannico intervento della grancassa !...
Vero è che il Santo Padre Pio X , pochi anni avanti che scendesse nel
l'avello , diramò, in proposito , salutari istruzioni pontificali, imponendo
alla chiesa di ristabilire il canto Gregoriano. Ciò fu sempre il suo ardente ,
ideale e il suo proponimento di combattere gli abusi e le sconce pagliac
ciate che avvenivano in certe contrade. Questo suo spirito , questo docu
mento , una volontà unica che si attacca ad un sano e solido principio , è
--- 168

quello che esprime difatti il suo costante desiderio , cioè: che bisogna dare
alla chiesa la sua musica del passato.
Ma lodando e riconoscendo le più nobili intenzioni del Sommo Pon
tefice , basate, del resto , nella giusta e sana logica di respingere le nemiche
espressioni che intorbidano ed offendono il decoro e la santità delle ceri
monie religiose , non giustifica però che il sentimento estetico dei fedeli
contemporanei possa essere comparato a quello dei fedeli di altri tempi.
Le arti belle, come le scienze , la filosofia , le religioni, subiscono un pro
cesso di trasformazione; e la evoluzione è accettabile dal momento che
essa non si allontana dalle virtù basiche, eterne, per offrirci dolorose e in
grate impressioni. Quindi se ammettiamo la sana evoluzione della natura
nelle scienze, religioni e filosofie accennate , dobbiamo puranco ammettere
quella della musica.
Pertanto , giova dire, che come sentivano la musica religiosa i primi
cristiani sino a quelli dell'età media , non la sentono, evidentemente , le
contemporanee anime cattoliche . Poichè se la causa della corruzione del
l'arte sacra è la musica che va contro l'essenza del pensiero e delle cre
denze religiose, si sopprima questa e si rinvigorisca lo spirito religioso ,
non soltanto col ripristino del canto Gregoriano, ma con le opere degne
dell'ideale antico, quelle cioè, le più atte ad aumentare la pietà e la divo
zione nel sentimento dei veri e sinceri fedeli dei nostri tempi. Giacchè,
questo sentimento, questa gioia divina, mantenuta viva attraverso gli ul
timi secoli, da Palestrina ad Allegri, da Bach a Pergolese, da Mozart a
Beethoven , da Cherubini a Gounod , non può retrocedere, malgrado il fino
discernimento del Sommo Pontefice, ai remoti tempi, il cui ambiente re
ligioso sconosceva le dolci e nobili melodie dell'epoca nostra, quelle , cioè,
nate dal sentimento di rara purezza religiosa in evoluzione, calde e pe
netranti nei cuori dei ferventi cristiani, la cui fede, al suon di simili con
centi, aumentava d 'intensità per innalzare la preghiera al Signore ed amar
lo sempre più .
Non neghiamo che il canto Gregoriano è, nell'opinione di una certa
minoranza , la vera espressione della liturgia cattolica; ma è fuori di
dubbio, altresì, che la sua monotonia , senza un ritmo eloquente e deter
minato , senza quell'idee melodiche che trascinano con la loro varietà e
ispirazione il sentimento umano al puro intendimento delle credenze di
vine, distrae, ai nostri di, l'animo dalle suggestioni della fede e rompe le
profonde verità della idealità cattolica moderna.
Del resto l'arte della musica sacra moderna - parliamo dei buoni
compositori – non è nelle proporzioni volgari e lascive dell'epoca di Papa
Giovanni XVII, che lanciava, nel secolo XV, la sua bella « Docta Sancto
- 169

rum » , che aveva per iscopo di condurre al canto semplice della chiesa
primitiva , e di punire quelli che oscuravano il canto fermo (2 ).
La divisa adunque per combattere il male di tante dolorose ricordanze,
che sarebbero quelle sporadiche deformazioni dell'arte sacra, non deve
essere quella di bandire dalla chiesa la musica possente e feconda, che lo
spirito riformatore e geniale di nuovi ritmi, di nuovi tesori armonici, po
steriori di 14 secoli all'epoca di S . Gregorio , ci legò per educare il popolo
cristiano al buon gusto musicale e ad un sentimento serio e nobile del
l'arte religiosa, affinchè esso possa trovare nelle nuove forme armoniche
e melodiche la espressione calda e serena della preghiera, con l'anima e
la speranza rivolte verso il mondo della vita ideale , simbolo adorabile
della fede cristiana moderna .
La ragione dell'evoluzione dell'arte sacra, la quale vanta ai nostri
giorni tante risorse, si afferma nelle cerimonie solenni, degli atti festivi
della nostra religione, la quale sente la necessità di una novella musica ,
per non ritornare alle rovine del canto fermo.
Sappiamo benissimo che il sentimento religioso può rivelarsi senza
il concorso degli affascinanti tesori della grand'arte musicale sacra , ma
è necessario che gli spiriti della civiltà moderna portino nel seno del tem
pio una formula di adorazioni, che non li allontani dal gusto estetico del
mondo moderno, che abbia la sintesi propria , le estasi proprie derivate
dal classico tronco glorioso , perchè l'unità della grande arte sacra deve
continuare tra il passato e il presente, attraverso nuove forme e nuove
concezioni di espressioni nobili ed elevate.
Si, quest'anime, che non sono molte , disgraziatamente, troveranno ,
non vi è dubbio, la gioia della preghiera cantata tanto in una musica d'arte
inferiore, come in quella di sublime elevatezza religiosa.
D 'altronde, il dramma ammirevole di tutte le fasi della vita cristiana,
di cui la chiesa ha fatto la più alta magnificenza del suo culto, è il ricono
scimento efficace , logico , della musica su la maggioranza dei popoli cri
stiani. L 'essenza, la caratteristica dominante, è sempre la stessa ; ma la
forma, fin dal canto Gregoriano, ha subito delle varianti nella espressione,
consacrata in senso di effetto e modo di sentire ben diverso .
E ' più che noto che il sentimento estetico svoltosi con la coltura mon
diale ha bandito la maggior parte delle espressioni volgari con l'adozione
di un'arte pura, arricchita di espressione altissima dal genio di Palestrina,
nel secolo XVI.
L' aspirazione dell' illustre riformatore dell' arte musicale sacra era
l'ottenere maggiori effetti estetici anche nelle manifestazioni religiose e

(2) Poissot, Histoire de la musique en France. (Paris, 1860).


- 170 -
allargare molto di più il dominio dell'arte musicale religiosa , conquistando
alla fede maggiore unanimità di consensi.
T
In questa forma il sentimento religioso trova nell'adorazione e la fede,
tutte le verità profonde che soddisfano l'ignorante e l'intelligente, il filo
sofo e metafisico, l'ateo e il credente .
Quindi diremo, senza spregio alla liturgia ambrosiana, al canto gre
goriano, al canto fermo infine, base della musica presso i greci, in Italia
e in tutto l’Oriente , che cattivo segno fu quello del Santo Padre , a volere
bandire dalla Casa del Signore il ricco patrimonio musicale sacro , lasciato
dai genii meravigliosi del secolo XVII, e da quelli che seguirono le loro
ispirazioni, fatte di penetrante bellezza, scritte col pensiero rivolto a Dio,
tanto lodate dagli storici antichi, meglio di tutti i canti sacri dell'antichi
tà, dovevano fare, per la loro influenza moralizzatrice, la gioia infinita
del sentimento religioso di tanti e tanti credenti.
Vogliamo però sperare che queste idee, le istruzioni cioè, emanate
dal Sommo Pontefice Pio X , saranno in un dì non lontano revocate , per
chè il ricco corredo della musica sacra tornerà al suo ambiente con tutta
la bellezza e potenza suggestiva delle sue armonie, spazzandosi radical
mente soltanto quell'arte non degna del recinto sacro, e tutte le ispira
zioni che esprimono pensieri profani. Giacchè le creazioni di ogni spirito
evocatore dei tempi eroici dell'arte cristiana sono immutabili e imperiture ;
condannarle all'oblio sarebbe disconoscere le doppie virtù dei maestri che
seguirono l'arte nella via novella , le cui armonie dissonanti di settima e
di nona fecero rivoluzione e divennero poco a poco la legge universale
dell'arte moderna.
Però, le affettazioni delle ricerche, l'abuso dei processi di altre gerar
chie della musica sacra, a nulla valsero per attingere l'altezza in che bril
lò il genio di José Mauricio , tra noi.
Nel percorso di un lungo periodo, le novelle composizioni sacre , che
ci appariscono sino alla seconda metà del secolo XIX , proclive alla ricerca
di una sedicente nuova espressione, non furono che nocive al sentimento
liturgico , veramente detto .
Mentre se qualche forte spirito avesse resistito contro l'influenza delle
opere profane dell'epoca in cui la nostra musica sacra si separa stolta
mente dallo stile religioso, il funesto male non avrebbe invaso tutti i sa
cri templi, facendoci sentire, fino ai nostri giorni, della musica indegna
della nostra simpatia e delle cerimonie religiose.
Ogni anima desiosa di progredire direbbe ai nostri musicisti essere
ormai tempo di scrivere delle buone composizioni sacre, resistendo alle
funeste tendenze profane, per darci un bene spirituale, quello , cioè, che ci
--- 171 -

fa considerare la morte come un dolcissimo sonno, per risvegliárci con


l'anima rivolta alla vera vita ; componimenti, infine, fatti di concetti, di
colori, di espressioni, che rispondano degnamente a tutti i precetti sacri
della religione cattolica.
Se lo spirito del tempo dei nostri maestri contemporanei non per
mette di abbracciare questo bello e nobile ideale , aprendo all'arte sacra
un 'era novella , si ricorra al tesoro Mauriziano, all'interprete fedele del
sentimento sacro, che fu , ai suoi be' tempi, gioia e dolcezza del nostro
ambiente.
Perfino le orchestre di quei tempi non erano colpevoli come le attuali
addette alle funzioni sacre, il cui ardore anti-religioso è rivelato da un
sentimento musicale abbondante di delizia profana, musica da tumulto
che offende il pudore dell'arte sacra , e non corrisponde agli adorabili mi
steri della liturgia cristiana .
Menzogna non è affermare che, in un 'epoca, nota a qualche contem
poraneo , per l'introduzione dei divini poemi liturgici, si sceglievano pezzi
improntati alle opere profane, e, spesso , anche buffe, tali come: « Marcos
Spada » di Auber ; « I Briganti » di Mercadante ; « Le Vispe Comari » di
Suppé, ecc., ecc.
A queste profanazioni si aggiungevano altre espressioni inconvenienti,
cantandosi pezzi musicali come ad esempio : una cavatina dell'opera « Il
Corsario » , ridotta ad un « Laudamus » ; un « Domine Deus » , su un 'aria
d 'opera di Donizetti; un « Salutaris » , servendosi magari di una languida
ed erotica romanza di Palloni!...
Anzi, ci è chi afferma di avere udito cantare una « Ave Maria » con
musica di Offembach : « Quand j'étais roi de Beocie », dell’ « Orfeo al
l' Inferno » .
Ecco l'arte sacra, che da tempi non remoti viene parlando, con rare
eccezioni, ai sensi dei fedeli flumensi nel cerimoniale della messa e nelle
pompose feste solenni della chiesa.
Si può anche osservare che l'organo, il quale , per il suo vigore e va
rietà di timbri, potrebbe prestare -- nelle mani di un provetto artista –
rilevanti servizi alle esigeneze rituali cattoliche, manca nelle nostre chiese ;
poche lo hanno ; e quelle che lo hanno,sentono purtroppo , per mancanza
di un abile suonatore , un linguaggio ben diverso dal suo carattere !....
Insomma, organisti, cantanti ed orchestra, continuano tutt'ora a por
tare nel seno della chiesa cattolica un genere di Musica che si potrebbe
chiamare abominevole, giacchè indegno del santuario , ove tante reliquie
dell'arte religiosa furono messe in onore per la loro alta espressione li
turgica, e l'eccellenza delle significative esecuzioni. Ed è un fatto che, ne
- 172 -

l'anatema della critica, né le suppliche di sani spiriti artistici, hanno poi


tuto convincere le fratellanze ad esigere dai maestri organizzatori delle
loro feste solenni una forma musicale più elevata , che fortifichi ed elevi
il pensiero verso l'altissimo ideale delle placide e belle armonie prolungate,
e le nobili espressioni sacre; e l'ultima parola sia quella di far cessare,
una volta per sempre, le sacrileghe esecuzioni, improvvisi profani, trave
stiti in forma di messe solenni.
Giova forse sperare che l'Istituto Nazionale di Musica operi questo
miracolo ?
Chi lo sa !...
Frattanto , converrebbe dare una particolare e meritata lode ad una
spirito modesto che incontriamo sulla strada dei contemporanei – il padre
Alpheu Lopes de Araujo – il quale cerca colla « Scuola Cantorum » di
S . Cecilia, da lui fondata e diretta, il mezzo, pur lottando, di non far re
trocedere la musica religiosa all'epoca anteriore a Palestrina. Ma non è
tutto . L 'opera sua — insegnamento e propaganda – dalla quale traspi
rano i più apprezzabili intendimenti, prova, malgrado tutto , la singolare
stima di quelli che sanno distinguere gli sforzi e l'idealità, contro quella
ben diversa dei maestri già menzionati, i quali continuano a portare nel
seno della chiesa, lo stile di musica che offende il pudore dell'arte pura ,
per rivelare, ogni volta di più , la decadenza della musica religiosa tra noi.
V° PERIODO
CAPITOLO XII.
(1844 - 1889 )

DELL ' ARTE LIRICA E DEGLI ARTISTI STRANIERI E


NAZIONALI CHE IN ESSA PIU ' SI DISTINGUONO
L 'alba d 'una nuova vita artistica e politica. – Prima compagnia lirica italiana in
Rio de Janeiro. – Il pubblico colpito dalle bellezze melodiche di Bellini, Rossini, Pa
cini, Mercadante, Auber e Meyerbeer. – Cambiamento spirituale di pubblico. -- La gloria
e lo spirito degli attori francesi nei drammi e nei « Vaudevilles » non riescono più
ad attrarre il pubblico. – L 'arte lirica trionfa , — La prima figura : Augusta Candiani.
Le sue doti artistiche. -- Il pubblico l'acclama in delirio . - - I suoi trionfi. - Un
fiore col nome di Candiani, fiore naturale in onore di fiore d 'arte . -- Termine della
sua vita : odissea di un cuore. – Negli anni seguenti. -- Un 'artista formosa : la De
mastro. – I suoi ammiratori. – Lettera interessante. - Matilde Tessani. – I suoi
successi in Bahia e in Rio de Janeiro. – Gli ardori dei poeti, improvvisatori. -
Musici d'orchestra del teatro S. Pedro . – Nomi che ci pervennero . – João Caetano,
gloria della scena drammatica, trasformato in impresario di compagnia lirica. --
Gl'imbarazzi dell'artista – Dal teatro S. Francisco al S. Pedro : all'invocazione del
pescatore, si salva l'orago di Assise , – Il tragico illustre ritorna alla serenità della
sua arte. - Nuova compagnia lirica italiana. - Ida Eldevina, artista seducente. --
Cantanti che figurano a fianco del suo nome. – Un'artista che debutta in prigione, --
Calamità della febbre gialla . -- Artisti che soccombono. - Sorge un nuovo teatro : il
« Provisorio » . — Avvenimento artistico : l'arrivo della diva Rosina Stolz. – I suoi
successi. — Un vivo segno di ammirazione del bel sesso fluminense. - La Stolz è coro
nata in scena aperta, e chi le colloca l'alloro sulla fronte è la grande Candiani. -
Prima udizione del « Trovatore » , nell'anniversario della sovranità nazionale . – La
Casaloni. – Un 'altra celebrità artistica : La -Grua . -- Il suo debutto nell'Otello » . - -
Espressione e canto elettrizzano il pubblico . – La « Norma » incontra una comuni
cativa espressione inedita. — Una splendida cena. – La vena dei poeti. – Tamberlik ,
tenore idolatrato. — Il suo famoso do diesis. — Come si applaudiva, in altri tempi,
qui, e a Parigi. — Espressioni concrete dell'applauso . — La corona d'argento che Tam
berlik ricevette, e chi gliela consegna. — La cantata del maestro Giannini: « Deixai vir
a mim as crianças » . Un 'era rimarchevole, creata dallo spirito artistico : rosario
di glorie .
Il periodo che noi abbiamo caratterizzato col nome di Reggenza, pe
riodo, del resto, transitorio, che non fa che preparare e fortificare il II Im
pero , si chiudeva come fu già detto, senza che la direzione del teatro S. Pe
dro di Alcantara, traducesse in realtà la seducente promessa delle rap
presentazioni liriche, negli ultimi anni decorsi.
-- 174 -

Ma il momento non era lontano in cui il pubblico della capitale do


veva vedere risorgere un 'era novella , assai contrastante con la passata ,
rimarchevole appena per la sua sterilità .
E l'anno 1844 sorgeva difatti coll'annuncio di una nuova vita arti
stica e politica ; era l'inizio tutto fulgente dell' arte lirica , la quale , oltre
soddisfare l'agognato desio del pubblico , doveva aprire anche la via alle
aspirazioni dei giovani compositori, che dovevano, in un prossimo avvenire,
fare i loro primi tentativi nell'arte delle ispirazioni melodrammatiche.
E ' noto che l'apparizione della prima compagnia lirica italiana, che
giungeva negli albori di quest'anno alla plaghe del Guanabara , destò il più
vivo entusiasmo nel pubblico carioca. Il brillante talento di una diva, non
chè quello degli altri artisti che le facevano corona, doveva ritemprarlo nel
gusto, e destarla dal freddo e stanco ambiente dei drammi adornati di
prosaica musica, e dei volgari ballabili, molto in uso a quei tempi.
In effetto , colpito dalle superbe bellezze melodiche di un'arte che do
veva sconvolgere il nostro mondo musicale con le opere nuove di Bellini,
di Rossini, di Pacini, di Mercadante , di Auber e di Meyerbeer , il pubblico
si abbandona alle seduzioni del teatro lirico, che gli prendono anima e
mente e lo dominano completamente. Questo cambiamento spirituale lo
si percepisce nella indifferenza con la quale ormai guarda il teatro, che
aveva armato la sua tenda nella sala del S . Januario .
La grazia e lo spirito degli attori Adrien , Piel, Prat, Armand, Segoud,
Auguste, e delle attrici Nougaret, Simon , Trefart, rivelata nei drammi e
i « Vaudevilles » accompagnati di canto , uno dei quali « La Belle Ecailler »
con musica di M . Gabriel, non riescono più ad attrarre la massa del puh
blico carioca . Anzi, convien si dica che,da quest'epoca in poi, il recinto del
teatro S . Pedro diviene il ricetto delle più amene ricreazioni spirituali, ove
si aduna tutta la nobile società aristocratica del tempo, per il merito prin
cipalmente d 'una celebre cantante , il cui talento sparge nuova e fulgida
luce attraverso la pallida illuminazione dell'epoca.
L 'elenco artistico della compagnia lirica italiana, si componeva delle
seguenti figure : Augusta Candiani, Clara Demastro, Giuditta Ricci (SO
prani); Angiolo Mazziani e Giuseppe Deperini (tenori) ; Giuseppe Galletti,
Luigi Ghisone, Eduardo Medina Ribas (baritoni) ; e il basso Arcangelo
Fiorito, che si trovava assieme al Ribas, a Rio de Janeiro. Direttore d 'or
chestra, F . Victor Ribas; maestro di canto, F . Tornaghi. Il debutto aveva
luogo con l'opera « Norma ) di Bellini, mai eseguita fra noi (17 gennaio
1844 ) .
Il successo, come era da prevedersi, fu dei più brillanti; gli interpreti:
Margherita Deperini (Adalgisa ), Angelo Graziani (Pollione), Luigi Ghisone
-- 175 –
(Oroveso), Giuseppe Deperini e Augusta Candiani (Norma), furono deli
rantemente applauditi, massime quest'ultima, il cui organo vocale, con
una voce limpida e penetrante, doveva trascinare all'entusiasmo il pub
blico che l'acclama in delirio . Era difatti la Candiani una delle più straor
dinarie cantanti italiane; e, durante un lungo periodo di anni, i suoi am
miratori non lasciarono mai d'invocare la magia della sua voce, del suo
accento incantatore. Per altro, coloro che la intesero affermano che la
sua tessitura, d'una eguaglianza perfetta e d’una flessibilità incompara
bile, era veramente qualche cosa di prodigioso . Era, principalmente , nella
« Sonnambula » , che la virtuosa cantante emergeva meravigliosamente
nelle sue scale cromatiche, nei trilli acuti, le cui note scintillavano come
gemme al sole. E fu in grazia al suo talento, ai suoi vibranti successi delle
opere da lei magistralmente interpretate, se la critica 'musicale apparisce,
come una creazione nuova, a bandire sentenze e giudizi, senza la prosa
dottorale dei censori moderni; critica contrastante con quella degli anni
anteriori, la quale rare volte parlava del merito delle opere musicali e degli
artisti che ne accrescevano il valore (1).

(1) Não nos toca esmerilhar os meios, os auxilios, favores e desfavores que possão
provir á empresa ; são isto cousas com que nos não importa, e não sequer de longe
que temos seguir as questões de dinheiro ; aos acionistas do theatro compete sustentar
um bom thatro, e ao Governo auxilial- o come se usa fazer em todas capitães ; tudo
o mais são apuramentos ociosos. No dia 17 o Debut da companhia italiana ; a Norma
foi o mimo com que nos brindou . Quantas impressões novas, quantas recordções nos
inspirão essa musica deliciosa ! Como nossa alma se arrebatava com a inspiração grad
diosa e douta do immortal Bellini! E quem haverá que não se commova ao deleitar-se
neste complexo de sensibilidade, paixão e ternura , ondeado de solemnes ou patheticas
melodias ! Quando é para cativar corações sensiveis este canto do genio da Italia , pais
ditoso, terra favorecida do céo , que fertiliza seus amatizados campos ; que inspira os
bardos para que entõem hymnos dos anjos ! Já a nosso lado estamos ouvindo um senhor
de « Bom tom » dizer-nos que vio melhior, mas não sentiu tanto ; essas gentes vão todos
os dias da sua vida ouvir os accentos de Rossini, de Donizetti, de Mozart e de Bellini,
e sua alma, já impressionada pela frequencia, procura embeber – se mais na critica
e na novidade dos cantores, repara , observa, analysa, porque em fim , sua attenção não
está cativa pelo prazer de um melhoramento comparativo . Nós estamos afatigados de
tanta enredada de dramas e entremezes, e respiramos, tomamos folego desse peso
de imaginação, quando bebemoso saboroso licor de Bellini.
A companhia não é uma excellencia de arte , porém é muito melhor do que a .
expectacão de muitos, e não convem mesmo que sejamos exigentes; a distancia a que
estamos do berço da musica convida -nos a uma resignação, e felizmente não é esta
tão amargurada que não possa alegremente supportar- se. Os nossos votos são que se
estabeleça entre nós esse bello motivo de recreio civilizador do gosto de uma nação,
e letra gravada da sua instrucção e aperceiçoamento. Procure a direçao do theatro a
proteção que acha -la -á não so no governo como em toda a gente illustrada . Já é um
- 176 -

Si racconta che nel corso dei suoi trionfi in Rio de Janeiro , gli animi
ratori di un 'artista collega, Clara Demastro, che nascosta invidiava le ova
zioni deliranti alla Candiani, ne vollero fare una rivale impossibile del
l'idolo della gran maggioranza del pubblico fluminense; la lotta rompeva
appassionata fra i candianisti e demastristi. Un diluvio di fiori in ogni
notte marcava i trionfi della Candiani. Il delirio era tanto - di
ce un illustre scrittore dell' epoca - che perfino si diede ad un gel
somino, proveniente dal Parà, e in allora novissimo nella città di Rio de
Janeiro, il nome di « Candiani » . L 'idea fu degli studenti, in omaggio ai
quali la cantatrice, in una notte di recita, sua serata d'onore, si presentó
al pubblico entusiasta col gelsomino al petto. Si può immaginare i batti
mani e gli applausi che allora vi furono ; erano frenetici e senza restri
zione.
A recita finita , la festeggiata artista passava fra due ali di ammiratori,
per essere condotta in carrozza, tirata dagli studenti, che delirantemente
l'acclamavano sino alla sua abitazione (13 agosto 1845 ).
Però convien ricordare che, malgrado l'omaggio reso al suo talento,
malgrado i lieti e costanti successi della sua gloriosa carriera, nei primi
anni del suo soggiorno in Rio de Janeiro, felice non fu la sua vita intima
di madre e di sposa , nè il termine della sua vita artistica.

clogio em seu abono a deliberação de tomar a risco uma terceira emprcza ; mas o
paiz é reconhecido a este esforço , e temos na certeza de que serão corôado de feliz
resultados .
Louvamos particularmente ao Sr. Romeiro a resolução tão util quanto necessaria
de contractar um mestre de canto para a companhia , louvor muito merecido, pois nos
consta que pelo contracto assignado era o gerente ou caput obrigado a esse trabalho,
porém que, reconhecendo-se lhe pouca aptidão, e não querendo o Sr. Romeiro onerar
a companhia, nem vêl- a riscada por falta de mestre, determinou - se a toma-lo por conta
do theatro.
O Sr. Tornaghi foi eleito , e muito esperamos de sua lição e actividade, pedindo- llie
nos lecione novamente algums pedaços do segundo acto da « Norma », que o susto
de um « Debut » ou talvez a brevidade de tempo, fez a excução um pouco vacillante .
Corre que se deve ao Sr. Ribas grande esforço e trabalho na disposição das partes
da orchestra, e que lhe foi penoso vencer os embaraços que se offerecerão pela incuria
do Caput; damos-lhe pois os emboras por ter colhido gloria dessa agradavel tarefa,
e rogamos -lhe que continue a promover pela sua parte o credito da compahnia , pro
curando assim dar -nos, mais provas do seu talento. Despedimonos declarando que
desejaramos vêr o Sr. Ribas, cantar, fazendo parte da companhia , e assim tambem
o Sr . Fiorito, cuja voz serà no theatro de S. Pedro a voz de um rey forte e valente.
E porque não farà o Sr. Romeiro esta acquisição, que iria completar verdadeiramente,
a companhia ? O Sr. inspector gosta de musica, nós bem o vimos na assignatura aplau
dir fervorosamente a Sig .ra Candiani: por outro lado parece que o salario não será
superior ao proveito que dahi pode vir ao theatro ». (do Jornal do Commercio ).
-- 177 -

Sposata , in Italia , ad un uomo di costumi non buoni, che la maltratta ,


la sfrutta e la diffama, tacciandola , in seguito al suo divorzio , di madre
inumana, dovette difendersi pubblicamente con una lettera che pubblicava
nel Giornale del Commercio e distruggere le false calunnie scagliatele
dell'abietto marito.
Più tardi, per sua duplice disgrazia , doveva trovare un altro sprege
vole uomo, un certo Cabral, scenografo di merito inferiore, il quale preso
di passione per lei, parimenti sfrutta il di lei talento , senza curarne il glo
rioso nome, conducendola, insieme ad un gruppo di attori drammatici,
attraverso le provincie del Brasile, per dare dei concerti. A S . Paolo , ove
giunge dopo un penoso viaggio, produce un vero fanatismo, cantando con
la sua seducente voce, i suoi favoriti pezzi della « Sonnambula » e dei la
« Norma » .
Non meno brillanti furono i successi di Taubaté, ove il delirio di quel
popolo per l'eccelsa artista fu tale che, nell'impossibilità di ottenere una
piccola orchestra, giunse ad eccitare tutti gli amatori di musica del luogo
ad organizzarla, senza altro compenso che quello di prestare un omaggio
alla celebre artista.
Negli anni seguenti, la posseditrice della più bella tastiera vocale, che
per lungo tempo aveva deliziato coi fulgidi gorgheggi il popolo brasiliano,
perde la voce, e , stanca delle atroci cattiverie dell'indegno amante , si de
cide a prendere stabile dimora nel Brasile, ove morì quasi nell'indigenza ,
nei pressi del Curato di S. Croce ( 2).
Tutti gli altri artisti, ad eccezione del Ribas, una bella figura d 'uomo,
una voce di baritono forte e sonora, che ottiene lieti successi nell' « Elisir
d 'Amore » e nel « Torquato Tasso » , ma che poco tempo si mantiene sulle
scene del teatro S. Pedro de Alcantara, per certi attriti che sorgono fra lui
e la Candiani, tutti gli altri artisti, come dicemmo, non hanno che un me
rito secondario , compresa la Demastro, cui si rende impossibile anche per
effetto dei suoi intrighi, restar qui, e che è costretta a distaccarsi dalla
compagnia .
Negli anni seguenti, 1846 -47, la direzione del teatro, .direzione assai
da lodare, nella quale s'incontrava un numero di negozianti non spogli di
sentimento artistico, con il sacrificio di ingenti somme, contratta dei nuovi

( 2) La Candiani, dopo i 22 anni di gloriosa carriera era udita cantare in una


recita straordinaria (Dicembre 1866) della compagnia del tale Cabral, al teatro Elyseo
di Nictheroy, uno « Adagio » e « Allegro » della canzone « Anjo da Saudade » , poesia
di João Pinto Ribeiro, ed altri pezzi. Il suo sentimento , malgrado tutto, era sempre
quello che l'aveva innalzata fra gli astri maggiori. Ma, purtroppo, l'astro di prima
grandezza si era trasformato in un modesto satellite ! .. .
- 178 --

artisti di canto : Marietta Marinangeli, Carolina Merea, Adeodata Lasa


gna, Marina Barbieri, Matilde Tessani Mugnai e i Sigg. Filippo Tatti, Cle
mente Mugnai, Domenico Calcagno, Sentati, Paolo Franchi e Theolier .
Detti artisti, di grado superiore e inferiore, malgrado le forti impres
sioni causate dalla Candiani, e le emozioni prodotte con le nuove opere di
Bellini e Donizetti, udite in prima udizione, giungono a ottenere applausi.
Certamente , per lo squilibrio intellettuale , palese quasi sempre nelle
nuove schiere artistiche, non tutti riescono ad avere successi fortunati. Ad
esempio , il primo tenore Filippo Tatti, che debutta nella « Norma » (29
settembre 1846 ), preceduto da fama lusinghiera, non riesce ad eccitare
un vivo interesse nel pubblico ; è un cantante d 'ordine inferiore. Altret
tanto potrebbe dirsi del Sentati, tenore drammatico, il quale ottiene un
discreto successo, malgrado la sua fortissima voce, aspra e poco colorita .
Lo stesso non diremo d 'un altro primo tenore, che conquista viva e
giusta ammirazione per la maestria del suo canto , Clemente Mugnai, il
quale debutta con il più lieto successo (22 gennaio 1847), nella parte di
Alamiro del « Belisario » di Donizetti.
Il Mugnai fu considerato , per la sua vibrante ed estesa voce temprata
di grazia e di gusto, come uno dei migliori tenori fino allora uditi sulle
scene del teatro S. Pedro de Alcantara.
Quanto alle virtuose cantatrici, Carolina Merea , che debutta il 2 di
cembre 1846 , nell'opera « La Straniera » , di Bellini, prima audizione, ot
tiene, per il metodo corretto e per la sua voce melodiosa , singolarmente
intonata , somigliante in dolcezza a quella della Candiani, l'applauso gene
rale della platea . Il successo fu dei più sinceri, poichè nonostante l'eti
chetta di quei tempi, osservata religiosamente, che non permetteva ap
plaudire gli artisti nelle serate di gala quando le LL. MM . occupavano la
tribuna di rispetto, il pubblico non si contiene ed applaudisce la geniale
debuttante delirantemente.
La Barbieri, figura formosa, fatta e creata per adornare un mondo
che l' arte disconosce, spoglia di doti vocali e sceniche, è giudicata , da ta
luni ammiratori dell'arte... plastica , la migliore cantante, per essere ap
punto più bella , più elegante delle altre!...
Ciò fu causa che una spiritosa e leggiadra giovane fluminense, preva
lendosi d'un diritto che le facoltava la sua bellezza , inviasse alla redazione
d 'un giornale , la lettera che trascriviamo integralmente :
« Sr. Redactor.
« Se as unicas qualidades que constituem uma boa cantora, como diz o seu
« communicante, são as de ser bella , elegante, e engraçada ; se a voz e o
« pathetico de cantar nada influem , ninguem mais habilitada do que eu se
Lyr. net

- 179 –
a acha para ocupar o primeiro lugar entre as cantoras da companhia lyrica
« italiana ; e por isso , vendo-me preferida pela Sr.a Barbieri recorro à sua
lar &
a generosidade e cavalherismo, afim de tomar a minha defesa e obrigar a
« direção do theatro a fazer-me justiça.
MARIA JOAQUINA.
Rio de Janeiro , 18 de Março de 1847 » .
Passando sul merito del baritono Theoler , e del basso Paolo Franchi,
lo stesso non accadeva con una cantante di real merito , il cui nome bril
lava già nel firmamento artistico come un astro di prima grandezza : Ma
tilde Tessani-Mugnai, che in Bahia , l'anno 1846, doveva trascinare all'en
tusiasmo il pubblico del teatro di S . João, cantando, la « Sonnambula » , con
quella felice maestria di finezza e di sentimento dell'arte e del bel canto,
vanto e gloria dell'impareggiabile scuola italiana del passato secolo . Nella
seconda rappresentazione, oltre a cattivarsi la generale simpatia del pub
blico bahiano , giunge ad eccitare l' ammirazione del poeta improvvisatore
Francisco Muniz Barreto, il quale ad onore della diva, improvvisava i se
guenti leggiadri sonetti :
« Anjo que as magoas distrahir viesse
« Da Patria sua que infeliz gemia ,
« No céo Paraguassú ao céo pedia
« E foi ouvida sua ardente préce
« D ' Italia ao seio repentina desce
« Faisca etherea que projectos cria :
« Lá se forma sonora companhia ,
« E nella o anjo eleito resplandesce.
« Lenho ditoso á plaga brazileira
« Rendendo os ventos; namorando os mares,
« D 'Orpheo transporta a graciosa herdeira.
« Pousa « Adelaide » , nos bahianos lares
« « Adelaide » é do céo mensageira ,
« Sagrai-lhe cultos, erigi-lhe altares » .

« Pelos sons da melhor harpa celeste


« Teu canto regulou a mão divina;
« De Aglaia , de Thalia e d ' Eufrosina
« Ao mundo as graças, o olhar trouxeste.
« Quando, tudo alegrando, á luz vieste
« Fadou - te Jove portentosa sina;
« Em Veneza , cantora peregrina,
- 180 -

« Porque, e não aqui, teu berço houveste ?


« Sonnambula do céo ! De lá , dormindo ,
« Desceste á terra que feliz te goza ,
« Que se julga no céo teu canto ouvindo.
« Não despertes, Sonnambula formosa !
« Se a terra perde seu primor tão lindo,
« Enquanto exista, gemerá saudosa » .
Al completo trionfo di questa notabile cantante, concorre ancora una
volta l'entusiasmo del genio di Muniz Barreto , tributato all’egregia arti
sta , nella serata d 'onore ( 14 settembre 1846 ), che oltre alla « Sonnambu
la », canta una canzonetta in Portoghese, intitolata : « Gratidão », composta
dal maestro Antoncini (3), assai applaudita , e con l'onore del seguente sen
tito sonetto del grande poeta :

« Nas Azas do seu genio refulgentes


« Do céo traspondo os avivados lumes.
« O Canto bebes dos fagueiros numes,
« E vens na scena derrama-lo ás gentes
« As musas lá no Pindo hoje contestes
« A Aras do Votão, queimão -te perfumes :
« Teu nome ás immortaes causa ciumes,
« E de Jove e de Apollo occupa as mentes
« Feliz tres vezes quem da terra o ouro
« Troca por dons do céo que lhe tens dado,
« Da voz abrindo o magico thesouro.
« Gloria a quem te protege ! Afortunado
« Quem teu merito foi, qual foi teu fado ! »

Quindi, ponendo mente a questi espressivi versi, e le calde parole d 'una


corrispondente artista, la Tassini Mugnai, doveva essere una finissima e
forte anima artistica, tutta profonda e geniale nell'arte del canto per riu
scire vincitrice coi suoi mezzi vocali adorabili, nella serata fremente e
indimenticabile .
Tale era difatti l'artista che la direzione del teatro S. Pedro scritti
rava assieme al suo marito Clemente Mugnai, (febbraio 1847).
In conclusione, mercè gli elementi di cui si componeva la compagnia
Candiani, se così ci è permesso chiamarla per ricordare un 'epoca simpa
( 3) Antoncini era il maestro direttore della compagnia lirica italiana che cantava
in Bahia in detta opera .
- isi –
tica, in cui si accendevano le anime alla vita della musica, tutte anelanti
di melodia ; un'epoca, diremo, che non fu il passaggio d'una meteora mu
sicale , rapido e vertiginoso al par d'un astro brillante e fuggitivo, ma uno
spazio di tempo ben lungo per lo stimolo e la educazione musicale della
generazione di quei tempi, la quale poté udire, sotto la direzione dei mac
stri F . Victor Ribas e Gioacchino Giannini, i cantanti che abbiamo accen
nati, e un 'orchestra di provetti professori, la maggior parte brasiliani, (4)
le opere dei più grandi compositori della prima metà del secolo passato ,alcu
ne delle quali già all'apogeo della gloria : « La Donna del Lago », « La Se
miramide », « Tancredo » , « Il Barbiere di Siviglia » di Rossini, « La Nor
ma », « Capuleti e Montecchi » , « La Straniera », « I Puritani » , « La Son
nambula » di Bellini, « Belisario », « Anna Bolena », « Gemma di Vergy »,
« Torquato Tasso », « Lucrezia Borgia » , « l'Elisir d 'Amore », « Beatrice di
Tenda », « Lucia di Lammermoor » , « Figlia del Reggimento » , « Betly » di
Donizetti, « Saffo » di Pacini, « Il Giuramento » di Mercadante , « Le Pri
gioni di Edimburgo » di Ricci, ed una cantata allegorica : « 0 templo da
Gloria » di F. Victor Ribas (5 ).
Oltre a queste opere, cantate integralmente, si ebbero a sentire moltis
simi pezzi staccati : cavatine, arie, duetti, terzetti, quartetti, con cori, ese
guiti dagli stessi artisti, negli intermezzi delle rappresentazioni dramma
tiche (6).
In dette funzioni, l'orchestra sotto la direzione del maestro Claudio ,
(per le sole funzioni drammatiche), composta di 45 professori, dava una
nota importante, eseguendo, non senza una certa maestria, le più impor

(4 ) Nomi che ci pervengono : Claudio Antunes, Francisco da Motta, José Joaquim


dos Reis, Eleodoro, Ferreira , Salvador, J. J. Gojano, Firmino Bosch, José Francisco
Ribeiro, João do Reis, Antonio Perreira de Moraes, Antonio Magé, João Pereira , Seve
riano, Bernardo Antonio da Silva, João Carvalho de Souza, Mariano Monteiro, Desi
derio Dorisson, José Jacinto , Francisco Martins, Demetrio Riveiro, João Antunes de
Macedo, Emanuel Francisco Tavares, Germano Francisco Guimarães, Antonio Diogo,
José Antunes de Menezes, Francisco Manuel Chaves e Francisco Duarte Bracarense.
(5) Agli artisti, così detti di merito, si faceva obbligo di prendere parte a questi
spettacoli, e i pezzi erano scelti nel repertorio già udito o ignorato.
(6 ) Era di rigore a quei tempi la sinfonia a grande orchestra, per l'inizio di un
concerto o l'alzata del sipario , nelle rappresentazioni drammatiche. Lo dicono, del
resto gli annunci dell'epoca, scritti in forti caratteri : « Logo que os professores da
orchestra tenhão tocado uma das melhores symphonias representar-se-ha o dramma... » .
Aggiungasi, che, trattandosi di beneficio o concerto , non mancava altresì, in fondo
al detto annuncio , l'abituale ed umile preghiera del beneficiato al pubblico : « O aunun
ciante implora do respeitavel publico a continuação de sua benevolencia , a qual retri
buirá com os majores esforços para agradar a huma sociedade tão illuminada, e que
por tantos titolos tem captivado a gratidão do annunciante » .
- 182 -

tanti sinfonie di Rossini, di Auber, di Onslow , e dei celebri sinfonisti Haydn


e Beethoven : di questi si udiva infatti, sotto la direzione del maestro fran
cese Jaune, per la prima volta , la « Pastorale » , eseguita , in suo beneficio ,
al teatro S. Januario , nella sera del 21 ottobre 1848, annunciata nei se
guenti termini: « primeira audicão da Symphonia Pastoril do grande me
stre Beethoven » .
Ritornando all'arte lirica, convien si dica che relativa fortuna avevano
due compagnie liriche francesi, le quali giunsero a Rio de Janeiro entro
gli anni 1846 -48. Entrambe portavano quell'arte che, nella sua essenza,
costituiva il genere e un gusto francese per eccellenza : « l'Opéra - comique » ,
il « vaudiville » e la « chanson » , pur aggiungendovi, sporadicamente, qual
che opera dei grandi genii italiani, cui davano il nome di « Grand opéra » .
A vero dire , quantunque quell'arte, non presentasse nessun sintomo
di evoluzione nella musica lirica, massime per la scuola di canto, tutta
formata di uno stile che non sa ancora assimilare in sè la superba e calda
corrente della scuola del bel canto italiano, se del tutto non trionfò nel
l'ambiente di Rio de Janeiro, trovò una lieta accoglienza di stima.
Però, dicasi il vero, malgrado tutti i tentativi fatti in diverse epoche
dallo spirito artistico francese, per raggiungere ad avere la egemonia nel
campo dell'arte lirica in Rio de Janeiro, non consegui distogliere il pub
blico dall'arte lirica italiana, la quale , ad essere sinceri, fin dall'alba del
primo Impero, trionfò sempre nei massimi teatri mercè il suo bel canto
e le splendide creazioni melodiche: anima e vita della musica !
Ad onta di ciò , sono da citarsi i nomi degli artisti che maggior suc
cesso riportarono nelle opere datesi in quell'epoca. Certo che, fra essi, pri
meggia quello della prima donna Artemise Duval, gentilissima cantante, il
fiore leggiadro della compagnia — come in seguito veniva appellata dal
pubblico fluminense — la quale debuttava il 25 settembre 1846 , con l'opera
di Hérold : « Le Prés -aux-Clercs » , nella parte di Isabella . Gli altri inter
preti erano il tenore Muliot, dalla voce cupa e velata ; Guillemet, assai ap
prezzato pel suo modo corretto ; il basso Fréderic, dotato di una voce gra
devole e sonora ; la Bougnol- Levasseur, molto animata in scena, ma poco
intonata nel canto ; M . Goerges, di mediocre valore artistico, e Isabella Mé
ge, soprano leggero, la quale, dopo la Duval, è quella che diede maggior
prova di abilità nella parte di Margherita , regina di Navarra, sostenuta con
soddisfazione del pubblico. Questa brava artista , la quale doveva riuscire
poscia in un campo d 'arte più difficile — il repertorio italiano – facendo
il suo vero debutto (28 dicembre) con la « Lucia di Lammermoor » di Do
nizetti, sotto una réclame a giganteschi cartelloni, affissati per tutti gli
- 183 -

angoli della città , moriva in Rio de Janeiro , nell'alba dell'anno seguente ,


compianta dal pubblico e dai suoi colleghi.
Sul merito dell'opera, giova dire, che il pubblico del teatro S . Januario ,
nella prima rappresentazione non aveva comprese le bellezze dell'opera di
Hérold , lasciando passar inosservati i più bei pezzi, e nella seconda udi
zione non solo applaudi con maggior entusiasmo gli interpreti, ma dimo
strò più compiacimento per la musica dell'autore della « Gioventù di En
rico » , che componeva giovanissimo, sotto il cielo di Napoli, e ivi la faceva
rappresentare, nel 1844 .
Fra le opere udite dal pubblico fluminense già progredito nel gusto,
durante la lunga stagione ( 1846-1847), citeremo le seguenti: « Le Prés-aux
Clercs » , « Les Diamants de la Couronne » , « L 'Ambassatrice », « Le Do
mino Noir » , « Masanielle » , « Le Maçon » , « Zampa » , « Le Cheval de Bron
ze » , « La Part du Diable » , « Le Concert à la Cour » , « Le Noveau Seigneur » ,
« Le Chalet » , « Le Postillon de Lonjumeau » , « Jean de Paris » , « La Favo
rite » (di Donizetti » ), le « Barbier de Seville » (di Rossini), « La Dame
Blanche » , « Lucie de Lammermoor » di Donizetti), « La Vielle » , « Le Mai
tre de Chapelle », di cui, quattro: « Le Prés-aux-Clercs » , « l'Ambassatrice »,
a Domino Noir » e « Les Diamants de la Couronne » , ottennero maggior suc
cesso , ciò dovuto , in parte, alla Duval, interprete degna degli importanti
spartiti.
Nel dì 14 ottobre 1848 si annunciava l'arrivo d 'un 'altra compagnia li
rica , parimente d 'origine e di essenza francese, fatta contrattare a Parigi
dal celebre artista drammatico brasiliano João Caetano dos Santos, diret
tore ed impresario del teatro S . Francisco , il più piccolo teatro allora esi
stente, poscia ribattezzato, come già dicemmo, col nome di « Gymnasio Dra
matico », e demolito verso il 1885.
Convien si dica che questa compagnia , così completamente organizzata ,
importava al suo impresario ingenti spese .
Del resto facile è immaginarlo , dato il prospetto degli artisti, che la
direzione presentava al pubblico : Direttore impresario João Caetano dos
Santis ; M . Mouton direttore generale di scena ; M . Jaune, primo direttore
d'orchestra ; Mayor, secondo direttore d'orchestra; Lacerf, suggeritore;
Cantanti : Preti, Harlioz, Carnier, Dubarny Meyer, Fanny, Dubois. Cantan
ti: Harlioz, Duboir , Fernand, Chaix , Jacotot, Guseling, Dolbel ed altri.
Coristi: un numero limitato di entrambi i sessi.
Oltre aile opere già udite dal pubblico, con l'accennata prima compa
gnia, questa ne annunciava un elenco delle più moderne e brillanti : « Ro
bert le Diable » , di Meyerbeer; « La Juive » , di Halevy ; « Guillaume Tell »
e a La Pie voleuse » (Gazza Ladra), di Rossini; « La Muta di Portici » , « Le
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stocq » e « Haydée » di Auber; « Gubby la Cornemuse » , di Clapisson ; « Ga


stibelza » , di Maillart; « Le Déserteur », di Kreutzer; « Richard coeur de
Lyon » , di Gretry ; « Le Brasseur de Preston » , di Adam ; « Les Mosque
taires » , « La Sirène » , « La Fiancée » , di Auber ; « Cendrillon » , di Herold ;
« Robin des bois » , di Weber ; « La Neige » , di Auber ; « Les Voitures ver
sées » , di Boildieu ; « Le diable à l'école » , di Boulanger ; « Une heure de
Mariage » , di Delayrac; « Aline, reine de Golconde » , di Monsegny ; « La
Double échelle » , di A . Thomas ; « Les rendez-vous bourgeois » , di Nicolò,
e le « Nozze di Figaro » , di Mozart.
Malgrado il promesso repertorio di opere nuove per la nostra platea, la
prima rappresentazione (7 maggio 1848) aveva luogo con l'opera di Auber
« Les diamants de la Couronne » : opera creduta dalla direzione come la
più alta per il debutto, onde equiparare il merito degli artisti che la in
terpretavano . E l'esito fu uno dei più felici.
Nonostante però le impressioni inaspettate del pubblico e della critica
sul valore degli esecutori, la Signorina Perti, gentilissima cantante, che
interpretava fedelmente le ingenue e facili ispirazioni del compositore fran
cese , il baritono Chaix, un artista, che sosteneva a meraviglia la parte di
Roland, quando debuttò nell' opera « Ambasciatrice » , considerato perciò
un cantante di primo ordine; il Rivière, anche un buonissimo baritono, al
quale vennero resi buoni omaggi ed applausi ; la Signorina Dubarry e la
Signora Harlioz, due eccellenti cantanti, molto apprezzate dal pubblico,
l'impresario non riesce a fare dei forti incassi onde supplire le spese degli
obblighi assunti.
Il teatro, senza una capacità sufficente per rappresentare le grandi ope
re, che, necessariamente avrebbero attratto maggiore concorrenza, mette
l'anima dell'artista impresario sull'orlo di un abisso.
Infatti, João Caetano dos Santos, alle prese con un contratto scritto col
pagamento mensile d'una somma enorme, che, malgrado la sovvenzione di
46 contos di reis, concessa dal Governo, e le successive rappresentazioni
drammatiche e liriche, non riesce a fare fronte alle gravi condizioni econo
miche della sua amministrazione, ricorre all'aiuto dell'impresa del teatro
S . Pedro de Alcantara per tirarsi dal penoso imbarazzo . Tale direzione, ve
nuta di fatto a conoscenza delle critiche circostanze in cui versava il grande
artista impresario , risolve, nell'ottobre dello stesso anno, assumere la re
sponsabilità del contratto della compagnia lirica francese, il cui costo, ab
bastanza rilevante, doveva, più tardi, mettere in serie difficoltà la generosa
direzione del primo teatro dell' Impero .
Difatti, se l'impresario João Caetano dos Santos potea ritornare alla
sua tranquillità , riprendendo di bel nuovo il suo lavoro nell'arte dramma
- 185 -

tica, richiamando gli attori che aveva licenziati per evitare il suo completo
disastro economico, la direzione lirica, nonostante il massimo impegno
spiegato sulle condizioni economiche ed amministrative, entra anch 'essa ,
nel principio dell'anno 1849, in una fase deplorevole , che si manifesta col
non poter pagare gli artisti delle due compagnie liriche e drammatiche.
Dopo alcuni mesi di chiusura, la crisi fu debellata , giacchè nel giugno
dell'anno seguente i dilettanti cariocas udivano con grande soddisfazione
due opere nuove : « La Parisina » , di Donizetti, e la « Vestale » , di Merca
dante, cantate dagli artisti delle stagioni anteriori: la Candiani, la Canovero ,
la Benedetti, il Masini, l’Ekerlin e Sicuro, nonchè la prima donna francese
Harlioz, che sostiene la parte di Decio nella « Vestale« » , che prima era
eseguita dal tenore Tati.
Rasserenati gli animi e chiarito l'orizzonte , una lieta novella artistica
sorgeva il primo agosto 1849, cioè l'arrivo della nuova compagnia lirica
italiana, contrattata in Milano dal maestro Gioachino Giannini, per conto
ed ordine del direttore dell'impresa dello stesso teatro, Manuel José de
Araujo .
L 'elenco artistico di questa compagnia conteneva un nome di buona
fama: Ida Etalvina, un'artista seducente, il cui merito di cantante, con la
esperienza della scena e la potenza del sentimento , dovevano suscitare il
più vivo entusiasmo nel pubblico fluminense, il quale la saluta con evidente
simpatia la sera del suo debutto (22 agosto ), nell'opera « I Puritani» , di
Bellini. Fu un vero trionfo . E ' considerata la principale interprete dell'o
pera ; è quanto v'ha di meglio nella compagnia . Tutti spariscono alla vista
di lei ; e dopo averla sentita non è possibile udirne con soddisfazione un 'al
tra. Oltre al bel metodo di canto, possedeva un 'agilità veramente meravi
gliosa ; le scale ascendenti e discendenti, i trilli, le volate , tutto era fatto
con la maggiore purezza della voce freschissima argentina e armonica .
Nata sotto lo stesso sole che illuminò la fronte del Tasso , si sentiva pene
trata in tutto il lirismo del poeta. Figlia di cospicua e illustre famiglia ,
Ida Etalvina era considerata due volte nobile : nobile per il sangue
che le correva nelle vene, nobile per l' aristocrazia del merito . E se
in Bahia ella era glorificata da un famoso poeta , in Rio de Janeiro, nella
sua serata d 'onore, nove poeti entusiasti del suo bel canto , ne decantavano,
in versi leggiadri, le virtù artistiche. Ne trascriveremo alcuni per fare cosa
grata al colto lettore:
« Vien chanter pour la solitude,
« consacrés à la nuit tes chants seront plus beaux !
« pour la foule et le jour ta voix est trop sublime! »
(LAMARTINE)
- 186 -

« E ' a alma do céo doce harmonia ;


« Eu creio ao sentir -te a voz celeste
« Erguida aos ares, e descendo triste
« De suspiro em suspiro ás nossas almas !...
« Ida !... se diz amor teu canto aerio
« Ensina amores tua voz sentida;
« Se a raiva exprime, no volver dos olhos
« O som da tua voz brada vingança !...
« Se nos pinta a dôr, provoca prantos;
« Se diz saudades tua voz divina,
« Dão ao saudoso amante uma alma nova,
« Eos entes todos de teus labios prendem !...
« Quando morre o teu canto em nota extrema,
« Qual cysne como tu canta morrendo ?
« Qual ave como tu trina inspirada ;
« No ramo vergador de tenro arbusto !...

« Ida ! tu és do céo onde o teu canto


« Sobe afinado pelas harpas de anjos !
« És d'harmonia a Deosa que divaga
« De noite na solidão por sobre o mundo.

Un altro sonetto che loda il talento della elettissima artista è il seguente :

« Escuta o meo canto ; é triste, mui triste,


« Mas é tão sincero meu pobre fallar ...
« Escuta o meu canto, se não , ( tu o viste)
« Desdens e desprezos me podem matar.
« Quizera, eu t'o digo, quizera ditoso
« Ouvrir- te de noite n 'um vago sonhar
« D 'Elvira a « Polacca », o carme gracioso ,
« Poema sentido que só diz amar.
« Se triste eu lamento meu fero destino,
« Se soffro, se gemo, desejo escutar ;
« Se cantas-m ’ao peito com som tão divino
« D 'Elvira a loucura, d 'amor sem penar...
-- 187 -

« Eu gosto de ouvir - te ; mas pobre demente


« Qu 'importa , qu'importa meu triste cantar ?
« Se dómas dos bardos a lyra fremente,
« Que em trevas sonoras te vão celebrar!...
( ANDRADA MACHADO )

Data tanta delizia di doti e tanti omaggi, è permesso credere che nessun
artista, eccetto la Candiani, aveva sino allora calcate le scene dell'Imperiale
teatro, che non fosse ben lungi di possedere il talento e le immense risorse
di questa notevole cantatrice.
Però negli altri artisti che figurano al fianco del suo nome, il tenore
Angelo Brunacci, il baritono Gerolamo Costa, il basso profondo Giorgio
Brunati, la prima donna soprano Bertini, e il secondo tenore Spotorno,
nulla hanno di elevato e di straordinario da notarsi. Fa eccezione il soprano
Luigia Pretti Luscio , buona cantante, è vero, ma di carattere mordace e
troppo suscettibile ; qualità che esplosero proprio in un atto sgradevole, la
sera del suo debutto (4 settembre). Ella si rifiuta di cantare, prendendo a
pretesto le insufficenti prove dell'opera « I due Foscari » , mentre la verità
era che non voleva cantare con il tenore Brunacci.
Ma ebbe la sua punizione, giacchè quella stessa sera, giorno di gala ,
veniva arrestata e condotta in prigione, ove debuttò in una maniera tut
t'altro che gloriosa ! ...
Tre giorni dopo, ella si presentava al pubblico che, malgrado le sue
diavolerie, l'applaudiva per la sua bella voce e la squisita bellezza .
L 'anno seguente, 1850, sorge poco lieto per l'arte lirica e drammatica .
L 'epidemia della febbre gialla , fa la prima apparizione nelle plaghe
del Guanabara, essendone l'artista Benatti la prima vittima, tormenta le
direzioni dei teatri. Il primo, il S . Januario , non potendo lottare contro la
calamità pubblica, e sopratutto contro la cattiva volontà d'alcuni suoi arti
sti, chiudeva le porte dopo la terza rappresentazione del « Roberto il Dia
volo » (21 gennaio ).
II S. Pedro de Alcantara, per ordine superiore, sospende anch 'esso le
recite. E cosi l'organizzazione amministrativa, dopo 12 anni d 'esistenza (7 ),

( 7) All'impresa del teatro S. Pedro de Alcantara furono concesse lotterie con de


creto del 30 Novembre 1837, e del 20 Febbraio 1838 : in entrambi i decreti si legge
la espressa condizione dell' impresa , a fin di poter conservare il diritto alla estrazione
delle lotterie , di mantenere effettivamnte due compagni, di cui una sarà drammatica
e l'altra lirica . Il secondo decreto era della seguente maniera : La società darà cauzione
di mantenere, oltre di una compagnia che rappresenti lavori drammatici in volgare,
un'opera italiana ed altra di ballo.
-- 188 -

entra in una fase di disordine, aggravata dalla crisi degli artisti lirici e
drammatici, cagionata in parte per la mancanza di pagamento dei loro sti
pendii.
Ciò fu oggetto d 'una supplica alla Camera dei Deputati, esponendo le
inique ed arbitrarie esigenze della direzione, che non compi le disposizioni
del contratto, abusando della pazienza degli artisti lirici, e, più ancora, de
gli attori drammatici, i quali si trovavano creditori di sei mesi di stipendio .
Augusta Candiani, l'artista tanto glorificata dal pubblico negli anni an
teriori, vedendo le difficoltà con che si lotta per la combinazione di buoni
spettacoli, e desiderando concordare in tutto quanto possa facilitare alla
direzione i mezzi di riaprire il teatro, cede di buon grado la parte di « Nor
ma» alla prima donna Ida Etalvina, per una recita straordinaria , che ha
luogo il 3 maggio, e si offre a sostenere quella di Adalgisa . Però, nonostante
tutta la buona volontà dell'esimia artista, e di altri suoi colleghi, non che
del pubblico , che accorre premuroso a queste recite per cercarvi un con
forto intellettuale ed una distrazione di felice effetto morale contro le tri
sti scene, che per lunghi giorni aveva dato la fatale epidemia , rubando al
l'arte ed alla società carioca, preziose vite, le rappresentazioni cessano e
segnano, purtroppo , dopo l'ultima recita del 22 dicembre, la definitiva chiu
sura del teatro.
La compagnia si dissolve. Parte degli artisti seguono per Pernambuco ;
altri rimangononella capitale.Ma ad onta di tutto ciò , l'anno seguente (1851),
il popolo, senza portarsi ai grandi centri musicali di opere teatrali europee ,
poteva, dopo nove mesi di chiusura del teatro S . Pedro, per maggior di
sgrazia , incendiatosi il 16 agosto, udire un assieme di nuovi artisti lirici di
prim 'ordine, contrattati in Italia dal Sig. Dionysio Vega, del cui elenco si
distaccano i seguenti notevoli cantanti: Giuseppina Zecchini, prima donna
assoluta ; Matilde Eboli, soprano leggero ; Labocetta , primo tenore ; il ba
ritono De Lauro Lucio ed altri, il cui debutto aveva luogo il 15 ottobre,
giorno onomastico di S . M . l'Imperatore, al Teatro S . Januario , con la
« Sonnambula » .
L 'ansia del pubblico era generale; aspettavano tutti il momento d 'inva
dere la platea del vecchio teatro S . Januario , rimodernato , ma non meno
sordo di quello che era, ove le voci erano sacrificate a una pessima acustica,
per udire una delle più famose cantanti italiane dell'epoca, la Zecchini; e
tale si affermava difatti col suo superbo stile di canto e una voce che im
pressionava per la sua bellezza. Era ammirabile nell' « Adagio » della cava
tina, che cantava con sentimento ed emozione profonda, da fare inumidire
gli occhi degli ascoltatori. Gli elogi prodigati dalla stampa e dal pubblico
a questa geniale artista furono dei più sinceri e coscienziosi.
- 189 -

Non meno interessante fu l'esito del tenore Laboccetta , artista di bella


rinomanza ai suoi bei tempi, che fu sublime nella sua parte, come lo fu
anche nell'aria finale della « Lucia di Lammermoor » , l'opera più simpa
tica e popolare di quell'epoca, datasi in seguito alla « Sonnambula » .
Lo stesso non succedeva alla giovanissima artista Matilde Eboli, ti
mida e poco pratica nell'arte scenica, il cui esito non giunse ad eccitare la
commozione del pubblico , nella sera del suo debutto con l'opera « Buondel
monte » , di Pacini, nella cui sinfonia si distinguono , pe' loro a soli, il vio
linista Demetrio Rivero e l'abile suonatore di corno inglese Signor Motta .
A fianco della Eboli, debutta anche il primo baritono De Lauro Lucio ,
artista d 'ordine inferiore.
Anche il baritono Mazzi, che debutta con la prima rappresentazione di
« Maria di Rudenz » (2 dicembre), di Donizetti, si salva appena per l'indul
genza del pubblico .
Gli spettacoli si succedevano lieti ed ottimi, malgrado la preoccupazione
piena di terrore che turba gli artisti, ai quali la febbre gialla aveva già ru
bato un valoroso collega , il Deperini. A rendere più interessanti questi spet
tacoli si aggiungono le rappresentazioni dei grandiosi balli : « Noce di Be
nevento » , con musica di Giuseppe Lilla e il « Lago delle Fate », in uno dei
quali debuttava la prima ballerina Bertani, a fianco delle Baderna, Castelli,
Pessina, Corella , Ponzoni, e dei ballerini De Vecchi, Conteni, Appiani, Rogo
rini, Berttni e Pessini.
Margherita Deperini, la cantante dalle fosche e rumorose ricordanze
delle passate stagioni liriche, avendo avuto la sventura di perdere il marito,
e non essendo stata scritturata nella nuova compagnia, dava un concerto
di addio (13 dicembre), in cui cantava la cavatina dell'opera « Colummella »
di Fioravanti, e l'aria di Climene della « Saffo » di Pacini. E con l'opera di
Pacini, tragedia lirica, « Merope » (soltanto il terzo atto), cantata dalla Zec
chini, con Capurri, Canocchia , Tatti e la Bertolini, si chiudeva la stagione
lirica del 1851.
Ma se nei di seguenti il pubblico dilettante si sentiva soddisfatto col
godimento che gli procurava il nuovo gruppo di artisti lirici, oltremodo
scontento si sentiva per la mancanza di un teatro degno della grande opera
e della capitale dell'Impero. Troppo recente,del resto , era la catastrofe del
S . Pedro de Alcantara, che portò il lutto e il dolore al cuore del più freddo
dilettante. In verità , questo teatro era considerato il più bello dell'America
del Sud ; mentre il S. Januario , oltre alle pessime condizioni acustiche, vec
chio e relativamente piccolo , rappresentava una stravaganza architettonica
caratteristica della città di Rio de Janeiro di altri tempi.
Ma come tutti i mali non vengono per nuocere, un ordine novello di
- 190 -

idee, di sensazioni e argomenti, cominciò a preoccupare lo spirito dell'intel


ligente popolo carioca, il quale si fissa in un solo pensiero : innalzare un
nuovo teatro.
A tal uopo, come per incanto, si vide formarsi una società per la co
struzione di un nuovo teatro , non permanente, ma provvisorio .
Fenomeno ammirevole in una terra --- diceva uno scrittore dell'epoca - -
dove il denaro solo si cambia per capitali e interessi personali ; diretti gua
dagni e immediati o per titoli e commende.
E così, l'anno bisestile del 1852, che le antiche generazioni considera
vano sempre fatale a imprese di ogni genere, il popolo musicale di Rio de
Janeiro vedeva sorgere , dopo pochi mesi, nel campo di S. Anna, un tempio
destinato ai divertimenti lirici e drammatici.
Il nuovo teatro era un 'opera provvisoria , con poca eleganza artistica
esteriore, è vero ; ma era vasto, ventilato e ben distribuito . I suoi corridoi
erano spaziosi, e largo l'intervallo fra le poltrone degli spettatori delle pia
tee. I 120 palchi offrivano una larghezza sufficente per quattro persone se
dute di fronte, e il sistema adottato nel teatro di S . Januario era li seguito
a formare grandi gallerie invece di celle, e la separazione dei palchi era in
dicata a mezzo d 'una divisoria di piccola altezza, che davagli certa leggia
dria e contribuiva alla bellezza dello spettacolo . Per meglio dire, il teatro
nulla aveva di ricco ; tutto però era allegro e vistoso ; e la sala di spetta
colo possedeva una qualità rara a riuscire nelle costruzioni consimili : l'a
custica ( 8). Il tetto era coperto dimedaglioni che lo abbellivano senza dargli
rialzo . Rappresentavano i seguenti personaggi illustri nella musica, nella
poesia e nella danza : Bellini, Donizetti, Verdi, Auber, Schiller, Meyerbeer,
Catalani, Servandoni, Biblennas e la Taglioni,
La inaugurazione ebbe luogo il 25 marzo 1852, con l'opera « Macbeth »
di Verdi, cantata dagli artisti: Zecchini, De-Lauro, Marchesi e Tatti figlio .
La Zecchini trionfa nelle due cavatine: « Vieni, t'affretta !... » , « Trionfai
sicuro alfine ! » Ma quell'anno ( 1852) doveva segnalarsi per un altro avveni
mento artistico-musicale : l'arrivo di un nuovo gruppo di valenti cantanti,
fra i quali brillava la celebre Rosina Stolz, giunia il 16 aprile , assieme al
basso profondo Bianchi diMazzoletti, e il ten , Bassadonna. Lieto non fu l'ar
rivo di questa grande artista . Il flagello che da tre anni desolava il litorale
(8 ) A torto , un critico dell'epoca tacciò il teatro in parola di non avere buona
solennità . Le opinioni di tutti gli artisti che vi cantarono, furono sempre di parere
contrario.
Detto teatro, già ricco di tradizioni, ove ottennero tante ovazioni un buon numero
di notabilità artistiche, fu demolito nel 1873. Era situato quasi di rimpetto allo sbocco
di via dos Ceganos, poscia via da Constituição.
-- 191 –

delle plaghe brasiliane, non volle rispettare neanche la superba gemma del
la corona dell'arte lirica, e minacciò , per duemesi, la vita preziosa della il
lustre artista che si ammalò all'indomani del suo arrivo . Vi fu un mo
mento disperato in cui si temeva di perderla . Ma se il fato non attinge la
diva , ruba due distinti artisti : lo sventurato tenore Bianchi e il Bassadonna :
entrambi trovarono la morte dove cercavano la gloria .
Infine, ristabilitasi la Stolz, il teatro « Provisorio » si poteva vantare,
all'aprire le sue porte nella sera del 12 luglio (1852), di offrire uno degli
idoli dei teatri europei all'adorazione dei fortunati che poterono conquistare
un posto nel suo recinto , al debutto della celebre artista con la « Favorita :).
Oltre al successo dell'opera, che Donizetti scriveva per la grande arti
sta, si ebbe l'affascinante incanto della debuttante.
La storia registra che ella aveva una voce d'una estensione rara di con
tralto-mezzo soprano : la tessitura andava dal fa grave ( 3º rigo inferiore) al
si (2° spazio superiore). Ma non era soltanto la bellezza della voce e l'egua
glianza dei suoi registri il principale merito suo : era la perfetta maestria ,
la maniera mirabile con cui se ne serviva per tradurre tutti i sentimenti che
voleva esprimere (9 ). Le sue note gravi erano piene, sonore, appassionate,
e le acute franche, decise , spontanee, vibranti. Nessuna meglio di lei canto
le commoventi parole del duetto finale :
« Al mio duolo , al mio spavento
Dia conforto un solo accento ! »
Più sublimi erano i suoi singhiozzi, quelle lacrime strappate dal fondo
del cuore ; le esclamazioni di suprema gioia che le uscivano dal petto , all'u
dire dalle labbra di Fernando: « Io t'amo!...»).
Nelle scene appassionate e di terrore aveva la Stolz una facoltà di om
breggiare le sue note in modo da aumentarne l'effetto tragico . Questa
espressione peculiare era accompagnata da un sentimento tanto intenso e
profondo da rendersi indescrivibile.
Oltre a ciò , la insigne artista possedeva una di quelle pregiate voci che
commoveva l'uditorio a suo piacere, facendolo passare colla rapidità del
pensiero per tutti i sentimenti di allegria , di tristezza , di disperazione.
(9 ) Rosina Stolz, figlia d 'una povera famiglia , il cui nome vero era Vittorina Noeb,
nacque a Parigi il 13 Febbraio 1815, La maggior parte dei suoi giovanili anni li tra
scorse nella penuria . Nel 1826 ella entrò nella scuola del Choron , ove cominciò ad im
pare il canto . Nel 1832 ella debuttava come corista a Bruxelles, sotto il nome di M .me
Ternaux ; indi come comprimaria a Spa, sotto il nome di M .lle Eloise, per divenire
poscia una delle più celebri cantanti del suo tempo, nel 1837, anno in cui debuttò
a Parigi, nell' « Ebrea » , con grande successo ,
- 192 -

La cavatina dell'atto terzo : « Oh mio Fernando ! » , la cantava con una


eccezionale e mirabile espressione ; era il trionfo della sua finissima arte.
L 'accoglienza di cui fu oggetto la grande cantante fu delle più elettriz
zanti. Tutti volevano udirla , ammirarla ; vecchi e giovani, da vicino e da
lontano si ammucchiavano nel teatro, e salutavano la sua apparizione alla
ribalta con un fragoroso scoppio di battimani.
La « Favorita » ebbe ripetute rappresentazioni, e i prezzi furono ele
vati dalla direzione.
Non va dimenticato il grande successo che ella riportò ancora nella
prima rappresentazione della « Semiramide » (13 luglio). La Candiani, l'i
dolo del popolo dilettante di Rio , a cui si doveva la rigenerazione del teatro
lirico, che riappare sulla nuova scena del « Provvisorio » , le stava a fianco.
cantando la parte di « Semiramide » ; entrambe furono grandi, entrambe
agitarono la platea in quella memorabile esecuzione.
La Stolz esaltava gli spiriti i più indolenti col suo grande talento ; la
Candiani ne aumentava l'interesse della rappresentazione con la sua me
lodica voce. Le due celebrità consorelle dell'arte, due potenti talenti, riscos
sero a vicenda i più deliranti applausi che si possano immaginare. E dicasi
il vero, questa rappresentazione rimaneva nel ricordo del pubblico come
una rara rivelazione, un effluvio inebriante e, per le due dive, un vero trion
fo . Degna di essere ricordata è la serata di onore della leggiadra artista,
che ha luogo il 23 agosto (1852), con la « Favorita » . Oltre alle ovazioni
strepitose e deliranti del pubblico, e dell'orchestra , il bel sesso fluminense
volle anche dare, nella stessa occasione, un vivo segno di ammirazione alla
illusire cantante. Sessantasei signore, delle più cospicue nella distinzione
aristocratica della capitale, le offrirono una corona la cui ricchezza, e , sa
pratutto , le mani da cui era presentata, fecero dimenticare il modo usato
dell'offerta. Un laccio di brillanti, col centro formato da uno smeraldo di
non comune grandezza, preso da due rami di caffè, con le foglie di oro ver
de lavorato , fra le quali spiccava una stella di brillanti corrispondente al
laccio.
La viscontessa di Abrantes (10 ), dal suo palco, consegnava alla fiesteg
giata artista una corona , dalla stessa ricamata .
La Stolz , baciando il prezioso dono, s'inchinò profondamente ricono
scente e commossa ; e ritiravasi, mentre che da tutti i lati partivano voci:
« Couronnez-vous! couronnez-vous ! » .

( 10 ) La viscontessa di Abrantes, poscia marchesa , era una grande dilettante di


musica. Erano rinomatissime le sue serate musicali date nella seconda metà del secolo
scorso ; v'intervenivano i più distinti artisti dell'epoca. Oltre alla nobile signora, can
tante di buon pregio, che deliziava gl'invitati colle graziose canzoni spagnuole e la
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All'indomani, un poeta entusiasta della grande artista , Ernesto Ferreira


França , figlio , volle anche esprimere la sua amirazione con un sonetto ,
scritto nel bell'idioma del risorgimento italiano .
Oh ! come bello sarebbe stato, però, per la diva Stolz, se all'indomani
della sua fulgida serata d 'onore, trionfo del suo genio , fosse morta o spa
rita dalla capitale dell'Impero ! La morte -- diceva un romano antico e
illustre — è la vita dei geniali spiriti.
Le calde acclamazioni, le pioggie di fiori, i doni regali, i fazzoletti agi
tati da manine aristocratiche, le corone di alloro, le poesie scritte e recitate
in suo omaggio, dovevano, nei di futuri, produrre , purtroppo, l'invidia e la
volgarità d 'ogni sorta , e trionfare nelle critiche acerbe, nelle calunnie e
nelle diatribe che sorsero contro di essa ; gli zoili studiarono il modo di fo
mentare, in tutti i toni, le discordie del retroscena del « Provisorio » , met
tendo in luce gli atti privati della geniale cantante, che nulla avevano da
vedere colla sua arte, per renderla impopolare ed odiata .
Malgrado ciò , alle supposte manifestazioni rese alla grande artista nei
di felici dei suoi primidebutti, si deve aggiungere quella della sempre ap
plaudita Candiani. Nella serata del 23 agosto (1853), ultimo beneficio della
Stolz, con l'opera di C. Halevy « La Partie des Cartes », espressamente
scritta per essa , la Candiani, grande ammiratrice dell'esimia sua compa
gna, chiedendo venia al pubblico con parole che tutti commosse, colloco
una corona di trionfo sulla fronte di colei che aveva partato l'espressione
più cara di un 'arte feconda e paradisiaca sulle scene del « Provvisorio » .
Gesto sublime fu quello ; raro fra le genti dello stesso mestiere!...
La meravigliosa artista, dopo circa un anno di dimora in Rio de Janei
ro, ove il suo eccelso talento fu esaltato, glorificato, discusso, combattuto e
amareggiato dalla febbre dell'invidia ; dopo infine avere deliziato il pub
blico carioca senza prevenzioni e senza partito preso , interpretando subli
memente le opere « Favorita » , « Semiramide », « Capuleti e Montecchi» ,
« Barbiere di Siviglia » e quella surriferita di Halevy, tornava alla sua pa
tria a bordo del piroscafo inglese « Tay » , il 14 dicembre 1853, cedendo il '
campo ad altre notabilità artistiche che giungono avanti che spirasse l'anno
in corso : Amelia Jacobson, Anna Casaloni, M .me Charton Demeur, la com
primaria Maria Stella , e i riputati compagni: G . Arnaud (baritono), Bou
ché e Pietro Ferranti (bassi) e il maestro Barbieri.

« Rondinella » dell'opera « Marco Visconti », Luigi Elena, André Gravenstein (padre),


il giovine pianista Celestino, la Vazel francese e il marito, che recitavano i loro mo- .
nologhi, facevano udire i Trii, gli assoli, le fantasie , che provocano i più calorosi ap
plausi in quegli aristocratici salotti, involati, con la recente demolizione, alle tradi
zioni storiche. . . .
- 194 -

La prima artista di questo elenco a debuttare fu la Jacobson, nella


« Favorita » , il cui successo meritò lodi non larghe nè incondizionate, Ella
si preoccupava più della toeletta e del « corset » , che le toglieva il respiro,
che delle esigenze e della situazione in cui il dramma la collocava (11) .
Come cantante aveva delle buone qualità , ma non comparabili, però, con
quelle della Charton, una delle più insigni artiste della compagnia , che
debutta (21 giugno 1854 ), nella parte di Amina nella « Sonnambula » , ri
portando un successo straordinario, non come attrice drammatica , che la
sciava molto a desiderare, ma come cantante , per metodo diligente, gusto
nel fraseggiare e la perfetta e agile vocalizzazione nei gorgheggi, nei trilli
e nelle più scabrose volate. Maggior successo ottenne al secondo suo debutto
col « Barbiere di Siviglia » di Rossini, interpretando , nella lezione al piano
forte, il canto dell'usignuolo di Le Brun , le cui capricciose variazioni ese
guite con rara perfezione, provocarono i più deliranti applausi della platea.
Accolta con pari applausi fu la Casaloni, che debuttò con l'opera « La
Cenerentola » di Rossini, nel maggio . Contralto assoluto , possedeva una
voce potente con una estensione rara ed una uguaglianza, nei registri, poco
comune.
Negli intervalli delle rappresentazioni di queste accennate artiste, si
ebbe la sera dell'11 novembre ( 1854), il debutto di una signora brasiliana
Rachel Agostini de Almeida, prima donna soprano , il cui successo nell'ope
ra « Ernani » , non fu dei più felici. Era il primo saggio del suo talento fra
elementi stranieri; e sfavorevole le fu il verdetto dei dilettanti, qualifican
dola una mediocrità artistica.
Ricordiamo gli altri artisti, che si sollevano per il loro talento , dalla
mediocrità , guadagnando anch 'essi la simpatia della platea : il Ferranti,
un basso dalla voce eccellente , nel genere del Lablache, molto applaudito
nella parte di D . Basilio nell'opera « Barbiere di Siviglia » di Rossini;
l'Arnaud, un baritono preceduto da buona reputazione, che si rivela un
buon cantante, interpretando la parte di Figaro, e il Bouché, rinomato basso
comico, con una grand'arte scenica, il quale sapeva adoperare con anima e
grazia i suoi mezzi vocali.
Questi elementi chiusero la serie delle rappresentazioni dell'anno 1854 ,
con un avvenimento artistico di particolare importanza : la prima udizione
dell'opera « Il Trovatore » di Verdi, che aveva luogo il 7 settembre.
Il teatro lirico si senti orgoglioso di solennizzare l'anniversario del
l'Indipendenza con la prima rappresentazione del nuovo spartito dell'illu
(11) Amelia Jacobson , ritornava a Rio de Janeiro, dopo 13 anni di assenza , nel
1871, ove fissò residenza, dedicandosi all'insegnamento della sua arte; mori verso il
1897 , in Juiz de Fora,
- 195 –

stre maestro , la cui esecuzione onorò il maestro Barbieri che la diresse e


gli artisti che la interpretarono : la Charton (Leonora), la Casaloni (Azuce
na), Arnaud (Conte di Luna ), Gentile (Manrico) e Bouché.
Il successo dell'opera fu dei più emozionanti. La scena commovente
del « Miserere » , il coro invisibile che canta : « Miserere di un 'alma già vi
cina... », quindi il canto melanconico fortemente espressivo di Manrico nella
prigione : « Ah ! che la morte ognora..» implorando un fedel ricordo dalla
sua amante Leonora ; il gran duetto per soprano e baritono che si segue; la
scena nella prigione, di Azucena e Manrico : « Ai nostri monti ritorneremo »
e le tant'altre appassionate pagine, misero in delirio il pubblico, come mai
visto nella storia dei clamorosi successi.
Ad aumentare l'interesse musicale di quest'anno, valse il concerto clas
sico , dato dalla Jacobson e Berta Kastrup (7 ottobre) al teatro S . Pedro de
Alcantara , che risorge dalle sue rovine più bello , più ricco. Il programma,
oltremodo interessante, si componeva dei seguenti pezzi, quasi tutti, si può
dire, nuovi per il pubblico musicale di Rio : un concerto di Beethoven, per
pianoforte con accompagnamento d 'orchestra; due cori per quattro voci
sole, la « Capulla » di Kreutzer, l' « Addid cacciator » di Mendelsshon , la
marcia di Art, tre romanze di Schubert, cantate dalla Kastrup, e il coro dei
cacciatori del « Freischütz » , con un assieme di 30 voci e 50 professori
d 'orchestra, sotto la direzione del maestro C . Stokmeyer.
Sfortunatamente queste belle pagine di musica non trascinarono il
pubblico agli applausi calorosi ed entusiastici. Giacchè troppo recente era
il successo dell'affascinante lavoro del Verdi, la cui esecuzione, ricevuta
con scroscianti applausi, rimaneva memorabile negli annali artistici del
teatro lirico di Rio de Janeiro.
Un 'altra novità che si ebbe in quest'anno, fu l'opera « Merope » di
Pacini, interpretata dagli artisti Zecchini, Gentili, Tatti, Whitwort, Cairoli
e Sicuro.
Lavoro poco riuscito ; l'esito non fu entusiastico, ottenendo appena un
debole successo.
Nella sera del 2 dicembre, si ebbe, in omaggio al genetliaco dell'Impe
ratore , la prima rappresentazione dell'opera « Roberto il Diavolo » di Me
yerbeer. L 'esecuzione, che trova riscontro in quella del 1850 , fu mediocre,
e, certamente non fece rifulgere le bellezze dello spartito ; il successo fu quin
di dei più infelici.
Malgrado ciò , l'annata lirica del 1854 , si chiudeva brillantemente , mercè
l'opera delle signore Charton , Casaloni, Zecchini, Candiani, Jacobson , Ka
strup e degli altri artisti Labocetta, Arnaud , Ferranti, Gentili, Bouché, che
emergono — chi più e chi meno -- meravigliosamente nella gaiezza lumi
- 196 -

nosa del genio di Rossini, nel sentimento drammatico di Verdi, nello slan
cio appassionato del Donizetti, e nella semplice e sublimemelodia di Bellini.
Nell'anno seguente, 1855, troviamo una fase che sintetizza i più bei
trionfi di un 'altra celebrità artistica, che riesce a mettere in delirio il pub
blico del teatro « Provisorio » . Era essa la prima donna soprano dramma
tico Emmy La-Grua, il cui debutto ha luogo il 6 agosto (1855), coll'opera
« Otello » di Rossini, avendo per compagno il nuovo tenore Mazzolini.
L 'opera « Otello », nel cui dramma il talento della celebre artista pote
va rifulgere ardito in tutto il suo splendore, fu scritta a Napoli fra i baci
della brezza di Posillipo . Bella per la semplicità della strumentazione, essa
ci rivela un 'epoca felice per la divina arte in cui fu scritta , epoca infine in
cui la voce cantava ; oggi, invece, canta l'orchestra !...
. Quindi, il pubblico ebbe a provare due forti sensazioni: un 'opera che
riusciva una novità per esso, ed udire un'artista di elevato merito . La bel
lezza della voce, sublime nell'espressione dei sentimenti, e il suo bel canto
elettrizzarono l'uditorio, il quale, col progresso del suo gusto che non pote
va essere equivoco, applaudi con vivo entusiasmo la celebre artista . I fiori,
le corone, gli evviva, le chiamate al proscenio , furono giuste e meritate .
Tale fu l'esito del debutto della grande cantante , che, nell'espressione
della stampa europea, era una eccezione viva della marcia generale di tutte
le celebrità , salendo maestosamente i più alti gradi della scala lirica dei
suoi tempi. Riuniva alle più leggiadre forme di donna , le più perfette doti
di un 'artista . La sua figura era snella , le sue maniere eleganti, i suoi movi
menti facili e pieni di grazia, la fisonomia era espressiva e bella, e i suoi
occhi erano incantevoli. Come artista, ella esprimeva le passioni con una
energia , con una verità che si imponeva, massime nella « Norma », di cui
fece una novella creazione. Difficile il dire ciò che più la doveva raccoman
dare : se la voce mirabile , la cui dolcezza tutti rapiva, o la prodigiosa gran
dezza del suo talento drammatico per tante risorse d 'arte.
Dall'anno 1855 al 1856, la Emmy La -Grua, oltre all' « Otello » e la
« Norma » , cantava le seguenti opere: « D . Pasquale » di Donizetti, « Capu
leti e Montecchi » di Bellini, « Il Trovatore » , « Nabucco » , « Ernani » di
Verdi, l' « Elisir d 'amore » di Donizetti, « Orazi e Curiazi » di Mercadante e
la « Saffo » di Pacini.
In quest'ultima opera, che canta assieme alla Casaloni, fu completa la
vittoria .
A sua volta la degna compagna Ortensia Charton interpretava, con
raro successo, le due ultime nuove opere di Verdi: « La Traviata » (15 di
cembre 1855 ), e il « Rigoletto » (12 gennaio 1856 ).
L 'esito di queste due opere, fu oggetto di forti emozioni.
- 197

Il « Rigoletto » trovò efficacissimi interpreti oltre alla sullodata Charton


(Gilda), Luigi Walter (Rigoletto ), e Dufresne (Duca di Mantova ); la « Tra
viata » si affermava con un vero uragano di applausi,
Il 18 dicembre 1855 ebbe luogo la serata d 'onore della Charton .
Nulla mancò alla pregiata artista , malgrado la diafana ombra che le
faceva la Emmy La-Grua : gioielli ricchissimi, corone, ghirlande, fiori in
profusione, poesie a torrenti, evviva e « hurras» in teatro, i cui corridoi
avevano uno strato di foglie odorifere e patriottiche di « Mangueira » ,
dell'albero dell'Indipendenza.
Durante la rappresentazione i battimani, i bravo e gli applausi si udi
vano più che le soavi melodie dell'opera : d 'altronde la notte era meno con
sacrata al canto che all' apoteosi della diva. Terminato lo spettacolo , la
Charton salì sulla sua carrozza , seguita da una moltitudine di entusiasti, i
quali marciavano a piedi portando delle torcie accese, dando evviva e
« burras » come in un giorno di elezioni in Inghilterra.
La casa della insigne artista si trovava illuminata a giorno, e in essa
una splendida cena aspettava la festeggiata e i suoi graziosi ospiti: e ivi
allora fu il meglio della festa : lo sciampagna spumava, la vena dei poeti
scorreva come l'acqua del ruscello toccato dalla bacchetta magica di Mosè;
i brindisi moltiplicavansi, le lacrime brillavano su gli occhi dei più teneri,
scherzavano affabili sorrisi sulle labbra degli estatici, e l'allegria, l’ entu
siasmo empiva tutti i cuori.
Era questo , del resto, il fervente interesse che il pubblico fluminense,
a quei tempi (12), soleva dimostrare pe' grandi interpreti dell'arte lirica .
« Norma », che ebbe un successo pienamente giustificato , valse alla celebre
artista La-Grua, la gloria di chiudere con chiave d 'oro, la brillante e indi
menticabile stagione lirica dell'anno 1855.
Non meno brillante, però, si rivela la stagione teatrale dell'anno ap

(12) Il noto ed illustre giornalista Carlos de Laet, in un suo pregiato « folhetim »


del 24 agosto 1879, narrando l'entusiasmo causato dalla Durand, nella « Aida », ricorda
anche quello del tempo fulgido del « Provisorio », facendo plauso al sentimento di
un critico e del pubblico dell'epoca. . . . « A Stolz , no tempo do « Provvisorio » , quando
despeitada atirava a luva ao publico, e este respondia -lhe com uma salva de palmas.
- Grassava então tão forte pelo menos como hoje, o dilettantismo agudo , e com
resultados muito mais fataes, porque era o thesouro que pagava a musica .
O enthusiasmo dos espectores fervia ás vezes até arremeçarem -se objectos da
platéa para o palco atraz dos ramalhetes vinhão os chapeos e não raro as cabeças.
Ora n 'uma dessas noites de delirio um velho critico , meu amigo, hoje perfeitamente
fossilizado, atirou á Stolz varios « bouquets » , o seu « porte monnaie » , e enfim todos
os gallicismos que trazia sobre si. Não tendo mais que jogar parou ; mas deu logo com
o lenço na algibeira da casaca e atiran -lhe tamben com o lenço ».
--- 198 -

presso (1856), malgrado il vuoto lasciato dalla ritirata di due distinti arti
sti, che partivano nel marzo prossimo: la Charton e il Bouché. Ma la dire
zione dell'opera italiana, fedele al suo nobilissimo intento, quello cioè di
voler dare maggior splendore al teatro lirico della capitale dell' Impero,
scritturava, fra gli altri, quattro artisti di primo cartello : i soprani Balbina
Stefanoni e Giuliana Dejean , il basso Suzini e il tenore Tamberlik .
Passando sotto silenzio i primi nomi, la nostra attenzione si deve por
tare di preferenza su quello che la storia consacra fra i più celebri artisti
dell'epoca : Tamberlik . Come la Candiani, la Etalvina , la Stolz , la La -Grua ,
la Charton e la Casaloni, Tamberlik diviene il tenore idolatrato , l'anima
della scena lirica, e il delirio del nostro pubblico (13).
Nel 1880, c 'era ancora in Rio de Janeiro chi avrebbe potuto fare tutta
la storia dei grandi successi del teatro « Provisorio » dell'opera.
Dubitiamo, però, che ci fosse la penna capace di descrivere il fremito ,
gli applausi che echeggiarono quando le opere « Otello » , « I Martiri », « 11
Trovatore » , « L ’Ebreo » (di Apolloni), « Luisa Miller » , « Norma » , « Maria
Padilla » , « Lucia di Lammermoor » , cantate dall'illustre artista, procede
vano di trionfo in trionfo.
Oh ! dolci e indimenticabili serate, alle quali nessuna di quelle anime
poteva pensare, senza sentire nell'anima la vibrazione di una commozione
grandissima.
Il debutto del celebre tenore aveva luogo il giovedì 26 giugno 1856 , col
l'opera « Otello » di Rossini.
Alle ore 7 , numeroso concorso di dilettanti gremiva già le prossimità
del teatro , e quando esso apri le sue porte, il pubblico empì il vasto recinto,
e una schiera graziosa di belle signore si stendeva lungo i palchi ( 14 ).
Il pubblico , non ignaro della sua grande rinomanza europea, l'applaude
prima di udirlo ; saluto che onorava, in pari tempo , l'artista e il pubblico .
E quindi, il canto del celebre cantante si sparse per tutta la sala come
un'onda di armonia dilettevole, e, dal principio alla fine dell'opera, il Tam
berlik emerge magistralmente nella parte di « Otello » , rivelandosi quello
che la fama di lui diceva : un cantante dimezzi superiori, incontestabili, e
un 'artista completo in tutta la estensione della parola , nell' arte scenica e

( 13) Tamberlik , 15 anni dopo, al Messico, ove cantò il « Poliuto » , fu frenetica


mente applaudito. Più di tre mila mazzi di fiori, diceva un giornale di quella capitale ,
riempirono la scena quando egli cantò il « Credo » , e più di 20 volte fu chiamato al
proscenio . Nella fine dello spettacolo la maggior parte di quegli spettatori lo accompa
gnarono all'albergo, in cui era alloggiato .
(14) In un teatro, secondo l' uso portoghese a quei tempi non erano ammessi ,
alla platea, le Signore.
- 199

nel bel canto. Egli cantò la cavatina della sortita in un modo impressio
nante . Shakespeare e Rossini avrebbero riconosciuto nel Tamberlik l' « O
tello » delle loro ispirazioni.
Nell'atto secondo, nel duetto con Jago, ostentò il Tamberlik tutta la
sua maestria . Nelle parole: « Sì, dopo lei morrò,... » emetteva nel « lei » il
suo famoso do diesis a coprire l'orchestra ed elettrizzare il pubblico , che si
vendica coprendo, a sua volta , con strepitosi applausi quella nota tesoro ,
che in Rio de Janeiro, doveva mettere in delirio la platea del « Provisorio » .
Ma non era soltanto il pubblico di Rio de Janeiro ad andare in estasi
per quella magica e privilegiata sua nota . Si narra che a Parigi, ove l'arte
è spesso soggetta alla moda, più che il bel canto dell'insigne artista, trion
fava la nota in parola. Infatti, i dilettanti dell'opera italiana di quella città ,
all'epoca della grande rinomanza del Tamberlik , stanchi di udire integral
mente il « Trovatore » , aspettavano, passeggiando, l'ora in cui il gran te
nore doveva cantare la cabaletta : « Madre infelice, corro a salvarti » , per
entrare nel recinto , al grido d 'ordine : « Messieurs, c'est l'heure de l' ut de
poitrine; entrons!... » .
Ma, dicasi il vero, non era soltanto il famoso do di petto che lo innal
zava sulla turba di tutti i tenori contemporanei. Egli possedeva, oltre che
la voce, doti artistiche come nessun altro artista tenore del suo tempo .
La sua voce era flessibile, piegandosi a tutte le più capricciose diffi
coltà tecniche; era per la squisita bellezza del suo canto, uno degli ultimi
rappresentanti dell'antica e brillante scuola italiana. Il modo di dire il reci
tativo era chiaro, espressivo, calmo e senza precipitazioni; il suo canto era
poetico, energico, vibrato, facile é snello nei brani di agilità , pieno di ar
dore, di forma e sempre bello e sublime; il suo modo di presentarsi in scena,
l'affettuosità altruistica del suo carattere, facevano del Tamberlik un ar
tista ideale.
Il 23 ottobre ( 1856 ), aveva luogo la sua serata d 'onore (beneficio ), nella
quale gli venivano date le più ampie e'deliranti prove di ammirazione.
Oltre ai cospicui regali offertigli, il grande artista João Caetano dos
Santos gli offriva una ricchissima corona d'argento.
All'indomani di quest'ultimo e memorabile successo , egli chiedeva il
suo passaporto per partire, giacchè l'impresa non rispettava il contratto
firmato sino all’agosto (1857).
Accorrendo però all'appello della carità , egli cantava ancora due volte
in Rio de Janeiro: nella recita in beneficio del Pio Istituto dei Sordo-muti,
nella quale, oltre al « Trovatore » interpretava, in portoghese, una cantata
« Deixai que as crianças venhão ter comigo » scritto espressamente per
lui, dal maestro Giovanni Battista Giannini, e in un concerto , pure di be

- - - -
– 200 —

neficenza, in cui cantò con spirito eletto l'aria di D . Ottavio del « D . Gio
vanni» di Mozart.
Finalmente, il tenore tanto amato e festeggiato , senza impertinenza,
con uno spirito eletto, che fu l'anima della nostra scena lirica durante pa
recchi mesi, il 23 dicembre ( 1856 ) si decide a lasciare Rio de Janeiro per
recarsi a Buenos Ayres, ove era accolto col massimo entusiasmo, mentre
il tenore Gentili ritornava alla nostra capitale , trovando chiuse le porte del
teatro lirico (15 ).
Purtroppo è vero : tutto nel mondo è intermittente. Dopo la luce, le te
nebre .
L' inizio dell' annata lirica del « Provisorio » marcava un passo alla
dissoluzione, causa il termine del contratto dell'impresa col Governo, il
quale concedeva gratuitamente alla detta impresa il teatro, ma non le ga
rantiva più sovvenzione alcuna.
E così, dalla riboccante attività , passò alla squallida crisi, che si ag
grava ai primi albori dell'anno seguente (1857). Oltre a ciò , la partenza di
artisti di merito incontestabile ed incontrastato , avevano ridotto quel tea
tro in un perfetto stato di smembramento .
In grazia alle cinque sommità artistiche - - oh, perchè non fare cenno
ancora una volta dei loro nomi? — Rosina Stolz , Emmy La-Grange, Anna
Casaloni, Ortensia Charton, Enrico Tamberlik , e i loro valenti compagni
Giuseppina Zecchini, Balbina Stefanoni, Angelina Ghiani, La Grimaldi,
Amalia Jacobson , Berta Kastrup, Giuseppina Dejean , Arturo Bouché, Paolo
Gentili, Negri, Bertolini, Domenico Labocetta, Giuseppe Marchesi, Del-Sarto,
Ferranti, L . Mario Arnaud , Luigi Walter, Susini, Giuseppe Tosgobbi, Ro
monta, Mazzoleni, De-Lauro, Whitworth , Cayroli, Sicuro, Dufresne, si chiu
deva nella storia una delle più splendide fasi del nostro teatro lirico italiano.
In essa incontriamo, ad onta di tutte le difficoltà , delle lunghe traversate
e i perigli delle calamità climateriche, un 'era rimarchevole , creata dallo
spirito artistico , dalla magia del talento e del potere miracoloso dei grandi
sacerdoti dell' arte lirica che, affrontando i perigli, dell' oceano, dimenti
cando le ovazioni conquistate sulle sponde del Tamigi, della Senna, del
l'Arno e del Tevere, volavano verso il giovane Impero , dove li chiamavano
l'amore all'arte e l'entusiasmo di tutto un popolo per il bello .
E fu così che poterono risuonare nel mistico tempio di Euterpe della
« Corte » gli accenti dei più belli spartiti dell'arte e dell'ispirazione, non
ancora sconvolta dalla scienza bizzarra e calamitosa dei nostri tempi.

( 15 ) Il Tamberlik , leggendario proprietario del do diesis, moriva a Parigi nel


1889. Era nato a Jassy (Rumenia). Il suo vero nome era Nikita Torua.
V° PERIODO
CAPITOLO XIII.
(1857 - 1864)

DELL 'OPERA NAZIONALE

Una nuova istituzione a favore dell'arte. — Il Governo Imperiale appoggia ed


ausilia il Teatro Lirico Nazionale. - L 'Imperatore concede il titolo di Imperiale Acca
demia di musica. – Il Conservatorio cooperatore dell'Accademia . - Sogno di lunghi
anni, alfine realizzato, per gaudio e gloria di Amat. -- Camminando verso l'altissimo
scopo. — Il programma ed i suoi degni firmatari. – Un annunzio che solleva vivo
entusiasmo. - Prima rappresentazione: « A Estrêa de uma Artista » . – Vittoria della
letteratura patria . — La stampa , invocando i magnifici motivi naturali che appariscono
ai nostri artisti, incita i nascenti ingegni a lavorare per la divina arte . Primi cantanti
lirici brasiliani: Carlotta Milliet, Marietta Siebs, Leonora Doryean, Julia Millans de
Castro , Paulina Gianelli, Eloisa Marechal; Hygino José de Araujo, Eduardo Moreira,
Normandia , Cintra e Lima. --- Opere cantate . — Carlos Gomes e le sue opere : « Noite
do Castello » e « Joanna de Flandres ». — Il suo trionfo. — Preludio d 'uno splendido
avvenire. — Amare lotte. – Salvador de Mendonça , l'autore del libretto, salva la
situazione di Carlos Gomes : l'insidia e il dispetto e la trama tentano scagliargli colpi.
- Il delirio con cui fu ricevuta « Joanna de Flandres » , lo compensano dei disgusti
per cui la malvagità e l' invidia lo avevano fatto passare. -- Patria ! Patria ! - Gl’in
terpreti, — H . Alves de Mesquita . - - La sua opera « 0 Vagabundo » . - Elias Lobo, lo
pseudo emulo di Carlos Gomes, e il suo lavoro : « Noite de S . João » , - Altre opere :
« As Bodas de Joanninha » , « A Côorte de Monaco » , « Moema de Paraguassú », « Dous
Amores » . -- Degenerazione ed apatia. - Anomalie che si deplorano . -- L 'utilissima
e patriottica istituzione perde il suo nome. . . e per sempre !

A dispetto di tutte le sfavorevoli disposizioni che sorgon dopo le tante


gloriose imprese, l'anno 1857 faceva parlar di sè per una nuova istituzione
a favore dell'arte, di cui doveva essere dotato il paese : l'Accademia Impe
riale di Musica e Opera Nazionale.
Chi molto si sforzò per renderla possibile, dopo un sogno di lunghi
anni, fu il maestro compositore D . José Amat, e l'appoggio incondizionato
della stampa.
Un tratto primordiale della lodevole aspirazione era anche il Teatro
Nazionale di Canto , che doveva saggiare i suoi primi passi, camminando
modestamente verso l'altissimo scopo .
- 202 –

Il programma della nascente istituzione era contenuto nei seguenti


termini (13 aprile 1857) :
« A Academia de Opera Nacional que se vai crear é, sem a menor
« duvida, como pensão e dizem os dignos signatarios do programma, uma
« instituição agradevel, util, e até necessaria .
« A representação de canatats e idyllios, e de operas italianas, fran
« cezas e hespanholas, traduzidas na lingua nacional, preencherà o novi
« ciado da Academia , que, além disso , uma vez por anno, pelo menos,
« darà uma partitura nova de compositor nacional; mas indubitavelmente é
« o, fim preciso desta bella institução, para a qual não bastarà por certo
« uma partitura nova por anno . A musica não é absolutamente a mesma
« em todas as nações : sujeita ás grandes regras da arte, ella se modifica
« no estyle e no gosto em cada nação, segundo as inspirações da natureza
« do paiz, os costumes, a indole e as tendencias do povo. O Brasil tem a
« sua musica : as imitações do canto italiano vão pouco a pouco destruindo
« a sua originalidade: o theatro lyrico nacional deve regenarl-o aprovei
« tando com os conselhos da arte essa originalidade e dando ao Brasil a sua
« musica propria, cultivada e digna do grão de civilização a que já tem
« chegado o nosso povo .
« Saudamos pois com jubilo a nova instituição de que vai ser dotado o
« paiz .
« As bases em que se deve assentar a Accademia de Opera Nacional,
« e que se achão determinadas no programma, annuncião a solidez da in
« stituição que se estabelecerá definitivamente dentro em pouco.
« O programma não contem sonhos dourados de imaginação ; é sim
« plesmente uma sabia combinação de medidas bem meditadas, e de justos
« favores que a precedencia aconselha.
« No artigo 14 das condições vemos finalmente em um documento
« desta ordem , garantido um dos direitos dos autores e compositores, que
« até aqui tém vivido sempre a mercé dos caprichos dos empresarios.
« Tudo concorre para fazer - nos crer que o Theatro Lyrico Nacional,
« desde algumes annos reclamado, será dentro de algumas semanas estabele
« cido no Brasil.
« 0 Governo Imperial acoroçoou e deu impulso á idéa com todos os
« meios e favores de que podia dispor na actualidade, e, se mduvida, auxi
« liará com mais efficacia a instituição quanto ella começar a fazer sentir
« a excellencia de seus fructos.
« Os signatarios do programma, aquelles que tomão a peito realizar
« uma empreza tão patriotica, são cavalheiros conhecidos e dignos de toda
« a confiança notaveis pelas altas posições que occupão na escala social,
- 203 --

« por sua riqueza ao par de sua nomeada bem conhecida nas artes e nas
a letras.
« O empresario, Sr. Amat, além de seu merito artistico, é bem reco
a mendavel pela sua actividade, tem hoje, mais de que qualquer idea de
« interesse , a sua major gloria pendente do desenvolvimento e esplendor
« da Academia de Opera Nacional.
« E nem ao menos temos hoje que esbarrar deante do mais difficil...,
« para não esperar a prompta creação do theatro lyrico Nacional: nem ao
«menos sentimos hoje a falta do pessoal indispensavel para a companhia
« de canto , pois que já podemos contar com os principaes cantores, sopra
« nos, tenor, baritono, baixo.
« O Governo Imperial, garantindo a educação de 4 a 8 meninos de
« ambos os sexos, em casa ou estabelecimento de reconhecida moralidade,
« como pensionistas destinados á Academia , e por outro lado o conserva
« torio de musica animado e protegido como vai sendo, promettem em
« breve prazo artistas novos ao theatro lyrico nacional.
« O Governo fez o que podia : algums distinctos cidadãos apresentão-se
« à frente da patriotica idéa ; os artistas já não faltarão ; e para o futuro
a poderão vir a sobrar ; o que é pois ainda preciso para que se não demore
«mais a fundação da Academia de Opera Nacional.
« E ' preciso que concorrão accionistas e socios, sem os quaes nada se
« pode levar a effeito .
« Bem poucos são os socios: 25 accionistas, 25 socios com familia e 50
« sem familia, eis tudo quanto se pede a numerosa população da capital do
« Imperio.
« Estamos seguros de que se encontrerá este numero. Saudamos por
« tando com jubilo e esperanças a Academia de Opera Nacional.
Ecco il programma :
« De pois de haver benignamente acolhido a idéa de uma academia de
« opera nacional, destinada a propagar e desenvolver o gosto pelo canto em
« lingua patria , e crear nm theatro lyrico nacional, em que possa ser culti
« vado o natural talento e reconhecida vocação de tantos brazileiros de am
« bos os sexos, o governo de S . M . o Imperador dignou -se conceder a José
a Amat, os seguentes favores :
« 1. Dar o titolo de Imperial á mesma Academia .
« 2 . Franquear duas vezes por semana o salão da 2a ordem do thea
« tro lyrico, para as suas representações em dias e horas que não coincidam
a com as recitas ordinarias da companhia, com que o governo contractar
« a representação de peças lyricas no mesmo theatro.
- 204 -

« 3. Franquear, debaixo das mesmas condições, o proprio theatro


« lyrico duas vezes por semana para o mesmo fin .
.« 4 . Promover e auxiliar a educação e o sustento de 4 ou 8 meninos
« de ambos os sexos, em casa de un estabelecimento de reconhecida morali
« dade, como pensionistas, destinados á Academia .
« 5. Fazer com que o Conservatorio de Musica coopere pelos meios
« ao seu alcance ao bem da Academia .
« 6 . Prohibir, durante 8 annos, que em theatro algum subvencionado
« pelo governo imperial se representem operas lyricas em lingua nacional.
« Confiando na efficacia destes favores, e desejando auxiliar ao referido
« concessionario para levar a effeito a creação da dita Academia, e dotar
« o Paiz com uma instituição que no estado da nossa civilisação é, além de
« agradavel, util, e até necessaria, os abaixo assignados resolvérão promover
« 0 estabelecimento da mesma instituição, mediante uma subscripção entre
« pessoas que quizerem associar-se a esta patriotica empreza, debaixo das
« seguintes condições :
« 1. Um conselho director composto de tres membros eleitos an
« nualmente pela assembléa dos accionistas e socios då Academia , será en
« carregado da superior inspecção d 'ella , e de solicitar do governo as me
« didas necessarias para a sua conservação e progresso.
« 2 . Um conselho artistico, composto de cinco membros e tambem
« eleito como dito fica, se encarregará da administração geral da acade
« mia , entendendo-se com o conselho director em todos os negocios graves.
« 3 . José amat, como empresario, ficará encarregado da gerencia
« e administração economica da academia , e inspecção particular dos seus
« trabalhos, de acordo com as instituições que lhe serão dadas pelo conselho
« artistico .
« 4. A assembléa da academia reputar- se -ha constituida logo que
« se complete a subscripção de 25 accionistas, 25 socios com familia e 50
« socios sem familia . E reunir-se-ha por convite do empresario para pro
« ceder á eleição dos conselhos e installar a mesma academia .
« 5 . Cada accionista deverá subscrever pela quantia de 500 $ que
« serão realisados em dois pagamentos, um no acto da subscripção e outro
« dois mezes depois. Terá direito a 5 cadeiras no theatrinho e um cama
« rote de 2a ordem no theatro lyrico , durante 60 recitas.
« 6 . Cada socio com familia subscreverá pela quantia de 250 $ que
« serão realizados como dito fica. Terá direito a quatro cadeiras no thea
« trinho e um camarote de 1° ou 3 ordem no theatro lyrico , durante 30
« recitas.
« 7. O producto destas subscripções será depositado em conta cor
- 205 -

« rente no Banco Mauá, e applicado pelo empresario aos aprestos que forem
« necessarios no salão do theatro lyrico, ou onde fór mais conveniente, e
« a supprir a differença que houver nos primeiros tempos entre a recita e
« a despeza da academia .
« 8. Depois de installada a academia , os propostos para accionistas
ae socios serão julgados por uma commissão especial nomeada pelo con
« selho director.
« 9. Nenhum accionista poderá transferir a sua acção senão á pes
a soa acceita pela mesma commissão especial.
« 10. Os accionistas e socios são responsaveis somente pelas quan
« tias com que subscreverem .
« 11. A academia dará representações de canto em lingua nacional,
de cantatas e idylios, e tambem de alguns actos ou scenas de poera já re
a presentadas aqui. E logo que se achar habilitada representará, tambem
« em lingua nacional, algumas das melhores operas italianas, francezas e
« hespanholas ainda não conhecidas aqui.
« 12. Uma vez cada anno pelo menos, a academia dará uma parti
« tura nova de composição nacional.
« 13. A academia dará 10 % do producto illiquido de cada recita aos
« autores de qualquer opera lyrica nacional que fór por ella representada,
a sendo 4 % para o autor do libreto e 6 % para o compositor. Egual premio
a poderá dar por emquanto aos autores de cantatas e idylios em lingua na
a cional, que fórem julgados dignos desse favor pelos conselhos artisticos
ae director.
« 14 . Quando as circumstancias o permittirem , a academia poderá
« designar premios fixos aos autores de operas lyricas nacionaes que fórem ,
« a juizo dos ditos conselhos, de merito inquestionavel.
« 15 . A proposta para os meninos destinados á academia , que tenhảo
« de ser educados e sustentados sob do auspicios do governo imperial, será
« feita pelo empresario, approvada pelo conselho artistico, e submettida
a pelo conselho director á consideração do mesmo governo » .
Rio de Janeiro, em 25 de março de 1857
Marquez de Abrantes, - Visconde de Uruguay - Barão do Pilar - Franci
sco Manuel da Silva - Joaquim Giannini - Manuel de Araujo Porto Alegre -
Dionisio Vega - Isidoro Bevilacqua.
.. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .. . .. . .. . .. . . . .. . . . . ..
Questa nobilissima idealità non rimaneva schiava di un infecondo im
perialismo, poichè il 16 luglio (1857), il segretario Manuel Araujo Porto
Manuel» , Araujo
Alegre annunziava, sotto il nome di « Sessione drammatica la primaPorte
rap
presentazione della nascente opera nazionale .
-- 206 -

L 'annunzio , com 'era da sperarsi, sollevò il più vivo entusiasmo; era in


fatti, un risveglio di una novella vita artistica nazionale .
I termini del riferito annunzio erano i seguenti:
« Accademia Imperial de Musica e Opera Nacional.
« Tenho a honra de partecipar aos Jllmos, e Exmos. Srs. acionistas,
socios, membros honorarios e convidados, que sexta feira 17 do corrente
mez, terá lugar, no theatro do Gymnasio , a primeira sessão dramatica com
a opera « A Estréa de uma artista » .
« No intervallo do 1º e 2º acto , o Sr J . J. dos Reis executará na rabeca,
pelo novo systema, o hymno nacional e umamelodia de sua composição.
« Na sessão da inauguração a Opera Nacional será honrada com as
augustas presenças de SS. MM . II.
« Rio de Janeiro, 16 de Julho de 1857. »
L 'opera prescelta , un modesto lavoro, debole di effetto, intreccio sem
plice, ma di spirito leggero abbastanza e animato , venne accolta nel suo
complesso, con grandi applausi dalla platea, e l'esito fu giudicato come una
vittoria dell'arte e della letteratura patrie .
Certo, l'inizio dell'opera nazionale, la cui istituzione, pur essendo di
modeste proporzioni, ed in forma molto più semplice di quelle analoghe
esistenti nel vecchio mondo, fu oggetto di franche lodi agli artisti, aglini
ziatori ed al governo, il quale , concedendo giusti favori alla nuova isti
tuzione ed ai sottoscrittori del programma, impiantava un nuovo elemento
civilizzatore, chiamando i poeti, i professori e compositori di musica brasi
liani, e svegliandoli dal sonno abituale dell'indifferenza .
La stampa unanime, a sua volta , con confortanti parole d 'incoraggia
mento , incitava i nascenti ingegni a lavorare per la divina arte, ricordando
loro di dimenticare la musica italiana o francese, creandone una, che avesse
un tipo, uno stile, un carattere proprio, una musica infine nazionale , lontana
da ogni facile frivolezza imitativa. Ricordava inoltre , che ogni paese ispira
il suo modo di sentire a seconda dell'ambiente, della sua natura e delle con
dizioni in cui si trova. La maestà delle nostre montagne — diceva ancora --
la bellezza delle nostre valli , la grandezza e l'opulenza dei nostri fiumi,
l'incanto del nostro cielo , delle nostre notti, l'orrore della tempesta in mezzo
alle nostre foreste , superbe, il gorgheggio dei nostri uccelli, la fragranza
dei nostri fiori, la leggiadria delle brasiliane, i costumi del nostro popolo ,
tutto ciò che è nostro, infine, e soltanto quello che è nostro , ispirino i com
positori dell'opera lirica nazionale .
Belli e superbi incitamenti da invogliare davvero qualsiasi poeta, qual
siasi maestro, i quali, come il Weber, come il Verdi, abbiano della musica
un concetto alto e proprio. E fu così infatti che, nei bei tempi della sublime
- 207 -

purezza, il Brasile poté vedere alcuni illustri suoi figli battezzati alla fonte
dell'opera nazionale, conquistare rinomanza ed allori sulle scene dei tea
tri del vecchio mondo, comprati a prezzo del loro talento .
A questo proposito, rimarchiamo che il conservatorio di musica, parte
veramente integrale della sorgente opera nazionale, contribui non poco alla
realizzazione della simpatica istituzione, cominciando a dare, malgrado i
suoi pochi anni di esistenza, dei buoni frutti nel canto , nella composizione
e nello strumentale ( 1).
Per essere completi, menzioniamo per ordine storico i nomi dei primi
cantanti che emergono nell'arte lirica dell'opera nazionale : Carlotta Milliet,
giovane brasiliana, a cui Dio aveva concesso una bella voce di soprano, fu
l'anima dell'opera nazionale, e più volte onorata dall'impresa dell'opera ita
liana, cantante a fianco della celebre De La Grange (2 dicembre 1858), e
protagonista nella « Linda di Chamounix », nella « Norma » e in altre opere.
Marietta Siebs, carioca legittima, egualmente allieva delle classi di
canto e declamazione del conservatorio di musica, dalla voce calda ed affa
scinante, tanto gradita al suo debutto coll'opera « A Estrèa de uma artista » ,
datasi al teatro Gymnasio (27 giugno 1862), divenne poscia una delle più
insigni cantanti della sua patria (2 ).
Leonora Dorjean, parimenti brasiliana, proveniente dalla stessa scuo
la , il cui talento, a soli 16 anni di età , e con una voce delle più belle che si
erano udite, prometteva conquistare serenamente uno dei primi posti nelle
scene liriche, debuttava nell'opera « Brincar com fogo » Cottobre 1857).
Giulia Millans de Castro e Luigia Amat, due eccellenti voci di soprano
e contralto, furono parimenti due principali parti della scena lirica nazionale .
Nella stessa linea si mantengono due altre brave artiste , dotate di bella
voce: Paulina Gianelli e Eloisa Marechal. Quest'ultima non giunse a pre
sentarsi al pubblico dell'opera nazionale ; partiva per l'Europa a bordo del
a Tamar » (8 giugno 1858), per compire i suoi studi a Milano, a spese del
l'impresario del teatro lirico italiano, cui parve, per le felici disposizioni
dimostrate, ed una voce tra le più belle, dovesse divenire una cantante di
merito eccezionale.
A quanto pare, la giovane brasiliana (era nativa di Rio de Janeiro), non

( 1) L 'Accademia Nazionale di Musica possedeva anche una scuola di canto. Ce lo


dice un avviso del novembre 1861, espresso nel seguente : « As senhoras brazilei
ras, que por qualquer motivo não possão frequentar as mencionadas aulas e queirão ,
no emtanto , dedicar-se á scena lyrica dramatica, serão lecionadas em suas casas gra
tuitamente pelos respectivos mestres » . Firmato : JOSÉ AMAT.
(2) Vedi questo nome nella gestione lirica del 1871.
- 208 –

riusci a trionfare nell'arte lirica , giacchè mai più si fece accenno al suo
nome.
Segnaliamoanche gli uomini: E . Marura , Mario da Trindade, G . Toledo,
Hyginio José de Araujo, Eduardo Moreira, Normandia , Cintra , Lima, ai
quali si aggiungevano i conosciuti artisti stranieri Eduardo Ribas, Ricol
doni, José Amat, Giullemet e Cervini, considerati fattori artistici di un'ar
te che si sviluppa in onore della patria.
Era questa la schiera degli artisti nazionali e dei pochi stranieri, che
precedeva col massimo ardore, colla massima alacrità ad un lavoro pre
paratorio di 75 rappresentazioni realizzate dal 1857 al 1863, interpretando
senza tener nota delle riprese, le seguenti opere : « A Estréa de uma artista » ,
opera in due atti, di J. J. dos Reis ; (1a volta , 16 luglio 1857, teatro Ginna
sio ; « Brincar com fogo », di . ... . . .... (31 agosto ); « O Beijo » , opera in
un atto , e l'operetta « Boas Noites» (30 ottobre) ; « A volta de Columella » ,
opera di Fioravanti, con esito e soddisfazione generale (24 novembre 1857);
« Os expostos », nuova opera del maestro Ricci, cantata , come tutte le al
tre, in lingua nazionale (20 aprile 1858 ), (teatro S . Januario); « O Dominó
azul » , opera in tre atti, di Arrieta (8 maggio 1858), debole successo; « Os
Diamantes da Coroa » , di Barbieri, teatro S. Pedro de Alcantara ; « Nina » ,
di Coppola , debutto dell'artista Hygino José de Araujd (21 giugno 1858) ;
« Norma » di Bellini, in lingua nazionale, protagonista : Carlotta Milliet e
Giulia Millans, cantata con straordinario successo al teatro S. Pedro de
Alcantara (12 agosto 1858) (3 ); « A Locura do Amor », opera del maestro

(3) Dobbiamo notare che questo e gli altri menzionati teatri erano ceduti gentil
mente e provvisoriamente per le recite dell'Opera Nazionale, finchè non fosse edifi
cato il suo, il quale doveva innalzarsi nel campo di Sant'Anna, prossimo alla via
Larga di S . Joaquim . Detto teatro era aspettato con ansia ; doveva sorgere in onore
dell'armonia, onde abbracciare nel suo seno l'Opera Nazionale e perpetuare i nomi de'
protettori della bella e patriottica istituzione. Sfortunatamente non giunse a edifi
carsi, a causa del signor D . José Amat, il quale voleva che il terreno, in cui doveva
essere costruito, fosse comprato in suo nome, mentre la legge, che concedeva le lotte
rie , dichiarava invece che detto teatro dovesse rimanere proprietà nazionale .
Questa complicata storia del nuovo teatro e delle lotterie fece scrivere, nel 1861,
ad un critico, il seguente :
A minha mofina desde muito tempo é a necessidade de se regenerar o theatro
nacional dramatico . A opera lyrica nacional pode ser uma instituição utilissima, e
apezar de todos os grandes senões que emesquinhão a que hoje temos, o paiz já colheu
della algums fructos. Mas a opera lyrica nacional não pode fazer perder o interesse
que deve despertar o theatro dramatico nacional. Já demonstrei vinte vezes que a
regeneração ou antes creação do theatro dramatico nacional não é obra que esteja
nas forças de emprezario algum , e pe somente o governo está no caso de effectua -la .
– 209 -

Coppola , interpretata con lieto successo dalla Luigia Amat, Giulia Millans,
José Amat, Eduardo Ribas, Trindade, Normandia e Filippe (30 ottobre
1858); « Pipelet » , opera del maestro Ferrari, cantata dalla Carlotta Mil
liet, Paolina Gianelli, Ricaldoni, José Amat, Trindade e Olive (28 ottobre
1859); « D . Chico Cerfolio », opera di Degiosa, eseguita dalla Milliet, Eduardo
Ribas, Marina, Trindade, Cintra e Maura (17 novembre 1860 ); « Noite de
S. João »), opera di Elias Alvares Lobo, interpretata dalla Luigia Amat
Carlotta Milliet, Eduardo Ribas e José Amat (14 dicembre 1860, teatro
S. Pedro de Alcantara); « Crispim e a Comadre » , opera dei fratelli Ricci
(marzo 1871); « Moema e Paraguassú » , nuova opera del maestro Sangiorgi,
su poema del dottor Francesco Bonifacio de Abreu , interessante episodio
della vita di Diego Alvares Corréa , il « Caramurú » (luglio 1861); « As Bo
das de Joanninha », opera comica in un atto, del maestro Martin Assú , su
libretto di Machada de Assis, considerata sentimentale e delicata, però con
freddo successo (6 agosto 1861); « Noite do Castello », opera in tre atti, del
giovane maestro A . Carlos Gomes, su libretto di Antonio José Fernandes
dos Reis; successo strepitoso che assume un vero trionfo , cantata dalla
Luigia Amat, Guillemet, Marchetti, Eduardo Ribas, Trindade e Horeira (4
settembre 1861, teatro « Provisorio » ); « Dous Amores » , dramma lirico
in tre atti, dedicato a sua M . l'Imperatore del Brasile, musica della contessa
Roswadouska, su libretto del poeta dottor Manuel Antonio de Almeida,
cantata dalla Carlotta Milliet, Guillemet, Trindade, Soares, Marchetti e Fi
lippe, (gennaio 1862); « A Transviada » (La Traviata ), opera di Verdi, can
tata dalla Carlotta Milliet, Marchetti, Cervini, Soarees, F . Alves, Trindade,
Belli e Guillemet (19 marzo 1862) ; « Côrte de Monaco » opera leggera ,

Até dous ou tres annos passados no havia desculpa nem explicação para o de
scuido e a incuria do governo a este respeito.
Agora tudo se escusa com a falta de dinheiro e com as circumstancias pouco ani
madoras do thesouro publico .
Mas eu creio que nem , essa desculpa aproveita . A primeira é, sem duvida, muito
avultada despeza, que o governo teria de fazer, para entrar na grande obra civiliza
dora e moralizadora, de que fallo, seria exigida pela construcção ou pela acquisiçao
de um theatro digno da capital do Imperio : seicentos ou setecentos contos pelo menos.
Isto faz recuar dous passos a benzer -se com a mão todo os economisas, que, alias,
nem sempre economizão .
Mas eu vou offerecer ao governo os meios de arranjar muito e muito mais de
mil contos sem tocar em um real do thesouro publico , sem crear novos impostos, e
sem decretar novas loteria .
Vamos a este segredo que é o mais simples possivel.
O governo obteve-das-cameras grande numero de loterias para a construcção de
as-cameras ronde numero de loterias para a construcção de
um theatro que deveria custar 700 :000, creio eu : fe -las correr ou todas, ou já em
- 210 —
scritta nella forma di Zarzuela, di Domenico José Ferreira, versi di Fran
cisco Gonçalves Braga, interpretata dalla Marietta Siebs, Luigia Amat, José
Amat, José Eduardo Moreira, Trindade, Cintra e Lima (6 ottobre 1862) (4);
« Joanna de Flandres », seconda nuova opera di A . Carlo Gomes, in tre atti,
eseguita dalla Teresina Bayetti, Luigia Amat, Achille Rossi, Giuseppe Maz
zi, Luigi Walter e G . Cervini, riportando un successo dei più clamorosi (7

grande parte, e se algumas não correrão ainda forão por certo extrahidas a seu
tempo .
0 producto dessas loterias é portanto para um theatro e não pode ou não deve
ser aplicado a outro serviço.
Ouve idea de se construir o novo theatro no Campo da Acclamação, na face que
se estende entre as duas ruas do Conde, velha e nova, e o governo comprou ahi algums
predios, que servem hoje para algumas repartições publicas. Mas essas repartições
publicas não têm o memor direito de serem aproveitadas sendo o dinheiro destinado
para a construcção do theatro, e por tanto o governo tem dedosito para dar ao
publico um theatro, tanto quanto é a somma dos productos das loterias já extrahidas.
Eis ahi prtanto já uma quantia avultadissima que chegará penso eu, a setecentos
contos quando tiverem corrido todas as lotarias. Se o governo persite na idea de con
struir um theatro novo, ahi está o dinheiro que as cameras lhe concederão para isso,
e contente- se ; porque a « Chronica da Semana » não lhe dá em tal caso nem um
vintem de mais.
Se porém não quer metter- se em obras que sempre lhe sahem muito caras vu
prefere desapropriar ou comprar um bom theatro , terá além daquelles setecentos contos
mais algums contos de reis que tambem não hão sahir do thesouro, e que hão de
hair da bolsa do povo , quer o governo compre ou costrua theatro, quer não, — Othea
tro de S. Pedro de Alcantara tem de receber na Côrte cinco annos, e em , Nictheroy
durante nove, um auxilio pecuniario devido ao producto das loterias concedidas, pro
ductor que é adiantado pelo thesouro e que deve importar em uma somma que, se
gundo os calculos de uma pessoa habilitada , não será menor de setecentos contos » .
(Jornal do Commercio, « Cronica da Semana).
(4) E ' utile si sappia , che fin dal 7 settembre 1862, la direzione, o impresa, dell'o
pera nazionale, terminando il suo mandato, passava , in detta data , l'amministrazione
ad una nucva amministrazione, alla cui testa si trovavano tre cospicue persone :
Francisco Manuel da Silva, Joaquim Norberto de Souza e Silva, e il dottor Antonio
José de Araujo, i quali firmavano un nuovo contratto col governo pel sostegno del
l'opera lirica nazionale e italiana.
Questa nuova direzione non prometteva allargare i confini dell'arte lirica, ma s'i.n
pegnava di organizzare una compagnia lirica italiana, non trascurando il programma del
l'opera nazionale, composta di artisti di merito e forze regolari in relazione alle risorse
di cui disponeva, e degna del favore del pubblico. Parole di lode ebbe il pubblico per
quei distinti signori vedendo accettare l'arduo compito , nei cui sforzi avevano piena
fiducia procurando agli artisti nazionali quello stimolo di cui tanto necessitavano e
mettere a profitto il loro talento e vocazione. Infelicemente, il 14 marzo 1863, l'anima
della direzione in parola , Francesco Manuel da Silva, per motivi finora ignorati, si
dimetteva .
- 211 -

settembre 1863); « Vagabundo » , opera semi seria , liberamente tradotta in


lingua nazionale dal dottor Luigi Vincenzo De-Simoni, musica di H . Alves
deMesquita, su libretto di Gumerate (24 ottobre 1863).
Secondo si venne accennando, nell'elenco delle opere cantate dalla com
pagnia dell'opera nazionale, sei erano i compositori brasiliani: “ As Bodas
de Joanninha » , diMartin Assú ; « Noite de S . João » , di Elias Alvares Lobo ;
« A Côrte de Monaco » , di Domingo Ferreira ; « Noite do Castello » e « Joanna
de Flandres », di Antonio Carlos Gomes, e « O Vagabundo » , di H . Alves de
Mesquita.
Certo , che le due opere di A . Carlos Gomes, ebbero il sopravvento su
tutte le altre. Merito principale del giovane compositore era la spontaneità ,
la frase cauta , l'ispirazione, la forza drammatica e teatrale, di cui, negli
anni che seguirono, diede prova nel suo immortale « Guarany » . In altre
parole : la « Noite do Castello » lasciava trasparire tutto il suo genio arden
te e creatore, pur imitando la scuola italiana ; « Joanna de Flandres », con
solidava la fama acquisita , come futura gloria artistica della sua patria .
La stampa locale inneggiava a lui con i più caldi elogi. Uno scritto da
manó d 'artista F . J. Bittencourt da Silva, fondatore del Liceo di Arti e Me
stieri, che oggidi dovrebbe, per gratitudine, portare il suo chiaro nome,
chiudeva la serie degli elogi, resi al futuro compositore brasiliano, con quc
ste parole : . . . . . . . . . . . « em conclusão : A opera « Noite do Castello » ,
« marca, nos annaes da arte nacional, o ponto de partida de uma grande
a cruzada. Sentinella do progresso, ella provará aos que de nós duvidão
« que, se nos faltão Augustos e Mecenate, em compensação não nos falt
« tão talentos, vocações, genio, cuja espontaneidade acompanha a fertili
« dade deste solo abençoado . .. ... . . . . . . . . . Os applausos
a os bravos e felicitações que o incontestavel talento de A . Carlos Gomes
& soube arrancar de um publico quasi sempre morto da indiferença para
e as obras da musa nacional representão para o joven artista, ou aurora
« formosa e pura de um dia glorioso e chejo de triumpho, ou o crepusculo
« de uma tarde morna que annuncia uma noite escura e fria .. ... ... .. ».
La esecuzione della sua opera fu ottima, tutti gli artisti sostennero con
dignità le loro parti; il direttore d 'orchestra Giulio Nunes, Luigia Amat,
Marchetti, Trindade, Marreira , Guillemet, Eduardo Ribas, furono applau
ditissimi, e il loro successo coronò e giustificò l'arduo lavoro del creatore
dell'opera nazionale D . José Amat.
Si lodò nello sparito la romanza del 1° atto , trovata d'un sentimento
profondo ; « Nestes sitios que virão minha infancia risonha » ; il coro :
« É elle o fantasma; corramos amigos » , assai ben fatto e d’un effetto bellis
simo e sorprendente . Un canto appassionato, il finale del 2º atto, applaudito
- 212 -

e lodato per la sua ispirazione e la buona istrumentazione, fu considerato,


dalla critica dell'epoca, come un lavoro orchestrale degno di essere imitato.
Nel preludio si scorgeva un pensiero elevato , d'indole propria, tagliato
per i grandi effetti teatrali.
Al termine della recita , l'entusiasmo, le dimostrazioni di stima da par
te del pubblico e della corporazione musicale spontaneamente manifestati,
ora applaudendo freneticamente , chiamandolo ripetute volte al proscenio ,
coronando l'artista, accompagnandolo sino alla sua dimora, erano la prova
dell'incontestabile talento del sorgente maestro brasiliano.
Come vede il lettore, il trionfo di A . Carlos Gomes sulla scena lirica
della sua patria, non poteva essere più brillante e significativo. Ma se co
desto successo fu preludio di uno splendido avvenire per il giovane mae
stro , preludio fu anche di amare lotte, promosse dall'invidia e dalla mal
dicenza di alcuni zoili, quando era in procinto di dare la sua seconda nuova
opera « Joanna de Flandres » , nel 1863. E ' lui stesso che ce lo dice in una
sua lettera pubblicata il 3 settembre (1863), nelle colonne del Jornal do
Commercio :
« Carlos Gomes ao publico » .
« Continua a empresa da opera nacional e italiana no seu empenho de
prejudicar-me. Com a declaração leal e franca do Sr. F . Nicolai cahio a
insidiosa insinuação a respeito da minha opera « Joanna de Flandres » .
Vencidos, erguem do silencio a insinuação ainda mais desprezivel a re
speito da « Noite do Castello » .
« Propalou -se outr 'ora que a partitura da « Noite do Castello » era obra
do maestro Giannini, de que eu me apropriára. Um artigo desta mesma
folha esclareceu entáo isto , tudo elucidou -se ; hoje é o Sr. Pagani que passa
a autor da minha primeira opera . E ' provavel que tambem o Sr. Pagani
regeite a paternidade. Agora, Srs. directores , em vista da declaração do
Sr. F . Nicolai, como affirma, não tenho obrigação de reger a orchestra nos
espectaculos de opera nacional.
« O meo collega o Sr. Joulio Nunes está contractado apenas para mestre
de coros e ponto do theatro. Eu nenhum contrato tenho que me obrigue a
reger as ditas operas. Quem é pois, o regente de orchestra nos dias de opera
nacional? Pois a opera nacional, pretexto da subvenção, nem se quer tem
um regente de orchestra ? Quem dá o dinheiro é que justamente vive de fa
vor? Que inepcia , Srs . directores » .
A giustificare tali atti, che molto affliggevano il maestro Carlos Gomes,
apparisce per il primo il Pagani, rispettabile professore di musica , il quale
pubblicava nello stesso giornale la seguente lettera :
« R . Pagani ao publico » .
- 213 -

« Lendo hontem nesta folha um artigo em que diz que eu corrigi a


opera « Noite do Castello » do Sr. A . Carlos Gomes, declaro que nenhuma
correção fiz nessa opera e emprazo o autor desta insinuação maligna á
dizer, sob sua honra, se de mim ouvio tal dito . Tenho prazer em esclarecer
o publico a este respeito . — (Rio , settembro 1863) » .
L 'impresa, a sua volta , alla cui testa non vi era più José Amat, il quale
tanto s'interessò per il buon esito della « Noite do Castello » , impresa che
nel 1863, aveva trasformato il Teatro « Provisorio » in una vera torre di
Babele, mettendo a fianco dell'opera lirica italiana e nazionale, gli acrobati,
le ballerine eccentriche, i drammi terrestri e marittimi del Signor Lacerda ,
non guardando che il solo interesse materiale , si affretta infine a calmare
l'ira del pubblico e del maestro, mettendo in scena, il 24 settembre 1863,
l'opera « Joanna de Flandres » .
Malgrado ciò , la guerra sorda della turba degli zoili, di cui era sog
getto Carlos Gomes, continua ; constava anzi, all'ultim 'ora, che si sarebbe
fischiata la sua opera . Salvador de Mendonça l'autore del libretto della
« Jaonna de Flandres » , consapevole della congiura dei nulli, salva la si
tuazione, pubblicando nel « Jornal do Commercio » il seguente articolo (15
settembre 1863):
« Abençoada é a terra da nossa afortunada patria ! Aqui á voz potente
« desta natureza de eterna primavera, brotão ao solo fecundo a seiva e o .
« vigor. Aqui, o talento, o engenho, evocados pela tuba grandiosa do pro
« gresso , acodem espontaneos a formar o prestito do porvir.
« Aquelle, porém , que ora se apresenta á face do publico, não é o lau
« reado de um dia , a quem as turbas esquecerão, como idolo ephemero de
« um momento de enthusiasmo. Não. Contrahio de ha dous annos uma di
« vida immensa : vem , no entanto , saber quem é angora o devedor, se ainda
« elle, se esse publico, a quem de novo quer sobracarregar com a obriga
« ção de applaudil- o ou admiral-o . -E ' o privilegio do genio , é a sua magna
« excellencia. Um momento de divina inspiração, nessa hora em que pela
« aza luminosa do archanjo do Senhor roçou ardente pela sua fronte , salda
« diante do mundo, que o contempla e aguarda, um compromisso sem ter
amo, a quem o só viver do homen , no aturado trabalho da intelligencia ,
« fôra por certo insufficiente.
« E para conseguir mostrar- se no presente com a sua nova obra , para
« proseguir na senda difficil do aperfeiçoamento , atravessou milhares de
« obstaculos, venceu contrariedades sem numero.
« O amor da arte pela arte, a admiração do bello, senão conscie
« cia, ao menos pelo vago sentir de um ideal embora remoto, não nos
« venhão dizer que as não possue o nosso povo .
- 214 -

« O elemento preparado de um agradecimento artistico e litterario


« germina no seio da nação, mas ameaça esgotar-se por desaproveitado.
« Dos governos, e só dos governos, é a culpa maior. Materialistas ou
« ineptos, ou não dispensão os auxiliares necessarios, ou os deixão malba
« ratar á mercé da vontade inqualificavel de especuladores sem honra,
« que trasmundão os templos d 'arte em balcão de vendilhões.
« () poco, essa entidade excelsa de todos os tempos, mas continuo ludi
« brio de governo de todas as épochas, esmorece e trepida ante a nenhuma
« garentia de futuro que antevê na carreira desprestigiada das artes e
( das letras.
« Então artista , que nasceu com a vocação cujo berço bafejarão as
« aureas celestiaes e fructificadoras, cuja infancia foi um almejar con
« stante pela realização do seu sonho de ouro , encara com scepticismo de
« solador esta sociedade sem creanças, que passa garrida e satisfeita com
« o seu viver material e sem nome.
« Ainda bem que as causas do intorpecimento moral não sobem das
« camadas inferiores, com luzes de nova aurora póde surgir a regeneração .
« Que louvores, que distincções serão bastantes a essa resumida classe
« de eleitos, que obteve em partilha o vigor do engegnho e o vigor da
« perseverança ? .
« Para estes só existe a justiça do povo, e mais tarde a justiça da
« historia .
« Nestas condições' propôe- se a apparecer em publico o autor da « Noite
« do Castello » exibindo em scena a sua nova opera « Joanna de Flandres » .
« Estamos certo de que ser -lhe-ha compensado o esforço nobre e ge
« neroso .
« Foi ainda nesse manancial de mil admiraveis legendas, nessa épocha
« cavalleiresca dos cruzados, que A . Carlos Gomes voltou a evocar do pas
« sado longiquo os vultos gigantescos, a que animou e deu vida com a
« vara mystica de creador, ante quem jorra abundante e fecunda a limpha
« pura da inspiração.
« Mais de espaço fallaremos da sua nova partitura. Basta que saiba o
« publico que já un dilettante e um mestre , cujo nome calamos em respeito
« á sua modestia , estabeleceu entre a primeira opera de A . Carlos Gomes a
« segunda a proporção de dez para cem .
« Ha de aquilatar o valor desta opinião o publico , o publico que o
« vai julgar, o publico a quem o jovem maestro se entrega com a confiança
« inteira de uma consciencia serena . E o publico lhe ha de vingar a affronta,
« se a cabala infame patentear-se un momento . . .
- 215 –

« Trabalha pelo nome da patria : é justo que da patria espere a re


compensa » .
E la ricompensa l'ebbe, il maestro, in quella notte, la cui impressione
prodotta del suo nuovo spartito mise in delirio il pubblico. Forse era desi
derabile che si applaudisse anche l'impresa, che nonostante le difficoltà
da combattere, aveva, dopo 7 mesi di prove, messo in scena l'aspettata e
desiderata « Joanna de Flandres » . Ma il pubblico, consapevole ormai della
guerra mossa all' autore prorompe, per vendicarlo , dopo una manifesta
zione addirittura sbalorditiva a Carlos Gomes, in una impetuosa fischiata
terminando col rompere alcune poltrone.
Per coronare il successo di Carlos Gomes, le signore più distinte della
società fluminense, gli offrivano, una bacchetta di grande valore.
La « Joanna de Flandres » costitui un grande passo nell'arte lirica del
maestro : essa superava ogni confronto con l'opera anteriore.
Carlos Gomes, nei suoi mezzi tecnici e intellettuali, trovava, natural
mente, la sua ispirazione e la forma nella maniera dello stile della sorgente
cavatina e cabaletta dell'opera italiana. Ma toccanti erano le sue melodie,
melodie che rivelavano l'artista, il quale doveva conquistare quella gloria
mai raggiunta da altri suoi intelligenti artisti compatriotti...
La degna interprete del lavoro nazionale dedicato alla società musi
cale « Campesina » , fu la Bayetti, degnamente coadiuvata dalla Signora
Amat Luigia , e i Signori Achille Rossi, Giuseppe Mazzi, Luigi Walter e
Giuseppe Cervini.
Nella « Joanna de Flandres », vi erano da ammirarsi belle riuscite
pagine. Il primo atto era vigorosamente accentuato nel ritmo e la melodia .
Bello era « l'Andante » del secondo atto , atto iniziato con un bellissimo
preludio , a cui faceva seguito un coro magnifico :« Patria , Patria » !. Non
meno bella era l'aria del soprano : « О juramento que hei dado » , e il duetto
di mezzo soprano e tenore: « Ha longos annos a colheste Amiga », seguito
da facile e graziosa cabaletta.
Oltre a ciò , vi era un coro bello e brillante , nonché un « Adagio » gran
dioso, il quale terminava con una frase nobile e tenera del basso : « Duros
tormentos de exilio amargo » , e una squisita aria melodica per tenore. Nel
l'atto terzo, come pezzo principale, citasi il terzetto , assai ben fatto . Pezzi
distinti, espressivi e pieni di passione, erano la bella e assai lodata roman
za per tenore con accompagnamento di sola arpa , e il duetto tra Giovanna
e Margherita ; pezzi, per concludere, che avrebbero fatto onore a qualsiasi
maestro di fama.
Quest'opera, ricca di tanti pregi, concepita tra le lotte amare, sentite
- 216 -

nella propria Patria (5 ) dal suo autore, periva nell'incendio del teatro
S . Januario (1864) .
Dobbiamo anche constatare il talento e il successo di Henrique Alves
de Mesquita, colla sua opera « O Vagabundo » , scritta su libretto di Fran
cesco Gumerate, liberamente tradotto in lingua nazionale dal dottor Vin
cenzo De-Simoni. Detta opera, veniva rappresentata per la prima volta,
sulla scena dell'opera nazionale , il 24 ottobre 1863, interpretata dagli arti
sti : Luigiá Amat (Adela ); Rossi (Barone di Monfort), Walter , (Barone di
Mery), Mazzi (Conte di Savigny), Tindate (Marchese di Punzeira), Bolgiano
(Eduardo Beaumont), la Dejammi (Isaura ). "
L 'esito fu un trionfo per l'autore. Nella sua opera, — caso strano —
scritta a Parigi ai primi anni dei suoi studi, non traspariva il gusto e la
tendenza alla scuola francese; al contrario , vi dominava la forma e la
bellezza dell'ispirazione melodica italiana.
Quindi, senza internarci in tutta l'opera, si può sintetizzare che tre
pezzi, uditi ed accolti con un uragano di applausi, furono : il duetto assai
bello del primo atto (Isaura ed Eduardo) e quello, non meno bello, del
secondo atto (Isaura e Vagabondo ). Oltre a questi ed altri pezzi, convien
citare il finale dell'opera , nel quale primeggia , con grande poesia, una frase
del tenore : « Vencido, humilhado, eu longe do mundo » .
Concludendo, l'autore fu chiamato il primo talento musicale del Bra
sile . In tal detto , non v 'ha dubbio, traspariva un po' di esagerazione, dato
lo esaurimento degli aggettivi coll'apparizione di Carlos Gomes e la sua
« Joanna de Flandres » .. .
L' assenza , del resto , la lontananza aumenta sempre il merito del
l' artista .
Certo , il Mesquita era un bel talento musicale, su di cui si ponevano
le più liete speranze, ma non comparabile a quello che sorgeva alla stess'e
poca, di Carlos Gomes, il di cui estro melodico, e la bollente immagina
zione, lo destinava alle più brillanti imprese artistiche.
Alla sua serata d'onore, avuta luogo il 26 ottobre 1863, intervenne un
numeroso pubblico, ciò per mitigare anche le sue pene, sentite nella capi
tale francese, ove si trovava (6 ).
Parliamo anche del maestro Elias Alvares Lobo, di cui i pochi ammi
ratori vollero fare un emulo impossibile dell'autore della « Joanna' de Flan
dres » . Dobbiamo essere sinceri. Poichè, malgrado la stampa carioca pro
digasse grandi elogi al suo primo lavoro « A Noite de S . João » , rappre
sentato , in prima udizione, il 14 dicembre 1860, al teatro nell'opera na

(5 ) Vedi capitolo compositori brasiliani).


(6) Vedi cenno biografico di questo maestro al capitolo : « I compositori brasiliani ».
- 217 —

zionale, il suo talento nella arte melodrammatica teatrale, non trionfa su


quello di Carlos Gomes.
Gli mancava la disposizione naturale, l'irruenza focosa e la vena me
lodica : qualità primordiali per il compositore di opere teatrali. Del resto
la « Noite de S . João » non riportò che un successo di stima e tale appena
da incoraggiarlo ad accingersi a qualche altro lavoro. E con tale intento
il Lobo, dopo la sua serata d 'onore (16 dicembre 1861), partiva per la
sua provincia natale, a ultimare una nuova opera « A Louca », che doveva
cantarsi l'anno seguente , all'opera nazionale ; ma lo spartito non fu ter
minato a tempo, nè istrumentato , e quindi mai rappresentato , per colpa
del proprio autore (7 ).
Ci rimane a far menzione di altre due opere nazionali: « As Bodas
de Joanninha » , di Domingo José Ferreira , e « A Côrte de Monaco » , di
Martin Assú , del di cui merito non terremo discorso poichè il suo valore
non è da mettere a paro con quello delle opere dei maestri antecedente
mente citati,
Il successo della bene accetta istituzione eccitava anche la mente di
alcuni compositori stranieri con residenza in Rio de Janeiro : il San Giorgi,
che compone la citata opera « Moema di Paraguassú » e la contessa Ro
swaudoska, quella intitolata : « Dous Amores ».
In conclusione: da quanto si venne accennando in riguardo all'opera
nazionale è da affermare che sterile non fu la sua gestione nel breve giro
dei suoi pochi anni, nella quale riescono ad apparire : compositori, cori,
scuole di canto, da ballo e direttori d 'orchestra.
Ma sventuratamente , l'Opera Nazionale , come tutte le utili imprese che
sorgono a principio con ardore ed entusiasmo, degenerava in apatia sul
morire dell'anno 1863, per scendere nella tomba dell'eternità ai primi
albori dell'anno seguente ( 1864 ), lasciando traccie gloriose ed una serie
infinita di delusioni! . . . ,
Nel settembre del 1863, l'ambiente lirico , già intorbidito da fosche nubi
di contentezza con la protesta formale degli artisti di non cantare più se
prima la direzione non compiva il dovere di pagare cinque mesi di sti
pendii arretrati, fa sospendere le rappresentazioni italiane e nazionali, per
esalare l'ultimo respiro vitale il 31 ottobre (1863), con l'ultimo spettacolo
della stagione lirica dell'anno.
La direzione, alla cui testa erano i signori Joaquim Norberto e Araujo,
di cui molte anomalie si ebbero a deplorare, data l'assoluta mancanza di
criterio amministrativo e la nulla perspicacia nella condotta artistica, de

(7) Vedi questo nome al capitolo : « I compositori nazionali »,


- 218 —
clinava il suo mandato, dopo avere sfruttato la sovvenzione delle lotterie.
D . José Amat cerca, coi suoi amici, scongiurare il pericolo, assumendo
la direzione, col sussidio delle rimanenti 11 lotterie (la direzione cessio
naria ne aveva sfruttata 13 a favore di chi poteva ottenere il felice contratto
del 1° settembre 1861) e tutti i diritti e poteri concessi alla sovradetta dire
zione che, ad onta di tutto, lasciava l'Opera Nazionale in misero stato .
Quindi, alla rinuncia compiuta dei detti signori direttori Joaquim Nor
berto Araujo , che l' opinione pubblica fulminava con acerbe accuse di
cui non era esente un direttore - gerente Antonio Pestalardo, D . José Amat,
partiva (8 gennaio 1864) per l'Europa, a fine di contrattare nuovi artisti
onde prolungare l'esistenza dell'Opera Nazionale e italiana. Ma ad onta del
suo grande amore per la utilissima e patriottica istituzione, dopo alcune
sporadiche rappresentazioni dell'opera « Noite do Castello » di Carlos Go
mes, l'Opera Nazionale , nell’agosto 1864, perdeva il suo nome per sempre !...
V° PERIODO
CAPITOLO XIV.
(1857-1889)

DELL' ARTE LIRICA ITALIANA

Liete rimembranze di un'epoca d 'arte intensa , — Quadrivio di figure culminanti nel


proscenio del « Provisorio » . - L 'anno seguente : il prezzo esorbitante dei cantanti, -
Brama di ritornare al tempo passato . -- « Il Trovatore » dà luogo all'insuccesso di una
compagnia : come il Rio antico voleva veder interpretata la creazione di Verdi. – La
De La Grange nella « Norma » e nella « Traviata » : in quest'ultima opera attinge al
delirio. — Chi è questa Diva ? interroga un poeta . E ' la sua voce prodigio d'armonia ,
afferma Macedo. -- Un giudizio della grande artista sul pubblico di Rio , – Un artista ,
creatore, alla Scala , del nostro Guarany. -- La grazia e la vivacità nella musica . -
L 'Inno epitalamico in onore della Principessa Imperiale. – Preludio della guerra del
Paraguay che traspira nella vita artistica del paese. — Canti di stimolo guerriero, -
Un concerto sinfonico. — Inni patriottici. — Dove si parla d 'un illusionista mirabile . --
Ritornando all'argomento musicale. – Dilettanti tedeschi ci presentano il « Freischütz »
- Il crepuscolo d'una grande cantante . – Nel mezzo del marasmo del momento sorge
una trinità d 'arte: Arturo Napoleone, Reichert, Pfeifer. - Riferenza al genio della
tragedia che incarna la Medea in Adelaide Ristori, -- Due sorelle che hanno un pre
zioso tesoro nella gola . — Carlotta Patti. - Tempi in cui un Imperatore accompagnava
da vicino gli slanci dell'arte. - Prima udizione della sinfonia e della marcia del
« Tannhauser ». – Un violinista di elezione: Pablo Sarasate . — Si apre – cogli Ugo
notti - un solco luminoso nella memoria degli avvenimenti artistici della nostra terra.
- Il « Guarany ). — Il creatore dell'episodio nella letteratura nazionale dell' indianismo,
partecipa della gloria di Carlos Gomes. — Rossi, il celebre interprete di Shakespeare.
– Il «Guglielmo Tell » attinge il trionfo . -- Altro maestro brasiliano : H . Alves de
Mesquita , – Marietta Siebs, sostituta di Giulia Gasc ; scende nella tomba confonden
dosi fra gli uomini. — Un miracolo di novità melodica : il « Ruy Blas ». — « Ah ! se
tu dormi svegliati ! » : una rivelazione sulla tradizionale romanza. – Ancora un nome
rimbombante nel mondo artistico : il tenore Gayarre. -- « Salvator Rosa », nuova com
posizione di Carlo Gomes . — Una voce calda e limpidissima: Maria Luisa Durand. —
Cinira Polonio calca la scena del teatro lirico . - Elisa Volpini e la Borghi-Mamo:
astri di prima grandezza. – La Teodorini e Santinelli, – Il celebre tenore Tamagno.
- « Lo Schiavo ». — Impressionante schiera di nomi sfolgoranti, -- Altra opera di
Carlos Comes : la « Fosca », — Il « Lohengrin », per la prima volta in Rio. — L 'elogio
iperbolico e le sue conseguenze negative. – Esagerazioni. – Una ingiustizia della
platea carioca. — Il successo della « Carmosina » , — Gli onori di un monarca magna
nimo e le glorie di un artista immortale .
- 220 -

Dopo la rassegna del periodo dell'opera nazionale, ritorniamo all'epoca


del suo inizio (1857) per continuare la storia dell'opera lirica italiana e de
gli artisti che l'onorarono.
Si ripensi alle quattro sommità artistiche, tante volte citate : Tamberlik .
De La Grange, Charton e Casaloni, che avevano trascinato all'entusiasmo
tutta la platea del « Provisorio » , nell'anno 1856, che cadeva nel dominio
del passato artistico colle rimembranze le più care.
Ma l'impresa, dimenticando le passate glorie , le rappresentazioni suc
seguenti si riducevano in condizioni modeste e poco floride.
Tutto , pur troppo, si risentiva di poco valore artistico . Ma la nuova im
presa , nell'intento di voler dare il passato splendore al « Provisorio » , si
propone di contrattare la grande Stolz , le cui pretese erano, questa volta ,
le seguenti : 1°, trecentoventimila franchi per sei mesi, cantando, al mas
simo, due volte per settimana; 2°, un beneficio con un preventivo di cinquan
tamila franchi; 3º, viaggio di andata e ritorno pagato ; 4°, una vasta abi
tazione a sua disposizione durante i sei mesi di contratto, con 8 servitori,
due carrozze e 12 cavalli di alto valore, al suo servizio.
L 'impresa , però, malgrado la pingue concessione delle lotterie, che col
solo primo anno le aveva reso 750 contos di reis, non accettò tali condizioni.
Quindi c'era da prevedere , l'anno artistico del 1857, senza una stella di pri
ma grandezza , entrava a far parte delle stagioni liriche prive di calorosi
applausi e dell'abituale entusiasmo.
Il pubblico musicale, che si lagna per la marcia del teatro « Proviso
rio » , appena udì alcune opere, escluse quelle dell'Opera Nazionale : « Fio
rina » di Pedrotti; « Le Chalet » di Adam ; la « Norma » , in beneficio di
Eloisa Marechal, ed altre.
Non meno sventurata fu la apertura della stagione lirica del 1858, i cui
primi spettacoli fanno rimpiangere come male spesi i denari della sovven
zione. In altri termini, il teatro era ridotto allo squallore, sotto la direzione
di Dionysio Vega.
Tutto andava male per la cattiva amministrazione e la mancata pro
messa di buoni cantanti. L 'orchestra a sua volta , per mancanza di violon
celli e contrabassi, si vede infarcire di quattro oficleidi! . . .
Il « Tancredo » di Rossini parve risvegliare l'indifferenza stoica del
pubblico , che udiva, nel suo debutto , la prima donna contralto Antonietta
Mary, considerata un 'artista di merito reale, e caldamente raccomandata
dal celebre maestro Pacini, all'Accademia di Belle Arti.
Le esagerate lodi sempre uccidono il merito di un raccomandato, ma
quelle di cui era portatrice Antonietta Mary, furono giustificate dagli ap
plausi che riscosse la prima sera della sua presentazione.
- 221 -

Coll' « Ernani » , debuttavano il baritono Lodovico Butti e il basso Fer


rara (7 e 10 maggio ). A quest'opera fan seguito « Lucrezia Borgia » , per la
rientrata del baritono Giacomo Arnaud e i « Puritani » , in cui riappare,
dopo nove anni di assenza, la celebre Ida Etalvina. L 'applaudita artista , Ida
amatissima, che tanto brillo sulla scena del « Provisorio » ( 1849), faceva
scrivere ad un critico dell'epoca (1858), il seguente : « O tempo passato,
perchè non ritorni? La riapparizione di Ida Etalvina, causò una penosa im
pressione. L 'opera scritta da un 'anima angelica, tesoro ineffabile di melo
dia , tanto piena di tenerezza e rimembranza, cadde per la deficenza degli
artisti; tutti segnavano la decadenza dell'arte lirica italiana tra noi. La voce
della Etalvina, in altri tempi obbediente a tutte le esigenze del buon gusto ,
dando il vero colorito al canto , accentuando e dettagliando perfettamente
le frasi, è ridotta all'impossibilità di riprodurre uno solo di quei belli e
decantati effetti. L 'orchestra non è più quella ; l'insubordinazione vi è pe
netrata » .
Il 13 luglio, si diceva lo stesso : « L 'opera il « Trovatore » , cantata dalla
Ida Etalvina, ebbe un triste esito , poichè malgrado fosse serata di gala , e
pertanto impropria per le manifestazioni, furono fischiati tutti gli artisti » .
La stampa, difatti, all'indomani, non ebbe che poche pallide righe per
segnalare l'astro che tramontava : « Quando , nove anni fa, giunse questa
dama in Rio , aveva attinto il più alto grado a cui poteva salire; aveva rag
giunto l'altezza « non plus ultra » della sua carriera artistica : era forza re
trocedere » .
Dopo il debutto della Ida, avevano luogo quelli dei nuovi artisti : il ie
nore Balestra Galli, il soprano Anna Bischop e il basso profondo Didot:
artisti, eccetto il Didot, d 'ordine secondario . La La Grua era ancora la sola
artista che portava un po' di considerazione artistica sino alla prima metà
della stagione ( 1858).
Però, nella seconda metà , spariva nel « Provisorio » l'apatia e lo squal
lore che avevano sconvolto tutto l'ambiente lirico e vi subentrava una vita
brillante , portatavi da una grande celebrità vocale : Anna Carolina La
Grange ( 1). Aggiungasi due altre valenti artiste , Giuseppina Amadori, for
nita di una bella e brillante voce , considerata quasi una celebrità da un
partito entusiasta per il suo talento e più ancora per la sua leggiadra bel
lezza ; la prima donna Santina Tosi, pure distinta cantante , nonché un ma
nipolo di nuovi professori strumentisti giunti dall'Europa, contrattati dal
( 1) La Grange (Anna -Carolina de) era nata a Parigi il 24 luglio 1825, e studiò il
canto con Bordogni, Mandaccini e Lamberti, in Italia ove debuttava nel 1842, con l'opera
« La Chiara di Rosemberg », di L . Ricci, in Varese, per poi divenire una celebrità del
l'arte lirica .
- 222 - -

l'impresa per rinforzare e svolgere l'attività orchestrale. Erano essi, per ci


tare i più rinomati, i quali dovevano poscia prendere stabile dimora in Rio :
André Gravenstein, padre (violinista ), Reichert (flautista), Cavalli (cornista ),
e Giuseppe Martini (contrabassista ).
La De La Grange, secondata da un 'orchestra più numerosa, completa e
valente, doveva emergere maggiormente pel suo straordinario talento.
Ciò detto , non deve farci meraviglia se con tali elementi tornano quelle
superbe e indimenticabili esecuzioni che diedero, negli anni trascorsi, il
sublime godimento di eccellenza artistica.
I vecchi dilettanti di musica, nonché i superstiti di quella valorosa or
chestra, alcuni ancora viventi sul morire del secolo passato, ne parlarono
infatti con una rimembranza tale che toccava la commozione. Il debutto
della eccelsa cantante aveva luogo il 17 agosto (1858 ), colla « Norma » , la
cui creazione fu segnata in lettere d 'oro fra quelle che meritarono titolo di
onore negli annali dell'arte lirica di Rio de Janeiro . Si narra che la voce
della insigne artista, fornita di tre ottave — dal fa , 3º rigo inferiore, al mi,
3º rigo superiore – obbediva a tutti i capricci della sua fantasia ; si lanciava
alle più alte regioni delle difficoltà tecniche, senza il minimo sforzo.
Era l'artista che più si avvicinava alla Rosina Stolz , di cui ricordava,
con qualche vantaggio , la voce calda ed appassionata , il potente e dram
matico fraseggio, nonchè quegli scatti generali che facevano delirare e fre
mere un pubblico intero.
Il suo straordinario talento onorò anche il teatro di Santa Theresa, in
Nichteroy, ove, il 24 ottobre (1858), veniva rappresentata per la prima vol
ta , la « Traviata » , cantata sublimemente dalla celebre artista . Il ricevi
mento che le fu fatto fu dei più brillanti ; esso metteva in rilievo il senti
mento estetico col quale sapevano — gli uomini di quei tempi – apprez
zare il vero merito artistico. Durante lo spettacolo , applausi frenetici mani
festavano l'entusiasmo del pubblico . Ma la grande collettività degli ammi
ratori le riservavano una ovazione più bella e più impressionante , che do
veva commuovere deliziosamente il cuore della grande artista .
Dopo lo spettacolo , il pubblico, nonchè moltissime famiglie della mo
desta vicina città , accompagnarono sino al luogo d 'imbarco l'eminente in
terprete della « Traviata » . Una banda di musica , che precedeva il corteo ,
intonò, durante il tragitto , i migliori pezzi dell'opera poc'anzi udita dai fe
stanti, che in delirio , agitando fiaccole fiammeggianti, come in un grande
giorno di festa nazionale, con scoppio di razzi, e innalzando evviva in omag
gio alle geniale cantante . Il corteo, giunto al molo fluttuante , al quale era
attaccata la barca , si profila sotto l'azzurro cielo tutto seminato di stelle ; e
mentre le ruote della barca cominciavano a percuotere l'acqua della mae
- 223 -

stosa baia del Guanabara , urli frenetici, risuonarono colla parola : « Viva
De La Grange! » .
La De La Grange fu chiamata la Regina della scena lirica fluminense.
E come tale, la valente interprete della « Norma », dei « Martiri» , della
« Traviata », del « Trovatore » , della « Sonnambula » , della « Maria di Ro
han » , del « Rigoletto » , della « Lucrezia Borgia » , del « Mosè in Egitto » ,
fu inneggiata a nome dei sentimenti di tutto il popolo musicale brasiliano .
Un riflesso di codesti sentimenti noi lo troviamo, ma più eloquente nei
seguenti versi, suggeriti dall'amore che portavano all'arte d 'un periodo glo
rioso, scritto dal chiarissimo A . J. Nunes Garcia il 21 agosto , alle due del
mattino ( 1858) :

« Quem é esta mulher divina, que a scena pisa,


« No nascente Brazil, das harmonias?
« Quem é esta - cantora ! - que assim commove
« Com os sons melifluos d ’uma voz toccante ?
« Serás tu, immortal De La Grange?
« Não, tu não és, porque essa voz angelica
« Que as mentes arrebatou é voz de um anjo
« Que á gloria só lhe é dado entoar hymnos
« A - Divindade - e não aos humanos ?
. . . . . . . . . . . . . . .
La notte del suo beneficio (18 dicembre 1858 ), fu consacrata esclusi
vamente alla diva ; fu una delle più brillanti serate liriche della stagione.
Mai la « Norma » fu così colorita nell'interpretazione dell'eminente arti
sta , come in quella memorabile recita .
Si salutava inoltre il genio che aveva messo, come la Candiani, come la
Stolz , come il Tamberlik , in delirio il pubblico di Rio . Erano inni spontanei,
fiori in profusione, corone di allori, ovazioni deliranti, poesie recitate ; era ,
infine, il tributo che si rendeva ad una creatura privilegiata , destinata a far
passare dall'udito all'anima degli uomini, il sublime segreto della ispira
zione e dell'arte dei grandimaestri della melodia .
E fu con questa indimenticabile serata che si chiudeva la stagione li
rica del 1858. La regina delle cantanti lasciava, sotto un cumulo di « Sau
dades » , Rio de Janeiro, per recarsi, nel gennaio 1859, a Buenos Ayres.
Con lei seguivano gli artisti Didot, Cavalli, Reina, ed altri compagni.
In conseguenza, il dilettantismo si addormenta sotto un 'atmosfera cal
dissima, sognando le emozioni dell'ultimo periodo della stagione, la chiu
sura del teatro e la scomparsa della grande artista .
- 224 -

Ma nell'anno seguente (1859), le sorti musicali sembrano di nuovo as


sicurate coll'annuncio della riapertura del teatro e il ritorno sulle medesime
scene della diva La Grange, per ripetere la serie delle sue meravigliose
creazioni, coadiuvata, questa volta , da artisti di pregi singolari: il tenore
Raffaele Mirate, possessore d 'una bellissima ed argentina voce, alla quale
si accoppiava la forza e la soavità che gli permetteva di percorrere con si
curezza e intrepidezza tutte le note del suo registro , or facendo vibrare for
temente il suono, or sostenendo una nota sempre uguale e sonora lunga
mente, con crescendi e smorzature stupende, vinte senza il minimo sforzo,
e meritare, al pari del Tamberlik , col suo bel canto espressivo e dramma
tico, ovazioni deliranti nella « Lucia » (opera del suo debutto, 14 giugno ),
Doloroso fu per il pubblico l'annuncio del prossimo imbarco per l'Eu
ropa (18 novembre ) della De La Grange.
Alla vigilia della sua partenza, la geniale artista , ricordando l'ultimo
trionfo della sua serata d 'onore, dirigeva la seguente lettera alla pregiata
artista drammatica Gabriella da Cunha, del teatro Gymnasio , che è tutta
una eloquente prova di sentita gratitudine e, quindi, degna di essere letta :
« Sra . D . Gabriela da Cunha,
« E ' ainda sob as vivas inpressões da noite de 14 do corrente, impres
sões que jamais se riscarão da minha lembrança, que lhe escrevo, pedin
do-lhe que seja a eloquente e generosa interprete do meu coração para com
os nossos irmãos de arte do Gymnasio .
« Diga -lhes, a cada um por si, naquella frase sentida com que me fal
lou , no meio dos aplausos de um publico como não conheço nem mais sym
patico , nem mais indulgente, nem mai generoso, e que applaudia não a
mim , mas à sua artista dramatica predilecta , que considerei sempre a co
rôa que com seus nomes me offereceu , não como um galardão merecido,
mas como uma dessas dadivas que offerece a sympatia e que paga a gratidão .
« Nas recordações da minha vida artistica será a corôa dos artistas
brazileiros uma das mai preciosa. Não m 'a offereceu a vaidade nem a osten
tação, offerecê-rão - m 'a irmãos de trabalho e de crença. Tem valor inesti
mavel.
« Quanto ás palavras que me dirigio , já lhe disse com as lagrimas nos
olhos que não sabia como retribuir-lheas; porque as faz por mim o pu
blico do Rio de Janeiro á eminente artista que ha tantos annos conserva o
segredo de commevê-lo , ennobrecendo a arte e a classe a que pertence .
« Os votos do estrangeiro ao despedir -se do lar onde encontrou indul
gencia e animação são sempre abençoados por Deus.
« Abraço -a ainda uma vez , como uma irmã e amiga.
- 225 -

« Rio de Janeiro, 17 de novembro 1859. – Anna de Stankowitch (née


De La Grange) » .
Anna De La Grange, che lasciava un vuoto difficile e impossibile a col
marsi nella scena dell'opera italiana, abbandonava definitivamente la ca
pitale dell'Impero, il 20 novembre ( 1859).
Rimanevano al loro posto tutti gli artisti dell'anno precedente , coi
quali, il 14 marzo 1860, s'iniziava la nuova stagione lirica, che prometteva
navigare in placide acque, data la sovvenzione di 140 contos, per anno, che
ottiene la direzione del teatro italiano, dal governo. In prima recita si dava
l'«Ernani» , cantata dalMirate, Medori e dalnuovo debuttante Giuseppe Eche
warria (basso), il quale non giungeva al termine della stagione: l'infelice
artista moriva, vittima della febbre gialla .
Gli spettacoli si succedevano senza rumore, senza l'entusiasmo degli
anni anteriori. Mirate era il solo vittorioso su tutti i suoi compagni. Al tra
monto dell'anno, egli rimpatriava in Italia , ove, nove anni dopo, doveva
creare la parte di Pery, nell'opera « Guarany » del nostro grande compo
sitore A . Carlos Gomes, al teatro « Scala » di Milano.
L 'aurora del nuovo anno musicale 1861 sorge con un aspetto poco con
solatore per l'arte lirica , data la mancanza di quegli astri di prima gran
dezza che diffusero una luce scintillante nelle opere cantate gli anni passati.
La ripresa, infatti, della gestione lirica, non ci offre punto soggetti
straordinari dal lato della voce e della personalità artistica. Gli ultimi
avanzi degli elementi artistici che componevano la compagnia lirica ita
liana continuano a dare alcuni spettacoli : spettacoli sporadici e di meschino
interesse artistico.
La direzione del « Provisorio » , a compiere il suo contratto , si serve
degli artisti che compongono l'opera nazionale, i quali fanno riudire l'ac
clamata opera « Noite do Castello » , la « Norma » , ecc.
In seguito si ebbe la compagnia lirica dell'impresario G . Mariangeli,
con la Beltramini Mariangeli (soprano), Andrea Marchetti (tenore), Matilde
Giovannelli (mezzo soprano), Carlo Bartolucci (baritono ), Giuseppe Mazis
(tenore ), Achille Rossi, Castagnola (bassi) e Teresa Parodi (soprano).
Nessuna alta pretesa guidava questa compagnia ; ma il pubblico lirico
l'accolse con simpatia , applaudendo gli artisti di fresche e belle voci.
Poi venne la compagnia di opera comica francese , sotto la direzione di
Mme. Emont e Marti, nel cui elenco artistico si distaccano i seguenti. M .lle
Marti Almonti, Mme. Duchaumont, Buchet e Marchop . Debuttò il 15 ottobre
(1861) al « Provisorio » , coll' opera « Les Diamants de la Couronne » di
Auber .
Questa compagnia , malgrado nulla offrisse di straordinario , attrasse ,
– 226 –
nelle prime recite una grande folla di spettatori; lo spirito nel canto la
grazia e la vivacità nella musica , compensava la pochissima voce degli
artisti.
Il 15 marzo (1862), la direzione di questo teatro annunzia l'arrivo d 'un
tenore di primo cartello M . Martin , e prometteva , pel nuovo abbonamento,
le seguenti opere : « Profeta », « Roberto il Diavolo » , « Guglielmo Tell » ,
« Muta di Portici » , « Carlo V », « La Favorita » e « Si j'étais Roi » . Ma, ad
onta delle buone disposizioni dell'impresa , non tutte quest'opere furono date.
Questa compagnia , che non ebbe campo di poter fare confronti coll'o
pera italiana, lasciava Rio de Janeiro verso la fine del 1862.
A surrogarla nello stesso spirito artistico, veniva quella diretta dal si
gnor Guille (il 27 giugno 1863).
Si lodò abbastanza l'abilità dell'artista Mlle. Trévenoz, il cui debutto,
nell'opera « Le Chalet » , doveva riportare il più caldo successo. Questa com
pagnia si mantenne sino al 1864.
Secondo fu detto , nulla d 'importante vediamo nei trascorsi anni dal
1862 al 1864; c'era appena da rallegrarsi per la venuta d'una esimia can
tante Carolina Briol, un soprano dei più eletti del canto , la cui rinomanza
faceva prevedere piacevoli serate liriche.
Infatti, lieto fu il suo successo (5 maggio 1863), nel « Trovatore » , con
fermando le sue qualità artistiche, lodate dal pubblico europeo, e che tra
noi dovevano lasciare un carissimo ricordo.
Ma il suo talento , unico che emergeva nelle opere cantate in quella
stagione, superando colla sua bellissima voce tutte quelle bellezze vocali,
non bastò a scongiurare le dense nubi che intorbidavano l'orizzonte del
« Provisorio », giacchè, malgrado i rilevanti introiti, la mancanza di paga
menti quartali della direzione, segna una crisi delle più gravi.
Un protesto formale degli artisti e del direttore d 'orchestra Federico
Nicolas, marito della Briol, solidale anche il distinto maestro dei cori Julio
Nunes, brasiliano, poscia abile direttore d 'orchestra, fa sospendere le rap
presentazioni, col fermo intento di non cantare più se prima l'impresa non
pagasse i dovuti 5 mesi di stipendi agli artisti dell' opera nazionale
e italiana.
Assodate le cose , gli spettacoli si succedono a lunghi intervalli, con la
fusione dell'opera nazionale, la quale anch 'essa cammina verso un deso
lante tramonto !...
Dal 25 ottobre al 30 dicembre, appena due opere venivano rappresen
tate : l' « Aroldo » e la « Luisa Miller » , del Verdi. Nella prima, si segnala
rono la Pozzolini, l'Alba, Padilla , Nerini, Marchetti e Belli, i quali cantavano
nello stesso spettacolo gli a soli di un Inno, composto dal maestro Ferdi
227 - -

nando de Sansoni, su parole di Assis Machado, in omaggio al felice Con


sorzio di S . A . La Principessa Imperiale, L ’autore fn fatto segno a molti
applausi. E lo stesso succedeva al tenore Gennaro Mea, che segnava il ter
mine della stagione lirica colla predetta opera « Luisa Miller » , cantata
in suo beneficio .
Anche poco rallegrante sorgeva l'annata lirico-musicale del 1865. Il
primo sintomo del male si manifesta all' annunzio del governo che di
chiarava , il 9 gennaio , di non aver fatto e non voler fare nessun contratto
sul teatro lirico, concedendo sovvenzioni o lotterie. Evidentemente , in que
sto annunzio traspariva il preludio alla guerra del Paraguay. I primi fatti
accaduti sulle sponde di Paysandú , i recenti morti in difesa dell'onore na
zionale, segnando col proprio sangue il valore e l'eroismo del soldato bra
siliano, occupavano e preoccupavano i dirigenti della patria . Era giusto che
il governo avesse altro da fare che occuparsi dell'arte e delle contese arti
stiche. A sua volta , l'anima pubblica , o meglio , il popolo guardava i nuovi
battaglioni che si preparavano a vendicare la sconfitta , e gli artisti compo
sitori si accingevano a comporre Inni di guerra. « As armas! As armas! » ;
e il primo a sorgere fu scritto dall'insigne violinista bahiano Francisco Mu
niz Barreto, al quale fa seguito un altro, pieno di pari entusiasmo, intito
lato « Inno di guerra » , composto dalla contessa Roswadowska.
Un altro compositore di musica, portoghese, João Pedro Gomes Cardim ,
giunto da poco in Brasile , porta anch 'egli la sua nota entusiastica nel vivo
ardore dello spirito patriottico, con un concerto sinfonico, realizzato , il 18
marzo , al teatro S . Januario.
. Il programma, in cui figurava una sua composizione descrittiva : « Aos
bravos de Paysandú », diceva :
« Nesta batalha, além de ser excutada a grande orchestra , entrão duas
« bandas de musica militares e uma de pifanos e tambores. Sentem - se os
a diversos toques de uma batalha; artilharia e descargas de fuzilaria de tal
« maneira combinadas que parece a realidade.
« Canção militar alusiva á tomada de Paysandú, poesia do Sr. Zaluar,
« musica do beneficiado, canção esta que, tendo sido dedicada á guarda
a nacional do Rio , alli foi muito applaudida todas as vezes que se cantou ,
« como attestão os jornaes daquella cidade » .
Giubilo ed ardore, vanno in un crescendo ammirevole. Non si parla che
dell'onore della patria , dei soldati che corrono a vendicare l'affronto , e,
quindi, del sublime eroismo praticato dalla squadra nel glorioso combatti
mento dell'11 giugno , sulle rive del Riachuelo , nonché di quelli che s'im
mortalarono nella eroica pugna. Il popolo esulta in delirio ; e se alle prime
non liete novelle della guerra , terminata con gloria pel Brasile , si proibiva
- 228 -

no gli spettacoli in segno di lutto pei primi caduti nelle contrade di Pay
sandú, questa volta , all'annunzio della detta grande vittoria raggiunta dal
valoroso ammiraglio Barroso, tutti i teatri della capitale, aprono le loro
scene al suon dell'Inno Nazionale, cantato con entusiasmo da tutti gli arti
sti, terminando col prorompere di un « Viva » delirante all'esercito, alla
marina e all'Imperatore. Il solo teatro, ove non risuona un grido analogo,
è il « Provisorio », nel cui recinto regna il silenzio , affiancato dalla crisi
che segna la sua decadenza e dalla critica, che trova poco logico di mettere
alla testa d' una simile impresa degli uomini privi di elementare conoscenza
d 'arte . Per tal modo, ad onta di persistere lo sciopero della maggior parte
degli artisti lirici, l'impresa riapre il teatro il 26 luglio, e stabilisce degli
spettacoli misti.
A dette ricordanze , che sono la negazione dell'arte musicale : « Illu
sioni negromantiche » , ad esempio , d'un celebre prestidigitatore chiamato
Hermamm , succedevano le meschinissime rappresentazioni drammatiche .
Un elemento pregevolissimo di questi spettacoli era la prima donna
Agnese F . Murri, che cantava' fra gli altri pezzi, il waltzer del maestro Stra
kosch , pezzo favorito di Adelina Patti, dalla stessa cantato con grande suc
cesso a Parigi.
Due leggiadre stelle del ballo , Marietta Baderna e Virginia Ferrari,
già festeggiate nei grandi balli delle opere liriche e nelle creazioni origi
nali, entusiasmano il pubblico nei loro costumi d'uomo, in un passo spa
gnolo .
Di certa importanza fu l'apparizione del professore Comingio Gagliano,
che si diceva inventore di un nuovo istrumento , battezzato col nome di
« Caixa de Cristal » , poscia ribattezzato « Copophone» , dall'illustre artista
drammatico Furtado Coelho, il quale giunse in un modo pregevole ad emu
lare l'inventore Gagliano , facendosi applaudire in molti concerti, Certo che
il Gagliano aveva maggior scenica del Furtado Coelho, giacchè giunse ad
eseguire con molta perfezione la celebre polka « A Faceira » del noto flau
tista Reichert, ed una tarantella assai difficile (2 ).
Rammenteremo inoltre le poche recite che si succedono dall'ottobre
al dicembre, rinforzate alquanto dai pochi artisti che giungono dall'Italia .
Ma ad onta di ciò, l'assieme pare disuguale e squilibrato , e peraltro nep
pure le masse potevano essere scevre di osservazioni. La sola Briol, sem
brò sollevare l'anima del pubblico prestando il suo stile , la sua buona arte

(2 ) Copofonista , imitatore di Furtado Coelho, fu anche Mauro Bellido, il quale si


produsse, l'11 aprile 1867, in un concerto , al teatro S . Pedro de Alcantara, facendosi
applaudire nel « Notturno » di Goria, e nella polka « As Margens do Parahyba » ,
- 229 -

alle quattro opere :« Jone » , di Petrella ; « Marta » di Flotow ; « Medea » di


Pacini e « Freischütz » di Weber.
E fu grazia a quest'opera romantica, concepita dal genio di Weber ,
cantata dalla Briol, Agnese Murri, Angelo Chiodini, Scarabelli, Luigi Lelmi,
Luigi Walter e A. M . Celestino, se la tormentata annata lirica del 1865' potè
chiudersi brillantemente . L 'importantissima parte dei cori era affidata ai
distinti dilettanti alemanni della società « Frohsinn » (di cara memoria),
che generosamente si prestarono, perchè entusiasti per le glorie musicali
della loro patria , e per l'amore del loro grande e geniale compositore Weber.
Il « Freischütz » veniva dato il 28 novembre, con l'onore di due repliche.
Anche l'anno 1866 , che si inizia con gl'inni agli alleati, fu turbato da
difficoltà di ogni sorta .
Infatti, i primi calori estivi palesano che la compagnia era sciolta . I
pochi artisti che rimangono a Rio : Agnese Murri, Maneresi, Chiodini e Lo
renzo Fornili, a sormontare le difficiltà in cui versano, varcano i monti
della nuova città serrana — Petropolis - in cui la piccola compagnia rea
lizza alcuni spettacoli colla « Traviata » .
Un altro segno di vita del canto italiano lo dava la prima donna Fan
dozi nel suo concerto di addio (6 aprile ), cantando, tra gli altri pezzi, le va
riazioni di Rode, dedicate alla celebre Angelica Catalani. Un altro concerto ,
realizzatosi al Club Fluminense , lo dava il baritono Fornili.
Il Fornlli, che mai più abbandonò il Brasile, aveva una bella voce, era
una figura elegante ; ma deplorevole fu la sua fine, morendo nell'indigenza,
verso il tramonto del secolo passato.
Caso strano !
Mentre il Fornili brillava, ai suoi bei tempi, sulle scene del « Provi
sorio » , la Candiani, l'astro di prima grandezza dei 22 anni addietro, decli
nava in una situazione eguale a quella del Fornili, e invecchiava ; si era tra
sformata in un modesto satellite, ridotta a cantare negli intermezzi delle
rappresentazioni drammatiche inferiori del già riferito teatro « Eliseu »
di Nictheroy, della Sala do « Paraiso » e di altri simili luoghi.
Allo scopo di far rifiorire il teatro '« Provisorio » elementi pregevo
lissimi nell'arte drammatica e istrumentale vi portarono i loro talenti. Alle
rappresentazioni drammatiche, dirette dall'artista Marino Barboza , e quel
le della compagnia francese dell' « Alcazar » , che spesso vi portava le sue
operette facete e licenziose , si succedevano i concerti dei più illustri virtuosi
dell'epoca : Arturo Napoleone, Reichert e Oscar Pfeiffer.
Toccava al primo, acclamato e sempre festeggiato pianista, portarvi
la sua brillante virtuosità ; e nel suo concerto, fra altri pezzi, eseguiva la sua
grande « Fantasia - concerto » dell’Africana con accompagnamento d 'or
-- -

230

chestra (6 luglio ). Il 25 luglio , era il celebre flautista Reichert, che si faceva


udire per la prima volta col suo flauto d'argento . Il terzo , Oscar Pfeiffer , il
valoroso pianista, che aveva già conquistato le generale simpatia del pub
blico, vi dava (3 ottobre) un secondo concerto classico-romantico : terza e
quarta parte del celebre Septuor di Hummel; la fantasia sul « D . Giovan
ni » di Thalberg, e la sinfonia del « Flauto magico » di Mozart per orchestra .
I rimanenti giorni di quell'anno trascorsero senza alcuna importanza
storica.
Si potrebbe dire anche i tre anni susseguenti (1867, 1868 e 1869) si tra
scinarono senza alcun interesse d'arte lirico-musicale.
Ma se un risveglio nel campo dell'arte lirica non vien dato sino all'anno
1869, della cui sosta è sempre causa la guerra del Paraguay, quest'anno
non tramontava senza che il pubblico vedesse schiudersi le porte del « Pro
visorio » , per ospitare, non il canto melodrammatico , fattosi scarso per le
ragioni esposte, ma la più illustre rappresentante dell'arte tragico -dram
matica del suo tempo : Adelaide Ristori. La celebre artista, sul cui esem
pio noi formammo il carattere giovanile udendola nelle sue sublimi crea
zioni, affiancata dalla leggiadra giovane artista Luigia Glech , rubata presto
all'arte, per divenire sposa dell'ammiraglio barone di Jaceguay, e da altri
insigni artisti, si presentava infatti, il 28 giugno, nella parte di protagonista
nella grande tragedia « Medea ».
In seguito ai trionfi della regina dell'arte drammatica, la quale, ad ogni
rappresentazione, sollevava torrenti di applausi, che si trasformavano in
ovazioni deliranti, la importante serie di concerti del celebre pianista Gott
schalk (3 ), il cui eccezionale talento produsse un vero fanatismo nel mondo
musicale di Rio , ci è forza dire che un 'altra grande soddisfazione artistica
era serbata allo stesso pubblico, cioè, quella di udire l'eminente cantante
Carlotta Patti. Due artisti di notevole importanza : Teodora Ritter (piani
sta) e Pablo Sarasate (violinista ), erano compagni nella gloriosa « Tournée » ,
i quali, uniti alla grande artista, formavano una triade capace di supplire
con qualche vantaggio una buona compagnia lirica . Si trattava difatti di
udire, non soltanto una cantante consacrata dalle platee internazionali, ma
due concertisti di altissimo valore. Certo, che, per la sua rinomanza, spet
tava il posto d'onore alla diva dell'epoca, le cui doti vocali rivaleggiavano,
forse con vantaggio, con quelle della celebre sua sorella Adelina; e può dir
si, che se non fosse stato un suo difetto fisico alla gamba dritta , essa avreb
be calcato la scena lirica con pari onori e gloria della sorella Adelina. Il suo
arrivo a Rio de Janeiro (19 giugno 1870) fu motivo di esultanza per la co

(3) Vedi questo nome tra i pianisti celebri, capitolo XVIII.


- 231 -

lonia italiana e molti amatori di musica vanno a porgere il saluto di ben


venuto all'egregia artista, in una barca tutta imbandierata, ed al suono di
una banda militare. Giunti a bordo del piroscafo americano « South Ame
rica », il dottor Vincenzo De-Simoni, figura eminente dell'intellettualità
italiana, salutava la celebre cantante con un sonetto , scritto nel bell'idioma
del Rinascimento italiano :

« Figlia dell'armonia e del bel canto , ..


« Che vieni a queste Brasiliane rive,
« Una tu sei di quelle anime vive
« Che la terra d ' Italia onoran tanto » .

Gli onori resi in questo momento alla grande artista, non erano di
quelli che toccavano la esagerazione. Si trattava di una individualità arti
stica, le cui sfolgoranti doti nell'arte del bel canto italiano, erano state con
sacrate dalle platee internazionali !
Potremmo ricordare anche la serie dei suoi concerti che, per l'equili
brio intellettuale della stupenda triade, riuscivano emozionanti. Tra i pezzi
cantati dall'illustre artista nei suoi dodici concerti dati al teatro S . Pedro
de Alcantara e al lirico fluminense, dal 4 luglio all'11 agosto, è da ricor
darsi il famoso « L' éclat de rire » di Auber, un pezzo di fattura volgare ! ma
la magia del canto della diva, ne faceva un gioiello d 'arte , tale era la grazia
incomparabile e inimitabile con cui lo eseguiva . Il pubblico, già esultante
per la fine della guerra, rideva a crepapancia all'udire il caratteristico pez
zo, per quindi inumidire i suoi occhi ascoltando l' « Elisir d ' Amore » ,
l « Ave Maria » di Gounod, la polacca dei « Puritani » , la « Ballata » di Tito
Mattei, espressamente scritta per la signora Carlotta Patti. Concorso efficace
per il brillante esito di questi concerti, fu quello dei suoi degni compagni
d 'arte, Ritter e Sarasate, della cui virtuosità nell'arte pianistica e violini
stica faremo cenno più avanti.
La storia ci dice anche che interessanti furono anche i programmi ese
guiti da un 'orchestra di 50 professori, la cui direzione, il Ritter affidava al
noto professore Gravenstein .
Lo svolgimento di tali programmi fu una crociata di benedizioni, poi
chè, in grazia del Ritter, il cui intento era di offrire al pubblico musicale di
Rio delle audizioni di buona musica, si poteva riudire, dopo 27 anni, la stu
penda sinfonia Pastorale , di Beethoven . Di Wagner, il geniale compositore,
che già camminava dritto per una via che lo conduce all'alta cima dell'arte ,
si udiva, in prima audizione, la sinfonia e la marcia del « Tannhauser » , e
l'ouverture drammatica del « Rienzi ».
- 232 -

A richiesta dell'Imperatore D . Pedro, la sinfonia Pastorale veniva ese


guita una seconda volta , come concerto popolare .
Contemporaneamente alla gestione artistica della Patti, giova non di
menticare una compagnia lirica italiana senza lusso e senza rinomanza ,
nel cui elenco artistico apparivano i seguenti nomi: Clementina Amaldi,
Carlotta de Baratti, Felicita Fortonesi ( soprani); Ernesto Bonavich e Fran
cesco Filippi (tenori); Adolfo Bergamaschi (baritono) e Cesare Gianelli
(basso ). Il debutto aveva luogo col « Trovatore » (13 dicembre 1869) ; l' A
maldi era l' unica artista che portava il miglior successo .
Le opere cantate da questa compagnia non richiamavano però l'atten
zione del pubblico; il talento degli artisti era considerato mediocre. Una
sola recita , l'ultima, data il 10 luglio 1870 , colla « Norma » , e in occasione
di festa nazionale, in giubilo per la fine della guerra col Paraguay, riusci
brillante ; vi prendeva parte la celebre Carlotta Patti, la quale riportò un
successo strepitoso , cantando un'aria della « Sonnambula » .
Nella stessa recita veniva eseguito un lavoro sinfonico ' intitolato :
« Grande Festival » , composto dal maestro Arcangelo Fiorito , cantato da
tutti gli artisti della compagnia ed un coro , rinvigorito da tutti gli allievi
del Conservatorio di Musica, essendo la parte « Trionfale » , eseguita dalla
grande orchestra del teatro, dalla banda italiana, diretta dal maestro Vin
cenzo Amabile , e da quattro bande militari. Il successo di questo grandioso
programma fu molto felice. Il teatro era rigurgitante di spettatori.
Ma ad onta di questa grandiosa festa , la sopradetta compagnia lirica
non lasciava che un debole ricordo di sè .
Lo stesso non succedeva con quella che ci veniva dal grande teatro
di Buenos Ayres (settembre 1870), della quale erano impresari Guimaraes
e Cia., la cui stagione lirica doveva segnare un avvenimento artistico dei
più brillanti per Rio de Janeiro in rapporto al repertorio delle nuove opere
diMeyerbeer , di Gounod e del nostro Carlo Gomes. I
L ' elenco artistico era dei più completi : Giulia Gasc, Agata States, Car
lotta de Baratti, Angela Carolina, Luigi Lelmi, Napoleone Sinigaglia, Gu
stinelli, Carlo Orlandini, Antonio Celestino, Cristiano Marziali, Giovanni
Ordinas, Vincenzo Scarabelli, Direttore d'orchestra : Angelo Ferrari, 50
professori, fra i quali menzioneremo Andrea Gravenstein , il primo che
suonò la viola d'amore, accompagnando la romanza del tenore nel primo
atto degli « Ugonotti » , opera prescelta per il debutto (14 settembre 1870 ),
il cui successo fu un vero trionfo per lo spartito e per gli artisti che lo in
terpretarono : la Gasc , la de Baratti, la States,Luigi Lelmi, Ordinas e Or
landini.
Nel rendere conto esatto del successo , amiamo ricordare l'impronta
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grandiosa , nuova, originale, dell'opera che toccava, a quei tempi felici,


quella teatralità, per la quale un lavoro era presto accettato ed applaudito ,
in grazia alle sue ispirazioni, le squisite armonie, senza la nebbia del ricer
cato o la preoccupazione della sola scienza musicale !...
Acclamatissimo fu il coro della benedizione dei pugnali, di cui voleva ,
ad ogni rappresentazione, la replica. Il celebre duetto dello stesso atto era
delirantemente applaudito . La Gasc, dotata d'una bellissima voce, dall'ac
cento caldo ed appassionato ; Luigi Lelmi, una antica conoscenza del pub
blico carioca, che ritornava artista più perfetto ; Ordinas, giovane avve
nente e fino cantante, furono i cooperatori eletti dell'esito strepitoso del
l'opera.
In seguito si udivano due altre grandiose opere dello stesso autore:
« L 'Africana » e « Roberto il Diavolo » , per la cui messa in scena, l'impresa
spese ingenti somme.
Un altro successo da segnalare sarebbe quello dell'opera « Il Guarany »
di Carlos Gomes, datosi il venerdi 2 dicembre (1870), in omaggio al gene
tliaco dell'Imperatore D . Pedro II, eseguito dagli artisti: Giulia Gasc, Luigi
Lelmi, Giovanni Ordinas, Sinigaglia , Orlandini, Luigi Toffarelli, V . Scara
belli, Marziali.
Per quanto non si dubitasse del talento dell'autore della « Noite do Ca
stello » e « Joanna de Flandres » , la prima rappresentazione del capolavoro
del giovane maestro ottenne un esito, la cui realtà oltrepassò l'aspettativa .
La Gasc cantò ammirabilmente la ballata « C 'era una volta un princi
pe » ; e nel duetto finale del primo atto, col tenore Lelmi: « Sento una forza
indomita », entrambi sollevarono entusiasmata la platea. Il Marziali, ta
gliato per le parti rustiche e selvagge, fece spiccare, come pochi, la difficile
parte del Cacicco . Il famoso coro : « I proverbi van dicendo » , eseguito alla
perfezione provocò entusiastici applausi e la richiesta del « bis » .
Non proseguiremo sul completo successo conseguito dall'opera in pa
rola . Amiamo fermarci qui, con preghiera al cortese lettore di leggere l'ac
cenno biografico del felice autore d'una si bella opera , nel resoconto più
diffuso che faremo più avanti.
Oltre alle tre opere nuove, udite in questa stagione, si ebbe anche la
prima audizione del « Faust », capolavoro del mistico e sentimentale Gou
nod . Ma sgraziatamente questo dramma lirico , che ottenne il più grande
successo musicale del secolo , acclamato in tutte le scene del mondo, fra noi
non giunse mai a creare salde radici. Mentre, in verità , la sua prima esecu
zione sulla scena lirica brasiliana, in cui furono inappuntabili per la finis
sima interpretazione la Gasc, la de Baratti, Ordinas, Celestino , Lelmi, faceva
- 234 -

prevedere un avvenire parimenti fortunato dell'immortale spartito del


l'illustre cantor de l'amore .
Dell'anno che segue ( 1871), abbiamo da registrare anche cose belle.
Nel maggio , il mese della gaia stagione autunnale carioca, si riaprono le
porte del « Provisorio » , non per l' arte lirica, ma per una impresa arti
stica , le cui rappresentazioni erano consacrate alle tragedie, ai drammi,
alle commedie . Vi debuttava il celebre artista tragico Ernesto Rossi, il qua
le al par della Ristori, doveva sentire i crescenti successi nel « Kean » ,
nell' « Amleto », nell' « Otello » , nel « Romeo e Giulietta », e in tanti altri
lavori del teatro classico e romantico .
Ma nel giugno anche la musica manifesta le sue gioie con la nuova
compagnia lirica, diretta dal tenore Ballerini, nel cui elenco artistico tro
viamo, oltre ai conosciuti artisti: la Gasc, Lelmi, Celestino, Ordinas, Mar
ziali, e Walter, i seguenti nomi: il soprano Amelia Pasi, la Escalante, ed
Eduardo Pons.
Occupate le scene del teatro lirico dalla compagnia drammatica sovra
detta , l'impresa lirica trasportò le sue tende al nuovo teatro della « Guarda
Velha » , già Circo di cavalli, che passò a chiamarsi « Teatro D . Pedro II » .
Il nuovo baraccone, tuttora esistente, spoglio di bellezza architettonica, si
raccomandava per la sua vastissima sala di spettacolo , per un pregio
d 'inestimabile valore: l'acustica. Ivi, il 20 giugno 1871, comparve , in prima
recita, la grandiosa opera « Guglielmo Tell » dell'immortale Rossini. L 'ese
cuzione, preparata con molta diligenza e accuratezza dal maestro direttore
d 'orchestra J . J. White , veniva commentata ed applaudita, ma senza de
stare quell'ammirazione e quell'entusiasmo che si sperava d'un lavoro at
traente , geniale, eterno monumento artistico. Ci sarebbe quindi da osservare
che anche il « Guglielmo Tell » , al par del « Faust » , non si apri mai una
franca e crescente carriera tra noi, pur essendo applaudita dal pubblico.
La sua esecuzione ebbe per interpreti i seguenti artisti : Ballerini, Lel
mi, La Gasc, la Escalante, Pons e Ordinas.
Il tenore Ballerini, poco attore, ma dalla voce possente a dominare l'or
chestra, seppe trarre buon partito dalla sua parte, massime in quella su
blime frase : « Oh ! Matilde » , mettendo in evidente rilievo il suo organo vo
cale bellissimo, ma spoglio di finezza e sfumature.
Due altre opere nuove lasciarono le più gravi impressioni: « Forza del
Destino » e « I Vespri Siciliani» di Verdi. La « Forza del Destino », cantata
dalla Pasi, dalla Escalante , dal Lelmi, Marziali, Ordinas e dal Pons. Eduar
do Pons, una antica conoscenza del pubblico , che l'applaudì nel 1864, quan
do faceva parte della compagnia infantile « Os Meninos florentinos » , ta
gliato per le parti comiche, seppe interpretare ammirabilmente il tipo di
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« Fra Melitone » , di cui fece una vera creazione. Amalia Pasi, principale
protagonista dell'opera, pur non avendo una voce dal timbro caldo e pene
trante , apparve una eccellente « Leonora » .
Oltre alle due opere citate, se n 'ebbe una terza : « Il Vagabondo » di
H . Alves de Mesquita. Quest'opera, quantunque già udita nel 1863, rappre
sentata dalla compagnia d 'opera nazionale in lingua vernacola , noi la consi
deriamo nuova, perchè rifatta, con aggiunte di alcuni pezzi, e cantata col
testo italiano. Ne furono interpreti: la Escalante , Lelmi, Marziali, Ordinas,
e l'esito fu gradito all'autore.
Nel corso di queste rappresentazioni, si riudiva l'opera che fu oggetto
di numerose e calorose ovazioni: « Gli Ugonotti» , cantata dalla stessa accla
mata artista dell'anno anteriore, Giulia Casc. L 'esecuzione lasciò un poco
a desiderare. L 'egregia cantante non era più in possesso delle sue forze
fisiche e vocali; una malattia che l'affliggeva si era aggravata, per non mai
più lasciarla tornare ai suoi passati successi. L'insigne artista partiva per
l' Europa, ove pochimesi dopo , soccombeva in seguito ad un 'operazione chi
rurgica. Per sostituirla , l'impresa scritturava la prima donna brasiliana Ma
rietta Siebs, che tornava dalla stagione lirica del Colon , di Buenos Ayres,
ove cantò con lieto e brillante successo. Giunta a Rio de Janeiro (settem
bre 1871), debuttava il 3 ottobre, nell'opera « Faust» di Gounod, con un
esito felicissimo. Non meno brillante fu il suo secondo debutto col « Ballo
in Maschera » , emergendo ammirabilmente nella graziosa parte di « Oscar » .
Ma il maggiore suo successo l'ottenne negli « Ugonotti » , cantando nella
parte di Valentina, la cui individuale interpretazione destò un entusiasmo
straordinario. Trionfò nel fortissimo duetto con Marcello , e meglio ancora
nel gran duetto del quart’atto, nel quale emergeva in modo meraviglioso
quando profferiva con un sentimento tutto suo la parola : « T ’ amo » .
La Siebs aveva tutto in suo favore : la figura elegante , il portamento
distinto , una voce calda e armoniosa, il sentimento dell'arte . Il suo metodo
del bel canto si era perfezionato sotto la scorta dell'insigne maestro San
Giovanni, in Milano, e ai consigli del Rossini, che aveva per la giovane
Marietta Siebs un vero entusiasmo. Rammentiamo il racconto del successo
che riportò al teatro S . Carlo di Napoli (1869), sostenendo in modo mara
viglioso , la parte di Jnes, nell'« Africana » , di Meyebeer. La stampa le fu
prodiga di elogi. Non meno prodighi di lodi e di deliranti applausi furono
i suoi concittadini, nella sua serata d 'onore al teatro D . Pedro II (1871) ; il
pubblico , in delirio , le attestò il suo gradimento , festeggiandola con frene
tici e prolungati battimani, discorsi, ricchissimi doni e pioggia di fiori.
Ritiratasi ancora giovane dalla carriera lirica, in seguito ad una malat
ti delle corde vocali, che non le permettevano più di sostenere la respon
- 236 _

sabilità di un 'opera intera, visse della sua arte nella città nativa, Rio de
Janeiro, ove era nota il 1843, sempre considerata ed apprezzata pe' suoi
gloriosi ricordi artistici, e per la sua professione di maestra insigne del
l'arte del canto , professione che esercitò sino alla morte con intelletto e
grande amore. Della sua eccellente scuola e del suo bello stile profittarono
moltissime allieve , le quali furono le uniche a tributare un modesto ma
sentito omaggio all'artista illustre, che moriva, nel 1908, a 65 anni di età .
Un rinomato giornalista, Arturo Azevedo, sfogliando i giornali del mat
tino, all'indomani del decesso della compianta artista, leggeva nella lista
dei morti il nome di Marietta Siebs; e illuminato da vivaci ricordi dei
trionfi artistici dell'egregia estinta , scriveva nella sua « Palestra » del gior
nale « O Paiz » , queste sentite parole :
« Pobre Marieta Siebs ! Quem diria que te levariam assim ao cemite
« rio tão em silencio , tão desacompanhada, sem uma flor, sem uma
« saudade ?
« Se morresses ha trinta annos, o teu enterro seria outro , todos os
« jornaes publicariam longos necrologicos . . . Tinhas tão bonita voz, can
« tavas com tanta arte, provocavas tanto enthusiasmo quando te fazias
a ouvir no palco ou nos salões de concerto, e eras tão linda, tão sympa
« thica, tão honesta !
« Pobre Marieta Siebs, nobre artista que tiveste algum talento e muito
« coração, ninguem mais se lembrava do teu nome, que ahi fica escondido
« no anonymato do obituario . . .
« Pobre Marieta Siebs ! . . .
L 'anno seguente 1872, alla compagnia drammatica del celebre Ernesto
Rossi, succedeva la compagnia spagnola di Zarzuela , diretta da Tommaso
Galvan, nel cui elenco figurava la signora Garcia , un'artista intelligentis
sima. Ne era direttore d 'orchestra D . Juan Canepa, buon musicista e in
signe concertista di contrabasso .
Siamo al 1873 e in ansiosa attesa di una compagnia di canto italiano
condotta dall' impresario Giuseppe Curti, nel cui elenco artistico spicca
vano i seguenti nomi: Palmira Missorta, Augusta Cortesi, Leopoldina Ivie
scoska, Giulia Consolani; Giuseppe Torresi, Ernesto Berli, Erasmo Cornili,
Gerolamo Spalazzi, Domenico del Negro e Eduardo Papini. Direzione mu
sicale: Angelo Agostini.
Venendo al merito degli artisti, ci sarebbe da osservare che niun d 'essi
era preceduto d 'una rinomanza artistica di grado superiore.
Ma bisognava convenire che nell'assieme omogeneo e armonioso spic
cavano quattro bellissime voci: della Missorta, della Cortesi, del Torresi
e dello Spalazzi.
- 237 -

Le rappresentazioni furono coronate del più felice successo ; e l'impre


sario , attivissimo, signor Curti, raccoglieva frutti in abbondanza ! . . .
E ' da notarsi il tenore Torresi, il quale possedeva una voce eccezionale,
forte e brillante .
L 'opera « Un Ballo in Maschera » attrasse un enorme pubblico e l'e
sito del debutto (2 giugno 1873) fu dei più felici. In questa stessa opera
debuttava la prima donna contralto Leopoldina Jviescoska (Ulrica), la cui
ampia e sonora voce, massime nel registro grave, destò ammirazione. Que
sta egregia e virtuosa signora, sposata all'ingegnere Fragoso , fratello del
noto pittore , prendeva stabile dimora in Rio de Janeiro .
E' da citarsi anche Augusta Cortesi, la quale riportò un brillante suc
cesso nel « Rigoletto » , interpretando mirabilmente la parte di Gilda .
La Cortesi aveva molti meriti : voce simpatica e flessibile, vocalizzazio
ne snella e perfetta, grazia squisita .
Un'opera nuova , che rimaneva di grato ricordo per alcun tempo, fu
certamente il « Ruy Blas » di Marchetti, cantata dai seguenti artisti : Mis
sorta , Spalazzi , Berti, Pons, Wagner, Piazza, Trindade, Torresi, Cortesi,
(9 agosto 1873). Quest'opera, tanto applaudita nei teatri europei e ameri
cani, in Rio de Janeiro provocò un vero delirio . La musica fu trovata assai
bella , di effetti drammatici eccellenti, e sopratutto di una strumentazione
delicata ed eminentemente artistica ( sic ).
Però, l'opinione postuma sul merito di quest'opera non accettò quella
dei contemporanei. A questo proposito si osservi la sua carriera : un mo
mento in voga, col mezzo di singole melodie del senso poco elevato, e
null'altro .
Il 2 ottobre (1873) si dava un 'altra opera nuova, « Una Vendetta » di
Angelo Agostini, direttore dell' orchestra, cantata dagli artisti : Torresi,
Wagner, Spalazzi, Missorta , Piazza, Dignami, Berti, Patini, Pons. Opera
di stile antiquato, priva di alto senso d 'arte, modellata sui processi primi
tivi di Donizetti e Verdi, non cantava che una bella romanza del terzo atto ,
resa brillante dal Torresi, e la preghiera , del mezzo soprano dell' atto
quarto. L 'esito , malgrado tutto , fu lusinghiero, tanto per consolare l'au
tore, tormentato da una grave malattia della laringe e, perchè in grazie
a lui, il pubblico di Rio potè udire le grandiose opere di Meyerbeer, Gounod
e Carlos Gomes.
Egli moriva l'anno seguente, in Rio de Janeiro (1874 ).
Dopo 50 rappresentazioni, la compagnia faceva i suoi preparativi per
la partenza, terminando la lunga serie tutta applauditissima, il 20 settem
bre (1873), con l'opera « Ruy Blas » .
- - 238 -

Lo stesso non succedeva l'anno lirico del 1874 , che passava in buona
pace forzata, senza gorgheggi di gole e di istrumenti.
Ma nell'anno 1875, si aveva una buona compagnia lirica italiana, la
quale dall’agosto al novembre, allestiva i seguenti spartiti : « Trovatore » ,
Barbiere di Siviglia », « Ruy Blas », « Ernani », « Cenerentola » , « Travia
ta » , « Faust » , « Lucia di Lammermoor », « Favorita » , « Crispino e la
Comare » , « Romeo e Giulietta » .
Nell'elenco artistico, oltre ai cantanti già uditi e riuditi, figuravano due
nomi novelli : la prima donna soprano Giuseppina d 'Amico, e la pregiata
prima donna mezzo soprano contralto Biancolini. Delle opere citate , « Ro
meo e Giulietta » , la quale servi pel debutto della Biancolini, parve più
che mai viva e vitale . La preziosa gemma del cigno catanese, nuova per
molti, riudita con piacere dagli altri, trovava nella protagonista Biancolini
(Romeo ), una interprete finissima, per cui consegui i primi onori della
stagione. La cavatina : « Se Romeo ti uccise un figlio » e la bella roman
za : « Ah se tu dormi, svegliati », ispirata pagina di Vaccari, che sempre
sostituisce il pezzo scritto dal Bellini, furono cantate con raro sentimento
e maestria , il successo fu dei più deliranti.
Si potrebbe mettere anche in prima linea il successo che riportò la
Cortesi, nella « Lucia di Lammermoor » , che fu un incessante rivelarsi di
bellezze vocali, invidiabile facilità di vocalizzo, superando sempre con
bravura le più ardue difficoltà. Fu la prima a cantare, nella sua serata
d ' onore, la popolare romanza : « Dimmi che m 'ami» , di Palloni,
Un altro lieto successo di questa stagione lo ripartava il basso Carlo
Trivero , nell'opera « Crispino e la Comare » .
Finalmente, pel primo novembre, l'addio della compagnia .
Per la verità della storia , dobbiamo rendere noto che tutta la stampa
cittadina lodò la condotta di assieme di questa compagnia , giacchè essa
era una promessa, un incoraggiamento , per il buon esito di altre imprese.
Difatti codesta promessa , ispirata al decoro forte del nostro teatro
lirico , veniva realizzata nell'anno seguente 1876, dal maestro Angelo Fer
rari, che, fattosi impresario, doveva lasciar di sè le più lodevoli rimem
branze per la sua gestione, nel mondo lirico della nostra capitale , durante
una decade di anni. In grazia a lui, le opere dei più grandi compositori,
quelle le quali non avevano conosciuto il mondo delle stranezze armoni
che, vi brillano con le loro ispirazioni. Gli « Ugonotti » , l' « Aida » , il « Me
fistofele » , il « Profeta » , il « D . Giovanni» di Mozart, il « Lohengrin » , il
« Poliuto » , ecc., trovarono il loro effetto nel canto e nell'interpretazione
degli artisti di fama europea, i cui nomi via via verremo accennando :
Emma Wiziack, Fanny Rubini, Elena Sanz, Giuliano Gayarre, Ippolito
--- 239 -

D 'Avanzo, G . Ambrosi, Enrico Storti, Enrico Vanden ,Giorgio Atry, L . Lom


bardelli, E . Corti, iniziano, sotto la direzione del maestro Bassi, le più
brillanti e celebrate rappresentazioni liriche (4 ).
La stagione lirica s' inaugurava il 5 settembre ( 1876), coll' opera
« Africana » di Meyerbeer, già conosciuta dal pubblico, applauditissima
come il lettore sa , nel 1870, sotto la direzione del maestro Angelo Fer
rari (5 ); però, questa volta era oggetto di viva aspettativa, dato il valore
eccezionale del personale artistico, che doveva avere il sopravvento nel
rialzare con maggior talento le peregrine bellezze dello spartito. Infatti,
per la difficile esecuzione risultarono eccellenti i principali protagonisti :
Emma Wiziack , Fanny Rubini, Giuliano Gayarre, Storti, Giorgio Atri, Lom
bardelli, Scarabelli ; un assieme stupendo per bellezza di voci, per mae
stria di canto e per vigore drammatico .
Due artisti, erano oggetto delle più vive dimostrazioni : la prima donna
Wiziack e il tenore Gayarre .
La Wiziack, ammirevole Selika, e che fu poscia, nel corso della bril
lante stagione, una elettissima « Aida », di cui offriva coi suoi compagni
d'arte , le primizie ; Valentina appassionata degli « Ugonotti » ; la Leonora
seducente del « Trovatore » ; Margherita leggiadra del « Faust » cantando
per la prima volta il capolavoro gounodiano, eseguito con l'istrumenta
zione originale , era, per la sua voce vibrante e sonora, pel fulgore del suo
canto , pel seduttore sentimento che trasfondeva in ogni spartito, giusta
mente chiamata il gioiello delle compagne, non meno insigni della compa
gnia : la Rubini e la Sanz, entrambe intelligentissime interpreti, possedendo
le buone tradizioni del bel canto italiano, favorite da voce splendida di so
prano leggero la prima, di mezzo soprano contralto la seconda.
Ma, in omaggio alla verità, l'artista che raccolse i più grandi onori fu
il tenore Giuliano Gayarre, destinato a spargere sulla terra un raggio delle
bellezze eterne col suo dolcissimo e soave canto . La sua arte del bel fraseg
gio , il suo sentimento , la sua espressione, con una voce prodigiosamente
flessibile, degna delle tradizioni dei più grandi trionfi di un Mario , di un
Tamberlik , d'un Rubini, gli permetteva emergere con una delizia incante
vole in quelle peregrine bellezze melodiche : « Spirto gentile » della « Favo
rita » , « Bell'alma innamorata » della « Lucia » , « Oh ! tu che in seno agli
Angeli » della « Forza del Destino » ; « Bianca al par di neve alpina » e la
leggiadra ed amorosa frase del famoso duetto degli « Ugonotti » ; « Oh !

(4) I prezzi d 'ingresso dell'epoca : varanda e cadeira di prima classe : 6.000 ; Idem
de seconda classe : 3.000 ; Galleria e entrada geral: 2 .000 ; Camarote : 40.000.
(5) Non confondere questo nome coll'omonimo Angelo Ferrari impresario , di cui
non era neanche lontano parente.
- 240 --

ripeti il dolce accento » , dette e trasfuse nel suo canto sublimemente , da


destare un vero delirio , e mettere nella penombra i più valorosi tenori del
suo tempo .
Presentemente , vi sono ancora alcuni vecchi dilettanti in Rio de Ja
neiro, che parteciparono alle emozionanti 23 rappresentazioni in cui cantò
il celebre artista ; in ispecie quella della « Aida » , il cui successo della prima
rappresentazione (2 ottobre), cantata da lui, Wiziack, (Aida), Elena Sanz
(Amneris), Storti (Amonastro), toccò il delirio .
Come il lettore può immaginare, l'esecuzione fu davvero sorprendente;
l'orchestra affiatata e valente, sotto la direzione del maestro Bassi, tutto il
merito interpretativo degli artisti surriferiti, spandeva fulgente luce sul
l'esito straordinario del nuovo capolavoro dell'autore del « Rigoletto » , Il
« Celeste Aida » , l'aria « Ritorna vincitore » , il duo Aida - Amonastro, e l'o
pera tutta , infine, davano agio agli artisti di spiegare tutto il loro rimarche
vole talento.
Quanti pensieri, quante rimembranze non fa nascere questo breve ac
cenno alla superba notte d'arte, echeggiante di calorose ovazioni. Si direbbe
che l'arte lirica aveva tenuto , come il cattivo tempo cede al caldo sorriso del
sole , tutti i suoi sorrisi alla più geniale opera, scrittasi -- dopo il « D . Gio
vanni» di Mozart e il « Guglielmo Tell » di Rossini — nel secolo XIX.
Il 24 ottobre aveva luogo, con la stessa affascinante opera « Aida » ,
l'ultima recita della stagione, in beneficio del Gayarre, nella quale egli can
tava l' « Ave Maria » di Gounod , colorita con la stessa grazia , con la stessa
squisita emissione di voce a lunghissima respirazione.
Il pubblico, considerando che questa recita era in pari tempo l'addio
della compagnia, pareva non volesse abbandonare il teatro.
Furono in gran numero le chiamate alla ribalta ; piogge di fiori caddero
sugli artisti, e per ciascun d'essi vi fu un regalo , un ricordo di quella notte .
Il pubblico distinse egualmente la signora Rubini, la quale , non trovandosi
in teatro, perchè non prendeva parte all'opera, fu chiamata con tanta in
sistenza che fu necessario farla venire in scena. Al suo apparire, uno scro
scio di battimani misto ad acclamazioni entusiastiche sembrò scuotere le
pareti del teatro.
« Gradevole — scriveva un giornale cittadino — vedere terminare un 'im
presa nel modo come terminava questa. Adempie fedelmente ai suoi im
pegni e chiudesi nel punto più alto della sua gloria , quando più vivo arde
l'entusiasmo, quando il pubblico non desidera se non vederla prolungarsi.
Lascia il signor Ferrari ben alto il suo credito ; ma crea anche per sè una
posizione difficile.
Così stesso speriamo vederlo mantenersi in essa con onore » .
- 241 -

Tutti gli artisti tornavano in Europa, per mai più — almeno il Gayarre,
la Wiziack , la Rubini - ritornare a Rio de Janeiro.
La sorte sorrise per lunghi anni alla carriera delle due insigni artiste.
Più sorridente fu , evidentemente , per Giuliano Gayarre.
Nel 1890, quando la sua fama non aveva più bisogno di alcuna parola ,
soccombeva , il 2 gennaio , vittima dell'influenza, nella capitale della sua
patria - Madrid - ben lontano dal suo paesello Roncole, ove, da pastore
modesto , era nato nel 1844.
Per concludere: il pubblico era grato all'impresa Ferrari, la quale in
una stagione di due mesi gli aveva allestito nove spartiti di rinomanza ,
senza un centesimo di dote e con un biglietto d'ingresso a prezzo mitissimo.
L'anno seguente , 1877, si aveva di nuovo la compagnia lirica del 1873,
con qualche nuova artista, diretta non più dal Curti, ma dal tenore Torresi,
tanto applaudito alla sua prima apparizione.
La serie delle rappresentazioni di questa compagnia si chiudeva con
l'opera il « Guarany » , e terminava d 'una maniera degna di lode, poichè,
grazie ad essa, il pubblico del S . Pedro udiva per la prima volta la nuova
opera « Salvator Rosa » di A . Carlos Gomes, datasi in condizioni assai ap
prezzabili. Ormai i trionfi dell' impresario Ferrari, lo rendevano padrone
simpatico della piazza lirica di Rio de Janeiro , in cui nessun'altra compa
gnia analoga poteva fargli ombra, e così si ebbero delle stagioni di opera,
le quali, per la loro importanza, dovevano rimanere celebri nella storia
del nostro teatro lirico.
Le opere dei più grandi compositori vi brillarono di vivida luce, pel
canto e per la interpretazione di artisti di fama europea .
Ricorderemo così come spuntano nell'ordine cronologico : Antonietta
Baroldi Fricci ( 1877), tuttora nel fulgore della sua gloria , la cui bella voce
non aveva ancora sofferto la fatale rovina del tempo, si distingueva nel
l « Aida » , nel « Macbeth » , nella « Forza del Destino » , nella « Fosca » ,
negli « Ugonotti » , nella « Norma » , nelle cui situazioni drammatiche, quan
do le furie della gelosia e della vendetta ponevano sulle sue labbra quelle
terribili parole : « In mie mani alfin tu sei » , era veramente sublime.
Accanto a questa, quattro distinte prime donne sono degne di ricordo :
Luisa Vanda Miller , C . Noel Guidi, Felice Adalgisa e Luè Talia .
Nell'elenco artistico del 1878 altre prime donne di bella fama rac
colgono applausi ed ovazioni. Prima fra esse , era Antonietta Pozzoni-Ana
stasi, la creatrice dell' « Aida » al Cairo, artista appassionata e vibrante, che
trionfa nell' « Aida » , nella « Traviata » , nella « Favorita » , la cui esecu
zione, coadiuvata dalla meravigliosa voce del Tamagno, rimaneva memora
bile e indimenticabile fra noi.
- 242 -

Riuscivano vittoriose anche le sue compagne E . Repetto Tresolini, do


tata di una bella e penetrante voce di mezzo soprano contralto , assai am
mirata nel « Rigoletto » , nel « Faust » , nel « Profeta » e nella « Dinorah » ,
questa cantata nella sua serata d 'onore (24 ottobre 1878), con esito trionfale .
La Mariani-Masi, Gioconda ammirabile, e la Bianchi Florio, eccellente con
tralto ed avvenente figura , nonchè posseditrice di una voce fra le più belle.
Ottimo era anche l'elenco artistico del 1879, nel quale figuravano le
gittime celebrità femminili : Maria Luisa Durand ( 1879- 1880), una delle
più rimarchevoli cantanti che calcarono le nostre scene liriche, che alla
grande intelligenza , all'educazione artistica, univa una voce calda e lim
pidissima di soprano drammatico, eguale in tutti i registri, che le permetteva
di cantare con la stessa perfezione, tanto il genere drammatico, quanto il
genere leggero. Uno dei punti più salienti delle sue sensazionali esecuzioni,
era il duetto dell'atto quarto degli « Ugonotti » , cantato con sentimento e
drammaticità veramente grandi. Era accanto a questa grande artista la
celebre Marietta Biancolini, che veniva a risollevare i soliti entusiasmi del
pubblico, il quale non aveva ancora dimenticato la sua voce eccezionale di
contralto raro, e neppure la naturale correzione con cui interpretò l'atto
quarto di « Romeo e Giulietta » (1875 ). Alle due sunnominate artiste , fa
cevano degna corona Leonora Mecocci e la Bruschi Chiatti, che emersero
soavi e seducenti nelle opere cantate in detta stagione.
Per essere completi, aggiungeremo qui il nome d 'una giovane cantante
brasiliana assai intelligente, Cinira Polonio , il cui talento segnava un mo
mento felicissimo per l'arte lirica nazionale . Essa si esibiva fra gli astri
maggiori della ribalta carioca, cantando, in recita straordinaria , la parte di
Margherita nel « Faust », di Gounod , affiancata dalla Prandi, Santinelli,
Sparapani, Dondi e la Terzano (4 ottobre 1879). Ma malgrado la sua de
bole voce, diede prova di talento e di felici disposizioni pel teatro.
Il pubblico, sempre entusiasmato degli artisti che onorano l'arte na
zionale, la colmò di fiori ed applausi.
Cinira Polonio, che è ancora vivente, possiede un duplice talento di mu
sicista e pianista .
Non meno degno di particolare ricordo sono le valorose cantanti che si
ebbero ad udire nel 1880 : Elisa Volpini, Adda Adini, Vittoria Potentini,
Vanda Morelli e la Durand, che torna a Rio ; artiste dalle voci incantevoli,
l'una più applaudita e festeggiata dell'altra .
Non meno allietato dalle più eminenti artiste, fu altresì l'anno lirico
musicale del 1881.
Ricorderemo prima di tutte Erminia Borghi-Mamo (1881-1882- 1885 ) ,
la quale, giovanissima, acquistò fama di pregiata cantante ; e la platea del
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nostro teatro Massimo, andava superba di averla come una delle celebrità
che ci venivano dal vecchio mondo. Ai lumi della nostra ribalta essa con
quistò le più vive simpatie del pubblico . Tutti ne ammiravano la espres
sione drammatica , il sentimento e il bel fraseggio musicale . Fu la prima a
interpretare, in Rio de Janeiro ( 26 settembre 1881), la parte di Margherita
Elena del « Mefistofele » di Boito, riuscendo , come poche, completamente,
nella fedele interpretazione delle intenzioni dell'autore, il quale , entusia
smato pel talento della virtuosa artista, le offriva un esemplare della sua
immortale opera, colla seguente onorevole dedica : « A Erminia Borghi
Mamo, soave Margherita , Elena idealissima, insuperabile interprete di que
sto spartito , in segno d 'ammirazione profonda e d 'immensa gratitudine.
- Arrigo Boito » .
Talento emergente di quest'opera fu anche il Castelmary, un Mefisto
fele mai superato da altri artisti. Nello stesso elenco artistico figuravano
tre nomi fra i più stimabili nell'arte del canto: Zina Dalti, Boronat, Enri
chetta Leawington , e il celebre Tamagno.
Dalle cronistorie teatrali brasiliane dell'anno 1882, anche altre canta
trici con invidiabili qualità artistiche si rendono degne di nota : (6 ) Sofia
Scalchi-Lolli, insuperato contralto , interprete ideale del Rondo : « No, no,
no » degli « Ugonotti » , del « Profeta » , del « Trovatore » , della « Semira
mide » , in cui, affiancata dalla Borghi-Mamo e dal Tamagno, mette in deli
rio la platea del D . Pedro II ; Medea Borelli ( 1882), bellezza classica , con
voce brillante ed estesa, di cui si serviva con sentimento , bravura e mae
stria , arricchita dal talento di eccellente attrice; le prime donne soprano
leggero Giuseppina Gargano, Palmira Ramballi, Silena Visconti e Lena
Bordato (1882), tutte precedute da bella fama, che trovano i più franchi
applausi della nostra scena massima; le prime donne comprimarie Isa An
tonietta e Rosina Terzano (1882), che riescono, malgrado le loro modeste
parti, ad arricchire la serie delle rappresentazioni di quei bei tempi. I ce
lebri baritoni Mattia Battestini, Enrico Storti; i tenori Francesco Marconi
e Roberto Ramini; i bassi Armando Castelmary, Clemente Perarvan e Va
lentino Tubertini (basso buffo ), facevano parte di questo glorioso assieme.

(6 ) L 'anno 1881, avanti dell'arrivo della compagnia Ferrari, si aveva, al Teatro


D . Pedro II, la compagnia lirica francese , della quale era impresario Mauricio Grau . Nel
l'elenco artistico spiccavano due nomi di rinomanza artistica dei teatri di Parigi: Paola
Marie e Mary Albert. Paola Marie , oltre allo stile elevato, emergeva anche nell'operetta .
gere,coltre a politiloulevatos emersera anche nell'operetta.
Difatti, il suo debutto con l'operetta « Le Petit Duc » , (14 maggio ), fu un vero trionfo .
Essa imprimeva a tutte le operette un gusto , un sapore originale, come non ancora si
era udito in Rio de Janeiro. Ma il suo maggior successo lo riportò nella « Carmen » ,
che veniva rappresentata per la prima volta in Rio de Janeiro (23 maggio 1881).
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Menzione non meno speciale meritano : Adalgisa Gabbi (1882- 1883


1884), considerata sotto l'aspetto di un soprano dalla bellissima voce; Vir
ginia Ferni ( 1883),deliziosa cantante, un nome caro ai violinisti che spesso
ne ammirarono il pregiato talento ; Alma Fokstrem (1883), Antonietta Mar
tinez ( 1883), Scarlatti-Maccaferri, Ortensia Pynnerberger (1883), che, se
non destano entusiasmi, s'impongono per le loro belle voci.
Ricordiamo altresi le pregiate cantanti della stagione 1884 : Elena Theo
dorini, soprano drammatico di prim 'ordine, meravigliosa nella « Cavalleria
Rusticana », il soprano leggero Clementina De Vere, i mezzi soprani Sofia
Ravogli e Giulia Ravoghi e il contralto Medea Mey.
Degne di particolare menzione furono pure le sorelle Amelia e Enri
chetta Sthal, che cantano ( 1885), a fianco della Borghi-Mamo, della Treso
lini, dell'Ada Adini, e dei tenori Tamagno e Marconi. La calda voce dell' A
melia è ricordata ancora dai sopravviventi di quell'epoca, come ricordati
sono i suoi trionfi nella « Gioconda » , quando col suo canto appassionato
e drammatico, trascinava al delirio la platea nel duetto : « L'amo come il
fulgor del creato » .
Allato delle illustri cantanti, che abbiamo menzionato , c'è anche il ri
cordo dei grandi tenori, che la generazione passata, piena di una fede che
piglia aspetto di venerazione e di grande amore per l'arte lirica, conobbe ed
applaudi. Essi furono : Luigi Bolis , artista di una bella e legittima rino
manza, sollevò entusiastici applausi, e divenne il beniamino del pubblico
fin dal suo debutto con la « Fosca » (27 luglio 1877) di Carlos Gomes; Fe
derico Villier , artista di valore, che debuttò colla « Traviata » (21 settem
bre 1877 ), a fianco della Vanda Miller. Non meno risalto davano con il loro
talento di buoni tenori F . Ambrosi, De- Santis, Capri, Marin , Pezarnavel,
alla stagione lirica del 1878, nella quale si cantava per la prima volta tra
noi il bel duetto del « Salvator Rosa » (24 ottobre).
Anche stupendi tenori si ebbero nella stagione del 1879, di cui non è
difficile far cenno, giacchè, oltre al Santinelli, tenore di meriti non comuni,
tanto applaudito nel canto e tanto compianto per la sua morte, ucciso dal
la febbre gialla , ne brilla uno : Francesco Tamagno, la cui fama non v 'ha
chi al mondo ignora.
Le opere cantate da questo straordinario artista , in Rio de Janeiro
(1879, 1881, 1882, 1885), di cui citiamo quelle che più raggiunsero clamoroso
effetto : « Aida » , « Otello » , « Poliuto » , « Profeta » « Mefistofele » , « L ' E
brea » , « Guglielmo Tell » , segnavano l'inizio della seconda serie di deli
ranti successi della nostra scena lirica.
L 'artista e le sue insigni compagne Durand , Borghi-Mamo, ecc., erano
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sempre salutati da un fragoroso applauso di sortita , e gli applausi e le chia
mate si ripetevano frequentemente nei principali pezzi dell'opera .
Meritano pure di essere qui ricordati altri tenori, che nell'arte del can
to simpaticamente emersero : A . Marin , l'eroe del « Guglielmo Tell » e dei
« Puritani» (1880 ), Carlo Bulterini (1880 ), Francesco Giannini (1880 ) e
Franco Cardinali ( 1883-1889). Quest'ultimo cantò col più gran successo ,
in prima udizione, la parte di Americo dello « Schiavo » di Carlos Gomes, e
meravigliò l'uditorio nella bella e leggiadra romanza : « Quando nascesti
tu » , di cui ad ogni rappresentazione si chiedeva la replica.
Come valenti tenori si possono ricordare Pelussich , Pasquale Lazza
rini (1883), Nicola Figner (1884 ), Adolfo Tecchi (1884), il Marconi, che at
tinsero il grado di celebrità (1885), legando i loro nomi a tutti i memora
bili successi delle gloriose stagioni liriche del nostro passato secolo .
Durante la fase lirica dell'impresa Ferrari si ebbero a udire otto opere
nuove : l'« Aida » di Verdi (2 ottobre 1876 ), la « Fosca » di C . Gomes
(15 luglio 1877), « Eurico » del maestro portoghese Miguel Angelo , « Re di
Lahore » di Massenet (13 ottobre 1879), « D . Giovanni » di Mozart, « Mefi
stofele » di Boito (26 settembre 1881), « Lohengrin » di Wagner (19 settem
bre 1883), « Gioconda » di Ponchielli (10 agosto 1885 ).
Quanto al successo di queste opere sul nostro teatro, ricorderemo che i
primi onori l'ebbe l' « Aida », il cui esito prese proporzioni veramente sen
sazionali per le sue eterne bellezze e per gli artisti che la interpretarono .
La segue da vicino la « Fosca » , le cui drammatiche, ispirate pagine,
sollevano ed esaltano l'orgoglio nazionale.
La terza opera fu « Eurico ». Quest'opera, basata su d'una estetica
falsa e priva di sentimento drammatico, era un 'accozzaglia di motivi, scrit
ti nella forma convenzionale, propria dei melodrammi antichi, senza ori
ginalità e freschezza di melodie. Nel concetto dell'opinione musicale, l'ope
ra del maestro portoghese si presentava sotto due aspetti ; alcuni la trovarono
un'opera superiore, altri al disotto della critica. Ad onta di ciò, il suo la
voro, posto in scena per cura di un nucleo di amici e connazionali, gli frutto
un brillante successo nella notte del suo beneficio : la colonia portoghese
gremiva il vasto teatro , risuonante tosto di battimani, ed offriva al maestro
doni di grande valore.
Felice e incontrastato fu l'esito che riportò il Massenet colla sua opera
il « Re di Lahore » , lavoro di alto pregio musicale . Quest'opera, però, tra noi
ebbe poche riprese.
Dopo le surriferite opere, il nostro teatro Massimo poteva , due anni
dopo, segnare nei suoi fasti gloriosi la prima udizione del « D . Giovanni »
di Mozart. Ma l'opera immortale , creata per una generazione che aveva
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delle credenze e delle idee che non esistevano allora e molto meno ai nostri
giorni, non incontrò il favore del nostro pubblico, che non era veramente
alla portata d 'ammirare il più bel lavoro teatrale dell'arte classica .
Malgrado tutto, il nostro pubblico , forse in omaggio al geniale compo
sitore, che ebbe ad illustrare i fasti della musica , lasciando al mondo del
l'arte, nella breve esistenza di 34 anni di età, novecento e venti lavori, si
degnò ascoltare l'opera delle opere, con una attenzione alquanto religiosa,
accogliendo così quelle grandissime pagine, col trionfo del silenzio . E i
pieni suffragi del nostro pubblico di quei tempi non ebbe a meritarli nean
che quel genio , che già da parecchi anni camminava diritto per una via che
lo condusse all'alta cima della gloria , - Riccardo Wagner - di cui si udiva
per la prima volta il mirabile « Lohengrin » . Poichè il primo apparire del
l'arte wagneriana nel nostro ambiente musicale , invece di suscitare una
crociata di benedizioni alle bellezze poetiche e mistiche della nuova arte,
parve lasciarlo indifferente. Dal primo atto alla fine mancò la più scrupo
losa attenzione, e tutte le stupende bellezze del capolavoro del poeta, filosofo
e musico , a nulla valsero, perchè il pubblico d 'allora non seppe o non volle
comprenderlo. A nulla valse pure la bella interpretazione della Ferni, un 'El
sa adorabile, e dei suoi lodevoli compagni; lo stupendo « Preludio » , il
soave e bellissimo duetto d 'amore, il canto del « Cigno » , che, invece di com
muovere l'intero uditorio , lo addormento, e lo destò — secondo il racconto
di un critico — al cadere dei cappelli e dei binocoli, che sfuggivano dalle
mani dei dormienti, nella platea e nei palchi!..
Tale fu l'esito della prima opera del geniale compositore tedesco sulle
nostre scene liriche, che la storia registra come un triste insuccesso. E non
poteva accadere diversamente : le prevenzioni contro Wagner erano più
forti delle geniali bellezze musicali delle opere sue.
A segnalare le altre opere, se si eccettua l'« Aida » , nessuna ottenne gli
elettrizzanti successi, che ebbero il « Mefistofele » e la « Gioconda » .
I generi dei due spartiti, se non si confondono nel sentimento melodico
tutto italiano, si separano nella espressione dei progressi dell'arte musicale
drammatica dei tempi in cui furono scritti. Nell'opera del Boito riflettono
le tendenze wagneriane, coi forti studi dell'orchestrazione, senza venir meno
le grandi ispirazioni e lo slancio di immaginazione; in quella del Ponchielli,
brillano le belle idee, fedeli alle gemme adorabili dell'arte chiara, eminente
mente melodica , senza troppi artifici strumentali. Il « Mefistofele » , apparso,
come dicemmo sulla scena del nostro teatro il 26 settembre 1881, ottenne
un esito delirante, e la Borghi-Mamo, Tamagno e Castelmary, interpreti
magnifici, potevano vantarsi di avere lanciata la grandiosa opera nell'anima
del nostro pubblico , in un modo degno del merito dell'autore. Il meravi
247 -

glioso crescendo del prologo -- bella e grandiosa pagina potentissima di


irresistibile effetto — la fuga della « ridda infernale » , il leggerissimo e de
lizioso « fuggi fuggi » del quartetto , il drammatico e commovente atto terzo,
il « sabba classico » , la matta canzone del « fischio » , trascinarono il pub
blico ad un entusiasmo che rimaneva memorabile fra i fasti teatrali nostri.
Potremmo continuare sullo stesso ritmo, dicendo che la « Gioconda »
ebbe una consacrazione popolare, mercè il valore dei suoi interpreti Borghi
Mamo, la Sthal, Marconi, Brogi e Tamburlini, un complesso indimentica
bile di notevoli artisti, che mai più dovevano ritornare fra noi. Quest'opera ,
che dal primo suo apparire si cattivò le simpatie generali, mantenne vive
sino ai nostri giorni, checchè ci si possa trovare di soggetto alla critica ,
sarà sempre una delle belle creazioni musicali, un complesso di pensieri
proprii, col fascino di quella potenza melodica, ch 'è anima vivente della
musica .
Ormai la brillante fase artistica dell'impresa Ferrari, giungeva al suo
termine nel 1886 . E per corona della sua attività , portava a contentare i
devoti di Tersicore , come aveva per lunghi anni contentati quelli di Euter
pe, una compagnia coreografica , con un personale di 160 artisti, per ese
guire i meravigliosi balli « Brahma » , « Messalina » ed « Excelsior » .
L ' « Excelsior », il ballo che destò il più grande entusiasmo nel mondo
europeo, provocò, in Rio de Janeiro, un vivo successo ; la messa in scena
era delle più lussuose.
Però, l'entusiasmo e il brillante successo della compagnia di ballo e
dell'opera buffa , fu di breve durata. L 'ambiente si raffreddava a poco a
poco, e l'implacabile morbo del vaiuolo e i casi sporadici di febbre gialla, ne
aggravarono la situazione, rubando all'arte di Tersicore il Benesi, la Idalina
Torri e il famoso coreografo Giovanni Livido . Lo sgomento subentra su
bito nella compagnia dell'opera buffa, e il suo impresario si vede nella ne
cessità di scioglierla , abbandonando gli artisti, lontani dalla patria , alle
evenienze tristi del caso .
L 'anno 1887, il Ferrari, pur avendo deciso di non ritornare più a Rio
de Janeiro, ove, malgrado l'assidua frequenza del pubblico, gl'introiti non
superarono mai gli obblighi assunti con degli artisti a caro prezzo, ci pro
metteva pure una lieta stagione con degli elementi di prim 'ordine, tra i
quali spiccavano nomi celebri nell'arte lirica : il tenore Masini, la prima
donna Elvira Colonnese, il baritono Kaschmann e Emma Leonardi. Ma le
notizie allarmanti apparse nei giornali buonarensi sul pessimo stato sani
tario della nostro capitale, ci privavano del gran diletto di udire quei grandi
artisti.
Ma, in onor del vero, convien si dica che il pubblico musicale di Rio de
- 248 -

Janeiro molto deve a questo impresario, il quale poteva vantarsi di averci


portato delle compagnie liriche in tutto eguali alle migliori delle scene liri
che europee, tanto per il numeroso personale di cui erano composte e scelte,
come per la qualità degli artisti, vedendosi sempre nei suoi elenchi cantanti
di fama mondiale , vere ed autentiche celebrità del mondo artistico, senza
riscontro, salvo le rare eccezioni, in quelle che collo stesso titolo, ma ben
lungi da esso , ci hanno portato gli impresari dei nostri giorni....
Con più lieta fortuna ci si presenta in detto anno (1886 ), la compagnia
Claudio Rossi, chiamata compagnia paulistana, e che nella paulicea capitale
dava inizio alle sue rappresentazioni con gli artisti : Medea Mey, una bella e
leggiadra figura ; la Roveri, la Bulicioff, E . Mantelli, la Dimonale ; Figner e
Bertini, Zardo e Lherie , Roveri e Leopoldo Miguéz , maestro direttore d'or
chestra, la cui prebenda artistica non fu di rose, data la sua insufficente
attitudine per l'incarico affidatogli.
I giornali locali, colle loro esagerate lodi sulmerito del maestro Miguéz ,
che ne volevano fare a viva forza un destro direttore d 'orchestra , manca
vano alla verità . Davanti a tale attitudine, gli artisti cantanti e strumentisti
presero, con grande amarezza, il partito di tutto sacrificare nel disimpegno
della loro arte, anziché urtarsi col sentimento artistico nazionale della
stampa. In Rio de Janeiro, però, succedeva il contrario , giacchè, gli artisti,
avendo esaurita tutta la loro pazienza, nella notte del debutto della compa
gnia ( 25 giugno 1886 ), fecero una protesta formale e collettiva di non po
ter cantare sotto la compromettente direzione del Miguéz , presentandola
un'ora avanti di cominciare lo spettacolo , all'impresa. Nè il caso di tale oc
correnza vuole essere taciuta per le peculiari circostanze che lo accompa
gnarono. Nel palco scenico era la ribellione ardita e giusta dei cantanti ;
nella platea vi era la passione partigiana degli ammiratori del protestato
maestro nazionale . Il clamore e le invettive assunsero proporzioni infernali,
massime quando il primo violino-spalla , signor Superti, creduto ingiusta
mente come l'autore di una congiura contro il Miguez, si accingeva ad oc
cupare , secondo la legge artistica ordinaria, il seggio direttoriale per sosti
tuire il maestro direttore.
L 'uragano scoppia più forte ; le grida di « fora ! fora ! » echeggiano per
tutta la sala ed obbligano il povero Superti a deporre la bacchetta e riti
rarsi dall'orchestra per sottrarsi alla tremenda e ingiusta furia del pub
blico !
In vista di queste manifestazioni ostili del pubblico , la situazione del
l'impresa si faceva sempre più difficile .
Ma quando appare su lo scanno un giovane imberbe e sottile , abile pri
mo violoncello nell'orchestra, acclamato dai suoi colleghi e invitato ad im
- 249 -
pugnare la bacchetta per l'attacco del preludio dell' « Aida » , la calma ri
torna nell'agitato uditorio , e la perfetta direzione del novello maestro, se
gnava l'inizio di un grande glorioso avvenire nell'arte di dirigere, del gio
vane artista.
Il giovane in parola si chiamava Toscanini, oggidi considerato difatti,
uno dei più celebri maestri direttori del mondo.
E ' superfluo dire che l'esecuzione dell' « Aida » in quella notte, termi
nava sotto una tempesta di applausi per l'abile condottiere artistico. Sotto
la sua destra e calda direzione si udirono in seguito le opere « Faust » ,
« Marion Delorme » , del Ponchielli ; « Rigoletto » , « Favorita » , « Trovatore » ,
« Gioconda » , « Amleto » di A . Thomas, colla soprano Di Monale e il Lherie ,
che fu insuperabile come protagonista , facendo della parte interpretata una
vera creazione.
Come novità musicale si aveva l'opera « Lauriana » del maestro porto
ghese Augusto Machado, cantata dalla Bulichoff, dalla Mantelli, dai signori
Lherie, Figner, Roveri, Arrigoni, Limonta e Ribol (13 agosto ).
Questo spartito fu giudicato a ragione nelle medesime condizioni di
spirito del pubblico , che conobbe l'autore dell'opera « Eurico » , un lavoro
deficente, basato sugli effetti già sfruttati dai genii italiani Rossini, Bellini,
Donizetti e Verdi. Non ebbe che due rappresentazioni.
Finalmente , il 16 agosto si aveva, in recita d 'addio , l'ultimo spettacolo
con l'opera « Gli Ugonotti » ; un addio poco rallegrante, giacchè la compagnia
scritturata anche per la stagione di Buenos Ayres, si scioglieva a Rio de Ja
neiro , in condizioni alquanto precarie , tali da obbligare gli artisti ad orga
nizzare un gran concerto vocale e strumentale , diretto dal giovane Tosca
nini, nel quale , ci faceva udire il celebre minuetto di Bolzoni, eseguito in
un modo mirabile.
L 'anno seguente 1887, confermata la notizia che il Ferrari non veniva
definitivamente a continuare le antiche stagioni liriche carioche, una im
presa lirica di proporzioni modeste, diretta dall'artista Naghel, armava le
sue tende al « Politeama » , i cui spettacoli si ressero con le opere del vec
chio repertorio . Componevano il manipolo artistico le prime donne Ra
strelli, Vita Maccani, il tenore Ventura Bruschi, Romagli, Garbini, Cidri e
Gianni; tutti con poca dovizia di voce, guidati dal maestro direttore Franco .
Per la stagione dell'anno 1888, era l'impresario P . M . Musella che, coi
suoi artisti Maria Briard, Maria Van Cauteren , Ortensia Bazzani, Eloisa
Ocampo, Pauliana Alda Boffa , Clotilde Sartori, Enrichetta Bernardoni,
Guglielmo Rubis , Francesco Percuoco, Lodovico Benucci, Rodolfo Bolcioni,
Alessandro Modesti, Giuseppe Dominici, Paolo De Bengardi, Lodovico Vi
viani e Giovanni Goula , direttore d 'orchestra, la inaugurava al teatro D .
- 250 - - .

Pedro II con le promesse opere : « Aida », « Gioconda » , « Gli Ugonotti» ,


« L ’ Ebrea », « Faust » ed altre.
Si prometteva altresì l' opera « Carmosina », del maestro brasiliano
Araujo Gomes, a cui S . A . la Principessa D . Isabella fa promessa di patro
cinare la rappresentazione. Quest'opera veniva preceduta dalla fama d 'un
lieto successo ottenuto, nello stesso anno, al Teatro Dal Verme in Milano ,
nel maggio , con l'onore della presenza delle LL. MM . l'Imperatore del Bra
sile ew Consorte
orte ..

L 'Augusta presenza degl'illustri monarchi fece dire ad uno spiritoso


giornalista di quella città , « che il successo della prima rappresentazione
della « Carmosina » non fu imperiale, nè reale. Gli applausi delle rappre
sentazioni ulteriori ebbero a dimostrare che l'esito fu reale » .
Però, date le precarie circostanze dell'impresa ed altre ragioni che noi
ignoriamo, la surriferita opera non fu rappresentata .
Questa compagnia , i cui cantanti avevano dovizia di voce estesa e sim
patica, con qualche disuguaglianza che non nuoceva al complesso, debuttò
con lodevole esito . Però i suoi spettacoli si reggevano ma non fiorivano. E
l'impresario Musella, vedendo le cose torbide, riuni, il 23 settembre, tutti
gli artisti, ai quali dichiarava che scioglieva la compagnia per non poter
egli continuare coll'impresa in vista del cattivo risultato pecuniario .
A salvare la triste situazione dei cantanti e delle masse, una commis
sione, che si componeva dei signori Dottor Dermeval da Fonseca , Kinsman
Benjamin , Alfredo Camarate, Luiz de Castro e Oscar Guanabarino, risol
veva di organizzare alcuni spettacoli per ottenere i mezzi onde rimpatriare
il personale artistico di tutta la estinta compagnia . L 'impegno assunto dal
la generosa commissione ebbe soddisfacente risultato, e il 5 ottobre, giorno
in cui aveva luogo l'ultimo spettacolo cogli « Ugonotti » , terminava la mis
sione tutta nobile e disinteressata , con piena soddisfazione degli artisti.
Siamo finalmente all'ultimo anno del grande periodo lirico, 1889, pe
riodo che scompare dalle scene della vita artistica, lasciando un luminoso e
vasto ricordo nella storia della musica melodrammatica straniera e na
zionale.
L 'apriva e la chiudeva il surriferito Musella , con una compagnia orga
nizzata in Italia , per conto d'una commissione, alla cui testa figuravano co
spicue personalità della società carioca, le quali recano grande tributo al
l'arte in quella occasione.
Se l'anno 1888 cominciò male per le grandissimedifficoltà che abbiamo
accennato , quello che sorgeva col 1889 era tutto di liete speranze per la pro
messa di opere eccellenti e di buoni artisti. Non vi erano celebrità , ma nel
complesso vi figuravano elementi di forte valore artistico : Teresina Singer,
- 251 -

Van Cauteren, la Peri, A . Mazzoli Orsini, Franco Cardinali, De Anna e An


tonio Poulhoud, E . Serbolini, F . Fabro, L . Fiesoli, E . Cosici, L . Font, e Bo
niccioli, direttore d'orchestra .
Fra le opere d 'obbligo, tre costituivano la novità della stagione : « Rie
zi » , « Regina di Saba » , « Herodiade » ; quest'ultima sola però si ebbe a
sentire.
In compenso, un 'opera che non figurava nel cartellone e che doveva
avere ilmaggior successo , era rappresentata, in prima udizione. Quest'opera
era lo « Schiavo », del nostro grande compositore Carlos Gomes. Essa ve
niva rappresentata nella notte del 27 settembre 1889, avendo ad interpreti
la Peri, Van Cauteren , F . Cardinali e De Anna ( Iberé).
L 'inaspettata opera , del valente maestro, dedicata alla Principessa Im
periale D . Isabella, riaffermava una volta più la fama dell'autore del « Gua
rany » ,
La folla che accorse all' Imperiale Teatro la sera della prima rappresen
tazione era straordinaria e visibilmente ansiosa d'udire il nuovo lavoro del
compatriota illustre.
Malgrado tutte l'esigenze delMusella , che, da direttore della compagnia,
diviene impresario per arricchirsi colle successive rappresentazioni dell'o
pera suddetta , l'aspettativa non andò delusa ; l'opera fu acclamata con en
tusiasmo unanime, durante tutta la rappresentazione, fra ovazioni tali, che
dovevano toccare profondamente il cuore dell'autore, che assisteva al trion
fo dirigendo personalmente l'orchestra . Lo « -Schiavo » ebbe una consa
crazione popolare.
Col maestro illustre chiamato e richiamato alla ribalta , divisero gli
onori anche gli artisti. Emersero specialmente il baritono De-Anna, l'im
pareggiabile Iberé e il tenore Cardinali, che causò meraviglia nella leggiadra
romanza : « Quando nascesti tu » , punto culminante della sua parte . E a
confermare il grande successo di Carlos Gomes , devesi aggiungere la sua
serata d 'onore (3 ottobre), alla presenza dell'Imperatore D . Pedro e dalle
Imperiale famiglia. In uno degl'intervalli egli fu chiamato al palco di D .
Pedro e dalle sue mani riceveva il decreto che lo nominava grande digni
tario dell'ordine della Rosa. I fiori, gli allori, i doni piovvero sulla radiosa
leonina fronte del maestro, che chiudeva con chiave d 'oro il periodo più
fulgido della nostra arte musicale.
Dopo 42 giorni si proclamava la repubblica. Il grande e impressio
nante avvenimento allontanava, per sempre, dalla patria, il suo grande e
costante Mecenate, che aveva promosso lo studio della musica e favorito
coloro che maggiore ingegno avevano rivelato nell'arte divina dei suoni.
VI PERIODO
CAPITOLO XV .
( 1890- 1922)

DELL' ARTE LIRICA (SOTTO LA REPUBBLICA)

Il teatro D. Pedro II perde il suo nome. — Avvenimento politico che sorprende il


mondo. - Nessuno impresario vuol tentare le sorti della stagione lirica . - La celebre
artista Judic . – L 'opera comica inglese. - « The Mickado », di Seymour Sullivan , --
Impresa Gonçalves e Com . – Tre opere di autori brasiliani: « Bug-Jorgal », « Carmo
sina » , « Moema », — L 'esito . — Un teatro preso dalle fiamme. — Brillanti stagioni del
Ferrari. – Elena Theodorini, Santuzza ideale. -- L 'opera « D . Branca » - « Condor »
e « Cristoforo Colombo » di Carlos Gomes. — Prima rappresentazione del « Tannhauser »
di Wagner. – Un successo complessivo. — Il « Falstaff » di Verdi. – Esecuzione simul
tanea . — Marino Mancinelli, direttore e impresario . – Triste epilogo . - Suicidio del
l'insigne maestro . -- Sontuose onoranze. - Il debutto d'una giovane artista concitta
dina, — « Moema » di Delgado de Carvalho. — Interpreti ed esito . -- Prima rappresen
tazione della « Bohème » di Puccini. - « Pelo Amor » di L . Miguéz. - Una eletta can
tante nazionale, - La sua carriera artistica . - « Artemis » di Alberto Nepomuceno . - -
« Hostia > di Delgado de Carvalho. — Il « Centro Artistico » , – Successive compagnie
liriche. — Altre opere nuove : « Jupira » di F. Braga : « I Salduni » di L . Miguéz, -- Valore
ed esito . - Una virtuosa del canto : Hariclée Darclée. – Prima udizione dell'opera
< Lakmé» . — « Hänsel e Gretel », - Società Corale Saint-Saëns, – Una sommità del
canto : Enrico Caruso . – La famosa canzone, - Clamoroso successo . - « Iris » di Ma
scagni. – « La Dannazione di Faust » . -- « Primizie » di Abdon Milanez, -- « Cristo
alla festa di Purim » , opera di G . Giannetti, – Sotto un nuovo orizzonte artistico , -
Sindacato Artistico Fluminense. - Guerra premeditata all'opera italiana. - Wagner
era invocato . – Prima rappresentazione dei « Maestri Cantori » . - « Carmela » di
Araujo Vianna . -- « Zazà » di Leoncavallo. – Due distinte cantanti brasiliane. -- « La
Wally » di Catalani. – Il teatro Municipale. - La sua inaugurazione. — Altre opere
nuove : « Boris Godounov », « Loreley », « Tristano e Isotta ». – Primo appaltatore del
teatro Municipale. – « Salomé » di Riccardo Strauss. – « La Serva Padrona » di Per
golese. — Ultimo periodo delle imprese liriche di maggior e minore portata. - Nuova
gestione direttrice del teatro Municipale. - Rapida rassegna, -- Una celebre cantante :
la Barrientos. – Altre opere nazionali : « Rei Galaof » di Araujo Vianna ; « Don Ca
smurro » di João Gomes Junior. - La Tetralogia di Wagner. -- Perchè si adora Wagner.
– Folle argomento. — L'arte italiana come maggiore contingente a deliziare le platee.
- Inchiniamoci davanti al genio creatore , - Conclusione,
--- 254 -

Siamo nell'anno 1890, secondo della Repubblica , in cui il teatro della


« Guarda Velha » perdeva il nome di teatro Lirico D . Pedro II, ma non il
ricordo di colui che lo portò in vita , con sommo decoro, sino al giorno in
cui veniva insieme ai suoi esiliato dalla patria, che mai più non rivide.
Dato l'avvenimento del cangiamento di regime, che sorprese il mondo,
nessun impresario volle, in detto anno, tentare le sorti della stagione lirica
nella nostra capitale.
Vi era ancora, malgrado tutto, una profonda tristezza nascosta nel
l'animo del popolo brasiliano ; vivo era ancora il ricordo dell'uomo magna
nimo che governò il paese per cinquant'anni, coll'amore, la pace e la giusti
zia , ed accettò senza protesta e spargimento di sangue la deposizione.
Ciononostante, a collegare l'ambiente teatrale, ci veniva la compagnia
Coquelin , colla celebre canzonettista Mme. Judic (1890).
Il talento eccezionale della meravigliosa artista , incantatrice nella can
zonetta « Les Ecrevisses » , era di quelli da mettere in delirio un pubblico
il più affranto dal dolore.
Il trionfo maggiore, un colossale successo, l'ottenne nell'operetta
« Mam 'zelle Mitouch » di Hervé.
Esito brillante ottenne pure, nello stess'anno e nello stesso teatro, la
compagnia d 'opera comica inglese , che debuttò coll'opera giapponese « The
Mikado » di Seymour Sullivan, un lavoro assai ben scritto , che diede al
suo autore, discepolo del conservatorio di Lipsia , il titolo di Offembach
inglese.
Nel 1891, la febbre delle nuove banche, delle speculazioni di borsa ,
delle sorgenti imprese industriali d ' ogni specie , che assorbiscono tutta
l'attenzione e l'interesse del popolo , sprona l'impresa Gonçalves e Cia , di
cui era direttore artistico il maestro José da Gama Malcher, a tentare la
sorte della stagione lirica nel nostro massimo teatro .
Nell' elenco artistico figuravano i seguenti nomi: Bianca Montesini,
Camilla Sormani, Ada Bonner, Trombe, Bersani, Checchi, Angelo Lippi,
Ferraioli Luigi e Vettorazzo Luciano.
L 'impresa prometteva tre opere di autori brasiliani: « Carmosina » del
maestro paulista J. Gomes de Araujo , « Bug-Jargal » di José da Gama Mal
cher e « Moema » del giovane dottor Assis Pacheco .
La prima eseguita fu « Bug-Jargal» ( 25 febbraio 1891), diretta dal
l'autore. Ne furono interpreti gli artisti : Bersani, Camilla Sormani, Ada
Bonner , Checchini e Luigi Ferraioli.
Sulmerito dell'opera, la critica non fu prodiga di elogi. Uno stile che
serpeggia nel wagnerismo, senza grandi effetti e senza spontanee ispira
- 255 -

zioni. Primeggia però nell'atto primo un bello e ispirato canto, abbellito


dall'accompagnamento dell'arpa, e il duetto Bug-Jargal e Maria :
« Perchè mi fuggi o bella ?
« lo tamo vieni a me » ,

Indeciso e ricercato è anche l'assolo di Irene, nell'atto secondo, ma il


duetto che segue fra Leopoldo e Irene è di un ritmo animato e d 'ispirata
melodia. Il preludio dell'atto terzo è forse il pezzo più interessante dell'o
pera . Una frase larga e melodiosa, suonata dal violoncello , accarezzata dal
l'arpa e dal flauto , rende più bello questo preludio .
Anche nell'atto quarto s'incontrano alcune bellezze : le danze, rese ori
ginali dai bizzarri strumenti impiegati, ed abbellite da un accompagnamento
dell'orchestra . Segue la danza denominata « Chica » , in cui il canto è fatto
dal clarinetto con accompagnamento di oboe.
Bello e di buon effetto è il duetto, che segue nella seconda scena tra
Maria e Bug-Jargal, con accompagnamento di violini in sordina, predomi
nandovi il violoncello .
Infine, se l'opera non è un capolavoro, è un bel saggio che cominciava
sotto i migliori auspici.
11 2 marzo aveva luogo la prima rappresentazione dell'opera « Carmo
sina » di Gomes de Araujo .
L 'opera , ben accetta all'estero , non trova nella patria dell'autore buo
ne accoglienze. Il lavoro del Gomes de Araujo aveva . . . un grande difet
to : quello di piacere ed essere compreso alla prima udizione. Ciò voleva
dire che per il pubblico del tempo, vi era del volgare. Mentre vi si trova
vavano delle belle cose: il « preludio » , ad esempio , che precede il primo
atto ; la serenata del Menestrello Minaccio, con accompagnamento d 'arpa ;
la scena e l'entrata di Perillo , che è tutta una bella ispirazione. Di buon
valore musicale per stile, ispirazione ed orchestrazione, è anche il « pre
ludio » dell'atto secondo, come pure la drammatica scena del buffone Ve
spasiano, coi cori, e il duetto tra « Carmosina » e il re, pagina delicata e
ispirata . Bellissimo è anche il finale dell'opera , dal duetto di Carmosina
con Perillo, sino a quando quella cade esanime nelle braccia del marito,
udendosi in detto momento un brano bellissimo accompagnato dai violini
in sordina .
L 'opera termina con un magnifico coro interno, di effetto originale e
bene scritto .
In omaggio alla verità , convien si dica che l'esecuzione fu deficiente,
- 256 —

e sacrificò molto lo spartito, che se non è un capolavoro, è un'opera che


fa onore alla nostra arte nazionale.
La breve esistenza di questa compagnia , le difficoltà che sorgono du
rante la sua gestione, non permisero che si udisse l'opera « Moema » di
Assis Pacheco, altra brillante organizzazione musicale , che cade, per cause
che noi ignoriamo nell'ostracismo.
Nel maggio di quest'anno (1891) si aveva la compagnia lirica italiana
dell'impresario Delpuente, coi seguenti nomi: Maria Vulle, Neda Souer,
Elvira Imbigno, Daria Mesnier, Egisto Guardenti, Giovanni Simoni, Gio
vanni Sansone, Cesare Barichi, Giuseppe Durant, Emilio Rossi, i maestri
direttori: Giorno Sulli ed Achille Puente .
Il recinto del « Politeama » , che sorgeva in Via do Lavradio , fu il cam
po d 'azione artistica di questa compagnia , ove il popolo poteva, a miti
prezzi, deliziarsi udendo le opere dell'antico repertorio , le operette e due
opere da molto non udite in Rio de Janeiro : « La Muta di Portici » e « Fra
Diavolo » di Auber.
Disgraziatamente , nel corso delle animate rappresentazioni, il « Poli
teama », durante una recita, fu preso dalle fiamme ed arse completamente,
salvandosi miracolosamente gli artisti, fuggendo in costume.
Il 29 maggio 1891 l'impresario , Luigi Ducci, che parve voler fare rivi
vere le brillanti stagioni liriche del Ferrari, comunicava al pubblico l'e
lenco della sua grande compagnia lirica, della quale partecipava anche il
maestro A . Carlos Gomes.
Nell'elenco artistico spiccavano dei nomi, divenuti già celebri nell'arte :
Elena Theodorini e Kupfer - Berger, Adele Stehle , Emma Leonardi, Erina
Borlinetto , Amalia Belloni, Giuseppe Oxilia , Gregorio Gabrielesco, Enrico
Prevost, Giovanni Parodi, Delfino Menotti, Lelio Cassini, Ettore Marcassa
e Alessandro Silvestri, guidati dal direttore d 'orchestra Arnaldo Conti.
Vi figurava fra le sei prime ballerine la famosa Giuseppiņa Minoletti,
e la notissima Mima Virginia Morlachi.
Inizia i suoi lavori il 7 luglio , con l' « Aida » , cantata dalla Kupfer
Berger, la Leonardi, Gabrielesco e Cassini. la celebre e già conosciuta arti
sta Elena Theodorini debutta colla « Gioconda » , avendo a compagni: Bor
linetto , Leonardi, Gabrielesco , Menotti e Maleassi. L 'esecuzione fu un trion
fo per gli artisti e un legittimo successo per la protagonista Elena Theodo
rini. Fu mirabile nella scena ed aria : « Suicidio » . Il 10 settembre ( 1891),
si dava, in prima udizione, l'opera fortuna del Mascagni « Cavalleria Ru
sticana » cantata dalla surriferita artista Theodorini, Borlinetto , Garava
glia, Gabrielesco e Cassini. La Theodorini protagonista, fu una Santuzza
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ideale ; la sua drammaticità attinse il sublime. L 'opera, che è la più bella
gemma del bagaglio artistico dell'Autore, piacque moltissimo.
In seguito si ebbe a udire il rinomato tenore Oxilia che, debuttò nel
l'opera « Lucrezia Borgia » . Cantava bene e con buona scuola ; ma la sua
voce, ritenuta fra le più belle dell'epoca, era in decadenza, la malattia delle
sue corde vocali lo prostrò al punto di non poter terminare la stagione.
Anche un altro tenore veniva a mancare in su la fine della stagione:
Gabrielesco , il quale, era sostituito dal tenore Franco Cardinali, che ci tor
nava già con la sua voce in decadenza.
Il tenore Gabrielesco lasciò grato ricordo del suo talento . Possedeva
una voce delle più belle. E ' da ricordarsi che il Gabrielesco, assieme alla
Theodorini e in unione alla Sthele, Borlinetto , Silvestri e Tansini, cantava ,
in prima rappresentazione, la bell'opera « Condor » di Carlos Gomes, col
più lieto successo (13 agosto ).
Ricorderemo un 'altra nuova cantante, Livia Drog, la quale debutto
nell' « Aida » . Avea un voce brillante ben timbrata , e se ne serviva con
molta arte.
L 'impresa Ducci, fedele alla promessa fatta agli abbonati, metteva in
scena (6 ottobre) una terza opera nuova : « D . Branca » , grandiosa opera in
un prologo e quattro atti del maestro portoghese Alfredo Keil. Ne furono
interpreti : Theodorini, Borlinetto , Belloni, Garavaglia , Gabrielesco, Cosini,
Silvestri e Parodi.
L 'esito di quest'opera faceva riscontro nella leggendaria recita del
l'« Enrico » del maestro Miguel Angelo , di tempestosa memoria .
L ' anno lirico - musicale 1892, non fu meno brillante del precedente,
mercè lo sforzo degli attivi impresarii anzidetti, i quali giungono a por
tarci un personale artistico di vero valore. Sotto la guida d 'un valente di
rettore artistico , giudicato unico all'epoca sua : Marino Mancinelli. La sua
orchestra era delle più complete sino allora venute a Rio de Janeiro. Nel
l'elenco dei cantanti, taluni già uditi negli anni anteriori, figuravano arti
sti di pregio : Adalgisa Gabbi, Adelina Stehle, Lina Cerne Wulman , Ame
dea Santarelli, R . Garavaglia , Emma Leonardi, Paolina, Gregorio Gabriele
sco , Emanuele Suagnes, Eduardo Camera, Rogerio Astillero , Paolo Wul
man e Giovanni Tansini.
Nel programma delle opere nuove da darsi figuravano : il « Tannhau
ser » di Wagner, il « Condor » , « Cristoforo Colombo », di Carlos Gomes, e
« L' Amico Fritz » di Mascagni.
11 13 settembre ( 1892 ), si dava il « Condor » , la cui prima udizione
riusci una vera solennità d'arte . L 'interpretazione fu ottima, ad onta di
qualche episodio alquando esitante .
258 -

Molti pezzi nei quali la melodia scorre a pieni fiotti, abbellita da una
nuova forma ed una strumentazione calda e sonora ebbero accoglienza en
tusiastica e molte chiamate al maestro Carlos Gomes, presente all'esecu
zione. Il 15 settembre , il « Condor » era cantato per la seconda volta a
beneficio dell'autore, con un successo addirittura imponente.
Qui si convien ricordare, malgrado il franco e giustificato successo
dell'opera in parola , il rapido cambiamento che si ebbe ad osservare sul
merito dell' illustre compositore da parte della critica, massime quando
veniva dato l'ultimo suo lavoro « Cristoforo Colombo » , poema vocale e
sinfonico in quattro parti, scritto per la commemorazione del quarto cen
tenario della scoperta d'America, di cui furono interpreti: la Gabbi, la
Garavaglia , Gabrielesco , Camera , Wulman , Bennucci e Cerne (12 ottobre
1892 ). La fredda accoglienza che ebbe quest'ultimo lavoro del cigno di Cam
pinas, pur essendovi pagine di splendida fattura , fu aggravata da una osti
lità premeditata, frutto d' una improvvisa spiritualità musicale sedicente
moderna, che si atteggia a posa tragica e draconiana. E ' duopo quindi ri
cordare e registrare la deplorevole sorte che subisce l'infelice poema sin
fonico . Era giorno di gala . L 'inno nazionale iniziò lo spettacolo , che segui
colla sinfonia del « Guarany » , le cui mirabili bellezze non bastarono a per
suadere coloro i quali erano invasi da una specie di mania , tacciando di
imperizia l'ultima produzione del nostro illustre compositore ch 'era per lo
meno degno di un successo di stima in quella brillante serata.
Il lavoro cadde fra gli urli e i lazzi indegni.
Anche « L ' Amico Fritz » , opera del Mascagni, datosi il 16 ottobre
(1892), opera che non si fece mai strada , ottenne un esito infelice.
Il nuovo spartito non fu e non poteva essere accarezzato dal pubblico
e dalla critica sincera, giacchè vi si sentiva evidentemente la decadenza
della verità melodica e l'espressione individuale di cui fruiva l'autore della
« Cavalleria Rusticana » .
Successo meritato ottenne il « Tannhauser » di Wagner (30 settembre
1892), cantato dagli artisti Adalgisa Gabbi, Cerne Wulman, Gabrielesco,
Camera, Nicoletti, Tansini e Bononi, diretto e concertato dal Mancinelli,
che seppe trarre tutti i grandiosi effetti del bellissimo spartito. Anzi a vo
lere dar credito alla critica dell'epoca , la prima udizione tra noi del
« Tannhauser » costitui un avvenimento nel mondo musicale ed aprì in
fine la strada alla musica wagneriana della prima maniera, per molti, la
più bella . Parve anzi che col « Tannhauser » , forma indiscutibilmente ita
liana, le prevenzioni della maggioranza del nostro pubblico, niente affatto
sognatore e punto mistico ed evidentemente ancora contrario alle leggende
nordiche ed alle eccessive sonorità istrumentali del grande musicista ,
- 259 -

svånivano davanti a quelle stupende pagine di grandiosi corali, di nuove


combinazioni armoniche, e segnavano, col ritrovo di nuove forze estetiche,
un largo passo alla nostra ascensione artistica . Ascensione limitata, diremo,
giacchè le ulteriori rappresentazioni del capo lavoro wagneriano, non
corrisposero alla desiata aspettazione. La grandiosa e bella sinfonia , ese
guita con tutta l'ampiezza e nettezza di dettagli, fu udita con religiosa at
tenzione del pubblico intero: attenzione ben differente da quella che si
ebbe ad osservare alla prima udizione del sublime « Preludio » del « Lo
hengrin » , di triste e melanconica ricordanza ( 1883). Al successo comples
sivo giovò molto l'eccellenza dell'esecuzione degli artisti : La Gabbi, la Cer
ne Wulman , Gabrielesco, Tansini, Nicoletti, Suagnes.
La stagione si chiudeva colla surriferita opera (29 ottobre 1892) , colla
sicurezza e la convinzione del maestro, che l'aveva diretta, di avere con
quistato un buon numero di seguaci delle concezioni wagneriane.
Ma è d 'uopo notare che, dopo la scomparsa del Mancinelli, le opere di
Wagner passarono ad un periodo di sosta , per riapparire negli ultimi anni
della nostra storia ; senza però che ne soffrissero Scuole, specie la italiana
che fu, è e sarà sempre la maggior gloria della musica melodrammatica,
nonchè la maggior delizia di quelli che vivono di sentimento e di nobili
ispirazioni.
Non meno lieta si presentava la stagione lirica dell' anno seguente ( 1893).
Due magnifiche compagnie liriche ospitava, nei mesi invernali, la nostra
capitale : quella degli impresarii Ducci-Ciacchi, e l'altra del Ferrari, la cui
venuta , dopo 7 anni di assenza, era motivo di gradevole sorpresa per il
pubblico , mai dimentico delle famose gestioni liriche del vecchio im
presario .
Nell'elenco della prima, il di cui direttore d 'orchestra era il valoroso
maestro Marino Mancinelli, si avevano in maggior parte i conosciuti artisti
della stagione anteriore : Adalgisa Gabbi, Lina Cerne Wulman , Adelina
Sthele, Paolina Leone, Emma Leonardi, Amedea Santarelli ; i tenori Gre
gorio Gabrielesco e Metillio Emanuele Suagnes; i baritoni Eduardo Ca
mera e Rogerio Astillero, e i bassi Giovanni Tansini e Paolo Frederico Bo
noni, con sessanta professori d 'orchestra. In quello della compagnia Fer
rari, oltre all'abile direttore d 'orchestra Cleofonte Campaniņi, spiccavano
i nomi di Eva Tetrazzini, Maria Giudice, Cesira Ferrani, Ida Rapponi, Ma
riacher, Giuseppe Cremonini, A . Scotti, A Moro , Cremberg e Limonta : un
assieme di talenti superiori nell'arte del canto.
L 'incontro di due valorose compagnie liriche fra noi costitui un avve
nimento artistico dei più interessanti; entrambe si proponevano offrirci
delle grandiose rappresentazioni. Al lirico, il Mancinelli, con le sue opere
- 260 -

magistralmente concertate, aveva vinto già una mezza battaglia . Al S . Pe


dro, col merito riconosciuto del maestro Campanini e il magnifico equili
brio ed accordo degli esecutori Cesira Ferrani, Ida Ruppini, Giuseppe Cre
monini e Remo Ercolani, assicuravano l'esito brillante della nuova opera
« Manon Lescaut » di Puccini, cantatasi alla perfezione nella notte del 28
luglio (1893). Però giova dire che lo scopo principale delle due compagnie
era quello di presentarci il nuovo capolavoro verdiano, « Falstaff », in co
pia autentico, per l'interpretazione, che aveva avuto alla Scala di Milano,
i cui ricordi erano ancora cosi palpitanti da far nascere i più interessanti
confronti. E di fatti fu una vera gara di emulazione, ove brillavano a vi
cenda, l'ingegno e il valore dei rispettivi artisti.
L ' aspettata prima rappresentazione del « Falstaff » aveva luogo, in
ambi i teatri, la notte del 29 luglio (1893).
La simultanea esecuzione riuscì ammirabile : Tetrazzini, Ferrani, Giu
dice da Costa, Rappini, Cremonini, Ramini, Vanini, Cromberg, Moro,
Scotti, dell'impresa Ferrari; Gabbi, Fabbri, Zawner, Sottolane, Colli, Ber
rini, Zucchi, Camera, dell'impresa Ducci-Ciacchi, i quali, senza far con
fronti, tutti contribuirono al successo della genialissima opera , eseguen
dola con vero impegno, e con quella perfezione che ha diritto alla lode;
analogo spirito , analogo garbo effervescente di brio , mettevano in rilievo
i sorprendenti effetti, i motivi originalissimi e tutte le altre maravigliose
bellezze che traspirano nel nuovo e superbo spartito . Però giustizia vuole
sia detto che, tra i due intelligenti interpreti della parte di « Falstaff » , il
primo, Scotti, cantante di elezione, felice imitatore del Morel, l'impareg
giabile protagonista e creatore del Falstaff, meravigliò l'uditorio con mag
gior merito artistico del suo emulo Camera.
Ad altri lavori artistici d 'importanza si dedicano con ardore le due
Compagnie . L 'impresa Ducci-Ciacchi, oltre al « Tannhauser » e il « Lohen
grin » , coi loro complessivi successi, ci dava il « Condor » di Carlos Gomes.
L 'impresa Ferrari, colla predominanza delle sue accurate esecuzioni,
ci dava anch 'essa momenti assai felici colla Tetrazzini, Violetta adorabile
nella « Traviata » , mirabile Aida .
Affianco a questa eccellente cantatrice v 'è il tenore Mariacher, che si
impone per la sua bella voce, senza però fare impallidire il suo emulo
Cremonini, di voce soave e dolcissima.
Ma ad onta dei crescenti successi, la gestione lirica del S . Pedro, giun
geva avanti tempo al suo termine. Difatti, l'11 agosto, il Ferrari, accettando
il consiglio della stampa, per evitare l'urto d'interessi fra gli abbonati delle
due imprese liriche, anticipava la sua ultima recita d ' abbonamento ed
abbandonava definitivamente la piazza di Rio .
261 . .

Le porte del Lirico rimangono ancora aperte. L ' impresa realizza


splendidi incassi, mercè il valore degli artisti e la preziosa direzione arti
stica del Mancinelli; e termina la sua stagione lirica con successo felicis
simo: calorosi applausi agli artisti ed ovazioni deliranti al Mancinelli :
ovazioni che furono fatali per lui, dato il suo fisso pensiero di voler ten
tare le sorti del nostro teatro lirico, come impresario ! . . : Tale, infelice
idea pare che la esternasse ad un giornalista amico dicendogli, al termine
della stagione : « Il y a quelque chose à faire à Rio de Janeiro, en mathière
de musique ».
Ma nè al giornalista , nè a nessuno passò mai pel capo che il maestro
volesse alludere ad un'impresa teatrale, in cui si possono avventurare
solo uomini d'affari, audaci e senza scrupolo .
Ma il 25 aprile 1894 il Mancinelli partecipa al pubblico fluminense di
aver organizzato una sua compagnia per la stagione lirica dell' anno in
corso . . .
L 'elenco artistico possedeva elementi di primo ordine. Prime donne:
Adalgisa Gabbi, Augusta Cruz, Anita Occhiolini, Marcellina Rastelli, Vir
ginia Guerrini, Carolina Zawner, Tilde Carotini Zonchi; tenori: Emilio
De-Marchi, Giuseppe Russitano e Ferdinando Ovidano ; baritoni: Eduardo
Camera e Rodolfo Angelini Tornari; bassi : Giulio Rossi, Giuseppe Tisci.
Maestro sostituto : Amilcare Zanella .
Un personale, finalmente , di duecento quaranta figure, contrattato,
nonostante gli avvenimenti politici che ancora si svolgevano in Rio, dal
maestro, il quale aveva l'obbligo di non dissolverlo anche se persistesse
il movimento rivoluzionario, che da tempo serpeggiava negli Stati del sud .
Fra le opere di repertorio figuravano quelle che avevano trionfato nelle
stagioni anteriori: « Lohengrin » , « Tannhauser » , « Mefistofele » , « Fal
staff » , « Manon Lescaut » , « Lo Schiavo » , « Ugonotti » , « Otello » e i « Me
dici » , l'opera nuova di Leoncavallo .
Il teatro lirico si apri sotto buoni auspicî, (2 luglio 1894), colla « Gio
conda », cantata dalla Gabbi, Guerrini, Caratine, De-Marchi, Camera, Ru
bini, Zucchi, in modo brillante, presagio d 'una felicissima stagione lirica .
Ma purtroppo l'anormalità della situazione creata dallo stato rivoluzio
nario in seguito al colpo del 2 settembre (1893) si ripeteva duramente sulle
sorti dell'impresa , i cui introiti diminuivano nelle successive rappresenta
zioni col peggiorare del cambio : il terribile nemico, allora , degl'impresari.
Ciò che fu l'epilogo di questa stagione teatrale è tuttora nella memoria dei
sopravviventi dell'epoca .
Il Mancinelli, dopo due mesi di indefesso lavoro, provando e mettendo
in scena quasi tutte le opere promesse agli abbonati, alle prese con le
- 262 -

difficoltà dei pessimi affari, precipita nella dolorosa catastrofe, suicidan


dosi con due colpi di rivoltella, il 3 settembre, alle ore nove del mattino.
La morte dell'illustre ed infelice artista causò la più viva e desolante
impressione, giacchè egli era molto amato dal pubblico fluminense , nel cui
spirito aveva ispirato il gusto per le opere di Wagner.
GK artisti, senza distinzione, piangevano attorno al cadavere di colui
che fu sempre rispettato comemaestro e come uomo.
Sul tavolo di lavoro del maestro furono trovate le seguenti lettere :
« Mio buon Luigioni, voi che tutto conoscete, che avete assistito ai miei
« sforzi, alle mie lotte , voi facilmente comprenderete il passo che sono
« per fare. - Il cambio disastroso mi ha completamente rovinato .
« Chi lo avrebbe mai pensato ? Chi avrebbe immaginato che, finita la
« rivoluzione, sarebbe peggiorato nel modo che è? . . .
« Ora . . . la speranza di ricevere denaro da S . Paolo è anche questa
« perduta . . .
« E come fare dunque ? . . .
« Il meno che posso , é togliermi la vita .
« Addio , buon Luigioni, soccorrete la disgraziata Adalgisa , ve la rac
« comando . . . essa è degna di ogni pietà . Soccorretela . . . e perdonatemi.
« Addio
MARINO MANCINELLI. » .
« In questo estremo momento non so resistere all'indicibile voluttà di
« additare al pubblico obbrobrio l'operato inqualificabile del Signor Avvo
« cato . Teixeira de Carvalho.
« L’inettezza presuntaosa dei suoi espedienti, i suoi sleali consigli, la
« sua falsa amicizia in gran parte contribuirono al disastro gigantesco nel
« quale tutti cadiamo involti.
« Che il mondo lo retribuisca in merito alle sue azioni.
MARINO MANCINELLI . » .

« A tutta la mia compagnia .


« Piuttosto morire che sopravvivere alla vergogna di un disastro econo
« mico immenso , irreparabile .
« Mi uccido – non ho rubato . Perdonatemi. . . se potete.
« Non infierite contro la povera Signora Gabbi; è la più infelice, la più
« colpita . . . Lo sapete quanto me. . . la affido alla vostra pietà . . . soo
« corretela .
« Stringo a tutti la mano.
« Addio
MARINO MANCINELLI. » .
- 263 we

« Ada .
« La maledizione è veramente piombata con tutta la sua ferocia sopra
« ogni mio operato . Ogni minuto che io vivessi ancora sarebbe nuovo ed
a irreparabile disastro.
« Mi tolgo la vita . — So che non puoi në dedi perdonarmi.
« Muoio disperato , però col tuo nome sulle labbra .
« Addio
MARINO MANCINELLI, » .

« Pastini mi ha prestato cinque conti di reis che servirono per pagare


« ultimamente il coro. – Ho garantito questi cinque conti sopra i due
« armoniums e sopra tutti gli strumenti della banda che sono di mia pro
« prietà .
« Povero Pastini!
· MARINO MANCINELLI. » ,

Gli furono rese sontuose onoranze funebri.


I funerali si effettuarono alle ore cinque pomeridiane, uscendo il fere
tro dal teatro lirico in direzione al cimitero di S . João Baptista .
Sino al largo do Machado, la salma mortuaria venia portata a mano
dagli artisti della compagnia ed accompagnata a piedi da un gran numero
di persone che vollero rendere l'ultimo omaggio all'artista tanto eminente
e tanto sventurato ! Aveva 52 anni.
Dall'8 al 12 settembre, artisti e masse realizzavano alcuni spettacoli,
i cui proventi destinavansi al rimpatrio dei più bisognosi.
E cosi finì la mala riuscita impresa dell'onesto e compianto maestro
Ma, ad onta del triste avvenimento, che rese per un momento diffidenti
e sfiduciati artisti ed impresarii, una compagnia artistica, senza pretesa di
notabilità condotta dall' impresario de Mattia , sotto l'abile direzione del
maestro paolista Antonio Leal, inizia (27 aprile 1895) una serie di spet
tacoli popolari coi seguenti artisti : A . Bourmann, A . Tancioni, M . Baratti,
Elias, Caldi, Cecchini e Athos.
Malgrado però qualche successo, circostanze eccezionali condussero
questa compagnia ad una fine disastrosa, poichè si scioglieva il 24 mag
gio (1895).
Lo stesso non accadeva a quella che nel prossimo ottobre (1895), ci
portava il noto impresario Sansone.
Questa compagnia formata da un personale omogeneo : Elisa Bassi,
Clotilde Sartori, Vilalta , Arcangeli, Castellano, Sagaldi e Palmira Ramini,
si presentava sulle scene del Lirico il 25 ottobre (1895 ).
- 264 -

Fra le brillanti rappresentazioni si convien ricordare la serata del 6


novembre ( 1895). Si dava il « Ballo in Maschera » , avendo ad interprete
nella parte del paggio , la mezzo soprano Matilde Canizares. L ' aspettativa
era di quelle veramente eccezionali, sapendosi che la debuttante era bra
siliana, e quindi, non poteva che attrarre una folla immensa . La sala era
difatti gremita di spettatori. Deliranti furono gli applausi, pioggia di fiori
e discorsi in omaggio alla giovane artista concittadina. Ciò si spiega . A
quei tempi erano rari i talenti nazionali che coltivavano l'arte teatrale ;
quindi ogni apparizione di un elemento che potesse tener alto il prestigio
dell'arte lirica nazionale , era motivo di giubilo e dimostrazioni. La Canizares
possedeva una voce assai sottile , trovata inadatta per il vasto recinto del
Lirico, e più sottile la rendeva l'emozione del suo debutto.
E ' da ricordarsi un'altra serata di ardore nazionale, quella della prima
rappresentazione della « Moema » , opera nuova in un atto , del giovane di
lettante Delgado de Carvalho, avendo ad interpreti : E . Bassi, Sigaldi, Ar
cangeli e Rotoli. Quest'opera era considerata come lavoro di corto fiato e
privo d'interesse musicale, concepito con due duetti, un terzetto e un 'aria .
Penne indulgenti ne scrissero calorosi elogi; ma ad onta di tutto, il modesto
lavoro veniva presto dimenticato nonostante l'esito alquanto felice, dovuto
più al talento degli artisti, che seppero abbellire i difetti inevitabili.
L 'anno seguente 1896 , il pubblico musicale accorre in primo luogo ad
un complesso di spettacoli d 'opere ed operette dell'impresa R . Tomba, la
quale piantò le sue tende al S . Pedro, ove debutta, il 6 giugno, coll'opera
comica « I Granatieri » , del maestro Valente. Vi' brillano di vivida luce le
graziose ed intelligenti cantanti Marchesi, Marangoni, Adelina Padovani, la
più brava cantante della compagnia e la Bourmann , la stessa che era ac
clamata nel « Rigoletto » .
Al « Rigoletto » tenne dietro la « Dolores » , opera nuova per Rio de Ja
neiro, di D . Thomas Breton ( 1° agosto 1896 ), maestro spagnolo ; di cui fu
rono interpreti : Bourmann , Marangoni, F . Pozzi, J. Maristany, D . Maieroni,
A . Derabeis, C . Thos e Gramantieri. La stagione fu breve ; terminarono ai
primi di agosto senza partecipare all'eredità festiva degli anni anteriori.
Felice però doveva correre l'anno 1897, in grazia all'impresario Milone,
il quale ci presentava un elenco artistico di buonissimi cantanti. Ricorde
remo le prime donne Annunziata Stinco Palermini; la fortunata possedi
trice d'una voce fra le più belle ; il soprano leggero Carolina Garagnani; Ara
celi d'Aponte Delgado ; il soprano lirico Cleonice Campagnoli e i mezzi so
praniMaria Grassé e Clotilde Sartori. I tenori Raffaele Grani e Giorgio Qui
roli; i baritoni Alessandro Arcangeli, Carlo Mariani e Luigi Baldassari; e i
bassi Luigi Vecchioni e Donato Rotoli, col direttore d 'orchestra Giorgio
- 265 -

Polacco, e la promessa di due spartiti nuovi per le nostre scene : « Bohème »


di Puccini e « Manon » di Massenet .
Le rappresentazioni venivano inaugurate coll'« Aida » , il 9 giugno
(1897); protagonista nella gloria dell'esecuzione, la suddetta Stinco Paler
mini, la quale , ad onta della sua non seducente bellezza, suscitò vivi e calo
rosi applausi dopo l'aria : « Ritorna vincitor ! » ( 1).
Perenne memoria ella doveva lasciare altresi come creatrice sublime
della parte di Mimi nella « Bohème» , rappresentata , il 2 luglio ( 1897), con
grande successo . Le furono degni compagni : la Campagnoli, Quiroli, Ar
cangeli, Baldassari, Rotoli, Antenore e Brovetto.
La stampa unanime qualificò questo nuovo spartito come un lavoro fe
lice, forbito , di qualità meravigliose, frasi deliziose, in cui la soavità melo
dica si sposa veramente alla soavità poetica di Murger.
La « Bohème » fu l'unica opera ai suoi tempi che sostenne il cartello
per molte sere.
E ' forza pure ricordare la prima udizione di un nuovo lavoro melo
drammatico del maestro Leopoldo Miguéz « Amor » , su libretto del noto
poeta Coelho Netto , di cui dicevasi un mondo di bene.
La rappresentazione aveva luogo il 14 agosto (1897 ), al « Cassino Flu
minense » e le parti furono assunte dai più distinti artisti e dilettanti : Car
los de Carvalho, Elvira Gudin , Antonietta Saldanha da Gama, Helena de
Barros, Francisca Saldanha da Gama, Emilia de Barros Barreto e Rachel
Palhares.
Malgrado la stampa, nella sua minoranza , presentasse questo lavoro
come una gemma musicale, l'esito fu poco felice. L 'opera, in complesso ,
pur non essendo priva d'un certo merito, presentava scarsezza di idee e
d'ispirazione. La forma, che non brilla per la novità , si svolge poco sponta
nea e poco logica nella struttura e nel giusto equilibrio.
Il prossimo anno 1898 prometteva cose ben notevoli per le nostre scene
liriche : tre opere nuove ed un complesso artistico da fare onore all'impre
sario Sansone.
Alla testa figurava la già applaudita Annunziata Stinco Palermini, il
soprano lirico Clotilde Maragliano , il mezzo soprano Raymunda da Costa ,
i contralti Zaira Montalcini e Maria Bailler ; i tenori Giovanni Dimitresco e
Giuseppe Ventura ; i baritoni Lorenzo Bellagamba ed Enrico Stinco , e i
bassi Adamo Didur e Luigi Venturini. Direttore d 'orchestra G . Polacco.
Fra le opere più gustate dal pubblico è la « Carmen » in cui la intelli

(1) Annunziata Stinco Palermini, allieva del Conservatorio di Musica in Milano,


moriva in Rio de Janeiro, ove aveva preso stabile dimora il 10 gennaio 1923.
- 266 -

gente artista Montalcini si rivela una Carmen ideale. La Montalcini, bel


lissima e seducente figura, era dotata di bella voce, appassionata ed ardita
parte interpretativa del capolavoro di Bizet.
Un'altra serata di profondo entusiasmo artistico nazionale, fu quella
del debutto dell'artista brasiliana Clotilde Maragliano, nella parte di Mar
gherita nel « Mefistofele » di Boito (18 giugno 1898).
La Maragliano, nata in S . Paolo, dalla simpatica e bella voce, perfezio
nata sui grandi esemplari dell'arte vocale , ritornava in patria con rinomanza
di eletta cantante , applaudita e festeggiata nelle grandi scene liriche d 'Ita
lia , ove compi, come allieva del Conservatorio di Milano, i suoi studi, meri
tandosi, nel luglio 1891, il premio di primo grado e il diploma con medaglia
d 'argento . Poscia procedeva alla corsa trionfale di tre anni di carriera ar
tistica. I suoi maggiori applausi furono conquistati nei teatri: S. Carlo di
Napoli, Comunale di Ferrara, Regio di Torino, Vittorio Emanuele di Mes
sina, al Cile , a Trieste, ove canto , a fianco dei più rinomati artisti, molte
opere e la celebre Messa da Requiem , di Verdi. Cantò a Vienna con succes
so la « Resurrezione di Lazzaro » diretta dall'autore Perosi. Dopo l'esecu
zione, ebbe luogo una cena. La Maragliano sedeva a destra del Perosi, ed a
sinistra del conte Lippi. Il Perosi conversò sempre colla nostra pregiata ar
tista. Rileviamo questo unicamente perchè serve ad aggiungere merito alla
cantante egregia , il cui talento brillò di tanta luce nella patria dell'arte.
Ovunque le serate d 'onore erano veri trionfi per la distinta artista. A
questi brillanti successi si deve aggiungere anche quelli che riportò in pa
tria,ove il nostro pubblico fu prodigo di approvazioni e di calorosi applausi.
Una delle ultime opere che cantò in Rio de Janeiro, col tenore Dimitre
sco, fu la « Cavalleria Rusticana » in cui si mostrò una Santuzza mirabile .
La sua onorata carriera si concludeva in Rio , ove prese stabile dimora,
per divenire poscia sposa affettuosa di un uomo degno di lei.
Qui è da ricordarsi un'altra intelligente artista brasiliana, Amalia Ira
cema, dotata di eccellente voce, la quale si produsse in questa stagione,
interpretando la parte di Selika, dell' « Africana » (22 agosto 1898). Non fu
un vero trionfo il suo debutto, e ciò dovuto, in parte , all'emozione che non
oessa neppure innanzi alle approvazioni ed agli applausi. Ma la brava can
tante, che aveva onorato in paesi stranieri l'arte brasiliana, prese la sua ri
vincita il 14 settembre ( 1898), col fortunato successo che ottenne nella
« Cavalleria Rusticana » e il 2° e 3° atto del « Faust » . Era la sua serata
d' onore, quindi ovazioni, regali, fiori, ed applausi meritati.
Nelle successive rappresentazioni si ebbe ad udire le tre promesse opere
nuove. La prima fu l'« Andrea Chénier » di Giordano (12 agosto 1898), opera
di carattere prettamente italiano, con frasi appassionate da sollevare l'en
- 267 - .

tusiasmo e col vanto d 'una istrumentazione magnifica ; interpreti : Clotilde


Maragliano, E . Longhi, P. Bottini, Dimitresco, Bellagamba, Didur, Venturi
ni, Da Marco e Pecci: un assieme omogeneo e intelligente, il quale riusci a
dare uno speciale risalto alla nuova e applaudita produzione. Il 25 agosto
(1898), il pubblico era innanzi ad un altro nuovo lavoro dimaggior impor
tanza : « Sansone e Dalila » del grande compositore francese Camillo Saint
Saëns. Soggetto biblico, musica di sapore orientale , abbondante di peregrine
ispirazioni melodiche, danze caratteristiche bellissime, con un corteggio ric
chissimo di mezzi orchestrali e vocali.
« Sansone e Dalila » ottenne un vero e legittimo successo, di quelli che
marcano una data gloriosa sulle nostre scene liriche.
Le parti principali furono tenute dalla Montalcini e dal Dimitresco,
Enrico Stinco , Didur e Venturini. La Montalcini, sotto le spoglie di Dalila ,
cantò d 'un modo magistrale ed appassionato , la sua parte .
Parimenti, il 5 settembre ( 1898), in prima udizione, si dava « La Navar
raise », di Giulio Massenet. Ne furono interpreti: la Stinco Palermini, Betti,
Venturini, Rotoli, De Marco e Droetto . Esito infelice, esecuzione disastrosa ,
di quelle che fanno precipitare nell'eterno oblio la più bella opera d 'arte .
Un altro avvenimento degno di nota ci offriva l'anno musicale in parola :
due produzioni di autori brasiliani: « Artemis » , di Alberto Nepomuceno,
e « Hostia » , ballata in un atto di Delgado de Carnalho. L ' « Artemis » , epi
sodio lirico in un atto , era udita , il 14 ottobre ( 1898), al S . Pedro, avendo
per interpreti : Carlos de Carvalho, Roxy Kyng, Helena Figueredo e Camilla
da Conceição; l' « Hostia » era udita allo stesso teatro, la sera del 1° novem
bre (1898), cantata dalla Iracema, Carlos de Carvalho, Leopoldo Noronha e
Camilla da Conceição, sotto la direzione del maestro Assis Pacheco .
Questi due spartiti furono dati sotto gli auspici del « Centro Artistico » ,
società , la quale prese un potente impulso nei primi albori della sua fonda
zione (1893 ), annunciandosi come protettrice degli interessi artistici, pu
gnando per la dignità dell'arte, educando il popolo , facendogli conoscere il
valore dell'arte dei suoi antenati... e tant'altre belle cose , che dovevano sfu
mare dopo pochi anni di gestione!....
Sfortunatamente, il successo delle due buone opere non corrispose alle
speranze concepite . L ' « Artemis » , con tutti i suoi pregi che la distingue
vano , venne sacrificata dal complesso vocale , vinto dalla timidezza del mo
mento , e dalla inesperienza dell'arte scenica.
Sorte peggiore toccò all « Hostia » , lavoro deficentemente elaborato, la
cui esecuzione infelice , in tutta la linea, fu oggetto di vive ed amare discus
sioni, segni di un naufragio che getta nello sconforto il giovane composi
tore dilettante.
- 268 –

L 'anno 1899, una promessa simpatica si afferma nel seguente elenco


artistico che ci trasmette l'impresario Milone : Emma Zilli, Maria Giudice
da Costa , Maria Cavallini, Elda Cavalieri, Armando Degli Abbati, Emma
Decima, Giacomo Pairani, Pietro Ferrari, Ottolini, Ignazia Degli Abbati;
Giacomo Armani, direttore d'orchestra. Tre opere di pregio , nuove per Rio
de Janeiro : « Fedora » , diGiordano, « Manon Lescaut » , di Puccini, « Saffo »
di Massenet, erano promesse dall'impresa. Promesse scrupolosamente man
tenute, giacchè, dopo l'inizio della stagione (9 giugno), coll' « Aida » in cui
la Degli Abbati, collo splendore della sua voce, suscitò il più vivo entusia
smo, che si rinnovò nel « Barbiere di Siviglia » , si aveva, in prima udizione
la « Manon Lescaut » , l'opera che fa riscontro alle più belle del Puccini,
con un successo completo, incontrastato. Interpreti del nuovo spartito fu
rono : Emma Zilli, Pietro Ferrari, Paternò, Coraluppi e Remotini.
L'8 luglio ( 1899) si dava, parimenti in prima udizione, la « Fedora »,
con un successo discreto , pur essendo eseguita in modo lodevole dalla Giu
dice da Costa , una Fedora appassinonata ; il Ferrari, un Loris corretto e la
Cavallini, una Contessa Olga elegante e intelligente .
Il 15 agosto (1899) andava in scena la terza opera nuova : « Saffo », di
cui furono interpreti : Giudice da Costa, Degli Abbati, Cavallini, Ferrari,
D 'Albore, Paternò, Coraluppi.
Quest'opera, tutta melodica e delicata, non ottenne un esito che signi
ficasse un nuovo trionfo per l'autore del « Re di Lahore » .
L 'anno 1900, come saluto al secolo estinto e fors’anche per far rivivere
le brillanti stagioni liriche dei tempi trascorsi, l'impresario Sansone ci dava
con un personale artistico magnifico, tre mesi di brillante vita lirica, sotto
l'abile direzione del maestro Eduardo Mascheroni. Gli artisti erano : Emma
Carelli, Elisa Petri, Adelina Tromben , Livia Berlendi, Edwige Ghibaude,
Emilio De Marchi, Antonio Ceppi, G . Ramboldi, E . Ragni, E . Giordano,
Guglielmo Caruson , Arcangeli, Giulio Rossi e Dado.
Colla « Jupyra » , opera nuova in due atti del giovane compositore bra
siliano Francisco Braga, su libretto di Escragnolle Doria, datasi l'8 ottobre
(1900), si chiudeva la stagione lirica .
Il compositore (egli stesso dirige il suo lavoro) ebbe applausi e dimo
strazioni entusiastiche, massime nella seconda recita , grandioso spettacolo
d 'addio della compagnia . Musica comprensibile , nutrita di belle armonie,
effetti orchestrali senza abusi di sonorità eccessiva, ricca di soavi ispirazioni
melodiche.
Ne furono interpreti gli artisti : Adelina Tromben , Livia Berlendi, Rom
baldi e il baritono Arcangeli.
L 'anno 1901, un assieme omogeneo dell'impresa Tuffanelli, affidato
- 269 -

alla competenza artistica del maestro brasiliano Carlos de Mesquita,' inau


gura una serie di spettacoli lirici al Teatro S. Pedro. Vi figurano i seguenti
artisti: Marcellina Rastelli, Annita Bernini, Irma Vicentina, Giuseppina
Marconi, Michele Tornisi, Arturo Spalta , Antonio Donini, e R . Fattorini;
tutti accolti assai favorevolmente durante l'inizio della stagione, che ha
una vita effimera .
Segue una eccellente compagnia francese, di cui era direttore Charley,
con una serie di rappresentazioni di operette antiche e moderne e con una
messa in scena abbagliante e con un Corpo di ballo che trionfa per le sue av
venenti ballerine.
Toccava però, malgrado le critiche condizioni economiche del momento,
al noto impresario Sansone, riaprire le porte del nostro teatro lirico con una
grande compagnia nel cui elenco figurano distinti cantanti, molti dei quali
già conosciuti ed applauditi dal nostro pubblico : Livia Berlendi, Annun
ziata Palermini, Olga Beneduschi, Livia Cassandra (soprani); Aronda Di
dur ( m . s.) ; Giovanni Dimitresco, Luigi Innocenti, Federico Ferraresi (te
nori) ; Vincenzo Ardito , Francesco Federici, Alberto Rossi (baritoni) ; Ada
mo Didur, Guido Cacialli (bassi) ; sotto la direzione del maestro Oscar An
selmi.
Degna di nota è la sera del debutto (25 luglio 1901) coll'amata « Bohè
me » , accolta in grazia della Berlendi e del tenore Innocenti, con strepitosi
applausi. Lo stesso entusiasmo dell'anno anteriore provocò , con la sua
preziosa voce, la Stinco Palermini, assieme al tenore Dimitresco, nell' « Ai
da ». Il Dimitresco, il gradito tenore della nostra platea , dalla voce poderosa
e bella , fece l'ultima apparizione fra noi, lasciando il più piacevole ricordo
di sè. Un'opera nuova promessa : « I Salduni » , di Leopoldo Miguéz , versi
di Coelho Netto , di cui furono interpreti la Stinco Palermini, Dimitresco,
Ardito , Didur, Frederici e Gianelli, era udita il 20 settembre (1901).
Notiamo qui ed altrove ( 2), per dovere di storia, che, per quanto amato
e festeggiato fosse il Miguéz da un limitato numero di ammiratori, le cui
lodi oltrepassarono i limiti, non si deve negare che il successo fu pallido e
infelice.
Questa sua opera, da lui creduta mezzo di un'arte più profonda, più
poderosa, pensando di trattare l'opera drammatica in una maniera più li
bera che non l'avesse fatto il Wagner nella sua tetralogia , non raggiunse
che a denunciare il suo mancato valore nei mezzi, nei processi, nelle idee
novelle e in tutte quelle soavi bellezze che ingemmano uno spartito dram
matico-teatrale. Da cima a fondo, il plagio è manifesto. Ad onta di ciò , un

(2) Vedi cenno biografico al Cap . « I compositori brasiliani».


270 -

articolo apologetico d 'un critico d 'arte del primo foglio cittadino conelu
deva la sua analisi critica intorno al male riuscito lavoro, in questi termini:
« A noite de amanhã ficará na historia da musica no Brasil, como uma pa
gina de ouro » .
La storia non può che lasciargli la responsabilità di questa sua opinione.
L 'annata lirico -musicale 1902 corrispondeva meglio ancora a quella già
trascorsa. Oltre ai rinomati artisti : Giovanni Zenatello , un tenore ricco di
mezzi vocali, e il suo emulo Giorgio Malesci, dotato di bella e soave voce, il
soprano Camilla Pasini, la graziosa creatrice di Musetta , il soprano dram
matico Nice Barbareschi, talento emergente nell' « Aida » e nella « Giocon
da » ; Aida Saraglio Gonzaga, un valoroso soprano leggero, e la sua collega
Tina Farelli, distinta mezzo soprano dalla voce bellissima ; Ida Poli e P .
Zweifel, due simpatiche voci ; Nicoletti Kermann e Dadone, due apprezzati
baritoni e il basso Tanzini, si aveva, come la regina di questa stagione,
l'affascinante virtuosa del canto : Hariclée Darclée.
La Darclée apparteneva alla dinastia degli artisti che si resero celebri
per le loro eccezionali doti di sentimento, di bel canto e di soave e pene
trante voce. Il suo soggiorno in Rio fu breve, tanto però da lasciare la più
gradita impressione del suo meraviglioso talento nell'anima del nostro
pubblico, che l'accolse con fiori e deliranti applausi.
Cantò con immenso successo : « Aida » , « Bohème», « Tosca » , « Gua
rany » e la « Traviata » (settembre 1902) : l'opera prediletta della celebre
artista, che, meglio di ogni altra, tradusse l'anima appassionata di Mar
gherita Gautier. Fu con quest'opera che la diva ebbe il primo contatto colla
platea di Rio, per raggiungere il massimo successo colla, « Bohème » , nel
l'ultima recita del 5 ottobre (1902 ). Sorvolando sul merito delle opere nuove
udite in questa stagione, ricorderemo per primo « Lakemé » , cantata , dopo
l'11 agosto , dagli artisti: Aida Gonzaga, Ida Poli, A . Malesci, Nicoletti, A .
Anceschi, e G . De Marco.
E ' forzoso notare che quest'opera, proclamata il capolavoro di Léo De
libes, non giunse tra noi a darci l'eco delle sue gradevoli impressioni. Il
suo bello spartito fu massacrato dalla istrumentazione.
Lo stesso non può dirsi della bell'opera « I Pescatori di perle » , del
Bizet, degno gemello della « Carmen » , rappresentato il 30 agosto (1902),
con legittimo successo. Vi s'incontrò ricchezza di melodia ed un senso musi
cale da sopravvivere ad altri tronfi.. Ne furono interpreti: Aida Gonzaga,
Zenatello , Dadone e Frangini.
Il 1° ottobre (1902) ci era dato udire un terzo ed ultimo lavoro nuovo,
grazioso e finissimo spartito , tutto compreso di senso melodico e poetico,
che il pubblico , sfortunatamente, non comprese o non volle comprendere :
- 271 -

« Hänsel e Gretel » di Hengelbert Humperdinck. Fu cantato lodevolmente


dalle prime donne C . Pasini, P . Zweifel, Ida Poli e dal baritono Dadone.
Trionfatore nelle successive opere già udite, fu lo Zenatello .
Altre energie artistiche straniere dell'impresa Milone-Rotoli iniziarono,
al teatro Apollo, una serie di spettacoli colla « Tosca » (18 ottobre 1902).
Protagonista emerita era il soprano Orbellini, una bellezza di donna, come
bella e deliziosa era la sua voce. Erano suoi compagni: il tenore Montagni
ni, Rosita Salgado, portoghese, i baritoni Dadone e A . Costa.
Puccetti era il direttore d 'orchestra.
Ivi la nostra graziosa e intelligente artista brasiliana Nícia Silva, edu
cata alla scuola del Gilland, veniva presentata dall'impresa al pubblico ,
cantando con lieto successo la parte di Gilda nel « Rigoletto » , Com 'era da
prevedere il suo debutto costitui un vero avvenimento artistico. L 'atmosfera
della sala , tutta impregnata di simpatia per la giovane cantante , diede
luogo ad un uragano di applausi dopo l'aria : « Caro nome del mio cor » ,
eseguita mirabilmente dalla gentile debuttante (14 novembre 1902).
A contrastare colle tante belle esecuzioni che abbiamo segnalate, biso
gna dir qualche cosa anche della serie di feste musicali, promesse dalla
« Società corale Saint-Saëns » , sotto la direzione del maestro argentino Cor
diglia Lavalle . Questo maestro , abile nell'arte del canto, ma dotato di poco
scrupolo artistico , e audace di fronte al non lieve nè facile compito, si diede
a farci udire, col concorso di modesti dilettanti, tre superbi lavori: « La
Risurrezione di Lazzaro » , di Perosi, « Le Déluge » , di Sanit- Saëns e l'« En
fance du Christ » , di Berlioz, pagine tutte di rara bellezza , le cui esecuzioni
deficenti, restavano memorabili nella storia degl'insuccessi.
Più fiorita di artisti notevoli ci si presenta la stagione lirica 1903. Di
fatti molti nomi che figurano nell'elenco artistico avevano di molto oltre
passato il limite della mediocrità . Erano per bellezza di voce e di mezzi vo
cali le prime donne Ines Citti-Lippi, applauditissima nell' « Aida » ; Bice
Adami, eccellente Margherita nel « Faust » ; Eleonora Cisneros, ottima Am
neris nell' « Aida » ; Lidia Brambilla , interprete finissima della « Traviata » ;
il tenore Alfredo Cecchi, che entra nella simpatia del pubblico dopo il suo
debutto nell' « Aida » ; Umberto Rota , che cantò armoniosamente la « Linda
di Chamounix » ; il baritono Francesco Cigada, salutato d'applausi unanimi
nell' « Aida » e il magnifico basso N . Limociva.
Ma in questo assieme stimabile di artisti troneggiano due sommità ar
tistiche: Enrico Caruso e Emma Carelli.
Caruso era l'artista che, dopo Mario , Rubini, Tamberlik , più fece per
lare di sè; i pregi che costituivano la sua gloria erano quelli che rare volte
s'incontrano in un solo cantante.
- 272 -

. Aveva tutto con sè : voce straordinariamente bella , flessibile e pieghe


vole come il salice, un metodo di canto mirabile ed una prodigiosa agilità .
La famosa canzone: « La donna è mobile » del « Rigoletto » , canzone che
persino le pareti di tutti i teatri sanno a memoria , cantata dal celebrato ar
tista strappava, colla bravura della sua virtuosità, gridi di entusiasmo alla
platea intera. Egli aggiungeva, ad ogni richiesta , fioriture tali da fare in
vidia ad un soprano leggero.
Ma se egli era impareggiabile nella maestria della tecnica, non meno
grande era nella prodigiosa bellezza del suo bel canto.
Dopo 14 anni d'assenza egli ritornava a Rio, riportando nuovo caloroso
successo .
Nel giugno 1921, dopo aver dilettato il mondo colla magia del suo canto,
moriva in Napoli, città dei suoi natali, onorato colle più solenni esequie
popolari. Le opere cantate in Rio , da questo grande artista furono : « Rigo
letto » , « Manon » , « Iris » , « Tosca » e « Mefistofele » .
Ricorderemo un 'altra sua creazione - Osaka - della nuova opera surri
ferita « Iris » , di Mascagni, che veniva data per la prima volta , in Rio , il 23
settembre (1903), con i suoi compagni: Parvi, Cisnero e la Carelli.
L ' anima di quest'opera , che s'innalzò ad alto grado di eccellenza, fu la
Carelli; il suo canto, il suo sentimento e l'arte scenica, fecero rifiorire le
bellezze melodiche dell'opera gentile. Pregi salienti rivelò anche nel « Mefi
stofele » , opera colla quale si chiudeva la brillante stagione, confermata da
un successo pienissimo, indimenticabile.
Anche l'anno appresso 1904, si ebbero ad applaudire distinti artisti :
Stefania Collamarini, ideale Carmen ed Amneris stupenda ; la Burzio, ma
gnifica Gioconda e Tosca ; Amadea Santarelli, soprano lirico di buona mar
ca ; Lina Longoni, un soprano leggero di buon valore. Zenatello , l'applau
dito tenore dell'anno 1902; Giuseppe Pollet, tenore dalla voce gradevole ;
Francesco Bonini, baritono di bravura e degno collega di Mario Roussel,
intelligente cantante ed attore ; Walter, basso di merito, e il bravo direttore
d 'orchestra Giacomo Armani, che portò il numero degli esecutori strumen
tali a 60 .
Il 17 settembre (1904), si dava in prima recita , il capolavoro di Ettore
Berlioz « La Dannazione di Faust » con grande e meritato successo . L 'opera
del rivoluzionario della scienza musicale ed orchestrale, che non giunge
però ad eclissare il genio d 'oltr ’Alpe - Wagner -, intelligentemente inter
pretata dalla Burzio, Zenatello , Bonini e Rusconi, era lanciata alla più
lusinghiera ammirazione del mondo musicale .
Un altro nuovo lavoro di modesta espressione « Primizie » di Abdon
Milanez, veniva dato nel 1904 ; interpreti ; la Burzio , Palet, Bonini e Rusconi,
- 273 –

Esito poco soddisfacente. La critica compiacente ebbe a lodare questo spar


tito in un atto , mancante di elementari risorse dell'arte, e adorno appena
di melodie gentili e spontanee. Fra i brillanti successi delle opere cantate
dobbiamo aggiungere quello che toccò alla bella e intelligente cantante bra
siliana Elvira Fontes, la quale esordi in detta stagione, cantando a fianco
di Zenatello (6 settembre 1904), la parte di Cecilia nel « Guarany » , con
lieto successo .
Elvira Fontes, tenuta in conto d 'una delle più brillanti dilettanti dell'e
poca , era dotata di bellissima voce ; mirabile era la sua vocalizzazione, con
dotta con gusto finissimo.
La sua serata d 'onore, che coincideva coll'ultima recita della compa
gnia , (3 ottobre 1904), fu un lieto trionfo artistico.
Questa promettente cantante , destinata ai più fulgidi trionfi dell'arte
teatrale , partiva per l'Europa (5 gennaio 1905 ),allontanandosi per sempre
dalla patria e dall'arte.
Si vuole che cantasse con grande successo al teatro S. João d 'Oporto .
al declinare dell'anno in discorso (12 novembre 1904), un 'altra compagnia
lirica, che si proponeva, secondo l'intento del suo impresario Donato Rotoli,
di popolarizzare la musica lirica nelle principali città del Brasile, arma le
sue tende al teatro Parque Fluminense , inaugurato col nome di Coliseo
Theatro.
Elementi, oriundi dall’estinta compagnia del Lirico, si aggiungono al
l'elenco artistico Ernestina Poli, Laura Silva, Sofia Aifos, Stefania Colla
marini,Maria Barbieri ; il tenore Cardinali, una gloria del passato , colla voce
già in decadenza ; Eduardo Castellano, Ruggero Bandaccio , Giulio Doni;
Salvatore Vinci, Francesco Polimeni, Giulio Farinetti, Giuseppe Sorci, Mi
chele Flore e il basso comico Eugenio Colletti.
Un'altra competenza artistica, Giovanni Giannetti, siedeva allo scanno
di direttore d 'orchestra, e l'impresa prometteva farci udire due suoi lavori :
« Cristo alla festa di Purim » e « Il Violinaio di Cremona » . Il primo lavoro
veniva dato, come primizia al pubblico di Rio , il 19 dicembre (1904), con un
successo entusiastico e meritato. Ne furono interpreti: la Collamarini, la
Poli e Vinci. Prodiga di lodi fu altresì la stampa per questo magnifico la
voro, la cui idealità rivelava un compositore di elezione che tratta l'arte
con spirito moderno ed allo stesso tempo con ricchezza di melodie .
La memoria ci ricorda che l'opera terminava con una grandiosa frase
già udita al debutto del preludio, positivamente bella , le cui vibrazioni or
chestrali scuotevano il pubblico entusiasta ed applaudente .
Al ritorno della compagnia da S . Paolo, l'impresa prometteva l'udizione
- 274 –

del secondo lavoro « Il Violinaio di Cremona » ; ma tutto veniva sospeso per


ragioni che noi ignoriamo.
L 'anno 1905 si apre sotto un nuovo orizzonte artistico, il che fa pre
vedere che l'arte lirica è chiamata a riprendere nuovo vigore e nuovo indi
rizzo. Sul cartello non vi era più il nome di qualche noto impresário , ma
bensi quello di un nascente « Sindacato Lirico Fluminense » , sotto i cui
auspici ed ordini, una ben organizzata compagnia lirica deve dare buon
numero di spettacoli.
Si affidava la direzione artistica al rinomato maestro Luigi Mancinelli,
fratello al compianto Marino .
Sempre per la verità storica, è giusto dirsi che lo scopo del suespresso
Sindacato , più che una simpatica idea sul risorgimento del nostro teatro
lirico, era una guerra premeditata agli impresari avidi di guadagni, ed un
correttivo contro le acclamate e sempre applaudite opere italiane!... Wagner
era invocato per debellare la sublime idealità latina onde assicurare pro
blematici trionfi artistici e ingenti incassi. Ma, pur troppo , nel corso delle
rappresentazioni, si ebbe a deplorare un disastro finanziario che toccò i
limiti del più squallido avvenimento , e mise gl'ispiratori del Sindacato nella
via di strane amarezze!.... Ma a prescindere da queste inezie , è doveroso
volgere lo sguardo intorno al programma che svolgono i componenti la di
rezione teatrale. Si promettono anzitutto quattro opere nuove: « I
Maestri Cantori » di Wagner ; « Ero e Leandro » di Mancinelli ; « Werther »
di Massenet e « Amica » di Mascagni. Interpreti di queste opere erano : Ma
ria Farnetti, Maria Verger, la Campagnoli, Matilde Delerma, Giraud , Pini
Corsi, Michele de Padua, Collini, Bassi, Mansueto, Magin , Coletti e R . Ta
mandi.
Difatti, il 3 agosto (1905 ), si aveva in prima recita : « I Maestri Cantori » ,
che Mancinelli aveva allestito con tutto impegno, e che fu assai bene ese
guita dagli artisti vocali. Malgrado però l'accurata esecuzione, il pubblico
non fu vinto nè soggiogato dalla meravigliosa musica e dalla eccellente in
terpretazione. La vasta sala era calda... per l'atmosfera, ma fredda di en
tusiasmo.
Il 12 agosto (1905) si dava il « Werther » , dramma lirico del Massenet,
lavoro delizioso , accolto favorevolmente per la fluente ispirazione; esecu
tori : la Farnetti, la Campagnoli, Pini Corsi, Bassi, Michele de Padua e
Cellini.
La terza opera nuova fu « Ero e Leandro » di Luigi Mancinelli, diretta
dall'autore (12 settembre 1905 ), nella quale si distinsero come interpreti:
la Delerma, la Verger, Giraud e Mansueto .
L 'opera dell'illustre musicista e direttore d 'orchestra italiano, pur non
- 275 -

possedendo quella ispirazione che seduce tutti i pubblici, presentava


abbondanti pregi di bellissimi effetti polifonici, massime nella danza sacra
e nel baccanale .
Lo stesso non succedeva al dramma lirico in due atti « Amica » del Ma
scagni, il cui esito fu poco brillante. Si applaudiva il bel duetto del primo
atto . Il secondo atto , più drammatico, ma meno colorito e meno ispirato ,
ebbe fredda accoglienza (28 settembre 1905 ).
Si può convenire che il Mascagni, dopo la sua felice « Cavalleria Rusti
cana » , d 'uno stile puro e d 'un sentimento delicato , divenne ricercatore di
bizzarri effetti polifonici, per mai più raccogliere allori nel campo della bel
lezza poetica e ideale .
Della sua « Amica » , furono esecutori: la Farnetti, Bassi, Magini-Co
letti, e De Padua. Alle rappresentazioni succitate conviene aggiungere il
ben riuscito concerto sinfonico , eseguito sotto la bacchetta del Mancinelli.
E cosi terminava la missione del Sindacato Fluminense, lasciando, mal
grado gl'imprevisti guai che l'afflissero , lieta rimembranza di sè .
A coronamento di questa stagione musicale, si aveva, il 7 ottobre (1905),
una compagnia lirica alla cui testa figurava un 'artista di alta rinomanza :
Maria Galvani, soprano leggero, riputata come rivale della Barrientos. Nella
« Sonnambula », ella fece rifulgere la sua prodigiosa vistuosità .
Alla sopra nominata artista bisogna aggiungere Rosita Jacobi, la Ce
radelli e i tenori P . Lara ed Agostini. Infine, questa compagnia bene affiatata ,
senza dare un prestigio di novità musicale , chiudeva degnamente l'annata
lirica 1905.
1906 . Le prime rose che fiorirono quest'anno col profumo di bellezze
musicali, ci venivano dal patrio suolo , messe in evidenza dal « Teatro Li
rico Nazionale » , nobile fondazione, la quale non ebbe, sfortunatamente,
lunga vita . Sotto gli auspici di essa, a titolo di saggio , si allestiva al Teatro
S. Pedro de Alcantara, l'opera in due atti « Carmela » , del maestro Araujo
Vianna .
Quest'opera ebbe tre rappresentazioni, e ne furono interpreti: Zilda
Chiabotto, José Larrigue de Faro, Levy Costa , Conde da Carapebús, Gualter
de Freire e Machado de Oliveira, i quali con buon talento contribuirono al
successo dello spartito. Alla terza rappresentazione, la parte di Renzo ve
niva cantata dal tenore Mariano Soares.
« Carmela » , che meritò applausi d 'ammirazione, va considerata come
una gemma melodica, espressa con sentimento ispiratore, finezza di frase
e chiarezza d'armonia . Sono pagine che fan riscontro alla così detta musica
che porta l'impronta della sincerità : erano le qualità del distinto compo
sitore riograndense .
276 -

Anno felice per l'arte lirica popolare fu questo, giacchè due compagnie
si disputano la palma con le loro accurate rappresentazioni di opere del
l'antico repertorio . Serate buonissime si avevano al teatro Apollo, ove agiva
la compagnia Rotoli-Billoro, con le loro brave artiste Lina Benedetti, Ta
manti Zavoschi, Elvira Tromben , i tenori C. Colli e Federico Ferraresi, e il
baritono ardito .
Nel giugno (1906 ) la compagnia passò al S . Pedro, ove la prima donna
Cinzano, preceduta da bella rinomanza, riportò il maggior successo nella
« Tosca » . Lietissime sorti ebbe l' « Iris » , la cui accuratissima esecuzione,
colorita dal maestro Oscar Anselmi, segnava il più grande successo della
compagnia . Veniva eseguito, in prima audizione, l'oratorio « Risurrezione
di Lazzaro » di Perosi.
Sulle scene del « Parque Fluminense » , la seconda , sotto la direzione
artistica del maestro Armando Galleanio , riscuote applausi per merito de
gli artisti, specie Adelina Agostinelli,dalla calda e bella voce, mirabile nella
« Tosca » e nelle opere dell'antico repertorio .
Malgrado tutto , la stagione lirica non rispondeva ai bisogni del nostro
grande pubblico musicale .
In compenso, l'anno 1907, si annunciava con lieti speranze in favore
dell'arte drammatica.
L 'impresario Milone, l'amico del Brasile, che muore assai compianto
nel corso di quest'anno, inizia , colla sua compagnia, una serie di spettacoli
all’Apollo (13 aprile 1907), passando quindi al S . Pedro ( 21 maggio), ove
venivano allestite le belle opere dell'antico e grande repertorio : « Africa
na » , « Mefistofele » , « Guarany » , « Carmen » , ecc... Ivi il 28 maggio (1907 )
veniva cantata, per la prima volta in Rio , la bella commedia lirica « Zaza »
di Leoncavallo, eseguita lodevolmente dall’Ayda Allaro , A . Marenzi, Pao
lina Zweifel, la Caroli, la Marchetti, Rima, Alda Geri, Innocenti, Viglione,
Novelli, Medosi, Paggi, Gasparini e Nascembeni. L 'esito dell'opera fu bril
lante. Questo lavoro va considerato come uno dei migliori dell'autore dei
« Pagliacci » . Esso contiene alti pregi musicali, nuovi e belli ritmi, coloriti
abilmente resi, gentili ispirazioni, canti pieni di spirito, in ispecie il duetto
del bacio , fra Cascart e Zaza, e l'altro fra Dufresne e Zaza, pagine veramente
suggestive e belle .
Chiusa questa serie di rappresentazioni, ne sorgeva un 'altra più bril
lante al Lirico , che si riapre mercè lo sforzo dell' impresa Ciacchi.
Tre notabilità artistiche erano riudite : Emma Carelli, Zenatello e la
diva Luisa Tetrazzini, che ritornava una vera celebrità ; ed ammiratissima
fu di fatto nel « Rigoletto » , salutata da ovazioni entusiastiche (11 settem
bre 1907). Erano loro compagni: Lucia Crestani, Rosina Luccini; Alice Cu
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cini, Maria Guy, Anita Torretta , Giuseppe Armon, Carlo Dani, Umberto
Wagner, Pasquale Amato , Riccardo Tegani, Corredetto Ferrucci, G . La
Puma, G . Torres de Luna, Remo Ercolani, Roberto Tamanti e Giuseppe Ba
roni, distinto direttore, che aveva sotto il suo comando 60 professori d 'or
chestra.
Dopo il brillante debutto di questa compagnia , il 6 settembre 1907, si
dava, in prima audizione, la promessa opera « Madame Butterfly » di Puc
cini, cantata dalla Carelli, Anita Torretta, Bertocchi, Zenatello e P . Amato .
La Carelli primeggiò in quest'opera. La musica, cosparsa di punti me
loci bellissimi, l'istrumentazione ricca di timbri e di delicati effetti, il tutto ,
del resto , concepito nello stile dell'autore, sempre distinto nelle ricerche
gentili, lasciava al pubblico la più soave impressione.
Nel corso delle rappresentazioni, particolare importanza ebbe l'accurata
esecuzione della « Dannazione di Faust » di Berlioz.
Degno di nota fu il debutto , nell' « Aida » del baritono portoghese Don
Francisco de Souza Coutinho (per vezzo : Chico Redondo), assai applaudito
per la sua bella e vibrante voce ed anche... per la sua eccezionale pinguedine !
Questo artista , di nobile stirpe, percorse , come concertista, le princi
pali città del Brasile .
Sono da ricordarsi le poche recite, al Teatro Carlos Gomes, dell'impre
sa Pasquale Segreto, sotto la direzione del maestro Riccardo Centali, in una
delle quali esordi la prima donna brasiliana De Agostini Braga, cantando
con felice successo la parte di Cecilia del « Guarany » (13 ottobre 1907) .
L ' anno musicale lirico 1908 incominciava sulle scene del Palace Thea
tre (5 febbraio), ove appariscono : la Giacomelli, M . Calvi, A . Dado, Nava,
M . Queirolo ; Michele Tornesi, P . Previ, Casazzi e Berardo.
La compagnia aveva un vasto repertorio ; ogni sera cambiava spartito.
Però la « Norma» e il « D . Pasquale » furono quelle che ottennero maggior
successo . Il direttore d 'orchestra era Arturo Bovi.
Successivamente, un 'altra compagnia lirica Billoro-Rotoli, che gira nello
stesso cerchio popolare di modici prezzi, pur non essendo lungi del valore
di quelle di primo ordine, si presenta al Teatro S. Pedro (22 aprile 1908).
Fra gli artisti sono da notarsi : la Favilli, eccellente cantante ; la Dere
vers, voce bellissima, Aida elegante ed ardente; la Giorgi, buon soprano
drammatico ; Cecchi, forte tenore; Arrighetti, magnifico baritono.
Nel « Guarany » , datosi in recita di gala (13 maggio 1908), cantava la
distinta artista brasiliana Italvina Pereira , sotto il nome di Pereira Caoli,
la quale fu oggetto di generali simpatie ed applausi nella ballata : « C'era
una volta un principe » ....
Ivi era udita in prima audizione, l'opera in quattro atti « La Wally »
- 278

di Catalani (7 ottobre 1908). L ' opera di fortunata carriera, ebbe, sotto la di


rezione del maestro Frattini, un esito felice. Esecutori: la Derevers, Bene
detti, Tanfani, Sainesco , Sangiorgi, Puliti. Ma l'anima di questo bellissimo
spartito fu la Derevers, che si rivela , col suo accento drammatico, una Wally
mirabile.
. Il 27 ottobre, infine, il Centro Lirico Brasiliano faceva udire sulle scene
provvisorie del Teatro João Caetano dell'esposizione, il « Colombo » di Car
los Gomes, eseguito dagli artisti brasiliani: Laura Malta , Maria Pires, Fran
klin Rocha, Levy Costa, Sylvio Leão, e E . Sanchez.
1909. Una schiera di compagnie drammatiche, delle quali rimangono
celebri i nomi di una pleiade meravigliosa : Réjane, Emma Grammatica,
Ida Borelli, Clara della Guardia , le Bargy , precedono la grand'arte di Eu
terpe, che non rimane silenziosa , nè indifferente all'ammirazione dei suoi
adoratori. Anzi, in suo onore s'innalza un sontuoso e monumentale tempio
col titolo di Teatro Municipale , avendo nel suo seno molte bellezze d'arte
decorativa, marmi preziosi, tre file di palchi lussuosi, una platea di nobile
aspetto , coll'orchestra al piano inferiore, senza però raggiungere il golfo
mistico del teatro di Beyreuth . La sua inaugurazione aveva luogo il 14 lu
glio (1909), con l'intervento del Presidente della Repubblica e delle alte
Autorità civili e militari.
Dopo l'esecuzione dell' Inno Nazionale , parlava il compianto Olavo Bilac,
Il « Centro Lyrico Brasileiro » , l'organizzatore del programma, faceva
eseguire la « Moema » di Delgado de Carvalho : l' « Insonia » poema sin
fonico di Francisco Braga, e il Notturno dell'opera « Condor » di Carlos
Gomes, il tutto eseguito d 'artisti brasiliani: Laura Malta , Americo Rodri
gues, Osvaldo Braga, e Maria Pinheiro, sotto la direzione del maestro Fran
cisco Braga.
Il giorno seguente, la celebre artista francese Réjane, vi armava le sue
tende, senza il consenso della grand'arte lirica !....
Ma il vecchio e storico teatro S . Pedro de Alcantara alza i battenti per
dare ingresso alla compagnia lirica Riva-Schiaffino, che si presenta , senza
esigenze e senza il soffio protettore del mondo ufficiale, con buone risorse
artistiche. E così, il pubblico musicale, dopo otto mesi di astinenza forzata ,
applaudiva ( 18 settembre 1909) la sua prediletta « Aida » , cantata dalla
Maria Conini e dagli artisti : Cappella e Ottavi.
Nel « Rigoletto » , Gabriele Bernard , e il baritono de Visti, ottenevano
un vero trionfo.
Più conosolanti erano i cartelli dell'anno 1910. Tre impresarii : San
sone, La Rosa , Toffanelli, gareggiavano nel presentare al pubblico , artisti
di valore.
279 -

Nell'elenco del primo, vi erano indubbiamente rinomati cantanti ; fi


gura preminente era il baritono Emilio Giraldoni. Di valore indiscutibile
erano le prime donne Marta Pozzi, E . Poli; Torre de Luna, Viglione Bor
ghese, eccellente baritono, e i tenori F . Ponti e G . Krisner. Ricordiamo
anche la promessa di tre opere nuove: « Boris Godounov », di Moussorgski,
« Loreley » , di Catalani e « Tristano e Isotta » , di Wagner. Quest'ultima
veniva data il 27 maggio (1910 ), colla E . Poli, Gramegna, F . Conti, Viglione
Borghese, Torres de Luna, Checchi e Algos.
Questa sublime opera dell'innovatore del melodramma, che non vive
di sole modulazioni, ma di stupenda e sentimentale espressione, non ebbe
il successo meritato; esecuzione e interpretazione poco artistica e tagli spie
tati dello spartito , sacrificarono il sublime lavoro. Impossibile, quindi, giun
gere a penetrare nell'animo della maggioranza del pubblico, che fece viso
di semplice rispetto all'autore della tetralogia.
Miglior fortuna ebbe l'opera « Loreley » , rappresentata il 4 giugno (1910)
con lieto successo. Gli interpreti eccellenti furono : E . Tecchi, E . Allegri,
Krismer , Viglione Borghese e Dado.
Questo lavoro è uno dei più piacevoli di quelli che caratterizzano l'in
gegno dell'autore della « Wally » : sorgente di pure e nobili idee, special
mente l'orchestrazione, nutrita di sonorità e di processi polifonici assai
interessanti.
Degna accoglienza ebbe l'opera « Boris Godounov » (18 giugno 1910),
con una esecuzione parimente felice, ed un successo franco e meritato . Il
nome di Moussorgski figura onorevolmente nell'elenco dei più illustri com
positori della sua patria. In questa sua opera le idee, le frasi facili e chiare,
abbondano, e lo stile è sempre abbastanza elevato . « Boris Godounov » fu ese
guito dalla Marchini, Marganti, Giaconia , Algos, Fedoria, Torres de Luna,
Gerardi Graziani, Allegri, Nesci, Dado e il celebre Giraldoni, creatore su
blime della parte di Boris.
Il 2 giugno (1910 ), era udita con grande successo la quarta ed ultima
opera promessa : « Germania » , di Franchetti. L 'opera è di sapore wagne
riano, ma cosparsa di sentimento latino e confortata quindi di idee ſelici
e bellissimi effetti orchestrali.
Si deve tener conto di questo forte musicista , considerato come uno
dei più valorosi campioni dell'arte musicale italiana degli ultimi tempi.
Interpreti di questo importante spartito : E . Poli, Marchini, Fattini, Gaspa
rini, Dado, Viglione Borghese, Federici, Torres de Luna e Giaconia . Diret
tore d'orchestra : Giorgio Polacco.
Per ultimo l'impresa allestiva l' « Otello » , di Verdi. Il capolavoro ver
diano non poteva avere artista più efficace, più mirabile per la versatilità
vocale e interpretativa che il Giraldoni, il quale solleva un delirio di applausi
- 280 -

nella parte di Jago. Il canto del Giraldoni segnava l'ultimo avanzo di quella
schiera di artisti che ispirano nel pubblico un sentimento di benessere
estetico.
Il 20 luglio (1910 ), un novello impresario , Guglielmo La Rosa, primo
appaltatore del nostro Teatro Municipale, inizia , con un indirizzo artistico
tutto speciale, un nuovo periodo d 'arte lirica.
Le rappresentazioni liriche sono annunciate col pomposo titolo di rap
presentazioni ufficiali; promesse fulgide per tutelare la grand'arte nella
nostra capitale ; offerte spontanee di pianoforti per le aule di musica corale ,
per il foyer e per le prove ; mobilia per la scuola drammatica , ed un'arpa
Erard, colorivano le parole e le intenzioni del nuovo fattore, onde non far
rimpiangere i tanti impresari che abbiamo nominato in questo lavoro, i
quali, senza l' appoggio ufficiale ebbero momenti di trionfo, portandosi
contingenti artistici degni delle nostre primarie scene liriche.
Infine, la prima stagione ufficiale della riferita impresa , veniva inau
gurata con un programma interessante ed attraente. Al leggio direttoriale
stava il maestro Giuseppe Baroni, avendo sostituito Arturo Padovani. Arti
sti di carriera brillantissima, molti fra i quali di gradita conoscenza del
nostro pubblico, figuravano nell'elenco vocale : Gemma Bellincioni, Felix
Dereyne, Amedea Santarelli, Giuseppina Bevignani, Cecilia Gagliardi (so
prani), Virginia Guerrini, Assunta Lugli, Emma Mazzi, Florenzio Costan
tino , un tenore tenuto in conto di rivale di Caruso, ma senza la bravura e
le finezze di costui, con i suoi compagni Pietro Schiavazzi, Gennaro De Tura ,
Francesco Mozzanti, C . Galeffi, Carlo Mariani, A . Ancheschi, Rossi Serra,
C . Bonfanti, Favi Fiore, C . Farretti, e l'applaudito basso Carlo Walter .
Fra le opere cantate che destarono maggior entusiasmo, ricorderemo:
il « Rigoletto » , protagonista emerito il Galeffi e il tenore Costantino ; la
« Tosca » , in cui la Gagliardo ebbe un successo completo come attrice e
come cantante, e l' « Aida » , esecuzione magistrale, cantata dalla stessa ,
colla Guerrini, De Tura e il Galeffi.
Il 15 luglio (1910), si dava la « Salomé» , opera nuova per la nostra
platea, di Riccardo Strauss . Protagonista la Bellincioni, mirabile nella dan
za e rimarchevole nei dettagli del complicato e difficile spartito . Coadiuva
tori di questa esecuzione furono : V , Guerrini, E . Maggi, Carlo Mariani, A .
Ancheschi, Rossi Serra, C . Bonfanti, C . Ferretti e Favi Fiore.
Ma, ad onta della buona esecuzione, l'opera del geniale maestro, tutta
basata sui processi ultra moderni, che alternano sensibilmente la simpa
tica fisonomia musicale dell'autore di tante sublimi pagine sinfoniche e
vocali, abbondanti di idee melodiche e sentimentalità, non ebbe e non po
teva avere che un freddo successo , con qualche distratto applauso . La pa
gina a segnalare in quest'opera, di un grande valore musicale ed orchestrale ,
- 281 -

è la danza di Salomé, originalissima per i suoi piccanti ritmi, novità armou


niche, pur dominandovi bizzarri effetti polifonici.
La « Salomé» fu l'unica opera nuova che l'impresa ufficiale del Tea
tro Municipale ci dava all'inizio della sua gestione. Mentre la singolarità e
l'arditezza dell'impresa Sansone, al Lirico, oltre al gran numero di opere
già udite, ne faceva precedere nondimeno che tre : « Tristano e Isotta » ,
« Boris Godounov » e « Loreley » !
La chiusura dei due teatri, non incagliava la continuazione delle rap
presentazioni liriche. Sotto le volte del teatro S . Pedro, lavorava una com
pagnia artistica, divulgando l'arte gentile a prezzi popolari. Figura premi
nente era una fine e distinta artista , Bianca Morello, con una vocalizza
zione meravigliosa .
Con più ampio senso artistico si annunciava la stagione ufficiale della
nuova impresa Luigi Alonso , al Municipale, avendo per direttore d 'orche
stra il celebre maestro eompositore Pietro Mascagni e gli artisti di forte ri
putazione : M . Farnet, Beninsegna, Kokwska, Maddalena Colombo , Giuliet
ta Pozzi, Sinzis, De Mura, Cristalli, Saludas, Galeffi, Romboli, G . Lapuma,
Mansueto e Dentale.
Dopo l' « Iris » e l' « Amica » , si udiva l'opera nuova per Rio « Isabeau »
(21 luglio 1911),del suddetto maestro, di cui furono interpreti : Maria Farnet,
Sinzis, Giulietta Pozzi, Colombo La Puma, Galeffi, Dentale.
L ' « Isabeau, dalla quale si sperava un diletto massimo, non lasciò
che una ingrata impressione. Virtuosismo bizzarro dell'orchestra, avver
sione completa dello spunto melodico.
Dal primo all'ultimo atto s'incontra la mania dell'originale , del ricer
cato, del discordante, dell' esotico e mai la sincerità , l'ispirazione, il senti
mento .
L 'opera fu diretta dall'autore.
La rapida ed affrettata stagione, incominciata il 13 luglio, terminava ,
coll « Aida » , splendidamente cantata , il 30 dello stesso mese , per essere
ripresa al ritorno da S . Paolo , coll'aggiunta di due notevoli artisti : il bari
tono Titta Ruffo e il tenore Bonci.
Dopo breve attesa, l'arte dei due esimii cantanti richiama la memoria
delle antiche esecuzioni.
La squisita arte, la finezza d 'interpretazione, la bellezza della voce di
Titta Ruffo, trionfa nell' « Amleto » , nel « D . Pasquale » , nel « Barbiere di
Siviglia » e nel « Rigoletto » (ottobre 1911).
Il tenore Bonci, un nome tanto caro alle platee europee, riportò anch 'e
gli col suo bel canto un vero successo.
Ma pur troppo, la stagione ufficiale, in forza del suo nuovo indirizzo
artistico, volgeva al termine dopo poche recite.
- 282 -

L 'anno 1912 sorge disposto a darci soavi bellezze del bel canto ita
liano e due novità musicali per Rio : « Conchita » di Zandonai e la « Serva
Padrona » di Pergolese .
Oltre a due compagnie liriche popolari, le quali, come sempre, si fanno
eco del sentimento musicale della maggioranza cittadina, si annunciava
pomposamente la stagione del Municipale , sotto la direzione di Gino Mari
nuzzi. Essa non ebbe lunga vita , giacchè si riduceva a tredici giorni, dal 12
al 25 luglio .
Nell'elenco artistico vi erano nomi già ammirati ed applauditi: Rosina
Storchio, Cervi Caroli, Ersilde, Amelita Galli-Curci, Elena Rakowska, Re
gina Alvarez, Maria Marki, Gilda Flory, Luigi Marini, Manfredi Polverosi,
Augusto Scampini, Giuseppe Taccani, Riccardo Stracciari, Eduardo Fati
cante, Renzo Minolfi, Carlo Walter, Paolo Argentini, Giulio Cirino.
Il 22 luglio (1912), si udiva l'opera « Conchita » , nuova, come si disse,
per Rio . Interpreti: Cervi Caroli, Maria Marki, Giuseppe Taccani. Questo
lavoro, appena notevole sul campo della fattura orchestrale, senza un rag
gio di poesia, non segnava che una bella promessa per l'avvenire del suo
autore .
E ' da ricordare anche la prima esecuzione della « Serva Padrona », ca
polavoro del sommo Pergolese, cantata al Teatro Lirico , il 5 agosto (1912),
dall'artista Maurizio Bensande e sua consorte. Il bellissimo gioiello musi
cale fu sacrificato dalla esecuzione poco e nulla accurata.
Quanto alla stagione lirica del 1913, svoltasi al Municipale, il cui im
presario Mocchi, annunziava tre opere nuove : « Walkiria » , « Parsifal » e
« Abul » di Alberto Nepomuceno, si rese gradita , e divenne doppiamente
interessante, massime per il « Parsifal » , il quale costituiva la grande no
vità dell'epoca. Occorre notare che l'esito delle tre opere non corrispose
all'aspettativa. .
La « Walkiria », la più bella gemma della tetralogia , datasi in condi
zioni poco felici, con tagli spietati, esecuzione imperfetta , ebbe un esito più
di curiosità che artistico .
Interpreti: Elena Rakowska, Maria Roggero, Elvira Casazza , Guido
Vaccari, Giulio Cirino, Berardo Bernardi ; Walkirie : A . Buccerelli, Anita
Giacomucci, Maria Bonnicori, Maria Galeffi, Maria De Angelis, Vittorio
Guerra , G . Flory.
Anche il « Parsifal » , l'opera sublime, scritta colla sincera idealità mi
stica, profonda di magnificenza orchestrale e di sentimento , datasi l'8 set
tembre (1913), fu tagliata da lama larga di spada, e sacrificata dalle masse
corali ed orchestrali, salvandosi appena le parti principali.
Il 10 settembre (1913), si aveva, in prima rappresentazione, l'opera
nuova « Abul» , del Nepomuceno, del cuimerito parlammo al capitolo XVII.
— 283

Ed eccoci all'anno 1914 , ultimo periodo delle imprese liriche di minore


e maggiore portata che avevano educato e deliziato senza le pretese di nuo
vi mentori, il pubblico a civili e magnanimi sensi artistici.
Per la storia , il beato tempo in cui si sostenevano compagnie di primis
simo ordine senza tante promesse di fare risuscitare l'arte nazionale, di
darci compagnie di cartello , conferenze rimarchevoli, virtuosi celebri, balli
esotici, compagnie drammatiche, per ridursi poscia ad un melanconico ri
sultato , lo si deve considerare ormai sparito e per sempre.
Colla nuova gestione direttrice dell'impresario Walter -Mocchi, uomo
uscito dalla scuola dei grandi e saggi affaristi, il solo a sapere sfruttare con
raro talento il nostro pubblico, dandogli più spettacoli di quanti giorni ha
il mese, l'arte lirica, quella che si reputa degna della nostra coltura e della
nostra civiltà , non può che rimpiangere il passato in cui le stagioni liriche
duravano parecchi mesi. Difatti, le rappresentazioni ufficiali si succedono
frettolosamente in guisa di spettacoli di fiera, la cui formola fatale ha ri
scontro in un giudizio di un illustre critico dell'epoca : « E ' preciso andar
depressa, é preciso não parar, é preciso correr , é preciso não perder uma
só noite , não descançar aos domingos, porque o tempo passa vertiginosa
mente e celere e cumpre estrahir deste povo, paciente e bom , todo o suco
que se lhe possa aproveitar. . . . . . Corramos porqué a salvação depende
desta formula fatal: O maior numero de recitas no menor numero de
noites » .
Cioè quanto vale a dire : poca accuratezza nel presentare le opere in
grado di perfezione, prezzi elevatissimi di entrata , che ai soli plutocrati
era permesso pagare, e godere - non l'arte -ma le bellezze delle esibizioni!
Di maniera che non sempre le opere italiane, francesi e tedesche furono
presentate al pubblico - salvo le felici eccezioni - in modo degno . Molte par
titure furono massacrate, come ad esempio il « Parsifal » ,
E ' il caso di servirci a giudicare il fatto delle parole d'un illustre scrit
tore: « Singolare anomalia : se ad un oggetto d'arte, quadro, statua, vien
recato sfregio, lo sfregiatore viene perseguitato dalla legge e condannato ;
invece l'opera musicale può essere impunemente sfregiata , alla barba del
colto pubblico e del compositore, con impunità completa del reo !! » ,
Quindi, non è certamente per mezzo di un tal metodo e rapidità con
cui si svolgono i programmi lirici del nostro teatro massimo, che si giunge
allo scopo nobilissimo di educare una grande massa di uditori intelligenti.
Così essendo, non si può sperare, malgrado la municipalità, nel conce
dere il teatro al suddetto impresario, ponesse sempre la condizione che do
vesse dare per settimana a prezzi popolari, che il nostro teatro lirico possa
dare ad una grande parte del pubblico, i frutti morali e intellettuali, il di
letto sublime, infine, che procaccia la divina arte.
- 284 -

Tuttavia , malgrado ciò , l'opinione storica e concorde nel riconoscere


che le stagioni liriche dell'impresa Mocchi, la quale viene da parecchi anni
escogitando tutti i mezzi per non richiamare alla mente le passate glorie
liriche del nostro teatro, prese nel loro complesso, si presentano sotto un
aspetto accettabile, dati gli elementi dei pochi artisti di primo rango, non
contando quelli di second'ordine, del cui merito fa cenno l'impresa in una
circolare diretta agli abbonati della stagione anteriore, data alla stampa
nel luglio 1919, la quale è altresì il retrospetto degli annimusicali dell'im
presa in parola , e degli artisti che più vi emersero :

« Justamente argulhosos, queremos, lembrar agora á sociedade carioca ,


á qual tivemos a honra de apresentar nestes ultimos annos temporadas em
geral e récitas em particular que ficarão inesqueciveis nos annaes do Thea
tro Municipal, que já lhe apresentamos os primeiros artistas do mundo,
como Caruso , Titta Ruffo, Barrientos, Stracciari, Storchio , Galeffi, Farnet,
De Muro, Raisa, Schipa, Dalla Rizza , Franz, Besanzoni, Constantino, Bel
lincioni, Crimi, Vallin -Pardo, Journet, Gall, etc., cantando as mais gloriosas
operas do velho repertorio e todas as novidades mais interessantes dos ma
iores mestros italianos, allemães, francezes e brasileiros, desde « Salomé»
de Strauss e « Parisina » de Mascagni até « Francesca da Rimini » de Zan
donai e o sublime « Parsifal » que foi aqui representado, pela primeira vez,
fóra de Beyreuth . Tudo isso é para nós particularmente agradavel lembrar
ao publico carioca, que sempre foi justo em reconhecer os nossos esforços
e que ainda nma vez, estamos certos, o será, agora que 'annunciamos a nossa
proxima temporada lyrica, a qual, — pelos elementos artisticos e pelas no
vidades que serão apresentadas e sobretudo pela presença no conjunto da
incomparavel Pavlowa e suo companhia completa, — será, talvez a mais
rica e brilhante, constituindo cum verdadeiro « record » de organização thea
tral e de perfeição artistica.
« Encabeça o elenco artistico deste anno , como no anno passado, o
nome autorizado e illustre do Maestro Gino Marinuzzi, cuja presença num
cartaz é sempre a melhor garantia da excellencia do conjunto . Entre as fi
guras masculinas destacam -se , entre outros, nomes favoravelmente conhe
cidos como Crimi, Crabbé, Montesanto , Walter e outros menores, o do ce
lebre e querido Tito Schipa, universalmente reconhecido como o maior te
nor da actualidade, e que volta ao Rio depois de tres annos de saudosa
ausencia e de ininterruptos triumphos, na magnifica plenitude dos seus
maravelhosos meios vocaes e do seu talento finissimo; o do celebre baixo
Nazareno De Angelis, que nunca veio ao Brasil, mas cujas excepcionaes
qualidades de cantor e de actor são conhecidas em todos os paizes , tendo
alançdo superar a grandiosa figura de Chaliapine. As suas interpretações
- 285 -

de « Mefistofele » , de « Moyses » , do « Barbiere » , de « Amore dei tre Re » ,


são celebres. De Angelis é nma dessas figuras destinadas a marcar pontos
luminosos na historia do theatro internacional; a sua voz empolgante e por
tentosa , comparavel só á de nm poderoso orgão, chega ás mais delicadas
expressões da « mezza voce » , alança as mais ousadas virtuosidades, como
no famoso « trillo » , que o grande artista executa no « Moysés » el que em
toda a parte faz levantar as platéas num impulso de enthusiasmo.
« Destaca-se tambem no quadro masculino o tenor dramatico Antonio
Paoli, que, retirado da scena durante certo periodo, voltou recentemente
no pleno possesso da sua bella e generosa voz. O sr. Paoli teve momentos
de verdadeira celebridade, pois era senhalado como o legitimo successor de
Tamagno .
« No elemento feminino ha cantoras como a Sra. Gilda Dalla Rizza, que,
com os seus recentes triumphos de Montecarlo, onde foi contratada pela
quarta vez consecutiva pelo empresario Gunsbourg, e mais ainda com a
creação das novas operas de Puccini « Suor Angelica » e « Gianni Schicchi»
no Costanzi de Roma 'acaba de ser consagrada como a interprete favorita
pelo illustre autor da « Bohème » . Reapparece tambem a delicada e di
stincta figura da grande cantora que é a Sra . Vallin -Pardo, cuja temporada
de concertos em Buenos-Ayres constituio recentemente um verdadeiro acon
tecimento artistico.
« Ao lado destas duas grandes artistas apresentamos duas cantoras no
das para o Rio : a Sra . Maria Carena, que junta a grandes qualidades vocaes
as de nma soberba belleza physica, e um soprano dramatico que promette
ser em breve uma estrella de primeira grandeza , a Sra. Zola Amaro, de na
cionalidade brasileira, nascida em Pelotas. A sua estréa no Theatro Co
stanzi de Roma, no inverno passado, com « Aida » , foi uma verdadeira re
velação , assignalada por toda a imprensa romana e confirmada ha poucos
dias pelo publico platino. Sobresahem tambem no elenco duas outras arti
stas favoravelmente conhecidas pelo publico cariocas a Sra. Angeles Ottein ,
soprano ligeiro, cuja virtuosidede está ainda na memoria de todos que a
ouviram na temporada do anno passado, e a contralto Giuseppina Bertaz
zoli, cujo trabalho resultou esplendido na temporada de 1916 .
« Mas a nota caracteristica da temporada deste anno, o que constitue o
verdadeiro « record » da nossa organização artistica, é o corpo de baile da
incomparavel Anna Pavlowa, « primeira figura choreographica do mundo » ,
com a sua companhia composta de quarenta ballarinos e ballarinas, com o
primeiro ballarino A . Volinne, todos sob a direçço artistica do celebre Ivan
Clustine.
« Que queremos insistir em demonstrar aos nossos assignantes a im
portancia desta nova combinação; 'mas não podemos deixar de affirmar
- 286 -

uma vez mais, com 'legitimo orgulho . . . . . . . . a forma como serão apresen
tadas estes interesantes operas - bailados, como « Aida », « Mefistofele » ,
« Principe Ygor », « Marouff », Manon » , « Moisés» , « Guarany » , com Pa
vlowa e sua companhia completa e com os cantores que figuram no nosso
elenco, constituirão a mais bella e importante manifestação de arte que
porventura tenha apparecido no Municipal, desde o dia da sua inauguração.
« E ' supefluo notar que as operas escolhidas para a assignatura são
uma selecção do repertorio geral. Ha entre ellas novidades de grande in
teresse como as tres operas novas do grande Puccini « Il Tabarro » , « Suor
Angelica » , « Gianni Schicchi » , que constituem um « triptico va ser apre
sentado num unico espectaculo . A primeira dellas é litteraria e musical
mente uma obra de grande violencia dramatica ; a segunda nos reapparece
o Puccini, da « Bohème » numa expressão sentimental e romantica ; a ter
ceira é, no libreto e na musica , eminentemente comica, tendo o genial autor
da « Tosca » plenamente alcançado o seu fim , mostrando assim uma nova
face de seu versatil talento. O « triptico » já foi apresentado ha mais ou
menos um anno aos publicos de Nova York , Roma e Buenos Ayres, resul
tando em cada cidade sempre maior o seu successo . Outra novidade será
« Pelléas et Mélisande » , de Debussy, a figura musical franceza mais origi
nal e interessante dos tempos modernos. O enredo desta opera é conhecido
do publico carioca por ter sido apresentado na sua forma original o drama
de Maeterlink na temporada Brulé, do anno passado, com os commentarios
musicaes de Gabriel Fauré. A terceira novidade será « L 'amore dei tre re » ,
a grandiosa opera do maestro italiano Montemezzi, um dos mais reputados
da nova escola , sendo tirado o libreto da famosa tragedia do poeta Sem Be
nelli. E ' esta obra um grande successo do baixo De Angelis e da Sra . Dalla
Rizza , que a critica romana classificou de « melhores interpretes » nas
diversas edições que da opera foram dadas na Italia . Outra opera , que sem
ser uma novidade, resultará como tal para o publico brasileiro , é o « Moy
sés » , de Rossini, de grandiosa montagem scenica; e empolgante interpre
tação do Sr. De Angelis.. . . . . . . » .
Ad onta di tutte queste lodi e giustificazioni dell'indirizzo artistico
svolto dal riferito impresario , non ci peritiamo a rimembrare quegli ar
tisti che meravigliarono l'uditorio : Maria Barrientos, per bellezza di canto,
per le doti eminenti dei suoi gorgheggi d 'oro, ed Enrico Caruso, trionfante
ancora del suo bel canto e della sua calda e flessibile voce, (3 settembre
1917 ).
Sorvolando quindi sulle rappresentazioni delle opere nuove udite del
1915 al 1922, le quali pur troppo non ebbero — salvo le rare eccezioni — a
sentire le grida entusiastiche dell'uditorio perchè spoglie di genialità , men
- 287 –

tre l'arte domanda sentimento e creazione, incominceremo per prima la


« Francesca da Rimini » , tragedia lirica di Zandonai, datasi il 6 settembre
(1915 ).
L 'arte in questo lavoro, non trovò nulla di singolare; profonda cono
scenza di tecnica, sonorità eccessiva che vale a movimentare il parlato ,
senza recar alcun contributo all'ispirazione od al senso poetico .
Dopo la « Francesca da Rimini » , si aveva la commedia lirica in tre
atti « Il Cavaliere della Rosa », di Riccardo Strauss ( 10 settembre 1915).
Il lavoro ebbe soddisfacente successo. La musica è condensata di belli
ed originali effetti orchestrali, idee felici, ritmi nuovi, ispirazioni gentili.
In seguito (15 settembre 1915 ), si udi la leggenda lirica in tre atti di
Giulio Massenet « Le jongleur de Nôtre Dame» , cantata dalla protagonista
Geneviève Vix . Vago successo. Musica leggera e melodica ; semplicità reli
giosa, ed uno stile che ha riscontro in « Werther » e « Manon » .
Il 14 settembre (1916 ) aveva luogo la prima rappresentazione dell'opera
nuova « Les Cadeaux de Noël » diretta dall'autore Xavier Leroux, la cui
esecuzione era affidata alla Vallin Pardo, di stile elegante ; istrumentazione
trattata con grande abilità .
E ' da ricordare anche l'opera in un atto « Haumac » , del compositore
argentino Pasquale de Regatis, rappresentata il 13 settembre (1916 ), avendo
per interpreti Gilda Dalla Rizza e il tenore Tito Schipa. Lavoro di spirito
moderno, col caratteristico segno del ricercato e del contorcimento armo
nico dell'epoca , quindi, incomprensibile e noioso.
Sette giorni dopo, 20 settembre (1916 ), si cantava la leggenda lirica in
quattro atti « Beatrice » di Messager, diretta dall'autore.
Questo lavoro, basato sulla buona lirica , cosparso di belle combina
zioni armoniche che si allontana dignitosamente dalle bizzarrie moderne,
meritò applausi sinceri dalla platea .
Il 1° settembre 1917, per l'inizio della stagione, si dava « La Rondine » ,
opera in tre atti, di G . Adami, musica di Puccini. Ebbe per interpreti Gilda
Dalla Rizza , Anita Giovannucci. Esito freddo. Il lavoro, di debole armonia
e, per così dire , povero di evolute modulazioni, pur avendo la melodia fa
cile e il colore grazioso , si avvicina, per la forma, più all'operetta che al
l'opera . In tutto lo spartito s'incontrano tracce della famiglia della « Bo
hème» . Di carattere opposto e di un gusto che non è incanto poetico, era
l'opera « L 'Etranger » di Vincent D 'Indy, datasi il 3 settembre (1917), ese
guita dalla Vallin Pardo e Journet, ed accolta con applausi convenzionali.
Nello spartito domina lo stile ambizioso, che si attacca alle combina
zioni bizzarre senza idee , bellezze orchestrali, senza spunto ideale ; un si
stema d 'arte che si vuole imporre, e che il pubblico respinge.
- 288

Lo stesso converrebbe dire dell'opera in cinque atti « Marouf » , del


maestro Henry Rabaud, rappresentata il 5 settembre (1917).
In questo lavoro si sente la mano abile dell' orchestratore, colla ten
denza più allo stile sinfonico che teatrale. Degne di nota sono le belle idee
orientali, obbligate, infelicemente; con armonie strane che le rendono anti
orientali. Tutto il resto appartiene allo stile robusto , turbato dai processi
disarmonici della scuola moderna, il cui effetto è sempre quello che non
parla al sentimento umano.
Fra le novità di quest'anno, Mascagni vi figurava colla sua nuova opera
« Lodoletta » , rappresentata il 17 settembre (1917), di cui furono esecutori
Caruso e Gilda Dalla Rizza. Malgrado l'eccellenza della esecuzione, l'esito
fu freddo. Il lavoro era considerato come uno dei più deboli dell'autore
della « Cavalleria Rusticana » . Vi domina la banalità e la tendenza ad alte
rare la fisonomia della musica italiana .
Il 30 settembre 1918, si allestiva l'opera in tre atti, del maestro direttore
d 'orchestra Gino Marinuzzi. Lo spartito non fu una sorpresa, nè una rivela
zione per gli ascoltatori. Malgrado la preoccupazione costante del moderno
spirito musicale , l'opera si eleva ad una simpatica intensità di espressione
polifonica, con spunti melodici bellissimi, rivestiti d'un ricco tessuto ar
monico .
Il 12 settembre (1919), si assiste ad un 'altra opera nuova : « L 'Amore
dei tre re » di Montemezzi.
Esito abbastanza indifferente.
La musica, che si conduce attorno ai processi wagneriani, con una or
chestrazione difficile e nervosa, spoglia di idee e d 'ispirazione, rimane al
disotto del sentimento e dell'indifferenza della platea. Tracce di bellezza
offrono i cori interni.
Un altro lavoro , annunziato come la più alta novità del giorno, « Il
Trittico » (Il Tabarro, Suor Angelica , Gianni Schicchi), di Puccini, era udito
il 22 settembre (1919) . In quest'opera vediamo l'autore di tante soavi pa
gine, contorcersi colle difficoltà bizzarre della scuola impressionista , la ne
mica delle idee delle ispirazioni e del bello , per gettarsi nel campo delle ri
sorse armoniche rumorose e senza originalità .
Anche l'autore di una nuova opera : « Marouf », Savatier du Caire, rap
presentata il 24 settembre (1919), si abbandona alle esagerate espressioni
moderne, che priva l'ascoltatore di assaggiare qualche saporita e consa
lante melodia .
Alla stessa abominevole maniera che caratterizza l'idealità dei futu
risti compositori, senza verità e senza idee, appartiene la nuova opera
« Fedra » di Pizzetti, rappresentata il 3 settembre ( 1920 ), con debole successo .
Il 18 luglio (1921) si dava l' « Oracolo », leggiadro spartito di Franco
- 289 - -

Leoni, con lieto successo. Fu cantato dalla prima donna Tamaka Miura e
Minghetti. L 'opera contiene sincerità di stile e chiarezza di melodia , slanci
drammatici ed una orchestrazione colorita e rimarchevole per gli effetti
interessanti.
Il 30 luglio (1921) si dava in prima audizione, l'opera in un atto « Pri
mizie », del maestro dilettante Dr. Abdon Milanez.
L 'opera , che si presenta sotto le spoglie della modestia , senza tendenze
ardite, nè novità tecniche, contiene leggiadre melodie , malgrado fossero
poco ingegnosamente trattate dall'autore che perpetrò i suoi ricordi arti
stici nelle festeggiate operette. . .
L 'anno 1922, primo centenario della nostra indipendenza, il Mascagni
ebbe l'incarico di darci, con vero e grande successo, la sua opera « Il piccolo
Marat » (24 settembre 1922). L 'autore diresse l'opera, cantata alla perfe
zione dagli artisti Dalla Rizza e Lazaro.
In seguito, un'altra novità si rappresentava sulle nostre scene: « Giu
lietta e Romeo » di Zandonai (27 settembre 1922), con lieto successo. Ne fu
rono interpreti gli artisti creatori, in Europa , Dalla Rizza, Fleta e Monte
santo .
Un'opera nuova, che non passò fra l'indifferenza del pubblico , « Rei
Galaos» , del compianto maestro Araujo Vianna, veniva rappresentata , in
prima audizione, il 29 settembre (1922). Vi si applaudivano i suoi inter
preti Lydia Salgado, Dolores Belchior , Paoli e Mario Pinheiro.
In questo lavoro, poema drammatico in tre atti, si ravvisava il chiaro
e sincero musicista dalle belle e soavi melodie .
Morto l'autore, l'opera fu istrumentata abilmente dal maestro Fran
cisco Braga.
Segui « La Scuola del Villaggio » , opera del maestro Weingartner, rap
presentata il 5 ottobre (1922). Interpreti : Kirchoff , Mertnes, Parvisc, Ro
drigo , Vitulli, Dentale e Nardi.
In questo lavoro , si notano potenti effetti orchestrali, chiari concetti
cosparsi di serenità e leggiadria , abilmente abbigliati dallo spirito d'un sin
fonista, senza le immagini del poeta .
Un'altra opera nuova, « Ivan le Terrible » , di Gunsbourg, che non resse
il confronto colle precedenti, era rappresentata il 7 ottobre (1922). Ebbe
per interpreti : Maddalena Bugg, Gylly, Payan, e Salvatore Paoli. Questo
lavoro, pur essendo dotato di chiara armonia , di bellissimi effetti orche
strali e di lontane frasi melodiche, ebbe fredda accoglienza dal pubblico.
Il 12 ottobre (1922), si dava , in prima recita , l'opera « Don Casmurro » ,
del maestro João Gomes Junior, eseguita da Giacomo Lauri Volpi, prota
gonista , Gilda Dalla Rizza, Rossi Morelli, Cirino, e Liloni.
I processi dominanti in questo lavoro, sono quelli che preoccupano tut
290 -

ti i giovani maestri che non hanno ancora raggiunto l'individualità geniale


della loro arte . E il maestro Gomes de Araujo Junior, rivela queste tendenze,
serpeggiando , in obbedienza alla moda del giorno, fra i sentieri scoscesi,
lontani dal sentimento e dalla natura . L 'orchestrazione è, malgrado tutto ,
interessante; sacrificata spesso però dall'eccessiva sonorità e dal concetto
preoccupante della novità . Due pezzi rimarchevoli per la loro bellezza sono ;
1 « Intermezzo », di corte proporzioni, e il « Preludio » del terz'atto .
E per ultimo, a degna chiusa dell'anno memorabile, si ebbe la tetra
logia di Wagner: « Walkiria » , (già udita nel 1913), « Siegfrid » (21 settem
bre 1922), « Crepuscolo degli Dei » (6 ottobre 1922), « L 'Oro del Reno »
(. . . . .. ... . . 1922), eseguita mirabilmente dagli artisti tedeschi: Walter
Kirchoff, Emile Schipper, Elena Wildbrunn, Karl Braun , Rudos Bandler,
Mertens, Jaeger , sotto la direzione del maestro Weingartner.
Il grandioso lavoro wagneriano fu gustato in forza della vanità leggen
daria e non nei rapporti che hanno fondamento nella verità e la conoscenza
d 'un tipo d 'arte eccezionale .
Del resto, anche ai nostri giorni, si adora Wagner nell'ultima maniera,
poichè non ancora sfruttato dall'ambiente popolare. Il giorno, però, che
Wagner sarà figura obbligatoria al repertorio delle compagnie liriche, i
wagneristi grideranno: Basta col Wagner
Suuli!

D 'altronde è pur vero che la musica soffre nelle menti volubili gli ef
fetti della moda, o dell'incostanza. La sola apparizione può renderla amata
e desiderata. Serva di esempio Beethoven , il quale se non è stato ancora
considerato arcaico, e le sue composizioni condannate alle prigioni degli
scaffali delle biblioteche, ciò è perché i suoi capolavori non discesero mai
alla popolarità di una collettività volgare.
Tornando all'argomento , non concluderemo senza prima rendere con
sapevole il lettore, che l'eclettico assieme artistico portato dall'impresario
Mocchi, aveva duplice scopo , cioè: di farci sentire l'opera colossale del
cigno di Beyreuth , e tentare altresi la trasformazione del nostro programma
lirico, eliminando l'arte italiana , creduta dal noto impresario, vecchia e
fastidiosa !...
Era questa l'idea dello spavaldo uomo, esternata del resto nella ver
tenza tra lui e il compositore Mascagni, convenendo che nei teatri sud -ame
ricani la musica italiana, era realmente in declino e prevedeva che fra un
paio d 'anni sarebbe completamente sostituita da quella tedesca e fran
cese . Folle argomento !...
Che l'opera italiana fosse in tutte le epoche bersagliata dai sedicenti co
noscitori, che si atteggiano a maestri petulanti, appunto per la vitale attrat
tiva che ha sulle altre Scuole, è vero; ma che venga ostilmente presa di mira
da un cittadino italiano, è cosa da non comprendersi.
291 -

Però noi brasiliani, e per la storia , l'arte italiana rappresentò senza dub
bio il maggiore contingente che deliziò per un secolo le plateé brasiliane.
Del resto , volendo rendersi conto del risultato delle rappresentazioni delle
opere italiane nel mondo, basta fare l'inventario degli anni trascorsi dal
1577 ai nostri giorni; e restarono di fatti memorabili nella storia i primi
venuti nelle creazioni e nelle bellezze melodiche che si ebbero da Rovetta a
Monteverde, da Lulli a Piccinni, da Cimarosa a Paisiello, da Spontini a
Rossini, da Donizetti a Verdi, da Boito a Puccini, ecc. . . . Essi saranno
sempre i padroni del campo melodrammatico del mondo. Le opere francesi,
degni di udirsi, sono limitate; non bastano a reggere le grandi stagioni li
riche. Lo stesso può dirsi dell'arte lirica tedesca. Wagner è un dio ; ma le
scene liriche non possono vivere di sole opere wagneriane. Inchiniamoci
adunque davanti il genio creatore dell'opera melodrammatica immortale;
e sarà il più bell'omaggio che si possa prestare alla madre arte italiana,
personificata nella grande schiera che trovò nell'emozione dell'anima umana
melodie sublimi e lo splendore fulgido delle armonie sonore e pure.
Del resto , musica italiana sono le opere diMozart, di Gluck, di Meyerbeer.
di Gounod, di Halevy, di Massenet, e del proprio Wagner tutti figli del sen
timento, dell' imaginazione serena del bel cielo della poesia e dell' amore.
Genii differenti, è vero, con tendenze, espressioni, idealità diverse in alcuni,
ma è scienza ispiratrice italica che li educa e li fa vivere nella gloria , nella
posterità . Quindi per meglio concludere. Si può aggiungere che dopo il lungo
cammino percorso durante la vita di un secolo , enumerando tutti gli ele
menti canori che deliziarono le nostre scene liriche, e i particolari delle
rappresentazioni colle ovazioni e le apoteosi alle dive e ai divi, la grand'arte
lirica venga accolta sempre collo stesso entusiasmo e la dovuta considera
zione, scacciando dalla mente le abominevoli prevenzioni di scuole , e rispon
da non solo ad una privilegiata casta, ma altresi alla grande maggioranza
popolare, ove, spesso, si annida più sentimento artistico che nella classe ele
vata. Ma per attingere lo scopo, accenniamo un 'idea , la quale dovrebb’essere
tenuta in serio conto da quelli che bramano il progresso dell'arte lirica alla
portata di tutte le borse e, quindi, di tutte le classi sociali, che sia , cioè,
adottato il sistema di sovvenzionarsi una buona compagnia lirica popolare,
che alzi il sipario per nove mesi all'anno .
Solo cosi sorriderà la speranza a quelle anime atte a sentire le bellezze
dell'arte , educandole col conforto spirituale e ideale delle sublimi melodie,
affinchè le presenti e future generazioni lascino tracce luminose del loro
sentimento artistico.
V° PERIODO
CAPITOLO XVI.
( 1858 - 1889)

DEL L 'OPERETTA

La vita allegra del secondo Impero. — Operetta e « Cafés -chantants » . — Periodo


della loro apparizione, — I primi teatri. - Cenno sull' « Alcazar », — Rappresentazioni
di bassa industria musicale . — Deviamento e falsità in tutto . – Teatro di « Blasés » e
di sfrenato « Kankan » , — Laide sirene. — Indiavolate melodie. – Scenate e deliranti
ovazioni alle diaboliche dive. - Pandemonio di gambe. – La musica come
punto di partenza. – Brillante fase alcazarina. - Un' arte che s' immortala
con Jacques Offembach . - « Orfeo all' Inferno ». - Lo splendore del successo di
Aimée : « donna pericolo » – Critici pro e contro l' opera offembachiana. - Altri
compositori contemporanei. — Artisti che trionfano nei loro lavori. – Francesco Suppé.
- I suoi lavori trionfano in Rio de Janeiro : « D . Juanita » , « Boccaccio » , « Fatinitza » .
- La Preziosi, protagonista ideale del popolare operettista dalmata . - Un eclisse
dell' operetta francese . – Contributo dei compositori brasiliani. - « Trunfo ás Aves
sas » , — Sá Norohna e Alvarenga. - Riferenze a nuovi musicisti, scrittori ed interpreti.

Anche le operette e i « cafés-chantants » fecero la loro apparizione in


questo periodo delle compagnie francesi, il cui primo teatro prese il nome
di « Folies Parisiennes », inauguratosi nel 1858, in via « dos Invalidos »
(poscia Pavilhão do Paraiso ). Il secondo fu « l' Alcazar », il terzo fu il
« Vaudeville » , della via d 'Ajuda e per ultimo il « Bouffes Parisiens » , che
aveva stanza in via « Matacavallos » , 74, passando poscia a chiamarsi « Bouf
fes Français » , ove si avevano quattro spettacoli per settimana lunedì,
giovedì, sabato e domenica.
Parlando di questi teatri, un cenno speciale sull' « Alcazar » non sa
rebbe cosa superflua, giacchè, nel vero dire, esso fu il padre spirituale dei
divertimenti passati nel genere gaio e strepitoso, la cui maggioranza di
assidui frequentatori, non sempre si tuffava nei soli calici delle bellezze eterne
degli accenti musicali.
Tutt' altro ! . ..
E restarono presenti alla memoria popolare le colpe impunite nel re
gistro di certe scene sgradevoli e sgarbate, provocate da un 'arte spudorata
e di speculazione, mascherata di sembianze artistiche.
- 294 -

E ' noto del resto, che sotto il falso titolo di Alcazar lirico francese,
titolo di cui si orna nel 1862, l'Alcazar si destinava più alle rappresenta
zioni della bassa industria musicale sui bassi istinti umani, che alle di
strazioni istruttive, morali e piacevoli.
Ivi, può dirsi, era il volgare spirito che colle finte smorfie, unite alla
bellezza della movenza del corpo in momenti d 'un « kan -kan » licenzioso
e senza freno , trionfava, trascinando ingenui e dissoluti.
Quelle donne, la cui idealità teneva di mira il volgare commercio della
lussuria, avevano fatto dell' « Alcazar » l'abitazione artistica di costella
zioni mondane.
Tutto li era falso – diceva un critico dell'epoca — dalla porta d 'in
gresso sino ai camerini, ove le sedicenti artiste dell' aureo firmamento
attendevano desiose il momento nel quale potessero mettere in evidenza
avanti il pubblico le loro maglie carnicine, e la grazia pornografica dei
propri movimenti lascivi. L 'aria che vi si respirava aveva un certo che di
attraente, che mandava e portava fino alle regioni della irrealtà uomini
incauti, vecchi quasi decrepiti che, soltanto per godere la momentanea feli
cità .. . non dubitano di praticare ogni sorta di pazzia e persino rasentare
il codice penale. Quanti giovani degni di considerazione e rispetto, che
realizzavano le speranze paterne, criminali in un momento inconsiderato,
si videro piombati nel buio della prigione, per causa di quelle laide sirene.
Nobili ingegni, figure eminenti nella politica, persone oneste ed ono
rate nell' alto commercio , sedotti da quelle sgualdrinelle , che si sarebbero
date, nella loro patria , ad occhi chiusi, al punto di malmenare la propria
dignità , vi spendevano in breve tempo somme ingenti, frutto d 'un lavoro
stentato, che avrebbe fatto la felicità d 'una grande famiglia .
Dalla savia ed astuta opinione dei loro impresarii, tutte le entità
alcazarine erano delle celebrità, stelle di prima grandezza della città luce,
col duplice talento di fomentare coi loro satanici sorrisi, le battaglie a
favore dei loro desideri e dei loro capricci . . .
I preferiti, naturalmente, erano sempre quelli che avevano maggiori
munizioni di oro ! . . . Le scenate e le deliranti ovazioni alle divette, pro
mosse da coloro che ne erano amanti, le offerte di ricchissimi gioielli, di
numerosi mazzi di fiori, che tanto davano da fare, per la consegna, ai mae
stri direttori d 'orchestra dell'epoca : Gusmão, Giroudon , Poppe, Guerin ,
Colonne, Grawenstein , chiamavano un duplice numero di spettatori per
assistere al baccano assordante, o al trionfo di questa o quella artista , che
la claque senza freno promoveva per ordine degli erotici e impenitenti am
miratori. E tacendo di altri scandalosi fatti, quante e quante famiglie ri
spettabili di quei tempi non ingoiarono l'amaro pane della miseria , perchè
- 295

i loro padri avevano sprecato l'ultimo resto dei loro averi in quella cloaca
di demoralizzazione ! . . . . .
Ma usciamo per un istante dal mondo del tumulto e dei contorcimenti
lascivi, con tutto il corteo di falsi e fuggivi sorrisi e ricordiamo, in poche
succinte linee, la gestione dell'Alcazar in epoche differenti.
Come dicemmo l'Alcazar si apriva nel 1859, in mezzo ad un 'atmosfera
che faceva riscontro coi « cafés-chantants » francesi : tavolini disseminati
nel recinto, libera entrata del pubblico, coll'obbligo ad una consumazione
per ogni persona .
La musica che si servi di punto di partenza agli spettacoli concerti
dell’Alcazar, era quella accozzaglia di canzonette insipide, scene comiche,
pantomine, arie, seguite dai primi tentativi di operette in un atto , udite
fra vivi applausi, anche per la bellezza delle esecutrici e i motteggi inter
mittenti del pubblico, che, non di rado, davano luogo a disturbi ed agita
zioni, da far stare all'erta l'autorità , la quale non esitava a far sospendere
gli spettacoli. Non è tutto . Le brighe, le scene di pugilato , non erano rare:
una alla settimana o una per seraa !
Sono da ricordare le principali cantanti - tutte « premières chanteuses
de genre celebrités parisiennes » ! . . ., la cui biricchina grazia francese,
più del loro canto , provocava gelosie e odî tenaci — con non raro spargi
mento di sangue fra gli ammiratori: Mlle. Julie Ragon , Mme. Lorifla ,
Pauline Lyon , Celine Dulac, Mme. Valotte, Mlle . Blanche, Mme. Vanda
nesse, Mme. Cheri, Mme. Thevenot, Scudero , Duchemont, Risette, ecc. . . .
Più valenti compagni di questa schiera femminile erano gli artisti :
Valotte, Gabriel, Halbleib , Gabel, Chéri, in grazia ai quali si udivano le
prime operette di simpatico valore musicale, tali come: « Le Maitre de Cha
pelle » di Adam , in cui debutta la cantante leggera Mme. Leconleux; « Le
Docteur Tan - Tan » , « Les Noces de Jeannette » , di Victor Massé; « L ' Isle
de Calipso » , opera buffa di Ruytler ; « Croquignolle XXXVI » , di Lepine
ecc. . . .
Siamo nell' anno 1965, ciò che vuol dire che noi arriviamo alla più
brillante fase della vita alcazarina e d 'un 'arte assolutamente nuova. E '
un'arte colla quale s'immortala , nel suo genere, Jacques Offembach, con
un successo immenso, generale, che servi di sprone a molti maestri imi
tatori, senza rivelare l'estro indiavolato del vero creatore dell'operetta buffa
francese. Con essa, il nostro confuso pubblico di quei tempi, entrava in
una via non meno funesta, correndo ad una fonte malsana per abbeve
rarsi di sensazioni grottesche e indecenti, secondo l'opinione dei buoni
musici dell 'epoca. La marcia si apre coll' « Orfeo all' Inferno », operetta
buffa in due atti e quattro quadri, la cui prima rappresentazione ha luogo
il 3 febbraio 1865 . Pagine gentili, melodie di bellezza originale non vi
- 296 -

mancavano, ma vengono distrutte da un « can -can » sfrenato e beffardo :


eccellente per la dissoluzione dei buoni costumi! . . .
I primi esecutori di questo spartito, in Rio de Janeiro, furono : Urbain
(Aristée et Pluton ), Hablieib (Jupiter ), Demolla (Orphée ), J. Roux (John
Styx), Poul Le Grand (Mercure et Bacchus), J. Poux (Neptune), Bernar
delli (Mars), Domingo (Morphée), Mlle. Aimée (Euridice), Mlle. Jenny (Dia
ne), Mlle. Solange (l'Opinion publique), Mlle . Bourgeois (Juno), Mlle. Le
cerf (Venus), Mlle . Corine (Cupidon ) e Mme. Bernardelli (Minerve).
Qui lo splendore del successo si concentra in un 'artista che mette in
delirio gli assidui frequentatori: Aimée .
Aimée era l'artista che ebbe la più grande popolarità, in Rio de Janei
ro, per la sua bellezza , pel suo raffinato spirito francese per la sua inde
moniata grazia, e per la sua astuta malizia. Aimée spesse volte fu tacciata
di « donna pericolo » per attentare, coi suoi ammalianti sorrisi, agl'ingenui
mariti, e alle loro borse. Era la sirena eletta, che cantava per illudere
gl’infelici sciocchi. Molti gioielli e collari preziosi le furono offerti, col
grave danno di degni ed onorati padri di famiglia , trascinati dal suo dia
bolico sorriso.
Meglio ancora noi sentiamo, in una poesia, che vide la luce fra le colon
ne della stampa, dedicata alla popolare artista, tutti gli affanni e i giracapi
che si fusero e confusero in alti inni alla « étoile parisienne » Aimée, che
abbandonava Rio de Janeiro, nel 1867 , carica di gioielli e d 'oro, e mai più
fece ritorno.
La poesia , bella ed eloquente informatrice, cioè, affermatrice di quanto
si è detto dell'arte, dell'artista, e dello spirito che la onora , era questa :

« Que me dera ser Orpheu,


« Mesmo no inferno habitar
« Para sentir á meu lado.
« Teu seio amoroso arfar.
« És tão bella , és tão ingenua (!)
« Que tocas o coração ;
« Em num momento lhe accentes
« Vivo fogo de paixão.
« Quem pode viver sem ver — te ?
« Quem te ver sem te adorar ?
« Volta outra vez para o inferno
« Que eu irei lá te buscar,
« Preciso só de um teu riso,
« Repassado de ternura,
« P ' ra apagar a chamma intensa a . .13
- 297

« Que o meu coração tortura.


« Amar — me embora um só dia ,
« Uma só hora, um momento .
« Que depois pouco me importa
« Soffrer do inferno o tormento .
« Eis o mimo mais perfeito
« Que o Alcazar tem gozado :
« Se um dia lá não brilhares
« Fica em trévas sepultado » .
Dopo l' avventuroso « Orfeo all' Inferno » , che attinse il migliaio di
repliche, altre operette buffe, simpatiche e in molte scene ispirate, che
dovevano lasciare i più grati ricordi nei dilettanti folleggiatori della gaia
musica, furono : « Les Bavards » , « Barbe Bleu » , « Pont des Soupirs »,
« Jeanne qui pleure et Jean qui rit », « Le Roi Bobeche » , « La Chanson
de Fortunio » , « La Belle Hélène » , « La Perichole » , « L 'Orrible Festin » ,
« La Grande Duchesse de Gerolstein », « Les Brigands », « Les Trois bai
sers du Diable » , dello stesso compositore, le cui produzioni attinsero il
numero di ottant'otto , compreso l'ultimo suo lavoro « Les Contes d 'Hoff
mann » , bellissimo spartito , ch' egli lasciava incompiuto, terminato dal
Guiroud, e datosi, con vero successo, all'opera comica (1881).
I critici del suo tempo, ebbero a dire che egli aveva ribassata la divina
arte, utilizzandola per un tal genere.
Certo è però, che l'opinione postuma è in assoluta discordanza con i
pareri emessi ; infatti, se Offembach cominciò per la via che lo condusse a
fare la conoscenza coll'ambiente equivoco , riflesso del suo tempo, serven
dosi di libretti immorali per scrivere musica debilitante e dissolvente, ispi
rata in quell'atmosfera eterogenea di spirito e frivolità , di grazia e di scol
latura, di vita e di libertinaggio, non lasciò di rivelare nella sua immensa
produttività, doti innate che molti maestri erano ben lungi dal possedere.
Fra i suoi fortunatissimi lavori, coi quali giunse, in un periodo di
vent'anni (1860 -1880), a sconvolgere il mondo, i più affascinanti sarebbero ,
oltre ai citati : « La Fille du Tambour Major » , « Mariage aux Lanternes »
e « La Chanson de Fortunio » ; aggiungasi alcuni fascicoli di duetti per due
violoncelli, ( 1) pezzo per violoncello e pianoforte , romanze da camera, e la
citata opera comica « I Racconti di Hoffmann » , considerato oggidi il suo
capolavoro, che apparve sulle scene francesi l' anno dopo la sua morte
(5 ottobre 1880).
Altri compositori contemporanei dell'accennato maestro, riportano una

(1) Il violoncello era il suo strumento prediletto.


298 -

Serie di successi nel genere e tipo di codeste operette, imitandone la fornia


e lo spirito degli effetti dell'arte in parola, ma senza il suo estro indiavo
lato , furono : A . C . Lecocq, John Strauss, Felix Vasseur, F . Hervé, di cui
si udirono : « Girofle - Girofla », « La Fille de Mme. Angot », « La Petite
mariée » , « Le Petit Duc » , « La Reine Indigo », « Un Concours de Musi
que » ecc. . . . In esse trionfarono nell'eccentricità, nel brio , nella grazia
malsana e piccante, le celebri sedicenti dive : Lovato, Solage, Lafourcade,
Mme. Denis, Mlle. Rose Merys, Leonor Rivero, Belloy, Suzanne Castera,
Jeanne Quelus, Mme. Henry, Mlle. Alix , Mlle. Han, Rose Villiot, e gli
artisti Marchand, Urbain , Désiré, Audemard, Valotte, ecc . . ..
Finalmente, nel 1879, l'Alcazar, la cui epoca poteva sintetizzare la vita
allegra del secondo Impero , vita che regnò difatti indisturbata , inceppando
in serii ostacoli, chiudeva definitivamente, verso il 1880, le sue porte al
pubblico che lo frequentava , e il suo recinto si trasformò in negozio di
« Fazendas » , inquadrandovi come titolo, forse a ricordo di un 'arte ine
briante , l'antico e . . . glorioso nome di Alcazar.
L 'ultima artista che vi brillo fu Christine Massart, intelligente can
tante belga ; ella prese poscia stabile dimora in Rio , ove riusci a cantare
con lieto successo in lingua vernacola , sulle scene dei nostri teatri popolari.
Le furono compagne la Delmary,Mme.Henry, Rose Merys, Suzanne Castera,
le quali ebbero una certa sovranità, tenuta nelle operette tradotte in lingua
nazionale, sfruttate dalla impresa Heller (teatro Santa Anna).
Dopo Offembach , Hervé e Lecocq, venne F . de Suppé, dalmata, nato a
Spalato , il 18 aprile 1820.
Suppé era tenuto in conto di un compositore di robusto talento. Lo
affermano le sue opere: « Linda » , due quartetti, Lieder, sinfonie, messe ,
una « Requiem » , ed altro ; ma la sua grande popolarità l' acquista come
compositore di operette . Al par di Offembach, alla cui estetica temperò il
suo stile , possedeva la vena spiritosa e melodica ; ma un temperamento più
moderato — pur essendo amico dello scherzo sino alla esagerazione - e per
conseguenza più curatore della forma, più delicato , più istruito infine dei
suoi precedenti colleghi, Anche lui fece scuola e i suoi imitatori ne segui
rono le tracce con maggiore o minor fortuna.
Il suo trionfo in Rio de Janeiro nel 1883, segnava una seconda fase
del trionfo dell'operetta fra 10
noi.
1.

Protagonista ideale dei suoi applauditi lavori era la festeggiata Mar


gherita Preziosi, a cui, il Suppé, dedicava lo spartito del « Boccaccio » ,
col quale la Preziosi, debuttava il 9 maggio ( 1883), al teatro « Novidades » ,
passando poscia la compagnia di cui era impresario Ciacchi al teatro
« Recreio » , ove i successi della « Donna Juanita », e l'operetta anzidetta,
toccarono i confini del delirio .
- 299 –

Nell'elenco di questa grande compagnia di opera comica italiana, la


prima nel genere, figuravano artisti di merito, degni di stare a fianco della
celebre Preziosi: Tilde Fiorio , Margherita d ’Alulnay, Errichetta Geminiani,
Emma Tilchi, Lea Botti, Diva Monti, Emma Parassols, e più dieci donne
generiche.
Oltre a queste, gli artisti : Vittore Deli e Giulio Melani, due eccellenti
tenori ; Pietro Cesari, Alessandro Polonini e Crescenzo Palombi, baritoni
comici di primissimo ordine; Gabriele Ruotolo, Arturo Zacchi, G . Marcello ,
Cesare Ficarra, un delizioso basso comico, e il direttore d 'orchestra P . A .
Cesari.
Le operette e le opere comiche cantate furono le seguenti : « Donna
Juanita » , « Boccaccio » , « Fatinitza » , « I Moschettieri al Convento » , « Car
nevale di Roma » , « La figlia di Madama Angot » , « Les Cloches de Corne
ville » , Cavalleria Leggera » , « Carmen » , « Bella Galatéa » , « Dragons de
Villars », « Contes d'Hoffmann » , ecc.
L 'operetta francese che regnò sovrana incontestata sulle scene dei tea
tri del mondo durante circa mezzo secolo, si eclissava non senza una certa
gelosia , innanzi al brillare della produzione viennese.
I successi ottenuti dagli autori della « Vedova Allegra » , di Lehár, dal
« Sogno di un valzer » di Oscar Straus, dalla « Casta Susanna », di Gilbert,
i quali rinnovarono l'arte di Lecocq, di Audran e di Suppé, furono di
quelli che marcarono un'epoca ; senza superare però Offembach, che ri
mane il creatore dell'operetta.
Un piccolo contributo all'arte dell'operetta lo diede anche il Brasile .
E ' da ricordarsi infatti il brillante successo che ottenne il « Trunfo ás Aves
sas » di H . Alves de Mesquita, lavoro graziosissimo, scritto su libretto di
Arthur Azevedo, e rappresentato per lungo tempo al teatro « Phenix Dra
matica » nel 1875 sotto la direzione dell'autore.
Dopo il Mesquita compare un giovane dilettante Abdon Milanez , il
quale senza famigliarsi coi capi lavori del genere, scrive pagine degne di
encomio quando la sua vocazione lo mena verso l'arte teatrale popolare.
Le sue operette « Donzella Theodora » , (1886 ), « Bico de Papagaio » , « Pri
mizie » , « A Princeza Flor » ( Teatro Sant'Anna 1887), magica in tre atti,
le cui rappresentazioni si contarono a centinaia, se non si distinguono per
garbo d ' armonia corretta e originale , le sue cantilene, e le sue me
lodie sempre ispirate, hanno il valore di rivelare al pubblico l'estro spon
taneo suo nello spirito gaio e grazioso . Oltre ai riferiti lavori, Abdon Mi
lanez scrisse un ' infinità di musiche per danza, le quali resero popolare
vieppiù il suo nome nella seconda metà del secolo scorso .
Va pure ricordata l'opera « Ramo de Ouro » di Miguel Cardozo, su
libretto di Moreira Sampaio, datasi, per la prima volta , con lieto successo ,
-- 300

al teatro Sant'Anna ( 1887), dalla compagnia Heller.


Sá Noronha, il violinista e compositore portoghese , che tra noi prese
stabile dimora sino alla sua morte, godette a suo tempo una certa rino
manza, e fu anche tra coloro che portarono un contributo all'operetta co
mica nazionale. La « Princeza dos Cajueiros » e « Os Noivos », sủ libretto
di Arthur Azevedo, scritte in uno stile facile e molodico , ottennero un
grande successo al teatro « Phenix Dramatica » (1881-82).
Un compatriotta del precedente maestro, F . Alvarenga, che soggiorno
per lungo tempo in Rio de Janeiro, scrive, nel 1882, la musica per l'ope
retta comica di Costa Braga : « O Periquito » , ch'ebbe un vero grande suc
cesso teatrale, al teatro « Principe Imperial »).
Francisca Gonzaga, la feconda compositrice di musica per danza , de
buttò anche nell'arringo teatrale dell'operetta : « Viagem ao Parnaso » e
« Côrte na Roça » (1885) .
Anche Antonio Cardozo de Menezes (Dr.), uno dei più distinti dilet
tanti di musica dell'epoca passata, ebbe a farsi conoscere come composi
tore di operette (1874- 1885 ) ; ne scrisse quattro : « Pera de Satanaz » (alcu
ni pezzi ), « Genio do Fogo » , « A Moura Encantada » , « Os Martyres da
Germania » .
Tobias de Magalhães, il noto musicista Bahiano, scrisse pure una gra
ziosa operetta : « O Grumete » , rappresentata per la prima volta nel teatro
di S . João , in Bahia .
E ' da ricordare anche Francisco Libanio Colas, un musicista molto
considerato dai suoi compatriotti, il quale scrisse quattro operette: « Meus
Olhos ! Meu Nariz ! Minha boca ! », « Vespera de Reis », « Sete Passos » ,
« Viveiro de Frei Anselmo » .
Va ricordato anche Francisco Brazileiro, autore di un'operetta dal ti
tolo : « Q Ermitão de Musquens » .
A questi riferiti nomi è da aggiungere quello di un altro intelligente
maestro compositore brasiliano, Luis Moreira. Scrisse la musica per l'ope
retta « Impera » , datasi al teatro Apollo, con grande successo (ottobre 1915 ).
V° PERIODO
CAPITOLO XVII.
(1844 - 1889)

DEI COMPOSITORI BRASILIANI NELL ' ARTE LIRICA ,


SINFONICA E DA CAMERA
Dopo la grand'arte. — Nomi illustri che glorificarono il nostro passato secolo. —
Sincero ed imparziale giudizio. — Seguendo l'ordine storico. — Cenni biografici e con
siderazioni. — Il primo compositore melodrammatico : Henrique Eulalio Gurjão ; la sua
opera « Idalia » , — Un grato ricordo per la storia. – Elias Alves Lobo ; le sue opere
< A Noite de S . João » e « A Louca » , rimaste nell'oblio . – Prematuro orgoglio. — La
« Côrte de Monaco » , di Domingo José Ferreira . - J . M . Santa Rosa ; la sua cantata :
« Victoria ! Victoria ! » , — H . Alves de Mesquita ; il suo valore nell'arte ; la sua opera
< 0 Vagabundo ». — Henrique Braga. -- Carlos Severiano Cavalier Derbelly. – La « Car
mosina » , di João Gomes de Araujo. - Manuel Joaquim de Macedo ; i suoi lavori; l'o
pera « Tiradentes ». - Alexandre Levy ; il suo valore nell'arte. — Lucien Lambert ( figlio);
la sua Leggenda drammatica « Sire Olof > . - Carlos de Mesquita ; Giulio Massenet me
ravigliato del suo ingegno ; la sua opera « Esmeralda ». — Francisco Valle ; termine della
sua vita. — Henrique Oswald ; il suo valore nell'arte del comporre; suoi lavori. – Leo
poldo Miguéz ; come ravvisa l'arte ; la sua opera « I Salduni ». — Alberto Nepomuceno ;
il suo valore nella composizione; le sue opere « Artemis » e « Abul » ; altri lavori, -
Francisco Braga la sua opera « Jupira » , altre produzioni. - - José Candido da Gama
Malcher ; la sua opera « Bug-Jargal » . — Araujo Vianna ; come onora l'arte musicale ; le
sue opere: « Carmela » e « Rei Galaor » , — Meneleu Campos, e i suoi quartetti e la sua
opera « Gli Eroi » .

Dopo di aver parlato della grand'arte , cioè la lirica , e l'operetta , è giu


sto che ci occupiamo dei nostri compositori, le cui opere giunsero ad essere
classificate tra le produzioni che illustrarono un 'epoca di varia arte nazio
nale. Giacchè, se nei capitoli precedenti, noi abbiamo indicate le qualità
speciali dei compositori che consacrarono le loro intelligenze alla espres
sione della musica religiosa e popolare, giusto è ora , di aggiungere all'elenco
di quei nomi illustri, quelli che in un'epoca progressiva dell'arte glorificar
rono il nostro passato secolo . Essi, nel vero dire, non sono molti ; ma i pochi
rivelano in una maniera brillante l'istinto e il sentimento della facoltà
creatrice con cui si rendono degni di lode nel mondo musicale nazionale
e straniero.
– 302 –

Non parleremo solo di quelli che son passati da questa vita, ma ezian
dio dei viventi, con la fede sempre nel nostro sincero ed imparziale giudi
zio , dando quella lode che è loro dovuta.
A voler seguire l'ordine storico ( 1), il primo compositore a citarsi sa
rebbe Henrique Eulalio Gurjão, nato a Belém del Pará, il 15 novembre
1833 . Il valente musicista , oggi quasi dimenticato, adorando l'arte , dimo
strò ben presto una pronunciata vocazione per la musica . Raggiunto il 20°
anno, ed essendosi già famigliarizzato coi lavori dell'arte che dominava il
mondo con la sua drammatica espressione melodica , pensa di perfezionarsi
nella scienza musicale che gli fa difetto, recandosi alla terra ove l'arte bril
lava con maggior splendore.
Nel 1851, il Gurjão, malgrado le poche risorse che lo assistono , poté
realizzare il suo sogno, mercè la modesta pensione largitagli dall'Assem
blea della sua città natale, pensione poscia rinvigorita con quella che gli
assegna un fratello assai caro. In quell'anno stesso, si portò in Italia, Giunto
a Genova, passò a Roma, ove intraprese i suoi studi musicali sotto la dires
zione dell'illustre maestro Pacini, la cui rinomanza era delle più fulgide (2).
Indi, due anni dopo, passava a Genova, matricolandosi come allievo nell’l
stituto Musicale di detta città , ottenendo, dopo pochi anni, la laurea di mae
stro compositore. Durante il soggiorno in Italia, Eulalio Gurjão, ebbe a
scrivere parecchi lavori per canto e istrumenti, notandosi una « Ave Maria »
che si dice bellissima, dedicata ai suoi conterranei. Oltre alla citata « Ave
Maria » , egli compose una « Messa Solenne » , nella quale fa risaltare l'am
piezza del suo talento .
Al ritorno in patria , porta seco « L 'Idalia » , opera destinata alle scene
del teatro della sua città natale, in omaggio e riconoscenza ai suoi ammira
tori che lo protessero . Un suo fratello , colonnello dell'esercito , morto glo
riosamente generale sui campi del Paraguay, insisteva perchè la sua opera
fosse rappresentata al teatro dell'Opera Nazionale di Rio de Janeiro , ma
ebbe formale rifiuto .
Giunto al Pará, « L 'Idalia » passava nel tiretto dell'autore per mancanza
di una buona compagnia lirica. Finalmente , 19 anni dopo (1881), quattro
anni avanti la sua morte , lo stimato musicista potè assistere alla rapprese
tazione del suo lavoro , datosi, il 13 novembre, al teatro da « Paz » , con un
successo straordinario . Quelli che lo udirono, assicurano che esso contiene
belle e ispirate pagine. Oltre a quest'opera , Eulalio Gurjão scrisse due
« Vaudevilles » , rappresentati con successo al teatro « Providencia » , che
più non esiste. Rimarchevoli sono anche i suoi lavori sacri: la « Messa di

(1) Seguiremo l'ordine storico o cronologico , tanto quanto é possibile nel corso
di questo lavoro, giacchè non sempre ci pervennero le notizie nell'ordine desiderato.
- 303 -

Santa Isabella », eseguita spesso nelle solennità religiose del Pará, e il


« Requiem », con « Libera me.» , per voci ed orchestra, eseguito la prima
volta per i funerali di suo fratello Raimundo.
Più volte fu in procinto di ritornare in Italia , ma l'alta stima che gli
votava la cittadinanza paraense, lo costrinse a non abbandonare più la
terra natale, e consacrarsi tutto all'insegnamento della sua arte . Però, in
miezzo a tutte le sue occupazioni, non trascurò di perfezionarsi nell'insegna
mento della sua scuola dimusica che si fondava ai suoi tempi, dove rimase
sino alla morte, scrivendo pregevoli lavori. Citeremo l' « Inno a Carlos Go
mes » ; le romanze per canto : « La partenza » , « Una rimembranza » , « La
Vedova » , « Il Desiderio » ; il galoppo « Hilaridade » , che ottenne un lungo
periodo di voga, e molte altre composizioni per orchestra e banda, le quali
accrebbero la sua riputazione, che si mantiene viva sino alla morte, avve
nuta il 27 luglio 1885.
Gli amici, gli allievi e gli ammiratori, riconoscendo il suo merito e la
forte sua influenza sul movimento musicale del Parà, perpetuarono il suo
nome in un busto di bronzo, il quale figura tra quelli dei celebri maestri,
che ornano il bel « Foyer » del teatro da Paz, della detta sua città nativa .
Contemporaneamente al precedente maestro, sorgeva Elias Alvares
Lobo, nato nel 1836 (?), in Itú, dove visse un lungo periodo di anni, e ove
il suo talento musicale non lasciò di essere considerato come uno dei più
stimabili nella composizione di musica religiosa e nell'insegnamento della
sua arte, che fu per ogni riguardo degna d' encomio nel modesto ambiente
della suddetta città .
Nel 1860 volle farsi conoscere anche come compositore melodramma
tico, e scrisse due opere, rimaste nell'oblio : « Noite de S . João » e « A Lou
ca » . L 'esecuzione della prima, datasi il 14 dicembre (1860) al teatro S . Pe
dro de Alcantara, di Rio de Janeiro, interpretata dagli artisti dell'Opera
Nazionale, parve producesse una buona impressione sull 'anima del pub
blico, che l'applaudì caldamente: applausi che, secondo si disse, significa
vano, evidentemente, incoraggiamento e speranze ; ma l'opera in parola , la
prima scritta in lingua vernacola , pur costituendo una grande novità nel
l'ambiente artistico nazionale, non fu trovata in corrispondenza della inten
zione drammatica e dell'arte veramente teatrale ; difettava di forma, di chia

( 2) Il maestro G . Pacini, nel 1857, compone e dedica a S . M . l'Imperatore un 'o


pera in tre atti, col titolo di « Nicolò dei Lapi » . Alla cantante signora Rosina Laborde,
prima donna del teatro lirico italiano di Rio , qui giunta ai 9 di luglio di detto anno ,
ma che debuttò soltanto il 4 settembre, fu concessa da S. M . l’Imperatore la facoltà
di cantare detta opera in suo beneficio . Però questo spettacolo non ebbe luogo e fu
dato in detto beneficio un 'opera del repertorio . (Brazil artistico, 1857).
- 304 -

rezza e di sintesi dell'arte di scrivere. Il giovane maestro non aveva ancora


assaggiato una sola goccia alla salutare fonte delle preziose armonie, della
melodia determinata , della tecnica, infine, puranco modesta, della scienza
musicale, per dare alle parole l'espressione drammatica e un po' di vita alle
combinazioni istrumentali. In altre parole , i mezzi e le risorse musicali di
Elias Lobo erano oltremodo limitate. Egli era figlio del suo proprio estro,
il cui talento si era svolto nella modesta scuola di un musico della sua pro
vincia natale , scuola senza scuola, spoglia di risorse dell'armonia, del con
trappunto e della chiara conoscenza degli effetti polifonici, vantando ap
pena quel dono naturale che canta e compone melodie senza pensare alla
forma, alla larghezza delle linee, alle modulazioni svariate, ai pregi degli
effetti sonori, nel cui ingranaggio si fondano tutte le buone intenzioni per
chi vuole seguire la carriera dell'arte veramente melodrammatica . Data
quindi questa mancanza di preparazione nel giovane maestro, egli non po
teva vincere l'impossibile ; ma avendo, come si disse, ciò che Iddio concede
ai talenti spontanei: l'ispirazione e la fede di produrre, si aveva in lui una
speranza di un lieto avvenire ; anzi, si giunse a preconizzarlo degno emulo
del Carlos Gomes, che sorgeva alla stessa epoca, come una fulgida pro
messa della grande arte , rivelata nel suo primo lavoro « Noite do Castello » ,
datasi in seguito all'opera di Elias Lobo, con successo oltremodo brillante,
ben superiore a quello della « Noite de S. João ».
Nel 1861, Elias Lobo, dopo il suo beneficio ( 16 dicembre ), partiva per la
sua provincia con l'intento di ultimare la sua seconda opera « A Louca » ,
che non giunse ad essere rappresentata, date le pretese dell'autore, esi
genze odiose e inaccettabili da parte della direzione dell'Opera Nazionale, e
la lunga tardanza nella consegna dello spartito , giustificato debolmente
col pretesto della mancanza di carta ed altre ragioni che non rispecchiavano
la sua volontà di fare onore ai suoi impegni. E ' egli stesso che ci dà notizia
di tali fatti nelle sue lettere, che in seguito trascriviamo, scritte, nel feb
braio e il 16 marzo 1862, al direttore artistico dell'anzidetta Opera Nazio
nale D . José Amat:

« Ill.mo Sr. Amat,

« Hoje é que o moço segue desta levando o 2º e 3º acto da « Louca » em


« um só volume. O 4º lhe será entregue a 20 -28 ao menos » .

ELIAS LOBO » .

Il direttore Amat insiste che gli mandi con urgenza l'opera intera,
a cui risponde l'Elias Lobo, nei seguenti termini:
- 305 --

« Ill.mo Sr. Amat,


« Recebi a sua carta accusando o ter recebido os 3 actos da « Louca »
« e muito agradeço o seu favor. Fico certo e agradeço a sua boa vontade,
« eu mesmo disse ao Sr. Varejão. Quanto o não ser possivel ir a « Louca »
« á scena o 25 do « Proximo mez, 1°, por não ser possivel a extracção das
« copias em menos de 2 mezes e a falta de tempo para bem ensaia-la, e
« 2°, por ter sua S . M . o Imperador de nesse dia assistir á representação
« no theatro S . Pedro . . . eu já esperava, por saber o mesmo, por duas
« cartas dessa recebidas, e então deixou -me ficar por enquanto, pelos se
« guentes motivos, e o mesmo escrevo à Exma. Sra Condessa .
. « Eu tenho de assistir á semana santa nesta , como lhe disse quando a
« 9 de novembro proximo passado fomos juntos com o Gomes á Quinta de
« S . Majestade em S . Christovão, e ir agora para apenas assistir ao dia 25
« deste e logo voltar a esta e apromptar-me para voltar, é uma completa
« asneira ; portando a 27 de abril lá estarei, se for Deos servido, e podemos
« leva -la á scena juntamente no dia em que eu desejava , a 29 de Julho.
« Quanto ao 4º acto estou sem papel propio , e por conseguinte privado
« de trabalho. Só falta a scena final.
ELIAS LOBO ».
(15 Março 1862).

Al suo ritorno in Rio de Janeiro, nel maggio 1862, parve che le cose
fossero a buon porto , giacchè l'impresa, animata dalla maggior buona vo
lontà di porre in scena l'opera, per la quale aveva già speso forti somme
nel ricavo delle parti di canto, cori ed orchestra, ne annunciava, alla fine
di agosto , la prima prova generale.
Quest'opera, scritta per la Carlotta Milliet, su libretto del dottor Achil
le Varejão , dopo una lettura al pianoforte, in presenza d 'un circolo di di
stinti artisti e dilettanti di musica, al « Club Fluminense » (26 agosto 1862),
esecutore il maestro Miguel Angelo , era giudicato un lavoro di merito, la
sciando nell'uditorio la più favorevole impressione.
- Piacerà immensamente -- disse uno degli ascoltatori — se sarà bene
istrumentata .
Ma, il maestro Elias Lobo era di una vanità immoderata, e di una certa
avidità commerciale , per lo che forti divergenze si manifestarono tra lui e
la direzione dell'Opera Nazionale, giorni avanti all'andata in scena della
sua opera. L ' attitudine assunta dal giovane maestro rispetto al contratto
presentatogli dall'impresa , che non gli piacque, e che gli fece presentare
dell'esigenze che l'anzidetta impresa , con molto dispiacere, non poteva ac
- 306 -

cettare, distrugge ogni cosa , e aliena da lui la protezione imperiale e del


pubblico .
A dimostrare le disposizioni d 'animo dell'autore della « Louca » , con
tro un'impresa amica, che lo voleva, al pari di Carlos Gomes, avviato alla
possibilità di rendersi celebre un giorno, basta leggere la seguente sua terza
lettera, diretta al direttore artistico dell'Opera Nazionale D . José Amat:
« IN .mo Sr. Amat,
« As 3 3 /4 appareceu -me Dr. Varejão e entregou-me o contracto para
« assignar; declarou -lhe que não me comvem , e vou mencionar pelos artigos.
« Quanto ao primeiro, é necessario marcar um tempo preciso para ir á
« scena, por exemplo a 29 de julho do presente anno (1862). Ao segundo,
« não me convem no todo, O Sr. já offereceu-me 50 % e eu não aceitei? ( 3 )
« Não quero saber de porcentagem , para não dar lugar a abusos. Quero
« 250.000 pela primera rapresentação, e 150.000 pelas seguintes. Ao terceiro
« receberei 1 : 000 .000, não tendo porisso perdido o direito de autor ; digo , de
« receber um tanto por noite .
« Ao artigo 6 não cedo o direito privativo de representar-se qualquer
« opera minha, e não cedo a propiedade á qualquer empreza.
« Cedo uma serie de 12 , em 8 ou 7 mezes, e não sendo dado no dito
« prazo o numero da primeira serie, não poderá mais dá-las. E ' obrigado a
« satisfazer a quantia convencionada de cada representação, como se fossem
« dadas as 12. Se não lhe convier assim , ou com muita pouco alternação ,
« nada temos feito.
« Caso combinemos, sarei eu o ensaiador, e receberei egual paga á que
« percebem os ensaiadores.
ELIAS ALVARES LOBO » .

Leggendo tali scritti d 'un giovane artista che, ai primi albori della sua
carriera, vuole imporre condizioni inaccettabili a quelli che gli schiudono
le porte della gloria , deploriamo che il suo emulo Carlos Gomes, non posse
desse le di lui teorie in materia di affari, per valersene in quel momento in
cui cedeva all'editore Francesco Lucca, i diritti di proprietà e di autore del
suo immortale spartito « Il Guarany » per la bagattella di 3000 lire !...
Nell'uno, indifferenza per ogni interesse materiale, e unica meta la spe

( 3) Per gli Statuti dell'opera nazionale, che constano dalla relazione del 1857,
l'impresa era obbligata a dare 6 per cento all'autore dell'opera e 4 per cento al poeta ;
frattanto, il direttore Amat offriva al signor Elias Lobo 50 per cento, che, conforme
egli stesso confessa non accetta .
- 307 –

ranza di riuscire malgrado tutto, a rendersi celebre nell'arte; nell'altro,


l'avidità del denaro ed anche un prematuro orgoglio , che guasta e distrugge
la sua carriera, ritornando al suo ritiro solitario di Itú , per affermare appena
la sua modesta autorità nella musica sacra ; ma il suo talento non si svi
luppa e non si ingrandisce.
Verso l'anno 1870, Elias Lobo, da Itú passò a Campinas. Ad ogni modo
era preferibile questa città a quella ; essa, a quei tempi, era la dimora di
bravi musici, i migliori che vantava la provincia di S . Paulo , e fu propizia a
produzioni ulteriori, per Elias Lobo : Messe, Te-Deum , ed altre composi
zioni, rimaste inedite , eccetto una, il rondò finale della sua prima opera
« Noite de S . João » , stampata in Rio de Janeiro, nell'aprile 1862. Mori, in
S . Paulo , il 15 dicembre 1901.
Un altro composïtore di musica teatrale, allievo del Conservatorio di
Musica di Rio de Janeiro, contemporaneo del precedente, che sorse all'epo
ca dell'Opera Nazionale , fu Domingo José Ferreira. Del suo merito si parlò
alquanto e si giunse a chiamarlo buono e ispirato musicista . Nel 1862, com
pose un 'opera in tre atti « A Còrte de Monaco » , datasi, come il lettore sa,
per la prima volta al teatro dell'Opera Nazionale (6 ottobre 1862), con re
golare successo , sebbene giudicata di poca originalità . Oltre quest 'opera, ne
scrisse un 'altra in seguito , intitolata « Colombo ou descobrimento da Ame
rica » , su libretto del poeta Norberto de Souza e Silva.
Non pare però che fosse stata rappresentata all'epoca in cui fu scritta
(1864). Frattanto, secondo il giudizio delle cronache dell'epoca, sembre
rebbe che detta opera avesse un discreto valore, giacchè l'illustre maestro
Francisco Manuel da Silva la giudicò degna di essere rappresentata .
Di buona rinomanza musicale fra i suoi contemporanei, fu J. J . Goyano,
il quale copri varie cariche artistiche come professore di solfeggio e maestro
dei cori dell'opera lirica nazionale . Compositore, scrisse, oltre a vari balla
bili, pubblicati nell'Album « Rio de Janeiro » (1855), una ouverture per
orchestra, ed alcuni pezzi di musica sacra in stile semplice e senza grande
linea, eseguiti nelle funzioni religiose, di cui egli era uno dei più stimabili
organizzatori del suo tempo . Mori a Rio de Janeiro, verso il 1866 .
Tristão José Ferreira, compositore di musica sacra , nel 1854 , si fa co
noscere per tre spartiti, uffici di settimana santa, editi dalla ditta Heuton e
Remsburg, sita in via Ajuda, 68. Questi lavori erano considerati di buon
valore musicale ; oltre all 'armonia seria e grave, possedevano ispirazioni
che ispiravano, nell'animo del pietoso devoto, un profondo sentimento re
ligioso . Ma lasciò , pure altri lavori di stile profano per orchestra .
Tristano José Ferreira doveva essere padre, o fratello, al noto avvocato
Francisco de Paulo Ferreira , che risiedette a lungo in Bananal, che amo
l'arte al disopra delle scienze giuridiche; ed era padre al distinto pianista
- 308 -

dilettante Egydio Paula Ferreira, morto giudice della Corte d 'Appello, in


Bello Horizonte (1817).
Buon musico, ai suoi tempi, fu João Francisco de Souza Coutinho, bra
siliano, nato in Santa Caterina, nel 1801. Fu Cavaliere Ufficiale dell'Ordine
della Rosa ( 1845), Cavaliere di Cristo, più tardi Deputato Provinciale, pre
sidente dell'Assemblea , Vice -presidente della provincia natale; godè ripu
tazione notevole in politica. Mori, nel 1869, 11 settembre.
La sua attitudine per la musica era eccezionale ; organista e composi
tore di musica sacra, meritò sincere lodi del Porto Alegre (Barone di S . An
gelo ), poeta e pittore, che lo teneva in conto di un genio non compreso nelle
solitudini della provincia , e che lo voleva come maestro in Rio de Janeiro.
Di lui è il bellissimo Inno Catarinense, composto nel 1834, poscia ristampato
dall'illustre suo nipote , il dottor João Francisco de Lacerda Coutinho, che
fu notabile medico e latinista . E ' del surriferito maestro tutta la musica di
una settimana santa completa , molto eseguita, che egli offri al Papa Pio IX .
Sua Santità la sottomise al giudizio della Scuola di Musica di Santa Cecilia,
il cui parere fu il migliore possibile. Stava il maestro in agonia , dicono,
quando ricevette una lettera di Sua Santità, ringraziando non solo, ma tra
smettendogli il parere e il diploma di maestro della stessa scuola . Oltre
all'accennata musica sacra, egli lasciò molte altre composizioni musicali
di gran merito. La sua morte, fu estremamente sentita dal popolo della
terra natia .
Fra i compositori contemporanei di questo periodo, è da ricordarsi il
distinto musico J. M . de Santa Rosa , il quale occupò un posto ragguarde
vole nell’arte musicale, giacchè fu compositore distinto e stimato professore
di solfeggio all'Imperiale Conservatorio di Musica , in Rio de Janeiro ; egli
era anche un colto maestro di pianoforte, la cui professione d 'insegnante
era completata dalle maniere le più gentili verso i suoi affezionati allievi.
Nonostante le sue continue occupazioni svolte nell'insegnamento della sua
arte, egli trova il tempo di comporre un buon numero di lavori gentili, oggi
quasi tutti dimenticati e perduti ; e quantunque alquanto spogli fossero di
grande interesse musicale, degne di essere citate sono le sue « mo
dinhas » « Marilia , te vejo tão triste » , « No meu rosto ninguem vê », e la
celebre polka « Polydora » , il maggior successo dell'anno 1860, nel genere.
Trattò con molto pregio un lavoro sinfonico , scritto con forte sentimento di
patriottismo e in grandiosa forma, intitolato « Victoria ! Victoria ! » , ese
guito , con grande successo , nel padiglione innalzato nel campo di Sant'An
na (1870), (4 ), per festeggiare il termine della guerra contro il Paraguay,
(4) Ivi il giorno prima si eseguiva pure la messa da « Requiem » di Mozart,
con duecento esecutori, in suffragio dei caduti sui campi di battaglia . L' esecuzione,
che fu grandiosa , fu diretta dal riferito maestro Santa Rosa,
- 309 –

vinta gloriosamente dal Brasile. Vi presero parte circa trecento esecutori.


Egli mori verso il 1874 .
João Pereira da Silva, nato in Rio de Janeiro verso il 1830 , morto nel
1910, oltre che eccellente suonatore di sassofone e flauto, maestro di banda
assai rinomato, fu anche compositore. Nel 1860, componeva una bella ro
manza per canto , il « Cieco » , la quale ottenne un buon successo . Lasciò
molti pezzi per banda, mai pubblicati, ma spesso eseguiti dalla banda della
marina, di cui il Pereira da Silva fu maestro durante cinquant'anni.
Aggiungeremo anche il nome di José Brasilio de Souza, il quale, oltre
che pianista , violinista e professore di geografia, alla Scuola Normale di
Santa Caterina, ove nacque e morì, fu compositore di gentili « modinhas » ,
dell'Inno della sua terra natale , e di alcune opere di musica da camera.
Un compositore rimarchevole fu Henrique Alves de Mesquita , nato a
Rio de Janeiro nel 1848 e ivi morto il 13 luglio 1906 . Fu sepolto al cimitero
S . Francisco Xavier . Giovanissimo dimostrò una pronunciata vocazione per
la musica. Egli scrive, senza i consigli giudiziosi dei maestri competenti,
belle e graziose composizioni. Il giovane artista , pria di entrare come al
lievo nell’Imperiale Conservatorio di Musica, ove studia l'armonia nella
classe del maestro italiano Gioacchino Giannini, ed ottiene la grande me
daglia d 'oro, e poscia il premio di viaggio in Europa, godeva già fama di
compositore. Senza citare i tanti graziosi ballabili, le romanze per canto , le
fantasie e i temi variati per cornette a pistone, del quale era valente suo
natore, produzioni inferiori, che l'entusiasmo giovanile strappava alla sua
penna, convien ricordare la Messa a grande orchestra , eseguita nella festa
di Santa Cecilia , fra l'ammirazione dei suoi colleghi. Questo lavoro , relati
vamente superiore ai suoi studii musicali, e non mancante di vivace colore
melodico, fece concepire grandi speranze sull'avvenire dell'artista, che giun
ge a meritarsi la protezione dell’Imperatore D . Pedro. E così, nel 1857, 2
luglio , egli poté imbarcarsi per l'Europa. Giunto a Parigi, è ammesso , come
allievo, al Conservatorio di Musica, ove molto si distingue nella scuola del
l'illustre professore d 'armonia , F . Bazin .
Durante il periodo dei suoi studi, egli compone una bellissima ouver
ture « L ' Etoil du Brésil » , eseguita con successo dappertutto, e specialmente
in quella famosa società orchestrale « Closerie des Lilas » , il cui esito fu
dei più brillanti. Indi scrive la celebre quadriglia « Les soirées brésiliennes »,
la quale ebbe l'onore della popolarità in Francia e nel Brasile, ove per mol
ti anni fu la delizia dei balli privati e pubblici. Uu 'altra sua composizione
di maggior lena, che molto contribui alla sua rinomanza, è l'opera intito
lata : « Noivado em Paquetá » , poscia tradotta in francese, col nome: Une
nuit au chateau », stampata e pubblicata dalla casa editrice Laforge , di
Parigi.
- 310 -

In tutte queste composizioni, nonostante manchi l'ampiezza della for


ma, e le risorse del contrappunto e della fuga , egli dà prova di un gusto det
licato e d'una fervida ispirazione.
Più tardi, sentendosi capace di trattare la grand'opera, prende a mu
sicare un libretto in portoghese , che gli mandava un suo caldo amico ed
ammiratore , il dottor De- Simoni, libretto che aveva per titolo : « 0 Vaga
bundo » .
Quest'opera, scritta nella capitale francese, il cui stile rimane, in veri
tà , poco profondo, giacchè non aveva ancora compiuto i suoi studi, ma di
stinto per le risorse melodiche, fu molto apprezzata ed applaudita dai dilet
tanti cariocas, allorchè fu rappresentata per la prima volta , dalla compa
gnia dell'Opera Nazionale , nell'anno 1863, cantata dagli artisti altrove ri
cordati. Maggiori applausi però essa ottenne quando veniva data per la se
conda volta il 14 dicembre 1871, al teatro D . Pedro II, interpretata dagli
artisti: Amalia Pasi, Isabella Escalante, Lelmi, Marziali, Eduardo Pons,
Ordinas.
L 'autore, oltre a far tradurre il libretto in italiano, la modifica e vi ag
giunge un bellissimo ballabile cantato.
Passando sulmerito di tutta l'opera, è doveroso però citare la romanza
dell'atto primo, benissimo cantata dalla Pasi, e il primo duetto per soprano
e tenore, il quale, tutto ricco di leggiadre frasi melodiche, meriterebbe anche
ai nostri giorni di essere udito .
Come si può supporre, l'inizio della carriera del giovane maestro, la
rinomanza acquisita in terra straniera, era motivo di orgoglio per l'arte
nazionale della sua patria ; egli era, per meglio dire, una sicura speranza
della nascente arte melodrammatica . Disgraziatamente, una leggerezza amo
rosa della sua vita giovanile, che gli fruttò parecchi anni di carcere, nonchè
la perdita della protezione dell' Imperatore, che, per antica abitudine, non
soleva perdonare gli atti indecorosi, gli fecero perdere il miglior tempo pei
suoi studi, e un brillante avvenire artistico .
Posto in libertà , egli ritornava a Rio de Janeiro nel 1862, passando al
l'arte di professore d 'orchestra, con alternative di compositore e direttore
di funzioni sacre e teatrali.
Nel 1875 è chiamato per occupare il posto di direttore d 'orchestra nel
popolare teatro « Phenix dramatica », e là, malgrado il genere malsano del
l'epoca, riesce a riportare una serie di successi con un gran numero di pezzi
caratteristici, che compone per essere intercalati nelle commedie e nelle
magiche ; il Tango dell' « All - Babà » , non privo di originalità , ottenne una
vera popolarità . Per quelle stesse scene, egli scrive una graziosa operetta
« Trunfo ás avessas » , musica tutta colorita d ' ispirazioni e di semplicità
gradevole, che ottenne un lungo successo . A questa fecero seguito altre non
- 311 -

meno applaudite composizioni del genere: « Gata Borralheira » ; « Corða


de Carlos Magno » e « Noite no Castello » ,
Peraltro, malgrado questi successi, il suo bel talento di facile scrivere,
il buon gusto della frase, il valore infine delle sue melodie spontanee , non
seppe mai imprimere nel lungo corso della sua vita , una maniera diversa
alla sua carriera di compositore; passò senza energie e senza tenacità , al,
l'ostracismo, un lungo periodo della sua esistenza.
Ciò non toglie però che il suo nome vada incluso nel numero delle spon
tanee e forti organizzazioni musicali ; giacchè se la sua ben incominciata
educazione musicale non fosse stata interrotta (per colpa sua soltanto ),
sarebbe divenuto, senza dubbio, uno dei più illustri musicisti del suo tempo .
Un altro buon musicista, ma eccessivamente modesto , che si distingue
per le sue delicate idee e per la purezza armonica che apprende sotto la
guida del Bazin , a Parigi, fu Henrique Braga, nato in Campos, stato di Rio
de Janeiro , il 15 marzo 1845 , e morto all'ospedale della « Penitencia » di
Rio , il 10 giugno 1917 .
L 'opera sua non fu di grande linea ; ma ha il merito della sincerità e
del sentimento delicato, che si spande in abbondanza in tutte le sue produ
zioni, pubblicate in una raccolta , le quali furono molto apprezzate dai suoi
contemporanei. Citeremo le seguenti, che ebbero maggior successo nei sa
lotti aristocratici del suo tempo : « Plaintes » , « Pourquoi? » , « Danse des
Arlequins » , « Langage des Anges » , « Olhar Languido » , e i suoi pezzi per
canto : « T 'amo » , « L'abbandonato » , « Estasi d'amore » , « Said - canto ara
be » , « Mathilde - valzer cantato » e « A quoi rêvent les jeunes filles » .
Uomo dai modi gentili, serio nell'arte , scrupoloso nell'adempimento dei
suoi doveri, fu Henrique Braga per lunghi anni insegnante di pianoforte
in Macahé e Campos, e poscia professore di solfeggio nell' Istituto Nazionale
di Musica , nominato per decreto del 13 marzo 1890 ; insegnò con rara com
petenza , ed un 'assiduità senza precedenti.
Pianista più sentimentale che brillante, diede durante la sua vita ar
· tistica, varii concerti a Parigi e nel Brasile.
Negli ultimi tempi, la sua precaria salute l'obbliga ad allontanarsi dal
magistero, ritirandosi alla vita privata, per morire compianto da tutti gli
artisti amici, e dagli allievi, cui era molto affezionato. .
Nell'anno seguente alla sua morte (1918), si spegneva Carlo Severino
Cavalier Derbelly, brasiliano, un artista di elevato valore nel pianoforte ,
nell 'armonia e nella composizione. Cominciò i suoi studi in Rio de Janeiro ,
sua città natale, per terminarli con esito felice e brillante, a Parigi, stu
diando il pianoforte alla scuola del Marmontel, e l'armonia nella classe del
noto Bazin , laureandosi, col primo premio , nel 1871, anno in cui egli ri
torna alla sua patria .
- 312 -

Il giovane diplomato notò, appena giunto in Rio de Janeiro, che non


era regolare, o quasi non esisteva, l'insegnamento del pianoforte nell'Im
periale Conservatorio di Musica della capitale, e, perciò , gli venne in mente
di offrire i suoi gratuiti servigi al Governo Imperiale per ampliare il rife
rito insegnamento fino a che il Conservatorio potesse stipendiare un pro
fessore effettivo, giacchè appena vi era una gratificazione di 20.000 reis
mensile data al professore Arcangelo Fiorito (professore di cattedra di
canto !), per dare una lezione per settimana ad alcuni discepoli (5 ).
Il Ministro dell'Impero accettò la generosa offerta (6 ). E in virtù di quel
l'atto , il Cavalier Derbelly inaugurò la sua cattedra, e in essa si conservò
sino al 1881, epoca in cui il Governo risolve riformare il Conservatorio , al
largando l'insegnamento del pianoforte e di altre cattedre , nominando, dopo
un brillante concorso, nel 1883, professore effettivo il Cavalier, il quale ,
mercè il suo lavoro indefesso , inizia , in quest'arte , una nuova era nello
studio del piano, dalla cui scuola dovevano uscire abilissimi allievi.
Frattanto , avendo il Governo « Provisorio » riformato il Conservato
rio, ribattezzandolo col nome di Istituto Nazionale di Musica, nessun ri
spetto ebbe pei diritti acquisiti dall'illustre artista che aveva portato all'arte
tanti beneficii, con una assiduità penosa e nella sua maggior parte gratuiti,
dal 1873 al 1890, nominando un nuovo professore per la detta cattedra.
Ferito nel suo amor proprio e non conformandosi con simile disprezzo ,
rivolse le sue giuste lagnanze agli Egregi Legislatori della sua patria , ma
nulla ottenne!...
Ma, ritornando sul merito di questo notevole artista , quel che più pre
me alla storia musicale di rilevare si è che, al suo ritorno in patria , l'am
biente musicale acquistava con lui, oltre il pianista di elevato valore, un
armonista ragguardevole, con una abilità eccezionale nell'insegnamento di
detta materia, impartita con una logica e probità di sapere straordinari,
non eguagliata che dal solo Carlos de Mesquita : due valenti ingegni, che
la fatalità allontanava dal corpo docente del nostro Istituto Nazionale di
Musica, ove i loro requisiti impareggiabili sarebbero stati di gran giova
mento agli studiosi nella formazione e lo sviluppo della scienza musicale.
(5 ) Da un memoriale dello stesso maestro Cavalier Derbelly, presentato al Con
gresso Nazionale l'anno 1891, rileviamo la menzionata offerta.
(6 ) L ' avviso diretto al Direttore del Conservatorio di musica , era concepito nei
seguenti termini: « Que tendo o Governo aceitado o offerecimento que fez Carlos Se
veriano Cavalier Derbelly para ensinar piano gratuitamente no mesmo Conservatorio
até que os recursos pecuniarios deste estabelecimento permittam retribuir convenien
temente o trabalho de todos os seus professores, pode mandar matricular os alumnos
que pretenderem frequentar a respectiva aula , que será regida pelas mesmas disci
plinas estabelecidas em relação as outras do referido Conservatorio », — Dal Diario
official del 20 febbraio 1873.
--- 313 -

Il Cavalier Derbelly , la cui carriera nell'ambiente nostro fu amareggiata


da ingiustizie e ingratitudini, moriva povero le dimenticato. Si distinse an
che nella composizione, lasciando molti lavori per canto, che, malgrado
l'assenza della vena melodica, rivelavano la perfezione del suo sapere. Scris
se pel teatro alcune operette, di cui due ebbero lieto successo : « 0 testamento
Azul » , e « Como se fazia un Deputado » . Ei moriva in S . Paulo , nel 1918,
all'età di 72 anni. Non dobbiamo passare sotto silenzio un altro artista com
positore che onora l'arte nazionale con l'espressione sincera e felice, João
Gomes de Araujo, il quale meritò l'attenzione degli artisti pel suo serio e
incontestabile valore. Nacque in Pindamonhangaba, il 15 agosto 1849, ove
iniziò lo studio della musica , dimostrando ben presto uno accentuato gu
sto per la composizione, componendo, senza la conoscenza della scienza
musicale , la Messa di S . Benedetto , per voci ed orchestra, eseguita all'inau
gurazione della chiesa dello stesso nome, in Lorena (1884).
Nello stesso anno passò , come pensionista dell'Imperatore D . Pedro II
e dello Stato natale, in Italia, per perfezionarsi nell'arte del comporre. Al
lievo del Dominiceti in Milano, ivi diede, compiuti i suoi studi, con discreto
successo , una sua opera intitolata « Carmosina » , che a sua volta veniva,
come altrove dicemmo, data anche a Rio de Janeiro e S . Paolo , con pari
successo . Si distinse anche come sinfonista ; ne scrisse sei con tutta la net
tezza delle idee contrarie all'essenza della musica anarchica. Dobbiamo men
zionare altri suoi lavori melodrammatici posteriori alla « Carmosina » :
« Edmea » , opera in tre atti; « Maria Petrowna » ed « Helena » , opera na
zionale in un atto, rappresentata in S . Paolo (1911) ; a questi lavori ed alle
riferite sinfonie , nelle quali si distingue la Sinfonia Militare a grand'orche
stra, tessuta in uno stile apprezzabile , seguirono la « Trilogia da Noite » ,
poema lirico per voci ed orchestra ; un poema « Patria » anch 'esso per voci
ed orchestra , nonchè diversi Inni sacri, sei Messe a due, a tre ed a quattro
voci; 31 romanze per canto ( testo portoghese), e nove con parole italiane.
Un altro stimato rappresentante della nostra musica patria , sarebbe
Manuel Joaquim de Macedo, violinista tra i più pregiati, nato in Canta
gallo nel 1847, figlio di padre brasiliano e madre svizzera, ove fece i suoi
primi studi di violino, per poi terminarli con splendidi risultati, a Bruxel
les, sotto la guida del celebre capo scuola Enrico Vieuxtemps e di Léonard.
Quest'ultimo lo proclamò uno dei suoi migliori allievi e non esitò ad indi
carlo come primo violino solista nell'orchestra del teatro Couvent Garden di
Londra . In detta città egli compiva gli studi dell'armonia e del contrappunto,
sotto la direzione di altri non meno illustri maestri, e , per ultimo, col Fé
tis, per la composizione.
Come compositore, si presentò con un lavoro intitolato : « Antonica da
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Silva » , su libretto dell'illustre suo zio , scrittore di bella rinomanza., J. Ma


nuel de Macedo, datosi al teatro Phenix Dramatica, 1880 .
. La critica del tempo tacció questo suo lavoro come privo di originalità ,
come deficente per incertezza nello svolgimento e timidezza nella strumen
tazione.
Non possiamo concordare colla surriferita opinione, giacchè il merito
nell'arte di scrivere del Macedo fa riscontro con quello dei più abili ed adde
strati musicisti compositori del suo tempo. E dicasi il vero, questi ed altri
non buoni giudizi sul merito del chiarissimo compositore in parola , fecero
si che egli si trasferisse ai centri meschini dell'interno, dedicandosi, come
si disse, all'insegnamento, mentre, se fermato si fosse nella capitale del
l' Impero, avrebbe, senza dubbio, raggiunto un grado distinto tra i più rino
mati compositori dell'epoca .
Colà , malgrado tutto , il Macedo scrive eccellenti lavori i quali, sino al
1910, raggiungono il numero di 300, che si distinguono per le chiare e buo
nissime combinazioni armoniche, e nei quali traluce l'influenza delle buone
scuole.
Fra le sue opere, scritte pel suo strumento, figurano otto concerti di
buona fattura e di ardua difficoltà tecnica .
Degna di menzione è pure la « sonata » per pianoforte, scritta nel 1896 ,
e dedicata al suo pregiato amico il distintissimo pianista Penå Gusmão. An
che la « Marcia trionfale » dedicata al Maresciallo Floriano Peixoto è opera
sua. Oltre alle tante composizioni di questo artista, la maggior parte ine
dite, va ricordata la sua opera « Tiradentes » , non ancora rappresentata ,
di cui si dice tanto bene. Un frammento di detta opera , il « Preludio » , fu
eseguito , il 4 agosto (1910 ), a Bruxelles, alla presenza del Re, con esito fe
lice. Speriamo che, in un giorno non lontano, venga cantata sulle scene
del nostro massimo teatro. Ad appoggiare l'ardua impresa del valoroso e
vecchio maestro, lo Stato di Minas Geraes contribuiva con una buona som
ma di denaro onde la sovradetta opera fosse da lui istrumentata sotto l' in
flusso dei buoni effetti orchestrali, in Bruxelles, per dove partiva nel 1913 .
Opinioni ostili dissero che l'opera fu invece orchestrata dal maestro De
Gref. Ma a distruggere simile menzogna valga il giudizio dell'illustre mae
stro francese Giulio Massenet, il quale ringraziando l'invio di un « Album »
di composizioni del Macedo ( 1887) , cosi rispondeva : « Notai nel suo pezzo
molta abilità e brio. L 'esecuzione istrumentale con orchestra deve produrre
una bellissima e poderosa sonorità » .
Lodato fu anche il Macedo (1904 ) dal celebre violinista Joachim , a pro
posito dei suoi lavori violinistici. Dice il grande artista : « E ' una composi
zione, questa , che solo potrebbe essere stata fatta da un autore che conosce
la tecnica del violino ; si trova brillantemente adatta allo strumento » ,
- 315 –
Miguel Cardoso nacque verso il 1850 , a Diamantina ; mori in Rio
de Janeiro, nel 1912.
Nel 1877, passò in Italia a compire i suoi studii d 'armonia e contrap
punto col rinomato' maestro Michele Saladino , professore al Conservatorio
di Milano. Ritornato in patria (1880), fissò residenza in Rio de Janeiro, ove
principiò la sua attività artistica quale maestro di solfeggio alla scuola nor
male , e di banda, nell ' Istituto Benjamin Constant.
Fu buon suonatore di flauto e di tromba, nella sua città natale ; scrisse
varia musica istrumentale , una Messa, eseguita nella chiesa di Paula Mat
tos e composizioni vocali ; va però ricordata specialmente una sua operetta
intitolata « Ramo de Ouro » , con libretto di Moreira Sampaio , rappresen
tata per la prima volta (6 marzo 1888), al teatro Sant'Anna, dalla compa
gnia Heller, ottenendo un grande successo e lodi dalla stampa . Scrisse una
sonata, imitando timidamente lo stile haydniano, per pianoforte e , in se
guito la « Gramatica Musicale » , lavoro di un certo pregio, il quale veniva
adottato dalla scuola Normale di Rio. Molto apprezzata fu una « Serenata
d'amore », per canto e pianoforte, data alla luce nel 1887, ed anche il bel
« Minuetto » per istrumenti ad arco , eseguito nel concerto del violoncelli
sta J. M . Campos (27 giugno 1890). Quest'ultima composizione fa parte di
un « Album » che non giunse a vedere la luce della stampa. Pubblicò, nel
1892, un compendio di armonia elementare, lavoro di relativo merito .
E ' pure da ricordare un distinto ed erudito musicista , Antonio Carlos
de Andrade Machado, di S . Paulo , allievo del Conservatorio di S . Pietro a
Maiella , in Napoli. Verso il 1884, egli ritornava alla patria , fissando residen
za in Rio de Janeiro ove furono uditi alcuni suoi lavori per canto, interpre
tati dalla moglie , egregia pianista e cantante . Anni dopo passò alla città na
tiva, ove presentemente occupa la cattedra di professore d'armonia nel Con
servatorio di Musica .
Unico lavoro conosciuto finora dell'Andrade è un « Album » di melodie
per canto, col titolo « Pagine d ’Album » , cinque delicate composizioni, edi
zione di lusso, apparso nel 1881, nelle quali si nota un talento gentile e
facile.
Anche il nome del compositore brasiliano José Lino Flemming vediamo
spesso accennato nel 1883.
Pare che egli fosse dotato di un buon talento musicale, giacchè in detto
anno egli si trovava in Milano, per compiere i suoi studi musicali. Colà scris
se e pubblicò un « Album » contenente quattro composizioni: « Serenata » ,
per tenore; « Ritorno » , barcarola, anche per tenore; « Ninna Nanna », ro
manza per canto , e una « Ave Maria » per quattro voci.
Uno dei più bei talenti musicali, che la morte rubava immaturamente
all'arte, fu senza dubbio Alessandro Levy. Egli era nato a S. Paulo il 20
– 316 --
novembre del 1864, ed era figlio di Luigi Levy, clarinettista distinto, e fra
tello a Luigi, pianista e compositore intelligentissimo : tali erano gli spiriti
del genitore e fratello . Certamente , Alessandro era il privilegiato della fa
miglia , giacchè coltivava l'arte con ardore superiore a tutti, dato il suo me
raviglioso talento spontaneo . Infatti, nell'età in cui i giovani non riescono a
scrivere con esattezza le loro ispirazioni che dopo i consigli efficaci dei pro
vetti maestri, onde supplire a ciò che loro manca, egli cominciava a rive
larsi, senza rigido lavoro, compositore gentile e forte , da destare l'ammira
zione nell'ambiente che lo vide nascere. Si potrebbe dire benissimo che le
sue disposizioni musicali erano analoghe a quelle dei celebri compositori
della sua età : il fiorentino Lulli dava e componeva dei concerti a 12 anni:
preludio del suo trionfo nella creazione dell'opera francese; Mozart, a soli
4 anni di età suona dei concerti al pianoforte nella reggia di Maria Teresa
d'Austria ; a 7 anni scrive e dedica alla Signora Adealaide di Versaglia le due
prime sue suonate.
Natura delicata e buona al par di quella del figlio di Salzbourg, sempre
disposto allo studio, alla lettura dei buoni autori, senza prevenzioni di scuo
le, all'affezione degli artisti che visitavano la sua città natale, prestando a
tutti il suo bel talento di pianista , brillante negli assoli, nella musica da
camera, nell'accompagnamento, era quella del compianto Alessandro Levy.
Ma la sorte avversa non volle che vivesse lungo tempo, giacchè, come
dicemmo, la vita del geniale giovane musicista fu troppo breve, essendo
stata troncata a 22 anni di età da inaspettato malore !
Si può dire anche che il periodo di noviziato di Alessandro Levy nel
l'arte pianistica e in quella del comporre, fu breve ma brillante, poichè, nei
primi albori della sua apparizione, il suo nome era già altamente conside
rato negli ambienti di S . Paulo e di Rio de Janeiro .
Allievo di Giroudon per il pianoforte, e dello erudito professore Wa
deveis per l'armonia, divenne un esecutore eccellente . La sua tecnica lim
pida, snella e perfetta, gli permetteva trattare e leggere a prima vista le più
ardue composizioni della acrobazia pianistica dei moderni compositori.
Evidentemente, al disopra del pianista provetto, vi era il compositore
fecondo e geniale , che, indubbiamente, molto doveva far parlare di sè in un
prossimo avvenire.
Queste doti cospicue, che la storia registra senza esitanza, del giovane
artista, potrebbero affermarle quelli che gli furono compagni nei be ' tempi
che precedevano la fondazione del « Club Haydn » , inauguratosi il 2 agosto
del 1883, in S. Paulo, creazione tutta ardente del giovane' Alessandro Levy ,
per la popolarizzazione della musica classico -sinfonica, i cui concerti vivo
no ancora nelle belle rimembranze di un glorioso passato .
Nel 1885, incalzato da uno spirito irrequieto che agita la sua anima, for
317 -

lificato dalle sensazioni sincere e sempre proclive ad imitare le grandi men


ti nello studio dell'armonia profonda e complicata per meglio rivestire la
melodia larga e limpida, muove verso la Francia per approfondirsi nella
scienza musicale. Giunto a Parigi sceglie per suo maestro di composizione
Emilio Durand, sotto la cui guida egli fa dei rapidi progressi. Sfortunata
mente, il suo soggiorno nella capitale francese non fu di lunga durata, pci
chè aillitto da forte nostalgia della famiglia, e, chissà forse, il presentimen
to di presto morire, fa sì che dopo un anno, tornava alla terra natale ed
alle carezze della famiglia affettuosa.
E ' di quest'epoca che datano i suoi principali lavori.
Fu il solo compositore nazionale che pervenne ad illustrare, con un
finissimo gusto musicale, i temi popolari della sua patria , facendone dei
lavori di elevato valore artistico . E ' ben noto infatti il suo « Bitú » un sem
plice canto del volgo, del quale ne fa un impasto mirabile , lo raggira in più
foggie, lo riveste con diversi abbigliamenti, splendidamente variato ed armo
nizzato . Citeremo anche altro analogo lavoro, il « Samba » delle scene bra
siliane per orchestra, un lavoro degno d 'encomio per la sua originalità e gli
effetti orchestrali, il cui svolgimento e gusto musicale fa riscontro col
« Tango brasiliano » .
Non per nulla egli fu classificato, in vita, fra i migliori compositori delle
tradizioni vere; e tale si segnala in un novello periodo, scrivendo la « Suite
schumaniana » , opera postuma, con stile chiaro e nobile ; « Recuordos » ,
« Allegro Appassionato », (op. 14 ), « Valse -caprice » (op. 5), « Amour passé » ,
« La mazurka », « Doute » , e tant' altre pagine di buona linea melodica,
scritte per il suo prediletto strumento .
Alla sua morte, avvenuta il 17 gennaio 1892, tutti gli amici, gli ammi
ratori e gli artisti più notevoli di S . Paulo e di Rio de Janeiro pubblicavano
una Poliantea, fregiata di encomii, per onorarne la memoria ed innalzare il
suo bellissimo talento .
Il suo fratello Luigi Levy, nato nella stessa città , nel 1862, che come
pianista e compositore rappresentò, senza sollevare il grande entusiasmo di
Alessandro , le onorevoli tradizioni musicali della sua famiglia , vive ancora,
godendo d 'una buona reputazione artistica nell'ambiente paulistano.
Come compositore, egli si fece conoscere per una serie di buoni e ori
ginali lavori per pianoforte , lanciati modestamente nel mondo delle opere
leggere e gentili.
Fra i compositori nazionali, la cui rinomanza prese simpatica forma,
ci si presenta il nome di Lucien Lambert, nato a Rio de Janeiro verso il
1857 , figlio al noto pianista dello stesso nome, di cui altrove faremo accenno.
Questo giovine, dotato di un precoce ingegno musicale — a 12 anni lo
vedemmo nei concerti a molti pianoforti del Gottschalk - passò, per vo
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lontà di suo padre, che fu guida dei suoi primi passi nell'arte pianistica
in Francia ,onde compiere i suoi studii musicali al conservatorio di Parigi,
uscendone dopo pochi anni, con fama di valente compositore.
Fra i successi riportati nella capitale francese, ricordiamo quello che
annunziava l' « Arte Musicale » , del 31 dicembre 1891 : « Un bellissimo suo
« Preludio » , per orchestra » . In seguito , si ebbero a conoscere altri pregiati
suoi lavori; la « Marcia Funebre » , che sarebbe un frammento dell'ultima
scena della sua opera inedita « Amleto » , eseguita , in Rio de Janeiro , a
grande orchestra sotto la direzione del padre, nella messa in suffragio del
l'anima del poeta e giornalista Octaviano Hudson ( 18 febbraio 1886), il
-« preludio » ed altri pezzi della Leggenda drammatica « Sire Olof » , lavoro
magnificamente scritto , assai apprezzato e lodato in un concerto sinfonico
che ebbe luogo a Parigi.
Questa pregiata composizione, che rese più ancora stimabile il suo
nome, veniva anche eseguita , in maggior parte , a Rio de Janeiro, con lieto
e sincero successo .
Deploriamo che questo compositore, che ebbe a farsi applaudire nei
grandi centri europei, -si ecclissasse negli ultimi tempi, facendo dimenticare
il suo nome e non tornasse mai più alla terra natale, che abbandonò nel 1874.
A fianco dei precedenti compositori, convien collocare il nome di Carlos
de Mesquita , il cui talento musicale rivela ben presto una individualità , che
assume il titolo di prodigio nella composizione e nella virtuosità pianistica ,
quando aveva appena vent'anni.
Egli nacque in Rio de Janeiro li 23 maggio 1864. Appena fanciullo ,
mostrò attitudini straordinarie per la musica, giacchè a 11 anni di età si
produceva al pubblico, suonando in uno dei concerti della Filarmonica , il
concerto in sol minore di Mendelssohn , con accompagnamento d 'orchestra,
destando un vero entusiasmo per il suo eccezionale valore.
La sua prima educazione musicale fu affidata al professore Giovanni
Cerrone, distinto violoncellista e abile maestro di pianoforte , e la completo
dopo sotto la scorta dei più illustri maestri che glorificarono l'arte francese .
Infatti, nell'anno seguente a quel suo trionfo, passò in Francia ; a Parigi, nel
l'anno 1877, entra nel conservatorio , ove si distingue nel corso dei suoi
studii, ottenendo, quando aveva appena 13 anni, la prima medaglia in sol
feggio . Anni appresso, 1881, studiando il pianoforte dal celebre Marmontel,
l'organo con l'illustre Cesar Frank, l'armonia col noto Emilio Durand , e
il contrappunto con l'insigne Giulio Massenet, ottiene il primo premio di
pianoforte, il secondo d 'armonia, il primo di accompagnamento , quello di
grande organo, e, per ultimo, il secondo di contrappunto e fuga.
E' da ricordare che in questo stesso anno egli viene a Rio de Janeiro,
ove, realizza un gran concerto , coadiuvato dalla celebre Scalchi Lolli, ed
- - 319 –

onorato coll’augusta presenza della famiglia Imperiale. Il successo, splendido


e trionfante, fece considerare il suo talento come una delle più fulgide spe
. ranze dell'arte nazionale .
Sul tramonto di quest'anno, ritorna a Parigi per continuare i suoi studi
di composizione sotto la direzione di Giulio Massenet, il quale, meravigliato
dell'ingegno dell'allievo, l'onora con eccezionale stima, offrendogli un esem
plare del suo capolavoro « Le Cid » , colla seguente dedica :
« A mon élève et ami, C . de Mesquita , son affectionné Massenet ,
30 novembre 1885 » .

Non meno onorevole è il concetto in cui lo tiene il suo maestro d 'armo


nia , l'insigne Emilio Durand, che ha per il giovane Mesquita un vero entu
siasmo, a cui offre un esemplare del suo trattato d'armonia , con una dedica
che fa grande onore al valoroso ed affezionato allievo :
« A mon excellent élève C . de Mesquita , à celui qui, jusqu'à ce
jour, a le mieux compris l'esprit de cet ouvrage. — Témoinage
d'estime et de sympathie de bien son dévoué et affectionné pro
fesseur. — Paris, Juillet, 1882 » .
Un 'altra importante distinzione che il giovane artista giunse a meritarsi
durante il corso dei suoi studii, distinzione che è un lusinghiero auspicio
nell'inizio della sua carriera, è quella di sostituire più volte l'immortale suo
maestro Cesar Frank nel grand'organo della chiesa di Santa Clotilde.
Infine, trascorsi altri pochi anni, Carlos de Mesquita, usciva da quel
Conservatorio artista fatto e vero, esecutore valente, compositore d 'ispira
zioni sincere e distinte, nonchè un armonista provetto e contrappuntista di
prima forza . Certo che il Mesquita, con la padronanza di questa scienza, a
cui si accoppiava il forte ed ottimo gusto per la composizione, poteva con
correre al grande premio di Roma, se il regolamento di quell'istituto non
vietasse agli stranieri di entrare in concorso.
Dopo essersi fatto conoscere vantaggiosamente come eccellente pianista
e compositore nei centri artistici francesi, egli torna, nel 1887, a Rio de Ja
neiro. Questo viaggio fu felice per il giovane maestro, giacchè ben ricevuto
e protetto anzi dalla Principessa Imperiale D . Isabel, potè, in breve tem
po, svolgere un programma artistico degno di lode, introducendo nel nostro
ambiente il gusto per un certo genere di musica nuova, musica, cioè,-sin
cera e distinta , ispirata e piacevole, fondando i « Concerti popolari » , che
egli stesso dirige con energia e competenza , il primo dei quali aveva luogo
il 5 giugno (1887), al teatro S . Pedro. E così, il pubblico musicale fluminense
potè udire per la prima volta , oltre ai gioielli d 'arte di Saint-Saëns, Masse
- 320 -

net, Bolzoni, Godard, Guiraud, Charpentier ed altrimaestri di profonda ed


onesta dottrina artistica .
Ma è un fatto che l'arte di questo forte giovane, s'innalza in quel pe
riodo ad alte sfere, massime quando in un suo concerto , che realizza nel
Casino Fluminense, ci fa sentire in prima udizione, alcuni pezzi della sua
opera « La Esmeralda », opera tutta inedita, di squisita fattura e vaghezza
di forma, scritta in età giovanile, quando aveva appena vent'anni; altri
pezzi di detta opera i ballabili : « pas des doubles » , « valse de nobles » , « pas
rustique », « valse rustique » , ottennero l'onore della popolarità.
Nè meno importante fu l'opera sua di docente nell' Imperiale Conser
vatorio di Musica e nell' Istituto Nazionale, ove, nonostante la sua breve
durata , la sua singolare competenza, nell'armonia e nel contrappunto, onora
eccezionalmente la cattedra , che poscia abbandona, contro il volere degli
allievi, i quali perdevano in lui (lui che guasta col suo disordine morale un
pregiato dono concessogli dalla provvidenza) un maestro di prim 'ordine,
che tanto avrebbe giovato all'insegnamento della scienza musicale !....
Oltre alla citata sua opera convien menzionare altri importanti lavori:
un concerto per pianoforte con accompagnamento di orchestra, dieci studii
di concerti per pianoforte, molto lodati dal Massenet; fantasia per piano
forte e quintetto di strumenti ad arco, episodio a due pianoforti, « Ballet
de la Régence » , ecc.
Ma il suo bagaglio artistico è quello che racchiude una immensità di
composizioni, scritte per pianoforte, organo, violino e canto .
Deploriamo che nelle udizioni frequenti di opere di mezzano e alto stile,
in cui si cerca di mettere in evidenza l'arte nazionale , non figurino le spon
tanee belle ispirazioni di questo notevole compositore brasiliano , e che la
sorte spesso lasci nel dimenticatoio i migliori maestri dell'arte contempo
ranea .
Però, malgrado il giudizio che corre sul suo conto , la storia lo consacra
compositore di pensieri sinceri e melodista distinto .
Talento poetico e mistico nella composizione e pianista distinto fu
Francisco Valle , nato in Minas, verso il 1860, la cui vita fu breve, giacche
la morte lo toglieva, in un modo assai tragico , nella piena affermazione
del suo sapere. Allievo del maestro Miguel Cardoso per il pianoforte e l'ar
monia , fece dei rapidi progressi nei suoi studi, che terminò poscia sotto la
direzione del celebre maestro Cesar Frank, a Parigi. Di ritorno a Rio de
Janeiro, la sua anima si trasforma; non ama più lo strepito vitale delle
grandi città ; preferisce la solitudine dei piccoli centri, e passa all'interno,
alla città di Juiz de Fôra, ove fissa la sua residenza. Affetto da nevrastenia
muore, dopo pochi anni, gettandosi nel Parahybuna (13 ottobre 1906 ).
Egli lasciava, fra gli altri suoi lavori, una sonata , in stile haydniano,
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per pianoforte, ed un poema sinfonico « Telemaco » , nel quale rivela uno


stile chiaro ed una forma accurata . Nel 1890, faceva eseguire un sestetto
per istrumenti ad arco, un vero gioiello d 'ispirazione e fattura, nel quale
traspariva il compositore che in un giorno non lontano avrebbe fatto molto
parlare di sè.
Fama di onesto compositore godė Ignacio Porto Alegre, figlio dell'il
lustre barone di Sant'Angelo . Ricordiamo che nel 1885 , epoca in cui egli
era studente di musica in Italia (Firenze), ove visse molti anni, si udiva un
suo lavoro « Lamentação » , per strumenti ad arco .
Al suo ritorno in patria , veniva nominato professore di solfeggio al
l'Istituto Nazionale ,di Musica , per la cui classe scrisse un lavoro che fu
adottato in quella scuola. Nel 1891, scrisse e pubblicò una collezione di pic
coli pezzi originali per pianoforte; stile facile e grazioso, ma di pocą ele
vazione.
E' da ricordare anche il suo preludio, eseguito nel grande concerto che
ebbe luogo al teatro D . Pedro II ( 15 settembre 1889), offerto al maestro A .
Carlos Gomes.
Affrettiamoci a fare il nome di un altro illustre compositore brasiliano :
Henrique Oswald .
Questo nome infatti tanto stimato ed apprezzato all'estero e nella pro
pria patria, è oggidì il migliore ingegno nostro . E questo titolo è da tribu
tarsi con orgoglio al chiarissimo maestro dopo la copiosa produzione di
opere che, sotto il titolo di false genialità , hanno cercato invano lodi ed
onori fra le bizzarrie di un 'arte senza ispirazione. Ma tutt'altra è l'arte
del maestro Oswald ; essa corre sulle rive del bello , e si compiace di rendere
superba la grandezza della forma moderna nel modo di disporre le sue
idee, senza disdegnare quella imperitura e immortale forma classica, madre
delle opere geniali. Non è tutto.
Nella sua musica domina lo stile elegante, la grandezza del concetto ,
la ricchezza delle virtuosità tecniche, la coscienza infine del compositore.
E malgrado egli fosse qualche volta trascinato dai delirii della smania stra
vagante , di un modernismo che marcia verso la decadenza della grazia e
del sentimento, la sua forte e salda preparazione lo salva da ogni falso mi
raggio e lo riconduce all'arte pura.
L 'opera musicale del maestro Oswald , scritta in un lungo periodo di
tempo , è immensa. Fra i suoi lavori di alto valore ricorderemo per primo
il Trio che dà alla luce nel 1917 , eseguito con grande successo , nello stesso
anno, nei concerti del Trio Barroso - Milano Gomes. Difatti l'effetto pro
dotto da questa stupenda composizione fu straordinario. Di fattura felice,
di calma forma, ma con tutti i processi possenti delle combinazioni armo
niche, è pure quel primo suo quartetto in sol, per pianoforte, violino, viola
322 -

e violoncello , scritto all'epoca della maturità, eseguito in S . Paulo , nel 1899 ,


alla presenza dell'illustre maestro Saint-Saëns, che ne lodó le bellezze espres
sive e la forma colle seguenti parole : « Mais c'est charmant. Je suis en
chanté. C 'est une auvre de maître et sourtout très personnelle. Vous êtes
un artiste, monsieur ».
Oltre alle citate composizioni, il distinto maestro non cessa, durante
un lungo periodo della sua vita, di scrivere una quantità di altri pregevoli
lavori, la maggior parte dei quali, non sono ancora pubblicati : Tali sono :
il concerto per violino ed orchestra, che gli valse il titolo di maestro effet
tivo dell'Accademia reale di Firenze ; la « suite » d' orchestra, lavoro stima
bile nel disporre con ingegnosa maniera i timbri degli strumenti, due quar
tetti per istrumenti ad arco, abilmente scritti; l'ottetto , mai eseguito a Rio ,
trattato con originalità tutta personale ; le sonate per pianoforte, violino e
violoncello , scritte sotto l'influenza dello stile moderno, ma piene di luce e
di chiarezza ; la sentimentale sonata per violoncelo, sono altri gioielli di
arte, che ben classificano il compositore dal grande sapere. Citiamo anche
quelle due leggiadre « Berceuses » per violino, pagine di fina ispirazione,
che il Saint-Saëns, con entusiasmo volle accompagnare quella in sol, in
telligentemente eseguita dal distinto violinista Giulio Bastiani), in una in
dimenticabile serata intima, trascorsa nella placida dimora dell'illustre
professore Luigi Chiaffarelli, in S . Paolo . Oltre alle menzionate composi
zioni, senza le moltissime altre per pianoforte e canto , convien citare due
sue opere teatrali, tuttora inedite: « Le Fate » , in due atti, e la « Croce
d'Oro », in tre atti.
La Francia artistica ebbe già per il nostro illustre musicista encomia
stiche lodi. Giacchè è noto come nel concorso bandito dal giornale il « Figa
to » , la sua leggiadra composizione « Il Neige », guadagna il primo premio ,
e la redazione la faceva stampare.
Certo il suo scrigno musicale sarebbe stato arricchito di moltissimi
altri lavori se il suo tempo non fosse stato assorbito in gran parte dall'inse
gnamento del pianoforte , nel quale egli è uno dei più notevoli maestri.
Henrique Oswald ebbe i natali nella capitale dell' Impero il 14 aprile
1852, ove cominciò la sua educazione musicale .
Giovanissimo, si rivelò artista appassionato dell'arte musicale .
Nel 1858, a 16 anni di età , partiva per l'Italia , mercè la sempre ricor
data :munificenza dell'Imperatore D . Pedro , che gli concesse una pensione,
mediante la quale potè studiare parecchi anni in Firenze, ove il suo bel
talento si sviluppa in grazia dell'influenza dell'ambiente.
Del resto sono ben noti i suoi progressi sotto la scorta del celebre pia
nista Buonamici, prima, poi sotto quella del non meno celebre virtuoso
Enrico Ketten . In pari tempo, studia l'armonia col maestro Reginaldo Gra
- 323 -

ziani, e il contrappunto , fuga e composizione, col maestro Mazzoni, il cui


indirizzo negli studi fecero di lui un pianista provetto e musicista di idee
distinte e serie. Volendo però attingere un grado di autorità nella sapienza
progressiva della dottrina moderna, si matricola nell' Istituto Musicale di
detta città, come allievo d'organo ; sicchè, trascorsi alcuni anni, egli con
cludeva con grande onore la sua educazione musicale.
Di nobilissimo carattere seppe cattivarsi la più fervida ammirazione
durante la sua permanenza in Italia , ove mantenne alta la rinomanza di ar
tista pregiatissimo e di insegnante valoroso .
Nel 1905, dietro indicazione del Ministro Barone de Rio Branco , il Go
verno della Repubblica lo chiama a Rio de Janeiro per occupare il posto
di direttore nell'Istituto Nazionale di Musica, vacante in seguito alla morte
di Leopoldo Miguéz . Henrique Oswald , nonostante la bella posizione arti
stica che aveva in Firenze, e persuaso di poter rendere buoni e serii servigi .
all'arte e alla patria, accetta la nomina. Ma, nell'assumere la carica, ebbe
a sentire ben presto che il suo talento, a cui si accoppia la bontà e la com
pitezza del carattere, svoltosi in un centro di sana disciplina artistica, non
poteva trovarsi in concordia fra certi elementi indisciplinati. E non tardo
difatti che contro di lui cominciasse una guerra di rivalità e una gelosia
di colleghi inferiori, i quali, appoggiati da una grande parte di allievi ignari
delle virtù dell'insigne artista , l'obbligarono, suo malgrado, a sentire la no
stalgia dell'abbandonata sua patria artistica. Quindi, non potendo gover
nare colla dolcezza del suo carattere, non riuscendo ad ottenere l'ordine e il
rispetto, nè l'osservanza scrupolosa del regolamento, cede alla prepotenza
dei suoi persecutori, e si dimette. Gli rimaneva per la stima e l'alta con
siderazione degli onesti colleghi.
Malgrado tutto, è lecito dire, che trionfi sopra trionfi sono stati i tanti
passi mossi nella carriera percorsa in mezzo a noi, dall'artista, che cam
mina sempre verso la perfezione della sua arte.
Presentemente occupa la cattedra della scuola di pianoforte, dalla
quale sono usciti già degli allievi abilissimi.
Contemporaneo del precedente maestro fu Leopoldo Miguez.
Egli era nato in Brasile, nel 1851, e mori in Rio de Janeiro il 5 luglio
1905. Bambino ancora, fu condotto dai suoi genitori in Portogallo , ove ri
mase per lunghi anni nella città di Oporto. Quivi il piccolo Leopoldo, inizia
il corso dei suoi studii, studiando in pari tempo la musica , nonché il vio
lino sotto la scorta d 'un distinto allievo di Carlo De-Bériot, Nicolao Ribas,
e divenne,mercè le buone disposizioni che dimostrò fin dal principio, un
esecutore rimarchevole nel maneggio del difficile strumento .
Nel 1874, tornava al Brasile molto istruito nella musica secondo gli uni,
con deficiente preparazione, secondo gli altri, e col pensiero rivolto ai con
324 -

sigli del padre, cioè: di non seguire la carriera artistica, ma bensì quella
del commercio . E nel commercio infatti egli si mantiene per lunghi anni,
producendosi sporadicamente in concerti privati e nella Filarmonica, come
violinista dilettante, essendo molto apprezzato per la eleganza dello stile
e la buona esecuzione.
Di temperamento timido, concentrato nei suoi pensieri, riusciva però
grata la sua compagnia agli artisti amici,
Senonché con l'apparente risorgimento di una nuova arte , il cui ter
mine di evoluzione fu Wagner, e, più tardi, col cambiamento di regime po
litico, il quale doveva innalzare tante mediocrità nell'arte e nelle scienze,
fa si che la timidezza di Leopoldo Miguéz si dilegua ed egli abbraccia in
pavidamente la carriera musicale , profondamente combattuta dal genitore.
E malgrado gli mancasse un naturale ed indispensabile tirocinio pratico
dell'arte di comporre e le risorse tecniche, attinge in fretta il superbo grado
di musicista geniale , e come tale mori, nell'opinione dei pochi suoi apo
logisti.
A questo riguardo la storia si crede in obbligo di mettere in luce i par
ticolari della sua vita artistica, cioè come egli ravvisa l'arte, come la sente,
e con che intendimenti la trasporta nel campo del nostro ambiente.
Fu nel 1880 che esordisce come compositore, componendo una marcia
elegiaca a Camoês, per la circostanza del terzo centenario della nascita del
l'immortale poeta lusitano.
Tale componimento , dati i suoi grandi effetti di sonorità, e d 'una forma
piuttosto equilibrata e logica, fu coronato di lodi ed applausi senza prece
denti. Ma più ancora di una lieta e calda manifestazione, si considerò quel
l'esito artistico , come una delle più fulgide promesse dell'arte, pur non
essendo una rivelazione veramente geniale . In altre parole : l'esito è por
tato all'eccesso dagli amici; e la stampa partigiana inneggia al suo nome
esageratamente, proclamandolo il primo genio musicale del mondo !
Leopoldo Miguez, a sua volta , credendosi un ingegno superiore, s 'ine
bria di vanità , e vola rapido verso le vette della grand'arte, convinto che la
sua genialità avrebbe potuto rinnovare meglio di Berlioz, meglio di Rossini,
meglio di Wagner infine, l'arte arcaica del sublime passato ! ...
Vero è che ciò succedeva circa quarantasei anni fa , quando , cioè, attra
verso le bizzarrie, le stravaganze d 'un qualsiasi cervello che si atteggiava a
modernista , a genio innovatore, la critica era facile , come lo è forse ai nostri
di) ad armarsi di partito preso , giudicando senza approfondire le cose . Ri
sultato : il Miguèz, cinto da tali mistici vapori, inzuppato da un diluvio di
elogi, si diede presto a buttare via la giubba della modestia e indossare
quella dello smisurato orgoglio. Suo intento diventa quello di vivere col
- 325 - .

pensiero in un ginepraio di guerra ai più celebri maestri, criticandone i


capolavori, accusandoli di vecchiumi, di putredine, ecc.
Ma il genio (parola che esprime il più alto grado dell'intelligenza uma
na ) è, nel detto della Staël, essenzialmente creatore; esso porta il carattere
dell'individuo che lo possiede. La natura non ha voluto che due foglie si
rassomiglino, ha messo ancora più diversità nelle anime; e l'imitazione è
una specie di morte , giacchè essa spoglia ciascuno della sua esistenza na
turale .
Quindi come intendere a divenire genio senza genio, un compositore la
cui caratteristica dominante è la mancanza di estro inventivo ?
Del resto , non è difficile scorgere nel musicista imitatore, la cui mis
sione nella musica è tutto l'influsso dell'arte wagneriana, con la quale inon
da malamente i suoi lavori negli effetti, la mancanza della sua individualità .
In altri ambienti artistici, dove la verità riesce a prevenire i dolori in
tellettuali in quegli spiriti che vogliono divenire ad ogni costo genii del'arte,
correndo dinanzi a quelli che hanno le chiavi dell'Olimpo, il Miguéz difficil
mente avrebbe sentito il sintomo di quel brutto male che si chiama delirio
di grandezza musicale, grandezza la quale non si sostiene che con la ric
chezza d 'un profondo talento ispiratore e inventivo.
Si potrebbe ripetere a proposito quel sublime argomento del Mante
gazza, sul genio mancato :
« Egli vedeva le vette dell'arte, vedeva il sole dell'ideale brillare su quel
le cime azzurre dove l'uomo si sente un Dio, ma le sue mani non potevano
toccarle e i suoi piedi s'impantanavano nelle basse pianure della volgarità » .
E fu così purtroppo che molti novelli compositori, eccitati unicamente
dalla morbosa vanità della grandezza musicale , si credettero in momenti di
dolci illusioni, altissimi ingegni dell'arte, inventori di nuove teorie, di nuo
ve forme, mentre in sostanza non inventarono nulla, perchè mancava in
essi quel dono prezioso , che è simbolo di quella scintilla divina, la quale
raramente il buon Dio invia ai mortali di quaggiù !
Ciò nonostante, la storia pur riconoscendo che egli si era fossilizzato
in un solo credo e in un solo dogma di idee strane, quelle cioè di flagellatore
di tutto ciò che non portasse l'impronta della sua fede, registra il suo nome
come quello di un artista di talento, ma senza originalità spontanea.
A provarlo, non occorrono molte parole, poichè se lo stile è l'uomo, il
carattere della sua musica è la psicologia del suo genio . « I Salduni » , ad
esempio , che chiameremo l'opera capitale della sua vita , opera tetra e ne
bulosa , scritta con l'intento di por il termine alla evoluzione musicale del
grande e geniale maestro alemanno, non procurò, quando fu rappresentata ,
per la prima :d ultima volta nel 1896 , che gelo e sbadigli nell'uditorio che
empiva il teatro lirico.
- 326 -

Non oseremo di fare , per tanto, l'analisi dei singoli brani che racchiude
lo spartito in parola ; questo compito ci porterebbe fatalmente a ripetere le
pretenziose dottrine del maestro.
Ma se dalla storia l'arte ha la vita, il rispetto alla verità , diremo appena
che l'opera « I Salduni » , non si distingue per nessuna caratteristica, nè per
effetto teatrale, nè per equilibrio , e, meno ancora, per le belle ispirazioni
di poeta , giacchè vi manca la logica, un senso costruttivo , la perfetta omo
geneità, vigore di stile, ricchezza orchestrale e corale, le i:lee, la immagina
zione infine.
Si potrebbe dire anche che in ogni pagina vi è qualche cosa che ram
menta Liszt e Wagner, assimilata con infelice maniera .
Ma è duopo confessare, che se la collettività artistica condanno, dalla
prima all'ultima pagina , quest'opera , come senza alcun valore dal lato mu
sicale e teatrale , noi troviamo buona e bella la « Marcia del Corteo » del
second'atto, pur essendo le voci non bene adoperate con l' orchestra ; e non
dispregevole l'introduzione e scena prima « Mikael » , e quella di « Jaël» ,
la cui tessitura , però, è deplorevole .
Certamente, due soli pezzi per una lunghissima opera, in cui devono
sempre figurare le regole che si applicano alle opere dei generi più diversi,
non è pregio saliente per un compositore, di cui fu detto che egli era il più
profondo musicista del mondo !... .
Colla stessa rinomanza campeggia la sua figura nel poema drammatico
in due atti, originale dell'illustre scrittore Coelho Netto , « Pelo amor » .
Però, anche in questo suo lavoro , lo splendore della melodia non si
concentra in uno sviluppo indovinato, e quindi non riesce a interessare;
segnava la mossa di un viaggio verso il giusto oblio. Il « preludio » , la
« canzone del grillo » , l' « aria pastorale » , con solo di oboè; « Triste men
sagem » , la « Marcia grave » , scena di Malvina e romanza, per noi, la pa
gina migliore ; « Orazione di Dartihinda », « Prece » , la « Ballata », ecc.,
pezzi trattati con una certa timidezza , sono a riconoscersi senza una vena
melodica e interamente spogli di alti pregi musicali.
Quel che si nota in quest'opera, come del resto nei « Salduni », è che
il Miguéz , al par del Wagner (Wagner, che si mantiene preoccupato della
sua gloria , che si concentra nelle lunghe meditazioni sulle incompatibilità
estetiche dell'opera moderna, che gli rubano delle ore, dei giorni, nell'e
silio di Lucerna), vuole diminuire la melodia e adattare alle parole ed allo
spirito una musica pienamente declamatoria, colorita da una strumenta
zione in armonia con il sentimento drammatico ; ma il suo risultato ſu ne
gativo ; esprimeva l’affanno, il dolore che provò il maestro sentendo che il
suo lavoro era ben povera cosa, quando messo alla prova del fuoco.
Ma, sempre per la verità , giova dire che, a parte la sua mancata capa
- 321 - -

cità per l'opera lirica , il suo talento si rivela nella suonata op. 14 , .per pia- :
noforte e violino, scritta nell'età virile, la quale, si può dire, è una delle :
sue migliori produzioni. E se la personalità dell'autore non si scioglie dalle
preoccupazioni di camminare sulle tracce di Rubinstein e :Mendelssohn ;
una strada sicura si apre a lui, quella cioè dello sviluppo razionale , sufft -
cientemente buono, e le frasi viventi romanticamente espressive del primo i
tempo , e sopratutto dell' « Andante espressivo » (secondo tempo ): una fra:
se deliziosa, che si rende più deliziosa ancora quando udita, dopo 11 « Agie :
tato » , dal violino, in su la quarta corda. Più interessante è, senza dubbio , .
lo « Scherzo » , svolto con molta disinvoltura, e rimarchevole lo stile fugato
del tempo « un poco presto » .
La critica imparziale dirà che si risente della mancanza di originalità ;
ma la condotta , lo sviluppo, il colore armonico, non è criticabile . .
In quanto ai suoi poemi: « Ave Libertas » , « Prometeo » , ,« Parisina »
e la sinfonia in si bemolle , la conseguenza logica a tirarsi sarebber ( trattan, ,
dosi di poemi musicali), la mancanza di unità di stile, di originalità erdia
tutti quei processi strumentali, per illustrare: il suo nome come sedicente
apportatore di riforme all'arte sinfonica. L 'istrumentazione, dalla quale ?
trapela la mancanza di studii severi, povera di episodi intéressanti, piatta i
e senza brio , senza varietà di timbri, serpeggia , da capo a fondo, per la via
comune e la timidità manifesta .
A queste citate composizioni tennero dietro altre per pianoforte, , le
quali, se non gareggiano per la loro originalità , ricchezza di melodia fluente
e graziosa, furono accolte come lavori di un relativo valore artistico..
Dal 1890 sino alla morte, Leopoldo Miguéz 'occupò il posto di direttore :
all'Istituto Nazionale di Musica, la cui amministrazione fu degna di lode:
per l'ordine e la disciplina.
In conclusione era questo l'artista di cui la consorteria entusiasta .er
benevola volle fare un apostolo dell'arte, che, malgrado tutto , non giunse
a penetrare nell'Olimpo degli immortali.
La sua gloria fu effimera al par di quelli che si pascono d 'illusionis ,
senza fronteggiare la verità delle bellezze ideali della poesia e dell'ispirazione:
Infatti, oggi non si parla più di Leopoldo Miguéz, come il più grande:
genio della musica. Gli elogi esagerati che in vita gli furono prodigati isva .
niscono con lui ; non è, nell'opinione postuma, che un compositore di cose
poco notevoli, condannate a dormire a fianco delle tante ch 'ebbero fugace :
successo locale .
Infine l'autore dei « Salduni» e dei poemi sinfonici non è, per la ino
stra storia musicale , che un apprezzabile musicista , ma evidentemente di
second'ordine.
Posteriore al precedente maestro, un compositore di grande,merito fra.
- 328

i più rinomati, che meritò veramente di esserlo , fu Alberto Nepomuceno.


Egli nacque nella placida terra del Ceará, il 6 luglio 1864. A soli 8 anni di
età egli inizia i suoi studi musicali sotto la scorta di suo padre Victorio
Nepomuceno, il quale fu , ai suoi tempi, un distinto professore di musica .
Questi, riconoscendo nel figlio un talento musicale poco comune e dato che
l'ambiente nativo offriva poche risorse di studio per lo svolgimento delle
belle attitudini artistiche del fanciullo Alberto, senti la necessità di por
tarsi a Pernambuco , ed affidarlo alle cure dei migliori maestri nell'arte pia
nistica. Ivi il talento di Alberto si sviluppa. Infatti, passati alcuni anni,
le singolari sue attitudini per la musica e il pianoforte si palesano mera
vigliosamente.
Riesce a possedere una tecnica mirabilmente sicura, non priva di senti
mento e dolcezza, e diventa quindi l'idolo della società pernambucana , che
lo applaude e lo festeggia. Ma une grave sciagura (la morte del padre), lo
getta nella lotta per la vita, per provvedere ai bisogni della famiglia ed ai
suoi.
Più tardi però, con l'intento di fare degli studi serii della sua arte, pas
sa a Rio de Janeiro nel 1884, ove il suo talento pianistico gli permette di
trattare con distinzione la musica eletta, prendendo parte in molti concerti
del Club Beethoven , distinguendosi anche come eccellente accompagnatore,
conseguendo presto un nome rimarchevole in arte, e la simpatia dei più
distinti artisti.
E ' da ricordare che il Nepomuceno, durante il suo soggiorno nella ca
pitale dell' Impero, non si rivela compositore (7 ) ; ma aspira alla conoscenza
profonda dei mezzi della scienza musicale , per divenire , un giorno non lon
tano, compositore insigne.
Privo di mezzi, col triste ricordo della fallita pensione concessagli dal
l'Assemblea del suo Stato natale, ma che, per strane ragioni, non giunge ad
essere sanzionata, trova, per fortuna, nel corso di sua vita di sofferenze e
privazioni, alcuni mecenati ammiratori che si danno a proteggerlo con mo
desti sussidii, mediante i quali egli potè partire per l'Europa. Pria però,
di intraprendere detto viaggio , va al Nord del Brasile in compagnia del vio
loncellista Federico do Nascimento , e, come pianista , incontra il successo
più lieto e stimabile.
Terminato il giro artistico, egli partiva, nel 1888, per l'Italia, ove inizia
il corso dei suoi studii sotto la direzione del rinomato maestro Terziani,
passando poscia, per morte di questi, alla scuola dell'illustre De-Santis .
Con l'avvento della Repubblica , egli scrive un inno che vien premiato al

( 7) Scrisse appena due lavori nel 1887 : Romanza in mib , ed una Mazurka di con
certo, eseguita al Club do Engenho Velho, il 29 ottobre,
- 329 -

concorso bandito dal Governo Provvisorio , premio che contribui a prolun .


gare il suo soggiorno nel vecchio mondo, vivendo in Germania e in Fran
cia , ove forma la sua scuola e il suo stile . E se a Berlino, capitale della terra
glorificata per la musica strumentale e il sentimento innato dell'armonia ,
può perfezionare sotto la colta direzione del professore Herzogenberg, lo
studio della composizione, a Parigi, dopo di essersi laureato con distinzio
ne, nell'aula d 'organo del Conservatorio Stern , assimila le qualità speciali
di un'arte irradiata dalla luce d 'una pleiade d 'illustri artisti nazionali e
stranieri, e conduce a fine, nella registrazione e nello stile, lo studio dell'or
gano, sotto la direzione di colui che ebbe la gloria di essere stato conside
rato il più grande organista del suo tempo e di aver fatto conoscere tutta
la grandezza, tutte le sublimi bellezze di Bach , e la grandezza dei maestri
della sua patria del XVI, XVII, e XVIII secolo : Alessandro Guilmant.
Venuto a maturità il suo talento con l'influsso dei buoni e sani prin
cipii musicali, la febbre di produrre si manifesta e compone, sotto l'influen
za delle tre scuole il suo primo lavoro : « Electra » , melodramma di argo
mento greco, tradotto in versi da C . Chabault. Frammenti di detto lavoro fu
rono eseguiti con lieto successo nella sala di « Saint Barbe des Champs» , della
capitale francese, davanti ad un numeroso e colto uditorio . La stampa ,
nella sua critica , ebbe pel giovane maestro, parole consolanti e lusinghiere.
Nel 1896 egli ritorna al patrio suolo . Giunto a Rio de Janeiro, sotto
un fremito di deliranti applausi e le più profonde dimostrazioni di stima,
comincia con esibirsi in un concerto. Il pubblico lo applaudiva, vedendo
in lui un musicista che onorava altamente la patria .
In altre parole, questo concerto era per il giovane artista il corona
mento di una vita che fu inimitabile esempio di buoni studii.
Al giungere in Rio de Janeiro , lo scrigno musicale di Alberto Nepo
muceno non era ricco di produzionimusicali ; aveva scritto poca roba : com
posizioni di non grande valore. Però l'opera sua come compositore, che si
accinge a far rivivere le canzoni popolari della vita nazionale, incomincia
appunto nella sua patria , e si rivela , sotto care e graziose forme di bellis
sime canzonette, alcune delle quali, abbellite da tutte le care ed efficaci
forme, s'innalzano sulle ali dell'arte del genere.
Abbordò poscia la grand'arte lirica , scrivendo due opere teatrali : « Ar
temis » , su libretto di Coelho Netto, e « Abul », azione leggendaria in tre
atti, il cui poema è anche opera sua.
Nell' « Artemis », v'ha certamente la preoccupazione dell'ingegnosità
e poca tendenza verso quella che si chiama gioia e delizia del cuore : l'ispi
razione; qualità fondamentale del nobile mestiere d'artista compositore. E
non si può negare altresì che il distinto maestro esprime una certa gratitu
dine verso Wagner, massime in quella idea universale dell' « Abul », che
- 330 -

si svolge coll' allegro moderato , quando Iskah , nel secondo atto, rivolge i
suoi canti agli augelli nella quale campeggiano la forma, gli effetti polifo
nici e ritmici del « Sigfrido » , atto secondo.
Mà, dicasi il vero, in compenso si hanno dei cori stupendi, grandiosi,
splendidamente scritti, senza ricordare nè il gigante alemanno, nè altri
compositori, adornati da un colorito ammirabile, mostrando la profonda
conoscenza dell'architettura nel disporre le voci. Oltre a questi magnifici
pezzi , vi si riscontrano altre sentite pagine, scritte con chiarezza di belle
armonie tonali, le cui variate modulazioni, condotte con buono stile, rive
lano l'indole di un musicista abilissimo.
L ' « Abul » , con un libretto più teatrale, si reggerebbe senza la pretesa
di sorpassare il genio , dignitosamente fra le buone opere del genere.
L ' « Artemis » , poema drammatico, su libretto , come si disse, di Coelho
Netto , datasi per la prima volta in Rio de Janeiro (14 luglio 1898), e ne fu
rono interpreti : Carlos de Carvalho, Nicia Silva e il tenore dilettanté Conte
de Carapebús con un successo non lieto , merita, malgrado tutto, di essere
collocato fra i buoni lavori del chiaro musicista.
La maggioranaza lo considerò come un 'opera non riuscita . Ma chi vi
pensasse , chi vi meditasse , troverebbe in detto spartito (qualora venisse
eseguito da insigni artisti), pregi non inferiori all' « Abul » .
Non è cosa facile aggruppare, in un atto , tante proprietà sonore, conca
tenate con facilità ed eleganza, senza cadere disastrosamente nel plagio e
nella monotonia .
Nella condotta si incontra , è vero, la dottrina wagneriana, ma le bel
lezze imitative rimangono non prive di un certo valore personale .
Un altro lavoro del Nepomuceno, di robusta fattura, che contribui al
successo dall'anno musicale 1918, eseguito egregiamente dal « Trio Barroso
Netto » , - Umberto Milano, - Alfredo Gomes, è il suo Trio in fa minore , per
pianoforte , violino e violoncello . E ' un lavoro improntato alla massima ori
ginalità ; magnifico per la tanta finezza, lavorato nel ricamo e nelle frange
dei ritmi, tratti con novità opportuna dalla erudizione moderna ; e se la
forma non è la classica, riesce una delle belle creazioni del genere, da me
ritarsi le lodi di due illustri maestri francesi: Messager e Leroux .
Oltre ai citati lavori, degni di menzione sono la sinfonia in sol minore
per orchestra : « Garatuja » , che sarebbe un frammento di un'altra sua
opera, lasciata incompiuta , eseguita brillantemente in uno dei concerti sin
fonici diretti dal celebre compositore Riccardo Strauss (1920) ; « Six valses
humoristiques » , per pianoforte ed orchestra, di genere elegante e difficile,
nonchè originalissimo e sobrio l'accompagnamento (8) ; « Le Miracle de
(8) Gli originali di questi lavori furono offerti alla illustre e compianta pia
nistá Fanny Guimarães, del cui talento artistico il Nepomuceno era caldo ammiratore.
STEM

- 331 -

la sémance » , lavoro stimatissimo, diviso in quattro parti, versi di Jacques


d 'Avrey : l'ultimo pezzo è una bellezza di ispirazione e di splendido effetto
per la efficace cooperazione degli accordi che ne ornano la nobile frase del
canto .
Anche sovrano campeggia il suo talento nella sinfonia in sol minore,
per orchestra , eseguita nei concerti Marinuzzi (1919), con un esito felice .
Per meglio concludere, diremo ancora che Alberto Nepomuceno contribui
moltissimo ai progressi dell'arte musicale della nostra terra, giacchè la
sciava, oltre alle menzionate composizioni per canto , orchestra, pianoforte
ed altri strumenti, molti lavori di genere diverso , scritti fra le lotte della
vita e l'insegnamento della sua arte.
Fu direttore d'orchestra pei concerti popolari e sinfonici e varie feste
ufficiali, nei quali riportò caldi applausi, malgrado che la sua bacchetta
fosse poco espressiva ed energica.
In un suo viaggio in Europa, intrapreso nel 1900, ebbe a fare udire i suoi
migliori lavori sinfonici nella capitale francese, eseguiti dalla famosa orche
stra Lamureux, giungendo a meritare gli omaggi degl'illustri suoi colleghi
francesi,
Nel 1902, egli ritorna alla patria per assumere il posto di direttore del
l'Istituto Nazionale di Musica, nominato in seguito alla morte di Leopoldo
Miguéz, posto che il Nepomuceno occupò sino al 1916, per abbandonarlo
dopo in condizioni che molto afflissero le sue belle qualità morali ed arti
stiche.
Quattro anni dopo, 16 ottobre 1920, le sue ossa scendevano nella tomba.
In questa triste ricorrenza, il Governo, il Municipio , l'Istituto e gli allievi tri
butarono all'illustre artista omaggi ed onori.
Alla messa in suffragio della sua grand 'anima, gli allievi dell'Istituto
ed una grande massá orchestrale eseguirono frammenti delle sue opere.
Il 28 novembre (1920), ossia il 41° giorno dalla sua morte , una delle
sale dell' Istituto Nazionale di Musica riceveva , a testimonianza di omaggio,
il nome dell'illustre compianto maestro.
La solenne cerimonia , presieduta dal Ministro Alfredo Pinto (Dottor),
e formata dal corpo docente e da molti alunni dello stesso Istituto , termi
nava col seguente discorso , proferito dal direttore Abdon Milanez:
« Cumpre-me, em primeiro lugar, agradecer a honrosa presença do
« Exmo, Sr. Dr. Alfredo Pinto , dignissimo Ministro da Justiça e Negocios
« Interiores, nesta modesta homenagem que, com a devida venia o inteiro
« apoio de S . Ex., o Instituto Nacional de Musica presta á memoria do gran
-a de musico brasileiro 'Alberto Nepomuceno, que por duas vezes dirigio a
« mesmo Instituto , deixando traços luminosos e indeleveis da sua acção in
« telligente e benefica.
- 332 -

« Disse homenagem modesta, mas devo accrescentar que ella é de real


« importancia , como elemento precioso para a historia da musica no Brasil,
« principalmente para aquelles que penetrarem neste templo com o fim
« de reconhecer os mysterios da divina arte dos sons.
« Sem pretensão de fazer a apologia do maestro que acaba de transpôr
« os humbraes da immortalidade, indo augmentar a constellação brillante
« dos musicos brasileiros, onde, como disse o glorioso principe dos poetas:
« " mais uma estrella apparece ,, devo, entretanto, salientar nestas desa
« linhavadas palavras, que Alberto Nepomuceno, dotado de um fulgurante
« talento e de uma rara ilustração musical, demonstra na obra que lega á
« sua querida arte, uma prova exuberante de que acompanhou sempre a
« evolução que ella vem realizando nestes ultimos vinte annos.
« Sagrado em seu paiz como compositor e regente, tambem além -mar
« soube dar grande brilho ao nosso Brasil, apresentando e regendo os seus
« trabalhos em varias capitaes e cidades da Europa .
« Nunca me julgo tão feliz como quando pratico um acto de justiça , e
a nada mais justo me caberia fazer do que promover esta homenagem á
a memoria de quem em vida tanto della se tornou digno.
« A sala " Alberto Nepomuceno , será uma pagina aberta da nossa hi
a storia da musica, onde todos que aqui penetrarem apprenderão o seu no
« me, conhecerão a physionomia e a sua obra, cheia de encantos e ensina
« mentos. .
« Sr. Ministro , rogo a V . Ex. se digne desvendar aos nossos olhos e aos
« olhos das futuras generações o nome immortal e a effigie de Alberto Ne
« pomuceno » .
A fianco dell'illustre Alberto Nepomuceno, si può nominare, come uno
dei più distinti compositori brasiliani, Francisco Braga, nato in Rio de Ja
neiro, nel 1871.
Compi la sua educazione nell' « Asylo dos Meninos Desvalidos » (in
villa Isabel), dove apprese anche i primi rudimenti musicali e il solfeggio,
Nell'anno 1885 , divenne allievo dell'Imperiale Conservatorio di Musica ,
nella classe del professore di clarinetto A . L . de Moura, e ne sorti perfetto
suonatore di detto strumento.
Nella ricorrenza del concorso bandito dal Governo Provvisorio per l'Inno
della proclamazione della Repubblica, fra i compositori che si affrettarono
a scrivere quell'Inno, figurava il suo nome. Tale concorso , malgrado il suo
Inno non fosse classificato in primo luogo, servi a meritargli il premio d 'una
pensione per compire i suoi studi in Europa, ove si distinse come studioso,
tornando in patria dopo alcuni anni, con un bagaglio artistico dei più pre
gevoli nell'arte del bel scrivere e del bel sentire.
Egli, come era naturale, foggiò il suo stile a quell'arte, che gli fu guida
- 333 -

durante gli studii, fatti a Parigi, sotto la direzione di Giulio Massenet, al


Conservatorio di detta città , ove, nel concorso a un posto vacante di compo
sizione, ottiene, fra 22 concorrenti, il primo posto, distinguendosi poi sem - .
pre per l'applicazione allo studio ed al lavoro, inviando, a Rio de Janeiro,
pregevoli lavori.
Tra i primi lavori , segnaliamo: il poema sinfonico « Paysage » , lo
« Scherzo » , e « Cauchemar » , eseguiti con autentico successo nei concerti
sinfonici (1893), diretti dall 'autore di queste linee ; « Le Lever » , « Mario
nettes » ed altri lavori per pianoforte e canto , tutti scritti con chiarezza di
gusto e colla fede pura di non fare omaggio all'arte stravagante e bizzarra !...
Compiti i suoi studii, e dopo di aver organizzato due concerti sinfonici
nella capitale francese, col titolo « Concerti Brasiliani », passò in Germania ,
per conoscere lo spirito di quella forte e immutabile razza, glorificata per
il suo sentimento mistico e le nobili armonie . Colà , in Beyreuth , in Dresda,
doveva udire le opere del grande genio dell'arte : Wagner, il cui stile eser
cita su di lui una certa influenza, alla quale , per sua fortuna, non sacrifica
la sua personalità .
Di ritorno a Parigi, Francisco Braga pensa a lavorare pel teatro , scri
vendo la sua opera « Jupira » , opera non priva di merito, pur sentendosi
che gli manca un assieme di qualità che esige l'arte lirica : la vivacità d 'in
venzione, la fusione delle forze foniche, vocali e istrumentali.
Detta opera veniva rappresentata , in Rio de Janeiro , il 20 marzo 1899.
Attraverso le sue pagine, potemmo constatare che il compositore non è ori
ginale nè nuovo ; ma il suo stile è sempre sincero, sicuro ed elegante e , non
privo di ispirazione, pur essendo alcune volte languido e melanconico . .
Oltre a ciò possiede la tecnica dell'orchestra perfetta , strumenta con
gusto , usa la polifonia senza mai mancare alla chiarezza. Sono delle qua
lità che compensano la mancanza della non ricca vena melodica, facile e
spontanea.
Abile direttore d'orchestra, pur essendo la sua bacchetta poco ener
gica e vivace, meritò sempre fervidi applausi dai suoi ammiratori nella
lunga serie di concerti sinfonici e orchestrali, da lui organizzati e diretti
nella Paulicea, al teatro Lucinda e S . Pedro de Alcantara, di Rio , e quelli
della « Società di Concerti Sinfonici » , dei quali egli è l'anima, giacchè sotto
la sua costante direzione, la detta società ebbe a progredire negl'interessi
artistici, organizzando splendide udizioni sinfoniche ai suoi frequentatori.
Spesse volte abbiamo sentito dire che egli è un pigro servitore della sua
arte, cioè, che ha scritto e scrive poco .
Nulla è più lontano dal vero.
Le numerose composizioni dell'illustre maestro, per orchestra , per ban
- 334

(da, per pianoforte, per pianoforte e canto , per varii istrumenti, musica sa
cpa , inni diversi, provano il contrario .
A questi lavori si aggiungerà fra poco uno spartito che molto onorerà
l'arte nazionale : la sua opera« Anita Garibaldi » , scritta per solennizzare
il grande evento del centenario della nostra indipendenza, su libretto del
chiarissimo poeta Osorio Duque Estrada .
Un altro nome che non sfugge all'occhio della storia dei musici lirici
nazionali, sarebbe quello del compositore José Candido da Gama:Malcher,
nato in Belém del Pará , nel 1852, ivi morto , il 20 gennaio 1921.
Figlio all'illustre medico e politico , del cui merito la cittadinanza volle
onorare la memoria , erigendogli una statua in una pubblica piazza, José da
Gama Malcher, molto giovane, si lanciava allo studio del pianoforte, come
dilettante ; studio che, oltre a crescere in lui il gusto per la musica , gl'inse
gna a comprendere e gustare le opere deimaestri illustri,
Il padre, pur amando l'arte, desiderava far del figlio un ingegnere; e
con questo intento lo mandava al Nord America per terminare i suoi studi.
Colà giunto nel 1876 , il giovane Malcher, sente che la matematica non fu
fatta per lui;, preferisce quella dei segreti dell'armonia e del contrappunto .
Nel 1877, ottenuto il permesso dal padre , si reca in Italia . Nello stesso
-anno concorre all'esame di:ammissione nel R . Conservatorio di Milano, ed
è ammesso , come, allievo, alla classe d 'armonia e contrappunto del profes
.sor Michele Saladino.
Fortificato nelle sue conoscenze di tecnica musicale, la febbre di produ
izione dei lavori rimarchevoli, lo decide a scrivere un 'opera pel teatro :
« Bug-Jargal » , rappresentata, come altrove dicemmo, nella sua città nativa
con lieto successo e poscia in Rio de Janeiro (1901).
Fu professore al Conservatorio di Musica di detta città , ove visse lun
ega parte di sua vita , spentasi nell'anno surriferito , fra la stima dei suoi con
cittadini e dei suoi colleghi.
Un buon musicista dell'ultimo periodo della nostra storia , che onorò
l'arte musicale nazionale , fu Araujo Vianna . Egli nacque in Porto Alegre
nel 1870, e ivi fece i suoi primi studi musicali e di pianoforte. Fu poi a Pa
frigi e Milano, per perfezionarsi nel prediletto strumento ed imparare l'ar
monia e il contrappunto sotto la scorta di pregiati maestri di quei rinomati
Conservatorii. Al ritorno in patria , mostrò il suo talento con una bella pre
parazione artistica : componimenti graziosi, splendide ispirazioni, di un as
sieme tale di bellezze melodiche, che faceva presagire nel giovane maestro
un avvenire glorioso . Ma un grave male comincia a minare da salute del
maestro, che cerca invano ogni mezzo per guarire. Dal suo viaggio in Fran
.cia, ove si portò per: consultare le sommità della medicina, non trasse che
un debole sollievo e il presentimento che troppo breve sarebbe stata la sua
- 335 -

vita . E così, preso dal disanimo, riparò all'Ospedale Evangelico di Rio , ove
moriva nel pomeriggio del 3 aprile 1916 . L 'arte perdeva in lui uno dei più
sinceri, più eleganti e robusti compositori.
A giudizio nostro, Araujo Vianna fu difatti l'unico carattere artistico
che non si rese tributario della dottrina bizzarra dell'andazzo dei tempi;
egli preferi la teoria del bello , dove all'ardore della ispirazione si accop
piano la spontaneità delle idee, la soavità del canto , la profonda dolcezza
melodica, con un'arte tutta sincera e personale. Egli obbedi in certi dati
momenti alla tecnica moderna , ma non le fu vassallo ; e volle sempre es
sere uno schietto, un puro , anzichè un vincolato incondizionato alla stretta
del disordine armonico. Del resto , il fondo musicale era nel giovane mae.
stro tutto italiano, non già che gli abbandonasse tutta la preferenza, ma
perchè, secondo lui, l'arte del sentimento e della melodia non perde e non
perderà mai quel sublime scopo : allietare e non straziare il cuore umano,
Ad onta di tutto.... Araujo Vianna traeva occasione per dimostrare le sua
mirabile vena melodica facendoci udire il suo primo lavoro teatrale « Car
mela » , datosi al teatro S . Pedro de Alcantara, nel marzo 1906, con un esito
felicissimo. Ne furono interpreti: Zilda Chiabotto , Larrigue de Faro, Levy
. da Costa , Machado de Oliveira, Walter Guimarães e il Conte de Carapebus.
Una sua seconda opera « Rei Galaor » , parimenti cosparsa di soavi e
delicati pensieri, melodie deliziose e purezza d 'armonia , era udita il 15
agosto 1913, alla Sala del « Jornal do Commercio » , cantata dalle sorelle
Werney Campello, Gabriel Dufriche e Lucy Costa, sotto la direzione del
maestro Provesi. L 'autore la ridusse, per pianoforte e istrumenti ad arco.
Non minore appare il suo talento nei lavori per canto , pianoforte, vio
lino e violoncello , che lasciò in gran numero, la maggior parte inediti. E '
da ricordare tra questi la leggiadra romanza « Maria » ,pagina che rag
giunse la popolarità. Scrisse anche un « Allegro » per violino , dedicato al
violinista Nicolino Milano, e da questi eseguito in un concerto che dava l'au
tore nella sala del « Club Euterpe » (1899) .
Anche il pianoforte si arricchi di belle produzioni sue, delle quali egli
fu un timido e modesto divulgatore, pur essendo un pianista dotato di belle
qualità tecniche.
Degno di nota è un altro distinto compositore brasiliano, Meneleu Cam
pos, nato al Pará. E ' in Milano, la città eminentemente musicale, che l'ex
pensionista dello Stato omonimo, compiva, nel 1898, i suoi studi musicali
sotto la guida del maestro Ferroni, insegnante d 'armonia e contrappunto
nel Regio Conservatorio di detta città, meritandosi, agli esami finali, per
meriti nella materie di composizione, lodi speciali con testimonianza di par
ticolare considerazione, che gli esaminatori vollero dargli per la sua bril
lante prova. Ivi scrisse e fece eseguire, prima di ritornare in patria , due
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quartetti per istrumenti ad arco, in re e miminore , i quali, pur non obbe


dendo alla forma classica, si distinguono per l'eccellente sviluppo di idee,
di ritmi, di pensieri felici. N 'ebbe un giudizio favorevole dalla stampa locale .
Nel 1899, ritornò in patria , e veniva nominato direttore del Conserva
torio di Musica della sua città natale, posto che occupò fino al 1906 , epoca
in cui passò a Parigi, ove fece udire i due detti Quartetti, in un concerto
alla sala Berlioz, e due romanze per canto : « Vari Perebé » e « Ricordati di
me » , con esito felice.
Nell' anno 1904 , Meneleu Campos prometteva dare in Milano un' opera
melodrammatica « Gli eroi », su libretto di Illica. ma pare che non giunse
a farla eseguire. Scrisse invece pregevoli lavori isolati : un nuovo metodo
di solfeggio , « Alvorada » , pezzo per orchestra, eseguito al Pará il 16 set
tembre 1904 ; « Addio dei pastori ai monti », « Festa nel villaggio » , « Co
me quel sole tu sei » , per canto, eseguiti con lieto successo nei suoi con
certi.
A Rio , ove venne nel luglio 1909, fece udire, oltre ai due Quartetti 'ac
cennati, quattro riuscite composizioni per canto : « Novella del mare » , « Il
Canto della Tempesta », « Primavera » , « Cielo e mare », che ebbero ad in
terpreti : Ortensia e Franco Cardinali ; per i Quartetti: V . Cernicchiaro ,
Ernesto Ronchini, Jeronymo Silva e Rubens Tavares. Oltre questi lavori,
il Campos compose un concerto per pianoforte con accompagnamento d 'or
chestra, una fantasia di concerto per violino ed orchestra, due altri Quar
tetti, tuttora inediti ed una sinfonia in la maggiore, nello stile mozartiano .
Tornato alla sua terra nativa , vi prese definitivamente stabile dimora ,
dedicandosi all'insegnamento della sua arte, esercitato con singolare com
petenza .
V° PERIODO
CAPITOLO XVIII.
(1844 -1889)

DEI COMPOSITORI DILETTANTI NELLA MUSICA


PIANISTICA , MELODRAMMATICA E POPOLARE

I grandi dilettanti bisogna animarli. - Un parallelo fra i musici dilettanti e gli


artisti militanti. — Un coltissiino ingegno : Alfredo de Escragnolle Taunay. — Come
fa rivivere il genio di José Mauricio . — Un'opera più grande. – Uno spirito di pari
valore : Brazilio Itiberé da Cunha . - Abdon Milanez . — « Primizie » e « Donzella
Theodora » . - Antonio Cardoso de Menezes, - I suoi lavori. – Roberto Kinsman
Benjamin . – Cenira Polonio. - - Julio Reis Delgado de Carvalho; le sue opere « Ho
stia » e « Moema » , — Compositori di musica popolare. – I balli carnevaleschi. -
Produzioni enormi. — L ' elenco dei titoli, - Compositori che attinsero maggior rino
manza. - Quelli che chiudono il periodo della musica da ballo .

Noi non potremmo passare sotto silenzio i compositori dilettanti, i


quali arricchirono, con le loro opere leggere e modeste, il patrimonio musi
cale nazionale .
Non senza un dovuto riguardo, il Lavignac ne fa cenno nei seguenti
termini: « I grandi dilettanti – dic'egli - - bisogna animarli, applaudirli
ed incoraggiarli, poiché contribuiscono possentemente ad innalzare il li
vello artistico ; ma bisogna guardarsi dallo stabilire un parallelo fra essi
e gli artisti militanti, la cui vita intera è consacrata al culto dell'arte » .
Fra i primi dilettanti a distinguersi nella composizione, fu Alfredo de
Escragnolle Taunay (poscia Visconde de Taunay), un coltissimo ingegno ,
che in mezzo alla politica e alla letteratura, il cui merito è consacrato nella
storia, seppe onorare la musica, lasciando, senza grandi pretese, belle e
graziose pagine musicali per canto , pianoforte e violino. Menzioneremo,
fra le tante ch 'egli scrisse, le eleganti « Chopenianas » , il « Duo expressive »
per pianoforte e violino, la romanza « Ninon » per canto, cosparse di me
lanconici accenti meridionali, che soleva eseguire al pianoforte con squi
sito gusto.
Alfredo de Escragnolle Taunay, che in arte usa lo pseudonimo di Flavio
Elysio, nato , in Rio de Janeiro il 21 febbraio 1843, morto nel 1899, era fi
- 338 –

glio di quell'illustre artista comm . Felice Emilio Taunay che venne assieme
alla famosa missione artistica per fondare l'Accademia di Belle Arti, nel
1816 .
Certo , il figlio Alfredo, gli andò - in un campo diverso - molto innanzi
nella letteratura, e, divenuto senatore dell'Impero, consacrò opera ed in
gegno al bene dell'arte, facendo rivivere colla sua parola e co ' suoi scritti il
genio di José Mauricio e il suo capolavoro la « Messa da Requiem » , narran
done la vita e mettendo in luce tutta l'opera del grande compositore sacro
brasiliano .
Un 'opera più grande doveva confermare il nome illustre che il Taunay
erasi acquistato . Intendiamo parlare del suo celebre romanzo « Innocencia » ,
un vero gioiello di letteratura dell 'età sua .
Possiamo concludere che Escragnolle Taunay fu il Massimo d 'Azeglio
della sua patria .
Spirito di pari valore nell'arte musicale, contemporaneo del prece
dente , fu Brazilio Itiberé da Cuhna, nato al Paraná nel 1850, morto in Rio
de Janeiro . Egli consegui un bel nome nell'arte, giacchè fu pianista rimar
chevole e compositore di cose gentili. Come tale , spesso si fece udire con
lieto successo nei salotti aristocratici brasiliani ed europei all'inizio della
sua carriera diplomatica , nella quale militò lunghi anni come segretario e
ministro plenipotenziario , senza mai trascurare l'arte della musica e il
pianoforte . Per questo suo prediletto strumento , lasciò un piccolo numero
di pezzi originali, i quali, se non sono delle meraviglie d 'ingegno, posseg
gono grazia e gaiezza che provocano l'applauso , massime quando eseguiti
dall'autore ai bei tempi di sua gioventù , con piena facoltà di risorse tecniche .
Certo che fra essi rimane celebre la « Gavotta di Luigi XIII » , compo
sizione elegante , la quale ebbe l'onore della popolarità . Di buona fattura
sono anche la « Barcarolle Vénitienne » , « Estudo » in la e un « Duo » per
pianoforte e violino, pezzi che furono eseguiti dall'autore in un concerto
della distinta cantante francese Alina Alhaiza il 10 luglio 1882, al teatro
S . Pedro .
Faremo cenno anche d 'un altro amatore di musica, noto pel suo nome
illustre nella politica della sua patria , il Marchese de Paraná, il quale , nel
1856 , pubblicava un « Pensamento musical » per pianoforte , intitolato « Uma
flor no sepulcro » .
Lo stesso diremo del dottor Lucindo Pereira dos Passos filho, nato in
Rio de Janeiro, il quale dimostrò un grande amore alla musica come com
positore. Oltre diverse altre sue composizioni, scrisse, nel 1878, un « Im
promptu » , per pianoforte, assai apprezzato .
Mori in Vassouras il 1° giugno 1904.
Abdon Milanez,musico e ingegnere, nato nello Stato di Parahyba, 1858 ,
- 339 -

appartiene pure all'ordine dei distinti amatori di musica . Dotato di un gen


tile temperamento musicale , giunge, malgrado la sua non grande prepara
zione nella scienza della composizione, a farsi conoscere ed applaudire con
due operette « La Donzella Theodora » (19 marzo 1886), e. « Primicias » ,
lavori di corto fiato, ma non privi di semplici e belle melodie .
« La Donzella Theodora » fu giudicata dalla critica dell'epoca come
una lieta promessa del giovane compositore brasiliano. Si lodò molto la
sua vena melodica, semplice, elegante, e la distinzione delle sue ispirazioni,
improntate alla maniera sentimentale della scuola italiana e alla vivacità del
genere francese. Quest'operetta ebbe per interpreti : la Delmary, la Dolores,
Ghilherme de Aguiar e Mattos, del teatro S . Anna .
Nello stesso tempo, altri lavori, scritti parimenti col suo apprezzabile
estro istintivo, riuscirono graditi al pubblico, perchè facili e spontanei, ri
velando sempre quella espressione destinata alle udizioni dell'ambiente an
zidetto .
Nell'anno 1917, nominato direttore dell'Istituto Nazionale di Musica,
succede al chiaro maestro Alberto Nepomuceno, distinguendosi, nonostante
la mancanza di predicati indispensabili ad un dirigente d 'una simile istitu
zione, per la soppressione di certi abusi, e le buone intenzioni nel progresso
dell'arte e degli studi in generale.
Allo stesso dominio dei distinti musicisti amatori, che il pubblico co
nobbe ed applaudì nella seconda metà del secolo scorso , appartiene l'avvo
cato Antonio Cardoso de Menezes, nato a Santos nel 1845 .
Oltre alla consumata abilità nell'arte di suonare il pianoforte, arte
perfezionata sotto i consigli del grande Gottschalk , bisogna tener conto
della sua spiccata ed attivissima intelligenza nella composizione, Attingono
ad un numero considerevole le sue composizioni musicali, fantasie facili
e difficili, per pianoforte , romanze per canto , pezzi caratteristici scritti per
alcune riviste teatrali e una raccolta di temi d 'opere diverse, variati con
spirito e gaiezza.
Una composizione però che gode ancora l'antica rinomanza popolare è
quella che ha per titolo : « Os Canarios » , polka originale e caratteristica,
considerata , per la sua squisita fattura, come una delle più rimarchevoli
del genere. L 'autore , ai suoi bei tempi, soleva suonarla in un modo assai
particolare, dandole una impronta ed uno spirito inimitabile.
Egli scrisse anche una marcia sinfonica per orchestra , intitolata : « A
Marselhesa dos Escravos » , servendosi della prima frase della Marsigliese
di Rouget de Lisle , svolta in modo da ricavarne un buon effetto .
Fu eseguita con lieto successo nelle feste commemorative della legge
che aboliva la schiavitù nel Brasile, da un 'orchestra di 40 professori e 2
bande militari, sotto la direzione dell'autore.
340

Convien citare un altro distinto amatore di musica , nato in Rio de Ja


neiro nel 1852, ed educato in Inghilterra, Roberto Kinsman Benjamin . Noto
altresi per le sue tradizioni di fondatore del Club Beethoven , e della Scuola
di Musica annessa , egli lasciò momentaneamente per varie volte il predilet
to suo stumento, il violino, per la penna, e riesci a comporre belle immagini
musicali per canto , violino, banda ed orchestra ; rimarchevoli sono: « Ma
Nacelle » , barcarola per canto , interpretata stupendamente dalla distinta
cantante brasiliana Marietta Siebs, il « Capriccio » , la « Romanza in fa » ,
lo « Scherzo » , ed altri pezzi per violino, non privi di distinzione e di effetto .
Amando costantemente la divina arte , scrive, negli ultimi tempi, altre
pregevoli pagine : un concerto per violino ed orchestra, « L ' Inno al Brasile »
ed altri lavori pregevoli.
Anche Cinira Polonio , un talento di valore nell'arte musicale, nel canto
e nell' arte drammatica , esordi nella composizione con uno stile semplice e
gentile e n ’ebbe i più lusinghieri elogi.
Fra le tante sue composizioni, sono da citarsi: « Espagne » , bolero per
canto, il quale ebbe grande successo nei salotti di Parigi (1879) e di Rio
de Janeiro ; « Sylva' » , valzer di concerto per pianoforte, e « Suspiro » , valzer
per canto.
Un altro musicista dilettante che onora l'arte nazionale è il pianista com
positore Julio Reis.
E ' da lungo tempo che si viene ammirando il talento di questo bravo
artista, la cui vena melodica, la spontaneità delle idee e il gusto nella chiara
armonia , lo destinavano alla più brillante carriera , se altro fosse stato il suo
indirizzo nella preparazione tecnica della scienza musicale .
Nel campo della musica leggera, il cui numero di lavori oltrepassa il
centinaio , ha ottenuto magnifici successi.
Presentemente pensa di esordire nell'arringo teatrale con un'opera ,
scritta sul dramma di Julio Dantas, che ha per titolo : « Soror Mariana » .
Sul valore di quest'opera , portata al termine il 1° maggio 1920, la
stampa ebbe occasione di occuparsene nel modo più entusiastico. La nuova
opera del valoroso artista è una affermazione del suo ingegno e un alloro
di più per l'arte brasiliana.
Citeremo ancora un altro dilettante che molto si distingue nella compo
sizione: Delgado de Carvalho, nato in Rio de Janeiro .
Spirito melodico, dotato di sentimento e passione, egli ottenne, pur es
sendo fornito di certe indispensabili risorse tecniche, un successo dei più
apprezzabili allorchè si produsse (1903) al teatro colla sua opera in un atto :
« Moema » , poscia con una seconda, anche in un atto : « Hostia » . La « Moe
ma » ebbe l'onore della scelta per l'inaugurazioe del teatro Municipale di Rio .
In entrambi questi lavori, come in altre produzioni per pianoforte e
- - --

341 -

canto , lo sforzo della condotta , ove il buono contrasta col mediocre, lo squi
sito col banale, è compensato dalle sentite melodie, dal suo talento sponta
neo , messo in luce senza quella preoccupazione di creare cose novelle e
bizzarre, e riesce a produrre il successo con le sole sue ispirazioni: il che
prova quanto sensibili siano queste doti all'udito umano ! . . .
Però, malgrado le belle attitudini musicali del giovane compositore, si
stenta a credere che un sì bel talento naturale , nell'arte del comporre,
non cercasse d'istruirsi nell'armonia , nel contrappunto, nella fuga e nella
scienza orchestrale a fine di spiegare, con mezzi serii, più elevati, le sue
felici ispirazioni. E ' quello che ordinariamente avviene ai nostri dilettanti.
Esaltati, la maggior parte, sempre da elogi spesso senza valore, non aspirano,
come tutti gli artisti avidi di perfezionamento , a quell’agognato tesoro , per
abbigliare di panni migliori, e rendere più belle le ispirazioni della loro
anima.
Ciò nonostante, a parte questa deficienza, la sua opera « Moema » , ac
cetta con entusiasmo dalle platee di Rio de Janeiro, S . Paulo, Bahia , Per
nambuco, Rio Grande, Pelotas e Porto Alegre; eguali successi si vuole che
ottenesse nei centri europei: Parigi, Pietroburgo, e nel teatro S . João di
Oporto , nell'anno 1905, a richiesta dell'impresa Freitas Brito e Comp.
Il maestro Delgado de Carvalho fu durante alcuni anni bibliotecario
dell'Istituto di Musica, nonché del rispettivo Museo, nel cui posto lasciò
traccie apprezzabili e simpatiche per la coordinazione d 'un catalogo non
ancora portato a termine dai suoi successori.
Malgrado però i suoi successi, egli, negli ultimi anni, ritiravasi dal cam
po dell'arte per dedicarsi ad un ramo diametralmente opposto a quello del
l'arte, alla pollicultura .
Oltre ai citati lavori, lasciò una serie di piccoli pezzi per pianoforte :
minuetti, gavotte , « rigodons » , fantasie, valzers romantici e umoristici, una
marcia solenne, e la musica di scena per « Lais » e la « Bella addormentata » .
Passando ai compositori di musica popolare per danze, diremo anzi
tutto, che nel secolo XIX , come, del resto, ai nostri tempi, la danza era in
gran moda. Si ballava, non tenendo conto delle stagioni, nelle case, nei
pubblici ritrovi, nei « Clubs » e tutte le società costituite con nomi pom
posi; le manifestazioni di allegra baldanza giovanile si succedevano sim
patiche ed eleganti, senza cadere nella espressione indecorosa e lasciva del
l'età nostra.
Nei balli carnevaleschi dei principali teatri, sontuosi ed attraenti, ac
compagnati da grandi orchestre, nei cui programmi, vi fuguravano i nomi
più in voga dei compositori stranieri, c 'era sempre la firma di molti nostri
compositori nazionali, le cui produzioni si rendevano degne di popolarità
e quindi raccomandabili ai pianisti dell'epoca .
- 342 -

Riandando adunque col triste pensiero dell'oggi agli anni giocondi e


ridenti di un 'epoca già trascorsa, noi vediamo difatti traverso la ricordanza
di essa una grande schiera di compositori dimusica da ballo , che fiori nella
seconda metà del secolo in parola .
Non possiamo segnalare tutti questi compositori e le loro composizioni;
ci sarebbe impossibile ricordarli tutti come pure tutti i loro lavori, che fu
rono stampati a Rio e in altri luoghi del paese. La produzione musicale di
tal genere fu enorme.
Oh! sarebbe una collezione ben curiosa e originale quella di riunir tutte
quelle danze che furono ispirate nel corso del secolo e dell' epoca men
zionata . .
Non meno interessante sarebbe l'elenco dei titoli. Tutti i compositori pro
fittavano degli avvenimenti politici e sociali per applicare alle loro compo
sizioni il nome d'ogni uomo in evidenza , con qualche aggettivo frizzante e
spiritoso .
Contentiamoci di menzionare quei compositori che attinsero maggior ri
nomanza nel genere. Salvador Fabrigas compone e pubblica nell'anno 1851
cinque graziose quadriglie per pianoforte : « Jardim Botanico », « Mai d ’A
gua » , « Paquetá » , « A Penha » , « A Cascata da Tijuca » , e la modinha « O '
Virgem » , poesia di Ernesto Ferreira França Filho.
Mme. A . de Mattos, compone un nuovo valzer , giudicato assai bello, pub
blicato nell' « Album da jovem brazileira » , di cui era editore Laforge, con
residenza in Via Assemblea, 89.
Candido José de Araujo Vianna, apprezzato compositore di ballabili nel
1851, scrisse una quadriglia che ottenne il maggior successo dell'epoca, « Pri
meiro anno » .
Antonio Luiz de Moura, il noto clarinettista, figura come autore d 'una
quadriglia intitolata « 0 incendio do theatro S . Pedro de Alcantara » , così
descritta . « O espectaculo » , « ( incendio » , « Lamentaçôes » , « Projecto de
riedificação » « Inauguração » . Nel 1857, oltre ai ballabili pubblicati anterior
mente, metteva in luce 14 bellissimi pezzi per canto con accompagnamento di
pianoforte .
Jorge Henrique Klier , il più distinto suonatore di clarino della prima
metà del secolo scorso , si fa conoscere, nel 1852, come compositore di mu
sica leggera , pubblicando le seguenti composizioni per pianoforte: « Leoni
dia » quadriglia; « Regret » , valzer e la schotisch « Sylphide » .
J. J. Campos, musico di buon valore dell'epoca ( 1853), era considerato
tra i migliori compositori di ballabili ; ne lasciò un gran numero inediti e
stampati.
J. A . Horta, compositore di graziose danze; compose, nel 1853, una qua
driglia « O ' Oliveira », la quale ottenne successo.
- 343 -

L . Albitas, compone un valzer « l' Étincelle » per pianoforte, dedicato al


dottor Carlos Luiz de Saules, edito dalla casa P . Laforge.
Aureliano Quintino dos Santos pubblicava, con grande successo, la sua
applaudita quadriglia « O Acaso » .
Lucio de Laura, uno dei buoni ed apprezzati compositori del genere,
pubblicava nell'anno 1857, il suo bellissimo valzer « A Promessa esquecida » ,
suonato da tutti i pianisti della capitale.
J.L . A . Cunha non scrisse ballabili, ma lasciò diverse modinhas molto
garbate. Le più forbite a noi paiono quelle alle quali diede titolo : « Os teus
Olhos», « Já não vive a minha dor », « Dá-meum beijo » , « Que queres mais »,
« O Descrido » , « A Despedida » ,
Candido Dias da Silva fu anche buon compositore di modinhas ; tra esse
si cita , come una delle più belle, quella che porta il titolo : « Morrer, sim ;
deixar-te, não » , ma più ancora si occupò dimusica per ballo .
Antonio de Souza Proença , senza un gran nome di compositore di danze ,
ottiene un successo con la sua polka « Pelo Sexo » .
Di Almeida Cunha fu lodato il gusto e la grazia d 'una modinha « Eu
Sinto Angustia » , la romanza « O Cego » , pubblicata nel 1862, e varie mu
siche per danza.
J. Pinto Tavares scrive nel 1862 un 'applaudita quadriglia intitolata
a Paulistana » , encomiata dai pianisti dilettanti del tempo .
João Baptista Cimbres, compositore della stessa epoca, ci diè il valzer
« Mineira » , la polka « Bahiana » , e ci lasciò la graziona modinha « Sici
liana » , pubblicata nell'anno 1863.
J . S . Aragão, non inferiore ad alcun altro compositore di musica da
danza ci lasciò anche belle modinhas : si cita , come una fra le più leg
giadre, quella che porta il titolo : « () que eu vi » , edita dallo stabilimento
musicale di Rocha e Correa, Piazza della Constituição, 11.
Francelino Domingos de Moura Pessoa diede alla stampa moltissima
musica da ballo ; tra essa è da rilevare la polka brillante : « A Faceira » .
Felix de Mello , intelligente pianista e compositore, scrive la senti
mentale polka intitolata « Como as Moças Amão » e « A Paixão das
Moças » .
Anche il noto musicista Henrique Alves de Mesquita , il felice autore
delle celebri quadriglie « Soirées brésiliennes » e « Raios do Sol » , due gio
ielli nel genere per l'originalità e buon gusto , nonchè le più emergenti fra
la numerosa sua produzione di musica da ballo.
La popolarissima compositrice Francisca Gonzaga, la cui produzione
di ballabili attinse un numero considerevole, ne scrisse di bellissimi col
suo ingegno facile e pronto ; nel 1881 pubblicava il valzer « Ismenia » ,
dedicato all'artista dello stesso nome. A questo fan seguito i suoi tipici
- 344 —

tangos, una infinità di polke, musica per operette e riviste, scritte in uno
stile facile, ma con un sapore tutta grazia e leggiadria.
J . Sôares Barboza, compositore, il cui nome diviene popolare in grazia
alla sua celebre polka « Que é da chave ? », pubblicata nell' anno 1881.
Buon successo ottenne anche un suo lundú « 0 Sr. Padre Vigario » , de
dicato alle società carnevalesche.
Alexandrina Maciel de Oliveira, pianista e autrice della polka « Não
creio » .
Felix F . de Oliveira, noto pianista da ballo , compone, nel 1881, un
bellissimo valzer « Cuidadosa » . .
Ayres Borges si fa conoscere, nell'anno anzi detto, come autore di
una bellissima polka carnevalesca “ A Bisnaga » .
D . Costa, pianista e compositrice, pubblica, nello stesso anno, una
bellissima « Habaneira de Salão » e « A Pecadora » , rivelando talento e
buon gusto .
Federico Mallio, il noto pianista e insegnante brasiliano, si fa cono
scere anche come fecondo compositore di musica popolare; pubblico nel
1881, un brillante valzer: « Arinda » al quale dovevano far seguito una
immensità di altre composizioni.
A . Soares de Medeiro è conosciuto come l'autore del valzer « Minha
Estrella » .
F . Raymundo Correa compone una polka « Não me Delente » , giu
dicata bellissima.
E' da ricordare Manuel Joaquim Maria , che compone la celebre polka
« Careca não vai á Missa » , in risposta alla polka non meno celebre « Ca
penga não forma » ; entrambe ottennero un successo popolare (1867).
L . A . Dias compone la polka lundú, col titolo « O Careca tem chinó »
in risposta alla surriferita polka « Careca não vai á Missa » .
Guedes da Silva compone nello stess'anno anche una polka col titolo
analogo ai precedenti « Barrigudo não dansa » , nonché la quadriglia « Ro
cambole » , che ebbe pari successo.
João Elias da Cunha, professore di violetta e insegnante di pianoforte
in Rio Claro (1881), scrisse e lasciò moltissime produzioni nel genere di
musica per danza, tra le quali ricordiamo « Magia » e « Zizinha » pubbli
cate nel 1878, in Rio de Janeiro .
Luiz Pedroza, professore di musica, allievo del conservatorio , scrisse
e pubblicò moltissimi lavori leggeri: Polke, quadriglie e valzers.
Cruz Ferreira, pianista e compositore di musica per danza , assai
apprezzato .
Alice de Castro, pianista e autrice dell' « Habaneira Jó-Jó Carlinho » ,
che le valse un felice esito .
- 345 –

Il Dr. Souza Fontes, sotto il pseudonimo di Fausto Zosne, pubblico


diverse composizioni. Studiò musica e armonia col maestro Miguel Car
doso. Aveva un bel talento musicale. Oltre alle bellissime danze per pia
noforte, lasciò romanze per canto, scritte .con squisito gusto.
João Alves Pinto, ingegno di molta capacità per la musica, morto
giovanissimo, è l'autore della polka « Moça Faceira » , una fra le tante
sue composizioni che maggior successo ottenne nei salotti fluminen
si ( 1890).
Concludendo, si può aggiungere che sono essi gli ultimi degli espo
nenti, molti dei quali non ancora scomparsi dalla grande serie che ap
portarono il maggior contributo per gusto squisito nell'arte della musica
per danza d 'un 'epoca in cui Rio ballava senza le strane sensazioni dei
balli moderni!. . .
V° PERIODO
CAPITOLO XIX .
(1836- 1896 )

ANTONIO CARLOS GOMES


Ove si dà a Carlos Gomes il vero posto che gli tocca nella storia dell'arte nel
Brasile . — L ' arte è perfetta quando realizza la delizia in grado culminante. – L' u
nica influenza compatibile col temperamento dell'artista : quella della scuola italiana,
esponente massimo dell'anima latina . - Origine e vita di Carlos Gomes. - Curioso
documento sui suoi antecedenti artistici. – La sua molteplice capacità di esecutore,
di virtuoso ed accompagnatore. – Chi lo incoraggiò ad andare a studiare composizione
in Italia . - Fiducia nelle proprie forze, coronate da una volontà ineluttabile. – In
presenza dell'Imperatore. - La « Noite do Castello » , prima opera dell'autore del
& Guarany ». — Emerge l'invidia nel mezzo delle ovazioni alla gloria che nasce. --
< Joanna de Flandres » perisce in un incendio. — Motivi d 'amore e di riconoscenza . –
L ' estetica che fissò lo stile del maestro . — Dal romanzo di Alencar alla tessitura ar
moniosa dell'opera di Carlos Gomes. — Trionfa il « Guarany » alla Scala di Milano. —
Narrazione degli episodii di quell'avvenimento artistico. — In arte, la scienza è corpo ;
l'anima è l'ispirazione. — « Vinsi, vinsi la battaglia ! » , — Decorato dal Re d 'Italia ,
acclamato dal proprio maestro, consacrato dalla critica ed esaltato nei principali tea
tri del mondo . - « Questo giovane comincia da dove finisco io » - - esclama Verdi. —
E l'autore dell' « Aida » lo chiama « vero genio musicale » . - Concetto del maestro
brasiliano sulle finanze : per qual prezzo irrisorio egli vende la proprietà del suo
capolavoro . - Sorte avversa che non avvilisce un 'anima forte. – Dove si ricorda l'o
dissea di Berlioz . – Una lettera , che è una riviviscenza nostalgica del passato , –
Il tempo è uguale per tutti. – Vibrante particolarità d 'un capitolo della storia na
zionale: la notte del « Guarany » Carlos Gomes, coll'insegna della Rosa al petto , riceve
l'ovazione dello spirito e della coscienza della sua terra. - Doloroso retrospetto. --
« La Fosca » : un 'opera meravigliosa l'afferma Filippo Filippi. – Un Inno in onore
della patria artistica comune: « Salvator Rosa » , « Maria Tudor » , - Come il Brasile
riceve, la seconda volta , l'ambasciatore dell'intellettualità artistica nazionale , -- Un'o
pera essenzialmente teatrale: « Lo Schiavo », — « Condor » , – Nell'anticàmera di un
Ministro, il luogo della maggior gloria artistica della nostra patria ! - « Dio mi pro
teggerà , visto che gli uomini mi abbandonano » . -- « Colombo » , l'ultima produzione
di chi non vive più colla gioia di creare. - L' azione nefasta dei sedicenti caporioni
dell'alta musicalità carioca . - « Almeno al nord del Brasile c'è della gente che mi
vuol bene ». - « In fine vitae ». — Apoteosi.

Má, dicasi il vero, fra tutti questi musicisti, che man mano siamo ve
nuti enumerando, conviene dare la palma al maestro Antonio Carlos Go
mes, il cui merito è veramente grande, e il cui nome rimane nella storia
- 348 –

come il compositore melodrammatico più grande che abbia avuto il


Brasile .
Infatti, Carlos Gomes era l'unico artista compositore ai suoi tempi,
che poteva gloriarsi di avere appartenuto a quella valorosa schiera di
celebri musicisti dell'epoca fulgida del secolo XIX , le cui opere, nate sotto
l'influsso del movimento romantico , dovevano brillare di immensa luce,
ispiratrice su tutte le scene liriche del mondo.
Al par di essi, Carlos Gomes possedeva il sacro dono delle leggiadre
ispirazioni musicali, quelle, cioè, considerate figlie legittime del bello idea
le, che i moderni spiriti dell'arte dei suoni vanno tentando invano di vo
ler far sparire, per mancanza in essi di quel divino raggio , che feconda
nell'anima dei veraci genii la magnificenza della natura, la poesia con l'i
deale, il sentimento con l'ispirazione.
Quindi, egli era ben figlio di quella non degenerata idealità , la quale
si affermava nella filosofia poetica di un Montesquieu, per cui la perfe
zione dell'arte è quella di darci il maggior piacere. E Carlos Gomes, il cui
talento si svolse in mezzo ai sani elementi di cui era costituita l'arte mu
sicale, professò rigorosamente fino alla morte quella nobile teoria ; teoria
che fece, e farà , in tutti i tempi, dell'artę, scopo di diletto e non già sol
tanto sfoggio di scienza. Di questa teoria, Carlos Gomes, porgeva la più
salda prova , non subordinandosi mai alla elasticità delle fuggitive idee
della moda .
E , dicasi il vero, se il suo nome non giunse alla rinomanza di un Mo
zart, di un Gluck, di un Rossini, o di un Verdi, non perciò si può negare
che non fosse considerato come uno dei più rispettati e gloriosi del suo
tempo.
Il cielo ispiratore d 'Italia era stato benefico sull'anima del giovane
maestro .
Da ciò doveva nascere, evidentemente, la conseguenza che l'arte sua
rivelasse l'influenza della scuola italiana : influenza, diremo, naturale , lo
gica , trattandosi appunto di una scuola di passione, di sentimento , d'ispi
razione, inquadrata nella tecnica , della quale conosceva tutti i segreti, ma
le risorse della tecnica erano per lui un mezzo e non un fine.
In altre parole, Carlos Gomes aveva bevuto alla limpida fonte i sani e
fondamentali prinicipii dell'arte melodica, fonte , del resto , alla quale si
dissetarono i più eminenti genii musicali, che si chiamarono Mozart, Gluck,
Haendel, Meyerbeer, Reysiger e tanti altri che, anelanti alla classica terra
italiana, varcavano premurosi le Alpi, per arricchire le loro menti alla
culla adorabile della poesia e della musica. Per meglio dire, essi calavano
felici verso la terra delle produzioni geniali, la cui luce, tutta possente di
- 349 -
irradiazione melodica, non cessò mai di espandersi nel mondo, creando vere
generazioni musicali,
E in questo ambiente , il benedetto bel suolo, in cui nacque il primo
genio che fondava il nuovo metodo della scala diatonica, e l'altro che modi
ficava il canto fermo Gregoriano, il nostro glorioso Carlos Gomes compiva
i suoi studii. Era in quella terra, culla d 'ogni bellezza musicale e di nume
rose alte scuole di composizione, formate da Scarlatti, Pergolese, Cimarosa,
Paisiello , l'orgoglio e gloria della scuola napoletana, che rivaleggiava con
quella di Venezia , resa somma dai Lotti, dai Marcello , dai Caldara e dai
Martini, ove il cigno di Campinas doveva assimilare tutte le risorse del
l'arte di comporre.
E , difatti a questa idealità, a questa fede artistica - fede che non
corruppe mai nessun angelo dell'Olimpo , - rimaneva fedele il sentimento
musicale di Carlos Gomes. E , quantunque la dottrina wagneriana della se
conda maniera, cominciasse a serpeggiare nello spirito di un pubblico spe
ciale e assai ristretto al suo tempo, conducendo i fiorenti compositori al
una idealità contraria alla fede, al sentimento di razza e di nazionalità , es
sa non avvolge affatto l'animo di Carlos Gomes, portandolo coi suoi nuovi
allettamenti estetici fra le nebbie nordiche. Egli rimaneva nel mondo dai
tramonti rosei di cielo sereno, là ove l'arte mette - secondo Pastonchi - i
ritmi nelle voci, e non addosso l'orchestra'; in quell'arte, infine, non con
traria all'elemento che tiene per concetto il bello - essenza principale ed
unica - che fu sempre guida agli ingegni latini, creatori di tante forme poe
tiche .
E fu in grazia al sentimento spontaneo e personale, e all'elemento che
lo circonda, poetico ispiratore d 'ogni bellezza melodica , se egli può guardare
serenamente quella sorgente filosofia di una nuova arte musicale, senza
essere involto nella rete dei nuovi simboli poetici musicali d 'alcuni misti
ci popoli.
In altre parole , Carlos Gomes rimane latino.
Quindi, dolce ci è esprimere l'ammirazione per il grande compositore
nazionale, che cerca di emergere nell'arte del suo sogno, camminando in
sieme ai successi, ai dolori, alle lotte , alla gloria , infine, la cui vita artisti
ca si rende perciò degna di esser conosciuta .
Fu in Campinas, silenziosa città, che sorge tra i vasti e ondeggianti
campi dello Stato di S . Paulo , che Antonio Carlos Gomes ebbe i natali, nel
1836 (1). Figlio di artista e di spiriti musicali (padre, fratello e sorelle fu
(1) E non già, secondo affermano taluni biografi, nel 1839. Del resto è egli stesso
che ce lo dice in una sua lettera , scritta nel 1885 al suo amico Cardozo de Camargo :
« O Tonico de 1836, já está meio velhote , mas o coração do caipira, é sempre moço
para amar Campinas e o povo da sua terra natal » .
- 350 –

rono tutti artisti), dimostrò da giovanetto il suo peregrino talento per la


musica .
Suo padre, Manuel José Gomes, ebbe buona riputazione d'insegnante ai
suoi tempi, quando si recò a Campinas. Severo e austero, il vegliardo, che
educa una generazione di eccellenti musici, la cui influenza nell'arte del
ristretto ambiente fu profonda sino alla prima decade della seconda metà
del secolo passato , si accorge ben presto , che una febbre d'entusiasmo per la
musica si rivela nel suo figlio Antonio - o Tonico - come soleva chiamarlo
per vezzo . Il padre comincia a insegnargli i rudimenti musicali e poscia il
clarino, indi il violino e il pianoforte, che studia con passione, dando lode
vole prova della sua applicazione ed ottimo saggio del suo talento . A vent'an
ni, oltre al maneggio di detti strumenti, impara il corno, e scrive rimarche
voli pezzi religiosi, fantasie , romanze, da destare l'ammirazione del padre e
del pubblico, che li ascolta nei suoi concerti. Tra essi, uno divenne famoso :
la fantasia « Alta Noite » , per clarinetto , eseguita dal signor Henrique Luiz
Levy (2 ), nel 1859, data del primo concerto di Carlos Gomes, in Campinas,
assieme al fratello Sant'Anna ; ne trascriviamo il programma integralmen
te, giacché riflette il gusto e la estetica del tempo :
Aurora Campineira , 17 de abril 1859.
Concerto instrumental -- Sabbado de Alleluja
Grande concerto de Rabeca e Clarineta com accompanhamento
de piano por José Pedro Sant'Anna Gomes, Antonio Carlos Gomes,
e o Sr. Sr. Henrique Luiz Levy por obsequio .
: Primeira parte .
1. Introdução por A . Laurelli, executada na clarineta, por Hen
rique Luiz Levy.
2. Fantasia sobre as arias negras (por Luiz Elena), executada
na rabeca, J. P . S . Gomes.
3. Fantasia sobre a « Alta noite » (3) (por Antonio C . Gomes;
executada na clarineta pelo Sr. Henrique Luiz .
Intervallo de 17 minutos.
4 . Variações sobre motivos da « Norma » (por D . Alard) exe
cutada na rabeca por J. P . S. Gomes.
5 . Fantasia sobre motivo da opera « Ernani » (Domenico Mir
co ) executada na clarineta pelo Sr. Henrique Luiz .

( 2) Henrique Luiz Levy fu notevole suonatore dilettante di clarinetto , e padre


al compianto compositore pianista Alessandro Levy di cui ci occupammo già in altre
pagine anteriori.
( 3) Questo pezzo scritto su motivo di una « modinha » brasiliana dello stesso
nome, veniva eseguito dal noto clarinettista A . Luiz de Moura, in un concerto in bene
ficio di un'artista lirica italiana, al teatro lirico il 16 agosto 1860.
- - 351 –

6 . Souvenir de Haydn (por Léonard) executada sä tabeca pot


J . P . S . Gomes.
Dal Giornale « A Aurora Campineira » . ( L 'annuncio , inserito in quarta
pagina, aveva 3 cm . di lunghezza per 20 di larghezza ).
Quando leggiamo somiglianti programmi, si pensa di solito ai con
certi in voga á quei tempi, nei cui pezzi musicali modellavasi lo spirito
dell'uditore nel gusto e nella religione dell'arte. Le fantasie per violino di
D . Alard, di Léonard , di Ernest, di Bériot e di Marzorati, insieme a quelle
per pianoforte di Thalberg, di Fumagalli, di Ascher e di Leibach , facevano
infatti, più delle sonate di Mozart, di Haydn e di Beethoven , la délizia del
l'ascoltatore provinciale dell'epoca.
Nel sopracitato programma, vediamo altresì, che il nome di Antonio
Carlos Gomes, a cui si rende omaggio soltanto come compositore, apparisce
come accompagnatore e non già come virtuoso . Infatti, Carlos Gomes non
giunse mai alla completa padronanza della tecnica del pianoforte ; ma come
accompagnatore era annoverato tra i più distinti per la sua viva intuizione
musicale . Lo stesso succedeva cogli altri strumenti : violino, clarino, corno
e trombone, studiati per partecipare modestamente alle esecuzioni orche
strali, sacre e popolari, dirette dal padre ; e non di rado, gli toccava a battere
la grancassa contro voglia , finchè giunse il di che doveva sfondarne la pelle
dalla rabbia .
Oh ! quante volte, tra le carezze della gloria, ricordava questo grazioso
episodio !
Nel 1858, egli si dà all'insegnamento del pianoforte, canto e musica ,
fondando una scuola notturna in società col professore Ernest Maneille ;
ma questa fu chiusa , come si rileva dai seguenti annunci :
« Os professores Antonio Carlos Gomes e Ernest Maneille , parti
« cipão aos dilettantis que abrirão a sua aula de piano, cantó e musica. Os
« cursos começarão segunda feira 22 do passado e continuarão nas quartas
« e sextas feiras, sendo tres por semana , ás 7 horas. Para intender-se com
a os ditos professores dirijão-se á casa do Ill.mo Sr. Antonio Cesarino onde
« se darão as lições » .

Lições de canto . . . 5 /000


Cantó e musica . . . 6 /000 "
Piano ' e cànto . . . . 10 /000 *
« Pagos adiantados »

Il 9 gennaio dello stesso anno, veniva inserita nello stesso giornale la


seguente dichiarazione:
« O abaixo assignado declara que tem dissolvido a sociedade que tinha
- 352 -

« com o Ill.mo Sr. Ernest Maneille em sua aula de musica, e que continúa
« a lecionar na mesma casa e sob as mesmas condições.
Antonio Carlos Gomes » . (4 )
E ' da notarsi, però, che il giovane Carlos Gomes, per quanto lavoratore
ei fosse, con le sue lezioni date a prezzi tanto irrisorii, non poteva aspirare
ad un lieto avvenire materiale, onde sdebitarsi dei benefici ricevuti dal pa
dre, essendo la sua gratitudine figliale sempre viva verso il genitore, ricor
dando la gentilezza dell'animo e dell' arte ispirategli nell'infanzia.
Cosi pensando, l'animo del giovane Carlos Gomes doveva rimanere pro
fondamente contristato davanti le parche risorse della sua vita .
Per riposarsi di queste sue tristezze , intraprende insieme al fratello
Pietro Sant'Anna Gomes, che fu bravo e distinto violinista , un giro artistico
attraverso le principali città della provincia, ove, dappertutto , raccolgono
entrambi deliranti applausi. Però in tutti i concerti, quel che più si nota , è
il talento spontaneo musicale di Carlos Gomes, le cui composizioni giova
nili destano ammirazione. E se in Itú è applaudito con entusiasmo, in S .
Paulo è fatto segno ad ovazioni deliranti da parte degli studenti, pei quali
compone l' « Inno Accademico » . In detta città gli fu dato conoscere un uomo
che venera l'arte , il dottor Langhard de Menezes, il quale, stupito del genio
musicale di Carlos Gomes, non solo lo sprona a fissare il pensiero verso
un'arte che rimane incanto e poesia , ma, coll'autorità della sua affettuosa
amicizia , lo indusse a recarsi in Italia , per imparare la tecnica che ha per
base l'armonia , il contrappunto , la fuga, la composizione, infine.
Quei nobili consigli non caddero nell'oblio ; essi avevano prodotto il
loro effetto sull'animo del giovane artista.
Ad intensificare l'impressione profonda che gli avevano cagionato le
parole dello spettabile uomo, valsero anche i consigli del distintissimo vio
linista francese Paul Julien, caldissimo ammiratore del promettente inge
gno musicale di Antonio Carlos Gomes, e che visse circa due anni in Cam
pinas.
Da quel momento in poi, l'animo suo si agita e, da uomo intelligente
e perspicace che egli era , sa che la sola spontaneità musicale, vestita di
ingenua armonia , non basta per poter penetrare nei misteri della grande
arte ; gli occorre quella che, nel detto di Giuliozzi, costituisce l'oggetto di
un'arte eminentemente tecnica, che abbellisce la fiamma del genio , senza
la quale non potrà mai emergere nell'animo dell'ascoltatore e sollevarlo
sulle ali sublimi in un volo al mondo ideale dei grandi concetti.
(4 ) Dal giornale « Aurora Campineira » domenica 9 gennaio 1859, secondo anno,
unico esemplare esistente negli atti di un processo, e di cui è possessore il chiarissimo
scrittore Alberto Faria , di Campinas,
- 353 -

E cosi un bel mattino, uscendo dalla casa in Via del Commercio (5 ), va


gando per le strade quasi solitarie della città che l'aveva veduto nascere, can
ticciando a mezza voce, gesticolando i tempi, si decide ad abbandonare Cam
pinas e, senza l'autorizzazione di suo padre, parte per Rio de Janeiro. Ivi
giunto, scrive all'amato genitore la seguente espressiva lettera, che è, in fon
do, una rivelazione completa dei suoi nobili e arditi pensieri:
Rio , 22 de junho 1860.
Meu pae,
Nem sempre se deve julgar as cousas pelas apparencias. Não só em
Campinas, Itú , S. Paulo , como em outros lugares da nossa provincia , deixa
de ser conhecido o meu caracter . Por conseguinte , cheio de esperanças de
que justiça será feita mais tarde dei o passo que dei. Uma idéa fixa me
accompanha como meu destino . Tenho eu culpa, por ventura, por tal coisa
se foi Vossemecê que me deu o gosto pela arte a que me dediquei e se seus
esforços e sacrificios fiseram -me ganhar ambição de glorias futuras?
Não me culpe pelo passo dado hoje. Juca foi testemunha do que se pas
sou em S. Paulo : da estima e das ovações que recebemos dos estudantes.
A educação que vossemecê me deu e o meu procedimento até hoje me dão
o direito de esperar de meu pae uma certa confiança e um animador " e
spera „ .
A minha intenção é fallar ao Imperador para obter delle protecção afim
de entrar no Conservatorio desta cidade.
Não perderei tempo ; tudo isto que lhe estou dizendo lhe desgostará
pelo motivo de eu ter sahido de lá sem sua licenaç, mas tenho 'confiança na
minha vontade e no pouco de intelligencia que Deus me deu .
Nada mais lhe posso dizer n'esta occasião mas affirmo a Vossemecê que
as minhas intenções são puras e espero dessasocegado a sua bençã e o seu
perdão.
Seu filho,
Antonio
(5) Secondo sicure informazioni, noi lo troviamo, in quell'epoca, come domici
liato nella accennata strada e non già in quella do Regente Feijó , 50, ove nacque,
secondo lo affermano i termini incisi nella lapide che fregia la moderna casa che si
innalza sul luogo della vecchia dimora della famiglia Gomes:
NA CASA AQUI
OUTR ’ORA EXISTENTE
EM XI - VII: MCCMXXXVI
NASCEU ANTONIO CARLOS GOMES
HOMENAGEM DO CENTRO DE SCIENCIAS, LETRAS E ARTES
VI - VII - MCMV
Nota : La vecchia casa fu sostituita con un edificio moderno.
- 354 -

Questa lettera ci rivela altresì che egli fu profeta' di sè stesso.


Appena giunto a Rio de Janeiro , potè entrare come allievo nel Conser
yatorio di Musica, senza gran perdita di tempo, ove studia sotto la scorta
del valente maestro italiano Gioacchino Giannini; i suoi progressi furono
rapidissimi. Infatti, malgrado la strettezza dell'ambiente, il suo ingegno si
sviluppa e prodụcemolte composizioni sacre e profane. Da notarsi due can
tate: la prima, eseguita alla presenza dell'Imperatore al concerto dell'Acca
demia di Belle Arti, che gli valse la medaglia d'oro ; la seconda, in stile re
ligioso , scritta per la chiesa di Santa Croce dei Militari, la quale gli procurò
il seggio di direttore d 'orchestra e ripetitore del teatro lirico nazionale (6 ).
Il futuro e felice autore del « Guarany » aveva allora 24 anni, epoca in
cui gli è dato udire per la prima volta il superbo spartito del cigno di Bus
seto , il « Rigoletto » . All'audizione del mirabile lavoro, il suo cuore si agita
di un sentimento misterioso, e l'immaginazione vola verso l'ideale, sentito
nella sua passione; un desio insomma di voler penetrare nell'arte più com
plessa, le combinazioni più ardite , la forma, infine, più emergente per farsi
un nome e brillare un giorno nel mondo dell'arte.
Nella tranquilla e modesta sua stanzetta non lungi dal Conservatorio,
il quale, in allora, occupava il piano terreno dell'antico Museo Nazionale,
oggi Archivio Pubblico , egli ritrae dallo studio costante la speranza e il
coraggio di non disperare.
Trascorsi due anni di assiduo studio , egli faceva difatti rappresentare
al Teatro Nazionale la sua prima opera « Noite do Castello » (7 ), accolta
lodevolmente dalla platea fluminense.
Nel 1863, malgrado l'invidia che comincia a serpeggiare tra le turpi e
meschine camarille degl'incapaci di elevarsi, il che non scoraggiò, affatto
il giovane. Carlos Gomes, egli fa rappresentare una seconda opera, che ha
per titolo « Joanna de Flandres »).
Questo suo secondo lavoro , che piacque più ancora del primo, poichè
ottenne un entusiastico successo , consegnato all'impresario Mariangeli, per
essere dato poscia al teatro Santa Isabel, (1864) fu ridotto in cenere nella
notte dell'incendio, dello stesso teatro, senza che ne rimanesse traccia .
Con queste, dųę opere, preludio del suo avvenire, comincia a delinearsi
la persanalità del giovane maestro. Certamente, egli, ignaro dei grandi ef
(6) Detta composizione, era una « Oratoria », denominata « A ultima hora do
Calvario », cantata in occasione della festa della Pietà , nella riferita chiesa ; era di un
effetto nuovo e sorprendente, ispirata alle belle strofe del dottor Antonio José de
Araujo La partithefu vicelebre ma
Araujo (27 agosto 1860).
(7) . La partitura autografa di quest'opera trovasi oggidi in possesso del signor
Ugo Tommasi, che fu vice- console italiano in Campinas, nel 1917, regalatagli dal
marito d'una nipote del celebre maestro.
- 355 -

fetti polifonici, non aveva, e non poteva avere ancora raggiunto quel grado
dove la fantasia può, a suo arbitrio, volteggiare senza preoccuparsi di quel
le imprescindibili regole basiche della grand'arte, che soltanto i grandi
centri musicali possono fornire. Era appunto ciò cui anelava l'animo ar
dente del giovane e non ancora perfetto maestro, malgrado gl'inebbrianti
applausi sentiti nella propria terra. Senza di ciò , la sua arte rimaneva, no
nostante l'ispirazione, imperfetta per la mancanza dei grandi effetti orche
strali e lo sviluppo della forma. Ma come fare per giungervi ? Come ottenere
i mezzi per far fronte alle spese di viaggio è di sostegno sul luogo desiato ?
Un cuore magnanimo, un mecenate nobile, a cui va debitrice l'arte di tanti
benefici, e che regnava col nome di D . Pedro II, scorgendo in lui un talento
di valore, spontaneamente si då a proteggerlo con grande munificenza,
facoltandogli tutti i mezzi necessari : protezione questa , che Carlos Gomes
non dimenticò mai in vita sua .
Mercè tale offerta , egli, col cuore gonfio di contentezza, partiva l'8 di
cembre 1863 per l' Italia, ove inizia i suoi studii di contrappunto, fuga e
composizione, sotto la direzione del maestro Lauro Rossi, l'autore dell'o
pera « Contessa di Mons» , e direttore del Conservatorio di Milano, diplo
mandosi con i più grandi eloginel 1866 (8 ).
Chiusi ormai i suoi libri téorici, si dà allo studio delle forme, delle par
titure, cioè, che camminano col movimento progressivo e sintetico della
verità espressiva dell'arte.
Era su quella estetica che Carlos Gomes doveva fissare il suo stile per
non rinnegare la verità, verità , tutta melodica , nel sentimento della vita
ideale latina .
Sul tramonto dell'anno 1867, egli pensa ad un libretto che riunisce tut
te le condizioni volute per abbordare un poema di grande opera , e musi
carlo con le ardenti sue ispirazioni.
11 genio di Alencar va all'incontro del suo desio . In un pomeriggio , tro
vandosi seduto ad un tavolo del caffè Biffi, sente la voce di un venditore
girovago di libri, che bandisce ad alta voce la sua merce: « Il Guarany! ro
manzo brasiliano ! storia di selvaggi! » .
Carlos Gomes lo chiama in fretta e compra il libro che immortalo lo
scrittore suo compatriota ; l'anima candida di Cecilia e l'ardore del fedele
e indomito Pery, tradotto poscia con abbondanti ispirazioni melodiche,
dovevano immortalare anche il suo nome. Oltreció , l'interesse palpitante
del dramma che si svolge nell'opulenta foresta della sua amata patria è dü

(8) La Fuga a quattro parti, cioè la copia di essa , giacché l'originale rimaneva
nell'archivio del Conservatorio , scritta a porte chiuse nell'esame finale, trovasi, reli
giosamente custodita nell'archivio del Centro di Lettere, Scienze ed Arti, di Campinas.
356 -

plice incentivo per porsi al lavoro, e scrivere pagine imperiture, appena il


poeta d 'Ormeville gli consegnò il libretto .
Finalmente , nell'anno 1869, il « Guarany » era ultimato ed affissato nel
cartellone del teatro della Scala , come opera d 'obbligo della stagione 1869-70 .
Ma non è possibile entrare nel merito dell'opera senza che si affacci
allo spirito della storia il successo quasi senza precedenti di quella prima
audizione. Ricordiamolo quindi come uno degli eventi in cui il genio , genui
namente brasiliano, trionfa, e dà alla patria immensa gloria .
E ' risaputo che la maestosa sala di quel massimo teatro, presentava
quella sera un aspetto solenne, dignitoso, per l'intellettualità artistica che
vi era intervenuta a giudicare il primo lavoro di un giovane compositore,
che dopo i modesti lavori popolari : « Se sa minga » e « Nella Luna » , esor
diva nella grande arte, affrontando le conseguenze del confronto dei più
celebri ingegnimusicali. Si pensi ancora una volta che le più famose opere
melodrammatiche si erano sparse per il mondo, agitando le ultime aspi
razioni attraverso le nuove forme trionfanti nel sentimento dell'idealità
latina e tedesca. Si, anche tedesca, perchè il geniale Wagner, colla sua opera
della prima maniera (per molti la più bella ) la cui prevalenza nei processi
armonici, scintillanti di ardite complicazioni moderne, nonché di elevati
concetti melodici, cominciava a predominare su lo spirito e il gusto dei sor
genti compositori, e di un pubblico difficile .
Aggiungasi ancora, per meglio chiarire l'ambiente, che quel pubblico
colto , pochi anni avanti aveva applaudito un nuovo tipo d 'arte, creato dal
Gounod, la cui consacrazione del « Faust » gli valse la rinomanza univer
sale e la rivincita della negata giustizia al suo talento , sentita nella propria
patria !...
Quindi, dati questi precedenti, l'esito trionfale del « Guarany » , nella
augusta sala del Teatro alla Scala di Milano, acquista un duplice valore
davanti alla storia dei deliranti successi artistici.
Ma questo successo era già preveduto prima che andasse in scena l'opera ?
Si vuole che si, data la sintesi dei principali pezzi, i quali rendono entu
siasti gli artisti interpreti durante le prove.
Ce lo racconta , del resto , il pregiato poeta Luiz Guimarães Junior, se
gretario di legazione, e quindi ministro del Brasile a Lisbona, ove mori.
L 'illustre uomo, caro amico di Carlos Gomes, narrando il memorabile av
venimento artistico del 19 marzo 1870 , di cui fu spettatore esultante, cosi
si esprime: « Per tutti gli angoli della città sorgono cartelloni della gran
dezza di un uomo, della grandezza di una casa . La curiosità pubblica cresce
357 -

va come il riflusso del mare . Si aggruppavano due, tre , dieci, venti persone
di fronte ai cartelloni.
– Il Guarány ! — leggono gli uni.
- Il Guarany ! – leggono gli altri.
Vi era della gente che leggeva fra sè appena, ciò che importava un va
stissimo servigio alla etimologia della parola .
Lo spettacolo era annunziato per le ore 8 pomeridiane.
Alle ore 6 si stentava a rompere la moltitudine.
La gelosia, l'amicizia , l'ammirazione e la emulazione correvano al suce
cesso o alla sconfitta del maestro brasiliano.
E ' una platea a cui concorrono circa duecento maestri compositori, al
minimo.
. Alle ore 7 pranzava Carlos Gomes in quest'ora all'Hôtel, in compagnia
del direttore d 'orchestra della Scala, il maestro Terziani, del maestro Fac
cio, dell'impresario Bonola , del suo diletto poeta d 'Ormeville e di tre bra
siliani che si trovavano in Milano, i Signori José Pedro de Sant'Anna Go
mes (suo fratello ), Lessa Paranhos e Antonio Carlos do Carmo. I brindisi
si scambiarono al risuonar dei bicchieri e allo spumeggiare dello cham
pagne.
- Altuo trionfo, Carlos Gomes !
Maestro ! alla vostra prossima vittoria !
- Viva Carlos Gomes !
- La posterità è tua fra poco !
Belle e profetiche parole furono quelle! .
Il nostro maestro — prosegue l'illustre scrittore -- nelle prove tanto
serio e silenzioso, entrò quella volta in teatro scherzoso e saltellante. Gli
impiegati di scena, i coristi, i cantanti, le ballerine, ecc., vedendolo cosi,
esclamarono circondandolo : " .
- Bravo ! Fiducia in sè in primo luogo !
- Il successo è sicuro, maestro !
- E ' certo il successo del « Guarany » !...
E Carlos Gomes distribuiva strette di mano, rideva, scherzava, ringra
ziava, palpitava di piacere e di speranza come uno sposo felice . . .
Mancavano dieci miunti perchè l'orchestra desse inizio all'« Ou
verture » (9 )
Nel teatro alla Scala si comunicava per telegrafo . I segnali elettrici
chiamavano gli artisti ai posti competenti nel palco scenico. .
Quando Carlos Gomes vide le quattrocento comparse dell'opera, che
(9) 11 « preludio » , cioè, giacchè l' « Ouvertura », ossia la « sinfonia », fu scritta
l'anno seguente, al ritorno del suo viaggio in Brasile, 1871.
spariscono dagli occhi una per uną, a somiglianza delle immagini multi
colori di un romanzo di Cooper , e, dando uno sguardo all'interno, senti
l'isolamento in cui l'avevano lasciato, trema come un condannato .
Volle chiamare, volle domandare a qualcuno vicino a sè.... Nulla !
L 'orchestra marcava le prime battute del preludio , il sipario saliva
lentamente.
Ormai la battaglia era iniziata.
Momento terribile e di apprensioni per i maestri che s'occypano colla
sola sintesi dell'arte di scrivere. Ma la caratteristica dominante dell'artista ,
che in quel momento affrontava tremila uditori, era quella di vincere la
battaglia colla fiamma feconda della sua ispirazione. Egli era sicuro del
trionfo , come il sole è sicuro di fecondare la terra ; era infine sicuro dell' e
sito , poichè aveva la coscienza di non avere scritto a macchina la sua opera ,
ma bensi colla vitalità esuberante della sua palpitante passione. E cosi fu ;
giacchè, quando alla fine del quarto atto, la tela calava lentamente sotto gli
ultimi accordi che ricordano il tema della marcia selvaggia, il pubblico in
delirio, esultante, lo acclama chiamandolo più volte all'onore del proscenio ,
sotto una tempesta di ferventi applausi, i quali fare volte risuonarono cosi
fragorosi nella austera sala di quel massimo teatro.
Carlos Gomes -- continua il Guimarães Junior -- al terminare l'ultima
eco dell'ultimo applauso , esce dal teatro come una palla di fucile, sale in
una carrozza e di li a poco rincasa . Cappello buttato sul pianoforte, cravatta
in aria, paletò nel fondo della stanza ; senza pensare, senza prendere fiato ,
senza spogliarsi perfino, si tuffa nelle lenzuola e si copre il viso ermetica
mente come una sposa cinese!
- Vinsi, vinsi, vinsi la battaglia ! - zufolava egli sotto la trincea.
A quell'ora lo cercavano per tutti gli angoli dei caffè di Milano i signori
José Pedro de Sant'Anna Gomes, Lessa Paranhos e Antonio Carlos do Carmo.
— Ma dov'è questo matto ?
Andarono a trovarlo in casa, avvolto fra le coltri, silenzioso e cheto (co
me il sole che si nasconde dietro l'orizzonte dopo di avere illuminato il
mondo). Çiò che si disse durante questa notte, e ciò che si conversd, le spe
ranze e le chimerę chę si scambiarono sino allo spuntare del giorno, é su
perfluo, dire !
All'indomani, oltre alle felicitazioni d'insigni personaggi nell'arte, nella
nobiltà , nella regalità ; il Ķe d'Italia , lo nominava di motu proprio Cavaliere
della Corona d ' Italia, Carlos Gomes riceveva dal suo pregiato maestro Lauro
Rossi, la seguente lettera :
- 359 -

Mio caro discepolo , già maestro,


Dirti l'orgoglio che mi sento è impossibile ed inutile . Posso assicurarti
appena una cosa : fino ad oggi non mi consta che maestro alcuno nelle cir
costanze tue vincesse vittoria simile a quella del « Guarany »
Mi empio di gloria e ti stringo nelle mie braccia , felice di considerarti
mio collega . . . .
Lauro Rossi.
A completare gli espressivi omaggi per il colossale trionfo del « Guara
ny » , valga anche il detto dell'autore del « Rigoletto », il quale, dopo di
aver udito quella stupenda pagina dell'atto terzo : « Oh ! Dio degli Aymoré » ,
esclama: « Questo giovane, comincia da dove finisco io ! » .
Un altro giudizio più onorevole dell'immortale autore dell'« Aida » , sul
merito del « Guarany » , lo riscontriamo in una sua lettera , diretta all'av
vocato G . Paretti, direttore della « Gazzetta Ferrarese » , pubblicata dal
« Messaggero di Roma » ( 1872).
Ferrara , 15 Maggio 1872.
« Ella mi ha domandato una intervista , e poichè ne indovino subito il
« motivo, sono qui a contentarla con pochi tratti di penna.
« Ho assistito con grande viva soddisfazione all'opera, del collega mae
« stro Gomes, e posso affermarle che la medesima è di squisita fattura , e
« rivelatrice di un'anima ardente, di un vero genio musicale.
« Anche l'esecuzione mi è piaciuta . Il valoroso tenore Bulterini, in spe
a cie, cantò divinamente bene tutta la sua parte .
« L ' accoglienza entusiastica, del resto , fatta dall' intelligente pubblico
a ferrarese , cosi al lavoro ed al suo Autore come agli esecutori, vale assai
« più del modesto mio giudizio.
« In fretta mi segno devotissimo suo
G . VERDI » .
Infine, nei di seguenti, nei giornali, nei caffè, nelle locande, nelle trat
torie , nelle fabbriche, nei salotti, si discute con esultanza il merito dell'o
pera del maestro brasiliano, e il suo nome è frammischiato a quelli dei
grandi ingegni nell'arte musicale contemporanea.
Si citano con esaltazione i principali pezzi dell'opera, lodandosi per il
primo la bella e religiosa preghiera :
Salve, o possente Vergine,
Madre dell'Uomo Santo ,
Tu ne proteggi provvida
Se il dt verrà di pianto :
E forte al par che pia ,
Ne assisti, Ave Maria !
- 360 -

Frase serena, cantata sottovoce dal basso ( D . Antonio ), contrappuntata


dal contrabasso, udendosi un ingenuo « mi » che interviene in forma di
pedale, frase , che, col « più mosso » , prende un nuovo svolgimento alla to
nalità maggiore, in cui, al canto del soprano e baritono, s'accoppia alterna
tivamente la massa corale , formando un concertato bellissimo. Maggior en
tusiasmo era applicato al famoso duetto :

Sento una forza indomita


che ognor mi tragge a te . . .

per soprano e tenore (Cecilia e Pery), duetto saturo di fragranza melodica,


frasi deliziose, ispirazione balsamica, uno dei più belli che formano il te
soro dell'arte melodrammatica, per dare vita e ardore ad un timido figlio
delle selve, prostrato ai piedi d 'una candida creatura per esprimerle con la
tenerezza di un accento affettuoso e soave, essere pronto ognora a versare
tutto il suo sangue per lei.
Carlos Gomes, scrivendo questo leggiadro- duetto, doveva avere l'anima
tutta rivolta al mondo della poesia musicale.
La mente dei più intelligenti volava rapida come la folgore, verso la
ormai celebre ballata :

C 'era una volta un principe


Mesto , pensoso e bello ,
Che era d 'ognuno il palpito
La gloria del castello . . . .
Ma non voleva amar !

e il pubblico coronò con una ovazione clamorosa, quelle ultime battute,


che sfumano in un « perdendosi » dolcissimo. Ballata , del resto , fatta di
sensazione poetica, che ha in sè tutta la bellezza dell' epoca romantica dei
bardi, passata appena al crogiuolo della sentimentalità dell'artista , il quale
si allontana dalla forma romantica del passato , per creare un tipo tutto
nuovo, che diviene pagina espressiva e poetica, atta ad arricchire, come
poche, la favella musicale.
E ' la canzone musicale, infine, che, per spontaneità melodica e la bella
forma pittorica, diverge, con sommo vantaggio, da quelle dei compositori
antichi, limitate ad un lirismo languido , senza ricerche d 'invenzioni ritmi
che, basate appena nella fede popolare. Oltre ciò , la leggiadra ispirazione di
Carlos Gomes, raggiunge in sè un duplice effetto : quello di darci la soave
visione dell'ambiente di un remoto passato coloniale, riproducendo colla
intensità pittorica della espressione sua il fenomeno simbolico di una epo
- 361 -
pea, in cui le energie latine innalzano al cielo della sfolgorante natura tro
picale le prime melopee, rimembranze consolanti e nostalgiche della patria
natia .
Con pari fervore commentavasi quella bella e superba frase che illu
mina l' « Invocazione » dell'atto terzo :
Dal trono tuo discendi,
Nume del ciel possente ,
Che pari al sol risplendi
Sulla fedel tua gente. . .

nella quale il Morel, artista di elezione e creatore della stessa, fece fremere
l' anima di quell'eletto pubblico che assisteva alla prima rappresentazione
del « Guarany ».
Non v'è dubbio che la espressione di questa frase, affidata al suo talento
che, nella parte del Cacicco , intona levando le mani al cielo , e che gira at
torno la massa corale, è solenne, maestosa ; un concetto felice, che esprime
senza fioriture un sentimento invocato a dipingere l'animo di chi, come il
Cacicco degli Aymoré, inalza al nume del cielo possente la fede della sua
tribù .
Convien notare, però, che questa stupenda pagina non figurava nello
spartito ultimato. Il Morel ebbe a lagnarsi col maestro ; desiderava che vi
fosse un « Arioso » , un pezzo infine, onde mettere meglio in evidenza le sue
qualità vocali.
Carlos Gomes si senti veramente imbarazzato.
Del resto , ciò succede sovente nel mondo della vita lirica teatrale ; e
l'oggetto principale è appunto quello di contentare gli artisti creatori di
opere nuove. Ed è noto altresì come in tali circostanze le pretese dei Signori
cantanti sono, quasi sempre, assurde e illogiche. Evidentemente, un vivo
senso di contrarietà deve produrre tal cosa nello spirito del compositore.
Per addurre alcuni esempii delle sciocche esigenze, si vuole che il tenore
canti assieme alla prima donna un duetto d'amore, e che non manchi nel
l'accordo di dominante un bel « si » , o uno strepitoso « do » acuto per avere
l'applauso ; il baritono a sua volta esige un pezzo eroico, fantastico, con una
cadenza banale, che non ha nessuna grazia, nè il più leggero rapporto lo
gico col sentimento della frase sentita dall'autore ; il basso , deficiente nella
bravura, vuole il suo pezzo dalla frase larga, espressiva, sentimentale, an
che quando l'argomento tiene del serio, o del drammatico , poco importandosi
se risulta da ciò un disastroso effetto per il dramma, per la forma, per lo
sviluppo , per l'equilibrio infine dell'opera ! Quindi è facile immaginare l'in
quietudine, l'imbarazzo del maestro compositore, spesso costretto a sacrifi
- 362 -

care concetti musicali adeguati all'azione del dramma, per soddisfare le


assurde esigenze di taluni artisti, i quali credono che la bellezza dell'arte,
del bel canto, risiede nella sola potenzialità della loro voce.
Per fortuna Carlos Gomes aveva da fare con un artista di talento non
comune; egli era serio per la sua educazione morale ed artistica , e le sue
esigenze si alleavano simpaticamente colla situazione drammatica dell'atto.
E nobile intento fu quello , giacchè valse a spronare la calda immaginazione
di Carlos Gomes a scrivere, quando già inoltrate erano le prove dell'opera,
quella stupenda pagina dell' « Invocazione » , considerata come una tra le
più belle dello spartito.
L 'impressione fortissima che suscita la frase del « largo » , frase che la
massa corale rende più imponente , quando risponde alla mistica preghiera ,
che il Morel, con la sua flessibile e virile voce, mette in rilievo colla squisita
arte sua, valse all’autore la conquista del suffragio di tutto il pubblico , che
lo acclama delirantemente come negli atti antecedenti.
Ma i commenti sul merito dell'opera non hanno ancora tregua nello
spirito degl'intelligenti, che lodano in Carlos Gomes la maniera di condurre
l'opera, evitando gli abusi dei gorgheggi banali, i vocalizzi sfrenati, il cui
stile non sempre si allaccia simpaticamente con la vera espressione dram
matica . Infatti non troviamo nel « Guarany » , che un unico pezzo di vir
tuosità acrobatica , ed è la « Polacca sortita di Cecilia » , dell'atto primo:
« Gentile di cuore » , in cui la giovinetta , in un bel mattino di concentrata
gioia e voluttà , saluta , tra le acclamazioni e gli augurii della turba, l'aure
ridenti, che fa risuonare di felicità e di ebbrezza coi suoi giulivi canti, per
cui l'amore, che abbella ogni cosa, si fa profondo nel cuore dell'avventu
riero Gonzales e sublime in quello di Pery.
Qualche spirito avaro e intransigente provò che alcuni concetti volgari
si attaccavano alle sue nobili ispirazioni, citando, ad esempio , la canzone
dell'avventuriero : « Senza tetto, senza cuna » , e il coro : « L 'oro è un ente
si giocondo ».
Ma non dimentichiamo che nelle opere latine, le quali non si occupano
di argomenti mistici, spesso lo stile semplice, mediocre se vogliamo, ria
sponde con buona logica all'effetto della espressione e l'accento che lo
caratterizza. Citeremo ad esempio : « La donna è mobile » del « Rigoletto » ,
che è una trovata felicissima di far cantare una frase semplice ad un ero
tico audace, per cui l'amore è vizio ed un episodio , che nasce e muore pari
alla leggerezza della sua anima volubile. Un altro pezzo dell'autore dell'ope
ra geniale : « Falstaff » : « Quando era paggio del Duca di Norfolk » , fu
considerato banale e indegno di stare a fianco alle pagine dell'opera im
mortale, mentre la sua squisita semplicità riveste con tanto spirito il tipo
- 363 -

di « Falstaff » che rimpiange accorato la perduta eleganza fisica della sua


prima gioventù .
Quindi se la canzone dell'avventuriero : « Senza tetto , senza cuna » , di
uno spirito geniale , l'unico , d 'altronde, compatibile col sentimento d'un
intrigante, che non può di certo collegarsi con un mistico canto d 'un cava
liere ideale , vagheggiato da una sognatrice Elsa, sembrerà volgare alla mi
noranza degli esigenti, ma trova la sua ragione logica , allorchè si pen
serà che essa riflette non già le lodi alle mistiche divinità della mitologia,
ma lo spirito volgare di un personaggio dall'anima indurita, nel cui am
biente si congiurano misfatti di vili tradimenti.
Si pensi pure al coro della scena IV :
« L ' oro è un ente si giocondo
« Che fa bello tutto il mondo » ,

il quale non fu esente dallo stesso giudizio postumo dei critici indigeni no
stri; mentre nella notte della prima rappresentazione alla Scala di Milano,
la spiritosa frase diede effetto contrario , provocando un vero entusiasmo.
In altre parole : le opinioni dei più insigni musicisti erano concordi in
trovare nella facoltà artistica di Carlos Gomes la ricchezza dei mezzi, i
processi tecnici, la conoscenza dei timbri variati dell'orchestra, delle voci,
e tutti, infine, gli utensili indispensabili al compositore, destinato a scrive
re pagine d 'opere teatrali, e a fare la delizia del pubblico, senza scendere,
come tant'altri, ben presto nel sepolcro dell'oblio . E dicasi il vero, la mag
gioranza non si era ingannata nell'omaggio del successo del « Guarany » ;
aveva sanamente sentito , attraverso quelle sue pagine dei ballabili e il
Baccanale indiano, pezzi originalissimi e pittoreschi, ormai vantaggiosa
mente apprezzati dai contemporanei, e tutte quelle ispirazioni che l'anima
ardente del giovine compositore, sentiva senza la preoccupazione di quel
falso ideale, proprio a quei giovani destinati al mondo dell'arte a rove
scio ; aveva finalmente trovato nel debuttante maestro quelle lodevoli virtù
che rivelano senso della misura , giustezza dell'equilibrio , contrasto di pas
sione, nonché quel sano ideale di uno spirito non propenso a tradire l'arte
e il suo scopo, mascherando il pensiero, trucidando l'espressione, pur di
passare per savio .
Del resto, la dea della divina favella , in tutti i tempi, rivelò ai mistici
e ai romantici che, in arte, la scienza è il corpo ; l'ispirazione è l'anima.
Non diversamente si spiega com 'egli potesse trafiggere le barriere del
l'eccessive esigenze e riportare quel brillante successo nella terra leggen
daria dell'arte. Del resto, la scintilla divina, e la fiamma feconda all'ispira
zione, — due forze superiori alla scienza musicale — erano parti intégranti
- 364 -

dell'animo di Carlos Gomes ; e furono esse che gli procacciarono quei lieti
momenti, sentendo il plauso dei colleghi alla sua opera , che vende per
un prezzo irrisorio : « 3000 lire ! ! » .
A riconferma d 'una tale verità , diamo la seguente lettera del maestro,
presentemente in potere del Signor Eugenio Hollender, giornalista e tra
duttore pubblico, in S . Paulo :

« Maggianico di Lecco, 9 Giugno 1885 .


Carissimo Baselli,
Non so dirti quanto piacere mi ha fatto la tua amabilissima lettera
del primo corrente .
Ho ritardato a risponderti essendo tutt'ora in attesa di conoscere il
color del tempo da queste parti. Sono in diverse trattative fra le quali la
proposta del Curti per dare lo « Schiavo » alla Scala. Ma è quasi certo che
non combinerò per moltissime ragioni. Ho scritto ben tre volte per quel
teatro ; ora preferisco andarmene da altra parte con la mia chitarra , desi
derando anche essere giudicato da un altro pubblico . ..
Come è naturale, tengo le solite proposte degli editori Ricordi e Lucca ,
ma non sono per nulla vincolato . Figurati con quanto piacere darei il Gua
rany a te e al Comunale, teatro da me tanto sospirato , ma che non ebbi mai
l'onore di vedere accogliere un mio spartito .
La Fosca stessa, dopo i veri successi della Scala e di America , langue
dimenticata e soffocata per vendetta della Signora Lucca, la quale non con
tenta di avermi pagato lire 3 mila per il Guarany, senza i diritti di noli
(di autore) mantiene la Fosca fra la polvere del suo magazzeno. E perchè ?
— per aver io scritto il popolare Salvator Rosa per Ricordi!
A proposito della Fosca : Se non hai fissata la 3a opera della stagione
o anche l'opera di apertura, ti avrei proposto la Fosca , desiderando presen
tarmi al Comunale con quest'opera, indi potremmo trattare della primizia
dello « Schiavo » per l'anno 1886 , come mi proponi.
Questa mia proposta è fatta per la ragione che non avendo ancora stru
mentato tutto lo « Schiavo » , prenderei tutto il tempo per farla colla de
siderata calma. Quanto alla « Fosca » (se ti piace la mia proposta) non vi
saranno difficoltà per il nolo nė per la scelta degli artisti, poichè m 'impe
gnerei di parlare alla Signora Lucca .
Per lo « Schiavo » mi affretto a farti sapere che il solo mio impegno è
quello di farlo cantare, quale protagonista , dal baritono De-Anna, dalla
voce potente e adattissima per la parte Selvaggia ; l'argomento è brasiliano ;
scene originali del mio focoso paese ; un Guarany corretto nel libretto e che
non si assomiglia per nulla. Quanto alla musica... ai posteri!
- 365 –

Terrò quindi sospesa ogni mia trattativa in attesa d 'una tua proposta ,
preferendo come ripeto , il teatro Comunale a qualsiasi altro. Per questo e
per altro bisognerebbe che potessimo trovarci assieme, e se avrai presto
occasione di venire a Milano scrivimi dandomi appuntamento, oppure scri
vimi liberamente.
Ricevi intanto una cordialissima stretta di mano del
sempre tuo
ANTONIO CARLOS GOMES » .

Stolida vendita fu quella di un' opera fortunatissima, con un successo


ormai indubitato , sentito con l'estasi delle più entusiastiche acclamazioni,
i cui soli proventi gli avrebbero fruttato la ricchezza , la pace, una vita,
infine, da non lagnarsi delle miserie umane nell'avvenire! . . .
E ' noto come l'editore Francesco Lucca , informato anzi tempo che il
« Guarany » avrebbe riportato un successo eccezionale, si munisce di un
contratto a tenaglia da firmarsi durante la prima rappresentazione. Il colpo
riuscì a meraviglia ! Poichè, l' autore, nonostante vedesse il crescendo trionfo
della sua opera, firmava difatti, a sipario calato dell'atto terzo, quel fa
tale contratto , cedendo all'editore tutti i diritti di proprietà , di noli e di
autore compresi, per la somma menzionata.
Splendido affare pel ricco editore, giacchè, dai calcoli fatti vent'anni
dopo, risultava presso a poco in diritti di autore e di noli, la cospicua
somma di circa 3 milioni di lire ! E non si pensi che la esagerazione entri
in questo calcolo , giacchè, stando a ciò che dicono le cronache del tempo , il
« Guarany » , negli anni che seguirono , fu rappresentato quasi in tutti i
teatri d ' Italia e in molti dell'estero : Inghilterra, Russia , Austria , Porto
gallo , Argentina, ed in altri luoghi.
Malgrado ciò , Carlos Gomes non sente il disanimo ; anzi si sente troppo
felice di corpo e di spirito per non pensare al disastro materiale, o alla
teoria del Verdi, le cui trattative sulle vendite delle sue opere erano fatte
in piena regola , riservandosi tutti i diritti sui noli e le vendite d'ogni suo
lavoro, che l'editore acquistava mediante ingenti somme, effettuate in
napoleoni sonanti ! . . .
Lo spirito di Carlos Gomes sulla preponderanza del danaro era dia
metralmente opposta ; oltre a ciò, egli aveva una gran fede nell'avvenire;
pensava che la fortuna gli avrebbe sempre arriso come nella memorabile
notte del suo primo debutto ; un nuovo trionfo infine, avrebbe compensato
la sostanza perduta .
Puro inganno !
Infatti nessuno ignora che ogni opera artistica porta con sé un destino
– 366 -

speciale nella carriera commerciale, come in quella degli effetti morali e


intellettuali.
Per Carlos Gomes doveva essere il suo « Guarany », come il « Faust »
fu per Gounod ; la « Cavalleria Rusticana » per Mascagni; « I Pagliacci » ,
per Leoncavallo , e via discorrendo.
Altre successive opere di pari bellezza , magari, forse , d 'ingegno più
inventivo, potranno aggiungere nuovi allori alla propria fama; ma, per
uno strano fenomeno, esse sono destinate ad una limitata vita di carriera
teatrale, lasciando il genio , malgrado l'incontestabile valore, in balia alle
più critiche lotte che ruberanno al compositore preziose ore della sua vita
in detrimento dell'arte.
E la vita di H . Berlioz, un 'anima senza tregua, senza sorte, che passò
i suoi lunghi giorni a maledire il mondo, ne sia di esempio ! . . . E se in
Carlos Gomes non si diede un fatto simile, nel rigore della parola pure
egli ebbe a lamentare , con forti ed amari sospiri, l'avversa sorte, che
trionfa spietatamente, massime di fronte alla visione della morte ! . . .
Malgrado tutto ciò che si è detto , l'anima sua rifulge di contentezza.
Pensa che la gloria acquisita nella terra dell' arte basterà ad onorare la
patria e pagare, in pari tempo, un grande cuore amico , che in vita si
chiamò il grande protettore delle arti e degli artisti : D . Pedro II. A dimo
strare un tal sentimento , parla eloquentemente la sua dedica di patriotta
e suddito riverente , espressa con le seguenti vive e sentite parole, nella
prima pagina della sua opera :
« A Sua Maestà D . Pedro II, Imperatore del Brasile
Omaggio di riconoscenza del suddito
A . Carlos Gomes ».
Dedica affettuosa, oltremodo profonda di riconoscenza verso il ma
gnanimo Sovrano, senza la cui munificenza Carlos Gomes non avrebbe re
spirato il balsamo soave della patria ideale , che fu sempre il sospiro dei
poeti e l'aspirazione dei musicisti illustri.
Con questo pregiato documento artistico, che tanto aveva innalzato il
nome del Brasile e il suo , torna, nel 1870 , verso l'amato suolo natio, dopo
sei anni di assenza, sei anni di profondo studio .
Quando in alto mare, tuffato in una meditazione nostalgica di ridenti
visioni, egli si sente altamente brasiliano , ama la patria al disopra di tutto,
e va superbo di averla ben rappresentata col suo ingegno (10). Nei dolci

(10) Questo amore per la sua patria , messo in dubbio da taluni maldicenti, lo
conferma in una sua lettera, scritta con data del 15 febbraio 1894, al suo vecchio
amico José Emigydio Junior, di Campinas,
- 367 -

pomeriggi, appoggiato alle opere morte della nave, lo sguardo fisso verso
quegl'incantevoli tramonti, evoca il patrio mondo delle verdi palme tro
picali, le tiepide notti passate sotto il cielo in cui nacque, mentre un 'ar
cana voce gli sussurra all'udito , dicendogli che sarà ricevuto in tộionfo .
Nell'ebbrezza della incantevole contemplazione, si duole pero, pensando
ad un falso giudizio che corre sul suo conto , di avere rinnegata la patria ,
naturalizzandosi cittadino italiano. Vuol protestare al cospetto del cielo pa
trio contro la falsa asserzione. Ma poi pensa che, a soffocare il falso con
cetto , meglio di lui parlerà la sua musica; in ogni frase, in ogni pezzo , vi
è un frammento della sua anima; parte - una gran parte — del suo cuore
brillerà presto di fulgida luce d'amor patrio , irradiando l'amato cielo di
Parahyba con gli accenti soavi della dolce Cecilia , e i sospiri affettuosi del
fedele Pery, canti eloquenti, linguaggio sublime, per protestare contro la
perfida menzogna, lanciata contro di lui dall'abietta invidia !
Erano questi i pensieri che si annicchiavano nell'animo del maestro già
glorioso , pria di toccare la desiderata terra del Guanabara; l'ansia era ar
dentissima, malgrado tutto ! . . . Ma almettere piede su la banchina del pa
trio suolo, la scena della maldicenza cambia veduta ; ogni giudizio teme
rario si acqueta ; non si pensa che al suo talento , al suo trionfo, al giorno
infine in cui sarà dato udire la sua opera, che aveva tanto contribuito ad
innalzare l'anima dell'intellettualità brasiliana all'estero. In altre parole ,
Carlos Gomes sbarcava sotto un 'atmosfera di nutrito entusiasmo; ogni giu
dizio imprudente è annientato dall'aureola di gloria che gli cinge la fronte.
I giornali innalzano inni di lode dandogli il ben arrivato.
Nelle vetrine dei principali negozi di musica , lo spartito del « Guarany »
occupa il posto d 'onore . Nei vani delle porte pende il cartellone dell'ultima
stagione del teatro alla Scala di Milano, in cui figura il « Guarany » e i
nomi dei principali interpreti dell'opera : Villani, tenore; Maria Sassi, so
prano ; Vittorio Maurel, baritono ; Enrico Storti, e il basso Teodoro Coloni.
Tale evidenza era motivo di alto orgoglio per quelli, il cui sentimento
era sincero nel culto dell'arte, ed un nome a registrare nella storia della
musica nazionale ; per i zoili -- critici malevoli e parziali — un tormento
degno dei rei! . . .
Fortuna volle che un 'eccellente compagnia lirica, venuta dal Rio del
Plata , nella quale figuravano ottimi artisti, si trovasse sulla piazza di Rio
de Janeiro, con pieno compiacimento del pubblico .
La presenza dell'autore del « Guarany » sprona l'impresario a mettere
in scena l'applaudita opera. Lo studio dello spartito assorbe l'intero mese
di ottobre e , parte, del novembre. Finalmente, la prima rappresentazione
- 368 –

vien fissata per il 2 dicembre : data – in allora — assai cara ai brisiliani,


perchè ricorreva il genetliaco dell' Imperatore D . Pedro II.
Oh ! che solennità sublime fu quella !
Chi scrive queste linee aveva allora 16 anni, ed occupava il posto di
secondo violino nell'orchestra . Evochiamo, quindi, quei tempi, perchè nulla
è più bello che le rimembranze delle prime impressioni giovanili.
Fu in quella notte di esuberante esultanza di entusiasmo palpitante ,
di luce abbagliante, che il nostro cuore dei verd'anni doveva infatti pal
pitare di piacere acuto attraverso le emozioni ardenti delle prime note di
un'opera, che delirante era penetrata nell'anima d 'un pubblico eletto , con
tutta l'ispirazione melodica del genio brasiliano, e la poesia selvaggia dei
lontani tempi della giovane patria sua .
La mente ci ricorda pure il vasto teatro « Provisorio » , che sorgeva
nel deserto Campo di Sant'Anna, demolito nel 1878, circondato di silenzio
e di pallida luce, ma risplendente, in quella notte, d'un imponderabile
fluido d'ansia e d 'aspettativa .
Alle ore 8, la sala era gremita di spettatori. Gli occhi degl'intellettuali,
del pubblico intero, avevano strani riflessi, la respirazione pareva irrego
lare, i corpi agitati, tra le poltrone, aspettando sotto una calda atmosfera,
le sensazioni ineffabili che doveva provare ciascuno, al primo contatto con
le melodie dell'opera del glorioso compositore nazionale.
Nella tribuna Imperiale , attigua al palco scenico, quattro seggi atten
devano le loro Maestà , che dovevano assistere alla rappresentazione.
Nei palchi di prima fila, le più illustri famiglie di una aristocrazia
spentasi sotto la Repubblica brillavano di eleganza , sorridevano di contento .
Nell'antico loggione Imperiale, situato di fronte al palco scenico, ric
camente addobbato , avendo agli angoli due enormi candelabri con candele
accese, siedeva la commissione di concittadini dell'illustre maestro , venuta
appositamente da Campinas, per assistere all'apoteosi e prestare omaggio
al loro conterraneo, a cui consegnavano, in nome della cittadinanza che
rappresentavano, un dono ricchissimo: una grande medaglia d 'oro con un
brillante solitario di cospicuo valore : medaglia questa – perchè non dirlo ?
- che spesse volte varcò la soglia degli strozzini, per soccorrere gli artisti
senza scritture e . . . e senza pane ! . . .
Il colpo d 'occhio era stupendo.
Finalmente, la campana del palco scenico dà l'ultimo segnale. L 'onda
umana della platea siede silenziosa, mentre una figura austera, dalla barba
schizzata d 'argento , muove verso il seggio direttoriale, e, impugnando la
bacchetta, chiama all'ordine la massa orchestrale e inizia, dopo l' Inno Na
zionale , il preludio dell'opera . Quella personalità seria e circospetta , dalla
voce rauca, gli occhi esternamente brillanti, intelligente lo sguardo, brusco
- 369 –

e violento alle prove ma ottimo e fino interprete di qualsiasi spartito , sotto


la cui direzione, il dilettantismo fluminense ode per la prima volta le
opere di Meyerbeer: gli « Ugonotti », « L'Africana », « Roberto il Diavolo »,
e il « Faust » , di Gounod, era Angelo Ferrari, un artista di elezione dei
buoni tempi, autore d 'un 'opera « Una Vendetta » , rappresentata per la pri
ma volta a Rio de Janeiro, (1873), con lodevole successo , alcunimesi avanti
la sua morte .
Il sipario si leva . .
Si applaude la « Polacca sortita Cecilia » , nonchè l' « Ave Maria » ;
l'autore è chiamato delirantemente al proscenio e gli si fa la prima ova
zione. L 'ovazione aumenta d 'intensità dopo la scena e duetto « Sento una
forza indomita » , provocando un uragano di applausi.
Dalle tribune, dalle gallerie , dalla platea, il colpo d'occhio è impres
sionante : Signore e uomini in piedi applaudono ed acclamano il maestro :
chiamate infinite agli artisti: la prima donna Gasc, il baritono Spalazzi,
il tenore Lelmi, il basso Ordinas.
L ' Imperatore e l' Imperatrice sorridenti, il pubblico affascinato, la pa
tria infine, hanno, l'orgoglio di dire : il Brasile ha un maestro degno dei
maestri del vecchio mondo !
Al second'atto, l' entusiasmo si manifesta d 'una maniera più sfolgoran
te, allorchè il pubblico ode la ballata « C 'era una volta un principe » , che
la Gasc canta divinamente .
Tutti gli altri pezzi, il coro degli Aymoré: « Aspra , crudele, terribi
le » ; il duettino : « Giovinetta nello sguardo » ; il terzetto : « Orbene, in
sano » ; i ballabili: « Il Passo estremo » ; la gran scena e duetto : « Perchè
di meste lagrime » ; la gran marcia : « Baccanale indiano » ; l' « Invocazione »
infine : « O Dio degli Aymoré » , non sfuggono alle stesse acclamazioni del
pubblico, le quali raggiungono, alla fine dell'opera, l'apice dell' entusiasmo.
Finalmente , a coronare il clamoroso successo , l'Imperatore fa chiamare alla
sua augusta presenza Carlos Gomes, e lo decora di moto proprio con la
commenda dell' Ordine della Rosa.
Il pubblico , ignorando la cagione perchè non veniva fuori, continua
con insistenza ad applaudire e chiamare l'autore. All'apparire finalmente
in scena di Carlos Gomes, con la decorazione al petto, la massa compatta
degli spettatori, in piedi, agitando i fazzoletti, proruppe in un grido en
tusiastico :
- Viva l' Imperatore !
- Viva Carlos Gomes !
Quel grido che prorompeva da tutti i petti brasiliani era il saluto fra
terno, l'apoteosi della gloria dell'arte brasiliana. L 'artista , acclamato dal
mondo musicale europeo, non doveva di certo essere indifferente nel ve
– 370

dersi circondato, nel suol natio , da una muraglia di affetti e di ammirazio


ne, che ai pochi e insignificanti nemici, non era dato abbattere in quel
solenne momento (11).
Terminata la recita , si forma un grande corteo. Lo aprono due gen
darmi a cavallo. Vengono poscia gli ammiratori, gli studenti, i dilettanti più
fervidi di musica, il popolo infine, che innalzano grida d'entusiasmo al
volgere d'ogni angolo.
Il corteo prosegue sino al Largo da Carioca . Qui giunto , il maestro Car
los Gomes monta alla sede del Club . . . ed apparisce al balcone fra le
acclamazioni della enorme folla .
Cessati gli applausi, un signore del popolo, un cuore d'artista, proba
bilmente, pronunzia un discorso emozionante, salutando l'artista, che tanto
aveva innalzato il nome della patria con l'omaggio del suo talento e il trion
fo della sua opera.
La notte scendeva più profonda, e la turba confusa si separa sotto
l'impressione di un momento sublime, in cui l'arte di un geniale cittadino
aveva invaso l'anima di tutto un popolo .
Tale fu la solenne, indimenticabile dimostrazione che la città di Rio
fece al più grande degli artisti brasiliani viventi, la sera del 2 dicembre 1870 .
Nel prossimo mese di gennaio, 1871, Carlos Gomes partiva per Campi
nas, la città dei suoi natali e di tante liete rimembranze giovanili; la rivede
dopo due lustri d'assenza, carico di allori e di luminose melodie .
La figura palpitante di quella stirpe di musici, che ivi aveva visto ac
cendersi la fantasia per raggiungere il suo ideale , era ricevuta in trionfo
dalla cittadinanza .

(11) L ' ostilità di alcuni professori d'orchestra – che erano i soli brasiliani -
lo spirito d 'antagonismo, che si trasforma in franca guerra al maestro, diede luogo ad
osservazionit
una scena sgradevole, svoltasi nel momento che il maestro si accingeva a fare, nel
anza di quel suolo
corso delle prove, quelle osservazioni tanto giuste alla buona riuscita dell'esecuzione
di un 'opera nuova e dificile ; la riluttanza di quegli spiriti malvagi doveva obbligarlo ,
suo malgrado, a perdere la pazienza ; e gettando al suolo la partitura della sua opera,
si ritirava dal teatro.
Era il prologo delle tante sciagure che più tardi ebbe a soffrire nella propria
patria ! . . .
Noi riproduciamo il fatto come testimone oculare di quella triste scena, per por
tare alla conoscenza dell'odierna opinione, affinchè sappia che le forze viventi arti
stiche di allora , avevano pure il sangue partigiano e le sue passioni non erano sol
tomesse al culto del talento ; la simpatia atterrava ogni barriera per lasciare passare
- quando potevano – non il reale valore, ma la nullità evidente, oppure la medio
crità senza la speranza di progredire ! . . .
Certo egli è che dopo il successo del « Guarany » i zoili furono obbligati a ri
nunciare a tutte le trame che avevano ordite contro un compositore nazionale che
aveva conquistato molti allori presso il pubblico straniero.
- - -

- 371

Il soggiorno dell'illustre artista non fu lungo, giacchè il pellegrinaggio


alla terra amata giungeva al suo termine il 14 febbraio dello stess'anno. Ed
egli tornava a Rio ove, nel marzo, prendeva imbarco per l'Europa . -
Oltre ai grati ricordi della non lunga dimora in patria ' portava seco le
più gloriose speranze di scrivere pagine degne del Guarany. Giunto in Ita
lia, un libretto gli viene offerto -- « La Fosca » – del poeta Ghislanzoni.
Se la « Fosca » - considerata dall'intellettualità musicale opera di me
rito superiore (12) — non ottenne l'enorme successo del Guarany, mentre
piacque immensamente, fu dovuto , in parte, all'ostilità della signora Lucca,
derivata da una vendetta mal concepita ; e il nostro Carlos Gomes ce ne
offre, in merito , sentite lagnanze in quella lettera che scrive al Bonoli,
nel 1885, in cui dice : .. . « La stessa Fosca , dopo i veri successi della Scala
e di America , langue dimenticata e soffocata per vendetta della signora
Lucca, la quale , con contenta di avermi pagato 3000 lire per il Guarany
senza i diritti di noli e di autore, mantiene la Fosca fra la polvere del suo
magazzeno. E perchè ? — per aver io scritto il popolare « Salvator Rosa, per
Ricordi ! ».
Malgrado ciò, cessata la briga fra essi, la Fosca veniva rimessa in isce
na nel 1878 , cantata per ben quindici sere, dal Tamagno, la Fossa, Kaisch
man e Maini, con entusiastico successo, e fu , si può dire, la salvezza della
stagione. Del resto è notissimo che la « Fosca » riunisce tali qualità di stile ,
di forma, di elevati pensieri, al punto che l'autore la considera la sua opera
prediletta .
Tre anni dopo ( 1874), il « Salvator Rosa » era udito con grande suc
cesso al teatro Carlo Felice di Genova. Quest'opera, che poi fa il giro di
tutti i teatri d'Italia (13), le cui qualità musicali si fondano di preferenza nel
l'elemento melodico popolare, fece anche la delizia del pubblico di Rio de
Janeiro .
La fervida ispirazione della « Mia Piccerella » , e l'aria di Masaniello ,

(12) Filippo Filippi, il celebre critico musicale , scriveva della « Fosca » : un 'opera
meravigliosa ! . . . da cima a fondo sintetica ! . . . !
(13) In Italia , ove si consacrava il suo talento ; in Italia ove la « Gazzetta Musi
cale di Milano » , la « Perseveranza » , il « Fanfulla », la « Lombardia » e centinaia di al
tri giornali in cui si tesserono i più grandi pomposi elogi a Carlos Gomes, Stellino, egregio
critico, parlando del « Salvator Rosa » , scriveva: « Agora deverei tirar o resultado, em
nome dos ouvintes. Mas que direi nesta noite e com um sonno que não posso vencer ?
Trinta e uma chamadas á scena, symphonia repetida, triumpho maximo tudo isso já
vos communiquei pelo telegraphol A musica é bella , rica, extrarica, de melodia e mui
tas das quaes são novas, o duetto de amor tem uma frasa estupenda, mas que entre
tanto não se compara com o « Guarany » ; os coros e peças concertantes produziram
enthusiasmo etc. . . . » .
- 372 -

potevano benissimo essergli state suggerite dal bel cielo di Margellina (14 ).
Il « Guarany » è la poesia del patrio suolo ; « Salvator Rosa » è l'espres
sione concentrata , il canto meridionale che inneggia alla patria artisti
ca sua .
Nel 1878 , giungeva al termine la sua quarta opera : « Maria Tudor »,
cantata nell' anno seguente, alla Scala , il cui esito , malgrado le bellezze
musicali, le intenzioni magnifiche, messe abilmente in gioco dal maestro,
si ridusse ad un successo di stima. Questa fredda accoglienza non impedi
che fossero apprezzati il bellissimo duetto :
« Colui che non canta
« ignora l' amore »,
cantato stupendamente dalla Dangeri e Tamagno; la romanza di Giovanna;
la grand' aria di Maria Tudor ; il bellissimo quartetto, e le originalissime
danze, abilmente strumentate : pagine le quali apporteranno un giorno, la
luce, che, per tante ragioni. .., non irradiò sul grandioso lavoro, nella
prima udizione.
Quest' opera, scritta e vagheggiata fra le più rosee speranze, doveva
forse essere il preannunzio di momenti assai tristi della vita di Carlos
Gomes.
Infatti, l' ultimo atto della Maria Tudor fu scritto in stato di intime
sofferenze morali : inizio di lotte, principio di una odissea, che condusse
l'animo del maestro alle più gravi sventure ! . . .
Dal 1880 in poi, malgrado egli avesse aggiunto al suo « Guarany » due
opere vitali : la « Fosca » e il « Salvator Rosa » , e per ultima, la « Maria
Tudor » , l'unico sentimento consolante in Carlos Gomes era quello di non
dubitare mai dell'appoggio morale e materiale dell’Imperatore amico , e
del popolo entusiasta della sua terra .
Nel maggio del 1880, la nostalgia della patria , ed anche l'idea di rag
granellare qualche sostanza, lo decidono a partire per Rio de Janeiro. Giun
to a Bahia , ove s'iniziano le entusiastichemanifestazioni popolari, per deli
nearsi quindi più intenso a Rio de Janeiro , quivi soggiorna circa due mesi,
donde doveva riportare i più grati ricordi degli omaggi resigli.
Lodevole è il cenno che inquadra il libro di un noto scrittore - « A
Bahia a Carlos Gomes » -- di Silvio Boccanera , sull'intensità che ebbero
tali omaggi per il glorioso maestro :
« A Carlos Gomez -- honra e gloria deste paiz - - ainda e sempre fun

(14) La celebre Albani in un concerto realizzato a Dresda, nel 1894, faceva valere
tutte le sue brillanti qualità artistiche nella « Mia Piccerella » , di quest'opera ,
- 373 –

« dadamente repetido em todos os angulos do territorio nacional, o unico


« que até hoje soube, como minguem , traduzir na sublime linguagem dos
« sons por entre epopeas musicaes emanadas de prodigiosa cerebração, a
« mais artistica de quantas têm despontado em todo o nosso vasto conti
« nente, as bellezas todas, de grandeza e meravilha, da pujante e admiravel
« naturaleza americana » .
A sua volta , il popolo di Rio de Janeiro, nell'ansia dell'attesa, si dispo
ne affinchè l'illustre artista nazionale venga accolto con vero trasporto di
gioia ed onori, che solo ad un re si tributano.
Infatti, quelle dimostranze dovevano assumere proporzioni inaudite ;
e Carlos Gomes, le senti quando era ancora sul mare.
Appena il « Guadiana » getta l'ancora nella baja del Guanabara, la nave
è circondata di lance, di battelli gremiti di ammiratori che, al suon di
bande musicali, innalzano evviva entusiastici, corrisposti dal maestro, che
saluta esultante la folla in delirio .
In terra, un 'onda di popolo colla banda musicale alla testa lo riceve
con battimani, e lo conduce in trionfo attraverso le principali contrade
della città .
Le signore più eleganti, appoggiate ai balconi delle case di via Ouvidor,
agitano i loro fazzoletti e, sorridenti, gettano manate di petali di rose sul
maestro , che ringrazia mandando baci.
Al cadere della notte del 17 giugno ( 1880 ), tutta la città risplendeva
di luce; era fiamma di entusiasmo, di giubilo ; un inno, come mai udito ,
all'artista precursore del genio musicale brasiliano, che aveva gettato ai
venti della patria i primi canti melodici dell'arte lirica. E il popolo ca
rioca, il Brasile intero, esulta e sente che il suo nome riflette la preziosa
gemma dell'intellettualità artistica della sua culla ; sente, infine, che que
st'uomo ha donato, più d 'ogni ambasciatore, un nome di alta civiltà alla
patria , e il desiderio di nuovi e alti ideali nelle generazioni nostre !
Cessate le dimostrazioni popolari, sotto gli eccelsi auspici della Sere
nissima Principessa Imperiale D . Isabella, si davano feste intime, concerti
e rappresentazioni teatrali in suo onore e beneficio ; esse - lo si dica senza
indugio — gli fruttarono il sufficiente per non fargli provare, nell'avvenire,
nessuna sorta di amare apprensioni, quando era immerso nella serenità
del lavoro. Questa nobilissima devozione, rara negli annali delle prote
zioni artistiche, valse a Carlos Gomes un ritorno oltremodo felice in Italia ,
portando seco una relativa pace intima, e l'animo infiammato a produrre ,
cogl'impeti della sua bollente fantasia, altri stupendi lavori.
Senonchè, giunto a Milano, la violenza del desio lo mena sul lago di
Lecco. La bellezza del ridente luogo, la chiarezza del cielo della Brianza,
fu per il maestro come una luce che si apriva fra il mistero degli astri
374

e la freschezza della tacita acqua che bagna i piedi degli irti monti. Ma
mentre col cuore gonfio d'estasi, sognava una casetta circondata di fiori
e di dolce silenzio , costruiva invece un sontuoso villino, il quale
gli doveva assorbire tutto ciò che possedeva e, ancora, immergerlo nei
debiti.
Malgrado ciò , nel ritiro della sua modesta casa in via Merone, ove ri
torna dopo la disastrosa vendita del suo villino, medita il suo nuovo libret
to; cerca di penetrare nell' anima di Ilára, come penetrò in quella di
Cecilia.
E cosi la sua anima ancora eroica e piena di luce, può ancora espri
mere, senza un supremo sforzo, la grazia innocente di Ilåra e l'anima in
namorata di Iberé, nella sua opera « Lo Schiavo » .
Questo suo lavoro – lavoro essenzialmente teatrale - accessibile a
tutti per la distinzione dell'elemento melodico che vi predomina, i cui
effetti armonici e drammatici non rimangono estranei alle intelligenze mu
sicali, parve a ragione una delle più ispirate partiture del Carlos Gomes.
Infatti, la manifestazione degli effetti orchestrali che caratterizzano il bello
e grandioso preludio dell'atto terzo ; il sentimentale duetto :

« Fra questi fior, che adori» ,


fra Ilára e Iberé; la romanza :

« Quando nascesti tu nascevano i fiori


« che il ciel bacið »,
pagina di un colore melodico stupendo, e l'aria :
« O ciel di Parahyba
« Ove sognai d ' amor » ,

sono dei pezzi che contengono il germe caloroso e appassionato dello stile
che ravvisammo nel « Guarany ».
Il bello spartito doveva darsi al teatro Comunale di Bologna nel 1885,
e le trattative con l'impresa Boselli non giunsero a buon porto ; si decide
quindi darlo a Rio de Janeiro , nel 1889; ed ebbe per interpreti : il soprano
Peri, il tenore Cardinali, che fu sublime nella parte di Amerigo, il baritono
De-Anna, dalla voce potente , che interpreta ammirevolmente la parte di
Iberé.
Il successo dello « Schiavo » fu immenso e dei più brillanti; l'impresario
signor Musella, intelligente e astuto, ne ricavò ottimi affari, e l'autore
- 375 -

appena un passabile beneficio , che non basta a pagare le spese di stampa


e la copiatura della nuova sua opera ( 15 ).
· In altre parole, malgrado il brillante esito dell'opera, e l'appoggio va
lido della Principessa Isabella , reggente del trono, questo suo penultimo
viaggio artistico in patria , non gli frutta gran cosa. Egli percepisce che
la nuova serie di difficoltà economiche comincia a prenderlo per le gambe
ed avvilirlo ! . . .
Per doppia sventura, oltre alle preoccupazioni di forti impegni assunti
in Italia , si aggiungono al suo cordoglio l'inizio delle sorde ostilità , le cri
tiche tormentose sul suo nome e la sua probità morale.
Lo spirito delle anime volgari trova che il movente dei suoi viaggi in
visita alla patria è l'interesse e non l'amore per essa. Ad esso si allaccia
anche la rea invidia dell'opinione di sedicenti geniali musicisti . . ., che, a
loro volta , cominciavano a voler distruggere il merito del grande artista,
pur sentendo, quattr 'anni dopo, l'eco d 'un altro splendido successo di un
nuovo suo lavoro : « Condor » , datosi nel febbraio del 1893, al teatro alla
Scala , mirabilmente interpretato dalla Darclée, Fabri, Stehle, Navarrini,
Corrado e Marini.
Quest'opera veniva data anche al teatro Lirico di Rio de Janeiro, nello
stess'anno , con la presenza dell'autore; essa ottiene un franco successo ;
che la stampa registrò prontamente.
Però, malgrado le lodi, il successo e gli applausi, che riconfermano
ancora una volta il merito suo , egli sente un vuoto nella sua anima. Era
l'effetto del nuovo regime, evidentemente, non d 'accordo con l'artista , che
aveva ricevůto la piú efficace e onorevole protezione sotto l' Impero.
Vegliano però su di lui gli amorosi pochi amici, i quali non l'abbandona
rono mai con i loro lunsinghieri contrassegni di stima.
Animato da queste affezioni, si dà a percorrere una dolorosa e umiliante
« Via Crucis » : quella cioè, di ottenere la nomina di membro della com
missione per l'esposizione di Chicago, ed una parca sovvenzione per fare
udire i suoi lavori in quella mostra .
La nomina fu fatta . Carlos Gomes si sente felice per un momento . Fe
licità fuggitiva ! Speranza effimera ! Poichè, il Governo non solamente lascia
di compiere la legge votata dal Congresso, come trova che il Carlos Gomes
è argomento di poca considerazione.
Con l'ansia di partire presto a fine di coordinare i suoi programmimu
sicali, va errando con disagio , a bussare le porte del Presidente della Re

(15) « Lo Schiavo » era, allora, proprietà dell'autore. Aggiungasi che dopo il suc
cesso di detto spartito , veniva dall'Imperatore D . Pedro insignito dell'alta onorificenza
di Grande Dignitario della Rosa.
- 376 -

pubblica e del suo Ministro dell'Interno e Giustizia. Il Presidente Floriano


Peixoto lo riceve, malgrado tutto, e lo ascolta , e gli promette, con molti
parole, di risolvere il caso . Di là passò alla dimora del ministro dell'Inter
no e Giustizia , dottor Serzedello Corrêa . Il Ministro , uomo colto e compito,
lo tiene in anti-sala , circa un 'ora ; dove, se non si addormenta, affranto
dalla umiliazione, fu in grazia all'arrivo di un deputato, l'illustre dottor Fe
lisbello Freire, nonchè letterato e musicista , il quale entrando nella sala ,
disse al segretario di stato : - « Sai tu chi è colui là seduto sul banco degli
uomini anonimi? » .
- « Si, lo so ; è Carlos Gomes » .
- « Tu t'inganni: è la più grande gloria artistica della nostra pa
tria ! » . . . .
Al tono di queste parole, Carlos Gomes potè essere ammesso alla pre
senza del Ministro, a cui espone la sua situazione, avendo come risposta ,
che partisse per l'Italia , ove troverebbe le dovute istruzioni e il necessario
per unirsi alla commissione dell'esposizione di Chicago.
; Pura commedia , giacchè, giunto in Italia, aspetta invano ciò che gli
era stato promesso , e dovuto .
Due lettere a noi dirette, che trascriviano integralmente , nelle quali
narra tutte le sue miserie, definiscono meglio del nostro dire la condotta
governativa :

Milano, 16 Marzo, 1893.


« Mio caro Vincenzo !

« Due righe in fretta, tanto per non ritardare a darti le mie notizie .
« Vedo che sei a Torraca in seno della famiglia antica e immagino « as
« saudades » che avrai della famiglia nuoval I cuori buoni come il tuo ama
« no quanto c'è di meglio al mondo : la famiglia .
; « In quanto ai Ministri tutti, ad onta delle mie insistenze e umilianti
« preghiere, mi hanno negato di trattare direttamente meco, e finalmente
« m 'imposero di recarmi a Roma per ricevere gli ordini del Barone Teffé,
« nostro Ministro .
. « Gli scrissi ieri; oggi mi telegrafo dicendomi che non ha ancora av
« viso alcuno del Governo ! . ..
« Vedremo . . . Io attendo qui l'avviso del Teffé per seguire per Roma,
« a far che cosa? Non lo so.
« Intanto io qui t'attendo a braccia aperte .
Tuo amico vero
GOMES » .
- 377 -

Specchio di verità più crudele è la sua seconda lettera : in prova di


che, noteremo qui le parole sue, poichè in altri argomenti esse ci rivelano
la sua chiara intelligenza, nel giudicare uomini e cose :
Milano, 2 de Maio , 1893.
« Velho amigo V . Cernicchiaro. .
« Antes de tudo saudades com tua Senhora e filhos. i .
« Recebi tua carta de Lisboa em data 7 de Abril a bordo do paquete
« Brésil. Não penses que, além de viver no campo das maiores difficultades
« de vida material, me tenha esquecido do teu desejo : — Vou te dar aqui
« as provas de que desejo corresponder à tua costante amizade, ocupando
« me de tudo quanto me recomendaste aqui.
« 0 desenho do frontespicio do jornal, que desejas, foi feito debaixo
« das minhas vistas e suggerido por mim .
. « Não sei se te agradará !
« Lembro-me de que o titulo do jornal era simplesmente « A Arte »),
« m 'as penso agora que é melhor « Bellas-Artes ».
« Creio que esta trasformação não te desagradarà, visto que o titulo
« assim abrange melhor o sentido da arte em geral, sem exclusivismo de
« ste ou d'aquelle ramo « delle arti sorelle »,
« Não te parece?
No dia em que te escrevo estas linhas ás carreiras ( 2 de Maio ) não
« sei se terei tempo de mandar gravar aqui por um bom artista o « fron
« tespicio » , pois não creio que no Rio haja bons artistas para este genero
« de trabalho.
. « O autor do desenho em acquarella aqui é o Malaguti, que jantou com
« nosco quando cá estivestes. Compadre Manduca Guimarães, o conhece.
« Naturalmente serei obrigado a te remetter o desenho « nú e crú » como
« está . Não é pela pressa que tenho, estando agora em vespera de seguir
« para Chicago , mas porque tenho o « cobrinho limitadissimo para a viagem
« de 2a ou de 3. classe » !
« Tal é a minha posição actual.
« Em todo o caso , por ora, fiz o que pude para te ser agradavel, mesmo
a desperado como ando, pois não fazes idea da minha luta com a vida ma
a terial « au jour le jour ». . . . .
« Para o frontes picio envio -te duas linhas, o uso « maxima » , que re
a produzas (se achas bom ) em cada numero que sahir. Essa « maxima »
« ficará collocada logo á direita por baixo do titulo do jornal. Ella vai no
« logar indicado.
« A « maxima » è a seguinte em poucas palavras » :
« Arte » - Rainha dominante do Mundo, sem trono, sem patria » .
CARLOS GOMES » .
- 378 –

« Já deves saber que fui mandado a Roma para levar um solemne


« logro! Até hoje (22 de Maio ) nada de ordens para a legação em Roma;
« tudo é silencio profundol ... Estou convencido de que é tempo perdido
« esperar.
« Vou tentar ir para Chicago, não com a idea tola de poder dar uma
« opera minha ; sem dinheiro nada se faz em parte alguma e muito menos
« em terras de positivistas . . .
« Vou para Chicagol .. . e como ? !
« Deus sabe como! .. . Vou para lá na incerteza de receber os venci.
« mentos como « membro da commissão » , pois até de levar, mais esse
« logro estou eu ameaçado! Mas, emfim vou .
« Deus ha de me proteger, visto que os homens me abandonaram .
« Compadre Manduca já está informado de tudo falla com elle .
« Não creio que o « Escravo » se de este anno no Rio , porque até esta
« data Ducci não me procurou . Além disso já sabes que Mancinelli, Ducci,
« Bernabei, Gabbi, Kinsman Benjamin e outros muitos do Rio, fizeram pa
« rede contra mim . . .
« Que mal lhes fiz eu ?
« Mancinelli vinga-se agora de mim por ter eu tentado de dar o con
« certo em beneficio da Sociedade brasileira no Lyrico com nós dois re
« gentes, sendo elle o regente da companhia Duccil Elle, desde o Rio, me
« disse « rangendo od dentes que era um desaforo » de minha parte !! ! Ima
« gina tu que despotal Que prepotentel! Elle entende que, onde está , o resto
« são carneiros . . .
« E o nosso publico, que lhe dá toda a importancia , é capaz de meman
« dar matar por ter « offendido » o grandissimo principe Mancinelli!
« Não imaginas como vivo mortificado !
« Por hoje termino; adeus. Escreve-me para Chicago , Hotel Metropol.
« Lembra me á tua Ex. Senhora , beija teus filhos por mim e aceita um
« abraço do velho amigo collega,
CARLOS GOMES » ,

Più penetriamo nella vita dell'infelice artista, più riconosciamo che l'odio,
la guerra, le perfidie, ardono della fiamma più viva ancora nell'età che
precede la sua morte .
Non v'è dubbio che l'ultimo periodo della sua vita è una corona di mar
tirio , un calvario di sofferenze.
Le condizioni che lo menano a Chicago sono — come lui stesso lo dice
- desolanti: privo di mezzi e di riguardi! . . .
E la mente ci ricorda infatti, che quando il rinomato maestro cold
giunse, l'accoglienza dei signori membri della Commissione, non fu con
- 379 -

solante per lui: l'indifferenza e l'ostilità per il glorioso maestro , correva


nelle loro vene a fare nausea . . . E fu in grazia alla pietà di uno di essi,
la cui ammirazione per Carlos Gomes doveva fortemente contrastare con
quella dei suoi colleghi ( 16 ), se le amarezze non rubano all'illustre com
positore molti giorni della sua esistenza, quando era in procinto di orga
nizzare il suo programma musicale , che il popolo americano anelava sen
tire per conoscere il valore artistico del grande maestro brasiliano .
Malgrado tutto, colà , ancora un volta , il suo talento onora il Brasile,
e mette in delirio il pubblico yankee all' udire le pagine immortali del
« Guarany » .
Compiuta la sua missione, se ne ritorna in Italia .
Giunto a Milano, lo vediamo solitario trascinare le torture della sua
vita che non vive più colla gioia di creare; rivive, però, un istante per com
porre un suo ultimo lavoro, « Colombo » , poema vocale e sinfonico in 4 par
ti, con l'intento di darlo a Rio de Janeiro . Infatti, ultimato il lavoro, con ben
pochi quattrini, e vaghe speranze di un buon risultato materiale, s'imbarca
a Genova, con destino alla capitale della sua patria, che tanto l'aveva glo
rificato nel 1880.
Ma, valicando l' Oceano, un presentimento latente metteva la di lui
anima in confusi pensieri, uno dei quali non gli fuggiva dalla mente, quel
lo , cioè, di essere flagellato dalla ostilità ; e i fatti provano che il suo pre
sentimento non era il sintomo di un vaneggiamento folle.
Infatti, malgrado egli pensasse, alquanto fidente, che quell'ultimo suo
viaggio fosse un sollievo alla stanca e logora sua vita, trova invece nel suo
effetto, un disastro materiale e morale , che più aggrava le sue pene.
Carlos Gomes dà il suo « Colombo », a Rio, nell'anno che ricorreva il
4 : centenario del grande genovese , anno in cui la storia musicale ci fa in
travedere certi strani giudizi, sotto un 'atmosfera sopraccarica di misterio
se prevenzioni, in cui la critica d'arte vien meno alla popria missione.
Risultato : il poema « Colombo » , degno almeno d 'un successo di sti
ma, ebbe un esito disgraziato ; cadeva fra i più strepitanti scrosci di risa ,
appunto per l'effetto delle sentenze che bandiva appassionatamente la no
stra critica nel suo inizio infelice, contro l'arte che suonava sublime al
cuore umano ! . . .
Alla loro volta , i sedicenti caporioni dell'alta musicalità , o meglio , gli
apostoli dell'arte per l'arte, riescono appieno nel loro intento , tacciando il

(16) La persona a cui alludiamo era il distinto medico Dr. Julio Brandão, il quale,
nell'adempimento del proprio dovere non aveva seguito la sorda guerra a quella dei
suoi compagni a rispetto di Carlos Gomes ; anzi, lo anima e gli presta il suo appoggio
personale durante il di lui soggiorno nella terra di Washington.
- 380 -

nostro unico e grande musicista , di arcaico; non sa più scrivere; le sue


sette opere pesano meno per la sua gloria che per la sua speculazione ! . . .
Sicché, il genio che aveva dato tante dolci melodie, un secolo, per
meglio dire, di avanzo di gloriosa arte alla sua patria ; il compositore tanto
apprezzato dai più illustri musicisti europei, per le sue nobili ispirazioni;
l'uomo, finalmente, consacrato nell'arte dei suoni che, anni addietro , l'amato
paese suo gloriavasi aver come figlio, nell'ultima fase della sua vita, è
sottomesso alle più crudeli prove di disinganni! E se ricordassimo tutto
il tremendo soffrire suo, la quantità dei dolori intimi, quante miserie,
quante angosciose umiliazioni sopportò l'infelice Carlos Gomes, nel corto
soggiorno di addio alla sua patria .
Meglio è non parlarne ; poichè, ad accennarle tutte, si cadrebbe fatal
mente nella più squallida e desolante ricordanza di fatti tristissimi! . . .
• Tale fu la fine della vita artistica in Rio de Janeiro, ove, la critica gri
dava : l'arte ! . . . dell'avvenire ! . . . senza crederci ! . . .
Di ritorno per l'ultima volta in Italia, egli non porta più nella sua
mente quella fulgida speranza di produrre altri lavori. Dopo il « Colom
bo » , la sua lira tace ; la fronte limpida della sua ispirazione è ormai ina
ridita ; e se goccie produce, son goccie di dolore, lagrime di disperazione! . . .
Per doppia sventura, una sciagurata e nefasta malattia faceva in lui
rapidi progressi; il presentimento di morire presto, era più forte della sua
volontà di pensarci. Peraltro negli ultimi mesi di sua esistenza , la forte
melanconia gli invade l'anima; l'unico suo desio era dimorire sotto il cielo
del suo Brasile – cielo mirabilmente inneggiato con il linguaggio della
sua musica !
Non volendo però ritornare a Rio , ove l'inimicizia d'alcuni lontani rivali
gli fu sempre manifesta , accetta la nomina a direttore del Conservatorio di
Musica che si fondava nel Pará, e verso là moveva nel maggio del 1896 .
Egli si sente relativamente contento di questa sua nomina, la quale avreb
be mitigato , in parte, tutte le sue pene nell'ultimo periodo di sua vita .
Malgrado ciò , il povero uomo dubita di questa nomina ; ha paura di que
gli spiriti avidi di procurarsi un nome senza il sapere.
Forti ragioni aveva egli di pensare cosi, giacchè vedeva attraverso alla
sua vita, quanto valga il sentimento ambizioso di taluni artisti, che non
fanno che spargere veleno.
Tutte queste miserie Carlos Gomes le prevedeva, le vedeva. E come. E'
egli stesso che ce le racconta in una sua ultima lettera , inviataci da Milano
il. 25 novembre 1895, nella quale parla anche della sua malattia :
- 381 –
Milano, 25 Novembre 1895.

Mio caro Vincenzo .

· « Grazie infinite per la tua lettera del 27 Ottobre. Sapevo già del tuo
« trionfo col grande concerto al Cassino e mi rallegro con te.
« Tu mi sei sempre fedele amico ; non lasci passare una buona occa
asione senza darmi prova della tua stima, di cui ne vado fiero.
« Purtroppo so, da un pezzo, dell'esistenza di certi minatori della pro
« fessione, tanto a Rio come altrove . . Che fare ? A me pare meglio non
« curarsi di loro . . . – guai a dar loro dell'importanza !
« Non mi dici nulla del direttore del Collegio di Musica di Rio ( diretto
« dal nostro collega e amico L . Miguez ? ) .
« Segno che tutto va bene: Collegio , Direttore, allievi etc. etc . ;
« Anche il Governo deve essere contento !
« lo forse me ne andrò al Pará, ove mi hanno offerto , un posto . Ciò
« vuol dire che almeno al Nord del Brasile c'è della gente che mi vuol bene.
« Ma dico forse, perchè non so ancora nulla di sicuro della mia no
« mina , anzi ti prego di far sapere a Compadre Manduca di questo. Per
a carità , prego te e tutti di non parlare di « questo affare del Pará con qual
« siasi giornalista », « Tu sai che la stampa , con le sue notizie sbagliate » ,
« rovina , « inventando » , a danno dei poveri, come me! . . .
« Quando poi sard al posto (se lo saro) io stesso ti pregherò di dare
a la notizia esatta .
« Ciao, carissimo amico ; chi sa quando ti vedrò ! Sono assai, assai ma
a lato ! Malato come non puoi credere ! !
« Sarà quel che Iddio vorrà . Ciao .
« Abbracciandoti con tutta la famiglia disponi sempre del tutto tuo aff.mo
CARLOS GOMES ».
Questa volta , Carlos Gomes nulla ha da temere. La terra dal sole bru
ciante , conscia di compiere un atto di giustizia , salvando l'uomo e l'onore
dell'arte nazionale, lo chiama nel suo seno per significargli la più salda
ammirazione.
Bella e nobile manifestazione al talento che, disgraziatamente, Carlos
Gomes non doveva godere per molto tempo !
Senonchè, giunto a Lisbona per prendere imbarco verso il Pará , il suo
male si aggrava ; si teme della sua sorte.
Altr 'uomo avrebbe desistito da questo lungo viaggio , egli no ! A nulla
valsero i consigli dei compatriotti, che si trovano nella capitale lusitana,
- 382 -

a distorlo. Egli tornava alla patria, ove — « in fine vitae » - doveva tro
vare, infine, il sollievo di tante gravi amarezze, davanti alle quali muoiono
tutte le filosofie del mondo.
Triste fu l'arrivo, data la gravità del suo male. Le cure più affettuose
gli furono prodigate; ma la medicina, che non è la scienza dell'immorta
lità , si confessa impotente davanti alla feroce legge della morte, la quale
infrange inesorabilmente il genio creatore di tante sublimimelodie .
E fu cosi che l'uomo, sottomesso alle prove più vive della lotta, cir
condato dai più illustri ammiratori paraensi, che lo assistono in quell'ora
suprema, rendeva, il 16 settembre 1896 , l'anima a Dio , muovendo verso
l'immortalità.
La morte dell'illustre maestro, tanto dolorosamente sentita nel Pará,
ove gli si rendono le più solenni esequie, e ove la salma è grandemente ono
rata e solennemente trasportata , non poteva che aver una ripercussione a
Rio de Janeiro.
Infatti, al giungere della salma nella capitale della Repubblica, il po
polo , spinto all'ammirazione per l'estinto , segue solenne il carro funebre
fino alla chiesa di S . Francisco di Paula , ove si celebrano solenni esequie
in suffragio della sua anima. La salma fu poi trasportata all'Istituto Na
zionale di Musica , di cui, durante la vita del glorioso compositore, non gli
fu concesso varcare la soglia nemmeno come semplice bidello ! . . . (17) .
Quivi rimaneva esposta , per alcuni giorni, la venerata spoglia , con pie
tose visite d 'un pubblico eterogeneo, e gli omaggi di canti sacri che innal
zano gli allievi, scritti dal direttore Leopoldo Miguéz ! .. ..
Però la solennità maggiore, una vera apoteosi, che si numera con quel
l'omaggio ch'ebbe in vita al suo arrivo nel 1880, è la maestosa dimostrazione
di duolo di tutta la cittadinanza, quando il corpo dell'illustre defunto con
il più imponente corteggio del popolo nel cocchio d 'un grande ed eroico
generale , lento muoveva verso l'imbarcatoio dell'arsenale di guerra .
Tra il funebre corteo scorgemmo alcuni amici leali, quelli cioè che
l'amarono per le sue virtù artistiche e paterne, nei cui cuori nascondevano

a la più moPaulo), nell'intitanche post-mo


(17) Dobbiamo per altro notare che anche post-mortem il municipio della capitale
del suo nativo Stato ( S . Paulo), nell'intitolare col suo glorioso nome una strada della
città , sceglieva la più modesta ! . . .
A gloria dell'idea e fatiche di un illustre artista, Luigi Chiaffarelli, dopo 26 anni
della morte dell'eminente Maestro, s'innalzava nella capitale del suo Stato nativo un
imponente monumento in suo onore. La cerimonia fu all'altezza del glorioso uomo.
Il mondo artistico e ufficiale parteciparono alla cerimonia inaugurale. Furono eseguiti
frammenti delle sue opere, nonchè la celebre sinfonia del « Guarany » , partecipando le
bande locali e tutti i professori d 'orchestra della città , formando un congiunto di
coro esecutorio.
- - - - - - - - --

383 -

le più sentite lagrime di cordoglio davanti alla dolorosa scena del momento ;
lieti, però, al ricordarsi che, vivo , l'avevano sempre difeso dai dardi del
l'invidia e della perfidia crudele ! .. .
Tra quei mesti e lieti ricordi vi era anche la ferma e salda convinzione
che, mortale glorioso, onore dell'arte e della patria , nessuno più di lui ave
va saputo guardare in viso senza piegarsi alle avversità del destino. E in
quel momento, in cui i peggiori sentimenti spariscono davanti la venerata
salma, la morte aveva reso più grande l'uomo che aveva dato alla sua
patria un secolo d'arte , mai uguagliato da altri suoi figli ; e che finisce con
un 'elevazione di tutto ciò che visse di grado superiore nella vita spirituale
del suo tempo.
Noi lo conoscemmo nel pomeriggio della sua gloria, gli fummo seduti
accanto assai volte nell'intimità la più propizia per raccogliere ogni cogni
zione del suo carattere, e de' suoi difetti, i quali non erano, in fondo, di
quelli che si annegano nella fiumana del disordine morale, ma bensi nella
dolcezza e nel conforto per quanti, negli eventi della carriera artistica,
andavano a bussare alla sua porta , che si apriva caritatevole , rimpiangendo
di non poter essere utile a tutti i fratelli d 'arte , vissuti assieme a lui nella
terra ove imparò ad amare e comporre.
Ma è pur vero che mentre il suo magnanimo cuore si apriva agli infe
lici dell'arte per lenire con l'obolo fraterno le sofferenze fisiche e morali,
altrove le sue buone azioni con leggerezza inaudita, erano male interpre
tate ! Ed è noto a tutti come in vita spesso si disse, che la sua condotta
era sregolata a causa del gioco (18 ).
Nulla era più lontano dal vero.
Carlos Gomes non fu mai giocatore. La condotta della sua vita era lo
studio della sua nobile professione, che rispettava innanzi tutto ; studio co
stante, febbrile, mai indietreggiando difronte alla fatica per recare a ter
mine i suoi lavori, componendo al mattino, rivedendo le pagine sul cadere
della sera, per indi istrumentarle di notte , pur essendo oppresso da tanti
dolori intimi, infelicissimo negli affetti domestici! .. .
In altre parole, tale fu la vita e il sentimento del grande artista na
zionale, la cui morte doveva provocare una clamorosa reazione in suo fa
vore, e un forte rimorso nei suoi nemici.
E cost, pria che il sole si precipitasse attraverso l'orizzonte dei monti
del Guanabara , la salma dell'uomo, del geniale artista , che aveva trasmesso

(18 ) Carlos de Laet, il chiarissimo ed arguto scrittore, fulminò con la sua penna
nell'appendice « Microcosmo» del 29 agosto 1880 (Jornal do Commercio ) la maldicenza
che si scagliava contro l'artista eminente, nei ridenti di che la patria lo vedeva ca
rico di allori.
- 384 –

alla nuova generazione il più bel pensiero d 'idealità musicale, scendeva,


davanti la maestà dell'ultimo vale del popolo , nella camera ardente della
nave, che la prua rivolta aveva verso Santos, per seguire, come ultimo
ritorno, al porto dei primi sogni giovanili, la terra degli avi suoi: Campinas.

Elenco delle sue opere:


« Noite do Castello» , teatro dell'Opera Nazionale , Rio (1861) ; « Joanna
de Flandres » , nello stesso teatro , (1863) ; « Il Guarany » , teatro alla Scala
di Milano (1870 ); « Fosca » , nello stesso (1873 ); « Salvator Rosa » , teatro
Carlo Felice, Genova (1874 ); « Maria Tudor » , teatro Scala , Milano (1879) ;
« Lo Schiavo » , teatro lirico D . Pedro II, Rio (1889) ; « Condor » , teatro Sca
la , Milano (1891) ; « Colombo » , (1894); « Se sa Minga » e « Nella Luna » ,
due riviste, Milano (1867).
Quattro opere incomplete : « Moema », « Palma» , « America », « Minon
di Lanclos » . Quest'ultima, già inoltrata nel 1876, di cui udiamo una bel
lissima aria , nulla si sa del suo destino ; la stessa sorte ebbero le altre;
della penultima: « America », Carlos Gomes parlava con entusiasmo per
l'argomento e pel libretto : mancava pochissimo per portarla a compimento.
Produzioni vocali e strumentali : « Inno Accademico » , « Inno Trionfa
le » del Ceará libero ; « Inno Marziale » , dedicato al Collegio Militare di Mi
lano ; « Inno Alpino » , « Preghiera dell'Orfano » , « Sul lago di Como » , « La
Regata » , « Beato Lui », « Aurora e tramonto » , « Celia d'amore », « Qui
pro -quo » , « Realtà » , « Spirito gentil» , « Rondinella » , « Obllo » , « Il Ba
gant », « Bella Tosa » , « Civettuola » , « Tu m 'ami» , « L 'Arcolaio » , « Mam
ma dice... », « Dolce rimprovero » , « Lontana » , « Ave-Maria » , « Addio » ,
« Notturno » , « Mon Bonheur » , « Custoza » , (Marcia e coro funebre); « L ’ In
no della Carta » , « La Moda » , « Nella Luna » , (la ballata ) ; « La Madai
miera » , « Quem Sabe » , « Conselhos » , « Pensiero funebre », « Mestizia » .
A queste leggiadre pagine, si potrebbe aggiungere un numero conside
revole di produzioni inferiori, scritte nel suo primo periodo di vita arti
stica in Campinas e Rio de Janeiro , quindi lacerate, forse, quando attinse
la rinomanza di altissimo compositore.
__ _

V° PERIODO

CAPITOLO XX.
(1844-1889)

DEL PIANOFORTE E DEI PIANISTI NELLA VIRTUOSITA'


E NELL ' INSEGNAMENTO

L ' eccellenza dello strumento . -- Critiche e virulenti attacchi, – Il pianoforte,


mezzo di diletto e di sviluppo delle facoltà musicali. -- Vero tesoro di sensazioni. –
Bellezza particolare . – La sua letteratura piena di eloquenza. – Superiorità sugli
altri strumenti. — Amico sincero e consolatore. — Titoli al suo attivo. — Ciò che dice
Romeo. — Pianisti giovani ed anziani di scuole diverse. – Talenti emergenti nella
pedagogia pianistica e nella virtuosità . - Notevoli pianisti dilettanti. - Celebri vir
tuosi: Thalberg, Gottschalk , Ritter, Arturo Napoleone. - I loro meriti. – I loro suc
cessi. - Programmi svolti . - Altri concertisti. - Un pianoforte storico. – Poco ri
guardo alle venerate reliquie del passato.

Occupandoci in questo capitolo dei pianisti, bisogna ricordare un 'ode


eccelsa del Rollinat al rappresentante per eccellenza degli strumenti a
tastiera e ai detrattori, che ne vogliono ribassare le preziose qualità :

« Sois fier d ' être incompris de la vulgarité ;


« Beethoven a sur toi déchainé sa folie ,
« Et Chopin , cet archange épris d ' etrangeté,
« T' a versé le trop plein de sa mélancolie ».
Infatti, nel detto di J. Romeo, non v'è strumento di musica che abbia
sollevato tante critiche, tanti virulenti attacchi come il pianoforte.
Oh ! quale solenne e clamorosa ingiustizia verso uno strumento che, da
circa due secoli, fa la delizia dei seguaci dell'arte dei suoni, ed anche delle
mediocrità, per le quali è mezzo di diletto e di sviluppo delle loro facoltà
musicali.
Il pianoforte costitui in tutti i tempi un vero tesoro di sensazioni, por
tando, attraverso il mondo, lo sviluppo delle facoltà musicali al più alto
grado; Beethoven , Mendelsshon , Liszt, Rubinstein , Schumann e Chopin ,
per non parlare che dei più celebri, l'hanno dotato di una letteratura piena
- 386 -

di eloquenza e di maestà . Si pensi che tutti i grandi compositori furono dei


pianisti più o meno abili, a cui il pianoforte rivelò dei magnifici effetti di
sonorità e di armonie contenute nelle loro pagine, che non cessano di far
l'ammirazione e la gioia del mondo. L 'accusano di mancanza di espressio
ne, di timbro non caldo e penetrante, nonchè spoglio della preziosa virtù
di prolungare il suono ; ma quando vibrato da mani maestre ne risulta
una varietà di effetti stupendi, la cui bellezza particolare permette all'udi
tore di seguire le sue evoluzioni per delle ore intere senza provare la
minima stanchezza.
Diamogli dunque adesso l'onore della superiorità su tutti gli altri stru
menti sonori, non fosse altro in riconoscenza di quello che l'arte gli deve,
giacchè il pianoforte fu il vero commesso viaggiatore, se così è permesso
dire, delle modeste e sublimi produzioni musicali, nonché l'amico sincero ,
consolatore, che parla all'anima nei momenti più tristi della vita ! Ecco
ben dei titoli al suo attivo, e non è tutto :
« Sans lui – dice ancora Romeo — les longues soirées d 'hiver seraint
« d 'une désaspérante monotonie , et les accablantes chaleurs de la canicule
« n 'auraint que d'insuffisantes compensations. Sans lui, les loisirs d'une jeune
« fille ne formeraient qu'une oisiveté pernicieuse, à peine interrompue par
« la lecture de quelque roman malsain : et il présente ainsi un côté émi
« nemment moral. Est -ce assez ? Non ! il est encore l'âme du foyer, la joie
« de la famille , la brillante distraction des visiteurs: c'est un ami docile
« qui, à notre gré, prend la parole ou garde le silence, en nous faisant toute
« fois sentir notre dédain ou simplement nos oublis ; et, sous ce rapport,
: « c 'est un véritable tyran, qui ne réserve ses hautes faveurs que à ceux
« qui ne rompent jamais avec lui, même un seul jour.
« Pour l'artiste qui parvient à en approfondir les secrets, c'est tout un
« monde de sensations; les larmes? il en tarit la sourse ; les grandes dou
« leurs ? il les apaise en leur prodigant, comme un baume souverain , l'ef
« fluve de ses puissantes harmonies; dans l'infortune? il commence par
« être una consolation pour devenir un refuge et un appui.
« Que pourrait -on bien ajouter à la louange du piano ? Un fait caracte
« ristique : « la moltiplicité des harmoniques », qu' il produit avec un vif
« relief, le classent forcement parmi les instruments propres à émouvoir.
« À ceux qui lui contesteraient cette qualité supreme, nous opposerons ce
« témoignage de M . Legouvé (60 ans de Souvenirs) : en entendant jouer
« Thalberg, la grandeMalibran a été touchée ou point de verser de larmes » .
Dopo tutte queste cose riunite che fanno del pianoforte il tipo per ec
cellenza degli strumenti di alto valore, convien far cenno di quegli artisti
che lo resero ammirabile fra noi, coi loro talenti negli effetti della sono
387

rità, dello stile, della tecnica, con tutta la bellezza e il profondo sentire
musicale (1).
Alla valente schiera degli artisti concertisti, bisogna aggiungere quella ,
i cui nomi non si fanno dimenticare nella nobile missione dell'insegnamento
e del diletto artistico.
In S . Paulo , troviamo: Gabriele Giroudon , Emilia Philipeaux, Giorgio
Wadeweiss, Giulio Houdelot, Giuseppe. Volta, Lucio Mauricio, Otto Glau
dosch , Luigi Gonzaga de Azevedo, Luiz Padova, Giorgetti, Antonio M . Fran
co , Pinto Tavares, Emilio do Lago , l'autore del « canto da curuja » ; José
Ferreira , Eletra Pons, Mme. Portier, Eugenio Hollender, fondatore del Club
Mendelssohn, in Capivary, nel 1883.
· Rio Grande del Sud : Porto Alegre , Pelotas, Rio Grande, ci dànno : Fi
lippo Nery, Lino dos Santos, Gustavo Lindner , João Pinto Bandeira, Anto
nio Leal, J. Quaglia, Viriato Vieira da Silva e Candido Antonio Monteiro
nome d'una famiglia tutta di musici intelligenti, e le due giovini pianiste
piene di slancio e di felicissime attitudinimusicali : Amelia Maurel e Julietta
Tavares, ambedue native di Pelotas, ambedue riescono con il loro bell'in
gegno ad onorare l'arte della loro città nativa. E dicasi infatti che di grande
attrattiva fu il loro intervento nei concerti ivi dati da notevoli artisti nel
l'aprile e maggio 1884 . La prima suonava con molta grazia e slancio dif
ficili pezzi di Weber e la seconda emergeva con incontestata valentia nel
l' Impromptu di Chopin (Do diesis minore) e il « Rondò Capriccioso » di
Mendelssohn .
Al Paraná il maggiore Bento Menezes e il dottor Francisco Itiberé da
Cunha, due rispettabili spiriti musicali, che insegnano l'arte del pianoforte
e del violino. In Bahia : Amado Coutinho, F . Santini, che poscia passava
a Rio de Janeiro, nel 1883, ove morì pochi anni dopo ; Alberto Muylaert,
Deolindo Froes, Antonio Legori, Francisco Negrão, Enrico Albertazzi,
Joaquim Pereira , Joaquim Thomé, Alegario Salles, Mamede Thomé, Franci
sco Marque, Amelia da Silva Oliveira e Elena Lemos Bastos, Ignese Morry,
Maria Amado, Maria Doumerie, Jesofine Devoto e Tobias de Magalhães,
che al par di Amado Coutinho, si distingue come solista .
Non meno importanza assume la capitale di Pernambuco nell'insegna
mento dell'arte pianistica, ove incontriamo fra i noti professori: Euclides
Fonseca , Amaro Barreto, Candido Lyra, Giorgio Victor Ferreira Lopes filho,
Germano Viera, e gli amatori Elias Pompiglio , Giorgio Tasso Fragoso, Cri
stina F . Pires Ferreira, Urcina Alcoferado, Teresa Borges Diniz, Maria
Celicina Rodrigues, Erminia Maia e Silva e la Sorella Florinda.

(1) Anche per i pianisti, per i violinisti e per altri strumentisti, abbiamo prefe
rito – sempre nei limiti del possibile -- l'ordine cronologico all'alfabetico.
- 388 –

Al Ceará, ove l'amore all'arte musicale ed al pianoforte è virtù innala,


malgrado - secondo l'opinione d 'un vecchio artista - il poco e raro incen
tivo che si dà alla coltura musicale , è da ricordarsi la rinomata maestra
insegnante Estefania Pastor; ch 'ebbe molte allieve durante la sua lunga
permanenza in detta città : tra le quali è da ricordare una egregia pianista
più che dilettante, una vera artista , tale da potersi paragonare alle più
provette pianiste virtuose : Emilia Studart.
Al Pará : Henrique Gurjão, José da Gama Malcher, i cui nomi ritro
veremo anche nell' elenco dei compositori nazionali, nonchè il valoroso
concertista Paulino Chaves, danno buonissimi frutti nell' insegnamento
pianistico.
In Manaus, sono pure da ricordare le distinte pianiste insegnanti: Can
dida Maria Pedrosa, Zaza Teixeira de Souza, Virginia R . Ferreira do Couto,
Raimunda R . de A . Magalhães, Eulalia F . Rego Monteiro, e un buon nu
mero di pianiste dilettanti, tra le quali primeggiano : Amelia Sarmento de
Sá, Amelia Amorim , A . Anezia Rodrigues Teixeira, Antonia C . Vianna Car
dozo, Arcelina Vianna Prata , Carlotta Augusta Baird , Carolina Barroso ,
Ortensia Sarmento de Sá , Joanna Gruna Pereira e Leonina Sarmento de Sá .
Occupiamoci ora del merito individuale di quelli che si ebbero i maggiori
onori, al valore artistico della virtuosità, all'epoca della loro apparizione
in Rio de Janeiro ed altrove, nonchè dei più rinomati nell'insegnamento .
Secondo l'ordine di tempo, può dirsi che, dopo le sporadiche apparizioni
di alcuni pianisti concertisti in un 'epoca di scarsezza d'arte pianistica
(1836-1842), bastevoli del resto a celebrarla con peregrine doti artistiche
per le quali l'epoca ritrae l'impronta che la distingue, udendosi il D . Fran
cisco Muniz , uno dei più abili suonatori del tempo ; il giovane Planel, va
loroso interprete dei concerti di Herz, il primo a suonare su d 'un piano
forte fabbricato nella capitale dell'Impero ( 1834 ); José Navarro, stimato
maestro e pregiato concertista , autore di un brillante « Rondò » ed un me
todo di pianoforte ; il noto Neytz , valoroso esecutore ; la giovane Leopoldina
Josepha dos Reis , pianista tra le più distinte, Joaquim dos Reis; Carlos
de Castro Lobo, organista ed abile sonatore di armonica, un nuovo stru
mento , che il Lobo è il primo a far conoscere in Rio (2 ), la vera serie delle
udizioni pianistiche nella nostra capitale dell'Impero all'epoca di cui tratta
questo periodo , s'inizia col pianista brasiliano José Klier, giovane di bel ta
lento artistico, assai applaudito dal pubblico nel suo concerto dato al tea

(2) « He - nel detto di un critico – a primeira vez que apparece em publico o


referido instrumento, por ser inventado ha pouco tempo na Allemanha: produz sons
assaz maviosos, expressivos, e tão differentes dos já conhecidos, que nada deixão a
desejar » .
- 389 -

tro S . Pedro de Alcantara (7 giugno 1847), col seguente programma :


1.' – Grande fantasia su motivi di un 'aria russa ; 2.º grande fantasia
su diversi motivi dell'opera « Ambasciatrice » , di Herz , ed il concerto - stuck
di Weber con accompagnamento d 'orchestra ; il primo a far sentire lo
stupendo lavoro dell'autore del « Freischütz » .
Questo limitato numero di pezzi per un concerto annunciato col pom
poso titolo di « Grande Accademia di musica vocal e instrumental » , non
deve far specie al lettore, giacchè, a quei tempi, il concertista doveva for
zosamente ricorrere agli elementi vocali o drammatici, per organizzare il
programma a gusto del pubblico, per conseguire successo maggiore !.....
: Dopo il Klier, un altro pianista è da ricordare: L . M . Luiz Major, pri
mo premio di pianoforte del Conservatorio di Parigi, e direttore d 'orche
stra dell'opera lirica francese , giunto a Rio de Janeiro nel 1849. Costui ese
guiva in un concerto che dava nel teatro S . Francisco, la sera del 18 luglio
(1848), i seguenti pezzi : Polonaise, précédée d 'un adagio , composée et exé
cutée par Mr. Louis Major ; Marche Militaire, fantasie , duo concertante pour
piano et violon sur des motifs du Guillaume Tell (Luiz Major et Werneck ).
Il nome d'un pianista che troviamo spesso citato fin dal 1856, è quello
di Francisco Muniz (Dr.); spesse volte si presentò al pubblico , dando dei
grandi concerti, senza mai fare il proprio nome o quello degli autori che
eseguiva.
Il talento di questo pianista era poco discusso ; frattanto egli suona
in compagnia dei migliori artisti dell'epoca.
Si vuole che un buon pianista fosse il maestro della compagnia lirica
italiana del teatro S. Pedro de Alcantara, Gioacchino Giannini, giunto a
Rio de Janeiro nel 1847 ; mentre non ci è dato vederlo che come accompa
gnatore delle cantanti di nome e del violinista Mauser.
Vogliamo credere che il suo alto valore artistico risiedeva solo nella
composizione e nella scienza musicale, di cui illustrò la cattedra d 'armonia
e contrappunto nell’Imperiale Conservatorio di Rio de Janeiro, nominato
all'inizio della sua fondazione, cattedra che conservò sino alla morte ( 3 ).
Dionysio Vega, fu un buon pianista del suo tempo. Col violinista Rob
bio suonò in un concerto , dato al teatro di S . Pedro de Alcantara, il 25 set
tembre 1845 , il gran Duo Concertante su motivo della cavatina favorita
dell'opera « Niobe » , di Berg e Lafont.
Dionysio Vega, negli anni seguenti, fu uno dei principali funzionari
delle imprese teatrali liriche italiane di Rio de Janeiro. Poco tempo dopo un
pianista francese Léon Solié, che si diceva discepolo di Chopin , desta am

( 3) Egli mori verso il 1867, in una fazenda presso la stazione di Ubá, oggidi Paty
do Alferes,
- 390 -

mirazione, di passaggio a Rio de Janeiro, in un concerto che egli dava nel


1850 al teatro S. Pedro de Alcantara. Fu onorato di applausi dal pubblico,
e di viva simpatia dalla stampa. Egli non diede che un solo concerto ; po
scia prosegui per le Repubbliche del Plata e dell'Uruguay, e non tornò più
in Brasile .
Adolpho Maerch , ebbe fama di buon pianista-compositore nel 1851.
A quest'epoca il Macrch si produceva in un concerto pubblico con lieto suc
cesso. Egli soggiornò a Rio de Janeiro, parecchio tempo .
Compositore per il suo strumento scrisse una fantasia con variazioni
sull' Inno Nazionale brasiliano, dedicata al maestro Francisco Manuel da
Silva, stampata dalla casa editrice Raphael e compagnia, e le variazioni
brillanti sui temi di sei « modinhas » brasiliane, « Alta noite tudo dorme» ,
« Novos ares novos climas », « Meu coração vivia sento » , « Minha Marilia
não vive » , « Adorei um 'alma impura » , « Herva mimosa do campo » .
Nel 1852, un artista di valore, che si doveva fissare a Rio de Janeiro
per tutta la sua vita, nato a Genova nel 1813, si esibiva in un concerto a
beneficio dell'artista francese Mme. Ducasse de Berny (17 gennaio ), ese
guendo la marcia del « Guglielmo Tell » , a 4 mani. Egli era Isidoro Bevi
lacqua, padre d 'una famiglia di pianisti illustri, e professore insegnante
dei più distinti di Rio de Janeiro, sul principio della seconda metà del se
colo scorso. Mori in detta città , l'anno 1897.
Molto apprezzato fu il talento della pianista Mme. Brillani, in un con
certo del 17 gennaio 1852, datosi al teatro S . Januario . Insieme al violi
nista Demetrio Rivero, eseguiva il duo concertante di H . Lafont.
Anche la giovane Sarah de Geslin ebbe riputazione di gentile pianista
nel 1852.
Compose e pubblicò delle variazioni eleganti e facili per pianoforte,
sụ motivi dell'opera « Il Pirata » , di Bellini, dedicate a suo padre.
Stimato pianista della stess'epoca fu Federico Otten ; suonò con felice
successo, in un concerto che dava l'arpista italiano Giovanni Tronconi,
nel 1852.
Citeremo anche Gustavo Van -Marck , il quale, oltre che il violino, co
nosceva e suonava benissimo il pianoforte.
Infatti, nel suo concerto del 21 novembre 1852, che ha luogo al teatro
S. Januario , oltre di farsi applaudire come eccellente violinista, esegui alla
perfezione due pezzi da concerto di sua composizione: « A Inquietação »
e la canzone africana « A Bananeira » , per pianoforte.
Meritato successo ebbe la pianista Contessa Rozwadowska, giunta a
Rio de Janeiro nel 1853, ove dava nello stesso anno, il suo 1° concerto ,
coadiuvata dagli artisti Sá Noronha (violino), Malavasi (flauto ), Foulard
-- 391 -

(piano), e il Desveaux (cantore). La Rozwadowska scrisse anche un 'opera,


rappresentata dalla compagnia dell'Opera Nazionale.
La critica, lodando la virtuosità di questa brava pianista , ebbe a dire :
« La signora Contessa Rozwadowska ha delle buone qualità , ma non di
forza superiore alle dilettanti carioche, in specie ad una che abita in Ca
tumby » .
Segnaliamo anche il nome del pianista concertista Stockmeyer, della
stess'epoca, con lunga permanenza in Rio de Janeiro, ove più volte si distinse
nelle serate musicali private , e nei pubblici concerti. In uno di essi nel
l'ottobre 1853, datosi al teatro Gymnasio , esegui, col violinista Van -Marck ,
un duo concertante di Dreychot.
Un altro artista di non inferior merito , giunto a Rio de Janeiro nel
1855 , fu Achille Arnaud, pianista -compositore, allievo del Conservatorio
di S . Pietro a Majella, in Napoli, ove nacque nel 1832. Ivi, a ventun anni,
aveva iniziata la sua carriera, dando con splendido successo il suo primo
concerto nel 1853. Vi avevan preso parte i primi cantanti del teatro S .
Carlo : Adelaide Borghi-Mamo, il Fraschini, Ferri e il violoncellista Braga,
l'autore della celebre serenata . Di là passò a Parigi, ottenendo un signifi
cativo esito nel concerto che ivi egli dava il 13 aprile ( 1853) nella sala
Pleyel, col concorso della celebre cantante Gruvelli.
Achille Arnaud fu accolto, in Rio de Janeiro, con una sensibilissima
benevolenza , e, il 27 maggio (1855 ) dava il suo primo concerto alla sala del
teatro « Provisorio » , onorato dalla presenza delle LL . MM . II., facendosi
applaudire nella fantasia della « Sonnambula » , dedicata a S . M . l’ Impe
ratore ; in due ricordi : « Souvenir de Rio de Janeiro » dedicato a S . M .
l’Imperatrice, « Adelina » , « Mazurka di concerto » , dedicata a S . A . il Con
te di Siracusa , e la grande fantasia sul « Trovatore » , composta dal con
certista .
Più importante, dal punto di vista di professore insegnante, fu il grande
concerto in favore della famiglia del compianto maestro Francisco Manuel
da Silva , dato nei salotti del Club Fluminense il 1° dicembre 1871, al quale
presero parte le sue migliori allieve : Amelia Carneiro , Antonia Dias Braga,
Anna Dias Braga, Emma Murat, Flora Arnaud , Francisca Fonseca, Fran
cisca Fonseca filha , Enriqueta Gonçalves da Silva, J . Scharp , Jeronyma
Souza Pinto , Manuela Bessa, Maria Azevedo Castro , Julia da Silva Guima
rães, Maria Carneiro Rocha, Maria Ferreira, Maria Eugenia de Souza Pin
to, Maria de Azevedo Castro , Maria Scharp, Claudina Maximo Pereira , Co
stança Fialho, Emilia Dias Braga , Luiza Maximo Pereira, Laura Carneiro
de Mendonça, Maria da Silva Guimarães e Maria Francisca de Sá Brito, che
fu poscia una delle stimate maestre di pianoforte in Rio de Janeiro.
Fu lavoratore , della sua arte, infaticabile ; e malgrado gli mancasse una .
– 392 —

conoscenza classica nell'arte del pianoforte, giunse ad acquistare una rino


manza popolare come insegnante.
Professore all'Accademia diMusica del Club Beethoven , dalla sua scuo
la uscirono moltissimi allievi : Emilia e Matilde Canizares, Julia Cesar Ro
drigués Pinheiro, Achillina de Carvalho Arnaud , Elvira Ferreira Gomes de
Mattos, Margarida Gomes de Mattos, Elvira Cesar Rodrigues Pinheiro, Qui
rino C . de Oliveira, Arturo Carneiro, Henrique Schutel, Jesophina de Ca
stro, Luiza A . S . Pereira, Isabel de Oliveira, Farailde de Sá, Julietta da A .
Pinheiro, Evangilina Pereira, Eugenia Lolier, José C . de Brito , Maria C .
Lyrio , Alice Fernandes, Orminda Lima, Alice Emilia Proença, Maria da C .
Godfroy, Augusta ed Alzira Geraldot, Rosa Elvira de Figueira e Texeira ,
Joanna d 'Assumpção, Dominga Rosa Cordovil da Silva, Galdina Paganini
e Maria da Conceição Lyrio , ecc .
Compositore, i suoi lavori, generalmente senza un carattere personale ,
fantasie su motivi di opere la maggior parte , sono d 'ordine inferiore.
Era insignito di varii ordini cavallereschi: Commendatore da Rosa e
Isabella la Cattolica.
Dopo un soggiorno onorato di circa quarant'anni, in Rio de Janeiro ,
ivi moriva nel 1894 .
Gennaro Arnaud, fratello del precedente , che venne a Rio de Janeiro
(1857) , dopo di aver fatto dei buoni studi musicali sotto la direzione di
abili maestri del Conservatorio di S. Pietro a Majella , in Napoli, fu anche
pianista ; ma non giunse ad acquistare una riputazione, come solista , ugua
le al fratello Achille , distinguendosi appena come insegnante . Ebbe però
una discreta rinomanza come compositore, lasciando un gran numero di
lavori per canto e pianoforte, giudicati, però, di poca importanza musicale .
Fra le altre sue composizioni è da ricordare la leggiadra canzonetta , dedi
cata alla signorina Celestina Carelli (1881).
Egli mori nella capitale dell'Impero, verso il 1884.
Compagno e contemporaneo dei menzionati maestri Arnaud, fu Anni
bale Elena. il quale, come pianista , ebbe ai suoi tempi, una certa notorietà
artistica in Rio de Janeiro, ove giunse verso il 1856 ,e morì nel 1895.
Come compositore , si conosce di lui un lavoro per pianoforte, intitolato
« Rimembranze di Gottschalk », eseguito da lui stesso nel concerto del ce
lebre citarista J . Brecht, datosi al teatro S . Luigi (1870) .
Pianista di quest'epoca, alquanto rinomato per la sua virtuosità , fu
Geraldo Antonio Horta . Nel 1854, si faceva applaudire in un concerto , dato
dal distinto flautista Malavasi, il 27 agosto, nel quale l'Horta eseguiva uno
studio della mano sinistra assai difficile.
Un altro pianista della stessa epoca, non affatto profondo nella tecnica ,
ma che ebbe un certo nome ai suoi tempi, fu José Maria Navarro ; nel 1854,
- 393 -

compone una brillante fantasia su motivi del « Trovatore » , stampata dalla


ditta Filippone e Comp.
Alcune parole sono da dirsi del pianista Strong, il quale, meglio inse
gnante che concertista , riesce ad aprire una scuola di pianoforte, in Rio de
Janeiro , nel 1854.
Un breve cenno merita il pianista Max Sydow , tedesco , venuto al
Brasile verso il 1850, padre di tre intelligenti figli : Adolpho, Alfredo e Max,
i quali dimostrarono, bambini, delle buone disposizioni per il pianoforte,
massime Adolpho, le cui attitudini rivelate quando aveva appena dodici
anni di età, suonando le più difficili composizioni musicali del Gottschalk ,
dovevano chiamare l'attenzione su di sè, del proprio autore.
Infatti, l'autore della « Bombola » , e della fantasia su ! « Inno Nazio
nale brasiliano » , ebbe calorosa ammirazione pel fanciullo Adolpho, che
avrebbe condotto seco,se la morte non l'avesse colpito improvvisamente
nella notte del suo grande « Festival » (1869).
Un periodo assai felice pel padre Max Sydow fu il giro artistico che
intraprese, assieme ai suoi figli, attraverso le provincie di Rio de Janeiro ,
Minas Gerães e S . Paulo .
In Juiz de Fôra , ove, nel 1872, la valorosa famiglia artistica dava un
concerto, ebbe a ricevere l'onore della presenza dell'Imperatore D . Pedro,
ivi di passaggio per innaugurare la strada rotabile « União Industria » ,
Certo che i maggiori allori erano sempre pel fanciullo-prodigio Adolpho.
Di ritorno a Rio , il padre Max Sydow continuò ad esercitare la pro
fessione d 'insegnante della sua arte, scrivendo la grande fantasia per pia
noforte a sei mani, sull’ « Inno Nazionale brasiliano » ; i figli, senza mai
abbandonare l'arte che aveva illustrato i loro nomi, finirono per diventare
commercianti.
Un altro giovane talento , che si era già distinto nei concerti della Fi.
larmonica, i quali si davano, a quei tempi, al teatro S . Januario , potrebbesi
aggiungere all'elenco dei fanciulli-prodigio nella virtuosità pianistica. Egli
era Carlos A . Palmer , nato a Rio de Janeiro nel 1847, ove, appena raggiunto
l'ottavo anno di età , portava il vanto di un temperamento eccezionale di
concertista.
Dopo di aver terminato il corso dei suoi studii a Parigi, ove divenne
pregiato pianista, apprezzato dai più distinti professori della capitale fran
cese , pubblicava, al suo ritorno in Rio de Janeiro, un suo primo lavoro
per pianoforte, intitolato : « Inspiração de ambas as Americas » .
Pedro Guigon , brasiliano, che noi conoscemmo come organista della
Cappella Imperiale, posto questo da lui occupato sino al 1889, fu stimabile
pure come pianista .
– 394 –

Nel 1857, seguiva per Parigi, a fine di perfezionarsi nell'arte piani


stica e nella composizione.
Non consta , però,che egli, al ritorno in patria, si producesse in pub
blici concerti ; godette soltanto modestamente , una pregiata reputazione
di solo organista .
Nell'anno stesso che il precedente artista passava in Francia, un fan
ciullo a soli nove anni di età , Carlos Severiano Cavallier Derbelly (4 ), di pre
coce talento artistico, sonava , destando ammirazione un concerto per pia
noforte , all'Accademia di Musica , data dal distinto clarinettista brasiliano
Antonio Luiz de Moura, al teatro S . Pedro de Alcantara, il 2 maggio 1857.
Lucio de Lauro, ſu professore di pianoforte stimabile, in Rio de Janeiro ,
discreto compositore. Pubblicò nel 1858 un'apprezzata fantasia su motivi
dell'opera « I Puritani » .
Ricorderemo qui anche due distinte pianiste dell'epoca surriferita : So
phia e Sarah Geslin ; entrambe suonarono con lodevole esito un tema va
riato al concerto del sig . Maravilliers, direitore d 'orchestra, nella sala della
Società « Phil’ Euterpe » , nel novembre del 1857 .
A quest'epoca appartiene pure una reputata professoressa di piano
forte, Mme. Brisson , la quale , se non s'innalza alle grandi sfere come con
certista, fa parlare di sè come autrice di una riuscita fantasia per piano
forte , su motivi del « Trovatore », che fece grande furore a Parigi.
Un breve cenno merita il professore di pianoforte, figlio ad un noto
professore di musica ai tempi del primo Impero, J. S . Arvellos, il quale ,
sotto il manto della modestia , esercitò con grande amore la sua arte. La
storia reca di lui che egli aprì in Rio de Janeiro, nel 1858 , un corso not
turno di pianoforte per gl'impiegati del commercio , a cui dedicava il suo
metodo d ' insegnamento nei seguenti termini:
Curso de piano a 1 /000 a lição. Dá -se piano gratis aquelles que não
tiverem . Continua a dar lições, lecionando J. S . Arvellos, um dos mais
habeis professores de piano e canto (filho de um dos mai celebres compo
sitores de musica , mestre de sua majestade o Sr. D. Pedro I) que compro
mette -se a fazer toccar ou cantar em breve tempo, dando mesmo as lições
gratis se não comprir o que promete , pois já tem dado grandes provas de
seu merecimento .
(Dal Jornal do Commercio, gennaio 1858 )
Degno di nota è anche il pianista Weiss, tedesco, il quale visse in Rio
de Janeiro un lungo periodo di anni, e passò , alla sua epoca, come uno dei
più distinti professori insegnanti della sua arte. Si esibi più volte in pub

(4 ) Vedi questo nome fra i compositori brasiliani, cap. XVIII,


- 395 –

blici concerti, in uno dei quali, l'8 ottobre 1855 , suonava, assieme ad un
celebre artista , che nomineremo più avanti, la fantasia su motivi della
« Norma » , dello stesso, per due pianoforti.
In detto concerto, che si dava in favore della Società alemanna « Saer
gerbund » , presero parte anche i pianisti Marck , Sudow , e la celebre can
tante Charton , che cantò la bella melodia diMeyerbeer « Rachele a Nephtali »
Dobbiamo nominare due pianiste , benchè di relativo pregio nella vir
tuosità , i cui nomi vediamo spesso citati come stimate insegnanti di pia
noforte di quell'epoca (1854 -55 ) : Mlle . Valérie de Montreuil e Mme. So
phie Raffard Emery. Entrambe d 'origine francese, vissero lunghi anni a
Rio de Janeiro, esercitando amorosamente la loro professione.
Oscar Pfeiffer, giunto a Rio de Janeiro nel 1858, fu considerato come
uno dei pianisti compositori di grado eminente. Infatti, a voler dare credito
alla critica del tempo , pare ch'egli avesse ingegno straordinario nella esecu
zione brillante ; espressione e maestria nel colorito , e, in specie , abilità
grande di esecutore colla sola mano sinistra .
Nel corso di quest'anno, egli portava a fine tre concerti al teatro lirico
fluminense, onorati colla presenza delle LL. MM . II., e di uno scelto pubblico,
che molto l'applaudi.
Convien far menzione del suo secondo concerto, eseguito il 4 aprile
(1858 ), al quale, oltre a yarij artisti dell'opera lirica italiana, prese parte
la celebre De La Grange, che dimostrò prodigi di vocalizzazione nella fa
mosa polka omonima, e l'aria Ungherese . Convien dire ancora che Pfeif
fer, malgrado i suoi noti successi, al suo ritorno in Rio de Janeiro , nel 1882,
non confermava la sua antica rinomanza di grande pianista , allorchè si
faceva udire in un concerto del Club Beethoven , il 4 novembre dello stesso
anno.
Tenne dietro al precedente artista il pianista compositore francese Ga
briel Giroudon , che si diceva allievo di Thalberg, e primo premio del Con
servatorio di Parigi, giunto in Rio de Janeiro nel 1859. Nello stesso anno,
dava un concerto al teatro francese (Gymnasio ), svolgendo un programma
di sue composizioni, del Prudente del Thalberg, molto apprezzato dal pub
blico , che ammirò anche la sua tecnica. Passò quindi a S . Paulo , ove fissava
la sua residenza per tutta la vita , dedicandosi all'insegnamento ; ebbe nu
merosissimi scolari, dei quali alcuni divennero insigni, come Alessandro e
Luigi Levy .
Lasciò un gran numero di composizioni per pianoforte, genere fanta
sie, scritte nella forma arcaica, oggidi senza interesse . Egli mori nel 1910,
compianto dai suoi colleghi ed allievi, nell'avanzata età di 83 anni.
Mme. Remond, pianista francese, la quale visse molti anni a Rio de Ja
neiro , suonò con lieto successo in un concerto della cantante Elena Couran ,
--- 396 –

il 4 novembre 1859, al teatro Gymnasio Dramatico, una fantasia suimotivi


dell'opera « Roberto il Diavolo » .
Esecutore valente, che rimase per un lungo periodo di anni a Rio de Ja
neiro, ove appari nel 1859, fu il giovane pianista tedesco Carlo Schramm .
Affermò la sua personalità di virtuoso in un primo concerto ch 'egli dava il
27 novembre ( 1859), al Gymnasio . Dramatico, emergendo nelle fantasie di
Thalberg, il « Mosé » e l' « Elisir d 'amore » ..
Egli fu anche pregiato insegnante del suo prediletto strumento, nella
cui carriera , in Rio , si fece parimenti onore.
Un altro pianista che levò gran rumore intorno al suo nome in Rio de
Janeiro , ove approdaya il 14 luglio 1860, fu Emilio Wroblewski, polacco ,
artista di bella rinomanza, portando seco il titolo di uno dei più forti e va
lenti pianisti del suo tempo.
Nel suo breve soggiorno in Rio de Janeiro, l' ospite illustre e suonatore
tutto fuoco, slancio, dolcezza e grazia , riverito ed amato dall'alta società
carioca, coglieva per lo splendore della sua esecuzione, oltre agli applausi
del colto pubblico, le lodi dell'Imperatore, che lo nominava pianista della
Corte .
Il primo suo trionfo lo riportava nel concerto del 10 agosto (1860 ), al
teatro « Provisorio » , al quale si associarono i più rinomati talenti dell'o
pera lirica italiana, per coadiuvare il pregiato pianista.
Davanti ad un eletto uditorio e la presenza delle LL. MM . II. il Wro
blewski svolgeva il seguente programma: gran valzer di concerto e un
grande studio dedicato a Liszt; « Arpa e Chitarra » , e « Cavatina della
Norma » , eseguita colla mano sinistra ; il « Bambù » , danza africana e la
« Tempesta » , composizioni del concertista ; « Le feu follet » di Prudent;
la « Marcia Ungherese » di Liszt, e le sue variazioni su la romanza del
« Barbiere di Siviglia » , eseguite con sole due dita, vivacemente applaudite .
Molti lodati ed applauditi furono altri suoi lavori, eseguiti nei successivi
concerti : il « Grande Concerto Sinfonia » , in quattro tempi, dedicato al re
dei Paesi Bassi, Guglielmo III; il grande Waltzer offerto alla Principessa
Matilde, « Sous les Palmiers » , la « Mazurka polacca » , « Chant du Coucou
dans le bois » , la « Tempesta » e « Carlo III » , waltzer spagnuolo .
Non occorre dire che il bello e significativo omaggio reso all’egregio
pianista dal pubblico fluminense , affermò che egli rivaleggiava difatti coi
più rinomati concertisti del suo tempo.
Wroblewski, vivamente riconoscente all' Imperatore, che oltre al ti
tolo conferitogli, l'accoglie con simpatia al palazzo di San Cristoforo ; al
pubblico, che l'aveva calorosamente applaudito in tutta la serie dei suoi
concerti, egli tornava in Europa nell'agosto dello stesso anno (1860), ove
un triste epilogo doveva avere la sua brillante carriera.
-- - . -
. --
- - - -
- - ---

- 397 -

Difatti, undici anni dopo, l’Imperatore del Brasile, sfogliando i giornali,


leggendo le notizie della comune, incontrò, sorpreso il nome di Wroblewski
fra i fucilati del Campo di Sartory (5 ).
E ' doveroso registrare anche il nome di Madama Faure, che riportava
un apprezzabile successo a Rio de Janeiro , in un concerto della cantante
francese Sofia Guillemet. Si diceva allieva di H . Herz.
Un 'altra pianista francese, ch 'ebbe una certa rinomanza durante il suo
soggiorno in Rio de Janeiro, fu E . De Barry . Si produsse per la prima volta
con lieto successo nella serata d 'onore del giovane maestro Antonio Carlos
Gomes, 23 settembre (1861). Maggior successo ottenne in un altro suo con
certo al teatro lirico , il 31 agosto (1865), coadiuvata da pregiati artisti : ese
guiva, tra altri pezzi, un duetto per pianoforte ed orchestra su motivi inglesi,
combinato con l' Inno Nazionale inglese .
Nota interessante del programma: « Intervallo », durante o qual a bene
ficiada (segundo o costume) visitará os camarotes, e a orchestra tocará a
a polka « Caminho de Ferro » , composta pela concertista » .
E ' da ricordarsi Emilio Guadagni, buon pianista dilettante della stessa
epoca. Egli ebbe a distinguersi in un concerto della Società Musicale « Phil
’ Euterpe » , il 9 novembre 1861.
Miguel Angelo Pereira, giovane pianista portoghese, giunto in Brasile
nel 1862, fu , malgrado le prevenzioni che sorsero sulla reale entità del me
rito suo, considerato come uno dei valenti pianisti dell'epoca, facendosi ap
plaudire più volte nei concerti in cui fece mostra del suo talento, durante
un lungo soggiorno in Rio de Janeiro.
Prese parte al concerto che dava, l'11 ottobre ( 1862), il celebre Arturo
Napoleone, eseguendo la fantasia sul « Trovatore » , per quattro pianoforti,
interpretata dall'autore, Achille Arnaud, Carlo Schramm e il detto Miguel
Angelo .
Si dette poscia all'insegnamento, ed ebbe nome di valente accompagna
tore, della cui buona scuola , un principale allievo, Geraldo Ribeiro, conservò
le tradizioni.
Discreta accoglienza si faceva ad un altro pianista, J . Verneuil, il quale
si produsse in un concerto del pianista Carlo Schramm , che ebbe luogo il
15 agosto ( 1862) al teatro Gymnasio, suonando col concertista « L 'Invitation
à la Valse », per due pianoforti, ridotta dallo stesso Schramm .
Nella sera del 18 novembre 1862, la direzione del teatro lirico italiano
dava ospitalità ad una nuova e gentile pianista M .lle . Connerose, discepola
del conservatorio di Parigi. In uno degl'intervalli dello spettacolo , la Con

(5) Escragnolle Doria : « Coisas do Passado », -- Rivista do Instituto Historico


do Rio de Janeiro , 1909.
- 398 - -

- - -
nerose eseguiva una brillante fantasia intitolata « Recordações do theatro

- -
-
italiano » ; destò ammirazione e entusiasmo.

-
-
Ricorderemo inoltre il pianista - compositore Hugo Bussmeyer, tedesco,
giunto a Rio de Janeiro nel 1862. Egli si faceva sentire nello stesso anno
del suo arrivo, 11 novembre, al teatro « Athéneo dramatico » , presenti le
LL . MM . II., svolgeva il seguente programma: 4 fantasie di sua composi
zione: «Profeta », « A noite do Castello », « La Sonnambula » e l' « Inno
Nazionale brasiliano » .
Negli anni seguenti, il Bussmeyer si acquistò anche una giusta riputa
zione comemusicista e professore insegnante della sua arte. Fu maestro della
Cappella imperiale, posto che occupò per parecchi anni con lodata competen
za . Più tardi rinunciò all'arte per occuparsi deila professione... di incettatore.
Hugo Bussmeyer, che non mancava d ' ingegno nell' arte del comporre,
lasciò molti pregiati lavori inediti : musica sacra , pezzi per pianoforte ed
un trio per pianoforte, violino e violoncello , eseguito e molto gustato, in un
concerto che egli dava, nel 1874 , alla sala dell' Imperiale Conservatorio di
Musica .
Quivi pure scrisse un 'opera sacra intitolata : « S. Petrus », con assoli,
cori ed orchestra alla presenza delle loro MM . II., il 24 novembre 1879, al
Cassino Fluminense .
Egli mori in Rio de Janeiro, il 30 aprile 1911.
Nell'anno appresso, 1863, un distinto artista italiano, C . E . Bosoni, si
faceva conoscere nella nostra capitale dell' Impero, come pianista di buon
valore. Col violinista André Gravenstein (padre), in un concerto che aveva
luogo, il 9 febbraio, all' « Athéneo dramatico » , eseguiva il duo originale
in la minore, di Osborne e Bériot, e il Septuor di Fesca, ottenendo un esito
che rimaneva , per lungo tempo, ricordo gradito. Il Bosoni ebbe uguale suc
cesso come direttore d' orchestra al teatro dell'Opera Nazionale di Rio de
Janeiro, e sotto la sua direzione si udirono le due prime opere di Antonio
Carlos Gomes : « Noite do Castello » e « Joanna de Flandres ».
Anche qui si conviene fare cenno d'un artista francese Lucién Lambert,
giunto in Rio de Janeiro nel 1863. Egli fu , durante un periodo di lunghi
anni, uno dei più stimabili professori di pianoforte del suo tempo. Fra gli
allievi suoi che giunsero al grado di esecutori valenti conviene ricordare
Cecilia Sibelberger, pianista di sentimento e di slancio , nonchè il figlio Lu
ciano che, giovanissimo, passò in Francia a compire i suoi studii, per mai
più tornare in Brasile, sua patria .
Nel surriferito anno, Lucien Lambert, (padre), pubblicava varie compo
sizioni, edite dalla casa V . Sodow : « Au Clair de lune », « Ombres » , tre
polkas : « Havanaise » , « Peruvienne » , « Parisienne » e il valzer « L ' Onde » .
Nel 1881, scrisse e pubblico degli studii per pianoforte di buon pregio ,
- 399 -

estratti dalle sonate di Beethowen , lodati dai più insigni pianisti di Rio
de Janeiro. Moriva , in Rio de Janeiro, nel maggio 1806 . La sua compatriota
Rosa Meryss, gli dedicava come ultimo omaggio giorni dopo la di lui
morte, una lunga poesia (14 maggio ).
Ernani Fonseca Braga, portoghese, nato nel 1855, all'età di 9 anni ap
pena, si produceva, 13 agosto 1864, davanti al pubblico del teatro lirico de
Janeiro, riportando un lieto successo . Coloro che lo udirono trovarono che,
oltre alla tecnica, possedeva doti straordinarie. Al suo vigore, raro nei fan
ciulli della sua età , accoppiava un sentimento musicale, che soltanto poteva
trovarsi in una età avanzata. Vivo, simpatico e intelligente , il giovane Er
nani fece, colla sua calda esecuzione la delizia del pubblico, e raccolse ap
plausi di uomini e baci di signore.
Hermenegildo Liguori, pianista brasiliano e giovanissimo, nato in Bahia
( ?), fu apprezzato ed ammirato nel concerto , che dava, 12 marzo 1865 , al
teatro lirico , onorato colla presenza delle LL. MM . II. Delle sue eccellenti
doti artistiche parla con entusiasmo il noto paeta Tobias Barreto, che gli
dedica , nel suo libro « Dias e Noites » , bellissimi versi.
In un secondo concerto , che egli dava il 6 novembre (1864), prendeva parte
l' esimia cantante Isabella Alba, la quale cantava con grande successo il
« Bacio » di Arditi.
In detta epoca, 1865, comparve in Rio de Janeiro, il pianista Lambert
Houman , il quale si produsse in un concerto del professore di canto , signor
Lollio , 15 febbraio , al teatro S . Januario .
Anche in quest' epoca , noi incontriamo il nome di Ottavio Batifort, pia
nista e direttore d'orchestra nei concerti di Parigi, e primo premio del
conservatorio di detta città, allievo di Prudent. Fu contrattato dalla direzione
del teatro lirico francese (Alcazar), ove debuttò come direttore d 'orchestra
il 22 ottobre 1864 .
Tra i fanciulli di precoce talento, fioriti nella seconda metà del secolo
scorso è da ricordare Luiz Emilio de Vasconcellos, che a soli 6 anni di età ,
si produceva in un concerto datosi al teatro lirico francese (Alcazar), il
10 febbraio 1866 , eseguendo il « Capriccio Notturno » di Goria ; la fantasia
sull'opera « Norma » di Bever; « Saudades do Rio de Janeiro » , composizio
ne del giovane pianista Ernani Braga.
Un nome molto conosciuto fra i pianisti dell'epoca era quello della Si
gnora Mattos, che fu maestra di certa rinomanza per lunghi anni, in Rio
de Janeiro .
Emula della precedente nell'insegnamento fu Luisa Giglio , discepola di
Thalberg, la quale, nel 1866 , fissava residenza in Rio de Janeiro, senza
mai prodursi in pubblici concerti.
Guglielmo L . Schulz, tedesco, fu professore e pianista stimabile, con
- - 400 -

lunga dimora in Rio de Janeiro, ove occupò per lunghi anni la cattedra
di pianoforte all'Istituto Imperiale dei Bambini ciechi (oggidi Istituto Ben
jamin Constant). Nel 1869, esegui il trio in do minore di Beethoven , per
pianoforte, violino e violoncello, col Guerin e Pitanga .
Distinto pianista , compatriota del precedente, fu G . Kellembach ; prese ,
parte ad uno dei famosi concerti del celebre Gottschalk , nella esecuzione della
grande marcia per due orchestre e 21 pianoforti, al teatro lirico Fluminense,
il 18 novembre 1869.
Ada Heine, sorella del celebre violinista cieco di questo nome, ottenne
meritati applausi dal pubblico di Rio de Janeiro . Tra i programmi dei tre
concerti realizzati col fratello al teatro S . Luigi ( 1870 ), troviamo fra gli
altri pezzi : il « Rondò » brillante in mi bemolle di Mendelssohn ; « Grande
polka di concerto » , « Nec Plus Ultra » di Wolf.
José Soares Pinto Cerqueira, cieco, pianista di talento, allievo dell'isti
tuto Benjamin Constant fu pregiato esecutore. Da un programma di un
suo concerto , dato , il 5 maggio 1871, al teatro « Gymnasio Dramatico » rile
viamo ch 'egli esegui tre importanti pezzi del Gottschalk : il « Tremolo », la
« Tarantella » , con accompagnamento d 'orchestra, e la « Pasquinade » .
Diresse la cattedra di pianoforte del sovradetto istituto per moltissi
mi anni. Egli mori a Rio de Janeiro nel 1912.
Contemporaneo del precedente artista fu Francisco Xavier Oliveira Me
nezes, nato in Rio de Janeiro nel 1846 . Distinto e rinomato professore di
matematica , nella cui scienza orientò , come professore cattedratico nel
l'Istituto Benjamin Constant, nella scuola Normale, nella scuola Politecni
ca, nel collegio Pedro II, e in numerosi collegi particolari, varie generazioni,
fu anche spettabile pianista e compositore. Di quest'arte visse il pregiato
cittadino, onorandola come esecutore di molto merito , nei primi anni della
sua gioventù. Convisse coi più celebri artisti virtuosi del suo tempo.
L ' Imperatore D . Pedro II, ammirando il suo talento, lo decorava colla
croce di Cavaliere dell' Ordine della Rosa , titolo di cui non fece uso per
essere uno spirito democratico e repubblicano, e per questo ideale combatte
come maggiore onorario dell'esercito , a fianco dei valorosi difensori della
legalità , (1893).
Mori nella città surriferita il 12 luglio 1920 .
Erudito nell'arte pianistica e valente direttore d 'orchestra fu Oreste
Bimboni, giunto a Rio de Janeiro nel 1871. colla compagnia lirica italiana
dell'impresario Ballerini.
Come concertista di pianoforte, si produsse varie volte in pubblico e
meritò applausi e lodi da parte della stampa. Compositore intelligente,
scrisse un bellissimo valzer per canto , con accompagnamento d 'orchestra ,
dedicato alla rinomata prima donna brasiliana Marietta Siebs, intitolato
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« A Nuvem » , e dalla stessa cantato nella propria serata d 'onore (1871).


Nel 1855 si ebbe a udire uno dei più celebri virtuosi del suo tempo,
Gismondo Thalberg, il quale aveva già destato un grande entusiasmo in
Inghilterra, in Francia, nel Belgio , in Russia , in Olanda, in Italia e quindi
in Rio de Janeiro , ove veniva per far sentire ad un pubblico eletto le
nuove bellezze dell'arte pianistica, i cui sapienti pregi, dovevano destare
la maggior ammirazione. Una sceltissima schiera di dilettanti accorreva al
suo primo concerto, il mercoledì del 25 luglio . L 'esito fu un vero trionfo
pel celebre artista . E non altrimenti doveva succedere, poichè l'uditorio
trovava nell'eminente pianista il creatore d ' un genere tutto nuovo nella
virtuosità contemporanea, affascinante e geniale nella esecuzione, maneg
giatore impareggiabile dei pedali, traendo dal suo strumento una sonorità
potente, a cui si univa quella rinomata specialità nel far sentire il tema
variato di un pezzo in mezzo a degli arpeggi vertiginosi, e a tutte le inno
vazioni della moderna tecnica.
Il grande pianista, oltre ad essere accolto dai più caldi entusiastici
applausi nel primo suo concerto, è decorato dall' Imperatore coll'Ordine
della Rosa ; i professori di musica di Rio de Janeiro fanno coniare una
medaglia « ad perpetuam rei memoriam », in ricordo del suo primo con
certo e del suo altissimo talento. Un privato entusiasta gli dedicava una
ode di accentuata ammirazione:

« Um grande artista inspirado


O Thalberg sempre julguei ;
Mas nunca, nunca pensei
Que fosse um genio encantado :
Hoje estou desengannado,
Já descrobri- lhe o segredo,
E agora affirmo sem medo,
Pelo que de ouvir acabo
Que ou tem no corpo o diabo
Ou um anjo em cada dedo » .

La dimora dell'illustre artista in Rio de Janeiro durò circa sei mesi,


dal giugno al 14 dicembre, giorno del suo sesto ed ultimo concerto, dato
al teatro S . Pedro de Alcantara.
Compositore per il suo strumento , si era già fatto conoscere per un
gran numero di fantasie su motivi di opere in voga, che soleva eseguire
nei suoi concerti; esse rivelavano, astrazione fatta da qualsiasi valore mu
sicale, le tendenze particolari ed eccezionali del suo stile . Tra le tante che
egli lasciò non dimenticati i pezzi originali, alcuni assai belli, convien citare
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quelle che maggiore entusiasmo suscitarono nei surriferiti concerti dati


a Rio de Janeiro. Primo concerto : Fantasia su motivo della « Sonnam
bula » , di Bellini; fantasia su motivo della « Muta di Portici » , di Auber;
studio in la minore (in note ripetute), le variazioni sulla barcarola del
l' « Elisir d ' Amore » , variazioni su motivi della « Norma » , il grande ca
priccio su motivo della « Lucrezia Borgia » e « Tarantella Napoletana » .
Negli altri tre concerti, faceva inoltre udire l'altra suą fantasia su gli
« Ugonotti » di Meyerbeer.
Thalberg era nato a Ginevra il 7 gennaio 1812, e fece la sua educa
zione musicale a Vienna, ove, all'età di 15 anni, si produceva nei pubblici
concerti, destando un vero fanatismo. Hummel, Sechter e Czerny furono
i suoi maestri.
Dopo Thalberg si può nominare un secondo celebre pianista che desta
nel pubblico musicale di Rio de Janeiro forse maggiore entusiasmo del
precedente : Luigi Moreau Gottschalk . Per dare un 'idea del valore di questo
celebre artista , che contribui possentemente a propagare il gusto del pia
noforte in Rio de Janeiro , fa d 'uopo tener conto della sua caratteristica
individualità : superbo emulo di Thalberg, nel maneggio dei pedali ; sen
timentale ed eroico in tutto ciò che seguiva , massime nei suoi lavori, lavori
leggeri se vogliamo, suscitava grande ammirazione per la sua maestria
e virtuosità . Difatti il « Tremolo » , lo « Scherzo caratteristico » , la fantasia
. su l'Inno Nazionale brasiliano, la brillante « Tarantella » con accompagna
mento d'orchestra – pezzo di superbo effetto — , la « Bambola », le « Siè
ge de Saragossa » , la « Chanson Nègre » , le « Bananier », ed altri lavori,
rimarchevoli di eleganza, di distinzione e di brio , infondono nella vitalità
dell'arte pianistica un fascino che provoca un delirante successo. Del resto,
la storia non mentisce quando ci parla appunto dell' uomo pianista e
compositore, e dei suoi successi che egli riportò in Rio de Janeiro, i quali
furono, nel vero dire, di quelli che rimangono nelle care rimembranze dei
brillanti e clamorosi trionfi artistici di un 'epoca.
Il suo primo concerto aveva luogo il 2 giugno 1869. Nel rendere però
tutto l'omaggio al grande pianista americano, la cui vita ebbe un triste epi
logo nel suo soggiorno di Rio de Janeiro , convien ricordare anche i due
grandi concerti che ebbero luogo al teatro lirico fluminense, nei quali si
eseguirono, tra gli altri pezzi, da 28 pianisti e due grandi orchestre, la ce
lebre marcia del « Tannhauser » , e il coro dell'opera « Faust » , diretti dal
noto violinista Luigi Elena. Coadiuvarono l'insigne pianista i seguenti ar
tisti: J. Abra, Achille Arnaud, M . Barreto , Riccardo Ferreira de Carvalho ,
Paulo Faulhaber, G . Kallembach , Lucien Lambert, Lucien Lambert filho,
A . Lebreton , Germano Lopez , Alfredo Napoleone, J . Cerqueira, G . Schrar,
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M .Sydow , M . Sydow filho, H . Tiepke, Bernardo Wagner ed altri pianisti


dilettanti.
In procinto di partire nelmese seguente , il Gottschalk organizza, come
concerto di addio , il memorabile grande Festival di 650 musici, nel quale
veniva eseguita la sua grande marcia solenne, composta per quest'occa
sione dal celebre pianista , e della quale S. M . l’Imperatore si degnò accet
tare la dedica.
L ' « Andante » della sinfonia romantica « Nuit des tropiques » , anche
del Gottschalk , precede la ouverture de la « Chasse du Jeune Henry » di ,
Mehul, e terminava con la celebre marcia della Consacrazione del « Pro
feta » di Meyerbeer, eseguita da tutta la massa strumentale con successo
delirante .
La massa orchestrale era composta dei seguenti elementi : due bande
particolari delle società denominate X .. . e T . .. do Diabo; tre orchestre
delle società di amatori ; una di 70 professori; sette bande militari del
primo, secondo, terzo , quarto, quinto , sesto e settimo battaglione della
Guardia Nazionale ; tre dell'esercito ; due dell'Armata; il battaglione dei
minori di marina e degl'Imperiali marinai; due bande di professori ; 62
tamburi, 16 grandi tamburi, 4 grancasse, 16 battitori di piatti, 4 timpani
ed un pezzo di artiglieria .
Il quadro che offriva il palcoscenico era imponente. Di fronte , l'orche
stra occupava tutta la larghezza della ribalta ; in mezzo, tra l'orchestra e
l'archibancata delle bande, sorgeva lo scanno del direttore, circondato da
tutti i tamburi; in fondo, tutte le bande coi loro lucidi strumenti. Le uni
formi militari, tutte brillantissime, davano ancora maggior risalto alla
grande massa compatta degli esecutori.
Dato l'esito grandissimo di questo concerto straordinario , il quale co
stitui un vero avvenimento artistico, e la richiesta di molte famiglie che
non avevano potuto assistere al primo concerto, si volle una seconda au
dizione, che non giunse ad effettuarsi, poichè il Gottschalk , nel momento
dell'inizio della seconda grande festa musicale, nella sera del 26 novembre,
stramazzava al suolo in seguito ad una congestione epatica, che doveva
farlo , un mese dopo, scendere nella tomba (18 dicembre 1869).
Gli furono resi solenni onori. Al corteo funebre , che moveva dalla sede
della Società Filarmonica , la quale aveva stanza in via da Constituição,
presero parte le più cospicue individualità dell'arte , della scienza e della
politica, accompagnando, a piedi, e in mano torcie fiammeggianti, la salma
dell'artista eminente sino al cimitero, donde proseguiva verso la terra dei
suoi natali Nuova Orleans, ove era nato il 2 maggio 1829.
Nell'anno seguente, quando viva era ancora la ricordanza dell'artista
straordinario, giungeva a Rio de Janeiro un altro bel talento di legittima
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reputazione pianistica , Teodoro Ritter, venuto insieme a due altre cele


brità artistiche: la cantatrice Carlotta Patti e il violinista Paolo Sarasate.
Nato a Parigi nel 1836, e ivi morto ancora nei freschi anni di sua vita ,
Teodoro Ritter aveva, come esecutore, un 'anima temperata alla grazia, alla
eleganza ed al brillantismo leggero, più, forse, che agli elevati pensieri
classici.
Si può dire anche, ch'egli, data la maniera di interpretare il Rondo
brillante di Weber, il suo pezzo « Veloce » presto di concerto , « Le chant
du bracconier » , la « Gavotte et Musette » , di Bach , lo studio di Thalberg,
la « Danse des Fées » , la « Berceuse de Chopin » , la fantasia sulla marcia
di Flotow , e il concerto in sol minore di Mendelsshon (il primo, se non er
riamo,a eseguirlo con accompagnamento d'orchestra in Rio de Janeiro), as
similò molto lo stile di Herz, nell'altezza dell'ingegno brillante e fantastico.
Mercè i suoi sforzi, si ebbero a udire, oltre ai concerti dei tre notevoli
artisti, varie udizioni sinfoniche a grande orchestra, in una delle quali ve
niva eseguita la « Sinfonia pastorale » di Beethoven , e la marcia del « Tann
hauser » di Wagner, diretti dal Gravenstein .
Compositore di sapore francese , un pezzo di sua composizione per pia
noforte, degno di andare lodato, è quello che ha per titolo « Les Courriers » ,
pezzo che egli suonava meravigliosamente .
Alcuni anni avanti la sua morte, dava un concerto al Trocadero, esc
guendo, fra gli altri pezzi, la sonata a Kreutzer, di Beethoven, con 20 violini.
L 'effetto pare che fosse superbo.
Dopo Thalberg, Ritter e Gottschalk , uno fra i grandi pianisti virtuosi,
che marca un periodo brillante nella storia del bel suonare tra noi, è Ar
turo Napoleone.
Egli nacque in Portogallo , nella città di Oporto , l'anno 1843. Figlio di
Alessandro Napoleone, milanese, e di Joaquina dos Santos, portoghese , di
mostrò ben presto, sotto la scorta del proprio padre, delle rare attitudini
per la musica e , più ancora, per il pianoforte. Il bambino prodigio , desti
nato a far parlare di sè ovunque l'arte lo presentasse, riceve la prima con - '
sacrazione in un concerto della Filarmonica di Oporto, nel gennaio 1850 ,
quando aveva appena sette anni di età. Il successo riportato fu dei più cla
morosi: presagio profondo della sua gloria e dei trionfi che doveva ripor.
tare attraverso le grandi platee, commovendo l'animo degli spettatori con
la sua meravigliosa virtuosità. Ma i suoi successi d 'infanzia non si limitano
soltanto all'ambiente della sua città natale; giacchè, nel 1852, condotto dal
padre nei principali centri musicali europei, il fanciullo straordinario, nella
cui anima ardeva già la fiamma del sentimento e vibrava la passione ar
dente dell'entusiasmo, era parimenti acclamato e festeggiato in Inghilterra,
in Francia , in Germania , Brasile, Avana, Portorico e Stati Uniti.
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Il suo primo giro artistico in Brasile, giro che si prolunga alla Repub
blica Argentina, ha inizio nel 1857, in Rio de Janeiro, ove ritornava nel
1862, anno in cui passò di nuovo alla terra natale. Nel 1865, suonava alla
presenza della Regina Isabella II, e dirigeva i concerti del Palazzo di Cri
stallo . E così visse parecchi anni nel vecchio mondo, con una carriera di
successi deliranti : la Regina Vittoria d 'Inghilterra lo bacia ; l'Imperatore
Napoleone III gli dà dei dolci; il Re di Prussia lo invita a suonare nella sua
reggia ; i più celebri artisti : Rossini, Liszt, Sant-Saëns, Berlioz, Rubinstein ,
Wieniawski e Vieuxtemps lo complimentano . Con questi due ultimi intra
prende, a venti anni, trionfali viaggi artistici, per poi ritornare a Rio de Ja
neiro nel 1866 , ove un fascio d 'affetti e di ammirazioni dovevano ritenerlo
per tutta la vita . Infatti, festeggiatissimo nei pubblici concerti, nei salotti
aristocratici, la sua incomparabile virtuosità , calda e seducente , che accop
piava la grazia all'impeto, il brio al sentimento , la bravura alla elevatezza
interpretativa, in cui nessun pianista potè emularlo , abbagliava ed entu
siasmava le masse, per divenire poscia l'idolo dell'ambiente artistico carioca .
Nel momento in cui scriviamo questo cenno, la canizie del grande ar
tista , nello splendore della sua salda rinomanza, è onorata con la stessa
stima dei tempi in cui egli rappresentava una delle colonne dell'arte mira
bile del pianoforte , fra noi. E se, durante più di mezzo secolo di perma
nenza in Brasile, il celebre pianista potè raggiungere ricchezze, onorificenze
ed un mondo di omaggi, oggi, malgrado la sua età inoltrata , che non gl'im
pedisce di tenere ancora la palma di pianista sorprendente e individuale,
vanta il bello e meritato titolo di gloria nazionale . Del resto , le tradizioni
dei tempi aurei riferiscono che coloro, i quali udirono per la prima volta
all'epoca in cui le facoltà del focoso pianista gli permettevano esaltare e
trascinare un intero uditorio all'entusiasmo delirante, ne riportavano una
impressione scottante ; la sua eroica esecuzione elettrizzava al punto da far
temere tutti i pianisti notabili del nostro ambiente, i quali non ardivano
farsi sentire dopo i trionfi di Arturo !
Nessuno come lui interpretò con tanta correzione di entusiasmo vi
brante il grande concerto in re minore del Rubinstein , eseguito in uno dei
concerti sinfonici del Club Beethoven ; la sonorità che traeva dal pianoforte
si uguagliava a quella della grande orchestra che lo accompagnava,
sotto la direzione del maestro Nicola Bassi .
Anche nella musica da camera , malgrado le tendenze di volere emer
gere più degli altri nell'effetto d 'assieme, si rivelò artista superiore. I Trii
famosi, in do e re minore, di Mendelssohn, sentiti ed eseguiti alla sua ma
niera , erano un trionfo sullo spirito dell'uditorio nel modo di fare risaltare
la parte del pianoforte sotto l'influenza del temperamento che lo domina .
Certo che la legge della responsabilità collettiva di tutte le condizioni da cui
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dipende la buona riuscita dell'assieme morale e materiale , era annullata


dall'illustre pianista, obbligando le altre parti concertanti ad abdicare ai
loro diritti nell'effetto dell'assieme, perchè solo lui trionfasse nella comune
conversazione musicale .
Ma a prescindere da questa autorità egoistica dell'emerito pianista , che
trascina, opprime e domina i suoi compagni, la sua esecuzione brillante e
impetuosa , dava , nel vero dire, all'uditorio uno dei più intensi piaceri in
tellettuali.
Occorre far cenno di un'altra splendida caratteristica del grande pia
nista : quella di leggitore a prima vista ; essa fece fremere i più vivaci e de
stri leggitori del suo tempo.
Sotto il punto di vista musicale, Arturo Napoleone non può essere col
locato tra i buoni compositori: egli scrive mediocremente, d'uno stile sem
plice e banale alle volte; non è mai elevato nei concetti, meno ancora nella
forma; ma è spirito lavoratore e, qualche volta , felice nella ispirazione.
Questa qualità l'ha rivelata principalmente nella sua popolare « Romanza »
in mi bemolle, per pianoforte, poscia trascritta per violino, per violoncello ,
nonchè per canto , sotto il titolo : « Je part, adieu ! » .
Nel genere di musica da concerto , quasi tutta sobria di modulazioni,
convien citare : la brillante « Polonaise » in mimaggiore, la « Tarantella »
per due pianoforti, il waltzer « Formoza » e la « Gavotta », pezzi i quali
fecero, al loro tempo, la delizia della società fluminense, massime quando
eseguite dall'autore che, mercè la sua mai superata virtuosità, ne traeva
degli effetti ammirevoli. Oltre ai citati lavori, Arturo Napoleone ha scritto
una infinità di fantasie , pubblicate sotto lo pseudonimo di F . Fumagalli,
lanciate nel terreno che ad esse conveniva. Scrisse anche, senza una scienza
profonda, un lavoro per il teatro : « 0 Remorso Vivo » , il quale fu bene
accetto dal pubblico dell'epoca ( 1866 ). Una produzione speciale, il cui valore
fa contrasto col suo stile comune, sarebbe quella della nuova edizione degli
studii di Cramer, ai quali ha aggiunto, non senza una certa felicità , l'ac
compagnamento d 'un secondo pianoforte.
Ci è grato dire ancora una volta che il vegeto vegliardo ci dà nell'età
in cui tutti subiscono l'azione della delusione esempio di prodigioso spirito ;
vi lampeggia tuttora quella incomparabile virtuosità , che è tutta una gloria
dell'arte pianistica del passato secolo, e del primo decennio del secolo in
corso .
Nel 1910 , un gran numero di ammiratori, ricordando la data del suo
primo concerto in Brasile, ne commemorarono con entusiasmo e conside
razione il giubileo. Si promise un libro sulla sua vita e gloriosa carriera ;
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ma finora non vide la luce. Del resto, la vita dell'illustre artista (6 ) fu sin
tetizzata in poche parole, dall'insigne critico musicale del suo tempo, Al
fredo Camarate : « Chopin , nella dolcezza ; Listz , nella bravura » .
Arturo Napoleone dava il suo primo concerto in Rio de Janeiro il 14
settembre 1857, al teatro S . Pedro de Alcantara, suonando i seguenti pezzi :
fantasia su motivi della « Lucia », di Prudent; duo della « Norma » , a due
pianoforti, col pianista Weis, di Thalberg ; barcarola « Elisir d 'Amore » ,
dello stesso , e il quinto concerto con accompagnamento d 'orchestra, di H .
Негz.
Non meno talento pianistico e musicale vantava il di lui fratello Al
fredo Napoleone, nato, nel 1852, nella città di Oporto, il quale potrebbe
collocarsi nel numero dei più illustri virtuosi.
Certamente , non bisogna chiedergli una virtuosità calda e l'ispirazione
viva e strabiliante, nè il brillantismo, l’impeto, la grazia del fratello Arturo :
la differenza che corre tra l'uno e l'altro è grande. Ma Alfredo, dotato di
grande talento, la tecnica perfetta , snella e impeccabile, attinge una mera
vigliosa nobiltà artistica.
Più volte si fece udire a Rio de Janeiro pria che passasse alla città
nativa, ove fissò la sua definitiva residenza, ammirato e caldamente ap
plaudito dal pubblico e dagli artisti, fino alla sua morte (1917 ).
Era dotato altresì di particolare e decisa inclinazione per la composi
zione, in maggior misura del fratello Arturo; scrisse per il suo strumento
eccellenti lavori, tutti di effetti pianistici, e la critica non rinunciò a cantare
lodi del suo « Preludio e fuga », un lavoro degno di encomio ; tre concerti
con accompagnamento d 'orchestra, uno dei quali (op. 31), esegui fra noi;
la difficile e ben fatta fantasia su l' « Aida » , ed altre opere di non minor
valore : « Sospiros de Tejo » , « Marche des Nobles » , eseguiti a Rio de Ja
neiro, nel suo concerto del 27 maggio 1889.
Pare che un buon pianista fosse l'altro fratello Annibale Napoleone,
nato nel 1844 e morto a Lisbona nell'anno 1881; fece i suoi studii col pro
fessore Shorold Nood. Però come virtuoso, non giunse a far parlare di sè ;
giacchè coloro che lo intesero affermano che una grande differenza correva
fra lui e il fratello Alfredo, e, naturalmente, più ancora fra lui e il grande,
insuperabile Arturo.
Soggiorno per lunghi anni in Brasile (1860-1872), facendosi applaudire
in molti concerti, massime in quelli dati nella capitale dell’Impero ; in uno
dei quali, 11 giugno 1869, prendevano parte il celebre Gottschalk e B .
Wagner .
Compositore pare che lo fosse, poichè si conosce di lui: un bello « im
(6) Moriva in Rio de Janeiro, il 12 maggio 1925,
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provviso » dedicato alla memoria del Gottschalk (1870 ), nonchè altre com
posizioni di stile poco elevato .
A questa corta lista di egregi pianisti portoghesi, bisogna aggiungere
ancora il nome di una illustre e chiara pianista che, giovanissima, attira la
folla scelta ai suoi concerti che eseguisce, in Rio de Janeiro , nel 1869, anno
del suo arrivo in questa città.
Ella è Giuditta Ribas, maritata Cardozo de Menezes.
Giuditta Ribas nacque nella città di Oporto , 1846, e fece i suoi primi
studii sotto la scorta del professore di musica D . Alonzo Conte . Figlia di
una famiglia di artisti (padre e fratelli furono cantanti, strumentisti e com
positori di merito superiore) Giuditta Ribas, prima di esordire in Rio de
Janeiro , era già stata acclamata ed ammirata , giovinetta ancora, dai più
grandi artisti del tempo , nonchè esaltata dalla critica unanime della sua
patria .
Senza trattare distesamente dei suoi numerosi concerti dati a Rio de
Janeiro e S. Paulo , nei quali ottenne i più lieti e brillanti successi, emer
gendo nelle produzioni, allora in voga , di Thalberg, di Gottschalk , di Herz
e di Weber, di cui eseguiva mirabilmente il noto « Concert-Stuck » , con
accompagnamento d ' orchestra, diretto dal maestro Ayres (7 ), nel primo
suo concerto , dato nel salone del Club Fluminense (oggi Ministero di Giu
stizia ed affari Interni), giova dire che nessuno a momenti potè emularla
nella lettura a prima vista e nella memoria meravigliosa, capace di man
dare a memoria , tra il mattino e il pomeriggio , un pezzo complicato e biz
zarro.
Oltre che alla sua brillante e impeccabile esecuzione, rivelata nell'arte
romantica, artista superiore si rivelò eziandio nella musica da camera,
eseguendo un Trio classico in uno dei concerti della Società del Quartetto
di Rio de Janeiro (1886 ), che il colto uditorio vivamente applaudi.
Pianista di buona fama fu Riccardo Ferreira de Carvalho, nato a Rio
de Janeiro verso il 1840 ; fece i suoi studii in detta città , passando poscia a
Parigi, per terminarli sotto la direzione d'un maestro fra i più distinti del
l'epoca : Marmontel. .
Di ritorno a Rio de Janeiro, alla vita di concertista preferi quella d 'in
segnante ; la sua carriera fu lunga ed assai apprezzata per il suo metodo e
la buona scuola ; creò buonissimi allievi, alcuni dei quali riportarono lieti
successi nei concerti particolari e pubblici. Sono da noverarsi fra essi : Au
gusta Joppert Chaves Faria, Violante Quintal, Albertina Torres, Maria ed
Ermelinda Goulart e Amelia Campos Mattos.

(7) Ayres, maestro direttore d'orchestra della Società Filarmonica, successore del
violinista Luigi Elena, che occupò per il primo, quel posto nel 1857.
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Ad epoche sporadiche, Riccardo Ferreira de Carvalho prese parte ai


concerti di musica da camera del Club Beethoven, suonando con maniera
distinta la classica musica di assieme.
La magnifica sua tecnica, facile e snella, attira sopra di lui significativi
applausi del pubblico, in uno dei concerti « promenades » al teatro .« Pro
visorio » , nel 1873,diretti dal distinto maestro Andrea Gravenstein , ese
guendo brillantemente la « Tarantella », con accompagnamento d'orchestra,
di L . M . Gottschalk . Buon musicista , si occupò anche di composizione, la
sciando un « minuetto » per due violini, viola , violoncello e pianoforte; « Ta
rantella » per due pianoforti, ed un quartetto in re minore, per due vio
lini, viola , violoncello, dedicato alla Serenissima Principessa Isabella, Con
tessa d ' Eu .
Da scuola diversa proviene l'uno dei nostri più grandi professori in
segnanti, nonché concertista emerito : Alfredo Bevilacqua. Egli nacque in
Rio de Janeiro, 1845 , dallo stimato professore di pianoforte Isidoro Bevi.
lacqua, che esercitò l'arte con molto onore nella prima e seconda metà del
secolo scorso. Giovanissimo, Alfredo Bevilacqua iniziò i suoi studii sotto la
scorta di suo padre, passando poscia sotto quella dello zio , riputato mae
stro, a quei tempi, in Genova , ove Alfredo rimane alcuni anni, per quindi
portarsi a Firenze, dove, sotto la direzione del maestro Mabellini, studia
l'armonia e il contrappunto. Alcuni anni dopo, di là passò a Parigi, coll'in
tento di ricevere gli ultimi consigli dell'arte avanzata pianistica , rappre
sentata, in allora, da uno dei più illustri allievi di Chopin , Giorgio Mathias.
Giova , però, qui ricordare, che il giovane Alfredo Bevilacqua, pria di
recarsi nel vecchio mondo, fu chiamato, non appena raggiunti i quindici
anni di età , genio precoce da un distinto musicista del tempo. Infatti, a
detta età, era già forte nel maneggio del pianoforte , eseguendo con mira
bile agilità e sicurezza, con grazia e serenità magistrale , le più complicate
composizioni moderne. Ciò che più si ammirava nel giovane, artista si era
la distinzione del tocco, la fermezza di articolazione e la bella maniera di
interpretare le opere dei più insigni pianisti-compositori. Questo pregiato
concetto veniva giustificato col caldo successo che egli ottenne, avanti la sua
partenza, in un concerto , onorato dalla presenza delle LL . MM . II. al tea
tro S. Pedro de Alcantara, 17 settembre 1860, svolgendo il seguente pro
gramma : fantasia della « Figlia del Reggimento » , di Herz; barcarola del
l' « Elisir d' Amore », di Thalberg ; la fantasia su motivi dei « Puritani » ,
di Herz e quella della « Sonnambula » , del Thalberg.
Ritornando, nel 1866 , a Rio de Janeiro , era considerato come il capo
scuola dell'arte pianistica , qualità che mantiene tuttora viva e indiscussa
nel mondo musicale nostro. Nonostante, però, le moltissime ore assorbite
- - 410. -

dall'insegnamento , non rare volte si fece applaudire come virtuoso ed ec


cellente interprete di musica da camera.
Da trent'anni è professore di pianoforte all' Istituto Nazionale di Mu
sica, ove è considerato e riverito dai colleghi, dai superiori e dagli allievi,
che sono numerosi e valenti, alcuni dei quali concertisti di grido, altri abili
e stimati professori: Barroso Netto, Paolo Faulhaber, Alcina Navarro, Ma
ria Lina Jacobina, Silvia e Susanna Figueredo, Elvira Bello , Maria de Frei
tas, Marietta Loup, Emma Wiguelin, Giulietta Saules (figlia), Francesca de :
Mello Mattos, ecc., ecc .
Compositore, si conoscono di lui una fantasia di concerto sul « Faust » ,
dedicata alla Serenissima Principessa D . Isabella , e il grande « Notturno » .
Eugenio Bevilacqua, nato a Rio de Janeiro nel 1856 , e morto a Genova
l'8 febbraio 1907, fu anche pianista , però meno fecondo, meno colto e meno
valoroso nella tecnica , in confronto dell'illustre fratello Alfredo. Fu , è
vero, applicatissimo allo studio del suo prediletto strumento ; ma senza una
naturale disposizione per supplire all'immenso studio fatto sotto la scorta
del Pesce e dell'Andreoli, due notevoli maestri dell'arte pianistica in Genova
e in Milano, restava sterile ed ognora più privo di fiducia in sè. Ad onta
di ciò , aveva, in compenso del suo non spontaneo talento , un tocco apprez
zabile ed una bella maniera di trarre il suono dal pianoforte.
Uno stimabile artista, che esercitò l'arte onoratamente tra i buoni pro
fessori dell'età sua , fu il pianista - compositore Bernardo Wagner, nato in
Amburgo nel 1835, stabilito a Rio de Janeiro sin dal 1863, ove si distingue
nella sua gioventù come pianista insegnante , concertista ed anche come
professore di canto, della cui arte possedeva pregiate risorse. Ma nel vero
dire è nell'arte pianistica che egli più si distingue; e crediamo opportuno
ricordare la recita a beneficio della prima donna Carolina Briol, che ebbe
luogo il 29 ottobre 1863, al lirico , alla quale prendeva parte il Wagner (Ber
nardo), suonando con straordinario successo.
Compositore, scrisse moltissimi lavori per pianoforte e canto , i quali
non ottennero che un limitato e freddo successo.
Sufficentemente versato nella teoria musicale, volle dare, anni or sono,
in un trattato d'armonia , la vera idea dell'armonia moderna, a fine di ren
dersi utile in tal materia . Il lavoro però non ebbe quel successo che egli
sperava , e passò all'oblio , data , in realtà , la deficienza delle teorie in esso
accennate,le quali non erano di fatto che rudimentali e già svolte da chia
rissimi talenti con maggior efficenza. Mori in Rio de Janeiro, nel febbraio
del 1920.
Anche professore coltissimo e compositore distinto , contemporaneo del
precedente, fu Paolo Faulhaber, che viene in Brasile sul principio della
seconda metà del secolo passato , raggiungendo col suo talento nell'inse
- 411 -

gnamento dell'arte pianistica una posizione degna di lui.Seppe mettere iar


gamente a profitto le lezioni della scienza musicale ricevuta nella classica
sua patria scrivendo belle e ispirate pagine, fra le quali convien citare la
bellissima « Berceuse » per strumenti ad arco .
. Fu direttore d'orchestra al Club Mozart, nel 1877.
. Egli moriva in Rio de Janeiro, nell'anno 1905.
Un altro distinto artista dell'epoca passata , ma che visse sino a ieri
tra noi, era il pianista compositore Ercole Pinzarrone ; nato in Napoli nel
1826 , ove fece i suoi studii musicali al Conservatorio di S . Pietro a Majella .
Fin dal 1853 abita in Rio de Janeiro, suo domicilio fisso , esercitando
la sua arte , sotto il manto della più grande modestia, ma con rinomanza di
distinto insegnante di pianoforte .
Compositore, scrisse centinaia di lavori per pianoforte, consistenti, in
massima parte , in fantasie su motivi di tutte le opere a momenti, udite in
Rio de Janeiro. Fu pure autore di varie Messe , per cori ed orchestra, d 'una
forma più teatrale che sacra ; esse , non di rado, vengono eseguite ancora
nell'epoca presente, nelle festività religiose delle nostre chiese. Oltre alle
opere nominate, scrisse buoni studi e ballabili di stile brillante, per piano
forte.
Nel 1880 pubblicò un lavoro indispensabile e di grande utilità per tutti i
pianisti in generale : « La maniera di collocarsi al pianoforte e degli studii
speciali per il perfezionamento della esecuzione del trillo » (edito dalla
casa Filippone, Ouvidor, 93). Mori in Rio de Janeiro, a 98 anni, nel
· l'anno 1924.
Luiz Dalbunty, pianista -compositore portoghese , giunse a Rio de Ja
neiro nel 1870, e vi diede un concerto di pianoforte senza tenervi lunga
dimora .
Di lui si conosce un pezzo assai bizzarro e originale : « Combate Musi
cal » , per pianoforte e fanfara, eseguito nel suo concerto del 31 maggio .
Non destò grande entusiasmo.
Germano Eduardo Lopez, portoghese , pianista e compositore molto ap
prezzato in Rio de Janeiro , ove visse lunghi anni, e ove mori nel 1873, si
· creò una buona posizione artistica ; ed era assai ricercato come pianista
accompagnatore, possedendo realmente i migliori requisiti.
Jules Poppe, pianista di buoni requisiti e abile direttore d 'orchestra
dell'Alcazar Lirico Fluminense, ebbe il suo momento di notorietà in Rio de
Janeiro. Il 19 marzo 1864, suonava con meritato successo, un duo concer
tante col violinista Gravenstein (padre), alla festa di carità , data dalla so
cietà francese di beneficienza. Fu il primo a suonare il nuovo strumento
a piano -orchestra » , importato dal signor Miranda, sul quale esegui, oltre
alla grande fantasia sulla « Norma » , la polka des « Cloches » .
- 412 --

Paulo Chambelland, pianista brasiliano distinto , nato verso il 1854,


studiò coi primi maestri del Conservatorio di Parigi. e col celebre Mar
montel (1866 ). Artista serio e modesto, fu per lunghi anni professore di
pianoforte all' Istituto Nazionale di Musica , posto che dovette abbandonare
in seguito alla sua precaria salute .
Nel 1876 si parlò di lui come compositore d'un bellissimo waltzer « Ne
bulosa » . Era anche un eccellente accompagnatore. Mori in Rio de Janeiro.
All'epoca del precedente, comparve in Rio de Janeiro , il distinto pia
nista e compositore Conte di Loredano, italiano, il cui talento venne molto
apprezzato nei suoi concerti ivi eseguiti, Passò poscia a Pernambuco , ove
rimase circa tre anni (1875 -77), nella qualità di concertista e d'insegnante.
Compositore, si conoscono di lui pregevoli pezzi per pianoforte ,
Anche fra i pianisti della predetta epoca, va ricordato Lucindo filho,
medico distinto , che ereditò dal padre Lucindo Passos, latinista insigne, e
suonatore di chitarra dei più valenti, il grande amore alla musica .
Compositore, scrisse varie musiche per pianoforte che ebbero buonis
simo successo.
Noi lo conoscemmo in Vassouras, nel 1882, ove esercitava la sua pro
fessione di medico stimatissimo, e di giornalista di facile stile , senza tra
scurare l'arte, che onorò con brillante e vero talento, giacchè aveva un
sentimento squisito, e sapeva interpretare lodevolmente le composizioni di
Gottschalk e di altri musicisti. Mori in quella città , nel 1905 .
Guglielmo Hanz, di origine alemanna, ebbe nome di buon pianista in
segnante e professore di canto, in Santa Catherina , ove visse lunghi anni,
molto stimato per il suo duplice talento di pianista esecutore e cantante
di musica sacra.
M . Azevedo, pianista distinto, si produsse con lieto successo in un con
certo, suonando una fantasia : « Gli Ugonotti », di Thalberg (1879 ).
André Vannier, pianista francese, con lunga permanenza in Rio de
Janeiro, ove mori il 12 aprile 1897 . Si diceva allievo del Conservatorio di
Parigi, ove studiò anche l'armonia . Si fece conoscere nella sua gioventù
come concertista, dedicandosi poscia all'insegnamento . Però, negli ultimi
tempi, si ridusse ad accordatore di pianoforti, arte che definiva con molto
spirito : Je tire des punaises » .
Pianista brillante e di franca virtuosità fu Antonio Maria Celestino,
figlio al rinomato baritono portoghese, che cantò nelle stagioni liriche 1863
1871, e discepolo del celebre Gottschalk . Lieto fu il successo che ottenne
nel suo concerto del 13 novembre 1871 al Teatro Lirico . Non meno lieto
fu quello che ottenne in S . Paulo, ove esegui la grande fantasia dell' Inno
Nazionale brasiliano, del suo maestro. Passò poscia alle Repubbliche del
Plata , ove ottenne grandi successi. Si vuole che morisse in Buenos Ayres.
- 413 –

Felix Moreira de Sá, fratello al violinista dello stesso nome, che il pub
blico conobbe nel 1896 , venuto assieme al Vianna da Motta, ebbe a farsi
apprezzare come pianista virtuoso ; egli diede varii concerti alla Sala del
Club Beethoven , svolgendo dei programmi, benchè non tutti di grande dif
ficoltà, da meritarsi gli applausi coi quali si distinguono i non volgari ta
lenti. In uno dei concerti del surriferito Club (4 febbraio 1882), suonò il
« Concert- stuck » , di Weber, e la' « Barcarola » di Thalberg , alla Sala del
Conservatorio Livre, il suo ultimo concerto d 'addio .
Degno di nota è pure un notevole pianista italiano : Eduardo De-Vin
cenzi, nato nel 1859 a Isernia , allievo di Beniamino Cesi, rinomato profes
sore al Conservatorio S . Pietro a Majella in Napoli. Egli giunse a Rio de
Janeiro nel 1882, facendosi udire con grande successo, nella sera del 19
gennaio 1882, in un concerto del Club Beethoven, e, poscia nel suo « reci
tal » , che ebbe luogo alla sala dell' Imperiale Conservatorio di Musica, nello
stesso mese , con un esito straordinario . La sua tecnica aveva del prodi
gioso , massime quando emergeva nelle difficili composizioni di Liszt e di
Thalberg : la seconda « Rapsodia » , e la fantasia sul « D . Giovanni » , ad
esempio, che eseguiva con rara competenza ed una bravura poco comune.
Nel 1883, intraprese un giro artistico attraverso le provincie di Rio ,
Minas e S . Paulo, ottenendo, in ogni luogo, dei successi entusiastici. Ri
tornato in Italia nello stess'anno, egli abbandonava la carriera di concerti
sta , per divenire professore insegnante in Roma.
Compositore, scrisse varii pezzi per pianoforte, notandosi la sua « Po
lacca », di grande effetto, nella quale faceva risaltare la bravura della sua
grande virtuosità.
Concertista di pari importanza fu anche il pianista francese Gustavo
Lewita , giunto a Rio de Janeiro nel 1888 per darvi una serie di concerti, co
ronati da lieti successi. Il primo aveva luogo il 30 luglio , alla sala del Club
Beethoven .
Era un esecutore di virile energia , di slancio ardente , associando alla sua
sicura e nitida esecuzione uno stile elevato e finezza di gusto . Durante il
suo soggiorno nella capitale, prese più volte parte ai concerti del Club Beet
hoven , eseguendo con gran finezza della musica da camera : fra le altre
composizioni del genere, ricorderemo il bellissimo « Trio » per pianoforte ,
violino e violoncello , di Benjamin Godard , di cui egli rivelò le bellezze con
la sua eletta interpretazione.
Alla padronanza della sua corretta e sicura tecnica, riuniva anche una
singolare ricchezza dimemoria , in grazie alla quale egli poteva vantare un
vasto repertorio , non ecceduto dai più notevoli pianisti del suo tempo.
Di ritorno in patria , il forte e giovane artista di grande avvenire moriva
pochi anni dopo, nella città dei suoi natali : Parigi.
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Ammirato anche fu Camillo Giucci, distintissimo pianista italiano, che


venne a Rio de Janeiro quattro anni circa avanti del precedente. Camillo
Giucci, senza possedere una robustezza di tocco, una straordinaria tecnica ,
rivelò qualità di finissima eleganza nei pezzi di stile romantico, che rendeva
sommamente gradito ad un uditorio più raffinato , con la sua squisita ela
borazione tecnica ed un soffio alato di sentimento poco comune.
Con giusta ragione, il pubblico fluminense fu ' largo di applausi all'ari
stocratico pianista nel suo concerto alla sala dell' Imperiale Conservatorio
di Musica , l'anno 1884. Il 17 ottobre si produsse pure in un concerto del
Club Beethoven .
Nell'anno seguente passò a Montevideo, ove, dopo essersi fatto applau
dire in varii concerti, fissa residenza e fonda una scuola di musica e di
pianoforte, tenuta, secondo ci consta , in buona considerazione.
Nel 1886 , un giovane pianista napoletano, della scuola di Cesi, Antonio
Ragusa, fu molto apprezzato per la sua chiara e buona tecnica nel concerto
del Club Beethoven del 15 giugno.
Ivi pure, in un concerto del 13 agosto 1886 , un giovane artista di ſul
gido avvenire, che accoppiava alla virtuosità pianistica un forte talento
per la composizione (del cui merito facemmo già menzione nel capitolo dei
compositori brasiliani), si produsse con lieto successo, suonando intelli
gentemente la sonata patetica di Beethoven e la sonata op . 4 di sua compo
sizione, scritta quando aveva appena 16 anni di età. Egli era Francisco
Valle, che muore in Juiz de Fôra, pochi anni dopo, in un disastro funesto (8).
Non meno valoroso pianista del precedente , per la padronanza della
tecnica , e non spoglio di una certa calda espressione, fu il giovane Alfonso
Thibaut, fratello al celebre violinista Jacques Thibaut, il quale, Alfonso ,
riportò onorevoli successi in vari concerti ai quali prese parte nell'anno 1885 .
Un altro giovane pianista, a cui si tributarono buoni applausi allorchè
si produsse in uno dei concerti del surriferito Club , il 29 gennaio 1886 , fu
Enrico Lieutaud , che esegui egregiamente: « Les Ondines », di Bovilusberg
eľ « Invitation à la valse » , di Weber.
Nella stessa serie dei concerti di questo Club, si faceva sentire egual
mente il giovane pianista-compositore Carlos de Mesquita, tornato da poco
a Parigi, ove, secondo accennammo nel capitolo dei compositori brasiliani,
studiò, con brillante esito, nella classe del rinomato professore Marmontel.
Pianista di tecnica eccellente e calda , sentimento e fino gusto , tali erano
le sue qualità (9).
Si può nominare anche Alberto Nepomuceno, un elemento pregevolis

(8) Vedi questo nome al Capitolo « Compositori nazionali » .


(9) Vedi questo nome al Capitolo « Compositori » .
- 415 --

simo dell'epoca come pianista che viene a Rio de Janeiro nel 1885, ove ac
quista una simpatica riputazione di efficace e intelligente esecutore. Difatti,
Alberto Nepomuceno, il cui nome figura anche fra i più rinomati composi
tori brasiliani, dimostrò ben presto che coltivava l'arte pianistica con gran
de serietà d'intendimenti, giacchè, due mesi dopo il suo arrivo nella capi
tale , prendeva parte ai concerti del Club Beethoven . Possedeva ,oltre all'a
gilità snella e sicura , un tocco d'una soavità rimarchevole e brillava nei
pezzi delicati e sentimentali.
Colse, altresi, meritate lodi nella musica da camera , che interpretava
come pochi.
A quest'elenco di virtuosi che illustrarono l'arte pianistica , aggiun
geremo un nome di segnalato valore : Jeronymo Queirox, nato in Rio de
Janeiro nel 1857. Discendente da una famiglia di artisti: avo e padre fu
rono pianisti e compositori distinti. Jeronymo Quirox, a soli 13 anni di età ,
emergeva già nell'arte con singolarissimo talento, da attirare su di sè l'am
mirazione dei più emeriti musici dell'epoca. Dotato di un bel temperamento
musicale, dopo di aver studiato col padre i primi rudimenti della musica e
del pianoforte, egli si perfezionò da sè, non soltanto nella tecnica del ricco
strumento, ma eziandio nella composizione; e se nel pianoforte raggiunse
quel grado di perfezione, che tutti ormai conoscono ed apprezzano, nella
composizione giunge a scrivere dei lavori pregevoli, da meritare le lodi
del celebre maestro francese, Giulio Massenet e del rinomato Carl Reinecke.
Come concertista si eleva a notevole altezza in tanti concerti ai quali
prese parte nei tempi in cui non rifiutava mai il suo concorso alle feste ar
tistiche dei suoi colleghi, o di beneficenza. Fu il primo a far conoscere il
secondo concerto di Liszt, con accompagnamento di orchestra , eseguito
alla perfezione in un concerto realizzato dallo scrivente , al Cassino flumi
nense, il 28 settembre 1896 .
E vivo ancora il ricordo di quel suo concerto storico, dato al teatro
lirico nel 1892, in cui venivano eseguiti i più celebri lavori classici, tali
come la Messa di Papa Marcello, del Palestrina, il concerto di Bach , a tre
pianoforti ; il Septuor di Beethoven , il Galoppo cromatico di Liszt; la Polo
naise, in la bemolle, di Chopin , toccata e studio, di Scarlatti; « Sarabanda » ,
di Coperin e lo studio cromatico di Liszt, da lui eseguito valorosamente .
Il suo nome porta anche un 'altra stupenda caratteristica cioè: di leggi
tore a prima vista , senza comune riscontro.
Nei suoi ultimi anni, veniva nominato professore della cattedra di pia
noforte all' Istituto Nazionale di Musica.
Emilio Lamberg, distinto pianista -virtuoso , figlio al noto scrittore au
striaco, che visse lunghi anni in Brasile, delle cui bellezze naturali parló
in un pregevole libro, nacque in Pernambuco nel 1863, che il padre ab
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bandonava tre anni dopo la nascita del figlio , passando a Vienna. ove, più
tardi, Emilio studiò musica, organo e pianoforte , e divenne un esecutore
eccellente in entrambi gli strumenti. Volendo perfezionarsi nell'organo,
si recò a Parigi nel 1881, studiando alcuni anni col celebre Guilment, per
poi ritornare a Vienna . Questo ritorno non gli fu lieto ; giacchè, malgrado
tutti gli sforzi nel far valere i suoi diritti di brasiliano, veniva arrestato
come renitente alla leva militare, e mandato in un reggimento di guarni
gione nella Erzegovina, addetto al lavaggio delle marmitte ! Ma un bel gior
no Emilio Lamberg, diserta e ritorna a Parigi, ove dà alcuni concerti con
felice successo . Nel 1887 veniva a Rio de Janeiro, ove purtroppo non riesce
a far apprezzare il suo talento. Per sua disgrazia , dotato di un tempera
mento nervoso e di un 'indole eccessivamente franca, e quindi funesta per
sè, non incontrò che guerra spietata e feroce. Malgrado ciò , giunse a far
parte del corpo docente, come professore d 'organo, dell' Istituto Nazionale
di Musica, all'inizio della sua fondazione (1890), ma poscia , per motivi
ignorati fu dimesso, nel 1891 .
Negli ultimi anni, insegnò con molto vantaggio pei discepoli, il pia
noforte, e le sue allieve vantano, con sentito rispetto , la sua scuola . Mori
in Rio de Janeiro, il 16 agosto 1919.
Pianista che emerse anche simpaticamente nell'arte del suo tempo ,
oggi quasi dimenticato, è Geraldo Ribeiro, brasiliano, nato a Rio de Ja
neiro nel 1852. Allievo di Miguel Angelo , divenne ben presto un esecutore
eccellente , di buona scuola , ed un accopagnatore assai pregevole. Come
tale , negli anni che precedettero la Repubblica , egli si produsse in molti
concerti, riportando felici successi, poi si ritrasse quasi del tutto dall'arte.
Compositore modesto , scrisse molta musica per danza , notandosi il gra
zioso waltzer « Poétise » .
Arthur Camillo de Souza , brasiliano al par del precedente, occupò in
torno al 1879-1883, un posto onorevole fra i distinti pianisti concertisti del
l'epoca , rivelandosi buon esecutore nelle tante volte che si presentò al pub
blico. Convien però ricordare quel suo concerto realizzato all'Imperiale
Teatro D . Pedro II, (11 febbraio 1879) nel quale esegui tre forti pezzi: la
« Tarantella », e l' « Inno Nazionale », di Gottschalk , e la Fantasia della
« Lucrezia Borgia » , di Thalberg, raccogliendo meritati applansi. Si di
stinse anche come compositore di musica da ballo , pubblicando un gran
numero di lavori del genere.
Federico Mallio , oltre che esecutore di buon valore; fondò un Conser
vatorio libero di musica , di cui faremo cenno più avanti, col quale presta ,
da lunghi anni, rilevanti servigi all'arte in generale , insegnandola con gran
de amore ad un gran numero di giovani talenti ed anche a quelli sprovvi
sti di mezzi.
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Fondò pure, verso il 1885, il Conservatorio di Barbacena , il quale non


ebbe lunga vita . Scrisse e pubblicò molti ballabili, che vennero , come al
trove si disse, bene accolti ai suoi tempi.
Lo stesso si potrebbe dire di Ernesto Nazareth , il cui talento si man
tenne sempre nell'ambiente modesto, mentre egli avrebbe potuto varcare
con vantaggio la soglia di quel centro ove gli artisti di non maggiori dispo
sizioni che lui nella composizione e nell'arte pianistica , raggiunsero mira
bili altezze. Talento spontaneo nel gusto tipico della musica da ballo, ha
scritto un'infinità di pregevoli lavori nel genere: « Tangos » , Waltzers »,
« Schottischs », tutti di sapore nazionale e popolare, il cui numero attinge
a più di duecento . Pianista di facile esecuzione, scrisse per il suo stru
mento : romanze, una « Gavotta » ed una « Polonese » .
Dobbiamo aggiungere che i predetti artisti, e Geraldo Ribeiro com
preso , sarebbero diventati pianisti di superiore importanza se altro indi
rizzo avessero dato alla loro carriera .
Però fra i pianisti amatori di grado superiore dell'epoca, uno rimane
gloriosamente notevole come virtuoso e poscia professore insegnante di
buon merito. Egli è Godofredo Leão Velloso , nativo di Bahia.
Pedagogo illustre, amando l'arte più dell'ingegneria , poichè preferiva
la scienza dei suoni come più atta a fortificare il suo ideale, è oggidi consi
derato tra i più chiari talenti, e riverito dai più distinti professori del nostro
mondo musicale , per le sue idee essenzialmente moderne, d 'accordo con lo
spirito dei tempi. Oltre che perito conoscitore dell'arte pianistica, lo ricor
diamo di averci fatto assistere ad un concerto nel Club Beethoven , (6 di
cembre 1882), nel quale rivelò un talento non comune con la esecuzione di
un trio di Beethoven ; « Arabesque » , di Schumann ; « Elegia » di Massenet ;
due danze zingaresche, e una « mazurka » di Chopin . Dotto nella letteratura
pianistica, si distinse col prestar le sue cure a rivedere le opere classiche,
nelle ricerche di nuovi effetti e nuove diteggiature.
Presentemente è professore libero docente all'Istituto Nazionale diMusica
dalla cui scuola sono già usciti provetti allievi.
Buon pianista concertista bahiano fu Luiz França Pereira Rebouças,
nato nella città di Maracagipe il 15 agosto 1832, morto nel 1851. Visse alcun
tempo in Rio de Janeiro , e vi diede concerti, coadiuvato dai più illustri arti
sti dell'epoca . Quivi, il Rebouças pubblicò diverse sue composizioni per pia
noforte, edite dall' Archivio Musicale. Meritò lodi anche come insegnante
della sua arte .
Eccellente pianista fu anche João Amado Coitinho Barata , conterraneo
del precedente, nato il 27 settembre, morto in Bahia il 9 novembre 1886.
; Precoce ingegno musicale, giacchè rivelò di tenera età eccellenti dispo
sizioni per la musica e il pianoforte . Principið i suoi studii nella città natale,
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e li terminò con felicissimo profitto in Italia, nel Conservatorio di Milano, ove


soggiornò tre anni. Ritornò poscia in patria , per recarsi di nuovo alla me
tropoli Lombarda, con una pensione concessa dall' Assemblea provinciale,
e divenne, dopo altri due anni di indefesso studio , pianista provetto e di clas
sico sentire.
Insegnante con buona guida pedagogica, dalla sua scuola uscirono buo
nissimi allievi, molti dei quali si consacrarono alla diffusione della sua
ottima scuola. Nel 1857, la direzione della Società di Belle Arti, lo nominava
professore della Cattedra di Canto ed Armonia .
Anche riputato eccellente pianista era Pedro Alves da Silva, figlio al
noto Juvencio Alves da Silva , nato nella città di Santo Amaro nel 1848 ;
morto in Bahia , il 3 novembre 1876. Era dotato d 'un eccezionale talento
musicale ed era esecutore pieno di slancio e di sentimento . Ebbe la fortuna
di conseguire dall’ Assemblea Provinciale , una sovvenzione per completare
i suoi studii in Europa . Scelse di preferenza la Germania, ove, nel Conser
vatorio dell'Università di Stuttgart, giunse a meritarsi il diploma di bac
celliere in musica . Al ritorno in patria , la sua virtuosità , abbellita da ele
vatezza e dignità di stile, entusiasmo i suoi conterranei. Secondo narra la
storia , il suo primo Concerto dato al teatro S . João si chiuse con un espres
sivo omaggio al giovane pianista. Un illustre medico, Jayne Azedo , in nome
della corporazione dell' Accademia di Medicina, fregiava il petto dell'applau
dito artista con una medaglia d 'oro, col distico : « Onore al merito » .
Fu pure compositore, e lasciò alcuni lavori per pianoforte, i quali non
videro mai la luce ; scrisse pure una difficile fantasia sul « Guarany » , con
variazioni, eseguita colla mano sinistra .
Un altro nome fra i più rispettabili per il segnalato suo valore è quello
di Silvio Deolindo Froés, nato in Bahia il 18 ottobre 1865 , ove tuttora gode
fama di musicista erudito e Capo Scuola del pianoforte . Ebbe la prima istru
zione nella matematica, laurendosi ingegnere ; a questa tenne dietro lo
studio della musica e del pianoforte fatto sotto la guida della propria madre,
coltissima signora, e pianista di serio stile . In un periodo posteriore, studio,
in Rio de Janeiro, l'armonia col maestro Miguel Cardozo . Nel 1888 passò
a Parigi, ove, studiò sotto la scorta dei più celebri maestri, indi col celebre
musicista Charles Marie Widor, col quale imparò il contrappunto e la com
posizione ; ebbe campo di arricchire il suo forte talento musicale e crearsi
una rinomanza legittima ed onoratissima nell'insegnamento e nella virtuo
sità del suo prediletto strumento. Dopo un istruttivo viaggio alle principali
città musicali europee, tornava alla sua città natale (1898 ), ed assunse l'in
carico per la organizzazione del Conservatorio di Musica, di cui assume in
seguito la direzione, nonchè la carica di professore di pianoforte , che da
19 anni, tiene con un sentimento più filantropico che lucrativo. Ritornato
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a Parigi nel 1903, ivi si fece onore in un concerto alla « Maison Musicale » ,
eseguendo con lieto successo uno studio di Henselt, e due sue composizioni:
« Barcarola » e « Danse Negre » . Con pari successo si produsse in Rio de
Janeiro.
Compositore di stile chiaro, pubblicò nel 1895 tre leggiadre composi
zioni: « Notturne » , « Barcarola » (N . 2) e « Conservation » . Oltre a questi
lavori, ha nel suo scrigno una sinfonia per orchestra ; una sonata per pia
noforte e violino, e due opere teatrali : « A Queda de Babylonia » e « Evan
gelina » , che non vennero condotte a termine.
E convien ricordare anche qui il nome di Maria Elisa Lacerda Valente
Muniz de Aragão , pianista distinta e brillante , nata a Bahia il 17 dicem
bre 1874. Fece i suoi studii di pianoforte ed armonia nel Conservatorio di
Lisbona (1881- 1891), ove giunse a meritarsi le più splendide distinzioni. Ri
tornata alla patria , prese stabile dimora nella sua città nativa , ove destava
ammirazione in qualità di virtuosa ed anche di valorosa insegnante; i suoi
concerti ivi dati, furono una sequela di trionfi e di meritate ovazioni.
Allo stesso ambiente artistico bahiano, appartiene Pedro Ursino Ribeiro,
nato in Bahia nel 1864, ove gode rinomanza di pianista insegnante. Fu allievo
di suo padre, Pedro Advincula Ribeiro.
Non meno abile ingegno nell'arte fu Amaro Barreto de Albuquerque,
Maranhão, nato in Rio Grande del Nord , in settembre del 1854 ; morto in
Rio de Janeiro nel giugno 1922. Colto musicista e distinto pianista , nonchè
stimabile insegnante , cominciò i suoi studii in Pernambuco, e passò poscia
a Parigi, ove perfezionò la sua arte sotto la guida del celelebre Marmontel.
Dopo di aver percorso le principali città del Nord , facendosi ovunque
appludire, passò a Rio de Janeiro, ove fu apprezzato come provetto esecu
tore di Musica da Camera. Fu il primo a far conoscere le belle sonate per
pianoforte e violino di Grieg (1893-1896 ). Fu professore della Cattedra di
Canto nell' Istituto Nazionale di Musica, ove la sua vasta erudizione musi
cale fu di grande utilità per svolgere, oltre il canto , la buona cultura arti
stica nei suoi allievi.
Merita pure di essere ricordato Alberto Muylaert (Dr.), distinto cultore
di musica, direttore d ' orchestra, eccellente accompagnatore al pianoforte ,
nonchè pedagodo abilissimo, amando l'arte forse più della medicina.
Nacque in Bahia , ove, per lunghi anni occupò la cattedra di pianoforte
in quel Conservatorio di Musica, posto che poi abbandonò per motivi che
noi ignoriamo.
Ivi, si segnala un giovane pianista di talento , Narciso Figueras filho, nato
in Bahia , di origine spagnuola . Giovanissimo passò a Madrid, nel cui Con
servatorio, completo i suoi studii. Si trasferi quindi a Rio de Janeiro, ove
divenne maestro accompagnatore nell' Istituto Nazionale di Musica ; si pro
420 -

dusse anche come concertista e soventi volte come esecutore di musica da


Camera.
Sono pure da ricordare due pianisti uditi in Rio de Janeiro nell'ultima
decade della Monarchia , il Capitano Voyer ed Alberto Fridenthal, il primo
francese , il secondo tedesco . Entrambi non vennero di certo a portarci un
buon insegnamento su l'arte pianista ; il loro talento era alquanto strano e
bizzarro. Il Voyer, più virtuoso del Fridenthal, al suo primo concerto 9 lu
glio (1885 ) eseguiva fra altri pezzi il « Concerto -Stuk » di Weber con accom
pagnamento di banda militare, che diceva essere creazione sua !
Il Fridenthal, con un temperamento musicale affatto mancante di ogni
perfezione, dava una serie di concerti alla Sala Buschmann e Guimarães,
rivelando un 'arte di nessun valore artistico nella limpidezza tecnica e
ritmica , e , per dir meglio, alquanto ciarlatanesca, pur avendo egli la con
vinzione di essere il più geniale virtuoso del mondo !
Gustavo Wertheimer, erudito musicista e pianista tedesco, giunto a
S . Paolo , verso il 1880, vi mori verso la fine dello stesso secolo . Ebbe parte
in molti concerti in qualità di accompagnatore. Lasciò un lavoro non giunto
a termine « Apontamentos para a historia do piano » . Fu suo allievo d 'armo
nia il compianto Alex. Levy .
Emilio Giorgetti, stimato professore di pianoforte in Campinas durante
un lungo periodo di anni. Nel 1885 organizzò e diresse un concerto in omag
gio all' Imperatore D . Pedro e Consorte. La giovane Maria Monteiro (Zica),
che mori artista di cartello in Italia , cantò in questo concerto. Aveva allora
15 anni.
L ' Imperatore , udendola, disse : « Com o cultivo e o estudo ha de ser
uma grande artista » . E dichiarò che avrebbe fatte tutte le spese perchè
andasse a perfezionarsi in Europa.
Due anni dopo (1887), noi la vediamo in Milano, studiando musica e
canto nel Conservatorio , ove ottiene assieme alla distinta cantante Clo
tilde Maragliano, sua amica, il primo premio, medaglia d 'argento ( 1889).
• Lica Monteiro , oltre che la bellissima voce e il sentimento, aveva una
Zica
fisonomia attraente ; parlava correttamente l'italiano, il francese e il tedesco .
Canto , nei pochi anni di sua brillante carriera, nei principali teatri
d ' Italia , ove morì.
Ricorderemo inoltre il nome di Luigi Chiaffarelli, artista insigne, il cui
merito conquistò appena giunto in Brasile ( 1883), la grande simpatia degli
amatori della buona musica, e la stima dei più rinomati artisti. Italiano di
origine e brasiliano per il suo lungo soggiorno in S . Paulo , ove doveva
marcare, con lieto successo, il progresso dello studio pianistico , coll'ingegno
singolare della sua pregiata arte d 'insegnante, alla quale si associava an
che la gentilezza del suo animo. Luigi Chiaffarelli non era, nella vera espres
- 421 -

sione della parola , un grande concertista , pur essendo dotato di una robusta
tecnica. Ma il provetto maestro , tutto dedito all'insegnamento , non lasciò
di presentarsi più volte in pubblici concerti, facendosi applaudire come
esecutore e interprete rispettabile della musica da camera. Date queste
qualità , si può ben a ragione arguire che l'arte gli deve una grande schiera
di allieve (circa cinquecento ), le quali si perfezionarono sotto la sua guida,
giungendo a meritarsi l' elogio dei grandi critici ; ed alcune si avvicinarono
alla celebrità .
Sono ancora nella memoria di tutti le sue pregiate prelezioni sull'arte
e la letteratura del pianoforte , dettate con ottimo ingegno ; vi si riscontra
l'alta cultura musicale e la nobiltà di pensiero nell'esortare la gioventù
studiosa all'arduo studio della musica e del difficile strumento.
Non saranno dimenticati i suoi sessanta concerti storici, nei quali col
laborarono tre delle sue più esimie allieve : Alice Serva , Antonietta Rudge,
e Guiomar Novaes.
Il cavalier Luigi Chiaffarelli fece i suoi studii in patria e in Germania .
Moriva sinceramente compianto, nella surriferita città, nel 1923 . Gli furono
rese le più solenni esequie .
Va anche ricordato F . L . da Silveira, intelligente pianista e composi
tore dei più fecondi nel genere di musica per danza. Una sua quadriglia
« Arrebatadora » brillo fra le tante sue composizioni del genere, nel 1877.
Era nato in Rio de Janeiro, ove mori, nel 1890 .
Nella serie delle pianiste d 'ordine superiore per la virtuosità , che si
distinguono nell'arte del bel fraseggiare, fu Luisa Leonardo .
Cresciuta alla scuola del Bevilacqua (padre), con un temperamento
musicale di fino buon gusto , essa rappresentava l'ideale dell'artista del
suo tempo . Splendida prova di questa sua privilegiata natura diede nei
primi albori della sua carriera , festeggiata delirantemente nei suoi con
certi che dava al teatro « Provisorio » , nel 1873, a 15 anni appena di età .
La purezza del suo suonare, la grazia e il sentimento più esatto nel
l'interpretare Chopin , Gottschalk ed altri autori, fecero di essa qualche
cosa che toccava la genialità .
Sposata, anni dopo, ad un uomo serio e distinto nella pittura e nel
maneggio del clarinetto , Augusto Duarte, e non ferma nei suoi principii
domestici, cambiava strada, contraria a tutto quello che la sua bella intelli
genza poteva contrariare nel culto e nel prestigio dell'arte.
Abbracciò poscia la carriera drammatica, nella quale il suo talento non
raggiunse che un grado inferiore; il suo debutto ebbe luogo nel marzo del
1887, al teatro Lucinda, nella parte di Miss Lelia , del « Sullivan ».
E fu cosi che una delle più belle genialità pianistiche dell'epoca si ren
deva chimerica e inutile di fronte all'arte .
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Un'altra eletta pianista , che più tardi doveva superarla forse per la
perfezione, ma non eccederla nella grazia , nella dolcezza e nel sentimento ,
fu la Gemma Luziani, pianista italiana felice interprete di bellezze musi
cali, messe in luce con un 'arte finissima, rara, ispirata, sostenuta , d 'uno
stile poetico ed elevato.
Da bambina, la geniale artista, dimostrò singolari attitudini all'arte .
E noi conserviamo difatto una eccellente impressione giovanile dell'inizio
della sua carriera brillantissima, quando nel giro artistico delle principali
città d ' Italia , trasse lodi, allori e trionfi, a soli otto anni di età .
Fu quello il più bel periodo della sua vita : Milano la festeggia deli
rantemente in una serie di concerti che dava al teatro Manzoni (1878 - 1879),
come, del resto , ovunque.
Questa bambina prodigio , che nella maggiore età si era elevata a note
vole altezza , dopo di avere suscitato tanto entusiasmo attraverso l' Eu
ropa, sposa un ufficiale dell'esercito italiano, passando in seguito al nuovo
mondo.
Il suo primo approdo fu Rio de Janeiro, ove dava , il 3 luglio 1890, il
suo primo concerto al Club Beethoven , ottenendo un vero trionfo .
Nell'anno 1891, l' Istituto Nazionale di Musica la nominava a reggere
la cattedra di pianoforte, posto che occupò per poco tempo, poichè vittima
della febbre gialla , cessava di vivere l'anno 1892. Il marito , vittima dello
stesso male , la seguiva nella tomba due giorni dopo.
Degno di ricordo è pure il nome della intelligente pianista brasiliana
Cecilia Silberberg, nata in Rio de Janeiro, verso il 1865 , ove cominciò i suoi
studi di pianoforte col noto professore Lucien Lambert; passò quindi in
Francia , per terminarli alla scuola del Marmontel, in Parigi. Quivi, Cecilia
Silberberg, ottenne, giovanissima, un vero trionfo artistico (22 aprile 1877)
alla sala Pleyel, nel concerto del noto violinista Dancla ; essa fu oggetto
dei più entusiastici applausi da parte dell'uditorio. La stampa la colmò di
lodi, notando la sua eccellente esecuzione e lo squisito gusto per la sua
arte. « Le soleil » e la « Revue Musicale » , prevedevano un avvenire dei più
brillanti per la giovane pianista fluminense.
Al ritorno in patria , 1886 , si produsse con lieto e caldo successo , in uno
dei concerti del Club Beethoven (18 dicembre 1887), eseguendo con apprez
zata maestria : « Notturno » di Chopin ; « Gavotta » , di Rubinstein ; « Air
Russe » , di Liszt; l' « andante spianato » e « Polonaise » , di Chopin .
Maggior successo riportò in un concerto organizzato a favore dei nuo
vi asili, nel quale eseguì, con accompagnamento di orchestra, diretta da
White, il concerto in re minore di Rubinstein (luglio 1888 ).
All'eccellente gruppo delle emerite pianiste convien collocare il nome
di Amelia de Mesquita, nata in Rio de Janeiro il 27 aprile 1866 , la quale,
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giovanissima, si riafferma pianista valentissima, e maestra quindi di larga


coscienza musicale nell'insegnamento .
Apprese i primi rudimenti della musica nella sua città natale , e, de
cenne, 1878, passò a Parigi, ove, oltre alla sua educazione nelle linguee
nelle lettere, completata in un collegio , si dedica allo studio del pianoforte ,
avendo per prima guida suo fratello Carlo , e quindi il celebre capo scuola
dell'arte pianistica francese Marmontel.
Studia in pari tempo l'armonia col maestro Emilio Durand , il noto au
tore del pregiato trattato di detta materia , di cui Amelia de Mesquita, pos
siede un attestato oltremodo onorevole sul merito e la singolare attitudine
dimostrata nel corso di codesto studio musicale .
Al ritorno in patria (1886 ), ebbe a prodursi in varii concerti con lieto
successo ; il suo modo di suonare elegante e caldo; l'esecuzione limpida e
brillante le procurarono una rapida e stabile rinomanza , che si mantiene
tuttora viva nel mondo artistico di Rio de Janeiro .
Fra i suoi brillanti successi sono da notarsi i due grandi concerti, con
accompagnamento d 'orchestra , il primo diretto dall'autore di questo scritto ,
nel « Cassino Fluminense » (1894 ) ; e, più tardi, quello del maestro Alberto
Nepomuceno, al teatro lirico (dicembre 1895), nei quali la pregiata piani
sta suscita dell'entusiasmo eseguendo il concerto in sol minore di Mendels
sohn e quello in si minore di Saint-Saëns.
Mai rinunziando all'insegnamento, dalla sua scuola uscirono provette
pianiste , quali le giovani Ida Luz, e Olga Rohr, per nominare le più brillanti.
Compositrice, scrisse 3 « Salutaris » , per canto ed organi; 3 « Ave
Maria », un « Pater nostro », un « Memorare », varie litanie, un « Inno alla
Vergine », una « Invocazione alla Vergine » , 2 « Inni al Sacro Cuore di
Gesù » , un « Tantum ergo » e tre « Pensieri musicali » , per pianoforte.
Presentemente occupa la cattedra d' organo nell' Istituto Benjamin
Constant, cattedra che ottenne in seguito ad un brillante concorso, e che
mantiene con somma lode.
Degna di particolare cenno ci pare un 'altra giovane pianista brasiliana
Matilde Senay, nata al Pará verso il 1870. Studiò il pianoforte sotto la guida
del celebre Theodor Ritter, a Parigi, e ne ereditò le preziose qualità.
Giunta a Rio de Janeiro nel settembre 1886, assieme alla sorella Ver
ginia, .e al celebre violinista Jaohannes Wolf, ebbe a distinguersi per la
chiarezza e la delicatezza della sua tecnica e la bella e mirabile assimila
zione di uno stile dei più rimarchevoli. Tali erano le qualità di questa gio
vane artista , destinata al più brillante avvenire.
Un 'altra giovanissima pianista , un bel temperamento musicale, saluta
ta sempre da applausi in tutti i concerti nei quali ella appariva , è Emilia
Canizares. In un concerto del 3 luglio 1891, al Club do Engegho Velho, si
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dimostrò pianista di sincera e nitida esecuzione, e valentissima nella bra


vura. Nata a Rio de Janeiro , fu allieva prediletta dell'attivo professore
Achille Arnaud, ed oggi consorte al noto avvocato Nicanor Nascimento , de
putato al Congresso Federale .
E fra i ricordati concerti del Club accennato che, dopo il Club Mozart,
portò nell'arte un dignitoso ardore, dobbiamo menzionare anche le sorelle
Antão Vasconcellos, due intelligenti pianiste , che spesso rivelarono il loro
talento, trovandosi di fronte a degli insigni artisti ed ammiratori.
E chi può aver dimenticato Emma Weguelin , una delle più brave pia
niste dilettanti, che faceva sfoggio di simpatico talento , più volte salutata
da vivissimi applausi ?
Ivi pure, l'anno 1884, appari l'intelligente giovane pianista Giulietta
Bevilacqua, figlia al noto emerito professore Alfredo Bevilacqua, la quale
vide apprezzato il suo temperamento artistico, coronato da forti applausi; e
doveva distinguersi poscia anche nell'insegnamento della sua arte, appresa
alla scuola di suo padre, esercitata con zelo ed amore degni di lode. Nel
1902, 27 ottobre, dava , alla sala dell' Istituto di Musica, un riuscito con
certo -matinée , nel di cui programma figurava come prima audizione in Rio
de Janeiro la famosa sonata per pianoforte e violino di Cesar Franck , ese
guita assieme al violinista Jeronymo Silva, con lieto successo.
Si può fare qui anche il nome della madre della precedente, Senhorinha
Bevilacqua, un bel talento musicale, rivelato nel pianoforte in specie e nel
modo di accompagnare, che era, data la chiara intuizione musicale, il suo
vero appannaggio .
Nei concerti del Club surriferito , appari spesse volte il suo nome.
Fra le buone pianiste contemporanee delle precedenti, va ricordata
Marianna Azevedo, brasiliana. Esordì in un concerto del violinista Pereira
da Costa , nel marzo 1879, alla sala Arthur Napoleão , Narciso e Miguéz ,
eseguendo con molta bravura la « Tarantella » di Liszt.
E ' da ricordare anche Alice Clapp, pianista brasiliana ; si faceva ap
plaudire in un concerto di beneficenza, avuto luogo al teatro D . Pedro II,
nel marzo del 1881.
All'epoca in parola appartiene anche la giovane pianista fluminense
Maria C . 0 . Coelho, una delle più distinte allieve del maestro Achille Ar
naud, che suonava con nitidezza e gusto . . .
Anche nello stesso anno, la intelligente pianista Jorgina de Brito , si
distingue come alunna dell' Imperiale Conservatorio di Musica, interpre
tando la « suonata » in si bemolle , di Dussek .
Felicité Petit, pianista distinta , nata a Rio de Janeiro nel 1870 , ove
fece i suoi primi studii col professore Alfredo Lebreton, per terminarli po
- 425 –

scia in Europa. Esordi per la prima volta in un concerto dato insieme alla
sorella Augusta,violinista , al teatro D . Pedro II, nel 1887.
Pianista brillante e di bravura, allieva del professor Paulo Faulhaber,
fu considerata la leggiadra giovane Amelia Mattoso Maia, nata in Rio de
Janeiro.
Giovanissima, si produsse per la prima volta in pubblico concerto da
noi dato l'anno 1889, alla sala Beethoven ; suonò con anima e slancio d 'ar
tista, non priva di una tecnica straordinaria, lo « Studio » in do diesis mi
nore e le terza « Polonese » di Chopin , e quindi il « Concerto-Stuck » , di
Weber. Fu delirantemente applaudita.
Ivi pure, nello stesso concerto , un 'altra distinta allieva del surriferito
professore, Violante Lahameyer, ebbe a farsi applaudire, suonando con
grande correzione la parte del « Trio » in si bemolle, di Rubinstein . Prese
parte altresi a molti concerti del Club Engenho Velho, sempre con lusin
ghiero successo.
Eulalia Saules, pianista dilettante di merito , studiò a Parigi col profes
sore Lucien Lambert ( figlio ?), e quindi col Fissot. Debuttò , al suo ritorno
in patria , in un concerto del Club do Engenho Velho ( 30 luglio 1889), suo
nando con lusinghiero successo, la seconda « Rapsodia » , di Liszt, e la « se
renata e minuetto » , di Thalberg .
In detta epoca appari la valente pianista Elvira Bello , allieva fra le più
distinte dell' Imperiale Conservatorio di Musica , e quindi dell' Istituto Na
zionale , ove ebbe a riportare i più importanti e rilevanti premi. Furono
suoi maestri Cavallier Derbelly e Alfredo Bevilacqua. Splendidi e incon
trastati furono poscia i suoi successi, ottenuti con la sua nitida e brillante
tecnica, nonché con la bella sonorità che traeva dal suo prediletto strumento .
Da circa un quarto di secolo fu chiamnata a reggere la cattedra di una
delle classi di pianoforte , ove, senza venir meno ai buoni precetti dell'arte
pianistica, trova nell'insegnamento la stima dei suoi illustri colleghi e le
premure dei suoi allievi. A S . Paulo , nella stessa epoca, un 'altra brava pia
nista brasiliana Emilia Philipaux, godeva fama di brava suonatrice. A ri
cordo dei suoi successi ivi riportati, menzioneremo quello del 25 gennaio
1887, in occasione d 'un concerto dato dall'autore di questo lavoro, alla Sala
del teatro S. José, oggi demolito, nel quale esegui con molto valore arti
stico la parte del celebre « Trio » in re, di Mendelssohn ; e quella del « duo »
concertante su gli « Ugonotti » , di Thalberg e Bériot.
Magdalena Friedel, non potrebbe essere meglio comparata alla prece
dente pianista con la sua magnifica tecnica e sentimento . Fu educata alla
buona scuola del Conservatorio di Parigi, ove ottenne il primo premio .
Giunse a Rio de Janeiro verso la fine dell'anno 1889, e dava il suo primo
concerto , alla sala Buschamann e Guimarães il 14 febbraio 1890.
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E' da ricordarsi anche la molto ammirata e nobile Baronessa di Muri


tiba (Donna Mariquinha Tosta ), il cui talento come pianista , era splendido
per la sua appassionata soavità e per la sicura, brillante esecuzione. Queste
qualità , più volte rivelate nei concerti intimi della egregia signora, mag
gior rialzo ebbero quando eseguì, in uno degli ultimi ricevimenti di S. A .
la Principessa Isabel, il concerto in sol minore di Mendelssohn , per piano
forte con accompagnamento di doppio quartetto .
E ' da menzionarsi qui, anche il chiaro e rispettabile nome della Sere
nissima Principessa Imperiale D . Isabel Contessa D ' Eu, cultrice eccelsa
dell'arte e protettrice degli artisti.
Negli ultimi anni del liberale grande Impero l'arte musicale, mercè i
suoi auspici, ebbe un soffio di vita profondo e salutare. E non si creda che
la vanità vi entrasse. Era il grande amore, il gusto tutto naturale , prove
niente dall'educazione estetica e pensante della Augusta Principessa, che
sentiva e guardava l'arte come una seconda religione. Era altresì una egre
gia pianista , tutta grazia e sentimento ; e se tanto padrona non era della
tecnica, valorosa si mostrava quando interpretava Chopin . La marcia fu
nebre della grande « Sonata » del poeta del pianoforte, soleva eseguirla con
un sentimento ed un criterio estetico da provocar i più caldi applausi, se
la prammatica della Corte lo avessero permesso.
Fece i suoi studii di pianoforte sotto la guida del professore Isidoro
Bevilacqua, col quale anche la sorella Leopoldina, doveva raggiungere un
grado diabilità nelmaneggio del detto strumento .
Caso strano ! Il pianoforte, un Erard a gran coda, della madre loro,
sul quale le due figlie appresero le prime nozioni dell'arte pianistica , quindi
oggetto storico , non figura fra gli oggetti rari e di stima del Museo dell' I.
stituto Nazionale di Musica della nostra capitale . Un distinto ingegnere
amico, amando l'arte al par della matematica, ci informava, non senza
duolo, che il riferito strumento si trova presentemente, in potere di un mo
desto negoziante italiano, stabilito nei pressi di Jacarepaguá , il quale, più
che del sentimento nazionale , nel poco riguardo alle venerate reliquie del
passato, ne pregia il valore artistico e storico.
Conosciuta fra le brave pianiste dell'epoca in discorso , era Adelina
Poznawski, brasiliana, figlia al negoziante Bernardo Poznawski, stabilito
in Rio de Janeiro, ove la figlia Adelina cominciò i suoi studi sotto il rino
mato professore Lucien Lambert. Passò quindi a Parigi, ove completò i
suoi studii come allieva dell' Istituto Rody, distinguendosi in una delle au
dizioni della « Société de Musique d ’ensamble » dello stesso Istituto.
Al suo ritorno in Rio de Janeiro , più volte ebbe occasione di affermare
il suo emergente talento di pianista dal gagliardo meccanismo e con invi
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diabili condizioni artistiche. Il suo suonare era di una bellezza singolare ;


correttissima e interessante la sua interpretazione.
Concludendo questo capitolo ricorderemo un nome che va anche an
noverato fra quelli delle distinte pianiste : Francisca Bonjean, nata in Rio
de Janeiro nel 1868. Fu allieva del professore Achille Arnaud, che ne fece
una elegante e valente esecutrice. Si produsse più volte , con brillante suc
cesso, nei concerti del Club dos Diarios in Petropolis, ed acquistò poscia
rinomanza di provetta insegnante della sua arte.
we

VI PERIODO
CAPITOLO XXI.

( 1890 - 1925 )

DELLE PIANISTE E PIANISTI NAZIONALI


DELL' ULTIMO PERIODO

Due gloriosi nomi dell'arte pianistica dell'ultimo periodo : Antonietta Rudge


Muller e Guiomar Novaes. - Pari virtù tecniche, — Diverso il modo di sentire,
I loro trionfi all' estero . - Altri brillanti nomi che eccelsero nell'arte : Magdalena Ta
gliaferro , Maria Antonietta Serva, Fanny Guimarães, Sylvia, Suzanna ed Helena Figue
redo, Irene Nogueira da Gama, Maria Antonia . — Maria Amalia de Rezende Martins. -
Altre notevoli pianiste della scuola che onora São Paulo . — Sul valore della prima.
- Altri nomi che si fanno onore. – Pianisti contemporanei. — Il loro valore nel
l'arte, nella virtuosità e nell'insegnamento .

La storia della musica, che accompagna l'evoluzione dell'arte piani


stica nazionale e straniera degli ultimi tempi, cioè, dell'ultimo periodo, re
gistra anche preziosi nomi. Tra i primi sarebbero da ricordare, anzitutto ,
quelli di Antonietta Rudge Muller e Guiomar Novaes, due delle nostre più
illustri pianiste, nate sotto il bel cielo della Paulicea, ove impararono l'arte
del ben suonare sotto la guida del noto maestro Luigi Chiaffarelli.
Giovani colte e gentili, entrambe dotate di elevatissimo ingegno piani
stico , posseggono in alto grado le qualità più necessarie al vero pianista
virtuoso moderno : tecnica calda ed impeccabile, ricca e solida memoria ed
altre virtù che completano l'artista concertista. Ma se nelle due emerite
pianiste , che a vicenda si disputano con larga e indiscussa fama i migliori
allori nei concerti dati in patria ed all'estero, s'incontrano pari virtù tec
niche, lo stesso non succede nel modo di sentire dell'una e dell'altra .
La Rudge Muller, talento precoce, vocazione meravigliosa, a soli sette
anni di età , dopo i primi insegnamenti del suo primo professore Giroudon,
destò ammirazione in una audizione particolare, offerta alla stampa locale
nella casa Levy ( 18 maggio 1893). E sin d 'allora si preannunziò suonatrice
di tempra maschia , dalla frase spoglia di smancerie e senza la preoccupa
zione del successo strepitoso ad ogni costo.
E tale si rivelò difatti in tutti i suoi concerti, che dava a Rio e nella città
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nativa , svolgendo con molto successo , programmi di alto valore artistico .


In seguito, il suo forte talento doveva trionfare anche in Europa ; in
Francoforte fu fatta segno ad ovazioni entusiastiche. I più autorevoli cri
tici musicali se ne occuparono. Si fece poscia udire con pari successo a
Vienna, Berlino, Parigi e Londra .
La Novaes, invece, più giovane della sua emula , nata nel 1897, è l'arti
sta dal debole pensare e dal forte sentire, che si prevale dei mezzi di melli
flua dolcezza, di insinuante e vertiginosa esecuzione, e, all'uopo, brillante
e sorprendente così da provocare l'applauso delirante d'un intero uditorio .
Per conchiudere: nella prima si compendia la semplicità serena ed
olimpica nella sua esecuzione ampia e mirabile per nobiltà di stile e sicu
rezza; nell'altra eccelle una squisita interpretazione, abbellita da una poe
sia circonfusa di luce, che è quanto dire il riflesso di quelle rare vocazioni
musicali che a pochi è dato possedere.
La Novaes, oggidi celebre nel mondo artistico , appari per la prima
volta nella terra che le fu culla (S . Paulo ) l'anno 1908, destando grande
ammirazione.
Andò di poi in Europa, in cerca dell'influenza più salutare dell'arte
pianistica, Il 25 giugno (1914), ritornava in patria, dopo di aver terminato,
con molto onore, il corso di perfezionamento a Parigi, sotto la guida del
professore Philippe, insegnante in quel Conservatorio, e si presentava al
pubblico di Rio de Janeiro, che la festeggia con vibranti acelamazioni, il
Chiaffarelli, suo primo maestro, era presente e partecipò alla gloria della
diletta allieva. Altri successi doveva ottenere nel Nord America , ove
il suo nome è considerato una gloria dell'arte pianistica.
Tra le pianiste e pianisti anteriori e contemporanei delle due precedenti,
sono da ricordare:
La intelligente e distinta pianista virtuosa Ivonne de Geslin , nata in
Rio de Janeiro verso il 1885 , ove apprese i rudimenti della musica e del
pianoforte. Passò poscia in Francia , ove fu allieva nel Conservatorio del
celebre pianista Pugno , della cui scuola assimilò lo stile , la grazia e l'ele
ganza. Di ritorno in patria, dava con brillante successo, varii concerti nella
capitale . L 'ultima volta la udimmo in Petropolis (24 febbraio 1904 ), inter
pretando con bravura e maestria la « Marche Nuptiale » e la « Danse des
Gnômes » , di Grieg ; « Ballade en sol mineure », di Chopin ; « Les Shylphes »,
di Arturo Napoleone, e la « Prédication aux oiseaux » , di Liszt.
Non meno considerata fu , in detta epoca, la brava pianista Orizia Pi
mentel, affermandosi in molti concerti esecutrice provetta quanto efficace
per la sua eccellente tecnica . Studiò il pianoforte col maestro Arnaud, al
ľ « Accademia Beethoven » , e completò i suoi studii col pianista Emile
Lamberg; suonò con franco successo il concerto in sol minore con accom
-- -

- 431 -

pagnamento d 'orchestra, del Saint-Saëns, Nel 1905 passò in Europa, pren


dendo stabile dimora nella città di Oporto .
All'ordine delle distinte pianiste appartiene Alcina Navarro de Andrade,
nata in Rio de Janeiro, ove fece i suoi studii musicali ; fu allieva dell' Isti
tuto Nazionale di Musica , nella classe del professore Alfredo Bevilacqua,
ed ebbe poscia i consigli del celebre pianista Harold Baur, a Parigi (1915 ).
D 'essa è da ricordare il primo concerto dato congiuntamente alla sua col
lega Amelia de Mesquita ( 26 giugno 1902), in cui esegui valorosamente
ľ « andante spianato » e « Polonaise » di Chopin , e il « Trio » in do minore,
di Beethoven . Presentemente è maestra cattedratica del surriferito Isti
tuto , nella cui scuola, frequentatissima, si apprezza il suo merito per buona
osservanza di guida e di metodo nell'istruire i suoi numerosi allievi.
Fra la brillante schiera femminile, degne di nota sono : Dulce Guima
rães, Julieta Medeiros, Olinta de Freitas, Edith Victorio da Costa, Heloisa
Seabra , Eudoxia C . Saraiva , Stella Muniz Freire, Iza Giroud, Gabriella
Figueredo, Rita de Cassia Oliveira , Guiomar Cotegipe da Cruz, Ophelia
Isaacson , Edith Massière Thibau , Lisette Marque de Oliveira, Angelina
Trajano, Almerinda de Freitas Ramalho e, tra le più notevoli, Nadia So
ledade.
Rinomata pianista brasiliana di magistrale esecuzione, fu anche Fan
ny Guimarães, nata in Rio de Janeiro nel 1887, ove apprese le prime
nozioni dell'arte musicale e del pianoforte, passando poscia in Europa, per
terminare il corso della sua educazione artistica . Al suo ritorno in patria
(1907), poteva vantarsi di aver già percorso trionfalmente gli studi tra
scendenti nel Conservatorio di Vienna, sotto la direzione del celebre pia
nista Sauer, ottenendo la grande medaglia d 'oro e il diploma di prim 'ordine;
premio che, da molti anni, non era stato ottenuto nel detto Conservatorio.
Oltre a questa distinzione, ricevette il premio « Rubinstein » , costi
tuito da 800 corone.
Sicché, provvista d 'ogni ben di tecnica pianistica e d ’una salda educa
zione musicale , le fu facile mettere a profitto il suo talento straordinario
di eletta concertista, distinguendosi nella predetta città , nonchè a Londra,
Parigi e Lisbona, ove ottenne lodi tali che l'animavano ai più ardui voli
nel mondo dell'arte. Nel 1° giugno (1907), si faceva udire, in Rio de Ja
neiro , con lieto successo .
E' anche nel ricordo di molti il trionfo che riportò ai concerti dell’E
sposizione 1908, eseguendo con rara bravura il concerto in sol maggiore, di
Beethoven , con accompagnamento d 'orchestra.
Ma la fortuna non le arrise, poichè, giovanissima ancora, scendeva
nella tomba il 24 febbraio 1920.
Le sue spoglie riposano al cimitero di S . João Baptista.
- 432 –

Due anni appresso un ' altra rinomata pianista brasiliana, Magdalena


Tagliaferro, nata in S . Paulo nel 1894 , dal bravo professore di canto e pia
noforte Paolo Tagliaferro, sotto la cui scorta apprese i primi rudimenti
della musica e del pianoforte tornava in patria, incontrandovi accoglienze
assai brillanti. I pochi anni di soggiorno a Parigi, ove compi i suoi studii,
avevano fatto della giovane virtuosa una pianista elettissima.
Fin da bambina affermò la decisa vocazione per l'arte pianistica : a 10
anni di età suonava mirabilmente un concerto di Mozart, la « Fileuse » , di
Raff e pezzi di Chopin .
Oggidi Magdalena Tagliaferro, risiede nella capitale francese , ove il
suo nome figura onoratamente a fianco dei più emeriti artisti.
Alla schiera delle buone pianiste appartiene anche la giovane Maria
Amalia de Rezende Martins, che tanto doveva impressionare un uditorio
eletto , nel primo suo concerto , del 28 novembre 1917, al teatro Municipale
di Rio de Janeiro. La stampa, unanime, la salutava come una delle più
belle promesse dell'arte pianistica nazionale, pel suo modo di sentire e di
esprimere le composizioni più ardue ed elevate dei grandi maestri.
Alle precedenti dobbiamo aggiungere le seguenti : Vitalina Brasil, Gilda
de Carvalho, Lucia Branca da Silva, Antonietta Veiga de Assis Pacheco , An
tonietta Serva e Maria de Falco, le quali in diversa forma e misura meri
tarono le buone accoglienze del pubblico carioca .
Più notevoli fra di esse furono : Antonietta Serva e Maria de Falco .
Antonietta Serva, che rimane artista per tutta la vita , è oggidi una delle
provette maestre di pianoforte nella sua città natale , S . Paulo, e la due
sorelle, Vittoria ed Alice, conosciute in arte come due valorose pianiste.
Francisca Barroso , buona pianista, allieva della nota artista Gemma
Luziani, onora la eccellente scuola. Si presentò specialmente in pubblici
concerti (1895 ) ; e quindi passò allo Stato di Minas Geraes, dando concerti
con lieto successo nelle principali città .
Maria Abalo Monteiro, nata in Rio de Janeiro. Fece i suoi studii col
professore Alfredo Bevilacqua all' Istituto Nazionale di Musica (1895) .
Chrestina Moller, nata in Rio de Janeiro. Fu allieva dell' Istituto Na
zionale di Musica, ove studiò sotto la guida di Alfredo Bevilacqua e di
venne ottima pianista premiata col titolo di primo premio . Il 21 luglio 1895,
data del suo primo concerto al « Cassino Fluminense » , riportò un brillante
successo, per la distinzione del suo stile e la mirabile esecuzione.
Un'altra pianista della scuola del Bevilacqua, è Zilda Chiabotto , che ha
fama anche di buona cantante. A torto abbandonò il pianoforte per il can
to, mentre sembrava schiuderlesi il più lieto avvenire nel maneggio di
detto strumento .
Nomineremo pure Helena Bastos, distinta pianista , con rinomanza di
- 433 - .

eccellente insegnante . E con essa anche Alice Coggin , allieva della profes
soressa Elvira Bello , dell' Istituto Nazionale di Musica, ove riportò il se
condo premio .
Il 12 maggio 1906 , si udiva, alla sala della Scuola Livre de Musica, la
pianista russa Elisa Pekschen , che si diceva allieva del Rubinstein , nonchè
pianista della Imperiale Camera dello Czar di Russia .
Anche come insegnante confermò la sua rinomanza di eccellente pia
nista in Rio de Janeiro, ove prese stabile dimora.
Lydie Moraes Von Destar, un bellissimo temperamento musicale , si
presentó con lieto successo nel 1906, e venne molto lodata dalla stampa.
La udirono nel suo primo concerto, dato al teatro S . Pedro de Alcan
tara, il 2 dicembre 1906 .
Maria Siqueira, intelligente pianista, nata in Pernambuco , ove fece i
suoi primi studii musicali, terminandoli all' Istituto Nazionale di Musica,
in Rio de Janeiro, ove prese stabile dimora . Oltre che brava pianista con
certista si dimostrò abile accompagnatrice. Il 28 settembre 1907, si produsse
come solista con buoni apprezzamenti della critica . Ora esercita con onore
la professione d'insegnante .
Anche Eugenia Soares de Mello è tenuta in conto di distinta e gentile
pianista . Fu allieva di Alfredo Bevilacqua. La prima prova del suo bel ta
lento la diede, giovanissima ancora, in un concerto di Alice Bancalari, nel
1907, suonando la « Tarantella » di Liszt e il secondo « Scherzo » in si be
molle, di Chopin , maestrevolmente .
Sylvia Figueredo è certamente una delle nostre più illustri pianiste,
nata in Rio de Janeiro, ove fece i suoi studii sotto la guida del professore
Alfredo Bevilacqua, come allieva dell' Istituto N . di Musica, licenziata nel
1907 col primo premio . In Europa, coll'intento di perfezionarsi, si matri
colò nella classe del professor Scharwenka, al Conservatorio di Berlino .
Ivi, al concorso dell'anno scolastico , ottenne, ad unanimità di voti, il pri
mo premio, sotto una pioggia d 'applausi ed un abbraccio del suo profes
sore Scharwenka. Al ritorno in patria, diede prova di eccellente concertista,
e di pregiata interprete di musica da camera.
Splendidi successi riportarono anche le due sorelle Suzanna e Helena
Figuredo, fiorite nei primi anni della fondazione dell' Istituto Nazionale
di Musica , ove, come allieve di Alfredo Bevilacqua, ottennero nel 1903,
due grandi premi con distinzione. Anch 'esse si portarono poscia a Berlino,
ove, sotto la guida dello Scharwenka, si perfezionarono nell'arte pianistica ,
venendo, al ritorno in patria , acclamate col massimo entusiasmo.
was ,

Nel maggio 1909, esordiva in S . Paulo una pianista assai lodata dalla
critica, Peje Storch , la quale si diceva allieva del Conservatorio di Bruxelles.
Clementina Velho, buona pianista , allieva di Vianna da.Motta, Teresa
- 434 -

Carreño e Conrado Ausorge, era applaudita, al Municipale, il 17 giugno


1911, distinguendosi per la sua nitida e brillante esecuzione.
Una brava artista brasiliana, che non può confondersi tra le mediocri
pianiste del suo tempo, fu Giulietta Alegria , nata in Rio de Janeiro verso il
1880 , ivi morta il 7 febbraio 1921.
Giulietta Alegria , leggiadra natura artistica, dotata d'una istruzione
musicale tra le più perfette, pianista emerita , di bella e perfetta tecnica,
nonchè violinista e cantante, non si fece, per sua sfortuna, mai strada nello
arringo artistico della sua città nativa ; visse e mori modestamente. Fece i
suoi studii brillantemente nell'antico Conservatorio Imperiale di Musica, e
divenne poscia allieva dell'illustre pianista Arturo Napoleone, le cui lezioni
arricchirono il suo pregiato temperamento artistico . Più volte deliziò il
pubblico in serate intime e specialmente in quel suo concerto ultimo, dato
il 23 dicembre alla sala degli Impiegati nel Commercio ; fu anche provetta
insegnante.
Al ruolo delle distinte pianiste appartiene Maria Lina Jacobina, nata
in Rio de Janeiro ove studio sotto la guida del Bevilacqua. Alla valente
sua tecnica si associa una intuizione musicale delle più apprezzabili. Si
convien segnalare anche il suo merito come rimarchevole accompagnatri
ce . Il pubblico delle principali città dello Stato di S. Paolo applaudi il suo
elevato talento di concertista in un giro artistico fatto insieme al violinista
V . Cernicchiaro (1917) .
Un altro nome che si eleva come pianista concertista , nonchè insegnan
te di rinomanza, è quello di Celina Roxo, nata al Pará, ove iniziò i suoi
studii del pianoforte, per compirli poscia al Regio Conservatorio di Lipsia .
Al suo ritorno in patria (1913), ebbe campo di farsi udire a Rio de Janeiro
in un concerto, cogliendo meritate lodi ed applausi. Cecilia Roxo, fedele ai
suoi ideali artistici, si dedicava intieramente al culto dell'arte, fondando
la scuola che porta il suo nome e quello delle sue compagne Figueredo.
Degna di essere messa accanto alle nominate pianiste è Kitta de Bellido
Gusmão , nata in Rio de Janeiro nel 1879. Studiò all'Istituto Nazionale di
Musica , nella classe del professore Alfredo Bevilacqua, ed ottenne il primo
premio con particolare lode (1901). L 'anno seguente, vinto brillantemente
il concorso per la cattedra di pianoforte dell' Istituto Benjamin Constant,
vi rese buoni servigi coll'insegnamento . Valente esecutrice , brillò per qual
che tempo in molti concerti ai quali prese parte. Dalla sua scuola sono già
usciti molti allievi, uno dei quali il più abile, morto giovanissimo fu José
Leite. E ' molto amata dai suoi allievi e dai colleghi, poichè nella spettabile
donna si associa il valore artistico e la gentilezza d 'animo.
E ' pure da ricordare Walborg Nepomuceno , pianista-cantante, nata
nella patria di Grieg (Norvegia ), ove fece i suoi studii sotto il nominato
- - 435 -

maestro ; sposò il noto compositore brasiliano Alberto Nepomuceno. Nel


1896 prese parte ad un concerto sinfonico , diretto dal marito , al S . Pedro
de Alcantara , eseguendo con mediocre successo il concerto di Grieg , con
accompagnamento d'orchestra.
Degno di nota è anche il nome di Tilda Aschoff, pianista brasiliana,
nata in Rio de Janeiro. La udimmo nel giugno 1912, come interprete al pia
noforte delle astruse composizioni di musica da camera di Glauco Velas
ques, del cui talento l'Aschoff era caldissima ammiratrice. La distinta suo
natrice moriva pochi anni appresso ai suoi lieti successi.
Pianista di valore, con una tecnica ammirevole, e la giovane pianista
Dyla Torres Josetti.
Il 1° ottobre (1923) si faceva udire in pubblico concerto, ottenendo un
brillante successo.
Un altro nome che rifulge fra le moderne pianiste è quello di Elza Ca
néa, rimarchevole per bravura e sentimento . Fece i suoi studi nell' Istituto
Nazionale di Musica . Nell'ottobre 1923, dava, con esito felice , il suo primo
concerto .
Una speciale considerazione merita la giovinetta Maria de Falco, il cui
precoce talento si rivela a soli 13 anni, innalzandosi al grado delle più belle
e brillanti pianiste .
Possiede quella virtuosità che costituisce il prodigio del meccanismo
abbagliante , che affascina il suo uditorio . Il suo talento indubbiamente si
imporrà fra le pianiste sue contemporanee.
Ma la schiera delle valenti pianiste della terra di Carlos Gomes non
termina qui; giacchè altre a riportare un simpaticissimo successo per gli
elogi meritati, furono: Isabel Azevedo e Rita Ulhôa, entrambe allieve del
Chiaffarelli.
La prima, che dispone di brillanti risorse tecniche ed una eleganza nel
fraseggiare, giunge ad offrire al pubblico un delizioso godimento intellet
tuale col suo « Recital » (22 ottobre 1917), in un programma di valore mu
sicale.
Non meno brillante fu il « Recital » della seconda, Kita Ulhôa Canto,
che rivela un 'interpretazione tutta personale nella nettezza della esecuzione,
nella sonorità calda che trae dal pianoforte, nella precisione ritmica, e nelle
buone conoscenze che permettono di apprezzare le bellezze del suo talento
e della sua finissima arte.
A citare fra i concerti che si danno nello stesso anno (1917), convien
ricordare il « Recital » della giovane pianista Ophelia Isaacson , una delle
più brillanti allieve della stimata maestra Alcina de Andrade Navarro, Mol
to variato il suo artistico programma, interpretava con infinito gusto e brio
il « Preludio e fuga » in re diesis minore, di Bach , raramente udito.
436 -

Menzioneremo anche il nome di una giovane forte pianista, uscita dal


nostro Istituto Nazionale di usica, meritandosi il primo premio : Zelia
Autran . Esecutrice di buona e snella tecnica , allieva del distinto professore
Barroso Netto , diede, nel 1917, con lieto successo, un « Recital » , interpre
tando con talento non comune « La danse des fantoches » , di Arturo Na.
poleone e altre musiche di valore.
Il 29 ottobre (1917) si ebbe ad udire, nel salone del Giornale del Com
mercio , un 'altra intelligente pianista, Maria Luisa Teixeira Campos, allieva
dell' Istituto Nazionale di Musica , ove si distinse nel concorso al primo
premio . La intelligente giovanetta rivelò , in detto concorso , qualità assai
apprezzabili ; e nel suo « Recital » trovò compenso in un successo molto
lieto , la sua nitida e perfetta esecuzione.
Ivi esordi anche, nel suo « Recital» del 22 ottobre (1917), una fra le
molte valorose allieve del professore Luigi Chiaffarelli, Isabella Azevedo.
La giovane pianista , se non primeggia tra le più illustri sue conterranee,
non tralascia , in Rio de Janeiro, di onorare la bellissima arte e il suo illu
stre maestro.
Un'altra giovane ed esperta pianista , che si faceva vivamente applar
dire dopo il trionfo ottenuto al concorso del premio di viaggio , in un suo
concerto a beneficio della Policlinica di Botafogo , 10 novembre 1919, al
teatro Municipale, è Elisa Accioli de Brito , allieva dell' Istituto Nazionale
di Musica, della classe del chiaro professore Leão Velloso .
Malgrado la sua giovane età, e la deficenza di un sentimento estetico,
nulla si può rimproverare alla sicura, brillante e franca esecuzione.
Di assai diversa natura musicale è la giovane Irene Nogueira da Gama,
il cui talento nella virtuosità, primeggia tra le più brillanti cultrici dell'arte
pianistica della sua età . La stampa fu tutta un'armonia di lodi per la sciol
tezza delle sue mani, il meccanismo caldo e perfetto, non meno che per la
sua elevata intelligenza e finissima interpretazione, rivelata al suo primo
« Recital » , appena uscita dall' Istituto Nazionale di Musica , ove si fa onore,
riportando il primo premio . E se nel riferito « Recital » ebbe un successo
dei più lieti, eseguendo le difficili sonate di Chopin e Liszt, nei due susse
guenti « Recitals » dei 17 e 31 dicembre 1919, consacrati esclusivamente
alle opere di compositori nazionali, riportava altri allori.
Ma quello che bisogna più lodare in questa pregiata pianista, è il sen
timento e l'eccellente virtuosità , basata nel gusto del tempo.
Tenuto conto di queste brillanti qualità, è da supporsi che la valente
pianista , fattasi alla scuola dell'egregio professore Barroso Netto , farà par
lar molto di sè in un prossimo avvenire.
Un temperamento artistico che trova un degno parallelo nella prece
dente pianista per la valorosa tecnica, il tocco morbido e il sentimento su
– 437 -

periore all'età sua, è la giovane Judith Morrison, allieva del distinto pro
fessore Maia , dell' Istituto Nazionale di Musica , dalla cui scuola usciva,
nel 1919, riportando il primo premio di pianoforte.
La distintissima concertista sedicenne si esibiva quindi in un pubblico
concerto del 16 agosto 1919, confermando la bella fama acquistata durante
il periodo dei suoi brillanti studii, eseguendo con grande successo la « Ciac
cona » di Bach-Busoni; la « Sonata » in do maggiore di Beethoven ; e al
tri pezzi.
Degno di menzione pur ci sembra il nome della giovanissima Maria do
Carmo, pianista distintissima, che presto convaliderà la sua fama di vir
tuosa celebre, data la sua brillante tecnica ed un buon sentimento musicale
di cui è dotata .
Maria do Carmo, nata nel 1905, nella città di Victoria, è allieva del no
stro Istituto, ove molto si distinse nel corso dei suoi studii, fatti sotto il
provetto professore Oswald , riportando il primo premio fra applausi ed
evviva .
Una delle più notevoli pianiste è Maria Virginia Leão Velloso . Si tratta
di un talento che in poco tempo ha ottenuto l'onore di portar la palma fra
le tante pianiste sue contemporanee.
Nininha Velloso Guerra al primo suo apparire con un « Recital», rea
lizzato al teatro Municipale il 29 ottobre 1919, fu lodatissima per tante belle
doti artistiche; era la pianista che arricchiva di poesia e di luce ogni con
cetto sublime della musica ideale. Ma le sue dita , fatte per eseguire le cose
angeliche, cerca di preferenza impiegarle a fare onore ai rivoluzionari ed
anarchici maestri dell'arte pianistica del momento , credendo di giungere
cosi al più alto grado di eccellenza con la propaganda di un'arte assurda e
detestabile .
Infelice idea in un cuore fatto di gentilezza e di sentimento per dare
rialzo alle più belle ispirazioni di Mozart, di Beethoven e di altri nobili in
gegni. Ma, astrazion fatta di questa deplorevole idealità , Nininha Velloso
Guerra richiamerà sempre l'attenzione su di sè , quando il suo genio si tro
verà in contatto col vero genio ispiratore, che ella saprà, come poche, in
terpretare. Compositrice, scrisse graziose pagine « Spleen » per canto ed
altri pezzi per pianoforte ( 1).
Un 'altra brava pianista è Maria Antonia , nata in Rio de Janeiro nel
1910 , allieva del maestro Oswald . Fanciulla prodigio e dotata di uno straor
dinario ingegno musicale, suonava nell'età di sei anni da meravigliare tutti
quelli che la udirono.

(1) Moriva nel fior degli anni a Parigi nel 1921,


- 438 –

Dopo i successi riportati a Rio , S. Paulo e Buenos Ayres, passò a Parigi


per completare gli studi sotto la guida del noto professore Philippi.
Maria Antonia è una delle più belle speranze dell'arte pianistica brasi
liana.
Altri brillanti nomi dell'arte pianistica , che si sono fatti applaudire in
questi ultimi tempi. Convien citare Branca Bilhar, allieva dell' Istituto
Nazionale di Musica , nella classe del professore G . Leão Velloso , possedi
trice di una tecnica mirabile , applauditissima al suo concerto dell'8 maggio
1915 . Dila Tavares Josetti, che conquista col suo bel talento pianistico la
medaglia d 'oro dello stesso Istituto. Ilsa Woebeke, riogradense, che desta
entusiasmo come brava esecutrice nei suoi concerti. Nadir Soledade , valo
rosa esecutrice fra le più valenti della classe di Alcina Navarro . Dulce
Saules, talento eccezionale, allieva, come le precedenti, dell' Istituto Nazio
nale di Musica, ove studiò sotto la direzione del proprio avo Alfredo Bevi
lacqua , che ne arricchi il talento, nonchè lo stile e il perfetto meccanismo.
Da ricordarsi altresi è Maria de Lourdes Torres, pianista emerita , lau
reata colla medaglia d 'oro. Nei suoi concerti pubblici ella diede prova di
precisione, delicatezza e bravura di esecuzione. Adorne delle stesse virtù ,
ma più robuste di spontaneo talento pianistico , sono le giovanissime so
relle Valina e Innocencia Rocha, due tra i più forti ingegni, usciti in questi
ultimi tempi dall' Istituto Nazionale di Musica, continuando poscia gli stu
dii sotto la scorta del Guanabarino, i cui consigli di pregiato professore di
pianoforte d 'altri tempi, ne ampliarono le finezze dell'arte .
Queste due privilegiate fanciulle, col possesso di rari mezzi tecnici,
presto raggiungeranno qui ed altrove una fulgida rinomanza . Un 'altra gio
vane pianista che pure fa molto onore all'arte brasiliana, è Hylda Teixeira
da Rocha, allieva dell' Istituto, ove si distingue nei saggi ufficiali e quindi
nei pubblici concerti.
Alle precedenti pianiste si associano : Edith Lorena , giovane pianista,
che prese parte al concerto - festival del 7 febbraio 1916 , datosi alla Sala degli
Impiegati nel Commercio .
Lisette Marques de Oliveira , intelligente pianista , laureata dell' Isti
tuto Nazionale di Musica. Fu applaudita in un pubblico concerto il 29 mag
gio 1915.
Marietta Saules, nata in Rio de Janeiro , allieva e nipote al noto pro
fessore Alfredo Bevilacqua, si distinse in un concerto che dava il 22 luglio
1915 , alla Sala del Jornal do Commercio .
Maria de Santos Mello , distinta pianista, laureata col primo premio
nell' Istituto Nazionale di Musica. Nel 1913, riportò un brillante successo
in un suo concerto dato in collaborazione dei professori Alfredo Bevilac
qua, suo maestro , Vincenzo Cernicchiaro e Benno Niederberger .
- - 439 -

Si può anche considerare come distinto pianista Alonso Annibal da


Fonseca, rimarchevole per la sua esecuzione; fu acclamato con calorosi
applausi al suo concerto del 20 ottobre 1915 .
E ' giusto citare anche Gilda de Carvalho, pianista di qualità preziose,
nata in Minas Geraes, ed allieva dell’'Istituto Nazionale di Musica. Le sue
buone risorse pianistiche e la solida tecnica le valsero un lieto successo
al suo concerto del 7 agosto 1916.
Pianista dotata di buoni mezzi artistici è Alice Alves da Silva, nata in
Rio de Janeiro, ove iniziò i suoi studii sotto la guida della nota professo
ressa Amelia de Mesquita ; andò poscia in Europa, con lungo soggiorno in
Svizzera , ove si perfezionò nell'arte pianistica e nell'armonia . Al ritorno in
patria , rivelò i suoi progressi in un concerto che dava, in Rio , nel 1916 ; po
scia veniva nominata professoressa di solfeggio all' Istituto Nazionale di
Musica . Maria Antoinette Aussenac, si rivelò pianista distinta , udita ed ap
plaudita , in Rio , il 27 agosto 1922.
Spettabile importanza ha fra i professori contemporanei Custodio Goés,
pianista e infaticabile insegnante. Fece i suoi studii all' Istituto Nazionale
di Musica , ove presentemente è libero docente. Si dedica pure alla compo
sizione, e di questa qualità egli diede prova in una udizione il 20 febbraio
1913, alla Sala del « Jornal do Commercio », con programma formato uni
camente di lavori suoi.
Il Goés è anche autore di vari lavori didattici, un gran numero di Inni,
altrove accennati, e revisore intelligente di opere didattiche per pianoforte.
Hernani Torres, pianista e compatriota del precedente, venuto insieme
al violinista Cardone, si distinse come buon esecutore.
Fra i buoni pianisti uditi nel 1910, giova ricordare il giovane Alfredo
Sangiorgi (cieco ), allievo del Conservatorio S . Pietro a Majella, di Napoli,
la cui nitida e calda esecuzione, lo rivela un bravo artista .
Ed ora si possono segnalare i pianisti più notevoli dello stesso periodo.
Barroso Netto , allievo , nel 1899, dell' Istituto Nazionale di Musica, ove
dandosi con doppia lena ed amore allo studio del pianoforte e della com
posizione, fortificò il suo talento nelle due citate materie.
Pianista vigoroso , di ottimo stile e di buona tecnica, consacrò il suo ta
lento più al genere della musica da camera, apparsa nella serie fortunata
dei concerti che portarono in alto il nome suo e dei suoi distinti compagni,
Trio Barroso -Umberto -Gomes (1916 ), di cui si deplora la non lunga esistenza .
Come compositore, si rivela lavoratore e fecondo nei primi anni della
sua carriera , scrivendo moltissimi pezzi per pianoforte ed altri strumenti,
Il suo ideale si apriva alla luce del momento : taglio nello stile delle nuove
forme wagneriane, di cui tutti i giovani del suo tempo seguirono le traccie .
- 440 -

Debussy non era ancora apparso con la sua arte bizzarra e nevrastenica !
Ha fatto molti allievi, fra i quali primeggia Irene Nogueira da Gama.
Fra i pianisti che si udivano nell'anno 1913, è da ricordarsi Manuel
Augusto dos Santos , nativo di Bahia . Esecutore distinto e non privo di stile
e di sonorità. Fece i suoi studij in Germania , a Lipsia, sotto la direzione
del professor Teixschmüller .
Fu il primo a far conoscere le caratteristiche composizioni di Albeniz,
eseguite brillantemente e con lieto successo.
Parleremo di Luciano Gallet, un nome molto conosciuto nel mondo
artistico della nostra capitale , ove fece i suoi studi nella classe del provetto
professore H . Hoswald, nell' Istituto Nazionale di Musica, riportando bril
lantemente il primo premio di pianoforte . Nel 1919, si fece udire in un pub
blico « Recital » , alla Sala del « Jornal do Commercio » , 21 ottobre, metten
do in evidenza tutto il valore del suo talento di virtuoso.
Aggiungiamo che il giovane Gallet è oggidi professore coadiuvatore
nel surriferito Istituto .
Convien menzionare un degno compagno del precedente : J. Octaviano
Gonçalves, uno dei nostri migliori ingegni musicali, che si consacra in una
maniera rimarchevole alla carriera di pianista e di compositore, nell' Isti
tuto Nazionale di Musica, uscendone con magnifici attestati di lode.
La sua musica, di cui faremo parola nel capitolo più avanti, quan
do non viene turbata dalle moderne teorie , è di una bella correzione tecnica,
che si avvicina, forse senza molta personalità , alla chiarezza dei vecchi
maestri.
A questi citati pianisti della novella generazione, si può aggiungere un
prezioso nome d'artista che non fa pompa della qualità che rende fieri la
maggior parte dei pianisti di oggidi, quello cioè di Ernani Braga. Benché
ancora giovane, egli possiede tutte le doti che costituiscono un valente pia
nista : buona tecnica, quadratura musicale delle più eccellenti e una buona
sonorità . Nel concerto che egli dava, nel settembre del 1917, alla sala del
« Jornal do Commercio », ebbe occasione di misurare le sue forze nel campo
della grande virtuosità pianistica.
Un altro allievo e primo premio dell' Istituto Nazionale di Musica, che
molto si distinse nel corso dei suoi studii musicali e del pianoforte , è il gio
vane Rubens de Figueredo, il quale, appena licenziato come distintissimo
pianista , seppe onorare l' Istituto e il diploma conferitogli. Dotato di un
grande talento musicale e di non meno grande temperamento pianistico,
perfezionatosi nella classe del professore Hoswald , destò ammirazione nel
suo primo « Recital » (29 agosto 1916 ), alla sala del « Jornal do Commer
cio » . Poco tempo, però, si mantenne nella vita artistica ; essendosi laureato
- 441 -

contemporaneamente agli studii musicali, in leggi, preferi dedicarsi in se


guito , esclusivamente alla carriera dell'avvocatura.
Citiamo in seguito, fra i nostri bravi artisti, l'illustre pianista virtuoso
Charles Lachmund, un nome non ben lungi dalla celebrità, giacchè riuni
sce le più distinte qualità pianistiche dei grandi maestri; il suo tocco pre
ciso , netto , estremamente accurato nei dettagli, nelle finezze, fornito di bello
stile, ci fece conoscere, con rara purezza di buona arte, le più belle compo
sizioni d 'indole classica e romantica. Possiede in sommo grado una cultura
artistica e altresi la sicurezza della buonissima tecnica e il buon uso di
essa, appresa alla scuola dei più pregiati maestri del pianoforte; meglio
ancora, congiunge un sentimento squisito , delicato, col quale svela tutta
la dolcezza della sua anima e l'intimo pensiero dell'autore che egli inter
preta. Fu uno dei pochi, se non l'unico, a darci un « Recital » con un com
pleto ciclo di danze antiche, eseguite e interpretate in un modo stupendo.
E ' da ricordare anche la serie dei concerti storici (17, 22, 27 maggio 1911),
abbracciando tutta l' arte pianistica classica dal 1668-1733, sino all' età
moderna .
Il suo bel talento lo svolge lodatissimo anche nell'insegnamento della
sua arte, alla cui perizia tecnica e pedagocica nulla si ha da obbiettare, e
più che altro, la maniera di adoperarla e farla comprendere ai suoi allievi.
Fra i pianisti contemporanei dell'epoca, noi nomineremo anche Alfre
do Oswald , pianista di merito stimabile, figlio all'illustre musicista Enrico
Oswald . Studiò in Italia, come allievo del rinomato maestro Bonamici, e
poscia col Leschititski; e fu in grazia alla guida di questi illustri che il
bravo giovane Alfredo divenne un suonatore dei più valorosi. Il 15 agosto
1904 si fece udire in Rio de Janeiro, alla presenza di un colto pubblico e
del celebre pianista Bauer, che ne fece le più calde lodi.
Oggidi risiede in S . Paulo, ove vive in qualità d'insegnante assai pre
giato e di concertista.
Merita di essere ricordato Antonio Carlos da Silva Guimarães, distinto
pianista brasiliano, nato nel Rio Grande del Sud, nel 1860 .Studiò a Parigi,
essendo allievo di due celebri maestri : Bériot e Mathias, e riusci squisito
suonatore del suo prediletto strumento, nonchè compositore di buon gusto .
Al suo ritorno in patria (1887), si faceva udire, in Petropolis, alla sala
della Scuola di Santa Cecilia , con felice successo.
Il 15 agosto (1897), si esibì anche in Rio de Janeiro, ov'ebbe lieta acco
glienza . Si diede quindi a percorrere le principali città del sud, ove suonò
pure con grande successo, in specie a S . Paulo , ove prese stabile dimora.
Mori lontano dalla patria , nell'isola di Funchal, il 17 dicembre 1905.
Lasciò alcune composizioni per pianoforte assai graziose. Era un gio
vane gentile e buono.
- 442 -

Un breve cenno merita anche l'abile pianista italiano Romeo Dionesi,


ch'ebbe lunga permanenza in Brasile, ove mori verso il 1910 . Era anche un
distinto compositore. Una pagina delle sue cose migliori è la bellissima
« Berceuse » per violino, dedicata alla di lui sorella , che la suonava mera
vigliosamente. Nel 1902 si trasse al Pará, passando quindi alla vicina citta
dina di Mosqueiro, ove compose la « Suite » orchestrale, che comprende
quattro graziosi pezzi: « Gavotta », « Serenata burlesca » , « Sonho de Amor »
e « Scherzo » .
Henrique de la Peña Gusmão, distinto pianista cileno, giunto in Rio
de Janeiro nel 1900 , ove prese stabile dimora. Oltre che apprezzato concerti
sta , fu stimato insegnante.
Alfredo Angelo, professore di musica e pianoforte, di origine porto
ghese, visse molti anni in Rio de Janeiro, esercitando modestamente le sua
arte ; e vi mori. Si occupò anche di critica musicale con esito poco felice.
Un buon pianista brasiliano fu Alfredo Schiappe, che riesce con buoni
mezzi tecnici a contentare uno scelto uditorio al suo concerto del 5 agosto
1902, interpretando col brio della sua esecuzione, composizioni di Beetho
ven , di Liszt, di Rubinstein , di Schumann, di César Franck e di Rachma
ninoff .
Nella stessa epoca troviamo delle riferenze al giovane Paolino Lins de
Vasconcellos Chaves, eccellente pianista, nato in Rio Grande del Nord il
15 giugno 1880, ove fanciullo rivelò l'indole del suo talento artistico. Dopo
di aver compiuti i suoi studii di umanità e di agrimensura, andò a Lipsia ,
ove, come allievo di quel Conservatorio , si acquistò i più bei titoli nell'arte
del suo prediletto strumento. Ivi, nel 1902, terminato il corso dei suoi stu
di, si produsse nei pubblici saggi con lieto successo, meritandosi il premio
« Mozart» . I più rinomati giornali tedeschi si occuparono del suo talento ,
della sua valorosa tecnica, avvalorata da un ottimo stile. qualità che rivelo
con molto onore al suo primo concerto in Rio (3 agosto 1908).
Suonò con meritati applausi nei concerti dell’Esposizione Nazionale
1908. Al Pará, ove prese stabile dimora, sempre riverito per l'eccellenza
della sua arte, vien prestando, come professore al Conservatorio e inse
gnante privato , i più rilevanti servigi all'arte pianistica.
loão Rodrigues Nunes, è un altro distinto pianista -compostitore; nato
al Maranhão, ove principið i suoi studii musicali, fu poscia allievo dell' I
stituto Nazionale di Musica di Rio , ove meritò il primo premio (1905 ). Nel
maggio dell'anno seguente , segui per l'Europa, per perfezionarsi, a Parigi,
nell'arte della virtuosità . Al ritorno in patria , fissò residenza nella sua città
natale , occupando il posto di direttore e j:rofessore di pianoforte della Scuo
la di Musica, fino a che rimase aperta (1905 ). Presentemente esercita la
professione in Rio de Janeiro , ed è professore libero docente al predetto
- 443 -

Istituto . Ha scritto alcuni pezzi d'interesse pianistico , col sapore di stile


debussyano.
Alcino Barcello, bravo pianista , nato al Rio Grande del Sud nel 1886.
Nel 1905, confermava il suo valore artistico in un concerto dato in Juiz de
Fôra .
Degno di nota è Ghilhermo Halfeld Fontainha, nato in Juiz de Fôra ,
figlio al noto ed ardente protettore degli artisti Eugenio Fontainha. Studio
dapprima col maestro Francisco Valle, in detta città, e poscia col Barroso
Netto , all' Istituto Nazionale di Musica in Rio , ove il Fontainha, all'esame
di ammissione, conquistò il primo posto fra 84 candidati, suonando il
« concerto italiano » , di Bach .
Nel febbraio del 1907, dopo un riuscito concerto che diede nella sua
città nativa, si recò in Germania , ove compi gli studii musicali e di piano
forte sotto la guida di valorosi maestri. Al suo ritorno in patria si faceva
udire in Rio de Janeiro (12 giugno 1915 ), con esito incerto, dovuto al suo
temperamento timoroso. Eppure ciò non impedi che gli intelligenti, la critica
e il pubblico l'applaudissero per le belle qualità di suonatore distinto e
serio , rivelate nei magnifici pezzi del suo programma. Presentemente il
Fontainha occupa il posto di professore di pianoforte al Conservatorio di
Porto Alegre.
Alla stess'epoca appartiene un altro giovane pianista brasiliano, Paolo
Tagliaferro , nato a S. Paulo, fratello alla celebre pianista Magdalena Ta
gliaferro. Fece i suoi primi studii nella riferita città sotto la scorta del
padre e li terminò a Parigi.
Un talento che illustrò l'arte come pianista e compositore, fu Paolo
Faulhaber (figlio ), nato in Rio de Janeiro nel 1870, ivi morto nel 1923. Prin
cipiò gli studi musicali sotto la guida del padre e poscia entrò come allievo
dell' Istituto Nazionale di Musica , nella classe di Alfredo Bevilacqua, riu
scendo buon pianista e felicissimo compositore. Scrisse molte composizioni
per pianoforte , di genere originale , da notarsi: « Dialogo » , « Scherzo » C
un waltzer di bella fattura ed effetto pianistico. Occupò per lungo tempo
il posto di bibliotecario del sopradetto Istituto, posto che dovette abbando
nare in seguito a grave malattia di oftalmia , che dopo pochi anni gli rubò
la vista.
Americo Angelo , pianista e compositore portoghese, figlio al noto mae
stro Miguel Angelo Pereira, nato in Rio de Janeiro nella seconda decade
del secolo in corso . Pubblicò nel gennaio 1909, il « Folklore Musicale » , rac
colta di canzoni portoghesi.
Il 19 giugno 1914 , era udito, in Rio, Wilhelm Kolischer, giovane pianista
polacco. La stampa gli consacra buone lodi per la sua nitida esecuzione.
Il mese appresso, 2 luglio 1914 , nella stessa sala del « Jornal do Com
mercio » , era udito un pianista di 13 anni di età Walter Marx Burle , brasi
liano, allievo di Henrique Oswald . Marx Burle rivelò un talento superiore
e prometteva divenire, per la sua ottima virtuosità , una celebrità .
Un altro bravo pianista è J. Aleixo, nato in Minas verso il 1880, ove
iniziò i suoi studi di musica e pianoforte , Nell'anno 1902 si recò in Europa,
e Vienna fu per alcuni anni la sua dimora , studiando sotto la guida di ec
cellenti maestri. Ritornò in patria verso il 1905, con una erudizione artisti
ca assai apprezzabile, ma che la sua eccessiva modestia e la sua timida in
dole rare volte misero in evidenza.
Oltre che pianista era anche compositore. Dei suoi lavori ricordiamo
appena quelli che esegui nel suo ultimo concerto alla sala del « Jornal do
Commercio » (13 agosto 1916 ): « Barcarola » , « Confidencia » , « Morte de
Marietta » , « Achille » e « Nuit d 'orgie » .
Dopo questo concerto, andò ramingo per le contrade di Rio , e peggio
rando le sue condizioni di salute, moriva ignorato e dimenticato, poco più
che quarantenne.
Concluderemo infine ricordando un gagliardo giovane talento piani- .
stico non lungi dalla celebrità , Mathilde Nunes, la quale, se in Rio ebbe a
meritarsi calorosi applausi, a Parigi veniva acclamata per le sue rare qua
lità artistiche.
Citeremo anche il nome di Ilsa Woebcke, allieva del Fontainha , la quale
al par della Nunes, dava, in Europa, cospicua testimonianza del suo valore
artistico, riportando applausi e lodi di critici notevoli.
Lo stesso si convien dire di Lucia Branco, dotata di maschio tempera
mento artistico , innalzata dalla critica al grado delle più emerite pianiste
contemporanee ; e ne fan fede i suoi trionfi nella sua città natale , S . Paolo,
in Rio , a Bruxelles ed a Parigi.
VI° PERIODO
CAPITOLO XXII.
(1890 -1922)

DEI PIANISTI CELEBRI APPARSI IN RIO DE JANEIRO


NELL' ULTIMO PERIODO

Pianisti celebri che visitarono Rio de Janeiro. – Fulgente serie di udizioni


pianistiche. - Chi la inizia è Vianna da Motta. - I suoi concerti. — Concorrenza
mai vista. – La sua protofonia « Patria » , — Una legittima gloria artistica : Camillo
Saëns. – I suoi concerti. - Deliranti ovazioni. – Harold Bauer. - La sua vir
tuosità affascinante e individuale. — Ernesto Schelling. – Felice interprete di Chopin .
- Un fanciullo prodigio : Miecio Horszowski. – Angelica interpretazione di Cho
pin . — Un virtuoso straordinario : Ignazio Paderewski. – Lucien Wurmser . — Mau
ricio Dumesnil. – Arthur Rubinstein . – Il suo raro dono. – Un pianista porto
Georges Bosko: - Maria Caronny Thomson .
ghese . — Eduardo Risler, — Rivelatore di un'arte elevata . – Tonny Thomson. — Un
esecutore eroico : Friedman . - Jean Cherniawski. - Maria Carrera. — Il suo valore
artistico . — La tecnica perfetta di Georges Boskof, - Luba d 'Alesandra. - Leopoldo
Godowski. – Joachim Nin . – Alfredo Blumen .

Ci rimane a far menzione d 'una schiera di celebri pianisti che si pro


dussero, in epoche diverse , nella nostra capitale , i quali esercitarono una
grande influenza sul progresso dell'arte pianistica coi loro concerti, e l'as
sieme meraviglioso nell'arte del bel suonare, portata , da alcuni, all'alto
grado di perfezione nello stile interpretativo e nella mirabile esecuzione.
Il primo ad iniziare la fulgente serie di codeste udizioni fu Vianna da
Motta .
Vianna da Motta , portoghese, senza essere un astro di primissima gran
dezza, nella magia d 'una prodigiosa virtuosità dell'epoca nella capitale
brasiliana ( 1896 ), causò un entusiasmo senza precedenti ; i suoi concerti,
dati nel teatro Lirico, ebbero infatti una affluenza mai vista dai suoi
colleghi insuperabili e , fors'anco, da quelli che lo precedettero. Malgrado
ciò , il talento del pianista felice, accademico e insigne nella tecnica, spi
rito comune nella espressione, anima fredda nel sentimento, mediocrità
nella grazia e nella eleganza della sua arte, fu più apprezzato in Rio che
altrove !
- 446 -

Compositore non fecondo e senza grandi linee, scrisse una protofonia


intitolata « Patria » , per orchestra, eseguita in un concerto sinfonico da
tosi al teatro Lirico , in detta epoca. Nonostante fosse un lavoro di grotteschi
rimpasti, di stile inferiore, ottenne somme lodi!... Particolare successo
riscosse anche una banale ma graziosa sua canzone popolare « O Caçador e
Lavadeira » , cantata dalla Camilla da Conceição, e il professore di canto
Carlos de Carvalho. Nel 1907 , Vianna da Motta ritornava a Rio de Janeiro,
per darvi altri concerti ; ma freddamente accolto , perchè l'entusiasmo del
pubblico non era più quello della prima volta , ripartiva per Berlino, ove
la sua probità pianistica è assai apprezzata , rivelata del resto più nell'in
segnamento della sua arte, che nella virtuosità di concertista , veramente
detta . Però, l'anno 1899, la nostra capitale aveva l'onore di ospitare una vera
e legittima gloria artistica : Camillo Saint-Saëns.
La fama mondiale acquisita dall'autore di « Sanson et Dalila » , come
celebre compositore e pianista, fece accorrere ai suoi tre concerti (due sin
fonici ed uno da camera), uno scelto e numeroso pubblico, al teatro S . Pe
dro de Alcantara .
Nel primo concerto (20 luglio ), si udiva dell'illustre maestro : il Trio in
mi bemolle, per pianoforte, violino e violoncello ; il quartetto per piano
forte, violino, viola e violoncello ; la stupenda « sonata » in re minore, per
pianoforte e violino, eseguita dall'autore e V . Cernicchiaro : due « valses » ,
eseguite dallo stesso , e il celebre pezzo per due pianoforti, su d 'un tema di
Beethoven , brillantemente eseguita dall'autore ed Arturo Napoleone.
Tutti i pezzi furono accolti con grandi applausi e deliranti ovazioni al
grande maestro . I tre concerti dell'illustre musicista segnarono il più gran
de avvenimento musicale , e chiudevasi così il nostro secolo XIX artistico, in
grazia a lui, con chiave d 'oro . S . Paulo ebbe anche l'onore di ospitarlo , e li
dava due concerti alla sala « Steinway » , accompagnato dagli stessi artisti
V . Cernicchiaro, Benno Niederberger (violoncello ) e LuigiGravenstein (viola ).
Dopo il predetto artista , appariva, nel 1903-1904, il celebre pianista
Harold Bauer, dandoci, assieme al suo valente e non meno celebre violon
cellista Pablo Casals, una trionfale serie di concerti, che rimaneva, negli
annali musicali dell'ambiente carioca, come uno dei più grandi avvenimenti
artistici dell'epoca.
Certamente, non era il pubblico di Rio de Janeiro a collocarlo di punto
in bianco fra i pianisti di prim 'ordine. L ' Europa l'aveva già conosciuto
in pieno fulgore della sua nascente fama, considerandolo come uno dei
virtuosi che esercitano sul pubblico quel fàscino proprio solo agli eccelsi
talenti nel maneggio del grande strumento.
Il Bauer, oltre che nutrito di tradizioni classiche, di una tecnica prodi
giosa ed un tocco meraviglioso, pieno d 'incanto , col pregio d 'una morbidezza
- 447 - -

e di un'ampiezza che a pochi è dato vantare, possedeva una virtuosità tutta


affascinante e individuale. Nella sua esecuzione si riscontrava quella scuola
nobile , elevata, colla quale sapeva emergere, sia nella musica da camera ,
che in quella di concerto .
Nessuno meglio di lui interpretò il « Carnevale » di Schumann, e le
famose « sonate » di Cesar Franck e Grieg, per pianoforte e violoncello ,
accolte col massimo successo .
Un pianista americano, altamente apprezzato dal pubblico di Rio, ove
appari nello stesso tempo del precedente , fu Ernesto Schelling. Quantun
que privo di slancio , di bravura , ma nutrito di tecnica sicura e ricca di
gusto, ebbe a riportare numerosi successi per i suoi concerti che dava all' l
stituto Nazionale di Musica, affermandosi vantaggiosamente e con alta di
stinzione nelle composizioni di Chopin, interpretate veramente con pro
fonda intelligenza musicale, massime quelle che si allontanavano dalle
eroiche polonesi, ove emergeva il suo tocco leggiadro e melodico, come se
fosse uno dei privilegiati interpreti dell'anima dell'autore.
Il suo primo concerto, avuto luogo il 26 maggio 1904, lo dava alla sala
dell' Istituto Nazionale di Musica , con un successo degno di nota . Diede 5
concerti e prese parte al grande « Festival » del 10 giugno in cui veniva
eseguito il concerto per tre pianoforti, di Bach , col Bauer e Arturo Napoleone
e le variazioni su d 'un tema di Beethoven , col surriferito artista.
Nel suo ritorno in patria sposò una ricca compatriota , abbandonando
poscia la carriera di concertista. Tenne, però, sempre grande amore per
l'arte e per gli artisti, poichè il 15 marzo 1916 organizzava un concerto , a
Nuova York , nella Carnegie-Hall, a beneficio degli artisti vittime della
guerra , che fruttó 41.615 franchi. Gli artisti che vi presero parte erano : il
grande pianista Paderewski, il suo quartetto Flonzalei, Lucien Muratore,
Georges Barrère, Carlos Salzedo, Poul Keffer e Sigismond Barrère.
E ' da ricordare il famoso fanciullo prodigio, il trionfatore dell'anno arti
stico 1906 , che si affermò, nella serie dei concerti che egli dava al teatro
S . Pedro e al Lirico, di Rio , accolto col più grande fanatismo dal pubblico ,
il quale rimaneva affascinato e stordito davanti al geniale pianista che a soli
10 anni di età, aveva già riportati i più brillanti e clamorosi successi attra
verso il mondo. Il prodigio era Miecio Horszowski, padrone infatti di un
meraviglioso temperamento pianistico e musicale , raro nei fanciulli-pro
digi della sua età.
Mozart, Saint-Saëns, Liszt, l'hanno preceduto come bambini-prodigio ;
ma col Miecio si chiudeva una fase di storia della genialità infantile .
Miecio, nello Chopin , fu una vera rivelazione; la sua angelica interpre
tazione era un miracolo di sentimentalità , tale da far venire le lagrime agli
occhi del più insensibile essere umano.
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Ricomparve poscia nel 1912, sollevando lo stesso entusiasmo, gli stessi


deliranti applausi, le stesse grandi ovazioni.
L ' artista ebbe i natali a Lemberg, e fu allievo del celebre Leschititski.
In seguito ci apparve un altro celebre pianista, il cui nome aveva già
fatto rumore in tutti gli ambienti artistici europei e americani: Ignazio Pa
derewski. Il suo valore di artista e di virtuoso straordinario era stato una
nimemente vantato fin dalla penultima decade del secolo scorso . Infatti,
come Liszt, come Rubinstein , Paderewski attinse una rinomanza che a
pochi artisti di ottimo merito fu concesso conseguire .
Quando il pubblico di Rio de Janeiro , ebbe a salutarlo nel primo suo
concerto al Municipale (agosto 1911) egli possedeva ancora quella tecnica
meravigliosa, con tutti i segreti degli effetti, la stessa disinvoltura per supe
rare gli ardui problemi meccanici, nonchè la stessa dolcezza e morbidezza
del tocco : doti artistiche ampiamente personali e sufficenti a produrre
le vive sensazioni delle interpretazioni superbe delle opere di Chopin , mas
sime quelle di Liszt, nelle quali riportò i suoi principali trionfi, nei momenti
più fulgidi della sua carriera.
Un altro celebre pianista fu Lucien Wurmser, virtuoso di prim 'ordine,
formatosi nel gusto e nello stile, alla scuola della sua patria , Parigi, ove si
fece presto ammirare come concertista straordinario , appena ottenuto il
premio nel 1893.
Ciò che distingueva questo grande pianista non era il genere di bra
vura, eroico, impetuoso, fascinatore, ma la snella , straordinaria tecnica ,
eseguendo ogni arduo pezzo senza esitare mai di fronte a tutti i problemi
tecnici delle combinazioni trascendentali pianistiche.
Ammirevole nei vertiginosi attacchi, eseguiti con una esattezza rara ;
straordinario « perlé » , che destava l'ammirazione per la sua nitidezza, la
precisione ritmica della sua esecuzione e la bella sonorità che traeva dal
pianoforte , facevano del Wurmser, un pianista di indiscutibile valore,
Qui in Rio, nel 1913, il grande artista ebbe una accoglienza degna del
suo reale valore; fu acclamato in tutti i suoi concerti, dati alla sala del
« Jornal do Commercio » , come del resto, in S. Paulo, ove una discepola
ebbe la gentile idea di infiorare con festoni e palme l'ambiente dove il suo
professore si presentava al pubblico .
Un altro pianista che ci visitò nel 1916 fu Maurizio Dumesnil, francese.
Maurizio Dumesnil, senza il grido di celebrità , s'impone per il suo vir
tuosismo, I suoi « Recitals » , che dava alla sala del « Jornal do Commercio » ,
riuscirono interessanti, in grazia al suo eccellente talento , e lo spirito eclet
tico dei suoi programmi. A fianco dei lavori giganteschi di Mozart, di Bach ,
di Beethoven , figuravano le composizioni di Alberniz , uno dei compositori
più caratteristici della moderna scuola spagnuola , nato a Barcellona nel
- 449 - -

1863, morto a Parigi nel 1909, eseguite dall'insigne concertista con tutti i
colori ed il ritmo caratteristico dell'anima spagnuola , di cui seppe far bril.
lare tutti i dettagli.
L 'appludito artista si congedava dal pubblico fluminense il 9 ottobre
con un « Recital- Chopin », emergendo nei preludi, nella grande sonata e ,
in modo veramente brillante, nella ottava « Polonaise » .
Ritornò nell'anno seguente , per affermare vieppiù la sua straordinaria
virtuosità, negli « Studi sinfonici » di Schumann, e nei canti di Spagna, del
surriferito Alberniz .
Un pianista trionfatore dell'anno 1918 fu Arthur Rubinstein , nato nella
patria di Chopin e di Paderewski.
Pochi pianisti col titolo di celebrità ebbero la soddisfazione di vedere i
loro « Recitals » accolti con tanti deliranti applausi ed ovazioni entusia
stiche. In altre parole , egli sbalordi il pubblico con la sua affascinante e
calda esecuzione pur, alle volte, mancando di poesia classica e di sorpren
denti effetti artistici. Ma in compenso possedeva quel raro dono di trasci
nare al delirio tutto un uditorio con la sua virtuosità snella , eroica e sedut
trice, massime quando eseguiva le danze spagnuole di Alberniz , suonate
meravigliosamente . Diede 14 concerti.
Un pianista portoghese che, sotto il più lieto auspicio di simpatie, se
gnalato col titolo di celebrità mondiale, si presentava, il 23 luglio 1919, al
nostro teatro lirico, fu Raymundo de Macedo .
Ma -- sempre per la verità storica — scendendo ai dettagli del valore
artistico del Raymundo de Macedo, non possiamo tacervi che la fama di
cui era preceduto — una « réclame» di quelle che vanno fatte spontanea
mente agl'idoli dell'arte -- era superiore al suo merito . Infatti, al suo primo
« Recital » , nel cui programma figuravano pezzi, eccezion fatta della « Po
lonaise » in mimaggiore di Liszt, di non eccessiva difficoltà .
Il distinto pianista non mise altro in evidenza che la sua magnifica
tecnica, spoglia però di senso poetico e di sobrietà classica .
Nella famosa « sonata » di Liszt, un poema musicale , che eseguì al suo
secondo « Recital », si riscontrava la stessa imperfezione interpretativa :
grande bravura e perfetta virtuosità , ma senza farvi brillare i superbi detta
gli e le finezze che la superba sonata rinserra.
Ciò malgrado il pubblico lo festeggiò con molti applausi.
Il nono celebre pianista a visitarci nell'agosto del 1919, il quale regnò
sovrano sulla scena del teatro Municipale, fu, incontestabilmente, Eduardo
Risler.
Difatti, il Risler, l'allievo del Diemer, che vide la luce nella terra irre
denta dell'Alsazia , l'anno 1873, e il suo nome battezzato nei più augusti
centri musicali europei, egli solo , meglio di tutti i pianisti uditi avanti di
7 450 -
lui, seppe rivelarci con una simpatica giovinezza di poesia , le più elette
bellezze di un'arte quant'altra mai elevata , f'econdata dall'anima geniale e
dolorosa del solitario di Bonn .
All'udirlo nelle sonate « Aurora » , « Appassionata » , « Chiar di luna »,
ed altre, il pubblico eletto si rendeva conto che soltanto l'esecuzione mira
bile e sentimentale, la forza dell'anima e le dita meravigliose dell'illustre
pianista , potevano tradurre integralmente sotto una gioia infinita e ideale
le divine ispirazioni beethoveniane.
Si può dire che il Risler esercitò un 'influenza immensa , benefica e fece
la felicità dei nostri giovani pianisti che considerano l'arte pianistica sotto
il punto di vista d'intensità espressiva, come mezzo di espressione ideale
per la sua nobiltà di stile e di eccezionale bellezza nella eleganza del bel
suonare.
L 'anno seguente (1920 ), l'insigne artista , a ricordo dei successi riportalı
nell'anno avanti riferito, ritornava a Rio , dandovi una nuova serie di lieti
concerți. Riappari poscia nel 1922, e riportò un altro vero e legittimo trionfo.
Anche l'anno 1920 fu fertile di notevoli pianisti che si fanno udire nella
nostra capitale .
Fra essi, giova ricordare, pel primo, Tommy Thomson, olandese, nato
nel 1890, considerato uno dei più valenti allievi di Godowski e di Raoul Pu
gno; e, come tale, dimostrò una tecnica sicura, una virtuosità perfetta ; dei
pianissimi e dei crescendi ammirabili, eseguiti con estrema perfezione, ed
un gusto assai puro.
Lo scelto uditorio che lo applaudi, al salone del Jornal do Commercio,
in una audizione dedicata alla stampa carioca, e , poscia in un concerto al
teatro Phenix, lo collocava nel numero dei grandi virtuosi.
Un altro pianista di apprezzata probità artistica , meraviglioso esecu
tore eroico, finissimo ed ammirabile interprete di Chopin , era il Friedmann.
Oltre alla sua magnifica tecnica, la grande ed eccezionale forza, le vertigi
nose ottave, conseguite con una perfezione ammirabile; la efficacia , infine,
della sonorità massima che traeva dal pianoforte, dimostrò un 'ampiezza,
una virtuosità perfetta nella fina interpretazione d'ogni singolo pezzo, che,
a pochi è dato imitare.
D 'attorno al suo merito si desta tutta la critica musicale che, meravi
gliata, attonita, lo acclama uno dei più grandi virtuosi. Il grande artista,
non contento di essere mirabile esecutore, compone pel suo prediletto stru
mento, bellissimi pezzi: « Barcarolle » , « Elle danse » , « Les révérenecs » ,
« Tabatière à musique » , che eseguisce nei suoi concerti.
Alla stess' epoca e nello stesso teatro lirico si faceva applaudire un gio
vane pianista russo, Jean Cherniawski, in un concerto eseguito con molto
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talento, in grazia anche del valore artistico dei sui fratelli Leo (violino ) e
Michel (violoncello ) .
Ma le qualità artistiche di questi tre giovanili e belli ingegni, non furono
sufficenti per attrarre una grande concorrenza al primo concerto .
Ciò nonostante la stampa unanime colmò di lodi i tre concertisti di
grande avvenire.
Un altro ingegno a visitarci, che eccelse nell' arte del pianoforte , fu
Maria Carrera , italiana .
Il caso non concesse a noi di sentire questa suonatrice singolare, di cui
si narrava essere una sensibile e delicata interprete dei classici. I giornali
ne parlarono con entusiasmo.
E ' pure da ricordare l'illustre pianista rumaico Georges Boskoff, che si
presentò in detto anno (29 maggio 1920 ), nel teatro lirico, al pubblico ca
rioca, preceduto da bella fama.
Si ebbe a notare che tra le qualità individuali del valoroso pianista pri
meggia quella di un perfetto esecutore con una tecnica snella , sonora ed
un « perlé » ammirabile in tutte le gradazioni di forza ,
Come interprete, spoglio di slanci e di grazia si rivelò tuttavia delizioso,
leggiadro, nelle opere di Mozart, eseguite in maniera eccezionale con diritto
ai più cordiali applausi.
I suoi concerti (ne diede tre) ottennero un esito felice , con applausi en
tusiastici del pubblico, malgrado essi coincidessero coi « Recitals » del
grande pianista Arthur Rubinstein , il quale, giorni avanti, aveva già im
pressionato il pubblico colla sua arte fascinatrice .
Altra artista insigne è Luba d 'Alexandrowska, pianista russa, che onora
la brillante serie dei trionfi pianistici nella nostra capitale, l'anno 1920.
Nel suo primo ed unico concerto al teatro lirico , il 4 dicembre (1920 ),
rivelò nei tre diversi generi di letteratura pianistica : classica, romantica e
moderna, doti di un'arte delicata e di solido temperamento musicale, e un
nome degno di essere registrato fra i migliori pianisti uditi in Rio de
Janeiro .
Alle celebrità pianistiche che si venne accennando, dobbiamo aggiun
gere il grande e straordinario concertista Leopoldo Godowski ( 15 settem
bre 1922).
Nei soli due concerti, dati al teatro S. Pedro de Alcantara, da questo
eminente artista , si ammirava in lui, oltre alla prodigiosa e seducente tecni
ca , quelle qualità meravigliose che costituiscono il virtuoso privilegiato,
e che apportano elementi novelli, destinati ad ingrandire l'arte del pia
noforte.
Non gli mancarono applausi e lodi alte sonanti.
E non può esser taciuto un altro artista notevole, Joachim Nin , un
- 452 -

forte ingegno pianistico e coltissimo letterato, venuto assieme al Quartetto


« Le Feuve » , un assieme splendido e di perfetta omogeneità , di cui il Nin ,
era, come pianista , la principale figura. Al debutto ( 14 agosto 1922), si
udi il Quartetto di Beethoven op. 19, n . 1, eseguito in un modo ammirevole ,
con bella e seria interpretazione. Si udi anche un Quartetto del Debussy ,
N . 1, in cui troneggia , scritto , probabilmente, in un momento in cui la
mente dell' autore non era allucinata da satanici ed abominevoli ideali
musicali.
Il Nin , oltre gli assoli interpretò con classico stile il bellissimo concerto
in re minore di Bach .
L 'anno appresso , 1923, gradevole impressione doveva lasciare, in Rio ,
il giovane e già insigne pianista Alfredo Blumen, che ottenne un brillante
successo . In Blumen , ciò che più si ammirava era la maestria compita del
suo strumento, dal quale traeva una sonorità mirabile, col pregio di un
temperamento espressivo ed una tecnica magnifica e sorprendente di per
fezione e di cognizioni di stile classico nell'effetto .
Si diceva allievo del Sauer, e lo doveva essere, col titolo di allievo pre
diletto .
V° E VI°PERIODO

CAPITOLO XXIII.

DEI PIANISTI ACCOMPAGNATORI E DEGLI ORGANISTI

Pianisti nell'arte di accompagnare. – Spirito ed energia in rapporto ad una non


comune qualità . — Il pianista accompagnatore è parte integrale dell'artista virtuoso .
- I più noti nell'abile compito . — Quelli che riescono a farsi conoscere in altri
tempi. – Pianisti virtuosi che toccano il grado massimo nell'arte di accompagnare .
- Organo ed organisti.

I pianisti accompagnatori sono meno numerosi che i pianisti virtuosi.


Ciò malgrado, l'ambiente artistico di Rio de Janeiro ne ha conosciuti
dei bravi nella difficile arte di accompagnare; e non è senza interesse citare
quelli che attinsero maggiore rinomanza per la loro eccezionale intuizione
musicale, spirito ed energia, in rapporto a quella non comune qualità di
efficace ausiliare del concertista , cantante, o strumentista.
Del resto, è più che risaputo , che il pianista accompagnatore, quando
è munito di tali pregi alleati alla destrezza, all'anima, al sentimento del
tempo, al giusto equilibrio , ed alla seria conoscenza tecnica del suo stru
mento, è parte integrante dell'artista virtuoso, che può eseguire serenamente
i più scabrosi e difficili pezzi, senza sentirsi abbandonato dall'umile e in
telligente compagno , nell'arduo compito del momento.
Tra i più noti nell'abile bisogna, noi troviamo nel corso di due ultimi
periodi, il nome di José de Souza Lobo, un artista di buon valore nel ge
nere, molto apprezzato dai concertisti dell'epoca (1857), morto verso il 1874
in Rio de Janeiro.
* Degno successore di costui fu Germano Lopez, portoghese, che gode
fama di esperto e valente accompagnatore.
Ricorderemo anche il nome di un distinto professore di musica, Dio
nysio Vega, il quale occupò un posto distinto nel mondo musicale nella se
conda metà del secolo scorso , e fu accompagnatore di pianoforte dei più
stimabili.
Non dimentichiamo altri artisti accompagnatori che parimenti si di
stinsero per le loro buone ed apprezzate intuizioni musicali: Saville , Ma
neja, L . Mesnier, R . Eichbaum , che era anche buon pianista di musica da
- T

--- 454 --

camera ed eccellente professore insegnante, e che ebbe agio d'imporsi come


abile accompagnatore d'artisti insigni.
Saville, di provenienza inglese, eccellente organista, occupò con molta
dignità , per molti anni il posto d 'accompagnatore del Club Beethoven .
E . Mesnier, d'origine francese, anch 'egli giunse ad avere un nome di
buon accompagnatore, avvicinandosi agli artisti insigni, che l'accolgono
col massimo favore. Però si può fare una eccezione per Antonio Tavares,
l'unico forse che al suo tempo meglio rappresentò la difficile arte di acconi
pagnare. Intuizione musicale innata , sottomessa all'interpretazione e al
sentire del concertista, a tutte le più bizzarre maniere interpretative di
qualsiasi temperamento musicale, senza mai sacrificare il virtuoso ; anzi,
per l'effetto che soleva trarre dai suoi accompagnamenti, dando il maggior
rialzo ed animando frasi ed episodi, vantò per molti anni una certa meri
tata superiorità tra i più distinti accompagnatori suoi contemporanei ;
era il pianista del genere, prescelto da tutte le celebrità artistiche che abi
tarono in Rio de Janeiro.
Negli ultimi tempi, riuscirono a farsi conoscere come eccellenti accom
pagnatori : Jayne B . Filgueiras, Cornelio Quirino de Oliveira , Alvaro Pinto
de Oliveira, Julietta Gomes de Menezes, Faustino Guimarães, morto giova
nissimo e, con qualità più brillanti, i pianisti virtuosi: Ernani Braga , Lu
ciano Gallet, Ottaviano Gonçalves, Barroso Netto, Jeronymo Queiroz, Al
berto Nepomuceno, Arturo Napoleone, Alfredo Bevilacqua e Giuditta Ribas
Cardozo de Menezes, questi ultimi cinque toccarono il grado massimo di
quest'arte.
Faremo anche qui menzione dell'organo, il più ricco e completo degli
strumenti, per la varietà dei suoi timbri; questo strumento , la cui vasta
dimensione è completamente sconosciuta fra noi, è rappresentato per lo
più dall'harmonium , il cui nome non è che un pallido diminuitivo del ma
gnifico strumento, l'ideale per la magistrale sonorità e per il culto divino .
Fra i distinti organisti è da ricordare il dottor Bernardo Pereira , di
lettante, più volte udito in riunioni musicali. Suonò al Club Beethoven , nel
concerto del 30 gennaio 1885 , tre pezzi : « Rêve », di Rondonneau ; « Au
bade », di Lebedu e « Méditation » , di Lefebur-Wely .
Innocencio Smolz, fu uno dei più rinomati suonatori d 'organo in Per
nambuco, ove visse nella seconda metà del secolo passato ; fu maestro del
noto Euclydes da Fonseca. -— Merita pure di essere qui ricordato Paulo
José de Souza, nato in Rio de Janeiro nel 1824 ; ed ivi morto nel 1905 . Si
narra che egli fu allievo dell' Imperiale Conservatorio di Musica nei primi
anni della sua fondazione, ove studiò sotto la guida dell'illustre maestro
Francisco Manuel da Silva . Sul merito artistico di Paulo José de Souza , si
hanno scarse ed incerte notizie ; e ciò devesi attribuire o al non avere mai
455 -

raggiunto una certa rinomanza come esecutore, o all'indole sua riservata,


il che diè campo di non varcare mai la linea della modestia , ciò che è più
probabile . Comunque sia , si sa ch'egli occupò con meritata lode il posto
d 'organista per circa trent'anni nella « Veneravel Ordem Terceira do Senhor
Bom Jesus do Calvario da Via Sacra » , indi quello dell'Imperiale Cappella ,
in qualità di sostituto dell'organista titolare. Fu anche insegnante di pia
noforte e canto ; e come professore di detto strumento diede buoni allievi,
fra i quali primeggiò la giovanetta Eugenia Julia , brava pianista , la quale ,
dopo essersi presentata con esito brillante in diversi pubblici concerti, mo
riva appena raggiunti i quindici anni di età .
Contemporaneo del precedente, fu João Baptista Henrique Paiva, ri
nomato organista e professore di pianoforte al suo tempo, nato in Bahia il
23 giugno 1826 , ivi morto l'11 ottobre 1895 . Uomo colto, giacchè si desti
nava alla carriera delle scienze naturali, nonchè musicista di buon valore,
occupò in patria , con molto onore, il posto d 'organista della Cattedrale ,
carica che conservò dal 1850, anno della sua nomina, sino aila morte.
Degno di nota è l'organista Gustavo Wheterle, brasiliano, nato in San
Paulo verso il 1890 ; il quale è tenuto in conto di uno dei più pregiati or
ganisti contemporanei, essendo anche provvisto di buona coltura musicale.
Negli ultimi anni si laureava in legge senza tenersi però lontano dall'arte.
Occupò dignitosamente per lunghi anni il posto d 'organista della Chiesa
della Gloria.
Organista molto stimato è il Galli, italiano, giunto in Rio de Janeiro
nel 1919, ove prese stabile dimora, esercitando con riconosciuta compe
tenza le funzioni d 'organista nella sopra nominata Chiesa della Gloria.
Si può anche considerare come distinto organista Julio Cezar do Lago
Reis, figlio al dottore Antonio Manuel dos Reis, nato in S . Paulo il 23 ot
tobre 1870. Oltre che organista . si mostra anche pianista, critico musicale
e compositore fecondo, i cui lavori ascendono a più di 200, fra danze, tra
scrizioni, riduzioni, pezzi originali per pianoforte, violino e violoncello ,
nonchè un'opera in un atto .
Nel 1883 presentò un ' « Ave Maria » per cori ed orchestra, eseguita
nella chiesa del SS . Sacramento , sotto la direzione del maestro H . Alves de
Mesquita . Un altro suo lavoro, « Marcia Trionfale », offerto a Sua Santità
il Papa Leone XIII, veniva eseguito in Roma, nell'occasione del giubileo
sacerdotale di S . S . (1887).
A questo ristretto elenco di organisti, si può aggiungere il nome del noto
Alberto Nepomuceno, organista tra i più distinti, allievo , come altrove si
disse , delGuilment, chiamato a reggere la classe d 'organo nel nostro Istituto
Nazionale di Musica, carica che mantenne sino alla morte. E , finalmente,
ricorderemo anche qui il nome di Amelia Mesquita, abilissima organista ,
- 456 -

professoressa all' Istituto Benjamin Constant, (Vedi questo nome fra le


pianiste menzionate al capitolo XX).
Come il lettore avrà osservato , scarso e deficiente si presenta di fronte
alla storia, l'elenco degli organisti. Ciò fa supporre che il nostro ambiente
artistico è sprovvisto di talenti per lo studio dell'organo, e di maestri com
petenti per istruirli. Tutt'altro. Pianisti distinti e virtuosi esimi, si mostra
rono sempre disposti a studiare profondamente il magnifico strumento,
l'organo ; ma la deplorevole mancanza , quasi assoluta, di buoni e veri or
gani nei nostri Istituti Musicali e, specialmente , nelle nostre chiese, fu
causa del disanimo e dell'abbandono delle buone intenzioni. Certo è però
che di questa sensibile mancanza — già espressa in questo lavoro – si con
verrebbe darne la maggior colpa alle fratellanze delle chiese , assolute pa
drone, le quali, abbondanti di mezzi, non furono mai propense alla nobile
nozione dell'arte, cioè, a respingere la musica antireligiosa dai sacri recinti,
prestando un saggio aiuto ai buoni compositori di musica veramente reli
giosa e meno ancora al pensiero lodevole di dotare i sacri templi di organi
veri, pur essendo essi di non vaste dimensioni. Deplorevole ed eterna igno
ranza ! L 'organo, il sovrano strumento, il più bello , il più grandioso fra gli
strumenti sonori, mirabile per la sua magnificenza armonica , la forza in
comparabile della sua immensa sonorità , la ricchissima varietà dei suoi re
gistri, il carattere,infine, grandioso e solenne, è l'unico ideale strumento
per le esecuzioni maestose, destinate al culto divino .
V° PERIODO
CAPITOLO XXIV .
( 1844 - 1925 )

DEI VIOLINISTI VIRTUOSI NAZIONALI E STRANIERI

Breve cenno sul violino. — La sua origine. — Qualità sublimi dello strumento.
- Grado che possiede oggi giorno . -- Il violino all'epoca di Lulli, – Progressi rag
giunti. - I primi violinisti concertisti uditi in Rio , - Programmi svolti, - Musica
violinistica al disotto del volgare. — Frivole fantasie e temi variati. — Le concezioni
sentimentali considerate materia di second'ordine. - Fase storica dei concerti di vio
lino, in Rio de Janeiro . - Chi la inizia è José Joaquim dos Reis : la sua abilità di
esecutore e la sua bravura tecnica . - Una frase pretenziosa. - Un nuovo violino o
un violino nuovo ? – Agostino Robbio , suonatore eccentrico . - Antonio Saenz, il con
certista dai 14 strumenti. – I suoi programmi e la forma dell'annunzio . — Apparizione
di altri violinisti. — Camillo Sivori. – L 'accoglenza ch 'ebbe in Rio , -- Una medaglia
d 'oro offerta al prodigioso violinista . -- Altri violinisti di minore e maggiore impor
tanza . — Pablo Sarasate. --- Seguono altri violinisti nazionali e stranieri.

Non possiamo parlare dei violinisti, senza che prima ci venga concesso
di fare un breve cenno sulla origine, il perfezionamento e le qualità eccelse
del violino.
Riguardo all'origine, la storia ci dice – non tenendo conto dei primi
periodi — che l' Italia fu la culla di questo impareggiabile, strumento . De
rivato più direttamente dalle viole e dalle vielle ad arco, toccava al liutaio
Kerlino di Brescia , crearlo nel secolo XV (1449), battezzandolo col nome di
violino, e destinato a rappresentare il tipo più perfetto degli strumenti so
nori ad arco.
E ' da notarsi che il violino è forse l'unico, tra gli strumenti musicali
che conservò la sua forma primitiva, datagli dal suo accennato inventore,
sino ai giorni nostri. Certo è che dopo Kerlino e Gasparo da Salo, il violino
ebbe a subire delle modificazioni, modificazioni queste, introdotte appena
nelle sue linee, nella grandezza, nella vernice, portate alla perfezione, quali
le vediamo ai nostri tempi, dai celebri liutai: Amati, Stradivari e Guarneri,
originari di Cremona, saliti in grande rinomanza nei secoli XVII e XVIII .
In base alla perfezione che attinse il violino, il violoncello e il contra
basso, attinsero la stessa perfezione delle loro forme.
- 458 -

Ciò detto, non tireremo quindi in campo l'origine storica degli ante
nati del violino, giacchè essa , nel vero dire, è circondata da un profondo
mistero .
Ma accompagneremo il lettore nella bellezza, nelle doti sublimi dello
strumento che, da secoli, fa la delizia di quelli che costituiscono il culto del
l’arte sinfonica, la musica da camera e concertistica, traducendo meglio che
qualunque altro strumento , i più elevati pensieri del compositore. Ed in
fatti, a quale strumento sonoro potrebbe egli chiedere, per meglio far com
prendere con tutta la forza dell'eloquenza intima del brio e della espressione,
i suoi sublimi concetti musicali, se non al violino ?
Il violino – nella bella espressione di Colomb (1 ) --- ha la forza, la
leggerezza, la grazia , le note più tetre o le più gioiose; esso esprime egual
mente bene la melanconia la più languida e la passione la più ardente . Esso
può fornire delle lunghe note , delle tenute maestose e serene, senza essere
interrotto dal bisogno di respirare, come avviene per gli strumenti a fiato.
I violini in massa rendono a meraviglia le melodie tenere e lente, cui
danno un carattere penetrante che va sino al fondo dell'anima.
Le sinfonie di Haydn, di Mozart, di Beethoven , sono piene di queste
frasi divine, or dolci, or possenti, ma sempre patetiche. Il violino ha una
vera voce che piange, grida , si lamenta, canta , prega , sogna ; passa dal lin
guaggio il più faceto , dalla gaiezza la più folle , alle frasi le più religiose,
agli accenti i più estatici. Esso è, secondo i toni, grave, sordo, anzi soave,
distinto, maestoso , gaio , strepitanle, famigliare, sonoro, brillante, pomposo ,
energico, vigoroso, incisivo, tenero, dolce, velato, nobile, radioso, tragico ,
lugubre, triste, stridente , rauco , selvaggio , aspro, sinistro . Questa semplice
lista di epiteti raccolti nelle riflessioni estetiche che Berlioz consacra al
violino, trova, senza bisogno di commenti, tutte le ricchezze di gradazioni
delle tonalità di questo strumento (a ).
Il violino – dice ancora l'illustre scrittore – non ha sempre avuto il
grado che esso possiede oggi giorno.Fu durante lungo tempo uno strumento
destinato a suonare la musica volgare, quantunque gli si riconoscesse , eo
me suono, come timbro, una vera superiorità su le viole. E la debolezza dei
violinisti dell'orchestra di Lulli è divenuta ormai storic: Difatti i progressi
rapidi realizzati in Italia e in Germania , nel secolo XVI, non erano compa
rabili con lo stato in cui si trovava l'arte del violino all'epoca di Lulli, i cui
violinisti consideravano un vero « tour de force » l'attingere il primo « do »
sul cantino !
( 1) C . Colomb --- La Musique.
(a ) Vedi Berlioz - Grande trattato di Strumentazione e d'Orchestrazione, e Baillot,
l'eminente maestro autore del pregiato metodo di violino , stimatissimo al suo tempo,
e rimarchevole per le sentenze su le bellezze del violino ,
- 459 -

Vero è che dal secolo XVII al XIX , il violino fece dei progressi enormi
mercè artisti gloriosi, tra i quali si possono citare al primo grado : Corelli,
Tartini, Pugnani, Viotti, Gaviniés, Paganini, Kreutzer, Rode, Baillot, Spohr,
Mayseder , le sorelle Milanollo , le sorelle Ferni, Sivori, Alard , De-Bériot,
Vieuxtemps, Bazzini, Rolla e Joachim .
Questi progressi, che tanto dovevano eccitare l'ammirazione dei pub
blici europei, massime dopo l'apparizione del grande Paganini, che desta
un vero e generale fanatismo, dovevano riflettersi anche nello spirito dei
nostri violinisti, la cui virtuosità non era stata spinta più lontano dell'arte
orchestrale ; essa serviva unicamente a interpretare le canzoni, i balli, le
sinfonie e i componimenti sacri. Ma pria che tramontasse l'ultima decade
della prima metà del secolo passato , ci appariscono buoni violinisti- virtuosi
nazionali e stranieri. Però è permesso dire che i loro programmi -- come in
seguito vedreno -- non sono che un curioso saggio dell'artc eccentrica
della virtuosità .
Infatti, quasi tutli i violinisti che affluiscono a Rio de Janeiro , i nazio
nali compresi, tengono, in parte, al ciarlatanismo: il canto degli uccelli, il
canto del gallo , l'abbaiare del cane, il raglio dell'asino, ed altri mezzi imi
tativi, atti a produrre degli effetti stravaganti e bizzarri, inutili al progresso
del violino e della sua letteratura .
Quindi, dato il gusto del pubblico, che trova il suo diletto nei capricci
stravaganti della musica violinistica d 'un valore al di sotto del volgare, è
lecito dire che la letteratura del violino, aveva subito una trasformazione
profonda nel gusto e nella tecnica, avanti che tramontasse la prima metà
del secolo XIX .
Il periodo fulgido dei compositori italiani del secolo XVII e XVIII, era,
per la sfortuna dell'arte, orinai chiuso . Le belle sonale di Corelli, di Loca
telli, di Tartini, di Nardini, di Geminiani, di Pugnoni e di Viotti, con i suoi
stupendi concerti, soccombono davanti le sorgenti frivole fantasie, i temi
variati d'improvviso e gli acrobatismi burleschi. Le rossenti ispirazioni,
tutte poetiche, tutte creazioni, le leggiadre concezioni sentimentali, erano
considerate materia di second'ordine! . . . .
Soltanto la virtuosità tecnica imperava, in maggioranza, nello spirito
dei violinisti di quel tempo, per eccitare l'ammirazione del pubblico.
Del resto, basterà al lettore l'esame dei programmi di tutti i violinisti
di cui faremo cenno, per formare un giudizio del valore di tali opere.
Il primo violinista brasiliano che si presenta a iniziare la fase storica
dei concerti di violino in Rio de Janeiro, servendosi dei riferiti mezzi, ė
- - 460

José Joaquim dos Reis, (a ) nato in Bahia , verso il 1795 . Giovanissimo si portò
a Rio de Janeiro, e fece parte dell'orchestra della Cappella Imperiale, sotto
il primo e secondo Impero. Era un abilissimo esecutore, ma poco curante
della espressione e del sentimento. Nei suoi concerti eseguiva di preferenza
delle variazioni burlesche e non temeva le più scabrose difficoltà tecniche,
secondo lui! Anzi, soleva dire, nell'età avanzata (egli viveva ancora nel
1874): « datemiun vecchio tamanco (zoccolo ) armato con quattro corde, che
io vi suonerò tutte le composizioni di Paganini» ! . ..
Nei giornali del tempo , spesso abbiamo letto ch'egli era l'inventore di
un nuovo violino, col quale esegui pezzi caratteristici in vari concerti. Non
possiamo però credere a questa sua invenzione, giacchè il violino, come si
disse antecedentemente, nacque perfetto . Tutto al più , doveva essere un
congegno a guisa della sordina « Wuilloume» , la quale produsse un certo
effetto ai suoi tempi, impiegandola il Léonard , nella sua composizione « Les
échos » che, senza interrompere il suono , poteva, mediante l'appoggio del
mento sullo standardo, avvicinare il congegno metallico al ponticello , ed
ottenere un sorprendente effetto .
José Joaquim dos Reis moriva, in Rio de Janeiro , verso il 1876 , con 90
e più anni di età .
Nello stess'anno, preceduto da buona reputazione, giungeva a Rio de
Janeiro un violinista, ricercatore di difficoltà e di talento originale : Agostino
Robbio . Egli dava il suo primo concerto , il 25 settembre ( 1845), annunziato
nei seguenti termini: « Grande concerto em beneficio de Agostino Robbio , di
scipulo de Paganini, (2 ) com o seguinte programma: « La Casta diva da Nor
ma», pelo beneficiado; tema com variações para Rebeca sobre motivos da
opera « Sonnambula » ; variações burlescas sobre motivos das valsas de
Strauss, e o « Tremolo » de Bériot » , delle cui difficoltà egli stesso previene
il pubblico !
Quelli che s 'interessavano dell'arte violinistica trovarono che egli pos
sedeva buone qualità artistiche: sonorità, grazia e leggerezza d 'arco.
Degno di nota è anche il concerto che dava in S . Paulo il 19 marzo
(1845), ove, trovando alcuni elevato il prezzo di platea e palchi, in rappre
saglia , destina il ricavato in beneficio dei poveri.
Tal gesto gli valse un duplice successo. Un critico locale di quel tempo,

a ) Anche qui faremo violenza all'ordine cronologico per ricordare i principali


violinisti che si distinsero nell'arringo concertistico.
(2) Si stenta a credere che egli, od altri, fosse discepolo di Paganini, poichè il
celebre artista non ebbe altro allievo, in vita sua, che Camillo Sivori, e ciò dovuto
alla grande amicizia che lo legava al padre di Camillo .
Questo fatto ci fu raccontato dal proprio Sivori, in Genova, nel 1893, un anno
avanti la sua morte.
- 461 -

in una sua corrispondenza al giornale del commercio, di Rio de Janeiro,


scriveva quanto segue : « O teatro não esteve cheio , mas os que se lá acharão
e ouvrirão este insigne artista derão por mui bem empregado seu tempo
ums e seu dinheiro os outros. As imitações do cantar dos passaros, do or
nejiar do jumento e outras que elle faz com a perfeição conhecida pelas
que tem ouvido, accrescentou a do chiar dos carros de trasportar madeira,
etc ., com espantosa semelhança » .
Un altro violinista che trova, eminentemente , riscontro nelle eccentricità
del precedente , fu Antonio Saenz, tedesco. Egli arrivava a Rio de Janeiro
nel 1845 . Ecco la forma dell'annuncio del suo primo concerto :
« Grande função vocal e instrumental em beneficio do Senhor Antonio
« Saenz, primeira Rebeca de algums theatros da Europa e da America , o
« quale , tendo chegado á esta corte e tendo sido convidado por algums ama
« dores de bellas artes, dará um concerto coadjuvado pelos artistas da com
« panhia lyrica italiana » .
Nell'ordine del suo programma, oltre ad un 'accozzaglia di pezzi tri
viali, figuravano delle variazioni di Paganini: « Tocadas n 'uma corda com
a particularidade de que o beneficiado tocarà algumas dellas com uma
bencallinha em vez de arco ( !!) » e, per ultimo, le grandi variazioni o mi
scellanea del concertista, eseguite in 14 strumenti : « Rabeca , flauta , vio
loncello , trompa, corneta á pistão , violão o guitarra hespanhola , alto piano,
trombone e contrabaixo » .
Una nota in margine, diceva :
« Bem convencido está o beneficiado de que é ardua a empreza a exe
a cução dos indicados instrumentos, posto que a variedade das embocadu
« ras nos de vento , e os differentes diapasões de cordas, apresentão difficul
« dades gravissimas, taes que o beneficiado se persuade que, pelo menos na
« America, é elle o primeiro que tem podido vencê- las; todavia conta com
« a indulgencia generosa de um publico tão intelligente e benevolo como
« o fluminense » .
Un violinista portoghese, nato nella città d 'Oporto , 1820, che si distinse
nell'arte come esecutore e compositore fra i suoi contemporanei, fu Fran
cisco de Sá Noronha.
Egli giungeva a Rio de Janeiro , nel 1842 , e il 18 ottobre dello stess'anno
annunziava il suo primo concerto, svolgendo il seguente programma: « Fan
tasia » su d'una romanza di Dellers; « Sonho » ; il « Tremolo » di Bériot, c
variazioni su d'un waltzer di Strauss.
Durante il suo soggiorno a Rio de Janeiro, prese parte a molti concerti
di colleghi ed artisti cantanti. Quindi abbandonava la capitale , per appa
rire, dopo tre anni di giro artistico, il 1849, sulla scena del teatro S . Janua
rio , facendosi udire, 16 gennaio , di nuovo nel « Tremolo » , di Bériot; però,
-- 462 -

questa volta, colla cooperazione di quattro distinti violinisti: Ribas, De


metrio Rivero, Werneck e Preti, che suonano insieme il famoso pezzo .
Esegui anche un concerto di sua composizione, dedicato a S. M . l’Impe
ratore del Brasile ; una grande fantasia originale (à la Ernest), e le varia
zioni di Paganini.
La critica dell'epoca , che fa riscontro a quella dell' anno 1838 , quando,
giovanissimo, appari per la prima volta in un concerto della società « Filar
monica », da poco tempo fondata, manifestava l'ammirazione pel suo ta
lento, svoltosi in sei anni di studio della musica e del violino, nelle Acca
demie di Bologna e Milano.
In quello stesso anno (1846 ), era udito un altro violinista di superiorc
importanza , portando novità di scuola , eleganza di stile ed anche novità di
opere musicali per violino. Egli era Carlo Wynen, belga di giovine età , che
un forte temporale , quando in viaggio verso le isole orientali, gettava sulla
spiaggia di Bahia, senza nulla aver potuto salvare che il suo violino e il
repertorio musicale. In Bahia , ove dava due concerti, riportò un brillante
successo , passando poscia a Rio de Janeiro, ove giunge il 19 marzo. Il pri
mo concerto aveva luogo giorni dopo il suo arrivo. Nel programma figura
vano, oltre alla grande fantasia « Recordações de Bellini » (probabilmente
di Artot) (3 ), le variazioni sul tema « Maceline » ; il « Carnevale di V'e
zia » , di Paganini; la romanza dell'opera « Zulmira » , ed un waltzer bur
lesco » , di V . Ribas, a lui dedicato.
Nel suo ultimo concerto , 25 agosto, oltre ai pezzi riferiti, suonò il
« Rondò russe » del secondo concerto di Bériot, nonchè il celebre « Tremolo ,
eseguiti con intonazione perfetta , rigorosissima, fermezza di esecuzione,
eccellente sentimento, il che onorava la scuola del suo maestro Carlo de
Bériot.
Il pubblico carioca lo festeggiò con deliranti applausi. All'indomani di
questo concerto , l'Imperatore D . Pedro l'onorava con l'offerta d 'un anello
costellato di brillanti e ornato delle sue cifre (4 ).
Fra questi artisti contemporanei è da ricordare il distinto violinista
Demetrio Rivero, nato nell'Argentina verso il 1825 , morto in Rio de Janeiro
nel marzo 1889.
Dal 1844, epoca in cui lo vediamo tra molti valorosi suoi colleghi, sino

(3 ) Ed altro non può essere, poichè Alessandro Giuseppe Montagna Artot, nato
in Bruxelles il 14 febbraio 1815 , allievo nel 1827 di Rodolfo Kreutzer a Parigi, ivi
moriva nel 1845, lasciando numerose composizioni per il suo strumento, di cui la
più celebre è appunto la riferita grande fantasia , intitolata « Souvenirs de Bellini ».
(4) Giova riferire che il Wynen, in questo concerto, suonò anche un nuovo stru
mento russo - « Jerowa isalamo » — fatto di legno e paglia , Doveva essere senza
dubbio il silofono impiegato mirabilmente dal Saint- Saëns, nella Danza Macabra » .
- - 463

al 1860 , il suo nome fu sempre circondato di buona fama; ed egli fu infatti


violinista distinto, di forte e snella esecuzione ; qualità che compensava ól
tremodo la mancanza di grazia e di sentimento nel suo modo di suonare,
Occupò per lunghi anni il posto di primo violino concertista (spalla ),
al teatro S . Pedro de Alcantara all'epoca delle stagioni liriche, e per circa
trent'anni quello di professore del Conservatorio diMusica, dalla cui scuola
uscirono varii abili violinisti: Francisco Carvalho , Ghilherme de Oliveira ,
M . Joaquim Maria e l'umile autore di questo lavoro.
Compositore, lasciò alcuni lavori inediti per violino, tra i quali pri
meggia un tema con variazioni, dedicato all'eminente artista Candian , che
esegui nella beneficiata di detta artista , il 4 agosto 1845 , un « valse-caprice »
una cavatina e la nota romanza di Arturo Napoleone, « dialogué avec le
violon » .
Nell'ottobre del 1847, due precoci talenti dell'arte violinistica , Giuseppe
ed Alessandro Uguccioni, destano, in un concerto dato al teatro S . Pedro de
Alcantara, l'ammirazione del pubblico carioca. Essi erano d 'origine spa
gnuola . Il primo aveva 7 anni, il secondo, Alessandro, ne aveva cinque, od
era superiore d 'assai al fratello. Possedeva un sentimento ed una passione
straordinaria, tanto che causò una vera sensazione.
« Bello e innocente – secondo il giudizio di un critico del tempo - -
come un angelo, in piedi davanti alla ribalta, eseguisce sul suo strumento ,
ciò che solo udito potrà esser creduto . Il pubblico che vedeva l'agilità delle
sue deboli e delicate dita correndo pel braccio del violino sino alle posi
zioni più alte e il disimbarazzo con cui'lo maneggiava, e suoni puri, com
mosso da questo insolito spettacolo e meravigliato per tanto prematuro ta
lento , prorompeva in strepitosi applausi » .
Entrambi svolsero il seguente programma : « Duetto per due violini»
di Berbeghier ; cavatina dell'opera « Il Segreto » ; grande concerto su motivo
della « Straniera » ; variazione sulla quarta corda, con brillante polonesa :
bello e leggiadro variato con trilli ad « allegri », di Debali (5 ) .
Violinista di qualche merito fu anche Eugenio Werneck, brasiliano,
non solo come concertista , ma anche come esperto professore d 'orchestra ,
di cui era primo violino (spalla ) sotto la direzione del maestro Victor Ribas,
al teatro dell'opera italiana, nel 1847. Suonò spesso, in compagnia del pia
nista Klier, dei Duos concertanti di Thalberg e Lafont, t . col pianista fran
cese Luigi Major, quel Duo per pianoforte e violino su motivi del « Gugliel
mo Tell » , tanto in voga in quel tempo, facendosi ammirare anche come
solista nelle arie variate di Bériot.

(5 ) I due riferiti giovani violinisti, giunti a Montevideo, vi presero stabile di


mora, e vi morirono sulla fine del secolo scorso .
- 464 -

La Germania ci mandava un altro violinista , che debutta nella sera del


29 settembre 1848. Egli era Augusto Luigi Moeser , concertista presso la
Corte di S. M . il Re di Hannover, e di S . M . il re di Danimarca.
L 'accompagnava, al pianoforte, il maestro G . Giannini, nei seguenti
pezzi : variazioni di Paganini; l'andantino« A flor de liz » e « Saloia » , mo
tivo portoghese con brillanti variazioni, composto espressamente, in Lis
bona, in omaggio al pubblico del paese ; un mosaico di motivi della « Son
nambula » , e un « Rondò originale » di sua composizione.
Un giovane artista portoghese, nato nella città di Oporto nell'anno
1833, che all'aurora della sua carriera attinge una bella rinomanza come
violinista , fu Nicolau Medina Ribas, fratello a Victor, Eduardo e Juditha,
membri d'una famiglia di pregiati artisti.
Egli venne, a Rio de Janeiro, nel 1848, quando aveva appena quindici
anni, ove dava, 17 maggio , il suo primo concerto , riportando un lieto suc
cesso per la sua bella maniera di suonare, Quelli che lo udirono nelle diffi
cili variazioni del « Carnevale di Venezia » , di Paganini, e nel difficile pezzo
« As saudades de Guimarães » , di sua composizione, notarono principalmente
la forza del suo arco e la facilità della sua esecuzione,
Al ritorno in patria , il giovane artista, amando con ardore l'arte alla
quale si dedicò, passò al Belgio , ove , sotto la direzione del rinomato violi
nista Carlo de Bériot, compi un profondo studio, col quale, più tardi, do
veva raccogliere meritati allori anche nell'insegnamento svolto nella sua
città natale, alla cui scuola appartennero due noti violinisti : Leopoldo Mi
guez e Moreira de Sá .
Nicolau Medina Ribas, oltre che nel violino, si distinse anche nella com
posizione, scrivendo pregevoli pezzi pel suo strumento , notandosi tra essi
quello che maggior successo ottenne al suo tempo « O Carnaval do Porto » . .
Dopo questo giovane violinista , un celebre artista italiano, reduce dalle
gloriose peregrinazioni artistiche attraverso gli Stati Uniti e le Antille , si
presentava, il 10 novembre 1849, al pubblico carioca del teatro S . Pedro .
Egli era Camillo Sivori, il più degno successore del sommo Paganini.
Nato in Genova nel 1815, oltre che la patria, le principali città dell'Eu
ropa musicale lo avevano festeggiato ed acclamato con applausi ed onori
eccezionali : Parigi lo decora colla medaglia di onore del Conservatorio ;
Vienna, Londra e S . Petersburg, lo onorano col titolo di membro onorario
delle accademie musicali.
Quindi, date queste significative manifestazioni di alta ammirazione
per l'eminente artista, tutto faceva prevedere che in Rio de Janeiro, dove
non aveva mai messo piede, la sua apparizione avrebbe preso proporzioni
grandiose. Ma ingiusti saremmo se non dicessimo che la realtà non giunsc
a sorpassare le previsioni che a suo riguardo l'opinioe artistica si era fatta ,
-- 465 –
Giacchè il Sivori, malgrado la sua fulgida rinomanza e una sequela di inin
terrotti trionfi attraverso i suoi giri artistici, in Rio de Janeiro non ebbe
l'accoglienza entusiastica, che faceva sperare il suo passato .
Il pubblico lo applaudi, e molto, è vero, ma non con quel caldo traspor
to, caratteristica dominante nello spirito carioca, quando si trovò di fronte
ad un vero genio musicale . Fatta questa riserva, dobbiamo constatare però
che il merito del grande artista non sfuggi all'ammirazione dei più note
voli professori di musica, i quali pensarono di offrire una medaglia d'oro al
prodigioso violinista (6 ), la cui virtuosità , seducente e mirabile , sino allora
sconosciuta, era l'affermazione delle più belle doti personali nei segreti del
l'arte che egli portava nei nostri paraggi.
Quale artista poteva difatti non commuoversi in udire la sua cavata ,
ricca di tanta solennità, un 'arcata interminabile , nobile per ampiezza e
sorprendente per sicurezza e flessibilità di suono? Quale artista poteva non
rimanere sopraffatto dalla meraviglia e soggiogato da quel turbinio di note,
che la piccola manina del grande artista superava con tanta maestria e im
peccabilità d 'intonazione ? Pensando a ciò noi non comprendiamo come le
volte del grande teatro S. Pedro de Alcantara non echeggiassero in allora
di un alto inno alle pregevoli e rare qualità d 'un si grande virtuoso, nell'u
dire il pubblico la « Campanella » del secondo concerto di Paganini, la
« Preghiera di Mosè » , il « Carnevale di Venezia » , la fantasia sul finale
dell'opera « Lucia di Lammermoor » e il « Canto di Sinsonte » o il « Car
nevale di Cuba », un pezzo di sapore giocondo e bizzarrc, con variazioni ca
pricciose e ritmi di danze popolari, che compone durante il suo viaggio da

(6 ) « Honra ao merito » era il titolo dell'articolo che fregiava una delle colonne
del « Jornal do Commercio » parlando del nobile gesto dei riferiti professori, nel
l'onorare l'arte e l'artista ; il senso, che giova trascrivere integralmente , era il seguente :
« Constão-nos que os mais notaveis professores de musica do Rio de Janeiro, procu
rando dar ao Sr. Camillo Sivori uma prova do alto apreço em que tem o seu raro
talento , e demostrar -lhe que o considerão o primeiro violinista que se haja deixado
ouvir nesta corte, determinarão offerecer-lhe uma medalha de ouro.
« Nao podemos deixar de render justos louvores ao enthusiasmo artistico destes
professores, tanto mais que vimos com pezar a frieza com que esse distincto violinista
foi recebido entre nós.
O S. Sivori pertence ao numero desses talentos felizes que podem marcar uma
época, deixar um nome e ser difficilmente substituido, c tarde ouvirà o Brasil um
outro que igual.
Esperamos obter para apresentar aos olhos do publico , os nomes dos professores
que concorrerão para essa simples demostração dos nossos professores para fazer des
apparecer em parte o pesar que nos cabe por não termos sabido devidamente aquilatar
um grande talento applaudido e apreciado como merece, mesmo em paizes mais atra
zados em civilisação do que o nosso » .
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Porto Principe a Santa Croce, col quale mette in delirio gli uditorii del
nuovo mondo.
Quando, nel 1893, in Genova , ci fu dato il piacere di visitare il celebre
artista, con lettera di presentazione dell'illustre maestro Carlos Gomes ( let
tera che il grande virtuoso baciò affettuosamente ), egli ci mostrò la riferita
medaglia offertagli dai professori di musica di Rio de Janeiro , e la insegna
cavalleresca dell'Ordine della Rosa , conferitagli dall'Imperatore D . Pedro.
L 'anno appresso , egli moriva.
Nell'anno 1875, fama di buon violinista concertista godeva tra i pro
fessori del teatro lirico, Francillino Domingos de Moura Pessoa. Francil
lino, come quasi tutti i violinisti del suo tempo, era più discepolo di sè
stesso che di un maestro di professione. Per presentarsi degnamente al
pubblico, egli compone una grande fantasia per violino, su motivi della
« Lucrezia Borgia » , che dedica e offre, in segno di riconoscenza per essere
stato nominato socio effettivo, alla società Propagatrice delle Belle Arti di
Rio de Janeiro; e desiderando mostrare il valore del suo dono, egli si pre
sta ad eseguirlo davanti il Consiglio amministrativo, nella sera del 9 settem
bre. La seduta era presieduta dal Consigliere di Stato Euzebio de Queiroz.
Nella serie dei concerti isolati di quei tempi, noi troviamo un artista
italiano d 'ordine superiore, Luigi Elena, giunto a Rio de Janeiro, nei primi
anni della seconda metà del secolo scorso e qui vi rimane per tutta la vita .
Questo distinto violinista, assai amico del Brasile, fu direttore, nell'anno
1858, della Filarmonica, e vi rimane parecchi anni.
In un concerto del celebre pianista L . M . Gottschalk , insieme a questi
egli eseguì la sonata a Kreutzer, per violino e pianoforte, di Beethoven .
Virtuoso, la sua esecuzione difettava di sentimento e di slancio, ma era
notevole per la purezza di suono e la sicurezza della tecnica.
Buon musicista , spesso fece sentire pezzi di sua composizione per il
suo strumento , genere poco adorabile : fantasie , la maggior parte, una delle
quali è quella scritta su motivi del « Guarany » .
Mori in Rio de Janeiro , nel 1879, gettandosi dall'alto della cava di pietra
della Candelaria .
Segnaliamo anche il nome di Gustavo Van Marck , olandese, giunto a
Rio de Janeiro nel 1852, ove si fa onore, come violinista e pianista con
certista . Dopo essersi fatto applaudire come provetto esecutore di quest'ul
timo strumento , si produceva come violinista in un concerto, tenuto il 1° di
cembre 1853, al teatro S . Januario , onorato colla presenza delle LL. MM .
II., eseguendo, fra gli altri pezzi, il sesto concerto di Bériot.
Si diceva allievo del Conservatorio di Bruxelles, ove aveva ottenuto il
primo premio di violino.
Pure da bella fama è circondato il nome della violinista signora Frery,
- 467 -

giunta a Rio de Janeiro nel 1895 , allieva di Carlo de Bériot, che, nella recita
straordinaria della compagnia lirica italiana, del 4 giugno dello stesso anno,
si faceva udire con grande successo .
Una cronaca del tempo dice che era pregiata esecuirice per la nitidezza
della tecnica, pel gusto e pel sentimento, che rivelò, nelle arie variate ( sesta
e decima) e il « Rondò russe » , di Bériot, nonchè nella fantasia « Celine » e
il « Carnevale di Venezia », di Paganini.
Un compatriota della precedente , M . A . Labbée, venuto in Brasile verso
il principio della seconda metà del secolo scorso, benchè non raggiungesse
mai una invidiabile altezza come violinista concertista , si faceva udire in un
concerto al teatro S. Pedro d ’Alcantara, nel 1855, del quale fu direttore
d 'orchestra per lunghi anni, passando poscia come primo violino al teatro
lirico francese (Alcazar), rimanendovi sino alla sua definitiva chiusura.
Era un bel tipo d'uomo, adorando la sua patria e il suo idioma: in 40
anni di permanenza a Rio de Janeiro, non giunse mai a pronunciar bene
quaranta parole della lingua di Camoens!...
Fra i grandi violinisti del secolo passato noi troviamo il nome di Paul
Julien , francese, allievo del Conservatorio di Parigi, giunto a Rio de Ja
neiro nell'agosto 1858.
Paul Julien , che fu amico, in Campinas, di Carlos Gomes, cui spronava
perchè camminasse verso il suo ideale, possedeva delle qualità violinistiche
le più apprezzabili : le sue facoltà artistiche erano di quelle che agitavano
un uditorio ; la sua virtuosità nella esecuzione delle difficoltà tecniche era
mirabile, ed aveva un sentimento non comune fra i violinisti del suo tempo.
Egli si faceva udire per la prima volta in Rio de Janeiro ,il 17 luglio
( 1858), suonando, con grande successo , una sua fantasia su motivi del
« Trovatore » , ed un'altra sul « Masaniello » di Hannan . Nel suo secondo
concerto (30 luglio ), eseguiva, oltre ad un pezzo di sua composizione, 16
variazioni burlesche e sentimentali sul « Carnevale di Venezia » , di Paga
nini. Successivamente si rivelava eccellente interprete delle composizioni
di Bériot, di Vieuxtemps, di Mayseder e di Artot, l'autore della celebre fan
tasia « Souvenirs de Bellini » , di cui Paul Julien fece una vera creazione
per la sua bella maniera di eseguirla .
L 'anno seguente, il Julien , che amava molto il Brasile , intraprende un
lungo pellegrinaggio artistico attraverso le provincie di Minas, Rio de Ja
neiro e S . Paulo. In Juiz de Fora, ove giunge, dopo un penoso viaggio a ca
vallo , sul principio dell'anno 1859, dava due concerti senza accompagnatore
al pianoforte, riportando, malgrado questa sensibile mancanza , un brillante
successo (7 ).
( 7) Paul Julien, avanti di morire, scriveva una composizione, per essere suonata ,
nelle esequie, dopo la sua morte.
- 468 -

Più applaudito e festeggiato , fu in S. Paulo e in Campinas, ove sog


giornò lungo tempo , in mezzo alla stima e la considerazione dei più provetti
artisti dell'epoca.
Un altro valente artista, Smith , si segnala nello stesso anno (1858),
come un violinista di eccellenti facoltà tecniche.
Si produsse per la prima volta davanti al pubblico carioca , eseguendo
con gusto e perfezione la fantasia (fantasie -caprice ?) di Vieuxtemps, a bene
ficio dell'artista Augusto Charpentier, il 16 luglio .
Martins Simons, violinista di S . M . il Re di Danimarca , veniva a Rio
de Janeiro nel 1860 , ove, coadiuvato dal pianista Oscar Pfeiffer e Mme. Fan
ny Simons, dà, il 3 agosto, un grande concerto con orchestra , diretta dal
maestro Guerin , facendosi applaudire nei seguenti pezzi: « Souvenirs de
Bellini » ; « Fantasia » su motivi della « Figlia del Reggimento » e l' « Oiseau
sur l'arbre » , rondò burlesco, entrambi di sua composizione, eseguiti in
maniera lodevole , in ispecie il rondò, che provocò un entusiasmo generale
di tutta la platea .
L '11 agosto, egli dava un secondo concerto, eseguendo oltre ai pezzi
di sua composizione, il « Carnevale di Venezia », di Paganini, riportando un
altro splendido successo . La sua esecuzione era delle più brillanti ; possedeva
un 'arcata calda ed elegante . La sua signora, Fanny, diede un forte rilievo
colla sua bella voce ai concerti del marito.
Noi aggiungeremo all' elenco dei violinisti che si producono in que
st'anno (1860), il nome di Santos Paiva, stimato professore d 'orchestra e
solista, il quale si faceva udire in un concerto a beneficio della fratellanza
di Santa Cecilia, il 29 marzo, con discreto successo.
Lo stesso converrebbe dire del professore di musica Antonio Assis
Osternold , brasiliano, il quale fu anche violinista solista (1859).
Direttore d 'orchestra del teatro Gymnasio nel 1870, scrisse la « Noite
de Carnaval » , stravaganza burlesca, ed una Messa , eseguita nella chiesa dei
Militari (1881).
Egli nacque in Rio de Janeiro , ivi mori verso il 1877 .
Un bel successo conobbe la violinista francese Mme. Vandeness ,
giunta a Rio de Janeiro nel 1862. Esecutrice brillante ed abilissima, fu la
prima a prodursi sulle scene del nuovo teatro lirico francese (Alcazar).
Una menzione merita il decano dei professori d'orchestra, Victor Gus
man , violinista distinto, di origine spagnuola , con lunghi anni di residenza
in Rio de Janeiro, ove mori verso il 1877; era considerato il più forte leg
gitore a prima vista fra i professori dell'epoca.
Andrea Gravenstein , nato ad Amsterdam nel 1816 , si fece un solido
nome come violinista concertista in Rio de Janeiro, ove giunge, nel 1859,
assieme a quella valente schiera di artisti notevoli : Reichert, Cavalli, Che
- 469

shir, Cavallini, Ritcherin , Nyunant, scritturati dall'impresa del teatro lirico


italiano, per la stagione lirica , Mirate e La Grange.
Durante la sua lunga permanenza nella capitale dell' Impero , ebbe a
farsi conoscere anche come direttore d 'orchestra, fondando i cosi detti
concerti alla Musard (8 ), nel 1861-62, eseguiti con grande orchestra al Pa
diglione fluminense, che sorgeva in via dos Invalidos, presso la chiesa di
S . Antonio. I programmi di detti concerti erano d'uno eccletismo stupendo:
gli assoli di violino e di altri strumenti, si alternavano colle composizioni
di danze sfrenate, ballate dalla gioventù strepitosa e avida di piacere. Rima
sero memorabili: i due cosi detti concerti mostri di cento esecutori, com
prese le sessanta dame appositamente invitate per ballare la celebre qua
driglia « Chicocandou » .
Ma il suo talento di violinista distinto fu molto più apprezzato che
quello di direttore d'orchestra ; giacchè, durante un lungo periodo della
sua vita, noi incontriamo il suo nome a fianco dei più eminenti concertisti
dell'epoca.
Andrea Gravenstein fu anche primo violino della Cappella Imperiale .
Egli mori in Rio de Janeiro il 18 gennaio , un mese giusto dopo il decesso
del Gottschalk .
Lo sostituiva nell'amore dell'arte e nella brillante carriera il figlio pri
mogeito Andrea Gravenstein , violinista di squisito talento, di eletta scuola
ed esecutore finissimo, massime delle composizioni di Vieuxtemps: « La
Fantasie-caprice » e il « Souvenir d 'Amerique » , per citarne alcune, che
soleva eseguire con rara perfezione.
Fu per lunghianni direttore d 'orchestra dell'Alcazar, e della compagnia
lirica Grau, nella sua lunga « tournée » a Buenos Ayres, Montevideo e
Stati Uniti.
Diresse anche, nel 1873, i « Concerti-promenade » , organizzati sul mo
dello di quelli di Luigi Antoine Julien (9), il popolare maestro a Parigi e
Londra ; ottennero un grande successo, mercè, in parte, alla trasforma
zione del recinto del teatro « Provisorio » , una bellezza di ornamentazione,
fattasi per i balli in maschera di quell'anno, nel cui centro sorgeva l'or

(8) Musard (Filippo) celebre direttore d 'orchestra francese , e compositore di mu


sica da ballo ; il suo nome attinse, nel 1830 , l'apogeo di sua reputazione, per gli effetti
di sonorità portata all'estremo, e per le eccentricità musicali dei balli in maschera
dell'opera comica e dell'opera, le cui quadriglie , scritte con brio del suo talento : « L 's
Ecbos », « Le tourbillon », « La Foudre » fecero epoca nei balli in maschera delle
« Variétés » .
(9) L ' imitatore dei concerti « promenade » non fu Antoine Julien , ma bensl Jule
Rivière, che li dirigeva sempre rivolto al pubblico ; mori a Londra, in età di 81 anni, 1891.
- 470 -

chestra, e in fondo, una cascata sontuosa, fronteggiando, in un livello unico ,


la vasta sala di spettacolo .
Andrea Gravenstein era anche buon suonatore dimusica da camera, e fu
più volte prescelto per le esecuzioni dei concerti privati della Principessa
D . Isabel, sotto la direzione del maestro Giuseppe White, e quelli della ce
lebre Carlotta Patti (1870), in uno dei quali, come dicemmo altrove, sotto
la sua direzione, si udiva, per la seconda volta in Rio de Janeiro, la « Pa
storale » del Beethoven, e la marcia del « Tannhauser » , (in prima audi
zione) di Wagner.
Nel declino della sua vita, passò alla professione d 'insegnante e pro
fessore d 'orchestra, circondato sempre da forte e meritata stima sino alla
sua morte, avvenuta, in Rio de Janeiro, il 2 settembre 1916 .
Il fratello Luigi Gravenstein , che lo seguiva nella tomba tre anni dopo ,
(8 settembre 1919), all'età di 74 anni, avendone trascorsi 57 nel Brasile, in
mezzo alle affezioni delle sue allieve e la stima dei suoi colleghi fu anche
uno stimabile professore di violino, e grande anico della sua arte . Abile
altresi suonatore di viola , fu chiamato a far parte del quartetto del Cluh
Beethoven . Nel frattempo prendeva parte anche alle esecuzioni dei con
certi classici fondati dal White , e quelli organizzati dal celebre Saint
Saëns, nel 1899, in Rio e in S . Paulo .
Contemporaneo dei precedenti violinisti fu F . C . Muratori, noto pro
fessore di violino e valoroso professore d 'orchestra , giunto dall' Italia verso
1862, per fissare la sua residenza in Rio de Janeiro. Egli era anche buon
compositore, e se nulla scrisse pel suo strumento , compose per orchestra,
una grande sinfonia , eseguita ed applaudita , nella rappresentazione del
l'opera « Noite do castello » , di Carlos Gomes ( 3 luglio 1862), a beneficio
del direttore d 'orchestra Julio Nunes, e poscia in quella della « Favorita » ,
a beneficio dell'artista Fernando, al teatro lirico, 19 novembre 1863,
Egli era nato a Palermo nel 1835 , ove compi i suoi studi musicali sotto
la direzione dei più celebri maestri dell'epoca . Mori in Rio de Janeiro,
l'anno 1853 .
Oscar Bernardelli, violinista e ballerino italiano, distinto , nato nel 1835 ,
morto l'anno 1881 in Rio de Janeiro, ove giunse nel 1863. Debuttò al teatro
lirico fluminense il 14 agosto , col ballo fantastico « A rabeca magica -», nel
quale intercalava il « Carnevale di Venezia » ed una fantasia, pezzi assai
bene eseguiti, poichè il Bernardelli maneggiava il violino collo stesso ta
lento con cui muoveva i piedi.
Negli anni seguenti, abbandonava la sua carriera di ballerino per re
stare un abile professore d 'orchestra .
Egli era padre di tre illustri figli nella scultura, nella pittura e nella
musica : Rodolfo , Enrico e Felice .
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Manuel Joaquim Maria, brasiliano, nato in Rio de Janeiro, verso il 1850,


ivi morto nel 1874, fu un talento eccezionale nella musica e nel maneggio
del violino e del violoncello . Come violinista, si produsse per la prima volta
al pubblico in un concerto di beneficenza, al teatro S. Pedro de Alcantara ,
il 9 gennaio 1864.
Noi l'udimmo, nel 1868, al Gymnasio Dramatico; il suo temperamento
violinistico ci trascinò all'entusiasmo; aveva una esecuzione straordinaria ,
molto brillante e di virile energia. La sua morte fu un vero danno per l'arte ,
poichè, oltre che violinista, era spontaneo e inspirato compositore di musica
religiosa ; e del suo merito femmo cenno parlando dei compositori di mu
sica sacra.
Della stess'epoca del precedente proviene il violinista Francisco Car
valho, fratello a Joaquim e Norberto Carvalho, entrambi buonimusici, for
matosi alla scuola del professor Demetrio Rivero, come allievo nel Conser
vatorio di Musica, ove, nel 1869, ottenne la medaglia d 'oro. Appena diplo
mato , ebbe a farsi conoscere come una bella promessa dell'arte concertistica ,
per divenire poscia un discreto professore d 'orchestra.
Ghilherme de Oliveira, nato in Rio de Janeiro, nel 1850 , ivi morto verso
il 1896 , fu direttore d 'orchestra e violinista ; studiò nell'Imperiale Conser
vatorio di Musica di detta città ,
Marcellino Cleto Ribeiro, violinista e letterato pernambucano, contem
poraneo di Candido Filho , fu considerato come uno dei più valenti esecu
tori. Compositore, scrisse moltissimi pezzi per orchestra, tra i quali è da no
tarsi la « Marcia funebre » , dedicata a Nunes Machado .
Franco (. . . ?). distintissimo violinista italiano, morto, a Buenos Ayres,
nel 1874. Lo udimmo in Rio de Janeiro , 18 marzo 1867, in un secondo con
certo che egli dava al teatro Gymnasio Dramatico , assieme al fratello , abile
arpista , cogliendo buoni applausi. Aveva un eccellente meccanismo ed una
intonazione giusta e perfetta. Non è senza interesse aggiungere, che il va
lente artista suonava il suo violino all'ingiù , a guisa della viola da gamba,
maniera in uso, tra i musici ambulanti di alcune regioni d ' Italia , circa il
principio della seconda metà del secolo XIX , ed era veramente ammirevole
quando eseguiva la sua composizione originale « Il canto della foresta » ,
traducendo, in suoni musicali, il canto di diversi uccelli del Brasile, con
grande perfezione.
E ' da ricordare Joseph Heine, violinista cieco, con rinomanza di cele
brità nella sua arte , e col titolo di violinista di S . M . la Regina d ' Inghil
terra , il Principe Alberto e il Principe Federico Guglielmo di Prussia . In
Rio de Janeiro , ove giunse nel 1870 , dava una serie di tre concerti sotto la
protezione speciale delle LL . MM . II.
J. Heine era dotato delle qualità che fanno i grandi artisti. Oltre che
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violinista perfetto, dalla cavata calda e nobile, possedeva una tecnica mera
vigliosa , sotto le cui dita il violino si trasformava in uno strumento d 'in
comparabile pureza.
Detti concerti ebbero luogo tra l'agosto e il settembre (1870), al teatro
Gymnasio Dramatico, che sorgeva a fianco del teatro S . Luiz in via «do Thea
tro», inauguratosi nello stesso anno. Era accompagnato dalla sorella Ada,
pianista distintissima, del cui merito femmo cenno nel capitolo dei pianisti
virtuosi.
Dopo costui, un violinista il cui talento ebbe un risalto particolare in
Rio di Janeiro, fu Pablo Sarasate (1870). Pablo Sarasate , venuto assieme
alla diva Carlotta Patti, e il celebre pianista Ritter, era già, ad onta della
sua giovane età,un eminente violinista . Allievo di Alard , al Conservatorio
di Parigi, eseguiva in modo meraviglioso le fantasie - allora molto in mo
da – del maestro. Ma il suo altissimo valore lo dimostrò nel concerto in
miminore di Mendelssohn, che suonava con brio ed una maestria incom
parabile .Figlio della terra del Cid, nato a Pamplona il 10 marzo 1844 , ove
era appellato fanciullo-prodigio , suonando in età di 10 anni innanzi la
Regina di Spagna , fece colle danze popolari della sua patria, creazioni me
ravigliose. Nella maturità, i suoi grandi successi furono appunto col « Za
pateado » , colla « Malagueña » e molte danze analoghe spagnuole , nelle
quali traspariva il gusto nella finitezza di elaborazione del compositore, e
la grazia , la forza, il sentimento e la tecnica impareggiabile del grande
virtuoso. Tutti i più insigni violinisti odierni eseguiscono i suoi lavori nei
loro concerti. Il grande artista , il virtuoso prediletto dei Re e delle Regine,
che lo colmarono di onori, preziosi doni e decorazioni, moriva a Parigi nel
1909, lasciando il suo magnifico Stradivario al Museo del Conservatorio .
Al novero dei distinti violinisti brasiliani, appartenne José Pedro de
Sant'Anna Gomes, nato in Campinas, nel 1834, ivi morto nel 1908, a 74 anni
di età. Fratello al celebre maestro Carlos Gomes, con lui divise, come abilis
simo violinista, gli applausi riscossi nei giri artistici della provincia di S .
Paulo , nel 1860. Il grande amore per l'arte servi di esempio ai suoi figli,
due dei quali, Alfredo ed Alice Gomes Grosso, attinsero una bella rinomanza
come violoncellista , il primo, e pianista distintissima, la seconda.
Oltre al suo merito elevato nella virtuosità violinistica , con carattere
di generosa bontà , era anche compositore di valore (10).
Un altro pregiato e valentissimo violinista brasiliano, mai udito in Rio
de Janeiro, ma apprezzato in tutto il Nord del Brasile , fu Adelelmo Nasci
mento, nato in Bahia nel 1848, morto a Parigi il 28 agosto 1898. Talento
precoce, si segnalò giovanissimo nella musica e specialmente nella virtuosità

(10) Vedi cenno biografico fra i Compositori brasiliani.


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violinistica, per le sue eccezionali e meravigliose doti artistiche. Cominciò


i suoi studii musicali col padre , che fu a sua volta un distinto maestro di
clarinetto e cantante, nonché direttore d'orchestra nelle chiese e nel teatro
S . João. Adelelmo senza conoscere le speciali tradizioni della scuola dei
grandi maestri di violino, ebbe la fortuna di risentire l'influsso dell'arte
e della maniera di suonare, durante un lungo soggiorno in Bahia , che vi
tenne un rinomato artista genovese - Bacigaluppi - col quale studiò pa
recchio tempo, per divenire poscia un violinista di elezione nella tecnica,
nella giustezza perfetta e nella bravura straordinaria . Ma se robusto per
il suo talento come violinista , non meno forte e gagliardo era come direttore
d 'orchestra di opere liriche, che si udirono al teatro S . João, ove spesso so
stitui maestri di buona fama. Dopo pochi anni egli passò al Pará, ove la sua
figura fu circondata e fortificata di speciale considerazione, creando un 'or
chestra che gli valse l'appoggio del Governo, che lo mandava in Europa, per
ivi studiare i metodi più moderni in riguardo all'insegnamento . Gli ultimi
anni di sua vita li passò a Manaus, ove veniva nominato direttore del Con
servatorio di Musica ; e ove la cittadinanza prese il lutto per la sua morte ;
e la Congregazione del « Gymnasio Amazonense » e « Escola normal » ,
pubblicavano, come omaggio al compianto artista , una Poliantea ed un
Compendio di musica, scritto dall'illustre artista, degno di stare a fianco
dei migliori nel genere.
Compositore, più che per violino, lasciò , nel genere sacro, alcune Messe,
considerate di buon valore musicale .
Un altro notevole violinista bahiano, più o meno della stess'epoca, è
Francisco Muniz Barreto , nato il 21 luglio 1836 , morto nel 1900. Egli si formo
alla scuola di Alard, in Parigi, per dove segui nel 1856 , pensionato dalla
città di Bahia .
Intelligente, e con uno studio applicato e indefesso , egli ebbe a distin
guersi fra i suoi colleghi per grandi pregi. Nel 1861, giunto al termine dei
suoi studi, egli tornò alla patria , alla sua diletta Bahia, ove si afferma esi
mio esecutore, con una mirabile e perfetta intonazione. Debole, però, era
la sua cavata , e poco ampia l'arcata , ma che suppliva con la grazia e la
bella maniera del suo suonare. Noi ricordiamo averlo visto in Rio de Ja
neiro ( 1869), in un concerto tenuto nel teatro Gymnasio , ove, nel giugno
1862, egli esordi per la prima volta , riportando uno splendido trionfo . Dopo
di aver girate le principali città del Brasile , passò, in compagnia del noto
pianista Alfredo Napoleone, alla Repubbliche del Plata , ove ottenne lieti
successi. Un ultimo suo concerto nella capitale dell' Impero, aveva luogo
al teatro Lirico nel 1872, anno del suo ritorno alla città nativa , che mai più
doveva abbandonare; nè mai più si produsse in pubblici concerti. Questa
strana decisione fu dovuta alla perversità di certi colleghi, i quali gli rup
- 474

pero le corde del violino nella sera di un suo concerto al teatro S . João .
Da allora in poi pare che abbandonasse del tutto il prediletto strumento
per dedicarsi all'insegnamento della lingua francese. Vent'anni dopo l'incre
scioso fatto , la musica lo attrae; ed accetta la cattedra di violino nel na
scente Conservatorio di Bahia ; ma non giunge a prestare i suoi buoni ser
vigi, giacchè la morte gli troncava la vita poco tempo dopo la sua nomina.
Altri violinisti bahiani dell' epoca in discorso : José de Souza Aragão,
tenuto in conto di bello ingegno musicale ed esimio violinista, nonchè pia
nista e compositore . Egli nacque in Cachoeira il 7 dicembre 1819, ivi mori
il 13 settembre 1904 . Studiò la musica col maestro José Pereira de Castro
e si perfezionò alla scuola del padre José Pinto de Oliveira . Si distinse anche
come direttore d 'orchestra nelle esecuzioni sacre della Madonna d'Ajuda,
e fu il primo profssore della Filarmonica , installata il 20 settembre 1857,
nella sua città natale . Il suo maggior successo artistico lo riportò in Bahia ,
ove dava con entusiastico esito un concerto, al quale partecipavano i più
illustri artisti contemporanei.
Dr. Polycarpo Cesario de Barros, col titolo di buon violinista nell'or
chestra , nato in Bahia , ove, oltre occuparsi dell'arte musicale , si laureava
in medicina, senza venir meno all'amore all'arte.
Dr. Epiphanio José dos Reis, apprezzabile talento musicale , nato nel
l'antico villaggio di Inhambupe (oggidi città ), nel 1837 ove iniziò i suoi
studi letterarii e musicali. Il suo prediletto strumento fu il violino, che
suonava con distinzione.
· Giovane, passò a Rio de Janeiro, ove compi i suoi studi di baccelliere
al Collegio D . Pedro II, per distinguersi quindi nel mondo letterario e come
direttore di un collegio che portava il suo nome, nonché come primo vio
lino nell'orchestra della Cappella Imperiale .
Per ultimonomineremo Ludgero José de Souza , nato in Bahia nel 1850,
ove studiò la musica col professore Isidor Borges de Almeida, e il violino col
maestro Adelelno, di cui pare che onorasse la scuola . Fra altro ebbe a di
stinguersi anche come direttore d'orchestra e come insegnante di musica
nel « Gymnasio » . Statale .
Lo stesso può dirsi del suo contemporaneo Eduardo Mendes Franco,
nato in Cachoeira il 28 dicembre 1851, e ivi morto il 26 maggio 1906 ; il
quale fu buon violinista, nonchè compositore molto apprezzato , stimato
direttore d 'orchestra , e lodato insegnante della sua arte . Si vuole che la
sciasse pregiati lavori musicali.
Dopo il ricordo di questi ultimi bravi violinisti brasiliani, convien ri
cordare un altro artista nazionale , il quale , nei primi albori della sua vita,
ebbe a meritarsi il titolo di genialità . Infatti, nel 1874, il pubblico carioca
si trovava dinanzi ad un fenomeno, vedendo un fanciullo di età minore agli
- 475 --

stessi precoci ingegni del violino: Miska Elman , Franz de Veczey, Teresa
Tua, Délapierre, che, oltre padroneggiare mirabilmente l'arte del violino,
destava ammirazione per la espressione, il sentimento e la passione pro
fonda. Egli era Mauricio Dengremont, nato a Rio de Janeiro, nel 1865, al
lievo di suo padre, un violinista mediocre.
Dopo di aver girato l' Europa in compagnia del padre, che lo sfrutta ,
senza pensare a fargli seguire gli studi classici, passò agli Stati Uniti, ri
portando ovunque si presentasse i più segnalati trionfi.
Ma quei lunghi e faticosi viaggi furono, più tardi, di triste conseguenza
per il fanciullo -prodigio ; giacchè, al suo ritorno in patria , per darvi con
certi, (1888 ), senti i primi sintomi di quel male che non perdona a nes
suno, lagnandosi spesso di non trovare più in sè quella forza virile nella
sua esecuzione, colla quale aveva raccolto tanti allori. Difatti, noi ricor
diamo che l'infelice giovane, il di cui immenso talento aveva rivoluzionato
il mondo, tanto simpatico per l'ameno carattere, si afflggeva da far pietà nel
suo ultimo concerto (del 15 settembre 1888), al Club Beethoven , eseguendo ,
tra altri difficilissimi pezzi, la « Polonaise » in re, diWieniawski, in maniera
tale da non giungere al termine di essa.
Malgrado tutto , la sua esecuzione era ancora calda e brillante, a cui
si associava il gusto , la grazia, lo slancio e l'elevatezza del suo stile tutto
personale.
Dopo, decise di andare a Buenos Ayres, ove fu molto applaudito e fe
steggiato , e là moriva, dopo un breve soggiorno, nel fiore degli anni.
E ' pure da ricordare Adolfo Corradi, violinista italiano, insegnante in
Curitiba (Paraná), ove esercitò anche la professione di piano e canto per
lunghi anni, e fece numerosi allievi. Mori in Italia , a Bassano, sua terra
natale.
Caneschi ( . . . ?), abilissimo violinista e direttore d 'orchestra italiano;
stette poco tempo a Rio de Janeiro , ove ebbe a farsi conoscere come un
bravo esecutore (noyembre 1876 ).
Merita parimenti di essere ricordato il distinto violinista tedesco Stella,
il quale ebbe lungo soggiorno in Brasile , e vi mori verso l'anno 1897. Viag
gió , come concertista, le provincie del Sud, fissando residenza in Porto Ale
gre, per esercitare la professione d 'insegnante , passando poscia a Santos,
ove avvenne la sua morte .
Cyriaco de Cardozo , violinista , compositore e direttore d 'orchestra di
talento , giunto a Rio de Janeiro nel 1872, ove rimane per lunghi anni, oc
cupando un posto assai rilevante. Violinista senza grande maestria, suono
con successo i « Souvenirs de Bellini » di Artot e la « Scène de Ballet » di
Bériot, ai concerti dei pianisti Miguel Angelo e Hugo Baurney, al teatro D .
Pedro e « Provisorio » (1872 - 1873 ). Più tardi ebbe la nomina di direttore
--- 476 ,

d 'orchestra al teatro S . Pedro de Alcantara, per i cui drammi, scrisse di


verse composizioni di non grande valore musicale.
Un relativo valore , però, si ritrovò nella musica che compose pel dram
ma « 0 lago di Killarney » , Ritornò a Rio de Janeiro verso il 1893, dopo
un 'assenza di pochi anni, tornando alla sua patria nello stess'anno, ove,
due anni dopo mori.
Violinista distinto alla stess'epoca del precedente, con residenza a Rio
de Janieiro per circa 10 anni, fu John Jesse White, inglese , nato a Londra
nel 1835 . Oltre ai varii concerti dati nella capitale , convien ricordare quello
che diede il 20 novembre 1872, al teatro D . Pedro II, suonando innanzi
alla presenza delle LL. MM . II. ed un pubblico scelto : « Le streghe » , di
Paganini.
J . J. White, occupò il posto di direttore d 'orchestra di varie compagnie
liriche, e del Club Mozart, sino al 1880, anno in cui tornava alla sua patria ,
ove mori. Durante il suo soggiorno a Rio de Janeiro , scrisse una Messa
solenne, eseguita nella festività della Candellaria 1874 , il cui valore mu
sicale attestava un intelligente e forte compositore.
Pubblicò una bella e ben fatta composizione pel suo strumento : « Les
Délires de Sapho » , che soleva suonare con grande successo nei suoi concerti.
Un suo figlio Eduardo Alberto White, nato a Rio de Janeiro nel 1875 ,
ivi morto nel 1880 (3 giugno), a soli 5 anni di età , fu uno dei talenti pre
coci più fenomenali che si ebbero a conoscere ai suoi tempi.
Fin dall'età di quattr 'anni, età in cui diede il suo primo concerto , sino
al giorno del suo decesso , i progressi ch 'egli fece nel violino erano vera
mente straordinari e meravigliosi.
Questo fanciullo -prodigio , discepolo di suo padre, destinato a meravi
gliare il mondo musicale, negli ultimi giorni di sua vita stava studiando il
« Carnevale di Venezia » , nel quale erano variazioni di sua composizione,
assai ben fatte.
Nella stess'epoca (1870 -71), Rio de Janeiro ospitava Eduardo Colonne
(non Giulio ), distinto violinista, compositore, direttore d 'orchestra e fonda
tore dei concerti dello Châtelet, da lui diretti a Parigi, che tuttora, benché
sotto la direzione del Plantee portano il suo nome.
Fu direttore musicale del teatro francese , l'Aleazar ( 1870 -71), e quindi
violino spalla nell'orchestra dell'opera lirica italiana al teatro D . Pedro II.
Nel corso dell'anno 1871, egli tornava a Parigi, fondando i surriferiti
concerti, che raggiunsero grande importanza.
Fama di buon violinista godette Francisco Pereira da Costa , nato nella
città d 'Oporto nel 1850 ; morto in 'Rio de Janeiro, nel maggio del 1890. Al
lievo di Delfino Alard, al Conservatorio di Parigi, ove non giunse a termi
nare i suoi studi, e nonostante che debole fosse la sua cultura musicale ,
- 477

egli, come violinista , si distinse per il sentimento e la calda e forte cavata .


I pezzi ch 'egli esegul durante il suo soggiorno in Rio, ove venne, la
prima volta nel 1864, ritornandovi nel 1874, per prendervi stabile dimora
sino alla sua morte , furono ben pochi; alcune fantasie su motivi d 'opere
teatrali, molto in moda al suo tempo, la maggior parte , scritte dal suo
maestro , nonchè la « Suédoise » , di Léonard, che, sia detto il vero, suonava
con un sentimento estetico importante e col vantaggio di una sonorità lar
ga, ch 'egli sapeva trarre come pochi dal suo strumento. Del resto era que
sto il punto più forte e importante della sua arte ; giacchè, cirea la sua tec
nica, si può affermare che era debole e secondaria.
Negli ultimianni della sua esistenza, la precaria sua salute , la sfortuna
che s'incarna in lui, conseguenza della lotta per la vita , lotta che fu quoti
diana fino agli ultimi giorni suvi, non gli permisero di occupare il posto di
professore di violino all' Istituto Nazionale di Musica, poichè soccombeva
un mese dopo alla nomina (11).
Egli si sposò con una forte donna brasiliana D . Candida, figlia al poeta
Francisco Muniz Barreto, di Bahia ; si vuole ch 'ella fosse buona artista di
canto ai suoi tempi; ma noi non la udimmo mai accennare la più lieve
frase musicale.
Délapierre, celebre concertista di violino , allievo del Conservatorio di
Parigi, diede molti concerti al teatro lirico francese (Alcazar), con popolare
successo .
Nel 1881, un'altra signora, Camilla Urso , sotto il titolo di celebre violi
nista , si presentava al pubblico dell' Imperiale teatro D . Pedro II; ma la
verità era che il suo talento non era in corrispondenza con la fama di cui
era preceduta . Senonchè la serie di concerti, antecedentemente annunciata
dall'impresa , si riduceva ad uno solo , che aveva luogo il 16 giugno, con
un successo che non rialzò le sue sorti.
Nel 1875 , un 'altra giovane violinista Giosefina Filomena de Salvini, si
faceva udire in Rio. Il suo concerto aveva luogo alla sala del Conservatorio
di Musica .
Uno dei più insigni violinisti, che soggiornò lungo tempo in Rio de Ja
neiro (1879-1889), fu Giuseppe White, meticcio , nato a Mattanzas (Cuba),

(11) Pereira da Costa , trovandosi a Friburgo, un mese avanti il suo decesso ,


nentre fiorni di pojedito al creatoCamarate, risp
mentre era in via di convalescenza , leggeva la propria necrologia ; senonchè, scendendo
a Rio giorni di poi, capito negli uffici del « Jornal do Commercio », dicendo che non
era ancora stato spedito al creatore.
Al creduto morto, il critico Camarate, rispondeva : – Para a redação do Jornal
do Commercio, tu estas morto » .
Purtroppo però, poco tempo dopo, il 24 giugno 1890, dopo trent'anni di stabile
dimora in Rio , cessava di vivere.
- 478 -

nel 1838. Fece i suoi studi a Parigi, sotto la direzione di Delfino Alard, ri
portando il primo premio di violino del 1855 . Della sua scuola incarnò virtù
e difetti. Talento precoce e vive disposizioni pel violino , potè, giovanissimo,
destare con la sua valente esecuzione, grande entusiasmo ovunque si faceva
udire. Infatti, la sua eccellente tecnica , più della purezza di stile e la gran
dezza della cavata, fece di lui un distintissimo concertista . Oltre a ciò , pos
sedeva una memoria delle più rare; e splendida prova di questa sua natura
died'egli spesse volte , eseguendo la sonata a Kreutzer di Beethoven, senza
la carta .
Come abbiamo detto, egli venne a Rio de Janeiro nell'anno 1879, ove,
oltre l'ammirazione del pubblico , si ebbe la valida ed onorata protezione
della Principessa Isabella , di cui fu maestro d 'accompagnamento e, del
figlio , al quale diede lezioni di violino. Mercè quest'appoggio – appoggio
che non venne mai meno durante il lungo periodo della sua permanenza
nella capitale dell' Impero -- quivi rimaneva sino al giorno della procla
mazione della Repubblica, svolgendo un programma di attività artistica
veramente utilissima. Fondò, sotto gli auspici della detta Principessa, la
Società dei Concerti Classici che, oltre alla musica da camera, organizzò e
diresse vari eccellenti concerti sinfonici, i quali, al par di quelli del Club
Beethoven , esercitarono un grande influsso sull'arte strumentale, in Rio de
Janeiro .
Non sprovvisto di una certa cultura musicale , scrisse, per il violino, al
cuni pezzi interessanti. Ben concepiti sono i suoi studi op . 13 e i novelli
studi op. 35 . Ad onta di ciò , egli soleva' ricorrere, per destare maggiore en
tusiasmo, a due pezzi di ritmi bizzarri e di nullo pregio musicale : la « Vio
lonesca » e la « Zamacueca », danza cilena, colorita di suoni armonici e di
pizzicati, rese interessanti dalla sua virtuosità.
Di ritorno a Parigi, quivi, nel marzo del 1894, dava due sessioni di mu
sica da camera alla sala Flawland, considerate fra le più interessanti della
stagione. Nello stesso anno si produsse in uno dei concerti Lamoureaux,
- - - -

con un successo non felice.


-

In Rio de Janeiro, l'anno 1918 , si registrava con dispiacere la notizia


-

della sua morte, avvenuta nella capitale francese.


Contemporaneo del precedente violinista è l'autore di questi scritti,
Vincenzo Cernicchiaro.
Per un dovere storico, ci toccherebbe menzionare il nostro nome; ma
non saremo giudici del nostro merito.
Faremo cenno soltanto dei nostri più bravi allievi, i quali ci rimasero
fedeli nella stima e nella gratitudine: Nicolino Milano, Carmita Campos,
Jeronymo Silva, Noemia de Oliveira, Umberto Milano , ecc .
Nicolino Milano, nato e destinato alla più brillante carriera, non seppe
- 479 -

mai profittare del suo spontaneo e straordinario talento, di cui la natura lo


aveva dotato : dono prezioso , nel quale noi fondavamo le più belle speranze
di vederlo attingere un grado eminente nel mondo artistico e divenire uno
dei più illustri violinisti dell'età sua. Ma la sua vita, fatta di genio e srego
latezza, di volubilità ed incostanza senza freno, gli prepara una carriera
comune, contraria ad un avvenire degno del suo elevato ingegno, Conclu
dendo, possiamo aggiungere che Nicolino Milano aveva tutto con sè: me
moria prodigiosa , capace d 'imparare e ritenere a mente qualsiasi pezzo in
breve tempo ; slanció, energia , un suonare tutto brillante, spontaneo, verti
ginoso, senza tema di qualsiasi difficoltà tecnica . Anche nella composizione
nella qual materia gli fummo l'unica guida, il suo talento si rivelò fecondo
e destro ; e pregiati sono i suoi lavori teatrali e strumentali che altrove ei.
tammo. Scrisse pure, in forma e stile di musica da camera, un bellissimo
Trio per violino, viola e violoncello , che udimmo al Rio Grande del Nord,
ove il Milano occupò per alcuni anni la carica di direttore e professore di
violino della Scuola di Musica, fondata dal governatore Dr. Alberto Ma
ranhão , un 'anima d 'artista, il quale molto protesse l'arte e l'artista in pa
rola. Passò poscia a Lisbona, ove conquistò presto una bella rinomanza e
la protezione del Re, Don Carlos, che lo colma di onori, gli regala un ma
gnifico strumento, finito nelle mani d 'uno strozzino, e lo nominò violinista
della sua real Camera . Nicolino Milano nacque in Campinas verso il 1873 ;
e fece i suoi studi in Rio de Janeiro come allievo dell'Accademia di Musica
del Club Beethoven , e, per ultimo, dell' Istituto Nazionale di Musica, ai
tempi che ne fummo professore cattedratico. Presentemente esercita la sua
arte a Parigi, in un ambiente artistico inferiore, e, quindi, senza un avve
nire degno del suo elevato ingegno.
Anche di buona fama è circondato il nome di Umberto Milano, fratello
del precedente, e parimenti nostro allievo . Ma se nel fratello Umberto non
fanno riscontro il suo tmperamento e il suo genio , spicca però il carattere
del violinista studioso, applicato , e consegue, con le sue qualità assai ap
prezzabili, una carriera stimabile nella virtuosità e nell'insegnamento . Oc
cupa presentemente, con lodevole disimpegno, la cattedra di violino all' I
stituto Nazionale di Musica, col merito , altres), d 'aver già fatto numerosi
ed abili allievi.
Dalla nostra scuola deriva anche la geniale fanciulla Carmita Campos,
il cui talento violinistico fece scrivere molti elogi ai giornali cittadini quan ,
do aveva raggiunto appena i 13 anni di età , in seguito ai trionfi che ripor
tava nei concerti del Cassino fluminense e del Teatro lirico (1898 ), La gio
vanetta gentile, presto rubata all'arte per dedicarsi alle cure domestiche,
mentre il suo nome era salito a notevole altezza, possedeva, oltre alla padro
nanza della tecnica , una cavata caldissima ed un sentimento eletto d'arte.
- 480 -

Carmita Campos fu la violinista più glorificata dal pubblico e dalla cri


tica del suo tempo.
Jeronymo Silva , l'allievo intelligente e d'animo gentile dotato di dolci e
teneri sensi artistici, festeggiato ed acclamato ogni volta che si presentava al
pubblico , fu oggetto anche di liete soddisfazioni intime nostre. Oggidi egli
insegna onoratamente l'arte che gli trasmettemmo, la quale non è tutta
nostra, ma bensi dei nostri maestri, eredi stimabili della scuola di Rolla e
del Ferrara, che vollero insegnarcela con amore e impegno, Jeronymo Sil
va, nato in Rio de Janeiro nel 1872, riportava la medaglia d'oro all' Impe
riale Conservatorio di Musica (1888 ).
Lo stesso diremo della valente giovanetta Noemia de Oliveira, nata in
Rio de Janeiro (188 ...), nella cui anima dolce e gentile incontrammo un bel
temperamento artistico, un valore ammirevole di sentimento , di grazia e
di facile e brillante tecnica ; al par dei surriferiti diletti allievi, fu festeg
giata ed acclamata nel « Grande Festival » da noi organizzato al teatro
lirico (1898 ), Anche questo emergente talento, pochi anni dopo il suo trion
fo , prese marito , e, tutta dedicata alle cure domestiche ed all'affetto del
consorte, si ritirò dall'arte .
A codesti menzionati allievi, aggiungeremo la violinista Albertina da
Fonseca , nata in Rio de Janeiro. Essa fu suonatrice delicata e di passione
quando le fummo maestro ; poscia passò come allieva all' Istituto Nazionale
di Musica , ove si perfezionò negli studi musicali e nell'armonia . Negli ul
timi tempi pare che abbandonasse il suo prediletto strumento per dedicarsi
all'insegnamento del solfeggio ; e divenne quindi professoressa di detta
materia nel riferito Istituto, carica che tiene tuttora con lodevole disim
pegno .
Finalmente, fra i nostri cari e diletti allievi, ricorderemo ancora questi
altri di segnato valore : Roberto Kinsman Benjamin , Joseph Foetterle , Fe
lice Bernardelli, Luigi Margutti, dell' Istituto Benjamin Constant, morto
giovanissimo, dopo aver fatto molto parlare di sè , come promettente violi
nista . Non taceremo sul merito di un' altra intelligente allieva nostra,
Leonora Granjo, oggi maestra aggiunta all' Istituto Nazionale di Musica ; si
produsse una sola volta in pubblico, in un concerto al Cassino fluminense,
a beneficio d'una istituzione pia, riportando un brillante successo colla ese
cuzione della « fantasie suédoise » , di Léonard. Mai più volle ricomparire in
pubblico , pur sapendo di riportare esiti buoni. Pubblicò una bella « pre
ghiera », per violino.
Un altro bravo artista, pur noto favorevolmente nel mondo artistico
come eccellente violinista dell' epoca dei precedenti, fu Serpa Junior, nato
in Rio de Janeiro verso il 1878 ; fece i suoi studi sotto la nostra scorta, come
allievo dell' Imperiale Conservatorio e vi ebbe, come meritato premio , la me
- 481 -

daglia d 'oro agli esami finali. Passò dopo a ricevere i consigli del noto vio
linista Joseph White, di cui si diceva allievo . . . Serpa Junior, troppo pre
sto rubato dalla morte, era veramente un violinista abilissimo e sopratutto
rimarchevole per la sicurezza della sua magnifica tecnica.
Ricorderemo inoltre Antonio Abramo Raposo , abile e modesto violi
nista brasiliano, nato a Prados (Minas Geraes), ove, fanciullo , iniziò i suoi
studi di violino, proseguiti quindi in Rio de Janeiro, sotto la direzione di
Leocadio Rayol e V . Cernicchiaro, nell'Accademia di Musica. Sebbene non
si sia esposto che poche volte come concertista, ebbe a distinguersi come
insegnante.
Giulia Beltram , violinista di celebre rinomanza europea, si faceva udire
al suo ritorno da Buenos Ayres, in Rio de Janeiro , ove diede vari concerti
al teatro « Recreio dramatico » (giugno 1880). Malgrado lungi fosse dalla
celebrità , dimostrò una buona tecnica , molta nitidezza ed una forte espres
sione nel modo di suonare .
L 'anno appresso (1881), Francesco Padovani, violinista italiano, anno
verato fra i distinti concertisti, si produceva in una « Soirée musical » (3
gennaio ), alla Sala dell' Imperiale Conservatorio di Musica, onorato dalla
presenza delle LL . MM . II. Il Padovani si diceva inventore del nuovo stru
mento « violino-ottavisono» , che noi ignoriamo, con brevetto dell'Acca
demia di Parigi.
Degno di special cenno è Giulio Bastiani, uno dei più reputati violinisti
italiani in S . Paulo, ove prese stabile dimora fin dal suo arrivo in Brasile
(1882). Ivi fu sempre festeggiato ed applaudito per la sua buona scuola ,
il suonar chiaro, brillante, e la perfetta tecnica , nonchè stimatissimo per
lo sviluppo che diede allo studio del violino come provetto insegnante, dalla
cui scuola sono usciti i migliori violinisti che vanta la Paulicea. Si distinse
anche nell'arte classica, come primo violino nel Quartetto del Club Haydn ,
fondatosi, nel 1887, nella surriferita città : club che ebbe grandi meriti
per la diffusione della musica da camera ai suoi tempi.
Musicista di non poco pregio, ha scritto diversi lavori per il violino :
« Sarabanda » , « Romanza » , « Capriccio - valsa » , « Mazurka » , « Serenata
hespanhola » , « Seconda valsa » e due pezzi per violino solo , assai ben fatti.
Negli ultimi anni veniva chiamato a reggere la cattedra di violino del
Conservatorio di Musica in S . Paulo , cattedra che onoratamente tuttora
occupa.
Ricorderemo il violinista José Simões Junior, portoghese, il quale si
produsse in un concerto del Club Beethoven, 29 giugno 1883. Fu il primo
maestro del violinista Chiaffitelli.
Lodevole violinista , nato il 10 febbraio 1909, in S . Luigi del Maranhão,
fu Leocadio dos Reis Rayol. Ivi egli fece la sua educazione musicale, per
-- 482 -

divenire poscia uno dei migliori musicisti e pregiato violinista della sua
terra natale . Nel 1883, passò a Rio de Janeiro, ove di distinse come profes
sore di violino e concertista, prendendo parte in molti concerti del tempo
dell' Impero, a fianco di F . Pereira da Costa, V . Cernicchiaro, J. White, ed
altri artisti notevoli dell'epoca.
Come compositore scrisse alcune gentili pagine per violino ; ma maggior
gusto egli rivelò nella musica sacra, lasciando un gran numero di Messe,
Novene, Salutaris, Ave-Maria, ecc ., notandosi la sua grande Messa che, non
soltanto nel Maranhão, ma anche in Bahia , era conosciuta sotto il titolo
di « Messa Spagnuola » , e sempre eseguita di preferenza e con grande entu
siasmo in tutte le solenni festività religiose ( 12 ).
Fu anche stimato funzionario pubblico , nel cui posto la morte lo sor
prendeva il 7 giugno 1909, a sessant'anni di età .
Merita pure di essere segnalato il distinto violinista Ismael Diepedaal,
francese , il cui debutto al Club Beethoven , nella sera del 27 luglio 1883, fu
coronato da lieto successo.
Nell'agosto dello stesso anno, giungeva a Rio de Janeiro , contrattato
espressamente dal Club Beethoven , scelto e raccomandato dal celebre mae
stro Carlo Reinecke, direttore del Conservatorio di Lipsia , il distinto violi
nista Otto Beck , il cui debutto aveva luogo il 13 agosto 1883, interpretando
il concerto di Mendelssohn , e il « Rondò capriccioso » , di Saint-Saëns.
Era un violinista di talento , malgrado qualche irregolarità nell'inter
pretazione, e poca grazia nel suonare.
Visse alcuni anni in Rio de Janeiro. Ritornando poscia alla sua patria ,
vi mori nel 1890 .
In un concerto dello stesso Club , 13 agosto 1886 , si distingueva il gio
vane artista F . Castellani, primo violino della compagnia lirica dell'impre
sario Claudio Rossi, suonando egregiamente la « Fantasie - caprice » , di
Vieuxtemps, e l' « Aria variata », di Vieniawski.
Ivi pure si produsse, nel settembre 1886 , un violinista di eccezionale
talento , la cui calda cavata, la brillante e chiara esecuzione, con un senti
mento tutto personale , scossero l'uditorio. Egli era Johannes Wolf, d'origine
olandese, nato nei pressi di Haja, l'anno 1863, e primo premio di violino
del Conservatorio di Parigi e di Dresda ; ma la sua celebrità era già assodata
nella sua patria , giacchè, a 15 anni di età, riceveva una pensione dal Re, e
più tardi il titolo di violinista della Real Camera .
Johannes Wolf, oltre alle qualità suaccennate, possedeva in alto grado

( 12 ) Si noti che, ad eccezione di alcune composizioni come: romanze , gavotte ecc.,


tutte le altre produzioni di maggior importanza rimasero inedite .
- 483 –

una sonorità penetrante ed elettrizzante, colla sicurezza e la competenza di


una valorosa tecnica.
Nessuno meglio di lui -- secondo il nostro giudizio – suonò con tanto
delizioso brio il « Souvenir de Moscou » , di Vieniawski, e la « Ballade et
Polonaise » , di Vieuxtemps » .
I due concerti di questo insigne violinista , dati, il primo a Petropolis
(30 aprile 1886 ) e il secondo in Rio de Janeiro (18 maggio), al teatro D . Pe
dro II, furono per il pubblico una rivelazione e per il concertista un trionfo .
Merita un cenno anche la sua collega e compagna di escursione arti
stica Virginia Synai, paraense, che fece i suoi studi a Parigi, nella classe
del professor Massart, al Conservatorio di detta città .
Possedeva una esecuzioe corretta , ma senza essere una violinista elet
tissima, bisogna concedere l'onore e il vanto delle buone attitudini musicali,
rivelate con serena facilità nelle maggiori difficoltà tecniche.
Si possono spendere alcune parole di lode anche pel violinista Carlo
Feininger, a cui non mancarono gli applausi allorchè si produsse (8 . luglio
1888 ) fra quelle indimenticabili serate musicali del Club Beethoven , suo
nando, senza grande brillantismo, ma con corretta esecuzione, il « Con
certo » in miminore, di Mendelssohn .
Parole di lode merita anche il violinista Leopoldo Miguez, che giunse,
fin dai primi anni dal suo ritorno in patria ( 1884), a godere d 'una bella ri
nomanza, quando si occupava con ardore del violino, producendosi con
successo nelle riunioni private e poscia in pubblici concerti.
Studiò nella città di Oporto , come dicemmo nel suo cenno biografico,
col noto violinista Nicolau Ribas, e ivi, giovanissimo, in possesso di una
buona tecnica, riscuote applausi entusiastici. Nel 1882, in un concerto del
Club Beethoven del 18 febbraio , si ebbe campo di apprezzare vieppiù l'abi
lità non comune di questo distinto violinista, nell'esecnzione di un quar
tetto di Haydn e la « Sonata a Kreutzer » , di Beethoven, eseguita assieme al
pianista Alfredo Bevilacqua.
L 'egregio artista dilettante, da quest'anno in poi, non pareva più legato
alle esigenze dello studio del perediletto suo strumento , e lo trascurava.
Bisogna però tener conto di quella nota passione per la composizione, so
praggiuntagli in detta epoca , la quale fu causa del suo divorzio col violino,
per il quale, più volte, in grazia al suo bel suonare, aveva riportato suc
cessi ben meritati e lusinghieri.
In detto Club esordiva anche, nel giugno 1883, un intelligente giovane
violinista italiano, Casalla Italo. Suonò ” « Elegia » , di Bazzini e la « So
nata » n . 5 op. 29, di Beethoven .
Ivi si produsse anche una brava e giovane violinista brasiliana, allieva
di Joseph White, signorina Teresina Bastos.
-- 484 -

Miss Sullevan , direttrice dell'orchestra femminile americana, apparsa


fra noi nel 1888, si produsse anche come violinista solista .
Nel 1889, si aveva a sentire una violinista di viva ed eccezionale voca
zione artistica, nata in Italia nel 1875 , Giulietta Dionesi.
Studiò in patria , sotto un maestro di bella fama, il Consolo , professore
al Conservatorio S . Pietro a Majella , di Napoli, ove la bambina Giulietta , a
soli 12 anni di età , riportò il gran premio. Nell'anno seguente (1889), passò
a Madrid , Valenza , Lisbona, ove suonò riportando, oltre ai più splendidi
trionfi, titoli onorifici, rare volte concessi agli ingegni della sua età : il Con
servatorio di Madrid , la distingue col titolo di socia onoraria, e l'Accademia
Musicale di Lisbona, la nomina socia di merito della stessa.
Giunse in quell'anno, a Rio de Janeiro , ove doveva fermarsi per un
lungo soggiorno ; produsse quivi una grande impressione pel suo suonare
chiaro ed appassionato. Noi ascoltammo ripetute volte la squisita , delicata
e valente violinista , e ne rimanemmo sorpresi e commossi. Quasi tutte le
provincie del Brasile ebbero ad ammirare il suo potente ingegno. Giulietta
Dionesi era indubbiamente , una violinista fra le più elette del suo tempo.
A Rio de Janeiro fu chiamata la diva del violino; i suoi sei affollati concerti,
dati dal 15 luglio all'agosto (1889), al teatro Sant'Anna, furono una serie di
clamorosi successi. La felice giovanetta , appena raggiunti i 17 anni, sposava
un uomo, il suo segretario , che mai più doveva farle sentire lieta la vita.
Negli ultitmi anni della sua esistenza errabonda, la sua arte, pur conser
vando la stessa luce, la stessa poesia , rivelava tristezza e duolo; e di duolo
e quasi nell'indigenza, moriva l'angelica violinista , in Ouro Preto, verso
l'anno 1912, lontana dai figli, abbandonati alla caritatevole protezione di
varie famiglie brasiliane dell'interno di Minas e S. Paulo.
Rammentiamo che, nello stesso anno, si udiva una giovane violinista
brasiliana, Maria Augusta Petit, la quale si presentava per la prima volta
in un concerto all' Imperiale Conservatorio di Musica (29 agosto 1889).
Studiò con suo padre e poscia col White, e l'autore di questo lavoro .
In detto anno passò in Francia,'ove compi i suoi studi sotto la direzione di
Carlos Dancla, a Parigi; in seguito , sposò e prese stabile dimora nella città
natale del genitore, ove oggidi esercita l'arte , amata ed applaudita come
concertista e insegnante .
Preceduto da buona rinomanza , giungeva in Rio de Janeiro 1890 , il violi
nista francese Marcel Herwegh . Il 21 luglio, dava un suo primo concerto al
teatro Sant'Anna. Suonò con eccessiva perturbazione nervosa e perciò non
corrispose alla fama da cui era preceduto, secondo la critica europea.
Luisa Terzi, buona violinista spagnuola, dava un concerto, 6 ottobre
1890, alla sala Hecht (ex Club Beethoven ).
Nello stesso anno si udiva un valente violinista italiano, Enrico La
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Rosa. Alla bella cavata riuniva un 'esecuzione brillante e calda. Nel suo pri
mo concerto dato , 24 agosto 1890, alla sala dell'ex Club Beethoven, suonò in
maniera da entusiasmare l'uditorio .
Nel 1891 si udiva nella nostra capitale, il noto violinista Brindisi di
Sala, cubano e di color nero. Fu molto apprezzato in un suo concerto che
egli dava, 20 ottobre, al Cassino fluminense, coadiuvato dalla cantante Fi
lomena Savio, della compagnia Ducci. Brusca e spasmodica era la sua ma
niera di suonare, e difettava di una perfetta intonazione. L 'esecuzione, però,
era snella e brillante , e brillanti erano pure i suoni armonici che traeva
dal suo strumento.
Mori a Buenos Ayres, verso i primi anni del secolo in corso (13).
Faremo cenno di un 'altra personalità violinistica , emerito collaboratore
dell'arte italiana in Rio de Janeiro, Ernesto Ronchini. Nato a Fano nel
1863, fece i suoi studî al Liceo Musicale di Bologna sotto la guida del pro
fessore Sarti, considerato fra i migliori suoi scolari, fra i quali si annova
ravano Serato , Respigli, ecc.
Dopo di aver occupati i più onorati posti di violino spalla dei princi
pali teatri d ' Italia , passò a Rio de Janeiro , ove, sciolti gl'impegni colla im
presa lirica Musella , prese stabile dimora . Malgrado il temperamento poco
ardito nell'affrontare le masse, più volte si presentò in pubblico come con
certista , meritando speciali applausi al concerto del Club Beethoven (1888 )
per citarne uno, eseguendo con egregia arte la « Chasse » , di Vieuxtemps;
conquistò rinomanza di abile insegnante della sua arte. Questo gli valse la
nomina di professore cattedratico dell' Istituto Nazionale di Musica, ove,
da trent'anni si segnala per l'ottimo indirizzo artistico impartito ai suoi
giovani allievi.
Compositore di buon merito , fra i suoi lavori figurano : « Minuetto » ,
« Elegia » , un poema sinfonico « Nero » , « Pedro Alves Cabral » ,« Stagioni» ,
leggenda Mistica, studi per violino ed un 'opera inedita « Dhalma », di cui
si udì un bello « intermezzo » , eseguito al concerto del celebre violinista
Thomson , 2 ottobre 1903, (teatro lirico).
Una stessa lode si potrebbe attribuire ad un compagno del precedente
artista , Riccardo Tatti, uno degli ultimi cultori dell'arte violinistica italiana
in Brasile, ove giunse nel 1893, come primo violino - solo dell' orchestra
Mancinelli.
Il Miguéz, allora direttore dell' Istituto Nazionale di Musica , scorgendo
nel giovane artista la buona scuola di cui era dotato , lo propose come pro

(13) Nel 1917, la stampa locale impedi che le sue ossa fossero gettate nella
fossa comune.
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fessore insegnante. Dalla sua classe dovevano, in seguito , uscire provetti


allievi.
Riccardo Tatti era nato a Bellinzona (Svizzera italiana ), nel 1859.
Cominciò i suoi studi nella sua città natale; passò indi a Milano per
completarli sotto la direzione del Rampazzini al Conservatorio di detta
città (1874 ), ma non giunse a terminarlı per ragioni che noi ignoriamo.
Negli ultimitempi di sua vita, volle lanciarsi —- senza abbandonare l'arte —
negli affari industriali, con risultati negativi, avendone affanni e grattacapi.
Dal punto di vista musicale , il Tatti si distinse appena , lasciando due
modesti pezzi per violino solo : « Preghiera della sera » e « Notturno .» .
Egli mori in Rio , il 5 luglio 1916 , la sua salma, coperta di fiori, fu ac
compagnata dalla maggior parte dei suoi allievi e da molti colleghi.
In buona luce ci appare il nome di Emilia Frassinesi, violinista italiana
di buon talento , esecutrice provetta ed ardente, con un'anima artistica delle
più pregiate. Soggiornò parecchio tempo in Brasile , ove assieme alla so
rella Fatima Miris (nome di battaglia), visitò le principali città degli Stati,
con esito soddisfacente.
Il suo primo concerto in Rio (19 giugno 1905), aveva luogo alla sala
dell' Istituto Nazionale di Musica , col concorso dell'eminente pianista Ar
turo Napoleone, eseguendo con lieto successo, i seguenti pezzi : Vieuxtemps,
<< Ballade et Polonaise » ; Cernicchiaro, « 'Tarantella » ; Tivador, « Danze Tzi
gane » ; Paganini, « Le Streghe » .
Ai pregiati artisti che vissero lungo tempo fra noi si associa il noto
Rafael Diaz de Albertini, distinto violino cubano, allievo del Conserva
torio di Paragi, città ove cominciò brillantemente la sua carriera di con
certista . Nel 1902 lo troviamo in S. Paolo , reduce da un grande giro arti
stico attraverso le principali città . Nel 1904- 1907 , si faceva udire in Rio e
Petropolis; nei suoi concerti suonò con buona arte : la « Ciaccona » , di Bach
e « Le Streghe » di Paganini.
Compositore, si conosce di lui una bellissima « Berceuse » per violino
e pianoforte .
Nello stesso periodo ricorre il nome di Arthur Ascanio, violinista bra
siliano, nato in S . Paolo , verso il 1860. Studiò nel Conservatorio di Parigi,
nella classe del celebre maestro Léonard ; e si diceva ne avesse riportato il
primo premio. Ritornando in patria nel 1902, si faceva sentire in Rio , il 26
gennaio , in un concerto esclusivamente destinato alla stampa....
E' da ricordare il nome di Gerolamo De Angelis, distinto violinista , pro
fessore al Conservatorio di Milano e primo violino-solista al Teatro alla
Scala . Fu molto applaudito in un concerto ch' egli dava al « Cassino Flu
minense » suonando con buona arte il concerto di Mendelssohn .
Nel 1904, appare il giovane violinista Sergio Macedo de Barincourt,
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brasiliano, il quale si diceva allievo del Thomson . Nonostante la sua gio


vanile età - 12 anni età in cui si esagera all' eccesso ogni grande o pic
colo talento , il pubblico restò indeciso sul merito suo .
L 'anno seguente 1905, uno splendido trionfo doveva riportare un gio
vanetto della stessa età del precedente , Florizel Von Reuter, violinista nord
americano, allievo di Thomson e Jsaye. Il Florizel era veramente un talento
superiore nell'arte violinistica, con diritto al titolo di fanciullo -prodigio.
· Oltre alla tecnica ineravigliosa, mirabilmente sicura, possedeva una
cavata caldissima ed un vero sentimento d 'arte .
Il suo primo concerto in Rio , aveva luogo all' Istituto Nazionale di Mu
sica (1° agosto 1905), con un successo delirante.
Nella stess'epoca appari Luigi Sarti, noto violinista italiano, discendente
da una famiglia bolognese, nella quale è tradizionale l'arte musicale , mas
sime la violinistica . Nel suo concerto in Rio, si segnalò per la buona scuola
e perfetta esecuzione. Abile insegnante, giovo della sua esperienza e dei suoi
consigli la gioventù studiosa paraense, come professore al Conservatorio
della capitale , ove soggiornò parecchi anni.
Ricorderemo, inoltre, il violinista portoghese Moreira de Sá, compagno .
di escursione artistica in Brasile, al noto pianista Vianna da Motta .
Moreoira de Sá, tenuto in conto d 'intelligente e colto uomo, e di fatti lo
era, come violinista concertista non riuniva quelle alte qualità artistiche
di virtuoso veramente detto ; debole era la sua cavata e deficente l'intona
zione. Ciononostante, il Moreira de Sá, ebbe enorme successo , e la stampa
fu lusinghiera di giudizii altisonanti ! . . .
Intorno ai medesimi tempi appare il noto Francesco Chiaffitelli, uno
dei più distinti violinisti brasiliani contemporanei, nato in S. Paolo nel
1880. Cominciò i suoi studi in Rio de Janeiro, col maestro Simões, porto
ghese, e passò giovanissimo a completarli al Conservatorio di Bruxelles,
sotto la scorta dell' Jsaye . Ritornò in patria nel 1903, ben nutrito di qualità
artistiche e col titolo di primo premio del riferito Conservatorio . Iniziò la
serie dei suoi concerti in Petropolis , ove si esibi con esito brillante (6 mag
gio 1903). Passò di nuovo in Europa, soggiornando lungo tempo a Parigi,
ove lasciò tracce simpatiche della sua vita artistica, come concertista .
La sua nomina a professore di violino all' Istituto Nazionale di Musica ,
lo indusse a tornare in patria , dedicandosi con vero ardore all'insegna
mento ; dalla sua scuola sono usciti pregiati violinisti. Non è privo d 'inte
resse ricordare che il Chiaffitelli ebbe a fondare la Società Amigos da Mu
sica e il Trio per la musica da camera. Compositore, ha scritto vari pezzi
per canto e violino, i quali fanno fede della sua buona educazione musicale .
Qui cade opportuno ricordare altri giovani valenti violinisti, che por
tano già un nome caro all'arte nazionale .
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Bisogna segnalare pel primo Leonida Autuori, un giovane ingegno


italo -brasiliano, che un giorno non lontano diverrà uno dei primi violinisti
del mondo . Ha tutto con sè : tecnica meravigliosa , molto sentimento, sono
rità stupenda, ardore nel fraseggio ed una pregiatissima intuizione mu
sicale . Nel suo primo concerto dato in Rio (1920), suonando senza temere
le più ardue difficoltà della letteratura del violino , fu difatti una eccezio
nale rivelazione ed una promessa fulgida.
Un altro giovane che partecipò degnamente alla schiera dei buoni violi
nisti, fu Mario Caminha, nato al Rio Grande del Sud (1897), morto in Rio
de Janeiro nell'ottobre 1918. Cominciò i suoi studi nello stato natale , col
violinista spagnuolo Andrea Gaos, e li terminò sotto la guida del celebre
Jsaye, al Conservatorio di Bruxelles. Pochi mesi avanti la sua morte , si
esibi con lieto successo in un concerto , realizzato il 19 giugno alla sala del
« Jornal do Commercio ».
Al numero delle buone violiniste appartiene Anna Maria Milone, nata
in Santos nel 18....., ove fece i suoi primi studi. Nel 1905 passò a Rio de Ja
neiro, ove prese stabile dimora ; e ivi si fece udire con esito soddisfacente
in un concerto, che dava al teatro « Recreio dramatico » ( 15 aprile 1905 ).
Occupò per parecchi anni il posto di professoressa ausiliare nell' Istituto
Nazionale di Musica, sotto il nome di Maria Milone Vaz.
Ricorderemo pure il distinto violinista Sansino Alves Carneiro Pinto,
nato a Pernambuco , ove morì (?), il cui figlio , Benedicto Carneiro Pinto,
onora, come violinista, le belle qualità artistiche del compianto padre .
Un altro bravo artista pernambucano, che emerse nell'arte del violino,
è Ildefonso Torres Pereira , tenuto in conto di distinto esecutore.
Nel suo giro artistico alle principali città nordiche, ebbe grandi suc
cessi,massime in Manaus, ove prese stabile dimora, e caldamente ammirato
ed amato dalla società locale.
Pure da buona fama è circondato il nome di Joaquim Gonzaga de Me
nezes, conterraneo dei due precedenti artisti. Fu distinto esecutore e sti
mato insegnante.
Degni di cenno sono pure i fratelli Marsicano : Carmine, Vincenzo e
Giuseppe, tutti e tre brasiliani, nati in Rio de Janeiro, ove fecero i loro
studi come allievi dell' Istituto Nazionale di Musica, uscendone con rino
manza di intelligenti violinisti. Carmine, certamente, oltrepassò i fratelli,
giacchè egli giunse al grado di forte e valente esecutore. Allievo di Leopoldo
Miguéz, ottenne con molto onore il primo premio nel 1902, anno in cui
dava il suo primo concerto al Parque Fluminense (26 ottobre ), con reale
successo .
Il 27 aprile si presentava al pubblico di Rio , un singolare violinista ,
André 2° Dalma. Nel suo programma figuravano pezzi difficili, ma l'esecu
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zione fu poco felice, e lo stile non degno di lode. Il temperamento di questo


violinista sapeva troppo di eccentricità ; ma ben lontano delle virtù e qua
lità di Ode Bull, l'artista più bizzarro del mondo, ma ottimo violinista .
Conde José de Sabbatini, violinista brasiliano, nato nell’Amazonas,
diede concerti in molti Stati della sua patria , ove lo tennero in conto di
buon violinista . Nel giugno 1909, venne a Rio de Janeiro per darvi un con
certo, annunciato con un programma alquanto eccentrico . Poscia si tra
sferi a Corityba, ove prese stabile dimora, esercitando l'arte d'insegnante.
Nello stesso anno, un pregiato violinista portoghese, Julio Cardone,
allievo del Regio Conservatorio di Lipsia e professore al Conservatorio di
Lisbona, si segnalava, in Rio de Janeiro, come valoroso esecutore nel suo
concerto del 12 novembre (1909).
Nell'anno 1910 apparve un altro distinto violinista , Miguel de Nicastro.
Nicastro era figlio della Repubblica dell' Uruguay; studio in Germania ,
ornandosi, al ritorno in Patria , col titolo di celebrità (sic). Era dotato di
calda cavata e notevole sicurezza della tecnica .
Nel 1912, 4 dicembre, era udito alla sala del « Jornal do Commercio »
di Rio , un altro distinto violinista, Mamede da Costa , brasiliano, nato al
Pará nel 1881, ove fece i suoi primi studi, con la violinista brasiliana Vir
ginia Sinay, poscia compiuti in Germania al Conservatorio di Lipsia , sotto
la guida del professore Arno Hilf, ottenendo il diploma firmato dai pro
fessori Arno Hilf, Leo Grill e Dr. Merkel.
Al ritorno in patria, veniva nominato professore cattedratico della
scuola di violino del Conservatorio « Carlos Gomes » della sua città na
tale, di cui fu anche direttore interinale dal 1903 al 1904 , con meritato
encomio .
Percorse le principali città del Nord del Brasile , ottenendo ovunque
lieti successi come violinista di eccellente tecnica e buona educazione mu
sicale . Oltre che violinista, Mamede da Costa si rivelava anche composi
tore, pubblicando vari lavori per violino assai ben fatti. Oggi risiede in Rio
con rinomanza di stimato insegnante.
Fra i violinisti brasiliani va ricordato Efisio Anedda, nato in Nictheroy,
nel 1895 ; fece i suoi studi in Germania, sotto la scorta del noto Hans Sitt,
al Conservatorio di Lipsia . Ritornò in patria nel 1919, anno in cui si esibi
in un pubblico concerto , con esito poco felice.
Franz Költner, violinista tedesco , visse alcun tempo in Rio de Janeiro ,
ove spesse volte si fece udire come concertista .
Joaquim Ferreira da Silva , violinista portoghese, con residenza in Rio
de Janeiro , segui i suoi studi di violino in Lipsia , nella scuola di Hans Sitt,
e classificò intelligentemente pezzi e studi per violino, registrati nel
catalogo della casa Arthur Napoleão (1914 ).
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Nello stesso anno 1914, appari un valoroso giovane violinista russo,


Misca Violin (Gorski), con 16 anni di età. Nato a Odessa nel 1899, ivi co
minciò i suoi studi, passando poscia in Germania , ove divenne allievo del
Conservatorio di Berlino , formandosi alla classe del professore Fiedelmann,
e ottenendo la medaglia d' oro. Esordi il 2 maggio , alla sala del « Jornal do
Commercio » , con esito brillante. La stampa unanime ebbe a incensarlo ,
proclamandolo una celebrità . Il suo stile allora non era perfetto , cosa, del
resto , che accade a tutti i giovani della sua età ; ma era già dotato d 'una
brillante e calda tecnica. Tornato a Rio de Janeiro negli anni 1915 - 1919,
con un meccanismo più sviluppato ed uno slancio di maggior bravura,
ebbe a meritarsi, nei suoi molteplici concerti, grandi applausi.
Un nome d 'intelligente violinista brasiliano tiene il giovane Antonio
Cardozo de Menezes filho, nato in Rio de Janeiro nel 189... . Studiò solfcg
gio col professore Orfeo , e divenne quindi allievo, per il violino, dell'autore
di questi scritti. Destro professore nell'orchestra, si esibi, nel maggio 1914 ,
come abile concertista, facendosi applaudire.
Cecilia Falco è un'altra violinista di S. Paulo , fu suo professore Zaccaria
Autuori. Venne a Rio de Janeiro nel 1919 , ove si fece udire con lieto
successo .
Si può anche considerare come buona violinista Maria Luigia de Aze
vedo, dotata di buona tecnica e perfetta intonazione. Fece i suoi studi nel
Conservatorio Dramatico e Musicale, in S. Paulo , nella classe del noto pro
fessore Giulio Bastiani, conquistando onorevolmente il suo diploma. Nel
1916 si fece udire con lieto successo in Rio .
La giovane Branca de Carvalho, è un'altra intelligente violinista ; fu
suo maestro Manuel Joaquim de Macedo, e continuò quindi i suoi studi
sotto la guida di V . Cernicchiaro, in Rio de Janeiro . Passò poscia a Bello Ho
rizonte , ove la famiglia prese stabile dimora. Nel 1905 , Branca de Carvalho
ivi suonò in un concerto , lasciando un bel ricordo artistico intorno al suo
nome.
In detta epoca si segnalava un'altra intelligente violinista , Corina Fon
toura , nata in Rio de Janeiro, nel 189... . Fu allieva dell' Istituto Nazionale
di Musica, ove ebbe lezioni dal prof. Riccardo Tatti.
Alla stessa scuola appartiene Olivia Cunha, violinista ed ' apprezzata
cantante, allieva del prof. Tatti e di Gilland, dell' Istituto Nazionale di
Musica.
Tanto nel violino, quanto nel canto, Olivia Cunha rivelò uno squisito
sentimento. Oggidì ella occupa la cattedra di professoressa di canto corale,
nell' Istituto Benjamin Constant,
Molto lodata fu la giovane violinista paulistana Celina Branco, in un
concerto che dava in Rio, nel 1916 ; freddo temperamento , ma abilissima
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esecutrice, facendosi applaudire nella Ciaccona di Bach e nel Concerto di


Wieniawski. Fu allieva del professor Giulio Bastiani, in S . Paulo , e si perfe
zionò poscia sotto la guida del Thomson, a Bruxelles.
Si può considerare anche come buona violinista la giovane Maria Pau
lina Lopez, allieva dell' Istituto Nazionale di Musica, della classe del pro
fessor Chiaffitelli, uscita col titolo di primo premio .
Esordi con esito felice (22 luglio 1916 ), in un pubblico concerto.
Un'altra giovane e distinta violinista di lieto avvenire è Carmen de
Castello Branco, allieva di Riccardo Tatti, nell'Istituto Nazionale di Mu
sica , dal quale usci col distintivo di primo premio.
Buona violinista si può chiamare anche la giovanetta Dinorah Milone,
nata in S . Paulo , ove studio , come allieva del Conservatorio di Musica, sotto
la direzione del professor Giulio Bastiani. Il 7 luglio 1920 , si esibi in Rio
de Janeiro, con lieto successo .
Ricordiamo la giovane Marina Milone Vaz. Ella nacque a Santos nel
1902, e ivi fece i suoi studi di violino colla propria madre, e li terminò
brillantemenete all' Istituto Nazionale di Musica , nella classe del professor
Chiaffitelli, conquistando, negli esami finali, il primo premio. Dotata di
singolari attitudini:tecnica eccellente, purezza di suono, virile energia e
in procinto di formarsi uno stile personale.
Un 'altra intelligente giovane violinista , che si afferma esecutrice straor
dinaria in un suo « Recital» al teatro Municipal (7 luglio 1918 ), è Dora
Soares. Dedicatasi al violino per diletto , prima studiando col professore
Altemira , e poi seguendo la scuola del Chiaffitelli, nell' Istituto Nazionale di
Musica , riusci, col merito speciale della sua virtuosità, a misurarsi coi più
valenti nostri violinisti viventi.
Merita un cenno anche il valoroso artista , Edgardo Guerra, ritenuto
come uno dei più notevoli violinisti del nostro ambiente artistico.
Egli nacque in Petropolis nel 1882, da distinta ed agiata famiglia ; fu
allievo del noto violinista J . White , in patria ed a Parigi ; quindi passò a
Londra, per perfezionarsi sotto la guida del celebre Emilio Sauret, per
divenire in seguito un distinto artista, esecutore di garbo, con padronanza
della tecnica, purezza di suono e sentimento d 'arte seria .
Dopo essersi fatto applaudire in diversi centri musicali europei, fece
ritorno in patria , ove riportò meritati successi, e si ebbe a meritare anche
l'onorificenza di membro onorario dell' Istituto Nazionale di Musica , e la
nomina di libero docente dello stesso stabilimento.
Compositore di talento , ha scritto, nel genere gentile e puro, vari la
vori per il violino, fra i quali si nota la bella « Melodia » nello stile antico .
Ed è pure degno di nota il violinista Eurico Marques, nato in Santos,
nel 1890 , di famiglia dedita al commercio , ma senti vivo fin da fanciullo
-- - 492 - -

lo stimolo agli studidella musica e del violino, che coltivo nella città natale,
poi in S. Paulo, ove fece le sue prime prove come distinto concertista, giu
dicato favorevolmente dalla critica, che ne metteva in rilievo le qualità di

-
brillante e forte esecutore, con una calda e sicura tecnica.

-
A degna chiusa di questo capitolo , giova menzionare i nomi degli odier
nissimi giovani violinisti, i cui principali a ricordare, sarebbero i seguenti:

-
Pery Machado, una bella promessa dell'arte violinistica, virtuoso di
slancio e di calda e valente esecuzione: Frederico deAlmeida , forte ed ardito
esecutore; Mario Ronchini, rimarchevole per la sua buona ed ardita tecni
ca ; Orlando Frederico, abile esecutore e , oggidi, stimato insegnante; Djalma
Ribeiro Lessa, violinista dalla vigorosa cavata e di espressivo sentimento :
Carmen Lorena Boisson , un temperamento violinistico caldo ed inconte
stabile ; Gutemberg de Moraes, abile violinista , uno dei migliori allievi del
Bastiani; Marcos Salles, bravo violinista anch 'egli, ed altri che si potrebbero
aggiungere alla valorosa schiera, i cui nomi, che verranno presto in eccel
lenza dell'arte, spuntarono e fiorirono mentre questo lavoro si accostava
al torchio di stampa.
Donde segue che il nostro ambiente artistico , ad onta della sua ristret
tezza , non manca di buone organizzazioni violinistiche, e, ispirandoci al
concetto della loro viva intelligenza, nello studio assiduo, dobbiamo augu
rarci che tutti accarezzino rispettosamente l'arte dello strumento sovrano,
fuggendo allo stile spasmodico, alle smancerie affettate e nocive al buono
stile, pensando al gusto classico , al sentimento inerente all'indole nostra,
all'arte, infine, universale, onde onorarla in patria ed altrove .
- - -
--
CAPITOLO XXV.
(1900-1922)

VIOLINISTI CELEBRI
UDITI IN RIO DE JANEIRO NELL'ULTIMO PERIODO

Sentimento e tecnica. -- Cesare Thomson e Franz von Vecsey. - Florizel vou


Reuter, talento precoce . -- La tecnica impassibilc di Kubelik . - La eleganza im
pressionante di Juan Manen, -- Altri violinisti.

Dopo Sivori, Sarasate ed altri valenti violinisti non lungi dalla celebrità,
uditi ed ammirati in conformità del loro giusto merito , ricorderemo il ring
matissimo violinista e compositore Cesare Thomson , nato a Liegi (Belgio),
il 18 marzo 1846, ove fece i suoi studi sotto la guida di Giacomo Depuis e
il celebre Léonard . Dotato di uno straordinario talento musicale e di una
tecnica prodigiosa, fece il giro del mondo sotto una pioggia di brillanti
trionfi. Nel 1905, di ritorno dal Plata, ove la sua maestria trionfa dal lato
artistico ed economico, a Buenos Ayres e Montevideo , in circa quaranta
concerti, volle visitare anche la nostra capitale, ove dava il suo primo ed
ultimo concerto (teatro lirico) alla presenza d 'uno scarso pubblico : due
cento persone appena ! che, del resto, lo colmarono di calorosi applausi,
poichè trovarono in Thomson un concertista di valore eccezionale, un ese
cutore fenomenale , a momenti un Paganini redivivo ; presentatosi al nostro
pubblico, senza la solita esagerata , ciarlatanesca « réclame » del cartellone !..
Il successo fu dei più grandi, esegui pezzi dei sommi classici italiani,
del concerto di Max Bruch, meritando la palma del trionfatore e mostran
dosi vero signore delle più irte difficoltà tecniche del violino. Si sperava
un secondo concerto , perchè potessero assisteryi migliaia di persone; ma,
all'indomani, prendeva imbarco tornando in patria e portando seco un ri
cordo non lieto del nostro mondo artistico , il quale spesso non accoglie
come dovrebbe gli artisti di altissimo merito.
Florizel von Reuter, un fanciullo di raro talento, che accoppiava al
suo suonare una tecnica straordinaria e intonazione perfetta , suonando
pezzi irti di difficoltà , riscosse i più vivi applausi nei suoi concerti dati a
- 494 –

Rio de Janeiro (1906 ). Ritornato in Europa, il prodigioso fanciullo moriva


poco tempo dopo, nella città di Atene (1).
Più felice fu senza dubbio il celebre J . Kubelik, venuto a Rio nel 1910 ,
che, oltre al grande successo artistico , ebbe a sentire quello dei forti in
cassi. Il nome del grande artista giustificava il trionfo completo . Si trattava
di sentire un violinista ungherese che, al par del Thomson, sarebbe un pro
digio : tale era la sua rinomanza e la potenza della sua sbalorditiva tecnica.
Però nel suo violino non vibrava il suo cuore, nè la sua esecuzione era cir
confusa di luce e di poesia . In compenso , la sua tecnica valorosa , sorpren
dente , eccezionale, era ravvivata da una miracolosa , impeccabile , elettissima
perfezione e intonazione; in essa palpitava la vita sua, il suo talento musi
cale e la sua fama mondiale. Noi che lo udimmo più volte sulle scene del
nostro teatro Municipale , trovammo che nessuno meglio di lui eseguiva i
« Palpiti » e la Campanella del secondo concerto di Paganini; l'eccellenza
nella perfezione toccava la perizia mirabile del fascino.
L'anno 1911 ci apparve un terzo celebre violinista : Franz Vecsey. Vec
sey debuttò al teatro Municipale, con un successo strepitoso dinnanzi al
nostro pubblico musicale. Le serate dei suoi concerti passarono di entu
siasmo in entusiasmo. L 'anima, la calda cavata , il forte sentimento , la pu
rezza dei suoni, si congiungevano alla esecuzione impeccabile, strabiliante ,
nel grande artista ungherese.
Nato in Buda-Pest, allievo di Hubay, ammirato dal celebre Joachim ,
sconvolgeva l'anima di tutto l'uditorio colla sua mirabile esecuzione del
1° « Concerto » in re e delle « Streghe » , di Paganini; « La ronde des Lu
tins », Bazzini, meravigliosamente eseguiti ; il concerto di Mendelsohn ?
quello di Beethoven, interpretati con una fiamma segreta ed un brio sbalor
ditivo ; i suoni armonici semplici e doppi; le terze, le seste , le ottave, le de
cime - spavento dei provetti violinisti -- mai genio più eminente , tranne
il mago Paganini, li aveva eseguiti con maggior perfezione e precisione
che lui. Nelle tre volte che il celebre violinista ci visitava (1911 - 13 - 20 ), la
critica era unanime, concorde nel proclamare la virtuosità del grande con
certista, somma, insuperabile .
Compositore, fra le sue opere ricordiamo quattro difficilissimi capricci :
« Cascate », « Le vent », « La lune glisse à travers les nuages », « Staccato »,
eseguiti mirabilmente al secondo concerto della serie dei sei d 'abbona
mento , nei cui programmi figuravano i nomi di Tartini, Mendelssohn , Pa

( 1) La notizia della sua morte, apparsa nei giornali di Rio anni or sono, dere
essere senza fondamento . Egli vive. Lo udimmo in Napoli (1925 ) suonando meravi
gliosamente in un suo concerto, i 24 Capricci di Paganini.
-- 495 -

ganini, Lalo , Rust, Vieuxtemps, Granado, Beethoven, Max Bruch, Cesar


Franck , e Sarasate .
Nel 1910, un violinista che doveva lasciare anche forte impressione
fra noi per la eleganza , la finezza e la leggiadria del suo suonare, era Juan
Manen, spagnuolo , nato a Barcellona, nel 1880.
Non a torto il Manen ci appariva preceduto da buona rinomanza : l'opi
nione della critica europea inneggia a lui come ad una celebrità vera e le
gittima; e lo era difatti.
Se la tecnica non è in lui in grado di misurarsi con quella dei suoi emuli
Kubelik, Vecsey e Thomson, possedeva, in compenso , uno stile tutto per
sonale, lodatissimo per la grazia , la dolcezza e quelle sfumature che in
fiammano l'anima di tutto un uditorio . Più che nei pezzi romantici, egli
emergeva con esuberante maestria nei lavori classici: il 4º Concerto di Mo
zart, eseguito alla perfezione, la « sonata » in sol minore, di Bach ; la ro
manza di Beethoven ; « sonata » in re e « Larghetto » , di Nardini.
Un pezzo di non grande valore musicale, ma che giunge a destare un
delirante successo per la squisita e finissima grazia che l'imprimeva il
valente concertista, era il « Canto dell'usignuolo » , di Sarasate. Manen ſu
allievo di Alard, e si parlò di lui anche come compositore di queste due opere :
« Giovanna di Napoli » e « Alké » ; un concerto per violino, un poema sin
fonico, e vari pezzi per violino, di cui udimmo la « Cancion » e la ben fatta
trascrizione delle « Gavotte ».
. A questa piccola schiera violinistica si possono aggiungere due nomi di
giovani violinisti, già in possesso di bella rinomanza fra i virtuosi della loro
età : Michael Levchitz e Harry Farbman , apparsi in Rio , il primo nel 1921,
e il secondo nel 1923.
Il Levchitz, russo , poscia naturalizzato brasiliano, col titolo di pro
fessore del Conservatorio di Pietrogrado, dotato di una tecnica ammire
vole ed una calda cavata, esegui alla perfezione il Carnevale Russo, del
Wieniawski e il Concerto in re, di Paganini (7 giugno 1921).
Successo più brillante ebbe a riportare il Farbman , il cui talento co
me virtuoso , fece una certa impressione, pur essendo considerato spoglio
di uno stile personale . Però si apprezzò la sua tecnica mirabile, il vigore
della sua arcata, e la giustezza imperturbabile della sua esecuzione. Diede
cinque concerti.
V° PERIODO
CAPITOLO XXVI.
( 1844-1925)

DEL VIOLONCELLO , DEI VIOLONCELLISTI E


CONTRABASSISTI NAZIONALI E STRANIERI

Il violoncello come derivato del violino. - La sua vita modesta a fianco del con
trabasso . – I famosi suonatori che ne fanno conoscere le bellezze. — Le sue risorse
abbondanti e impareggiabili. - Nomi di pregiati violoncellisti. – Frederico Nasci
mento. — Il suo Melafonometro. -- Pablo Casals . - - Antonio Sala. -- Altri violoncel
listi: Luigi Anglois, Giovanni Bottesini, Guido Gallignani.

Quando femmo cenno della nascita del violino, dicemmo anche che il
violoncello è un derivato dello stesso .
Il violoncello , apparso nello stesso secolo XV, conducendo vita modesta
fra i suoi confratelli il violino e la viola , vivendo a fianco del contrabasso ,
del quale raddoppia l'ottava, doveva più tardi, mercè i famosi suonatori
Franciscello , Vandini e Antonietti da Milano , che ne fanno conoscere con il
loro insuperabile talento tutte le bellezze, tirandolo cosi dalla sua umile
condizione di semplice basso marcante , attingere un grado distinto fra
gl'istrumenti ad arco.
Nel vero dire, anche tra noi, il nobile strumento non si fece mai strada
nel campo della virtuosità , camminando di pari passo col suo simpatico fra
tello , il violino ; fu sempre meno studiato; pochi erano quelli che si dedica
vano con tenacità allo studio indefesso per raggiungere un certo grado di
perfezionamento .
Oltre a ciò, la sua grossezza e la forza che richiede, fu oggetto sempre
di una grande opposizione nel sesso maschile , e, in specie, nel femminile .
Eppure le sue risorse, cosi abilmente approfittate dai geniali maestri
compositori, sono abbondanti e impareggiabili. Al pari del violino, pos
siede delle qualità di una eloquenza estetica interessante che difficil
mente potrebbe trovare un confronto fra gli strumenti congeneri; e non si
dovrebbero dimenticare le sensazioni che la bellezza, la leggiadria del suo
timbro , causa ad un uditorio non alieno agli accenti espressivi, melanconici
- 498 -

e nobilmente elevati della musica religiosa, da camera, da concerto e nella


drammatica , la cui forte espressione somiglia sovente a quella di una voce
umana.
Ciò detto sul merito del nobile strumento, che ha, come il violino, gli
arpeggi, i suoni armonici e tutte le risorse abbondanti degli svariati colpi
d'arco e i timbri espressivi, cerchiamo di segnalare i nomi di quei pregiati
violoncellisti che si produssero nel nostro ambiente musicale, nei periodi
citati,
Dopo il Policarpo, violoncellista distinto, di cui femmo cenno nel terzo
periodo , e Arturo Laboccetta, il quale , oltre che cantante di merito, fu anche
un buon violoncellista ( 1), il primo a farsi conoscere nella capitale del
l'Impero , fu Casimiro Lucio de Souza Pitanga , brasiliano, nato in Rio de
Janeiro verso il 1810 ( ?). Concertista e valente professore d 'orchestra, il
Pitanga possedeva delle qualità rimarchevoli, poco comuni pel tempo in cui
viveva ; egli traeva dal suo strumento un suono bellissimo, nobilmente sen
sitivo e delicato.
Primo violoncello a solo nel teatro lirico « Provisorio », emergeva negli
« andanti » , i quali erano trattati dal distinto artista con soave e meravi
gliosa espressione; e non di rado qualche ammiratore collega , commosso
all'eccesso dal suo bello ed espressivo suonare, esclamava : « Chora , Pi
tanga, chora ! » (Piangi, Pitanga, piangi!).
Questa espressiva esclamazione rimase nel vivo ricordo di due genera
zioni. Nel 1855, diede, al teatro S . Pedro de Alcantara, il suo primo con
certo , e con quello diede principio alla serie dei suoi successi, che furono ,
pel violoncellista, brillanti e significativi.
In detto concerto, prese parte la cantante Jacobson , la quale cantava,
in tedesco, l'aria della « Linda di Chamounix ». La sua rinomanza di fino
violoncellista si mantenne viva sino alla sua morte, avvenuta verso il 1876 .
Anche il Bracarense, che sarebbe nato nella provincia di Minas Gerães
verso la fine del secolo XVIII, ove fece i suoi studi, figura rispettabile d 'an
tico stampo, giunto a Rio de Janeiro nella prima metà del secolo scorso,
era conosciuto in arte come un buono e modesto suonatore di violoncello .
Fece parte, per molti anni, di molte orchestre.
Il Bracarense, moriva in detta città , verso il 1876 , all'età di circa 80
anni, ed era zio al distinto amatore di musica Francisco de Souza Braca
rense , archivista del Club Mozart, nel 1877.

( 1) Durante il suo soggiorno in Rio de Janeiro, riscosse meritati applausi come


cantante sulla scena del teatro « Provisorio » , nonchè come violoncellista, suonando,
in uno degli intervalli, nella serata in suo beneficio (21 dicembre 1852) ed ebbe anche
l'ispirazione, e compose, pel violoncello , una bella romanza, intitolata « l' Invito » .
- 499 -

Nel 1864, appari C . Werner, violoncellista molto apprezzato ed applau


dito dal pubblico di Rio. L ' Imperatore lo distinse col titolo di violoncellista
della sua Imperiale Camera . Il suo ultimo concerto aveva luogo al teatro
Gymnasio (12 dicembre 1864), con soddisfacente successo. Esegui l'Aria di
Stradella , il Rondò del 3º Concerto di Servais, e un duo concertante col noto
violoncellista brasiliano Pitanga .
Nè va taciuto il nome di Max Bohrer, violoncellista di rinomanza, col
titolo di violoncellista di S. M . il Re del Wurtemberg, giunto in Rio nel
1860 , ove si esibi con straordinario successo. Esegui composizioni: « Ada
gio » e « Rondoletto » ed un pezzo caratteristico su arie nazionali messicane.
Contemporaneo dei due artisti precedenti fu Giuseppe Martini, violon
cellista e contrabassista di valore, professore d'ambi gli strumenti al Con
servatorio e all' Istituto Nazionale di Musica. Dalla sua scuola uscirono
allievi che furono destri professori d 'orchestra. Italiano e grande amico
del Brasile, ove visse più di mezzo secolo , godè sempre la maggior stima
fra i suoi colleghi.
Beaumont, violoncellista francese che visse a Rio de Janeiro dal 1870
al 1875; e quivi si fece conoscere come suonatore di buon valore nel genere
concertistico e da camera, suonando a fianco di Arturo Napoleone e Leo
poldo Migués. Come concertista esordi varie volte in pubblici concerti, pia
cendo molto la sua cavata e una certa accurata esecuzione. Nel 1876 intra
prese un viaggio al Capo di Buona Speranza, ove pare che prendesse sta
bile Ut
dimora.
ora .

Dello stesso tempo del precedente, forse anteriore di alcuni anni, è


Giovanni Cerrone, violoncellista , violinista e cantante , nato in Italia , verso
il 1845 ; morto in Rio de Janeiro nel 1891, nella qual città fu maestro inse
gnante della sua arte assai stimabile. Come violoncellista collaborò per
lungo tempo ai concerti del Club Beethoven ed a quelli della società dei
Concerti classici, fondati dal violinista Giuseppe White.
Uno degli abili violoncellisti molto apprezzato in Rio de Janeiro, ove
giunse nel 1879, fissandovi stabile dimora, fu Frederico Nascimento. Nel
1883 intraprese un giro artistico nelle provincie del sud, ove diede molti
concerti, facendosi ovunque applaudire meritatamente .
Frederico Nascimento, d'origine portoghese, nato a Lisbona nel 1852 ,
ove studiò sotto la direzione del violoncellista Casella , è oggi professore
all' Istituto Nazionale di Musica, ove occupa la cattedra di solfeggio e ar
monia ; insegnò altresi violoncello nei primi anni della sua nomina, che
poi dovette abbandonare, a causa della sua deplorevole vista. E ' versato
nell'acustica, la quale fu trattata ampiamente in altri tempi dal distinto
artista . Inventò uno strumento ingegnosissimo, il Melofonometro , destinato
a far conoscere le relazioni che esistono fra i suoni d'una melodia e con
--- 500 –

siste in una regola graduata applicabile a un qualunque strumento a corde


e nella quale s'incontra determinata esattamente la lunghezza necessaria
perchè la corda dia tutti i suoni, tanto della scala pitagorica come quella
temperata.
Convien però dire che gli artisti di tutti i tempi negano l'importanza
delle leggi fisiche e meccaniche che reggono e cagionano gli effetti, prefe
rendo ad esse le norme d 'insegnamento che ci vengono dalla esperienza del
passato .
Medita da lungo tempo un trattato di armonia in cui doveva essere
disposto un ordine più logico in confronto dei lavori esistenti. Ma non si sa
se questo lavoro è già scritto ed aspetta l'opportunità di mettersi in luce;
giacchè l'autore ne parlò un tempo, ma non ne diede mai visione ad alcuno.
Compositore, si conosce di lui l' « Echo de la Suède » e una « taran
tella » , entrambe per violoncello , che soleva eseguire brillantemente nei
suoi concerti, nonché un « andante » ed una « gavotta » che noi udim mo
in un suo concerto (26 settembre 1886 ), scritti con gusto e in modo da far
valere le sue qualità di violoncellista (2 ).
Horacio Fluminense, buon suonatore di violoncello , nato in Rio de
Janeiro verso il 1853, morto giovanissimo. Fu allievo dell' Imperiale Con
servatorio di Rio , ove studiò sotto la direzione del distinto professore Giu
seppe Martini, Non fu concertista, ma occupò sempre un posto singolare
in qualità di professore d 'orchestra. Mori nell'isola di Paquetá, ove fu se
polto la vigilia della rivoluzione 5 settembre 1893.
Paulo Carneiro, compagno e condiscepolo del precedente nacque a Per
nambuco nel 1855 , ed ivi incominciò i suoi studi musicali e il violoncello ,
terminando il corso di questo strumento col surriferito professore Giuseppe
Martini, riportando il premio della medaglia d 'oro (1879) .
Nel 1892, passò a Petropolis, ove prese stabile dimora, e ivi fonda la
scuola di musica « Santa Cecilia » , che diresse con sommo amore e disin
teresse . Mori in detta città nel 1923.
E ' da ricordarsi anche il violoncellista brasiliano J. M . Campos, men
zionato spesso dalla critica del suo tempo come uno dei più bravi esecutori
solisti e pregiato professore d 'orchestra. Nel 1890, pochi anni avanti il suo
decesso, dava un concerto alla sala del « Congresso Brazileiro », eseguendo
fra gli altri pezzi, con bella intonazione e buona tecnica lo « Scherzo » , di
Piatti e il « Concerto polacco », di Popper .
E ' da ricordare un altro eccellente violoncellista tedesco Paulo Scheel,
giunto a Bahia l'anno 1888, coll'intento di prendervi stabile dimora ; ma,

(2) Egli morl in Rio de Janeiro nel 1924.


- 501 -

due mesi dopo, egli moriva vittima della febbre gialla . Era fratello al noto
violinista Rodolfo Scheel ; al par di lui vantava molto merito nell'arte.
Pablo Casals, violoncellista spagnuolo, va annoverato come il primo
tra i celebri violoncellisti contemporanei. Giovanissimo, intraprese la car
riera di concertista , alla quale fu ed è tuttora trionfante. Egli, unito al cele
bre pianista Bauer , ci visitava negli anni 1903 - 1904. L 'ammirazione del
pubblico prese sin dal primo concerto delle proporzioni colossali; applausi
deliranti erano prodigati all'insigne artista ad ogni udizione : esecuzione
meravigliosa, accuratezza perfetta , splendida cavata, stile elevato ed un
profondo sentire . Nessuno meglio di lui interpreta le sonate classiche dei
maestri classici italiani del secolo XVII e XVIII. Fu il primo a farci sentire
il Concerto per violoncello di Saint - Saëns, con accompagnamento d ' or
chestra .
Dopo il Casals, un altro figlio della terra del Cid, Antonio Sala, violon
cellista di grande talento , si fa conoscere come valente esecutore nei con
certi che dava in Rio de Janeiro (giugno 1912). Il Sala , inferiore al prece
dente per la tecnica, si distingueva per il sentimento e la delicatezza del
suo suonare. Dei suoi programmi bisogna rilevare molti pezzi classici:
« Sonate » di Bach , di Porpora e di Locatelli, in cui egli spiegò tutte le ri
sorse di un senso musicale squisito.
Il Sala condusse con sé un pregiato pianista accompagnatore, Blas Net,
il quale, come solista , doveva condividere i suoi successi assai felici.
Nello stesso anno (1912 ), si udiva un altro violoncellista di buon valore ,
Emilio Simon, olandese , il quale si diceva professore al Conservatorio di
Leefson Hille, a Filadelfia . Nel suo primo concerto, l'8 agosto , seppe confer
mare la rinomanza da cui era preceduto.
Durante un soggiorno di alcuni anni che fece in Rio de Janeiro , si dedi
cò all'insegnamento con risultato soddisfacente .
Sono pure da ricordare Bernardo Pedro, che si fa conoscere come vio
loncellista in un concerto che egli dava alla sala del Club Americanao (22
dicembre 1897).
Luiz Candido de Figuereido, buon violoncellista ai suoi tempi, nato in S .
Fidelis, allievo dell'Imperiale Conservatorio , nella classe del professor Giu
seppe Martini; si distingue in un concerto (1899), in cui si esibi come con
certista , suonando i seguenti pezzi : Dunckler, « Berceuse » ; Popper , « Ta
rantella » , ecc. Nel 1910 ebbe la nomina di professore di violoncello nel
l' Istituto Benjamin Constant.
Wilhelm Bickerle , bravo suonatore di violoncello , con lungo soggiorno
in Rio de Janeiro , ove mori il 27 luglio 1902. Oltre che destro professore nel
l'orchestra si distinse anche come concertista . Visse parecchi anni a Canta
gallo in qualità di professore di pianoforte .
- 502 -

Alexandre Rayol, nato al Maranhão verso il 1850, fu pure abile suona


tore di violoncello . Era fratello al tenore Antonio e Leocadio Rayol, vio
linista .
Guido Rocchi, distinto violoncellista italiano in S. Paulo , ove prese sta
bile dimora, è noto altresi per i buoni servigi prestati all'arte come eccel
lente collaboratore per le esecuzioni nella società della Musica classica e
nell'insegnamento .
Da bella rinomanza è circondato il nome della violoncellista Brasilina
Leal Borman , suonatrice di slancio e dolcezza , nata in Rio de Janeiro nel
18 .... ; fu allieva del Niederberger, nell' Istituto Nazionale di Musica, me
ritandosi il primo premio . Si esibi come virtuosa in un pubblico concerto
(11 maggio 1907), eseguendo pezzi di non lieve difficoltà : Saint-Saëns,
« Concerto » ; D . Popper, « Ungarischer Rhapsodie » ; Rubinstein , « Sonata :).
A Londra, ove soggiorno alcuni anni in compagnia del marito , colse ap
plausi e significative lodi dalla stampa, suonando con molta arte e sicu
rezza di tecnica il concerto di Edward Lalo .
Alla scuola del pregiato maestro Niederberger appartiene anche Carmen
Braga , riograndense, tenuta in conto di violoncellista di buon merito.
Fu allieva del nostro Istituto, ove ebbe a distinguersi, ottenendo il
primo premio e quello di viaggio in Europa, ove si recò nel 1921.
Terminati i suoi studi, si esibi in vari concerti pubblici, e sempre con
lieto successo.
Quasi suo coetaneo į Newton Padua, violoncellista tra i più bravi del
l'epoca odierna. Giovanissimo si condusse a Bologna, ove ebbe a maestro il
Faricci, e tornò alla patria in possesso di una buona tecnica ed una pre
giata scuola . Nello stesso tempo, pur godendo già fama di distinto violon
cellista , sentì il bisogno di perfezionarsi vieppiù nell'arte del suo predi
letto strumento , e completò gli studi sotto la guida del professore Alfredo
Gomes, nell' Istituto Nazionale di Musica di Rio de Janeiro, e sorti meritan
dosi, per un brillante concorso, il primo premio. Oggidi Newton Padua è
un artista degno di far parte di coloro che segnano un lieto avvenire al
l'arte violoncellistica.
Nel gruppo dei buoni violoncellisti, si riscontra Luiz Figueras, nato in
Bahia , ove iniziò i suoi studimusicali. Passò poscia a Rio de Janeiro, ove
venne ammesso come allievo nell' Istituto Nazionale di Musica , studiando
sotto il rinomato Benno Niederberger e riportando il primo premio . Si recò
quindi in Europa a perfezionarsi nella sua arte, studiando, con i più illustri
maestri, a Bologna, Roma e Berlino, ritornando in patria artista compito
con pregevolissime qualità di concertista di slancio e di sentimento ; e come
tale egli raccoglie applausi in Rio e nelle principali città degli Stati. Si riti
- 503 -

rò quindi a S . Paulo , dedicandosi all'insegnamento, ciò che non gli impedi


d ' intraprendere di tratto in tratto l'arte concertistica .
Degno di nota è un altro buon violoncellista , contemporaneo del pre
cedente, Alfredo Sant'Anna Gomes, figlio al noto maestro e violinista José
Pedro Sant'Anna Gomes, e nipote al celebre compositore A . Carlos Gomes,
nato in Campinas. Anima d 'artista, esecutore valente, fece i suoi primi stu
di in S . Paulo , sotto la scorta del Rocchi, e poscia al Conservatorio di Bru
xelles, ove fu mandato come pensionista del suo Stato natale (1909). Ri
tornato in patria nel 1912, presto si acquistò rinomanza di provetto esecu
tore; pochi anni dopo successe al Niederberger nel posto di professore di
violoncello all' Istituto Nazionale di Musica, posto che ottenne in seguito
ad un brillante concorso .
Ad una eletta scuola appartiene il giovane Rubeas Tavares, violoncel
lista dilettante tra i più distinti, nato in Rio de Janeiro. Studiò l'arte musi
cale in Italia , e non tardò, al ritorno in patria , a farsi applaudire nei con
certi privati e pubblici per dolcezza di suoni e squisito sentimento.
Studiò poscia medicina alla Facoltà della sua città natale , e vi ottenne
la laurea di dottore; ma l'arte fu quella che gli procurò la fama che gode
tuttora e il diletto intimo che la sola arte dà a quelli che l'amano sin
ceramente .
Degno di menzione ci pare anche il violoncellista brasiliano Alfredo
Baptista Martins, allievo del Niederberger, cattedratico dell' Istituto Nazio
nale di Musica. Dopo pochi anni di attività artistica nella terra natale,
abbandonò la patria per andare in Europa, prendendo stabile dimora a
Parigi, ove esercitò la sua arte con esito felice. Poscia si diede a percorrere
come concertista le principali città di Russia , Germania ed altri paesi,
ovunque applaudito . Tornò in patria in questi ultimi anni, ove esercita
decorosamente la sua arte.
Non va dimenticato Gustavo Hesse de Mello, stimabile artista brasi
liano, nato in Rio de Janeiro , ove ebbe i primi principi musicali e quelli
del violoncello . Fu poi dal padre mandato a Bruxelles, ove segui il corso
di detto strumento come allievo del Conservatorio della capitale belga, nella
classe del noto professore Jacobs; e ivi, al termine dei suoi studi, ebbe a
distinguersi come concertista ed esperto professore nella rinomata orche
stra dei concerti sinfonici dell' Jsaye e Durand. Tornò in patria con una
istruzione completa, nell'arte del bel suonare, ed ebbe più volte l'opportu
nità di farsi applaudire nei pubblici e privati concerti.
Anche il contrabasso . strumento ingrato , ma che vanta dei grandi ser
vigi resi all'arte sinfonica e melodrammatica, colle sue mirabili espressioni
gravi, patetiche, sentite nella scena del « Fidelio » , nella nona sinfonia ed
anche nella Pastorale , nel produrre il brontolio del vento e della tempesta,
- 504 -

ebbe i suoi virtuosi che, maneggiandolo con somma maestria , giunsero a


trarne degli effetti, i quali destarono l'ammirazione in tutti i pubblici del
mondo.
« De nos jours - - dice Casimir Colomb - la contrabasse a été fort
étudiée et par les virtuoses et par les compositeurs. C 'est un instrument
dont on ne connaît pas cepandant toutes les resources. Berlioz parle d 'un
artiste piémontais, M . Langlois , qui obtenait des sons aigus très singuliers
et d'une force incroyable avec l'archet , en serrant la corde haute de la con
trabasse entre le pouce et l'index de la main gauche, au lieu de presser
sur la touche, et montant ainsi près du chevalet ».
L 'artista in parola , Luigi Anglois , di cui parla il Berlioz, che il pubblico
di Rio de Janeiro conobbe ed applaudi straordinariamente nel 1859, era di
fatti il più notevole contrabassista dell'epoca. Egli era nato a Torino il 25
ottobre 1801, ove morì il 24 aprile 1872, professore di contrabasso a quel
« Liceo Musicale » . Fu scritturato dalla direzione del teatro lirico di Rio de
Janeiro, come primo contrabasso dell'orchestra, nell'anno riferito .
Terminato il suo contratto coll'impresa, egli si produsse, come con
certista , con vero successo in un concerto, al teatro S . Pedro de Alcantara ,
il 18 novembre. I critici dell'epoca, si avari di dettagli sulmerito dei grandi
esecutori, ne tesserono le più calorose lodi.
Egli fu coadiuvato dalla celebre cantante De La Grange. Oltre al tema
con variazioni della « Sonnamlula » , pezzo irto di difficoltà , eseguito alla
perfezione, faceva udire un « dialogo » di sua composizione, per due con
trabassi, intitolato « Brasile e Piemonte », che esegui col suo allievo brasi
liano Peregrino ; novità che destò molto entusiasmo.
Il Peregrino , contrabassista di non forte talento, che conoscemmo in
età avanzata , si vantava non poco, per l'onore avuto di suonare a fianco
dell'insigne artista e maestro. Luigi Anglois, dopo un lungo soggiorno in
Rio, tornava in patria, pieno di riconoscenza verso una rispettabile fa
miglia d 'un ricco negoziante che molto protesse l'illustre artista.
Un altro valente contrabassista , che parimenti trionfa , come forte ese
cutore, in Rio de Janeiro, ove giungeva nel 1872 , in qualità di direttore
d'orchestra di una compagnia di Zuarzuela , fu D . Juan Canepa, italiano e
non spagnuolo , malgrado il nome suonasse in lingua « castelhana ».
Si produsse per la prima volta, come solista , nello spettacolo in bene
ficio del primo basso di detta compagnia, José Maria Evengelista , al teatro
D . Pedro II (29 settembre), in vari pezzi di enorme difficoltà, dimostrando
a sufficenza ch 'egli era un artista di forte valore. Oltre che contrabassista ,
era anche buon violinista . Prese stabile dimora in Rio de Janeiro, ove mori
verso il 1878 .
Nel 1879, una occasione propizia si presentava per far sentire in que
-- 505 -

sto poco grato strumento un celebre artista italiano : Giovanni Bottesini.


Bottesini, chiamato, per la sua rara abilità, per i suoi pregi impareg
giabili, senza rivali al mondo, il Paganini del suo strumento, veniva diſatti
scritturato dall'impresa Ferrari, per dare, in Rio , un concerto , al teatro D .
Pedro II, la sera del 31 ottobre (1879). Esegui tra le sue composizioni: due
fantasie sulle opere « Sonnambula » e « Lucia di Lammermoor » , e la fa
mosa « Tarantella », un prodigio di difficoltà , sfidando i più abili violinisti
per la sua nitida esecuzione, per la espressione e bellezza dei suoni. Egli
destò il più vivo entusiasmo e dovette dare, prima di prendere la via di
Europa, un secondo concerto in « matinée » ( 9 novembre), in cui esegui
la fantasia sui « Puritani» , l' « Elegia » , il « Souvenir di Lucia » e il « Car
nevale di Venezia » .
Il teatro era gremito di spettatori, e solo chi udì questo grande artista ,
con una carriera ricca di trionfi, può farsi un'idea del suo grande, mera
viglioso talento .
Segnaliamo anche un distinto contrabassista italiano, Riccardo Ro
veda , venuto nel 1890, in Brasile, ove prese stabile dimora. Del suo merito
artistico, come esecutore abilissimo, se ne parlò con molto riguardo a pro
posito di un suo concerto che dava in Rio de Janeiro, rivelando qualità
tecniche assai apprezzabili, che gli procurarono la nomina a professore di
detto strumento nell' Istituto Nazionale di Musica , ove tuttora insegna la
sua arte con molto onore. Dalla sua scuola sono usciti parecchi bravi
alunni, tra i quali sono da ricordare Aquino Monteiro, abile concertista ,
Annibal de Castro Lima ed Antonio Leopardi.
Buon suonatore di contrabasso e professore di banda dell' « Asylo dos
Meninos Desvalidos » , fu José Martins,morto in Rio de Janeiro verso il 1885.
Non meno abile suonatore dello stesso strumento ed anche di oficleide
fu Domingo Alves. Si distinse al concerto del noto professore di clarinetto
A . Luiz de Moura (1857) eseguendo un'aria variata , composta dal profes
sore F . J. Martins.
A . Baguet, francese ; visse lunghi anni a Rio de Janeiro, godendo rino
manza di abile suonatore di contrabasso e direttore d 'orchestra da balli.
Fu il primo a fare eseguire la nuova quadriglia dei « Lancieri » (1857) .
Guido Gallignani, celebre contrabassista italiano, col titolo di Paganini
del suo strumento, era udito , il 16 novembre 1822, in Rio. La sua eccellente
virtuosità, sicura e calda, entusiasmò il pubblico .
Accenniamo anche qui il nome di Virgilio Pereira da Silva, chiamato
dai politici dell'opposizione di sua terra natale : Virgilio do Rabecão, nato
in Bahia nel 1873, ove fece i suoi studimusicali nel Liceo di Arti e Mestieri,
sotto la guida del maestro Francellino de Moura e poscia di contrabasso
- 506 -

sotto la guida del maestro cubano Francisco Moré (3 ), giugendo al grado


di esperto esecutore ; e dalla sua carriera si vede quanta viva parte ha
reso nelle esecuzioni orchestrali liriche e sacre, sotto la direzione di illustri
maestri, prima che diventasse medico di pregiata fama, senza mai trala
sciare di essere ardente seguace della dea Euterpe.

( 3) Francisco Moré, pregiato musicista e compositore , con un lungo soggiorno in


Bahia , ove, durante 20 anni, esercitò con bella rinomanza la sua arte ; e divenne
poscia stimato medico e deputato all'Assembloa Statuale . Lascið molte composizioni
musicali, parte stampate a Lipsia , e parte inedite. Mori al Pará.
V° PERIODO
CAPITOLO XXVII.

DEI VIRTUOSI E PROFESSORI DI FLAUTO , CLARINETTO ,


OBOE , FAGOTTO , CORNO, CORNETTO E OFICLEIDE
Il primo flautista brasiliano, in ordine cronologico. — Un solista della « Leonora » ,
di Mercadante. -- Il flauto originale del Malavasi. — Il flauto di Böhm , suonato dal
Lacourt. -- Cigno moribondo. — Ove si ricorda la « Filarmonica » e il « Club Mozart » .
- Muore indigente il re del flauto Reichert nel primo quinquennio del secolo XIX. ----
L ' insigne flautista Callado. -- L' arte inspira la liberazione di un uomo schiavo. - -
La marcia dei flautisti attraverso i tempi. -- Nazionali e stranieri, virtuosi e dilet
tanti , --- Seguono i clarinettisti e gli oboisti. - Altri suonatori di strumenti a fiato .

Nel porre in rilievo quei nomi d'artisti che attinsero fama di abili
concertisti e valenti esecutori nell'orchestra, ricorderemo pel primo Silva
Conde, brasiliano, il più distinto flautista dilettante del tempo di D . João
VI, ammiratissimo dai suoi contemporanei. Era chirurgo di bella rino
manza, ed aveva studiato , in Inghilterra, medicina e musica.
Dopo il Conde, si può nominare Giovanni Scaramella , primo flauto del
teatro « Provisorio » , tenuto in conto di esecutore straordinario e che pro
vocò applausi nell'assolo dell'opera « Eleonora » , del Mercadante. Però,
il suo talento lo metteva in evidenza maggiormente, come virtuoso, in un
concerto che egli dava, il 22 giugno 1853, alla sala del surriferito teatro,
coadiuvato dal Tronconi (arpista ) e dal cantante Laboccetta (violoncellista).
Egli esegui con rara perfezione tre composizioni sue : una fantasia per
flauto e violoncello , dedicata a S . M . l' Imperatore D . Pedro; un 'altra sulla
« Norma » , per flauto solo , e la terza, « Saudade do Rio de Janeiro » , dedi
cata alla contessa di Iguassú .
Il suo concerto fu onorato dalla presenza delle LL . MM . II.
Pari accoglienza ebbe Achille Malavasi, flautista notevole, caratterizzato
da una modestia rara. L 'apparizione di questo egregio artista nella capi
tale brasiliana, ove giunge nel dicembre 1851, fu oggetto di vivo interesse
fra gli amatori di musica .
Oltre alla grande rinomanza da cui era preceduto, il suo merito si or
nava col titolo di socio onorario delle principali filarmoniche d ' Italia , de
corato dalla Regina di Spagna, ecc .
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Il suo primo concerto aveva luogo, nell'anno seguente, al teatro S . Ja


nuario , con questo programma: « divertimento » , su motivi dell' opera
« Lucrezia Borgia » ; « Pot-pourri fantastico » , su motivi della « Lucia di
Lammermoor » ed una fantasia di difficilissima esecuzione, su motivi della
« Norma » .
Il flauto del Malavasi, era di novissima invenzione, tutto in metallo, e,
suonato da una scala differente, produceva dei suoni argentini d 'una soa
vità incomparabile . A dire il vero, questo nuovo flauto, di cui parlano le
cronache del tempo, non costituiva una novità , giacchè, nell'anno 1845 ,
in ossequio al distinto baritono Eduardo Medina Ribas, che dava il suo be
neficio al teatro S. Pedro de Alcantara, Charles Reiners Lacourt, flautista
di una certa rinomanza, eseguiva nel nuovo flauto di « Böhm » , una fan
tasia di sua composizione, su motivi dell'opera « Il Quitarrero » , di Halevy .
Un flautista brasiliano di bella rinomanza ai suoi tempi fu Emilio
Mangé, nato in Nichtheroy verso il 1835 , ivi morto l'11 settembre 1862.
Il giornale « () Moderado » , della sua città natale, gli consacrava il
seguente articolo, « post-mortem » :
« Perda lamentavel - Sepultou -se ante hontem o joven flautista Emilio
« Mangé, que antes de morrer, já bastante cadaverico , em um esforço sobre
« natural, pedio a sua flauta , e nella executou divinas fantasias, tirando
« sons que jamais ouvimos.
“ É assim que diz em o seu derradeiro adeos á terra os que de la se
« desprendem para voarem no céo : - é assim que morrem os cysnes.
« ,Emilio Mangé era um genio . () seu talento prematuro para a musica
« devia fazer esperar que a sua morte fosse precoce » .
Un altro figlio della riferita città , che muore dello stesso implacabile
male nel 1878, fu il Motta Mello , flautista dilettante di buon valore. Suonò
al fianco dei più rinomati artisti in molti concerti; e fece parte dell'orche
stra della « Filarmonica » e del Club Mozart.
Un artista , però, che doveva entusiasmare il mondo musicale carioca,
come flautista, fu Matheus André Reichert.
In verità, il Reichert, fu il re dei flautisti del suo tempo. Londra, Pa
rigi, Bruxelles ed altre città musicali europee, lo avevano applaudito con
caldo entusiasmo dal 1847, anno in cui egli usci dal Conservatorio della sua
patria , sino al 1858. L'anno seguente, 1859, egli, contrattato come primo
flauto dell'orchestra del teatro « Provisorio » , veniva in Brasile , ove rimase
per tutta la vita , data l'accoglienza colla quale fu ossequiato nel primo suo
apparire. Terminato il suo contratto, e dopo aver dato molti concerti con
deliranti successi nella nostra capitale, si diede a percorrere le principali
provincie di S . Paulo , Rio Grande, Pernambuco, Bahia, Pará, ecc . Ivi ono
rato dall'amicizia di molti dilettanti, ardenti ammiratori delle pregiate
- 509

qualità del celebre artista , che erano : il sentimento , la padronanza assoluta


della sua tecnica, la perfezione del bel suonare , e la forte e potente sono
rità che traeva dal suo strumento , fece si che vi avesse lungo soggiorno ,
dandosi all'insegnamento della sua arte, lasciando dappertutto buoni e
provetti scolari.
Nel 1880, dopo il suo ultimo giro artistico, tornava alla città dei suoi
bei trionfi, Rio de Janeiro. Sfortunatamente , negli ultimi anni di sua vita ,
viveva conducendo una esistenza dissipata , ritornando alla condotta del
passato , e cioè, al vizio dell'alcoolismo, per poimorire , il 15 marzo del 1880,
vittima di una congestione cerebrale, complicata da un accesso perni
cioso , nella più squallida indigenza .
Il critico del « Jornal do Commercio » , dando notizia della sua morte,
scriveva intorno al merito e la vita del grande flautista , le seguenti parole :
« Falleceu hontem em poucas horas, o distincto e muito applaudido
flautista Matheus André Reichert, que tão celebrizado se tornou, ha annos,
nesta côrte , e fez , com a sua maviosa e encantada flauta, as delicias, não
só do nosso publico como do de outras provincias, quer no theatro quer
nos salões particulares.
« Quem teve o prazer de ouvir o artista belga deve sentir profunda
mente a sua morte.
« Ultimamente , Reichert vivia desgostoso e como que se havia esque
, cido de tantos louros que colhera nos primeiros annos de sua existencia
artistica .
« A sua derradeira composição é um « morceaux de salon » , sobre mo
tivos da « Martha » . Trabalhava em um grande methodo de flauta , que a
morte não deixou terminar.
« Para dizer que foi o flautista Reichert, basta copiar as seguintes
palavras que a seu respeito escreveu o escrupuloso Fétis : Matheus André
Reichert, nascido em Maëstricht, em 1830, é um dos virtuosos flautistas
mais habeis e mais extraordinarios do seculo XIX .
" Filho de um musico ambulante, a principio tocou em cafés e casas
de pasto . Admirado das suas notaveis disposições, o Sr. Demeur, que
então era professor de flauta no Conservatorio de Bruxelles, que por acaso
o ouvira, apresentou -o ao autor desta noticia, que o admittio como alumno
naquelle establecimento, em 1844. Poucos mezes de lições bastarão para
que esse talento se avantajasse a todos os demais discipulos do professor;
todavia , o director do Conservatorio, de combinação com o Sr. Demeur,
querendo que um longo trabalho desenvolvesse todas as vantagens de tão
esplendida organização, não admittio a concurso no primeiro anno e
empregou a sua influencia sobre o jury para que o segundo premio apenas
lhe fosse conferido em 1846.
*

- 510 -

" Obteve em 1847 o primeiro premio , e o talento de que deu provas


nesse concurso levou ao enthusiasmo a admiração dos que a elle as
sistirão.
” Depois desse triumpho, tocou em diversos concertos do Conservatorio,
e todas as vezes encheu de admiração o seu engajamento na banda do re
gimento, a que pertencia . Viajou , deu concertos nas principães cidades da
Belgica e da Hollanda, e contractou -se com Julien para os concertos que
esse empresario dava em Inglaterra. Ahi excitou da mesma forma tran
sportes de exaltação todas as vezes em que se apresentava ao publico .
" Na epoca em que esta noticia é escripta ( 1863), está elle no Brasil,
onde é enthusiasticamente admirado pelos seus prodigiosos dotes ,, .
Pregiato compositore, Reichert lasciò un buon numero di composi
zioni, scritte in stile semplice, il cui valore musicale risiede nella sola
tecnica dello strumento pel quale furono scritte; fra esse merita speciale
menzione il « Rondò caratteristico » , pezzo difficile che egli suonava a me
raviglia (1 ).
Non v'ha dubbio, dopo il Reichert, il flautista più insigne che si ebbe
ad udire in Rio de Janeiro, fu Joaquim Antonio da Silva Callado , nato in
detta città verso il 1845 , e ivi morto nel 1880 , 22 marzo, cioè, sette giorni
dopo la morte del precedente artista .
Callado, malgrado il sue spontaneo talento, era uno studioso instan
cabile e incomparabile. Noi ci ricordiano della sua modesta abitazione,
in Via dos Invalidos, 1869, cinque anni dopo il suo debutto (gennaio 1864),
non lungi dalla chiesa di S. Antonio ; ivi, ad alta notte, era udito il suono
del suo flauto. Studiava le scale, gli esercizi di Gariboldi, gli studii di Bric
cialdi, per divenire poscia esecutore straordinario , per la robusta sonorità ,
mirabile per la valentia nell'affrontare le più ardue difficoltà tecniche,
colle quali entusiasmava le platee e le riunioni intime, che lo festeggiavano
e l'acclamavano sempre delirantemente.
Accanto al suo gran merito di flautista , stava anche quello di un mo
desto e gentile compositore. E ' da ricordarsi, fra le tante sue composizioni
leggere, la quadriglia « A familia da Fifina », che ebbe un successo strepi
toso nell'anno 1869, suonata da tutti i pianisti di mezzana cultura musi
cale; ma i pezzi per flauto avevano maggior valore, notandosi fra essi lo
studio di concerto , intitolato « Tagarella » e il famoso « Lundú caratteri
stico », entrambi eseguiti con delirante successo in un concerto che dava

(1) Le altre composizioni: « Illusion », « Sensitive » , « Carnaval de Venise » , « Sou


venir de Pará » , « Souvenir de Bahia », « Plaipsenterie musical », « Rêverie » , « Melodies
sans paroles » , « Norma » e « Martha » ( fantasie ), furono edite dalla casa Schott, in
Magonza, a cura del signor Isidoro Bevilacqua.
-- 511 -- .

al teatro D . Pedro II, nel 1873 : periodo dei più brillanti per il suo nome.
L 'ultima sua composizione è quella che ha per titolo « Flor amorosa »,
pubblicata un mese avanti la sua morte.
Decorato con la croce di Cavaliere dell'Ordine Imperiale della Rosa,
professore all' Imperiale Conservatorio di Musica e al Liceo di Arti e Me
stieri, insegnò per molti anni la sua arte con rara competenza, sino alla
inorte ; dalla sua scuola uscirono valentissimi allievi (2 ).
Post-mortem , gli allievi del Liceo promossero dei festeggiamenti in
beneficio della vedova del grande artista nazionale (luglio 1880). Pre
sente a questi festeggiamenti era Carlos Gomes, ed in omaggio al suo arrivo
si dava la carta di libertà ad uno schiavo . Fra gli allievi del Conservatorio,
che studiarono sotto la sua scorta , degno di onorevole menzione e Duque
Estrada Mayer, uno dei più distinti flautisti degli ultimi tempi della Mo
narchia , giacchè assimilò nella sonorità , nella scuola, le cospicue qualità
del suo maestro, della cui cattedra egli fu prescelto successore .
Compositore, nulla si conosce di lui, poichè era debole musicista, leg
gitore mediocre a prima vista e poco vispo nelle esecuzioni orchestrali. Ad
onta di ciò,come solista, era assai considerato. Morl in Rio de Janeiro, nel
1905.
Eccellente flautista del suo tempo fu anche il noto Viriato Figueira da
Silva, parimente allievo del Callado, nato a Rio de Janeiro verso il 1856 , ivi
morto il 17 dicembre 1883. Era un artista di ordine superiore nella virtuo
sità del suo strumento ; si raccomandava per l'ampio suono che traeva da
esso e la impeccabile esecuzione. Fu uno dei primi a far conoscere le belle
e ben scritte composizioni di Andersen ; che eseguiva ammirabilmente ,
nonchè le fantasie di Popp. Alcuni anni avanti la sua morte, intraprese un
viaggio artistico a Bahia , ove ebbe i più franchi successi. Compositore, si
conosce di lui il « Carnevale del Brasile », eseguito per la prima volta al
concerto del Club Mozart (15 giugno 1878 ). Il Viriato ebbe anche rino
manza di abile suonatore di sassofono.
Contemporaneo, può dirsi, dei precedenti fu Gregorio Couto, nativo
di Rio de Janeiro (?), il quale ebbe riputazione di flautista emerito come
destro professore d'orchestra e virtuoso di elezione. Era allievo dell' Im
periale Conservatorio di Musica, ove studiò sotto la guida del Duque Estra
da Mayer. Egli mori giovane, verso il 1896 , nella più squallida miseria .

(2 ) La salma dell'illustre artista cbbe modesto accompagnamento . Un giornalista


dell'epoca , lo compara al freddo ricevimento di un ' insigne politico dell'epoca il Sa
raiva. « A chegada – ei scrive -- de S. E . Saraiva, da Bahia , teve, mal comparado, o
seu que de parecido com enterro do maviosissimo flautista Callado . . Tinha o finado
tantos collegas, e só um , u'm só, o accompanhou até á ultima morada ! . . .
- 512 -

Fra i bravi flautisti di quei tempi, ricorderemo pure un professore di se


gnalato valore, José Pereira da Silveira, nato in Rio de Janeiro nel 1841,
ivi morto ai 27 gennaio 1889, al posto di archivista dell' Imperiale Con
servatorio . Egli non riportò mai alcun successo come concertista ; ma nel
l'orchestra vantò sempre una rinomanza di ottimo professore, massime
come esecutore d ' ottavino, che suonava con singolare valentia . Scrisse,
pel flauto, un pezzo assai grazioso , tema con variazioni intitolato « Fleur de
Nuit », stampato dalla ditta Schott, di Magonza (1874 ). Scrisse anche una
Messa e Te-Deum , per la festa della Madonna da Penha, lavoro ivi ese
guito due mesi avanti la sua morte.
Fu suo compagno ed emulo Ignacio Fernandes Machado, abilissimo
primo flauto dell'orchestra del teatro « Provisorio » , nato in Rio de Ja
neiro verso il 1835 , ivi morto nel 1914 ( ?).
Negli assoli delle opere teatrali e sinfoniche, soleva trarre sopra di se
la calorosa ammirazione del pubblico e delle cantanti, nei pezzi obbligati
al flauto , le cui cadenze erano dal distinto flautista assecondate con raro
talento. Nel 1858, benchè giovane, si era già affermato concertista di va
lore, suonando una difficile fantasia sul « Trovatore » , al concerto del
grande suonatore di pistone Adriano Pereira de Azevedo (15 agosto 1858),
al teatro S . Pedro de Alcantara.
E ' pure da ricordare João de Oliveira Duarte, noto come uno dei più
abili suonatori di flauto in orchestra. Nacque in Rio de Janeiro, ove mori,
ancora giovane, verso il 1878.
Flautista distinto fu anche Manuel Marcellino do Valle , nato in Minas
Gerães, verso il 1845 , allievo del Conservatorio di musica di Rio de Janeiro,
premiato , nel 1866, con medaglia d 'oro. Nelle feste annuali, che avevano
luogo all'Accademia di Belle Arti, eseguì un a solo assai difficile, meritan
dosi molti applausi . Mori giovane, verso il 1876 .
José Lino de Almeida, godè fama di stimabile flautista. Sembra ch 'egli
fosse anche compositore, giacchè pubblicava, nel 1867, un brillante waltzer
intitolato « Sympathia » .
Fra gli altri flautisti stranieri, che visitarono la capitale dell' Impero,
ritroviamo anche il nome del noto flautista portoghese Antonio Croner,
venuto assieme al fratello Raffaele , distintissimo suonatore di clarino.
Nel concerto d 'addio di entrambi, al teatro D . Pedro II (4 dicembre
1872), Antonio Croner, eseguiva alla perfezione un concerto alla moderna,
« Il Carnevale di Venezia » e l' « Usignuolo » , waltzer per ottavino d 'una
sola chiave. Suonava ancora sul flauto non costruito col sistema di Böhm .
Uno dei buoni flautisti del tempo era João de Oliveira Duarte, allievo
del Callado, il quale fu destro professore d 'orchestra e forte leggitore a
- - 513 -

prima vista, Egli era nato a Rio de Janeiro, verso il 1850, e vi moriva nel
1905 (? ).
E ' pure da ricordare Ernesto Bajardino, flautista italiano, con lunghi
anni di permanenza in Rio de Janeiro, ove giunse verso il 1875 . Passò
poscia a Nova Friburgo, ove visse sino alla morte , dedicandosi all'inse
gnamento della sua arte .
Alipio Pereira Rebouça, distinto flautista e compositore bahiano ; gode
ai suoi tempi un nome rispettabile in arte, che poi abbandonò per la car
riera burocratica.
Nome di buon flautista ebbe João Cassiano, Mineiro, con residenza in
Oro Fino, ove mori nel 1879.
Tre distinti flautisti amatori, che vissero con onore nel mondo artistico
di Rio , in cui trovarono stretta alleanza fra gli artisti di rinomanza, fu
rono : Edgar Dias da Cruz, Carlos Graça e il dottor Sebastião Barroso .
Tutti e tre furono uditi ed applauditi in pubblici e privati concerti, non
dimenticati quelli del Club Beethoven , ove prestarono la loro opera, dando
prova di buon talento . Il primo più non esiste , morto verso il 1890.
A questa categoria appartiene un altro distinto flautista amatore, al
lievo del Duque Estrada Mayer: Rodriguez Barboza, oggidi conosciuto in
arte come pregiato critico musicale.
Pure allievo del sunnominato professore Duque Estrada Mayer, fu
H . Itiberé da Cunha, nato a Curitiba nel 1860 ; visse parecchio tempo a
Rio de Janeiro, godendo fama di buon flautista . Passò quindi alla sua città
natale , ove prese stabile dimora.
Un altro buon flautista concertista brasiliano, scolaro del Callado, con
residenza in Parahyba do Sul, ove mori (1917), fu Alfredo de Azevedo Silva .
Candido Filho , fu anche flautista stimatissimo nel mondo artistico di
Bahia, ove morì verso il 1915 . Altri biografi lo dicono nato in Pernambuco ,
ove visse tutta la sua vita e ove mori.
Gervasio de Castro, intelligente e stimato professore di flauto, nato a
Pernambuco nel 1861, ivi studiò sotto la scorta del maestro Trajano Filipe
Nery Barcellos, che fu discepolo del celebre Thomas da Cunha Lima.
Anche Adriano Pereira , fiautista brasiliano, ebbe nome di buon suo
natore; fu apprezzato il suo talento in un concerto del Club Euterpe (agosto
1892) , nel quale eseguì con buona arte una difficile fantasia di Popp .
Franco Coppola, distinto flautista italiano, apparso in Rio de Janeiro
nel 1890, vi soggiornò parecchio tempo . Valente esecutore, ebbe a meritarsi
molti applausi nei diversi concerti ch 'egli diede.
Anche Laurindo Uzeda, nato in Bahia nel 1860, ivi morto verso il 1910,
fu flautista di merito. Fu anche compositore, giacchè si conoscono di lui
alcuni lavori, per pianoforte, nel genere libero ed altri di indole sacra.
-- 514 -

Abile suonatore di flauto ed esperto direttore d'orchestra fu il padre


Jeronymo Pinto Nigueira, nato nella città di Santo Amaro da Purificação
( Bahia ), nel 1780, ivi morto nel 1854. Compositore, scrisse Messe, Me
mentos, Novene e Litanie.
Riputazione di distinto flautista godé Cornelio Vidal da Cunha , nato
in Bahia il 18 luglio 1821, e ivi morto il 10 aprile 1883. Visse sempre nella
sua città natale, ove, nei suoi concerti meritò i più viyi applausi. Si narra
che l'a solo della Lucia di Lammermoor era eseguito dal bravo artista in
un modo mirabile ; fu pure compositore gentile di modinhas, ma delle quali
« A canção da fonta » è considerata fra le più belle . Lasciò molte trascri
zioni per orchestra .
Conterraneo del precedente e non meno abile flautista fu anche Eli
siario Epifanio de Andrade, nato in Bahia . Fu pure un forte suonatore di
chitarra .
Un ricordo merita pure il Dr. Francisco Antonio da Araujo , notevolis
simo avvocato e flautista egregio, nato in Bahia , ove mori verso il 1878 .
Contemporaneo di questi flautisti è Pedro Celestino de Lemos, general
mente conosciuto per Pedro Perù , tenuto in conto di distinto flautista , nato
in Cachoeira nel 1822, e ivi morto il 19 febbraio 1876 . Aveva un bel tem
peramento musicale ; improvvisava con facilità belle variazioni su qual
siasi tema ch 'egli udisse.
Alla schiera dei buoni flautisti appartiene Frederico de Barros Junior,
allievo del professor Pedro de Assis, nell' Istituto Nazionale di Musica.
Dopo di essersi presentato con lieto successo in un suo concerto (19 Nov.
1907), seguì per l' Europa, e ivi, a Parigi, completo i suoi studi sotto la
guida del professor Hembaine. Ritornato in patria ( 1910 ), e già in possesso
d 'una forte tecnica , trovò liete accoglienze in un concerto ch 'egli dava il
29 gennaio, svolgendo un magnifico programma.
Tra le donne brasiliane che nell'arte del flauto si distinguono, è da ri
cordare Maria José de Brito , nata in Rio, verso il 1880 . Allieva del professor
Duque Estrada Mayer, all'Istituto Nazionale di Musica , ove le venne con
ferito il primo premio . Indi esordì in qualità di concertista ( 2 settembre
1900) eseguendo con plauso i seguenti pezzi : « Deuxième sonade » , op. 23,
di J. Demars; « Ungarische fantasie » , di J . Andersen ,
Un 'altra giovane brasiliana, contemporanea della precedente , che si
segnalò come flautista, parimente allieva del sovradetto professore Duque
Estrada Mayer, fu Maria Rocha.
Alla stessa epoca appartiene un flautista di talento emergente e di lieto
avvenire, Pattapio Silva. Nacque in Santa Catherina verso il 1878. Allievo
tra i più intelligenti dell' Istituto Nazionale di Musica, ivi completo i suoi
studi sotto la guida del maestro Duque Estrada Mayer, ed esordì con
- 515 –

esito brillante, suonando mirabilmente , nel saggio accademico (1903)


l'« Impromptu » , di Andersen .
Cattapio fu realmente suonatore di gran forza. Le poche risorse che
possiede il flauto , erano messe in rilievo con molta maestria dal giovane e
valente artista ; e giovanissimo, moriva nella sua città natale, la sera del 24
aprile 1907, dopo una breve e gloriosa carriera di concertista . Pattapio ,
al par di Callado, di Reichert, aveva tutto con sè : sentimento , meravi
gliosa tecnica ed una grande sincerità artistica. Si rivelò anche compositore
e lasciò tre delicati pezzi : « Serenata d'amore », « Evocação » e « Sonho fan
tastico » ,
Alla stessa scuola appartiene Pedro de Assis, uno fra i più bravi flau
tisti contemporanei, nato in Pernambuco nel 1863. Fu allievo del Duque
Estrada Mayer, suo successore nella cattedra , nell' Istituto Nazionale di
Musica , carica che occupa ancora attualmente con lodevole competenza
artistica ; e ne fanno fede i valorosi allievi sortiti dalla sua classe. Si pre
sentò molte volte e con lieto successo in pubblici concerti. Nel 1908, il pre
giato professore fondava la « Società di Musica da Camera » per istru
menti a fiato , di cui organizzò e diresse le buone e interessanti esecuzioni
durante il breve tempo di sua vita.
Dalla medesima scuola uscirono i flautisti dilettanti Dr. José Feliciano
de Araujo , Paulo Soares Rodrigues, Major Henriques Martins de Oliveira
e David Guedes, i quali si produssero con esito simpatico in un assieme
armonioso al concerto del loro riferito professore Pedro de Assis (4 luglio
1907) , eseguendo la bella romanza per quattro flauti, di Leopoldo Miguéz .
Un flautista annoverato fra i più valenti pel suo straordinario talento ,
la inappuntabile tecnica e la bella sonorità , è Luigi Billoro, italiano e molto
amico del Brasile, avendo a lungo soggiornato in Rio de Janeiro. Quivi il
Billoro diede molti concerti, e la stampa unanime si occupò lungamente di
lui e, meglio ancora, il pubblico l'accolse sempre con grandi ed unanini
applausi.
Nelle composizioni di Andersen e di Doppler, il Billoro, colle sue ese
cuzioni magistrali, mostrò brillantemente tutte le bellezze .
Insegnante abilissimo, fece dei buonissimi allievi, fra i quali è da ri
cordare Edgar Diaz da Cruz, morto giovanissimo.
Negli ultimi anni abbandonò la professione per dedicarsi alle imprese
teatrali liriche, ma non l'arte , trovandosi sempre vicino e mai lontano da
essa .
Convien ricordare altresì, pur passando di volo , un altro valoroso drap
pello di bravi flautisti, che fanno parlare di sè negli ultimi tempi della no
stra storia : Alfredo Amaral Brineiro , tenuto in conto di abile concertista ,
allievo del professore Virgilio Antonio Prisco ; Antonio Branco de Miranda
--- 516 -

Filho, nato in S . Paulo , ove raggiunse un nome di pregiato esecutore ; Antonio


Ferreira da Costa Guedes, esecutore fra i più distinti e compositore pel suo
strumento ; Antonio Solituro , allievo dell' Istituto Nazionale di Musica, con
siderato come una delle belle promesse dell'arte flautista , morto giova
nissimo, a 23 anni di età ; Antonio dos Santos Vieira, uno dei più distinti
allievi del Duque Estrada Mayer, morto anch 'esso nei verd'anni giovanili,
quando aveva appena terminati eccellentemente i suoi studi all' Istituto
Nazionale di Musica ; Carlos Dinis , conterraneo del precedente, con identica
rinomanza artistica ; Carlos latahy, applaudito concertista cearense, allievo
del noto flautista Dr. Oscar Freital; Domingos Raimundo , geniale artista ,
allievo dell' Istituto , oggidi con rinomanza di concertista fra i più stimabili;
Euclides da Silva Novo, esecutore valoroso , con brillante corso nella classe
del professore Pedro de Assis, all' Istituto Nazionale di Musica, presente
mente maestro di flauto al Conservatorio di Musica del Ceará ; Fausto As
sumpção, artista di bella e forte tecnica, laureatosi con distinzione all' l
stituto Nazionale di Musica ; G . de Oliveira, intelligente suonatrice, dotata
di pregiate qualità artistiche; Heraclito Cardoso, esecutore di valore, allievo
dell' Istituto Nazionale di Musica , figlio al noto professore di flauto Do
mingos Cardoso, morto giovanissimo in Minas Gerães; Idalicio Franca
Fonseca, allievo dell' Istituto Nazionale di Musica, ove si diplomò col ti
tolo di primo premio , oggidi stimabile concertista ; Ivo Pagani (Dr.), bra
vissimo esecutore, discendente da pregiata famiglia artistica, di cui onora
le tradizioni come provetto flautista ; João Cesario de Camargo, virtuoso
distinto, col merito di primo premio dell' Istituto Nazionale di Musica , e,
per ultimo, José Joaquim de Andrade Neves, emerito concertista, riputato
come uno dei più notevoli flautisti odierni.
Intorno ai medesimi tempi, fiorivano altri bravi flautisti dilettanti, i
quali riportarono nell'arte loro grandissima lode: José Henrique Martins
de Oliveira, José Feliciano de Araujo, Mario Cardoso de Oliveira, Octaviano
Costa, Paulo Mario da Cunha Rodrigues (capitano di corvetta ) ; Pedro
Antão Ferreira da Silva (ingegnere); Raphael Moreira Leite ; Riccardo de
Ferredo ( capitano); Ulisse de Castro Ferreira ; Walemar Damascevo dos
Santos.
- Clarinettisti - -
Fra i clarinettisti virtuosi e pregiati professori dell'orchestra, che si
produssero con un certo vantaggio in pubblici e privati concerti all'epoca
dei temi variati e delle fantasie su motivi di opere teatrali, noteremo per
primo Ernesto Cavallini, uno dei più emeriti suonatori di clarino ai suoi
tempi, il quale fece parte dell'orchestra del teatro « Provisorio » ( 1852),
ove i suoi a soli erano applauditissimi per la maestria e precisione inap
puntabile, nonché per dolcezza e soavità di suono .
517 -

Nello stesso anno passò a Pietroburgo, ove visse , sino al 1867, in qualità
di professore in quel Conservatorio . Ritornato in Italia , veniva nominato
per quello di Milano, città in cui nacque il 30 agosto 1807, e vimori il 7
gennaio 1874 . Godè anche riputazione di buon compositore pel suo stru
mento , pubblicando in vita un gran numero di studi, concerti, fantasie,
duetti, terzetti e quartetti, nei quali si riscontra la massima difficoltà tec
nica del clarinetto.
Al posto del precedente illustre artista , succedeva il distinto clarinet
tista brasiliano, Antonio Luis de Moura, il quale parimenti sorprendeva la
platea del sunominato teatro, coi suoi a soli, eseguiti alla perfezione e resi
ammirevoli pel suono dolcissimo che traeva dal suo strumento .
Si produceva per la prima volta , come concertista, al beneficio della
cantante Zecchini, il 12 agosto 1854 , eseguendo una difficile fantasia sa
motivi del « Pirata » , per distinguersi poscia in moltissimi concerti dati nel
corso della sua lunga carriera in Rio de Janeiro, ove era nato, e ove mori
il 18 giugno 1889.
Fu professore del suo strumento all' Imperiale Conservatorio di Mu
sica, posto che occupò dalla sua fondazione (1844), sino all'ultimo giorno
della sua vita .
Nel 1857, il noto maestro H . A . de Mesquita , scriveva espressamente
una fantasia su motivi della « Sonnambula » , per questo valente artista.
Rufino José Ribeiro, contemporaneo al precedente , ebbe pure rino
manza di distinto clarinettista . Durante la sua carriera artistica, occupò
il posto di primo clarinetto nelle orchestre d 'ordine superiore di Rio de Ja
neiro, dov'era nato verso il 1825 ; mancava ai vivi nel 1878.
Nel 1857, si ebbe ad ammirare un altro artista del genere, Costantino
Erba, scritturato come primo clarinetto nell'Opera Nazionale di Rio de
Janeiro ; si faceva poscia applaudire come valente esecutore, nel concerto
del professor Ernesto Visconti, il 4 novembre (1857 ), eseguendo un difficile
pezzo del Cavallini,
In un suo concerto del 22 dicembre 1858, al quale prendeva parte la
celebre De La Grange, eseguiva, oltre ad altri pezzi, un duo concertante
per clarinetto ed ottavino, col flautista Mongé, applauditissimo dal pub
blico del teatro « Provisorio » .
Costantino Erba ebbe lunga dimora in Rio de Janeiro.
Un clarinettista di forte valore fu anche Dario Taffurelli, il quale
molto si distingueva in un concerto dato nella sera del 26 dicembre 1869,
al teatro Gymnasio Dramatico , eseguendo il « Carnevale di Venezia » ed
una fantasia sulla « Sonnambula » .
Grande interesse destò pure il noto Rafael José Croner , concertista di
clarinetto, e musico della Camera di S. M . il Re D . Luigi, giunto a Rio de
- 518 -

Janeiro nel maggio del 1863. Il valente esecutore, ottenne la migliore acco
glienza nel concerto dato il 2 giugno, al teatro « Provisorio » , eseguendo il
« Souvenir di Norma » (fantasia ) e il canto greco, tema e variazioni, di
Ernesto Cavallini.
La celebre cantante la Briol, e il pianista Celestino, coadiuvarono il ri
nomato concertista portoghese , che tornò nel 1874, per la seconda volta a
Rio de Janeiro. Suonava straordinariamente bene il sassofono.
E puranche degno di menzione il clarinettista Francisco de Oliveira
Duarte, il quale , in Rio de Janeiro godè fama di valentė professore d 'or
chestra . Visse, poscia , molti anni in Entre Rios, esercitando la professione
di maestro di banda e di musica; e ivi mori verso l'anno 1888.
Stimato clarinettista fu anche Julio Ferreira Gondim . Occupò, per
lunghi anni il posto di primo clarinetto all'Alcazar lirico fluminense, non
chè quello dell'orchestra dell'opera lirico italiana, della capitale .
Mori in Rio de Janeiro verso il 1885 .
Il più valente poi dei clarinettisti brasiliani della seconda metà del
secolo scorso può dirsi a ragione Domingos Miguel. Pochissimi suoi emuli
vantarono una dolcezza e purezza di suono, alleata ad una esecuzione cor
retta ed ammirevole, qualità queste che furono poste in opera nei concerti
ch ' egli diede. Era altresi un valente suonatore di sassofono, rivelando,
in questo strumento le stesse doti che dimostrò nel clarinetto .
Suonatore di clarinetto dei più distinti per l'orchestra fu Cesario Vil
lela , morto in Rio de Janeiro, nel 1918.
Le stesse qualità del precedente vantò il Raimondo ; occupò con rispet
tabile competenza sino al 1885 , anno in cui mori, il posto di primo clari
netto nei primari teatri di Rio .
Nome di eccellente esecutore, molto apprezzato come solista , fu il cl:
rinettista Guedes Pimentel,morto in Rio , verso il 1898 .
José Lino, nato nella Villa di Ouro Fino, 1845 , Minas, fu suonatore di
stinto di clarinetto e compositore di buon valore. Conosceva il flauto, il pi
stone e il pianoforte; fu professore di questi strumenti per lunghi anni in
Pouso Alegre. Era anche pregiato maestro di banda.
Antonio Martins, valente clarinettista bahiano; fu il primo a suonare
la bellissima sonata di Weber per clarinetto e pianoforte .
Non minor fama di clarinettista godè il suo quasi conterraneo Manuel
Bandeira, nato in Pernambuco il 29 ottobre 1862, e ivi morto nel 1895 .
Studió musica e clarinetto con suo padre M . Ignacio de Torres Ban
deira, e poscia il pianoforte col professore Jorge V . F . Lopez, nonchè l'ar
monia col maestro Euclides da Fonseca.
Gregorio Faustino de Rezende, fu abile musico e clarinettista. Nel 1889
suono, con lieto successo, una fantasia su motivi del « Guarany » , nella
-- 519 –

grande festa artistica in omaggio al maestro Carlos Gomes . Compositore,


lasciò una Ave-Maria per soprano, scritta nel 1897.
Feliciano Baptista, bahiano, fu distinto suonatore di clarinetto , di oboe
e corno inglese; era allievo della banda dei « Minori » .
Faremo menzione di un altro giovane talento musicale , suonatore di
stinto di clarinetto e conoscitore di tutti gli strumenti di banda, Antonio
Miguel de Souza , nato il 29 settembre 1868, in São Sebastião de Marianna ,
piccolo e vecchio paesello della riva sinistra dello storico Rio Carmo, di
stante 9 chilometri dalla città di Marianna, ove morì nel 1915 , 1° maggio .
Al dire di vari stimati musici della sua terra , egli aveva genio spon
taneo, annoverato perciò fra i migliori compositori dell'ambiente in cui
visse, e dove la sua perdita fu sentitissima. Lo si dice fondatore della cor
porazione musicale « União 15 de novembro » , tuttora esistente, e pregiato
maestro di banda, lodato ed ammirato dai suoi contemporanei colleghi.
Delle composizioni che lasciò , tutte, probabilmente inedite, vanno ri
cordate le seguenti: « polacca » , per clarino ; « Noites de insomnia » ; « po
lonesa » , per pistone, « Hymno do Bi-centenario de Marianna » (altrove
citato), con parole del chiaro poeta A . Guimarães, appellato il prin
cipe della poesia mineira ; variazioni per clarinetto e « requinta » (clari
nettino) ; molte marcie funebri e festive ; waltzers bellissimi, ecc. In musica
sacra scrisse pure buone e stimate cose.
Antonio Miguel de Souza , degno di essere conosciuto ed apprezzato nei
grandi centri musicali della sua patria , visse e mori ignorato ; e non fu
confuso il suo nome fra la turba degli anonimi, perchè a ciò si oppose la
gratitudine dei suoi amici e fratelli d 'arte, collocando una semplice e con
solatrice croce di marmo su la sua tomba .
Laurenço José de Aragão , clarinettista fine e pregiato maestro di ban
da, fu assai stimato in Bahia , ove nacque nel 1815 , e ove mori il 29 giugno
1887. Egli fu il primo a far conoscere il sassofono nella città natale , col
quale incontrò applausi e lodatori. Compositore modesto , lasciò diversi
« dobrados » , trascrizioni musicali, polkas e waltzers.
Ricorderemo inoltre Eustaquio Rebouça da Cruz, clarinettista fra i
più distinti del suo tempo, nato in Maracagipe il 21 settembre 1837, morto
in Bahia nel marzo 1881. Studiò dapprima il fagotto e l'oboe, quindi si de
dicò specialmente allo studio del clarinetto , e divenne un suonatore abi
lissimo da destare l'ammirazione e il plauso nei suoi concerti, dati nelle
principali città del Nord, ove veniva proclamato come il primo clarinettista
del Brasile. Compositore, scrisse 15 « dobrados » e moltissime danze; a
queste è da aggiungere l' Inno Conde d ' Eu, offerto allo stesso titolare,
in giubilo per la vittoria finale della guerra del Paraguay, e seguito , in Rio
de Janeiro , dalla banda del primo battaglione « Fuzileiros Navaes »,
- 520 -

Buon suonatore di clarinetto ed oboe fu Manuel Pastor Franco,


contemporaneo dei precedenti artisti, nato in Bahia nel 1850, ov’ebbe a
mae:tro il noto professore Aragão. Occupò per lungo tempo il posto di
primo clarinetto nell'orchestra del teatro S . João, posto onorato colla ec
cellenza della sua esecuzione. Il Franco è noto anche come compositore di
lavori originali.
Valoroso clarinetto e compositore fu anche Francisco Irineu de Mattos,
nato in Bahia nel 1850, morto nello Stato di Spirito Santo, ove esercitò le
funzioni di maestro di musica del corpo di polizia. Fu altresi insegnanie
di diverse società musicali in Valenza , Nazareth e nella sua città natale ;
è autore di lavori originali e didattici, la maggior parte travolti dal tempo ,
e non sono rimasti che quelli di minor valore : danze, « Adoração de uma
Virgem » , ed un Compendio di musica, inedito.
Giova pure ricordare il nome di Esmeraldo Carneiro das Virgeni, nato
in Bahia , considerato un clarinettista dei più abili della sua epoca .
Anche Eusanio Francisco Gomes Raposo , nato in S. Paulo, si segnala
come valente clarinettista e buon maestro di banda in São Francisco , ove
prese stabile dimora e ove mori nel 18 .... Eusachio lasciò molte composi
zioni sacre e profane.
Pure bella rinomanza ebbe il clarinettista Santos Barboza , nato e vis
suto in Santa Caterina . Godè anche nome di buon compositore di danze e
marce per banda.
Nomineremo ancora Antonio Martins Vianna, distinto clarinettista ,
nativo di Pernambuco ; passò a Rio , ai tempi di H , Alves de Mesquita, e vi
mori. Nonchè Trajano Lopez, contemporaneo di Domingos Miguel, nato in
Parahyba do Sul, tenuto in conto di abile clarinettista ed esperto professore
nell'orchestra ,
Passiamo ora a far cenno degli oboeisti, di quelli che ottennero mag
gior rinomanza nel nostro mondo orchestrale.
Ci piace ricordare per primo il rinomato professor Lima, il quale , oltre
che oboeista , fu distintissimo suonatore di corno inglese. Presso le an
tiche cronache, noi abbiamo più volte trovato il suo nome fra i programmi
di pubblici concerti, nei quali il suo talento brillava di radiosa luce, e sem
pre fortemente applaudito .
Dopo costui si ebbe a conoscere un pregevole oboeista straniero, Theo
doro Van -Leuwen , che occupò il posto di primo oboe nell'orchestra del
teatro « Provisorio » ( 1856 ). Il 7 dicembre dello stesso anno, egli esordì
come concertista, dando una grande accademia vocale e strumentale, nella
quale , oltre alle variazioni ed altri pezzi suonati dal concertista , veniva ese
guita la « sinfonia pastorale » , di Beethoven . Detta accademia aveva luogo
- 521 -

alla sala del Congresso Fluminense (Rua do Fogo ), onorata colla presenza
delle LL . MM . II.
Altro eccellente oboeista di quest'epoca era Romualdo Pagani, italiano
che venne in Brasile insieme al Martini, al Cavalli ed altri già nominati
professori, per l'orchestra dell'opera lirica italiana. Questo bravo ed egregio
artista, prestò all’arte musicale nostra , buoni e leali servigi durante il suo
soggiorno in Rio de Janeiro ; giacchè, oltre che oboeista , clarinettista ri
marchevole , era anche un colto musicista . Gli sopravvissero i figli buoni e
intelligenti, i quali si segnalarono distinti nell'arte professata dal padre.
Il primogenito, morto ancora giovane, spiegò qualità di abilissimo
oboeista , sotto la direzione del padre ; l'altro , tuttora vivente, gode un buon
nome di professore di contrabasso nell'orchestra . Romualdo Pagani mori
in Rio nel 1885 .
Ai nostri giorni, un suonatore di oboe che porta con buon diritto il
vanto di valoroso artista, è Agostino Luiz de Gouveia , professore stimatis
simo di detto strumento al nostro Istituto Nazionale di Musica , ove occupa
altresi la cattedra di professore di fagotto ; dalla sua classe usci un allievo
tra i più abili nel maneggio di detto strumento , José Raymundo da Silva.
Il Raymundo, oltre all'oboe e al fagotto , si distinse anche nello studio
dell'armonia e del contrappunto, lasciando buona fama della sua applica :
zione in dette materie. Buon pedagogo , ha scritto e pubblicato un pregevole
lavoro didattico col titolo di « Teoria musicale '» , adottato nell' Istituto
summenzionato e nella Scuola Normale . E ' pure meritatamente conosciuto
per i suoi due libri di solfeggi di buonissima fattura, parimenti adottati
nel detto Istituto.
La storia ci conduce e ci ordina di parlare anche dei suonatori di altri
strumenti, Fermandoci per primo sopra i suonatori di corno, quelli che
valorosamente si segnalarono nel maneggio di detto strumento sarebbero
i seguenti :
Vincenzo Tronconi, fratello al noto arpista Giovanni Tronconi, giunto
a Rio de Janeiro nei primianni della seconda metà del secolo scorso, quan
do era ancora in uso il corno semplice, cioè senza chiavi.
Ci fu riferito che fu celebre la visita di questo notevole artista per lo
stato di S. Paulo , verso il 1857, dando importantissimi concerti. Era un
artista talmente geniale e gli effetti che traeva da questo strumento così
straordinarî, che giunse a formulare accordi simultanei di 4 suoni; vero
fenomeno, che non si sa com 'egli conseguisse.
Se è lecito a noi esporre l'opinione nostra, diremo non essere una cosa
praticabile produrre in detto strumento, suoni simultanei. Mori in Rio de
Janeiro il 9 dicembre 1888.
A quel che pare, Giuseppe Cavalli, venuto in Rio de Janeiro nel 1859 ,
- 522 -

contrattato come primo corno nell'orchestra del teatro « Provisorio » , pri


meggiò sopra ogni altro professore di questo strumento . Gli furono tribu
tate sincere lodi in tutti i concerti ai quali prese parte, durante il suo sog
giorno nella capitale ; possedeva una esecuzione straordinaria .
Non meno notevole suonatore di detto strumento fu Candido Maria
Gamboa, il cui nome vediamo inquadrato fra i programmi dei buoni con
certisti dell'epoca (1857), facendosi applaudire per l'eccellente esecuzione
con che rendeva le sue fantasie .
Egli era anche un musico di buon valore, e fu poscia direttore d'or
chestra del Club Mozart, posto che lasciava nel 1878. Fra le sue composi
zioni, citeremo la sinfonia intitolata « Esperança » , dedicata a S. M . F . D .
Fernando, ex reggente di Portogallo , eseguita , in Rio de Janeiro.
Sull'orizzonte dell'arte bahiana vediamo un altro suonatore distinto del
corno, Joaquim de Sant'Anna Torres, col titolo di esperto esecutore nel
l'orchestra.
Ricorderemo anche Manuel Esmeraldino do Patrocinio , nato in Ca
choeira nel 1800 e ivi morto il 17 marzo 1877, lasciando un nome in arte di
abile suonatore di corno, nonché cantore apprezzatissimo per la sua voce
di basso profondo.
Del corno inglese si ebbero pure alcuni bravi suonatori. Il più noto fra
essi fu Bernardo Antunes da Silva, che visse nella prima metà del secolo
passato . Suonò un difficile concerto , al beneficio che dava la figlia della
celebre Candiani (1851).
Emulo del precedente fu Francisco da Motta , tenuto in conto di abile
e forte concertista di corno inglese , la cui rinomanza data dal 1836 , con
forme altrove femmo cenno.
Non inferiore a costoro era il surriferito oboeista Romualdo Pagani,
nel maneggio del corno inglese , i cui a soli nelle opere liriche italiane al
teatro « Provisorio » erano sempre applauditi.
Anche il Bonaventura, contemporaneo del precedente e clarinettista
stimabile, ebbe pure a distinguersi come suonatore di corno inglese.
Oltre ai menzionati strumentisti ad ancia , vi erano nella capitale del
l'Impero, buoni suonatori di strumenti a bocchino ; buona parte furono
anzi concertisti di valore e quasi tutti brasiliani.
Incominceremo col menzionare il nome di Adriano Pereira de Azevedo,
il più valente suonatore di cornetto a pistone della seconda 'metà del secolo
scorso ; egli divenne celebre per la sua grande virtuosità ; la sua vertiginosa
esecuzione fece impallidire i più famosi suonatori nazionali e stranieri
del suo tempo (1861) .
Verso il 1870 passò all'interno, e morì, secondo ci riferivano, in Vassou
ras, nell'anno 1872 .
. -- 523 -

Nome distinto ebbe come suonatore di detto strumento José Soares ,


nato in Rio de Janeiro, ove mori verso il 1876. Compositore di ballabili,
scrisse la celebre polka : « Que è da chave » , cantata e ballata con straor
dinario successo popolare in Rio ed a Parigi (1872). .
Convien ricordare H . Richardson , inglese, forte suonatore di cornetto,
contrattato dall'impresa del teatro lirico italiano, come professore d 'or
chestra . Esordì come concertista , suonando delle difficilissime variazioni
in un gran concerto avuto luogo nel detto teatro (3 settembre 1859).
João Bispo da Igreja, distinto suonatore anch 'esso di cornetto , nato in
Bahia e ivi morto verso il 1889. L ' Imperatore D . Pedro, apprezzandone
il talento, gli regalava uno strumento d 'argento (1867).
Anche Norberto de Carvalho, nato in Rio de Janeiro, ove mori verso
il 1909, fu buon suonatore di cornetto ed abile maestro di banda . Compo
sitore, lasciò una Messa a quattro voci di valore inferiore.
Antonio Carlos Martins, di Campinas, morto in Rio de Janeiro verso il
1887, fu pure abile suonatore di cornetto e direttore di banda militare ;
scrisse, oltre a molte « modinhas » , varî pezzi per il suo strumento ed una
fantasia per violino.
Uno dei più valenti suonatori di cornetto e musicista distinto, pare
che fosse Raymundo Figueredo Branco, bahiano, nato in Cachoeira nel
1850, ivi morto nel 1882. Soggiorno per lungo tempo in Santos Amaro ,
in qualità d' insegnante della Società Filarmonica . Fu altresì compositore
e lasciò diversi lavori inediti.
José Augusto da Fonseca , nato in Santos Amaro nel 1837 e ivi morto
nel 18 ... , fu parimenti abile suonatore di cornetto , nonchè direttore d 'or
ehestra e compositore. Scrisse diverse novene ed una quantità di « do
brados per banda »
Per ultimo è da ricordare lo Zacharias, il più valente artista, dopo
Adriano, nel maneggio del cornetto . Nei pubblici concerti, come negli a soli
eseguiti sulle pubbliche piazze e con occompagnamento di banda, entu
siasmava la folla. Fu assassinato dal suo compagno e collega d 'arte Zefe
rino, il celebre concertista di oficleide, al ritorno da una solenne festa , in
Nichtheroy, ove lo Zacharias era stato fatto segno ad una vera apoteosi,
fatto che determinò la criminosa invidia del suo non meno insigne collega.
Ci rimane a ricordare il noto professore di solfeggio all' Istituto Nazio
nale di musica, R . Côrtes, morto verso il 1907, il quale fu altresì uno sti
mabile suonatore di cornetto .
Tra i distinti suonatori di oficleide citeremo pel primo, il più celebre,
il surriferito Zeferino Ferreira Dias, morto, in Rio de Janeiro, verso il 1878 .
Esecutore straordinario , brillo per un modo tutto proprio di trarre un
suono speciale dal suo prediletto strumento. La sua esecuzione era bril
- - 524 - -

lante e vertiginosa, i passi più difficili erano eseguiti colla massima preci
sione e scorrevolezza , destando meraviglia ai musici stranieri. Nė, dopo la
sua morte , apparve suonatore che oscurasse la sua fama. I suoi contempo
ranei solevano chiamarlo il Paganini dell'oficleide.
Dopo di lui si può citare un altro valente concertista di oficleide, Ma
nuel Martins Torres, nato in Bahia . A Rio , ove venne verso il 1904, si pro
dusse in vari concerti, meritandosi buoni applausi, massime pel suono dol
cissimo che traeva dal suo strumento . Suonava bene anche il contrabasso .
Più speciale successo lo riportò nel concerto del pianista Amaro Barreto
(18 febbraio 1891), eseguendo due pezzi sentimentali : « Lacci d 'amore » ,
di Doeti ; e una melodia di Kucken . Mori, in Rio de Janeiro, verso la fine
del 1906 .
Adelino, che fu un altro bravo suonatore di oficleide e abile professore
d 'orchestra, nacque in Rio de Janeiro, ove mori verso il 1877 .
Domingos Alves, contemporaneo dei precedenti, oltre che bravo con
trabassista d'orchestra , fu forte suonatore di oficleide. Molto applaudito
fu in un concerto del clarinettista A . L . de Moura (1859), eseguendo una
fantasia su motivi dell'opera « Beatrice di Tenda » .
Luiz Gonzaga , che viveva ancora nel 1883, fu abile suonatore di ofi
cleide e stimato professore d'orchestra .
E ' da ricordare anche il distinto trombonista (di « vara » ), Esmeraldo
Carneiro das Virgens, bahiano, morto nella sua città natale verso il 1909.
Fu per lungo tempo maestro di cappella della cattedrale di Bahia e pro
fessore al collegio dei Gesuiti.
Il suo archivio musicale, ricco per la eccellente collezione di tutte le
produzioni musicali dei compositori bahiani, lo lasciava all' Istituto Sto
rico di Bahia , il quale periva in un incendio .
Nell'oficleide si distinse pure Pedro Celestino de Oliveira, nato in San
to Amaro ; e fu contemporaneo di Juvencio Alves da Silva , nonchè profes
sore di filarmoniche ed abile maestro di banda.
Compositore, si conoscono di lui marcie funebri e « dobrados » .
V PERIODO
CAPITOLO XXVIII.

(1844 -1925 )

DELL'ARPA E DEGLI ARPISTI UDITI


IN RIO DE JANEIRO

L 'arpa in altri tempi. - L ' arpa nella sua bellezza misteriosa . - I suoi offetti
nelle invenzioni polifoniche. --- Un primo nome a registrarsi : Mme. Stort, — Giovanni
Tronconi, - - Mme. Belloc. - - Cheshire. --- Esmeralda Cervantes. - - Felice Lebano , ----
L ' arte di questo virtuoso . -- - La sua arpa ; quel che vi scrissero e dipinsero celebri
artisti e letterati. --- Olga Masucci. – Luisa Guido. -- Maria Suino. – L . Wurmser
Delcourt. – L ' arpa cromatica. - Altri arpisti. -- Léo Bach . — Chitarra e chitarristi.
-- Mandolino e mandolinisti. --- Citera e citaristi.

L 'arpa, in altri tempi povera di sonorità, senza i suoi sette pedali per
aumentarne i semitoni cromatici di tutte le sue note naturali, è oggidi, fra
gli strumenti a pizzico , il più bello .
Oltre all'effetto come strumento a solo, rivelato in tutte le sue linee
squisite e leggiadre dagl'insigni virtuosi degli ultimi tempi, l'arpa, per i
suoi magnifici arpeggi sonori, la bellezza misteriosa prodotta dai suoni ar
monici, getta sporadicamente i suoi più meravigliosi accenti alle scene poc
tiche, le marcie solenni leggendarie, e , in specie, i canti religiosi ; nel campo
sinfonico e teatrale, ove troneggia nelle intensità variabili di grandi effetti
orchestrali.
I compositori moderni, non eccettuato il sommo Beethoven , il primo ad
impiegare le poche bellissime battute nel suo ballo del « Prometeo » , han
no cercato , a mezzo dell'arpa, gli effetti penetranti e grandiosi nelle inven
zioni polifoniche dell'arte novella.
Da molto si vien dicendo che l'arpa, malgrado i bellissimi pezzi che
sono stati scritti per essa , presenta delle difficoltà tali che pochi individui
hanno il coraggio di cercare di vincere.
V 'ha un po' di esagerazione in tutto ciò.
Dicasi piuttosto che una delle forti ragioni fu sempre il caro prezzo
dell'istrumento , aggravato da quello delle corde armoniche, il cui costo co
stituisce un bilancio a parte per la sua manutenzione.
- 526 -

Ciò nonostante, passando sull'epoca in cui l'arpa sostituì con un certo


vantaggio il pianoforte , può dirsi che, da Godefroid a Felice Lebano, si rese
conosciuta ed apprezzata colle sue « Fantasie » , « Sonate » , « Notturni » ed
altri pezzi inerenti alla sua natura.
Il primo nome a registrarsi è, per ciò che si riferisce agli arpisti uditi
in Rio , Mme. Storr, giunta nella nostra capitale, l'agosto 1840.
Era abilissima arpista e sopratutto distinta professoressa insegnante
di detto strumento.
Il suo primo concerto aveva Juogo il 24 agosto (1840) al teatro S . Pedro
de Alcantara; un concerto riuscitissimo, nel quale esegui la « Marcia » di
Bochsa , un' « Aria variata » dello stesso autore, ed altri pezzi.
Vi prese parte il noto professor Motta, il più notabile suonatore di
corno inglese dell'epoca, nome altrove citato .
Dopo la Storr, un bravo arpista , che coglie durante un lungo periodo,
applausi nella nostra capitale, fu Giovanni Tronconi, italiano , allievo del
Conservatorio S . Pietro a Majella , di Napoli, venuto in Brasile nel 1852.
Il suo primo concerto ebbe luogo il 26 novembre, al salone do « Para
iso » , facendosi applaudire nella fantasia caratteristica « La danse des
Fées », di Godefroid , ed un pezzo concertante per arpa e voci, eseguito con
grande successo del concertista e gli artisti lirici signora Zecchini e i signori
Laboccetta, Gentili, De Lauro e Fiorito .
Giovanni Tronconi, oltre che concertista , era valoroso professore d 'or
chestra, ove riuscì a far conoscere vieppiù le bellezze dell'antico e poetico
strumento, cogli arpeggi armoniosi, che si confondevano colle melodie
cantate, e gli a soli che precedevano le grandi arie : quella della « Lucia »
ad esempio .
Fissando quindi la sua residenza nella capitale dell' Impero , ove ino
riva verso il 1884 , la sua esistenza divenne attiva nell'insegnamento e nel
divulgamento anche del gusto per l'arpa. E negli anni che si seguirono
sembrò che il pianoforte volesse uscire fuori di moda ; le artiste dilettanti
dei salotti volevano solamente suonare le arpe di Erard.
Il delirio della moda porta con sè quasi sempre questa fuggitiva fan
tasia !
Il Tronconi, nel 1882, intraprese un lungo giro artistico attraverso le
provincie del Sud . ove il suo talento fu assai apprezzato e applaudito .
Era insignito dell'ordine cavalleresco brasiliano della Rosa.
Anche un 'arpista che consegui molta rinomanza nella capitale dell' Im
pero, fu Madame Belloc, francese. Ella giunse in Rio de Janeiro nel 1855,
dicendosi prima arpista -concertista dei teatri e salotti di: Parigi, ove aveva
studiato sotto la direzione del Godefroid .
- 527 –

Proponendosi quindi a dare lezioni, pare che utili fossero i suoi servigi
artistici nel bene dell'arte arpistica tra noi.
Convien notarsi che, prima d 'intraprendere la carriera d'insegnante
della sua arte , in Rio de Janeiro , ella dava un concerto , nell'ottobre del
1855, al teatro lirico fluminense, onorato dalla presenza dell' Imperatore.
Ella svolgeva, con lieto successo, il seguente programma: « La danse des
Sylphes » , di Godefroid ; « La mélancolie » e « Le Rêve » , dello stesso, e due
composizioni di Labarre : « L 'illusion d ' Hérold » e la grande fantasia sul
« Notturno Spagnuolo » .
Dobbiamo constatare che, malgrado le buone intenzioni di questa va
lente arpista nel voler fissare residenza nella capitale dell' Impero, lungo
non fu il suo soggiorno, giacchè tornava alla sua patria alcuni anni dopo .
Nel 1859 si ebbe un 'altra celebrità nella virtuosità arpistica, Cheshire,
contrattato dalla direzione dell'opera lirica italiana del teatro « Proviso
rio » , come primo arpista nell'orchestra .
Durante il suo lungo soggiorno a Rio de Janeiro, ebbe più volte a pro
dursi come solista in pubblici concerti, dimostrando altissime cognizioni
tecniche nel maneggio del suo strumento,
Esito felice ebbe pure una giovane arpista spagnuola, Esmeralda Cer
vantes, giunta in Rio de Janeiro, l'anno 1880.
Malgrado il suo talento non fosse di quelli da destare meraviglia, il
pubblico l'applaudi calorosamente e la stampa le prodigò grandi elogi.
Nel suo primo concerto , in ottobre, all' Imperiale Conservatorio di Mu
sica, esegui in un modo delicato e con abbastanza chiarezza di esecuzione,
la « Marcia Trionfale » , « Re Davide » , di Godefroid ; l' « Agonia » e la « Fan
tasia » della « Sonnambula », pezzo di sua composizione.
Coadiuvatore, in questo concerto , fu il violinista Joseph White , a cui
la Cervantes accompagnò l'« Elegia » , di Ernst.
Nel 1887, ci veniva il celebre Felice Lebano. L 'arte di questo grande
virtuoso fu diversa da quella dei precedenti, giacchè, secondo le opinioni
più autorevoli, Felice Lebano, dopo Godefroid , era il più forte suonatore
d 'arpa del suo tempo. Egli era nato in Napoli, verso il 1857 ; vi fece i suoi
studi al Conservatorio S. Pietro a Majella . Dopo di aver percorso , coi più
lieti successi, le principali città d ' Italia , di Francia e d ' Inghilterra , passò a
Rio de Janeiro, ove i suoi concerti suscitarono profonda impressione, data
la sua maestria , ricca di pregi, mostrando tutti gli effetti che si possono
trarre da uno strumento considerato di poche risorse, ma che nelle mani
dell'insigne virtuoso diventa più che interessante , espressivo . La tecnica di
questo notevole esecutore era incomparibel; le dita correvano agili sulle corde
della sua arpa, facendovi sgorgare tesori di armonia.
Il 26 agosto (1887 ), invitato dalla direzione del Club Beethoven a pren
-- 528 .

dere parte in uno dei suoi concerti, esegui stupendamente due sue compo
sizioni: « Ponsée poétique » e « Menuet » .
Più ammirato fu ancora nel suo concerto, al predetto Club, con la pre
senza delle LL . AA . II.; il successo fu dei più impressionanti. Lebano era
veramente un artista straordinario , impareggiabile ; in lui, oltre la tecnica
ammirabile , vibrava il sentimento , l'ispirazione, col suggestivo splendore
dei rari ingegni della virtuosità . Nessuno meglio di lui interpretò con tanta
affascinante poesia le composizioni del surriferito Godefroid .
Sul valore suo la stampa unanime parlò nel modo più entusiastico.
La sua arpa, un bellissimo strumento, sulla cui cassa armonica scris
sero e dipinsero, in omaggio al suo talento, i più celebri artisti e letterati:
Michetti, Morelli, Sardou , ecc., era di un valore inestimabile .
Anzi, l'accennato illustre drammaturgo francese, entusiasmato per la
virtuosità del grande concertista , vi scriveva queste parole :
« C 'est un corp sec et froid, sans chaleur et sans flamme. Lebano joue...
et c'est une âme» .
Nello stesso anno Lebano partiva per Buenos Ayres, ove prese stabile
dimora, che si prolungo sino alla sua morte , avvenuta nel 1918.
Fra le arpiste distinte non si deve dimenticare il nome di Olga Ma
succi, italiana, stabilita da parecchi anni in S . Paulo , ove gode rinomanza
di brava concertista e provetta insegnante .
Nel 1907, esordi con lieto successo anche in Rio de Janeiro, confer
mando i suoimeriti in un concerto all' Istituto Nazionale di Musica ( 8 luglio ).
E pure da ricordare il giovane arpista Armando Milano, nato in Rio de
Janeiro nel 1880 , troncato dalla morte immaturamente . Era un provetto
suonatore, e prometteva divenire una notabilità artistica nel suo prediletto
strumento .
Altri due arpisti che si fecero notare sono Carmine Marsicano e Carlo
Damasco , entrambi brasiliani, nati in Rio de Janeiro . Il primo studiò con
P . Torzillo e poscia colla professoressa Guido. L 'altro, il Damasco, cominciò
e completò i suoi studi nell' Istituto Nazionale di Musica , colla sovradetta
maestra. Carlo Damasco , oltre che abile suonatore, gode fama di esperto
professore nell'orchestra.
Va ricordata onorevolmente , l'arpista Guido Luisa, giunta a Rio de
Janeiro nel 1888, anno in cui si produsse, per la prima volta, in un concerto
del Club Beethoven (11 ottobre), suonando la « Danse des Sylphes » , del
Godefroid , in un modo da meritarsi, per la corretta esecuzione, buoni ap
plausi.
Era allieva premiata del Conservatorio di Milano, ove ebbe a maestro
il rinomato professor Bovio .
Fu poi maestra, tutta dedita all'insegnamento, nell' Istituto Nazionale
- 529 –

di Musica della nostra capitale, nominata l'anno 1890 , e vi rimase sino al


1920, anno in cui mori compianta dai suoi allievi, che non furono pochi.
Un 'altra brava arpista , apparsa nel 1898, è Maria Suino, italiana, al.
lieva dell'Accademia di Santa Cecilia, in Roma, donde era uscita l'anno
1897, col titolo di primo premio . Diede, con esito felice, concerti in Rio c.
in Petropolis, passando poscia al Pará , ove prese stabile dimora e fini
coll'abbandono della sua arte .
Uu'altra degna arpista che raccolse, dopo il celebre Lebano, allori fra
noi, è Mme. L . Wurmser- Delcourt, arpista di legittimo merito, la prima a
farci conoscere l'arpa cromatica, concepita dal signor Gustave Lyon, di
Parigi, colla quale , l'insigne artista, giunge ad eseguire con grande splen
dore le opere moderne di alta virtuosità . Il suo modo di suonare, colorito
di ardore e bello stile , la cui virtuosità non escludeva la espressione e il
sentimento, destò la più viva ammirazione; in essa si giustificava la rino
manza che la precedeva , e la singolare maestria di cui era dotata , rivelava
mirabilmente nei pezzi di Debussy, Beethoven , Godefroid , Händel, Scar
latti, Saint- Saëns, Pierné, ecc. Il successo riportato in Rio (1911), ove diede
due « Recitals » , fu veramente brillante.
Delle arpiste udite in seguito , ricorderemo: Olimpia Catta Preta, te
nuta in conto di abile arpista ; diede concerti in Rio e in S . Paolo, ove si
vuole che prendesse stabile dimora.
E merita anche di essere citata Esther Santos, allieva dell' Istituto Na
zionale di Musica , della classe di Luisa Guido. Nel 1915, già padrona di una
buona tecnica, si esibi con esito felice in un concerto pubblico.
Un'altra brava arpista è la sig .ra Vasconcellos, allieva della citata mae
stra, laureatasi col titolo di primo premio. Occupa oggidi la cattedra di
arpa, lasciata vacante dalla sua maestra.
Finalmente Léa Bach , un 'arpista di brillanti qualità, apparsa in Rio
de Janeiro nel 1919, ove diede concerti, destando la più viva ammirazione.
La stampa unanime della nostra città la considerò un 'artista completa e
notevole per l'incanto e l'ampiezza del suono.
Fra le odierne arpiste é pure da ricordare la giovane Jandyra Costa ,
allieva dell' Istituto Nazionale di Musica, ove studiò colla Guido; ivi è og
gidi insegnante cattedratica. Distinta esecutrice , riportò un esito felice
al suo concerto del 26 maggio 1918, alla sala del « Jornal do Commercio » .
La chitarra, pur essendo lungi dalla gerarchia aristocratica degl'istru
menti che costituiscono l'avanguardia della grand'arte, merita di essere qui
menzionata e che le si faccia giustizia per la ricchezza dei suoi accordi, le
risorse delle sue modulazioni, le armonie variate e gli eccellenti effetti che
ne risultano. E' noto del resto che la chitarra era tenuta , in altri tempi,
in onore dalla intellettualità artistica, che la impiegava quasi esclusiva
-- 530 - -

mente ad accompagnare la voce, per quindi tener posto onorevole anche


nella piccola musica da camera . Ma dopo i suoi trionfi, come strumento
di moda, essa, sulla fine del secolo XIX , segnava un regresso nella vita mu
sicale, per trovarsi del tutto soppiantata e sepolta dal pianoforte : eccetto
in Spagna, sua vera culla , ove tuttora risuona colla stessa vita dei secoli
trascorsi nei salotti, nei pubblici ritrovi e nelle pubbliche piazze, balbet
tando timidi concenti, semplici accordi, accompagnamenti melanconici,
ma che non lascia di rendere lieta la vita di quel popolo .
Giustizia vuole però si dica che, ai nostri di, la chitarra, ad onta del
suo magro timbro e della povertà di suono, è stata rimessa in onore dalla
virtuosità mirabile dei suoi più rinomati esecutori, sorti in questi ultimi
tempi.
Fra i più insigni suonatori, che si ebbero ad udire nella nostra capi
tale , si possono citare i due celebri suonatori di chitarra spagnuola a 11
corde, José Martinez Taboso e Praxede Gil Orosco , uditi ed applauditi con
entusiasmo nel marzo 1890. Un « Capriccio caratteristico » , eseguito mira
bilmente dai due concertitsti, ottenne un gran successo . E ' da ricordare
anche João Leal, il quale fu uno dei più distinti chitarristi dei suoi tempi ;
possedeva una bella e calda voce di tenore, e se ne serviva con eccellente
arte per cantare le « modinhas » . Morì in Rio de Janeiro, verso la seconda
metà del secolo scorso.
Ai precedenti nominati chitarristi si associa meritevolmente Salgado
do Carmo, padrone anch'esso d'una forte tecnica, rivelata al suo concerto
del 2 luglio 1916, con un difficile programma.
Si può anche considerare come eccellente chitarrista Clementino Lis
boa ; si produceva con felice successo in un concerto (1869), datosi a scopo
di beneficenza, affine di erigere un busto al Consigliere Claudio Luiz da
Costa .
Non si deve passare sotto silenzio un altro applaudito artista , il com
patriota Clementino, la cui rinomanza, come valoroso chitarrista , si man
tenne viva sino all'ultimo periodo del secolo scorso . Le cronache dell'epoca
dicono ch 'egli possedeva una tecnica straordinaria . Il Gottschalk , di cui
Clementino Lisboa suonava mirabilmente gl'improvvisi e le fantasie, lo
apprezzava moltissimo.
Più che i precedenti, eccelse nell'arte della chitarra un figlio del Para
guayo, Barrios, considerato , a ragione, il più forte suonatore di detto stru
mento , forse il primo del mondo per la sua eccezionale esecuzione. Alla
padronanza della meravigliosa tecnica , il Barrios univa un eletto buon gu
sto . La letteratura musicale della chitarra, la più incompleta di tutte le
letterature musicali, sprovvista di alto stile, si arricchisce di nuove forme,
di nuovi effetti, mercè la virtuosità del Barrios. Questo illustre artista, che
- 531 -

appari in Rio de Janeiro nel 1916, ottenne veri trionfi nei suoi « Recitals » .
Contemporanea di questo artista è l'avvenente giovane spagnuola Jose
fina Robledo, chitarrista di bella e legittima rinomanza , parimenti accla
mata dal pubblico di Rio , pur correndo una certa differenza fra lei e il
Barrios. Ma le doti artistiche della Robledo sono sufficienti e complete ,
specialmente nella bravura e nella grazia brillante, per destare ovunque
l'ammirazione. L 'esito dei suoi concerti, in Rio (1919), segnò un vero
trionfo per l'illustre artista , la quale, al ritorno da un giro artistico , prende
stabile dimora tra noi, dedicandosi all'insegnamento della sua arte.
Dopo queste due vere celebrità , si possono anche considerare come
eccellenti chitarristi Brant Horta ed Ernani Figueredo, i quali si esibirono
in Rio , con lieto successo ( 16 maggio 1916 ).
Anche il mandolino , il languido e monotono strumentino, oggidì caduto
in disuso, divenne in un dato momento l'ideale compiacente di tutti i dilet
tanti intelligenti e da strapazzo. Difatti, quarant'anni or sono, la moda si
compiacque di farlo entrare nelle grazie di una grande schiera di signo
rine, suonatrici senza convinzioni, le quali, sotto la forma di esimie vir
tuose tormentarono le orecchie del nostro colto pubblico .
Però la sua apparizione fu fugace, giacchè la propria moda, sempre
folleggiante, ne segnò la decadenza e la dimenticanza.
Propagatore di questo strumento , del cui maneggio era un provetto
conoscitore, fu João dos Santos Coucerio (portoghese). Ebbe un numero
considerevole di allieve, che soleva presentare in un assieme orchestrale al
« Cassino Fluminense », sotto la sua direzione (1882-1886 ).
Un altro bravo suonatore di mandolino , più abile del precedente, il quale,
giunse a fare dei proseliti, fu Eugenio Orfeo , napoletano .
Nel 1910 , appari in Rio de Janeiro, un altro bravo suonatore di man
dolino, il Rosa, portoghese. Diede con felice successo vari concerti al teatro
Municipale.
Una mandolinista brasiliana, allieva del Santos Coucerio , che ebbe a
distinguersi come concertista e abile insegnante , fu Clarinda Augusta Leal.
Al tramontare del mandolino , si ebbe la citara , strumento lugubre,
dalle corde metalliche, il quale non raccolse l'eredità della chitarra e del
mandolino .
Uno dei primi esecutori, veramente celebre nel maneggio di detto stru
mento , fu J. Brecht, venuto in Rio nel 1867, ove ebbe a prodursi con grande
successo , eseguendo pezzi difficilissimi (25 febbraio 1867).
E ' da ricordare un altro bravo suonatore del genere, la cui virtuosità
provocò ammirazione al suo primo concerto in Rio de Janeiro : A . Lennep .
Suonò anche con lieto successo in uno dei concerti del Club Beethoven
( 14 dicembre 1889 ).
CAPITOLO XXIX .

DEL CANTO E DEI CANTANTI NAZIONALI,


ARTISTI E DILETTANTI

Considerazioni sull'arte vocale e le deficienze del suo insegnamento nelle nostre


scuole , - L 'emissione della voce : anima e vita del canto. — Cattivi principii, cattive
conseguenze. - Ogni lingua ha la sua bellezza strutturale ; l'italiana però , si riserba
il destino di esprimere l'arte nella sua maggiore armonia e flessibilità . - Una al
lieva della Siebs, - L 'Ave -Maria di Marietta Netto. - Elvira Gudin . - La maestra
Camilla da Conceição. -- Il tenore Rayol. – La voce meravigliosa di Maria Nabuco . - -
Virginia Niemeyer. — Le sorelle Iracema. – Stella Parodi, — Il tenore Mariol Fer
nandes. - Il baritono Corbiniano Villaça . -- Karl Jorn , --- La bella signora Kendall,
artista di soave spiritualità . --- Le sorelle Verney Campello . --- Paulina Raineri. --- Nicia
Silva. --- Lydia Salgado. — Il professore De Larrigue de Faro, – Ghirlanda di nomi
che invocano la responsabilità di belle carriere artistiche.

Non è nell'intenzione di questo capitolo delineare la storia del canto


fra noi, nè insistere sui difetti e la insufficienza dell'insegnamento che si
vien osservando in questi ultimi tempi, ma è doveroso fare un semplice
cenno sulle cause, il sistema e i vizî nel metodo adottato dai maestri di canto.
A dire il vero, le vaghe nozioni di alcuni maestri di canto e i risultati
del loro insegnamento, ci mostrano che lo studio del canto non è giunto
ancora fra noi al grado di preparare, con salda istruzione, la gioventù stu
diosa , alle finezze della tecnica , dello stile teatrale e di tutte quelle qualità
che costituiscono l'arte del bel canto.
Nel mondo dell'insegnamento ufficiale , si sono visti sorgere, negli ul
timi tempi, un buon numero di professori di canto ; ma la penuria dei com
petenti andò sempre crescendo per la sfortuna della nostra arte vocale.
D 'altronde non si può chiedere qualità migliori a dei maestri la cui
competenza professionale è - salvo rarissime eccezioni - deficiente e poco
sicura delle regole basiche dell'arte del canto, per poter fare non solamente
dei cantanti, ma dei veri artisti lirici.
Non basta che il maestro, ponendosi innanzi all'allievo , o assiso davanti
al pianoforte, si limiti a indicargli il giusto valore delle note, del tempo,
del ritmo, del respiro, ecc.
E ' necessaria una preparazione più robusta , una conoscenza più vasta,
onde mettere l'allievo al coperto dei dubbi e delle incertezze.
- 534 --

L 'arte del canto --- lo sappiano quei professori che non furono mai
cantanti – è più difficile di quel che si crede.
Le molteplici gradazioni, la delicatezza delle sfumature, la espressione
dei sentimenti dell'animo -- che non sono pochi -- la varietà delle tinte,
della forma, la dignità di stile, l'emissione della voce -- anima e vita del
l'arte del canto — costituiscono la eccellenza della scuola, che purtroppo
manca nel nostro ambiente ufficiale dell'età presente.
Difatti, nel nostro centro , più che altrove, siamo ancora lontani da
questo ideale di progresso artistico vocale , massime per la carriera tea
trale , la cui attuazione ha molti ostacoli da superare.
Questa poco lieta condizione della scuola di canto dell' Istituto Nazio
nale di Musica, fece dire ad un nostro critico : « Esiste una pretesa scuola ,
ma qual'è l'utilità ? I fatti constatati rispondono che codesta scuola di canto
non ha fatto, sino ad ora , che rovinare le voci e stabilire i più cattivi prin
cipi sulla maniera di cantare » .
Non è tutto. In questa pretesa scuola vocale esiste un 'altra assurdità ,
un abuso rivoltante, quella della quasi esclusione della lingua italiana,
dandosi la preferenza alla lingua francese per fare cantare quasi tutti gli
allievi.
Falso principio , giacchè la lingua italiana predominò sempre con la sua
armoniosa parola , tanto propizia , adattatissima alla modulazione della voce,
alla flessibilità, e rotondità dei suoni; la sua struttura estetica vive ancora
non turbata dal pensiero che un giorno dovrà cedere il serto glorioso del
suo bel canto.
Ma la storia , nonostante l'insufficienza della capacità del personale
insegnante della nostra epoca — salvo i pochi che, nell'insegnamento, illu
strarono ed illustrano l'arte del bel canto – non potrebbe, senza colpa,
dimenticare i nomi, non solo dei modesti che modestamente onorarono
l'arte vocale in un'era tramontata, ma ancora di quei forti talenti che in
terra straniera e nella propria patria , si levarono a notevole altezza pei
confortanti successi che riportarono nei salotti e sulle scene liriche. Sor
volando sulla schiera di cantatrici e cantanti artisti e dilettanti di un 'epoca
che il tempo ha travolto, di cui femmo cenno nei capitoli : Arte lirica,
Opera Nazionale e Società Musicali, si convien ricordare per prima Luisa
Regadas, cantante applauditissima ai suoi tempi, allieva di Marietta Siebs.
Questa brava artista, morta giovanissima, si esibi con lieto successo in un
pubblico concerto , al quale prendevano parte i notevoli artisti lirici Cortesi
e Spalazzi (aprile 1879), e poscia in una lunga serie di concerti a scopo di
beneficenza per l'abolizione della schiavitù .
Buona cantante brasiliana, parimenti allieva della Siebs, posseditrice
d 'una bella e calda voce di contralto , fu Esther de Freitas Reys, morta in
-- - - - - - -

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Rio de Janeiro verso il 1912 ; si produsse in vari concerti, e finì la sua car
riera artistica comemaestra di canto .
Degno di menzione è pure il nome di Marietta Netto, graziosa cantante ,
dotata d 'una bellissima voce e di beltà sorprendente. Ricordiamo il suo ap
parire (1882), nel fior degli anni, in un concerto del Club Mozart, col nome
di Marietta Howat, ove riscosse i primi applausi, per venire quindi la can
tante prediletta dei salotti aristocratici dei suoi tempi.
La sua voce, dolce e insinuante, piegavasi deliziosamente alle finezze
dell'arte, specie nelle canzoni spagnuole, cantate per diletto , e dette con
una grazia squisita .
Compositrice, scrisse con arte modesta una graziosa « Ave-Maria » , di
sovente cantata nelle feste religiose .
Non meno brillante suona il nome più volte citato in questo lavoro ,
di Elvira Gudin , tenuta in conto ai suoi tempi come una delle più illustri
cultrici dell'arte del canto, notevolissima per la sua bella voce di soprano,
gentile e diligentissimamente messa al servizio dell'arte lirica, come inter
prete assai lodata di due gioielli musicali : « Philémon et Baucis » e « Mi
reille » , del Gounod , di cui la pregiata signora fu protagonista e creatrice
( teatro lirico, 24 novembre 1896 , e in Petropolis ). Cantò pure ammiratis
sima nei più grandi concerti che si diedero nella prima decade del regime
repubblicano.
Elvira Gudin , discendente di nobile famiglia , nacque in Rio de Janeiro ,
ove fece i suoi studi di canto , distinguendosi anche nell'arte pianistica.
Al numero delle buone cantanti brasiliane, si può aggiungere il nome
di Marietta Werney Campello, riogradense, allieva dell' Istituto Nazionale
di Musica di Rio de Janeiro, ove si diplomò in seguito ad un brillante corso
di canto ; fu applauditissima al suo primo pubblico concerto, alla sala
« Empregados do Commercio » (12 maggio 1915 ). Si recò poscia in Europa,
ove, in Milano, completò la sua educazione musicale , come allieva del Con
servatorio di detta città , perfezionandosi nell'arte prediletta , il canto , per
poi godere, al ritorno in patria , fama d'una delle migliori artiste nel genere.
Quindi intraprese vari giri artistici, riportando ovunque brillanti successi
colla sua dolce e snella voce di soprano leggero .
Anche la sorella Maria Werney Campello è tenuta in conto di distinta
cantante. Studiò sotto la guida del professore L . Gilland, insegnante all' l
stituto Nazionale di Musica, ove la Campello , al termine dei suoi studi,
meritò il primo premio . Si portò quindi in Italia, dove, il Milano, fece nuovi
studi sotto la guida del celebre professore Sangiovanni, da cui trasse lo
stile della scuola italiana. Al ritorno in patria , si esibi, con lieto successo,
in diversi concerti.
Un'altra notevole cantante brasiliana, Amelia Iraeema, nata in Porto
- 536 --

Alegre, educata alla scuola tedesca, si fece onore nell'arte lirica, colla sua
eccellente voce di soprano, cantando nei primari teatri di Germania, per
poi trovare in patria i migliori applausi, secondo altrove si disse .
Anche Hedy Iracema, sorella della precedente , raggiunse un grado
di bella rinomanza nell'arte del canto , massime in Germania , dove studiò
sotto la direzione del professore Paul Haase, insegnante al Conservatorio
di Colonia , e quindi colla celebre cantante Wally Schanseil. In Colonia,
debuttò, come soprano, nel grande Oratorio di J. S . Bach « La passione » ,
secondo S . Matteo ; percorse poscia le principali città dell' Impero tedesco
come concertista, e quindi, scritturata per cantare al teatro dell'Opera di
detta città . Al suo ritorno in patria , si faceva udire nello Stato natale e in
Rio de Janeiro ( 1897), ove i suoi meriti artistici, rivelati con una calda e
flessibile voce e un bello stile interpretativo, trovarono lodi ed applausi.
Giulia Befani, cantante lirica, allieva del Conservatorio di Napoli, ove
si diplomò, venne nel 1901 a Rio de Janeiro, prendendovi stabile dimora
comemaestra di canto ed arte scenica .
Contemporanea delle due precedenti artiste, è Nicia Silva, elegante e
fine cantante , lodatissima la sua arte a Parigi, e a Rio de Janeiro, sua
città natale , dove occupa la cattedra di maestra di canto all' Istituto Na
zionale di Musica, del quale fu alunna delle più distinte, classificata in
nodo onorevole nel corso de' suoi studi. Nicia Silva ebbe un periodo di
gloriosa carriera artistica fra noi, e di ciò fanno fede i suoi giri artistici,
intrapresi assieme all'insigne pianista Arturo Napoleone, e i successi che
riportò sulle nostre scene liriche, cantando le opere altrove accennate.
Pari onore si fece Lydia Salgado , cantante applauditissima, dotata di
una voce pieghevole e bellissima di soprano drammatico, allieva del nostro
Istituto Nazionale di Musica, ove studiò sotto la guida del maestro Amaro
Barreto , meritandosi il primo premio. Prese parte a molti concerti, ripor
tando sempre calorosi applausi. Calcò pure con lieto successo le scene
liriche dei nostri teatri, cantando, a fianco di rinomati artisti, l' « Aida » .
Un dilettante di canto di valore, sempre applaudito nei privati e pub
blici concerti, fu Carlos Baptista de Castro. Possedeva una bella voce di
basso cantante, e se ne serviva con lodevole buon gusto ; diceva con molta
grazia : « Le Vallon » , di Gounod , e « Par la fenêtre » , di Marquis. Moriva
in Rio de Janeiro, verso il 1910.
E ' pure da ricordare il forte tenore Antonio Rayol, nato al Maranhão,
ove apprese i primi rudimenti musicali, e poscia insegnante, a soli 13 anni
di età , al posto del professore di musica nella « Casa educandos Artifices »
della surriferita città . Nel 1890, passò a Rio de Janeiro, ove, come buon
cantante, raccolse applausi e la protezione del Conte de Leopoldina, che lo
mando, a proprie spese, in Italia, per perfezionarsi nell' arte del canto. Fu
- 537 -

suo maestro il Giovannini, insegnante al Conservatorio di Milano ; ivi si


produsse con lieto successo in diversi concerti. Rimpatriato , si presentó
di nuovo al pubblico di Rio, riportando un brillante successo al suo con
certo dell'8 ottobre 1906 . Compositore, scrisse una Messa solenne, una
« Tarantella » , per pianoforte, quattro romanze per canto : « Eterno
Amore » , « Non ti posso amare » , « Senti » , « Dormi » , diversi pezzi per
violino ed un gran numero di composizioni leggere, edite, la maggior parte ,
in Europa e in Rio , ove mori.
Un altro artista brasiliano, che si distingue nell'arte del canto , è J. de
Lima Braga ; fece i suoi studi a Milano, ove pare che entrasse con relativa
fortuna nell'arringo teatrale. Tornato in patria nel 1896, ebbe a farsi ap
plaudire in molti concerti, per la sua bella voce di baritono, e il buon me
todo di canto . Anni appresso abbandonò l'arte, per farsi negoziante.
Un basso, cantante dilettante , di simpatica fisonomia artistica, era
Theodureto Souto, allievo del noto professore Amaro Barreto ; fu uno
dei più applauditi cantanti nei concerti del suo tempo (1890- 1896 ). L 'aria
della « Stella del Nord » , di Meyerbeer , era uno dei pezzi in cui emergeva
il suo talento e la sua bella voce. Cantò , per l'ultima volta , al concerto
della Società del Quartetto, di Rio de Janeiro (1896 ).
Emile Uzac, buon baritono francese, prese parte a molti concerti. Si
diceva artista dell'Opera Comica , di Parigi; fissò residenza in Rio ( 1896 ),
dedicandosi all'insegnamento del canto, e vi mori verso il 1908 .
Eloyna Martinez, giovane cantante brasiliana, posseditrice d 'una bella
voce di soprano. In un concerto al quale prese parte , cantò col tenore An
tonio Rayol, il duo della « Cavalleria Rusticana » (1906 ).
A quest' epoca appartiene Eloyna Sant' Anna, brava ed applaudita
cantante brasiliana, dotata d 'una bella voce di soprano. Si esibi con suc
cesso in uno dei concerti popolari (settembre 1896 ), cantando l'aria della
« Manon » , di Puccini, e l' « Arcolaio » , di Carlos Gomes.
All' elenco delle buone cantanti dilettanti appartiene Lucie Lands
berg , brasiliana, nata in Rio de Janeiro . Cantò , sempre ammirata ed ap
plaudita , nei più grandi concerti di beneficenza, che ebbero luogo sul tra
monto del secondo Impero.
Pari rinomanza ebbe in detta epoca, la distinta dilettante Maria Na
buco , dotata d'una meravigliosa voce di mezzo soprano- contralto ; il suo
talento , accoppiato ad un eletto buon gusto , era tenuto in conto di pre
zioso elemento artistico nell'ambiente dell'antica côrte .
Degna di menzione è pure la distinta cantante dilettante Virginia Nie
meyer, che, al par delle precedenti, vantava una delle più belle voci di
soprano, col titolo di una erudizione artistica assai apprezzabile . V . Cernic
chiaro scrisse per lei una « Ave-Maria » , cantata nella Chiesa della Gloria .
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Ricorderemo il Conde de Carapebús, appassionato dilettante di canto ,


nato in Rio de Janeiro , ove il suo nome e il suo talento spesso figurarono
come preziosi ausiliari di buone esecuzioni musicali.
Tra le altre cantanti dilettanti ricorderemo Josephina Nolasco, allieva
della compianta Marietta Siebs, molto applaudita nei concerti delle so
cietà Musicali di Rio , in allora esistenti (1900). Un ultimo suo successo
fu quello che riportò nel maggio 1908, cantando la « Tosca » , di Puccini,
a fianco di distinti artisti.
Alice Bancalari, cantante brasiliana, nata in Rio de Janeiro, era dotata
d'una bella voce di soprano, ebbe a distinguersi in un concerto alla sala
dell' Istituto Nazionale di Musica (novembre 1907). Cantò , fra gli altri
pezzi, l'aria dello « Schiavo » , la preghiera , del « Tannhauser » ; e la ro
manza « Miragem » , di Abdon Milanez.
Alla stess'epoca si faceva conoscere Henrietta Zevaco , soprano leggero
per diletto , giunta a Rio verso il 1908, prendendo ivi stabile dimora ; e di
venne in breve tempo elemento simpatico nel mondo musicale pel suo ta
lento di distinta cantante , Nel 1909, cantò con lieto successo , in Petropolis ,
nel concerto della violinista Paolina d 'Ambrosio .
Non va dimenticato il nome di Elisa Agostini, distinta cantante brasi
liana, primo premio dell' Istituto Nazionale di Musica. Nel 1903, si esibi
come virtuosa in un pubblico concerto del mandolinista Eugenio Orfeo,
suscitando ammirazione pel suo bel canto , accoppiato ad una voce bella
ed espressiva . Desiderosa di acquisire la profonda conoscenza dell'arte
del canto , si recò a Milano, ove divenne, in quel Conservatorio , allieva
del noto maestro Leoni. Al ritorno in patria ( 1906 ), oltre a distinguersi
in vari pubblici concerti, ebbe a farsi onore anche sulle scene liriche, can
tando, come altrove si disse, con esito felice, al teatro S . Pedro de Alcan
tara, la parte di Margherita nel « Faust », nella compagnia lirica italiana
Tornesi (1906 ).
Di non minore importanza è il nome di un 'altra giovane cantante
brasiliana, Stella Parodi, dotata d'una voce tra le più belle che si ebbero
ad udire nella prima decade del secolo in corso . Prendendo parte a diversi
concerti, meritò festosa accoglienza , giacchè accoppiava alla deliziosa vo
ce, un eletto sentimento nel modo di cantare. Diede un pubblico concerto
con esito brillante il 29 maggio 1909. Maestro di questa brava cantante
fu il tenore Palmieri, morto in Rio de Janeiro, verso il 1907 .
Margherita Ruffier si faceva applaudire in una udizione particolare,
alla Scuola di Musica .
Blanchant Seguin , cantante francese , giunta a Rio de Janeiro nel
1913, ove prese stabile dimora, dedicossi all'insegnamento del canto . Anni
appresso fondo e tenne la direzione d 'una Scuola di canto , pianoforte e
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violino, ed il suo precipuo scopo era quello d'insegnare l'arte a mite prezzo.
Fra il numero delle buone e intelligenti cantanti troviamo Camilla
da Conceição . Studiò all' Istituto Nazionale di Musica e si diplomò col
primo premio, nell'anno 1895 . Uscita dall' Istituto, si produsse più volte
con esito soddisfacente in diversi pubblici concerti. Pochi anni appresso
veniva nominata maestra cattedratica di canto in quell' Istituto , carica
nella quale tuttora si mantiene.
Merita pure di essere nominata Marianna Ayres de Souza, stimata
cantante brasiliana, con bella e generosa voce di soprano, allieva dell' I
stituto Nazionale di Musica. Il suo nome si affermò come una delle più
abili cantatrici nelle solennità religiose, ed anche in quelle dei pubblici
concerti. .
Cantante brasiliano è pure Marçal Fernandes, possessore d'una bella
voce di tenore. Studiò in Rio de Janeiro, e percorse, come concertista, le
principali città patrie, ovunque applaudito .
Un posto simpatico occupa nell'arte del canto il baritono Carnobiano
Villaça , ex pensionista dello Stato del Pará, nato nella città omonima,
ove principiò i suoi studi musicali, per terminarli quindi a Parigi; ivi
prese stabile dimora come aggregato all'« Opéra Comique » , e calcò con buon
successo altri teatri della Repubblica Francese. Nel 1899, in visita alla pa
tria - visita che si rese intermittente per lunghi anni - si esibi in Rio de Ja
neiro , raccogliendo ben meritati applausi, fissandovi finalmente residenza
per darsi all'insegnamento .
Contemporaneo dei precedenti artisti è José Larrigue de Faro, un
cantante tra i più noti usciti dal nostro Istituto Nazionale di Musica. Egli
nacque in Rio de Janeiro nel 1876 , e fu allievo del noto Gilland, un mae
stro che molto pregiava la sua arte, sotto la cui guida il Faro divenne
artista raffinato nell'arte del canto. Presentemente tiene con molto onore
la cattedra di canto nell' Istituto Benjamin Constant, nonchè quella di
libero docente all' Istituto Nazionale di Musica (1 ).
Fra le tante allieve del surriferito artista Larrigue de Faro, che anche
nel campo dell'insegnamento seppe, come pochi, acquistare una meritata
rinomanza, è da ricordare Dolores Belchior, buona cantante, dotata di forte
talento e di una bella voce di soprano. Nata in Rio de Janeiro, ivi segui
il corso dei suoi studi musicali e di canto , come allieva dell' Istituto Na
zionale di Musica, ove si diplomò, onorando oltremodo il predetto suo
maestro. Senza oltrepassare i confini della sua patria , ebbe a distinguersi
in molti pubblici concerti del nostro ambiente artistico , nonchè in varie
rappresentazioni liriche.

( 1) Mori in Rio de Janeiro nell'agosto 1924.


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Nel novero delle precedenti cantanti, un posto onorevole ha la giovane


Heloisa Blöem , nata in Rio de Janeiro, ove fece i suoi studi come allieva
dell' Istituto Nazionale di Musica. Dotata di un bel temperamento artistico,
col pregio di una simpatica voce dimezzo soprano, lodatissima per la gra
zia e dignità che diffondeva nella interpretazione, ebbe a meritarsi singo
lari applausi nei pubblici concerti ai quali prese parte.
Fra le buone ed apprezzate cantanti brasiliane, figura anche Paolina
Raineri, posseditrice di una bella ed espressiva voce. Fece i suoi primi
studi in Rio de Janeiro, e li compi a Roma. Al ritorno in patria , si distinse
per il suo buon metodo di canto .
Degna di ricordo è pure la distinta cantante Helena Nobre, nata al
Pará, ove i suoi meriti artistici sono molto apprezzati. Nel 1907, volle farsi
conoscere anche in Rio de Janeiro, e vi trovò lieta e meritata accoglienza.
. Nello stesso anno, con lieto successo, si faceva udire Leontina Knesse ,
brasiliana, in un concerto dato alla sala dell' Istituto Nazionale di Musica,
Fra le novelle cantanti che interessano l'arte patria, e che riportarono
lodi in patria e fuori, nomineremo per prima Candida Kendall, nativa di
Bahia , morta in Rio de Janeiro (1920), quando ancora la espressiva bel
lezza della sua voce, coll'incanto d'un talento interpretativo ornava la sua
avvenente e classica figura d 'arte lirica. La società colta, il pubblico mu
sicale , l'accolsero festivamente al suo apparire nel 1914 , anno in cui prese
stabile dimora in Rio . Due anni dopo si portò in Europa, e rimase memo
rabile il suo trionfale giro artistico attraverso le principali città europee :
Madrid , Berlino, Parigi, Lisbona, ove fu accolta con dimostrazioni di al
tissima stima. La stampa unanime rese alla valorosa artista le più signi
ficative lodi.
Non meno grande fu il suo trionfo, al ritorno in patria (1916 ), nella
notte del suo concerto (10 novembre 1916) al Municipale , cantando con fi
nissima arte pezzi del gran repertorio classico e romantico : trionfo , che
doveva segnare una data gloriosa nei fasti artistici del nostro mondo mu
sicale. Fu anche pregiata insegnante della sua arte, riverita ed amata
dalle numerose sue allieve.
Qui viene a prendere posto una delle migliori allieve della precedente
artista , Marietta Bezerra, nata in Rio de Janeiro nel 1897, la quale attinse
ben presto rinomanza di cantante distinta. Oltre ai successi riportati nei
pubblici concerti, il suo talento si rivela sicuro ed apprezzato anche nel
l'arte dell'insegnamento .
Di altissimo pregio suona il nome di un 'altra illustre cantante brasi
liana, rinomata e valorosa artista lirica, Zola Amaro, la quale più d 'ogui
altra onorò all'estero il nome della sua patria, cantando con verace successo
nei primari teatri d ' Italia, ove la innalzano al grado d 'artista di primo
- 541 -

cartello . Il canto dell’egregia artista , che ha tutta l'aria , la soavità, il pro


fumo del bel canto italiano, è nutrito di spirito , di buoni e solidi studi, di
accenti espressivi, col pregio d'una voce assai bella, ed altri requisiti, che
l'hanno degnamente preparata per emergere nell'arringo teatrale.
La seguono nella gloria , Bebé Lima e Castro, un talento di elezione
nell'arte del canto, copiosamente nutrita di buoni studi, che fece parlare
molto di sè per la squisita virtuosità , sollevando ammirazione ed applausi
nei centri artistici del vecchio mondo .
Antonietta de Souza, anch'essa appartenente alla schiera delle nostre
distinte cantatrici, dotata di forte temperamento artistico, col talento di
pregiata artista del canto e il vigore d'ingegno teatrale, anch 'essa, dopo i
trionfi riportati in patria , onora l'arte nazionale sulle scene liriche d 'oltre
oceano.
Un nome che resta simpatico nell'elenco delle pregiate virtuose del
canto, che parimenti onora l'arte nazionale al di là dell'oceano, è quello
di Vera Janacopulos, nata in Rio , con lungo soggiorno a Parigi, ove fece la
sua educazione musicale, e vi conquistò rinomanza di finissima cantante ,
per poi raccogliere dovunque lodi ed applausi. Ritornò in patria nel 1920,
e vi dava parecchi concerti, che suscitarono un vivo interesse rivelando
un talento poetico , un'arte fatta di bellezza espressiva, col pregio di una
scuola timbrata di grazia ed eleganza. Dopo breve dimora nella terra na
tiva , tornava a Parigi, per riportarvi nuovi e meritati successi.
Ricorderemo qui anche il nome d'una fulgente stella dell'arte contem
poranea, la giovanė Bidú Sayão, i cui trionfi alla corte di Rumania ed a
Parigi, la resero celebre, col merito di essere comparata ai più eminenti
soprani leggeri del suo tempo . I più notevoli critici musicali si occuparono
del suo talento , innalzandola al grado delle più insigni virtuose; Bidú Sayão
nacque in Rio de Janeiro , e fu allieva della Theodorini, da cui apprese la
vivezza di stile ed una scuola di pratica utilità.
Non rinunceremo di ricordare anche il nome di Beatrice Scherrard ,
una delle più abili cantanti contemporanee, allieva dell' Istituto Nazionale
di Musica, ove riportò il primo premio (1917), e quello non meno onorevole
di viaggio all'Europa, vinto dopo un brillante concorso . La finezza del
canto , le qualità interpretative di questa intelligente giovane, qualità che
le valsero una rapida rinomanza locale , di cui fan fede i trionfi riportati
nei suoi concerti dati prima di recarsi al vecchio mondo, non s'incontra
no che in quei talenti destinati ad un lieto avvenire nell'arte.
Un' altra cantante d'ingegno , con bellissima voce di soprano, buon
metodo di canto è Carmen Ferreira de Araujo. Esito rimarchevole ottenne
al suo primo « Recital » del 26 giugno (1917) .
Nel novero di altre cantanti, il cui talento , col possesso di una bella
- 542

voce, fu apprezzato ed applaudito , sono da ricordare: America Fontes,


Letizia Schiller, Clelia Zanetti.
Un notevole posto ha nella storia degli ultimi tempi il baritono Fre
derico Nascimento figlio , valoroso artista , che esercita la sua arte con
viva ammirazione. Talento emergente, mirabile la sua calda e bella voce,
seducente e di suprema espressione il suo bel canto , trova, come pochi,
nell'arringo teatrale e nei pubblici concerti, i più vivi e significativi ap
plausi. Studiò musica in Rio de Janeiro, sua città natale , col padre, il nolo
maestro d 'armonia e di violoncello, e l'arte del canto sotto la guida della
rinomata e compianta Kendall.
Dopo di lui si può nominare il Del Negri, parimenti brasiliano, dotato
di una bella voce di tenore; riusci buon cantante con debita fama nell'arte
lirica, esercitata in patria ed altrove con esito soddisfacente .
Notevole posto ha fra i nostri odierni cantanti anche il tenore amatore
Chermont de Brito, (Dr.), possessore di una voce tra le più belle. Compi i
suoi ultimi studi sotto la guida dell'illustre maestro Giannetti.
Altri nomi che ebbero a distinguersi come stimabili cantanti : João
Athos, Burlamaqui Camargo, Adalberto T . de Mattos, Paulo Botelho, Her
nani Lima, Armando Ribas Leitão, José Valim , J. A . Camargo, Sylvio Vieira,
Amilcar Ribeiro, Ayrton Pilar, Felix Bochini, Reis e Silva, e Paulo M .
Rodrigues.
V° PERIODO
CAPITOLO XXX .

IL MOVIMENTO ASSOCIATIVO MUSICALE DEL PAESE ,


SOTTO IL II° IMPERO

Società musicali. – L arte nei destini della musica per tutti, – Il loro spirito
artistico . - La nuova idealità . - Musica di prosa mista . – Espressione della fede
sociale . - Orchestra formata di dilettanti intelligenti, – La storia della musica con
temporanea non vede la divina scintilla degli adoratori passati. --- La Filarmonica . -
Il Club Mozart. - Direttori che ne diressero l'orchestra . - I dilettanti che ci diede
l'epoca. -- « Sociedade União dos Artistas » . — Il Club Beethoven . - Scopo principale
di questa società. - La scuola di musica. -- La pluralità degli elementi artistici. --
La società di concerti classici, - - Sentimento e culto della buona musica. - I con
certi sinfonici. - Una selezione dell'aristocrazia dell'epoca . - Altri « Clubs » - - La
musica fa parte integrale delle serate festive. - - Il Club Haydn , in San Paolo . - Epoca
fulgida di elevata arte . – Bande musicali militari e sociali. - L' arte e la coltura spi
rituale dell'ambiente.

Nella prima e seconda metà del secolo scorso si ebbero, in fasi diverse ,
delle eccellenti società musicali, le quali, eccetto alcune, vissero sino ai
primi albori del secolo in corso , prestando rilevanti servigi all'arte musi
cale. E ' certo è, infatti, che, al pari del Club Beethoven , di grata memoria
per i rilevanti servigi prestati all'arte musicale, di cui faremo parola più
avanti, esse rappresentarono più o meno una parte assai lodevole nei de
stini della musica per tutti. Il loro spirito artistico, pur non volando sulle
ali del sentimento classico , non lasciava di muoversi e camminare verso
la base d 'un ideale oltremodo nobile e simpatico, fatto di prosa mista, che
teneva allo stile delle cantilene teatrali, le romanze, le fantasie strumentali
e non di rado, le sinfonie orchestrali, d'accordo, evidentemente , con la
loro natura, il gusto e gli elementi intellettivi dell'epoca . Oltre a ciò , esse
si raccomandavano come mezzo di associazione al fine di ricercare nel
l'arte sublime la espressione più pura della fede sociale fede di tanta e
tanta purezza a quei tempi!....
Può dirsi anche che i loro centri erano altresi lo sbocco delle produ
zioni musicali d 'oltre oceano, nonchè mezzo di presentazione delle più
belle intelligenze artistiche nazionali e straniere. Quante, difatti, penetranti
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e calde voci, talenti precoci e profondi, virtuosi eminenti, non vibrarono


in quei salotti, per esprimere i calorosi accenti, senza la petulante presun
zione dei nostri giorni, che ribassa e non eleva l'arte, il loro grande amore
per la musica ? Oltre a ciò , ciascuna di esse aveva la sua orchestra , formata
nella maggioranza di dilettanti intelligenti, per i quali era una vera digni
tà , un onore, portare la loro opera nella collettività simpatica dell'arte ; e
se essa non aveva ancora raggiunto la perfezione, l'esattezza di una buona
e perfetta esecuzione, dava, malgrado tutto , mostra d 'una idealità forte ,
contrastante con quella dei tempi che corrono !....
Oh , nulla di più vero ! Le generazioni si succedono, cadono e scompa
iono, ma sempre nuove forze, nuovi ingegni, si affacciano ,pronte a quell' e
terna idealità artistica, l' eterno culto dell'amore e dell'arte trasmessoci
dai nostri lontani padri.
Ma la storia della musica contemporanea nostra, guardando l'idealità
che riscalda e che anima una schiera infinita di cultori dell'arte, non vede
in essa la divina scintilla del vero amore degli adoratori passati.
Per certo, guardando al presente periodo, possiamo con sintetico giu
dizio dire che le istituzioni musicali sorte tra noi dall'iniziativa privata,
si risolvono in una serie di tentativi, di cui, oggi, non rimane soltanto che
la memoria .
Di queste istituzioni, da circa sessant'anni in qua, la più importante
di tutte fu certamente, ad eccezione del Club Beethoven , la « Filarmonica »
fluminense, di cui fu fondatore e direttore Francisco Manuel da Silva ,
poscia ribattezzata col nome di Campesina » ( 1), sul declinare della
prima metà del secolo passato , per poi morire col suo primitivo nome,
verso il 1880 . Durante la sua brillante gestione, la « Filarmonica » vide
sorgere all'alba dell'anno 1864 un degno emulo , tenuto in conto e merito
alla sua fama, il « Club Mozart » , la cui rivalità , fatta di emulazione sim
patica, molto contribui al progresso della musica per tutti in Rio de Ja
neiro. Fu nel 1867 che un gruppo di giovani dilettanti, in un bel pomeriggio
dopo un lauto pranzo all'Hôtel Provenceaux, fondare il nominato Club,
coll'intento di coltivare la musica.
Fra i più bravi direttori che ne diressero l'orchestra, ricorderemo:
Luigi Elena, Hayres e Gyriaco Cardoso , per la « Filarmonica » ; Candido

(1 ) Detta Società si fondava nel 1841. Il primo concerto aveva luogo il 23 lu


glio di detto anno. Vi presero parte i più distinti amatori dell'epoca : Signore DD , Ma
ria Henriqueta Graça, Henriqueta Carolina dos Santos, Maria Carolina Nunes, Amalia
Maria Firmo, Thereza Joaquina Nunes, Paulina Porto Alegre, Delphina Posa da Silva
Vasconcellos, e Signori Antonio Severino da Costa , Josè Rufino Rodrigues da Costa ,
Dionysio Vega e Salvador Fabregas.
- 545 –

Maria Gamboa, Paolo Faulhaber, J , J. White , V . Cernicchiaro, José Vieira


Couto , Lima Coutinho, pel Club Mozart.
E ' pure da ricordare il rinomato sodalizio « Sociedade União dos
Artistas » , che csisteva nel 1862, ove cantarono le migliori allieve della
maestra Teodolina : Maria da Costa Lobo, Francisca Rosa de Godoy, Jo
vanna de Oliveira Souza, Emilia Moreira, Amelia de Oliveira Bastos, Maria
da Rocha, Julia Camacho Crespo, Emilia Castro Silva, Ghilhermina de
Macedo Passos, Edviges Dias da Costa , Ignacia Fiusa Ramos, ecc., il cui
talento faceva simpatico riscontro a quei distinti dilettanti che ci diede
l'epoca della « Filarmonica » e del « Club Mozart » , sia nella parte vocale
che strumentale : D . C . Soares, Sabina de Morães, M . Gonzaga, Agostini,
Ghilhermina Pereira de Barros, Antonietta Saldanha da Gama e Josephas
Saules, due delle più insigni dilettanti di canto, le prime a far sentire il
famoso duetto « Crucifix » , di Faure, strumentato dal maestro Carlos de
Mesquita, cantato in uno dei suoi concerti popolari ( 1887) ; Maria Mes
quita Neves, intelligente musicista , con una voce fra le più belle di mezzo
soprano contralto ; Luiza Barcellos, una delle predilette cantanti della
« Filarmonica » e del Club do Engenho Velho ( 1887-88); Ernestina Velha,
intelligente giovane, ammirevole nell'aria di « Romeo e Giulietta » ; Eli
sabetta Wright, Esther Salvador Reys, Maria Isabel do Couto , Amelia Ta
vares, Maria Ghilhermina Pereira de Barros, Julia Teixeira Leite, Cecilia
Lage e Elvira Figueredo Gudin : due nomi circondati di bella fama, che
primeggiano per talento e bella voce fra le più illustri cantanti della loro
epoca ; Adelina Alambary, Elvira Navarro. Mme. Benoit-Sauwen , un 'anima
d 'artista e cantante di passione e sentimento ; Candida Vianna, Carlotta
Paixão e Maria Nabuco, cultrici distintissime dell'arte del canto , con una
bella voce e caldissima tutte e tre: morta giovane ancora, la seconda, vi
venti le due altre. Cantante distinta dell'epoca, fu anche Maria Luiza de
Sauken , sempre applaudita nei concerti del Club Mozart. E' da ricor
dare anche Corina Vivaldi, intelligentissima cultrice dell'arte vocale ; fu la
prima a cantare la « Stella Confidente » , romanza che divenne popolare
in tutto il mondo, Dell' elemento maschile , ricorderemo i seguenti cari no
mi: Bolgiano, tenore molto apprezzato ai suoi tempi; Onorio Baptista
Franco , con bella voce di baritono ed un sentimento musicale di non co
mune riscontro ; J. M . Costa Lima, un tenore sempre applaudito che, gio
vane ancora si suicidò verso il 1888 ; Vittorio Migliora , Miguel Forte , Napo
leão Jeólas, dottor Morão, la cui bellissima e potente voce di tenore ricor
dava quella del Tamagno; João Chaves, giudicato il più gentile e distintis
simo dicitore delle romanze di Tosti, massime in quella intitolata : « Pul
cinella è morto » , che interpretava in un modo stupendo; Luigi Rossi Ju
pior, basso cantante e tant'altri i cui nomi ci sfuggono dalla memoria .
- 546 ---

Parallelamente alle riferite società musicali, nel 1882, se ne fondava


un'altra , che ebbe fama grandissima per i rilevanti servigi prestati all'arte,
la quale adottò il nome di « Club Beethoven » . Lo scopo principale di questa
società era quello di fare penetrare nell'anima della colta società flumi
nense la conoscenza e il gusto per la musica da camera e sinfonica .
A dire il vero, questo elevato genere di musica , tanto diffuso nei cen
tri europei, mancava in Rio de Janeiro, all'epoca in parola . Toccava ad un
distinto amatore di musica , il signor Kinsman Benjamin , vero ed ardente
apostolo di questa impresa , compiere il programma per cui il divulgamento
della musica classica fu fecondo sino alla decadenza mortale , avvenuta per
l'effetto degli avvenimenti politici del 1889.
Il primo concerto aveva luogo, il 4 febbraio 1882, in una modesta casa
di via Cattete, 102, poscia passava ad installarsi in quel palazzo di via
della Gloria , ove, a proprie spese, innalzò una bellissima sala da concerti.
Durante il primo periodo , i soci, che non erano molti, ma che suppli .
vano a meraviglia la quantità anonima, data la premeditata selezione del
fondatore, poterono udire i bei tesori musicali dei più celebri maestri del
l'arte classica
va ..

A questi concerti, aperti prima ai soli uomini, più tardi, la direzione


permetteva l'ingresso alle signore, revocando così la più sana misura della
disposizione del regolamento interno!.... Malgrado ciò , mercè gli apprezza
menti della stampa e il sincero entusiasmo di un pubblico eletto, che si ur
tò per alcun tempo contro una idealità che soggiogava l'arte inferiore, il
Club Beethoven era diventato il piccolo tempio dell'arte , ove i meriti emer
genti nelle opere di Beethoven, di Haydn , di Mozart, di Mendelssohn , e di
tanti altri illustri maestri, messe in luce da un quartetto permanente , do
vevano essere la sintesi d 'una ardita propaganda nel bene dell'arte, propa
ganda la quale mantenne il suo ardore fino alla vigilia della proclamazione
della Repubblica , del cui avvenimento il Club Bethoven risenti l'immediato
effetto. L 'esodo di famiglie illustri, la riserva di altre, l'abbandono defini
tivo della patria di molti cittadini, fecero sì che tutta l'opera di propaganda
classica, portata al grado massimo della sua piena e fulgida epopea, crean
do scuole di musica, organizzando concerti sinfonici a grande orchestra,
restò paralizzata dallo scoraggiamento e cadde nel sepolcro dell'oblio !...
Rimaneva, però, al Club Beethoven , la gloria di aver fatto , nel bene del
l'arte, durante un periodo di 7 anni, più che non fecero le altre società
musicali, in un quarto di secolo.
I più notevoli artisti si sentivano onorati di prender parte ai concerti
bimensili di musica da camera. La pluralità degli elementi artistici, ama
tori e professionisti distinti, che presero parte nei 136 concerti di musica da
camera, nei quattro grandi concerti sinfonici e nelle cinque « matinées »,
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date dal 4 febbraio 1882 sino al 22 agosto 1889, furono i seguenti : Violino :
V . Cernicchiaro , Kisman Benjamin , Leopoldo Miguéz , L 'Abbée, J. Foetter
le, Feliz Bernardelli, Max Lichtenstein , Leocadio Rayol, Casella Italo, Jo
sé Simöes, Ismael Diepedaal, Otto Beck, L . Troubat, Giulio Bastiani, J .
Boisson , F . Castellani, Johannes Wolff, André Gravenstein , Joronymo Sil
va , C . Noli, Karl Feininger, Ernesto Ronchini, Signorina Teresina Bastos.
Viola : J . Martini, G . Bonfiglioli, Paulo Faulhaber. Violoncello : Giovanni
Cerrone, G . Levrero, L . Marenco, G . R . Villares, Paulo Carneiro, Frederico
Nascimento , A . Hugel, Benno Niederberger, F . Pancani. Contrabasso : V .
Aschieri, G . Martini, M . Campos, S . Golfarelli. Flauto : A . Duque Estrada
Mayer, Motta Mello , Carlos Graça. Clarino : Domingos Miguel, D . Tofarelli,
A . Duarte, Ghezzi, primo clarino del teatro italiano. Corno : L . Locatelli,
P . Pezzoni. Fagotto : L . Silva, S . Brignani, R . Baldassari. Tromba : J. Côrtes.
Canto : (uomini) Max Krutisch , Harold Hime, Alberto Tootal, A . Fogliani,
A . Weguelin , L . Castro , J . Cerrone, J. Dias de Mello , Luigi Rossi, Arturo
Kastrupp , J. Alves de Carvalho , dottor J. Agostino dos Reis , João Chaves,
Carlo Baptista de Castro, Alberto Schirner, Vittorio Migliora , Th . Senion ,
Carlo Saint-Martin , dottor Victor de Beauclair, Pietro Setragni, dottor J.
M . Costa Lima, L . Russo , Nino Paganetto , Angelo Tamburlini, Donald Mhi
coll, J . Valentine Hall, Julien Rosmaud, Napoleone Jeolas, Armando Lind
heimer, Giuseppe Cervini, Napoleone Zardo, Maurizio Richard, T . Cross,
Emilio Pollero, Antonio Migliazzi, Miguel Fortes, A . Modesti, Carlos de Car
valho, F . Bartolomasi, E . Petrovich. Canto : (signore) Sofia Scalchi-Lolli,
Medea Borelli, Ferni, Amelia Stahl, Mme. Benoit Souwen , Albuquerque
Barros, Maria Nabuco, Adelina Alambary, Teresina Singer, Antonietta Sal
danha da Gama, Emmy von Ormay, Candida Vianna, Mendes Ribeiro, Car
lotta Paixão, Mazzoli Orsini, Van Cauteren . Pianoforte : Arturo Napoleone,
Alfredo Bevilacqua, Jeronymo Queirox, L . Mesnier, Oscar Pfeiffer, Alfre
do Napoleone, Eduardo De- Vincenzi, R . Eichbaum , Carlos de Mesquita ,
José Soares Pinto Siqueira, Moreira de Sá , dottor Godofredo Leão Velloso,
Riccardo Teixeira de Carvalho, Cavallier Derbelly, Camillo Giucci, Alfonso
Thiboud, Alberto Nepomuceno, dottor A . Cardozo de Menezes, H . Lieutard ,
Bernardo Wagner , Antonio Ragusa , Achille Arnaud, F. Valle , Cecilia Sil
berger, Gustavo Lewita, Emilio Lamberg. Organo : dottor Bernardo Pe
reira . Arpa : Felice Lebano, Luigia Guido . Direttori d 'orchestra : Nicola
Bassi, Leopoldo Miguéz, Kinsman Benjamin , V . Cernicchiaro .
Merita pure di essere ricordata la società di Concerti Classici, fondata
dal distinto violinista cubano Giuseppe White, nel 1883, che, sotto gli au
spici della grande protettrice dell'arte e degli artisti, l’Augusta Principessa
Donna Isabella, contessa d ' Eu , illustra ed onora l'arte fra noi. Questa so
cietà , i cui ideali fan riscontro a quelli del Club Beethoven, aveva, oltre al
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sentimento culturale della buona musica , uno scopo degno di speciale lode,
poichè i proventi dei suoi concerti erano devoluti in soccorso a varie so
cietà di beneficenza di Rio de Janeiro . Tra gli artisti, che nell'arte classica
più emersero , fu il fondatore Giuseppe White e l'eminente pianista Arturo
Napoleone.
Del quartetto , facevano parte Felice Bernardelli ( 2° violino ), Luigi Gra
venstein (viola ) e Giovanni Cerrone (violoncello ). Nomineremo anche i
buoni concerti sinfonici, che la stessa soleva dare nel « Cassino Flumi.
nense » , sotto l'abile direzione del suo fondatore. Oltre ai capolavori di Men
delssohn, di Weber, di Max Bruch , ci faceva udire la sinfonia Pastorale
del Beethoven ed altri capolavori. Però, non rinunziando a cantare vieppiù
le lodi dell’utilità che ne traeva l'arte classica della musica da camera e
sinfonica , la storia deplora che, eccettuati i concerti sinfonici, ai quali ac
correva un numeroso uditorio, le sessioni del quartetto erano quasi di
esclusiva privativa dei soli soci fondatori, i quali costituivano una sele
zione dell'aristocrazia dell'epoca. Però , astrazione fatta di questa lacuna,
lacuna ben sensibile , giacchè non divulgava le più sublimi emozioni arti
stiche del genio di Beethoven e di Haydn, la nobile società onorava oltre
modo il nostro ambiente musicale , colla nota elevata che dava ai suoi scopi
artistici. Le audizioni di musica da camera avevano luogo in una delle sale
della Scuola da Gloria , Largo do Machado .
Altri « Clubs » , nei quali, senza la predominanza dell'elemento arti
stico e l'idealità dei precedenti, la musica fa parte integrante delle serate
festive, sono da ricordarsi : il « Congresso Brazileiro » , situato in via Vi
sconte do Rio Branco, 69, con un'orchestra composta di amatori e diretta dal
professor Paulo Carneiro ; il « Club de Botafogo » , con sede in via dos Vo
luntarios da Patria , 56 , ove, sotto la direzione del maestro Achille Arnaud,
signoreggia il pianoforte e il canto , con programmi di musica per tutti ;
il « Club de Regatas » , con residenza alla Praia di Botafogo, 38, il quale
diede concerti splendidi mediante il concorso dei più distinti artisti della
capitale, concerti che furono spesse volte onorati dall’Augusta Principessa
Donna Isabella e Consorte.
Nelle stesse condizioni si distingue il « Club Gymnastico Portoghese » ,
i cui concerti erano degni di menzione per gli artisti che vi prendevano
parte a quei tempi. E ' pure da ricordare il « Club do Engenho Velho » , in
via Haddok -Lobo, 29, che dava simpatici concerti mensili, ai quali prende
vano parte artisti ed amatori tra i più distinti di Rio de Janeiro. Il suo pre
sidente, signor Augusto Weguelin , ardente ammiratore della musica, fu
anima e vita, per alcuni anni, di questo Club , che mantenne vivi i sorrisi
dell'arte sino ai primi albori della Repubblica.
Altri modesti « Clubs » che coltivavano , nel passato secolo , la musica
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negli interessi spirituali e nel prestigio dell'ambiente di un'epoca, che do


veva costituire un titolo di benemerenza e una prova di gusto e di cultura
musicale nei centri di Rio de Janeiro e delle provincie , citeremo: il « Club
Riachuelense » , che sorgeva in via 24 de Maio , 61- c ; il « Club de S . Chri
stovão » , funzionando nel teatro omonimo; il « Club União Indipendencia
Musical » , con residenza in via Estacio de Sá ; quello di « Santa Teresa » ,
col titolo di Club Musicale, la cui sede era in via Mauá, 6 ; il « Club 14
Juillet » , società corale francese, che faceva degno riscontro a quella tede
sca , la « Frohsinn » , di bella fama, che ormai non esiste .
La stessa sorte toccava ad altri « Clubs» musicali, che ebbero vita fulgida
al principio , e caddero parimenti nell'oblio . Essi furono: il « Club Ame
ricano » , fondatosi nel 1896 , con sede in via do Cattete, 8 ; il « Club Vio
leta » , inauguratosi nel 1900, con stanza nei pressi di Copacabana, di cui
furono fondatori il Dr. Brito e Silva, Olegario dos Reis e il prof. C . Mar
ques Leita. Nel marzo 1901 sorgeva l « Associação Musical-Choral Saint
Saëns » , con sede nei locali del Conservatorio Livre de Musica. Creatasi
sotto i più fulgidi auspici, progredi nei primi tempi della sua fondazione,
promettendo belle esecuzioni di alto valore musicale : oratori di Haendel,
Perosi, ecc. Ma, ad onta di tutta la devozione dei soci fondatori, non rag
giunse la sua méta, e cadde anch 'essa nel sepolcro della dimenticanza. E '
altresi da ricordare il « Gremio Campista » , simpatica società musicale,
che sorge, nel 1903 , con residenza in via do Hospicio , nei cui locali realizzò
una serie di apprezzati concerti, ai quali presero parte i più rinomati di
lettanti di musica vocale e strumentale . Cogli stessi intendimenti procede
il « Club Verdi », che si fondava l'anno anteriore al precedente « Club »
nel sobborgo Meyer realizzando il suo primo concerto il 22 febbraio (1902).
Altra società musicale che aveva simile scopo : coltivare l'arte bella e su
blime, è il « Club Waldemar » , fondatosi il 2 novembre 1906 . La sua sede
era in via Muratori, ridotta ad un teatrino modesto , inauguratosi colla ese
cuzione di una facile operetta : « O Recruta » , musica del dilettante Dr. A .
T . Saldanha da Gama, cantata dagli elementi artistici della stessa società,
sotto la direzione del distinto pianista dilettante il Dr. Chagas Leite . Con
vien ricordare qui onche l' « Orpheon Carlos Gomes » , fondato dalla signo
ra Adelina Lopes Vieira, con sede in S . Thereza, destinato a coltivare la
musica corale. I concerti venivano dati al « Club União Commercial » (1897.)
Nel gelido oblio scendono anche le società musicali della provincia :
il « Club Haydn » , di S. Paolo , società artistica delle più stimabili, fon
data il 6 maggio 1883, i cui concerti classici dimusica da camera e sinfo
nica, sotto la direzione del compianto Alex . Levy, giunsero a glorificare
un'epoca fulgida di elevata arte. Il quartetto si componeva di valorosi ar
tisti : Sant'Anna Gomes (1º violino), Charles Hildebrand e G . Fuchs (se
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condi violini a vicenda), Francisco Regis ( viola ), H . Stupakoff (violoncello ),


e Antonio Leal Junior ( contrabasso), per la esecuzione di quintetti. Nei
suoi 35 concerti di musica da camera e sinfonica, il primo avuto luogo
(25 agosto 1883), alla sala ,gentilmente concessa, del Club Gymnastico Por
toguez, e l'ultimo ( 26 febbraio 1887) in quella del teatro S. José,già demo
lito, vi si produssero, oltre i componenti il surriferito quartetto , artisti e
dilettanti, nel suon e nel canto, di riconosciuto valore : Angelina Marques,
Elisa de Souza Barros e Mesquita , Paulina Levy, Emilia Philippeaux, Er
minia Ralston , Felicissima de Souza Barros (pianoforte ) ; Arthur Ascagne ·
(violino ); M . Mugnaini (viola ); Alex. e Luiz Levy nell'harmonium ; Eduardo
Pons (flauto ); H . L . Levy ed Ernesto Pedroso ( clarinetto ); João Correa
( corno); Anna M . Toledo, H . Fischer, G . Giroudon (canto ). I programmi,
scelti fra il bel repertorio classico dal suo indimenticabile direttore Alex.
Levy, la cui spiritualità aveva riscontro in quella del Club Beethoven di
Rio , erano di fatti di quelli che non scompaiono dal mondo storico dell'arte
col rinnovarsi del sistema!... Giova ricordare, ad esempio , il primo della
festa inaugurale , nel quale figuravano gloriosi nomi colle loro immortali
creazioni: Haydn - Sinfonia in re maggiore (a 2 pianoforti); Schumann -
« Schlummezlied » (violoncello ); Schubert - « Salute a te », melodia ( so
prano ); Wolkenann - « Serenata » ( quintetto ); Haydn - « Quintetto » (stru
menti ad arco); Mendelssohn • « Ruy Blas » (a 2 pianoforti); Beethoven -
« Sonata » n. 5 (pianoforte e violino) ; Saint-Saëns - « Henry VIII» (canto );
Haydn - « Serenata » ( quartetto ). Nel 1885, erano udite, nel proprio recinto
del Club, le prime sinfonie di Haydn e di Beethoven , con orchestra, compo
sta, in maggioranza, di dilettanti e professionisti, sotto la direzione del
glorioso artista Alex. Levy , il quale si mantiene fedele alla sua missione
sino al 26 febbraio (1887 ), data che segna l'ultimo concerto della indimen
ticabile gestione artistica del « Club Haydn » .
In seguito si aveva un'altra società congenere, soprannominata « So
ciedade de Quartetto Paulistano » , alla cui testa figuravano rinomati ar
tisti : G . Bastiani (1° violino), A . Pasquale (2° violino), A . Martini (viola)
e G . Rocchi (violoncello ), i quali diedero cospicua testimonianza del loro
valore artistico .
E pure da ricordare la « Società Corale Club Mendelssohn » , fondata
mentre tramontava il detto Club Haydn , dal distinto violoncellista e can
tante H , Stupakoff, la cui gestione ebbe favorevole successo per le sue
buone esecuzioni corali dell'espressiva musica tedesca .
Fra la serie dei suoi numerosi concerti, rammentiamo le splendide ese
cuzioni che risuscitarono due mirabili opere antiche: « Freischütz », di
Weber e « Alessandro Stradella » , di Flotow , cantate dalla sovranominata
551 -

società corale, sotto la direzione di Alex. Levy, con un successo degno di


nota (1887- 1889).
Riportiamo qui anche i Clubs musicali: « Mendelssohn » , di Taubaté
e di Capivary (S . Paolo ), avendo, il primo a direttore dei concerti l'avvo
cato Moura Escobar, e, il secondo, l'abile pianista Eugenio Hollender ; en
tranıbi svolgevano un programma che è tutto un incentivo e divulgamento
dell'arte nei modesti loro centri. .
Ne sono da passare sotto silenzio altre società musicali: il « Club Se
manal » , di Campinas, che soccombeva verso la fine del secolo passato , per
risorgere a nuova vita nel 1917; la Società « Euterpe » , la prima che si
vanta , in Bahia, a sorgere col nobile intento di coltivare la sublime arte.
A queste fan seguito altre società congeneri, che sorgono in altre
contrade bahiane : Feira de Sant'Anna e Santo Amaro, ove, come in tutti
i piccoli e grandi centri che si venne accennando, sentivano, a quei tempi,
il bisogno, la necessità dell'arte come un supremo ideale della vita.
Nella ricerca delle loro associazioni artistiche, troviamo : il « Club
Harmonico », la « Società 25 de Março » , « Società Victoria », fondata da
gli artisti ; « Philarmonica Santamarense » , « Philarmonica 8 de setembro »
e « degli Artisti ».
Nomineremo inoltre le società musicali di Pernambuco , tenute in buon
conto, giacchè, oltre ai concerti che vi davano mensilmente , mantenevano
anche scuole dimusica teorica e pratica ed orchestra ; ci basta citare il nome
delle più importanti : il « Club Carlos Gomes » e l' « Atheneu Musical » ,
Concediamo l'onore di un cenno anche alle bande musicali di amatori,
che sorgono all' epoca in discorso, in numero relativamente considerevole,
attraverso le grandi e piccole città del Brasile; che se non riescono ad
aprire nuovi orizzonti con la loro modesta arte, si ispirano a quell'ideale
di senso estetico, derivato, in massima parte, dal gusto musicale d 'un glo
rioso passato , che oggi, malgrado il progresso, non vediamo. Di questo
genere di società musicali, Rio de Janeiro ne contava 11 : « Bella Har
monia » , fondata il 22 ottobre 1861, con 34 suonatori, sotto la direzione del
professor José Manuel de Oliveira Braga ; « Prazer Nova Aurora » , pari
menti con 34 suonatori, diretta dal professor José Pereira Moreira ; « Re
creio dos Artistas » , fondata nel 1857, con egual numero di esecutori,
avendo per maestro il professor José Correia Monteiro ; « Estrella do Nor
te » , con 18 strumentisti, istruiti e diretti dal professore João Elias da
Cunha; « Club Estacio de Sá » , sotto la direzione del professore João Ric
cardo Ferreira Maia, con una banda di 24 esecutori; « Recreio de S . Chri
stovão » , « Soccorro Mutuo R . Botafogo » , « Progresso do Engenho de Den
tro » , « Congresso Flôr de S . João » , « União dos Artistas » . Quest'ultima,
inferiore per numero di musicanti, erano provviste pure di buoni maestri.
- 552 -

Oltre a codeste società musicali, costituitesi in Rio de Janeiro durante la


seconda metà del secolo passato , se ne fondavano con la stessa intensità
di entusiasmo, altre consimili in molte città delle provincie, S . Paolo ne
contava, fra le altre, una di buona fama, la cosidetta « 24 de Maio » , avendo
per maestro Francisco Antonio Dias. In Santos, un 'altra col nome di « So
ciedade Musical 15 de Abril » , col suo direttore e professore Francisco
Bento de Amorin . Belém do Descalvado, vantava una buona banda ed
orchestra , con buoni elementi. In Minas Gerães: le città di Ouro Preto ,
Juiz de Fôra, Paracatú, città do Serro, Diamantina, Livramento , avevano
le loro bande, dirette dai maestri Maximiano Rodrigues Barboza, Alfredo
Ferreira Rabello , Antonio Ephigenio de Souza, e Amelio Pereira da Silva,
e tennero per lungo tempo posto importante nel genere. Lo stesso dicasi
di Bahia, della città di Santo Amaro, da Feira de Sant'Anna, della città di
Cachoeira, le quali, istruite da professori intelligenti, giunsero ad avere
delle eccellenti bande, notandosi fra esse la « Sociedade Euterpe » , la prima
e la più antica della capitale. Pernambuco, nel genere, non rimane indietro
alle città riferite , poichè all'epoca in parola , ne possedeva due: quella del
riferito « Club Carlos Gomes » che, oltre la banda, possedeva una buona
orchestra, e manteneva una scuola di musica teorica e pratica ; e l'altra,
detta « Club Euterpe » . Degni di menzione sono due altre società musicali
della medesima città : l' « Atheneu Musical» e il « C . Dramatico Familar » ,
le quali non eccedono nella banda, ma bensì nell'orchestra, mantenendo, la
prima, una scuola di musica teorica e pratica. Note erano pure le altre due
bande di Carangola , fondata dal professore Teixeira Muniz , e di Limeira,
diretta dal maestro H . Luiz Marques.
Anche la piccola provincia di Sergipe, vantava buoni elementi musi
cali congeneri, fra i quali sono da ricordare due valenti flautisti dilettanti :
Dr. Felisbello Firmo de Oliveira Freire, di Larangeiras, e Manuel Felizardo
Freitas, di Arácajú .
. Ricorderemo inoltre le bande militari, dalle cui 30 esistenti fra le armi
dell'esercito di allora, due — 1° e 2° battaglione — erano tenute in conto
da fare onore ai maestri che le dirigevano : Rogeiro Ribeiro da Rocha e
F . A . do Nascimento.
Convien però si dica che le bande musicali dell'epoca in questione,
quelle, cioè, le quali emergono con maggior perfezione e omogeneità di
assieme, sarebbero quelle dell' Arsenale di Guerra , diretta dagli abili mae
stri Joaquim Pedro de Carvalho e Antonio José dos Santos, appellato , que
st'ultimo per vezzo , anche Boc); dell' « Asilo dos Meninos Desvalidos » ,
della quale erano maestri due intelligenti giovani: José Simões e Antonio
Francisco Braga; del Corpo di Polizia, con trenta figure e due maestri:
Joaquim Garcia Godinho e Antonio I. da Rocha, e, finalmente, quella della
- 553 -

Marina, la più completa per numero di figure ed abili esecutori. Questa


banda difatti si mantenne per lunghi anni entro le migliori dell'epoca;
possedeva una schiera di valenti suonatori giovani, istruiti dal vecchio mae
stro João Pereira, che incessantemente ne vantava il merito , massime dei
solisti di cornetto e clarinetto, i cui nomi rimangono oscuri nella storia ,
giacché, la maggior parte , soccombevano nella fatale rivoluzione del 1893.
Sono da mezionarsi altre imprese artistiche, col titolo di Società di
Concerti Sinfonici orchestrali, il cui spirito fa riscontro in quelle già men
zionate in altri capitoli, fondate e dirette da rispettabili individualità mu
sicali, secondando con ardore il gusto dei tempi.
A prescindere delle esecuzioni orchestrali isolate, udite fra gli inter
valli delle rappresentazioni drammatiche del passato, massime all' epoca
del celebre artista tragico João Caetano, in cui la musica era parte inte
grante alle grandiose recite, il primo annuncio d 'una serie di Concerti
popolari a grande orchestra, realizzati alla Sala del « Pavilhão Fluminen
se » , sotto la direzione del maestro portoghese Angelo Carrero, apparve nel
giugno 1862. L 'orchestra era composta dei migliori professori di Rio ; si
eseguiva però il repertorio dei Concerti popolari stabili a Lisbona, i quali,
pur meritando la real approvazione di S . M . Fedelissima, non erano di
quelli da educare il pubblico nel buon gusto musicale e nel sentimento
serio dell'arte.
Trascorsi parecchi anni, in cui le sole Società Musicali del Club Bee
thoven e quella dei Concerti Classici, entrambe di cara memoria , i cui
Concerti di musica da Camera e Sinfonici dovevano segnare il nostro pro
gresso dell' educazione musicale , nel gusto e nella sensibilità più squisita
per accogliere le opere mirabili della musica istrumentale, si assiste alla
gestione simpatica di due serie di Concerti Sinfonici che ci dava, in due
epoche differenti (1887- 1903), il maestro Carlos de Mesquita , col titolo di
« Concerti Popolari » , ai quali il Mesquita , come fondatore e direttore,
consacrò sforzi e lavoro ; ed ebbero scopo di far conoscere i più eminenti
compositori francesi.
A questi si succedono i « Concerti Sinfonici », fondati e diretti dal
l'autore di questi scritti, i quali ebbero due anni di lieta vita (1893-1894).
Beethoven, Berlioz, Wagner, Mendelsshon , Saint-Saëns, Bazzini domina
no nel repertorio.
Degno di nota si rende un Concerto di Musica storica, organizzato dal
l'egregio pianista -compositore Jeronymo Queirox, avuto luogo, il 3 luglio
1896 , al teatro lirico. Pensiero generoso e altamente artistico, giacchè in
grazia a lui si udivano per la prima volta fra noi, il Concerto per tre pia
noforti di Bach, e la celebre Messa « Papa Marcello » , di Palestrina, diretta
dall'organizzatore.
- 554 -

Un coro filarmonico composto dei più distinti cantori dilettanti di Rio ,


fu l'interprete del capo lavoro del riformatore della Musica Sacra .
. Occorre ricordare anche il cosidetto « Ciclo Miguéz » – quattro con
certi Sinfonici a grande orchestra – consacrato per intiero alle Composi
zioni del Miguéz . Queste esecuzioni, le quali furono considerate di interesse
speciale, dai suoi apologisti, ebbero luogo all' Istituto Nazionale di Mu
sica (1896 ).
Nello stesso anno, sorge una novella istituzione artistica, costituitasi
col titolo di « Società di Concerti Popolari », onde far rivivere il titolo e
il nome del fondatore Carlos de Mesquita. La lodevole serie di eccellenti
Concerti, i quali ebbero il senso dell’opportunità nella propaganda della
buona musica sinfonica mercè l'opera volonterosa ed efficace del direttore
Alberto Nepomuceno, fu coronata di lieto successo. Nei programmi figura
vano le più pregevoli composizioni di Beethoven , di Wagner, e quelle dei
maestri moderni rappresentanti le diverse scuole.
Di non minore interesse artistico fu la gestione dei 26 Concerti Sin
fonici all'epoca dell'Esposizione Nazionale , dal 1° agosto al 10 ottobre 1908,
sotto la direzione dello stesso Maestro Alberto Nepomuceno. Anche in que
sti programmi figuravano , in maggioranza, genialissime composizioni di
assoluta novità dell'età modernissima. Rinomate personalità di suono e di
canto vi presero parte : il brillante pianista Arturo Napoleone vi esegui il
poema sinfonico « Djinus » per pianoforte ed orchestra , di Cesar Franck ;
il talentoso pianista Paolino Chaves, suona il difficile 1° Concerto in mi b ,
di Liszt; la compianta Fanny Guimarães, una pianista d 'ordine superiore,
si distingue nel Concerto in sol minore di Beethoven , per pianoforte ed
orchestra ; Barrozo Netto, il pianista dall'esecuzione calda e vigorosa, ese
guisce il Concerto di Tchaikowski; Paulina d 'Ambrosio , gentile e sentimen
tale violinista , vi eseguisce il bel concerto per violino, del precedente com
positore ; Benno Niederberger, il violoncellista di bella e seria scuola , che
ci abbandona dopo un lungo soggiorno fra noi, vi suona con una giustezza
di espressione, il Concerto di Saint-Saëns. Nel canto, sostengono la loro bella
rinomanza Larrigue de Faro , la Stinco Palermini, Carlos de Carvalho,
J . Meany, ecc .
Alle poche, ma lodevoli iniziative , che si propongono di rivelarci la
parte più importante dell'arte del suono, bisogna aggiungere quella che
sorge nel 1910 col titolo « Sociedade de Concertos Symphonicos » , la quale
tuttora cammina sotto la direzione artistica del Maestro F . Braga, contando
quindi la bella esistenza di 13 anni. Fatto degno di ammirazione in un
ambiente quale è il nostro, dove tutte le utili imprese di generose emula
zioni, che si sforzano corrispondere ad un bisogno sentito per la propa
gazione della buona musica straniera e nazionale, si riducano ad una vita
- 555 -

breve, effimera. Quindi così essendo, la storia non ha che lodare la Società
di Concerti Sinfonici, giacchè essa ci ha fruttato, non solamente delle ese
cuzioni rimarchevoli, com 'anco programmi interessanti, celebrando le glo
rie straniere e nazionali. Certamente, una delle condizioni essenziali onde
garantire lunga e vitale esistenza sta non solamente nei successi di stima,
di sentimento nazionale, ma bensi nelle esecuzioni sempre più omogenee,
più perfette in fine, onde il pubblico in generale, e gli amatori in parti
colare, non rimpiangono le stupende esecuzioni udite negli ultimi anni, da
una orchestra filarmonica straniera, che ci visitò negli ultimi anni (1922
1923), diretta da due cclebrità artistiche: Weingarten e R . Strauss.
Una istituzione analoga, con lo stesso ordine d 'idea, si fondava a S .
Paolo il 17 ottobre 1921, col titolo di « Sociedade de Concertos Symphoni
cos » , sotto la direzione artistica dell'egregio violinista Torquato Amore.
Quantunque recente sia la sua fondazione, un tratto di superiorità si os
serva fra essa e quella di Rio . Nata in un ambiente più ristretto della
capitale federale, conta malgrado ciò, 625 soci: 75 effettivi e 550 assistenti,
col vanto di 22 Concerti, realizzati con lieto e brillante successo .
Lo spirito che la domina è dei più apprezzabili : volgarizzare la scelta
musica sinfonica , senza prevenzioni di scuole , alleato al distinto proposito
d 'incoraggiare i giovani compositori nazionali.
Concludendo : ciò fa credere che il movimento incessante del progres
so materiale e intellettuale della paulicea, l'arte sinfonica e istrumentale,
brillantemente iniziata dalla maggior gloria musicale del suo tempo, Alex.
Levy, si slancia, oggidì di sotto un cumulo di simpatie ed applausi. Quindi
è da desiderarsi che simili società musicali, bene organizzate , dirette con
arte con senno da bravi ed esperti maestri, onde il popolo , per mezzo di esse
si possa educare a un sentimento serio della sovrana arte, e trovino nella
critica , nel pubblico e nel mondo politico , tutto l'appoggio di che sono degne.
Terminiamo col ricodare anche le poche società di musica da camera ,
che si fondano , in Rio, negli ultimi tempi della nostra storia . La prima
a darci il nobile esempio fu quella fondata dall'intelligente violinista Fran
cesco Chiaffitelli , col titolo di Concerti di Musica da Camera (agosto 1912 ),
coi suoi distinti collaboratori Sylvia Figueredo (piacista), e G . Hesse de
Mello (violoncellista ). L'esito di questi Concerti fu lieto e incoraggiante ; ma
poco giovò all'arte , data la sua breve vita.
Dobbiamo pure qui ricordare il magnifico « Trio Barrozo Netto -Milano
Gomes » , tre giovani artisti di riconosciuto merito e ferventi collaboratori
dell'arte classica .
L ' inizio delle belle e calde esecuzioni classiche, si segnalò con esito
simpatico e brillante (1913).
Fu in questi concerti che si udirono alla perfezione i due magnifici
- 556 -

Trii, l'un di H . Oswald , e l'altro del Nepomuceno, espressamente scritti e


dedicati ai valorosi artisti. Nonostante i successi costanti in tutte le inte
ressanti udizioni, e le lodi del pubblico e della stampa, il mirabile affiata
mento e la felice interpretazione delle opere classiche e moderne, la nobile
missione ebbe sorte uguale a quella toccata ad altri consimili propositi:
vita breve, effimera ! . . . .
Un'altra associazione artistica che non trovò nella nostra cittadinanza
nessun appoggio , pur offrendo dei programmi di spirito eclettico, passò
al ruolo delle estinte. La fondava il professore Pedro de Assis, col nome
di « Sociedade Liszt » , il cui indirizzo si basava esclusivamente nella pro
paganda della buona musica . Il primo Concerto aveva luogo, al teatro S .
Pedro de Alcantara , il 10 maggio (1913).
Dell'elemento corale senza accompagnamento, che ebbe nel secolo scorso
uno sviluppo straordinario in Francia e in Germania , ove si contavano a
centinaia le associazioni corali, purtroppo tra noi appena se ne possono
citare due : la « Frohsinn » , di cui altrove femmo accenno, e l' « Orpheon »
portoghese, sorta in Rio , da poco tempo, contando un discreto numero di
Orpheonisti abilmente istruiti, col segno di lunga e prospera vita .
CAPITOLO XXXI.

· DELLA CRITICA E DEI CRITICI

Uno sguardo su la critica . - La critica considerata la più difficile di tutte le arti.


- Svariate definizioni. — Ciò che dice Ardito. — Arte più difficile della propria arte. —
La critica definita dal Piave. - - Concetto critico-musicale di P . Scudo. – Sentenze pro
e contro gli artisti, - Vincent d 'Indy considera la critica inutile, e persino nociva :
pessimismo, forse ; ma fondato in molta verità. — Critica disordinata ed appassionata
fatta da dilettanti. —- Critica d'interesse e di simpatia . - Prima manifestazione della
critica. — Critica della riflessione, senza cognizioni tecniche. - La critica improvvisata
dei sedicenti critici giornalisti. - La critica pro domo sua . - La critica concisa , senza
retorica e bene intenzionata , di Camarate, - Il programma ardente, pieno d 'idealismo,
di Rodrigues Barboza. – La ricomposizione del vecchio Conservatorio che si trasforma
nell'attuale Istituto Nazionale di Musica . - Guanabarino, il decano dei commentatori
delle cose d'arte . – L ' indipendenza spirituale di Borgongino. – L ' indole turbolenta
di Luiz de Castro, il Wagnerista ad oltranza . - Imbassahy, il contemplativo ; Cardozo
de Menezes, il commosso, c Julio Reis, il modesto , sono nomi da mettere in rilievo
dell'ultimo gruppo. – In San Paolo , fa duopo ricordare, a parte, Felix Otero ; in Per
nambuco, Euclides da Fonseca. - Segue la pleiade brillante per l'ideale che l'anima,
dei buoni amici della musica e dei critici della nuova generazione.

Gettiamo coraggiosamente lo sguardo su la critica e sui critici musi


cali del nostro ambiente artistico, rivedendo, quanto è possibile , l'epoca,
lo spirito, l'inclinazione, il temperamento e tutto ciò che la critica e i
critici tentarono esprimere in riguardo all'arte musicale. Ma pria di entrare
nel merito dei nostri critici musicali e della loro condotta , spesso contra
stante col miraggio dell'arte in generale, ci sia permesso di spendere alcune
considerazioni sull'arte della critica in generale , considerata , come è noto,
la più difficile di tutte le arti.
Ad essa uomini eminenti nell'arte e nella scienza, hanno dato le più
svariate definizioni per esprimere le qualità generali, e farle rivivere nella
mente degli uomini che fanno della critica diletto o mestiere, speculazione
e vuote esercitazioni della propria vanità.
Fra le tante definizioni, la più giusta , secondo noi, per la sua evi
denza, è forse quella che troviamo nella massima di P. Ardito , il quale
dice : « La critica è l'arte che rivela un 'altra arte » .
Infatti, questa logica sentenza che, in sintesi, fa della critica un 'arte
più difficile della propria arte, sarebbe quella che ha per base di mostrare
- 558 -

con un forte sapere, e alta competenza, le bellezze e i diritti di ciò che


critica .
Ma discernere, come dice il Piave , le qualità che rendono bella o per
fetta , deforme o viziata , un 'opera d 'arte ; decidere che una cosa è difettosa
o bella , se ha proporzione, equilibrio , magnificenza , sublimità, unità di
stile, e fino a quale grado di merito si debba assegnare a ciascuna, è , in
verità, cosa non alla portata di chiunque. Giacchè non basta che il critico
si prevalga del solo sentimento estetico per credere di poter imporre agli
altri il suo modo di sentire, il piacere, o disgusto, precedente da un lavoro
udito . Poichè essendo il sentimento estetico relativo alla cultura artistica,
spesso corre il rischio di apprezzare solo quel che piace superficialmente,
o è banale e volgare e non quello che è realmente bello e lodevole .
Questi ed altri fatti, mai d 'accordo coi ragionamenti e le cognizioni
indispensabili della sana critica , fecero si che Hauptmann dicesse : « La
critica è facile , e l'arte è difficile » .
Facile essa è difatti nelle ragioni anzi dette , quando, cioè, il critico ,
sfornito di profondo sapere in tutte le materie che si propone giudicare,
si atteggia a distributore di lodi o di condanne,
Del resto, per sapere quanto valga un critico sfornito di tutte quelle
indispensabili conoscenze della tecnica, per mettere in luce le qualità e le
bellezze di un 'opera d ' arte , basta leggere questo concetto dell' eminente
critico musicale P . Scudo :
« La juste appreciation des ouvres contemporaines a été toujours la
tâche la plus difficile de la critique. Elle exige un ensemble des qualités
diverses qu 'il est au moins très rare de trouver réunies chez un même
individu : fermeté et moderation dans le caractère, fixité dans les princi
pes qui constituent la verité d 'esprit qui accueille sans preventions tout
ce qui s'epanuit avec bonheur au moindre contact des choses vraiment
belles, car, quelle que soit la pénétration dont on fasse preuve dans l'étude
des chefs- d 'ouvres consacrés par l'admiration général, ce n 'est là , après
tout, qu 'un mérite secondaire.
La puissance et l'utilité de la critique consistent, ce nous semble, à
faire servir les exemples du passé aux progrés de l'avenir et à signaler au
passage les hommes dignes de fixer l'attention du public . La presse telle
que elle est organisée aujourd 'hui, bien loin d 'être un témoignage qu 'on
puisse consulter avec confiance, ne sert le plus souvent que a troubler
la raison d'un juge équitable ».
Cosi parlava il dotto uomo, il cui concetto su l'arte critica , dovrebbe
albergare perennemente nel concetto di tutti i critici improvvisati, i quali
credono mostrarsi spiriti evoluti nell'arte, scaraventandosi contro tutte le
opere d 'arte che la fama rese intangibili. E la storia della critica di questi
- 559 -

ultimi tempi è ricca di documenti a questo proposito ! .. . E noi non sapem


mo trovare abbastanza argomenti efficaci per combattere le tante strane
sentenze che essa ha bandito , negli ultimi anni, pro e contro gli artisti
e l'arte in generale .
Ma giova dire, che nel concetto dell'opinione pubblica, pur tenendo
conto di alcuni critici d 'arte musicale , che sentono e spiegano l'arte al
quanto lodevolmente , la critica in parola , fatta di sforzo e non di forza,
di confusione e non di senso, di leggerezza e non d'indagine, d 'ignoranza
e non d'ingegno ; critica, insomma, frivola e vuota, che non riesce a dimo
strare le più modeste bellezze di un 'opera d 'arte, è ritenuta -- servendoci
del detto di Vincent d 'Indy (1) – nociva e inutile.
Però malgrado tutto , questa critica disordinata ed appassionata , fatta
da dilettanti, palpitante di sola smania di giudici rinnovatori di arte, senza
ben dire cosa vuole, ma appena ansiosa di turbare l'anima dei buoni effetti
e l'utilità delle cose superiori, elevando con ampliazioni rettoriche delle
nullità al settimo cielo , e chiudendo gli occhi agl'ingegni che le sembrano
di mediocre importanza , mentre, infatto, sono luce d'intelligenza da fare
onore all'arte ed alla patria ; questa critica, infine, che si rende giorno
per giorno schiava più di interessi privati che musicali, perdendo ogni
idea della sua elevata missione, questa critica, non giunge, malgrado la
sua capricciosa volontà, contraria all'ordine della ragione e dell'imparzia
lità, a cambiare il cuore della grande maggioranza , che adora la musical
nella vera essenza del sentimento e dell'ideale sublime del bello .
In conclusione, tutto ciò che la critica d'ogni opinione ha scritto , e scrive
con coscienza o no , non può considerarsi un vero alimento della nostra
anima artistica.
A secondo di ciò che dicono le cronache del passato , la prima manife
stazione della critica dell'arte lirica e istrumentale , menzionata nei giornali
politici della stampa quotidiana, sarebbe quella che s'inizia verso il 1844 .
E ' la critica placida, modesta , senza la pretesa boriosa di pronunziare giu
dizi, condanne e glorificazioni.
A questa fa seguito quella della riflessione senza base, profumata di
retorica, fatta da giornalisti ignari della conoscenza le più elementari della

( 1) « Je considère la critique comme absulement inutile, je dis même comme nui


sible ... La critique est en général l'opinion d'un monsieur quelconque sur une ouvre .
En quoi cette opinion pourrait elle être de quelque utilité au dévelloppement de l'art?
Autant il peut être interessant de connaitre les idées, même erronées, de certains hom
mes de génie , ou même de grand talent, comme Goethe, Schumann , Wagner, Saint
Saëns, Saint Beuve, Michelet, lorsqu'ils veulent bien voir que monsieur tel ou tel ou
n 'aime pas telle ouvre dramatique ou musicale ».
- 560 -

musica, con sensibile spirito di sentire l'arte, ma che si guardano bene di


spiegarla , sapendo benissimo quanto difficile fosse tale impresa ! . ..
La terza a sorgere con gran fracasso fu quella dalle sentenze super
ficiali, che prende il tono di alto sapere, ma che in fondo si limita a frasi
colorite e pittoresche, la cui condotta si mantiene fra due sistemi: d 'una
eccessiva parsimonia di lode per gli uni, e d 'una straordinaria prodigalità
per gli altri.
L 'ultima finalmente, di idealità moderna, che meglio sente e spiega
l'arte che decide sulla rinomanza d 'un compositore e d 'un concertista , è
la contemporanea, nella quale si trovano scrittori abili, nonchè qualche
spirito da strapazzo senza base, senza cognizioni veramente tecniche, ricor
rendo alla frase tornita, al motto di spirito , al concettino chimerico.
D 'un certo movimento artistico fu l'epoca di Alfredo Camarate, arguto
critico, che, durante lunghi anni, scrisse nelle colonne della « Gazeta de
Noticias » e del « Jornal do Commercio » , buone e gagliarde critiche mu
sicali, avvalorate da una buona erudizione letteraria come professore d 'or
chestra nel teatro S . Carlos di Lisbona.
Se qualche volta la sua critica non ebbe una certa dirittura padro
neggiò liberamente ogni suo modo di sentire, girando serenamente sul va
lore di un 'opera d 'arte , d 'un compositore e d ’un virtuoso . In altre parole ,
la sua critica sottile e senza riflessi di grande dote di rettorica , era sostan
ziosa di vedute, di gusto e di senso . Era il Camarate anche versato suffi
cientemente nella composizione, giacchè scrisse alcuni pezzi musicali per
violino e pianoforte, in stile semplice e modesto .
Lasciò anche un libro : « Etcetera » , dove sviluppa idee artistiche con
luminoso spirito .
Proclamatasi la Repubblica, non tardò ad abbandonare il giornalismo
per diventare architetto , la cui arte, si vuole, che stesse a lui del pari
che la critica musicale .
Malgrado ciò, egli non abbandonava del tutto la sua prediletta profes
sione di critico musicale ; e le tracce del vero spirito analitico e aneddotico
su l'arte, e gli artisti che conobbe in vita, lasciato nelle colonne del « Com
mercio di S . Paulo » , sono ancora vive. Fu Ispettore negli studi dell' Impe
riale Conservatorio di Musica, posto che abbandonò nel novembre di 1888.
Egli moriva , nel 1910 , quasi nell'indigenza, in S . Paolo.
Al suo posto di critico musicale dell'importante « Jornal do Commer
cio » , lasciato vacante per sua libera volontà , fu chiamato Rodrigues Bar
boza, uomo di pari talento nel maneggio della penna e del sentimento del
l'arte ; ma diametralmente opposto per idealità e dottrina artistica. Pa
gando il noviziato ai più audaci della critica arguta e frizzante, Rodrigues
Barboza, che vanta anzitutto il titolo di flautista distinto , avendone, nella
- 561 –

sua gioventù , data prova assai apprezzabile, in vari pubblici concerti,


svolge al suo debutto nella critica giornalistica, un programma pieno
di patriottico ardore per innalzare l'arte e gli artisti nazionali, flagellando
all'uopo, con dura sferza, l'arte arcaica,massime la italiana, e taluni arti
sti che, secondo lui, non portavano il genio dei tempi. Infatti, non restò
contento dell'opera sua chi lesse le sue prime critiche musicali, princi
palmente quand'egli abborda, senza badare alla critica storica, alla parte
più difficile dell'arte, con troppo passione di parte la vita interiore del
l'ispirazione di qualsiasi genio musicale nazionale , e la scuole più celebri
del mondo. Era compito arduo, onorato soltanto dai più alti ingegni della
critica profonda, da un Berlioz, da uno Scudo, da un Hanslicher e da tan
t'altri sommi scrittori, i quali, nonostante la grandezza dei loro ideali, non
giunsero mai a intaccare con l'oltraggio le opere d 'un 'epoca meravigliosa
ed eroica ! . . . Però bisogna convenire che se l'operato dell'egregio critico
non è esente da qualche imperfezione ( e chi può vantarsi di non averne ?),
ebbe anche nella sua prima fase, delle qualità - - qualità lumeggiate da
buoni e sinceri intendimenti, coi quali presta, evidentemente, i più rilevan
ti servigi all'arte ed agli artisti. Del resto è cosa risaputa da tutti gli artisti
esenti da rancore , e dal pubblico stesso che s'interessa per i destini del
l'arte, che in grazia al suo disinteresse , l'arte musicale subisce un notevole
rialzo morale nel nostro ambiente. L ' Istituto Nazionale di Musica , ad
esempio, con tutte le qualità che lo innalzano e i difetti che l'affliggono,
trova nella sua tenace propaganda quella efficace influenza per convincere
il primo Governo della Repubblica, ad innalzarlo con nuovi elementi su
le basi dell'antico Conservatorio . Tre bellissimi ingegni che avevano un
vivo gusto per la musica, ottengono per suo mezzo, una cospicua pensione
per poter studiare ed affermarsi nei centri colti d 'Europa. Altre nascenti
personalità musicali trovarono nella influenza del critico abile ed entu
siasta , un salutare appoggio morale, sebbene le esagerate lodi spesso com
promettessero la sua probità di scrittore ben intenzionato. Ad onta di
tutto, è merito singolare del Rodrigues Barboza l'aver eccitato gli ingegni
e gli animi al pensiero ed all'amore dell'arte , anche se si trattava di certi
traviamenti estetici e di certi ideali poco solidi e duraturi . . .
Al tempo stesso è da distinguersi un altro critico musicale , che la
storia della nostra coltura artistica consacra con giusta e meritata conside
derazione fra i primi segnalati del periodo in parola : Oscar Guanabarino,
oggidi il decano dei giornalisti d 'arte , fecondo nel mestiere della critica,
nonchè invincibile nelle polemiche più ardite di musica e musicisti. Inco
minciò la sua carriera nelle colonne del giornale « 0) Paiz » , portandovi
una solida erudizione letteraria ed artistica, onde poter con coscienza spa
ziare nel vasto campo dell'arte . Pianista distinto ai suoi tempi, fattosi alla
- 562 –

scuola del maestro Achille Arnaud, di cui onorò i sani consigli quando
esordi per la prima volta , in un pubblico Gran Concerto , avuto luogo nella
Sala d 'onore del Collegio Pedro II (1873 ), suonando valentemente, con
accompagnamento d 'orchestra , la difficile « Tarantella », di Angelo Agosti
ni. Fu poscia abile insegnante di pianoforte , professione che dopo trascuro
per dedicarsi solamente all'arte della critica musicale . Negli ultimi anni,
abbandonò la redazione del sovradetto giornale, e divenne collaboratore,
per la parte artistica , dell'importante « Jornal do Commercio » ove le sue
critiche, che formano le appendici « No mundo das Artes » , godono la nota
fama di franco e draconiano linguaggio , frustando a sangue i falsi genii
dell'arte, ed innalzando le intelligenze oneste e valorose . Certo egli è che
più volte corse anche per lui il rischio d 'esser tacciato di incapacità e di
parzialità . Ma egli, spirito d'azione, senza scomporsi, affrontò ogni contra
rietà, e ogni accusa, con una ricchezza di argomenti e con una dialettica
quasi sempre vittoriosa.
Sempre vivace, sempre vigilante, all'erta contro i vanitosi e gli spa
valdi ingegni, osservò rigido e sereno con verace giudizio critico umori
stico , forse soverchio e schiacciante all'uopo i talenti degni di lode, fulmi
nando senza pietà quelli che erano apportatori di soprabbondanti pretese
pedantesche.
Può dirsi anche che il Guanabarino, in contatto per lunghi anni colle
svariate forme d 'arte, non ebbe mai prevenzioni di scuole. Eclettico al par
dei filosofi antichi, la sua critica , retta e senza partito preso, lo portò a
grandi contrasti anche coi suoi confratelli ; perchè irriverenti verso i capi
lavori del passato, pur tributando le dovute lodi alle opere moderne di
meritata fama.
La nostra critica musicale ci presenta un altro non meno stimabile
nome: Enrico Borgoncino , riputato professore di canto , di pianoforte e
compositore, fattosi alla scuola napolitana , di universale fama.
E ' da parecchi anni che egli scrive nel giornale « Correio da Manhã » ,
nelle cui colonne, il suo vivo ingegno compone e commenta , con indipen
dente ed audace spirito, tutti gli avvenimenti artistici, nazionali e stranieri.
Poiché la sua critica riesce a portare sempre una nota giusta nell'apprez
zamento di ogni merito e di ogni difetto . Di queste ottime qualità , sorrette
da buone e sufficienti cognizioni musicali, l'egregio critico si è valso e si
vale con una obbiettività che gli fa sempre onore (2 ). Uno spirito diame
tralmente opposto ai precedenti critici, che posò follemente a difensore di
teorie e principii che forse non comprese mai, fu l'avvocato Luiz de Castro.
E gioverà dire che se come critico fu il turbatore eterno dell'ambiente mu

(2) Egli mori, in Rio de Janeiro, il 22 gennaio 1925.


- 563 -

sicale nostro, come musicista , malgrado la lettera adulativa che il noto


pianista Vianna da Motta pubblicava su « La Musica no Brasil » , accen
nando che il de Castro ricevette il battesimo musicale nella colta Germa
nia , non c'era a Rio chi lo prendesse sul serio . Senza una pur limitata cul
tura musicale, e sfornito di tutte le elementari conoscenze tecniche, non
faceva che ripetere quel che leggeva in Riviste d 'Europa e lo faceva con
un 'acredine che rivelava tutta la sua ignoranza .
Poco posteriore al precedente critico è Roberto Gomes (3 ), buon dilet
tante di musica e pianista di talento. Però come critico musicale la sua
opinione acquista poco o nessun valore, data la poca competenza nella ma
teria e la sua prevenzione di scuola. E ciò non può sorprendere nessuno,
poichè la sua educazione musicale fu fatta nell'ambiente degl'inquietatori
sorrisi francesi.
Quindi, ogni arte che non ha l'impronta debussyana, diventa amara e
indigesta pel critico partigiano .
Tale egli trasparisce nei suoi scritti, minacciando da buon e gentile
che è, col pugno sempre stretto, l' arte e gli artisti della gloriosa terra
ispiratrice.
Sarebbe adunque difficile immaginare che uno spirito simile possa scri
vere critica giusta , competente e imparziale ; a meno che non fosse per la
dinastia dei suoi particolari amici dell'arte ed un solo idolo straniero di
razza simpatica : Debussy , di cui spesso i suoi colleghi ignoravano l'uomo
e le opere . . .
Un altro apprezzabile critico musicale di sincera verità , che vediamo
attraverso le colonne del « Jornal do Brasil », è l'appassionato amatore di
musica e bravo suonatore di sassofone, dottore Arturo Imbassahy, amico
dichiarato di ogni musica melodica e sentimentale. E se cosi sente la
divina arte, meglio ancora la rivela con tono modesto e garbato , nelle sue
rassegne musicali le cui opinioni sulle opere dalle belle tradizioni melo
diche, sono ferme ed incrollabili al par dello sdegno che sente per quello
che capovolsero il sublime ideale dell'arte consolatrice.
Felice quindi l'uomo che vanta un 'anima non ancora contaminata e
tormentata da certe strane armonie moderne, senza i bei pensieri e l'one
sta ispirazione ! . . .
E Arturo Imbassahy, che non ignora tutte le difficoltà della critica ,
cerca dimagnificare l'arte sentimentale che deve allettare da sè stessa, con
un tipo di critica , la quale porta con sè l'accordo e il modo di sentire della
maggioranza. Aggiungasi che Arturo Imbassahy, compositore alieno di ogni

(3 ) Morto , nel 1923, in Rio de Janeiro .


- 564 —

vanità, ha scritto un buon numero di pezzi per banda, uno dei quali me
ritò l'encomio d 'un illustre critico (7 aprile 1915 ).
Un altro simpatico e intelligente critico che fa riscontro alla idealità
del precedente, è l'avvocato Antonio Cardozo de Menezes. Talento d 'or
dine superiore, nato musicista , ma rubato all'arte dalla laurea in scienze
giuridiche, egli diede alla critica musicale, in sporadiche fasi, tutto il ri
spetto alle bellezze eclettiche dell'arte in generale , e all'intelligenza di com
positori, dei virtuosi e di tutti gli artisti capaci di svegliare le emozioni del
bello , senza la velleità di correggere i difetti e aumentare e diminuire le
qualità artistiche ; giacché la serietà e l'imparzialità fu sempre la nobile
condotta del critico intelligente e competente.
Per meglio concludere, non sarà troppo il dire che la storia della mu
sica lo comprende fra i più illustri dilettanti del suo tempo, perchè piani
sta brillante di raro talento e fecondo compositore. Infatti, senza parlare
delle tante sue fantasie per pianoforte, romanze per canto ed altre svariate
produzioni che la calda immaginazione strappava alla sua penna, non pos
siamo fare a meno di ricordare che egli è il felice autore di quella caratte
ristica e interessante « Polka dos Canarios » , ch 'ebbe, ai suoi tempi, l'o
nore della celebrità .
Alla stessa critica musicale appartenne con pari onore Roberto Kins
man Benjamin , violinista distinto , amatore di musica dei più fervidi, non
chè fondatore della scuola di musica del Club Beethoven ; firmava le sue
critiche collo pseudonimo di « Sarti » .
Pubblica , nel 1884, un libro : « Esboços Musicaes », che, pel suo program
ma di opera critica e analitica è degno di encomio .
Julio Reis, un nome noto a tutti per il suo spontaneo talento musi
cale , che educò la mente sopra i migliori modelli dell'arte, amò anche la
critica, e, senza la boriosa attitudine di chi vuole trovare un nuovo mondo
nell'arte, scrive con giusta e gentile osservazione pregevoli ed assennati
articoli musicali nella « Noticia » e in altri giornali.
Un altro critico , ardito e di franco linguaggio , la cui probità musicale
ignoriamo per completo, è Benjamin Costallat, il quale subordina corag
giosamente ad una particolare estetica non solo qualunque lavoro di arte,
ma qualsiasi talento emergente nella virtuosità e nell'arte creatrice. Di
fatti, l'intelligente e fecondo scrittore, attraverso le colonne dell' « Impar
cial » della « Gazeta de Noticias », non trascura nessuna occasione per
toccare con termini pungenti i difetti degli artisti e dell'arte in generale ;
ogni mezzo lecito o illecito che divampa fra i suoi colleghi sul modo di
guardare in faccia la critica, non distrugge la sua opinione.
Oltre ai citati critici, e non tenendo conto degli inabili, la cui critica
- 565 -

è nulla di fronte all'arte della critica, sono da menzionarsi : Felix Otero,


di S . Paolo , e Euclydes da Fonseca, di Pernambuco .
Dal tono delle loro' sentenze s'intuisce che essi non vollero restare
colla folla , cambiando religione e rotta, di cui fanno, massime negli ultimi
tempi, un'arma potente e temuta nel tenere conto dei loro esclusivi idoli.
Ciò però è dovuto all'affetto dell'innesto della individualità e prepotente
critica carioca degli ultimi anni, la quale per il suo esito e per la sua in
fluenza, prende in essi la stessa affettata ed affliggente posa : smoderato
affetto di tutto ciò che ci mandal la brezza nordica, e soverchia' adorazione
per una sola forma di arte ! . . .
A prescindere da questi strani concetti, che spesso toccarono l'assur
dità, bisogna dire che la dignità della loro erudizione, evita le invasioni
delle mediocrità nel campo della sana e buona arte.
Non porremo termine a questo capitolo senza far menzione di un altro
critico : il maestro A . Cantù .
Lo stimato maestro , tenuto a ragione in grado superiore come pianista
e compositore, in S . Paolo , il quale portò più volte con dignità erudita la
mano sulla critica musicale e senza farne un'arma di combattimento, scrisse
con argomenti utili e convincenti pregevoli articoli musicali, i quali non
lasciarono di produrre, per l'abbondanza di risorse artistiche, una buona
impressione a chi li lesse.
In conclusione: certo è, che il maggior numero di critici, il cui elenco
sarebbe troppo lungo, sono stati quelli che si segnalarono nella critica
comune, interpretando l'arte a secondo il loro modo di sentire, i quali non
raggiunsero mai la verità di ciò che intendevano esporre a rispetto di un 'arte
si difficile e complessa .
Quindi, dato che ogni cuore vibra a seconda del proprio sentimento
estetico, sguarnito di mezzi tecnici e di quelle rare e complete conoscenze
che formano le infinite bellezze della musica, la critica dei meschini non
può avere nessuno interesse come pensiero intellettuale artistico nel giudi
care il carattere e l'ingegno.
V I PERIODO
CAPITOLO XXXII.

(1890-1925 )

DEL GENIO DELL' ARTE MUSICALE E ISTRUMENTALE


DELL'ULTIMO PERIODO

Sbozzo d 'una musica accentuatamente nazionale. -- Il sogno di una nuova este


tica musicale, – Il cicalare dell'arte ufficiale e gli affanni della critica consacratrice
e rumorosa. — La Repubblica raccoglie il manto che Mecenate lasciò cadere nel fondo
della storia antica di Roma. — La proposta del poeta delle « Elegie » e degli « Idillii » . —
Sviluppo della musica strumentale : il pianoforte , il violino ed altri strumenti. - II
canto . – La scuola di composizione. — Condotta strana della gioventù . – Un con
cetto di Lavignac. – L'apostolato di Glauco Velasques. - L 'apostrofo di Hoffmann :
« Musica senza sentimento e senza melodia , con terrore io ti nomino » . -- L 'arte mu
sicale è tutta ideale ed espressiva, nel detto di Rossini. -- La musique doit être
modeste e sincère, tale è la dottrina di Gottfried. — Ecco che sorge Villa -Lobos, il
quale porta anche il delirio della discordanza . -- « Musica senza melodia è come la
natura senza amore » , scriveva Mazzucato . - Lo stile debussyniano; nuovi ritmi e
nuovi effetti. - Altri soldati militanti della nuova legione dei musicisti : Elpidio Pe
reira - Barrozo Netto - Octaviano Gonçalves - Carlos de Campos - Gomes Junior -
Romeu ed Arthur Pereira - Francesco Mugnone - Homero Barreto - Oscar Lorenzo
Fernandez - Assis Republicano - Iberé de Lemos.

La storia del sesto ed ultimo periodo comincia l'anno 1890. In sino


allora l'arte musicale nostra , secondo si venne accennando nel precedente
periodo, era stata brillante ; aveva progredito molto , e se ne ritrasse una
musica veramente nazionale . Cominciò con Henrique Gurjão e quindi se
guitò con Carlos Gomes, Henrique Oswald , Alberto Nepomuceno e Fran
cisco Braga, che la portarono al sommo grado, in relazione al nostro
ambiente.
Si disse anche che, caduto il secondo Impero, colla Repubblica sorge,
in alcuni spiriti artistici, l'idea di unire l'anima musicale ai suoni fonda
mentali di tutta una nuova estetica , cioè una nuova aspirazione speciale
per guidare la novella gioventù studiosa al culto dell'arte moderna, se cosi
si vuole chiamarla .
L 'arte , ad onor del vero, uscendo dall'ambito della modestia simpatica
- 568 -

e lodata , fa un rapido progresso, prendendo forma e vita di onorata car


riera. I principali giornali letterarii, politici e teatrali, che in altri tempi
erano parchi di grandi elogi, si occupano adesso con ardore, forse esage
rato , della musica, che è oggetto di articoli rimbombanti, che fanno la for
tuna o la catastrofe di un artista di merito. Ma è un fatto che colle loro
chiacchiere l'arte ufficiosa tutto ottiene, perchè essa arrivi alla popolarità.
Difatti la Repubblica, lungi dal tenerla lontano dall'anima popolare, la
protegge votandole il più forte appoggio , creando uno stabilimento d 'inse
gnamento musicale con un corteggio di professori quattro volte maggiore
di quello dell'antico Conservatorio .
Anzi si potrebbe dire che questo nobile intendimento del primo gover
no repubblicano fa riscontro in quello tanto sublime ideale artistico dello
Chenier, rivelato nel suo rapporto alla Convenzione Nazionale francese,
che determina la fondazione d 'una Scuola Nazionale di Musica, primo ti
tolo del Conservatorio di Parigi.
Quell'eloquente e prezioso rapporto , esempio magnifico che esalta la
divina arte su l'effetto e l'utilità del suo generale insegnamento, dovrebbe
servire di guida ai nostri governi, proteggendo ed allargando sempre più ,
ma con maggior senno, l'insegnamento musicale ufficiale. E ' soltanto nella
diffusione della sublime arte che lo stato raggiunge il desiato scopo. Ma
occorre che anche i dirigenti dell'arte lo aiutino nella grande impresa . Ad
onta di tutto, la storia del periodo repubblicano registra un progresso
nell'arte musicale . La musica strumentale si sviluppa con ardore ; lo stu
dio del pianoforte è messo in rilievo da professori di forte preparazione ; la
scuola del violino, il cui studio si propaga in ambi i sessi, trova quasi un
relativo riscontro in quello del pianoforte ; il violoncello , il contrabasso,
il flauto ed altri strumenti, nei quali si potrebbero nominare talenti suffi
centemente istruiti, procedono lietamente.
Anche la scuola del canto malgrado tutte le ingiurie che l'affliggono,
ci ha dato alcune eccellenti voci e distinte cantanti, applaudite nelle sale
e negli ambienti teatrali. Cosi non succede nella scuola di composizione,
che riesce pallida e di poco profitto per la condotta strana della gioventù ,
che vuole chiudere in seno un idealismo tutto speciale, suggerito dalla
mania della grandezza musicale, proprio di chi trovasi in stato di ebbrezza .
Ma come l'anima è destinata fatalmente a ritornare sempre sopra se
stessa , cosi la suggestione in cui tutto un pugno di nuovi compositori
crede di non comprendere altr'arte che la bugiarda e la falsa , ritornerà
-

in un giorno non lontano, ai passati tempi in cui il vero genio delizið –


- -
- -

e delizierà sempre - nelle superbe melodie del « D . Giovanni » , della


« Norma » , del « Guglielmo Tell » , del « Lohengrin » , della « Aida » , l'u
-

manità intera . E sarà un vero progresso tra noi quando la chiara conce
- 569 -

zione ed elaborazione delle idee tenderà definitivamente a liberarsi da


quel sistema musicale fatto di stonature raccapriccianti, ormai condan
nato a morire senza il perdono del sentimento.
Esso deve venire, e verrà con tutta l'espressione della verità e della
vita , per la riabilitazione dell'arte e di quei progressi che corrispondono
alla idealità e alle speranze del nostro genio musicale .
Del resto , esaurite tutte le stravaganze armoniche, i tristi e bizzarri
effetti, la materia che non si analizza, i ritmi che non palpitano di pensiero,
di forma, di melodia, bisognerà senza indugio rivolgere lo sguardo verso
quel raggio che riflette un colore, una forma, infine, che dilata le energie
sentimentali dell'artista , rivestite di grazia infinita e di melodia sublime.
Quindi, a quelli che gridano contro quest'arte , vada dedicato il con
cetto in proposito , che il Lavignac esterna nel suo libro « L ' Education
musicale » :
« En effet – egli scrive — il semble impossible de pousser beaucoup
« plus moin la science des combinaisons harmoniques et . orchestrales,
« que l'art moderne a développées jusqu'à leur extrèmes limites , et qui
« sont parvenues à leur summum . La route poursuivie nous a conduit sur
« une cime, la plus élevée probablement que nous ayons jamais atteinte,
« car elle est vraiment vertigineuse, mais au delà de laquelle on ne saurait
« songer à monter plus haut; de plus, les aliments menacent de nous man
« quer . Il faut, donc, redescendre dans la vallée, y chercher et cueillir
« quelques fleurs , qui seront des melodies, peut- être, y renouveler nos
« provisions, avant de songer à gravir quelque autre montagne encore in
« connue, dont, pour l'instant, et peut-être pour longtemps encore, le loin
« tain sommet nous est voilé par les nuages de l'avenir » .
Il primo apostolo delle fatali combinazioni bizzarre, della scuola ac
cennata, fu Glauco Velasques.
Glauco Velasques compositore, che fu durante un limitato tempo l'a
nima e l'ideale d'un manipolo di ammiratori, sognando fin dall'inizio della
sua carriera di voler dire cose d 'arte altrimenti che il resto dei sommi
genii della musica , nacque in Napoli il 23 marzo 1883, e mori in Rio de
Janeiro nel 1915 .
Figlio di genitori brasiliani, Glauco Velasques, dopo di aver passata
la sua adolescenza sotto il bel cielo ispiratore della patria di Pergolese, di
Paisiello e di Cimarosa , veniva a Rio de Janeiro, nel 1890.
Amando la musica con entusiasmo, potè, in grazia all'appoggio ami
chevole del dottor Azevedo Pinheiro, matricolarsi, tre anni dopo il suo ar
rivo , nell' Istituto Nazionale di Musica, ove, oltre all'armonia , che studio
sotto la direzione del professor Francisco Nascimento , e il contrappunto
nella classe del maestro Francisco Braga, doveva, per sua sventura , as
- 570 -

sorbire idee false, mirando e tenendosi ad una scuola che ci veniva d'ol
tre mare, per molti segnalata come fatale alle giovani menti che molto
promettevano nell'arte del comporre.
Tale guida fece si che il Velasques, ignaro delle tradizioni classiche
nei dettami di un solido insegnamento, e coll'intento di voler passare da
più di quello che era, non trepidò di lanciare il suo talento musicale alla
esagerazione del sentimento, alle discordanze, alle bizzarrie dello spirito
umano, trucidando con folle senso l'espressione, l'armonia, la forma, e
tutte le leggi tecniche, che vengono da secoli affermandosi come le vere
e immutabili qualità supreme del genio , per trovarsi a braccio con quel
l'arte , che Hoffmann definisce con raro e forte spirito : « Musica senza
sentimento e senza melodia, con terrore io ti nomino ! » .
E qui la storia , bene a proposito , viene in nostro aiuto per provarci
come la vita degli artisti è associata al traffico delle idee e dell'ambiente in
cui si svolge il loro talento e la idealità . Certamente , buone ed assennate,
è un bene; cattive e pretenziose, è un male irreparabile .
Ed è un fatto che il nostro mondo musicale ha patito molto in questi
ultimi tempi; ha troppo provato quanto siano penose le ore passate per
obbedienza al sentimento nazionale e alla moda, se vogliamo, in udire
cose raccapriccianti; ogni sforzo per trovare qualche gioia che lo portasse
per un istante al mondo del sublime, fu vano !
Glauco Velasques, era, non v'ha dubbio , un forte ingegno, un talento
fecondo ; sentiva l'arte e per essa viveva ; e se il suo ideale non fosse cinto
appunto da quella perseverante ripulsa d 'ogni convivenza co' geniali mae
stri del grande passato, studiandone i diversi sentimenti e le emozioni
estetiche, la pienezza del merito e del genio loro, egli, vivendo, avrebbe
onorato l'arte nella vera fede dell'ispirazione, lasciando, forse, pagine in
mortali. Ma il genio suo, trucidato dalle dottrine false dell'arte anarchica,
si rendeva nemico della propria ispirazione. Peraltro è più che noto come,
all'inizio della sua arte , scrisse graziose pagine che poi ripudiò ; anzi, si
affanna a distruggerle, bruciandole , come egli stesso ce lo dice in una inter
vista concessa ad un giornalista, giorni avanti la sua morte, pubblicata
dal giornale « A noticia » del 15 giugno 1915, i cui termini sono questi :
« Comecei a compôr sem plano algum traçado, escrevia porque tinha
« inspiração e pelo prazer de executar uma melodia inventada por mim .
« Fiz o que todos fizeram quando começaram , quero dizer que copiei
« modelos alheios, imitei estylos, e algumas vezes roubei. Felizmente para
« a Arte , quasi todos os trabalhos que escrevi, durante os primeiros quatro
« annos da minha carreira arderam numa enorme fogueira .
« Mais tarde, ouvindo as obras dos grandes musicos da emoção, e prin
« cipalmente as de Wagner, comprehendi que a verdadeira musica , a arte
- 571 -

« sincera, não era unicamente um prazer sonoro, mas uma grandiosa ma


( nifestação do que ha de mais profunda e puro na alma de artista.
« Os conselhos dos meus mestres, os estudos da harmonia e contra
« ponto , e da forma evolutiva das obras dos grandes compositores, con
« tribuiram poderosamente para affirmar o meu modo de ser; e a diffe
« rença dos meus moldes, que tanto irrita alguns musicos, deve ser expli
« cada com o mesmo motivo que obrigou outros compositores, que hoje
« admiramos, a abandonam a forma tradicional.
« Um homen que escravisa as mais bellas emoções, o que elle sente
« de mais intimo e nobre como pensamento, a uma forma acanhada para
« não chocar um grupo que não o omprehende, a não ser um artista , é um
« homen que tem medo de ser sincero » .
Non è difficile , mediante questi termini, intuire, che la sincerità di
cui parlava Glauco Velasques, la più preoccupante della sua vita , era quella
di continuare Debussy, George Strauss e Wagner, copiando male la biz
zarra e stravagante idealità del primo, per non rimanere nè individuale,
nè geniale.
E ' il fenomeno fatale che si dà ogni volta che coloro i quali fanno del
l'arte fonte di vanitosa sapienza scientifica, allontanandosi dalle verità
eterne, le quali da secoli reggono l'edificio dei sani principî creatori, ri
flesso di pensieri sublimi, che resero immortali i sommi e imperituri la
vori di Bach , Mozart, Haydn , Gluck , Beethoven, Rossini e Wagner.
Rari furono del resto i geni come Mozart e Saint-Saëns, che poterono
attaccarsi vittoriosamente a tutte le manifestazioni del pensiero musicale
fin dalla prima età del loro sapere.
Ma il Velasques, senza un temperamento poetico e melodico, privo
d 'immaginazione e di quella possente forza che si chiama genio , voleva,
come Weber, che fu il primo a creare l'arte romantica nella sua patria ;
come Beethoven, che colla potenza del suo genio aveva allargato il quadro
della sinfonia immaginato da Haydn ; attingere a viva forza, quell'inac
cessibile vertice, disperdere le nubi e divenire gloria del mondo musicale !
Cieca utopia , stolta idea di ogni compositore imbevuto di smisurata
pretensione, il volere passare per innovatore d 'una riforma nel campo
artistico, senza provvigioni di alti concetti, o meglio , senza forza inven
tiva ed ispirata .
Ciò nonostante , Glauco Velasques, trascinato da un falso ideale e da
una critica apologetica tutta speciale , si crede, per le circostanze della
sua vita , un super-musicista, e predica per la rinascita d'una nuova arte ,
che non è alimento di vita poetica, ma l'annientamento di quella che fu
compagna e sorella della vita spirituale di tutti i tempi.
Quindi era da sperarsi che la sua opera, senza sentimento e senza ge
- 572

nialità , malissimamente condotta , non potesse avere che degli effetti atro
ci, comparabili ad un corpo scorticato di cui nulla rimane di umano e di
bello .
Del resto chi volesse analizzare tutte le composizioni lasciate dal Ve
lasques : 3 Trii, eseguiti nel 1915 ; 2 Sonate per violino, e 2 per violoncello ,
le quali di sonate ne hanno solo il nome; 2 fantasie per violoncello ; un
quartetto ; « Suite » prima e « Elegia » , per quartetto a corde; 5 per canto
e assieme; 12 per violino ; 18 per violoncello ; 40 per canto ; 20 per piano
forte ; altre per organo e harmonium , nonchè un'opera (un solo atto ter
minato) « Soeur Beatrice » , per voci e 2 pianoforti, avrebbe un bel da fare
per trovare un raggio di luce ispiratore, uno sviluppo razionale e logico.
Tutto vi domina : disordine nella forma, nelle idee, nel ritmo, nell'armonia,
nella condotta , eccetto quel sentimento che rimane caro, consolante e pe
netrante nell'anima dell'ascoltatore, anelante di belle combinazioni armo
niche e di verità melodiche. Quindi, che cosa si deve concludere di tutto
ciò ? Ch'egli era ben lungi dalla rinomanza acquisita nel mondo dei pochi
suoi apologisti, amanti di quella musica che insipidisce il cuore, e colla
quale pretendevano innalzare il suo comune talento all' altezza di un genio
mai visto , ignorando che l'uomo di genio , si rivela genio anche nelle mi
nime cose !...
Ciò nonostante, molto si disse e si scrisse a rispetto dei suoi lavori,
lavori di cui rimane appena una leggenda , attraverso la quale non è diffi
cile percepire una profonda verità, quella, cioè, che la sua musica, lungi
dal penetrare nell' animo degli ascoltatori, tende a sparire, per scendere
nel sepolcro dell'oblio ...
Del resto è così che si dileguano e muoiono tutte le facoltà creatrici,
il cui ingegno non si misura colla forza della scienza armonica e il gusto
che unisce la poesia alle bellezze melodiche, senza le quali non v 'ha musica
veridica e buona (1).
In altri termini, è la punizione profonda di tutti quelli non sereni in
gegni, che si affannano a voler distruggere col dispreezzo , le opere dei
grandi, per innalzare con una pretenzione senza limiti, e non giustificata,
i loro nomi di super geni!.... E la porteranno anche tutti quei vanitosi ed
appassionati critici, la cui virtù non si misura con quella d'un virtuoso
musicista , che fu Gottfried , il quale, guardando le piccole composizioni del
suo amato nipote Jean Christophe, gli diceva :

(1) Rossini in una lettera che scriveva al maestro Lauro Rossi, cosi s'esprimeva
su questo senso : « Non dimentichiamo, Italiani, che l'arte musicale è tutta ideale ed
espressiva ; non dimentichi il Colto Pubblico e Inclita Guarnigione, che il Diletto deve
essere la base e lo scopo di quest'arte. Melodia semplice. Ritmo chiaro » .
- 373 -

- Comme c'est laid , mon pouvre Christophe! Pourquoi as-tu écrit cela ?
- Je ne sais pas – répliqua l'enfant, d'une voix lamentable . – Je vou
lais écrire un joli morceau .
- Voilà , tu as écrit pour écrire. Tu as écrit pour être un grand musi
cien , pour qu 'on t'admirát. Tu as été orgueilleux , tu as menti. Tu as été
punis, voilà .
On est toujours puni lorsqu 'on est orgueilleur et qu 'on ment, en mu
sique. La musique doit être modeste et sincère. Autrement qu 'est-ce qu'el
le est ? Une impiété, une blasphème contre le Seigneur, qui nous a fait
présent du beau chant pour dire des choses vraies et honnêtes (2 ).
Cosi parlava il vegliardo ed onesto artista, la cui dottrina dovrebbe
servire di esempio a tutti i nostri compositori infatuati in un sogno di arte
riformatrice, senza accorgersi che ad altro non pervennero che a racco
gliere l'eredità degli incoscienti e dei mistificatori.
Glauco Velasques mori ancora giovane, a trent'anni, e perciò non ebbe
tempo a riconoscere i gravi difetti dell'opera sua , che giunse a meritare
appena l'omaggio dei pochi ammiratori suoi, i quali non avevano avuto
verso il loro idolo , che l'omaggio della menzogna, nel vanto esagerato del
la sua arte e del suo ingegno.
Un numero limitato di apostoli della sua strana e malaticcia arte,
piangendo, seguirono sino al sepolcro le spoglie del maestro, fondavano,
per meglio venerarne la memoria , una società , che porta il suo nome, af
finchè, d'accordo cogli ultimi desii dell'estinto , s'occupasse della stampa e
della diffusione dei suoi lavori.
Pur non dubitando che la fiamma giunga a vacillare nella loro anima, è
poi sicuro che l'idea, oltremodo lodevole, attingerà il desiato scopo ?
Il tempo, che è maestro della vita e della critica, ragionando meglio dei
furibondi e degli imprevidenti spiriti, lo dirà in un giorno non lontano.
Vittima della stessa smania , della stessa infelice idealità del prece
dente, è il giovane compositore. H . Villa -Lobos, uscito negli ultimi anni
dall' Istituto Nazionale di Musica, ove fece i suoi studi di violoncello col pro
fessor Benno Niederberger, e, di armonia, col maestro Agnello França .
Il Villa -Lobos, amando l'arte del comporre più che il violoncello , dava
ben presto prova di un talento da non confondersi con gli altri. Legato ,
però, dal fanatismo alle leggi e alla dottrina fatale della sedicente arte mo
derna, chiamata da molti la nemica terribile della euritmia e del bello , al
par del Velasques, si abbandona ai deliri delle discordanze, all'arte fron
zuta ,disordinata ed ineguale, per divenire un tormentatore degli orecchi di
quelli che ascoltavano le eterne bellezze della vera musica, quella , cioè, fatta

(2) Dal libro di C . Bellaigue, « Etudes Musicales »,


- 574 –

di sentimento , di melodia , e di espressione , dal grandissimo genio ispira


tore del passato.
A giudicarlo quindi a seconda di quelli che non si conformarono alle
stranezze delle cacofonie assordanti, egli ci appare come un altro sorgente
talento musicale, che affonda il primo passo giovanile nel terreno della
erudizione bugiarda e impaziente ; con la stessa smania vuole distruggere
l'arte del passato e del presente , chiudendo il mondo della gioia , delle sen
sazioni affascinanti, delle emozioni sublimi, che s'incarnarono in Wagner,
per divenire il musicista delle preziosità assurde e paradossali, e incorrere
per la pochezza d'idee, le stranezze raccapriccianti, nella scomunica del
Dio Sentimento .
In altre parole: vuole con la stessa intricata matassa armonica, e l'in
tento tutto contrario al primo elemento della musica, ritmo e melodia , con
tinuare l'arte nefasta del Velasques, col portarne a compimento l'opera.
Quale disastro, diremo sempre, per un giovane d'ingegno apprezzabile
e fecondo, che nei primialbori della sua carriera di compositore, la sua arte
- se arte può essere chiamata quella che non tien di mira la forma e la bel
lezza — si riduca, ad ogni novità sgorgata dalla sua strana fantasia , ad una
cosa vaga e indeterminata , e di idee avverse alla nobile scuola dell'arte vera
e sincera .
Un musicista illustre, il Mazzucato , scriveva un giorno : « Musica senza
melodia , è come la natura senza amore » .
Ormai non v 'ha dubbio , il fatale influsso dell'invadente modernismo –
che non tarderà a sparire — idealità fatta di dogmi e di pedanterie , che non
giunse mai a deliziare voluttuosamente la collettività, di cui ogni dettaglio
segna la negazione del bello ideale, condusse il suo bravo Villa -Lobos, nel -

sentiero, dove soltanto la vanità , l'opportunità e la mancanza di convin


--

zione, trova rifugio. Quindi, la storia non può pronunciarsi sull'opera del
Villa -Lobos, perchè se dicesse che essa è fatta di chiarezza, di sentimento,
d'ispirazione, di forma, di logica , di spirito sereno e di eccellente tecnica,
direbbe una bugia .
La posterità preferisce i capolavori chiariti dal genio fecondo dell'arte
sincera e melodica, anziché le stranezze contrappuntistiche, le idee barocche
della moda, che colla moda se ne vanno.
Ormai l'epoca in cui la suggestione nell'anima del pubblico, che teme di
non saper esprimere il proprio giudizio , comincia ad avere la sua reazione,
ritornando alla normalità dei tempi in cui il genio vero delizio nelle superbe
melodie di Wagner, di Rossini, di Verdi, di Mozart, di Weber, il suo cuore
e la sua anima.
E ' una grande e innegabile verità ; e chi voglia andare più oltre delle
- 575 -

geniali produzioni di quei sommi artefici dell'arte dei suoni, cadrà fatal
mente nel ridicolo.
Le sue due sinfonie per orchestra, di stile debussyano, con tutte le
preoccupazioni delle pazzesche transazioni inarmoniche, nelle quali si cerca
l'idea e non la si trova, e la ricerca affannosa di nuovi ritmi, di nuovi tim
bri, di nuovi effetti, non rivelano altro che il desiderio immoderato dello
scandalo musicale, fatto apposta , evidentemente , per una folla di « snobs » ,
che ha il facile dono di credere oro vergine il metallo battuto dall'invadente
volgarità .
Quindi, lasciar correre la penna a casaccio , senza nulla dire di bello ,
senza mettere una buona parte dell'anima, del sentimento, nella propria
arte , non sarà mai il modo di scrivere per gli uomini!
Per concludere: Villa -Lobos, potrebbe venire ad essere un grande com
positore, avendo, come ha, un estro nativo e fecondo, se altra fosse la sua
idealità negli improvvisi, nella condotta , nelle concezioni, nella erudizione
musicale e nella conoscenza intima dei maestri del passato.
Egli si vanta di aver già scritto molto.
Ma la missione dell'artista compositore non si misura dal numero stra
ordinario di lavori a grandi linee, colla tendenza delle ricerche degli effetti
bizzarri, già sfruttati dagli evoluzionisti del cattivo gusto artistico moderno,
Le piccole composizioni suppliscono a meraviglia ( esempio Beethoven
colle sue adorabili sonatine; Schumann colle scene d 'infanzia , veri capola
vori, e Mendelssohn , che si immortala colle sue romanze senza parole ) sup
pliscono, come dicevamo, a meraviglia le quantità anonime, quando scritte
con sincerità e buona fede.
E chi non conosce quella bella affermazione di Boileau :
« Un sonnet sans défaut, vaut
« seul un long poème » ,
Deplorando, quindi, il cattivo indirizzo del giovane compositore la sto
ria della nostra musica non può fare a meno di qualificare l'opera sua come
l'eredità d'un traviamento della nostra epoca.
Al precedente compositore, si lega il nome del maestro Elpidio Pereira ,
nato nella città di Caxia (Maranhão) nel 1872 .
Elpidio Pereira, fino dalla sua prima infanzia mostrò una accentuata
vocazione per la musica studiando , può dirsi, da sè i primi rudimenti
musicali, il violino, e componendo polke, waltzers, quadriglie , e marcie , che
le bande musicali della località , erano ben liete di eseguire in omaggio alle
prime ispirazioni dell'intelligente giovane.
Il padre, guardando l'ambiente, assai modesto in cui vive, privo di ri
sorse artistiche, onde il figlio potesse spiegare la sua vocazione musicale, și
- 576 -
accinse, malgrado gli scarsi mezzi , essendo capo di numerosa famiglia , a
fargli un parco assegno onde poter andare a completare gli studi nei centri
più evoluti dell'arte. Elpidio, sceglie la capitale francese, Parigi, ove si reca
nel 1891. Trascorsi pochimesi, è ammesso , come allievo ascoltante , al Con
servatorio di detta città, studiando l'armonia nella classe del professor
Toudou, allo stesso tempo che proseguiva nello studio del violino col mae
stro Ferroni (3 ).
Ma le difficoltà materiali, che non di rado affliggono molti ingegni, –
se non tutti – all'inizio dei loro studi, obbligano Elpidio Pereira ad ab
bandonare, dopo un anno, con tristezza dei suoi professori, il corso dei suoi
studi e tornare in patria , per ricercare nell'insegnamento della sua non
ancora arricchita arte, le risorse pecuniarie dell'esistenza.
Dopo cinque anni, trascorsi tra il Pará e l'Amazonas, occupò la cat
tedra di elementi musicali e solfeggio , nel Gymnasio Amazonense, egli poté
grazie alla sovvenzione concessagli da questo Stato , ritornare a Parigi, ove,
sotto la scorta del suo antico professore D . Ferroni, e poscia di Paul Vidal,
compiva il suo corso d'armonia, contrappunto e composizione, giustificando
il suo progresso nell'esito di due concerti sinfonici, con programmi esclu
sivamente di musiche sue, da lui diretti, col concorso della celebre orchestra
Lamoureaux.
Venendo allo stile del nostro maestro, diremo che i suoi primi tentativi
nell'arte del comporre sono rivolti all'idealità sincera, senza il desiderio e
i capricci a imitare i novelli compositori, la cui arte è stata causa di tanti
disastri e conflitti deplorevoli.
Dando quindi questa succinta menzione della vita e del talento dell'ar
tista lottatore, non dubitiamo affermare che Elpidio Pereira é un degno sol
dato dell'esercito militante dei nostri compositori lavoratori, Meglio ancora ,
l'afferma lo stesso elenco dei suoi lavori, nei quali, se non c'è tutto quanto
ci vuole per riuscire nel suo intento , traspare il compositore che porta al
l'arte nazionale un tributo simpatico e lodevole.
Fra le tante sue composizioni, sono da ricordare: « Preludio sinfonico » ,
« Ouverture de Tiradentes » , « Após a victoria », « Une nuit à la belle étoile » ,
« Marcha nupcial » , « Marcha solemne» , « Marcha triumphal » , « Marcha do
Calvario » , « A eterna presença » , « Yan i madmie » (ballo pantomima in
due atti e tre quadri) e per gli strumenti ad arco : « Minuet » , « A canção
do soldado » , « Meditação » , con arpa e harmonium , e la sua opera « Ca
labar » , dramma lirico in 3 atti e 4 quadri, libretto di Eugene e Edmond

( 3) Ferroni, violinista ? Non è esatto . Lo strumento prediletto dell'insigne mae


stro è il flauto.
-- 577 –

Adenis, episodio della guerra olandese in Pernambuco, in cui il brasiliano


Calabar si rese il maggior eroe.
Quest'opera è tuttora inedita , ma che un giorno non lontano vedrà la
luce, dato la tenacia di propositi dell'autore.
Convien menzionare il maestro Barrozo Netto , il quale oltre che va
lente pianista, appena uscito dall' Istituto Nazionale di Musica, doveva fare
impressione anche come compositore.. La sua idealità rivelata nelle prime
sue composizioni, fa riscontro in quella tutta imitativa dell'epoca.
Aderente della grande riforma musicale del suo tempo, riuscì a scrivere
alcuni pregevoli pezzi nel taglio e nello stile delle nuove forme wagneriane.
Fra i suoi lavori, la maggior parte per pianoforte, vanno ricordati :
« Melodia » , « Folhas d 'album » , « Romance sem palavras » , « Berceuse » ,
« Valsa lenta » , « Gavotta » , « Nostalgia » , « Estudo » , « Valse Caprice » ,
« Serenata diabolica » , « Gollofeiro » , « Natal » , 3 pezzi infantili : « Uma
historia triste » , « Berceuse » , « Gaiatada » , « Suite infantil » , « Minuetto » ,
« Valse » , « Historia fantastica » , « Canto triste », « Final» , seconda « Sui
te », « Brincadeira » , « Tristeza » , « Papão » , per strumenti ad arco ; « Ber
ceuse » , « Ideal » , « Dansa caracteristica » , « Aria » , melodia per violino,
assai bella , e « Canto d'Amor » , per violoncello.
Fra i seguaci della moderna scuola , degno di accenno si rende il gio
vane maestro Octaviano Gonçalves. Nato in Porto Alegre (1898), giovanis
simo abbandonò la sua terra natale e venne a stabilirsi in Rio de Janeiro ,
ove, nel corso dei suoi studi com allievo dell' Istituto Nazionale di Musica ,
doveva dare, come pianista e come compositore, prova di un eccezionale
talento , giacchè fu il primo e l'unico a uscire col completo corso di com
posizione. Variato è il genere dei suoi lavori, come pure lo stile , che tiene
or alle risorse modernissime, or alla chiarezza e purezza dei buoni modelli
dell'arte sincera e sentita . Però la sua vera operosità nella carriera arti
stica, è di concertista di pianoforte , ed è a tale genere di lavoro che egli
deve la sua meritata rinomanza, ove acquista , del resto , nei pubblici con
certi, nei quali, come valente esecutore, seppe meritarsi buoni elogi ed ap
plausi.
E ' pure da nominare Carlos de Campos, dottore in legge, politico illu
stre, musicista di spiccato valore, nonché melodista e chiaro cultore della
buona e sentita arte. Ha scritto in buon stile : « Cantos de Luz » , un lavoro
di gentile e squisito gusto, edito , in una edizione degna del valore dei versi
e della musica, dall'editore libraio Alves, di Rio de Janeiro (1919). Un la
voro di maggior lena, di cui la storia è ben lieta di tener conto, è la sua
opera in tre atti « La bella addormentata » , rappresentata in Rio e nella cit
tà natale dell'autore, con un successo reale ; è un lavoro in cui trabocca il
- 578 -

sentimento e l'ispirazione, volvendo tra il canto e la discrezione dei buoni


effetti orchestrali.
Fece, secondo ci consta , i suoi studi musicali sotto la guida del bravo
maestro Provesi, il quale molto deve aver sofferto vedendo il suo valoroso
allievo rubato all'arte dalla politica.
Non dobbiamo dimenticare un altro illustre musicista . João Gomes Ju
nior, figlio al maestro João Gomes, l'autore dell'opera « Carmosina » , pro
fessore di musica alla Scuola Normale di S. Paolo, sua città natale , ove
João Gomes Junior, apprese dal padre la musica e la composizione. Scrit
tore di stile chiaro e melodico, pur avendo egli ben molti punti di contatto
coi modernissimi aspri compositori; esordi come compositore, scrivendo
un'opera nazionale « La Boscaiola » , rappresentata dalla compagnia lirica
popolare del teatro « Republica » , con ottimo successo (15 maggio 1920).
Nella buona considerazione è tenuto il nome del maestro fra Pedro Sin
zig, dell'ordine dei francescani , nato a Linz nel 1876 , venuto in Brasile
nel 1893, ove si naturalizzava cittadino brasiliano. Colto musicista , pregiato
compositore, non tralascia , nel corso della sua vita sacerdotale, di volgere il
suo ingegno all’arte religiosa, cercando altresi di istruire la gioventù nel
pensiero della vera musica sacra e nel canto ecclesiastico da introdurre
nei nostri templi sacri. Sono conosciute diverse sue composizioni per la
chiesa : Cantate, Oratori, nonchè operette infantili, lavori teorici e l'opera
« Santa Cecilia » , rappresentata con esito felice nel Brasile e in Germania.
Accolti con plauso furono anche altri due Oratori: « Natale, Natale ! » e
« Maria Santissima » , eseguiti al teatro Lirico di Rio , e in altri luoghi del
Brasile. Va ricordato un altro suo lavoro : « O cego » , elegia , tenuta in conto,
per la purezza di stile e la buona armonizzazione, come una delle sue mi
gliori cose .
Registreremo qui anche il nome di un altro abile maestro, Luigi Maria
Smido, italiano ed amico del Brasile , ove prese stabile dimora, esercitando
decorosamente la sua arte in Rio de Janeiro e negli stati nordici, in cui la
sciò traccie di rinomanza come insegnante, come direttore d 'orchestra e
destro maestro di banda .
Luigi Smido e versato nella scienza musicale , nella cui materia ha già
esposto le sue idee e le sue teorie sull'armonia , il contrappunto e la fuga,
in un libro recentemente pubblicato in Rio de Janeiro. Compositore, ha
scritto molti lavori per banda, per orchestra e diversi strumenti, nonchè
un'opera lirica « A ultima noite » » , cantata in Rio de Janeiro (novembre
1915 ) ; ha scritto pure molta musica sacra : Messe, Oratorî, Te-Deum , ecc .
E ' pure autore di alcune Sinfonie , Quartetti per strumenti ad arco, pezzi per
canto , organo e pianoforte.
Un nome parimenti collegato alla schiera dei compositori brasiliani,
- 579 -

quindi degno di cenno, è Luiz Pedrosa. Egli nacque in Rio de Janeiro il 26


dicembre 1854, ove stndió musica, pianoforte ed organo, come allievo del
l' Imperiale Conservatorio di Musica, il cui talento fu ricompensato colla
medaglia d 'oro, al termine dei suoi studi, fatti sotto la guida dei maestri
Santa Rosa, Bussmeyer ed Henrique Alves de Mesquita . Dedicatosi dap
prima all' insegnamento , professione esercitata colla massima modestia,
passò quindi all'ambiente teatrale come direttore d 'orchestra, posto cui ri
nunciò ben presto per occupare la carica di organista e maestro di Cappella
della chiesa di S . Pietro, succedendo al posto del suo maestro H . Alyes de
Mesquita , di cui ne onora tuttora le funzioni sacre anche come composi
tore. Come tale, il Pedrosa ha scritto, oltre ai lavori leggeri, molta musica
sacra, alla quale si accosta onoratamente ; fra questi si contano : Messe,
Credi, Te-Deum , Salutaris, Settenarii, Novene, Mottetti, Giaculatorie, Tan
tum Ergo, Salmi, Ave-Maria, lavori spesso eseguiti nelle principali chiese
sotto la direzione dell'autore. Certo è però che fra le accennate composi
zioni emerge la sua Grande Messa a 4 voci ed orchestra, intitolata « São
Pedro de Alcantara » , dedicata a S . M . l' Imperatore D . Pedro II. (4 ).
Al ruolo dei precedenti maestri appartiene Lima Coutinho, colto e di
stinto musicista , nato in Rio de Janeiro , ove fece gli studi musicali come
alunno dell' Istituto Professionale, distinguendosi nel solfeggio, nel clari
netto e nella direzione di banda. Uscito da quell' Istituto , in breve divenne
un concertista di valore, la cui rinomanza lo condusse ad occupare il posto
di professore di clarinetto dell' Istituto Nazionale di Musica, posto poscia
ceduto al suo migliore allievo , Julio Nunes, passando egli ad occupare la
cattedra di professore di solfeggio , nella cui carica si mantiene tuttora ono
revolmente. Alle riferite qualità artistiche si deve aggiungere quella di com
positore, e come tale si fece conoscere con un poema sinfonico , eseguito
sotto la sua direzione, con esito felice, ed un « Preludio Fantastico » di
fattura originale e ben scritto, eseguito con lieto successo al terzo concerto
sinfonico della Congregazione Musicale Beneficente ( 17 luglio 1892 ). Buon
direttore d 'orchestra, ebbe a distinguersi per la sua abilità allorchè assunse
la direzione dell'orchestra del Club Symphonico.
Degni di menzione si rendono pure i giovani maestri Romeo ed Arthur
Pereira , distinti figli dello Stato di S . Paolo, nella cui capitale entrambi eb
bero i natali. Romeo , un bel temperamento dimusicista , che si diplomò nel
glorioso Conservatorio di Napoli, dopo di aver iniziato i suoi studi mụsi
cali nella città natale , mostrò di essere nato per divenire un emulo dei più
ispirati e fecondi compositori. Romeo, morto nel fiore degli anni, là nella
sorridente Napoli (il 29 ottobre 1918), aveva tutto con sè : talento sponta

(4) Luiz Pedrosa moriva , nella sua città natale, l'anno 1925.
580 -

neo, sentimento e ispirazione. Iniziò la sua carriera artistica a S. Paolo ,


disitinguendosi in molti ed importanti concerti di musica propria, fra cui
uno memorabile al teatro Municipale, con un successo straordinario . Mal
grado tutto, Romeo Pereira, nella sua breve vita , apportò all'arte pregiati
lavori. In essi si distingue la tenera e suggestiva romanza « La Signora dei
Cieli » ; il grandioso poema lirico : « Mais ou sont les neiges d 'entant? » ,
tenuto come una delle più belle pagine del repertorio lirico contemporaneo .
Seguono una gran quantità di romanze, su versi del D 'Avray : « L 'Ivrogne»
(ballade), « La Signora del Mar » , « Rinuncia » , ecc. '
Scrisse inoltre una « Sonata » per violino, seguita da altri pezzi minori
e da imponenti scene liriche. Diede poscia abile saggio del suo talento me
lodrammatico scrivendo un 'opera lirica , lasciata , forse a causa della sua
morte , incompiuta .
Non meno forte e geniale compositore è il fratello dello scomparso Ro
meo , Arthur Pereira, nato a S . Paolo il 12 settembre 1894 ; ivi iniziò i suoi
studi musicali, terminandoli in Italia, al Conservatorio di Napoli, ove si
diplomò di pianoforte ed ebbe poscia campo di far conoscere in molti con
certi ivi tenuti insieme al compianto Romeo, molte delle sue composizioni.
I suoi lavori più emergenti sono : « Aime» , su versi di Jacques d 'Avray ;
« La Momie » , squisito canto con accompagnamento d 'orchestra, pure su
versi del D 'Avray ; « Messa di Gloria » , a tre voci, con cori ed orchestra ; 2
« Suites » , per orchestra, di stile modernissimo, che ricordano le risorse
della scuola francese del Debussy ; « Les Myosotis », delicata romanza di
alata ispirazione; « Tristesse d ' été » , per grande orchestra, d 'immenso suc
cesso ; « Impressions de la Campagne » , pure per grande orchestra ; « Fanta
sia » , per violino e pianoforte ; « Temps de Menuet varié » , pure per violino
e pianoforte, nonchè un gran numero di liriche, romanze e pezzi per piano
forte e violino, Ci è noto altresì che presentemente è presso a comporre
due opere liriche : « Athala » , tratta dal romanzo di Chateaubriand, e « L 'in
trusa » , di Maeterlink, su libretti di Anton Menotti Buja.
Giova ricordare un altro giovane artista, Homero de Sá Barreto , intel
ligente pianista e compositore di sentimento e non sprovvisto di radiosa
ispirazione, sparito dal mondo dell'arte ancora nel fiore della vita. Era
verso la musica pura, sincera ed elegante che la natura lo spingeva, mante
nendosi dignitosamente lontano dai capricci della moda, dall'arte, cioè, che
porta l'impronta della negazione della fisonomia angelica. E cosi riuscì a
scrivere pagine d 'arte vera e sentita.
Horacio Barreto nacque nella città di Gravinhos ( S. Paolo ) il 25 marzo
1884, morto in Rio de Janeiro il 2 dicembre 1924. Fece i suoi studi nel
l' Istituto Nazionale di musica. Fra le sue composizioni, quasi tutte stru
mentali, sono da notarsi le seguenti: « Juty » , per violoncello e pianoforte;
- 581

« Suite » antica, per orchestra; poema sinfonico « Fiat Lux » ; « Berceuse » ,


per orchestra; « Scherzando » , per orchestra ; notturno « Lamento , « Scher
zo » , « Minuetto » , « Ondulações » , per pianoforte ; « Romance » , « Rêve
rie » , « Berceuse » , « Moto perpetuo » , « Elegia » , per violino; « Amor » ,
« Desenganos » , per canto . Nel genere di musica sacra, lasciò tre pezzi di
Requiem , Ave-Maria , una Litania , ecc.
A degna chiusa di questo capitolo , nomineremo Francesco Mugnone,
an gicvane di forte e ispirato ingegno musicale, nato in S . Paolo il 3 set
tembre 1897, ove iniziò e compi i suoi studi sotto la guida del maestro Ago
slino Cantù, che ne fece un pianista distinto ed un musicista erudito nella
composizione. E se brillanti furono i suoi primi saggi nella virtuosità pia
nistica , il di cui valore nella tecnica e nella grazia, nel sentimento , fu esal
tato dalla critica ; nella composizione rivelò qualità meravigliose, di quelle
che apportano pensieri novelli, destinati a ingrandire con fisonomia espres
siva l'orchestra classica e ringiovanire l'arte del sentimento e dell'ispira
zione. Dopo i suoi trionfi nella città natale, emergendo in molti ed impor
tanti concerti di musica propria , riscuotendo applausi ed una meritata
pensione dal governo dello Stato , che lo manda in Italia, ove, sotto la scorta
del Maestro Ferroni, professore al Conservatorio di Milano, prosegue i suoi
definitivi studî, portati a compimento in un modo tutto degno di lode.
Ivi, durante il suo soggiorno , scrive, senza piegare alle forme bizzarre, in
sano e vitale stile, i suoi primi lavori strumentali, notevoli a citarsi sa
diche ed una compita cultura musicale . Uno dei suoi migliori a citarsi sa - '
rebbe quello che porta il titolo : « Scenas da Roça » , artificioso e originale,
eseguito con successo di grido nella città natale, al suo ritorno in patria .
Meritano pure di essere ricordati altri pregevoli lavori suoi: « Sonata » , per
pianoforte e violino ; « Sonata » , per pianoforte e violoncello ; « Suite cam
pestre » , « Dança » , « Scherzo » , « Idylio » , « Na feira da Aldeia » , « Inter
mezzo lyrico » , « Nocturno» , « Barcarola » , per orchestra , « Paraphrase
Kurial » ; diverse romanze, pezzi per canto e pianoforte, poemi sinfonici
ed un'opera in un atto « Il Trovatello » . Ricordiamo anche il suo poema
sinfonico « Orgia Bacchica » , per orchestra, il quale, a Milano, in un con
corso di compositori notevoli, meritò di essere classificato in pari condi
zioni a quella dei vincitori.
Dopo questi bei lavori, scritti con fecondo spirito musicale , il Mugnone
trionfa anche nell'arringo teatrale colla sua opera « Contratador de Dia
mantes » , che compone in Milano, con gran rispetto e fedeltà ai migliori
modelli delle opere melodiche latine; e ciò fu motivo perchè si dicesse che
dal suo stile traluce lo spirito di Puccini e d'altri sommi scrittori che deli
ziarono il mondo con le loro soavissime ispirazioni. Ma però, negare non si
può che il giovane maestro fu lodato ed applaudito al debutto della sua
- 582 –

vita artistica, appunto per il fiore della sua espressione melodica. E lo sa


ranno tutti quei novelli giovani compositori che volgeranno amorosamente
lo sguardo a quelle tre divine dee: la grazia , il sentimento, l'ispirazione,
motto del Marotti : « Senza di noi ogni fatica è vana!... » .
A chiudere definitivamente questo capitolo , nomineremo altri tre gio
vani compositori brasiliani: Oscar Lorenzo Fernandez, Assis Republicano
ed Arthur Iberé de Lemos .
Oscar Lorenzo Fernandez, discendente di famiglia spagnuola , nato in
Rio de Janeiro il 4 novembre 1897, e , fatti i suoi studi di teoria musicale
e pianoforte sotto la guida del professore J. Octaviano, li prosegui all' Isti
tuto Nazionale di Musica , ove si diplomò con la massima distinzione. Fu
rono suoi maestri d'armonia, contrappunto e fuga, Frederico Nascimento e
Francisco Braga, che di tale allievo molto si gloriavano . Nel 1922 veniva
nominato ausiliare e sostituto della classe d'armonia per volontà del suo
maestro; e quindi professore interinale della stessa , in seguito alla morte
del professore titolare. Nell'anno seguente, il laureato maestro ebbe a far
sentire, in un pubblico concerto, i suoi primi lavori strumentali e vocali,
ritenuti interessanti per la loro forma ed armonizzati a seconda delle teo
rie di spirito moderno, senza però lasciare nell'ombra lo stile conformante
alle condizioni ligiche stabilite dalle regole immutabili dell'arte. Fra le lodi
tributategli dalla stampa sul merito di questi lavori, rammenteremo il

- -
'« Trio brasileiro » , per pianoforte, violino e violoncello, giudicato come un

-
- -
-
lavoro di espressione sincera e individuale, premiato al concorso musicale
Internazionale di coltura musicale . E ' concepito nella forma classica, pur
essendo scritto sotto l'influsso dell'arte moderna, la quale non va al di là
delle ricerche ridicole, massacrando l'estetica del bello per degli effetti di
eclettismo deplorevole. I temi, estratti con fine gusto dal nostro folklore
musicale, sono svolti con mirabile gusto . Degni di menzione si rendono
altri suoi componimenti, tutti cosparsi di senso pratico e d 'ispirazione
deliziosamente brasiliana. Nominiamoli: « Elegia » , per violoncello ; « Pre
ludio » , per pianoforte ; « Noite cheia de estrellas » , « Canção Sertaneja » ,
per canto e pianoforte, alle quali fan seguito : « Visões infantis » , « Pequeno
cortejo » , « Ronda nocturna », « Dansa mysteriosa » , « Rêverie » , « Preludio
fantastico », « Historietasmaravilhosas », ai quali fan seguito altri leggiadri
pezzi per canto: « Velas ao mar », « Samaritana » , « Um beijo », « Cysne»,
« A Saudade » , « Solidão » , « Ausencia » , « Surdina » , ecc . Si lodò anche
il secondo « Trio Brasiliano » , premiato nell'accennato concorso . Ad onta,
però, del merito dei sunnominati pezzi, il 1° « Trio brasileiro » rimane nella
ricordanza della nostra storia come un 'opera d 'arte di intrinseco valore.
Anche il secondo, Assis Repubblicano, si può considerare come uno
dei migliori prodotti del nostro Istituto Nazionale di Musica , ove compi
-

- 583 -

con lodevole onore i suoi studi di composizione, terminati sotto la scorta


dei professori Agnello França e Francisco Braga. Ottenuto il suo diploma
di maestro, mostrò ben presto le virtù dell'arte sua nel genere sinfonico e
melodrammatico, scrivendo agli albori della sua carriera , un 'opera lirica
in tre atti « 0 Bandeirante » , il di cui stile – egli stesso lo afferma – ob
bedisce ciecamente all'orientazione tecnica moderna, che è quanto dire al
l'arte per pochi, dimenticando essere l'arte teatrale essenzialmente l'arte
per tutti. A prescindere però dall'idealità strana, la quale ormai rende vas
salli quasi tutti gli esordienti compositori, che si ostinano a prendere l'e
sempio dai maestri della setta pericolosa, la storia registra il nome di Assis
Republicano come uno dei più cospicui talenti musicali della generazione
odierna; e della sua opera, datasi al teatro Municipale di Rio , nel corso
della stagione ufficiale (1925), se ne parlò in modo laudativo ; e la critica,
pur non trovandovi delle idee personali, ebbe a lodare gli effetti orchestrali,
brani abilmente coloriti senza troppo emergere nella dottrina sovversiva ,
e saluta l'artista, più volte evocato alla ribalta , come una sorgente gloria
dell'arte nazionale .
Ed infine nomineremo il giovane Athur Iberé de Lemos, di famiglia
illustre nelle lettere e nella giurisprudenza, nato al Pará il 9 giugno 1901
Ivi, a 10 anni di età ,inizia i suoi studi di musica elementare e di pianoforte
sotto la guida materna , e li prosegue quindi sotto quella di una professo
ressa francese, allieva diplomata del Conservatorio Musicale di Parigi .
Nel 1913, dopo un anno d’interruzione, si recò in Inghilterra , e, in
Eastbourne, li riprese, essendogli maestra una professoressa inglese ,
il di cui corto sapere non fu e non poteva esserlo , di grande effica
cia sulla educazione artistica dell'intelligente giovanotto Iberé, che l'abban
dona senza rimpianto. Non miglior fortuna trovò allorchè passò a Londra ,
studiando con un professore del « Guil Hôtel School » , la di cui efficenza
artistica faceva riscontro in quella della surriferita maestra. Finalmente,
nell'anno che segui, si decise di recarsi alla celebre Scuola del pianista To
bias Matthay, ove, durante due anni, frequentò il corso del professor David
Cooper, passando poscia alla classe di un professore pure di segnalato va
lore, della « London Royal Academy of Music », in cui rimane come alunno
matricolato, sino al 1918 , studiando, oltre al pianoforte , il violoncello, poscia
a torto abbandonato, e la tecnica musicale, nella cui materia raggiunse un
grado di progresso assai rimarchevole. Ivi, il giovanetto Iberé, dotato di
un'anima sublimemente poetica, mette in luce i suoi primi lavori giova
nili : « Suite », per pianoforte; due fantasie, per lo stesso strumento, e due
pezzi per canto, su versi del poeta inglese Kents, rivelando uno stile nel
quale si sente non sottostare di troppo alla pedantesca e sovversiva dot
trina moderna pur prendendo esempio sul gusto wagneriano, ch 'egli adora
di vero amore, e su quello debussyano, che ama senza fanatismo.
- 584 -

Trascorsi due anni, le procelle della vita obbligano di nuovo il giovane


Iberé a interrompere i suoi studi e ritornare in patria , ove giunge al tramon
to dell'anno 1918 . Questo soggiorno di circa tre anni gli servi, ad onta di
tutto , a svolgere vieppiù il suo talento, studiando indefessamente, e colti
vando gelosamente la speranza di ritornare in Europa, onde ultimare i
suoi studi nell'arte di comporre e la strumentazione. Sono da ricordare i
tre pezzi ch'egli scrisse in questo frattempo : « A canção Arabe » , la « Se
renata infantile » e la « Ballata do Pingo d ’Agua » , pezzi di squisita bellezza,
nei quali si rispecchia il sentimento poetico e l'intrinseco valore musicale
del giovane compositore. A questi componimenti debbonsi aggiungere quelli
di maggior fiato , scritti al ritorno del suo viaggio in Germania, ove il colto
giovane vi soggiorna del 1921 al 1924, in qualità di Ausiliare del Consolato
del Brasile in Berlino : posto che gli valse — pur non trascurando mai l'a
dempimento scrupoloso del suo dovere — di poter continuare, nelle ore
disponibili, lo studio del contrappunto e l'istrumentrazione, sotto la dire
zione dei rinomati maestri Wilhelm Fork (antico discepolo di Max Roger),
e Paul Juan . Senonchè, al tramonto dell'anno 1924, esaurito per eccesso di
lavoro e di studio , e colla salute malandata , ritorna in permesso , alla patria ;
ma ad onta di tutto, sempre col pensiero rivolto alla bellezza dell'arte. Quivi
il conforto amorevole della famiglia , la giovinezza eterna del mare che
bacia le sponde del Guanabara, le foreste vergini che coprono gli irti monti
e la fulgida luce che inonda le belle contrade della nostra stupenda città ,
quivi riconquista le perdute forze e, coll'impulso del senso poetico , innato
nel cuore del giovanemusicista, la sua anima vibra , e scrive preziose pagine
originali e caratteristiche; lo attestano quei suoi ispirati canti, scritti colla
mente e col cuore che consideriamo veri gioielli d 'arte per la loro bellezza
di stile, la nettezza di pensieri, la ricca logica delle modulazioni e l'origina
lità dei ritmi; essi sono : « A roca do meu sonho » , « O Valle », « Musica
brasileira » , « Canto de Ophelia » , « Seio de Deus » , « Crepusculos de Ou
ro » , « Madrigal» , « O Amanhecer » , « Desejo » , « Sonhando » , « A canção
de Romeu » , « Vento Nocturno » . Fanno seguito a questi : « Pour la Prin
cesse lointaine» , « Musique sur l'eau » , « Ma vie » . Componimenti per
pianoforte, e pianoforte e violino : « Mazurka da Orphasinha » , « Saudade»
e quelli di maggior fiato che vedran la luce : « La Vierge au crépuscule »
(per orchestra ), « Ave, Patria ! » (poema sinfonico), Quartetto per stru
menti ad arco e corale (nella forma classica ), e tre opere teatrali non an
cora terminate : « Polithème» , « Humarkuti » e « A Ceia dos Cardeas» .
In questi lavori, scritti fra i campi dove si mietono fiori e sublimi con
cetti, risiede la prima bella espressione dell'arte del valoroso giovane Iberé
de Lemos, destinato ad essere annoverato fra i più brillanti talenti che
vantar possa la novella arte nazionale.
VI PERIODO
CAPITOLO XXXIII.

DEI CONSERVATORII, ISTITUTI E SCUOLE MUSICALI


Uno sguardo sugli Istituti musicali antichi. — Quelli che si crearono nel secolo XVI.
- I grandi ingegni dell'arte che ne uscirono. — Una documentazione assai eloquente . —
Ricchissima biblioteca. – Programmi degli studi, – Scuole di musica che si fondano
in Bahia , Pernambuco e Santa Croce. — Gloria reale : la risoluzione di D . Pedro II. —
Beneficio recato all'arte. — Il Conservatorio di Musica nella capitale dell'Impero. – La
sua influenza nel progresso dell'arte. — Titolo sostituito . - L ' ispiratore di questo be
nefizio recato all'arte. - Francisco Manuel da Silva esulta di contentezza . - Valorosa
gloria artistica . – Poco riguardo del tradizionale titolo . - In materia d'insegnamento
e di culto all'arte, si stava meglio quando si stava peggio. - I primi sintomi d 'una ri
stretta scuola ufficiale. - La probità artistica sotto la direzione di F . Manuel da Silva. —
Lanciamento della pietra fondamentale . — Il corpo docente. -- Ispettori degli studi. -
Nuovo indirizzo artistico. - L' Istituto Nazionale di Musica . + Decreto che estingue il
Conservatorio di Musica. - La gestione artistica dell'Istituto . - La sala da concerti. —
Sante Buccerelli. — Il Museo, -- Il gabinetto di acustica . — L ' Organo. — La biblioteca.
- Deplorevole dimenticanza , – L' abbandono della casa ove nacque la nostra prima
scuola ufficiale di musica. – Breve cenno sul programma degli studi generali, - La
frequenza degli allievi. — Il sesso femminile sorpassa il maschile. — Insegnamenti che
non tutti si rassomigliano. — L' Istituto non corrisponde allo scopo per il quale fu
creato . - Ciò che la critica ha constatato . --- Programma squilibrato . - Stabilimenti
musicali ufficiali e non ufficiali che si fondano nella Capitale Federale e negli Stati. –
Programmi degli studi. - Artisti che vi insegnano.

Gettiamo uno sguardo su le istituzioni musicali, sorte col nome di Con


servatori di Musica , nome del resto che si dava a tutte le istituzioni pie,
mantenute dalla pietosa e generosa filantropia di ricchi e intelligenti si
gnori, ispiratori sempre i gesuiti, coll'obbligo d'insegnare specialmente la
musica, ai quali erano ammessi gli orfani e i figli dei genitori poveri, man
tenuti, istruiti e vestiti gratuitamente. Da questi conservatori, i teatri e le
chiese traevano gli elementi strumentali e vocali per i loro bisogni, senza
dimenticare i grandi geni che attinsero il più alto grado nelle opere melo
drammatiche.
Prendendo per punto di partenza i conservatori più antichi, citeremo
quelli che si creano in Napoli nel secolo XVI, le cui scuole da prima furono
un poderoso coefficente per il mondo musicale. ,
- 586 –

La storia ce ne indica sei: Il Conservatorio di Santa Maria di Loreto,

-
-
creato nel 1537; il Conservatorio dei poveri di Gesù Cristo ; il Conservato

-
-
rio della pietà dei Turchini; il Conservatorio di Sant'Onofrio ; le scuole
dell'Annunziata e di Santo Eligio , e il Conservatorio di S. Pietro a Majella ,
con una frequenza di 500 allievi ripartiti fra 36 professori.
E ' da queste surriferite istituzioni che, secondo la storia , da circa tre
secoli sono usciti i più grandi ingegni dell'arte musicale italiana : Fresco
baldi, Scarlatti, Porpora , Leo , Durante, Pergolese , Piccini, Sacchini, Jo
melli, Cimarosa, Bellini, ecc.
Una documentazione assai eloquente della sua tradizionale grandezza
nell'arte teatrale e classica – questa ignorata forse dagli stessi italiani,
ma non dai tedeschi – risiede nella ricchissima biblioteca, la prima del
mondo, dell'attuale Conservatorio di S. Pietro a Majella ; le sue collezioni di

- - -
manoscritti, sono considerate valore inestimabile. Il suo Museo è un 'altra

-
-
meraviglia . Là si vede il pianoforte che appartenne a Beethoven , quello di
Cimarosa, regalatogli dall' Imperatore di Russia , e tant'altre reliquie sto
riche in oggetti e strumenti che appartennero a quei gloriosi geni musicali
che vi insegnarono .
Un fatto da far riflettere i dirigenti del nostro Istituto , è il programma
degli studi, il quale comprende, o comprendeva, le seguenti materie: La
scuola di composizione (che dura otto anni), contrappunto e armonia, istru
mentazione militare, solfeggio e teoria , canto, arte scenica, pianoforte, or
gano, arpa, tutti gli strumenti dell'orchestra classica , trombone. Assieme
di pianoforte , strumenti ad arco e strumenti a fiato . Istruzione letteraria
che comprende la grammatica , la letteratura , la storia politica, la geografia ,
la letteratura drammatica , la storia della musica, la grammatica e la pro
sodia latina, la lingua francese, la calligrafa, la copia musicale, le mate
matiche e, infine, l'istruzione religiosa.
Di pari importanza artistica e storica è il Conservatorio di Roma, crea
to nel 1566 ,dipendente dall'Accademia di Santa Cecilia , sovvenzionato og
gidi dallo Stato . Il suo programma d'insegnamento comprende: Composi
zione, contrappunto , armonia , solfeggio, teoria , canto , assieme corale, pia
noforte , organo, arpa, tutti gli strumenti dell'orchestra classica, trombone,
strumenti a percussione. Storia della musica , estetica musicale, diritti e
doveri, declamazione e gesti. Storia , geografia , paleografia musicale, lette
ratura poetica e drammatica. Aritmetica , latino, francese e italiano.
Quasi della stessa età e di non minore importanza storica, sarebbe quel
lo di Palermo, creato nel 1615, sovvenzionato dalla città e dal governo, con
28 professori, col nome di Regio Conservatorio.
Viene in seguito per antichità ed immortale rinomanza quello di Mi

- -- - - -
- 587 —

lano, creato nel 1807, detto oggidi Regio Conservatorio Verdi, con un corpo
docente di 46 professori, colla frequenza in media di 500 allievi.
Il suo primo direttore, col nome di « Censore » dell' Istituto fu l'Asioli,
di cui furono successori Basile , Vaccai, Lauro Rossi, A . Mazzucato, Ron
chetti-Montevite, Bazzini e Gallignani.
L 'istruzione artistica e letteraria , che si modella su per giù su quella
dei surriferiti Istituti, nutri ed allevò una schiera rispettabile di artisti di
venuti celebri per la rinomanza acquisita : Alcari, Gordigiani, Cagnoni, Fu
ynagalli, Bottesini, Rolla , Arditi (il violinista), le cantanti Giuditta Grisi e
Brambilla , e gli ultimi compositori: Franco Faccio, Arrigo Boito, Ponchielli,
Catalani e Puccini.
Possiede una eccellente biblioteca, arricchita da generose offerte degli
editori e dilettanti di musica : Esempi mai imitati dai nostri negozianti ed
editori di musica !....
Nel corso del secolo passato molti altri conservatori si crearono col
titolo di ufficiali, semi-ufficiali, municipali e privati : il Civico Istituto di
Musica di Genova (1829), l' Istituto Musicale di Torino (1865), il Liceo Ci
vico Benedetto Marcello di Venezia (1877), il Conservatorio di Pesaro ( 1883),
fondato da un legato di Rossini, detto oggidi Liceo Musicale Rossini; il Li
ceo Musicale di Bologna, che rimane fedele alle tradizioni degli abili mu
sicisti, le cui scuole di Ercole Bottigari, del padre Martini e del padre Mat
tei, universalmente segnalate come le più classiche nel gusto , nello stile e
nelle armonie severe, valsero a conservare lo scettro musicale , durante i
secoli XVI-XVIII, nelmondo intero.
Fama di buone scuole musicali godono pure quelle di Bergamo, di Pa
dova, di Modena, di Parma, di Piacenza , mantenute a seconda delle circo
stanze locali, coadiuvando sotto una forma modesta al bene della istruzione
artistica, considerata , nella patria di Dante, come elemento di alta civiltà .
Dopo l' Italia , è senza dubbio la Germania che ci si presenta come la più
fertile nella creazione di stabilimenti del genere.
Dei tanti Istituti d'insegnamento musicale fondatisi nella prima e se
conda metà del secolo trascorso, menzioneremo i più rimarchevoli, cioè:
quello di Lipsia , il più rinomato , creato nel 1843, con un corpo docente di
41 professori e circa 1000 allievi, che vi ricevono la più sana istruzione mu
sicale e letteraria ; quello di Dresda, che porta il nome di Regio Conserva
torio , con una frequenza di circa 1300 alunni; il terzo, quello di Colonia ,
parimenti importante , fondato nel 1850 , sovvenzionato dallo Stato , dalla
città e dalla provincia , con 40 professori e più di cinquecento allievi; quelli
di Hannover, Monaco e Stoccarda, i cui programmi d 'insegnamento ubbidi
scono ad un tipo omogeneo di scuola, senza confronto negli altri esistenti,
Un lieto confronto ai riferiti Istituti Municipali, trova il Belgio , coi
-
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-
suoi quattro importanti conservatori di Bruxelles, di cui furono direttori
Fétis e Gavaert, due illustrazioni musicali; di Liège, creato nel 1827 ; di
Gand, creato nel 1833 e di Anversa (1867), dalle cui ottime scuole , in ispecie
Sa

le strumentali, venne all'arte una schiera di artisti valorosi, che attinsero


la celebrità nel secolo scorso.
In seguito viene la Svizzera, paese non ampio , ma molto musicale, coi
suoi cinque Conservatori di Musica di Ginevra, di Berna, di Losanna, di
Basilea e di Zurigo, i quali, eccetto quello di Ginevra , vivono delle proprie
risorse.
Degno di speciale menzione è il Conservatorio di Parigi, fondato nel
1795, mantenuto dallo Stato , la cui rinomanza si misura coi più importanti
stabilimenti del mondo.
Un corpo insegnante di ottantuno professori vi istruiscono, in media ,
ottocento allievi nella composizione, contrappunto , armonia, accompagna
mento, improvvisazione (all'organo), solfeggio, teoria , dettato. Canto, as
sieme vocale, declamazione drammatica , declamazione lirica, opera, opera
comica .
Pianoforte, organo, arpa, tutti gli strumenti dell'orchestra classica,
trombone, cornetto a pistone e musica da camera, assieme d' orchestra,

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- --
storia della musica, storia e letteratura drammatica, declamazione lirica,

- -
-
portamento e danza, scherma e diritto teatrale.

-
---
Si contano alri 26 conservatori nei principali capoluoghi dei diparti

-
inenti, detti succursali a quello di Parigi, sovvenzionati dallo Stato e dalla

-
Municipalità, notandosi come i più antichi quelli di Lille e di Toulouse,
fondati nel 1826 .
-
Altre nazioni hanno pure i loro conservatori, guidati, alcuni, dalle tra - -

dizioni storiche e da buone scuole: la Spagna, ad esempio , ne possiede


- -

quattro : di Madrid (1830), di Barcellona, di Saragozza e di Valenza .


-

Il Portogallo, la nazione meno musicale della terra Iberica, ne possiede


uno soltanto, quello di Lisbona, mantenuto dallo Stato, con un corpo do
cente di trentadue professori e la frequenza di circa trecento allievi.
Lo stesso accade anche colla Danimarca, la Svezia, la Norvegia , la Gre
cia, la Rumenia , la Finlandia, le cui scuole hanno diritto a godere di uno
stabilimento musicale a carico dello Stato, con un numero limitato di pro
fessori, i cui allievi che dimostrano buone disposizioni vanno generalmente
a compiere i loro studi di perfezionamento a Milano, Parigi, Lipsia e
Vienna .
La Russia musicale ne vanta tre : il Conservatorio di Pietroburgo, il più
rinomato, mantenuto dallo Stato con una cospicua sovvenzione, il di cui in
segnamento - ritenuto come uno dei più completi – somministrato a
circa ottocento allievi, è impartito da una schiera di 89 professori, scelti fra
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i più celebri maestri della scuola russa ( 1 ); il Conservatorio di Mosca, fon


dato nel 1864, egualmente importante, con 60 professori e 600 allievi ed un
programma che corrisponde approssimativamente a quello del precedente
stabilimento, e quello di Varsavia, il più antico, creato nel 1821 ( 2), detto
Istituto Musicale, con un programma poco esteso e 37 professori per 150
allievi.
Importanti sono anche i tre Conservatori d 'Olanda. Fra essi primeggia
quello di Amsterdam .
L ' Inghilterra, poco o nulla fertile in genimusicali, oltrepassa la Russia
pel numero di scuole musicali e di allievi che le frequentano. Londra, ad
esempio , possiede la più colossale scuola dimusica del mondo, fondata nel
1880, col nome di Guidhall School of Music, la cui frequenza di allievi rag
giunge nondimeno che il numero di quattromila !
Nel programma d 'insegnamento , le cui materie fan riscontro nel nu
mero con quelle dei più importanti stabilimenti del genere, s'incontra lo
studio di strumenti non affatto classici : la chitarra e il mandolino.
Oltre a tante altre scuole esistenti nella grande metropoli, convien se
gnalarne due di non minore importanza : la « Royal Academy of Music » ,
fondata nel 1822, e il « Royal College of Music » .
Una particolarità interessante da notarsi nel programma d ' insegna
mento di quest'ultimo istituto è la cattedra di tamburo e grancassa !
La città di Manchester possiede egualmente un istituto musicale, col
titolo di « Royal College of Music » , al quale gli allievi sono ammessi me
diante pagamento di trenta sterline all'anno.
Il suo programma?
Composizione, armonia (obbligatoria ), canto , cori, dizione, pianoforte,
organo, arpa, tutti gli strumenti dell'orchestra classica, corno inglese, trom
bone, controfagotto, assieme, quartetto , orchestra. Storia della musica. Lo
studio della lingua italiana, come la francese e la tedesca è obbligatorio
negli istituti che abbiamo nominato . Il pianoforte – cosa utilissima – è
obbligatorio per i cantanti, per tutti gli strumentisti, per gli organisti e per
gli allievi della classe di composizione, i quali sono obbligati, altresì, ad im
parare uno strumento a corde, come obbligatorio è pure l'italiano e la di
zione per gli allievi di canto .
Finalmente, dopo la breve escursione fatta attraverso i conservatori
curopei, possiamo fermarci su le nostre istituzioni analoghe, le quali si
fondano sotto lo stesso aspetto morale, intellettuale ed artistico.

(1) Queste notizie si riferiscono all'ultimo periodo dell'impero. Oggi in Russia


non c'è più nulla , all'infuori del Soviet.
( 2) Anche questa notizia si riferisce al periodo anteriore alla guerra.
- 590

Ciò che è interessante ad osservarsi all'uopo è che noi siamo i primi,


nel nuovo mondo, a fondare identici stabilimenti musicali. Oggidi, è vero,
gli Stati Uniti ci sorpassano coi loro istituti d'insegnamento musicale: Chi

- - -
gago, con tremila allievi; Boston , con 960; Filadelfia con duemila e cin
quecento e un personale di cinquantacinque professori; Baltimora, con 700

-
i cui programmi fan riscontro a quelli dei conservatori europei, appena con
una singolare aggiunta dei timpani, del tamburo, del silofono, delle cam
pane, del mandolino, della chitarra e della cetra.
Ma se essi ci sorpassano per il numero e l'organizzazione forse più evo
luta , lo stesso non succede in riguarlo all'età della loro fondazione.
Giacchè, nei nostri capitoli precedenti, abbiamo rivelato le due scuole
che si fondano nel secolo XVII in Bahia e Pernambuco , e quella creata nel
secolo XVIII, in Santa Croce, col titolo di « Conservatorio dos Negros » . Ma
Ja nostra gloria reale è la risoluzione di S . M . l' Imperatore D . Pedro II, che
si degna provvedere alla creazione di un conservatorio di musica nella ca
pitale dell' Impero, fatto che onora altamente il progresso della nostra na
zione, la prima nelle due Americhe a creare un istituto d'insegnamento pu
ramente musicale, col titolo di « Imperial Conservatorio de Musica do Rio
de Janeiro » . Ispiratore di questo beneficio arrecato all'arte, fu, come il
lettore sa, Francisco Manuel da Silva, che esulta di contentezza nell'ap
prendere che il governo, con decreto del 27 novembre 1841, risolve di crea
re il riferito Conservatorio di Musica nella nostra Capitale, per poi riorga
nizzarlo nel 1855 (3).
Nè deve ignorarsi che il Conservatorio di Musica, senza un tempio pro
prio nei primi tempi della sua creazione, trovò asilo nell'antico Museo Na
zionale, oggi archivio pubblico. Le aule funzionavano nelle sale del pian
terreno, a sinistra della porta d'ingresso. La storia registra che quel Con
servatorio, contando 46 anni di vita (1843 -1889), coll'onore di valorosa glo

(3 ) « Por portaria do Ministerio do Imperio data de hontem (5 di gennaio 1855),


foi riorganizado o Conservatorio de Musica com o seguente pessoal: Director, o Sr. Fran
cisco Manuel da Silva ; thesoureiro, o Sr. Padre Manuel Alves Carneiro ; Secretario, o
Sr. Francisco da Motta. Professor da Aula de Rudimentos de Musica , Solfejo e noções
de Canto, do sexo feminino, o Sr . Francisco Manuel da Silva, Dita da Aula das mesmas
materias para o sexo masculino, o Sr. Dyonisio Vega . Dito de regras de acompanhar,
de orgão e contraponto, o Sr. Joaquim Giannini. Dito de Flauta e outros instrumentos
de sopros, o Sr. Antonio Luiz de Moura . De Rabeca e outros instrumentos de cordas,
o Sr. Demetrio Rivero . Dito de Contrabaixo e outros instrumentos de cordas, o Sr. José
Martini» .
Nella stessa data , si leggeva :
Conservatorio de Musica de Bento das Mercês; funciona na Praça da Constituição,
48, dando lições de musica vocal e instrumental gratuitamente,
- 591 -

ria artistica, che fu tutta, lo si dica ancora una volta , una aspirazione di un
eletto cuore dimusicista, il quale doveva dare di sè le più belle prove per la
sua influenza nel progresso dell'arte, mercè la savia direzione del suo fon
datore (4).
Più tardi, nuovi elementi colla tendenza di voler dare un soffio di nuova
vita all'arte, invadono l'edificio ove — pur modestamente - si conside
rava l'arte sotto l'aspetto il più serio , e, con un sentimento poco riguardoso
al tradizionale titolo, lo sostituiscono con quello di Istituto Nazionale di
Musica .
Però, malgrado il cambiamento del titolo e la evoluzione nel ramo
dell'insegnamento dei tempi, noi ci permettiamo di ricordare un 'epoca in
cui troviamo i primi sintomi d'una ristretta, ma salda scuola ufficiale della
divina arte . Difatti, volgendoci indietro , evocando i tempi in cui ne fummo
alunno e professore, quando cioè si contavano nel piccolo convivio degli in
segnanti artisti di valore, ignari delle intermittenti bufere degli intrighi,
delle passioni, saremmo tentati a pensare che in materia d'insegnamento e
di culto all'arte, si stava meglio quando si stava peggio !
D' altronde è indubitato che il Conservatorio Imperiale di Musica, sen
za far cenno dell'ultimo suo periodo, nel quale i professori agivano con
grande probità artistica, sotto la primitiva direzione di Francisco Manuel
da Silva, il suo insegnamento si copriva di gloria, dandoci una schiera di
distinti musicisti, fra i quali si annovera un Carlos Gomes, per non citare
altre glorie dell'arte : Henrique Alves de Mesquita, Cavallier Derbelly, ecc.
Più tardi, nel 1863, l'infaticabile fondatore, potè vedere, due anni
avanti la sua morte, coronati tutti i suoi sforzi, assistendo al collocamento
della prima pietra dell'edificio proprio, che si innalza in via Lampadoza ,
oggidi via Camões, fiancheggiando l'Accademia di Belle Arti, alla quale
il detto Conservatorio si annesse, passando a formarne la 5 .a Sessione.
Il compianto Francisco Manuel, pensando al corpo docente, seppe in
tutti i tempi scegliere con raro discernimento professori di riconosciuta
competenza per l'insegnamento della musica, del canto , dell'armonia , del

(4) Il 13 luglio 1848 , si leggeva, nei giornali locali, il seguente avviso : « Conser
vatorio de musica do Rio de Janeiro. - Tendo- se de dar começo aos trabalhos deste
Conservatorio, faz- se publico que no dia 17 do corrente em diante serão admittidos
a matricular - se os alumnos que quizerem instruir - se na arte da musica, os quaes devem
estar habilitados com os seguintes preparatorios : ler e ascrever orthographicamente a
lingua nacional, e as primeiras quatro operações de aritmetica, devendo apresentar
attestados dos respectivos mestres, não só destes preparatorios, como tambem de bom
Comportamento.
A matricula será feita em casa do secretario , na Praça da Constituição N . 51, nas
Segunda e Sexta feira de cada semana, das 8 ás 10 horas da manhã » .
- - 592 -

contrappunto, della composizione, degli strumenti classici, a cui si aggiun


gono il flauto e il clarinetto . Ed è noto infatti come dagli elementi artistici
che vengono dal 1844 al 1854 a Rio de Janeiro , addetti alle gloriose compa
gnie liriche italiane, il benemerito Francisco Manuel da Silva, cercando per
tutte le vie il bene per ricondurre l'Arte Nazionale al suo antico splendore,
chiama gli artisti di riconosciuto talento : Gioacchino Giannini, maestro
direttore d 'orchestra e compositore di bella rinomanza (5 ), per la cattedra
di armonia e contrappunto ; Demetrio Rivero , artista di merito , per quella
di violino ; Giuseppe Martini, per la scuola di violoncello e contrabasso .
Insegnante di canto era Arcangelo Fiorito, pregiato musicista, compositore
e cantante distinto. Gli altri professori, parimenti distinti, erano tutti bra
siliani: Antonio Luis de Moura, pel clarinetto ; Santa Rosa, artista rispetta
hile, pel solfeggio , ed altri, i cui nomi non ci pervennero.
Gli stipendi non erano di quelli da far toccare il cielo col dito . Ogni
professore percepiva mensilmente 80.000 reis.
E fu cosi, che il chiaro maestro Francisco Manuel, pensando al tra
monto dell'agitato primo Impero, che aveva causato una profonda sonno
lenza nell'arte , desiderava a qualunque costo, rimetterla in fiore, creando
una scuola in cui risiede la maggior parte della sua gloria . Dopo la sua
morte, il Conservatorio non ebbe più direttori (interinali ), ma bensi sem
plici Ispettori degli studi, e furono : Arcangelo Fiorito, Alfredo Camarate,
che si dimette nel 1888, e il professore di flauto Duque Estrada Mayer, che
vi rimane sino agli avvenimenti politici del 1889 (6 ).
Finalmente nei primi albori dell'anno 1890, primo della Repubblica , lo
storico istituto musicale veniva assorbito da un nuovo indirizzo artistico,
creandosi tra le sue mura stesse uno stabilimento congenere, destinato a
divenire la prima casa d 'insegnamento musicale del Brasile, col titolo di
Istituto Nazionale di Musica, mantenuto dallo Stato , con un sussidio che
grava non poco sul bilancio del Governo Federale .
Ne deve ignorarsi il Decreto n . 143, del 2 gennaio 1890 , che creava

(5) Gioacchino Giannini, organista -compositore, nato a Lucca il 20 marzo 1817,


morto in Brasile nel 1861, ove si era trasferito dal 1844. Aveva studiato la musica
con Domenico Fanucchi prima e quindi col canonico Marco Santucci. Compositore, la
scid varia musica sacra a due e tre voci nello stile a « Cappella » ed altra a quattro
voci con accompagnamento strumentale, eseguita in Italia e a Rio de Janeiro. Musico
inoltre il « 5 Maggio » di Manzoni per canto e pianoforte, e due cantate pel servizio
della settimana santa, a più voci ed orchestra . Si distinse, in Rio de Janeiro, anche
come direttore d 'orchestra .
(6) Furono direttori dell'Imperiale Accademia di Belle Arti, e quindi del Conser
vatorio , Dr. Theodoro Gomes dos Santos, Cons. Antonio Nicolau Tolentino e il baccel
liere Ernesto Gomes Moreira Maia.
- 593 -

questo nuovo stabilimento ufficiale di musica , concepito nei seguenti


termini:

Art. 1. Fica estincto desde já o Conservatorio de Musica annexo á Acade


de Bellas Artes em virtude do decreto n . 804, de 23 de setembro de
1854, e do qual costituía uma das secções (la 5 .a ), nos termos do
artigo 3º do decreto n . 1603 de 14 de maio de 1855 .
Art. 2. E ' creado o Instituto Nacional de Musica , destinado ao ensino gra
tuito ou oneroso da musica e regido pelos estatutos que com este
baixam , assignados pelo Ministro e Secretairo de Estado dos Nego
cios do Interior.
Art. 3. () patrimonio do extincto Conservatorio de Musica será arrecadado
pelo Governo da Republica e recolhido ao Thesouro Nacional, por
onde correrão todas as despezas com o pessoal e material do novo
Instituto.
Art. 4 . A bibliotheca, archivo, os instrumentos, os moveis e todos os uten
silios pertecentes ao extincto Conservatorio passarão a ser proprie
dade do novo Instituto.
A direttore del nuovo stabilimento veniva nominato Leopoldo Miguéz ;
per la fama che godeva di buon musico dilettante, la nomina non era , mal
grado ciò, all'altezza d 'una istituzione che sorgeva col proposito di tenere lo
scettro di tutto l'insegnamento dei rami dell'arte musicale, e di essere sem
pre all'avanguardia del progresso d 'una novella estetica artistica ; ma il
Miguéz erasi accaparrato, con maggior vantaggio del nostro glorioso mae
stro Carlos Gomes, il favore di alcuni influenti politici repubblicani, e que
sto pregio bastò per aprirgli la via ad ogni carica onorifica . Però, quello
che è giusto a dirsi, egli seppe fare una buona amministrazione e, pur
avendo lasciato strascichi di sistemi disciplinari tanto arbitrari, egli deve
essere considerato più degno di lode che di biasimo.
Nel primo anno della sua gestione artistica, persuaso di aver gettato le
basi d 'una solida istituzione, ed accortosi che lo Statuto adottato era al
quanto ristretto, egli ne allarga i confini presentando al Governo un nuovo
frogetto di riforma. Approvata questa riforma dal Governo, per decreto
n . 934, del 24 ottobre 1890, le classi d 'insegnamento , da otto passano a ven
ticinque, quindi pensa anche ad allargare l'edificio ottenendo dal Governo
un credito di 100 : 000.000 di reis per l'acquisto di due vecchie case , 58 e
60, attigue all' Istituto , da espropriarsi, ed altra uguale somma pei lavori
di ricostruzione (Decreti n . 1102, del 29 novembre e n . 1232, del 30 di
cembre 1890).
E fu cosi che l'anima suggestiva del Miguéz, che spinse, volle e trasse
a compimento l'ideato progetto , poté vedere innalzarsi a fianco del nuovo
- 594 -

Istituto, la parte che doveva completare ad onore dell'arte, il bello edificio ,


poscia follemente abbandonato !....
E ' da ricordarsi la bella sala da concerti, ovale ed ampia, con qualità
acustiche di giusta risonanza, rare ad incontrarsi nelle sale congeneri, ca
pace di ottocento posti tutti numerati, non contando quelli della galleria .
La cupola , progettata dall'illustre architetto italiano Sante Bucciarelli,
morto professore di architettura della nostra scuola di Belle Arti, lavoro
gratuitamente offerto, era un 'opera mirabile , resa più mirabile ancora dal
pennello dell'egregio artista Enrico Bernardelli, che vi dipinse con arte leg
giadra il bel concetto dello sviluppo delle scene mitologiche dell'età media ,
rappresentando i diversi generi della musica : il sacro, l'epico, il pastorale
e il romantico .
Rammentiamo un 'altra piccola e interessante meraviglia : il Museo ,
opera assai cospicua, che nulla costò all'Istituto , offerta dal professor Fre
derico Nascimento, che, con indefesso lavoro e grande amore, ne iniziò e
condusse a buon porto la utilissima mostra, arricchita di un gabinetto di
acustica , degna d'encomio, cosi sfortunatamente destinato a sparire per
mancanza di locale e trascuratezza dei successivi dirigenti.
Segnaliamo anche il magnifico organo, generosa offerta del direttore
Miguez, che tanto ausiliava le grandi esecuzioni coi suoi 80 registri, poscia
smontato per il trasloco e ridotto , secondo ci consta , in uno stato deplorevole.
La sola biblioteca pare che fosse sfuggita alla legge dell' abbandono,
nei cui scaffali abbondano gli spartiti di illustri maestri stranieri, ciò che è
un bene, ma pochissime opere delle nostre belle intelligenze musicali dei
tempi trascorsi, ciò è un male imperdonabile .
Noi, senza muovere delle accuse ai dirigenti anteriori e posteriori,
deploriamo la loro dimenticanza nel raccogliere certi manoscritti e i ri
cordi di tanti modesti e illustri maestri musicisti nazionali, non fosse altro
che per mettere in evidenza le tradizioni del passato , glorificando il nativo
ingegnomusicale nostro.
Ecco in pallide parole la descrizione della casa dove nacque la nostra
prima scuola ufficiale di musica, già colla caratteristica delle traccie del
tempo e il genuino colore storico, considerata come la più adatta all'inse
gnamento dell'arte dei suoni, lontana dal fervore dei carri, dalla gazzarra
dello sciame dci monelli, favorita da un silenzio tanto caro alla musica ,
che, dopo la morte del direttore Miguéz , si abbandonava, sotto il pretesto
che minacciava rovina, per installarvi poscia la Corte d'Appello .
Ed ora tracciamo un breve cenno sul programma e sulla gestione degli
studi generali.
Il corpo docente dell' Istituto all'inizio della sua gestione (1890), si
componeva dei seguenti professori : Alberto Nepomuceno (composizione
- 595 -

ed organo), Frederico Nascimento (armonia e violoncello ), Armando Duarte


Gouveia (teoria elementare), Enrique Braga (solfeggio ), João Rodriguez
Côrtes (canto corale), Leopoldo Miguez e Vincenzo Cernicchiaro (violino),
Alfredo Bevilacqua ed Elvira Bello (pianoforte), Riccardo Roveda (contra
basso ), Augusto Duque Estrada Mayer (flauto), Augostinho Luiz Gouveia
(oboe e fagotto ), Enrique Alves de Mesquita (pistone e suoi congeneri),
José de Lima Coutinho (clarinetto ), Luisa Guido (arpa ), Luigi Gilland (can
to), e gli ausiliari Alfredo Fertin de Vasconcellos (pianoforte), Paolo Cham
belland ( piano), Ernesto Ronchini (violino, poscia professore cattedratico),
Carlos Alves de Carvalho (canto e quindi professore cattedratico ).
Questi surriferiti professori, che un omaggio indiscreto ci mena a con
siderare come dei più distinti, istruirono, nel primo anno, 243 allievi di
ambo i sessi: numero che, a seconda dell'ultima statistica, veniva pro
gressivamente crescendo, per raggiungere, nell' anno 1920, la rispettabile
cifra di 1240 allievi (matricolati), di cui il sesso femminile sorpassa di
molto il maschile. E pure il sesso maschile non è meno proclive allo studio
della musica, anzi, tutt'al contrario ; ma è un fatto però che si rende reni
tente allo studio ufficiale per mancanza di tempo e di mezzi .
Ad escogitare il modo d 'invogliarlo si crearono delle aule serali negli
ultimi anni con risultato relativamente soddisfacente; ed è un bene, giac
chè è esso che si destina alla carriera artistica per riempire i vuoti delle
orchestre sinfoniche e teatrali. Ad onta di ciò , è bene confessarlo , esso ri
mane ogni anno in una minoranza sconfortante. La sproporzione è deplo
revole : su 900 alunni femmine, si contano 20 alunni maschi.
E fa spavento il pensare che le 58 aule di pianoforte , create ultima
mente per soddisfare le aspirazioni d 'una grande schiera di giovani pia
niste, che vanno lì a cercare, la maggior parte , non l'ideale della vita, ma
un mezzo per soddisfare la vanità , un effimero successo , che non sarà mai
nè gloria , nè profitto e vantaggio per l'arte.
Naturalmente questa enorme affluenza per un solo strumento, che fa
rebbe credere che il nostro Istituto si limiti strettamente ad istruire delle
sole pianiste , ha fatto aumentare di molto il numero degl'insegnanti, che
non tutti si rassomigliano, non tutti posseggono una coltura generale, giac
chè la maggior parte dell'insegnamento attuale è impartito da giovanette
molto meritevoli, senza dubbio, ma che sono entrate nel quadro dei profes
sori cattedratici, senza una forte preparazione, senza un titolo di capacità
professionale sufficiente. Ne risulta dall'una e dall'altra parte un fasti
dioso malcontento . Certo, la colpa maggiore tocca alla direzione tecnica ,
che non è stata mai accorta a scongiurare il male , scegliendo artisti, il cui
valore non poteva essere messo in dubbio , e limitando il numero degli al
lievi per ogni scuola .
- 596 —

Del resto , della sua gestione, della sua condotta , del suo indirizzo arti
stico, si è parlato e scritto moltissimo; e la pubblica opinione, investigando
le gravi lacune, vien da un pezza obiettando che l' Istituto non corrisponde
in tutto allo scopo per cui fu creato . Difatti, è necessario dirlo, l'Istituto
ha sentito , dopo il Miguéz, la mancanza di un vero dirigente, in cui la forza
e l'alta probità artistica e morale, corrispondesse alle necessità di un simile
Istituto, oltremodo anomalo pei suoi eterogenei elementi, onde mantenere,
oltre il vivo spirito artistico, il buon funzionamento del corpo insegnante,
l'ordine e la negletta disciplina. I puntigli tra il corpo docente e la scola
resca, puntigli degni di speciale biasimo, sono stati sempre quelli che si
trasformano in dissidi dall'alto al basso e in propaganda di disordine e di
tutti i peggiori avvenimenti, che spesse volte hanno toccato l'anarchia.
Ma la storia, evidentemente, commetterebbe un errore addossare tutta
la colpa della decadenza morale ed artistica del nostro massimo Istituto
alla direzione tecnica, la quale, dinnanzi ai successivi casi di ribellione e
d'indisciplina, si trovò sempre colle mani legate, senza facoltà di punire e
sostituire, dalla paura di maggiori guai; e ciò dava luogo alla tolleranza ,
alla remissività, alle rivolte, a scapito della propria autorità , per assicurare
col buon esempio il progresso e il rispetto dell'arte.
Ma, a prescindere da tante sgradevoli cose, che la critica locale sfrutto
con un certo vantaggio, la peggior conseguenza di tutto è lo squilibrio del
l'insegnante . Ad esempio , v 'è una sola aula di composizione, alla quale si
associa il contrappunto , la fuga, la strumentazione dell'orchestra classica
e militare, per una schiera di allievi che, in media , oltrepassa il migliaio (7 ) ;
la scuola di canto si limita a farci sapere che in nulla è in rapporto con la
evoluzione dei tempi e che non può mettere a profitto le buone vocazioni
artistiche liriche degli allievi.
La critica ha constatato anche gli abusi impordanabili che si commet
tono negli esami finali di ammissione, abusi che consistono nell'ammettere
dei giovani allievi, già abili nel maneggio dei loro strumenti, che vengono ,
dopo un anno di presenza nell' Istituto ,a concorrere con quelli che hanno
seguito i regolamentari corsi ufficiali.
Ma un secondo abuso , creduto più grave del primo, sarebbe la facoltà
concessa ai professori cattedratici di dare lezioni nel proprio Istituto come
liberi docenti, dietro pagamento d 'una mensilità sovente elevata. Mentre è

(7) Il professore , per quanto attivo e zelante egli sia, non potrà mai dare una
compita educazione delle riferite materie ad un si gran numero di allievi ; si limiterà
appena a dimostrare l'abisso che v'è tra gli allievi e quelli di altri istituti congeneri
europei, dato il più razionale insegnamento. In altre parole, il professore di composi
zione o armonia, non può istruire che sedici allievi almassimo; frattanto il programma
d 'insegnamento dice che l'armonia in specie è obbligatoria ! . . .
- 597 -

saputo che i Conservatorî, o Istituti, ebbero , in tutti i tempi, scopo di faci


litare l'insegnamento gratuito, in ispecie agli sprovvisti di mezzi. Un altro
abuso riferito , reso esecutorio dalla deliberazione del Consiglio Ammini
strativo, sarebbe quello che si riferisce alle ore stabilite per le lezioni, fis
sato in quattro ore per settimana, mentre in altri istituti congeneri, se ne
hanno otto, divise in quattro,pure settimanali. Al Liceo Musicale Rossini,
di Pesaro, veniva esteso a quattordici....
S 'innalzò anche un grido contro il programma degli studi, giudicato
ristretto e squilibrato per la mancanza di materie indispensabili all'educa
zione dell'artista moderno, o meglio , di tutti i tempi: Storia della Musica,
storia universale , letteratura poetica e drammatica, estetica musicale , scuo
la di virtuosità , d 'italiano, di francese , ecc.
E ' forza però riconoscere che, in tutto ciò che si venne accennando, tra
spira un tantino di esagerazione. Poichè l'Istituto, a ricordo del suo bi
lancio di trent'anni di gestione, se non ha arricchito con abili esecutori le
nostre orchestre, che di giorno in giorno s'impoveriscono per mancanza
appunto di nuovi elementi, se non ha potuto, infine, realizzare l'ideale
della perfezione dell'insegnamento e della buona disciplina , è, malgrado
tutto , la scuola più rispettabile del nostro mondo artistico, dalla quale sono
usciti degli allievi, in ispecie pianisti, che ottennero particolari distinzioni
in patria e all'estero.
Ciò prova che i buoni elementi esistono ; non manca che uno spirito
che li coordini e li vivifichi: un direttore idoneo e la vera disciplina.
Oggidi l'insegnamento è impartito da 41 professori cattedratici; 12 so
stituti, sei monitori e tre professori straordinari. Solfeggio, 8 professori:
Frederico Nascimento, José de Lima Coutinho, José Raymundo da Silva,
Alfredo Raymundo Richard , Carolina Vieira Machado Coelho, Vera de Va
sconcellos Cavalcante de Albuquerque, Maria Celeste Jaguaribe de Mattos
Faria e Albertina Fonseca. Canto : Carlos Alves de Carvalho, Camilla da
Conceição, Maria Isabel de Verney Campello e Nicia Silva. Fisiologia e
igiene della voce: Luiz Barboza Lage Moetzsohn, (dottor); Pianoforte e ta
stiera : Francesco Alfredo Bevilacqua, Alfredo Fertin de Vasconcellos, El
vira Bello Lobo, Alcina Navarro de Andrade, Joaquim Antonio Barrozo
gi Amabile (interinale ). Arpa : Jandyra Costa . Violino : Ernesto Ronchini,
Netto , Henrique Oswald e Jeronymo Queirox; organo ed harmonium : Lui
Umberto Milano, Francesco Chiafitelli, Paulina d'Ambrosio. Violoncello :
Enrico Costa, Alfredo Gomes. Contrabasso : Riccardo Roveda . Flauto : Pe
dro de Assis. Clarinetto : Francisco Nunes Junior. Oboe e fagotto : Agostino
Luiz de Gouveia . Corno : Rodolfo Pfefferkorn . Tromba e cornetto : A . Nel
son de Vasconcellos. Trombone: Ismael Guarischi. Armonia : Lorenzo Fer
nandez, Agnello Conçalves Vianna França e Arnaud Duarte de Gouveia.
- 598

Contrappunto e fuga, strumentazione ed orchestrazione: Francisco Braga .


Professori sostituti. — Pianoforte e tastiera : Cecilia Vieira Machado.
Pianoforte : Almerinda da Costa Freitas Ramalho, Alzira de Miranda Mon
teiro Manso , Laura Navarro de Lima Coutinho, Mary Alice Coggin, Maria
Abalo Monteiro (effettive), Ernani da Costa Braga e João Sebastião Rodri
gues Nunes (interinali).
Violino: Leonor Granjo, Orlando Frederico (effettivi).
Pianoforte : Alice Leite Soares, Carolina Ingracia de Azevedo, Esther
Leite , Marianna Machado, Maria Thereza da Costa Nunes e Sylviria Pe
reira de Castro .
Vi è anche una schiera di professori liberi docenti, fra i quali figurano
alcuni professori cattedratici.
Concludendo faremo menzione di alunni che ottennero il premio di
viaggio in Europa :
Canto : Beatriz Ten Brink Scherrard.
Pianoforte : Maria Heloisa Accioli de Brito.
Violino : Pery Oscar Machado .
Il Congresso Nazionale concesse identici premi ad altri ex allievi del
l'Istituto : Olintha do Nascimento Braga, Maria Isabel de Verney Campello ,
Maria de Verney Campello , Lidia de Albuquerque Salgado, ecc.
L 'onorare e ricompensare i veri talenti inviandoli in Europa, onde ren
derli più perfetti, al contatto dei centri classici dell'arte, è, non v 'ha dubbio ,
cosa utile e validissima.
Fra le istituzioni musicali non ufficiali, che si fondavano nella Capitale
Federale, degno di nota ci pare per primo il « Gymnasio de Musica » , fon
dato dal maestro Frederico Mallio.
A meglio giudicarne il valore, la gestione e il nobile scopo, valga la
narrativa che ci mandava , a nostra richiesta, l'artista, che modestamente
viene educando da lunghi anni, una grande schiera di allievi nell'arte mu
sicale :
« () Gymnasio de Musica fundado nesta Capital pelo Artista brasileiro
Frederico Mallio no anno de 1901 (Janeiro), tendo dado a sua primeira
aula no dia 4 de Fevereiro desse mesmo anno.
« Sua installação, entre obras, feitas no predio , mobiliario , dois pianos,
armonio, bibliotheca musical etc., ficou em 18 contos de reis, pagos en
grande parte a vista , e o resto em prestações, nada devendo actualmente
o Gymnasio de Musica a quem quer que seja .
« No dia de sua primeira aula a matricula havia attingido ao n . 62, entre
alumnas vindos, na maior parte , do Conservatorio Livre de Musica do Sau
dozo e grande mestre Cavallier Derbelly .
« As aulas diurnas foram destinadas ao sexo feminino e as nocturnas ao
- 599 -

masculino, sendo rigorosamente observado o expediente de trabalho das 10


horas de manhã ás 10 da noite.
« O anno de 1901 terminou com 155 matriculas.
« A primeira Corporação Docente ficou assim compostas :
M .me Orsini Palmieri, professora de canto ; M .lle Comba Esteves, Adjuncta
de piano; M .lle Carmen Lima, Adjuncta de piano; Humberto Milano, pro
fessor de Violino ; Luiz Figueras, Professor de Violoncello ; Riccardo Ro
veda, Professor de C . Baixo ; Porto Junior, Professor de Flauta ; Agostinho
Gouveia , Professor de Oboe e Fagote ; Francisco Nunes, Professor de Clari
neta ; Lima Coutinho, de harmonia ; Frederico Mallio, de piano ; Buarque
Gusmão, de theoria e solfejo.
« O Director, que é o proprietario do estabelecimento , tem sido até o
presente sempre o mesmo.
« No Gymnasio não ha livres docentes .
« Os programmas adoptados são os mesmos do Instituto Nacional de
Musica » .
Un'altra scuola con lo stesso titolo, la fondava il maestro J. J. Costa
Junior, nel 1904, la quale non ebbe lunga vita. Del Corpo Docente, ricordia
mo: Alfredo Agrino ( pianoforte ), Pedro Assis (flauto ), Carlos Noli (vio
lino), e Francisco Raymundo (solfeggio ) J. J. Costa Junior (solfeggio e
teoria). Sede della scuola : Via Cattete . .
In detto anno (1904 ), ne sorge un'altra col titolo di « Curso Livre de
Musica » , con sede in via Ouvidor, diretta dal suo fondatore professore Um
berto Jini, la quale aveva scopo unico di subordinare alle esigenze del canto
le adeguate conoscenze delle lingue italiana e francese. Anche per questa ,
l'esistenza fu di breve durata. '
L'anno seguente (1905 ), il noto professore José Lima Coutinho fondava
a sua volta la « Nova Escola de Musica » , adottando il programma dell' I
stituto Nazionale . Nel Corpo Docente vi figuravano eccellenti professori
Ad onta di ciò , anch 'essa ebbe vita effimera : soccombette dopo pochi anni
dalla sua nascita.
Dopo di questa si può segnalare come una delle scuole musicali più im
portanti dell'epoca , che si fondava col titolo di « Academia de Musica » ,
nella cui direzione figuravano i seguenti nomi: Cavallier Derbelly, diret
tore; Antonio Rayol, vice direttore ; M . de Vasconcellos; Santos Couceiro,
tesoriere. Funzionava nell'edificio del Liceo de « Artes e Officios » , locali
gentilmente concessi dal benemerito direttore Bittencourt da Silva. Il Cor
po Docente si componeva dei seguenti professori: Teoria elementare, F .
Mallio ; Canto corale, Rafael Angelo ; Solfeggio individuale e collettivo, Co
sta Junior; Armonia e Composizione, Cavallier Derbelly ; Strumentazione,
Leocadio Rayol; Organo, Emilio Lamberg ; Canto a solo , Antonio Rayol;
- 600 -

Storia ed Estetica , Oscar Guanabarino ; Violino, V . Cernicchiaro ; Violino


c Viola , Leocadio Rayol; Violoncello , Benno Niederberger; Contrabasso, B .
Faria ; Pianoforte, Arthur Camillo , Oscar Guanabarino, C . Serqueira , Je
ronymo Queirox ; Flauto, Luigi Billoro ; Oboe e Fagotto , Antonio J . dos
Santos ; Clarinetto, Nunes Junior; Strumenti a fiato , Soares Barboza .
L ' inaugurazione di questa Accademia aveva luogo nell' aprile 1905 ,
fattasi sotto i migliori auspici, per indi soccombere dopo una breve e bril
lante gestione.
. Due anni appresso (18 marzo 1907), sorgeva un'altra Scuola Musicale,
scuola che parimenti veniva lodata pei suoi sforzi amorevoli nel libero in
segnamento , fondata dal colto e pregiato pianista Dr. Godofredo Velloso,
col titolo di « Escola de Musica » , con sede nella Avenida Rio Branco, Ec
cellenti e rinomati maestri costituivano il Corpo Docente : Arthuro Napo
leone, Enrico Oswald , Godofredo Velloso ( pianoforte), V. Cernicchiaro e
Jeronymo Silva (violino ), José Larrigue de Faro (canto ), Francisco Braga
(armonia ), José Lima Coutinho ( solfeggio ).
Si mantenne viva per parecchi anni, e si chiuse lasciando un lieto ri
cordo della sua gestione.
Nell'aprile del 1914, sorgeva un'altra libera istituzione musicale, de
nominata « Escola de Musica Figueredo- Roxo » , la quale , tuttora esistente,
viene offrendo dei buonissimi servigi all'arte della musica , e, in specie. alla
scuola di pianoforte , insegnato con apprezzabile talento,
Ne sono direttrici e fondatrici le signorine Suzanna, Helena, Sylvia de
Figueredo e Celina Roxo, quattro distinte pianiste professioniste, le quali,
coraggiosamente si propongono di propagare fra noi la moderna tecnica,
quella cioè adottata dai grandi maestri dell' Europa attuale, seguendo da
vicino i programmi dei rinomati Conservatori di Lipsia e di Berlino. Oltre
al pianoforte, il programma d 'insegnamento abbraccia le seguenti materie :
Armonia , teoria musicale, canto , violino e violoncello, il tutto insegnato da
professori provetti, del cui merito le numerose allieve licenziate negli ul
timi anni, hanno dato larghe prove nei saggi pubblici.
Anche il canto ebbe l'onore d'una scuola libera, che porta il titolo di
« Alta Escola de Canto » , fondata dalla rinomata cantante Helena Theo
dorini, il cui nome invecchiò nell'arte del bel canto italiano. Questa scuola ,
dato il sapere di cui è dotata la sua direttrice , è destinata a divenire ele
mento sicuro e poderoso di educazione artistica nell'arte del bel canto e
della carriera lirico- teatrale .
Da questa scuola sono già uscite, nonostante i pochi anni della sua ge
stione, moltissime distinte allieve, fra le quali sono da notarsi Bebé Lima
e Castro, e Bidú Sayão, due forti temperamenti artistici, dotate di talento
- 601 -

eccezionale, la cui rinomanza nell'arte del bel canto , non è lontana dalla
celebrità .
Passando agli istituti musicali degli Stati, degno di essere ricordato si
rende per primo quello che sorge in Petropolis il 6 febbraio 1893, col
nome di « Escola de Musica Santa Cecilia » , fondato dal benemerito mae
stro Paulo Carneiro, e che, senza alcun sussidio dello Stato, si mantiene
vivo, e raggiunge degli apprezzabili risultati, Opera, quindi, utile , benefica ,
ſeconda, è stata la lunga gestione di questa scuola, ove da trent'anni dalla
sua fondazione, più di quattromila alunni d 'ambo i sessi vi furono istruiti
gratuitamente nelle seguenti materie : Solfeggio e teoria , canto , pianoforte,
violino, violoncello , contrabasso e massa corale. Gli allievi che in maggio
ranza uscirono da questa scuola furono i pianisti e i violinisti, molti dei
quali giunsero al grado di buoni ed esperti suonatori nell'orchestra . Il 6
febbraio 1918, 25° anno dalla fondazione di detta scuola , la cittadinanza
di Petropolis, promuoveva una significativa festa in omaggio al suo fon
datore Paulo Carneiro, un artista di raro sentimento altruistico nel bene
di somministrare, come pochi, la sua modesta e sentita arte .
Cinque anni di poi (1923), il bravo artista moriva in detta città, com
pianto da tutta la cittadinanza. Gli furono tributate solenni onoranze ; al
lievi e popolo accompagnarono la salma sino all'ultima dimora.
Degno di menzione è anche l' « Istituto di Musica di Bahia » , che ve
diamo, nella sua prima fase (1897-1898), col nome di Conservatorio , an
nesso alla Scuola di Belle Arti ; aveva carattere ufficiale, in virtù della legge
n . 188 del 28 luglio 1897, sotto il Governo del consigliere Luiz Vianna , ed
era dotato di una modesta sovvenzione.
Senonchè, in causa di forti attriti, sorti fra la Scuola di Belle Arti e
i professori di musica , la seconda fase ( 1899- 1900) dell'utile istituzione, si
inizia fra le inevitabili divergenze, in ragione della legge n . 278 , che concede
alla detta Scuola di Belle Arti, una sovvenzione di 40 :000 .000 de réis.
La direzione della Scuola , nell'intento di pacificare gli animi e spegnere
le accese divergenze , pensa a riformare l'insegnamento , affidandone il com
pito e la direzione ad un uomo di talento reale, Sylvio Deolindo Froes (8 ),
il quale, pur esercitando la professione di ingegnere, non si tenne mai
lontano dall'arte musicale, e molto si addentrò in essa coi lunghi anni
di studio trascorsi in Europa.
Cosi, sotto l'alto patrocinio dei poteri pubblici, la Scuola è organizzata
d 'accordo con i programmi stabiliti per l' Istituto Nazionale di Musica e
da un regolamento speciale, formulato dalla rispettiva congregazione ed
approvato dall' Istituto e dal Governo dello Stato.

(8 ) Vedi questo nome al Capitolo XX,


- 602 –
Il corpo docente , nella prima fase, si componeva dei seguenti profes
sori: Miguel dos Anjos Torres, per la teoria elementare, solfeggio e tutta
la famiglia degli strumenti a fiato ; Agripino de Barros, conosciuto in arte
come uno dei provetti musicisti, per le stesse materie, eccetto gli strumenti
a fiato ; Rodolpho Scheel, eccellente virtuoso e abile professore, per la cat
tedra di violino ; Justina Campos, stimata artista e maestra, e la sua ausi
liare Esther Coelho , per la classe di pianoforte ; Remigio Domenech , diret
tore, per l'armonia , canto corale , pianoforte (1897-1899).
Nell'anno 1899, venivano nominati il maestro Dr. Alberto Muylaert,
distinto professore di pianoforte ; il tenore Antonio Rayol, come professore
di canto, il quale abbandonava presto la cattedra, ritirandosi alla città

-
nativa , Maranhão, ove mori poco tempo dopo. Al suo posto veniva chiamata

-
Helena Bastos.

- -
Un bell'acquisto artistico faceva, nello stess'anno, l' Istituto , colla ge
nerosa offerta del noto violinista filologo e poeta Francisco Muniz Barreto ,
di insegnare violino gratuitamente. L'atto filantropico durò poco : l'anno
seguente (1900 ), moriva .
L 'attuale corpo docente , si compone dei seguenti professori : Sylvio
Deolindo Fróes, direttore tecnico e professore di pianoforte; Lisá Diniz

-- - -
Seklepfer, Manuel Augusto dos Santos, Georgina da Silva Lima, Zulmira
Silvany, Julia Geiger, Julio Feitosa, Maria Josephina Caldas, Maria Victoria
Caldas, per il pianoforte ; Celeste de Cerqueira, per il canto , e i già citati
professori, che facevano parte della Scuola di Belle Arti, prima della crea
zione del Conservatorio .
Il programma delle materie insegnate non è formidabile, mancandogli
-
l'armonia , il contrappunto , la fuga e parte degli strumenti dell'orchestra -
-

classica ; e tutto ciò per mancanza di risorse. Ma la colpa, più che agli
- - - - - - - --

elementi artistici, converrebbe addossarla al Governo dello Stato , che non


protegge sufficentemente una si utile istituzione, sovvenzionandola forte
mente onde mantenere le tradizioni d'una terra che già produsse degli
artisti notevoli.
La frequenza degli allievi si computa, in media, da 100 a 200, che ven
gono istruiti secondo il programma dell' Istituto Nazionale di Musica di
Rio de Janeiro; la proporzione tra gli alunni di sesso maschile e femminile
può essere considerata da uno a due per cento fin dalla sua creazione,
Gli strumenti più studiati sarebbero il pianoforte e il violino , dalle cui
scuole sono uscite, durante il lungo periodo, 36 pianiste diplomate e due di
violino.
Ciò fa credere che gli esami finali sono stati abbastanza severi.
Poco o nulla è la frequenza degli altri corsi; il flauto e l'armonia ven
gono studiati da pochi alunni.
- 603 -

Gli alunni della scuola pagano una tassa di matricola , normalmente


all'inizio dell'anno scolastico , ed una mensilità alla fine d 'ogni mese . Le
mensilità sono più elevate pei corsi di pianoforte, violino e canto .
Per fortuna dell'arte, in questo Istituto di Musica non vi sono liberi
docenti ; lo spavento della gioventù studiosa, sempre sprovvista di risorse
materiali.
Lo Stato di Maranhão, pur aggirandosi sopra un cerchio ristretto d'arte
musicale , ci presenta, nel 1901, la creazione di una « Escola de Musica » ,
patrocinata dallo Stato , con una cospicua somma.
Questa scuola aveva al suo nascere le seguenti cattedre : Musica e sol
feggio ; canto corale e canto da solo ; violino, flauto, clarinetto e oboe;
pianoforte elementare.
Nel corpo docente figuravano i seguenti professori : Antonio Rayol, di
rettore e professore di canto ; Leocadio Rayol, per la cattedra di violino;
João Nunes, per il pianoforte; Jemebia (Zemebia ?) Rayol, Almerinda No
gueira, Maria Piedade Belchior, Helena Reis Palhares (pianista), ed altri
professori della detta scuola, i quali, nella non lunga gestione, si distinsero
per il loro conipito .
Si vuole che la lodevole ed utile istituzione, inauguratasi il 15 giugno
1901, con un brillante e solenne festival, segnasse dopo pochi anni di
esistenza, la sua melanconica fine.
Un'altra istituzione consimile la troviamo al Pará, col nome di « Con
servatorio de Musica » inauguratosi il 15 agosto 1896 . Il Governo dello
Stato , con giudiziosa scelta , nominava il nostro illustre maestro A . C . Go
mes a direttore della nascente scuola , che tramontava dopo undici anni
di gestione. In seguito alla morte del primo direttore, il Conservatorio
passò a denominarsi « Istituto Carlos Gomes » , avendo per direttore il
maestro compositore Meneleu Campos, e per ultimo il violinista Mamede
da Costa.
Come disopra notammo, questa bella istituzione, creata dal Dr. Justo
Chermont, non ebbe lunga vita, giacchè il Governatore dello Stato Dr.
Montenegro, per ragioni economiche, ne decretava la chiusura nel 1907.
Non giunse sino a noi il programma degli studi e l'elenco dei nomi dei
professori cattedratici. Ma ricordiamo che fra gli elementi che costitui
vano il corpo docente si noveravano artisti di buon valore : Clemente Fer
reira (elementi di musica e divisione); Hermenegildo Alberto Carlos (ar
monia ) ; A . Faciola , Manuel Pereira e Clemente Ferreira (pianoforte ) ;
Esmeralda Cervantes (arpa ) ; Verginia Bloch ( canto ) ; Luigi Sarti, il
distinto violinista bolognese (violino e viola ) ; Roberto de Barros (flauto) ;
Giuseppe Cirone (oboe, fagotto e clarinetto ); Aureliano Guedes (cornetto,
- 604 -
corno, trombone e congeneri ). Oltre ai citati professori, convien nominare
Mamede da Costa (violino) e Paulino Chaves (piano).
Oltre alle menzionate cattedre vi erano anche i corsi di estetica, filo
sofia e storia della musica, letteratura poetica e drammatica, diretti dal
Dr. Paulino de Brito.
Il Conservatorio aveva la sua sede in via S . João, nell'antico edificio
del Museo .
Pernambuco , imitando l' esempio del Pará, fondava , nel dicembre
1896, una scuola di musica, col titolo di « Conservatorio de Pernambuco v .
Questa lodevole iniziativa partiva da un uomo colto, Dr. Barboza Lima,
in allora governatore dello Stato , il cui intento era quello di creare una
famiglia completa di artisti per il teatro, pei concerti pubblici e per le
ricreazioni particolari.
Dal corpo docente d 'allora si rilevano i seguenti professori: Direttore
artistico e professore d 'armonia , Luiz Moreira ; di canto, Giorgio Polacco,
oggidi uno dei più provetti direttori d 'orchestra ; di solfeggio e canto co
rale, il noto maestro Smido ; di violino, il Dr. Mello ; di violoncello e con
trabasso, il Tesce ; di flauto, clarinetto e strumenti congeneri, Cassani; di
strumenti a bocchino, Pizarro ; di pianoforte, Schiappa, Direttore generale ,
il Dr. Siqueira.
A quanto sembra, anche questa utilissima istituzione non figura più
fra le esistenti, c la sua sparizione segna indubbiamente una lacuna degna
di rimpianto , dato il nativo sentimento musicale che sempre dimostrò il
popolo pernambucano.
Lo stesso non succede con una analoga istituzione, che tuttora si man - '
tiene viva, camminando verso un lieto avvenire - il Conservatorio di Mu
sica di Porto Alegre, fondato , nel 1900, e mantenuto dall'Istituto di Belle
Arti di detta città .
Il suo programma d'insegnamento, benchè ristretto, giacchè i suoi corsi
comprendono : solfeggio e teoria , canto corale, pianoforte, armonia e stru
menti ad arco , si raccomanda per un assieme di abili e competenti profes
sori : Guglielmo Fontainha, H . Penasse , J. Faini, Eugenia Masson , Luigia
Corsi, Nair Sgrillo (pianoforte ); Olinda Braga (canto); A . Lucchesi, O . Si
min (strumenti ad arco) ; Lili Hartieb , Alice Colombain , H . Penasse (solfeg
gio ) ; armonia e canto corale , H . Penasse. Il compianto maestro Araujo Vianna
ne fu il primo direttore.
Vi sono, durante l'anno scolastico, udizioni pubbliche, alle quali pren
dono parte tutti gli alunni; alla fine dell'anno si procede ai concorsi, con
un gran concerto di chiusura in cui si presentano gli alunni che raggiun
sero i primi posti nei detti concorsi. Questi concorsi sono di tre gradi :
preliminare, medio e superiore , ai quali non sono ammessi che gli alunni
- 605 –

approvati previo esame e quelli che fecero altri concorsi. Nel preliminare
e nel medio , una lº menzione dà diritto a concorrere al concorso dell'anno
seguente; nel superiore, dà diritto al diploma finale.
Gli alunni che non fanno atto di presenza ai concorsi devono prestare
esame ed essere approvati onde poter continuare a frequentare il Conser
vatorio ; i riprovati e quelli che perdettero l'anno scolastico per mancanze
ingiustificate sono sospesi e non possono più continuare i loro studi in
detto istituto.
L 'orario dei differenti corsi non ha riscontro in quello dell'Istituto Na
zionale di Rio , ove i professori dånno, due volte per settimana, quattro
ore di lezione; mentre là ne dànno il doppio e forse più , con quattro giorni
per settimana, ciò ch 'è più logico e vantaggioso per gli allievi studiosi.
Ed è cosi che questo Conservatorio , malgrado sia sprovvisto di sovvenzione
ufficiale e di forti risorse per ampliare il completo insegnamento Musi
cale e rendersi indipendente dalla Scuola di Belle -Arti, ha dato già dei
huoni frutti. La Scuola di pianoforte, ad esempio, tenuta al corrente dei
progressi da un maestro di qualità superiori, il Fontainha, vanta delle
brave allieve, uscite coll'onore del diploma finale : Eugenia Masson , Luisa
Corsi, Nair Sgrillo, Lucia Jung, Ondina Sgrillo , Matilde Wolf, e col merito
delle distinzioni pubbliche.
Anche il Paraná vanta un istituto Musicale che onora la sua capitale
Curitiba .
Il Conservatorio di Musica del Paraná titolo che adotto il suo fondatore
maestro Leokessler, si sviluppo rapidamente e corrisponde benissimo alle
necessità dell'ambiente, ove l'istinto musicale non fa certamente difetto ,
dato l' elemento omogeneo di una nuova generazione, proveniente d' una
razza, favorevole alla fede artistica.
Secondo ci venne comunicato, questo Conservatorio vive delle proprie
risorse . Il programma dell'insegnamento è per ora assai ristretto ; ma ha il
vantaggio d 'uno spettabile corpo docente , che promette portarlo ad un
fulgido avvenire.
La frequenza degli allievi era, pochi anni fa, di 150, i quali già die
dero prova del loro talento ed applicazione allo studio , in un pubblico sag
gio , al teatro Guayra , nel febbraio 1921.
Anche il Governo di Rio Grande del Nord , ebbe ad incoraggiare. l'inse
gnamento della Musica, la cui iniziativa, sotto il patronato ufficiale del
governatore Dr. Alberto Maranhão, la Scuola di Musica, giunse, in breve
tempo, a buon porto. Degna di lode quindi apparisce la sollecitudine nel
dare, a quisa di tutti i paesi civilizzati, una Scuola d 'Arte, con l'appoggio
ufficiale , ove ben presto , un gran numero di allievi vi trovò il profitto d 'una
buona educazione morale e musicale . Ma non è tutto : l'ispiratore di questa
utilissima Scuola , ebbe a far sentire nel recinto del palazzo del governo,
- 606 –

numerosi capolavori di musica classica , eseguiti dai provetti professori che


compongono il corpo docente della riferita Scuola . Il programma degli studi
era determinato da quattro professori che v'insegnavano : Solfeggio, rudi
menti musicali, pianoforte, violino e violoncello .
Degna di accenno si rende un 'altra analoga istituzione, che si intitola
« Conservatorio Dramatico Musical » , fondatosi in S . Paulo, il 1 marzo
dell'anno 1906 .
E ' diretto da un consiglio superiore, essendo presidente il senatore
Antonio de Lacerda Franco, tesoriere il Dr. Carlos de Campos, e segreta
rio il Dr. P . A . Gomes Cardim : nomi, questi due ultimi, che molto onorano
li surriferita istituzione, per i loro meriti artistici .
Il quadro del corpo docente è tutt'altro che ristretto giacchè vi sono
professori cattedratici, 19 aggiunti e 46 ausiliari, nonchè 74 professori
liberi docenti, che istruiscono, in media , 700 alunni, potendo essere ingran
dito il quadro degl'insegnanti a seconda della frequenza degli allievi.
Ignoriamo se questo utilissimo istituto musicale vive delle proprie ri
sorse, o coll'appannaggio d 'una sovvenzione ufficiale dello stato.
Il programma istruttivo è assai vasto : vi sono corsi preparatorii, corsi
speciali di perfezionamento per concertisti, solisti, evidentemente per gli
strumenti classici: violino, violoncello, pianoforte, canto , nonchè per gli
strumenti che completano l'orchestra classica : flauto , oboe, clarinetto , cor
netto a pistone, trombone, colle materie complementari ed obbligatorie:
teoria e lettura musicale, solfeggio , pianoforte, armonia e le lingue porto
ghese , italiana e francese.
Allo studio dello sviluppo musicale e strumentale, si accoppia anche
quello intellettuale, con l' insegnamento dell' estetica , storia della musica,
storia universale, storie moderne, letteratura poetica e dramatica , geo
grafia , ecc.
Durante la gestione di cotesto Istituto, si ebbero a distinguere, meri
tando speciali premii, i seguenti alunni: Nair de Carvalho Medeiros e Lucia
Branco , pianiste, diplomate con medaglia di oro; Francisco Mignone, di
plomato in composizione, pianoforte e flauto, e Dinotah de Carvalho.
Non sarà cosa vana il fornire qualche ragguaglio intorno al concorso di
magistero al quale, il concorrente, dovrà sottomettersi alle seguenti pro
ve : Primo giorno : fuga a quattro parti (voci) su soggetto dato dalla com
missione esaminatrice . ( Tempo da 8 a 10 ore). - Secondo giorno : primo
tempo di sonata , su soggetto dato dalla commissione. (Tempo 18 ore).
Terzo giorno : preludio per grande orchestra . - Quarto giorno : lettura pub
blica delle sue prove. - Quinto giorno : argomentazione fra i concorrenti
sui punti (soggetti) di estética, storia , acustica, e psicologia . - Sesto giorno :
prelezione sui punti dati a sorte .
- 607 -

Evidentemente, queste prove, le quali fan riscontro a quelle dei con


servatorii di Bruxelles, di Parigi e di Milano, e che non hanno paragone
con quelle che si stabiliscono per i concorsi analoghi nel nostro Istituto
Nazionale di Musica, ci sembrano delle più complete per un concorso di
composizione, se scrupolosa è l'osservanza di esse.
Ci resta a dare uno sguardo all' Istituto Benjamin Constant, in altri
tempi « Imperial Instituto dos Meninos Cegos », fondato, nel 1854, sotto
gli auspici del magnanimo Imperatore D . Pedro II.
Questo istituto è sovvenzionato dal governo federale, o per meglio dire,
appartiene allo Stato, ove gli allievi sono ammessi senza dare prova di un
certo sapere.
Ricevute le prime nozioni della musica , passano alle classi strumentali,
e del canto corale , pianoforte , violino , violoncello , contrabasso , strumenti
a fiato , ed organo. V 'è anche la classe d'armonia . Il numero dei profes
sori incaricati delle suddette classi, o aggiunti, è di tredici; quello degli al
lievi, circa ottanta, in media, di ambo i sessi.
Non vi sono concorsi a premii ; prevalgono le sole classificazioni degli
esami annuali.
Fra i buoni allievi di musica che uscirono, ricorderemo: José Cer
queira, abile pianista e professore poscia dello stesso Istituto; Gurgulino
de Souza , pianista e professore di armonia ivi pure; Luigi Margutti, bravo
violinista , morto in giovane età ; Madalena Mazzaferro, anche violinista
di spontaneo talento ; entrambi fecero parlare di sè con molto onore, nei
primi passi della loro carriera.
E ' da ricordare pure il giovane pianista José Leite, allievo della di
stinta professoressa Kitta de Bellido , morto , anch 'esso , giovanissimo, in
S . Paulo , mentre iniziava la sua carriera di concertista , sotto le più belle
speranze d 'un lieto avvenire.
Fra gli organisti ciechi più abili sono da nominarsi: Antonio Ferreira
do Rego, Elisa Pinto de Miranda, Luiz Antonio Gardim Leitão, Mariano
Francisco da Silva e il surriferito José Soares Pinto de Cerqueira. Que
st'ultimo fu anche un pianista concertista di buon valore; il suo talento fu
lodato dal Gottschalk , nei di cui concerti a molti pianoforti il Cerqueira
prese parte.
Ciechi che hanno scritto e pubblicati lavori musicali : Antonio Fer
reira do Rego , Antonio Gardim Leitão, Francisco Gurgulino de Souza , João
Pinheiro de Carvalho, João Soares, Pinto de Cerqueira, e Sebastião Gomes
de Carvalho .
CONCLUSIONE .

Un rapido sguardo su tutta la storia della musica nazionale . - L ' arte sana e lo
scredito dell'arte per l'inganno e per lo « snobismo », — L 'inspirazione, prima, e dopo
la coltura metodica — tali sono le uniche condizioni affermative in arte . - Non v' è
arte senza sentimento e senza scienza. – La forma caratterizza l'idea, come il corpo rin
serrą l'anima, - Alla perfezione umana si giunge attraverso le imperfezioni. - L 'arte è uno
strumento immenso di civilizzazione e di concordia , nel concetto di Poisot, - I sei
requisiti che l'autore di questo lavoro offre per consolidare l'amore dell'arte e stimo
lare i progressi del suo insegnamento nel nostro paese. — Commentari sull'ingegno crea
tore e concetto del genio . – L'ayvenire dell'arte brasiliana.

Siamo oramai giunti all'ultima pagina della nostra storia .


Le verità espresse in essa furono dettate dal sentimento di giustizia ,
senza prevenzione di sorta.
E ' un vanto d'altronde che ci assiste come contemporanei di due epo
cbe diverse; la prima sarebbe quella in cui il sentimento per la musica
non avrebbe violato i sacri diritti dell'arte sana; la seconda sarebbe quel
l'altra che fa capo a quelle teorie tante volte accennate nel corso di questo
lavoro, teorie che hanno fatto naufragio nella pratica e nell'opinione uni ,
versale .
Del resto , si guardi per esempio, nelle esecuzioni musicali di quest'ul,
timi anni, Gli uni applaudivano per la moda e per non passare da igno
ranti. Gli altri - la maggioranza – perchè, si sentivano al termine di
una tortura .
Infine molti fecero elogi ad un notevole progresso dell'arte. Ma gli altri
invece — la maggioranza — gridavano che era un barbaro tradimento della
divina arte, deplorando lo sfregio al sentimento , alla morale, al bello .
Tale è stato per la storia l'amaro frutto di cosi lunghi giorni; e pur
- 610 -

troppo doveva esserlo, perchè si passava in un ambiente facile a imitare


tutto ciò che di assurdo c'era nell'arte e nella scienza che ci veniva da
lontani paraggi!...
Per fortuna dell'arte, la giuria punitiva, che sarebbe il tempo, pare
che si voglia incaricare di purgare definitivamente il nostro ambiente e
di far scomparire un 'arte che mentiva alla missione che le destina la
storia .
La nuova filosofia dell'arte musicale sarà dunque quella che ci verrà
con un nuovo tesoro di preparazione e sopratutto di ricchissima ispira
zione. Solo questa potrà guidare la nostra gioventù musicale all'ordine,
alla salda disciplina , alla gerarchia artistica , che è quanto dire al rispetto
dell'arte e degli artisti, escludendo draconianamente e con discernimento
quell'arte e quegli artisti che non meritano portare questo glorioso nome,
Il sempre citato falso ideale deve sparire e yi deve subentrare la fede,
l'amore e la considerazione collettiva.
Verò è che i due poli dell'umanità hanno avuto sempre le loro ten
denze attrattive in sensi contrarii, ma non è dubbioso peraltro che si
deve mettere l'idea al disopra della forma, l'anima al disopra del corpo.
Intanto come l'eccesso in tutto è un difetto , e che gli ultimi termini
dell'idealismo e del materialismo potrebbero degenerare in follia o in be
stialità , ne segue che la vera e larga scuola cosmopolita del bello assoluto
deve trovarsi in un centro fortunatamente combinato di qualità opposte.
E ' quello che un illustre scrittore chiama l'unione armonica dei contrarii,
la varietà nell'unità , simbolo assoluto della perfezione umana realizzabile.
E il signor Fortoul espresse benissimo questa veduta dell'avvenire, dicen
do : « L'art ne saurait aujourd'hui se vivifier que par une pénétration défi
tive de la forme chrétienne et de la forme antique au profit de la civili
sation contemporaine ». E ' quanto dire che quelli che sono alla testa del
l'arte la comprendano, l'applichino e si ispirino anche nel chiarissimo con
cetto del Poisot: « L ’art noble, élevé, moral, est un moyen immense de
civilisation , de concorde et de paix . Qu'on banisse l'art corrupteur. J' y
consens; mai qu 'on révère et qu 'on encourage l'art, sérieux, étudié, histo
rique, l'art qui enseigne, éclaire et purifie .
« Quand ces choses seront suffisemment comprises, un grand progrès
moral sera définitivement accompli » .
Ma per giungere a questi magnifici e sublimi risultati, occorre :
1° Una riforma radicale del nostro insegnamento ufficiale musicale,
- 611 –

assimilandolo nell'ordine e nella disciplina a quello dei migliori esistenti


nel genere, in Europa.
2° Che in tutte le scuole municipali del Brasile, non esclusi i collegi
privati, vi sia una scuola obbligatoria di solfeggio e canto corale, diretta
da un professore di riconosciuta competenza . .
30 Che nelle principali città si istituiscano delle succursali dell'Isti
tuto Nazionale di Rio de Janeiro, senza antagonismo fra le scuole e gli
Istituti, dirette esclusivamente da un maestro di riconosciuta capacità
artistica e morale .
4° Che oltre ai premii di medaglia d 'oro, primo e secondo premio di
viaggio in Europa, s'instituisca un premio specialmente destinato alla mu
sica drammatica e religiosa , che consisterebbe in un premio per quattro an
ni di permanenza in Europa , coll'obbligo di un lavoro da inviarsi seme
stralmente, e da eseguirsi e pubblicarsi a spese dello Stato .
5° Creare altre tre cattedre di alta composizione, con quattro corsi
obbligatorii : uno di contrappunto e fuga, uno di orchestrazione, uno di
opera lirica ed uno di musica strumentale, mettendo alla testa di questa
importantissima scuola un maestro di alta rinomanza europea, col titolo
di direttore degli Studii.
Una scuola analoga potrebbe crearsi per la musica religiosa , aggiun
gendovi la creazione di un corso di storia e di filosofia della musica.
6° Crearsi un teatro lirico sovvenzionato, destinato esclusivamente ai
giovani e vecchi maestri compositori nazionali, nonchè ai cantanti, autori
di libretti d'opere, masse orchestrali e vocali (cori).
Infine una legge positiva dovrebbe crearsi colle più sane disposizioni
legislative, per assicurare un brillante avvenire all'arte nazionale e un
avvenire più umano alle masse . In caso contrario è vano pensare che un
giorno avremo, come nelle capitali del vecchio mondo, un centro vera
mente artistico .
Certamente, il campo dell'evoluzione musicale odierno, costituito nel
modo che lo abbiamo descritto , cioè, di entità che si rivelano anelanti di
rinomanza artistica ; virtuosi emeriti nell'arte pianistica , violinistica, vio
loncellistica e vocale , apprezzato ed applaudito il loro talento, non potran
no mai avvicinarsi alla desiata altezza del benessere, senza la creazione
d 'una istituzione governativa, nella base surriferita . Senza di ciò l'avve
nire dell'arte e degli artisti, sarà sempre precario : la fortuna di pochi e
la delusione di molti.
- 612 -

A provarlo, valga per essi la storia di quest'ultimi tempi. Virtuosi eme


riti di pianoforte , di violino, ecc. dopo un regolare trionfo giovanile, ven
gono condannati all'esercizio della musica inferiore, eseguita , senza con
venzione, nei pubblici ritrovi, tanto per supplire ai naturali bisogni del
la vita.
Ma in quanto ciò non avviene, bisogna richiamare i nuovi artisti a
considerare la nobiltà dell'arte a secondo della storia passata percorrendo
nuove vie , nuovi modi per rialzarsi dalla folle idealità in cui sono caduti.
Un nuovo conserto s'impone per non rimanere imitatori servili di un'arte
che è la negazione del sentimento umano.
La libertà di manifestare la propria vita interiore appartiene, non senza
restrizioni, all'uomo di genio e non già ai modesti ingegni. Essi devono
ispirarsi nella storia , giacchè, la forma dell'arte, dice Scudo, è l'opera di
tutti e non appartiene ad alcun genio particolare .
Tutto si trasforma, è vero ; ma la forma della bellezza musicale si co
stitui sempre di tre eccellenti elementi : di melodia , di ritmo e di armo
nia. Quindi, spavalda pretenzione sarebbe la nostra il volere distruggere
un tesoro di bellezza musicale che si viene accumulando attraverso qua
ranta generazioni, colle miserabili nuove teorie che costituiscono la pro
fonda vergogna del Vero, del Bello e del Bene.
Avviciniamoci dunque al tempo del bello , ove da dieci secoli si adora
l'arte sublime che visse in tutti i tempi, di eleganza, di espressione e di
sentimento, senza la quale la musica non ha ragione di esistere.
Certo egli è che il cammino è lungo e spinoso per giungere alla de
siata meta.
Ma il popolo brasiliano che ha subito tante fasi diverse nella sua vita
politica , artistica e scientifica, vedrà anche quel salutare giorno in cui
potrà, mercè il soffio del potere, elevarsi nel dominio intellettuale e ritro
vare, sotto una novella forma, quelle antiche qualità nostre di sana e
nobile modestia , e partecipare al rifiorire di una novella arte.
E ' su questo problema artistico che si forma la speranza di quelli che
amano ed ammirano la nostra nativa intuizione musicale, che noi innal
ziamo i più ardenti voti. E ' in esso che si troverà il progresso artistico
veramente nazionale. E , per meglio concludere, quando la vanità eccessiva ,
la poca serietà per le cose grandi saranno sparite, quando finità sarà la
boria che uccide ogni forte ideale ; quando, infine, i supremi intenti arti
stici saranno raggiunti con un sacro legame di mutuo rispetto nel campo
- 613 -

dell'arte , conscio ciascuno del proprio dovere, l'arte brasiliana splenderà


pel cielo del « Cruzeiro » , come quella che per il passato occupò il primo
posto nelle contrade italiche.
Tali sono le previsioni della nostra storia, vaticinando un ricco e ful
gido avvenire.
Questo avvenire è inevitabile : a prepararlo lavorerà il tempo, il pen
siero, l'ordine, la disciplina e l'amore verso la divina arte , colla solidarietà
degli sforzi perseveranti e continui.

F I NE
INDICE

Prefazione , . . . . . . . . , , , , , 3
CAPITOLO I.:
Considerazioni generali , . . . . . . . . , 5
CAPITOLO II.:
Dei rapporti fra le razze primitive nel gusto e nel sentimento
musicale . ( 1549 - 1763) , . . . . . . , , , 11
CAPITOLO III. :
La musica primitiva nell'intelletto indigeno. (1549 - 1763) . 27
CAPITOLO IV . :
Drammi sacri e loro influenza nell' ambiente indigeno e colo
niale . ( 1549 - 1763 ) . . . . . . . , , , 45
CAPITOLO V . :
Della musica popolare attraverso l' influenza portoghese , spa
gnuola , africana ed olandese ( 1549 - 1763) . . . . . 53
CAPITOLO VI.:
L ' ultima fase dei gesuiti nell' insegnamento della musica
(1774 - 1807) . . . . . . . . .
CAPITOLO VII. :
La musica sotto il regno di João VI (1808 - 1821) . . . .
CAPITOLO VIII . :
La musica sotto il regno di D . Pedro I. (1822 - 1831) . . . 111
CAPITOLO IX . :
La musica sotto la reggenza di D. Pedro II. (1832 - 1843) . . 127
CAPITOLO X . :
La musica sotto il Secondo Impero (1844 - 1889) . . . . 143
CAPITOLO XI. :
Decadenza della musica sacra (1844 - 1889) . . . . . 165
– 616 --
PAG .
CAPITOLO XII. :
Dell'arte lirica e degli artisti stranieri e nazionali, che in essa
più si distinguono (1844 - 1889) . . . . . . . 173
CAPITOLO XIII. :
Dell'opera nazionale (1857- 1864) . . . , , ,
CAPITOLO XIV .:
Dell'arte lirica italiana (1857 - 1889) . . . , , , . 219
CAPITOLO XV.:
Dell'arte lirica sotto la Repubblica (1890 - 1922) . . .
CAPITOLO XVI.:
Dell'operetta (1858 - 1889) . . , , . . . . .
CAPITOLO XVII :
Dei compositori brasiliani nell' arte lirica , sinfonica e da ca
mera (1844 - 1889) . . . . . . . , , , 301
CAPITOLO XVIII.:
Dei compositori dilettanti nella musica pianistica, melodram
matica e popolare ( 1844 - 1889) . . . . . . . . 337
CAPITOLO XIX. :
Antonio Carlos Gomes ( 1836 - 1896) . . . . . . . 347
CAPITOLO XX .:
Del pianoforte e dei pianisti nella virtuosità e nell' insegna
mento ( 1844 - 1889 ) . . , , . . . . . . , 385
CAPITOLO XXI. :
Delle pianiste e pianisti nazionali dell'ultimo periodo (1890- 1925) 429
CAPITOLO XXII.:
Dei pianisti celebri apparsi in Rio de Janeiro nell'ultimo pe
riodo ( 1890 - 1922) . , , , , . . . . . . 443
CAPITOLO XXIII. :
Dei pianisti accompagnatori e degli organisti . . . . . 453
' CAPITOLO XXIV . :
Dei violinisti virtuosi nazionali e stranieri (1844 - 1925) . 457
'CAPITOLO XXV. :
Violinisti celebri uditi in Rio de Janeiro nell' ultimo periodo
(1900 - 1922 ) . . . . . . . . , , 493

CAPITOLO XXVI:
! Del violoncello, dei violoncellisti e contrabassisti nazionali e stra
nieri. ( 1844 - 1925 ) . . . . . . , , , 497
' CAPITOLO XXVII. :
Dei virtuosi e professori di flauto, clarinetto, oboe, fagotto, cor.
no, cornetto e oficleide . . . . . . . , 507
- - 617 -

PAG .
CAPITOLO XXVIII.:
Dell'arpa e degli arpisti uditi in Rio de Janeiro (1844 - 1925) · 525
CAPITOLO XXIX .:
Del canto e dei cantanti nazionali, artisti e dilettanti . . . 533
· CAPITOLO XXX.:
Il movimento associativo musicale del Paese, sotto il II. Impero 543
CAPITOLO XXXI.:
Della critica e dei critici . . . . , 657
CAPITOLO XXXII. :
Del genio dell'arte musicale e istrumentale dell'ultimo perio
do (1890 - 1925) .... . . . , , , , , · · 567
CAPITOLO XXXIII.:
Dei Conservatori, Istituti e Scuole musicali . . . . . 585
Conclusione . . . . . . . . , :, , , 809
PROPRIETÀ LETTERARIA DELL' AUTORE
wit
UNIVERSITY OF TEXAS AT AUSTIN -UNIV LIBS

3023687779
0 5917 3023687779

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