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ORDINE DEGLI INGEGNERI

DELLA PROVINCIA DI BERGAMO

Corso di Aggiornamento Professionale Dott.Ing. Giulio Pandini


IX Corso
Università degli Studi di Bergamo – Facoltà di Ingegeria – Dalmine
8 novembre 2003

Capitolo 5 - Edifici con Struttura in Cemento Armato


(Analisi Strutturale e Verifiche agli Stati Limite)

Prof. Alberto Pavese


Università degli Studi di Pavia
a.pavese@unipv.it
www.unipv.it
Verifica agli stati limite - Principi generali

• Duttilità e capacità dissipative


• Impostazione gerarchica delle modalità di collasso
(GR)
• Due classi di duttilità: CD “A” la struttura si
trasforma in un meccanismo altamente dissipativo
e CD “B” gli elementi a funzionamento flessionale
hanno una soglia di duttilità minima
• Modalità di applicazione della GR e fattore di
struttura differenziati a seconda della classe di
duttilità
• Calcoli semplificati per gli edifici in zona 4
Metodi di analisi
• Lineare statica e dinamica (combinazione
modale)
• Non lineare statica (push-over) calcolo di
curve di capacità monotone
• Non lineare dinamica integrazione delle
equazioni del moto, calcolo delle risposte in
spostamento e delle azioni sulle estremità
delle aste
Lineare statica
• Il metodo è basato sulla rappresentazione dell’azione sismica tramite un sistema
di forze statiche orizzontali e sul calcolo delle sollecitazioni indotte da tali forze
su un sistema elastico lineare.
• Si considerano, in entrambe direzioni principali della struttura, solo il primo
modo di vibrare (modo fondamentale). Calcolati i periodi propri fondamentali
nelle due direzioni (T1x e T1y), si ricavano le massime forze di taglio alla base
dell’edificio nelle due direzioni
• Si distribuiscono sull’altezza dell’edificio e quindi si esegue un’analisi statica.
• Un’analisi di questo genere è in grado di dare risultati soddisfacenti solo nel
caso di strutture la cui risposta non è significativamente influenzata da modi
elevati di vibrare. Ciò avviene quando sono verificate le condizioni di regolarità
in alzato (punto 4.3.1) e ciascun periodo proprio fondamentale nelle due
direzioni principali risulta minore di 2.5Tc, essendo Tc uno dei parametri dello
spettro di risposta elastico (Tabella 3.1). Nel caso in cui la struttura soddisfi le
condizioni di regolarità in pianta si studiano due modelli piani separati.
Fbmax = S d (T1 )λW = CW

Sd(T1) è l’ordinata dello spettro di progetto (espressa in frazioni di g) corrispondente al


periodo T1, W è il peso dell’intera struttura calcolata secondo quanto riportato nel
paragrafo 3.4, λ è un coefficiente correttivo
La forza applicata a ciascun piano si distribuisce proporzionalmente
alla massa del piano e allo spostamento modale
Fi = γ 1S d ( T1 )W i λφ i ,1

Questo tipo di analisi trova il suo fondamento nel fatto che in molte
strutture la massa efficace (paragrafo 2.3.2) relativa al primo modo
risulta essere preponderante (fino all’80-90% della massa totale)
rispetto alle altre e la corrispondente ordinata spettrale è maggiore o
uguale a quella degli altri modi. Cade in difetto per strutture molto
flessibili.
0.50

0.40 0.36
0.32
0.30
Sa [g]

0.20

0.10
0.026
0.00 T3 T2 T1
0.0 0.5 1.0 1.5 2.0 2.5 3.0
Period [s]
Lineare dinamica
• Il metodo si basa sulla possibilità di decomporre
la risposta di una struttura (legata a più modi)
nella risposta dei singoli modi componenti
• Calcolo dei modi (forme modali) di vibrazione e
combinazione con spettro di risposta in
accelerazione. Raccomandato dalla norme. E’ il
metodo più affidabile nel contesto delle analisi
con modello lineare
Taglio massimo alla base dovuto Fj max = MΦ j γ j gS a ( T j , ξ j )
al j-esimo modo.

E = E12 + E 22 + .. + En2

Combinazione delle risposte

E= ∑∑ ρ ij Ei E j
i j
Analisi push-over
• L’idea di base alla base del metodo è quella di applicare un
set di forze alla struttura in modo tale che il
comportamento della struttura ottenuto inviluppi tutte le
possibili risposte calcolate mediante analisi non lineari
dinamiche.
• In altri termini potrebbe essere spiegato dicendo che se è
possibile individuare un set di azioni o di deformazioni tali
che un particolare modo di risposta o una combinazione di
modi può essere rappresentata staticamente, allora la
risposta della struttura ottenuta sotto l’effetto di un vettore
crescente di azioni o di deformazioni può sostituire i
risultati ottenuti dall’analisi dinamica
Qual’è la forma più adeguata del vettore
di azioni o di spostamenti impressi?
• Considerando il comportamento in fase
elastica e post-elastica di un edificio le
distribuzioni più appropriate potrebbero
essere rappresentate dalla triangolare
inversa e costante. In realtà considerando
tali distribuzioni c’è il rischio di sovra o
sottostimare anche grossolanamente la
risposta globale
Quando è opportuno utilizzare l’analisi
push-over
• In generale quando la struttura ha un
comportamento regolare (la definizione è quella
data dalla normativa)
• Se il comportamento non è regolare è probabile
che esistano delle non trascurabili influenze dei
modi superiori. Questo porta a considerare come
più opportuna la tecnica adattativa ovvero basata
sui modi di vibrare ricalcolati ad intervalli di
tempo regolari.
• Se non è verificata l’ipotesi di solai rigidi diventa
molto difficile condurre un’analisi push-over
2000
Stato Limite DL
1800
1600
Taglio alla base [kN]

1400
1200
1000
800
600
400
2000
200 Stato Limite DS
1800
0
0 5 10 15 201600 25 30

Taglio alla base [kN]


Spostamento copertura1400
[cm]
1200
1000
800
600
400
200
0
0 5 10 15 20 25 30
Spostamento copertura [cm]
Analisi push-over per progettazione
• analisi “pushover” per la definizione
del legame forza-spostamento
generalizzato tra risultante delle forze
applicate e spostamento di un punto di
controllo del sistema.
• Determinazione delle caratteristiche di
un sistema 1-GDL a comportamento bi-
lineare equivalente
• Determinazione risposta massima in
spostamento del sistema equivalente
con utilizzo dello spettro di risposta
• Conversione dello spostamento del
sistema equivalente nella
configurazione deformata della
struttura e verifica
Le scelte nella fase di analisi strutturale
di un edificio in c.a.

Modellazione:
• Modellazione geometrica
• Modellazione degli elementi non lineari
• Modellazione dei materiali
I problemi relativi alla modellazione geometrica

• Terreno
• Nodi trave-colonna
• Rigidezza delle sezioni (Ruolo della
fessurazione)
• Distribuzione delle forze orizzontali sugli
elementi di piano (Solai rigidi)
• Vani ascensori o nuclei
La modellazione del terreno
comporta in generale difficoltà
• Il modo più rapido e semplice per
modellare l’effetto del terreno è
quello di utilizzare il modulo di
Winkler per definire delle molle
corrispondenti. La rigidezza della
molla è data dal prodotto dell’area
di appoggio della fondazione per il
coefficiente di Winkler (Ks) Bf

Kv = B f D f Ks
1 3
Kr = B f D f Ks
12
Invece di molle equivalenti si
possono utilizzare modelli che
riproducono artificialmente la
flessibilità

•La definizione rigorosa dovrebbe invece essere effettuata attraverso la


determinazione di una matrice di impedenza (dinamica) della
fondazione da assemblare poi alla matrice della sovrastruttura
Modellazione dei nodi trave-colonna

Per modellazioni lineari è indispensabile


considerare l’effetto irrigidente che i nodi
determinano sugli elementi connessi. Questo
effetto si può ottenere con due diverse tecniche:
• Irrigidimenti terminali direttamente configurati
sull’elemento strutturale trave o pilastro
• Modello del nodo a connessioni rigide
Modellazione lineare: Nodi con
connessioni rigide
Modellazione non lineare: molla non
lineare equivalente
Elementi con offset rigidi terminali
Offset rigidi

Terminali rigidi: vengono tenuti in conto


modificando la matrice di rigidezza
dell’elemento. Il surplus di rigidezza viene
solitamente espresso in % (solitamente non
superiore al 50% per evitare problemi di
instabilità nella convergenza della
soluzione
Sezioni fessurate
• La distribuzione globale della rigidezza può
essere fortemente influenzata dalla stato
fessurativo degli elementi. Per gli edifici
esistenti soprattutto se hanno già subito
carichi sismici o altre azioni di notevole
importanza lo studio con sezioni fessurate
assume un significato ancora più
importante. Un primo criterio può essere
quello di seguire le indicazioni della
normativa in tema di assunzioni del
momento d’inerzia ‘fessurato’.

Per casi di particolare impegno strutturale


può essere conveniente il ricorso al metodo
misto sperimentale e numerico con
calibrazione della rigidezza sulla base delle
frequenze di oscillazione.
Modellazione delle non linearità sugli elementi
Esistono due possibili strade per la
modellazione di elementi non lineari in c.a.:

• A non linearità concentrata;


• Elementi a fibre;
Non linearità concentrata
M
• E’ un approccio semplificato al
problema. Si devono conoscere
i legami non lineari degli
elementi. Generalmente sono
espressi in termini di relazioni
tra momento e curvature delle
sezioni dove si pensa si
realizzeranno le cerniere χ
plastiche degli elementi.
Modellazione a fibre

• L’elemento è pensato
come un fascio di fibre
legate da una relazione
di congruenza. Per
tipologia di fibra si
definisce una legge
specifica di
comportamento
(legame sforzo-
deformazione)
Modellazione di fenomeni legati alle rotture
per flessione-taglio e/o torsione degli elementi
• E’ un problema di notevole complessità concettuale legato
all’interazione azioni di taglio e momento. Pochi codici ad
elementi finiti implementano in modo efficace questo tipo
di analisi
• Un procedura più semplificata consiste nell’eseguire
l’analisi non lineare con elementi implementano tale
opzione verificando a posteriori la compatibilità con la
resistenza a taglio stimata con il modello proposto in
normativa.
• Valutazioni più raffinate sono richieste se esiste un elevato
livello di carico assiale
Modellazione dei materiali

• Il programma di analisi deve supportare la


modellazione dei materiali quando si utilizza
l’analisi non lineare. Il modello deve tenere conto
del comportamento reale ovvero si devono
considerare modelli sforzi-deformazioni adeguate
con opportune leggi di carico e scarico (leggi
cicliche) se si eseguono analisi dinamiche
complete con integrazione al passo oppure
semplicemente monotone se si utilizzano analisi di
tipo push-over
Principi generali
• Adeguata capacità di dissipare energia per azioni cicliche
ripetute, senza riduzioni significative della resistenza
• criterio della gerarchia delle resistenze: distribuzione delle
deformazioni inelastiche nel maggior numero possibile di
elementi duttili (travi), anziché in elementi (pilastri), o in
meccanismi resistenti (taglio, nodi trave-pilastro), fragili
• due Classi di Duttilità (CD): alta (CD"A") e bassa (CD"B"):
meccanismo dissipativo ad elevata capacità o soglia minima di
duttilità per ogni elemento
• in funzione del livello di duttilità variano le modalità di
applicazione del criterio della gerarchia delle resistenze e
l'azione sismica di progetto, regolata dal fattore di struttura q
• gli edifici con struttura prefabbricata in cemento armato sono
trattati separatamente
• in zona 4 è consentito il ricorso a calcoli semplificati
Il criterio GR ha lo scopo di eliminare o porre su un
livello gerarchico superiore (ritardato) le modalità di
collasso non dissipative o fragili
Materiali (acciaio)
• Allungamento uniforme al carico max (valore frattile
10% inferiore):
εsu,k > 8%
• Rapporto tra resistenza e tensione di snervamento
(valore medio del rapporto):
1,15 < ft/fy < 1,35
• Rapporto medio tra valore effettivo e valore nominale
della resistenza a snervamento:
fy,eff/fy,nom < 1,25
Fattori di struttura
q = qo KD KR

• qo dipende dalla tipologia strutturale e dalla


sovraresistenza

• KD dipende dalla classe di duttilità


0,7 – 1,0
• KR dipende dalla regolarità
0,8 – 1,0
Verifica delle travi
• Momenti di calcolo ottenuti dall'analisi globale della struttura con
la combinazione sismica
γ I E + G K + PK + ∑i(ψ ji Q Ki )
• In CD"B" le azioni di taglio derivano dall’equilibrio dei carichi
gravitazionali applicati e dall’equilibrio dei momenti di estremità.
• In CD"A“le azioni di taglio derivano dall’equilibrio dei carichi
gravitazionali applicati e dal contributo prodotto dai momenti
resistenti delle sezioni di estremità, amplificati di: γRd = 1,20.
• I Momenti resistenti di estremità si calcolano sulla base delle
armature flessionali effettive, con coefficienti parziali di sicurezza
γm delle situazioni non sismiche.
• In CD “B” la resistenza a taglio è calcolata come nel caso non
sismico, in CD"A“ si trascura il contributo del calcestruzzo per via
delle fessure molto ampie
Vcu=0.6fctdbdδ Vsu=Aswfyd0.9d/s(cosβ+sinβ)
Verifica – pilastri
• In CD"B", le sollecitazioni di calcolo da utilizzare per il
dimensionamento o verifica dei pilastri sia a pressoflessione
che a taglio, sono date dalla più sfavorevole situazione ottenuta
dall'analisi globale
• In CD"A" momenti flettenti ottenuti moltiplicando i momenti
derivanti dall'analisi per il fattore di amplificazione α:

α = γ Rd ⋅
∑ M Rt

∑M p

• In CD"A" sforzi di taglio ottenuti dalla condizione di equilibrio


del pilastro con momenti resistenti nelle sezioni di estremità
s i
M Rp + M Rp
V = γ Rd ⋅
lp
0.9

2-3 3-4
0.8

0.7

0.6

0.5
4-4A
1.5

0.4
4A-5

1
0.3
1-2

0.2 0.5

0.1

0
-2 -1.5 -1 -0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3
Progetto dei nodi
Obiettivi di una progettazione ottimale:
• La resistenza del pannello nodale deve
essere non inferiore a quella
dell’elemento più debole ad esso
collegato
• Il degrado fisico del nodo non deve
diminuire la capacità portante (carichi
verticali) delle colonne
• Durante azioni sismiche di bassa entità il
nodo dovrebbe rimanere in campo
elastico (assenza di danno, nessuna
riparazione)
• E’ poco opportuno risolvere i problemi
di resistenza adottando elevate
percentuali di armatura che
provocherebbero forti congestioni e
difficoltà costruttive
Possible
Possiblefailure
failuremechanisms
mechanisms
available
availableininliterature
literature
(ribbed
(ribbedbars)
bars)

“Concrete
“Concretewedge”
wedge”
mechanism
mechanism
(smooth
(smoothbars)
bars)
Per rispondere a questi requisiti la normativa
prevede una distinzione
• Nodi interamente confinati, così definiti quando in
ognuna delle quattro facce verticali si innesta una
trave. Il confinamento si considera realizzato
quando su ogni faccia la sezione della trave si
sovrappone per almeno i 3/4 della larghezza del
pilastro, e su entrambe le coppie di facce opposte
del nodo le sezioni delle travi si ricoprono per
almeno i 3/4 dell'altezza;
• Nodi non interamente confinati: tutti i nodi non
appartenenti alla categoria precedente.
Verifica di resistenza
• La verifica di resistenza del nodo si assume
automaticamente soddisfatta nel caso che esso sia
interamente confinato.
• Per nodi non confinati, appartenenti a strutture di DC"A" e
"B" deve essere verificata la seguente condizione:
n st ⋅ Ast Rck
≥ 0,15
i ⋅b fy
nella quale nst è il numero di braccia delle staffe orizzontali
presenti lungo l'altezza del nodo, Ast è l'area di ciascuna
barra, i è l'interasse delle staffe, e b è la larghezza utile del
nodo.
Particolari – travi
• Limiti geometrici (b<20 cm, b/h<0.25)
• Percentuali di armatura 1,4 7
< ρ<
fyk fyk
• Distanza tra le staffe:
– un quarto dell'altezza utile della sezione trasversale
(DC"A" e "B")
– 15 cm (DC"A" e "B")
– sei volte il diametro minimo delle barre longitudinali
considerate ai fini delle verifiche (solo per DC"A“)

Per staffa di contenimento si intende una staffa rettangolare,


circolare o a spirale, di diametro minimo 6 mm, con ganci a
135° prolungati per almeno 10 diametri alle due estremità. I
ganci devono essere assicurati alle barre longitudinali.
Particolari – pilastri
• Limiti geometrici
• Percentuali di armatura
• Zone critiche alle estremità:
– il lato maggiore della sezione trasversale
– un sesto dell'altezza netta del pilastro
– 45 cm
• Distanza tra staffe nelle zone critiche:
– un quarto del lato minore della sezione trasversale (DC"A" e
"B")
– 15 cm (DC"A" e "B")
– 6 volte il diametro delle barre longitudinali che collegano
(solo per DC"A")
Particolari-Nodi
• Sono da evitare per quanto possibile eccentricità tra l'asse della trave e l'asse
del pilastro concorrenti in un nodo. Armature apposite in caso contrario
• Le armature longitudinali delle travi, sia superiori che inferiori, devono
attraversare, di regola, il nodo senza giunzioni. Quando ciò non risulti
possibile, sono da rispettare le seguenti prescrizioni:
• -le barre vanno ancorate oltre la faccia opposta a quella di intersezione,
oppure rivoltate verticalmente in corrispondenza di tale faccia, a
contenimento del nodo;
• la lunghezza di ancoraggio va calcolata in modo da sviluppare una tensione
nelle barre pari a 1,25 fyk, e misurata a partire da una distanza pari a 6
diametri dalla faccia del pilastro verso l'interno.
• Indipendentemente da quanto richiesto dalla verifica in 5.4.2.2, lungo le
armature longitudinali del pilastro che attraversano i nodi non confinati
devono essere disposte staffe di contenimento in quantità almeno pari alla
maggiore prevista nelle zone del pilastro inferiore e superiore adiacenti al
nodo.
• Questa regola può non essere osservata nel caso di nodi interamente confinati.
Meccanismi di funzionamento che devono
instaurarsi all’interno dei nodi
Tamponamenti in muratura

Irregolarità provocate dai tamponamenti


Torsione
Concentrazione di danno

Effetti locali
Pilastri corti

Limitazioni dei danni ai tamponamenti


Armature esterne o nei letti di malta
Zona 4

• Particolari costruttivi
• Sistema di forze orizzontali con:
Sd(T) = 0,05
• Verifiche indipendenti nelle due direzioni, allo
stato limite ultimo.
Bibliografia
• Earthquake Resistant Concrete Structures
G.Penelis and A. Kappos, E&FN Spon 1992
• Seismic Design and retrofit of Bridges, M.J.N.
Priestley, F. Seible, G.M. Calvi, John Wiley &
Sons, Inc.1996
• Eurocode 8: Design of structures for earthquake
resistance Part 1: General rules, seismic actions
and rules for buildings. DRAFT No 6
• Manuali e commentari Ordinanza. In corso di
preparazione

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