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IPSOA Diritto penale

e processo
Mensile di giurisprudenza, legislazione e dottrina

ISSN 1591-5611 - ANNO XXIV - Direzione e redazione Via dei Missaglia, n. 97 - 20142 Milano
12/2018
edicolaprofessionale.com/DPP

Un’efficace strategia comunicativa degli


Tariffa r.O.C.: POsTe iTaliane sPa sPediziOne in abbOnamenTO POsTale d.l. 353/2003 (COnv. in l. 27/02/2004 n. 46) arT. 1, COmma 1, dCb milanO

uffici giudiziari vs. il processo mediatico

Giudizio abbreviato e reati puniti


con la pena dell’ergastolo

Corte costituzionale su esame


del minore e messa al prova per adulti

Crisi aziendale e omesso versamento


delle ritenute previdenziali e assistenziali
DIREZIONE SCIENTIFICA
Giorgio Spangher
Paolo Pisa (condirettore)

COMITATO SCIENTIFICO
Roberto Bartoli
Paolo Ferrua
Luigi Kalb
5 000002 303760

Antonella Marandola
00230376

Francesco Palazzo
Marco Pelissero
Sergio Seminara
Paolo Tonini
e sentenza

N. 46) ART. 1, COMMA


concordato
Decreto di revoca del

RINNOVI

1, DCB MiLANO
om/ilfallimento
edicolaprofessionale.c
6/2018
RIVISTE
Milano (Mi) 97 - 20142
- Via dei Missaglia, n.
XL - Direzione e redazione
ISSN 0394-2740 - ANNO

2019
nza e dottrina
Mensile di giurisprude
concorsuali
e le altre procedure

IPSOA
Il Fallimento
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Diritto penale e processo
Sommario

EDITORIALE
Giusto processo UN’EFFICACE STRATEGIA COMUNICATIVA DEGLI UFFICI GIUDIZIARI
VS. IL PROCESSO MEDIATICO
di Giovanni Canzio 1537

LEGISLAZIONE
NOVITÀ NORMATIVE 1541

OSSERVATORI
OSSERVATORIO CORTE DI CASSAZIONE - SEZIONI UNITE
a cura di Giulio Garuti 1544
OSSERVATORIO CORTE DI CASSAZIONE - DIRITTO PENALE
a cura di Stefano Corbetta 1549
OSSERVATORIO CORTE DI CASSAZIONE - PROCESSO PENALE
a cura di Antonella Marandola 1555
OSSERVATORIO CONTRASTI GIURISPRUDENZIALI
a cura di Irene Scordamaglia 1560

GIURISPRUDENZA COMMENTATA
Prove Corte costituzionale 27 aprile 2018, n. 92
L’ESAME DEL MINORE AL VAGLIO DELLA CONSULTA: LA MOBILITÀ
DEL GIUDICE NATURALE PRESERVA LA CONCENTRAZIONE
di Lorenzo Algeri 1565
Messa alla prova Corte costituzionale 27 aprile 2018, n. 91 1573
per adulti LA CORTE COSTITUZIONALE SALVA LA MESSA ALLA PROVA CON UN’INGEGNOSA
QUADRATURA DEL CERCHIO
di Valeria Bove 1574
Cooperazione Cassazione Penale, Sez. VI, 26 giugno 2018 (c.c. 21 giugno 2018), n. 29290 1589
penale fra Stati MANDATO D’ARRESTO EUROPEO: IL RIFIUTO DELLA CONSEGNA DEL CITTADINO
EXTRACOMUNITARIO RESIDENTE E I CRITERI PER IL RINVIO DELLA CONSEGNA
di Federico Boncompagni 1590
Misure cautelari Cassazione Penale, Sez. II, 8 giugno 2018 (ud. 31 maggio 2018), n. 26370 1598
personali CONTRASTI SUL PERICOLO DI COMMISSIONE DI REATI: UN TENTATIVO DI SINTESI
di Sonia Tognazzi 1599
Reati in materia Cassazione Penale, Sez. III, 10 maggio 2018 (ud. 27 marzo 2018), n. 20725 1608
di previdenza LA RILEVANZA DELLA CRISI AZIENDALE NEL REATO DI OMESSO VERSAMENTO
sociale e tributi DELLE RITENUTE PREVIDENZIALI E ASSISTENZIALI
di Fiorenza Oriana 1609
Procedimento Cassazione Penale, Sez. I, 12 gennaio 2018 (c.c. 6 luglio 2017), n. 979 1617
di esecuzione APPLICAZIONE DELLA CONTINUAZIONE CON PRECEDENTE GIUDICATO E LIMITI
DI INTERVENTO DELLA CORTE DI CASSAZIONE
di Enrico Ranieri 1618

Diritto penale e processo 12/2018 1535


Diritto penale e processo
Sommario

OPINIONI
Rito abbreviato LE AMBIGUE LINEE DI POLITICA PENALE DELL’ATTUALE LEGISLATORE:
GIUDIZIO ABBREVIATO E REATI PUNITI CON LA PENA DELL’ERGASTOLO
di Agostino De Caro 1627
Processo, IL DIFFICILE RUOLO DEL GIUDICE PENALE CONTEMPORANEO VERSO
arbitrato LA PREVEDIBILE INTERPRETAZIONE DELLE FATTISPECIE
e mediazione di Fabio Coppola 1637

GIUSTIZIA SOVRANAZIONALE
OSSERVATORIO CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO
a cura di Carlotta Conti 1648

INDICI
INDICE AUTORI, CRONOLOGICO DEI PROVVEDIMENTI, ANALITICO 1653
INDICE GENERALE 2018 1656

COMITATO PER LA VALUTAZIONE


Diritto penale: G. Amarelli; A. Bernardi; M. Bertolino; S. Canestrari; A. Ceretti; F. D’Alessandro; G. De Francesco; M. V. Del Tufo;
E. Dolcini; M. Donini; G. Fiandaca; A. Fiorella; G. Flora; G. Fornasari; G. Forti; A. Gargani; G.L. Gatta; G. Grasso; R. Guerrini; G. Insolera;
S. Larizza; C. de Maglie; V. Maiello; V. Manes; G. Mannozzi; F. Mantovani; A. M. Maugeri; E. Mezzetti; V. Militello; A. Pagliaro; C. E.
Paliero; M. Papa; L. Picotti; L. Risicato; M. Romano; A. Rossi; A. Vallini; F. Viganò.
Processo penale: E. Amodio; A. Bargi; G. Bellantoni; T. Bene; A. Bernasconi; P. Corso; A. De Caro; D. Curtotti; P. Dell’Anno;
O. Dominioni; V. Fanchiotti; M. Ferraioli; L. Filippi; C. Fiorio; A. Gaito; A. Giarda; P. Gualtieri; S. Lorusso; M.R. Marchetti; E. Marzaduri;
M. Menna; P. Moscarini; G. Pansini; V. Patane`; A. Pennisi; G. Pierro; A. Presutti; S. Sau; A. Scaglione; M. Scaparone; A. Scella.

Giurisprudenza italiana n. 11/2018:


Diritto penale:
- S. Cavallini, La “quadratura” impossibile: l’opzione minimal della Cassazione sul concorso di persone nel(l’auto-)riciclaggio
(Cassazione penale, Sez. II, 18 aprile 2018 (c.c. 17 gennaio 2018), n. 17235); 2475.
- A. Cappellini, Chirurgia inutile per denaro con morte del paziente: dolo o preterintenzione? (Cassazione penale, Sez. I, 3 aprile 2018
(ud. 22 giugno 2017), n. 14776; 2484.
Diritto Processuale Penale:
- L. Annunziata, Le Sezioni unite sulla inammissibilita’ delle impugnazioni inaudita altera parte (Cassazione penale, Sez. VI, 7 giugno
2018 (c.c. 19 gennaio 2018), n. 26032, ord.); 2493.
- R. Atzori, Le Sezioni unite sulla costituzione di parte civile a mezzo del sostituto processuale (Cassazione penale, Sez. un., 16 marzo
2018 (c.c. 21 dicembre 2017), n. 12213); 2502.

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Editoriale
Processo penale

Giusto processo

Un’efficace strategia
comunicativa degli uffici giudiziari
vs. il processo mediatico
di Giovanni Canzio

Il conflitto fra le aspettative di giustizia dei cittadini e il diritto applicato s’annida anche nella discrasia
temporale fra l’ipotesi di accusa formulata nell’inchiesta e il processo mediatico che da subito s’avvia,
da un lato, e gli esiti conclusivi della verifica giurisdizionale che segue a distanza di tempo, dall’altro. Le
recenti linee-guida approvate dal CSM sono dirette ad implementare l’efficacia delle performance
comunicative degli uffici giudiziari, in termini di oggettività, chiarezza, comprensibilità e tempestività.
Il modello si articola secondo modalità, contenuti e scansioni diversificati per gli uffici requirenti e
giudicanti. Fra le cadenze procedurali assume un inedito rilievo la redazione della notizia di decisione
(abstract), contestuale o immediatamente successiva alla decisione, diretta a ridurre la distanza
temporale fra la lettura del dispositivo e la pubblicazione della motivazione e quindi a restringere la
forbice fra il processo mediatico e gli esiti del giusto processo penale.
The Italian High Council for the Judiciary adopted guidelines to render more effective the commu-
nication by the judicial offices and to narrow the gap between the "media process" and the "fair trial". In
fact, the conflict between the expected justice and the actually applied one, arises from the temporal
distance between the accusation and the moment of the judge's decision.

Il tempo e la giustizia fra rito mediatico indignazione per i provvedimenti dei giudici di archi-
e processo viazione o di proscioglimento riguardanti gravi fatti
I ritmi e le sequenze dell’attività giudiziaria, per la criminosi, manifestando sconcerto per la mancata
rilevanza costituzionale della giurisdizione e per i punizione di coloro che i media hanno già additato
valori primari che si esprimono nel giusto processo come presunti colpevoli. La frattura che si viene così
(art. 111, primo 1, Cost.), esigono spazi e tempi a creare, fra gli esiti dell’attività giudiziaria e le
adeguati per l’analisi critica del caso e delle prove, aspettative di giustizia del popolo e delle vittime,
per lo studio delle questioni di fatto e di diritto, per la prescinde da ogni valutazione di merito circa la
scelta della migliore soluzione decisoria e per la correttezza, o non, delle soluzioni adottate. La credi-
spiegazione delle ragioni della stessa, secondo criteri bilità del (e la fiducia nel) sistema giudiziario è messa
di autorevolezza, equità, stabilità e prevedibilità. in discussione per il solo fatto che la decisione appare
Nel rapporto fra il tempo e la giurisdizione, risulta impopolare, senza che si proceda - come pure sarebbe
pertanto evidente lo scarto di paradigma rispetto necessario - a una pacata riflessione sulla complessità
al comune agire quotidiano, che appare invece dei fatti e delle prove, sui principi del diritto penale di
ispirato al “presente continuo”, al vivere la realtà fattispecie, sulle regole di garanzia del giusto processo
nella contingenza dell’“adesso”, perennemente e sulla funzione di controllo delle impugnazioni.
interconnessi “qui e ora” (1). Il nucleo del conflitto fra la giustizia attesa e il diritto
L’opinione pubblica, soprattutto nei casi di maggiore applicato s’annida, a ben vedere, nell’oggettiva
rilievo mediatico, esprime avversione e talora discrasia fra l’ipotesi di accusa, formulata all’esito
dell’inchiesta preliminare, e il conseguente pre-

(1) D. Rushkoff, Presente continuo. Quando tutto accade ora,


Torino, 2014.

Diritto penale e processo 12/2018 1537


Editoriale
Processo penale

giudizio mediatico da subito costruito nel processo sia al funzionamento dell’intero sistema di giustizia,
parallelo per assecondare le ansie securitarie dei cit- così da rendere comprensibili all’esterno il ruolo e
tadini, da un lato, e le conclusioni della verifica l’attività della giurisdizione, le ragioni del suo agire,
giurisdizionale, dall’altro, che talora smentiscono la gli obiettivi, le priorità. Complementare a tale
fondatezza dell’accusa, ma che seguono a distanza di approccio è la comunicazione reattiva, finalizzata
tempo dalle indagini, già di per sé lunghe. Sicché cioè a contrastare informazioni errate, false o distorte,
sarebbero le cadenze asfittiche del processo penale a che recano pregiudizio alle indagini, ai diritti delle
giustificare la cedevolezza di questo e, per converso, il persone coinvolte o all’immagine di imparzialità del
privilegio accordato ai pur provvisori esiti delle inda- singolo magistrato e dell’ufficio giudiziario.
gini. Se poi gli organi dell’accusa o i giudici di merito,
nell’inchiesta o nel dibattimento, decidono di intes- La delibera del CSM dell’11 luglio 2018
sere un dialogo diretto con i media e, tramite questi, Il Consiglio superiore della magistratura, con la deli-
con il popolo, anziché con i protagonisti del con- bera plenaria dell’11 luglio 2018 recante “Linee guida
traddittorio nel processo, la forbice fra il rito media- per l’organizzazione degli uffici giudiziari ai fini di una
tico e quello penale è destinata ancor più ad allargarsi. corretta comunicazione istituzionale” (2), è dunque legit-
timamente intervenuto per tracciare le linee d’indi-
L’esigenza di un’efficace comunicazione rizzo in un settore nevralgico, nella ferma convinzione
istituzionale degli uffici giudiziari che i valori di trasparenza e comprensibilità della
Fermo restando che è il motivato provvedimento giurisdizione non confliggono con il carattere riser-
giudiziario la fonte primaria di percezione all’esterno vato, talora segreto, della funzione e che essi, corret-
dell’azione della magistratura e più in generale del tamente interpretati secondo una moderna visione
servizio giustizia (art. 111, comma 6, Cost.), si va della responsabilità, aumentano la fiducia dei cittadini
facendo strada la consapevolezza che sia necessario nella giustizia e nello Stato di diritto, rafforzano l’in-
implementare progressivamente sia le prestazioni dipendenza della magistratura e, più in generale, l’au-
informative sia quelle comunicative degli uffici giudi- torevolezza delle istituzioni democratiche.
ziari. Superando le criticità e le manifestazioni di L’elaborazione delle linee-guida in materia (3) s’in-
auto-referenzialità registrate in passato, si ammette serisce, peraltro, nel quadro di precise indicazioni
cioè che, nei rapporti con i mezzi d’informazione, con sovranazionali (4), dirette ad assicurare che i media
i media, gli utenti e i cittadini, la comunicazione abbiano un corretto accesso alle informazioni sull’a-
istituzionale degli uffici giudiziari, caratterizzata da zione del P.M. e sull’esercizio della giurisdizione
oggettività e trasparenza, debba rivelarsi, in un cir- (senza alcun pregiudizio - va precisato - per l’auto-
cuito virtuoso di regole di condotta e metodologiche, noma attività giornalistica di ricerca di fonti e infor-
corretta, tempestiva ed efficace. mazioni), secondo modelli e prassi applicative
L’idea-chiave consiste nell’incoraggiare lo sviluppo tendenzialmente uniformi. È noto che, in materia,
di un approccio proattivo, rispetto sia a specifici casi l’elaborazione di principio è assai articolata a livello

(2) Il CSM si è avvalso del contributo conoscitivo e istruttorio del tribunali o sotto il controllo dei consigli superiori della magistratura
Gruppo di lavoro costituito da esperti aventi percorsi professionali o di altre autorità indipendenti. I giudici devono dar prova di
differenziati: i magistrati Giovanni Canzio -coordinatore-, Anto- moderazione nei loro rapporti con i media”; il par. 14 (Accesso
nello Mura e Giovanni Melillo; lo scrittore Gianrico Carofiglio; lo alla giustizia. Trasparenza) della Magna Carta dei giudici approvata
studioso dei problemi della comunicazione Stefano Rolando; i il 17 novembre 2010 dal Consiglio consultivo dei giudici europei
giornalisti Fabrizio Feo, Francesco Giorgino e Giovanni Minoli. (CCJE): “La giustizia deve essere trasparente e debbono formare
(3) Sulle modalità di comunicazione degli uffici giudiziari vanno oggetto di pubblicazione informazioni sul funzionamento del
menzionate le precedenti ma frammentarie esperienze degli sistema giudiziario”. L’ENCJ (European Network of Councils for
Uffici per le relazioni col pubblico (URP), oggetto della risoluzione the Judiciary), da ultimo, nel recente rapporto “Public Confidence
consiliare approvata il 26 luglio 2010, dei siti Internet o dei Bilanci di and the Image of Justice - Report 2017-2018”, discusso a Lisbona
responsabilità sociale (BRS), pure realizzate nell’ultimo decennio il 1° giugno 2018, sviluppa ampiamente la prospettiva della comu-
da vari uffici. nicazione in ambito giudiziario e suggerisce l’adozione di piani
(4) Vanno richiamati in proposito: il par. 19 della Raccomanda- d’azione nazionali, verifiche periodiche del livello di fiducia del
zione Rec(2010)12 del Comitato dei ministri del Consiglio d’Eu- pubblico, la formazione professionale specifica (per capi degli
ropa agli Stati membri, sul tema dell’indipendenza, efficacia e uffici, giudici, procuratori, personale amministrativo), l’elabora-
responsabilità dei giudici, adottata il 17 novembre 2010: “I proce- zione di linee-guida sui rapporti tra il giudiziario e i media. In
dimenti giudiziari e le questioni relative all’amministrazione della particolare, tra l’altro, raccomanda la nomina come “spokeper-
giustizia sono di pubblico interesse. Il diritto all’informazione in son” di giudici o procuratori con specifica formazione in tema di
materia deve però essere esercitato tenendo conto delle limita- comunicazione e l’istituzione di uno “specialised department”
zioni imposte dall’indipendenza della magistratura. Deve essere che impieghi professionisti nella comunicazione sotto la direzione
incoraggiata la creazione di posti di portavoce giudiziario o di del “press judge/prosecutor”.
servizi stampa e comunicazione sotto la responsabilità dei

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Editoriale
Processo penale

europeo e consente di individuare una solida base delle altre parti di non apprendere dai media quanto
condivisa, pur a fronte di differenze profonde tra gli dovrebbe essere loro comunicato in via formale, il
ordinamenti nazionali. dovere del pubblico ministero di rispettare le decisioni
In tale prospettiva la delibera del CSM si articola in giudiziarie, contrastandole non nella comunicazione
una parte generale, recante indicazioni comuni a tutti pubblica bensì nelle sedi processuali proprie.
gli uffici giudiziari, e in una parte speciale, con indi- Si segnala, inoltre, che la Corte europea dei diritti
cazioni modulate sulle specificità dei diversi uffici, dell’uomo tutela incisivamente l’informazione nel
giudicanti e requirenti, di merito e di legittimità, da suo concreto esercizio e ne definisce i contorni nel
attuare mediante lo strumento tabellare o il progetto quadro di un’accurata comparazione con gli altri
organizzativo: indicazioni peraltro non statiche, valori fondamentali, precisando che neppure la rile-
bensì suscettibili di monitoraggio e aggiornamento, vanza pubblica del caso può azzerare la tutela della
dovendosene costantemente verificare obiettivi, vita privata che compete agli individui. Nell’ipotesi
risultati e criticità. d’illegittima pubblicazione di informazioni sussiste
un dovere dello Stato di adottare misure organizza-
Il modello delineato dalle linee-guida tive e di formazione del personale per prevenirne il
Nella cornice generale dei principi, diritti, doveri si rischio e di condurre efficaci investigazioni per rime-
avverte che la comunicazione deve essere obiettiva, diare alle violazioni di siffatti doveri.
sia che provenga da tribunali o corti sia che provenga La parte generale, che muove dai profili organizzativi,
da uffici di procura, poiché anche la presentazione si articola a sua volta in sezioni dedicate alle proce-
dell’enunciato di accusa, non meno di una decisione dure, ai contenuti e alle modalità, individuando i sog-
giurisdizionale, dev’essere imparziale, equilibrata e getti che debbono occuparsi della comunicazione e
misurata. Vanno perciò evitati alcuni atteggiamenti gli schemi d’azione circa i momenti di contatto
spesso riscontrabili nella prassi: la discriminazione tra (conferenze-stampa, incontri meno formalizzati, ela-
giornalisti o testate; la costituzione e il manteni- borazione di comunicati e informative di varia
mento di canali informativi privilegiati con espo- natura), fornendo indicazioni in positivo (cosa
nenti dei media; la personalizzazione delle occorre o è consigliabile comunicare) e in negativo
informazioni; l’espressione di opinioni personali e (cosa non si può, è vietato o è sconsigliabile comu-
giudizi di valore su persone o eventi. nicare), suggerendo tecniche del linguaggio semplici,
La comunicazione deve ispirarsi nella tecnica espo- chiare ed efficaci (come si scrive e si parla), in stretta
sitiva a criteri di chiarezza, sinteticità e tempestività e coerenza con la consapevolezza etica, la trasparenza e
deve avere ad oggetto informazioni di effettivo inte- la controllabilità della funzione giudiziaria.
resse pubblico: da un lato, i casi e le controversie di Si auspica, infine, che la Scuola superiore della magi-
obiettivo rilievo sociale, politico, economico, tec- stratura organizzi specifici percorsi di formazione, cen-
nico-scientifico; dall’altro, i provvedimenti organiz- trale e distrettuale, per i magistrati, aperti al confronto
zativi rilevanti per gli avvocati, il personale, i interdisciplinare con l’Ordine dei giornalisti e l’Avvo-
giornalisti, i giuristi, i cittadini. catura e alla partecipazione di esperti esterni anche per
Il catalogo dei doveri elenca, a sua volta: i doveri nei il settore delle nuove tecnologie (5).
confronti delle persone, fra i quali il rispetto della vita
privata, della sicurezza e della dignità dell’imputato e Linee-guida per gli uffici requirenti
dei suoi familiari, dei testimoni, dei terzi estranei al Nella struttura organizzativa degli uffici requirenti di
processo, della vittima e delle persone vulnerabili; i merito (Procure della Repubblica e Procure generali
doveri di matrice processuale, fra i quali il rispetto del presso le Corti d’Appello) è prevista la figura del
giusto processo, delle garanzie della difesa e della responsabile per la comunicazione in persona del capo
presunzione di non colpevolezza, la chiarezza nella dell’ufficio, in conformità al principio di responsabi-
distinzione di ruoli tra magistratura requirente e giu- lità dello stesso e alle prescrizioni dettate dall’art. 5,
dicante, l’ossequio alla centralità del giudicato rispetto D.Lgs. n. 106 del 2006. Alla stregua dei contributi
agli altri snodi processuali, il diritto dell’imputato e informativi forniti dai singoli magistrati e dell’analisi

(5) Il modello organizzativo di base della comunicazione pub- della gestione di flussi digitali sul web. È altresì essenziale l’ap-
blica presuppone che si traccino adeguatamente le linee: dell’at- profondita comprensione delle dinamiche del settore e, segnata-
tività comunicativa, realizzabile anche mediante strumenti mente, delle fasi nelle quali si articola il formarsi della notizia (c.d.
multimediali e interattivi, accessibili all’utenza; dell’attività infor- newsmaking): quella selettiva, quella della gerarchizzazione e del
mativa, orientata alla mediazione professionale giornalistica; e trattamento e altresì quella della tematizzazione della notizia.

Diritto penale e processo 12/2018 1539


Editoriale
Processo penale

dei rischi spetta al capo dell’ufficio attuare la più attivata dal magistrato addetto allo “spoglio” dei
opportuna, tempestiva ed equilibrata strategia di procedimenti o dal giudice competente e proseguita
comunicazione per gli affari di particolare gravità e dal presidente della sezione fino al responsabile per la
rilevanza, comunque idonei a coinvolgere l’imma- comunicazione.
gine dell’ufficio, per la natura dei fatti criminosi o per Fra le cadenze della procedura assume un inedito
la qualità dei soggetti coinvolti o per le questioni di rilievo la predisposizione da parte dell’organo deci-
diritto dibattute. dente della notizia di decisione o abstract, contestuale o
L’informazione, esclusi i canali riservati e ogni impro- immediatamente successiva alla deliberazione/deci-
pria o personalizzata rappresentazione dei meriti dell’a- sione, consistente nell’illustrazione sintetica, con
zione dell’ufficio e della polizia giudiziaria, non deve linguaggio semplice, chiaro e comprensibile, delle
interferire con le investigazioni e con l’esercizio dell’a- statuizioni decisorie e delle ragioni delle stesse, con
zione penale, né pregiudicare la tutela dei diritti dei riferimento: nel giudizio di primo grado, al fatto, alla
soggetti coinvolti nel procedimento o dei terzi mediante valutazione delle prove e alla regola di diritto appli-
l’ingiustificata diffusione di dati sensibili, lesivi della cata; nel giudizio di appello, alle ragioni in fatto e in
loro dignità e riservatezza; nonché, per assicurare il diritto poste a fondamento della conferma o della
rispetto della presunzione di innocenza, deve evitare riforma della sentenza impugnata; nel giudizio di
ogni rappresentazione idonea a determinare nel pub- legittimità, alle questioni giuridiche controverse e
blico la convinzione della colpevolezza dell’indagato ed ai principi di diritto affermati a sostegno della deci-
essere rispettosa del ruolo e delle decisioni del giudice. sione di inammissibilità/rigetto del ricorso ovvero di
Nel quadro della generale esigenza di trasparenza annullamento, con o senza rinvio, del provvedi-
dell’organizzazione giudiziaria, è altresì assicurata la mento impugnato. Infine, il responsabile per la
comunicazione dei documenti organizzativi dell’uffi- comunicazione cura la selezione, la rielaborazione
cio del pubblico ministero e dei dati relativi ai flussi tecnica delle notizie di decisione e la trasmissione
dei procedimenti. della relativa comunicazione alle agenzie di stampa e
Anche nell’ufficio della Procura generale presso la ai media che ne abbiano fatto richiesta.
Corte di cassazione è istituita la figura del responsabile
per la comunicazione in persona di un sostituto pro- Qualche considerazione conclusiva
curatore generale, delegato dal procuratore generale Con speciale riguardo al processo penale, la misura
per i rapporti con la stampa. Possono costituire organizzativa della notizia di decisione (mutuata dalla
oggetto di comunicazione gli atti e i provvedimenti tradizionale e consolidata esperienza della Corte di
adottati nell’esercizio dell’attività requirente, di legittimità con riferimento alla soluzione delle que-
coordinamento, in materia disciplinare, sulla base stioni di diritto controverse o di particolare impor-
del rilievo economico, sociale, politico, tecnico- tanza), se prevista tabellarmente e puntualmente
scientifico della notizia, nonché le soluzioni organiz- attuata dagli uffici giudicanti di merito, potrebbe
zative e i provvedimenti rilevanti per gli avvocati, il essere idonea a ridimensionare la distanza temporale
personale, i giornalisti, i giuristi, i cittadini. fra il momento della lettura del dispositivo e quello
della pubblicazione della motivazione. Non vi è dub-
Linee-guida per gli uffici giudicanti bio, infatti, che l’aspettativa di comprendere il senso
Nella struttura organizzativa degli uffici giudicanti di e le ragioni della decisione, soprattutto quando essa
merito (Tribunali e Corti di appello) e di legittimità contrasta con l’esito mediaticamente costruito e pre-
(Corte di cassazione) è istituita la figura del responsabile giudizialmente atteso, è frustrata se quella distanza
per la comunicazione, in persona del capo dell’ufficio o risulta sproporzionata.
di un giudice delegato (due negli uffici di maggiori Il modulo dell’abstract, da redigere contestual-
dimensioni). Possono costituire oggetto di comunica- mente o immediatamente dopo la deliberazione/
zione sia i casi e le controversie di obiettivo rilievo decisione, sembra inoltre muoversi nella giusta
economico, sociale, politico, tecnico-scientifico, sia le direzione di limitare gli effetti perversi della
soluzioni organizzative e i provvedimenti dell’ufficio deriva del processo mediatico, contribuendo a
giudicante con rilevanza esterna per gli avvocati, il restringere la forbice fra quel rito (e la “gogna”
personale, i giornalisti, i giuristi, i cittadini. che talora ne consegue senza rimedio alcuno per il
La procedura per gestire il flusso di comunicazioni è malcapitato) e il contesto spazio-temporale del
articolata secondo scansioni progressive, essendo giusto processo penale.

1540 Diritto penale e processo 12/2018


Legislazione
Novità in sintesi

Novità normative
Spese di giustizia
Decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 120
“Disposizioni per armonizzare la disciplina delle spese di giustizia, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 maggio
2002, n. 115, in materia di spese per le prestazioni obbligatorie e funzionali alle operazioni di intercettazione, in attuazione
dell’articolo 1, comma 91, della legge 23 giugno 2017, n. 103” - G.U. 26 ottobre 2018, n. 250, Suppl. Ordinario n. 50
Il provvedimento in esame, in vigore dal 10 novembre 2018, attua la delega conferita dall’art. 1, comma 91, L. n. 103 del
2017 (c.d. “riforma Orlando”), introducendo, al D.P.R. 30 maggio 2002, n. 115, l’art. 168 bis. La norma disciplina il
pagamento delle spese relative alle operazioni di intercettazione e di quelle funzionali all’utilizzo delle prestazioni
medesime, disponendo che a tale incombente provveda senza ritardo il pubblico ministero che ha richiesto o eseguito
l’autorizzazione a disporre le operazioni di intercettazione. Se sussiste il segreto sugli atti d’indagine o sulla iscrizione
della notizia di reato, il decreto di pagamento è titolo provvisoriamente esecutivo ed è comunicato alle parti e al
beneficiario. Avverso il decreto di liquidazione è ammessa opposizione ai sensi dell’art. 170, d.P.R. n. 115 del 2002.

Processo minorile
Decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 121
“Disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni, in attuazione della delega di cui all’articolo 1,
commi 81, 83 e 85, lettera p), della legge 23 giugno 2017, n. 103” - G.U. 26 ottobre 2018, n. 250, Suppl. Ordinario n. 50
Il D.Lgs. in rassegna dà attuazione alla delega contenuta dall’art. 1, commi 81, 83 e 85 della “riforma Orlando”, di cui alla
L. n. 103 del 2017, in tema disciplina dell’esecuzione delle pene nei confronti dei condannati minorenni. Si tratta di
un provvedimento molto articolato, che si compone di ventisei articoli ripartiti in quattro Capi, che, in questa sede,
possono essere solo fugacemente indicati.
Il Capo I (art. 1) reca le “Disposizioni generali”, racchiuse nell’art. 1, il quale, tra l’altro, afferma l’importante principio -
vera stella polare in questo delicatissimo ambito - secondo cui “l’esecuzione della pena detentiva e delle misure penali di
comunità deve favorire percorsi di giustizia riparativa e di mediazione con le vittime di reato” e “tende altresì a
favorire la responsabilizzazione, l’educazione e il pieno sviluppo psico-fisico del minorenne, la preparazione alla vita
libera, l’inclusione sociale e a prevenire la commissione di ulteriori reati, anche mediante il ricorso ai percorsi di
istruzione, di formazione professionale, di istruzione e formazione professionale, di educazione alla cittadinanza attiva e
responsabile, e ad attività di utilità sociale, culturali, sportive e di tempo libero”. Il Capo II (artt. 2-8) disciplina
l’“Esecuzione esterna e misure penali di comunità”, che sono: l’affidamento in prova al servizio sociale (art. 4),
l’affidamento in prova con detenzione domiciliare (art. 5), la detenzione domiciliare (art. 6), la semilibertà (art. 6),
l’affidamento in prova in casi particolari (art. 7); dette misure, ai sensi dell’art. 2, comma 2, “sono disposte quando
risultano idonee a favorire l’evoluzione positiva della personalità, un proficuo percorso educativo e di recupero, sempre
che non vi sia il pericolo che il condannato si sottragga all’esecuzione o commetta altri reati”. Il Capo III (artt. 9-13) delinea
la “Disciplina dell’esecuzione”, precisando, tra l’altro, che l’esecuzione delle misure penali di comunità è affidata al
magistrato di sorveglianza del luogo dove la misura deve essere eseguita (art. 12, comma 1). Il Capo IV, infine, (artt.14-
26) si occupa dell’“Intervento educativo e organizzazione degli istituti penali per minorenni”, con la previsione, tra
l’altro, di “colloqui a tutela dell’affettività” (art. 19).

Casellario giudiziale
Decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 122
“Disposizioni per la revisione della disciplina del casellario giudiziale, in attuazione della delega di cui all’articolo 1, commi 18
e 19, della legge 23 giugno 2017, n. 103” - G.U. 26 ottobre 2018, n. 250, Suppl. Ordinario n. 50
Come emerge dalla rubrica, il provvedimento in rassegna dà attuazione alla delega prevista dall’art. 1, commi 18 e 19,
L. n. 103 del 2017 (c.d. “riforma Orlando”) in relazione alla disciplina del casellario giudiziale, introducendo diversi
correttivi al d.P.R. 14 novembre 2002, n. 313 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti),
correttivi che, ai sensi dell’art. 7, acquistano efficacia decorso un anno dalla pubblicazione del decreto nella Gazzetta
Ufficiale. Tra le novità di maggior importanza, si segnala, in primo luogo, che tra i provvedimenti iscrivibili per estratto nel
casellario giudiziale, elencati nell’art. 3, comma 1, lett. i bis - il quale richiama l’ordinanza che dispone la sospensione del
procedimento di messa alla prova di cui all’art. 464 quater c.p.p. - sono ora contemplate anche le sentenze che
dichiarano estinto il reato per esito positivo della prova di cui all’art. 464 septies c.p.p. (art. 1). Sono poi ridefiniti i
presupposti per l’eliminazione delle iscrizioni, prevedendo che esse siano eliminate “decorsi quindici anni dalla morte
della persona alla quale si riferiscono e, comunque, decorsi cento anni dalla sua nascita”; ancora, ai fini dell’eliminazione
delle iscrizioni, oltre che alla revisione e alla revoca della sentenza ai sensi dell’art. 673 c.p.p., viene ora dato rilievo anche
all’istituto della rescissione del giudicato. Quanto alle iscrizioni dei carichi pendenti, le stesse devono essere

Diritto penale e processo 12/2018 1541


Legislazione
Novità in sintesi

cancellate alla morte della persona alla quale si riferiscono (anziché al compimento dell’ottantesimo anno di età).
Vengono poi razionalizzati gli adempimenti amministrativi, di regola di competenza dell’ufficio centrale. Ancora,
l’interessato, senza doverne motivare la richiesta, ha diritto al certificato, nel quale non devono essere riportate le
sentenze di “patteggiamento” ex art. 445 c.p.p., sempre che la pena irrogata non superi i due anni di pena detentiva soli
o congiunti alla pena pecuniaria, i provvedimenti che dispongono la sospensione del procedimento con messa alla prova
di cui all’art. 464 quater c.p.p. e le sentenze che dichiarano estinto il reato per esito positivo della prova di cui all’art. 464
septies c.p.p. Inoltre, il certificato riguardante un cittadino italiano deve contenere anche l’attestazione circa la
sussistenza o meno di iscrizioni nel casellario giudiziale europeo. Nel certificato del casellario dei carichi pendenti
richiesto dall’interessato è esclusa la menzione dei provvedimenti giudiziari che hanno dichiarato la non punibilità per
particolare tenuità del fatto di cui all’art. 131-bis c.p., dei provvedimenti che dispongono la sospensione del procedi-
mento con messa alla prova e delle sentenze che dichiarano estinto il reato per esito positivo della prova. Infine, viene
ridefinito il contenuto delle certificazioni a richiesta delle pubbliche amministrazioni e dei gestori di pubblici
servizi.

Diritto penitenziario
Decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 123
“Riforma dell’ordinamento penitenziario, in attuazione della delega di cui all’articolo 1, commi 82, 83 e 85, lettere a), d), i), l),
m), o), r), t) e u), della legge 23 giugno 2017, n. 103” - G.U. 26 ottobre 2018, n. 250, Suppl. Ordinario n. 50

Decreto legislativo 2 ottobre 2018, n. 124


“Riforma dell’ordinamento penitenziario in materia di vita detentiva e lavoro penitenziario, in attuazione della delega di cui
all’articolo 1, commi 82, 83 e 85, lettere g), h) e r), della legge 23 giugno 2017, n. 103” - G.U. 26 ottobre 2018, n. 250, Suppl.
Ordinario n. 50
In attuazione della delega contenuta nella “riforma Orlando” (art. 1, commi 82, 83 e 85, lett. g, h, r, L. n. 103 del 2017), il
Governo ha varato la tanto attesa “riforma penitenziaria”, attuata con la singolare scelta di emanare due distinti decreti
legislativi: l’uno, il n. 123, in materia di assistenza sanitaria, semplificazione delle procedure esecutive e vita penitenziaria;
l’altro, il n. 124, in tema di vita detentiva e disciplina del lavoro penitenziario; entrambi i decreti i sono in vigore dal 10
novembre 2018. Si tratta di provvedimenti molto articolati, che, per qualità e quantità, apportano importanti modifiche alla
L. n. 354 del 1975, che, in questa sede, non possono che essere tratteggiate solo per rapidissimi cenni.
Il D.Lgs. n. 123 si compone di dodici articoli suddivisi in quattro Capi. Il Capo I (artt. 1 e 2) racchiude le “Disposizioni per la
riforma dell’assistenza sanitaria in ambito penitenziario”, che riscrivono l’art. 11 l. n. 354 del 1975, con contestuale
abrogazione dell’art. 240 disp. att. c.p.p. Il Capo II (artt. 3-8) contiene “Disposizioni per la semplificazione dei proce-
dimenti” esecutivi, tra cui spiccano le numerose interpolazioni al testo dell’art. 678 c.p.p. - nel senso dell’ampliamento
delle materie in cui si applica la procedura semplificata ex art. 667, comma 4, c.p.p. - e le modifiche agli artt. 51 bis e 51 ter,
L. n. 354 del 1975. Il Capo III (artt. 9 e 10) si occupa delle “Modifiche all’ordinamento penitenziario in tema di competenza
degli uffici locali di esecuzione esterna e della polizia penitenziaria”, tra cui si segnala la modifica all’art. 72, L. n. 354 del
1975, che consente agli operatori degli U.E.P.E. di formulare delle osservazioni anche sul comportamento serbato dal
richiedente. Il Capo IV contiene le “Disposizioni in tema di vita penitenziaria”, che modificano una miriade di articoli
della L. n. 354 del 1974, quali: art. 1, che sancisce i principi fondamentali in tema di trattamento e rieducazione; art. 9, in
materia di alimentazione; art. 10, che regola la permanenza all’aperto, con l’innalzamento a quattro ore del tempo
giornaliero da trascorrere all’aria aperta; art. 13, in tema di individualizzazione del trattamento; art. 14, che, tra l’altro,
sancisce il diritto per i detenuti ad essere collocati in un istituto penitenziario più vicino alla stabile dimora della famiglia; art.
15, che valorizza l’attività di studio e di lavoro nel programma trattamentale; art. 18, che riconosce il diritto di informazione e
di espressione delle proprie opinioni; art. 19, che attua la parità di accesso delle donne detenute alle proposte culturali e
professionali; art. 27, che valorizza la figura del mediatore culturale; art. 31, che prevede la presenza di una detenuta nella
costituzione delle rappresentanze dei detenuti e degli internati; art. 33, che disciplina il regime di isolamento; art. 36, che
regola le sanzioni disciplinari, le quali non devono ostacolare il processo di recupero; art. 42, che disciplina i trasferimenti, i
quali non devono pregiudicare le esigenze familiari e lavorative; art. 43, secondo cui i detenuti e gli internati devono essere
dimessi con i documenti di identità validi; art. 45, in forza del quale il detenuto privo di residenza anagrafica sia iscritto - su
segnalazione del direttore - nei registri della popolazione residente del Comune dove è ubicata la struttura.
Il D.Lgs. n. 124 si compone di quattro articoli, suddivisi in due Capi. Il Capo I (art. 1) racchiude “Disposizioni in
tema di vita penitenziaria”, che modificano due norme della L. n. 354 del 1975, ossia: l’art. 5, il quale stabilisce
il principio secondo cui “gli edifici penitenziari devono essere dotati per le esigenze di vita individuale e di locali
per lo svolgimento di attività lavorative, formative, artigianali, sportive, di culto e di socializzazione”; l’art. 6, il
quale, tra l’altro, specifica che i locali nei quali si svolge la vita dei detenuti e degli internati devono essere di
ampiezza sufficiente, illuminati con luce naturale e artificiale in modo da permettere il lavoro e la lettura; si
prevede inoltre che “Fatta salva contraria prescrizione del sanitario e salvo che particolari situazioni dell’istituto
non lo consentano, al condannato alla pena dell’ergastolo è garantito il pernottamento in camere a un posto a
meno che egli richieda di essere assegnato a camere a più posti”. Il Capo II (art. 2-4) è dedicato alla riforma del
lavoro penitenziario. Va segnalato, anzitutto, l’integrale riscrittura dell’art. 20, il quale sancisce il principio per
cui il lavoro non ha carattere afflittivo e deve essere remunerato; viene meno inoltre il concetto dell’obbliga-
torietà del lavoro per i reclusi. Si apre inoltre la possibilità che il lavoro sia fornito direttamente da enti pubblici o
privati e siano offerti corsi di formazione professionale organizzati e svolti direttamente da enti pubblici e privati.

1542 Diritto penale e processo 12/2018


Legislazione
Novità in sintesi

Sono inoltre rinnovati sia la composizione, sia i compiti della composizione della commissione lavoro; si
incaricano le amministrazioni centrali dell’obbligo di stipulare convenzioni di inserimento lavorativo con
soggetti pubblici o privati o cooperative sociali interessati a fornire opportunità di lavoro. Viene introdotto
l’art. 20 ter sui lavori di pubblica utilità, a cui possono essere ammessi i detenuti e gli internati a titolo
volontario e gratuito nell’ambito di progetti di pubblica utilità, tenendo conto anche delle specifiche professio-
nalità e attitudini lavorative. Nuovo anche l’art. 25 ter, che prevede l’assistenza dei detenuti per l’accesso alle
prestazioni previdenziali e assistenziali; all’art. 46 si fissa il principio per i cui coloro che hanno terminato
l’espiazione della pena o non sono più sottoposti a misura di sicurezza detentiva e che versano in condizioni di
disoccupazione, possono accedere, nei limiti delle risorse disponibili, all’assegno di ricollocazione.

Diritto penale e processo 12/2018 1543


Osservatorio
Sezioni Unite

Osservatorio Corte
di cassazione - Sezioni Unite
a cura di Giulio Garuti

CONFISCA ALLARGATA 7 agosto 1992, n. 356 e succ. mod., nel caso di violazione dei
reati contemplati da tale norma, anche nella forma del tenta-
tivo aggravato dall’art. 7 legge n. 203/91”.
DELITTO TENTATO, AGGRAVANTE DELL’ART. 7 E SEQUESTRO In via preliminare, le SS.UU. hanno dato atto del fatto che l’art.
PREVENTIVO FINALIZZATO ALLA CONFISCA ALLARGATA 12 sexies è stato oggetto di ripetute riforme, puntualizzando
che la questione loro sottoposta debba essere affrontata sulla
Cassazione Penale, SS.UU., 24 settembre 2018 (ud. 19 base del testo vigente all’epoca dell’applicazione del decreto
aprile 2018), n. 40985 - Pres. Carcano - Rel. De Amicis - di sequestro preventivo.
P.M. Iacoviello (parz. diff.) - Ric. G.N.G. e D.M.I. Passando ai termini del contrasto, secondo un primo orienta-
mento, il sequestro preventivo finalizzato alla confisca di cui
Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca prevista all’art. 12 sexies, non può essere disposto in relazione al reato
dell’art. 12 sexies, D.L. 8 giugno 1992, n. 306, convertito di estorsione tentata, anche se aggravato ai sensi del dell’art.
dalla L. n. 356 del 1992 (attuale art. 240 bis c.p.) può essere 7, stante la previsione espressa della confiscabilità esclusiva-
disposto per uno dei reati presupposto anche nella forma mente per il reato consumato e l’inammissibilità della sua
del tentativo aggravato dall’art. 7, L. n. 203 del 1991. estensione in malam partem, attesa l’autonomia del delitto
Il caso tentato. Secondo i sostenitori di detta tesi, l’interpretazione
Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Napoli opposta sarebbe contraria ai principi di legalità e di tassatività
disponeva il sequestro preventivo, finalizzato alla confisca ai delle misure di sicurezza (art. 25, comma 3, Cost. e art. 199
sensi del D.L. 8 giugno 1992, n. 306, art. 12 sexies, convertito, c.p.), nonché lesiva del diritto, costituzionalmente e conven-
con modificazioni, dalla L. 7 agosto 1992, n. 356, di beni mobili zionalmente garantito, di proprietà.
e immobili appartenenti ai coniugi G.N.G. e D.M.I., in relazione Il contrario orientamento, invece, ritiene che la confisca di cui
al delitto di concorso in tentata estorsione, aggravato ai sensi all’art. 12 sexies debba essere disposta anche in conseguenza
della L. 12 luglio 1991, n. 203, art. 7. Il Tribunale di Napoli di una condanna per estorsione tentata, poiché il richiamo
accoglieva parzialmente la richiesta di riesame proposta dai contenuto nell’art. 12 sexies al “delitto previsto dall’art. 629
predetti coniugi, disponendo la restituzione di tutti i beni c.p.”, in mancanza di ulteriori specificazioni, non autorizza
acquisiti al loro patrimonio nel periodo 1997-2015, sul rilievo alcuna distinzione fra la fattispecie consumata e quella tentata.
della mancata dimostrazione del presupposto della spropor- Infine, secondo una interpretazione intermedia, la confisca in
zione tra il valore dei beni sequestrati e la loro capacità reddi- parola può essere disposta anche in conseguenza di una
tuale; il sequestro veniva invece mantenuto in relazione ad una condanna per tentata estorsione purché aggravata ai sensi del
quota di proprietà di un’imbarcazione acquistata da D.M., D.L. n. 152 del 1991, art. 7, atteso che anche quelli rimasti allo
nonché al saldo di un conto corrente intestato alla G.N., rite- stadio del tentativo sono da considerarsi “delitti” cui può
nendosi gli acquisti effettuati nel 2016 non giustificabili alla accedere la predetta aggravante, a differenza di quanto si
luce del reddito complessivo della famiglia dell’indagato. verifica nel caso dei delitti individuati con l’espressa indica-
Con atti separati, G.N.G. e D.M.I. ricorrevano per cassazione zione delle norme incriminatrici, per i quali detta confisca non
avverso detto provvedimento, lamentando, per quello che qui opera in caso di semplice tentativo.
importa, l’erronea applicazione della legge penale, nonché Le SS.UU. hanno ritenuto di condividere quest’ultimo orien-
l’assenza di motivazione per l’applicazione del sequestro pre- tamento, poiché applica correttamente i principi di legalità e di
ventivo, in funzione dell’art. 12 sexies, con riferimento all’ipo- tassatività esattamente enunciati dal primo filone interpreta-
tesi di reato di tentata estorsione, aggravata ai sensi dell’art. 7. tivo, non operando una estensione in malam partem della
Secondo i ricorrenti, l’autonomia strutturale del delitto tentato, confisca “allargata”, ma interpreta la legge attribuendole il
derivante dalla combinazione tra la norma di parte speciale e senso fatto palese dal significato proprio delle parole: perché,
l’art. 56 c.p., non consente di estendere a esso qualsiasi appunto, la parola “delitto”, senza ulteriore specificazione, è
conseguenza sfavorevole prevista dalla legge per un delitto comprensiva anche dei delitti tentati; inoltre, limitando la
consumato. confiscabilità dei beni, detta interpretazione tutela pure il
La II Sezione penale rimetteva i ricorsi alle SS.UU., constatata diritto di proprietà.
l’esistenza di tre diversi orientamenti giurisprudenziali sulla Invero, precisa la S.C., la soluzione prospettata non può dirsi
questione oggetto del motivo di ricorso richiamato. inedita, essendo già stata adottata in ambiti nei quali la pro-
blematica è analoga a quella posta dall’art. 12 sexies, poiché la
La decisione norma accosta elenchi nominativi di delitti a indicazione di
La questione rimessa allo scrutinio delle SS.UU. era la categorie di delitti (in particolare, quelli aggravati dall’art. 7,
seguente: “se sia possibile disporre il sequestro preventivo L. n. 203 del 1991) e l’opzione di considerare compresi in tali
finalizzato alla c.d. confisca allargata ex art. 12-sexies d.l. 8 categorie anche i delitti tentati produce effetti sfavorevoli per
giugno 1992, n. 306, convertito, con modificazioni, dalla legge l’interessato. In quei casi, ciononostante, la natura sfavorevole

1544 Diritto penale e processo 12/2018


Osservatorio
Sezioni Unite

degli effetti non ha impedito un’interpretazione delle norme gennaio 2013, P.M. in proc. Musolino, ibidem, n. 257568;
comprensiva anche del delitto tentato, quando l’indicazione Cass., Sez. II, 23 settembre 2010, Fasano, ivi, n. 248164.
dei delitti è generica, mentre, al contrario, in presenza di Quanto al secondo, Cass., Sez. I, 28 maggio 2013, Guarnieri, in
un’elencazione specifica e nominativa dei delitti, la giurispru- CED, n. 255633; Cass., Sez. II, 30 settembre 2011, n. 38537,
denza di legittimità si è sempre richiamata alla natura auto- Maida, n.m.; Cass., Sez. I, 10 maggio 2005, Secchiano, in CED,
noma del delitto tentato e al principio di tassatività. n. 231665.
Quanto all’elenco dei predetti ambiti, la S.C. ha ricordato che: Per l’orientamento intermedio, sposato dalle SS.UU., Cass.,
a) l’art. 1, comma 2, lett. d), L. 31 luglio 2006, n. 241, (Con- Sez. I, 12 febbraio 2016, Masullo, in CED, n. 272158; Cass.,
cessione di indulto), prevede l’inapplicabilità della misura per i Sez. I, 12 febbraio 2016, Brito, n.m.; Cass., Sez. I, 12 febbraio
reati per i quali ricorre la circostanza aggravante di cui all’art. 7, 2016, Palladino, n.m.
nel senso che l’esclusione del beneficio riguarda sia le fatti-
specie consumate che quelle tentate; b) l’art. 649 u.c. c.p., nel La dottrina
limitare l’applicazione della causa di non punibilità per “ogni In argomento, A. Ardituro - F. Cioffi, La confisca ordinaria, per
altro delitto contro il patrimonio che sia commesso con vio- sproporzione e per equivalente nel processo di cognizioni ed
lenza alle persone”, si applica anche ai delitti tentati; c) l’art. 4 esecuzione, in A. Bargi - A. Cisterna (a cura di), La giustizia
bis ord. penit. prevede che il divieto di concessione di misure patrimoniale penale, II, Torino, 2011, 746 ss.; P. Gualtieri,
alternative alla detenzione e di benefici penitenziari operi per i Rapporti tra sequestro preventivo e confisca. Principi generali,
delitti aggravati dal fine di agevolazione dell’attività di un’asso- ibidem, 630 ss.; P. Corvi, La confisca nei reati di criminalità
ciazione di tipo mafioso anche se commessi nella forma del organizzata, in Sequestro e confisca, a cura di M. Montagna,
tentativo; d) l’art. 303, comma 1, lett. a), n. 3 e lett. b), n. 3 bis, Torino, 2017, 437 ss.; S. Finocchiaro, La riforma del codice
c.p.p., menzionando “i delitti di cui all’art. 407, comma 2, lett. antimafia (e non solo): uno sguardo d’insieme alle modifiche
a)” (il quale, a sua volta, contiene sia un’elencazione nomina- appena introdotte, in Dir. pen. cont., 2017, 10, 251 ss.;
tiva di delitti, sia l’indicazione dei “delitti commessi avvalen- F. Menditto, Le misure di prevenzione e la confisca allargata
dosi delle condizioni previste dall’art. 416-bis c.p., ovvero al (l. 17 ottobre 2017, n. 161), Milano, 2017; G. Varraso, Il seque-
fine di agevolare l’attività delle associazioni previste dallo stro a fini di confisca: dalle scelte del codice del 1988 alla legge
stesso articolo”), ancora una volta senza specificazione in n. 161 del 2017, in www.penalecontemporaneo.it.
ordine alla necessità che essi siano consumati o alla possibilità In ordine al nuovo art. 240 bis c.p., A.M. Maugeri, La riforma
che siano soltanto tentati, viene interpretato nel senso che il della confisca (d.lgs. 202/2016). Lo statuto della confisca
termine di un anno si applica anche ai delitti tentati. allargata ex art. 240-bis c.p.: spada di Damocle sine die sot-
Le SS.UU. hanno poi precisato che la soluzione prospettata tratta alla prescrizione (dalla l. 161/2017 al d.lgs. n. 21/2018), in
appare corretta anche alla luce della normativa sopravvenuta. www.archiviopenale.it.
Come noto, con il D.Lgs. 1° marzo 2018, n. 21, il D.L. n. 152 del
1991, art. 7, è stato trasfuso, senza modificazioni, nell’art. 416
bis comma 1 c.p., mentre l’art. 12 sexies, D.L. n. 306 del 1992 RESISTENZA A UN PUBBLICO UFFICIALE
ha trovato la sua collocazione nell’art. 240 bis c.p., che disci-
plina la “Confisca in casi particolari”, recependo le modifiche
apportate dalla L. 17 ottobre 2017, n. 161, che aveva unificato i CONCORSO FORMALE DI REATI
commi 1 e 2 e cancellato il riferimento al testo dell’art. 7, Cassazione Penale, SS.UU., 24 settembre 2018 (ud. 22
peraltro “recuperato” mediante il richiamo ai delitti previsti febbraio 2018), n. 40981 - Pres. Di Tomassi - Rel. De Cre-
dall’art. 51, comma 3 bis, c.p.p. Anche il nuovo art. 240 bis c.p. scienzo - P.M. Iacoviello (conf.) - Ric. A.R.
non contiene alcun riferimento a reati consumati e a reati
tentati: l’indicazione dei delitti che, in caso di condanna, impon- In tema di resistenza a un pubblico ufficiale, ex art. 337
gono la confisca è nominativa, con l’eccezione di quelli com- c.p., integra il concorso formale di reati, a norma dell’art.
messi per finalità di terrorismo o di eversione dell’ordine 81, comma 1, c.p., la condotta di chi usa violenza o minac-
costituzionale. Tuttavia, il rinvio ai delitti previsti dall’art. 51, cia per opporsi a più pubblici ufficiali o incaricati di un
comma 3 bis, c.p.p. reintroduce l’indicazione a una categoria pubblico servizio mentre compiono un atto del loro ufficio
generale di delitti, ove però l’elencazione nominativa degli o servizio.
stessi è preceduta dalla dizione “consumati o tentati”.
Secondo la S.C. la conclusione per cui, quando il legislatore Il caso
indica nominativamente un determinato delitto, intende rife- La Corte d’Appello di Ancora confermava la sentenza con cui il
rirsi solo al delitto consumato, mentre, quando richiama una giudice di primo grado, all’esito di un giudizio abbreviato, aveva
categoria di delitti non specificati, si riferisce sia a quelli con- condannato A.R. ai sensi degli artt. 81, comma 2, e 337 c.p.,
sumati che a quelli tentati, può essere applicata anche per la per avere questi minacciato di morte e usato violenza contro
formulazione dell’art. 51, comma 3 bis, c.p.p. due pubblici ufficiali. Ricorreva per cassazione l’imputato,
In conclusione, è stato affermato il seguente principio di lamentando, per quel che qui interessa, la ritenuta sussistenza
diritto: “Il sequestro preventivo finalizzato alla confisca previ- di una pluralità di fatti in continuazione fra loro pur a fronte di
sta dell’art. 12-sexies decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306, un’unica azione delittuosa.
convertito dalla legge n. 356 del 1992 (attuale art. 240-bis c.p.) La VI Sezione penale, assegnataria del ricorso, rilevava l’esi-
può essere disposto per uno dei reati presupposto anche nella stenza di un contrasto giurisprudenziale in ordine all’applica-
forma del tentativo aggravato dall’art. 7 legge n. 203 del 1991”. bilità della disciplina prevista dall’art. 81, comma 1, c.p. nel
caso in cui l’azione di resistenza sia stata rivolta nei confronti di
I precedenti una pluralità di pubblici ufficiali impegnati nel complimento
Quanto al primo orientamento, Cass., Sez. V, 17 febbraio dello stesso atto dell’ufficio. La questione veniva così rimessa
2015, Abbate e altri, in CED, n. 263988; Cass., Sez. V, 12 alle Sezioni Unite, cui si domandava “(s)e, in tema di resistenza
giugno 2013, Sannino e altro, ivi, n. 258821; Cass., Sez. V, 16 a un pubblico ufficiale, ex art. 337 cod. pen., la condotta di chi,

Diritto penale e processo 12/2018 1545


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con una sola azione, usa violenza o minaccia per opporsi a più amministrativa ritengono che il pubblico ufficiale e l’incaricato di
pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio, mentre com- pubblico servizio siano essi stessi pubblica amministrazione,
piono un atto del loro ufficio o servizio, configuri un unico reato poiché rappresentano lo strumento della sua estrinsecazione
ovvero un concorso formale di reati o un reato continuato”. nel mondo giuridico sul piano vuoi volitivo vuoi esecutivo. Sulla
base di quest’ultima considerazione il Collegio ha ritenuto di
La decisione aderire alla prima delle opzioni interpretative prospettate, ossia
A parere delle SS.UU., per offrire una risposta al quesito quella che ritiene integrato il concorso formale omogeneo di reati
prospettato, è necessario indagare due temi: il concorso for- in presenza di una azione di resistenza diretta nei confronti di più
male omogeneo di reati previsto dall’art. 81, comma 1, c.p. e la pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio.
fattispecie di cui all’art. 337 c.p. È stato infine affermato che la tesi per la quale l’opposi-
L’art. 81, comma 1, c.p. è dedicato all’istituto del concorso zione del soggetto agente non sarebbe diretta nei con-
formale di reati, che ricorre sia nel caso in cui una sola azione fronti del pubblico ufficiale bensì dell’atto amministrativo
od omissione violi più fattispecie incriminatrici (c.d. concorso non può essere ritenuta valida: essa, da un lato, non tiene
formale eterogeneo di reati) sia nel caso in cui una sola azione conto dell’illecito così come descritto dal testo dell’art.
od omissione violi più volte la medesima fattispecie incrimina- 337 c.p. e, dall’altro lato, omette di considerare che
trice (c.d. concorso formale omogeneo di reati). Nel concetto di proprio il fatto che l’elemento oggettivo del reato sia
azione unica cui fa riferimento la citata disposizione vanno ricom- integrato dalla violenza o dalla minaccia al pubblico uffi-
presi tanto i casi in cui l’azione si risolva in un “atto unico” quanto ciale o all’incaricato di pubblico servizio conferisce cen-
quelli in cui l’azione si realizzi attraverso il compimento di una tralità alla persona del singolo soggetto pubblico chiamato
“pluralità di atti” contestuali e aventi lo stesso fine. Un reato si a manifestare la volontà della pubblica amministrazione.
consuma ogniqualvolta venga realizzata, attraverso il compi- Senza pregio va parimenti considerato il raffronto fatto da
mento della condotta descritta in una norma incriminatrice, alcune pronunce tra l’art. 337 e l’art. 338 c.p. (così Cass.,
l’offesa tipizzata e venga leso l’interesse da essa protetto (c.d. Sez. VI, 14 dicembre 2016, Mozzi, in CED, n. 269005): si
evento giuridico): ebbene, da questa affermazione deriva che il tratta infatti di due fattispecie di reato profondamente
concorso formale omogeneo ricorre allorquando un bene giuri- diverse sia sul piano della struttura che sul piano della
dico venga leso più volte da una azione che, sul piano fenome- sanzione prevista dal legislatore, che è più grave nel caso
nico, diviene causa di una pluralità di lesioni o eventi omogenei. di violazione dell’art. 338 c.p.
Per accertare concretamente la ricorrenza di un concorso for- Tanto premesso, le SS.UU. hanno affermato il seguente prin-
male omogeneo, occorre dunque scindere idealmente la vicenda cipio di diritto: “(i)n tema di resistenza a un pubblico ufficiale,
fattuale in tante parti quanti sarebbero gli eventi giuridici, verifi- ex art. 337 cod. pen., integra il concorso formale di reati, a
cando che ognuno degli autonomi frammenti di essa integri, sia norma dell’art. 81, prima comma, cod. pen., la condotta di chi
sul piano oggettivo che su quello soggettivo, la fattispecie usa violenza o minaccia per opporsi a più pubblici ufficiali o
astratta prevista dal legislatore. Fatta questa premessa, i giudici incaricati di un pubblico servizio mentre compiono un atto del
di legittimità sono passati all’analisi della fattispecie di reato di cui loro ufficio o servizio”.
all’art. 337 c.p., ripercorrendo anzitutto i termini del contrasto
rilevato dalla Sezione rimettente. Secondo parte della giurispru- I precedenti
denza, la violenza o la minaccia utilizzata nei confronti di più Per l’orientamento sposato dalle SS.UU., Cass., Sez. VI, 25
pubblici ufficiali per contrastare il compimento di un atto del maggio 2017, Provenzano, in CED, n. 270545; Cass., Sez. VI,
loro ufficio configura tanti reati di resistenza quanti sono i soggetti 17 maggio 2012, P.G. in proc. Momodu, ivi, n. 253111; Cass.,
passivi coinvolti: questa tesi si fonda sulla considerazione che Sez. VI, 26 settembre 2011, P.G. in proc. De Marchi, ivi,
l’azione delittuosa, pur ledendo unitariamente l’interesse al rego- n. 250792; Cass., Sez. VI, 22 giugno 2006, P.G. in proc.
lare funzionamento della pubblica amministrazione, si risolve in Mastroiacovo e altri, ivi, n. 234831.
altrettante e distinte offese a ciascuno dei pubblici ufficiali inca- Quanto all’opposto orientamento, Cass., Sez. VI, 28 settem-
ricati del compimento dell’atto. Ad opposte conclusioni perviene bre 2017, Diop, in CED, n. 271559; Cass., Sez. VI, 12 luglio
altra parte della giurisprudenza, a parere della quale la violenza o la 2017, P.G. in proc. Damiani, ibidem, n. 270939; Cass., Sez. VI,
minaccia avrebbero carattere strumentale nella realizzazione 14 dicembre 2016, Mozzi, ivi, n. 269005; Cass., Sez. VI, 9
dell’illecito: la condotta del soggetto agente andrebbe perciò maggio 2014, P.G. in proc. Pastore, ivi, n. 260374.
considerata unica in ragione della unicità dell’atto amministrativo
ostacolato, indipendentemente dal numero di pubblici ufficiali La dottrina
destinatari della violenza o della minaccia. Nel ripercorrere i tratti Sulla questione sottoposta all’attenzione delle SS.UU.,
salienti della fattispecie delittuosa in esame, le SS.UU. hanno poi L. Fimiani, Il concorso formale di più reati di resistenza a
ricordato come essa preveda una condotta commissiva-opposi- pubblico ufficiale, in Cass. pen., 2018, 1639 ss. In generale,
tiva connotata: a) dalla violenza o dalla minaccia rivolta esclusi- sulla fattispecie di cui all’art. 337 c.p., E. Infante, Violenza,
vamente contro il pubblico ufficiale o il soggetto normativamente minaccia e resistenza a Pubblico Ufficiale, in A. Cadoppi -
ad esso equiparato, tesa a coartarne o a impedirne l’agire funzio- S. Canestrari - A. Manna - M. Papa (diretto da), Trattato di
nale; b) dalla volontà (dolo specifico) di ostacolare il soggetto diritto penale. Parte speciale, vol. II, 2008, Milano, 573 ss.;
passivo nel momento dell’esercizio della funzione pubblica. Il T. Martina, (voce) Resistenza a pubblico ufficiale, in Enc. giur.,
bene giuridico tutelato è unanimemente individuato nel “rego- XXVI, 1991, 1 ss.; R. Pasella, (voce) Violenza e resistenza a
lare funzionamento della pubblica amministrazione”; concetto, pubblico ufficiale, in Dig. disc. pen., XV, 1999, 249 ss.;
questo, che va inteso in senso ampio, cioè comprensivo anche M. Romano, I delitti contro la pubblica amministrazione. I
della sicurezza e della libertà di determinazione delle persone delitti dei privati. Le qualifiche soggettive pubblicistiche,
fisiche che singolarmente o in gruppo ne esercitano le funzioni o Milano, 2015, 34 ss.; S. Vinciguerra, I delitti contro la pubblica
ne adempiono i servizi. Non a caso la dottrina e la giurisprudenza amministrazione, Padova, 2008, 79 ss.

1546 Diritto penale e processo 12/2018


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SUCCESSIONE DI LEGGI PENALI NEL TEMPO patteggiata possano dar luogo all’annullamento della sentenza
pronunciata ex art. 444 c.p.p.: interrogativo, questo, che ruota
intorno alla nozione di “pena illegale”. Detta espressione,
REATI AD EVENTO DIFFERITO valorizzata in diverse occasioni dalla giurisprudenza di legitti-
mità per riconoscere alla Corte di cassazione un potere deci-
Cassazione Penale, SS.UU., 24 settembre 2018 (ud. 19 sorio in bonam partem che trascende il devolutum, viene in
luglio 2018), n. 40986 - Pres. Carcano - Rel. Caputo - P.M. discussione poiché, nel caso di specie, la commisurazione
Fimiani (diff.) - Ric. P.F. della pena operata dal giudice del patteggiamento si sviluppa
- come si dirà - in contrasto con il principio di irretroattività della
In tema di successione di leggi penali, a fronte di una legge penale sfavorevole, sancito dall’art. 25, comma 2, Cost.
condotta interamente posta in essere sotto il vigore di Onde dirimere il contrasto interpretativo sottoposto alla pro-
una legge penale più favorevole e di un evento interve- pria attenzione, le SS.UU. hanno ricordato che, nella formula-
nuto nella vigenza di una legge penale più sfavorevole, zione anteriore al varo della L. 23 marzo 2016, n. 41, l’omicidio
deve trovare applicazione la legge vigente al momento colposo commesso con violazione delle norme sulla circola-
della condotta. zione stradale era punito dall’art. 589, comma 2, c.p., che
Il caso integrava una circostanza aggravante rispetto alla fattispecie
Il Tribunale di Prato applicava a F.P. la pena concordata con il base di cui al comma 1 della medesima disposizione. Il quadro
P.M. in relazione al reato di cui all’art. 589 bis c.p., per avere sanzionatorio è mutato per effetto della L. n. 41 del 2016, che
questi, in data 2 gennaio 2016, mentre era alla guida della sua ha introdotto, all’art. 589 bis c.p., la fattispecie di omicidio
autovettura, investito B.P., che a seguito dei traumi derivanti stradale, che si pone come una autonoma fattispecie di
dal sinistro stradale, decedeva il successivo 28 agosto. Ricor- reato. Quanto al contrasto rilevato dalla Sezione rimettente,
reva per cassazione il difensore dell’imputato, denunciando è stato poi ricordato che, per un primo orientamento, in pre-
che la disciplina dettata dall’art. 589 bis c.p. è stata introdotta in senza di una condotta interamente posta in essere sotto il
epoca successiva alla condotta ascritta all’imputato, mentre vigore di una legge penale più favorevole e di un evento nella
all’epoca di tale condotta vigeva il più favorevole art. 589, vigenza di una legge penale più sfavorevole, si deve avere
comma 2, c.p.: a parere del ricorrente il giudice territoriale riguardo per il momento in cui è occorso l’evento lesivo: in
avrebbe quindi violato i principi contenuti negli artt. 25, comma questi ultimi termini si esprime la sentenza Sandrucci (Cass.,
2, Cost. e 7 Cedu. Sez. IV, 17 aprile 2015, Sandrucci), intervenuta in un caso in cui
La IV Sezione penale destinataria del ricorso, ravvisato un la morte della persona offesa si era verificata molti anni dopo la
contrasto giurisprudenziale inerente al trattamento sanziona- condotta dell’imputato e, nell’intervallo di tempo tra l’una e
torio da applicare nel caso di una condotta interamente posta in l’altra, erano sopravvenute due modifiche legislative peggio-
essere sotto il vigore di una legge penale più favorevole e di un rative. A favore del c.d. “criterio della condotta” milita invece la
evento intervenuto nella vigenza di una legge penale più sentenza Bartesaghi (Cass., Sez. IV, 5 ottobre 1972, Bartesa-
sfavorevole, rimetteva la questione alle Sezioni Unite, cui si ghi, in CED, n. 122686) che, intervenuta a proposito di un
domandava “se, a fronte di una condotta interamente posta in omicidio colposo con violazione delle norme sulla circolazione
essere sotto il vigore di una legge penale più favorevole e di un stradale, afferma che la legge da applicare è quella vigente al
evento intervenuto nella vigenza di una legge penale più momento dell’esecuzione dell’attività del reo e non quella del
sfavorevole, debba trovare applicazione la legge vigente al momento in cui si è verificato l’evento che determina la
momento della condotta ovvero quella vigente al momento consumazione del reato: se si prediligesse il c.d. “criterio
dell’evento”. dell’evento”, infatti, “il reo verrebbe ad essere punito più
gravemente per il fatto puramente casuale che nel periodo
La decisione di tempo intercorrente tra la sua condotta e l’evento sia
Prima di analizzare la questione sottoposta alla loro attenzione, sopraggiunta la nuova legge, in tal modo determinandosi
le SS.UU. si sono interrogate sulla tempestività del ricorso quell’incertezza sul grado di illiceità del comportamento
proposto dalla difesa: per far ciò hanno ritenuto necessario umano che è escluso in modo assoluto dal principio
valutare la questione relativa, da un lato, alla possibilità per il dell’irretroattività”.
giudice del c.d. patteggiamento di indicare nel dispositivo un Le SS.UU. hanno ritenuto di dover condividere il secondo degli
termine per il deposito della sentenza e, dall’altro, alla decor- orientamenti prospettati, a favore del quale depongono diversi
renza del termine per l’impugnazione in presenza di tale indi- argomenti. In questa prospettiva, i giudici di legittimità hanno
cazione. Una volta illustrato il panorama normativo e valorizzato i principi che governano il fenomeno della succes-
giurisprudenziale di riferimento, esse si sono espresse in sione di leggi penali nel tempo: tra questi, il riferimento corre
questi termini: “(l)a motivazione della sentenza di applicazione anzitutto al principio di irretroattività della norma penale sfa-
della pena su richiesta deve essere depositata contestual- vorevole cristallizzato nell’art. 25, comma 2, Cost. Esso, come
mente alla pronuncia; qualora la motivazione non sia deposi- rilevato dalla Corte costituzionale, “si pone come essenziale
tata contestualmente, anche per l’irrituale indicazione in strumento del cittadino contro gli arbitri del legislatore, espres-
dispositivo di un termine per il deposito, il termine di quindici sivo dell’esigenza della “calcolabilità” delle conseguenze giu-
giorni per l’impugnazione della sentenza pronunciata in ridico-penali della propria condotta, quale condizione
camera di consiglio decorre - esclusa qualsiasi nullità della necessaria per la libera autodeterminazione individuale”
sentenza stessa ed indipendentemente dal fatto che il termine (Corte cost. sent. n. 394 del 2006): esigenza, questa, “con la
irritualmente indicato dal giudice sia stato o meno osservato - quale contrasta un successivo mutamento peggiorativo “a
dall’ultima notificazione o comunicazione dell’avviso di depo- sorpresa” del trattamento penale della fattispecie” (Corte
sito del provvedimento”. Tanto premesso, l’atto di impugna- cost. sent. n. 230 del 2012). È quindi la condotta il punto di
zione proposto dalla difesa è stato ritenuto tempestivo. riferimento temporale idoneo a garantire la “calcolabilità”
Sempre in via preliminare, la Corte si è interrogata sui limiti delle conseguenze penali e, con essa, l’autodeterminazione
in cui gli errori in diritto nella determinazione della pena della persona; una soluzione diversa svilirebbe quest’ultima

Diritto penale e processo 12/2018 1547


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oltre alla ratio di tutela del principio costituzionale dell’irretroat- con riguardo ad alcune figure di reato caratterizzate non già,
tività, poiché impedirebbe a ciascuno di calcolare le conse- come quella in esame, dalla distanza tra condotta ed evento,
guenze penali derivanti dal proprio agire. Del resto, già nei bensì dal protrarsi nel tempo della stessa condotta tipica.
lavori preparatori dell’Assemblea costituente, si era affermato Trattasi del reato permanente e del reato abituale: nel primo
che “la norma di legge penale deve preesistere non solo caso, la giurisprudenza di legittimità individua il tempus
all’evento, ma anche all’azione”, poiché è in quest’ultima commissi delicti ai fini della successione di leggi penali
che “si realizza il contrasto tra la volontà imputabile del delin- nella cessazione della permanenza; nel secondo, nella rea-
quente e la volontà della legge”. Tracce della necessità di lizzazione dell’ultima condotta tipica integrante il fatto di
correlare, dal punto di vista ontologico, il principio di irretroat- reato.
tività alla condotta dell’agente si possono inoltre rinvenire nella Tutto ciò premesso, le SS.UU. hanno affermato il seguente
giurisprudenza di legittimità (in questo senso, sebbene ad altri principio di diritto: “(i)n tema di successione di leggi penali, a
fini, SS.UU., 6 marzo 1992, P.G. in proc. Piccillo e altro, in CED, fronte di una condotta interamente posta in essere sotto il
n. 189399) e della Cedu. L’identificazione del tempus com- vigore di una legge penale più favorevole e di un evento
missi delicti con la condotta tipica trova, secondo la SS.UU., intervenuto nella vigenza di una legge penale più sfavorevole,
decisive conferme anche sul piano sistematico e, in partico- deve trovare applicazione la legge vigente al momento della
lare, sul terreno delle funzioni della pena. Quanto alla preven- condotta”.
zione generale, basti pensare che è nel momento in cui un
soggetto agisce ovvero omette di compiere un’azione dove- I precedenti
rosa che si determina il contrasto con la funzione di orienta- Per l’orientamento sposato dalle Sezioni Unite, Cass., Sez. IV,
mento della norma penale. La medesima conclusione vale per 5 ottobre 1972, Bartesaghi, in CED, n. 122686.
la funzione rieducativa della pena: la Corte costituzionale ha in Quanto all’opposto orientamento, Cass., Sez. IV, 17 aprile
proposito messo in luce come “avuto riguardo anche al fon- 2015, Sandrucci, n.m.; Cass., Sez. V, 13 marzo 2014, Calamita
damentale principio di colpevolezza ed alla funzione preven- e altri, in CED, n. 260003.
tiva della pena desumibili dall’art. 27 Cost., ognuno dei
consociati deve essere posto in grado di adeguarsi libera- La dottrina
mente o meno alla legge penale, conoscendo in anticipo - C. Rossi, Successione di leggi penali e concorso di persone nel
sulla base dell’affidamento nell’ordinamento legale in vigore reato, in Cass. pen., 2015, 1879 ss.; S. Zirulla, Alle Sezioni
al momento del fatto - quali conseguenze afflittive potranno Unite la questione del tempus commissi delicti nei reati ad
scaturire dalla propria decisione (...): aspettativa che sarebbe, evento “differito”, in www.penalecontemporaneo.it; Id., Irre-
per contro, manifestamente frustrata qualora il legislatore troattività sfavorevole e reati d’evento lungo-latente, in Dir.
potesse sottoporre a sanzione criminale un fatto che all’epoca pen. cont., 2017, IV, 441 ss. In generale, sul principio di
della sua commissione non costituiva reato, o era punito meno irretroattività della norma penale sfavorevole, M. Gambar-
severamente” (Corte cost. sent. n. 364 del 1988). della, L’irretroattività, in A. Cadoppi - S. Canestrari -
Infine, per ragioni di completezza, la S.C. ha esaminato la A. Manna - M. Papa (diretto da), Trattato di diritto penale, I,
questione dell’individuazione del tempus commissi delicti Milano, 2012, 224 ss.

1548 Diritto penale e processo 12/2018


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di cassazione - Diritto penale
a cura di Stefano Corbetta

DELITTI CONTRO LA PERSONA I precedenti


Nel senso che il termine “percuotere” previsto dall’art. 581
c.p. non è assunto nel suo significato letterale di battere, colpire,
NON VI SONO “PERCOSSE” SE MANCA UN CONTATTO FISICO picchiare, ma in quello più lato, comprensivo di ogni violenta
DIRETTO TRA L’AGENTE E LA VITTIMA manomissione dell’altrui persona fisica, cfr. Cass., Sez. V, 17
maggio 2017, Moraldi, in CED, n. 271122; Cass., Sez. V, 14
Cassazione Penale, Sez. V, 23 ottobre 2018 (u.p. 28 giugno
settembre 2015, De Angelis, ivi, n. 265629; Cass., Sez. V, 13
2018), n. 48322 - Pres. Vessichelli - Rel. Zaza - P.M. Salzano
giugno 2014, Battistessa, ivi, n. 261451; Cass., Sez. V, 12
(diff.) - Ric. M.B. gennaio 2012, Andrisani, ivi, n. 252953.
Il termine “percuotere” non è assunto nell’art. 581 c.p. nel La dottrina
solo significato di battere, colpire, picchiare, ma anche in P. Baima Bollone - V. Zagrebelsky, Percosse e lesioni perso-
quello più lato, comprensivo di ogni violenta manomis- nali, Milano, 1975, passim; F. Basile, I delitti contro la vita e
sione dell’altrui persona fisica, tale da abbracciare qual- l’incolumità individuale, in G. Marinucci - E. Dolcini, Trattato di
siasi energia fisica esercitata con violenza e direttamente diritto penale. Parte Speciale, Padova, 2015, 3 ss.; T. Galiani,
sulla persona. voce Lesioni personali e percosse, in Enc. dir., XXIV, 1974, 140
ss.; M.G. Gallisai Pilo, voce Lesioni e percosse, in Dig. disc.
Il caso pen., VII, 1993, 394 ss.; F. Viganò, La tutela penale della libertà
In riforma della sentenza assolutoria del Giudice di pace di individuale, Milano, 2002, 259 ss.; V. Zagrebelsky, voce
Reggio Calabria e in accoglimento dell’appello proposto dalla Lesioni personali e percosse, in Enc. giur., XVIII, 1990, 1 ss.
parte civile, il Tribunale di Reggio Calabria dichiarava l’imputata
civilmente responsabile del reato di percosse, per aver scosso
la scala sulla quale la persona offesa era salita per controllare
una cassetta di derivazione dei contatti elettrici sita nel vano REATO
del pianerottolo ove si affacciava l’abitazione dell’imputata
medesima, al fine di impedire tale intervento, così cagionando QUANDO GLI “ATTI PREPARATORI” POSSONO INTEGRARE
la caduta della persona offesa. Tra i motivi di ricorso per
IL TENTATIVO PUNIBILE
cassazione, l’imputato deduceva violazione di legge e vizio
motivazionale sulla configurabilità del reato, ritenendola Cassazione Penale, Sez. II, 17 ottobre 2018 (u.p. 14 set-
esclusa dalla mancanza di alcun contatto fisico fra la persona tembre 2018), n. 47295 - Pres. Diotallevi - Rel. Monaco -
offesa e l’imputata, che si era limitata a toccare la scala su cui si P.M. Cuomo (conf.) - Ric. M.M.
trovava la parte lesa.
Per la configurabilità del tentativo rilevano non solo gli
La decisione atti esecutivi veri e propri, ma anche quegli atti che, pur
La Corte ha accolto il ricorso perché fondato. La Cassazione ha
classificabili come preparatori, facciano fondatamente
evidenziato come, per quanto ricostruito in sede di merito,
ritenere che l’agente, avendo definitivamente approntato
l’imputata aveva scosso la scala sulla quale si trovava la per-
il piano criminoso in ogni dettaglio, abbia iniziato ad
sona offesa, che era caduta solo a seguito del movimento in tal
attuarlo, che l’azione abbia la significativa probabilità di
modo impresso alla scala; non era pertanto in discussione che
conseguire l’obiettivo programmato e che il delitto sarà
non vi fosse stato alcun contatto fisico diretto fra i due.
commesso, salvo il verificarsi di eventi non prevedibili
Orbene, la S.C. ha chiarito che il termine “percosse”, che
indipendenti dalla volontà del reo.
descrive la condotta del reato previsto dall’art. 581 c.p. “pur
non dovendosi intendere nel suo stretto significato lessicale, Il caso
riferito alle azioni del ‘colpire’, del ‘picchiare’ o simili, è comun- Il Tribunale di Roma, costituito ai sensi dell’art. 309 c.p.p.,
que associato (…) al diretto esercizio di energia fisica su altra rigettava la richiesta d riesame e confermava l’ordinanza del
persona ovvero, nelle definizioni più ampie, ad una violenta G.I.P. che aveva applicato all’indagato la misura della custodia
manomissione dell’altrui persona”. La sussistenza del reato di cautelare in carcere in relazione ai reati di cui agli artt. 56, 628,
percosse, pertanto, presuppone “la necessità di un contatto comma 3, c.p. Nel proporre ricorso per cassazione, l’indagato
fisico diretto fra il soggetto agente e la vittima”. Nel caso di deduceva erronea applicazione della legge penale in relazione
specie, la condotta accertata non presentava tali caratteristi- artt. 56, 628 c.p. e 273 c.p.p. e difetto di motivazione in relazione
che, avendo l’azione dell’imputata attinto non la persona della alla configurazione dei gravi indizi di colpevolezza del reato di
vittima, ma solo la scala utilizzata dalla stessa; la sentenza tentata rapina aggravata, in quanto gli atti posti in essere non
impugnata è stata perciò annullata senza rinvio agli effetti civili, avrebbero superato la fase meramente preparatoria, sicché
revocandosi le relative statuizioni.

Diritto penale e processo 12/2018 1549


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l’azione non sarebbe giunta a un punto “di non ritorno”, arre- continuità al principio secondo cui “per la configurabilità del
standosi alla soglia del tentativo c.d. incompiuto. tentativo rilevano non solo gli atti esecutivi veri e propri, ma
anche quegli atti che, pur classificabili come ‘preparatori’, fac-
La decisione ciano fondatamente ritenere che l’agente, avendo definitiva-
La Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. Nel ripren- mente approntato il piano criminoso in ogni dettaglio, abbia
dere alcuni arresti in argomento, la Corte ha ribadito che, “ai fini iniziato ad attuarlo; che l’azione abbia la significativa probabilità
della punibilità del tentativo, rileva l’idoneità causale degli atti di conseguire l’obiettivo programmato e che il delitto sarà
compiuti per il conseguimento dell’obiettivo delittuoso nonché commesso, salvo il verificarsi di eventi non prevedibili indipen-
la univocità della loro destinazione, da apprezzarsi con valuta- denti dalla volontà del reo”. Nel caso sottoposto a scrutinio,
zione ex ante in rapporto alle circostanze di fatto ed alle modalità peraltro, gli atti posti in essere erano giunti allo stadio di esecu-
della condotta, al di là del tradizionale e generico discrimen tra zione, in quanto gli indagati si erano già appostati all’esterno
atti preparatori e atti esecutivi”. Di conseguenza, ai fini della della villa della vittima, vi avevano stazionato per quasi due ore in
configurabilità del tentativo rilevano non solo gli atti esecutivi attesa che la stessa uscisse (peraltro anche predisponendo un
veri e propri, “ma anche quegli atti che, pur classificabili come piano alternativo che prevedeva l’utilizzo di una scala, portata
preparatori, facciano fondatamente ritenere che l’agente, per tale scopo), circostanza ritenuta dalla S.C. significativa circa
avendo definitivamente approntato il piano criminoso in ogni l’inizio della effettiva esecuzione dell’attività criminosa.
dettaglio, abbia iniziato ad attuarlo, che l’azione abbia la signifi-
cativa probabilità di conseguire l’obiettivo programmato e che il I precedenti
delitto sarà commesso, salvo il verificarsi di eventi non preve- In senso conforme, cfr. Cass., Sez. II, 4 maggio 2017, Gentile,
dibili indipendenti dalla volontà del reo”. Secondo la S.C., quindi, in CED, n. 269963, la quale, in una vicenda relativa a tentativo di
anche un “atto preparatorio” può integrare gli estremi del rapina a un furgone portavalori, ha ritenuto che erroneamente
tentativo punibile, a una precisa condizione: “purché sia idoneo il tribunale del riesame, in riforma dell’ordinanza coercitiva,
e diretto in modo non equivoco alla consumazione di un reato, avesse escluso l’univocità degli atti solo per la non imminenza
ossia qualora abbia la capacità, sulla base di una valutazione - per dell’assalto, senza tener conto degli altri indici utilizzabili per
l’appunto ex ante - ed in relazione alle circostanze del caso, di stabilire se l’azione avesse una significativa probabilità di
raggiungere il risultato programmato ed a tale risultato sia essere portata a compimento, tra cui l’individuazione dell’o-
univocamente diretto”. Alla stregua di tale ricostruzione, la biettivo, la progettazione dell’azione nei minimi particolari, la
“disputa” sulla rilevanza, ai fini della punibilità del tentativo, progressione nell’organizzazione - con l’approvvigionamento
dei soli atti esecutivi ovvero anche di quelli preparatori perde di di una pala gommata, di armi e di maschere per i volti -
significato, “una volta correttamente inteso il requisito della nonostante la certezza del monitoraggio delle forze dell’or-
idoneità degli atti, il quale deve essere valutato in termini dine, nonché la scelta di un’idonea strada con curve a gomito
oggettivi, nel senso che gli atti considerati, esaminati nella per l’agguato; Cass., Sez. II. 14 settembre 2016, Gravina, ivi,
loro oggettività e nel contesto in cui si inseriscono, devono n. 268644, che ha riconosciuto il duplice tentativo di rapina
possedere l’intrinseca attitudine a denotare il proposito crimi- nella condotta degli imputati i quali, acquisita la disponibilità di
noso perseguito, rivelando la propria attuazione”. Ad avviso guanti e cappelli, avevano compiuto una ricerca in automobile
della Corte, l’unico criterio di ordine generale, che può essere di di istituti bancari non eccessivamente protetti e, in due occa-
valido ausilio nel riconoscimento dell’univocità degli atti, “è sioni, scesi dalla vettura, si erano portati, nel primo caso, nei
costituito dall’imprevedibilità della non consumazione, ovvero pressi della porta di ingresso di una banca e, nell’altro, all’in-
da quella complessiva situazione di fatto in cui tutto fa supporre terno, salvo allontanarsi per la percepita presenza della vigi-
che il reato sarà commesso, e non appaiono percepibili inco- lanza; Cass., Sez. II, 10 marzo 2016, Colombo, ivi, n. 267006,
gnite che pongano in dubbio tale eventualità”. Esulano, per- che ha ritenuto legittima la condanna per concorso nel tenta-
tanto, dal tentativo punibile “quegli eventi imprevedibili non tivo di rapina di due soggetti - uno dei quali in possesso di un
dipendenti dalla volontà del soggetto agente, atteso che costui taglierino e di una sacca utilizzati per compiere altre rapine - che
ha solo un modo per dimostrare di avere receduto dal proposito avevano lasciato l’auto nei pressi di un ufficio postale con le
criminoso: ossia la desistenza volontaria (art. 56, comma 3, c.p.) portiere aperte e la chiave nel quadro di accensione, avevano
o il recesso attivo (art. 56, comma 4, c.p.)”. Pertanto, il tentativo cercato di sottrarsi al controllo di p.g. fornendo spiegazioni
è punibile non solo quando l’esecuzione è compiuta, “ma anche contrastanti circa la loro presenza in loco, e avevano intratte-
quando l’agente ha compiuto uno o più atti (non necessaria- nuto tra loro conversazioni intercettate da cui emergeva il
mente esecutivi) che indichino, in modo inequivoco, la sua comune intento di dissimulare la ragione di tale loro presenza.
volontà di voler compiere un determinato delitto; ovvero, in
tutti quei casi in cui l’agente abbia approntato e completato il suo La dottrina
piano criminoso in ogni dettaglio ed abbia iniziato ad attuarlo, pur R. Bartoli, Brevi considerazioni sull’elemento oggettivo del
non essendo ancora arrivato alla fase esecutiva vera e propria, delitto tentato in una prospettiva de lege ferenda, in Riv. it.
ossia alla concreta lesione del bene giuridico protetto dalla dir. proc. pen., 2002, 917 ss.; F. Cingari, Gli incerti confini del
norma incriminatrice”. La conferma della tesi soggettiva del tentativo punibile, in questa Rivista, 2009, 859 ss.; U. Giuliani-
tentativo, propugnata dalla decisione in esame, si desume, da Balestrino, Sull’inizio della punibilità a titolo di delitto tentato, in
un lato, dai commi successivi dell’art. 56 c.p., che, nel discipli- Ind. pen. 2000, 487 ss.; D. Guidi, Univocità ed idoneità degli atti
nare il caso di desistenza dell’azione e di impedimento da parte nella recente elaborazione giurisprudenziale sul delitto ten-
dell’agente dell’evento determinato dagli atti esecutivi veri e tato, in questa Rivista, 2014, 881 ss.; A. Lagioia, La punibiltà
propri, confermano i due livelli del tentativo punibile sanzionati degli atti preparatori nel tentativo di rapina, in Cass. pen., 2017,
in modo differente, e, dall’altro, dal disposto dell’art. 49, comma 3235 ss.; G. Marinucci, Soggettivismo e oggettivismo nel
2, c.p., che esclude la punibilità per “l’inidoneità dell’azione” e diritto penale. Uno schizzo dogmatico e politico-criminale, in
non degli atti esecutivi, così confermando che occorre aver Riv. it. dir. proc. pen., 2011, 1 ss.; F. Palazzo, Il tentativo: un
riguardo alla idoneità dell’azione valutata nel suo complesso, problema ancora aperto? (tipicità ed offesa tra passato e
più che alla idoneità dei singoli atti. La Cassazione ha perciò dato futuro), ibidem, 38 ss.; O. Simone, Criteri giuridico-formali e

1550 Diritto penale e processo 12/2018


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giudizi fattuali nell’individuazione dell’inizio della punibilità nel del destinatario e della sua posizione economica e di ogni altra
tentativo, in Cass. pen., 2009, 3355 ss.; R. Urbani, Univocità e connotazione del caso concreto, con esclusione del reato sol-
circostanze nel tentativo: tra oggettivismo e soggettivismo, in tanto se manchi l’idoneità potenziale dell’offerta o della pro-
questa Rivista, 2012, 181 ss. messa a conseguire lo scopo perseguito dall’autore per
l’evidente quanto assoluta impossibilità del pubblico ufficiale di
tenere il comportamento illecito richiestogli”. Nel caso in esame,
DELITTI CONTRO LA P.A. la Corte d’Appello aveva fatto buon governo de principi appena
indicati, correttamente valorizzando il contesto in cui l’offerta era
stata effettuata dall’imputato alla volta di agenti della polizia
OFFERTA DI DENARO PER SOTTRARSI ALL’ALCOLTEST: stradale, intervenuti in occasione di un sinistro determinato dal
È ISTIGAZIONE ALLA CORRUZIONE primo che, già sottoposto ad accertamento preliminare dello
stato di ebbrezza alcolica, veniva richiesto dagli operanti di sotto-
Cassazione Penale, Sez. VI, 11 ottobre 2018 (u.p. 19 porsi a un ulteriore controllo con etilometro, e quindi il modo
settembre 2018), n. 46015 - Pres. Paoloni - Rel. Scalia - “spavaldo” in cui l’offerta era stata effettuata e del carattere
P.M. Marinelli (conf.) - Ric. G.A. progressivo della stessa, apprezzato come diretto ad ostentare le
concrete possibilità economiche dell’imputato medesimo.
Per l’integrazione del reato di istigazione alla corruzione è
sufficiente la semplice offerta o promessa, purché sia I precedenti
caratterizzata da adeguata serietà e sia in grado di turbare In senso conforme, da ultimo, cfr. Cass., Sez. VI, 4 novembre
psicologicamente il pubblico ufficiale (o l’incaricato di 2015, Shirman, in CED, n. 266498, la quale - in applicazione del
pubblico servizio), sì che sorga il pericolo che lo stesso principio secondo cui l’offerta o la promessa di donativi di
accetti l’offerta o la promessa: non è necessario perciò che modesta entità integrano il delitto di istigazione alla corruzione
l’offerta abbia una giustificazione, né che sia specificata solo qualora la condotta sia caratterizzata da un’adeguata
l’utilità promessa, né quantificata la somma di denaro, serietà, da valutare alla stregua delle condizioni dell’offerente
essendo sufficiente la prospettazione, da parte dell’a- nonché delle circostanze di tempo e di luogo in cui l’episodio si
gente, dello scambio illecito. colloca e sia in grado di turbare psicologicamente il pubblico
ufficiale - ha ritenuto non seria e potenzialmente corruttiva, e
Il caso dunque inidonea a configurare il reato, l’offerta di 100 euro
La Corte d’Appello dell’Aquila confermava la decisione resa dal fatta dall’imputato, visibilmente ubriaco, a un agente di polizia
Tribunale di Pescara che, all’esito di giudizio abbreviato, aveva che lo aveva fermato alla guida di un’autovettura in stato di
condannato l’imputato alla pena di giustizia per i reati di cui agli ebbrezza.
artt. 322, comma 2, 336 e 337, 82, 585 e 61, n. 2, c.p., perché,
al fine di indurre i pubblici ufficiali, in servizio presso la polizia La dottrina
stradale, intervenuti per l’accertamento della dinamica di un Benussi, I delitti contro la pubblica amministrazione, I, I delitti
sinistro in cui era coinvolto il prevenuto e in procinto di verifi- dei pubblici ufficiali, Padova, 2013, 865 ss.; M.B. Magro, Ai
carne le condizioni di ebbrezza alcolica, ad omettere un atto del confini tra tentata induzione indebita e istigazione alla corru-
loro ufficio, offriva loro una somma di denaro di 200 euro, zione: riflessioni a margine di un caso di induzione indebita del
offerta non accolta, usando nei confronti dei predetti, nelle pubblico ufficiale non accolta, in Cass. pen., 2014, 4088 ss.;
indicate circostanze, minaccia e violenza al fine di impedire il A. Maniccia, La linea di demarcazione tra la sollecitazione e le
compimento dell’atto di ufficio e cagionando ad uno degli condotte di costrizione e induzione indebita nella recente
agenti lesioni personali. Nel ricorrere per cassazione, l’impu- giurisprudenza in tema di istigazione alla corruzione, in Cass.
tato deduceva violazione di legge e vizio di motivazione in pen., 2015, 2668 ss.; R. Marroni, Istigazione alla corruzione, in
relazione all’art. 322 c.p., per avere la Corte territoriale ritenuto Giust. pen., 2013, I, 328 ss.; M. Romano, I delitti contro la
integrati i presupposti del reato di istigazione alla corruzione, e pubblica amministrazione. I delitti dei pubblici ufficiali, III ed.,
segnatamente la serietà e concretezza della offerta di denaro, Milano, 2013, 121 ss.; D. Tarantino, Sui difficili rapporti tra
pur dando atto dello stato di ebbrezza in cui versava il preve- concussione per induzione e istigazione alla corruzione, in
nuto e quindi della chiara percepibilità ex ante dell’offerta Riv. it. dir. proc. pen., 2012, 245 ss.
come inconcludente ed in nessun modo credibile da parte
dei destinatari. RIMOZIONE DI SIGILLI APPOSTI A VEICOLO SOTTOPOSTO
A FERMO AMMINISTRATIVO
La decisione
La Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso perché mani- Cassazione Penale, Sez. III, 10 ottobre 2018 (u.p. 11 aprile
festamente infondato. La Cassazione ha richiamato i punti fermi 2018), n. 45569 - Pres. Di Nicola - Rel. Aceto - P.M. Aniello
affermati dalla giurisprudenza di legittimità in relazione alla sussi- (conf.) - Ric. P.G. in c. B.O.
stenza del delitto di istigazione alla corruzione per atto contrario ai
doveri di ufficio, il quale “si configura con la semplice condotta Integra il reato di violazione di sigilli l’asportazione da
dell’offerta o della promessa di danaro o di altra utilità, purché veicolo assoggettato a fermo amministrativo dei sigilli
seria, potenzialmente e funzionalmente idonea ad indurre il apposti sullo stesso a norma dell’art. 214 c. str. e del
destinatario a compiere un atto contrario ai doveri di ufficio, D.M. Interno 1° marzo 2004.
tale da determinare una rilevante probabilità di causare un turba-
mento psichico nel pubblico ufficiale, sì che sorga il pericolo Il caso
che egli accetti l’offerta o la promessa”. Peraltro, l’idoneità Adito dalla richiesta del P.M. di emissione di decreto penale di
della condotta va valutata con un giudizio prognostico, “che condanna per i reati di guida senza patente e violazione di sigilli
tenga conto dell’entità del compenso, delle qualità personali aggravata, iI G.I.P. del Tribunale di Cuneo, ai sensi dell’art. 129

Diritto penale e processo 12/2018 1551


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c.p.p., assolveva l’imputato perché il fatto non sussiste; ad non può essere inferiore a 4 mm.”. Il successivo art. 2, comma
avviso del G.I.P. il reato di cui all’art. 349 c.p. non sarebbe 2, stabilisce che “Su ogni veicolo sottoposto a fermo ammini-
configurabile in caso di rimozione dei sigilli apposti al veicolo strativo devono essere apposti almeno due sigilli: uno nella
sottoposto a fermo amministrativo ai sensi degli artt. 116, parte anteriore ed uno nella parte laterale in corrispondenza o
comma 17, e 214 c. str. La sentenza veniva impugnata dal in prossimità del posto di guida. Sui ciclomotori, sui rimorchi,
P.G. territoriale, che eccepiva violazione di legge. sui motocicli ovvero sulle macchine agricole ed operatrici può
essere apposto un solo sigillo nella parte anteriore”. Infine, a
La decisione norma dell’art. 214, comma 2, c. str., il veicolo, quando non
La Corte ha accolto il ricorso. La S.C. ha osservato che il G.I.P. rimosso e trasportato in apposito luogo di custodia, deve
aveva ritenuto l’insussistenza del reato, applicando il principio essere affidato in custodia all’avente diritto o, in caso di tra-
secondo cui non integra il reato di violazione di sigilli, l’aspor- sgressione commessa da minorenne, ai genitori o a chi ne fa le
tazione da veicolo assoggettato a sequestro amministrativo veci o a persona maggiorenne appositamente delegata. Il
del foglio o cartello adesivo apposto sullo stesso e recante successivo comma 8 prevede un illecito amministrativo nei
l’indicazione del disposto sequestro a norma dell’art. 394, confronti di “chiunque circola con un veicolo sottoposto al
comma 9, reg. c. str. Tale principio, peraltro, trova applicazione fermo amministrativo, salva l’applicazione delle sanzioni
nel caso di sequestro amministrativo del veicolo, il quale, ai penali per la violazione degli obblighi poste in capo al custode”.
sensi dell’art. 213, comma 2, ultimo periodo, c. str., deve Orbene, dalla disciplina poc’anzi esposta, emerge limpida-
recare segnalazione visibile dello stato di sequestro con le mente che, in caso di fermo amministrativo del veicolo per
modalità stabilite nel regolamento e che di ciò è fatta menzione le infrazioni al codice della strada, devono essere material-
nel verbale di contestazione della violazione. Tale disposizione mente apposti i sigilli al veicolo medesimo, la cui violazione
trova attuazione nell’art. 394, comma 9, d.P.R. 16 dicembre integra il precetto penalmente sanzionato dall’art. 349 c.p. E
1992, n. 495 (Regolamento di esecuzione e di attuazione del difatti il reato di violazione dei sigilli è impermeabile alle
nuovo codice della strada), a norma del quale la segnalazione vicende che riguardano il titolo della loro apposizione, in
dello stato di sequestro del veicolo, ai sensi dell’art. 213 c. str., quanto “l’inefficacia o l’illegittimità del provvedimento di
è realizzata con l’apposizione di uno o più fogli adesivi sulla sequestro o di apposizione di sigilli non esclude il delitto di
parte anteriore o sul vetro parabrezza, recanti l’iscrizione “vei- cui all’art. 349 c.p., atteso che la norma richiede soltanto che
colo sottoposto sequestro” e con l’indicazione degli estremi l’apposizione dei sigilli derivi da una disposizione di legge o da
del provvedimento che lo ha disposto. L’apposizione di sigilli un ordine dell’autorità, così che, una volta che il vincolo sia
costituisce un elemento ulteriore e meramente eventuale, stato apposto a tutela della identità e della conservazione della
perché, come previsto dal precedente comma 5 dello stesso cosa, esso non può essere violato dal privato sino a che non
articolo, essi sono apposti alle cose sequestrate solo “se è venga formalmente rimosso dall’autorità competente”. La
necessario”. Affatto diversa è la disciplina di veicolo sottopo- Corte ha poi chiarito che la sopravvenuta depenalizzazione
sto a fermo amministrativo; in tal caso, l’art. 214, comma 1, c. del reato di cui all’art. 116 c. str. ad opera dell’art. 1, comma 1,
str., cui rimanda il comma 17 dell’art. 116, prevede espressa- D.Lgs. n. 8 del 2016, non incide sulla persistente penale
mente che “sul veicolo deve essere collocato un sigillo, rilevanza della condotta punita ai sensi dell’art. 349 c.p., che
secondo le modalità e con le caratteristiche fissate con non costituisce una conseguenza sanzionatoria del reato (oggi
decreto del Ministero dell’interno, che, decorso il periodo di illecito amministrativo) di guida senza patente e comunque, la
fermo amministrativo, è rimosso a cura dell’ufficio da cui sanzione accessoria del fermo amministrativo non è venuta
dipende l’organo di polizia che ha accertato la violazione meno. Conclusivamente, la Cassazione ha enunciato il
ovvero di uno degli organi di polizia stradale di cui all’articolo seguente principio: “integra il reato di violazione di sigilli,
12, comma 1”. In attuazione della norma, il Ministero dell’in- l’asportazione da veicolo assoggettato a fermo amministrativo
terno ha emanato il D.M. 1° marzo 2004, il cui art. 1 così recita: dei sigilli apposti sullo stesso a norma dell’art. 214, Cod. Str. e
“1. Il sigillo, che deve essere collocato sui veicoli sottoposti del DM Interno 01/03/2004”. La sentenza impugnata è stata
alla sanzione accessoria del fermo amministrativo, è costituito perciò annullata senza rinvio con trasmissione atti al Tribunale
da un pannello in materiale plastico o metallico o da un foglio di di Cuneo per l’ulteriore corso.
carta recante l’iscrizione: “Veicolo sottoposto a fermo” con
l’indicazione degli estremi del provvedimento che lo ha dispo- I precedenti
sto, conformemente ai modelli A e B, allegati al presente Non constano precedenti editi. Nel senso che on integra il
decreto. Il sigillo, realizzato in un unico pezzo, deve essere reato di violazione di sigilli, l’asportazione da veicolo assog-
riprodotto o anche solo rivestito da materiale che presenti gettato a sequestro amministrativo del foglio o cartello ade-
caratteristiche merceologiche adeguate che ne consentano sivo apposto sullo stesso e recante l’indicazione del disposto
la sua esposizione agli agenti atmosferici, per tutta la durata sequestro a norma dell’art. 394, comma 9, reg. c. str., cfr.
presumibile dello stato di fermo, senza che vengano a deter- Cass., Sez. III, 2 luglio 2015, La Bella, in CED, n. 264794; Cass.,
minarsi significative variazioni di leggibilità delle iscrizioni Sez. III, 11 gennaio 2012, Piro, ivi, n. 252897.
impresse. 2. Il sigillo deve essere fissato solidamente al vei-
colo in modo tale che non sia possibile la sua rimozione, la sua La dottrina
separazione dal veicolo o il suo occultamento, senza violarne G. Mannozzi, voce Violazione di sigilli, in Dig. disc. pen., XV,
l’integrità in modo irreversibile ed evidente. 3. Il sigillo deve 1999, 235 ss.; D. Nastro, voce Sigilli (violazione di), in Enc. dir.,
recare in modo ben visibile l’indicazione dell’ufficio o del XLII, 1990, 537; V. Maiello, voce Custodia - Violazione della
comando che lo ha apposto, nonché l’emblema della Repub- custodia delle cose sequestrate o pignorate, in Enc. giur., X,
blica italiana o lo stemma dell’amministrazione dalla quale 1988; M. Romano, Art. 349, in I delitti contro la Pubblica
l’organo accertatore dipende. L’altezza dei caratteri con i amministrazione. I delitti deli privati, III ed., Milano, 2013,
quali è composta l’iscrizione contenente tali dati identificativi 427 ss.

1552 Diritto penale e processo 12/2018


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DELITTI CONTRO IL PATRIMONIO sia pure materialmente riconducibile alla condotta altrui, ed
esso sia comunque direttamente riconducibile alla sua volontà
essendo stato preveduto come ulteriore conseguenza dell’a-
CESSIONE DELLA PROPRIA CARTA PREPAGATA PER RICEVERE zione concordata ed accettato dall’agente il rischio del verifi-
DENARO ILLECITAMENTE SOTTRATTO DA UN CONTO ON LINE carsi di tale previsione”. Nel caso in esame, la Corte d’Appello
si era attenuta ai principi ora ricordati, avendo sottolineato
Cassazione Penale, Sez. II, 24 ottobre 2018 (u.p. 10 set- come non vi era nessun (altro) motivo (diverso dall’uso illecito
tembre 2018), n. 48553 - Pres. Cammino - Rel. Cianfrocca - che altri ne avrebbe fatto) che avesse potuto indurre l’imputato
P.M. Picardi (conf.) - Ric. G.M. - persona che, per sua stessa ammissione, era in difficoltà
economiche- ad acquisire ed attivare una carta postepay per
Integra il concorso nel delitto di frode informatica, realiz- poi consegnarla a terzi.
zata da terzi non identificati, la condotta di chi metta a
disposizione la propria carta postepay, su cui viene accre- I precedenti
ditato il denaro illecitamente sottratto da altri conti cor- Nel senso, invece, che integra il delitto di riciclaggio la
renti on line. condotta di chi, senza aver concorso nel delitto presuppo-
sto, metta a disposizione la propria carta prepagata per
Il caso ostacolare la provenienza delittuosa delle somme da altri
La Corte d’Appello di Roma confermava la sentenza di primo ricavate dall’illecito utilizzo di una carta clonata, consen-
grado che aveva riconosciuto l’imputato responsabile (in con- tendo il versamento del denaro in precedenza prelevato al
corso con altre persone rimaste ignote) del delitto di cui all’art. bancomat dal possessore di quest’ultima (resosi perciò
640 ter c.p. Secondo quanto accertato dai giudici di merito, le responsabile del delitto di frode informatica), ovvero con-
indagini avevano consentito di ricostruire il fenomeno del c.d. sentendo il diretto trasferimento, sulla predetta carta pre-
“phishing” e, in particolare, una vasta attività posta in essere pagata, delle somme ottenute dal possessore della carta
da soggetti dotati di una qualche forma di non rudimentale clonata con un’operazione di “ricarica” presso lo sportello
organizzazione, e che erano stati infatti in grado di accedere automatico, cfr. Cass., Sez. II, 21 aprile 2016, Barrai, in CED,
abusivamente a conti correnti on line da cui prelevare somme n. 266947.
che venivano fatte confluire su carte prepagate apposita-
mente attivate a tale scopo a nome e da persone in condizioni La dottrina
economiche disagiate le quali, da parte loro, erano material- F. Agnino, Computer crime e fattispecie penali tradizionali:
mente estranee all’accesso abusivo, limitandosi a ricevere un quando il phishing integra il delitto di truffa, in Corr. mer., 2009,
compenso per il solo fatto dell’apertura del rapporto sotto- 285 ss.; V. Di Lembo, La disciplina del phishing, in Riv. pen.,
stante il rilascio della carta prepagata, come era accaduto nel 2013, 892 ss., R. Flor, Phishing e profili penali dell’attività
caso in esame, in cui le somme fraudolentemente sottratte da illecita di “intermediazione” del c.d. financial manager, in
conti on line erano state trasferite su una carta postepay questa Rivista, 2012, 55 ss.; L. Ferola, Il dolo eventuale del
intestata all’imputato. Nel ricorrere per cassazione, l’imputato delitto di riciclaggio da phishing, in Giur. mer., 2009, 2825 ss.;
eccepiva violazione di legge e vizio motivazionale in ordine alla P. Valore, Phishing sul conto postale e trattamento dei dati
sussistenza del dolo, tenuto conto della costante negazione, personali, in Corr. mer., 2012, 663 ss.
da parte dell’imputato medesimo, di avere egli avuto a dispo-
sizione la carta postepay e del rilievo secondo cui non aveva
ricordo alcuno di averla attivata. DEPENALIZZAZIONE
La decisione
La Corte ha dichiarato l’inammissibilità del ricorso. La Cassa- COMMERCIO DI LIQUIDO PER SIGARETTE ELETTRONICHE:
zione, in primo luogo, ha precisato che reato di frode informa-
ILLECITO PENALE O AMMINISTRATIVO?
tica si differenzia dal reato di truffa perché l’attività fraudolenta
dell’agente investe non la persona, di cui difetta l’induzione in Cassazione Penale, Sez. III, 25 ottobre 2018 (u.p. 2
errore, bensì il sistema informatico di pertinenza della mede- ottobre 2018), n. 48825 - Pres. Andreazza - Rel. Rey-
sima, attraverso la manipolazione di detto sistema. Ciò posto, naud - P.M. Lignola (diff.) - Ric. M.P.M.
la S.C. ha affermato che “la volontà di concorrere nel reato,
materialmente ascrivibile ad altri, non presuppone necessa- L’immissione sul mercato dei preparati pericolosi discipli-
riamente un previo accordo o, comunque, la reciproca consa- nati dal D.Lgs. n. 65 del 2003 in violazione delle disposizioni
pevolezza del concorso altrui, in quanto l’attività costitutiva del in tema d’imballaggio, etichettatura e classificazione, con-
concorso può essere rappresentata da qualsiasi comporta- siderata nell’ipotesi base di cui all’art. 18, comma 1, del
mento esteriore che fornisca un apprezzabile contributo, in decreto come contravvenzione punita con la sola pena
tutte o alcune fasi di ideazione, organizzazione od esecuzione, dell’ammenda, è stata depenalizzata dal D.Lgs. n. 8 del
alla realizzazione dell’altrui proposito criminoso, sicché, a tal 2016, salvo che si tratti delle sostanze e dei preparati peri-
fine, assume carattere decisivo l’unitarietà del ‘fatto collettivo’ colosi per l’ambiente di cui all’art. 2, comma 2, lett. q, del
realizzato che si verifica quando le condotte dei concorrenti citato decreto.
risultino, alla fine, con giudizio di prognosi postuma, integrate
in unico obiettivo, perseguito in varia e diversa misura dagli Il caso
imputati, sicché è sufficiente che ciascun agente abbia cono- La Corte d’Appello di Ancona confermava il giudizio di penale
scenza, anche unilaterale, del contributo recato alla condotta responsabilità dell’imputato per il reato di cui all’art. 9, comma
altrui”. Il dolo concorsuale può perciò configurarsi, a carico del 4, lett. b), D.Lgs. 14 marzo 2003, n. 65 per aver commercia-
singolo concorrente, anche sotto forma di dolo indiretto, che lizzato n. 319 confezioni di liquido per sigarette elettroniche,
“ricorre nel caso in cui il reo si rappresenta l’evento di danno, contenente sostanza chimica nicotina, prive, in etichetta, delle

Diritto penale e processo 12/2018 1553


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prescritte indicazioni relative al responsabile dell’immissione pericolosi per l’ambiente, per come definiti dall’art. 2,
sul mercato stabilito nell’UE. Nel ricorrere per cassazione, la comma 1, lett. q)” dello stesso decreto, vale a dire i “preparati
difesa lamentava, sotto diversi profili, violazione di legge che, qualora si diffondano nell’ambiente, presentino o pos-
penale e vizio di motivazione. sano presentare rischi immediati o differenti per una o più delle
componenti ambientali” (art. 2, comma 2, lett. q, D.Lgs. n. 65
La decisione del 2003, da ritenersi quale ipotesi richiamata dal citato alle-
Pur dichiarando l’inammissibilità del ricorso, la Corte ha annul- gato, nonostante si faccia errata indicazione del comma). Ne
lato senza rinvio la sentenza impugnata perché il fatto non è più segue che “l’immissione sul mercato dei preparati pericolosi
previsto dalla legge come reato, trattandosi di questione che disciplinati dal D.Lgs. n. 65 del 2003 in violazione delle dispo-
deve essere rilevata d’ufficio dalla Cassazione, anche indipen- sizioni in tema d’imballaggio, etichettatura e classificazione,
dentemente dall’ammissibilità del ricorso. La S.C. ha rilevato considerata nell’ipotesi base di cui all’art. 18, comma 1, del
che la contravvenzione di cui all’art. 9, D.Lgs. n. 65 del 2003 decreto come contravvenzione punita con la sola pena del-
contestata all’imputato è punita, ai sensi dell’art. 18, comma 1, l’ammenda, è stata depenalizzata dal D.Lgs. n. 8 del 2016,
dello stesso decreto, con la sola pena dell’ammenda, essendo salvo che si tratti delle sostanze e dei preparati pericolosi per
prevista anche la pena dell’arresto soltanto “nei casi di mag- l’ambiente di cui all’art. 2, comma 2, lett. q, del citato decreto”.
giore gravità” (art. 18, comma 2, D.Lgs. n. 65 del 2003), ipotesi Nel caso di specie, essendo pacifico che la nicotina contenuta
che integra una circostanza aggravante. Tale previsione, ha nei preparati per le sigarette elettroniche non abbia tali carat-
osservato la Corte, non osta alla depenalizzazione dell’illecito teristiche, la S.C. ha perciò annullato senza rinvio la sentenza
previsto dal primo comma della disposizione a norma dell’art. impugnata perché il fatto non è previsto dalla legge,
1, commi 1 e 2, D.Lgs. 15 gennaio 2016, n. 8, che, nel con trasmissione degli, in forza degli artt. 8, comma 1, e 9,
trasformare in illeciti amministrativi le violazioni punite con la commi 1 e 3, D.Lgs. n. 8 del 2016, al Comando Carabinieri N.A.
sola pena pecuniaria, ha espressamente previsto che ciò S. territorialmente competente per il seguito amministrativo.
avvenga pure nel caso di reati che, nelle ipotesi aggravate,
siano puniti (anche o soltanto) con la pena detentiva, restando I precedenti
queste penalmente rilevanti quali fattispecie autonome di Non constano precedenti in termini.
reato. Invero, l’art. 1, comma 3, D.Lgs. n. 8 del 2016, fa
salve dalla depenalizzazione - tra l’altro - le ipotesi di reato La dottrina
contenute nell’allegato allo stesso decreto legislativo, tra cui A. Gargani, La depenalizzazione bipolare: la trasformazione di
figura bensì, nell’ambito delle disposizioni in materia di reati in illeciti, in questa Rivista, 2016, 577 ss.; F. Palazzo, La
Ambiente, territorio e paesaggio, l’art. 18, comma 1, D.Lgs. depenalizzazione nel quadro delle recenti riforme sanzionato-
n. 65 del 2003, ma soltanto per “le sostanze e i preparati rie, ibidem, 285 ss.

1554 Diritto penale e processo 12/2018


Osservatorio
Processo penale

Osservatorio Corte
di cassazione - Processo
penale
a cura di Antonella Marandola

PATTEGGIAMENTO art. 444 c.p.p. “le spese di mantenimento in carcere dell’im-


putato devono essere in ogni caso poste a suo carico a pre-
scindere dalla sanzione concordata, attesa la loro diversa
SPESE DI CUSTODIA CAUTELARE natura rispetto alle spese processuali”; un secondo orienta-
mento ritiene, invece, che “in tema di patteggiamento, la
Cassazione Penale, Sez. IV, 7 novembre 2018 (ud. 17 aprile
previsione di cui all’art. 445 c.p.p. - per la quale l’applicazione
2018), n. 50314 - Pres. Izzo - Rel. Cenci - P.G. Romano
di una pena non superiore ai due anni di reclusione (sola o
(conf.) - Ric. A.C.
congiunta con pena pecuniaria) non comporta la condanna al
pagamento delle spese processuali - si estende anche alle
Il patteggiamento non evita all’imputato di pagare le
spese di mantenimento in carcere”.
spese per il suo mantenimento in carcere durante la
Recentemente peraltro la S.C. ha affrontato il problema pun-
custodia cautelare. I benefici sono, infatti, limitati alle
tualizzando che “la giurisprudenza di questa Corte registra
spese del procedimento.
differenti opinioni in merito all’interpretazione da attribuire
Il caso all’esenzione dal pagamento delle spese del procedimento
Il Tribunale il 1° febbraio 2018 ha applicato ad A.C., ai sensi prevista dall’art. 445, comma 1, c.p.p.
dell’art. 444 c.p.p., la pena di due anni di reclusione e di 3.500 Una prima tesi ritiene che in caso di applicazione di pena
euro di multa concordata tra l’imputato ed il P.M. in relazione al patteggiata le spese di mantenimento dell’imputato in car-
reato di detenzione a fine di cessione di stupefacente, con- cere durante la custodia cautelare possano essere poste a
dannando l’imputato al pagamento delle spese di custodia in carico della parte, in quanto il principio di irripetibilità stabi-
carcere. Ricorre per cassazione l’imputato, tramite il difen- lito dall’art. 445, comma 1, c.p.p. riguarda le sole spese del
sore, censurando la ritenuta contrarietà agli artt. 3, 7 e 111 procedimento, locuzione che si riferisce agli esborsi corre-
Cost. dell’art. 1, comma 62, L. 23 giugno 2017, n. 103, che ha lati all’attività dell’autorità giudiziaria e attinenti all’iter pro-
introdotto il comma 5 bis dell’art. 610 c.p.p., che prevede che la cessuale e non si estende ai costi di differente natura
Corte di legittimità, in determinati casi, dichiari de plano, cioè costituiti dagli esborsi sostenuti dall’amministrazione peni-
senza formalità di procedura, l’inammissibilità del ricorso tenziaria. Un secondo indirizzo interpretativo preferisce,
avverso la sentenza di applicazione della pena, conseguente- invece, intendere la locuzione in parola come comprensiva
mente chiedendo che la S.C. dichiari la rilevanza e la non anche delle spese di mantenimento in carcere durante la
manifesta infondatezza della questione e trasmetta gli atti custodia cautelare.
alla Corte costituzionale. Il ricorrente lamenta, inoltre, la rite- Ritiene questo collegio di condividere la prima soluzione per
nuta illegittimità della condanna dell’imputato al pagamento ragioni sistematiche. In linea generale le spese di manteni-
delle spese di custodia cautelare in carcere, in quanto “siffatte mento in carcere conseguono a un provvedimento assunto in
spese rientrano tra le “spese processuali” che non possono seno a un procedimento penale, hanno natura di spese corre-
essere poste e carico dell’imputato, quando il c.d. “patteggia- late allo svolgimento del processo penale e sono soggette a
mento” non superi i due anni di reclusione”, richiamando al ripetizione, a mente dell’art. 5 (L), comma 1, lett, i), d.P.R.
riguardo in tal senso alcuni precedenti di legittimità. n. 115/2002. Il successivo art. 200 (L) del d.P.R. n. 115/2002
distingue poi le spese processuali penali dalle spese di man-
La decisione tenimento dei detenuti, lasciando intendere che siano due
La Corte ha rigettato il ricorso. Quanto al primo aspetto, differenti species rientranti nel medesimo genus delle
essendo stata fissata udienza ai sensi dell’art. 611 c.p.p., spese riconnesse allo svolgimento di un processo penale.
senza partecipazione diretta ma con possibilità di contrad- Infine l’art. 204 (R) del medesimo testo unico stabilisce, al
dittorio cartolare, non viene in rilievo, come segnalato dal suo terzo comma, che si procede al recupero delle spese di
P.G., l’applicabilità dell’art. 610, comma 5 bis, c.p.p. In ogni mantenimento dei detenuti, oltre che delle spese per la custo-
caso, si osserva che l’art. 610, comma 5 bis, c.p.p. non lede dia dei beni sequestrati anche nel caso di sentenza ai sensi
la garanzia di ricorribilità ex art. 111, comma 7, Cost., limi- dell’art. 445 c.p.p.
tandosi a porre una regola procedurale sulla decisione, da Il combinato disposto di queste norme legislative e regola-
effettuarsi, in determinati, tassativi, de plano, senza la par- mentari lascia così intendere che gli oneri di mantenimento in
tecipazione delle parti. carcere non rientrino nel novero dell’esenzione previsto dalla
Nel merito, si registra nella giurisprudenza di legittimità un disciplina premiale in tema di applicazione della pena su richie-
contrasto tra due orientamenti: un primo indirizzo, secondo il sta delle parti, che è limitato ai soli esborsi sostenuti per lo
quale, a prescindere dalla durata della sanzione concordata ex sviluppo dell’iter processuale.

Diritto penale e processo 12/2018 1555


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I precedenti domanda del F.A. era inquadrabile come richiesta di revoca


V., Cass., Sez. II, 13 luglio 2017, n. 39040, Serrani. In senso della confisca definitiva, ai sensi dell’art. 7 della l. n.1423 del
conforme, Cass., Sez. III, 11 novembre 2015, n. 50461, Gior- 1956. Ne era derivata la qualificazione del ricorso in appello,
dano, Rv. 26728201; Cass. Sez. III, 19 aprile 2012, Vedda, data la individuazione del regime giuridico di impugnazione
Rv. 25264801 e Cass. Sez. VI, 25 febbraio 2003, n. 17650, applicabile a tale tipologia di domanda.
Marsala F e PG, Rv. 22450901. In senso contrario, Cass. Sez. Valutando le doglianze, la Corte di merito ritiene che nessun
V, 1° ottobre 2014, n. 6787, Hysa, Rv. 26267101; Cass., Sez. effetto ulteriore possa derivare dalla decisione emessa dalla
IV, 4 dicembre 2000, n. 2699, Magnetti, Rv. 21766901. Cedu in data 13 maggio 2014 nei confronti del F.A., atteso che
la stessa Cedu ha limitato l’effetto favorevole per il F.A. all’av-
La dottrina venuto accertamento della violazione (riconosciuta dal
V., per tutti, F. Rigo, Sub art. 445 c.p.p., in AA.VV., Codice di Governo italiano), da ritenersi riparazione equa, sufficiente a
procedura penale commentato, a cura di Giarda - Spangher, V compensare il danno morale. Si evidenzia altresì che l’Italia si è
ed., Milano, 2017, 1171; Sub art. 445 c.p.p., in P. Sechi, adeguata alla necessità di prevedere la facoltà di udienza
Patteggiamento, imputato detenuto e spese per la custodia pubblica in primo grado, nei procedimenti di prevenzione, in
cautelare, in Giur. it., 1997, 2. tal modo eliminando il vizio sistemico dell’ordinamento
interno. Tutto ciò premesso si ritiene intangibile il giudicato
di prevenzione, pure in presenza di un accertamento di viola-
REVISIONE EUROPEA zione, peraltro limitata ad un particolare aspetto del rito. Non
potrebbe, in conclusione, farsi discendere dalla previsione di
adeguamento contenuta nell’art. 46 Cedu un obbligo di rimo-
RAPPORTO CON L’INCIDENTE D’ESECUZIONE NELLA zione degli effetti del giudicato interno, specie lì dove la ria-
PROCEDURA DI PREVENZIONE pertura del giudizio non sia stata sollecitata, come strumento
Cassazione Penale, Sez. I, 8 novembre 2018 (ud. 13 luglio di riparazione, dalla stessa Cedu. Viene, pertanto, ribadito che
tale conclusione si impone, sia ove voglia mantenersi la
2018) n. 50919 - Pres. Mazzei - Rel. Magi - P.G. Fimiani
domanda in termini di ‘declaratoria di ineseguibilità, che in
(conf.) - Ric. F. G.
termini di ‘richiesta di revoca’.
Contro l’ordinanza ha proposto ricorso per cassazione - a
L’istituto della c.d. revisione europea ha lo scopo di elimi-
mezzo del difensore - F.A. per non avere la Corte d’Appello
nare le conseguenze della violazione riscontrata da una
disposto la restitutio in integrum pure a fronte di accertamento
sentenza resa dalla Cedu nell’ambito di una procedura di
della violazione dell’art. 6 Cedu. Secondo il ricorrente è erronea
prevenzione, consentendo al soggetto di trovarsi in una
la premessa in diritto - contenuta nella decisione impugnata -
condizione “emendata” dal vizio di rito rilevato, al fine di
per cui l’avvenuto accertamento della violazione sarebbe di per
pervenire alla soluzione del caso (sia in senso positivo che
sé una ‘riparazione equa’ del pregiudizio sofferto, perché tale
negativo).
pregiudizio non è solo morale ma anche materiale, essendo
Il caso stato inciso, nel procedimento di prevenzione, il diritto di
La Corte d’Appello con decreto emesso in data 27 ottobre proprietà, costituzionalmente protetto.
2017 ha respinto l’appello proposto da F.A., relativo alla deci- L’accertamento della violazione è fonte di un obbligo ulteriore,
sione con cui il Tribunale - in sede di misure di prevenzione - quello di eliminare gli effetti pregiudizievoli del procedimento
aveva rigettato la domanda di “non esecutività” della confisca che ancora perdurano: “se un procedimento è ingiusto, tutto
definitiva, proposta ai sensi dell’art. 46 CEDU. quel che ne consegue risulta inficiato dalla medesima ini-
F.A. è destinatario di una misura di prevenzione patrimoniale, quità”, secondo la teoria processuale della invalidità derivata
definitiva dal 26 settembre del 2006. (art. 185, comma 1, c.p.p.).
La procedura che, all’epoca, determinò la confisca venne Dunque, non essendovi dubbio circa la ricorrenza di un ‘vizio’
trattata - in primo grado - in udienza camerale, pur a fronte di nella procedura che - a suo tempo - ha dato luogo alla confisca
richiesta di trattazione in udienza pubblica. (rappresentato dalla violazione della norma convenzionale, in
Circa tale aspetto, F.A. risulta destinatario di una sentenza a lui tema di modalità di trattazione del procedimento), l’esito di
favorevole emessa dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo quella procedura andava dichiarato inefficace. Il fatto che la
(da ora in avanti Cedu) in data 13 maggio 2014. Corte costituzionale prima ed il legislatore poi abbiano elimi-
In particolare, la Cedu, nel suo dispositivo, dispone la cancel- nato il ‘vizio sistemico’ è confermativo, in tale prospettiva della
lazione dal ruolo della parte del ricorso relativa alla mancata gravità del vizio medesimo e della correlata necessità di rimo-
trattazione in udienza pubblica del procedimento che ha dato zione del giudicato.
luogo alla confisca, essendo intervenuta dichiarazione unila- Il ricorrente cita l’arresto rappresentato da Sez. I n. 43112 del
terale del Governo italiano che riconosce la violazione dell’art. 2017, Contrada, allo scopo di sostenere l’ammissibilità della
6 CEDU, con accollo delle spese del procedimento. La Corte mera richiesta di inefficacia (domanda esecutiva), che è cosa
d’Appello, nella decisione qui impugnata - dopo aver sintetiz- diversa dalla richiesta di riapertura del procedimento e la
zato gli argomenti della parte, tesi a ribadire il contenuto della decisione Sez. I n. 44193 del 2017, Dell’Utri, allo scopo di
domanda in termini di ‘annullamento’ della decisione di confi- evidenziare che nel caso in esame non vi sarebbe ‘necessità
sca, in virtù dei contenuti della sentenza emessa dalla Cedu -, della adozione dello strumento della revisione, trattandosi di
riuniva preliminarmente al giudizio la procedura ‘parallela’ che intervento di rimozione del giudicato privo di contenuti discre-
era stata oggetto di decisione da parte della Corte di cassa- zionali. Il ricorrente ribadisce di non aver chiesto - in alcun atto
zione in data 30 marzo 2017. F.A., infatti, aveva contestual- difensivo - la revisione ma di aver attivato un ‘semplice’ inci-
mente impugnato il diniego del Tribunale, sia con l’appello, che dente di esecuzione teso alla rimozione del giudicato iniquo.
mediante proposizione di ricorso per cassazione. La Corte, con Tale intervento di rimozione degli effetti era dunque necessi-
sentenza numero 20171 del 2017 aveva osservato che la tato e trova fonte nella previsione dell’art. 46 Cedu, così come

1556 Diritto penale e processo 12/2018


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Processo penale

tale disposizione è stata più volte interpretata dalla stessa In altre parole, nel sistema delle misure di prevenzione -
Cedu e dalla giurisprudenza interna (si cita Cedu 6 marzo ordinamento settoriale con tratti comuni ma non del tutto
2007, Scordino contro Italia, e Sez. I 2800 del 2003 Dorigo). sovrapponibili a quelli del procedimento penale -, è pacifica-
mente riconosciuta come esistente la particolare “ipotesi di
La decisione revisione” introdotta dalla Corte costituzionale con la sentenza
La Corte ha dichiarato il ricorso infondato, in quanto F.A. ha additiva n. 113 del 2011 correlata alla necessità di “conforma-
attivato un incidente di esecuzione (e non una domanda di zione” dell’ordinamento interno ai contenuti delle sentenze
revisione) in sede di prevenzione, prendendo a modello di definitive emesse dalla Corte di Strasburgo. Il contenitore
riferimento l’art. 670 c.p.p. e domandando non già la riapertura procedimentale è quello dell’art. 7 della L. n. 1423 del 1956
del procedimento definitivo, quanto la dichiarazione di inese- (revoca anche ex tunc, in virtù delle estensioni interpretative
guibilità del provvedimento di confisca, con immediata resti- giurisprudenziali), disposizione ora collocata nel testo dell’art.
tutio in integrum. La riaffermazione della volontà della parte, 11, comma 2, D.Lgs. n. 159 del 2011 (per le misure personali,
contenuta nel ricorso, non consente alcuna diversa qualifica- posto che per quelle patrimoniali è applicabile l’art. 28 del
zione dell’atto. È proprio la tipologia di domanda che conduce medesimo decreto legislativo), ma la fattispecie processuale
al rigetto del ricorso. è direttamente quella introdotta dalla Corte costituzionale, con
Va premesso, infatti, che i contenuti della decisione Sez. V, 15 la decisione più volte citata, non essendo - a tutt’oggi - inter-
novembre 2011, n. 4463, Labíta, condivisi dal Collegio, hanno venuto alcun provvedimento legislativo teso a delimitare i
fissato un primo principio di diritto che, nel caso in esame, confini dell’istituto o stabilirne le modalità di dettaglio.
appare decisivo: la portata additiva della decisione n. 113 del Ciò posto, va ripreso il secondo principio di diritto che orienta
2011 della Corte costituzionale, in tema di ‘revisione europea’ verso la soluzione del caso: in tutti i casi - successivi alla
si estende al procedimento di prevenzione. La decisione così decisione della Corte cost. n. 113 del 2011 - in cui venga in
argomenta : bisogna, in primo luogo, rilevare che il presuppo- rilievo una ‘necessità di adeguamento’ posteriore a una pro-
sto di fatto su cui è fondato il provvedimento impugnato è nunzia della Cedu e correlata all’art. 46 Cedu con potenziale
errato: la richiesta di revoca della misura del Labita era fondata neutralizzazione del giudicato interno, la disciplina regolatrice
sulla inconciliabilità tra la pronuncia della Cedu ed il presuppo- della particolare situazione procedimentale va individuata, con
sto del provvedimento di applicazione della misura di preven- assoluta priorità, nel testo e nel dispositivo della decisione in
zione personale, da cui era scaturita quella patrimoniale; era, parola, introduttiva della ipotesi aggiuntiva di revisione, e non
allora, evidente, la richiesta di revoca del provvedimento gene- in forme procedimentali diverse.
tico della misura di prevenzione. Nel citato arresto, si è - in particolare - affermato che il ricorso
Tanto premesso deve rilevarsi che nessun dubbio è oramai alle forme e allo statuto dell’incidente di esecuzione si è
possibile sull’obbligo della giurisdizione nazionale di confor- verificato, in rapporto alla esigenza sottesa all’art. 46 Cedu,
marsi alle decisioni della Corte Europea per i diritti dell’uomo a in momenti ‘storici’ che non consentivano soluzioni diverse (ad
seguito della sent. n. 113 del 2011 della Corte Costituzionale, es. il caso Dorigo) o in virtù di una particolare ‘sequenza’ che
che ha ad oggetto l’art. 630 c.p.p., ma le cui statuizioni deb- dalla decisione della Cedu - in caso di violazione del principio di
bono trovare applicazione anche con riferimento alle misure di legalità penale di cui all’art. 7 - ha finito con il coinvolgere la
prevenzione, dal momento che l’istituto disciplinato dalla Corte costituzionale italiana, con rimozione erga omnes del
L. n. 1423 del 1956, art. 7 è assimilato agli strumenti revocatori. precetto contrastante con la Costituzione e la Convenzione
Con la citata sentenza la Corte costituzionale ha dichiarato la (così nel caso Scoppola). L’ approdo allo strumento dell’inci-
incostituzionalità dell’art. 630 c.p.p. nella parte in cui non dente di esecuzione è - dichiaratamente - frutto dell’applica-
prevede un diverso caso di revisione della sentenza o del zione dell’art. 30, comma 4, L. n. 87 del 1953, norma che ha
decreto penale di condanna al fine di conseguire la riapertura senso richiamare solo in quanto vi sia stata la decisione di
del processo, quando ciò sia necessario, ai sensi dell’art. 46, illegittimità costituzionale che si pone quale “indefettibile
par. 1 Cedu, per conformarsi ad una sentenza definitiva della momento intermedio” tra la decisione emessa dalla Cedu e
Corte Europea dei diritti dell’uomo. Per effetto di una inter- l’applicazione postgiudicato dei principi in essa affermati nei
pretazione costituzionalmente orientata, l’effetto abrogante confronti di soggetti “ulteriori” rispetto alla parte vittoriosa in
deve essere esteso anche all’istituto della revoca della misura sede sovranazionale, sempre che la decisione Cedu abbia
di prevenzione previsto dalla L. n. 1423 del 1956, art. 7, tenuto individuato un vizio strutturale dell’ordinamento interno tale
conto, come già detto, della assimilazione di tale istituto agli da rendere “necessaria” l’estensione degli effetti come
strumenti revocatori e, quindi, della medesima ratio che con- misura riparatoria ricollegabile con chiarezza alle previsioni
nota gli istituti della revisione di cui all’art. 630 c.p.p. con degli artt. 41 e 46 della Convenzione, per come interpretati
riferimento al procedimento di cognizione e quello della revoca dalla stessa Cedu nel corso del tempo).
di cui al citato art. 7 con riferimento al procedimento di pre- Dunque va tenuto presente che nel caso qui in esame pur
venzione. Una diversa interpretazione renderebbe non mani- essendo - posteriormente alle decisioni emesse dalla Corte di
festamente infondata una eccezione di incostituzionalità della Strasburgo riguardanti l’Italia - intervenuta la decisione della
L. n. 1423 del 1956, art. 7. Corte cost. n. 136 del 2010, introduttiva della facoltà di richie-
L’elemento sopravvenuto che legittima la revisione del pro- dere la trattazione del giudizio di prevenzione in pubblica
cedimento di prevenzione non è, quindi, costituito, nel caso di udienza, la sottostante violazione dell’art. 6 Conv. per le pro-
specie, dal cd. fatto nuovo tradizionalmente inteso e nem- cedure già trattate (da ritenersi accertata anche nel caso del
meno dai mutamenti della giurisprudenza della S.C. in tema di F.A.) attiene al rito e si pone, pertanto, quale logico antece-
rapporto tra giurisdizione domestica e decisioni della Corte dente causale di una “rinnovazione” dell’atto (tramite la revi-
Europea per i diritti dell’uomo, mutamenti che non sarebbero sione) e non di una eliminazione necessaria dei suoi effetti.
rilevanti, ma dalla abrogazione, o meglio dalla integrazione, di Lo strumento processuale, in altre parole, non è qualcosa di
una norma procedurale quale è l’art. 630 c.p.p., integrazione indifferente o di surrogabile, rispetto ai valori che incarna e che
estensibile, come già detto, all’istituto previsto dalla L. n. 1423 intende proteggere.
del 1956, art. 7.

Diritto penale e processo 12/2018 1557


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Processo penale

L’adozione di un modello di intervento (revisione) piuttosto Dell’Utri, mantiene un significato storico di enorme rilievo,
che di un altro (incidente di esecuzione) non è affatto neutra, antecedente alla introduzione dello strumento della revisione
rispetto agli ambiti di intervento giurisdizionale ed agli effetti europea).
della domanda. Ed è proprio tale ‘natura ontologica’ dell’incidente di esecu-
Una impugnazione straordinaria come la revisione cd. euro- zione che, salvo ipotesi particolari (esistenza di una decisione
pea, è - in particolare - una forma aggiuntiva di revisione, con dichiarativa della illegittimità costituzionale di una norma di
vocazione generalista, che - secondo il percorso argomenta- diritto sostanziale incidente sul giudicato o assenza, per circo-
tivo del giudice delle leggi - consente di coniugare più esigenze stanze processuali, di altri rimedi esperibili, come nel caso
che indubbiamente risultano meritevoli di tutela: da un lato trattato da Sez. I, n. 43112 del 2017, Contrada, che, per tale
quella del soggetto che ha ottenuto una pronunzia favorevole ragione, non si presta a generalizzazioni come quelle proposte
dalla Cedu (nonché, è da ritenersi dei soggetti che pur trovan- nel ricorso) contrasta in modo irrimediabile con quel com-
dosi in identica condizione non abbiano attivato l’azione di plesso confronto di valori che l’istituto della revisione con-
accertamento della violazione convenzionale), successiva - sente di realizzare. Il caso in esame offre dimostrazione
per la stessa natura sussidiaria della giurisdizione convenzio- tangibile delle differenze tra gli istituti e della erroneità dell’ap-
nale - ad un giudicato interno (v. art. 35 Cedu), che si pone proccio coltivato dalla difesa: a fronte di decisione emessa
indubbiamente in termini di restitutio in integrum, dovendo - in dalla Cedu che:
termini generali - lo Stato destinatario della pronunzia attivarsi a) accerta, sia pure in via indiretta, l’esistenza della violazione
allo scopo di eliminare o quantomeno ridurre gli effetti della correlata alla mancata celebrazione della udienza pubblica;
violazione della Convenzione accertata nel giudizio sovrana- b) esclude, al contempo, la violazione dei parametri sostanziali
zionale ( v., caso Lorefice contro Italia, sent. del 23 giugno 2017 correlati alla tutela del diritto L proprietà, l’opzione del ricorrente
al par. 52, ;Ocalan c. Turchia [GC], n. 46221/99, par. 210, Cedu inquadra rigidamente - ma illogicamente - l’unica possibile rispo-
2005-IV; Gerovska Pogevska c. “Ex-Repubblica jugoslava di sta interna nell’incidente esecutivo di rimozione degli effetti (con
Macedonia, n. 48783/07, par. 68, 7 gennaio 2016); dall’altro, travolgimento irrimediabile del giudicato),lì dove l’adozione dello
quella non già della tutela formale del giudicato, quanto l’esi- strumento da ritenersi tipico (la revisione, non richiesta) avrebbe
genza di “perimetrare gli effetti della violazione” ed apprez- consentito la riapertura del procedimento (con celebrazione della
zare l’effettiva “incidenza” della violazione accertata (al di là pubblica udienza) ma, al contempo, il doveroso esercizio dei
della possibile ridiscussione del suo fondamento) in un conte- poteri cognitivi e valutativi del Tribunale della prevenzione, con
sto giurisdizionale aperto, atteso che la violazione che può soluzione aperta. Il ricorso va, pertanto rigettato.
riguardare aspetti sostanziali, aspetti in rito, condizioni di vali-
dità del processo in punto di indipendenza e imparzialità del I precedenti
giudice, regolarità del procedimento probatorio, effettiva V., pur nelle diversificate vicende, Cass., Sez. II, 20 giugno
conoscenza dell’accusa o quant’altro ricada nelle generali 2017, n. 40889, in Cass. pen., 2017, 4324; Cass., Sez. I, 6 luglio
descrizioni dei principi fondamentali contenuti nella Conven- 2017, n. 43112, C.B.; Cass., Sez. I, 11 ottobre 2016, Dell’Utri;
zione Europea. Cass., Sez. VI, 23 settembre 2014, n. 46067, S.A.; Sez. V, 15
Dunque, l’ individuazione della revisione come strumento novembre 2011, n. 4463, Labíta; Cedu 23 giugno 2017, Lore-
tipico attraverso il quale introdurre il procedimento di “verifica fice contro Italia.
delle condizioni per l’adeguamento” ai contenuti di una deci-
sione Cedu è stata valorizzata dallo stesso giudice delle leggi La dottrina
come contenitore idoneo, proprio nella misura in cui lo stru- Cfr., per tutti, E. Aprile, I “meccanismi” di adeguamento alle
mento della revisione implica quella “riapertura” del giudizio sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo nella giuri-
(atto prodromico alla eliminazione della violazione in rito) a sprudenza penale di legittimità, in Cass. pen., 2011, 3216;
soluzioni aperte che garantisce l’osservanza del principio di G. Canzio, Giudicato “europeo” e giudicato penale italiano:
legalità costituzionale. la svolta della Corte Costituzionale, in www.associazionedei-
La necessità della riapertura andrà apprezzata tenendo natu- costituzionalisti.it, 28 giugno 2011, 4 ss.; M. Gialuz, Una sen-
ralmente conto delle indicazioni contenute nella sentenza tenza “additiva di istituto”: la Corte costituzionale crea la
della cui esecuzione si tratta, nonché nella sentenza interpre- “revisione europea”, in Cass. pen., 2011, 3308; R. M. Geraci,
tativa eventualmente richiesta alla Corte di Strasburgo dal Sentenze della Corte E.D.U. e revisione del processo penale:
Comitato dei ministri, ai sensi dell’art. 46, par. 3 Cedu. S’in- dall’autarchia giudiziaria al rimedio straordinario, 2012, pas-
tende, per altro verso, che, quando ricorra l’evenienza consi- sim.; R. Greco, Dialogo tra Corti ed effetti nell’ordina - mento
derata, il giudice dovrà procedere a un vaglio di compatibilità interno. Le implicazioni della sentenza della Corte costituzio-
delle singole disposizioni relative al giudizio di revisione. nale del 7 aprile 2011, n. 113, in www.giustcostorg.it, 2011;
Non vi è dubbio, dunque, che lo strumento della revisione P. Maggio, Osservazioni a Corte cassazione, Sez. II, 7 settem-
europea si ponga l’obiettivo di rimettere il soggetto in una bre 2017, n. 40889, in Cass. pen., 2017, 4327; E. Lamarque, Gli
condizione “emendata” dal vizio in rito, ma non per questo effetti delle sentenze della Corte di Strasburgo secondo la
necessariamente liberatoria (dipendendo tale effetto dalla Corte costituzionale, in Corr. giur., 2010; A. Logli, La riapertura
natura del vizio accertato e dalla specifica situazione proces- del processo a seguito della sentenza Cedu. Questioni inter-
suale che si va a riprodurre). pretative sul nuovo caso di “revisione europea”, in Cass. pen.,
Tale particolare valore sistemico della revisione non è, di 2012, 933; S. Lonati, La Corte costituzionale individua lo stru-
contro, assicurato dall’incidente di esecuzione, strumento mento per dare attuazione alle sentenze della Corte europea:
processuale che sottintende - in rapporto alla rimozione del un nuovo caso di revisione per vizi processuali, in www.pena-
giudicato - una mera presa d’atto della esistenza di accadi- lecontemporano.it, 18 maggio 2011, 1; L. Piras, Incidente di
menti successivi che ne travolgano la validità (art. 673 c.p.p.) o esecuzione e “revisione europea”: cosa scegliere in casi di
la riconoscibilità di un vizio di formazione del titolo, con esclu- riconosciuta violazione di norma processuale, in D&G, 2018, 9
sione dei vizi del procedimento coperti dal giudicato (art. 670 c. novembre 2018; G. Ubertis, La revisione successiva a con-
p.p., disposizione che, come affermato nella citata decisione danne della Corte di Strasburgo, in Giur. cost., 2011, 1542.

1558 Diritto penale e processo 12/2018


Osservatorio
Processo penale

UDIENZA DI CONVALIDA L’espressa previsione che nel caso di applicazione di misura


cautelare conseguente ad arresto non debba farsi luogo ad
interrogatorio ex art. 294 c.p.p., ove si sia già provveduto in
INTERROGATORIO PER REATI DIVERSI DA QUELLI RELATIVI sede di convalida, attesta che tale interrogatorio costituisce
ALL’ARRESTO: CONDIZIONI DI VALIDITÀ DELL’ATTO valido equipollente dell’altro, in quanto volto anticipatamente a
vagliare non solo le condizioni di legittimità dell’arresto, ma
Cassazione Penale, Sez. VI, 2 novembre 2018, (ud. 27 marzo anche i presupposti per l’applicazione di una misura cautelare
2018) n. 49944 - Pres. Paoloni - Rel. Ricciarelli - P.G. Orsi richiesta dal p.m. In tale prospettiva non sembra che possa
(conf.) - Ric. F. G. dubitarsi della validità dell’interrogatorio svolto in sede di
convalida dell’arresto anche con riguardo a reati ulteriori, cui
Nell’ipotesi in cui, all’esito dell’udienza di convalida di cui parimenti si riferisca la richiesta del p.m., ove possa dirsi che si
all’art. 391 c.p.p., il G.I.P. emetta un’ordinanza cautelare sia instaurato un valido contraddittorio in ordine all’oggetto
per un reato diverso da quello per cui si è proceduto della contestazione ed agli elementi che valgono a sorreggere
all’arresto, non è necessario un ulteriore interrogatorio la richiesta del P.M. È stato del resto conformemente affer-
dell’indagato, a condizione che nell’udienza di convalida mato che “qualora all’esito dell’udienza di convalida di cui
sia stato rispettato il contraddittorio tra le parti. all’art. 391 c.p.p., il G.I.P. emetta un’ordinanza cautelare per
un reato diverso da quello per cui si è proceduto all’arresto o al
Il caso fermo, non è necessario un ulteriore interrogatorio dell’inda-
Con ordinanza del 18 aprile 2018 il Tribunale ha confermato in
gato, ai sensi dell’art. 294, comma 1, c.p.p., a condizione che
sede di riesame quella del G.I.P. del 7 aprile 2018, con cui è
nell’udienza di convalida sia stato pienamente rispettato il
stata applicata a F.G. la misura cautelare della custodia in
contraddittorio tra le parti, attraverso la contestazione dell’ul-
carcere per i delitti di detenzione e spaccio di cocaina e
teriore imputazione e l’accesso agli atti da parte della difesa, e,
resistenza a pubblico ufficiale, oggetto della contestazione
nel corso di detta udienza, l’indagato sia stato interrogato
provvisoria, in relazione ai quali era stato eseguito arresto in
anche su tale diverso reato”. A fronte di ciò il Tribunale ha
flagranza, nonché per il delitto di spaccio di stupefacenti di cui
dato conto del fatto che il P.M. aveva formulato la richiesta
al capo a), parimenti indicato nella richiesta di applicazione di
anche in ordine al reato di cui al capo a) della contestazione
misura cautelare avanzata dal P.M.
provvisoria, inviando gli atti di indagine posti a fondamento
Ha proposto ricorso il F.G. tramite il suo difensore, chiedendo
della richiesta, e che dunque il contraddittorio era stato piena-
la declaratoria di inefficacia della misura cautelare con riguardo
mente assicurato, ben al di là di una mera selezione di elementi
al capo a), in quanto all’applicazione della misura non era
a carico, illustrati dal Giudice in sede di interrogatorio. Né
seguito nel termine previsto l’interrogatorio di garanzia, effet-
risultano specificamente addotti nel motivo di ricorso elementi
tuato, invece, solo in sede di convalida dell’arresto. Il ricorrente
dai quali possa desumersi un concreto vulnus all’esercizio
sottolinea la diversa sequenza procedimentale prevista nei
delle prerogative difensive, correlate alla conoscenza della
rispettivi casi e la diversa funzione dell’interrogatorio, rile-
base fattuale del reato di cui al capo a). Da tutto ciò discende
vando inoltre che il G.I.P. aveva indicato i motivi dell’arresto
dunque l’inammissibilità del ricorso.
e illustrato le richieste del P.M. e che tale attività illustrativa non
avrebbe potuto reputarsi esaustiva ai fini della conoscenza I precedenti
degli atti e dell’approntamento di una difesa effettiva, anche a Cass., Sez. II, 1° dicembre 2017, n. 9904, Bona, rv. 272228.
fronte della diversa base fattuale della contestazione provvi-
soria sub a). La dottrina
Cfr., fra gli altri, L. Giuliani, Interrogatorio di garanzia, in Enc. dir.,
La decisione Annali, III, Milano, 2010, 756; K. La Regina, L’udienza di conva-
La Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile e il motivo lida dell’arresto in fragranza o del fermo, Padova, 2011, 490 ss.;
manifestamente infondato. Per la Sez. VI, in linea generale, Ead., Sub art. 391 c.p.p., in AA.VV., Codice di procedura penale
l’interrogatorio di cui all’art. 294 c.p.p., segue l’applicazione commentato, a cura di Giarda - Spangher, V ed., Milano, 2017,
della misura cautelare, ciò non significa che l’interrogatorio 888; L. Marafioti, Scelte auto difensive dell’indagato e alterna-
eseguito in sede di convalida dell’arresto anche con riguardo tive al silenzio, Torino, 2000, 183; A. Marandola, L’interrogatorio
a reati diversi da quelli che hanno provocato l’arresto e di garanzia: dal contraddittorio posticipato all’anticipazione delle
relativamente ai quali sia stata contestualmente formulata tutele difensive, Padova, 2006, 205; F. Vergine, in AA. VV.,
dal p. m. richiesta di applicazione di misura cautelare, non Trattato di procedura penale, diretto da G. Spangher, III, a
possa essere concretamente idoneo ad assicurare le mede- cura di G. Garuti, Indagini preliminari e udienza preliminare,
sime garanzie. Torino, 2009, 467.

Diritto penale e processo 12/2018 1559


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Contrasti giurisprudenziali

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Contrasti giurisprudenziali
a cura di Irene Scordamaglia

NULLITÀ comma 1, lett. c), c.p.p., sottoposta al regime di cui all’art. 180
c.p.p.

DECRETO DI CITAZIONE PER IL GIUDIZIO IMMEDIATO Il contrasto


Sulla vexata quaestio: “Se il mancato rispetto del termine di
Cassazione Penale, Sez. VI, 1° agosto 2018 (ud. 18 luglio comparizione per il giudizio immediato, stabilito dall’art. 456,
2018), n. 37196 - Pres. Paoloni - Est. Ricciarelli - P.M. Lori comma 3, c.p.p., dia luogo o meno ad una nullità e, in caso
(parz. diff.) - Ric. Calabrese positivo, quale ne sia il regime di rilevabilità o di deducibilità”
nella giurisprudenza di legittimità si fronteggiano una pluralità
La violazione del termine a comparire per il giudizio di opinioni interpretative.
immediato, previsto dall’art. 456, comma 3, c.p.p. in Un primo orientamento, in adesione al principio generale
almeno trenta giorni prima della data fissata per la cele- secondo il quale: “Il decreto che dispone il giudizio non è nullo
brazione della stessa, comporta una nullità di ordine qualora venga eccepito dalla difesa il mancato rispetto dei termini
generale a regime intermedio, che è soggetta ai limiti di minimi previsti dall’art. 552, comma 3, c.p.p. e il giudice rinvii
deducibilità di cui all’art. 182, comma 2, c.p.p. e alla sana- l’udienza ad una data successiva che sia coerente con i termini
toria di cui all’art. 184 c.p.p. suddetti, atteso che in tal modo il giudice assicura all’imputato il
tempo che la legge prevede come necessario al fine di preparare
Il fatto e l’impugnazione
adeguatamente la propria difesa” (Sez. III, 23 marzo 2007,
Con il ricorso per cassazione l’imputato denunciava il vizio di
n. 12278, D’Ambrosio; Sez. I, 7 ottobre 1999, n. 4794, Chiantese)
violazione della legge processuale, in cui sarebbe incappata la
sostiene che, in tema di giudizio immediato, l’inosservanza del
Corte di appello con il ritenere che il mancato rispetto del
termine a comparire conseguente alla tardiva notificazione del
termine di trenta giorni, stabilito dall’art. 456, comma 3, c.p.p.
relativo decreto non è motivo di nullità, atteso che l’art. 456,
per la comunicazione del decreto che dispone il giudizio imme-
comma 1, c.p.p., richiamando le disposizioni dell’art. 429, commi
diato, non integrasse una nullità assoluta ma, al più, una nullità
1 e 2, c.p.p., prevede la nullità del decreto soltanto nell’ipotesi di
generale a regime intermedio ovvero una nullità relativa, e così
inidonea indicazione del fatto e/o luogo, del giorno e dell’ora della
con il disattendere la relativa eccezione sul rilievo che non fosse
comparizione, con l’avvertimento che l’imputato, non compa-
stata dedotta nei termini dal difensore o che fosse da conside-
rendo, sarà giudicato in contumacia, e che, comunque, non vi è
rarsi sanata ex art. 184 c.p.p.
alcuna specifica comminatoria della detta sanzione processuale:
La soluzione della Suprema Corte tanto in ossequio al principio di tassatività delle nullità (Sez. I, 12
La Sesta Sezione penale ha rigettato il ricorso affermando il gennaio 2016 - ud. 23 settembre 2015 - n. 865, De Marco; Sez. II,
principio di diritto secondo il quale la violazione del termine a 5 giugno 2009, n. 23559, Romano).
comparire davanti al Tribunale per la celebrazione del giudizio Un secondo orientamento, valorizzando la ratio sottesa ad alcuni
immediato, stabilito dall’art. 456, comma 3, c.p.p., in almeno autorevoli arresti, a mente dei quali: “Nel procedimento di rie-
trenta giorni prima della data fissata per il giudizio medesimo, non same l’inosservanza del termine di tre giorni liberi che devono
determina la nullità assoluta del decreto di citazione a giudizio, intercorrere tra la data di comunicazione o notificazione dell’av-
bensì una nullità generale a regime intermedio, che la parte viso di udienza e quella dell’udienza stessa è causa di nullità
interessata all’osservanza della norma violata è tenuta a dedurre, generale (a regime intermedio) dell’atto che, se tempestiva-
a pena di decadenza, nei termini di cui all’art. 182 c.p.p. mente eccepita, ne impone la rinnovazione, non essendo suffi-
Escluso che, nel caso di inosservanza del termine di comunica- ciente la concessione di un ulteriore termine ad integrazione di
zione del decreto di giudizio immediato, non sia configurabile quello originario” (SS.UU., 7 marzo 2002, n. 8881, Munerato
alcuna nullità, poiché, alla stregua di una lettura costituzional- Carlino) e “In tema di giudizio di rinvio, è nullo, ex art. 178, comma
mente orientata della vigente disciplina, occorre assegnare 1, lett. c) c.p.p., il decreto di citazione notificato, per il giudizio di
rilievo alla funzione primaria di garanzia sottesa al termine di rinvio innanzi al Tribunale in composizione monocratica, senza il
comparizione, il Collegio di legittimità ha, per un verso, convali- rispetto del termine di venti giorni liberi per la comparizione
dato le conclusioni rassegnate sul punto dai giudici di merito, dell’imputato; tale termine è, infatti, previsto per garantire l’in-
quanto all’assunto che il mancato rispetto dei termini a comparire tervento, l’assistenza e la rappresentanza dell’imputato e la sua
non dia luogo ad una nullità assoluta, poiché tale connotazione è violazione comporta anche la conseguente nullità del giudizio e
attribuibile ex art. 179 c.p.p. solo all’omessa citazione dell’impu- della relativa sentenza (Sez. V, 16 marzo 2006 - ud. 22 settembre
tato, ma le ha disattese in riferimento alla configurabilità di una 2005 - n. 9231, Mati), si è fatto, invece, latore della tesi - accolta
nullità relativa, ai sensi dell’art. 181, comma 3, c.p.p., in virtù della dalla pronuncia annotata - secondo la quale: “La violazione del
riconduzione del termine a comparire nella categoria dell’inter- termine a comparire (nella specie almeno trenta giorni, stabiliti
vento dell’imputato, la cui mancata assicurazione nel processo è dall’art. 456, comma 3, c.p.p. per il giudizio immediato) comporta
sanzionata con la nullità di ordine generale di cui all’art. 178, una nullità di ordine generale a regime intermedio che, se non

1560 Diritto penale e processo 12/2018


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sanata ai sensi dell’art. 184 cod. proc. pen., impone al giudice la responsabilità pronunciato dal Tribunale nei confronti degli
rinnovazione dell’atto, ex art. 185, c.p.p., a seguito della quale non imputati, accusati di avere concorso nel delitto di cui agli
è consentito integrare il termine originario insufficiente, occor- artt. 110 e 480 c.p., realizzato mediante il rilascio, da parte
rendo provvedere alla sua integrale rinnovazione, di modo che sia del responsabile dell’ufficio tecnico comunale che aveva agito
sempre garantito un termine libero di pari durata” (Sez. V, 16 su istigazione e determinazione del committente e del pro-
aprile 2018, n. 16732, Reinard; conformemente in tema di giu- gettista delle opere edilizie in relazione alle quali era chiesto
dizio di appello: Sez. VI, 24 gennaio 2018 - ud. 20 dicembre 2017 - alla P.A. l’esercizio del potere di assenso, un’autorizzazione
n. 3366, T; Sez. V, 28 settembre 2015, n. 39221, Pop e altro; Sez. paesaggistica da ritenersi falsa, perché attestante l’esistenza
II, 9 luglio 2014, n. 30019, Braidich). dei requisiti che ne avrebbero consentito la realizzazione nella
Un terzo orientamento, infine, ribadisce il principio di diritto - fascia costiera del territorio comunale, sottoposto a vincolo
affermato in maniera largamente prevalente in seno alla giuri- paesaggistico, che di fatto non ricorrevano.
sprudenza di vertice ed in termini onnicomprensivi - secondo I ricorrenti denunciavano il vizio di violazione di legge, in
cui: “L’inosservanza del termine di comparizione dell’imputato relazione all’art. 480 c.p. e il vizio argomentativo, evidenziando
non costituisce una nullità assoluta (che si determina ai sensi come la Corte territoriale avesse posto a fondamento dell’af-
degli artt. 178, lett. c) e 179, n. 1 ultima parte cod. proc. pen. in fermazione di responsabilità degli imputati per il delitto di
caso di omessa citazione dell’imputato), bensì una nullità rela- falsità ideologica in autorizzazione amministrativa, non una
tiva che si ritiene sanata qualora non venga eccepita entro i rilevata difformità di quanto certificato nell’atto rispetto alla
termini di cui all’art. 181 c.p.p.: come si verifica nel caso in cui la realtà fattuale, ma una serie di valutazioni del tutto sganciate
relativa eccezione venga sollevata solo con l’atto di appello, da parametri interpretativi certi ed uniformi: donde insistevano
anziché, ai sensi dell’art. 491 c.p.p. nel giudizio di primo grado” per l’annullamento senza rinvio del provvedimento censurato.
(Sez. VI, 20 settembre 2013, n. 39021, B; Sez. VI, 4 settembre
2008, n. 34629, Pelizza; analogamente in tema di inosservanza La soluzione della Suprema Corte
del termine di comparizione dell’imputato nel giudizio di appello: La Quinta Sezione Penale, investita della decisione, ha ritenuto
Sez. VI, 11 ottobre 2017, n. 46789, Lusha e altro; Sez. III, 17 fondati i ricorsi e, per l’effetto, ha annullato senza rinvio la
marzo 2017, n. 13109, A; Sez. III, 24 giugno 2014, n. 27414 del sentenza impugnata per l’insussistenza del fatto ascritto agli
04/03/2014, Galati; Sez. VI, 29 novembre 2013, n. 47535, imputati, rilevando che nella fattispecie scrutinata non era
Arrabito; Sez. 6, 30 luglio 2013, n. 33132, Carlino). rinvenibile l’elemento oggettivo del delitto di falso contestato,
poiché i documenti oggetto di imputazione - segnatamente la
La dottrina relazione tecnica allegata all’istanza di rilascio dell’autorizza-
La tematica oggetto del contrasto giurisprudenziale non risulta zione paesaggistica e il provvedimento amministrativo - non
essere stata oggetto di approfondimenti teorici di carattere contenevano “una falsa rappresentazione ovvero descrizione
critico. Si vuol solo menzionare la tesi di F. Cordero secondo la dei fatti, quanto piuttosto un giudizio di compatibilità dell’in-
quale il mancato rispetto del termine di dieci giorni fissato tervento sotto il profilo paesaggistico e di idoneità rispetto alle
dall’art. 419, comma 4, c.p.p. - e, quindi, si deve opinare anche prescrizioni del piano ambientale”. Ha spiegato, in proposito,
tutte le altre invalidità che si riferiscono al mancato rispetto del che i dati oggetto della asserita falsa attestazione da parte del
termine di comparizione all’udienza - integra: “quanto all’im- Pubblico Ufficiale non erano elementi facenti parte della realtà
putato una nullità meno che assoluta (scilicet di ordine gene- fenomenica rappresentati in maniera distorta rispetto alla
rale a regime intermedio, ndr.)” perché: “caso contemplato percezione che ne avevano avuto i soggetti agenti (il funzio-
dall’art. 178, lett. c) c.p.p. ed escluso dall’art. 179; rispetto nario e il committente e il progettista delle opere), quanto
all’offeso è relativa (l’art. 178, lett. c, parla solo della vocatio in piuttosto dati valutativi sottoposti ad apprezzamento discre-
iudicium)” (Procedura penale, Settima edizione). zionale, svincolato da criteri predeterminati.

Il contrasto
REATI CONTRO LA FEDE PUBBLICA Va dato conto che la questione se l’attestazione di conformità alla
normativa urbanistico -ambientale, compiuta dal Pubblico Uffi-
ciale, in sede di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica, sia tale
FALSITÀ IN AUTORIZZAZIONE AMMINISTRATIVA da integrare o meno l’elemento oggettivo del delitto di falsità
Cassazione Penale, Sez. V, 4 maggio 2018 (ud. 12 febbraio ideologica in autorizzazione amministrativa, di cui all’art. 480 c.p.,
2018), n. 19384 - Pres. Bruno - Est. Amatore - P.M. Corasa- in ipotesi di riscontrata illegittimità dell’atto amministrativo, per
niti ( diff.) - Ric. De Michele ed altri essere la valutazione compiuta dal soggetto agente - sulla base
dei dati informativi allegati dal richiedente e dal tecnico redigente
Non commette il delitto di falso in autorizzazione ammini- la relazione sullo stato dei luoghi e sulle caratteristiche delle opere
strativa di cui all’art. 480 c.p. il funzionario comunale che, edificande - in contrasto con le norme di rango primario e secon-
nel rilasciare il provvedimento di autorizzazione paesaggi- dario in materia di realizzazione di attività di trasformazione del
stica, attesti la compatibilità paesaggistico - ambientale territorio in area sottoposta a vincolo, è oggetto di soluzioni
dell’opera edilizia da realizzare in area sottoposta a vincolo diametralmente opposte da parte della S.C.
paesaggistico, non rappresentando il pubblico ufficiale, in Invero, secondo un primo minoritario orientamento - cui ha
maniera difforme dal reale, dati oggettivi caduti sotto la prestato adesione la pronuncia annotata -, ove ricorra in fatto
propria cognizione, ma compiendo una valutazione degli la situazione illustrata, il delitto di cui all’art. 480 c.p. non è
elementi fattuali allegati dal richiedente sulla base di criteri ravvisabile, perché tale titolo di reato: “non è configurabile
di giudizio non vincolanti. con riferimento al contenuto valutativo del documento relativo
a un giudizio di conformità alla pertinente normativa, formulato
Il fatto e l’impugnazione con riguardo non già a situazioni di fatto costituenti il presuppo-
Con il ricorso per cassazione veniva impugnata la sentenza con sto dell’atto, bensì alla mera interpretazione della normativa
la quale la Corte d’Appello aveva confermato il giudizio di stessa”: in tal senso si è precisato che ove la valutazione

Diritto penale e processo 12/2018 1561


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compiuta dal pubblico agente sia correlata alla mera interpreta- giudizio in base alla rispondenza dell’intervento edilizio ad ogget-
zione della normativa di settore, ma svincolata da qualsiasi tivi e preesistenti criteri normativi, in quanto tale non caratteriz-
riferimento ad elementi fattuali integranti il presupposto del- zato da una mera attività interpretativa di norme quanto,
l’atto, la detta attività di apprezzamento è priva di quella funzione piuttosto, da una verifica oggettiva (Sez. III, 23 febbraio 2018,
informativa in forza della quale l’enunciato può essere predicato n. 8852, Dilonardo ed altri).
di falsità” (Sez. V, 19 febbraio 2018, n. 7879, Daversa e altri). In
senso parzialmente conforme si sono espresse altre pronunce La dottrina
(Sez. V, 28 luglio 2017, n. 37914 e n. 37915, rispettivamente, (S. Gentiloni Silveri, Tassonomia amministrativa e artt. 479 -
Capoferri e Baglivo), che, nell’annullare le sentenze impugnate 480 c.p. nella giurisprudenza penale, in GiustAmm.it, 2015, 10,
con la formula perché il fatto non costituisce reato, hanno 4; S. Grossi, Appunti in tema di falsità ideologica e regime della
osservato come, implicando la valutazione da compiersi un’in- certificazione amministrativa, in Cass. pen., 2012, 10, 3388-
terpretazione della normativa di settore, fosse da escludersi nei 3401; A. Caputo, I reati di falso nei provvedimenti in materia di
soggetti agenti il dolo richiesto per il venire in essere del delitto urbanistica, in Cass. pen., 1997, 7-8, 2023-2037). Nei contri-
di falsità ideologica per effetto dell’esistenza nella materia di buti di carattere generale sul tema, l’attenzione è stata foca-
una confusione tecnico-normativa e di una diversità di prassi lizzata sul problema cruciale della messa a punto del concetto
amministrative, che non potevano non aver avuto diretta inci- di falsa attestazione in relazione al rilascio di autorizzazioni
denza su quanto posto in essere dal pubblico ufficiale nonché amministrative, rilevandosi come nell’attività prodromica all’a-
dal committente e dal progettista delle opere edilizie. dozione dei detti provvedimenti amministrativi sia labile il
Per il filone interpretativo, largamente prevalente, invece, la confine tra l’interpretazione delle norme di riferimento e la
discrezionalità nel rilascio dell’autorizzazione paesaggistica è riconduzione dei fatti, che ne fondano il presupposto applica-
vincolata alla verifica della conformità della situazione fattuale tivo, alle norme medesime, essendo queste di difficile lettura
rappresentata dalla parte richiedente alle previsioni normative e a e non statuenti criteri certi per il soggetto che con esse è
quelle degli strumenti di piano di governo del territorio urbanistici chiamato a vario titolo a confrontarsi.
e paesaggistici, con conseguente integrazione del reato di falso
ideologico, quanto meno in autorizzazione amministrativa, se il
detto giudizio di conformità non sia rispondente agli indicati REATI IN MATERIA DI STUPEFACENTI
parametri predeterminati: questo perché l’organo competente
all’adozione del provvedimento ha l’obbligo giuridico di verificare,
in qualunque modo, la sussistenza delle relative condizioni e il COLTIVAZIONE NON AUTORIZZATA DI PIANTE DESTINATE
documento che lo incorpora è destinato a comprovare l’attività di ALLA PRODUZIONE DI SOSTANZE STUPEFACENTI
esame della documentazione prodotta dal richiedente e ad
Cassazione Penale, Sez. III, 4 luglio 2018 (ud. 15 marzo
esprimere la relativa valutazione tecnica del pubblico ufficiale
2018), n. 30046 - Pres. Di Nicola - Est. Reynaud - P.M.
sulla base di criteri predeterminati fissati da fonti normative
Marinelli ( diff.) - Ric. P.M. in proc. Mingione
primarie e secondarie (Sez. III, 30 agosto 2018, n. 39248, Chia-
rillo; Sez. III, 23 agosto 2018, n. 38838, Boracetti; Sez. III, 4 luglio
Ai fini della punibilità della coltivazione non autorizzata di
2018, n. 30040, Strambone; Sez. III, 4 luglio 2018, n. 30025,
piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti,
Scrudato; Sez. III, 3 maggio 2018, n. 18890, Renna; Sez. III, 5
l’offensività della condotta consiste nella sua idoneità a
marzo 2018, n. 9881, Costantini ed altri; Sez. III, 19 gennaio 2018,
produrre la sostanza per il consumo, non rilevando la
n. 2281, Siciliano ed altri; Sez. III, 21 dicembre 2017, n. 57120,
quantità di principio attivo ricavabile nell’immediatezza,
Borrello ed altro; Sez. III, 21 dicembre 2017, n. 57108, Renna;
ma la mera conformità della pianta al tipo botanico previ-
Sez. III, 6 ottobre 2016, n. 42064, Quaranta e altri; Sez. V, 26
sto e la sua attitudine a giungere a maturazione e a
agosto 2016, n. 35556, Renna). Per dare ragione di tale presa di
produrre la sostanza stupefacente.
posizione ermeneutica si è spiegato - richiamando autorevoli
arresti della Corte di appartenenza (SS.UU., 27 maggio 2016, Il fatto e l’impugnazione
n. 22474, Passarelli e altro; Sez. II, 11 gennaio 2013 - ud. 11 Investito della convalida dell’arresto adottato dalla polizia giu-
ottobre 2012 - n. 1417, Platamone e altro; Sez. V, 2 novembre diziaria nei confronti di un soggetto ritenuto nella flagranza del
2011, n. 39360, Gulino; Sez. V, 11 aprile 2011, n. 14486, Marini e reato di cui all’art. 73, commi 1 e 4, d.P.R. 9 ottobre 1990,
altro). Sicché, se è indubitabile che il pubblico ufficiale sia asso- n. 309 - perché trovato in possesso di 11 piante di marijuana
lutamente libero nella propria attività valutativa allorché non coltivate presso il suo domicilio, di cui 6 in piena infiorescenza;
possieda alcun margine di scelta quanto ai criteri cui improntare di 84 gr. di foglie dalle stesse ricavate, appese ad essiccare, e
la propria delibazione, di modo che il documento che contiene il di 0,70 gr. di hashish accanto ad un bilancino di precisione -, il
giudizio formulato all’esito della stessa non è destinato a provare Giudice delle indagini preliminari non convalidava la misura
la verità di alcun fatto, nel caso in cui, invece, la valutazione da precautelare e disponeva l’immediata liberazione del ristretto,
compiersi deve essere effettuata sulla base di criteri predeter- argomentando nel senso che non ricorressero i presupposti
minati, si è in presenza di un esercizio di discrezionalità tecnica, dell’arresto, in primis quanto al fumus della fattispecie conte-
che vincola la formulazione del giudizio ad una verifica di confor- stata, non essendo stati acquisiti elementi atti a rendere
mità della situazione fattuale a parametri prefissati, con conse- astrattamente configurabile l’ipotesi che la sostanza ricavabile
guente integrazione della falsità se detto giudizio di conformità dalle piante o l’hashish fossero destinati a terzi piuttosto che al
non sia rispondente ai parametri cui esso è implicitamente consumo personale. L’ordinanza con la quale il decidente
vincolato. Si è conseguentemente ritenuto che l’opposto divisa- assumeva le statuizioni indicate era oggetto di impugnazione
mente propone una non convincente qualificazione dei contenuti da parte del Pubblico Ministero, che, con il ricorso per cassa-
dell’atto che si assume falso, perché nell’autorizzazione paesag- zione, deduceva l’inosservanza o l’erronea applicazione della
gistica vengono attestate la conformità urbanistica e la compa- legge penale, sia con riguardo alla ritenuta qualificazione del
tibilità ambientale delle opere da edificare, esprimendo un fatto come violazione dell’art. 73, comma 5, d.P.R. 9 ottobre

1562 Diritto penale e processo 12/2018


Osservatorio
Contrasti giurisprudenziali

1990, n. 309, sia con riguardo alla ritenuta mancanza di prova Sez. IV, 2 novembre 2015, n. 44136, Cinus). Tale prospetta-
circa la destinazione a terzi dello stupefacente, circostanza zione è stata, infatti, ritenuta coerente con la ratio della diver-
nella specie comunque irrilevante trattandosi di coltivazione. sificata disciplina legislativa predisposta per la fattispecie di
coltivazione di sostanze stupefacenti, individuata dal Giudice
La soluzione della Suprema Corte delle Leggi (Corte cost. n. 360/1995) nella “ maggiore perico-
La Terza sezione penale ha ritenuto non condivisibile l’argo- losità [della relativa condotta] in ragione dell’attitudine ad
mentazione spesa dal giudice censurato, affermando che, poi- innescare un meccanismo di creazione di nuove disponibilità
ché costituisce condotta penalmente rilevante qualsiasi attività di droga, quantitativamente non predeterminate” e con la
non autorizzata di coltivazione di piante dalle quali sono estraibili configurazione di essa secondo lo schema del reato di pericolo
sostanze stupefacenti, anche quando questa sia realizzata per la presunto rispetto al bene giuridico, costituito, oltre che dalla
destinazione del prodotto ad uso personale - alla stregua del salute pubblica, dalla sicurezza e dall’ordine pubblico, in
principio di diritto enunciato dalle Sezioni Unite Di Salvia, con la ragione dell’implementazione potenziale del mercato degli
sentenza 10 luglio 2008, n. 28605 -, ai fini della punibilità della stupefacenti e del conseguente allarme sociale destato da
coltivazione non autorizzata di piante dalle quali sono estraibili comportamenti propedeutici, per effetto dell’approvvigiona-
sostanze stupefacenti, l’offensività della condotta consiste mento, al consumo di sostanze droganti. Bene poliedrico, la
nella sua idoneità a produrre la sostanza per il consumo, non cui possibilità di vulnerazione per effetto della condotta astrat-
rilevando la quantità di principio attivo ricavabile nell’immedia- tamente sussumibile nella fattispecie incriminatrice, deve
tezza, ma la mera conformità della pianta al tipo botanico essere pur sempre verificata, in ossequio al principio di neces-
previsto e la sua attitudine, a giungere a maturazione e a saria offensività del reato, secondo il criterio dell’attitudine
produrre la sostanza stupefacente. Nondimeno il Collegio ha della piantagione a produrre, sia pure in misura minimale e,
rilevato che, quand’anche si volesse accedere alla tesi secondo dunque, indipendentemente dalla sua estensione, l’effetto
la quale, ai fini della configurabilità del reato di coltivazione di psicotropo oggetto della tutela penale.
piante stupefacenti, sia, altresì, necessario verificare se tale Si oppone a tale ermeneusi la schiera di arresti che hanno
attività sia concretamente idonea a ledere la salute pubblica ed a reiteratamente affermato il principio di diritto secondo il
favorire la circolazione della droga alimentandone il mercato, quale: “Ai fini della configurabilità della condotta di coltivazione
tale indagine integrerebbe un accertamento di merito incom- di piante stupefacenti, non è sufficiente l’accertamento della
patibile con la valutazione che deve effettuarsi in sede di giudizio loro conformità al tipo botanico previsto e della loro attitudine
di convalida dell’arresto, posto che, per la convalida dell’arresto futura a giungere a maturazione e produrre sostanza stupefa-
in flagranza per il reato di detenzione di stupefacente non è cente, dovendosi, invece, verificare l’offensività in concreto
neppure necessario il preventivo esame del narcotest, indi- della condotta, intesa come prova della effettiva ed attuale
spensabile, invece, per qualificare la gravità indiziaria ai fini capacità a produrre un effetto drogante rilevabile nell’immedia-
dell’emissione della misura cautelare. tezza” (Sez. VI, 21 gennaio 2016 - ud. 21 ottobre 2015 -, n. 2618,
Marongiu; in senso conforme Sez. III, 21 luglio 2017, Compa-
Il contrasto gnini; Sez. VI, 26 febbraio 2016, Pasta). Tale enunciazione
La giurisprudenza di legittimità è divisa intorno all’individua- costituisce la sintesi di una lettura della disposizione di riferi-
zione dei requisiti di offensività della condotta, necessari per mento che si propone come costituzionalmente orientata,
integrare il reato di coltivazione non autorizzata di piante dalle essendosi in tal senso rilevato come, altrimenti, si verifiche-
quali sono estraibili sostanze stupefacenti di cui all’art. 73, rebbe un’applicazione eccessivamente anticipata della tutela
comma 1, d.P.R. n. 309/1990. penale e si opererebbe una totale svalutazione dell’elemento
È prevalente l’orientamento interpretativo secondo il quale: costituito dalla necessaria offensività in concreto della con-
“Ai fini della punibilità della coltivazione non autorizzata di dotta, cioè dalla capacità della stessa di ledere effettivamente
piante dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, l’of- i beni giuridici tutelati dalla norma incriminatrice. In proposito si
fensività della condotta consiste nella sua idoneità a produrre sono rammentati i dicta del Giudice delle leggi che sottolineato,
la sostanza per il consumo, sicché non rileva la quantità di proprio in materia di coltivazione di sostanze stupefacenti, che il
principio attivo ricavabile nell’immediatezza, ma la conformità rispetto del principio di offensività rappresenta un limite di rango
della pianta al tipo botanico previsto e la sua attitudine, anche costituzionale alla discrezionalità del legislatore nel perseguire
per le modalità di coltivazione, a giungere a maturazione e a penalmente condotte contraddistinte da un giudizio di disvalore
produrre la sostanza stupefacente, nell’obiettivo di scongiu- e che la indispensabile connotazione di offensività in generale,
rare il rischio di diffusione futura della sostanza stupefacente” compatibile con i reati di pericolo presunto, implica la necessità
(Sez. VI, 19 luglio 2017, n. 35654, Nerini; Sez. IV, 15 dicembre che l’offensività sia ravvisabile anche in concreto “almeno in
2016, n. 53337, P.G. in proc. Trabanelli; Sez. VI, 24 maggio grado minimo, nella singola condotta dell’agente, in difetto di
2013, n. 22459, Cangemi): donde si è precisato che: “L’offen- ciò venendo la fattispecie a rifluire nella figura del reato impos-
sività della condotta non è esclusa dal mancato compimento sibile (art. 49 cod. pen.)” (Corte cost. n. 360/1995).
del processo di maturazione dei vegetali, neppure quando Su una linea mediana si collocano quelle pronunce che hanno
risulti l’assenza di principio attivo ricavabile nell’immediatezza, affermato che: “La coltivazione domestica di una piantina di
se gli arbusti sono prevedibilmente in grado di rendere, all’e- canapa indiana contenente principio attivo pari a mg. 16, posta
sito di un fisiologico sviluppo, quantità significative di prodotto in un piccolo vaso sul terrazzo di casa, costituisce condotta
dotato di effetti droganti, in quanto il “coltivare” è attività che si inoffensiva ‘ex’ art. 49 c.p., che non integra il reato di cui all’art.
riferisce all’intero ciclo evolutivo dell’organismo biologico” 73 d.P.R. n. 309 del 1990” (Sez. IV, 28 giugno 2011, n. 25674,
(Sez. VI, 12 dicembre 2016, n. 52547, Losi; Sez. VI, 16 giugno P.G. in proc. Marino), spettando pur sempre al giudice “verificare
2016, n. 25057, P.G. in proc. Iaffaldano; Sez. VI, 11 marzo in concreto l’offensività della condotta ovvero l’idoneità della
2016, n. 10169, Tamburini); offensività che, di contro, “deve sostanza ricavata a produrre un effetto drogante rilevabile”
essere esclusa soltanto quando la sostanza ricavabile risulti (Sez. VI, 23 maggio 2013, n. 22110, P.M. in proc. Capuano;
priva della capacità ad esercitare, anche in misura minima, Sez. VI, 18 marzo 2013 - ud. 10 dicembre 2012 -, n. 12612,
effetto psicotropo” (Sez. III, 9 giugno 2016, n. 23881, Damioli; Floriano), “nel senso che la condotta deve essere così

Diritto penale e processo 12/2018 1563


Osservatorio
Contrasti giurisprudenziali

trascurabile da rendere sostanzialmente irrilevante l’aumento di Questa interpretazione è stata, infatti, ritenuta meglio in
disponibilità della droga e non prospettabile alcun pericolo di grado di assicurare coerenza, uniformità e logicità al
ulteriore diffusione di essa” (Sez. VI, 30 luglio 2014, n. 33835, sistema: questo perché: “in armonia con la lettera della
P.G. in proc. Piredda). legge, reputa penalmente rilevante la condotta di coltiva-
zione indipendentemente dallo scopo avuto di mira dall’a-
La dottrina gente; in armonia con i condivisibili approdi del principio di
(M. Toriello, Nuovi orizzonti del principio di offensività in necessaria concreta offensività del reato, lascia esenti da
materia di coltivazione di sostanze stupefacenti, in sanzione penale non qualsivoglia condotta di coltivazione di
Cass. pen., 2016, 5, II, 1955; G. Amato, La qualità di principio una o di poche piante (come si è visto, anche la coltivazione
attivo ricavabile deve far escludere una possibile diffusività, di una sola pianta può astrattamente consentire di ricavare
in Guida al diritto. Il sole 24 ore settimanale, 2014, 42, 77; id., principio attivo sufficiente per il confezionamento di centi-
Decisivo il giudizio sull’idoneità dell’azione a compromet- naia di dosi), non qualsivoglia condotta di coltivazione inter-
tere salute e sicurezza pubblica, in Guida al diritto. Il sole 24 rotta prima della maturazione (se il parametro dovesse
ore settimanale, 2011, 36, 87; A. Gentile, Coltivazione di essere solo quello del concreto grado di maturazione delle
stupefacenti e principio di offensività: una lettura obbligata piante, dovrebbero necessariamente ritenersi inoffensive
delle disposizioni dettate dal d.P.R. 309/90, in Riv. it. dir. anche condotte di sicuro ed elevato allarme sociale, quale ad
proc. pen., 2009, 3, 1529). Nei contributi di approfondi- esempio una coltivazione di centinaia di piante scoperta e
mento sul tema illustrato si è espressa unanime e convinta neutralizzata poche settimane dopo la messa a dimora dei
preferenza per l’orientamento giurisprudenziale che postula semi), ma solo quelle piccole piantagioni che hanno o avreb-
la necessità di verificare in concreto l’idoneità offensiva bero consentito di ricavare esigui quantitativi di principio
della condotta di coltivazione di sostanze stupefacenti a attivo verosimilmente destinati al consumo personale del
prescindere dall’utilizzazione di parametri predeterminati coltivatore” (sic Toriello, Nuovi orizzonti, cit.).

1564 Diritto penale e processo 12/2018


Giurisprudenza
Processo penale

Prove

Corte costituzionale 27 aprile 2018, n. 92 - Pres. Lattanzi - Red. Modugno


Non è fondata la questione di legittimità costituzionale degli artt. 398, comma 5, e 133 c.p.p., sollevata, in
riferimento all’art. 117, comma 1, Cost., in relazione agli artt. 3 e 4 della Convenzione sui diritti del fanciullo, fatta a
New York il 20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva con L. 27 maggio 1991, n. 176. Il sistema processuale
vigente offre, infatti, al giudice un ampio e duttile complesso di strumenti di salvaguardia della personalità del
minore chiamato a rendere testimonianza, a fronte del quale deve escludersi l’asserita necessità costituzionale di
introdurre quello ulteriore congegnato dall’odierno rimettente.

ORIENTAMENTI GIURISPRUDENZIALI

Conforme Non si rinvengono precedenti.

Difforme Non si rinvengono precedenti.

La Corte costituzionale (omissis).


Per il testo della sentenza si rinvia al sito www.cortecosti-
tuzionale.it

L’esame del minore al vaglio della consulta: la mobilità del giudice


naturale preserva la concentrazione
di Lorenzo Algeri (*)

Con la sentenza n. 92 del 2018 la Corte costituzionale ha rigettato l’istanza volta a introdurre un’ulteriore
modalità di assunzione della prova dichiarativa del minore consistente nell’incidente probatorio da
svolgersi, al di fuori dei casi di urgenza, presso il tribunale della sua dimora, anziché presso il giudice
individuato secondo le ordinarie regole sulla competenza territoriale. La Consulta, dopo aver effettuato
un’ampia analisi dell’evoluzione normativa in materia di audizione protetta in sede di incidente probatorio,
ha concluso che l’ordinamento prevede già un esaustivo complesso di soluzioni per l’ascolto del minore.
With the sentence n. 92 of 2018, the Constitutional Court rejected the petition to introduce a further
method of assumption of the declarative test of the minor consisting in the probationary incident to be
carried out, outside the cases of urgency, in the court of his residence, rather than at the judge identified
according to the ordinary rules on territorial jurisdiction. After having carried out a broad analysis of the
normative evolution regarding a protected hearing during the probationary incident, the Court concluded
that the regulation already provides an exhaustive set of solutions for listening to the minor.

Considerazioni preliminari figura della vittima vulnerabile nella normativa


sovranazionale che ha stimolato, nel corso degli
L’ascolto del minore nel procedimento penale
ultimi anni, il legislatore ad introdurre misure di
continua ad essere una tematica di grande attua-
protezione a tutela della prova dichiarativa
lità, grazie, soprattutto, al rilievo assunto dalla
“debole” (1). Le suddette misure compongono

(*) Il contributo è stato sottoposto, in forma anonima, a proce- 2015, 1 ss.; AA.VV., Vittime di reato e sistema penale, la ricerca di
dura di revisione a doppio cieco (double blind). nuovi equilibri, a cura di M. Bargis - H. Belluta, Torino, 2017, 15 ss.;
(1) Sulla tematica della prova dichiarativa vulnerabile si veda, D. Ferranti, Strumenti di tutela processuale per la vittima del reato.
amplius, volendo, L. Algeri, Il testimone vulnerabile, Milano, 2017, Sguardo di insieme sulle recenti innovazioni alla luce dell’attua-
p. 105 ss. Per un’analisi generale della figura del minore vittima o zione della direttiva 2012/29/UE, in Dir. pen. cont., 29 gennaio
testimone di reato nel procedimento penale, AA. VV., Il minorenne 2016, 1 ss.; H. Belluta, Eppur si muove: la tutela delle vittime
fonte di prova nel processo penale, a cura di C. Cesari, Milano, particolarmente vulnerabili nel processo penale italiano, in

Diritto penale e processo 12/2018 1565


Giurisprudenza
Processo penale

un quadro normativo complesso, sottoposto ad erano state motivate con lo stress accumulato da
un esame analitico da parte della Corte costitu- quest’ultimo, già esaminato più volte in sede di giu-
zionale, che ha proceduto ad una ricostruzione dizio civile, con i problemi che la trasferta gli avrebbe
sistematica delle regole stabilite per l’esame del recato sul piano della frequentazione scolastica e del
minore, al fine di valutare se siano esaustive e relativo rendimento, nonché con il disagio, manife-
adeguate per la soddisfazione, da un lato, delle stato dal minore, “a venire a Lecce, ove non si sentiva
esigenze di protezione e, da un altro lato, delle tranquillo per il timore di incontrare l’imputato”.
esigenze derivanti dal diritto di difesa e, soprat- Nel procedimento principale, invero, il giudice
tutto, dal diritto alla prova. rimettente aveva già respinto la richiesta di svolgere
l’esame del minore presso il luogo della sua residenza,
L’ordinanza di rimessione presentata invocando l’applicazione dell’art. 398,
comma 5 bis, c.p.p., nella parte in cui consente la
La Corte costituzionale è stata chiamata a pronun-
raccolta della testimonianza in luogo diverso dal
ciarsi sulla legittimità degli artt. 398, comma 5, e 133
tribunale. L’istanza era stata respinta sulla base
c.p.p. in relazione alla compatibilità degli stessi con
della ritenuta levità del disagio recato al minore
l’art. 117 della Carta, nella parte in cui assegna valore
convocato nella sede giudiziaria, il quale aveva già
di parametro interposto agli artt. 3 e 4 della Conven-
“sopportato” diverse audizioni presso il Tribunale per
zione sui diritti del fanciullo, stipulata a New York il
i minorenni di Lecce ed era stato ritenuto idoneo a
20 novembre 1989, ratificata e resa esecutiva con L.
rendere testimonianza: ciò che, nella prospettiva del
27 maggio 1991, n. 176, in forza della quale gli Stati
giudice rimettente, consentiva di ritenere prevalente
parte devono considerare “preminente” l’“interesse
la tutela del diritto di difesa correlato alla stabilità
superiore” del fanciullo in tutte le decisioni che lo
della competenza territoriale, rispetto alle esigenze
riguardano (2).
del dichiarante, che chiedeva di essere preservato dal
Oggetto delle censure del Giudice per le indagini
disagio correlato al ritorno nel luogo ove si sarebbe
preliminari del Tribunale ordinario di Lecce, nella
consumato il delitto.
veste di giudice rimettente, era la limitazione della
Il giudice rimettente aveva, quindi, conclusivamente
possibilità di disporre la rogatoria per l’assunzione
ritenuto che le preoccupazioni e i disagi manifestati
della testimonianza in incidente probatorio del
dal minore imponessero soltanto di fare in modo che
minore, vittima presunta di maltrattamenti, “nei
il suo esame avvenisse “con modalità protette”, tali da
soli casi di urgenza” previsti dall’art. 398, comma 5,
evitargli il contatto, anche solo visivo, con l’impu-
c.p.p., presso il tribunale competente in relazione al
tato prima, durante e dopo l’incidente probatorio, in
luogo della sua dimora.
maniera da tutelare la sua “tranquillità emotiva”. In
Inoltre, era censurata la previsione dell’obbligo di
quest’ottica, il rimettente - oltre a richiedere l’assi-
procedere all’accompagnamento coattivo del testi-
stenza di uno psicologo - aveva disposto una serie di
mone minorenne, in applicazione dell’art. 133 c.p.p.,
cautele, stabilendo, in particolare, differenti orari di
nei casi in cui, come in quello di specie, lo stesso non
arrivo per i due interessati e il divieto, per l’imputato,
si presenti per evitare il disagio connesso al ritorno
di comparire prima di un certo orario, così da con-
nel luogo ove si sarebbero consumate le condotte
sentire al minore di raggiungere la sala destinata
delittuose.
all’escussione senza incrociarlo. Aveva disposto,
Il difensore della persona offesa aveva ripetutamente
infine, che l’imputato fosse ammesso ad assistere
chiesto che l’incidente probatorio fosse rinviato o
all’esame dietro uno “schermo/specchio”, in modo
sospeso, ovvero delegato al Giudice per le indagini
da non essere visto dal testimone.
preliminari del Tribunale ordinario di Avellino -
All’udienza fissata per l’espletamento dell’incidente
città nella quale il minore risiedeva con il padre -,
probatorio, il minore non era, peraltro, comparso. Il
ovvero che vi procedesse lo stesso G.I.P. di Lecce, ma
difensore della persona offesa e il padre di
sempre nel luogo di residenza del minore. Le istanze

L. Luparia (a cura di), Lo statuto europeo delle vittime di reato. di), La tutela internazionale dei diritti umani, Norme, garanzie,
Modelli di tutela tra diritto dell’Unione e buone pratiche nazionali, prassi, Milano, 2006, 232 ss.; M. Marchegiani, Convenzione
Milano, 2015, 257; F. Tribisonna, L’ascolto del minore testimone o internazionale sui diritti del fanciullo, in M. Sesta (a cura di), Codice
vittima di reato nel procedimento penale. il difficile bilanciamento della Famiglia, Le Fonti del Diritto italiano, I, 74 ss., Milano, 2007;
tra esigenze di acquisizione della prova e garanzie di tutela della M.R. Saulle, La Convenzione nel ventesimo anniversario, Con-
giovane età, Milano, 2017, 1 ss. venzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, Roma, 2009,
(2) Per un commento sulla Convenzione si veda M.C. Maffei, La 1 ss.
tutela internazionale dei diritti del bambino, in L. Pineschi (a cura

1566 Diritto penale e processo 12/2018


Giurisprudenza
Processo penale

quest’ultima, comparsi in udienza, avevano rappre- parte in cui non prevedono che - quando la
sentato la volontà “particolarmente intensa e ferma” mancata comparizione del testimone minorenne
del minore di essere sentito ad Avellino, e non a sia dovuta a situazioni di disagio che ne com-
Lecce, per il “forte timore” di un possibile incontro promettono il benessere, alle quali si possa
con l’imputato. “ovviare” procedendo all’esame del minore
A fronte di tali evenienze, il giudice a quo si trovava, presso il tribunale nel cui circondario egli dimora
dunque, a valutare l’ipotesi di disporre l’accompa- - il giudice competente possa ritenere giustificata
gnamento coattivo del minore a mezzo della forza la sua mancata comparizione e delegare per l’ese-
pubblica, ai sensi dell’art. 133 c.p.p. cuzione dell’incidente probatorio il giudice per le
Il rimettente dubitava, tuttavia, della legittimità indagini preliminari del luogo di residenza del
costituzionale del “complesso normativo” che impor- minore.
rebbe di adottare un simile provvedimento, al quale La Corte costituzionale ha ritenuto rilevante, ma
andrebbe ascritta “una non minima capacità trauma- infondata, la questione di legittimità, osservando
tizzante sul minore”. che il sistema di tutela previsto per la raccolta la
In simili frangenti, l’impossibilità di delegare testimonianza del minore è ampio e duttile, e non
l’esecuzione dell’incidente probatorio al giudice richiede la invocata estensione del ricorso alla roga-
per le indagini preliminari del luogo di residenza toria fuori dei casi di urgenza.
del teste minorenne, e la conseguente necessità di
disporne l’accompagnamento coattivo, si porreb- La disciplina stabilita per l’esame
bero in contrasto con gli obblighi internazionali del minore: una barriera contro gli effetti
derivanti dagli artt. 3 e 4 della Convenzione di della c.d. vittimizzazione secondaria
New York sui diritti del fanciullo e, di riflesso,
con l’art. 117 Cost. Il suddetto art. 3 impone, La Corte costituzionale ha introdotto l’analisi del
infatti, agli Stati parti, in tutte le decisioni rela- tessuto normativo sull’esame del minore affermando
tive ai fanciulli, di attribuire un rilievo premi- che in materia è necessario contemperare due valori
nente all’“interesse superiore del fanciullo” di rilievo costituzionale. Il primo consiste nella tutela
(intendendosi, per tale, ai sensi dell’art. 1 della della personalità del minore (3). Il secondo riguarda il
Convenzione, il minore degli anni diciotto) e di principio del contraddittorio, con particolare riferi-
assicurare al medesimo “la protezione e le cure mento al diritto di difesa dell’imputato.
necessarie al suo benessere”. Il concetto di Per quanto riguarda il primo punto, secondo la Corte,
“benessere” sarebbe da ritenere più ampio di la ratio sottesa alle regole di protezione non è diretta
quello di “salute” e comprensivo anche dell’esi- ad evitare totalmente al minore ogni tipo di disagio
genza di evitare “gli stati d’ansia o stress che derivante anche indirettamente dal suo coinvolgi-
possono essere prodotti dall’applicazione delle mento nel procedimento penale.
norme processuali”. A sua volta, l’art. 4 della In realtà, una corretta esegesi di tali regole fa
Convenzione impegna gli Stati parti ad adeguare emergere un’esigenza maggiormente specifica da
i propri ordinamenti interni a tali principi, anche soddisfare. Nella materia in esame occorre evitare
tramite provvedimenti legislativi. che il minorenne subisca le conseguenze negative
Sulla base di tali considerazioni, il giudice a quo della cosiddetta “vittimizzazione secondaria”, cioè
riteneva, quindi, rilevante e non manifestamente i traumi psichici che spesso derivano dalla suc-
infondata la questione di legittimità costituzio- cessiva rievocazione degli eventi da parte del
nale degli artt. 398, comma 5, e 133 c.p.p., nella soggetto (4).

(3) In questo senso Corte cost. 9 luglio 1998, n. 262, sent., in i sentimenti di ansia e di dolore provati al momento della commis-
Cass. pen., 1998, 3194, intervenuta a dichiarare l’illegittimità sione del reato. Si vedano, sull’argomento G.S. Goodman - B.L.
dell’art. 398, comma 5 bis, c.p.p. nella parte in cui non prevedeva Bottoms, Child Victims, Child Witness. Understanding and Impro-
il reato di cui all’art. 609 quinques c.p. (corruzione di minorenni) tra ving Testimony, New York, Guilford, 1993, 1 ss.; M. Avery, The
quelli che autorizzano, appunto, l’applicazione delle specifiche Child Abuse Witness: Potential for Secondary Victimization, in
tutele ivi contemplate. Criminal Justice Journal, 7, 1, 1983, 3-4; J. Morgan - L. Zender,
(4) Secondo le ricerche scientifiche di psicologia infantile i Child Victims, New York, Oxford University Press, 1992, 22 ss.;
minori, in quanto soggetti in età evolutiva, possono subire un G.S. Goodman - D.P.H. Jones, E.A. Pyle et al., The Emotional
trauma psicologico in seguito alla loro esperienza nel contesto Effects of Criminal Court Testimony on Child Sexual Assault
di un processo penale. In particolare, se il minore è la vittima del Victims: A Preliminary Report, in G. Davies, J. Drinkwater, The
reato, si rende necessario acquisire le sue dichiarazioni. Il reso- Child Witness. Do the Courts Abuse Children?, Leicester, The
conto del fatto può comportare l’attivazione di un meccanismo di British Psychological Society, 1988, 46 ss.
vittimizzazione secondaria, per il quale il minore è portato a rivivere

Diritto penale e processo 12/2018 1567


Giurisprudenza
Processo penale

La tutela del dichiarante minorenne contemporaneamente, di evitare eccessi investi-


nelle fonti sovranazionali gativi, capaci di minare non solo la stabilità
psicologica del minore ma anche la genuinità
Nella stesura originaria del codice del 1988 è
del prodotto probatorio dichiarativo. Si prevede,
possibile individuare un limitato complesso di
pertanto, che i colloqui con il minore si svolgano
norme poste a tutela dei dichiaranti mino-
- per quanto possibile - a ridosso dei fatti trau-
renni (5). Successivamente, tuttavia, la gamma
matici subiti dal medesimo, così da consentirgli
degli strumenti di salvaguardia del minore si è
un rapido allontanamento dal circuito mnemo-
progressivamente e sensibilmente arricchita per
nico e processuale legato al reato; che i colloqui
effetto di una serie di interventi innovativi. Nel
si svolgano in locali idonei allo scopo, attraverso
procedere in tale direzione, il legislatore ha
professionisti specificamente preparati ed adde-
tenuto conto, tra l’altro, della necessità di uni-
strati e con la presenza - salve necessità contrarie
formare l’ordinamento interno alle previsioni di
- di maggiorenni di riferimento; che il numero
norme sovranazionali attinenti, in modo speci-
dei colloqui sia limitato allo stretto indispensa-
fico, alle modalità di assunzione della testimo-
bile e sottoposto a video-registrazione, così da
nianza del minore vittima di reati.
poter sfruttare le registrazioni come prova nel
Nel contesto internazionale ha assunto una specifica
processo in luogo di nuove deposizioni del
rilevanza la Convenzione del Consiglio d’Europa per
minore.
la protezione dei minori contro lo sfruttamento e gli
Per le dichiarazioni in sede processuale stricto sensu,
abusi sessuali, stipulata a Lanzarote il 25 ottobre
infine, si prevede (art. 36) la possibilità di svolgi-
2007. (6) Si tratta di uno strumento sovranazionale,
mento del processo a porte chiuse oppure l’audizione
attraverso il quale si mira a predisporre un tessuto
a distanza.
normativo efficace per prevenire e reprimere le dila-
Il vero salto di qualità nel rafforzamento dei diritti
ganti forme di sfruttamento sessuale - in particolare
della persona offesa dal reato, oltre alle fondamentali
sotto forma di pornografia e prostituzione - che coin-
indicazioni che derivano dalla giurisprudenza della
volgono i minorenni.
Corte di Giustizia, è rappresentato dall’adozione
Il punto di equilibrio tra esigenze di salvaguardia
della Dir. 2012/29/UE del Parlamento europeo e
della psiche del minore e di genuinità dei con-
del Consiglio che sostituisce la decisione quadro
tributi probatori che gli stessi sono in grado di
2001/220/GAI (7).
fornire al processo penale è costituito dalle
Di particolare importanza è il capo 4 (“Protezione
regole relative ai “colloqui con il bambino” (art.
delle vittime e riconoscimento delle vittime con
35). Le regole si compongono di un catalogo di
specifiche esigenze di protezione”).
prescrizioni da osservare nelle interviste dei
L’elemento di assoluta novità contenuto nella disci-
minorenni (anche semplici testimoni dei fatti
plina dettata dalla direttiva consiste nelle misure
criminosi previsti dalla Convenzione), con lo
finalizzate all’individualizzazione della protezione
scopo di gestire in modo specialistico il percorso
della vittima (8). Si stabiliscono, in particolare,
di sofferenza legato al ricordo traumatico che la
determinati criteri di una “valutazione individuale
deposizione vuole rievocare e,

(5) Si tratta, come è noto, del regime derogatorio legale, disci- nazionali, Milano, 2015, 31 ss. In Italia, il legislatore ha attuato la
plinato dal quarto comma dell’art. 498 c.p.p., che affida in via Convenzione per mezzo della legge 1° ottobre 2012, n. 172.
principale al presidente del collegio la conduzione dell’esame (7) S. Lorusso, Le conseguenze del reato. Verso un protagoni-
del minore e, solo in seconda battuta, nel caso in cui il giudice smo dell vittima nel processo penale?, in questa Rivista, 8, 2013,
ritenga che le modalità ordinarie di assunzione della testimonianza 882. L’autore osserva che con la Dir. 2012/29/UE “Muta, in primo
non siano nocive per la serenità del minore, prevede la possibilità luogo, l’approccio stesso al concetto di vittima, la sua collocazione
che si proceda con l’esame incrociato, restituendo, così, alle parti nello scenario criminale complessivo: il reato, difatti, viene consi-
la possibilità di rivolgere direttamente le domande al teste. Inoltre, derato non soltanto come un fatto socialmente dannoso ma -
a tutela della riservatezza del minore, si è stabilito che il suo esame expressis verbis - anche come una violazione dei diritti individuali
avvenga a porte chiuse (art. 472, comma 4, c.p.p.), con conse- della vittima (considerando n. 9), questi ultimi contrapposti senza
guente divieto di ripresa o di eventuale trasmissione audiovisiva giri di parole ai consolidati diritti individuali dell’imputato.”. Cfr.
(art. 147, comma 4, disp. att., c.p.p.) e con il divieto di pubblica- anche L. Lupária, La victime dans le procès pénal italien à la
zione di generalità ed immagini del teste fino al compimento della lumière du récent scénario européen, in Revue pénitentiaire et
maggiore età (art. 114, comma 6, c.p.p.). de droit pénal, 2014, 615 s.
(6) Per un’analisi dettagliata della Convenzione di Lanzarote si (8) Cfr. M. Simonato, Deposizione della vittima e giustizia
veda S. Martelli, Le convenzioni di Lanzarote e Istanbul: un quadro penale, cit., 108 s.; F. Cassibba, Oltre Lanzarote: la frastagliata
d’insieme, in L. Lupária (a cura di), Lo statuto europeo delle vittime classificazione soggettiva dei dichiaranti vulnerabili, in Diritto
di reato. Modelli di tutela tra diritto dell’Unione e buone pratiche penale contemporaneo, 11 luglio 2014, 5 s.; M. Laxaminarayan,
Procedural Justice and Psychological Effects of Criminal

1568 Diritto penale e processo 12/2018


Giurisprudenza
Processo penale

delle vittime per individuarne le specifiche esigenze criminose, ma il riconoscimento dello status di
di protezione” (art. 22). vittima testimone vulnerabile deve poter essere
Tale valutazione individuale deve tener conto delle determinato caso per caso.
caratteristiche personali della vittima, del tipo o della
natura del reato e delle circostanze del reato, oltre che L’evoluzione del sistema dell’audizione
di una serie di criteri più specifici (9), relativamente a protetta del minore in incidente probatorio
qualsiasi fattispecie di reato. Sono, inoltre, “oggetto
di debita considerazione le vittime del terrorismo, L’incremento degli strumenti caratterizzanti l’audi-
della criminalità organizzata, della tratta di esseri zione protetta ha avuto inizio con la L. 15 febbraio
umani, della violenza di genere, della violenza nelle 1996, n. 66 (Norme contro la violenza sessuale), il
relazioni strette, della violenza o dello sfruttamento cui art. 13 ha aggiunto all’art. 392 c.p.p. un comma 1
sessuale o dei reati basati sull’odio e le vittime con bis, introducendo, in tal modo, un particolare
disabilità” (art. 22, par. 3). Infine, è stata sancita una modulo procedurale per l’acquisizione delle dichia-
presunzione di “vulnerabilità” dei minori vittime di razioni del minore coinvolto, come vittima o testi-
reato (par. 4). Per determinare se e in quale misura mone, nei procedimenti aventi ad oggetto
debbano avvalersi delle misure di protezione, anche i determinati delitti commessi con violenza alla per-
minori vittime di reato sono oggetto di una valuta- sona (13). Si tratta del c.d. incidente probatorio
zione individuale (10). “speciale” o “atipico”, in quanto svincolato dall’or-
La vulnerabilità, pertanto, può dipendere da un pro- dinario presupposto della non rinviabilità della
filo “oggettivo” o da un profilo “soggettivo”, a prova al dibattimento. La ratio della possibilità di
seconda che si faccia riferimento al tipo di reato anticipare la deposizione del minorenne in inci-
(ad esempio, delitti di criminalità organizzata, delitti dente probatorio è duplice. In primo luogo, vi è
contro la libertà sessuale, delitti in ambito familiare) l’esigenza, da ritenersi prevalente, di permettere
ovvero si tratti di una condizione di debolezza della un controllo sulla credibilità ed attendibilità della
persona (ad esempio, minori e infermi di mente). Le deposizione del minore nel momento in cui la
due valutazioni, tuttavia, possono anche incrociarsi o memoria non ha ancora subìto quelle deformazioni
sovrapporsi: si pensi alla violenza di genere, oppure ai che si verificano inevitabilmente in situazioni di
delitti sessuali contro i minori (11). vulnerabilità con il passaggio del tempo. In secondo
Ciò che soprattutto rileva, nella normativa euro- luogo, occorre ridurre lo stress da esposizione al
pea, è la valorizzazione della vulnerabilità indivi- processo (14).
duale valutata in concreto, senza il ricorso a Inoltre, nell’ottica di preservare il fragile contributo
presunzioni, il cui ruolo è destinato a diventare conoscitivo espresso dal dichiarante minorenne la
residuale (12). Ne segue che l’accesso all’audi- regola di cui all’art. 190 bis preclude tendenzialmente
zione protetta non trova limiti nella predetermi- la reiterazione della testimonianza in sede
nazione legislativa di specifiche fattispecie dibattimentale (15).

Proceedings: The Moderating Effect of Offense Type, in Soc. comportato l’eliminazione del limite soggettivo dell’esame pro-
Just. Res., 2012, 25, 390 s.; D. Savy, La vittima dei reati nell’U- tetto ai soli minori di sedici anni ed ampliato i limiti oggettivi
nione europea. Le esigenze di tutela dei diritti fondamentali e la includendo nell’elenco ulteriori reati caratterizzati dalla violenza
complementarietà della disciplina penale e civile, Milano, contro la persona. Per una ricostruzione dell’evoluzione normativa
2013, 78. in materia, M.C. Coppetta, Il contributo dichiarativo del minorenne
(9) Recita l’art. 22, par. 3: “Nell’ambito della valutazione indivi- nell’incidente probatorio, in C. Cesari (a cura di), Il minorenne fonte
duale è rivolta particolare attenzione alle vittime che hanno subito di prova nel processo penale, Milano, 2015, 155 ss.
un notevole danno a motivo della gravità del reato, alle vittime di (14) P. Tonini, Manuale di procedura penale, Milano, 2017, 581-
reati motivati da pregiudizio o discriminazione che potrebbero 582. Parla di “tutela di preponderanti interessi di rango extra-
essere correlati in particolare alle loro caratteristiche personali, processuale”, G. Di Chiara, Incidente probatorio, in Enc. dir.,
alle vittime che si trovano particolarmente esposte per la loro Agg. VI, Milano, 2002, 552.
relazione e dipendenza nei confronti dell’autore del reato”. (15) La L. n. 269 del 1998 ha esteso alla testimonianza del
(10) P. De Crescenzo, Vittima vulnerabile ed accusato, in A. minore di sedici anni nei procedimenti per i reati di violenza
Agnese - P. De Crescenzo - G. Fuga (a cura di), La tutela della sessuale e pedofilia la medesima previsione di cui all’art. 190
vittima e le garanzie dell’imputato, cit., 28. bis c.p.p., introdotto per i procedimenti di criminalità organizzata
(11) G. Illuminati, La vittima come testimone, cit., 70. ad opera del D.L. n. 306 del 1992, convertito dalla L. n. 356 del
(12) S. Recchione, Il dichiarante vulnerabile fa (disordinata- 1992. Si veda, in proposito, L. Camaldo, La testimonianza dei
mente) ingresso nel nostro ordinamento: il nuovo comma 5 ter minori nel processo penale: nuove modalità di assunzione e criteri
dell’art. 398 c.p.p., in Dir. pen. cont., 14 aprile 2014. giurisprudenziali di valutazione, in Ind. pen., 2000, 181 ss.; C.
(13) Originariamente riservato agli infrasedicenni e previsto per Quaglierini, sub art. 190-bis, in Codice di procedura penale com-
i soli delitti di violenza sessuale, l’incidente probatorio speciale è mentato, Milano, 2010, 1827. Come è noto, l’art. 190 bis, comma
stato oggetto di numerosi interventi legislativi che hanno 1 bis, prevede un meccanismo di filtro in forza del quale il diritto ad

Diritto penale e processo 12/2018 1569


Giurisprudenza
Processo penale

Le speciali modalità di audizione del minore quella di non interrompere la frequenza scolastica, e
alla situazione psicologica del minore che spesso,
La Corte costituzionale ha rivolto, nella pronuncia in
quando è stato vittima del reato, svolge un pro-
esame, una particolare attenzione all’analisi delle
gramma di recupero che deve essere tenuto in
regole speciali per l’assunzione della testimonianza
considerazione (17).
del minore in incidente probatorio.
Occorre precisare che il rinvio alle norme dell’inci-
Nel 1996 fu introdotto il nuovo comma 5 bis dell’art.
dente probatorio concerne le sole “modalità” dell’as-
398 c.p.p., che conferisce al giudice la facoltà di
sunzione della prova (art. 498, comma 4 bis). Di
scegliere discrezionalmente “alla luce delle concrete
conseguenza, è plausibile ritenere che in dibatti-
esigenze di tutela” le modalità di escussione del
mento questa protezione possa operare per i mino-
minore, con particolare riferimento al “luogo” del-
renni nei procedimenti concernenti qualsiasi
l’assunzione della prova, potendo disporre che
reato (18).
l’esame del minore avvenga in luoghi alternativi e
Viceversa, nell’incidente probatorio l’assunzione
potenzialmente meno ansiogeni rispetto alle aule di
delle dichiarazioni del minore in luogo diverso dal
tribunale.
tribunale e con modalità particolari è limitata ai
Con la L. n. 269 del 1998 è stata introdotta una
procedimenti per i reati previsti espressamente dal-
modifica all’art. 498 c.p.p. per consentire l’applica-
l’art. 398, comma 5 bis, che possono essere definiti
zione anche in sede di esame dibattimentale delle
“reati di violenza alla persona” (19).
particolari modalità di audizione protetta del minore
L’art. 498, comma 4 ter, prevede un’ulteriore prote-
già previste per l’incidente probatorio (16).
zione consistente nel “vetro specchio” unitamente ad
In base alla previsione normativa attuale, dunque, la
un impianto citofonico (20). La protezione opera in
prova può essere assunta anche in un luogo diverso
presenza di incriminazioni previste espressamente
dal tribunale e con modalità speciali.
dall’art. 498, comma 4 ter, che in sintesi concernono
La protezione scatta, se il giudice lo ritiene necessa-
delitti di violenza alla persona nel loro elenco più
rio, “ove fra le persone interessate all’assunzione della
ristretto (21). La norma è prevista espressamente per
prova vi siano minorenni” (art. 398, comma 5 bis).
il dibattimento, ma è estensibile all’incidente proba-
Il giudice, in primo luogo, può stabilire che l’esame
torio a causa del rinvio generale disposto dall’art. 401,
testimoniale si svolga in un luogo diverso dal tribu-
comma 5 (22).
nale, cioè in un luogo fisico diverso dalle normali aule
Lo strumento di protezione in esame tende a raggiun-
di udienza e possa avvenire presso strutture specia-
gere un punto di equilibrio tra protezione della fonte
lizzate di assistenza, ove esistano, altrimenti addirit-
di prova vulnerabile e tutela del contraddittorio (23).
tura presso l’abitazione del minore stesso.
Infatti, l’art. 498, comma 4 ter prevede che, su richie-
In secondo luogo, può anche stabilire il momento
sta del minore vittima del reato o del suo difensore,
temporale più adatto per l’assunzione della prova
l’esame si svolga in una sala attrezzata in modo
sempre in riferimento a determinate esigenze, come

ottenere l’ammissione della prova dichiarativa in dibattimento è (19) Artt. 572 c.p. (maltrattamenti contro familiari); 600 (ridu-
limitato nei procedimenti aventi ad oggetto determinati reati in zione in schiavitù); 600 bis (prostituzione minorile); 600 ter (porno-
materia di violenza sessuale e di pedofilia quando il testimone grafia minorile) anche se relativo al materiale pornografico di cui
minore degli anni sedici ha già reso dichiarazioni in sede di inci- all’art. 600 quater.1; 600 quinquies: iniziative turistiche per pro-
dente probatorio o in dibattimento nel contraddittorio con la per- stituzione minorile; 601 (tratta di persone); 602 (acquisto di
sona nei cui confronti le dichiarazioni medesime saranno utilizzate schiavi); 609 bis (violenza sessuale); 609 ter (c. aggravanti); 609
ovvero si tratta di dichiarazioni i cui verbali sono stati acquisiti a quater (atti sessuali con minorenne); 609-octies (violenza ses-
norma dell’art. 238 c.p.p. In tali casi l’esame è ammesso soltanto suale di gruppo); 609 undecies c.p. (adescamento di minorenne);
se riguarda fatti o circostanze diversi da quelli oggetto delle 612 bis (atti persecutori); 609 quinquies (corruzione di minorenne;
precedenti dichiarazioni oppure se il giudice o una delle parti lo Corte cost. n. 262/1998).
ritengano necessario in base a specifiche esigenze. (20) L. Camaldo, La testimonianza del minore nel processo
(16) C. Cesari, La “campana di vetro”: protezione della perso- penale: nuove modalità di assunzione della testimonianza e criteri
nalità e rispetto del contraddittorio nell’esame dibattimentale del giurisprudenziali di valutazione, cit., 188 ss.; C. Cesari, La “cam-
teste minorenne, in C. Cesari (a cura di), Il minorenne fonte di pana di vetro”: protezione della personalità e rispetto del contrad-
prova nel processo penale, Milano, 2015, 301 ss. dittorio nell’esame dibattimentale del teste minorenne, cit.,
(17) L. Camaldo, La testimonianza del minore nel processo 310 ss.
penale: nuove modalità di assunzione della testimonianza e criteri (21) Si tratta dei reati previsti dagli artt. 572, 600, 600 bis, 600
giurisprudenziali di valutazione, cit., 188; C. Cesari, La “campana ter, 600 quater, 600 quinquies, 601, 602, 609 bis, 609 ter, 609
di vetro”: protezione della personalità e rispetto del contradditto- quater, 609 octies e 612 bis c.c.
rio nell’esame dibattimentale del teste minorenne, cit., 304. (22) P. Tonini, Manuale di procedura penale, cit., 730.
(18) Corte cost. n. 114 del 9 maggio 2001, in questa Rivista, (23) C. Gabrielli, sub art. 498 c.p.p., in G. Conso e G. Illuminati (a
2001, 6, 713. Nello stesso senso, in dottrina, P. Tonini, Manuale di cura di), Commentario breve al codice di procedura penale,
procedura penale, cit., 730. Padova, 2015, 2248.

1570 Diritto penale e processo 12/2018


Giurisprudenza
Processo penale

specifico per questa tipologia di colloqui. Il minore Conclusioni. Un complesso bilanciamento


viene introdotto in una stanza dove si trova anche tra valori contrapposti: le esigenze
l’esperto psicologo che condurrà l’esame. Una delle di protezione del minore e il diritto di difesa
pareti di tale stanza è costituita da un vetro specchio
Emergono due ordini di profili dalla motivazione
unidirezionale, al di là del quale si trovano le parti e il
della sentenza che ha dichiarato non fondata la
giudice che possono, così, vedere e ascoltare il
questione di legittimità costituzionale posta dal giu-
minore. Quest’ultimo, invece, non vede l’imputato
dice a quo e che devono essere assunti come criteri
e le parti per non subire inibizioni o suggestioni.
interpretativi dell’intera materia in esame. Il primo
L’esperto si trova con il minore in un locale che non
aspetto riguarda l’individuazione delle finalità a cui
presenta le formalità dell’aula di udienza e che costi-
sono dirette le norme che derogano rispetto alle
tuisce il luogo ideale per creare un rapporto di fiducia
ordinarie modalità di assunzione della prova dichia-
con il giovane testimone, in modo da sviluppare un
rativa. Il secondo passaggio riguarda il necessario
colloquio attraverso domande, rigorosamente non
bilanciamento tra i diritti della difesa e le esigenze
suggestive, per ricostruire lo svolgimento del fatto
di protezione dei soggetti deboli.
per cui si procede. Le dichiarazioni assunte in tal
Innanzitutto, la possibilità di delegare il giudice di un
modo presentano le caratteristiche della spontaneità
altro distretto per lo svolgimento dell’incidente pro-
in quanto sollecitate da domande aperte che non
batorio anche quando non ricorrano ragioni di
hanno indotto alcun suggerimento. Di conseguenza,
urgenza non è un’ipotesi sistematicamente accetta-
possono essere valutate come elementi di prova
bile in quanto va contro la ratio delle regole stabilite
attendibili e credibili da parte del giudice che segue
dal codice per l’ascolto del minore. Sono queste
l’intervista.
ultime, infatti, che soddisfano in concreto quell’ob-
Per introdurre nuove domande da rivolgere al minore
bligo dello Stato italiano, scaturente dalle generali e
o per ottenere chiarimenti su alcuni aspetti della
astratte previsioni degli artt. 3 e 4 della Convenzione
deposizione, si prevede anche l’utilizzo di un
di New York, di accordare “una considerazione pre-
impianto citofonico con la funzione di consentire
minente” all’“interesse superiore del fanciullo” in
alle parti che si trovano dietro lo specchio unidire-
tutte le decisioni che lo riguardano e di assicurare il
zionale di intervenire “in tempo reale” sullo svolgi-
suo “benessere”.
mento dell’esame. L’esperto riceve le istruzioni
Ad avviso della Corte, le regole dell’incidente pro-
attraverso il citofono e successivamente provvede a
batorio speciale non sono dirette ad eliminare qual-
porre le ulteriori domande al minore.
siasi disturbo connesso direttamente o
Attraverso la suddetta procedura si mantiene la
indirettamente con la testimonianza, ma sono volte
costante separazione del minore da ogni fonte stres-
a scongiurare quel disagio specifico che deriva dalla
sante e, allo stesso tempo, si consente ai difensori, al
vittimizzazione secondaria, fenomeno riconosciuto
pubblico ministero e al giudice di seguire l’esame e
ormai unanimemente negli studi di psicologia e
interagire ponendo eventuali domande.
nelle scienze forensi.
A completamento del meccanismo di protezione, di
In realtà, la questione posta dal rimettente è frutto di
regola il locale con il vetro specchio è dotato anche di
un ragionamento che confonde due dimensioni
telecamere che videoregistrano il colloquio, in modo
diverse. Scegliere il luogo idoneo per intervistare il
da permettere la documentazione audiovisiva delle
minore vittima o testimone di un reato non implica
dichiarazioni della vittima. Va osservato, infatti, che
affatto un cambiamento dell’organo giudicante.
anche se la videoregistrazione nell’ordinamento
Peraltro, anche le linee guida nazionali e straniere
vigente è soltanto consentita e non è stabilita come
stabiliscono precise indicazioni in merito all’adegua-
forma di documentazione obbligatoria, tuttavia è
tezza del luogo ove si deve svolgere il colloquio ma
fortemente raccomandata sia dalla Direttiva europea
non fanno alcun riferimento alla necessità o anche
n. 29 del 2012 sia dai protocolli nazionali e interna-
solo all’opportunità di delegare un giudice di un’altra
zionali sull’ascolto del minore.
circoscrizione a svolgere l’esame del minorenne (24).

(24) L’art. 8 dell’ultima versione della Carta di Noto (14 ottobre Proceedings (Home Office/Department of Health), nella nuova
2017) stabilisce che “[...] L’incontro deve avvenire in orari, tempi, versione del 2007, dal titolo Achieving Best Evidence in Criminal
modi e luoghi tali da assicurare, per quanto possibile, la serenità Proceedings: Guidance on Interviewing Victims and Witnesses,
del minore, evitando ogni contatto con l’accusato.”. Si veda anche and Using Special Measures: nel paragrafo intitolato Location of
il protocollo inglese, Memorandum of Good Practice on Video the interview, al punto 2.106, si prescrive che “The location
Recorded Interviews with Child Witnesses for Criminal should be quiet enough to avoid a situation in which background

Diritto penale e processo 12/2018 1571


Giurisprudenza
Processo penale

In secondo luogo, la Corte ha stabilito che in tema di La mobilità del giudice naturale, assicurata dalle
ascolto del minore occorre necessariamente proce- regole previste per l’incidente probatorio speciale,
dere al bilanciamento di valori contrapposti: da un preserva, dunque, la concentrazione della compe-
lato, la tutela della personalità del minore; da un altro tenza in capo al medesimo ufficio. Tale concentra-
lato, i valori coinvolti nel processo penale, quali zione è, altresì, direttamente funzionale all’esercizio
quelli espressi dai principi del contraddittorio e del del diritto difesa. In primo luogo, infatti, l’estensione
diritto di difesa nonché, per quanto interessa il caso in della possibilità di svolgimento dell’incidente proba-
esame, dalle regole sulla competenza territoriale. torio al di fuori della circoscrizione del giudice com-
Come è noto, tali regole sono strettamente collegate petente costringerebbe l’imputato a sopportare disagi
con il principio del giudice naturale, nel senso che di ordine logistico ed economico.
l’ufficio non soltanto è istituito da una legge ante- Inoltre, il giudice che procede, avendo già esaminato
riore alla commissione del fatto da giudicare ma i dettagli della vicenda ed acquisito la valutazione
risulta anche quello che si trova nella posizione peritale sulla capacità a testimoniare del minore, ha,
migliore per operare una più agevole e rapida rac- di regola, in relazione al caso di specie, un patrimonio
colta del materiale probatorio, con ricadute positive cognitivo più profondo e maggiormente consolidato
anche in relazione al diritto di difesa rispetto a quello che avrebbe il giudice eventual-
dell’imputato (25). mente delegato.
Di conseguenza, sottolinea la Corte, la gamma degli In conclusione, il giudice che procede è quello più
strumenti offerti dal codice per l’ascolto protetto dei idoneo ad assumere la prova. In tal modo, le regole
minori è ampia e variegata e consente al giudice sulla competenza risultano funzionali alla realizza-
competente di spostarsi, se necessario, in un luogo zione di un equilibrio tra esigenze di protezione e
diverso dal tribunale per l’assunzione della prova diritto di difesa.
dichiarativa. Il luogo in questione deve essere indi- Ed è proprio grazie a questo equilibrio che può essere
viduato in quello maggiormente adatto a soddisfare le ottenuto un risultato probatorio decisivo, in quanto
esigenze di tutela del minore e può anche essere caratter