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LE SFIDE DELLA CONGREGAZIONE OGGI

1. Abbiamo un santo, un carisma, una pedagogia… Ecco la prima sfida: essere fedeli al nostro
carisma; non religiosi o preti “generici”. E’ fedeltà dinamica, creativa; il carisma è da vivere,
custodito, approfondito e sviluppato (MR 11); cfr Murialdo: “a tempi nuovi, opere nuove”!, con
attenzione ai segni dei tempi: cfr la nuove forme di povertà giovanile che sollecitano la nostra
“passione educativa” (eredi del Murialdo): poveri e abbandonati, ecco i nostri!. Per fare bene il bene
oggi, occorrono forme nuove oggi: lavoro in rete, collaborazione coi laici, ma con la passione e
gioia di stare con i ragazzi, di saper perdere tempo con colo. E’ il distintivo del giuseppino!, più che
gestore di servizi, manager, teorico della pedagogia, ecc.

2. Il riferimento alla nostra “mistica”, cioè, alla motivazione spirituale e di fede che ispira e guida
ogni nostra azione e relazione. La nostra spiritualità è la sorgente della nostra missione apostolica e
stile educativo: è una spiritualità che si alimenta della missione (ecco la mistica). E il cuore del
carisma spirituale del Murialdo era la coscienza simultanea della sua fragilità e della misericordia di
Dio: la scelta dei quei giovani poveri fu la risposta teologale a questa esperienza spirituale
dell’essere amato misericordiosamente da Dio-Amore. Spiritualità e missione educativa sono
profondamente unite tra loro. Questa è la mistica! E’ il nostro “specifico”, distintivo rispetto a chi fa
le stesse cose di noi, e anche meglio. Si tratta di essere fedeli a questa “differenza” che ci identifica
come figli di Murialdo. E’ la nostra forma mentis ( modo di pensare, il pensare pedagogico), forma
cordis (modalità della volontà e sentimento) e la forma vitae ( struttura essenziale della personalità e
relazionalità, vissuto comunionale). Educando con questa consapevolezza ci lasciamo educare dagli
stessi giovani ( i figli educano i genitori). Lasciarsi educare da loro è un'altra grande sfida per noi
giuseppini!

3. Il rinnovamento della vita fraterna è un’altra sfida: dalla vita comune (atti comuni, vivere nella
stessa casa) alla fraternità (comunione di vita: capacità di relazione umana e spirituale fra noi, la
condivisione, lo scambio, la comunicazione personale profonda). Oggi l’impostazione della vita,
lavoro, tempo rende più difficili gli atti comuni che sempre hanno costituito la tradizione e la
sicurezza della vita comunitaria. E’ evidente il desiderio di rinnovare il nostro modo di stare
insieme, anche se le forme ancora non sono ben individuate!. Alcune percezioni circa le direzioni
del cambiamento: * chiamati a vivere la comunione non solo tra noi, ma aprendoci ad altri che
condividono con noi il carisma (comunità murialdina, la FdM); * non solo nel luogo in cui viviamo,
ma incontrandoci con le comunità vicine per collaborare, intercambiare, progettare insieme; * a
fondare il nostro stare insieme non sulle cose che facciamo (sempre più differenziate), ma sul
carisma e la missione che condividiamo e sulla comune “appartenenza” ad una realtà più ampia
(congregazione e FdM).

4. La missione tra i giovani poveri: ci è chiesta questa conversione: “con e per i giovani poveri
rinnoviamo la nostra consacrazione di giuseppini per avere vita in Cristo”. E’ decisivo per la nostra
identità e futuro.

5. La sfida, infine, della formazione. Cambiano radicalmente le situazioni, ma forse il nostro


impianto formativo, la metodologia, sono sempre gli stessi! Oggi arrivano alle nostre comunità
adulti già strutturati da tutti i punti di vista e bisogna costruire magari quasi da capo su questo uomo
adulto il cristiano e il religioso. Portano ferite non cicatrizzate e impermeabilizzanti ad ogni
proposta formativa. E’ la sfida di oggi. Per noi congregazione di educatori sarà orientativo al
riguardo: * escludere vocazioni troppo adulte (cf il carisma educativo); * si deve valutare
l’attitudine alla vita comunitaria e la passione educativa verso i giovani poveri (è qualificante per la
nostra congregazione), poi si devono vedere gli altri requisiti per la VC.

6. Sfida o dato di fatto oramai! Siamo una congregazione interculturale e internazionale con
evidenti spostamenti dell’asso geografico tradizionale verso nuove frontiere. Ne consegue la sfida
di educarsi all’internazionalità “aprendo il cuore e la mente” a questa nuova “scuola di valori”.
El perfil del josefino del mañana (Lc 25.08.2012)

LFG 23: rasgos fundamentales de la identidad josefina: espíritu de fe, bien unida familia,
humildad, caridad, actuando en sintonía con la Iglesia, viviendo con estilo de gozosa esperanza y
sentido de laboriosidad.

1. Una persona animada por una profunda vida espiritual orientada con decisión hacia la santidad.
Una espiritualidad que une profundamente la acción y la contemplación, que custodia la experiencia
de la benevolencia y de la misericordia de Dios y es capaz de transmitirla a los jóvenes y a todos
con las palabras y los gestos de la disponibilidad, atención y entrega personal.

2. Una persona “apasionada del carisma”: un carisma que apasiona: es la surgente de nuestra vida,
vivida en profunda unidad, el fuego, la luz y el pan para nuestro camino, el fulcro de nuestra unidad.
Es nuestra identidad carismática que se expresa en: * una opción de campo clara: los jóvenes
pobres; un método que se confronta con la situación y los desafíos del hoy: acción apostólica en
comunión con los laicos y en red en el ambiente donde actúa; * un estilo que se expresa en la
“Pedagogía del amor”; una pedagogía que deriva su forma de nuestra espiritualidad; en un fin que
es el anuncio del Reino y la salvación terrena y eterna de los jóvenes.

3. Es una persona de relación, abierto a los demás, contento de reconocer los dones y cualidades
de los demás, sin busca el protagonismo, sino el servicio: su estilo es la humildad, su fuerza la
caridad. El josefino es capaz de confrontarse con respeto con la alteridad y la diversidad, sin
perjuicios ni presunciones, sin miedos y con el deseo de encontrar y valorar al máximo el don de
acoger en nuestra vida a quien es diferente; es así que se construye cada vez más una congregación
internacional e intercultural.

4. El josefino es consciente de haber recibido de Dios una vocación y un carisma que no sólo nos
han permitido entrar en una familia religiosa, sino que le dan también la gracia de pertenecer a una
familia más grande, la FdM, una realidad que nos reúne entre consagrados, religiosos, religiosas y
laicos y muchas personas que a título diverso participan en este único don que nos acomune. La
FdM, además de la congregación, es el espacio relacional y de gracia dentro el cual el josefino vive
su vocación.

5. Una persona que ha interiorizado los sentimientos y modo de pensar de Murialdo: la


conciencia de su pobreza personal y de la infinita misericordia de Dios, y el ansia de salvación
terrena y eterna hacia los jóvenes

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