Sei sulla pagina 1di 4

Lacan, Il seminario Libro XVII Il rovescio della psicanalisi Trieste, 17 gennaio 2008. Introduzione di Mario Colucci.

i. Presenti: Alessandro Barberio, Anna Calligaris, Alessandro Di Grazia, Massimiliano Nicoli, Tiziano Possamai, Cecilia Randic, Pier Aldo Rovatti, Massimiliano Roveretto, Eric Schneider, Alberto Sossa, Damiano Cantone si aggiunge in seguito. Mario Colucci presenta il seminario. Su sollecitazione di Rovatti chiarisce che cos il rovescio della psicanalisi per Lacan. Il rovescio da intendersi innanzitutto rispetto a quattro punti, dice; il rovescio va visto: 1) allinterno del discorso psicanalitico, come attacco che Lacan porta agli psicanalisti postfreudiani, rei di avocare a s lortodossia dellinterpretazione delleredit freudiana 2) come attacco alle derive padronali del discorso dellanalista come maestro di verit, che porta avanti una prospettiva di potere e di tipo educativo, sino a dare consigli e prescrizioni allanalizzante 3) allinterno della stessa prospettiva lacaniana, poich ci sarebbe una svolta nel pensiero di Lacan rispetto a una prima fase legata al tema dellEdipo e del Nome del Padre. In un primo momento Lacan ricerca nel Nome del Padre un punto di stabilit che garantisca lintero sistema simbolico: lAltro ha una strutturazione quasi metafisica. In questo seminario Lacan prende distanza da tale posizione, mettendo in questione lidea stessa di una fondazione; il sistema simbolico stesso (al pari del soggetto), nel secondo Lacan non pieno, mancante: non c Altro dellAltro. Lacan giunge qui persino a interrogarsi sul valore della citazione come ricorso allaltro (supposto sapere), come garanzia del proprio discorso. 4) rispetto al lavoro dellanalisi e alla direzione della cura. Se in un primo periodo Lacan segue pi laspetto creativo, immaginario della psicanalisi (cfr. Seminario V, Le formazioni dellinconscio), soffermandosi sullInterpretazione dei sogni e sulla Psicopatologia della vita quotidiana, guardando allinconscio innanzitutto come creatore di significanti e significazioni e nella direzione del desiderio, in una seconda fase invece linteresse di Lacan va allAldil del principio di piacere e alla pulsione di morte. Questa, quel qualcosa che non riportabile al sogno come realizzazione di un desiderio, viene agganciata da Lacan al godimento, ed vista come quella spinta non padroneggiabile del soggetto verso la morte che Freud indica ne Il disagio della civilt. LAltro cos per Lacan perforato dal godimento: vi un buco, una zona oscura attorno alla quale il soggetto fa il giro senza mai poterla dire, significare. Il godimento avrebbe dunque a che fare con questo giro, con il contornare il buco, buco che Lacan chiama anche oggetto a, come qualcosa cio che rimane al di fuori di ogni significazione possibile, qualcosa che non pu essere assimilato. Ritornando al seminario... siamo in un periodo in cui negli ambienti francesi circola la riflessione sul linguaggio in chiave strutturalista (basti citare Saussure e Barthes), in questo contesto si colloca la riflessione sui quattro discorsi che Lacan presenta nel seminario. Questi quattro discorsi costituiscono una sorta di topica della psicanalisi: i quattro discorsi indicano le posizioni che il soggetto occupa nellatto dellenunciazione. Lagente, che domina il discorso e inquadra lenunciazione, nella rappresentazione di Lacan si trova in alto a sinistra. Questi quattro discorsi mostrano dunque la posizione del soggetto nel discorso, vale a dire le modalit con cui si struttura il legame sociale. Questi sono anche i modi che hanno i soggetti per accedere al godimento, i modi in cui contornano il buco: i discorsi limitano e permettono al tempo stesso laccesso al godimento nella costituzione del legame sociale; Freud ne Il disagio della civilt indica proprio la socialit come limitazione del godimento. Lacan inizia dal discorso del padrone: 1

S1 S2 $ a Dove $ per Lacan il soggetto che barrato perch irrappresentabile come tutto, in quanto tale, anche se il soggetto allinterno del discorso di volta in volta trova qualche definizione, questa non mai esaustiva. Il soggetto inoltre allinterno del linguaggio, della dimensione del simbolico, detto da un significante S1, dove il significante rappresenta il soggetto per un altro significante; il significante insomma il rappresentante del soggetto allinterno del simbolico. Quando il soggetto entra nel simbolico c un significato rimosso, vi unalienazione del soggetto nel significante: questo lo schema classico della rimozione e il mathema dellingresso del soggetto allinterno del linguaggio. Cio quando entra nel linguaggio il soggetto lascia un resto, qualcosa che non sar mai assimilato e che non potr mai essere detto dai significanti, questo resto loggetto a. S2 sta per tutti i significanti, la catena dei significanti chiamati in causa da S1. Il lavoro dellanalista quindi quello di interpretare il sintomo allinterno della catena dei significanti: il significante non mai uno e lavora sempre per differenza allinterno della catena significante; il lavoro dellanalista perci va sempre allindietro, lavora sempre aprs coup. S1 dunque il significante padrone, nella posizione di dominio, il significante che fa regola, legge, gerarchia, norma consolidata: si tratta del discorso del divieto e dellinterdizione, come regola universale. Per fare un esempio lanoressica troppo legata alla sua immagine significante: il significante corpo magro, la sua identificazione cos rigida che la sua jouissance la porta alla morte. Il godimento porta verso loggetto a che, preso direttamente, mortifero e non padroneggiabile. Il discorso del padrone da cui Lacan parte probabilmente per lui il discorso fondamentale che meglio rappresenta la societ contemporanea. Il riferimento costante di Lacan la dialettica servopadrone di Hegel: in fondo il sapere moderno per Lacan quello del padrone che sottrae al servo il suo sapere, che un sapere pratico, un saper fare di cui il padrone si appropria teoricamente. Cos, facendo fare un quarto di giro al discorso del padrone, Lacan giunge al discorso delluniversit. S2 a S1 $ Dove S1 il simbolo del potere che si rivolge idealmente alloggetto a ma scarta rispetto al soggetto barrato che si interroga sulla verit del suo desiderio. Qualche anno dopo Lacan, nella conferenza a Milano del 1972, parler del discorso del capitalista come cifra della modernit, dove il consumo degli oggetti visto come il modo di narcotizzare il soggetto nella ripetizione di un godimento fasullo, che porta lillusione di un falso riempimento, di un falso soggetto completo. Cos il soggetto punzone di a: $ a, ovvero questa la dizione del fantasma, o il mathema dellimpossibilit, secondo cui il soggetto barrato aspira indefinitamente alloggetto a. Discorso del capitalista $ x S2 S1 a Il discorso dellanalista invece cos rappresentato: a $ S2 S1 La posizione dellanalista quella delloggetto a, lanalista cos non maestro di verit, ma un posto vuoto, al posto del buco e aiuta lanalizzante a fare il giro, contro lillusione di un soggetto pieno: nessuno pu garantire la verit del desiderio dellanalizzante. Ci che lanalista deve fare dunque saperci fare con loggetto a.

Interviene Tiziano Possamai e chiede se Lacan in questo modo parlando e teorizzando la questione della perdita non finisca per farla entrare nel discorso, per riproporla allinterno di un discorso pieno. Mario Colucci risponde che per Lacan non si tratta di rassegnarsi alla perdita, c piuttosto un imparare a saperci fare con il buco del reale; lanalista lacaniano molto silenzioso, non produttore di verit o di discorso, fa il morto, opera soltanto con dei tagli nel discorso. Tiziano Possamai replica che a quel punto nellanalista parla loggetto a, il desiderio... Interviene Pier Aldo Rovatti dicendo che Lacan sa che occorre fare continuamente il rovescio della psicanalisi; cio sa che per andare veramente avanti bisogna sapere di stare dicendo fesserie, sarebbe proprio contro questo rischio totalizzante la circolazione della macchina che Lacan ci ha mostrato qui. Mario Colucci aggiunge che lanalista cerca di scomparire dalla scena, cerca di sottrarsi allidea di verit, accetta di cadere dalla posizione di soggetto supposto sapere. Si potrebbe dire che lanalista aiuta a parlare bene, si tratta di un esercizio della parola che cerca di eliminare la parola vuota, che non ti dice. Alessandro Di Grazia si chiede se la posizione di Lacan per cui lanalista di fatto non interpreta nulla non finisca in una forma di determinismo dove non ne pi nulla della libert del soggetto. Mario Colucci risponde che lanalista piuttosto libererebbe il desiderio da quella machina di ripetizione del godimento che porta il soggetto sempre in una stessa direzione. Lanalista cos cerca di limitare la pretesa del soggetto al godimento pieno, aprendo delle piccole faglie e facendo s che si accontenti, che abbia accesso a una forma di godimento piccola e quotidiana. Il soggetto insomma si mostrerebbe l dove riesce a inceppare e bucare una struttura, lanalisi si mostra allora come un lavorare per sottrazione rispetto a una presunta pienezza. Cecilia Randic aggiunge che non si tratta di un riduzionismo, lanalista anzi per Lacan libera il soggetto nevrotico da una rappresentazione forte e unica, totalizzante che lo schiavizza. Lanalista mostra al soggetto che pu avere altri significanti, altri S1 con cui rappresentare se stesso. Pier Aldo Rovatti afferma che paradossalmente linterpretazione analitica per Lacan devessere una forma di smontaggio dellinterpretazione tradizionale. Lanalista cerca proprio di creare uno spazio libero dalle interpretazioni, libero da S2 inteso come sapere. La pratica analitica una forma di decostruzione insomma. Mario Colucci aggiunge che lanalista relativizza le interpretazioni che lo stesso analizzante d del suo sintomo, crea una sorta di slittamento della verit. Cos Freud nellAldil del principio di piacere parla di facilitazioni per cui il godimento prende sempre la stessa strada, come se ci fossero delle tracce di un sapere, strade che il godimento percorre. La particolarit del soggetto emerge dove il soggetto si relaziona a una struttura, dove il godimento si inscrive in una struttura e cio attraverso il fantasma, attraverso il quale guardiamo alla realt della vita. Quel fantasma per pu essere attraversato, aggirato. Alberto Sossa chiede se il fantasma non poi quello che ci mette in contatto con il reale mentre Alessandro Di Grazia ritorna sul fantasma come ci che ha a che fare con il raggiungimento delloggetto a... Mario Colucci sostiene che il fantasma ci che mettiamo tra noi e il reale perch questultimo qualcosa di ingovernabile. In unanalisi, continua, si tratta di rendere dinamica la scena del soggetto cercando strategie pi flessibili e provvisorie per la propria identificazione: bisogna rendere mobile la scena delle identificazioni facendo scorrere la catena dei significanti. Pier Aldo Rovatti dice che Lacan sta qui riconsiderando tutto il registro dellimmaginario, nel senso che le immagini non bloccano e identificano come in S2, nel sapere totalizzante dellAltro. Ed dunque con lattraversamento delle immagini che il soggetto passa attraverso le posizioni che Lacan ci fa vedere in questi quattro discorsi. Massimiliano Roveretto suggerisce limmagine del seminario XI in cui Lacan commenta Gli ambasciatori di Holbein e suggerisce che lanalista debba lasciare cadere le interpretazioni cos

come solo allontanandoci dal quadro e solo con la coda dellocchio che possiamo vedere ci che vi sarebbe raffigurato (nel quadro si tratta dellanamorfosi di un teschio). Pier Aldo Rovatti chiede a Colucci di precisare il riferimento che prima aveva fatto al contesto culturale dellepoca riferendosi alla centralit della questione del discorso e chiede inoltre se lEdipo davvero cos centrale per il primo Lacan ricordando che negli anni 70 Lacan veniva invece messo in relazione con lAntiedipo (1973) di Deleuze e Guattari. Mario Colucci ricorda che oltre a Saussure e Barthes, tra i riferimenti culturali contemporanei a Lacan vi il Foucault che pronuncia Lordine del discorso (1970) e scrive Larcheologia del sapere (1969), e che inoltre in questo seminario Lacan si riferisce anche a Marx, nel tentativo di fare i conti con ci che gli accade intorno, per rispondere alla protesta studentesca. Per quanto riguarda lEdipo spiega che negli anni 50 lEdipo la questione centrale con cui Lacan si misura, elaborandola ne il-Nome-del-Padre; se non lEdipo nella sua totalit, dice, almeno la questione della castrazione.

Potrebbero piacerti anche