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Ag 1:1-11
Il lamento degli Israeliti a Babilonia, sul fatto che non vedevano alcun segno, e non
c’erano più profeti, Sl 74:9 fu la giusta punizione per aver canzonato e abusato dei
profeti. Non siamo conoscenza della presenza di alcun profeta al loro ritorno, come ne
ebbero nell’uscita dall’Egitto. Os 12:13 Dio con il suo spirito li spinse immediatamente a
darsi da fare nella fuga; Ed 1:5 infatti, anche se Dio si serve dei profeti, non ne ha
bisogno, può svolgere la sua opera senza di loro. Ma la luce della profezia dell’Antico
Testamento emetterà ancora qualche bagliore prima di estinguersi. Aggeo è il primo ad
apparire sotto le spoglie di un messaggero speciale dal cielo, quando la parola del Signore
era stata preziosa (come quando la profezia cominciò, 1Sa 3:1) e le visioni non erano
frequenti. Nel regno di Dario Istaspe, il terzo re persiano, il secondo anno del suo regno,
fu inviato questo profeta. La parola del Signore pervenne a lui, e giunse da lui ai capi degli
Israeliti che sono menzionati qui. Ag 1:1 La massima autorità:
1. Nello stato, ovvero Zorobabel, figliuolo di Sealtiel, della casa di Davide, comandante in
capo degli Ebrei al ritorno dalla cattività.
2. Nella chiesa, ovvero Giosuè, figliuolo di Iosadac, che era al momento sommo sacerdote.
Erano degli uomini importanti e onesti, tuttavia avevano bisogno di essere esortati al
lavoro quando tornavano a essere negligenti. Avevano anche bisogno che gli venissero
riportati gli errori commessi dal popolo, in modo che potessero usare il proprio potere e i
propri interessi per correggerlo. I profeti, che erano dei messaggeri straordinari, non si
intromettevano nella gestione ordinaria della magistratura e del ministero, ma tentavano
I. Il peccato degli Ebrei a quel tempo. Ag 1:2 Appena usciti dalla cattività, costruirono un
altare per i sacrifici, e un anno dopo posero le fondamenta del Tempio. Ed 3:10
Sembrava che lavorassero alacremente, e pareva probabile che l’opera dovesse essere
compiuta in fretta; ma in seguito a un divieto della corte persiana, che intimava loro di
non proseguire con i lavori, non solo si sottomisero al potere, mentre erano dominati, il
che può essere comprensibile, ma dopo, quando la violenza dell’opposizione scemò, essi
restarono indifferenti, non ebbero né la forza né il coraggio di ricominciare, ma apparivano
lieti di avere un pretesto per abbandonare l’opera incompiuta. Quelli che lavorano per
l’opera di Dio possono anche essere allontanati dal lavoro a causa di una tempesta, ma
appena questa finisce devono ritornarvi. Questi Israeliti non fecero così, ma continuarono
a oziare finché non fu loro ricordato del loro dovere. Quel che si dissero l’un l’altro fu: non
è ancora venuto il tempo in cui si deve ricostruire la casa del Signore, ossia:
1. « Per noi non è ancora giunto il tempo per farlo, perché non ci siamo ancora ripresi
dalla prigionia; le nostre perdite non sono state risarcite, né abbiamo avuto una caparra
nel mondo. È un’impresa troppo grande per dei neofiti del mondo come noi. Costruiamo le
nostre case, prima di metterci a parlare di costruire chiese, e nello stesso tempo ci basti
un nudo altare, come bastò a nostro padre Abraamo ». Non affermarono di non aver
affatto intenzione di costruire un Tempio, bensì: « Non ancora; lo faremo al tempo
giusto ». Notiamo che tante buone opere sono accantonate con la scusa di essere solo
rimandate, come Felice, il quale accantonò l’esercizio delle sue convinzioni per un periodo
più conveniente. Non dicono che non si pentiranno mai, non cambieranno mai e non
saranno mai religiosi, ma dicono: “Non ancora”. In tal modo la grande opera che noi
siamo chiamati a compiere nel mondo resta incompiuta, con la scusa che verrà il tempo
per realizzarla.
2. « Non è ancora giunto il tempo stabilito da Dio per compierla, perché (sostengono) le
restrizioni imposte dall’autorità non sono annullate, perciò non possiamo andare avanti,
anche se al momento ci sarebbe la connivenza dell’autorità ». Possiamo notare che siamo
abili nel travisare gli ammonimenti della Provvidenza riguardo al nostro dovere; ci sembra
che vogliano liberarci dal compiere il nostro dovere, mentre, invece, volevano solo mettere
alla prova ed esercitare il nostro coraggio e la nostra fede. È male abbandonare il proprio
dovere, ma è peggio invocare la Provvidenza per favorire la nostra negligenza.
II. Il giudizio di Dio, che li punì per questa negligenza. Ag 1:6,9-11 Trascurarono la
costruzione della Casa di Dio e la misero da parte, in modo da avere tempo e denaro per
le attività secolari. Desideravano essere dispensati da un lavoro di tale rilevanza con la
scusa che dovevano provvedere alle loro famiglie; anche i figli hanno diritto alla carne e
alla loro parte, e finché non li avrebbero sistemati non avrebbero potuto provvedere alla
ricostruzione del Tempio. Ora è giunta la punizione per il loro peccato, Dio ha aggravato la
loro situazione, e la povertà che pensavano di evitare non costruendo il Tempio, Dio l’ha
1. In che modo Dio contende con loro. Non li manda nuovamente in cattività, né li fa
invadere da un nemico, come meriterebbero, ma assume su di sé il compito di correggerli,
perché le sue compassioni sono grandi.
(a) Lui che dà seme al seminatore Is 55:10 nega la benedizione al seme, che non
prospera. Non ricavarono nulla o quasi nulla da esso. Hanno seminato molto, Ag 1:6
hanno tenuto a coltura gran parte del terreno, aspettandosi di ottenere più vantaggi del
solito, perché la loro terra era stata a lungo non coltivata e aveva goduto i suoi sabati.
Avendo seminato molto, si aspettavano molto, abbastanza da consumare e da mettere da
parte. Ma restarono delusi: raccolsero poco, molto poco; Ag 1:6 dopo aver fatto il
massimo, ecco, c’è poco; Ag 1:9 la produzione non era quella che speravano. Un omer di
seme non darà che un’efa, #Is 5:10 un moggio di semi non ha prodotto che un peck.
Notiamo che se abbiamo alte aspettative dalle creature, spesso tali aspettative vengono
deluse. Se ci aspettiamo molto, raccogliamo poco. Le nostre speranze devono convergere
solo su Dio, perché in lui saranno realizzate. Qui ci viene riferita la loro delusione: Il cielo,
sopra di voi, è rimasto chiuso; Ag 1:10 colui che ha le chiavi delle nuvole le ha chiuse, e
trattiene la pioggia quando il terreno invoca la pioggia e la rugiada, ecco perciò che la
terra ha ritenuto il suo prodotto. Infatti, se il cielo è come bronzo, la terra è come il ferro.
Forse il grano è cresciuto bene, si prospettava un raccolto abbondante, ma per mancanza
di rugiada al tempo dell’aratura le spighe non si sono riempite, si sono inaridite al calore
del sole fino ad appassire. I prigionieri saziati, che avevano sofferto a lungo la fame a
Babilonia, pensavano che non sarebbe loro mancato nulla se avessero posseduto
nuovamente la terra, potendo disporne a piacimento. Ma cosa potevano ricavarne, se non
potevano comandare sulle nuvole? Dio ci rende consapevoli del nostro dipendere da lui in
maniera costante e necessaria, attraverso i passaggi di una catena di cause secondarie,
dalla prima all’ultima, così che non possiamo mai dire: « Ora non abbiamo motivo per aver
bisogno di Dio e della sua Provvidenza ». cfr. Os 2:21 Dio non solo trattenne la pioggia
che rinfresca, ma predispose un caldo ardente: Ho chiamato la siccità sul paese; Ag 1:11
ordinò al tempo di essere estremamente caldo, e i frutti della terra si seccarono. Ogni
parte del creato è per noi ciò che Dio vuole che sia, confortevole o infausta, al nostro
servizio o di intralcio. Nessuna tra le parti del creato è più necessaria e benefica per il
mondo del calore del sole; è lui che infonde vita nelle piante e rinnova la terra a
(b) Colui che dà solo pane da mangiare non benedice il pane di chi mangia, e questo non
lo nutre. Il grano appassiva nel campo per un motivo ben visibile: la mancanza di pioggia;
ma oltre a ciò c’era una maledizione segreta che si portava a casa. 1 Quando era nel
granaio non ne erano sicuri: io ci ho soffiato sopra, dice l’Eterno degli eserciti, Ag 1:9 e
quello appassiva, come talvolta i germogli in primavera appassiscono per una gelata
sferzante, di cui vediamo gli effetti, ma non il modo in cui è avvenuta. L’ho soffiato via,
così la nota a margine. Quando gli uomini hanno accumulato ricchezze, Dio può
disperderle con il soffio della sua bocca come si soffia via una piuma. Notiamo che non si
può mai essere sicuri di niente a questo mondo; tutto è in pericolo, non solo se è nei
campi, ma anche se è in magazzino, perché lì la tignola e la ruggine consumano. Mt 6:19
Se vogliamo godere del benessere e della continuità dei piaceri temporali, dobbiamo
rendere Dio nostro amico; infatti se lui li benedice per noi, sono davvero benedetti, ma se
soffia contro di loro non possiamo aspettarci nulla di buono da loro: si fanno delle ali e
volano verso il cielo. Pr 23:5 2 Quando fu sulle loro tavole non era ciò che si erano
aspettati: « Voi mangiate, ma senza saziarvi, sia perché il pasto era insipido e
insoddisfacente, sia perché lo stomaco ne bramava di più e non veniva soddisfatto.
Mangiate, ma non digerite bene, quindi non siete nutriti dal cibo, che non raggiunge lo
scopo, oppure non ne avete abbastanza perché non vi accontentate, e ritenete che non sia
sufficiente. Bevete, ma non ne siete rinfrescati; ma senza soddisfare la vostra sete; siete
sottoposti a razionamenti, e non ne avete abbastanza da estinguere la sete. Il vino nuovo
vi è tolto di bocca, Gl 1:5 infatti, e bevete l’acqua anch’essa di misura e con smarrimento;
non ne ricavate sollievo, perché non ne avete a sufficienza e avete paura di restarne senza
in breve tempo ». 3 Quello che era stato messo da parte non serviva a molto: « Vi vestite,
ma non c’è chi si riscaldi; i vostri vestiti si consumano presto e diventano vecchi e sottili,
2. Il motivo per cui Dio contende con loro e frena il corso dei favori promessi al loro
ritorno; Gl 2:24 lo hanno indotto ad agire così: a motivo della mia casa che è in rovina.
Questa è la contesa che Dio ha con loro. Le fondamenta del Tempio sono poste, ma
l’edificio non avanza. « Ognuno si dà premura solo per la propria casa, per terminarla e
renderla comoda e piacevole, e non si preoccupa della Casa del Signore; perciò Dio vi
contrasta negli affari, per testimoniare il suo dispiacere contro di voi per questo
abbandono, e per suscitare in voi la consapevolezza del vostro peccato e della vostra
follia ». Notiamo che quelli che cercano prima il regno e la giustizia di Dio non solo li
trovano, ma è più probabile che ottengano altre cose in aggiunta. Allo stesso modo quelli
che abbandonano e posticipano quelle cose non solo perderanno il resto, ma giustamente
sarà loro tolto anche ciò che hanno. Se Dio ci ostacola nelle faccende del mondo, e noi
incontriamo problemi e delusioni, capiremo che questo è il motivo: abbiamo lasciato
incompiuto il lavoro per Dio e il nostro spirito, e cerchiamo i nostri interessi e non quelli di
Gesù Cristo. Fl 2:21
III. Il rimprovero che il profeta rivolge per aver abbandonato la costruzione del Tempio:
Ag 1:4 « Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno,
graziose e adornate, con le famiglie ben sistemate? ». Non si accontentavano del
necessario, due pareti e un tetto, ma dovevano avere le varianti più fantasiose. « È
tempo », dice uno, « che la mia casa sia rivestita di legno ». « È tempo », dice un altro,
« che la mia sia tinteggiata ». La casa di Dio, però, in tutto questo tempo, è in rovina, e
non le viene fatto nulla. « Come! », dice il profeta, « è tempo di soddisfare i vostri umori e
non di esaudire Dio? ». Facevano l’esatto contrario di Davide, che non si sentiva a suo
agio nel suo palazzo di cedro mentre l’arca di Dio era sotto una tenda, 2Sa 7:2 e di
Salomone, che costruì il Tempio di Dio prima di costruire un palazzo per sé. Notiamo che
non fa i propri interessi chi preferisce le convenzioni e gli ornamenti del mondo alle
necessità assolute della vita spirituale, chi si preoccupa di arricchire la propria casa,
mentre il Tempio di Dio nei loro cuori giace in abbandono, e non fa niente per lui o in lui.
IV. Il saggio consiglio che il profeta dà a chi disprezza Dio in questo modo, e che
giustamente riesce sgradito a Dio.
2. Vuole riformarli: « Salite nella contrada montuosa, Ag 1:8 nel Libano, portate del
legname, e altri materiali necessari, e ricostruite la casa velocemente; non rimandate
ulteriormente, ma lavorate di buona lena ». Notiamo che riflettere sulla nostra condotta
deve sfociare nella modifica di ciò che non va bene. Se un compito è stato abbandonato
per molto tempo, non è un buon motivo perché continui a esserlo, bensì bisogna andare a
riprenderlo. Meglio tardi che mai. Per incoraggiarli a lavorare di buona lena il profeta
assicura loro che:
(b) Ne sarà onorato grazie a loro: Sarò glorificato, dice l’Eterno. Sarà servito e adorato nel
suo Tempio, quando sarà costruito, e santificato in quelli che gli saranno vicino. Vale la
pena conferire ogni cura possibile, ogni sforzo e costo per qualcosa che possa glorificare
Dio.
Ag 1:12-15
Per un orecchio docile (dice Salomone), chi riprende con saggezza è un anello d’oro, un
ornamento d’oro fino, altrettanto amabile, accettevole, alla vista di Dio e degli uomini. Pr
25:12 Il profeta qui ammonisce in modo saggio e fedele, nel nome di Dio, e incontra un
I. Il popolo ritornò a Dio per un senso del dovere. Tutti quelli cui fu rivolto il sermone
ricevettero la parola per amore e ne furono forgiati. Zorobabel, il governatore in carica,
non si ritenne al di sopra del controllo e del comando della parola di Dio. Era un uomo che
era stato molto utile ai suoi giorni, e aveva servito agli interessi della chiesa, tuttavia non
fece appello ai suoi meriti precedenti in risposta a questo rimprovero per l’attuale
negligenza, ma si sottomise. L’interesse di Giosuè, in qualità di sommo sacerdote, era di
insegnare, tuttavia era disposto a ricevere insegnamenti, ammonizioni e istruzioni. Tutto il
resto del popolo (e l’intero popolo non era che un resto, solo una parte delle migliaia di
Israele) dunque fu molto arrendevole: Tutti ascoltarono la voce del Signore loro Dio,
inchinarono il collo sotto il giogo dei suoi ordini, e ciò è registrato qui a loro onore. Ag
1:12 Il loro padre disse: Figlioli, andate a lavorare nella vigna oggi, Mt 21:28 nel mio
Tempio; loro non solo dissero: Andiamo, signore, ma andarono immediatamente.
1. Guardarono al profeta come al messaggero del Signore, e alla parola che pronunciò
come al messaggio del Signore per loro; perciò la ricevettero non come parola di uomo,
1Te 2:13 ma come parola di Dio onnipotente. Infatti ubbidirono alla sua parola che
portava il messaggio che l’Eterno, il loro Dio, gli aveva affidato. Ag 1:12 Notiamo che, nel
rapporto con i ministri di Dio, dobbiamo considerare colui che li ha mandati e riceverli per
suo conto, mentre attuano il loro compito.
2. Il popolo ebbe timore del Signore. La profezia era qualcosa di nuovo per loro; non
avevano avuto dei messaggeri speciali per molto tempo, perciò ora che ne avevano uno, e
solo uno, lo trattarono con eccezionale riguardo, mentre i loro padri, che ebbero molti
profeti, li schernivano e umiliavano. Talvolta è così. Quando la predicazione efficace
scarseggia fa ancora più bene, mentre la manna che cade in abbondanza li nausea come
cibo tanto leggero. Nu 21:5 Inoltre, poiché ricevettero così prontamente questo profeta,
dopo un mese o due Dio ne inviò un altro. Za 1:1 Il popolo ebbe timore del Signore; ebbe
riguardo dell’autorità divina e timore dell’ira divina, e fu tra coloro che tremavano alla
parola di Dio. Is 66:5 I giudizi di Dio cui erano stati soggetti, anche se molto severi, non
avevano raggiunto lo scopo di farli tremare davanti al Signore, finché la parola di Dio non
fu inviata per mostrare il suo favore, e allora temettero. Notiamo che una santa paura di
Dio avrà una grande influenza sulla nostra ubbidienza a lui. Servite il Signore con timore;
Sl 2:11 se non lo temiamo non lo serviremo.
(a) Li spinse al loro dovere, e mise nei loro cuori il desiderio di andare avanti. La parola di
Dio va a buon fine quando Dio, con la sua grazia, risveglia il nostro spirito a conformarsi a
essa. Senza quella grazia noi rimarremmo ottusi e contrari a qualsiasi cosa buona. È con
l’azione del potere divino che nasce in noi la buona volontà.
5. Lavorarono alacremente. Non era che il primo giorno del sesto mese che Aggeo predicò
il suo sermone, e per il ventiquattro dello stesso mese, poco più di tre settimane dopo,
erano tutti impegnati a lavorare nella Casa del Signore loro Dio. Ag 1:15 Per mostrare che
si vergognavano del ritardo, ora che erano determinati e convinti erano risoluti a non
indugiare, ma a battere finché il ferro era caldo, e a mettersi al lavoro finché durava
l’entusiasmo. Notiamo che chi ha perso tempo ha bisogno di recuperarlo. Più si è indugiato
nel fare il bene, più fretta dovremmo avere quando ci convinciamo della nostra follia.
II. Dio andò loro incontro con la sua pietà. Lo stesso profeta che li aveva rimproverati,
portò loro un messaggio di consolazione e d’incoraggiamento: Aggeo, messaggero
dell’Eterno, trasmise al popolo questo messaggio del Signore, Ag 1:13 nel suo nome e
come se venisse direttamente da lui, dicendo: « Io sono con voi, dice il Signore ». È tutto
ciò che ha da dire, ed è abbastanza, come quelle parole di Cristo ai discepoli: « Ecco, io
sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente ». Mt 28:20 « Io sono con voi,
vale a dire io dimenticherò la vostra trascuratezza, che non sarà ricordata contro di voi.
Eliminerò i giudizi cui vi ho sottoposto finora per quella noncuranza e mi mostrerò al
vostro fianco, così come mi ero mostrato contro di voi. Io sono con voi per proteggervi
contro i nemici che ostacolano il vostro lavoro, per farvi prosperare, per farvi avere
successo. Sono con voi per dare forza alle vostre mani e benedire il vostro lavoro, perché
senza la mia benedizione vi affaticate invano ». Chi lavora per Dio ha Dio al proprio fianco,
e se lui è per noi, chi sarà contro di noi? Se lui è con noi, che difficoltà potremo
incontrare?
Aggeo 2
In questo capitolo troviamo tre sermoni predicati dal profeta Aggeo per incoraggiare quelli
che stanno lavorando alla costruzione del Tempio. Dapprima promette loro che la gloria
della casa che stanno costruendo oltrepasserà in ambito spirituale, anche se non dal punto
di vista esteriore, quella del Tempio di Salomone, e in tal modo accenna alla venuta di
Cristo. Ag 2:1-9 In secondo luogo promette che, anche se il loro peccato, ossia il ritardo
Ag 2:1-9
Qui troviamo:
I. La data di questo messaggio. Ag 2:1 Fu inviato il ventuno del settimo mese, quando i
costruttori erano al lavoro da circa un mese (dal ventiquattresimo giorno del sesto mese)
ed erano abbastanza avanti. Notiamo che chi lavora di cuore al servizio di Dio riceve
sempre, da parte sua, nuovi incoraggiamenti a proseguire, secondo ciò che è loro
riservato. Facciamo andare la ruota, e Dio provvederà a lubrificarla.
II. I destinatari del messaggio. Ag 2:2 Gli incoraggiamenti sono diretti alle stesse persone
cui erano diretti i rimproveri del capitolo precedente. Coloro che soffrono per le condanne
di questo mondo saranno curati e guariti dalle sue consolazioni. Parla a Zorobabel, a
Giosuè e a tutto il resto del popolo, gli stessi che ascoltarono la voce del Signore Ag 1:12
e il cui spirito fu risvegliato da Dio; Ag 1:14 a loro sono indirizzate queste parole di
consolazione.
1. Lo sconforto di quanti erano impegnati in questo lavoro. Il motivo per cui erano
scoraggiati e depressi, mentre ponevano le fondamenta del Tempio, rappresentava ancora
un ostacolo per loro: non sarebbero stati capaci di costruire un Tempio come lo fece
Salomone, non così grande, imponente, sontuoso. Ciò faceva dolere molti di loro, mentre
ponevano le fondamenta, Ed 3:12 e rendeva il lavoro pesante, poiché la gloria di questa,
così com’era rispetto alla precedente, era come nulla. Ag 2:3 Erano passati circa
settant’anni dacché il Tempio di Salomone era stato distrutto (perché avvenne nel
diciannovesimo anno della cattività, mentre ora erano all’incirca nel diciannovesimo anno
dopo la cattività), quindi poteva anche essere vivo qualcuno che ricordava di averlo visto,
e che avrebbe rimproverato a se stesso e ai fratelli la gran dissomiglianza tra questa e
l’altra casa. Uno poteva ricordare l’oro di cui era ricoperto, un altro le pietre preziose che
lo ornavano; uno poteva descrivere la magnificenza del porticato, un altro delle colonne.
Dov’erano ora? Ciò indeboliva le mani dei costruttori, perché, anche se il nostro Dio si
compiace se, con sincerità, facciamo del nostro meglio al suo servizio, tuttavia il nostro
cuore pieno d’orgoglio non sarà altrettanto soddisfatto di noi, salvo che non facciamo le
cose altrettanto bene di quelli che hanno molte più capacità di noi. Talvolta è colpa degli
anziani se si scoraggiano le iniziative dei giorni nostri, quando si rimpiange troppo ciò che
si è attuato e realizzato nei tempi andati. Se lo scopo può essere spingere gli altri
all’emulazione, bisogna tuttavia che non si esprima disprezzo. Non dire: « Come mai i
3. I motivi di questo incoraggiamento. Dio stesso dice loro: Non temete, Ag 2:5 e fornisce
loro delle buone ragioni.
(a) Hanno Dio con loro, il suo Spirito e la sua presenza particolare: Siate forti, perché io
sono con voi, dice l’Eterno degli eserciti. Ag 2:4 Lo aveva detto anche prima: Io sono con
voi. Ag 2:13 Ma abbiamo bisogno che queste rassicurazioni siano ripetute, affinché
possiamo avere una grande consolazione. La presenza di Dio con noi, come l’Eterno degli
eserciti, è sufficiente a ridurre al silenzio tutte le nostre paure e ad aiutarci in tutti gli
scoraggiamenti che possiamo incontrare nel compimento del nostro dovere. Gli Ebrei
avevano dei nemici, ma avevano l’Eterno degli eserciti con loro, a parteggiare per loro e
difendere la loro causa. Lui è con loro; perché 1 Mantiene le sue promesse. Il suo patto è
inviolabile, lui sarà sempre con loro, si mostrerà e agirà in loro favore, secondo il patto che
fece con loro quando uscirono dall’Egitto. Anche se li castiga con vergate per le loro
trasgressioni, tuttavia non farà venir meno la sua fedeltà. 2 Dimora tra loro con il suo
spirito, lo spirito di profezia. Quando li ha costituiti come popolo ha dato loro il suo buono
spirito per istruirli; Ne 9:20 e quello spirito, anche se spesso addolorato e spinto a
ritirarsi, è rimasto sempre tra loro. Fu lo spirito di Dio a risvegliare il loro spirito a uscire da
Babilonia, Ed 1:5 e ora a ricostruire il Tempio. Ag 2:14 Notiamo che abbiamo buone
ragioni per incoraggiarci finché lo spirito di Dio rimane tra noi per operare fra noi, finché
abbiamo Dio con noi che lavora per noi.
(b) Avranno tra breve il Messia tra loro, colui che deve venire. A lui hanno reso
testimonianza tutti i profeti e questo profeta in particolare. Ag 2:6,7 A questo punto si ha
un accenno al tempo della sua venuta, che non sarà troppo in avanti: « Ancora una volta,
fra poco, e lui verrà. La chiesa dell’Antico Testamento non ha che una tappa in più da
percorrere (se possiamo dire cosí). Cinque tappe sono già alle spalle, da Adamo a Noè, poi
ad Abraamo, poi a Mosè, fino al Tempio di Salomone, alla cattività, e ora ancora una
tappa, il viaggio di sei giorni, e poi verrà il sabbatismo del regno del Messia. Facciamo in
modo che il Figlio dell’uomo, quando verrà, trovi la fede sulla terra e che i figli della
promessa continuino ancora a cercarlo, perché ora non resta che un brevissimo tempo e
verrà; resistiamo con fede e pazienza, ancora un po’, perché colui che deve venire verrà e
non tarderà ». Eb 10:37 E come ha detto riguardo alla sua prima venuta, così dice della
seconda: Sì, vengo presto. Riguardo alla sua venuta qui è predetto che: 1 Sarà preceduta
(c) La casa che stanno costruendo sarà tanto piena di gloria che oltrepasserà quella del
Tempio di Salomone. I nemici degli Ebrei li seguivano con biasimo e disprezzavano la casa
che stavano costruendo. Tuttavia, potevano ben sopportare ciò se il piano di Dio era di
riempirli di gloria. È prerogativa di Dio riempire di gloria e la gloria che viene da lui
soddisfa appieno, non è vana. Il Tabernacolo di Mosè e il Tempio di Salomone furono
riempiti di gloria quando Dio vi manifestò la sua presenza in una nuvola, ma questa casa
sarà riempita di una gloria di altra natura.
1 Non li riguarderà perché questa casa non avrà tanto argento e oro quanto ne aveva il
Tempio di Salomone. Ag 2:8 Dio non ha bisogno di argento e oro per ornare il suo
Tempio, perché dice, Mio è l’argento e mio è l’oro. Tutto l’oro e l’argento del mondo sono
suoi, tutto ciò che si nasconde nelle viscere della terra (perché al Signore appartiene la
terra e tutto quel che è in essa, Sl 24:1), tutto ciò che è depositato in assegni, banche e
tesori dei figli degli uomini, e tutto ciò che circola per il mantenimento del commercio; è
tutto del Signore. Ogni centesimo reca la sua immagine come quella di Cesare, perciò
quando oro e argento sono adoperati per il suo onore e impiegati al suo servizio, non gli si
aggiunge nulla che già non fosse suo. Quando Davide e i suoi principi offrirono grandi
somme per il servizio della Casa del Signore, si resero conto che tutto t’appartiene,
Signore, e noi ti abbiamo dato quello che dalla tua mano abbiamo ricevuto. 1Cr 29:14,16
(d) Vedranno la fine delle loro sofferenze presenti e godranno di una sistemazione serena:
in questo luogo io darò la pace, dice l’Eterno degli eserciti. La presenza di Dio con il suo
popolo nei suoi precetti, assicura loro ogni bene. Se Dio è con noi, la pace è con noi.
Tuttavia, gli Ebrei con il secondo Tempio ebbero tanti problemi che dobbiamo concludere
che questa promessa si compie in quella pace spirituale che Gesù Cristo ha guadagnato
con il suo sangue e ha lasciato, con la sua ultima volontà e testamento, a tutti i credenti,
Gv 14:27 quella pace che Cristo stesso ha predicato come profeta della pace e che dà
Ag 2:10-19
Questo sermone fu predicato due mesi dopo quello della prima parte del capitolo. I
sacerdoti e i Leviti predicavano continuamente, mentre i profeti predicavano solo
occasionalmente; tuttavia, entrambi erano efficaci e necessari. Abbiamo bisogno che ci sia
additato il nostro dovere in ogni occasione favorevole e sfavorevole. 2Ti 4:2 Il popolo ora
lavora alacremente alla costruzione del Tempio, nella speranza di averlo presto a
disposizione e utilizzarlo per i suoi servizi; e Dio manda loro un messaggio, tramite il suo
profeta, che può essere utile nel:
1. Qual era il ruolo della legge. Al profeta viene ordinato di chiedere ai sacerdoti al
riguardo; Ag 2:11 perché le loro labbra sono le custodi della scienza, e il popolo ricerca la
legge dalla loro bocca. Ml 2:7 Lo stesso Aggeo, sebbene sia un profeta, deve domandare
ai sacerdoti che cosa dice la legge. Il suo compito, come messaggero straordinario, era di
mostrare la Provvidenza di Dio e dare indicazioni riguardo alcuni compiti particolari, come
in effetti aveva fatto. Ag 1:8,9 Tuttavia non avrebbe assunto il compito che spettava ai
ministri ordinari, ossia indicare al popolo le leggi di Dio, insegnarne il significato, dare
indicazioni generali per osservarle. In un caso del genere, lo stesso Aggeo deve
consultarli. Notiamo che Dio dà ai suoi ministri una diversità di doni, e li chiama a una
diversificazione dei servizi, così che abbiano bisogno l’uno dell’altro, si consultino tra loro e
si aiutino. Il profeta, anche se ispirato da Dio, non può dire al sacerdote: Non ho bisogno
di te, cfr. 1Co 12:21 né il sacerdote può dirlo al profeta. Forse per questo fu ordinato ad
Aggeo di consultare i sacerdoti, affinché, dalle loro stesse parole, giudicasse loro e il
popolo affidato alla loro cura, e mettesse in evidenza l’impurità delle loro cerimonie. cfr.
Le 10:10,11 Ora i decreti della legge, nel caso in questione, sono:
(a) Chi porta carne consacrata nella veste non può trasmettere consacrazione col tocco
della sua veste: Se uno porta nel lembo della sua veste della carne consacrata, Ag 2:12
anche se la veste diventa un oggetto della devozione, e non dev’essere utilizzata finché
(b) Chi è impuro per aver toccato un cadavere, con il suo tocco trasmette impurità. La
legge è chiara: tutto quello che l’impuro avrà toccato sarà impuro, Nu 19:22 tuttavia
Aggeo vuole sentirlo direttamente dai sacerdoti, poiché, anche se queste cose sono ben
chiare nella Sacra Scrittura, tuttavia è bene chiedere consiglio ai ministri. Il senso di
queste due regole è che l’impurità si trasmette più facilmente della consacrazione, ossia,
dice Grozio, ci sono molte vie del peccato, ma solo una della virtù, ed è la più difficile.
Bonum oritur ex integris; malum ex quolibet defectu: il bene implica la perfezione; il male
comincia dal più piccolo difetto. Non pensiamo che vivere tra persone oneste costituisca
un merito davanti a Dio se non siamo onesti noi stessi, ma dobbiamo ritenere più facile
restare contaminati toccando cose impure, perciò teniamocene a distanza.
2. Come viene applicata la legge in questa circostanza: Così è questo popolo, così è
questa nazione nel mio cospetto. Ag 2:14 Non li chiama il suo popolo e la sua nazione
(non ne sono degni), bensì questo popolo e questa nazione. Così sono stati davanti a Dio.
Pensavano che offrire sacrifici sull’altare li avrebbe santificati, giustificato la loro
negligenza nel costruire il Tempio e allontanato le calamità che quella negligenza aveva
portato sulla loro gioia: « No », dice Dio, « le vostre carni consacrate e il vostro altare
sono così lontane dal santificare i vostri cibi e le bevande, il vino e l’olio, che il vostro
disprezzo del Tempio di Dio contaminerà non solo le vostre gioie comuni, ma anche i vostri
sacrifici. Così finché avete continuato a trascurarmi, tutto è stato impuro per voi, e lo
stesso accade con questo popolo ancora adesso; e così sarà. A queste condizioni potranno
stare con me, e con nessun altro. Se saranno profani, carnali e moralmente impuri, se
avranno un cuore malvagio e vivranno in maniera malvagia, anche se si daranno da fare
per costruire il Tempio, e anche se offrono molti sacrifici costosi mentre lo costruiscono,
non servirà a santificare il cibo e le bevande per loro, e a facilitarne l’uso. Al contrario,
l’impurità dei loro cuori e delle loro vite renderà impure anche l’opera delle loro mani e le
loro offerte, un abominio a Dio ». La stessa cosa vale per noi. Coloro che sono devoti, ma
parlano malvagiamente, scopriranno che la loro devozione non servirà a santificare le loro
gioie, ma la loro malvagità prevarrà e le renderà impure. Notiamo che se siamo impegnati
in un lavoro onesto dovremmo essere gelosi di noi stessi, per evitare che sia reso impuro
da corruzione e amministrazioni disoneste.
II. Consolare e incoraggiare. Se i loro cuori sono giusti davanti a Dio, e i loro occhi limpidi
al suo servizio, trarranno beneficio dalla loro devozione. Dio ritirerà la condanna alla
carestia con cui li aveva corretti per la loro trascuratezza e farà ritornare grande
abbondanza. Sono chiamati a tenere ciò in considerazione, e a osservare se Dio manterrà
fino in fondo la sua parola, e con la sua provvidenza favorirà e ricompenserà grandemente
il loro cambiamento. Per rendere più significativo tutto ciò, fissino il giorno in cui hanno
cominciato a lavorare alla costruzione del Tempio, a sollevare la struttura sulle
fondamenta che erano state poste un po’di tempo prima. Il ventiquattresimo giorno del
sesto mese cominciarono a preparare i materiali, Ag 1:15 e il ventiquattresimo giorno del
1. Avevano consumato le loro riserve prima di quel giorno. Ricordino il tempo in cui tutto
ciò che avevano era andato perso e distrutto. Ag 2:16 Un uomo andò nel granaio,
pensando di trovare un mucchio stimato venti misure di grano, quanto era solito ricavare
da un terreno di quelle dimensioni, o quanto di solito ne era rimasto in quel periodo
dell’anno, o quanto si ricordava di aver lasciato l’ultimo volta che ne aveva preso, ma lo
trovava inspiegabilmente diminuito, e quando lo misurava non c’erano che dieci misure; si
era consumato e seccato in magazzino, o i vermi lo avevano mangiato, o era stato rubato.
Allo stesso modo andò al tino, aspettandosi di prelevare cinquanta misure di vino, perché
tanto ne ricavava da quella quantità di uva, ma non rese come al solito, poiché non poté
ricavarne che venti. Ciò concorda con quanto abbiamo letto in Ag 1:9: Voi vi aspettavate
molto, ed ecco c’è poco. Siamo dei folli se poniamo le nostre speranze su delle creature, e
pensiamo che il domani dev’essere come oggi e ancora più abbondante, ma poi restiamo
delusi, e più ci aspettiamo, maggiore è la nostra delusione. Nei magazzini e nei tesori del
nuovo patto non dobbiamo temere di essere delusi, quando, per fede, andiamo a
rifornircene. Ma ciò non è tutto. Dio li ha puniti visibilmente con il tempo: Io vi colpii con il
carbonchio, Ag 2:17 i venti e le gelate, che hanno fatto appassire tutto ciò che era verde,
e con la ruggine, che ha soffocato il grano mentre spuntava, e con la grandine, che lo
abbatteva e lo spezzava quando era quasi maturo; per questo erano delusi in tutta l’opera
delle loro mani, mentre dimenticavano di mettere le loro mani al servizio di Dio e di
adoperarsi per quello. Se non ci occupiamo degli interessi di Dio non possiamo aspettarci
che lui si occupi dei nostri. E quando lui opera contrastandoci, si aspetta che torniamo a
lui e al nostro dovere. Ma il popolo non vide la mano di Dio (imputando tutto al caso) o
non vide il proprio peccato come la causa di tutto, perciò non tornò a lui. Per lungo tempo,
nonostante questi rimproveri, restarono incorreggibili e non si umiliarono, e così la mano
di Dio rimase distesa, perché il popolo non torna a colui che lo colpisce. Is 9:12,13
Possono rendersi conto facilmente che finché continueranno a trascurare l’opera del
Tempio, tutti i loro affari vanno male. Ma ora:
2. Osservino, e vedranno che da questo giorno in poi Dio li benedirà: « Riflettete bene se,
quando avete cominciato a cambiare atteggiamento verso Dio, Dio non ha cambiato
atteggiamento verso di voi; da questo giorno, quando avete ripreso la costruzione del
Tempio, riflettete bene, vi dico, e vedrete un miglioramento straordinario in tutti i vostri
affari. V’è egli ancora del grano nel granaio? Sì, e non ancora seminato. L’albero da frutto
non germoglia ancora, la vigna, il fico e l’ulivo non hanno ancora prodotto nulla, così che
nulla fa presagire che l’anno prossimo ci sarà un buon raccolto o una buona annata. La
natura non lo promette, ma ora che cominciate a fare il vostro dovere seriamente, il Dio
della natura ve lo promette. Lui ha detto: da questo giorno, io vi benedirò. È la migliore
giornata di lavoro che abbiate mai fatto, perché da ora comincia il ritorno della vostra
prosperità ». Ag 2:18,19 NR Non dice cosa saranno, ma, in generale, Io vi benedirò; e
chi sa quali sono i frutti delle benedizioni divine, sa che non può desiderare nulla di più per
Ag 2:20-23
I. Si aspetti di sentire grandi tumulti nelle nazioni della terra, e non si sorprenda; ecco, gli
è rivelato in anticipo: Io farò tremare i cieli e la terra. Ag 2:21,22 Lo aveva detto prima,
Ag 2:6,7 e ora lo dice di nuovo a Zorobabel; si aspetti tempi di rivolta, di eventi
traumatici. Il mondo è come il mare, come una ruota, sempre in movimento, e talvolta in
maniera più turbolenta. Ma, benedetto sia il Signore, se la terra è scossa, è perché ne
scuota via i malvagi. Gb 38:13 Nelle visioni apocalittiche i terremoti non recano del male
alla Chiesa. Qui il cielo e la terra sono scossi affinché i fieri oppressori siano spezzati e
abbattuti: rovescerò il trono dei regni. La monarchia caldea, che era stata a lungo trono
dei re, è già stata abbattuta; e le potenze che esistono e che verranno saranno abbattute
nello stesso modo. Verrà il giorno in cui cadranno.
1. Anche se sono così potenti, tuttavia la potenza dei loro regni sarà distrutta. Loro
confidano nei carri e nei cavalli, Sl 20:7 ma i loro carri saranno rovesciati, e quelli che vi
montano, quindi non saranno in grado di attaccare il popolo di Dio, che perseguitano, né
scamperanno ai giudizi di Dio, che li perseguitano.
2. Anche se qui non appare alcuno come strumento della loro distruzione, tuttavia Dio la
compirà, poiché saranno abbattuti l’uno per la spada dell’altro. Ciò vale per il giudizio di
tutti i nemici della Chiesa di Dio che non si pentiranno per rendergli gloria. Sembra anche
indicare la promessa della vittoria di Cristo sui poteri delle tenebre, la sua cacciata di
Satana dal trono, quel trono di re, il trono del dio di questo mondo, cui toglierà tutto
II. Di conseguenza lui sarà al sicuro sotto la protezione divina, in mezzo a tutti questi
tumulti. Ag 2:23 Zorobabel si diede da fare a costruire un casa per il Signore, perciò Dio
gli rivolge la stessa promessa che fece a Davide nella stessa occasione, ossia che colui che
costruisce la casa del Signore resterà saldo, anche in quel giorno, quando cielo e terra
tremeranno. Questa promessa si riferisce anche a questo brav’uomo e alla sua famiglia.
Ha onorato Dio, e Dio gli renderà onore. Anche i suoi successori al governo di Giuda ne
trarranno un incoraggiamento. Anche se la loro autorità è precaria come uomini, tuttavia
Dio la confermerà, e ciò contribuirà alla stabilità del popolo su cui Dio li ha posti. Ma
questa promessa si riferisce in modo particolare a Cristo, che discende in maniera lineare
da Zorobabel, l’unico costruttore del Tempio dell’Evangelo.
1. Zorobabel qui è considerato come servo di Dio, ed è una citazione onorevole che gli è
resa, come Mosè e Davide, definiti miei servi. Quando Dio distrugge i suoi nemici, salva i
suoi servi. Il nostro signore Gesù è servo di suo padre nell’opera di redenzione, ma fedele
come un figlio. Is 42:1
2. È considerato come eletto di Dio: Io ti ho scelto per questo compito; e colui che è
scelto è anche usato da Dio. Il nostro signore Gesù è scelto da Dio. 1Pi 2:4 Egli è il capo
del resto prescelto. In lui, sono scelti.
3. Si promette che, poiché l’ha scelto, Dio lo terrà come un sigillo. Conia era stato un
sigillo nella destra di Dio, ma fu strappato da lì; Gr 22:24 e ora Zorobabel prende il suo
posto. Sarà vicino e caro a Dio, prezioso alla sua vista e onorato, e la sua fami famiglia
continuerà fino a dare origine al Messia, che è il sigillo nella destra di Dio. Ciò comporta:
(a) Il diletto che il Padre ha in lui. In lui si è dichiarato, una volta e ancora un’altra,
compiaciuto. È posto come un sigillo sul suo cuore, un sigillo sul suo braccio, e fu fatto
avvicinare a lui, Da 7:13 è nascosto nell’ombra della sua mano. Is 49:2
(b) Il potere di cui il Padre lo ha investito. I principi sigillano gli editti, le sovvenzioni e gli
incarichi con i loro anelli. Et 3:10 Il nostro signorenore Gesù è il sigillo nella destra di Dio,
poiché ogni potere gli è stato dato e deriva da lui. Mediante lui il grande privilegio
dell’Evangelo è firmato e ratificato, e in lui tutte le promesse di Dio sono sì e amen.