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venerdì 27 gennaio 2023

Fenomenologia delle arti contemporanee

Lezione 14

Massimo volume: “Dire qualcosa mentre si è rapiti dall’uragano”—>LACAN—> linguaggio


(uragano)—> nostro nome: preesistente rispetto alla nostra nascita. E’ il linguaggio che
autentica la nostra esistenza. E’ il linguaggio che parla per me, ma io non sono il linguaggio.

Se non ci si pone di fronte all’altro non ci si riconosce, non ci si accetta.

Excursus storico: 1a parte Lacan—>Registro dell’ immaginario—>specchio—>resta il vuoto

2a parte Lacan—>Registro del simbolico—>Linguaggio—>suono

3a parte Lacan—>Registro del reale—>Pulsione di morte, ecc..

Perché questi 3 registri? La soggettività è qualcosa di complesso. Non siamo un “io”


cartesiano. Non possiamo riconoscere il nostro io: abbiamo un “moi” (ciò che mostriamo) e
un “je” (riconducibile all’inconscio)

L’inconscio va in diverse direzioni prive di una logica. Il registro del simbolico è la parte
superiore dove vige il linguaggio, le regole, quella visibile. Poi ci rendiamo conto che sono
tutte convenzioni quelle della super cie. (Minuti22 registrazione)—>zona oscura: registro
del reale

Noi conosciamo una piccola parte dell’inconscio, che sarebbe il sogno—>sintomo. Ma qual
è la diagnosi? Cosa c’è di sommerso e quanto possa interessare a livello creativo?

Inconscio—>composto da tre cerchi—>nodo Borromeo

(Registri).

La soggettività, composta dall’io rappresentante nella società (moi), poi c’è l’ ”io”
dell’inconscio (je).

Lacan fa una sorta di topologia: nodo Borromeo—>tre cerchi—>tre registri.

Lacan—>sogni per essere rappresentati

La nostra identità si forma in primis attraverso l’immagine allo specchio dai 6 ai 18 mesi—>
non più polimorfo, ma INDIVIDUO. La nostra identità passa per l’altro.

Non si possono provare sentimenti se non c’è l’altro. Il registro dell’immaginario è quello del
narcisismo—>il nostro rapporto che noi abbiamo con la nostra immagine.

Piano piano creiamo quello che Lacan chiama “io ideale”—> l’immagine che io vorrei che
gli altri riconoscessero in me, ma che inevitabilmente con gge con l’immagine che gli altri
hanno di noi. Chi sviluppa un’ io ideale che arriva al narcisismo, comporta un isolamento.

L’ideale dell’io—>”il residuo della terra sotto le scarpe.”—>le radici—>il residuo di quello
che è la nostra gura genitoriale di riferimento—>componente essenziale nella costruzione
della nostra soggettività.

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