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Relazione sulla Sintesi Additiva e Sottrattiva dei Colori

Introduzione: Nella percezione umana, i colori rivestono un ruolo fondamentale, ma come vengono formati? In questa
relazione, abbiamo esplorato due metodi di formazione dei colori: la sintesi additiva e la sintesi sottrattiva.

Sintesi Additiva dei Colori (RGB): Nel XVIII secolo, il matematico e fisico inglese Sir Isaac Newton condusse
esperimenti sulla decomposizione della luce bianca attraverso un prisma. Attraverso questi esperimenti scoprì che la luce bianca è
composta da un insieme di colori che costituiscono lo spettro visibile.

La sintesi additiva dei colori si basa su un concetto simile il principio che i colori possono essere ottenuti combinando luce colorata.
Questo processo viene spesso utilizzato nei display, nelle proiezioni luminose e nei sistemi di illuminazione dove ad ognuno dei
valori viene dato un valore numerico compreso tra 0 e 255. Nel contesto della sintesi additiva, i tre colori primari sono il rosso, il
verde e il blu che formano il sistema RGB (Red, Green, Blue).

La combinazione di questi colori primari in quantità variabili produce una vasta gamma di colori. Ad esempio, l'unione del rosso e
del verde produce il giallo o l'unione del verde e del blu produce il ciano. Quando tutti e tre i colori primari sono combinati, si
ottiene il bianco mentre con la totale assenza di questi si ottiene il nero.

Sintesi Sottrattiva dei Colori (CMYK): La sintesi sottrattiva dei colori si basa sul principio opposto ovvero che i colori
possono essere ottenuti sottraendo determinate lunghezze d'onda di luce da una sorgente luminosa bianca. Questo processo viene
comunemente utilizzato in stampa, pittura e nell'industria cinematografica per ottenere una vasta gamma di sfumature.

Nella sintesi sottrattiva, ci sono sempre tre colori primari, in questo caso il ciano, il magenta e il giallo (Cyan, Magenta, Yellow) in
più viene usato un colore aggiuntivo che nella stampa moderna identifica il nero usato per migliorare la qualità della stampa e
risparmiare inchiostro definito colore chiave (Key) da cui deriva quindi la K in CMYK. Combinando questi colori primari in quantità
variabili, è possibile ottenere una vasta gamma di colori. Ad esempio, la sovrapposizione di ciano e magenta produce il blu, o la
sovrapposizione di magenta e giallo che produce il rosso. Quando tutti e tre i colori primari sono sovrapposti, si ottiene il colore
chiave nero.

Nonostante gli esperimenti di Sir Isaac Newton citati in precedenza fu solo nel 1802 che il chimico francese Michel-Eugène Chevreul
formulò la teoria sulla sintesi dei colori additiva e sottrattiva. Le sue scoperte contribuirono alla comprensione moderna dei
processi di formazione dei colori e sono i fondamenti dei sistemi RGB e CMYK.

Riassumendo la sintesi additiva si basa sulla combinazione dei colori per ottenere una luce colorata, mentre la sintesi sottrattiva
coinvolge la sottrazione di determinate lunghezze d'onda per ottenere colori differenti. Queste teorie hanno applicazioni in
molteplici campi, tra cui l'arte, la comunicazione visiva e l'industria. Attraverso le scoperte di Newton, di Chevreul e di altri studiosi
nel corso della storia, siamo riusciti a comprendere meglio i meccanismi alla base della formazione dei colori e ad applicarli in vari
contesti pratici.

Colori non spettrali e approfondimento sul colore magenta: Il colore magenta è un'eccezione interessante
quando si parla di formazione dei colori, poiché, dal punto di vista scientifico, non esiste come colore singolo nello spettro visibile.

Nello spettro visibile, le lunghezze d'onda della luce variano dal rosso al violetto, e il magenta si trova tra il rosso e il blu. Tuttavia, se
osserviamo attentamente lo spettro, noteremo che non esiste una lunghezza d'onda specifica corrispondente al magenta. In altre
parole, il magenta non è una lunghezza d'onda pura, ma piuttosto una percezione che deriva da una combinazione di stimoli
luminosi.

Il magenta è ciò che viene chiamato un "colore spettrale immaginario" o "colore non spettrale". Si forma dalla combinazione di due
colori spettrali opposti, il rosso e il blu. Quando i coni dell'occhio umano, sensibili alle diverse lunghezze d'onda, vengono stimolati
contemporaneamente dalle lunghezze d'onda del rosso e del blu, il cervello interpreta questa combinazione come il colore
magenta. In altre parole quando il magenta appare davanti agli occhi, il cervello inventa un colore che non corrisponde a nessuna
parte dello spettro visibile.

Gli altri colori non spettrali sono il marrone e il rosa. Anche il bianco e il nero dovrebbero essere considerati colori non spettrali in
quanto non compaiono da nessuna parte nello spettro dei colori visibili detto ciò nessuno dei due è considerato tale in quanto
rappresentano rispettivamente l’unione di tutti i colori e quindi la luce pura e la totale assenza di essa e quindi dei colori che
avrebbe dovuto riflettere.

La teoria dei colori nei media:


Per alleggerire la lettura di questa relazione abbiamo deciso di aggiungere una sezione sull’impatto avuto dalla teoria dei colori nei
vari media.

Nel 1927 lo scrittore di fantascienza horror statunitense Howard Phillips Lovecraft rilasciò il suo racconto breve “The color from
outer space” (“Il colore venuto dallo spazio”) nelle sue sole 38 pagine lo scrittore racconta di un asteroide caduto ad Arkham in
Massachusetts che trasporta dentro di sé un essere vivente che si manifesta come una radiazione/onda proprio come la luce stessa
e che viene percepita dai protagonisti come un “colore che non esiste ma che vediamo” questo potrebbe sembrare non importante
a chi non conosce la figura di Lovecraft ma chi la conosce sa quanto lo scrittore fosse lontano da qualunque scienza tanto da
esserne terrificato.

Questo mostra quanto impatto la teoria del colore avesse già avuto negli anni successivi alla sua creazione. Il racconto verrà poi
adattato in due film il primo dei quali del 2010 è stato girato completamente in bianco e nero tranne per il “mostro” rappresentato
da un color magenta acceso.

Parlando di film: i primi film a colori nacquero quando si iniziò a sostituire la vecchia pellicola ortocromatica con una che
supportava il sistema a sintesi additiva RGB infatti prima dai allora le pellicole supportavano solo colori tra il blu e il verde rendendo
impossibile l’uso di colori che non fossero un misto tra i due.

Dalla pellicola siamo poi passati ai cd che si basano sempre sull’interazione della luce con la materia: la lettura avviene tramite un
raggio laser generato da un diodo e che rileva la presenza dei abbassamenti o di innalzamenti. Quando il raggio laser incontra un
abbassamento esso viene disperso, mentre incontrando un innalzamento viene riflesso e attraversando un prisma, deflesso su un
secondo diodo rilevatore.

Sempre parlando di dischi nel 1973 la band rock Pink Floyd decise di mettere come copertina del loro nuovo album “Dark side of
the moon” proprio l’esperimento di newton con il prisma.

Approfondimenti:

Newton e il prisma Rai.

Simulatori.

Il colore venuto dallo spazio.

Dark side of the moon.

Fonti principali:

Google’s quick answer

Wikipedia.

Physics Classroom.

Encyclopædia Britannica.

Understanding The Mysterious 'K' In CMYK

Membri

Nicolas Zangirolami

Lorenzo Montemaggi

Gabriel Mihaila

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