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Il mosaico è una tecnica antica decorativa già in uso presso gli Egizi; godette di

particolare favore tra Greci e Romani (specie per i pavimenti) e poi soprattutto
nell’arte bizantina (per le superfici murarie).
Consiste nel comporre un disegno o un’immagine accostando piccole tessere, cioè
minuti tasselli di pietra, di marmo o di pasta vitrea colorati. Le tessere di pasta
vitrea colorati permettono di avere una più vasta gamma di colori. L’introduzione
delle tessere in pasta vitrea risale ai Romani: il vetro, ottenuto dalla
solidificazione di ossido di silicio, è reso opaco con un composto di piombo e
stagno, e colorato con l’aggiunta di sali minerali; le tessere dorate, invece, si
ottengono inserendo una foglia d’oro fra due strati di vetro: quello sottostante
rosso o verde, quello sovrastante trasparente.

Origini e storia del mosaico


Il mosaico è una tecnica molto antica, già usata in Mesopotamia e in Egitto e
perfezionata da Greci e Romani. Con i Romani conobbe grande fortuna, soprattutto in
epoca imperiale, quando sovrani, nobili e ricchi cittadini chiesero ai maestri di
decorare i pavimenti e le pareti delle loro lussuose dimore. I soggetti potevano
essere semplici motivi geometrici in bianco e nero, immagini di fiori, foglie o
nastri, scene mitologiche, marine o particolareggiate raffigurazioni di gare e
celebrazioni. Uno dei complessi meglio conservati è quello della Villa del Casale a
Piazza Armerina in Sicilia.
Dal IV secolo d.C. il mosaico è utilizzato anche per la decorazione di volte e
cupole e conosce la massima diffusione proprio nell’arte paleocristiana e nell’arte
bizantina. Le più importanti testimonianze dell’arte musiva bizantina si trovano
oggi nelle chiese di Santa Sofia nella odierna Istanbul; di San Vitale, di San
Apollinare Nuovo e di San Apollinare in Classe a Ravenna; di San Marco a Venezia.
Per gli effetti tipicamente bidimensionali, questa tecnica perde d’importanza con
il Rinascimento e il recupero della prospettiva, mentre ha destato l’interesse di
alcuni artisti del Novecento, come Gustave Klimt e Joan Miró.

La tecnica del mosaico – descrizione


Si parte da un disegno a grandezza definitiva su un cartone; il cartone viene
riportato sulla superficie che ospiterà il mosaico.
Alle linee e ai colori del disegno si sostituiscono le tessere. Le tessere vengono:
tagliate;
disposte con inclinazioni differenti per determinare diversi effetti di riflessione
della luce, in particolare nelle zone dorate, e per sottolineare l’andamento di
panneggi, barbe e capigliature;
fissate via via su piccole sezioni di superficie intonacata, di modo che questa
resti sempre fresca mentre le tessere vengono disposte fino al completamento
dell’opera.

La realizzazione di un mosaico richiede la partecipazione di artisti con competenze


diverse:

il pictor imaginarius, che disegna la composizione;


pictor parietarius, che riporta e adatta il disegno sul muro;
il pictor musivarius, che colloca le tessere su uno strato cementizio.

Nel Medioevo, a partire dal XII secolo, si adottò una nuova tecnica accanto a
quella tradizionale. Le tessere si incollavano su un pannello di legno sul quale si
applicava una tela.
La tela veniva poi appoggiata sulla parete fresca di intonaco. L’intonaco,
seccando, tratteneva le tessere e la tela veniva infine tolta.

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