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GUIDA IVA
Allegato a «La Settimana fiscale» n. 2 del 20 gennaio 2012 – Poste Italiane Sped. in A.P. – D.L. 353/2003 conv. in L.46/2004, art. 1, c. 1, DCB Roma
gennaio 2012
PRESENTAZIONE
GUIDA IVA
ADEMPIMENTI STRUMENTI APPROFONDIMENTI
Nasce oggi, a quarant’anni dall’istituzione in Italia dell’Iva ● «Scadenzario» degli adempimenti del mese, accom-
a opera del D.P.R. 633/1972, la nuova rivista del «Sistema pagnato da utili indicazioni operative, a cura di Claudio
Frizzera 24», dedicata all’approfondimento e all’analisi Sabbatini;
operativa di tutte le problematiche legate all’applicazione ● «L’adempimento»: in ogni numero della Rivista uno o
dell’imposta sul valore aggiunto, nazionale e comunitaria. più adempimenti operativi accompagnati da esempi di
La rivista mensile, disponibile anche in pdf oltre che nel compilazione, fac-simile, istruzioni su «come fare». Nel
tradizionale formato cartaceo, affronta con taglio operativo fascicolo di gennaio, Sandro Cerato illustra la compila-
tutte le novità, gli adempimenti ricorrenti, i casi pratici più zione e presentazione degli elenchi Intrastat;
controversi attraverso i contributi, le sintesi e gli spunti critici ● «Approfondimenti»: la parte più critica della Rivista,
dei maggiori esperti del Sole 24 Ore in materia di Iva. con interventi d’autore sui temi d’attualità: in questo
numero Gian Paolo Tosoni e Giampaolo Giuliani cerca-
Con una nuova grafica, che riteniamo più funzionale alle
no di «fare ordine» tra contribuenti minimi e interventi
attuali abitudini di consultazione rapida e ricerca per tema,
edilizi agevolati;
«Guida all’IVA» va a inserirsi, completandolo, nel ricco pa-
norama delle riviste del «Sistema Frizzera 24», coniugando ● «Giurisprudenza comunitaria»: l’importanza crescente
il rigore degli interventi d’autore con l’approccio pratico ai delle pronunce della Corte di Giustizia Ue impongono
problemi. una rassegna ragionata degli orientamenti giurispruden-
ziali in materia, curata da Renato Portale;
Numerose le sezioni di cui si compone «Guida all’IVA». In
● «Operazioni internazionali» e «Dogane»: la tassa-
particolare nel numero di esordio un documentato excursus
zione ai fini Iva delle operazioni con l’estero e la materia
storico-normativo di Raffaele Rizzardi introduce alla materia
doganale, spesso e a torto poco considerata, analizzate
ponendo l’accento sulle (molte) incongruenze della nostra
in tutti i loro risvolti operativi. Nel primo numero Fabio
normativa e sull’importanza della consultazione a livello
Oneglia sul recupero del credito Iva da parte dei soggetti
europeo per la diretta applicabilità della legislazione regola-
non residenti, mentre Benedetto Santacroce ed Ettore
mentare comunitaria.
Sbandi introducono alla regolamentazione comunitaria
A seguire le rubriche che accompagneranno ogni mese delle spese di trasporto e assicurazione;
professionisti e aziende: ● infine, a sottolineare ancor di più il carattere operativo
● «Novità»: tutte le novità normative, i recenti chiarimenti della Rivista, «Accertamento e contenzioso»: un fac-
ministeriali, la giurisprudenza più significativa, nazionale simile di ricorso correlato di tutte le necessarie informa-
e della Corte di Giustizia europea, selezionati e illustrati zioni normative e giuriprudenziali (Roberto Lunelli spiega
da Renato Portale; il deposito doganale utilizzato quale deposito Iva).
Guida aii
FFISCALE
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SCCCALLI LEGALE
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LA SETTIMANA GUIDA ALLA CONTABILITÀ GUIDA AI CONTROLLI GUIDA IL REVISORE
FISCALE & BILANCIO FISCALI ALL’IVA LEGALE
settimanale quindicinale mensile mensile mensile
GUIDA
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UIDA PRATICA
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AZIENDE
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GUIDA PRATICA IMPOSTE IMPOSTE IMPOSTE
PER LE AZIENDE INDIRETTE 1 INDIRETTE 1a DIRETTE 2
mensile guida guida guida
LAVORO LIBRI
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RI INSTANT
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STTANT
A T
GUIDA PRATICA VOLUMI INSTANT
LAVORO SPECIALIZZATI EDICOLA 2012
7 guide 40 titoli guide operative
www.sistemafrizzera24.it
SOMMARIO
GUIDA IVA
SOMMARIO
Agevolazioni Iva negli interventi
EDITORIALE di manutenzione
G. Giuliani ................................................................ 27
L’Iva «questa sconosciuta»
R. Rizzardi ................................................................ 7
GIURISPRUDENZA COMUNITARIA
NOVITÀ Rimborso Iva e deposito Iva nella giuri-
sprudenza comunitaria
Novità e ultimi provvedimenti R. Portale e G. Romano ....................................... 31
a cura di R. Portale ................................................ 9
OPERAZIONI INTERNAZIONALI
SCADENZARIO
Soggetto non residente:
Scadenze Iva dal 15 gennaio recupero del credito Iva
al 14 febbraio 2012 F. Oneglia.................................................................. 34
a cura di C. Sabbatini ........................................... 14
DOGANE
L’ADEMPIMENTO
Spese di trasporto e assicurazione:
Modelli Intrastat: come compilarli sistema di valorizzazione
S. Cerato ................................................................... 17 B. Santacroce ed E. Sbandi ................................ 38
L’IVA
«QUESTA SCONOSCIUTA»
A quarant’anni dalla promulgazione della «legge Iva» italiana
l’imposta sul valore aggiunto è al centro dell’attenzione
sia in Italia che nell’Unione europea.
di Raffaele Rizzardi ✽
L’imposta sul valore aggiunto è al centro dell’attenzione di un Testo unico, la cui struttura esplode in senso opposto:
sia in Italia che nell’Unione europea. Il tributo ha già ce- si parte con 414 articoli, ormai affiancati da «bis» e altre
lebrato i cinquant’anni dalla sua ideazione in Francia e nel aggiunte. Solo che nessun articolo della direttiva vigente ha
2012 compirà quarant’anni dalla promulgazione della «leg- la rubrica, e bisogna quindi risalire al «titolo» e al «capo»
ge Iva» italiana, cioè il D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633. cui appartiene l’articolo, per capire in quale contesto vada
In questo arco di tempo si sono inserite non poche disposizio- collocata la disposizione. Non dimenticando che, ad esempio,
ni di grande rilevanza: dagli scambi intracomunitari dei dal punto di vista terminologico, la direttiva chiama «esenti»
beni alle regole di attrazione delle prestazioni di servizi, ormai anche le operazioni che noi definiamo «non imponibili»,
diventate quasi tutte «generiche», nel luogo del committente distinguendo però tra esenti senza diritto a detrazione ed
soggetto passivo d’imposta, sia italiano che straniero, comuni- esenti con diritto a detrazione.
tario o non comunitario; dal regime del margine a quello dei Ci siamo dilungati sulla derivazione comunitaria, perché
soggetti minimi. In tema di adempimenti stiamo lottando il giudice di ultima istanza in materia di Iva è la Corte di
con vari elenchi, che il nostro Paese ha introdotto in misura Giustizia dell’Unione europea, che decide su casi specifici
ben superiore a quanto prescritto dalle direttive europee, e portati alla sua attenzione nel corso di una lite tributaria –
dal 2013 avremo nuove regole per la fatturazione sulla che come tale è la lite di un singolo contribuente in un dato
base della Direttiva 45/2010/Ue. Paese – ma che fissa principi di carattere generale applicabili
in tutta la comunità. E rispetto alla nostra Corte Costituzio-
A livello normativo l’Italia si trova nella situazione peggio-
nale (il giudizio europeo è analogo a quello di verifica della
re, avendo tuttora in essere tre norme di legge, in quanto
compatibilità di un decreto legislativo con la legge delega)
coesistono con la disposizione principale anche il D.L. 30
la Corte di Giustizia non si limita a valutare il rispetto della
agosto 1993, n. 331, conv. con modif. con L. 29 ottobre
direttiva da parte di una norma avente rango di legge, ma ha
1993, n. 427 (tenuto a parte in quanto il regime degli scam-
esteso il suo giudizio alla prassi di rettifica e di accertamento,
bi intracomunitari di beni era considerato «transitorio» in
come è avvenuto per l’Italia nella causa «Ecotrade».
attesa del regime definitivo) e il D.L. 23 febbraio 1995, n. 41,
conv. con modif. con L. 22 marzo 1995, n. 85 per il regime L’Iva è stata spesso considerata un tributo minore o «faci-
del margine sui beni usati, le opere d’arte, gli oggetti di le»: non si devono calcolare ammortamenti e l’individuazione
antiquariato e da collezione. Ma anche a livello comuni- della competenza, sia attiva che passiva, è abbastanza sicura,
tario non è facile consultare le disposizioni pertinenti, che legata all’emissione e alla ricezione dei documenti. Sia a livel-
costituiscono norma sovraordinata a quella dei singoli Stati. lo dell’Amministrazione finanziaria che dei consulenti sono
Il testo fondamentale, che avevamo applicato dal 1° aprile pochi i veri specialisti di questo tributo, che rischia però
1979, era costituito dalla Sesta direttiva (77/388/Cee), par- di dare grossi problemi nel caso in cui la norma tributaria
tita con 38 articoli, pressoché raddoppiati con le successive non sia conosciuta e correttamente interpretata.
inserzioni. Si decise, quindi, di «rifondere» (recast) le varie Due esempi per tutti.
norme in un’unica Direttiva (2006/112/Ce), l’equivalente Quanti sanno che dal 27 settembre 2009 il corrispettivo
NOVITÀ
e ULTIMI PROVVEDIMENTI
a cura di Renato Portale ✽
2
Legge comunitaria 2010
Adeguamento delle norme nazionali Iva alla legislazione comunitaria
L. 15.12.2011, n. 217
ÌÌÌ
3
Spesometro
Slitta di un mese la scadenza per l’invio dell’elenco
Provv. Agenzia Entrate
21.12.2011 ÌÌÌ
4
Contribuenti minimi
Pubblicate le regole per il nuovo regime fiscale agevolato
Provv. Agenzia Entrate
22.12.2011 ÌÌ
5
Contribuenti fuoriusciti dal regime dei minimi
Chiarimenti
Provv. Agenzia Entrate
22.12.2011 ÌÌ
6
Decreto «milleproroghe»
Chiusura partite Iva inattive – Prorogata la mini-sanatoria
D.L. 29.12.2011,
n. 216 ÌÌ
INTERPRETAZIONI MINISTERIALI
7
Violazioni in materia di fatturazione
Omessa regolarizzazione del cessionario o committente
C.M. 2.12.2011,
n. 52/E ÌÌ
8
Rimborso Iva sull’acquisto di beni ammortizzabili
Società di leasing
R.M. 13.12.2011,
n. 122/E ÌÌ
9
Plafond dell’esportatore abituale
Operazioni straordinarie
R.M. 14.12.2011,
n. 124/E ÌÌ
– continua –
10
Servizi sanitari forniti dalle farmacie
Esenzione Iva a tutto campo
R.M. 20.12.2011,
n. 128/E Ì
11
Controlli automatici e formali delle dichiarazioni
Versamento di sanzioni ed interessi – Codici tributo
R.M. 29.12.2011,
n. 132/E Ì
GIURISPRUDENZA NAZIONALE
12
Detrazione Iva
Mancanza di fattura
Cassazione
25.11.2011, n. 24912 Ì
GIURISPRUDENZA COMUNITARIA
13
Diritto al rimborso Iva
Termine di decadenza
Corte di Giustizia Ue
15.12.2011 (causa ÌÌ
C-427/10)
14
Deposito Iva e responsabilità solidale
Buona fede del gestore
Corte di Giustizia Ue
21.12.2011 (causa ÌÌ
C-499/10)
NORME e PROVVEDIMENTI
D.L. 6.12.2011, n. 201, DECRETO «SALVA ITALIA» – AUMENTO delle ALIQUOTE IVA
1
conv. con modif. con e RATEIZZAZIONE delle SOMME
L. 22.12.2011, n. 214
S.O. n. 251 alla G.U. Il decreto «salva Italia» prevede che per il periodo 1° ottobre 2012 – 31
6.12.2011, n. 284 e dicembre 2012 le aliquote Iva del 10% e del 21% sono aumentate di
S.O. n. 276 alla G.U. 2 punti percentuali (passando quindi, rispettivamente, al 12% e al 23%).
Tale aumento continuerà ad applicarsi anche nel 2013. Dall’1.1.2014,
ÌÌÌ 27.12.2011, n. 300
le aliquote in questione saranno ulteriormente incrementate di 0,5
punti percentuali (passando pertanto al 12,50% e al 23,50%).
Inoltre, l’art. 10, co. 13-decies, D.L. 201/2011, conv. con modif. con L.
214/2011 ha modificato le disposizioni che disciplinano la rateizzazione
delle somme dovute dai contribuenti a seguito di controlli automatizzati
e formali delle dichiarazioni ai sensi degli artt. 54-bis, D.P.R. 633/1972
[CFF ➊ 254a] e 36-bis e 36-ter, D.P.R. 600/1973 [CFF ➋ 6336a e 6336b].
La rateizzazione può avvenire con le seguenti modalità:
● le somme fino ad 5.000 possono essere rateizzate in un numero
massimo di 6 rate trimestrali di uguale importo;
● le somme superiori ad 5.000 possono essere rateizzate in un
numero massimo di 20 rate trimestrali di uguale importo.
È possibile utilizzare l’istituto del ravvedimento operoso versando, entro
la scadenza della rata successiva, la sanzione ridotta e gli interessi per
il ritardato versamento, utilizzando il modello F24 ed indicando i codici
tributo istituiti con la R.M. 29 dicembre 2011, n. 132/E (si veda a pag. 13).
2
G.U. 2.1.2012, n. 1 delle NORME NAZIONALI IVA
alla LEGISLAZIONE COMUNITARIA
Rimborsi trimestrali estesi a chi opera prevalentemente con operatori
esteri, i beni importati in libera pratica senza pagamento di Iva possono
ÌÌÌ
essere trasformati prima di proseguire verso un altro Stato, anche il gas
trasportato mediante gasdotti che non fanno parte della rete di distri-
buzione segue il regime speciale sull’importazione e commercializzazione
internazionale di energia elettrica e gas, regime che viene esteso pure al
caldo e freddo che viaggia mediante reti di riscaldamento o di raffred-
damento. Queste alcune nuove regole introdotte dalla Legge comunitaria
2010, che entrano in vigore il prossimo 2 marzo (60 giorni dopo la
pubblicazione). Seguono lo stesso differimento, in linea con lo Statuto del
contribuente, anche altre disposizioni di recepimento di alcune direttive
comunitarie o di correzione della direttiva sui servizi, entrata in vigore il
1° gennaio 2010, come la regolamentazione dei servizi continuativi
con operatori esteri e l’estensione del regime di non imponibilità
concesso agli organismi internazionali.
3
21.12.2011 per l’INVIO dell’ELENCO
www.agenziaentrate.
gov.it 21.12.2011 Slitta al 31 gennaio 2012 la scadenza per l’invio telematico della comu-
nicazione relativa alle operazioni rilevanti ai fini Iva, di importo non
inferiore ad 25.000, riferite al periodo d’imposta 2010. La proroga è
stata adottata al fine di consentire i necessari adeguamenti di tipo tec-
ÌÌÌ nologico e di superare le difficoltà operative rappresentate dai soggetti
titolari di partita Iva.
4
22.12.2011 per il NUOVO REGIME FISCALE AGEVOLATO
www.agenziaentrate.
gov.it 22.12.2011 Arrivano i chiarimenti sul «regime fiscale di vantaggio per l’imprendito-
ria giovanile e lavoratori in mobilità», che inizia dal 1° gennaio 2012.
Le disposizioni si applicano a chi inizia una «nuova» attività d’impresa
o di lavoro autonomo dal 1° gennaio 2012, o a chi l’ha iniziata dopo
ÌÌ il 31 dicembre 2007 e rispetta i vincoli, fissati dalla normativa istitutiva
dei «minimi» (limite di ricavi fino ad 30.000, assenza di dipendenti e
Per un approfondimento
▼
si rinvia a pag. 25. collaboratori, niente esportazioni, limitati beni strumentali, ecc.).
5
22.12.2011 CHIARIMENTI
www.agenziaentrate.
gov.it 22.12.2011 I contribuenti che fuoriescono dal regime dei minimi in quanto non sono
in possesso dei nuovi requisiti richiesti dal D.L. 98/2011, ma si trovano
nelle condizioni previste dell’art. 1, co. da 96-99, L. 244/2007 possono
usufruire di alcune semplificazioni contabili quali l’esonero dalla
ÌÌ registrazione e tenuta delle scritture contabili rilevanti ai fini delle
imposte dirette e dell’Iva, dalla tenuta del registro dei beni ammortiz-
Per un approfondimento zabili, dalle liquidazioni, dai versamenti periodici e dal versamento in
▼
si rinvia a pag. 25. acconto dell’Iva, nonché dal pagamento dell’Irap e dalla presentazione
della relativa dichiarazione.
6
G.U. 29.12.2011, n. 302 INATTIVE – PROROGATA la MINI-SANATORIA
L’art. 29, co. 6, D.L. 216/2011 (cd. decreto «mille proroghe») ha proro-
gato la scadenza del mini-condono, introdotto dal D.L. 98/2011 per i
contribuenti che non hanno tempestivamente presentato la dichiarazione
ÌÌ
di cessazione attività.
Tali soggetti, ai quali non è stata contestata la violazione, possono
sanare – entro il 31 marzo 2012 – la violazione commessa, versando
l’importo di 129, pari alla sanzione minima indicata nell’art. 5, co. 6,
primo periodo, D.Lgs. 471/1997 ( 516), ridotta ad un quarto.
INTERPRETAZIONI MINISTERIALI
7
n. 52/E REGOLARIZZAZIONE del CESSIONARIO o COMMITTENTE
L’Agenzia delle Entrate fornisce chiarimenti per la gestione delle contro-
versie pendenti in merito all’applicazione della disciplina sanzionatoria
di cui all’art. 6, co. 8, D.Lgs. 471/1997 [CFF ➊ 1621] che, a decorrere
ÌÌ
dall’1.4.1998, si applica in caso di acquisto di beni o servizi senza
emissione di fattura nei termini di legge o con emissione di fattura
irregolare da parte del’altro contraente, se il cessionario o committente
non ha provveduto alla regolarizzazione dell’operazione.
8
n. 122/E SOCIETÀ di LEASING
Il rimborso Iva sull’acquisto o sull’importazione di beni ammortizzabili
è legato alla proprietà giuridica del cespite.
Pertanto una società di leasing che concede in locazione finan-
ÌÌ
ziaria un bene ammortizzabile è l’unica ammessa alla procedura anche
se, adottando i principi contabili internazionali (Ias/Ifrs), non rileva
più il bene nell’attivo dello stato patrimoniale e non procede al suo
ammortamento.
9
n. 124/E STRAORDINARIE
L’esportatore abituale può trasferire il plafond, in caso di un’operazio-
ne straordinaria di conferimento di ramo d’azienda, senza necessità
di trasferire alla nuova società anche i debiti e crediti con l’estero.
ÌÌ
Per determinare, inoltre, la quota di plafond trasferita alla società
neo costituita e quella conservata dalla società conferente si possono
ripartire gli importi secondo un calcolo previsionale che tiene conto delle
operazioni future.
Secondo l’Agenzia, che richiama alcune sentenze di merito, il trasfe-
rimento del plafond non è condizionato al trasferimento di tutti i
rapporti con la clientela non residente e, più in generale, di tutte le
posizioni creditorie e debitorie relative al ramo d’azienda conferito.
10
n. 128/E IVA a TUTTO CAMPO
Sono esenti da Iva le prestazioni sanitarie rese dalle farmacie, consi-
stenti nella messa a disposizione di operatori socio-sanitari, infermieri
e fisioterapisti per lo svolgimento di specifiche prestazioni professionali
effettuate nei confronti di clienti/pazienti.
Ì Il beneficio è applicabile oggettivamente, in quanto i servizi sono
riconducibile alla diagnosi, alla cura e alla riabilitazione della persona
e per il fatto che sono prestati da soggetti qualificati e sottoposti a
vigilanza prevista dalle leggi sanitarie.
11
n. 132/E VERSAMENTO di SANZIONI ed INTERESSI – CODICI TRIBUTO
Sono istituiti i codici tributo 8929, 8931, 8932, 8933, 1980, 1981, 1982
e 1983 per il versamento, tramite il Mod. F24, delle somme dovute
a titolo di sanzioni ed interessi, a seguito dei controlli automatici e
dei controlli formali.
Ì
GIURISPRUDENZA NAZIONALE
12
n. 24912 MANCANZA di FATTURA
Non può essere negata la detrazione dell’Iva assolta sugli acquisti, se
il contribuente, ancorché non in possesso della fattura di acquisto,
dimostri di aver adempiuto agli obblighi sostanziali previsti dalla
disciplina Iva e, in particolare, di aver corrisposto l’imposta dovuta.
Ì
GIURISPRUDENZA COMUNITARIA
13
di Giustizia Ue TERMINE di DECADENZA
15.12.2011 (causa
C-427/10) Viene leso il principio comunitario di effettività, se il termine biennale
di decadenza per il rimborso Iva in forma anomala non consente, in
Per un approfondimento assoluto, ad un contribuente di poter chiedere all’Erario la restituzione
▼
si rinvia alla rubrica dell’imposta che egli ha dovuto restituire ad un suo cliente a seguito di
ÌÌ «Giurisprudenza comunitaria»
a pag. 31.
un’azione civile esperita entro il termine di prescrizione decennale.
14
di Giustizia Ue BUONA FEDE del GESTORE
21.12.2011 (causa
C-499/10) Nessuna responsabilità solidale può essere imputata al gestore di un
deposito Iva, se è in buona fede e l’evasione fiscale viene commessa
al momento dell’estrazione dal deposito da parte del proprietario della
merce.
ÌÌ
Per un approfondimento
▼
SCADENZARIO
15 GENNAIO - 14 FEBBRAIO 2012
15
GENNAIO
il documento di trasporto o documento equivalente idoneo ad identificare i
soggetti tra i quali è effettuata l’operazione (art. 21, co. 4, D.P.R. 26 ottobre
1972, n. 633 [CFF ➊ 221]).
La fattura deve anche contenere l’indicazione della data e del numero
dei documenti cui si riferisce. Per tutte le cessioni effettuate nel mese so-
lare precedente fra gli stessi soggetti è possibile emettere una sola fattura
riepilogativa.
CORRISPETTIVI – Scade il termine per l’annotazione nel registro dei corrispettivi (art. 24,
REGISTRAZIONE D.P.R. 633/1972 [CFF ➊ 224]) degli incassi dell’intero mese precedente
qualora risultino dall’emissione di scontrini e/o ricevute fiscali (C.M.
19 febbraio 1997, n. 45): la registrazione unica mensile è concessa ai
commercianti al minuto e soggetti assimilati, mentre in caso contrario i
corrispettivi devono essere annotati entro il giorno non festivo successivo.
Analoga facoltà è concessa ai soggetti che operano nella grande distribuzio-
ne e che già possono adottare, in via opzionale, la trasmissione telematica
dei corrispettivi secondo la C.M. 23 febbraio 2006 n. 8/E.
Dal 2002 non c’è più bisogno di allegare al registro gli scontrini riepilogativi
giornalieri.
16
GENNAIO
SOGGETTI MENSILI Entro oggi viene versata anche l’Iva a debito da parte di coloro che hanno
affidato la contabilità a terzi e hanno optato per il versamento dell’Iva
relativa al secondo mese precedente (art. 1, co. 3, D.P.R. 23 marzo 1998,
n. 100 [CFF ➊ 1655]).
Il codice tributo è 6012 – «Versamento Iva mensile dicembre».
DICHIARAZIONI Scade il termine per l’invio telematico dei dati contenuti nelle dichiarazioni
di INTENTO RICEVUTE di intento ricevute da clienti esportatori nel corso del mese precedente (art.
1, co. 381-385, L. 30 dicembre 2004, n. 311 [CFF ➊ 1771] e Provv. Agenzia
delle Entrate 14 marzo 2005).
20
GENNAIO
e VERSAMENTO 74-quinquies, co. 1, D.P.R. 633/1972 [CFF ➊ 274d] ], che effettuano
prestazioni di servizi tramite mezzi elettronici (servizi di e-commerce)
nei confronti di committenti comunitari non soggetti passivi d’imposta,
devono provvedere alla trasmissione telematica al Centro Operativo
di Pescara della dichiarazione relativa alle operazioni effettuate nel
trimestre precedente e al contestuale versamento dell’Iva dovuta. L’Iva
dovuta dovrà essere versata a mezzo bonifici bancari o postali tramite
la Banca d’Italia.
INTRASTAT – MENSILI Presentazione, per via telematica, degli elenchi riepilogativi mensili delle
MERCOLEDÌ Per un approfondimento si cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni e servizi relativi al mese
25
GENNAIO
rinvia alla rubrica «L’adem-
pimento» a pag. 17
precedente.
SCHEDA CARBURANTE Alla fine del mese (o del trimestre, a seconda della modalità prescelta) occorre
MARTEDÌ rilevare sulla scheda carburante il numero dei chilometri dell’automezzo.
31
GENNAIO
ELENCHI OPERAZIONI Presentazione da parte dei soggetti passivi identificati ai fini Iva nel
PAESI BLACK LIST – territorio dello Stato degli elenchi delle operazioni (attive e passive) effet-
MENSILI tuate nel mese precedente con operatori economici situati (aventi sede,
residenza o domicilio) in Paesi black list (art. 1, D.L. 25 marzo 2010, n.
40, conv. con modif. dalla L. 22 maggio 2010, n. 73 [CFF ➊ 1850]; D.M. 30
marzo 2010 [CFF ➊ 1851]).
FATTURAZIONE – È l’ultimo giorno utile per fatturare gli imballaggi e i recipienti (art. 15, co. 1,
IMBALLAGGI n. 4, D.P.R. 633/1972 [CFF ➊ 215]) non restituiti in conformità alle originarie
NON RESTITUITI pattuizioni contrattuali. Il D.M. 11 agosto 1975 consente di emettere una
1
FEBBRAIO
e COMUNICAZIONE
IVA
dichiarazione annuale Iva, ai sensi dell’art. 3, co. 1, D.P.R. 22 luglio 1998,
n. 322 [CFF ➋ 7045] possono presentare, a partire dal 1° febbraio, il Mod.
Iva in forma autonoma.
Infatti, l’utilizzo in compensazione nel Mod. F24 del credito Iva annuale per
importi superiori a 10.000 può essere effettuato a partire dal giorno
16 del mese successivo a quello di presentazione della dichiarazione
annuale. Pertanto, qualora il credito Iva 2011 superi 10.000, presen-
tando il Mod. Iva 2012 entro il mese di febbraio 2012 è possibile l’utilizzo
in compensazione già dal 16.3.2012.
MODELLI INTRASTAT:
COME COMPILARLI
Istruzioni operative per la compilazione e presentazione degli elenchi Intrastat
da parte dei soggetti passivi Iva che operano in ambito intracomunitario.
di Sandro Cerato ✽
L’ADEMPIMENTO
Dal 1° gennaio 2010, a seguito del recepimento delle Direttive Soggetti obbligati
12 febbraio 2008, n. 8 Ce e 16 dicembre 2008, n. 117 Ce, la
In linea generale, sono obbligati alla presentazione degli
disciplina degli elenchi riepilogativi delle operazioni intra-
elenchi Intrastat i soggetti passivi che hanno ceduto o
comunitarie (Intrastat) risulta profondamente modificata
acquistato beni comunitari, nonché i soggetti che hanno
rispetto al passato, sia per quanto riguarda le modalità di pre-
effettuato o ricevuto servizi intracomunitari.
sentazione degli elenchi, sia soprattutto per quanto riguarda
Più in particolare, ai sensi dell’art. 50, co. 6, D.L. 331/1993
il contenuto, essendo obbligatoria la rilevazione non solo più
sono tenuti all’adempimento in questione:
delle cessioni di beni, ma anche delle prestazioni di servizi.
● i soggetti passivi Iva nazionali che effettuano scambi
Per gli elenchi Intrastat presentati sino al periodo d’im-
intracomunitari di beni e/o di servizi «generici» di cui
posta 2009, le operazioni soggette a rilevazione erano,
all’art. 7-ter, D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 [CFF ➊ 207b];
infatti, rappresentate esclusivamente dalle cessioni e dagli
● gli enti, le associazioni e le altre organizzazioni di
acquisti intracomunitari (art. 50, co. 6, D.L. 30 agosto
331, n. 93, conv. con modif. dalla L. 29 ottobre 1993, n. 427 cui all’art. 7-ter, co. 2, lett. b) e c), D.P.R 633/1972 che
[CFF ➊ 1271], ante riforma, e art. 6, co. 1, D.L. 23 gennaio
effettuano operazioni nello svolgimento di attività non
1993, n. 16, conv. con modif. dalla L. 24 marzo 1993, n. 75, commerciali, limitatamente agli acquisti intracomuni-
norma, quest’ultima, abrogata dall’art. 4, D.Lgs. 11 febbraio tari di beni ed alle prestazioni di servizi di cui all’art.
2010, n. 18). 7-ter, rese da soggetti passivi stabiliti in altri Stati Ue.
Si precisa che, tuttavia, la rilevazione era comunque obbli-
gatoria, seppure con diverse modalità, anche con riferimento
Contenuto degli elenchi
a talune operazioni diverse dalle cessioni e dagli acquisti intra-
I modelli Intrastat si compongono di una parte contenente
comunitari, quali ad esempio le lavorazioni intracomunitarie.
dati di natura fiscale e di una parte contenente dati di
Dal 2010 i contribuenti utilizzano i nuovi modelli Intrastat,
natura statistica e contengono i riepiloghi delle operazioni
i quali, in forza delle disposizioni comunitarie, contengono,
(o rettifiche) registrate o soggette a registrazione nel periodo
in sintesi, le seguenti novità:
di riferimento. Rimane l’obbligo di indicazione separata
● estensione dell’obbligo della presentazione anche alle delle operazioni triangolari con designazione del debi-
prestazioni di servizi; tore di imposta comunitario, ai sensi dell’art. 40, co. 2, D.L.
● obbligo di presentazione telematica; 331/93 [CFF ➊ 1261].
● nuove soglie per determinare la periodicità di presen- La compilazione della parte statistica è riservata ai soli sog-
Intra-1 bis
Il modello Intra-1 bis, per il riepilogo delle cessioni intracomunitarie effettuate nel
periodo di riferimento, è composto da più righi in corrispondenza dei quali si indicano
i dati concernenti tutte le cessioni aventi le stesse caratteristiche.
Analogamente al modello in uso fino al 31 dicembre 2009, i dati da indicare in corri-
spondenza di ciascuna riga di dettaglio sono suddivisi su 13 distinte colonne, nelle quali
occorre fornire le seguenti informazioni:
● colonna 1, il numero progressivo della riga;
● colonna 2, il codice Iso dello Stato membro ove è localizzato l’acquirente;
● colonna 3, il codice di identificazione Iva dell’acquirente;
● colonna 4, il valore in euro delle cessioni effettuate, quale rilevante ai fini Iva;
● colonna 5, il codice corrispondente alla natura della transazione;
● colonna 6, il codice (di 8 cifre) delle merci secondo la c.d. «nomenclatura combinata»
– continua –
L’ADEMPIMENTO
● in generale, solo dalla colonna 1 alla colonna 4;
● nel caso in cui si tratti di operazioni triangolari, dalla colonna 1 alla colonna 5.
● In sostanza, è consentito omettere:
● l’indicazione del codice di «nomenclatura combinata», di cui alla colonna 6;
● l’indicazione del codice corrispondente alla natura della transazione, di cui alla
colonna 5, fatta eccezione per il caso in cui la riga si riferisca al riepilogo di opera-
zioni triangolari.
Intra-1 ter Sezione 2 dell’elenco riepilogativo delle operazioni attive: rettifiche alle cessioni di beni.
Intra-1
quater
Il nuovo modello Intra-1 quater, destinato ad accogliere i dati delle prestazioni di servizi
intracomunitarie rese, evidenzia una struttura similare a quella del modello Intra-1 bis
relativo alle cessioni di beni.
I dati da indicare in corrispondenza di ciascuna riga di dettaglio sono i seguenti:
● colonna 1, il numero progressivo della riga;
● colonne 2 e 3, il codice Iso dello Stato membro dell’acquirente e il codice di identi-
ficazione Iva dell’acquirente;
● colonna 4, il valore in euro delle prestazioni effettuate;
● colonne 5 e 6, i riferimenti della fattura (numero e data);
● colonna 7, il codice del servizio reso;
● colonna 8, le modalità di erogazione del servizio;
– continua –
Numero
1 Numero progressivo di riga nell’ambito della sezione
progressivo
Ammontare
delle Ammontare dei servizi resi, espresso in euro, confor-
4
operazioni memente alle disposizioni in materia di Iva
in euro
Numero
5 Numero della fattura relativa al servizio reso
fattura
Intra-1
Sezione 4 dell’elenco riepilogativo delle operazioni attive: rettifiche ai servizi resi.
quinquies
zioni acquisite presso soggetti passivi stabiliti in un altro Stato membro della Comunità
europea:
● acquisti intracomunitari di beni comunitari, dove per «beni comunitari» si intendono
quelli originari degli Stati membri della Comunità europea e quelli provenienti dai
Paesi terzi che si trovano in libera pratica nella Comunità;
● prestazioni di servizi «generiche» (di cui all’art. 7-ter, D.P.R. 633/72) ricevute, purché
imponibili in Italia.
L’ADEMPIMENTO
● colonna 2, codice Iso dello Stato membro ove è localizzato il fornitore;
● colonna 3, codice di identificazione Iva del fornitore;
● colonna 4, valore in euro degli acquisti effettuati, quale rilevante ai fini Iva;
● colonna 5, valore nella valuta originaria degli acquisti effettuati, quale rilevante ai
fini Iva (se il Paese del fornitore è uno di quelli che utilizzano l’euro, tale colonna
non va compilata);
● colonna 6, codice corrispondente alla natura della transazione;
● colonna 7, codice (di 8 cifre) delle merci secondo la nomenclatura combinata della
tariffa doganale in vigore nel periodo cui si riferisce l’elenco;
● colonna 8, peso in chilogrammi delle merci, al netto degli imballaggi;
● colonna 9, quantità della merce espressa nell’unità di misura supplementare (rispet-
Intra-2 bis to al peso in kg di cui alla colonna 8) eventualmente prevista dalla «nomenclatura
combinata» della tariffa doganale;
● colonna 10, valore in euro degli acquisti effettuati, quale rilevante ai fini statistici;
● colonna 11, codice che individua le condizioni alle quali sono stati con segnati
i beni;
● colonna 12, codice che individua le modalità di trasporto utilizzate per l’introdu-
zione delle merci in Italia;
● colonna 13, codice Iso del Paese comunitario di origine delle merci;
● colonna 14, codice Iso del Paese di origine delle merci;
● colonna 15, sigla automobilistica della Provincia italiana di destinazione delle
merci.
Per gli elenchi con periodicità trimestrale, le righe relative ad operazioni riepilogate
solo ai fini fiscali devono essere compilate:
● in generale, solo dalla colonna 1 alla colonna 5;
● nel caso in cui si tratti di operazioni triangolari, dalla colonna 1 alla colonna 6.
In sostanza è consentito omettere:
● l’indicazione del codice di «nomenclatura combinata», di cui a colonna 7;
● l’indicazione del codice corrispondente alla natura della transazione, di cui alla
colonna 6, fatta eccezione per il caso in cui la riga si riferisca al riepilogo di opera-
zioni triangolari.
Intra-2
Sezione 3 dell’elenco riepilogativo delle operazioni passive: servizi ricevuti.
quater
– continua –
Il nuovo modello Intra-2 quater, destinato ad accogliere i dati dei servizi intracomu-
nitari ricevuti, evidenzia i seguenti dati da indicare in corrispondenza di ciascuna riga
di dettaglio:
colonna 1, il numero progressivo della riga;
L’ADEMPIMENTO
colonne 2 e 3, il codice dello Stato membro del fornitore del servizio e il codice di
identificazione Iva del medesimo;
colonna 4, il valore in euro delle prestazioni ricevute;
colonna 5, l’importo in valuta delle prestazioni ricevute;
colonne 6 e 7, i riferimenti della fattura (numero e data);
colonna 8, il codice del servizio ricevuto;
colonna 9, le modalità di erogazione del servizio;
colonna 10, le modalità di incasso;
colonna 11, il Paese di pagamento.
Numero
1 Numero progressivo di riga nell’ambito della sezione
progressivo
Ammontare
delle Ammontare dei servizi ricevuti, espresso in euro, con-
4
operazioni formemente alle disposizioni in materia di Iva
in euro
Numero
6 Numero della fattura relativa al servizio ricevuto
fattura
– continua –
L’ADEMPIMENTO
erogato a più riprese
Intra-2
Sezione 4 dell’elenco riepilogativo delle operazioni passive: rettifiche ai servizi ricevuti.
quinquies
Periodicità di presentazione degli elenchi ● mensile, per tutti gli altri operatori, ossia laddove non si
verifichino le condizioni indicate al punto precedente. (Si
Tra le novità introdotte dal D.Lgs. 18/2010, assume particolare veda tabella a pag. seg.).
rilevanza anche la nuova periodicità di presentazione degli Si ricorda inoltre che:
elenchi. Ricordando che fino al 2009 tale cadenza poteva ● non è più in alcun caso ammessa la presentazione degli
assumere valenza annuale, trimestrale ovvero mensile, in elenchi con periodicità annuale, tanto per gli acquisti
funzione del volume delle operazioni realizzate, a decorrere che per le cessioni;
dall’anno 2010, per effetto delle novità introdotte dall’art. 2,
D.M. 22 febbraio 2010, la nuova cadenza di presentazione ● il soggetto con cadenza trimestrale può comunque
è la seguente: decidere di presentare gli elenchi con cadenza mensile.
Tale scelta è, però, vincolante per l’intero anno solare;
● trimestrale, per i soggetti che non hanno effettuato
acquisti/cessioni intracomunitarie di beni, ovvero ● i modelli devono comunque essere presentati con pe-
ricevuto/reso prestazioni di servizi intracomunitarie (ossia riodicità mensile da parte dei soggetti che effettuano
quelle soggette all’obbligo di listing) per un ammontare scambi intracomunitari di navi e aeromobili, di energia
non superiore ad 50.000, per ciascuna categoria di elettrica, di gas, di merci acquisite o cedute come soccorsi
operazioni, negli ultimi quattro trimestri rispetto a quello d’urgenza in regioni sinistrate;
di riferimento. I trimestri di riferimento sono quelli «so- ● i soggetti che hanno iniziato l’attività sono considerati
lari»: gennaio-marzo, aprile-giugno, luglio-settembre e trimestrali salvo il passaggio alla periodicità mensile in
ottobre-dicembre; caso di superamento della prevista soglia, come meglio
AGEVOLAZIONI IVA
negli INTERVENTI
di MANUTENZIONE
L’Agenzia delle Entrate chiarisce i contorni delle agevolazioni Iva
in merito agli interventi di manutenzione e di recupero
a partire da un quesito specifico circa gli addolcitori d’acqua domestici.
di Giampaolo Giuliani ✽
IVA AGEVOLATA: QUESITO Proprio per questo motivo, è opportuno soffermarsi con
attenzione a quanto affermato dall’Amministrazione
Con il quesito 2.3, contenuto nella C.M. 13 maggio 2011, n. finanziaria, poiché si ritiene non sia perfettamente alli-
20/E, l’Agenzia delle Entrate ha affrontato il delicato tema del- neato alla normativa che regola il settore e nemmeno ai
le agevolazioni Iva negli interventi di manutenzione. precedenti chiarimenti in materia.
Segnatamente, il quesito tratta degli addolcitori d’acqua Il punto di partenza di questo breve elaborato, dunque, non
domestici, ma le soluzioni indicate ben possono essere estese può che essere la risposta data dall’Agenzia. Si riporta di
ad altri tipi di beni. seguito uno stralcio significativo della C.M. 20/E/2011.
INTERVENTI di MANUTENZIONE
«(...) a) Unità immobiliari classificate nelle categorie catastali da A1 ad A11, ad eccezione di quelle
appartenenti alla categoria catastale A10, a prescindere dal loro effettivo utilizzo. (...)
b) Interi fabbricati a prevalente destinazione abitativa i quali assumono rilievo, ai fini dell’agevolazione
in esame, per quanto concerne gli interventi di recupero eseguiti sulle parti comuni. (...)
c) Edifici di edilizia residenziale pubblica connotati dalla prevalenza della destinazione abitativa, indi-
– continua –
A questa elencazione fatta dal Ministero, si ritiene di dovere collettività (orfanotrofi, ospizi, brefotrofi, ecc.) fatti
aggiungere soltanto i fabbricati rurali destinati ad abi- costruire dallo Stato o da altri enti pubblici.»
tazione, che essendo pertinenze del terreno, normalmente Sul punto molto chiara è anche la R.M. 14 luglio 2000,
non sono iscritti al nuovo catasto edilizio urbano e forse per n. 112/E, in cui si afferma che sono edifici di edilizia re-
questo motivo sono sfuggiti alle istruzioni ministeriali. sidenziale pubblica «solo gli immobili caratterizzati
Infine, per quanto attiene gli edifici di edilizia residenziale dalla »stabile residenzialità» per cui tale beneficio non
pubblica, si ricorda come secondo l’amministrazione finanzia- torna applicabile agli edifici che, se pur assimilati alle
ria (Circolare 9 luglio 1999, n 151/E) l’espressione «edilizia case di abitazione dalla legge 1961, n. 659, non sono
residenziale pubblica» trova i propri riferimenti normativi connotati dal predetto carattere della stabile residenza
in due disposizioni. quali appunto scuole, asili, colonie climatiche, ospedali,
La prima è il comma 2 dell’art. 1, D.P.R. 30 dicembre 1972, caserme ecc.»
n. 1035, il quale stabilisce che «sono considerati alloggi
di edilizia residenziale pubblica gli alloggi costruiti o da Beni di valore significativo
costruirsi da parte di enti pubblici a totale carico o con
il concorso o con il contributo dello Stato, con esclusio- Altro aspetto particolare che contraddistingue l’applicazione
ne degli alloggi costruiti o da costruirsi in attuazione dell’aliquota ridotta negli interventi di manutenzione ri-
di programmi di edilizia convenzionata o agevolata.» spetto a quelli di recupero, sono le limitazioni previste per
La seconda disposizione richiamata nella circolare è la L. 24 i beni di valore significativo così come individuati dal D.M.
dicembre 1993, n. 560, che estende la definizione poc’anzi 29 dicembre 1999, tra cui non rientrano gli addolcitori.
citata non solo agli edifici realizzati con l’intervento dello SI tratta, più in particolare, di: ascensori e montacarichi, infissi
Stato, ma anche con gli interventi degli enti pubblici esterni ed interni, caldaie, videocitofoni, apparecchiature di
territoriali: Comuni; Province e Regioni; «nonché con i condizionamento e riciclo dell’aria, sanitari e rubinetterie da
fondi derivanti da contributi dei lavoratori ai sensi della bagno, impianti di sicurezza, per i quali l’aliquota ridotta si
legge 14 febbraio 1963, n. 60, e successive modificazio- applica fino a concorrenza del valore della prestazione, con-
ni, dallo Stato, da enti pubblici territoriali, nonché da siderato al netto del valore dei predetti beni.
Istituti Autonomi per le case popolari (Iacp) e dai loro
Segnatamente «il limite di valore deve essere individuato
consorzi comunque denominati e disciplinati con legge
sottraendo dall’importo complessivo della prestazio-
regionale».
ne, rappresentato dall’intero corrispettivo dovuto dal
Conclude dunque il Ministero, che l’edilizia residenziale committente, soltanto il valore dei beni significativi. Il
pubblica è quella realizzata dai richiamati enti utilizzando valore delle materie prime e semilavorate, nonché degli
contributi o finanziamenti pubblici. altri beni necessari per l’esecuzione dei lavori, forniti
Sono invece esclusi quelli realizzati da privati con il con- nell’ambito della prestazione agevolata, non deve es-
corso dell’intervento pubblico. sere individuato autonomamente in quanto confluisce
Per il Ministero sono altresì da escludersi, perché carenti in quello della manodopera.
del requisito della residenzialità, quegli edifici che non siano In sostanza, occorre considerare il valore complessivo
adibiti a stabile residenza delle persone. della prestazione, individuare il valore del bene o dei
Così, sempre secondo l’amministrazione finanziaria, che di beni significativi forniti nell’ambito della prestazione
fatto richiama quanto già detto con la C.M. 8 agosto 1994, medesima e sottrarlo dal corrispettivo. La differenza
n. 141/E, anche se assimilati alle case di abitazione, «scuole, che ne risulta costituisce il limite di valore entro cui
asili, colonie climatiche, ospedali, caserme ecc.» non anche alla fornitura del bene significativo è applicabile
permettono una stabile residenza. l’aliquota del 10 per cento. Il valore residuo del bene
La permettono, invece, gli «edifici a stabile residenza per deve essere assoggettato alla aliquota ordinaria del 20
ESEMPIO
Si ipotizzi di realizzare un nuovo impianto di riscaldamento con la sostituzione della caldaia. La realiz-
zazione di tale intervento volto al risparmio energetico, che è parificato agli interventi di manutenzione
straordinaria (art. 26, L. 9 gennaio 1991, n.10), ha un costo complessivo di 5.000 di cui 3.000 è il
costo della caldaia.
L’Iva verrà determinata ed evidenziata in fattura nel modo seguente:
● 2.000 costituiscono il valore della prestazione (comprensivo di materie e prime e semilavorate
oltre ad altri beni non significativi impiegati nel lavoro di installazione) al netto del valore del bene
significativo e andranno assoggettate ad aliquota ridotta del 10%;
● il costo della caldaia pari a 3.000 deve essere, invece, diviso in due parti. Una parte, corrispondente
alla differenza di 2.000, deve essere assoggettata ad aliquota del 10%. L’altra parte, pari ad
1.000, invece, deve essere assoggettata al 21%.
Addolcitori d’acqua: aliquota Iva In ogni caso, è certo che, negli interventi di manutenzio-
ne, il semplice acquisto di decalcificatori senza la posa in
Come già anticipato, gli addolcitori d’acqua non rientrano opera effettuata direttamente dal venditore o da parte di
tra i beni di valore significativo, per cui possono fruire terzi per suo conto, determina l’applicazione dell’aliquota
dell’aliquota ridotta del 10% pienamente e senza alcuna ordinaria del 21%.
limitazione. Parimenti, sconta l’aliquota ordinaria del 21% l’acquisto di
Si è già detto, infatti, che l’aliquota ridotta del 10% è con- addolcitori presso i grossisti da parte di idraulici e artigiani che
cessa anche per gli acquisti effettuati nell’ambito di interventi poi provvederanno ad integrare/riparare l’impianto.
di manutenzione ordinaria o straordinaria di cui all’art. 31, L’agevolazione prevista sugli interventi di manutenzione,
lett. a) e b), L. 457/1978, effettuati su edifici a prevalente infatti, secondo l’amministrazione finanziaria opera diversa-
destinazione abitativa privata, purché il fornitore effettui mente da quella stabilita per gli interventi di recupero, dove
anche la posa in opera direttamente o tramite terzi (C.M. 7 agli acquisti di beni finiti da parte degli artigiani che realiz-
aprile 2000, n. 71/E). zeranno i lavori è riconosciuta l’aliquota ridotta del 10%.
Sulla base delle precisazioni finora fatte, si può affermare che Chiara sul punto la più volte citata C.M. 71/E/2000: «In
quanto precisato nella C.M. 71/E/2000 non è perfettamente considerazione dei meccanismi applicativi previsti dalla
allineato a quanto sostenuto nella recente C.M. 13 maggio norma di cui all’art. 7, comma 1, lett. b) e tenuto conto
2011, n. 20/E, dove si asserisce che «l’aliquota Iva ridotta delle disposizioni comunitarie in attuazione delle quali
è ammissibile solo se l’installazione degli addolcitori essa è stata emanata, si deve ritenere che l’agevolazione
domestici comporta modificazioni strutturali integranti sia diretta ai soggetti beneficiari dell’intervento di re-
opere di manutenzione straordinaria». cupero, identificabili ordinariamente con i consumatori
In sostanza e come si è visto, le prestazioni di servizi finali della prestazione. Conseguentemente, alle opera-
realizzate in base a contratti d’appalto o d’opera negli zioni che configurano fasi intermedie nella realizzazione
interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, se dell’intervento, e cioè alle cessioni di beni ed alle presta-
realizzate su edifici a prevalente destinazione abitativa zioni di servizi rese nei confronti dell’appaltatore o del
privata, scontano sempre l’aliquota ridotta del 10% con prestatore d’opera, l’Iva resta applicabile con l’aliquota
le limitazioni per i beni di valore significativo, che però non per esse prevista. Tali beni e servizi verranno, natural-
interessano in alcun modo gli addolcitori d’acqua. mente, assoggettati all’aliquota del 10 per cento nella
Ne consegue che i semplici servizi di assistenza su impianti successiva fase di riaddebito al committente, in quanto
idraulici che comportino anche l’installazione di un addolci- confluiranno nel corrispettivo globale dell’intervento di
tore d’acqua, scontano l’aliquota agevolata del 10%. recupero agevolato».
Viene leso il principio comunitario di effettività se il ter- il 21 dicembre 2011: la Corte di Giustizia Ue ha ritenuto che
mine biennale di decadenza per il rimborso Iva in forma il gestore di un deposito Iva non possa essere chiamato
«anomala» non consente, in assoluto, ad un contribuente in solido al pagamento dell’imposta non versata dal pro-
di ottenere dall’Ufficio la restituzione dell’imposta che ha prietario dei beni, nel caso in cui sia in buona fede o non sia
versato all’Erario, ma che ha dovuto restituire ad un suo possibile addebitargli alcuna colpa o negligenza.
cliente a seguito di un’azione civile esperita nei suoi con-
fronti da quest’ultimo nei dieci anni successivi. EFFETTIVITÀ del DIRITTO al RIMBORSO
Questo è il principio espresso dalla Corte di Giustizia Ue nella
sentenza depositata il 15 dicembre 2011, relativa al proce- La questione decisa dai giudici del Lussemburgo è stata
dimento C-427/10, instaurato a seguito di una questione originata da una controversia che vedeva opposta la Banca
pregiudiziale proposta dalla Corte di Cassazione italiana in Antoniana Popolare Veneta (in qualità di incorporante della
una controversia che vedeva opposti la Banca Antoniana Banca Nazionale dell’Agricoltura) all’Agenzia delle Entrate.
Popolare Veneta e l’Agenzia delle Entrate. Oggetto del contendere era il diritto al rimborso dell’Iva
Secondo i giudici del Lussemburgo è possibile agire per la applicata sui compensi percepiti per l’attività di riscossio-
ripetizione dell’indebito dinanzi a organi giurisdizionali ne dei contributi consortili, svolta per conto di tre consorzi
diversi e con termini differenti a seconda che si tratti del di bonifica dal 1984 al 1994 e versata all’Erario.
committente (che ha 10 anni di tempo per ricorrere alla giu- Infatti, secondo la prassi amministrativa dell’epoca, l’attività
stizia civile contro il prestatore per ottenere la restituzione di riscossione dei contributi consortili non era conside-
dell’Iva indebitamente a lui versata) oppure del prestatore rata un’operazione esente ai sensi dell’art. 10, n. 5), D.P.R.
di servizi (che ha 2 anni di tempo per ricorrere alla giustizia 26 ottobre 1972, n. 633 [CFF ➊ 210].
tributaria contro l’Amministrazione finanziaria per la resti- Tuttavia, con la C.M. 26 febbraio 1999, n. 52, l’Agenzia delle
tuzione dell’imposta da lui indebitamente versata), purché Entrate ha mutato la propria interpretazione riconoscendo
il soggetto passivo possa effettivamente reclamare il che i contributi consortili avevano natura tributaria e,
rimborso dell’imposta nei confronti del Fisco e non resti di conseguenza, i compensi dovuti dai consorzi dovevano
«inciso» dal pagamento dell’Iva. considerarsi esenti da Iva.
Un’altra importante decisione è arrivata la settimana succes- A seguito di tale circolare, i consorzi interessati hanno chiesto
siva con la sentenza resa nella causa C-499/2010, depositata alla Sifer S.p.a., concessionaria della riscossione dei contributi
di Fabio Oneglia ✽
✽ dottore commercialista ed esperto contabile, Ordine di Milano, Studio Pirola Pennnuto Zei & Associati
(1) Ai sensi dell’art. 35-ter, D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 [CFF ➊ 235b].
(2) Tali disposizioni in particolare prevedono che per le cessioni domestiche di beni da parte dei soggetti non residenti – anche identificati
ai fini Iva in Italia – nei confronti di soggetti passivi d’imposta ai fini Iva, stabiliti in Italia, si applichi il meccanismo del reverse charge ai
sensi dell’art. 17, co. 2, D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633, con conseguente emissione dell’autofattura da parte dei cessionari.
(3) Ai sensi dell’art. 11, L. 27 luglio 2000, n. 212 (cd. «Statuto del Contribuente») [CFF ➋ 7120m] e dell’art. 1, D.M. 26 aprile 2001, n. 209
[CFF ➋ 7122b].
(4) Procedura d’infrazione (2003/4648) promossa dalla Commissione Europea contro l’Italia per violazione dell’Ottava (79/1072/Cee) e
Tredicesima (86/560/Cee) Direttiva. Si vedano anche i comunicati stampa IP/06/1058 del 25 luglio 2006 e IP/07/1031 del 6 luglio 2007.
(5) Entrambe le norme nel testo illo tempore vigente, prima delle modifiche del D.Lgs. 18/2010.
SPESE di TRASPORTO
e ASSICURAZIONE:
SISTEMA di VALORIZZAZIONE
Applicando correttamente i principi della regolamentazione comunitaria
in materia di assicurazione e trasporto è possibile distinguere il momento
della tassazione doganale da quello dell’applicazione del regime fiscale interno.
✽ avvocati tributaristi
espresso dichiarate le percentuali di cui all’Allegato 25 ● CRF (Cost and Freight) - marittimo
di Roberto Lunelli ✽
Sulla scorta della legislazione (comunitaria e nazionale), è cabili sia le disposizioni dell’art. 50-bis, D.L. 331/1993, conv.
possibile enucleare tre tipologie di deposito in ragione del con modif. dalla L. 427/1993, che le disposizioni doganali del
tipo di merci che sono custodite: C.D.C., tenendo conto anche delle regole «amministrative»
● il deposito doganale, disciplinato dal Codice Doganale emanate dagli Uffici doganali cui è demandata la vigilanza
Comunitario (di seguito «C.D.C.») (1) e dalle relative sugli impianti (contenute nei cd. «disciplinari di servizio»).
Disposizioni di Applicazione Comunitarie (di seguito La contemporanea presenza di disposizioni non solo appar-
«D.A.C.») (2), che vale per le merci non comunitarie in tenenti a comparti differenti, ma anche di «rango» diffe-
sospensione di diritti doganali e per alcune merci comu- rente può dar luogo, nella pratica, a situazioni di conflitto,
nitarie (3); le quali non possono che essere risolte tenendo conto della
● il deposito fiscale, disciplinato dal D.Lgs. 26 ottobre gerarchia delle fonti (4).
1995, n. 504, che riguarda i prodotti (nazionali e comu-
nitari) in sospensione di accisa; DEPOSITO DOGANALE
● il deposito Iva, disciplinato dall’art. 50-bis, D.L. 30 ago-
sto 1993, n. 331, conv. con modif. dalla L. 29 ottobre Il deposito doganale è un regime economico (5) (e «so-
1993 [CFF ➊ 1271a], che ha per oggetto beni (nazionali spensivo») che consente di detenere beni di provenienza
e comunitari) in sospensione di Iva. non comunitaria (non immessi in libera pratica nel territorio
I depositi doganali e quelli fiscali possono operare anche della Ue) – ovvero, a certe condizioni, beni comunitari – senza
come depositi Iva; in questo caso, per le merci in regime il pagamento dei diritti doganali (la cui riscossione rimane
di deposito Iva la disciplina sarà quella dei depositi Iva, «sospesa» fino al momento della destinazione finale dei
interpretata tenendo conto delle disposizioni sui depositi beni esteri depositati, anche in deroga alle misura di politica
doganali o fiscali. commerciale) (6).
In particolare, nel caso in cui nel deposito doganale siano L’istituto risponde alle esigenze degli operatori economici
contemporaneamente presenti merci vincolate al regime che, non conoscendo la destinazione finale delle merci movi-
doganale e merci in regime di deposito Iva, saranno appli- mentate, hanno interesse a stoccarle per periodi più o meno
✽ dottore commercialista in Udine, Presidente della Sezione F.V.G. e Vice Presidente nazionale dell’Anti (Associazione Nazionale Tributaristi
Italiani), scritto con la collaborazione dell’avv. Greta Galletti dello Studio Lunelli
(1) Istituito con Regolamento Cee 2913/1992. Il Codice Doganale del 1992 è stato sostituito – sulla scorta del Regolamento Ce 450/2008
– dal «nuovo» Codice Doganale Comunitario, la cui entrata in vigore è stata immediata (salvo il termine di vacatio legis) per alcune
disposizioni specificamente individuate (cfr. l’art. 188) e posticipata al 24 giugno 2013 per tutte le altre. Il presente articolo fa riferimento
al testo del Codice Doganale del 1992, dato che, per le disposizioni che interessano, il «nuovo» Codice non è ancora applicabile.
(2) Emanate con Regolamento Cee n. 2454/1993.
(3) Ex art. 98, lett. b) C.D.C.
(4) Tali situazioni di conflitto attengono, in particolare, i rapporti fra gli atti amministrativi degli Uffici doganali e le disposizioni legislative sui
depositi Iva, le quali prevalgono sui primi.
(5) Si definiscono «economici» i regimi doganali che permettono alle merci – di provenienza comunitaria o non comunitaria – di essere
sottoposte a lavorazione, trasformazione o immagazzinamento senza perdere lo status di merci «estere» e senza essere sottoposte a
particolari misure di politica fiscale e commerciale. Sono regimi doganali economici, oltre al deposito doganale, anche: il perfezionamento
attivo, il perfezionamento passivo, la trasformazione sotto controllo doganale, l’ammissione temporanea.
(6) In altri termini, le merci che si trovano nel deposito possono essere oggetto di scambi commerciali come se si trovassero ancora nello
Stato estero.
(27) Introdotto dalla L. 18 febbraio 1997, n. 28 Cee, che ha dato attuazione ai principi comunitari contenuti nell’art. 16, Direttiva Cee 17
maggio 1977, n. 388, come modif. dalla Direttiva 10 aprile 1995, n. 7. Va detto che la finalità sottesa all’istituzione dei depositi Iva è
quella di evitare che ai beni comunitari venga riservato un trattamento fiscale meno favorevole di quello previsto per i beni provenienti
da Paesi «terzi» (i quali, se introdotti nei depositi doganali, beneficiano della sospensione, oltre che dei dazi doganali, anche dell’Iva),
favorendo così gli scambi commerciali in ambito comunitario.
(28) In questo caso, non è necessaria un’ulteriore autorizzazione per la gestione del deposito Iva, in quanto tali soggetti sono «già valutati
positivamente ed autorizzati, sia pure ad altri fini, dall’Amministrazione doganale» (cfr. C.M. 19 gennaio 2007, n.1/E).
(29) È «in conto terzi» il deposito diretto alla custodia di beni destinati a soggetti terzi rispetto al depositario.
(30) È «in conto proprio» il deposito finalizzato a custodire beni inviati da un operatore comunitario destinati ad essere ceduti allo stesso
depositario, il quale provvederà all’estrazione dal deposito in base alle proprie necessità.
(31) La Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate deve pronunciarsi entro 180 giorni dal ricevimento dell’istanza con provvedimento (di
accoglimento o diniego) che deve essere comunicato anche alla Direzione Provinciale competente in relazione al domicilio fiscale del
richiedente.
(32) Specificamente, ai sensi dell’art. 2, D.M. 20 ottobre 1997, n. 419, l’autorizzazione a gestire i depositi può essere rilasciata ai soggetti
interessati se questi: non sono sottoposti a procedimento penale per reati finanziari; non hanno riportato condanne per reati di cui al
punto precedente; non hanno commesso violazioni gravi e ripetute, per loro natura od entità, alle disposizioni che disciplinano l’ imposta
sul valore aggiunto; non sono sottoposti a procedure fallimentari, di concordato preventivo, di amministrazione controllata, né si trovano
in stato di liquidazione.
(33) Tale registro deve essere conservato ai sensi dell’art. 39, D.P.R. 633/1972 [CFF ➊ 239].
(34) La citata disposizione, al secondo periodo, stabilisce che «Se sono effettuate solo operazioni non imponibili, esenti, non soggette o
comunque senza obbligo di pagamento dell’ imposta, la rappresentanza può essere limitata all’ esecuzione degli obblighi relativi alla
fatturazione delle operazioni intracomunitarie di cui all’ articolo 46, nonché alla compilazione, ancorché le operazioni in tal caso non
siano soggette all’ obbligo di registrazione, degli elenchi di cui all’ articolo 50, comma 6».
(35) Pertanto – a contrariis – non possono essere introdotti in un deposito Iva: beni non comunitari; beni vincolati al regime di ammissione
temporanea nel territorio dello Stato, ovvero «stoccati» in recinti o magazzini di temporanea custodia in attesa di ricevere una destinazione
doganale; beni importati a scarico di un regime di perfezionamento attivo con la modalità dell’esportazione anticipata.
(36) L’immissione in libera pratica è il regime doganale per cui i beni provenienti da Paesi «terzi» rispetto al territorio dell’Unione Europea – per
i quali siano state adempiute le formalità connesse all’importazione e riscossi i dazi doganali (e le tasse di effetto equivalente esigibili in
base alla tariffa doganale comune) in uno degli Stati Ue – acquisiscono lo status di beni comunitari, potendo, da quel momento, circolare
liberamente nel territorio dell’Unione Europea.
(37) In questo caso le operazioni non devono essere di durata superiore ai 60 giorni.
(38) Nella C.M. 19 gennaio 2007, n. 1/E, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che, per beneficiare della sospensione dall’Iva, le operazioni di
cui alle lett. e) ed i), co. 4, art. 50-bis, devono avere per oggetto beni precedentemente introdotti nel deposito in relazione a una delle
operazioni contemplate nella citata disposizione. In altri termini, le cessioni di beni custoditi in un deposito ed il trasferimento di beni da
un deposito ad un altro, sono effettuate senza il pagamento dell’imposta a condizione che i beni abbiano formato oggetto di acquisto
comunitario, eseguito mediante introduzione nel deposito (nel caso di merce comunitaria), ovvero di immissione in libera pratica con
l’introduzione nel deposito (in caso di merce non comunitaria). Cfr. nello stesso senso, R.M. 15 marzo 2010, n. 21/E.
(39) Cfr. la Circolare A.D. 2006/16/D, per cui «i beni devono essere materialmente introdotti nel deposito, (...), non essendo sufficiente una
mera presa in carico documentale degli stessi nell’apposito registro di cui al (...) comma terzo dell’art. 50 bis»; nonché, nello stesso senso,
la Nota A.D. 28 dicembre 2006, n. 7521/D, nella quale viene ulteriormente precisato che «il deposito fiscale ai fini IVA consta in un vero
e proprio luogo fisico in cui le merci entrano, stazionano e da cui escono» per cui «le merci devono messere materialmente introdotte
nel deposito in quanto devono, comunque, essere assolte le funzioni di stoccaggio e custodia dei beni (...)». L’impostazione dell’Agenzia
delle dogane è stata confermata dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati nella Risoluzione 31 maggio 2011, n. 7.
(40) Cfr., fra le altre, Cass., 15 aprile 2010, n. 12581; Cass. 19 maggio 2010, n. 12262; Cass., 19 maggio 2010, n.12275; Cass., 21 maggio
2010, n.12579; Cass., 21 maggio 2010, n. 12581.
(41) L’art. 50-bis, co. 6, come modificato, dispone che le modalità le quali il soggetto che estrae i beni dal deposito deve dimostrare il possesso
dei requisiti richiesti dalla norma (nella specie, l’effettiva operatività e la regolarità dei versamenti Iva) sono definite con un Provvedimento
del Direttore dell’Agenzia delle Entrate. Dato che tale provvedimento non è ancora stato emanato, l’Agenzia delle Dogane, Nota 5 otto-
bre 2011, n. 113881/RU ha chiarito che «Fino all’adozione del previsto provvedimento da parte dell’Agenzia delle entrate, l’estrazione
dei beni da un deposito Iva, ai fini della loro utilizzazione o in esecuzione di atti di commercializzazione nello Stato, continua ad essere
effettuata secondo le modalità attuali».
(42) La L. 106/2011 è entrata in vigore il 13 luglio 2011, ma dato che – ai sensi dell’art. 3, co. 2, L. 27 luglio 2000, n. 212 (Statuto dei diritti
del contribuente) – le disposizioni tributarie che impongono nuovi adempimenti producono effetti decorsi 60 giorni dalla entrata in vigore,
si ritiene che sia corretto affermare che la decorrenza è quella indicata nel testo.
(43) L’intervento normativo riguarda esclusivamente il secondo periodo dell’art. 50, co. 1, D.L. 331/1997; pertanto, nulla è cambiato per
le imprese esercenti magazzini generali, per quelle esercenti depositi franchi e per quelle operanti nei punti franchi, cioè per i depositi
doganali di tipo A, che continuano ad essere considerati ex lege depositi Iva.
(44) L’Agenzia delle Dogane ha precisato che l’intervento legislativo non introduce novità, ma «codifica l’istituto della garanzia da prestare in
relazione alle operazioni di introduzione in deposito Iva, già presente nella precedente prassi operativa, adottata anche in applicazione
dei principi di diritto comunitario» (cfr. Nota A.D. 7 settembre 2011, n.84920/RU), chiarendo, altresì, che «per effetto della prestazione
della garanzia prevista dell’art. 50 bis, comma 4, lettera b), del decreto legge n. 331, viene meno quella contemplata dalla nota del
Dipartimento delle dogane prot. n. 1241 S.D. del 3 aprile 1997, come richiamata nella circolare dell’agenzia delle dogane n. 16/D del 28
aprile 2006, che, pertanto, non deve più essere prestata» (cfr. Nota A.D. 5 ottobre 2011, n. 113881/RU).
(45) Si tratta degli operatori economici titolari del certificato attestante il possesso dello status – di rilevanza comunitaria – di Operatore Eco-
nomico Autorizzato (certificato AEO).
(46) Sulle modalità per ottenere la dispensa dall’obbligo di garantire il pagamento dell’Iva all’importazione, cfr. Nota A.D. 4 novembre 2011,
n. 127293/RU.
(47) Va detto che si tratta di un adempimento «transitorio», che verrà meno, per espressa previsione normativa, quando l’Amministrazione
finanziaria avrà provveduto «all’integrazione delle pertinenti informazioni residenti nelle banche dati delle Agenzia fiscali».
(48) Possono essere utilizzati come depositi Iva i depositi doganali di tipo A, C, D e, a particolari condizioni, anche quelli di tipo E. Cfr., sul
punto, la Nota A.D. 84920/RU/2011.
FAC-SIMILE di RICORSO
On.le Commissione Tributaria Provinciale di ………….
RICORSO
(con istanza di pubblica udienza)
● proposto dalla Società …… parte ricorrente
– rappresentata e difesa in giudizio dal dott./avv./rag. …… di …… difensore
abilitato
● nei confronti della Agenzia delle Entrate, Direzione Provinciale di …… parte resistente
● per l’annullamento dell’Avviso di accertamento n. ……
relativo ad Iva, periodo d’imposta….. atto impugnato
– continua –
RICORRE
avverso l’Avviso di accertamento in parola, per le ragioni che va ad esporre, dopo aver
ricostruito i fatti che stanno alla base dell’atto accertativo.
I – I FATTI
In data ……., la Società è stata autorizzata dalla Direzione Regionale dell’Agenzia delle
Dogane di (indicare la Regione) a gestire il deposito doganale di tipo «C» (deposito
ordinario «privato»), ubicato in ……, costituito – come precisato nell’ atto di autoriz-
zazione – da un edificio adibito a magazzino e dal terreno di pertinenza.
Successivamente al rilascio della predetta autorizzazione, l’Ufficio dell’Agenzia delle
Dogane di …… (cioè l’ufficio abilitato al controllo del deposito doganale, indicato
nell’atto autorizzativo), ha redatto e notificato alla Società un apposito «disciplinare
di servizio», nel quale ha:
● individuato le procedure operative per la gestione del deposito doganale e, atteso
che la Società nella richiesta di autorizzazione aveva manifestato l’intenzione di uti-
lizzare il deposito anche come «deposito Iva» per lo stoccaggio di merci comunitarie,
● precisato che alle merci soggette a tale regime fosse riservato il magazzino (cioè
l’edificio).
In data ……, la Società ha inviato sia all’Ufficio doganale di …. (che esercitava la
vigilanza sull’impianto) che alla Direzione Regionale dell’Agenzia delle Entrate terri-
torialmente competente, la comunicazione «preventiva» richiesta dall’art. 50-bis, co.
2-bis, D.L. 331/1993 conv. con modif. dalla L. 427/1993, per notificare la operatività del
deposito doganale anche a fini IVA, provvedendo a tutti gli adempimenti a tal fine
richiesti dalla legge.
In data ……, la Società ha ricevuto – dal fornitore comunitario …… – due partite di
pani di rame destinate ad essere introdotte nel deposito Iva. Date le (ingenti) dimen-
sioni che ne rendevano «fisicamente» impossibile l’introduzione nel magazzino, i pani
sono stati provvisoriamente collocati all’interno del perimetro del deposito doganale
ma all’esterno del magazzino, lungo le pareti dell’edificio. Per rendere evidente che
si trattava di merce in regime di deposito Iva (e non di deposito doganale), la Società
ha apposto sui pani apposite etichette identificative ed esplicative.
II - LE CONTESTAZIONI contenute nell’Avviso di accertamento
Nell’Avviso di accertamento – redatto in conformità al Pvc elevato in data …… dall’Uf-
– continua –
– continua –
CONCLUSIONI
Disattesa e reietta ogni avversa eccezione, deduzione e istanza, voglia codesta on.
Commissione Tributaria disporre l’annullamento dell’Avviso di accertamento citato in
epigrafe, per infondatezza della pretesa - impositiva e sanzionatoria - avanzata dalla
Direzione Provinciale di ……
La Società ricorrente chiede, inoltre
● che la presente controversia venga discussa in pubblica udienza;
● la rifusione di onorari e spese di causa, come da «nota spese» che verrà depositata
a tempo debito;
● la condanna dell’Amministrazione Finanziaria a un rapido rimborso delle somme
(compresi gli interessi) che dovessero essere corrisposte, in via provvisoria, dalla
Società.
Visto l’art. 37, comma 6, lett. u), D.L. 6 luglio 2011, n. 98, conv. con modif. dalla L.
15 luglio 2011, ai sensi dell’art. 14, comma 3-bis, D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115 [CFF
➊ 2966f], si dichiara che il valore legale della presente causa è pari a ……, per cui il
contributo unificato spese di giustizia è di …….
Luogo e data
per la Società ……
il difensore: dott./avv./rag.
………………………