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W i l l i a m M a c D o n a l d

Nuovo
Testamento
Titolo originale dell’opera:
Believer’s Bible Commentary – New Testament
William MacDonald
© 1995, 1992, 1990, 1989 by William MacDonald
All rights reserved.

Edizione italiana:
Il commentario biblico del discepolo
William MacDonald
© 2009 by CLV
Christliche Literatur-Verbreitung
Postfach 11 01 35 – 33661 Bielefeld (Germany)
Tutti i diritti riservati.

Copertina: Giuseppe De Chirico


Impaginazione: Erika Anzivino
Stampa e rilegatura: GGP Media GmbH, Pößneck (Germany)

Tutte le citazioni bibliche, salvo diversamente indicato, sono tratte da La Sacra Bibbia
– versione Nuova Riveduta, 2006 © Società Biblica di Ginevra – CH–1032 Romanel-sur-
Lausanne.
Le citazioni bibliche indicate con ND sono tratte da La Sacra Bibbia – La Nuova Diodati
‘91-2003 © La Buona Novella Inc.

La riproduzione, anche parziale e con qualsiasi mezzo – elettronica, meccanica, in


fotocopie, registrata, o in qualunque altra forma – di alcuna parte della presente opera
non è consentita senza previa autorizzazione scritta da parte dell’editore.

Diffusione:
Associazione
La Casa della Bibbia
Via Massari, 189
10148 Torino
Tel. 011 2052386
ordini@bible.it – www.bible.it

ISBN 978-3-89397-696-6
Indice analitico

Abbreviazioni ………………………………………………………………………… V
Prefazione all’edizione italiana …………………………………………………… VII
Prefazione dell’autore ………………………………………………………………… IX
Introduzione al Nuovo Testamento ………………………………………………… 1
Introduzione ai Vangeli ……………………………………………………………… 7
Vangelo di Matteo ………………………………………………………………… 13
Il regno dei cieli ………………………………………………………………… 23
Il vangelo ……………………………………………………………………… 30
Il rapporto del credente con la legge ………………………………………… 34
Divorzio e nuove nozze ……………………………………………………… 37
Il digiuno ……………………………………………………………………… 42
Il sabato ………………………………………………………………………… 70
Vangelo di Marco ………………………………………………………………… 153
Vangelo di Luca …………………………………………………………………… 215
Vangelo di Giovanni ……………………………………………………………… 329
Atti degli Apostoli ………………………………………………………………… 461
La preghiera nel libro degli Atti ……………………………………………… 469
La chiesa domestica e le organizzazioni paraecclesiastiche ……………… 479
Il cristiano e le autorità ……………………………………………………… 491
Il battesimo dei credenti ……………………………………………………… 500
Il ministero “laico” …………………………………………………………… 502
La strategia missionaria ……………………………………………………… 522
L’autonomia della chiesa locale ……………………………………………… 527
La guida divina ………………………………………………………………… 529
I miracoli ……………………………………………………………………… 531
Pulpiti non convenzionali …………………………………………………… 536
Il messaggio del libro degli Atti ……………………………………………… 566
Lettera ai Romani ………………………………………………………………… 573
I pagani che non hanno ricevuto il vangelo ………………………………… 583
Il peccato ……………………………………………………………………… 592
Sovranità divina e responsabilità umana …………………………………… 625
Prima lettera ai Corinzi …………………………………………………………… 663
Seconda lettera ai Corinzi………………………………………………………… 749
Lettera ai Galati …………………………………………………………………… 813
Il legalismo ……………………………………………………………………… 845
Lettera agli Efesini ………………………………………………………………… 849
L’elezione divina ……………………………………………………………… 855
Lettera ai Filippesi ………………………………………………………………… 915
Lettera ai Colossesi ………………………………………………………………… 947
La riconciliazione ……………………………………………………………… 960
La famiglia cristiana ………………………………………………………… 980
INDICE ANALITICO

Prima lettera ai Tessalonicesi …………………………………………………… 989


Il ritorno del Signore …………………………………………………………… 1000
I segni degli ultimi tempi ……………………………………………………… 1010
La santificazione ……………………………………………………………… 1016
Seconda lettera ai Tessalonicesi ………………………………………………… 1021
Il rapimento e l’apparizione ………………………………………………… 1024
Il rapimento della chiesa ……………………………………………………… 1035
Introduzione alle lettere pastorali ……………………………………………… 1047
Prima lettera a Timoteo ………………………………………………………… 1053
Seconda lettera a Timoteo ……………………………………………………… 1091
Lettera a Tito ……………………………………………………………………… 1117
Gli anziani ……………………………………………………………………… 1121
Il cristiano e il mondo ………………………………………………………… 1131
Lettera a Filemone ………………………………………………………………… 1137
Lettera agli Ebrei …………………………………………………………………… 1145
L’apostasia ……………………………………………………………………… 1168
Il messaggio della Lettera agli Ebrei per noi ………………………………… 1212
Lettera di Giacomo ………………………………………………………………… 1217
I dieci comandamenti ………………………………………………………… 1232
La guarigione divina ………………………………………………………… 1250
Prima lettera di Pietro …………………………………………………………… 1257
L’abbigliamento cristiano …………………………………………………… 1282
Il battesimo …………………………………………………………………… 1289
Seconda lettera di Pietro ………………………………………………………… 1303
Prima lettera di Giovanni ………………………………………………………… 1329
Il peccato che conduce a morte ……………………………………………… 1350
Seconda lettera di Giovanni ……………………………………………………… 1355
Terza lettera di Giovanni ………………………………………………………… 1361
Lettera di Giuda …………………………………………………………………… 1367
Apocalisse di Giovanni …………………………………………………………… 1381
Bibliografia generale ……………………………………………………………… 1425
Abbreviazioni

Libri dell’Antico Testamento

Abbr. Abbr.

Abacuc Ac Giudici Gc
Abdia Ad Isaia Is
Aggeo Ag Lamentazioni di Geremia La
Amos Am Levitico Le
Cantico dei Cantici Ca Malachia Ml
1 Cronache 1 Cr Michea Mi
2 Cronache 2 Cr Naum Na
Daniele Da Neemia Ne
Deuteronomio De Numeri Nu
Ecclesiaste Ec Osea Os
Esdra Ed Proverbi Pr
Esodo Es 1 Re 1R
Ester Et 2 Re 2R
Ezechiele Ez Rut Ru
Genesi Ge Salmi Sl
Geremia Gr 1 Samuele 1S
Giobbe Gb 2 Samuele 2S
Gioele Gl Sofonia So
Giona Gn Zaccaria Za
Giosuè Gs

Libri del Nuovo Testamento

Abbr. Abbr.

Apocalisse Ap 3 Giovanni 3 Gv
Atti degli Apostoli At Giuda Gd
Colossesi Cl Luca Lu
1 Corinzi 1 Co Marco Mr
2 Corinzi 2 Co Matteo Mt
Ebrei Eb 1 Pietro 1P
Efesini Ef 2 Pietro 2P
Filemone Fi Romani Ro
Filippesi Fl 1 Tessalonicesi 1 Te
Galati Ga 2 Tessalonicesi 2 Te
Giacomo Gm 1 Timoteo 1 Ti
Giovanni Gv 2 Timoteo 2 Ti
1 Giovanni 1 Gv Tito Tt
2 Giovanni 2 Gv
Altre abbreviazioni

ABU La Bibbia – Traduzione NA Testo Nestle-Aland


interconfessionale in ND La Nuova Diodati
lingua corrente NR La Nuova Riveduta
a.C. avanti Cristo p. es. per esempio
A.T. Antico Testamento p./pp. pagina/e
aram. aramaico plur. plurale
cap./capp. capitolo/i s.d. senza data
cfr. confrontare sec. secolo
d.C. dopo Cristo sing. singolare
ebr. ebraico sott. sottinteso
gr. greco ss. seguenti
ibid. ibidem trad. traduzione
lat. latino TR Textus Receptus
lett. letteralmente v./vv. versetto/i
M Testo Maggioritario V. dei LXX Versione dei Settanta
mss. manoscritti vd. si veda
N.T. Nuovo Testamento vol./voll. volume/volumi

VI
Prefazione all’edizione italiana

Il commentario biblico del discepolo è il frutto di una vita dedicata “…con tutto il
cuore allo studio e alla pratica della legge del Signore e a insegnare…” la Parola di
Dio (cfr. Esdra 7:10).
L’autore, William MacDonald (1917-2007), è stato un fedele servitore del Signore
per più di 70 anni. Convertitosi al Signore all’età di 18 anni, si laureò in una delle
migliori università americane (Harvard). Presto comprese che il miglior investi-
mento non è in borsa e neppure in beni immobili, ma nel deporre la propria vita,
il proprio denaro e tutti i talenti e doni ai piedi della croce per guadagnare i tesori
del cielo. Perciò rinunciò a una promettente carriera per servire il Signore.
Dotato dallo Spirito Santo di un linguaggio chiaro, espose le verità della Parola
di Dio fedelmente, senza discostarsene nel tempo. Scrisse 84 libri, tradotti in mol-
te lingue, caratterizzati dalla vivace ed energica presentazione della verità biblica.
Tra essi spicca il libro Il vero discepolo, che ha avuto un forte impatto spirituale su
un’intera generazione di credenti in tutto il mondo. Contribuì attivamente con i
suoi scritti allo sviluppo dei corsi della scuola per corrispondenza Emmaus.
Dopo essere stato insegnante e presidente dell’Emmaus Bible School (ora Col-
lege), negli Usa, insieme al fratello Jean Gibson diede vita al Discipleship Intern
Training Program, un programma di discepolato e di servizio all’interno dell’as-
semblea locale Fairhaven a San Leandro, in California. Come frutto di questo mi-
nistero, decine di uomini e coppie consacrate partirono per l’opera del Signore,
fondando assemblee in molti paesi del mondo.
William MacDonald visse come devoto discepolo del Signore Gesù Cristo, con
una vita caratterizzata dall’umiltà e dall’amore verso il Signore Gesù e verso i fra-
telli. Il suo ministero si è distinto per il grande equilibrio tra la grazia verso i fratel-
li in Cristo e la fedeltà riguardo alla verità dottrinale.
Ne Il commentario biblico del discepolo William MacDonald coniuga l’attenta
esegesi del testo biblico con pensieri devozionali che dirigono continuamente il
lettore alla persona e all’opera del Signore Gesù Cristo e con applicazioni pratiche
riguardanti la vita giornaliera.
Il singolo lettore è invitato a vivere secondo i principi basilari della vita cristiana
come vero discepolo di Cristo: “Se perseverate nella mia parola, siete veramente
miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:31-32).
La chiesa di Cristo è sollecitata a ritornare alla semplicità dei principi neote-
stamentari conformi al vangelo, così come fu insegnato dal Signore Gesù Cristo
e vissuto agli albori della chiesa cristiana dai primi discepoli. “‘Alla legge! Alla
testimonianza!’ Se il popolo non parla così, non vi sarà per lui nessuna aurora!”
(Isaia 8:20).
L’intero popolo di Dio è incitato a realizzare il grande mandato : “Andate dunque
e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e
dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho co-
mandate” (Matteo 28:19-20).
PREFAZIONE ALL’EDIZIONE ITALIANA

Il risultato è un commentario che costituisce uno sprone a consacrare intera-


mente la vita a Colui che diede tutto se stesso per la nostra eterna salvezza. Come
MacDonald ha scritto nel suo libro Il vero discepolo : “…il cristianesimo è un impe-
gno totale verso il Signore Gesù. Soltanto una resa incondizionata può essere una
risposta degna del suo sacrificio sul Calvario”.
Ringraziamo tutti coloro che, in maniera diversa, hanno collaborato perché
questo commentario fosse pubblicato in lingua italiana.
Considerando che ogni autentico progresso spirituale consiste nel ritorno al-
la Parola di Dio, presentiamo Il commentario biblico del discepolo, supplicando il
Signore della mèsse perché lo utilizzi per la gloria del suo nome, per l’edificazione
della chiesa di Gesù Cristo e per il progresso del vangelo.

Michele Papagna

VIII
Prefazione dell’autore

Il commentario biblico del discepolo persegue l’obiettivo di aiutare ogni cristiano


a diventare un serio studioso della Parola di Dio. Nessun commentario, però, può
prendere il posto della Bibbia. Ciò a cui può aspirare è spiegare il significato ge-
nerale del testo in modo comprensibile e poi invitare il lettore ad accostarsi alla
Scrittura per approfondire l’argomento.
Il presente commentario è scritto in un linguaggio semplice, non tecnico e non
è né troppo erudito né troppo teologico. La maggior parte dei cristiani non cono-
sce le lingue originali in cui furono redatti l’Antico e il Nuovo Testamento, ma que-
sta lacuna non impedisce loro di godere appieno dei benefici della Parola di Dio.
È mia convinzione che attraverso lo studio sistematico delle Scritture ogni cre-
dente può diventare “…un operaio che non abbia di che vergognarsi, che tagli ret-
tamente la parola della verità” (2 Ti 2:15).
I commenti sono brevi, essenziali e pertinenti. Per comprendere un brano il let-
tore non ha bisogno di consultare pagine e pagine di spiegazioni.
Il ritmo della vita moderna esige che la verità sia esposta in compendi facilmen-
te assimilabili.
Il commentario non sorvola sui brani difficili. In molti casi sono proposte spie-
gazioni alternative, che lasciano al lettore il compito di decidere quale meglio si
adatti al contesto e al resto della Scrittura.
La conoscenza della Bibbia non è sufficiente. È necessaria l’applicazione pratica
della Parola alla nostra vita. Così Il commentario biblico del discepolo cerca di sug-
gerire in quale modo le Scritture possano essere messe in pratica nella vita dei figli
di Dio.
Se il presente commentario rimane fine a se stesso, può diventare una trappola
anziché un aiuto; se è usato per stimolare lo studio personale delle Sacre Scritture e
la pronta ubbidienza ai precetti del Signore, allora avrà raggiunto il suo obiettivo.
Possa lo Spirito Santo, divino ispiratore delle Sacre Scritture, illuminare la mente
del lettore in questa impresa meravigliosa: conoscere Dio attraverso la sua Parola.

William MacDonald
Introduzione al

Nuovo Testamento
“Da un punto di vista storico e spirituale, il valore di questi Scritti
non è proporzionale al loro numero, né alla loro mole: l’influenza che
essi esercitano nella vita e nella storia è semplicemente incalcolabile.
Qui giunge al culmine il giorno la cui alba risale ai tempi di Eden. Il
Cristo profetizzato nell’Antico Testamento diventa il Cristo storico
nei Vangeli, il Cristo sperimentato nelle Lettere, il Cristo glorificato
nell’Apocalisse”.
– W. Graham Scroggie

I. L’appellativo “Nuovo Testamento” Entrambi i Testamenti sono ispira-


Prima di immergerci nelle vaste pro- ti da Dio e, perciò, valevoli per tutti i
fondità del N.T., o anche solamente cristiani. Naturalmente il credente in
nell’ambito più circoscritto di un par- Cristo tenderà a consultare più spesso
ticolare libro, sarà utile evidenziare questa parte della Bibbia, poiché essa
brevemente alcuni caratteri generali parla in maniera più chiara del nostro
riguardanti il sacro libro chiamato Signore, della sua chiesa e della condot-
“Nuovo Testamento”. ta che egli auspica dai suoi discepoli.
I sostantivi “testamento” e “patto” Il rapporto tra l’A.T. e il N.T. è valida-
traducono entrambi il medesimo voca- mente espresso dal noto e assai citato
bolo greco (diatheke); solamente in un epigramma di Agostino da Ippona (De
paio di casi, limitatamente alla Lettera catechizandis rudibus, IV, 8):
agli Ebrei, sussiste qualche incertezza “Novum [Testamentum] in Vetere la-
sulla traduzione per cui optare. Con tet et in Novo Vetus patet”
riferimento al titolo delle Scritture cri-
stiane, l’accezione “patto” pare deci- (“Il Nuovo Testamento è nascosto
samente preferibile giacché, in effetti, nell’Antico e l’Antico è rivelato nel
esse costituiscono un patto, un’allean- Nuovo”).
za tra Dio e il suo popolo.
L’aggettivo nuovo presuppone l’esi- II. Il canone del N.T.
stenza di un Testamento (o patto) Il termine canone (gr. kanōn) designa
antico (o più antico ) con cui il “nuo- una “regola”, un criterio di misura o di
vo” si presenta in contrapposizione valutazione. Il canone del N.T. è una
(o, piuttosto, come completamento e raccolta di libri divinamente ispirati.
compimento). Come possiamo sapere con certezza
INTRODUZIONE AL NUOVO TESTAMENTO

che questi ventisette scritti sono gli III. Autori


unici libri da includere nel canone L’autore divino del N.T. è lo Spirito San-
e che tutti e ventisette devono farne to. Fu questi a ispirare Matteo, Marco,
parte? Poiché già fin dagli albori del- Luca, Giovanni, Paolo, Giacomo, Pie-
la cristianità circolavano altre lettere tro, Giuda e l’anonimo autore di Ebrei
cristiane e altri scritti (alcuni dei quali (vd. Introduzione alla Lettera agli
addirittura eretici) di presunta ispira- Ebrei). In tal senso, il modo migliore e
zione divina, come possiamo oggi ave- più corretto di intendere la questione
re la certezza che la scelta sia ricaduta della produzione dei libri neotesta-
sugli scritti giusti? mentari consiste nel riconoscimento
Per il N.T. il processo di ricognizione di una “doppia paternità”. Non si trat-
e di raccolta cominciò nei primi secoli ta qui di un’opera in parte umana e in
della chiesa cristiana. Fin dagli inizi parte divina, bensì interamente umana
vennero riconosciuti alcuni libri del e interamente divina. L’azione divina
Nuovo Testamento. Paolo considera- ha impedito a quella umana di com-
va gli scritti di Luca autorevoli quanto mettere errori e, per quanto concerne i
l’Antico Testamento (1 Ti 5:18; cfr. an- manoscritti originali, ha dato vita a un
che De 25:4 e Lu 10:7). Pietro ricono- libro inerrante e perfetto.
sceva gli scritti di Paolo come Scrittura Una analogia adeguata alla Parola
(2 P 3:15-16). Alcuni libri del N.T. erano scritta è rappresentata dalla doppia
in circolazione fra le chiese (Cl 4:16; 1 natura della Parola vivente, il Signore
Te 5:27). In generale, se l’autore del li- Gesù Cristo. Contrariamente ai perso-
bro era un apostolo (come Matteo, Pie- naggi della mitologia greca, egli non è
tro, Giovanni o Paolo) o apparteneva in parte umano e in parte divino, bensì
alla cerchia degli apostoli (come Marco completamente umano e completa-
o Luca), la canonicità del libro era fuori mente divino nello stesso tempo. La
discussione. sua natura divina ha reso impossibile
Clemente Romano menzionò al- alla sua natura umana di errare o di
meno otto libri neotestamentari commettere qualsiasi peccato.
(95 d.C.). Ignazio di Antiochia ne
riconobbe circa sette (115 d.C.). Po- IV. Date
licarpo, un discepolo dell’apostolo Diversamente dall’A.T., la cui compilazio-
Giovanni, riconobbe quindici libri ne ha richiesto circa un millennio (1400-
(108 d.C.). Successivamente Ireneo 400 a.C. ca), il N.T. fu completato nell’arco
menzionò ventun libri (185 d.C.). ristretto di mezzo secolo (50-100 d.C. ca).
Ippolito ne riconobbe ventidue (170- L’ordine attuale in cui sono disposti
235 d.C.). Gli scritti del Nuovo Te- i libri del N.T. è quello più indicato per
stamento più controversi furono la la chiesa di tutti i tempi. Inizialmente
Lettera agli Ebrei, quella di Giacomo, si narra la vita di Cristo, quindi si parla
2 Pietro, 2 e 3 Giovanni (cfr. le note della chiesa; successivamente si dan-
introduttive a 2 e 3 Giovanni). no istruzioni alla medesima chiesa e,
Il primo “canone” fu quello mura- infine, si rivela il futuro della chiesa e
toriano, compilato nel 170 d.C.; esso del mondo. In ogni caso, la successio-
includeva tutti i libri del N.T. eccetto ne dei libri non si presenta in ordine
Ebrei, Giacomo e 3 Giovanni. cronologico; difatti essi erano redatti a
Nel 363 d.C. il Concilio di Laodicea mano a mano che se ne presentava la
affermò che nelle chiese dovevano es- necessità.
sere letti solo l’A.T. e i ventisette libri I primi libri furono quelli che Phillips
del N.T. Anche il Concilio di Ippona ebbe a definire le “lettere alle giovani
(393 d.C.) e il Concilio di Cartagine chiese”: le prime furono probabilmente
(397 d.C.) affermarono che quegli stes- quella di Giacomo, Galati e Tessaloni-
si ventisette libri erano autorevoli. cesi (intorno alla metà del I sec. d.C.).

2
INTRODUZIONE AL NUOVO TESTAMENTO

Successivamente furono scritti i Vange- mezzo ideale con cui comunicare le


li: quelli di Matteo e di Marco furono i importanti verità dottrinali contenute
primi, cui seguì quello di Luca e, ultimo, nell’epistolario evangelico e, in parti-
quello di Giovanni. Il libro dell’Apoca- colar modo, nella Lettera ai Romani.
lisse, composto probabilmente verso la Nonostante non fosse una lingua
fine del I sec. d.C., chiude il N.T. letteraria aristocratica, la koinē greca
non era una “lingua di strada” e nean-
V. Contenuto che un greco povero. In effetti alcune
Forme e contenuti del N.T. si possono parti del N.T., come Ebrei, Giacomo o
compendiare come segue: 2 Pietro, si avvicinano molto al livello
letterario. Anche Luca, in certi passi, si
Storico eleva allo stile classico e perfino Paolo,
I quattro Vangeli all’occasione, si esprime con grande fa-
Atti degli Apostoli scino (p. es. 1 Co 13; 15).
Epistolare
Lettere di Paolo VII. Origine e diffusione della Bibbia
Lettere generali in Italia (*)
Apocalittico Le prime versioni in lingua volgare del-
Apocalisse la Vulgata, la Bibbia in latino tradotta
da Girolamo, iniziarono a comparire
Il credente che possiede una buona probabilmente a partire dal XIII sec.
conoscenza di questi libri è “ben pre- Si trattava, per la maggior parte, di tra-
parato per ogni opera buona” (vd. 2 Ti duzioni libere di singoli libri, anonime
3:17) e noi ci auguriamo che il presente (unica eccezione è il lavoro del domeni-
commentario possa aiutare molti cre- cano Domenico Cavalca sul libro degli
denti ad acquisire tale preparazione. Atti, intorno alla prima metà del 1300)
e spesso contenenti note esplicative.
VI. Lingua Il 1° agosto 1471 il tedesco Vandelino
La lingua del N.T. è il “greco ellenisti- di Spira pubblicò, a Venezia, la prima
co”, ossia la lingua corrente (koinē, “lin- edizione della Bibbia in italiano, con il
guaggio comune”). Nel I sec. dell’era titolo di Bibbia degnamente vulgarizzata
cristiana il greco ellenistico costituiva per il clarissimo religioso duon Nicolao
quasi una seconda lingua universale, Malermi, nota in seguito col nome di
tanto conosciuta e diffusamente usata Bibbia d’Agosto. Opera del monaco ca-
quanto l’inglese oggigiorno. Come lo maldolese Nicolò Malermi, che in parte
stile colorito e caldo della lingua ebrai- tradusse dal latino e in parte ritoccò ver-
ca si adattava perfettamente alla profe- sioni manoscritte dei secoli precedenti,
zia, alla poesia e alla narrativa dell’A.T., questa Bibbia incontrò grande favore ed
così il greco – mirabile veicolo di co- ebbe molte edizioni successive. Nel me-
municazione – fu parimenti provvi- se di ottobre dello stesso anno, sempre
denziale alla stesura del N.T. La lingua a Venezia, uscì un’altra Bibbia in volga-
greca si era largamente diffusa grazie re (nota come Bibbia d’Ottobre), questa
alle conquiste di Alessandro Magno: volta anonima, che ricalcava sostan-
i suoi soldati l’avevano semplificata e zialmente testi di tradizione toscana
resa popolare, sicché essa divenne la di origine trecentesca. Questa edizione
lingua delle masse. fu soprannominata anche Bibbia Jen-
La precisione suggerita dai tem- soniana, dal nome di Niccolò Jenson,
pi verbali, dai casi, dal vocabolario e probabile stampatore dell’opera.
da altre costruzioni e forme logiche Nel 1530, presso la tipografia Giunti
e grammaticali rendevano il greco il di Venezia, l’umanista toscano Antonio

* La Sacra Bibbia con apparato di studio di F.C. Thompson, © 2006 Società Biblica di Ginevra.

3
INTRODUZIONE AL NUOVO TESTAMENTO

Brucioli pubblicò Il Nuovo Testamento controllare e contrastare il diffondersi


di greco nuovamente tradotto in lingua di eresie, emanò un insieme di provve-
toscana (cioè italiana) seguìto, nel 1532, dimenti che culminò nella redazione
dall’intera Biblia, quale contiene i sacri dell’Indice dei libri proibiti (ribadito poi
libri del Vecchio Testamento. nel 1564 da Pio IV e nel 1596 da Clemente
Per quanto riguarda il testo di base VI). Questi decreti contenevano, tra le al-
da lui utilizzato, sembra che per l’A.T. si tre cose, il divieto di stampare, leggere e
sia servito della traduzione latina del ce- possedere versioni della Bibbia in lingua
lebre biblista Sante Pagnini (1527) e che volgare senza previa autorizzazione per-
per il N.T. abbia utilizzato la versione la- sonale e scritta del vescovo, dell’inqui-
tina di Erasmo da Rotterdam (1516). Nel sitore o addirittura dell’autorità papale.
1559 la sua traduzione fu messa all’In- Come conseguenza di questo provvedi-
dice dalla Chiesa Cattolica a causa delle mento la produzione di Bibbie in italiano
sue «simpatie» per la Riforma, benché subì un brusco arresto.
Brucioli non abbia mai abbandonato Nel XVII sec. l’unica Bibbia tradot-
ufficialmente il cattolicesimo. ta in italiano fu quella del protestante
Nel 1536 il frate domenicano Zacche- Giovanni Diodati, pubblicata a Ginevra
ria da Firenze produsse il suo N.T., che nel 1607 col titolo di La Bibbia. Cioè, i li-
non fu altro che una revisione del testo bri del Vecchio e del Nuovo Testamento.
di Brucioli, al quale apportò variazioni Nuovamente traslati in lingua italiana,
quasi esclusivamente stilistiche e forma- da Giovanni Diodati, di nation Lucchese.
li. Due anni dopo, nel 1538, a Venezia, fu Profondo conoscitore della lingua ebrai-
pubblicata La Bibbia nuouamente tra- ca (era professore di ebraico all’Univer-
dotta dalla hebraica verità in lingua tho- sità di Ginevra), Diodati realizzò, per
scana, a cura del frate domenicano Santi la prima volta in Italia, una traduzione
Marmochino. Si tratta in realtà, per l’A.T., direttamente dai testi originali greci
di una revisione del testo di Brucioli con ed ebraici. La sua opera è ancora oggi
un ampio utilizzo del testo latino di Pa- considerata, dal punto di vista stilistico,
gnini e, per il N.T., di una esatta riprodu- uno dei capolavori della lingua italiana
zione del testo di Zaccheria. del ‘600. Nel 1641 lo stesso Diodati portò
Nel 1551 venne pubblicato a Lione a termine una revisione della sua opera
Il Nuouo ed Eterno Testamento di Giesu in vista di una seconda edizione, nella
Christo, tradotto dal frate benedettino quale furono introdotti i Salmi in rima.
Massimo Theofilo Fiorentino, diretta- Nel 1757 papa Benedetto XIV espresse
mente dall’originale greco. il desiderio di una traduzione della Bib-
Nel 1555 fu pubblicata a Ginevra bia in italiano. Fu così che l’abate Antonio
un’edizione bilingue (italiano-francese) Martini pubblicò dapprima il N.T. in sei
del N.T. a cura del valdese Giovan Luigi volumi (1769-1771) e poi l’A.T. in sedici
Pascale, nella quale fu inserita, per la pri- volumi (1776-1781). Martini tradusse
ma volta in Italia, la suddivisione in ver- dalla Vulgata e al testo italiano affiancò il
setti. Per la parte italiana Pascale utilizzò testo della Bibbia latina. Questa traduzio-
come guida la versione del Brucioli, rive- ne ebbe grande successo; lo stesso papa
dendola sul testo greco e rendendola più Pio VI l’approvò, dichiarandola conforme
scorrevole, mentre per il francese si servì alle norme dell’Indice. Quest’edizione fu
della traduzione di Olivetano riveduta da ristampata molte volte e rimase la tradu-
Calvino. Nel 1560 Pascale venne condan- zione ufficiale della Chiesa cattolica fino
nato e messo a morte dall’Inquisizione. alle prime edizioni rivedute sui testi ori-
Nel 1562 venne portata a termine una ginali del secolo scorso.
revisione, rimasta anonima, della ver- Agli inizi del XX sec., nel 1924, la tra-
sione di Brucioli e stampata a Ginevra duzione di Diodati fu sottoposta a una
dall’editore Francesco Durone. A partire profonda revisione, adeguandola all’evo-
dal 1559 papa Paolo IV, nel tentativo di luzione della lingua italiana e riconfron-

4
INTRODUZIONE AL NUOVO TESTAMENTO

tandola con le allora recenti scoperte nel dell’impellenza di una nuova versione
campo delle lingue originali. Il lavoro ufficiale della Bibbia e del poco tempo
di revisione fu commissionato dalla So- a disposizione; si optò piuttosto di pro-
cietà Biblica Britannica e Forestiera e cedere a un profondo rifacimento in
realizzato da un comitato presieduto dal base ai testi originali di una versione già
valdese Giovanni Luzzi. Questa nuova diffusa, quella delle edizioni UTET, che
versione del testo biblico (erroneamente aveva il pregio di essere opera di soli tre
conosciuta come la «Bibbia Luzzi») prese traduttori. Nel 1974 fu pubblicata una
il nome di Riveduta. In effetti, parallela- nuova edizione con leggere modifiche.
mente al lavoro di revisione della Dio- Con questo testo verranno pubblica-
dati, Giovanni Luzzi preparò anche una te in seguito alcune Bibbie contenenti
propria traduzione dell’intera Bibbia, la note e commenti di vario tipo, fra le
monumentale Bibbia tradotta dai testi quali le più conosciute sono La Bibbia
originali e annotata in dodici volumi, di Gerusalemme (1974, ed. Dehoniane)
tra gli anni 1921-30, a cura della Società e la Bibbia TOB (1976, ed. Elledici), con
Fides et Amor di Firenze; però non ebbe il loro corpo di note tradotto dalle ri-
grande diffusione. spettive edizioni francesi.
Nello stesso periodo iniziarono a Nel 1985 fu pubblicata la Parola del
proliferare in ambiente cattolico nuove Signore. La Bibbia in lingua corrente,
traduzioni della Bibbia, all’inizio an- comunemente chiamata TILC (Tra-
cora dalla Vulgata e in seguito dai testi duzione Interconfessionale in Lingua
nelle lingue originali. Tra le prime van- Corrente), prodotta in collaborazione
no segnalate quella di A. Mercati (1929, tra cattolici e protestanti e pubblicata
ed. Fiorentina, la prima traduzione cat- in coedizione dalla Elledici e dall’Al-
tolica dopo quella del Martini), quella leanza Biblica Universale.
di E. Tintori (1931, ed. Paoline), quella Nel 1991 l’editrice La Buona Novella
di M. Sales (1931, ed. Berruti, una revi- di Brindisi pubblicò la Nuova Diodati, la
sione di quella del Martini) e quella di versione Diodati riveduta soltanto nella
G. Ricciotti (1939-1940, ed. Salani). lingua per avvicinarla a quella corrente.
Tra le seconde segnaliamo quella di La caratteristica principale di quest’edi-
A. Vaccari (1958, ed. Salani), quella di zione risiede nell’aver scelto come testo
G. Robaldo (1958, ed. Paoline), quella di riferimento per il N.T. il Textus Recep-
di F. Nardoni (1960, ed. Fiorentina), tus (il testo greco utilizzato dallo stesso
quella di S. Garofalo (1963, ed. Mariet- Diodati nel ‘600, l’unico allora dispo-
ti), quella di E. Galbiati - A. Penna - P. nibile) e nel non aver tenuto conto dei
Rossano (1964, ed. UTET) e quella di B. numerosi manoscritti ritrovati succes-
Mariani (1964, ed. Garzanti). sivamente, cosa che invece era già stata
Nel 1968 fu pubblicata dalla Monda- fatta per la Riveduta del 1924.
dori la Bibbia Concordata, tradotta dai Nel 1994 fu la volta della versione Nuo-
testi originali, con introduzione e note va Riveduta, edita dalla Società Biblica di
a cura della Società Biblica Italiana. A Ginevra. Si tratta di una revisione della
quest’edizione lavorarono studiosi cat- precedente Riveduta (1924) e pertanto
tolici, protestanti, ortodossi ed ebrei. la si può considerare come naturale «di-
Nel 1971 la Conferenza Episcopale scendenza» del testo tradotto da Giovan-
Italiana pubblicò la Versione CEI, che di- ni Diodati nel 1607 e revisionato nel 1641,
venne subito il testo ufficiale della Chie- dalla quale si distingue tuttavia sia per
sa cattolica. Tale edizione fece seguito l’aggiornamento linguistico, sia per la re-
alle disposizioni del Concilio Vaticano visione operata sulla base dei manoscritti
II (1965), che aveva dichiarato lingua greci ed ebraici non disponibili all’epoca
liturgica l’italiano e non più il latino. Per di Diodati stesso. Ad essa sono seguite
la sua realizzazione si scelse di non ope- negli anni nuove edizioni con migliorie
rare una traduzione ex-novo, a causa grafiche, linguistiche e testuali.

5
Introduzione ai

Vangeli
“Di tutte le Scritture i Vangeli sono le primizie”.
– Origene

I. I nostri gloriosi Vangeli gli unici riconosciuti, da duemila anni


Chi ha studiato letteratura sa riconoscere a questa parte, da tutti i credenti fedeli
le diverse forme letterarie quali, ad es.: il e timorati di Dio. Diversi eretici hanno
racconto, il romanzo, l’opera teatrale, la effettivamente tentato di spacciare co-
poesia, la biografia ecc. Nondimeno, allor- me Vangeli le proprie opere, allo scopo
ché il Signore Gesù Cristo discese su que- di promuovere qualche eresia come,
sta terra, sorse un nuovo genere letterario: ad es., lo gnosticismo.
il Vangelo. I Vangeli non sono biografie, Ma perché quattro Vangeli? Perché
sebbene contengano molto materiale bio- non cinque, in modo tale da costituire
grafico. Non sono neppure novelle, ben- un parallelo con i cinque libri di Mosè
ché contengano parabole, come “Il figlio formando, così, un Pentateuco cristia-
prodigo” e “Il buon Samaritano”, la cui no? E perché non un unico Vangelo
trama non ha nulla da invidiare ai rac- più esteso ed esaustivo, privo di ripe-
conti che troviamo in letteratura, tant’è tizioni e con un maggior contenuto di
vero che alcune parabole hanno perfino miracoli e parabole? Effettivamente i
offerto lo spunto per romanzi e racconti. tentativi di “armonizzare” o riunire i
Pur non rientrando né nella saggistica, né quattro Vangeli risalgono già al II sec.
nella cronaca, i Vangeli riportano, tutta- con l’opera di Taziano, il Diatessaron
via, accurati resoconti, necessariamente (gr. “[un vangelo] attraverso quattro
sintetici, di molte conversazioni e discorsi [vangeli]”).
del nostro Signore. Nel suo Trattato contro le eresie, Ire-
Non solo il “Vangelo” è un genere let- neo di Lione formulò la teoria secondo
terario unico, ma si tratta altresì di un la quale i Vangeli sarebbero quattro
modello canonico ascrivibile alle sole perché quattro sono gli angoli della
opere dei quattro evangelisti Matteo, Terra, quattro sono i venti e perché il
Marco, Luca e Giovanni. I quattro Van- numero quattro rappresenta la totalità
geli degli autori testé menzionati sono (Adversus Haereses III, 11:8).
INTRODUZIONE AI VANGELI

II. I quattro simboli 3. Quello di Luca è, evidentemente, il


Particolarmente apprezzato, in parti- Vangelo destinato ai Greci e a quei
colare da chi è dotato di senso artistico, Romani che ne ammiravano ed
l’accostamento tra i quattro Vangeli e i emulavano l’arte e la letteratura, va-
quattro simboli che ricorrono nel libro le a dire a persone che amavano la
di Ezechiele e nell’Apocalisse: il leone, bellezza, la natura umana, la cultu-
il bue (o vitello), l’uomo e l’aquila. C’è ra e l’eccellenza letteraria – tutti ele-
da dire, tuttavia, che l’abbinamento tra menti che ritroviamo nel Vangelo di
simboli e Vangeli è stato proposto in Luca, “il caro medico”, emulo di Ip-
maniera diversa da vari credenti. pocrate.
Volendo legittimare la scelta degli 4. Chi sono i destinatari del quarto
attributi di questi animali, si può de- Vangelo? Quello di Giovanni è il Van-
durre che il simbolo del leone si addice gelo universale, che ha qualcosa da
maggiormente al Vangelo di Matteo, dire a tutti. Nonostante lo scopo di-
ossia al Vangelo regale del “leone di chiaratamente evangelistico (vd. Gv
Giuda”. Il simbolo del bue, animale da 20:30-31), questo Vangelo è molto
soma, ben si accosta al “Vangelo del caro ai pensatori e ai filosofi cristia-
Servo” di Marco. L’uomo è senza dub- ni. Probabilmente si può con buon
bio un riferimento al Vangelo di Luca, il diritto affermare che il Vangelo di
“Vangelo del Figlio dell’uomo”. L’aquila Giovanni è rivolto al “terzo popolo”
identifica simbolicamente il Vangelo di (appellativo con cui i pagani soleva-
Giovanni quale emblema di elevata e no indicare i primi cristiani, i quali
acuta “visione spirituale”. (1) non erano né Giudei né stranieri).

III. Le quattro categorie IV. Altre tetradi


di destinatari Nell’A.T. troviamo altre tetradi di de-
Probabilmente la migliore spiegazione finizioni che si sposano mirabilmente
dell’esistenza di quattro Vangeli consi- con gli attributi salienti dei quattro
ste nel fatto che lo Spirito Santo deside- Vangeli.
ra rivolgersi a quattro tipologie diverse L’appellativo “germoglio”, attribuito
di individui, le quali abbracciano sia al Signore, si ritrova nei seguenti con-
gli uomini del mondo antico sia, chia- testi:
ramente, la loro odierna controparte. - “…farò sorgere a Davide un germo-
1. Gli studiosi concordano nel definire glio… regnerà da re” (Gr 23:5);
quello di Matteo il Vangelo più giu- - “il mio servo, il Germoglio” (Za 3:8);
deo. Le citazioni dell’A.T., i ragiona- - “Ecco un uomo… il Germoglio” (Za
menti circostanziati, la menzione 6:12);
della genealogia del Signore e lo sti- - “...il germoglio del SIGNORE” (Is 4:2).
le generalmente semitico sono ele- Con la ricorrenza dell’avverbio “ec-
menti distintivi che anche il neofita co” si introduce un’immagine che si
è in grado di riconoscere. associa perfettamente a ciascuno dei
2. Dal canto suo, Marco, che proba- temi principali dei Vangeli:
bilmente scriveva dalla capitale - “Ecco, il tuo re...” (Za 9:9);
dell’impero, si rivolgeva ai Romani - “Ecco il mio servo...” (Is 42:1);
così come ai milioni di individui che - “Ecco un uomo...” (Za 6:12);
privilegiavano l’azione rispetto alla - “Ecco il vostro Dio!” (Is 40:9).
riflessione. Il suo Vangelo si sofferma Infine, un ultimo parallelismo, un
più sui miracoli che sulle parabole e, po’ meno evidente ma non per questo
inoltre, non riporta genealogie (qua- meno evocativo o efficace: con il loro
le interesse avrebbe potuto avere, significato simbolico, i quattro colo-
per un romano, la genealogia giudai- ri delle stoffe (vd. Es 25:4, 35-36) con
ca di un Servo coscienzioso?). cui si confezionavano i tendaggi del

8
INTRODUZIONE AI VANGELI

tabernacolo (vd. Es 26) e i paramenti ti, con le loro cause e conseguenze,


sacerdotali (vd. Es 28) sembrano ar- tenendo conto dell’ordine morale, è
monizzarsi con i quattro attributi del un compito assai difficile che con-
Signore evidenziati dagli evangelisti. traddistingue lo storico dal sempli-
- Porpora. Sostanza colorante estrat- ce cronista. Dio si è servito di Luca
ta dal murice (mollusco marino dal- per svolgere tale compito in modo
la caratteristica conchiglia spinata). perfetto.(2)
Data l’elevatissima quantità di mol- Le diverse strutture e i diversi me-
luschi necessaria per ottenere la todi adottati dagli autori ci aiutano a
porpora, e il conseguente costo proi- capire le differenze esistenti tra i Van-
bitivo dell’omonimo tessuto, questo geli. Laddove i primi tre Vangeli, i co-
colore è diventato l’emblema della siddetti “sinottici” (termine introdotto
regalità (vd. Gc 8:26) e ben si accor- da J.J. Griesbach nel 1776 e derivato dal
da al Vangelo di Matteo, il “Vangelo gr. sunopsis, “sguardo complessivo,
del Re”. d’insieme”; con tale termine si inten-
- Scarlatto. Anticamente questo colore de indicare la sostanziale omogeneità
si ricavava dalle larve della coccini- dei primi tre Vangeli dal punto di vista
glia. Questo particolare può costitui- narrativo e lessicale)sono simili nel
re un richiamo al Vangelo di Marco, modo di raccontare la vita di Cristo, il
il “Vangelo del Servo” (cfr. Sl 22:6: Vangelo di Giovanni segue un criterio
“un verme e non un uomo”). differente. Il quarto evangelista – l’ulti-
- Bianco. Il candore del lino puro sim- mo in ordine di tempo – non ha voluto
boleggia le “opere giuste dei santi” (Ap ripetere ciò che era già stato ben disa-
19:8). Nel suo vangelo, altresì definito minato, ma ha voluto presentare la vita
il “Vangelo dell’Uomo”, Luca sottoli- e le parole del Signore con un approc-
nea la perfetta umanità di Cristo. cio più riflessivo e teologico.
- Blu/violaceo. Rappresenta la volta di
zaffiro che chiamiamo “cielo”, un’af- VI. Il problema sinottico
fascinante immagine della deità e La presenza di molte somiglianze (ad-
della purezza (vd. Es 24:10) di Cristo dirittura quasi delle stesse espressioni
– un concetto dominante nel Vange- in brani relativamente estesi), ma an-
lo di Giovanni, che molti definiscono che di molte differenze, riscontrabili
il “Vangelo di Dio”. nei primi tre Vangeli, dà dunque adito
a quello che si suole definire il “proble-
V. Disposizione e priorità ma sinottico”. In realtà si tratta di un
Nei Vangeli i fatti non sono sempre pre- problema per chi sconfessa l’ispirazio-
sentati in ordine cronologico. È bene te- ne divina dei testi piuttosto che per il
ner presente fin dall’inizio che lo Spirito credente conservatore.
di Dio tende a raggruppare gli eventi Sono state formulate al riguardo
secondo il loro insegnamento morale svariate e complesse ipotesi, basate so-
ed etico. W. Kelly commenta: vente su speculazioni inerenti alla per-
dita di documenti di cui non si sarebbe
Andando avanti ci accorgeremo che
l’ordine seguito da Luca è essenzial-
conservata traccia manoscritta. Alcune
mente di carattere morale e che egli di queste ipotesi potrebbero collimare
classifica i fatti, le conversazioni, con Lu 1:1 e si potrebbero considerare
le domande, le risposte e i discorsi verosimili, almeno in linea di princi-
del Signore tenendo conto della loro pio. Nondimeno, alcune teorie si sono
connessione interiore e non sempli- spinte addirittura alla conclusione
cemente della loro successione cro- che la chiesa del I sec. avrebbe messo
nologica, che è, in verità, la forma insieme dei “miti” riguardanti Gesù
di presentazione più semplicistica Cristo! A parte il fatto che queste pre-
e ingenua. Mettere insieme gli even- sunte teorie di “critica della forma” si

9
INTRODUZIONE AI VANGELI

sono dimostrate incompatibili rispetto altri Vangeli indicherebbero soltanto


a tutte le dottrine cristiane e alla storia la persona più conosciuta (p. es. il caso
della chiesa, è bene tenere presente che del cieco Bartimeo).
non esiste alcuna prova documentaria Gli esempi seguenti dimostrano co-
a loro carico. Inoltre non esistono due me alcune ripetizioni dei Vangeli siano
studiosi concordi sul metodo di clas- solamente apparenti allorché, in realtà,
sificazione e di frammentazione dei sottintendono diversità significative.
Vangeli sinottici. a) A prima vista il passo riportato in
La migliore soluzione a questo pro- Lu 6:20-23 sembra la ripetizione del
blema si trova nelle parole del Signore sermone sul monte (cfr. Mt 5:3-12); in
riportate in Gv 14:26: “…ma il Consola- realtà questo discorso fu pronuncia-
tore, lo Spirito Santo, che il Padre man- to “in un luogo pianeggiante” (vd. Lu
derà nel mio nome, vi insegnerà ogni 6:17). Inoltre, laddove le beatitudini,
cosa e vi ricorderà tutto quello che vi di cui nel Vangelo di Matteo, descri-
ho detto”. vono il carattere del suddito ideale
Questo criterio tiene conto dei ricor- del Regno, questo passo del Vangelo
di di Matteo e di Giovanni, testimoni di Luca traccia lo stile di vita dei di-
oculari, e include, probabilmente, an- scepoli di Cristo.
che quelli di Marco, il quale, come ri- b) Il passo di Lu 6:40 sembra una reite-
ferisce la storia della chiesa, raccolse le razione di Mt 10:24. Tuttavia, laddo-
memorie di Pietro. Se, all’aiuto diretto ve nel Vangelo di Matteo si dichiara
dello Spirito Santo, aggiungiamo i do- che Gesù è il Maestro e noi siamo i
cumenti scritti cui si allude in Lu 1:1 suoi discepoli, in quello di Luca si
e l’importante e scrupolosa tradizione specifica che spetta al maestro il
orale del popolo semitico, la questione compito di insegnare e al discepolo
sinottica è risolta. Altre necessarie ve- quello di apprendere diligentemen-
rità, altri particolari o interpretazioni te in modo tale da elevarsi, even-
non contenuti in queste fonti posso- tualmente, al livello del maestro. In
no essere stati direttamente rivelati Mt 7:22 si pone l’accento sul servizio
“con parole… insegnate dallo Spirito” svolto per il Re, laddove in Lu 13:25-
(cfr. 1 Co 2:13). 27 si fa riferimento alla comunione
Pertanto, allorché scopriamo una con il Maestro.
discordanza o una evidente contrad- c) Mentre Lu 15:4-7 è una pungente de-
dizione in qualche particolare, faremo nuncia contro i farisei, Mt 18:12-13 de-
bene a domandarci: “Perché questo scrive l’amore di Dio per i suoi figli.
Vangelo non riporta, include o sottoli- d) Alla presenza di un uditorio compo-
nea questo evento o questo discorso?” sto da soli credenti, Giovanni rivela-
Per esempio, Matteo riporta il caso di va: “…lui vi battezzerà con lo Spirito
due persone guarite da cecità e due da Santo” (Mr 1:8; vd. inoltre Gv 1:33).
possessione demoniaca (vd. Mt 20:30; Alla presenza di una folla mista,
8:28), laddove Marco e Luca fanno comprendente specialmente fari-
menzione di una sola persona (vd. Mr sei, il profeta annunciava: “…egli vi
10:46; Lu 18:35, guarigione del cieco; battezzerà con lo Spirito Santo e con
Mr 5:2; Lu 8:27, guarigione dell’in- il fuoco” [corsivo nostro], inserendo
demoniato). Alcuni vedono qui una l’allusione a un battesimo di giudizio
contraddizione. È probabile che Mat- nei confronti degli empi (vd. Mt 3:11;
teo, rivolgendosi ai Giudei, menzioni Lu 3:16).
entrambe le persone perché, secondo e) L’espressione “con la misura con la
la legge giudaica, per convalidare la quale misurate…” fa, di volta in vol-
veridicità di una deposizione occor- ta, riferimento: al nostro modo di
reva la testimonianza “di due o tre te- giudicare il prossimo (vd. Mt 7:2);
stimoni” (De 19:15); dal canto loro, gli alla nostra appropriazione della Pa-

10
INTRODUZIONE AI VANGELI

rola (vd. Mr 4:24); alla nostra gene- intendiamo lo stile, il lessico, la storia
rosità (vd. Lu 6:38). e i contenuti del libro: tali sono gli ele-
Queste differenze, dunque, non so- menti che ci consentono di riconosce-
no contraddizioni, bensì effettivo cibo re concordanze e contraddizioni con
spirituale per la riflessione del credente quanto emerge da documenti esterni
che vuole imparare. e quanto sostenuto dagli autori. Per
esempio, lo stile del Vangelo di Luca e
VII. Autori del libro degli Atti confermano la tesi
Nella disamina circa gli autori dei con cui si ravvisa nell’autore un colto
Vangeli (come del resto di tutti i libri medico di estrazione pagana.
della Bibbia) si suole considerare le Nella presente opera le introduzio-
testimonianze relative alle rispetti- ni ai libri neotestamentari riportano
ve prove : la prova estrinseca e quella alcuni richiami al “canone” marcio-
intrinseca . Questo è, per l’appunto, nita, l’elenco dei libri approvati dal
il metodo che seguiremo per tutti i vescovo e teologo eretico Marcione,
ventisette libri del Nuovo Testamen- risalente al II sec. d.C. Quantunque
to. Per prova estrinseca si intendono riconoscesse la canonicità della sola
le testimonianze di scrittori vissuti in edizione semplificata del Vangelo di
epoca quanto più prossima a quella di Luca e di dieci lettere paoline, costui
redazione dei libri; generalmente si va considerato pur sempre un testi-
tratta della testimonianza dei “padri mone utile al fine di stabilire quali
della chiesa” o di autori del II e III sec. fossero i testi ritenuti attendibili ai
Questi personaggi sottintendono, in- suoi tempi.
dicano e talvolta citano direttamente Il Canone Muratoriano (che prende
i libri degli autori che ci interessano. il nome dal cardinale italiano Ludovico
Per esempio, se Clemente di Roma cita Antonio Muratori, responsabile del suo
1 Corinzi verso la fine del I sec., il libro rinvenimento) è un documento atten-
non può essere un falso del II sec. at- dibile, seppure incompleto, che riporta
tribuito a Paolo. Per prova intrinseca l’elenco dei libri cristiani canonici.

NOTE

1 James C. Fernald, ed. “Emblem” in Funk & Wagnalls Standard Handbook of Syn-
onyms, Antonyms, and Prepositions, p. 175. Lurker, Manfred, Dizionario delle imma-
gini e dei simboli biblici, Cinisello Balsamo (MI): Edizioni San Paolo, 1994, p. 18.
2 William Kelly. An Exposition of the Gospel of Luke, p. 16.

11
Vangelo di

Matteo
“Nessuno scritto, né nell’Antico né nel Nuovo Testamento, che tratti
di un tema storico, può essere paragonato al Vangelo di Matteo per
la maestosità della concezione e per la potenza con cui la vastità del
materiale è disciplinata da grandi idee”.
– Theodor Zahn

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone volta a contendere tale primato a quello
Il Vangelo di Matteo è il ponte perfetto di Giovanni.
tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Le Per rimanere nell’ortodossia, non è
sue prime parole ci rimandano all’epo- fondamentale ritenere che il Vangelo di
ca veterotestamentaria, al progenitore Matteo sia il primo a essere stato scrit-
del popolo di Dio nell’A.T., Abraamo, to. Nondimeno, bisogna considerare
nonché al primo grande re d’Israele, che i primi cristiani erano quasi tutti
Davide. Per la sua forza, la sua mar- d’origine giudea (ed erano migliaia);
cata impronta giudaica, le numerose pare dunque logico che gli evangelisti
citazioni dalle Scritture ebraiche, ma si occupassero, in primis, delle esi-
anche per la sua posizione davanti a genze di costoro. L’attribuzione della
tutti gli altri libri del Nuovo Testamen- preminenza cronologica del Vangelo
to, Matteo è, logicamente, il punto di di Matteo potrebbe, verosimilmente,
partenza per la proclamazione del fondarsi su tale presupposto.
messaggio cristiano al mondo.
Già da molto tempo, quello di Matteo II. Autore
occupa il primo posto nella disposizio- Antica e ampiamente conosciuta è la
ne cronologica dei quattro Vangeli. Ciò prova estrinseca secondo la quale l’au-
avviene perché, fino a tempi molto re- tore del primo Vangelo fu Matteo il
centi, si riteneva generalmente che fosse pubblicano, chiamato anche Levi. Poi-
proprio il primo Vangelo a essere stato ché questi non era un membro rilevan-
scritto. Inoltre, lo stile chiaro e ordinato te del gruppo degli apostoli, sarebbe
di Matteo ne faceva un testo adatto alla stato strano attribuirgli la stesura del
lettura pubblica. In tal senso, esso era il primo Vangelo, se egli non vi fosse, in
Vangelo più conosciuto, arrivando tal- qualche modo, collegato.
MATTEO

Oltre che dall’antico documento 45 d.C., egli lasciasse ai Giudei, che


conosciuto come Didachè (Insegna- avevano accettato Gesù come il loro
mento dei dodici apostoli ), l’autenticità Messia, una prima stesura del suo
del Vangelo è altresì corroborata dalle Vangelo (oppure solamente dei di-
citazioni e dalle convinzioni di Giu- scorsi di Cristo) in aramaico, e che più
stino martire, Dionigi di Corinto, Teo- tardi ne realizzasse una versione gre-
filo di Antiochia e Atenagora di Atene. ca per uso universale. Parimenti pro-
Lo storico della chiesa Eusebio men- cedette, per esempio, anche Giuseppe
ziona Papia di Ierapoli, il quale affer- Flavio, contemporaneo di Matteo.
mò che “Matteo scrisse i Logia nella Questo storico ebreo, infatti, elaborò
lingua ebraica e ognuno li interpretò una prima stesura della sua opera, La
come sapeva”. Ireneo, Pantenio e Ori- guerra giudaica , in aramaico e, suc-
gene concordano, sostanzialmente, cessivamente, la versione finale del
con tale opinione. In genere, si ritiene libro in greco.
che con la locuzione “lingua ebraica” La prova intrinseca del primo Van-
Papia intendesse il dialetto aramaico gelo ci presenta un Giudeo devoto,
usato dagli ebrei al tempo del Signo- che amava l’A.T. ed era uno scrittore di
re, poiché questo termine è usato nel talento, nonché un attento curatore.
N.T. Ma che cosa sono, esattamente, Essendo un ufficiale civile di Roma,
i Logia ? Solitamente questo termi- Matteo doveva conoscere bene sia la
ne greco significa “oracoli”, giacché lingua del suo popolo (l’aramaico) sia
l’A.T. contiene gli oracoli di Dio. Ma la lingua ufficiale dell’amministra-
non può essere questo il significato zione al governo (in Oriente i Romani
attribuitogli da Papia. A proposito di non usavano il latino, bensì il greco).
questa citazione, sono state avanzate, I particolari numerici, le parabole
principalmente, tre ipotesi: 1° il ter- riguardo al denaro e i termini che si
mine indicherebbe lo stesso Vangelo riferiscono al denaro stesso si addico-
di Matteo; perciò Matteo scrisse una no tutti a un esattore delle tasse. Lo
versione in aramaico del suo Vangelo stesso vale anche per lo stile conciso
allo scopo primario di conquistare i e accurato. Lo studioso liberale Go-
Giudei a Cristo e per edificare i neo- odspeed accettò l’attribuzione della
convertiti, e solo più tardi ne realizzò paternità di questo Vangelo a Matteo
una versione in greco; 2° designereb- in parte perché considerava sufficien-
be solamente i discorsi di Gesù, i quali te tale prova interna.
più tardi furono inclusi nel Vangelo; Nonostante il peso della prova
3° alluderebbe ai testimonia , ossia a estrinseca e la convalida della prova
citazioni delle Scritture dell’A.T. per intrinseca, la maggior parte degli stu-
dimostrare che Gesù è il Messia. Le diosi liberali rifiuta il punto di vista
interpretazioni di cui ai punti 1 e 2 tradizionale, secondo il quale l’autore
sono più verosimili rispetto a quella di questo libro fu il pubblicano Matteo.
di cui al punto 3. I motivi principali sono due.
La versione greca di Matteo non 1. Supponendo che il Vangelo di Marco
sembra essere semplicemente una (definito, in molti ambienti, la “veri-
traduzione, bensì il resoconto di una tà del vangelo”) sia stato scritto per
tradizione talmente diffusa (origi- primo, com’è possibile che un apo-
nariamente senza alcuna opinione stolo, nonché testimone oculare,
contraria) che deve essere necessaria- faccia così ampio uso del materiale
mente basata sui fatti. Secondo la tra- ivi contenuto (il 93% del materia-
dizione, Matteo predicò per quindici le contenuto nel Vangelo di Marco
anni nel Vicino Oriente e, in seguito, si trova anche negli altri Vangeli)?
partì per recare il vangelo in regioni In risposta a ciò occorre considera-
straniere. È possibile che, intorno al re, anzitutto, che non è provato che

14
MATTEO

il primo Vangelo che vide la luce fu L’opinione secondo cui la data di ste-
quello di Marco. Secondo le testi- sura del Vangelo deve necessariamente
monianze antiche, infatti, il primo essere collocata in data posteriore a
fu quello di Matteo; poiché i primi quella della distruzione di Gerusa-
cristiani erano quasi tutti Giudei, lemme (nel 70 d.C.) si basa soprattutto
tali affermazioni hanno un gran pe- sull’incredulità riguardo alla minuzio-
so. Tuttavia, anche ammettendo la sa previsione, da parte di Cristo, di tale
cosiddetta priorità di Marco (e molti evento futuro, nonché su altre teorie
studiosi conservatori lo fanno), rite- razionaliste che ignorano, o negano,
niamo che Matteo, apostolo come l’ipotesi dell’ispirazione divina.
Simon Pietro secondo la tradizione
della chiesa primitiva, avrebbe fa- IV. Contesto e tema
cilmente potuto rendersi conto che Matteo era piuttosto giovane quando
l’opera di Marco conteneva preva- Gesù lo chiamò. Giudeo di nascita,
lentemente le memorie dell’energi- esattore delle tasse per formazione e
co apostolo (vd. Vangelo di Marco, professione, egli lasciò tutto per se-
Introduzione). guire Cristo. Come ricompensa gli
2. L’evidente mancanza, nel testo, di fu concesso di essere uno dei dodici
particolari vividi è l’altro motivo di apostoli. A ciò si aggiunga che fu scel-
rifiuto della paternità di Matteo (o di to per essere l’autore di quello che noi
qualsiasi altro testimone oculare). conosciamo come “il primo Vangelo”.
In Marco, che nessuno sostiene es- In genere si ritiene che Matteo e Levi
sere stato testimone del ministero di fossero la stessa persona (vd. Mr 2:14;
Cristo, si trovano dei particolari co- Lu 5:27).
sì espressivi da far pensare che egli Nel suo Vangelo Matteo si propo-
fosse là, presente sulla scena degli ne di dimostrare che Gesù è il Messia
eventi narrati. Come poteva un te- d’Israele atteso da tanto tempo, l’unico
stimone oculare scrivere in manie- erede di diritto al trono di Davide.
ra così prosaica? Probabilmente ciò Il libro non attesta di essere un rac-
si spiega con la mentalità da esatto- conto completo della vita di Cristo.
re delle tasse dell’apostolo Matteo: Esso inizia, è vero, con il resoconto
per lasciare più spazio ai discorsi del relativo alla genealogia e ai primi
Signore, Levi avrebbe sorvolato sui anni di vita di Gesù, nondimeno af-
particolari superflui. Ciò è quanto fronta subito il ministero pubblico
potrebbe essere, effettivamente ac- del Signore, intrapreso all’età di circa
caduto se Marco avesse scritto per trent’anni. Matteo, guidato dallo Spi-
primo e Matteo si fosse reso conto rito Santo, sceglie quegli aspetti della
che i ricordi di prima mano di Pietro vita e del ministero del Salvatore che
erano già stati ampiamente docu- ci presentano Gesù come l’Unto (que-
mentati. sto è infatti, il significato di Messia
e di Cristo ). Il punto culminante del
III. Data racconto coincide con il processo, la
Se è vero, come in genere si pensa, che morte, la sepoltura, la resurrezione
Matteo scrisse del suo Vangelo (o alme- e l’ascensione del Signore Gesù. E in
no dei discorsi di Gesù) una prima ver- tale punto culminante si trova natu-
sione in aramaico, si accorderebbe con ralmente il fondamento della salvezza
la tradizione antica una data di stesura dell’uomo. Ecco perché il libro è chia-
intorno al 45 d.C., quindici anni dopo mato “Vangelo”: non perché indica il
l’ascensione. Egli avrebbe potuto divul- modo in cui l’uomo peccatore riceve
gare il vangelo completo in greco (quello la salvezza, ma perché racconta il sa-
poi inserito nel Canone) nel 50 o 55 d.C. crificio di Cristo che ha reso possibile
o, addirittura, in data successiva. tale salvezza.

15
MATTEO

Il presente commentario non ha pre- Così anch’io,


tesa di completezza né di perizia tecni- e con un cuore più ardente,
ca, bensì è inteso quale strumento atto Così anch’io,
a promuovere lo studio personale e la e con un cuore più ardente,
meditazione. Esso si ripropone prin- Così anch’io,
cipalmente lo scopo di suscitare nel e con una speranza più dolce,
cuore del lettore un gran desiderio del Mi struggo per l’ora,
ritorno del Re. o Cristo, del tuo ritorno,
Stremato dal desiderio acceso
della tua venuta.
- da St. Paul, F.W.H. Myers

Sommario

I. GENEALOGIA E NASCITA DEL RE-MESSIA (cap. 1)


II. INFANZIA DEL RE-MESSIA (cap. 2)
III. PREPARAZIONE E INIZIO DEL MINISTERO DEL MESSIA (capp. 3–4)
IV. COSTITUZIONE DEL REGNO (capp. 5–7)
V. MISERICORDIA E PRODIGI POTENTI DEL MESSIA: REAZIONI DEL POPOLO
(8:1–9:34)
VI. GLI APOSTOLI DEL RE-MESSIA SONO MANDATI A ISRAELE (9:35–10:42)
VII. CRESCONO L’OPPOSIZIONE E IL RIFIUTO (capp. 11–12)
VIII. IL RE ANNUNCIA UN REGNO TEMPORANEO A CAUSA DEL RIFIUTO D’ISRAELE
(cap. 13)
IX. GRAZIA INESAURIBILE DEL MESSIA E CRESCENTE OSTILITÀ DEL POPOLO
(14:1–16:12)
X. IL RE PREPARA I SUOI DISCEPOLI (16:13–17:27)
XI. IL RE AMMAESTRA I SUOI DISCEPOLI (capp. 18–20)
XII. IL RE SI PRESENTA MA VIENE RESPINTO (capp. 21–23)
XIII. DISCORSO DEL RE SUL MONTE DEGLI ULIVI (capp. 24–25)
XIV. PASSIONE E MORTE DEL RE (capp. 26–27)
XV. TRIONFO DEL RE (cap. 28)

16
MATTEO 1:1-15

Commentario

I. GENEALOGIA E NASCITA te di Davide per parte di Maria. Poiché


DEL RE-MESSIA (cap. 1) egli vive in perpetuo, il suo regno du-
rerà per sempre, egli regnerà per l’eter-
A. La genealogia di Gesù Cristo nità come Figlio di Davide e sarà molto
(1:1-17) più grande dello stesso Davide. Nella
Una lettura superficiale del N.T. po- propria Persona, Gesù compendiava le
trebbe indurre qualcuno a chiedersi due uniche motivazioni possibili per
come mai esso inizi con qualcosa di reclamare il trono d’Israele (quella per
apparentemente tedioso come un al- discendenza legittima e quella per di-
bero genealogico. Si può essere tenta- scendenza diretta); egli vive tuttora e,
ti di concludere che questo elenco di pertanto, nessun altro può contender-
nomi non è molto significativo ai fini gli questo diritto.
della narrazione e che, perciò, si può 1:1-15 L’espressione Libro della ge-
saltare a piè pari per entrare nel vivo nealogia di Gesù Cristo, figlio di Davi-
dell’azione. de, figlio di Abrahamo (ND) richiama
Al contrario, questa genealogia è di alla mente Ge 5:1: “Questo è il libro
fondamentale importanza, poiché get- della genealogia di Adamo”. Genesi
ta le basi di tutto ciò che segue. Se non presenta il primo Adamo, Matteo l’ul-
si dimostra che Gesù è discendente timo Adamo. Il primo Adamo era il ca-
legittimo di Davide attraverso la linea po della prima creazione, la creazione
reale, è impossibile provare che egli è materiale. Cristo, l’ultimo Adamo, è il
il Re-Messia d’Israele. Matteo inizia il Capo della nuova creazione, la crea-
suo racconto proprio là dove è necessa- zione spirituale.
rio, vale a dire con la prova documen- Il soggetto di questo Vangelo è Ge-
taria che Gesù ereditò il diritto legale a sù Cristo. Il nome Gesù significa “il
salire sul trono di Davide dal patrigno SIGNORE è la salvezza”;(1) l’appellativo
Giuseppe. Cristo (“Unto”) lo presenta come il
La genealogia di Matteo ricostruisce Messia d’Israele, atteso da molto tem-
la discendenza legale di Gesù come Re po. L’appellativo figlio di Davide è
d’Israele; quella del Vangelo di Luca collegato sia al ruolo di Messia sia al
ricostruisce la sua discendenza diretta ruolo di Re nell’A.T. Con la locuzione
come Figlio di Davide. La genealogia di figlio di Abraamo si intende qui pre-
Matteo segue la linea regale da Davide sentare il Signore come l’adempimen-
attraverso il figlio Salomone, suo suc- to delle promesse fatte al progenitore
cessore al trono; quella di Luca segue del popolo ebraico.
la linea di sangue da Davide attraverso La genealogia si suddivide in tre se-
un altro figlio, Natan. La genealogia di zioni storiche: da Abraamo fino a Isai,
Matteo termina con Giuseppe, di cui da Davide fino a Giosia e da Ieconia fi-
Gesù era figlio adottivo ; quella ripor- no a Giuseppe. La prima giunge fino a
tata in Luca 3 indica probabilmente Davide, la seconda riguarda il periodo
l’ascendenza di Maria, di cui Gesù era dei re, la terza segue la discendenza re-
figlio carnale. gale durante l’esilio (586 a.C. ss.).
Mille anni prima Dio aveva stipulato Questo elenco presenta molte ca-
un patto incondizionato con Davide, ratteristiche interessanti. Per esempio,
promettendogli un regno eterno e una in questo paragrafo sono menzionate
discendenza regnante ininterrotta quattro donne: Tamar, Raab, Rut e
(vd. Sl 89:4, 36-37). Ora questo patto si Bat-Sceba (quella che era stata moglie
è adempiuto in Cristo: egli è l’erede le- di Uria). Poiché nelle civiltà orientali
gittimo al trono di Davide per parte di le donne sono raramente menzionate
Giuseppe, nonché effettivo discenden- negli alberi genealogici, il deliberato

17
MATTEO 1:16

inserimento dei loro nomi è sorpren- Le genealogie di Matteo e di Luca


dente, tanto più che due di esse erano sembrano sovrapporsi nella menzione
prostitute (Tamar e Raab), una aveva di Sealtiel e Zorobabele (vd. Mt 1:12-
commesso adulterio (Bat-Sceba) e due 13; Lu 3:27). Stranamente, le stirpi di
erano straniere (Raab e Rut). Può darsi Giuseppe e di Maria si incontrano in
che il loro inserimento nella genealo- questi due uomini per poi dividersi di
gia di Matteo sia una sottile allusione nuovo. La questione si fa ancora più
al fatto che la venuta di Gesù avrebbe complicata quando notiamo che am-
portato la salvezza ai peccatori e la gra- bedue i Vangeli concordano con Ed 3:2,
zia agli stranieri e che, in lui, le barriere indicando Zorobabele come figlio di
tra le razze e i sessi sarebbero state ab- Sealtiel benché, nella lista di 1 Cr 3:19,
battute. questi compaia come figlio di Pedaia.
È altresì interessante l’accenno a Una terza difficoltà è costituita
un re di nome Ieconia sul quale Dio, dalla discordanza nel computo delle
in Gr 22:30, aveva pronunciato una generazioni: da Davide fino a Gesù,
maledizione: Matteo ne conta ventisette, laddove
Luca ne presenta quarantadue. Ben-
Così parla il SIGNORE :
ché gli evangelisti traccino genealogie
“Iscrivete quest’uomo
come privo di figli,
differenti, una tale differenza nel nu-
come un uomo che non prospererà mero delle generazioni pare, nondi-
durante i suoi giorni; meno, alquanto singolare.
perché nessuno della sua Quale dovrebbe essere l’atteggia-
discendenza giungerà mento dello studioso della Bibbia
a sedersi sul trono di Davide, riguardo a queste difficoltà e alle appa-
e a regnare ancora su Giuda”. renti discordanze?
1. È nostra premessa fondamentale
Se Gesù fosse stato figlio naturale di che la Bibbia è la Parola ispirata di
Giuseppe, sarebbe caduto sotto que- Dio e che, perciò, non può contenere
sta maledizione; nondimeno, per ere- degli errori.
ditare il diritto al trono di Davide, egli 2. La Bibbia è infinita, giacché riflet-
doveva essere figlio legittimo di Giu- te l’infinità della natura divina. Po-
seppe. Il problema fu risolto tramite il tremo capire le verità fondamentali
miracolo della nascita verginale: Gesù della Parola, ma non potremo mai
era l’erede legittimo al trono secondo comprendere totalmente tutto ciò
la linea dinastica di Giuseppe ed era che essa contiene.
Figlio naturale di Davide secondo la Quindi, il nostro approccio a tali
linea dinastica di Maria. La maledi- difficoltà ci induce a concludere che il
zione su Ieconia non ricadde su Maria, problema consiste nella nostra man-
né sui suoi figli, perché ella non era canza di conoscenza anziché nella
una discendente di Ieconia. fallibilità della Scrittura. I problemi
1:16 dalla quale è pronome relativo che sorgono durante la lettura della
femminile anche nell’originale greco, Bibbia ci devono spronare a studiarla
il che indica chiaramente che Gesù era e a cercare delle risposte. “È gloria di
nato da Maria, ma non da Giuseppe. Dio nascondere le cose; ma la gloria
1:17 Matteo attira l’attenzione del dei re sta nell’investigarle” (Pr 25:2).
lettore sulla presenza di quattordi- Le minuziose ricerche degli storici
ci generazioni in ogni sezione. Ma e gli scavi archeologici non sono in
dall’A.T. apprendiamo che in questo grado di confutare le affermazioni
elenco mancano alcuni nomi. Per della Bibbia. Le apparenti difficoltà e
esempio, tra Ieoram e Uzzia (vd. v. 8) contraddizioni hanno tutte una spie-
regnarono Acazia, Ioas e Amasia gazione logica, spiritualmente utile e
(vd. 2 R 8–14; 2 Cr 21–25). significativa.

18
MATTEO 1:23

B. Gesù Cristo nasce da Maria apparve in sogno. Il saluto, Giuseppe,


(1:18-25) figlio di Davide, aveva indubbiamente
1:18 La nascita di Gesù Cristo fu diver- lo scopo di risvegliare in lui la consape-
sa da tutte le altre nascite menzionate volezza della sua discendenza regale e
nella genealogia, dove puntualmente di prepararlo allo straordinario avven-
ricorre la formula: “A generò B”. Qui, to del Re-Messia d’Israele. Non doveva
invece, abbiamo la registrazione di avere alcun timore di sposare Maria :
una nascita avvenuta in assenza di un qualsiasi sospetto riguardo alla sua
padre umano. I fatti riguardanti que- verginità, infatti, era infondato, giac-
sto concepimento miracoloso sono ché la gravidanza della sua promessa
descritti con considerazione e sempli- sposa era un miracolo operato dallo
cità. Maria era stata promessa sposa a Spirito Santo.
Giuseppe, ma il matrimonio non era 1:21 Poi l’angelo gli rivelò il sesso,
ancora avvenuto. Ai tempi del N.T., il il nome e la missione del nascituro.
fidanzamento era una sorta d’impe- Maria avrebbe partorito un figlio che
gno matrimoniale (più vincolante del sarebbe stato chiamato Gesù (che si-
fidanzamento di oggi) e dal quale si gnifica “il SIGNORE è la salvezza” o “il SI-
poteva recedere solamente mediante GNORE salva”; vd. commento ai vv. 1-15).
il divorzio. Anche se i fidanzati non vi- Egli avrebbe onorato il proprio nome
vevano insieme prima delle nozze, l’in- salvando il suo popolo dai loro peccati.
fedeltà di uno dei due era considerata Quel bambino era il Signore stesso che
adulterio ed era punibile con la morte. scendeva in terra per salvare gli uomini
Durante il fidanzamento, la vergine dal castigo per il peccato, dal suo pote-
Maria rimase incinta per l’intervento re e, infine, dalla sua stessa presenza.
miracoloso dello Spirito Santo. Un an- 1:22 Quando scriveva di questi even-
gelo aveva già annunciato a Maria que- ti, Matteo riconosceva che Dio stava
sto evento misterioso: “Lo Spirito Santo intervenendo nella vita dell’uomo in
verrà su di te e la potenza dell’Altissi- modo nuovo. Ora le parole di una
mo ti coprirà dell’ombra sua” (Lu 1:35). profezia messianica, da lungo tempo
L’ombra del sospetto e dello scandalo sopita, tornavano in vita. Il misterioso
incombeva su Maria. In tutta la storia annuncio del profeta Isaia si adempiva
dell’umanità non era mai avvenuta una nel bambino di Maria: Tutto ciò avven-
nascita verginale; dunque, quando una ne, affinché si adempisse quello che
donna non sposata rimaneva incinta, era stato detto dal Signore per mezzo
vi era un’unica spiegazione possibile. del profeta . Matteo sostiene l’ispira-
1:19 Neppure Giuseppe riusciva a zione divina delle parole di Isaia, che il
capacitarsi del fatto che Maria fos- Signore aveva pronunciato per mezzo
se in stato interessante. Egli avrebbe del profeta almeno settecento anni pri-
avuto due motivi per indignarsi con ma dell’avvento di Cristo.
la sua promessa sposa: 1° ella gli era 1:23 La profezia contenuta in Is 7:14
stata, evidentemente, infedele; 2° se comprendeva l’annuncio di una nasci-
ella fosse stata innocente, egli sarebbe ta speciale (“La vergine sarà incinta”),
stato, inevitabilmente, tacciato di con- il sesso del nascituro (“e partorirà un
nivenza. Il suo amore per Maria e il suo figlio”) e il nome del bambino (“al qua-
desiderio di giustizia lo portarono alla le sarà posto nome Emmanuele”). Mat-
decisione di rompere, con discrezione, teo aggiunge che Emmanuele significa
il fidanzamento. Egli desiderava evita- Dio con noi. Non vi è alcuna prova che
re il pubblico disonore che solitamente Gesù, mentre era in terra, fu mai chia-
si accompagna a tale eventualità. mato “Emmanuele”: egli fu sempre
1:20 Mentre quest’uomo mite e pru- chiamato “Gesù”. Tuttavia, il significa-
dente elaborava il suo piano per proteg- to del nome Gesù (vd. v. 21) sottintende
gere Maria, un angelo del Signore gli la presenza di Dio con noi. Può anche

19
MATTEO 1:24

darsi che Emmanuele sia un appellati- giudaismo, ma probabilmente tale con-


vo di Cristo che si userà soprattutto al versione era avvenuta per motivi politi-
suo ritorno. ci. Fu verso la fine del suo regno che dei
1:24 Grazie all’intervento dell’ange- magi d’Oriente arrivarono in cerca del
lo, Giuseppe abbandonò l’intenzione di Re dei Giudei. È probabile che questi
divorziare da Maria e si mantenne fe- uomini fossero dei sacerdoti pagani,
dele all’impegno preso fino alla nascita la cui religione era imperniata sullo
di Gesù, dopodiché la sposò. studio degli elementi della natura. Essi
1:25 La dottrina secondo la quale erano spesso scelti come consiglieri dei
Maria rimase vergine per tutta la vita re in virtù delle loro conoscenze e delle
è confutata dalla consumazione del loro doti profetiche. Non sappiamo né
matrimonio, di cui si fa menzione in in che parte dell’Oriente vivessero, né
questo versetto. Altri riferimenti, dove quanti fossero e neppure quanto tem-
leggiamo che Maria ebbe dei figli da po durò il loro viaggio.
Giuseppe, sono Mt 12:46; 13:55-56; Mr Fu la stella in Oriente che, in qualche
6:3; Gv 7:3, 5; At 1:14; 1 Co 9:5 e Ga 1:19. modo, richiamò la loro attenzione sul-
Prendendo Maria in moglie, Giusep- la nascita di un re, perciò erano venuti
pe prese anche il suo bambino come per adorarlo. Presumibilmente costoro
figlio adottivo. In questo modo, Gesù conoscevano le profezie dell’A.T. che ri-
diventò l’erede legittimo al trono di Da- guardavano la venuta del Messia. Forse
vide. Secondo l’indicazione dell’angelo, conoscevano la profezia di Balaam, se-
gli pose nome Gesù. condo la quale un astro sarebbe sorto
Così nasce il Re-Messia. L’Eterno ir- da Giacobbe (vd. Nu 24:17), e l’avevano
rompe nel tempo. Il Dio onnipotente collegata alla profezia delle “settanta
diventa un fragile neonato: il Signore settimane” che avrebbero preceduto
della gloria nasconde il suo splendore l’epoca della prima venuta di Cristo
in un corpo umano. Tuttavia “in lui (vd. Da 9:24-25). Ma appare più plau-
abita corporalmente tutta la pienezza sibile che la loro conoscenza fosse di
della Deità” (Cl 2:9). origine soprannaturale.
Riguardo alla stella, sono state
II. INFANZIA DEL RE-MESSIA (cap. 2) formulate varie ipotesi scientifiche.
Alcuni, per esempio, sostengono che
A. L’arrivo dei magi per adorare si trattò in realtà di una congiunzio-
il Re (2:1-12) ne planetaria. Nondimeno, il corso
2:1-2 È facile rimanere confusi dalla di quella stella era assai irregolare:
cronologia degli eventi intorno alla na- precedeva i magi e li guidò da Geru-
scita di Cristo. Anche se il v. 1 potrebbe salemme fino al luogo dov’era il bam-
lasciar intendere che Erode cercasse di bino Gesù (vd. v. 9), poi si fermò. In
uccidere Gesù mentre Maria e Giuseppe effetti si trattò di un evento talmente
erano ancora nella stalla di Betlemme, insolito che non poté trattarsi che di
tutti gli altri particolari del racconto rin- un miracolo.
vierebbero tale tentativo a un’epoca di 2:3 Udito questo, ossia che un bam-
un paio d’anni posteriore. Nel v. 11 Mat- bino era nato per diventare il Re dei
teo scrive che i magi videro Gesù in una Giudei, il re Erode fu turbato. Un bam-
casa. L’ordine di Erode (uccidere tutti i bino del genere era una minaccia per
maschi sotto i due anni di età, v. 16) è il suo precario trono. E tutta Gerusa-
un altro indizio relativo a un intervallo lemme fu turbata con lui: la città, che
di tempo imprecisato tra la nascita del avrebbe dovuto accogliere la notizia
Re-Messia e gli eventi qui riportati. con gioia, era sconvolta da qualsiasi
Erode il Grande era un discendente cosa potesse compromettere lo status
di Esaù e, perciò, nemico dei Giudei per quo o contrariare gli odiati dominatori
tradizione. Costui si era convertito al romani.

20
MATTEO 2:13-14

2:4-6 Erode fece riunire i capi reli- sto bambino speciale doveva occupare
giosi giudei per scoprire dove il Cristo il primo posto (inoltre vd. i vv. 13-14,
doveva nascere. I capi dei sacerdoti 20-21). I magi adorarono Gesù, ma non
erano il sommo sacerdote e i suoi figli Maria o Giuseppe (in questo racconto
(e, forse, altri membri della famiglia). Giuseppe non è neppure menzionato e
Gli scribi del popolo erano laici, esperti presto scomparirà del tutto dal resocon-
della legge di Mosè; essi conservavano to evangelico). Gesù solo (e non Maria,
e insegnavano la legge e svolgevano, né Giuseppe) è degno della nostra lode e
inoltre, la funzione di giudici nel si- della nostra adorazione.
nedrio. I sacerdoti e gli scribi citarono I doni che costoro recavano sono ol-
immediatamente Mi 5:1, che indicava tremodo importanti. L’oro è il simbolo
Betlemme di Giudea come luogo di della deità e della gloria e simboleggia la
nascita del Re. Il testo della profezia fulgida perfezione della Persona divina
di Michea chiama la città “Betlemme, di Gesù. L’incenso è un unguento o un
Efrata”. Poiché, in Israele, sorgevano profumo e simboleggia la fragranza di
altre città omonime, quella indicazio- una vita di perfezione senza peccato. La
ne aggiuntiva la identificava come la mirra è una pianta amara e preannun-
Betlemme della regione di Efrata, entro ciava le sofferenze che Gesù avrebbe
i confini di Giuda. sopportato portando i peccati del mon-
2:7-8 Allora Erode, chiamati di nasco- do. I doni furono offerti da uomini stra-
sto i magi, si informò riguardo al tempo nieri e ciò richiama alla mente Is 60:6.
in cui la stella era apparsa per la prima Isaia aveva previsto che degli stranieri
volta. Tale segretezza rivelava la sua mal- sarebbero andati al Messia recando doni,
vagità: egli aveva bisogno di quell’infor- ma menzionò solamente l’oro e l’incen-
mazione se voleva trovare il bambino so: “…portando oro e incenso, e procla-
giusto. Per nascondere le sue vere inten- mando le lodi del SIGNORE”. Perché omise
zioni, inviò i magi a cercare il bambino la mirra? Perché Isaia alludeva al ritorno
pregandoli di fargli sapere se l’avessero di Cristo in potenza e gloria. Allora non
trovato. vi sarà più mirra per lui, poiché egli non
2:9 Quando i magi s’incamminarono, soffrirà più. Nel Vangelo di Matteo, inve-
la stella, che avevano vista in Oriente, ri- ce, è prevista la mirra, poiché qui si parla
apparve. Ciò significa che la stella non li della prima venuta di Gesù. In questo
aveva guidati lungo l’intero tragitto. Ma Vangelo vediamo le sofferenze di Cristo
ora li avrebbe guidati al luogo dov’era il laddove, nell’annuncio di Isaia, vediamo
bambino. la gloria che seguirà.
2:10 Qui si ricorda in modo particola- 2:12 I magi furono divinamente av-
re che i magi, quando videro la stella, si vertiti in sogno di non ripassare da Ero-
rallegrarono di grandissima gioia. Quei de e, prestato fede a tale avvertimento,
pagani avevano cercato Cristo con zelo, tornarono al loro paese per un’altra via.
Erode lo voleva uccidere, i sacerdoti e gli Tutti coloro che, con cuore sincero, in-
scribi erano (per il momento) indifferen- contrano Cristo, non tornano mai per la
ti e gli abitanti di Gerusalemme erano stessa via. Il vero incontro con Gesù tra-
preoccupati. Questi atteggiamenti erano sformerà tutta la loro vita.
presagi del modo in cui il Messia sarebbe
stato accolto. B. Giuseppe, Maria e Gesù fuggono
2:11 Entrati nella casa, i magi videro il in Egitto (2:13-15)
bambino con Maria, sua madre, e, pro- 2:13-14 Sul Signore pendette, fin dalla
stratisi, lo adorarono offrendogli doni nascita, una minaccia di morte. Certa-
preziosi: oro, incenso e mirra. Notiamo mente, egli era nato per morire, ma ciò
che essi videro Gesù con sua madre. Di sarebbe avvenuto solamente al tempo
norma, si dovrebbe menzionare prima stabilito. Chiunque cammina nella vo-
la madre e poi il bambino; tuttavia, que- lontà di Dio è immortale, finché non ha

21
MATTEO 2:15

compiuto la sua opera. Un angelo del Un grido si è udito in Rama,


Signore apparve in sogno a Giuseppe e un pianto e un lamento grande:
lo avvertì di fuggire con la sua famiglia Rachele piange i suoi figli
in Egitto. Erode era pronto a portare a e rifiuta di essere consolata,
termine la propria missione di distru- perché non sono più (Gr 31:15).
zione; a causa della sua ira, Giuseppe e
la sua famiglia diventarono profughi. Nella profezia, Rachele rappresenta la
Non sappiamo per quanto tempo ri- nazione d’Israele. Il lutto della nazione è
masero in Egitto, ma soltanto che pote- personificato in Rachele, che fu seppel-
rono rimpatriare unicamente dopo la lita a Rama (località presso Betlemme,
morte di Erode. dove il massacro ebbe luogo). Poiché i
2:15 In questo modo un’altra profezia genitori dei piccoli uccisi passavano, in
dell’A.T. assumeva un nuovo significato. lutto, davanti alla sua tomba, Rachele
Dio aveva detto per mezzo del profeta è descritta come se piangesse con loro.
Osea: Fuori d’Egitto chiamai mio figlio Nell’intento di eliminare il suo giovane
(Os 11:1). Nel contesto originario, con rivale, Erode non raggiunse altro scopo
tale espressione si alludeva alla libe- che la menzione di disonore negli annali
razione d’Israele dall’Egitto all’epoca dell’infamia.
dell’esodo; nondimeno, essa poteva an-
che essere interpretata diversamente: D. Giuseppe, Maria e Gesù si
in tal modo, la storia del Messia si iden- stabiliscono a Nazaret (2:19-23)
tificava con quella d’Israele. La profezia 2:19-23 Dopo la morte di Erode, un
si adempì nella vita di Cristo allorché, angelo del Signore avvertì Giuseppe
dall’Egitto, ritornò in Israele. che gli era possibile ritornare a casa.
Quando il Signore ritornerà per re- Ma quando raggiunse il paese d’Israe-
gnare con giustizia, l’Egitto sarà uno dei le, Giuseppe udì che il figlio di Erode,
paesi che godranno delle benedizioni Archelao, era succeduto al padre come
del millennio (vd. Is 19:21-25; So 3:9-10; re di Giudea. Giuseppe esitava a inol-
Sl 68:31). Perché questo paese, nemico trarsi in quel territorio e, dopo che i
storico d’Israele, sarà così privilegiato? suoi timori furono confermati da Dio
Potrebbe forse essere un segno della ri- in sogno, si diresse a nord, nella regio-
conoscenza divina per aver offerto asilo ne della Galilea, e si stabilì a Nazaret.
al Signore Gesù? Per la quarta volta in questo capi-
tolo, Matteo ci fa notare l’attuazione
di una profezia. Pur non citandoli per
C. Erode fa uccidere i bambini nome, egli afferma che i profeti aveva-
di Betlemme (2:16-18) no annunciato che il Messia sarebbe
2:16 Quando capì che i magi non sa- stato chiamato Nazareno. Nessun ver-
rebbero ritornati, Erode si rese conto setto dell’A.T. lo dichiara apertamen-
di essere stato beffato nel suo piano di te, ma molti studiosi ipotizzano che
trovare il giovane Re. Con assurdo fu- Matteo si richiamasse a Is 11:1: “Poi
rore, ordinò di uccidere tutti i maschi un ramo uscirà dal tronco d’Isai, e un
che erano in Betlemme e in tutto il suo rampollo spunterà dalle sue radici”. Il
territorio dall’età di due anni in giù. Per termine ebraico tradotto con “ramo” è
quanto riguarda il numero dei bambini netzer (donde, per assonanza, Nazare-
uccisi, le stime differiscono; è impro- no) ma il nesso sembra alquanto vago.
babile, comunque, che il numero delle Una spiegazione più probabile è che
piccole vittime fosse nell’ordine delle l’appellativo facesse riferimento a un
centinaia. abitante di Nazaret, città disdegnata
2:17-18 Il grido che seguì l’assassinio dal resto del popolo. A tale proposito,
dei bambini fu l’adempimento delle pa- Natanaele espresse denigrazione con
role del profeta Geremia: la proverbiale domanda: “Può forse

22
MATTEO 3:1-2

venir qualcosa di buono da Nazaret?” ma non avrebbe potuto, né voluto, re-


(Gv 1:46). Il disprezzo verso questa cit- gnare su degli uomini attaccati ai loro
tà “insignificante” ricadeva anche sui peccati. Il popolo doveva invertire la rot-
suoi abitanti. Tale è, verosimilmente, ta, confessare e abbandonare il peccato:
il significato dell’espressione egli sa- Dio lo chiamava dal regno delle tenebre
rebbe stato chiamato Nazareno di cui al regno dei cieli.
al v. 23: essa significa che Gesù sarebbe
stato trattato con disprezzo. Dunque, IL REGNO DEI CIELI
anche se non esistesse alcuna profe-
zia riguardo a tale appellativo di Gesù, Nel v. 2 troviamo, per la prima volta, la
ne esiste tuttavia una in cui si afferma locuzione “regno dei cieli” che, in que-
che egli sarebbe stato “disprezzato e sto Vangelo, compare trentadue volte.
abbandonato dagli uomini” (Is 53:3). Poiché non è possibile comprendere
Un’altra profezia rivela che sarebbe bene Matteo senza aver afferrato que-
stato “un verme e non un uomo, l’in- sto concetto, conviene, a questo punto,
famia degli uomini, e il disprezzato darne una breve spiegazione.
dal popolo” (Sl 22:6). Sebbene i profeti Il regno dei cieli è l’ambito in cui il do-
non avessero usato le parole esatte che minio di Dio è riconosciuto. Il termine
troviamo nel v. 23, indiscutibilmente è “cieli” si riferisce a Dio. Lo vediamo in
questo il senso di tali profezie. Da 4:25, in cui si afferma che “l’Altissi-
Incredibile a dirsi, quando il Dio on- mo” domina sul regno degli uomini. Nel
nipotente venne sulla terra gli fu dato versetto seguente si dichiara che tale do-
un soprannome vergognoso. Chi lo se- minio appartiene al “cielo”. Dovunque
gue ha il privilegio di portare il suo ob- gli uomini si sottomettano al dominio di
brobrio (vd. Eb 13:13). Dio, là è il regno dei cieli.
Due sono gli aspetti del regno dei cieli.
III. PREPARAZIONE E INIZIO In senso più ampio, esso include chiun-
DEL MINISTERO DEL MESSIA que professi di riconoscere Dio come
(capp. 3–4) sovrano supremo; in senso più stretto,
esso include solamente quelli che sono
A. Giovanni il battista prepara veramente convertiti. Possiamo illustrare
la via (3:1-12) questo principio con l’immagine di due
Tra gli eventi di cui ai capp. 2 e 3 si cerchi concentrici.
frappone un intervallo di ventotto o
ventinove anni, di cui Matteo non par-
la. Durante questo periodo, Gesù visse Realtà
a Nazaret preparandosi per l’opera che esteriore
doveva compiere. In quegli anni non
fece miracoli, tuttavia Dio si compiace-
va di lui (vd. Mt 3:17). Questo capitolo
ci porta sulla soglia del suo ministero Realtà
pubblico. interiore
3:1-2 Giovanni il battista era di sei me-
si più anziano del cugino Gesù (vd. Lu
1:26, 36) ed entrò nella storia come pre-
cursore del Re d’Israele. Il suo incon-
sueto campo d’azione fu il deserto della
Giudea, una regione arida che si esten-
deva da Gerusalemme fino al Giordano.
Questo era il messaggio di Giovanni: Il cerchio grande, esterno, è la sfera
Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è della professione di fede; essa compren-
vicino. Il Re sarebbe comparso presto, de tutti gli individui che sono veramente

23
MATTEO 3

sudditi del Re, ma anche coloro che sem- Gesù apparve circondato dalla gloria
plicemente dichiarano di essergli fedeli. del suo regno futuro (vd. Mt 17:1-8).
Ne troviamo la dimostrazione nelle pa- Fu proprio richiamandosi a questa
rabole del seminatore (vd. Mt 13:3-9), del [quarta] fase che Gesù annunciò, in
granello di senape (vd. Mt 13:31-32) e del Mt 8:11: “...molti verranno da Oriente
lievito (vd. Mt 13:33). Il cerchio piccolo, e da Occidente e si metteranno a ta-
interno, racchiude solamente quanti so- vola con Abraamo, Isacco e Giacob-
no “nati di nuovo” mediante la fede nel be nel regno dei cieli”.
Signore Gesù Cristo. Soltanto i convertiti 5. La fase finale sarà il regno eterno.
possono entrare nella parte più interna Esso è definito, in 2 P 1:11, il “regno
del regno dei cieli (vd. Mt 18:3). eterno del nostro Signore e Salvatore
Se raccogliamo tutti i riferimenti al Gesù Cristo”.
regno dei cieli presenti nella Bibbia, L’espressione “regno dei cieli” com-
possiamo percorrere le cinque succes- pare solamente nel Vangelo di Matteo,
sive fasi del suo sviluppo storico. ma la locuzione “regno di Dio” ricorre
1. Il regno fu predetto nell’A.T. Daniele in tutti i quattro vangeli. In pratica non
preannunciò che Dio avrebbe fatto vi è alcuna differenza tra le due espres-
sorgere un regno che non sarebbe sioni, poiché entrambi i “regni” sono
mai stato distrutto, né sarebbe cadu- descritti in modo analogo. Per esempio,
to sotto il dominio di un altro popolo in Mt 19:23, Gesù sentenzia che diffi-
(vd. Da 2:44). Egli previde altresì che cilmente un ricco entrerà nel regno dei
Cristo sarebbe venuto per regnare cieli. Sia Marco (vd. Mr 10:23) sia Luca
ovunque e per sempre (vd. Da 7:13- (vd. Lu18:24) scrivono che Gesù fece la
14; inoltre vd. Gr 23:5-6). medesima affermazione anche a pro-
2. Giovanni il battista, Gesù e i dodici di- posito del regno di Dio (inoltre vd. Mt
scepoli lo definirono un regno vicino 19:24, dov’è usata l’espressione “regno
(vd. Mt 3:2; 4:17; 10:7). In Mt 12:28 Ge- di Dio” in un contesto simile).
sù osservò: “Ma se è con l’aiuto dello Come abbiamo già spiegato, il regno
Spirito di Dio che io scaccio i demòni, dei cieli presenta una realtà esteriore
è dunque giunto fino a voi il regno di e una interiore. Poiché ciò vale anche
Dio”. In Lu 17:21 dichiarò: “…perché, per il regno di Dio, le due espressioni
ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi”. si equivalgono. Anche il regno di Dio
Il regno era presente nella Persona comprende sia i veri sia i falsi credenti:
del Re. Come vedremo in seguito, le lo dimostrano le parabole del semi-
espressioni “regno di Dio” e “regno natore (vd. Lu 8:4-10), del granello di
dei cieli” sono alternabili. senape (vd. Lu 13:18-19) e del lievito
3. Il regno assume un aspetto tempora- (vd. Lu 13:20-21). Nella sua realtà inte-
neo. Dopo essere stato respinto dalla riore, invece, il regno di Dio può essere
nazione d’Israele, il Re tornò in cie- raggiunto solamente da quanti sono
lo. Ora egli è assente, ma il suo regno nati di nuovo (vd. Gv 3:3, 5).
esiste nel cuore di tutti quelli che ac- Un’ultima precisazione: il regno non
cettano la sua signoria, i cui princi- è la chiesa. Il regno ebbe inizio quando
pi morali ed etici, compresi quelli Cristo cominciò il suo ministero pub-
magnificati nel sermone sul monte, blico; la chiesa, invece, nacque il gior-
sono tuttora validi per noi. Questo no della Pentecoste (vd. At 2). Il regno
aspetto temporaneo è delineato nel- continuerà sulla terra finché la terra
le parabole di Matteo 13. sarà distrutta; la chiesa rimarrà sulla
4. La quarta fase del regno potrebbe terra solo fino al rapimento (quando
essere chiamata la sua manifestazio- Cristo scenderà dal cielo e porterà via
ne. Si tratta del regno millenniale di con sé tutti i credenti, vd. 1 Te 4:13-18).
Cristo sulla terra, che fu preannun- In seguito la chiesa tornerà con Cristo,
ciato nella trasfigurazione allorché quando anch’egli tornerà, per regnare

24
MATTEO 3:10

con lui come sua Sposa. Attualmente, 3:5-6 La gente accorreva da Gerusa-
coloro che sono nella realtà interiore lemme, da tutta la Giudea e da tutta la
del regno sono anche nella chiesa. regione intorno al Giordano per ascol-
tarlo. Alcuni accettavano il suo mes-
3:3 Tornando ora al commento del saggio ed erano battezzati da lui nel
terzo capitolo del Vangelo di Matteo, fiume Giordano, dimostrando con ciò
osserviamo che il ministero prepara- di essere pronti a promettere fedeltà e
torio di Giovanni era stato profetizzato ubbidienza al Re che stava per venire.
da Isaia più di settecento anni prima: 3:7 Con i farisei e i sadducei le cose
erano ben diverse. Quando venivano
Voce di uno che grida nel deserto:
ad ascoltarlo, Giovanni sapeva che non
“Preparate la via del SIGNORE,
erano sinceri perché conosceva la loro
raddrizzate i suoi sentieri” (Is 40:3).
vera natura. I farisei professavano una
Giovanni era la voce. La nazione gran devozione alla legge, ma erano
d’Israele era, spiritualmente parlando, il intimamente corrotti, settari, ipocriti
deserto, arido e sterile. Giovanni esortò e presuntuosi. Per la società, i sadducei
il popolo a preparare la via del Signore, erano degli aristocratici. Sotto il profilo
ravvedendosi e abbandonando i propri religioso, costoro erano degli scettici e
peccati, e a raddrizzare i suoi sentieri, negavano dottrine fondamentali quali:
allontanando dalla propria vita tutto la resurrezione del corpo, l’esistenza
ciò che avrebbe potuto ostacolare il do- degli angeli, l’immortalità dell’anima
minio assoluto del Signore. e il castigo eterno. Giovanni definiva
3:4 La veste del battista era fatta di tutti costoro “razza di vipere”: essi fin-
pelo di cammello (non si trattava certa- gevano di voler scampare all’ira futura
mente del tessuto morbido e pregiato che ma non mostravano alcun segno di ve-
conosciamo oggi con tale nome, bensì di ro ravvedimento.
un tessuto rozzo e ruvido, tipico di un 3:8 Giovanni li esortava a dimostrare
uomo che viveva all’aperto). Giovanni la loro sincerità mediante frutti degni
indossava altresì anche una cintura di del ravvedimento. Il vero ravvedimen-
cuoio. Si tratta dello stesso tipo di abbi- to, come scrisse J.R. Miller, “non porta
gliamento indossato, a suo tempo, dal a niente se produce solo qualche lacri-
profeta Elia (vd. 2 R 1:8): tale riferimento muccia, una fitta di rincrescimento e
ai capi di vestiario serviva, probabilmen- un vago timore. Occorre abbandonare
te, per comunicare ai Giudei credenti i peccati di cui ci si pente e camminare
che la missione di Giovanni e quella di nelle vie nuove e incontaminate della
Elia erano simili (vd. Ml 4:5; Lu 1:17; Mt santità”.
11:14; 17:10-12). Giovanni si cibava di ca- 3:9 I Giudei non dovevano più consi-
vallette e… miele selvatico, cibo appena derare la loro discendenza da Abraamo
sufficiente per un uomo così impegnato come un passaporto per il cielo: la gra-
nel suo mandato e per il quale le normali zia della salvezza non si trasmette per
soddisfazioni e comodità della vita non nascita naturale. Dio sarebbe stato in
avevano più importanza. grado di trasformare le pietre del Gior-
L’incontro con Giovanni, uomo che dano in altrettanti figli di Abraamo,
non si curava affatto di ciò per cui la mediante un processo meno arduo
gente solitamente si affanna, doveva della conversione di farisei e sadducei.
essere un’esperienza che lasciava il se- 3:10 Affermando che la scure è po-
gno: la sua totale dedizione alle realtà sta alla radice degli alberi, Giovanni
spirituali avrebbe dovuto far luce sulla annunciava che sarebbe presto iniziata
povertà interiore di quanti lo ascolta- un’opera di giudizio divino. Con la sua
vano. La sua abnegazione costituiva venuta e la sua presenza, Cristo avreb-
un aspro rimprovero per un popolo co- be messo alla prova tutti gli uomini.
sì attaccato alle cose terrene. Quelli trovati senza frutto sarebbero

25
MATTEO 3:11-12

stati distrutti, proprio come un albero Subito dopo l’accenno al battesimo


che non dà frutto viene tagliato e get- di fuoco, Giovanni parla del giudizio.
tato nel fuoco. Il Signore è descritto come uno che
3:11-12 Nei vv. 7-10 Giovanni aveva usa un ventilabro per gettare in aria
parlato esclusivamente ai farisei e ai e spulare il grano trebbiato. Il grano
sadducei (vd. v. 7), ma ora si rivolgeva (i veri credenti) cade direttamente al
a tutti i presenti, sia ai veri sia ai falsi suolo ed è portato nel granaio. La pula
credenti, spiegando loro che c’era una (gli increduli) sarà sollevata dal vento,
notevole differenza tra il proprio mi- poi sarà raccolta e bruciata con fuoco
nistero e quello del Messia che presto inestinguibile. Il fuoco di cui al v. 12
sarebbe venuto. Giovanni battezzava rappresenta il giudizio e, giacché que-
con acqua, in vista del ravvedimento. sto versetto è un ampliamento del v. 11,
Ora, l’acqua era un segno cerimonia- è ragionevole concludere che il batte-
le e non era in grado di purificare; il simo con il fuoco sia un battesimo di
ravvedimento, benché sincero, non giudizio.
avrebbe condotto l’individuo alla pie-
na salvezza. Giovanni considerava il B. Giovanni battezza Gesù
proprio ministero un’opera propedeu- (3:13-17)
tica e incompleta. Il Messia avrebbe 3:13 Gesù percorse un centinaio di chi-
completamente messo in ombra Gio- lometri dalla Galilea al basso corso del
vanni: egli sarebbe stato più forte, più Giordano… per essere… battezzato da
degno di lui e la sua opera avrebbe Giovanni. Ciò indica l’importanza che
avuto una portata maggiore, poiché egli attribuiva a questa cerimonia; al-
egli avrebbe battezzato con lo Spirito trettanta importanza dovrebbero attri-
Santo e con il fuoco. buirle i seguaci di Cristo oggi.
Il battesimo con lo Spirito Santo è 3:14-15 Giovanni sapeva che Gesù
diverso dal battesimo con il fuoco. Il non aveva peccati di cui pentirsi, per-
primo è un battesimo di benedizione, ciò si oppose al suo battesimo: giu-
il secondo è un battesimo di giudizio. stamente egli sentiva di dovere, egli
Il primo avvenne in occasione della stesso, farsi battezzare da Gesù. Gesù
Pentecoste, laddove il secondo non non negò questo fatto, ma si limitò
è ancora avvenuto. Tutti coloro che a sollecitare il battesimo poiché es-
realmente credono nel Signore Gesù so era il mezzo adatto per adempiere
godono del primo battesimo, mentre ogni giustizia. Gesù sapeva di doversi
il secondo sarà il destino di tutti gli in- pienamente immedesimare, nel bat-
creduli. Il primo era riservato a quegli tesimo, con quegli Israeliti devoti che,
Israeliti il cui battesimo rappresentava ravvedutisi, erano colà convenuti per il
effettivamente il segno esteriore del battesimo di penitenza.
ravvedimento interiore; l’altro sareb- Ma c’è un significato ancora più pro-
be stato per i farisei, i sadducei e tutti fondo. Per Gesù il battesimo era un ri-
coloro che non manifestavano un vero tuale che simboleggiava il modo in cui
ravvedimento. avrebbe soddisfatto le giuste rivendi-
Secondo talune dottrine, il battesi- cazioni di Dio sui peccati dell’uomo. La
mo dello Spirito Santo e il battesimo del sua immersione rappresentava, dunque,
fuoco sarebbero concetti equivalenti: il battesimo nelle acque del giudizio di
l’espressione “battesimo con il fuoco” Dio sul Golgota e la sua emersione pre-
non potrebbe, infatti, richiamarsi alle annunciava la risurrezione. Con la pro-
lingue di fuoco che apparvero allor- pria morte e risurrezione, Gesù avrebbe
ché lo Spirito Santo discese alla Pente- soddisfatto i requisiti della giustizia di-
coste? Ora, alla luce del v. 12, in cui si vina e avrebbe procurato una base con-
identifica il fuoco con il giudizio, è pro- forme a giustizia per la giustificazione
babile che non sia affatto così. dei peccatori.

26
MATTEO 4:2-3

3:16-17 Appena uscito dall’acqua, Gesù non era in grado di cedervi?”. Se


Gesù vide lo Spirito di Dio scendere rispondiamo “sì”, ci troviamo di fronte
dal cielo come una colomba e venire al problema: “Come può Dio incarnato
su di lui. Come nell’A.T. le persone e le peccare?”.
cose destinate a scopi sacri erano con- Innanzi tutto, è importante ricorda-
sacrate con “l’olio per l’unzione sacra” re che Gesù Cristo è Dio e che Dio non
(vd. Es 30:25-30), così Gesù fu consa- può peccare. È vero che Gesù era anche
crato Messia dallo Spirito Santo. uomo, tuttavia la tesi secondo cui egli
Fu un evento benedetto che vide la avrebbe potuto peccare in quanto uo-
manifestazione delle tre Persone della mo, ma non in quanto Dio, è priva di
Trinità: il diletto Figlio era là presente, fondamento biblico. Gli autori del N.T.
lo Spirito Santo era sceso in forma di confermano in diverse occasioni la
colomba, mentre dai cieli si udì la vo- purezza di Cristo. Paolo scrive che egli
ce del Padre che pronunciò una bene- “non ha conosciuto peccato” (2 Co 5:21),
dizione su Gesù. Si trattò altresì di un Pietro afferma che egli “non commise
evento memorabile perché si udì la vo- peccato” (1 P 2:22) e Giovanni dichiara
ce di Dio citare le Scritture: Questo è il che “in lui non c’è peccato” (1 Gv 3:5).
mio diletto Figlio (vd. Sl 2:7), nel qua- Come noi, Gesù poteva essere ten-
le mi sono compiaciuto (vd. Is 42:1). tato dall’esterno: Satana gli si presentò
Questa è una delle tre occasioni in cui con proposte contrarie alla volontà di
il Padre parlò dal cielo per confermare Dio. Ma, a differenza di noi, Gesù non
la missione del suo unigenito Figlio (gli poteva essere tentato dall’interno: in
altri passi sono Mt 17:5 e Gv 12:28). lui non albergavano desideri o passioni
peccaminose. Inoltre non vi era nulla,
C. Satana tenta Gesù in lui, che potesse piegarsi alle sedu-
(4:1-11) zioni del diavolo (vd. Gv 14:30).
4:1 Può sembrare strano che Gesù fosse Anche se Gesù non era in grado di
condotto dallo Spirito a essere tentato peccare, la tentazione fu assolutamen-
da Satana. Perché mai lo Spirito Santo te reale. Probabilmente egli dovette af-
l’avrebbe costretto a un simile incontro? frontare le lusinghe del male, ma gli era
La risposta è che questa tentazione era moralmente impossibile cedergli. Egli
necessaria per dimostrare la sua ido- poteva fare soltanto ciò che vedeva fare
neità morale all’opera per la quale era dal Padre (vd. Gv 5:19) ed è inconce-
venuto nel mondo. Il primo Adamo ave- pibile che egli abbia mai visto il Padre
va dimostrato la propria inadeguatezza peccare. Non poteva far niente con la
quando aveva incontrato l’avversario propria autorità (vd. Gv 5:30) e il Padre
nel giardino in Eden. Qui l’ultimo Ada- non gli avrebbe mai concesso l’autoriz-
mo incontra il diavolo in un confronto zazione a cedere alla tentazione.
diretto da cui esce vincitore. Lo scopo della tentazione non era
Il verbo greco tradotto con “tentare” verificare se Gesù fosse in grado di
o “provare” ha due significati: 1° mette- peccare, ma dimostrare che, anche
re alla prova (vd. Gv 6:6; 2 Co 13:5; Eb sotto una pressione straordinaria, egli
11:17); 2° invitare a compiere il male. non poteva far altro che ubbidire alla
Lo Spirito Santo mise Cristo alla prova, Parola di Dio.
laddove il diavolo cercò di fargli com- 4:2-3 Dopo che ebbe digiunato qua-
piere il male. ranta giorni e quaranta notti, Gesù
C’è un mistero profondo nella tenta- ebbe fame (nella Scrittura, il numero
zione del Signore. Inevitabilmente ci si “quaranta” ricorre spesso in relazione
chiede: “Avrebbe potuto peccare?”. Se alle prove). Questo desiderio naturale
rispondiamo “no”, allora dobbiamo af- procurò al tentatore un vantaggio, di
frontare la domanda seguente: “Come cui molti gli avrebbero permesso di
poté trattarsi di una vera tentazione, se approfittare. Propose a Gesù di usare

27
MATTEO 4:4

il suo potere miracoloso per trasfor- per dimostrare di essere il Messia. Egli
mare le pietre del deserto in pani. Le avrebbe potuto ottenere la gloria sen-
parole con cui l’apostrofò, Se tu sei za soffrire; avrebbe potuto evitare la
Figlio di Dio, non indicano un dubbio, croce e possedere ugualmente il trono.
ma significano in realtà: “Poiché tu sei Ma un atto del genere sarebbe stato
il Figlio di Dio”. Satana allude, infatti, contrario alla volontà di Dio. Questa
alle parole che il Padre rivolse a Gesù tentazione è definita da Giovanni co-
al momento del battesimo: “Questo me “superbia della vita” (1 Gv 2:16) ed
è il mio diletto Figlio”. La costruzione è analoga a quella dell’albero “deside-
greca di tale periodo(2) presuppone che rabile per acquistare conoscenza” (Ge
l’affermazione sia vera: se ne deduce 3:6) nel giardino in Eden: entrambe
che Satana invitò Gesù a esercitare il costituivano un mezzo per ottenere
suo potere per sfamarsi. la gloria personale senza rispettare la
Soddisfare un desiderio naturale volontà di Dio. Ci troviamo di fronte
servendosi, dietro sollecitazione di a questa tentazione ogni qualvolta
Satana, del potere divino costituisce desideriamo acquistare importan-
una palese trasgressione nei confronti za, in ambito religioso, senza essere
di Dio. Implicitamente, il suggerimen- partecipi delle sofferenze di Cristo.
to di Satana richiama alla mente Ge Cerchiamo grandi cose per noi, ma
3:6 (“buono per nutrirsi”). Giovanni poi scappiamo a nasconderci quan-
definisce questa tentazione la “concu- do, sul nostro cammino, incontriamo
piscenza della carne” (1 Gv 2:16). La delle difficoltà. Quando ignoriamo la
tentazione corrispondente, nella no- volontà di Dio ed esaltiamo noi stessi,
stra vita, è vivere per la gratificazione noi tentiamo Dio.
dei desideri materiali e scegliere un 4:7 Gesù resistette un’altra volta
sentiero agevole, invece di cercare il re- all’attacco citando la Scrittura: È altre-
gno di Dio e la sua giustizia. Il diavolo sì scritto: “Non tentare il Signore Dio
ci ripete: “Devi pur vivere, no?”. tuo” (vd. De 6:16). Dio aveva promesso
4:4 Gesù rispose alla tentazione ci- di preservare il Messia a condizione
tando la Parola di Dio. L’esempio del che egli vivesse compiendo la volon-
Signore non ci insegna che dobbiamo tà divina. Pretendere il rispetto della
pur vivere, ma che dobbiamo ubbidire promessa con un atto di insubordina-
a Dio! Procurarsi il pane non è la cosa zione sarebbe stato come tentare Dio.
più importante nella vita: lo è, invece, Sarebbe giunto il momento in cui Ge-
l’ubbidienza a ogni parola… di Dio. sù avrebbe rivelato di essere il Messia
Gesù non aveva ricevuto dal Padre l’or- ma, prima, ci doveva essere la croce.
dine di trasformare le pietre in pane: L’altare del sacrificio doveva precede-
dunque, a prescindere dalla fame, non re il trono e la corona di spine doveva
volle agire di propria iniziativa e ubbi- venire prima della corona di gloria.
dire, così facendo, a Satana. Gesù avrebbe rispettato i tempi di Dio
4:5-6 La seconda tentazione avven- e avrebbe compiuto la volontà di Dio.
ne sul pinnacolo del tempio di Geru- 4:8-9 Nella terza tentazione, il
salemme. Qui il diavolo invitò Gesù a diavolo portò Gesù sopra un mon-
lanciarsi giù e a dimostrare, con tale te altissimo e gli mostrò tutti i regni
gesto spettacolare, di essere veramen- del mondo, offrendoglieli in cambio
te il Figlio di Dio. Neppure qui la con- della sua adorazione. Nonostante tale
giunzione introduttiva se indica un tentazione riguardasse l’adorazione,
dubbio, infatti Satana si richiama alla ossia una pratica spirituale, essa era
protezione promessa da Dio al Messia, comunque un tentativo di indurre il
di cui al Sl 91:11-12. Signore a ottenere il dominio sul mon-
Per Gesù si trattava della tentazione do mediante l’adorazione di Satana.
di compiere un’impresa sensazionale La ricompensa promessa, tutti i regni

28
MATTEO 4:17

del mondo con il loro splendore, face- La tentazione di Gesù ci insegna che
va appello alla “concupiscenza degli il diavolo può attaccare coloro che so-
occhi” (1 Gv 2:16). no guidati dallo Spirito Santo, ma non
In un certo senso, al momento pre- può nuocere a quelli che gli resistono
sente i regni del mondo appartengono con l’aiuto della Parola di Dio.
davvero al diavolo. Costui è, difatti,
definito il “dio di questo mondo” (2 Co D. Gesù inizia il suo ministero
4:4); inoltre, Giovanni spiega che “tutto in Galilea (4:12-17)
il mondo giace sotto il potere del mali- Il ministero di Gesù in Giudea durò
gno” (1 Gv 5:19). Quando Gesù ritorne- quasi un anno, ma Matteo non ne par-
rà come Re dei re (Ap 19:16), allora “il la. Lo racconta, invece, Giovanni nei
regno del mondo” (Ap 11:15) diventerà capp. 1−4. Tale periodo va inserito tra
suo. Gesù non avrebbe disatteso il di- Mt 4:11 e 4:12. Matteo ci porta diretta-
segno divino e, certamente, non avreb- mente dalla tentazione al ministero in
be adorato Satana! Galilea.
Per noi la tentazione è doppia: 1° ce- 4:12 Gesù, udito che Giovanni il
dere la nostra primogenitura spirituale battista era stato messo in prigione,
in cambio della gloria passeggera di riconobbe che questo era un segno
questo mondo; 2° adorare e servire la premonitore del rifiuto che egli stesso
creatura anziché il Creatore. avrebbe ricevuto. Respingendo il pre-
4:10 Per la terza volta Gesù resistette cursore del Re, il popolo respingeva,
alla tentazione citando l’A.T.: Adora il in pratica, il Re stesso. Ma non fu per
Signore Dio tuo e a lui solo rendi il cul- timore che egli si spostò a nord, in
to. L’adorazione e il servizio spettano a Galilea . In realtà, egli si diresse pro-
Dio solo; adorare Satana significhereb- prio nel cuore del regno di Erode, il re
be riconoscerlo come Dio. che aveva appena fatto imprigionare
Nel Vangelo di Matteo l’ordine in cui Giovanni. Recandosi nella Galilea pa-
si presentano le tentazioni è diverso gana, Gesù dimostrò che al rifiuto dei
da quello riportato nel Vangelo di Luca Giudei sarebbe conseguita la predica-
(cfr. 4:1-13). Alcuni hanno ipotizzato che zione del vangelo ai pagani stessi.
l’ordine riportato da Matteo corrisponda 4:13 Gesù rimase a Nazaret finché i
all’ordine delle tentazioni d’Israele nel fedeli della sinagoga non cercarono di
deserto (vd. Es 16–17; 32). La reazione di ucciderlo per aver proclamato la sal-
Gesù di fronte alle difficoltà fu esatta- vezza per gli stranieri (vd. Lu 4:16-30).
mente opposta a quella d’Israele. Quindi si recò a Capernaum, sul mare
4:11 Dopo che Gesù ebbe respinto, di Galilea, una zona un tempo popola-
con successo, le tentazioni di Satana, il ta dalle tribù di Zabulon e di Neftali.
diavolo lo lasciò. Le tentazioni non si Da quel momento Capernaum diventò
susseguono regolarmente, bensì si pre- la sua “base operativa”.
sentano a intervalli. “Quando l’avversa- 4:14-16 Il trasferimento di Gesù in
rio verrà come una fiumana, lo spirito Galilea fu l’adempimento della profe-
del SIGNORE lo metterà in fuga” (Is 59:19): zia di Isaia (Is 8:23–9:1). I pagani che
quale incoraggiamento per i santi di Dio abitavano nella Galilea , ignoranti e
che si trovano nella prova! superstiziosi, videro una gran luce,
Leggiamo ora che gli angeli si avvi- vale a dire Cristo, la luce del mondo.
cinarono a lui e lo servivano, ma non 4:17 Da quel tempo Gesù riprese il
vi è alcuna delucidazione riguardo messaggio che Giovanni aveva predi-
a tale aiuto soprannaturale. Proba- cato: Ravvedetevi, perché il regno dei
bilmente degli angeli procurarono a cieli è vicino. Si trattava di un nuovo
Gesù il nutrimento materiale che egli richiamo al rinnovamento morale in
aveva rifiutato di procurarsi assecon- vista del suo regno. Il regno era vicino
dando le suggestioni di Satana. nel senso che il Re era presente.

29
MATTEO 4:18-19

E. Gesù chiama quattro pescatori Dio nelle… sinagoghe ; 2° predicava il


(4:18-22) vangelo del regno ; 3° guariva i malati.
4:18-19 In realtà questa è la seconda Fra gli obiettivi dei miracoli di gua-
volta che Gesù chiama Pietro e An- rigione vi era quello di legittimare la
drea. In Gv 1:35-42 Gesù li aveva chia- persona e il ministero di Gesù (vd. Eb
mati alla salvezza; qui li chiama al 2:3-4). I capp. 5–7 costituiscono un
servizio. La prima chiamata era avve- esempio del ministero di insegnamen-
nuta in Giudea; questa, invece, in Ga- to laddove, nei capp. 8–9, si dà ampio
lilea. Pietro e Andrea erano pescatori, spazio ai miracoli.
ma Gesù li chiamò a essere pescatori 4:23 Viene qui usata, per la prima
di uomini. Il loro impegno era seguire volta nel N.T., la parola vangelo. Il ter-
Cristo ed egli si sarebbe occupato di mine significa “buona notizia della
fare di loro degli abili pescatori. Nella salvezza”. In ogni epoca della storia del
sequela di Cristo, essi non dovevano mondo è esistito un solo vangelo, una
limitarsi a rimanere fisicamente vicini sola via di salvezza.
a lui, ma dovevano altresì prenderne a
modello la personalità. Il loro ministe- IL VANGELO
ro doveva fondarsi su un buon nome:
ciò che essi erano avrebbe contato più Il vangelo scaturisce dalla grazia di Dio
di ciò che dicevano o facevano. Anche (vd. Ef 2:8). Ciò significa che Dio dona
noi, come Pietro e Andrea, dobbiamo liberamente la vita eterna agli indegni
resistere alla tentazione di surrogare peccatori.
la vera spiritualità con l’eloquenza, Il vangelo è fondato sull’opera di Cri-
con la nostra personalità o con i ra- sto sulla croce (vd. 1 Co 15:1-4). Il Salva-
gionamenti arguti. Seguendo Cristo, tore portò a compimento tutto ciò che la
il discepolo impara ad andare dove giustizia divina richiedeva, permettendo
nuotano i pesci, a usare l’esca giusta, a a Dio di giustificare i peccatori che si
sopportare disagi e scomodità, a esse- convertono. I credenti dell’A.T. furono
re paziente e a tenersi nell’ombra. salvati per mezzo dell’opera di Cristo,
4:20 Pietro e Andrea udirono la chia- benché essa dovesse ancora realizzarsi.
mata e risposero subito. Con vera fede Probabilmente essi non sapevano molto
lasciarono le reti e con vero impegno riguardo al Messia, ma Dio decise di ac-
seguirono Gesù. creditare loro i meriti dell’opera di Cristo
4:21-22 La chiamata successiva (in un certo senso, costoro furono reden-
fu rivolta a Giacomo… e Giovanni . ti “sulla fiducia”). Anche noi siamo salva-
Anch’essi diventarono subito discepo- ti per mezzo dell’opera di Cristo ma, nel
li di Gesù. Lasciando non solo i mezzi nostro caso, l’opera è già stata compiuta.
di sostentamento, ma anche il loro Il vangelo della salvezza si riceve
padre, riconobbero la preminenza di unicamente mediante la fede (vd. Ef
Gesù su qualsiasi legame terreno. 2:8). Nell’A.T. la salvezza si otteneva
Rispondendo alla chiamata di Cri- mediante la fede totale nella legge e
sto, questi pescatori diventarono figu- nelle profezie che provenivano da Dio.
re di spicco nell’evangelizzazione del Nell’era della chiesa la salvezza si ot-
mondo. Se essi fossero rimasti alle loro tiene, invece, mediante la fede nella
reti, non avremmo mai udito parlare testimonianza di Dio riguardo all’uni-
di loro. Tutta la differenza sta nell’aver ca via di salvezza: suo Figlio (vd. 1 Gv
riconosciuto la signoria di Cristo. 5:11-12). L’obiettivo finale del vangelo
è il raggiungimento della patria cele-
F. Gesù opera molte guarigioni ste. Noi abbiamo la speranza di tra-
(4:23-25) scorrere l’eternità in cielo (vd. 2 Co
Tre erano gli aspetti del ministero del 5:6-10) proprio come l’ebbero i santi
Signore Gesù: 1° insegnava la Parola di dell’A.T. (vd. Eb 11:10, 14-16).

30
MATTEO 5:3

Esiste un solo vangelo; nondimeno, redenti. Esso serviva a comunicare ai


esso presenta aspetti diversi in momen- discepoli (vd. 5:1-2) la costituzione o il
ti diversi, quali l’aspetto del vangelo sistema di leggi e di principi che i sud-
del regno e l’aspetto del vangelo della diti del Re dovevano rispettare. Il ser-
grazia di Dio. Il vangelo del regno dice: mone è destinato, ieri, oggi e sempre,
“Ravvedetevi e ricevete il Messia; così a tutti coloro che riconoscono Cristo
entrerete nel suo regno quando sarà sta- come Re. Quando Cristo era sulla ter-
bilito sulla terra”. Il vangelo della grazia ra, il sermone era rivolto direttamente
dice: “Ravvedetevi e ricevete Cristo; poi ai suoi discepoli. Ora che il Signore re-
sarete rapiti per incontrarlo e per vivere gna nei cieli, è indirizzato a tutti quelli
per sempre con lui”. In fondo si tratta che, nel loro cuore, l’hanno incoronato
dello stesso vangelo, ossia la salvezza Re. Ed infine sarà il codice di compor-
per grazia mediante la fede, ma i suoi tamento dei seguaci di Cristo durante
diversi aspetti dimostrano che Dio lo la tribolazione e durante il suo regno
amministra differentemente secondo le sulla terra.
varie dispensazioni che formano il suo Il sermone ha una chiara impronta
progetto. giudaica, come deduciamo dai rife-
Quando predicava il vangelo del rimenti al sinedrio (5:22), all’altare
regno, Gesù annunciava la propria ve- (5:23-24) e a Gerusalemme (5:35). Ma
nuta come Re dei Giudei e indicava le non sarebbe corretto affermare che il
condizioni che regolano l’ingresso nel suo insegnamento ha valore esclusiva-
suo regno, del quale i suoi miracoli mente per gli Israeliti credenti, del pas-
mostravano la natura etica.(3) sato o del futuro; in realtà esso è valido
per tutti coloro che, in tutte le epoche,
4:24-25 La sua fama si sparse per riconoscono Gesù Cristo come Re.
tutta la Siria (la regione a nord e a nor-
dest d’Israele). Quando Gesù li toccava, A. Le beatitudini
tutti i malati… indemoniati e disabili (5:1-12)
guarivano. Gente proveniente dalla 5:1-2 Il sermone inizia con le beatitudi-
Galilea, dalla Decapoli (confederazio- ni, o benedizioni, e delinea il cittadino
ne di dieci città pagane a est del Gior- ideale del regno di Cristo. Le qualità qui
dano), da Gerusalemme, dalla Giudea descritte e apprezzate sono opposte a
e da oltre il Giordano veniva a lui in quelle che il mondo approva. A.W. To-
massa. B.B. Warfield commenta: “Per zer osserva: “All’individuo poco esperto
un breve periodo, la malattia e la mor- della natura umana si potrebbe offrire
te sparirono quasi del tutto da quella un ritratto abbastanza preciso in pro-
regione”. Non c’è da meravigliarsi se la posito prendendo le beatitudini evan-
gente si stupiva delle notizie che arri- geliche e ribaltandole: ‘Ecco, guarda
vavano dalla Galilea! com’è, in realtà, il genere umano!’”.
5:3 Beati i poveri in spirito. Questa
IV. COSTITUZIONE DEL REGNO è la prima beatitudine. L’espressione i
(capp. 5–7) poveri in spirito non indica una dispo-
sizione naturale, bensì una scelta e una
Non a caso, il sermone sul monte è ri- disciplina deliberate. I poveri in spirito
portato praticamente all’inizio del N.T.: sono coloro che riconoscono la propria
tale posizione ne indica l’importanza. debolezza e confidano nell’onnipo-
Qui il Re spiega ciò che si aspetta dai tenza di Dio. Costoro avvertono il loro
suoi sudditi, nel carattere come nel bisogno spirituale e trovano soddisfa-
comportamento. zione nel Signore. Il regno dei cieli, do-
Questo discorso non è una presenta- ve l’autosufficienza e l’autoesaltazione
zione del piano di salvezza e il suo con- non sono virtù, appartiene a questo
tenuto non riguarda gli individui non tipo di persone.

31
MATTEO 5:4

5:4 Beati quelli che sono afflitti, spegnere, una fame che deve nutrirsi
perché li aspetta un giorno di conso- di Cristo o morire”. Nel regno futuro di
lazione. Non si tratta qui di un rife- Cristo essi saranno totalmente esaudi-
rimento alle afflizioni causate dalle ti: saranno saziati, poiché regnerà la
vicissitudini della vita, bensì alle sof- giustizia e l’esercizio dei più alti princi-
ferenze subite a causa della comu- pi morali subentrerà alla corruzione.
nione con il Signore Gesù. I credenti 5:7 Nel regno del Signore sono beati
soffrono perché portano, insieme a i misericordiosi, perché a loro mise-
Gesù, il dolore e il peccato del mon- ricordia sarà fatta. Essere misericor-
do. Tale sofferenza non racchiude diosi significa essere compassionevoli.
solamente il dolore per il proprio pec- Può altresì significare risparmiare al
cato, ma altresì il rammarico per la colpevole la punizione che si merita.
condizione spaventosa in cui versa il Ma in senso più ampio significa aiutare
mondo, per il suo rifiuto del Salvatore quanti si trovino nel bisogno e non ri-
e per il destino di quanti respingono escano a farcela da soli. Dio manifestò
la misericordia divina. Questi afflit- la sua misericordia risparmiandoci la
ti saranno consolati in quel giorno a punizione che avremmo meritato per
venire, allorché Dio “asciugherà ogni i nostri peccati e dimostrandoci il suo
lacrima dai loro occhi” (Ap 21:4). I cre- amore tramite l’opera di salvezza di
denti sono afflitti solamente in questa Cristo. Quando siamo compassionevo-
vita; per gli increduli, invece, l’affli- li, noi ci comportiamo come Dio.
zione di oggi è soltanto un assaggio Ai misericordiosi misericordia sarà
dei patimenti eterni. fatta. Qui Gesù non allude alla grazia
5:5 Beati i mansueti, perché ere- della salvezza, che Dio dona al pecca-
diteranno la terra . Questa è la terza tore credente: quella misericordia è un
beatitudine. Per natura queste perso- dono gratuito e incondizionato e non
ne sarebbero impulsive, capricciose e si basa sul carattere di una persona. Il
scortesi ma, poiché si sono adeguate Signore parla, piuttosto, della miseri-
deliberatamente al carattere di Cristo, cordia di cui, ogni giorno, il credente
esse diventano mansuete e umili di ha bisogno e della misericordia neces-
cuore (cfr. Mt 11:29). La mansuetudi- saria per quel giorno futuro, allorché
ne comporta l’accettazione dell’umiltà l’operato di ciascuno sarà messo in
della propria condizione. Le persone luce (vd. 1 Co 3:12-15). Chi non si sarà
mansuete sono serene e tranquille dimostrato misericordioso, non riceve-
quando perorano la propria causa, ma rà misericordia: ciò significa che la sua
possono diventare leoni per la causa di ricompensa diminuirà in proporzione.
Dio o per difendere gli altri. 5:8 Per i puri di cuore vi è la pro-
I mansueti non ereditano ora la ter- messa che essi vedranno Dio. Le
ra; piuttosto, essi ereditano sopraffa- motivazioni alla base della condotta
zione e privazione. Ma erediteranno dell’individuo di cuore puro sono lim-
letteralmente la terra quando Cristo, pide: i suoi pensieri sono santi e la sua
il Re, regnerà per mille anni in pace e coscienza è pulita. L’espressione ve-
prosperità. dranno Dio può essere interpretata in
5:6 Beati quelli che sono affamati e diversi modi. In primo luogo, mediante
assetati di giustizia, cui sono promessi la comunione nella Parola e nello Spiri-
appagamento e sazietà. Costoro prati- to, i puri di cuore vedono Dio sin d’ora.
cano la giustizia nella propria vita, esi- In secondo luogo, costoro hanno tal-
gono onestà, integrità e giustizia nella volta un’apparizione, o visione sopran-
società e cercano una santità pratica naturale, del Signore. In terzo luogo,
nella chiesa. Come coloro di cui Gama- vedranno Dio nella Persona di Gesù,
liel Bradford scrisse, essi hanno “una quando egli ritornerà. Infine, vedran-
sete che nessuna fonte in terra può no Dio nell’eternità.

32
MATTEO 5:13

5:9 C’è una beatitudine anche per persecuzione. Tutti quelli che ne imi-
coloro che si adoperano per la pace, tano coraggio e lealtà condividono con
perché saranno chiamati figli di Dio. loro la loro gioia del presente e l’esalta-
Notiamo che il Signore non allude a zione futura.
persone pacifiche o che amano la pace. Le beatitudini presentano il ritratto
Egli fa specifico riferimento, invece, a del cittadino ideale del regno di Cristo.
coloro che si impegnano attivamente Notiamo come siano messi in eviden-
per la pace. L’atteggiamento naturale za i termini giustizia (v. 6), pace (v. 9) e
sarebbe quello di “non immischiarsi”, gioia (rallegratevi, v. 12). Probabilmen-
laddove la condotta secondo Dio impo- te Paolo aveva in mente questo brano
ne di intervenire attivamente per met- quando scrisse: “perché il regno di Dio
tere pace, anche se ciò significa essere non consiste in vivanda né in bevanda,
maltrattati o ingiuriati. ma è giustizia, pace e gioia nello Spirito
I mediatori di pace saranno chiama- Santo” (Ro 14:17).
ti figli di Dio. Qui non si allude al modo
in cui si diventa figli di Dio (ciò avviene B. I credenti sono sale e luce
solamente accettando Cristo come Sal- (5:13-16)
vatore; vd. Gv 1:12), bensì si chiarisce 5:13 Gesù paragonò i suoi discepoli al
il fatto che, adoperandosi per la pace, sale : essi dovevano essere, per il mon-
i credenti dimostrano di essere figli di do, ciò che il sale è per la vita quotidia-
Dio e si annuncia che Dio, un giorno, na. Il sale insaporisce il cibo, contrasta
li riconoscerà come membri della sua il deterioramento, provoca la sete ed
famiglia. esalta i sapori; allo stesso modo, i suoi
5:10 Beati coloro che sono perse- discepoli dovevano “insaporire” la so-
guitati non per le loro colpe, ma per cietà umana, servire da conservante e
motivo di giustizia. Il regno dei cieli è indurre gli altri a desiderare la giusti-
promesso ai credenti che soffrono per zia descritta nei versetti precedenti.
aver agito giustamente. La loro integri- Se il sale diventa insipido, come
tà condanna il mondo empio e ne pro- può riacquistare il suo sapore? Non c’è
voca l’ostilità: gli uomini odiano chi modo di ridargli il suo gusto genuino
conduce una vita retta perché la retta e naturale. Una volta perso sapore, il
condotta non fa altro che mettere in ri- sale non è più buono a nulla ed è get-
salto la loro iniquità. tato via. Il commento di Albert Barnes
5:11 L’ultima beatitudine sembra es- su questo versetto lo chiarisce bene:
sere una ripetizione della precedente. Il sale che si usa oggi nel nostro paese
Invece c’è una differenza. Nel versetto è un composto chimico: se perde la
precedente si parla di chi è perseguita- sua salinità, o il suo sapore, non resta
to “per motivo di giustizia”; qui, inve- più neppure il sale. Nei paesi orienta-
ce, la persecuzione avviene a causa di li, invece, il sale usato conteneva del-
Gesù: per causa mia. Il Signore sape- le impurità, mischiato com’era a so-
va che i suoi discepoli sarebbero stati stanze vegetali e minerali, cosicché
maltrattati perché erano legati a lui e poteva perdere tutta la sua salinità
gli erano fedeli. La storia lo conferma: pur rimanendo sale (benché privo
fin dall’inizio il mondo ha perseguita- di sapore). Una volta perso il sapo-
to, imprigionato e assassinato i seguaci re, quel sale non serviva a nulla se
di Gesù. non, com’è detto in questo versetto,
5:12 Soffrire per amore di Cristo è a essere sparso sui sentieri o strade,
un privilegio che dovrebbe riempirci come noi facciamo con la ghiaia. (4)
di gioia. Un premio… grande spetta Il discepolo ha un compito impor-
a coloro che, come i profeti, saranno tante: essere il sale della terra, met-
perseguitati. Questi portavoce di Dio tendo in pratica le istruzioni per il
dell’A.T. rimasero fedeli nonostante la discepolato presentate nelle beatitudi-

33
MATTEO 5:14

ni e in ogni altra parte del sermone. Se lettera più piccola dell’alfabeto ebraico;
non riuscirà a manifestare questa real- l’apice è paragonabile al taglio della
tà spirituale nella sua vita, la testimo- “t” o al puntino sulla “i”. Gesù credeva
nianza del discepolo sarà calpestata nell’ispirazione testuale della Bibbia,
dagli uomini. Il mondo mostra soltanto anche riguardo ai particolari apparen-
disprezzo per i credenti infedeli. temente insignificanti. Nella Scrittura
5:14 Gesù definiva i credenti la luce non vi è nulla, neppure il più piccolo dei
del mondo. Anche di se stesso diceva: caratteri, che non abbia un significato.
“Io sono la luce del mondo” (Gv 8:12; È importante osservare che Gesù
12:35-36, 46). Il rapporto fra queste non disse che la legge non sarebbe mai
due affermazioni è che Gesù è la fonte passata, bensì che essa non sarebbe
della luce, laddove i credenti ne sono passata senza che tutto fosse adem-
il riflesso. Il loro compito è risplendere piuto. Tale distinzione comporta delle
per lui, proprio come la luna riflette lo implicazioni per il credente di oggi:
splendore del sole. poiché il rapporto del credente con la
Il credente è simile a una città posta legge è piuttosto complesso, riteniamo
sopra un monte : essa si trova in posi- indispensabile riassumere l’insegna-
zione elevata rispetto al paesaggio cir- mento biblico in merito.
costante e risplende nell’oscurità. Allo
stesso modo, la vita di chi ottempera IL RAPPORTO DEL CREDENTE CON
all’insegnamento di Cristo non può LA LEGGE
essere nascosta.
5:15-16 Non si accende una lampa- La legge è il sistema di ordinamenti che
da per metterla sotto un recipiente; Dio diede al popolo d’Israele per mezzo
anzi, la si mette sul candeliere ed essa di Mosè. L’intera legge si trova in Esodo
fa luce a tutti quelli che sono in casa. 20−31, Levitico e Deuteronomio, anche
Gesù non vuole che conserviamo gelo- se, nella sua essenza, è contenuta nei
samente la luce del suo insegnamento dieci comandamenti.
per noi, bensì che la condividiamo La legge non fu data come mezzo
con gli altri: dobbiamo far risplende- di salvezza (vd. At 13:39; Ro 3:20a; Ga
re la nostra luce in modo che, quando 2:16, 21; 3:11), ma aveva il compito di
vedono le nostre buone opere, gli uo- mostrare agli uomini la loro condi-
mini glorifichino il Padre nostro che è zione di peccato (vd. Ro 3:20b; 5:20;
nei cieli. Qui Gesù spiega come si rea- 7:7; 1 Co 15:56; Ga 3:19) e di condurli
lizza il ministero cristiano. La vita in successivamente a Dio affinché accet-
cui Cristo si manifesta parla più forte tassero la sua salvezza misericordio-
e con maggiore efficacia delle parole. sa. La legge era destinata alla nazione
d’Israele, ma i principi morali in essa
C. Cristo porta a compimento contenuti sono validi per gli uomini di
la legge (5:17-20) tutte le epoche (vd. Ro 2:14-15). Con la
5:17-18 La maggior parte dei capi rivo- legge Dio mise alla prova il suo popo-
luzionari spezza tutti i legami con il lo in rappresentanza di tutto il genere
passato e non riconosce l’ordine costi- umano: la colpevolezza d’Israele dimo-
tuito tradizionale. Non così il Signore strò la colpevolezza del mondo intero
Gesù: egli onorò la legge di Mosè e in- (vd. Ro 3:19).
segnò che essa doveva essere portata a La legge prevedeva la pena di mor-
compimento. Gesù non era venuto per te (Ga 3:10)e la mancata osservanza
abolire la legge o i profeti, ma per por- di un singolo precetto era considera-
tare a compimento. Ribadì, in modo ta come una trasgressione di tutta la
inequivocabile, che non uno iota o un legge (vd. Gm 2:10). Poiché avevano
apice della legge sarebbe passato sen- trasgredito la legge, gli uomini erano
za essere adempiuto. Lo iota, o yod, è la sotto la maledizione della morte.

34
MATTEO 5:19

La giustizia e la santità di Dio esi- della giustizia da parte del popolo di


gevano l’espiazione della pena, ed è Dio (vd. 2 Ti 3:16b). L’unico comanda-
per questo motivo che Gesù è venuto mento non ribadito nel N.T. è quello
nel mondo: per scontare la pena con relativo al sabato: i credenti non sono
la propria morte. Benché fosse senza tenuti a osservare il Shabbath (ossia il
peccato, egli morì al posto dei tra- sabato, il settimo giorno della settima-
sgressori colpevoli. Non accantonò la na ebraica).
legge, dunque; anzi, adempì tutte le Il ministero della legge nei confronti
esigenze di legge, ottemperando alle degli individui non redenti non è ter-
sue rigide condizioni con la propria vi- minato: “Noi sappiamo che la legge è
ta e la propria morte. Il vangelo, dun- buona, se uno ne fa un uso legittimo”
que, non sopprime la legge, bensì la (1 Ti 1:8). Il suo uso legittimo consiste
conferma, mostrando in che modo le nel portare alla conoscenza del peccato
sue richieste siano state perfettamen- e, quindi, al ravvedimento. Ma la legge
te adempiute dall’opera redentrice di non è per coloro che sono già salvati:
Cristo. “la legge è fatta non per il giusto ma per
Perciò chi confida in Gesù non è più gl’iniqui…” (1 Ti 1:9).
sotto la legge, ma sotto la grazia (vd. Ro La giustizia che la legge esige si com-
6:14), essendo morto alla legge me- pie in coloro che camminano “non se-
diante l’opera di Cristo. La pena pre- condo la carne, ma secondo lo Spirito”
vista dalla legge deve essere scontata (Ro 8:4). In realtà, l’insegnamento che
una volta sola e, poiché Cristo l’ha già il Signore ha racchiuso nel sermone sul
scontata nella sua Persona, il credente monte stabilisce delle norme superiori
non è più tenuto a farlo. È in questo a quelle stabilite dalla legge. Per esem-
senso che la legge, per il credente, sva- pio, laddove la legge diceva: “Non ucci-
nisce (vd. 2 Co 3:7-11). La legge svolse dere”, Gesù disse: “Non odiare”. Così il
il compito di precettore (o pedagogo) sermone sul monte non solo mantiene
fino alla venuta di Cristo ma, dopo la “la legge e i profeti”, ma li amplia e li
salvezza, questo precettore non sareb- sviluppa.
be più servito (Ga 3:24-25).
Anche se il credente non è sotto la leg- 5:19 Tornando al sermone sul mon-
ge, ciò non significa, però, che sia senza te, notiamo che Gesù prevedeva una
legge. Ora egli è legato da un vincolo più naturale tendenza dell’uomo a sottova-
forte della legge, che è la legge di Cristo lutare i comandamenti di Dio. Poiché
(vd. 1 Co 9:21). Il suo comportamento i comandamenti sono di origine so-
non è più improntato al timore della prannaturale, si cerca di interpretarli e
punizione, bensì all’amorevole deside- di razionalizzarli, sminuendoli. Ma chi
rio di piacere al suo Salvatore. Cristo è avrà violato anche solo uno di questi
diventato la sua “regola di vita” (vd. Gv comandamenti e avrà… insegnato agli
13:15; 15:12; Ef 5:1-2; 1 Gv 2:6; 3:16). altri a fare la stessa cosa sarà chiamato
Una domanda consueta, quando si il minimo nel regno dei cieli. C’è addi-
discute del rapporto del credente con rittura da meravigliarsi che a persone
la legge, è la seguente: “Devo ubbidire simili sia permesso di entrare nel re-
ai dieci comandamenti?”. La risposta gno! Eppure, per entrare nel regno ba-
è che certi principi contenuti nella leg- sta la fede in Cristo (vd. commento al
ge hanno valore imperituro: è, infatti, versetto successivo). Nel regno, la posi-
sempre sbagliato rubare, uccidere o zione del singolo individuo sarà deter-
concupire. Nove dei dieci comanda- minata dall’ubbidienza e dalla fedeltà
menti ricorrono in tutto il N.T. con una dimostrate durante la vita trascorsa
distinzione importante: essi non sono sulla terra. Chi ubbidisce alla legge del
dati come legge (alla quale sarebbe regno sarà chiamato grande nel regno
legata la pena), bensì come esercizio dei cieli.

35
MATTEO 5:20

5:20 L’unica giustizia gradita a Dio è gente usava il termine spregiativo


la perfezione che egli accredita a chi ac- raca (in aram. significava “vuoto,
cetta suo Figlio come Salvatore (vd. 2 Co stupido”) come insulto. Chi usava
5:21). Per entrare nel regno, dunque, la questo epiteto era sottoposto al sine-
nostra giustizia deve superare quella drio, vale a dire alla suprema corte
degli scribi e dei farisei (i quali, ac- di giustizia del paese.
contentandosi di quei rituali religiosi 3. Gesù condanna un terzo tipo di ira
che conferivano loro una parvenza di ingiustificata, vale a dire inveire con-
purezza rituale – puramente esteriore tro qualcuno dandogli del pazzo.
– non si convertivano né, tanto meno, Qui l’aggettivo tradotto con pazzo va
erano disposti ad accettare Gesù come ben oltre il significato di “stupido” ed
loro Signore e Salvatore). Per dimostra- esprime il desiderio di vedere morta
re tale verità, Gesù usa un’iperbole: la la persona così apostrofata. Oggi sen-
giustizia esteriore, senza realtà inte- tiamo spesso imprecare “Dio ti ma-
riore, non garantisce l’accesso al regno ledica!” o “Dio ti fulmini!”. Chiunque
dei cieli. Naturalmente, laddove si trova apostrofi il fratello in tal modo, in-
una fede genuina in Cristo, si trova an- vocando Dio di spedirlo all’inferno,
che la giustizia pratica che Gesù descri- sarà condannato. Gesù assicura che
ve nel seguito del sermone. chiunque pronunci una maledizione
del genere sarà condannato alla geen-
D. Gesù mette in guardia na del fuoco. I cadaveri dei malfattori
contro l’ira (5:21-26) giustiziati erano spesso gettati in una
5:21 All’epoca di Gesù i Giudei sape- discarica all’esterno di Gerusalemme,
vano che Dio proibiva l’omicidio e che nota come valle di Innom o Geenna.
l’omicida era soggetto a punizione. Metaforicamente, essa rappresentava
Questo principio era valido già prima le fiamme inestinguibili dell’inferno.
che fosse data la legge (vd. Ge 9:6) e Non è possibile fraintendere la se-
più tardi fu incluso nella legge stessa verità delle parole del Salvatore. Egli
(vd. Es 20:13; De 5:17). Con le parole ma insegna che l’ira, come l’ingiuria, porta
io vi dico Gesù introduce un emenda- in sé il seme dell’omicidio e che le ma-
mento alla legge sull’omicidio. Nessu- ledizioni contengono un vero e proprio
no potrà mai più vantarsi di non aver desiderio di uccidere. La crescente gra-
commesso un omicidio. Gesù dice ora: vità dei crimini esige tre diversi gradi di
“Nel mio regno non è lecito nemmeno punizione: 1° il tribunale ; 2° il sinedrio ;
avere pensieri omicidi”. 3° la geenna (il fuoco dell’inferno). Nel
5:22 Risalendo all’origine dell’atto regno Gesù tratterà i peccati secondo
omicida, Gesù mette in guardia contro la loro gravità
tre tipi di ira ingiusta. 5:23-24 Se una persona ne offende
1. L’ira della persona che si adira contro un’altra, per ira o per altro motivo, la
suo fratello senza motivo.(5) L’indivi- sua offerta a Dio non serve a niente: il
duo accusato di tale crimine sarà sot- Signore non la gradisce. Colui che ha
toposto al tribunale o, in altre parole, offeso l’altro deve prima andare a ri-
portato in giudizio. La maggior parte mediare al torto: soltanto allora la sua
delle persone ritiene di avere dei vali- offerta sarà accettata.
di motivi per esprimere la propria col- Anche se queste parole sono state
lera; ma l’ira è giustificata soltanto se scritte in un contesto giudaico, ciò non
è in gioco l’onore di Dio o se qualcun significa che oggi non siano più appli-
altro ha subito un torto. L’ira è sempre cabili. Paolo, infatti, accosta questo
sbagliata quando si propone di vendi- concetto alla cena del Signore (vd. 1 Co
care un’ingiustizia subita. 11). Dio non accetta l’adorazione di un
2. L’offesa al fratello è un peccato an- credente che serba rancore nei confron-
cora più grave. Ai tempi di Gesù, la ti del suo prossimo.

36
MATTEO 5:32

5:25-26 Qui Gesù mette in guardia peccare, sarebbe meglio perdere quel
contro uno spirito di contesa e contro il membro mentre siamo in vita, piutto-
rifiuto di ammettere la propria colpa. È sto che perdere l’anima per tutta l’eter-
meglio dirimere subito le controversie nità. Dobbiamo davvero prendere alla
con chi ci accusa, piuttosto che rischia- lettera le parole di Gesù? È possibile
re di ricorrere in giudizio. Se si finisce che egli predicasse davvero l’automu-
in tribunale, è inevitabile uscirne scon- tilazione? Le parole vanno interpre-
fitti. Nonostante i pareri discordi tra tate in senso letterale fino a questo
gli studiosi riguardo all’identità delle punto: se fosse necessario perdere un
persone di questa parabola, lo scopo membro del corpo in luogo dell’ani-
del suo insegnamento è chiaro: se hai ma, allora dovremmo separarci volen-
torto, ammettilo subito e metti le cose tieri da questo membro. Grazie a Dio,
a posto. Se non ci pentiamo, alla fine il ciò non sarà mai necessario, perché lo
nostro peccato ci troverà e non solo sa- Spirito Santo rende il credente capace
remo costretti a ripagare il torto, ma al- di vivere una vita santa. Tuttavia, da
tresì a pagare un’ammenda o a scontare parte del credente, ci deve essere coo-
una pena aggiuntiva. E non dobbiamo perazione e rigida disciplina.
ricorrere al tribunale precipitosamente
perché, se lo facciamo, la legge troverà F. Gesù disapprova il divorzio
in noi qualche mancanza e pagheremo (5:31-32)
tutto fino all’ultimo centesimo. 5:31 Sotto la legge dell’A.T. il divorzio
era consentito, alle condizioni di cui in
E. Gesù condanna l’adulterio De 24:1-4. Questo brano non contem-
(5:27-30) plava il caso di una moglie adultera (la
5:27-28 La legge mosaica proibiva ma- punizione per l’adulterio era la morte,
nifestamente l’adulterio (vd. Es 20:14; vd. De 22:22), bensì il divorzio a causa
De 5:18). Che senso ha vantarsi di non di avversione o “incompatibilità”.
aver mai violato questo comanda- 5:32 Nel regno di Cristo, invece, vi-
mento, laddove si hanno “occhi pieni ge la regola secondo la quale chiunque
d’adulterio” (2 P 2:14)? L’individuo ap- manda via sua moglie, salvo che per
parentemente rispettabile potrebbe na- motivo di fornicazione, la fa diventare
scondere una mente persa nel labirinto adultera. Ciò non significa che la donna
dell’impudicizia. Perciò Gesù ricordò diventa automaticamente un’adultera,
ai suoi discepoli che non è sufficiente ma si suppone che, non avendo mezzi
astenersi dall’atto fisico dell’adulterio: di sostentamento, ella sarà costretta a
ci vuole anche una purezza interiore. convivere con un altro uomo. Così fa-
La legge proibiva l’adulterio, Gesù ne cendo, diventerà adultera. E non solo
proibì il desiderio: chiunque guarda lei, ma anche chiunque sposa colei che
una donna per desiderarla, ha già è mandata via commette adulterio.
commesso adulterio con lei nel suo Il tema del divorzio e di un nuovo
cuore. E. Stanley Jones aveva ben af- matrimonio è uno degli argomenti
ferrato il significato di questo versetto più complicati della Bibbia. È pratica-
quando scrisse: “Se pensi o commetti mente impossibile rispondere a tutte le
adulterio non soddisfi il tuo istinto domande che sorgono, ma può essere
sessuale, ma versi olio sul fuoco”. Il utile esaminare e riassumere ciò che,
peccato comincia nella mente: alimen- a nostro parere, la Scrittura insegna a
tando pensieri peccaminosi finiremo tale proposito.
col compiere atti peccaminosi.
5:29-30 Mantenere i pensieri puri DIVORZIO E NUOVE NOZZE
richiede una severa autodisciplina.
Per questo Gesù insegnò che, se un Il divorzio non rientrava nei piani Dio
membro del nostro corpo ci porta a per l’uomo. Il suo ideale è che l’uomo

37
MATTEO 5

e la donna rimangano sposati “finché uno dei motivi principali del divorzio
morte non li separi” (Ro 7:2-3). Gesù biblicamente fondato è la possibilità
chiarì questo concetto ai farisei ricor- di contrarre un nuovo matrimonio: in
dando loro l’ordine divino espresso caso contrario, basterebbe la sola sepa-
nella creazione (vd. Mt 19:4-6). razione.
Dio aborrisce il divorzio (vd. Ml 2:16) In ogni discussione su questo ar-
o, meglio, il divorzio non conforme alla gomento, inevitabilmente, nasce la
Scrittura. Infatti non aborrisce tutte le domanda: “Come stanno le cose per
forme di divorzio, poiché, parlando di coloro che hanno divorziato prima di
se stesso, afferma di aver “divorziato” convertirsi?”. Dovrebbe essere chiaro
da Israele (vd. Gr 3:8). Ciò era avvenuto che i divorzi e i nuovi matrimoni pre-
perché il popolo lo aveva dimenticato e cedenti la conversione sono peccati
praticava l’idolatria. Israele era diven- completamente perdonati (vd. 1 Co
tato infedele. 6:11, dove Paolo afferma che l’adulterio
In Mt 5:31-32 e 19:9 Gesù insegnò era uno dei peccati di cui si erano resi
che il divorzio era proibito, a meno che colpevoli i credenti di Corinto nel pas-
uno dei coniugi non si fosse reso colpe- sato). I peccati commessi prima della
vole di fornicazione. Tale precisazione conversione non dovrebbero impedire
è assente nei passi paralleli di Mr 10:11- ai credenti di avere piena comunione
12 e Lu 16:18. con la chiesa locale.
La migliore spiegazione di questa La questione si fa più difficile riguar-
discrepanza consiste, probabilmente, do ai credenti che hanno contratto il
nel fatto che né Marco né Luca ripor- divorzio per motivi biblicamente non
tano tutte le parole di Gesù. Perciò, accettabili e che, in seguito, si rispo-
anche se non è la soluzione ideale, il sano. Possono essere riammessi alla
divorzio sarebbe consentito nel caso comunione della chiesa locale? Dipen-
di infedeltà di uno dei coniugi. In tal de: occorre stabilire se l’adulterio è
caso Gesù permette il divorzio, ma non l’evento all’origine della nuova unione
lo prescrive. o se si tratta di una situazione protratta
Secondo alcuni studiosi, il divorzio nel tempo. Se la coppia vive in costante
si può tollerare quando il credente è adulterio, allora i due non solo dovreb-
abbandonato dal coniuge non creden- bero riconoscere il loro peccato, ma
te (vd. 1 Co 7:12-16). Paolo scrive che, dovrebbero anche lasciare l’attuale
in tal caso, il coniuge superstite non è compagno/a. Nondimeno, la soluzione
vincolato al prosieguo della conviven- divina di un problema non crea mai
za ed è libero di ottenere il divorzio (per problemi più grandi. Se, per dipanare
abbandono). È nostra opinione che qui una situazione coniugale ingarbu-
si tratti della stessa eccezione contem- gliata, uomini o donne sono spinti al
plata in Mt 5 e 19, vale a dire l’abban- peccato o se donne e bambini sono
dono del tetto coniugale da parte del costretti sul lastrico, allora la cura è
non credente, il quale intraprende una peggiore della malattia.
nuova convivenza. Perciò un divorzio Riteniamo che i credenti che hanno
biblicamente fondato può essere con- divorziato per motivi non biblici e poi
cesso al credente solamente in caso di si sono risposati possano pentirsi con
adulterio del coniuge. sincerità del loro peccato e ristabilire il
Spesso si dice che, se anche il N.T. loro rapporto con il Signore e la comu-
permette il divorzio, non permette pe- nione con la chiesa locale. In materia di
rò di contrarre nuove nozze. Ma anche divorzio, ogni caso è diverso dall’altro.
questo problema va affrontato. Il N.T. Perciò, gli anziani di una chiesa locale
non condanna il nuovo matrimonio devono esaminare con cura ogni sin-
della parte innocente, bensì soltanto golo caso e valutarlo secondo la Parola
quello della parte colpevole. Inoltre, di Dio. Qualora la chiesa si trovi a dover

38
MATTEO 5:42

intraprendere un’azione disciplinare, Le 24:20; De 19:21). Questo coman-


tutti gli interessati dovrebbero attener- damento riguardava sia la punizione,
si alla decisione presa dagli anziani. sia la restrizione della punizione: la
pena doveva essere commisurata, non
G. Gesù condanna il giuramento sproporzionata rispetto al crimine.
(5:33-37) Tuttavia, secondo l’A.T., la facoltà di
5:33-36 La legge di Mosè vietava di infliggere la punizione non spettava
giurare il falso in nome di Dio (vd. Le all’individuo, bensì alle autorità.
19:12; Nu 30:2; De 23:21). Giurare in 5:39-41 Gesù andò oltre la legge
nome di Dio significava chiamarlo a predicando una giustizia superiore in
testimone della veridicità delle proprie cui la vendetta fosse abolita del tutto.
affermazioni. I Giudei evitavano di Dimostrò ai suoi discepoli che laddo-
giurare il falso nel nome di Dio giuran- ve prima, sotto la legge, la vendetta
do, invece, per il cielo, per la terra, per era lecita, ora, mediante la grazia, era
Gerusalemme o per il proprio capo. possibile non reagire. Gesù insegnò ai
Gesù condanna questo ipocrita ten- suoi discepoli a non opporsi al malva-
tativo di aggirare la legge e proibisce gio. Se qualcuno li avesse percossi su
qualsiasi forma di giuramento in ogni una guancia, essi avrebbero dovuto
normale conversazione. Cercare di porgergli anche l’altra . Se qualcuno
evitare di giurare in nome di Dio, so- avesse voluto prendere loro la tunica
stituendo semplicemente al benedetto (un indumento intimo), avrebbero do-
Nome una qualsiasi altra parola, non vuto lasciargli anche il mantello (indu-
soltanto è un gesto ipocrita, ma anche mento usato anche come coperta). Se
inutile. Chi giura per il cielo, giura per qualcuno li avesse costretti a portare il
il trono di Dio. Chi giura per la terra, suo bagaglio per un miglio, avrebbero
giura per lo sgabello dei suoi piedi. Chi dovuto portarlo spontaneamente per
giura per Gerusalemme, giura per la due miglia.
città del gran Re. E perfino un giura- 5:42 L’ultimo comandamento di Ge-
mento sul proprio capo coinvolge Dio, sù sembra essere, per noi oggi, quello
perché egli è il Creatore di tutto. meno praticabile. Dà a chi ti chiede,
5:37 Per il credente, il giuramento e a chi desidera un prestito da te, non
è inutile. Il suo sì deve essere un vero voltar le spalle. Alla nostra ossessione
sì, il suo no un vero no. L’impiego di di possesso ripugna il pensiero di dare
un linguaggio caricato tradisce l’as- via ciò che è di nostra proprietà. Ma
servimento a Satana, il maligno. Non se fossimo disposti a impegnarci per i
esistono situazioni che autorizzino il tesori del cielo e ad accontentarci del
credente a mentire. necessario per nutrirci e vestirci sulla
Qui troviamo altresì il divieto di oc- terra, allora saremmo meglio disposti
cultare, o mascherare, in alcun modo a prendere alla lettera queste parole.
la verità. Gesù non vieta, però, il giu- L’asserzione di Gesù presuppone che
ramento davanti al tribunale. Gesù chi chiede aiuto sia veramente nel bi-
stesso, davanti al sommo sacerdote, sogno. Tuttavia, poiché è impossibile
fece una deposizione sotto giuramento stabilire se sussista una vera necessi-
(vd. Mt 26:63ss.). E anche Paolo pro- tà, è meglio, come qualcuno ha detto,
nunciò un giuramento, chiamando Dio “aiutare una ventina di mendicanti bu-
a testimone della veridicità di ciò che giardi che rischiare di voltare le spalle
egli scriveva (vd. 2 Co 1:23; Ga 1:20). a chi è veramente bisognoso”.
Umanamente parlando, è impossi-
H. Porgere l’altra guancia bile comportarsi nel modo che il Signo-
(5:38-42) re desidera. Solo l’individuo guidato
5:38 La legge stabiliva: occhio per oc- dallo Spirito Santo può condurre una
chio e dente per dente (vd. Es 21:24; vita improntata all’altruismo. Solo se il

39
MATTEO 5:43

Salvatore vive la sua vita nel credente, è del Padre… che è nei cieli. Non disse
possibile rispondere con amore all’in- che questo era il modo per diventare
sulto (v. 39), all’ingiustizia (v. 40) e alle figli di Dio ma, piuttosto per dimostrare
seccature (v. 41). che siamo figli di Dio. Poiché Dio non fa
alcuna preferenza tra i malvagi e i buo-
I. L’amore per i propri nemici ni (nel senso che entrambi godono dei
(5:43-48) benefici del sole e della pioggia), anche
5:43 Il Signore illustra l’ultimo esem- noi dovremmo trattare tutti quanti con
pio del livello superiore di giustizia benevolenza e imparzialità.
richiesto nel suo regno: il rapporto del 5:48 Gesù conclude questo paragrafo
credente nei confronti dei nemici, se- con l’ammonimento: Voi dunque siate
condo la logica conseguenza di quanto perfetti, come è perfetto il Padre vostro
esposto nel paragrafo precedente. La celeste. L’aggettivo perfetto va compre-
legge insegnava agli Israeliti: ama il so alla luce del contesto. Non significa
tuo prossimo (Le 19:18). Benché non essere senza peccato o irreprensibili. I
avessero mai ricevuto l’ordine esplici- versetti precedenti spiegano che esse-
to di odiare i loro nemici, era questo lo re perfetti significa amare coloro che
spirito che animava gran parte del loro ci odiano, pregare per coloro che ci
insegnamento. Tale atteggiamento era perseguitano e mostrarci benevoli nei
l’espressione del sentimento nazionale confronti degli amici e dei nemici. La
nei confronti di chi perseguitava il po- perfezione consiste nella maturità spi-
polo di Dio (vd. Sl 139:21-22): si trattava rituale, che rende il credente capace di
di un’ostilità legittima nei confronti dei imitare Dio ed essere di benedizione a
nemici di Dio. tutti, senza parzialità.
5:44-47 Ma ora Gesù ordina: amate
i vostri nemici… e pregate per quelli… J. Donare con sincerità
che vi perseguitano. Tale disposizione (6:1-4)
dimostra che l’amore è principalmente 6:1 Nella prima parte di questo capi-
un atto di volontà e non un sentimento. tolo, Gesù parla di tre ambiti specifici
Non ha nulla a che vedere con l’affetto di giustizia/virtù pratica nella vita
naturale, poiché non è affatto natura- dell’individuo: 1° la carità (vv. 1-4); 2° la
le amare quelli che ci odiano e ci fan- preghiera (vv. 5-15); 3° il digiuno (vv. 16-
no del male. L’amore e, in particolare, 18). L’appellativo Padre ricorre dieci
l’amore per i nemici è l’effetto di una volte in questi diciotto versetti: esso è
grazia soprannaturale, che si può ma- la chiave per comprenderli. Le opere di
nifestare solamente in quanti hanno la giustizia vanno compiute per ottenere
vita divina. l’approvazione di Dio, non quella degli
Non avremo alcun premio aman- uomini.
do quelli che ci amano. Gesù dice che Gesù inizia questa parte del suo ser-
perfino i pubblicani amano coloro che mone mettendoci in guardia contro la
li amano! Questo tipo di amore non tentazione di ostentare pietà e di pra-
richiede la potenza divina. E non vi è ticare la giustizia allo scopo di essere
alcuna speciale virtù nel salutare sol- osservati dagli altri. Gesù non condan-
tanto i… fratelli,(6) ossia i parenti e gli na l’azione, bensì l’intenzione con cui
amici. Anche gli increduli riescono a viene compiuta. Se il motivo è il rico-
farlo; non c’è nulla di specificamente noscimento pubblico, tale sarà anche
cristiano in tutto questo. Se i nostri pa- l’unico premio che se ne ricaverà, giac-
rametri non sono superiori a quelli del ché Dio non premia l’ipocrisia.
mondo, è chiaro che la nostra influen- 6:2 Suona quasi incredibile che quegli
za sarà nulla. ipocriti attirassero tanto rumorosamen-
Gesù esortò i discepoli a ripagare il te l’attenzione su di sé ogni qualvolta fa-
male col bene, onde poter essere figli cevano la loro offerta nelle sinagoghe o

40
MATTEO 6:10

distribuivano l’elemosina ai mendicanti 6:7 La preghiera non deve essere fat-


nelle strade. Il Signore condanna la lo- ta di inutili ripetizioni (ND), preghiere
ro condotta con un secco commento: stereotipate, formule vuote o reiterate.
questo è il premio che ne hanno (la loro Pregano in questo modo soltanto co-
unica gratificazione è la reputazione che loro che non sono salvati. Dio non si
acquisiscono sulla terra). lascia impressionare dal gran numero
6:3-4 Quando un discepolo di Cristo delle… parole : egli vuole percepire le
fa l’elemosina, deve farla in segreto e espressioni sincere del cuore.
di nascosto: non sappia la tua sinistra 6:8 Poiché il Padre nostro sa le co-
quel che fa la destra. Gesù usa questa se di cui abbiamo bisogno, prima che
espressione retorica per insegnare che gliele chiediamo, è ragionevole do-
l’elemosina dovrebbe essere fatta per il mandarsi: “Allora, perché dobbiamo
Padre e non per il plauso della gente. pregare?” La risposta è che, pregando,
Non si deve però usare questo brano per riconosciamo il nostro bisogno e la
proibire qualunque donazione fatta in nostra dipendenza da lui. Questa è la
maniera palese, giacché è praticamente base della nostra comunicazione con
impossibile che tutte le nostre offerte Dio. Inoltre, rispondendo alla nostra
passino inosservate o restino totalmen- preghiera, Dio fa cose che non avrebbe
te anonime. Qui si condanna solamente fatto altrimenti (vd. Gm 4:2d).
colui che dona per ostentazione.
L. Gesù insegna a pregare
K. Pregare con sincerità (6:9-15)
(6:5-8) 6:9 Nei vv. 9-13 troviamo la preghiera
6:5 Successivamente, Gesù mette in alla quale è stato dato nome “Padre
guardia i discepoli contro l’ipocri- nostro”. Se vogliamo usare questa de-
sia nella preghiera. Non dovrebbero finizione dobbiamo però ricordarci
mettersi di proposito in luoghi pub- che Gesù, personalmente, non pregava
blici in modo che gli altri li possano mai così. Egli insegnò ai suoi discepoli
vedere mentre pregano e rimangano un esempio sul quale modellare le lo-
impressionati dalla loro devozione. Se ro preghiere, ma non prescrisse loro
la preghiera scaturisce dal desiderio di usare quelle precise parole (il v. 7
di mettersi in mostra, allora, dichiara sembrerebbe escluderlo), poiché mol-
Gesù, la reputazione di pietà che otter- te parole ripetute a memoria possono
ranno sarà il loro unico premio. svuotarsi di significato.
6:6 Nei vv. 5 e 7, il pronome per- Padre nostro che sei nei cieli. La pre-
sonale, nell’originale gr., è al plurale ghiera deve essere rivolta a Dio Padre
(voi), mentre qui è al singolare (tu), allo come riconoscimento della sua sovra-
scopo di sottolineare l’intimità di tale nità su tutto l’universo.
comunione con Dio. Il modo per esse- ...sia santificato il tuo nome. Dob-
re esauditi è pregare nel segreto (che biamo iniziare le nostre preghiere con
significa entrare nella tua cameretta e, l’adorazione, lodando e onorando colui
chiusa la porta…). Se desideriamo sin- che, solo, è degno.
ceramente comunicare con Dio, egli ci 6:10 ...venga il tuo regno. Dopo aver
ascolterà e ci risponderà. adorato, dobbiamo pregare per l’avan-
Servirsi di questo brano per proibire zamento della causa di Dio, mettendo i
la preghiera pubblica è una forzatura. suoi interessi al primo posto. In parti-
I membri della chiesa primitiva si ra- colare, dobbiamo pregare per il giorno
dunavano per pregare insieme (vd. At in cui il nostro Dio e Salvatore, il Signo-
2:42; 12:12; 13:3; 14:23; 20:36). Il punto re Gesù Cristo, stabilirà il suo regno
non è dove si prega, ma perché si prega: sulla terra e regnerà in giustizia.
per essere visti dagli uomini o per esse- ...sia fatta la tua volontà. Con questa
re ascoltati da Dio? supplica riconosciamo che Dio sa cosa

41
MATTEO 6:11

è meglio per noi e ci sottomettiamo la potenza e la gloria in eterno. Amen.


alla sua volontà. Essa esprime anche il L’ultima frase della preghiera è omessa
nostro desiderio che la sua volontà sia in molte versioni cattoliche e prote-
riconosciuta ovunque nel mondo. stanti, poiché manca in alcuni antichi
...come in cielo, anche in terra. Con mss. Tuttavia, si trova nella maggior
questa frase si estende l’ambito delle parte di essi ed è la conclusione per-
tre suppliche precedenti. L’adorazione fetta di questa preghiera.(7) Giovanni
di Dio, la sua sovranità e l’adempimen- Calvino scrisse che questa dossologia
to della sua volontà sono tutte realtà del dovrebbe “non solo accendere il pro-
cielo: con queste parole, noi preghiamo fondo desiderio di avvicinarci alla glo-
affinché tali condizioni si realizzino in ria di Dio… ma anche farci capire che
terra come si realizzano in cielo. tutte le nostre preghiere… non hanno
6:11 Dacci oggi il nostro pane quo- altro fondamento che Dio solo”.
tidiano. Dopo aver messo gli interessi 6:14-15 Questi versetti costituiscono
di Dio al primo posto, possiamo pre- una nota esplicativa del v. 12. Essi non
sentare le nostre necessità. Con tale fanno parte della preghiera, ma sono
richiesta riconosciamo la nostra dipen- aggiunti per ricordare che il perdono
denza da Dio per il cibo quotidiano, sia paterno, menzionato nel v. 12, è condi-
spirituale sia materiale. zionato.
6:12 ...rimettici i nostri debiti come
anche noi li abbiamo rimessi ai nostri M. Gesù insegna come si digiuna
debitori. Qui non chiediamo l’annulla- (6:16-18)
mento della pena prevista per il pecca- 6:16 Il terzo tipo di ipocrisia religiosa de-
to (che abbiamo già ottenuto mediante nunciata da Gesù è il desiderio di met-
la fede nel Figlio di Dio). Chiediamo, tere in mostra la propria pratica ascetica
invece, il perdono paterno grazie al di astensione dal cibo. Quando digiuna-
quale possiamo mantenere viva la co- vano, gli ipocriti si sfiguravano la faccia
munione con il nostro Padre. Se i cre- per avere un’aria macilenta, smunta e
denti non vogliono perdonare coloro mesta. Ma Gesù osserva che è ridicolo
dai quali hanno subito un torto, come cercare di apparire santi.
possono aspettarsi di essere in comu- 6:17-18 I veri credenti dovrebbero di-
nione con il loro Padre, il quale ha per- giunare in segreto, senza ostentazione.
donato generosamente i loro peccati? Ungiti il capo e lavati la faccia significa
6:13 ...e non ci esporre alla tenta- mantenere un aspetto normale. Abbia-
zione. Questa supplica sembra essere mo digiunato? È sufficiente che lo sap-
in contraddizione con Gm 1:13, dove è pia il Padre: la sua ricompensa sarà più
scritto che Dio non tenta mai nessuno. grande dell’approvazione degli uomini.
Nondimeno, Dio permette che il suo
popolo sia provato. Questa richiesta IL DIGIUNO
esprime una sana diffidenza verso la
propria capacità di resistere alle ten- Digiunare significa astenersi dall’ap-
tazioni o di sopportare le prove. Qui pagare l’appetito fisico. Il digiuno può
riconosciamo di essere totalmente di- essere volontario, come in questo bra-
pendenti dalla protezione del Signore. no, o forzato (come in At 27:33 o 2 Co
...ma liberaci dal maligno. Questa è 11:27). Nel N.T., il digiuno è associato
la preghiera di tutti quelli che deside- al lutto (vd. Mt 9:14-15) e alla preghiera
rano ardentemente che la potenza di (vd. Lu 2:37; At 14:23). In questi brani,
Dio li preservi dal peccato. È il grido esso accompagna la preghiera come
del cuore che chiede, ogni giorno, di espressione del desiderio di conoscere
essere liberato dal potere del peccato e la volontà di Dio.
di Satana. Il digiuno non ha alcun valore per
Perché a te appartengono il regno, quanto riguarda la salvezza, né mette il

42
MATTEO 6:22-23

credente in una posizione speciale da- sì, dobbiamo porci la domanda: “Che
vanti a Dio. Quel fariseo che si vantava cosa dobbiamo fare con i nostri tesori
di digiunare due volte alla settimana terreni?” Se, invece, Gesù non intende-
non ottenne la giustificazione che va dire ciò che diceva, allora dobbiamo
cercava (vd. Lu 18:12, 14). Ma quando domandarci: “Cosa ce ne facciamo del-
un credente digiuna in segreto, co- la Bibbia?”.
me esercizio spirituale, Dio lo vede e
lo premia. È vero che il digiuno non è O. La lampada del corpo
imposto nel N.T., ma per la promessa (6:22-23)
della ricompensa siamo incoraggiati 6:22-23 Gesù si rese conto che sareb-
a praticarlo. Il digiuno può essere un be stato difficile, per i suoi seguaci,
aiuto nella nostra vita di preghiera, per capire come potesse funzionare il suo
togliere la svogliatezza e la sonnolen- insegnamento anticonformista sul
za. È un mezzo prezioso in periodo di modo in cui assicurarsi il futuro. Gesù
crisi, quando si vuole capire la volontà si servì quindi dell’analogia della lam-
di Dio. Inoltre, esso è utile a chi voglia pada e dell’occhio per far sì che essi
esercitarsi all’autodisciplina. Il digiuno comprendessero l’insegnamento ri-
è una questione tra il credente e Dio e guardo alla vista spirituale. Attraverso
va praticato al solo scopo di piacergli. l’occhio, l’individuo percepisce la lu-
Perde il suo valore se è imposto da altri ce ed è in grado di vedere. Se… il tuo
o praticato per un motivo sbagliato. occhio è limpido, tutto il tuo corpo
sarà illuminato; ma se il tuo occhio è
N. Accumulare tesori in cielo malvagio la capacità di vedere è pre-
(6:19-21) giudicata. Invece della luce ci sono le
Questo brano contiene alcuni degli tenebre.
insegnamenti più rivoluzionari e, al L’applicazione di questa verità è la
tempo stesso, più misconosciuti, del Si- seguente: l’occhio limpido appartiene
gnore. L’argomento di questa seconda a chi è puro d’intenti e, avendo a cuore
parte del capitolo è: come crearsi una solamente gli interessi di Dio, accetta
certezza per il futuro? prontamente e senza riserve gli in-
6:19-20 Nei vv. 19-21, Gesù scredita segnamenti di Cristo. In tal modo, la
tutti i consigli umani su come tutela- sua vita è inondata di luce: egli crede
re economicamente il proprio futuro. nelle parole di Gesù, rinuncia a tutti i
Con la locuzione non fatevi tesori sulla tesori terreni, accumula tesori in cielo
terra egli ci avverte che non vi è sicu- e sa che quella è l’unica vera sicurez-
rezza nelle cose materiali. Qualsiasi za. Dall’altro canto, l’occhio malvagio
tesoro materiale sulla terra può andare caratterizza chi tiene il piede in due
distrutto per cause naturali (tignola o staffe: non vuole lasciare i suoi tesori
ruggine) o essere rubato dai ladri. Ge- terreni, ma neppure rinunciare ai te-
sù afferma che gli unici investimenti sori in cielo. L’insegnamento di Gesù
che non subiscono perdite sono i tesori gli sembra impraticabile e impossibile
in cielo. poiché egli è nelle tenebre e non ha chi
6:21 Quest’innovativa politica finan- lo guidi.
ziaria si basa sul principio che dov’è il Gesù aggiunse ancora: Se dunque
tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. la luce che è in te è tenebre, quanto
Se il tuo denaro è in cassaforte, anche grandi saranno le tenebre! In altre pa-
il tuo cuore e il tuo desiderio sono lì. Se role, se continuiamo a confidare nelle
i tuoi tesori sono in cielo, le cose celesti ricchezze terrene pur sapendo che
saranno al centro dei tuoi interessi. In Cristo ce lo vieta, l’insegnamento cui
virtù di questo insegnamento ci trovia- non ubbidiamo diventa tenebre, ossia
mo a dover stabilire se Gesù intendesse una grave forma di cecità spirituale.
veramente dire ciò che diceva. Se è co- Di conseguenza, non riusciamo più a

43
MATTEO 6:24

considerare le ricchezze nella giusta 6:26 Gli uccelli del cielo sono una
prospettiva. dimostrazione della cura che Dio ha
per le sue creature. Apprendiamo così
P. Non potete servire Dio quanto sia inutile crearsi delle preoc-
e Mammona (6:24) cupazioni. Gli uccelli… non semina-
6:24 Il rapporto tra padroni e servi no, non mietono, eppure Dio li nutre.
dimostra, in modo pratico, l’impossi- E poiché, nella gerarchia divina della
bilità di vivere per Dio e per il dena- creazione, noi valiamo molto più di
ro. Nessuno può servire due padroni. loro, possiamo certamente aspettarci
Inevitabilmente ci sarà sempre uno al che Dio si occuperà di noi e delle no-
quale si sarà più fedeli e ubbidienti. Lo stre necessità.
stesso accade con Dio e Mammona . Ma ciò non significa che non dob-
Poiché essi avanzano richieste contra- biamo lavorare per procurarci di che
stanti, occorre fare una scelta: o met- sostentarci. Paolo ci ricorda: “Se qual-
tere Dio al primo posto e respingere il cuno non vuole lavorare, neppure de-
materialismo o vivere per le cose del ve mangiare” (2 Te 3:10). E neppure
mondo e negare i diritti di Dio sulla dovremmo pensare che è sbagliato
nostra vita. che un agricoltore semini, mieta e rac-
colga. Tali attività gli sono necessarie
Q. Non siate in ansia per provvedere ai propri bisogni. Gesù
(6:25-34) deplora invece la costruzione di molti
6:25 In questo brano, Gesù rimprove- granai per assicurarsi il benessere fu-
ra la nostra tendenza a fare del cibo e turo prescindendo da Dio (tale pratica
dell’abbigliamento il centro della no- è condannata nella parabola del ricco
stra vita, perdendo di vista il suo vero stolto, in Lu 12:16-21).
significato. Non solo ci preoccupiamo
Il ragionamento sottinteso è questo:
di ciò che mangiamo e indossiamo se Dio sostiene le creature inferiori
oggi, ma addirittura per ciò che man- senza la loro partecipazione consape-
geremo e indosseremo fra dieci, venti vole, a maggior ragione sosterrà, con
o trent’anni! L’ansia per il futuro è un la loro partecipazione attiva, coloro
peccato, giacché essa nega l’amore, la per i quali la creazione è stata fatta
sapienza e la potenza di Dio. 1° Nega (Daily Notes of the Scripture Union).
l’amore di Dio, perché ci fa credere che
egli non si prenda cura di noi; 2° nega 6:27 La preoccupazione per il futu-
la saggezza di Dio, perché insinua che ro non solo disonora Dio, ma è anche
egli non sappia quello che fa; 3° nega la inutile. Il Signore lo palesò con la do-
potenza di Dio, instillandoci il dubbio manda: E chi di voi, con la sua solleci-
che egli non sia in grado di provvedere tudine, può aggiungere alla sua statura
alle nostre necessità. un sol cubito? (ND). Una persona di
Questo tipo di preoccupazione ci bassa statura non è in grado, pur cruc-
porta a sprecare tutte le nostre energie ciandosene, di aumentare la propria
per assicurarci che avremo di che vi- statura. Eppure, in un certo senso, le
vere. E, prima che ce ne accorgiamo, la sarebbe di gran lunga più facile com-
nostra vita è passata e abbiamo fallito lo piere questo portento che procurarsi,
scopo principale per cui siamo stati cre- con tutte le sue preoccupazioni, ciò di
ati. Dio non ci ha creato a sua immagi- cui avrà bisogno in futuro.
ne, destinandoci a più alte prospettive, 6:28-30 Successivamente, il Signo-
soltanto per riempirci lo stomaco: noi re dimostrò quanto sia irragionevole
siamo qui per amarlo, adorarlo, servirlo preoccuparsi di come vestire in fu-
e rappresentare i suoi interessi sulla ter- turo. I gigli della campagna (proba-
ra. Il nostro corpo deve essere il nostro bilmente gli anemoni selvatici) non
servo, non il nostro padrone. faticano e non filano, tuttavia la loro

44
MATTEO 7:1

bellezza supera quella delle vesti re- mati a vivere giorno per giorno: il do-
gali di Salomone. Se Dio sa procura- mani si preoccuperà di se stesso.
re una veste così elegante a un fiore
selvatico, che non vivrà a lungo e alla R. Non giudicare
fine sarà gettato nel forno, avrà cer- (7:1-6)
tamente anche cura del suo popolo, Questo brano sul “giudicare” segue
che lo adora e lo serve. immediatamente l’insegnamento
6:31-32 La conclusione è che non provocatorio di Gesù riguardo alle
dobbiamo passare la nostra vita pre- ricchezze terrene. Il collegamento tra
occupandoci di cosa mangeremo, ber- questi due argomenti è importante. È
remo e indosseremo nel futuro. Sono i facile, per il credente che ha abban-
pagani che vivono per l’accumulo for- donato tutto, criticare i credenti be-
sennato dei beni materiali, come se la nestanti. D’altro canto, i credenti che
vita fosse tutta racchiusa in queste co- prendono sul serio il loro dovere di
se. Non deve essere così per i credenti, provvedere alle future necessità della
i quali hanno un Padre… celeste che famiglia tendono a minimizzare l’ub-
conosce tutti i loro bisogni. bidienza letterale alle parole di Gesù
Se i credenti avessero l’obiettivo di nel capitolo precedente. Poiché nessu-
provvedere anticipatamente a tutti i no vive completamente per fede, una
loro futuri bisogni, dovrebbero im- tale critica è inopportuna.
piegare il loro tempo e le loro energie L’ordine di non giudicare gli altri ab-
nell’accumulo di riserve economiche. braccia ambiti diversi: 1° non giudicare
Non potrebbero mai essere sicuri di le intenzioni, poiché solo Dio le cono-
aver risparmiato abbastanza, perché ci sce; 2° non giudicare secondo l’appa-
sarebbe sempre il pericolo di una crisi renza (vd. Gv 7:24; Gm 2:1-4); 3° non
economica, dell’inflazione, di catastro- giudicare quelli che sono scrupolosi
fi, di lunghe malattie o di un incidente riguardo a cose di per sé né buone né
invalidante. Ma in questo modo, Dio cattive (vd. Ro 14:1-5); 4° non giudica-
sarebbe privato del servizio del suo po- re il servizio di altri credenti (vd. 1 Co
polo. Si mancherebbe il vero obiettivo 4:1-5); 5° non giudicare i fratelli, par-
per cui si è stati creati e salvati. Uomini lando male di loro (vd. Gm 4:11-12).
e donne che portano l’immagine di Dio 7:1 Talvolta queste parole del Signo-
in sé vivrebbero per un futuro incerto re sono fraintese da quanti mirano a
su questa terra, laddove dovrebbero vi- proibire qualsiasi forma di giudizio.
vere per i valori eterni. Qualunque cosa accada, costoro pro-
6:33 Il Signore fa quindi un patto con clamano devotamente: Non giudicate,
i suoi seguaci. Egli dice: “Se, nella vo- affinché non siate giudicati. Ma Gesù
stra vita, mettete gli interessi di Dio al non dice che i credenti non debbano
primo posto, vi garantisco che provve- avere discernimento e non desidera che
derò ai vostri bisogni futuri. Se cercate rinuncino alle proprie facoltà critiche.
prima il regno di Dio e la sua giustizia, Il N.T. offre svariati esempi di giudizio
avrò cura che non vi manchi mai nulla legittimo riguardo alla situazione, alla
di ciò che vi serve per vivere”. condotta o all’insegnamento di altri.
6:34 Questa è la “previdenza sociale” Inoltre, vi sono diverse circostanze in
di Dio. Il credente si impegna a vivere cui il credente è invitato a prendere
per il Signore e a confidare in Dio per una decisione, a distinguere tra il bene
il suo futuro, con la ferma convinzione e il male o tra il bene e il meglio. Qui di
che egli provvederà. Il lavoro è sempli- seguito sono riportati alcuni esempi.
cemente un mezzo per provvedere alle 1. Eventuali contese tra credenti devo-
necessità del momento, laddove tutto no essere risolte nella chiesa davanti a
ciò che va oltre deve essere investito membri in grado di prendere una de-
nell’opera per il Signore. Siamo chia- cisione in proposito (vd. 1 Co 6:1-8).

45
MATTEO 7:2

2. La chiesa locale deve giudicare i pec- la legge mosaica, i cani e i porci erano
cati gravi dei suoi membri e prende- animali impuri. Questi termini sono
re i provvedimenti del caso (vd. Mt usati qui per definire le persone mal-
18:17; 1 Co 5:9-13). vagie. Se incontriamo delle persone
3. I credenti devono vagliare l’insegna- malvagie, che reagiscono alle verità
mento dottrinale dei predicatori in divine con disprezzo e rispondono con
base alla Parola di Dio (vd. Mt 7:15- ingiurie e violenza alla nostra predica-
20; 1 Co 14:29; 1 Gv 4:1). zione dell’insegnamento di Cristo, non
4. I credenti devono riconoscere i ve- siamo obbligati a proseguire nell’an-
ri credenti, onde ottemperare al co- nuncio del vangelo. La nostra insisten-
mandamento di Paolo in 2 Co 6:14. za non farebbe altro che aumentare la
5. I membri della chiesa devono va- condanna dei peccatori.
lutare quali sono i fratelli adatti a Inutile dire che ci vuole del discerni-
ricoprire l’incarico di anziano e di mento spirituale per riconoscere que-
diacono (vd. 1 Ti 3:1-13). sto tipo di persone. Probabilmente è
6. Dobbiamo pur discernere chi sono proprio per questo motivo che i versetti
i disordinati, gli scoraggiati, i deboli successivi trattano della preghiera, con
ecc. al fine di procedere secondo le in- la quale possiamo chiedere saggezza.
dicazioni della Bibbia (p. es. 1 Te 5:14).
7:2 Gesù avvertì che un giudizio S. Continuare a chiedere, a cercare
iniquo sarebbe stato ripagato con la e a bussare (7:7-12)
stessa moneta: perché con il giudizio 7:7-8 Se pensiamo di poter mettere in
con il quale giudicate, sarete giudi- pratica gli insegnamenti del sermone
cati . Questo principio (si raccoglie sul monte con le nostre sole forze, non
ciò che si semina) è valido per tutte le abbiamo afferrato il carattere sopran-
questioni inerenti alla vita pubblica e naturale della vita alla quale il Salvato-
privata. L’evangelista Marco lo applica re ci chiama. La saggezza e la potenza
al nostro modo di appropriarci della per vivere una tale vita ci devono essere
Parola (vd. Mr 4:24) laddove Luca lo date dall’alto. Perciò troviamo qui l’in-
mette in relazione con la nostra libe- vito a chiedere e a continuare a chiede-
ralità (vd. Lu 6:38). re; a cercare e a continuare a cercare;
7:3-5 Gesù condanna la nostra ten- a bussare e a continuare a bussare. La
denza a vedere i piccoli difetti altrui e saggezza e la potenza necessarie alla
a ignorare i nostri. Di proposito esagerò vita cristiana saranno date a tutti quel-
su questo concetto (servendosi di una fi- li che le chiedono con serietà e perse-
gura retorica chiamata iperbole) per ar- veranza.
rivare al succo del discorso. Chi ha una Isolati dal contesto, i vv. 7-8 potreb-
trave… nell’occhio spesso si scandaliz- bero sembrare un assegno in bianco
za della pagliuzza nell’occhio dell’altro, per i credenti ossia dare l’impressione
senza rendersi conto della propria con- che, chiedendo, cercando e bussan-
dizione, decisamente più grave. È un do, sia possibile ottenere tutto ciò che
presuntuoso e un ipocrita colui che pre- si vuole; ma le cose non stanno così. I
tende di aiutare il prossimo a eliminare versetti devono essere considerati nel
un certo difetto laddove egli stesso deve loro contesto immediato e alla luce
ancora ovviare a un difetto maggiore. dell’insegnamento biblico sulla pre-
Occorre porre rimedio ai propri difetti ghiera. Quindi, quella che qui sembra
prima di criticare quelli altrui. una promessa incondizionata è, in re-
7:6 Questa è la dimostrazione che altà, delimitata da altri passi biblici. Per
Gesù non intendeva proibire ogni tipo esempio, dal Sl 66:18 impariamo che
di giudizio. Avvertì i suoi discepoli di nella vita di chi prega non ci devono es-
non dare ciò che è santo ai cani o di sere peccati non confessati; il credente
gettare le… perle davanti ai porci. Per deve pregare con fede (vd. Gm 1:6-8)

46
MATTEO 7:16-18

e secondo la volontà di Dio (vd. 1 Gv T. La via stretta


5:14). La preghiera deve essere perse- (7:13-14)
verante (vd. Lu 18:1-8) e sincera (vd. Eb 7:13-14 Qui il Signore ci avverte che
10:22a). stretta… è la porta e angusta la via del
7:9-10 Rispettate le condizioni pre- discepolato cristiano. Ma chi segue fe-
cedentemente elencate, il credente delmente i suoi insegnamenti troverà
può avere la certezza assoluta che Dio vita in abbondanza. Dall’altra parte c’è
ascolterà e risponderà. Questa certez- la via larga dell’egoismo e del piacere:
za si basa sul carattere di Dio, nostro questa è la via che conduce alla per-
Padre. Da un punto di vista umano, dizione. Qui non si allude, però, alla
sappiamo che se un figlio… chiede un perdita dell’anima, bensì al mancato
pane al padre, questi non gli darà una scopo della propria vita.
pietra. E neppure gli darà un serpente, Tali versetti trovano applicazione
se chiede un pesce. Un padre terreno anche riguardo al vangelo, perché indi-
non deluderebbe il figlio affamato, né cano le due vie e i due destini del genere
gli darebbe qualcosa di nocivo. umano. La porta larga e la via spaziosa
7:11 Dall’aspetto umano, il Signore portano alla distruzione (vd. Pr 16:25)
passa a considerare l’aspetto divino. laddove la porta stretta e la via angusta
Se i genitori terreni rispondono alle ri- conducono alla vita. Gesù è sia la por-
chieste dei loro figli dando loro ciò che ta (vd. Gv 10:9) sia la via (vd. Gv 14:6).
è meglio, quanto più lo farà il Padre Ma anche se questa è un’applicazione
nostro che è nei cieli ! valida del brano, l’interpretazione ri-
7:12 Il nesso più evidente di questo guarda i discepoli, ossia i credenti. Ge-
versetto con quello precedente sembra sù dichiara che il discepolato richiede
essere questo: poiché il nostro Padre ci fede, disciplina e costanza. Questa vita
dona delle cose buone, noi dobbiamo difficile è l’unica vita che valga la pena
imitarlo mostrandoci benevoli verso gli vivere. Se scegliamo la via facile, sare-
altri. Il modo migliore per scoprire se mo in nutrita compagnia, ma Dio non
una cosa fa bene all’altro è domandarsi potrà realizzare quanto di meglio ha
se la si desidererebbe per sé. La “regola preparato per noi.
d’oro” fu formulata, in termini nega-
tivi, dal rabbino Hillel almeno cento U. Li riconoscerete dai loro frutti
anni prima di Cristo. Nondimeno, (7:15-20)
presentando tale precetto in termini 7:15 Dovunque si insegna la dura disci-
positivi, Gesù passa dalla costrizione plina del vero discepolato, vi sono dei
passiva alla benevolenza attiva. La fede falsi profeti che promuovono la porta
cristiana non consiste semplicemen- larga e la via facile. Essi annacquano la
te nell’astensione dal peccato, bensì verità “finché non ne resta abbastanza
nell’azione benevola. per fare la zuppa a una cavalletta am-
Questa è la legge e i profeti : queste malata”, commenta argutamente C.H.
parole di Gesù sintetizzano efficace- Spurgeon. Questi individui, che procla-
mente gli insegnamenti morali della mano di parlare nel nome di Dio, vengo-
legge di Mosè e gli scritti dei profeti no in vesti da pecore, fingendo di essere
d’Israele. La giustizia voluta dall’A.T. è dei veri credenti. Ma dentro sono lupi
adempiuta nei credenti convertiti che, rapaci; ciò significa che costoro sono dei
osservando tale regola, camminano miscredenti che vogliono accalappiare
secondo lo Spirito (vd. Ro 8:4). Se tutti gli immaturi, gli incostanti e gli incauti.
ottemperassero all’insegnamento con- 7:16-18 I vv. 16-18 spiegano come ri-
densato in questo versetto, le relazioni conoscere i falsi profeti: li riconoscerete
internazionali, le politiche nazionali, la dai loro frutti. Li tradiscono la loro vita
vita familiare e la vita di chiesa miglio- dissoluta e i loro insegnamenti noci-
rerebbero sensibilmente. vi. Un albero produce frutti secondo

47
MATTEO 7:19-20

la sua specie. Le spine non producono paralleli dei Vangeli sinottici), giacché
uva, i rovi non producono fichi. Un al- sta tramando un’invasione di demòni
bero buono fa frutti buoni e un albero ancora più pericolosa.
cattivo fa frutti cattivi. Questo princi-
pio è valido sia nel mondo naturale sia W. Edificare sulla roccia
nel mondo spirituale. La vita e l’inse- (7:24-29)
gnamento di coloro che sostengono di 7:24-25 Gesù concluse il suo sermone
parlare nel nome di Dio devono essere con una parabola che evidenzia l’im-
esaminati alla luce della Parola di Dio: portanza dell’ubbidienza. Non è suf-
“Alla legge! Alla testimonianza! Se il po- ficiente ascoltare queste… parole ma
polo non parla così, non vi sarà per lui bisogna altresì metterle in pratica. Il
nessuna aurora!” (Is 8:20). discepolo che ascolta e mette in prati-
7:19-20 Il destino dei falsi profeti sarà ca i comandamenti di Gesù è come un
quello di essere gettati nel fuoco. La di- uomo avveduto che ha costruito la sua
struzione dei falsi dottori e profeti sarà casa sopra la roccia. La sua casa (ossia
una “rovina immediata” (2 P 2:1). I falsi la sua vita) ha un fondamento solido e,
profeti si riconoscono dai loro frutti. quando la pioggia e i venti le si accani-
ranno contro, essa non crollerà.
V. “Io non vi ho mai conosciuti” 7:26-27 Colui che ascolta queste…
(7:21-23) parole di Gesù, ma non le mette in pra-
7:21 Qui il Signore Gesù mette in tica sarà paragonato a un uomo stolto
guardia contro quanti professano che ha costruito la sua casa sulla sab-
falsamente di riconoscerlo come Sal- bia. Egli non sarà in grado di resistere
vatore ma che, in realtà, non si sono alle tempeste della vita: quando la
mai convertiti. Non chiunque chiama pioggia cadrà e i venti soffieranno, la
Gesù “Signore, Signore! ” entrerà nel casa crollerà, essendo priva di solide
regno dei cieli, ma soltanto coloro che fondamenta.
fanno la volontà di Dio. Il primo passo Chi vive secondo i principi del ser-
per fare la volontà di Dio è credere nel mone sul monte è definito un pazzo;
Signore Gesù (vd. Gv 6:29). per Gesù, invece, questi è un uomo
7:22-23 Nel giorno del giudizio, avveduto. Il mondo considera avvedu-
quando gli increduli si troveranno al to l’individuo che naviga a vista, che
cospetto di Cristo (vd. Ap 20:11-15), vive solamente per se stesso e nell’im-
molti dichiareranno di avere profetiz- mediatezza; Gesù, invece, lo definisce
zato o cacciato demòni o fatto… molte uno stolto. A ragion veduta si può usare
opere potenti in nome suo. Ma le loro la parabola del costruttore avveduto
obiezioni saranno vane: Gesù asserirà e del costruttore stolto per spiegare
di non averli mai conosciuti né ricono- il vangelo: l’uomo avveduto confida
sciuti come suoi. totalmente nella Roccia, Cristo Gesù,
Da questi versetti apprendiamo che come Signore e Salvatore, laddove lo
non tutti i miracoli sono d’origine di- stolto si rifiuta di ravvedersi e respinge
vina e che non tutti coloro che fanno Gesù, unica sua speranza di salvezza.
opere potenti hanno l’approvazione Ma l’interpretazione della parabola va
divina. Un miracolo significa sempli- oltre la salvezza, trovando la sua rea-
cemente che una forza soprannaturale lizzazione pratica nella vita cristiana.
è all’opera. Tale potenza può essere di 7:28-29 Quando il Signore ebbe con-
origine divina o satanica. Satana può cluso il suo discorso, la folla si stupì. Se,
concedere ai propri seguaci la capaci- leggendo il sermone sul monte, non ci
tà temporanea di cacciare demòni, per stupiamo del suo stampo rivoluziona-
creare l’illusione che il miracolo sia di rio, non abbiamo capito nulla.
natura divina. Così facendo, non divi- La folla si accorse della differenza
de il suo regno (cfr. 12:25-26 e i passi che intercorreva fra l’insegnamento di

48
MATTEO 8:4

Gesù e quello degli scribi: le sue paro- 4. La pronta accettazione del Salvatore
le erano autorevoli, quelle degli scribi da parte di alcuni stranieri.
inefficaci. Egli era la voce, gli altri una
debole eco. Jamieson, Fausset e Brown A. Il potere sulla lebbra
commentano: (8:1-4)
La consapevolezza della sua divina 8:1 L’insegnamento di Gesù era radica-
autorità, come legislatore, esegeta le ed estremo, ciò nonostante esercitò
e giudice, era così evidente nel suo una tale attrazione che una gran folla
insegnamento che la dottrina degli lo seguì. La verità si afferma da sola e
scribi, al confronto, doveva sembrare se anche la gente non l’apprezza, non
un parlare a vanvera. (8) può però dimenticarla.
8:2 Un lebbroso si prostrò davanti a
V. MISERICORDIA E PRODIGI Gesù e lo supplicò di guarirlo. Costui
POTENTI DEL MESSIA: REAZIONI era convinto che il Signore potesse gua-
DEL POPOLO (8:1−9:34) rirlo e la vera fede non viene mai tradita.
La lebbra è un’immagine appropriata
Nei capp. 8−12, il Signore Gesù dimo- del peccato perché è ripugnante, deva-
stra al popolo d’Israele, in modo con- stante, contagiosa e, in alcune forme,
vincente, che egli è davvero il Messia umanamente incurabile.(9)
di cui i profeti avevano scritto. Il pro- 8:3 Era proibito toccare i lebbrosi,
feta Isaia, per esempio, aveva annun- poiché il contatto fisico poteva provo-
ciato: “Allora si apriranno gli occhi care il contagio. Nel caso dei Giudei, il
dei ciechi, saranno sturati gli orecchi contatto rendeva la persona cerimo-
dei sordi, allora lo zoppo salterà come nialmente impura, vale a dire indegna
un cervo e la lingua del muto canterà di prestare culto insieme alla comunità
di gioia” (Is 35:5-6). Con l’adempi- d’Israele. Ma quando Gesù toccò il leb-
mento di tutte queste profezie Gesù broso e pronunciò le parole di guari-
dimostrò di essere il Messia. Se Israe- gione, in quell’istante la lebbra sparì. Il
le avesse prestato attenzione alle Salvatore ha il potere di purificare dal
Scritture, non avrebbe avuto nessuna peccato e di proclamare colui che ha
difficoltà a riconoscerlo come il Cri- purificato degno di essere suo fedele.
sto. Ma nessuno è cieco come colui 8:4 In questo brano, per la prima
che non vuole vedere. volta nel Vangelo di Matteo, appren-
Gli eventi descritti in questi capi- diamo che Gesù, operando un miraco-
toli non seguono un rigoroso ordine lo, comandava di non dirlo a nessuno
cronologico ma sono, bensì, ordinati (inoltre vd. 9:30; 12:16; 17:9; Mr 5:43;
per argomento. Questo non è un re- 7:36; 8:26). Probabilmente tale atteg-
soconto completo del ministero del giamento era dettato dalla consapevo-
Signore, bensì una concatenazione di lezza che molti, interessati unicamente
avvenimenti scelti dallo Spirito Santo a essere liberati dal giogo romano, vo-
per rivelare le caratteristiche salien- levano farlo re. Ma egli sapeva anche
ti della vita del Salvatore. Nel nostro che Israele era ancora ostinato, che il
commento si trovano le seguenti: popolo avrebbe rifiutato la sua autorità
1. L’autorità assoluta di Cristo sulle ma- spirituale e che egli stesso doveva pri-
lattie, sui demòni, sulla morte e sulle ma di tutto andare alla croce.
forze della natura. Sotto la legge di Mosè, il sacerdote
2. La rivendicazione della signoria as- fungeva anche da medico. Quando un
soluta di Cristo nella vita di coloro lebbroso guariva, doveva presentarsi
che lo avrebbero seguito. con un’offerta al sacerdote per essere
3. Il crescente rifiuto di Gesù da parte dichiarato puro (vd. Le 14:4-6). Senza
del popolo d’Israele, specialmente dubbio, succedeva raramente che un
dei capi religiosi. lebbroso guarisse; un tale straordinario

49
MATTEO 8:5-6

evento avrebbe dovuto indurre il sacer- di Dio, Gesù non aveva trovato una fede
dote a cercare di scoprire se il Messia altrettanto grande. Ciò lo portò a rilevare
fosse finalmente giunto. Ma non ac- che, nel suo regno futuro, i pagani si ra-
cadde nulla del genere. Gesù ordinò al duneranno da ogni parte del mondo per
lebbroso di ubbidire alla prescrizioni di gioire della comunione con i patriarchi
legge riguardo alla lebbra. giudei, laddove i figli del regno saranno
L’interpretazione spirituale di questo gettati nelle tenebre di fuori, dove vi sarà
miracolo è chiara: il Messia era venuto in pianto e stridor di denti. I figli del regno
Israele con il potere di guarire il popolo erano quei Giudei che professavano di ri-
dalla sua malattia. Egli compì questo mi- conoscere Dio come Re ma che, in realtà,
racolo e ne fece una delle sue credenzia- non erano convertiti veramente. Questo
li. Ma il popolo non era ancora pronto ad succede anche oggi. Molti fra coloro che
accettare il suo Redentore. hanno avuto il privilegio di nascere e
crescere in una famiglia credente peri-
B. Il potere sulla paralisi ranno nell’inferno per aver rifiutato Cri-
(8:5-13) sto, laddove gli aborigeni della giungla
8:5-6 La fede di un centurione pagano che avranno creduto al messaggio del
contrasta con la mancata disponibilità vangelo godranno della gloria eterna del
dei Giudei ad accogliere il Salvatore. Se cielo.
Israele non era disposto a riconoscere il 8:13 Gesù disse al centurione: “Va’ e
suo Re, i disprezzati pagani, invece, lo ti sia fatto come hai creduto”. La fede
erano. Il centurione era un ufficiale ro- è premiata in proporzione alla fiducia
mano a capo di cento uomini ed era di nel carattere di Dio. Il servitore fu gua-
stanza a Capernaum o nelle vicinanze. rito all’istante, benché Gesù fosse lon-
Egli venne da Gesù per chiedere la gua- tano. Per noi, questo evento può essere
rigione del suo servo, che soffriva di una un’illustrazione dell’attuale ministero
grave, dolorosa forma di paralisi. Una di Cristo: benché non sia presente fi-
tale manifestazione di compassione era sicamente, Cristo è in grado di guarire
alquanto insolita: la maggior parte de- i pagani non privilegiati dalla paralisi
gli ufficiali non avrebbe mostrato tanta del peccato.
preoccupazione per un servo.
8:7-9 Quando il Signore Gesù si offrì C. Il potere sulla febbre
di recarsi dal servo malato, il centu- (8:14-15)
rione dimostrò l’autenticità e la pro- 8:14-15 Entrando nella casa di Pietro,
fondità della sua fede. Le sue parole Gesù trovò la suocera di lui… a letto
furono, approssimativamente, queste: con la febbre. Egli le toccò la mano
“Signore, io non son degno che tu entri e la febbre svanì. Di solito, la febbre
in casa mia. D’altronde non è neanche debilita l’organismo, ma questa guari-
necessario, perché tu puoi guarirlo gione era stata così istantanea e totale
semplicemente con una parola. So co- che la donna fu in grado di alzarsi e
sa significa avere autorità: io ricevo de- servirlo subito, esprimendo, in tal mo-
gli ordini dai miei superiori e do ordini do, la propria gratitudine per ciò che il
a quelli che mi sono sottoposti. I miei Salvatore aveva fatto per lei. Dovrem-
ordini sono eseguiti senza discussioni. mo agire come costei, tornando a ser-
Quanto più potenti saranno le tue pa- vire il Signore con rinnovato impegno
role sulla malattia del mio servo!”. e vigore ogni qualvolta riacquistiamo
8:10-12 Gesù restò meravigliato del- la salute!
la fede di questo pagano. Questo è uno
dei due brani in cui leggiamo che Gesù D. Il potere sui demòni e svariate
si meravigliò (nell’altra occasione si sor- malattie (8:16-17)
prese dell’incredulità dei Giudei; vd. Mr 8:16-17 La sera dello stesso giorno,
6:6). In Israele, in mezzo al popolo eletto sabato (vd. Mr 1:21-34), la folla venne

50
MATTEO 8:21

a lui con molti indemoniati. Questi esagerare con tale metodo di ricerca,
infelici erano posseduti e dominati da poiché si può rischiare di incorrere in
spiriti maligni: spesso manifestavano forzature nell’interpretazione di tali si-
una conoscenza e una potenza sopran- gnificati e di azzardare ipotesi risibili.
naturali, altre volte erano tormentati.
Talvolta, il loro comportamento asso- E. Il mistero del rifiuto umano
migliava a quello dei malati di mente; (8:18-22)
ma l’origine dei loro disturbi era spiri- Abbiamo visto che Cristo esercitava la
tuale, anziché fisica o mentale. Gesù sua autorità sulle malattie e sui demòni.
scacciò gli spiriti con la parola. Incontrò resistenza solamente allorché
Inoltre, Gesù guarì tutti i malati, venne a contatto con uomini e donne:
adempiendo così la profezia di Is 53:4: questo è il mistero del rifiuto umano.
Egli ha preso le nostre infermità e ha 8:18-20 Mentre Gesù si apprestava
portato le nostre malattie. I guaritori ad attraversare il mare di Galilea, da
carismatici spesso citano il v. 17 per Capernaum alla riva orientale, uno
dimostrare che la guarigione rientra scriba, sicuro di sé, si avvicinò e pro-
nell’opera di espiazione e che, di con- mise di seguirlo dovunque fosse an-
seguenza, il credente può chiederla per dato. Il Signore gli rispose invitandolo
fede. Ma, qui, lo Spirito di Dio accosta a calcolare il costo, prospettandogli
questa profezia al ministero di guari- una vita di sacrificio. Le volpi hanno
gione del Salvatore sulla terra, non alla delle tane e gli uccelli del cielo hanno
sua opera sulla croce. dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non
In questo capitolo, abbiamo finora ha dove posare il capo. Durante il
visto i seguenti quattro miracoli: suo ministero pubblico, Gesù non eb-
1. la guarigione del lebbroso giudeo: be una casa propria, sebbene fosse il
Cristo era presente; benvenuto in molte case dove, solita-
2. la guarigione del servitore del centu- mente, aveva un posto per dormire. Il
rione: Gesù era distante; vero significato delle sue parole sem-
3. la guarigione della suocera di Pietro: bra dunque spirituale: questo mondo
Gesù era nella casa; non gli poteva offrire un luogo di ripo-
4. la guarigione di tutti gli indemoniati so vero e duraturo. Egli aveva un’ope-
e malati: Gesù era presente. ra da compiere e non poteva riposarsi
Gaebelein ipotizza che questi mira- finché non l’avesse compiuta. Ciò vale
coli rappresentino le quattro fasi del anche per i suoi seguaci: questo mon-
ministero del Signore: do non è il loro rifugio o, almeno, non
1. la prima venuta di Cristo, quando te- dovrebbe esserlo!
stimoniò al suo popolo; 8:21 Un altro discepolo, pieno di
2. l’attuale dispensazione/amministra- buone intenzioni, dichiarò la propria
zione a favore degli stranieri, in cui disponibilità a seguirlo, ma prima
Gesù è assente; aveva qualcosa da fare: Signore, per-
3. la sua seconda venuta, allorché en- mettimi di andare prima a seppellire
trerà nella “casa”, ristabilirà il suo mio padre. Non è rilevante sapere se
legame con Israele e guarirà la figlia il padre di costui fosse già morto op-
sofferente di Sion; pure no. Il problema di fondo era nel-
4. il millennio, quando tutti gli indemo- le parole fra loro in contraddizione:
niati e i malati saranno guariti.(10) Signore... prima . Costui antepose i
Si tratta di un’affascinante analisi propri interessi a quelli di Cristo. È per-
degli ulteriori insegnamenti insiti nei fettamente legittimo provvedere a un
miracoli, che dovrebbe risvegliare la funerale decoroso per il proprio padre,
nostra attenzione sui profondi signi- ma è sbagliato se questo gesto, di per sé
ficati nascosti nelle Sacre Scritture. lodevole, ha la precedenza sulla chia-
Tuttavia, dobbiamo procurare di non mata del Signore.

51
MATTEO 8:22

8:22 Gesù, dunque, gli rispose pres- ani, della terra e dei cieli” (Mary Ann
sappoco: “Il tuo primo compito è se- Baker “Master, the Tempest Is Raging”
guire me. Lascia che quelli che sono (Peace Be Still), Hymns, no. 105). Nes-
spiritualmente morti seppelliscano suno può sconfiggere le tempeste della
quelli fisicamente morti. Questo com- vita come il Signore Gesù.
pito può svolgerlo anche una persona
non salvata. Ma c’è un compito che tu G. Gesù guarisce due indemoniati
solo puoi portare a termine: dare il me- (8:28-34)
glio della tua vita per le cose che durano 8:28 Sulla riva orientale del mare di
in eterno. Non sprecarla per cose meno Galilea si trovava il paese dei Gadare-
importanti”. Non si conosce la reazione ni.(11) Quando arrivò, Gesù s’imbatté in
di quei due discepoli. È probabile, però, due insoliti casi di possessione demo-
che essi abbandonarono Cristo per assi- niaca. Quegli indemoniati vivevano
curarsi una buona posizione nel mondo in caverne adibite a sepolcri ed erano
e per trascorrere la vita a occuparsi di co- talmente furiosi che era pericoloso at-
se meno importanti. Prima di giudicarli, traversare quella zona.
dovremmo esaminare noi stessi alla luce 8:29-31 Quando Gesù si avvicinò, i
delle due caratteristiche del discepolato demòni si misero a gridare: Che c’è fra
enunciate da Gesù in questo brano. noi e te, Figlio di Dio? Sei venuto qua
prima del tempo a tormentarci? Essi
F. Il potere sulle forze della natura sapevano chi era Gesù e sapevano an-
(8:23-27) che che, un giorno, egli li avrebbe di-
8:23-27 Il mare di Galilea è noto per le strutti. Da questo punto di vista, la loro
sue tempeste improvvise e violente, che scienza teologica era molto più esatta
non di rado lo flagellano in un ribollire di quella di molti teologi liberali di
di schiuma. I venti provenienti da nord, oggi. Poiché avevano intuito che Gesù
dalla valle del Giordano, acquistano voleva liberare gli uomini posseduti, lo
velocità nella stretta gola. Quando tali pregarono di mandarli in un branco di
tempeste si abbattono sul mare, la navi- porci che pascolava nei dintorni.
gazione diventa molto pericolosa. 8:32 Stranamente, Gesù acconsentì.
L’imbarcazione su cui viaggiava Perché il Signore Sovrano accolse la ri-
Gesù stava attraversando il mare di chiesta dei demòni? Per capire questa
Galilea da ovest a est; quando scoppiò sua azione, dobbiamo ricordare due
la tempesta, Gesù dormiva. I discepoli fatti. 1° I demòni dimorano preferi-
terrorizzati lo svegliarono con affan- bilmente in esseri umani oppure, ove
nose grida d’aiuto (bisogna, nondime- ciò non sia possibile, in animali o al-
no, dar loro atto del fatto che si erano tre creature. 2° Lo scopo dei demòni è,
rivolti alla persona giusta). Dopo aver senza eccezione, distruggere. Se Gesù
rimproverato i discepoli per la debo- li avesse semplicemente scacciati dagli
lezza della loro fede, Gesù sgridò i ven- ossessi, essi avrebbero costituito una
ti e il mare, e si fece gran bonaccia. Gli minaccia per gli altri abitanti di quella
uomini si meravigliarono che perfino regione. Permettendo loro di impadro-
le forze della natura ubbidissero al loro nirsi dei porci, impedì che si impos-
passeggero. Non avevano affatto capi- sessassero di altri uomini o donne e
to che in barca con loro c’era colui che confinò il loro potere distruttivo negli
aveva creato e sosteneva l’universo! animali. Non era ancora arrivato il mo-
Tutti i discepoli, prima o poi, incon- mento di sopprimerli definitivamente.
trano delle tempeste. A volte ci sembra Appena ebbero preso possesso dei por-
di essere sommersi dalle onde. Quale ci, tutto il branco si gettò a precipizio
conforto sapere che Gesù è nella barca giù nel mare e annegò.
con noi! “Nessun mare può inghiottire Questo episodio dimostra che i de-
la barca in cui sta il Signore degli oce- mòni mirano alla distruzione ed evi-

52
MATTEO 9:8

denzia la terrificante eventualità che sodio suscita un interrogativo: Cristo


due uomini possano essere posseduti guarì mai un individuo senza offrirgli,
da un numero di demòni tale da an- nel contempo, anche la salvezza?
nientare duemila porci (vd. Mr 5:13)! 9:3-5 Quando alcuni scribi ebbe-
8:33-34 I custodi degli animali cor- ro udito Gesù dichiarare che i peccati
sero in città per riferire tutto ciò che dell’uomo erano perdonati, dentro di
era accaduto, con la conseguenza che sé lo accusarono di bestemmiare: sol-
tutti gli abitanti, molto scossi, anda- tanto Dio può perdonare i peccati e,
rono da Gesù e lo pregarono di andar- di certo, essi non avrebbero accettato
sene. Da allora, Gesù è criticato per Cristo come Dio! L’onnisciente Signore
l’inutile strage di maiali; da allora gli si Gesù, avendo letto nei loro pensieri, li
chiede di andarsene perché attribuisce rimproverò perché pensavano cose
maggior valore alla vita umana che al- malvagie nei loro cuori, poi domandò
la vita degli animali. Se appartenevano loro se fosse più facile dire: “I tuoi pec-
al popolo giudaico, quei Gadareni, al- cati sono perdonati”, o dire: “Àlzati e
levando maiali, violavano la legge. Ma cammina?”. In effetti, è facile dire en-
che fossero Giudei o pagani ha poca trambe le cose, ma che cos’è più facile
importanza: la loro condanna consiste fare ? Le due cose sono entrambe uma-
nell’aver stimato un branco di maiali namente impossibili ma, laddove, nel
più importante della guarigione di due primo caso, le conseguenze non sono
poveri indemoniati. manifeste, nel secondo caso gli effetti
sono immediatamente visibili.
H. Il potere di perdonare i peccati 9:6-7 Per dimostrare agli scribi che,
(9:1-8) sulla terra, egli aveva l’autorità di per-
9:1 Respinto dai Gadareni, Gesù attra- donare i peccati (e perciò doveva es-
versò il mare di Galilea e si recò a Ca- sere onorato come Dio), Gesù accettò
pernaum, che era diventata la sua città di fare un miracolo che essi potessero
da quando la sua gente, a Nazaret, ave- vedere. Rivoltosi al paralitico ordinò:
va tentato di ucciderlo (vd. Lu 4:29-31). Àlzati… prendi il tuo letto e va’ a casa.
Fu a Capernaum che egli compì alcuni 9:8 Quando la folla vide il paralitico
dei suoi miracoli più potenti. andarsene a casa con il suo paglieric-
9:2 Quattro uomini si presentarono cio, fu sopraffatta da due diversi tipi di
a Gesù trasportando un paralitico di- emozioni: timore e stupore. Impaurita
steso su un rozzo lettuccio (o stuoia). di fronte a tale manifestazione chia-
Nel racconto di Marco leggiamo che, ramente soprannaturale, glorificò Dio
a causa della folla, costoro dovettero per aver conferito una tale autorità
scoperchiare il tetto e calare l’uomo agli uomini. Ma il vero significato del
dall’alto per condurlo davanti a Gesù miracolo le sfuggì completamente. La
(vd. Mr 2:1-12). Allorché Gesù vide la guarigione visibile del paralitico dove-
loro fede si rivolse al paralitico: Fi- va confermare che i peccati dell’uomo
gliolo, coraggio, i tuoi peccati ti sono erano stati perdonati, che era avvenuto
perdonati. Notiamo che egli vide la anche un miracolo invisibile. La gen-
loro fede. La fede spinse questi uomini te avrebbe dovuto capire che ciò cui
a portare il paralitico a Gesù e la fede aveva appena assistito non era una te-
convinse il paralitico a rivolgersi a Ge- stimonianza dell’autorità concessa da
sù per essere guarito. Per prima cosa, Dio agli uomini, bensì della presenza
il Signore ricompensò quella fede, di- di Dio stesso tra loro, nella persona del
chiarando che i peccati di quell’uomo Signore Gesù Cristo. La folla non capì.
erano perdonati. Il grande Taumaturgo Quanto agli scribi, apprendiamo
eliminò prima la causa, poi si occupò dagli eventi successivi che essi si osti-
dei sintomi. Egli impartì dapprima la narono maggiormente nella loro incre-
benedizione più grande. Questo epi- dulità e ostilità.

53
MATTEO 9:9

I. Gesù chiama il pubblicano Matteo invece, erano più disposti ad ammet-


(9:9-13) tere la loro effettiva condizione e a
9:9 Il clima di tensione intorno al Sal- cercare la grazia salvifica di Cristo. In
vatore è temporaneamente addolci- questo senso, l’accusa era giusta! Gesù
to dal racconto semplice e umile di mangiava davvero con i peccatori. Ma
Matteo circa la propria chiamata. Era se avesse mangiato con i farisei, tale
un pubblicano, o esattore delle tasse, accusa sarebbe risultata, comunque
e lui e i suoi colleghi erano profonda- (e probabilmente a maggior ragione),
mente odiati dai Giudei a causa della fondata! Se Gesù non avesse mangiato
loro disonestà, delle tasse gravose, ma con i peccatori, in un mondo come il
soprattutto perché servivano gli inte- nostro, avrebbe sempre mangiato da
ressi dell’impero romano, oppressore solo. Ma è importante ricordare che,
d’Israele. anche quando mangiava con i pecca-
Quando Gesù… passando vide Mat- tori, non partecipò mai alle loro azioni
teo, gli disse: “Seguimi”. La risposta fu malvagie né scese mai a compromessi.
istantanea: Matteo, alzatosi, lo seguì. Gesù coglieva sempre l’occasione per
Abbandonò un lavoro tradizionalmen- richiamare gli uomini alla verità e alla
te disonesto per diventare immediata- santità.
mente un discepolo di Gesù. “Perse un 9:13 Il problema dei farisei era che i
lavoro comodo, ma trovò la sua strada. loro cuori erano duri, freddi e privi di
Perse un buon reddito, ma trovò l’ono- misericordia, a dispetto della scrupo-
re. Perse la sicurezza, ma si imbarcò losa osservanza dei rituali giudaici.
in un’avventura che non avrebbe mai Perciò Gesù li liquidò invitandoli a
osato sognare”. E, non ultimo, la sua ri- imparare il significato delle parole del
compensa fu diventare uno dei dodici Signore: Voglio misericordia e non
e ricevere l’onore di scrivere il Vangelo sacrificio (citate da Os 6:6). Sebbene
che reca il suo nome. Dio avesse instaurato il sistema sacri-
9:10 Matteo organizzò un banchet- ficale, non voleva però che i rituali co-
to in onore di Gesù (vd. Lu 5:29). Era il stituissero un surrogato della giustizia
suo modo di riconoscere Cristo pubbli- interiore. Dio non è ritualista e non
camente e di far conoscere il Signore ai gradisce i riti disgiunti dalla pietà per-
colleghi. Ovviamente, fra i suoi ospiti sonale, ossia quelli praticati, per inciso,
vi erano dei pubblicani e altri perso- dai farisei. Costoro, infatti, osservava-
naggi che erano comunemente definiti no la legge alla lettera ma non avevano
peccatori ! compassione per chi aveva bisogno di
9:11 A quei tempi si usava consuma- aiuto spirituale. Costoro si accompa-
re il pasto sdraiati su dei divani, con gnavano esclusivamente a individui
il viso rivolto verso il tavolo. Quando presuntuosi come loro.
i farisei videro che Gesù frequentava Il Signore Gesù, invece, disse loro
la feccia della società, andarono dai chiaramente: “Io non sono venuto a
suoi discepoli e lo accusarono di asso- chiamar dei giusti, ma dei peccato-
ciazione a delinquere: un vero profeta ri”. Egli rispose completamente alla
non avrebbe mai mangiato con dei richiesta divina di misericordia e di
peccatori ! sacrificio. È vero che non esiste alcun
9:12 Udito ciò, Gesù rispose: Non giusto sulla terra (Sl 14:3; Ro 3:10-12),
sono i sani che hanno bisogno del perciò Gesù è venuto a chiamare tutti
medico, ma i malati. I farisei si consi- gli uomini a ravvedimento. Ma l’idea
deravano sani e non erano disposti a espressa qui è che la sua chiamata
riconoscere il loro bisogno di Gesù (in sortisce un effetto solo su quanti si
realtà, essi erano molto malati spiri- riconoscono peccatori. Gesù non può
tualmente e disperatamente bisognosi guarire chi è orgoglioso, presuntuoso
di guarire). I pubblicani e i peccatori, e impenitente come i farisei.

54
MATTEO 9:20

J. Il digiuno La vita e la libertà del vangelo rovinano


(9:14-17) gli “otri” del ritualismo.
9:14 In quel tempo, Giovanni il battista L’avvento dell’era cristiana avrebbe
era probabilmente in prigione. I suoi inevitabilmente provocato tensioni.
discepoli si avvicinarono a Gesù e gli La gioia di Cristo non poteva più essere
esposero un loro dilemma: essi digiu- contenuta nei rituali e nei formalismi
navano spesso, laddove i discepoli di dell’A.T. Ci voleva un ordine di cose
Gesù, invece, non digiunavano. Come completamente nuovo.
mai?
Così il Re mette in guardia i suoi di-
9:15 Il Signore rispose con un esem-
scepoli contro la mescolanza di cose
pio. Egli era lo sposo e i suoi discepoli
vecchie… e di cose nuove… E tuttavia,
erano gli amici dello sposo. Finché Ge- nel cristianesimo è successo proprio
sù era con loro, essi non avevano moti- questo: il giudaismo è stato rappez-
vo di digiunare in segno di cordoglio. zato e riadattato ovunque nelle chie-
Ma egli sarebbe stato loro tolto, e allora se e il vecchio vestito è stato chiama-
avrebbero digiunato. Fu loro tolto. Con to “cristianesimo”. Il risultato è uno
la morte, la sepoltura e l’ascensione, sconcertante miscuglio che non è né
fisicamente non sarebbe più stato con giudaismo né cristianesimo, bensì un
i suoi discepoli. È vero che con queste insieme di rituali e opere morte che si
parole Gesù non ordina il digiuno, ma sostituisce alla fede nel Dio vivente. Il
certamente lo approva, come eserci- vino nuovo della salvezza gratuita è
zio spirituale appropriato a coloro che stato messo negli otri vecchi del lega-
aspettano il ritorno dello Sposo. lismo, e con quale risultato? Ebbene,
9:16 La questione sollevata dai disce- gli otri sono scoppiati e sono andati
poli di Giovanni indusse inoltre Gesù a perduti, il vino si è riversato fuori e la
mettere in evidenza che Giovanni ave- maggior parte del prezioso liquido che
va segnato la fine di un ordine di cose, dà la vita è andata persa. La legge ha
annunciando la nuova era della grazia: perso il suo terrore perché è mescolata
i diversi principi su cui si basano le due con la grazia, e la grazia ha perso la sua
rivelazioni non si possono mescola- bellezza e la sua natura perché è me-
scolata con le opere della legge.(13)
re. Qualsiasi tentativo di mescolare la
legge e la grazia equivarrebbe a met-
tere un pezzo di stoffa nuova sopra un K. Il potere di guarire gli incurabili
vestito vecchio. Quando sono lavati e di risuscitare i morti (9:18-26)
insieme, la stoffa nuova si restringe e si 9:18-19 Il discorso di Gesù sulla tran-
stacca dal vestito vecchio e il danno è sizione a un ordine nuovo fu interrotto
peggiore di prima. Giustamente, Gae- dall’arrivo di uno dei capi della sina-
belein osserva in proposito: goga, la cui figlia era appena morta.
Costui si inchinò davanti al Signore e
Un cristianesimo giudaico, che pro-
lo pregò di seguirlo a casa e richiamar-
fessi la grazia e il vangelo, ma cerchi
di attenersi alla legge promuovendo
la in vita. Era straordinario che questo
la giustificazione mediante la legge, personaggio cercasse aiuto da Gesù,
agli occhi di Dio è un abominio più giacché la maggior parte dei capi giu-
grande di ciò di cui si macchiò Israe- dei avrebbe temuto, per un tale com-
le in passato allorché, pur professan- portamento, il disprezzo e le ingiurie
do Dio, adorava gli idoli. (12) degli altri capi. Gesù onorò la fede di
costui avviandosi con i discepoli verso
9:17 Tale mistura sarebbe stata para- la sua abitazione.
gonabile al vino nuovo in otri vecchi. La 9:20 Un’altra interruzione! Questa
pressione causata dalla fermentazione volta si trattava di una donna che sof-
del vino nuovo avrebbe fatto scoppiare friva di un’emorragia da dodici anni.
gli otri vecchi, ormai privi di elasticità. Gesù non era mai irritato da interru-

55
MATTEO 9:21-22

zioni del genere, era sempre calmo, di- fondo discernimento delle cose spiritua-
sponibile e accessibile. li. Chiamando Gesù Figlio di Davide, lo
9:21-22 Dalla scienza medica quella riconobbero come il Messia tanto atteso
donna non aveva tratto alcun giovamen- e come legittimo Re d’Israele. Essi sape-
to: le sue condizioni, anzi, erano addirit- vano che, tra le credenziali del Messia, vi
tura peggiorate (vd. Mr 5:26). Quando sarebbe stata la facoltà di ridare la vista
incontrò Gesù (o, piuttosto, lo scorse, cir- ai ciechi (vd. Is 35:5). Quando Gesù sag-
condato com’era dalla folla) ella era ormai giò la loro fede, domandando loro se lo
allo stremo delle forze. Confidando che credessero in grado di far questo (ossia
egli sarebbe stato in grado di guarirla e ridar loro la vista), costoro risposero
disposto a farlo, si fece largo tra la folla e senza esitazione: Sì, Signore.
gli toccò il lembo della veste. Una fede ve- 9:29-30 Allora il grande Taumatur-
ra non sfugge mai all’attenzione di Gesù. go toccò loro gli occhi, assicurando
Egli si volse, la dichiarò guarita e la don- loro che, poiché avevano creduto, essi
na, che era stata malata per dodici anni, avrebbero visto. Immediatamente i lo-
recuperò istantaneamente la salute. ro occhi furono guariti.
9:23-24 Ora il racconto torna al capo L’uomo dice: “Vedere per credere”. Dio
della sinagoga, la cui figlia era morta. dice: “Credere per vedere”. Gesù disse
Quando Gesù giunse alla casa, le prefi- a Marta: “Non ti ho detto che se credi,
che stavano già piangendo, facendo gran vedrai la gloria di Dio?” (Gv 11:40). L’au-
mostra di quello che qualcuno ebbe a tore della Lettera agli Ebrei osservò: “Per
definire “dolore artificiale”. Gesù ordinò fede comprendiamo...” (11:3). L’apostolo
a tutti i visitatori di lasciare la stanza, Giovanni scrisse: “Vi ho scritto queste
annunciando allo stesso tempo che la cose perché sappiate… voi che credete...”
bambina non era morta, ma dormiva. (1 Gv 5:13). Dio non gradisce la fede che,
Molti studiosi ritengono che qui il Signo- prima di credere, chiede un miracolo.
re abbia usato il termine dormire in senso Egli desidera che crediamo in lui sempli-
figurato, intendendo però la morte. Altri, cemente perché è Dio.
invece, sono del parere che la bambina Perché Gesù impose agli uomini gua-
fosse in coma. Con tale interpretazione riti un severo divieto di parlarne con
non si nega che Gesù sarebbe stato in alcuno? Nel commento a 8:4 abbiamo
grado di risuscitarla, ma si intende evi- suggerito che probabilmente voleva evi-
denziare che Gesù era troppo onesto tare la nascita di un movimento politico
per arrogarsi il merito di aver risuscitato che propugnasse il suo prematuro inse-
una morta, quando, in realtà, costei non diamento sul trono. I Giudei non si erano
lo era affatto. Sir Robert Anderson, per ancora pentiti ed egli non poteva regna-
esempio, nutriva tale convinzione e fece re su di loro se, prima, non fossero nati di
notare che il padre e tutti gli altri pre- nuovo. Oltre a ciò, una sommossa a fa-
senti dissero che la bambina era morta, vore di Gesù avrebbe provocato terribili
mentre Gesù disse che non lo era. rappresaglie contro i Giudei da parte del
9:25-26 Comunque sia, il Signore pre- governo romano. Infine, il Signore Gesù
se la bambina per la mano e il miracolo doveva salire sulla croce prima di poter
si compì: ella si alzò. In breve tempo la regnare come Re. Tutto ciò che ostaco-
notizia del prodigio si diffuse ovunque. lava il suo cammino verso il Golgota era
contrario al piano prestabilito da Dio.
L. Il potere di donare la vista 9:31 Sopraffatti dal sentimento di ri-
(9:27-31) conoscenza per aver ottenuto la vista, i
9:27-28 Mentre Gesù partiva di là, vale a due uomini sparsero la fama della loro
dire dall’abitazione del capo della sina- guarigione miracolosa. Forse siamo ten-
goga, due ciechi lo seguirono e lo prega- tati di approvare, e perfino ammirare, la
rono di ridar loro la vista. Benché privi loro testimonianza esuberante; ma la ve-
della vista naturale, essi avevano un pro- rità è che essi furono assai disubbidienti

56
MATTEO 9:38

e, inevitabilmente, arrecarono a Gesù regno, ossia annunciando di essere il Re


più danno che vantaggio, determinando d’Israele: di fatto, egli avrebbe regnato
nelle folle una curiosità superficiale an- se i Giudei si fossero ravveduti e lo aves-
ziché un interesse suscitato dallo Spirito. sero accolto. In quel tempo, il regno fu
Neppure la gratitudine è una scusa vali- sinceramente offerto a Israele. Che cosa
da per la disubbidienza. sarebbe successo se Israele avesse ac-
cettato? La Bibbia non risponde a questa
M. Il potere di ridare la parola domanda. Sappiamo che Cristo doveva,
(9:32-34) in ogni caso, morire per provvedere una
9:32 Prima Gesù diede la vita a una base conforme a giustizia sulla quale
bambina morta, poi diede la vista ai due Dio avrebbe giustificato i peccatori di
ciechi e ora dà la parola a un muto. Pare tutti i tempi.
esservi una progressione spirituale, in Cristo insegnava e predicava e in-
questi miracoli: dapprima la vita, quindi tanto guariva ogni sorta di malattia.
la vista (ossia la comprensione) e, infine, I miracoli caratterizzarono la prima
la parola (ossia, la testimonianza). venuta del Messia in umiliazione e
A causa di uno spirito malvagio, misericordia; allo stesso modo segne-
quest’uomo era diventato muto. Qual- ranno la sua seconda venuta, “con gran
cuno ne ebbe compassione e lo con- potenza e gloria” (24:30; cfr. Eb 6:5: “le
dusse a Gesù. Dio benedica tutti quegli potenze del mondo futuro”).
sconosciuti che si fanno suoi strumenti 9:36 Contemplando le folle d’Israe-
nel condurre altri a Cristo! le, tormentate e smarrite, Gesù ne
9:33 Appena scacciato… il demonio, ebbe compassione e le definì pecore
il muto parlò. Presumiamo che costui si senza pastore. Oh, se potessimo cono-
avvalse della sua nuova facoltà di parola scere meglio questo suo intenso desi-
per adorare e testimoniare di colui che derio di offrire benessere spirituale ai
l’aveva guarito così misericordiosamen- perduti e ai morenti! Abbiamo bisogno
te. La gente riconobbe che Israele era di pregare costantemente:
testimone di miracoli senza precedenti. Che io possa vedere le folle,
9:34 Ma i farisei dicevano che Ge- come le vide il mio Salvatore,
sù scacciava i demòni con l’aiuto del Finché i miei occhi
principe dei demòni. Ed è proprio que- si annebbino di lacrime;
sta l’affermazione che Gesù, più tardi, Che io possa aver compassione
avrebbe definito il peccato imperdonabile per le pecore smarrite,
(vd. 12:32). Attribuire al potere di Satana E amarle per amore di Lui.
i miracoli che Gesù operava mediante lo
Spirito Santo era una bestemmia contro 9:37 C’era una gran mèsse spirituale
lo stesso Spirito Santo. Laddove alcuni da raccogliere, ma pochi erano gli ope-
furono benedetti e sanati dal tocco di rai. Il problema esiste tuttora; c’è sem-
Cristo, i farisei rimanevano spiritual- pre più bisogno di manodopera.
mente morti, ciechi e muti. 9:38 Il Signore Gesù invitò i discepo-
li a chiedere al Signore della mèsse che
VI. GLI APOSTOLI DEL RE-MESSIA mandi degli operai nella sua mèsse.
SONO MANDATI A ISRAELE Notiamo che il bisogno non costituisce
(9:35−10:42) una chiamata. Gli operai non devono
andare finché non sono mandati.
A. Mancano operai per la mèsse
(9:35-38) Cristo, il Figlio di Dio, ha mandato me
9:35 Con questo versetto inizia il rac- Nei paesi della mezzanotte;
conto del terzo viaggio di Gesù in Spetta a me il grande mandato
Galilea. Gesù attraversava le città e i Delle mani forate.
villaggi, predicando la buona notizia del – Frances Bevan

57
MATTEO 10:1

Gesù non specificò che fosse il Si- 6. Bartolomeo. Si tratta presumibil-


gnore della mèsse. Alcuni ritengono mente di Natanaele, l’Israelita in cui
che si tratti dello Spirito Santo. In 10:5 Gesù non trovò frode (vd. Gv 1:47);
è lo stesso Gesù che manda i discepoli, 7. Tommaso, detto anche Didimo,
così è chiaro che egli è colui al quale che significa “gemello”. È comu-
dobbiamo rivolgere le nostre preghie- nemente conosciuto come “Tom-
re per l’evangelizzazione del mondo. maso, l’incredulo”, ma i suoi dubbi
si dissolsero in una meravigliosa
B. La chiamata dei dodici discepoli confessione di fede in Cristo (vd. Gv
(10:1-4) 20:28);
10:1 Nell’ultimo versetto del cap. 9, il 8. Matteo. L’ex pubblicano che scrisse
Signore esortava i suoi discepoli a pre- questo Vangelo;
gare perché vi fossero più operai per la 9. Giacomo d’Alfeo. Di costui si sa po-
mèsse. Per presentare questa richiesta chissimo;
con sincerità, i credenti devono essere 10. Lebbeo, soprannominato Taddeo
disposti ad andare di persona. (ND). Altresì conosciuto come Giu-
Qui vediamo il Signore che chiama da, figlio di Giacomo (vd. Lu 6:16).
i suoi dodici discepoli. Li aveva scelti Le uniche sue parole riportate nella
già prima, ma adesso li chiama a una Bibbia si trovano in Gv 14:22;
particolare missione di evangelizza- 11. Simone il Cananeo, cui Luca at-
zione in mezzo al popolo d’Israele. In- tribuisce l’appellativo di “Zelota”
sieme alla chiamata, essi ricevettero il (vd. 6:15);
potere di scacciare gli spiriti immon- 12. Giuda l’Iscariota, colui che tradì il
di e di guarire qualsiasi infermità. In Signore.
questo possiamo vedere l’unicità di I discepoli, in quel periodo, erano pre-
Gesù. In passato, anche altri uomini sumibilmente poco più che ventenni. Di
avevano compiuto miracoli, ma nes- diversa estrazione sociale e, verosimil-
suno aveva mai conferito questo pote- mente, di medie capacità, essi devono
re ad altri. la loro vera grandezza al fatto di aver ab-
10:2-4 I dodici apostoli erano: bracciato l’insegnamento di Gesù.
1. Simone detto Pietro. Uomo impul-
sivo, generoso e devoto, era la guida C. La missione in Israele
perfetta; (10:5-33)
2. Andrea suo fratello. Fu presentato a 10:5-6 Nella restante sezione del ca-
Gesù da Giovanni il battista (vd. Gv pitolo, troviamo le istruzioni di Gesù
1:36, 40); a sua volta portò a lui il fra- per uno speciale viaggio di predica-
tello Pietro. Da allora in avanti si im- zione alla casa d’Israele. Non dobbia-
pegnò a portare altri a Gesù; mo confondere questo viaggio con la
3. Giacomo di Zebedeo, che più tardi missione dei settanta (vd. Lu 10:1) o
fu assassinato da Erode (vd. At 12:2), con il grande mandato (vd. Mt 28:19-
il primo dei dodici a morire come 20). L’incarico descritto qui era tem-
martire; poraneo e aveva lo scopo specifico di
4. Giovanni suo fratello. Anch’egli fi- annunciare che il regno dei cieli era vi-
glio di Zebedeo, era “il discepolo cino. Taluni principi qui espressi han-
che Gesù amava”. Dobbiamo a lui il no valore permanente per il popolo di
quarto Vangelo, tre lettere e il libro Dio di tutti i tempi; successivamente,
dell’Apocalisse; il Signore Gesù ne revocò alcuni, a di-
5. Filippo. Da non confondersi con mostrazione che si trattava di precetti
l’evangelizzatore Filippo menzio- temporanei (vd. Lu 22:35-36).
nato nel libro degli Atti. Originario In primo luogo, Gesù definì l’itinera-
della città di Betsaida, condusse Na- rio. Non dovevano andare tra i pagani
tanaele a Gesù; né dai Samaritani, un popolo di mez-

58
MATTEO 10:18

zosangue che i Giudei avversavano. In 10:12-14 Se una casa li avesse accol-


quel momento, il loro ministero sareb- ti, i discepoli avrebbero dovuto saluta-
be stato circoscritto alle pecore perdu- re e benedire la famiglia con cortesia e
te della casa d’Israele. gratitudine per l’ospitalità offerta. Se,
10:7 Il messaggio era la proclamazio- invece, la casa avesse rifiutato di ospi-
ne che il regno dei cieli era vicino. Se tare i messaggeri del Signore, essi non
Israele lo avesse respinto, nessuna scu- erano più obbligati a invocare la pace
sa sarebbe stata accettata, giacché tale (ossia la benedizione) di Dio su quella
annuncio ufficiale era destinato esclu- casa e su quella famiglia. In tale even-
sivamente a loro. Il regno era in mezzo a tualità, inoltre, essi avrebbero dimo-
loro nella persona del Re e Israele dove- strato la riprovazione di Dio scotendo
va decidere se accettarlo o respingerlo. la polvere dai loro piedi. Rifiutare i
10:8 I discepoli ricevettero creden- discepoli di Cristo, infatti, equivale a
ziali a conferma dell’autenticità del loro rifiutare Cristo stesso.
messaggio. Essi ricevettero la facoltà 10:15 Gesù annunciò che un tale ri-
di guarire gli ammalati, risuscitare i fiuto, nel giorno del giudizio, provoche-
morti,(14) purificare i lebbrosi e scaccia- rà una punizione più severa di quella
re i demòni. I Giudei chiedevano mira- subita dalle perverse città di Sodoma e
coli (vd. 1 Co 1:22) perciò Dio, nella sua di Gomorra. Ciò dimostra che, nell’in-
misericordia, acconsentì a concederli. ferno, ci saranno diversi gradi di casti-
In quanto al compenso, i rappresen- go: come si spiegherebbe, altrimenti, il
tanti del Signore non dovevano chie- fatto che, per alcuni la punizione sarà
dere nulla in cambio dei loro servizi. più tollerabile che per altri?
Avevano ricevuto le benedizioni gra- 10:16 In questo versetto, Gesù spie-
tuitamente e altrettanto gratuitamente gò ai discepoli come comportarsi di
dovevano darle. fronte alla persecuzione. Essi sarebbero
10:9-10 Non dovevano fare scorte stati come pecore in mezzo ai lupi, cir-
per il viaggio. Dopo tutto, erano Isra- condati da uomini malvagi, disposti a
eliti che predicavano al loro popolo e distruggerli. I discepoli avrebbero do-
il principio che l’operaio è degno del vuto, pertanto, essere prudenti come
suo nutrimento era comunemente ac- i serpenti, evitando di arrecare inutili
cettato dai Giudei. Perciò non sarebbe offese o di essere coinvolti in situazio-
stato necessario portare con sé oro… ni compromettenti. Dovevano essere
argento… rame… sacca per il cibo, due semplici come le colombe, protetti
tuniche… calzari o bastone. Probabil- dall’armatura di un carattere giusto e
mente questa indicazione significa né di una fede sincera.
calzari né bastone supplementari; se 10:17 I discepoli si sarebbero dovuti
avevano già un bastone, potevano por- guardare dai Giudei increduli, i quali li
tarlo con sé (vd. Mr 6:8). L’idea espres- avrebbero condotti a forza davanti ai tri-
sa qui è che si sarebbe provveduto alle bunali e li avrebbero flagellati nelle loro
loro necessità di giorno in giorno. sinagoghe. Gli attacchi sarebbero prove-
10:11 In che modo avrebbero dovuto nuti dal fronte sia civile sia religioso.
procurarsi un alloggio? Una volta entrati 10:18 I discepoli sarebbero stati trasci-
in una città, dovevano informarsi se c’era nati davanti a governatori e re per amo-
qualcuno degno di ospitarli, qualcuno re di Cristo. Ma la causa di Dio avrebbe
che li avrebbe ricevuti come discepoli trionfato sul male degli uomini. “Il cuore
del Signore e che avrebbe accettato il lo- dell’uomo medita la sua via, ma il SIGNO-
ro messaggio. Dopo essersi presentati al RE dirige i suoi passi” (Pr 16:9). Nell’ora
loro ospite, essi si sarebbero trattenuti dell’apparente sconfitta, i discepoli
presso di lui fintantoché fossero rimasti avrebbero avuto il privilegio incompara-
in città; non sarebbero andati alla ricerca bile di poter testimoniare davanti ai go-
di una sistemazione più confortevole. vernatori e ai pagani. Dio avrebbe fatto

59
MATTEO 10:19-20

in modo che tutte le cose cooperassero 10:22-23 I discepoli sarebbero stati


al loro bene. I cristiani avrebbero dovu- odiati da tutti (non da tutti gli indivi-
to soffrire molto per mano delle autorità dui senza eccezione, bensì da tutte le
civili, eppure “nessun’altra dottrina si culture, nazionalità, classi ecc.). Ma
sarebbe rivelata altrettanto utile per le chi avrà perseverato sino alla fine sarà
autorità al potere”. salvato. Estrapolando tale affermazio-
10:19-20 Non dovevano preoccupar- ne dal suo giusto contesto, si potrebbe
si di cosa dire al processo. Al momento essere indotti a pensare che la salvezza
opportuno, lo Spirito di Dio avrebbe si ottiene mediante la perseveranza.
dato loro la saggezza necessaria per ri- Ora, noi sappiamo bene che non è co-
spondere in modo da glorificare Cristo sì, giacché tutta la Scrittura presenta
e confondere e prevenire gli accusatori. la salvezza come un dono della grazia
Nell’interpretazione del v. 19, occorre di Dio mediante la fede (vd. Ef 2:8-9). E
evitare due estremi: 1° l’ingenua convin- nemmeno può significare che quanti
zione che un credente non abbia biso- rimarranno fedeli a Cristo saranno sal-
gno di prepararsi il discorso in anticipo; vati dalla morte fisica, giacché il ver-
2° l’idea che questo consiglio non abbia setto precedente predice la morte dei
alcun significato per noi, oggi. È giusto e discepoli fedeli.
desiderabile che il predicatore aspetti in La spiegazione più semplice di que-
preghiera che il Signore gli dia la parola ste parole di Gesù è che la perseveran-
appropriata a una precisa situazione. Ma za è il marchio di autenticità di ogni
è altrettanto vero che, in momenti di cri- vero credente. Coloro che, in tempo di
si, tutti i credenti possono ricorrere alla persecuzione, resisteranno fino alla
promessa di Dio di dare loro la sapienza fine, dimostreranno con la loro per-
necessaria per parlare con l’illuminazio- severanza di essere dei veri credenti.
ne divina. Così diventeranno i portavoce Troviamo la medesima affermazione
dello Spirito del Padre loro. a proposito del residuo fedele di Giudei
10:21 Gesù avvertì i suoi discepoli che durante la tribolazione (24:13): costoro
avrebbero dovuto affrontare perfidie e si rifiuteranno di tradire il Signore Ge-
tradimenti. Il fratello avrebbe accusato il sù e dimostreranno, con la loro perse-
fratello. Il padre avrebbe tradito il figlio. veranza, di essere dei veri discepoli.
I figli sarebbero stati infedeli ai genitori Nei brani biblici riguardanti il futuro,
e questi sarebbero stati messi a morte. lo Spirito di Dio passa sovente dal futuro
J.C. Macaulay ha chiarito bene que- immediato a un futuro remoto. Una pro-
sto concetto: fezia può avere un significato parziale e
immediato, ma anche un adempimento
Siamo in buona compagnia a dover completo e più lontano. Per esempio,
sopportare l’odio del mondo. Il servo le due venute di Cristo possono essere
non può aspettarsi di ricevere dal-
citate in un unico brano senza alcuna
la mano del nemico un trattamento
spiegazione (vd. Is 52:14-15; Mi 5:2-4).
migliore di quello che ha ricevuto il
Signore stesso. Se il mondo non ebbe
Nei vv. 22-23, il Signore Gesù esprime
da offrire a Gesù nulla di meglio di questo tipo di progressione profetica.
una croce, non avrà un cocchio reale Prima avverte i dodici discepoli delle
per i suoi seguaci: se per lui c’erano sofferenze che dovranno sopportare
soltanto spine, non ci saranno ghir- per causa sua; poi pare prenderli come
lande di fiori per noi… Stiamo solo esempio dei Giudei a lui fedeli durante
attenti che l’odio del mondo per noi la grande tribolazione, passando dalle
sia veramente “a causa del nome di tribolazioni dei primi cristiani a quelle
Cristo” e non a causa di qualcosa di che i credenti subiranno prima del suo
spregevole in noi e indegno del Si- ritorno.
gnore misericordioso che noi rap- La prima parte del v. 23 potrebbe far
presentiamo. (15) riferimento ai dodici discepoli: quando

60
MATTEO 10:28

vi perseguiteranno in una città, fuggite loro perplessità, rispose ricordando lo-


in un’altra. Essi non avevano l’obbligo ro la natura del rapporto che essi han-
di rimanere sotto la tirannia dei loro no stretto con lui. Essi erano i discepoli
nemici laddove esistesse una via di fuga ed egli era il Maestro. Essi erano i servi
onorevole. “Non è sbagliato fuggire dal ed egli il loro Signore. Essi erano abi-
pericolo; sbagliato è fuggire dal dovere”. tanti della casa ed egli era il Padrone di
La seconda parte del v. 23 ci porta casa. Essere discepoli significa seguire
ai giorni che precederanno la venuta il maestro, non essere superiori a lui.
di Cristo Re: non avrete finito di per- Il servo non deve aspettarsi di esse-
correre le città d’Israele, prima che il re trattato meglio del padrone. Se gli
Figlio dell’uomo sia venuto. Questa uomini accusano il padrone di essere
affermazione non può far riferimento Belzebù (lett.: “signore delle mosche”,
alla missione dei dodici, poiché il Fi- una divinità di Ecron, il cui nome, per
glio dell’uomo era già venuto. Alcuni i Giudei, era sinonimo di Satana), co-
commentatori biblici la interpretano priranno di insulti ben peggiori quelli
come un accenno alla distruzione di di casa sua. Essere discepoli significa
Gerusalemme nel 70 d.C. Ma è difficile anche condividere il rifiuto subito dal
spiegare come si possa definire questa Signore stesso.
tragedia la “venuta del Figlio dell’uo- 10:26-27 Il Signore rivolse ai suoi
mo”. Questo sembra essere, molto più seguaci un triplice invito a non temere
verosimilmente, un riferimento al suo (vv. 26, 28, 31). In primo luogo, essi non
ritorno. Durante la grande tribolazio- dovevano temere la vittoria apparente
ne, i Giudei fedeli a Cristo continue- dei loro nemici; in un giorno futuro, la
ranno a diffondere il vangelo del regno, causa di Cristo innegabilmente pre-
tra persecuzioni e oppressioni. Prima varrà. Finora il vangelo si era mante-
che essi abbiano raggiunto tutte le città nuto parzialmente nascosto e il suo
d’Israele, il Signore Gesù ritornerà per insegnamento era, in una certa misura,
giudicare i suoi nemici e per instaurare occulto. Ma fra breve i discepoli avreb-
il suo regno. bero dovuto annunciare con coraggio
Si potrebbe pensare che ci sia una il messaggio cristiano che, fino a quel
contraddizione tra il v. 23 e Matteo momento, avevano ascoltato solo pri-
24:14. Qui leggiamo che non tutte le vatamente.
città d’Israele saranno raggiunte pri- 10:28 In secondo luogo, i discepo-
ma che il Figlio dell’uomo sia venuto, li non dovevano temere l’ira crudele
laddove in 24:14 afferma che “il van- degli uomini. Il peggio che gli uomini
gelo del regno sarà predicato in tutto possano fare è uccidere il corpo. Ma
il mondo” prima del suo ritorno. Tale la morte fisica non è la tragedia più
contraddizione è soltanto apparente. grande, per un credente. Morire signi-
Il vangelo sarà predicato a tutte le na- fica essere con Cristo e, quindi, è una
zioni, anche se non necessariamente condizione migliore. Significa essere
a ogni individuo. Questo messaggio, liberi da peccato, afflizione, malattia,
però, incontrerà una dura opposizio- sofferenza e morte e segna il passaggio
ne e, in Israele, i messaggeri saranno nella gloria eterna. Perciò, il peggio che
aspramente perseguitati e ostacolati. gli uomini possano fare è, in realtà, la
Perciò non tutte le città d’Israele saran- cosa migliore che possa succedere a un
no raggiunte. figlio di Dio.
10:24-25 I discepoli del Signore si sa- I discepoli non dovevano temere gli
ranno spesso chiesti perché dovessero uomini, ma dovevano confessare reve-
sopportare un trattamento così ostile. renziale timore nei confronti di colui
Se Gesù era il Messia, perché i suoi se- che può far perire l’anima e il corpo
guaci dovevano soffrire invece di re- nella geenna. Questa è la perdita più
gnare? Nei vv. 24-25, Gesù, avvertita la grande: la separazione eterna da Dio,

61
MATTEO 10:29

da Cristo e da qualsiasi speranza. La rinnegamento temporaneo, estorto


morte spirituale è una perdita che non sotto pressione (come quello di Pietro),
si può misurare e un destino che va ma a un rinnegamento persistente e
evitato a ogni costo. definitivo.
Le parole di Gesù, nel v. 28, ci ricor-
dano un uomo di Dio, John Knox, nel D. Non pace, ma spada
cui epitaffio è scritto: “Qui giace un (10:34-39)
uomo che temeva Dio tanto da non te- 10:34 Le parole del Signore vanno in-
mere l’uomo”. terpretate come un’immagine retorica,
10:29 In mezzo alle prove più dure, i in cui le conseguenze visibili della sua
discepoli potevano confidare nella pro- venuta sono presentate come lo scopo
tezione di Dio. Il Signore Gesù lo spiega apparente per cui Egli venne sulla terra.
parlando dei passeri, che si trovano Egli dice di non essere venuto a metter
ovunque. Due di questi insignificanti pace, ma spada. In realtà, Gesù è venu-
uccelletti si vendono per un soldo. Ep- to per mettere pace (vd. Ef 2:14-17); egli
pure non ne muore uno solo… senza il è venuto perché il mondo sia salvato per
volere del Padre, vale a dire a sua insa- mezzo di lui (vd. Gv 3:17), tuttavia il suo
puta, o in sua assenza. “Dio è presente avvento è stato accolto “con la spada”,
perfino al funerale di un passero” (H.A. ossia con avversione e ostilità.
Ironside). 10:35-37 Qui, invece, Gesù spiega
10:30-31 Lo stesso Dio che si interes- che, quando qualcuno diventerà suo
sa personalmente a un passerotto tiene seguace, i famigliari gli si opporranno.
il conto dei capelli del… capo di ognu- Il figlio incredulo si opporrà al padre
no dei suoi figli. Una ciocca di capelli convertito, la figlia non salvata alla ma-
ha decisamente meno valore di un pas- dre credente, la nuora non rigenerata
sero. Ciò dimostra che il popolo di Dio, odierà la suocera nata di nuovo. Spes-
ai suoi occhi, vale più di molti passeri. so è necessario scegliere fra Cristo e la
Dunque, perché temere? famiglia. Nessun legame naturale deve
10:32 Dopo tutte queste conside- distogliere il discepolo dalla sua fedeltà
razioni, non è dunque più che ragio- verso il Signore. Il Salvatore deve venire
nevole che i discepoli riconoscano prima del padre, della madre, del figlio
Cristo senza timore davanti agli uo- o della figlia. I costi del discepolato so-
mini? Qualsiasi vergogna o critica deb- no i conflitti, la discordia e l’allontana-
bano sopportare, sarà ricompensata mento dalla propria famiglia. L’ostilità
abbondantemente in cielo, quando il da parte dei familiari è spesso più fero-
Signore Gesù li riconoscerà davanti al ce di quella che si affronta altrove.
Padre suo. Accettare Cristo significa 10:38 Ma c’è qualcosa che, ancor più
impegnarsi per lui e servirlo come pro- della famiglia, può defraudare Cristo
prio Signore e Salvatore, riconoscen- del suo posto legittimo: è l’amore per
dolo come tale con la propria vita e le la propria vita. Perciò Gesù aggiunse:
proprie parole. Per la maggior parte dei Chi non prende la sua croce e non vie-
dodici apostoli, tale confessione del Si- ne dietro a me, non è degno di me. La
gnore comportò il martirio. croce è, naturalmente, uno strumento
10:33 Chi rinnega Cristo sulla terra di morte. Prendere la croce e seguire
sarà ripagato con il rinnegamento da- Cristo significa abbandonarsi a lui al
vanti a Dio nei cieli. Rinnegare Cristo punto che neppure la morte è conside-
significa rifiutare di riconoscere i suoi rata come un prezzo troppo alto da pa-
diritti sulla nostra vita. Coloro che, gare. Non a tutti i discepoli è chiesto di
con la propria vita, affermano: “Non ti sacrificare la propria vita per il Signore,
ho mai conosciuto”, un giorno si sen- ma tutti sono invitati a stimarlo così
tiranno dire da Gesù: “Non ti ho mai tanto da non ritenere la propria vita al-
conosciuto”. Il Signore non allude a un trettanto preziosa.

62
MATTEO 11:1

10:39 L’amore per Cristo deve impor- aiutiamo a parlare per Dio e lo inco-
si sull’istinto di sopravvivenza. Chi avrà raggiamo, saremo partecipi del suo
trovato la sua vita la perderà; e chi avrà premio. Ma se gli mettiamo i bastoni
perduto la sua vita per causa mia, la tra le ruote o gli rendiamo difficile il
troverà. La tentazione, infatti, consiste servizio, perderemo il nostro premio.
nell’essere attaccati alla vita, cercando È bello aiutare un uomo che cerca di
di evitare i dolori e le perdite di una vi- fare del bene. Non dobbiamo guarda-
ta d’impegno totale. Ma lo spreco più re i suoi vestiti, il suo atteggiamento,
grande che si possa fare è vivere per il suo modo di fare o la sua voce, ma
gratificare se stessi. Il modo migliore dobbiamo guardare oltre queste cose
e domandarci: “È questo un messag-
di vivere la propria vita è donarla per il
gio di Dio per me? È quest’uomo un
servizio di Cristo. Chi avrà perduto la
profeta di Dio per l’anima mia?”. Se
sua vita sacrificandosi per lui, la troverà lo è, riceviamolo, esaltiamo la sua
nella sua vera pienezza. parola e la sua opera e condividiamo
la sua ricompensa. (16)
E. Un bicchiere d’acqua fresca
(10:40-42) Chi riceve un giusto perché è giusto,
10:40 Non tutti avrebbero rifiutato il riceverà premio di giusto. Quelli che
messaggio dei discepoli. Alcuni li avreb- giudicano gli altri in base alla bellezza
bero riconosciuti come ambasciatori o alla ricchezza non capiscono che le
del Messia e avrebbero riservato loro vere doti morali, spesso, si nascondono
un’amabile accoglienza. I discepoli non sotto un’apparenza assai modesta. Il
sarebbero stati in grado di ricompen- modo in cui un individuo tratta il più
sare tale gentilezza, ma non avrebbero semplice dei discepoli è il modo in cui
dovuto crucciarsi di questo: qualsiasi tratta il Signore stesso.
cosa fatta per loro, infatti, sarebbe sta- 10:42 Nessun favore reso a un di-
ta considerata come fatta per il Signore scepolo di Gesù passerà inosservato.
stesso e, quindi, ricompensata. Perfino un solo bicchiere d’acqua fre-
Ricevere un discepolo di Cristo si- sca sarà grandemente ricompensato,
gnifica ricevere Cristo stesso, e ricevere se sarà dato a un discepolo perché è un
lui equivale a ricevere il Padre che lo ha seguace di Gesù.
mandato, poiché l’inviato rappresenta Terminato di impartire le sue istru-
colui che lo ha inviato. Ricevere un am- zioni speciali ai dodici, Gesù li investì
basciatore, che rappresenta il governo di dignità regale. Certo, essi sarebbero
da cui ha ricevuto l’incarico, significa stati osteggiati, rifiutati, arrestati, pro-
intrattenere relazioni diplomatiche vati, imprigionati e forse anche uccisi.
con il suo Paese. Ma non avrebbero mai dovuto dimen-
10:41 Chi riceve un profeta perché è ticare di essere i portavoce del Re: essi
un profeta, riceverà premio di profeta. avevano il glorioso privilegio di parlare
A.T. Pierson osserva in proposito: e agire per suo conto.
I Giudei consideravano il “premio di
VII. CRESCONO L’OPPOSIZIONE
profeta” il riconoscimento più gran-
de perché, laddove i re regnavano in E IL RIFIUTO (capp. 11–12)
nome del Signore e i sacerdoti servi-
vano in nome di Dio, il profeta era A. Giovanni il battista è
inviato dal Signore per istruire en- imprigionato (11:1-19)
trambi, sacerdote e re. Cristo affer- 11:1 Dopo aver inviato i dodici alla ca-
ma che, se riceviamo un profeta nel- sa d’Israele per questa breve e speciale
la sua veste di profeta e lo aiutiamo, missione, Gesù se ne andò di là per in-
riceveremo lo stesso premio che sarà segnare e predicare nelle… città della
dato al profeta. Ricordiamocene, pri- Galilea, dove i discepoli erano vissuti in
ma di criticare un predicatore! Se lo passato.

63
MATTEO 11:2-3

11:2-3 A quel tempo, Giovanni era Non si deve interpretare questa escla-
tenuto prigioniero da Erode. Scorag- mazione come un velato rimprovero a
giato e solo, il battista cominciò a Giovanni il battista. La fede di ciascuno
porsi delle domande. Se Gesù era ve- deve essere, a volte, confermata e forti-
ramente il Messia, perché permette- ficata. Un conto è avere un temporaneo
va che il suo precursore languisse in cedimento della fede, un altro è nutrire
carcere? Come molti grandi uomini continui dubbi sulla vera identità del
di Dio, Giovanni era stato colto da una Signore Gesù. Un singolo episodio non
temporanea mancanza di fede. Perciò rappresenta l’intera storia dell’indivi-
mandò i suoi discepoli a chiedere a duo. Considerando la vita di Giovanni
Gesù se era veramente colui che i pro- nella sua totalità, troviamo il lui un vero
feti avevano preannunciato o se dove- esempio di fedeltà e di perseveranza.
vano continuare ad aspettare l’Unto 11:7-8 Mentre i discepoli di Giovan-
del Signore. ni se ne andavano accompagnati dalle
11:4-5 Gesù rispose ricordando a parole rassicuranti di Gesù, il Signore
Giovanni che egli stava, per l’appunto, si rivolse alla folla con parole di elogio
compiendo le opere miracolose che, per il battista. La stessa folla si era ra-
secondo le profezie, il Messia doveva dunata nel deserto, quando Giovanni
compiere: i ciechi ricuperano la vi- predicava là. Perché? Per vedere una
sta (vd. Is 35:5), gli zoppi camminano canna debole, vacillante, agitata da
(vd. Is 35:6), i lebbrosi sono purifica- qualsiasi vento di opinioni umane?
ti (vd. Is 53:4, cfr. Mt 8:16-17), i sordi Certamente no! Giovanni era un predi-
odono (vd. Is 35:5), i morti risuscitano catore coraggioso, la coscienza perso-
(ciò non era stato profetizzato, pur es- nificata che avrebbe preferito soffrire
sendo un’opera maggiore delle altre). piuttosto che tacere, morire piuttosto
Gesù, inoltre, ricordò a Giovanni che che mentire. Essi erano forse andati
il vangelo era annunciato ai poveri in a vedere un gentiluomo di corte, ben
adempimento alla profezia messianica vestito, che nuotava nell’abbondanza?
di Is 61:1. I capi religiosi umani spesso Certamente no! Giovanni era un sem-
concentrano la propria attenzione sui plice uomo di Dio, la cui vita austera
ricchi e sui nobili; il Messia portò la era un rimprovero alla sfacciata mon-
buona notizia ai poveri. danità del popolo.
11:6 Il Salvatore aggiunse: Beato 11:9 Erano andati per vedere un
colui che non si sarà scandalizzato di profeta ? Sì, Giovanni era un profeta,
me! Pronunciate da chiunque altro, anzi il più grande dei profeti. Con ciò, il
queste parole sarebbero il vanto di un Signore non voleva dire che egli fosse il
perfetto egoista. Sulle labbra di Gesù più grande per personalità, eloquenza
sono l’espressione legittima della sua o forza di persuasione: Giovanni era il
perfezione personale. Invece di com- più grande perché era il precursore del
parire come uno splendido generale, Re-Messia.
il Messia si era presentato nelle vesti 11:10 Eccone una chiara conferma:
di un umile falegname. Benevolenza, Giovanni era l’adempimento della profe-
modestia e umiltà non corrisponde- zia di Ml 3:1, il messaggero che avrebbe
vano all’immagine di un Messia mili- preceduto il Signore e avrebbe prepara-
tante. Gli uomini, guidati dai desideri to il popolo alla venuta del Signore. Altri
della carne, potevano anche mettere uomini avevano profetizzato la venuta
in dubbio la sua rivendicazione del di Cristo, ma Giovanni era stato scelto
regno. Ma la benedizione di Dio si per annunciare il suo arrivo.
sarebbe riversata su coloro che, con 11:11 La dichiarazione che il più
discernimento spirituale, avrebbe- piccolo nel regno dei cieli è più gran-
ro riconosciuto in Gesù di Nazaret il de di lui dimostra che Gesù parlava
Messia preannunciato. del privilegio di Giovanni, non del suo

64
MATTEO 11:18-19

carattere. Chi è il più piccolo nel regno nella profezia, ma altresì nell’annuncio
dei cieli non è necessariamente una dell’adempimento di tutte le profezie
personalità più grande di Giovanni, ma riguardanti la prima venuta di Cristo.
ha un privilegio più grande. Essere cit- 11:14 Malachia aveva profetizzato
tadino del regno è cosa più grande che che, prima della comparsa del Mes-
semplicemente annunciarlo. Il privi- sia, Elia sarebbe stato suo precursore
legio di Giovanni (preparare la via del (vd. Ml 4:5-6). Se gli uomini avessero
Signore) fu grande, ma egli non visse voluto accettare Gesù come Messia,
abbastanza per godere delle benedi- Giovanni avrebbe ricoperto il ruolo di
zioni del regno. Elia. Giovanni non era Elia reincarna-
11:12 Dall’inizio del ministero di to (infatti egli negò di essere Elia in Gv
Giovanni fino alla sua incarcerazione 1:21), bensì precedette Cristo con lo
il regno dei cieli era preso a forza (altra spirito e la potenza di Elia (vd. Lu 1:17).
traduzione possibile: “soffre violen- 11:15 Non tutti apprezzarono Gio-
za”). I farisei e gli scribi lo contrastava- vanni il battista o capirono il significa-
no con forza. Anche il re Erode aveva to profondo del suo ministero. Perciò il
contribuito a combattere il regno, cat- Signore aggiunse: Chi ha orecchi per
turandone il messaggero. udire oda. In altre parole Gesù ammo-
...e i violenti se ne impadroniscono. nì la folla di usare discernimento e non
Questa asserzione si presta a una du- fraintendete il significato di ciò che
plice interpretazione: 1° I nemici fecero aveva udito. Se Giovanni aveva adem-
il possibile per impadronirsi del regno piuto la profezia concernente Elia,
e distruggerlo. Essi respinsero Giovan- Gesù era, dunque, il Messia promesso!
ni: ciò faceva prevedere che avrebbero Accreditando in questo modo Giovan-
respinto il Re e, quindi, il regno stesso. ni il battista, Gesù riconfermò di essere
2° Coloro che erano pronti per la ve- il Cristo di Dio. Accettare l’uno signifi-
nuta del Re reagirono con determina- cava accettare anche l’altro.
zione all’annuncio e si impegnarono 11:16-17 Ma la generazione cui Gesù
con tutte le loro forze per entrarvi. È si rivolgeva non voleva accettare nes-
questo, infatti, il significato di Lu 16:16: suno dei due. I Giudei, che avevano il
“La legge e i profeti sono durati fino a privilegio di vivere al tempo della ve-
Giovanni; da quel tempo è annunzia- nuta del loro Re-Messia, non provarono
ta la buona notizia del regno di Dio, e interesse né per lui né per il suo precur-
ciascuno vi entra a forza”. Qui il regno sore. Per il popolo, entrambi erano un
è descritto come una città assediata, enigma. Gesù li paragonò a dei bam-
circondata da ogni tipo di uomini che bini scontrosi seduti nelle piazze che
premono dall’esterno, cercando di en- si rifiutavano di giocare con gli altri
trare. Una certa veemenza spirituale è bambini: se i loro amichetti si offriva-
necessaria. no di suonare il flauto per farli ballare,
A prescindere dal significato che si questi non ballavano, se proponevano
sceglie di attribuire a tale affermazio- di giocare “al funerale”, questi si rifiu-
ne, il concetto comune è che la pre- tavano di unirsi al gioco.
dicazione di Giovanni provocò una 11:18-19 Giovanni era venuto come
violenta reazione con conseguenze di un asceta, e i Giudei lo accusarono
enorme portata. di avere un demonio. Al contrario, il
11:13 Poiché tutti i profeti e la legge Figlio dell’uomo mangiava e beveva
hanno profetizzato fino a Giovanni. normalmente. Se l’ascetismo di Gio-
Tutta la Scrittura, dal libro della Genesi vanni li aveva fatti sentire a disagio,
fino al libro del profeta Malachia, an- sicuramente le abitudini, più consue-
nuncia l’avvento del Messia. Allorché te, di Gesù sarebbero dovute risultare
Giovanni entrò in scena, il suo ruolo loro più gradite. Invece no! I Giudei lo
speciale non consisteva solamente definivano un mangione… beone…

65
MATTEO 11:20

amico dei pubblicani e dei peccatori. Sidone avranno una sorte migliore di
Ora, è ovvio che Gesù non eccedeva Corazin e Betsaida.
mai né col cibo, né con le bevande: la 11:22 La locuzione nel giorno del
loro accusa era inventata di sana pian- giudizio... sarà più tollerabile sugge-
ta. Effettivamente egli era amico dei risce che vi saranno diversi livelli di
pubblicani e dei peccatori, ma non nel punizione nell’inferno, proprio come
senso che essi intendevano. Gesù di- ci saranno diversi livelli di ricompensa
venne amico dei peccatori per salvarli nel cielo (vd. 1 Co 3:12-15). L’unico pec-
dai loro peccati, ma non condivise né cato che comporta l’inferno è il rifiuto
approvò mai i loro peccati. di sottomettersi a Gesù Cristo (vd. Gv
La sapienza è stata giustificata 3:36b). Ma la misura dei patimenti in-
dalle sue opere. Il Signore Gesù è, na- fernali è determinata dagli onori rifiu-
turalmente, la sapienza personificata tati e dai peccati commessi.
(vd. 1 Co 1:30). Anche se gli increduli lo 11:23-24 Poche città erano state pri-
calunniavano, le sue opere e la vita dei vilegiate come Capernaum, che era di-
suoi gli rendevano giustizia. Anche se ventata la città d’adozione di Gesù dopo
la maggior parte dei Giudei si rifiutava che gli abitanti di Nazaret l’avevano
di riconoscerlo come il Re-Messia, le respinto (vd. 9:1; cfr. Mr 2:1-12); qui egli
sue affermazioni erano completamen- aveva compiuto alcuni dei suoi miracoli
te confermate dai suoi miracoli e dalla più straordinari, dimostrazioni indiscu-
trasformazione spirituale dei suoi fe- tibili della sua messianicità. Se la cor-
deli discepoli. rotta e depravata città di Sodoma fosse
stata altrettanto privilegiata, si sarebbe
B. Gesù rimprovera le città impenitenti ravveduta e sarebbe stata risparmiata.
della Galilea (11:20-24) L’onore di Capernaum era ancora più
11:20 Un grande privilegio comporta grande: i suoi abitanti si sarebbero do-
una grande responsabilità. Nessun’al- vuti ravvedere e avrebbero dovuto rico-
tra città fu mai privilegiata quanto Co- noscere il Signore con gioia.
razin, Betsaida e Capernaum. Il Figlio Ma Capernaum perse la sua occasio-
di Dio incarnato aveva camminato per ne. Il peccato di perversione di Sodoma
i loro vicoli polverosi, aveva predica- era stato grande, ma non vi è peccato
to ai loro abitanti e aveva compiuto la più grande di quello commesso da
maggior parte delle sue opere potenti Capernaum, la quale rigettò il santo
entro le loro mura. Nonostante que- Figlio di Dio. Ecco perché Sodoma, nel
ste prove inconfutabili, esse si erano giorno del giudizio, non sarà punita
ostinatamente rifiutate di ravvedersi. così severamente come Capernaum.
Quindi non c’è da meravigliarsi se il Capernaum, innalzata fino al cielo per
Signore predicesse loro una fine così l’onore toccatole, scenderà, nel giorno
amara. del giudizio, fino all’Ades. Se questo
11:21 Gesù cominciò a rimprove- succederà a Capernaum, cos’altro ac-
rare Corazin e Betsaida . Queste città cadrà ai paesi dove abbondano le Bib-
avevano udito le suppliche misericor- bie, dove il vangelo è diffuso tramite i
diose del loro Dio e Salvatore, eppure più disparati mezzi di comunicazione
l’avevano deliberatamente respinto. e dove pochi, per non dire nessuno,
Citò ad esempio le città di Tiro e Si- potranno accampare scuse?
done, che erano cadute sotto il giudi- Ai giorni del Signore c’erano quattro
zio di Dio a causa della loro idolatria città importanti in Galilea: Corazin,
e della loro malvagità. Nondimeno, Betsaida, Capernaum e Tiberiade. Gesù
se esse avessero avuto il privilegio di pronunciò una condanna contro le pri-
vedere i miracoli di Gesù, si sarebbe- me tre città, ma non contro Tiberiade.
ro umiliate e pentite profondamente. Quale fu il risultato? La distruzione di
Perciò nel giorno del giudizio… Tiro e Corazin e Betsaida fu così assoluta che

66
MATTEO 11:27

oggi si ignora perfino dove sorgesse- per aver stabilito che al rifiuto di alcuni
ro, né si conosce l’esatta ubicazione di seguisse, nondimeno, l’accoglienza
Capernaum. Tiberiade è sopravvissuta di altri. Di fronte a questa sconfinata
fino ai nostri giorni. Questo importan- mancanza di fede, egli trovò consola-
te adempimento di una profezia dimo- zione nel piano e nel disegno sovrano
stra, ancora una volta, l’onniscienza di Dio.
del Salvatore e l’ispirazione divina del- 11:27 Ogni cosa era stata data in
la Bibbia. mano a Cristo dal Padre. Pronunciata
da chiunque altro, questa frase sarebbe
C. La risposta di Gesù al rifiuto stata un’espressione di arroganza; pro-
(11:25-30) nunciata dal Signore Gesù, non era che
11:25-26 Le tre città della Galilea non una semplice constatazione della veri-
avevano né occhi per vedere né cuore tà. In quel periodo, con l’opposizione
per amare il Cristo di Dio. Gesù sapeva in aumento, egli non sembrava avere
che il loro atteggiamento era solo un tutto sotto il suo controllo; ma in realtà
anticipo di un rifiuto più ampio. In che era così. Il programma della sua vita si
modo reagì alla durezza del loro cuore? stava inevitabilmente avvicinando al
Non con amarezza o cinismo né con glorioso trionfo finale. Nessuno cono-
uno spirito di vendetta. Invece aprì la sce il Figlio, se non il Padre. C’è un mi-
bocca per ringraziare Dio perché nulla stero indecifrabile intorno alla Persona
poteva vanificare i suoi disegni sovra- di Cristo: l’unione di deità e di umanità
ni. Io ti rendo lode, o Padre, Signore in una sola persona suscita domande
del cielo e della terra, perché hai na- che sconcertano la mente umana. Per
scosto queste cose ai sapienti e agli in- esempio, c’è il problema della morte.
telligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Dio non può morire. Gesù è Dio, eppu-
A questo punto, bisogna evitare due re è morto. Malgrado ciò, la sua natu-
possibili equivoci: ra divina e la sua natura umana sono
1° Gesù non manifestò alcuna soddisfa- inseparabili. Perciò, benché possiamo
zione per l’inevitabile giudizio che si conoscerlo, amarlo e confidare in lui,
sarebbe abbattuto sulle città galilee; in un certo senso solo il Padre può ca-
2° con la sua preghiera, Gesù non in- pirlo veramente.
tendeva affatto insinuare che Dio
Ma i misteri profondi del tuo nome
privi arbitrariamente della sua luce i Trascendono la comprensione della
sapienti e gli intelligenti. creatura;
Le città avevano avuto un’infinità di Il Padre solo (qual meraviglioso
occasioni di accogliere il Signore Gesù, privilegio!)
ma avevano rifiutato deliberatamente Può comprendere il Figlio.
di sottometterglisi. Allorché essi ebbero Solo tu, Agnello di Dio, sei degno
respinto la luce, Dio distolse la luce da Di ricevere l’onore che ti spetta!
loro. Ma i piani di Dio non falliranno. − Josiah Condor
Se l’intellighenzia non vuole credere,
Dio si rivelerà agli umili di cuore. Egli ...e nessuno conosce il Padre, se non
ricolma di beni gli affamati e rimanda i il Figlio, e colui al quale il Figlio voglia
ricchi a mani vuote (vd. Lu 1:53). rivelarlo. Anche il Padre è imperscruta-
Chi si crede troppo intelligente e sa- bile. In conclusione, soltanto Dio è ab-
piente per aver bisogno di Cristo è con- bastanza grande per comprendere Dio.
dannato alla cecità spirituale. Ma chi, L’uomo non può conoscerlo con le pro-
invece, ammette la propria mancanza prie forze, né con il proprio intelletto.
di sapienza riceve una rivelazione da Ma il Signore Gesù può rivelare il Padre
colui “nel quale tutti i tesori della sa- a colui che egli sceglie. Chiunque giun-
pienza e della conoscenza sono na- ge a conoscere il Figlio, conosce anche
scosti” (Cl 2:3). Gesù ringraziò il Padre il Padre (vd. Gv 14:7).

67
MATTEO 11:28

Ciò premesso, dobbiamo però am- na. Chi ha Gesù è assolutamente salvo.
mettere che, quando cerchiamo di ...voi tutti che siete affaticati e op-
spiegare questo versetto, ci imbat- pressi . Per andare sinceramente a
tiamo in verità troppo elevate per Gesù, bisogna ammettere di essere op-
noi “perché ora vediamo come in pressi dal peso del peccato. Solamente
uno specchio, in modo oscuro” (1 Co quanti riconoscono di essere perduti
13:12). Nemmeno nell’eternità la no- possono essere salvati. La fede nel Si-
stra mente limitata sarà in grado di gnore Gesù Cristo deve essere prece-
apprezzare pienamente la grandez- duta dal pentimento davanti a Dio.
za di Dio o comprendere il mistero ...e io vi darò riposo. Notiamo che,
dell’incarnazione. Quando leggiamo qui, il riposo è un dono, immeritato e
che il Padre è rivelato solo a colui che gratuito. È il riposo della salvezza che
il Figlio sceglie, potremmo essere ten- proviene dall’aver compreso che Cristo
tati di pensare che si tratti di una se- ha compiuto l’opera della redenzione
lezione arbitraria di pochi privilegiati. sulla croce del Golgota. Esso consiste
Ma il versetto seguente non permette altresì nel riposo della coscienza che de-
questa interpretazione: il Signore Ge- riva dall’aver riconosciuto che il castigo
sù rivolge un invito universale a tutti del peccato è stato pagato una volta per
coloro che sono affaticati e oppressi, sempre e che Dio non esigerà un ulte-
affinché vadano a lui per trovare ripo- riore pagamento.
so. In altre parole, coloro ai quali egli 11:29 Nei vv. 29-30 si passa dall’invi-
decide di rivelare il Padre sono colo- to alla salvezza all’invito al servizio.
ro che confidano in lui come Signore Prendete su di voi il mio giogo. Ciò
e Salvatore. Quando consideriamo significa sottomettersi alla sua volontà,
questo invito di una dolcezza infinita, lasciargli il controllo della propria vita
ricordiamoci che fu pronunciato dopo (vd. Ro 12:1-2).
che le città privilegiate della Galilea ...e imparate da me. Quando accet-
avevano chiaramente respinto Gesù. tiamo la sua signoria in ogni ambito
L’odio e l’ostinazione degli uomini della nostra vita, egli ci ammaestra
non potevano porre fine al suo amore nelle sue vie.
e alla sua grazia. ...perché io sono mansueto e umile
A.J. McClain commenta: di cuore. A differenza dei farisei, che
Benché il popolo d’Israele si stia avvi- erano duri e orgogliosi, il vero maestro
cinando al giudizio di Dio, nelle sue è dolce e umile. Chi impara a prendere
ultime parole il Re spalanca la porta il suo giogo impara anche a occupare il
della salvezza personale. E con ciò posto più basso.
egli dimostra di essere un Dio di gra- ...e voi troverete riposo per le anime
zia, anche sulla soglia del giudizio.(17) vostre. Qui non si tratta del riposo del-
la coscienza, bensì del riposo del cuore
11:28 Venite. Venire significa: cre- che si ottiene accettando di occupare il
dere (At 16:31); ricevere (Gv 1:12); posto più umile davanti a Dio e davanti
mangiare (Gv 6:35); bere (Gv 7:37); agli uomini. Si tratta altresì del riposo
volgersi (Is 45:22); riconoscere (1 Gv che si sperimenta al servizio di Cristo,
4:2); ascoltare (Gv 5:24-25); entrare quando si smette di cercare di essere
per la porta (Gv 10:9); aprire la porta grandi.
(Ap 3:20); toccare il lembo della veste 11:30 Poiché il mio giogo è dolce e il
di Gesù (Mt 9:20-21) e accettare il do- mio carico è leggero. Ecco un nuovo,
no della vita eterna in Cristo, nostro stridente contrasto con i farisei. Gesù
Signore (Ro 6:23). disse di loro: “Infatti, legano dei fardel-
...a me. L’oggetto della fede non è una li pesanti e li mettono sulle spalle della
chiesa, un credo o un sacerdote, ma il gente; ma loro non li vogliono muovere
Cristo vivente. La salvezza è una Perso- neppure con un dito” (Mt 23:4).

68
MATTEO 12:7

Il giogo di Gesù è dolce, il suo carico volta, quando viveva in esilio, questi
è leggero. Ciò non significa che, nella e i suoi uomini andarono nel deserto
vita del credente, non ci saranno pro- e mangiarono i pani di presentazio-
blemi, prove, fatica o dolori, bensì che ne, dodici pani commemorativi che a
il credente non dovrà portarli da solo, nessuno, tranne ai sacerdoti, era con-
essendo sotto il medesimo giogo di sentito mangiare. Né Davide né i suoi
colui che dona la grazia sufficiente in uomini erano sacerdoti; tuttavia Dio
qualsiasi situazione. Servire Gesù non non trovò colpa in loro per ciò che ave-
è una schiavitù, ma libertà perfetta. vano fatto.
J.H. Jowett afferma: Perché no? Il motivo di tale assenza
L’errore fatale che il credente rischia di giudizio è che la legge di Dio non era
di commettere è di cercare di porta- stata istituita per infliggere sofferenza
re il peso della vita con un bastone. al suo popolo fedele. Davide si trovava
Ecco perché Cristo usa solo gioghi! Il in esilio per colpa di un popolo empio
giogo è un arnese di legno che si ap- che l’aveva rifiutato. Se avesse potuto
plica sul collo di una coppia di bovini occupare il posto che gli spettava di di-
da lavoro. In tal modo, il peso si porta ritto, egli e i suoi servitori non sarebbe-
in due e il Signore stesso vuole esse- ro stati costretti a trasgredire la legge
re uno dei due: egli desidera condi- e a mangiare i pani di presentazione.
videre con il credente la fatica di Poiché Israele aveva peccato, Dio per-
qualsiasi compito gravoso. Il segreto mise un atto che, in altre circostanze,
della pace e della vittoria, nella vita sarebbe stato proibito.
cristiana, sta nel disfarsi del gravame L’analogia è ovvia. Il Signore Gesù
dell’“io” e nell’accettare il “giogo” ri- era il Re legittimo d’Israele, ma il popo-
lassante del Padrone. (18) lo non voleva riconoscerlo come tale.
Se gli fosse stato dato il posto che gli
D. Gesù, Signore del sabato spettava, i suoi servitori non sarebbero
(12:1-8) stati costretti a mangiare le spighe di
12:1 Questo capitolo descrive l’ina- grano il sabato o in qualsiasi altro gior-
sprirsi del rifiuto. La crescente, empia no della settimana. La storia si stava
ostilità dei farisei stava per debordare: ripetendo. Il Signore non rimproverò i
la questione del sabato fu la goccia che suoi discepoli, giacché essi non aveva-
fece traboccare il vaso. no fatto niente di sbagliato.
In quel sabato particolare, Gesù e 12:5 Gesù ricordò ai farisei che i
i suoi discepoli passavano attraverso sacerdoti violavano regolarmente il
dei campi di grano; e i suoi discepo- sabato macellando e sacrificando ani-
li… si misero a strappare delle spighe mali e svolgendo molti altri compiti
e a mangiare. La legge consentiva di umili (vd. Nu 28:9-10); tuttavia non
raccogliere il grano nei campi altrui, erano colpevoli, perché impegnati nel
a condizione che non si usasse la falce servizio di Dio.
(vd. De 23:25). 12:6 I farisei sapevano che i sacer-
12:2 Ma i farisei, che cercavano il pe- doti lavoravano ogni sabato nel tempio
lo nell’uovo, affermarono che costoro senza, per questo, profanarlo. Perché,
avevano violato il sabato. Quantunque allora, criticavano il comportamento
si ignorino le accuse specifiche, è lecito dei discepoli di Gesù, dal momento che
supporre che i farisei incolpassero i di- agivano alla presenza di qualcosa di
scepoli di: 1° mietere (strappare le spi- più grande del tempio ? Questo “qual-
ghe); 2° trebbiare (strofinarle con le dita); cosa” è il regno di Dio, presente nella
3° spulare (separare il grano dalla pula). persona del Re.
12:3-4 Gesù replicò a quella ridi- 12:7 I farisei non avevano mai capito il
cola accusa ricordando ai farisei un cuore di Dio. Egli dichiarò infatti: Voglio
episodio della vita di Davide. Una misericordia e non sacrificio (Os 6:6).

69
MATTEO 12:8

Poiché antepone la compassione ai ri- motivo per cui era sbagliato lavorare il
tuali, Dio avrebbe preferito vedere il suo sabato: perché Dio l’aveva proibito. Gli
popolo raccogliere il grano di sabato altri comandamenti avevano a che fare
per sfamarsi, anziché vederlo rispettare con azioni intrinsecamente sbagliate.
questo giorno in un modo così rigoroso Il divieto di lavorare il sabato non
da causare difficoltà agli altri. Se solo i comprendeva: 1° il servizio da rendere
farisei l’avessero capito, non avrebbero a Dio (vd. Mt 12:5); 2° azioni necessarie
condannato i discepoli. Ma costoro sti- (vd. Mt 12:3-4); 3° atti di misericordia
mavano la scrupolosità esteriore più del (vd. 12:11-12). Nove dei dieci coman-
benessere umano. damenti sono ripetuti nel N.T., ma non
12:8 Il Salvatore aggiunse: perché il come legge, bensì come istruzioni per
Figlio dell’uomo è signore del sabato. i credenti che vivono sotto la grazia. Il
Era stato lui a emettere quel decreto; per- sabato è l’unico comandamento che i
ciò era il più qualificato a interpretarne il credenti non sono tenuti a rispettare.
vero significato. E.W. Rogers afferma: Anzi, Paolo insegna che il credente non
può essere incolpato del mancato ri-
Sembra che Matteo, guidato dallo spetto del sabato (vd. Cl 2:16).
Spirito, passi rapidamente in rasse- Per i cristiani, il giorno più impor-
gna i molti appellativi e mansioni del tante è la domenica (il primo giorno
Signore Gesù: egli è il Figlio dell’uo- della settimana ebraica). In quel gior-
mo, il Signore del sabato, il mio servi- no, infatti, il Signore Gesù risuscitò dai
tore, il mio diletto, il Figlio di Davide, morti (vd. Gv 20:1) a dimostrazione che
più grande del tempio, più grande di
l’opera di redenzione era stata compiu-
Giona, più grande di Salomone. Mat-
ta e approvata da Dio. Gesù incontrò di
teo vuole dimostrare l’enormità del
peccato di respingere Gesù e negar-
nuovo i suoi discepoli il primo giorno
gli i suoi diritti. (19) della settimana, il “giorno del Signore”
(Gv 20:19, 26). Lo Spirito Santo discese
il primo giorno della settimana (vd. At
Prima di passare all’episodio suc- 2:1; cfr. Le 23:15-16). I primi discepoli si
cessivo, la guarigione della mano radunavano in quel giorno per spezza-
paralizzata, avvenuta di sabato, sof- re il pane ricordando, in questo modo,
fermiamoci a considerare brevemente la morte del Signore (vd. At 20:7). È il
l’insegnamento delle Scritture riguar- giorno che Dio ha stabilito affinché i
do al sabato. credenti mettano da parte del denaro
per l’opera del Signore (vd. 1 Co 16:1-2).
IL SABATO Il sabato, o “settimo giorno”, segnava
la fine di una settimana di duro lavoro;
Il sabato (Shabbath) era, e sempre sarà, il il giorno del Signore, la domenica, apre
settimo giorno della settimana ebraica. la settimana nella quieta consapevo-
Il settimo giorno, quello che seguì i lezza che l’opera di redenzione è stata
sei giorni della creazione, Dio si riposò compiuta. Il sabato commemorava la
(vd. Ge 2:2). In quel tempo, egli non prima creazione laddove il “giorno del
ordinò all’uomo di rispettare il saba- Signore” è legato alla nuova creazione. Il
to, anche se è possibile che avesse già sabato era un giorno di precetto; il gior-
istituito il principio del giorno di ripo- no del Signore è un giorno di privilegio.
so settimanale. Al popolo d’Israele fu Non è per guadagnarsi la salvez-
ordinato di rispettare il sabato allorché za, né per santificarsi e neppure per
ricevette i dieci comandamenti (vd. Es timore del castigo che i credenti “ri-
20:8-11). La legge del sabato era diversa spettano” il giorno del Signore. Essi
dagli altri nove comandamenti: si trat- lo rispettano bensì perché amano e
tava di una legge cerimoniale, laddo- onorano colui che ha dato se stesso
ve le altre erano morali. C’era un solo per loro. Poiché, in questo giorno, sia-

70
MATTEO 12:17-18

mo liberi dalle attività secolari e dalla 12:12 Il Signore ricordò loro che un
routine, possiamo metterlo da parte uomo vale molto più di una pecora .
per adorare e servire Cristo. Se è giusto mostrare misericordia a un
Non è corretto affermare che il saba- animale, quanto più giusto è far del be-
to fu trasformato nel giorno del Signore. ne a un uomo in giorno di sabato !
Nella settimana ebraica il sabato è l’ul- 12:13-14 Intrappolati i capi giudei
timo giorno della settimana, laddove il nella loro stessa avidità, Gesù gua-
giorno del Signore è la domenica, il pri- rì la mano paralizzata. Ordinando a
mo giorno della settimana. Il sabato era quell’uomo di stendere la… mano,
un’ombra, Cristo è la realtà (vd. Cl 2:16- Gesù faceva appello alla sua fede e alla
17). La risurrezione di Cristo segnò un sua volontà. L’ubbidienza fu premia-
nuovo inizio e il giorno del Signore rap- ta con la guarigione. La mano ritornò
presenta, per l’appunto, questo inizio. sana come l’altra, grazie all’opera del
Da Giudeo fedele e ossequente della leg- meraviglioso Creatore. Si potrebbe
ge, Gesù rispettava il sabato (nonostan- pensare che i farisei fossero lieti che
te le accuse dei farisei che affermavano l’uomo, che essi non avevano potuto né
il contrario). Come Signore del sabato, voluto aiutare, fosse guarito. Costoro,
lo liberò dalle false regole e norme con invece, si infuriarono contro Gesù e
cui era stato snaturato. tennero consiglio contro di lui per far-
lo morire. Se anch’essi avessero avuto
E. Gesù Signore del sabato una mano paralizzata, sarebbero stati
(12:9-14) felici di essere guariti in un qualunque
12:9 Dai campi di grano Gesù giunse giorno della settimana.
nella… sinagoga. Luca racconta che gli
scribi e i farisei erano giunti colà appo- F. Guarigioni per tutti
sta per osservarlo e per trovare un’ac- (12:15-21)
cusa contro di lui (Lu 6:6-7). 12:15-16 Ma Gesù, conoscendo i pen-
12:10 Nella sinagoga c’era un uo- sieri dei suoi avversari, si allontanò
mo che aveva una mano paralizzata, di là . Tuttavia, dovunque andasse si
muta testimonianza dell’impotenza radunava una gran folla, i malati arri-
dei farisei nel porgere aiuto. Fino ad vavano a frotte ed egli li guariva tutti.
allora, costoro l’avevano trattato con Ciò nondimeno, ordinava loro di non
fredda indifferenza. Ma all’improvvi- divulgare le sue guarigioni miracolose,
so, quest’uomo tornava loro utile come non per cautelarsi da un pericolo, ma
strumento per incastrare Gesù. I fari- per evitare che qualche mossa sconsi-
sei sapevano che il Salvatore era sem- derata potesse fare di lui un eroe rivo-
pre disposto ad alleviare le sofferenze luzionario del popolo. Il piano divino
umane ed erano convinti che, se egli doveva essere rispettato. La rivoluzione
avesse guarito di sabato, essi avrebbe- ci sarebbe stata ma essa non avrebbe
ro potuto accusarlo di trasgressione e, comportato lo spargimento del sangue
quindi, condannarlo. Per cominciare dei Romani, bensì quello di Gesù.
gli proposero un cavillo legale: È lecito 12:17-18 Il ministero misericordioso
far guarigioni in giorno di sabato? di Gesù costituiva l’adempimento della
12:11 Il Salvatore rispose doman- profezia di Isaia (vd. Is 41:9; 42:1-4). Il
dando loro se avrebbero tirato fuori profeta immaginava il Messia come un
da una fossa una pecora in giorno di conquistatore dal carattere mite, descri-
sabato. Naturalmente sì! Ma perché? vendo Gesù come il… servitore che Dio
Forse perché si trattava di un’opera di aveva scelto, il diletto, in cui l’anima di
misericordia? O piuttosto perché la pe- Dio si era compiaciuta. Dio avrebbe ri-
cora aveva un certo valore economico versato il proprio Spirito… sopra di lui
e costoro non volevano subire perdite (questa profezia si era realizzata al bat-
finanziarie, nemmeno di sabato. tesimo di Gesù). Gesù avrebbe esteso il

71
MATTEO 12:19

proprio ministero oltre i confini d’Israe- ziali, ma è rivestito del ricco e sugge-
le poiché egli avrebbe annunciato la stivo linguaggio orientale. (21)
giustizia alle genti. Quest’ultimo diven-
tava l’aspetto prevalente del ministero, G. Il peccato imperdonabile
a mano a mano che il rifiuto d’Israele si (12:22-32)
faceva più ostinato. 12:22-24 Quando Gesù guarì un in-
12:19 Isaia profetizzò, inoltre, che il demoniato cieco e muto, la folla co-
Messia non avrebbe suscitato tumulti o minciò a pensare seriamente che egli
dispute e che la sua voce non si sarebbe potesse essere il Figlio di Davide, il
udita nelle piazze. In altre parole, non Messia d’Israele. Ciò scatenò l’ira dei
sarebbe stato un agitatore politico del farisei. Incapaci di tollerare qualsiasi
popolo. McClain scrive: dimostrazione di simpatia verso Gesù,
lo screditarono con l’accusa di avere
Questo Re, che è il “servitore” di Dio, compiuto il miracolo grazie al potere di
non occuperà il suo posto legittimo
Belzebù, principe dei demòni. Fu que-
utilizzando uno dei soliti mezzi di
sta la prima volta che il Signore Gesù fu
prevaricazione o di demagogia po-
litica e neanche avvalendosi delle
apertamente accusato di avvalersi di
forze soprannaturali a sua disposi- poteri satanici.
zione. (20) 12:25-26 Gesù, conoscendo i loro
pensieri, decise di rivelarne l’inconsi-
12:20 Egli non avrebbe spezzato la stenza. Fece notare che nessun regno…
canna rotta e non avrebbe spento il città o casa divisa contro se stessa po-
lucignolo fumante. Per raggiungere i trà sussistere. Se egli avesse scacciato i
propri obiettivi non avrebbe calpestato demòni di Satana con l’aiuto di Satana,
i diseredati e gli emarginati ma avrebbe, si sarebbe giustamente potuto dedurne
bensì, incoraggiato e ristorato gli avviliti che Satana aveva agito contro se stes-
e gli oppressi, rianimando anche la più so. Sarebbe stata un’assurdità.
piccola scintilla di fede. Il suo ministero 12:27 Il Signore aveva in serbo un’al-
sarebbe continuato finché egli non fosse tra risposta fulminante per i farisei.
riuscito a far trionfare la giustizia. L’odio Alcuni dei loro compagni giudei, con-
e l’ingratitudine degli uomini non sareb- siderati esorcisti, sostenevano di poter
bero mai riusciti a distogliere la sua at- scacciare i demòni. Gesù non accettò né
tenzione umile e amorevole verso tutti. contestò la loro affermazione, ma se ne
12:21 E nel suo nome le genti spere- servì per far notare che, se egli scacciava
ranno. Il passo del libro di Isaia recita, i demòni con l’aiuto di Belzebù, dunque
testualmente: “e le isole aspetteranno anche i figli dei farisei (vale a dire gli
fiduciose la sua legge” (vd. Is 42:4), ma esorcisti) facevano altrettanto. I farisei
il significato è il medesimo. Le isole, non avrebbero mai ammesso ciò, ma
infatti, rappresentano le nazioni paga- non potevano sfuggire alla logica di tale
ne che attendono il regno per poterne ragionamento. I loro stessi compagni li
diventare i sudditi fedeli. Kleist e Lilly avrebbero condannati, se avessero insi-
definiscono questa citazione di Isaia nuato che esorcizzavano come agenti di
... uno dei gioielli del vangelo, un’im-
Satana. Scofield commenta:
magine di Cristo di grande bellezza... I farisei erano subito pronti a nega-
Isaia descrive l’unione di Cristo con re qualsiasi coinvolgimento satani-
il Padre, la sua missione di Maestro co per quanto riguardava se stessi
delle nazioni, la sua dolcezza nel e i loro figli, ma se avessero accusa-
trattare l’umanità sofferente e la sua to Cristo di scacciare i demòni con
vittoria finale; non c’è speranza, per l’aiuto di Belzebù, i loro stessi figli li
il mondo, se non nel suo nome. Cri- avrebbero considerati incoerenti; in-
sto, il Salvatore del mondo, qui non fatti, se il potere di scacciare i demò-
è descritto in termini sobri ed essen- ni è di origine satanica, allora chiun-

72
MATTEO 12:31-32

que eserciti questo potere agisce in mèsse: essi avevano accusato Gesù di
combutta con le forze sataniche. (22) scacciare i demòni con l’aiuto di Sata-
na laddove, in realtà, essi stessi erano
Attribuendo effetti simili a cause servitori di Satana, poiché cercavano
diverse, costoro non ragionavano in di distruggere l’opera di Dio.
modo logico. In Mr 9:40 Gesù dichiara: “Chi non è
12:28 La verità era, naturalmente, che contro di noi, è per noi”. Tale espressio-
Gesù scacciava i demòni… con l’aiuto ne sembra un semplice ribaltamento
dello Spirito di Dio. Egli visse tutta la del concetto riportate in questo verset-
sua vita di uomo sulla terra per la po- to. Nondimeno, qui si sta parlando di
tenza dello Spirito Santo. Era il Messia salvezza. L’individuo può schierarsi sol-
ricolmo di Spirito, che Isaia aveva an- tanto o con Cristo o contro di lui: non
nunciato (vd. Is 11:2; 42:1; 61:1-3). Per- può rimanere neutrale. Nel Vangelo di
ciò disse ai farisei: se è con l’aiuto dello Marco, invece, si fa riferimento al ser-
Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è vizio. Ci sono molte differenze tra i di-
dunque giunto fino a voi il regno di Dio. scepoli di Gesù, differenze nelle chiese
Questo annuncio dovette essere un du- locali, nei metodi e nell’interpretazione
ro colpo per loro. Essi si vantavano della delle dottrine. Qui il principio alla base
loro conoscenza teologica, tuttavia il è che se una persona non è contro il
regno di Dio era giunto fino a loro nella Signore, è per il Signore e che, di conse-
Persona del Re ma essi, che non avevano guenza, deve essere rispettata.
capito, non l’avevano riconosciuto! 12:31-32 Questi versetti indicano
12:29 Lungi dall’essere suo alleato, che si era giunti a una svolta del rap-
il Signore Gesù aveva sconfitto Sata- porto fra Gesù e i capi d’Israele. Gesù
na, com’è esemplificato dalla storia accusò costoro di aver commesso il
dell’uomo forte. L’uomo forte è Sata- “peccato imperdonabile” di bestem-
na. La sua casa è l’ambito in cui egli mia contro lo Spirito Santo, poiché lo
esercita il suo dominio. La sua roba incolpavano di aver compiuto i mira-
sono i suoi demòni. Gesù è colui che coli con la potenza di Satana, anziché
lega l’uomo forte, entra nella sua casa con la potenza dello Spirito Santo. Tale
e gli sottrae la sua roba . L’imprigio- accusa equivaleva a chiamare lo Spiri-
namento di Satana avviene per gradi. to Santo con il nome di Belzebù, prin-
L’intero processo ebbe inizio duran- cipe dei demòni.
te il ministero pubblico di Gesù; fu Qualsiasi altra forma di peccato e
senz’altro ribadito dalla morte e dalla bestemmia si può perdonare. Si può
risurrezione di Cristo; proseguirà ul- addirittura parlare contro il Figlio
teriormente durante il regno millen- dell’uomo e tuttavia essere perdona-
niale del Re (vd. Ap 20:2) e, infine sarà ti. Ma la bestemmia contro lo Spirito
compiuto per tutta l’eternità, allorché Santo è un peccato per il quale non vi
Satana sarà gettato nello stagno di sarà perdono, né in questo mondo né
fuoco (vd. Ap 20:10). Attualmente non in quello futuro. Con le parole in que-
sembra che il diavolo sia trattenuto: sto mondo Gesù intendeva il periodo
egli esercita tuttora un potere notevo- del suo ministero pubblico sulla terra.
le. Ma il suo destino è segnato ed egli C’è da chiedersi se oggi si possa com-
ha i giorni contati. mettere il peccato imperdonabile, dal
12:30 Poi Gesù disse: Chi non è con momento che egli non è fisicamente
me è contro di me; e chi non raccoglie presente per compiere miracoli.
con me, disperde. L’atteggiamento Il peccato imperdonabile non è il
blasfemo dei farisei dimostrava che rifiuto del vangelo; si può respingere
costoro non erano con il Signore; per- il Salvatore per anni, poi ravvedersi,
ciò erano contro di lui. Rifiutandosi credere ed essere salvati (se, però, si
di raccogliere con lui, disperdevano la muore nell’incredulità non si sarà per-

73
MATTEO 12:33

donati). Il peccato imperdonabile non sono un’immagine precisa della loro


consiste neppure nell’allontanamento vita, in base ad esse sarà pronunciata
temporaneo dal Signore poiché, anche la condanna o l’assoluzione. Quanto
in tal caso, si può essere nuovamente sarà grande la condanna dei farisei per
accolti nella famiglia di Dio. le parole ignobili e sprezzanti rivolte
Molte persone si tormentano, te- contro il Figlio Santo di Dio!
mendo di aver commesso il peccato 12:37 poiché in base alle tue paro-
imperdonabile. Ammesso e non con- le sarai giustificato, e in base alle tue
cesso che sia possibile commettere parole sarai condannato. Per quanto
questo peccato anche oggi, il fatto riguarda i credenti, Cristo ha scontato
stesso di crucciarsene denota, chiara- con la propria morte la pena per le loro
mente, l’assenza di colpa. Coloro che parole sconsiderate; tuttavia il nostro
commisero questo gravissimo peccato modo di parlare incauto (qualora non
si opponevano duramente e inesora- confessato e, di conseguenza, non per-
bilmente a Cristo, non facendosi scru- donato) comporterà la perdita del pre-
polo di bestemmiare contro lo Spirito mio davanti al tribunale di Cristo.
Santo, né esitando a tramare la morte
del Figlio, né mostrando alcun segno I. Il segno del profeta Giona
di rimorso o di pentimento. (12:38-42)
12:38 Malgrado tutti i miracoli che Ge-
H. Un albero si conosce dal frutto sù aveva fatto, scribi e farisei osarono
(12:33-37) chiedergli un segno, sottintendendo
12:33 Perfino i farisei avrebbero dovuto con ciò che gli avrebbero creduto se egli
riconoscere che il Signore aveva fatto avesse dimostrato di essere il Messia!
del bene cacciando i demòni. Eppure Quanta ipocrisia! Se, dopo tanti prodi-
lo accusavano di essere malvagio. Qui gi, ancora non credevano, si sarebbero
Gesù denuncia la loro incoerenza e dice forse lasciati convincere da un prodigio
in effetti: “Cercate di riflettere: se un al- in più? Dio non gradisce che gli si chie-
bero è buono, è buono pure il suo frut- dano segni miracolosi come condizio-
to, e viceversa”. Il frutto rivela la qualità ne per credere. Gesù disse a Tommaso:
dell’albero che lo produce. Il frutto del “Beati quelli che non hanno visto e
suo ministero era buono: aveva guarito i hanno creduto!” (Gv 20:29). Nel piano
malati, i ciechi, i sordi e i muti, scacciato di Dio occorre “credere per vedere”.
i demòni e risuscitato i morti. Un albero 12:39 Il Signore definì costoro gene-
cattivo avrebbe potuto produrre frutti razione malvagia e adultera; malvagia,
altrettanto buoni? Assolutamente no! perché si ostinavano a non riconoscere
Perché, dunque, si rifiutavano con tanta il loro Messia; adultera, perché erano
ostinazione di ammetterlo? spiritualmente infedeli al loro Dio. Il
12:34-35 Ciò avveniva perché co- loro Dio-Creatore, una Persona uni-
storo erano una razza di vipere : la loro ca in cui si univano la deità assoluta
malvagità contro il Figlio dell’uomo, e l’umanità perfetta, stava in mezzo a
che si manifestava con parole veleno- loro e parlava con loro: eppure osarono
se, scaturiva dal loro cuore empio. Un chiedergli un segno.
cuore colmo di benignità si dichiara 12:40 Brevemente, Gesù dichiarò
con parole misericordiose e giuste. Un che nessun segno sarebbe stato dato
cuore perfido si esprime con bestem- loro, se non il segno del profeta Giona,
mie, offese e ingiurie. alludendo, in tal modo, alla propria
12:36 Gesù ammonì severamente i morte, sepoltura e risurrezione. L’espe-
farisei (e noi), annunciando che gli uo- rienza di Giona, che fu inghiottito e poi
mini renderanno conto di ogni parola vomitato dal pesce (vd. Gn 2:1, 11), pre-
oziosa che avranno pronunciato. Giac- figurava le sofferenze e la risurrezione
ché le parole pronunciate dagli uomini del Signore. La risurrezione dai morti

74
MATTEO 12:45

sarebbe stata l’ultimo e più grande se- J. Il ritorno dello spirito immondo
gno del suo ministero in mezzo al po- (12:43-45)
polo d’Israele. 12:43-44 Con una parabola Gesù rias-
Il Signore annunciò che, proprio co- sume il passato, il presente e il futu-
me Giona stette nel ventre del pesce ro dell’incredulo popolo d’Israele.
tre giorni e tre notti, così egli sarebbe L’uomo rappresenta il popolo ebrai-
stato nel cuore della terra tre giorni co, lo spirito immondo rappresenta
e tre notti. Questa affermazione crea l’idolatria della nazione, dal periodo
un problema. Se Gesù, come si ritiene della schiavitù in Egitto fino alla de-
comunemente, fu sepolto il venerdì portazione in Babilonia. L’esilio ave-
pomeriggio e risuscitò la domenica va, temporaneamente, guarito Israele
mattina, com’è possibile affermare dalla sua idolatria (lo spirito immon-
che rimase nella tomba tre giorni e tre do era uscito dall’uomo). Dalla fine
notti? La risposta è che, nel computo della deportazione fino a quel giorno,
ebraico del tempo, qualsiasi frazione di il popolo ebraico non aveva praticato
un giorno o di una notte è considerata l’idolatria. Era come una casa vuota,
un intero, un periodo completo. “Un spazzata e adorna.
giorno e una notte fanno un onah, e Duemila anni fa, il Salvatore cercò di
una parte dell’onah equivale all’intero entrare in quella casa vuota: essendo il
onah” (proverbio ebraico). Vd. inoltre padrone di casa, aveva tutti i diritti di
commento a 14:22-23. farlo. Tuttavia, gli uomini si rifiutarono
12:41 Gesù definì la colpa dei capi fermamente di lasciarlo entrare. Seb-
giudei illustrandola con due esempi. bene non adorassero più gli idoli, non
1° I Niniviti pagani erano molto meno adoravano nemmeno il vero Dio.
privilegiati di loro; tuttavia, quando La casa vuota rappresenta il vuoto
ascoltarono la predicazione del profeta spirituale, un vuoto pericoloso, come
errante Giona, profondamente afflitti, dimostra il seguito del racconto. Non
si ravvidero. Essi compariranno nel bastava un semplice cambiamento:
giudizio per condannare i contempo- occorreva accettare esplicitamente il
ranei di Gesù, che non hanno ricevuto Salvatore.
colui che è più che Giona, vale a dire il 12:45 Un giorno lo spirito dell’idola-
Figlio di Dio incarnato. tria deciderà di ritornare nella casa,
12:42 2° La regina del mezzogiorno, prendendo con sé sette spiriti peggiori
una pagana, estranea ai privilegi dei di lui. Poiché il sette è il numero della
Giudei, era venuta dalle estremità del- perfezione, o della completezza, ciò
la terra, con gran dispendio di risorse significa probabilmente che si tratterà
ed energie, per conferire con Salomo- di idolatria assoluta. Questa immagine
ne. I Giudei contemporanei di Gesù anticipa la tribolazione, allorché la na-
non avevano bisogno di viaggiare per zione apostata adorerà l’Anticristo.
vederlo: egli era venuto dal cielo nel Prostrarsi davanti all’uomo del pec-
loro piccolo mondo per essere il loro cato e adorarlo come Dio è la forma
Re-Messia. Ma nella loro vita non c’era d’idolatria più terribile di cui il po-
posto per lui, che era infinitamente più polo si sia mai reso colpevole. Perciò
che Salomone. La loro deliberata indif- l’ultima condizione di quell’uomo
ferenza sarà condannata in giudizio da diventa peggiore della prima. L’Israe-
una regina pagana. le incredulo subirà i terribili giudizi
In questo capitolo il Signore è stato della grande tribolazione e le sue sof-
definito più grande del tempio (v. 6), ferenze supereranno di gran lunga
più grande di Giona (v. 41) e più grande quelle della deportazione a Babilo-
di Salomone (v. 42). Egli è “molto più nia. La parte idolatra del popolo sarà
grande del più grande e decisamente completamente distrutta al ritorno di
meglio del migliore”. Cristo.

75
MATTEO 12:46-50

Così avverrà anche a questa mal- lasceranno il posto a riguardi spiritua-


vagia generazione. La stessa genera- li. L’ubbidienza a Dio porterà uomini e
zione, apostata e nemica di Cristo, che donne, sia Giudei sia stranieri, a intrat-
respinse il Figlio di Dio in occasione tenere un rapporto vitale con lui.
del suo primo avvento, subirà un ine- Prima di lasciare questo episodio,
sorabile giudizio al momento della sua dobbiamo ancora menzionare due
seconda venuta. punti importanti che riguardano la
madre di Gesù.
K. La madre e i fratelli di Gesù 1. È evidente che Maria non godeva del
(12:46-50) privilegio di avvicinarsi liberamente
12:46-50 Questi versetti raccontano un a Gesù.
episodio apparentemente secondario: 2. La menzione dei fratelli di Gesù
i familiari di Gesù cercano di parlare smantella la dottrina della verginità
con lui. Perché erano venuti? È pos- perpetua di Maria. Se ne deduce che
sibile trovare un indizio nel Vangelo essi erano veramente figli di Maria e,
di Marco. Alcuni degli amici di Gesù quindi, fratellastri del Signore. Cor-
erano del parere che egli fosse fuori di roborano tale ipotesi molti altri ver-
sé (vd. Mr 3:21, 31-35): forse la sua fa- setti quali, p. es.: Sl 69:8; Mt 13:55;
miglia era venuta per condurlo via di Mr 3:31-32; 6:3; Gv 7:3, 5; At 1:14;
nascosto (inoltre vd. Gv 7:5). Quando 1 Co 9:5; Ga 1:19.
gli fu riferito che sua madre e i suoi fra-
telli lo aspettavano fuori per parlargli, VIII. IL RE ANNUNCIA UN REGNO
il Signore rispose con una domanda: TEMPORANEO A CAUSA DEL
Chi è mia madre, e chi sono i miei fra- RIFIUTO D’ISRAELE (cap. 13)
telli? Poi, indicando i suoi discepoli,
aggiunse: Poiché chiunque avrà fatto Le parabole del regno
la volontà del Padre mio, che è nei cie- Siamo arrivati a un punto importante
li, mi è fratello, sorella e madre. del Vangelo di Matteo. Il Signore ha
Questo annuncio sorprendente è ric- comunicato che, da quel momento in
co di significato spirituale e segna una poi, i rapporti terreni saranno sop-
svolta netta nel rapporto fra Gesù e Isra- piantati dai vincoli spirituali; a tal fine
ele. Maria e i suoi figli rappresentavano non si terrà più conto delle origini giu-
il popolo d’Israele, i suoi consanguinei. daiche degli individui, bensì si consi-
Finora egli aveva limitato il proprio mi- dererà esclusivamente l’ubbidienza a
nistero soprattutto alle “pecore perdute” Dio Padre. Rifiutando il Re, gli scribi e
della casa d’Israele. Ma era sempre più i farisei hanno inevitabilmente rifiu-
evidente che il suo stesso popolo non lo tato il regno.
voleva. Invece di prostrarsi davanti al Ora il Signore, con una serie di para-
Messia, i farisei l’avevano accusato di es- bole, dà un’anticipazione della nuova
sere guidato da Satana. forma che il regno assumerà nel pe-
Perciò Gesù annunciò un nuovo or- riodo compreso tra il rifiuto subito da
dine di cose. Da allora in avanti, i suoi Cristo e la sua rivelazione definitiva co-
legami con Israele non sarebbero più me Re dei re e Signore dei signori. Sei di
stati il fattore motivante del suo opera- queste parabole iniziano con l’espres-
to. Anche se il suo cuore compassione- sione “Il regno dei cieli è simile a...”.
vole avrebbe continuato a implorare il Per considerare queste parabole
suo popolo secondo la carne, la rottura nella giusta prospettiva dobbiamo ri-
con il popolo d’Israele è qui delineata esaminare ciò che il cap. 3 ci rivela a
in modo inequivocabile. Ormai il ri- proposito del regno. Il regno dei cieli è
sultato è chiaro: poiché Israele non lo l’ambito in cui l’autorità di Dio è rico-
vuole, Gesù si rivolgerà a coloro che, nosciuta. Esso ha due aspetti:
invece, lo vogliono. I legami di sangue 1° la realtà esteriore, che abbraccia tut-

76
MATTEO 13:10

ti coloro che professano di accettare Gesù raccontò le prime quattro


l’autorità di Dio; parabole alla folla; le ultime tre sola-
2° la realtà interiore, che comprende mente ai discepoli. A questi ultimi egli
solamente quanti entrano nel regno spiegò le prime due e l’ultima, lascian-
mediante la conversione. do a loro (e a noi) il compito di inter-
Le fasi della creazione del regno pretare le parabole rimanenti in base
sono cinque: 1° il regno annunciato, alle spiegazioni già date.
nell’A.T.; 2° il regno “a portata di mano” 13:3 La prima parabola racconta di
o presente nella persona del Re; 3° il re- un seminatore che seminò il suo se-
gno temporaneo, successivo al rifiuto me in quattro diversi tipi di terreno.
del Re e al suo ritorno in cielo (durante Com’era prevedibile, il risultato fu di-
tale fase, il regno apparterrà a coloro verso in ognuno dei casi.
che professano, sulla terra, di essere 13:4-8
suoi servitori); 4° la manifestazione del
regno durante il millennio; 5° il regno TERRENO RISULTATO
finale, eterno.
1. Strada battuta 1. Gli uccelli
Qualsiasi riferimento biblico relativo
mangiano il seme
al regno è compreso in una di queste
fasi. Il cap. 13 considera la terza fase, va- 2. Luoghi rocciosi, 2. Il seme germoglia
le a dire il regno temporaneo. Durante con poca terra ma, non avendo
questo periodo, che va dalla Pentecoste radici profonde, è
fino al rapimento, il regno è costituito, bruciato dal sole
nella sua realtà interiore (i veri creden- e inaridisce
ti) dalle stesse persone che formano la
3. Terreno infestato 3. Il seme germo-
chiesa. Questo è l’unico aspetto riguar-
da spine glia, ma è soffo-
do al quale il regno e la chiesa (concetti
cato dalle spine
peraltro assai differenti) coincidono.
Tenendo presenti queste considera- 4. Buona terra 4. Il seme germoglia,
zioni, esaminiamo ora le parabole. spunta la pianta
che cresce e porta
A. La parabola del seminatore frutto, dando il
(13:1-9) cento, il sessanta,
13:1 Gesù, uscito dalla casa dove aveva il trenta per uno
guarito l’indemoniato, si mise a sedere
presso il mare di Galilea. Molti com- 13:9 Gesù concluse la parabola con un
mentatori ravvisano nella casa e nel avvertimento misterioso: Chi ha orecchi
mare una rappresentazione allegorica per udire oda. Con questa parabola egli
del popolo d’Israele e dei pagani: l’usci- comunicava un messaggio importante
ta di Gesù da quella casa, pertanto, alla folla e un messaggio diverso ai di-
esprimerebbe la rottura con Israele; scepoli. Nessuno doveva fraintendere il
nella sua forma temporanea, il regno significato delle sue parole.
sarà predicato alle nazioni pagane. Poiché il Signore stesso interpreta
13:2 Poiché una grande folla si era la parabola nei vv. 18-23, tratteniamo
radunata attorno a Gesù, sulla riva, la nostra curiosità finché non arrive-
egli, salito su una barca, prese a inse- remo a questo paragrafo.
gnare loro in parabole. Una parabola è
un racconto che reca un insegnamento B. Lo scopo delle parabole
spirituale o morale non sempre subito (13:10-17)
evidente. Con le sette parabole seguenti 13:10 I discepoli erano perplessi perché
Gesù spiega come sarà il regno nel pe- il Signore parlava alla folla nel linguag-
riodo che intercorrerà tra la sua prima e gio velato delle parabole e, perciò, lo pre-
la sua seconda venuta. garono di spiegare questo suo metodo.

77
MATTEO 13:11

13:11 Gesù rispose operando una di- Non si trattava, quindi, di un capric-
stinzione tra la folla incredula e i disce- cio del Signore, ma soltanto del com-
poli credenti. La folla, che era una parte pimento di un principio universale:
della nazione, ovviamente lo rifiutava, la cecità volontaria si evolve in cecità
quantunque il rifiuto sarebbe stato to- colpevole. Questo è il motivo per cui
tale solamente con la crocifissione. A Gesù parlava ai Giudei in parabole.
costoro non era consentito conoscere H.C. Woodring l’ha espresso in questo
i misteri (i segreti) del regno dei cieli, modo: “Poiché non amavano la verità,
laddove i veri seguaci di Gesù avrebbero non avrebbero ricevuto la luce della
ricevuto l’aiuto per comprendere. verità”.(23) Costoro sostenevano di “ve-
Un mistero, nel N.T., è un fatto mai dere”, vale a dire di conoscere bene,
conosciuto prima, che nessuno avreb- la verità divina; nondimeno la verità
be potuto comprendere in assenza di incarnata stava davanti a loro ed essi
rivelazione divina, ma che ora era stato si rifiutavano risolutamente di vederla.
rivelato. I misteri del regno, fino a quel Costoro sostenevano di ascoltare la Pa-
momento verità sconosciute, riguarda- rola di Dio, nondimeno, benché la Pa-
vano il regno temporaneo. Il fatto stesso rola vivente si trovasse in mezzo a loro,
che il regno avrebbe avuto una forma essi non volevano ubbidirle. Poiché es-
temporanea era stato un segreto fino ad si non erano disposti a capire la verità
allora. Le parabole descrivono alcune straordinaria dell’incarnazione, veniva
caratteristiche del regno durante l’as- loro tolta la capacità di capire.
senza del Re. Perciò alcuni chiamano 13:14-15 Essi erano la realizzazione
questo aspetto “la forma misteriosa del vivente della profezia di Isaia 6:9-10. Il
regno”, non perché che ci sia qualcosa di cuore d’Israele si era fatto insensibile e
misterioso, ma semplicemente perché i loro orecchi erano indifferenti alla vo-
non era mai stata conosciuta prima. ce di Dio. Si rifiutavano ostinatamente
13:12 Può sembrare una scelta ar- di vedere con gli occhi. Sapevano che,
bitraria nascondere questi segreti alla se avessero visto, ascoltato, compreso
folla e rivelarli ai discepoli. Nondime- e si fossero ravveduti, Dio li avrebbe
no, il Signore ne indica il motivo: Per- guariti. Ma, nonostante la loro malattia
ché a chiunque ha sarà dato, e sarà e il loro bisogno, respinsero tale aiu-
nell’abbondanza; ma a chiunque non to. Perciò la loro punizione consisteva
ha sarà tolto anche quello che ha. I di- nell’udire senza comprendere e nel
scepoli avevano fede nel Signore Gesù, guardare senza vedere.
perciò avrebbero ricevuto la capacità di 13:16-17 I discepoli erano molto
avere più fede. Avendo accettato la lu- privilegiati, perché vedevano ciò che
ce, essi avrebbero ricevuto ancora più nessuno aveva visto prima. I profeti e
luce. Il popolo d’Israele, invece, aveva i giusti dell’A.T. avrebbero voluto as-
rifiutato la luce del mondo; per costoro, sistere all’arrivo del Messia, ma il loro
ciò non comportava soltanto l’impossi- desiderio non era stato esaudito. I di-
bilità di ricevere più luce, ma altresì la scepoli avevano il privilegio di vivere
perdita della poca luce che avevano. La in quel momento culminante della
luce rifiutata è luce perduta. storia, di vedere il Messia, di essere te-
13:13 Matthew Henry paragona le stimoni dei suoi miracoli, di ascoltare
parabole alla colonna di nuvola e di l’insegnamento incomparabile delle
fuoco (cfr. Es 13:21), la quale illumi- sue labbra.
nava Israele, laddove confondeva gli
Egiziani. Le parabole sarebbero state C. Spiegazione della parabola
spiegate a coloro che erano sincera- del seminatore (13:18-23)
mente interessati, ma sarebbero state 13:18 Dopo aver chiarito il motivo per
“solo uno scandalo per quelli che era- cui si esprimeva con parabole, il Signo-
no ostili a Gesù”. re inizia ora a spiegare la parabola dei

78
MATTEO 13:23

quattro terreni. Non dice chi è il semi- proprietario di una grande impresa. Il
natore, ma possiamo essere certi che si figlio aveva udito la Parola da giovane,
tratti di lui stesso (v. 37) o di chi predica ma poi si lasciò assorbire completa-
il messaggio del regno. Gesù spiega che mente dall’azienda.
il seme è la parola del regno (v. 19) lad-
dove i vari tipi di terreno rappresenta- Dovette presto scegliere se voleva
no coloro che ascoltano il messaggio. piacere al Signore o al padre. Perciò
13:19 La strada battuta raffigura gli le spine si trovavano già nella terra
quando il seme fu seminato e germo-
uomini che si rifiutano di accettare il
gliò: gli impegni della sua età e l’in-
messaggio: costoro odono il vangelo
ganno delle ricchezze erano già pre-
ma non lo comprendono (non perché
senti. Decise di accontentare il padre
non possano, ma perché non vogliono). e si dedicò totalmente al lavoro, fece
Gli uccelli sono un’immagine di Satana; carriera e divenne capo dell’impre-
egli porta via il seme dal cuore di questi sa. Già avanti negli anni e prossimo
uditori, cooperando con loro nella steri- alla pensione, dovette riconoscere
lità che essi stessi hanno scelto. I farisei che aveva trascurato le cose del cie-
erano gli uditori del terreno duro. lo. Espresse dunque la propria inten-
13:20-21 Quando Gesù parlava dei zione di ritirarsi dagli affari per oc-
luoghi rocciosi, pensava al sottile strato cuparsi delle cose spirituali. Ma non
di terra che copre una superficie roc- ci si può beffare di Dio. Pochi mesi
ciosa. Essa rappresenta chi ascolta la dopo essere andato in pensione, l’uo-
Parola e risponde con gioia. In un primo mo morì all’improvviso, lasciando in
momento, il seminatore può essere ine- eredità novantamila sterline e una
briato dal fatto che la sua predicazione vita spiritualmente sprecata. Le spi-
è coronata dal successo. Ma presto im- ne avevano soffocato la Parola che, di
para una lezione più profonda: che non conseguenza, non portò frutto. (24)
è bene che il messaggio sia accolto tra
sorrisi e applausi. Prima ci deve essere la 13:23 La terra buona rappresenta
convinzione di peccato, la contrizione e il vero credente. Ode la parola con un
il ravvedimento. Per il ricercatore della cuore aperto e la comprende perché
fede è molto più promettente incam- ubbidisce a ciò che ode. Sebbene non
minarsi in lacrime verso il Calvario che tutti i credenti producano la stessa
avanzare lungo il percorso a cuor leggero quantità di frutto, tutti dimostrano,
e con disinvoltura. Lo strato di terra po- per il fatto stesso di produrlo, di ave-
co profondo genera una fede superficiale re la vita divina. In questo versetto il
che non ha spazio per affondare le radici. frutto rappresenta, probabilmente, la
E quando la fede è provata dal sole co- manifestazione del carattere cristiano,
cente della tribolazione o persecuzione, piuttosto che le anime conquistate per
queste persone decidono che non ne vale Cristo. Quando compare nel N.T., l’alle-
la pena e rinnegano ogni professione di goria del frutto in genere rappresenta il
sottomissione a Gesù. frutto dello Spirito (vd. Ga 5:22-23).
13:22 La terra ricoperta di spine rap- Che cosa voleva dire, tale parabola,
presenta un’altra categoria di persone alla folla? Ovviamente la metteva in
che ascolta la parola in modo superfi- guardia contro il pericolo di udire senza
ciale. In apparenza, costoro sembrano ubbidire. Essa costituiva altresì un inco-
dei veri cittadini del regno, ma dopo raggiamento a ricevere la Parola con sin-
qualche tempo il loro interesse è sof- cerità e a dimostrarlo portando frutto per
focato dalle preoccupazioni monda- Dio. In quanto ai discepoli, con questa
ne e dal piacere delle ricchezze. Non parabola Gesù intendeva preparare sia i
c’è frutto per Dio nella loro vita. G.H. suoi discepoli, sia i suoi seguaci futuri al
Lang spiega questo caso con la storia fatto, altrimenti scoraggiante, che relati-
del figlio di un padre avido di denaro, vamente pochi di coloro che ascoltano il

79
MATTEO 13:24-26

messaggio sono veramente salvati. Essa zizzania in mezzo al grano. Unger scrive
risparmia ai servitori fedeli di Cristo l’il- che la zizzania più comune che si trova
lusione che tutto il mondo si convertirà nei campi di grano del paese è il loglio
grazie alla diffusione del vangelo. Questa (Lolium temulentum), “un’erba velenosa
parabola avverte i discepoli di guardarsi che, durante la crescita, è quasi indistin-
dai tre grandi antagonisti del vangelo: guibile dal grano. Ma quando entrambi
1° Satana (gli uccelli, il maligno); 2° la producono le spighe, possono essere se-
carne (il sole che brucia, la tribolazione parati senza difficoltà”.(25)
e la persecuzione); 3° il mondo (le spine, 13:27-28 Quando i servi videro la
gli impegni mondani e il piacere delle zizzania in mezzo al grano, doman-
ricchezze). darono al padrone come ciò fosse
Infine, i discepoli arrivano a farsi potuto accadere. Questi riconobbe su-
un’idea riguardo all’ammontare degli bito l’opera di un nemico. I servi erano
utili degli investimenti nella persona- pronti a raccogliere immediatamente
lità umana. Il trenta significa il 3.000% l’erbaccia.
di guadagno, il sessanta è il 6.000% e il 13:29-30 Ma l’agricoltore ordinò loro
cento significa il 10.000% di guadagno di aspettare fino alla mietitura. Solo al-
nell’investimento. In realtà non esiste lora i mietitori avrebbero separato le due
alcun modo di calcolare l’entità della piante. Avrebbero raccolto il grano nel
rendita di una singola vera conversio- granaio e avrebbero bruciato il loglio.
ne. Un anonimo insegnante di scuola Perché l’agricoltore ordinò di riman-
domenicale investì in Dwight L. Moody. dare la separazione? Perché, in natura,
Con la sua predicazione, Moody con- le radici del grano e quelle del loglio so-
quistò molti altri per il Signore, i quali, no talmente intrecciate tra di loro che
a loro volta, ne conquistarono altri an- è praticamente impossibile estirpare
cora. Quell’oscuro insegnante di una l’uno senza sradicare anche l’altro.
scuola domenicale scatenò una reazio- Nei vv. 37-43 troviamo la spiegazio-
ne a catena che non avrà più fine. ne della parabola, fornita dallo stesso
Gesù. Si rinvia, pertanto, il lettore al
D. La parabola della zizzania commento di quel brano.
e il buon seme (13:24-30)
La parabola precedente era un’illustra- E. La parabola del granello
zione chiara del fatto che il regno dei di senape (13:31-32)
cieli comprende sia coloro che servono 13:31-32 Il Salvatore paragona il re-
il Re solo nominalmente, sia i suoi ve- gno… a un granello di senape, che de-
ri discepoli. I primi tre tipi di terreno scrive come il più piccolo di tutti i semi
rappresentano il cerchio più ampio del o, meglio, il più piccolo che i suoi uditori
regno, vale a dire la sua realtà esteriore. conoscano. Un uomo seminò uno di
Il quarto terreno rappresenta il cerchio questi semi, che diede vita a un albero:
più interno del regno, vale a dire i veri una crescita davvero fenomenale. La
convertiti (vd. III. Preparazione e inizio normale pianta di senape assomiglia
del ministero del Messia, approfondi- più a un arbusto che a un albero. L’albe-
mento “Il regno dei cieli”). ro era abbastanza grande perché gli uc-
13:24-26 Anche la seconda parabola, celli potessero ripararsi tra i suoi rami.
quella della zizzania e del buon seme, Il seme rappresenta gli umili esordi
presenta le due realtà del regno. Il buon del regno. Inizialmente, in seguito alla
seme sono i veri credenti, la zizzania persecuzione, il regno era relativamente
sono quelli che professano solo a paro- piccolo e puro; tuttavia, con il patrocinio
le. Gesù paragona il regno a un uomo e la protezione dello stato, crebbe in un
che aveva seminato buon seme nel suo modo anomalo. Poi gli uccelli vennero a
campo. Ma mentre gli uomini dormi- posarsi sui suoi rami. In questo versetto,
vano, venne il suo nemico e seminò la per indicare gli uccelli, è usato lo stesso

80
MATTEO 13:36

termine di cui al v. 4; Gesù spiega che gli maligno nel regno dei cieli. La parabola
uccelli rappresentano il maligno (v. 19). del granello di senape mostra il male nel
Il regno divenne un ricettacolo per Sa- carattere esterno del regno; questa pa-
tana e i suoi agenti. Oggi, sotto il tetto rabola mostra la corruzione interna che
del cristianesimo, si trovano sistemi che avrà luogo.
negano Cristo, come l’unitarianesimo, Siamo del parere che, in questa para-
la chiesa scientista (Scienza Cristiana), bola, la pasta rappresenti il cibo del po-
il mormonismo, il movimento dei testi- polo di Dio, come si trova nella Bibbia. Il
moni di Geova e la Chiesa dell’Unifica- lievito è la dottrina malvagia. La donna
zione (setta di Moon). è una falsa profetessa che insegna e se-
Quindi il Signore avvertì i discepoli duce (Ap 2:20). Non è significativo che le
che, durante la sua assenza, il regno donne siano state le fondatrici di alcune
avrebbe sperimentato una crescita fe- sette false? Pur essendo proibito dalla
nomenale. Non dovevano ingannarsi Bibbia di insegnare nella chiesa (1 Co
pensando che la crescita fosse sinonimo 14:34; 1 Ti 2:12), alcune hanno preso ar-
di successo. Benché il piccolo granello ditamente il posto di autorità dottrinali
fosse diventato un albero enorme, la e hanno adulterato il cibo del popolo di
sua chioma sarebbe diventata un “ricet- Dio con eresie distruttrici.
tacolo di demòni, covo di ogni spirito J.H. Brooks scrive:
immondo, rifugio di ogni uccello impu-
Quando si obietta che Cristo non
ro e abominevole” (Ap 18:2).
avrebbe paragonato il regno dei cie-
li a qualcosa di malvagio, si può ri-
F. La parabola del lievito spondere che egli paragona il regno
(13:33) a qualcosa che include sia la zizzania
13:33 In seguito, il Signore Gesù para- sia il grano, sia il pesce buono sia il
gonò il regno al lievito che una donna pesce cattivo, che fa entrare il servo
prende e nasconde in tre misure di fa- malvagio (Mt 18:23-32) e accoglie
rina. Alla fine, la pasta è tutta lievitata. l’uomo perduto, privo dell’abito nu-
Secondo un’interpretazione comune, ziale (Mt 22:1-13). (26)
la pasta rappresenterebbe il mondo e il
lievito il vangelo che sarà predicato in G. L’uso delle parabole costituisce
tutto il mondo finché tutti saranno sal- l’adempimento della profezia
vati. Questa visione, però, contrasta con (13:34-35)
le Scritture, la storia e gli eventi attuali. 13:34-35 Nelle prime quattro parabole
Il lievito, nella Bibbia, è sempre un Gesù si rivolse alla folla. L’uso di que-
simbolo del maligno. Quando Dio co- sto metodo d’insegnamento adempì la
mandò ai suoi di togliere ogni lievito dal- profezia di Asaf (vd. Sl 78:2), secondo la
le loro case (vd. Es 12:15), essi lo capirono. quale il Messia avrebbe parlato in pa-
Se qualcuno avesse mangiato qualcosa rabole, proclamando cose nascoste fin
di lievitato dal primo al settimo giorno dalla fondazione del mondo. Mediante
della festa degli Azzimi, sarebbe stato le parabole, Gesù rese note alcune ca-
escluso da Israele. Gesù mise in guardia ratteristiche, fino a quel tempo nasco-
contro il lievito dei farisei e dei sadducei ste, del regno dei cieli nella sua forma
(vd. Mt 16:6, 12) e contro il lievito di Ero- temporanea.
de (Mr 8:15). In 1 Co 5:6-8, il lievito è de-
finito “lievito di malizia e di malvagità” H. Spiegazione della parabola della
e il contesto di Ga 5:9 dimostra che esso zizzania (13:36-43)
rappresenta un falso insegnamento. In 13:36 Il Signore pronunciò il resto
genere, il lievito indica una dottrina mal- del suo discorso davanti ai discepoli,
vagia o un comportamento empio. all’interno della casa . Nel presente
Perciò, in questa parabola, il Signore ci contesto, è possibile che i discepoli
avverte del potere pervasivo dell’opera del rappresentino il residuo fedele del

81
MATTEO 13:37

popolo d’Israele. La rinnovata men- 13:43 I giusti sudditi del regno, che
zione della casa ci ricorda che “Dio vivranno sulla terra durante la tribola-
non ha ripudiato [per sempre] il suo zione, entreranno nel regno del Padre
popolo, che ha riconosciuto già da loro per godere del regno millenniale
prima” (Ro 11:2). di Cristo. Lì risplenderanno come il so-
13:37 Nell’interpretazione della pa- le, vale a dire sfolgoreranno di gloria.
rabola del grano e della zizzania, Gesù Gesù rinnova la misteriosa ammo-
si identificò con il seminatore. Durante nizione: Chi ha orecchi per udire oda.
il suo ministero sulla terra, egli seminò Questa parabola non giustifica, co-
personalmente; nelle epoche successi- me alcuni erroneamente suppongono,
ve ha continuato a seminare tramite i la tolleranza della presenza degli empi
suoi servitori. nella chiesa locale. Ricordiamoci che il
13:38 È importante rilevare che il campo non è la chiesa, bensì il mondo
campo non è la chiesa, bensì il mon- (vd. commento al v. 38). La chiesa lo-
do. Il buon seme sono i figli del regno. cale è, anzi, esplicitamente invitata a
L’immagine di un campo di esseri togliere di mezzo dalla loro comunità
umani potrebbe sembrare grottesca e quanti si siano resi colpevoli di certi
assurda, ma il concetto che qui si inten- peccati (vd. 1 Co 5:9-13). Questa pa-
de esprimere è che questi figli del re- rabola insegna semplicemente che il
gno sono seminati nel mondo. Durante regno dei cieli, nella sua forma miste-
il suo ministero pubblico Gesù seminò riosa, includerà l’originale e l’imitazio-
nel mondo i suoi discepoli, che erano ne, il vero e il contraffatto, e che questo
servi fedeli del regno. La zizzania sono stato di cose si protrarrà fino alla fine
i figli del maligno. Satana è in grado di dell’età presente. Poi i messaggeri di
contraffare ogni realtà divina: costui Dio separeranno il falso, che sarà por-
semina nel mondo quelli che sembra- tato via in giudizio, dal vero, che godrà
no discepoli, parlano come discepoli del regno glorioso di Cristo sulla terra.
e, fino a un certo punto, camminano
come discepoli. Costoro, tuttavia, non I. La parabola del tesoro nascosto
sono veri seguaci del Re. (13:44)
13:39 Il nemico è Satana, nemico di 13:44 Finora tutte le parabole hanno
Dio e di tutti i figli di Dio. La mietitura insegnato che nel regno ci saranno
è la fine dell’età presente, ossia la fine il bene e il male, i giusti e gli empi. Le
del regno (o, meglio, della sua forma due parabole seguenti spiegano che
temporanea), che avverrà quando Ge- ci saranno due categorie di giusti: 1° i
sù Cristo ritornerà con potenza e gloria Giudei credenti vissuti in epoche ante-
per regnare come Re. Qui il Signore cedenti e successive all’età della chie-
non allude alla fine dell’epoca della sa; 2° i Giudei e gli stranieri credenti
chiesa (introdurre qui il concetto di dell’età presente.
chiesa sarebbe fuorviante e potrebbe Nella parabola del tesoro Gesù para-
ingenerare soltanto confusione). gona il regno a un tesoro nascosto nel
13:40-42 I mietitori sono angeli campo, che un uomo trova e nasconde;
(vd. Ap 14:14-20). Durante la fase at- felice, l’uomo vende tutto quello che ha
tuale del regno, grano e loglio non so- e compra quel campo.
no separati forzatamente, ma possono A nostro parere, l’uomo è il Signo-
crescere insieme. Nondimeno, in oc- re Gesù stesso (egli era il seminatore
casione della seconda venuta di Cristo, nella parabola del grano e delle ziz-
gli angeli raccoglieranno tutto ciò che zanie, v. 37). Il tesoro è il residuo fe-
causa il peccato e tutti coloro che com- dele dei Giudei credenti, che esisteva
mettono iniquità e li getteranno nella durante il ministero di Gesù sulla ter-
fornace ardente dove ci sarà pianto e ra ed esisterà di nuovo dopo il rapi-
stridor di denti. mento della chiesa (vd. Sl 135:4, dove

82
MATTEO 13:49-50

Israele è definito “particolare tesoro” Nella parabola precedente il sogget-


di Dio [ND]). Il residuo fedele è “na- to è il tesoro, ossia Israele riscattato. Il
scosto nel campo” e ciò significa che regno è strettamente legato al popolo
è sparso per il mondo ed è sconosciu- d’Israele. Originariamente esso fu offer-
to a tutti tranne che a Dio. Scoperto to al popolo d’Israele e, nella sua forma
questo tesoro, Gesù va alla croce e dà futura, i suoi sudditi saranno i Giudei.
tutto ciò che ha per comprare il mon- Come abbiamo già accennato, “chie-
do (vd. 2 Co 5:19; 1 Gv 2:2) in cui que- sa” e “regno” sono due concetti diffe-
sto tesoro è nascosto. renti: la chiesa non è il regno. Quanti
Il popolo d’Israele, riscattato, sarà fanno parte della chiesa fanno anche
tratto fuori dal nascondiglio, allorché parte del regno (nella sua forma tem-
il suo Liberatore verrà da Sion e farà poranea), ma non tutti coloro che so-
sorgere il regno messianico a lungo no nel regno fanno parte della chiesa.
atteso. La chiesa non sarà nel regno, nella sua
Nell’uomo della parabola, taluni forma futura, bensì regnerà con Cristo
ravvisano il peccatore che lascia tutto sulla terra rinnovata. Il soggetto della
per trovare Cristo, il più gran tesoro. seconda parabola è il Re stesso e si evi-
Ma questa interpretazione non rispet- denzia in modo particolare il prezzo
ta la dottrina della grazia, secondo la enorme che ha dovuto pagare per con-
quale la salvezza è gratuita (vd. Is 55:1; quistarsi una sposa, che condividerà
Ef 2:8-9). con lui la sua gloria nel giorno della sua
manifestazione.
J. La parabola della perla di gran Come la perla viene dal mare, così la
valore (13:45-46) chiesa, chiamata a volte “la sposa paga-
13:45-46 Il regno è altresì paragonato na di Cristo”, proviene principalmente
a un mercante che va in cerca di belle dalle nazioni. Ciò non significa che gli
perle. Quando trova una perla di gran Israeliti convertiti non ne possano far
valore, sacrifica tutto ciò che ha per parte, ma che la caratteristica princi-
comprarla. pale della chiesa è quella di essere un
Anche in questo caso, nell’uomo che popolo scelto tra le nazioni e consacra-
trova la perla taluni ravvisano il pecca- to al suo nome, come Giacomo afferma
tore che trova il Salvatore (p. es. l’inno in At 15:14. Questo è il grande proponi-
intitolato “Trovai la perla di valor”). Ma, mento di Dio per l’età presente.
anche qui, dobbiamo dissentire riguar-
do a tale interpretazione: il peccatore K. La parabola della rete
non ha alcun bisogno di vendere tutto, (13:47-50)
né di “comprare” Cristo (vd. commento 13:47-48 L’ultima “parabola del regno”
al versetto precedente). paragona il regno a una rete che, get-
Riteniamo, piuttosto, che il mercan- tata in mare, ha raccolto ogni genere
te sia il Signore Gesù. La perla di gran di pesci. I pescatori selezionano i pesci,
valore è la chiesa. Sul Golgota egli ven- raccogliendo i buoni nelle cassette e
dette tutto ciò che aveva per comprare scartando quelli che non valgono nulla.
questa perla. Proprio come una perla si 13:49-50 Il Signore spiega la parabo-
forma attraverso la sofferenza causata la. Il tempo in cui si svolge la storia è la
dall’irritazione all’interno dell’ostrica, fine dell’età presente, vale a dire la fine
così la chiesa si formò grazie alle ferite e della tribolazione. È il momento del ri-
alle sofferenze del corpo del Salvatore. torno di Cristo. I pescatori sono gli an-
È interessante notare che, nella para- geli. Il buon pesce sono i giusti, vale a
bola del tesoro, il regno è paragonato al dire i redenti, sia Giudei sia stranieri. Il
tesoro stesso. Qui, invece, il regno non è pesce che non vale nulla sono gli empi
paragonato alla perla, bensì al mercan- e gli increduli di tutte le nazioni. Come
te. Come si spiega questa differenza? abbiamo già visto nella parabola del

83
MATTEO 13:51

grano e della zizzania (vv. 30, 39-43), a tale vasto deposito di conoscenza,
anche qui avviene una separazione: i avrebbero ora dovuto comunicare ad
giusti entrano nel regno del Padre, lad- altri quelle gloriose verità.
dove gli empi sono relegati nel fuoco,
dove ci sarà pianto e stridor di denti. M. Gesù è respinto a Nazaret
Non si tratta ancora del giudizio finale, (13:53-58)
il quale sopraggiungerà al termine del 13:53-56 Dopo aver finito queste pa-
millennio (Ap 20:7-15), bensì del giudi- rabole, Gesù lasciò le rive del mare di
zio che avverrà all’inizio del millennio. Galilea e si recò a Nazaret, per la sua
A.C. Gaebelein commenta questa ultima visita. Quando insegnava nella
parabola come segue: loro sinagoga, gli uomini si stupivano
della sua sapienza e dei miracoli di cui
La rete viene gettata nel mare, il
avevano già sentito parlare. Per costoro,
quale, come abbiamo già visto, rap-
Gesù era soltanto il figlio del falegna-
presenta le nazioni. La parabola fa
riferimento alla predicazione del
me : conoscevano sua madre… Maria
vangelo eterno durante la grande tri- e i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Si-
bolazione (Ap 14:6-7). Gli angeli se- mone e Giuda... e le sue sorelle, che vi-
pareranno i buoni dai cattivi. Tutto vevano tuttora a Nazaret! Come poteva,
ciò non può indicare né l’età presen- un giovane proveniente dalla loro stessa
te né la chiesa, bensì l’epoca appena città, dire e fare tutte quelle cose che gli
precedente la nascita del regno. Gli avevano dato tanta notorietà? Questo li
angeli avranno un compito da svol- lasciava perplessi, ma trovavano più fa-
gere, come si vede chiaramente nel cile persistere nella loro ignoranza che
libro dell’Apocalisse: i malvagi sa- riconoscere la verità.
ranno gettati nella fornace ardente, 13:57-58 Si scandalizzavano a causa
mentre i giusti rimarranno sulla ter- di lui. Ciò indusse Gesù a far notare che
ra durante il regno millenniale. (27) un vero profeta è, in genere, più apprez-
zato lontano da casa. I suoi vicini e i suoi
L. Il tesoro della verità parenti permettevano che la familiarità
(13:51-52) degenerasse in disprezzo. Fu l’incredulità
13:51 Quando ebbe finito di raccontare l’ostacolo maggiore dell’opera del Signore
le parabole, il maestro domandò ai suoi Gesù a Nazaret. Ivi egli guarì solamente
discepoli se avessero capito. Essi rispo- pochi malati (cfr. Mr 6:5). Ciò non signi-
sero: Sì. Può darsi che ciò ci sorprenda fica che egli non potesse compiervi dei
o ci renda perfino un po’ gelosi di loro. prodigi: la malvagità dell’uomo non può
Forse noi non siamo in grado di rispon- impedire la potenza di Dio. Nondimeno,
dere con altrettanta sicurezza. con i suoi miracoli egli avrebbe benedet-
13:52 Poiché avevano capito, essi to chi non desiderava la sua benedizione,
erano obbligati a condividere ciò che colmato bisogni dove non sussisteva la
sapevano con altri. I discepoli devono consapevolezza del bisogno, guarito chi
essere dei canali di benedizioni, non si sarebbe offeso all’idea di essere stato
dei binari morti. I dodici erano ormai definito malato.
degli scribi preparati per il regno dei
cieli, vale a dire insegnanti e interpreti IX. GRAZIA INESAURIBILE DEL
della verità. Erano simili a un padrone MESSIA E CRESCENTE OSTILITÀ
di casa il quale tira fuori dal suo teso- DEL POPOLO (14:1−16:12)
ro cose nuove e cose vecchie. Nell’A.T.
avevano un ricco deposito di quelle A. Giovanni il battista è decapitato
che potremmo definire vecchie veri- (14:1-12)
tà. Dall’insegnamento in parabole di 14:1-2 La notizia del ministero di Gesù
Gesù avevano appena ricevuto verità giunse fino a Erode il tetrarca. Lo scel-
completamente nuove. Attingendo lerato figlio di Erode il Grande era al-

84
MATTEO 14:16-18

tresì noto con il nome di Erode Antipa. 14:12 I discepoli di Giovanni die-
Era stato costui a ordinare la condanna dero dignitosa sepoltura al corpo del
a morte di Giovanni il battista. Uden- loro maestro, poi vennero a informa-
do parlare dei miracoli di Cristo, la sua re Gesù. Non c’era persona più adatta
coscienza cominciò a tormentarlo. Il con cui sfogare il loro dolore e la loro
ricordo del profeta che aveva fatto de- indignazione. E non avrebbero potuto
capitare non l’abbandonava. Disse ai darci un esempio migliore. In tempi di
suoi servitori: “Deve essere Giovanni. persecuzione, oppressione, sofferenza
Egli è risuscitato dai morti ; ciò spie- e afflizione, anche noi dobbiamo dire
gherebbe tali miracoli”. tutto a Gesù.
14:3 Nei vv. 3-12 Matteo interrompe Per quanto riguardava Erode, il cri-
il racconto e lancia uno sguardo retro- mine era stato commesso, ma i ricordi
spettivo alle circostanze della morte di rimanevano. Quando sentì parlare
Giovanni. delle opere di Gesù, Erode rammentò
14:4-5 Erode aveva lasciato sua mo- l’episodio e iniziò a tormentarsi.
glie e aveva una relazione adulterina e
incestuosa con Erodiade, moglie di Fi- B. Gesù sfama cinquemila uomini
lippo suo fratello. Come profeta di Dio, (14:13-21)
Giovanni non poteva lasciar correre. 14:13-14 Quando Gesù ebbe udito che
Con sdegno, egli puntò coraggiosa- Erode era turbato dalle notizie dei suoi
mente il dito contro Erode denuncian- miracoli, si diresse in barca verso una
done l’immoralità. località deserta presso il mare di Ga-
Il re ne fu talmente adirato che avreb- lilea. Possiamo essere certi che non
be voluto ucciderlo, ma sapeva che, dal partì per paura; egli sapeva che non gli
punto di vista politico, non ne avrebbe sarebbe accaduto nulla finché non fos-
tratto alcun vantaggio: le folle conside- se venuto il suo momento. Non cono-
ravano Giovanni un profeta e avrebbero sciamo il motivo del suo ritiro, ma una
reagito, probabilmente con violenza, al- ragione marginale potrebbe essere il
la sua esecuzione. Così, per il momento, recente ritorno dei discepoli dalla mis-
il tiranno placò la propria ira facendo sione di predicazione (vd. Mr 6:30; Lu
imprigionare il battista. “Gli empi ama- 9:10); essi avevano bisogno di riposo e
no la religione alla stessa maniera in di tranquillità.
cui amano i leoni: preferiscono vederla Ma le folle arrivarono dalle città e
morta o dietro le sbarre. Essi temono la lo seguirono a piedi. Quando smontò
religione, quando si libera e comincia a dalla barca, Gesù vide che lo stavano
risvegliare le loro coscienze”. già aspettando. Anziché irritarsi per
14:6-11 Al compleanno di Erode, la quella intrusione, il Signore misericor-
figlia di Erodiade danzò e piacque così dioso si mise subito all’opera e guarì
tanto al re che, impulsivamente, co- gli ammalati.
stui le promise di concederle qualun- 14:15 Quando si fece sera, ossia dopo
que cosa desiderasse. Imbeccata dalla le tre del pomeriggio, i suoi discepoli
dissoluta madre, costei chiese sfron- capirono che stavano per nascere delle
tatamente, su un piatto, la testa di Gio- difficoltà. Tanta gente e nulla da man-
vanni il battista ! Al momento, l’ira del giare! Essi chiesero a Gesù di mandare
re contro Giovanni si era acquietata; la folla nei villaggi, dove poteva trovare
forse ora egli addirittura ammirava il da mangiare. Quanto poco conosce-
profeta per il suo coraggio e per la sua vano il cuore di Cristo e quanto poco
integrità. Ma, benché amareggiato, si sapevano della sua potenza!
sentì obbligato a mantenere la promes- 14:16-18 Il Signore assicurò loro che
sa. Impartì l’ordine. Giovanni fu deca- non c’era bisogno di mandarla via. Per-
pitato e la richiesta della danzatrice fu ché mai la gente doveva lasciare colui
soddisfatta. che apre la mano e appaga il desiderio

85
MATTEO 14:19-21

di ogni essere vivente? Poi colse di sor- tempo c’erano due “sere”; vd. Es 12:6. La
presa i discepoli dicendo: Date loro voi prima “sera”, cui allude il v. 15, comin-
da mangiare. Rimasero esterrefatti. Da- ciava a metà pomeriggio; l’altra, cui si fa
te loro voi da mangiare? Abbiamo solo riferimento qui, iniziava al tramonto).
cinque pani e due pesci. Avevano forse 14:24-27 Nel frattempo la barca, già
scordato che Gesù era con loro? Pazien- lontana da terra, stava affrontando il
temente, il Salvatore disse: Portatemeli vento contrario. Quando le onde co-
qua. Questo era ciò che dovevano fare. minciarono a sballottarla, Gesù capì
14:19-21 Riusciamo a immaginare che i discepoli erano in difficoltà. Alla
il Signore che ordina alla folla di acco- quarta vigilia della notte (tra le tre e
modarsi sull’erba. Egli prese i cinque le sei del mattino), andò verso di loro,
pani e i due pesci, rese grazie e, spez- camminando sul mare. Pensando di
zati i pani, li diede ai discepoli perché vedere un fantasma, i discepoli furono
li distribuissero. Ce ne fu abbastanza colti dal panico. Ma subito dopo udiro-
per tutti. Quando tutti furono sazi, i di- no la voce rassicurante del loro mae-
scepoli raccolsero dodici ceste di pezzi stro e amico: Coraggio, sono io; non
avanzati: alla fine, era rimasto più di abbiate paura!
quanto Gesù aveva avuto a disposizio- Quante volte abbiamo v issuto
ne prima. Da notare: c’era una cesta la stessa esperienza! Spesso siamo
per ciascun discepolo incredulo. E così, travolti dalla tempesta, sconvolti e
una folla di forse dieci o quindicimila disperati. Il Salvatore sembra lonta-
persone ebbe da mangiare (cinquemila no. Invece, egli sta pregando per noi.
uomini più donne e bambini). Quando la notte sembra farsi più scu-
Il miracolo è una lezione spirituale ra, egli ci è accanto. Ma, anche allora,
per i discepoli di ogni generazione. C’è noi non capiamo e ci facciamo pren-
sempre una folla affamata e c’è sempre dere dal panico. Poi udiamo la sua vo-
un piccolo gruppo di discepoli con risor- ce rassicurante e ci ricordiamo che le
se apparentemente magre. E c’è sempre onde, che ci avevano tanto spaventato,
il Salvatore misericordioso. Quando i sono sotto i suoi piedi.
discepoli sono disposti a dargli quel po- 14:28 Quando Pietro udì la voce
co che hanno, egli lo moltiplica per sfa- ben conosciuta e amata, il suo affetto
mare migliaia di persone. La differenza e il suo entusiasmo traboccarono. Si-
importante è che i cinquemila uomini gnore, se sei tu, comandami di venire
che furono nutriti in Galilea furono sa- da te sull’acqua . Anziché giudicare il
ziati solo per poco tempo; ma quelli che “se” di Pietro un segno di poca fede,
oggi si nutrono del Cristo vivente sono dovremmo considerare la sua corag-
saziati per sempre (vd. Gv 6:35). giosa richiesta come indice di grande
fiducia. Pietro intuiva che gli ordini di
C. Gesù cammina sul mare Gesù contemplano sempre la facoltà
(14:22-33) di eseguirli: Gesù conferisce sempre
Il miracolo precedente aveva dato ai la forza necessaria a compiere qual-
discepoli la certezza che stavano se- siasi suo comando.
guendo colui che poteva provvedere 14:29-33 Appena Gesù disse : “Vie-
pienamente ai loro bisogni. Ora essi ni! ”, Pietro saltò giù dalla barca e
impararono che egli poteva anche pro- iniziò a camminare verso di lui. Fin-
teggerli e dare loro la sua potenza. ché tenne lo sguardo fisso su Gesù,
14:22-23 Mentre congedava la folla, Pietro fu in grado di fare l’impossibile.
Gesù ordinò ai discepoli di salire sulla Ma nel momento in cui si preoccupò
barca e di precederlo sull’altra riva. Poi del vento forte, cominciò ad affonda-
salì su un monte a pregare. Venuta la re. Fuori di sé dallo spavento, gridò:
sera, vale a dire dopo il tramonto, rima- Signore, salvami! Il Signore lo prese
se là da solo (nel computo giudaico del per mano, rimproverò con dolcezza

86
MATTEO 15:3-6

la sua poca fede e lo portò sulla barca. zione del vangelo fra le nazioni dell’età
Non appena Gesù fu salito in barca, il presente; 3° la guarigione di una gran
vento si calmò. E così, nella barca, vi folla (vv. 29-31) e il cibo a quattromila
fu una riunione di adorazione, con i uomini (vv. 32-39) lasciano intravedere
discepoli che dicevano a Gesù: Vera- il futuro regno millenniale, con il suo
mente tu sei Figlio di Dio! benessere e la sua prosperità.
La vita cristiana, così come cammi- 15:1-2 ...farisei e… scribi cercavano
nare sull’acqua, è umanamente im- ostinatamente di intrappolare Gesù.
possibile. Solamente la potenza dello Una loro delegazione, giunta da Geru-
Spirito Santo ci permette di viverla. salemme, accusò i discepoli d’impuri-
Finché distogliamo lo sguardo da qual- tà, poiché costoro mangiavano con le
siasi altra cosa e lo fissiamo solo su mani non lavate trasgredendo, di con-
Gesù (vd. Eb 12:2), possiamo sperimen- seguenza, la tradizione degli antichi.
tare eventi soprannaturali nella nostra Per comprendere questo episodio,
vita. Ma non appena ci preoccupiamo occorre conoscere il significato di “pu-
di noi stessi o delle circostanze in cui ro” e “impuro” e sapere che cosa inten-
ci troviamo, cominciamo ad affondare. devano i farisei con “lavare”. Il concetto
Allora dobbiamo gridare a Cristo per di “puro” e “impuro” risale all’A.T. L’im-
ricevere da lui conforto e potenza. purità di cui i discepoli furono accusati
era una questione interamente cerimo-
D. Gesù guarisce a Gennesaret niale. Se, per esempio, un individuo
(14:34-36) toccava un cadavere o mangiava certi
14:34-36 La barca approdò a Gennesa- cibi, contraeva la “contaminazione ce-
ret, sulla riva nord-occidentale del ma- rimoniale”, vale a dire che non era più
re di Galilea. Non appena vide Gesù, in condizioni di rendere culto a Dio.
la folla iniziò a setacciare la regione in Prima di accostarsi nuovamente a Dio,
cerca di tutti i malati e a condurglieli. occorreva sottoporsi, secondo la legge,
Lo pregavano che lasciasse loro toc- a un rito di purificazione.
care almeno il lembo della sua veste; Ma, a tali riti di purificazione, gli
e tutti quelli che lo toccarono furono antichi avevano aggiunto la tradizio-
guariti. E così, i medici del posto non ne. Essi insistevano, per esempio, sul-
ebbero più niente da fare… Per qual- la necessità che un Giudeo, prima di
che tempo almeno, non vi furono più mangiare, sottoponesse le mani a un
malati da curare. Tutto il paese speri- elaborato processo di purificazione,
mentò guarigione e salute grazie alla lavandosi non solo le mani, ma anche
visita del grande Medico. le braccia, fino al gomito. Se era stato
al mercato, avrebbe dovuto addirittura
E. La contaminazione viene fare un intero bagno cerimoniale. Per-
dall’interno (15:1-20) ciò i farisei criticavano i discepoli per
Si è spesso fatto notare che Matteo, non aver rispettato la complessa ceri-
nei primi capitoli, non segue un ordi- monia di purificazione prescritta dalla
ne cronologico. Dall’inizio del cap. 14 tradizione ebraica.
fino alla fine, invece, gli eventi sono 15:3-6 Il Signore Gesù replicò ai suoi
raccontati, in gran parte, nell’esatta avversari che, per rispettare la tradi-
successione. zione degli antichi, essi, dal canto loro,
A partire dal cap. 15 è possibile co- trasgredivano il comandamento di Dio.
gliere il riflesso dell’ordine della dispen- A tale riguardo, Gesù fece un esempio.
sazione: 1° le continue controversie e La legge imponeva di onorare i genitori,
dispute di farisei e scribi (vv. 1-20) an- sostenendoli economicamente, quando
nunciano il rifiuto del Messia da parte necessario. Ma gli scribi e i farisei (e an-
d’Israele; 2° la fede della donna cana- che molti altri), poco disposti a rinun-
nea (vv. 21-28) rappresenta la divulga- ciare alle proprie sostanze per assistere

87
MATTEO 15:7-9

i genitori anziani, si erano inventati una no. Con il loro insegnamento, costoro
tradizione che consentiva loro di sot- sarebbero infine stati sradicati, vale a
trarsi a tale responsabilità. Quando il dire distrutti. Poi aggiunse: Lasciateli;
padre o la madre chiedevano un aiuto sono guide cieche di ciechi. Essi soste-
economico, essi non dovevano fare altro nevano, infatti, di avere autorità nelle
che rispondere: “Tutto il denaro che ho, questioni spirituali, ma erano ciechi
e che potrebbe servire per sostenerti, è riguardo alle realtà spirituali, così co-
offerto a Dio, e perciò non posso darti me pure coloro di cui erano le guide.
nulla”. Recitata questa formula, erano Era inevitabile che sia le guide sia i loro
esonerati da qualsiasi responsabilità seguaci cadessero in un fosso.
economica verso i genitori. Seguendo 15:15 I discepoli erano indubbia-
questa tradizione subdola, essi avevano mente sconvolti da questo radicale sov-
annullato la parola di Dio, che stabiliva vertimento di tutto ciò che era stato loro
di provvedere agli anziani di casa. insegnato riguardo ai cibi puri e a quelli
15:7-9 Distorcendo abilmente le impuri. Per loro, tale affermazione era
parole, essi realizzavano la profezia di simile a una parabola, ossia a una nar-
Isaia (Is 29:13): con le labbra costoro razione oscura, velata. Pietro espresse il
professavano di onorare Dio, ma il loro proprio turbamento e quello dei disce-
cuore era lontano da lui. Il loro culto poli sollecitando una spiegazione.
era inutile, giacché anteponevano le 15:16-17 Il Signore si stupì che essi
tradizioni umane alla Parola di Dio. fossero così lenti a capire, nondimeno
15:10-11 Rivolto alla folla, Gesù fece spiegò che la vera contaminazione non
una dichiarazione estremamente im- è di natura fisica, bensì morale. I cibi,
portante, spiegando che non quello che in sé, non sono né puri né impuri. Di
entra nella bocca contamina l’uomo; più: nessuna cosa materiale, in sé, è
ma… quello che esce dalla bocca. For- cattiva; solamente l’abuso che se ne
se non ci rendiamo conto del carattere fa è cattivo. Il cibo che l’uomo mangia
rivoluzionario di questa dichiarazione. entra nella bocca, è digerito, poi va nel
Sotto la legge levitica ciò che entrava ventre per essere espulso. Tutto ciò
nella bocca poteva contaminare una non interessa in alcun modo la condi-
persona. Ai Giudei era proibito mangia- zione morale, bensì solamente il suo
re la carne di animali che non rumina- corpo. Oggi sappiamo che “tutto quel
vano e non avevano lo zoccolo spartito; che Dio ha creato è buono; e nulla è da
in quanto al pesce, era loro consentito respingere, se usato con rendimento di
di consumare esclusivamente quel- grazie; perché è santificato dalla paro-
lo con scaglie e lische: Dio aveva dato la di Dio e dalla preghiera” (1 Ti 4:4-5).
istruzioni particolareggiate riguardo ai Naturalmente, in questo brano non si
cibi puri e impuri (vd. Le 11). fa riferimento, p. es., alle piante vele-
Ora, colui che aveva dato la legge nose, ma solamente ai cibi destinati
apriva la strada all’abrogazione dell’in- da Dio al consumo da parte dell’uomo.
tero sistema riguardante l’impurità Tutti gli alimenti sono buoni e devono
cerimoniale. Gesù dichiarò che il cibo essere consumati con riconoscenza. Se
che i suoi discepoli mangiavano con le l’individuo è allergico o intollerante a
mani non lavate non li contaminava. qualche cibo, è meglio che non lo man-
La vera contaminazione era, invece, gi; ma, in genere, possiamo mangiare
l’ipocrisia degli scribi e dei farisei. con la certezza che Dio usa il cibo per
15:12-14 Quando i suoi discepoli gli nutrirci fisicamente.
riferirono che i farisei erano rimasti 15:18 Se non è il cibo che contami-
scandalizzati dalla sua denuncia, Ge- na l’uomo, allora cosa lo contamina?
sù rispose loro paragonando i farisei Gesù rispose: ciò che esce dalla bocca
a piante che non erano state piantate viene dal cuore, ed è quello che conta-
da Dio. Erano zizzania, anziché gra- mina l’uomo. Qui, con il termine cuo-

88
MATTEO 15:27

re non si intende l’organo che pompa Messia. Anche se Gesù era il Figlio di
il sangue, bensì la fonte corrotta degli Davide, un pagano non aveva il diritto
impulsi e dei desideri dell’uomo. La di rivolgergli la parola con tale appel-
natura morale dell’uomo si manifesta, lativo. Ecco perché egli, dapprima, non
anzitutto, mediante pensieri impuri, le rispose.
quindi attraverso parole e discorsi cor- 15:23 I suoi discepoli si avvicinaro-
rotti e, infine, tramite atti scellerati. no e lo pregavano dicendo: “Mandala
15:19-20 Fra ciò che contamina l’uo- via”. Per loro, quella donna era una sec-
mo si contano: pensieri malvagi, omi- catura. Per Gesù, invece, ella costituiva
cidi, adulteri, fornicazioni, furti, false un gradito esempio di fede, nonché un
testimonianze, diffamazioni. vaso in cui riversare la sua grazia. Pri-
I farisei e gli scribi erano davvero ma, però, egli doveva verificare e pla-
attenti a osservare, ostentatamente e smare la fede di costei!
minuziosamente, i riti di purificazio- 15:24-25 Egli le fece presente di es-
ne. Ma la loro vita interiore era con- sere stato mandato alle pecore perdute
taminata. Essi erano dei perfezionisti della casa d’Israele, non agli stranieri
e curavano i minimi particolari, ma e, certamente, non ai Cananei. Ma el-
ignoravano le cose veramente impor- la non si lasciò scoraggiare da questo
tanti. Essi arrivarono ad accusare i apparente rifiuto. Abbandonato l’ap-
discepoli di Gesù di trasgredire tradi- pellativo Figlio di Davide, ella lo adorò
zioni non ispirate, laddove essi stessi dicendogli: Signore, aiutami! Poiché
tramavano l’uccisione del Figlio di Dio, non le era stata data facoltà di rivolgersi
rendendosi quindi colpevoli di tutto a Gesù come un Giudeo al suo Messia,
l’elenco di peccati di cui al v. 19. ella si sarebbe comportata come una
creatura al cospetto del suo Creatore.
F. Una donna pagana è benedetta a 15:26 Per provare l’autenticità del-
motivo della sua fede (15:21-28) la sua fede, Gesù osservò che non era
15:21-22 Gesù si ritirò nel territorio di bene privare del cibo i figli giudei per
Tiro e Sidone sulla costa mediterranea. dare del pane ai cagnolini pagani. Se
Per quanto ne sappiamo, questa fu l’uni- alle nostre orecchie questa risposta
ca volta, durante il suo ministero pubbli- suona molto dura, dobbiamo ricordare
co, che Gesù si trovò fuori del territorio che non era intesa a ferire, ma a guari-
giudeo. Qui, nella Fenicia, una donna re, come il bisturi del chirurgo. Quella
cananea gli chiese di guarire sua figlia, donna, di fatto, era una pagana. I Giu-
che era tormentata da un demonio. dei consideravano i pagani dei cani
È importante ricordare che questa randagi, che giravano per le strade in
donna non era giudea, bensì pagana. Il cerca di avanzi di cibo. Ad ogni modo,
suo popolo discendeva dai Cananei, una in quest’occasione Gesù usò il termine
stirpe corrotta che Dio aveva votato allo che indicava i cagnolini, cioè i cuccioli.
sterminio. A causa dell’inadempienza Ora rimaneva da vedere se ella avreb-
d’Israele, alcuni erano sopravvissuti be riconosciuto di non essere degna di
all’invasione di Canaan sotto Giosuè ricevere anche solo la minima parte
e questa donna era, per l’appunto, una delle sue benedizioni.
loro discendente. Essendo una stranie- 15:27 La risposta fu meravigliosa. La
ra, ella non aveva i privilegi del popolo donna era assolutamente d’accordo con
eletto di Dio sulla terra: era un’estranea l’osservazione di Gesù. Rimase al suo
senza speranza e la sua condizione non posto di pagana indegna, implorando
le consentiva di rivendicare alcun dirit- misericordia, amore e benignità. In altre
to davanti a Dio o al Messia. parole rispose: “Hai ragione! Non sono
Rivolgendosi a Gesù, lo chiamò Si- altro che uno dei cagnolini sotto la ta-
gnore, Figlio di Davide, un titolo che i vola. Ma so che, a volte, delle briciole…
Giudei usavano quando parlavano del cadono dalla tavola. Non puoi lasciarmi

89
MATTEO 15:28

qualche briciola? Non sono degna che 15:35-36 Come nel caso dei cinquemi-
tu guarisca mia figlia, ma ti supplico di la, Gesù fece accomodare la folla e, dopo
farlo, anche se non lo merito”. aver reso grazie… spezzò i pani e li diede
15:28 Gesù la lodò per la sua gran- ai suoi discepoli perché li distribuissero
de… fede. Mentre i figli increduli non con i pesciolini. Anche oggi egli si aspet-
avevano fame di pane, ecco invece un ta che i suoi discepoli facciano quello che
“cagnolino” che ammetteva di avere possono. Poi interviene, facendo quello
fame e chiedeva il pane a gran voce. La che essi non possono fare.
sua fede fu premiata: la figlia fu guarita 15:37-39 Dopo che tutti si furono
all’istante. La guarigione di questa figlia saziati, rimasero ancora sette panieri
pagana ci fa pensare al ministero attuale pieni di cibo avanzato. In tal modo, fu-
del Signore, alla destra di Dio: in questa rono sfamati quattromila uomini, sen-
nostra epoca, egli concede la guarigione za contare le donne e i bambini.
spirituale agli stranieri, laddove il suo Nel prossimo capitolo (16:8-12), con-
antico popolo è messo da parte. sidereremo l’importanza dei dati stati-
stici riguardo alle due moltiplicazioni.
G. Gesù guarisce una grande folla Ogni particolare del racconto biblico è
(15:29-31) ricco di significato.
15:29-31 Da Mr 7:31 apprendiamo che Congedata la folla, il Signore andò
il Signore lasciò Tiro, si diresse a nord con la barca al paese di Magadan, sulla
in direzione di Sidone, poi a est oltre il costa occidentale del mare di Galilea.
Giordano e, in seguito, a sud, attraverso
la regione della Decapoli. Lì, vicino al I. Il lievito dei farisei e dei sadducei
mare di Galilea, guarì zoppi… ciechi… (16:1-12)
muti… storpi e molti altri. La folla, stu- 16:1 I farisei e i sadducei, antagonisti di
pita, diede gloria al Dio d’Israele. C’è lunga data nelle questioni teologiche,
motivo di ritenere che questa regione rappresentavano i due estremi dottri-
fosse pagana: la gente, collegando Ge- nali. Ma la loro inimicizia si trasformò
sù e i suoi discepoli a Israele, dedusse in cooperazione, avendo essi l’unico
giustamente che il Dio d’Israele stava scopo di intrappolare il Salvatore. Per
operando in mezzo a loro. metterlo alla prova, gli chiesero di
mostrare un segno dal cielo. In qual-
H. Gesù sfama quattromila uomini che modo, non comprensibile a noi,
(15:32-39) cercavano di metterlo in una situazio-
15:32 I lettori disattenti (o critici), che ne compromettente. Chiedendogli di
confondono questo episodio con la mostrare un segno dal cielo, volevano
moltiplicazione dei pani per cinque- forse insinuare che i suoi miracoli pre-
mila uomini, accusano la Bibbia di cedenti provenivano da tutt’altra fonte.
ripetersi, contraddirsi e fornire stime O forse volevano vedere qualche segno
errate. I due episodi, al contrario, sono soprannaturale nel cielo.
assai diversi tra loro e, anziché con- Gesù aveva compiuto tutti i suoi mi-
traddirsi, si completano a vicenda. racoli sulla terra: sarebbe stato in gra-
Dopo essere stata tre giorni con il do di operare miracoli celesti?
Signore, la folla aveva esaurito i viveri. 16:2-3 …egli rispose riprendendo
Egli non voleva congedare tutte quelle il tema del cielo. Quando, la sera, essi
persone affamate, per timore che per- vedevano il cielo rosseggiare, erano
dessero le forze per strada. in grado di prevedere bel tempo per
15:33-34 Di nuovo, i discepoli si il giorno seguente. Essi sapevano al-
scoraggiarono, di fronte al compito im- tresì che il cielo che rosseggiava cupo
possibile di dar da mangiare a una folla la mattina era foriero di tempesta per
così numerosa. Questa volta avevano quel giorno. Dunque costoro sapevano
sette pani e pochi pesciolini. interpretare l’aspetto del cielo, ma non

90
MATTEO 16:11-12

sapevano interpretare i segni dei tem- compagnia di colui che, almeno in


pi. Quali erano questi segni? due occasioni, aveva sfamato le mol-
Il profeta che doveva annunciare titudini. Perciò Gesù rammentò loro
l’avvento del Messia era apparso nella le due moltiplicazioni miracolose, ri-
persona di Giovanni il battista. I previ- spettivamente per cinquemila e per
sti miracoli del Messia, opere che prima quattromila uomini. La lezione riguar-
di lui nessun altro aveva mai compiuto, dava l’aritmetica divina e l’inesauribi-
erano avvenuti sotto i loro occhi. Un lità delle risorse divine; infatti minore
altro segno dei tempi era la realizza- era la quantità di cibo che Gesù aveva a
zione di altre profezie, quali quella disposizione, più persone riusciva a sfa-
riguardante il rifiuto, ormai evidente, mare e più avanzi rimanevano. Quando
del Messia da parte dei Giudei e quella c’erano solo cinque pani e due pesci,
relativa alla predicazione del vangelo Gesù aveva dato da mangiare a più di
agli stranieri. Tuttavia, malgrado tutte cinquemila uomini e si erano raccolte
queste prove incontrovertibili, costoro dodici ceste di pezzi avanzati. Quan-
non capivano che l’ora era venuta e che do ebbe più pani e più pesci, diede da
la profezia si era avverata. mangiare solo a quattromila uomini e
16:4 Chiedendo un segno allorché avanzarono solo sette panieri pieni di
Gesù stesso era in mezzo a loro, i farisei cibo. Se noi mettiamo le nostre limita-
e i sadducei dimostravano di essere una te risorse a sua disposizione, egli può
generazione malvagia e spiritualmente moltiplicarle in proporzione inversa
adultera: dunque, nessun segno sareb- alla loro quantità. “Il poco è molto, se
be stato dato loro, se non il segno di Gio- Dio interviene”.
na. Com’è scritto nel commento a 12:39, Il sostantivo qui tradotto con ceste (28)
quel segno sarebbe stato la risurrezione è diverso da quello del brano della mol-
di Cristo, il terzo giorno. Una genera- tiplicazione del cibo per i cinquemila.
zione malvagia e adultera avrebbe cro- Si pensa che le sette ceste usate in que-
cifisso il suo Messia, ma Dio lo avrebbe sto caso fossero più grandi delle dodici
risuscitato dai morti. Questo sarebbe dell’episodio precedente. Ma la lezione è
stato il segno della condanna per quanti la stessa: perché preoccuparsi della fame
avrebbero rifiutato di inchinarsi davan- e della mancanza di cibo, se siamo legati
ti a lui, loro legittimo Signore. a colui che ha potenza e risorse infinite?
Il paragrafo si conclude con l’inquie- 16:11-12 Parlando del lievito dei
tante espressione: E, lasciatili, se ne farisei e dei sadducei, il Signore non
andò. Il sottinteso significato spirituale alludeva al pane, bensì a dottrina e a
è lampante. condotta malvagie. In Lu 12:1 si speci-
16:5-6 I discepoli raggiunsero il Si- fica che il “lievito dei farisei” è l’ipocri-
gnore sulla riva orientale del mare, ma sia: i farisei dichiaravano di attenersi
si erano dimenticati di prendere del alla Parola di Dio fin nei minimi par-
cibo con loro. Perciò, quando Gesù li ac- ticolari, ma la loro ubbidienza era sola-
colse con l’ammonimento di guardarsi mente esteriore e superficiale. Nel loro
bene dal lievito dei farisei e dei saddu- intimo, costoro erano empi e corrotti.
cei, essi pensarono che egli intendesse Il lievito dei sadducei era il raziona-
vietare loro di chiedere del cibo a quei lismo. Essi erano i liberi pensatori del
capi giudei. La loro preoccupazione per loro tempo e, come i liberali di oggi,
il cibo li indusse a interpretare le parole avevano costruito un sistema di illazio-
di Gesù in senso letterale, naturale, lad- ni e smentite. Confutavano l’esistenza
dove egli intendeva impartire loro una di angeli e spiriti, la risurrezione del
lezione spirituale. corpo, l’immortalità dell’anima e il ca-
16:7-10 Quei discepoli si preoccupa- stigo eterno. Se tollerato, il lievito dello
vano ancora di non avere abbastanza scetticismo si diffonde e permea tutto
da mangiare, nonostante fossero in come il lievito nella farina.

91
MATTEO 16:13-14

X. IL RE PREPARA I SUOI DISCEPOLI controversie che intorno a qualsiasi


(16:13−17:27) altro. La domanda è: “Chi, o che cosa,
è la pietra ?”. In parte, il problema na-
A. La grande confessione di Pietro sce dal fatto che i due termini greci per
(16:13-20) indicare Pietro e la pietra sono simili,
16:13-14 Cesarea di Filippo sorgeva ma hanno un significato diverso. Il pri-
40 km ca a nord del mare di Galilea e mo termine, petros, vuol dire “pietra”,
8 km a est del Giordano. Quando Gesù o masso isolato; il secondo, petra, si-
giunse presso i villaggi di quella regio- gnifica “roccia”, o sporgenza rocciosa.
ne (vd. Mr 8:27), accadde un evento Quindi Gesù disse in realtà: tu sei Pie-
che, in genere, viene considerato l’api- tro (pietra), e su questa pietra (roccia)
ce del suo ministero d’insegnamento. io edificherò la mia chiesa. Non disse
Fino a quel momento, infatti, egli ave- che avrebbe costruito la sua chiesa su
va cercato di condurre i discepoli a una una pietra, ma su una roccia.
reale conoscenza della sua persona; Se Pietro non è la roccia, allora qual
una volta riuscitoci, si volse con deci- è la roccia? Se ci si attiene al contesto,
sione verso la croce. risulta ovvio che tale roccia è la confes-
Gesù iniziò a discorrere domandan- sione di Pietro: Cristo è il Figlio del Dio
do ai suoi discepoli che cosa si dices- vivente. Questa è la verità su cui si fon-
se di lui in giro. Le risposte riferirono da la chiesa. Ef 2:20 spiega che la chiesa
tutta la gamma di pareri: da Giovanni è edificata su Gesù Cristo, la pietra an-
il battista, a Elia, a Geremia, fino a uno golare. In quel passo della Lettera agli
dei profeti. Per gli uomini, Gesù era Efesini, infatti, la dichiarazione che
uno dei tanti, “buono”, ma non “il mi- siamo “stati edificati sul fondamento
gliore”; “grande”, ma non il “maggiore”; degli apostoli e dei profeti” non è un ri-
profeta, ma non il profeta. Queste opi- chiamo alle loro persone, bensì al loro
nioni lo sminuivano e non gli rendeva- insegnamento riguardo al Signore Ge-
no giustizia. Se egli fosse stato soltanto sù Cristo: è questo il fondamento della
un uomo come tutti gli altri, sarebbe chiesa.
stato un impostore, giacché sosteneva In 1 Co 10:4 Cristo è chiamato la
di essere uguale a Dio Padre. “roccia”. A questo proposito, G. Cam-
16:15-16 Quindi, Gesù domandò ai pbell Morgan ci mette in guardia:
discepoli chi credevano che egli fosse.
Tale domanda causò la storica profes- Ricordiamoci che Gesù parlava ai
sione di Simon Pietro : Tu sei il Cristo, Giudei. Se cerchiamo nelle Scritture
il Figlio del Dio vivente. In altre parole, ebraiche l’uso figurativo del termine
Pietro proclamava che Gesù era il Mes- “roccia”, constatiamo che tale alle-
sia d’Israele e Dio-Figlio. goria non è mai usata come simbolo
16:17-18 Il Signore pronunciò una dell’uomo, ma sempre come simbolo
di Dio. Di conseguenza, qui a Cesa-
benedizione su Simone, figlio di Gio-
rea di Filippo, la chiesa non è edi-
na . Non fu mediante l’intelletto o la
ficata su Pietro. Gesù non giocava
saggezza umana che quel pescatore con i modi di dire. Prese la vecchia
afferrò tale concetto del Signore Gesù: immagine ebraica, la roccia (sempre
glielo aveva rivelato, in modo sopran- simbolo della Deità), e disse: “Su Dio
naturale, Dio Padre. Ma il Figlio aveva stesso, Cristo, il Figlio del Dio viven-
ancora qualcosa di importante da dire te, io edificherò la mia chiesa”. (29)
a Pietro. Perciò aggiunse: E anch’io ti
dico: tu sei Pietro, e su questa pietra Pietro non si è mai autodefinito “il
edificherò la mia chiesa, e le porte fondamento della chiesa”. In due oc-
dell’Ades non la potranno vincere. casioni fece allusione a Cristo come a
Sappiamo bene che, intorno a questo una “pietra” (vd. At 4:11-12; 1 P 2:4-8),
versetto del Vangelo, ci sono state più ma in questo caso l’immagine era di-

92
MATTEO 16:19

versa: si trattava della pietra angolare, porta all’ambito della professione di


non del fondamento. fede: fare discepoli, battezzare e inse-
Io edificherò la mia chiesa. Qui tro- gnare (il battesimo non è necessario per
viamo la prima menzione biblica della la salvezza, ma è il rituale d’iniziazione
chiesa. In epoca veterotestamentaria, con cui si dichiara pubblicamente la
la chiesa non esisteva ancora. Quando propria fedeltà al Re). Queste chiavi non
Gesù pronunciò queste parole, la chiesa furono date a Pietro in esclusiva, gli fu-
era ancora lontana. Essa fu formata il rono bensì conferite in rappresentanza
giorno della Pentecoste ed era composta di tutti gli altri discepoli (vd. 18:18, dove
da tutti i veri credenti in Cristo, sia Giu- la stessa promessa è estesa anche agli
dei sia stranieri. Essendo una comunità altri). Pietro usò le chiavi, per la prima
distinta, conosciuta come Corpo e Spo- volta, il giorno della Pentecoste.
sa di Cristo, la chiesa ha una vocazione Tutto ciò che legherai in terra sarà
speciale e una destinazione celeste. legato nei cieli, e tutto ciò che scioglie-
Difficilmente ci saremmo aspettati rai in terra sarà sciolto nei cieli. Questo
che la chiesa fosse presentata nel Van- brano, e un brano parallelo in Gv 20:23,
gelo di Matteo, i cui argomenti preva- sono talvolta usati per sostenere la
lenti sono Israele e il regno. Tuttavia, dottrina che a Pietro e ai suoi presunti
successivamente al rifiuto di Cristo successori fosse conferita l’autorità di
da parte d’Israele, seguirà un periodo perdonare (o “rimettere”) i peccati. Ma
intermedio, l’età della chiesa, che con- noi sappiamo che ciò non può essere:
tinuerà fino al giorno del rapimento. soltanto Dio può perdonare i peccati.
Dopo di che, Dio riprenderà la sua ope- Anche questo versetto si presta a una
ra con il popolo d’Israele. Perciò è uti- duplice interpretazione.
le che Dio a questo punto introduca il 1. Probabilmente gli apostoli aveva-
concetto di “chiesa”, la successiva tap- no un potere di legare e di scioglie-
pa del suo piano di amministrazione re che noi, oggi, non abbiamo più.
dopo il rifiuto d’Israele. Per esempio, Pietro legò i peccati di
...e le porte dell’Ades non la potran- Anania e Saffira, cosicché i due fu-
no vincere. Tale asserzione si presta a rono puniti con la morte istantanea
una duplice interpretazione: 1° le por- (vd. At 5:1-10); Paolo sciolse l’uomo
te dell’Ades rappresentano un assalto della chiesa di Corinto, che era stato
infruttuoso contro la chiesa, la quale sottoposto a disciplina, dalle conse-
supererà tutti gli attacchi sferrati con- guenze dei suoi peccati, poiché que-
tro di essa; 2° la chiesa stessa passerà sti si era pentito (vd. 2 Co 2:10).
all’offensiva, uscendone vittoriosa. In 2. Ciò che gli apostoli avrebbero legato,
ambedue i casi, il potere della morte o sciolto, sulla terra, doveva già essere
sarà sconfitto mediante il rapimento stato legato, o sciolto, nel cielo. Perciò
dei credenti viventi e la risurrezione Ryrie scrive: “È il cielo, non gli aposto-
dei morti in Cristo. li, che lega o scioglie; gli apostoli ne
16:19 Io ti darò le chiavi del regno danno solamente l’annuncio”.(30)
dei cieli. Questa espressione non signi- Oggi questo versetto ha, per noi, un
fica che a Pietro fu conferita l’autorità significato essenzialmente dichiarati-
di ammettere gli uomini in cielo, ma è vo. Quando un peccatore si pente sin-
bensì attinente con il regno dei cieli sul- ceramente dei propri peccati e riceve
la terra, il quale comprende quanti di- Gesù Cristo come Signore e Salvatore,
chiarano di essere sottomessi al Re e si un credente può dichiarare che questi
definiscono cristiani. Le chiavi evocano peccati sono stati perdonati. Quando
il concetto di ammissione o di ingresso. il peccatore rifiuta il Salvatore, un cre-
Nel versetto relativo al grande manda- dente può dichiarare i suoi peccati non
to (vd. 28:19-20) si trova un’allusione perdonati. William Kelly scrive: “Ogni
implicita alle chiavi, le quali aprono la volta che la chiesa agisce nel nome del

93
MATTEO 16:20

Signore e compie veramente la sua vo- capi religiosi, doveva essere ucciso, e ri-
lontà, le sue azioni portano il marchio suscitare il terzo giorno. Questa notizia
di Dio”. avrebbe segnato la morte certa di qual-
16:20 Di nuovo vediamo il Signore siasi movimento, se non fosse stato per
Gesù ordinare ai suoi discepoli di non l’ultimo imperativo: doveva... risuscita-
dire a nessuno che egli era il Messia. A re il terzo giorno. Lì stava la differenza!
causa dell’incredulità d’Israele, nulla 16:22 Pietro si ribellò al pensiero
di buono sarebbe venuto fuori da una che il suo Maestro dovesse subire un
rivelazione del genere. Anzi, un solle- tale trattamento. Lo afferrò, come se
vamento popolare che avesse voluto volesse sbarrargli la strada, e protestò:
incoronarlo re sarebbe stato estrema- Dio non voglia, Signore! Questo non ti
mente dannoso. Un’azione così intem- avverrà mai.
pestiva sarebbe stata inesorabilmente 16:23 Ne seguì un rimprovero da par-
stroncata dai Romani. te del Signore Gesù. Egli era venuto nel
James S. Stewart, che definisce que- mondo per morire per i peccatori. Qua-
sto paragrafo “la svolta nel ministero lunque cosa, o qualsiasi persona, volesse
di Cristo”, scrive: impedirglielo andava contro la volontà
Quel giorno a Cesarea di Filippo rap- di Dio. Perciò disse a Pietro: Vattene via
presenta lo spartiacque dei Vangeli. da me, Satana! Tu mi sei di scandalo.
Da questo punto i fiumi comincia- Tu non hai il senso delle cose di Dio, ma
no a scorrere in un’altra direzione. Il delle cose degli uomini. Apostrofando
fiume della popolarità che, nei primi Pietro con l’appellativo di Satana, Gesù
giorni del ministero di Gesù, sembra- non intendeva dire che l’apostolo fosse
va portarlo al trono, è stato lasciato indemoniato o posseduto da Satana, ma
indietro. La corrente si dirige verso che le azioni e le parole di Pietro erano si-
la croce... A Cesarea Gesù si fermò mili a quelle che ci si poteva aspettare da
come di fronte a un confine. Cesarea Satana (il cui nome significa avversario).
diventò per lui la cima di una colli- Con la sua protesta contro il Golgota, Pie-
na da cui poteva vedere, dietro di sé, tro diventò un ostacolo per il Salvatore.
tutta la strada già percorsa, e davan- Ogni credente è chiamato a prende-
ti a sé la strada oscura e minacciosa re la propria croce e a seguire il Signore
che lo stava aspettando. Egli volse lo Gesù; ma quando la croce inizia a de-
sguardo indietro, là dove il bagliore
linearsi sul nostro cammino, una voce
residuo dei giorni felici svaniva len-
dentro di noi dice: “Dio non voglia!
tamente; poi si voltò e s’incamminò
verso l’ombra. La sua meta, ora, era
Mettiti al sicuro”. O forse si tratta del-
il Golgota. (31) la voce dei nostri cari che cercano di
distoglierci dalla via dell’ubbidienza.
B. Preparazione dei discepoli alla In tali situazioni, anche noi dobbiamo
morte e alla risurrezione di ripetere: “Vattene via da me, Satana! Tu
Cristo (16:21-23) mi sei di scandalo”.
16:21 Ora che i discepoli avevano rico-
nosciuto che Gesù era il Messia, il Figlio C. Preparazione al vero discepolato
del Dio vivente, erano pronti ad ascol- (16:24-28)
tare il primo chiaro annuncio della 16:24 Ora il Signore Gesù rivela aper-
sua morte e della sua risurrezione. Ora tamente che cosa significhi essere
sapevano che la sua causa non avrebbe suo discepolo: rinunciare a se stessi,
mai potuto fallire, che erano dalla parte prendere la croce e seguirlo. Rinun-
del vincitore e che, qualsiasi cosa fosse ciare a se stessi non significa sacrifi-
accaduta, il trionfo era certo. Così il Si- cio di sé, ma significa sottomettersi al
gnore rivelò la notizia a cuori preparati. suo controllo in un modo così com-
Egli doveva andare a Gerusalemme, pleto che l’io non ha più diritti. Pren-
doveva soffrire molte cose da parte dei dere la croce significa essere disposti

94
MATTEO 17:1-2

a sopportare scherni, sofferenze e ritorno, quando verrà sulla terra, con


forse il martirio per amor suo; signifi- i suoi angeli, nella gloria eccelsa del
ca anche morire al peccato, a se stessi Padre suo. Allora renderà, a chiunque
e al mondo. Seguire Gesù significa vi- vive per lui, secondo il suo operato.
vere come egli ha vissuto: con umiltà, L’unico modo per avere una vita di
povertà, compassione, amore, mise- successo è immedesimarsi in questo
ricordia e ogni altra virtù celeste. futuro glorioso, stabilire ciò che, al-
16:25 Il Signore segnala la presenza lora, sarà veramente importante e poi
di due ostacoli sulla strada del discepo- perseguirlo con tutte le proprie forze.
lato: 1° la tentazione naturale di salvare 16:28 Successivamente Gesù fece
se stessi da disagi, afflizioni, solitudine un’osservazione sconcertante: alcuni di
o perdite; 2° la ricchezza. Quanto al pri- coloro che erano lì con lui non avrebbero
mo, Gesù avverte che chi si aggrappa gustato la morte finché non l’avessero
alla vita per motivi egoistici non troverà visto venire nel suo regno. Il problema,
mai la piena soddisfazione; ma chi, in- naturalmente, sta nel fatto che tutti i
vece, con coraggio gli fa dono della pro- discepoli morirono senza che egli fosse
pria vita, senza calcolare i costi, troverà ancora tornato in potenza e gloria per
la ragione della propria esistenza. stabilire il suo regno. Ma tale problema
16:26 La seconda tentazione, quella di è facilmente risolvibile se, prescindendo
diventare ricchi, è irrazionale. “Immagi- per un attimo dalla suddivisione dei ca-
natevi” dice Gesù “che un uomo abbia pitoli, si considerino i primi otto versetti
tanto successo negli affari da possede- del capitolo successivo, in cui si narra
re, alla fine, tutto il mondo. Questa folle l’episodio della trasfigurazione, come
smania di avere sempre di più assorbi- la spiegazione dell’enigmatica afferma-
rebbe tutto il suo tempo e le sue ener- zione di Gesù. Sul monte, infatti, Pietro,
gie, tanto da impedirgli di raggiungere Giacomo e Giovanni videro il Cristo
il vero scopo della sua vita. Che senso trasfigurato: essi ebbero, in tal modo, il
avrebbe guadagnare tutto quel denaro privilegio di vedere anticipatamente la
per poi morire, lasciare tutto dietro di gloria di Cristo nel suo regno.
sé e trascorrere l’eternità a mani vuo- È legittimo ravvisare, nella trasfigu-
te?”. L’uomo è sulla terra per un compito razione di Cristo, una prefigurazione
molto più importante che accumulare del suo regno futuro. Pietro definisce
soldi: egli è chiamato a rappresentare gli questo evento “la potenza e la venuta
interessi del suo Re. Se non centra questo del nostro Signore Gesù Cristo” (2 P
obiettivo, tutto è perduto. 1:16). La potenza e la venuta del Signore
Nel v. 24 Gesù annuncia ai suoi Gesù rinviano al suo ritorno. Giovanni,
discepoli il peggio. Questa è una ca- inoltre, parla dell’esperienza sul monte
ratteristica del cristianesimo: se ne come del momento in cui “noi abbiamo
conoscono tutte le difficoltà fin dall’ini- contemplato la sua gloria, gloria come di
zio. Ma non si finisce mai di scoprirne unigenito dal Padre” (Gv 1:14). La prima
i tesori e le benedizioni. Barnhouse ha venuta di Cristo avvenne in umiliazio-
espresso bene questo concetto: ne laddove il suo ritorno avverrà nella
gloria. La predizione del v. 28 si avverò,
Quando avremo visto nelle Scrittu-
re tutto ciò che è spaventoso, non ci
dunque, sul monte; Pietro, Giacomo e
sarà più nulla che possa sorprender- Giovanni videro il Figlio dell’uomo non
ci. Ogni cosa nuova che impareremo, più come un umile Nazareno, bensì co-
in questa vita o in quella futura, si me il Re glorificato.
rivelerà una delizia. (32)
D. Preparazione dei discepoli alla
16:27 Ora il Signore Gesù ricorda ai gloria: la trasfigurazione (17:1-8)
suoi la gloria che segue alle sofferen- 17:1-2 Sei giorni dopo l’episodio a Cesa-
ze. Richiama la loro attenzione sul suo rea di Filippo, Gesù prese con sé Pietro,

95
MATTEO 17:3

Giacomo e Giovanni… sopra un alto Cristo e alla gloria che ne seguirà. Una
monte, in qualche parte della Galilea. terza possibile interpretazione è che
Molti commentatori attribuiscono un Mosè, che ascese al cielo attraverso
importante significato al numero “sei”. la morte, rappresenti coloro che risu-
Gaebelein, per esempio, afferma: “Sei è sciteranno dai morti per entrare nel
il numero dell’uomo, il numero che in- regno millenniale, laddove Elia, che fu
dica i giorni del lavoro. Dopo sei giorni, rapito in cielo, personifichi coloro che
vale a dire dopo che il lavoro e il giorno entreranno nel regno in occasione del
dell’uomo sono finiti, ecco il giorno del rapimento della chiesa.
Signore, il regno”. In quanto ai discepoli Pietro, Giaco-
Quando Luca afferma che la tra- mo e Giovanni, essi parrebbero raffi-
sfigurazione ebbe luogo “circa otto gurare la totalità dei santi del N.T. Ma,
giorni” dopo (Lu 9:28), evidentemente d’altro canto, potrebbero altresì simbo-
calcola anche il giorno stesso dell’an- leggiare il residuo di Giudei fedeli che
nuncio di Gesù (di cui all’ultimo ver- sarà ancora in vita al ritorno di Cristo e
setto del capitolo precedente) e quello che entrerà nel regno con lui.
della trasfigurazione. Poiché l’otto è il La folla ai piedi del monte (v. 14,
numero della risurrezione e di un nuo- cfr. Lu 9:37) è stata paragonata alle na-
vo inizio, è appropriato che Luca equi- zioni pagane, che saranno ugualmente
pari il regno a un nuovo inizio. partecipi delle benedizioni del regno
Pietro, Giacomo e Giovanni (i qua- millenniale di Cristo.
li godevano, evidentemente, di una 17:4-5 Pietro fu profondamente
speciale condizione di intimità con impressionato da questo evento. Era
il Salvatore), ebbero il privilegio di veramente consapevole dell’impor-
vederlo trasfigurato. Fino ad allora, tanza di questo momento. Nel desi-
la sua gloria era stata nascosta in un derio di catturarne lo splendore di
corpo umano. Ma ora la sua faccia ri- quegli istanti, Pietro propose scon-
splendette come il sole e i suoi vestiti sideratamente di erigere tre tende
divennero candidi come la luce : era commemorative, una per Gesù, una
una manifestazione visibile della sua per Mosè e una per Elia . Era giusto
deità, proprio come la nuvola della che elencasse Gesù per primo, ma era
gloria, o Shekinah, nell’A.T. simboleg- sbagliato che non gli desse una posi-
giava la presenza di Dio. La scena era zione di preminenza. Gesù non è uno
una prefigurazione di come il Signore tra pari, ma è Signore sopra tutti. Per
Gesù sarà quando tornerà per stabili- insegnare questa lezione, Dio Padre
re il suo regno. Non apparirà più come ricoprì tutti con una nuvola luminosa,
l’Agnello sacrificale, ma come il Leone poi esclamò: Questo è il mio Figlio di-
della tribù di Giuda (vd. Ap 5:5). Quan- letto, nel quale mi sono compiaciuto;
ti lo vedranno, lo riconosceranno im- ascoltatelo. Nel regno, Cristo sarà Uno
mediatamente come il Figlio di Dio, il senza pari, il Monarca supremo le cui
Re dei re e il Signore dei signori. parole saranno l’autorità definitiva. E
17:3 Sul monte apparvero Mosè ed così dovrebbe essere già fin d’ora, nel
Elia che parlavano della sua morte cuore dei suoi seguaci.
imminente a Gerusalemme (vd. Lu 17:6-8 Storditi dalla nuvola della
9:30-31). Probabilmente Mosè ed Elia gloria e dalla voce di Dio, i discepoli…
simboleggiano i santi dell’A.T. Oppu- caddero con la faccia a terra. Ma Gesù
re, se consideriamo il riferimento a ordinò loro di alzarsi e di non temere.
Mosè come emblematico della legge Ed essi, alzatisi, non videro nessuno,
e quello a Elia come emblematico dei se non Gesù stesso, solo. Così avverrà
profeti, possiamo vedere qui rappre- nel regno: il Signore Gesù sarà “tutta
sentate entrambe le sezioni dell’A.T. la gloria nella terra dell’Emmanuele”
che additano alle sofferenze future di (Anne Ross Cousin).

96
MATTEO 17:19-20

E. Il precursore di Gesù Cristo qualcuno che eserciterà un ministero


(17:9-13) simile al suo.
17:9 Scendendo dal monte, Gesù die-
de ai discepoli l’ordine di non parlare F. Preparazione al servizio
a nessuno di ciò che avevano visto, mediante la preghiera e il digiuno
finché egli non fosse risuscitato dai (17:14-21)
morti. I Giudei, anche troppo ansiosi La vita non è fatta solo di eventi ecce-
di trovare qualcuno che li liberasse dal zionali. Dopo i momenti di grande gioia
giogo romano, lo avrebbero accettato spirituale vengono ore e giorni di fatica
di buon grado come colui che avrebbe e di esaurimento. Arriva il momento in
salvato la loro patria da Roma, ma non cui dobbiamo lasciare il monte per ser-
come colui che li avrebbe salvati dal vire nella valle di lacrime.
peccato. A tutti gli effetti pratici, Israele 17:14-15 Ai piedi del monte, un padre
aveva respinto il suo Messia; sarebbe, disperato stava aspettando il Salvatore.
dunque, stato inutile parlare ai Giudei Gettandosi in ginocchio davanti a lui,
di quella visione della gloria messiani- lo implorò di guarire suo figlio, che era
ca. Dopo la risurrezione, il messaggio indemoniato. Il figlio soffriva di attacchi
sarebbe stato proclamato in tutto il epilettici, i quali non di rado lo facevano
mondo. cadere nel fuoco e spesso nell’acqua,
17:10-13 I discepoli avevano appena cosicché la sua sofferenza era aggravata
assistito a una prefigurazione del ritor- dalle ustioni e dal rischio di annega-
no di Cristo in potenza e gloria, ma il mento. Si trattava di un caso esemplare
suo precursore non era apparso. Mala- della sofferenza provocata da Satana, il
chia aveva profetizzato che Elia doveva più crudele di tutti i padroni.
venire prima dell’avvento del Messia 17:16 Il padre era andato dai di-
(vd. Ml 4:5-6), perciò i discepoli inter- scepoli perché l’aiutassero, ma ave-
rogarono Gesù in proposito. Il Signore va imparato che “vano è il soccorso
affermò che, certo, Elia doveva venire dell’uomo” (Sl 60:11). Essi non avevano
prima, come riformatore, ma aggiunse il potere di guarire.
che Elia era già venuto. Ovviamente al- 17:17 L’esclamazione O generazione
ludeva a Giovanni il battista (vd. v. 13). incredula e perversa! Fino a quando
Giovanni non era Elia (vd. Gv 1:21), ma sarò con voi? Fino a quando vi sop-
era venuto “con lo spirito e la potenza di porterò? è rivolta ai discepoli. Non
Elia” (Lu 1:17). Se Israele avesse accet- avevano la fede sufficiente a guarire
tato Giovanni e il suo messaggio, egli l’epilettico; sotto questo aspetto, essi
avrebbe assunto il ruolo che era stato rappresentavano il popolo giudeo di
preannunciato da Elia (vd. Mt 11:14). quel tempo, incredulo e perverso.
Ma il popolo non aveva riconosciuto il 17:18 Non appena l’epilettico fu con-
significato della missione di Giovanni dotto da lui, Gesù sgridò il demonio e il
e ne aveva fatto un martire. La morte ragazzo fu guarito all’istante.
di Giovanni era un’anticipazione di ciò 17:19-20 Quando furono soli con Ge-
che i Giudei avrebbero fatto con il Fi- sù, i discepoli, perplessi riguardo alla
glio dell’uomo: essi avevano respinto il propria incapacità di gestire quel caso,
precursore e avrebbero respinto anche domandarono al Signore una spiega-
il Re. Quando Gesù spiegò loro queste zione. La sua risposta fu chiara e diret-
cose, i discepoli si resero conto che sta- ta: essi avevano poca fede. Se avessero
va parlando di Giovanni il battista. avuto una fede delle dimensioni di un
Ci sono buoni motivi per ritenere granello di senape (il più piccolo dei
che, prima del ritorno di Cristo, sorgerà semi), avrebbero potuto comandare a
un profeta che preparerà Israele all’ar- un monte di gettarsi nel mare e ciò sa-
rivo del futuro Re. È impossibile preve- rebbe avvenuto. Naturalmente, la vera
dere se si tratterà dello stesso Elia o di fede si deve fondare su qualche coman-

97
MATTEO 17:21

damento o promessa di Dio. Cercare di servizio del tempio. Pietro rispose: Sì.
compiere qualche opera spettacolare, Forse l’incauto discepolo voleva rispar-
al fine di appagare la vanità persona- miare a Cristo una situazione imbaraz-
le, non è fede, bensì presunzione. Ma zante.
se si lascia guidare da Dio in una certa L’onniscienza del Signore si com-
direzione, il credente può avere piena prende da ciò che segue. Quando Pie-
fiducia che tutti gli ostacoli più grandi tro tornò a casa, Gesù gli parlò prima
e insormontabili saranno miracolosa- che il discepolo avesse modo di riferir-
mente rimosse. Niente è impossibile gli l’accaduto. Che te ne pare, Simone?
per chi ha fede. I re della terra da chi prendono tributi
17:21 Questa specie di demòni non o l’imposta? Dai loro figli o dagli stra-
esce se non per mezzo della preghiera nieri? La domanda va interpretata alla
e del digiuno. Alcune Bibbie moderne luce di quel periodo storico. Il sovrano
tralasciano questo versetto, che non imponeva le tasse ai sudditi per soste-
compare in molti antichi mss. Tuttavia, nere il proprio regno e la propria fa-
esso si trova nella maggior parte di essi miglia, ma la famiglia del sovrano non
e si inserisce adeguatamente nel con- era tenuta a pagare le imposte. Con le
testo di un problema particolarmente forme di governo attuali, tutti sono ob-
difficile. bligati a pagare le tasse, inclusi i gover-
nanti e le loro famiglie.
G. Gesù rivela ai discepoli che sarà 17:26 Giustamente, Pietro rispose
tradito (17:22-23) che i governanti riscuotevano il tributo
17:22-23 Di nuovo, senza drammi né soltanto dagli stranieri. Gesù, quindi,
clamori, il Signore Gesù annunciò ai osservò: i figli, dunque, ne sono esen-
suoi discepoli che sarebbe stato messo ti. Il tempio, infatti, era la casa di Dio:
a morte. Ma, anche questa volta, sog- pagando il tributo per il sostegno del
giunse una promessa di giustizia e di tempio, Gesù avrebbe praticamente
vittoria: egli sarebbe risuscitato il terzo pagato un tributo a se stesso.
giorno. Se non avesse parlato loro, in 17:27 Tuttavia, per non suscitare un
anticipo, della propria morte, essi sa- inutile scandalo, il Signore acconsen-
rebbero stati indubbiamente sconvolti tì a pagare la tassa. Ma come avrebbe
e amareggiati, quando ciò fosse avve- fatto con il denaro? Non è riportato da
nuto. La morte del Signore, accompa- nessuna parte che Gesù avesse soldi
gnata da umiliazione e sofferenze, non con sé. Egli mandò Pietro al mare di
corrispondeva alle loro aspettative ri- Galilea e gli ordinò di controllare il
guardo al Messia. primo pesce che avrebbe abboccato
Di fatto, i discepoli si rattristarono l’amo; nella bocca del pesce avrebbe
profondamente perché egli stava per trovato uno statere, con cui avrebbe
lasciarli e sarebbe stato ucciso. Essi potuto pagare il tributo, metà per il Si-
udirono l’annuncio delle sue sofferen- gnore Gesù e metà per se stesso.
ze, ma parve loro sfuggire la promessa Questo miracolo sorprendente,
della risurrezione. narrato in toni pacati, dimostra chia-
ramente l’onniscienza di Cristo. Egli
H. Pietro e il Signore pagano sapeva quale, fra tutti i pesci del mare
le tasse del tempio (17:24-27) di Galilea, aveva uno statere in bocca,
17:24-25 A Capernaum gli esattori sapeva dove questo pesce si trovava e
delle didramme (la tassa annuale di sapeva anche che sarebbe stato il pri-
due dramme che ogni Israelita di età mo pesce ad abboccare.
superiore ai vent’anni era tenuto a cor- Se si fosse trattato di mettere in que-
rispondere al tempio) domandarono a stione qualche principio divino, Gesù
Pietro se il suo maestro pagasse l’im- non avrebbe certamente pagato. Non-
posta destinata a sostenere il costoso dimeno, poiché si trattava, per lui, di

98
MATTEO 18:8-9

una questione moralmente irrilevante, dificare e conformare il loro modo di


era disposto a pagare, anziché dare pensare alle realtà del regno di Dio.
scandalo. Noi, come credenti, siamo 18:4 Nel regno dei cieli, il più grande
liberi dalla legge. Tuttavia, in questioni sarà colui che si farà piccolo come un
che non riguardano la morale, dobbia- bambino. Ovviamente, i parametri e i
mo rispettare le coscienze altrui e non valori del regno sono diametralmente
fare nulla che possa causare offesa. opposti a quelli del mondo. Il nostro
modo di pensare deve essere comple-
XI. IL RE AMMAESTRA I SUOI tamente cambiato. Dobbiamo impara-
DISCEPOLI (capp. 18–20) re a pensare come Cristo (vd. Fl 2:5-8).
18:5 Qui il Signore Gesù passa, in mo-
A. A proposito dell’umiltà do quasi impercettibile, dal bambino
(18:1-6) naturale al bambino spirituale. Chiun-
Il cap. 18 è stato definito “il discorso que riceve uno dei suoi umili seguaci
sulla grandezza e sul perdono”. Esso nel nome suo, sarà ricompensato come
illustra, a grandi linee, i principi di se avesse ricevuto il Signore stesso. Ciò
comportamento che devono seguire che è fatto per il discepolo è premiato
coloro che affermano di essere servito- come se fosse fatto per il maestro.
ri di Cristo il Re. 18:6 D’altra parte, chiunque induca
18:1 I discepoli avevano sempre con- un credente a peccare è condannato
siderato il regno dei cieli un’età dell’oro senza appello; meglio per lui sarebbe
di pace e prosperità. Ora cominciavano che gli fosse appesa al collo una maci-
ad aspirare a posizioni privilegiate nel na da molino e fosse gettato in fondo
regno. La loro natura egoista si manife- al mare (la grande macina da mulino,
stò nella domanda: Chi è dunque il più di cui si parla qui, era azionata da un
grande nel regno dei cieli? animale; per una macina più piccola,
18:2-3 Gesù rispose con una lezio- invece, bastava il movimento della ma-
ne pratica. Mettendo un bambino in no). È già grave peccare di persona, ma
mezzo a loro, dichiarò che gli uomini indurre un credente a peccare significa
devono cambiare e diventare come distruggere la sua innocenza, corrom-
i bambini per entrare nel regno dei pere la sua mente e compromettere la
cieli. Egli alludeva alla realtà interio- sua reputazione. Meglio, allora, morire
re del regno; per essere dei veri cre- di morte violenta piuttosto che scherza-
denti, occorre abbandonare le manie re con la purezza di un’altra persona!
di grandezza e farsi umili e semplici
come bambini. Ciò avviene quando si B. A proposito degli scandali
riconosce la propria iniquità e la pro- (18:7-14)
pria indegnità, accettando 18:7 Gesù continuò spiegando che,
Gesù Cristo come unica speranza. Si inevitabilmente, ci sarebbero stati
deve mantenere questo atteggiamento scandali. Il mondo, la carne e il dia-
durante tutta la propria vita cristiana. volo collaborano per indurre in ten-
Gesù non intendeva dire che i suoi tazione e per sviare. Ma se l’individuo
discepoli non fossero salvati. Tutti, diventa complice delle forze del Mali-
tranne Giuda, avevano una vera fede gno, si rende estremamente colpevole.
in lui e, perciò, erano giustificati. Ma Perciò il Signore invita gli uomini ad
essi non avevano ancora ricevuto lo adottare misure drastiche per disci-
Spirito Santo e, quindi, non avevano la plinare se stessi, anziché tentare un
forza per esercitare la vera umiltà che, figlio di Dio.
invece, noi credenti dell’età presente 18:8-9 Non importa se il membro
possediamo (benché non la usiamo che induce al peccato è la mano o il
come dovremmo). Inoltre essi avevano piede o l’occhio ; è meglio sacrificarlo
bisogno di convertirsi, vale a dire mo- che permettergli di distruggere l’opera

99
MATTEO 18:10

di Dio nella vita di un’altra persona. 18:15 Qui troviamo istruzioni chiare
Meglio è… entrare nella vita senza arti sulle responsabilità del credente allor-
né occhi, che essere destinati all’infer- ché subisce un torto per opera di un
no con le membra intatte. Con questa altro credente. Il primo passo consiste
asserzione, il Signore non intendeva nell’appianare il dissidio, in privato, tra
dire che in cielo alcuni corpi saranno le due parti. Se il colpevole riconosce la
privi di arti, ma si limitava a descrive- propria colpa, la riconciliazione viene
re la condizione fisica del credente nel appresso di conseguenza. Il guaio è che
momento in cui lascia questa vita per di rado ci si comporta in questo modo;
entrare in quella futura. Non c’è dub- si parla del torto subito con tutti, tranne
bio che il corpo di risurrezione sarà che con l’interessato. La voce si diffonde
integro e perfetto. in un baleno e il conflitto si estende. Ri-
18:10 Successivamente, il Figlio di cordiamo che il primo passo da fare è:
Dio esortò a non disprezzare uno dei Va’ e convincilo fra te e lui solo.
suoi piccoli, che si tratti di un bambi- 18:16 Se il fratello colpevole non
no o di chiunque appartenga al regno. ascolta, chi ha subìto il torto deve
Per sottolinearne l’importanza, Ge- prendere con sé una o due persone per
sù aggiunse che gli angeli loro sono cercare di riabilitare l’altra persona.
continuamente alla presenza di Dio e Infatti, se il colpevole rifiuta di pen-
vedono la sua faccia. Qui il termine an- tirsi, la situazione si aggrava. Inoltre,
geli indica, probabilmente, gli angeli in questo modo ci si procura anche
custodi (inoltre vd. Eb 1:14). una testimonianza competente, come
18:11 Poiché il Figlio dell’uomo è richiesto dalla Scrittura: ogni parola
venuto a salvare ciò che era perduto. sia confermata per bocca di due o tre
Alcune versioni moderne della Bibbia testimoni (vd. De 19:15). Nessuno può
omettono questo versetto sulla missio- immaginare quanti problemi causi
ne del Salvatore. Nondimeno esso è ri- alla chiesa l’inosservanza della regola
portato in molti mss. e risulta coerente che sancisce che l’accusa contro una
con l’argomento di questo brano.(33) persona debba essere sostenuta dalla
18:12-13 Questi piccoli sono altresì testimonianza di altre due o tre per-
l’oggetto del ministero di salvezza del sone. In quest’ambito, i tribunali civili
tenero Pastore. Se, di cento pecore, se spesso agiscono più correttamente
ne perde una, egli lascia le novanta- delle chiese cristiane.
nove e va in cerca di quella smarrita, 18:17 Se il colpevole rifiuta ancora di
finché non la trova. La gioia del Pastore confessare e di scusarsi, il dissidio va
nel ritrovarla dovrebbe insegnarci ad portato a conoscenza della chiesa loca-
apprezzare e a rispettare i suoi piccoli. le. È importante notare che l’organismo
18:14 Non solo essi sono importanti preposto all’esame della causa è la chie-
per gli angeli e per il Pastore, ma anche sa locale, non il tribunale civile. È fatto
per Dio Padre. Egli non vuole che nep- divieto al credente di citare un altro cre-
pure uno di questi piccoli perisca. Se dente in giudizio (vd. 1 Co 6:1-8).
essi sono così importanti da impegnare Se l’accusato si rifiuta di ammette-
gli angeli, il Signore Gesù e Dio Padre, re la propria colpa anche davanti alla
allora certamente non devono mai esse- chiesa, deve essere considerato come
re disprezzati, per quanto poco amabili il pagano e il pubblicano. Il significato
o insignificanti possano sembrare. evidente di questa dichiarazione è che
questa persona deve essere conside-
C. Come disciplinare chi dà rata come estranea alla chiesa locale.
scandalo (18:15-20) Indipendentemente dal fatto che sia
Il resto del capitolo si occupa della riso- un vero credente, se non si comporta
luzione delle liti tra membri della chiesa come tale deve essere trattato di con-
e della necessità del perdono illimitato. seguenza. Nonostante egli appartenga

100
MATTEO 18:21-22

ancora alla chiesa universale, i privile- 18:20 Anche questo versetto deve
gi della chiesa locale gli devono essere essere interpretato alla luce del presen-
negati. Si tratta di un provvedimento te contesto. Esso non fa riferimento, in
estremamente grave mediante il qua- primo luogo, alla struttura di una chie-
le, di fatto, si consegna temporanea- sa neotestamentaria nella sua forma più
mente un credente al potere di Satana elementare e nemmeno alla riunione
“per la rovina della carne, affinché lo di preghiera in generale, bensì a un in-
spirito sia salvo nel giorno del Signore contro in cui la chiesa cerca la riconci-
Gesù” (1 Co 5:5). Lo scopo finale è far- liazione di due credenti divisi a causa
lo rientrare in sé e indurlo a confessa- del peccato. È vero che si può applicare
re il suo peccato. Finché non si arriva questo principio a tutti gli incontri di
a questo, i credenti devono trattarlo credenti in cui Cristo è al centro, ma qui
con cortesia, ma devono anche fargli si sta considerando un caso speciale.
capire, con il loro atteggiamento, che Riunirsi “nel suo nome” significa
non scusano il suo peccato né pos- incontrarsi sotto l’autorità di Cristo,
sono avere comunione con lui come riconoscendo tutto ciò che egli è, e in
fratello. La chiesa deve essere pronta a ubbidienza alla sua Parola. Nessun
riammetterlo, non appena manifesta gruppo può affermare di essere l’unico
segni di pentimento sincero. a riunirsi nel suo nome; se così fosse, la
18:18 Il v. 18 è collegato a ciò che lo presenza di Cristo sarebbe limitata a
precede. Se una chiesa, in preghiera e una piccola parte del suo Corpo sulla
in ubbidienza alla Parola, obbliga un terra. Invece, Gesù Cristo dichiara che
individuo a sottoporsi a un provvedi- dovunque due o tre sono riuniti e lo
mento disciplinare, la sua decisione è riconoscono come Signore e Salvatore,
onorata nel cielo. Qualora quella per- egli è lì… in mezzo a loro.
sona, pentendosi, confessi il peccato e
la chiesa la riammetta in comunione, D. A proposito del perdono
Dio approverà anche questo atto di illimitato (18:21-35)
scioglimento (vd. Gv 20:23). 18:21-22 A questo punto, Pietro do-
18:19 A questo punto sorge una do- mandò quante volte avrebbe dovuto
manda: “Quanto deve essere grande perdonare il fratello che avesse peccato
un’assemblea per poter legare e scio- contro di lui. Probabilmente pensava
gliere, come detto in precedenza?”. La di dimostrare una benevolenza straor-
risposta è che due credenti possono dinaria suggerendo sette volte come li-
portare in preghiera a Dio questi casi mite massimo. Ma Gesù rispose: non...
difficili, con la certezza di essere ascol- fino a sette volte, ma fino a settanta vol-
tati. Se è vero, da un lato, che il v. 19 può te sette. Naturalmente non si trattava
essere inteso come una promessa ge- di una cifra letterale, ma simbolica. Di
nerica di esaudimento delle preghiere, fatto, Gesù intendeva dire: “sempre”.
in questo contesto la promessa riguar- Ci si potrebbe domandare: “Ma, allo-
da la disciplina esercitata dalla chiesa. ra, perché attenersi a tutti i punti di cui
Se inserito nel tema più generale della si è appena parlato? Perché conferire con
preghiera collettiva, questo versetto il colpevole in privato, poi con uno o due
va considerato alla luce di tutti gli altri testimoni e, alla fine portarlo davanti
insegnamenti riguardo alla preghiera alla chiesa? Perché non perdonarlo tout-
stessa. Per esempio, le nostre preghiere court e lasciare che la cosa finisca lì?”
devono essere: La risposta è che, per gestire il per-
1. conformi alla volontà rivelata di Dio dono, ci sono delle tappe da compiere.
(vd. 1 Gv 5:14-15); 1. Quando un fratello mi fa un torto, o
2. elevate a Dio con fede (vd. Gm 1:6-8); pecca contro di me, devo perdonar-
3. presentate da un cuore sincero lo immediatamente nel mio cuore
(vd. Eb 10:22a) ecc. (vd. Ef 4:32). Questo mi libera dallo

101
MATTEO 18:23

spirito di amarezza e di vendetta e 18:28-30 Quel servo aveva un collega


mette ogni responsabilità sulle sue che gli doveva cento denari (qualche
spalle. centinaio di euro, al cambio attuale). In-
2. Mentre gli perdono nel mio cuore, vece di condonarglieli, costui lo afferrò
non gli dico ancora che è stato per- e quasi lo strangolava, chiedendogliene
donato. Non è giusto dispensare il l’immediata restituzione. Lo sfortunato
perdono pubblicamente, prima del debitore lo supplicò di concedergli una
suo pentimento. Perciò ho l’obbligo proroga, ma fu tutto inutile. Fu impri-
di andare da lui e di riprenderlo con gionato finché non avesse pagato il
amore, nella speranza di condurlo al debito (una decisione perlomeno insen-
ravvedimento (vd. Lu 17:3). sata dacché, fintanto che costui fosse
3. Non appena questi si pente e ricono- rimasto in prigione, le sue possibilità di
sce il proprio peccato, gli dico che è guadagnare e, di conseguenza, ripagare
perdonato (vd. Lu 17:4). il debito, erano nulle).
18:23 Gesù racconta una parabola 18:31-34 I suoi conservi, scandalizzati
sul regno dei cieli, quale monito contro da questo comportamento incoerente,
le conseguenze di uno spirito di con- riferirono tutto al loro signore. Questi si
danna nei servi che sono stati perdo- adirò con quel creditore spietato. Ben-
nati gratuitamente. ché gli fosse stato condonato un debito
18:24-27 Il racconto parla di un re enorme, costui non era stato disposto a
che volle esaminare il suo registro cancellare un debito insignificante. Così
contabile. Un servo insolvente gli era il servo creditore fu consegnato ai car-
debitore di diecimila talenti, perciò il cerieri, finché non avesse pagato il suo
signore comandò che, per sanare il de- debito.
bito, questi fosse venduto come schia- 18:35 L’applicazione è chiara. Dio è
vo, con tutta la sua famiglia. Il servo, il Re. Tutti i suoi servi hanno contratto
disperato, lo supplicò di aver pazienza, con lui un grande debito di peccato che
promettendogli di pagare tutto, se gli non possono pagare. Con misericordia e
fosse stata data una possibilità. compassione, il Signore ha pagato il de-
bito e ha concesso il perdono completo
Come molti debitori, costui era incre- e gratuito. Supponiamo che un credente
dibilmente ottimista circa le proprie faccia un torto a un altro e che, dopo es-
capacità, se soltanto avesse avuto sere stato ripreso, si penta e chieda per-
tempo a sufficienza (v. 26). Il totale dono. Supponiamo anche che il credente
delle entrate pubbliche della Galilea offeso si rifiuti di perdonarlo. Dunque
ammontava a trecento talenti e costui
questa è la situazione: a quest’ultimo
era debitore di diecimila talenti! Que-
sono stati condonati milioni e milioni di
sta cifra è stata volutamente esage-
rata: qui si intende impressionare gli
euro, ma questi non vuole cancellare un
ascoltatori e catturare, in tal modo, debito di poche centinaia. Il Re permet-
la loro attenzione, ma si vuole altre- terà che un simile comportamento resti
sì evidenziare l’immenso debito nei impunito? Certamente no! Il colpevole
confronti di Dio. Martin Lutero era (in questo caso, colui che si sarà rifiuta-
solito dire che, davanti a Dio, siamo to di perdonare) sarà castigato in questa
tutti mendicanti. Non abbiamo spe- vita e perderà la propria ricompensa da-
ranza di poter pagare i nostri debiti vanti al tribunale di Cristo.
(Daily Notes of the Scripture Union).
E. A proposito di matrimonio,
Quando il signore vide l’atteggia- divorzio e celibato (19:1-12)
mento contrito del servo, gli condonò 19:1-2 Concluso il suo ministero in
l’intero debito di diecimila talenti. Non Galilea, il Signore si diresse verso sud,
si trattò di una dimostrazione di giu- in direzione di Gerusalemme. Benché
stizia, bensì di grazia smisurata. non si conosca il suo itinerario esatto,

102
MATTEO 19:11

è evidente che attraversò la Perea, sulla spesso, permette che si verifichino


costa orientale del Giordano. Matteo ne situazioni che non rientrano nella sua
parla semplicemente come dei territori volontà.
della Giudea che sono oltre il Giorda- 19:9 Poi il Signore affermò, con au-
no. Il resoconto del ministero in Perea torità assoluta, che il divorzio non sa-
è limitato ai fatti riportati in 19:1–20:16 rebbe più stato tollerato. In futuro, uno
(o 20:28); non si riporta esplicitamen- solo sarebbe stato il motivo valido per
te quando Gesù attraversò il Giordano il divorzio: l’immoralità. Se un indivi-
per entrare in Giudea. duo avesse divorziato per qualsiasi al-
19:3 Probabilmente fu la folla, che tra ragione e si fosse risposato, avrebbe
seguiva Gesù per essere guarita, a ri- commesso adulterio.
chiamare l’attenzione dei farisei e a Benché non esplicitato, dalle parole
consentire loro di individuarlo. Come del Signore si intuisce che, nel caso in
un branco di cani selvaggi, lo accer- cui il divorzio sia concesso con la moti-
chiarono, sperando di incastrarlo con vazione di adulterio, la parte innocente
le sue stesse parole. Gli posero, quindi, sarà libera di risposarsi. Diversamen-
alcune domande riguardo alla liceità te, il divorzio non sarebbe necessario,
del divorzio. A prescindere dalla sua ri- giacché basterebbe la separazione.
sposta, le parole di Gesù avrebbero, in Con il termine “adulterio” si intende,
ogni caso, irritato una parte dei Giudei. solitamente, l’immoralità sessuale, o
Al riguardo, la posizione di alcuni di fornicazione. Tuttavia molti attendibili
loro era molto liberale, laddove quella esegeti biblici sono del parere che esso
di altri era monolitica. sia usato con l’accezione dell’immo-
19:4-6 Il Signore spiegò che il piano ralità prematrimoniale scoperta dopo
originario di Dio prevedeva che l’uomo il matrimonio (vd. De 22:13-21). Altri,
avesse solo una moglie. Dio, che aveva invece, lo applicano limitatamente alle
creato gli uomini maschio e femmina, sole usanze giudaiche in fatto di matri-
aveva decretato che la relazione matri- monio e che proprio questo sia il mo-
moniale dovesse sostituire il legame tivo per cui la “clausola d’eccezione” si
parentale. Aveva detto anche che il trova solamente nel Vangelo di Matteo,
matrimonio è l’unione di due persone. vale a dire nel “Vangelo giudaico”.
L’ideale di Dio è che tale unione divi- Per un approfondimento riguardo
namente decretata non sia annullata al divorzio, vd. 5:31-32 e relativo com-
da atti o provvedimenti umani. mento.
19:7 I farisei pensavano di aver colto 19:10 Allorché i discepoli ebbero
il Signore in palese contraddizione con ascoltato l’insegnamento del Signo-
l’A.T. Non aveva forse Mosè impartito re sul divorzio, giunsero all’assurda
delle disposizioni riguardo al ripu- conclusione che, poiché il divorzio è
dio ? Un uomo aveva facoltà di dare a ottenibile per un solo motivo, non con-
sua moglie una semplice dichiarazio- viene sposarsi. Ma neppure il celibato
ne scritta e poi mandarla via di casa avrebbe impedito loro di peccare!
(vd. De 24:1-4). 19:11 Perciò, il Salvatore ricordò loro
19:8 Gesù ammise che Mosè aveva che non tutti sarebbero stati in grado
permesso il divorzio ma non perché di mantenere il celibato: solamente
questa fosse la situazione migliore che quanti avessero ricevuto tale dono
Dio avesse previsto per gli uomini, speciale avrebbero potuto rinunciare
bensì a causa dell’infedeltà d’Israele: al matrimonio. L’espressione Non tutti
Fu per la durezza dei vostri cuori che sono capaci di mettere in pratica que-
Mosè vi permise di mandar via le vo- sta parola, ma soltanto quelli ai quali
stre mogli; ma da principio non era è dato significa che non tutti sono in
così. Idealmente, Dio non aveva con- grado di condurre una vita di castità,
templato il divorzio, nondimeno egli, se non sono chiamati a farlo.

103
MATTEO 19:12

19:12 Il Signore Gesù spiegò che esi- 2. Non bisogna dissuadere, bensì inco-
stono tre tipi di eunuchi. Alcuni uomi- raggiare i bambini che desiderano
ni sono eunuchi perché sono nati privi professare la loro fede nel Signo-
della capacità riproduttiva. Altri sono re Gesù. Nessuno sa se sia prevista
stati resi eunuchi dagli uomini; i sovra- un’età minima per entrare all’infer-
ni orientali, spesso, sottoponevano alla no. Dunque, se un bambino desi-
castrazione i custodi del loro harem. dera veramente essere redento, non
Ma Gesù aveva in mente in particolare dovrebbe sentirsi dire che è troppo
coloro i quali si sono fatti eunuchi da giovane. Allo stesso tempo, non si
sé a motivo del regno dei cieli. Questi dovrebbe far pressione sui bambini
uomini non hanno difetti fisici e avreb- in tal senso, rischiando che rendano
bero la facoltà di sposarsi. Nondimeno, una confessione falsa. I piccoli sono
dedicandosi al Re e al suo regno rinun- molto sensibili agli appelli emotivi e,
ciano volontariamente al matrimonio, quindi, devono essere salvaguardati
per dedicarsi alla causa di Cristo sen- da metodi di evangelizzazione coer-
za subire distrazioni. Paolo scrisse più citivi. I bambini non hanno bisogno
tardi: “Chi non è sposato si dà pensiero di diventare adulti per essere salvati,
delle cose del Signore, di come potreb- sono gli adulti che devono diventare
be piacere al Signore” (1 Co 7:32). Il suo come bambini (vd. 18:3-4; Mr 10:15).
celibato non fu motivato da impedi- 3. Queste parole del Signore rispondo-
menti fisici, ma nasceva dall’astinenza no alla domanda: “Che ne sarà dei
volontaria. bambini che muoiono prima di esse-
Non tutti possono condurre una vita re pienamente responsabili di sé?”.
simile; solamente quanti ne hanno ri- Gesù risponde: Il regno dei cieli è
cevuta la facoltà da Dio: “Ma ciascuno per chi è come loro. Questa dovreb-
ha il suo proprio dono da Dio; l’uno in be essere una promessa sufficiente
un modo, l’altro in un altro” (1 Co 7:7). per tutti quei genitori che abbiano
subìto la perdita dei loro piccoli.
F. A proposito dei bambini 4. Talvolta questo brano è usato per
(19:13-15) avallare la tesi del battesimo dei ne-
È interessante notare che, subito dopo il onati, volta a farne membri di Cristo
discorso sul divorzio, entrano in scena i ed eredi del regno. Da una lettura
bambini (inoltre vd. Mr 10:1-6). Spesso più attenta risulterà che i genitori
sono proprio loro a soffrire maggior- condussero i bambini a Gesù, non
mente quando una famiglia si sfalda. al battistero: quei bambini erano già
Alcuni genitori conducevano i loro eredi del regno. E, infine, ci si accor-
bambini a Gesù, affinché il Maestro- gerà che, in questo brano, non c’è
Pastore li benedicesse. I discepoli con- neanche una goccia d’acqua.
sideravano questa prassi un’intrusione
e una fonte di disturbo e sgridavano i G. A proposito della ricchezza:
genitori. Ma Gesù intervenne con paro- il giovane ricco (19:16-26)
le che, da allora, lo hanno reso caro ai 19:16 Questo episodio presenta un forte
bambini di ogni epoca: Lasciate stare contrasto con il precedente. Abbiamo
i bambini e non impeditegli di venire appena visto che il regno dei cieli appar-
da me, perché il regno dei cieli è di chi tiene ai bambini; vedremo ora quanto
è come loro. sia difficile, per un adulto, entrarvi.
Da questa dichiarazione possiamo Un ricco trattenne il Signore con una
trarre diverse lezioni importanti. domanda apparentemente sincera.
1. Il servo del Signore dovrebbe convin- Chiamando Gesù con l’appellativo di
cersi dell’importanza di raggiungere Maestro, gli domandò che cosa dovesse
i bambini con la Parola di Dio, poiché fare di buono per avere la vita eterna.
le loro menti sono le più ricettive. La domanda stessa rivelava la sua igno-

104
MATTEO 19:25

ranza circa la vera identità di Gesù e la La riluttanza del giovane a condivide-


via della salvezza. Chiamandolo Mae- re i propri beni con gli altri dimostrava
stro, costui collocava Gesù sullo stesso che egli non amava affatto il suo pros-
piano di altri grandi uomini; inoltre, al- simo come se stesso (contrariamente
ludeva alla vita eterna come a un’opera a quanto aveva affermato, con tanta
da compiere anziché a un dono. sicumera, in precedenza; vd. v. 20). Egli
19:17 Il Signore volle metterlo alla avrebbe pertanto dovuto rispondere:
prova e, a sua volta, lo interrogò. Do- “Signore, se è questo che bisogna fare,
mandando al giovane: Perché m’inter- allora sono proprio un peccatore! Non
roghi intorno a ciò che è buono? Uno posso salvarmi con le mie sole forze.
solo è il buono, cioè Dio, Gesù non rin- Perciò ti prego di salvarmi con la tua
negava la propria deità, ma voleva dare grazia”. Se avesse risposto in questo
al giovane l’opportunità di affermare: modo all’invito del Salvatore, costui
“È proprio per questo che te lo chiedo, avrebbe trovato la via della salvezza.
perché tu sei Dio”. 19:22 Invece, se ne andò rattristato.
Per sondare la sua idea di salvezza, 19:23-24 La risposta del giovane ric-
Gesù disse: Ma se vuoi entrare nella co indusse Gesù a osservare che diffi-
vita, osserva i comandamenti. Con ciò cilmente un ricco entrerà nel regno dei
il Salvatore non intendeva dire che gli cieli. Le ricchezze diventano facilmen-
uomini possono essere salvati osser- te un idolo. È difficile possederle senza
vando i comandamenti; egli si serviva, farvi eccessivo affidamento. Il Signore
bensì, della legge per indurre il giova- dichiarò che è più facile per un cam-
ne a riconoscere di cuore la propria mello passare attraverso la cruna di un
condizione di peccato. Il giovane si ago, che per un ricco entrare nel regno
illudeva di poter ereditare il regno fa- di Dio. Usava, qui, una figura retorica
cendo qualcosa. Perciò Gesù lo invitò che si chiama iperbole: si tratta della
a osservare la legge, la quale gli diceva deliberata esagerazione di un concetto
che cosa doveva fare. allo scopo di colpire l’immaginazione
19:18-20 Il Signore citò i cinque co- e facilitarne la memorizzazione.
mandamenti che riguardano i rapporti È, ovviamente, impossibile che un
con il prossimo e aggiunse, a loro co- cammello passi attraverso la cruna di
ronamento, l’esortazione: ama il tuo un ago! “La cruna dell’ago” è stata spes-
prossimo come te stesso. Accecato dal so identificata con una porticina rita-
proprio egoismo, il giovane si vantò di gliata nel gran portale delle mura della
aver sempre osservato questi coman- città. Un cammello poteva passarci at-
damenti. traverso solamente in ginocchio, e solo
19:21 Allora il Signore denunciò a gran fatica. In realtà il termine usato
l’effettiva incapacità del giovane di per “ago”, nel brano parallelo di Luca,
amare il suo prossimo come se stesso, è lo stesso che indica l’ago usato dal
invitandolo a vendere tutti i suoi beni chirurgo. Dal contesto sembra chia-
e a darne il ricavato ai poveri. Soltanto ro che il Signore non alludesse a una
allora avrebbe potuto seguirlo. difficoltà, bensì a una vera e propria
Il Signore non intendeva, con ciò, impossibilità. Sotto il profilo umano,
affermare che costui avrebbe ottenuto ciò significa semplicemente che il ricco
la salvezza mediante la vendita di tutti non può essere salvato.
i suoi beni e l’elargizione dei proventi 19:25 I discepoli erano sbigottiti da
in beneficenza. Esiste un’unica via di questa osservazione. Poiché erano Giu-
salvezza: la fede nel Signore. Nondime- dei e vivevano sotto la legge mosaica,
no, per essere salvato, l’individuo deve con la quale Dio prometteva prosperità
riconoscere di aver peccato e di non a coloro che gli ubbidivano, essi con-
essere in grado di soddisfare le sante sideravano, giustamente, le ricchezze
richieste di Dio. come segno della benedizione di Dio.

105
MATTEO 19:26

Se, dunque, coloro che godevano del- 19:28-29 Il Signore rassicurò Pietro,
la benedizione di Dio non potevano ribadendo che qualsiasi cosa fatta per
essere salvati, chi mai avrebbe potuto lui sarà copiosamente ricompensata.
esserlo? Quanto ai dodici in particolare, essi
19:26 Il Signore rispose: Agli uomi- occuperanno posizioni di autorità nel
ni questo è impossibile; ma a Dio ogni regno millenniale. La nuova creazione
cosa è possibile. Umanamente parlan- è il futuro regno di Cristo sulla terra,
do, è impossibile per chiunque essere come si evince dall’asserto successivo:
salvato; la salvezza dell’anima provie- quando il Figlio dell’uomo sarà seduto
ne solamente da Dio. Nondimeno, è sul trono della sua gloria. In preceden-
più difficile per un ricco sottomettere za, questa fase è stata definita la ma-
la propria volontà a Cristo che non per nifestazione del regno. In quel tempo, i
un povero, come si evince dal fatto dodici saranno seduti su dodici troni a
che i ricchi convertiti sono pochi. Per giudicare le dodici tribù d’Israele. Nel
costoro, è quasi impossibile sostituire N.T. i premi sono strettamente colle-
l’assegnamento nelle proprie sostanze gati agli incarichi amministrativi da
e risorse, visibili, con la fede in un Sal- svolgersi durante il regno millenniale
vatore invisibile. Soltanto Dio può ope- (vd. Lu 19:17, 19). I meritevoli saranno
rare un tale cambiamento. premiati davanti al tribunale di Cristo,
A tale proposito, commentatori e ma questi premi saranno manifestati
predicatori continuano a sostenere solamente allorché il Signore ritornerà
che la ricchezza, per il credente, è as- sulla terra per regnare.
solutamente lecita. È strano però che, Riguardo ai credenti in generale, Ge-
per giustificare l’accumulo di tesori sù aggiunse: chiunque avrà lasciato ca-
terreni, costoro si avvalgano di un se, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre,
passo biblico in cui il Signore indica la o moglie, o figli, o campi a causa del
ricchezza come un ostacolo al benes- mio nome, ne riceverà cento volte tan-
sere eterno dell’uomo! Ed è difficile to, ed erediterà la vita eterna. In questa
comprendere come un credente possa vita, essi godono della comunione con
attaccarsi alle ricchezze dinanzi alla i credenti di ogni parte del mondo, la
povertà spaventosa diffusa ovunque, quale li ricompensa grandemente dei
all’imminente ritorno di Cristo e al rapporti terreni troncati. Per una casa
chiaro divieto del Signore di accumu- che avranno lasciato, ci saranno cen-
lare tesori sulla terra. L’accumulo di tinaia di case cristiane in cui saranno
ricchezze denuncia il fatto che non i benvenuti. In cambio dei campi o di
amiamo il nostro prossimo come noi altre proprietà lasciate, riceveranno
stessi. ricchezze spirituali inestimabili.
Il premio futuro per tutti i credenti
H. A proposito della ricompensa per è la vita eterna . Ciò non significa che
una vita di sacrifici (19:27-30) sia possibile guadagnarsi la vita eterna
19:27 Pietro aveva capito a cosa mira- lasciando tutto e facendo dei sacrifici.
va il Signore con tale insegnamento. La vita eterna è un dono che non si
Avendo colto l’esortazione di Gesù a può guadagnare o meritare. Il concet-
lasciare tutto e a seguirlo, Pietro si to espresso qui è che chi lascia tutto
vantò di aver da tempo risposto a tale sarà ricompensato con una maggiore
appello, insieme agli altri discepoli; capacità di apprezzare la vita eter-
poi aggiunse: Che ne avremo dunque? na nel cielo. Tutti i credenti avranno
Ecco che riaffiorava l’egoismo e la vec- quella vita, ma non tutti ne godranno
chia natura faceva di nuovo capolino. in uguale misura.
Ciascuno di noi deve guardarsi da tale 19:30 Il Signore concluse le sue os-
atteggiamento. In pratica, Pietro stava servazioni con l’esortazione a non as-
“contrattando” con il Signore! sumere un atteggiamento interessato.

106
MATTEO 20:15

In sostanza, Gesù rispose a Pietro: avrebbero voluto lavorare, ma nessuno


“Ogni cosa che tu fai per amor mio sarà li aveva assunti. Così furono anch’essi
ricompensata, ma sta’ attento a non la- mandati nella vigna.
sciarti guidare da considerazioni egoi- È importante notare che i primi uo-
stiche. Sappi, infatti, che molti primi mini furono assunti dopo un accordo
saranno ultimi e molti ultimi, primi”. sul salario, laddove tutti gli altri lascia-
Questo concetto è esemplificato dalla rono la questione della retribuzione al
parabola di cui al capitolo successi- padrone di casa.
vo. L’esortazione conclusiva potrebbe 20:8 Verso sera, l’agricoltore ordi-
anche essere un ammonimento: non nò al suo fattore di pagare gli uomini,
è sufficiente cominciare bene il cam- cominciando dagli ultimi assunti e
mino del discepolato. Ciò che conta è proseguendo fino ai primi (in questo
come questo cammino si conclude. modo i primi assunti videro quello che
Prima di lasciare questo capito- gli altri ricevevano).
lo dobbiamo ancora osservare che le 20:9-12 La paga fu la stessa per tutti:
espressioni “regno dei cieli” e “regno di un denaro. Gli uomini che avevano co-
Dio”, usate nei vv. 23-24, sono alternabili minciato alle sei del mattino pensavano
e, quindi, equivalenti (vd. anche sez. III: di ricevere di più; invece no, anch’essi
La preparazione e l’inizio del ministero ricevettero un denaro. Erano molto
del Messia, “Il regno dei cieli”). amareggiati… Dopo tutto, avevano la-
vorato più a lungo e sofferto il caldo.
I. A proposito del compenso per 20:13-14 La risposta che il padrone
il lavoro nella vigna (20:1-16) di casa diede a uno di loro ci insegna
20:1-2 Questa parabola costituisce il una lezione che è sempre valida. Il pa-
proseguimento del discorso sulle ri- drone della vigna, innanzi tutto, disse :
compense con cui si conclude il cap. 19 “Amico, non ti faccio alcun torto; non
ed esemplifica la seguente verità: tutti ti sei accordato con me per un denaro?
i veri discepoli saranno ricompensati, Prendi il tuo e vattene; ma io voglio
ma l’ordine delle ricompense sarà de- dare a quest’ultimo quanto a te”. I pri-
terminato dal modo in cui il discepolo mi avevano concordato un denaro al
avrà servito. giorno e ricevettero la paga pattuita.
La parabola racconta di un padrone Gli altri si era affidati al buon cuore del
di casa, il quale uscì di mattino presto padrone e ricevettero grazia. La gra-
per assumere dei lavoratori per la sua zia è migliore della giustizia. È meglio
vigna. Questi uomini si accordarono lasciare che sia il Signore a pensare al
con lui per lavorare per un denaro al nostro compenso, invece di contratta-
giorno, un compenso equo per quei re con lui.
tempi. Supponiamo che cominciassero 20:15 Poi il padrone domandò:
a lavorare alle sei del mattino. Non mi è lecito fare del mio ciò che
20:3-4 Alle nove del mattino, l’agri- voglio? Dio è sovrano: questa è, natu-
coltore trovò altri lavoratori disponibili ralmente, la lezione da imparare. Egli
sulla piazza. In questo caso, non vi fu può fare ciò che gli piace. E ciò che gli
alcun accordo preventivo riguardo al piace sarà sempre giusto, vero e buo-
compenso. Essi andarono a lavorare no. Il padrone aggiunse: O vedi tu di
con la sola promessa che egli avrebbe mal occhio che io sia buono? Questa
dato loro ciò che sarebbe stato giusto. domanda rileva la tendenza egoistica
20:5-7 A mezzogiorno e poi, ancora, della natura umana. Gli uomini che
alle tre del pomeriggio, l’agricoltore avevano iniziato alle sei del mattino
assunse altri uomini, promettendo lo- ricevettero esattamente ciò che me-
ro un compenso equo. Alle cinque del ritavano, ma erano gelosi perché gli
pomeriggio trovò altri disoccupati. altri avevano ottenuto la stessa paga,
Costoro non erano dei fannulloni: essi pur avendo lavorato meno. Bisogna

107
MATTEO 20:16

ammettere che, anche a noi, la cosa be successo dopo che fossero giunti
sembra un po’ ingiusta. Nondimeno, nella santa città.
questa è una dimostrazione del fat- Egli sarebbe stato dato nelle mani
to che, nel regno dei cieli, dobbiamo dei capi dei sacerdoti e degli scribi, un
considerare tutto sotto una nuova chiaro accenno alla malvagità dell’apo-
prospettiva: dobbiamo abbandonare stolo Giuda. Gesù sarebbe, quindi,
la nostra natura avida e competitiva e stato condannato a morte dai capi dei
imparare a pensare come il Signore. Giudei. Non avendo l’autorità di inflig-
Il padrone sapeva che tutti quegli gere la pena capitale, i Giudei lo avreb-
uomini avevano bisogno di soldi, perciò bero consegnato ai pagani (i Romani).
li pagò secondo necessità, non secondo Egli sarebbe stato schernito, flagellato
la loro avidità. Nessuno ricevette meno e crocifisso. Ma la morte non avrebbe
del dovuto, ma ciascuno ricevette il ne- potuto trattenere la sua preda: Gesù
cessario per sé e per la propria famiglia. sarebbe risuscitato il terzo giorno.
Secondo James S. Stewart, la morale che
se ne può ricavare è che “chi ritiene di K. A proposito del regno
poter concordare il compenso finale ha (20:20-28)
sempre torto, laddove la bontà amore- Triste a dirsi, subito dopo il terzo an-
vole di Dio avrà sempre l’ultima, incon- nuncio del martirio di Gesù, i suoi
testabile, parola”.(34) Più studieremo la seguaci pensarono alla loro gloria an-
parabola sotto questo aspetto, più essa ziché alle sofferenze del Signore.
si rivelerà non soltanto giusta, ma stra-
ordinariamente bella. Il primo annuncio delle sofferenze
Gli operai che furono assunti alle sei di Cristo provocò l’obiezione di Pie-
del mattino avrebbero dovuto conside- tro (16:22). Al secondo seguì presto la
rarsi ulteriormente ripagati per il fatto domanda dei discepoli: “Chi è il più
di aver prestato servizio alle dipenden- grande...?”. E qui troviamo il terzo an-
ze di un tale straordinario padrone. nuncio, accompagnato dalla richiesta
20:16 Gesù concluse la parabola con ambiziosa di Giacomo e di Giovanni.
le parole: Così gli ultimi saranno primi Essi chiudevano ostinatamente gli
e i primi ultimi (vd. 19:30). Ci saranno occhi davanti agli avvertimenti sulle
delle sorprese riguardo alle ricompense. future difficoltà, e li aprivano solo per
Alcuni, che pensavano di essere i primi, vedere la promessa della gloria; non
saranno gli ultimi, poiché il loro mini- ottenendo altro, dunque, che una vi-
stero sarà stato segnato dall’orgoglio e sione distorta e materialista del regno
dall’ambizione egoistica. Altri, invece, (Daily Notes of the Scripture Union).
che avranno servito con amore e grati-
tudine, saranno riccamente onorati. 20:20-21 La madre di Giacomo e Gio-
Allora ci sarà rivelato vanni andò dal Signore e gli chiese di
Che quanto per noi era degno permettere ai suoi figli di sedere accan-
Per Lui era soltanto peccato to a lui nel suo regno. Depone a favore
Solo il bene fatto e scordato di questa donna il desiderio di vedere i
Sarà accolto a favore del regno. figli accanto a Gesù e la sua fede nel re-
− Anonimo gno futuro. Nondimeno, essa non aveva
capito su quali principi sarebbero stati
J. A proposito della morte e della conferiti gli onori del regno.
risurrezione di Gesù (20:17-19) Marco riporta che furono gli stessi
20:17-19 Dal testo si evince che il Si- Giacomo e Giovanni ad avanzare tale
gnore, lasciando la Perea per recarsi richiesta (vd. Mr 10:35). Tale versetto
a Gerusalemme, passò per Gerico non offre, tuttavia, spunti di contrad-
(vd. v. 29). Di nuovo, prese da parte i dizione: probabilmente, costoro agi-
dodici per spiegare loro ciò che sareb- rono in tal modo dietro suggerimento

108
MATTEO 20:29-30

della madre, oppure si recarono con lei 20:25-27 Questo diede al Signore
a parlarne con il Signore. l’opportunità di esprimere un princi-
20:22 Gesù rispose francamente che pio rivoluzionario, riguardo al concetto
essi non sapevano ciò che chiedevano. di grandezza nel suo regno. Le nazio-
Volevano una corona senza croce, un ni concepiscono la grandezza solo in
trono senza l’altare del sacrificio, la termini di dominio e di controllo. Nel
gloria senza la sofferenza che la produ- regno di Cristo, la grandezza si mani-
ce. Perciò domandò loro apertamente: festa attraverso il servizio. Chiunque
Potete voi bere il calice che io sto per vorrà essere grande dovrà diventare
bere? Non occorreva domandarsi che un servitore, e chiunque… vorrà esse-
cosa egli intendesse per calice, giacché re primo dovrà farsi servo.
l’aveva appena spiegato (vv. 18-19): la 20:28 Il Figlio dell’uomo è l’esem-
sofferenza e la morte. pio perfetto di umile servitore. Gesù,
Giacomo e Giovanni dichiararono infatti, è venuto nel mondo non per
di poter condividere le sue sofferenze, essere servito ma per servire e per da-
anche se la loro fiducia, forse, si basa- re la sua vita come prezzo di riscatto
va più sul loro zelo che sulla loro co- per molti. Lo scopo dell’incarnazione
noscenza. può essere riassunto in due parole:
20:23 Gesù assicurò loro che, certo, servire e dare. È stupefacente pensare
avrebbero bevuto il suo calice. Giaco- che il Signore, esaltato nei cieli, si sia
mo avrebbe subito il martirio e Giovan- umiliato a tal punto da nascere in una
ni la persecuzione e l’esilio sull’isola di mangiatoia e salire sulla croce! La sua
Patmos. Robert Little affermò: “Giaco- grandezza si manifestò nella profon-
mo subì la morte di un martire; Gio- dità della sua umiliazione. E così deve
vanni visse la vita di un martire”. essere per noi.
In secondo luogo, Gesù spiegò che Gesù ha dato la sua vita come prezzo
non poteva assegnare di propria iniziati- di riscatto per molti. La sua morte ha
va i posti d’onore nel regno: il Padre ave- soddisfatto ogni legittima rivendica-
va stabilito un principio in base al quale zione di Dio riguardo al peccato: essa
attribuirli. I due discepoli pensavano che è sufficiente per togliere tutti i peccati
Gesù avesse la facoltà di assegnare certe di tutto il mondo. Nondimeno, è effica-
nomine e che, essi, essendo così vicini a ce solamente per quanti riconoscono
Cristo, avrebbero potuto aspirare a posi- Gesù Cristo come Signore e Salvatore.
zioni privilegiate. Ma il favoritismo per- E tu, caro lettore, hai mai preso questa
sonale non c’entrava nulla. decisione?
Dio ha deliberato che i posti alla
destra e alla sinistra di Cristo saranno L. La guarigione di due ciechi
assegnati in base alle sofferenze subite (20:29-34)
per lui. Ciò significa che gli onori più 20:29-30 Dalla Perea, Gesù aveva at-
grandi, nel regno, non saranno confe- traversato il Giordano ed era giunto
riti solamente ai credenti del I secolo a Gerico. Mentre lasciava la città, due
dell’era cristiana; potrebbero ricevere ciechi gli gridarono: Abbi pietà di noi,
tali onori anche i credenti che soffrono Signore, Figlio di Davide! Usando
per Cristo nell’era moderna. l’appellativo Figlio di Davide essi di-
20:24 Gli altri dieci discepoli furo- mostravano che, nonostante la loro ce-
no indignati perché i figli di Zebedeo cità fisica, la loro visione spirituale era
avevano presentato una tale richiesta. tanto acuta da riconoscere in Gesù il
Probabilmente, la loro indignazione Messia. Essi potrebbero rappresentare
celava anch’essa il desiderio di gran- il residuo fedele d’Israele, ora accecato,
dezza, nonché l’opposizione a qualsiasi che lo riconoscerà come il Cristo quan-
rivendicazione di precedenza avanzata do egli tornerà per regnare (vd. Is 35:5;
da Giacomo e da Giovanni! 42:7; Ro 11:25-26; 2 Co 3:16; Ap 1:7).

109
MATTEO 20:31-34

20:31-34 La folla cercava di zittirli; XII. IL RE SI PRESENTA MA VIENE


essi però gridavano a lui con maggiore RESPINTO (capp. 21−23)
insistenza. Quando Gesù chiese loro
che cosa volessero, costoro non si di- A. L’ingresso trionfale a
lungarono in richieste generiche, come Gerusalemme (21:1-11)
spesso facciamo noi quando preghia- 21:1-3 Procedendo sulla strada che sa-
mo. Vennero direttamente al sodo: Si- liva da Gerico, Gesù giunse al versante
gnore, che i nostri occhi si aprano. La orientale del monte degli Ulivi, dove
loro richiesta precisa ottenne una ri- sorgevano Betania e Betfage. Di là, la
sposta precisa. Gesù, commosso, toccò strada costeggiava l’estremità meridio-
i loro occhi e in quell’istante ricupera- nale del monte degli Ulivi, sprofondava
rono la vista e lo seguirono. nella valle di Giosafat, attraversava il
Gaebelein fa un’interessante osser- torrente Chedron e saliva verso Geru-
vazione sul tocco di Gesù: salemme.
Abbiamo già visto precedentemen- Gesù mandò due discepoli a Beta-
te, in questo Vangelo, il significato nia, sapendo in anticipo che vi avreb-
tipico della guarigione attraverso il bero trovato un’asina legata e un
tocco. Ogni volta che il Signore gua- puledro con essa . Essi avrebbero do-
risce una persona toccandola, vi è vuto sciogliere gli animali e condurli a
attinenza, dal punto di vista dispen- Gesù. Se qualcuno avesse domandato
sazionalistico, alla sua presenza fisi- spiegazioni, essi avrebbero risposto
ca sulla terra e al suo misericordio- che il Signore ne aveva bisogno. Allora
so rapporto nei confronti d’Israele. il proprietario avrebbe acconsentito.
Quando guarisce per mezzo della Probabilmente quest’ultimo conosce-
sua Parola, oppure a distanza, op- va Gesù e gli aveva proposto, in passa-
pure procura la guarigione a chi lo to, di aiutarlo. Oppure questo episodio
tocca per fede, vi è un riferimento potrebbe dimostrare l’onniscienza e
al tempo in cui, pur lontano dalla l’autorità suprema del Signore. Tutto
terra, guarirà le nazioni pagane che avvenne esattamente come Gesù ave-
andranno a lui per fede. (35)
va predetto.
È difficile riuscire a conciliare la 21:4-5 Il ricorso agli animali adempì
versione resa da Matteo con quella di le profezie di Isaia e Zaccaria:
Mr 10:46-52 e di Lu 18:35-43; 19:1 ri-
Dite alla figlia di Sion:
guardo a questo stesso episodio. Qui “Ecco il tuo re viene a te,
troviamo due ciechi, laddove in Marco mansueto e montato sopra un’asina,
e in Luca si parla di uno solo. È stato e un asinello, puledro d’asina”
ipotizzato che Marco e Luca si siano (Za 9:9).
limitati a menzionare quello più noto,
ossia Bartimeo, laddove Matteo, che 21:6-7 Allorché i discepoli ebbero
scrisse il suo Vangelo essenzialmen- steso i loro mantelli sugli animali,
te per i Giudei, parla di due, essendo Gesù salì sul puledro (vd. Mr 11:7) e
questo il numero minimo di uomini cavalcò alla volta di Gerusalemme. Fu
per convalidare una testimonianza un momento storico. Secondo Sir Ro-
(vd. 2 Co 13:1). Secondo Matteo e Mar- bert Anderson, si concludevano così le
co, l’episodio avvenne quando Gesù sessantanove settimane della profezia
stava lasciando Gerico; in Luca leggia- di Daniele (vd. i suoi calcoli nel libro
mo che accadde quando Gesù si avvi- The Coming Prince). Fra poco, il Messia
cinava alla città. In effetti, esistevano sarebbe stato messo a morte (vd. Da
due Gerico: la Gerico vecchia e quella 9:24-26).
nuova: probabilmente la guarigione Entrando a Gerusalemme in questo
miracolosa avvenne allorché Gesù la- modo, il Signore Gesù affermò in ma-
sciava l’una per entrare nell’altra. niera chiara e inequivocabile di essere

110
MATTEO 21:13

il Messia. A questo proposito, Lange In Mr 11:1 si racconta che Gesù, non


osserva: appena arrivato a Gerusalemme, si re-
cò direttamente al tempio, non al suo
Egli adempì, intenzionalmente, una
interno, bensì nel cortile. Certamente,
profezia che ai suoi tempi era inter-
quella era la casa di Dio, ma in quel
pretata da tutti come una chiara allu-
sione al Messia. Laddove, in passato,
tempio Gesù non si sentiva a casa pro-
Gesù aveva ritenuto pericolosa la di- pria, giacché i sacerdoti e il popolo si
chiarazione della sua identità, ora il rifiutavano di riconoscergli il posto che
silenzio era per lui inconcepibile... In gli spettava. Dopo essersi guardato un
futuro, nessuno avrebbe più potuto po’ intorno, il Salvatore si ritirò con i
sostenere che egli non si fosse dichia- dodici a Betania. Era domenica sera.
rato in modo inequivocabile. E quan- 21:10-11 Nel frattempo, in città c’era
do Gerusalemme, più tardi, fu accu- perplessità riguardo all’identità di
sata dell’assassinio del Messia, nes- Gesù. A quelli che domandavano fu
suno avrebbe potuto dichiarare che soltanto risposto che questi era Gesù,
il Messia avesse trascurato di dare un il profeta che viene da Nazaret di Gali-
segno intelligibile per tutti. (36) lea. Da ciò si può dedurre che solo po-
chi compresero che egli era il Messia.
21:8 Il Signore cavalcò nella città su In meno di una settimana, la folla vo-
un tappeto di mantelli e rami, tra le lubile avrebbe gridato: “Sia crocifisso!
acclamazioni della folla che gli risuo- Sia crocifisso!”.
navano nelle orecchie. Per un momen-
to almeno, fu riconosciuto Re. B. La purificazione del tempio
21:9 Le folle gridavano: Osanna al (21:12-13)
Figlio di Davide! Benedetto colui che 21:12 All’inizio del suo ministero
viene nel nome del Signore! Questa pubblico, Gesù aveva scacciato i com-
citazione dal Sl 118:25-26, evidente- mercianti dal tempio (vd. Gv 2:13-16).
mente, fa riferimento alla venuta del Ma nel cortile esterno del tempio era
Messia. ripresa la vendita, a prezzi esorbitanti,
L’espressione Osanna significava, di animali e volatili destinati ai sacri-
originariamente: “Salvaci ora!”; forse fici e i cambiamonete erano tornati a
il popolo intendeva dire “Salvaci dagli praticare i loro tassi esosi per cambia-
oppressori romani”. Più tardi, tale in- re la valuta straniera nel mezzo siclo
vocazione diventò un’esclamazione di che i giudei maschi dovevano pagare
lode. Le espressioni “Figlio di Davide” come tributo per il tempio. Ora che
e “Benedetto colui che viene nel nome il suo ministero stava per terminare,
del Signore” indicano ambedue in mo- Gesù… scacciò di nuovo dal tempio
do chiaro che Gesù fu riconosciuto co- quelli che traevano profitti illeciti dal-
me il Messia. Egli è il “benedetto” che le attività sacre.
viene, con l’autorità del Signore, per 21:13 Unendo due citazioni da Isaia
compiere la sua volontà. e da Geremia, Gesù condannò la pro-
Nel racconto di Marco leggiamo fanazione, l’affarismo e il settarismo,
che la folla gridava anche: “Benedet- rammentando che, nelle intenzioni di
to il regno che viene, del nostro padre Dio, il tempio doveva essere una casa
Davide!” (Mr 11:10). Questo fa capire di preghiera (Is 56:7). Quei mercanti
che, secondo la gente, il regno stava per l’avevano fatto diventare un covo di la-
essere stabilito, con Cristo sul trono di dri (vd. Gr 7:11).
Davide. Con il grido Osanna nei luoghi La purificazione del tempio fu la sua
altissimi! le folle invitavano il cielo a prima mossa pubblica dopo l’ingresso
unirsi, insieme alla terra, alla lode del a Gerusalemme. Con ciò egli rivendicò,
Messia e forse invocavano l’intervento in modo inequivocabile, la sua signoria
dei cieli altissimi in loro favore. sul tempio.

111
MATTEO 21:14

Tale avvenimento ha un doppio si- altro che foglie, esclamò: “Mai più na-
gnificato per noi, oggi. Nelle nostre sca frutto da te, in eterno”. E subito il
chiese abbiamo bisogno del potere pu- fico si seccò.
rificante del Signore per bandire mer- Nel suo Vangelo Marco soggiunge
catini, banchetti e tutta quella serie di che quella non era la stagione dei fichi
espedienti che servono solamente per (vd. Mr 11:12-14). In tal caso, perciò, la
far soldi. Con riferimento alla nostra condanna dell’albero senza frutti sem-
vita personale, abbiamo costantemen- brerebbe dipingere il Salvatore come
te bisogno del suo ministero purifica- una persona irragionevole e irascibile.
tore nel nostro corpo, il tempio dello Ora, noi sappiamo bene che non può es-
Spirito Santo. sere così; nondimeno, ci domandiamo:
come superare tale scoglio?
C. Indignazione dei capi dei Nei paesi orientali, i fichi producono
sacerdoti e degli scribi (21:14-17) un frutto primaticcio, commestibile,
21:14 Nella scena successiva vediamo prima della comparsa delle foglie. È
il Signore guarire i ciechi e gli zoppi un anticipo della successiva raccolta.
nel cortile del tempio. Gesù attirava i L’assenza di fichi primaticci, come in
bisognosi dovunque andasse e non li questo caso, lascia presagire l’assenza
mandava mai via senza aver risposto al del raccolto vero e proprio.
loro bisogno. Questo è l’unico caso in cui Cristo
21:15-16 Ma occhi ostili lo osserva- pronunciò una maledizione, anziché
vano. E quando i capi dei sacerdoti e una benedizione, in cui distrusse una
gli scribi udirono i bambini inneggiare vita, anziché conservarla; questo ci
a Gesù chiamandolo Figlio di Davide, crea dei problemi. Criticare il compor-
si infuriarono. Lo apostrofarono: Odi tamento di Cristo denota ignoranza
tu quello che dicono costoro? come se circa la sua Persona. Egli è Dio, il So-
si aspettassero che egli proibisse loro vrano dell’universo. Benché alcune sua
di chiamarlo Messia! Se Gesù non fos- azioni ci appaiano misteriose, noi dob-
se stato il Messia, questa sarebbe stata biamo partire dal presupposto che es-
l’occasione giusta per dirlo una volta se sono, però, sempre giuste. In questo
per tutte. Ma la sua risposta dimostrò caso, il Signore sapeva che il fico non
che i bambini avevano ragione. Citò il avrebbe mai prodotto fichi e agì come
Sl 8:2 dalla V. dei LXX: Dalla bocca dei avrebbe agito un agricoltore, che eli-
bambini e dei lattanti hai tratto lode. mina un albero sterile dal suo frutteto.
Se i capi dei sacerdoti e gli scribi, che Ma anche quanti criticano la ma-
erano istruiti, non lo lodavano come ledizione del fico da parte del Signore
l’Unto, il Signore sarebbe stato adorato ammettono che si trattò di un gesto
dai bambini piccoli. Sovente i bambini simbolico. Questo episodio costituisce
hanno un discernimento spirituale ben l’interpretazione del Salvatore riguardo
più adulto della loro età, e le loro parole all’accoglienza tumultuosa che aveva
di fede e di amore glorificano in modo appena ricevuto a Gerusalemme. Come
straordinario il nome del Signore. la vigna e l’ulivo, anche il fico rappre-
21:17 Lasciati i capi religiosi a riflet- senta il popolo d’Israele. Quando Gesù
tere su tale verità, Gesù ritornò a Beta- venne in mezzo al suo popolo, trovò le
nia, dove trascorse la notte. foglie (immagine allegorica della pro-
fessione esteriore), ma non c’era frutto
D. Il fico sterile per Dio. Gesù aveva fame del frutto del
(21:18-22) suo popolo.
21:18-19 Tornando a Gerusalemme la Poiché non c’era frutto primaticcio,
mattina, il Signore si accostò a un fico, egli sapeva che questo popolo incre-
sperando di trovarvi qualche frutto per dulo non avrebbe fruttificato neppure
calmare la fame. Non avendovi trovato in seguito; perciò maledisse il fico. Si

112
MATTEO 21:27

trattava dell’annuncio del giudizio che Se avesse sostenuto la tesi dell’origine


si sarebbe abbattuto sulla nazione nel divina della sua autorità, essi l’avreb-
70 d.C. bero sfidato a dimostrarla. I capi dei
Ricordiamoci che, mentre l’Israele sacerdoti e gli anziani si considerava-
incredulo rimarrà per sempre sterile, no i custodi della fede, professionisti
un residuo del popolo tornerà al Mes- autorizzati a dirigere la vita religiosa
sia, dopo il rapimento della chiesa. del popolo in virtù dell’istruzione rice-
Quel residuo porterà frutto, per lui, du- vuta e del mandato affidato loro dagli
rante la tribolazione e durante il regno uomini. Gesù non aveva alcuna istru-
millenniale. zione formale e, certamente, non go-
Benché l’interpretazione di questo deva della fiducia dei capi d’Israele. La
brano riguardi principalmente il po- loro sfida riflette l’annoso risentimento
polo d’Israele, è possibile comunque che i cultori della religione nutrono nei
applicarla agli uomini di tutti i tempi, confronti di uomini dotati della poten-
che parlano in un modo e agiscono in za dell’unzione divina.
un altro. 21:24-25 Il Signore si offrì di spie-
21:20-22 I discepoli si meravigliaro- gare l’origine della sua autorità,
no che il fico si fosse seccato all’istante qualora essi avessero risposto alla do-
e il Signore rispose che essi sarebbero manda: Il battesimo di Giovanni, da
stati in grado di operare dei miracoli dove veniva? dal cielo o dagli uomini?
ancora più grandi, se solo avessero avu- Con l’espressione battesimo di Giovan-
to fede. Per esempio, avrebbero potuto ni si intendeva designare il ministero
ordinare a una montagna: Togliti di là di Giovanni. Quindi la domanda era:
e gettati nel mare, e ciò sarebbe acca- “Chi ha autorizzato Giovanni a svolge-
duto. Tutte le cose che domanderete in re il suo ministero? La sua ordinazione
preghiera, se avete fede, le otterrete. era umana o divina? Quali credenziali
Anche in questo caso, occorre pun- gli riconoscevano i capi d’Israele?”. La
tualizzare che tali promesse riguardo risposta era ovvia: Giovanni era un uo-
alla preghiera, apparentemente incon- mo mandato da Dio. La sua potenza gli
dizionate, vanno intese alla luce di tutto veniva dalla consacrazione divina, non
l’insegnamento biblico sull’argomento. dall’approvazione umana.
Il v. 22 non significa che ogni credente I capi dei sacerdoti e gli anziani erano
può chiedere qualsiasi cosa desideri e combattuti: se avessero ammesso che
aspettarsi di riceverla. Egli deve pregare Giovanni era stato inviato da Dio, sareb-
secondo i principi stabiliti nella Bibbia bero stati in trappola. Giovanni, infatti,
(vd. anche commento a 7:7-8). aveva additato Gesù agli uomini, annun-
ciandolo come il Messia. Se, dunque,
E. L’autorità di Gesù è messa l’autorità di Giovanni proveniva da Dio,
in discussione (21:23-27) per quale motivo essi non si erano penti-
21:23 Quando Gesù giunse nel cortile ti e non avevano creduto in Cristo?
esterno del tempio, i capi dei sacer- 21:26 D’altra parte, se avessero ri-
doti e gli anziani interruppero il suo sposto che Giovanni non era mandato
insegnamento, domandandogli chi da Dio, si sarebbero resi ridicoli di fron-
gli avesse dato l’autorità di insegnare, te al popolo che, in gran parte, consi-
di compiere miracoli e di purificare il derava Giovanni un profeta di Dio. Se
tempio. Così facendo, essi speravano avessero risposto, correttamente, che
di farlo cadere in trappola, qualunque Giovanni era stato mandato da Dio,
fosse la sua risposta. Se avesse rivendi- avrebbero anche risposto alla propria
cato l’autorità di Figlio di Dio, l’avreb- domanda: Gesù era il Messia, di cui
bero tacciato di bestemmia. Se avesse Giovanni era stato il precursore.
dichiarato che la sua autorità gli deriva- 21:27 Ma costoro si rifiutarono di
va dagli uomini, l’avrebbero smentito. affrontare la realtà, perciò, fingendosi

113
MATTEO 21:28-30

ignoranti in merito, risposero di non es- all’origine della sua autorità, Gesù
sere in grado di stabilire l’origine della raccontò la parabola di un padrone di
potenza di Giovanni. Allora Gesù disse: casa, il quale piantò una vigna, le fece
E neppure io vi dico con quale autorità attorno una siepe, vi scavò una buca
faccio queste cose. Perché avrebbe do- per pigiare l’uva e vi costruì una tor-
vuto dire loro ciò che essi già sapevano re; poi l’affittò a dei vignaiuoli e se ne
e non volevano ammettere? andò in viaggio. Quando fu vicina la
stagione dei frutti, mandò i suoi servi
F. Parabola dei due figli dai vignaiuoli per ritirare la parte che
(21:28-32) gli spettava, ma i vignaiuoli… ne pic-
21:28-30 Questa parabola costituisce un chiarono uno, ne uccisero un altro e un
aspro rimprovero ai capi dei sacerdoti altro lo lapidarono. Allora mandò degli
e agli anziani, che non avevano dato altri servi, ma questi furono trattati al-
ascolto all’invito di Giovanni al ravvedi- lo stesso modo. Infine mandò loro suo
mento e alla fede. La parabola narra di figlio, pensando che avrebbero avuto
un uomo che ordinò ai suoi due figli di rispetto per lui. Sapendo che questi era
andare a lavorare nella vigna. Il primo l’erede, lo uccisero, progettando d’im-
rifiutò, ma poi, pentitosi, vi andò. L’al- padronirsi della sua eredità.
tro accettò di andare, ma non vi andò. 21:40-41 A questo punto, il Signore
21:31-32 Quando Gesù doman- domandò ai capi dei sacerdoti e agli
dò quale dei due figli avesse fatto la anziani cosa avrebbe fatto il padrone
volontà del padre, i capi religiosi, in- della vigna a quei vignaiuoli. Ed essi
consapevolmente, si condannarono risposero: Li farà perire malamente,
rispondendo: Il primo. quei malvagi, e affiderà la vigna ad
Il Signore spiegò la parabola. I pub- altri vignaiuoli i quali gli renderanno
blicani e le prostitute erano come il i frutti a suo tempo.
primo figlio. Inizialmente, costoro non La parabola non è difficile da interpre-
accettarono di ubbidire a Giovanni il tare. Dio è il padrone di casa, Israele è la
battista ma, alla fine, molti di loro si vigna (vd. Sl 80:8; Is 5:1-7; Gr 2:21). La sie-
ravvidero e credettero in Gesù. I capi pe è la legge di Mosè, la quale separava il
religiosi erano come il secondo figlio. popolo d’Israele dai pagani e lo preserva-
Proclamavano di approvare il messag- va come popolo appartato per il Signore.
gio di Giovanni, ma non confessarono La buca per pigiare l’uva, per metonimia,
mai i loro peccati né credevano nel rappresenta il frutto che Israele avrebbe
Salvatore. Ecco perché i peccatori più dovuto produrre per Dio. La torre sim-
incalliti sarebbero entrati nel regno di boleggia la cura premurosa di Dio verso
Dio, laddove i capi religiosi, presun- il suo popolo. I vignaiuoli sono i capi dei
tuosi e troppo compiaciuti di sé, ne sa- sacerdoti e gli scribi.
rebbero rimasti fuori. Lo stesso accade A varie riprese, Dio aveva inviato i
oggi. Chi ammette di essere un pecca- suoi servi, i profeti, al popolo d’Israele,
tore accetta il vangelo più volentieri di cercando nella vigna i frutti della fra-
chi si riveste di falsa pietà. tellanza, della santità e dell’amore. Ma
L’asserzione Giovanni è venuto a voi il popolo aveva perseguitato, e talvolta
per la via della giustizia significa che perfino ucciso, quei profeti. Alla fine,
questi era venuto per predicare l’ur- Dio mandò suo Figlio dicendo: “Avran-
genza della giustificazione mediante il no rispetto per mio figlio” (v. 37). I capi
ravvedimento e la fede. dei sacerdoti e gli scribi dissero: “Costui
è l’erede”. Fu un riconoscimento fatale.
G. Parabola dei vignaiuoli malvagi In segreto, costoro ammettevano che
(21:33-46) Gesù era il Figlio di Dio (anche se in
21:33-39 Proseguendo nella sua im- pubblico lo negavano) rispondendo essi
plicita risposta alla domanda relativa stessi, in tal modo, alla domanda riguar-

114
MATTEO 22:7-10

do all’autorità di Gesù. La sua autorità 21:44 Chi cadrà su questa pietra sa-
gli derivava dall’essere Dio-Figlio. rà sfracellato; ed essa stritolerà colui
Nella parabola dissero: “Costui è sul quale cadrà . Nella prima parte di
l’erede; venite, uccidiamolo, e facciamo questo versetto si sottintende che la
nostra la sua eredità” (v. 38). Nella vita pietra è sul terreno, nella seconda par-
reale dissero: “Se lo lasciamo fare, tutti te si sottintende che essa cade dall’al-
crederanno in lui; e i Romani verranno to. Tale allegoria allude ai due avventi
e ci distruggeranno come città e come di Cristo. Allorché Cristo venne per la
nazione” (Gv 11:48). Perciò lo respinse- prima volta, i capi giudei “inciampa-
ro, lo “cacciarono fuori della vigna” e lo rono” su di lui e “si sfracellarono”.
crocifissero. Quando ritornerà per giudicare, egli
21:42 Quando il Salvatore domandò “stritolerà” i suoi nemici riducendoli
quale sarebbe stata la reazione di quel in polvere.
padrone di casa, la risposta data dai 21:45-46 I capi dei sacerdoti e i fa-
capi dei sacerdoti e dai farisei fu la loro risei riconobbero che queste parabole
condanna, come dimostrano i vv. 42-43, erano rivolte direttamente a loro, in
in cui Gesù cita le parole del Sl 118:22: risposta alla loro domanda sull’auto-
La pietra che i costruttori hanno rifiu- rità di Cristo. Essi avrebbero voluto
tata è diventata pietra angolare; ciò è catturarlo sul posto, ma ebbero paura
stato fatto dal Signore, ed è cosa me- della folla, che ancora riteneva Gesù
ravigliosa agli occhi nostri. Quando un profeta.
Cristo, la Pietra, si presentò ai costrut-
tori, ossia i capi d’Israele, non trovò una H. La parabola delle nozze
collocazione nei loro progetti: costoro lo (22:1-14)
gettarono via come una cosa inutile. Ma 22:1-6 Gesù non aveva ancora chiuso
quando essi l’ebbero fatto uccidere, egli la questione con i capi dei sacerdoti e
fu risuscitato dai morti, ottenne da Dio i farisei. Nella parabola delle nozze,
una posizione di preminenza e diventò egli rappresentò nuovamente l’Isra-
la pietra più importante dell’edificio di ele privilegiato come un escluso e
Dio: “Perciò Dio lo ha sovranamente in- gli stranieri disprezzati come graditi
nalzato e gli ha dato il nome che è al di commensali. Paragonò il regno dei
sopra di ogni nome...” (Fl 2:9). cieli… a un re, il quale fece le nozze di
21:43 Senza mezzi termini Gesù suo figlio.
annunciò che il regno di Dio sarebbe L’invito avvenne in due fasi: dap-
stato tolto a Israele e… dato a gente che prima vi fu un invito tempestivo, con-
ne faccia i frutti. E così avvenne. Israe- segnato personalmente dai servi, che
le è stato messo da parte come popolo fu seccamente respinto; il secondo
eletto di Dio ed è stato condannato a ri- invito era l’annuncio che la festa era
manere cieco. La coscienza del popolo pronta. Anche questo invito fu accolto
che aveva respinto il Messia si sarebbe con scarsa considerazione da alcuni,
vieppiù indurita. La profezia secon- troppo assorbiti dagli impegni agricoli
do la quale il regno di Dio sarà dato a o commerciali, e con aggressività da
gente che ne faccia i frutti può essere altri, i quali presero i servi, li malme-
interpretata in due modi: narono e li uccisero.
1° con allusione alla chiesa, formata da 22:7-10 Il re si adirò a tal punto
Giudei e da stranieri convertiti, “una che fece sterminare quegli omicidi
gente santa, un popolo che Dio si è e… bruciare la loro città . Strappò la
acquistato” (1 P 2:9); prima lista degli invitati e diramò un
2° con allusione al residuo fedele invito libero, rivolto a tutti coloro che
d’Israele che sarà in vita alla seconda desiderassero presenziare. Questa vol-
venuta di Gesù. Una volta redento, ta, nella sala delle nozze non rimase
Israele porterà frutto per Dio. neanche un posto libero.

115
MATTEO 22:11-13

22:11-13 Tra quelli che erano a tavo- sarà esaminato a fondo. L’uomo che
la c’era, però, un uomo che non aveva non indossa l’abito da cerimonia è co-
l’abito di nozze. Quando gli fu fatto lui che si professa pronto per il regno,
notare che non era vestito in modo ap- ma non si è rivestito della giustizia di
propriato, costui rimase con la bocca Dio mediante il Signore Gesù Cristo
chiusa. Il re ordinò ai servitori di cac- (vd. 2 Co 5:21). Dunque non c’era (e
ciarlo fuori al buio, dove ci sarebbe sta- non c’è) alcuna scusante per l’uomo
to pianto e stridor di denti. I servitori privo dell’abito di nozze. Come Ryrie
del v. 13 non sono i servi del v. 3. osserva in proposito, a quei tempi c’era
22:14 Il Signore concluse la parabola l’usanza di procurare un abito di noz-
dichiarando: Poiché molti sono chia- ze agli ospiti che ne fossero sprovvisti.
mati, ma pochi gli eletti. Ovviamente, l’uomo non aveva ap-
Il significato della parabola è il se- profittato di tale opportunità. Poiché
guente: il “re” è Dio e suo “Figlio” è il non aveva Cristo, rimase ammutolito
Signore Gesù. Le “nozze” sono una allorché gli fu domandato con quale
rappresentazione appropriata della diritto pretendesse di entrare nel re-
gioia festosa che caratterizza il regno gno (vd. Ro 3:19). Il suo destino furono
dei cieli. Introdurre in questa parabola le tenebre “di fuori, nel pianto e nello
la chiesa come Sposa di Cristo com- stridor di denti”. Il “pianto” richiama le
plica inutilmente l’immagine. Il con- sofferenze dell’inferno. Secondo alcuni
cetto fondamentale qui esposto non è commentatori, lo “stridor di denti” al-
la chiamata speciale o il destino della luderebbe a un eterno stato di ostilità
chiesa, bensì la separazione d’Israele. e di ribellione nei confronti di Dio. Se
L’invito anticipato è un richiamo a ciò corrisponde a verità, l’ipotesi che il
Giovanni il battista e ai dodici discepo- fuoco dell’inferno abbia un effetto pu-
li, che invitarono cortesemente Israele rificatore si dimostra falsa.
alle nozze. Ma il popolo si rifiutò di ac- Il v. 14 è una chiosa all’intera para-
cettare. L’espressione “ma questi non bola, non soltanto all’episodio dell’uo-
vollero venire” (v. 3) rimanda dramma- mo senza l’abito di nozze. L’espressione
ticamente alla crocifissione. molti sono i chiamati significa che l’in-
Il secondo invito indica la proclama- vito del vangelo è rivolto a molti. Ma
zione del vangelo ai Giudei, nel libro pochi sono gli eletti : alcuni rifiutano
degli Atti. Alcuni ricevettero il mes- l’invito e addirittura, tra quanti l’accet-
saggio con disprezzo e altri trattarono tano, vi sono alcuni la cui professione
i messaggeri con violenza (infatti, la di fede si rivela falsa. Gli eletti sono
maggior parte degli apostoli subì il coloro che accettano la buona noti-
martirio). zia; l’unico modo in cui l’individuo
Il re, giustamente adirato contro può testimoniare la propria elezione è
Israele, inviò “le sue truppe”, ossia Ti- mostrare di avere un rapporto perso-
to e le legioni romane, per distruggere nale con il Signore Gesù Cristo. A tale
Gerusalemme e la maggior parte del proposito, Jenning osserva: “Tutti sono
suo popolo nel 70 d.C. Queste erano invitati a godersi la festa, ma non tutti
“le sue truppe” nel senso che Dio le sono disposti a fidarsi di Colui che può
usò come strumenti di castigo per procurar loro l’abito adatto”.
Israele: ufficialmente gli apparteneva-
no, benché esse non lo conoscessero I. Il tributo a Cesare e a Dio
personalmente. (22:15-22)
Ora la nazione d’Israele è messa da Il cap. 22 è un capitolo di quesiti, posti
parte e il vangelo è predicato agli stra- da tre diverse delegazioni con l’intento
nieri, sia buoni sia cattivi, a prescindere di far cadere in trappola il Figlio di Dio.
dalle convenzioni sociali (vd. At 13:45- 22:15-16 Qui vediamo il tentativo
46; 28:28). Ma chiunque si presenterà dei farisei e degli erodiani. Queste due

116
MATTEO 22:23-24

fazioni erano nemiche irriducibili, mo- La loro domanda si era ritorta contro
mentaneamente alleate in virtù dell’av- di loro: essi avevano sperato di inca-
versione comune nei confronti del strare Gesù con la domanda sul tributo
Salvatore. Il loro obiettivo era indurre a Cesare, ma egli li aveva apertamente
Cristo a esporsi con un commento po- accusati di non rendere il tributo dovu-
litico azzardato. Presero spunto dalla to a Dio. Per quanto fosse sgradevole,
divisione esistente fra i Giudei riguardo essi non negavano a Cesare il tributo
alla fedeltà a Cesare. Alcuni si oppone- che gli spettava laddove avevano tra-
vano risolutamente alla sottomissione scurato i diritti di Dio sulla loro vita.
a un imperatore pagano. Altri, come gli Ora, dinanzi a loro stava colui che è
erodiani, mantenevano una posizione l’impronta dell’essenza divina (vd. Eb
più accomodante. 1:3) e, tuttavia, non gli riconoscevano
22:17 Dapprima si profusero in adu- il ruolo che gli spettava.
lazioni, lodando Gesù per la schiettez- Dalla risposta di Gesù si apprende
za del suo carattere, la sua sincerità e che il credente ha una doppia cittadi-
il suo coraggio, poi gli domandarono nanza. In primo luogo, egli è tenuto a
capziosamente: È lecito, o no, pagare il ubbidire allo stato e sostenerlo eco-
tributo a Cesare? nomicamente. Non deve parlare con
Se Gesù avesse risposto “no”, non disprezzo dei governanti né cercare di
soltanto si sarebbe inimicato gli ero- rovesciare il governo, anzi deve prega-
diani, ma sarebbe stato altresì accusato re per le autorità. Inoltre, il credente è
di sedizione contro il governo roma- cittadino del cielo, quindi è tenuto a
no. I farisei l’avrebbero sconfessato e ubbidire a Dio. Nel caso di conflitto tra
avrebbero trovato di che accusarlo. Se le due autorità, egli dovrebbe, anzitut-
avesse risposto “sì”, sarebbe entrato in to, ubbidire a Dio (vd. At 5:29).
conflitto con il forte spirito nazionali- Citando il v. 21, molti di noi eviden-
stico dei Giudei, perdendo gran parte ziano ciò che riguarda Cesare, ma sor-
del consenso della gente comune, che volano, con leggerezza, la parte che
fino a quel momento aveva impedito ai riguarda Dio; questo è esattamente l’er-
capi di eliminarlo. rore che Gesù rimproverava ai farisei!
22:18-19 Senza mezzi termini, Gesù 22:22 I farisei, udita la sua risposta,
li accusò di essere degli ipocriti poiché capirono di essere stati sconfitti. Non po-
essi cercavano di metterlo alle strette. terono far altro che stupirsi e andarsene.
Poi chiese loro di mostrargli la moneta
usata per pagare il tributo al governo J. I sadducei e l’enigma della
romano. Ogni volta che i Giudei vede- risurrezione (22:23-33)
vano l’effigie e il titolo di Cesare sulla 22:23-24 Come accennato in preceden-
moneta certo rammentavano, con za, i sadducei erano i teologi liberali del
fastidio, che erano sotto l’autorità e la tempo: essi negavano la risurrezione
tassazione pagana. La moneta avrebbe del corpo, l’esistenza degli angeli e i mi-
dovuto ricordare loro che la sottomis- racoli. In effetti le loro negazioni erano
sione a Roma era stata la conseguenza più numerose delle loro affermazioni.
del loro peccato. Se fossero rimasti fe- Alcuni vennero a lui, con una storia
deli al Signore, la domanda sul paga- che doveva mettere in ridicolo il con-
mento delle tasse a Cesare non avrebbe cetto di risurrezione. Gli rammenta-
avuto ragione d’essere. rono la legge del levirato (vd. De 25:5).
22:20-21 Gesù domandò loro: Di chi Secondo questa legge, se un Israelita
è questa effigie e questa iscrizione? Fu- moriva senza figli, il fratello di questi
rono obbligati a rispondere: Di Cesare. doveva sposarne la vedova per preser-
Così il Signore disse loro: Rendete dun- vare il nome della famiglia in Israele
que a Cesare quello che è di Cesare, e a e per conservare l’eredità all’interno
Dio quello che è di Dio. della famiglia stessa.

117
MATTEO 22:25-28

22:25-28 Il loro enigma riguardava K. Il gran comandamento


una donna che, rimasta vedova, si era (22:34-40)
risposata con uno dei fratelli del ma- 22:34-36 I farisei, udito che egli aveva
rito. Morto anche quello, ella aveva chiuso la bocca ai sadducei, si avvici-
sposato il terzo fratello, e così via fino narono a Gesù per interrogarlo. Il loro
al settimo. Infine morì anche la don- portavoce, un dottore della legge, lo in-
na. Ed ecco la domanda che era volta vitò a indicare quale fosse, nella legge,
a umiliare colui che è la risurrezione il gran comandamento.
(vd. Gv 11:25): Alla risurrezione, dun- 22:37-38 Con grande autorevolezza,
que, di quale dei sette sarà ella moglie? Gesù definì l’obbligo dell’uomo verso
Poiché tutti l’hanno avuta. Dio come il grande e il primo comanda-
22:29 In sostanza, essi ritenevano mento. Queste furono le sue parole: Ama
che il concetto di risurrezione ponesse il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore,
delle difficoltà insormontabili e che, con tutta la tua anima e con tutta la tua
perciò, fosse irragionevole e, di conse- mente. Il racconto di Marco aggiunge:
guenza, non vero. Gesù rispose che la “e con tutta la forza tua” (Mr 12:30). Ciò
difficoltà non stava nella dottrina, ben- significa che il primo dovere dell’uomo è
sì nella loro mente; essi ignoravano le amare Dio con tutto il proprio essere. È
Scritture e la potenza di Dio. stato osservato che il cuore rappresenta
Prima di tutto, ignoravano le Scrit- la natura emotiva, l’anima la natura vo-
ture. La Bibbia non dice che il rappor- litiva, la mente la natura intellettuale e la
to coniugale proseguirà in cielo: gli forza la natura fisica.
uomini saranno sempre riconoscibili 22:39-40 Quindi Gesù aggiunse che
come uomini e le donne come donne; il secondo dovere dell’uomo è amare il
ma tutti saranno come angeli, nel sen- suo prossimo come se stesso. Barnes
so che non si sposeranno. In secondo afferma: “L’amore verso Dio e verso gli
luogo, essi ignoravano la potenza di uomini racchiude in sé tutta la religio-
Dio. Se Dio aveva potuto creare l’uomo ne: l’obiettivo di Mosè, dei profeti, del
dalla polvere, non era forse in grado di Salvatore e degli apostoli era proprio
risuscitare agevolmente la polvere di quello di suscitare questo amore”. Do-
quelli che erano morti e riplasmarla vremmo riflettere spesso sulle parole
per farne dei corpi di gloria? ama il tuo prossimo come te stesso.
22:30-32 Infine, il Signore Gesù pre- Dovremmo pensare a quanto amiamo
sentò loro un’argomentazione tratta noi stessi e a quanto le nostre attività
dalle Scritture per dimostrare che la sono incentrate sulla nostra cura e sul
risurrezione è un’assoluta inevitabili- nostro stesso benessere. Poi dovrem-
tà. In Es 3:6 Dio si presentò come il Dio mo cercare di immaginare che cosa
d’Abraamo… d’Isacco e… di Giacobbe. succederebbe se dimostrassimo que-
Tuttavia, Gesù puntualizzò, Egli non è sto amore al nostro prossimo. E infine
il Dio dei morti, ma dei vivi. Dio aveva dovremmo metterlo in pratica. Un tale
stretto un patto con questi uomini, ma comportamento non è naturale: è so-
essi morirono prima che gli il patto fos- prannaturale. Solo chi è nato di nuovo
se perfezionato. Com’è possibile che Dio può farlo e solo se permette a Cristo di
affermi di essere il Dio di tre uomini i cui farlo per mezzo di lui.
corpi sono nella tomba? Com’è possibile
che colui che non può venir meno alle L. Il figlio di Davide è il Signore
proprie promesse porti a compimento di Davide (22:41-46)
quelle fatte a uomini che sono già morti? 22:41-42 Essendo i farisei ancora me-
C’è una sola risposta: la risurrezione. ravigliati per la risposta al dottore del-
22:33 Non c’è da meravigliarsi se la la legge, Gesù fece loro una domanda
folla… stupiva del suo insegnamento : provocatoria: Che cosa pensate del
succede anche a noi! Cristo? Di chi è figlio?

118
MATTEO 23:6-8

La maggior parte dei farisei non cre- to: la loro dottrina era migliore della
deva che Gesù fosse il Cristo: essi era- loro condotta. Costoro incarnavano il
no ancora in attesa del Messia. Perciò classico esempio di chi predica bene e
Gesù non domandò loro: “Che cosa razzola male. Perciò Gesù disse: Fate
pensate di me?” (sebbene tale doman- dunque e osservate tutte le cose che vi
da fosse implicita); ma domandò, in diranno, ma non fate secondo le loro
generale, di chi sarebbe stato figlio il opere; perché dicono e non fanno.
Messia, quando fosse apparso. Costoro imponevano al popolo re-
Essi risposero, giustamente, che il sponsabilità gravose (probabilmente si
Messia sarebbe stato un discendente di trattava di interpretazioni esasperate
Davide. della legge), ma non offrivano alcun
22:43-44 Allora il Signore Gesù citò aiuto per sostenere tale fardello insop-
il Sl 110:1, dove Davide dice: Il SIGNORE portabile.
ha detto al mio Signore: “Siedi alla 23:5 Gli scribi e i farisei rispettava-
mia destra finché io abbia messo i tuoi no i precetti della religione per godere
nemici sotto i tuoi piedi”. Il primo ap- della considerazione altrui, non perché
pellativo, “SIGNORE”, indica Dio Padre, avessero un cuore sincero. Ne era un
laddove il secondo “Signore” allude al esempio lampante l’uso ostentato delle
Messia. In conclusione, Davide aveva filatterie. Allorché comandò a Israele
definito il Messia come suo Signore. di legare le sue parole come un segno
22:45 Gesù domandò ancora: Se sulla mano e sulla fronte, in mezzo agli
dunque Davide lo chiama Signore, co- occhi (vd. Es 13:9, 16; De 6:8; 11:18),
me può essere suo figlio? La risposta è Dio intendeva dire che la legge doveva
che il Messia è sia il Signore di Davide servir loro da guida in qualsiasi loro
sia il figlio di Davide, sia Dio sia Uomo. attività.
Essendo Dio, egli è il Signore di Davide; I farisei ridussero testualmente que-
essendo uomo, è il figlio di Davide. sta prescrizione spirituale a una pratica
Se i farisei fossero stati disposti a im- esteriore. Rinchiudevano degli stralci
parare, avrebbero capito che Gesù era della Scrittura in astucci di cuoio che
il Messia, figlio di Davide quale suo di- si legavano sulla fronte o sulle braccia.
scendente in linea dinastica per parte Non si preoccupavano di ubbidire alla
di Maria, nonché Figlio di Dio, il quale legge fintanto che, indossando in modo
si era rivelato attraverso le sue parole, ridicolo delle grosse filatterie, avevano
le sue opere e la sua condotta. un aspetto profondamente spirituale.
22:46 Ma costoro si rifiutavano di Inoltre, la legge comandava ai Giudei
comprendere: completamente diso- di cucire frange con cordoni violetti ai
rientati dalla sua sapienza, smisero lembi degli abiti (vd. Nu 15:37-41; De
di metterlo alla prova con le loro do- 22:12). Questi ornamenti dovevano
mande. Da quel momento in avanti, ricordare loro che essi appartenevano
avrebbero usato un altro metodo: la a un popolo separato e che avrebbero
violenza. dovuto camminare separati dalle altre
nazioni. I farisei ignoravano questa le-
M. Gesù condanna gli scribi zione spirituale e si accontentavano di
e i farisei (23:1-12) applicare alle proprie vesti delle frange
23:1-4 Nei primi versetti di questo ca- sempre più lunghe!
pitolo, il Salvatore mette in guardia la 23:6-8 I farisei tradivano la loro
folla e i suoi discepoli contro gli scribi presunzione contendendosi i posti di
e i farisei. Questi capi sedevano sulla prestigio nei conviti e nelle sinagoghe,
cattedra di Mosè, ossia insegnavano alimentavano il loro egocentrismo con
la legge di Mosè. In linea di massima, i saluti nelle piazze e soprattutto ama-
il loro insegnamento era degno di fe- vano essere chiamati Rabbì (“dottore”
de, ma non così il loro comportamen- o “maestro”).

119
MATTEO 23:9-10

23:9-10 Il Signore ammonisce i suoi la vera grandezza è esattamente il con-


discepoli di non fare uso di titoli che si trario di ciò che la gente crede. Gesù
devono riservare a Dio solo. Nessuno, disse: ma il maggiore tra di voi sia vo-
quindi, dovrà farsi chiamare Rabbì, stro servitore. Chiunque si innalzerà
perché c’è un solo Maestro, il Cristo. sarà abbassato e chiunque si abbas-
Nessun uomo deve essere chiamato serà sarà innalzato. La vera grandezza
padre : il nostro Padre è Dio. A questo si inchina per servire. I farisei che si
proposito, Weston commenta saggia- autoesaltano saranno ridimensionati
mente: laddove i veri discepoli che si umiliano
Si tratta di una dichiarazione dei rap- saranno esaltati a tempo debito.
porti essenziali fra l’uomo e Dio. Tre
cose definiscono un credente: quel- N. Denunce contro scribi e farisei
lo che è, quello in cui crede e quello (23:13-36)
che fa. Dottrina, esperienza e pratica. In seguito, il Signore Gesù formula otto
L’uomo ha bisogno di tre cose per il accuse (“guai”), contro i religiosi del suo
suo essere spirituale: vita, istruzio- tempo, orgogliosi e ipocriti. Non si trat-
ne e guida; questo è proprio ciò che il ta di maledizioni, bensì di espressioni
Signore dichiara di essere nelle nove di rammarico per il loro destino, simili
parole del vangelo “Io sono la via, la all’espressione “mi dispiace per voi!”.
verità e la vita”… Non devi riconoscere 23:13 Il primo guai denuncia la loro
nessuno come Padre, perché nessun dura opposizione. Costoro rifiutavano
uomo può darti la vita spirituale, né di entrare nel regno e, prepotentemen-
considerare alcun uomo un maestro
te, impedivano ad altri di entrarvi.
infallibile, né permettere ad alcuno di
Strano a dirsi, sono spesso i capi reli-
assumersi l’incarico di guida spiritua-
le; il tuo rapporto con Dio e con Cristo
giosi a osteggiare più energicamente
è altrettanto stretto quanto il rapporto il vangelo della grazia: costoro sono in
con qualsiasi altra persona.(37) grado di manifestare la massima tolle-
ranza verso qualsiasi cosa, tranne che
Il significato evidente delle parole verso la buona notizia della salvezza.
del Salvatore è che, nel regno dei cie- L’uomo naturale non vuole essere l’og-
li, tutti i credenti formano un’unica getto della grazia di Dio… e non vuole
fratellanza, in cui non c’è posto per neppure che Dio dimostri la sua grazia
titoli distintivi che rendano alcuni ad altri!
più importanti di altri. Pensiamo sol- 23:14 Il secondo guai (38) costituisce
tanto agli appellativi ampollosi che per costoro un’accusa di appropria-
troviamo nella cristianità di oggi: zione indebita delle case delle vedo-
“reverendo”, “reverendissimo”, “pa- ve e il tentativo di dissimulare le loro
dre” e via dicendo! Perfino il titolo malefatte con lunghe preghiere. Certi
apparentemente innocente di “dotto- culti moderni si servono di una tecnica
re” significa “maestro” in latino (tale simile per persuadere donne anziane
ammonimento riguarda, è ovvio, i o vedove, o credenti senza discerni-
rapporti spirituali anziché quelli na- mento, a intestare le loro proprietà alla
turali, professionali o accademici. Per “chiesa”. Quegli impostori della fede
esempio, non si proibisce al bambino riceveranno una maggior condanna.
di chiamare “padre” il genitore né al 23:15 La terza denuncia è rivolta
paziente di rivolgersi al medico chia- allo zelo mal diretto: questi religiosi
mandolo “dottore”). si sobbarcavano viaggi incredibil-
Per quanto riguarda i rapporti terreni, mente lunghi per raccogliere proseliti
ci si attenga alla regola “il timore a chi il ma, una volta riusciti nel loro intento,
timore; l’onore a chi l’onore” (Ro 13:7). ne facevano degli individui peggio-
23:11-12 Anche qui si rivela il carat- ri di loro. Un’analogia moderna è lo
tere rivoluzionario del regno dei cieli: zelo dimostrato delle false religioni.

120
MATTEO 23:27-28

Esistono gruppi disposti a bussare a farisei offrivano scrupolosamente al


migliaia di porte, pur di aggiungere Signore la decima delle erbe più insi-
una persona alla loro causa; ma le gnificanti che coltivavano. Gesù non
conseguenze sono malvagie. Qualcu- li condannò per questa attenzione
no ha argutamente osservato che “i per i particolari, ma li criticò aspra-
più convertiti diventano, spesso, i più mente per la loro totale mancanza di
pervertiti”. scrupoli allorché essi avrebbero do-
23:16-22 Al quarto posto c’è la de- vuto mostrare agli altri il giudizio, la
nuncia del Signore contro i loro so- misericordia e la fede. Avvalendosi di
fismi, vale a dire i loro ragionamenti un’allegoria, insuperabile per la sua
volutamente capziosi. Costoro aveva- eloquenza, Gesù li accusò di filtrare il
no costruito un falso sistema di argo- moscerino e inghiottire il cammello.
mentazioni per evitare di mantenere i Accadeva spesso che un piccolo inset-
voti fatti. to finisse in un calice di vino dolce:
Stando ai loro insegnamenti, per chi beveva il vino aveva l’accortezza
esempio, il giuramento fatto sul tempio di filtrarlo attraverso i denti. Quanto
non comportava l’obbligo di rispettare era ridicolo colui che si dava tanta
il voto, laddove il giuramento per l’oro cura di non ingerire un insettino in-
del tempio era inderogabile; il giura- significante per poi inghiottire il più
mento sull’offerta dell’altare era vinco- grande animale (per giunta, impuro)
lante, laddove il giuramento sull’altare di tutto il paese! I farisei si preoccu-
vuoto non lo era. Così facendo, stima- pavano delle sottigliezze, ma erano
vano l’oro più di Dio (il tempio era “la sciaguratamente ciechi verso gravi
casa di Dio”) e l’offerta deposta sull’al- peccati come l’ipocrisia, la disonestà,
tare più dell’altare stesso. Costoro era- la crudeltà e l’avidità.
no più interessati alle cose materiali 23:25-26 Il sesto guai è volto a de-
che a quelle spirituali; più interessati a nunciare la superficialità dei farisei, i
prendere (l’oro) che a dare (l’altare era quali, benché attenti a mantenere una
il luogo delle offerte). parvenza di religiosità e di moralità,
Definendo costoro guide cieche, avevano cuori pieni di rapina e d’in-
Gesù ne denuncia il dogmatismo. L’oro temperanza . (39) Costoro avrebbero
del tempio aveva un valore speciale so- fatto meglio a pulire prima l’interno
lamente in quanto attinente alla dimo- del bicchiere e del piatto, vale a di-
ra di Dio. Era l’altare che dava valore re accertarsi che i loro cuori fossero
all’offerta. Chi crede che l’oro abbia un purificati dal ravvedimento e dalla
valore intrinseco è cieco: l’oro diventa fede. Allora, e solo allora, il loro com-
prezioso solamente se è usato per la portamento sarebbe stato accettabi-
gloria di Dio. Le offerte fatte per motivi le. C’è differenza tra la persona e la
carnali non hanno alcun valore. Ma ciò personalità. Noi siamo più inclini a
che è dato al Signore, o nel nome del Si- evidenziare la nostra personalità (ciò
gnore, ha un valore eterno. che vorremmo che gli altri pensassero
La realtà era che, su qualunque cosa di noi); Dio, invece, s’interessa della
i farisei giurassero, Dio era coinvolto; nostra persona (ciò che siamo vera-
di conseguenza essi erano obbligati mente): egli vuole che la verità risieda
a rispettare il voto. L’uomo non può nell’intimo (vd. Sl 51:6).
sottrarsi ai propri obblighi con ragio- 23:27-28 Anche il settimo guai de-
namenti ingannevoli. I voti sono vinco- nuncia la superficialità. La differen-
lanti e le promesse vanno mantenute. za, rispetto al sesto “guai”, è che là si
È inutile ricorrere a cavilli per sottrarsi critica il camuffamento della cupidi-
agli obblighi. gia, mentre il settimo “guai” rimpro-
23:23-24 Il quinto guai denuncia vera l’occultamento dell’ipocrisia e
il ritualismo fine a se stesso. Scribi e dell’iniquità.

121
MATTEO 23:29-30

In quel tempo, i sepolcri erano im- 23:33 A questo punto, il Cristo di Dio
biancati affinché i Giudei, toccandoli tuona contro di loro: Serpenti, razza di
involontariamente, non si rendessero vipere, come scamperete al giudizio
cerimonialmente impuri. Gesù para- della geenna? Può l’Amore incarna-
gonò gli scribi e i farisei a sepolcri im- to pronunciare parole così severe? Sì,
biancati , esteriormente mondi ma giacché l’amore vero deve essere anche
interiormente corrotti. La gente pen- giusto e santo. L’idea che si ha, comu-
sava che il contatto con i capi religiosi nemente, di Gesù, ossia quella di un ri-
avesse un effetto santificante laddove, formatore innocuo e capace di provare
in realtà, era dannoso, perché costoro soltanto amore, non è biblicamente
erano pieni di ipocrisia e di iniquità. fondata. L’amore può anche essere se-
23:29-30 L’ultimo guai denuncia ciò vero e deve sempre essere giusto.
che potremmo definire omaggio este- Dobbiamo assolutamente tenere a
riore e omicidio interiore. Gli scribi e mente che queste parole furono rivolte
f arisei facevano credere di onorare a dei capi religiosi, non a degli ubriaconi
i profeti dell’A.T., costruendo e/o re- o a dei depravati. In questa nostra epo-
staurando le loro tombe e mettendo ca di ecumenismo, nella quale alcuni
ghirlande sui monumenti. Nei discorsi cristiani evangelici stanno unendo le
commemorativi affermavano che non loro forze con i nemici riconosciuti del-
sarebbero stati… complici dei loro pa- la croce di Cristo, è bene considerare
dri che avevano ucciso i profeti. l’esempio di Gesù e ricordare le parole
23:31 Gesù li ammonì: In tal modo di Ieu a Giosafat: “Dovevi tu dare aiuto
voi testimoniate contro voi stessi, di es- a un empio e amare quelli che odiano il
sere figli di coloro che uccisero i profeti. SIGNORE?” (2 Cr 19:2), usando prudenza
In che modo lo testimoniavano? Dal nelle nostre relazioni.
versetto precedente sembrerebbe di ca- 23:34-35 Gesù non solo previde la
pire che essi si dissociassero dall’opera- propria morte, ma disse apertamente
to dei loro padri, i quali avevano ucciso agli scribi e ai farisei che essi avrebbero
i profeti. Per prima cosa ammettevano ucciso i messaggeri da lui inviati: pro-
che i loro padri, di cui erano fisicamen- feti… saggi e… scribi. Alcuni, scampa-
te figli, avevano versato il sangue dei ti al martirio, sarebbero stati flagellati
profeti. Ma Gesù usò il termine figli in- nelle… sinagoghe e perseguitati di cit-
tendendo individui aventi le medesime tà in città. In questo modo, i capi reli-
caratteristiche dei loro predecessori, giosi d’Israele si sarebbero addossati
ben sapendo che, benché adornassero tutta la colpa accumulata nella storia
le tombe dei profeti, essi stavano già dei martiri. Su di loro sarebbe ricadu-
progettando la sua morte. In secondo to tutto il sangue giusto sparso sulla
luogo, con tutto il rispetto che mostra- terra, da… Abele fino a Zaccaria (non
vano nei confronti dei profeti morti, essi si tratta dell’autore del libro omonimo
in sostanza dicevano: “L’unico profeta dell’A.T.), il cui omicidio è narrato in
buono per noi è il profeta morto”. Anche 2 Cr 24:20-21, l’ultimo libro del canone
in questo senso, essi erano veramente biblico ebraico.
figli dei loro padri. 23:36 Tutte le colpe del passato sa-
23:32 Inoltre il Signore aggiunse: E rebbero ricadute sulla generazione, o
colmate pure la misura dei vostri padri! stirpe, alla quale Cristo si stava rivol-
Uccidendo i profeti, i loro padri avevano gendo, come se, in qualche modo, tutto
riempito in parte il calice dell’omicidio; il sangue innocente sparso durante i
gli scribi e i farisei l’avrebbero presto secoli si raccogliesse nell’istante cul-
riempito fino all’orlo con l’omicidio del minante della morte Salvatore senza
Signore Gesù e dei suoi seguaci, portan- peccato. Un’ondata di castighi si sa-
do così a compimento l’opera che i loro rebbe riversata sul popolo che odiava
padri avevano iniziato. il suo Messia senza motivo e che stava

122
MATTEO 24:1-2

per inchiodarlo a una croce come un fosse dolore più grande della perdita di
criminale. un figlio unico; vd. Za 12:10).

O. Lamento di Gesù su XIII. DISCORSO DEL RE SUL MONTE


Gerusalemme (23:37-39) DEGLI ULIVI (capp. 24–25)
23:37 È molto significativo il fatto che
il capitolo che, più di ogni altro, racco- I capp. 24-25 contengono quello che è
glie le accuse dolenti del Signore Gesù, conosciuto come il “discorso sul monte
si concluda con le sue lacrime! Dopo degli Ulivi”. Il discorso è interamente
l’amara denuncia contro i farisei, egli profetico e annuncia il periodo della tri-
compianse profondamente quella città bolazione, nonché la seconda venuta di
che aveva sprecato ogni opportunità Cristo. Principalmente, ma non in modo
offertale. Quel nome ripetuto: Geru- esclusivo, esso riguarda il popolo d’Isra-
salemme, Gerusalemme… trabocca ele. Lo scenario è, ovviamente, Israele;
di ineffabile emozione. Gerusalemme infatti troviamo scritto, p. es., “allora
aveva ucciso i profeti e lapidato i mes- quelli che saranno nella Giudea, fugga-
saggeri di Dio, eppure il Signore l’amava no ai monti” (24:16). L’ambientazione è
e avrebbe voluto raccogliere i suoi figli chiaramente giudaica: “Pregate che la
intorno a sé e proteggerli con amore, co- vostra fuga non avvenga d’inverno né
me la chioccia raccoglie i suoi pulcini, di sabato” (24:20). Gli eletti (vd. 24:22)
ma essa non aveva voluto. sono i Giudei eletti di Dio, non la chie-
23:38 Il Signore Gesù concluse il suo sa. La chiesa non è menzionata né nelle
lamento con il monito: Ecco, la vostra profezie né nelle parabole del discorso,
casa sta per esservi lasciata deserta . come cercheremo di dimostrare.
Il primo significato di “casa” è senza
dubbio “tempio”, ma potrebbe altre- A. Gesù predice la distruzione
sì trattarsi di un’allusione alla stessa del tempio (24:1-2)
Gerusalemme e al popolo d’Israele. Ci 24:1-2 Il discorso si apre con un’os-
sarebbe stato un periodo, tra la morte servazione significativa: Gesù usciva
e il suo secondo avvento del Signore, dal tempio e se ne andava. Questa di-
durante il quale l’incredulo Israele partita è particolarmente eloquente,
non avrebbe più rivisto Gesù (dopo la alla luce delle parole che aveva appena
risurrezione, egli apparve soltanto ai pronunciato: “Ecco, la vostra casa sta
credenti). per esservi lasciata deserta” (23:38). Ri-
23:39 Questo versetto allude alla se- echeggiano, qui, le parole di Ezechiele,
conda venuta di Gesù Cristo, allorché che descrisse la gloria di Dio mentre
un residuo fedele d’Israele lo accetterà abbandonava il tempio (vd. Ez 9:3;
come Re e Messia. Tale accettazione è 10:4; 11:23).
implicita nell’espressione: Benedetto I discepoli volevano che il Signore
colui che viene nel nome del Signore! ammirasse con loro la bellezza archi-
Non vi è alcun accenno a una secon- tettonica del tempio. Essi si lasciavano
da possibilità per coloro che uccisero conquistare delle cose transitorie, an-
Cristo. Gesù parlava di Gerusalemme ziché delle cose eterne, erano attratti
e quindi, per metonimia, dei suoi abi- dalle ombre, anziché dalla sostanza.
tanti e d’Israele in generale. Dopo la Gesù li avvertì che quell’edificio sareb-
sua morte, gli abitanti di Gerusalem- be stato distrutto in modo definitivo e
me lo rivedranno di nuovo solamente che non sarebbe stata lasciata… pietra
il giorno in cui saranno costretti ad su pietra. Tito cercò invano di salvare
affrontare la realtà, a guardare in volto il tempio, ma i suoi soldati avevano
colui che avevano ucciso e a piangerlo già appiccato il fuoco, portando così
con lo strazio di chi ha perso il suo uni- a compimento la profezia di Cristo.
co figlio (i Giudei ritenevano che non vi Quando il fuoco liquefece le finiture

123
MATTEO 24:3

d’oro, il metallo fuso colò lungo le pie- Le risposte alla seconda e alla terza
tre. Per appropriarsi dell’oro, i soldati domanda si trovano nei vv. 4-44 del
dovettero togliere una pietra dopo cap. 24. Questi versetti raccontano i
l’altra, proprio come il Signore aveva sette anni della tribolazione che prece-
predetto. Questo giudizio avvenne nel derà la venuta gloriosa di Cristo. I pri-
70 d.C., quando i Romani, guidati da mi tre anni e mezzo sono descritti nei
Tito, conquistarono Gerusalemme. vv. 4-14. Gli ultimi tre anni e mezzo,
noti come “grande tribolazione” (v. 21)
B. Il primo periodo della e “tempo di angoscia per Giacobbe”
tribolazione (24:3-14) (Gr 30:7), saranno un periodo di soffe-
24:3 Quando Gesù si fu diretto al renze senza precedenti per gli abitanti
monte degli Ulivi, i discepoli gli si av- della terra.
vicinarono in disparte e gli posero tre Molte situazioni caratterizzanti la
domande: prima metà della tribolazione si sono
1. Quando sarebbero avvenute tutte spesso verificate, fino a un certo gra-
queste cose? Quando sarebbe stato do, lungo tutta la storia umana; ma si
distrutto il tempio? ripresenteranno, intensificate, durante
2. Quale sarebbe stato il segno della il periodo della tribolazione. Anche per
sua venuta? Quale evento sopranna- chi appartiene alla chiesa è prevista
turale avrebbe preceduto il ritorno una tribolazione (vd. Gv 16:33), ma si
di Cristo sulla terra per costituire il tratta di una tribolazione ben differente
suo regno? rispetto a quella che si abbatterà su un
3. Quale sarebbe stato il segno della fine mondo che ha respinto il Figlio di Dio.
dell’età presente? Che cosa avrebbe Noi siamo dell’opinione che la chie-
annunciato la fine dell’epoca imme- sa sarà tolta dal mondo (vd. 1 Te 4:13-
diatamente precedente il suo regno 18) prima che il giorno dell’ira di Dio
glorioso (la seconda e la terza doman- abbia inizio (vd. 1 Te 1:10; 5:9; 2 Te 2:1-
da sono essenzialmente identiche)? 12; Ap 3:10).
Dobbiamo ricordarci che il pensiero 24:4-5 Durante la prima metà del-
di questi discepoli giudei era incentra- la tribolazione appariranno molti falsi
to sull’epoca gloriosa in cui il Messia messia che riusciranno a ingannare le
avrebbe regnato sulla terra. Essi non folle. L’attuale comparsa di molte set-
pensavano alla venuta di Cristo per la te può esserne il preludio, ma non ne è
chiesa, perché sapevano poco o niente ancora l’adempimento. Quei falsi capi
di tale fase della sua venuta. Essi at- religiosi saranno dei Giudei che afferme-
tendevano la sua venuta in potenza e ranno, falsamente, di essere il Cristo.
gloria, la distruzione dei nemici e il suo 24:6-7 Ci saranno guerre e… rumori
regno sul mondo. di guerre… insorgerà nazione contro
Inoltre, dovrebbe essere chiaro che non nazione e regno contro regno. Si po-
alludevano alla “fine del mondo” (come trebbe facilmente pensare che questa
si legge in alcune traduzioni), bensì del- profezia si stia già realizzando oggi,
la fine dell’età (gr. aion) presente. ma ciò che ora vediamo è ancora poco
La prima domanda non ricevette rispetto a ciò che avverrà. In realtà, il
una risposta diretta. Sembra invece prossimo evento, nei piani di Dio, sarà
che il Salvatore collegasse l’assedio di il rapimento della chiesa (vd. Gv 14:1-6;
Gerusalemme del 70 d.C. (vd Lu 21:20- 1 Co 15:51-57). Nessuna di queste pro-
24) a un assedio simile, che si verifi- fezie si adempirà prima di tale evento.
cherà negli ultimi giorni. Studiando le Dopo il rapimento della chiesa, l’orolo-
profezie, vediamo spesso che il Signore gio profetico di Dio inizierà il conto alla
passa, quasi impercettibilmente, da un rovescia e questi fatti si susseguiranno
primo adempimento parziale al totale rapidamente. Ci saranno carestie, pe-
adempimento futuro. stilenze e terremoti in vari luoghi.

124
MATTEO 24:14

Già oggi i capi delle nazioni sono d’Israele; per la chiesa il pericolo è nei
intimiditi dallo spettro delle carestie falsi dottori (vd. 2 P 2:1).
dovute all’esplosione demografica. Ma 24:12 A causa della crescente malva-
questa situazione sarà aggravata dalla gità, gli affetti umani verranno meno:
povertà provocata dalle guerre. la mancanza d’amore sarà una natura-
I terremoti (non solo quelli che da le conseguenza.
qualche tempo si stanno verificando 24:13 Ma chi avrà perseverato sino
ma, altresì, quelli previsti in futuro) alla fine sarà salvato. Ovviamente, ciò
cominciano a richiamare sempre mag- non significa che l’anima dell’uomo
gior attenzione. Anche in questo caso sarà salvata mediante la perseveranza.
si tratta solo di segni premonitori, non Nella Bibbia la salvezza è sempre de-
del totale adempimento delle parole finita un dono della grazia di Dio, che
del Salvatore. si riceve mediante la fede nella morte
24:8 Questo periodo è qui definito vicaria e nella risurrezione di Cristo. E
chiaramente come il principio di do- nemmeno significa che tutti coloro che
lori, l’inizio delle doglie del parto che persevereranno sfuggiranno a qualsia-
darà alla luce un nuovo ordine durante si danno fisico (infatti, abbiamo appe-
il regno del Re-Messia d’Israele. na letto che molti credenti subiranno il
24:9-10 Durante la tribolazione, i martirio; vd. v. 9). Si tratta di un’atte-
credenti fedeli dovranno affrontare stazione generica: quanti rimarranno
grandi prove. Le nazioni condurranno saldi, sopportando la persecuzione
dure campagne d’odio contro coloro senza rinnegare la fede, saranno libe-
che saranno rimasti fedeli al Signo- rati alla seconda venuta di Cristo. Nes-
re. Quei credenti non solo saranno suno pensi che l’apostasia costituisca
processati nei tribunali religiosi e una via di scampo. Solamente chi ha
civili (vd. Mr 13:9), ma molti di loro fede vera sarà salvato. Benché possa
subiranno anche il martirio, perché talvolta venir meno, la fede salvifica
si saranno rifiutati di abiurare. È vero non può, nondimeno, estinguersi.
che prove simili si sono presentate in 24:14 Durante questo periodo, il
tutte le epoche del cristianesimo, ma vangelo del regno sarà predicato in
queste parole sembrano alludere, in tutto il mondo, affinché ne sia resa te-
particolare, ai centoquarantaquattro- stimonianza a tutte le genti. Come già
mila credenti giudei che svolgeranno spiegato nel commento a 4:23, il van-
un ministero speciale durante questo gelo del regno è la buona notizia che
periodo. Cristo verrà per realizzare il suo regno
Per non dover soffrire e morire, molti sulla terra: coloro che, durante la tribo-
rinnegheranno la fede. Ci sarà chi tra- lazione, lo riceveranno mediante la fe-
dirà i propri familiari consegnandoli de, godranno delle benedizioni del suo
nelle mani di barbari persecutori. regno millenniale.
24:11 Molti falsi profeti sorgeranno Questo versetto è spesso, erronea-
e sedurranno molti. Non bisogna con- mente, usato per dimostrare che Cristo
fondere questi personaggi con i falsi non può ancora tornare per prendere la
messia del v. 5. I falsi profeti proclama- sua chiesa, poiché sono ancora molti i
no di essere i portavoce di Dio. È pos- popoli e le tribù che, finora, non hanno
sibile smascherarli in due modi: 1° le ancora ascoltato il vangelo. Il problema
loro profezie non sempre si avverano; si risolve con una lettura più attenta
2° il loro insegnamento non manca di del versetto stesso: esso fa, infatti, ri-
distogliere gli uomini dal vero Dio. La ferimento al ritorno di Cristo con i suoi
menzione dei falsi profeti conferma la santi (dunque il rapimento della chiesa
nostra convinzione che la tribolazione avrà già avuto luogo), anziché per i suoi
riguarderà, in primo luogo, i Giudei. santi (i quali, per l’appunto, saranno
I falsi profeti fanno parte del popolo già con Cristo). Si noti, inoltre, l’accen-

125
MATTEO 24:15

no al vangelo del regno, un concetto di- la morte. Chi lavorerà nel campo non
verso da quello di vangelo della grazia dovrà tornare indietro a prendere la
di Dio (vd. commento a 4:23). sua veste, ovunque l’abbia lasciata. Le
Si riscontra un parallelismo im- donne incinte e le madri che allatte-
pressionante tra gli eventi elencati nei ranno saranno, chiaramente, svantag-
vv. 3-14 e quelli in Ap 6:1-11: giate nella fuga.
1. il cavaliere sul cavallo bianco: il falso 24:20 I credenti dovranno pregare
messia; che tale partenza precipitosa non av-
2. il cavaliere sul cavallo rosso: le guerre; venga d’inverno, quando è più scomodo
3. il cavaliere sul cavallo nero: le care- viaggiare, e neppure di sabato, giacché il
stie; limite imposto per legge al “cammino di
4. il cavaliere sul cavallo giallastro: le un sabato” (vd. Es 16:29) non consentirà
pestilenze o la morte. di allontanarsi dalla zona di pericolo.
Le anime sotto l’altare sono i marti- 24:21 Perché allora vi sarà una gran-
ri. Gli eventi descritti in Ap 6:12-17 sono de tribolazione, quale non v’è stata dal
legati a quelli di Mt 24:19-31. principio del mondo fino ad ora, né
mai più vi sarà. Questa descrizione di-
C. La grande tribolazione stingue quel periodo da tutti i pogrom,
(24:15-28) inquisizioni, epurazioni, massacri e ge-
24:15 Da un raffronto con Da 9:27, no- nocidi della storia. Non è possibile che
tiamo che questo versetto descrive gli una qualsiasi persecuzione del passato
eventi che avverranno a metà della abbia adempiuto questa profezia, per-
tribolazione. Daniele predisse che, nel ché il Signore afferma chiaramente
mezzo della settantesima settimana che la persecuzione terminerà con la
(momento che coincide con la fine dei seconda venuta di Cristo.
tre anni e mezzo), un idolo sarà innal- 24:22 La tribolazione sarà così dura
zato nel luogo santo, ossia nel tempio di che, se quei giorni non fossero stati ab-
Gerusalemme. Tutti gli uomini saranno breviati, nessuno potrebbe scampare.
obbligati ad adorare questo idolo infa- Ciò non può significare un abbrevia-
me: coloro che si rifiuteranno saranno mento della grande tribolazione, di
puniti con la morte (vd. Ap 13:15). cui è detto tanto spesso che durerà tre
Quando dunque vedrete l’abo- anni e mezzo. Probabilmente ciò signi-
minazione della desolazione, della fica, invece, che Dio abbrevierà mira-
quale ha parlato il profeta Daniele, colosamente le giornate, ossia le ore di
posta in luogo santo (chi legge faccia luce del giorno durante le quali avver-
attenzione!)… Per quanti conoscono rà la maggior parte degli scontri e dei
la Parola di Dio, l’erezione dell’idolo massacri. A motivo degli eletti (coloro
costituirà il segnale di inizio della che hanno ricevuto Gesù), il Signore
grande tribolazione. Notiamo che il disporrà una tregua grazie all’imbru-
Signore desidera che chi legge la pro- nire anticipato.
fezia faccia attenzione. 24:23-26 I vv. 23-24 contengono
24:16 Allora quelli che saranno nel- nuovi avvertimenti contro i falsi cristi
la Giudea, fuggano ai monti ; nei pressi e falsi profeti. In tale situazione di crisi,
di Gerusalemme, il loro rifiuto di in- si diffonderanno voci discordanti sul
chinarsi davanti all’immagine sarebbe luogo in cui trovare il Messia. Tali voci
presto scoperto. potrebbero essere usate per ingannare
24:17-19 Bisognerà affrettarsi. Se chi cerca Cristo con sincerità e amore.
qualcuno sarà sulla terrazza , dovrà Perciò il Signore avverte tutti i discepoli
fuggire lasciando tutte le sue cose. Il di non credere alle voci che diffondono
tempo che impiegherebbe per racco- notizie relative a una sua venuta circo-
gliere i suoi beni e gli effetti personali scritta e segreta. Perfino gli operatori di
potrebbe fare la differenza tra la vita e miracoli potrebbero non essere neces-

126
MATTEO 24:30

sariamente degli emissari di Dio, giac- del suolo, ricoprendo vaste regioni.
ché i miracoli possono essere d’origine Nuove montagne si eleverebbero nel-
satanica (all’empio, infatti, sarà data la le pianure, smottando lungo i pendii
potenza satanica di compiere miracoli; di altre montagne, provocando faglie
vd. 2 Te 2:9-10). e voragini. I laghi s’inclinerebbero e si
24:27 La venuta di Cristo sarà ine- svuoterebbero, i fiumi muterebbero
quivocabile: sarà improvvisa, pub- il loro corso; vaste aree pianeggianti,
blica, universale e gloriosa. Come il con tutti i loro abitanti, scomparireb-
lampo, sarà istantanea e chiaramente bero nel mare. I boschi brucerebbero
visibile a tutti. e la furia degli uragani e dei mari li
strapperebbero dal suolo dove erano
24:28 Nessuna corruzione morale
cresciuti riducendoli, con rami e radi-
sfuggirà alla sua ira e al suo giudizio.
ci, in enormi cumuli. I mari si svuo-
Dovunque sarà il cadavere, lì si radu- terebbero, perché le loro acque deflu-
neranno le aquile. Il cadavere simbo- irebbero altrove. (40)
leggia il giudaismo e il cristianesimo
apostati e l’intero sistema mondiale che 24:30 Allora apparirà nel cielo il
si è alleato contro Dio e il suo Cristo. Le segno del Figlio dell’uomo. Si ignora
aquile, o gli avvoltoi, rappresentano i la natura di tale segno. La prima ve-
giudizi di Dio, che saranno sciolti alla nuta di Cristo fu accompagnata dal
venuta del Messia. segno della stella. Probabilmente una
stella miracolosa annuncerà anche
D. Il ritorno di Cristo la seconda venuta. Alcuni ritengono
(24:29-31) che il Figlio dell’uomo stesso sarà il
24:29 Alla fine della grande tribolazione segno. Di qualunque segno si tratte-
accadranno avvenimenti terribili nel rà, la sua apparizione sarà evidente a
cielo. …il sole si oscurerà e, poiché la tutti.
luna brilla della sua luce riflessa, pari- …tutte le tribù della terra faranno
menti la luna non darà più il suo splen- cordoglio, indubbiamente per aver ri-
dore. Le stelle precipiteranno dal cielo e fiutato Cristo. Ma saranno soprattut-
i pianeti usciranno dalle rispettive or- to le tribù del paese,(41) le dodici tribù
bite. Inutile dire che tali ampi sconvol- d’Israele, a far cordoglio: “Essi guar-
gimenti cosmici avranno ripercussioni deranno a me, a colui che essi hanno
sul clima, sulle maree e sull’avvicendar- trafitto, e ne faranno cordoglio come
si delle stagioni della terra. si fa cordoglio per un figlio unico, e
Velikovsky ci dà una pallida idea di lo piangeranno amaramente come si
questi eventi descrivendo cosa si verifi- piange amaramente un primogenito”
cherebbe se un corpo celeste si avvici- (Za 12:10; vd. commento a 23:10).
nasse così tanto alla Terra da provocarne Poi vedranno il Figlio dell’uomo
l’inclinazione dell’asse di rotazione: venire sulle nuvole del cielo con gran
potenza e gloria. Che momento mera-
In quel momento un terremoto scuo-
viglioso! Colui che fu ricoperto di sputi
terebbe la terra. L’aria e l’acqua con-
e crocifisso apparirà come il Signore
tinuerebbero a spostarsi a lungo
per forza d’inerzia; la terra sarebbe
della vita e della gloria. Il mite e umile
spazzata da uragani e i mari irrompe- Gesù apparirà come Yahweh. L’Agnello
rebbero nei continenti, trascinando sacrificale discenderà come un Leone
ghiaia, sabbia e animali acquatici e vittorioso. Il vilipeso falegname di Na-
gettandoli a riva. Si registrerebbe un zaret ritornerà come Re dei re e Signore
repentino aumento della temperatu- dei signori su carri di nubi. Egli tornerà
ra: le rocce fonderebbero, i vulcani con la potenza e lo splendore di un Re:
entrerebbero in eruzione, la lava usci- quello sarà il momento che la creazio-
rebbe dalle fenditure della crosta ter- ne ha aspettato ardentemente per mi-
restre, penetrerebbe nelle spaccature gliaia di anni.

127
MATTEO 24:31

24:31 Quando scenderà, manderà i rimento a coloro che vissero all’epoca


suoi angeli in ogni parte del mondo per della prima venuta di Cristo sulla terra;
riunire i suoi eletti, vale a dire l’Israele quella generazione, infatti, è scom-
credente, nella sua terra. Giungeranno parsa senza che alcuno degli eventi
da tutte le parti del mondo per acco- descritti nel cap. 24 si sia verificato.
gliere il loro Messia e per entrare nel Dunque, cosa intendeva dire il Signo-
suo regno di gloria. re? Due sono le risposte possibili.
1. F.W. Grant e altri ritengono che ciò si-
E. La parabola del fico gnifichi: “la stessa generazione che ha
(24:32-35) visto l’inizio di queste cose ne vedrà
24:32 Imparate dal fico questa simili- anche la fine”.(42) Le stesse persone
tudine. Di nuovo il Signore impartisce che hanno visto ricomparire Israele
una lezione spirituale con un esempio come nazione (o che vedranno l’ini-
tratto dalla natura. Quando i rami del zio della tribolazione) vedranno ar-
fico si fanno teneri e mettono le fo- rivare il Signore Gesù con le nuvole
glie, voi sapete che l’estate è vicina. del cielo per regnare.
Abbiamo visto che il fico rappresenta 2. Il termine generazione potrebbe si-
il popolo d’Israele (vd. 21:18-22). Per gnificare etnia, nel senso di individui
centinaia di anni Israele è rimasto in che hanno una stessa origine, appar-
uno stato di quiescenza, privo di un tenenti alla stessa specie o famiglia
governo proprio, di terra, di tempio, di (vd. Mt 12:45; 23:35-36). Gesù, quindi,
sacerdozio… in sostanza, privo di una previde che la stirpe giudaica sarebbe
vita nazionale: il suo popolo era sparso sopravvissuta fino al compimento di
in tutto il mondo. tutte queste cose. La sopravvivenza di
Poi, nel 1948, Israele diventò una na- questo popolo fino a oggi, malgrado le
zione con una terra propria, un gover- persecuzioni più atroci, è un miracolo
no, una valuta ecc. Dal punto di vista della storia.
spirituale, questo paese è tuttora arido, Nondimeno, riteniamo che esista
freddo e sterile per Dio. Ma possiamo una terza possibilità:
convenire sul fatto che, come nazione, 3. Ai tempi di Gesù, “questa generazio-
i suoi rami sono verdi e teneri. ne” era un popolo che si era rifiutato
24:33 Così anche voi, quando vedre- decisamente di riconoscerlo come
te tutte queste cose, sappiate che egli Messia. Riteniamo che questa profe-
è vicino, proprio alle porte. La ricom- zia riguardi l’ostinazione del popolo
parsa d’Israele come nazione non solo d’Israele nel rifiutare Cristo, la qua-
significa che l’inizio della tribolazione le persisterà fino alla sua seconda
è vicino, ma che anche il Signore stesso venuta. Allora ogni ribellione sarà
è vicino, proprio alle porte ! sedata e solamente quanti si sotto-
Se il ritorno di Cristo e l’approssi- metteranno di buon grado alla sua
marsi del regno sono così vicini, quan- autorità saranno risparmiati ed en-
to più imminente sarà il rapimento treranno nel regno millenniale.
della chiesa? Se già vediamo l’ombra 24:35 Per sottolineare l’infallibilità
degli eventi che devono precedere la delle sue predizioni, Gesù aggiunse: il
sua apparizione in gloria, quanto più cielo e la terra passeranno, ma le mie
vicini siamo alla prima fase della sua parole non passeranno. Parlando del
parousia o venuta (vd. 1 Te 4:13-18)? cielo che passerà egli non alludeva alla
24:34 Dopo aver richiamato l’atten- dimora di Dio (vd. 2 Co 12:2-4), bensì
zione sul fico, Gesù aggiunse: Io vi dico all’atmosfera, la volta celeste e lo spazio
in verità che questa generazione non siderale che ci circonda. La dissoluzio-
passerà prima che tutte queste cose ne del cielo e della terra è descritta in
siano avvenute. L’espressione questa 2 P 3:10-13 e nuovamente menzionata
generazione non poteva essere un rife- in Ap 20:11.

128
MATTEO 24:48-51

F. Nessuno conosce il giorno e l’ora Questi due versetti sono spesso usati
(24:36-44) come un avvertimento per i non reden-
24:36 Per quanto riguarda l’ora e il gior- ti riguardo al rapimento, vale a dire la
no esatti della sua seconda venuta, nes- prima fase del ritorno di Cristo, allor-
suno li sa, neppure gli angeli del cielo, ché egli condurrà tutti i credenti con
neppure il Figlio, ma il Padre solo. Ciò sé nel cielo e lascerà tutti i non credenti
dovrebbe preservarci dalla tentazione per il giudizio. Senza dubbio, si tratta
di formulare ipotesi o di prestar fede di un’appropriata applicazione del bra-
alle congetture altrui. Non ci sorprende no, nondimeno, il contesto chiarisce
affatto che neppure gli angeli ne siano che l’interpretazione riguarda la venuta
al corrente: essi sono creature limitate, di Cristo per regnare.
con una conoscenza limitata. 24:42-44 A causa dell’incertezza ri-
Apparentemente, laddove coloro che guardo al giorno e all’ora, gli uomini
saranno in vita prima del ritorno di devono vegliare . Chiunque sapesse
Cristo saranno all’oscuro circa il gior- che stanno per entrargli in casa dei
no e l’ora, quanti conoscono la profezia ladri si terrebbe pronto e prenderebbe
saranno in grado di sapere l’anno. Essi le dovute precauzioni, pur non cono-
sapranno, per esempio, che ciò avverrà scendo l’ora esatta in cui ciò potreb-
approssimativamente tre anni e mezzo be avvenire. Il Figlio dell’uomo verrà
dopo che l’idolo da adorare sarà sta- quando meno le folle se lo aspette-
to innalzato nel tempio (vd. Da 9:27; ranno. Perciò i suoi devono rimanere
inoltre vd. Da 7:25; 12:7, 11; Ap 11:2-3; vigili nell’attesa.
12:14; 13:5).
24:37-39 In quei giorni, però, la mag- G. La parabola del servo fedele
gior parte della gente sarà indifferente, e del servo infedele (24:45-51)
proprio come… ai giorni di Noè. Seb- 24:45-47 Nella parte conclusiva di que-
bene l’epoca che precedette il diluvio sto capitolo, il Signore Gesù insegna che
fosse caratterizzata dell’empietà, non un servo rivela il proprio vero carattere
è alla malvagità umana che qui si in- dal comportamento che tiene durante
tende alludere. Ciò che qui si intende l’attesa del ritorno del padrone. Tutti i
rilevare è che gli uomini, pur essendo servi hanno il dovere di occuparsi del-
stati avvertiti riguardo all’imminente la conduzione familiare rispettando le
cataclisma, continuavano la solita vita modalità e i tempi stabiliti. Ma non tutti
di sempre: mangiavano, bevevano, si coloro che professano di essere dei servi
sposavano… In altre parole, svolgeva- di Cristo sono sinceri.
no le consuete attività, come se potes- Il servo fedele è colui che, al momen-
sero vivere per sempre e nulla potesse to del ritorno, viene trovato a occuparsi
nuocere loro. Quando si scatenò il di- del popolo di Dio. Un tale servo sarà
luvio, costoro erano impreparati e lon- onorato, nel regno, con l’attribuzione di
tani dall’unico rifugio sicuro. Questo è maggiori responsabilità. Il padrone lo
quanto succederà quando Cristo ritor- nominerà curatore di tutti i suoi beni.
nerà: sarà tratto in salvo solamente chi 24:48-51 Il servo malvagio rappre-
sarà in Cristo, arca della salvezza. senta il credente nominale, il cui com-
24:40-41 Allora due saranno nel portamento non è condizionato dalla
campo: l’uno sarà preso e portato in prospettiva del ritorno del Padrone.
giudizio, l’altro sarà lasciato ed entre- Egli comincia a battere i suoi conser-
rà nel regno millenniale. Due donne vi, e mangia e beve con gli ubriaconi.
macineranno al mulino : saranno Un tale comportamento dimostra che
istantaneamente separate. Una sarà non è pronto per il regno. Quando il
trascinata via dal diluvio del giudizio; Re tornerà, lo punirà e gli assegnerà la
l’altra sarà lasciata a gustare le benedi- sorte degli ipocriti, dove vi sarà pianto
zioni del regno di Cristo. e stridor di denti.

129
MATTEO 25:1-5

Questa parabola allude al ritorno mente non si può comprare lo Spirito


visibile di Cristo sulla terra come Re- Santo, ma la Bibbia usa ugualmente
Messia ma potrebbe, altresì, alludere al l’immagine dell’acquisizione della sal-
rapimento. Molti professano di essere vezza senza denaro e senza prezzo.
cristiani, ma dimostrano, con la loro 25:10-12 Mentre quelle erano lon-
ostilità verso il popolo di Dio e l’ami- tane, arrivò lo sposo. Nelle versione
cizia con gli empi, di non attendere af- siriaca e nella Vulgata, è scritto che lo
fatto il ritorno di Cristo. Per costoro, il sposo arrivò con la sua sposa. Questo
ritorno di Cristo comporterà il giudizio particolare si adatta perfettamente
anziché benedizione. all’immagine profetica. Il Signore Ge-
sù ritornerà dalle nozze (esse avran-
H. La parabola delle dieci vergini no luogo nel cielo [vd. Ef 5:27] dopo il
(25:1-13) rapimento) con la sua Sposa, la chiesa
25:1-5 L’avverbio allora, che rinvia al (vd. 1 Te 3:13). Il residuo fedele dei
cap. 24, colloca chiaramente questa pa- santi della tribolazione andrà con lui
rabola nel periodo precedente il ritorno al banchetto di nozze. Le nozze sono
del Re sulla terra e quello concomitante. una definizione appropriata della gioia
Gesù paragonò il regno dei cieli di quel e delle benedizioni del regno di Cristo
tempo a dieci vergini le quali, prese le sulla terra. Le vergini avvedute entra-
loro lampade, uscirono a incontrare lo rono con lui nella sala delle nozze, e la
sposo. Cinque di loro erano avvedute porta fu chiusa. Era ormai troppo tardi
e avevano olio a sufficienza per le lam- per chiunque altro volesse entrare nel
pade ; le altre non ne avevano. Durante regno. Quando vennero anche le altre
l’attesa, tutte si addormentarono. vergini chiedendo di entrare, lo sposo
Le cinque vergini avvedute rap- disse loro che non le conosceva: una
presentano i veri discepoli di Cristo chiara dimostrazione che esse non
durante la tribolazione. Le lampade erano nate di nuovo.
indicano la professione di fede e l’olio 25:13 L’insegnamento di Gesù è rac-
è visto, in genere, come simbolo dello chiuso nell’invito a vegliare, perché
Spirito Santo. Le vergini stolte rappre- non si sa né il giorno né l’ora della sua
sentano quanti proclamano di aderire venuta. I credenti devono vivere come
alla speranza messianica ma che non se il Signore dovesse tornare da un
si sono mai veramente convertiti e, di momento all’altro. Le nostre lampade
conseguenza, non possiedono lo Spiri- hanno olio a sufficienza?
to Santo. Lo sposo è Cristo, il Re; il ri-
tardo simboleggia il periodo tra le due I. La parabola dei talenti
venute. Il sonno di tutte le dieci vergini (25:14-30)
dimostra che, esteriormente, non vi era 25:14-18 Anche questa parabola inse-
molta differenza tra di loro. gna che, quando il Signore ritornerà,
25:6 A mezzanotte fu annunciato troverà dei servi veri e dei servi falsi.
l’arrivo dello sposo. Nel capitolo prece- La storia narra di un uomo che, prima
dente abbiamo visto che la sua venuta di partire per un lungo viaggio, chia-
sarà annunciata da segni terribili. mò i suoi servi e diede… a ciascuno
25:7-9 Le vergini si svegliarono e una certa somma di denaro, secondo
prepararono le loro lampade : tutte la sua capacità di amministrarla. Uno
volevano apparire pronte. Le stolte, ricevette cinque talenti, un altro due e
che non avevano l’olio, ne chiesero alle un altro uno. Quei servitori avrebbero
altre; ma furono invitate ad andarselo dovuto far fruttare quel denaro per il
a comprare. Il rifiuto delle avvedute padrone. L’uomo con i cinque talenti
sembra egoistico, ma occorre chiarire ne guadagnò altri cinque. E anche il
che, in ambito spirituale, è impossibile servo con i due talenti raddoppiò il
trasmettere lo Spirito ad altri. Natural- capitale. Ma l’uomo che ne aveva ri-

130
MATTEO 25:28-29

cevuto uno, andò a fare una buca e vi dovuto far fruttare il talento. Le tue
nascose il talento. parole ti condannano, invece di scu-
Non è difficile capire che Gesù è sarti”.
il padrone e che il lungo viaggio è il 25:28-29 Se l’uomo avesse guada-
periodo che intercorre tra le sue due gnato un talento, sarebbe stato lodato
venute. I tre servi sono gli Israeliti che come gli altri due. Invece tutto ciò che
vivranno durante il periodo della tri- poté presentare fu una buca in terra! Il
bolazione e che avranno la responsa- talento gli fu tolto e fu dato all’uomo
bilità di curare gli interessi del Signore con i dieci talenti. Questo corrisponde
in sua assenza. La responsabilità sarà a una legge immutabile in campo spi-
conferita in base alle loro capacità in- rituale: a chiunque ha, sarà dato ed
dividuali. egli sovrabbonderà; ma a chi non ha,
25:19-23 Dopo molto tempo, il pa- sarà tolto anche quello che ha . A chi
drone di quei servi ritornò a fare i vuole impegnarsi per la gloria di Dio,
conti con loro. Questa immagine rap- saranno anche dati i mezzi per farlo.
presenta il ritorno del Signore. I primi Più farà, più sarà in grado di fare per
due uomini furono elogiati allo stesso il Signore. D’altro canto, ciò che non si
modo: Va bene, servo buono e fedele; usa si perde. La ricompensa della pigri-
sei stato fedele in poca cosa, ti costitu- zia è l’atrofia.
irò sopra molte cose; entra nella gioia La menzione dei banchieri, nel v. 27,
del tuo Signore. fa capire che, se non siamo in grado di
La dimostrazione del loro servizio usare per il Signore ciò che possedia-
non consisteva nella somma guada- mo, dobbiamo affidarlo ad altri che
gnata, bensì nella misura del loro im- sappiano farne buon uso. In questo
pegno. Ognuno aveva impiegato tutte senso, i banchieri potrebbero essere dei
le proprie facoltà e aveva ottenuto un missionari, delle associazioni che pro-
guadagno del cento per cento. Costo- muovono la traduzione e la diffusione
ro rappresentano i veri credenti, il cui della Bibbia, le case editrici cristiane,
premio è il godimento delle benedizio- programmi radiofonici che trasmetto-
ni del regno messianico. no il vangelo ecc. In un mondo come il
25:24-25 Il terzo servo seppe solo nostro, non ci sono scuse per chi non fa
insolentire e accampare scuse: costui fruttare il proprio denaro. Pierson ci dà
accusò il padrone di essere un uomo un’utile raccomandazione:
duro e insensato che mieteva dove non
aveva seminato e raccoglieva dove non Le persone timorose, che non sono
aveva sparso. Si discolpò afferman- adatte a un servizio coraggioso e
do di aver sotterrato il suo talento per indipendente a beneficio del regno,
possono unire la loro incapacità alla
paura. Questo servo era indubbiamen-
capacità e alla saggezza di altri, che
te un incredulo; nessun servo leale nu-
useranno i loro doni e proprietà per
trirebbe pensieri simili nei confronti il Signore e la sua chiesa… L’ammini-
del suo padrone. stratore ha denaro, o forse altri doni,
25:26-27 Il suo padrone lo accusò che può impiegare, ma gli mancano
di essere malvagio e fannullone. Se la fede e la lungimiranza, l’energia
aveva una così misera opinione del pratica e la saggezza. I “cambiavalu-
padrone, perché non aveva portato te” del Signore gli possono mostrare
il… denaro dai banchieri per guada- in che modo farli fruttare per il Si-
gnare almeno gli interessi? Per inciso, gnore... In parte, la chiesa esiste af-
nel v. 26, il padrone non è d’accordo finché la forza di un membro possa
con le accuse contro di lui. aiutare la debolezza di un altro e af-
In altre parole gli dice: “Se sei dav- finché, con la cooperazione di tutti,
vero convinto che io sia un padrone la forza del più piccolo, e più debole,
del genere, a maggior ragione avresti possa crescere. (43)

131
MATTEO 25:30

25:30 Il servo inutile fu buttato fuori, dalla fondazione del mondo. Ciò av-
escluso dal regno: egli avrebbe condi- verrà perché gli diedero da mangiare
viso la sorte terribile dei malvagi. Non quando ebbe fame, gli diedero da bere
fu condannato per non aver saputo in- quando ebbe sete, lo accolsero quando
vestire il talento, bensì per l’incapacità fu straniero, lo vestirono quando era
di fare opere buone: questa dimostrò nudo, lo visitarono quando era amma-
che non possedeva la fede salvifica. lato e andarono a trovarlo quando era
in prigione. Le pecore giuste dichiare-
J. Il re giudica le nazioni ranno di non sapere di aver mai dimo-
(25:31-46) strato tanta benevolenza al Re. Non era
25:31 Questo capitolo descrive il giu- neanche stato sulla terra quando essi
dizio delle nazioni, che bisogna di- erano in vita! Egli spiegherà che, aiu-
stinguere dal tribunale di Cristo e dal tando uno di questi suoi minimi fra-
giudizio del grande trono bianco. telli, avevano aiutato lui. Qualunque
Il giudizio del tribunale di Cristo, cosa buona fatta a uno dei suoi disce-
davanti al quale solo i credenti saranno poli sarà premiata come se fosse stata
esaminati e premiati, avrà luogo dopo fatta a lui stesso.
il rapimento (vd. Ro 14:10; 1 Co 3:11-15; 25:41-45 Ai capri ingiusti ordinerà
2 Co 5:9-10). Il giudizio del grande tro- di andare via… nel fuoco eterno, pre-
no bianco avverrà nell’eternità, dopo parato per il diavolo e per i suoi ange-
il regno millenniale. I malvagi, ossia li, perché non hanno provveduto a lui
coloro che saranno morti nel peccato, durante il terribile “tempo di angoscia
saranno giudicati e consegnati allo per Giacobbe” (vd. Gr 30:7). Quando
stagno di fuoco (vd. Ap 20:11-15). essi si scuseranno, obiettando di non
Il giudizio delle nazioni avverrà averlo mai visto, egli ricorderà loro che,
sulla terra, allorché Cristo giungerà disinteressandosi dei suoi discepoli, si
per prendere posto sul suo trono glo- erano disinteressati di lui stesso.
rioso e regnare, ossia quando il Figlio 25:46 Così i capri se ne andranno a
dell’uomo verrà nella sua gloria con punizione eterna; ma le pecore a vita
tutti gli angeli. Se è corretto ravvisare eterna . A questo punto nascono due
nei fatti qui descritti quelli profetizzati problemi: 1° apparentemente, in que-
da Gioele, tutto questo si svolgerà nel- sto passo si sottintende che le nazioni
la valle di Giosafat, nei pressi di Geru- saranno salvate, o perdute, in massa;
salemme (Gl 3:2). Colà sarà giudicato, 2° dal racconto si ricava l’impressione
durante la tribolazione, il comporta- che le pecore saranno salvate per aver
mento delle nazioni nei confronti dei compiuto delle opere buone, laddove
fratelli giudei di Cristo (Gl 3:1-2, 12-14; i capri saranno condannati per non
Mt 25:31-46). aver compiuto opere buone. Per quan-
25:32 È importante notare che so- to riguarda il primo problema, biso-
no menzionati tre gruppi di individui: gna ricordare che Dio effettivamente
le pecore, i capri e i fratelli di Cristo. I tratta le nazioni considerandole nella
primi due gruppi sottoposti al giudi- loro interezza. La storia veterotesta-
zio di Cristo saranno le nazioni viventi mentaria abbonda di esempi in cui
durante la tribolazione. Il terzo gruppo nazioni intere furono punite a causa
sarà costituito dai fratelli giudei di Cri- del loro peccato (vd. Is 10:12-19; 47:5-
sto, che si rifiuteranno di rinnegare il 15; Ez 25:6-7; Am 1:3, 6, 9, 11, 13; 2:1,
suo nome durante la tribolazione, no- 4, 6; Ad 10; Za 14:1-5). Non è illogico
nostante la violenta persecuzione. ritenere che le nazioni continueranno
25:33-40 Il re disporrà le pecore a subire la punizione divina. Ciò non
alla sua destra e i capri alla sinistra . significa che ogni singolo individuo
Poi inviterà le pecore a entrare nel suo di una nazione dovrà subire il giudi-
glorioso regno… preparato per loro fin zio, bensì che i principi della giustizia

132
MATTEO 26:3-5

divina saranno applicati sia su base l’altra. Occorre specificare che, nel-
nazionale sia su base individuale. la lingua greca, non esiste nessun
Il sostantivo ethne può essere tra- altro termine con tale accezione.
dotto sia con “genti”, come in questo Nondimeno, sappiamo che “eterno”
brano, sia con “nazioni”. Alcuni riten- significa “senza fine”, perché tale ag-
gono che il brano descriva il giudizio gettivo è usato per definire l’eternità
di singoli individui. Che si tratti di di Dio (vd. 1 Ti 1:17).
intere nazioni o di singoli individui, il 3. Il giudizio delle genti ribadisce, con
problema che si pone è come si possa forza, che Cristo e il suo popolo sono
radunare una tale moltitudine davanti un’unità inscindibile: ciò che riguar-
al Signore in Israele. Forse la cosa mi- da i suoi riguarda anche lui. Sono,
gliore è pensare a rappresentanti delle dunque, infinite le opportunità per
nazioni o a piccoli gruppi convocati mostrare benevolenza a lui… mo-
per il giudizio. strando benevolenza a coloro che lo
Per quanto riguarda il secondo pro- amano.
blema, non ci si può servire di questo
passo per insegnare la salvezza per XIV. PASSIONE E MORTE DEL RE
opere. Invariabilmente, la Bibbia atte- (capp. 26–27)
sta che la salvezza si ottiene mediante
la fede, e non in virtù di opere (vd. Ef A. La congiura per uccidere Gesù
2:8-9). Ma la Bibbia è altrettanto cate- (26:1-5)
gorica nell’insegnare che la vera fede 26:1-2 Per la quarta e ultima volta in
produce buone opere. Se mancano le questo Vangelo, il Signore avvertì i
opere buone, è evidente che l’individuo suoi discepoli che egli sarebbe do-
in questione non è stato salvato. Perciò vuto morire (vd. 16:21; 17:23; 20:18).
dobbiamo comprendere che le nazioni Questo ultimo annuncio evidenziava
non saranno salvate per aver aiutato il lo stretto rapporto temporale esisten-
residuo fedele dei Giudei, bensì perché te tra la Pasqua e la crocifissione: Voi
tale benevolenza avrà dimostrato il lo- sapete che fra due giorni è la Pasqua,
ro amore per il Signore. e il Figlio dell’uomo sarà consegnato
Dobbiamo fare altre tre considera- per essere crocifisso. Quell’anno la
zioni. Pasqua avrebbe assunto il suo vero
1. Leggiamo che il regno è stato prepa- significato. L’Agnello pasquale era fi-
rato per i giusti fin dalla fondazione nalmente arrivato e fra poco sarebbe
del mondo (vd. v. 34), mentre l’infer- stato immolato.
no fu preparato per il diavolo e i suoi 26:3-5 Proprio mentre il Signo-
angeli (vd. v. 41). Dio desidera che gli re pronunciava queste parole, i capi
uomini siano tutti benedetti (vd. 1 Ti dei sacerdoti, gli scribi e gli anziani
2:3-4; originariamente l’inferno non del popolo si riunirono nel palazzo
era destinato alla razza umana). del sommo sacerdote… Caiafa , per
Nondimeno, se gli uomini rifiutano mettere a punto la loro strategia. Essi
volontariamente la vita scelgono, ne- volevano arrestarlo di nascosto e uc-
cessariamente, la morte. ciderlo, ma non ritenevano prudente
2. Il Signore Gesù parlò del fuoco eter- farlo durante la festa, perché il popolo
no (vd. v. 41), della punizione eter- avrebbe potuto reagire con violenza
na (vd. v. 46) e della vita eterna alla sua esecuzione. Sembra incredi-
(vd. v. 46). Colui che parlava della bile che i capi religiosi d’Israele fos-
vita eterna, parlò anche del castigo sero anche a capo della congiura per
eterno. Per definire ambedue le con- uccidere il loro Messia! Essi sarebbero
dizioni, è stato usato il medesimo dovuti essere i primi a riconoscerlo e a
aggettivo; dunque sarebbe incon- metterlo sul trono. Invece costituiva-
gruente accettare l’una e rifiutare no l’avanguardia dei suoi nemici.

133
MATTEO 26:6-7

B. Gesù unto a Betania C. Il tradimento di Giuda


(26:6-13) (26:14-16)
26:6-7 Questo episodio costituisce 26:14-15 Allora uno dei dodici, uno dei
una pausa rasserenante in mezzo alla discepoli vissuti con il Signore Gesù, che
malvagità dei sacerdoti, la meschinità aveva viaggiato con lui, visto i suoi mi-
dei discepoli e il tradimento di Giuda. racoli, ascoltato il suo insegnamento in-
Mentre Gesù era a Betania, in casa di comparabile ed era stato testimone del
Simone il lebbroso, venne a lui una miracolo di una vita senza peccato, uno
donna che portava un vaso di un olio che Gesù avrebbe potuto definire “l’ami-
profumato, molto costoso, e lo versò co… in cui avevo fiducia e che mangiava
sul capo di lui. Il prezzo elevato del suo il mio pane” (Sl 41:9), levò il calcagno
sacrificio esprimeva la profondità della contro il Figlio di Dio (vd. Gv 13:18). Giu-
sua devozione per il Signore Gesù; el- da Iscariota andò dai capi dei sacerdoti
la era convinta che nulla fosse troppo e con loro concordò il tradimento del Si-
prezioso per lui. gnore per trenta sicli d’argento. I sacer-
26:8-9 I suoi discepoli, e Giuda in doti gli pagarono immediatamente una
particolare (vd. Gv 12:4-5), consideraro- somma irrisoria, circa 350 gr d’argen-
no questo gesto uno spreco enorme: es- to. È impressionante la differenza che
si pensavano che sarebbe stato meglio emerge tra la donna, che unse Gesù nel-
dare questi soldi ai poveri. la casa di Simone, e Giuda. Per lei, Gesù
26:10-12 Ma Gesù corresse il loro valeva moltissimo; Giuda, al contrario,
pensiero perverso. Il gesto di quel- lo valutò ben poco.
la donna non era affatto sbagliato; 26:16 E così, colui che da Gesù aveva
al contrario, era splendido, oltre che ricevuto solamente benevolenza, uscì
tempestivo. I poveri possono essere per predisporre la turpe transazione.
aiutati sempre. Ma solo in un preci-
so momento della storia universale D. L’ultima Pasqua
il Salvatore poteva essere unto per la (26:17-25)
sua sepoltura. Quel momento era ve- 26:17 Era il primo giorno degli azzimi,
nuto e solo una donna, con il suo di- il giorno in cui, nelle case dei Giudei, si
scernimento spirituale, aveva saputo spazzava via qualsiasi traccia di lievito.
coglierlo. Quali pensieri saranno passati per la
Credendo nelle predizioni del Si- mente del Signore, allorché inviò i suoi
gnore riguardo alla sua morte, ella discepoli a Gerusalemme per preparare
aveva capito che doveva ungerlo allo- la Pasqua? Ogni particolare della cena
ra o mai più. E, considerati gli eventi avrebbe avuto un significato profondo.
che seguirono, ella dimostrò di aver 26:18-20 Gesù diede disposizioni
avuto ragione: altre donne avrebbero ai discepoli di cercare un tale che li
voluto ungere il corpo di Gesù dopo avrebbe condotti a una determinata
la sepoltura, ma furono impossibili- casa. Forse l’imprecisione di tali in-
tate a farlo, poiché Gesù era risorto dicazioni aveva lo scopo di ostaco-
(vd. Mr 16:1-6). lare i cospiratori. Ad ogni modo, qui
26:13 Il Signore Gesù rese immorta- vediamo quanto perfettamente Gesù
le il semplice gesto di amore di questa conosca gli individui, i luoghi in cui si
donna: In verità vi dico che in tutto trovano e la loro disponibilità a coope-
il mondo, dovunque sarà predicato rare. Notiamo le sue parole: Il Maestro
questo vangelo, anche ciò che ella ha dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pa-
fatto sarà raccontato in memoria di squa da te, con i miei discepoli. Gesù
lei. Ogni atto di vera adorazione riem- affrontava la morte imminente con
pie i cortili del cielo di fragrante pro- padronanza di sé. In perfetta calma or-
fumo ed è indelebilmente impresso ganizzò i preparativi della cena. Quale
nella memoria del Signore. privilegio, per questo anonimo creden-

134
MATTEO 26:30

te, mettere a disposizione la propria tiene. Il calice conteneva il frutto della


casa per l’ultima Pasqua del Signore! vigna che, a sua volta, era un simbolo, il
26:21-24 Mentre cenavano, Gesù simbolo del sangue del nuovo patto. Il
diede l’annuncio sconvolgente che uno nuovo e incondizionato patto di grazia
dei dodici l’avrebbe tradito. I discepoli sarebbe stato sancito con il prezioso
erano molto avviliti, addolorati e in- sangue di Gesù, sparso per molti per il
sicuri. Uno dopo l’altro gli domanda- perdono dei peccati. Il suo sangue era
rono: Sono forse io, Signore? Quando sufficiente per procurare il perdono per
tutti, tranne Giuda, ebbero fatto questa tutti. Ma qui egli dice che era sparso
domanda, il Signore disse che il tradi- per molti, poiché è efficace per togliere
tore era colui che avrebbe messo con i peccati di quelli che credono.
lui la mano nel piatto. Poi il Signore 26:29 Poi il Salvatore ricordò ai suoi
prese un pezzo di pane, lo intinse nel discepoli che, da quel momento in poi,
sugo della pietanza e, in un gesto di non avrebbe più bevuto con loro il
particolare affetto e amicizia, lo diede frutto della vigna, fino al giorno in cui
a Giuda (vd. Gv 13:26). Egli ricordò lo- tornerà sulla terra per regnare. Allora il
ro che ciò che stava per accadergli era vino avrà un nuovo significato: sarà un
inevitabile. Ma questo non assolveva il simbolo della gioia, nonché delle bene-
traditore dalla sua responsabilità; sa- dizioni, del regno del Padre.
rebbe stato meglio per lui se non fosse Spesso si sente domandare se è bene
mai nato. Giuda decise deliberatamen- usare, per la cena del Signore, pane lie-
te di vendere il Salvatore e, perciò, fu vitato o pane azzimo, vino fermentato
ritenuto personalmente responsabile. o vino non fermentato. Non c’è dubbio
26:25 Quando, alla fine, Giuda chiese che il Signore usò pane azzimo e vino
apertamente se fosse lui stesso il tradi- fermentato (a quel tempo, tutti i vini
tore, Gesù rispose affermativamente. erano fermentati). Chi sostiene che il
pane lievitato danneggi il carattere sim-
E. La cena del Signore bolico dell’atto (il lievito è un’immagine
(26:26-29) del peccato), deve ammettere che lo
In Gv 13:30 vediamo che Giuda, appe- stesso vale per la fermentazione. È mol-
na ricevuto il pezzo di pane, uscì. Era to triste che ci si preoccupi così tanto
notte. Possiamo perciò concludere che degli elementi da non vedere più il Si-
non era presente quando fu istituita la gnore stesso. Paolo sottolineò che è il si-
cena del Signore (sebbene vi siano am- gnificato spirituale del pane che conta,
pie divergenze in merito). non il pane in sé. “Poiché anche la no-
26:26 Dopo aver celebrato la sua ul- stra Pasqua, cioè Cristo, è stata immola-
tima Pasqua, il Salvatore istituì quella ta. Celebriamo dunque la festa, non con
che conosciamo come “cena del Signo- vecchio lievito, né con lievito di malizia
re”. Gli elementi essenziali, pane e vino, e di malvagità, ma con gli azzimi della
erano già sulla tavola, perché facevano sincerità e della verità” (1 Co 5:7-8). Non
parte del pasto pasquale. Gesù li rivestì è il lievito del pane che conta, bensì il
di un nuovo significato. Per prima co- lievito della nostra vita !
sa, prese del pane e, dopo aver detto la
benedizione, lo ruppe e lo diede ai suoi F. I discepoli troppo sicuri di sé
discepoli dicendo: “Prendete, mangia- (26:30-35)
te, questo è il mio corpo”. Poiché il suo 26:30 Dopo la cena del Signore il
corpo non era ancora stato dato sulla piccolo gruppo cantò un inno, pro-
croce, è chiaro che parlava in senso babilmenteù tratto dai Sl 113–118 (“il
figurato, usando il pane come simbolo grande Hallel ”). Gesù e i discepoli
del suo corpo. lasciarono Gerusalemme, attraver-
26:27-28 Lo stesso vale per il calice ; sarono il torrente Chedron e salirono
il recipiente è simbolo di ciò che con- il pendio occidentale del monte degli

135
MATTEO 26:31

Ulivi finché giunsero al giardino di A tale proposito Guy King osserva:


Getsemani. “Il carattere soprannaturale dell’even-
26:31 Durante tutto il suo ministe- to fa temere che, toccandolo, gli si pos-
ro sulla terra, il Signore Gesù aveva sa, in qualche modo, arrecare danno”.
avvisato i suoi discepoli di quanto 26:36-38 Entrato nel Getsemani
sarebbe successo. Ora annunciò che, (significato: “tino” o “frantoio per le
quella notte, tutti loro si sarebbero olive”), Gesù ordinò a otto degli undici
allontanati da lui. Di fronte al furore discepoli che erano con lui di sedersi
della tempesta che sarebbe scoppiata, ad aspettare; poi si addentrò nel giar-
si sarebbero lasciati prendere dallo dino con Pietro e i due figli di Zebedeo.
sgomento. Per salvare la pelle, avreb- Ciò potrebbe significare che discepoli
bero abbandonato il loro Maestro. diversi hanno capacità diverse di par-
Si sarebbe in tal modo adempiuta la tecipare all’agonia del Signore?
profezia di Zaccaria: “Io percoterò il Gesù cominciò a essere triste e
pastore e le pecore del gregge saranno angosciato. Egli confessò a Pietro,
disperse” (Za 13:7). Giacomo e Giovanni che la sua anima
26:32 Ma Gesù non li lasciò pri- era oppressa da tristezza mortale. Si
vi di speranza. Anche se si fossero trattava indubbiamente dell’indicibile
vergognati del loro legame con lui, ritrosia della sua anima santa, poiché
egli non li avrebbe mai abbandonati. sapeva che sarebbe stato sacrificato
Dopo essere risuscitato dalla morte, per i nostri peccati. Poiché siamo pec-
li avrebbe incontrati in Galilea . Che catori, non possiamo immaginare che
amico meraviglioso, l’amico che non cosa dovette significare per colui che
delude mai! era senza peccato essere “fatto diven-
26:33-34 Pietro interruppe il di- tare peccato per noi” (2 Co 5:21).
scorso con un’affermazione sconsi- 26:39 Non sorprende che lasciasse
derata, assicurando il Signore che, i tre e andasse un po’ più avanti nel
quando anche gli altri l’avessero ab- giardino. Nessun altro sarebbe stato
bandonato, egli non l’avrebbe mai in grado di condividere la sua soffe-
fatto. Gesù cambiò il suo “mai ” in renza o di elevare la sua preghiera:
questa stessa notte… tre volte. Prima Padre mio, se è possibile, passi oltre
del canto del gallo, quel discepolo da me questo calice! Ma pure, non co-
impulsivo avrebbe rinnegato il suo me voglio io, ma come tu vuoi.
Maestro tre volte. Non dobbiamo pensare che questa
26:35 Ma Pietro continuò a soste- preghiera esprimesse ribellione o il
nere la propria lealtà dichiarando di desiderio di tornare indietro. Ricor-
essere disposto a morire con Cristo, diamo le parole riportate in Gv 12:27-
piuttosto che rinnegarlo. Tutti i disce- 28: “Ora, l’animo mio è turbato; e che
poli furono d’accordo con lui, ripro- dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma
mettendosi di fare altrettanto. Erano è per questo che sono venuto incon-
sinceri: sapevano quello che diceva- tro a quest’ora. Padre, glorifica il tuo
no. Ma non conoscevano abbastanza nome!”. Perciò, pregando che il cali-
i loro cuori. ce passasse oltre, egli non chiedeva
di essere risparmiato dalla croce. Era
G. L’agonia nel giardino proprio questo il motivo per il quale
di Getsemani (26:36-46) era venuto nel mondo!
Nessuno può leggere il racconto del Era una preghiera retorica: il suo
giardino di Getsemani senza render- scopo non era ricevere una risposta,
si conto di trovarsi su un suolo sacro. ma insegnarci una lezione. In effetti,
Qualsiasi commentatore prova, nei Gesù stava dicendo: “Padre mio, se
confronti di questo passo, un senso di esiste una via diversa dalla mia morte
timore reverenziale e di reticenza. sulla croce, per la quale dei peccatori

136
MATTEO 26:51

malvagi possano essere salvati, rivela- tare il suo pianto, per meditare sulla
mela! Ma in tutto ciò, vorrei che fosse sua pena e per ringraziarlo di tutto
manifesto che non desidero niente che cuore!
vada contro la tua volontà”.
Quale fu la risposta? Non vi fu ri- H. Gesù tradito e arrestato
sposta; il cielo tacque. Da questo silen- nel Getsemani (26:47-56)
zio eloquente apprendiamo che, per Il tradimento del Salvatore senza pec-
Dio, non c’era altra via per giustificare cato da parte di una delle sue creature
il peccatore colpevole, se non tramite rappresenta una delle assurdità più
Cristo, il Salvatore senza peccato, che sorprendenti della storia. Se non cono-
morì in vece nostra. scessimo la depravazione dell’uomo,
26:40-41 Tornando dai discepoli… non saremmo in grado di spiegarci
li trovò addormentati. Il loro spirito l’ignobile, imperdonabile tradimento
era pronto, ma la loro carne era debole. di Giuda.
Non osiamo condannarli, se pensiamo 26:47 Mentre Gesù parlava ancora
alla nostra vita di preghiera; siamo più con i discepoli, Giuda arrivò con una
capaci di dormire che di pregare e i banda armata di spade e bastoni. Cer-
nostri pensieri vagano quando, invece, to, l’idea delle armi non era stata sua:
dovremmo essere attenti. Quante volte egli non aveva mai visto il Salvatore
il Signore deve dirci le stesse parole che opporsi o difendersi. Probabilmente
ha rivolto a Pietro: Così, non siete stati le armi simboleggiavano la determi-
capaci di vegliare con me un’ora sola? nazione dei capi dei sacerdoti e degli
Vegliate e pregate, affinché non cadia- anziani, essi volevano catturarlo e im-
te in tentazione. pedirgli di fuggire.
26:42 Di nuovo, per la seconda vol- 26:48 Giuda si sarebbe servito di un
ta, andò e pregò mostrando la propria bacio come segnale, perché la banda
sottomissione alla volontà del Padre. potesse distinguere Gesù dai suoi di-
Avrebbe bevuto fino in fondo il calice scepoli. Il simbolo universale dell’amo-
della sofferenza e della morte. re stava per essere infangato da un
Nella sua vita di preghiera, Gesù fu gesto turpe.
necessariamente solo: egli aveva in- 26:49 Avvicinandosi al Signore, Giu-
segnato ai discepoli a pregare e aveva da disse: Ti saluto, Rabbì! e lo baciò. In
pregato in loro presenza, ma non ave- questo passo sono stati usati due ter-
va mai pregato insieme con loro. In ra- mini diversi per baciò : 1° nel v. 48 tro-
gione dell’unicità della sua persona e viamo l’accezione comune; 2° nel v. 49
della sua opera, chiunque era escluso è usato un termine più espressivo, con
dalla sua vita di preghiera. cui si indica un bacio ripetuto o dimo-
26:43-45 Quando tornò dai disce- strativo.
poli per la seconda volta, essi erano di 26:50 Calmo e determinato, Gesù do-
nuovo addormentati, e così accadde mandò: Amico, che cosa sei venuto a fa-
anche la terza volta: egli pregava, essi re? Senza dubbio questa domanda colpì
dormivano. Infine disse loro: Dormite Giuda nel profondo, ma ormai gli eventi
pure oramai, e riposatevi! Ecco, l’ora si accavallavano. La folla in tumulto si
è vicina, e il Figlio dell’uomo è dato riversò nel giardino e, senza ulteriori
nelle mani dei peccatori. indugi, afferrò il Signore Gesù.
26:46 L’opportunità di vegliare con 26:51 Uno dei discepoli (da Gv 18:10
lui era passata. Già si sentivano risuo- apprendiamo che si trattava di Pietro)
nare i passi del traditore. Gesù ordinò: tirò fuori la sua spada e recise l’orec-
Alzatevi, andiamo, ma non per fuggi- chio del servo del sommo sacerdote. È
re, bensì per affrontare il nemico. improbabile che Pietro avesse mirato
Prima di lasciare quel giardino, fer- all’orecchio: probabilmente voleva as-
miamoci ancora un attimo per ascol- sestare un colpo mortale. Il fatto che la

137
MATTEO 26:52

sua mira risultò essere scarsa quanto il 26:56 Ma il Salvatore sapeva che la
suo discernimento è da attribuirsi alla malvagità degli uomini doveva espri-
provvidenza divina. mersi appieno affinché il progetto di Dio
26:52 La perfezione morale del Si- potesse compiersi. Ma tutto questo è av-
gnore Gesù risplende, qui, in tutta la venuto affinché si adempissero le Scrit-
sua bellezza. Anzi tutto rimproverò ture dei profeti. Rendendosi conto che
Pietro: Riponi la tua spada al suo po- per il loro Maestro non c’era più scam-
sto, perché tutti quelli che prendono la po, tutti i discepoli l’abbandonarono e
spada, periranno di spada. Nel regno fuggirono, presi dal panico. Se la loro
di Cristo le vittorie non si vincono con pusillanimità è imperdonabile, la nostra
espedienti terreni. Nel combattimento lo è ancora di più, giacché in costoro non
spirituale, il ricorso ad armi materiali dimorava ancora lo Spirito Santo che, in-
comporta la disfatta. Lasciamo che sia- vece, noi abbiamo ricevuto.
no i nemici del regno a usare la spada:
alla fine saranno sconfitti. I soldati di I. Gesù davanti a Caiafa
Cristo si affidino alla preghiera, alla (26:57-68)
Parola di Dio e alla potenza di una vita 26:57 Il Signore Gesù dovette subire due
ricolma dello Spirito Santo. processi: uno religioso, davanti ai capi
Dal medico Luca apprendiamo che giudei, e uno civile, davanti alle autorità
Gesù guarì immediatamente l’orec- romane. Mettendo insieme i racconti di
chio di Malco (questo era il nome della tutti e quattro i Vangeli, vediamo che
vittima; vd. Lu 22:51; Gv 18:10). Non è ogni processo si svolse in tre fasi. Rac-
questa una stupenda dimostrazione contando il processo giudaico, Giovan-
della grazia? Egli amava coloro che lo ni scrive che Gesù fu condotto prima da
odiavano e mostrava bontà verso quelli Anna, suocero di Caiafa. Il racconto di
che attentavano alla sua vita. Matteo inizia con la seconda fase a casa
26:53-54 Se Gesù avesse voluto op- di Caiafa, il sommo sacerdote, dove si
porsi alla folla, non si sarebbe limita- riunì il sinedrio. In genere gli accusati
to ad avvalersi della misera spada di avevano l’opportunità di preparare la
Pietro: avrebbe potuto chiedere più propria difesa. Ma quei dissennati capi
di dodici legioni d’angeli (da tren- religiosi si premurarono di tenere Gesù
taseimila a settantaduemila) e in un lontano dalla prigione e dalla giustizia
istante li avrebbe avuti al suo fianco. (vd. Is 53:8), rifiutandogli in ogni modo
Ma ciò avrebbe solamente ostacola- un processo equo.
to il piano di Dio. Le Scritture, che Quella notte i farisei, i sadducei, gli
preannunciavano il tradimento, la scribi e gli anziani che componevano il
passione, la crocifissione e la risur- sinedrio mostrarono un’assoluta inos-
rezione di Cristo, dovevano essere servanza delle regole che avrebbero
adempiute. dovuto rispettare: non avrebbero do-
26:55 Poi Gesù fece notare alla fol- vuto radunarsi di notte né, tanto meno,
la quanto fosse stato illogico uscire a durante una delle festività giudaiche;
prenderlo con le armi. Non l’avevano non avrebbero dovuto corrompere i te-
mai visto ricorrere alla violenza né par- stimoni perché giurassero il falso; non
tecipare a saccheggi. Al contrario era avrebbero dovuto pronunciare una sen-
stato un maestro tranquillo, che ogni tenza di morte finché non fosse trascor-
giorno sedeva nel tempio a insegnare. sa una notte intera. E, a meno che non si
Colà, essi avrebbero potuto prenderlo incontrassero “nel luogo detto Lastrico,
facilmente in qualsiasi momento… ma e in ebraico Gabbatà” (vd. Gv 19:13b),
non lo avevano fatto. Perché ora veni- nell’area del tempio, i loro verdetti non
vano con spade e bastoni? Umanamen- erano vincolanti. Impaziente di sbaraz-
te parlando, il loro comportamento era zarsi di Gesù, la classe dirigente giudaica
irragionevole. non esitò a infrangere le proprie leggi.

138
MATTEO 26:69-72

26:58 Caiafa fu il giudice incaricato uguale a Dio sotto ogni aspetto, sedu-
di presiedere la sessione. Il sinedrio fun- to alla sua destra e mi vedrete arrivare
geva sia da giuria sia da pubblico mini- sulle nuvole del cielo”.
stero, in una combinazione a dir poco Qui vediamo che Gesù si rivolse pri-
irregolare. Gesù era l’imputato. E Pietro ma a Caiafa, poi ai Giudei, quali rappre-
era spettatore, a distanza di sicurezza; sentanti di quegli Israeliti che vivranno
egli si sedette con le guardie, per vedere al tempo della venuta in gloria di Cristo
come la vicenda sarebbe finita. e che vedranno chiaramente che egli è
26:59-61 I capi giudei ebbero difficol- il Figlio di Dio.
tà a trovare qualche falsa testimonian- Lenski scrive: “Vi è chi sostiene che
za contro Gesù. Avrebbero avuto più Gesù non ebbe mai ad autodefinirsi
successo se avessero compiuto il loro ‘Figlio di Dio’. Qui (nel v. 64) egli giura
dovere, prioritario in questo processo di non essere niente di meno”.(44)
giudiziario, di cercare le prove della sua 26:65-67 Caiafa capì perfettamente.
innocenza. Alla fine, due falsi testimoni Gesù si richiamava a una profezia mes-
riportarono, in modo distorto, le parole sianica di Daniele: “Io guardavo, nelle
di Gesù: “Distruggete questo tempio, visioni notturne, ed ecco venire sulle
e in tre giorni lo farò risorgere!” (Gv nuvole del cielo uno simile a un figlio
2:19-21). Secondo quei testimoni, Gesù d’uomo; egli giunse fino al vegliardo e
avrebbe minacciato di distruggere il fu fatto avvicinare a lui” (Da 7:13). La
tempio di Gerusalemme, per poi rico- reazione del sommo sacerdote dimo-
struirlo. In realtà, Gesù aveva annun- stra che egli aveva compreso che Gesù
ciato la propria morte e la successiva sosteneva di essere uguale a Dio (vd. Gv
risurrezione. I Giudei, invece, si serviro- 5:18). Si stracciò le vesti sacerdotali, in
no di questa profezia per ucciderlo. risposta alla presunta bestemmia del
26:62-63 Di fronte a questa accusa, testimone. Con le sue parole sobillatrici,
il Signore Gesù tacque: “come la pecora rivolte al sinedrio, espresse un giudizio
muta davanti a chi la tosa, egli non aprì di colpevolezza contro Gesù. Interpel-
la bocca” (Is 53:7). Il sommo sacerdote, lato riguardo al verdetto, il consiglio
irritato dal suo silenzio, insistette per rispose: È reo di morte.
farlo parlare; ma ancora il Salvatore si 26:68 La seconda fase del processo
astenne dal rispondere. Allora il som- si conclude con l’immagine dei giudici
mo sacerdote gli disse: “Ti scongiuro che percuotono l’accusato, gli sputano
per il Dio vivente di dirci se tu sei il in viso e si beffano di lui invitandolo a
Cristo, il Figlio di Dio”. La legge di Mo- usare la sua potenza per identificare i
sè obbligava il Giudeo a testimoniare, suoi aggressori. Oltre a essere illegale,
qualora il sommo sacerdote gli impo- tutto il processo si rivelò una vera e
nesse il giuramento (vd. Le 5:1). propria farsa.
26:64 Essendo un Giudeo osservan-
te della legge, Gesù rispose: Tu l’hai J. Pietro rinnega Gesù e piange
detto. Poi affermò, con forza, la propria amaramente (26:69-75)
deità confermando di essere il Messia: 26:69-72 Giunse l’ora più nera per Pie-
anzi vi dico che da ora in poi vedrete tro. Mentre stava seduto fuori nel cor-
il Figlio dell’uomo seduto alla destra tile, una giovane donna gli si avvicinò
della Potenza, e venire sulle nuvole e lo accusò di essere uno dei compagni
del cielo. In sostanza diceva: “Io sono il di Gesù. La sua smentita fu rapida e
Cristo, il Figlio di Dio, come tu hai det- aggressiva: Non so che cosa dici. Pietro
to. Ora la mia gloria è nascosta in un uscì nell’atrio, forse per non attirare
corpo umano, e io ho l’aspetto di qual- nuovamente l’attenzione su di sé. Ma
siasi altro uomo. Mi vedi nei giorni del- anche là un’altra ragazza lo identificò
la mia umiliazione. Ma verrà il giorno davanti a tutti come uno di quelli che
in cui voi Giudei mi vedrete glorificato, erano con Gesù Nazareno. Questa vol-

139
MATTEO 26:73-74

ta egli giurò di non conoscere quell’uo- tempo di nascere sentimenti di pietà”


mo. Quell’uomo era il suo Signore. (Rev. Bill Serjak). In questo caso sembra
26:73-74 Di lì a poco, alcuni dei pre- che i capi religiosi volessero reprimere
senti gli si avvicinarono e dissero: Cer- qualsiasi sentimento di pietà. Ad ogni
to anche tu sei di quelli, perché anche modo, poiché i processi notturni erano
il tuo parlare ti fa riconoscere. Non illegali, si radunarono di mattina, per
bastava più una semplice smentita; dare validità legale al loro verdetto.
questa volta Pietro rafforzò la sua di- Sotto il governo romano, i capi giudei
chiarazione con giuramenti e impreca- non avevano l’autorità di infliggere la
zioni. Non conosco quell’uomo! E, con pena capitale. Si affrettarono, perciò, a
angosciante tempismo, il gallo cantò. condurre Gesù da Pilato, il governatore
26:75 Il suono familiare non solo romano. Benché il loro odio verso tutto
squarciò il silenzio delle prime ore del ciò che rappresentava Roma fosse pro-
mattino, ma anche il cuore di Pietro. fondo, essi erano disposti a “servirsi”
Ricordandosi di ciò che il Signore ave- di questo potere per placare il loro odio
va detto, il discepolo, umiliato, andato più grande. L’ostilità verso Gesù riesce
fuori, pianse amaramente. perfino a unire acerrimi nemici.
Nei Vangeli c’è una contraddizio-
ne apparente riguardo al numero e al L. Rimorso e morte di Giuda
momento dei rinnegamenti. In Matteo, (27:3-10)
Luca e Giovanni sta scritto che Gesù 27:3-4 Riconosciuto il suo peccato, os-
disse: “prima che il gallo canti, tu mi sia il tradimento di sangue innocente,
rinnegherai tre volte” (Mt 26:34; inol- Giuda volle restituire il denaro ai ca-
tre vd. Lu 22:34; Gv 13:38). Secondo pi dei sacerdoti e agli anziani. Questi
Marco, invece, Gesù annunciò: “prima astuti traditori che, solo qualche ora
che il gallo abbia cantato due volte, mi prima, avevano collaborato con tanto
rinnegherai tre volte” (Mr 14:30). zelo, ora non volevano avere più nulla
Forse più di un gallo cantò, uno du- a che fare con lui. Questa è una delle
rante la notte e un altro all’alba. Ed è ricompense del tradimento. Giuda si
anche possibile che i Vangeli racconti- pentì ma, il suo, non era il pio ravvedi-
no di almeno sei diversi rinnegamenti mento che conduce alla salvezza. Giuda
di Pietro. Egli rinnegò Cristo davanti era semplicemente preoccupato per le
a: 1° una serva (Mt 26:69-70; Mr 14:66- conseguenze personali del suo crimine,
68); 2° un’altra serva (Mt 26:71-72; Mr ma non era disposto a riconoscere Gesù
14:69-70); 3° i presenti (Mt 26:73-74; Mr Cristo come Signore e Salvatore.
14:70-71); 4° un uomo (Lu 22:58); 5° un 27:5 Disperato, Giuda gettò via i sicli
altro uomo (Lu 22:59-60); 6° un servo nel tempio, dove solo i sacerdoti ave-
del sommo sacerdote (Gv 18:26-27). vano accesso, poi uscì e si tolse la vita.
Riteniamo che quest’ultimo sia diverso Se confrontiamo questo racconto con
dagli altri perché disse: “Non ti ho forse At 1:18, arriviamo alla conclusione che
visto nel giardino con lui?”. Di nessun s’impiccò a un albero, probabilmente a
altro sono riportate queste parole. strapiombo su un precipizio; la fune, o
il ramo, si ruppe e il suo corpo precipi-
K. Il processo al mattino davanti tò nel baratro sventrandosi.
al sinedrio (27:1-2) 27:6 I capi dei sacerdoti , troppo
27:1-2 La terza fase del processo reli- “spirituali” per riporre quel denaro
gioso avvenne davanti al sinedrio, la nel tesoro del tempio perché era prez-
mattina . Nessun caso doveva essere zo di sangue, erano proprio quelli
concluso lo stesso giorno in cui era sta- che avevano pagato affinché il Messia
to aperto, a meno che l’accusato non fosse consegnato nelle loro mani. Ma
fosse assolto. Doveva passare una notte ciò non sembrava disturbarli. Proprio
prima del verdetto “affinché avessero come aveva detto il Signore, costo-

140
MATTEO 27:19

ro “pulivano l’esterno del bicchiere” nale romano. Essi lo sapevano e, quan-


(vd. 23:25) laddove, nel loro intimo, do portarono Gesù davanti a Pilato,
erano pieni di inganno, perfidia e pen- presentarono tre accuse politiche con-
sieri omicidi. tro di lui (vd. Lu 23:2): Gesù fu pertanto
27:7-10 I capi dei sacerdoti utiliz- accusato di: 1° essere un rivoluziona-
zarono quel denaro per comprare il rio, una minaccia per l’impero roma-
campo del vasaio, in cui si sarebbero no; 2° istigare la popolazione a non
seppelliti gli stranieri impuri. Igno- pagare le tasse, minando la prosperità
ravano che orde di stranieri pagani dell’impero; 3° sostenere di essere un
avrebbero presto invaso il loro paese, re, sfidando il potere e la posizione
macchiando le loro strade di sangue. dell’imperatore.
Da allora, per colpa di questo popolo Nel Vangelo di Matteo vediamo che
peccatore, tutto il paese è stato vera- Pilato lo interroga riguardo alla terza
mente un campo di sangue. accusa. Quando gli domandò se egli
Così i capi dei sacerdoti mandaro- fosse davvero il re dei Giudei, Gesù
no ad effetto, involontariamente, la rispose affermativamente. Tale asser-
profezia di Zaccaria secondo la quale zione scatenò una valanga di ingiurie
il denaro sarebbe stato utilizzato per e di calunnie da parte dei sacerdoti.
comprare un campo da un vasaio (Za Pilato si meravigliò molto del silenzio
11:12-13). Stranamente, il brano in Zac- dell’accusato, che non degnò di una ri-
caria permette una lettura alternativa, sposta neanche una delle loro accuse.
sostituendo “vasaio” con “tesoro” (così Probabilmente, in passato, il governa-
secondo la versione C.E.I). tore non aveva mai visto qualcuno ri-
I sacerdoti non vollero mettere il manere silenzioso davanti ad attacchi
prezzo di sangue nel tesoro e, così così pesanti.
facendo, adempirono la profezia
dell’altra possibile lettura, dando il N. Gesù o Barabba?
denaro al vasaio in cambio del suo (27:15-26)
campo (Daily Notes of the Scripture 27:15-18 Per ingraziarsi il popolo, i
Union). governatori romani erano soliti libe-
rare un carcerato giudeo durante il
Matteo attribuisce questa profezia periodo pasquale. Uno dei candidati
a Geremia; nondimeno essa è, chia- all’indulto era Barabba , un Giudeo
ramente, tratta dal libro di Zaccaria colpevole di sedizione e omicidio
(vd. sopra). Probabilmente attribuisce (vd. Mr 15:7). Essendosi ribellato al
la citazione a Geremia perché l’inte- governo romano, costui era probabil-
stazione del rotolo dei libri profeti che mente assai popolare tra i suoi conna-
Matteo usava recava il nome di quel zionali. Perciò, allorché Pilato lasciò al
profeta, secondo l’antico ordine di con- popolo la scelta fra Gesù e Barabba, il
servazione dei mss. ebraici tramandato popolo chiese a gran voce che Barab-
dalla tradizione talmudica. Un’usanza ba fosse liberato. Il governatore non se
simile si trova in Lu 24:44, dove il libro ne stupì, poiché sapeva che l’opinione
dei Salmi dà il nome a tutta la terza se- pubblica era in parte manipolata dai
zione del canone ebraico. capi dei sacerdoti, che erano invidiosi
di Gesù.
M. Gesù condotto la prima volta 27:19 Per un istante, il procedi-
davanti a Pilato (27:11-14) mento giudiziario fu interrotto da un
Le vere accuse dei Giudei contro Gesù messaggio della moglie di Pilato. Ella
erano di natura religiosa, quindi fu in sollecitò il marito a non intervenire in
base a queste che egli fu processato. questa faccenda, perché aveva fatto
Nondimeno, le accuse religiose non un sogno molto preoccupante riguar-
avevano alcun peso dinanzi al tribu- do a Gesù.

141
MATTEO 27:20-23

27:20-23 Dietro le quinte, i capi dei tore non restò altro che consegnare Ge-
sacerdoti e gli anziani parlavano in sù ai soldati, perché fosse crocifisso.
favore della liberazione di Barabba e
della morte di Gesù. Quando, dunque, O. I soldati scherniscono Gesù
Pilato chiese di nuovo al popolo quale (27:27-31)
dei due volesse libero, tutti gridarono il 27:27-28 I soldati del governatore por-
nome dell’omicida. Intrappolato nella tarono Gesù nel pretorio e radunarono
sua stessa indecisione, Pilato doman- attorno a lui tutta la coorte, probabil-
dò: Che farò dunque di Gesù detto Cri- mente centinaia di uomini. È difficile
sto? La folla chiese, unanimemente, la immaginare ciò che seguì! Colui che
sua crocifissione, cosa incomprensibile creò e sostiene l’universo soffrì oltrag-
al governatore. Perché mai costui dove- gi indicibili da soldati barbari e feroci:
va essere crocifisso? Che crimine aveva le sue creature indegne e corrotte. Lo
commesso? Ma ormai era troppo tardi spogliarono e gli misero addosso un
per prendere una decisione con calma: manto scarlatto, un manto regale da
l’isteria collettiva aveva già preso il so- burletta. Questa immagine, tuttavia,
pravvento. Si fece un gran clamore: Sia ha un gran significato per noi. Poiché
crocifisso! il colore scarlatto è associato al pec-
27:24 Fu chiaro a Pilato che la mol- cato (vd. Is 1:18), ci piace pensare che
titudine era ormai incontrollabile e il manto rappresenti il nostro peccato
che stavano per crearsi dei disordini. addossato a Gesù, affinché noi possia-
Perciò si lavò le mani alla presenza mo indossare il manto di giustizia di
della folla, dichiarandosi innocente del Dio (vd. 2 Co 5:21).
sangue dell’accusato. Ma l’acqua non 27:29-30 I soldati del governatore in-
potrà mai assolvere Pilato dalla sua trecciarono una corona di spine e gliela
colpa, nel più grave errore giudiziario misero sul capo. Ma, al di là da questa
della storia. beffa crudele, capiamo che egli portò
27:25 Il popolo, troppo agitato per la corona di spine affinché noi potessi-
preoccuparsi della colpa, era disposto mo portare la corona della gloria. Essi
ad assumersene la responsabilità: Il lo schernirono come il re del peccato;
suo sangue ricada su di noi e sui nostri noi lo adoriamo come il Salvatore dei
figli. Da allora, il popolo d’Israele è sta- peccatori.
to sballottato tra ghetti e pogrom, tra Gli diedero anche una canna in ma-
campi di concentramento e camere a no: uno scettro per burla. Essi ignora-
gas. Deve ancora affrontare lo spaven- vano che la mano che reggeva quella
toso “tempo di angoscia per Giacobbe” canna fosse la mano che governa il
(Gr 30:7), quei sette anni di tribolazio- mondo. La mano forata di Gesù ora
ne descritti in Mt 24 e in Ap 6−19. La impugna lo scettro del dominio uni-
maledizione rimarrà in vigore finché il versale.
popolo non riconoscerà di aver rigetta- Si inginocchiarono davanti a lui e lo
to il suo legittimo Re e Messia. chiamarono re dei Giudei. Non ancora
27:26 Pilato liberò… Barabba e lo soddisfatti, sputavano addosso a lui,
restituì alla folla; da allora lo spirito di l’unico uomo perfetto che sia mai vis-
Barabba domina il mondo. L’omicida è suto sulla terra, e prendevano la canna
tuttora sul trono e il Re giusto è respin- e gli percotevano il capo.
to. Poi, com’era consuetudine, l’accu- Gesù sopportò tutto pazientemen-
sato fu flagellato. Una frusta di cuoio te; non disse neanche una parola.
fatta con molte corde, alle estremità “Considerate perciò colui che ha sop-
delle quali erano fissati pezzi taglienti portato una simile ostilità contro la
di metallo, si abbatté sulla schiena di sua persona da parte dei peccatori,
Gesù, e ogni frustata ne squarciava a affinché non vi stanchiate perdendovi
sangue le carni. All’irresoluto governa- d’animo” (Eb 12:3).

142
MATTEO 27:39-40

27:31 Alla fine lo rivestirono dei 27:36 I soldati rappresentavano tut-


suoi abiti; poi lo condussero via per to un mondo di persone meschine. È
crocifiggerlo. evidente che non capivano il senso di
quanto stava accadendo. Se solo se ne
P. La crocifissione del Re fossero resi conto, non si sarebbero
(27:32-44) posti a sedere per fare la guardia ma si
27:32 Per una parte del tragitto, fu il Si- sarebbero, bensì, inginocchiati in ado-
gnore stesso a portare la croce (vd. Gv razione!
19:17). Poi i soldati costrinsero un 27:37 Al di sopra del capo di Gesù fu
uomo, chiamato Simone (di Cirene, posta un’iscrizione: Questo è Gesù, il re
nell’Africa settentrionale) a portarla dei Giudei. Il testo di tale iscrizione è ri-
per lui. C’è chi pensa che questi fosse portato nei quattro Vangeli con alcune
un Giudeo; altri, invece, pensano che lievi varianti.(45) Marco scrive: “Il re dei
fosse un Africano. La cosa importante Giudei” (15:26); Luca: “Questo è il re dei
è che ebbe lo straordinario privilegio giudei” (23:38) e Giovanni: “Gesù il Na-
di portare la croce di Cristo. zareno, il re dei Giudei” (19:19). I capi dei
27:33 Golgota è il termine aram. per sacerdoti protestarono che quel testo non
“teschio”. “Calvario” è la traduzione riportava il motivo della condanna, bensì
latina del termine greco kranion. Forse soltanto la dichiarazione resa dall’impu-
la conformazione geologica di quest’al- tato; nondimeno, Pilato respinse le loro
tura richiamava la forma di un teschio, obiezioni: la verità era là, in ebraico, in
oppure questa località era così deno- latino e in greco (vd. Gv 19:19-22), affin-
minata perché era il luogo destinato al- ché tutti la potessero vedere.
le esecuzioni capitali. Non è possibile 27:38 Il Figlio immacolato di Dio fu
stabilirne con certezza l’ubicazione. affiancato da due ladroni ; non aveva
27:34 Prima di trafiggerlo con i chio- Isaia annunciato, settecento anni pri-
di, i soldati offrirono a Gesù del vino ma, che sarebbe “stato contato fra i
mescolato con fiele, che veniva offerto malfattori!” (Is 53:12)? Dapprima am-
ai condannati come narcotico. Gesù bedue i criminali lo insultarono e lo in-
si rifiutò di berne: era necessario che giuriarono (vd. v. 44). Ma uno dei due si
egli portasse tutto il peso del peccato pentì e fu salvato immediatamente; so-
dell’uomo senza ottundere i sensi, sen- lo qualche ora dopo sarebbe stato con
za alleviare il dolore. Cristo in paradiso (vd. Lu 23:42-43).
27:35 Matteo descrive la crocifissio- 27:39-40 La croce dimostra non so-
ne in modo semplice e misurato. Non lo l’amore di Dio, ma denuncia altresì
si abbandona all’emozione, non ricor- la depravazione dell’uomo. Coloro che
re a sensazionalismi, non si sofferma passavano sotto la croce si sofferma-
su dettagli crudeli. Afferma, sempli- vano per beffarsi del Pastore che stava
cemente, che Gesù fu crocifisso. Ma morendo per le sue pecore: Tu che di-
neppure l’eternità riuscirà a sondare la struggi il tempio e in tre giorni lo rico-
profondità di queste parole. struisci, salva te stesso! Se tu sei Figlio
Come era stato profetizzato nel di Dio, scendi giù dalla croce! Questo
Sl 22, i soldati si spartirono i suoi ve- è il linguaggio degli increduli e dei ra-
stiti, tirando a sorte la tunica, che zionalisti: “Crediamo solo in ciò che
era senza cuciture. Questo era l’uni- vediamo”. Ed è anche il linguaggio del
co bene che Gesù avesse posseduto liberalismo. “Scendi giù dalla croce” o,
in terra. Denney commenta: “L’unica in altre parole, “togli lo scandalo della
vita perfetta che sia mai stata vissuta croce e noi crederemo”. William Booth
su questa terra è la vita di colui che commenta: “Costoro affermavano che
non possedette niente e che non la- avrebbero creduto se egli fosse sceso
sciò niente, tranne le vesti che aveva giù dalla croce; noi crediamo perché
indosso”. egli, sulla croce, ci rimase”.

143
MATTEO 27:41-44

27:41-44 I capi dei sacerdoti, gli scri- il debito e compiuto l’opera necessaria
bi e gli anziani si unirono al coro. Con per la redenzione dell’uomo.
inconsapevole intuizione, costoro gri- 27:46 Verso le tre del pomeriggio Ge-
davano: Ha salvato altri e non può sal- sù gridò a gran voce: Dio mio, Dio mio,
vare se stesso! Ciò che essi proferivano perché mi hai abbandonato? La rispo-
in tono di scherno, noi lo intendiamo sta si trova nel Sl 22:3, “…tu sei il Santo,
come un inno di lode: siedi circondato dalle lodi d’Israele”.
Poiché Dio è santo, non può ignorare il
Egli non può soccorrere se stesso,
peccato. Al contrario, deve punirlo. Il Si-
Sulla croce deve morire,
La grazia non può venire
gnore Gesù era senza peccato, ma prese
in altro modo su di sé la colpa del nostro peccato.
Al peccatore perduto; Quando Dio, come giudice, guardò giù e
Sì, Cristo, il Figlio di Dio, vide i nostri peccati su colui che ci sosti-
deve versare il suo sangue tuiva puro d’ogni peccato, si allontanò
Affinché i peccatori dal Figlio del suo amore. Fu questa se-
siano liberati dal peccato. parazione a straziare il cuore di Gesù e a
− Albert Midlane fargli lanciare quel grido che la poetessa
Browning definì meravigliosamente “il
Ciò avvenne nella vita del Signore grido dell’Emmanuele orfano”:
e avviene tuttora anche per noi: non
Abbandonato!
possiamo salvare nessuno se stiamo
Dio ha potuto separarsi dalla Sua
ancora cercando di salvare noi stessi. stessa essenza;
I capi religiosi lo schernirono per E il peccato di Adamo
aver affermato di essere il Salvatore, il ha distrutto la comunione
Re d’Israele, il Figlio di Dio. Anche i la- Tra il Figlio giusto e il Padre suo:
droni presero parte alle loro ingiurie. I Sì, una volta il grido dell’Emmanuele
capi religiosi si univano ai motteggi dei orfano
criminali per umiliare il loro Dio! Ha scosso il suo universo,
È salito in alto, solo, senza eco,
Q. Tre ore di tenebre “Dio mio, sono abbandonato!”
(27:45-50) − Elizabeth Barrett Browning
27:45 Tutti gli oltraggi e le sofferenze
che Gesù aveva dovuto sopportare 27:47-48 Quando Gesù gridò Elì,
dagli uomini erano nulla rispetto a Elì… alcuni dei presenti… dicevano
ciò che avrebbe dovuto affrontare che stava chiamando Elia. Non è chia-
ora. Dall’ora sesta (mezzogiorno) fino ro se confusero davvero i nomi o se
all’ora nona (le tre del pomeriggio), si semplicemente si beffavano di lui. Uno
fecero tenebre, non soltanto su tutto di loro prese una lunga canna, vi pose
il paese, ma anche nella sua anima in cima una spugna inzuppata di aceto
santa. Fu in questo lasso di tempo e la avvicinò alle sue labbra. Secondo il
che egli portò su di sé la maledizione Sl 69:21 questo non fu un atto di mise-
indescrivibile del nostro peccato. In ricordia, ma un ulteriore tormento.
quelle tre ore furono racchiusi il ca- 27:49 Alcuni proposero di aspettare
stigo infernale che noi meritavamo, per vedere se Elia avrebbe rispettato
nonché l’ira di Dio su tutte le nostre il ruolo attribuitogli dalla tradizione
trasgressioni. ebraica: venire in soccorso dei giusti.
Noi lo vediamo solo in modo con- Ma quello non era il momento di Elia
fuso; semplicemente non possiamo (vd. Ml 4:5); per Gesù, quello era, inve-
sapere che cosa significò per lui soddi- ce, il momento di morire.
sfare le giuste rivendicazioni di Dio sul 27:50 Quando Gesù ebbe gridato di
peccato. Sappiamo solo che, in quelle nuovo con gran voce, rese lo spirito. Il
tre ore, egli ha pagato il prezzo, saldato grido con gran voce indica che egli mo-

144
MATTEO 27:54

rì nel pieno vigore, non in debolezza. R. La cortina del tempio si squarcia


Egli rese lo spirito e questo differenzia (27:51-54)
la sua morte da quella di qualsiasi altra 27:51 Nel momento in cui Gesù morì,
persona. Noi moriamo perché dobbia- la pesante cortina in tessuto che sepa-
mo morire; egli morì perché decise di rava le due stanze principali del tempio
morire. Non aveva forse detto ai suoi fu squarciata, da cima a fondo, da ma-
discepoli: “…io depongo la mia vita per ni invisibili. Fino a quel momento, la
riprenderla poi. Nessuno me la toglie, cortina aveva separato tutti, tranne il
ma io la depongo da me. Ho il potere sommo sacerdote, dal luogo santissimo,
di deporla e ho il potere di riprenderla” in cui Dio aveva dimora. Un uomo solo
(Gv 10:17-18)? aveva facoltà di attraversare la cortina
per accedere al santuario interno e ciò
Il Creatore dell’universo accadeva solamente una volta l’anno.
Come uomo fu fatto maledizione Dalla Lettera agli Ebrei apprendia-
per l’uomo;
mo che la cortina rappresenta il corpo
Le istanze della legge,
di Gesù. Lo strappo simboleggia l’offer-
che egli aveva fatta,
ta del suo corpo nella morte. Mediante
Le pagò fino all’ultimo.
Le sue dita sante
la sua morte noi abbiamo “libertà di
avevano fatto il ramo entrare nel luogo santissimo per mez-
Che produsse le spine zo del sangue di Gesù, per quella via
che coronavano la sua fronte. nuova e vivente che egli ha inaugura-
I chiodi che trafissero le sue mani ta per noi attraverso la cortina, vale a
furono scavati dire la sua carne” (Eb 10:19-20). Adesso
Nei luoghi segreti ch’egli il credente più umile può entrare, in
aveva decretati; qualsiasi momento, alla presenza di
Egli aveva fatto la foresta Dio, con preghiera e con lode. Ma non
dov’era nato dimentichiamo mai che questo privile-
L’albero sul quale il suo corpo gio ci fu acquistato a un terribile prez-
fu appeso. zo: il sangue di Gesù!
Egli morì su una croce di legno, La morte del Figlio di Dio provocò
Ma aveva formato la collina dove anche degli sconvolgimenti spaventosi
essa si trovava. nella natura, come in virtù dell’esisten-
Il cielo che si scuriva za di un legame empatico tra la crea-
sopra il suo capo zione inanimata e il suo Creatore. Vi fu
Da lui fu steso sopra la terra; un terremoto che schiantò le rocce e
Il sole che si nascose davanti aprì molte tombe.
al suo volto
27:52-53 Notiamo che fu solamente
Per suo ordine fu appeso
dopo la risurrezione di Gesù che molti
nello spazio;
La lancia che sparse
corpi dei santi che giacevano in quelle
il suo sangue prezioso tombe risuscitarono ed entrarono in
Fu forgiata nei fuochi di Dio. Gerusalemme, dove apparvero a molti.
La tomba in cui la sua salma La Bibbia non dice se quei santi risusci-
fu posta tati perirono nuovamente o se ascesero
Fu scavata nella roccia che al cielo con il Signore Gesù.
le sue mani avevano fatta; 27:54 Gli strani sommovimenti della
Il trono su cui egli appare ora natura convinsero il centurione roma-
Era suo fin dall’eternità; no e i suoi uomini che Gesù era Figlio di
Ma una nuova gloria corona Dio. Che cosa intendeva dire il centurio-
il suo capo ne? Era, la sua, una totale accettazione
E ogni ginocchio si piegherà di Gesù Cristo come Signore e Salvatore
davanti a lui. o solamente il riconoscimento del fatto
− F.W. Pitt che Gesù era più di un uomo? Non pos-

145
MATTEO 27:55-56

siamo saperlo con certezza. Questa taglio, in un solco, scavato anch’esso


esclamazione esprime timore, nonché la nella roccia.
consapevolezza che l’agitazione della na- Molti secoli prima Isaia aveva an-
tura era, in qualche modo, collegata alla nunciato: “gli avevano assegnato la
morte di Gesù, non alla morte di quelli sepoltura fra gli empi, ma nella sua
che furono crocifissi insieme con lui. morte, egli è stato con il ricco” (Is 53:9).
Indubbiamente i suoi nemici avevano
S. Le donne fedeli pensato di gettare il suo corpo nella
(27:55-56) valle di Innom, perché fosse bruciato
27:55-56 Qui, in modo particolare, so- con i rifiuti o divorato dalle volpi. Ma
no menzionate le donne che avevano Dio sconvolse i loro piani e si servì di
servito fedelmente il Signore e che lo Giuseppe per assicurarsi che Gesù fos-
avevano seguito… dalla Galilea fino a se seppellito con il ricco.
Gerusalemme. Maria Maddalena, Ma- 27:61 Quando Giuseppe se ne fu an-
ria, madre di Giacomo e di Giuseppe, e dato, Maria Maddalena e la madre di
Salome, moglie di Zebedeo, erano pre- Giacomo e di Giuseppe rimasero là, di
senti. La devozione intrepida di queste fronte al sepolcro, per vegliare.
donne si rivela in tutto il suo splendore.
Esse rimasero con il Signore, allorché i U. Il sepolcro piantonato
discepoli erano fuggiti per mettersi in (27:62-66)
salvo! 27:62-64 La crocifissione avvenne il pri-
mo giorno di Pasqua, detto giorno della
T. Gesù sepolto nella tomba Preparazione. Il giorno successivo alla
di Giuseppe (27:57-61) Preparazione, i capi dei sacerdoti e i fa-
27:57-58 Un uomo ricco di Arimatea, di risei erano inquieti: ricordandosi di ciò
nome Giuseppe e membro del sinedrio, che Gesù aveva detto a proposito della
non aveva preso parte alla decisione del sua risurrezione, si recarono da Pilato
consiglio di consegnare Gesù a Pilato e chiesero che davanti al sepolcro fosse
(vd. Lu 23:51). Se, fino a quel momento, predisposta una vigilanza speciale. Essi
costui era stato un discepolo in segreto, sostenevano che ciò sarebbe servito a
ora egli gettò al vento ogni precauzione. impedire ai suoi discepoli di rubare il
Coraggiosamente, si presentò a Pilato e corpo per far credere che egli fosse ri-
chiese il permesso di seppellire il suo Si- sorto. Se questo fosse successo, come te-
gnore. Proviamo a immaginarci la sor- mevano, l’ultimo inganno sarebbe stato
presa di Pilato e lo sdegno dei Giudei nel peggiore del primo; in altre parole: la
vedere un membro del sinedrio schie- notizia della risurrezione di Gesù sareb-
rarsi pubblicamente dalla parte del cro- be stata peggiore della sua affermazione
cifisso! Sotto ogni aspetto – economico, di essere il Messia e il Figlio di Dio.
sociale e religioso – Giuseppe seppellì se 27:65-66 Pilato rispose: Avete delle
stesso, quando seppellì il corpo di Ge- guardie. Andate, assicurate la sorve-
sù. Questa azione lo separò per sempre glianza come credete. Ciò può signi-
dalla classe dirigente che aveva ucciso il ficare che una guardia romana era già
Signore Gesù. stata assegnata loro. Oppure può signi-
27:59-60 Dopo aver ottenuto il ficare: “Vi sarà concesso come chiede-
consenso di Pilato… Giuseppe prese te. Vi darò una guardia”. C’era, forse,
in carico il corpo di Gesù e lo avvolse dell’ironia nella voce di Pilato, allorché
in un lenzuolo pulito. Poi lo depose egli disse: assicurate la sorveglianza
nella propria tomba nuova , che ave- come credete ? I capi dei sacerdoti e i
va fatto scavare nella solida roccia . farisei fecero del loro meglio. Sigilla-
L’ingresso della tomba fu chiuso da rono la pietra e collocarono la guardia,
una grande pietra , che aveva la for- ma le loro migliori misure di sicurezza
ma di una macina e che era messa, di non furono sufficienti.

146
MATTEO 28:15

Unger afferma: per disporre una strategia comune.


Le precauzioni prese dai suoi nemici Disperati, corruppero i soldati affinché
per “assicurare il sepolcro, sigillan- raccontassero una storia fantastica:
do la pietra e mettendovi la guardia” mentre dormivano, i discepoli avevano
(vv. 62-64) servirono egregiamente rubato il corpo di Gesù.
allo scopo di Dio: annullare i piani dei Questa spiegazione crea più dubbi
malvagi e fornire una prova inconte- che certezze. Perché i soldati dormiva-
stabile della risurrezione del Re. (46) no invece di vegliare? Come avrebbero
potuto, i discepoli, spostare la pietra
XV. TRIONFO DEL RE (cap. 28) senza svegliarli? Com’era possibile che
tutti i soldati dormissero contempo-
A. Il sepolcro vuoto e la raneamente? Se i soldati dormivano,
risurrezione del Signore (28:1-10) come potevano sapere che erano stati i
28:1-4 La domenica, prima dell’alba, le discepoli a rubare il corpo? Se la storia
due donne di nome Maria andarono a era vera, perché corrompere dei soldati
vedere il sepolcro. Quando arrivarono, per raccontarla? Se erano stati i disce-
si fece un gran terremoto… un angelo… poli a trafugare il corpo, perché mai
sceso dal cielo, si accostò, rotolò la pie- avrebbero dovuto perdere tempo per
tra dall’ingresso del sepolcro e vi sedette togliere le fasce e ripiegare il sudario
sopra. Le guardie romane, terrificate dal (vd. Lu 24:12; Gv 20:6-7)?
suo aspetto sfolgorante e dalla sua veste 28:14 In realtà, i soldati furono pa-
bianca e risplendente, persero i sensi. gati per raccontare una storia che li
28:5-6 L’angelo assicurò alle donne incriminasse; sotto la legge romana,
che esse non avevano nulla da temere. dormire durante il servizio era puni-
Colui che cercavano era risuscitato, bile con la pena di morte. Perciò, i capi
come aveva promesso: Venite a vedere religiosi dovettero loro promettere di
il luogo dove giaceva. La pietra fu spo- intervenire a loro favore, se mai questa
stata, non per far uscire il Signore dal storia fosse giunta alle orecchie del go-
sepolcro, bensì per mostrare alle don- vernatore.
ne che egli era risorto. Il sinedrio stava imparando che,
28:7-10 L’angelo incaricò le donne mentre la verità si sostiene da sola, la
di andare presto ad annunciare questa menzogna deve essere sostenuta da in-
notizia meravigliosa ai suoi discepoli. numerevoli altre menzogne.
Il Signore era di nuovo in vita e li avreb- 28:15 Nonostante ciò, questa impo-
be incontrati in Galilea. Quando si fu- stura è diffusa, e accolta, ancora oggi
rono incamminate, Gesù apparve loro, tra i Giudei e anche tra gli stranieri.
salutandole brevemente: Vi saluto! (47) Ma, a tale proposito, circolano anche
Gli risposero gettandosi ai suoi piedi e altre storie inventate. Wilbur Smith ne
adorandolo. Poi egli stesso le incaricò riassume un paio.
di avvertire i discepoli che lo avrebbe- 1. Qualcuno ha ipotizzato che le donne
ro visto in Galilea. si fossero recate al sepolcro sbaglia-
to. Pensiamoci un attimo. Sarebbe
B. I soldati pagati per mentire possibile dimenticare, nel solo lasso
(28:11-15) di tempo tra il venerdì pomeriggio e
28:11 Appena tornati in sé, alcuni sol- la domenica mattina, dove si trova
dati si recarono, loro malgrado, dai ca- la tomba della persona più cara? Per
pi dei sacerdoti per raccontare quanto di più, non si trattava di un cimitero,
era successo. Avevano fallito la loro bensì del giardino privato di Giusep-
missione… il sepolcro era vuoto! pe d’Arimatea. Là non vi erano altre
28:12-13 È facile immaginare la tombe. Ma ammettiamo pure che vi
costernazione dei capi religiosi. I sa- fossero altri sepolcri (anche se non è
cerdoti si radunarono con gli anziani vero) e supponiamo che le donne, con

147
MATTEO 28:16-17

gli occhi velati di lacrime, vagassero 7. ai sette discepoli in riva al mare di


attorno, arrivando al sepolcro sbaglia- Galilea (Gv 21);
to. Immaginiamo per un attimo che 8 a più di cinquecento credenti
sia andata così, per quanto riguarda le (1 Co 15:6);
donne. Ma anche due uomini energici, 9 a Giacomo e agli apostoli (1 Co
Simon Pietro e Giovanni, due pescato- 15:7);
ri che non piangevano, arrivarono al- 10. ai discepoli, sul monte degli Ulivi
la tomba e la trovarono ugualmente (At 1:3-12).
vuota. Credete che fossero andati al Uno dei grandi pilastri, saldo e in-
sepolcro sbagliato? E non solo; quan- crollabile, della nostra fede cristiana
do arrivarono al sepolcro e lo trova- è l’evidenza storica della risurrezione
rono vuoto, c’era un angelo che disse: del Signore Gesù Cristo. Qui noi tutti ci
“Egli non è qui. È risuscitato. Venite a muoviamo su un terreno sicuro e com-
vedere il luogo dove il Signore giace- battiamo per la fede, perché abbiamo
va”. Secondo voi, anche l’angelo andò un complesso di elementi che non può
al sepolcro sbagliato? Eppure tene- essere contestato. Può essere rifiutato,
te presente che queste teorie furono ma non può essere confutato.(48)
formulate da persone intelligenti. Ma
questa teoria, chiaramente, non si reg- C. Il grande mandato
ge in piedi. (28:16-20)
2. Altri ipotizzano che Gesù non fosse 28:16-17 In Galilea, il Signore Gesù ri-
morto ma che avesse, bensì, perso sorto apparve ai suoi discepoli su di un
i sensi, e che poi, in qualche modo, monte non meglio precisato. Si tratta
nella tomba umida, si fosse ripreso e della stessa apparizione narrata in Mr
fosse uscito. Davanti alla tomba era 16:15-18 e in 1 Co 15:7. Che incontro
stata fatta rotolare una pietra enor- meraviglioso! Le sue sofferenze erano
me che, per giunta, era stata sigilla- passate per sempre. Poiché egli era vi-
ta con i sigilli del governo romano. vo, sarebbero vissuti anch’essi. Gesù
Nessun uomo, dall’interno del se- stava dinanzi a loro, nel suo corpo glo-
polcro, sarebbe riuscito a spostare rificato. I discepoli adorarono il Signo-
la pietra, che era saldamente inca- re vivente e amorevole, sebbene alcuni
strata in un solco. Gesù non sareb- di loro nutrissero ancora dei dubbi.
be stato in grado di uscire da solo da 28:18 Quindi, il Signore spiegò lo-
quel sepolcro, specialmente consi- ro che ogni potere gli era stato dato
derando che era stato ferito e aveva in cielo e sulla terra . Naturalmente,
perso molto sangue. in un certo senso, egli aveva sempre
La semplice verità è che la risur- avuto ogni potere. Ma qui egli allude-
rezione del Signore Gesù è un fatto va al potere come Capo della nuova
storico ben attestato. Gesù si mostrò, creazione: dopo la morte e la risurre-
vivente, ai suoi discepoli, dopo aver su- zione, egli aveva il potere di dare vita
bito tante sofferenze, con molte prove eterna a tutti quelli che Dio gli aveva
inconfutabili. Basti pensare a quante dato (vd. Gv 17:2). Quale primogenito
persone egli apparve: di tutta la creazione, egli detiene da
1. a Maria Maddalena (Mr 16:9-11); sempre l’autorità. Nondimeno, ora che
2. alle donne (Mt 28:8-10); aveva compiuto l’opera di redenzione,
3. a Pietro (Lu 24:34); egli aveva autorità come primogenito
4. ai due discepoli sulla via per Em- dai morti, “affinché in ogni cosa abbia
maus (Lu 24:13-32); il primato” (Cl 1:15, 18).
5. ai discepoli, tranne Tommaso 28:19-20 Come Capo della nuova
(Gv 20:19-25); creazione, Gesù pronunciò il grande
6. ai discepoli, incluso Tommaso mandato contenente regole sempre
(Gv 20:26-31); valide per tutti i credenti durante la

148
MATTEO 28:19-20

fase attuale del regno, ossia il periodo condurre anime a Cristo, per poi la-
tra il rifiuto del Re e la sua seconda sciarle abbandonate a se stesse. Esse
venuta. devono essere istruite all’ubbidienza
Il mandato contiene tre ordini ben ai comandamenti di Cristo espressi
precisi (non si tratta di semplici indica- nel N.T. L’essenza del discepolato è
zioni): “diventare come il Maestro” e ciò si
1. Andate dunque e fate miei discepo- ottiene tramite l’apprendimento si-
li tutti i popoli. Ciò non significa la stematico della Parola e l’ubbidien-
conversione del mondo intero. Con la za alla Parola stessa.
predicazione del vangelo, i discepoli Infine, il Salvatore soggiunse la pro-
dovevano fare in modo di raccogliere messa della sua presenza in mezzo
discepoli o seguaci del Salvatore da ai suoi discepoli, fino al compimento
ogni nazione, tribù, popolo e lingua. dell’età presente. Non sarebbero mai
2. ...battezzandoli nel nome del Pa- stati soli o privi di aiuto: in tutto il loro
dre, del Figlio e dello Spirito Santo. servizio e nei loro viaggi, essi avrebbe-
Spetta agli ambasciatori di Cristo in- ro sperimentato la comunione con il
segnare cos’è il battesimo e propor- Figlio di Dio.
lo come un ordine cui ubbidire. Nel Notiamo bene gli aggettivi “ogni”
battesimo, i credenti si identificano o “tutto” che sono collegati al grande
pubblicamente con il Dio Uno e Tri- mandato : ogni potere, tutti i popoli,
no. Riconoscono che Dio è il loro Pa- tutte quante le cose, tutti i giorni.
dre, che Gesù Cristo è il loro Signore Ecco che il Vangelo si conclude con
e Salvatore e che lo Spirito Santo è la missione e la consolazione che ci
colui che dimora in loro e dà loro for- derivano dal nostro glorioso Signore. A
za e istruzione. Notiamo che il ter- distanza di quasi duemila anni, le paro-
mine nome nel v. 19 è singolare. Un le di Gesù possiedono la stessa forza di
unico nome o essenza, ma tre Perso- persuasione, la stessa importanza e la
ne: Padre, Figlio e Spirito Santo. stessa attuazione. Il compito affidatoci
3. ...insegnando loro a osservare tutte è tuttora incompiuto…
quante le cose che vi ho comanda- Che cosa stiamo facendo, noi, oggi,
te. Il mandato va oltre l’evangeliz- per eseguire questo suo ultimo suo
zazione; non basta semplicemente ordine?

NOTE

1 (1:1-15) “SIGNORE” traduce l’ebraico Yhwh, laddove il nome Gesù è la forma italianiz-
zata dell’ebraico Yeshua.
2 (4:2-3) Qui viene usato il periodo ipotetico della realtà (introdotto da ei seguito
dall’indicativo). Si potrebbe parafrasare come segue: “Se, e lo ammetto, tu sei Figlio
di Dio…” oppure “Giacché sei Figlio di Dio…”.
3 (Approfondimento) Una “dispensazione” è un’amministrazione, o gestione. Essa
definisce i metodi che Dio usa per intrattenere i rapporti con il genere umano in un
momento particolare della storia. Questo termine non indica un particolare perio-
do, ma piuttosto il programma divino durante quel periodo. Vediamo un uso simile
quando parliamo, per esempio, dell’amministrazione Bush per indicare la politica
del presidente Bush durante il suo mandato.
4 (5:13) Albert Barnes, Notes on the New Testament, Matthew and Mark, p. 47.
5 (5:22) Il testo critico (NA) omette la loc. senza motivo escludendo, in tal modo, anche
l’ira giustificata.
6 (5:44-47) M (basato sulla maggior parte dei mss.) reca: amici in luogo di fratelli.

149
MATTEO

7 (6:13) Alcuni studiosi sostengono che questa dossologia è un adattamento di 1 Cr


29:11 a scopi liturgici. Ma è solo un’ipotesi. La tradizionale forma protestante della
preghiera è del tutto ammissibile.
8 (7:28-29) Jamieson, Fausset & Brown, Critical and Explanatory Commentary on the
New Testament, vol. V:50.
9 (8:2) Alcune forme di lebbra menzionate nella Bibbia non sono riconducibili al mor-
bo di Hansen. Per esempio, in Levitico, si parla di un’infezione che contamina casa
o abiti.
10 (8:16-17) Arno C. Gaebelein, The Gospel of Matthew, p. 193.
11 (8:28) La ND riporta Ghergheseni. È possibile che i nomi delle città e delle regioni si
sovrappongano.
12 (9:16) Arno C. Gaebelein, Matthew, p. 193.
13 (9:17) W.L. Pettingill, Simple Studies in Matthew, pp. 111-112.
14 (10:8) La maggior parte dei mss. omette “risuscitare i morti”.
15 (10:21) J.C. Macaulay, Obedient Unto Death: Devotional Studies in John’s Gospel, vol. II,
p. 59.
16 (10:41) Arthur T. Pierson, “The Work of Christ for the Believer”, The Ministry of Ke-
swick, First Series, p. 114.
17 (11:27) Alva J. Gospel McClain, The Greatness of the Kingdom, p. 311.
18 (11:30) J.H. Jowett, citato in Our Daily Bread.
19 (12:8) E.W. Rogers, Jesus the Christ, pp. 65-66.
20 (12:19) Alva J. McClain, Kingdom, p. 283.
21 (12:21) Kleist-Lilly, The New Testament rendered from the Original Greek with Expan-
ded Notes, p. 45.
22 (12:27) Ella E. Pohle, C.I. Scofield’s Question Box, p. 97.
23 (13:13) H. Chester Woodring, Unpublished class notes on Matthew, Emmaus Bible
School, 1961.
24 (13:22) G.H. Lang, The Parabolic Teaching of Scripture, p. 68.
25 (13:24-26) Merrill F. Unger, Unger’s Bible Dictionary, p. 1145.
26 (13:33) J.H. Brookes, I Am Coming, p. 65.
27 (13:49-50) Arno C. Gaebelein, Matthew, p. 302.
28 (16:7-10) Può darsi che i dodici kophinoi, usati per i cinquemila, fossero meno ca-
pienti dei sette spurides usati per i quattromila.
29 (16:17-18) G. Campbell Morgan, The Gospel According to Matthew, p. 211.
30 (16:19) Charles C. Ryrie (a cura di), The Ryrie Study Bible, New King James Version,
p. 1506.
31 (16:20) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, p. 106.
32 (16:26) Donald Grey Barnhouse, Words Fitly Spoken, p. 53.
33 (18:11) Omesso da NA, ma riportato da M.
34 (20:15) James S. Stewart, A Man in Christ, p. 252.
35 (20:31-34) Arno C. Gaebelein, Matthew, p. 420.
36 (21:6-7) J.P. Lange, A Commentary on the Holy Scriptures, 25 voll., paginazione ignota.
37 (23:9-10) H.G. Weston, Matthew, the Genesis of the New Testament, p. 110.
38 (23:14) Il testo critico NA omette il secondo “guai”.
39 (23:25-26) M ha “iniquità” (adikia) in luogo di “intemperanza” (akrasia).
40 (24:29) I. Velikovsky, Earth in Upheaval, p. 136.
41 (24:30) Lo stesso termine greco (ge, cfr. il prefisso italiano “geo”) significa sia “pae-
se” sia “terra”.
42 (24:34) F.W. Grant, “Matthew”, Numerical Bible: The Gospels, p. 230.
43 (25:28-29) Our Lord’s Teaching About Money (opuscolo), pp. 3-4.
44 (26:64) R.C.H. Lenski, The Interpretation of St. Matthew’s Gospel, p. 1064.
45 (27:37) Collazionando tutte le parti citate, si ricava l’iscrizione: “Questo è Gesù il

150
MATTEO

Nazareno, il Re dei Giudei”. Un’altra possibilità è che ciascun evangelista citi tutta
l’iscrizione, ma ciascuno in una lingua diversa, per cui non si escludono varianti.
46 (27:65-66) Merrill F. Unger, Unger’s Bible Handbook, p. 491.
47 (28:7-10) “Salve”, “Salute a voi”, lett. “rallegratevi”, era il consueto saluto greco. Per la
mattina della resurrezione questa traduzione letterale ci sembra più appropriata.
48 (28:15) Wilbur Smith, “In the Study”, Moody Monthly, aprile, 1969.

BIBLIOGRAFIA

Barnhouse, Donald Grey. Words Fitly Spoken. Wheaton: Tyndale House Publishers,
1969.
Gaebelein, A.C. The Gospel of Matthew. New York: Loizeaux Bros., 1910.
Kelly, William. Lectures on Matthew. New York: Loizeaux Bros., 1911.
Lenski, R.C.H. The Interpretation of St. Matthew’s Gospel. Minneapolis: Augsburg
Publishing House, 1933.
Macaulay, J.C. Behold Your King. Chicago: The Moody Bible Institute, 1982.
Morgan, G. Campbell. The Gospel According to Matthew. New York: Fleming H. Revell
Company, 1929.
Pettingill, W.L. Simple Studies in Matthew. Harrisburg: Fred Kelker, 1910.
Tasker, R.V.G. The Gospel According to St. Matthew, TBC. Grand Rapids: Wm.B.
Eerdmans Publishing Company, 1961.
Thomas, W.H. Griffith. Outline Studies in Matthew. Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans
Publishing Company, 1961.
Weston, H.G. Matthew, the Genesis of the New Testament. Philadelphia: American
Baptist Publication Society, s.d.

Periodici e materiale inedito


Smith, Wilbur. “In the Study”, Moody Monthly, aprile 1969.
Woodring, H. Chester. Class Notes on Matthew, 1961, Emmaus Bible School, Oak Park,
Illinois (ora Emmaus Bible College).

151
Vangelo di

Marco
“La freschezza e il vigore del Vangelo di Marco avvincono il lettore
credente e gli fanno desiderare di mettersi al servizio del suo benedetto
Signore, seguendo l’esempio che lui stesso ha dato”.
– August Van Ryn

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone ve come Gesù guardava i suoi discepo-
Poiché quello di Marco è il più breve li, come si irritava o come camminava
dei quattro Vangeli e poiché il novanta alla testa del gruppo sulla strada per
per cento del suo materiale si trova nel Gerusalemme. Senza dubbio, Marco
Vangelo di Matteo, o in quello di Luca, aveva appreso questi particolari da
o in entrambi, che cosa lo rende tanto Pietro, essendo stato suo collaboratore
prezioso? verso la fine della vita dell’apostolo. La
Innanzi tutto, sono la brevità e la tradizione afferma, probabilmente con
semplicità, quasi di stampo giornalisti- ragione, che il Vangelo di Marco con-
co, a fare di questo Vangelo la migliore tiene essenzialmente i ricordi di Pietro:
introduzione alla fede cristiana. Nei ciò spiegherebbe le sfumature sogget-
nuovi campi di missione, spesso è pro- tive, l’azione e l’impressione di leggere
prio il Vangelo di Marco il primo libro a una testimonianza personale.
essere tradotto nei vari idiomi locali. La tradizione vuole che fosse proprio
Ma ciò che contribuisce a fare di Marco il giovane che corse via tutto nu-
questo Vangelo un testo speciale non è do in 14:51: questa breve digressione co-
soltanto lo stile – diretto e vivace, par- stituirebbe, infatti, la sua modesta firma
ticolarmente adatto ai Romani di quei come autore del libro (originariamente,
tempi e ai loro omologhi di oggi – ma i titoli dei Vangeli non facevano parte
altresì il suo contenuto. dei singoli libri). È probabile che tale
Pur trattando, in gran parte, gli stes- opinione comune corrisponda a verità:
si eventi di cui scrivono Matteo e Luca effettivamente, Giovanni Marco viveva
(ad eccezione di alcuni episodi), Mar- a Gerusalemme e, ai fini narrativi, quel
co aggiunge, nondimeno, particolari particolare resoconto sarebbe stato inin-
espressivi che mancano nei resoconti fluente qualora quel giovane non avesse
degli altri due. Per esempio, egli descri- avuto nulla a che vedere con il Vangelo.

153
MARCO

II. Autore Pietro fino alla morte di quest’ultimo),


La maggior parte dei commentatori ac- era l’uomo adatto per scrivere il Vange-
cetta l’antica unanime opinione della lo del Servo perfetto.
chiesa secondo la quale fu Giovanni
Marco a scrivere il secondo Vangelo. III. Data
Marco era figlio di Maria di Gerusa- Perfino tra gli studiosi conservatori,
lemme, che possedeva una casa nella propugnatori della sola Scriptura , si
quale i credenti si radunavano. discute sulla data di composizione del
La prova estrinseca della paterni- Vangelo di Marco. Quantunque non
tà dell’opera è antica e convincente e sia possibile definirla con certezza,
proviene da diverse parti dell’impero conviene prendere in considerazione il
romano. Papia di Ierapoli (110 d.C. ca) periodo antecedente la distruzione di
cita l’anziano Giovanni (probabilmente Gerusalemme (avvenuta nel 70 d.C.).
l’apostolo Giovanni o un altro dei primi La tradizione non chiarisce se Marco
discepoli), il quale afferma che l’auto- abbia scritto il sermone di Pietro sulla
re del libro fu Marco, collaboratore di vita del Signore prima o dopo la morte
Pietro. Con lui concordano Giustino dell’apostolo (anteriore al 64-68 d.C.).
martire, Ireneo, Tertulliano, Clemente Se, come molti esegeti sostengono
di Alessandria, Origene e il Prologo an- oggi, il Vangelo di Marco fu il primo a
timarcionita. essere redatto, bisogna ipotizzare una
La prova intrinseca non è molto data di molto antecedente (soltanto in
ampia, ma coincide con la tradizione tale eventualità, infatti, Luca avrebbe
universalmente tramandata dal cri- potuto servirsi del materiale di Marco).
stianesimo delle origini. Alcuni datano Marco ai primi anni 50,
Evidentemente, l’autore conosceva ma il periodo tra il 57 e il 60 sembra più
bene tutti i luoghi in cui si svolsero i probabile.
fatti, in particolare Gerusalemme. La
descrizione della sala al piano supe- IV. Contesto e tema
riore, per esempio, è più minuziosa che Questo Vangelo ci racconta la meravi-
negli altri Vangeli; non ci sarebbe da gliosa storia del Servo perfetto di Dio, il
stupirsi se tale sala si fosse trovata nella Signore Gesù Cristo. È la storia di colui
stessa casa in cui Marco era cresciuto! che, abbandonati i segni esteriori della
Il Vangelo presenta un ambiente ara- propria gloria celeste, prese forma di
maico (l’aramaico era la lingua parlata servo sulla terra (vd. Fl 2:7). È la storia
allora nel paese) dalle sottintese usan- incomparabile di colui che “non è ve-
ze giudaiche; la vivacità della narra- nuto per essere servito, ma per servire,
zione fa pensare a uno stretto legame e per dare la sua vita come prezzo di
con un testimone oculare; lo schema riscatto per molti” (Mr 10:45).
del libro ricalca quello del sermone di Se ricordiamo che questo Servo per-
Pietro in At 10. fetto era Dio-Figlio in persona, il quale
La tradizione secondo la quale Mar- scelse volontariamente di indossare i
co scrisse a Roma è avvalorata dal mag- panni di uno schiavo e farsi servo degli
gior numero di parole latine rispetto uomini, il Vangelo ci apparirà in tutto
agli altri Vangeli (p. es.: centurio, cen- il suo splendore. Qui vediamo il Figlio
sus, denarius, legio e prætorium). Dieci di Dio incarnato vivere sulla terra co-
volte nel N.T. il nostro autore è chia- me uomo sottomesso al Padre celeste.
mato con il suo nome pagano (latino), In tutto egli agiva in perfetta ubbidien-
Marco, e tre volte con entrambi i nomi za alla volontà divina, e le sue opere
(ebraico e pagano), Giovanni Marco. potenti furono tutte compiute nella
Marco, “servo” o segretario (prima potenza dello Spirito Santo.
di Paolo, poi del cugino Barnaba e, L’autore, Giovanni Marco, fu un ser-
secondo una tradizione attendibile, di vo del Signore che iniziò bene il suo

154
MARCO

servizio, scomparve di scena per un Affrontando lo studio del Vangelo,


breve periodo (vd. At 15:38), ma poi cercheremo di rispondere alle seguenti
fu di nuovo utile all’opera del Signore domande:
(vd. 2 Ti 4:11). 1° che cosa dice?
Lo stile di Marco è agile, energico e 2° che cosa significa?
conciso. L’evangelista pone maggiore 3° che lezione possiamo trarne?
enfasi sulle opere più che sulle parole Per tutti coloro che vogliono essere
del Signore: lo dimostra il resoconto veri e fedeli servi del Signore, questo
di ben diciannove miracoli rispetto a Vangelo costituisce un prezioso “ma-
sole quattro parabole. nuale di servizio”.

Sommario

I. PREPARAZIONE DEL SERVO (1:1-13)


II. PRIMO MINISTERO DEL SERVO IN GALILEA (1:14–3:12)
III. IL SERVO CHIAMA E ISTRUISCE I SUOI DISCEPOLI (3:13–8:38)
IV. VIAGGIO DEL SERVO A GERUSALEMME (capp. 9–10)
V. MINISTERO DEL SERVO A GERUSALEMME (capp. 11–12)
VI. DISCORSO DEL SERVO SUL MONTE DEGLI ULIVI (cap. 13)
VII. SOFFERENZE E MORTE DEL SERVO (capp. 14–15)
VIII. TRIONFO DEL SERVO (cap. 16)

155
MARCO 1:1

Commentario

I. PREPARAZIONE DEL SERVO concetto si manifesterà con maggiore


(1:1-13) chiarezza.
1:6 Che tipo di uomo era Giovanni?
A. Il precursore del Servo prepara Oggi sarebbe definito un fanatico e un
la via (1:1-8) asceta: la sua casa era il deserto; il suo ab-
1:1 Il tema del Vangelo di Marco è la bigliamento, come quello di Elia, era roz-
buona notizia concernente Gesù Cristo zo e semplice; ciò di cui si nutriva bastava
Figlio di Dio. Poiché il suo intento è di a sostentarlo e a mantenerlo in forze ma
mettere in evidenza il ruolo del Signore era, certamente, tutt’altro che abbondan-
Gesù sulla terra, vale a dire il suo ruolo te o ricercato! Quest’uomo subordinava
di Servo, l’autore non inizia il racconto tutte queste cose al compito eccellente di
con una genealogia, bensì direttamente annunciare Cristo. Forse avrebbe potuto
con il ministero pubblico del Salvatore, essere ricco, ma preferì essere povero. Per
che fu annunciato da Giovanni il batti- tale motivo egli divenne il messaggero
sta, il messaggero della buona notizia. adatto a colui che non aveva dove posare
1:2-3 Sia Malachia che Isaia (1) rivela- il capo. Da questo impariamo che la sem-
rono che un messaggero avrebbe pre- plicità dovrebbe essere una caratteristica
ceduto il Messia e avrebbe esortato il di tutti i servi del Signore.
popolo a prepararsi moralmente e spi- 1:7 Il messaggio di Giovanni concer-
ritualmente alla sua venuta (vd. Ml 3:1; neva la superiorità del Signore Gesù.
Is 40:3). Giovanni il battista incarnò, L’evangelista annunciò che Gesù era più
per l’appunto, l’adempimento di tali grande di lui in potenza, personalità e
profezie: egli fu il messaggero… Voce ministero, e non si riteneva neppure de-
di uno che grida nel deserto. gno di svolgere per lui l’umile servizio di
1:4 Giovanni esortava il popolo a rav- uno schiavo, come quello di sciogliere
vedersi (ossia a cambiare il proprio mo- il legaccio dei suoi calzari. Chi predica
do di pensare e ad abbandonare i propri sotto la guida dello Spirito esalta sem-
peccati), per ricevere il perdono dei pec- pre il Signore Gesù e abbassa se stesso.
cati. Non vi era altro modo per ricevere il 1:8 Giovanni battezzava con acqua:
Signore. Soltanto le persone sante sono in questo segno esteriore non poteva pro-
grado di apprezzare il santo Figlio di Dio. durre alcun cambiamento nella vita di
1:5 Quando i suoi ascoltatori si un individuo. Gesù, invece, avrebbe bat-
ravvedevano, Giovanni li battezzava. tezzato con lo Spirito Santo; questo bat-
Il battesimo costituiva il segno este- tesimo, oltre ad apportare una grande
riore del loro cambiamento interio- potenza spirituale (vd. At 1:8), avrebbe
re, separandoli pubblicamente dalla unito insieme tutti i credenti nella chie-
maggioranza del popolo d’Israele, che sa, il Corpo di Cristo (vd. 1 Co 12:13).
aveva abbandonato il Signore, e unen-
doli al residuo fedele che era pronto B. Il precursore battezza il Servo
a ricevere il Cristo. Leggendo il v. 5 si (1:9-11)
potrebbe avere l’impressione che tutti 1:9 I cosiddetti trent’anni di silenzio di
accogliessero la predicazione di Gio- Nazaret erano ormai trascorsi. Il Si-
vanni. Ma non fu così. Può darsi che, gnore Gesù era pronto a iniziare il suo
inizialmente, ci fosse un’ondata d’en- ministero pubblico. In primo luogo, egli
tusiasmo che spinse una gran folla percorse il centinaio di chilometri che
nel deserto per ascoltare l’impetuoso separavano Nazaret dal Giordano, nei
predicatore. La maggior parte, però, pressi di Gerico: qui egli fu battezzato
non confessò né abbandonò in modo da Giovanni. Ovviamente, Gesù non
sincero i propri peccati. aveva bisogno di ravvedersi, giacché
Col procedere del racconto, tale non aveva peccati da confessare. Per il

156
MARCO 1:16-18

Signore, il battesimo doveva simboleg- bili. Più fedelmente seguiamo il Signore,


giare il battesimo finale nella morte sul più dure esse saranno. Satana non spre-
Golgota e la risurrezione dai morti. Per- ca le proprie munizioni per dei credenti
ciò, già fin dall’inizio del suo ministero superficiali ma, al contrario, rivolge
pubblico abbiamo una chiara prefigu- l’artiglieria pesante contro coloro che,
razione della croce e della tomba vuota. nella lotta spirituale, guadagnano ter-
1:10-11 A un tratto, come egli usciva reno. Non è un peccato essere tentati;
dall’acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito il peccato sta nel cedere alla tentazione.
scendere su di lui come una colomba. Con le nostre sole forze, non possiamo
Si udì la voce di Dio Padre riconoscere resistere; nondimeno, lo Spirito Santo,
Gesù come il suo diletto Figlio. che abita dentro di noi, è la nostra forza
Non vi fu un solo momento nella sua per dominare i desideri oscuri.
vita in cui il Signore non fosse pieno di
Spirito Santo. Questo fu un momento II. PRIMO MINISTERO DEL SERVO IN
preciso in cui lo Spirito Santo scese su GALILEA (1:14−3:12)
di lui per consacrarlo al servizio e con-
ferirgli potenza: si trattò di un ministe- A. Il Servo inizia il suo ministero
ro speciale con cui lo Spirito preparava (1:14-15)
Gesù ai tre anni di servizio che lo atten- 1:14-15 Marco non fa menzione del mi-
devano. La potenza dello Spirito Santo nistero del Signore in Giudea (vd. Gv
è indispensabile. Senza questa qualità 1:1−4:54), bensì inizia con il rilevante
misteriosa, che noi chiamiamo “unzio- ministero svolto in Galilea per un anno
ne”, a nulla valgono la cultura, il talento e nove mesi (1:14−9:50). In seguito, tratta
e la facilità di parola: il servizio rischia brevemente l’ultimo periodo del mini-
di essere senz’anima e inefficace. Dun- stero in Perea (10:1-45), prima di passare
que è di vitale importanza domandarsi: all’ultima settimana a Gerusalemme.
“Ho ricevuto lo Spirito Santo e ho la po- Gesù si recò in Galilea, predicando
tenza da lui per servire il Signore?”. la buona notizia del regno (2) di Dio.
Questo era il messaggio specifico che
C. Il Servo è tentato da Satana egli recava:
(1:12-13) 1. Il tempo era compiuto. Il piano pro-
1:12-13 Il Servo di Dio fu tentato da fetico prevedeva una data precisa
Satana nel deserto per quaranta gior- per l’apparizione pubblica del Re.
ni. Lo Spirito di Dio lo accompagnò a Quel momento era giunto.
questo incontro, non per vedere se egli 2. Il regno di Dio era vicino; il Re era
avrebbe peccato, ma per dimostrare presente e stava offrendo il regno al
che non sarebbe stato in grado di far- popolo d’Israele. L’espressione il re-
lo. Se Gesù avesse potuto peccare co- gno… è vicino significava che il Re
me uomo sulla terra, quale sicurezza aveva fatto il suo ingresso.
potremmo avere noi che egli non può 3. Gli uomini erano chiamati a ravve-
peccare ora come uomo nel cielo? dersi e a credere al vangelo. Per es-
Perché Marco scrive che Gesù stava sere qualificati a entrare nel regno,
tra le bestie selvatiche ? Le aveva forse dovevano abbandonare i loro pec-
mandate Satana per cercare di uccide- cati e credere nella buona notizia ri-
re il Signore? O forse la presenza del lo- guardante il Signore Gesù.
ro Creatore le rendeva mansuete? Sono
domande plausibili alle quali è impos- B. La chiamata di quattro pescatori
sibile dare una risposta. (1:16-20)
Alla fine dei quaranta giorni gli angeli 1:16-18 Mentre passava lungo il mare
lo servivano (cfr. Mt 4:11); “durante quei di Galilea, Gesù vide Simone e Andrea
giorni [Gesù] non mangiò nulla (Lu 4:2). che pescavano. Egli li conosceva già:
Per il credente, le prove sono inevita- essi erano, infatti, divenuti suoi disce-

157
MARCO 1:19-20

poli fin dall’inizio del suo ministero 5. richiede silenzio: il metodo migliore
(vd. Gv 1:40-41). Ora Gesù li invitava a è evitare distrazioni e tenersi in di-
rimanere con lui, promettendo di farli sparte.
diventare pescatori di uomini. Diventeremo pescatori di uomini
Essi abbandonarono all’istante la se seguiremo l’esempio di Cristo. Più
loro redditizia attività di pescatori per saremo simili a lui, maggior successo
seguirlo. La loro ubbidienza fu imme- avremo nel condurgli le anime. Spetta
diata, totale e pronta al sacrificio. a noi seguirlo; egli si occuperà di tutto
La pesca è un’arte, e lo è anche la pe- il resto.
sca delle anime: 1:19-20 Un po’ più oltre il Signore Ge-
1. richiede pazienza: spesso ci vogliono sù incontrò Giacomo… e Giovanni, figli
ore e ore di attesa in solitudine; di Zebedeo, che rassettavano le reti. Non
2. richiede abilità nell’uso dell’esca o appena li chiamò, essi salutarono il pa-
della rete; dre e se ne andarono dietro al Signore.
3. richiede discernimento e buon senso Ancora oggi Cristo invita gli uomi-
per andare dove si trovano i pesci; ni ad abbandonare tutto e a seguirlo
4. richiede perseveranza: un buon pe- (vd. Lu 14:33). Né i beni materiali né
scatore non si lascia scoraggiare fa- i genitori devono essere di ostacolo
cilmente; all’ubbidienza.

Miracoli Liberazione da
1° Guarigione di un uomo posseduto 1° L’impurità del peccato
da uno spirito immondo (1:23-26)
2° Guarigione della suocera di Simone 2° Lo stato febbrile e l’irrequietezza
(1:29-31) del peccato
3° Guarigione di un lebbroso (1:40-45) 3° La ripugnanza del peccato
4° Guarigione di un paralitico (2:1-12) 4° L’impotenza causata dal peccato
5° Guarigione di un uomo con la mano 5° L’inutilità causata dal peccato
paralizzata (3:1-5)
6° Guarigione di un indemoniato 6° La miseria, la violenza e il terrore
(5:1-20) del peccato
7° Guarigione della donna colpita da 7° Il potere che ha il peccato di
emorragia (5:25-34) indebolire la vitalità
8° Risurrezione della figlia di Iairo 8° La morte spirituale causata dal
(5:21-24; 35-43) peccato
9° Guarigione della figlia della donna 9° La schiavitù del peccato e di Satana
sirofenicia (7:24-30)
10° Guarigione di un sordomuto 10° L’incapacità di ascoltare la Parola di
(7:31-37) Dio e di parlare di argomenti
spirituali
11° Guarigione di un cieco (8:22-26) 11° La cecità alla luce del vangelo
12° Guarigione di un ragazzo 12° La crudeltà del dominio di Satana
indemoniato (9:14-29)
13° Guarigione del cieco Bartimeo 13° La cecità e la miseria provocate dal
(10:46-52) peccato

158
MARCO 1:27-28

C. L’allontanamento di uno spirito confondere la possessione diabolica


immondo (1:21-28) con le varie forme di infermità menta-
I vv. 21-34 narrano una giornata tipica le: si tratta di due concetti totalmente
nella vita del Signore. Quando il grande differenti. Nell’individuo posseduto
Medico guariva gli indemoniati e i ma- dimora, effettivamente, uno spirito
lati, i miracoli si susseguivano a ruota. maligno che lo domina; tale individuo
Le guarigioni miracolose del Salva- è spesso in grado di compiere azioni
tore mostrano in che modo egli libera straordinarie e, se messo a confronto
gli uomini dalle terribili conseguenze con la Persona e con l’opera del Signo-
del peccato. A tale proposito, si rinvia il re Gesù Cristo, diventa violento o bla-
lettore allo schema precedente. sfemo.
Benché non sia chiamato a compiere 1:24 Notiamo che lo spirito maligno
simili atti di guarigione fisica, chi pre- riconobbe Gesù e lo chiamò Nazareno
dica il vangelo oggi deve tuttavia occu- e Santo di Dio. Osserviamo anche la
parsi continuamente del corrispettivo transizione dei pronomi dal plurale
spirituale. Non sono forse questi i mi- al singolare: Che c’è fra noi e te?… Sei
racoli più grandi, di cui il Signore Gesù venuto per mandarci in perdizione?
parlava in Gv 14:12: “Chi crede in me Io so chi sei . Prima il demonio par-
farà anch’egli le opere che faccio io; e la tramite l’uomo; poi parla in prima
ne farà di maggiori”? persona.
1:21-22 Ma torniamo al racconto di 1:25-26 Gesù non avrebbe mai ac-
Marco. Non appena giunse a Caper- cettato la testimonianza di un demo-
naum, il sabato entrò nella sinagoga e nio, quantunque veritiera: pertanto,
iniziò a insegnare. La gente si rendeva egli ordinò allo spirito maligno di stare
conto che egli era un insegnante fuori zitto e di uscire dall’uomo. Fu sicu-
dal comune. Vi era un’innegabile po- ramente una scena impressionante:
tenza nelle sue parole, diversamente l’uomo in preda a convulsioni e l’urlo
dal monotono, meccanico biascicare spaventoso del demonio che abbando-
degli scribi. Le affermazioni di Gesù nava la propria vittima.
erano frecce scagliate dall’Onnipoten- 1:27-28 Il miracolo suscitò sbigotti-
te. Le sue lezioni erano affascinanti, mento: per quella gente era un fatto del
convincenti e stimolanti. Gli scribi tutto nuovo e sbalorditivo che un uomo
diffondevano una religione di secon- scacciasse un demonio con un sempli-
da mano. Non vi era alcun artificio ce ordine. Si chiedevano se si trattasse
nell’insegnamento del Signore Gesù: di un nuovo insegnamento religioso.
egli aveva il diritto di dire ciò che dice- La notizia del miracolo si divulgò subi-
va, perché viveva conformemente a ciò to in Galilea. Prima di proseguire no-
che insegnava. tiamo che:
Chi insegna la Parola di Dio do- 1. sembra evidente che la prima venuta
vrebbe parlare con autorità o tacere. Il di Cristo provocò un gran fermento
salmista dichiara: “Ho creduto, perciò di attività demoniache sulla terra;
ho parlato” (Sl 116:10), espressione che 2. il potere di Cristo su quegli spiri-
Paolo ribadisce in 2 Co 4:13. Il suo mes- ti maligni è una prefigurazione del
saggio e quello del salmista nascevano trionfo finale su Satana e su tutti i
da una profonda convinzione. suoi mandatari;
1:23 Nella loro sinagoga c’era un 3. dovunque Dio sia all’opera, Satana si
uomo posseduto da un demonio, che oppone. Tutti coloro che vogliono ser-
Marco definisce uno spirito immon- vire il Signore devono aspettarsi di es-
do. Forse ciò significa che lo spirito sere ostacolati a ogni passo. “Il nostro
maligno manifestava la sua presenza combattimento infatti non è contro
rendendo l’uomo impuro fisicamente sangue e carne, ma contro i principati,
o moralmente. Attenzione però a non contro le potenze, contro i dominato-

159
MARCO 1:29-30

ri di questo mondo di tenebre, contro non trova appoggio nella Parola di Dio
le forze spirituali della malvagità, che e che procura molti mali.
sono nei luoghi celesti” (Ef 6:12).
E. Guarigioni all’ora del tramonto
D. La guarigione della suocera di (1:32-34)
Pietro (1:29-31) 1:32-34 Durante il giorno si era diffu-
“Appena” e “subito” sono parole chiave sa la notizia che il Salvatore si trovava
di questo Vangelo e sono anche par- colà. Poiché era sabato, la gente non
ticolarmente appropriate al Vangelo osava condurgli le persone bisognose
che presenta il Signore Gesù in veste di di aiuto. Ma, fattosi sera e finito il sa-
Servo. bato, una folla affluì a casa di Pietro,
1:29-30 Dalla sinagoga il Signore dove tutti i malati e gli indemoniati
andò a casa di Simone. Appena giunto, sperimentarono la potenza che libera
apprese che la suocera di questi era a da ogni tipo di peccato.
letto con la febbre. Nel v. 30 sta scritto
che essi subito gliene parlarono : non F. La predicazione in Galilea
persero tempo e presentarono imme- (1:35-39)
diatamente la loro richiesta al grande 1:35 Gesù si alzò mentre era ancora
Medico. notte e se ne andò in un luogo dove
1:31 Senza proferire parola, Gesù non avrebbe subìto interruzioni o di-
la prese per la mano e la aiutò ad al- strazioni, per trascorrere del tempo
zarsi: era guarita! Di solito, la febbre è in preghiera. Ogni mattina, il Servo di
debilitante; in questo caso specifico, Dio tendeva l’orecchio all’ascolto delle
invece, il Signore non soltanto guarì indicazioni di Dio Padre per la giorna-
la febbre, ma subito le restituì la forza ta (Is 50:4-5). Se il Signore avvertiva il
per lavorare: ed ella si mise a servirli. bisogno di un tale periodo di quiete
J.R. Miller afferma: ogni mattina, quanto più dovremmo
Ogni persona malata che si sia rista- avvertirlo noi! Notiamo anche che egli
bilita, con l’aiuto di mezzi convenzio- andò a pregare in un momento della
nali o straordinari, dovrebbe affret- giornata che richiedeva un certo sacri-
tarsi a consacrare al servizio di Dio ficio: egli si alzò e se ne andò a pregare
la vita che le è stata restituita. Molti mentre era ancora notte. La preghiera
sono alla costante ricerca di oppor- non dovrebbe essere una questione di
tunità per servire Cristo, immagi- comodità personale, bensì di autodi-
nando di dover svolgere chissà quali sciplina e di sacrificio. È forse per que-
compiti gratificanti e interessanti. sto motivo che gran parte del nostro
Nel frattempo, però, essi trascurano servizio si rivela spesso inefficace?
proprio quelle attività per le quali 1:36-37 Nel frattempo, anche Simo-
Cristo cerca la loro collaborazione: il ne e gli altri si erano alzati e la folla si
vero servizio per Cristo consiste, in- era nuovamente radunata davanti alla
nanzi tutto, nel corretto svolgimento casa. I discepoli andarono dal Signore
delle proprie mansioni quotidiane.(3)
per annunciargli che egli stava diven-
È bene notare che, in ciascuno dei tando sempre più popolare.
miracoli di guarigione, il Signore usa 1:38 Inaspettatamente, Gesù non
una procedura diversa. Questo ci ricor- tornò in città, ma si recò con i disce-
da che ogni conversione è differente: poli nei villaggi vicini, spiegando loro
ogni individuo richiede un trattamen- che doveva predicare anche là. Perché
to individuale. non tornò a Capernaum? Per i seguenti
Il fatto che Pietro avesse una suocera motivi:
dimostra che, a quel tempo, l’idea del 1. si era appena levato dalla preghiera,
celibato nel sacerdozio era inesistente. avendo appreso ciò che Dio voleva
Si tratta di una tradizione umana che da lui in quella giornata;

160
MARCO 2:1-4

2. si era reso conto che il movimento contagio. Nondimeno, il Santo, il Figlio


popolare a Capernaum era super- dell’uomo, si identificava con le soffe-
ficiale. Il Salvatore non era attratto renze degli uomini e guariva le con-
dalle grandi folle: egli non guardava seguenze del peccato senza esserne
all’apparenza, ma vedeva ciò che era contaminato.
nel loro cuore; Gesù assentì: Lo voglio. Egli è più
3. Gesù conosceva i pericoli della popo- desideroso di guarirci che noi di essere
larità e, con il suo esempio, insegnava guariti. Dopodiché dichiarò: Sii purifi-
ai discepoli a diffidare quando tutti cato! In un attimo, la pelle del lebbroso
parlavano bene di loro; diventò liscia e pura.
4. evitava con fermezza qualsiasi mani- Gesù proibì all’uomo di rendere
festazione superficiale ed emotiva che pubblico il miracolo finché non si fosse
anteponesse la corona alla croce; mostrato al sacerdote presentando l’of-
5. il suo più grande interesse era la pre- ferta richiesta (vd. Le 14:2ss.). In primo
dicazione della Parola. I miracoli di luogo, quest’ordine costituiva una pro-
guarigione, benché diretti a lenire la va dell’ubbidienza dell’uomo: il lebbro-
sofferenza umana, avevano anch’es- so guarito avrebbe fatto ciò che gli era
si lo scopo di attirare l’attenzione stato richiesto? Non lo fece; divulgando
sulla predicazione. la notizia della sua guarigione, questi
1:39 Perciò Gesù andò per tutta la ostacolò, di conseguenza, l’opera del
Galilea, predicando nelle loro sina- Signore (v. 45). Con tale comando, Ge-
goghe e cacciando demòni. Egli univa sù intendeva inoltre saggiare il discer-
sempre la predicazione all’azione, le nimento del sacerdote: avrebbe, questi,
parole ai fatti. È interessante notare capito che il Messia tanto atteso era ar-
quanto spesso cacciava i demòni nelle rivato e stava compiendo meravigliosi
sinagoghe. miracoli di guarigione? Se era un tipico
rappresentante del popolo d’Israele,
G. La guarigione di un lebbroso non l’avrebbe riconosciuto.
(1:40-45) Ancora una volta vediamo Gesù riti-
1:40-45 Il racconto del lebbroso ci for- rarsi dalle folle e rendere il suo servizio
nisce un esempio istruttivo riguardo in luoghi deserti. Egli non misurava il
alla preghiera alla quale Dio risponde: successo in numeri.
1. era seria e disperata: lo pregò;
2. era profondamente rispettosa: but- H. La guarigione di un paralitico
tandosi in ginocchio; (2:1-12)
3. era umile e sottomessa: Se vuoi; 2:1-4 Non appena Gesù entrò… in
4. era fiduciosa: Tu puoi; Capernaum… si radunò tanta gen-
5. esprimeva il bisogno: purificarmi; te davanti alla casa dove si trovava.
6. era specifica: non “benedirmi”, ma La notizia si era diffusa in fretta e la
“purificarmi”; gente era ansiosa di vedere l’uomo dei
7. era personale: purificarmi; miracoli in azione. La gente è attratta
8. era breve: sono solo cinque parole. dalle opere potenti di Dio. Il Salvatore
Notiamo bene che cosa accadde! annunziava fedelmente la parola alle
Gesù, impietositosi. Non dovremmo persone che facevano ressa davanti
mai leggere queste parole senza prova- alla porta di casa. Discostato della folla
re gioia e gratitudine. c’era un paralitico portato da quattro
stese la mano. Pensiamoci! La mano uomini su una barella improvvisata.
di Dio si stende come risposta alla pre- La calca impediva loro di avvicinarsi al
ghiera umile e fiduciosa. Signore Gesù.
lo toccò. Secondo la legge, il contatto Sovente, quando si desidera condur-
con un lebbroso esponeva all’impuri- re qualcuno a Gesù, si presentano degli
tà cerimoniale, oltre che al rischio di ostacoli. La fede, tuttavia, non manca

161
MARCO 2:5

d’ingegno: usando la scala esterna, i be le cose. Ma, umanamente parlando,


quattro portatori salirono sul tetto, è altresì impossibile fare entrambe le
scoperchiarono il tetto da un lato e cose.
da lassù calarono il paralitico, proba- 2:10-12 Il Signore aveva già di-
bilmente in un cortile interno, vicino chiarato che i peccati dell’uomo era
al Figlio di Dio. Qualcuno ha dato a perdonati. Ma erano davvero perdo-
questi amici fedeli i soprannomi di nati? Non potendo vedere se i peccati
Solidarietà, Collaborazione, Audacia e dell’uomo erano perdonati, gli scribi
Perseveranza. Ognuno di noi dovrebbe non erano disposti a credere. Per di-
sforzarsi di essere un amico con queste mostrare che i peccati dell’uomo era-
caratteristiche. no davvero stati perdonati, il Salvatore
2:5 Gesù, impressionato dalla loro diede agli scribi una prova visibile:
fede, disse al paralitico: “Figliolo, i ordinò al paralitico di alzarsi, di pren-
tuoi peccati ti sono perdonati”. Que- dere il suo lettuccio e di tornarsene a
sta frase suonò alquanto strana. Si casa. L’uomo ubbidì all’istante. Tutti si
trattava di paralisi, non di peccato, stupivano : non avevano mai visto una
vero? Sì, è vero, ma Gesù non si fermò cosa così. Gli scribi, però, nonostante
ai sintomi: volle risalire alla causa. la dimostrazione straordinaria, non
Non voleva guarire il corpo e trascu- credettero. La fede è una questione di
rare l’anima. Non voleva rimediare volontà ed essi non volevano credere.
a una condizione temporanea senza
cambiare anche la condizione eter- I. La chiamata di Levi
na. Per questo disse: I tuoi peccati ti (2:13-17)
sono perdonati. Fu un annuncio me- 2:13-14 Mentre predicava in riva al ma-
raviglioso. In quel preciso istante, su re, Gesù vide Levi seduto al banco delle
questa terra, proprio durante la sua imposte. Conosciamo Levi con il nome
vita terrena, i peccati di quell’uomo di Matteo, il quale scrisse più tardi il
furono perdonati. Costui non dovette primo Vangelo. Costui era Giudeo, ma
attendere il giorno del giudizio: egli svolgeva un lavoro assolutamente ati-
ebbe la certezza del perdono in quel pico per un Giudeo, giacché riscuoteva
medesimo istante. Ciò vale per tutti le tasse per l’odiato governo romano!
coloro che ripongono la propria fede Quelli come lui non erano sempre indi-
nel Signore Gesù. vidui di specchiata virtù; infatti, erano
2:6-7 Gli scribi afferrarono imme- disprezzati e considerati la feccia del-
diatamente il significato di questa di- la società, proprio come le prostitute.
chiarazione. Conoscevano la dottrina Ma deporrà per sempre a suo favore
biblica quanto bastava per sapere che l’aver lasciato tutto per seguire Cristo
Dio soltanto può perdonare i peccati ; quando egli lo chiamò. Possa ognuno
perciò chiunque dichiarasse di perdo- di noi, come Levi, ubbidire subito e
nare i peccati, dichiarava anche di es- senza discutere. A volte, l’ubbidienza
sere Dio. Fin qui il loro ragionamento potrà sembrare un gran sacrificio, ma
era giusto; nondimeno, anziché rico- nell’eternità non la considereremo più
noscere la deità del Signore Gesù, co- come tale. Il missionario e martire Jim
storo lo accusarono, nel loro intimo, di Elliot sosteneva che “non è uno stupido
bestemmia. chi dà ciò che non può tenere per gua-
2:8-9 Gesù lesse nei loro pensieri: dagnare ciò che non può perdere”.
un’altra prova, questa, del suo potere 2:15 Levi preparò in casa sua un
soprannaturale. Pose loro una doman- convito per presentare i suoi amici al
da provocatoria: Che cosa è più facile, Signore Gesù. Molti dei suoi amici ap-
dire a un uomo che i suoi peccati sono partenevano alla sua stessa condizione:
perdonati o dirgli che è guarito dalla pubblicani e peccatori. Gesù accettò
paralisi? In effetti, è facile dire entram- l’invito a intrattenersi con costoro.

162
MARCO 2:22

2:16 Gli scribi e i farisei pensarono i discepoli di Gesù non digiunavano;


di averlo colto in fallo. Invece di andare allorché chiesero una spiegazione a
direttamente da lui, andarono dai suoi Gesù, nel loro intimo si nascondeva,
discepoli, cercando di insidiare la loro probabilmente, un po’ di invidia e di
fiducia e la loro lealtà. Come mai il loro autocommiserazione.
Maestro mangiava e beveva con i pub- 2:19-20 Gesù rispose paragonando i
blicani e i peccatori? discepoli agli amici di uno sposo e se
2:17 Gesù, udito questo, ricordò loro stesso allo Sposo. Finché egli, lo Sposo,
che non erano i sani ad aver bisogno era con loro, non vi era per essi alcun
del medico, bensì i malati. Gli scribi si motivo di cordoglio. Ma sarebbero ve-
consideravano sani, perciò non am- nuti i giorni in cui egli sarebbe stato
mettevano di aver bisogno del grande loro tolto; e allora sarebbe venuto il
Medico. I pubblicani e i peccatori, in- momento di digiunare.
vece, riconoscevano la propria colpa 2:21 Il Signore aggiunse subito due
e il proprio bisogno d’aiuto. Gesù era esempi per illustrare l’arrivo di una
venuto per chiamare i peccatori come nuova era incompatibile con la prece-
loro, non i presuntuosi. dente. 1° Se un pezzo di stoffa nuova,
Qui c’è una lezione per noi. Non do- non preristretto, è usato per rappezza-
vremmo chiuderci nelle nostre comuni- re un vecchio vestito, inevitabilmente
tà di evangelizzati e convertiti; piuttosto si restringerà e provocherà uno strap-
dovremmo cercare di offrire la nostra po da qualche parte; infatti, la stoffa
amicizia e il nostro aiuto ai non creden- vecchia, meno resistente, si strapperà
ti per presentarli al nostro Signore e Sal- nel punto in cui è stata cucita la toppa.
vatore. Ma quando stringiamo amicizia Gesù paragonava la vecchia economia
con i peccatori, non dovremmo fare a un vestito vecchio. Dio non ha mai
nulla che possa compromettere la no- voluto che il cristianesimo rattoppasse
stra testimonianza, né dovremmo per- il giudaismo, poiché il cristianesimo è
mettere ai non salvati di trascinarci sul un nuovo orientamento. Il cordoglio
loro terreno. Dovremmo prendere l’ini- dell’era passata, manifestato nel digiu-
ziativa per convogliare il rapporto in un no, deve cedere il passo alla gioia della
senso spiritualmente utile. Sarebbe più nuova era.
semplice isolarsi dal mondo malvagio, 2:22 2° Il vino nuovo messo in otri
ma Gesù non lo fece e neppure dovrem- vecchi. Col tempo, gli otri di cuoio per-
mo farlo noi, che siamo suoi seguaci. devano la loro elasticità. Se si fossero
Chiamando Gesù “amico dei pecca- riempiti degli otri vecchi con del vino
tori”, gli scribi pensavano di rovinare nuovo, la pressione causata dalla fer-
la reputazione del Signore. Ma ciò che mentazione li avrebbe fatti scoppiare.
essi consideravano un’offesa si trasfor- Il vino nuovo simboleggia la gioia e la
mò in un amorevole omaggio: tutti i potenza della fede cristiana. Gli otri
redenti riconoscono in Gesù l’amico dei vecchi sono il sistema e i rituali del
peccatori e lo ameranno eternamente giudaismo. Il vino nuovo ha bisogno di
per questo. otri nuovi. Era inutile che i discepoli di
Giovanni e i farisei continuassero a im-
J. La controversia sul digiuno porre ai discepoli del Signore il pesante
(2:18-22) fardello del digiuno. La gioia e l’efferve-
2:18 I discepoli di Giovanni il battista scenza della nuova vita devono potersi
e i farisei praticavano il digiuno come esprimere. Il cristianesimo ha sempre
esercizio spirituale. Nell’A.T. il digiuno subìto il tentativo umano di commi-
era espressione di profondo cordoglio stione con il legalismo. Qui, il Signore
ma, ormai, aveva perso gran parte del Gesù spiega che i due ordini non sono
suo significato, diventando una con- compatibili: la legge e la grazia sono
suetudine. Alcuni avevano notato che due principi opposti.

163
MARCO 2:23-24

K. La controversia sul sabato Il v. 26 ricorda che Davide mangiò i


(2:23-28) pani di presentazione quando Abia-
2:23-24 Questo episodio illustra il con- tar era sommo sacerdote. Secondo 1 S
flitto tra le tradizioni del giudaismo e la 21:1, a quel tempo il sommo sacerdote
libertà del vangelo, di cui Gesù aveva era Aimelec, figlio di Abiatar. Probabil-
appena parlato. mente fu per lealtà nei confronti di Da-
In un giorno di sabato egli pas- vide che il sommo sacerdote convinse
sava per i campi, e i suoi discepoli il figlio a permettere quest’insolito sco-
raccoglievano delle spighe per man- stamento dalla legge.
giarle. Così facendo essi non violava- 2:27-28 Il Signore concluse il discor-
no alcuna legge di Dio. Ma, secondo so ricordando ai farisei che Dio aveva
le tradizioni cavillose degli anziani, istituito il sabato per il bene dell’uomo,
i discepoli violavano il sabato perché non per renderlo schiavo. Aggiunse che
“mietevano” e, forse, addirittura “treb- il Figlio dell’uomo è signore anche del
biavano” (sfregavano il grano con le sabato: infatti, era stato lui stesso a isti-
dita per spularlo)! tuirlo fin dal principio e, dunque, ave-
2:25-26 Il Signore rispose loro ci- va l’autorità di decidere che cosa fosse
tando un evento dell’A.T. Davide, pur lecito e che cosa fosse proibito fare in
essendo stato unto (consacrato) re, quel giorno. Indubbiamente, lo scopo
non poteva regnare: respinto e brac- del sabato non era quello di vietare le
cato come un animale, si era dato alla attività necessarie o le opere di miseri-
fuga. Un giorno, esauriti i viveri, entrò cordia. I credenti non sono obbligati a
nella casa di Dio e prese i pani di pre- osservare il sabato; questo giorno, in-
sentazione per dar da mangiare ai suoi fatti, era stato dato al popolo d’Israele.
uomini e per mangiarne egli stesso. Di Per il cristiano, il giorno speciale è il
solito, i pani di presentazione erano giorno del Signore, il primo della set-
riservati esclusivamente ai sacerdoti; timana. Neppure questa ricorrenza
tuttavia Dio non trovò colpa in Davi- deve essere sovraccaricata di obblighi
de per ciò che aveva fatto. Perché no? e divieti legalistici, ma deve costituire,
Perché in Israele le cose non venivano invece, un momento privilegiato in cui
fatte con giustizia. Finché Davide non i credenti, liberi da impegni secolari,
ebbe occupato il suo posto legittimo di possano adorare e servire il Signore e
sovrano, Dio gli permise di fare ciò che, nutrire le loro anime. Non dobbiamo
normalmente, sarebbe stato illegale. domandarci: “È sbagliato fare questo
Il Signore Gesù si trovava nella me- nel giorno del Signore?”, ma piuttosto:
desima situazione. Pur essendo l’Unto “Come posso utilizzare questo giorno
di Dio, egli non regnava. I suoi disce- al meglio per la gloria di Dio, per la
poli, nel loro cammino, dovevano rac- benedizione del mio prossimo e per il
cogliere delle spighe di grano e questa mio benessere spirituale?”.
era la prova che in Israele le cose non
andavano per il verso giusto. Gli stessi L. Il Servo guarisce in giorno
farisei avrebbero dovuto offrire ospita- di sabato (3:1-6)
lità a Gesù e ai suoi discepoli, anziché 3:1-2 Si presentò subito un’altra oc-
criticarli. casione per mettere alla prova Gesù
Se Davide, che aveva effettivamen- riguardo al sabato. Quando entrò di
te violato la legge mangiando i pani nuovo nella sinagoga, Gesù incontrò
di presentazione, non aveva subìto un uomo con una mano paralizza-
alcun rimprovero divino, tanto meno ta. I presenti si chiedevano se Gesù lo
colpevoli erano i discepoli che, tro- avrebbe guarito in giorno di sabato. Se
vandosi nelle stesse circostanze, non lo avesse fatto, i farisei avrebbero avuto
avevano violato altro che le tradizioni di che accusarlo, o almeno così pensa-
degli anziani. vano. Che ipocrisia… e che falsità!

164
MARCO 3:13-18

Costoro non erano in grado di aiu- ressa di chi veniva per chiedere la gua-
tare quell’uomo, ma nutrivano rancore rigione.
contro colui che era in grado di farlo. 3:11-12 Quando nella folla gli spiriti
Essi cercavano un motivo per con- immondi gridavano che era il Figlio di
dannare il Signore della vita: se Gesù Dio… ordinava loro con insistenza di
avesse guarito in giorno di sabato, si tacere. Come abbiamo osservato in pre-
sarebbero scagliati contro di lui per uc- cedenza, Gesù non accettava alcuna te-
ciderlo, come un branco di lupi. stimonianza dagli spiriti del male. Egli
3:3-4 Il Signore disse all’uomo di non negava di essere il Figlio di Dio, ma
sistemarsi nel mezzo. L’atmosfera era intendeva stabilire da sé quando e come
carica di attesa. Poi Gesù domandò rivelarsi come tale. Gesù aveva il potere
ai farisei: È permesso, in un giorno di di guarire, ma solamente chi gli chiede-
sabato, fare del bene o fare del male? va aiuto poté sperimentare i suoi mira-
Salvare una persona o ucciderla? La coli. Lo stesso avviene per la salvezza:
sua domanda scoprì la malvagità dei il potere salvifico è sufficiente per tutti,
farisei. Costoro pensavano che Gesù ma è efficace solo per chi ripone la pro-
sbagliasse a compiere un miracolo di pria fiducia in Cristo.
guarigione il sabato, ma erano convinti Dal ministero del Salvatore impa-
di non sbagliare tramando il suo assas- riamo che il bisogno non costituisce
sinio di sabato! una chiamata. Il bisogno era ovunque;
3:5 Non c’è da meravigliarsi se non tuttavia Gesù sottostava alle disposi-
risposero! Dopo un silenzio imbaraz- zioni di Dio Padre riguardo ai tempi e
zante, il Salvatore ordinò all’uomo di ai luoghi in cui agire. Lo stesso deve
stendere la mano. Nel momento in cui essere per noi.
l’uomo ubbidì, le forze gli ritornaro-
no, la mano si distese e la deformità III. IL SERVO CHIAMA E ISTRUISCE
scomparve. I SUOI DISCEPOLI (3:13–8:38)
3:6 La misura era colma e i farisei
non poterono tollerare oltre: usciti dal- A. La chiamata dei dodici discepoli
la sinagoga, si misero subito in contat- (3:13-19)
to (era ancora sabato) con gli erodiani, 3:13-18 Gesù nominò dodici discepoli
notoriamente loro avversari, e tenne- da preparare per l’evangelizzazione del
ro… consiglio per far morire Gesù. mondo. Questi uomini non avevano
Erode aveva già fatto uccidere Giovan- nulla di speciale: ciò che li fece grandi
ni il battista e i farisei speravano che, fu il loro rapporto con Gesù.
forse, i suoi sostenitori sarebbero riu- Essi erano giovani. James S. Stewart,
sciti a far morire anche Gesù. commenta la giovane età dei discepoli
in modo eccellente:
M. Una gran folla circonda il Servo
(3:7-12) Il cristianesimo iniziò come un mo-
vimento di giovani […] Purtroppo
3:7-10 Dopo aver lasciato la sinagoga,
questo è un fatto che, troppo spesso,
Gesù si ritirò… verso il mare di Gali-
l’arte e la predicazione cristiana han-
lea. Nella Bibbia, il mare spesso simbo- no nascosto. Ma è certo che, all’inizio,
leggia i pagani. È quindi possibile che il gruppo originario di discepoli era
questo atto rappresenti il suo allonta- composto da giovani uomini. Perciò
namento dai Giudei per occuparsi degli non sorprende che il cristianesimo
stranieri. Colà si radunò una gran folla, sia entrato nel mondo come un mo-
proveniente non soltanto dalla Galilea, vimento di giovani. Probabilmente, la
ma anche da regioni lontane. La folla maggior parte degli apostoli non ave-
era così numerosa che Gesù chiese una va neanche trent’anni, quando si mise
barchetta, al fine di distaccarsi un po’ a seguire Gesù […] Non dovremmo
dalla riva e non farsi travolgere dalla dimenticare che Gesù stesso iniziò

165
MARCO 3:19

il proprio ministero terreno quando Gesù scelse i dodici con un triplice


aveva ancora la freschezza della “ru- scopo:
giada” (vd. Sl 110:3; tale Salmo fu ap- 1° perché stessero con lui;
plicato a Gesù, dapprima dallo stesso 2° per mandarli a predicare;
Gesù, quindi dalla chiesa apostolica). 3° perché avessero il potere di scaccia-
A ragione, i primi cristiani tendevano re i demòni.
istintivamente a ritrarre il loro mae- In primo luogo, fu necessario un
stro sui muri delle catacombe non periodo di formazione, la predicazio-
come uomo vecchio, stanco e strazia- ne pubblica doveva essere preceduta
to dal dolore, bensì come un giovane da una preparazione in forma privata.
pastore, che pascola il suo gregge la
Questo è un principio basilare del ser-
mattina presto sulle colline. La ver-
vizio: prima di andare per il mondo
sione originale del grande inno di
Isacc Watts rende bene questa realtà:
come ambasciatori di Dio, occorre tra-
Quando contemplo la mirabile croce scorrere del tempo con lui.
Dove il giovane Principe della gloria In seguito, i dodici furono inviati
morì... a predicare. La proclamazione della
Parola di Dio, il metodo elementare
E nessuno, come Gesù, ha mai capito per chi evangelizza, doveva essere
altrettanto bene il cuore dei giovani, sempre al centro della loro predica-
che si esprime con la gioia e il corag-
zione: nulla doveva farla passare in
gio, con generosità e speranza, nella
secondo piano.
solitudine improvvisa e nei suoi in-
cubi, con i conflitti e le sue forti ten-
Infine, fu dato loro un potere so-
tazioni. E nessuno come Gesù ha mai prannaturale. Mediante la facoltà di
capito tanto chiaramente che gli anni scacciare i demòni gli apostoli avreb-
dell’adolescenza, quelli in cui si de- bero dimostrato agli uomini che Dio
stano pensieri reconditi e strani e il parlava per loro tramite. La Bibbia non
mondo intero inizia ad aprirsi, sono era ancora stata completata; dunque,
la migliore occasione che Dio ha per i miracoli costituivano le credenziali
parlare all’anima […] Quando studia- dei messaggeri di Dio. Oggi gli uomini
mo la storia dei primi dodici discepo- hanno accesso a tutta la Parola di Dio e
li, scopriamo le avventure di giovani sono tenuti a credere in essa senza l’at-
uomini. Li vediamo seguire il Signore testazione dei miracoli.
verso l’ignoto, senza sapere bene chi 3:19 Il nome di Giuda Iscariota
lui fosse, né dove egli li avrebbe por- emerge dall’elenco degli apostoli. C’è
tati, né perché essi lo seguissero […] un mistero attorno a quell’uomo, scel-
ma semplicemente magnetizzati dal- to come apostolo, che si sarebbe rive-
la sua Persona, affascinati, attratti e lato il traditore del Signore. Uno dei
afferrati da qualcosa d’irresistibile fatti più dolorosi del servizio cristiano
nella sua anima. Derisi dagli amici, è vedere qualcuno che prima era bril-
perseguitati dai nemici, essi nutrivano lante, serio e, apparentemente, molto
dubbi che, a poco a poco, si facevano
consacrato, voltare successivamen-
sempre più pressanti, tanto che quasi
te le spalle al Salvatore e tornare nel
avrebbero voluto non aver più niente
a che fare con tutta quella faccenda;
mondo che l’ha crocifisso.
nondimeno, rimasero uniti a lui e, Undici si rivelarono fedeli al Si-
abbandonando tutte le loro speranze, gnore e fu con costoro che il Signore
accrebbero la loro fedeltà e, alla fine, si rivoluzionò il mondo; il loro campo
guadagnarono trionfanti il grandioso d’azione andava vieppiù allargando-
appellativo dato loro nel Te Deum: “La si e si può dire che, oggi, noi siamo la
comunità gloriosa degli apostoli”. Vale continuità, il frutto vivente del loro
la pena guardarli bene, affinché anche servizio. Non vi è modo di scoprire
noi rimaniamo, come loro, attratti da fin dove si spingerà il nostro campo
Gesù e iniziamo a seguirlo.(4) di azione per Cristo.

166
MARCO 3:27

B. Il peccato imperdonabile me che periscono. Ma ciascuno di


(3:20-30) noi è realmente il guardiano del pro-
3:20-21 Gesù scese dal monte dove ave- prio fratello… e non esiste peggior
va chiamato a sé i discepoli ed entrò in sacrilegio del disinteresse per la sua
una casa di gente galilea. Una gran fol- salvezza eterna.(5)
la si accalcava all’esterno: Gesù e i suoi È vero: l’individuo che si infervora
apostoli erano troppo affaccendati per d’amore per Dio fa un’impressione stra-
desinare. Venuti a conoscenza delle na ai suoi contemporanei. Più saremo
sue attività, i suoi parenti pensarono simili a Cristo e più sperimenteremo
che egli fosse fuori di sé e cercarono di anche noi il dolore di essere fraintesi
portarlo via. Indubbiamente, lo zelo di da parenti e amici. Se ci proporremo di
questo fanatico in famiglia li metteva fare fortuna, la gente ci applaudirà; se
in imbarazzo. saremo degli appassionati sostenitori
J.R. Miller osserva in proposito: di Gesù Cristo, tutti si prenderanno
Per loro, l’unica spiegazione del suo gioco di noi.
[di Gesù] insuperabile zelo era la 3:22 Gli scribi non pensavano che
malattia mentale. Oggigiorno sen- egli fosse pazzo. Lo accusavano di scac-
tiamo dire la stessa cosa, quando un ciare i demòni con il potere di Belzebù,
credente attivamente impegnato per il principe dei demòni. Il nome Belze-
Cristo dimentica se stesso per amore bù significa “signore delle mosche” o
del suo Signore. La gente dice: “Deve “signore della sporcizia”. Era un’accusa
essere pazzo!” Si considera pazzo pesante, meschina e blasfema!
chiunque si lasci trascinare dalla 3:23 Dapprima, Gesù respinse l’ac-
propria religione a un insolito zelo, o cusa, poi rivelò la sorte di coloro che
chiunque si assuma un servizio per l’avevano pronunciata. Se egli avesse
il Signore con un maggiore senso di scacciato i demòni con l’aiuto di Bel-
responsabilità rispetto al cristiano zebù, Satana avrebbe agito contro se
medio [...] stesso rendendo vani i propri piani. Lo
Questo è il giusto tipo di pazzia ed scopo di Satana, infatti, è di controllare
è davvero un peccato che sia così gli uomini per mezzo dei demòni, non
raro. Se ci fossero più pazzi, non ci di liberarli da loro.
sarebbero tante anime non salvate 3:24-26 Un regno (o una casa o un
che muoiono all’ombra delle nostre individuo) diviso in parti contrarie
chiese; non sarebbe così difficile non può continuare a esistere. La so-
reperire missionari e denaro per in- pravvivenza dipende da una stretta
viare il vangelo negli angoli più bui collaborazione, non certo dall’antago-
della terra; non ci sarebbero tanti nismo.
banchi vuoti nelle nostre chiese, né 3:27 L’accusa degli scribi era dun-
tante pause nelle nostre riunioni di que assurda; infatti, il Signore Gesù
preghiera e nemmeno così pochi faceva esattamente il contrario di ciò
insegnanti nelle scuole domenica-
che essi sostenevano. I suoi miracoli
li. Sarebbe meraviglioso se tutti i
non annunciavano l’ascesa del regno
credenti fossero “fuori di sé” come
lo era il Signore o l’apostolo Paolo.
di Satana, bensì la sua caduta. È questo
È una pazzia assai più grave quella che il Salvatore intendeva dire, affer-
che, in questo mondo, non dedica mando che: Nessuno può entrare nella
un pensiero agli altri o che, pur in- casa dell’uomo forte e rubargli le sue
contrando continuamente individui masserizie, se prima non avrà legato
perduti, non prova compassione per l’uomo forte; soltanto allora gli sac-
la loro condizione e non fa nemmeno cheggerà la casa.
un tentativo per salvarli. È più facile L’uomo forte è Satana e la casa è il suo
conservare la mente lucida e il cuore dominio; egli è, infatti, il dio di questo
freddo senza preoccuparsi delle ani- mondo. Le sue masserizie sono gli uo-

167
MARCO 3:28-29

mini su cui Satana domina. Gesù è colui scono una condanna della “mariola-
che lega Satana e saccheggia la casa. Alla tria” (la venerazione di Maria, madre
seconda venuta di Cristo, Satana sarà le- di Gesù). Egli onorava Maria come
gato e gettato nell’abisso per mille anni. madre naturale, ma affermò altresì
I demòni scacciati durante il ministero che i rapporti spirituali sono più im-
terreno del Salvatore sono una prefigura- portanti di quelli naturali. Per quan-
zione della vittoria definitiva che Cristo to riguarda Maria, è maggiormente
riporterà sul diavolo alla fine dei tempi. degna di considerazione la sua ubbi-
3:28-29 Nei vv. 28-30 il Signore pro- dienza a Dio, anziché il fatto di esse-
nunzia la sentenza contro gli scribi, re la madre di Gesù;
resisi colpevoli del peccato imperdo- 2. questo episodio confuta il dogma del-
nabile. Accusando Gesù di scacciare i la verginità perpetua di Maria. Gesù
demòni con l’aiuto delle forze del male aveva dei fratelli. Egli era il primogeni-
laddove egli, in realtà, operava median- to di Maria la quale, in seguito, partorì
te la potenza dello Spirito Santo, costoro altri figli e figlie (vd. Mt 13:55; Mr 6:3;
tacciavano lo Spirito Santo di essere un Gv 2:12; 7:3, 5, 10; At 1:14; 1 Co 9:5; Ga
demonio. Così facendo, essi bestem- 1:19. Inoltre vd. Sl 69:8);
miavano contro lo Spirito Santo. Tutti i 3. Gesù anteponeva gli interessi di Dio
peccati potranno essere perdonati, ma ai legami familiari. Ancora oggi, egli
per questo peccato speciale non ci sarà dice ai suoi seguaci: “Se uno viene a
alcun perdono. È un peccato eterno. me e non odia suo padre, sua madre,
È possibile che, oggi, qualcuno com- la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e
metta questo peccato? Probabilmente persino la sua propria vita, non può
no. Si tratta di un peccato che poteva essere mio discepolo” (Lu 14:26);
sussistere fintanto che Gesù compi- 4. questo passo ci rammenta che, tra
va miracoli in terra. Poiché oggi egli credenti, esiste un vincolo più stret-
non è più sulla terra fisicamente per to di quello naturale esistente con i
scacciare i demòni, la possibilità di be- parenti di sangue non salvati;
stemmiare contro lo Spirito Santo non 5. Gesù attribuisce grande importan-
esiste più. Quanti si preoccupano di za all’ubbidienza alla volontà di Dio.
aver commesso il peccato imperdona- Per quanto mi riguarda, sono in gra-
bile, in realtà non lo hanno commesso. do di reggere il confronto? Sono io
Il semplice fatto che si preoccupino sua madre o suo fratello?
dimostra chiaramente che non sono
colpevoli di aver bestemmiato contro D. La parabola del seminatore
lo Spirito Santo. (4:1-20)
4:1-2 Gesù si mise di nuovo a insegna-
C. I veri parenti del Servo re presso il mare. Ancora una volta, a
(3:31-35) causa della folla, Gesù dovette servirsi
3:31-35 Maria, madre di Gesù, venne di una barca, ormeggiata a poca distan-
con i suoi fratelli per parlare con lui. Ma za dalla riva, come pulpito. E di nuovo
a causa della folla era impossibile avvi- insegnava verità spirituali su di sé, ser-
cinarlo, quindi mandarono a riferirgli vendosi di esempi tratti dalla natura.
che lo stavano aspettando fuori. Quan- Egli era in grado di vedere le verità spi-
do Gesù seppe che sua madre, i suoi rituali nel regno della natura, realtà che
fratelli e le sue sorelle volevano parlar- tutti noi siamo in grado di apprezzare.
gli, girando lo sguardo intorno, affermò 4:3-4 Questa parabola racconta di
che chiunque avesse fatto la volontà di un seminatore, del seme e del terre-
Dio era per lui fratello, sorella e madre. no sul quale il seme è gettato. Il fondo
Possiamo desumere vari insegna- della strada era troppo duro perché
menti da questa dichiarazione: il seme potesse penetrare. Gli uccelli
1. tali parole del Signore Gesù costitui- vennero e se lo mangiarono.

168
MARCO 4:15-20

4:5-6 Il suolo roccioso era ricoper- possono sembrare dure e ingiuste: Ve-
to da un sottile strato di terra. A causa dendo, vedano sì, ma non discernano;
della scarsa profondità del terreno, il udendo, odano sì, ma non compren-
seme appena germogliato non poté af- dano; affinché non si convertano, e i
fondare le radici. peccati non siano loro perdonati.
4:7 Il terreno spinoso era ricoperto di Dobbiamo, tuttavia, ricordare l’enor-
arbusti che sottraevano luce e sostanze me privilegio che costoro avevano avu-
nutritive al seme, il quale soffocò. to. Il Figlio di Dio aveva insegnato in
4:8-9 La buona terra era profon- mezzo a loro e aveva compiuto opere
da e fertile: essa offriva le condizioni potenti in loro presenza. Ma essi, an-
favorevoli per lo sviluppo del seme. ziché riconoscerlo come il vero Messia,
Una parte del seme produsse il trenta, continuavano a respingerlo. Poiché
un’altra il sessanta e un’altra ancora il avevano rifiutato la Luce del mondo,
cento per uno. essi non avrebbero ricevuto la luce del
4:10-12 Quando i discepoli rimase- suo insegnamento. Da allora in avanti,
ro da soli con Gesù, gli domandarono costoro avrebbero visto i miracoli di
perché egli parlasse in parabole. Gesù Gesù senza comprenderne il signifi-
spiegò loro che soltanto chi ha un cuore cato spirituale; avrebbero udito le sue
aperto è in grado di conoscere il miste- parole, senza però saperne apprezzare
ro del regno di Dio. Nel N.T. un mistero gli insegnamenti profondi.
è una verità non ancora svelata, che si È possibile ascoltare il Vangelo per
può conoscere solamente grazie a una l’ultima volta perdendo il giorno della
rivelazione particolare. Il mistero del grazia a motivo di un cuore indurito
regno di Dio si riassume come segue: da una vita di peccato continuo. Vi
1. il Signore Gesù fu respinto quando si sono uomini e donne che respingo-
propose come Re d’Israele; no il Salvatore e che mai più avranno
2. trascorrerà un certo periodo, prima l’opportunità di pentirsi e di ricevere
che il regno sia stabilito sulla terra; il perdono. Essi possono udire il van-
3. nel frattempo, il regno esisterà in gelo, ma esso trova orecchie chiuse
forma spirituale. Tutti coloro che ri- e un cuore indurito. C’è chi dice che
conoscono Cristo come Re faranno “finché c’è vita c’è speranza”; ma la
parte del regno, anche se il Re stesso Bibbia ci parla di persone che, nono-
è assente; stante siano ancora in vita, non hanno
4. durante questa fase transitoria, la più speranza di ravvedersi (vd. p. es.
Parola di Dio sarà seminata con di- Eb 6:4-6).
verse percentuali di successo. Al- 4:13 Tornando alla parabola del se-
cuni si convertiranno realmente, minatore, il Signore Gesù domandò ai
altri rimarranno soltanto dei cre- discepoli come potessero aspettarsi di
denti nominali. Tutti coloro che si di- comprendere parabole più complesse,
chiarano cristiani fanno parte della giacché non erano nemmeno in grado
realtà esteriore del regno, ma soltan- di capire quelle semplici.
to i credenti nati di nuovo entrano 4:14 Il Salvatore non dice chi è il se-
nella sua realtà interiore. minatore (potrebbe trattarsi di Gesù
Nei vv. 11-12 si spiega perché tale ve- stesso, o di quanti predicano nel suo
rità era presentata in parabole. Dio ri- nome); tuttavia, egli specifica che il se-
vela i suoi “segreti di famiglia” a quanti me è la parola.
hanno un cuore aperto, sensibile e ub- 4:15-20 I diversi tipi di terreno rap-
bidiente, mentre nasconde deliberata- presentano il cuore umano e la sua
mente la verità a coloro che rifiutano la sensibilità ricettiva nei confronti della
luce che è stata loro offerta. Gesù li de- Parola.
finisce quelli che sono di fuori. A una 1. La strada (v. 15). In questo caso, la
lettura superficiale, le parole del v. 12 Parola incontra un cuore refrattario.

169
MARCO 4:21

L’individuo, testardo e orgoglioso, fruttano il trenta, altri il sessanta e


oppone un netto “no” al Salvatore. altri ancora il cento per uno. Da che
Satana, rappresentato dagli uccelli, cosa dipende il livello di produttività?
porta via la Parola. Il peccatore è in- La vita che porta più frutto è quella di
differente al messaggio. Da quel mo- chi ubbidisce prontamente alla Parola,
mento in poi, rimarrà insensibile e senza dubitare e con gioia.
imperturbato.
2. I luoghi rocciosi (vv. 16-17). Persone E. La responsabilità di chi ascolta
di questo tipo rispondono alla paro- (4:21-25)
la in modo superficiale. È probabi- 4:21 Qui la lampada simboleggia le
le che costoro, presi dall’atmosfera verità trasmesse dal Signore ai suoi
avvincente di una manifestazione discepoli. Queste verità non devono es-
evangelistica, facciano professione sere riposte sotto un recipiente o sotto
di fede in Cristo. Si tratterà, nondi- il letto, bensì esposte fuori, all’aperto,
meno, di un mero consenso a livello dove gli uomini le possano vedere. Il
intellettivo; in realtà, non vi è alcun vaso potrebbe simboleggiare il lavoro
impegno totale per Gesù. Questi in- che, se glielo si permette, sottrae il tem-
dividui ricevono la parola con gioia: po che andrebbe, al contrario, dedicato
forse, sarebbe meglio per loro rice- alle cose del Signore. Il letto potrebbe
verla con spirito contrito e desiderio rappresentare la comodità o la pigrizia,
di ravvedimento. Per un certo tem- entrambe nemiche della proclamazio-
po essi sembrano camminare per il ne del vangelo.
retto sentiero ma, quando vengono 4:22 Gesù parlava alla folla in para-
tribolazione o persecuzione, essi bole la cui verità era nascosta. Tuttavia,
ritengono che il prezzo da pagare a il piano divino prevedeva che i disce-
causa della loro professione di fede poli spiegassero tali recondite verità
sia troppo alto e abbandonano tut- ai cuori disposti ad ascoltarle. D’altro
to. Costoro si fingono credenti finché canto, questo passo potrebbe signifi-
conviene farlo, tuttavia la persecu- care che occorre servire nella continua
zione dimostra che essi, in realtà, consapevolezza dell’arrivo di un gior-
non lo sono. no in cui si saprà se il discepolo avrà
3. Il terreno invaso dalle spine (vv. 18- permesso agli affari, o alla pigrizia, di
19). Anche in questo caso, dopo un prendere il sopravvento sulla testimo-
brillante inizio in cui danno l’im- nianza per il Salvatore.
pressione di essere dei veri creden- 4:23 La serietà di questi ragiona-
ti, i neoconvertiti si abbandonano menti si desume dall’ammonimento di
al lavoro, agli impegni del mondo e Gesù: Se uno ha orecchi per udire oda.
al desiderio di ricchezza, perdendo 4:24 Il Salvatore aggiunge un altro
interesse per le cose spirituali fino importante avvertimento: Badate a
a rinunciare del tutto a definirsi dei ciò che udite. Se ascolto un comanda-
credenti. mento della Parola di Dio, ma non lo
4. La buona terra (v. 20). Qui, la parola osservo, non posso trasmetterlo ad al-
viene accolta risolutamente, a qual- tri. Ciò che conferisce potenza e valore
siasi costo. Questi individui sono alla predicazione è un predicatore che
veramente nati di nuovo e possono mette in pratica ciò che predica.
considerarsi dei servitori fedeli di Tutto ciò che diamo agli altri, con-
Cristo, il Re. Né il mondo, né la car- dividendo la verità con loro, ci ripaga
ne, né il diavolo possono scuotere la con gli interessi. Di solito, l’insegnante,
loro fiducia in lui. durante la preparazione di una lezio-
Tuttavia, tra gli uditori della Parola ne, impara più dei suoi studenti. E la
appartenenti alla buona terra ci sono nostra ricompensa futura sarà ancora
livelli diversi di produttività. Alcuni più grande della nostra esigua fatica.

170
MARCO 4:35-37

4:25 Ogni volta che acquisiamo una a diventare un arbusto così grande da
nuova verità e le troviamo una giusta servire come rifugio per gli uccelli. Il
collocazione nella nostra vita, pos- regno iniziò da una piccola minoranza
siamo essere certi che ne riceveremo perseguitata; quindi si fece conoscere e
ancora di più. D’altra parte, rimanen- fu accettato dai governi come religione
do insensibili alla verità, si rischia di di Stato. Questa crescita fu spettacola-
perdere anche ciò che si è ricevuto in re ma malsana, poiché fu promossa da
precedenza. uomini che servivano il Re soltanto a
parole, senza essersi veramente con-
F. La parabola del seme che vertiti.
germoglia e cresce (4:26-29) Così scrisse Vance Havner:
4:26-29 Questa parabola si trova sol-
Finché ebbe delle cicatrici, la chie-
tanto nel Vangelo di Marco. Almeno
sa prosperò. Da quando cominciò
due sono le interpretazioni possibili. ad appuntarsi delle medaglie, la sua
1. L’uomo potrebbe rappresentare il Si- causa languì. Per la chiesa, vi fu più
gnore Gesù, il quale, durante il suo gloria nei giorni in cui i cristiani era-
ministero pubblico, gettò il seme sul- no dati in pasto ai leoni che in quelli
la terra e poi ritornò in cielo. Il seme in cui, con un abbonamento, se ne
iniziò a crescere in modo misterioso rimanevano seduti in tribuna.(6)
e impercettibile, ma inarrestabile.
Da un inizio modesto si produce un L’arbusto di senape rappresenta,
gran raccolto di veri credenti. Quan- perciò, un cristianesimo fittizio che è
do il frutto sarà maturo, verrà rac- diventato ricettacolo di ogni sorta di
colto e riposto nel granaio celeste. falsi profeti. Esso è la realtà esteriore
2. La parabola può essere intesa come del regno come esiste oggigiorno.
un incoraggiamento per i discepo- 4:33-34 Questi versetti rivelano un
li. È compito loro piantare il seme. principio importante dell’insegnamen-
Quindi, essi possono dormire la not- to: agli uomini Gesù insegnava secon-
te e alzarsi il giorno dopo con la con- do quello che potevano intendere. Egli
sapevolezza che la Parola di Dio non ampliava gradualmente la loro cono-
torna a lui a vuoto, ossia senza aver scenza e dava loro il tempo necessario
compiuto ciò per cui Dio l’ha inviata per assimilare una lezione prima di im-
(vd. Is 55:10-11). Attraverso un pro- partirne una nuova. Consapevole dei
cesso misterioso e miracoloso, senza limiti dei suoi uditori, Gesù non offriva
l’intervento dell’uomo, la Parola ope- loro più di quanto potessero assimilare
ra nel cuore dell’individuo produ- (inoltre vd. Gv 16:12; 1 Co 3:2; Eb 5:12).
cendo frutto per Dio. L’uomo semina Il metodo usato da alcuni predicatori
e annaffia, ma è Dio che fa crescere potrebbe farci pensare che Cristo ab-
la pianta. Il problema di questa in- bia detto: “Pasci le mie giraffe” anziché
terpretazione è nel v. 29. Soltanto “Pasci le mie pecore”!
Dio può usare la falce nell’ora della Di solito, Gesù insegnava in parabo-
mietitura. In questa parabola, in- le ma, in privato, ai suoi discepoli spie-
vece, è colui che semina il seme che gava ogni cosa. Egli dà la luce a quanti
mette mano alla falce per raccoglie- la ricercano con sincerità.
re il grano maturo.
H. Il vento e il mare al servizio del
G. La parabola del granello di Servo (4:35-41)
senape (4:30-34) 4:35-37 La sera di quello stesso giorno,
4:30-32 Questa parabola descrive la Gesù e i suoi discepoli attraversarono il
crescita del regno. Allo stadio inizia- mare di Galilea per raggiungere la riva
le, esso è piccolo come un granello di orientale. Non avevano fatto alcun pre-
senape ; tuttavia, esso si sviluppa sino parativo per la partenza. Altre barche

171
MARCO 4:38-41

li seguivano. All’improvviso si levò una 5:6-13 Quando vide Gesù, l’indemo-


gran bufera di vento e onde enormi niato reagì dapprima con rispetto, ma
minacciarono di travolgere la barca. poi si lamentò amaramente. “Quant’è
4:38-41 Gesù stava dormendo a reale e terribile questa immagine: un
poppa . I discepoli, impauriti, lo sve- uomo si prostra adorando e suppli-
gliarono rimproverandolo perché non cando con fede, ma è pieno di odio, di
si preoccupava della loro incolumità. ribellione e di paura. È una doppia per-
Il Signore, svegliatosi, sgridò il vento sonalità: desidera ardentemente la li-
e il mare. Si fece subito una gran bo- bertà eppure si aggrappa alle passioni”
naccia. Poi Gesù redarguì i discepoli (Daily Notes of the Scripture Union).
per aver avuto paura anziché essersi L’ordine esatto dei fatti è incerto;
fidati di lui. Essi rimasero sconcertati presumibilmente essi si svolsero come
di fronte al miracolo. Benché sapessero segue.
chi era Gesù, essi furono nuovamente 1. L’indemoniato si prostrò dinanzi al
intimoriti dalla potenza di colui che si Signore Gesù (v. 6).
era rivelato in grado di controllare gli 2. Gesù ordinò allo spirito immondo di
elementi. uscire dall’uomo (v. 8).
L’episodio rivela la natura umana e di- 3. Lo spirito che parlava attraverso
vina del Signore Gesù. Egli dormiva: ecco l’uomo sapeva chi era Gesù: contestò
la sua natura umana. Egli parlò e il mare il suo diritto di intervenire e lo scon-
si placò: ecco la sua natura divina. giurò di non tormentarlo (v. 7).
Laddove con i miracoli precedenti 4. Gesù domandò all’uomo il suo no-
Gesù aveva dimostrato il suo potere me. Si chiamava Legione, perché era
sulle malattie e sui demòni, con questo posseduto da molti demòni (v. 9).
miracolo egli manifesta il suo potere Quest’affermazione è compatibile
sulle forze della natura. con quella del v. 2, in cui leggiamo
Infine, questo episodio costituisce che l’uomo era posseduto da uno
un’esortazione ad andare a Gesù in (sing.) spirito immondo.
tutte le tempeste della vita sapendo 5. Probabilmente si trattava del por-
che nessuna barca può affondare se c’è tavoce dei demòni che chiedevano
Gesù a bordo. di poter entrare nel branco di porci
(vv. 10-12).
Tu sei il Signore che dormiva sul
guanciale,
6. Gesù accolse tale richiesta: ne con-
Tu sei il Signore che calmò il mare seguì che duemila porci si gettarono
infuriato, e affogarono nel mare (v. 13).
Che c’importa del vento rabbioso e Il Signore è spesso stato criticato per
delle onde impetuose, aver causato la strage dei porci. A que-
Se siamo nella barca con Te? sto proposito è bene notare che:
− Amy Carmichael 1. Gesù non provocò la strage, bensì si li-
mitò a permetterla. Fu il potere deva-
I. La guarigione dell’indemoniato statore di Satana a far perire i porci;
di Gerasa (5:1-20) 2. da parte dei proprietari dei porci,
5:1-5 Il paese dei Geraseni sorgeva non si riporta alcuna rimostranza
sulla riva orientale del mare di Gali- nei confronti di Gesù. Forse si trat-
lea. In quella località, Gesù incontrò tava di Giudei (ai Giudei era proibito
un indemoniato insolitamente vio- allevare maiali);
lento che era il terrore dei suoi com- 3. l’anima dell’uomo valeva più di tutti
paesani. Ogni tentativo di domarlo i porci del mondo;
era risultato vano: costui viveva tra i 4. se avessimo la sapienza di Gesù,
sepolcri, vagava per i monti urlando avremmo agito allo stesso modo.
e percuotendosi con delle pietre acu- 5:14-17 Coloro che avevano assisti-
minate. to alla strage dei porci andarono a ri-

172
MARCO 5:31

ferire il fatto in città. Arrivò una gran sulla calca che premeva, c’è il racconto
folla che trovò l’indemoniato seduto ai di una donna che lo toccò con fede per
piedi di Gesù, vestito e in buon senno. essere guarita.
Gli uomini s’impaurirono. Qualcuno 5:25-29 Una donna disperata fermò
ha detto: “Ebbero paura quando Gesù Gesù che si stava dirigendo verso la
calmò la tempesta sul mare ed ebbero casa di Iairo. Gesù non fu seccato né
paura anche quando calmò la tempe- turbato da tale interruzione. A propo-
sta dell’anima”. I testimoni del fatto sito, come reagiamo noi di fronte alle
ripeterono l’intera storia ai nuovi arri- interruzioni?
vati. Era troppo per il popolo: pregaro-
Credo che mi sia di grande aiuto
no Gesù che se ne andasse via dai loro
considerare tutte le interruzioni e gli
confini. Questo atteggiamento, non la
ostacoli al lavoro che ho organizza-
strage dei porci, è la parte impressio- to come una disciplina, come prove
nante dell’episodio: Gesù era un ospite mandate da Dio per aiutarmi a non
troppo scomodo! diventare egoista nel mio lavoro…
Ancora oggi, molti si tengono alla Non sono perdite di tempo, come si
larga da Gesù, per timore che seguirlo potrebbe essere tentati di pensare,
significhi subire una perdita sociale, ma sono la parte più importante del
economica o personale. Per salvare i lavoro quotidiano, la parte migliore
loro beni perdono la loro anima. che possiamo offrire a Dio (Choice
5:18-20 Mentre Gesù risaliva in Gleanings Calendar).
barca , l’uomo guarito lo pregava di
poterlo accompagnare. Tale richiesta Questa donna soffriva da dodici anni
era senz’altro meritevole, indice di una di un’emorragia cronica. Probabilmen-
vita rinnovata. Tuttavia Gesù rimandò te i molti medici che aveva consultato
l’uomo a casa sua come testimonianza le avevano prescritto delle cure drasti-
vivente della potenza e della misericor- che, prosciugato il suo patrimonio sen-
dia di Dio. L’uomo ubbidì e diffuse la za averle procurato alcun giovamento:
buona notizia nella Decapoli, regione infatti, ella era peggiorata . Quando
di cui facevano parte dieci città. costei aveva già perso ogni speranza di
Questo è un mandato permanente guarigione, qualcuno le parlò di Gesù.
rivolto a tutti coloro che hanno speri- Senza perdere tempo, ella andò subito
mentato la grazia salvifica di Dio: Va’ a cercarlo. Facendosi largo tra la folla,
a casa tua dai tuoi, e racconta loro le toccò la sua veste. In quel medesimo
grandi cose che il Signore ti ha fatte, e istante l’emorragia si arrestò e la donna
come ha avuto pietà di te. L’evangeliz- fu completamente guarita.
zazione inizia in casa propria! 5:30 La donna aveva intenzione di
scivolare via di soppiatto, ma il Signore
J. Il potere di guarire gli incurabili non volle che ella si lasciasse sfuggire
e di risuscitare i morti (5:21-43) la benedizione di riconoscere pubbli-
5:21-23 Al suo ritorno sulla riva occi- camente il suo Salvatore. Egli si accorse
dentale del mare di Galilea, il Signore della potenza divina sprigionatasi dal
Gesù si ritrovò circondato da una gran proprio essere nel momento in cui ella
folla. Un padre sconvolto, uno dei ca- l’ebbe toccato; la guarigione aveva avu-
pi della sinagoga, chiamato Iairo, gli to un costo per lui. Perciò domandò:
si accostò: la sua bambina stava per Chi mi ha toccato le vesti? Gesù cono-
morire. Poteva Gesù andare a posare le sceva la risposta, ma fece la domanda
mani su di lei affinché fosse salva? affinché la donna si facesse avanti tra
5:24 Il Signore accondiscese e lo se- la folla.
guì. Una folla lo seguiva e lo stringeva 5:31 Secondo i suoi discepoli la do-
da tutte le parti. È interessante notare manda era assurda. Una folla gli si
che, subito dopo questa osservazione accalcava attorno, dunque che senso

173
MARCO 5:32-33

aveva chiedere: Chi mi ha toccato? Ma proseguire direttamente il suo cammi-


il Signore è in grado di distinguere tra no verso la croce.
chi lo sfiora per caso e chi cerca il suo Se la bambina era veramente morta,
contatto perché spinto da una fede di- questo capitolo dimostra il potere di
sperata. È possibile essergli molto vicino Gesù sui demòni, sulle malattie e sul-
senza avere fiducia in lui, ma è impossi- la morte. Non tutti gli studiosi biblici
bile toccarlo per fede senza che egli lo concordano sul fatto che la bambina
sappia e provveda alla guarigione. fosse morta. Gesù affermò che ella non
5:32-33 La donna si fece avanti, pau- era morta, bensì dormiva. Forse era in
rosa e tremante… gli si gettò ai piedi coma profondo. Egli avrebbe potuto
e, per la prima volta, riconobbe Gesù facilmente risuscitarla dalla morte,
pubblicamente. ma non si sarebbe arrogato il merito di
5:34 Allora Gesù pronunciò parole aver operato una risurrezione laddove,
rassicuranti per l’anima della donna. in realtà, si fosse limitato a risvegliare
È veramente importante confessare la fanciulla da uno stato d’incoscienza.
Cristo pubblicamente. Senza pro- Non dobbiamo lasciarci sfuggire le
fessione di fede, la crescita della vita parole conclusive di questo capitolo:
cristiana è minima. Quando rendia- disse che le fosse dato da mangia-
mo una coraggiosa testimonianza al re. Nel ministero spirituale, una tale
Signore, egli c’inonda l’anima con l’as- espressione corrisponde alla cura pa-
soluta certezza della fede. Le parole storale: le anime che hanno conosciuto
del Signore Gesù non soltanto confer- il palpito della nuova vita hanno biso-
mavano l’avvenuta guarigione fisica gno di essere nutrite. Il discepolo può
della donna, ma senz’altro conteneva- dimostrare il suo amore per il Salvatore
no altresì la grande benedizione della pascendo le sue pecore.
salvezza dell’anima.
5:35-38 Nel frattempo, arrivaro- K. Il Servo è respinto a Nazaret
no dei messaggeri ad annunciare a (6:1-6)
Iairo che sua figlia era morta e che, 6:1-3 Gesù ritornò a Nazaret con i suoi
quindi, era inutile portare il Maestro discepoli. Era il suo paese, dove aveva
a casa. Il Signore, nella sua miseri- lavorato come falegname. Il sabato
cordia, rassicurò Iairo e prese con sé insegnò nella sinagoga . I presenti si
Pietro, Giacomo e Giovanni perché lo stupivano e non furono in grado di
accompagnassero. Al loro arrivo, giù confutare né la sapienza del suo inse-
si udivano i pianti e i lamenti sfrenati gnamento né le sue opere potenti. Tut-
provenienti dalla casa in lutto, ai quali tavia, costoro non erano assolutamente
si univano quelli delle prèfiche (secon- disposti a riconoscerlo come Figlio di
do l’usanza orientale). Dio. Essi lo consideravano semplice-
5:39-42 Quando Gesù assicurò ai fa- mente il falegname, il figlio di Maria,
miliari che la bambina non era morta, di cui conoscevano perfettamente i
ma dormiva, le loro lacrime si trasfor- fratelli e le sorelle, poiché abitavano fra
marono in scherno. Imperturbabile, loro. Se Gesù fosse tornato a Nazaret
avvicinò i soli genitori al letto della in veste di potente conquistatore, for-
bambina e, prendendola per mano, le se l’avrebbero prontamente accettato.
disse in aramaico: Ragazza, ti dico: Egli venne, invece, in umiltà e sotto-
àlzati! Immediatamente la ragazza missione; per questo i suoi concittadini
dodicenne si alzò e già camminava. I si scandalizzavano.
parenti rimasero sbalorditi e fuori di sé 6:4-6 Fu allora che Gesù osservò
dalla gioia. che, in genere, un profeta viene accolto
5:43 Il Signore proibì loro di divulga- più volentieri fuori casa sua. I suoi pa-
re il miracolo. Egli non era interessato renti e amici gli sono troppo vicini per
all’acclamazione delle folle. Doveva poter apprezzare il suo servizio o la sua

174
MARCO 6:11

persona. Non c’è posto più difficile per conto è scacciare i demòni e un conto è
servire il Signore che in casa. I Nazare- conferire il potere di scacciare i demòni.
ni stessi erano una comunità disprez- Soltanto Dio può conferire questo po-
zata. La gente si domandava, infatti: tere agli uomini.
“Può forse venir qualcosa di buono da 6:8 Se il regno del Signore fosse di
Nazaret?” (vd. Gv 1:46). Ciononostante, questo mondo, Gesù non avrebbe dato
questi reietti della società guardavano le indicazioni che troviamo nei vv. 8-11,
al Signore Gesù con disprezzo: ecco un le quali sono diametralmente opposte
classico esempio dell’orgoglio e dell’in- a quelle che darebbe qualunque coor-
credulità del cuore umano! L’incredu- dinatore. I discepoli dovevano partire
lità ostacolò considerevolmente l’opera senza equipaggiamento: né pane, né
di Gesù a Nazaret. In quella città, egli sacca, né denaro nella cintura . Per
guarì soltanto pochi malati. A stupirlo qualsiasi necessità, essi avrebbero do-
era, soprattutto, la mancanza di fede vuto confidare nella provvidenza del
della gente. J.G. Miller avverte: Signore.
Una tale incredulità comporta del-
6:9 I discepoli potevano portare con
le conseguenze assai dannose: essa sé i sandali, una sola tunica e un basto-
chiude i canali della grazia e della ne che, forse, doveva servire loro per
misericordia, cosicché ne rimane proteggersi dagli animali selvatici. Si-
soltanto un rigagnolo per le persone curamente, nessuno avrebbe invidiato
bisognose.(7) i discepoli per i loro beni né, tanto me-
no, sarebbe stato attirato dalla dottrina
Gesù sperimentava nuovamente la cristiana nella speranza di arricchirsi!
solitudine di chi è frainteso e disprez- Qualunque potere, o ascendente, dei
zato. Molti suoi seguaci continuano a discepoli doveva provenire da Dio:
condividere questo dolore. Sovente, dunque, essi dipendevano dunque to-
i servitori del Signore si presentano talmente da lui. Essi furono inviati per
con aspetto dimesso. Siamo in grado il mondo nelle condizioni più sfavore-
di guardare oltre le apparenze e di ri- voli; ciononostante, essi erano i rap-
conoscere ciò che ha un vero valore presentanti del Figlio di Dio ed erano
spirituale? Noncurante del rifiuto dei investiti della sua potenza.
Nazareni, il Signore visitava i villaggi 6:10 I discepoli dovevano accettare
limitrofi, insegnando la Parola. l’ospitalità offerta loro e rimanere nella
stessa casa finché non avessero lasciato
L. Il Servo manda i suoi discepoli quel territorio. Quest’ordine avrebbe
(6:7-13) impedito loro di cercarsi una sistema-
6:7 Per i dodici era arrivato il momen- zione più confortevole: la loro missione
to di iniziare a darsi da fare. Fino ad consisteva nella predicazione del mes-
allora, essi erano rimasti sotto la tu- saggio di colui che era venuto a servire,
tela incomparabile del Salvatore, ma non nel farsi egoisticamente servire.
ora dovevano partire come araldi di Dunque essi non potevano compromet-
un messaggio glorioso. Gesù li inviò a tere tale messaggio con la ricerca del
predicare a due a due, affinché la pre- lusso, delle comodità o degli agi.
dicazione fosse confermata dalla boc- 6:11 I discepoli non erano tenuti a
ca di due testimoni (vd. p. es.: De 19:15; trattenersi nella località dove la loro
2 Co 13:1). Inoltre, essi si sarebbero persona e il loro messaggio non fossero
incoraggiati e aiutati a vicenda duran- ben accolti: sarebbe stato come gettare
te il viaggio. Infine, sarebbe stato utile perle ai porci (vd. Mt 7:6). In tal caso,
essere in due in mezzo a individui di andandosene, i discepoli avrebbero
scarsa levatura morale. Poi Gesù die- dovuto scuotere la polvere dai piedi, a
de loro potere sugli spiriti immondi. dimostrazione che Dio respinge coloro
Tale affermazione è degna di nota: un che respingono il suo amato Figlio.

175
MARCO 6:12-13

Anche se alcune istruzioni erano di 6:26-28 Il re si era ritrovato con le


natura provvisoria e sarebbero state, in spalle al muro. Controvoglia e senza
seguito, annullate dallo stesso Signore riflettere, aveva accolto tale richiesta.
Gesù (vd. Lu 22:35-36), i principi indi- Il peccato aveva tessuto la sua rete at-
cati sono, in generale, validi per i servi- torno a lui, e il re, succube, divenne vit-
tori di Cristo di tutte le epoche. tima di una moglie malvagia e di una
6:12-13 I discepoli predicavano alla danza sensuale.
gente di ravvedersi; scacciavano molti 6:29 Quando i discepoli fedeli a
demòni, ungevano d’olio molti infermi Giovanni ebbero udito ciò che era
e li guarivano. Riteniamo che l’unzio- successo, chiesero il suo cadavere e lo
ne con l’olio fosse un gesto simbolico seppellirono; quindi riferirono tutto a
che raffigurava il potere terapeutico e Gesù.
consolatorio dello Spirito Santo.
N. Moltiplicazione dei pani per
M. Il precursore del servo cinquemila uomini (6:30-44)
è decapitato (6:14-29) 6:30 Questo miracolo, menzionato
6:14-16 Quando il re Erode venne a sa- da tutti i quattro Vangeli, avvenne
pere che un uomo in grado di operare all’inizio del terzo anno del ministero
prodigi stava percorrendo il paese, pubblico di Gesù. Gli apostoli erano
immediatamente pensò che Giovanni appena tornati a Capernaum dalla
il battista fosse risuscitato dai morti. loro prima missione di predicazione
Taluni sostenevano trattarsi di Elia o (vd. vv. 7-13). Forse erano ancora emo-
di un profeta come quelli del passato, zionati per gli esiti favorevoli del loro
ma Erode era convinto che l’uomo che mandato o forse erano stanchi e indo-
egli stesso aveva fatto decapitare fosse lenziti. Il Signore sapeva che avevano
risuscitato. Giovanni il battista era sta- bisogno di riposo e di tranquillità; co-
to una voce di Dio. Erode aveva fatto sì li portò in barca in un luogo isolato
tacere quella voce. Ora il rimorso per sulla riva del mare di Galilea.
il delitto che aveva commesso lo tor- 6:31-32 Spesso sentiamo citare
mentava: egli avrebbe imparato che la l’espressione: Venitevene ora in dispar-
trasgressione non paga. te, in un luogo solitario, e riposatevi un
6:17-20 Qui il filo narrativo subisce poco per legittimare il diritto, per i cre-
una digressione al tempo in cui Gio- denti, di trascorrere vacanze di lusso. A
vanni fu decapitato. Il battista aveva tale proposito, William Kelly osserva:
rimproverato a Erode l’illecita unione
Sarebbe bello se avessimo bisogno di
con la moglie di Filippo suo fratello.
riposare di più, vale a dire se le no-
Erodiade, ormai moglie di Erode, si era stre fatiche fossero così immani e i
infuriata e aveva giurato di vendicarsi. nostri slanci altruistici a beneficio
Ma Erode rispettava Giovanni, perché del prossimo così costanti da offrirci
era un uomo… santo, e aveva cercato la certezza che questa parola del Si-
di tenere a freno l’animosità della mo- gnore è davvero rivolta a noi.(8)
glie nei riguardi del profeta.
6:21-25 Un giorno si presentò, infine, 6:33-34 Una gran folla raggiunse il
l’occasione giusta. Alla festa del comple- Signore e i discepoli a piedi, prendendo
anno di Erode, alla quale partecipava la strada che costeggiava il lago. Gesù
l’alta società locale, Erodiade convinse ebbe compassione di tutti costoro, che
la figlia a danzare per gli invitati. Que- vagavano senza guida spirituale, affa-
sto piacque tanto a Erode da spingerlo mati e indifesi. E si mise a insegnare
a promettere alla ragazza qualunque loro molte cose.
cosa, fino alla metà del suo regno. Im- 6:35-36 Più tardi, i discepoli si in-
beccata dalla madre, ella chiese, su un quietarono: tanta gente e nulla da
piatto, la testa di Giovanni il battista. mangiare ! Così esortarono Gesù a

176
MARCO 6:51-52

lasciarla sfollare. La stessa folla che nerosamente agli altri, è perché non
suscitava la compassione del Salvato- siamo ancora stati spezzati.
re infastidiva i discepoli! Che cos’è “la 5. Gesù non distribuì personalmente
gente” per noi? Un fastidio o l’oggetto il cibo, bensì permise ai discepoli di
del nostro amore? farlo. Il suo piano è di nutrire il mon-
6:37-38 Gesù si rivolse ai discepoli do per mezzo dei propri servitori.
dicendo: Dategli voi da mangiare. Che 6. Ci fu cibo a sufficienza per tutti. Se i
assurdità: cinquemila uomini (senza credenti investissero tutto, tranne lo
contare le donne e bambini) e solo cin- stretto necessario, nell’opera del Si-
que pani e due pesci! E Dio... gnore, tutto il mondo conoscerebbe
6:39-44 Nel miracolo che seguì, i il vangelo in questa generazione.
discepoli ebbero un’anticipazione del 7. I resti che avanzarono (dodici ce-
modo in cui il Salvatore si sarebbe of- ste piene) erano più di ciò che Ge-
ferto come pane di vita per un mondo sù aveva avuto a disposizione. Dio
affamato. Il suo corpo sarebbe stato è un donatore generoso. Occorre te-
spezzato affinché altri avessero la vi- ner presente, tuttavia, che nulla fu
ta eterna; infatti, le espressioni usate sprecato. Si raccolsero gli avanzi. Lo
qui richiamano alla mente la cena del spreco è un peccato.
Signore, che commemora la sua mor- 8. Uno dei più formidabili miracoli non
te: egli prese… benedisse… spezzò… sarebbe mai accaduto, se i discepoli
dava. non avessero rinunciato all’intenzio-
Anche in questa occasione, i disce- ne di concedersi una pausa. Quanto
poli impararono delle lezioni impor- spesso questo è vero per noi!
tanti sul servizio per lui.
1. I discepoli del Signore Gesù non de- O. Gesù cammina sul mare
vono mai dubitare della sua potenza (6:45-52)
e della sua provvidenza. Se egli fu in 6:45-50 Il Salvatore è in grado di prov-
grado di sfamare cinquemila uomi- vedere non soltanto al sostentamento
ni con cinque pani e due pesci, sa- dei suoi servitori, ma anche alla loro
rà altresì in grado di provvedere ai sicurezza.
servitori che confidano in lui in ogni Dopo aver rimandato i discepoli in
circostanza. Questi ultimi possono barca alla riva occidentale del mare di
lavorare per il Signore senza preoc- Galilea, Gesù salì sul monte a pregare.
cuparsi del pane quotidiano: se cer- Nel buio della notte, vide i discepoli
cano, per prima cosa, il regno e la remare a fatica con il vento contrario.
giustizia di Dio, ogni loro bisogno Egli andò a soccorrerli, camminan-
sarà soddisfatto. do sul mare. Dapprima, i discepoli si
2. In che modo il mondo mortale può spaventarono, perché pensavano che
essere evangelizzato? Gesù disse: fosse un fantasma ; ma Gesù parlò lo-
Dategli voi da mangiare. Se offria- ro con tono rassicurante e salì a bordo
mo al Signore ciò che abbiamo, per della barca. Immediatamente, il vento
quanto insignificante possa sembra- si calmò.
re, egli può trasformarlo in una be- 6:51-52 Il racconto si conclude con
nedizione per molti. il commento: ed essi erano profonda-
3. Gesù eseguì il suo lavoro con ordine, mente stupiti in se stessi e si meravi-
facendo sedere la folla in gruppi di gliarono, perché non avevano capito
cento e di cinquanta. il fatto dei pani, anzi il loro cuore era
4. Egli benedisse e spezzò il pane e i pe- indurito. In sostanza, pur avendo visto
sci. Senza la sua benedizione non sa- il potere del Signore nella moltiplica-
rebbero serviti a nulla. Se non fossero zione dei pani, i discepoli non avevano
stati spezzati, non sarebbero mai ba- ancora capito che, per lui, nulla era im-
stati. Se non offriamo noi stessi più ge- possibile. Non si sarebbero dovuti stu-

177
MARCO 6:53-56

pire vedendolo camminare sul mare: prescritto dalla tradizione (p. es.: chi
tale prodigio non sopravanzava quello non si lavava fino al gomito era consi-
al quale avevano appena assistito. La derato cerimonialmente impuro; chi
mancanza di fede fece indurire il loro tornava dalla piazza del mercato do-
cuore e ottenebrò la loro sensibilità veva fare un bagno cerimoniale ecc.).
spirituale. Questo complicato sistema di abluzioni
In questo miracolo, la chiesa ha visto includeva perfino la lavanda delle sto-
un’immagine della nostra era e della viglie. A proposito dei farisei di questo
sua fine. Gesù sul monte rappresenta episodio E. Stanley Jones commenta:
Cristo che, nel suo ministero attuale in Essi avevano percorso tutta la strada
cielo, intercede per il suo popolo. I di- da Gerusalemme per incontrarlo, ma
scepoli rappresentano i suoi servitori, il loro atteggiamento era così negativo
i quali lottano contro le tempeste e le e critico, che tutto ciò che essi videro
prove della vita. Presto il Salvatore ri- furono le mani non lavate dei disce-
tornerà dai suoi, li libererà dai pericoli poli. Non riuscivano ad accorgersi del
e dalle sofferenze e li guiderà al sicuro, più grande movimento di redenzione
alla riva celeste. che sia mai avvenuto sul nostro pia-
neta: un movimento che purifica la
P. Il Servo guarisce i malati di mente, l’anima e il corpo dell’uomo
Gennesaret (6:53-56) [...] Tenevano gli occhi spalancati per
6:53-56 Di ritorno sulla riva occiden- vedere le cose più piccole e insignifi-
tale del lago, il Signore fu attorniato canti, ma erano ciechi per le cose im-
dai malati. Dovunque egli andasse, la portanti. Per questo motivo la storia li
gente gli conduceva gli infermi su del- dimentica; dimentica questi opposi-
le stuoie e le piazze diventarono degli tori fino a farne unicamente lo sfondo
su cui si staglia luminoso il ministero
ospedali improvvisati. I malati deside-
di Cristo. Essi lasciavano dietro di sé
ravano soltanto avvicinarglisi quanto
le critiche, egli lasciava dei cuori con-
bastava per toccare almeno il lembo vertiti. Essi coglievano i difetti, egli
della sua veste. E tutti quelli che lo toc- raccoglieva seguaci.(9)
cavano erano guariti.
7:5-8 Gesù rilevò subito l’ipocrisia di
Q. La tradizione contro la Paola di tale comportamento. Questi personag-
Dio (7:1-23) gi erano esattamente come Isaia aveva
7:1 I farisei e gli scribi erano i capi re- profetizzato: si professavano devoti del
ligiosi giudei. Costoro erano gli artefici Signore ma, nel loro intimo, erano cor-
di un vasto sistema di tradizioni rigo- rotti. Mediante elaborati rituali faceva-
rose e, sovente, talmente intrecciate no mostra di adorare Dio, ma avevano
con la legge di Dio da aver acquistato sostituito le dottrine della Bibbia con
quasi la stessa autorità delle Scritture. le loro tradizioni. Anziché riconoscere
In alcuni casi, le tradizioni arrivavano la Parola di Dio come unica autorità in
addirittura a contraddire le Scritture, tutte le questioni spirituali e morali,
insidiando la legge di Dio. Ai capi reli- costoro, con la loro tradizione, elude-
giosi piaceva imporre delle regole e il vano o interpretavano erroneamente i
popolo le accettava supinamente, ac- chiari comandamenti della Scrittura.
contentandosi di un sistema di rituali 7:9-10 Con un esempio, Gesù spiegò
privo di intrinseca consistenza. in che modo la loro tradizione aveva an-
7:2-4 Qui vediamo i farisei e gli scri- nullato la legge di Dio. Uno dei dieci co-
bi criticare Gesù perché i suoi discepo- mandamenti ordinava ai figli di onorare
li mangiavano con mani impure. Ciò i genitori (che significava assisterli in caso
non significa che i discepoli non si la- di necessità). Inoltre, secondo la legge,
vassero le mani prima dei pasti, bensì chiunque maledicesse il padre o la madre
che non osservavano l’elaborato rituale doveva essere condannato a morte.

178
MARCO 7:24-25

7:11-13 Era invece sorta una tradizio- frode, lascivia, sguardo invidioso, ca-
ne, conosciuta come Corbàn, che signifi- lunnia, superbia, stoltezza. È evidente
cava “dato” o “consacrato”. Se dei genitori dal contesto che anche la tradizione
giudei erano in difficoltà, ma il figlio non umana deve far parte di questo elenco.
voleva aiutarli pur avendo i mezzi per La tradizione del Corbàn equivaleva
farlo, tutto ciò che doveva fare era dire all’omicidio: i genitori potevano anche
“Corbàn”, per far capire che il suo dena- morire di fame prima che l’empio voto
ro era destinato a Dio o al tempio. Ciò lo potesse essere sciolto.
esonerava da qualsiasi responsabilità nei Una delle grandi lezioni di questo
confronti dei propri genitori. Poteva te- brano è la seguente: dobbiamo costan-
nersi i soldi e usarli per i suoi affari; non temente vagliare qualsiasi insegna-
aveva importanza se poi il denaro non mento e qualsiasi tradizione alla luce
veniva mai consegnato al tempio. Wil- della Parola di Dio, ubbidendo a ciò
liam Kelly scrive in proposito: che viene da Dio e respingendo ciò che
I capi avevano trovato il sistema di viene dagli uomini. Può succedere che
assicurarsi dei beni a scopi religiosi un uomo insegni e predichi un mes-
e di tacitare le coscienze riguardo saggio chiaro e scritturale, ottenendo
alla Parola di Dio. (…) Era stato Dio in tal modo il consenso di coloro che
a chiamare gli uomini a onorare i ge- credono nella Bibbia. Una volta rag-
nitori e a condannare qualsiasi man- giunto questo consenso, tuttavia, può
canza di rispetto nei loro confronti. accadere che costui inizi ad aggiun-
Ma qui c’erano degli uomini che, con gere al messaggio scritturale qualche
il pretesto della religione, violavano insegnamento umano. I suoi fedeli
questi due comandamenti di Dio! Il discepoli, i quali, a questo punto, sono
Signore considera la tradizione del convinti che egli non possa sbagliare,
“Corbàn” non soltanto un torto per- lo seguono ciecamente anche se il suo
petrato ai danni dei genitori, ma al-
messaggio priva la Parola di Dio della
tresì un atto di ribellione all’esplicito
sua capacità di penetrazione o ne inde-
comandamento di Dio.(10)
bolisce il chiaro significato.
7:14-16 A partire dal v. 14 troviamo Era in questo modo che gli scribi e i
una dichiarazione rivoluzionaria del farisei avevano acquistato autorità co-
Signore: non è ciò che entra in bocca me maestri della Parola. Essi finivano
(p. es. il cibo toccato con mani non la- con il vanificare l’intento della Parola
vate) a contaminare l’uomo, bensì ciò stessa. Il Signore Gesù dovette ricor-
che ne esce (come, per esempio, le tra- dare al popolo che è la Parola a rendere
dizioni che si sostituiscono alla Parola credibile l’uomo e non viceversa. Il me-
di Dio). tro di paragone deve essere sempre la
7:17-19 Perfino i discepoli rimasero domanda: “Che cosa dice la Parola?”.
sconvolti. Essendo cresciuti con le dot-
trine dell’A.T., avevano sempre consi- R. Ricompensa della fede di una
derato impuri e contaminanti alcuni donna pagana (7:24-30)
cibi (quali, p. es., i crostacei, la carne 7:24-25 Nell’episodio precedente Gesù
di maiale o di coniglio ecc.). Ora Gesù dimostrava che tutti i cibi sono puri.
proclamava chiaramente che l’uomo Qui si dimostra che i pagani non devo-
non può essere contaminato da ciò no più essere considerati impuri.
che mangia. In un certo senso, que- Gesù si trovava in viaggio in direzio-
sta dichiarazione accennava alla fine ne nord-ovest verso la regione di Tiro
dell’economia della legge. e Sidone, conosciuta anche come Siro-
7:20-23 È ciò che esce dal cuore Fenicia. Gesù cercò di entrare inos-
dell’uomo a rendere l’uomo impuro: servato in una casa ma, poiché la sua
cattivi pensieri, fornicazioni, furti, fama l’aveva preceduto, la sua presen-
omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, za fu presto notata. Una donna pagana

179
MARCO 7:26

venne a lui chiedendogli aiuto per la S. La guarigione di un sordomuto


sua bambina indemoniata. (7:31-37)
7:26 Il versetto evidenzia che la don- 7:31-32 Dalla costa mediterranea, il Si-
na non era giudea, bensì sirofenicia. I gnore tornò alla riva orientale del mare
Giudei, il popolo eletto di Dio, occupa- di Galilea, nella regione conosciuta co-
vano un posto privilegiato presso Dio. me Decapoli. Questo episodio è riporta-
Egli aveva stretto dei patti meravigliosi to soltanto dal Vangelo di Marco. Degli
con loro, aveva dato loro le Scritture, amici fedeli condussero da lui un sordo
era stato accanto a loro nel tabernacolo che parlava a stento. Probabilmente,
e, successivamente, nel tempio. Al con- costui faceva fatica a parlare a causa di
trario, gli stranieri erano “senza Cristo, una malformazione fisica oppure, non
esclusi dalla cittadinanza d’Israele ed riuscendo a udire i suoni, non era in gra-
estranei ai patti della promessa, senza do di riprodurli correttamente. Ad ogni
speranza e senza Dio nel mondo” (Ef modo, egli rappresenta il peccatore, sor-
2:11-12). Il Signore Gesù era venuto, do alla voce di Dio e perciò incapace di
innanzi tutto, per il popolo d’Israele e parlare di lui ad altri.
si presentò loro come Re della nazione. 7:33-34 In primo luogo, Gesù con-
Il vangelo fu annunciato, in un primo dusse l’uomo in disparte, gli mise le dita
momento, alla casa d’Israele. È im- negli orecchi e con la saliva gli toccò la
portante comprendere ciò per capire lingua facendo capire al sordomuto, in
l’atteggiamento di Gesù nei confronti una sorta di linguaggio gestuale, che sta-
della donna sirofenicia . Quando ella va per aprirgli le orecchie e per scioglier-
lo pregò di scacciare il demonio da sua gli la lingua. Poi Gesù, alzando gli occhi
figlia, egli sembrò opporre un rifiuto. al cielo, indicò che il suo potere proveni-
7:27 Gesù disse che prima dovevano va dall’alto, da Dio. Con un sospiro ma-
essere saziati i figli (gli Israeliti) e che nifestava il suo dolore per la sofferenza
non era giusto prendere il pane dei figli che il peccato procura agli uomini. Infi-
per buttarlo ai cagnolini (gli stranie- ne, disse: Effatà! (aram. Apriti!).
ri). La risposta non era un rifiuto senza 7:35-36 L’uomo fu subito in grado
appello; infatti, Gesù disse: Lascia che di udire e di parlare normalmente. Il
prima siano saziati i figli. Queste parole Signore ordinò agli astanti di non di-
potrebbero suonare dure ma, in realtà, vulgare il miracolo, ma essi non ubbi-
intendevano verificare il ravvedimen- dirono al suo ordine. La disubbidienza
to e la fede della donna. Il ministero di non è mai scusata, a prescindere dalla
Gesù, a quel tempo, era rivolto, in primo bontà delle intenzioni.
luogo, ai Giudei. Essendo una pagana, 7:37 I presenti erano pieni di stupo-
ella non aveva alcun diritto di rivolger- re di fronte alle sue opere meravigliose
si a lui o di ricevere le sue benedizioni. ed esclamarono: Egli ha fatto ogni co-
Avrebbe ammesso questa verità? sa bene; i sordi li fa udire, e i muti li fa
7:28 La donna ammise e rispose: parlare. Nondimeno, essi ignoravano
Sì, Signore. “Sono solo un cagnolino quanto tale affermazione corrispondes-
pagano. Ma ho visto che i cagnolini se a verità. Se fossero vissuti alla luce del
mangiano le briciole che i figli lasciano Golgota, l’avrebbero pronunciata con
cadere sotto la tavola. Chiedo soltan- maggiore convinzione e commozione.
to questo: le briciole del tuo ministero Da quando la nostra anima
presso i Giudei!” ha conosciuto il Suo amore,
7:29-30 Questa donna aveva una Quanta misericordia ci ha mostrato!
fede straordinaria. Il Signore la ri- Una misericordia che sorpassa
compensò immediatamente con la ogni nostra lode;
guarigione a distanza della bambina. Il nostro Gesù ha fatto bene
Quando la donna tornò a casa, sua fi- ogni cosa.
glia era completamente guarita. − Samuel Medley

180
MARCO 8:12-13

La moltiplicazione dei pani La moltiplicazione dei pani


per cinquemila uomini per quattromila uomini

1° Costoro erano Giudei 1° Forse erano stranieri


(vd. Gv 6:14-15) (vivevano nella Decapoli)
2° La folla era rimasta un giorno 2° La folla era rimasta tre giorni con Gesù
con Gesù (vd. 6:35-35) (vd. 8:2)
3° Gesù aveva a disposizione cinque 3° Gesù aveva a disposizione sette pani
pani e due pesci (vd. Mt 14:17) e pochi pesciolini (vd. 8:5, 7)
4° Furono sfamati cinquemila uomini, 4° Furono sfamati quattromila uomini,
oltre alle donne e ai bambini oltre alle donne e ai bambini
(vd. Mt 14:21) (vd. Mt 15:38)
5° Con gli avanzi si riempirono dodici 5° Gli avanzi riempirono sette panieri
ceste (vd. Mt 14:20) (vd. 8:8)

T. La moltiplicazione dei pani per tuale, benché, al nostro attuale livello


quattromila uomini (8:1-10) di comprensione, non riusciamo a di-
8:1-9 Questo miracolo ricorda da pres- scernerla.
so la moltiplicazione dei pani per i 8:10 Partiti dalla Decapoli alla volta
cinquemila uomini di cui si parla in della costa occidentale, Gesù e i suoi
6:30-44; occorre, tuttavia tener conto discepoli attraversarono il mare di Ga-
delle differenze elencate nella tabella lilea e giunsero a un luogo chiamato
qui sopra. Dalmanuta (Magadan in Mt 15:39).
Minore era la quantità di ciò che
Gesù aveva a disposizione, più grande U. I farisei chiedono un segno
era il risultato e ciò che ne rimaneva. dal cielo (8:11-13)
Nel cap. 7 abbiamo visto cadere delle 8:11 I farisei lo attendevano al varco
briciole dalla tavola dei figli per una per chiedergli un segno dal cielo. La
donna straniera. Qui, una gran folla di loro cecità e la loro impudenza erano
stranieri riceve cibo in abbondanza. immani. Proprio davanti ai loro occhi
Erdman commenta in proposito: si trovava il segno più grande: il Si-
gnore Gesù stesso! Egli era davvero un
Il primo miracolo di questo perio-
Segno venuto dal cielo, ma costoro non
do ci ha fatto capire che le briciole
di pane possono cadere dalla tavola
lo apprezzarono. Essi avevano udito le
per gli stranieri bisognosi. Ora, con sue parole incomparabili e visto i suoi
questo miracolo, ci sembra di capire miracoli sbalorditivi: si trovavano di
che Gesù, respinto dal suo popolo, fronte all’Uomo assolutamente imma-
sta per sacrificare la propria vita per colato, a Dio fatto carne… e tuttavia
il mondo e diventare Pane vivente erano così ciechi da chiedere ancora
per tutti i popoli.(11) un segno dal cielo !
8:12-13 Non c’è da meravigliarsi
Corriamo il rischio di considerare che il Salvatore abbia sospirato nel
episodi quale la moltiplicazione dei suo spirito ! Se mai, nella storia del
pani per i quattromila uomini come mondo, c’era stata una generazione
un’inutile ripetizione. Dobbiamo, in- privilegiata, questa era proprio la
vece, studiare la nostra Bibbia con la generazione giudea, di cui gli stessi
convinzione che ogni singola parola farisei facevano parte. Ma essendo
della Scrittura è piena di verità spiri- ciechi all’evidenza dell’apparizione

181
MARCO 8:14-15

del Messia, costoro chiesero un mira- W. La guarigione di un cieco


colo “dal cielo”, anziché uno in terra. a Betsaida (8:22-26)
Gesù, invece, rispose loro: “Non ci 8:22-26 Questo miracolo, riportato
saranno altri segni. Avete già avuto la soltanto dal Vangelo di Marco, susci-
vostra opportunità”. Egli salì di nuo- ta diversi interrogativi interessanti.
vo sulla barca e, con i suoi discepoli, Perché Gesù condusse l’uomo fuo-
passò alla sponda orientale. ri dal villaggio prima di guarirlo?
Perché non lo guarì semplicemente
V. Il lievito dei farisei e di Erode mediante l’imposizione delle mani?
(8:14-21) Perché servirsi di un mezzo così in-
8:14-15 I discepoli… avevano dimen- solito come la saliva? Perché il cieco
ticato di prendere con loro del pane non riacquistò immediatamente una
per il viaggio. Gesù stava ancora pen- visione perfetta (questa è, in effetti,
sando al suo incontro con i farisei ed l’unica guarigione dei Vangeli che av-
esortò i discepoli a guardarsi dal lie- viene in due fasi)? (12) E, infine, perché
vito dei farisei e dal lievito di Erode. Gesù proibì all’uomo di parlare del
Nella Bibbia, il lievito è sempre un’im- miracolo nel villaggio ?
magine del male che, diffondendosi Il Signore è Sovrano e non è obbli-
lentamente e silenziosamente, con- gato a spiegarci le sue azioni. Ogni
tamina tutto ciò che tocca. Il lievito cosa che faceva aveva un motivo vali-
dei farisei consisteva nell’ipocrisia, do, anche se non riusciamo a vederlo.
nel ritualismo, nella presunzione e nel Ogni guarigione è diversa, come lo è
settarismo. I farisei si preoccupavano ogni conversione. Alcuni acquistano
di mantenere una parvenza di santità una notevole visione spirituale subi-
ma, nel loro intimo, erano corrotti e to dopo la conversione; altri, invece,
malvagi. Invece, con l’espressione il vedono dapprima in modo confuso
lievito di Erode Gesù alludeva, pro- e soltanto in un secondo momento
babilmente, allo scetticismo, all’im- giungono alla piena convinzione della
moralità e all’attaccamento alle cose propria salvezza.
del mondo, peccati assai diffusi fra gli
erodiani. X. La confessione di Pietro
8:16-21 I discepoli non avevano af- (8:27-30)
ferrato le parole di Gesù. In quel mo- Gli ultimi due paragrafi di questo ca-
mento, essi si stavano preoccupando pitolo ci portano al massimo livello di
dei viveri. Perciò Gesù pose loro nove ammaestramento dei dodici. I disce-
brevi domande. Le prime cinque co- poli avrebbero dovuto acquisire una
stituivano un rimprovero alla loro profonda e personale comprensione
ottusità; con le altre quattro egli li rim- di Gesù, prima che egli potesse par-
proverava di preoccuparsi delle loro lare loro della via che era davanti a
necessità malgrado egli fosse con loro. lui e invitarli a seguirlo in una vita di
Non aveva forse già sfamato cinquemi- consacrazione e di sacrificio. Questo
la uomini con cinque pani, lasciando brano ci porta al cuore del discepolato,
dodici ceste di avanzi? Sì! Non aveva l’argomento forse più trascurato del
forse saziato quattromila uomini con pensiero cristiano e nella vita pratica
sette pani, lasciando sette panieri di dei credenti.
avanzi? Sì, certo! Perché, allora, i disce- 8:27-28 Gesù e i suoi discepoli si
poli non riuscivano a capire che Gesù diressero verso nord cercando un po’
era pienamente in grado di soddisfare i di solitudine. In cammino verso Ce-
bisogni di un gruppetto di discepoli in sarea di Filippo, Gesù affrontò subito
una barca? Non si erano forse accorti l’argomento che gli stava a cuore e do-
che colui che ha creato l’universo e lo mandò ai discepoli che cosa dicesse
sostiene era nella barca con loro? di lui l’opinione pubblica. In genere,

182
MARCO 8:34

gli uomini lo riconoscevano come un Fu proprio allora che Gesù rimprove-


grande uomo, pari a Giovanni il batti- rò Pietro: “Vattene via da me, Satana!
sta, a Elia o agli altri profeti. Ma ono- Tu non hai il senso delle cose di Dio,
rare Gesù come un uomo significa, in ma delle cose degli uomini”. Gesù
realtà, disonorarlo. Se Gesù non è Dio, non accusava Pietro di essere Satana
allora è un imbroglione, un pazzo op- o di essere posseduto da Satana, ben-
pure una favola. Non esiste altra pos- sì intendeva dire: “Parli esattamente
sibilità. come Satana: egli cerca sempre di
8:29-30 Dopodiché il Signore volle distoglierci dalla totale ubbidienza
conoscere l’opinione personale dei suoi a Dio. Proprio ora egli tenta di cor-
discepoli. Pietro rispose subito che Ge- romperci affinché prendiamo una
sù era il Cristo, vale a dire il Messia, via facile verso il trono”. L’origine e il
l’Unto. Da un punto di visto intellet- contenuto delle parole di Pietro era-
tuale, Pietro lo sapeva già. Ma qualcosa no satanici e perciò provocarono l’in-
era successo nella sua vita e ora egli ne dignazione del Signore. William Kelly
era profondamente e personalmente scrive in proposito:
convinto. La sua vita non sarebbe mai
Che cosa sdegnava tanto il Signore?
più stata la stessa. Pietro non avrebbe Proprio quella trappola davanti alla
mai più potuto accontentarsi di una quale tutti noi ci troviamo spesso:
vita vissuta in modo egoistico: se Ge- il desiderio di metterci al sicuro, la
sù era il Cristo, il Messia, allora Pietro scelta di una via facile verso la cro-
doveva vivere per lui e abbandonarsi ce. Non è forse vero che, per natura,
completamente a lui. desideriamo sfuggire alle prove, alla
vergogna e al rifiuto; che, davanti
Y. Il Servo predice la sua morte e la alla sofferenza, la quale in un mondo
sua risurrezione (8:31-38) come questo sarà sempre la conse-
Fin qui abbiamo visto il Servo di Dio guenza dell’ubbidienza alla volontà
condurre una vita di incessante servi- di Dio, facciamo marcia indietro; che
zio per gli altri. Abbiamo visto quanto preferiamo percorrere un cammino
fosse odiato dai suoi nemici e frainteso facile e agevole sulla terra; che, in
dai suoi amici. Abbiamo visto una vi- breve, vogliamo il meglio di entram-
ta di potenza dinamica, di perfezione bi i mondi? Quant’è facile lasciar-
morale, di amore e di umiltà assoluti. si intrappolare da questo modo di
8:31 Ma il servizio per Dio passa pensare! Pietro non riusciva a capire
attraverso la sofferenza e la morte. Per perché il Messia dovesse percorrere
questo motivo ora il Salvatore rivela- il sentiero della sofferenza. Se noi
fossimo stati là, forse avremmo det-
va apertamente ai discepoli che era
to o pensato cose ancora peggiori.
necessario che: 1° soffrisse ; 2° fosse
La protesta di Pietro nasceva da un
respinto ; 3° fosse ucciso ; 4° risusci- profondo affetto umano. Egli amava
tasse. Per lui, la strada della gloria do- sinceramente il Salvatore. Tuttavia,
veva passare per la croce e la tomba. egli non si rendeva conto che in lui
“L’essenza del suo servizio si sarebbe albergava quello spirito del mondo
manifestata nel sacrificio”, commenta che doveva ancora abbandonare.(13)
F.W. Grant.
8:32-33 Pietro non riusciva ad ac- Notiamo che Gesù guardò dappri-
cettare l’idea che Gesù dovesse soffri- ma i suoi discepoli e poi rimproverò
re e morire; ciò era in contrasto con il Pietro, come se avesse voluto dire:
suo concetto del Messia. E non voleva “Se io non vado alla croce, come pos-
neppure pensare che il suo Signore sono essere salvati costoro, i miei di-
e Maestro potesse essere ucciso dai scepoli?”.
suoi nemici. Rimproverò il Signore 8 :34 Fondamentalmente, Gesù
per aver fatto un’affermazione simile. disse loro : “Vado a soffrire e a mori-

183
MARCO 8:35

re affinché gli uomini possano essere potenza. Che pensiero elettrizzante!


salvati. Se volete venire dietro a me, Presto il nostro Signore ritornerà sulla
dovete soffocare ogni impulso egoisti- terra, ma non in veste di Servo, bensì
co, dovete scegliere consapevolmente nella sua gloria e nella gloria del Padre,
una via di disonore, di sofferenza e con i santi angeli. Sarà uno spettacolo
morte e seguirmi. Può darsi che dob- di uno splendore abbagliante. Allora
biate rinunciare alle vostre comodità Gesù si vergognerà di coloro che ora
personali, ai piaceri sociali, ai legami si vergognano di lui. Possano le sue
terreni, ai sogni di gloria, alle ricchez- parole: si sarà vergognato di me… in
ze materiali e perfino alla vita stessa”. questa generazione adultera e pecca-
Parole come queste ci fanno riflettere: trice parlare al nostro cuore. Quanto
com’è possibile credere che sia leci- è sbagliato vergognarsi del Salvatore
to vivere nel lusso e negli agi? Come senza peccato in un mondo pieno di
possiamo giustificare il materialismo, infedeltà e di malvagità!
l’egoismo e la freddezza del nostro
cuore? Le parole di Gesù ci chiamano IV. VIAGGIO DEL SERVO A
a una vita di abnegazione, di resa, di GERUSALEMME (capp. 9–10)
sofferenza e di sacrificio.
8:35 Siamo sempre tentati di sal- A. La trasfigurazione del Servo
vare la nostra vita, di vivere comoda- (9:1-13)
mente, di costruirci un futuro, di fare Dopo aver annunciato ai discepoli
le nostre scelte mettendo noi stessi al la via del disonore, della sofferenza e
centro di tutto. Non esiste metodo più della morte che stava per percorrere, e
sicuro per perdere la propria vita. Cri- dopo averli chiamati a seguirlo in una
sto ci chiama a lasciare la nostra vita vita di sacrificio e di rinuncia a se stes-
per amor suo e del vangelo e a consa- si, il Signore mostrò loro l’altra faccia
crarci a lui, spirito, anima e corpo. Ci della medaglia. Quand’anche, per loro,
chiede di mettere la nostra vita al suo il prezzo del discepolato fosse stato
santo servizio e, se necessario, di of- molto alto, essi sarebbero stati, infine,
frirla per l’evangelizzazione del mon- ricompensati con la gloria eterna.
do. Ecco cosa intende Gesù quando 9:1-7 Il Signore comunicò che alcuni
ci esorta a perdere la nostra vita per dei discepoli non avrebbero gustato la
amor suo. Non c’è modo più sicuro per morte finché non avessero visto il re-
salvarla. gno di Dio venuto con potenza. Stava
8:36-37 Anche se, in tutta la sua vita, parlando di Pietro, Giacomo, Giovanni:
il credente riuscisse a guadagnare tut- essi avrebbero visto il regno di Dio in
te le ricchezze del mondo, quale van- potenza sul monte della trasfigurazione.
taggio ne ricaverebbe? Avrebbe perso Questo passo insegna che tutto ciò che
l’opportunità di usare la sua vita per dobbiamo soffrire per amore di Cristo
la gloria di Dio e per la salvezza delle sarà generosamente ricompensato al suo
anime perdute e, quindi, non avrebbe ritorno e che i suoi servitori appariranno
fatto un buon affare. La nostra vita è con lui nella gloria. Le circostanze che si
più preziosa di tutto ciò che il mondo verificarono sul monte prefiguravano il
ha da offrirci: la useremo per Cristo o regno millenniale di Cristo.
per noi stessi? 1. Gesù fu trasfigurato: uno splendo-
8:38 Il Signore sapeva che, per ti- re abbagliante irradiava dalla sua
more e per vergogna, alcuni dei suoi Persona. Perfino le sue vesti erano
giovani discepoli sarebbero inciam- sfolgoranti, più bianche del bianco
pati lungo il cammino del discepo- prodotto da qualsiasi candeggiante.
lato. Perciò rammentò loro che chi si Durante la sua prima venuta, la glo-
vergogna di Cristo sarà svergognato, ria di Cristo fu nascosta. Egli venne
quando egli ritornerà sulla terra con in umiltà, “uomo di dolore, familiare

184
MARCO 9:17-18

con la sofferenza” (vd. Is 53:2-3). Ma risurrezione che riguardava soltanto


ritornerà in gloria e tutti lo ricono- lui. Egli sarebbe risuscitato dai morti,
sceranno (vd. Ro 14:11; Fl 2:10): egli ma non tutti sarebbero risuscitati in-
apparirà come il Re dei re e il Signo- sieme con lui. Questa è una verità che
re dei signori (vd. 1 Ti 6:15; Ap 17:14; si trova solo nel N.T.
19:16). 9:11 I discepoli avevano un altro
2. La presenza di Elia e di Mosè. Es- problema. Avevano appena assistito a
si rappresentano: a) i santi dell’A.T.; una prefigurazione del Regno. Ma non
b) la legge (Mosè) e i profeti (Elia); aveva predetto Malachia che prima
c) i santi, i defunti o coloro che sono doveva venire Elia come precursore
stati assunti in cielo. del Messia, ristabilendo ogni cosa e
3. La presenza di Pietro, Giacomo e preparando la via affinché il Messia
Giovanni. Forse essi rappresentano potesse costituire il suo regno univer-
i santi del N.T. in generale, oppure sale (vd. Ml 4:5)? Dov’era Elia? Sarebbe
quelli che saranno ancora in vita al- davvero venuto prima, come dicevano
lorché il regno sarà stabilito. gli scribi?
4. La Persona più importante era Ge- 9:12-13 In pratica, Gesù rispose:
sù. La proposta di Pietro di erigere “Certamente, è vero che Elia deve ve-
tre tende fu censurata dalla nuvola e nire prima. Ma la domanda da porsi è
dalla voce dal cielo: in tutte le cose, il un’altra: ‘Non predicono forse le Scrit-
primato spetta a Cristo. Egli sarà “la ture dell’A.T. che il Figlio dell’uomo
gloria nella terra dell’Emmanuele” deve patire grandi sofferenze ed essere
(Anne Ross Cousin). disprezzato?’ Per quanto riguarda Elia,
5. La nuvola potrebbe essere la sheki- egli è già venuto (nella persona e nel
nah o nuvola della gloria (1 R 8:11; ministero di Giovanni il battista), ma
2 Cr 7:1-3) che, in epoca veterotesta- gli uomini gli hanno fatto quello che
mentaria, riempiva il luogo santis- hanno voluto, proprio come avevano
simo del tabernacolo e del tempio. fatto a Elia. La morte di Giovanni il bat-
Essa era l’espressione visibile della tista è un’anticipazione di ciò che gli
presenza di Dio (ebr. shekinah). uomini faranno al Figlio dell’uomo;essi
6. La voce di Dio Padre che riconobbe hanno respinto il precursore: respinge-
Gesù come il suo diletto Figlio. ranno anche il Re”.
9:8 Levatasi la nube, i discepoli non
videro più nessuno con loro, se non B. La guarigione di un ragazzo
Gesù solo. Si tratta di un’immagine indemoniato (9:14-29)
della posizione unica, gloriosa e do- 9:14-16 I discepoli non potevano rima-
minante che egli occuperà, quando il nere sul monte della gloria. Giù nella
regno verrà in potenza, e che dovrebbe valle c’era un’umanità sofferente e
occupare fin d’ora nel cuore dei suoi languente che li aspettava. Un mondo
seguaci. bisognoso stava ai loro piedi. Quan-
9:9-10 Mentre scendevano dal mon- do Gesù e i tre discepoli discesero dal
te, egli ordinò loro di non raccontare a monte, gli scribi, la folla e gli altri di-
nessuno le cose che avevano viste, se scepoli discutevano animatamente tra
non quando il Figlio dell’uomo fosse loro. Non appena il Signore arrivò, la
risuscitato dai morti. Questa dichiara- conversazione si interruppe e la folla
zione li lasciò perplessi. Forse i tre non corse da lui. Egli domandò loro: Di che
avevano ancora capito che egli doveva cosa discutete con i miei discepoli?
morire e risuscitare e si domandarono 9:17-18 Un padre sconvolto si rivolse
tra loro che cosa significasse l’espres- concitatamente al Signore: suo figlio
sione risuscitare dai morti. Essendo era posseduto da uno spirito muto.
Giudei, essi conoscevano la verità della Il demonio lo faceva cadere a terra,
risurrezione. Ma Gesù parlava di una e questi digrignava i denti e perdeva

185
MARCO 9:19

bava dalla bocca. A causa delle convul- per cui essi non erano stati in grado di
sioni il ragazzo deperiva. Il padre aveva scacciare il demonio. Egli rispose che
chiesto aiuto ai discepoli, ma essi non alcuni miracoli richiedono la preghie-
avevano potuto fare nulla. ra [e il digiuno]. Chi, tra noi, non prova,
9:19 Gesù rimproverò i discepoli per di tanto in tanto, un senso di sconfitta
la loro incredulità. Non aveva egli da- e di frustrazione nel servizio cristiano?
to loro il potere di scacciare i demòni? Abbiamo faticato instancabilmente e
Fino a quando sarebbe dovuto stare diligentemente, senza però veder ope-
con loro prima che essi riuscissero ad rare lo Spirito di Dio con potenza. Allo-
avvalersi dell’autorità che egli aveva ra sentiamo le parole del Salvatore che
loro conferito? Fino a quando doveva ci ricorda: Questa specie di spiriti non
ancora sopportare la loro debolezza e i si può far uscire in altro modo che con
loro insuccessi? la preghiera.
9:20-23 Quando condussero il ra-
gazzo al Signore, il demonio procurò C. Gesù annuncia di nuovo la sua
al ragazzo un attacco particolarmente morte e la sua risurrezione (9:30-32)
violento. Il Signore domandò al padre 9:30 La visita del Signore a Cesarea di
da quanto tempo le cose andavano in Filippo era terminata. Egli prese dun-
quel modo. Il padre rispose: dalla sua que ad attraversare la Galilea in un
infanzia. Questi spasmi spesse volte viaggio che lo avrebbe condotto a Ge-
avevano gettato il ragazzo nel fuoco rusalemme e alla croce. Gesù desidera-
e nell’acqua ed egli aveva più volte ri- va viaggiare in incognito. In gran parte
schiato di morire. Poi il padre supplicò il suo ministero pubblico era terminato
il Signore di fare qualcosa, se ne era in e ora egli desiderava trascorrere un po’
grado. Quell’implorazione straziante di tempo con i discepoli, istruendoli e
esprimeva il dolore dei lunghi anni vis- preparandoli per quello che avrebbero
suti nella disperazione. Gesù spiegò a dovuto affrontare.
quel padre che la questione non stava 9:31-32 Gesù dichiarò apertamente
nella propria capacità di guarire quan- che sarebbe stato arrestato e ucciso e
to, piuttosto, nella capacità del padre che sarebbe risuscitato tre giorni dopo.
di credere. La fede nel Dio vivente sarà Per qualche motivo, i discepoli non ca-
sempre ricompensata. Non esiste un pirono questo concetto, ma temevano
caso troppo difficile per lui. d’interrogarlo. Spesso anche noi, per
9:24 Il padre espresse il paradosso timore di chiedere, ci perdiamo una
della fede e dell’incredulità che il po- benedizione.
polo di Dio ha sperimentato in tutti i
tempi. Io credo Signore; vieni in aiuto D. La grandezza nel regno
alla mia incredulità . Vogliamo cre- (9:33-37)
dere, tuttavia ci ritroviamo pieni di 9:33-34 Giunti a Capernaum, nella
dubbi. Odiamo questa irragionevole casa dove si sarebbero fermati, Gesù
contraddizione interiore, eppure tutti domandò loro di che cosa avessero
i nostri sforzi per combatterla sembra- discusso lungo la strada. I discepoli
no vani. si vergognarono di ammettere che
9:25-27 Quando Gesù ordinò allo avevano discusso riguardo a chi fosse
spirito immondo di uscire dal ragazzo, il più grande tra loro. Forse la trasfi-
quest’ultimo fu colto da un altro terri- gurazione aveva risvegliato in loro la
bile spasmo e poi rimase inerte come speranza di un regno imminente e,
morto. Il Salvatore lo sollevò e lo resti- di conseguenza, essi si stavano pre-
tuì vivo al padre. parando per i posti d’onore. È molto
9:28-29 Più tardi, quando il Signore triste constatare che, proprio nel mo-
fu solo in casa con i suoi discepoli, essi mento in cui Gesù parlava della pro-
gli domandarono in privato la ragione pria morte, ormai prossima, fra i suoi

186
MARCO 9:42

discepoli vi era chi si stimava migliore 9:39 Gesù disse : “Non lo fermate. Se
di altri. “Il cuore [dell’uomo] è ingan- ha così tanta fede in me, da usare il mio
nevole più d’ogni altra cosa e insana- nome quando scaccia i demòni, egli è
bilmente maligno”, sentenzia Geremia senz’altro dalla mia parte e lavora con-
(Gr 17:9). tro Satana. Certo non può allo stesso
9:35-37 Gesù, che sapeva di che cosa tempo stare dall’altra parte per parlar
avevano parlato, diede loro una lezio- male di me o per essere mio nemico”.
ne di umiltà assicurando loro che, per 9:40 Il v. 40 sembra confutare Mt
essere primi, bisogna essere disposti a 12:30 dove Gesù dichiara: “Chi non è
servire all’ultimo posto e a vivere per con me è contro di me; e chi non rac-
gli altri anziché per se stessi. Il Signo- coglie con me, disperde”. Tuttavia non
re chiamò a sé un bambino, lo pose vi è qui alcuna contraddizione. In quel
in mezzo a loro e, quindi, presolo in passo del Vangelo di Matteo, infatti,
braccio, rilevò che chiunque, nel no- il tema discusso era se Cristo fosse il
me suo, avesse usato misericordia agli Figlio di Dio o se il suo potere prove-
ultimi, ai più disprezzati, alle creature nisse da Satana. Su tale questione fon-
più indifese, quello sarebbe stato il più damentale è ovvio che chi non è con
grande. Era come se tale misericordia Gesù è contro di lui!
fosse dimostrata al Signore stesso, ad- In Marco, invece, l’argomento non è
dirittura a Dio Padre. la Persona o l’opera di Cristo, bensì la
Una preghiera: “O Signore Gesù be- collaborazione nel servizio del Signo-
nedetto, i tuoi insegnamenti mettono re. Qui occorrono tolleranza e amore.
alla prova e rivelano il mio cuore car- Chi non è contro il Signore nel servizio
nale. Spezza il mio io e fa’ sì che la tua deve essere contro Satana e, perciò, è
vita possa essere vissuta tramite me”. dalla parte di Cristo.
9:41 Anche il più piccolo favore fatto
E. Il Servo proibisce il settarismo nel nome di Cristo sarà ricompensato.
(9:38-42) Neppure un bicchier d’acqua offerto
Sembra che questo capitolo sia pieno a un discepolo che appartiene a Cri-
di insuccessi. Pietro si era espresso in sto passerà inosservato. Scacciare un
modo maldestro sul monte della tra- demonio nel nome di Gesù è un gesto
sfigurazione (vv. 5-6); i discepoli non spettacolare. Dare un bicchier d’acqua,
erano riusciti a scacciare lo spirito mu- invece, è un gesto banale. Nondimeno,
to (v. 18) e ora si domandavano chi di entrambe sono opere preziose per lui,
loro fosse il più grande (v. 34). E ora, nei se compiute per la sua gloria. Perché
vv. 38-40, vediamo che iniziava a ma- siete di Cristo : è questo il vincolo che
nifestarsi in loro uno spirito settario. deve unire insieme i credenti. Se tenes-
9:38 Fu Giovanni, il discepolo predi- simo sempre davanti a noi queste paro-
letto, a riferire a Gesù dell’incontro con le, esse ci salverebbero dal settarismo,
un uomo che scacciava i demòni nel suo dalla meschinità, dalle contese e dalle
nome. I discepoli gli avevano intimato gelosie nel servizio cristiano.
di smettere perché non era uno di loro. 9:42 Il servo del Signore deve sem-
Quell’uomo non insegnava una falsa pre tener conto dell’effetto che le sue
dottrina né viveva nel peccato. Sempli- parole e le sue azioni potranno avere
cemente non era uno dei discepoli. sugli altri. Esiste il rischio di far in-
Tracciarono un cerchio ciampare un fratello e di procurargli
che mi lasciava fuori, un danno spirituale che durerà per
Me ribelle, eretico, disprezzato; tutta la vita. Meglio sarebbe annegare
Ma l’amore ed io vincemmo insieme: con una macina da mulino attorno al
Tracciai un cerchio che collo, che essere motivo di allontana-
comprendeva anche loro. mento di uno dei piccoli dalla via della
- Ewin Markham santità e della verità.

187
MARCO 9:43

F. Severa autodisciplina oppure cavarsi un occhio. Gesù non in-


(9:43-50) tendeva affermare che si deve arrivare
9:43 Gli ultimi versetti del capitolo a tali estremi, bensì che sarebbe meglio
mettono in evidenza la necessità della sacrificare l’uso di uno di questi organi
disciplina e della rinuncia. Chi vuole per non essere trascinati nella geenna
percorrere la via del vero discepolato a causa del loro abuso.
deve combattere costantemente i desi- 9:49 I vv. 49-50 sono particolarmen-
deri e le inclinazioni naturali. Cedere ad te difficili, quindi li esamineremo frase
essi è la nostra rovina. Riuscire a con- per frase.
trollarli assicura la vittoria spirituale. Poiché ognuno sarà salato con il
Il Signore parlò di mano, piede e fuoco. Tre sono le domande principali
occhio spiegando che era meglio per- che questo versetto suscita: 1° Di che
derne uno piuttosto che finire nella fuoco si tratta? 2° Che cosa si intende
geenna a causa loro. Per raggiungere con salato ? 3° Il pronome ognuno fa
la meta vale la pena fare qualsiasi sa- riferimento ai salvati, ai non salvati o a
crificio. entrambi?
La mano è un richiamo alle nostre Il fuoco può significare sia l’inferno
azioni, il piede al nostro cammino e (come nei vv. 44, 46, 48) sia un giudizio
alla nostra condotta e l’occhio ai no- di qualsiasi tipo, compresi il giudizio
stri desideri. Essi sono potenzialmen- divino sulle opere del credente e il giu-
te pericolosi: se non li trattiamo con dizio che segue all’esame di coscienza
durezza, possono condurci alla rovina personale.
eterna. Il sale simboleggia ciò che conserva,
Questo brano insegna forse che un purifica e dà sapore. Nei paesi orienta-
autentico credente potrebbe rischia- li è anche segno di fedeltà, di lealtà, di
re di perdersi e trascorrere l’eternità amicizia o del rispetto di una promes-
all’inferno? Occorre precisare che ri- sa (vd. ND: 2 Cr 13:5: un “patto di sale”,
schia di giungere a tale conclusione sol- ossia un patto inviolabile, perpetuo).
tanto chi consideri questo passo avulso Se ognuno si riferisce ai non salvati,
dal testo. Alla luce degli insegnamenti il significato della frase è che saranno
del N.T., infatti, deduciamo che andrà conservati nel fuoco dell’inferno, cioè
all’inferno chi non è mai stato un vero soffriranno la punizione eterna.
credente. Un individuo può professarsi Se ognuno si riferisce ai credenti, il
“nato di nuovo” e, in apparenza, vivere versetto insegna che dovranno: 1° es-
conformemente alla propria professio- sere purificati in questa vita attraverso
ne di fede per un certo tempo. Ma se il fuoco del castigo di Dio; o 2° conser-
questi si abbandona costantemente ai vare se stessi dalla corruzione per mez-
suoi desideri carnali, è chiaro che non zo dell’autodisciplina e della rinuncia;
è stato salvato. o 3° essere provati davanti al tribunale
9:44-48 Il Signore parla ripetuta- di Cristo.
mente dell’inferno (14) come del luogo e ogni sacrificio sarà salato col sa-
dove il verme loro non muore e il fuo- le. Questa locuzione (15) è tratta da Le
co non si spegne. È un’espressione tre- 2:13 (vd. anche Nu 18:19; 2 Cr 13:5). Il
mendamente grave. Se ci rendessimo sale, simbolo del patto tra Dio e il suo
davvero conto della sua gravità, non vi- popolo, doveva ricordare agli uomini
vremmo più per le cose materiali, ben- che il patto era un contratto solenne
sì per le anime immortali. “Infondimi, che doveva essere considerato irrevo-
o Signore, il tuo zelo per le anime!” cabile. Quando presentiamo i nostri
(da un inno di Herbert G. Tovey - Foss corpi in sacrificio vivente a Dio (vd. Ro
L. Fellers) 12:1-2) dobbiamo condire il sacrificio
Grazie a Dio, non sarà mai neces- con sale, facendone una consacrazio-
sario amputarsi una mano o un piede ne irrevocabile.

188
MARCO 10:11-12

9:50 Il sale è buono. I credenti sono stretto oltre il Giordano. Fino al v. 45, il
il sale della terra (vd. Mt 5:13). Dio si cap. 10 narra del suo ministero in Perea.
aspetta che essi esercitino un influsso 10:2 Presto i farisei lo trovarono. Lo
salutare e purificatore. Fintanto che accerchiarono come un branco di lupi
compiranno il loro mandato, saranno e cercarono di coglierlo in fallo do-
una benedizione per tutti. mandandogli se fosse lecito… mandar
Ma se il sale diventa insipido, con via la moglie. Richiamandosi al Penta-
che gli darete sapore? Il sale che perde teuco, Gesù domandò: Che cosa vi ha
sapore non serve a nulla. Il credente comandato Mosè?
che non osserva i suoi doveri, come un 10:3-9 Per aggirare la sua domanda,
vero discepolo, è infruttuoso e inuti- i farisei dichiararono ciò che Mosè per-
le. Iniziare bene la vita cristiana non mise. Egli permise al marito di ripu-
è sufficiente. Se un figlio di Dio non diare la moglie a condizione di scrivere
esamina se stesso continuamente e un atto di ripudio. Ma questo non era il
scrupolosamente, non è in grado di progetto di Dio, il quale aveva conces-
raggiungere lo scopo per cui Dio lo ha so tale possibilità solo per la durezza di
salvato. cuore del suo popolo. Secondo il piano
Abbiate del sale in voi stessi. Dob- divino, l’uomo e la donna uniti in ma-
biamo essere una potenza per Dio nel trimonio rimangono tali per tutta la vi-
mondo. Dobbiamo esercitare un in- ta. Ciò risale alla distinzione dei sessi al
flusso benefico per la gloria di Cristo. momento della creazione. L’uomo deve
Dobbiamo eliminare dalla nostra vita lasciare i genitori e unirsi a sua moglie
qualsiasi cosa diminuisca la nostra ef- in matrimonio per diventare una sola
ficienza per lui. carne con lei. Essendo stati uniti da
e state in pace gli uni con gli altri. Dio, l’uomo e la donna non devono es-
Questa esortazione potrebbe richia- sere separati per decreto umano.
marsi ai vv. 33-34, ossia alla discussio- 10:10 Evidentemente, ciò era difficile
ne su chi fosse il più importante tra i da accettare perfino per i discepoli. In
discepoli di Gesù. L’orgoglio va accan- quel tempo, le donne non avevano una
tonato e deve essere sostituito dalla posizione onorevole o sicura ed erano
disponibilità per gli altri. trattate quasi con disprezzo. Se scon-
Per riassumere: i vv. 49-50 descrivo- tento della moglie, il marito poteva ripu-
no la vita del credente come un sacrifi- diarla e questa non aveva scelta. Spesso
cio per Dio. Essa è salata con il fuoco, le mogli erano considerate oggetti di
vale a dire improntata alla rinuncia di proprietà ed erano trattate come tali.
sé e alla disciplina personale. Essa è 10:11-12 Quando i discepoli interro-
salata con il sale, vale a dire offerta co- garono più a fondo il Signore, egli disse
me impegno irrevocabile. Se il creden- chiaramente che contrarre un nuovo
te viene meno ai propri impegni o non matrimonio dopo il divorzio era adulte-
affronta i propri desideri peccaminosi rio, sia da parte del marito che da parte
in modo drastico, allora la sua vita sarà della moglie. Se considerato a sé stante,
insapore, insignificante e improdutti- questo versetto sembra indicare che il
va. Egli deve, pertanto, eliminare dalla divorzio è proibito in qualsiasi circo-
sua vita tutto ciò che potrebbe interfe- stanza. Tuttavia, in Mt 19:9 Gesù fece
rire con la missione che Dio gli ha affi- un’eccezione. Nel caso in cui un coniu-
dato. Inoltre, deve mantenersi in buoni ge si renda colpevole di adulterio, è con-
rapporti con gli altri credenti. sentito all’altro di chiedere il divorzio
e, probabilmente, anche di contrarre
G. Il matrimonio e il divorzio nuove nozze. È possibile, inoltre, che
(10:1-12) 1 Co 7:15 permetta il divorzio laddove
10:1 Dalla Galilea il Signore si spostò in il coniuge non credente lasci il coniuge
direzione sud-est verso la Perea, un di- credente.

189
MARCO 10:13

Certamente, esistono delle diffi- sincera. Chiamandolo Maestro buono,


coltà circa la questione del divorzio egli domandò a Gesù che cosa occor-
e delle seconde nozze. In certi ma- resse fare per ereditare la vita eterna.
trimoni vengono a crearsi situazioni 10 :18 Gesù rispose rifacendosi
talmente intricate da richiedere la all’espressione Maestro buono. Non
saggezza di Salomone per sbrogliar- rifiutò il titolo attribuitogli, ma lo usò
le. Il miglior modo per evitare que- per provare la fede dell’uomo. Solo Dio
sti problemi è evitare il divorzio. Il è buono. Il giovane ricco sarebbe stato
divorzio getta un’ombra e un punto disposto a riconoscere il Signore Gesù
interrogativo sulla vita delle persone come Dio? A quanto pare, no.
coinvolte. Quando un divorziato cer- 10:19-20 Quindi, il Salvatore si
ca la comunione in una chiesa locale, servì della legge far nascere in lui la
gli anziani devono esaminare il suo consapevolezza del peccato. L’uomo
caso nel timore di Dio. Ogni caso è si illudeva ancora di poter entrare nel
diverso e deve essere considerato sin- regno in virtù di ciò che faceva (delle
golarmente. opere)? Che osservasse, in tal caso, la
Questo brano mostra che Cristo si legge, che gli diceva che cosa doveva
interessa non soltanto della santità del fare : il Signore citò i cinque coman-
matrimonio, ma altresì dei diritti delle damenti che regolano soprattutto i
donne. Il cristianesimo conferisce alla rapporti con il prossimo. Questi cin-
donna una posizione d’onore che non que comandamenti dicono, in altre
si trova in altre religioni. parole: “Ama il tuo prossimo come te
stesso”. L’uomo affermò che, queste
H. Gesù benedice i bambini prescrizioni, egli le aveva osservate
(10:13-16) fin dalla gioventù.
10:13 Qui notiamo quanto il Signore 10:21-22 Ma era proprio vero che
Gesù amasse i bambini. I discepoli costui amava il suo prossimo come se
cacciavano via i genitori che presenta- stesso? Che lo dimostrasse vendendo
vano i loro bambini affinché il Pastore tutti i propri beni e devolvendone il ri-
e Maestro li benedicesse. cavato ai poveri. Ahi! Questo era tutto
10:14-16 Il Signore si indignò e af- un altro paio di maniche... L’uomo se
fermò che il regno di Dio appartiene ne andò dolente, perché aveva molti
ai bambini e a quelli che hanno la loro beni.
stessa fede e umiltà. Per entrare nel re- Il Signore Gesù non intendeva dire
gno di Dio, gli adulti devono diventare che costui si sarebbe potuto salvare
come bambini. vendendo tutti i suoi beni e offrendo-
George MacDonald sosteneva di non ne il ricavato per opere di carità. Per
essere convinto della professione di fede la salvezza esiste una sola via: la fede
di un credente, se non vedeva dei bambi- nel Signore. Per essere salvato, tutta-
ni giocare davanti alla sua porta. Certa- via, l’uomo deve riconoscere di essere
mente, questi versetti non mancheranno un peccatore che non è in grado di
di convincere il servitore del Signore ri- soddisfare le sante esigenze di Dio.
guardo all’importanza di raggiungere i Il Signore condusse l’uomo ai dieci
piccoli con la Parola di Dio. La mente di comandamenti per “convincerlo di
un bambino è duttile e ricettiva. W. Gra- peccato”. Il giovane ricco si rifiutò di
ham Scroggie scrisse: “Ai bambini devi condividere i propri beni con altri,
mostrare e dare il meglio di te”. dimostrando così di non amare il suo
prossimo come se stesso. Egli avrebbe
I. Il giovane ricco dovuto dire: “Signore, se è questo che
(10:17-31) bisogna fare, allora sono un pecca-
10:17 Un giovane ricco fermò il Signo- tore. Non posso salvarmi con le mie
re con una domanda apparentemente forze. Perciò ti chiedo di salvarmi per

190
MARCO 10:26-27

la tua grazia”. Ma costui era troppo 10:26-27 Di conseguenza, i disce-


attaccato alle proprie ricchezze e non poli si domandavano chi dunque po-
era disposto ad abbandonarle. Rifiutò tesse essere salvato. Essendo Giudei
di dare un taglio netto con la sua vita che vivevano sotto la legge, essi giu-
di benessere. stamente consideravano le ricchezze
Quando Gesù disse all’uomo di una benedizione di Dio. Sotto la legge
vendere tutto, non intendeva sug- mosaica, Dio prometteva la prosperi-
gerirgli una via per la salvezza. Egli tà a coloro che gli ubbidivano. I disce-
desiderava, invece, fargli capire che poli giunsero quindi alla conclusione
aveva trasgredito la legge di Dio e che, che, se un ricco non poteva entrare
di conseguenza, aveva bisogno di esse- nel regno, nessun altro ci sarebbe
re salvato. Se avesse risposto all’invito riuscito. Gesù rispose che ciò che è
del Salvatore, la via della salvezza gli impossibile agli uomini è possibile a
sarebbe stata indicata. Dio.
Qui, tuttavia, c’è un altro problema. Che cosa ci insegna questo brano?
Noi credenti dobbiamo amare il pros- In primo luogo, che è particolar-
simo come noi stessi? Gesù ci sta forse mente difficile per i ricchi essere
dicendo: va’, vendi tutto ciò che hai e salvati (v. 23), perché essi tendono
dallo ai poveri e avrai un tesoro in cie- ad amare le proprie ricchezze più di
lo; poi vieni e seguimi ? Ognuno deve quanto amino Dio e sarebbero dispo-
rispondere per se stesso ma, prima di sti a rinunciare a Dio piuttosto che al
farlo, deve prendere in considerazione proprio denaro. Confidano nelle ric-
i seguenti fatti incontestabili: chezze anziché nel Signore. Finché le
1. ogni giorno, migliaia di persone cose stanno così, i ricchi non possono
muoiono di fame; essere salvati.
2. più della metà della popolazione mon- È vero che, nell’A.T., le ricchezze era-
diale non ha mai udito il vangelo; no un segno del favore di Dio. Ora non
3. i nostri beni materiali possono es- è più così. Invece di essere un segno
sere usati per dar sollievo ai bisogni della benedizione del Signore, le ric-
spirituali e materiali degli uomini; chezze servono ora a mettere alla prova
4. l’esempio di Cristo ci insegna che la devozione dell’uomo verso Dio.
dovremmo diventare poveri affin- È più facile per un cammello pas-
ché altri possano diventare ricchi sare attraverso la cruna di un ago che
(vd. 2 Co 8:9); per un ricco entrare nel regno di Dio.
5. la brevità della vita e l’imminente ri- Umanamente parlando, è semplice-
torno del Signore devono insegnarci mente impossibile che un ricco possa
a far fruttare ora il nostro denaro per essere salvato. A questo punto, qual-
lui. Quando egli tornerà, sarà troppo cuno potrebbe obiettare che, umana-
tardi. mente parlando, nessuno può essere
10:23-25 Vedendo il giovane scom- salvato. Ciò è vero. Ma è ancora più
parire nella folla, Gesù commentò che vero nel caso di un ricco, giacché que-
per i ricchi è difficile entrare nel regno sti deve affrontare degli ostacoli che
di Dio. I discepoli si stupirono di que- il povero non conosce. Il ricco deve
sta osservazione, giacché le ricchezze scalzare dal trono del suo cuore il dio
erano considerate una benedizione di Mammona e presentarsi a Dio come
Dio. Perciò Gesù ribadì: Figlioli, quan- un mendicante. Questo cambiamento
to è difficile, per quelli che confidano è, umanamente parlando, impossibi-
nelle ricchezze, (16) entrare nel regno le. Soltanto Dio può operare un simile
di Dio! E sentenziò: È più facile per un cambiamento.
cammello passare attraverso la cruna Solitamente, i credenti che accu-
di un ago, che per un ricco entrare nel mulano ricchezze sulla terra pagano
regno di Dio. la loro disubbidienza nella vita dei

191
MARCO 10:28-30

loro figli. Solo pochi figli di famiglie J. La terza predizione delle sofferenze
ricche camminano veramente con il del Servo (10:32-34)
Signore. 10:32 Era giunto il tempo di salire a
10:28-30 Pietro aveva capito dove il Gerusalemme. Per il Signore Gesù ciò
Signore voleva arrivare. Aveva capito avrebbe significato sopportare il dolore
che Gesù stava dicendo: “Abbandona e la sofferenza del Getsemani, l’obbro-
tutto e seguimi”. Gesù glielo confermò brio e l’agonia della croce.
con la promessa di ricompense, pre- Come si sarà sentito Gesù in quel
senti e future, per coloro che avessero periodo? Non è forse chiaro dalle pa-
abbandonato tutto per amor suo e per role: Gesù andava davanti a loro ? Egli
amore del vangelo. era deciso a compiere la volontà di Dio,
1. La ricompensa, al presente, è del ben sapendo fino a che prezzo. Egli era
diecimila per cento, non in denaro, solo: camminava davanti ai discepoli
ma in: tutto solo. Ma era anche felice, di una
a. case: case altrui, in cui il credente è felicità profonda e quieta perché ubbi-
ospitato come servitore del Signore; diva alla volontà del Padre e guardava
b. fratelli, sorelle, madri, figli: amici alla gloria futura e alla conquista di
credenti, la cui comunione arricchi- una Sposa redenta. “Per la gioia che gli
sce la vita intera; era posta dinanzi egli sopportò la croce
c. campi: paesi in tutto il mondo in disprezzando l’infamia” (Eb 12:2).
cui il servitore lavora per il Signore; Fissando lo sguardo su di lui, che
d. persecuzioni: esse fanno parte cammina davanti ai suoi discepoli,
della ricompensa presente. È un mo- forse anche noi siamo turbati. Ma egli
tivo di gioia quando si è ritenuti de- è la nostra Guida sicura, colui che “crea
gni di soffrire per amore di Gesù. la fede e la rende perfetta” (Eb 12:2), il
2. La ricompensa futura è la vita eter- nostro Signore glorioso, il Principe di-
na. Questo non significa però che vino. Erdmann scrive:
possiamo guadagnarci la vita eterna Fermiamoci un istante a contem-
abbandonando tutto. La vita eterna plare l’espressione di quel volto e di
è un dono. Qui s’intende specifica- quell’immagine, il Figlio di Dio, che
re che quanti avranno abbandonato cammina con passo deciso verso la
tutto saranno ricompensati con una croce! Non risveglia un nuovo eroi-
maggiore capacità di godere della smo in noi che lo seguiamo? Vederlo
vita eterna nel cielo. Tutti i credenti così risoluto a morire per noi, non ri-
avranno questa vita, ma non tutti ne sveglia in noi un amore nuovo? Non
godranno in egual misura. ci stupiamo di nuovo del significato e
10:31 Infine, il Signore aggiunse un del mistero di questa morte?(18)
avvertimento: Ma molti primi saranno
ultimi e molti ultimi saranno primi. Quelli che lo seguivano erano pieni
Non è sufficiente iniziare bene il cam- di timore. Sapevano che a Gerusalem-
mino del discepolato. Ciò che conta è me i capi religiosi erano decisi a ucci-
il modo in cui il traguardo è stato rag- derlo.
giunto. Ironside commenta: 10:33-34 Per la terza volta, Gesù de-
Non tutti quelli che avevano fatto scrisse in modo particolareggiato ai
professione di fedeltà e consacra- suoi discepoli gli eventi a venire. Que-
zione hanno continuato il cammino sta panoramica profetica dimostra che
della rinuncia per amore di Cristo; egli era più che un semplice uomo:
d’altro canto, alcuni che sembrava- 1. Noi saliamo a Gerusalemme
no rimanere indietro e la cui consa- (11:1−13:37)
crazione lasciava a desiderare hanno 2. e il Figlio dell’uomo sarà dato nelle
dimostrato, nell’ora della prova, di mani dei capi dei sacerdoti e degli
essere servitori umili e fedeli.(17) scribi (14:1-2, 43-53).

192
MARCO 11:1-3

3. Essi lo condanneranno a morte 10:45 L’esempio più eccelso è quello


(14:55-65) dello stesso Figlio dell’uomo, il quale
4. e lo consegneranno ai pagani (15:1), non è venuto per essere servito, ma per
5. i quali lo scherniranno, gli spute- servire, e per dare la sua vita come prez-
ranno addosso, lo flagelleranno e lo zo di riscatto per molti. Pensiamoci! Na-
uccideranno” (15:2-38); to in modo miracoloso, Gesù ha servito
6. ma, dopo tre giorni, egli risusciterà per tutta la sua vita e ha sacrificato la
(16:1-11). propria vita morendo al posto nostro.
Come accennato in precedenza, il
K. La vera grandezza sta nel servire v. 45 è il versetto chiave di tutto il Van-
(10:35-45) gelo. Esso riassume l’intera teologia ed
10:35-37 Dopo aver udito il dramma- è il ritratto della vita più grande che il
tico annuncio della sua imminente mondo abbia mai visto.
crocifissione, Giacomo e Giovanni… si
avvicinarono a Gesù con una richiesta L. La guarigione del cieco Bartimeo
nobile, ma allo stesso tempo inoppor- (10:46-52)
tuna. Il desiderio di stare vicini a Cri- 10:46 Ora la scena si sposta dalla Perea
sto era nobile, ma non era il momento alla Giudea. Il Signore e i discepoli ave-
opportuno per cercare grandi cose per vano attraversato il Giordano ed erano
se stessi. Certo, essi confidavano nella giunti a Gerico. Fu là che incontrarono
nascita del regno di Cristo, tuttavia era Bartimeo, il cieco, un uomo disperata-
alle imminenti sofferenze di Gesù che mente bisognoso, consapevole della pro-
essi avrebbero dovuto pensare. pria miseria e deciso a porvi rimedio.
10:38-39 Gesù chiese loro se fosse- 10:47 Bartimeo aveva capito che il
ro in grado di bere il suo stesso calice Signore era il figlio di Davide e si rivolse
(un’allusione alle sue sofferenze) e con- a lui con tale appellativo. Che ironia: il
dividere con lui il suo battesimo (ossia popolo d’Israele era cieco alla presenza
la sua morte). Essi risposero di sì e Gesù del Messia, mentre questo Giudeo cieco
gliene diede atto. Sì, anch’essi avrebbe- possedeva un’ottima vista spirituale!
ro sofferto per la loro fedeltà e Giacomo 10:48-52 Le suppliche insistenti di
avrebbe subìto il martirio (vd. At 12:2). quest’uomo non rimasero senza ri-
10:40 Gesù, nondimeno, aggiunse che i sposta: la sua preghiera specifica di
posti d’onore nel regno non saranno con- riacquistare la vista ricevette una ri-
cessi a caso, bensì dovranno essere meri- sposta specifica. La sua gratitudine si
tati. È bene ricordare che l’ammissione al concretizzò in un fedele discepolato:
regno è concessa per grazia, mediante la egli avrebbe seguito Gesù nel suo ul-
fede, mentre la posizione nel regno è de- timo viaggio a Gerusalemme. Mentre
terminata dalla fedeltà a Cristo. andava verso la croce, il Signore dovet-
10:41-44 Gli altri dieci discepoli co- te provare una gran gioia nel trovare
minciarono a indignarsi perché Giaco- a Gerico una fede così grande. Fu una
mo e Giovanni cercavano di ottenere dei buona cosa che Bartimeo cercasse il
privilegi. Ma la loro indignazione rivela- Signore proprio in quel giorno, poiché
va che anch’essi nutrivano le medesime il Salvatore non sarebbe mai più torna-
ambizioni. Il Signore Gesù colse l’occa- to in quei luoghi.
sione per impartire una lezione mera-
vigliosa e innovatrice sulla grandezza. V. MINISTERO DEL SERVO A
Tra i grandi uomini non convertiti vi GERUSALEMME (capp. 11–12)
sono quelli che regnano esercitando il
potere con prepotenza e arroganza. Nel A. L’ingresso trionfale
regno di Cristo, invece, è grande colui (11:1-11)
che serve. Chiunque… vorrà essere pri- 11:1-3 Qui inizia il racconto dell’ultima
mo dovrà essere servo di tutti. settimana. Gesù fece una sosta alle

193
MARCO 11:4-6

pendici orientali del monte degli Uli- che il regno stesse per essere stabili-
vi, a Betfage (“casa dei fichi acerbi”) e to e che Cristo si sarebbe assiso sul
Betania (“casa dei poveri, umili e op- trono di Davide.
pressi”). 4. Osanna nei luoghi altissimi! Un invi-
Per Gesù era ormai giunto il mo- to, rivolto al popolo, a lodare il Signore
mento di presentarsi apertamente nei cieli, oppure una richiesta di aiuto,
al popolo giudeo come il Re-Messia. rivolta a Dio, affinché, dai luoghi altis-
L’avrebbe fatto cavalcando un pule- simi, salvasse il suo popolo.
dro d’asino e adempiendo, in questo 11:11 Non appena arrivato a Gerusa-
modo, la profezia di Zaccaria (Za 9:9). lemme, Gesù entrò nel tempio: non nel
Inviò due dei suoi discepoli da Beta- santuario interno, ma solo nei cortili.
nia a Betfage. Con totale cognizione Certamente il tempio era la casa di Dio;
e autorità, li incaricò di condurgli tuttavia, Gesù non vi si sentiva a casa
un puledro non ancora montato, che propria, giacché i sacerdoti e il popolo
avrebbero trovato legato in paese. Se si rifiutavano di riconoscerlo per quello
qualcuno avesse loro domandato una che egli era. Perciò, dopo aver osser-
spiegazione, essi avrebbero dovuto vato ogni cosa intorno, il Salvatore si
rispondere: Il Signore ne ha bisogno. ritirò a Betania con i dodici discepoli.
L’onniscienza del Signore, come ap- Era domenica sera.
pare da questo episodio, ha spinto
qualcuno ad affermare: “Questo non è B. Il fico sterile
il Cristo della teologia moderna, ma il (11:12-14)
Cristo della storia e del Cielo”. 11:12-14 Nell’episodio che segue, il
11:4-6 Tutto avvenne come Gesù Salvatore dà la sua interpretazione del
aveva predetto. Essi trovarono un benvenuto tumultuoso appena tribu-
puledro sulla strada principale del tatogli a Gerusalemme. Egli parago-
villaggio. Quando fu loro chiesta una na il popolo d’Israele a un fico sterile:
spiegazione, i discepoli risposero co- aveva le foglie della professione, ma
me Gesù aveva detto. Allora li lascia- nessun frutto. Il grido di osanna presto
rono fare. si sarebbe trasformato in raggelante
11:7-8 Benché non fosse mai stato clamore: “Sia crocifisso!”
montato prima, il puledro non recal- È difficile giustificare la condanna
citrò quando dovette portare il suo del fico perché non dava frutti, poiché
Creatore a Gerusalemme. Il Signore il testo dice chiaramente che non era la
cavalcò nella città su un tappeto di stagione dei fichi. Questo sembrerebbe
mantelli e di rami ; nelle sue orecchie fare del Salvatore una persona irragio-
risuonavano le acclamazioni della nevole e irascibile. Sappiamo bene che
gente. Per un momento, almeno, fu non è così, ma come si spiega questo
riconosciuto Re. strano incidente?
11:9-10 Il popolo gridava: Nei paesi orientali, gli alberi di fico
1. Osanna! Originariamente, tale producono un frutto primaticcio, com-
esclamazione significava “Salva!”. In mestibile, prima della comparsa delle
seguito, divenne un’espressione di foglie. Si tratta della primizia del rac-
lode. Forse il popolo voleva dire: “Ti colto successivo, qui definito la stagio-
preghiamo, salvaci dall’oppressore ne dei fichi. La mancata comparsa di
romano!”. fichi primaticci, come in questo caso,
2. Benedetto colui che viene nel nome significa che l’albero non fruttificherà
del Signore! Un chiaro riconosci- neppure in seguito. Quando Gesù ven-
mento che Gesù era il Messia pro- ne in mezzo al popolo d’Israele, vide
messo (vd. anche Sl 118:26). soltanto foglie – la manifestazione di
3. Benedetto il regno che viene, del no- una professione esteriore – ma nessun
stro padre Davide! Il popolo pensava frutto per Dio. Gesù vide promesse non

194
MARCO 11:20-23

rispettate, professioni prive di intima (vd. Is 56:7), non solo per Israele. Essi
convinzione, mentre egli aveva fame l’avevano fatto diventare un mercato
del frutto del suo popolo. Poiché non religioso, luogo di ritrovo per imbro-
aveva trovato il frutto primaticcio, egli glioni e usurai (vd. Gr 7:11).
sapeva che questo popolo incredulo 11:18 I capi dei sacerdoti e gli scribi
non avrebbe prodotto frutto neanche furono profondamente colpiti dalle ac-
in seguito; perciò maledisse il fico. Si cuse di Gesù e volevano farlo morire,
trattò dell’annuncio del giudizio che ma non potevano agire apertamente
si sarebbe abbattuto sulla nazione nel perché il popolo nutriva un grande ri-
70 d.C. spetto per lui.
Questo episodio non insegna che 11:19 La sera egli uscì dalla città. Il
Israele è condannato ad essere eterna- tempo del verbo originale (“la sera egli
mente sterile. Il popolo ebreo è stato usciva dalla città) indica che si trattava
messo da parte solo temporaneamente, di un’azione abituale, forse dettata da
ma quando Cristo ritornerà per regna- motivi di sicurezza. Gesù non temeva
re, la nazione sarà reintegrata nei suoi per se stesso; dobbiamo, infatti, ricor-
privilegi. dare che una parte del suo ministero
Questo è l’unico miracolo in cui consisteva nel preservare le pecore,
Cristo pronunciò una maledizione, ossia i suoi discepoli (vd. Gv 17:6-19).
anziché una benedizione; in cui di- Inoltre, sarebbe stato assurdo piegarsi
strusse una vita anziché ristabilirla. A al volere dei nemici prima del tempo.
tale proposito, sono sorti degli scogli
interpretativi, tuttavia riteniamo che D. L’insegnamento del fico sterile
qualsiasi critica sia fuori luogo. Il Crea- (11:20-26)
tore ha il diritto sovrano di distruggere 11:20-23 La mattina successiva, sulla
un oggetto inanimato, se ciò gli serve strada per Gerusalemme, i discepoli
per insegnare una verità spirituale im- passarono davanti al fico. L’albero era
portante e per salvare gli uomini dalla seccato fin dalle radici. Quando Pietro
perdizione eterna. lo fece notare al Signore, egli rispose
L’interpretazione di questo brano, semplicemente: Abbiate fede in Dio!
in primo luogo, fa riferimento al po- Ma che cos’hanno a che fare queste
polo d’Israele, ma trova comunque parole con il fico? I versetti seguenti
un’applicazione universale per tutti mostrano che Gesù intendeva incorag-
gli uomini che predicano bene ma giare la fede come mezzo per rimuove-
razzolano male. re le difficoltà. Se avessero avuto fede
in Dio, i discepoli avrebbero potuto
C. Il Servo purifica il tempio affrontare il problema della sterilità e
(11:15-19) rimuovere ostacoli grandi come una
11:15-16 All’inizio del suo ministero montagna.
pubblico, Gesù aveva scacciato i mer- Ciò non significa, tuttavia, che in
canti dal tempio (vd. Gv 2:13-22). Ora virtù di quanto espresso in questi
che il suo ministero stava volgendo al versetti, il credente abbia il diritto di
termine, entrò di nuovo nel cortile del chiedere in preghiera dei poteri mi-
tempio e scacciò coloro che traevano racolosi per ricavarne vantaggi per-
profitto dalle attività sacre. Impedì ad- sonali. Ogni atto di fede deve basarsi
dirittura di portare oggetti attraverso sulle promesse di Dio. Se sappiamo
il tempio. che la rimozione di una certa difficol-
11:17 Citando due brani tratti da tà rientra nella volontà di Dio, allora
Isaia e da Geremia, Gesù condannò la possiamo pregare, fiduciosi di essere
profanazione, l’esclusivismo e l’affa- esauditi. In effetti, possiamo pregare
rismo. Dio voleva che il tempio fosse in piena fiducia per qualsiasi cosa, se
una casa di preghiera per tutte le genti siamo certi che essa è conforme alla

195
MARCO 11:24

volontà di Dio (rivelata dalla Bibbia Giovanni si allude a tutto il ministero


oppure mediante la testimonianza in- del precursore di Cristo. I capi giudei
teriore dello Spirito). non seppero come rispondere. Qua-
11:24 Se abbiamo realmente uno lora avessero risposto che il ministero
stretto rapporto con il Signore, e se di Giovanni era venuto da Dio, essi
preghiamo nello Spirito, possiamo ave- avrebbero dovuto ubbidire al suo invi-
re la certezza che la nostra preghiera to al ravvedimento. Ma se, al contrario,
sarà esaudita prima ancora di ottenere avessero screditato il ministero di Gio-
risposta. vanni, si sarebbero inimicati il popolo,
11:25-26 Ma una delle premesse che considerava tuttora Giovanni co-
fondamentali perché una preghiera sia me un portavoce di Dio.
esaudita è la disposizione al perdono. 11:33 Poiché i capi dei sacerdoti si ri-
Se il nostro atteggiamento nei confron- fiutarono di rispondere fingendo igno-
ti degli altri è duro e vendicativo, non ranza, il Signore si rifiutò di spiegare
possiamo pretendere che Dio ci ascolti l’origine della propria autorità. Finché
e ci risponda. Dobbiamo perdonare, essi non erano disposti a riconoscere le
se vogliamo essere perdonati. Questa credenziali del precursore, difficilmen-
affermazione non riguarda il perdo- te avrebbero riconosciuto le credenzia-
no giudiziale dei peccati al momento li più importanti del Re in persona!
della conversione (che è una grazia
che si manifesta mediante la fede); si F. La parabola dei malvagi
tratta, bensì, del perdono che Dio Pa- vignaiuoli (12:1-12)
dre concede ai suoi figli. Uno spirito di 12:1 Pur rifiutandosi di rispondere alla
vendetta interrompe la comunione del loro domanda, il Signore Gesù conti-
credente con il Padre… nei cieli e gli nuò il suo dialogo con i capi giudei. Co-
impedisce di ricevere il flusso di bene- sì, raccontando una parabola, li accusò
dizioni divine. duramente di aver respinto il Figlio di
Dio. L’uomo che piantò una vigna rap-
E. Dubbio sull’autorità del Servo presentava Dio stesso. La vigna era il
(11:27-33) posto privilegiato occupato da Israe-
11:27-28 Non appena Gesù giunse nel le. La siepe rappresentava la legge di
tempio, i capi dei sacerdoti gli si avvi- Mosè, la quale separava Israele dagli
cinarono e misero in dubbio la sua au- stranieri e lo preservava, come popolo
torità facendogli due domande: 1° Con scelto per il Signore. I vignaiuoli erano
quale autorità fai queste cose? ”; 2° Chi i capi religiosi, ossia i farisei, gli scribi e
ti ha dato l’autorità di fare queste cose? gli anziani del popolo.
(purificare il tempio, condannare il fico 12:2-5 A più riprese, Dio inviò i suoi
ed entrare trionfalmente a Gerusalem- servitori (i profeti) al popolo d’Israele,
me). Essi speravano di coglierlo in fallo, alla ricerca di comunione, santità e
qualunque fosse la sua risposta. Se egli amore. Ma essi perseguitarono i profeti
avesse rivendicato l’autorità di Figlio di e ne uccisero alcuni.
Dio, essi l’avrebbero accusato di bla- 12:6-8 Infine, Dio mandò il suo fi-
sfemia; se avesse rivendicato l’autorità glio diletto. Certamente il suo popolo
dagli uomini, l’avrebbero smentito. Se, avrebbe avuto rispetto per lui. Ma
infine, avesse rivendicato l’autorità da non fu così. Gli Israeliti tramarono
Dio, l’avrebbero contestato: erano loro contro di lui e alla fine lo uccisero.
i capi religiosi del popolo nominati da In questo modo, il Signore predisse
Dio! la propria morte e denunciò i propri
11:29-32 Gesù, invece, rispose con assassini.
una domanda: Giovanni il battista era 12:9 Che farà dunque Dio con uomi-
stato autorizzato da Dio oppure no? Si ni così malvagi? Li farà perire e offrirà
noti che con il termine il battesimo di quel posto privilegiato ad altri. Gli altri

196
MARCO 12:19

sono, probabilmente, gli stranieri op- 12:15-16 Gesù chiese che gli si fosse
pure il residuo d’Israele che si pentirà mostrato un denaro (a quanto pare,
negli ultimi giorni. non ne aveva nemmeno uno con sé). La
12:10-11 Tutto ciò avrebbe costi- moneta recava l’effigie dell’imperatore
tuito l’adempimento delle Scritture Tiberio, a ricordo che i Giudei erano
dell’A.T. Il Sl 118:22-23, ad. es., profe- un popolo conquistato e assoggettato.
tizzava che i capi giudei (i “costrutto- Ma perché erano finiti in questa si-
ri”) non avrebbero ammesso il Messia tuazione? A causa della loro infedeltà
nei loro progetti di edificazione. Essi e del loro peccato. Avrebbero dovuto
non avevano posto per questa pietra umiliarsi, nel riconoscere che sulla lo-
ed egli sarebbe morto. Tuttavia, Dio ro moneta fosse impressa l’effigie di un
l’avrebbe risuscitato dai morti e gli dittatore pagano.
avrebbe offerto il posto d’onore: Gesù 12:17 Gesù disse loro: Rendete a Ce-
sarebbe diventato la pietra angolare sare quel che è di Cesare e a Dio quel
dell’edificio di Dio. che è di Dio. La loro mancanza non era
12:12 I capi giudei compresero inerente al rapporto con l’imperatore,
perfettamente. Sapevano che il Sl 118 bensì al rapporto con Dio. Quantunque
parlava del Messia e videro che il Si- con riluttanza, essi pagavano le tasse al
gnore Gesù lo applicava a se stesso. governo romano, ma avevano disatteso
Essi cercavano di prenderlo, ma il suo i diritti di Dio sulla loro vita. La moneta
tempo non era ancora venuto; la folla recava l’effigie dell’imperatore (Cesare)
si sarebbe schierata dalla parte di Ge- e, quindi, apparteneva a lui. L’uomo,
sù. Perciò i capi religiosi lo lasciarono che porta l’immagine di Dio (poiché
andare nell’attesa del momento op- Dio lo creò a propria immagine, vd. Ge
portuno. 1:26-27), appartiene a Dio.
Il credente è tenuto a ubbidire e a
G. Il tributo a Cesare e a Dio sostenere il governo del paese in cui
(12:13-17) vive. Non deve criticare chi governa né
Il cap. 12 contiene le accuse sollevate contribuire ad attività sovversive. De-
dai farisei, dagli erodiani e dai sad- ve pagare le tasse e pregare per coloro
ducei contro il Signore. È un capitolo che occupano posizioni di autorità. Se
pieno di domande (vd. vv. 9-10, 14-16, è invitato a violare la sua fedeltà, prio-
23-24, 26, 28, 35, 37). ritaria, a Cristo, deve rifiutarsi di farlo
12:13-14 farisei ed erodiani, fino ad e sopportarne le conseguenze. Rico-
allora nemici acerrimi, si allearono nel noscendo a Dio il diritto prioritario
comune odio per il Salvatore. Costoro sulla sua vita, il credente deve sempre
cercavano disperatamente di estorcer- mantenere una buona testimonianza
gli dichiarazioni da usare come accusa davanti al mondo.
contro di lui e, perciò, gli domandaro-
no se fosse lecito… pagare il tributo al H. I sadducei e l’enigma della
governo romano. risurrezione (12:18-27)
Nessun Giudeo era contento di vi- 12:18 I sadducei erano i liberali, o i ra-
vere sotto un governo pagano. I fari- zionalisti, dell’epoca e respingevano la
sei lo odiavano ferocemente, mentre dottrina della risurrezione corporale.
l’atteggiamento degli erodiani era più Perciò vennero al Signore con una sto-
tollerante. Se Gesù avesse approvato ria assurda, cercando di ridicolizzare
apertamente il pagamento del tributo a tale dottrina.
Cesare, si sarebbe alienato i Giudei. Se, 12:19 I sadducei ricordarono a Gesù
invece, avesse parlato contro Cesare, che la legge di Mosè prevedeva misure
essi l’avrebbero condotto subito dalle particolari per le vedove in Israele. Al
autorità romane per farlo arrestare e fine di preservare il nome e i beni della
processare come traditore. famiglia, la legge stabiliva che, se un

197
MARCO 12:20-23

uomo moriva senza figli, il fratello do- 4. Ciononostante, Dio si autodefiniva il


veva sposarne la vedova (la “legge del Dio dei viventi.
levirato”; vd. De 25:5-10). 5. Dio deve mantenere le promesse fat-
12:20-23 Esposero il bizzarro, ipo- te ad Abraamo, Isacco e Giacobbe.
tetico caso di una donna che aveva 6. Perciò, basandoci su ciò che ci è dato
sposato sette fratelli, uno dopo l’altro, di conoscere riguardo al carattere di
senza aver avuto da costoro alcuna di- Dio, dobbiamo concludere che la ri-
scendenza. Poi, dopo tutti loro, morì surrezione è una necessità assoluta.
anch’ella. Ed ecco l’astuta domanda: di E così, l’ultima parola che il Signore
chi di loro sarà ella moglie, alla risur- rivolse ai sadducei fu: Voi… errate di
rezione? molto.
12:24 I sadducei pensavano di esse-
re scaltri, ma il Salvatore dimostrò che I. Il gran comandamento
essi erano totalmente ignoranti, sia per (12:28-34)
quanto riguardava le Scritture, che in- 12:28 Uno degli scribi, impressionato
segnano la risurrezione, sia per quanto dall’abilità del Signore nel risponde-
riguardava la potenza di Dio, che risu- re alle domande dei suoi detrattori,
scita i morti. domandò a Gesù quale, di tutti i co-
12:25 Anzi tutto avrebbero dovuto mandamenti, fosse il più importan-
sapere che il rapporto matrimoniale te. Era una domanda onesta e, in un
non continuerà nel cielo. In cielo, i cre- certo senso, la domanda più impor-
denti si riconosceranno e non perde- tante della vita. Questo scriba era sin-
ranno le loro distinzioni come uomini ceramente interessato a ricevere una
e donne, ma non si sposeranno. In que- dichiarazione valida sull’obiettivo
sto senso, essi saranno come angeli nel principale dell’esistenza umana.
cielo. 12:29 Gesù esordì citando lo She-
12:26-27 Poi il Signore ricordò ai sad- ma, il Credo giudaico tratto da De 6:4:
ducei, che consideravano i libri di Mosè Ascolta, Israele: il Signore, nostro Dio,
più importanti di tutti gli altri dell’A.T., è l’unico Signore.
il racconto di Mosè e del pruno ardente 12:30 Quindi, Gesù sintetizzò l’im-
(Es 3:6). Là Dio si era presentato come pegno dell’uomo nei confronti di Dio:
il Dio d’Abraamo, il Dio d’Isacco e il amarlo con tutto il cuore, l’anima, la
Dio di Giacobbe. Il Salvatore usò que- mente e la forza. Il primo posto nel-
sto brano per mostrare che Dio non è la vita dell’uomo spetta a Dio: nessun
Dio dei morti, ma dei viventi. altro amore deve contendere il posto
Com’era possibile? Abraamo, Isac- all’amore per Dio.
co e Giacobbe non erano forse già 12:31 L’altra metà dei dieci coman-
morti, quando Dio apparve a Mosè? damenti ci insegna ad amare il nostro
Sì, le loro spoglie mortali si trovavano prossimo come noi stessi. Dobbiamo
nella grotta di Macpela a Ebron. Allo- amare Dio più di noi stessi e il pros-
ra come poteva, Dio, essere il Dio dei simo come noi stessi. Perciò una vita
viventi ? degna di essere vissuta ha al suo cen-
Questo potrebbe essere il filo del tro l’interesse per Dio e poi per gli altri.
ragionamento alla base di tale affer- Qui non si fa neppure menzione delle
mazione: cose materiali: per l’uomo nulla sarà
1. Dio aveva fatto ai patriarchi delle più importante di Dio e del prossimo.
promesse riguardo alla terra pro- 12:32-33 Lo scriba era comple-
messa e al Messia. tamente d’accordo e convenne che
2. Queste promesse non si erano adem- amare Dio e il prossimo era molto più
piute durante la loro vita. importante dei rituali religiosi. Si ren-
3. Quando Dio parlò a Mosè dal pruno, i deva conto che l’uomo è in grado di
patriarchi erano già morti da tempo. osservare i cerimoniali religiosi e di

198
MARCO 12:41-44

ostentare devozione pur essendo privo ze con titoli altisonanti (ciò gonfiava il
di santità interiore. Riconobbe che a loro ego!); occupavano i primi scranni
Dio interessa sia l’interiorità sia l’este- nelle sinagoghe (come se il posto a se-
riorità dell’uomo. dere potesse influire sulla devozione!).
12:34 Quando Gesù ebbe udito que- Non solo puntavano alla supremazia
sta straordinaria riflessione, disse allo religiosa, ma anche a quella sociale. E
scriba che egli non era lontano dal volevano i primi posti nei conviti.
regno di Dio. I veri cittadini del regno 12:40 Nel loro intimo, costoro erano
non cercano di ingannare Dio, il loro avidi e ipocriti. Derubavano le vedove di
prossimo o se stessi con una religiosi- proprietà e mezzi di sostentamento per
tà esteriore. Essi sanno che Dio vaglia arricchirsi (sostenendo che il denaro
i cuori e, perciò, si presentano a lui per era per il Signore!) e recitavano lunghe
essere purificati dal peccato e per rice- preghiere, piene di frasi ampollose (ma
vere la forza di vivere in modo da esser- erano solo parole vuote). In breve, essi
gli graditi. amavano l’apparenza (le lunghe vesti),
Dopo ciò nessuno osava più cercare la popolarità (i saluti), la preminenza (i
di ingannare il Signore Gesù con do- primi seggi), il privilegio (i primi posti),
mande insidiose. il possesso (le case delle vedove), l’ipocri-
sia (le lunghe preghiere).
J. Il Figlio di Davide è il Signore
di Davide (12:35-37) L. I due spiccioli della vedova
12:35-37 Gli scribi avevano sempre in- (12:41-44)
segnato che il Messia sarebbe stato il 12:41-44 In chiaro contrasto con l’avi-
discendente diretto di Davide. Anche dità degli scribi è la devozione della ve-
se ciò era vero, non era tutta la verità. dova. Gli scribi mandavano in rovina
Perciò il Signore Gesù fece una doman- le case delle vedove; costei diede tutto
da a coloro che erano radunati attorno ciò che possedeva al Signore. Questo
a lui nel cortile del tempio. Nel Sl 110:1 episodio dimostra l’onniscienza del
Davide parla del futuro Messia defi- Signore: osservando i ricchi che ver-
nendolo il suo Signore. Com’era possi- savano offerte cospicue nella cassa del
bile ciò? Come poteva il Messia essere tempio, egli sapeva che, per loro, ciò
sia il Figlio di Davide, sia il suo Signore ? non costituiva un sacrificio, giacché
Per noi la risposta è ovvia: il Messia essi davano del loro superfluo. Sapen-
sarebbe stato sia uomo che Dio. Come do anche che i due spiccioli della ve-
Figlio di Davide sarebbe stato umano. dova erano tutto quanto ella aveva per
Come Signore di Davide sarebbe stato vivere, egli osservò che la vedova aveva
divino. dato più di tutti gli altri messi insieme.
Una gran folla lo ascoltava con pia- Il valore monetario di ciò che versava
cere. Apparentemente, la gente del po- era molto scarso; ma il Signore giudica
polo era disposta ad accettare questo il nostro dare in base alle nostre moti-
fatto, anche se forse non l’aveva capito vazioni, alle disponibilità e a ciò che ci
del tutto. Nulla, invece, è scritto riguar- resta. Questo è un grande incoraggia-
do ai farisei e agli scribi. Il loro silenzio mento per quanti, pur avendo scarsi
era inquietante. mezzi, desiderino donare a Dio.
È davvero sorprendente come riu-
K. Condanna contro gli scribi sciamo ad apprezzare l’atto della
(12:38-40) vedova e a essere d’accordo con l’af-
12:38-39 Gli scribi erano esteriormente fermazione del Signore senza, tut-
religiosi. Costoro amavano ammantarsi tavia, imitare l’esempio che questa
di lunghe vesti (ciò li distingueva dalla donna ci dà! Se veramente credes-
massa e conferiva loro un aspetto solen- simo a ciò che diciamo di credere,
ne); amavano essere salutati nelle piaz- faremmo esattamente come fece lei.

199
MARCO 13:1

Con il suo dono, ella manifestava la Le parole chiave del discorso, rivol-
sua convinzione che tutto appartiene to ai credenti di tutte le epoche, sono:
al Signore, che egli è degno di riceve- 1° guardate (o “state attenti”, “state in
re tutto e che tutto gli è dovuto. Oggi, guardia”; vv. 5, 23, 33); 2° non vi turba-
molti credenti la criticherebbero per te (v. 7); 3° perseverate (v. 13); 4° pregate
non aver pensato al proprio futuro. (v. 18); 5° vegliate (vv. 33, 35, 37).
Non aveva mancato di prudenza e di 13:3-4 Il discorso iniziò a causa di
saggezza? Così ragionerebbero. Vive- una domanda di Pietro, Giacomo, Gio-
re per fede, tuttavia, significa proprio vanni e Andrea. Quando sarebbe sta-
questo: dare tutto per l’opera di Dio to distrutto il tempio e quale sarebbe
ora e confidare in lui per il futuro. stato il segno che avrebbe preceduto
Non ha egli promesso di darsi cura gli eventi predetti? Il Signore rispose
per quanti cercano prima il regno e la con l’allusione alla distruzione di un
giustizia di Dio (vd. Mt 6:33)? tempio futuro, che avverrà durante la
Troppo radicale? Rivoluzionario? grande tribolazione, prima del suo ri-
Finché non capiremo che gli insegna- torno.
menti di Cristo sono radicali e rivo- 13:5-6 In primo luogo, i discepoli
luzionari, non capiremo neppure la dovranno stare attenti a che nessuno
portata del suo ministero. li inganni affermando di essere il Mes-
sia. Molti falsi cristi si manifesteranno,
VI. DISCORSO DEL SERVO SUL come dimostra la nascita di tanti grup-
MONTE DEGLI ULIVI (cap. 13) pi religiosi, ciascuno con a capo il suo
“anticristo”.
A. Gesù predice la distruzione 13:7-8 In secondo luogo, essi non
del tempio (13:1-2) dovranno interpretare guerre e rumori
13:1 Mentre il Signore Gesù usciva di guerre come un segno degli ultimi
dal tempio per l’ultima volta prima di tempi. Tutto il periodo intermedio sa-
morire, uno dei suoi discepoli cercò di rà segnato da conflitti internazionali.
risvegliare il suo entusiasmo decan- Inoltre, vi saranno grandi disastri na-
tandogli la magnificenza del tempio e turali: terremoti… carestie e tumulti.
degli edifici circostanti. I discepoli era- Questi fenomeni saranno soltanto le
no estasiati dalla grandiosità architet- avvisaglie di un travaglio senza prece-
tonica della splendida costruzione. denti.
13:2 Il Salvatore fece però notare
che questi edifici presto sarebbero sta- C. La persecuzione dei discepoli
ti distrutti. Non sarebbe stata lascia- (13:9-13)
ta pietra su pietra quando i Romani 13:9 Quindi il Signore predisse grandi
avrebbero invaso Gerusalemme, nel prove personali per coloro che corag-
70 d.C. Perché, dunque, occuparsi di giosamente testimonieranno di lui:
cose che sono solo ombre passeggere? costoro dovranno comparire davanti a
tribunali religiosi e civili.
B. L’inizio delle afflizioni Per quanto sia applicabile a tutte le
(13:3-8) epoche della testimonianza cristiana,
Nel discorso sul monte degli Ulivi il questo passo pare far particolare ri-
Signore richiamò l’attenzione dei disce- ferimento al ministero dei centoqua-
poli su eventi di maggiore importanza. rantaquattromila credenti giudei che
Alcune profezie sembrano descrivere la predicheranno il vangelo del regno a
distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C., tutte le nazioni del mondo, prima del
ma la maggior parte di esse oltrepassa ritorno di Cristo come Re.
questo limite temporale, prospettando- 13:10 Questo versetto non va im-
ci il periodo della tribolazione e il ritor- pugnato per insegnare che, prima,
no di Cristo in potenza e gloria. bisogna che il vangelo sia predicato

200
MARCO 13:21-22

fra tutte le genti e che soltanto allora, D. La grande tribolazione


vi sarà il rapimento della chiesa. È vero (13:14-23)
che il vangelo deve essere predicato 13:14-18 Il v. 14 segna la metà del pe-
in tutto il mondo e, forse, ciò avverrà riodo della tribolazione, l’inizio della
prima del rapimento; tuttavia, soste- grande tribolazione. Lo desumiamo dal
nere che occorre predicare il vangelo confronto con Da 9:27. In quel tempo,
in tutto il mondo affinché il rapimento nel tempio di Gerusalemme sarà eretto
possa avere luogo, significa affermare un idolo infame: gli uomini saranno
qualcosa che la Bibbia non dice. Non costretti ad adorarlo, pena la morte.
vi è nessuna profezia che deve avve- Certamente, i veri credenti rifiuteran-
rarsi prima del ritorno di Cristo per i no di farlo.
suoi santi: egli può tornare in qualsia- L’erezione di questo idolo segnerà
si momento! l’inizio di una vasta persecuzione. Coloro
13:11 Il Signore promise che i cre- che leggono e credono alla Bibbia Bibbia
denti che saranno condotti davanti ai sapranno che sarà giunto il momento di
tribunali per amor suo avranno l’aiuto fuggire dalla Giudea. Non vi sarà tempo
di Dio nel costruire la propria difesa. per radunare le proprie cose. Le donne
Non avranno bisogno di prepararla incinte e… quelle che allatteranno sa-
in anticipo (probabilmente, non ve ne ranno, chiaramente, svantaggiate. Se,
sarà neanche il tempo). Lo Spirito San- poi, tutto ciò accadrà d’inverno, la fuga
to suggerirà loro le parole giuste. Tale sarà ancora più difficile.
promessa non va usata in modo im- 13:19 Sarà un periodo di intensa tribo-
proprio come scusa per non preparare lazione, e sarà peggiore di qualsiasi cosa
le prediche o i messaggi sul vangelo! mai accaduta in passato o che accadrà in
Qui si tratta della garanzia di un aiuto futuro. Sarà la grande tribolazione. Qui
soprannaturale per i periodi di crisi: è il Signore Gesù non allude ai patimenti
una promessa per i martiri, non per i subìti dai credenti di tutte le epoche: la
predicatori! grande tribolazione sarà un periodo di
13:12-13 Un’altra caratteristica sofferenze di intensità senza pari.
della tribolazione sarà la delazione Notiamo che tale tribolazione ri-
a danno di chi sarà rimasto fedele al guarda soprattutto i Giudei. Infatti, leg-
Salvatore. Gli stessi familiari funge- giamo del tempio (v. 14, cfr. Mt 24:15) e
ranno da informatori contro i creden- della Giudea (v. 14). Quello sarà il “tem-
ti. Il mondo sarà percorso da un vasto po di angoscia per Giacobbe” (vd. Gr
movimento anticristiano. Ci vorrà un 30:7). Qui non si parla della chiesa:
gran coraggio per rimanere fedeli al essa sarà già stata portata in cielo pri-
Signore Gesù, ma chi avrà persevera- ma dell’inizio del “giorno del Signore”
to sino alla fine, sarà salvato. Ciò non (vd. 1 Te 4:13-18; cfr. 1 Te 5:1-3).
può significare che queste persone 13:20 In quei giorni, saranno ri-
otterranno la salvezza eterna in virtù versate sulla terra le coppe dell’ira
della loro perseveranza: sarebbe un di Dio (vd. Ap 16:1). Sarà un periodo
falso vangelo. E nemmeno può signi- segnato da calamità, caos e spargi-
ficare che, durante la tribolazione, mento di sangue. Di fatto, la strage
i credenti fedeli saranno preservati sarà talmente grande che Dio abbre-
dalla morte fisica, giacché in un altro vierà quei giorni, altrimenti nessuno
passo leggiamo che molti suggelle- scamperebbe.
ranno la propria testimonianza con 13:21-22 La grande tribolazione ve-
il sangue. Probabilmente, questo drà sorgere altri falsi messia. Gli uomini
versetto significa che la perseveranza saranno tanto disperati da rivolgersi a
sarà la prova della fedeltà, ossia che chiunque prometterà loro sicurezza. Ma
essa contraddistinguerà coloro che i credenti sapranno che Cristo non ap-
sono veramente salvati. parirà silenziosamente o senza essere

201
MARCO 13:23

annunciato. E anche se questi falsi cristi un’influenza sproporzionata, rispetto


dovessero compiere miracoli sopranna- alle sue dimensioni, sulla politica mon-
turali (e lo faranno), gli eletti non sa- diale. Si può dire che Israele stia “met-
ranno ingannati e riconosceranno che tendo le foglie”; finora non ha prodotto
l’autore di questi miracoli è Satana. alcun frutto e, di fatto, non fruttifiche-
Non tutti i miracoli sono necessaria- rà finché il Messia non sarà tornato da
mente di origine divina: essi rappresen- un popolo disposto a riceverlo.
tano delle deviazioni soprannaturali 13:29 La nascita e la crescita della
dalle leggi di natura conosciute e, per- nazione d’Israele ci fanno capire che
tanto, possono essere anche opera di il Re (19) è vicino, alle porte. Se il suo ri-
Satana o di demòni. All’empio, all’uomo torno per regnare è vicino, quanto più
del peccato, sarà dato il potere satanico prossimo è il suo ritorno per la chiesa!
di compiere prodigi (vd. 2 Te 2:9). 13:30 Secondo un’interpretazio-
13:23 Pertanto, i credenti che saran- ne diffusa di questo versetto, tutti gli
no a conoscenza di questi eventi do- eventi predetti in questo capitolo si
vranno stare attenti. sarebbero verificati mentre la genera-
zione contemporanea a Cristo era an-
E. Il ritorno del Signore cora in vita. Tuttavia, non può essere
(13:24-27) questo il significato, giacché gran parte
13:24-25 Dopo quella tribolazione si dei fatti preannunciati, specialmente
scateneranno in cielo fenomeni im- quelli descritti nei vv. 24-27, non ac-
pressionanti: le tenebre avvolgeranno cadde in quell’epoca. Altri ipotizzano
la terra sia di giorno sia di notte; le stel- che sarà la generazione in vita al tem-
le cadranno dal cielo e le potenze che po della “comparsa delle foglie” (ossia
sono nei cieli (le forze che mantengono dalla nascita dello stato d’Israele, av-
i corpi celesti nelle loro orbite) saranno venuta nel 1948) quella che assisterà
scrollate. al ritorno di Cristo. A nostro parere
13:26-27 L’umanità terrorizzata ve- esiste una terza possibilità. L’espressio-
drà il Figlio dell’uomo tornare sulla ne questa generazione può significare
terra: non più come un umile Nazare- “questo popolo”. Riteniamo che essa
no, ma come un glorioso Conquista- possa essere intesa nel senso di “que-
tore. Egli verrà sulle nuvole, scortato sto popolo ebreo, che si distingue per
da miriadi di esseri angelici e di santi la sua incredulità e per aver respinto il
glorificati. Sarà una scena di potenza Messia”. La storia testimonia che que-
travolgente e di splendore abbagliante. sta generazione (popolo) non è passa-
Egli manderà gli angeli a raccogliere i ta. Il popolo, nell’insieme, non soltanto
suoi eletti, vale a dire tutti coloro che è sopravvissuto come popolo distinto,
lo avranno riconosciuto come Signore ma ha altresì continuato a nutrire una
e Salvatore durante la tribolazione. Da profonda ostilità verso il Signore Gesù.
un’estremità all’altra della terra, essi Gesù predisse che il popolo e le sue ca-
verranno per godere delle benedizioni ratteristiche nazionali sarebbero rima-
del suo meraviglioso regno millennia- sti immutati fino al suo ritorno.
le sulla terra. Allo stesso tempo, però, i 13:31 Il Signore ribadì che ogni sua
suoi nemici saranno distrutti. profezia si sarebbe realizzata con as-
soluta precisione. Il cielo atmosferico
F. La parabola del fico e il firmamento passeranno. Perfino la
(13:28-31) terra stessa si dissolverà. Ma ogni pa-
13:28 Il fico simboleggia il popolo rola pronunciata da Gesù si attuerà.
d’Israele. Qui Gesù insegna che, prima
del suo ritorno, il fico metterà le foglie. G. Il giorno e l’ora sconosciuti
Nel 1948 nacque lo Stato indipendente (13:32-37)
d’Israele. Oggi questo paese esercita 13:32 Gesù disse: Quanto a quel

202
MARCO 14:3

giorno o a quell’ora, nessuno li sa, Dobbiamo sempre rimanere all’erta,


neppure gli angeli del cielo, neppure perché non sappiamo quando ciò ac-
il Figlio, ma solo il Padre. È risaputo cadrà.
che questo versetto è stato usato dai Segue, come esempio, un’analogia
detrattori del vangelo per provare che mutuata alla vita quotidiana. Dovendo
Gesù era un uomo come noi, con una assentarsi da casa per un lungo viag-
conoscenza limitata. Ed è anche stato gio, un uomo lascia le sue istruzioni
usato da credenti sinceri, ma fuorvia- ai servi e ordina al custode di fare la
ti, per dimostrare che Gesù, venendo guardia finché non sarà di ritorno.
sulla terra come uomo, si era spogliato Gesù paragonò se stesso a quell’uomo
di tutti i suoi attributi divini. in viaggio. Egli può tornare a qualsiasi
Nessuna di queste interpretazioni ora della notte. I suoi, che lo servono
è vera. Gesù era, ed è, sia Dio sia uo- come custodi di notte, non dovranno
mo. Egli era in possesso di tutti gli farsi trovare addormentati. Per questo
attributi della Deità e anche di tutte motivo Gesù lasciò questa esortazione
le caratteristiche umane. È vero che la a tutti i suoi seguaci: Vegliate!
sua deità era nascosta in un corpo di
carne, nondimeno era in lui. Non vi fu VII. SOFFERENZE E MORTE DEL
mai un solo momento in cui egli non SERVO (capp. 14–15)
fosse pienamente Dio.
Allora com’è possibile che affermas- A. La congiura per uccidere Gesù
se di non conoscere il giorno della pro- (14:1-2)
pria seconda venuta? Pensiamo che la 14:1-2 Era ormai il mercoledì di quel-
chiave per risolvere questo enigma si la settimana fatidica. Due giorni do-
trovi in Gv 15:15: “Il servo non sa quel- po sarebbe stata Pasqua, seguita dai
lo che fa il suo signore”. Essendo un sette giorni della festa degli Azzimi. I
Servo perfetto, non gli fu concesso di capi religiosi erano decisi a uccidere il
conoscere il momento del suo ritorno Signore Gesù, ma non volevano farlo
(vd. Gv 12:50; 17:8). Essendo Dio, cer- durante le festività, perché molti, tra
tamente lo sapeva. Come Servo, tutta- il popolo, lo consideravano ancora un
via, non gli era concesso di saperlo per profeta.
rivelarlo ad altri: James H. Brookes lo Sebbene i capi dei sacerdoti e gli
spiega in questo modo: scribi avessero deciso di non farlo mo-
rire durante la festa, la Provvidenza
Non si tratta di negazione dell’on-
divina sconvolse i loro piani e l’Agnello
niscienza divina del Signore ma,
pasquale preparato da Dio fu ucciso
semplicemente, della constatazione
che, nell’economia della redenzione
proprio allora (vd. Mt 26:2).
umana, non gli era dato di “sapere
i tempi o i momenti che il Padre ha B. Gesù unto a Betania
riservato alla propria autorità” (At (14:3-9)
1:7). Gesù sapeva che sarebbe torna- Come un gioielliere espone i propri
to e spesso parlava del suo ritorno, diamanti su un panno di velluto ne-
ma non abbandonò la sua posizione ro, così lo Spirito Santo e il suo autore
di Figlio per stabilire la data del suo umano, Marco, mettono in risalto con
ritorno. Quindi poté presentare que- maestria lo splendore dell’amore di
sto evento ai suoi discepoli in modo una donna per il Signore in mezzo alle
che fosse sempre oggetto di attesa e oscure macchinazioni della gerarchia
di desiderio.(20) religiosa e di Giuda.
14:3 Simone il lebbroso organizzò
13:33-37 Il capitolo si chiude con un convito in onore del Salvatore, forse
l’esortazione alla vigilanza e alla pre- in segno di riconoscenza per essere sta-
ghiera in vista del ritorno del Signore. to guarito. Una donna, di cui non com-

203
MARCO 14:4-5

pare il nome (probabilmente si trattava compensa per il tradimento. Non gli


di Maria di Betania, vd. Gv 12:3), unse restò altro da fare che disporre le sue
generosamente il capo di Gesù con un mosse.
olio profumato di gran valore, espri-
mendo in tal modo il suo immenso D. I preparativi per la Pasqua
amore per lui. (14:12-16)
14:4-5 Alcuni ospiti giudicarono 14:12-16 Benché l’esatta successione
questo gesto uno spreco enorme e la degli eventi non sia chiara, probabil-
donna una sconsiderata sciupona. mente era giunto il giovedì precedente
Perché non aveva venduto l’olio e di- la Pasqua. I discepoli non si rendevano
stribuito il denaro ricavato ai poveri conto che questa Pasqua sarebbe stata
(trecento denari corrispondevano al l’adempimento e il culmine di tutte
salario di un anno)? Ancora oggi, la le Pasque celebrate in passato. Essi
gente considera uno spreco dare un domandarono al Signore di imparti-
anno della propria vita al Signore… re loro le indicazioni riguardo al luo-
quale maggiore spreco, quindi, dare go in cui preparare la Pasqua . Egli li
tutta la vita al Signore! mandò a Gerusalemme in cerca di un
14:6-8 Gesù li rimproverò per le uomo che portava una brocca d’acqua
loro mormorazioni. La donna aveva (un fatto alquanto insolito per quei
saputo ravvisare un’occasione unica tempi poiché, normalmente, erano
per rendere onore al Salvatore; se gli le donne a portare le brocche dell’ac-
altri erano davvero così preoccupati qua). Quell’uomo li avrebbe condotti
per i poveri, potevano sempre aiu- nella casa adatta. Una volta giunti a
tarli, perché i poveri ci sono sempre. destinazione, essi avrebbero dovuto
Molto presto, invece, il Signore sa- chiedere al padrone di casa di asse-
rebbe morto e sarebbe stato sepolto. gnare loro una stanza dove il Maestro
La donna volle compiere quest’ama- potesse consumare la Pasqua con i…
bile gesto finché era ancora possi- discepoli.
bile farlo: forse non le sarebbe stato È una cosa stupenda vedere come
concesso di prendersi cura del corpo il Signore sceglie e impartisce ordini,
di Gesù dopo la morte, perciò voleva agendo come Signore e Sovrano di uo-
dimostrargli il suo amore mentre egli mini e beni. Ed è altresì stupendo ve-
era ancora in vita. dere degli individui dal cuore sensibile
14:9 La fragranza di questo olio pro- mettere a sua disposizione se stessi e i
fumato giunge fino a noi. Gesù affermò propri beni. Così è un bene anche per
che tutto il mondo si sarebbe ricordato noi, quando Gesù può entrare imme-
di questa donna. E così sarebbe stato, diatamente e liberamente in ogni stan-
grazie a questo episodio narrato dal za della nostra vita!
Vangelo.
E. Gesù annuncia il suo tradimento
C. Il tradimento di Giuda (14:17-21)
(14:10-11) 14:17-21 Quella stessa sera egli giun-
14:10-11 La donna aveva una gran- se… con i dodici nella sala al piano
de stima di Gesù. Per Giuda , invece, superiore che era stata preparata per
egli valeva poco. Benché fosse vis- loro. Mentre erano a tavola e mangia-
suto con il Signore Gesù per almeno vano, Gesù annunciò che uno dei di-
un anno e non avesse ricevuto da lui scepoli lo avrebbe tradito. Tutti erano
altro che benevolenza, Giuda se ne consapevoli della natura malvagia del
andò di soppiatto dai capi dei sacer- proprio cuore. Giustamente dubbioso
doti e promise di consegnar il Figlio di sé, ciascuno di loro gli domandò se
di Dio nelle loro mani. Essi colsero al fosse il colpevole. Gesù indicò il tradi-
volo l’occasione e gli offrirono una ri- tore sostenendo che si trattava di colui

204
MARCO 14:35

che avrebbe intinto il pane con lui nel rinnegato. Gesù, tuttavia, lo corresse,
piatto, quello al quale egli avrebbe da- smentendolo: Prima che il gallo avesse
to il pezzo di pane. Come era previsto, cantato due volte, Pietro avrebbe rin-
il Figlio dell’uomo andava incontro negato il suo Salvatore tre volte.
alla morte, ma la fine del suo traditore 14:31 “È assurdo!” esclamò Pietro,
sarebbe stata tremenda; infatti, me- “anche se dovessi morire con te, non
glio sarebbe stato per quell’uomo se ti rinnegherò”. Pietro non fu l’unico a
non fosse mai nato! protestare con veemenza: anche tutti
gli altri fecero la stessa promessa av-
F. La cena del Signore ventata. Non dovremmo mai dimen-
(14:22-26) ticarlo, giacché noi non siamo affatto
14:22-25 Dopo aver preso il pane, Giu- migliori di costoro. Tutti dobbiamo im-
da uscì nella notte (vd. Gv 13:30). Poi parare ad ammettere che nei nostri
Gesù istituì quella che è nota a tutti cuori abitano viltà e debolezza.
come cena del Signore. Il suo significato
si riassume mirabilmente in tre paro- H. L’agonia nel giardino
le: 1° prese la natura umana su di sé; di Getsemani (14:32-42)
2° spezzò il suo corpo presto sarebbe 14:32 L’oscurità era calata sul paese.
stato spezzato sulla croce; 3° diede se Era giovedì notte. Quando giunsero a
stesso per noi. un podere chiamato Getsemani, il Si-
Il pane rappresentava il suo corpo gnore Gesù lasciò otto discepoli vicino
offerto in sacrificio, il calice era il suo all’entrata.
sangue versato. Con il suo sangue, Ge- 14:33-34 Egli prese con sé Pietro,
sù firmò il nuovo patto. Sulla terra non Giacomo e Giovanni ed entrò nel giar-
ci sarebbe più stata alcuna festa per lui, dino. In quel luogo, egli cominciò ad
finché non fosse tornato per stabilire il avvertire un peso insopportabile gra-
suo regno. vare sulla sua anima santa, perché sa-
14:26 A questo punto cantarono peva che egli si apprestava a diventare
l’inno, probabilmente una parte del l’offerta sacrificale per il nostro pec-
“Grande Hallel”, vale a dire i Sl 113-118. cato. Non possiamo neanche immagi-
Dopodiché uscirono da Gerusalemme nare che cosa significò per lui, che era
e attraversarono il Chidron per salire senza peccato, diventare peccato (2 Co
al monte degli Ulivi. 5:21) per noi. Gesù lasciò i tre disce-
poli, ordinando loro di rimanere là a
G. Pietro troppo sicuro di sé vegliare e andò un po’ più avanti nel
(14:27-31) giardino, tutto solo. E tutto solo sareb-
14:27-28 Strada facendo, il Salvatore be andato alla croce, portando su di
avvertì i discepoli che, nelle ore suc- sé il terribile giudizio di Dio contro i
cessive, tutti loro si sarebbero ver- nostri peccati.
gognati di lui e avrebbero temuto di 14:35 Con meraviglia e sorpresa ve-
essere riconosciuti come suoi seguaci. diamo il Signore Gesù prostrarsi a terra
Si sarebbe avverato ciò che Zaccaria e pregare Dio. Cercava forse di evitare
aveva predetto: il pastore sarebbe sta- la croce? Certamente no, perché pro-
to percosso e le pecore sarebbero state prio quello era l’obiettivo della sua
disperse (vd. Za 13:7). Gesù, tuttavia, venuta nel mondo. Egli pregava che,
li rassicurò con benignità: egli non li se fosse possibile, quell’ora passasse
avrebbe rinnegati e, dopo la risurrezio- oltre da lui : se fosse possibile salvare
ne, li avrebbe aspettati in Galilea. i peccatori senza che ciò comportasse
14:29-30 Pietro reagì indignato per lui la morte, il seppellimento e la
davanti al pensiero di rinnegare il risurrezione… ebbene, che Dio lo rive-
Signore! Quand’anche gli altri l’aves- lasse! Ma il cielo tacque. Non esisteva
sero fatto, egli mai e poi mai l’avrebbe altro modo per salvarci.

205
MARCO 14:36

14:36 E ancora pregò: Abbà, Pa- e lo baciò con slancio (la forma enfa-
dre! Ogni cosa ti è possibile; allon- tica usata nel testo originale esprime
tana da me questo calice! Però, non un’azione ostentata o ripetuta). Perché
quello che io voglio, ma quello che Giuda tradì il Signore? Era deluso per-
tu vuoi. Notiamo che si rivolse a Dio ché non aveva assunto il potere? Erano
come al Padre amato al quale ogni sfumate le sue speranze di un posto
cosa è possibile. Dal punto di vista d’onore nel regno? Era stato sopraffatto
materiale, ciò sarebbe stato senz’altro dall’avidità? Può darsi che tutte queste
possibile ma… lo sarebbe stato altret- ragioni l’avessero convinto a compiere
tanto dal punto di vista etico? Poteva l’infame gesto.
il Padre onnipotente trovare un’altra 14:46-50 Gli sgherri del traditore si
soluzione, conforme a giustizia, per fecero avanti e arrestarono il Signo-
salvare degli empi peccatori? Il cielo re. Pietro trasse immediatamente la
silenzioso indicò che non vi era altra spada e recise l’orecchio del servo del
soluzione: il santo Figlio di Dio doveva sommo sacerdote. Si trattò senz’altro
versare il proprio sangue per liberare i di una reazione istintiva, non spiri-
peccatori dal loro peccato. tuale. Pietro usò un’arma terrena per
14:37-40 Tornando dai tre discepoli, combattere una battaglia spirituale.
li trovò che dormivano, a triste dimo- Il Signore rimproverò Pietro e guarì
strazione dell’incostanza della natura miracolosamente l’orecchio del ser-
umana. Gesù invitò Pietro a non dor- vo, come apprendiamo da Lu 22:51 e
mire in quell’ora fatale. Soltanto poche da Gv 18:11. Poi Gesù fece notare ai
ore prima il discepolo si era vantato sicari quanto fosse assurdo venirlo a
della propria fermezza incrollabile e prelevare armati! Era stato ogni gior-
adesso non era neppure in grado di no… in mezzo a loro insegnando nel
rimanere sveglio. Se una persona non tempio. Perché non lo avevano cat-
riesce a pregare neanche per un’ora, turato allora? Egli conosceva bene la
è improbabile che sia in grado di resi- risposta. Le Scritture dovevano esse-
stere alla tentazione in una situazione re adempiute ; queste avevano profe-
estrema: nonostante l’entusiasmo, de- tizzato che egli sarebbe stato tradito
ve sempre fare i conti con la fragilità (vd. Sl 41:9), arrestato (vd. Is 53:8),
della propria carne. maltrattato (vd. Sl 22:12) e abbando-
14:41-42 Per ben tre volte il Signore nato (vd. Za 13:7).
Gesù tornò e trovò i discepoli addor- 14:51-52 Marco è l’unico evangelista
mentati. Infine, disse: Dormite pure, a riportare questo episodio. Nel giova-
ormai, e riposatevi! Basta! L’ora è ve- ne che, preso dal panico, lasciò le sue
nuta: ecco, il Figlio dell’uomo è con- vesti nelle mani degli uomini armati,
segnato nelle mani dei peccatori. Con molti commentatori ravvisano lo stes-
ciò, essi si alzarono come per andar so Marco. Il lenzuolo non era una ve-
via, ma fecero solo pochi passi. ste, bensì un indumento raccattato e
indossato in tutta fretta.
I. Gesù è tradito e arrestato Erdman commenta: “Probabilmente
(14:43-52) questo curioso incidente compare nel
14:43 Giuda era già entrato nel giar- racconto per dimostrare che Gesù fu
dino con molte altre persone. I suoi completamente abbandonato nell’ora
accompagnatori brandivano spade e del pericolo e del dolore. Egli certa-
bastoni, come se volessero catturare mente apprese cosa significava soffrire
un pericoloso criminale. da solo”.
14:44-45 Il traditore aveva concor-
dato un segnale. Avrebbe baciato co- J. Gesù davanti al sommo
lui che dovevano catturare. Perciò si sacerdote (14:53-54)
avvicinò a Gesù chiamandolo Rabbì Il racconto del processo religioso va da

206
MARCO 14:65

14:53 a 15:1 e si divide in tre parti: 1° il grado di dare testimonianze concordi.


processo davanti al sommo sacerdote Alcuni riportarono, in modo distorto,
(vv. 53-54); 2° la riunione notturna del le parole di Gesù, asserendo che questi
sinedrio (vv. 55-65); 3° la riunione del aveva minacciato di distruggere il tem-
sinedrio all’alba (15:1). pio fatto da mani d’uomo, e in tre giorni
14:53 Si ritiene generalmente che ne avrebbe costruito un altro, non fatto
Marco riferisca del processo davanti a da mani d’uomo. Le esatte parole di Ge-
Caiafa, laddove in Gv 18:13, 19-24 tro- sù si trovano in Gv 2:19; essi travisarono
viamo il racconto del processo di fron- deliberatamente l’allusione al tempio
te ad Anna. del suo corpo come una minaccia per il
14:54 Pietro seguì il Signore Gesù tempio di Gerusalemme.
dentro il cortile del sommo sacerdote, 14:60-62 Quando il sommo sacerdo-
tenendosi a distanza di sicurezza, così te lo interrogò per la prima volta, Gesù
almeno pensava. La sua caduta è stata non rispose nulla. Ma poi, interrogato
così sintetizzata: sotto giuramento (vd. Mt 26:63), il Sal-
1. dapprima combatté, con entusiasmo vatore rispose affermativamente quan-
male indirizzato; do gli chiesero se egli fosse il Messia, il
2. poi fuggì, in vile ritirata; Figlio del Benedetto. Così facendo ub-
3. infine seguì da lontano, a dimostra- bidì a ciò che sta scritto in Le 5:1. Poi,
zione di un discepolato tiepido e in- come se volesse dissipare ogni dubbio
sicuro. riguardo a ciò che affermava di essere,
Egli stava lì seduto con le guardie, il Signore Gesù annunciò al sommo
scaldandosi al fuoco con i nemici del sacerdote che avrebbe visto il Figlio
suo Signore. dell’uomo, seduto alla destra della
Potenza, venire di nuovo in terra sulle
K. Gesù davanti al sinedrio nuvole del cielo. Con ciò intendeva dire
(14:55-65) che il sommo sacerdote lo avrebbe vi-
14:55-59 Anche se non è detto esplici- sto pubblicamente rivelarsi come Dio.
tamente, sembra che con il v. 55 inizi il Durante la sua prima venuta, la gloria
racconto di una riunione del sinedrio della sua deità fu nascosta in un corpo
a notte fonda. I settantun capi religiosi umano. Ma quando tornerà in potenza
si radunarono sotto la presidenza del e gloria, il velo sarà tolto e tutti sapran-
sommo sacerdote. Quella notte i farisei, no esattamente chi egli è.
i sadducei, gli scribi e gli anziani che 14:63-64 Il sommo sacerdote capì
componevano il sinedrio, mostrarono perfettamente ciò che Gesù voleva
un’assoluta inosservanza delle regole dire. Si stracciò le vesti, in segno di
che avrebbero dovuto rispettare. Non santa indignazione contro questa
avrebbero dovuto radunarsi di notte, presunta bestemmia . Quell’Israelita,
né durante una delle festività giudai- che avrebbe dovuto essere il primo a
che. Non avrebbero dovuto corrompe- riconoscere e a ricevere il Messia, fu
re i testimoni perché giurassero il falso. invece il primo a condannarlo. Non fu
Non avrebbero dovuto pronunciare soltanto lui, bensì tutto il sinedrio, (21) a
una sentenza di morte finché non fosse concordare sull’accusa di bestemmia
trascorsa una notte intera. E, a meno contro Gesù e lo condannarono come
che non si incontrassero nella “Sala di reo di morte.
pietra tagliata” nell’area del tempio, i 14:65 La scena che seguì fu straordi-
loro verdetti non erano vincolanti. nariamente grottesca. Alcuni membri
Impaziente di sbarazzarsi di Gesù, la del sinedrio cominciarono a sputargli
classe dirigente giudaica non esitò a in- addosso, a coprirgli la faccia chieden-
frangere le proprie leggi. Con i loro sforzi dogli di indovinare i nomi dei suoi
congiunti produssero un gruppo di falsi aguzzini. Riesce quasi difficile credere
testimoni, i quali non furono però in che il Salvatore benedetto abbia subìto

207
MARCO 14:66-68

un tale trattamento da parte dei pecca- di Gesù, il quale fu condotto a Pilato,


tori! Le guardie (la polizia del tempio) il governatore romano in Israele.
si unirono a questa vergognosa com-
butta mettendosi a schiaffeggiarlo. N. Gesù davanti a Pilato
(15:2-5)
L. Pietro rinnega Gesù e piange 15:2 Finora il processo di Gesù si era
amaramente (14:66-72) svolto davanti ai capi religiosi con il ca-
14:66-68 Pietro attendeva giù nel cor- po d’accusa di blasfemia. Ora, Gesù era
tile del palazzo. Una delle serve del condotto davanti a un tribunale civile
sommo sacerdote gli passò davanti. con l’accusa di tradimento. Il processo
Scrutatolo per bene, costei lo accusò di civile si svolse in tre fasi: 1° davanti a
essere un seguace di Gesù di Nazaret. Pilato; 2° davanti a Erode; 3° di nuovo
Il discepolo affermò vilmente di non davanti a Pilato.
saperne assolutamente nulla, dopodi- Pilato… domandò al Signore Gesù
ché si spostò nell’atrio, giusto in tempo se egli era il re dei Giudei. In caso affer-
per sentire il gallo cantare. Fu un mo- mativo, egli avrebbe certamente voluto
mento agghiacciante. Il peccato si sta- destituire l’imperatore, rendendosi col-
va prendendo il suo terribile tributo. pevole di tradimento.
14:69-70 La serva, vedutolo di nuo- 15:3-5 I capi dei sacerdoti rovescia-
vo, lo indicò agli altri come un disce- rono un fiume di accuse contro Gesù.
polo di Gesù. Ancora una volta, Pietro Pilato stentava a comprendere la posa-
negò freddamente, forse chiedendosi tezza di Gesù di fronte a imputazioni
perché la gente non lo lasciasse in pace. tanto pesanti. Gli domandò perché non
Allora i presenti apostrofarono Pietro: si difendesse, ma Gesù tacque di fronte
Certamente tu sei uno di quelli, anche ai suoi nemici.
perché sei Galileo.
14:71-72 Imprecando e spergiurando, O. Gesù o Barabba?
Pietro si ostinava ad assicurare di non (15:6-15)
conoscere quest’uomo. Non appena 15:6-8 Era consuetudine che il gover-
queste parole uscirono dalla sua bocca, natore romano liberasse un carcerato
il gallo cantò. La natura stessa sembra- giudeo in occasione della Pasqua. Si
va, in tal modo, ribellarsi a questa vile trattava di un “contentino” per blan-
bugia. In un attimo, Pietro si rese conto dire il popolo insoddisfatto. Uno dei
che la profezia del Signore si era avvera- possibili candidati era Barabba , un
ta. Perse il controllo di sé e si abbandonò Giudeo colpevole di rivolta e omicidio.
al pianto. È certamente degno di nota il Quando Pilato propose al popolo di
fatto che tutti i quattro Vangeli raccon- liberare Gesù, per provocare i capi dei
tino il rinnegamento di Pietro. Tutti sacerdoti invidiosi, questi ultimi inci-
noi dobbiamo imparare che l’eccessiva tarono il popolo a chiedere la liberazio-
sicurezza di sé porta all’umiliazione. ne di Barabba.
Dobbiamo imparare a non confidare in Gli stessi uomini che poco prima
noi stessi, bensì ad affidarci completa- avevano accusato Gesù di tradire l’im-
mente alla potenza di Dio. peratore, chiedevano ora la liberazione
di un uomo che si era veramente reso
M. Il processo al mattino davanti colpevole di tale reato! Il comporta-
al sinedrio (15:1) mento dei capi dei sacerdoti era inco-
15:1 In questo versetto si allude a erente e assurdo… ma tale è la natura
un’altra riunione del sinedrio tenu- del peccato! In realtà, costoro erano
tasi la mattina seguente, la quale fu invidiosi della popolarità di Gesù.
probabilmente indetta per convali- 15:9-14 Pilato domandò al popolo
dare l’azione illegale commessa la che cosa dovesse fare di colui che chia-
notte precedente. L’esito fu l’arresto mavano il re dei Giudei. La folla selvag-

208
MARCO 15:29-30

gia gridò: Crocifiggilo! Pilato voleva sione in modo semplice e distaccato,


conoscerne il motivo, ma un motivo senza indugiare sull’inusitata crudel-
non c’era. L’isteria collettiva aveva già tà di questo tipo di esecuzione capita-
preso il sopravvento: non si udì altro le, né sulle atroci sofferenze che essa
che un gran clamore: Crocifiggilo! comportava.
15:15 E così Pilato, il governatore pu- Oggi si ignora con esattezza dove
sillanime, fece ciò che la folla chiedeva: avvenne tutto ciò. Sebbene il luogo che
liberò loro Barabba, fece flagellare Ge- la tradizione assegna alla crocifissio-
sù e lo consegnò ai soldati perché fosse ne, cioè la Chiesa del Sacro Sepolcro,
crocifisso. Fu un verdetto terribilmente si trovi all’interno delle mura di Geru-
ingiusto. Tuttavia esso è la parabola della salemme, coloro che accettano questa
nostra redenzione: colui che era senza ipotesi ritengono che, al tempo di Cri-
peccato fu condannato a morte affinché sto, esso fosse esterno alle mura della
il colpevole potesse restare impunito. città. Un’altra ipotesi lo identifica con
il “Calvario di Gordon”, che si trova a
P. I soldati si fanno beffe del Servo nord delle mura della città accanto a
del Signore (15:16-21) un’area verde.
15:16-19 I soldati… condussero Gesù 15:22 Golgota è un nome aramaico
nel cortile interno del palazzo del go- che significa teschio; tale luogo è altresì
vernatore. Dopo aver radunato tutta noto come “Calvario” (lat. calvarium).
la coorte, misero beffardamente in Probabilmente tale rilievo roccioso
scena un’incoronazione per irridere il aveva la conformazione di un teschio,
Re dei Giudei. Se avessero saputo! Era oppure era così chiamato perché vi si
Dio Figlio l’uomo che essi vestirono svolgevano le esecuzioni capitali.
di porpora . Era il loro Creatore l’uo- 15:23 I soldati offrirono a Gesù del
mo che incoronarono di spine. Era il vino mescolato con mirra . Era una
Governatore dell’universo l’uomo che specie di droga per stordire i sensi. Ma
schernirono come Re dei Giudei. Era egli, deciso a portare i peccati di tutta
il Signore della vita l’uomo al quale l’umanità con piena consapevolezza,
percotevano il capo. Essi sputavano non ne prese.
addosso al Principe della pace e si 15:24 I soldati tirarono a sorte le
prostravano con scherno dinanzi al vesti di coloro che furono crocifissi.
Re dei re e al Signore dei signori. Prendendo le… vesti del Salvatore, es-
15:20-21 Dopo averlo schernito, lo ri- si presero tutto ciò che egli possedeva
vestirono delle sue vesti e lo condussero sulla terra.
fuori per crocifiggerlo. Qui Marco rac- 15:25-28 Erano le nove del mattino
conta che i soldati ordinarono a un pas- quando lo crocifissero. Sopra il capo
sante di portare la croce. Questi era un avevano affisso un’iscrizione con le
certo Simone di Cirene (Africa setten- parole: Il re dei Giudei (Marco non ri-
trionale), forse un uomo di colore ma, porta l’intera iscrizione, riassumendo-
più probabilmente un Giudeo greco. ne, bensì, il contenuto; cfr. Mt 27:37; Lu
Costui aveva due figli, Alessandro e… 23:38; Gv 19:19). Due ladroni furono
Rufo, che probabilmente erano credenti crocifissi accanto a lui, esattamente
(ammesso che Rufo sia la stessa perso- come aveva profetizzato Isaia: il servo
na menzionata in Ro 16:13). Portando del Signore, morendo, sarebbe stato
la croce dietro a Gesù, egli ci diede un contato fra i malfattori (vd. Is 53:12). (22)
esempio di come dovrebbe essere la vita 15:29-30 Il Signore Gesù fu oltrag-
dei discepoli del Salvatore. giato dai passanti (vv. 29-30), dai capi
dei sacerdoti e dagli scribi (vv. 31-32a)
Q. La crocifissione e dai due ladroni (v. 32b).
(15:22-32) I passanti erano probabilmente dei
Lo Spirito di Dio descrive la crocifis- Giudei convenuti in città per celebrare

209
MARCO 15:31

la Pasqua. Fuori dalla città si tratten- gli diede da bere, ponendola in cima a
nero a lungo per ingiuriare l’Agnello una canna.
pasquale. Ancora una volta, equivo- 15:37 Gesù, emesso un gran grido,
cando sulle sue parole, gli ricordarono rese lo spirito. La sua morte fu un atto
che egli aveva minacciato di distrug- deliberato, non un crollo involontario.
gere il loro amato tempio e di ricostru- 15:38 In quel momento, la cortina
irlo in tre giorni. Se era davvero così del tempio si squarciò in due, da cima
potente, sarebbe stato sicuramente in a fondo. Questo fu un atto di Dio per
grado di salvare se stesso scendendo mostrare che, grazie alla morte di Cri-
giù dalla croce ! sto, da quel momento in poi, l’accesso
15:31 I capi dei sacerdoti e gli scribi al santuario di Dio sarebbe stato privi-
lo canzonavano: Ha salvato altri e non legio di ogni credente (vd. Eb 10:19-22).
può salvare se stesso. Un’affermazione Fu l’inizio di una grande e nuova epo-
crudele… nondimeno, involontaria- ca: iniziava l’era dell’intimità con Dio.
mente vera. Ciò fu vero per la vita del 15:39 La confessione del centurione
Signore come è vero anche per la no- romano, seppure nobile, non significa
stra: non possiamo salvare gli altri, se necessariamente che avesse accettato
cerchiamo di salvare noi stessi. Gesù come Dio. Il centurione pagano lo
15:32 I capi religiosi lo sfidavano per- riconobbe come Figlio di Dio. Indubbia-
fino a scendere dalla croce, se davvero mente, egli percepì l’importanza storica
era il Cristo, il re d’Israele. Soltanto al- di quel momento; tuttavia non è chiaro
lora avrebbero creduto: se vediamo… se la sua fosse una fede sincera.
crediamo. (23) Volevano vedere, prima 15:40-41 Marco racconta che, pres-
di credere. Ma l’ordine di Dio è: “Credi so la croce, vi erano alcune donne. È
e poi vedrai”. certo degna di nota l’attenzione ac-
Si permisero di insultarlo perfino i cordata alle donne nei racconti dei
banditi. Vangeli. La preoccupazione per l’in-
columità personale aveva spinto gli
R. Tre ore di tenebre uomini a nascondersi, laddove la de-
(15:33-41) dizione indusse le donne ad anteporre
15:33 Tra mezzogiorno e le tre del po- l’amore per Cristo alla propria sicu-
meriggio tutto il paese fu avvolto dalle rezza personale. Esse furono le ultime
tenebre. Gesù stava portando su di sé ad allontanarsi dalla croce e le prime
tutto il castigo divino per i nostri pec- a recarsi al sepolcro.
cati, soffrendo l’abbandono e la sepa-
razione da Dio. Nessun uomo sarà mai S. Il seppellimento nella tomba
in grado di comprendere l’agonia che di Giuseppe (15:42-47)
Gesù dovette patire allorché il suo es- 15:42 Il sabato iniziava al tramonto
sere fu sacrificato per i nostri peccati. del venerdì. La vigilia del sabato o di
15:34 Verso la fine della sua agonia, qualsiasi altra festa era chiamata Pre-
Gesù gridò a gran voce, in aramaico: parazione. (24)
Dio mio, Dio mio, perché mi hai ab- 15:43 La necessità di agire alla svelta
bandonato? Dio lo aveva abbandonato diede a Giuseppe d’Arimatea il corag-
perché, nella sua santità, doveva dis- gio di chiedere a Pilato il permesso di
sociarsi dal peccato. Il Signore Gesù si seppellire il corpo di Gesù. Giuseppe
era identificato con i nostri peccati e ne era un Giudeo fedele, forse un membro
stava scontando l’intera pena. del sinedrio (vd. Lu 23:50-51; inoltre
15:35-36 Alcuni della folla spieta- vd. Mt 27:57; Gv 19:38).
ta pensarono che stesse chiamando 15:44-45 Pilato stentava a credere
Elia, quando disse: “Eloì, Eloì”. Come che Gesù fosse già morto. Quando il
ultimo gesto d’umiliazione, uno di centurione glielo confermò, il gover-
costoro inzuppò d’aceto una spugna e natore diede il corpo a Giuseppe. Nel

210
MARCO 16:8

testo originale, due termini diversi 16:7 L’angelo incaricò le donne di an-
indicano il corpo di Gesù: Giuseppe nunciare la risurrezione. Esse doveva-
chiese il corpo del Signore Gesù e Pilato no dire ai suoi discepoli e a Pietro che
gli consegnò la salma. Gesù li avrebbe incontrati in Galilea.
15:46 Con gran cura, Giuseppe (e Notiamo che qui è menzionato in modo
con lui Nicodemo, vd. Gv 19:38-39) particolare Pietro, il discepolo che ave-
unse il corpo, lo avvolse nel lenzuolo, va rinnegato il suo Signore. Il Salvatore
poi lo mise in una tomba nuova di sua risuscitato non l’aveva rinnegato, ma
proprietà. La tomba era un piccolo va- l’amava ancora e desiderava rivederlo.
no scavato nella roccia. L’apertura fu Pietro aveva particolarmente bisogno
sbarrata da una pietra circolare e piat- di essere riabilitato. La pecora smarrita
ta fatta rotolare in un solco, anch’esso doveva essere riportata al suo Pastore.
scavato nella roccia. Colui che era caduto nel peccato doveva
15:47 Ancora una volta si nota la pre- far ritorno alla casa del Padre.
senza delle due donne di nome Maria: 16:8 Le donne fuggirono via dal
il loro affetto instancabile e intrepido sepolcro, prese dalla paura e dal pani-
per il Signore è ammirevole. Oggigior- co. Erano troppo spaventate per dire
no la maggior parte dei missionari è a qualcuno ciò che era accaduto. Non
costituita da donne c’è da meravigliarsi. C’è piuttosto da
meravigliarsi che fossero rimaste così
VIII. TRIONFO DEL SERVO (cap. 16) coraggiose e fedeli fino allora.

A. Le donne al sepolcro vuoto B. L’apparizione a Maria


(16:1-8) Maddalena (16:9-11)
16:1-4 La sera del sabato, le due donne Poiché i vv. 9-20 mancano in due an-
di nome Maria si recarono al sepolcro tichi e rilevanti mss. del Vangelo di
con Salome per ungere il corpo di Gesù Marco, molti studiosi moderni ne con-
con oli profumati. Sapevano che non futano l’autenticità. Nondimeno, esi-
sarebbe stata un’impresa semplice. Sa- stono validi argomenti a sostegno del
pevano che un’enorme pietra era stata loro inserimento nel testo.
rotolata davanti all’apertura del sepol- 1. Questo passo è presente in quasi tut-
cro. Sapevano che i Romani avevano ti gli altri mss. greci ed è riportato in
sigillato la tomba e che c’erano dei sol- molti scritti dei padri della chiesa.
dati a fare la guardia (Mt 27:62-66). Ma 2. Il v. 8 costituirebbe un epilogo al-
l’amore scala le montagne e supera quanto strano, specialmente nell’ori-
tutti gli ostacoli, pur di raggiungere ginale gr. in cui l’ultimo vocabolo è
l’amato. gar (perché): assai di rado si incontra
Molto presto la domenica mattina, una congiunzione al termine di una
parlando tra loro, le donne si chiesero proposizione e, a maggior ragione,
chi avrebbe rotolato la pietra dall’aper- alla fine di un libro.
tura del sepolcro. Alzati gli occhi, vide- 3. Se, come taluni pretendono, il testo
ro che qualcuno aveva già provveduto! conclusivo originario di Marco è an-
Quante volte succede che, quando vo- dato perduto e se, pertanto, questo
gliamo onorare il Salvatore, le difficol- passo fosse solo un riassunto succes-
tà siano rimosse prima ancora che le sivo degli eventi, si dovrebbe dedur-
incontriamo. re che le parole del Signore riguardo
16:5-6 Entrate nel sepolcro, videro alla preservazione (vd. Mt 24:35) non
un angelo che aveva l’aspetto di un si sono avverate.
giovane e indossava una veste bianca. 4. Il contenuto di questo brano concor-
Questi fugò i loro timori annunciando da con altri brani biblici.
che Gesù era risuscitato. Il sepolcro 5. Lo stile e, in modo particolare, il lin-
era vuoto. guaggio usato sono in sintonia con il

211
MARCO 16:9

primo capitolo del libro.(25) Lo dimo- casione. Gesù rimproverò i suoi per
strerebbe la struttura stilistica det- l’incredulità dimostrata nei confronti
ta chiasmo, in cui l’inizio e la fine di di chi l’aveva visto risorto.
un’opera presentano una costruzio- 16:15 Il v. 15 parla della missione
ne speculare abcd dcba. che il Signore affidò ai suoi poco prima
16:9 Dapprima, il Salvatore appar- dell’ascensione. Perciò vi è un intervallo
ve a Maria Maddalena. La prima volta di tempo tra i vv. 14-15. I discepoli rice-
che ella aveva incontrato Gesù era sta- vettero l’incarico di predicare il vangelo
to quando egli aveva scacciato sette a ogni creatura. L’obiettivo del Salvatore
demòni da lei. Da allora, ella l’aveva era l’evangelizzazione di tutto il mondo.
servito amorevolmente con le proprie Egli si proponeva di riuscirci con undici
sostanze. Era presente alla crocifissio- discepoli che avrebbero letteralmente
ne e aveva visto dove era stato deposto abbandonato tutto per seguirlo.
il suo corpo. 16:16 La loro predicazione avrebbe
Dagli altri Vangeli apprendiamo che, avuto due possibili esiti: 1° chi avesse
dopo aver trovato la tomba vuota, ella creduto sarebbe stato battezzato e sal-
corse a riferire il fatto a Pietro e a Gio- vato; 2° chi non avesse creduto sarebbe
vanni. Giunti con lei al sepolcro, costo- stato condannato.
ro lo trovarono vuoto, come la donna Alcuni usano il v. 16 per insegnare la
aveva detto. Essi se ne tornarono a ca- necessità di battezzarsi per ottenere la
sa, ma ella rimase presso la tomba vuo- salvezza. Sappiamo che ciò non è esat-
ta. Fu allora che Gesù le apparve. to per i seguenti motivi:
16:10-11 Di nuovo ella andò in città 1. il ladrone sulla croce non fu battez-
per condividere la buona notizia con i zato, nondimeno gli fu assicurato
discepoli addolorati. Ma era troppo bel- che sarebbe stato in paradiso con
lo per essere vero. Essi non credettero. Cristo (vd. Lu 23:43);
2. gli stranieri di Cesarea furono bat-
C. L’apparizione ai due discepoli tezzati dopo essere stati salvati
(16:12-13) (vd. At 10:44-48);
16:12 Il racconto completo di questa 3. Gesù stesso non battezzava (vd. Gv
apparizione si trova in Lu 24:13-31. Qui 4:1-2): una singolare negligenza,
leggiamo soltanto che Gesù apparve qualora il battessimo fosse necessa-
sotto altro aspetto a due discepoli in rio per la salvezza!
viaggio. Maria l’aveva scambiato per 4. Paolo ringraziò Dio perché ave-
un giardiniere. Ai due discepoli, egli si va battezzato solo pochi Corinzi
era presentato come un viandante. In (vd. 1 Co 1:14-16): se il battesimo fos-
entrambi i casi, si trattava sempre di se indispensabile per la salvezza, ta-
Gesù, in un corpo glorificato. le ringraziamento suonerebbe per lo
16:13 Allorché i due discepoli ritor- meno stravagante!
narono a Gerusalemme e raccontarono 5. Sono circa centocinquanta i passi
di essere stati in compagnia del Salva- neotestamentari in cui si dichiara
tore risuscitato, trovarono la stessa in- che la salvezza si ottiene unicamen-
credulità dimostrata a Maria. te mediante la fede. Nessun versetto
potrebbe contraddire questa testi-
D. L’apparizione agli undici monianza inconfutabile;
(16:14-18) 6. nel N.T. il battesimo è collegato alla
16:14 Questa apparizione agli undici morte e alla sepoltura in Cristo, non
ebbe luogo la sera stessa di domenica alla nascita spirituale.
(vd. Lu 24:36; Gv 20:19-24; 1 Co 15:5). Allora che cosa vuol dire davvero il
Sebbene si parli di undici discepoli, so- v. 16? Siamo dell’avviso che esso alluda
lo dieci erano effettivamente presenti. al battesimo quale attestazione della
Tommaso non era con loro in quell’oc- propria fede. Il battesimo non è una

212
MARCO 16:20

condizione per ottenere la salvezza, Nondimeno, Martin Lutero suggerì


bensì una proclamazione della salvezza che “i segni menzionati in questo bra-
ottenuta. no devono essere usati secondo neces-
16:17-18 Gesù elencò i miracoli che sità. Qualora se ne presenti l’urgenza e
avrebbero accompagnato coloro che la predicazione del vangelo sia difficol-
avrebbero creduto nel vangelo. Quan- tosa, dobbiamo certamente produrre
do leggiamo questi versetti, la prima questi segni, anziché permettere che il
domanda che ci poniamo è: “Questi vangelo sia diffamato e represso”.
segni esistono ancora oggi?” Siamo del
parere che questi segni erano desti- E. L’ascensione del Servo alla destra
nati in particolare ai credenti dell’era di Dio (16:19-20)
apostolica, prima che la Bibbia fosse 16:19 Quaranta giorni dopo la risurre-
interamente disponibile in forma scrit- zione, il Signore Gesù Cristo fu elevato
ta. La maggior parte di questi segni si in cielo e sedette alla destra di Dio, nel
trova nel libro degli Atti: posto dell’onore e della gloria.
1. scacciare i demòni (At 8:7; 16:18; 16:20 In ubbidienza al suo comanda-
19:11-16); mento, i discepoli andarono a predica-
2. parlare lingue nuove (At 2:4-11; re il vangelo con entusiasmo e passione
10:46; 19:6); per conquistare uomini al Salvatore. La
3. prendere in mano i serpenti (At 28:5); potenza del Signore era con loro e i se-
4. bere veleno senza effetti nocivi. Non gni promessi accompagnavano la loro
è menzionato negli Atti, ma lo stori- predicazione, confermando la Parola
co della chiesa Eusebio collega que- che annunciavano.
sto miracolo a Giovanni e Barnaba; Qui il racconto finisce: Cristo è in
5. imporre le mani agli ammalati per cielo; sulla terra è rimasto un manipolo
guarirli (At 3:7; 28:8-9). di discepoli consacrati all’evangelizza-
Quale scopo avevano questi miracoli? zione del mondo, alla quale si dedicano
A nostro parere, la risposta si trova in Eb con impegno, conseguendo risultati di
2:3-4. Prima che il N.T. fosse completato, eterna grandezza.
gli uomini avrebbero chiesto agli apostoli Anche noi siamo chiamati a svolge-
e agli altri le prove dell’origine divina del re questa grande missione nella nostra
vangelo. Al fine di confermare la predica- epoca. Il nostro compito è raggiungere
zione, Dio testimoniava con segni, mira- ogni persona con il vangelo. Con l’au-
coli e i diversi doni dello Spirito Santo. mento della popolazione mondiale,
Oggi questi segni non sono più neces- aumenta la portata di tale missione.
sari. Ora abbiamo la Bibbia completa. Ma il metodo rimane sempre lo stesso:
Se gli uomini non credono nella Bibbia, discepoli consacrati, che nutrono un
non crederanno in ogni caso. Marco non amore sconfinato per Cristo e per i qua-
intendeva affermare che i miracoli sareb- li nessun sacrificio è troppo grande, se è
bero continuati per sempre. L’espressione compiuto per lui e per la sua gloria.
“sino alla fine dell’età presente” non sono Dio vuole l’evangelizzazione del mon-
riportate qui, come invece in Mt 28:18-20. do: in che misura ci trova coinvolti?

NOTE

1 (1:2-3) Il testo critico NA ha: “nel profeta Isaia”; tuttavia, la prima parte della citazio-
ne è tratta da Malachia (Ml 3:1). L’interpretazione tradizionale “nei profeti”, adottata
dalla maggior parte dei manoscritti, è più precisa.
2 (1:14-15) Il testo critico NA omette “del regno”.
3 (1:31) J.R. Miller, Come Ye Apart, meditazione per il 28 marzo.

213
MARCO

4 (3:13-18) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, pp. 55-56.
5 (3:20- 21) J.R. Miller, Come, meditazione per il 6 giugno.
6 (4:30-32) Citato da J. Oswald Sanders in Spiritual Maturity, p. 110.
7 (6:4-6) J.G. Miller, non disponibile ulteriore documentazione.
8 (6:31-32) William Kelly, An Exposition of the Gospel of Mark, p. 85.
9 (7:2-4) E. Stanley Jones, Growing Spiritually, p. 109.
10 (7:11-13) William Kelly, Mark, p. 105.
11 (8:1-9) Charles R. Erdman, The Gospel of Mark, p. 116.
12 (8:22-26) È possibile che l’uomo avesse acquistato una capacità di vedere simile a
quella di un neonato il quale, pur avendo una vista perfetta, deve ancora imparare a
mettere a fuoco gli oggetti.
13 (8:32-33) William Kelly, Mark, p. 136.
14 (9:44-48) Per tre volte (vv. 44, 46 e 48) il Signore cita Is 66:24 per ammonire circa i pe-
ricoli dell’inferno. È nostra opinione che questo parallelismo formale enfatico (che
troviamo in TR e in M) sia stato mitigato nel testo critico NA il quale, in due occasio-
ni, omette la citazione.
15 (9:49) NA omette la seconda parte del versetto.
16 (10:23-25) Il testo critico NA omette “per quelli che confidano nelle ricchezze”; tutta-
via è proprio in questa frase che sta il senso del brano.
17 (10:31) Harry A. Ironside, Expository Notes on the Gospel of Mark, p. 157.
18 (10:31) Charles R. Erdman, Mark, p. 147.
19 (13:29) Il soggetto della proposizione, nel testo greco, manca: c’è solo il verbo “è”
(estin). Dal contesto possiamo ricavare che il soggetto potrebbe essere sia “egli”
(Cristo, il Re), sia “essa” (l’estate, vale a dire gli eventi predetti). Il significato risul-
tante è più o meno lo stesso.
20 (13:32) James H. Brookes, “I Am Coming”, p. 40.
21 (14:63-64) Si ritiene che Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo non abbiano partecipato
a questa riunione irregolare.
22 (15:25-28) Nel testo critico NA questa citazione non compare.
23 (15:32) Nella maggior parte dei mss. si trova il pronome “gli” per personalizzare la
promessa (probabilmente falsa).
24 (15:42) Nel gr. moderno, con il termine “preparazione” si indica il “venerdì”.
25 (16:8) Vd. inoltre George Salmon, Historical Introduction to the Study of the Books of
the New Testament, pp. 144-151.

BIBLIOGRAFIA

Alexander, Joseph Addison. The Gospel According to Mark. Edinburgh: The Banner of
Truth Trust, 1960.
Coates, C.A. An Outline of Mark’s Gospel and other Ministry. Kingston-on-Thames: Stow
Hill Bible and Tract Depot, 1964.
Cole, Alan. The Gospel According to St. Mark. Grand Rapids: Wm.B. Eerdmans
Publishing Company, 1961.
Erdman, Charles R. The Gospel of Mark. Philadelphia: The Westminster Press, 1917.
Ironside, Harry A. Expository Notes on the Gospel of Mark. Neptune, N.J.: Loizeaux
Brothers Publishers, 1948.
Kelly, William. An Exposition of the Gospel of Mark. London: C. A. Hammond, 1934.
Lenski, R.C.H. The Interpretation of St. Mark’s Gospel. Minneapolis: Augsburg
Publishing House, 1946.
Swete, Henry Barclay. The Gospel According to St. Mark. London: MacMillan and
Company, Limited, 1902.

214
Vangelo di

Luca
“Il più bel libro del mondo”.
– Ernest Renan

Introduzione
I. Una posizione unica nel Canone II. Autore
“Il più bel libro del mondo” è sicura-
mente uno splendido encomio, soprat- Nato ad Antiochia e di professione
medico, Luca fu per lungo tempo
tutto da parte di uno scettico. In questo
compagno di Paolo. Dopo aver in-
modo, infatti, il critico francese Ernest
trattenuto approfonditi colloqui con
Renan definì il Vangelo di Luca. E quale gli altri apostoli, nei suoi due libri
credente attento, leggendo il capolavoro egli ci ha lasciato dei modelli di me-
ispirato dell’evangelista, contesterebbe dicina per la cura dell’anima.
tale opinione? Luca è, probabilmente,
l’unico autore di origine pagana scelto
da Dio per comporre le sue Scritture ed Questa prova estrinseca relativa all’at-
è questo il motivo che, in parte, spiega la tribuzione della paternità del terzo
forte attrattiva che tale Vangelo esercita Vangelo, offerta da Eusebio nella sua
su di noi, eredi occidentali della cultura Historia Ecclesiastica (III, 4), concorda
greco-romana. con l’universale tradizione cristiana
Sotto il profilo spirituale, senza le primitiva. Ireneo cita diffusamente il
emozioni suscitate in noi dal medico terzo Vangelo, che attribuisce a Luca.
Luca, la nostra comprensione della Fra i primi sostenitori della paternità di
persona e del ministero del Signore Ge- Luca si contano, inoltre, Giustino mar-
sù sarebbe assai più modesta. Questo è tire, Egesippo, Clemente di Alessandria
il Vangelo che mette in risalto l’amore e Tertulliano. Nella versione marcionita
di Dio e l’offerta di salvezza per tutti, del N.T., accuratamente ritoccata e con-
non solamente per i Giudei, e il suo densata, quello di Luca è l’unico Vange-
particolare interesse per gli individui, lo accolto dal famoso eretico Marcione.
compresi i poveri e gli emarginati. Luca Il frammentario Canone Muratoriano
pone in rilievo anche il tema della lode designa il terzo Vangelo con il nome
(con esempi dei primi “inni” cristiani, “Luca”.
nei capp. 1-2), la preghiera e l’opera Luca fu l’unico evangelista a scrivere
dello Spirito Santo. un seguito al proprio Vangelo ed è pro-
LUCA

prio dal libro degli Atti che deriva la più Inoltre, è assai improbabile che il
importante testimonianza a suo favore. primo storico della chiesa trascurasse
I passi del libro degli Atti redatti in pri- il grande incendio di Roma, sotto Nero-
ma persona plurale, “noi”, raccontano ne (64 d.C.), e la conseguente persecu-
episodi in cui l’autore è personalmente zione dei cristiani, quali capri espiatori
coinvolto (16:10; 20:5-6; 21:15; 27:1; 28:16; dell’imperatore, oppure il martirio di
cfr. 2 Ti 4:11). Per eliminazione, risulta Pietro e Paolo, qualora questi eventi si
che soltanto Luca poteva essere presente fossero già verificati. La data più pro-
in tutti. Dall’analisi delle dediche a Teo- babile è, quindi, il 61-62 d.C.
filo e dello stile narrativo, appare chiaro
che l’autore del Vangelo di Luca e quello IV. Contesto e tema
degli Atti sono la stessa persona. I Greci erano alla ricerca di un essere
Paolo definisce Luca “il caro medico” umano che fosse anche perfettamente
e lo cita al di fuori dell’elenco dei Giudei divino: un individuo dotato delle mi-
cristiani (vd. Cl 4:14). Possiamo, inoltre, gliori caratteristiche sia maschili sia
soggiungere che, per dimensioni, l’ope- femminili, ma assolutamente privo
ra di Luca – Vangelo e Atti – sopravanza delle loro imperfezioni. Tale è il modo
quella dell’intero epistolario di Paolo. in cui Luca presenta il Figlio dell’uomo:
Le prove intrinseche avvalorano la forte, eppure compassionevole.
documentazione esterna e la tradizio- Qui l’umanità di Gesù è in primo
ne della chiesa. Sia il vocabolario (spes- piano. Sempre qui, più che in tutti gli
so più accurato, nei termini medici, di altri vangeli, spicca la sua vita di pre-
quello di altri autori neotestamentari) ghiera. Sono spesso menzionate la sua
sia il colto stile greco sostengono l’ipo- compassione e la sua partecipazione
tesi di un dotto medico cristiano di ai sentimenti altrui, motivo che forse
origine pagana, profondo conoscitore spiega perché in Luca donne e bambini
delle dottrine giudaiche. La passione di occupino un posto di così grande rilie-
Luca per le date e le ricerche accurate vo. Il Vangelo di Luca è anche definito
(p. es. 1:1-4, 3:1) fanno di lui il primo il Vangelo missionario : la buona notizia
storico della chiesa. è predicata agli stranieri e il Signore
Gesù è presentato come il Salvatore del
III. Data mondo.
La data di composizione più probabile Esso è, infine, un manuale di di-
del Vangelo di Luca corrisponde ai pri- scepolato: qui seguiamo il percorso di
mi anni 60 del I sec. d.C. Alcuni studiosi discepolato del Signore e lo ascoltiamo
gli attribuiscono una data posteriore e trasmettere il suo insegnamento ai se-
lo collocano tra il 75 e l’85, se non addi- guaci. Saranno proprio questi gli aspet-
rittura nel II sec.: ciò è, almeno in par- ti che analizzeremo, in particolare, nel
te, dovuto alla convinzione che Cristo commentario. Nella vita dell’Uomo
non potesse prevedere la distruzione di perfetto troviamo gli elementi che co-
Gerusalemme. La città fu distrutta nel stituiscono l’ideale di vita per tutti gli
70 d.C.; per questo motivo, la profezia uomini. Nelle sue incomparabili parole
del Signore dovette essere messa per troviamo anche la via della croce, alla
iscritto prima di quella data. quale egli ci chiama.
Poiché gli studiosi sono quasi tutti Lo studio del Vangelo di Luca ci
unanimi nel ritenere che il Vangelo di sproni ad ascoltare la chiamata del
Luca sia stato scritto prima del libro Salvatore, a rinunciare a tutto e a se-
degli Atti e che quest’ultimo si con- guirlo. L’obbedienza è l’organo della
cluda nel 63 d.C. circa (allorché Paolo conoscenza spirituale. Il significato
si trovava a Roma), se ne conclude che delle Scritture diventerà più chiaro e
la data di composizione del Vangelo di prezioso man mano che ci addentrere-
Luca deve essere antecedente. mo nelle esperienze descritte.

216
LUCA

Sommario

I. PREFAZIONE: SCOPO E METODO DI LUCA (1:1-4)


II. AVVENTO DEL FIGLIO DELL’UOMO E DEL SUO PRECURSORE (1:5–2:52)
III. PREPARAZIONE DEL FIGLIO DELL’UOMO AL MINISTERO (3:1–4:30)
IV. IL FIGLIO DELL’UOMO DIMOSTRA IL SUO POTERE (4:31–5:26)
V. IL FIGLIO DELL’UOMO SPIEGA IL SUO MINISTERO (5:27–6:49)
VI. IL FIGLIO DELL’UOMO ESTENDE IL SUO MINISTERO (7:1–9:50)
VII. CRESCENTE OSTILITÀ CONTRO IL FIGLIO DELL’UOMO (9:51–11:54)
VIII. INSEGNAMENTI E GUARIGIONI SULLA VIA PER GERUSALEMME (capp. 12–16)
IX. IL FIGLIO DELL’UOMO ISTRUISCE I SUOI DISCEPOLI (17:1–19:27)
X. IL FIGLIO DELL’UOMO A GERUSALEMME (19:28–21:38)
XI. SOFFERENZE E MORTE DEL FIGLIO DELL’UOMO (capp. 22–23)
XII. TRIONFO DEL FIGLIO DELL’UOMO (cap. 24)

217
LUCA 1:1

Commentario

I. PREFAZIONE: SCOPO E METODO delle facoltà umane. Non si sostitu-


DI LUCA (1:1-4) iva all’inviolabile personalità dello
scrittore per renderlo un automa di
Nella sua prefazione, Luca si rivela uno Dio, bensì rinvigoriva piuttosto la
storico: cita le fonti cui ha attinto e il sua personalità, rendendolo un te-
metodo seguito, quindi spiega lo scopo stimone vivente di Dio.(1)
della sua narrazione. Da un punto di 1:3 Luca espone brevemente la sua
vista umano, le sue fonti furono due: i motivazione e il metodo utilizzato: è
documenti scritti sulla vita di Cristo e i parso bene anche a me, dopo essermi
racconti orali dei testimoni oculari dei accuratamente informato di ogni cosa
relativi eventi. dall’origine, di scrivertene per ordine,
1:1 I documenti scritti sono così de- eccellentissimo Teofilo. Riguardo alla
finiti: Poiché molti hanno intrapreso a motivazione, egli dichiara semplice-
ordinare una narrazione dei fatti che mente: mi è parso bene. A livello uma-
hanno avuto compimento in mezzo a no vi era, in lui, la serena convinzione
noi... Non sappiamo chi siano questi di dover scrivere il Vangelo. Sappiamo,
scrittori. Tra loro potrebbero figurare naturalmente, che tale decisione uma-
Matteo e Marco, ma tutti gli altri sono, na era singolarmente combinata a una
ovviamente, non ispirati (il Vangelo di divina costrizione.
Giovanni fu scritto più tardi). Il metodo utilizzato consistette, in-
1:2 Luca si basò anche sulle testi- nanzi tutto, nell’accurata ricostruzione
monianze di quelli che da principio ne del corso di ogni cosa fin dall’origine e,
furono testimoni oculari e che diven- quindi, in un’ordinata trascrizione. Ciò
nero ministri della Parola. Egli non di- lo impegnò in una ricerca scrupolosa
chiara di essere stato testimone oculare e scientifica degli eventi che contrad-
dei fatti, bensì di essersi documentato distinsero la vita del Salvatore. Luca
presso chi lo era stato. Definisce questi verificò l’attendibilità delle sue fonti, eli-
compagni del Signore testimoni oculari minò tutto ciò che non era storicamente
e… ministri della Parola. La Parola, in corretto e spiritualmente rilevante e,
questo brano, è usata come un nome di infine, dispose il materiale nell’ordine
Cristo, nello stesso modo in cui Giovan- in cui l’abbiamo ricevuto. L’espressione
ni la usa nel suo Vangelo. Per principio scrivertene per ordine non significa, ne-
si intende l’inizio dell’era cristiana, an- cessariamente, “in ordine cronologico”.
nunciata da Giovanni il battista. Anche La sequenza degli eventi narrati in que-
se Luca si è rifatto a relazioni scritte e sto Vangelo non sempre riflette l’effetti-
orali, ciò non significa che il suo Van- va successione degli stessi. Tali episodi
gelo non fu ispirato, bensì che lo Spirito sono, piuttosto, presentati secondo un
Santo lo guidò nella scelta e nella siste- ordine morale o spirituale, vale a dire
mazione del materiale a disposizione. ordinati in base all’argomento e all’in-
James S. Stewart commenta: segnamento morale, anziché in base al
L’esempio di Luca chiarisce che gli
momento in cui ebbero luogo. Strana-
scrittori ispirati non erano miraco- mente, conosciamo ben poco dell’uomo,
losamente esentati dalla necessità Teofilo, cui il Vangelo e il libro degli Atti
di compiere ricerche storiche ap- sono indirizzati. Il titolo conferitogli, ec-
profondite... L’ispirazione divina cellentissimo, suggerisce che costui fos-
non consisteva in una magica tra- se un ufficiale del governo. Il suo nome
scendenza di Dio sulle menti e sul- significa amico di Dio. Probabilmente
le facoltà umane; Dio esprimeva il si trattava di un cristiano che occupava
proprio volere attraverso la dedizio- una posizione di prestigio e di responsa-
ne e la consacrazione delle menti e bilità al servizio dell’impero romano.

218
LUCA 1:15

1:4 Luca si era riproposto di fornire a 1:7 Questa coppia non aveva figli,
Teofilo un documento scritto che con- condizione vergognosa per i Giudei del
fermasse l’attendibilità di tutto ciò che tempo. Il medico Luca precisa che ciò
gli era stato insegnato riguardo alla era dovuto alla sterilità di Elisabetta. Il
vita e al ministero del Signore Gesù. La problema era ancora più grave perché
forma scritta garantiva la stabilità delle erano tutti e due in età avanzata.
informazioni, preservandole dalle im- 1:8-10 Zaccaria stava prestando ser-
precisioni cui si prestava, col tempo, la vizio presso il tempio. Era un grande
trasmissione orale. momento della sua vita, perché era sta-
I vv. 1-4 forniscono un succinto, ma to estratto a sorte per offrir… il profu-
istruttivo, contesto delle circostanze mo nel luogo santo. La moltitudine del
umane che portarono alla stesura di popolo stava fuori del tempio in pre-
questo libro della Bibbia. Sappiamo ghiera. Non si conosce, con esattezza,
che Luca scrisse per ispirazione. Non è il momento della giornata corrispon-
lui a dirlo – a meno che non lo intenda dente all’ora del profumo.
nell’espressione “dall’origine” (v. 3), la È illuminante notare che il Vangelo
quale può altresì essere tradotta con si apre con il popolo… in preghiera al
“dall’alto”. (2) tempio e si conclude con il popolo che
benedice Dio nel tempio. I capitoli in-
II. AVVENTO DEL FIGLIO DELL’UOMO termedi raccontano come la risposta
E DEL SUO PRECURSORE (1:5–2:52) alle loro preghiere furono la persona e
l’opera del Signore Gesù.
A. Annuncio della nascita 1:11-14 La circostanza della preghie-
del precursore (1:5-25) ra del sacerdote e del popolo fu l’oc-
1:5-6 Luca comincia il racconto pre- casione propizia per una rivelazione
sentandoci i genitori di Giovanni il bat- divina. Apparve un angelo del Signore,
tista. Essi vissero nel periodo in cui il in piedi alla destra dell’altare dei pro-
malvagio Erode il Grande (un Idumeo/ fumi, il posto d’onore. Inizialmente
Edomita, ossia un discendente di Esaù) Zaccaria si spaventò; nessuno dei suoi
era re della Giudea. coevi aveva mai visto un angelo. Ma
Zaccaria (che significa “il Signore ri- questi lo rassicurò con una meravi-
corda”) era un sacerdote appartenente gliosa notizia: un figlio sarebbe nato
al turno di Abiia, uno dei ventiquattro a Elisabetta e lo avrebbero chiamato
turni in cui Davide aveva organizzato Giovanni (che significa: “il favore -o
il sacerdozio giudaico (vd. 1 Cr 24:10). la grazia - di Yahweh”). Oltre a essere
Ogni turno era chiamato a servire nel motivo di gioia ed esultanza per i ge-
tempio di Gerusalemme due volte nitori, sarebbe stato una benedizione
l’anno, da sabato a sabato. I sacerdoti per molti.
erano a quel tempo talmente numerosi 1:15 Questo figlio sarebbe stato
che il privilegio di offrire l’incenso nel grande davanti al Signore (l’unico tipo
luogo santo capitava una sola volta nel- di grandezza che conti realmente). In
la vita o non capitava affatto. primo luogo, sarebbe stato grande nel-
Anche Elisabetta (che significa “il la sua personale separazione per Dio:
giuramento di Dio”) discendeva dalla non avrebbe bevuto né vino (prodotto
stirpe sacerdotale di Aaronne. Ella e il dall’uva) né bevande alcoliche (pro-
marito erano Giudei devoti, scrupolo- dotte dal frumento).
samente osservanti delle leggi morali e Ma sarebbe anche stato grande nel
cerimoniali dell’A.T. Non erano, natu- suo talento spirituale, pieno di Spirito
ralmente, privi di peccato, ma quando Santo fin dal grembo di sua madre.
peccavano si assicuravano di offrire Questo non significa che Giovanni fos-
un sacrificio o di attenersi alla pratica se salvato o convertito fin dalla nascita,
cerimoniale richiesta. bensì che lo Spirito di Dio fu in lui fin

219
LUCA 1:16-17

dal principio, per prepararlo alla spe- di testimoniare e di cantare. L’incre-


ciale missione di precursore di Cristo. dulità serra le labbra e le mantiene
1:16-17 Giovanni sarebbe stato gran- serrate fino a quando la fede ritorna,
de nel suo ruolo di araldo del Messia esplodendo nella lode e nella testimo-
(ricondurrà molti dei figli d’Israele al nianza.
Signore). Il suo ministero sarebbe stato 1:21-22 Il popolo attendeva impa-
simile a quello del profeta Elia : predi- ziente all’esterno; l’offerta del profumo,
cando il ravvedimento, egli avrebbe solitamente, non tratteneva il sacerdo-
cercato di portare il popolo a una cor- te tanto a lungo nel luogo santissimo.
retta relazione con Dio. Rileva G. Cole- Quando, infine, Zaccaria… fu uscito,
man Luck: dovette comunicare con il popolo a
Il suo insegnamento avrebbe diretto gesti. Allora capirono che aveva avuto
il cuore di genitori noncuranti a un una visione nel tempio.
vero interesse spirituale per i figli. 1:23 Al termine del suo turno di ser-
E avrebbe anche riportato i cuori di vizio al tempio, il sacerdote rientrò a
figli ribelli e disobbedienti alla “sag- casa, ancora privo dell’uso della favel-
gezza dei giusti”.(3) la, come l’angelo aveva predetto.
1:24-25 Rimasta incinta, Elisabetta
In altre parole, Giovanni si sarebbe rimase chiusa in casa per cinque me-
battuto per radunare, fuori del mondo, si, nell’intima esultanza che il Signore
una schiera di credenti pronti a ricono- avesse ritenuto opportuno liberarla
scere il Signore, quando egli sarebbe dalla vergogna di non avere figli.
apparso. Questo è un ministero prezio-
so per ciascuno di noi. B. Annuncio della nascita del Figlio
Notiamo come i vv. 16-17 lascino dell’uomo (1:26-38)
intendere la deità di Cristo. Il v. 16 di- 1:26-27 Al sesto mese dopo l’appari-
chiara che Giovanni ricondurrà molti zione a Zaccaria (o dopo che Elisabetta
dei figli d’Israele al Signore, loro Dio. era rimasta incinta), Gabriele riappar-
Quindi il v. 17 afferma che Giovanni ve. Questa volta si mostrò a una ver-
andrà davanti a lui. Chi è questo lui ? gine di nome Maria, che viveva nella
Chiaramente si tratta del Signore, loro città di Nazaret, in Galilea. Maria era
Dio del versetto precedente. Sapendo fidanzata a un uomo di nome Giusep-
che Giovanni fu il precursore di Gesù, pe, discendente diretto di Davide, per
la deduzione è ovvia: Gesù è Dio. diritto erede al trono anche se, di fatto,
1:18 L’anziano Zaccaria fu colpito semplice falegname. Il fidanzamento
dall’evidente assurdità della promessa. era, allora, un legame molto più vin-
Sia lui sia la moglie erano troppo vec- colante di quello odierno, tanto che
chi per diventare genitori. L’accento poteva essere sciolto solo mediante un
dolente della domanda tradiva tutti i decreto legale simile al divorzio.
dubbi che egli serbava in cuore. 1:28 L’angelo si rivolse a Maria de-
1:19 In risposta, l’angelo innanzi tut- finendola favorita dalla grazia, ossia
to si presentò come Gabriele (“il forte colei alla quale il Signore concedeva il
di Dio”). Benché comunemente defini- privilegio di una visita. Due elemen-
to arcangelo, nella Scrittura egli è indi- ti sono da notare qui: 1° l’angelo non
cato solo come colui che sta davanti a adorò né pregò Maria, bensì la salutò
Dio e porta i messaggi di Dio all’uomo semplicemente; 2° l’angelo non disse
(vd. Da 8:16; 9:21). che ella era “piena di grazia”, bensì che
1:20 Per aver dubitato, Zaccaria era stata favorita dalla grazia. (4)
avrebbe perso l’uso della parola fino 1:29-30 Maria fu comprensibilmen-
alla nascita del bambino. Ogni volta te turbata da tale saluto, chiedendosi
che il credente nutre dei dubbi riguar- cosa significasse. L’angelo calmò i suoi
do alla Parola di Dio, perde la capacità timori e le comunicò che Dio l’aveva

220
LUCA 1:42-45

scelta per essere la madre del Messia che era sterile ! Questo miracolo avreb-
lungamente atteso. be rassicurato Maria riguardo al fatto
1:31-33 Notiamo alcune importanti che nessuna parola di Dio sarebbe ri-
verità racchiuse nell’annuncio dell’an- masta inefficace.
gelo riguardo al Messia: 1:38 Con meravigliosa sottomis-
1. la reale umanità del Messia: tu con- sione, Maria si diede al Signore per il
cepirai e partorirai un figlio; compimento dei suoi straordinari pia-
2. la sua deità e la sua missione quale ni. Quindi l’angelo partì da lei.
Salvatore: e gli porrai nome Gesù (che
significa: “Yahweh è il Salvatore”); C. Maria visita Elisabetta
3. la sua sostanziale grandezza: Que- (1:39-45)
sti sarà grande, sia come persona sia 1:39-40 Non è spiegato perché in quei
come operato; giorni Maria andò a visitare Elisabetta.
4. la sua identità quale Figlio di Dio: e Forse per evitare lo scandalo che sa-
sarà chiamato Figlio dell’Altissimo; rebbe inevitabilmente sorto a Nazaret,
5. il suo titolo al trono di Davide: il Si- una volta divenute note le sue condi-
gnore Dio gli darà il trono di Davide, zioni. Se era così, allora il benvenuto di
suo padre. Questo fa di lui il Messia; Elisabetta e la sua benevolenza sareb-
6. il suo regno eterno e universale: Egli bero stati doppiamente opportuni.
regnerà sulla casa di Giacobbe in 1:41 Non appena Elisabetta udì la
eterno, e il suo regno non avrà mai voce di Maria, il bambino le balzò nel
fine. grembo : misteriosa, involontaria re-
I vv. 31-32, ovviamente, alludono azione, da parte del precursore non
alla prima venuta di Cristo, laddove i ancora nato, all’arrivo del Messia non
vv. 32b-33 sottintendono la sua secon- ancora nato. Elisabetta fu piena di Spi-
da venuta, come Re dei re e Signore dei rito Santo, vale a dire sotto il suo con-
signori. trollo, nelle parole e nelle azioni.
1:34-35 La domanda di Maria Come Nel cap. 1 tre persone vengono de-
avverrà questo? non esprimeva dub- finite piene dello Spirito Santo: 1° Gio-
bio, ma stupore. Come poteva portare vanni il battista (v. 5); 2° Elisabetta
in grembo un figlio senza mai avere (v. 41); 3° Zaccaria (v. 67).
avuto rapporti con un uomo ? Nono- Uno dei segni distintivi di una vita
stante l’angelo non abbia risposto con piena dello Spirito è edificarsi reci-
le precise parole per nascita virginale, procamente con salmi, inni e cantici
la risposta era questa. Sarebbe stato spirituali (vd. Ef 5:18-19). Non stupisce
un miracolo dello Spirito Santo. Lo quindi che questo capitolo contenga tre
Spirito sarebbe venuto su di lei e la po- cantici, e altri due figurino nel succes-
tenza dell’Altissimo l’avrebbe coperta sivo. Quattro di questi cantici sono ge-
dell’ombra sua. Alla domanda di Maria neralmente conosciuti con i loro titoli
Come…? (la ragione umana non com- latini, ripresi dai primi versi: 1° il saluto
prendeva) la risposta di Dio fu: “lo Spi- di Elisabetta (1:42-45); 2° il Magnificat
rito Santo”. (“magnifica”, 1:46-55); 3° il Benedictus
Perciò anche colui che nascerà sarà (“benedetto”, 1:68-79); 4° Gloria in Ex-
chiamato Santo, Figlio di Dio. Questo è celsis Deo (“gloria a Dio nei luoghi altis-
il sublime annuncio dell’incarnazione. simi”, 2:14); 5° il Nunc Dimittis (“ora tu
Il figlio di Maria sarebbe stato Dio ma- lasci andare”, 2:29-32).
nifestato in carne. Le parole non pos- 1:42-45 Per speciale ispirazione, Eli-
sono svelare compiutamente il mistero sabetta salutò Maria come la madre del
racchiuso in questo evento. mio Signore. Non vi era traccia di gelo-
1:36-37 L’angelo quindi rivelò a Ma- sia nel suo cuore, bensì soltanto gioia e
ria che Elisabetta, sua parente, era al letizia, nel sapere che il bambino che
sesto mese di gravidanza: proprio lei, doveva venire alla luce sarebbe stato

221
LUCA 1:46-49

il suo Signore. Maria era benedetta... cora sposata, senza dubbio ella diven-
fra le donne per il privilegio di portare ne oggetto di sospetti e maldicenze in
in grembo il Messia. Il frutto del suo tutto il vicinato. Ma Dio l’avrebbe dife-
seno era benedetto, perché egli sareb- sa; poteva permettersi di aspettare.
be stato Signore e Salvatore. La Bibbia
non indica mai Maria come “madre di E. Nascita del precursore
Dio”. Pur essendo vero che ella era la (1:57-66)
madre di Gesù e che Gesù è Dio, è tut- 1:57-61 Al tempo stabilito, Elisabet-
tavia un’assurdità dottrinale affermare ta partorì un figlio. Amici e parenti si
che Dio ha una madre. Gesù esisteva rallegrarono. L’ottavo giorno, in occa-
fin dall’eternità, al contrario di Maria sione della circoncisione del bambino,
che, come creatura finita, cominciò a tutti diedero per scontato che gli sa-
esistere a una data precisa. Ella fu la rebbe stato imposto il nome di Zacca-
madre di Gesù soltanto per ciò che ri- ria, come quello di suo padre. Quando
guarda la sua incarnazione. sua madre dichiarò che il bambino si
Elisabetta raccontò dell’apparente- sarebbe chiamato Giovanni, tutti ne
mente spontaneo movimento del bam- furono sorpresi, perché nessuno della
bino nel suo grembo, appena Maria sua parentela portava questo nome.
aveva parlato. Poi assicurò a Maria che 1:62-63 Per risolvere definitivamen-
la sua fede sarebbe stata abbondan- te la questione, fecero dei cenni a Zac-
temente ricompensata. La sua attesa caria (fatto, questo, che indica che egli
sarebbe stata soddisfatta. Maria non non solo era diventato muto, ma anche
aveva creduto invano: il suo bambino sordo). Dopo aver chiesto una tavolet-
sarebbe nato, come promesso. ta su cui scrivere, Zaccaria stabilì defi-
nitivamente che il nome del bambino
D. Maria magnifica il Signore sarebbe stato Giovanni. Tutti si mera-
(1:46-56) vigliarono.
1:46-49 Il Magnificat assomiglia al can- 1:64-66 Maggiore della meraviglia
tico di Anna (vd. 1 S 2:1-10). Innanzi fu lo sbigottimento allorché si accor-
tutto, Maria lodò il Signore per ciò che sero che Zaccaria, subito dopo aver
egli aveva fatto per lei (vv. 46b-49). No- scritto “Giovanni”, aveva riacquistato
tiamo che esclamò: tutte le generazioni l’uso della parola. La notizia si diffuse
mi chiameranno beata o “benedetta” in fretta per tutta la regione montuo-
(v. 48). Non sarebbe stata lei a dispen- sa della Giudea, e la gente si chiedeva
sare benedizioni, bensì si apprestava quale mai sarebbe stata l’opera futura
ella stessa a essere benedetta. Giacché di questo bambino eccezionale. Tutti
ella parlava di Dio come del suo Salva- sapevano, infatti, che la speciale grazia
tore, ecco confutata l’opinione di chi la del Signore era con lui.
considera senza peccato.
1:50-53 Quindi Maria lodò il Si- F. Zaccaria profetizza su Giovanni
gnore per la sua misericordia , che si (1:67-80)
estende di generazione in generazio- 1:67 Libero, adesso, dal laccio dell’in-
ne su quelli che lo temono. Egli ab- credulità e pieno di Spirito Santo,
bassa i superbi e i potenti ed esalta gli Zaccaria fu ispirato a pronunciare un
umili e gli affamati. eloquente inno di lode, ricco di citazio-
1:54-55 Infine magnificò il Signore ni dall’A.T.
per essere stato fedele a Israele, mante- 1:68-69 Lode a Dio per ciò che egli ha
nendo le promesse fatte ad Abraamo e compiuto. Zaccaria comprese che la na-
alla sua discendenza. scita del figlio Giovanni indicava l’im-
1:56 Dopo essersi trattenuta circa minente venuta del Messia. Parlò della
tre mesi presso Elisabetta, Maria tornò venuta di Cristo come di un fatto com-
a casa sua a Nazaret. Non essendo an- piuto, prima che si fosse realizzato.

222
LUCA 2:4-7

La fede lo rese capace di dichiara- per preparare il cuore della gente


re che Dio aveva visitato e riscattato alla venuta del Signore e proclama-
il suo popolo, inviando il Redentore. re al popolo la salvezza mediante il
Il Signore aveva suscitato un potente perdono dei loro peccati . Vediamo,
Salvatore (lett. “corno di salvezza”) nuovamente, che i riferimenti al Si-
nella reale casa di Davide. Il corno era gnore dell’A.T. sono applicati a Gesù
usato per contenere l’olio per l’unzione nel N.T. Malachia aveva annunciato
dei re; il significato, in questo conte- un messaggero che avrebbe spianato
sto, potrebbe essere la venuta di un Re la via davanti al Signore (vd. Ml 3:1).
di salvezza dalla discendenza reale di Zaccaria identifica quel messaggero
Davide. Oppure potrebbe intendere un con Giovanni. Sappiamo che Giovan-
simbolo di potere, e quindi significare ni venne per preparare la via davanti
un potente Salvatore. a Gesù. L’ovvia conclusione è che Ge-
1:70-71 Lode a Dio per aver adem- sù è il Signore.
piuto le profezie. La venuta del Messia 1:78-79 La venuta di Cristo è para-
era stata promessa da tempo per boc- gonata all’aurora. Da secoli, il mondo
ca dei suoi profeti. Avrebbe significato giaceva in tenebre. Adesso, grazie ai
salvezza dai nemici e scampo dagli sentimenti di misericordia del nostro
avversari. Dio, l’aurora stava per sorgere nella
1:72-75 Lode a Dio per essere sta- persona di Cristo. Avrebbe gettato la
to fedele alle sue promesse. Il Signore sua luce sugli stranieri che erano in
aveva stabilito un patto incondiziona- tenebre e in ombra di morte, e avreb-
to di salvezza con Abraamo. Questa be guidato i piedi d’Israele verso la via
promessa si adempiva con la venuta della pace (vd. Ml 4:2).
della progenie di Abraamo, vale a dire 1:80 La conclusione del capitolo rife-
il Signore Gesù Cristo. Egli recava una risce, con semplicità, la crescita fisica e
salvezza sia esterna sia interna. Ester- spirituale del bambino, che rimase nei
na, nel senso di liberazione dalla mano deserti fino al giorno della sua pubbli-
dei loro nemici. Interna, nel senso di ca apparizione alla nazione d’Israele.
poterlo servire senza paura, in santità
e giustizia. G. Nascita del Figlio dell’uomo
G. Campbell Morgan propone due (2:1-7)
sorprendenti osservazioni su questo 2:1-3 Fu promulgato un decreto da
brano. (5) 1° Esiste un interessante col- parte di Cesare Augusto, che ordinava
legamento tra il nome di Giovanni e il il censimento di tutto l’impero. Si trat-
soggetto del cantico: in entrambi i casi, tò del primo censimento fatto quando
si sottintende la grazia di Dio; 2° nei Quirinio era governatore della Siria .
vv. 72-73 vi è un’allusione ai nomi di Per molto tempo, l’esattezza del Van-
Giovanni, Zaccaria ed Elisabetta: gelo di Luca è stata messa in dubbio
- Giovanni: la misericordia promessa proprio a causa di questo riferimento a
(v. 72; vd. nota a 1:11-14); Quirinio. Recenti scoperte archeologi-
- Zaccaria: per ricordare (v. 72; vd. no- che, tuttavia, tendono a confermare il
ta a 1:5-6); resoconto biblico. Dal proprio punto di
- Elisabetta: il giuramento (v. 73; vista, Cesare Augusto stava dimostran-
vd. nota a 1:5-6). do la propria supremazia sul mondo
La grazia di Dio, come annunciato greco-romano. Dal punto di vista di
da Giovanni, deriva dal fatto che Dio si Dio, questo imperatore pagano era uno
ricorda del giuramento del suo santo strumento per portare avanti il piano
patto. divino (vd. Pr 21:1).
1:76-77 La missione di Giovanni, 2:4-7 Il decreto di Augusto con-
l’araldo del Salvatore . Giovanni sa- dusse Giuseppe e Maria a Betlemme
rebbe stato profeta dell’Altissimo, esattamente al tempo giusto affinché

223
LUCA 2:8

il Messia nascesse in adempimento di una grande gioia che tutto il popolo


alla profezia (vd. Mi 5:1). Allorché essi avrebbe avuto. Proprio in quel giorno,
giunsero dalla Galilea, Betlemme era nella vicina Betlemme, era nato un
affollata di gente: l’unico ricovero che bambino: si trattava di un Salvatore,
riuscirono a trovare fu la stalla di un al- che è Cristo, il Signore. Questo brano
bergo. Fu questo un presagio, una sor- costituisce un compendio di teologia:
ta di anticipazione di come gli uomini 1° Gesù è un Salvatore, come rivela il
avrebbero ricevuto il loro Salvatore. suo stesso nome (vd. nota a 1:31-33);
Giunti che furono da Nazaret, Maria 2° è il Cristo, l’Unto di Dio, il Messia
diede alla luce il suo figlio primogeni- d’Israele; 3° è il Signore, Dio manife-
to. Fasciatolo, lo coricò amorevolmente stato in carne.
in una mangiatoia. 2:12 Come avrebbero fatto i pastori
In questo modo, Dio visitò la Terra a riconoscerlo? Gli angeli diedero un
nella persona di un bambino indifeso duplice segno: 1° Il bambino sarebbe
e nella povertà di una stalla maleo- stato avvolto in fasce. I pastori aveva-
dorante. Che prodigio! Darby lo ha no già visto bambini avvolti in fasce,
espresso bene: prima di allora. Ma gli angeli aveva-
Iniziò in una mangiatoia e finì sulla
no annunciato che questo bambino
croce, e lungo la via non ebbe dove era il Signore. Nessuno avrebbe mai
posare il capo.(6) immaginato che il Signore potesse
presentarsi al mondo come un bam-
bino avvolto in fasce ; 2° quel bam-
H. Gli angeli e i pastori bino sarebbe stato coricato in una
(2:8-20) mangiatoia . È poco probabile che i
2:8 Il primo annuncio di questa nasci- pastori avessero visto, prima di allo-
ta singolare non fu comunicato ai capi ra, un neonato in un simile, inusitato
religiosi di Gerusalemme, bensì a dei ricovero! Questa fu l’indegna acco-
pastori assorti nella guardia delle loro glienza riservata al Signore della vita
greggi, sulle pendici dei monti della e della gloria quando venne al mon-
Giudea, uomini umili che svolgevano do. Il pensiero che colui che ha creato
fedelmente il proprio lavoro. James S. e regge l’Universo entrò nel mondo
Stewart osserva: non come un trionfale eroe militare,
bensì come un bambino indifeso, dà
E non racchiude forse un mondo di le vertigini. Eppure questa è la realtà
significato il fatto che furono uo- dell’incarnazione.
mini del tutto comuni, impegnati
2:13-14 a un tratto il tripudio tratte-
in un lavoro del tutto comune, a ve-
nuto in cielo proruppe con forza. Una
dere per primi la gloria della venuta
del Signore? Ciò significa, in primo
moltitudine dell’esercito celeste appar-
luogo, che il luogo del lavoro, per ve, lodando Dio. Il loro canto, conosciu-
quanto umile, è un luogo di visione. to oggi con il titolo di Gloria in Excelsis
Significa, inoltre, che è agli uomini Deo, esprime il pieno significato della
rimasti fedeli alle profonde, semplici nascita del bambino. La sua vita e il suo
devozioni della vita, a quelli che non ministero avrebbero portato gloria a
hanno perso il loro cuore di bambi- Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra
ni, che le porte del Regno si schiudo- agli uomini ch’egli gradisce.(8) Gli uomi-
no con maggiore prontezza.(7) ni che Dio gradisce sono coloro i quali si
pentono dei propri peccati e ricevono
2:9-11 Un angelo del Signore si Gesù Cristo come Signore e Salvatore.
presentò ai pastori, e una sfolgorante, 2:15-19 Appena gli angeli se ne fu-
gloriosa luce risplendé intorno a loro. rono andati, i pastori si affrettarono
Terrorizzati, furono confortati dall’an- verso Betlemme, dove trovarono Ma-
gelo, il quale annunziò loro la notizia ria e Giuseppe e Gesù, adagiato nella

224
LUCA 2:34-35

mangiatoia. Il loro dettagliato raccon- J. Simeone vive per vedere


to riguardo alla visita dell’angelo su- il Messia (2:25-35)
scitò grande stupore in quanti erano 2:25-26 Simeone faceva parte di quel
raccolti presso la stalla. Ma Maria ave- residuo fedele di Giudei che aspetta-
va una comprensione più profonda di va la venuta del Messia. Gli era stato
ciò che stava accadendo; ella custodì rivelato dallo Spirito Santo che non
in sé tutte queste cose, meditandole sarebbe morto prima di aver visto il
in cuor suo. Cristo del Signore, l’Unto. “Il segreto
2:20 i pastori tornarono indietro del Signore è rivelato a quelli che lo
alle loro greggi, gioiosi per tutto quello temono” (Sl 25:14). Si verifica una mi-
che avevano udito e visto e traboccanti steriosa comunicazione di conoscen-
di lode a Dio. za divina a quelli che camminano in
silenziosa, contemplativa comunione
I. Circoncisione e presentazione con Dio.
di Gesù (2:21-24) 2:27-28 Fu così che Simeone entrò
2:21-24 Questo brano descrive almeno nel tempio proprio il giorno in cui i
tre diverse cerimonie: genitori presentavano Gesù a Dio. In
1. La circoncisione di Gesù, che avven- modo soprannaturale, Simeone sep-
ne quando egli ebbe compiuto otto pe che quel bambino era il Messia
giorni. Essa costituiva un segno del promesso. Prese Gesù tra le braccia e
patto stabilito da Dio con Abraamo. pronunciò il memorabile cantico, oggi
Nello stesso giorno, secondo la tra- conosciuto come il Nunc Dimittis (Ora
dizione giudaica, fu dato il nome al tu lasci andare…).
bambino. L’angelo aveva preceden- 2:29-32 Il tema del cantico è il se-
temente ordinato a Maria e a Giu- guente: “Ora, o Signore, tu mi lasci
seppe di chiamarlo Gesù. andare in pace. Come mi promettesti,
2. La purificazione di Maria, che av- ho visto la tua salvezza nella persona
venne quaranta giorni dopo la di questo bambino, il Redentore pro-
nascita di Gesù (vd. Le 12:1-4). Ge- messo. Tu l’hai consacrato per portare
neralmente, i genitori dovevano por- la salvezza a tutte le genti. Egli sarà lu-
tare un agnello come olocausto, e un ce per illuminare le genti [la sua prima
giovane piccione o una tortora, come venuta], gloria del tuo popolo Israele
sacrificio per il peccato. Se erano pri- [la sua seconda venuta]”. Ora che ave-
vi di mezzi, potevano portare un pa- va visto il Signore Gesù, Simeone era
io di tortore o… due giovani colombi pronto a morire: la morte, per lui, non
(vd. Le 12:6-8). Il fatto che Maria non era più un cruccio.
portasse un agnello, bensì soltanto 2:33 Luca è sollecito nel difendere la
due giovani colombi, è indice della dottrina della nascita verginale di Ge-
povertà in cui nacque Gesù. sù, scrivendo con precisione Giuseppe
3. La presentazione di Gesù, nel tem- e la madre del bambino (ND), come
pio di Gerusalemme. Originaria- troviamo nella maggior parte dei ma-
mente, Dio aveva decretato che tutti noscritti. (tra cui TR e M). (9)
i primogeniti gli appartenessero, es- 2:34-35 Dopo questo iniziale impeto
sendo destinati a formare la classe di lode a Dio per il Messia, Simeone be-
sacerdotale (vd. Es 13:2). In seguito, nedisse i genitori, poi parlò profetica-
destinò la tribù di Levi al sacerdozio mente a Maria. La profezia consisteva
(vd. Es 28:1-2). Quindi i genitori po- in quattro parti:
tevano “riacquistare” o “riscattare” 1. il bambino era posto a caduta e a
il figlio primogenito per la somma di rialzamento di molti in Israele. Gli
cinque sicli. Ciò avveniva in occasio- arroganti, gli impenitenti e gli in-
ne della presentazione del bambino creduli sarebbero caduti e sarebbe-
al Signore. ro stati puniti. Quelli che si fossero

225
LUCA 2:36-37

umiliati e poi pentiti dei propri pec- a Nazaret, loro città natale. Luca non
cati, ricevendo il Signore Gesù, sa- menziona né la visita dei magi né la fu-
rebbero stati rialzati e benedetti; ga in Egitto.
2. il bambino era posto... come segno
di contraddizione. Alla Persona di L. Infanzia di Gesù
Cristo corrispondeva un significato (2:40-52)
preciso. La sua presenza sulla Terra 2:40 La normale crescita del bambino
costituiva una tremenda riprensione Gesù è descritta come segue. Fisica-
del peccato e dell’empietà: per que- mente, egli cresceva e si fortificava (10)
sto motivo provocò l’amara ostilità passando per gli stadi tipici dello svi-
del cuore umano; luppo fisico, imparando a camminare,
3. ...e a te stessa una spada trafiggerà parlare, giocare e lavorare. Grazie a
l’anima. Simeone predisse l’afflizio- questo processo, egli può compren-
ne che avrebbe inondato il cuore di dere ogni tappa del nostro percorso
Maria, di fronte alla crocifissione del di crescita. Mentalmente, era pieno di
Figlio (vd. Gv 19:25); sapienza. Non imparò solo a leggere,
4. ...affinché i pensieri di molti cuori a far di conto e tutto il comune sapere
siano svelati. Il modo in cui un indi- dell’epoca, ma crebbe anche in sapien-
viduo risponde al Salvatore è la prova za , cioè nell’applicazione pratica di
dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti. tale sapere ai problemi della vita. Spiri-
Il cantico di Simeone abbozza già tualmente, il favore di Dio era su di lui.
l’idea della pietra di paragone, della Gesù camminava in comunione con
pietra d’inciampo e della spada. Dio e in ubbidienza allo Spirito Santo.
Studiava la Bibbia, trascorreva del tem-
K. La profetessa Anna po in preghiera e si rallegrava nel fare
(2:36-39) la volontà di suo Padre.
2:36-37 Come Simeone, anche Anna , 2:41-44 Un ragazzo giudeo diventa
la profetessa , apparteneva al residuo figlio della legge all’età di dodici an-
fedele d’Israele che attendeva la ve- ni. Quando il Signore giunse all’età
nuta del Messia. Ella era della tribù di di dodici anni, la sua famiglia compì
Ascer (che significa: “beato”, “bene- l’annuale pellegrinaggio a Gerusalem-
detto”), una delle dieci tribù condotte me per la festa di Pasqua. Ripartiti per
in esilio dagli Assiri nel 721 a.C. Ri- la Galilea, i suoi non si accorsero che
masta vedova dopo sette anni di ma- Gesù non era insieme agli altri. Ciò
trimonio, ella aveva adesso raggiunto sembrerà meno strano se si considera
l’età di ottantaquattro anni . Come che, probabilmente, la famiglia faceva
profetessa , senza dubbio riceveva parte di una vasta carovana in pelle-
le rivelazioni divine e serviva Dio in grinaggio. Senza dubbio, i genitori sup-
qualità di suo portavoce. Frequen- ponevano che Gesù fosse in cammino
tava fedelmente il tempio, adorando con loro, assieme ad altri bambini della
con digiuni e suppliche, notte e gior- sua età.
no. L’età avanzata non le impediva di Prima di biasimare Giuseppe e Ma-
servire il Signore. ria, dovremmo ricordare quanto sia fa-
2:38 Proprio mentre Gesù veniva cile, per noi, viaggiare per una giornata
presentato al Signore e Simeone parla- convinti che Gesù faccia parte della
va a Maria, sopraggiunse Anna. Lodava comitiva, mentre, di fatto, l’abbiamo
Dio per il Redentore promesso e parla- perso di vista a causa dei nostri peccati
va di Gesù ai fedeli che aspettavano la non confessati. Per ristabilire la co-
redenzione. munione, dobbiamo tornare indietro,
2:39 Dopo che Giuseppe e Maria eb- al punto in cui essa è stata interrotta,
bero adempiuto i riti di purificazione e e confessare e abbandonare il nostro
di presentazione, tornarono in Galilea, peccato.

226
LUCA 3:3

2:45-47 Tornati a Gerusalemme, i 2. sviluppo fisico: in statura;


genitori, sconvolti, trovarono Gesù nel 3. sviluppo spirituale: in grazia davan-
tempio, seduto tra i maestri, mentre li ti a Dio;
ascoltava e faceva loro delle domande. 4. sviluppo sociale: e davanti agli uo-
Il testo non indica che Gesù si stesse mini.
comportando da bambino precoce e Gesù fu assolutamente perfetto in
che discusstesse dottamente con gli ogni aspetto della sua crescita. Lu-
anziani. Invece, come un normale ca, a questo punto, tace dei diciotto
bambino, imparava in umiltà e tran- anni che Gesù trascorse a Nazaret,
quillità dai suoi insegnanti. Nondime- come figlio di un falegname. Questi
no, nel corso della riunione, dovevano anni ci insegnano l’importanza della
essergli state rivolte delle domande, preparazione e della formazione, la
perché le persone si stupivano del suo necessità di avere pazienza e il valo-
senno e delle sue risposte. re dello svolgimento di una normale
2:48 Persino i suoi genitori rimasero attività. Mettono in guardia contro
stupiti, quando trovarono Gesù che di- la tentazione di saltare dalla nascita
scorreva intelligentemente con perso- spirituale direttamente al ministero
ne tanto più avanti negli anni. Tuttavia pubblico. Coloro che non passano at-
sua madre espresse l’ansia e l’irritazio- traverso una normale infanzia e ado-
ne accumulate, rimproverandolo. Gesù lescenza spirituale vanno incontro
non immaginava che erano stati in pe- a disastri nella vita e nella testimo-
na per lui? nianza futura.
2:49 La risposta del Signore (le
prime parole di Gesù che siano state III. PREPARAZIONE DEL FIGLIO
riportate) dimostra la sua piena con- DELL’UOMO AL MINISTERO
sapevolezza della propria identità (3:1–4:30)
quale Figlio di Dio e della divina mis-
sione di cui era investito. Perché mi A. Preparazione ad opera
cercate? Non sapevate che io dovevo del precursore (3:1-20)
trovarmi nella casa del Padre mio? Si 3:1-2 Essendo uno storico, Luca
noti l’espressione di Maria (“Tuo pa- identifica l’anno di inizio della pre-
dre e io”) e quella di Gesù (“Nella casa dicazione di Giovanni citando i capi
del Padre mio”). politici e religiosi allora al potere: un
2:50 In quel tempo, essi non capiro- imperatore ( Tiberio), un governato-
no il significato di quella ermetica ri- re, tre aventi titolo di tetrarca e due
sposta: non era esattamente quella che sommi sacerdoti. I governanti politi-
ci si sarebbe aspettati da un ragazzino ci nominati rivelano la morsa d’accia-
di dodici anni! io che stringeva la nazione d’Israele.
2:51 In ogni caso, finalmente riuniti, L’esistenza di due sommi sacerdoti
poterono ritornare a Nazaret. L’eccel- denuncia che Israele era in uno sta-
lenza morale di Gesù è rivelata dalle to di disordine anche dal punto di
parole e stava loro sottomesso. Benché vista religioso. Nonostante il mondo
Creatore dell’universo, egli fu comun- considerasse tutti costoro dei grandi
que un figlio ubbidiente all’interno di uomini, essi erano, agli occhi di Dio,
questa umile famiglia giudea. Ma sua individui corrotti e senza scrupoli. Fu
madre serbava tutte queste cose nel per questo che, quando volle parlare
suo cuore. agli uomini, Dio scansò il palazzo e
2:52 Di nuovo, vediamo descritti la la sinagoga e diresse il proprio mes-
vera umanità e il normale sviluppo del saggio a Giovanni, figlio di Zaccaria,
nostro Signore: fuori nel deserto.
1. sviluppo mentale: cresceva in sa- 3:3 Giovanni si mise immediata-
pienza; mente in viaggio per tutta la regione

227
LUCA 3:4

intorno al fiume Giordano, probabil- gli uomini, benché non tutti l’abbia-
mente nei pressi di Gerico, invitando no accolta. Quando Gesù tornerà per
la nazione d’Israele a ravvedersi dei regnare, questa profezia si realizzerà
propri peccati per ricevere il perdono completamente. Allora, tutto Israele
ed essere, così, preparata alla venuta sarà salvato e anche gli stranieri go-
del Messia. Il battesimo sarebbe stato dranno delle benedizioni del suo glo-
il segno esteriore del ravvedimento rioso regno.
interiore. Giovanni fu un vero profeta, 3:7 Di fronte alle folle che anda-
l’incarnazione della coscienza umana, vano da lui per farsi battezzare, Gio-
che denunciò il peccato e invitò al rin- vanni comprese che non tutti erano
novamento spirituale. sinceri. Alcuni erano simulatori, privi
3:4 Il suo ministero adempiva perciò di fame o sete di giustizia. Furono
la profezia di Isaia 40:3-5. Giovanni era costoro che Giovanni definì razza di
la voce di uno che grida nel deserto. vipere. Chi vi ha insegnato a sfuggire
Sotto il profilo spirituale, Israele era, a l’ira futura? Tale domanda sottinten-
quel tempo, un deserto: come nazione de che non era stato certamente Gio-
era arida, infelice e priva di frutti per vanni a impartire tale insegnamento;
Dio. Per essere pronta alla venuta del il suo messaggio era indirizzato a co-
Messia, aveva bisogno di un cambia- loro che erano disposti a confessare i
mento morale. A quei tempi, quando propri peccati.
un re annunciava una visita ufficiale, 3:8 Se volevano veramente av-
si programmavano importanti lavori vicinarsi a Dio, costoro dovevano
di riparazione delle strade per rendere dimostrare un reale ravvedimento
il suo cammino il più agevole possibile. mediante una vita trasformata: il rav-
Tale è, per l’appunto, l’invito che Gio- vedimento sincero produce dei frutti.
vanni indirizzò al popolo, non con lo Non dovevano pensare che fosse suf-
scopo di riparare strade concrete, ben- ficiente appartenere alla discendenza
sì per preparare i loro cuori a ricevere di Abraamo, giacché la parentela con
il Signore. uomini di Dio non fa dell’uomo un
3:5 Gli effetti della venuta di Cristo uomo di Dio. Dio non si lasciava con-
sono così descritti: dizionare dalla discendenza di Abraa-
1. Ogni valle sarà colmata: coloro che mo per realizzare i propri scopi; egli
si fossero sinceramente pentiti e avrebbe potuto prendere delle pietre
umiliati, sarebbero stati salvati e ral- del fiume Giordano e far sorgere dei
legrati; figli ad Abraamo.
2. ...ogni monte e ogni colle sarà spia- Il termine pietre, in questo testo,
nato: persone come gli scribi e i fa- è probabilmente per rappresentare
risei, altezzosi e arroganti, sarebbero i pagani, che Dio, per grazia divina,
state umiliate; poteva trasformare in credenti dalla
3. ...le vie tortuose saranno fatte dirit- fede simile a quella di Abraamo. Ed è
te: persone disoneste, come gli esat- esattamente ciò che avvenne. La pro-
tori delle tasse, sarebbero state rese genie fisica di Abraamo, come nazione,
virtuose; respinse il Cristo di Dio. Molti pagani,
4. le vie accidentate saranno appiana- invece, lo ricevettero come Signore e
te: i soldati e tutti gli uomini di indo- Salvatore, diventando così la progenie
le arrogante e grossolana sarebbero spirituale di Abraamo.
stati ammansiti e dirozzati. 3:9 La scure è posta alla radice de-
3:6 Ne sarebbe conseguito che ogni gli alberi : tale metafora significa che
creatura (sia i Giudei sia gli stranie- la venuta di Cristo avrebbe accertato la
ri) avrebbe visto la salvezza di Dio. realtà del ravvedimento dell’uomo. Chi
Quando Cristo venne per la prima vol- non avesse dimostrato frutti di ravve-
ta, l’offerta di salvezza fu rivolta a tutti dimento, sarebbe stato condannato.

228
LUCA 3:21-22

Le parole e le frasi uscivano dalla di ciò che sarebbe accaduto il giorno


bocca di Giovanni come spade: “raz- della Pentecoste, allorché i credenti
za di vipere”, “l’ira futura”, “scure”, furono battezzati nel Corpo di Cristo);
“tagliato”, “gettato nel fuoco”. Le 2° avrebbe battezzato col fuoco.
parole dei profeti del Signore era- Il v. 17 lascia intendere che il bat-
no tutt’altro che melliflue e i profeti tesimo del fuoco è un battesimo di
stessi erano tutt’altro che degli ipo- giudizio. Il Signore è raffigurato come
criti: essi erano dei grandi moralisti, colui che vaglia il grano. Mentre batte
le cui parole, spesso, si abbattevano il grano all’aperto, la pula vola ai mar-
sugli individui come le scuri dei no- gini dell’aia, dove viene spazzata via e
stri antenati sugli elmi dei nemici.
bruciata.
(Daily Notes of the Scripture Union). Parlando a una folla mista di creden-
ti e non credenti, Giovanni menzionò
3:10 Persuasa da Giovanni, la folla lo sia il battesimo dello Spirito sia quello
interrogava riguardo al modo di dimo- del fuoco (inoltre vd. Mt 3:11). Di fronte
strare la realtà del ravvedimento. a un pubblico di soli credenti (vd. Mr
3:11-14 Qui Giovanni indicò come 1:5), invece, non accennò al battesimo
avrebbero potuto dimostrare la loro del fuoco (vd. Mr 1:8).
sincerità. In generale, avrebbero do- 3:18-20 A questo punto, Luca è pron-
vuto amare il loro prossimo come se to a spostare i riflettori da Giovanni a
stessi, condividendo indumenti e cibo Gesù. Perciò in questi versetti riepi-
con i poveri. loga lo svolgimento del ministero di
I pubblicani avrebbero dovuto pra- Giovanni e ci conduce al momento in
ticare una rigida onestà in tutti i loro cui Erode lo fa imprigionare. In realtà,
affari. Trattandosi di una classe noto- Giovanni sarebbe stato imprigionato
riamente disonesta, un simile cambia- diciotto mesi più tardi, per aver rim-
mento avrebbe efficacemente provato proverato a Erode la relazione illecita
la sincerità del ravvedimento. con la cognata. A coronamento di tutte
I soldati in servizio attivo avrebbero le sue malefatte, Erode, quindi, rin-
dovuto evitare tre peccati molto diffusi chiuse Giovanni in prigione.
nell’esercito: l’estorsione, la calunnia, il
malcontento. È importante capire che B. Preparazione attraverso
gli uomini non erano salvati perché il battesimo (3:21-22)
facevano queste cose, ma queste cose 3:21-22 Mentre Giovanni usciva di
provavano la sincerità del loro cuore di scena, la figura del Signore Gesù ac-
fronte a Dio. quistava spicco. Egli iniziò il suo
3:15-16a È ragguardevole il modo in ministero pubblico all’età di circa
cui Giovanni si fece da parte. Almeno per trent’anni, quando fu battezzato nel
un certo periodo, avrebbe potuto fingere fiume Giordano.
di essere il Messia e attirare a sé un vasto Nel racconto del battesimo emergo-
seguito. Invece, si raffrontò a Cristo nel no alcuni elementi interessanti.
modo a lui meno favorevole. Spiegò che 1. Tutte le tre Persone della Trinità so-
il battesimo che egli stesso impartiva era no presenti: Gesù (v. 21), lo Spirito
esteriore e fisico, laddove quello di Cristo Santo (v. 22a), il Padre (v. 22b).
sarebbe stato interiore e spirituale, e di- 2. Soltanto Luca racconta che Gesù
chiarò di non essere degno di slegare il pregò al momento del battesimo
legaccio dei calzari del Messia. (v. 21). Questo particolare gli è uti-
3:16b-17 Il battesimo di Cristo sa- le per presentare Cristo come Figlio
rebbe stato in Spirito Santo e fuoco. dell’uomo, in costante dipendenza
Egli avrebbe svolto un duplice mini- da Dio Padre. La vita di preghiera di
stero: 1° avrebbe battezzato i credenti Gesù è un tema dominante di que-
con lo Spirito Santo (in anticipazione sto Vangelo. In questa circostanza,

229
LUCA 3:23-38

che segnava l’esordio del suo mi- gia di Giuseppe è riportata nel Van-
nistero pubblico, Gesù pregò. Egli gelo di Matteo (vd. Mt 1:2-16).
pregò quando cominciava a essere 2. Nei primi capitoli del Vangelo di
conosciuto e le folle lo seguivano Luca, la figura di Maria è messa in
(vd. 5:16); trascorse un’intera not- maggiore risalto rispetto a quella
te in preghiera prima di sceglie- di Giuseppe, laddove nel Vangelo di
re i dodici (vd. 6:12); pregò prima Matteo avviene il contrario.
dell’episodio di Cesarea di Filippo, 3. Nella tradizione giudaica, i nomi
che segnò il culmine del suo inse- delle donne non erano comunemen-
gnamento (vd. 9:18); pregò sul mon- te presenti nelle genealogie. Questo
te della trasfigurazione (vd. 9:28); spiegherebbe l’omissione del nome
pregò in presenza dei suoi discepoli, di Maria.
suscitando una conversazione sulla 4. In Mt 1:16 è scritto che Giacobbe ge-
preghiera (vd. 11:1); pregò affinché nerò Giuseppe. Luca non scrive che
la fede di Pietro non venisse meno Eli generò Giuseppe, bensì che Giu-
(vd. 22:32) e pregò nel giardino di seppe era figlio (sott.) di Eli. In que-
Getsemani (vd. 2:41, 44). sto caso il sostantivo figlio potrebbe
3. Il battesimo di Gesù è una delle tre significare genero.
circostanze in cui Dio parlò dal cielo 5. Nella lingua originale ciascun nome
riguardo al ministero del suo diletto della genealogia è preceduto dalla
Figlio. Per trent’anni aveva tenuto preposizione articolata che introdu-
d’occhio quella vita senza macchia ce il genitivo (gr. tou; it. “di”, “del”),
trascorsa a Nazaret; ora il suo ver- con un’unica eccezione: il nome di
detto era: sono compiaciuto. Il Pa- Giuseppe; questo particolare ci in-
dre parlò pubblicamente dal cielo duce a ritenere che Giuseppe fos-
in altre due occasioni: allorché Pie- se stato incluso nell’elenco solo per
tro suggerì l’erezione di tre tende sul avere sposato Maria.
monte della trasfigurazione (vd. Lu Per quanto non sia necessario esa-
9:35) e allorché i Greci andarono da minare la genealogia nei minimi det-
Filippo, chiedendogli di vedere Gesù tagli, è bene tuttavia osservare alcuni
(vd. Gv 12:20-28). punti importanti.
1. L’elenco mostra che Maria era di-
C. Preparazione attraverso la scendente di Davide attraverso il
partecipazione alla condizione figlio Natan (v. 31). Nel Vangelo di
umana (3:23-38) Matteo Gesù eredita il diritto lega-
3:23-38 Prima di riprendere il raccon- le al trono di Davide attraverso Sa-
to del ministero pubblico del Signore, lomone. Come figlio legittimato di
Luca si ferma per riportarne la gene- Giuseppe, il Signore fu l’adempimen-
alogia. Se Gesù è realmente un essere to della promessa di un trono eterno,
umano, deve discendere da Adamo. formulata da Dio allorché strinse il
Questa genealogia lo dimostra. Si ri- patto con Davide. Allo stesso tempo,
tiene generalmente che questa sia la Gesù non poteva essere vero figlio di
genealogia di Gesù attraverso Maria Giuseppe senza cadere sotto la male-
(notiamo che, al v. 23, non è scritto che dizione pronunciata su Ioiachin (al-
Gesù era figlio di Giuseppe, bensì, co- tresì noto come Ieconia, detto anche
me si credeva, di Giuseppe). Se questa Conia), secondo la quale nessun di-
ipotesi è corretta, Eli (v. 23) era suocero scendente di questo malvagio sovra-
di Giuseppe e padre di Maria. no avrebbe prosperato (vd. Gr 22:30).
Gli studiosi ritengono che questa sia Quale figlio legittimo di Maria, Gesù
la linea genealogica di Maria per i mo- fu l’adempimento della promessa di-
tivi elencati qui di seguito. vina di una discendenza eterna sul
1. Il motivo più ovvio è che la genealo- trono di Davide. Quale discendente

230
LUCA 4:9-11

di Davide, ma attraverso la linea di tante della soddisfazione dell’appetito


Natan, Gesù non subiva la maledi- fisico. Gesù non si mise a discutere con
zione di Ioiachin. Satana. A tale proposito, Darby affer-
2. Adamo è definito figlio (sott.) di Dio ma: “Quando è usato nella potenza
(v. 38). Ciò significa semplicemente dello Spirito, basta un solo versetto a
che fu creato da Dio. ridurre l’avversario al silenzio. Il segre-
3. Com’è ovvio, la linea messianica si to per trovare la forza nei momenti di
conclude con il Signore Gesù. Nessun conflitto consiste nell’uso opportuno
altro potrà mai reclamare il diritto della Parola di Dio”.
legale di salire sul trono di Davide. 4:5-7 Per tentarlo una seconda vol-
ta, il diavolo… mostrò in un attimo a
D. Preparazione attraverso le prove Gesù tutti i regni del mondo. Non gli ci
(4:1-13) volle molto tempo per mostrare a Gesù
4:1 Mai vi fu, nella vita del Signore, tutto ciò che aveva da offrire: egli non
un solo momento in cui egli non fosse offriva il mondo in sé, bensì i regni di
pieno di Spirito Santo. Ma Luca lo di- questo mondo. Effettivamente, in un
chiara specificamente in questo brano certo senso, Satana detiene la potenza
che narra della sua tentazione. Essere sui regni di questo mondo. A causa del
pieno di Spirito Santo significa essersi peccato dell’uomo, Satana è diventa-
completamente arreso a lui ed essere to “il principe di questo mondo” (Gv
interamente ubbidiente a ogni parola 12:31; 14:30; 16:11), “il dio di questo
di Dio. Una persona piena di Spirito mondo” (2 Co 4:4) e “il principe della
Santo è svuotata da qualsiasi pecca- potenza dell’aria” (Ef 2:2). Lo scopo
to conscio ed è ripiena della Parola di di Dio è che “il regno del mondo” un
Dio, che vi dimora con dovizia. Quan- giorno passi “al nostro Signore e al suo
do Gesù ritornò dal Giordano, dove Cristo” (Ap 11:15). Satana, quindi, stava
era stato battezzato, fu condotto dallo offrendo a Cristo quello che, alla fine,
Spirito nel deserto (il deserto della sarà comunque suo.
Giudea, lungo la costa occidentale del Ma non potevano esserci scorciato-
mar Morto). ie, nel percorso verso il trono. Prima
4:2-3 Qui, per quaranta giorni, fu veniva la tappa della croce. Secondo
tentato dal diavolo. Furono giorni du- la deliberazione di Dio, il Signore Gesù
rante i quali Gesù non mangiò nulla. doveva soffrire prima di entrare nella
Trascorso questo periodo, Gesù affron- sua gloria. Non poteva giungere al le-
tò le tre note tentazioni di Satana, che gittimo traguardo con mezzi sbagliati.
si presentarono in tre luoghi diversi: A nessuna condizione avrebbe potuto
nel deserto, su una montagna, nel tem- adorare il diavolo, indipendentemente
pio di Gerusalemme. La vera umanità dal prezzo da pagare.
di Gesù si esprime nelle parole ebbe 4:8 Per questo motivo il Signore citò
fame, e questo fu il primo bersaglio De 6:13, mostrando che, come uomo,
della tentazione. Satana suggerì al Si- doveva adorare e servire Dio solo.
gnore di servirsi dei suoi poteri divini 4:9-11 Per tentarlo una terza volta,
per soddisfare la fame fisica. La sotti- Satana condusse Gesù a Gerusalem-
gliezza della tentazione consisteva nel me… sul pinnacolo del tempio e gli
fatto che l’azione, in sé, era pienamente propose di buttarsi giù. Nel Sl 91:11-12
legittima. Nondimeno, Gesù avrebbe Dio non aveva forse promesso di pro-
sbagliato se l’avesse fatto in ubbidienza teggere il Messia? Forse Satana stava
a Satana: egli doveva agire secondo la tentando Gesù a presentarsi come
volontà del Padre. Messia attraverso un’esibizione sensa-
4:4 Gesù resistette alla tentazione zionale. Malachia aveva predetto che il
citando la Scrittura (vd. De 8:3). L’ubbi- Messia sarebbe entrato all’improvviso
dienza alla Parola di Dio è più impor- nel suo tempio (vd. Ml 3:1). Ecco quin-

231
LUCA 4:12

di, per Gesù, l’opportunità di raggiun- ha sofferto la tentazione, può venire


gere notorietà e fama come Liberatore in aiuto di quelli che sono tentati”
promesso senza passare per il Golgota. (Eb 2:18).(11)
4:12 Per la terza volta Gesù resistette Si sente talvolta dire che la tenta-
alla tentazione citando la Bibbia. De zione di Gesù non avrebbe avuto sen-
6:16 proibisce di tentare Dio. so se Gesù non fosse stato in grado di
4:13 Respinto dalla spada dello Spi- peccare. Il fatto è che Gesù è Dio, e Dio
rito, il diavolo lasciò Gesù fino a un non può peccare. Il Signore Gesù non
momento opportuno. Solitamente le rinunciò ad alcun attributo della deità.
tentazioni si presentano a ondate, non La sua deità rimase velata durante la
a getto continuo. sua vita terrena, ma non fu (né poteva)
Riguardo alle tentazioni si possono essere accantonata. Alcuni affermano
fare altre importanti considerazioni. che, in quanto Dio, egli non potrebbe
1. L’ordine seguito da Luca differisce peccare ma, in quanto uomo, sì. Gesù,
da quello di Matteo. La seconda e la nondimeno, è tuttora sia Dio sia uomo,
terza tentazione sono in ordine in- ed è impensabile che egli, oggi, possa
verso; non ne è chiara la ragione. peccare. Lo scopo della tentazione non
2. In tutte le tre tentazioni, il fine pro- era vedere se avrebbe peccato, ma di-
posto era giusto, ma i mezzi per ot- mostrare che non poteva peccare. Sol-
tenerlo erano sbagliati. È sempre tanto un Uomo santo e senza peccato
sbagliato obbedire a Satana, ado- poteva diventare il nostro Redentore.
rarlo o adorare qualsiasi altro essere
creato. È sbagliato tentare Dio. E. Preparazione attraverso
3. La prima tentazione riguardava il l’insegnamento (4:14-30)
corpo, la seconda l’anima, la terza lo 4:14-15 Tra i fatti esposti nei vv. 13-14
spirito. Si trattava, quindi della con- trascorse un intervallo di circa un an-
cupiscenza della carne, della concu- no. In questo periodo, il Signore svolse
piscenza degli occhi e della superbia il proprio ministero in Giudea, come
della vita (vd. 1 Gv 2:16). documentato in Gv 2–5.
4. Le tentazioni si basavano sulle tre Quando Gesù, nella potenza del-
più forti pulsioni dell’esistenza uma- lo Spirito se ne tornò in Galilea per
na: l’appetito fisico, la brama di po- iniziare il secondo anno di ministero
tere e di possesso, il desiderio di pubblico, la sua fama si sparse per tut-
riconoscimento pubblico. Quante ta la regione. Poiché insegnava nelle
volte i discepoli sono tentati di sce- sinagoghe giudaiche, egli godeva di un
gliere la strada del benessere e della vasto consenso.
comodità, di cercare un posto di ri- 4:16-21 A Nazaret, la città della sua
lievo nel mondo e conquistare una infanzia, Gesù si recava regolarmen-
posizione di prestigio nella chiesa! te in giorno di sabato nella sinagoga.
5. In tutte le tre tentazioni, Sata- Leggiamo di due altre attività regolar-
na utilizzò un gergo religioso, ca- mente praticate da Gesù: 1° la preghie-
muffandole con una parvenza di ra (vd. Lu 22:39); 2° l’insegnamento
rispettabilità. Egli citò addirittura la (vd. Mr 10:1). Durante una visita alla
Scrittura (vv. 10-11). sinagoga si alzò per leggere un brano
James S. Stewart acutamente osserva: dell’A.T. Gli fu dato il rotolo che conte-
Lo studio del racconto della tentazio- neva il testo del profeta Isaia. Il Signore
ne chiarisce due aspetti importanti. lo aprì a quello che oggi conosciamo
Da un lato dimostra che la tentazio- come il cap. 61, e lesse il v. 1 e la prima
ne non è necessariamente peccato. metà del v. 2. Questo brano è sempre
Dall’altro precisa il significato della stato riconosciuto come una descri-
grande affermazione di un futuro zione del ministero del Messia. Dichia-
discepolo: “Infatti, poiché egli stesso rando: Oggi, si è adempiuta questa

232
LUCA 4:28

Scrittura, che voi avete udito, Gesù lato, tale proverbio significa: “Fa’ per te
affermava, nel modo più chiaro possi- stesso ciò che hai fatto per altri. Cura
bile, di essere il Messia d’Israele. i tuoi stessi mali, giacché pretendi di
Guardiamo alle rivoluzionarie con- curare quelli altrui”. Tuttavia, in que-
seguenze della missione del Messia. sto brano, il significato è leggermente
Egli venne per affrontare gli enormi diverso, come spiegato subito dopo: Fa’
problemi che da sempre affliggono anche qui nella tua patria tutto quello
l’umanità: che abbiamo udito essere avvenuto in
1. povertà: per evangelizzare i poveri; Capernaum ; “qui” significa Nazaret.
2. afflizione: per guarire quelli che Ma Gesù non avrebbe raccolto tale sfi-
hanno il cuore spezzato; da sprezzante di compiere a Nazaret
3. schiavitù: per annunziare la libera- gli stessi miracoli compiuti altrove e
zione ai prigionieri; salvarsi dal ridicolo.
4. sofferenza: e il recupero della vista 4:24-27 Il Signore rispose con la
ai ciechi; constatazione di un principio assai
5. oppressione: per rimettere in libertà radicato nei rapporti umani: i gran-
gli oppressi. di uomini non sono apprezzati nel
In breve, egli venne per procla- proprio luogo di origine. Citò, quindi,
mare l’anno accettevole del Signore, due chiari episodi dell’A.T., in cui i
l’alba di una nuova era per le molti- profeti di Dio, non essendo apprezza-
tudini oppresse e sofferenti di questo ti dal popolo d’Israele, furono inviati
mondo. È significativo il fatto che agli stranieri. Allorché in Israele vi fu
Gesù interruppe la lettura alle paro- grande carestia , Elia non fu mandato
le: per proclamare l’anno accettevole ad alcuna delle vedove israelite, per
del Signore, senza aggiungere il resto quante ve ne fossero, ma fu manda-
del versetto di Isaia: “il giorno di ven- to soltanto a una vedova pagana di
detta del nostro Dio”. Lo scopo della Sidone. Benché, durante il ministero
sua prima venuta era predicare l’an- di Eliseo, vi fossero molti lebbrosi
no accettevole del Signore. Il tempo in Israele, il profeta non fu manda-
accettevole, il giorno della salvezza, to ad alcuno di loro. Fu inviato, in-
è il periodo della grazia che stiamo vece, al pagano Naaman , capitano
vivendo oggi. Cristo tornerà sulla dell’esercito siriano. Immaginiamo
terra per proclamare il giorno della l’impressione suscitata dalle parole
vendetta del nostro Dio. Notiamo che di Gesù sui Giudei, per i quali le don-
il tempo della grazia dura un anno, ne, i pagani e i lebbrosi occupavano il
laddove il tempo della vendetta dura gradino più basso della scala sociale!
un giorno. Di proposito, invece, Gesù antepo-
4:22 Chiaramente, il popolo era fa- neva queste tre categorie di persone
vorevolmente impressionato. Parlava ai Giudei increduli! Gesù affermava
bene di lui, attratto dalle sue parole di che la storia dell’A.T. stava per ripe-
grazia . L’eccezionale trasformazione tersi. Nonostante i suoi miracoli, egli
del falegname, figlio di Giuseppe, era sarebbe stato respinto, non soltanto
per loro un mistero. dalla città di Nazaret, ma da tutta la
4:23 Il Signore sapeva che si trat- nazione d’Israele. Di conseguenza,
tava di una popolarità superficiale. egli si sarebbe rivolto agli stranieri,
Non c’era vero riconoscimento della proprio come avevano fatto Elia ed
sua vera identità e del valore della sua Eliseo.
Persona: per costoro egli era soltanto 4:28 La gente di Nazaret comprese
un giovane del posto, che aveva com- esattamente il senso delle sue parole e
piuto opere buone a Capernaum. Egli si infiammò d’ira al solo pensiero che
anticipò che gli avrebbero citato il pro- potesse essere mostrata grazia agli
verbio: Medico, cura te stesso ! In senso stranieri. Il vescovo Ryle commenta:

233
LUCA 4:29-30

L’uomo nutre una feroce avversione meavano le sue parole? Non sorprende
per la dottrina della sovranità di Dio che la sua fama si diffondesse in ogni
che Cristo aveva appena enunciato. luogo della regione !
Dio non aveva l’obbligo di operare Tutti i miracoli che Gesù compie nel
miracoli tra loro.(12) regno fisico sono immagini di analoghi
4:29-30 Lo cacciarono fuori dalla miracoli che egli compie nel regno spi-
città… fin sul ciglio del monte, con rituale. Dai miracoli riportati in questo
l’intenzione di precipitarlo giù. Si trat- Vangelo, per esempio, apprendiamo i
tò, sicuramente, di un’istigazione di seguenti insegnamenti spirituali.
Satana, nel reiterato tentativo di eli- 1. La liberazione dagli spiriti immondi
minare l’erede al trono. Ma Gesù passò (vv. 31-37): affrancamento dall’im-
miracolosamente tra la folla e lasciò la purità e dalla contaminazione del
città. I suoi avversari non riuscirono a peccato.
fermarlo. Per quanto ne sappiamo, non 2. La guarigione della suocera di Pie-
fece più ritorno a Nazaret. tro dalla febbre (vv. 38-39): ristoro
dall’inquietudine e dalla debilita-
IV. IL FIGLIO DELL’UOMO DIMOSTRA zione causate dal peccato.
IL SUO POTERE (4:31–5:26) 3. La guarigione del lebbroso (5:12-
16): risanamento dalla ripugnanza
A. Potere su uno spirito immondo e dalla disperazione provocate dal
(4:31-37) peccato (inoltre vd. 17:11-19).
4:31-34 La perdita di Nazaret fu la 4. L’uomo paralitico (5:17-26): libera-
fortuna di Capernaum. Gli abitanti di zione dalla paralisi del peccato e
quest’ultima città riconobbero l’auto- dall’incapacità di servire Dio.
revolezza dell’insegnamento di Gesù, 5. Il figlio della vedova risuscitato
le cui parole erano energiche e convin- (7:11-17): i peccatori sono morti ne-
centi. gli errori e nei peccati commessi e
I vv. 31-41 descrivono un tipico sabato hanno bisogno di essere riportati in
della vita del Signore Gesù e ci rivelano vita (inoltre vd. 8:49-56).
il suo potere sopra i demòni e le ma- 6. Gesù calma la tempesta (8:22-25):
lattie. In primo luogo, egli si recò nella Cristo può placare le tempeste che
sinagoga, dove incontrò un uomo con si scatenano nella vita dei suoi di-
uno spirito di demonio impuro (l’agg. scepoli.
impuro è spesso usato per definire gli 7. L’indemoniato di Gerasa (8:26-39):
spiriti del male, impuri in sé, ma anche il peccato genera violenza e pazzia,
causa di impurità nella vita delle loro emarginando gli uomini dal mon-
vittime. Questo brano descrive la real- do civile. Il Signore porta dignità ed
tà della possessione demoniaca). Vi fu equilibrio, unitamente alla comu-
dapprima un grido di terrore: Ahi! Che nione con sé.
c’è fra noi e te? Dopodiché lo spirito 8. La donna che toccò il lembo della
mostrò di sapere chiaramente che Gesù sua veste (8:43-48): l’impoverimen-
era il Santo di Dio, colui che, un giorno, to e la depressione causate dal pec-
distruggerà l’esercito di Satana. cato.
4:35 Gesù diede al demonio un du- 9. La moltiplicazione dei pani per cin-
plice ordine: Taci, ed esci da quest’uo- quemila uomini (9:10-17): il mondo
mo! E il demonio così fece, gettando peccatore ha fame del pane di Dio.
l’uomo a terra, ma lasciandolo illeso. Cristo soddisfa questo bisogno tra-
4:36-37 Gli astanti erano sbigottiti! mite i discepoli.
Cosa c’era di diverso, nelle parole di 10. Il ragazzo indemoniato (9:37-43):
Gesù, da costringere gli spiriti im- la crudeltà e la violenza del peccato
mondi a ubbidire? Cos’erano quelle contrastate dal potere salvifico di
indefinibili autorità e potenza che per- Gesù.

234
LUCA 5:1-11

11. La donna paralitica (13:10-17): il tirò in un luogo deserto, nei pressi di


peccato deturpa e rovina, ma il Capernaum. Le folle lo cercarono fin-
tocco di Gesù procura la guarigio- ché non l’ebbero trovato e tentarono di
ne totale. persuaderlo a non andarsene; ma egli
12. L’uomo idropico (14:1-6): il peccato ricordò loro che aveva del lavoro da
causa disagio, afflizione e pericolo. svolgere anche nelle altre città . Così,
13. Il mendicante cieco (18:35-43): il di sinagoga in sinagoga, Gesù andava
peccato rende l’uomo cieco alle re- predicando la buona notizia del regno
altà spirituali. Con la nuova nascita, di Dio.
gli occhi si aprono. Gesù stesso era il Re e desiderava
regnare su tutti costoro, ma non prima
B. Potere sulla febbre che si fossero pentiti. Egli non avrebbe
(4:38-39) regnato su persone attaccate ai loro
4:38-39 Successivamente Gesù fu peccati. Questo era l’ostacolo: il po-
chiamato per una visita in casa di Si- polo voleva essere liberato dai propri
mone, dove la suocera di Simone era problemi politici, ma non dai propri
tormentata da una gran febbre. Non peccati.
appena il Signore sgridò la febbre... la
febbre la lasciò. La guarigione non fu E. Potere attraverso l’insegnamento:
soltanto immediata, ma totale: la don- la chiamata dei discepoli
na riuscì ad alzarsi e a servire la fami- (5:1-11)
glia (solitamente, a una gran febbre 5:1-11 Da questo semplice racconto
seguono debilitazione e spossatezza). della chiamata di Pietro emergono al-
Incidentalmente, i sostenitori del celi- cuni importanti insegnamenti.
bato nel sacerdozio trovano in questo 1. Il Signore usò la barca di Pietro come
brano ben scarso sostegno… Pietro, un pulpito per predicare alla folla. Se
infatti, era sposato! cediamo al Salvatore tutti nostri i
beni, egli li utilizzerà in modo mera-
C. Potere sulle malattie e sui viglioso… e ci ricompenserà!
demòni (4:40-41) 2. Egli indicò a Pietro il punto dove si
4:40 Il sabato stava per finire e il po- trovava il pesce, dopo che Pietro e gli
polo poteva riscuotersi dalla forzata altri avevano lavorato duramente tut-
inattività; così molti conducevano a lui ta la notte senza riuscirvi. Il Signore
un gran numero di invalidi e di inde- onnisciente sa dove si trovano i pesci:
moniati. Nessuno compiva il viaggio è inutile servire facendo esclusivo ri-
a vuoto: Gesù guariva ogni malato e corso alle proprie forze e alla propria
cacciava i demòni. Molti di coloro che sapienza. Nell’impegno cristiano, il
oggi si professano guaritori per fede segreto del successo consiste nel la-
selezionano i propri candidati. Gesù sciarci guidare dal Signore.
guarì ciascuno di loro. 3. Benché fosse un pescatore esperto,
4:41 I demòni scacciati sapevano Pietro accettò il consiglio di un fale-
che Gesù era il Cristo, il Figlio di Dio. gname (secondo la tua parola, gette-
Ma egli non avrebbe mai accettato la rò le reti) ed ebbe, come risultato, le
testimonianza dei demòni. Costoro reti stracolme di pesci. Ciò dimostra
dovevano tacere. Certo, essi sapevano il valore dell’umiltà, della disponibi-
che egli era il Cristo, ma Dio aveva al- lità incondizionata all’ammaestra-
tri e migliori mezzi per rendergli testi- mento e all’ubbidienza.
monianza. 4. Fu al largo che le reti si riempiro-
no, quasi fino al punto di rompersi.
D. Potere attraverso la predicazione Dobbiamo smettere di tenerci ag-
itinerante (4:42-44) grappati alla riva e tuffarci nel mare
4:42-44 Il giorno seguente, Gesù si ri- profondo della resa totale. La fede ha

235
LUCA 5:12

i suoi punti profondi, dove si trova- non lasciava molte speranze. La fede
no la sofferenza, il dolore, la perdita. del lebbroso, nondimeno, era traboc-
Sono questi che riempiono le reti in cante. Egli disse: tu puoi purificarmi,
quantità. frase che non avrebbe potuto dire a
5. Le reti si rompevano e le barche af- nessun altro uomo al mondo. Ma egli
fondavano (vv. 6-7). Il servizio per riponeva una fiducia totale nel potere
Dio genera problemi, ma che proble- del Signore. Dicendo se vuoi, costui
mi deliziosi! Sono queste le difficoltà non esprimeva dubbi sulla disponibili-
che esaltano il cuore di un vero pe- tà di Cristo, bensì si rivolgeva a lui con
scatore. una supplica, sapendo di non avere
6. Questa visione della gloria del Signo- diritto alla guarigione, ma rimetten-
re Gesù procurò a Pietro una schiac- dosi alla misericordia e alla grazia del
ciante consapevolezza della propria Signore.
indegnità. La stesso era accaduto a 5:13 Toccare un lebbroso era un
Isaia (vd. Is 6:5) e accade a chiunque rischio dal punto di vista sanitario,
contempli il Re nella sua bellezza. una profanazione dal punto di vista
7. Fu mentre era impegnato nelle sue religioso, una degradazione dal punto
attività quotidiane che Pietro rice- di vista sociale. Ma il Salvatore non ne
vette l’invito di Cristo a diventare fu contaminato: al contrario, river-
pescatore di uomini. Mentre aspetti sò nel corpo del lebbroso un fiume
la guida del Signore, fa’ tutto quel- di guarigione e di salute. Non fu una
lo che le tue mani trovano da fare. guarigione graduale: subito la lebbra
Fallo con tutta la tua forza. Fallo di sparì da lui. Pensiamo a cosa significò
cuore, come per il Signore. Come il per quel lebbroso disperato e indifeso
timone dirige una nave solo quando essere, in un attimo, completamente
questa è in movimento, così Dio gui- risanato!
da gli uomini quando essi si mettono 5:14 Gesù gli comandò di non dirlo
all’opera. a nessuno. Il Salvatore non voleva atti-
8. Cristo chiamò Pietro ad abbandona- rare una folla di curiosi né suscitare un
re la pesca propriamente detta per movimento popolare che lo facesse re.
pescare uomini, letteralmente per Invece comandò al lebbroso di andare
“prendere uomini vivi”. Che cosa so- dal sacerdote per presentare ciò che
no tutti i pesci dell’oceano, rispetto Mosè aveva prescritto per la… purifi-
all’incomparabile privilegio di vede- cazione (vd. Le 14:4). Ogni particolare
re un’anima conquistata a Cristo per dell’offerta parlava di Cristo. Era com-
l’eternità! pito del sacerdote esaminare la lebbra
9. Pietro, Giacomo e Giovanni portaro- e stabilire se l’uomo era, effettivamen-
no le barche a riva, lasciarono ogni te, guarito. Il sacerdote non poteva
cosa e… seguirono Gesù in una delle guarire ; tutto ciò che poteva fare era di-
giornate lavorative più redditizie del- chiarare l’avvenuta guarigione. Questo
la loro vita. E quanto fu importante, sacerdote non aveva mai visto, prima,
la loro decisione! Probabilmente non un uomo guarito dalla lebbra. Si trat-
avremmo mai sentito parlare di loro, tava di un evento unico, che avrebbe
se essi avessero deciso di rimanere dovuto fargli comprendere che il Mes-
con le loro barche. sia era finalmente giunto. Ciò avrebbe
dovuto essere di testimonianza per
F. Potere sulla lebbra tutti i sacerdoti. Ma i loro cuori erano
(5:12-16) accecati dall’incredulità.
5:12 Il medico Luca fa notare con preci- 5:15-16 Nonostante il Signore avesse
sione che quest’uomo era tutto coperto ordinato di non divulgare il miracolo,
di lebbra. La malattia era a uno stadio la notizia si diffuse rapidamente, con
avanzato, e, umanamente parlando, il risultato che grandi folle si raduna-

236
LUCA 5:27-28

vano presso di lui per essere guarite. In un certo senso, è ugualmente facile
Gesù si ritirava nei luoghi deserti per dire entrambe le cose, ma ben diverso
poter pregare. Il Signore era un uomo è compierle, essendo entrambe uma-
di preghiera. Questo è il Vangelo che, namente irrealizzabili. Il concetto che
presentandolo come Figlio dell’uomo, qui si intende esprimere è che potreb-
racconta la sua vita di preghiera più di be essere più semplice dire: I tuoi pec-
qualsiasi altro scritto. cati ti sono perdonati, giacché non vi
è modo di appurare se ciò sia avvenu-
G. Potere sulla paralisi to. Dire invece: Àlzati e cammina può
(5:17-26) risultare più difficile, giacché occorre
5:17 Con la diffusione delle notizie poi constatarne immediatamente l’ef-
concernenti il ministero di Gesù, creb- fetto.
be l’ostilità da parte dei farisei e dei Non potendo vedere che i pecca-
dottori della legge. Questo passo ce li ti dell’uomo erano stati perdonati, i
mostra riuniti in Galilea, con l’evidente farisei non avrebbero creduto. Gesù,
proposito di trovare delle accuse con- dunque, compì un miracolo che essi
tro di lui. La potenza del Signore era sarebbero stati in grado di vedere, per
con lui per guarire i malati. Di fatto, provare loro che, dando al paralitico la
Gesù aveva sempre il potere di guarire, forza per camminare, egli aveva vera-
ma non sempre le circostanze erano mente perdonato i peccati dell’uomo.
favorevoli. A Nazaret, ad esempio, egli 5:24 Ora, affinché sappiate che il Fi-
non poté compiere molte opere poten- glio dell’uomo ha sulla terra il potere
ti a causa dell’incredulità della gente di perdonare i peccati... L’appellativo il
(vd. Mt 13:58). Figlio dell’uomo evidenzia la perfetta
5:18-19 Quattro uomini portarono umanità del Signore. In un certo senso,
sopra un letto un uomo che era para- tutti noi siamo figli dell’uomo, ma il ti-
lizzato fino alla casa in cui Gesù stava tolo “il Figlio dell’uomo” distingue Ge-
insegnando. Non trovando modo di av- sù da qualsiasi altro uomo mai vissuto,
vicinarsi a Gesù, a causa della folla, sa- definendolo un Uomo secondo Dio,
lirono le scale esterne che conducevano moralmente perfetto, che soffrì, versò
al tetto. Dal tetto essi calarono l’uomo il suo sangue e morì, e avrà la signoria
attraverso un’apertura praticata me- su tutto l’universo.
diante la rimozione di alcune tegole. 5:25 Ubbidendo alla parola di Gesù,
5:20-21 Gesù prese atto di quella l’uomo paralizzato si alzò, prese il suo
fede che, per portare un caso bisogno- giaciglio e se ne andò a casa, glorifi-
so alla sua attenzione, si era spinta a cando Dio.
tanto. Veduta la loro fede, vale a dire 5:26 I presenti furono letteralmente
la fede dei quattro e dell’invalido, disse presi da stupore ; anche essi glorifica-
all’uomo paralitico: Uomo, i tuoi pec- vano Dio, ammettendo di aver visto,
cati ti sono perdonati. Questa asserzio- in quel giorno, cose incredibili, vale
ne senza precedenti scosse dal torpore a dire una dichiarazione di perdono
gli scribi e i farisei. Essi sapevano che e un miracolo che ne comprovava la
nessuno, tranne Dio, ha facoltà di per- veridicità.
donare i peccati. Non essendo disposti
ad ammettere che Gesù era Dio, lo ac- V. IL FIGLIO DELL’UOMO SPIEGA IL
cusarono di bestemmia. SUO MINISTERO (5:27–6:49)
5:22-23 Il Signore, allora, dimostrò
loro che aveva realmente perdonato i A. La chiamata di Levi
peccati dell’uomo. Dapprima doman- (5:27-28)
dò a scribi e farisei se fosse più facile 5:27-28 Levi era un pubblicano giudeo
dire: “I tuoi peccati ti sono perdona- al soldo del governo di Roma. Simili
ti”, oppure dire: “Àlzati e cammina”. uomini erano detestati in patria, non

237
LUCA 5:29-30

solamente per via del loro collabora- non erano disposti a confessare il pro-
zionismo con il regime di Roma, ma prio peccato e a riconoscere la propria
altresì per la loro disonestà. colpa. Perciò criticavano il Medico
Un giorno in cui Levi era al lavoro, che si recava da persone gravemente
Gesù passò e lo invitò a diventare un malate!
suo seguace. Con stupefacente pron-
tezza, Levi, lasciata ogni cosa, si alzò C. Spiegazione del motivo
e si mise a seguirlo. Consideriamo la per cui i discepoli di Gesù
straordinaria conseguenza che scaturì non digiunavano (5:33-35)
da quella semplice decisione: Levi, o 5:33 La successiva mossa dei farisei
Matteo, sarebbe divenuto l’autore del fu interrogare Gesù riguardo all’usan-
primo Vangelo! Ascoltare la chiamata za del digiuno. Anche i discepoli di
di Gesù e seguirlo è cosa che certa- Giovanni il battista avevano seguito
mente ripaga. l’esempio di vita ascetica del loro mae-
stro. Allo stesso modo, i seguaci dei
B. Perché il Figlio dell’uomo farisei osservavano diversi digiuni ce-
chiama dei peccatori (5:29-32) rimoniali. I discepoli di Gesù, invece,
5:29-30 Si ritiene che Levi avesse tre non digiunavano. Perché?
motivi per organizzare il grande ban- 5:34-35 Il Signore rispose che non vi
chetto. Egli desiderava: 1° onorare il era motivo per cui i suoi discepoli do-
Signore; 2° testimoniare pubblica- vessero digiunare mentre egli era anco-
mente la sua nuova fede; 3° presentare ra con loro. Gesù, qui, associa il digiuno
i suoi amici a Gesù. La maggior parte al cordoglio e al lutto. Quando sarebbe
dei Giudei non avrebbe partecipato a stato loro tolto, in modo violento, con la
un pranzo insieme a dei pubblicani. morte, essi avrebbero digiunato come
Gesù mangiava con i pubblicani e i segno della loro afflizione.
peccatori . Egli, naturalmente, non
condivideva i loro peccati né faceva D. Tre parabole sulla nuova era
nulla che compromettesse la propria (5:36-39)
testimonianza, ma approfittava di 5:36 Seguono tre parabole, che inse-
queste occasioni per insegnare, am- gnano l’inizio di una nuova economia
monire e benedire. e l’impossibilità di combinare la vec-
I farisei e i loro scribi criticarono Gesù chia con la nuova.
a causa della sua frequentazione di gente Nella prima parabola il vestito
disprezzata, la feccia della società. vecchio rappresenta il sistema, o era
5:31 Gesù rispose che il suo agire era della legge, laddove il vestito nuovo
in perfetto accordo con lo scopo per il raffigura l’epoca della grazia. I due so-
quale era venuto nel mondo. Non so- no incompatibili. Qualsiasi tentativo
no le persone sane ad aver bisogno del di combinare legge e grazia danneggia
medico, bensì i malati. entrambe. Una toppa presa da un vesti-
5:32 I farisei si consideravano giu- to nuovo rovina quello nuovo e non si
sti . Non c’era in loro alcun senso di adatta al vecchio, né esteticamente né
peccato o di bisogno. Per questo mo- come robustezza. J.N. Darby lo spiega
tivo, il ministero del grande Medico bene: “Gesù non avrebbe appiccicato il
non era per loro di alcun beneficio. Ma cristianesimo sul giudaismo. La carne
questi pubblicani disonesti avevano e la legge vanno insieme, ma la grazia e
compreso di essere dei peccatori e di la legge, ossia la giustizia di Dio e quel-
aver bisogno di essere salvati. Il Si- la umana, non si combineranno mai”.
gnore era venuto proprio per persone 5:37-38 La seconda parabola spiega
come loro. In realtà i farisei non erano che è sconsideratezza mettere vino
giusti: essi avevano bisogno di essere nuovo in otri vecchi. La fermentazione
salvati tanto quanto i pubblicani, ma del vino nuovo provoca una pressio-

238
LUCA 6:9

ne che gli otri, ormai non più flessibili sabato. A volte equiparavano lo strap-
ed elastici, non sono in grado di sop- po di una spiga alla mietitura e lo sfre-
portare. Gli otri scoppiano e il vino si gamento del grano alla trebbiatura!
spande. Gli antiquati ordinamenti, i 6:3-5 Raccontando un fatto della
riti, le forme e le tradizioni del giudai- vita di Davide, il Signore spiegò che la
smo erano troppo rigidi per contenere legge relativa al sabato non intende-
la gioia, l’esuberanza e l’energia del- va proibire un lavoro indispensabile.
la nuova economia. Il vino nuovo, in Cacciati e perseguitati, Davide e i suoi
questo capitolo, rappresenta i metodi uomini avevano fame. Entrarono nella
anticonformisti dei quattro uomini casa di Dio e mangiarono i pani di pre-
che condussero il paralitico a Gesù e sentazione, ordinariamente riservati
illustra la vivacità e lo zelo di Levi. Gli ai sacerdoti. Nel caso di Davide, Dio
otri vecchi raffigurano la laboriosità e aveva fatto un’eccezione. Israele aveva
l’algido formalismo dei farisei. peccato e il re era stato rinnegato. La
5:39 Nella terza parabola Gesù di- legge relativa ai pani di presentazio-
chiara che nessuno, che abbia bevuto ne non era stata concepita per essere
vino vecchio, preferisce il nuovo, per- rispettata servilmente e far morire di
ché dice: “Il vecchio è buono”. Si tratta fame il re scelto da Dio.
di una raffigurazione della naturale La situazione, in questo caso, era
riluttanza umana ad abbandonare la analoga. Cristo e i suoi discepoli ave-
strada vecchia per la nuova, il giudai- vano fame. I farisei avrebbero preferito
smo per il cristianesimo, la legge per la vederli morire di fame, piuttosto che
grazia, i simboli per la sostanza! Come permettere loro di raccogliere il grano
afferma Darby: “Un uomo abituato al di sabato. Ma il Figlio dell’uomo è si-
formalismo, alle convenzioni umane, gnore del sabato. Era stato lui a dare la
alla religione dei padri ecc. non gradi- legge; nessuno meglio di lui poteva in-
sce mai la novità delle dottrine e della terpretarne il vero significato spirituale
potenza del regno”. ed evitare fraintendimenti.
6:6-8 Il secondo episodio, verifica-
E. Il Figlio dell’uomo è Signore tosi in un altro sabato, riguardava una
del sabato (6:1-11) guarigione miracolosa. Gli scribi e i
6:1-2 A questo punto Luca riporta due farisei… osservavano Gesù con mali-
fatti avvenuti il sabato, a dimostrazio- gnità, per vedere se avrebbe guarito di
ne di come la crescente opposizione, sabato un uomo con una mano para-
da parte dei capi religiosi, stesse rag- lizzata. Basandosi su quanto sapevano
giungendo l’apice. di Gesù, avevano buone ragioni per
Il primo episodio occorse il “primo credere che l’avrebbe fatto. Il Signore
secondo sabato” (trad. lett.); tale locu- non li deluse. Dapprima egli chiese
zione potrebbe significare che il primo all’uomo di mettersi in piedi, in mezzo
sabato era il sabato immediatamente alla folla che era nella sinagoga. Così
successivo alla Pasqua, laddove il se- facendo richiamò l’attenzione su quan-
condo era il sabato seguente. In un to stava per accadere.
giorno di sabato, dopo il grande sa- 6:9 Poi Gesù chiese a coloro che lo
bato (ND), il Signore camminava con criticavano se fosse lecito, di sabato,
i suoi discepoli per i campi di grano. I far del bene o far del male. Se avesse-
discepoli strappavano alcune spighe, ro risposto correttamente, avrebbero
sfregavano i chicchi con le mani e li dovuto dire che era giusto fare del bene
mangiavano. I farisei non potevano di sabato e sbagliato fare del male. Se
criticare la raccolta del grano nel cam- dunque era giusto fare del bene, egli
po altrui, giacché era permessa dalla stava per farlo, guarendo l’uomo. Se era
legge (vd. De 23:25), ma disapprovava- sbagliato fare del male durante il saba-
no che tale raccolta fosse effettuata di to, allora essi stavano trasgredendo la

239
LUCA 6:10

legge, perché complottavano di ucci- sentò Natanaele a Gesù. Da non


dere il Signore Gesù. confondersi con l’evangelista Filip-
6:10 Poiché non vi fu risposta da po, menzionato nel libro degli Atti;
parte dei suoi avversari, Gesù si rivolse 6. Bartolomeo, generalmente cono-
all’uomo, comandandogli di stendere sciuto come Natanaele. Viene citato
la mano paralizzata (solo il medico solo nell’elenco dei dodici;
Luca precisa che si trattava della mano 7. Matteo, il pubblicano, chiamato
destra). Insieme al comando, giunse la anche Levi. Questi è l’autore del pri-
potenza necessaria. Mentre l’uomo ub- mo Vangelo;
bidiva, la sua mano fu guarita. 8. Tommaso. Costui dichiarò che non
6:11 I farisei e gli scribi furono pieni avrebbe creduto alla risurrezione di
di furore e volevano accusare Gesù di Gesù in assenza di una prova inop-
aver trasgredito la legge del sabato. Ge- pugnabile;
sù non aveva fatto altro che pronuncia- 9. Giacomo, figlio d’Alfeo. Forse
re poche parole e l’uomo era guarito. l’uomo che ricoprì un incarico di
Non era stato compiuto alcun lavoro. responsabilità nella chiesa di Geru-
Eppure, tra loro, i farisei e gli scribi salemme, dopo che Giacomo, figlio
ripresero a tramare per trovare cosa di Zebedeo, fu ucciso da Erode;
“avrebbero potuto fare a Gesù”. 10. Simone, chiamato Zelota. Dalla
Nel piano di Dio, il sabato era stato letteratura sacra si sa ben poco di
concepito per il bene dell’uomo. Nel costui;
suo vero significato, non proibiva né 11. Giuda, figlio di Giacomo. Si trat-
un’opera necessaria né un’opera mise- ta, forse, dell’autore dell’omonima
ricordiosa. lettera. Egli era altresì chiamato
Lebbeo e soprannominato Taddeo
F. La chiamata dei dodici discepoli (vd. Mt 10:3; Mr 3:18).
(6:12-19) 12. Giuda Iscariota, presumibilmente
6:12 Prima di scegliere i dodici, Gesù proveniente da Cheriot in Giuda,
trascorse tutta la notte in preghiera. perciò l’unico dei discepoli a non
Che rimprovero alla nostra impulsività essere originario della Galilea. Fu il
e indipendenza da Dio! Luca è l’unico traditore del Signore e chiamato da
evangelista che menziona questa notte lui “figlio di perdizione”.
di preghiera. I discepoli non erano uomini con ca-
6:13-16 I dodici che scelse, tra un più pacità o facoltà eccezionali. Essi rappre-
vasto gruppo di discepoli, furono: sentavano un campione trasversale di
1. Simone, che chiamò anche Pietro, umanità. Ciò che li rese grandi fu la loro
figlio di Giona, uno degli apostoli di relazione con Gesù e il loro impegno per
maggiore rilievo; lui. Quando Gesù li scelse, erano pro-
2. Suo fratello Andrea. Fu Andrea che babilmente giovani uomini, tra i venti
presentò Pietro a Gesù; e i trent’anni. La gioventù è il periodo
3. Giacomo, figlio di Zebedeo. Questi in cui gli uomini sono maggiormente
ebbe il privilegio di salire con Pie- zelanti e disposti a essere istruiti, oltre
tro e Giovanni sul monte della tra- che a sopportare le difficoltà. Gesù scel-
sfigurazione. Fu ucciso da Erode se soltanto dodici discepoli: egli era più
Agrippa I; interessato alla qualità che alla quan-
4. Giovanni, figlio di Zebedeo. Gesù tità. Disponendo di uomini del giusto
chiamò Giacomo e Giovanni “figli calibro, egli poteva farne degli apostoli
del tuono” (vd. Mr 3:17). È questi e, attraverso il processo di riproduzione
l’autore del Vangelo e delle lettere spirituale, evangelizzare il mondo.
che portano il suo nome, nonché Era importante che, alla scelta dei
del libro dell’Apocalisse; discepoli, seguisse un’attenta istruzio-
5. Filippo, nativo di Betsaida, che pre- ne dei principi del regno di Dio. Il resto

240
LUCA 6:21

di questo capitolo spiega quali devono mondo in questo modo? Sì, ed è l’uni-
essere il carattere e il comportamento co modo possibile! Il Salvatore iniziò il
dei discepoli del Signore Gesù. suo discorso con quattro benedizioni e
6:17-19 Il discorso che segue non è il quattro ammonimenti.
sermone sul monte (vd. Mt 5–7). Quello Beati voi che siete poveri. Non “beati
fu pronunciato su una montagna, que- i poveri”, bensì “beati voi poveri”. La po-
sto, invece, in un luogo pianeggiante. vertà, di per sé, non è una benedizione:
Quello conteneva soltanto benedizioni, molto più spesso è una disgrazia. Qui
laddove questo cita anche gli ammo- Gesù alludeva a una povertà auto-impo-
nimenti (“guai a voi”). Si riscontrano sta per amore del suo nome. Non parlava
altre differenze per quanto concerne di persone povere per pigrizia, disgrazia
le parole, la lunghezza e gli argomenti o motivi indipendenti dal loro control-
sviluppati. (13) lo. Invece si riferiva a coloro i quali, di
Questo messaggio di rigoroso di- proposito, scelgono di essere poveri,
scepolato fu rivolto a una gran folla, per condividere il Salvatore con altri. Se
oltre che ai discepoli. È evidente che riflettiamo, non possiamo fare a meno
ogni volta che una moltitudine segui- di convenire che questo è l’unico modo
va Gesù, egli metteva alla prova la lo- sensato e ragionevole di avvicinarsi agli
ro sincerità parlando in modo diretto. altri. Supponiamo che i discepoli aves-
Qualcuno ha osservato che “Cristo pri- sero seguito un uomo facoltoso. La gente
ma attira, poi vaglia”. si sarebbe affollata sotto la bandiera di
Persone venute da tutta la Giudea e Cristo con la speranza di diventare ric-
da Gerusalemme, a sud, e da Tiro e Si- ca. Stando le cose com’erano, invece, i
done, a nord-ovest (Giudei e stranieri), discepoli non potevano promettere né
lo stavano aspettando. Malati e inde- oro né argento. Se la gente veniva a loro,
moniati premevano per toccare Gesù, doveva venire alla ricerca di benedizioni
sapendo che da lui proveniva un pote- spirituali. E ancora, se i discepoli fossero
re di guarigione. stati ricchi, avrebbero perso la benedi-
È di fondamentale importanza riu- zione di dipendere costantemente dal
scire a capire la portata rivoluzionaria Signore e sperimentare la sua fedeltà. Il
degli insegnamenti del Salvatore. Non regno di Dio appartiene a quelli che si
dimentichiamo che egli stava andando sentono appagati del modo in cui i loro
alla croce. Sarebbe morto, sarebbe stato bisogni sono soddisfatti, così da poter of-
seppellito e sarebbe risuscitato il terzo frire per l’opera del Signore tutto ciò che
giorno per poi tornare in cielo. La buona sopravanza.
notizia del dono della salvezza doveva 6:21 Beati voi che ora avete fame.
essere presentata al mondo. La redenzio- Analogamente, con questa asserzione
ne degli uomini dipendeva dall’ascolto non si allude alla vasta parte di uma-
del messaggio. Come si può evangeliz- nità che soffre di malnutrizione. Essa
zare il mondo? Le astute autorità di que- riguarda, invece, i discepoli di Gesù
sto mondo organizzerebbero un vasto Cristo, che deliberatamente adottano
esercito, fornirebbero generosi finan- uno stile di vita di rinuncia allo scopo
ziamenti, abbondanti scorte alimentari, di soddisfare le necessità, fisiche e spi-
organizzerebbero intrattenimenti per il rituali, di altri. Si tratta di persone di-
morale degli uomini e manterrebbero sposte condurre uno stile di vita assai
buone relazioni pubbliche. frugale, piuttosto che privare altri del
vangelo a causa del proprio benessere.
G. Beatitudini ed esecrazioni Un giorno tutti questi sacrifici saranno
(6:20-26) ricompensati.
6:20 Gesù scelse dodici discepoli e li Beati voi che ora piangete. L’affli-
mandò nel mondo poveri, affamati e zione, in sé, non è una benedizione: il
perseguitati. Si può evangelizzare il pianto delle persone senza Cristo non

241
LUCA 6:22

produce durevole beneficio. Qui Gesù Signore Gesù andrebbero ponderate


parlava invece delle lacrime versate attentamente dai credenti tentati di
a causa del suo nome, per gli uomini mettere da parte tesori sulla terra, e
perduti che muoiono senza salvezza. accumulare e risparmiare per le futu-
Sono anche le lacrime per la condi- re necessità. Vivere in tale modo signi-
zione di divisione e impotenza in cui fica vivere per il mondo sbagliato. Per
versa la chiesa. Sono le lacrime della inciso, questo monito rivolto ai ricchi
sofferenza sopportata per servire il conferma irrevocabilmente che, quan-
Signore Gesù Cristo. “Quelli che se- do il Signore disse “beati voi… poveri”
minano con lacrime, mieteranno con al v. 20, non sottintendeva “poveri in
canti di gioia” (Sl 126:5). spirito”. Altrimenti il v. 24 significhe-
6:22 Beati voi, quando gli uomini vi rebbe “guai a voi, ricchi in spirito”, il
odieranno… scacceranno… insulte- che è impossibile. Quelli che possie-
ranno e metteranno al bando il vostro dono le ricchezze e non le usano per
nome come malvagio. Questa benedi- l’arricchimento eterno degli altri han-
zione non riguarda quanti soffrono per no già ricevuto la sola ricompensa che
i propri peccati o la propria stoltezza, mai riceveranno: l’egoistica, odierna
bensì coloro che sono disprezzati, esi- gratificazione dei propri desideri.
liati, criticati e diffamati a motivo della 6:25 Guai a voi che ora siete sazi.
loro lealtà verso Cristo. Questi sono i credenti che frequentano
La chiave per comprendere queste ristoranti costosi, gustano le miglio-
quattro beatitudini è l’espressione a ri prelibatezze e non badano a spese
motivo del Figlio dell’uomo. Ciò che, di per i generi alimentari. Il loro motto è:
per sé, sarebbe una disgrazia, diventa “Niente è troppo buono per il popolo
una benedizione quando lo si soppor- di Dio!” Il Signore afferma che verrà
ta di buon grado per il Signore. Ma alla il giorno in cui avranno fame, ossia il
base di tutto ciò deve esservi l’amore giorno in cui sarà ricompensato chi
per Cristo; in caso contrario, i sacrifici avrà svolto il proprio discepolato con
più eroici non valgono a nulla. fedeltà e spirito di sacrificio.
6:23 La persecuzione a causa di Cri- Guai a voi che ora ridete. Questo am-
sto è fonte di grande gioia: in primo monimento è indirizzato a quelli la cui
luogo, essa comporterà un premio... vita è una perenne giostra di diverti-
grande in cielo; inoltre, essa accomuna menti, distrazioni, piaceri. Sono quelli
quanti soffrono per questo motivo ai te- che agiscono come se la vita fosse fat-
stimoni del Signore dei tempi passati. ta per lo svago e il gioco, quasi fossero
Le quattro benedizioni ritraggono ignari della disperata condizione degli
l’individuo ideale del regno di Dio, co- uomini privi di Gesù Cristo. Quelli che
lui che vive con spirito di sacrificio, in ora ridono, faranno cordoglio e pian-
modo austero, sobrio e paziente. geranno quando guarderanno indietro
6:24 Ma dall’altro lato ci sono i quat- a tutte le opportunità sprecate, all’ap-
tro moniti rivolti a coloro che meno pagamento personale e alla propria
sono apprezzati nella nuova società di condizione di povertà spirituale.
Cristo. Tragicamente si tratta proprio 6:26 Guai a voi quando tutti (14) gli
di coloro che, nel nostro mondo, sono uomini diranno bene di voi. Perché?
tenuti in grande considerazione! Perché questo è il segno evidente di
...guai a voi, ricchi. L’accumulo di una vita che non proclama fedelmen-
ricchezze denuncia gravi problemi te il messaggio. È nella natura stessa
morali, in un mondo in cui migliaia di del vangelo offendere l’empio. Quelli
persone muoiono ogni giorno di fame che ricevono applausi dal mondo so-
e una su due non conosce la buona no compagni di quei falsi profeti che,
notizia della salvezza mediante la fe- nell’A.T., lusingavano il popolo dicen-
de in Gesù Cristo. Queste parole del dogli quello che esso voleva sentirsi di-

242
LUCA 6:36

re. Per costoro contava di più il favore Un amore come questo è invincibile.
degli uomini che la lode di Dio. Generalmente il mondo riesce ad avere
la meglio su chi reagisce combattendo.
H. L’arma segreta del Figlio Il mondo, infatti, è abituato alla legge
dell’uomo: l’amore (6:27-38) della giungla e al principio del rende-
6:27-29a Il Signore Gesù, a questo pun- re pan per focaccia. Ma non sa come
to, presentò ai discepoli un’arma segre- comportarsi di fronte alla persona che
ta dell’arsenale di Dio: l’amore. L’amore ripaga ogni torto con una gentilezza.
sarebbe stato una delle loro armi più ef- Rimane totalmente spiazzato e confu-
ficaci per l’evangelizzazione del mondo. so da un atteggiamento così fuori del
Tuttavia, quando Gesù parla di amo- comune.
re, non intende l’emozione umana de- 6:29b-31 Ed è proprio in conside-
finita con questo nome. Si tratta invece razione di quanto sopra che, quand’è
di un amore soprannaturale che solo derubato del cappotto, l’amore offre
chi è nato di nuovo può conoscere o di- anche il vestito e non volta le spalle
mostrare, cosa impossibile per chi non a nessun caso di effettivo bisogno.
ha in sé lo Spirito Santo. Un omicida Quand’è ingiustamente privato di ciò
può anche amare i propri figli, ma non che gli appartiene, non chiede che gli
è questo l’amore cui Gesù allude. Altro sia restituito. La sua regola d’oro è:
è l’affetto umano e altro è l’amore divi- trattare gli altri con la stessa gentilezza
no. Il primo richiede solo vita fisica, il e premura che vorrebbe ricevere.
secondo richiede vita divina. Il primo 6:32-34 Gli uomini perduti sanno
è, per lo più, una questione di emozioni amare quelli che li amano : si tratta di
o di sentimenti, il secondo è soprat- un comportamento naturale, così co-
tutto questione di volontà. Chiunque mune che non produce alcun impatto
può amare i propri amici, ma ci vuole sul mondo dei perduti. Le banche e le
un potere soprannaturale per amare finanziarie prestano denaro con la spe-
i propri nemici. E questo è l’amore (gr. ranza di guadagnare sugli interessi. Per
agape ) del N.T.: fare del bene a quelli fare questo non c’è bisogno di avere la
che vi odiano, benedire quelli che vi vita divina.
maledicono, pregare per quelli che si 6:35 Gesù ripeté l’invito ad amare
dimostrano odiosi, e sempre e comun- i nemici, a fare del bene, a prestare
que porgere l’altra guancia. senza sperarne nulla : tale è, infatti, la
F.B. Meyer spiega: condotta cristiana che contraddistin-
gue quelli che sono figli dell’Altissimo.
Nel suo significato più profondo, Naturalmente, non è questo il mezzo
l’amore è prerogativa del cristianesi- con cui si diventa figli dell’Altissimo
mo. Provare per i nemici i sentimenti (ciò avviene solamente ricevendo Gesù
che altri provano per gli amici; po- Cristo come Signore e Salvatore; vd. Gv
sarsi come pioggia o raggio di sole
1:12), ma è il modo in cui i veri credenti
sugli ingiusti, così come sui giusti;
si manifestano al mondo come figli di
prestarsi per chi è antipatico e odio-
Dio. Dio ha trattato noi nel modo de-
so, così come gli altri si prestano per
chi è simpatico e amabile; essere
scritto nei vv. 27-35.
sempre uguali, non essere soggetti a ...egli è buono verso gli ingrati e i
cambiamenti di umore, preferenze o malvagi : è solamente agendo nello
capricci; portare pazienza; non tene- stesso modo che possiamo manifesta-
re conto del male; gioire con la verità; re il carattere della famiglia divina e
soffrire, credere, sperare e soppor- dimostriamo di essere nati da Dio.
tare ogni cosa, non abbattersi mai… 6:36 Essere misericordiosi significa
Questo è l’amore, e tale amore è opera perdonare laddove avremmo facoltà
dello Spirito Santo. Non possiamo re- di vendicarci. Il Padre ci ha mostra-
alizzarlo da noi stessi.(15) to misericordia, non assegnandoci la

243
LUCA 6:37

punizione che meritavamo. Egli vuole è allontanato dalla retta via, allorché
che siamo misericordiosi nei confronti questi confessa e abbandona il proprio
degli altri. peccato. Ne consegue il ristabilimento
6:37 Due sono le cose che l’amore della comunione nella famiglia di Dio.
non fa: giudicare e condannare. Gesù Tale perdono non ha nulla a che vedere
disse: Non giudicate, e non sarete giu- con la punizione per il peccato. In qua-
dicati. Prima di tutto, non dobbiamo lità di Padre, Dio non può perdonarci
giudicare le motivazioni degli altri: se non siamo disposti a perdonarci a
non potendo leggere nel cuore, non vicenda. Poiché egli non agisce in que-
possiamo sapere perché una persona sto modo, non può avere comunione
agisce come sta agendo. In secondo con quelli si comportano diversamente
luogo, non dobbiamo criticare il ser- da lui. Gesù fa riferimento al perdono
vizio e l’operato di un altro credente paterno quando dichiara e vi sarà per-
(vd. 1 Co 4:1-5). Dio è il giudice in tutti donato.
questi casi. E, in generale, non dob- 6:38 L’amore si manifesta median-
biamo arrogarci il diritto di agire da te il dono di sé (vd. Gv 3:16; Ef 5:25). Il
censori. Uno spirito critico, che cerca ministero cristiano è un ministero che
le pecche altrui, trasgredisce la legge dona. Coloro che danno generosamen-
dell’amore. te, sono ricompensati generosamente.
Esistono, tuttavia, ambiti in cui Abbiamo qui l’immagine di un uomo
i credenti sono tenut i a giudicare. che usa una larga falda della veste a
Spesso siamo chiamati a stabilire mo’ di grembiule per trasportare la se-
quali sono i veri credenti, altrimenti menza. Più vasta è la zona su cui egli
non potremmo riconoscere un giogo sparge il seme, maggiore sarà la rac-
inadeguato(vd. 2 Co 6:14). Il peccato colta. Egli è ricompensato con buona
deve essere giudicato, sia in casa sia in misura, pigiata, scossa, traboccante.
chiesa. In breve, dobbiamo giudicare Egli la riceve nel suo seno, vale a dire
tra bene e male, ma non abbiamo fa- nella piega della veste. È un principio
coltà di mettere in discussione le moti- di vita inoppugnabile: raccogliamo in
vazioni altrui o di distruggere il modo base a quello che seminiamo; le nostre
di essere di un’altra persona. azioni ricadono su di noi; con la misu-
..perdonate, e vi sarà perdonato. ra con cui misuriamo agli altri viene
Questo rende il perdono nei nostri con- rimisurato a noi. Se seminiamo beni
fronti subordinato alla nostra disponi- materiali, mieteremo tesori spirituali
bilità a perdonare. Ma altri brani della inestimabili. Ed è altresì vero che ciò
Scrittura sembrano insegnare che, nel che tratteniamo è perso, laddove ciò
momento in cui accettiamo Cristo per che doniamo è nostro.
fede, riceviamo perdono gratuito e in-
condizionato. Come risolvere questa I. Parabola del cieco ipocrita
apparente contraddizione? La spiega- (6:39-45)
zione è che si tratta di due diversi tipi 6:39 Nel brano precedente, il Signore
di perdono: giudiziario e paterno. Il Gesù aveva insegnato che il ministero
perdono giudiziario è quello garantito dei discepoli deve fondarsi sul prin-
da Dio, come Giudice, a tutti coloro i cipio del donare. Proseguì nell’inse-
quali credono nel Signore Gesù Cristo. gnamento dichiarando che l’essere di
Ciò significa che la pena per i peccati benedizione agli altri dipende dalla
è stata scontata da Cristo e che il pec- propria condizione spirituale.
catore credente non andrà incontro ad Un cieco non può guidare un al-
alcuna punizione. Tale perdono è in- tro cieco : entrambi cadranno… in un
condizionato. fosso. Non possiamo dare ciò che noi
Il perdono paterno è quello accorda- stessi non abbiamo. Se siamo ciechi
to da Dio, come Padre, al figliolo che si riguardo a certe verità della Parola di

244
LUCA 6:47-49

Dio, non possiamo aiutare altri in quei Un albero produce frutto, buono o cat-
contesti. Se nella nostra vita spirituale tivo, secondo sua natura. Giudichiamo
ci sono delle mancanze, possiamo es- un albero dal tipo e dalla qualità del
sere certi che ci saranno anche nella suo frutto. Lo stesso vale per il disce-
vita di quelli che ammaestriamo. polato. Un uomo moralmente puro e
6:40 Un discepolo non è da più del spiritualmente sano può portare be-
maestro; ma ogni discepolo ben pre- nedizioni a altri, traendole dal buon
parato sarà come il suo maestro. Nes- tesoro del suo cuore. Al contrario, un
suno può insegnare ciò che non sa. uomo fondamentalmente disonesto ne
Nessuno può portare i propri allievi a tira fuori il male.
un livello superiore rispetto a quello Riassumendo: nei vv. 39-45 il Signo-
che ha raggiunto. Più li istruisce, più re insegnò ai suoi discepoli che il loro
essi gli assomiglieranno, ma il livello ministero doveva essere un ministe-
di crescita al quale è arrivato sarà il ro di buona reputazione: ciò che essi
limite oltre il quale non può condurli. erano era più importante di qualsiasi
Un discepolo è ben preparato quando cosa essi dicessero o facessero. Le con-
raggiunge il livello del proprio maestro. seguenze del loro servizio sarebbero
Carenze dottrinali o pratiche, nella vi- state determinate dal carattere degli
ta di un insegnante, si ripercuoteranno stessi discepoli.
anche nella vita dei suoi allievi: termi-
nato il periodo di preparazione, non J. Il Signore richiede ubbidienza
ci si potrà aspettare che essi abbiano (6:46-49)
conseguito un livello superiore a quel- 6:46 Perché mi chiamate ‘Signore,
lo del loro maestro. Signore!’ e non fate quello che dico?
6:41-42 Questa importante verità L’appellativo Signore significa Padrone ;
è resa ancora più chiara dall’esempio ciò comporta la sua totale autorità sul-
della pagliuzza e della trave. Un gior- la nostra vita, la nostra appartenenza a
no un uomo passa per un’aia dove si lui e l’obbligo, da parte nostra, di ubbi-
sta battendo il grano. Un’improvvisa dirgli in ogni cosa.
folata di vento solleva una pagliuzza Chiamarlo Signore e non ubbidirgli
e gliela deposita proprio nell’occhio. è un’illogica contraddizione. Non basta
L’uomo comincia a stropicciarsi l’oc- che professiamo semplicemente la sua
chio per liberarsi della pagliuzza, ma signoria su di noi: un amore e una fe-
più lo stropiccia, più lo irrita. In quello de genuini sottintendono ubbidienza.
stesso istante, sopraggiunge un al- Non lo amiamo veramente, né credia-
tro uomo, il quale, vedendo il primo mo veramente in lui, se non facciamo
in difficoltà, si offre di aiutarlo. Ma quello che dice.
quest’uomo ha una trave che sporge Mi chiami “la Via” e non mi percorri,
dal suo occhio ! Difficilmente potrà Mi chiami “la Vita” e non mi vivi,
essere d’aiuto, perché non riesce nem- Mi chiami “Padrone” e non mi
meno a vedere cosa sta facendo. La ubbidisci,
morale è che nessun maestro può in- Se ti condanno, non mi biasimare;
dicare ai propri discepoli le mancanze Mi chiami “Pane” e non mi mangi,
della loro vita, se non si accorge che Mi chiami “Verità” e non mi credi,
quelle stesse mancanze sono ancora Mi chiami “Signore” e non mi servi,
più accentuate nella sua. Se vogliamo Se ti condanno, non mi biasimare.
essere di aiuto ad altri, dobbiamo con- – Geoffrey O’Hara
durre una vita esemplare. Altrimenti
ci sentiremo dire: “Medico, cura te 6:47-49 Per far risaltare questa im-
stesso!” (vd. 4:23). portante verità, il Signore racconta la
6:43-45 La quarta metafora usata dal storia di due costruttori. Generalmente
Signore è quella dell’albero e del frutto. applichiamo questo racconto al vange-

245
LUCA 7:1-3

lo: l’uomo savio è quello che ha credu- di costruire perfino una sinagoga per
to, ed è salvato, l’uomo stolto è quello loro. Come tutti gli altri centurioni del
che rifiuta Cristo, ed è perduto. Si trat- N.T., anche costui viene presentato
ta, naturalmente, di un’applicazione sotto una luce favorevole (vd. 23:47; At
valida. Ma, interpretando la storia nel 10:1-48).
suo contesto, troviamo un significato Era particolarmente insolito che
più profondo. un padrone si mostrasse tanto ben di-
L’uomo savio è colui che viene a sposto verso un servo, come nel caso
Cristo (salvezza), ascolta le sue parole di questo centurione. Quando il servo
(insegnamento) e le mette in pratica cadde infermo, il centurione chiese
(ubbidienza). È colui il quale edifica la agli anziani dei Giudei di supplicare
propria vita sui principi del discepola- Gesù di guarirlo. Per quanto ne sappia-
to cristiano esposti in questo capitolo. mo, egli fu l’unico ufficiale romano a
Questo è il modo giusto per costruire impetrare la benedizione di Gesù per
una vita. Quando la casa è colpita da un servo.
alluvioni e fiumane, rimane salda, 7:4-7 Per gli anziani del popolo si
perché ha posto il fondamento sulla trattava di una situazione inconsueta.
roccia, vale a dire Cristo e i suoi inse- Costoro non credevano in Gesù, tut-
gnamenti. (16) tavia la loro amicizia nei confronti del
L’uomo stolto è quello che ascolta centurione li spinse a rivolgersi a lui
(insegnamento) ma non mette in pra- nel momento del bisogno. Perorando la
tica (disubbidienza). Costui edifica la causa del centurione, gli anziani affer-
propria vita su ciò che ritiene giusto, marono: egli merita. Ma, quando in-
seguendo i principi terreni di questo contrò Gesù, il centurione ammise: io
mondo. Quando si presentano le tem- non sono degno ; in altre parole: “non
peste della vita, la sua casa, che è sen- sono abbastanza importante”.
za fondamenta, è spazzata via. La sua Secondo il Vangelo di Matteo, inve-
anima, forse, è salva, ma la sua vita è ce, il centurione si sarebbe recato di-
perduta. rettamente da Gesù. Le versioni sono
L’uomo avveduto è il povero che ha entrambe corrette. Il centurione inviò
fame, piange ed è perseguitato a mo- dapprima gli anziani e, quindi, si recò
tivo del Figlio dell’uomo. Il mondo lo egli stesso da Gesù.
definirebbe un balordo, un insensato; L’umiltà e la fede del centurione so-
Gesù lo riconosce savio. no degne di nota. Costui non si consi-
L’uomo insensato è il ricco che vive derava degno che Gesù entrasse nella
nel lusso, si diverte e gode di ampia sua casa, né si riteneva degno di venire
popolarità. Il mondo lo definisce un da Gesù di persona. Ma aveva fede e
uomo sagace; Gesù lo definisce un in- credeva che Gesù potesse operare la
sensato. guarigione anche a distanza: sarebbe
bastata una sua parola a scacciare la
VI. IL FIGLIO DELL’UOMO ESTENDE IL malattia.
SUO MINISTERO (7:1–9:50) 7:8 Il centurione spiegò di cono-
scere il significato dell’autorità e della
A. Guarigione del servo responsabilità per esperienza perso-
del centurione (7:1-10) nale: egli stesso, infatti, era sottopo-
7:1-3 Concluso il suo discorso, Gesù sto all’autorità del governo romano e
lasciò la folla ed entrò in Capernaum. aveva la responsabilità di eseguirne
Lì fu circondato dagli anziani dei Giu- gli ordini. Inoltre aveva, sotto di sé, dei
dei, venuti a chiedere aiuto per il servo soldati che erano pronti a ubbidire ai
di un centurione pagano. Questo cen- suoi comandi. Il centurione riconobbe
turione era particolarmente riguardo- che Gesù aveva, sulle malattie, la stes-
so nei confronti dei Giudei, al punto sa autorità che il governo romano eser-

246
LUCA 7:24

citava su di lui, e che egli esercitava sui erodiana di Macheronte, sulla sponda
suoi subalterni. orientale del mar Morto. Se Gesù era
7:9-10 Gesù restò meravigliato della veramente il Messia, perché non usava
fede di questo centurione romano e ciò il suo potere per liberarlo dalle mani
non ci sorprende. Nessuno in Israele di Erode? Così Giovanni inviò due dei
aveva osato confessare così vigorosa- suoi discepoli per chiedere a Gesù se
mente l’assoluta autorità di Gesù. Una era veramente il Messia o se il Cristo
fede così grande non poteva non essere doveva ancora venire.
apprezzata. Tornati alla casa del cen- Può sembrare strano che Giovanni
turione, gli inviati trovarono il servo nutrisse dei dubbi riguardo alla mes-
completamente guarito. sianicità di Gesù. Dobbiamo tuttavia
ricordare che capita anche agli uomini
B. Risurrezione del figlio migliori di avere degli attimi di cedi-
della vedova (7:11-17) mento nella fede. Il tormento fisico,
7:11-15 Nain era una cittadina a sud- inoltre, può causare una grave depres-
ovest di Capernaum. Mentre Gesù si sione mentale.
avvicinava, un corteo funebre usciva 7:21-23 Gesù rispose alla domanda
dalla città : era morto il figlio unico di di Giovanni ricordandogli che stava
una vedova . Il Signore ebbe pietà di compiendo i miracoli che, secondo
questa madre privata del figlio. Toc- l’annuncio dei profeti, sarebbero sta-
cando la bara che trasportava il corpo, ti compiuti dal Messia (vd. Is 35:5-6;
probabilmente per arrestare la pro- 61:1) e concludendo: Beato colui che
cessione, Gesù ordinò al ragazzo di non si sarà scandalizzato di me!
alzarsi. Immediatamente la vita rifluì Quest’espressione può essere conside-
nel cadavere e il ragazzo si alzò. Fu così rata come un rimprovero: Giovanni era
che colui che detiene il potere sopra la scandalizzato perché Gesù non aveva
morte e le malattie restituì il ragazzo a esercitato la propria autorità, prenden-
sua madre. do le redini della situazione e manife-
7:16-17 I presenti furono colti da ti- standosi secondo le attese del popolo.
more. Avevano appena assistito a un Oppure può essere interpretata come
potente miracolo: il morto era tornato un’esortazione, rivolta a Giovanni, a
in vita! Si convinsero che Gesù era un non perdere la fede.
grande profeta mandato da Dio. Ma C.G. Moore afferma:
pur affermando: Dio ha visitato il suo
Non conosco ore di maggior prova
popolo, probabilmente non comprese- della fede di quelle in cui Gesù mol-
ro che Gesù stesso era Dio. Essi erano tiplica le testimonianze della propria
invece convinti che il miracolo fosse potenza e non la usa… Quanta grazia
una prova che Dio operava in mezzo a ci vuole per sentirsi riferire dai mes-
loro in qualche strano modo imperso- saggeri: “Sì, egli ha tutta la potenza
nale. Il racconto dell’evento si diffuse ed è proprio come dicevi tu… ma
per tutta la regione circostante. non ha detto una sola parola riguar-
Lo schedario del medico Luca do- do al fatto di tirarti fuori di prigio-
cumenta il ristabilimento di tre “figli ne…”. Nessuna spiegazione, bensì un
unici”: il figlio della vedova, la figlia di incoraggiamento a perseverare nella
Iairo (8:42) e il figlio posseduto da un fede… Le porte della prigione riman-
demonio (9:38). gono chiuse… Infine, il messaggio
“Beato colui che non si sarà scanda-
C. Il Figlio dell’uomo rassicura lizzato di me”. Tutto qui! (17)
il suo precursore (7:18-23)
7:18-20 Le notizie dei miracoli di Gesù D. Il Figlio dell’uomo loda il suo
arrivarono fino a Giovanni il battista, precursore (7:24-29)
tenuto prigioniero presso la fortezza 7:24 Indipendentemente da ciò che

247
LUCA 7:25

potesse dire a Giovanni in privato, Ge- 7:28 Gesù continuò a encomiare Gio-
sù non aveva altro che lodi per lui, in vanni affermando che fra i nati di don-
pubblico. Quando la folla era accorsa na nessuno si sarebbe potuto definire
nel deserto vicino al Giordano, cosa si più grande di Giovanni. Non si trattava
aspettava di trovare? Un volubile, uno di una superiorità di carattere, bensì di
smidollato, un tremebondo opportu- posizione, come precursore del Messia.
nista? Nessuno avrebbe mai potuto ac- Altri uomini furono grandi quanto lui
cusare Giovanni di essere una canna in quanto a zelo, onore e devozione. Ma
agitata dal vento. nessun altro ebbe il privilegio di an-
7:25 Oppure si erano aspettati un nunciare la venuta del Re. Sotto questo
giovane playboy, vestito alla moda, aspetto, Giovanni era unico. Eppure,
circondato da agi e lusso? Ma quello il Signore aggiunse, il più piccolo nel
è il genere di persona che frequenta i regno di Dio è più grande di Giovanni.
palazzi dei re, uno che cerca di godere Chi gode delle benedizioni del regno è
di tutti i piaceri offerti dall’ambiente e più grande del precursore del Re.
di stabilire infiniti contatti per i propri 7:29 Gesù ricordò come era stata
interessi e le proprie gratificazioni. ricevuta la predicazione di Giovanni.
7:26 Quello che essi avevano visto Il popolo e i peccatori che si professa-
era un profeta, la personificazione di vano tali, come i pubblicani, si erano
una coscienza che proclamava la Pa- ravveduti e si erano fatti battezzare
rola del Dio vivente a qualsiasi prezzo. nel Giordano. Credendo al messaggio
Davvero, egli era più di un profeta. di Giovanni e agendo in conformità
7:27 Giovanni stesso era oggetto della ad esso, costoro avevano riconosciuto
profezia e aveva avuto il privilegio unico la giustizia di Dio, vale a dire aveva-
di presentare il Re. Gesù citò Ml 3:1 per no riconosciuto che era giusto che Dio
dimostrare che Giovanni era già stato esigesse il ravvedimento del popolo
promesso nell’A.T., ma, nella citazione, d’Israele prima dell’avvento del regno
fece un interessante cambio di pronomi. di Cristo.
In Ml 3:1 si legge: “Ecco, io vi mando il
mio messaggero, che spianerà la via da- E. Il Figlio dell’uomo condanna
vanti a me”, ma Gesù lo citò così: Ecco, io la sua generazione (7:30-35)
mando davanti a te il mio messaggero, 7:30-34 Rifiutando di sottomettersi
che preparerà la tua via davanti a te. Il al battesimo di Giovanni, i farisei e i
pronome me è sostituito con te. dottori della legge avevano respinto il
Godet spiega la sostituzione come progetto di Dio per il loro bene. Era, in
segue: effetti, impossibile piacere alla genera-
zione di cui essi erano i capi.
Dalla prospettiva profetica, colui che Gesù li paragonò ai bambini che
inviava e colui davanti al quale la via giocavano in piazza . Non volevano
doveva essere spianata erano la stes-
giocare né al matrimonio né al funera-
sa persona: Yahweh. Ecco spiegato
le. Erano malvagi, ribelli, imprevedibili
l’espressione davanti a me di Mala-
e ostinati. Di qualsiasi ministero Dio
chia. Nondimeno, per Gesù, il quale,
parlando di sé, non confonde mai se
si servisse, costoro avevano sempre
stesso con il Padre, occorreva opera- di che obiettare. Essi non accettavano
re una distinzione. Non si tratta di l’esempio di austerità, ascetismo e ri-
Yahweh che parla di se stesso, bensì nuncia di sé dato da Giovanni il bat-
di Yahweh che parla a Gesù; ecco, tista, anzi lo giudicavano posseduto
quindi spiegata la forma davanti a dal demonio. Né andava loro a genio
te. Non ne consegue forse che, sia il Figlio dell’uomo, il quale mangiava
nel pensiero del profeta sia in quello e beveva con i pubblicani e i peccatori
di Gesù, l’apparizione del Messia era (identificandosi con quelli che era ve-
l’apparizione dello stesso Yahweh?(18) nuto a benedire), giacché lo considera-

248
LUCA 7:44-47

vano un mangione e un beone. Festa o pieno di profumo. Mentre Gesù era


digiuno, matrimonio o funerale, Gesù reclinato sul divano per mangiare,
o Giovanni: niente e nessuno li soddi- con il capo rivolto alla tavola, la don-
sfaceva! na si mise ai piedi di lui. Gli bagnò di
Ryle ammonisce: lacrime i piedi e li asciugò con i suoi
Dobbiamo rinunciare al desiderio di capelli, baciandoli ripetutamente. Poi
accontentare tutti. È un’impresa im- li unse con il costoso profumo. La sua
possibile e un puro spreco di tempo. adorazione e il suo sacrificio rivelava-
Dobbiamo essere contenti di cam- no la sua convinzione che nulla fosse
minare sulle orme di Cristo e lascia- troppo prezioso per Gesù.
re che il mondo dica quello che vuo- 7:39 L’atteggiamento di Simone fu
le. Qualsiasi cosa faremo, non lo ac- di tutt’altro genere. Egli era convinto
contenteremo mai, né faremo tacere che i profeti, così come i farisei, dove-
i suoi commenti negativi. Il mondo vano dissociarsi dai peccatori. Quindi,
trovò difetti dapprima in Giovanni il se davvero fosse stato profeta , Gesù
battista, poi nel suo benedetto Mae- non avrebbe concesso a una peccatri-
stro. E continuerà allo stesso modo, ce di dimostrargli tanta devozione.
cavillando e trovando difetti nei di-
scepoli del Maestro, fino a che ce ne G. Parabola dei due debitori
sarà uno sulla terra.(19)
(7:40-50)
7:35 Ma alla sapienza è stata resa 7:40-43 Lettogli nel pensiero, Gesù
giustizia da tutti i suoi figli . La sa- domandò con gentilezza a Simone
pienza , in questo brano, rappresenta il permesso di dirgli qualcosa . Con
il Salvatore stesso. Sono detti “figli consumata abilità, il Signore rac-
della sapienza” i pochi discepoli che contò la storia del creditore e dei due
onorano Gesù. Anche se la maggior debitori . Uno... doveva al creditore
parte degli uomini lo rifiuta, i veri cinquecento denari, l’altro cinquan-
seguaci lotteranno per i suoi diritti ta. Poiché nessuno dei due poteva pa-
mediante una vita di amore, santità e gare, il creditore annullò il debito di
devozione. entrambi. A questo punto, Gesù do-
mandò a Simone chi dei due debitori
F. Una peccatrice unge i piedi avrebbe amato di più quel creditore.
del Salvatore (7:36-39) Il fariseo, correttamente, rispose: Ri-
7:36 L’episodio che segue illustra in che tengo sia colui al quale ha condona-
modo alla sapienza sia resa giustizia da to di più . Gesù gli dimostrò che, con
uno dei suoi figli; in questo caso spe- tale ammissione, egli si condannava
cifico si tratta della donna peccatrice. da solo.
H.C. Woodring commenta acutamen- 7:44-47 Dal momento in cui Gesù era
te: “Quando Dio non riesce a convince- entrato nella casa, la donna gli aveva
re i capi religiosi ad apprezzare Cristo, offerto tutto il suo amore. Simone il fari-
convince le prostitute”. Forse per in- seo, al contrario, gli aveva riservato una
teresse sincero, forse per impudenza, tiepida accoglienza, tralasciando per-
Simone, il fariseo, aveva invitato Gesù fino di osservare il “galateo” dell’epoca
a mangiare a casa sua. nei confronti degli ospiti (lavare i piedi
7:37-38 In quel momento entrò in dell’ospite, baciarlo sulla guancia, dar-
casa anche una donna, una peccatri- gli dell’olio profumato con cui ungersi il
ce. Non sappiamo chi fosse costei; la capo). Perché? Perché la donna era con-
tradizione che la identifica con Ma- sapevole di essere stata molto perdona-
ria Maddalena non trova riscontro ta, laddove Simone non si considerava
scritturale. Questa donna portò un affatto un gran peccatore.
vaso di alabastro (gr. alábastron, lat. ...ma colui a cui poco è perdonato,
alabăstru[m]: boccetta di unguento) poco ama .

249
LUCA 7:48

Con ciò, Gesù non intendeva affer- frequentano le case di questi ultimi
mare che il fariseo non fosse un gran con lo stesso spirito con cui il Signo-
peccatore. Al contrario, ciò evidenziava re fece visita al fariseo e parlano e si
il fatto che Simone non aveva mai vera- comportano allo stesso modo, con-
mente riconosciuto la propria grande tinuino pure, senza alcun ostacolo.
colpa, né aveva ricevuto il perdono. Al- Ma costoro, una volta a tavola con i
trimenti avrebbe amato il Signore pro- loro amici non convertiti, parlano e
fondamente, tanto quanto la prostituta. agiscono come fece Gesù alla mensa
Siamo tutti grandi peccatori. Tutti pos- di Simone? Questa è una domanda
sono ricevere un grande perdono. Tutti alla quale farebbero bene a dare una
risposta.(20)
possono amare grandemente il Signore.
7:48 Gesù, quindi, annunciò pubbli-
camente alla donna che i suoi peccati H. Le donne al seguito di Gesù
erano stati perdonati. Ella non era sta- (8:1-3)
ta perdonata a motivo del suo amore, il 8:1-3 È bene ricordare che i Vangeli
quale era bensì motivato dal perdono contengono soltanto alcuni episodi
ricevuto. Ella amava tanto perché tanto della vita e del ministero del Signore.
le era stato perdonato. Gesù colse que- Lo Spirito Santo ha selezionato quelli
sta occasione per dichiarare pubblica- da includere e tralasciato molti altri.
mente che i peccati di costei erano stati In questo brano è scritto sempli-
perdonati. cemente che Gesù e i suoi discepoli
7:49-50 Tra sé e sé, gli altri ospiti andavano per città e villaggi della Ga-
cominciarono a domandarsi con qua- lilea. Mentre predicava e annuncia-
le diritto Gesù perdonasse i peccati va la buona notizia del regno di Dio,
(il cuore umano detesta la grazia); ma Gesù era assistito, probabilmente per
Gesù rassicurò di nuovo la donna che quanto concerneva il vitto e l’alloggio,
la sua fede l’aveva salvata e che ella da alcune donne che erano state da
poteva andare in pace. Ecco qualcosa lui beneficate. Tra queste vi era Maria,
che gli psichiatri non possono fare: detta Maddalena . Alcuni ritengono
costoro possono tentare di giustifica- che ella appartenesse a una famiglia
re i sensi di colpa, ma non riusciran- nobile proveniente da Magdala (Mig-
no mai a dare la gioia e la pace che dol). Comunque sia, ella era stata
Gesù dona. prodigiosamente liberata da sette de-
Sono molti i credenti che, a torto, mòni. Poi c’era Giovanna, il cui marito
citano questo episodio per giustifica- era l’amministratore di Erode. Susan-
re l’assidua e stretta frequentazione di na era un’altra devota discepola, che
persone non convertite, la partecipa- andava ad aggiungersi a molte altre.
zione ai loro divertimenti e la condivi- La loro premura nei confronti del Si-
sione dei loro piaceri. Ryle ammonisce: gnore non è passata inosservata né è
rimasta anonima. Condividendo i loro
Quelli che usano questo brano in tal
beni con Gesù, esse non immagina-
senso farebbero bene a ricordare l’at-
vano di certo che i credenti dei secoli
teggiamento del Signore in quell’oc-
casione. Perfino alla mensa del fari-
futuri avrebbero letto della generosità
seo egli svolgeva l’incarico affidato- e dell’ospitalità che esse tributarono
gli dal Padre. Testimoniando contro al Salvatore.
il profondo peccato del suo ospite, L’oggetto del ministero di Gesù era
spiegandogli la natura del perdono la buona notizia del regno di Dio. Il
gratuito dei peccati e il segreto per regno di Dio è il reame, ossia l’ambito,
amarlo con sincerità, egli dichia- visibile o invisibile, in cui è ricono-
rava la natura salvifica della fede. sciuto il dominio di Dio. Matteo usa la
Se i credenti favorevoli ai rapporti locuzione “il regno dei cieli”; nondime-
di confidenza con i non convertiti no, il concetto è fondamentalmente lo

250
LUCA 8:9-10

stesso: “l’Altissimo domina sul regno de sia quanti semplicemente profes-


degli uomini” (Da 4:17) e “il dominio sano la fede sia quanti la possiedono
appartiene al cielo” (Da 4:26). veramente. Ed è anche la base della
Il N.T. descrive i diversi stadi di svi- solenne ammonizione circa il modo in
luppo del regno. cui ascoltiamo la Parola di Dio.
1. Il regno fu annunciato; Giovanni il Non è cosa da poco udire la predica-
battista proclamò che esso era vici- zione e l’insegnamento delle Scritture:
no (vd. Mt 3:1-2). dal momento in cui si è udito il mes-
2. Il regno era effettivamente presente saggio si accrescono le responsabilità
nella persona del Re (“il regno di Dio (rispetto al passato trascorso nell’igno-
è in mezzo a voi”, 17:21). Questa era ranza del messaggio, si acquisiscono
la buona notizia del regno annuncia- nuove e maggiori responsabilità). Se
ta da Gesù. Egli si offriva come Re si prende il messaggio alla leggera, o
d’Israele (vd. 23:3). si considera l’ubbidienza un atto di-
3. Il regno fu rifiutato dal popolo screzionale, si agisce a propria perdi-
d’Israele (vd. 19:14; Gv 19:15). zione. Ma se, udito il messaggio, vi si
4. Oggi il regno è presente in forma mi- ottempera, ci si pone in condizione di
steriosa (vd. Mt 13:11). Cristo, il Re, è ricevere da Dio ulteriore luce. Questa
temporaneamente assente, ma qui parabola, raccontata a un gran folla,
sulla terra la sua signoria è ricono- fu in seguito spiegata ai discepoli.
sciuta nel cuore di alcune persone. Il racconto narra di un seminatore,
In un certo senso, oggi il regno di Dio della sua semenza, dei quattro tipi di
abbraccia tutti coloro che dichiarano terreno che ricevettero il seme e dei
di accettare la signoria di Dio, anche quattro differenti risultati.
se non sono realmente convertiti.
Questo è l’aspetto esteriore della pro- TIPO DI TERRENO RISULTATO
fessione di fede, come illustrato dalle
parabole del seminatore e del seme 1. Strada Fu calpestato
(vd. Lu 8:4-15), del grano e delle ziz- e gli uccelli lo
zanie (vd. Mt 13:24-30), della rete e mangiarono
dei pesci (vd. Mt 13:47-50). Nondi- 2. Roccia Seccò per
meno, nel suo senso più profondo e mancanza di
vero, il regno comprende solamente umidità
coloro che si sono convertiti (vd. Mt 3. Spine Crebbe soffocato
18:3) e sono nati di nuovo (vd. Gv dalle spine
3:3). È questo l’aspetto intrinseco del 4. Buon terreno Produsse il
regno (vd. grafico in Mt 3:1-2). cento per uno
5. In futuro il regno sarà, effettivamen-
te, stabilito qui sulla terra, e il Signo-
re Gesù regnerà per mille anni come Il Signore concluse la parabola di-
Re dei re e Signore dei signori (vd. Ap cendo: Chi ha orecchi per udire, oda!
11:15; 19:16; 20:4). In altre parole: “Quando ascolti la
6. L’ultima fase è costituita dal regno Parola di Dio, fa’ attenzione a come la
eterno del nostro Signore e Salvatore ricevi. Il seme deve cadere in un buon
Gesù Cristo (vd. 2 P 1:11). Questo re- terreno per poter dare frutto”.
gno durerà per tutta l’eternità. 8:9-10 Quando i suoi discepoli chie-
sero spiegazioni riguardo al significato
I. Parabola del seminatore della parabola, il Signore Gesù rispose
(8:4-15) che i misteri del regno di Dio non sa-
8:4-8 La parabola del seminatore de- rebbero stati compresi da tutti. Poiché
scrive il regno nella sua realtà presente. erano disposti a fidarsi e a ubbidire, i
Ci insegna che il regno di Dio compren- discepoli avrebbero ricevuto la capa-

251
LUCA 8:11-15

cità di capire gli insegnamenti di Cri- credenti, dal cuore onesto e buono. Es-
sto. Ma Gesù, di proposito, presentava si non solo avevano ricevuto la Parola,
molte verità in forma di parabole, af- ma le avevano permesso di plasmare
finché coloro che non nutrivano vero la loro vita. Si lasciavano istruire ed
amore per lui non capissero, affinché erano ubbidienti, sviluppando di con-
vedendo non discernessero e udendo seguenza un vero carattere cristiano e
non comprendessero. Costoro vede- producendo frutto per Dio.
vano e udivano soltanto in parte. Sa- Darby ha così sintetizzato il messag-
pevano, per esempio, che Gesù aveva gio di questo brano:
parlato di un seminatore e della sua
Se, udendo, prendo possesso di ciò
semenza ma non comprendevano il
che odo (non soltanto con gioia, ma
significato più profondo del raccon- ne faccio un bene tutto mio), allora
to. Essi non comprendevano, infatti, ciò che ho udito diventa parte dell’es-
quanto i loro cuori fossero duri, im- senza della mia anima e ne riceverò
penitenti, simili a un terreno infestato altro, perché, quando la verità è di-
dai rovi, e non ricavavano alcun bene- ventata parte della mia anima, c’è
ficio dalla parola udita. spazio per riceverne ancora.(21)
8:11-15 Il Signore spiegò la parabola
soltanto ai discepoli: essi avevano già
accettato l’insegnamento ricevuto fi- J. Responsabilità di coloro
no a quel momento e ora ne avrebbero che odono (8:16-18)
ricevuto dell’altro. Gesù spiegò che il 8:16 A prima vista, non sembra esservi
seme è la parola di Dio, vale a dire la alcun nesso tra questo passo e il pre-
verità di Dio, il suo insegnamento. cedente. In realtà esso costituisce il
Gli uditori lungo la strada avevano proseguimento del concetto preceden-
ascoltato la Parola, ma in maniera su- temente espresso. Il Salvatore conti-
perficiale, approssimativa. Poiché essa nuava a spiegare quanto è importante
non era penetrata nella loro vita, fu fa- il modo in cui i suoi discepoli ricevono
cile per il diavolo (gli uccelli nell’aria) il suo insegnamento.
portarsela via. Egli si paragonava a un uomo che ha
Anche gli uditori qui assimilati alla acceso una lampada non per metterla
roccia avevano udito la Parola, ma non sotto un vaso o sotto il letto, ma sul
le avevano permesso di “frantumarli”: candeliere, affinché tutti ne vedano la
a causa della loro ostinazione, il seme luce. Insegnando ai discepoli i principi
appena germogliato non ricevette al- del regno di Dio, Gesù stava accenden-
cuno stimolo (umidità), quindi seccò e do una lampada. Che cosa ne doveva-
morì. Forse essi avevano inizialmente no fare?
pronunciato una brillante professione Anzitutto, una lampada non va co-
di fede, la quale, però, non era effettiva. perta con un vaso. In Mt 5:15, Mr 4:21 e
Sembrava essere spuntata la vita tutta- Lu 11:33 il vaso è detto “moggio” (ND).
via, sotto la scorza, mancava la radice. Il moggio era un’unità di misura com-
Non appena si presentarono dei pro- merciale. Coprire la lampada con un
blemi, costoro voltarono le spalle alla moggio, quindi, potrebbe significare:
loro professione di fede. permettere alla febbrile attività lavora-
Gli uditori assimilati al terreno spi- tiva di oscurare o impedire la testimo-
noso procedettero bene per qualche nianza. La lampada andrebbe collocata
tempo, ma la loro incostanza dimostrò in cima al candeliere: ciò significa che
che essi non erano realmente credenti. occorre vivere il cristianesimo sul mer-
Le preoccupazioni, le ricchezze, i pia- cato, ossia nel proprio ambito lavorati-
ceri della vita ebbero il sopravvento e vo, e utilizzare la propria attività come
la Parola fu soffocata e repressa. pulpito per diffondere il vangelo.
Il buon terreno rappresentava i veri Il discepolo non deve neppure na-

252
LUCA 8:25

scondere la lampada sotto il letto. Il let- quelli che fremono alla sua Parola, che
to evoca i concetti di riposo, comodità, la ricevono con mansuetudine e che la
pigrizia, appagamento. Queste cose osservano senza riserve. Non vi è folla
riescono davvero a impedire alla lam- che possa impedire alla sua famiglia
pada di risplendere! Il discepolo deve spirituale di parlare con lui.
collocare la lampada su un piedistallo,
vale a dire vivere e predicare la verità L. Il Figlio dell’uomo calma
in modo da fare luce a tutti. la tempesta (8:22-25)
8:17 Questo versetto sembra indi- 8:22 Nel resto di questo capitolo vedia-
care che se, per convenienza o per mo Gesù esercitare la propria signoria
pigrizia, avremo posto dei limiti alla sugli elementi naturali, sui demòni,
predicazione del messaggio, tale negli- sulla malattia e perfino sulla morte.
genza sarà manifestata a tutti. L’occul- Tutti questi ubbidiscono alla sua paro-
tamento della verità sarà conosciuto e la, soltanto l’uomo si rifiuta di farlo.
verrà alla luce. Succede spesso che la navigazione
8:18 Stiamo perciò attenti a come sul mare di Galilea sia ostacolata da
ascoltiamo! Se siamo fedeli nel condi- violente e improvvise tempeste. Ma
videre la verità con altri, Dio ci rivele- forse questa specifica tempesta ave-
rà nuove e più profonde verità. Se, al va origini sataniche: potrebbe essersi
contrario, non abbiamo questo spirito trattato di un tentativo di uccidere il
di zelo evangelistico, Dio ci toglierà Salvatore del mondo.
anche la verità che crediamo di posse- 8:23 Quando scoppiò la tempesta,
dere. Ciò che non si usa si perde. G.H. Gesù dormiva; questo sonno è una
Lang commenta: prova della sua vera umanità. Quando
I discepoli ascoltavano con una men- Gesù parlò, la tempesta si quietò e que-
te avida di capire ed erano disposti a sto prova la sua assoluta deità.
credere e a ubbidire; gli altri udivano 8:24 Preoccupati per la propria in-
in maniera distratta, per curiosità o columità, i discepoli svegliarono il
con deliberata ostilità. Per i primi era Salvatore. Con perfetta compostezza,
in serbo maggiore conoscenza, ai se- egli sgridò il vento e le onde: ecco che
condi sarebbe stata tolta anche quel- la tempesta si mutò in bonaccia. Come
la che credevano di avere.(22) calmò la tempesta sul mare di Galilea,
Infatti dobbiamo condividere, se ancora oggi Gesù è in grado di calmare
vogliamo conservare le tempeste che agitano il cuore del di-
Le cose buone che vengono dal scepolo turbato.
Signore: 8:25 Gesù domandò ai discepoli:
Cessando di dare, si cessa di avere, Dov’è la vostra fede? Essi non avrebbe-
questa è la legge che regola l’amore. ro dovuto preoccuparsi: non era neces-
– R.C. Trench sario che lo svegliassero. “Nessun mare
può inghiottire la nave su cui si trova
K. La vera madre e i veri fratelli di il Sovrano degli oceani e della terra e
Gesù (8:19-21) dei cieli” (tratto dall’inno “Master the
8:19-21 A questo punto del discorso, Tempest is Raging! [Peace! Be Still]” di
qualcuno riferì a Gesù che sua madre e Mary A. Baker – H.R. Palmer). Essere
i suoi fratelli lo aspettavano per veder- sulla barca insieme con Cristo significa
lo ma, a motivo della folla, non riusci- essere completamente al sicuro.
vano ad avvicinarlo. I discepoli non compresero del tutto
In risposta, il Signore dichiarò che il il grande potere del Signore, così come
vero rapporto con lui non dipende dai non comprendevano appieno lo stesso
legami naturali, bensì dall’ubbidienza Gesù. Rimasero meravigliati che il ma-
alla parola di Dio. Egli riconosce come re e il vento gli ubbidissero. Non erano
membri della propria famiglia tutti diversi da noi, che nelle tempeste della

253
LUCA 8:26-27

vita spesso disperiamo. Poi, quando il 8:32-33 I demòni chiesero il permes-


Signore ci viene in aiuto, ci stupiamo so, una volta cacciati fuori dall’uomo,
della manifestazione del suo potere. E di entrare in un branco numeroso
ci domandiamo perché non abbiamo di porci che pascolava nei pressi, sul
avuto maggiore fiducia in lui. monte. Il permesso fu loro accordato;
ne conseguì che i maiali corsero a pre-
M. Guarigione dell’indemoniato cipizio giù nel lago e affogarono. Il Si-
di Gerasa (8:26-39) gnore, oggi, è accusato di aver distrutto
8:26-27 Quando Gesù e i suoi discepo- la proprietà altrui; d’altro canto, se Giu-
li raggiunsero la riva, si trovavano nel dei, i custodi dei porci stavano eserci-
paese dei Geraseni. Qui incontrarono tando un’attività considerata impura e
un uomo... posseduto da demòni. Mat- illecita (vd. Le 11:4, 7-8). In ogni caso, si
teo menziona due indemoniati, mentre trattasse di Giudei o di pagani, costoro
Marco e Luca parlano di uno solo. Que- avrebbero dovuto stimare la vita di un
sta apparente discrepanza potrebbe uomo più di quella di duemila maiali.
indicare due episodi differenti, oppu- 8:34-39 La notizia si diffuse ben pre-
re il racconto più circostanziato di un sto in tutta la regione. Una gran folla
evangelista rispetto agli altri. accorse e trovò l’uomo, precedente-
Questo particolare caso di pos- mente fuori di senno, totalmente rista-
sessione demoniaca aveva spinto la bilito a una vita normale e decorosa. I
vittima ad abbandonare i vestiti, ad Geraseni furono così turbati da prega-
allontanarsi dalla società e a vivere fra re Gesù che se ne andasse. Si davano
le tombe. più pensiero per i loro porci che per il
8:28-29 Appena vide Gesù, lo pregò Salvatore; erano più preoccupati per i
di lasciarlo andare. Naturalmente era loro maiali che per le loro anime. Dar-
lo spirito immondo che parlava attra- by osserva:
verso quel poveretto.
Il mondo supplica Gesù di andarse-
La possessione demoniaca è un
ne, desiderando rimanersene tran-
fatto reale. Questi demòni non erano quillo, disturbato più dalla presenza
semplici influenze: si trattava, bensì, e dalla potenza di Gesù che da una
di entità soprannaturali che abita- legione di diavoli. Ed egli se ne va.
vano nell’uomo e ne controllavano i L’uomo che è stato guarito… sarebbe
pensieri, le parole e i comportamenti. ben felice di rimanere con lui, ma il
In particolare, quei demòni rendeva- Signore lo rimanda indietro… affin-
no l’uomo assai violento: durante le ché testimoni della grazia e della po-
sue crisi convulsive costui spezzava tenza di cui è stato oggetto.(23)
le catene con cui si cercasse di trat-
tenerlo e fuggiva nei deserti . Non è, In seguito, visitando la Decapoli,
in effetti, sorprendente, se pensiamo Gesù incontrò una folla solidale con lui
che in costui era rinchiuso un numero (vd. Mr 7:31-37). Sarà stato a causa della
di demòni sufficiente a uccidere circa fedele testimonianza dell’indemoniato
duemila maiali (vd. Mr 5:13). guarito?
8:30-31 Il nome dell’uomo era Legio-
ne perché era posseduto da una legione N. Guarigione degli incurabili e
di demòni. Questi demòni riconobbero risurrezione dei morti (8:40-56)
in Gesù il Figlio del Dio Altissimo. Essi 8:40-42 Gesù tornò indietro, attraverso
sapevano, altresì, che il loro destino era il mare di Galilea, alla riva occidenta-
segnato e che Gesù li avrebbe sconfitti. le. Un’altra folla lo stava aspettando.
Nondimeno, cercarono ugualmente In particolare Iairo, che era capo della
di ottenere una dilazione, pregandolo sinagoga, era ansioso di vederlo per-
che non comandasse loro di passare ché sua figlia, dell’età di dodici anni...
immediatamente nell’abisso. stava per morire. Con insistenza, Iairo

254
LUCA 8:54-56

pregò Gesù di affrettarsi a casa con lui. 8:49 La guarigione dell’emorroissa


Ma la folla faceva ressa intorno a lui, probabilmente non trattenne Gesù
impedendogli di proseguire. molto a lungo, ma sufficientemente a
8:43 Tra la folla si trovava una don- lungo da far arrivare un messaggero
na, trepida e disperata al tempo stesso: con la notizia che la figlia di Iairo era
costei era afflitta da perdite di sangue morta: l’incomodo del Maestro non era
da dodici anni. Luca, il medico, am- più necessario. Avevano fede che egli
mette che ella aveva speso tutti i suoi potesse guarire, ma non che potesse
beni con i medici senza trarne alcun risuscitare i morti.
giovamento; Marco, invece, con tono 8:50 Gesù , però, non si sarebbe
alquanto polemico, aggiunge che ella lasciato congedare così facilmente.
era, anzi, addirittura peggiorata! Rispose con parole di conforto, inco-
8:44-45 Costei percepiva in Gesù la raggiamento e promessa: Non temere;
potenza per guarirla, così si fece largo solo abbi fede, e sarà salva.
tra la folla fino a lui. Chinatasi, gli toc- 8:51-53 Giunto alla casa, entrò nella
cò il lembo della veste (ossia la nappa, stanza prendendo con sé soltanto Pie-
o frangia, che costituiva l’orlo della ve- tro, Giovanni, Giacomo e i genitori del-
ste di Gesù, vd. Nu 15:38-39; De 22:12). la ragazza. Tutti piangevano disperati,
In quell’istante, il suo flusso di sangue ma Gesù li invitò a smettere perché la
cessò ed ella fu totalmente guarita. bambina non era morta, bensì dormi-
Cercò quindi di allontanarsi inosser- va. Convinti che fosse morta, i presenti
vata, ma ne fu impedita dalla domanda lo derisero. Si trattava veramente di
di Gesù: Chi mi ha toccato? Pietro e gli morte o di un caso di sonno profondo,
altri discepoli trovarono la domanda una specie di coma? La maggior parte
poco sensata: in mezzo a quella calca, dei commentatori afferma che si tratta-
stavano tutti premendolo, spingendolo va di morte. Fanno notare che Gesù si
e toccandolo! riferì a Lazzaro come a uno che dormi-
8:46 Ma Gesù aveva riconosciuto va, intendendo però dire che era mor-
un tocco di diversa natura. Qualcuno to. Sir Robert Anderson sostiene che la
ha osservato che “la carne si accalca, ragazza non era veramente morta, (24) in
ma è la fede che tocca”. Gesù sapeva di base ai seguenti ragionamenti:
essere stato toccato dalla fede perché 1. Gesù dichiarò: sarà salva. In que-
aveva percepito un’emanazione di po- sta frase usa lo stesso verbo usato al
tenza, la potenza che guarì la donna. v. 48, in cui fa riferimento a una gua-
Egli aveva sentito che una potenza era rigione, non a una risurrezione. Nel
uscita da lui. Ciò, naturalmente, non N.T. questo verbo non è mai utilizza-
significa che egli fosse meno potente di to per indicare la risurrezione di un
prima, ma, semplicemente, che gli era morto;
costato qualcosa guarire: vi era stato 2. nel caso di Lazzaro, Gesù utilizzò
un dispendio di potenza. un verbo differente per indicare che
8:47-48 La donna… venne tutta tre- l’uomo dormiva;
mante… ai suoi piedi e, scusandosi, 3. la gente pensava che la ragazza fosse
spiegò perché lo aveva toccato, testi- morta, ma Gesù non si sarebbe pre-
moniando con gratitudine quanto era so il merito di averla riportata in vita
successo. La sua pubblica confessione sapendo in realtà che ella stava dor-
fu ricompensata da Gesù che, pubblica- mendo.
mente, elogiò la sua fede e le accordò la Anderson afferma che si tratta sol-
pace. Nessuno mai toccherà Gesù con tanto di decidere a chi credere. Gesù
fede senza che egli se ne accorga e sen- disse che stava dormendo; gli altri la
za riceverne una benedizione. Nessuno credevano morta.
lo confesserà mai pubblicamente senza 8:54-56 Ad ogni modo, Gesù le dis-
ricevere la certezza della salvezza. se: Bambina, àlzati!... ella si alzò su-

255
LUCA 9:1-2

bito. Restituita la fanciulla guarita ai si sarebbero scossi la polvere dai piedi,


genitori, raccomandò loro di non fare in testimonianza contro di loro.
pubblicità al miracolo. La notorietà, il 9:6 Viaggiando di villaggio in vil-
volubile entusiasmo e la frivola curio- laggio, probabilmente in Galilea, i
sità della gente non lo interessavano discepoli predicarono il vangelo e gua-
affatto. rirono i malati. Va precisato che il loro
Così si conclude il secondo anno del messaggio doveva annunciare il regno,
ministero pubblico di Gesù. Il cap. 9 vale a dire la presenza del Re in mezzo
inaugura il terzo anno con il racconto a loro e la sua disponibilità a regnare
della missione dei dodici. sopra un popolo pentito.
9:7 All’epoca, Erode Antipa era te-
O. Il Figlio dell’uomo invia i suoi trarca di Galilea e Perea. Regnava so-
discepoli in missione (9:1-11) pra un quarto del territorio di cui era
9:1-2 Questo episodio è molto simi- composto il regno del padre, Erode il
le a quello della missione dei dodici Grande. Giuntagli notizia che qual-
raccontato in Mt 10:1-15, ma presenta cuno, nel suo paese, operava potenti
rilevanti differenze. Per esempio, in miracoli, cominciò immediatamente
Matteo i dodici vennero mandati sol- a porsi delle domande. La sua coscien-
tanto ai Giudei, con l’incarico di risu- za era turbata: il ricordo di Giovanni il
scitare i morti e guarire le malattie. battista continuava ad assillarlo. Erode
Esiste, ovviamente, una ragione per aveva messo a tacere quella coraggiosa
cui Luca fornisce il racconto in versio- voce facendo decapitare il profeta, ma
ne ridotta, ma è una ragione che non era ancora perseguitato dalla potenza
appare chiara. Il Signore non soltanto di quella vita. Chi era costui, che con-
aveva il potere e l’autorità di compiere tinuava a riportare alla mente di Erode
miracoli, ma conferì potere e autorità il ricordo di Giovanni? Si mormorava,
ad altri. Potere significa “forza” o “ca- da parte di alcuni, che Giovanni fosse
pacità”. L’autorità implica il diritto di risuscitato dai morti.
usare il potere. Mancando la Bibbia 9:8-9 Altri pensavano che si trat-
completa in forma scritta, il messag- tasse di Elia o di uno degli altri profeti
gio dei discepoli era confermato da dell’A.T. Erode cercò di soffocare l’ansia
segni e prodigi (vd. Eb 2:3-4). Dio può rammentando a tutti costoro di aver
guarire miracolosamente, ma se la fatto decapitare il battista. Ma l’ango-
predicazione odierna del vangelo deb- scia permaneva. Chi era dunque costui?
ba tuttora essere accompagnata dalle Egli cercava di vederlo, ma non vi riuscì
guarigioni è, oggi, una questione con- finché il Salvatore non fu crocifisso.
troversa. Potere di una vita piena di Spirito
9:3-5 Ora i discepoli avrebbero avu- Santo! Il Signore Gesù, l’oscuro falegna-
to l’opportunità di mettere in pratica i me di Nazaret, faceva tremare Erode
principi che il Signore aveva loro inse- senza averlo mai nemmeno incontra-
gnato. Essi avrebbero confidato in lui to. Mai sottovalutare l’influenza di una
per tutto ciò di cui avevano material- persona ripiena di Spirito Santo!
mente bisogno (né sacca, né cibo, né 9:10 Quando gli apostoli ritorna-
denaro). Avrebbero vissuto in maniera rono, riferirono l’esito della missione
molto semplice (nessuna veste di ricam- direttamente al Signore Gesù. Forse
bio). Si sarebbero trattenuti nella prima questa sarebbe una buona abitudine
casa che li avrebbe ospitati (senza an- per tutti i servitori di Cristo. Trop-
dare alla ricerca di una sistemazione più po spesso la propaganda del proprio
confortevole). Non avrebbero protratto operato provoca gelosie e divisioni.
la propria permanenza, né esercitato G. Campbell Morgan commenta che
alcuna pressione su coloro che avessero “la nostra passione per le statistiche è
rifiutato il messaggio: in caso di rifiuto, focalizzata su noi stessi e appartiene

256
LUCA 9:18

alla carne, non allo Spirito”. Il Signore ai… discepoli. Questi, a loro volta, lo
si ritirò con i discepoli in disparte, nei distribuirono alla gente. Vi fu cibo in
pressi di una città chiamata Betsàida abbondanza per tutti. Anzi, alla fine
(lett. “casa della pesca”). Pare che, a del pasto avanzò più cibo di quanto
quel tempo, esistessero due città chia- ve ne fosse prima di iniziare! Con gli
mate Betsàida: una sulla costa occiden- avanzi si riempirono dodici ceste, una
tale del mare di Galilea, e l’altra, quella per ciascuno dei discepoli. Quelli che
citata nel presente versetto, sulla costa cercano di dare una spiegazione uma-
orientale. Non se ne conosce l’esatta na al miracolo riescono solamente a
ubicazione. riempire pagine di idee confuse.
9:11 La speranza di un periodo tran- Questo episodio è ricco di significato
quillo da trascorrere insieme fu presto per i discepoli incaricati di evangeliz-
delusa. Una gran folla si radunò velo- zare il mondo. I cinquemila rappresen-
cemente. Il Signore Gesù era sempre tano l’umanità perduta, che ha fame
disponibile e non fu disturbato dall’ar- del pane di Dio. I discepoli raffigurano i
rivo di tutta quella gente: egli non era deboli credenti, con risorse apparente-
mai troppo occupato per benedire mente limitate, ma restii a condividere
coloro che gli si accostavano. Anzi, è quello che hanno. L’ordine del Signore,
specificamente scritto che li accolse (o “Dategli voi da mangiare”, è semplice-
“diede il benvenuto”) insegnando loro mente il grande mandato sotto un’altra
del regno di Dio e guarendo quelli che forma. Ne concludiamo che, se diamo
ne avevano bisogno. a Gesù ciò che abbiamo, egli può mol-
tiplicarlo per nutrire la folla affamata
P. Gesù sfama i cinquemila di cibo spirituale. Quell’anello di bril-
(9:12-17) lanti, quella polizza assicurativa, quel
9:12 Sul far della sera, i dodici comin- conto corrente, quell’equipaggiamento
ciarono a preoccuparsi: quanta gente sportivo… Tutte queste cose possono
senza nulla da mettere sotto i denti! essere convertite, per esempio, in ma-
Una situazione impossibile... Chiese- teriale per l’evangelizzazione, il quale,
ro perciò al Signore di lasciar andare a sua volta, può trasformarsi in salvez-
la folla . Quale somiglianza con i no- za di anime che, a loro volta, divente-
stri stessi sentimenti! Per le questioni ranno adoratori dell’Agnello di Dio per
che ci riguardano, diciamo come Pie- l’eternità.
tro: “Comandami di venire da te” (Mt Il mondo potrebbe essere evange-
14:28); ma per quanto riguarda gli altri, lizzato tutto in questa generazione, se
è più facile dire: “Lasciali andare”. i credenti cedessero a Cristo tutto ciò
9:13 Gesù non li avrebbe mandati a che sono e possiedono. Questa è la le-
cercare vettovaglie nei villaggi vicini. zione, valida ancora oggi, della molti-
Perché i discepoli dovevano andare per plicazione dei pani per i cinquemila.
i villaggi a evangelizzare, trascurando
coloro che si trovavano sulla porta di Q. Solenne confessione di Pietro
casa? Che fossero i discepoli stessi a (9:18-22)
dar da mangiare alla folla! Essi obiet- 9:18 All’episodio della moltiplicazione
tarono che avevano solo cinque pani dei pani segue il racconto della solen-
e due pesci, dimenticando di avere ne confessione di Pietro a proposito di
anche le illimitate risorse del Signore Cristo. Che il miracolo dei pani e dei
Gesù cui attingere. pesci avesse aperto gli occhi dei disce-
9:14-17 Gesù semplicemente chie- poli ed essi avessero veduto la gloria
se ai discepoli di far sedere la folla, del Signore Gesù quale Unto di Dio?
composta da cinquemila uomini, più Questo episodio, avvenuto a Cesarea
le donne e i bambini. Poi rese grazie, di Filippo, è comunemente ritenuto il
spezzò il pane e iniziò a distribuirlo punto di svolta nel ministero di inse-

257
LUCA 9:19-20

gnamento del Salvatore ai dodici. Fino i pareri sono i più svariati. Papini vede
a questo punto, Gesù li aveva pazien- in Gesù il Poeta. Bruce Barton vede
temente guidati a una maggiore com- l’Uomo d’Azione. Middleton Murry
prensione di chi egli fosse e di ciò che vede il Mistico. Anche quelli che non
avrebbe potuto operare in loro e tramite sostengono l’ortodossia sono pronti a
loro. Avendo raggiunto lo scopo, da quel esaltare Gesù come il modello esem-
momento in avanti egli era determi- plare di tutti i santi e il capo di tutti
nato a proseguire verso la croce. Gesù i leader morali di tutti i tempi. “Per-
pregò in disparte. Non è documentato sino oggi”, ha affermato John Stuart
che Gesù abbia mai pregato insieme ai Mill, “non sarebbe facile, anche per
un non credente, trovare una miglio-
discepoli… Egli pregò per loro, pregò in
re traduzione della legge morale dalla
loro presenza, insegnò loro a pregare,
teoria alla pratica, di una vita vissuta
ma la sua vita di preghiera era separata nell’impegno costante di essere ap-
dalla loro. Dopo uno di questi periodi di provati da Cristo”. Come gli uomini
preghiera, domandò ai discepoli chi la del suo tempo lo paragonavano a
gente diceva che egli fosse. Giovanni, a Elia o a Geremia, così gli
9:19-20 I discepoli riportarono le uomini di oggi sono concordi nel rite-
diverse opinioni: taluni dicevano che nere che, tra gli eroi e i santi di tutti i
Gesù era Giovanni il battista, altri di- tempi, Gesù detiene il primato.
cevano Elia, altri ancora uno dei pro-
Ma Gesù non si accontentava di tale
feti dell’A.T. tornato in vita. Ma quando riconoscimento. La gente diceva che
pose la domanda ai discepoli, Pietro egli era Giovanni, Elia, Geremia.
con sicurezza dichiarò che egli era il Questo, tuttavia, significava essere
Cristo (o Messia) di Dio. uno fra tanti. Significava che c’era-
Riguardo a questo episodio a Cesa- no stati altri prima di lui e come lui
rea di Filippo, vale la pena riportare e che, sebbene fosse il primo della
per intero l’eccellente commento di Ja- schiera, era ancora solo primus in-
mes S. Stewart: ter pares, primo tra i suoi eguali. Ma
questo non è certamente ciò che il
Egli [Gesù] esordì con una domanda Cristo del Nuovo Testamento af-
impersonale: “Chi dicono gli uomi- fermava di sé. Gli uomini possono
ni che io sia?” Non era certo difficile concordare o dissentire con quanto
dare una risposta, giacché ovunque Cristo ha detto di sé; ma sulla sua
si facevano commenti su Gesù. Cir- testimonianza non c’è ombra di dub-
colavano, in proposito, una dozzina bio. Cristo ha proclamato di essere
di pareri. Correvano voci e opinioni qualcosa e qualcuno senza prece-
di tutti i generi. Gesù era sulla boc- denti, senza eguali, impareggiabile,
ca di tutti. Ma non solo si parlava di unico (p. es. Mt 10:37; 11:27; 24:35;
Gesù, si dicevano anche grandi cose Gv 10:30; 14:6).(25)
di lui. Alcuni pensavano che egli fos-
se Giovanni il battista, tornato dai 9:21-22 Dopo la memorabile confes-
morti. Altri dicevano che ricordava sione di Pietro, il Signore ordinò loro di
Elia. Altri parlavano di Geremia, o non dirlo a nessun altro: niente doveva
qualcun altro dei profeti. Insomma, ostacolare il suo cammino verso la cro-
pur non essendoci unanimità di ce. Poi il Salvatore svelò loro il proprio
pareri circa l’identità di Gesù, tutti immediato futuro: doveva soffrire, do-
erano concordi nel ritenere che egli veva essere respinto dai capi religiosi
fosse un grande personaggio. Il suo d’Israele, doveva essere ucciso e do-
posto era tra gli eroi del suo tempo. veva risuscitare il terzo giorno. Fu un
Vale la pena notare che la storia oggi si annuncio sconcertante. Non dimenti-
ripete. Ancora una volta Gesù è sulla chiamo che queste parole erano pro-
bocca di tutti. Si parla di lui, oggi, ben nunciate dall’unico uomo giusto, senza
oltre l’ambito della chiesa cristiana. E peccato, che sia mai vissuto su questa

258
LUCA 9:25

terra. Colui che parlava era il vero Mes- - essere oggetto di maldicenza e diso-
sia d’Israele e, le sue, erano le parole di nore;
un Dio manifestato in carne. Mediante - offrire la propria vita per gli altri;
tali parole comprendiamo che la vita - morire a se stessi e al mondo.
che adempie la volontà di Dio, la vita Ma ciò significa anche appropriarsi
perfetta, la vita di ubbidienza, compor- di una vita che è vita davvero! Signi-
ta sofferenza, rifiuto, morte (in una for- fica trovare finalmente la ragione di
ma o in un’altra) e la risurrezione a una esistere. E significa ricompensa eter-
vita che non vedrà più la morte. È una na. Istintivamente noi indietreggiamo
vita spesa interamente per altri. davanti a una vita in cui c’è da portare
Naturalmente, ciò era esattamente una croce. La nostra mente è riluttante
il contrario dell’idea comune riguardo a credere che questa sia la volontà di
al ruolo del Messia. Gli uomini cerca- Dio per noi. Eppure, le parole di Cristo
vano un capo dalla spada sguainata Se uno vuol venire dietro a me signifi-
per distruggere i nemici. Dovette es- cano che nessuno è esentato e nessuno
sere un duro colpo per i discepoli. Ma è escluso dal carico della croce.
se, come avevano confessato, Gesù 9:24 Si tende istintivamente a
era veramente il Figlio di Dio, allora salvare la propria vita conducen-
non vi era motivo di essere delusi o do un’esistenza egoistica, appaga-
scoraggiati. Se egli è l’Unto di Dio, la ta, abitudinaria e vana. Possiamo
sua causa non potrà mai fallire. A pre- assecondare i nostri desideri e appe-
scindere da ciò che potesse accadere a titi crogiolandoci nel benessere, nel
Gesù o a loro, essi stavano dalla parte lusso, nella comodità, vivendo al tem-
del vincitore. Vittoria e conquista, ine- po presente, cedendo i nostri migliori
vitabilmente. talenti al mondo, in cambio di alcuni
anni di falsa sicurezza. In realtà, così
R. Invito a prendere la croce facendo, perdiamo la nostra vita, ossia
(9:23-27) manchiamo il vero obiettivo della vita
9:23 Avendo delineato il suo futuro, il e la profonda soddisfazione spirituale
Signore invitò i discepoli a seguirlo. di cui dovremmo godere! Oppure pos-
Ciò significava che essi avrebbero do- siamo perdere la nostra vita per amore
vuto rinunciare a se stessi e prendere la del Salvatore. Gli uomini ci considere-
propria croce. ranno dei pazzi vedendoci gettare al
Rinunciare a se stessi significa ri- vento le nostre egoistiche ambizioni,
nunciare volontariamente a qualsiasi cercare prima il regno di Dio e la sua
cosiddetto diritto di pianificare o di giustizia e arrenderci a lui senza riser-
scegliere, e riconoscere la signoria di ve. Ma questa vita di abbandono e ri-
Cristo in ogni campo della propria vi- nuncia è vita vera. È una vita di gioia,
ta. Prendere la croce significa scegliere di santa spensieratezza, di profonda
deliberatamente il tipo di vita che egli soddisfazione interiore: descriverla è
visse. Tutto ciò comporta: impossibile.
- opposizione da parte dei propri cari; 9:25 Mentre parlava con i dodici,
- biasimo da parte del mondo; il Salvatore era ben conscio che il de-
- rinunciare alla propria famiglia, casa, siderio di ricchezze materiali poteva
terra e alle comodità di questa vita; costituire un forte deterrente contro la
- totale dipendenza da Dio; resa completa a Dio. Quindi soggiunse:
- ubbidire alla guida dello Spirito Santo; “Supponiamo che possiate ammas-
- proclamare un messaggio impopolare; sare l’oro e l’argento di tutto il mondo,
- un percorso di solitudine; possedere tutte le proprietà e i beni
- attacchi sistematici da parte dei capi immobili, tutte le azioni e obbligazioni
religiosi costituiti; (in altre parole, tutto ciò che ha valore
- sofferenza per amore della giustizia; materiale), e supponiamo che, in que-

259
LUCA 9:26

sto frenetico sforzo per conquistare tut- gnifica gloria gli disse: “Questi è il
to ciò, perdiate il vero senso della vita; mio diletto Figlio, nel quale mi sono
a che cosa vi servirebbe? Avreste tutte compiaciuto”. E noi l’abbiamo udi-
queste ricchezze per un breve periodo, ta, questa voce che veniva dal cielo,
poi le lascereste, comunque, per sempre. quando eravamo con lui sul monte
Sarebbe un affare svantaggioso vende- santo (2 P 1:16-18).
re l’unica, breve vita che si possiede in Notiamo, in questo brano, la conti-
cambio di qualche castello di sabbia”. nuità dell’insegnamento del Signore.
9:26 Un altro dissuasore dell’impe- Gesù aveva appena annunciato l’im-
gno totale per Cristo è il timore della minente rifiuto da parte degli uomini,
vergogna. Ma è profondamente illogi- la sofferenza e la morte. Aveva chiama-
co che la creatura si vergogni del suo to i suoi discepoli a seguirlo in una vita
Creatore, che un peccatore abbia ver- di abnegazione, patimento e sacrificio.
gogna del suo Salvatore. Eppure, chi di Adesso aggiunge: “Ma ricordate! Se sof-
noi è irreprensibile? Il Signore ammise frirete con me, regnerete con me. Di là
la possibilità del senso di vergogna e dalla croce c’è la gloria. La ricompensa
pronunciò un solenne ammonimento. è sproporzionatamente maggiore del
Se evitiamo la vergogna conducendo sacrificio”.
una vita cristiana soltanto di nome e
conformandoci alla massa, il Figlio S. Trasfigurazione del Figlio
dell’uomo avrà vergogna di noi quan- dell’uomo (9:28-36)
do verrà nella gloria sua e nella gloria 9:28-29 Circa otto giorni più tardi, Ge-
del Padre e nella gloria dei santi ange- sù prese con sé Pietro, Giovanni e Gia-
li. Gesù sottolineò il triplice splendore como, e salì sul monte a pregare. Non
della gloria del suo ritorno, come a è certo, ma è verosimile che si tratti
dire che qualsiasi vergogna o biasimo dell’alto monte Ermon (2.814 m s.l.m.).
sopportiamo per lui oggi sarà insignifi- Mentre il Signore stava pregando, il suo
cante, al momento dell’apparizione di aspetto cominciò a cambiare. Questa è
Cristo in gloria, in confronto alla ver- una verità interessante: una delle cose
gogna che proveranno coloro che oggi che la preghiera trasforma è l’espres-
lo rinnegano. sione del viso.
9:27 Questo riferimento alla gloria Il suo volto sfolgorò di uno splendo-
di Cristo costituisce il collegamento a re raggiante e la sua veste sfavillò di un
quanto segue. Gesù preannunciò che candore abbagliante. Come già detto,
alcuni dei discepoli che erano là pre- questa trasformazione era un’anticipa-
senti avrebbero visto il regno di Dio zione della gloria di Cristo nel regno a
prima di morire. Queste parole si rea- venire. Mentre Gesù era sulla terra, la
lizzano nei vv. 28-36, nell’episodio sul sua gloria era velata da un corpo car-
monte della trasfigurazione. I discepoli nale. Egli era qui in umiliazione, come
erano Pietro, Giacomo e Giovanni. Sul Servo. Ma durante il millennio la sua
monte essi videro un’anteprima di ciò gloria sarà pienamente manifestata.
che avverrà quando il Signore Gesù Tutti lo vedranno in tutto il suo splen-
stabilirà il suo regno sulla terra. Pietro dore e in tutta la sua maestà.
lo afferma nella sua seconda lettera: Ben commenta W.H. Rogers:
Infatti vi abbiamo fatto conoscere la La trasfigurazione è una manifesta-
potenza e la venuta del nostro Signo- zione condensata di tutte le caratte-
re Gesù Cristo, non perché siamo an- ristiche salienti del regno a venire.
dati dietro a favole abilmente inven- Vediamo il Signore vestito di gloria e
tate, ma perché siamo stati testimoni non dei cenci dell’umiliazione. Con-
oculari della sua maestà. Egli, infatti, templiamo Mosè in uno stato glorifi-
ricevette da Dio Padre onore e gloria cato, in rappresentanza dell’umanità
quando la voce giunta a lui dalla ma- rigenerata che è passata, attraverso

260
LUCA 9:41

la morte, nel regno. Osserviamo Elia dalla nuvola che li avvolgeva, riconob-
avvolto nella gloria, in rappresen- be in Gesù il Figlio… scelto e ordinò ai
tanza dei redenti che sono entrati discepoli di ascoltarlo, ossia di ubbi-
nel regno per ascensione. Dopodi- dirgli. Quando la voce tacque, Mosè ed
ché ecco i tre discepoli, Pietro, Gia- Elia scomparvero. Gesù rimase da solo.
como e Giovanni, non glorificati, in Così sarà nel regno: egli avrà il prima-
rappresentanza dell’Israele terreno to su tutte le cose e non condividerà la
durante il millennio. Infine, vi è la propria gloria con nessuno.
moltitudine alle pendici del monte, I discepoli ripartirono con un senso
in rappresentanza delle nazioni che di sbigottimento così profondo che non
saranno condotte nel regno dopo la
riferirono l’accaduto ad alcuno.
sua inaugurazione.(26)
9:30-31 Mosè ed Elia… parlava- T. Guarigione di un ragazzo
no con Gesù della sua dipartita (lett. indemoniato (9:37-43a)
exodus, “allontanamento, esodo”) che 9:37-39 Dal monte della gloria Gesù e i
stava per compiersi in Gerusalemme. discepoli tornarono, il giorno seguen-
Osserviamo che la sua morte è definita te, alla valle dei bisogni umani. La vita
un evento che sta per compiersi, non- ha i suoi momenti di esaltazione spiri-
ché semplicemente un “esodo” (dal gr. tuale, ma Dio li bilancia con il trantran
ex [fuori] e hodós [via, cammino]). Ri- quotidiano di lavoro e fatica.
leviamo, quindi, che la morte non è la Dalla folla che gli andò incontro
cessazione dell’esistenza, bensì l’allon- uscì un padre disperato, che supplicò
tanamento da un luogo per raggiun- Gesù di aiutare il figlio posseduto da
gerne un altro. un demonio. Era il suo unico figlio, la
9:32-33 Mentre ciò accadeva, i di- gioia del suo cuore. Che inesprimibile
scepoli dormivano. Il vescovo Ryle pena, per quel padre, vedere il ragazzo
commenta: preda di demoniache convulsioni! Gli
Non dimentichiamo che gli stessi attacchi arrivavano senza preavviso.
discepoli che si erano addormentati Il ragazzo gridava e schiumava dalla
durante la visione della gloria si sa- bocca. Soltanto dopo una tremenda
rebbero fatti trovare addormentati lotta, il demonio lo abbandonava, la-
anche durante l’agonia di Gesù nel sciandolo tutto ferito.
giardino di Getsemani. Carne e san- 9:40 Il padre, disperato, aveva già
gue devono necessariamente essere chiesto aiuto ai discepoli, i quali però
trasformati, prima di poter entrare non avevano potuto fare nulla. Perché
in cielo. I nostri poveri e deboli corpi i discepoli non erano riusciti ad aiu-
non possono né vegliare con Cristo tare il ragazzo? Forse erano diventati
nel momento della sua prova né ri- troppo professionali nel loro ministero.
manere desti con lui durante la sua Forse pensavano di poter contare su un
glorificazione. Per essere in grado di ministero ripieno di Spirito Santo sen-
godere delle cose celesti, la nostra za per questo impegnarsi in un eserci-
costituzione fisica deve subire delle
zio spirituale costante. Forse costoro
profonde modificazioni.(27)
davano le cose troppo per scontate.
Quando si furono svegliati, videro 9:41 Di fronte a tutto questo, il Si-
l’ineguagliabile splendore della gloria gnore Gesù fu molto addolorato. Senza
di Cristo. Nel tentativo di preservare la far riferimento ad alcuno in particola-
sacralità dell’evento, Pietro propose di re, esclamò: O generazione incredula
erigere tre tende: una in onore di Gesù, e perversa, rivolto probabilmente ai
una in onore di Mosè e una in onore di discepoli, o alla folla, o al padre del
Elia. Ma tale proposta si basava su uno ragazzo, o a tutti quanti costoro. Era-
zelo privo di conoscenza. no tutti completamente impotenti di
9:34-36 Fu la voce di Dio che venne fronte al bisogno umano, nonostante

261
LUCA 9:42-43a

avessero facoltà di attingere alle in- gno di Dio, ma aspiravano altresì a una
finite risorse della potenza di Cristo. posizione di prestigio in tale regno. Già
Fino a quando sarebbe stato con loro discutevano tra di loro su chi di essi
e li avrebbe sopportati? Poi si rivolse al fosse il più grande.
padre: Porta qui tuo figlio. 9:47-48 Conoscendo l’argomento
9:42-43a Mentre il ragazzo si avvi- che li turbava, Gesù, preso un bam-
cinava a Gesù, il demonio lo afferrò e bino accanto a sé, spiegò che chiun-
lo gettò a terra con violenza. Ma que- que avesse ricevuto un bambino nel
sta manifestazione di potenza dello suo nome, avrebbe ricevuto lui. A un
spirito demoniaco non impressionò esame superficiale, tale risposta non
Gesù: era l’incredulità degli uomini sembra avere nessuna relazione con
ciò che impediva la sua opera, non il la questione di chi fosse il più grande
potere dei demoni! Scacciò lo spirito tra i discepoli. Ma un nesso, sebbene
immondo, guarì il ragazzo e lo rese non evidente, esiste: la vera grandezza
a suo padre. Tutti i presenti rimasero consiste nella cura amorevole verso i
sbalorditi . Riconobbero che Dio ave- più piccoli, coloro che non hanno chi li
va compiuto un miracolo ravvisando- aiuti, quelli che il mondo trascura. Per-
vi la manifestazione della grandezza ciò, quando dichiarò: il più piccolo tra
di Dio. di voi, quello è grande, Gesù alludeva a
colui che si abbassa per farsi prossimo
U. Il Figlio dell’uomo annuncia la ai credenti trascurati, insignificanti,
propria morte e risurrezione disprezzati.
(9:43b-45) In Mt 18:4 il Signore dice che il più
9:43b-44 I discepoli potevano essere grande nel regno dei cieli è colui che si
portati a pensare che il loro Signore fa piccolo come un bambino. Nel Van-
avrebbe continuato a compiere mira- gelo di Luca il più grande è colui che
coli fino a quando, finalmente, l’intera s’identifica con il più piccolo tra i figli
nazione lo avrebbe acclamato Re. Per di Dio. In entrambi i casi occorre umi-
distoglierli da un simile inganno della liarsi, come fece il Salvatore stesso.
mente, il Signore tornò a rammentare
loro che il Figlio dell’uomo doveva es- W. Il Figlio dell’uomo vieta
sere consegnato nelle mani degli uo- il settarismo (9:49-50)
mini, vale a dire ucciso. 9:49 Questo episodio sembra illustra-
9:45 Perché essi non compresero re l’atteggiamento contro il quale il
questa profezia? Semplicemente per- Signore ha appena messo in guardia
ché erano ricaduti nell’errata convin- i suoi discepoli. Essi avevano trovato
zione che il Messia fosse un eroe del qualcuno che scacciava i demòni nel...
popolo. La sua morte, a loro avviso, nome di Gesù. Glielo avevano vietato
avrebbe rappresentato il fallimento per il semplice motivo che costui non
della causa. Le loro speranze erano era uno di loro. In altre parole, si erano
talmente forti che essi non riuscivano rifiutati di ricevere un figlio del Signore
a concepire un’idea contraria. Non era nel suo nome.
Dio a nascondere loro la verità, bensì il I discepoli di Gesù si erano dimo-
loro stesso rifiuto di credere. Temeva- strati settari e limitati, nonché gelosi
no perfino di interrogarlo e di cercare di un uomo o di un gruppo di uomini
di capire meglio, quasi temessero di che scacciava più demòni di loro; inve-
vedere confermati i loro timori! ce essi avrebbero dovuto rallegrarsi del
fatto che i demòni fossero scacciati. Ciò
V. La vera grandezza nel regno significa che ogni discepolo deve guar-
(9:46-48) darsi da questo desiderio di esclusività,
9:46 I discepoli non solo si aspettavano dal desiderio di monopolio sul potere e
l’inaugurazione a breve del glorioso re- sul prestigio spirituali.

262
LUCA 9:59

9:50 Gesù gli disse: “Non glielo vieta- dovuta essere improntata alla grazia,
te, perché chi non è contro di voi è per non alla vendetta.
voi”. Per quanto riguarda la persona e
l’opera di Cristo, non esiste neutralità. B. Ostacoli al discepolato
Se gli uomini non sono per Cristo, sono (9:57-62)
contro Cristo. Ma, relativamente al ser- 9:57 In questi versetti incontriamo tre
vizio cristiano, A.L. Williams afferma: probabili discepoli, che illustrano tre
I credenti impegnati devono ricor- dei maggiori ostacoli a un discepolato
dare che, quando persone estranee completo. Il primo era sicuro di volere
al loro ambiente compiono qualcosa seguire Gesù, ovunque e sempre. Non
nel nome di Cristo, ciò non può che aspettò di essere chiamato, ma si offrì
promuovere la sua causa... La rispo- con slancio. Fiducioso di sé, era ecces-
sta del Signore conteneva una veri- sivamente entusiasta e incurante del
tà di grande significato e di ampio prezzo da pagare. Non sapeva quello
respiro. Nessuna comunità terrena, che diceva.
per quanto santa, può reclamare 9:58 A prima vista, non pare esservi
l’esclusività dei poteri divini, se sono alcuna relazione tra la risposta di Ge-
inseparabilmente legati a un onesto sù e l’offerta dell’uomo. In realtà c’è ed
e fedele uso del nome di Cristo.(28) è molto stretta. Gesù stava dicendo:
“Sai tu che cosa significhi, veramente,
VII. CRESCENTE OSTILITÀ CONTRO seguirmi? Significa rinunciare agli agi
IL FIGLIO DELL’UOMO (9:51–11:54) e alle comodità della vita. Non ho una
casa di mia proprietà. Questa terra non
A. La Samaria respinge il Figlio mi offre alcun luogo dove riposare. Le
dell’uomo (9:51-56) volpi e gli uccelli ricevono dalla natura
9:51 Il tempo dell’ascensione di Gesù maggiori comodità e sicurezze rispetto
al cielo si stava avvicinando. Egli lo a quelle che ho io. Sei tu disposto a se-
sapeva bene, come sapeva che, prima, guirmi, anche se ciò significa rinuncia-
doveva venire la croce; così si avviò re alle cose che la maggior parte degli
risolutamente verso Gerusalemme e uomini considera come diritti inalie-
tutto quello che colà lo attendeva. nabili?” Quando leggiamo che il Figlio
9:52-53 Un villaggio samaritano che dell’Uomo non ha dove posare il capo,
si trovava sul tragitto si dimostrò ino- siamo portati ad avere compassione di
spitale verso il Figlio di Dio. La gente Gesù. Un commentatore afferma: “Egli
sapeva che egli si recava a Gerusalem- non ha bisogno della tua pietà. Abbi
me e questo, per quanto li riguardava, piuttosto pietà di te stesso, se hai una
era sufficiente per sbarrargli la via. casa che ti trattiene, allorché Cristo ti
Infatti esisteva una profonda ostilità vuole fuori, nel mondo”. Non si sa più
tra Samaritani e Giudei. Settarismo e nulla di questo aspirante discepolo…
bigottismo, intolleranza e orgoglio raz- Forse, dopo tutto, costui non era dispo-
ziale non permisero loro di ricevere il sto a rinunciare al proprio benessere
Signore della gloria. per seguire il Figlio di Dio.
9:54-56 Giacomo e Giovanni, per 9:59 Un altro uomo udì la chiama-
questa scortesia, furono presi da tale ta di Cristo. Costui era, fino a un cer-
collera che si offrirono di invocare del to punto, disponibile, ma prima di
fuoco... dal cielo per distruggere i col- seguirlo voleva ancora fare qualcosa:
pevoli. Gesù li sgridò immediatamen- Signore, permettimi di andare prima
te. Egli era venuto non per perdere le a seppellire mio padre. In altre parole
anime degli uomini, ma per salvarle. egli rispose: “Signore… prima per-
Quello era l’anno della grazia del Si- mettimi di curare i miei interessi”. In-
gnore, non il giorno della vendetta del dipendentemente dal fatto che padre
nostro Dio. La loro condotta sarebbe fosse già morto o che il figlio intendes-

263
LUCA 9:60

se rimanere a casa fino alla sua morte, accesso al regno, ma di servizio nel regno
la questione non cambiava: quest’uo- dopo esserci entrati. La nostra idonei-
mo permetteva a qualche altra cosa tà a entrare nel regno è nella persona e
di avere la precedenza sulla chiamata nell’opera del Signore Gesù. Diventiamo
di Cristo. È assolutamente legittimo idonei attraverso la fede in lui.
e rispettabile portare rispetto a un Nelle esperienze di questi uomini
padre morto o morente, ma è peccato sono dunque illustrati i tre maggiori
permettere a qualcosa o a qualcuno ostacoli a una vita di discepolato:
di entrare in competizione con Cristo. 1. comodità materiali;
Costui aveva altro da fare (potremmo 2. un lavoro o un’occupazione;
chiamarlo lavoro o occupazione) e ciò 3. famiglia e amici.
gli impediva di seguire la via di un di- Cristo deve regnare senza rivali nel
scepolato senza riserve. cuore del discepolo. L’amore e la fedel-
9:60 Il Signore rimproverò la sua tà ad altri devono essere in secondo
incoerenza con le parole: Lascia che i piano.
morti seppelliscano i loro morti; ma tu
va’ ad annunziare il regno di Dio. Co- C. Invio dei settanta
loro che sono morti spiritualmente pos- (10:1-16)
sono seppellire quelli che sono morti 10:1-12 Questo è l’unico resocon-
fisicamente, ma non possono predicare to evangelico che riporta la notizia
il vangelo. I discepoli non devono dare dell’invio in missione di settanta (30) di-
la priorità a compiti che i non creden- scepoli. Esso presenta molte analogie
ti possono svolgere altrettanto bene. con il racconto del mandato affidato ai
Il credente deve assicurarsi di essere dodici di Mt 10.
indispensabile al raggiungimento del In quell’episodio, tuttavia, i dodi-
traguardo principale della sua vita, che ci furono inviati in una regione set-
deve essere quello di promuovere la tentrionale; in questo caso, invece, i
causa di Cristo sulla terra. settanta sono diretti a sud, lungo il tra-
9:61 Il terzo aspirante discepolo as- gitto che il Signore stava percorrendo
somiglia al primo per essersi offerto alla volta di Gerusalemme. Probabil-
volontariamente di seguire Cristo. Ma mente questa missione doveva servire
assomiglia anche al secondo per aver a preparare la via del Signore nel suo
espresso la stessa limitazione: Signo- viaggio da Cesarea di Filippo (a nord)
re... prima . Voleva prima salutare la verso sud, attraverso la Galilea e la Sa-
sua famiglia. Di per sé la richiesta era maria, oltre il Giordano, attraverso la
giusta e ragionevole, ma perfino le nor- Perea e, riattraversando il Giordano,
mali sollecitudini della vita diventano verso Gerusalemme.
sbagliate quando hanno la precedenza Anche se il ministero e la missione
su una pronta e totale ubbidienza. dei settanta erano solo temporanei,
9:62 Gesù gli rispose che colui che le indicazioni del Signore presentano
guarda (29) indietro, una volta messo molti principi di vita validi per i cre-
la mano all’aratro del discepolato, denti di qualsiasi epoca. Essi possono
non è adatto al regno di Dio. I seguaci essere sintetizzati come segue.
di Cristo non hanno un cuore diviso, 1. Li mandò a due a due (v. 1), a sal-
né vivono un languido sentimentali- vaguardia dell’attendibilità della
smo. Nessun riguardo per famiglia o testimonianza. “Ogni parola sarà
amicizie, per quanto lecito in sé, deve confermata dalla bocca di due o tre
costituire un impedimento al totale e testimoni” (2 Co 13:1).
completo abbandono a lui. L’espressio- 2. La preghiera costante del servito-
ne “non adatto per il regno di Dio” non re affinché il Signore spinga degli
allude alla salvezza, bensì al servizio. operai nella sua mèsse (v. 2). Il fab-
Non è assolutamente una questione di bisogno è sempre maggiore della

264
LUCA 10:13-14

disponibilità di lavoratori. Quando mazione migliore, laddove la lo-


si prega per gli operai si deve, na- ro vita deve essere improntata alla
turalmente, essere disposti a inclu- semplicità e alla gratitudine.
dersi personalmente nel novero di 8. I discepoli di Cristo non esitino ad
tali operai. A tale proposito, si noti accettare qualsiasi cibo e bevanda
l’esortazione: pregate (v. 2) e andate venga loro offerto (v. 7): in qualità di
(v. 3). servitori del Signore, essi hanno ben
3. Gesù manda i suoi discepoli in un diritto al proprio mantenimento.
ambiente ostile (v. 3). Essi sono co- 9. Le città prendono posizione favo-
me agnelli indifesi in mezzo ai lupi. revole o contraria al Signore, pro-
Non devono aspettarsi che il mon- prio come gli individui (vv. 8-9). Se
do li tratti con tutti gli onori, ma una regione riceve favorevolmente
piuttosto che li perseguiti o, addi- il messaggio, colà i discepoli devo-
rittura, li sopprima. no predicare, accettare l’ospitalità
4. Il discepolo non deve curarsi del- e portare le benedizioni del vange-
le comodità personali (v. 4a): Non lo. I servitori di Cristo sono tenuti a
portate né borsa, né sacca, né cal- mangiare ciò che sarà loro messo
zari. La borsa rappresenta le risorse davanti, senza recare disturbo o in-
economiche; la sacca rappresenta comodo (in fin dei conti, il cibo non
le scorte di viveri; i calzari costitu- è la cosa più importante della vita).
iscono una probabile allusione al Gli abitanti delle città che ricevono i
paio di sandali di ricambio o a una messaggeri del Signore sono guariti
calzatura particolarmente comoda. dalla contaminazione del peccato:
La mancanza di questi tre accesso- il Re si è avvicinato a loro (v. 9).
ri rivela una povertà che, pur non 10. Una città che respinge il vangelo
avendo nulla, possiede ogni cosa e potrebbe vedersi negato il privilegio
arricchisce molti (vd. 2 Co 6:10). di ascoltarlo di nuovo (vv. 10-12).
5. Non salutate nessuno per via (v. 4b). Arriva sempre un giorno in cui Dio
I servitori di Cristo non sono tenuti fa udire il suo messaggio per l’ulti-
a sprecare tempo in lunghi, ceri- ma volta. Gli uomini non devono
moniosi saluti, com’era consuetu- prendersi gioco del vangelo, perché
dine in Oriente. Rimanendo cortesi esso potrebbe essere loro precluso
ed educati devono, però, utilizzare per sempre: “La luce rifiutata è luce
il loro tempo nella gloriosa procla- negata”. Le città e i villaggi cui è da-
mazione del vangelo, anziché in to il privilegio di ascoltare la buona
chiacchiere vane. Non vi è tempo notizia, ma che rispondono con il
da perdere. rifiuto, saranno giudicati più seve-
6. I servitori di Cristo devono accetta- ramente di Sodoma. Maggiore è il
re l’ospitalità, ovunque venga loro privilegio, maggiore è la responsa-
offerta (vv. 5-6). Se il loro saluto è bilità che esso comporta.
accettato, allora l’ospite è un figlio 10:13-14 Nel proferire queste pa-
di pace (uomo di pace, oppure co- role, Gesù fece menzione di tre città
lui che riceve il messaggio di pace). della Galilea che, più di ogni altra,
In caso di rifiuto i discepoli non si erano state privilegiate. Lungo le loro
devono scoraggiare; la loro pace ri- strade si erano visti i potenti mira-
tornerà a loro, senza sprechi né per- coli compiuti da Gesù e si era udito il
dite: altri la riceveranno. suo benevolo insegnamento. Eppure
7. I discepoli devono rimanere in queste città lo avevano rifiutato com-
quella stessa casa che, per prima, pletamente. Se le opere miracolose
ha offerto loro alloggio (v. 7). Spo- che egli aveva compiuto a Corazin e
starsi di casa in casa potrebbe farli Betsàida... fossero state fatte nelle an-
apparire alla ricerca di una siste- tiche città costiere di Tiro e… Sidone,

265
LUCA 10:15

queste ultime avrebbero chinato il ca- pegno della caduta finale di Sata-
po con spirito contrito. Ma per le città na... dal cielo, che deve ancora avve-
della Galilea, rimaste indifferenti alle nire. Saranno Michele e i suoi angeli
opere di Gesù, il giudizio sarebbe stato a cacciarlo dal cielo (vd. Ap 12:7-9)
più severo di quello di Tiro e di Sido- durante il periodo della tribolazione,
ne. Storicamente Corazin e Betsàida prima del glorioso regno di Cristo
furono, di fatto, totalmente distrutte e sulla terra;
la loro posizione geografica rimane a 2. le parole di Gesù erano un ammoni-
tutt’oggi incerta. mento contro l’orgoglio. È come se
10:15 Dopo la partenza da Nazaret, stesse dicendo: “Vi siete esaltati per-
Gesù si era stabilito a Capernaum. Per ché perfino i demòni vi sono stati sot-
il grande privilegio che le era stato ac- toposti. Tuttavia ricordate: il primo
cordato, questa città era stata innalza- peccato fu proprio l’orgoglio. Fu per
ta fino al cielo. Ma essa disprezzò il suo orgoglio che Lucifero cadde. Guardate
cittadino più importante, perdendo la di evitare questo pericolo”.
sua occasione. Per questo, in giudizio, 10:19 Il Signore aveva conferito ai
essa sarà abbassata fino all’Ades. suoi discepoli il potere contro le forze
10:16 Gesù concluse le sue istruzioni del male. Nel corso della loro missione
nominando i settanta quali suoi am- era garantita loro la preservazione da
basciatori. Rifiutare loro equivaleva a ogni pericolo. Tutti i servitori del Si-
rifiutare lui, e rifiutare lui equivaleva a gnore sono protetti.
rifiutare Dio Padre. 10:20 Tuttavia, essi non dovevano
Ryle commenta: rallegrarsi del potere esercitato contro
gli spiriti, ma della propria salvezza.
Nel Nuovo Testamento non si incon-
Questa è l’unica occasione in cui si
trano, probabilmente, espressioni
più forti per definire la dignità del
riporti un’esortazione di Gesù a non
ministero di un discepolo fedele e rallegrarsi. Il successo nel servizio
la colpa di cui si macchiano quanti cristiano è esposto a subdole insidie;
si rifiutano di ascoltare il suo mes- invece, il fatto di avere i nostri nomi…
saggio. Espressioni che, va ricordato, scritti nei cieli ci rammenta il nostro
non sono rivolte ai dodici aposto- infinito debito verso Dio e suo Figlio.
li, bensì ai settanta discepoli, i cui È meglio rallegrarsi della salvezza per
nomi e successive esperienze non ci grazia.
è dato di conoscere. Scott sottolinea: 10:21 Rifiutato dal popolo, Gesù
“Rifiutare un ambasciatore, o trat- guardò ai suoi umili seguaci ed esultò,
tarlo con disprezzo, è un affronto al ringraziando il Padre per la sua ineffa-
principe che l’ha nominato e inviato, bile sapienza. Quei settanta non erano i
nonché a colui che questi rappresen- sapienti e gli intelligenti di questo mon-
ta. Gli apostoli e i settanta discepoli do. Non erano né dotti né intellettuali.
erano ambasciatori e rappresentanti Erano soltanto dei bambini piccoli. Ma
di Cristo; coloro che li rifiutavano e li erano bambini pieni di fede, devoti e
disprezzavano, in realtà, rifiutavano dall’ubbidienza incondizionata. Gli
e disprezzavano lui”.(31) intellettuali erano troppo savi, troppo
saccenti, troppo intelligenti per cerca-
D. Ritorno dei settanta re il proprio bene. L’orgoglio li rendeva
(10:17-24) ciechi di fronte al vero valore dell’amato
10:17-18 Quando tornarono dalla mis- Figlio di Dio. È tramite i piccoli che Dio
sione, i settanta erano euforici perché può lavorare con la massima efficacia.
anche i demòni erano stati loro sotto- Il Signore era felice per tutti quelli che il
posti. La risposta di Gesù può essere Padre gli aveva dato e per questo primo
interpretata in due modi: successo dei settanta, che preannuncia-
1. nel loro successo Gesù ravvisava un va la caduta finale di Satana.

266
LUCA 10:29

10:22 Ogni cosa… è stata data al 10:26-28 Rispondendogli, il Signore


Figlio da suo Padre, sia essa in cielo, tenne presenti tutti questi fattori. Se
sulla terra o sotto la terra. Dio ha po- l’atteggiamento del dottore della legge
sto l’intero universo sotto l’autorità fosse stato umile e compunto, il Sal-
del Figlio. Nessuno sa chi è il Figlio, vatore avrebbe risposto in modo più
se non il Padre . L’incarnazione è diretto. Date le circostanze, Gesù attirò
avvolta in un mistero che nessuno, la sua attenzione sulla legge. La legge
tranne il Padre, può penetrare. Come cosa richiedeva? Richiedeva che l’uo-
Dio potesse farsi uomo e abitare in un mo amasse il Signore in modo totale e
corpo umano va oltre la comprensio- che amasse il prossimo come se stesso.
ne della sua creatura. Nessuno sa chi Gesù gli disse che, se avesse fatto que-
è il Padre, se non il Figlio e colui al sto, sarebbe vissuto.
quale il Figlio voglia rivelarlo. Anche A tutta prima potrebbe sembrare che
Dio trascende l’umana comprensio- il Signore stesse insegnando che la sal-
ne. Il Figlio lo conosce in modo per- vezza si ottiene tramite l’osservanza della
fetto e il Figlio lo ha rivelato ai deboli, legge. Non è così. Dio non ha mai voluto
agli umili e ai disprezzati che hanno che la salvezza fosse ottenibile tramite la
fede in lui (vd. 1 Co 1:26-29). Coloro legge. I dieci comandamenti furono dati
che hanno visto il Figlio hanno visto a un popolo di peccatori. La legge non fu
il Padre: “l’unigenito Figlio, che è nel istituita per salvare dal peccato, bensì per
seno del Padre, è quello che l’ha fatto far acquistare la consapevolezza dell’esi-
conoscere” (Gv 1:18). stenza del peccato. Lo scopo della legge
William Kelly afferma: “Il Figlio ri- è mostrare all’uomo la sua condizione di
vela il Padre, ma la mente umana si colpevolezza e di peccato.
spacca ogni volta che tenta di scioglie- È impossibile che l’uomo peccatore
re l’insolubile enigma della gloria per- ami Dio con tutto il cuore e che ami
sonale di Cristo”. il prossimo come se stesso. Se, dal
10:23-24 Privatamente, il Signore momento in cui nasce a quello in cui
disse ai discepoli che stavano vivendo muore, l’uomo riuscisse a realizzare
un periodo privilegiato senza prece- ciò, non avrebbe bisogno di salvezza,
denti. I profeti e i re dell’A.T. avevano giacché non si troverebbe in uno stato
desiderato vedere i giorni del Messia, di perdizione. Con tutto ciò, la sua ri-
ma non li avevano visti. Qui il Signo- compensa si limiterebbe a una lunga
re Gesù dichiara di essere colui che i vita sulla terra senza comportare la vita
profeti dell’A.T. aspettavano con impa- eterna in cielo. Fintantoché riuscisse a
zienza, il Messia. I discepoli erano dei vivere senza peccare, egli continuereb-
privilegiati perché potevano vedere i be a vivere. La vita eterna è riservata ai
miracoli e udire l’insegnamento della peccatori che riconoscono la propria
“speranza d’Israele”. condizione di perdizione e che sono
salvati per grazia di Dio.
E. Il dottore della legge e il buon Ecco perché l’affermazione di Gesù
Samaritano (10:25-37) Fa’ questo, e vivrai era puramente ipo-
10:25 Probabilmente la domanda del tetica. Se questo riferimento alla legge
dottore della legge, esperto degli in- avesse ottenuto l’effetto desiderato, il
segnamenti della legge di Mosè, non dottore della legge avrebbe esclamato:
era sincera. Egli stava cercando di “Se questo è ciò che Dio vuole, allora
far cadere il Salvatore in un tranello, sono perduto… derelitto e senza spe-
mettendolo sottilmente alla prova. ranza! Mi rimetto al tuo amore e alla
Forse pensava che il Signore avrebbe tua misericordia: salvami per grazia!”
rinnegato la legge. Per costui, Gesù era 10:29 Il dottore della legge, invece,
soltanto un Maestro e la vita eterna tentò di giustificarsi. Ma perché? Nes-
qualcosa da guadagnare o meritare. suno l’aveva accusato! Vi era in lui la

267
LUCA 10:30-35

consapevolezza della colpa, ma il suo F. Marta e Maria


cuore vi si opponeva orgogliosamente. (10:38-42)
Ricorse così a una domanda elusiva: 10:38-41 Il Signore, a questo punto, im-
chi è il mio prossimo? pernia il discorso su due grandi mezzi
10:30-35 Fu per rispondere a tale di benedizioni, quali la Parola di Dio e
domanda che il Signore Gesù raccon- la preghiera (10:38–11:13).
tò la storia del buon Samaritano. I Maria... sedutasi ai piedi del Signo-
particolari del racconto sono noti. Un re, ascoltava la sua parola , mentre
uomo (quasi certamente un Giudeo), Marta era tutta presa dai preparativi
vittima di una rapina, giaceva mezzo per accogliere l’ospite d’onore. Mar-
morto sulla strada per Gerico. Il sa- ta chiese al Signore di rimproverare
cerdote giudeo e il Levita si rifiutarono la sorella, che non le dava una mano
di prestargli soccorso, forse temendo nelle faccende domestiche, ma Gesù,
un’imboscata o di essere, a loro volta, teneramente, rimproverò lei per il suo
rapinati qualora avessero indugiato. Fu risentimento!
invece un esecrato Samaritano a ve- 10:42 Il Signore dà più valore al nostro
nirgli in aiuto, a prestargli assistenza e amore che al nostro servizio. Il servizio
a condurlo a una locanda, procurando può essere contaminato dall’orgoglio
che ricevesse ogni cura. Per il Sama- e dall’autocompiacimento. L’ascolto ai
ritano, un Giudeo in stato di necessità piedi di Gesù è la sola cosa necessaria,
rappresentava il prossimo. la parte buona che non… sarà tolta.
10:36-37 Quindi il Salvatore pose Commenta C.A. Coates:
una domanda impossibile da eludere: Il Signore ci vuole convertire da Mar-
Quale dei tre si dimostrò il prossimo ta in Maria, proprio come ci vuole
dell’uomo derubato? Quello che gli usò convertire da dottore della legge in
misericordia, naturalmente. Già, na- prossimo.(33)
turalmente. Allora il dottore della legge
doveva andare e fare la stessa cosa. Scrive Charles R. Erdman:
Se un Samaritano ha dimostrato Quantunque apprezzi tutto ciò cui
di essere il prossimo di un Giudeo, mettiamo mano per lui, il Maestro sa
usandogli misericordia, allora tutti che il nostro bisogno primario è sta-
gli uomini sono il prossimo.(32) re ai suoi piedi e comprendere la sua
volontà. In questo modo, potremo
Non è difficile ravvisare, nel sacer- svolgere le nostre attività con calma,
dote e nel Levita, l’inadeguatezza della pace e gentilezza e, alla fine, il nostro
legge ad aiutare il peccatore morto nei servizio potrà raggiungere la perfe-
peccati; la legge, infatti, comandava: zione di quello di Maria, quando, in
“Ama il tuo prossimo come te stesso”, seguito, versò sui piedi di Gesù l’un-
ma non procurava la capacità di adem- guento prezioso, quel profumo che
piervi. Inoltre, non è difficile ricono- ancora oggi sparge la sua fragranza
scere Gesù nel buon Samaritano. Egli per il mondo.(34)
è venuto a cercarci, ci ha salvati dai
nostri peccati e ha provveduto piena- G. La preghiera dei discepoli
mente per noi dalla terra al cielo e per (11:1-4)
tutta l’eternità. Se i sacerdoti e i Leviti Tra i capp. 10–11 c’è il periodo di cui si
possono deluderci, il buon Samaritano narra in Gv 9:1–10:21.
non ci deluderà mai. 11:1 Questo è un altro dei frequenti
La storia del buon Samaritano ebbe richiami di Luca alla vita di preghiera
un risvolto inatteso; iniziata per rispon- del Signore. Lo scopo di Luca, infatti, è
dere alla domanda “Chi è il mio prossi- presentare Cristo come il Figlio dell’uo-
mo?”, si concluse con un’altra domanda: mo, costantemente sottomesso a Dio,
“E tu, di chi sei il prossimo?” suo Padre. I discepoli percepivano che,

268
LUCA 11:5-8

nella vita di Gesù, la preghiera era una esclusivamente sull’opera compiuta da


forza reale e vitale. Udendolo pregare, Cristo al Golgota, e si riceve soltanto
nacque anche in loro il desiderio di per fede!). In questo contesto, invece,
pregare. Perciò uno dei suoi discepoli si tratta del perdono della colpa con-
gli chiese di insegnare loro a pregare. cesso da Dio in qualità di Padre. Dopo
Non chiese: “Insegnaci come pregare”, averci salvati, Dio ci tratta come figli.
bensì insegnaci a pregare. Tale richie- Se nel nostro cuore si trova uno spirito
sta, in ogni caso, includeva sicuramen- ostinato e refrattario al perdono, egli ci
te sia l’azione sia il metodo. corregge fino a quando non ci pieghia-
11:2 Il modello di preghiera che mo e ripristiniamo la comunione con
il Signore Gesù diede loro in questo lui. Questo tipo di perdono non riguar-
contesto è un po’ differente rispetto al da tanto la nostra posizione davanti a
cosiddetto Padre Nostro del Vangelo di Dio quanto, piuttosto, la nostra relazio-
Matteo. Le differenze, tuttavia, hanno ne con lui.
uno scopo e un significato ben precisi: Per alcuni, la supplica non ci esporre
nessuna di loro è casuale. alla tentazione costituisce uno scoglio.
In primo luogo, il Signore insegna ai Sappiamo che Dio non tenta nessuno
discepoli a rivolgersi a Dio come al Pa- a peccare (vd. Gm 1:13). Nella nostra
dre (i credenti dell’A.T. ignoravano l’esi- vita egli permette, tuttavia, che spe-
stenza di tale intimo legame familiare rimentiamo prove e verifiche, anche
con Dio). Ciò significa semplicemente dolorose: esse cooperano al nostro be-
che, adesso, noi credenti ci rivolgeremo ne. Il significato di questa espressione
a Dio come a un amorevole Padre cele- potrebbe essere: “Rendici sempre con-
ste. In secondo luogo, Gesù ci insegna sapevoli della nostra inclinazione alla
a chiedere che il nome di Dio sia santi- caduta e al peccato”. Dobbiamo chie-
ficato. Questo esprime il desiderio, nel dere al Signore di impedirci di peccare,
cuore del credente, che Dio sia venera- anche quando noi stessi vorremmo ce-
to, magnificato e adorato. Nella richie- dere alla tentazione. Dobbiamo prega-
sta venga il tuo regno, preghiamo che re che le occasione di caduta e il nostro
arrivi presto il giorno in cui Dio abbat- desiderio di cedere non s’incontrino
terà le forze del male e, nella persona mai. Questa preghiera esprime una sa-
di Cristo, regnerà vittorioso sulla terra, lutare sfiducia nella nostra capacità di
dove si compirà la sua volontà, come resistere alla tentazione e si conclude,
già avviene in cielo. infine, con la richiesta di liberazione
11:3 Poiché, così facendo, avremo dal maligno. (35)
anzitutto cercato il regno di Dio e la
sua giustizia, il Signore ci insegna a H. Due parabole sulla preghiera
presentare a Dio Padre le nostre neces- (11:5-13)
sità e i nostri desideri. A tale proposito il 11:5-8 Sempre in relazione alla pre-
Signore esordisce con il richiamo al bi- ghiera, il Signore si servì di due esempi
sogno quotidiano di cibo, sia spirituale per illustrare la disponibilità di Dio ad
sia materiale: dobbiamo dipendere ascoltare e a rispondere alle richieste
costantemente da Dio, riconoscendolo dei propri figli.
come la fonte di ogni bene. Una parabola narra di un uomo che
11:4 Segue, quindi, la richiesta del riceve la visita di un ospite a mezzanotte.
perdono dei peccati, subordinata alla Non disponendo di cibo a sufficienza,
nostra stessa pratica della misericor- bussa alla porta del vicino per chiedergli
dia nei confronti degli altri. Non si tre pani. Disturbato nel sonno, il vicino
tratta di un’allusione alla remissione inizialmente non ha nessuna intenzione
del peccato intesa come condono della di alzarsi. Ma poiché l’amico insiste e
pena (ricordiamo che il perdono basa- continua a picchiare alla sua porta, alla
to sull’espiazione del peccato si fonda fine si alza e gli dà ciò che chiede.

269
LUCA 11:9

Nell’applicare questo esempio alla ma di una torta rotonda e piatta, simile


nostra vita, dobbiamo però evitare di a una pietra). Dio non si prenderà mai
giungere a delle conclusioni errate. gioco di noi, dandoci qualcosa di non
Dio non è disturbato dalle nostre in- commestibile quando chiediamo cibo.
sistenti richieste e l’insistenza non è Se chiediamo un pesce, non ci darà un
l’unico modo di ottenere una risposta serpente, ossia qualcosa che potrebbe
alle preghiere. nuocerci. E se chiediamo un uovo, non
La parabola insegna, invece, che se ci darà uno scorpione, ossia qualcosa
un uomo è incline ad aiutare un amico che ci procurerebbe enormi sofferenze.
importuno, Dio è assai più disponibile 11:13 Un padre umano non darebbe
ad ascoltare le suppliche dei propri figli. mai doni cattivi; pur avendo una na-
11:9 Nella nostra vita di preghiera tura peccaminosa, egli sa come dare
dobbiamo imparare a non stancarci e a buoni doni ai suoi figli. Quanto più il
non scoraggiarci. Chiedete… cercate… nostro Padre celeste vuole donare lo
bussate. (36) Talvolta Dio risponde alle Spirito Santo a coloro che glielo chie-
nostre preghiere in prima istanza, tal- dono ! J.G. Bellet afferma: “È significa-
volta soltanto dopo reiterate richieste. tivo che il dono che egli considera più
necessario a noi, e che maggiormente
Dio risponde alle preghiere: desidera dare, sia lo Spirito Santo”.
A volte, quando debole è il cuore, Gesù disse questo quando lo Spirito
Egli dona proprio ciò che il credente Santo non era ancora stato dato (vd. Gv
vuole; 7:39). Oggi non dobbiamo pregare per
Più spesso la fede deve imparare a
ricevere il dono dello Spirito Santo in
riposare
noi, perché egli viene ad abitare in noi
E confidare nel silenzio di Dio,
quando egli tace;
al momento della conversione (vd. Ro
Poiché colui il cui nome è Amore 8:9b; Ef 1:13-14).
manderà ciò che più si addice, Ma è sicuramente necessario e giu-
Le stelle possono spegnersi, e le sto elevare altre preghiere riguardo
montagne cadere allo Spirito Santo. Dobbiamo pregare
Ma Dio è sincero e le sue promesse per essere disposti a lasciarci istruire e
sono vere. guidare dallo Spirito Santo, affinché la
Egli è la nostra forza. sua potenza si riversi su di noi, in tutto
– M.G.P. il nostro servizio per Cristo.
È molto probabile che, esortando i
La parabola pare proporre tre livelli discepoli a chiedere lo Spirito Santo,
crescenti di perseveranza (insistenza): Gesù alludesse alla potenza dello Spiri-
chiedere, cercare e bussare. to, che li avrebbe resi in grado di vivere
11:10 Questa parabola insegna che il discepolato del regno, come insegna-
chiunque chiede riceve, chiunque to nei precedenti capitoli. Arrivati a
cerca trova, e sarà aperto a chiunque questo punto, i discepoli probabilmen-
bussa. Questa è una promessa: quan- te sentivano che era impossibile supe-
do preghiamo, Dio ci dà sempre ciò che rare le prove del discepolato con le loro
chiediamo, oppure ci dà qualcosa di sole forze. Ed è effettivamente così. Ciò
meglio. Con un “no”, egli ci comunica che ci rende capaci di vivere la vita cri-
che la nostra richiesta non corrisponde stiana è la potenza dello Spirito Santo.
a quanto di meglio egli abbia da donar- Questo è il motivo per cui Gesù asserì
ci; in tal caso, il suo rifiuto è più oppor- che Dio è ansioso di donare questa po-
tuno della nostra domanda. tenza a chiunque la richieda.
11:11-12 La seconda parabola inse- Nell’originale greco del presente
gna che Dio non ci ingannerà mai dan- versetto, non si legge che Dio darà lo
doci una pietra, quando chiediamo del Spirito Santo, ma che “darà Spirito
pane (a quei tempi il pane aveva la for- Santo”: si noti l’assenza dell’articolo

270
LUCA 11:23

determinativo. A tale proposito, il prof. alla potenza di Satana, ne conseguiva,


H.B. Swete fa rilevare che, quando logicamente, che anch’essi operavano
l’articolo determinativo è presente, si con lo stesso potere. Naturalmente i
fa riferimento alla Persona stessa, lad- Giudei non avrebbero mai ammesso
dove la mancanza dell’articolo indica una simile ipotesi. Nondimeno, co-
un riferimento ai doni, ovvero alle me negare la validità di tale ragiona-
opere che tale Persona compie in no- mento? Il potere di cacciare i demòni
stro favore. Ne consegue che, qui, non proveniva da Dio o da Satana. Doveva
si tratta di una richiesta per ricevere la necessariamente essere l’uno o l’altro,
Persona dello Spirito Santo, bensì per non era possibile che fossero entrambi.
ricevere il suo ministero nella nostra Se Gesù agiva grazie alla potenza di
vita. A ulteriore conferma, citiamo il Satana, allora anche gli esorcisti giu-
passo parallelo di Mt 7:11, che riporta: dei dipendevano da quella medesima
“...quanto più il Padre vostro, che è nei potenza. Condannare lui equivaleva a
cieli, darà cose buone a quelli che gliele condannare anche costoro.
domandano!” 11:20 La vera spiegazione era che
Gesù cacciava i demòni con il dito di
I. Gesù risponde a quelli che Dio. Che cosa intendeva dire con la lo-
lo criticano (11:14-26) cuzione il dito di Dio? Nel resoconto di
11:14-16 Scacciando un demonio che Matteo (vd. Mt 12:28) leggiamo: “Ma se
aveva reso un uomo muto, Gesù susci- è con l’aiuto dello Spirito di Dio che io
tò una certa animazione tra la gente. scaccio i demòni, è dunque giunto fino
La folla si stupì, ma altri cominciarono a voi il regno di Dio”. Ne deduciamo
a mostrarsi più apertamente ostili al che il dito di Dio equivale allo Spirito di
Signore. L’ostilità si esprimeva prin- Dio. Gesù cacciava i demòni mediante
cipalmente in due forme. Alcuni lo lo Spirito di Dio e ciò dimostrava chia-
accusavano di cacciare i demòni me- ramente che il regno di Dio era giunto
diante la potenza di Belzebù, principe fino alle persone di quella generazione.
dei demòni. Altri gli chiedevano un Il regno era venuto nella persona del Re
segno dal cielo, forse per invitarlo a stesso. Gesù era là presente e operava
dimostrare l’infondatezza delle accuse tali miracoli: questa era la prova certa
rivoltegli. che il Principe, l’Unto di Dio, era ap-
11:17-18 La risposta all’accusa di parso sulla scena mondiale.
cacciare i demòni in virtù di una pos- 11:21-22 Fino ad allora Satana era sta-
sessione diabolica si trova nei vv. 17-26. to un uomo forte, ben armato, signore
La risposta alla richiesta di un segno si indiscusso della sua corte. Coloro che
trova al v. 29. Prima di tutto il Signore erano posseduti da demòni erano presi
Gesù rammentò loro che ogni regno nel suo laccio, senza che nessuno potes-
diviso contro se stesso va in rovina, se contrastarlo. Ciò che egli possedeva
e casa crolla su casa. Se, cacciando i era al sicuro: nessuno aveva il potere di
demòni, Gesù avesse effettivamente contrastare la sua signoria. Il Signore Ge-
agito come strumento di Satana, se ne sù, più forte di Satana, era sopraggiunto,
sarebbe dovuto dedurre che Satana lo aveva vinto, gli aveva tolto tutta l’ar-
combatteva contro i propri subalterni. matura e ne aveva diviso il bottino.
È ridicolo ritenere che il diavolo si op- Nemmeno i suoi accusatori poteva-
ponga a se stesso, ostacolando i suoi no negare che Gesù scacciava gli spiriti
stessi piani. maligni. Ciò poteva soltanto significare
11:19 In secondo luogo, il Signore che Satana era stato sconfitto e le sue
ricordò agli accusatori che, in quello vittime liberate.
stesso momento, anche alcuni dei loro 11:23 Gesù aggiunse che chi non è
connazionali stavano cacciando degli con lui è contro di lui, e chi non racco-
spiriti maligni. Se egli operava grazie glie con lui disperde. Qualcuno ha det-

271
LUCA 11:24-26

to “Un uomo o si muove in sintonia o per salutare Gesù con le parole Beato
è d’intralcio”. Abbiamo già analizzato il grembo che ti portò, e le mammelle
l’apparente contraddizione tra questo che tu poppasti! La risposta del Signore
versetto e 9:50. Riguardo alla persona e è significativa. Non negò che Maria, sua
all’opera di Cristo non può esserci neu- madre, fosse beata, ma si spinse oltre,
tralità. Chi non è per Cristo, è contro di affermando che era ancora più impor-
lui. Riguardo al servizio cristiano, in- tante udire la parola di Dio e osservarla.
vece, coloro che non sono contro i ser- In altre parole, perfino Maria era
vitori di Cristo, sono a favore. Il primo considerata beata più per la sua fede in
versetto fa riferimento alla salvezza, il Cristo e perché lo seguiva, che per esse-
secondo al servizio. re sua madre. I rapporti di sangue non
11:24-26 Sembra che il Signore ca- sono tanto importanti quanto i rappor-
povolga la questione a svantaggio dei ti di natura spirituale. Ciò dovrebbe
suoi avversari. Costoro lo avevano bastare per far tacere chi vorrebbe fare
accusato di essere posseduto da un di Maria un oggetto di culto.
demonio… Ora egli paragonava la loro
nazione a un uomo temporaneamente K. Il segno di Giona
liberato da uno spirito immondo. Tutto (11:29-32)
questo era, effettivamente, accaduto 11:29 A quanti l’avevano tentato (v. 16)
nella storia d’Israele. Prima dell’esi- chiedendogli un segno dal cielo, il Si-
lio, Israele era stato posseduto da uno gnore Gesù rispose ora attribuendo la
spirito di idolatria. Dopo la cattività, domanda a una generazione malvagia.
il paese fu liberato da tale spirito, e Egli alludeva principalmente alla gene-
da allora i Giudei non sono più caduti razione coeva dei Giudei.
nell’idolatria. Benché la loro casa fosse Essi erano stati onorati dalla presen-
spazzata e adorna, essi continuavano a za del Figlio di Dio, avevano udito le
impedire al Signore Gesù di entrarvi e sue parole ed erano stati testimoni dei
prenderne possesso. Egli perciò predis- suoi miracoli; tuttavia non erano anco-
se che, un giorno, lo spirito immondo ra soddisfatti e affermavano che avreb-
raccoglierà altri sette spiriti peggiori bero creduto soltanto se avessero visto
di lui ed essi entreranno nella casa per un’opera potente e soprannaturale nei
abitarla. Questo evento è ricollegabile cieli! Il Signore rispose che non sareb-
alla terribile forma di idolatria che la be stato dato loro altro segno se non il
nazione giudaica adotterà durante la segno di Giona.
tribolazione, accettando l’Anticristo 11:30 Gesù alludeva alla propria
come Dio (vd. Gv 5:43). Il castigo per risurrezione dai morti. Come Giona
questo peccato sarà peggiore di qual- fu liberato dal mare dopo essere stato
siasi altro mai subìto prima. nel ventre del pesce per tre giorni e
Pur riferendosi principalmente alla tre notti, così il Signore Gesù sarebbe
storia d’Israele come nazione, questo risorto dalla morte dopo essere stato
brano allo stesso modo evidenzia l’in- nella tomba per tre giorni e tre notti.
sufficienza del pentimento o del cam- In altre parole, l’ultimo miracolo del
biamento nella vita di un individuo. ministero terreno del Signore Gesù
Non basta voltare pagina. Il Signore Ge- sarebbe stato la sua risurrezione. Gio-
sù Cristo deve essere accolto nel cuore na fu un segno per i Niniviti . Allorché
e nella vita. Altrimenti si lascia la porta il profeta andò a predicare a questa
aperta a forme di peccato peggiori di metropoli pagana, vi si recò come
quelle praticate in precedenza. uno che, almeno simbolicamente, era
risorto dai morti.
J. Più beati di Maria 11:31-32 La regina del mezzogiorno,
(11:27-28) ossia la regina pagana di Seba, fece un
11:27-28 Una donna spuntò dalla folla lungo viaggio per udire la sapienza di

272
LUCA 11:37-40

Salomone. Ella non vide un solo mi- suoi discepoli, i quali dovevano diffon-
racolo. Se avesse avuto il privilegio di dere la luce, non nasconderla sotto un
vivere ai giorni del Signore, con quale vaso. Qui Gesù rivela che l’incredulità
prontezza lo avrebbe accolto! Perciò di quelli che richiedono un segno è
ella comparirà nel giorno del giudizio causata dalla cupidigia e dal timore
a giudicare gli uomini malvagi che della vergogna.
ebbero l’onore di vedere le opere so- 11:34 La loro incredulità derivava
prannaturali del Signore Gesù e che, dalle loro motivazioni impure. Nel
nondimeno, lo respinsero. Uno più regno fisico è l’occhio che illumina
grande di Salomone e più grande di tutto il… corpo : se l’occhio è sano, la
Giona aveva fatto la sua comparsa nella persona vede la luce. Ma se l’occhio è
storia dell’uomo. Laddove i Niniviti… malato, vale a dire cieco, la luce non
si ravvidero alla predicazione di Gio- può entrare.
na, i Giudei rifiutarono di pentirsi alla Lo stesso avviene nel regno spiritua-
predicazione di un profeta più grande le. Se l’individuo desidera sinceramen-
di Giona. te sapere se Gesù è il Cristo di Dio, Dio
Gli scettici contemporanei rifiutano glielo rivelerà. Ma se le sue motivazioni
la storia di Giona, attribuendola alla leg- non sono pure, se egli rimane aggrap-
genda ebraica. Gesù parlò di Giona co- pato alla sua cupidigia, se continua a
me di un personaggio altrettanto storico temere la critica altrui, allora è cieco di
quanto lo stesso Salomone. Chi afferma fronte al vero valore del Salvatore.
che crederà solo davanti a un miracolo, 11:35 Gli uomini ai quali Gesù si
commette un errore. La fede non si basa rivolgeva si credevano molto saggi.
sull’evidenza dei sensi, bensì sulla Pa- Pensavano di possedere luce in abbon-
rola vivente di Dio. Chi non crede alla danza. Il Signore Gesù li avvertì che la
Parola di Dio non crederebbe nemme- luce in loro era, in realtà, tenebre. Era
no se qualcuno risuscitasse dai morti la loro presunzione di sapienza e di su-
(vd. 16:31). La richiesta di un segno non periorità a tenerli lontani da lui.
fa piacere a Dio. Significa credere per 11:36 Colui che si apre totalmente a
visione, non per fede. L’incredulità dice: Gesù, Luce del mondo, con purezza di
“Fammi vedere, e crederò”. Dio dice: intenti è inondato di luce spirituale: la
“Credi, e vedrai” (Agostino, Conferenza sua vita interiore è illuminata da Cristo
con Massimino, 218). nello stesso modo in cui il suo corpo è
illuminato dalla luce di una lampada.
L. Parabola della lampada accesa
(11:33-36) M. Pulizia esteriore e interiore
11:33 Sembrerebbe non esserci relazio- (11:37-41)
ne tra questi versetti e i precedenti. Ma, 11:37-40 Quando Gesù accettò l’invi-
a un esame più attento, si scopre un to a casa di un fariseo, il suo ospite si
collegamento vitale. Gesù rammentò stupì che non si fosse lavato prima del
ai suoi ascoltatori che nessuno mette pranzo. Gesù, lettogli nel pensiero, lo
una lampada accesa in cantina o sotto rimproverò energicamente per la sua
un recipiente ma la colloca, bensì, sul ipocrisia e superficialità, ricordandogli
candeliere, dove può essere vista e fare che ciò che veramente conta non è la
luce a tutti quelli che entrano. pulizia dell’esterno della coppa, bensì
Ora, Dio è colui che ha acceso la del suo interno.
lampada . Nella persona e nell’opera Esteriormente i farisei apparivano
del Signore Gesù, egli ha provveduto giusti ma, nel loro intimo, essi erano
un’esplosione di luce per il mondo. Se corrotti e malvagi. Lo stesso Dio che
qualcuno non vede la luce, non è col- ha fatto l’esterno dell’uomo ha fatto
pa di Dio. Nel cap. 8 Gesù parlava della anche l’interno e desidera che la sua
responsabilità di coloro che erano già vita interiore sia pura. “L’uomo guarda

273
LUCA 11:41

all’apparenza, ma il Signore guarda al le: essi eccellevano in ciò che avrebbe


cuore” (1 S 16:7). incontrato lo sguardo e l’ammirazione
11:41 Il Signore comprendeva quan- altrui, ma trascuravano ciò che poteva
to i farisei fossero avidi ed egoisti, per- essere visto solamente da Dio.
ciò disse al suo ospite di dare prima in 11:43 Costoro amavano mettersi in
elemosina quello che aveva. Se avesse mostra, occupare i posti in vista nelle
superato questa fondamentale prova sinagoghe e attirare tutta l’attenzione
di amore per gli altri, allora ogni cosa possibile camminando nelle piazze.
sarebbe stata pura per costui. Non erano colpevoli soltanto di super-
H.A. Ironside commenta: ficialità, ma anche di orgoglio.
11:44 Infine, il Signore li parago-
Solo quando l’amore di Dio riempie
nò a dei sepolcri non contrassegnati.
il cuore di un uomo, sì da renderlo
Secondo la legge di Mosè, il contatto,
sollecito ai bisogni altrui, tali atti
esteriori hanno reale valore. Chi è
anche involontario, con un sepolcro
costantemente intento ad accumu- rendeva impuri per sette giorni (vd. Nu
lare per sé, totalmente incurante dei 19:16). Esteriormente i farisei davano
poveri e dei bisognosi che ha intorno, l’impressione di essere devoti capi reli-
dimostra che l’amore di Dio non di- giosi ma, secondo Gesù, costoro avreb-
mora in lui.(37) bero dovuto indossare un cartello che
avvisasse la gente del contagio che il
Un anonimo commentatore così contatto con loro procurava. Come se-
riassume: polcri, essi erano pieni di corruzione e
Le severe riprensioni ai farisei e ai sozzura e contaminavano gli altri con
dottori della legge, nei vv. 39-52, sono la loro superficialità e il loro orgoglio.
pronunciate alla tavola di un fariseo
(v. 37). Ciò che chiamiamo “buon gu- O. Denuncia contro i dottori
sto” è spesso un modo per evitare di della legge (11:45-52)
essere fedeli alla verità; sorridiamo 11:45 I dottori della legge erano gli scri-
quando dovremmo disapprovare, e bi, esperti nell’insegnamento e nell’in-
rimaniamo in silenzio quando do- terpretazione della legge di Mosè. Con
vremmo parlare. Meglio interrom- tutta la loro competenza, tuttavia,
pere una cena, che interrompere la costoro si limitavano a dire agli altri
fedeltà a Dio. che cosa fare, laddove essi stessi non
mettevano in pratica nulla di ciò che
N. Rimprovero ai farisei insegnavano. Colpito dalle affilate pa-
(11:42-44) role di Gesù, uno dei dottori della legge
11:42 I farisei badavano molto all’este- gli fece notare che, criticando i farisei,
riorità. Essi curavano i minimi parti- offendeva anche gli esperti della legge.
colari delle leggi cerimoniali (come il 11:46 Il Signore colse l’occasione per
pagamento della decima di ogni minu- denunciare alcuni peccati dei dottori
scola erba), ma si disinteressavano dei della legge. Anzitutto essi opprime-
rapporti con Dio e con gli uomini: op- vano il popolo con ogni sorta di pesi
primevano i poveri e non amavano Dio. (con riferimento ai precetti legalistici),
Il Signore non li rimproverò perché ma non facevano nulla per aiutarlo
pagavano la decima della menta, del- a sostenere quei pesi. Come afferma
la ruta e di tutte le erbe, ma sempli- William Kelly, “costoro erano noti per
cemente li esortò a non essere tanto il loro disprezzo nei confronti di quelle
zelanti in queste piccolezze a scapito stesse persone da cui derivavano tutta
dei doveri basilari della vita, quali la la loro importanza”. (38) Essi stessi ave-
giustizia e l’amor di Dio. I farisei at- vano stabilito molte regole su questioni
tribuivano soverchia importanza ai di infima importanza.
dettagli, ma trascuravano l’essenzia- 11:47-48 Inoltre, i dottori della legge

274
LUCA 12:1

erano ipocriti e criminali. Fingevano tato via la chiave della conoscenza,


di onorare i profeti di Dio, al punto di ossia per aver nascosto la Parola di
far erigere monumenti sopra i sepolcri Dio al popolo. Benché esteriormente
dei profeti dell’A.T. Ma se questo poteva professassero fedeltà alle Scritture, in
apparire un segno di profondo rispetto, realtà costoro rifiutavano caparbia-
il Signore Gesù sapeva che non lo era. mente di accogliere colui del quale le
Sebbene apparentemente si dissocias- Scritture rendevano testimonianza e,
sero dagli antenati giudei che avevano inoltre, impedivano agli altri di andare
ucciso i profeti, in realtà essi ne segui- a Cristo. I dottori della legge non accet-
vano le orme. Mentre costruivano i tavano Gesù, né volevano che altri lo
sepolcri per i profeti, architettavano la accogliessero.
morte del più grande profeta di Dio, il
Signore stesso. Parimenti, avrebbero P. Risposta degli scribi e dei farisei
continuato a uccidere i fedeli profeti e (11:53-54)
apostoli di Dio. 11:53-54 Ovviamente gli scribi e i fari-
11:49 Dal raffronto di questo ver- sei si adirarono per le esplicite accuse
setto con Mt 23:34, si deduce che Ge- del Signore. Cominciarono a contra-
sù stesso è la sapienza di Dio. Egli qui starlo duramente, cercando in tutti
cita la sapienza di Dio che afferma: Io i modi di coglierlo in fallo. Con ogni
manderò loro dei profeti. In Matteo, possibile espediente, gli tesero tranelli
Gesù non pronuncia questa frase come per estorcergli qualche parola passi-
se si trattasse di una citazione dall’A.T. bile di pena capitale. In questo modo
o da qualche altra fonte, ma la formula, riuscirono solamente a dimostrare con
bensì, come propria (inoltre vd. 1 Co quale precisione Gesù avesse letto nel
1:30, in cui Cristo è definito la “sa- loro intimo.
pienza”). Il Signore Gesù promise che
avrebbe mandato dei profeti e degli VIII. INSEGNAMENTI E GUARIGIONI
apostoli agli uomini della sua genera- SULLA VIA PER GERUSALEMME
zione, ma questi li avrebbero persegui- (capp. 12–16)
tati e uccisi.
11:50-51 A quella generazione Gesù A. Avvertimenti e incoraggiamenti
(la “sapienza di Dio”) avrebbe chiesto (12:1-12)
conto del sangue di tutti i messaggeri di 12:1 Mentre Gesù rimproverava i fari-
Dio, a partire dal primo caso riportato sei e i dottori della legge, la gente si era
nell’A.T., ossia l’assassinio di Abele, fi- riunita a migliaia. In genere le dispute
no all’ultimo, quello di Zaccaria, che fu e i dibattiti attirano le masse, ma in-
ucciso tra l’altare e il tempio (vd. 2 Cr dubbiamente questa gente era venuta
24:21). Il secondo libro delle Cronache anche perché attratta dalla coraggiosa
era, per i Giudei, l’ultimo libro dell’A.T.: denuncia di Gesù contro gli ipocriti ca-
menzionando Abele e Zaccaria, Gesù pi religiosi.
passò in rassegna tutta la schiera dei Sebbene non sempre popolare, un
martiri. Mentre pronunciava queste atteggiamento intransigente nei con-
parole, egli sapeva bene che quella ge- fronti del peccato riscuote, proprio
nerazione lo avrebbe messo a morte perché è corretto, l’approvazione del
sulla croce, raggiungendo così l’orren- cuore dell’uomo. La verità si ratifica da
do apice di tutte le loro precedenti per- sé. Rivolgendosi ai suoi discepoli, Gesù
secuzioni degli uomini di Dio. Proprio avvertì: Guardatevi dal lievito dei fa-
perché avrebbero ucciso lui, il sangue risei, immagine ed emblema dell’ipo-
di tutte le epoche precedenti sarebbe crisia . Ipocrita è colui che indossa
ricaduto su di loro. una maschera, colui la cui apparenza
11:52 Infine il Signore Gesù denun- differisce totalmente dalla sostanza.
ciò i dottori della legge per aver por- I farisei si atteggiavano a modelli di

275
LUCA 12:2-3

virtù, ma in realtà erano maestri del è dimenticato di fronte a Dio. Se Dio


travestimento. ha cura di quel passero scompagnato,
12:2-3 Il giorno della rivelazione quanto più veglierà su quanti procla-
dei loro misfatti sarebbe giunto. Tutto mano il vangelo di suo Figlio! Egli ne
quello che avevano nascosto sarebbe conta perfino i capelli del capo.
stato svelato e tutto quello che avevano 12:8 Il Salvatore dice ai discepoli che
fatto nelle tenebre sarebbe stato porta- chiunque lo riconoscerà sarà altresì da
to alla luce. lui riconosciuto davanti agli angeli di
Con l’inevitabile smascheramento Dio. Egli allude qui a tutti i veri cre-
dell’ipocrisia, la verità avrebbe, altret- denti di tutti i tempi. Riconoscere Gesù
tanto inevitabilmente, trionfato. Fino significa accettarlo e accoglierlo come
ad allora il messaggio dei discepoli era unico Signore e Salvatore.
stato proclamato in relativa oscurità e a 12:9 Quanti avranno rinnegato Ge-
un uditorio limitato. Ma dopo il rifiuto sù davanti agli uomini saranno rinne-
del Messia da parte d’Israele e la venuta gati davanti agli angeli di Dio. Nel suo
dello Spirito Santo, i discepoli avrebbe- discorso Gesù alludeva, in primo luo-
ro annunciato ovunque e senza timore go, ai farisei; ovviamente ciò riguarda
la buona notizia nel nome del Signore altresì tutti coloro che rifiutano Cristo
Gesù. Secondo una suggestiva metafo- e si vergognano di riconoscerlo. Quel
ra, il messaggio sarebbe stato procla- giorno egli dirà loro: “Non vi ho mai
mato sui tetti. Godet osserva: “Coloro conosciuto”.
che oggi non riescono a trovare ascol- 12:10 Quindi, il Salvatore spiegò ai
to, se non in cerchie ristrette e scono- discepoli la differenza tra una critica
sciute, diventeranno gli insegnanti del rivolta a lui e la bestemmia contro lo
mondo”. (39) Spirito Santo. Coloro che parlano con-
12:4-5 Con l’incoraggiamento e l’af- tro il Figlio dell’uomo possono essere
fetto racchiuso nell’espressione miei perdonati, se si ravvedono e credono.
amici, Gesù esortò i discepoli a non Ma la bestemmia contro lo Spirito
vergognarsi di questa inestimabile Santo è il peccato imperdonabile di cui
amicizia neppure nel momento della si erano resi colpevoli i farisei (vd. Mt
prova. L’annuncio del messaggio cri- 12:22-23). In che cosa consisteva tale
stiano al mondo avrebbe procurato ai peccato? Esso consisteva nell’attri-
fedeli discepoli persecuzione e morte. buire al diavolo i miracoli operati dal
Ma vi era un limite che uomini come i Signore Gesù. Era una bestemmia
farisei non potevano oltrepassare. Quel contro lo Spirito Santo, giacché Gesù
limite era la morte fisica; i discepoli, operò tutti i suoi miracoli per la po-
tuttavia, non avrebbero dovuto temere tenza dello Spirito Santo. Era come
la morte. Dio avrebbe riservato ai loro affermare che lo Spirito Santo di Dio
persecutori una fine peggiore, con la è il diavolo! Non vi è perdono per que-
morte eterna nella geenna. Perciò i di- sto peccato, né in questo tempo né in
scepoli non dovevano temere gli uomi- quello a venire.
ni, bensì Dio. Questo peccato non può essere
12:6-7 Per evidenziare la protezio- commesso da un vero credente, anche
ne di Dio sui discepoli, il Signore Gesù se qualcuno si tormenta per il timore
menzionò la cura del Padre per i passe- di essersene reso colpevole ricadendo
ri. In Mt 10:29 leggiamo che due passe- nei peccati. Ricadere nel peccato non
ri si vendono per un soldo. Qui è scritto significa commettere il peccato imper-
che cinque passeri… si vendono per donabile. Chi ricade nel peccato ha fa-
due soldi. In altre parole, sull’acquisto coltà di ristabilire la comunione con il
di quattro passeri, uno è in omaggio. Signore. Tale preoccupazione dimostra
Eppure, nemmeno questo passero che non è stato commesso il peccato
spaiato, privo di valore commerciale, imperdonabile.

276
LUCA 12:15

Il peccato imperdonabile non con- spose di non essere venuto nel mondo
siste nemmeno nel rifiuto di Cristo da per trattare questioni così futili. Lo
parte del non credente. Può capitare scopo della sua venuta era la salvezza
che un individuo, dopo aver ripetuta- di uomini e donne peccatori. Egli non
mente rifiutato il Salvatore, un giorno si sarebbe dunque lasciato sviare da
si rivolga al Signore e si converta. Natu- questa grande e gloriosa missione per
ralmente, se muore senza aver creduto, spartire una piccola eredità (oltretut-
non può più convertirsi. Il suo peccato, to, egli non aveva l’autorità legale per
in questo caso, diventa effettivamente giudicare su questioni di proprietà o di
imperdonabile. Ma il peccato che il Si- successione. Un eventuale suo respon-
gnore definì imperdonabile è il peccato so non sarebbe stato vincolante).
commesso dai farisei, i quali afferma- 12:15 Ma il Signore si servì di que-
vano che egli compiva i miracoli grazie sto episodio per mettere in guardia gli
alla potenza di Belzebù, il principe dei ascoltatori contro uno dei mali più in-
demòni. sidiosi del cuore umano: l’avarizia. La
12:11-12 Inevitabilmente i discepoli cupidigia di beni materiali è una delle
sarebbero stati trascinati al cospetto più forti pulsioni della vita. Purtroppo,
delle autorità . Il Signore Gesù disse per causa sua, si perde completamente
che era inutile stabilire in anticipo co- di vista lo scopo dell’esistenza umana.
sa avrebbero dovuto dire in tale fran- Non è dall’abbondanza dei beni che
gente. Lo Spirito Santo avrebbe messo uno possiede, che egli ha la sua vita.
loro in bocca le parole giuste, al mo- J.R. Miller osserva:
mento giusto. Ciò non significa che i
servitori del Signore non debbano de- Questa è una delle bandierine rosse
dicare del tempo alla preghiera e allo issate dal nostro Signore, di cui la
studio, prima di predicare il vangelo o maggior parte della gente oggi pare
di insegnare la Parola di Dio. Questa non curarsi. Cristo ha parlato diffu-
non deve essere una scusa per giustifi- samente riguardo al pericolo delle
care la pigrizia! In ogni caso, il Signore ricchezze, ma non sono in molti a
ha promesso espressamente che colo- temerle. In pratica, oggigiorno l’ava-
ro che saranno condotti in giudizio a rizia non pare più essere considera-
motivo della loro testimonianza per ta un peccato. Se un individuo vìola
il sesto o l’ottavo comandamento è
Cristo riceveranno un aiuto speciale
bollato come criminale e coperto di
dallo Spirito Santo. Questa è una pro-
vergogna; ma se vìola il decimo è sol-
messa generale per tutto il popolo di tanto un intraprendente. La Bibbia
Dio: chi cammina nello Spirito riceve- afferma che l’amore per il denaro è
rà le parole giuste da dire nei momenti la radice di ogni male, ma chiunque
critici. cita questa affermazione sottolinea il
termine “amore”, spiegando che tale
B. Ammonimento contro l’avarizia prolifica radice non è il denaro in sé,
(12:13-21) bensì soltanto l’amore per il denaro.
12:13 A questo punto un uomo si fece
Se ci si guarda intorno, sembra che la
avanti tra la folla, chiedendo al Signo- vita di un individuo consista proprio
re di dirimere una disputa tra lui e suo nell’abbondanza delle cose che pos-
fratello riguardo a un’eredità. Si dice siede. Gli uomini credono di diven-
spesso che dove c’è un testamento si tare grandi in proporzione all’accu-
radunano molti parenti. Questo sem- mulo di ricchezza. E così, in effetti,
bra, appunto, il caso. Non è specificato sembra, poiché il mondo valuta gli
se l’uomo fosse stato defraudato della uomini in base al loro conto corren-
sua parte o se ne rivendicasse più di te. Eppure non esiste errore più fata-
quanto gli spettasse. le. Il vero valore di un uomo dipende
12:14 Il Salvatore prontamente ri- da ciò che è, non da ciò che ha.(40)

277
LUCA 12:16-18

12:16-18 La parabola del ricco stol- C. L’ansia contrapposta alla fede


to fa capire che le ricchezze non sono (12:22-34)
la cosa più importante della vita. Gra- 12:22-23 Uno dei grandi pericoli, nel-
zie a un eccezionale raccolto, questo la vita del credente, è che lo scopo
ricco coltivatore si trovò davanti a un primario dell’esistenza si riduca alla
dilemma, per lui davvero inquietante: sollecitudine per il cibo e il vestiario e
che cosa fare di tutto il grano accumu- agli sforzi per guadagnare il necessario
lato? Tutti i suoi depositi e i granai era- per sostenerne le spese, relegando in
no colmi al massimo della capienza. secondo piano il lavoro per il Signore.
All’improvviso costui ebbe un lampo Il N.T. esorta il credente ad attribuire
di genio: il problema era risolto. Avreb- alla causa di Cristo la priorità nella sua
be demolito i granai, costruendone di vita. Nutrimento e vestito dovrebbero
più grandi! Costui si sarebbe potuto rivestire un’importanza accessoria. Il
risparmiare la spesa e la seccatura credente lavorerà sodo per soddisfare
di questo grandioso progetto, se solo le necessità correnti e quindi, impe-
avesse posato lo sguardo sui bisogni gnandosi al servizio del Signore, confi-
del mondo intorno a lui, e usato le sue dare in lui per il futuro. È questa la vita
ricchezze per placare la fame, fisica e di fede.
spirituale. Disse il vescovo Ambrogio Quando il Signore Gesù esortò a non
da Milano: “I cuori dei poveri, le case stare in ansia per il cibo e il vestiario,
delle vedove, le bocche dei bambini so- non intendeva dire che dobbiamo star-
no granai infiniti”. cene beatamente seduti ad aspettare
12:19 Il suo piano era andarsene in che queste cose piovano dal cielo. Il
pensione non appena i nuovi granai cristianesimo non incoraggia la pigri-
fossero pronti. Notiamo l’autosuffi- zia. Quello che certamente intendeva
cienza di costui: i miei granai… i miei era che, mentre ci procuriamo il de-
raccolti… i miei beni… la mia anima. naro per vivere, non dovremmo attri-
Il suo futuro era tutto pianificato: egli buire alle necessità della vita maggiore
si sarebbe riposato, avrebbe mangiato importanza del dovuto. C’è qualcosa di
bevuto e si sarebbe divertito. più importante di ciò che mangiamo o
12:20-21 Allorché cominciò a consi- indossiamo: noi siamo qui come amba-
derare come sua proprietà anche il tem- sciatori del Re ed è al glorioso compito
po, costui si imbatté in Dio, a sua eterna di farlo conoscere che tutte le sollecitu-
perdizione. Dio gli disse che sarebbe dini per il nostro benessere e il nostro
morto quella notte stessa. Avrebbe per- aspetto devono essere subordinate.
so la proprietà di tutti i suoi beni mate- 12:24 Gesù si servì dell’esempio dei
riali, che sarebbero passati ad altri. corvi per spiegare la considerazione di
Guai a colui i cui progetti finiscono Dio per le sue creature. Essi non tra-
alla tomba! Quell’uomo è sicuramente scorrono la vita nell’affannosa ricerca
uno stolto. di cibo o nell’accantonamento per i bi-
...e quello che hai preparato, di sogni futuri, bensì vivono in continua
chi sarà? chiese Dio. Faremmo be- dipendenza da Dio. Ora, non bisogna
ne a chiederci anche noi: “Se Cristo forzare questi due concetti (non semi-
tornasse oggi, a chi andrebbero tutti nano e non mietono) per insegnare che
i miei beni?” Quanto è meglio usarli gli uomini dovrebbero astenersi dalle
per Dio oggi, piuttosto che lasciarli occupazioni secolari: essi esprimono
cadere nelle mani del diavolo domani! semplicemente il fatto che Dio conosce
Possiamo, grazie ad essi, accumulare i bisogni di coloro che ha creato e prov-
dei tesori in cielo ora ed essere ricchi vede loro, se camminano confidando
davanti a Dio. O possiamo sperperarli in lui. Se Dio... nutre i corvi, a maggior
per la nostra carne e dalla carne mie- ragione nutrirà coloro che ha creato,
tere corruzione (vd. Ga 6:8). salvato mediante la sua grazia e chia-

278
LUCA 12:35

mato a essere suoi servitori. I corvi non zata sulla terra ed egli ha promesso di
possiedono né granai né magazzini, prendersi cura di coloro che si danno
eppure Dio procura loro il necessario interamente a lui. Se cerchiamo il suo
ogni giorno. Perché, dunque, dovrem- regno, egli non ci lascerà di certo mori-
mo usare la nostra vita per costruire re di fame né andare in giro nudi. Che
granai e depositi più grandi? tristezza arrivare alla fine della vita e
12:25-26 E chi di voi può con la pro- accorgersi di aver trascorso la maggior
pria ansietà – domandò Gesù – aggiun- parte del tempo a sgobbare per ciò che
gere un’ora sola alla durata della sua era già incluso nel biglietto per il cielo!
vita? Nessuno! Questo dimostra che è 12:32 I discepoli formavano un pic-
follia preoccuparsi di faccende (quali, colo gregge di pecore indifese, inviate
ad esempio, il futuro) sulle quali non in un mondo ostile. Non avevano, è ve-
esercitiamo alcun controllo. Stando ro, nessun visibile mezzo di sostegno
così le cose, perché preoccuparsi del o di difesa. Eppure questo eterogeneo
futuro? Piuttosto, impieghiamo tutta gruppo di giovani uomini era destinato
la nostra forza e il nostro tempo per a ereditare il regno con Cristo. Un gior-
servire Cristo e lasciamo il futuro nelle no essi regneranno con lui su tutta la
sue mani! terra. In vista di ciò, il Signore li esortò
12:27-28 L’immagine dei gigli di- a non temere, perché, se il Padre aveva
mostra la follia di chi spreca i propri in serbo per loro tali onori, essi non do-
talenti per procurarsi di che vestire. I vevano preoccuparsi del percorso per
gigli… non faticano e non filano; ep- raggiungerli.
pure la loro naturale bellezza compete 12:33-34 Invece di accumulare
con quella di Salomone, con tutta la beni materiali e pianificare il tempo,
sua gloria. Se Dio dona tanta bellezza potevano mettere tutte queste cose a
ai fiori che oggi fioriscono e domani disposizione per l’opera del Signore. In
sono bruciati, sarà forse incurante dei questo modo, avrebbero investito per
bisogni dei suoi figli? Dimostriamo di il cielo e per l’eternità. I danni prodotti
essere persone di poca fede se continu- dal tempo non avrebbero intaccato i lo-
iamo a preoccuparci, irritarci e affan- ro averi: i tesori celesti sono totalmente
narci per ottenere di più. Sprechiamo assicurati contro il furto e il deteriora-
la nostra vita facendo quello che Dio mento. Il problema delle ricchezze ma-
stesso avrebbe fatto per noi, se soltanto teriali è che, solitamente, è impossibile
gli avessimo dedicato qualche ora in possederne senza esserne posseduti
più del nostro tempo e i nostri talenti. (ossia, senza confidare in esse). Ecco
12:29-31 In realtà i nostri bisogni il motivo dell’affermazione del Signore
quotidiani sono minimi. È incredibile Gesù: Perché dov’è il vostro tesoro, lì
quanto poco sia necessario per vivere. sarà anche il vostro cuore. Se accanto-
Perché, dunque, attribuire al cibo e niamo il pensiero del denaro, il nostro
all’abbigliamento tutta questa impor- cuore si libererà dalle cose corruttibili
tanza? E perché stare in ansia, preoc- di questo mondo.
cupandoci del futuro? Questo è il modo
di vivere della gente perduta. La gente D. Parabola dei servitori vigilanti
del mondo, che non conosce Dio come (12:35-40)
Padre, si interessa del cibo, dell’abbi- 12:35 I discepoli non si limiteranno
gliamento e dei piaceri. Sono queste a confidare nel Signore per le proprie
le cose che costituiscono il centro e necessità, ma dovranno, altresì, vivere
il limite della loro esistenza. Ma Dio nella vigilante attesa del suo ritorno. I
non vuole che i suoi figli impieghino loro fianchi dovranno essere cinti, le
il tempo nel frenetico perseguimento loro lampade accese. Nei paesi orienta-
dei beni materiali e delle comodità. C’è li si usava allacciarsi una cintura intor-
un’opera che attende di essere realiz- no ai fianchi per trattenere la lunga e

279
LUCA 12:36

svolazzante veste, qualora fosse neces- padrone sarebbe tornato, i suoi servi-
sario affrettarsi o correre. I fianchi cinti tori lo aspettavano svegli.
indicano una missione da compiere, la 12:39-40 Il Signore cambiò metafo-
lampada accesa una testimonianza da ra facendo allusione al proprietario di
mantenere viva. una casa svaligiata in un momento di
12:36 I discepoli vivranno nella co- disattenzione. L’arrivo del ladro era,
stante e vigilante attesa del ritorno del ovviamente, inatteso. Se il padrone
Signore, come si legge nella parabola di casa avesse saputo, non gli avrebbe
dell’uomo che torna dalle nozze. Wil- permesso di svaligiargli la casa. Con
liam Kelly commenta: ciò il Signore intendeva spiegare che il
momento del ritorno di Cristo è incerto;
[I discepoli] Devono essere liberi da
nessuno conosce né il giorno né l’ora in
ogni incombenza terrena, così che,
cui egli apparirà. Ma quando tornerà,
quando il Signore busserà come nel-
la parabola, essi potranno imme-
quei credenti che avranno accumula-
diatamente aprirgli la porta, senza to tesori sulla terra li perderanno tutti
distrazioni o preparativi dell’ultimo perché, come è stato detto, “il credente
momento. I loro cuori lo attendo- o lascia il suo tesoro o gli va incontro”.
no, attendono il loro Signore; essi lo Se stiamo veramente vegliando in at-
amano, lo stanno aspettando. Egli tesa del ritorno di Cristo, venderemo
bussa ed essi immediatamente gli tutto ciò che abbiamo e accumuleremo
aprono.(41) tesori in cielo, dove nessun ladro può
toccarli.
I particolari della storia dell’uomo di
ritorno dalle nozze non devono essere E. Servi fedeli e infedeli
forzati per spiegare gli eventi del futu- (12:41-48)
ro. Queste nozze non rappresentano la 12:41-42 A questo punto Pietro do-
festa per le nozze dell’Agnello né il rapi- mandò se la parabola di Cristo sulla
mento. Con questo racconto il Signore vigilanza fosse diretta solo ai discepoli
intende insegnare una verità semplice, o a tutti. La risposta del Signore fu che
vale a dire la necessità di vigilare in essa era diretta a tutti quelli che si pro-
vista del suo ritorno, non l’ordine cro- fessavano suoi amministratori.
nologico degli eventi precedenti il suo L’amministratore fedele e prudente
ritorno. è scelto fra i domestici del padrone per
12:37 Quando l’uomo rientra dalle provvedere il cibo per il suo popolo.
nozze, i servi sono diligentemente vigi- La sua principale responsabilità, qui,
lanti, pronti per mettersi in moto al suo non ha attinenza con i beni materiali,
comando. Egli è talmente compiaciuto bensì con le persone. Tale osservazione
della loro solerzia che ribalta la situa- si inserisce nel contesto del monito di-
zione. Indossato un grembiule, li fa se- vino contro il materialismo e l’avarizia.
dere a tavola e inizia a servirli. Questa L’importanza va data alle persone, non
toccante immagine ci insegna che co- alle cose.
lui che un giorno venne nel mondo in 12:43-44 All’arrivo del Signore, il ser-
veste di servo, accondiscenderà bene- vitore impegnato nella cura spirituale
volmente a servire di nuovo i suoi nella di uomini e donne sarà ricompensato
loro casa celeste. Lo studioso tedesco generosamente, probabilmente con un
Bengel ebbe a definire questo versetto incarico governativo con Cristo duran-
come la promessa più grande di tutta la te il millennio (vd. 1 P 5:1-4).
Parola di Dio. 12:45 Il servo sostiene di lavorare per
12:38 La seconda… vigilia della not- Cristo ma, in realtà, è un incredulo. Inve-
te andava dalle ore ventuno a mezza- ce di prendersi cura dei fedeli, approfitta
notte, la terza da mezzanotte alle tre. di loro, li deruba e vive facendo ciò che
Non sapendo esattamente quando il gli pare (probabile allusione ai farisei).

280
LUCA 12:57-59

12:46 La venuta del Signore rivelerà tato pace sulla terra . Perciò avvisò i
la falsità di quel servo, che sarà punito discepoli che le persone convertite
come gli infedeli. sarebbero state perseguitate e scac-
12:47-48 Qui è enunciato un princi- ciate. L’ingresso del cristianesimo, in
pio fondamentale del servizio: maggio- una famiglia media di cinque persone,
re è il privilegio accordato, maggiore avrebbe diviso la famiglia. È una curio-
sarà la responsabilità che tale privi- sa caratteristica della corrotta natura
legio comporta. Per i credenti, ciò si- umana che genitori non convertiti,
gnifica che in cielo vi saranno diversi spesso, preferirebbero avere un figlio
livelli di ricompensa. Per gli increduli dedito all’alcool e al vizio, piuttosto
significa che vi saranno livelli diversi che vederlo prendere pubblicamente
di punizione all’inferno. Quelli che posizione come discepolo del Signore
hanno conosciuto la volontà di Dio, Gesù Cristo! Questo brano smentisce
come è rivelata nelle Scritture, sono te- la teoria che Gesù sia venuto per unire
nuti a ubbidire: molto è stato dato loro, gli uomini (devoti e non) in un’unica
molto sarà loro richiesto. Quanti non “fratellanza universale”. Al contrario,
avranno avuto tale privilegio saranno li ha divisi come non lo erano mai stati
ugualmente puniti per i loro misfatti, prima!
ma meno severamente.
G. I segni dei tempi
F. Effetti della prima venuta (12:54-59)
di Cristo (12:49-53) 12:54-55 I precedenti versetti erano
12:49 Il Signore Gesù sapeva che la sua rivolti ai discepoli. Successivamente
venuta sulla terra non avrebbe, ini- il Salvatore si rivolse alle folle, richia-
zialmente, portato pace. Prima doveva mando la loro attenzione sulla loro
provocare divisioni, conflitti, persecu- capacità di prevedere il tempo meteo-
zioni, spargimento di sangue. rologico.
Egli non venne con il dichiara- Essi sapevano che una nuvola pro-
to scopo di causare tale fuoco sulla veniente da ponente (dal Mediterra-
terra, tuttavia fu questo l’effetto, o la neo) portava pioggia e che il vento di
conseguenza, della sua venuta. Nono- scirocco, invece, avrebbe portato caldo
stante i dolori e le ostilità che esplose- torrido e siccità. La gente aveva l’intel-
ro durante il suo ministero sulla terra, ligenza per capire questi segni. Ma non
fu solamente alla croce che il cuore era solo questione di intelligenza: c’era
dell’uomo si manifestò per quello che anche la volontà di capire.
era. Il Signore, sapendo che tutto ciò 12:56 Sotto il profilo spirituale le co-
doveva accadere, era disposto a la- se erano ben diverse. Nonostante fosse-
sciare che il fuoco della persecuzione ro dotati di media intelligenza umana,
divampasse, al momento opportuno, essi non avevano capito l’importanza
contro di lui. del tempo storico che l’umanità stava
12:50 Vi era ancora un battesimo vivendo. Il Figlio di Dio era venuto sulla
del quale Gesù doveva essere battezza- terra e si trovava proprio in mezzo a lo-
to, vale a dire il battesimo della morte ro: il cielo non era mai stato così vicino
sul Golgota. Egli si trovava nella tre- prima di allora. Essi, tuttavia, non rico-
menda necessità di andare alla croce, nobbero il tempo della loro visitazione.
per compiere il piano di redenzione Pur avendone le facoltà intellettuali,
per l’umanità perduta. L’attendevano non ebbero la volontà di riconoscerlo;
vergogna, dolore e morte: tale era la si ingannarono da soli.
volontà del Padre, cui egli volle a tutti i 12:57-59 Se avessero compreso
costi ubbidire. l’importanza del giorno che vivevano,
12:51-53 Gesù sapeva molto bene si sarebbero affrettati a riconciliarsi
che la sua venuta non avrebbe por- con il loro avversario. In questo bra-

281
LUCA 13:1-3

no compaiono quattro termini legali: loro morte fosse una condanna divina.
avversario, magistrato, giudice, ese- Il Signore Gesù, invece, rettificò questa
cutore giudiziario, che possono essere supposizione avvertendo i Giudei che,
tutti riconducibili a Dio. A quel tempo se non si fossero ravveduti, anch’essi
Dio camminava tra i Giudei, suppli- sarebbero periti tutti allo stesso modo.
candoli e offrendo loro la possibilità 13:4-5 L’altro tragico fatto era il
di essere salvati. Costoro si sarebbero crollo di una torre in Siloe, che aveva
dovuti pentire e avrebbero dovuto ri- provocato la morte di diciotto perso-
porre la loro fede in lui. Rifiutandolo, ne. Anche di questo incidente si co-
essi sarebbero comparsi davanti al Dio nosce soltanto ciò che è riportato in
Giudice. Il caso si sarebbe risolto con questo brano, e fortunatamente non è
un verdetto sfavorevole: essi sarebbero necessario avere ulteriori particolari.
stati giudicati colpevoli e condannati L’aspetto evidenziato dal Signore è che
per incredulità. Sarebbero stati get- questa catastrofe non andava interpre-
tati in prigione (ossia sarebbero stati tata come un particolare castigo per
condannati al castigo eterno) e non ne peccato grave. Essa avrebbe dovuto
sarebbero usciti finché non avessero bensì costituire un monito per tutta la
pagato fino all’ultimo centesimo (ciò nazione d’Israele: se non si fossero rav-
significa che non ne sarebbero mai veduti, la stessa sorte sarebbe toccata
usciti, giacché mai sarebbero stati in a loro. Ciò sarebbe avvenuto, effettiva-
grado di pagare l’enorme debito). mente, nel 70 d.C., allorché Tito invase
Gesù intendeva dunque esortarli a Gerusalemme.
discernere il tempo nel quale vivevano
e, quindi, a riconciliarsi con Dio me- I. Parabola del fico senza frutto
diante il ravvedimento e l’impegno a (13:6-9)
servirlo in totale sottomissione. 13:6-9 Ricollegandosi al passo prece-
dente, il Signore Gesù raccontò la pa-
H. Importanza del pentimento rabola del fico.
(13:1-5) Non è difficile ravvisare nel fico il
13:1-3 Il cap. 12 si conclude con l’inca- popolo d’Israele, piantato nella... vi-
pacità del popolo giudeo di riconosce- gna di Dio (il mondo). Dio cercò del
re il segno dei tempi e l’esortazione di frutto sull’albero, ma non ne trovò.
Gesù all’immediato ravvedimento per Disse quindi al vignaiolo (il Signore
evitare la morte eterna. Gesù) di aver cercato invano frutto
Il cap. 13 prosegue con lo stesso sull’albero per tre anni. Qui si allude
argomento generale ed è rivolto prin- al risultato dei primi tre anni di mi-
cipalmente alla nazione d’Israele, seb- nistero pubblico di Gesù: il fico aveva
bene mediante l’esposizione di principi avuto tutto il tempo di fruttificare e,
applicati a singoli individui. La conver- dunque, se per tre anni non aveva dato
sazione prese spunto da due tragici fatti frutto era ragionevole dedurre che non
di cronaca interna. Il primo riguardava ne avrebbe mai dato. Poiché l’albero fu
il massacro di alcuni Galilei, giunti trovato improduttivo, Dio ordinò che
a Gerusalemme per il culto. Pilato, fosse tagliato: la sua presenza, infatti,
governatore della Giudea, ne aveva impoveriva inutilmente il terreno, che
ordinato l’uccisione mentre stavano avrebbe potuto essere sfruttato me-
offrendo sacrifici. Non sono noti altri glio. Il vignaiolo intercedette per il fi-
particolari di questo efferato delitto. Si co, chiedendo un altro anno di prova.
ritiene che le vittime fossero Giudei che Se, allo scadere del termine, quel fico
vivevano in Galilea. I Giudei di Geru- non avesse ancora prodotto frutto, egli
salemme potevano aver tratto l’errata lo avrebbe tagliato. E così avvenne.
conclusione che quei Galilei avessero Fu dopo l’inizio del quarto anno che
commesso dei terribili peccati e che la Israele respinse e crocifisse il Signore

282
LUCA 13:18-19

Gesù. Ne conseguì la distruzione della 13:15-16 Il Signore condannò la sua


sua capitale, Gerusalemme, e la dia- ipocrisia e quella degli altri capi religio-
spora del suo popolo. si. Egli rammentò loro che, di sabato,
G.H. Lang commenta: essi non avrebbero esitato a sciogliere
un bue o un asino dalla mangiatoia per
Il Figlio di Dio conosceva il pensiero
permettergli di bere. Se essi, di sabato,
del Padre, proprietario della vigna,
che aveva emanato il terribile ordine
mostravano tale considerazione per
“taglialo”; Israele aveva nuovamente degli ottusi animali, era forse sbagliato
consumato la pazienza divina. Né che Gesù guarisse una donna, che era
una nazione né un individuo può figlia di Abraamo ? L’espressione figlia
godere della sollecitudine di Dio, di Abraamo indica che la donna non
se non produce frutti di giustizia a era solo una Giudea, ma anche una ve-
gloria e lode di Dio. L’uomo esiste al ra credente, una donna di fede. La de-
solo fine di onorare ed essere gradito formazione della colonna vertebrale le
al Creatore: se non persegue questo era stata procurata da Satana. Da altri
giusto fine, perché la sua colpevole brani della Bibbia apprendiamo che al-
mancanza non dovrebbe essere col- cune malattie sono opera di Satana: le
pita dalla sentenza di morte, con il piaghe sul corpo di Giobbe furono in-
conseguente annullamento del suo flitte da Satana, così come la spina nel-
privilegio?(42) la carne di Paolo era un messaggero di
Satana per schiaffeggiarlo (2 Co 12:7).
J. Guarigione della donna inferma In ogni caso, il diavolo non può agire
(13:10-17) in questo modo verso un credente sen-
13:10-13 Il vero atteggiamento d’Israele za il permesso di Dio. E Dio, nella sua
nei confronti del Signore Gesù è esem- sovranità, si serve di queste sofferenze
plificato dalla condotta del capo della per la sua gloria.
sinagoga. Egli rimproverò al Salvatore 13:17 Alle parole del nostro Signo-
di aver guarito una donna di sabato. La re, i suoi oppositori si vergognavano :
donna soffriva di una grave curvatura la gente del popolo si rallegrava per il
della spina dorsale da diciotto anni, glorioso miracolo compiuto e costoro
una deformità che la rendeva assoluta- lo sapevano.
mente incapace di raddrizzarsi. Senza
che gli fosse stato chiesto, il Signore K. Le parabole del regno
Gesù aveva pronunciato le parole gua- (13:18-21)
ritrici, imposto le mani su di lei e rad- 13:18-19 Avendo assistito alla prodigio-
drizzato la schiena della donna. sa guarigione, la gente avrebbe potuto
13:14 Indignato, il capo della sina- pensare che il regno stava ormai per
goga disse alla gente di venire a farsi essere stabilito.
guarire nei primi sei giorni della setti- Il Signore Gesù rettificò con due
mana, non nel settimo. Costui non era parabole che descrivevano il regno di
altro che uno zelante fanatico, un bi- Dio nel periodo tra il rifiuto del Re e il
gotto privo di alcun vero interesse per i suo ritorno sulla terra per regnare. En-
problemi della gente; egli non avrebbe trambe illustrano la crescita della cri-
potuto aiutare chicchessia neppure du- stianità, la quale vedrà professioni di
rante i primi sei giorni della settimana. fede reali e nominali (vd. nota a 8:1-3).
Costui era intransigente sugli aspetti In primo luogo, Gesù paragonò il
“tecnici” della legge, ma nel suo cuore regno di Dio a un granello di senape,
non albergavano né amore né miseri- uno dei semi più piccoli. Gettato in ter-
cordia. Se avesse sofferto di una cur- ra, esso non genera un albero, bensì un
vatura alla spina dorsale per diciotto arbusto. Dicendo quindi che sarebbe
anni, non avrebbe certamente badato diventato un albero, Gesù indicava una
al giorno della propria guarigione! crescita assolutamente eccezionale.

283
LUCA 13:20-21

Era un albero grande a sufficienza da della gloria di Cristo, vorranno essere


ospitare gli uccelli del cielo... sui suoi ammessi nel suo regno allorché sarà
rami. Ciò significa, qui, che il cristia- troppo tardi. Il tempo della grazia, in
nesimo ha avuto un umile inizio, mi- cui stiamo vivendo, si sarà ormai con-
nuscolo quanto un granello di senape. cluso.
Crescendo, tuttavia, ha acquistato po- 13:25-27 ...il padrone di casa si
polarità, permettendo lo sviluppo del alzerà e chiuderà la porta . Il popolo
cristianesimo nella sua forma odierna. giudeo busserà alla porta, chiedendo
La cristianità comprende quanti pro- al Signore di aprire. Egli risponderà di
fessano fedeltà al Signore, a prescindere non averlo mai conosciuto. Gli Israeliti,
dal fatto che essi siano, effettivamente, allora, protesteranno di aver intima-
nati di nuovo. Gli uccelli del cielo sono mente vissuto con lui; ma la loro pre-
gli avvoltoi, o rapaci: essi sono simboli sunzione non lo smuoverà. Poiché essi
del male, a dimostrazione di come il sono stati dei malfattori, degli operato-
cristianesimo sia divenuto ricettacolo ri di iniquità, non sarà loro concesso di
di diverse forme di corruzione. entrare.
13:20-21 La seconda parabola pa- 13:28-30 Il rifiuto del Signore pro-
ragonava il regno di Dio al lievito che vocherà pianto e stridor di denti. Il
una donna ha posto in tre misure di pianto indica rimorso, lo stridor di
farina . Riteniamo che, nella Scrittu- denti odio violento verso Dio. Le sof-
ra, il lievito sia sempre un simbolo del ferenze dell’inferno non cambieranno
male. Il concetto, qui, è che sia stata in- il cuore umano. Gli Israeliti increduli
trodotta della dottrina cattiva nel puro vedranno Abraamo, Isacco, Giacobbe
cibo del popolo di Dio. Questa dottrina e tutti i profeti nel regno di Dio e si il-
non è statica, ma ha un insidioso pote- luderanno di essere con loro, essendo
re di diffondersi. loro discendenti… e invece saranno
buttati fuori. Gli stranieri giungeranno
L. La porta stretta del regno a contemplare lo splendore del regno di
(13:22-30) Cristo da tutti gli angoli della terra e ne
13:22-23 Mentre Gesù si approssimava godranno le meravigliose benedizioni.
a Gerusalemme, qualcuno uscì dalla Perciò molti Giudei, che nel piano di
folla chiedendogli se soltanto in pochi Dio erano i destinatari originari delle
sarebbero stati salvati. Poteva trattarsi sue benedizioni, saranno esclusi; in-
di una domanda oziosa, posta per pura vece gli stranieri, che furono guardati
curiosità. dall’alto in basso come cani, godranno
13:24 Il Signore rispose a una do- delle benedizioni del regno millenniale
manda teorica con un ordine diretto, di Cristo.
esortando l’uomo a sforzarsi di entra-
re per la porta stretta . Dicendo: sfor- M. Morte dei profeti a Gerusalemme
zatevi di entrare per la porta stretta , (13:31-35)
Gesù non intendeva affermare che la 13:31 Pensiamo che, in quel periodo, il
salvezza richiede sforzo da parte del Signore Gesù si trovasse nel territorio
credente! La porta stretta , in questo di Erode.
brano, rappresenta la nuova nascita, la ...vennero alcuni farisei per avvertirlo
salvezza per grazia mediante la fede. di andarsene, perché Erode stava cer-
Gesù avvertiva l’uomo di assicurarsi cando di farlo morire. Quell’interesse
di entrare da quella porta. Molti cer- dei farisei per l’incolumità di Gesù ap-
cheranno di entrare e non potranno, pare completamente fuori luogo. Forse
quando la porta sarà chiusa. Ciò non costoro si erano alleati con Erode per
significa che costoro cercheranno di intimorire Gesù e spingerlo a recarsi a
entrare dalla porta della conversio- Gerusalemme dove, quasi sicuramen-
ne ma che, nel giorno della potenza e te, sarebbe stato arrestato.

284
LUCA 14:7-11

13:32 Il Signore non fu intimorito ta di Cristo. In quel giorno, un residuo


dalla minaccia della violenza fisica. Ri- della nazione d’Israele si pentirà ed
conobbe il complotto ideato da Erode esclamerà: Benedetto colui che viene
e rimandò i farisei a quella volpe con nel nome del Signore! Il popolo, allora,
un messaggio. Taluni non riescono a accetterà il suo dominio.
comprendere perché il Signore Gesù
definisse Erode una volpe femmina N. Guarigione di un idropico
(nel testo originale, infatti, il sostantivo (14:1-6)
è declinato al femminile), sospettan- 14:1-3 Un sabato, un capo dei farisei
do che si tratti di una violazione della invitò il Signore a mangiare in casa
Scrittura, che vieta di parlare male del- sua. Non si trattava di un invito since-
le autorità (vd. Es 22:28). Gesù non ne ro, bensì di un tentativo dei capi reli-
stava parlando male, stava dicendo la giosi di cogliere in fallo il Figlio di Dio.
pura verità. Gesù scorse un uomo idropico, ossia
Nel suo messaggio, in sostanza, Ge- affetto da gonfiore a causa del rista-
sù affermava di avere ancora del lavoro gno di liquido nei tessuti sottocutanei
da compiere: nel breve tempo che gli (idropisia). Indovinando il pensiero dei
restava, egli avrebbe scacciato demòni suoi oppositori, il Salvatore domandò
e compiuto miracoli di guarigione e, intenzionalmente se fosse lecito far
quindi, nel terzo giorno, ossia l’ulti- guarigioni in giorno di sabato.
mo, avrebbe concluso il suo ministero 14:4-6 Pur desiderando fortemente
terreno. Nulla gli avrebbe impedito di contrastare Gesù, costoro non erano
assolvere i propri compiti, nulla avreb- in grado di giustificare un’eventuale
be potuto nuocergli prima del tempo risposta negativa e, dunque, tacquero.
stabilito. Gesù perciò guarì l’uomo e lo congedò.
13:33 Inoltre, Gesù non poteva essere Si trattava per lui di un’opera di mise-
ucciso in Galilea: tale prerogativa era ri- ricordia: l’amore di Dio non cessa di
servata alla città di Gerusalemme. Colà operare nemmeno di sabato (vd. Gv
si soleva consumare, infatti, l’uccisione 5:17). Quindi, rivolgendosi ai Giudei,
dei servitori dell’Altissimo. Gerusalem- rammentò loro che, se uno dei loro
me deteneva, in un certo senso, il mo- animali fosse caduto in un pozzo, essi
nopolio della morte dei messaggeri di l’avrebbero certamente tirato fuori in
Dio. Questo intendeva dire Gesù affer- giorno di sabato. Era nel loro interesse
mando: non può essere che un profeta agire in questo modo, poiché l’animale
muoia fuori di Gerusalemme. era un bene economico. Invece non si
13:34-35 Dopo aver così dichiarato preoccupavano per un loro simile che
la verità su quell’empia città, Gesù fu soffriva e avrebbero condannato Gesù
preso da commozione e pianse per lei. per averlo aiutato. Nonostante non po-
La città che uccideva i profeti e lapida- tessero risponder nulla contro il ragio-
va i messaggeri di Dio era oggetto del namento del Salvatore, essi provarono
suo tenero amore. Quante volte egli sa- sicuramente una viva indignazione nei
rebbe stato disposto a raccogliere i suoi suoi confronti.
abitanti come la chioccia raccoglie i
suoi pulcini, ma essi non avevano vo- O. Parabola dell’ospite ambizioso
luto. Il loro problema era la caparbietà: (14:7-11)
perciò la loro città, il loro tempio e la lo- 14:7-11 Entrando nella casa del fariseo,
ro terra sarebbero stati lasciati deserti Gesù aveva probabilmente notato le
ed essi avrebbero trascorso molto tem- manovre degli ospiti per accaparrarsi i
po in esilio. Non avrebbero più visto primi posti intorno alla tavola. Cerca-
il Signore finché non avessero mutato vano i posti in vista, quelli di maggior
atteggiamento nei suoi confronti. Il prestigio. Il fatto che anch’egli fosse un
v. 35b fa riferimento alla seconda venu- ospite non gli impedì di parlare con

285
LUCA 14:12-14

franchezza e giustizia, mettendo gli al- Q. Parabola delle scuse


tri ospiti in guardia contro tale forma (14:15-24)
di egoismo. Quando siamo invitati a 14:15-18 Uno degli ospiti distesi con
pranzo non dobbiamo cercare il primo Gesù a pranzo osservò che sarebbe
posto, bensì uno di minore importan- stato magnifico partecipare alle bene-
za. Cercando di occupare i primi posti, dizioni del regno di Dio.
rischiamo la vergogna di dover cedere Forse costui era rimasto favorevol-
il posto a un ospite più importante. Se mente impressionato dai principi di
siamo sinceramente umili di fronte condotta che il Signore Gesù aveva
a Dio, siamo certi che sarà lui a spo- appena esposto. O forse aveva sempli-
starci nell’unica direzione possibile: cemente abbozzato un commento. Co-
più avanti. Gesù insegnò che è meglio munque fosse, il Signore rispose che,
essere spostati avanti al posto d’ono- per quanto magnifico sia mangiare pa-
re, che prenderselo da soli e doverlo ne nel regno di Dio, purtroppo molti in-
poi cedere a qualcun altro. Egli stesso vitati inventano le scuse più insulse per
è l’esempio vivente di rinuncia di sé non accettare. Paragonò Dio a un uomo
(vd. Fl 2:5-8). Egli si è umiliato e Dio lo che preparò una gran cena e invitò
ha esaltato; al contrario, chiunque si molti ospiti. All’ora di cena chiese al suo
innalza sarà abbassato da Dio. servo di avvisare gli invitati che tutto
era già pronto (questo ci ricorda che
P. Gli ospiti che Dio onora l’opera di redenzione è stata completata
(14:12-14) da Cristo sul Golgota e che l’invito del
14:12-14 Senza dubbio, il capo dei fari- vangelo è presentato proprio grazie a
sei aveva invitato a pranzo i personaggi questa opera compiuta). Uno degli in-
più in vista del luogo. Gesù se ne rese vitati si scusò perché aveva comprato
conto immediatamente, notando che un terreno e voleva andarlo a vedere.
i più derelitti della comunità non era- Normalmente questi avrebbe dovuto
no presenti. Egli colse, dunque, l’oc- vedere il terreno prima di concludere
casione per affermare uno dei grandi l’acquisto. Ma, anche in tal caso, è evi-
principi del cristianesimo: amare le dente che a costui stavano più a cuore le
persone meno amabili e quelle che non cose materiali del cortese invito.
possono contraccambiare. Di solito si 14:19-20 Un altro invitato aveva
invitano gli amici, i parenti e i vicini comprato cinque paia di buoi e stava
ricchi con la speranza di veder reso il andando a provarli. Costui rappresen-
contraccambio. Non serve avere la vita ta coloro che antepongono il lavoro,
divina in sé per agire in tal modo. Ma gli impegni e gli affari alla chiamata
è certamente un atto soprannaturale di Dio. Il terzo addusse la scusa di aver
mostrare cortesia ai poveri, agli storpi, preso moglie, e perciò non poteva ve-
agli zoppi e ai ciechi. Dio riserva una nire. I legami familiari e i rapporti so-
speciale ricompensa a chi si dimostra ciali impediscono spesso di accettare
caritatevole nei confronti di costoro. l’invito del vangelo.
Benché ospiti di questo genere non ab- 14:21-23 Quando il servo riferì al suo
biano modo di contraccambiare, Dio signore che l’invito era stato rifiutato
stesso ci promette una ricompensa alla ovunque, il padrone lo inviò in città a
risurrezione dei giusti. Nella Scrittura invitare poveri, storpi, ciechi e zoppi.
questa risurrezione è anche definita la Bengel afferma: “La natura e la grazia
prima risurrezione, quella di tutti i veri detestano il vuoto”. Forse i primi in-
credenti. Essa avverrà in occasione del vitati rappresentano i capi dei Giudei.
rapimento e anche, riteniamo, alla fine Poiché essi rifiutarono il vangelo, Dio
della tribolazione. La prima risurrezio- rivolse l’invito alla gente comune della
ne non sarebbe, pertanto, un evento città di Gerusalemme. Molti risposero
singolo, poiché avverrebbe in più fasi. alla chiamata, ma nella casa del padro-

286
LUCA 14:28-30

ne/Signore vi era ancora posto. Così il In realtà, la parte più difficile di que-
padrone ordinò al servo di andare fuori sta prima condizione è espressa dalle
per le strade e i sentieri, costringendo parole e persino la sua propria vita .
la gente a entrare. In questa parabola Non si tratta soltanto di amare meno
vediamo certamente raffigurato l’invi- i nostri familiari; dobbiamo odiare
to del vangelo esteso agli stranieri. Essi persino la nostra propria vita! Invece
non dovevano essere costretti con la di una vita egocentrica dobbiamo vi-
forza delle armi (come dimostra la sto- vere una vita cristocentrica . Anziché
ria del cristianesimo), ma con la forza domandarci quale ripercussione avrà
della convinzione. La costrizione dove- ogni singola azione sulla nostra vita,
va consistere in amorevole persuasione dobbiamo valutare attentamente gli ef-
a entrare, affinché la casa del padrone/ fetti di quella azione riguardo a Cristo
Signore potesse essere piena. e alla sua gloria. Il rispetto del benes-
14:24 La prima lista degli invitati sere e della sicurezza personali deve
non era più valida quando la cena fu essere subordinato al grande compito
servita, giacché coloro che erano stati di glorificare Cristo e farlo conoscere.
originariamente invitati non si presen- Le parole del Salvatore esprimono un
tarono. concetto assoluto: se non amiamo il
Signore in modo illimitato, più della
R. Il prezzo del vero discepolato nostra famiglia e della nostra vita, non
(14:25-35) potremo essere suoi discepoli. A tale ri-
14:25 Or molta gente seguiva il Signore guardo, non esistono mezze misure.
Gesù. La maggior parte degli uomini al 14:27 La seconda condizione del
potere avrebbe esultato per tale diffu- discepolato è che un vero discepolo
so interesse. Ma il Signore non cercava deve portare la sua croce e seguire Ge-
persone che lo seguissero per curiosi- sù. La croce non è un’infermità fisica
tà, senza un reale interesse di cuore. o una sofferenza mentale, è invece un
Cercava chi era disposto, con ardore percorso irto di critiche, patimento,
e devozione, a vivere e, se necessario, solitudine e perfino di morte, scelto
perfino a morire per lui. Cominciò volontariamente per amore di Cristo.
quindi a esaminare la folla, presen- Non tutti i credenti portano la croce.
tando ai seguaci le severe condizioni È possibile evitarla vivendo una vita
che regolavano la vita del discepolo. Il cristiana nominale. Ma se decidiamo
Signore Gesù attirava gli uomini a sé e, di stare con tutte le nostre forze dal-
dopo che questi avevano cominciato a la parte di Cristo, sperimenteremo lo
seguirlo, li metteva al vaglio. È quanto stesso tipo di opposizione satanica che
succede in questo brano. il Figlio di Dio ha conosciuto durante la
14:26 Per prima cosa Gesù informò sua permanenza sulla terra. Questa è la
quanti lo seguivano che, per essere dei croce. Il discepolo deve andare dietro a
veri discepoli, essi avrebbero dovuto Cristo. Ciò significa che deve vivere il
amarlo sopra ogni cosa. Gesù non ha tipo di vita che Cristo ha vissuto sulla
mai sostenuto che gli uomini debba- terra, una vita di rinuncia a se stessi, di
no nutrire sentimenti di odio nei con- umiliazione, persecuzione, biasimo,
fronti di padre, madre, moglie, figli, tentazione e opposizione da parte dei
fratelli e sorelle. Egli rilevava piuttosto peccatori.
che l’amore per Cristo deve essere così 14:28-30 Con due esempi, infine, il
grande che, al confronto, tutti gli altri Signore Gesù evidenziò la necessità di
amori sono odio (cfr. Mt 10:37). Il di- calcolare la spesa prima di risolversi
scepolo non deve concedere ad alcun a seguirlo. Paragonò la vita cristiana a
legame familiare una considerazione un progetto edilizio e a una dichiara-
tale da farlo deviare dal suo percorso di zione di guerra. Un uomo che intende
totale ubbidienza al Signore. costruire una torre... si siede prima

287
LUCA 14:31-32

a calcolare la spesa. Se non ha abba- tomba. Qui è ricco di grazia; là sarà


stanza risorse per poterla finire, non ricco di gloria. Ma, soprattutto, non
procede con il piano. Altrimenti, una perderà mai ciò che avrà ottenuto
volta poste le fondamenta e interrotto per la fede in Cristo. Questa è “la par-
il lavoro, i passanti cominceranno a te buona che non gli sarà tolta”.(43)
beffarsi di lui, dicendo: “Quest’uomo
ha cominciato a costruire e non ha 14:34-35 Il sale rappresenta il di-
potuto terminare”. Lo stesso vale per scepolo. L’individuo che vive con de-
i discepoli. Dovranno prima calcola- vozione e sacrificio per il Signore dà
re la spesa e considerare se intendano l’impressione di qualcosa di sano e lo-
veramente abbandonare la loro vita, di devole. Però qui il Signore parla anche
tutto cuore, a Cristo. Altrimenti potreb- di sale che diventa insipido. Il sale che
bero partire pieni di entusiasmo, per usiamo oggi non può diventare insi-
poi fermarsi. Sarebbero perciò derisi pido, perché si tratta di sale raffinato.
per aver cominciato bene e finito male. Anticamente, nei paesi orientali, il sale
Il mondo non mostra altro che disprez- era spesso mischiato a impurità varie,
zo per i cristiani con il cuore diviso. per cui poteva accadere che si dete-
14:31-32 Un re che voglia muovere riorasse e che, nel recipiente, ne rima-
guerra a forze nemiche numericamen- nesse solo un residuo inutile che non
te superiori, dovrà considerare con cu- poteva essere usato nemmeno per fer-
ra se, con le sue inferiori risorse, sarà tilizzare la terra. In tal caso, quel sale
in grado di sconfiggere l’avversario, poteva soltanto essere scartato.
comprendendo perfettamente che è in Qui, il sale rappresenta il creden-
ballo un impegno totale o una disono- te che, dopo un brillante esordio nel
revole resa. Lo stesso vale nella vita del discepolato, ritorna sui suoi passi. Il
discepolo credente. Non esistono mez- discepolo ha un’unica ragione di vita;
ze misure. se non la soddisfa, la sua vita diventa
14:33 Questo è, probabilmente, uno miserabile. Il sale insipido si butta via.
dei versetti più impopolari di tutta Parimenti viene calpestata la testimo-
la Bibbia giacché, qui, Gesù afferma nianza del discepolo che ha iniziato a
esplicitamente che ognuno di voi, che costruire per il Signore senza riuscire a
non rinunzia a tutto quello che ha, non terminare l’opera. William Kelly com-
può essere mio discepolo. Sono parole menta:
di cui è impossibile ignorare o travisa- C’è il pericolo che qualcosa cominci
re il significato. Qui non si afferma che bene, per poi finire male. Cosa c’è al
dobbiamo essere disposti a rinunciare mondo di più inutile del sale, quando
tutto, ma che dobbiamo rinunciare a ha perso l’unica proprietà che gli dà
tutto. Dobbiamo essere convinti che il valore? È totalmente inutile per qual-
Signore Gesù sapeva cosa stava dicen- siasi altro scopo. Lo stesso vale per il
do. Egli sapeva, infatti, che l’opera non discepolo di Cristo che cessa di essere
si può compiere alcun altro modo. Egli tale. Non è adatto agli scopi del mon-
vuole uomini e donne che lo stimino do e ha rinunciato a quelli di Dio. Egli
più importante di qualsiasi altra cosa conosce troppo bene le cose di Dio
al mondo. Ryle osserva: per aderire alle vanità e ai peccati del
mondo e, allo stesso tempo, non gode
Si procura un gran profitto l’uomo della gioia della grazia e della verità di
che rinuncia a tutto per amore di chi cammina sul sentiero di Cristo...
Cristo. Egli fa il migliore degli affa- Il sale insipido diventa oggetto di di-
ri: porta il peso della croce per al- sprezzo e di giudizio.(44)
cuni anni in questo mondo laddove,
in quello a venire, ha la vita eterna. Il Signore Gesù concluse il messag-
Costui ottiene i beni più eccellenti e gio sul discepolato con questa frase:
porta le sue ricchezze con sé oltre la Chi ha orecchi per udire oda. Ciò signi-

288
LUCA 15:7

fica che non tutti saranno disposti ad le Gesù insegna che Dio gioisce ed è
ascoltare le severe condizioni che re- soddisfatto quando vede dei peccatori
golano la vita del discepolo. Ma quanti pentirsi, ma non trova alcun piacere
sono disposti a seguire il Signore Gesù negli ipocriti che, considerandosi più
a qualunque costo devono ascoltarlo e giusti degli altri, sono troppo orgoglio-
seguirlo. si per ammettere la loro misera colpe-
Giovanni Calvino affermò: “Ho ri- volezza.
nunciato a tutto per Cristo, e cosa ho 15:3-4 Il Signore Gesù, in questo
trovato? Ho trovato tutto in Cristo”. brano, è ritratto nelle vesti di un pa-
Henry Drummond ebbe a dichiarare: store. Le novantanove pecore rappre-
“Il biglietto di ingresso per il regno dei sentano gli scribi e i farisei. La pecora
cieli non costa niente: l’abbonamento perduta simboleggia un pubblicano
annuale costa tutto”. o chiunque si riconosca peccatore.
Quando il pastore si accorge che una
S. Parabola della pecora smarrita delle sue pecore si è perduta, lascia
(15:1-7) le novantanove nel deserto (non
15:1-2 L’insegnamento del Signore ri- nell’ovile) e va dietro a quella smar-
portato al cap. 14 attirò i disprezzati rita, finché non la ritrova. Per quanto
pubblicani e altri, considerati pecca- concerne il Signore, l’inseguimento
tori. Benché Gesù condannasse i loro della pecora smarrita ha comportato
peccati, molti tra loro ammisero che l’incarnazione, la venuta in terra, gli
egli aveva ragione: si schierarono dalla anni di ministero pubblico, il rifiuto
parte di Cristo e, sinceramente penti- da parte degli uomini, la sofferenza
ti, lo accettarono come loro Signore. e la morte. Come sono vere le parole
Ovunque trovasse persone disposte a dell’inno “Le novantanove”:
riconoscere il loro peccato, Gesù an-
Ma nessuno dei riscattati capì mai
dava loro incontro, concedendo aiuto La profondità delle acque
spirituale e benedizione. E il buio della notte che
I farisei e gli scribi si indignarono Il Signore attraversò
perché Gesù fraternizzava con colo- Prima di trovare la sua pecora
ro che si dichiaravano peccatori. Non perduta.
mostravano alcuna misericordia verso – Elizabeth C. Clephane
quelli che, da un punto di vista morale
e sociale, essi consideravano lebbrosi, 15:5 Trovata la pecora, il pastore se
e si irritavano perché Gesù lo faceva. la mise sulle spalle e la condusse a ca-
Così lanciarono un’accusa: Costui sa. Questa immagine suggerisce l’idea
accoglie i peccatori e mangia con lo- che la pecora salvata godette di un pri-
ro. L’accusa era vera, naturalmente. Il vilegio e di un’intimità mai sperimen-
comportamento di Gesù, da costoro tati prima con il pastore, mentre era tra
ritenuto indegno, consisteva invece le altre.
nell’adempimento dello scopo per cui 15:6 Il pastore convocò gli amici e
Gesù era venuto nel mondo! i vicini perché si rallegrassero con lui
Gesù replicò a tale accusa mediante del salvataggio della pecora perduta.
le parabole della pecora smarrita, della Questa è la gioia del Salvatore quando
dramma perduta e del figlio prodigo. un peccatore si ravvede.
Le storie erano rivolte direttamente 15:7 La lezione è chiara: vi è gioia
agli scribi e farisei, che non si piega- in cielo per un solo peccatore che si
rono mai davanti a Dio ammettendo ravvede, ma non vi è gioia per novan-
la loro condizione di peccato. In realtà tanove peccatori che non si sono mai
essi erano perduti quanto i pubblicani convinti del proprio stato di perdizio-
e i peccatori, ma rifiutarono sempre di ne. Qui non si afferma che esistono
ammetterlo. Con queste tre parabo- persone che non hanno bisogno di rav-

289
LUCA 15:8-10

vedersi. Tutti gli uomini sono peccato- minore se ne andò in un paese lontano
ri e tutti devono ravvedersi per essere e dilapidò tutte le sue sostanze. Il pae-
salvati. Il versetto allude a coloro che se in cui viveva fu colpito dalla carestia
ritengono di non avere bisogno di rav- e il figlio, avendo speso tutto, si ritrovò
vedimento. privo di mezzi. L’unico impiego che
riuscì a trovare fu come guardiano di
T. Parabola della dramma perduta maiali, la più repellente delle occupa-
(15:8-10) zioni agli occhi di un Giudeo. Invidiava
15:8-10 La donna di questa storia po- i maiali che potevano almeno man-
trebbe rappresentare lo Spirito Santo, giare i baccelli. Questi animali aveva-
che cerca i perduti con il lume della no più cibo di lui e nessuno sembrava
Parola di Dio. Le nove dramme raffigu- disposto ad aiutarlo. Gli amici con cui
rano coloro che non vogliono pentirsi, aveva liberamente sperperato il suo
mentre la dramma perduta rappresenta denaro erano spariti.
l’individuo disposto a confessare la pro- 15:17-19 Benché sgradevole, la po-
pria separazione da Dio. Nel racconto vertà si dimostrò una benedizione: lo
precedente la pecora si era allontanata fece riflettere. L’uomo si ricordò che i
di sua volontà. Una moneta, invece, è servi di suo padre vivevano in condi-
un oggetto inanimato e ciò potrebbe al- zioni molto più favorevoli delle sue e
ludere alla mancanza di vita del pecca- avevano cibo in abbondanza, mentre
tore, il quale è morto nei propri peccati. egli era sfinito dalla fame. Pensò che
La donna continua a cercare con cu- fosse ora di agire e decise di tornarse-
ra la moneta finché non la ritrova. Allo- ne, pentito, dal padre, di riconoscere
ra chiama le amiche e le vicine perché il suo peccato e di chiedere perdono.
festeggino con lei. La moneta perduta e Comprese di non essere più degno di
ritrovata le ha recato più piacere delle essere chiamato… figlio di suo padre e
nove che non sono mai andate perdute. si propose di chiedere lavoro come uno
Lo stesso succede per Dio. Il peccatore dei suoi servi.
che si umilia e confessa la propria col- 15:20 Molto prima che arrivasse a
pa rallegra il cuore di Dio. Coloro che casa, suo padre lo vide e ne ebbe com-
non sentono la necessità di ravvedersi passione: corse, gli si gettò al collo e lo
non gli procurano alcuna gioia. baciò. Questo è probabilmente l’unico
caso della Bibbia in cui è attribuita a
U. Parabola del figlio prodigo Dio una fretta positiva. A tale proposi-
(15:11-32) to, James S. Stewart osserva:
15:11-16 In questa storia Dio Padre è
rappresentato come un uomo che ave- Con molta audacia, Gesù non descri-
ve un Dio che attende che il figlio se
va due figli. Il più giovane raffigura il
ne torni a casa a testa bassa e che, ve-
peccatore ravveduto, mentre il mag-
dendolo arrivare, si fa forte della pro-
giore simboleggia gli scribi e i farisei.
pria dignità, bensì un padre che corre
Questi ultimi sono figli di Dio nel incontro al figlio a braccia aperte per
senso che sono sue creature, non per- stringerlo a sé, così misero, povero
ché siano suoi riscattati. Il figlio minore e sporco. L’appellativo “Padre” con-
è anche conosciuto come il figlio pro- temporaneamente oscura il colore
digo. Prodigo è qualcuno che spende del peccato e intensifica la magnifica
senza misura, in maniera sconsidera- gloria del perdono.(45)
ta. Annoiato dalla casa paterna, il fi-
glio minore decise di andarsene e, non 15:21-24 Il figlio fece la propria
potendo attendere fino alla morte del confessione al padre ma fu interrotto
padre, chiese la sua parte di eredità in allorché fu sul punto di chiedergli un
anticipo. Il padre diede a ciascun figlio lavoro: il padre ordinò ai servi di fargli
la sua parte. Poco tempo dopo, il figlio indossare la veste più bella e di metter-

290
LUCA 16:3-6

gli un anello al dito e dei calzari ai pie- secondo Dio), essi avevano servito
di. Il padre ordinò un gran banchetto Dio fedelmente, senza mai trasgredi-
per festeggiare il ritorno del figlio che re i suoi comandamenti, eppure non
era perduto ed era stato ritrovato. Per il erano ancora stati adeguatamente
padre questo figlio era morto, ma ades- ricompensati. In realtà costoro erano
so era tornato in vita. È stato detto: “Il degli scrupolosi ipocriti e dei peccatori
figlio minore cercava il divertimento, colpevoli. L’orgoglio impediva loro di
ma non lo trovò nel paese lontano. Lo rendersi conto della distanza che li se-
trovò solamente quando ebbe il buon parava da Dio e di tutte le benedizioni
senso di tornare alla casa del padre”. È che egli aveva riversato su di loro. Se
stato anche osservato che è scritto che soltanto fossero stati disposti a ravve-
si misero a fare gran festa, ma non che, dersi e a riconoscere i propri peccati, il
a un certo punto, la loro gioia finisse. cuore del Padre si sarebbe riempito di
Lo stesso accade quando un peccatore gioia e si sarebbe fatta grande festa an-
perviene alla salvezza. che in loro onore.
15:25-27 Quando il figlio maggiore
tornò dai campi e udì il fermento della V. Parabola del fattore disonesto
festa, domandò a un servo cosa stesse (16:1-13)
accadendo. Gli fu risposto che il fratel- 16:1-2 A questo punto il Signore Gesù
lo minore era tornato a casa e che suo lascia i farisei e gli scribi per offrire ai
padre era fuori di sé dalla gioia. suoi discepoli una lezione sul ruolo
15:28-30 Colto da un impeto di ge- degli amministratori. Questo brano
losia, il figlio maggiore si rifiutò di par- è certamente uno dei più difficili di
tecipare alla gioia del padre. J.N. Darby Luca, in quanto la storia del fattore
rende bene il concetto: “Chi confida disonesto parrebbe un elogio alla di-
nella propria giustizia non può entra- sonestà. Analizzando il brano, tutta-
re nella gioia di Dio. Se dunque Dio è via, si comprenderà che non è così. Nel
buono con i peccatori, a che cosa serve racconto l’uomo ricco rappresenta Dio.
la mia giustizia?” Quando suo padre lo Un amministratore è una persona alla
pregò di partecipare ai festeggiamen- quale è affidata la gestione di una pro-
ti, questi si rifiutò, lamentando di non prietà altrui. Secondo questo racconto,
essere mai stato ricompensato per il ogni discepolo del Signore è anche un
proprio fedele servizio e per la propria amministratore. In particolare, questo
ubbidienza. A lui non era mai stato da- amministratore era stato accusato di
to un capretto, per non parlare di un aver sperperato i beni del suo padrone;
vitello ingrassato! Accusò il padre di chiamato a rendere conto del suo ope-
non aver esitato a fare una gran festa rato, fu minacciato di licenziamento.
per il ritorno di quel figlio che aveva 16:3-6 L’amministratore fece due
speso tutto il suo denaro con le pro- conti e capì che doveva, in qualche
stitute. A proposito, si noti che il figlio modo, provvedere al proprio futuro;
maggiore disse: questo tuo figlio, non ma era troppo vecchio per cimentar-
“mio fratello”. si in qualche pesante lavoro fisico e
15:31-32 La risposta del padre espri- troppo orgoglioso per mendicare (ma
me tutta la gioia che deriva dal ritro- non altrettanto per rubare…). Come
vamento di un figlio perduto, laddove provvedere dunque alla propria sicu-
non vi è alcun motivo di festeggiare rezza economica? Preparò un piano
un figlio ostinato, ingrato e litigioso. Il per farsi degli amici che gli sarebbero
figlio maggiore è un’eloquente imma- stati d’aiuto nel momento del bisogno.
gine degli scribi e dei farisei. Costoro Agì quindi in questo modo: recatosi
erano stizziti perché Dio mostrava presso uno dei clienti del suo padrone,
misericordia a degli indegni peccato- gli chiese quanto gli doveva. Quando il
ri. Secondo loro (ma, certamente, non cliente rispose cento bati d’olio, il fat-

291
LUCA 16:7

tore gli disse di pagarne cinquanta e di dispone di cento euro. Potrebbe spen-
considerare il conto chiuso. derli tutti per una cena o per trascor-
16:7 Un altro cliente doveva cento rere una bella serata e il giorno dopo
cori di grano. Il fattore gli disse di pa- non gli rimarrebbe niente. Oppure
garne ottanta e scrisse “pagato” sulla potrebbe decidere di investirli acqui-
ricevuta. stando e distribuendo dieci Bibbie
16:8 La parte sconvolgente del rac- da dieci euro l’una. In questo modo
conto arriva adesso: il padrone lodò seminerebbe assennatamente il suo
l’amministratore disonesto per aver denaro in vista del regno, producen-
agito con avvedutezza . Perché mai do una mèsse di anime. Con i beni in-
giusti si è guadagnato degli amici im-
qualcuno dovrebbe approvare una si-
mortali che, un giorno, saranno lieti
mile disonestà? L’amministratore ave-
di riceverlo nei luoghi eterni.(46)
va agito in modo scorretto! I successivi
versetti spiegano che il fattore non fu Questo è, dunque, l’insegnamento
lodato per la sua disonestà, bensì per la del Signore. Con un saggio investi-
sua lungimiranza. Questi aveva agito mento di beni materiali possiamo
con accortezza: guardando al futuro si contribuire alla benedizione eterna
era premunito, sacrificando il guada- di uomini e donne. Possiamo fare in
gno del presente per una ricompensa modo che, al nostro ingresso in cielo,
futura. Riflettendo sull’applicazione ci sia ad accoglierci un “comitato di
per la nostra vita, tuttavia, occorre es- benvenuto” formato da tutti coloro
sere molto chiari su un punto: il futuro che si sono salvati grazie ai nostri sa-
del figlio di Dio non è su questa terra, crifici e alle nostre preghiere. Essi ci
bensì in cielo. Proprio come l’ammini- ringrazieranno dicendo: “Sei stato tu
stratore si adoperò per procurarsi degli a invitarmi qui”.
amici sulla terra in vista del tempo in Darby commenta:
cui non avrebbe più lavorato, così il In generale, l’uomo è amministratore
credente dovrebbe usare i beni del suo di Dio. In un certo qual senso, Israele
Signore per assicurarsi una festa di era un amministratore della vigna del
benvenuto al suo arrivo in cielo. Signore: a Israele erano stati affidati
Il Signore disse: i figli di questo mon- la legge, le promesse, il patto e il ser-
do, nelle relazioni con quelli della loro vizio. Ma Israele sprecò i beni di Dio.
generazione, sono più avveduti dei figli Anche l’uomo, come amministratore
della luce. Ciò significa che, nel pensare dell’Altissimo, si è rivelato completa-
al proprio futuro in questo mondo, gli mente infedele. Cosa fare, dunque?
increduli dimostrano di essere più as- Dio interviene e, nella sua grazia so-
sennati dei veri credenti, i quali dovreb- vrana, trasforma ciò che l’uomo ha
bero accumulare tesori in cielo. usato male sulla terra in un mezzo
16:9 Dobbiamo farci degli amici con per produrre frutto celeste. Le cose
l’ausilio delle ricchezze ingiuste. In al- di questo mondo, messe a disposi-
zione dell’uomo, non sono da usare
tre parole: dobbiamo usare il denaro
per godere, ora, del mondo (il quale è
e altri beni materiali per conquista-
completamente lontano da Dio), ben-
re anime a Cristo e, quindi, stringere sì sono da usare con uno sguardo al
amicizie che dureranno per l’eternità. futuro. Non dobbiamo cercare di ap-
Pierson lo spiega con chiarezza: propriarci delle cose, ma di utilizzarle
Il denaro può essere usato per acqui- nel modo giusto, in vista di altri tem-
stare Bibbie, libri, opuscoli e, quindi, pi. È meglio trasformare tutto ciò che
indirettamente, le anime degli uo- abbiamo in un amico per un giorno
mini. In questo modo ciò che è mate- futuro, che avere denaro adesso. L’uo-
riale e transitorio diventa immortale, mo, qui, è destinato alla distruzione.
immateriale, spirituale ed eterno. Perciò ora l’uomo è un amministrato-
Prendiamo, ad esempio, un uomo che re fuori posto.(47)

292
LUCA 16:16

16:10 Se siamo fedeli nell’ammini- a servire Dio contemporaneamente.


strazione delle cose minime (il dena- Mammona reclama per sé tutto ciò che
ro), saremo altresì fedeli nel gestire abbiamo e siamo: le nostre serate, il
quelle grandi (i tesori spirituali). Al tempo libero e il tempo che dovremmo
contrario, l’uomo che utilizza ingiusta- consacrare al Signore.
mente il denaro che Dio gli ha affidato,
si comporterà altrettanto ingiustamen- W. Gli avidi farisei
te anche quando saranno in gioco in- (16:14-18)
teressi maggiori. La relativa e scarsa 16:14 I farisei non erano soltanto or-
importanza del denaro è evidenziata gogliosi e ipocriti, ma altresì avidi.
dall’espressione cose minime. Essi consideravano la religione come
16:11 Chi non fa un uso onesto del- un mezzo per lucrare. Avevano scelto
le ricchezze ingiuste (il denaro) per il la religione come si sceglierebbe una
Signore, difficilmente può aspettarsi professione a scopo di lucro. Il loro ser-
che egli gli affidi quelle vere. Di per sé vizio non era volto alla gloria di Dio e
i soldi non sono un male; ma proba- al soccorso del prossimo, bensì al pro-
bilmente non ne avremmo mai avuto prio arricchimento personale. Quando
bisogno, se il peccato non fosse entrato udivano il Signore Gesù insegnare che
nel mondo. Il denaro è ingiusto perché occorreva rinunciare alle ricchezze di
è fondamentalmente usato per scopi questo mondo e accumulare tesori in
diversi dalla gloria di Dio. In questo cielo, si beffavano di lui. Per costoro
brano il denaro è contrapposto alle ric- il denaro era più reale delle promesse
chezze vere. Il valore del denaro è in- di Dio. Nulla avrebbe impedito loro di
certo e transitorio; il valore delle realtà accumulare ricchezza.
spirituali è stabile ed eterno. 16:15 Esteriormente i farisei appa-
16:12 Qui abbiamo una distinzione rivano pii e spirituali e si reputavano
tra i beni altrui e quelli propri. Tutto giusti agli occhi degli uomini . Ma,
ciò che possediamo – soldi, tempo, dietro la loro ingannevole facciata, Dio
talenti – appartiene al Signore e noi, vedeva l’avidità dei loro cuori. La loro
quali amministratori, siamo tenuti a finzione non lo ingannava. La condot-
usarlo per lui. I nostri beni, invece, so- ta di cui facevano mostra, e che altri
no quelli che raccoglieremo in questa ammiravano (vd. Sl 49:18), era abomi-
vita e in quella a venire, in ricompensa nevole davanti a Dio. Essi ritenevano
del nostro servizio fedele a Cristo. Se di avere raggiunto il successo perché,
non saremo stati fedeli in ciò che è del a una professione religiosa, univano
Signore, come potrà egli darci ciò che un introito economico. Ma agli occhi
è nostro? di Dio essi erano degli adulteri, sotto il
16:13 È del tutto impossibile vive- profilo spirituale: professavano amo-
re per le cose materiali e, nello stesso re per Yahweh, ma il loro vero dio era
tempo, per Dio. Se siamo dominati dal Mammona.
denaro non possiamo servire veramen- 16:16 È difficile comprendere ciò che
te il Signore. Per accumulare ricchezza unisce i vv. 16-18. A una prima lettura,
dobbiamo impegnare le nostre forze essi sembrano piuttosto scollegati da
migliori. Così facendo defraudiamo quanto precede e da quanto segue. Ri-
Dio di ciò che è giustamente suo. È una teniamo, tuttavia, che possano essere
questione di fedeltà divisa: le motiva- meglio compresi ricordando che gli
zioni entrano in conflitto, le decisioni argomenti del cap. 16 sono l’avarizia e
non sono imparziali. Dov’è il nostro l’infedeltà dei farisei. Proprio coloro che
tesoro, lì c’è anche il nostro cuore vantavano una scrupolosa osservanza
(vd. 12:34). Nello sforzo di guadagnare della legge sono denunciati come avari
ricchezza, ci mettiamo al servizio di e ipocriti. Lo spirito della legge è in net-
Mammona, ed è impossibile riuscire to contrasto con lo spirito dei farisei.

293
LUCA 16:17-18

La legge e i profeti hanno durato fi- di adulterio spirituale, costoro erano


no a Giovanni. Con queste parole il Si- altresì rei di adulterio carnale.
gnore definì l’epoca della legge, iniziata
con Mosè e conclusasi con Giovanni il Z. L’uomo ricco e Lazzaro
battista. Sorgeva ora una nuova epoca: (16:19-31)
a partire da Giovanni, era annunziata 16:19-21 Il Signore conclude il suo di-
la buona notizia del regno di Dio. Il scorso sull’amministrazione dei beni
battista aveva annunciato l’arrivo del materiali con il racconto di vita, morte
giusto Re d’Israele e aveva avvisato gli e oltretomba di due uomini. È bene no-
uomini che, qualora si fossero ravve- tare che questa storia non è presentata
duti, il Signore Gesù sarebbe stato il lo- come una parabola. Tale precisazione
ro Re. Molti risposero con entusiasmo è importante, giacché alcuni critici mi-
alla sua predicazione e alla successiva nimizzano i solenni insegnamenti di
predicazione da parte del Signore stes- questo racconto definendolo, per l’ap-
so e dei discepoli. punto, una parabola.
La locuzione ciascuno vi entra a Per cominciare, deve essere chiaro
forza significa che quanti risposero al che l’anonimo uomo ricco non fu con-
messaggio presero letteralmente d’as- dannato al soggiorno dei morti a causa
salto il regno. I pubblicani e i pecca- della sua ricchezza. La base della sal-
tori, ad esempio, dovettero scavalcare vezza è la fede nel Signore; il motivo
gli ostacoli frapposti dai farisei; altri della condanna è il rifiuto di credere in
dovettero tenacemente lottare contro lui. In questo caso, l’uomo ricco si era
l’amore per il denaro che albergava nei dimostrato privo di una vera fede sal-
loro stessi cuori. Occorreva superare i vifica a causa della sua insensibilità nei
pregiudizi. confronti del mendicante… che stava
16:17-18 Ma con l’avvento della nuo- alla sua porta. Se avesse avuto l’amore
va era, le fondamentali verità morali di Dio in sé, non avrebbe potuto vive-
non furono annullate. Sarebbe più fa- re nel lusso, nel benessere e nell’agio,
cile che passino cielo e terra, anziché mentre un suo simile era fuori della
cada un solo apice della legge (un api- sua porta a mendicare quello che ca-
ce è paragonabile al taglio della “t” o al deva dalla tavola. Se avesse rinunciato
puntino sulla “i”). all’amore per il denaro, egli sarebbe
I farisei ritenevano di far parte del entrato con potenza nel regno di Dio.
regno di Dio, ma il Signore li ammonì: Lazzaro non fu salvato perché po-
“Non potete disprezzare le grandi leggi vero, ma perché aveva confidato in Dio
morali di Dio e reclamare un posto in per la salvezza della propria anima.
cielo”. Al che, forse, essi domandarono: Consideriamo il ritratto dell’uomo
“Quale grande precetto morale stiamo ricco, chiamato talvolta Dives (lat.,
ignorando?” Probabilmente fu allora “ricco”). Vestiva solo gli abiti più costo-
che il Signore indicò la legge del matri- si, confezionati su misura; la sua tavola
monio come esempio di una legge che era imbandita con i cibi più prelibati.
non sarebbe mai passata. Ogni uomo Viveva soltanto per se stesso e per l’ap-
che manda via la moglie e ne sposa pagamento dei propri desideri e delle
un’altra, commette adulterio; e chiun- proprie voglie. Non vi era in costui né
que sposa una donna mandata via… vero amore per Dio né considerazione
commette adulterio. Questo è esatta- per il prossimo.
mente quanto i farisei stavano facendo Lazzaro ci appare in impressionante
in senso spirituale. Il popolo giudeo contrasto. Questi era un misero mendi-
aveva stretto un patto con Dio ma i fa- cante, deposto ogni giorno di fronte alla
risei gli voltavano le spalle, in una folle casa dell’uomo ricco, pieno di ulceri,
ricerca di beni materiali. E forse il ver- sfinito dalla fame, tormentato da sudici
setto intende soggiungere che, oltre che cani che venivano a leccargli le ulceri.

294
LUCA 16:27-31

16:22 Quando il povero morì… fu invece, che c’è un’esistenza cosciente


portato dagli angeli nel seno di Abraa- oltre la tomba. Siamo colpiti, in effet-
mo. Molti dubitano che gli angeli ef- ti, dal grado di conoscenza posseduta
fettivamente partecipino al trasporto dall’uomo ricco.
delle anime dei credenti in cielo. Non ...vide da lontano Abraamo, e Lazza-
vi è motivo, tuttavia, di mettere in dub- ro nel suo seno. Poteva persino comu-
bio il chiaro significato delle parole. Gli nicare, con Abraamo. Lo chiamò padre
angeli assistono i credenti in questa vi- Abraamo, supplicandolo di avere pietà,
ta, non v’è ragione di ritenere che non pregando che Lazzaro gli portasse una
possano farlo anche al momento della goccia d’acqua per rinfrescargli la lin-
morte. Il seno di Abraamo è un’espres- gua. Qualcuno si chiederà se un’anima
sione simbolica per indicare un luogo incorporea possa sperimentare la sete
di beatitudine. Per un Giudeo godere e il tormento a causa di una fiamma.
della comunione con Abraamo era si- Possiamo solo commentare che si tratta
nonimo di inesprimibile felicità. Rite- di un linguaggio metaforico, ma ciò non
niamo, perciò, che l’espressione seno significa che la sofferenza non sia reale.
di Abraamo indichi il cielo. Quando 16:25 Abraamo si rivolse al ricco
morì anche il ricco, il suo corpo, che chiamandolo figlio, indicando con ciò
tanto aveva curato e per il quale tanto che quest’ultimo era suo discendente
aveva speso, fu sepolto. sotto l’aspetto genealogico (ma, ov-
16:23-24 Ma non finì lì. La sua ani- viamente, non sotto quello spirituale).
ma, o l’io cosciente, andò nell’Ades Il patriarca gli rammentò la sua vita
(Sheol nell’A.T., termini che indicano lo trascorsa nel lusso, nelle comodità e
stato degli spiriti dei defunti). In epoca nell’agiatezza, ma gli rammentò altresì
veterotestamentaria questo termine la povertà e la sofferenza di Lazzaro.
era usato per indicare il soggiorno dei Ora, di là dalla tomba, le parti si erano
morti, sia dei salvati sia dei perduti. invertite. Le differenze terrene si erano
Qui esso indica la dimora dei perduti, ribaltate.
giacché è specificato che l’uomo ricco 16:26 Impariamo che le scelte di
pativa nei tormenti. questa vita determinano il nostro de-
I discepoli dovettero rimanere con- stino eterno e che, una volta giunta la
fusi sentendo dire da Gesù che questo morte, quel destino è stabilito per sem-
Giudeo ricco era andato nell’Ades. pre: non è possibile transitare dalla
Dall’A.T. era stato loro insegnato che dimora dei salvati a quella dei dannati,
le ricchezze erano segno del favore e né viceversa.
della benedizione di Dio. L’Israelita 16:27-31 Da morto, l’uomo ricco di-
ubbidiente al Signore aveva la promes- venne improvvisamente un evangeliz-
sa della prosperità materiale. Come zatore! Voleva che qualcuno andasse
poteva dunque un Giudeo ricco finire dai suoi cinque fratelli e li avvertisse
nell’Ades? Il Signore Gesù aveva appena affinché non finissero anche loro in
dichiarato che, con la predicazione di quel luogo di tormento. La risposta di
Giovanni, un nuovo ordine di cose era Abraamo fu che i cinque fratelli, essen-
iniziato. Da allora in poi, le ricchezze do Giudei, avevano le Scritture dell’A.T.
non erano più un segno di benedizione e che queste sarebbero state sufficienti
ma sarebbero bensì servite a verificare ad avvertirli. L’uomo ricco obiettò che
la fedeltà di un uomo nell’amministra- se qualcuno dai morti fosse andato a
zione dei beni affidatigli da Dio. A chi loro, essi si sarebbero ravveduti. Ma
molto è dato, molto sarà richiesto. Abraamo liquidò il discorso dichiaran-
Il v. 23 smentisce la teoria del “sonno do che il rifiuto di ascoltare la Parola di
dell’anima”, in base alla quale l’ani- Dio è determinante. Se le persone non
ma non è cosciente nel periodo che va si curano di ciò che dice la Bibbia, non
dalla morte alla risurrezione. Prova, crederanno nemmeno se uno dei mor-

295
LUCA 17:1-2

ti risuscita. Ciò è stato definitivamente nel materialismo e nell’adorazione di


dimostrato nel caso del Signore Gesù Mammona.
stesso: egli è risorto dai morti, ma gli Naturalmente si tratta di un prin-
uomini ancora non credono. cipio di ampia applicazione. Questi
Il N.T. insegna che, quando un cre- piccoli possono essere fatti inciampare
dente muore, il corpo va nella tomba tramite l’incoraggiamento alla mon-
ma l’anima parte per dimorare in cielo danità o mediante il coinvolgimento
con Dio (vd. 2 Co 5:8; Fl 1:23). Quando in peccati sessuali. Essi rischiano di
muore un incredulo, il suo corpo va mettere il piede in fallo a causa di in-
nella tomba ma l’anima va nell’Ades. segnamenti che annacquano il puro si-
Per questi l’Ades è un luogo di sofferen- gnificato delle Scritture: qualsiasi cosa
za e rimorso. li faccia deviare da un percorso di fede
In occasione del rapimento, il cor- semplice, di devozione e di santità, è
po del credente sarà risuscitato dalla per costoro motivo d’inciampo.
tomba e riunito alla propria anima e al Conoscendo la natura umana e le
proprio spirito (1 Te 4:13-18). I credenti, condizioni del mondo, il Signore affer-
allora, abiteranno con Cristo in eter- mò che è impossibile che non avven-
no. Nel giorno del giudizio del grande gano scandali; ma ciò non diminuisce
trono bianco saranno riuniti i corpi, gli la colpa di coloro che li provocano. Sa-
spiriti e le anime degli increduli (vd. Ap rebbe meglio per costoro che una ma-
20:12-13). Questi ultimi saranno cac- cina da mulino gli fosse messa al collo
ciati nello stagno di fuoco, il luogo del e fossero trascinati nelle profondità del
castigo eterno. mare. È evidente che un linguaggio
Il cap. 16 si conclude quindi con così forte non sottintende solamente
un solenne monito ai farisei e a tutti la morte fisica, ma altresì la condanna
coloro che vivono per il denaro. Chi eterna.
conduce questo tipo di esistenza, lo fa Parlando di uno solo di questi picco-
a scapito della propria anima. È meglio li, il Signore Gesù non alludeva tanto ai
mendicare pane sulla terra che mendi- bambini quanto, piuttosto, ai discepoli
care acqua nell’Ades. dalla fede ancora immatura.

IX. IL FIGLIO DELL’UOMO ISTRUISCE B. Sulla necessità del perdono


I SUOI DISCEPOLI (17:1–19:27) (17:3-4)
17:3-4 Nella vita cristiana non esiste
A. Sul pericolo degli scandali soltanto il pericolo di scandalizzare gli
(17:1-2) altri, ma anche quello di nutrire risen-
17:1-2 Il filo logico di questo capitolo timenti o rifiutare il perdono a chi ci ha
non è chiaro. Sembra quasi che Luca fatto un torto e chiede scusa. È ciò di
metta insieme argomenti diversi, privi cui il Signore si occupa in questo testo.
di collegamento fra loro. Il N.T., su questo argomento, insegna
Nondimeno, l’affermazione di Cri- ad agire come segue.
sto riguardo al pericolo degli scandali, 1. Se un credente è offeso da un altro
in apertura di capitolo, potrebbe col- credente deve, prima di tutto, per-
legarsi alla storia dell’uomo ricco con donare nel suo cuore colui che ha ar-
cui si conclude il cap. 16. Vivere nel recato l’offesa (vd. Ef 4:32). Questo
lusso, nell’egoismo, nell’agio potrebbe proteggerà la sua anima dal risenti-
facilmente rivelarsi un ostacolo per mento e dall’astio.
altri, immaturi nella fede. Soprattutto 2. Quindi deve recarsi in privato da
se un uomo ha fama di essere cristia- colui che ha commesso l’offesa e ri-
no, il suo esempio sarà seguito. È cosa prenderlo (v. 3; anche Mt 18:15). Se
grave, perciò, indurre promettenti se- quell’uomo si ravvede, deve dir-
guaci del Signore Gesù Cristo a vivere gli che è perdonato. Anche se l’altro

296
LUCA 17:10

pecca ripetutamente e poi sostiene reciproco. L’orgoglio va estirpato. Se


di essere pentito, deve essere perdo- una fede grande quanto un granello
nato (v. 4). di senape può sradicare un sicomoro e
3. Se l’ammonizione privata non pro- piantarlo nel mare, più facilmente po-
duce alcun effetto, la persona che ha trà procurarci la vittoria sulla durezza
subìto il torto deve prendere con sé e sull’orgoglio che ci impediscono di
uno o due testimoni (vd. Mt 18:16) e perdonare un fratello innumerevoli
tornare dall’offensore. Se l’altro non volte.
li ascolta, il caso deve essere portato
all’attenzione della chiesa. Se nemme- D. Sui servi utili
no la chiesa viene ascoltata, colui che (17:7-10)
ha commesso il torto deve essere trat- 17:7-9 Il vero servo di Cristo non ha
tato come un estraneo (vd. Mt 18:17). motivo di essere orgoglioso. La presun-
Lo scopo delle ammonizioni e di al- zione deve essere estirpata alla radice e
tre azioni disciplinari non è la vendet- sostituita da un sincero senso di inde-
ta da parte di chi ha subìto il torto, né gnità. Ciò è quanto ci insegna la storia
l’umiliazione per colui che ha offeso, del servo.
bensì la reintegrazione nella comunio- Questo servo ha arato, o badato alle
ne con il Signore e con i fratelli. Tutte le pecore tutto il giorno. Quando, alla fine
ammonizioni devono nascere da uno di una dura giornata di lavoro, torna a
spirito di amore. Non abbiamo modo casa dai campi, il padrone non lo invita
di giudicare se il ravvedimento di colui a sedersi a tavola per la cena. Invece, gli
che ha recato l’offesa è sincero: possia- ordina di mettersi il grembiule e prepa-
mo soltanto credere alle sue parole. Ec- rargli la cena. Solo dopo aver sbrigato le
co perché Gesù ha detto: Se ha peccato faccende, il servo è autorizzato a con-
contro di te sette volte al giorno e sette sumare il proprio pasto. Il padrone non
volte torna da te e ti dice: “Mi pento”, si ritiene… obbligato per i servizi che il
perdonalo. È questo il modo in cui il servo gli ha reso. Quest’ultimo ha fatto
Padre si comporta con noi. Non impor- soltanto ciò che ci si aspetta da un ser-
ta quante volte veniamo meno nei suoi vo: poiché appartiene al suo padrone, è
riguardi; abbiamo sempre la certezza suo preciso dovere ubbidirgli.
che “se confessiamo i nostri peccati, 17:10 Allo stesso modo i discepoli so-
egli è fedele e giusto da perdonarci i no servi del Signore Gesù Cristo. Appar-
peccati e purificarci da ogni iniquità” tengono a lui, spirito, anima, corpo. Alla
(1 Gv 1:9). luce di quanto è avvenuto sul Golgota,
niente di tutto quello che potranno fare
C. Sulla fede per il Salvatore sarà sufficiente a ripa-
(17:5-6) garlo. Perciò, dopo che il discepolo ha
17:5 Gli apostoli trovavano difficile, se fatto tutto quello che gli è comandato
non addirittura impossibile, perdonare nel N.T., deve ammettere che è ancora
sette volte in un giorno solo. Sentivano un servo inutile, che ha fatto solo quello
di non essere capaci di mostrare una che è in obbligo di fare.
tale misericordia. Chiesero perciò al Roy Hession elenca le cinque carat-
Signore di aumentare loro la fede. teristiche del servo:
17:6 Il Signore rispose che, per 1. deve essere disposto a vedersi asse-
quanto riguarda la fede, non è questio- gnare una mansione dietro l’altra a
ne di quantità bensì di qualità. Non titolo gratuito;
è nemmeno necessario riceverne di 2. facendo tutto ciò, non deve aspettar-
più, ma è sufficiente usare quella che si alcun ringraziamento;
già si possiede. Sono il nostro orgo- 3. dopo aver compiuto tutto il suo do-
glio e l’importanza che attribuiamo a vere, non deve accusare il padrone
noi stessi gli impedimenti al perdono di egoismo;

297
LUCA 17:11

4. deve confessare di essere un servo significa che, mentre gli altri nove fu-
inutile; rono purificati dalla lebbra, il decimo
5. deve ammettere che, facendo e sop- fu anche salvato dal peccato!
portando ogni cosa con spirito di
umiltà e mansuetudine, non ha fatto F. Sull’avvento del regno
altro che il suo dovere.(48) (17:20-37)
17:20-21 È difficile stabilire se la do-
E. Gesù guarisce dieci lebbrosi manda dei farisei sul regno fosse sin-
(17:11-19) cera o soltanto ironica. Sappiamo però
17:11 Un altro pericolo in agguato nel- con certezza che, essendo Giudei, essi
la vita del discepolo è l’ingratitudine, speravano in un regno inaugurato in
esemplificata nella storia dei dieci leb- grande potenza e gloria. Cercavano se-
brosi. Leggiamo che il Signore Gesù era gnali chiari e sconvolgimenti politici.
in viaggio verso Gerusalemme, lungo i Con l’espressione “Il regno di Dio non
confini della Samaria e della Galilea. viene in modo da attirare gli sguardi” il
17:12-14 ...mentre entrava in un Salvatore intendeva dire che, perlome-
villaggio... dieci uomini lebbrosi lo no nella sua forma attuale, il regno di
videro. A causa della loro malattia non Dio non era venuto con segni esteriori
si avvicinarono, ma gridarono da lon- evidenti. Non si trattava di un regno vi-
tano supplicandolo di guarirli. Egli sibile, terreno, temporale, che si potesse
ricompensò la loro fede invitandoli ad trovare qui o là; era, invece, in mezzo a
andare a mostrarsi ai sacerdoti. Ciò loro. Gesù era il giusto Re d’Israele, che
significava che, una volta giunti dal aveva compiuto miracoli mostrando
sacerdote, sarebbero stati guariti dalla così, pubblicamente, le proprie creden-
lebbra. Il sacerdote non aveva il potere ziali. Ma i farisei non desideravano rice-
di guarirli, ma era designato a dichia- verlo. Per quanto li riguardava, il regno
rarli guariti. Ubbidienti alla parola del di Dio si era presentato ed essi lo aveva-
Signore, i lebbrosi si avviarono verso no completamente ignorato.
la residenza dei sacerdoti e, mentre 17:22 Parlando ai farisei, il Signore
andavano, furono miracolosamente affermò che il regno era già venuto.
purificati dalla malattia. Rivolgendosi ai discepoli, invece, par-
17:15-18 Tutti costoro avevano avuto lò del regno come di un evento futuro,
fede e furono guariti, ma soltanto uno, che si sarebbe realizzato al suo ritorno.
su dieci, tornò indietro a ringraziare il Inoltre, descrisse il periodo fra i due
Signore. Notiamo che costui era un sa- avventi. Sarebbero venuti giorni in cui
maritano, quel “prossimo” disprezzato i discepoli avrebbero desiderato vede-
con cui il popolo giudeo non intratte- re anche uno solo dei giorni del Figlio
neva rapporti. Si gettò... con la faccia a dell’uomo, ma non lo avrebbero visto.
terra (in segno di adorazione) ai piedi In altre parole, avrebbero fortemente
di Gesù (il luogo dell’adorazione). Ge- desiderato rivivere uno... dei giorni in
sù domandò se i dieci non fossero stati cui Gesù era con loro sulla terra, in dol-
tutti purificati giacché uno solo, que- ce comunione. Quei giorni, in un certo
sto straniero, era ritornato a ringrazia- senso, avevano consentito loro di pre-
re. Dove erano gli altri nove ? Nessuno gustare il momento del suo ritorno in
era tornato per dar gloria a Dio. potenza e magnifica gloria.
17:19 Rivolgendosi al samaritano, il 17:23-24 Sorgeranno molti falsi cristi
Signore Gesù disse: Alzati e va’; la tua e i governanti annunceranno il ritorno
fede ti ha salvato. Solo il riconoscente del Messia. Ma i suoi seguaci non si la-
dieci per cento eredita le vere ricchezze sceranno ingannare da questi annunci
di Cristo. Gesù onora con le sue bene- fasulli. Il ritorno di Cristo sarà evidente
dizioni chi torna indietro (v. 15) e rin- e inequivocabile, com’è il lampo che
grazia (v. 16). ...la tua fede ti ha salvato balena da un punto all’altro del cielo.

298
LUCA 17:37

17:25 Di nuovo il Signore Gesù pre- città; ella, infatti, si voltò indietro: non
annunciò ai discepoli che, prima di era più dentro Sodoma, ma Sodoma
tutto ciò, egli stesso avrebbe sofferto era dentro di lei. Per questo Dio la fece
molte cose e sarebbe stato respinto da perire, trasformandola in una statua di
quella generazione. sale (vd. Ge 19:26).
17:26-27 Tornando sull’argomento 17:33 Chi cercherà di salvare la sua
della venuta del suo regno, il Signore vita, curandosi solamente della propria
spiegò che i giorni immediatamente incolumità fisica e non di quella della
precedenti quel glorioso evento saran- propria anima, la perderà. Chi, invece,
no simili ai giorni di Noè. La gente con- durante questo periodo di tribolazione,
tinuerà a mangiare, a bere, a sposarsi la perderà per essere stato fedele al Si-
ecc. Queste cose non sono sbagliate: gnore, in realtà la preserverà per tutta
sono attività umane normali e legitti- l’eternità.
me. Il male consiste nel vivere esclu- 17:34-36 (49) Il ritorno del Signore si-
sivamente per esse, senza considerare gnificherà separazione. Se due individui
Dio né avere tempo per lui. Dopo che staranno dormendo in un letto; l’uno
Noè e la sua famiglia entrarono nell’ar- sarà preso e condotto in giudizio, men-
ca… venne il diluvio che distrusse il tre l’altro, credente, sarà risparmiato
resto dell’umanità. Allo stesso modo, la per il regno di Cristo. Se due donne
seconda venuta di Cristo comporterà il saranno intente a svolgere insieme la
castigo di quanti rifiutano la sua offer- medesima mansione, una, quella non
ta di grazia. credente, sarà portata via dall’uragano
17:28-30 Inoltre, disse il Signore, i dell’ira di Dio e l’altra, una figlia di Dio,
giorni precedenti il suo ritorno saran- sarà risparmiata per le benedizioni del
no simili a quelli di Lot. A quel tempo millennio con Cristo.
la civiltà era progredita; l’uomo non Un particolare curioso: nei vv. 34-
soltanto mangiava e beveva, ma altre- 35 si scorge un’allusione alla sfericità
sì comprava... vendeva... piantava... della terra. Le attività simultanee qui
costruiva . Con i propri sforzi l’uomo menzionate, una notturna e una diur-
cercava di raggiungere la pace e la pro- na, suggeriscono che in una parte del
sperità senza Dio. Ma nel giorno che mondo sarà notte e in un’altra parte
Lot, insieme con la moglie e le figlie, sarà giorno. Ciò comprova una cono-
uscì da Sodoma piovve dal cielo fuo- scenza scientifica che l’umanità avreb-
co e zolfo che distrusse l’empia città. bero acquisito solamente molti anni
Lo stesso avverrà nel giorno in cui il più tardi.
Figlio dell’uomo sarà manifestato. 17:37 Dalle parole del Salvatore i di-
Coloro che s’interessano unicamente scepoli compresero chiaramente che
al proprio piacere, alla gratificazione il suo ritorno avrebbe comportato un
personale e al commercio saranno di- catastrofico castigo celeste sul mondo
strutti. e sulla sua apostasia. Essi domanda-
17:31 Sarà un giorno in cui l’attacca- rono perciò al Signore dove questo
mento alle cose terrene costituirà un giudizio sarebbe avvenuto. La risposta
pericolo per la vita umana. Chi si tro- fu che dove sarà la carcassa, là pure si
verà sulla terrazza... non dovrà tentare raduneranno le aquile. Le aquile, o gli
di salvare nessuno dei beni in casa. Chi avvoltoi, simboleggiano un giudizio
sarà fuori nei campi non dovrà tornare incombente. La risposta, quindi, è che
indietro verso la sua abitazione. Dovrà il castigo si abbatterà su qualsiasi for-
fuggire dai luoghi sui quali si abbatterà ma di incredulità e di ribellione contro
il giudizio di Dio. Dio, ovunque esse si trovino.
17:32 Sebbene la moglie di Lot fos- Nel cap. 17 il Signore Gesù avvertì
se stata portata via da Sodoma quasi i discepoli che dolori e persecuzioni
a forza, il suo cuore era rimasto nella stavano davanti a loro. Prima del suo

299
LUCA 18:1

glorioso ritorno sarà necessario attra- Spirito non contenderà più con gli
versare queste grandi prove. Per prepa- uomini, e quindi punirà quelli che
rarli, il Salvatore li istruì nuovamente hanno perseguitato i suoi seguaci. Il
riguardo alla preghiera. Nei versetti che Signore Gesù concluse la parabola con
seguono troviamo le preghiere di una un interrogativo: Ma quando il Figlio
vedova, un fariseo, un pubblicano e un dell’uomo verrà, troverà la fede sulla
mendicante. terra? Egli alludeva, probabilmente,
al tipo di fede dimostrata dalla povera
G. Parabola del giudice e della vedova. Ma potrebbe anche signifi-
vedova insistente (18:1-8) care che, quando il Signore ritornerà,
18:1 La parabola della supplica della troverà soltanto un residuo fedele. Nel
vedova insegna che bisogna pregare frattempo ognuno di noi dovrebbe
sempre e non stancarsi mai. In gene- sentirsi spronato a una fede che grida a
rale, ciò vale per chiunque e per tutti i Dio giorno e notte.
tipi di preghiera. In particolare, tutta-
via, questo brano insegna che occorre H. Parabola del fariseo
pregare per avere la liberazione di Dio e del pubblicano (18:9-14)
nei momenti di prova. Durante il lun- 18:9-12 La successiva parabola costi-
go, faticoso periodo tra la prima e la se- tuisce un ammaestramento per coloro
conda venuta di Cristo è per questo che che si ritengono giusti e che disprezza-
occorre pregare senza stancarsi. no gli altri, considerandoli inferiori.
18:2-3 La parabola narra di un giu- Chiamando in causa un fariseo, il
dice ingiusto, privo di timore di Dio e Salvatore non lasciava adito a dubbi
di rispetto per il prossimo, e di una ve- riguardo alla categoria di persone cui
dova angariata da un non meglio spe- alludeva. Nonostante il fariseo osten-
cificato avversario. La vedova andava tasse un atteggiamento pio, non era a
dal giudice con insistenza, esigendo Dio che egli rivolgeva la propria pre-
giustizia per essere finalmente liberata ghiera: costui, in realtà, faceva sfoggio
dalla sua pietosa condizione. della propria statura morale e religiosa.
18:4-5 Il giudice non si curava della Anziché confrontarsi con la perfezione
vedova, né l’effettivo torto subìto da di Dio e riconoscere la propria condi-
costei lo induceva a intervenire in suo zione di peccatore, il fariseo si para-
favore. Tuttavia, l’insistenza con cui gonava agli altri uomini, vantandosi
la vedova gli si presentava dinanzi lo di essere migliore di loro. Il reiterato
spinse infine a fare qualcosa. Tanta in- pronome io rivela la presunzione e l’or-
vadenza e tale insistenza fecero sì che goglio che albergavano nel suo cuore.
il giudice, infine, deliberasse a favore 18:13 In netto contrasto è la figura
della donna. del pubblicano. Egli se ne stava a di-
18:6-7 Il Signore spiegò ai disce- stanza, cosciente di tutta la propria in-
poli che se un giudice ingiusto agiva degnità, e si umiliava profondamente.
a favore di una povera vedova a moti- ...non osava neppure alzare gli occhi
vo della sua insistenza, quanto più il al cielo; ma si batteva il petto, appel-
giusto Dio interverrà a favore dei suoi landosi alla misericordia di Dio: O Dio
eletti. Gli eletti cui allude questo passo abbi pietà di me, [lett. “il”] peccatore!
potrebbero essere, in modo partico- Non si considerava un peccatore fra
lare, i Giudei rimasti nel periodo della tanti, ma il peccatore, indegno di qual-
tribolazione, ma anche tutti i credenti siasi cosa da parte di Dio.
oppressi di qualsiasi epoca. Dio non è 18:14 Il Signore Gesù rammentò ai
ancora intervenuto perché è paziente suoi uditori che Dio gradisce uno spi-
verso gli uomini e non vuole che nes- rito contrito, ossia uno spirito di umi-
suno si perda (vd. 2 P 3:9). liazione e ravvedimento. In barba alle
18:8 Ma verrà il giorno in cui il suo apparenze, fu il pubblicano, e non il fa-

300
LUCA 18:25

riseo, colui che tornò a casa sua giusti- dagna compiendo opere buone. La vita
ficato. Dio esalta gli umili, ma umilia eterna ci è donata da Dio tramite Gesù
quelli che si esaltano. Cristo. Invitando l’uomo a considerare
i dieci comandamenti, il Signore Ge-
I. Gesù e i bambini sù non intendeva affermare che fosse
(18:15-17) possibile ottenere la salvezza tramite
18:15-17 Questo episodio rafforza il la legge. Al contrario, intendeva servir-
concetto appena espresso, vale a dire si della legge per convincere l’uomo di
la necessità di umiliarsi per entrare nel peccato. Il Signore Gesù recitò i cinque
regno di Dio. comandamenti della seconda tavola
Intorno al Signore Gesù si assiepa- della legge, ossia quelli che regolano
vano molte madri che gli portavano i i rapporti con i nostri simili, ovvero il
loro bambini affinché li benedicesse. nostro prossimo.
I discepoli erano infastiditi da tale in- 18:21-23 Evidentemente la legge non
trusione nelle attività del Salvatore. provocò nell’uomo alcuna convinzione
Ma, dolcemente, Gesù chiamò a sé i relativamente alla sua condizione di
bambini e assicurò: Il regno di Dio è di peccato. Il giovane capo sosteneva, con
chi è come loro. Il v. 16 risponde alla arroganza, di aver osservato tutti quei
domanda: “Cosa succede ai bambini comandamenti fin dalla gioventù. Ge-
quando muoiono?” La risposta è: “Van- sù osservò che gli mancava ancora una
no in cielo!” Il Signore, infatti, specificò cosa : l’amore per il prossimo. Se l’uo-
che il regno di Dio è di chi è come loro. mo avesse veramente osservato tutti
I bambini sono salvati fin dalla più questi comandamenti, allora avrebbe
tenera età. Ogni bambino che desideri venduto tutti i propri beni e avrebbe
andare a Gesù deve essere incoraggia- distribuito il ricavato ai poveri. Costui,
to a farlo. Non occorre aspettare che tuttavia, non amava il suo prossimo
il bambino diventi adulto perché sia come se stesso e viveva una vita egoi-
salvato. Ma l’adulto deve avere la fede sta, priva di vero amore per gli altri: lo
semplice e l’umiltà di un bambino per dimostra il fatto che, udite queste cose,
entrare nel regno di Dio. ne fu afflitto, perché era molto ricco.
18:24 Vedendo ciò, Signore Gesù ri-
J. Il giovane ricco levò la difficoltà, per quelli che hanno
(18:18-30) delle ricchezze, di entrare nel regno di
18:18-19 Questo brano narra il caso di Dio. È difficile possedere delle ricchez-
un uomo che non ricevette il regno di ze senza amarle e confidare in esse.
Dio come un bambino. Tutto questo brano suscita interroga-
Un giorno uno dei capi, rivolgen- tivi fastidiosi, tanto per i credenti quan-
dosi al Signore Gesù come al Maestro to per i non credenti. Come possiamo
buono, chiese che doveva fare per ritenere di amare veramente il nostro
ereditare la vita eterna. Il Salvatore gli prossimo, se conduciamo una vita di
domandò, anzitutto, perché gli si rivol- agi e di benessere mentre altri muoiono
gesse con l’appellativo Maestro buono, perché manca loro il vangelo di Cristo?
ricordandogli che solo Dio è buono. Il 18:25 Gesù disse che è più facile per
Signore non negava di essere Dio, bensì un cammello passare attraverso la
cercava di indurre l’uomo a riconoscer- cruna di un ago, che per un ricco en-
lo come tale (se egli era buono, allora trare nel regno di Dio. Riguardo a tale
doveva essere Dio, giacché solo Dio è affermazione, sono state date molte
totalmente buono). spiegazioni. Alcuni hanno ipotizzato
18:20 Dopodiché Gesù considerò la che la “cruna dell’ago” fosse una porta
domanda: “Che devo fare per ereditare nelle mura interne della città, la quale
la vita eterna?” Ora, noi sappiamo che sarebbe stata talmente bassa che un
la vita eterna non si eredita, né si gua- cammello l’avrebbe potuta oltrepas-

301
LUCA 18:26-27

sare soltanto procedendo “in ginoc- egli rispose che tale sacrificio è larga-
chio”. Tuttavia, il medico Luca utilizza mente ricompensato in questa vita e,
una termine che significa specifica- ancora di più, nell’eternità. L’ultima
mente “ago chirurgico”: l’affermazio- parte del v. 30 (e nell’età futura la vita
ne del Signore va dunque intesa in eterna) non significa che la vita eter-
senso letterale. In altre parole, come na si guadagna abbandonando tutto,
è impossibile a un cammello passare bensì che sarà maggiore il godimento
attraverso la cruna di un ago, è altret- delle glorie del cielo e altresì maggiore
tanto impossibile a un ricco entrare la ricompensa nel regno celeste. Con
nel regno di Dio. Non è sufficiente la tale espressione Gesù allude alla piena
spiegazione che un uomo ricco non realizzazione della vita ricevuta al mo-
può, con i propri sforzi, entrare nel re- mento della conversione, ossia la vita
gno: ciò vale, infatti, tanto per i ricchi nella sua pienezza.
quanto per i poveri. Tale affermazio-
ne, dunque, significa che è impossibile K. Gesù annuncia di nuovo la sua
per un ricco entrare nel regno di Dio morte e la sua risurrezione (18:31-34)
da ricco. Finché fa della ricchezza il 18:31-33 Per la terza volta il Signore
proprio dio, frapponendola tra sé e la prese con sé i dodici e annunciò loro
salvezza della propria anima, il ricco dettagliatamente ciò che gli sarebbe
non è in grado di convertirsi. La con- accaduto (vd. 9:22, 44), parlando delle
clusione è che non molti ricchi sono proprie sofferenze come del compi-
salvati, e quelli che lo sono devono, mento di quanto i profeti dell’A.T. ave-
prima, umiliarsi di fronte a Dio. vano scritto.
18:26-27 Riflettendo su quanto ave- Pacatamente, con divina prescien-
vano udito, i discepoli cominciarono za, egli profetizzò che sarebbe stato
a chiedersi chi dunque potesse essere consegnato ai pagani. A tale proposi-
salvato. Essi avevano sempre conside- to, Ryle osserva che “era più probabile
rato le ricchezze come un segno della che fosse ucciso di nascosto o lapidato
benedizione di Dio (vd. De 28:1-8). Se a morte durante una sommossa”. (50)
i ricchi giudei non erano salvati, allora Tuttavia i profeti avevano predetto che
chi lo era? Il Signore rispose che Dio il Messia sarebbe stato tradito, scher-
può fare ciò che all’uomo non è possi- nito e oltraggiato e che gli avrebbero
bile fare. Vale a dire: Dio può operare sputato addosso, e così doveva essere.
nel cuore di un avido, tenace, duro ma- Sarebbe stato frustato e ucciso, ma il
terialista e sostituire il suo amore per il terzo giorno sarebbe risuscitato.
denaro con il vero amore per il Signore. I rimanenti capitoli sviluppano il
È il miracolo della grazia divina. dramma che egli così prodigiosamente
Anche qui si presentano nuovi, sco- aveva previsto e predetto:
modi interrogativi per il figlio di Dio. Il - Ecco, noi saliamo a Gerusalemme
servo non è maggiore del suo Padrone; (18:35–19:45);
il Signore Gesù abbandonò le proprie - il Figlio dell’uomo sarà consegnato
ricchezze celesti per salvare le nostre ai pagani (19:47–23:1);
anime colpevoli. Non è bene essere - sarà schernito e oltraggiato (23:1-32);
ricchi in un mondo in cui egli fu pove- - lo uccideranno (23:33-56);
ro. Il valore di un’anima, l’imminente - il terzo giorno risusciterà (24:1-12).
ritorno di Cristo, l’amore di Cristo che 18:34 Stranamente i discepoli non
costringe… tutto questo ci dovrebbe capirono nulla di tutto questo; il signi-
spronare a investire ogni possibile be- ficato delle parole di Gesù era per loro
ne materiale nell’opera del Signore. oscuro. Ci riesce difficile capire perché
18:28-30 Quando Pietro ricordò fossero incapaci di comprendere que-
al Signore che i discepoli avevano la- sti eventi; probabilmente essi erano
sciato case e famiglie per seguirlo, talmente convinti dell’apparizione di

302
LUCA 19:6

un liberatore terreno che li avrebbe 18:42-43 Gesù acconsentì alla ri-


riscattati dal giogo di Roma e avrebbe chiesta e, nello stesso momento, l’uo-
immediatamente stabilito un regno, mo ricuperò la vista . Non solo, egli
che si rifiutavano di accettare qualsia- seguì il Signore glorificando Dio. Da
si altro scenario. Spesso crediamo ciò questo episodio possiamo imparare
che vogliamo credere, trascurando la ad aver l’ardire di credere, e chiedere
verità se questa non si accorda alle no- a Dio, anche l’impossibile. Una grande
stre idee preconcette. fede onora grandemente il Signore.
Così, infatti, scrive il poeta:
L. Guarigione di un mendicante
Stai andando da un Re,
cieco (18:35-43)
Porta con te richieste importanti;
18:35-37 Il Signore Gesù aveva lascia- Perché la sua grazia e la sua potenza
to la Perea, attraversando il Giordano. sono tali
Luca riferisce che questo episodio av- Che nessuna richiesta è mai
venne com’egli (Gesù) si avvicinava a eccessiva.
Gerico. Matteo e Marco riportano che – John Newton
il fatto avvenne mentre Gesù usciva da
Gerico (vd. Mt 20:29, Mr 10:46).
Secondo Matteo i ciechi erano due, M. Conversione di Zaccheo
allorché Marco e Luca ne citano uno (19:1-10)
solo. È possibile che Luca alluda alla 19:1-10 La conversione di Zaccheo il-
città nuova, laddove Matteo e Marco lustra la verità enunciata in 18:27: “le
a quella vecchia. È anche possibile cose impossibili agli uomini sono pos-
che in questa città sia stato compiuto sibili a Dio”. Zaccheo era un uomo ric-
più di un miracolo di guarigione dalla co (abbiamo appena visto in 18:24 che,
cecità. Qualunque sia la vera spiega- normalmente, è impossibile per un ric-
zione, siamo convinti che, se avessimo co entrare nel regno di Dio). Zaccheo,
una maggiore conoscenza dei fatti, tuttavia, si umiliò di fronte al Salvatore
questa apparente contraddizione e non permise alla ricchezza di frap-
scomparirebbe. porsi tra la propria anima e Dio.
18:38 In qualche modo il mendican- 19:1-5 Quando Gesù fu entrato in
te cieco riconobbe in Gesù il Messia, Gerico, durante il suo terzo e ultimo
poiché gli si rivolse chiamandolo Figlio viaggio a Gerusalemme, Zaccheo…
di Davide. Pregò il Signore di avere pie- cercava di vederlo, sicuramente spinto
tà di lui, vale a dire di fargli recuperare dalla curiosità. Sebbene fosse capo dei
la vista. pubblicani, non si vergognò di ricorre-
18:39 Malgrado alcuni tentassero di re a uno stratagemma pur di vedere il
farlo tacere, questi gridò con insistenza Salvatore. Poiché era piccolo di statu-
al Signore Gesù. Nessuno era interessa- ra, sapeva che la folla gli avrebbe im-
to a un mendicante. Gesù sì. pedito di vedere bene. Allora... corse
18:40-41 Gesù, fermatosi… Darby avanti, e salì sopra un sicomoro, lun-
commenta con perspicacia: “Giosuè go il bordo della strada che il Signore
ordinò al sole di fermarsi in cielo, men- percorreva. Quest’atto di fede del pub-
tre qui il Signore del sole e della luna e blicano non passò inosservato: come
dei cieli si ferma all’ordine di un men- Gesù si fu avvicinato, alzati gli occhi
dicante cieco”. Alla richiesta di Gesù, il lo vide. Gli ordinò allora di scendere
mendicante fu condotto a lui. Gesù gli in fretta e si invitò a casa sua. Pare che
domandò che cosa volesse; senza esi- questa sia l’unica occasione in cui il
tazione, né imbarazzo, il mendicante Salvatore si sia autoinvitato a casa di
rispose di volere che gli fosse data la vi- qualcuno.
sta. La sua preghiera fu breve, concreta 19:6 Zaccheo fece come ordinatogli
e piena di fede. e accolse il Signore con gioia. Possia-

303
LUCA 19:7

mo quasi certamente far risalire la sua discendenza da Abraamo che il Giudeo


conversione a questo momento. Zaccheo fu salvato. L’espressione figlio
19:7 Tutti i detrattori del Salvatore di Abraamo, in questo brano, va ben
mormoravano contro di lui perché egli oltre la genealogia. Qui, infatti, essa si-
era andato ad alloggiare in casa di un gnifica che Zaccheo ebbe nei confronti
noto peccatore. Non riflettevano che, del Signore lo stesso tipo di fede che
venendo in un mondo come il nostro, ebbe Abraamo. Inoltre, la salvezza non
egli non poteva che frequentare case era entrata nella casa di Zaccheo in
come quella! virtù del suo amore verso il prossimo
19:8 La salvezza portò un radicale o del desiderio di fare ammenda (v. 8):
cambiamento nella vita di questo esat- questi furono gli effetti, non la causa,
tore delle tasse. Egli dichiarò al Salva- della salvezza.
tore di voler dare la metà dei suoi beni 19:10 In risposta a quanti lo critica-
ai poveri (fino ad allora li aveva spolpa- vano per essersi recato da un peccato-
ti quanto più possibile). Progettò pure re, Gesù replicò: Il Figlio dell’uomo è
di restituire il quadruplo di tutto il de- venuto per cercare e salvare ciò che era
naro guadagnato in modo disonesto. perduto. In altre parole, la conversione
Questa sua risoluzione trascendeva di Zaccheo adempiva in pieno lo scopo
perfino quanto richiesto dalla legge della venuta di Cristo nel mondo.
(v. Es 22:4, 7; Le 5:24; Nu 5:7). Zaccheo
adesso dimostrava di essere controlla- N. Parabola delle dieci mine
to dall’amore, mentre prima era stato (19:11-27)
dominato dall’avidità. 19:11 Poiché il Salvatore era ormai vi-
Vi erano pochi dubbi circa i trascor- cino a Gerusalemme, molti dei suoi
si disonesti di Zaccheo. Wuest traduce seguaci credevano che il regno di Dio
il v. 8b “E poiché [in luogo di se ] ho stesse per manifestarsi immediata-
frodato...”. mente. Con la parabola delle dieci
Sembra quasi che Zaccheo si van- mine, Gesù li toglieva dall’errore di-
tasse della propria filantropia e vi fa- mostrando, invece, che tra il suo pri-
cesse affidamento per essere salvato. mo e il suo secondo avvento sarebbe
Non è così. Con la nuova vita in Cristo, intercorso un certo periodo, durante il
Zaccheo desiderava riparare al passa- quale i suoi discepoli avrebbero dovuto
to e, grato a Dio per la salvezza, desi- lavorare per lui.
derava ora usare il proprio denaro per 19:12-13 La parabola dell’uomo
la gloria di Dio e per la benedizione nobile aveva un effettivo parallelo
del prossimo. nella storia di Erode Archelao. Arche-
Questo è uno dei versetti più signifi- lao era stato scelto da Erode come
cativi della Bibbia, riguardo alla resti- suo successore, ma il popolo lo aveva
tuzione. La salvezza non esime dalla rifiutato. Questi si recò a Roma per la
responsabilità di rimediare ai torti del convalida del suo mandato, poi tornò,
passato. I debiti contratti nel periodo ricompensò i suoi seguaci e distrusse i
precedente la conversione non sono suoi nemici.
annullati con la nuova nascita. Se, pri- Nella parabola il Signore Gesù è
ma della salvezza, qualcuno ha rubato l’uomo nobile che andò in un paese
del denaro, una vera comprensione lontano (il cielo) nell’attesa del tempo
della grazia di Dio lo spingerà a resti- in cui tornare e stabilire il suo regno
tuire il maltolto una volta diventato sulla terra. I dieci servi rappresentano
figlio di Dio. i discepoli di Gesù. Ora, l’uomo nobi-
19:9 Gesù dichiarò apertamente le diede a ciascuno di loro una mina,
che la salvezza era entrata nella casa ordinando di farla fruttare fino al suo
di Zaccheo, perché egli era figlio di rientro. Esistono certamente differen-
Abraamo. Non fu in virtù della propria ze di doni e capacità tra i servitori del

304
LUCA 19:27

Signore (vd. la parabola dei talenti, 19:20-21 Il terzo venne ad accam-


Mt 25:14-30); alcuni privilegi, invece, pare scuse e restituì la mina , accu-
sono comuni a tutti: diffondere il van- ratamente tenuta nascosta in un
gelo, rappresentare Dio nel mondo, fazzoletto. Perché non l’aveva fatta
pregare. Questo è ciò che le mine rap- fruttare? Si lamentò che la colpa era
presentano. tutta del re, un uomo duro che pre-
19:14 I concittadini rappresentano tendeva di guadagnare senza spen-
la nazione giudea. Costoro non sol- dere. Ma furono le sue stesse parole a
tanto lo ripudiavano ma, anzi, dopo condannarlo. Se questa era l’opinione
la sua partenza, gli mandarono die- che egli aveva del suo signore, egli
tro degli ambasciatori per dire: “Non avrebbe potuto almeno depositare la
vogliamo che costui regni su di noi”. mina in banca e farle fruttare gli in-
L’ambasciata potrebbe rappresentare teressi.
la condotta dei Giudei nei confronti 19:22 Citando le parole del re, Gesù
dei servi di Cristo, come Stefano e gli non intendeva dichiararle vere: si limi-
altri martiri. tava a ripetere la malvagia opinione del
19:15 Qui si parla del momento in servo, che incolpava il suo signore della
cui il Signore tornerà per stabilire il suo propria pigrizia. Ma se il servo avesse
regno. Egli chiederà conto a quei servi veramente creduto a quanto affermava,
del denaro affidato. avrebbe dovuto agire di conseguenza.
Il servizio svolto dai credenti del 19:23 Leggendo questo versetto
tempo presente sarà esaminato in cielo sembra di capire che dovremmo met-
presso il tribunale di Cristo, dopo il ra- tere tutto ciò che abbiamo a disposi-
pimento della chiesa. zione dell’opera del Signore, oppure
Il residuo fedele d’Israele, che te- affidarlo a qualcuno che lo userà per il
stimonierà di Cristo nel periodo della medesimo scopo.
tribolazione, sarà giudicato, riguardo 19:24-26 Il re decise di togliere la
al servizio, al ritorno di Cristo. Questo mina al terzo servo e di darla al pri-
brano sembra far riferimento princi- mo, che aveva guadagnato dieci mine.
palmente a questo ultimo giudizio. Se non utilizzate, le opportunità che
19:16 Il primo servo aveva ricavato abbiamo ci saranno tolte. Al contra-
altre dieci mine dalla mina che gli era rio, se siamo fedeli nelle cose minime
stata affidata. Consapevole che non si Dio provvederà affinché non ci man-
trattava di denaro di sua proprietà ( la chino mai i mezzi con cui servirlo e ci
tua mina), egli lo aveva usato al meglio darà anche di più. Alcuni potrebbero
delle sue possibilità, favorendo gli inte- reputare ingiusto che la mina fosse
ressi del suo signore. data a colui che ne aveva già dieci, ma
19:17 Il re lo elogiò per essere stato nella vita cristiana vale il principio
fedele nelle minime cose (allusione alla che quanti amano e servono il Signo-
nostra inutilità, come servi, a prescin- re ricevono opportunità ancora più
dere dal massimo sforzo impiegato). grandi. Se l’occasione non si sfrutta, è
La sua ricompensa consistette nell’as- persa.
segnazione del potere su dieci città. La Il terzo servo non ricevette alcuna
fedeltà nel servizio sembrerebbe essere ricompensa, ma non è scritto che fosse
ricompensata con l’attribuzione di au- punito in altro modo. Non sembra es-
torità nel regno di Cristo. La portata di servi alcuna allusione alla perdita della
tale autorità è determinata dalla misu- salvezza.
ra in cui il discepolo è stato fedele e si è 19:27 I cittadini che non volevano il
dato da fare per il Signore. re come sovrano sono dichiarati nemi-
19:18-19 Il secondo servo dalla sua ci e condannati a morte: questo è l’an-
mina ne aveva ricavate cinque. La ricom- nuncio dell’infelice destino riservato al
pensa fu il potere sopra cinque città. popolo che ha respinto il Messia.

305
LUCA 19:28-34

X. Il FIGLIO DELL’UOMO A B. Il Figlio dell’uomo piange


GERUSALEMME (19:28–21:38) su Gerusalemme (19:41-44)
19:41-42 Giunto vicino a Gerusalem-
A. L’ingresso trionfale me, Gesù levò un lamento sulla città
(19:28-40) che aveva perso la sua occasione d’oro.
19:28-34 Era la domenica prima della Se solo l’avesse accolto come Messia,
crocifissione. Gesù era prossimo al ver- il popolo avrebbe ricevuto la pace. Ma
sante orientale del monte degli Ulivi, essi non lo avevano riconosciuto come
sulla strada per Gerusalemme. Come la fonte della pace, e adesso era troppo
fu vicino a Betfage e a Betania... mandò tardi. Avevano ormai deciso quello che
due discepoli in una borgata a prende- avrebbero fatto del Figlio dell’uomo. A
re un puledro per il suo ingresso a Ge- causa del loro rifiuto, i loro occhi erano
rusalemme. Indicò esattamente dove stati resi ciechi. Poiché non avevano
avrebbero trovato l’animale e quello che voluto vederlo, ora non potevano più
i padroni avrebbero detto. vederlo.
Quando i discepoli ebbero spiegato il Fermiamoci a riflettere sul prodigio
loro incarico, i proprietari lasciarono che delle lacrime del Salvatore. W.H. Grif-
prendessero il puledro per Gesù. Proba- fith Thomas ha scritto: “Sediamoci ai
bilmente, in passato, costoro erano stati piedi di Cristo finché non impariamo il
benedetti dal ministero del Signore e segreto delle sue lacrime e, guardando
si erano offerti di assisterlo in qualsiasi ai peccati e ai dolori di città e villaggi,
momento ne avesse avuto bisogno. non piangiamo anche noi”. (51)
19:35-38 I discepoli gettarono i loro 19:43-44 Gesù preannunciò solen-
mantelli sul puledro a mo’ di cuscino, o nemente l’assedio di Tito, descrivendo
di sella, affinché il Signore lo potesse ca- come il generale romano avrebbe ac-
valcare agevolmente. Mentre Gesù saliva cerchiato la città, intrappolato i suoi
verso Gerusalemme dal lato occidentale abitanti, massacrato giovani e vecchi,
del monte degli Ulivi, molti stendevano i abbattuto mura ed edifici. Non avrebbe
loro mantelli sulla via dinanzi a lui. Poi, lasciato pietra su pietra. Tutto questo
all’unisono, i seguaci di Gesù presero a sarebbe accaduto perché Gerusalem-
lodare Dio a gran voce per tutte le opere me non aveva conosciuto il tempo nel
potenti che lo avevano visto fare. Essi lo quale era stata visitata. Il Signore ave-
acclamavano come il Re di Dio procla- va visitato la città offrendole la salvez-
mando che, a motivo della sua venuta, za, ma il popolo non l’aveva ricevuto.
vi era pace in cielo e gloria nei luoghi Nei progetti dei suoi abitanti non c’era
altissimi. Significativa è l’espressione posto per lui.
pace in cielo, in luogo di “pace in terra”:
non poteva esserci pace in terra, giacché C. Seconda purificazione
il Principe della pace era stato respinto e del tempio (19:45-46)
sarebbe stato presto assassinato. Ma ci 19:45-46 Gesù aveva purificato il tem-
sarebbe stata pace in cielo dopo la sua pio all’inizio del suo ministero pubbli-
morte, imminente, sulla croce del Calva- co (vd. Gv 2:14-17).
rio e l’ascesa al cielo. Ora che il ministero si avviava a una
19:39-40 I farisei si indignarono rapida conclusione, Gesù varcò i sacri
per il pubblico tributo di lode rivolto confini e scacciò coloro che avevano
a Gesù e gli chiesero di rimproverare trasformato una casa di preghiera in
i discepoli. Gesù rispose che si tratta- un covo di ladri. Il pericolo di mercimo-
va di un’acclamazione inevitabile: se i nio delle cose di Dio è sempre attuale.
discepoli non l’avessero pronunciata, Cristo legittimò il proprio gesto citando
avrebbero parlato le pietre ! Con ciò le Scritture (Is 56:7; Gr 7:11). Ogni risa-
rimproverò ai farisei di essere più duri namento di disordini nella chiesa deve
e insensibili delle pietre stesse. essere fondato sulla Parola di Dio.

306
LUCA 20:14

D. Insegnamento quotidiano Dio. Risposero: “Non sappiamo da do-


nel tempio (19:47-48) ve venisse l’autorità di Giovanni”. Gesù
19:47-48 Gesù ogni giorno insegnava replicò: “Bene, in questo caso neppure
nel tempio (non all’interno, bensì nei io vi dirò con quale autorità insegno”.
cortili dove era ammesso il pubblico). Se non erano in grado di pronunciarsi
I capi religiosi non vedevano l’ora di riguardo a Giovanni, perché mette-
trovare un pretesto per farlo morire, vano in dubbio l’autorità di colui che
ma il popolo era ancora affascinato da era più grande di Giovanni? In questo
quel Nazareno che operava miracoli. Il passo emerge che ciò che davvero ser-
suo tempo non era ancora arrivato. Ma ve per insegnare la Parola di Dio è la
presto sarebbe suonata l’ora in cui i ca- pienezza dello Spirito Santo. Chi ha lo
pi dei sacerdoti e gli scribi e i farisei si Spirito in sé può trionfare su coloro che
sarebbero radunati per ucciderlo. si fregiano dell’autorità di lauree, titoli
Era lunedì. Il giorno seguente, mar- e onorificenze conferiti dagli uomini.
tedì, sarebbe stato l’ultimo giorno del “Dove ti sei diplomato? Chi ti ha
suo ministero pubblico, come riportato consacrato?” Le stesse, antiche do-
in 20:1–22:6. mande, forse dettate dalla gelosia, ven-
gono poste ancora oggi. Il predicatore
E. Dubbi sull’autorità del Figlio di successo che non abbia bazzicato la
dell’uomo (20:1-8) facoltà di teologia di qualche rinomata
20:1-2 Che scena! Il Maestro instanca- università è costantemente sfidato a
bilmente proclama la buona notizia, dimostrare la propria idoneità e le pro-
all’ombra del tempio, e i capi d’Israele prie competenze.
gli contestano con insolenza il diritto
di insegnare. F. Parabola dei vignaiuoli malvagi
Per costoro, Gesù non era altri che (20:9-18)
un incolto falegname di Nazaret. Egli 20:9-12 Ancora una volta l’ostinato
aveva ricevuto solo una minima istru- struggimento di Dio per la nazione
zione formale, non aveva alcun titolo d’Israele è raccontato nella parabola
accademico né credito da parte di al- della vigna . Dio è l’uomo che affittò
cun corpo ecclesiastico. Quali creden- la vigna (Israele) ai vignaiuoli (i capi
ziali offriva? Chi gli aveva dato questa della nazione, vd. Is 5:1-7). Egli inviò da
autorità di insegnare e predicare agli quei vignaiuoli dei servi, affinché pre-
altri e di purificare il tempio? I capi levassero per lui una parte del frutto
d’Israele esigevano una risposta! della vigna. Costoro erano i profeti di
20:3-8 Gesù rispose con una do- Dio, come Isaia e Giovanni il battista,
manda; se i capi avessero risposto i quali avevano cercato di richiamare
correttamente alla sua domanda, egli Israele al ravvedimento e alla fede. Ma
avrebbe risposto alla loro. Il battesimo i capi d’Israele, invariabilmente, li ave-
di Giovanni era approvato da Dio o era vano perseguitati.
stato istituito arbitrariamente dagli 20:13 Dio, infine, inviò il suo diletto
uomini? Presi in trappola! Se avessero figlio nella speranza che a lui avreb-
riconosciuto che Giovanni aveva predi- bero portato rispetto (sebbene Dio,
cato per unzione divina, Gesù avrebbe naturalmente, sapesse già che Cristo
domandato loro perché non avessero sarebbe stato respinto). Notiamo che
ascoltato il messaggio del profeta, rav- Cristo si differenzia da tutti gli altri. Gli
vedendosi e ricevendo il Messia che altri erano dei servi, egli è il figlio.
egli proclamava! Ma se avessero di- 20:14 Fedeli ai loro trascorsi, i vi-
chiarato che Giovanni era solo uno dei gnaiuoli decisero di disfarsi dell’erede.
tanti predicatori di professione, sareb- Come capi e insegnanti del popolo, essi
be esplosa la rabbia della folla che lo esigevano il diritto esclusivo (affinché
riconosceva ancora come un profeta di l’eredità diventi nostra). Non avreb-

307
LUCA 20:15-17

bero ceduto la loro posizione a Gesù. la sua fedeltà incondizionata a Dio e la


Uccidendolo, il loro potere su Israele sua mancanza di timore nei confronti
sarebbe rimasto incontrastato, o alme- degli uomini, nella speranza che par-
no così credevano. lasse contro l’imperatore.
20:15-17 E lo cacciarono fuori dal- 20:21-22 Costoro gli domandarono
la vigna e lo uccisero. A questo punto se fosse giusto, per un Giudeo, pagare
Gesù domandò ai suoi uditori che cosa il tributo a Cesare. Se avesse risposto
avrebbe fatto il padrone della vigna a di no, Gesù sarebbe stato accusato di
quei malvagi vignaiuoli. Nel Vangelo di tradimento e consegnato ai Romani. Se
Matteo i capi dei sacerdoti e gli anziani avesse risposto di sì, si sarebbe inimica-
si condannarono da soli, rispondendo to gli erodiani (e gran parte dei Giudei
che li avrebbe uccisi (vd. Mt 21:41). Qui relativamente a questo problema).
è il Signore stesso a dare la risposta: 20:23-24 Gesù intuì il complotto e
Verrà e sterminerà quei vignaiuoli, e chiese un denaro (forse egli non ne
darà la vigna ad altri. In altre parole, aveva con sé). Il fatto che essi posse-
i Giudei che avevano rifiutato Cristo dessero e usassero liberamente questa
sarebbero stati distrutti e Dio avrebbe valuta dimostrava il loro assoggetta-
preferito altri al loro posto. Gli “altri” mento a una potenza pagana. Di chi
potrebbero essere gli stranieri o la na- porta l’effigie e l’iscrizione? Domandò
zione d’Israele rigenerata degli ultimi Gesù. Le spie ammisero che era quella
giorni. I Giudei, udita tale conclusione, di Cesare.
indietreggiarono inorriditi ed esclama- 20:25-26 Gesù li ridusse al silen-
rono: Non sia mai! Il Signore confermò zio, comandando: Rendete dunque a
la predizione citando il Sl 118:22. La Cesare quello che è di Cesare, e a Dio
pietra, ossia Cristo, era stata rifiutata quello che è di Dio. Costoro parevano
dai costruttori giudei: nei loro progetti molto preoccupati per gli interessi di
essa non era prevista. Ma Dio aveva de- Cesare, ma non lo erano affatto per
ciso che Cristo avrebbe avuto il prima- quelli di Dio. “Il denaro appartiene
to, facendone la pietra angolare, ossia a Cesare e voi appartenete a Dio. La-
la pietra indispensabile, collocata nel sciate al mondo le sue monete e a Dio
posto di maggiore onore. le sue creature”. È tanto facile cavilla-
20:18 Nel v. 18 sono indicati i due re sulle questioni minori della vita e
avventi di Gesù. (52) Il primo è simboleg- trascurarne gli aspetti principali. Ed è
giato dalla pietra sul terreno: gli uomi- anche tanto facile pagare tutti i debiti
ni hanno inciampato nell’umiliazione ai nostri simili ma derubare Dio di ciò
e nell’abbassamento di Cristo, “sfra- che gli è giustamente dovuto.
cellandosi” per averlo respinto. Dopo-
diché, nella seconda parte del versetto, H. I sadducei e l’enigma
notiamo che la pietra cade dal cielo su- della risurrezione (20:27-44)
gli increduli, stritolandoli. 20:27 Fallito il tentativo di far cadere
Gesù in trappola su una questione po-
G. Rendere a Cesare e a Dio litica, questa volta gli si avvicinarono
(20:19-26) alcuni sadducei, proponendogli un
20:19-20 Gli scribi e i capi dei sacerdo- enigma teologico. Poiché costoro nega-
ti compresero che Gesù aveva parlato vano che i corpi dei defunti potessero
per loro; per tale motivo, più decisi che essere risuscitati, cercarono di ridico-
mai, cercarono di mettergli le mani lizzare la dottrina della risurrezione
addosso. Mandarono delle spie a ten- mediante un esempio grottesco.
dergli insidie per spingerlo a estorcergli 20:28-33 I sadducei ricordarono a
affermazioni in base alle quali arre- Gesù che, nella legge di Mosè, quan-
starlo e farlo processare dal governato- do un uomo moriva senza aver avuto
re romano. Le spie esordirono lodando figli, il fratello era tenuto a sposarne la

308
LUCA 21:1-4

vedova, per tramandare il nome della la vita vostra, sarà manifestato, allora
famiglia e conservarne il patrimonio anche voi sarete con lui manifestati in
(la cosiddetta legge del levirato ; vd. De gloria” (Cl 3:4).
25:5). Essi ipotizzarono il caso di una 20:37-38 A riprova della risurre-
donna che sposò, successivamente, zione, Gesù citò Es 3:6, in cui Mosè
sette fratelli. Alla morte del settimo, ripete le parole del Signore stesso
la donna era ancora senza figli. Infine che si definisce Dio di Abraamo... di
morì anche la donna. A questo punto Isacco e... di Giacobbe. Se i sadducei
essi domandarono: Nella risurrezione, si fossero fermati a riflettere avrebbe-
dunque, di chi sarà moglie quella don- ro compreso che: 1° Dio non è Dio di
na? Si ritenevano molto scaltri nel pro- morti, ma di vivi ; 2° Abraamo, Isacco
porre un tale irrisolvibile problema. e Giacobbe erano tutti morti. La con-
20:34 Gesù disse che il matrimonio clusione è che Dio deve averli risu-
è un’istituzione valida per questa vi- scitati. Il Signore non disse “Io ero il
ta soltanto e che non sarà perpetuata Dio di Abraamo...”, bensì “Io sono...”.
in cielo. Non disse che, una volta in Il carattere di Dio, il Dio dei viventi,
cielo, mariti e mogli non si sarebbero esige la risurrezione.
riconosciuti, bensì che il loro rapporto 20:39-44 Alcuni scribi ammisero
sarebbe proseguito su una base com- la validità dell’argomentazione. Ma
pletamente diversa. Gesù non aveva concluso e si appellò
20:35 L’espressione quelli che sa- nuovamente alla Parola di Dio. Nel Sl
ranno ritenuti degni di aver parte al 110:1 Davide definì il Messia suo Si-
mondo avvenire non significa che gnore. I Giudei erano generalmente
vi siano persone più degne del cielo d’accordo sul fatto che il Messia sa-
rispetto ad altre: l’unico merito che i rebbe stato il Figlio di Davide. Come
peccatori possono avere è il merito del avrebbe potuto essere Signore di Da-
Signore Gesù Cristo. “Sono considera- vide e Figlio di Davide contempora-
ti degni coloro che giudicano se stessi, neamente? Il Signore Gesù stesso era
fanno valere Cristo e riconoscono che la risposta alla domanda: come Figlio
tutto il merito appartiene a lui”. (53) dell’uomo, egli discendeva da Davide,
L’espressione risurrezione dai morti ma era altresì il Creatore di Davide.
indica la risurrezione dei soli credenti; Purtroppo la loro cecità spirituale
letteralmente significa risurrezione impediva loro di vedere.
“fuori da” (gr. ek ) i morti. Il concetto
di risurrezione generale in cui tutti i I. Monito contro gli scribi
morti, salvati e non, saranno risusci- (20:45-47)
tati nello stesso momento, non trova 20:45-47 A questo punto Gesù mise la
riscontro biblico. folla in guardia contro gli scribi. Costo-
20:36 Questo versetto ribadisce la ro indossavano lunghe vesti, fingendo-
superiorità dello stato celeste. Non ci si pii; amavano essere salutati con titoli
sarà più la morte (vd. anche Ap 21:4). È onorifici passeggiando nelle piazze ;
riguardo a tale aspetto che gli uomini si destreggiavano per ottenere i posti
saranno simili agli angeli. Essi, inoltre, in vista nelle sinagoghe e ai banchetti
saranno manifestati come figli di Dio. e poi dissimulavano la loro malvagità
I credenti sono già figli di Dio, ma non con lunghe preghiere. Proprio costoro
nel loro aspetto esteriore. In cielo essi derubavano le vedove indifese dei loro
saranno visibilmente manifestati come risparmi. Una simile ipocrisia sarebbe
figli di Dio. Lo accerta la partecipazio- stata punita con il massimo rigore.
ne alla prima risurrezione: “Sappiamo
che quand’egli sarà manifestato sa- J. I due spiccioli della vedova
remo simili a lui, perché lo vedremo (21:1-4)
com’egli è” (1 Gv 3:2). “Quando Cristo, 21:1-4 Mentre Gesù guardava dei ricchi

309
LUCA 21:5-6

che mettevano i loro doni nella cassa 21:5-6 Laddove alcuni del popolo
delle offerte del tempio, fu colpito dal ammiravano la magnificenza del tem-
contrasto tra costoro e una vedova po- pio di Erode, Gesù li ammonì di non
veretta . Quelli davano qualcosa, ella preoccuparsi delle cose materiali, che
diede tutto. sarebbero presto passate. Sarebbero,
Agli occhi di Dio ella aveva dato più infatti, venuti giorni in cui il tempio sa-
di tutti loro messi insieme. Essi vi ave- rebbe stato completamente spianato.
vano messo del loro superfluo; ciò che 21:7 Incuriositi, i discepoli vollero
per loro costituiva poco o niente; ma lei sapere quando ciò sarebbe avvenuto
vi metteva del suo necessario… tutto e quale... segno ne avrebbe indicato
quello che aveva per vivere. “Dio getta l’imminenza. Senza dubbio la loro do-
all’inferno l’oro della ricchezza donato manda si riferiva esclusivamente alla
perché non necessario; ma innalza lo distruzione di Gerusalemme.
spicciolo tinto di sangue e, con un ba- 21:8-11 La risposta del Salvatore
cio, lo tramuta nell’oro dell’eternità”. (54) sembra portarli avanti, alla fine dei
tempi, allorché il tempio (ricostrui-
K. Schema degli eventi futuri to) sarà nuovamente distrutto prima
(21:5-11) dell’instaurazione del regno. Ci saran-
I vv. 5-33 costituiscono un grande no falsi messia e false notizie, guerre
discorso profetico. Sebbene simile al e tumulti. Non solo si scateneranno
discorso sul monte degli Ulivi di Mt conflitti tra le nazioni, ma altresì im-
24–25, non è identico. Occorre ram- mani catastrofi naturali: terremoti...
mentare che le discordanze presenti pestilenze e carestie, sventure e grandi
nei Vangeli sono profondamente si- segni dal cielo.
gnificative.
In questo contesto, il Signore alter- L. Il periodo che precederà la fine
na la profezia relativa alla distruzione (21:12-19)
di Gerusalemme (nel 70 d.C.) a quella 21:12-15 Nella sezione appena conclusa
relativa alle circostanze che precede- Gesù ha descritto gli eventi immedia-
ranno la sua seconda venuta. Si tratta tamente precedenti la fine dei tempi. Il
di un esempio di “principio del dupli- v. 12 è introdotto dall’espressione: “Ma
ce riferimento”: le predizioni di Gesù prima di tutte queste cose...”. Si ritiene,
avrebbero presto avuto un parziale pertanto, che i vv. 12-24 descrivano il
compimento, con l’assedio di Tito, ma periodo tra il momento del discorso di
avranno un ulteriore e totale compi- Gesù e la futura tribolazione.
mento alla fine del periodo della tribo- I discepoli sarebbero stati arrestati,
lazione. perseguitati, portati in giudizio davan-
Lo schema del discorso è il seguente: ti ad autorità civili e religiose e messi
1. Gesù predisse la distruzione di Ge- in prigione. Essi avrebbero potuto con-
rusalemme (vv. 5-6); siderare tutto ciò un fallimento e una
2. i discepoli domandarono quando sa- tragedia, ma in realtà il Signore, nella
rebbe avvenuta (v. 7); sua sovranità, ne avrebbe fatto una te-
3. Gesù esordì fornendo un quadro ge- stimonianza per la propria gloria. Non
nerale degli eventi che precederan- era necessario che essi preparassero in
no il suo ritorno (vv. 8-11); anticipo la loro difesa: nell’ora del biso-
4. successivamente descrisse la caduta gno Dio avrebbe dato loro una sapien-
di Gerusalemme e l’epoca che sareb- za speciale per dire cose che avrebbero
be seguita (vv. 12-24); completamente disorientato i loro av-
5. infine parlò dei segni che precede- versari.
ranno il suo ritorno ed esortò i suoi 21:16-18 Ci sarebbero stati tradimen-
seguaci a vivere nella sua attesa ti all’interno delle famiglie; genitori
(vv. 25-26). non salvati avrebbero tradito i figli cre-

310
LUCA 21:20-24

denti e, per essersi schierati con Cristo, madri con figli da svezzare sarebbero
parecchi sarebbero stati perfino uccisi. state in netto svantaggio: la loro fuga
Pare esservi una contraddizione tra il dal giudizio divino che si sarebbe ab-
v. 16 (faranno morire parecchi di voi) battuto sul paese e sul popolo d’Israele
e il v. 18 (ma neppure un capello del sarebbe stata difficoltosa. Molti sareb-
vostro capo perirà). In realtà ciò signi- bero stati assassinati e i superstiti con-
fica che, pur morendo come martiri di dotti come schiavi in altri paesi.
Cristo, alcuni saranno spiritualmente L’ultima parte del v. 24 è una straor-
preservati. Alcuni moriranno, dunque, dinaria profezia riguardo l’assoggetta-
ma non periranno. mento dell’antica città di Gerusalemme
21:19 Il v. 19 insegna che proveranno a popoli stranieri, da allora finché i
la realtà della propria fede coloro che, tempi delle nazioni siano compiuti. Ciò
per amor suo, non avranno rinnegato non significa che i Giudei non avrebbe-
Cristo ma avranno, bensì, dato prova ro potuto esercitare il controllo per bre-
di paziente sopportazione. I veri cre- vi periodi, ma che la città sarebbe stata
denti rimarranno fedeli e leali a qual- continuamente soggetta all’invasione
siasi costo. e all’intromissione di stranieri finché i
tempi delle nazioni siano compiuti.
M. Il destino di Gerusalemme Il N.T. parla di “ricchezza per gli stra-
(21:20-24) nieri”, “totalità degli stranieri” e “tempi
21:20-24 A questo punto il Signore ri- delle nazioni [straniere]”.
prende chiaramente il soggetto della 1. La ricchezza per gli stranieri (vd. Ro
distruzione di Gerusalemme (70 d.C.). 11:12) indica i privilegi di cui le altre
Come segno dell’imminente evento, la nazioni al presente godono, mentre
città sarebbe stata circondata dalle ar- Israele è temporaneamente lasciato
mate romane. da parte.
I cristiani dei primi tempi, 70 d.C., 2. La totalità degli stranieri (vd. Ro
ricevettero un preciso segno premo- 11:25) indica il momento del rapi-
nitore riguardo alla distruzione di mento, quando la Sposa di Cristo
Gerusalemme e del suo splendido (i credenti stranieri) sarà pronta e
tempio di marmo: “Quando vedrete sottratta alla terra, e quando Dio ri-
Gerusalemme circondata da eserciti, prenderà le relazioni con Israele.
sappiate allora che la sua devastazio- 3. I tempi delle nazioni straniere
ne è vicina”. Questo doveva essere un (vd. 21:24) sono iniziati con l’esilio
segno inequivocabile della distru- babilonese, nel 521 a.C., e dureran-
zione di Gerusalemme e, alla vista no fino a quando le nazioni straniere
di quel segno, essi sarebbero dovuti non rivendicheranno più alcun con-
fuggire. Gli increduli avrebbero po- trollo sulla città di Gerusalemme.
tuto obiettare che, con un esercito Nel corso dei secoli, da quando il Si-
intorno alle mura, la fuga sarebbe gnore ha pronunciato queste parole,
stata impossibile; ma la Parola di Gerusalemme è stata ampiamente con-
Dio non sbaglia mai. Per un breve trollata da potenze straniere. L’impera-
periodo il generale romano avrebbe tore Giuliano l’apostata (331-363 d.C.)
ritirato le armate, offrendo ai Giudei
tentò di screditare il cristianesimo,
che avevano creduto nel Signore l’op-
smentendo la profezia del Signore. A tale
portunità di fuggire. E così essi fece-
proposito promosse la ricostruzione del
ro, andando in una località chiamata
Pella, dove ebbero salva la vita.(55)
tempio. I Giudei si misero all’opera con
entusiasmo e prodigalità, usando addi-
Qualsiasi tentativo di rientrare in rittura pale d’argento e trasportando le
città sarebbe stato fatale. La città stava macerie in veli violacei. I lavori, tutta-
per essere punita perché aveva respin- via, furono interrotti da un terremoto e
to il Figlio di Dio. Le donne incinte e le da “bolle di fuoco che fuoriuscivano dal

311
LUCA 21:25-28

terreno” (secondo quanto riportato dal- Ma cosa intendeva con “questa genera-
lo storico Ammiano Marcellino: XXIII; zione”?
1; 1-3). I Giudei dovettero abbandonare 1. Taluni ritengono che Gesù alludes-
il progetto.(56) se alla generazione in vita al tempo
in cui egli parlava, e che tutto si sia
N. Il ritorno del Signore adempiuto con la distruzione di Ge-
(21:25-28) rusalemme. Ma ciò non può essere,
21:25-28 Questi versetti descrivono gli perché Cristo non è ancora tornato
sconvolgimenti della natura e i cata- “sulle nuvole con potenza e grande
clismi sulla terra che precederanno il gloria”.
ritorno di Cristo. 2. Altri credono che l’espressione que-
Ci saranno perturbazioni nel sole, sta generazione indichi le persone
nella luna e nelle stelle, chiaramente che saranno in vita allorché i segni
visibili dalla terra. I corpi celesti sa- cominceranno a manifestarsi; quan-
ranno deviati dalle loro orbite, provo- ti saranno in vita all’inizio dei segni
cando forse una spostamento dell’asse vedranno il ritorno di Cristo. Tutti
terrestre. Grandi maree si abbatteran- gli eventi predetti si verificheranno
no sulla terraferma. L’umanità sarà nell’arco di una generazione. Si trat-
presa dal panico per la possibilità di ta di un’ipotesi plausibile.
una collisione del nostro pianeta con 3. Un’altra possibilità è che, con l’appel-
altri corpi celesti. Ma c’è speranza per lativo questa generazione, si indichi
i santi: il popolo giudeo e la sua ostilità nei
confronti di Cristo. Il Signore proba-
Allora vedranno il Figlio dell’uomo
bilmente affermava che la stirpe giu-
venire su una nuvola con potenza
e grande gloria. Ma quando queste
daica sopravvivrà, dispersa ma non
cose cominceranno ad avvenire, ri- distrutta, e che il suo atteggiamento
alzatevi, levate il capo, perché la vo- nei confronti di Cristo non cambierà
stra liberazione si avvicina. col trascorrere dei secoli. Probabil-
mente le ipotesi 2. e 3. sono entram-
O. Il fico e tutti gli alberi be corrette.
(21:29-33) 21:33 Il cielo e la terra, nella loro for-
21:29-31 Un altro segno dell’imminen- ma attuale, passeranno. Ma le predi-
te ritorno di Cristo è il germogliare del zioni del Signore Gesù non rimarranno
fico e di tutti gli alberi. inadempiute.
Il fico è un’immagine appropriata
della nazione d’Israele, che darà segni P. Esortazione a vegliare
di nuova vita negli ultimi giorni. Cer- e a pregare (21:34-38)
tamente è significativo che, dopo se- 21:34-35 Nel frattempo i discepoli do-
coli di dispersione e oscurità, nel 1948 vranno evitare di essere troppo assillati
lo Stato d’Israele sia stato ristabilito e dal mangiare, dal bere e dalle preoccu-
oggi sia riconosciuto come un membro pazioni mondane, affinché il ritorno di
della famiglia delle nazioni. Cristo non li colga all’improvviso. In
Il germogliare degli altri alberi po- questo modo, ossia inaspettatamente,
trebbe simboleggiare la fenomenale egli verrà sopra tutti quelli che conside-
crescita del nazionalismo e il sorgere rano la terra come loro stabile dimora.
di molti nuovi governi in nazioni del 21:36 I veri discepoli devono vegliare
mondo di recente sviluppo. Questi se- e pregare in ogni momento, separan-
gni significheranno che il glorioso re- dosi in tal modo dall’empia umanità
gno di Cristo sarà presto stabilito. destinata a subire l’ira di Dio, e rico-
21:32 Gesù dichiarò che questa ge- noscersi in coloro che compariranno
nerazione non sarebbe passata, prima davanti al Figlio dell’uomo perché ac-
che tutte queste cose fossero avvenute. cettati da lui.

312
LUCA 22:11-13

21:37-38 Ogni giorno il Signore in- i capitani, ossia i comandanti della


segnava nell’area del tempio, ma la guardia giudea di servizio al tempio.
notte dormiva sul monte degli Ulivi, Aveva elaborato con cura un piano
come un senzatetto nel mondo che egli per consegnare Gesù nelle loro mani
stesso aveva creato! E tutto il popolo, senza che ciò provocasse una rivolta.
la mattina presto, si affollava intorno a Il piano incontrò la loro approvazione
lui per ascoltarlo ancora. ed essi pattuirono di dargli del denaro
(trenta pezzi d’argento, come leggiamo
XI. SOFFERENZE E MORTE DEL altrove). Così Giuda uscì per definire i
FIGLIO DELL’UOMO (capp. 22–23) particolari del suo tradimento.

A. Complotto per uccidere Gesù C. Preparativi per la Pasqua


(22:1-2) (22:7-13)
22:1 La festa degli Azzimi, di cui si parla 22:7 I vari periodi menzionati in questi
in questo brano, comprendeva il perio- versetti creano qualche problema di
do che iniziava con la Pasqua e durava comprensione. Il giorno degli Azzimi
sette giorni, durante i quali non si con- cadeva normalmente il giorno tredici
sumava alcun tipo di pane lievitato. del mese di Nisan: in quell’occasione
La Pasqua cadeva nel quattordicesi- tutto il pane lievitato doveva essere
mo giorno del mese di Nisan, il primo eliminato dalle case giudee. Ma il te-
mese dell’anno giudaico. I sette gior- sto afferma che era il giorno in cui si
ni che andavano dal quindicesimo al doveva sacrificare la Pasqua, ovvero il
ventunesimo giorno erano chiamati la quattordici del mese. Leon Morris, in-
festa degli Azzimi, ma con questo no- sieme ad altri studiosi, avanza l’ipotesi
me, al v. 1, si intende l’intera festività. che per la Pasqua fossero usati due ca-
Se Luca si fosse indirizzato principal- lendari, uno ufficiale e uno seguito da
mente ai Giudei, non avrebbe ritenu- Gesù e altri. (57) Riteniamo che gli eventi
to necessario menzionare il legame dell’ultimo giovedì comincino qui e
esistente tra la festa degli Azzimi e la continuino fino al v. 53.
Pasqua. 22:8-10 Il Signore mandò Pietro e
22:2 ...i capi dei sacerdoti e gli scribi Giovanni a Gerusalemme per com-
complottavano senza tregua cercando piere i preparativi per la celebrazione
un modo per farlo morire, ma sapeva- della cena di Pasqua . Fornendo loro
no che avrebbero dovuto riuscirci senza precise indicazioni, Gesù dimostrò di
provocare tumulti, perché temevano il conoscere ogni dettaglio alla perfezio-
popolo e sapevano che molti nutrivano ne. Una volta entrati in città, sarebbe
ancora grande ammirazione per Gesù. andato loro incontro un uomo che
portava una brocca d’acqua . Si trat-
B. Tradimento di Giuda tava di una scena piuttosto insolita
(22:3-6) in ambito orientale, giacché general-
22:3 Satana entrò in Giuda, chiamato mente tale compito era svolto dalle
Iscariota, uno dei dodici discepoli. In donne. L’uomo di questo brano è una
Gv 13:27 leggiamo che ciò si verificò bella immagine dello Spirito Santo,
dopo che Gesù gli ebbe passato un pez- che guida le anime al luogo di comu-
zo di pane, durante la cena di Pasqua. nione con il Signore.
Ne desumiamo che il fatto si verificò in 22:11-13 Il Signore non solo previde
momenti successivi oppure Luca vuole la posizione e il tragitto dell’uomo, ma
semplicemente spiegare il fatto, senza anche che il proprietario di casa sareb-
curarsi di chiarire esattamente quando be stato disposto a dare la grande sala
avvenne. ammobiliata del piano di sopra a lui
22:4-6 Comunque sia, Giuda fe- e ai suoi discepoli. Forse quest’uomo
ce un patto con i capi dei sacerdoti e conosceva il Signore e gli aveva consa-

313
LUCA 22:14

crato tutto se stesso e i propri beni. C’è E. La cena del Signore


differenza tra una stanza e una grande (22:19-23)
sala ammobiliata. Il generoso ospite 22:19-20 All’ultima Pasqua seguì im-
fornì un servizio migliore di quello che mediatamente la cena del Signore. Il
i discepoli si aspettavano. Quando Ge- Signore Gesù istituì questa sacra com-
sù nacque a Betlemme, non c’era posto, memorazione affinché i suoi seguaci,
una stanza (gr. katalyma) per lui, nella nel corso dei secoli, lo ricordassero nella
locanda. In questo brano egli disse ai di- sua morte. Distribuì prima di tutto il
scepoli di chiedere una stanza (kataly- pane, simbolo del suo corpo, che di lì
ma), ma fu loro riservato qualcosa di a breve sarebbe stato dato per loro. Fu
meglio: una grande sala ammobiliata. quindi la volta del calice, simbolo elo-
Ogni cosa andò come Gesù aveva quente del prezioso sangue che sarebbe
annunciato e i discepoli prepararono stato versato sulla croce del Golgota. Ge-
la Pasqua. sù lo definì il calice del nuovo patto nel
suo sangue, che era versato per i suoi.
D. L’ultima Pasqua Ciò significa che il nuovo patto, che egli
(22:14-18) strinse principalmente con la nazione
22:14 Per secoli i Giudei avevano cele- d’Israele, era ratificato dal suo sangue.
brato la Pasqua in commemorazione Il completo adempimento del nuovo
della gloriosa liberazione dall’Egitto e patto avrà luogo durante il suo regno
dalla morte, per mezzo del sangue di sulla terra, ma noi credenti entriamo a
un agnello senza difetto. Quale vivida farne parte nel tempo presente.
immagine di tutto questo deve esse- È superfluo precisare che il pane e
re passata nella mente del Salvatore, il vino erano simbolici, o emblematici,
quando si mise a tavola con gli apostoli del corpo e del sangue. Il suo corpo non
per celebrare la festa per l’ultima volta! era ancora stato dato, il suo sangue non
Egli era il vero Agnello pasquale, il cui ancora versato. È quindi assurdo soste-
sangue sarebbe presto stato versato per nere che tali simboli fossero miraco-
la salvezza di tutti quelli che avrebbero losamente tramutati in quegli effettivi
confidato in lui. elementi. Ai Giudei era vietato mangia-
22:15-16 Questa particolare Pasqua re sangue, perciò i discepoli sapevano
rivestiva per lui un profondo, inespri- che egli non parlava di sangue vero e
mibile significato ed egli l’aveva arden- proprio, ma di ciò che simboleggiava il
temente desiderata, prima di soffrire. suo sangue.
Non l’avrebbe più festeggiata fino al 22:21 È evidente che Giuda era
giorno del suo ritorno sulla terra e presente all’ultima cena. Tuttavia,
dell’instaurazione del suo glorioso re- in Gv 13 è altrettanto evidente che il
gno. L’espressione ho vivamente desi- traditore lasciò la sala dopo che Ge-
derato trasmette l’idea di un desiderio sù gli ebbe passato il pezzo di pane
intenso, ardente. Queste parole così (matzoh) intinto nella salsa (haroset).
importanti invitano i credenti di tutti i Poiché ciò avvenne prima dell’istitu-
tempi e luoghi a considerare con quale zione della cena del Signore, molti ri-
intensità Gesù desidera la nostra co- tengono che Giuda non fosse presente
munione alla sua tavola. allorché furono distribuiti il pane e il
22:17-18 Dopodiché, secondo il ri- vino.
tuale pasquale, prese il calice del vi- 22:22 I patimenti e la morte del Si-
no, rese grazie e lo passò ai discepoli, gnore Gesù erano un evento stabilito,
ricordando ancora che non avrebbe ma Giuda lo tradì con piena consape-
bevuto più del frutto della vigna fino volezza. Ecco perché Gesù disse: Guai
all’avvento del suo regno millenniale. a quell’uomo per mezzo del quale egli
La descrizione della cena pasquale si è tradito! Sebbene fosse uno dei dodici,
conclude al v. 18. Giuda non era un vero credente.

314
LUCA 22:33-34

22:23 Qui abbiamo una descrizione tornerà per insediarsi sul trono di Da-
dello stupore e della reciproca diffiden- vide e governare la terra, essi saranno
za dei discepoli. Non sapevano chi... ricompensati mediante la facoltà di
tra di loro si sarebbe reso colpevole di sedere su troni per giudicare le dodici
questo ignobile atto. tribù d’Israele. Com’è certa la promes-
sa del Padre di dare il regno a Cristo,
F. La vera grandezza è nel servire altrettanto certa è la promessa che essi
(22:24-30) regneranno con lui sopra la rinnovata
22:24-25 Incredibile, e terribile, a dirsi, nazione d’Israele.
subito dopo la cena del Signore i disce-
poli si misero a discutere fra di loro su G. Gesù predice il rinnegamento di
chi di essi fosse il più grande ! Il Signo- Pietro (22:31-34)
re Gesù ricordò loro che, nell’economia Eccoci giunti all’ultimo dei tre mesti
del suo regno, il concetto divino di capitoli della storia dell’infedeltà uma-
grandezza era esattamente l’opposto na. Il primo era stato il tradimento di
di quello umano. I re che governavano Giuda, il secondo l’egoistica ambizio-
sopra le nazioni erano comunemente ne dei discepoli e ora la pusillanimità
considerati dei grandi, al punto di es- di Pietro.
sere chiamati benefattori. Ma quello di 22:31-32 Ripetendo il nome dell’apo-
benefattori era soltanto un titolo giac- stolo (Simone, Simone), Gesù esprime
ché, in realtà, esso indicava dei crudeli l’amore e la tenerezza del suo cuore per
tiranni: costoro avevano fama di bon- il suo traballante discepolo. Satana
tà, ma nessuna caratteristica personale aveva chiesto di poter vagliare tutti i
che vi corrispondesse. discepoli come si vaglia il grano. Gesù
22:26 Non doveva essere così tra i si rivolse a Pietro come rappresentante
seguaci del Salvatore. Quelli che erano di tutti loro. Ma il Signore aveva pre-
grandi dovevano prendere il posto del gato per Simone, affinché la sua fede
più piccolo, mentre quelli che erano non scomparisse ( ho pregato per te è
capi dovevano chinarsi e servire umil- una dichiarazione straordinaria!). Do-
mente gli altri. Questi rivoluzionari po essersi convertito, Pietro avrebbe
dettami ribaltavano completamente dovuto fortificare i suoi fratelli. Tale
la convinzione tradizionale, che ve- conversione non è la salvezza, bensì la
deva nei più piccoli degli individui riabilitazione e la reintegrazione dopo
inferiori e nei capi la dimostrazione il rinnegamento.
di una grandezza da esercitarsi con la 22:33-34 Con inopportuna sicume-
supremazia. ra, Pietro si dichiarò pronto ad accom-
22:27 Secondo il pensiero umano, pagnare Gesù in prigione e alla morte.
l’ospite seduto a tavola è più grande Ma si sentì rispondere che, prima che
di colui che serve. Ma il Signore Gesù fosse spuntata la luce del nuovo giorno,
venne come servo degli uomini, e tut- avrebbe negato tre volte perfino di co-
ti quelli che vogliono seguirlo devono noscere il Signore!
imitarne l’esempio. In Mr 14:30 leggiamo che Gesù pre-
22:28-30 Fu un atto di grazia, da disse che Pietro l’avrebbe rinnegato
parte del Signore, lodare i discepoli per prima che il gallo avesse cantato due
aver perseverato con lui nelle sue prove volte. In Mt 26:34, Lu 22:34 e Gv 13:38
nonostante essi avessero appena finito il Signore predisse che Pietro lo avreb-
di discutere tra loro. Di lì a poco tutti be rinnegato tre volte prima del canto
lo avrebbero abbandonato e sarebbero del gallo. In effetti è difficile conciliare
fuggiti. Nonostante ciò egli sapeva che questa apparente contraddizione. È
essi, in cuor loro, lo amavano e che, possibile il gallo abbia cantato più vol-
per amore del suo nome, avevano sop- te: durante la notte e all’alba. Bisogna
portato l’opposizione. Quando Cristo anche notare che i Vangeli registrano

315
LUCA 22:35

almeno sei diversi rinnegamenti di Cosa intendeva dunque Gesù per


Pietro. Rinnegò Cristo davanti a: “spada”?
1. una serva (vd. Mt 26:69-70; Mr 1. Alcuni ravvisano un’allusione alla
14:66-68); “spada dello Spirito che è la Parola
2. un’altra serva (vd. Mt 26:71-72); di Dio” (vd. Ef 6:17). È una spiegazio-
3. le persone presenti (vd. Mt 26:73-74; ne plausibile ma, in questo caso, oc-
Mr 14:70-71); corre stabilire quali sono le metafore
4. un uomo (vd. Lu 22:58); spirituali relative alla borsa, alla sac-
5. un altro uomo (vd. Lu 22: 59-60); ca e al mantello.
6. un servo del sommo sacerdote 2. Williams sostiene che la spada indi-
(vd. Gv 18:26-27). Per quanto riguarda ca la protezione di un governo costi-
quest’ultimo, si tratta probabilmen- tuito, rilevando che in Ro 13:4 tale
te di un personaggio diverso, giacché termine fa riferimento al potere di
domandò a Pietro: “Non ti ho forse vi- un magistrato.
sto nel giardino con lui?” (v. 26). 3. Lange ipotizza la spada come arma di
difesa e non di offesa. Nondimeno, Mt
H. Nuovi ordini di marcia 5:39 sembra escludere l’uso della spa-
(22:35-38) da anche a solo scopo di difesa.
22:35 All’inizio del suo ministero, il Si- 4. Taluni suppongono che la spada ser-
gnore aveva mandato i discepoli senza visse solamente a difendersi dagli
borsa, senza sacca da viaggio e senza animali selvatici. È una spiegazione
calzari, ossia con il minimo indispen- plausibile.
sabile. L’essenziale sarebbe stato per 22:37 Questo versetto spiega perché,
loro sufficiente. E, invero, così fu: essi da quel momento in poi, i discepo-
dovettero ammettere che non era loro li avrebbero dovuto prendere con sé
mancato niente. borsa, sacca e spada. Fino ad allora il
22:36 Ma ora che Gesù stava per la- Signore era stato con loro, preoccupan-
sciarli, ecco che iniziava una nuova fase dosi delle loro necessità terrene. Presto
del servizio: i discepoli sarebbero stati li avrebbe lasciati, come profetizzato
esposti a povertà, fame e pericoli; si ren- in Is 53:12. Le profezie che lo riguarda-
deva pertanto necessario provvedere alle vano stavano per compiersi : la sua vita
necessità che si sarebbero presentate. I e il suo ministero terreni si sarebbero
discepoli avrebbero così dovuto prendere conclusi nel momento in cui sarebbe
una borsa, una sacca (ossia un tascapa- stato contato tra i malfattori.
ne) e, in mancanza di una spada, vendere 22:38 I discepoli fraintesero com-
il mantello e comprarne una. Cosa in- pletamente il Signore e portarono due
tendeva il Salvatore dicendo ai discepoli spade, pensando che sarebbero sicura-
di comprare una spada? È ovvio che non mente state sufficienti a risolvere qual-
voleva che essi usassero delle armi contro siasi problema li attendesse. Il Signore
altri uomini; questo avrebbe violato l’in- Gesù mise fine alla conversazione con
segnamento riportato in altri brani: un Basta! Essi credevano di poter sven-
“Il mio regno non è di questo tare il tentativo di uccidere Gesù usan-
mondo; se il mio regno fosse di do la spada. Ma questo era l’ultimo dei
questo mondo, i miei servitori pensieri di Gesù!
combatterebbero” (Gv 18:36)
I. L’agonia nel Getsemani
“Tutti quelli che prendono la spada,
periranno di spada” (Mt 26:52)
(22:39-46)
22:39 Il giardino di Getsemani si tro-
“Amate i vostri nemici” (Mt 5:44) va sul versante occidentale del monte
“Se uno ti percuote sulla guancia degli Ulivi. Gesù vi si era recato spesso
destra, porgigli anche l’altra” (Mt per pregare e i discepoli, compreso na-
5:39, inoltre vd. 2 Co 10:4) turalmente il traditore, lo sapevano.

316
LUCA 22:54-57

22:40 Dopo la cena Gesù e i disce- restare il Signore. Secondo gli accordi,
poli lasciarono la sala e uscirono in il traditore doveva indicare loro Gesù
giardino. Colà egli invitò i discepoli a accostandoglisi e baciandolo. James S.
pregare per non entrare in tentazione. Stewart commenta:
Forse la specifica tentazione cui allu-
Fu il tocco finale di orrore, l’ultimo
deva era il rinnegamento di Dio e del
gradino oltre il quale l’infamia uma-
suo Cristo quando i nemici li avrebbe- na non può andare: non fu con un
ro accerchiati. urlo o un pugno o una coltellata che
22:41-42 Quindi Gesù lasciò i di- Giuda, in quel giardino, tradì il suo
scepoli e si addentrò nel giardino per Signore… bensì con un bacio.(58)
pregare da solo. Egli pregò il Padre
affinché l’amaro calice si allontanasse Con infinita tristezza Gesù chiese:
da lui; però non volle contrastare la Giuda, tradisci il Figlio dell’uomo con
volontà di Dio, alla quale si rimise to- un bacio?
talmente. Comprendiamo così il senso 22:49-51 I discepoli compresero ciò
della preghiera: “Se esiste qualsiasi al- che stava per succedere e furono pron-
tro modo per salvare i peccatori, senza ti all’offensiva. Uno di loro, Pietro, pre-
che io debba andare alla croce, rivelalo se una spada e tagliò l’orecchio destro
adesso”. Il cielo rimase muto, poiché del servo del sommo sacerdote. Gesù lo
non esisteva alcun altro modo. rimproverò per aver usato un’arma ter-
Non crediamo che la sofferenza di rena in una battaglia spirituale. La sua
Cristo nel giardino fosse parte della ora era giunta e gli scopi predetermi-
sua opera di espiazione. L’opera di re- nati di Dio dovevano compiersi. Mise-
denzione fu compiuta durante le tre ricordiosamente, Gesù toccò l’orecchio
ore di tenebre sulla croce. Ma il Getse- della vittima e lo guarì.
mani fu un’anticipazione del Golgota: 22:52-53 Rivoltosi ai capi giudei e
al pensiero del contatto con i nostri agli ufficiali, Gesù domandò loro per-
peccati il Signore Gesù provò la più ché fossero usciti contro di lui come
acuta sofferenza. contro un brigante in fuga, allorché
22:43-44 La sua perfetta umanità è egli aveva insegnato ogni giorno... nel
rivelata dall’agonia che accompagnò tempio senza che alcuno cercasse di
il suo tormento. Allora gli apparve un fermarlo. Egli conosceva la risposta:
angelo dal cielo per rafforzarlo. Sol- questa era la loro ora... la potestà del-
tanto Luca riporta questo episodio, così le tenebre. Era circa la mezzanotte del
come il fatto che il suo sudore diventò giovedì.
come grosse gocce di sangue. Questo Sembra che il processo religioso di
particolare catturò il suo interesse di Gesù si sia svolto in tre fasi: 1° di fronte
medico scrupoloso. ad Anna; 2° di fronte a Caiafa; 3° di fronte
22:45-46 Quando Gesù tornò dai al sinedrio. Gli eventi narrati nei vv. 54-
discepoli vide che si erano addor- 65 ebbero probabilmente luogo tra l’una
mentati, non per indifferenza, ma per e le cinque del mattino di venerdì.
dolorosa prostrazione. Gesù li esortò
nuovamente ad alzarsi e a pregare, K. Pietro rinnega Gesù e piange
perché l’ora cruciale si avvicinava ed amaramente (22:54-62)
essi sarebbero stati tentati di rinnegar- 22:54-57 Quando condussero Gesù
lo davanti alle autorità. nella casa del sommo sacerdote... Pie-
tro seguiva da lontano. Entrato, prese
J. Gesù tradito e arrestato posto all’interno, insieme con quelli
(22:47-53) che si stavano scaldando intorno al
22:47-48 Ormai Giuda era arrivato, in- fuoco in mezzo al cortile. Una serva,
sieme con un gruppo di capi sacerdoti, osservato attentamente Pietro, escla-
anziani e capitani delle guardie per ar- mò che questi era uno dei seguaci di

317
LUCA 22:58-62

Gesù. Penosamente Pietro negò di co- gnore Gesù rispose: Voi lo dite; io sono
noscerlo. (vd. Mr 14:62). Tale affermazione era
22:58-62 Di lì a breve qualcun altro tutto ciò di cui essi avevano bisogno.
puntò il dito contro Pietro, accusando- Non lo avevano forse udito parlare in
lo di essere uno dei seguaci di Gesù di modo blasfemo, dichiarandosi uguale
Nazaret. Di nuovo Pietro respinse l’ac- a Dio? Non serviva altra testimonian-
cusa. Trascorsa circa un’ora, un altro za. Rimaneva un solo problema: la loro
lo riconobbe come Galileo e, quindi, legge condannava la bestemmia con
discepolo del Signore. Pietro ricusò la morte, ma i Giudei, sottoposti al go-
ogni addebito. Ma il suo rinnegamen- verno di Roma, non avevano l’autorità
to, questa volta, fu interrotto dal canto di eseguire la condanna. Occorreva
del gallo. In quell’oscuro momento il perciò condurre Gesù da Pilato, il qua-
Signore, voltatosi, guardò Pietro; e le non si sarebbe minimamente inte-
Pietro si ricordò della sua predizione: ressato di un’accusa religiosa quale la
prima che il gallo cantasse, lo avreb- bestemmia. Così fu necessario addurre
be rinnegato tre volte. Lo sguardo del delle accuse politiche.
Figlio di Dio incontrò quello di Pietro,
il quale fuggì nella notte, a piangere N. Gesù davanti a Pilato
amaramente. (23:1-7)
23:1-2 Dopo essere comparso dinanzi
L. I soldati scherniscono il Figlio al sinedrio (tutta l’assemblea riuni-
dell’uomo (22:63-65) ta), Gesù fu presto condotto davanti
22:63-65 Gesù fu arrestato dagli uf- a Pilato, il governatore romano, per il
ficiali destinati al sacro tempio di processo civile. I capi religiosi adesso
Gerusalemme. Ora questi sedicenti gli contestavano tre imputazioni po-
guardiani della casa santa di Dio co- litiche, accusandolo di: 1° sovvertire
minciarono a schernire Gesù, perco- la nazione, fomentando il tradimen-
tendolo. Quindi, dopo averlo bendato, to nei confronti di Roma; 2° istigare i
lo colpivano e gli domandavano chi Giudei a non pagare i tributi a Cesare ;
l’avesse percosso. E non si limitarono 3° farsi re.
a questo. Tuttavia, Gesù sopportò pa- 23:3-7 Quando Pilato... interrogò Ge-
zientemente questa incongruenza dei sù domandandogli se fosse il re dei
peccatori. Giudei , Gesù rispose che lo era. Ma
Pilato non interpretò la sua risposta
M. Processo mattutino al cospetto come una minaccia per l’impero ro-
del sinedrio (22:66-71) mano. Dopo aver interrogato Gesù
22:66-69 Allo spuntar del giorno (verso in separata sede (vd. Gv 18:33-38a),
le cinque o le sei del mattino) gli an- si rivolse ai capi dei sacerdoti e alla
ziani... condussero Gesù nel sinedrio. folla affermando di non aver trovato
Senza mezzi termini, i membri del si- in lui nessuna colpa . Ma la plebaglia
nedrio gli domandarono se fosse lui si fece insistente, accusando Gesù di
il Messia. Gesù rispose che era inutile sobillare il popolo, avendo comin-
parlarne: essi non erano ricettivi alla ciato dalla disprezzata Galilea fino a
verità. Nondimeno li avvisò: colui che raggiungere Gerusalemme. Quando
compariva in umiliazione davanti a Pilato udì parlare della Galilea , capì
loro, un giorno sarà seduto alla destra di aver trovato una scappatoia. Poiché
della potenza di Dio (vd. Sl 110:1). la Galilea era sotto la giurisdizione
22:70-71 E tutti gli chiesero aperta- di Erode, Pilato tentò di evitare ogni
mente se egli fosse davvero il Figlio di ulteriore coinvolgimento nel caso in-
Dio. Non vi sono dubbi circa il signi- viando Gesù da Erode. Quest’ultimo,
ficato della domanda: il Figlio di Dio, infatti, era in visita a Gerusalemme
per loro, era Uno uguale a Dio. Il Si- proprio in quei giorni.

318
LUCA 23:27-30

Erode Antipa era figlio di Erode il Questo meschino compromesso era,


Grande, colui che aveva fatto massa- naturalmente, del tutto gratuito e il-
crare i bambini di Betlemme. Antipa, a logico. Si trattava di uno squallido,
sua volta, aveva fatto uccidere Giovan- pavido tentativo di quello sventurato
ni il battista, allorché questi aveva con- di compiere il proprio dovere verso
dannato la sua illecita relazione con Gesù e di accontentare la folla allo
la moglie del fratello. Si trattava dello stesso tempo. Nondimeno, non riu-
stesso Erode che Gesù aveva definito scì né nel primo, né nel secondo in-
una “volpe” in Lu 13:32. tento; e non stupisce che gli adirati
sacerdoti non accettassero il verdet-
to a nessun costo.(59)
O. Sprezzante inchiesta di Erode
(23:8-12) 23:18-23 I capi dei sacerdoti e i magi-
23:8 Erode si rallegrò di poter vedere strati erano furenti. Pretesero la morte
Gesù. Aveva sentito parlare di lui e da di Gesù e il rilascio di Barabba, un noto
lungo tempo… sperava di vedergli fare criminale messo in prigione per una
qualche miracolo. sommossa e un omicidio. Di nuovo Pi-
23:9-11 Ma, nonostante gli rivolges- lato tentò debolmente di scagionare il
se molte domande, Erode non ottenne Signore, ma la ferocia della plebaglia lo
risposte dal Salvatore. Anche quando i sommerse. Qualunque cosa egli dices-
Giudei lo accusarono con più violenza, se, costoro continuavano a chiedere la
Gesù non aprì la bocca. Tutto quello morte del Figlio di Dio.
che poteva fare, Erode pensò, era per- 23:24-25 E nonostante avesse già di-
mettere ai suoi soldati di maltrattare chiarato l’innocenza di Gesù, Pilato lo
Gesù e deriderlo, vestendolo di un condannò a morte per accontentare il
manto splendido. Poi, rimandarlo da popolo. Allo stesso tempo liberò colui
Pilato. che il popolo aveva richiesto.
23:12 Prima fra Erode e Pilato c’era
stata inimicizia. Adesso l’inimicizia si Q. Il Figlio dell’uomo condotto
era mutata in amicizia; a unire costo- al Golgota (23:26-32)
ro era il fatto di essere entrambi dalla 23:26 Erano, a questo punto, circa le
stessa parte, contro il Signore Gesù. In nove del mattino del venerdì. Lungo il
proposito, Teofilatto lamenta: “È mo- tragitto verso il luogo della crocifissio-
tivo di vergogna per i cristiani il fatto ne, i soldati comandarono a un uomo
che, laddove il diavolo riesce a convin- di nome Simone, di Cirene, di portare
cere i malvagi a mettere da parte l’ini- la croce. Non si sa molto di quest’uo-
micizia per fare del male, i cristiani mo, ma sembra che i suoi due figli di-
non riescano a mantenere l’amicizia vennero in seguito dei cristiani molto
per fare del bene”. noti (vd. Mr 15:21).
23:27-30 Mentre Gesù veniva condot-
P. Il verdetto di Pilato: innocente, to via, una folla di solidali seguaci faceva
ma condannato (23:13-25) cordoglio per lui. Gesù si rivolse alle don-
23:13-17 Per non aver agito con giusti- ne, chiamandole figlie di Gerusalemme,
zia liberando il suo regale prigioniero, e le esortò a non avere pietà di lui, ma di
Pilato si trovava adesso in trappola. se stesse. Alludeva alla futura, tremenda
Convocò in fretta i capi giudei spie- distruzione di Gerusalemme (70 d.C.). Il
gando loro che né lui né Erode erano dolore e la pena di quei giorni sarebbero
stati in grado di trovare le prove del stati tali che le donne sterili, fino ad al-
tradimento a carico di Gesù: egli non lora oggetto di biasimo, sarebbero state
ha fatto nulla che sia degno di morte. ritenute fortunate. Il feroce assedio di
Propose, quindi, di far frustare il Si- Tito avrebbe portato gli uomini a deside-
gnore e poi di lasciarlo andare. James rare che crollassero loro addosso i monti
S. Stewart sottolinea: e che i colli li ricoprissero.

319
LUCA 23:31

23:31 Quindi il Signore Gesù sog- perdona loro perché non sanno quello
giunse: Perché se fanno questo al le- che fanno. Chi può dire quale esplosio-
gno verde, che cosa sarà fatto al secco? ne di ira divina fu stornata con questa
Egli era l’albero verde, laddove l’incre- preghiera! Sull’amore del Salvatore
dulo Israele era l’albero secco. Se i Ro- Morgan commenta:
mani coprivano di tale disonore e pena Nell’animo di Gesù non albergava al-
colui che era senza peccato, l’innocen- cun risentimento, alcuna ira, alcun
te Figlio di Dio, quale terribile punizio- celato desiderio di condanna per gli
ne si sarebbe abbattuta sui colpevoli uomini che lo stavano umiliando. Gli
assassini del diletto Figlio di Dio? uomini ammirano chi mostra il pugno
23:32 Altri due, malfattori, erano in di ferro. Quando sento la preghiera di
processione con Gesù per essere giu- Gesù, riconosco che l’unico posto per
stiziati. il pugno di ferro è l’inferno.(61)

R. La crocifissione Seguì quindi la spartizione delle


(23:33-38) sue vesti tra i soldati, che tirarono
23:33 Il luogo dell’esecuzione era detto a sorte la sua tunica senza cuciture
“il Teschio”. Forse la conformazione (vd. Gv 19:23).
del terreno ricordava la forma di un 23:35-38 Davanti alla croce, i magi-
teschio o forse, essendo un luogo di strati deridevano Gesù e lo sfidavano
morte, il nome era dovuto al simbolo a salvare se stesso, se davvero era il
sovente usato per rappresentarla. È de- Cristo, l’Eletto di Dio. Pure i soldati lo
gna di nota la sobrietà con cui la Scrit- schernirono... presentandogli dell’ace-
tura descrive la crocifissione: senza to e sfidandolo a salvarsi. Fu posta
indugiare sui particolari truculenti, si un’iscrizione in cima alla croce: “QUE-
afferma con asciuttezza: vi crocifisse- STO È IL RE DEI GIUDEI”.
ro lui e i malfattori. Citiamo ancora il Citiamo di nuovo Stewart:
commento di Stewart: Non dobbiamo trascurare il fatto che
Che il Messia dovesse morire era già l’iscrizione era in tre lingue: greco,
abbastanza ostico da credersi, ma che latino ed ebraico. Indubbiamente lo
dovesse morire di una tale morte, an- scopo era che tutti, tra la folla, fos-
dava oltre ogni immaginazione. Ep- sero in grado di leggerla, ma la chie-
pure così fu. Qualunque cosa Cristo sa di Cristo lo ha sempre, a ragione,
toccò, croce compresa, fu adornata e considerato un simbolo della sovra-
trasfigurata e circondata di splendo- nità universale del Signore. Infatti
re e bellezza; ma non dimentichiamo greco, latino ed ebraico erano le tre
mai su quali spaventosi abissi egli ha grandi lingue principali del mondo,
innalzato la croce.(60) ciascuna messaggera di un pensie-
Oh, spiegami che cosa significa ro dominante. Il greco era la lingua
Quella croce lassù della cultura e della conoscenza:
Sulla quale l’Uomo del dolore in quell’ambito, diceva l’iscrizione,
Fu condannato a grondar sangue e Gesù era il re! Il latino era la lingua
morire. del diritto e del governo: Gesù ne era
il re! L’ebraico era la lingua della re-
– Lucy A. Bennet
ligione rivelata: anche lì Gesù era re!
Tre croci si stagliarono sul Golgota, Perciò, benché fosse appeso moren-
te, era vero che “sul suo capo vi erano
quel giorno: la croce di Gesù in mezzo,
molti diademi” (vd. Ap 19:12).(62)
quelle dei malfattori ai lati. Si adempi-
va la profezia di Is 53:12: “È stato conta-
to fra i malfattori”. S. I due malfattori
23:34 Con amore e misericordia in- (23:39-43)
finiti, Gesù gridò dalla croce: Padre, 23:39-41 Sappiamo dal racconto degli

320
LUCA 23:50-54

altri Vangeli che, da principio, entram- che la vera essenza della gioia dopo
bi i malfattori insultarono Gesù. Se la morte consiste nella comunione
egli era il Cristo, perché non li salvava personale con Cristo. Il fulcro della
tutti? Poi uno dei due, mutato d’avviso promessa che Gesù fece al malfatto-
e di cuore, rimproverò il compagno per re morente era: “Sarai con me”. Que-
la sua insolenza. Dopo tutto, essi sof- sta è la nostra beata certezza: partire
frivano a causa dei crimini commessi significa “essere con Cristo, perché è
e subivano un castigo meritato. Ma molto meglio” (Fl 1:23).(64)
questi, sulla croce in mezzo a loro, non Di due persone, entrambe al fianco
aveva fatto nulla di male. di Gesù Cristo, una può andare in pa-
23:42 Rivolgendosi a Gesù, il con- radiso e l’altra all’inferno. E tu, a quale
dannato pregò il Signore (63) di ricor- lato della croce ti trovi?
darsi di lui quando sarebbe tornato per
stabilire il suo regno sulla terra. Una T. Tre ore di tenebre
tale fede è degna di nota. Il criminale (23:44-49)
morente credeva che Gesù sarebbe ri- 23:44 Le tenebre ricoprirono l’intero
sorto dai morti e avrebbe, alla fine, re- paese (o la terra : il termine gr. ha en-
gnato sul mondo. trambi i significati) dall’ora sesta... fino
23:43 Gesù ricompensò la sua fe- all’ora nona, ossia da mezzogiorno alle
de con la promessa che, quello stesso tre del pomeriggio. Questo fu un segno
giorno, sarebbero stati insieme in pa- per il popolo d’Israele: coloro che ave-
radiso. Il paradiso equivale al terzo vano rifiutato la luce, ora per giudizio
cielo (vd. 2 Co 12:2, 4) ed è la dimora di di Dio sarebbero stati ciechi.
Dio. Oggi : che rapidità! Con me : quale 23:45 ...la cortina del tempio si
compagnia! In paradiso : che felicità! squarciò nel mezzo, da cima a fondo.
Scrive Charles R. Erdman: Questo evento simboleggiò l’inaugura-
Questo racconto conferma la verità zione, tramite la morte del Signore Ge-
che la salvezza dipende dal ravve- sù Cristo, di una nuova via di accesso a
dimento e dalla fede. Ma contiene Dio per tutti coloro che gli si accostano
anche altri importanti messaggi. Qui con fede (vd. Eb 10:20-22).
si dimostra che la salvezza non è su- 23:46-47 Fu in queste tre ore di te-
bordinata ai sacramenti. Il malfatto- nebre che Gesù portò la pena dei no-
re, infatti, non era stato battezzato, stri peccati nel suo corpo, sulla croce.
né aveva mai partecipato alla cena Alla fine di questo periodo egli affidò
del Signore... Egli, sì, professò con il proprio Spirito alle mani di Dio Pa-
coraggio la propria fede, in presenza dre e volontariamente gli riconsegnò
di una folla ostile e tra gli insulti e gli la propria vita. Un centurione romano
scherni di governanti e soldati ma, di fu talmente impressionato dalla scena
fatto, fu salvato senza alcun rito for- che glorificò Dio dicendo: “Veramente,
male. Questa è un’ulteriore prova che quest’uomo era giusto”.
la salvezza non si ottiene mediante le
23:48-49 E tutta la folla fu colta da
buone opere... È altresì evidente che
un opprimente senso di dolore e oscu-
non esiste alcun “sonno dell’anima”;
il corpo può essere dormiente, ma
ro presagio. Alcuni fedeli seguaci di
esiste uno stato di coscienza dopo la Gesù, tra cui le donne che lo avevano
morte. È parimenti evidente che non accompagnato dalla Galilea, stavano a
esiste alcun “purgatorio”. Da una vita guardare quello che fu l’episodio deci-
di peccato e di infamia, il malfatto- sivo (è il caso di dirlo, “cruciale”) della
re pentito passò immediatamente storia del mondo.
a uno stato di benedizione. Inoltre,
si può rilevare che la salvezza non è U. Tumulazione nella tomba
universale. C’erano due malfattori: di Giuseppe (23:50-56)
soltanto uno fu salvato. Infine, si noti 23:50-54 Fino a quel momento Giu-

321
LUCA 23:55-56

seppe era stato un discepolo del Si- è spesso dimentico delle difficoltà, pur
gnore in segreto. Benché fosse un di raggiungere l’amato bene.
membro del sinedrio, egli non aveva 24:2-10 Giunte a destinazione, tro-
partecipato al verdetto emesso con- varono che la pietra era stata rotolata
tro Gesù. Giuseppe, dunque, si recò via dall’entrata del sepolcro... entra-
coraggiosamente da Pilato e chiese di rono e videro che il corpo del Signore
poter avere il privilegio di rimuovere il Gesù era scomparso. Non è difficile
corpo di Gesù dalla croce e dargli una immaginare la loro perplessità. Men-
degna sepoltura. Ottenuto il permes- tre erano ancora intente a cercare
so, Giuseppe lo avvolse rapidamente una spiegazione, due angeli (vd. Gv
in un lenzuolo e lo mise in una tomba 20:12) in vesti risplendenti apparvero
scavata nella roccia, mai usata prima. loro, assicurando che Gesù era viven-
Ciò avvenne il venerdì, il giorno del- te. Inutile cercarlo nella tomba. Egli
la Preparazione, tra le tre e le sei del era risuscitato, come aveva promesso
pomeriggio. Leggiamo che stava per quand’era ancora con loro in Galilea.
cominciare il sabato perché, ricordia- Non aveva forse predetto che il Figlio
mo, il sabato ebraico inizia il venerdì dell’uomo doveva essere consegnato a
sera, al tramonto. uomini peccatori ed essere crocifisso,
23:55-56 Le fedeli donne che erano e il terzo giorno risuscitare? (vd. 9:22;
venute... dalla Galilea seguirono Giu- 18:33). Allora esse rammentarono ogni
seppe che portava il corpo alla tomba cosa. Tornate in fretta in città, annun-
e videro il luogo dove Gesù fu deposto. ziarono la notizia agli undici discepoli.
Poi, tornarono indietro e prepararo- Tra queste prime messaggere della ri-
no aromi e profumi, al fine di poter surrezione c’erano Maria Maddalena,
ritornare, dopo la festa, a imbalsama- Giovanna e Maria, madre di Giacomo.
re il corpo di colui che amavano. Sep- 24:11-12 I discepoli non… credet-
pellendo il corpo di Gesù, Giuseppe tero alle donne. Che racconto as-
seppellì, in un certo senso, anche se surdo… una pura fantasia! Questo
stesso. Il suo gesto lo separò per sem- pensavano, fino a che Pietro non si
pre dalla nazione che aveva crocifisso recò personalmente al sepolcro, si
il Signore della vita e della gloria. Non chinò a guardare e vide solo le fasce.
avrebbe più fatto parte del giudaismo, Quelle erano le bende con cui il corpo
ma sarebbe vissuto separandosene di Gesù era stato strettamente avvol-
moralmente e testimoniando in oppo- to. Non è scritto se fossero srotolate o
sizione ad esso. se conservassero ancora la forma del
Il sabato le donne riposarono, in os- corpo, ma propendiamo per la secon-
servanza della legge del sabato. da ipotesi. Il Signore sarebbe uscito
dai lini funebri come da un bozzolo.
XII.TRIONFO DEL FIGLIO DELL’UOMO Essi furono lasciati nella tomba e ciò
(cap. 24) dimostra che il corpo non fu trafuga-
to: i ladri non avrebbero certamente
A. Le donne al sepolcro vuoto perso tempo a disfare la fasciatura.
(24:1-12) Pietro tornò a casa, riflettendo per
24:1 La domenica all’alba, prestissi- cercare di risolvere il mistero. Che
mo, le donne si recarono al sepolcro cosa significava tutto ciò?
portando gli aromi che avevano pre-
parati per il corpo di Gesù. Ma come B. In cammino verso Emmaus
ci sarebbero arrivate? Non sapevano (24:13-35)
che un’enorme pietra era stata rotolata 24:13 Uno dei due discepoli di Emmaus
all’ingresso della tomba? Ignoriamo la era un uomo di nome Cleopa. Dell’al-
risposta. Sappiamo soltanto che esse tro, invece, non si conosce l’identità;
lo amavano profondamente e l’amore forse si trattava della moglie. Stando a

322
LUCA 24:35

una delle differenti tradizioni, si tratte- da loro. Da principio egli discretamente


rebbe dello stesso Luca. Per certo si può fece mostra di voler proseguire il viag-
escludere che si trattasse di qualcuno gio, affinché non si sentissero obbligati.
del gruppo degli undici (vd. v. 33). Co- Ma essi lo persuasero a restare… e che
munque sia, i due stavano mestamente grande ricompensa ricevettero!
ripercorrendo le tappe della morte e 24:30-31 Allorché sedettero a tavola
della sepoltura del Signore. Erano di per il pasto serale, l’ospite prese il po-
ritorno da Gerusalemme verso Em- sto del padrone di casa.
maus, un viaggio di sessanta stadi.
Il frugale pasto si trasformò nella
24:14-18 Lungo il cammino, uno
cena del Signore e quella casa si tra-
straniero si fece loro accanto: era il
sformò nella casa di Dio. Questo è
Signore risorto, ma essi non lo rico- ciò che Cristo compie ovunque vada.
nobbero. Egli domandò loro di che Coloro che lo ricevono saranno ben
cosa stessero parlando. Si arrestarono ricevuti. I due gli avevano aperto la
bruscamente: erano il ritratto della casa, adesso egli apriva loro gli occhi
più profonda disperazione. Poi Cleopa (Daily Notes of the Scripture Union).
espresse il suo stupore: come poteva,
lui che era stato a Gerusalemme, es- Quando spezzò il pane e lo diede
sere all’oscuro delle cose che vi erano loro... lo riconobbero. Avevano for-
accadute ? se visto i segni dei chiodi sulle mani?
24:19-24 Gesù voleva da loro qual- Sappiamo solo che i loro occhi furono
che altra informazione e domandò loro miracolosamente aperti e messi in
quali cose fossero accadute. Essi rispo- condizione di riconoscerlo. A quel pun-
sero rendendo, anzitutto, onore a Gesù, to, egli scomparve.
poi narrarono la storia del suo processo 24:32 Ripensando al loro viaggio,
e della sua crocifissione. Raccontarono immediatamente scoprirono il motivo
delle loro speranze infrante, poi delle per cui si erano sentiti ardere il cuo-
voci sulla scomparsa del suo corpo dal re mentr’egli... parlava e spiegava le
sepolcro. Riferirono che addirittura Scritture. Il loro Maestro e compagno
degli angeli avevano assicurato che di viaggio era il Signore Gesù Cristo ri-
egli era vivo. sorto.
24:25-27 Allora Gesù, amorevol- 24:33 Invece di trascorrere la notte
mente, rimproverò loro di non aver a Emmaus, i due tornarono in fretta a
compreso che ciò corrispondeva esat- Gerusalemme, dove trovarono riuniti
tamente a quanto i profeti dell’A.T. gli undici insieme con altri. In real-
avevano predetto circa il Messia. Egli tà non tutti gli undici erano presenti,
avrebbe, innanzi tutto, dovuto soffrire come apprendiamo da Gv 20:24: con
e poi sarebbe stato glorificato. Comin- l’appellativo “gli undici”, usato in sen-
ciando dalla Genesi, attraverso tutti i so collettivo, si intende qui indicare
libri dei profeti, il Signore passò in ras- il gruppo dei primi discepoli (tranne
segna tutte le Scritture che parlavano Giuda).
di lui, il Messia. Si trattò certamente di 24:34 Prima che i discepoli di Em-
un meraviglioso studio biblico e sareb- maus potessero condividere la grande
be stato bellissimo poter essere presen- notizia, i discepoli di Gerusalemme
ti! Ma anche noi abbiamo lo stesso A.T. stavano già annunciando con giubilo
e abbiamo, inoltre, lo Spirito Santo che che il Signore era davvero risorto ed
ci istruisce; possiamo dunque anche era apparso a Simone Pietro.
noi scoprire in tutte le Scritture le cose 24:35 Toccò poi ai due di Emmaus
che riguardano il Messia. affermare: “Sì, lo sappiamo, perché
24:28-29 I discepoli si stavano avvi- ha camminato con noi, è venuto a ca-
cinando a casa. Invitarono il loro com- sa nostra e si è rivelato nello spezzare
pagno di viaggio a trascorrere la notte il pane”.

323
LUCA 24:36-41

C. Apparizione agli undici peccati a tutte le genti, cominciando


(24:36-43) da Gerusalemme.
24:36-41 Il corpo risorto del Signore Ge- Gesù aprì loro la mente per capire
sù era un vero e proprio corpo di carne e tutte queste Scritture. In effetti, questo
ossa, materiale, tangibile. Si trattava del- è un capitolo pieno di cose “aperte”: il
lo stesso corpo che era stato seppellito, sepolcro aperto (v. 12), una casa aper-
benché diverso poiché non più soggetto ta (v. 29), occhi aperti (v. 31), Scritture
alla morte. Con questo corpo glorificato aperte (v. 32), labbra aperte (v. 35), men-
Gesù poteva entrare in una stanza an- te aperta (v. 45) e cielo aperto (v. 51).
che a porte chiuse (vd. Gv 20:19). 24:48-49 I discepoli erano stati
Ed è proprio ciò che fece la notte di testimoni della risurrezione. Come
quella prima domenica. Alzando lo araldi dovevano diffondere il glorio-
sguardo, i discepoli lo videro e lo udi- so messaggio. Prima, però, dovevano
rono dire “Pace a voi! ” Credendo che si aspettare quello che il Padre aveva
trattasse di un fantasma, furono colti promesso, vale a dire lo Spirito Santo,
dal panico. Fu solamente allorché egli il giorno della Pentecoste. Sarebbero
mostrò i segni della sua sofferenza sul- così stati rivestiti di divina potenza per
le mani e sui piedi che essi comincia- testimoniare del Cristo risorto. Lo Spi-
rono a capire. Ma tutto ciò sembrava rito Santo era stato promesso dal Padre
troppo bello perché fosse vero. nell’A.T. in Is 44:3; Ez 36:27; Gl 2:28.
24:42-43 Poi, per dimostrare che era
veramente lui, Gesù mangiò del pesce E. Ascensione del Figlio dell’uomo
arrostito e del miele. (24:50-53)
24:50-51 L’ascensione di Cristo avven-
D. Gesù dona la piena ne quaranta giorni dopo la risurre-
comprensione (24:44-49) zione. Egli portò i discepoli fin presso
24:44-47 Questi versetti rappresen- Betania, alle pendici orientali del mon-
tano la sintesi dell’insegnamento del te degli Ulivi, e alzate in alto le mani, li
Salvatore nel periodo tra la risurre- benedisse. Mentre così faceva, fu por-
zione e l’ascensione. Egli spiegò che la tato su nel cielo.
risurrezione costituiva l’adempimento 24:52-53 …adoratolo, essi tornarono
delle cose che egli stesso aveva detto. a Gerusalemme con grande gioia. Nei
Non aveva detto loro che si dovevano dieci giorni successivi trascorsero molto
compiere tutte le profezie scritte su tempo nel tempio, benedicendo Dio.
di lui nella legge di Mosè, nei profeti Il Vangelo di Luca si apre con l’im-
e nei Salmi (vale a dire nei libri di cui magine di fedeli radunati presso il
si componeva, all’epoca, l’A.T., ossia le tempio a pregare per l’arrivo del Mes-
Scritture)? Che cosa dicevano, dunque, sia lungamente atteso. Si conclude
queste profezie riguardo a Cristo? nello stesso luogo, con l’immagine di
1. Doveva soffrire (vd. Sl 22:1-21; Is credenti che trascorrono il loro tempo
53:1-9). lodando e (65) benedicendo Dio per aver
2. Sarebbe risorto dai morti il terzo risposto alla preghiera e aver compiuto
giorno (vd. Sl 16:10; Gn 2:1; Os 6:2). il piano di redenzione. È proprio un bel
3. …nel suo nome si sarebbe predicato finale, in quello che Renan ha definito
il ravvedimento per il perdono dei il più bel libro del mondo. Amen.

324
LUCA

NOTE

1 (1:2) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, p. 9.


2 (1:4) Lo stesso termine (gr. anôthen) è usato in Gv 3:7: “Bisogna che nasciate di nuo-
vo” (o “dall’alto”).
3 (1:16-17) G. Coleman Luck, Luke, p. 17.
4 (1:28) Il termine gr. è un participio passivo, che indica che ella ricevette la grazia. Il
lat. gratia plena (“piena di grazia”) è erroneamente usato per insegnare che Maria è
fonte di grazia. Questo particolare mette in luce l’importanza di una traduzione ac-
curata e precisa.
5 (1:72-75) G. Campbell Morgan, The Gospel According to Luke, pp. 30-31.
6 (2:7) J.N. Darby, Synopsis of the Books of the Bible, III:293.
7 (2:8) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, p. 24.
8 (2:13-14) Il testo critico NA legge “agli uomini di buona volontà”, che sembra in con-
traddizione con la dottrina biblica del pervertimento morale dell’uomo. Gli evange-
lici che accettano la versione critica generalmente parafrasano. La nostra versione
sembra preferibile.
9 (2:33) Il testo critico NA, che legge “suo padre e sua madre” non nega la nascita ver-
ginale, ma la rende meno evidente. Si confronti anche il v. 43 nei testi tradizionali e
nel testo maggioritario con il testo NA.
10 (2:40) Il testo NA omette “nello spirito”.
11 (4:13) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, p. 45.
12 (4:28) John Charles Ryle, Expository Thoughts on the Gospels, St. Luke, I:121.
13 (6:17-19) Molti studiosi, tuttavia, ritengono che il “luogo pianeggiante” fosse una
spianata sul versante della montagna e che le discordanze siano puramente dovute
alla riduzione del brano, alla diversa scelta degli argomenti da parte di Matteo e Lu-
ca e alla struttura redazionale (ispirata da Dio).
14 (6:26) La maggior parte dei mss. omette “tutti”, indicando che solo alcuni loderanno
chi avrà scelto il compromesso.
15 (6:27-29a) F.B. Meyer, The Heavenlies, p. 26.
16 (6:47-49) La lettura critica del testo (“costruita bene”), seguita dalla maggior parte
delle Bibbie moderne, non coglie il vero senso del brano. Non si tratta di come, ma su
chi (Cristo) si costruisce la propria vita!
17 (7:21-23) C.G. Moore, citato da W. H. Griffith Thomas, Outline Studies in the Gospel of
Luke, p. 129.
18 (7:27) F.L. Godet, Commentary on the Gospel of Luke, I:350.
19 (7:30-34) John Charles Ryle, Expository Thoughts on the Gospels, St. Luke, I:230.
20 (7:49-50) Ibid., p. 239.
21 (8:11-15) J.N. Darby, The Gospel of Luke, p. 61.
22 (8:18) G.H. Lang, The Parabolic Teaching of the Scripture, p. 60.
23 (8:34-39) J.N. Darby, Synopsis, III:340.
24 (8:51-53) Sir Robert Anderson, Misunderstood Texts of the New Testament, p. 51.
25 (9:19-20) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, pp. 109-110.
26 (9:28-29) W.H. Rogers, non disponibile ulteriore documentazione.
27 (9:32-33) John Charles Ryle, Expository Thoughts on the Gospels, St. Luke, I:320.
28 (9:50) A.L. Williams, non disponibile ulteriore documentazione.
29 (9:62) Probabilmente non si allude a uno sguardo fugace al passato, bensì alla men-
talità del “quando eravamo in Egitto” propria degli Israeliti nel deserto.
30 (10:1-12) Qui e al v. 17 NA ha: “settantadue”.
31 (10:16) John Charles Ryle, Expository Thoughts on the Gospels, St. Luke, I:357-358.
32 (10:36-37) F. Davidson, a cura di, The New Bible Commentary, p. 851.
33 (10:42) C.A. Coates, An Outline of Luke’s Gospel, p. 129.

325
LUCA

34 (10:42) Charles R. Erdman, The Gospel of Luke, p. 112.


35 (11:4) Luca fornisce una versione più breve del cosiddetto “Padre nostro”: ciò può
significare che tale preghiera non sia una formula da recitarsi parola per parola. Ge-
neralmente, il testo critico (NA) non riporta ciò che è considerato come un’interpo-
lazione al Vangelo di Matteo per opera dei curatori del testo.
36 (11:9) Il presente imperativo greco indica un’azione che continua nel tempo. Tale
esortazione è da intendersi come: “continuate a chiedere... continuate a cercare...
continuate a bussare...”.
37 (11:41) Harry A. Ironside, Addresses on the Gospel of Luke, p. 390.
38 (11:46) William Kelly, An Exposition of the Gospel of Luke, p. 199.
39 (12:2-3) F.L. Godet, Luke, II:89.
40 (12:15) J.R. Miller, Come Ye Apart, lettura del 10 giugno.
41 (12:36) William Kelly, Luke, p. 214.
42 (13:6-9) G.H. Lang, Parabolic Teaching, p. 230.
43 (14:33) John Charles Ryle, Gospels, St. Luke, II:86.
44 (14:34-35) William Kelly, Luke, p. 249.
45 (15:20) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, pp. 77-78.
46 (16:9)_______ Our Lord’s Teachings About Money (opuscolo), pp. 10-11.
47 (16:9) J.N. Darby, The Man of Sorrows, p. 178.
48 (17:10) Roy Hession, The Calvary Road, p. 49.
49 (17:34-36) Il v. 36 manca nella maggior parte dei mss., compresi i mss. più antichi;
molto probabilmente non è autentico.
50 (18:31-33) John Charles Ryle, Gospels, St. Luke, II:282.
51 (19:41-42) Thomas Griffith, Luke, p. 303.
52 (20:18) Per altri commentatori, la pietra simboleggia il peccatore ravveduto che, col
cuore contrito, cade pentito ai piedi di Gesù ed è salvato, a differenza di colui che
respinge Cristo e che verrà stritolato nel giudizio futuro.
53 (20:35) C.A. Coates, Luke’s Gospel, p. 252.
54 (21:1-4) Dr Joseph Parker, non disponibile ulteriore documentazione.
55 (21:20-24) Christian Truth Magazine, Novembre 1962, p. 303.
56 (21:20-24) Edward Gibbon, The Decline and Fall of the Roman Empire, II:95-101.
57 (22:7) Leon Morris, The Gospel According to Luke, pp. 302-304.
58 (22:47-48) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, p. 154.
59 (23:13-17) Ibid., p. 161.
60 (23:33) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, p. 166.
61 (23:34) G.C. Morgan, Luke, p. 269.
62 (23:35-38) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, p. 168.
63 (23:42) Il testo tradizionale e il maggioritario riportano: “Signore, ricordati di me” (p. es.
ND), espressione molto più toccante di quella che reca il testo critico (NA) “Gesù, ricor-
dati di me”. Il titolo di rispetto “Signore” (usato anche nel senso di “sovrano, principe”)
denota una fede più profonda che non l’uso, allora comune, del nome proprio.
64 (23:43) Charles R. Erdman, Luke, pp. 217-218.
65 (24:52-53) Il testo critico NA omette “lodando” e “amen”.

BIBLIOGRAFIA

Coates, C.A. An Outline of Luke’s Gospel. Kingston on Thames: Stow Hill Bible and Tract
Depot, s.d.
Darby, J.N. The Gospel of Luke. London: James Carter, s.d.
_____ The Man of Sorrows. Glasgow: Pickering and Inglis, s.d.

326
LUCA

_____. Notes of Addresses on the Gospel of Luke. Londra: C. A. Hammond, s.d.


Erdman, Charles R. The Gospel of Luke. Philadephia: The Westminster Press, 1921.
Geldenhuys, Norval. Commentary on the Gospel of Luke, 2 voll. Grand Rapids:
Zondervan Publishing House, 1977.
Ironside, H.A. Addresses on the Gospel of Luke. New York: Loizeaux Brothers, 1947.
Kelly, William. An Exposition of the Gospel of Luke. London: Pickering and Inglis, s.d.
Luck, G. Coleman. Luke. Chicago: Moody Press, 1960.
Morgan, G. Campbell. The Gospel According to Luke. New York: Fleming H. Revell Co.,
1931.
Morris, Leon. The Gospel According to St. Luke, TBC. Grand Rapids: Wm.B. Eerdmans
Publishing Company, 1974.
Thomas, W.H. Griffith. Outline Studies in the Gospel of Luke. Grand Rapids: Kregel
Publications, 1984.

327
Vangelo di

Giovanni
“Il libro più profondo che ci sia”.
– A.T. Robertson

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone II. Autore


Lo scopo di questo scritto di Giovanni Negli ultimi centocinquant’anni, la
è dichiaratamente evangelistico: “af- paternità del Vangelo di Giovanni è
finché crediate” (20:31). Per una volta, stata argomento di ampie discussioni.
la chiesa ha appoggiato efficacemente Indubbiamente ciò è dovuto alla sua
il proponimento dell’apostolo, come inequivocabile testimonianza della di-
dimostrano milioni di copie tascabili vinità del Signore Gesù Cristo. La criti-
del Vangelo di Giovanni distribuite nel ca ha cercato di provare che il Vangelo
secolo scorso. non fu opera di un testimone oculare,
Il Vangelo di Giovanni è altresì uno bensì di uno sconosciuto “genio reli-
dei libri più amati della Bibbia, se non gioso” vissuto dai cinquanta ai cento
il più amato, dai credenti più maturi anni dopo Cristo. Quindi, secondo
e impegnati. Giovanni non si limita a taluni, l’opera rifletterebbe il pensiero
raccontare i fatti della vita del Signore, della chiesa riguardo a Cristo e non a
ma espone anche le proprie lunghe e ciò che egli veramente disse o fece.
meditate riflessioni di apostolo che Il Vangelo, di per sé, è anonimo, ma
camminò con Cristo (con tutta pro- ci sono buone ragioni per ritenere che
babilità, dalla tarda adolescenza, in sia stato scritto da Giovanni, uno dei
Galilea, fino a età avanzata, nella pro- dodici apostoli.
vincia dell’Asia). Il suo Vangelo contie- Clemente di Alessandria racconta
ne il versetto più conosciuto del N.T., che, quando Giovanni era già anziano,
che Martin Lutero definì “il vangelo in alcuni amici intimi in visita a Efeso gli
miniatura”: Gv 3:16. chiesero di scrivere un Vangelo a inte-
Se anche il Vangelo di Giovanni fos- grazione dei sinottici. Sotto l’ispirazione
se l’unico libro del N.T., il suo conte- dello Spirito di Dio, Giovanni compose
nuto offrirebbe sufficiente nutrimento un Vangelo spirituale. Ciò non significa
spirituale per un’intera vita di studio e che gli altri non fossero considerati spi-
meditazione della Parola. rituali; nondimeno, l’importanza che
GIOVANNI

Giovanni attribuisce alle parole di Cri- una città minore (e non, per esem-
sto e il più profondo significato che con- pio, ad Alessandria), conferma che è
ferisce ai segni spiegano perché questo più che plausibile supporre una data
Vangelo in particolare goda della fama di composizione risalente agli ultimi
di “Vangelo spirituale”. anni del I sec., considerando il tempo
necessario allo scritto per compiere
Prova estrinseca tutto il tragitto da Efeso all’Egitto me-
Teofilo di Antiochia (170 d.C. ca) è il ridionale. Un frammento simile di Gv
primo scrittore conosciuto che indichi 5, il Papiro Egerton 2, anch’esso risa-
chiaramente Giovanni come autore del lente agli inizi del II sec., è una prova
Vangelo. Ma esistono precedenti allu- ulteriore che la data di composizione
sioni e citazioni relative al quarto Van- va collocata nel periodo in cui visse
gelo negli scritti di Ignazio, Giustino l’apostolo Giovanni.
martire (presumibilmente), Tatiano, il
Canone Muratoriano e gli eretici Basi- Prova intrinseca
lide e Valentino. Alla fine del XIX sec. un famoso esegeta
Ireneo conclude una catena di inin- anglicano, il vescovo Westcott, appog-
terrotto discepolato, dagli albori del giava la paternità giovannea di questo
cristianesimo alla fine del II sec. d.C.: a Vangelo presentando le sue prove in
partire dal Signore Gesù Cristo a Gio- una struttura ad anelli concentrici
vanni, da Giovanni a Policarpo e da digradanti. La sua analisi può essere
Policarpo allo stesso Ireneo. Quest’ul- schematizzata come segue:
timo cita diffusamente questo Vange- 1° l’autore era un Giudeo, come dimo-
lo, attribuendolo all’apostolo Giovanni strano indubitabilmente lo stile, il
e confermando la piena accettazione lessico, la familiarità con gli usi e
di questo scritto nella chiesa del tem- i costumi giudei e la conoscenza
po. Da Ireneo in poi, il Vangelo è larga- dell’A.T.;
mente attestato, come dimostrano le 2° l’autore era un Giudeo che visse in
testimonianze di Clemente di Alessan- Israele (vd. 1:28; 2:1, 11; 4:46; 11:18,
dria e Tertulliano. 54; 21:1-2) e conosceva molto bene
Fino all’inizio del XIX sec. solo Gerusalemme e il tempio (vd. 5:2;
un’oscura setta, gli Alogi, rifiutò la pa- 9:7; 18:1; 19:13, 17, 20, 41; inoltre
ternità giovannea di questo Vangelo. vd. 2:14-16; 8:20; 10:22);
Le ultime parole del cap. 21 di que- 3° era testimone oculare di ciò che rac-
sto libro furono probabilmente ver- conta, precisando con minuziosità
gate dai responsabili della chiesa di molti particolari intorno a luoghi,
Efeso verso la fine del I sec., al fine di persone, tempi e modi (vd. 4:46; 5:14;
esortare i fedeli ad accettare il Vange- 6:59; 12:21; 13:1; 14:5, 8; 18:6; 19:31);
lo di Giovanni. Il v. 24 allude al “disce- 4° era un apostolo e dimostra di cono-
polo che Gesù amava” di cui al v. 20 e scere intimamente la cerchia più
al cap. 13. Questo è sempre stato con- ristretta dei discepoli e il Signore
siderato un riferimento all’apostolo stesso (vd. 6:19, 60-61; 12:16; 13:22,
Giovanni. 28; 16:19);
I critici liberali hanno costante- 5° poiché l’autore nomina accurata-
mente dichiarato che il quarto Van- mente tutti gli altri discepoli, ma mai
gelo fu addirittura scritto verso la fine se stesso, è presumibile che il disce-
del II sec. d.C. Ma nel 1920 fu rinvenu- polo non indicato per nome in 13:23;
to in Egitto un frammento di Gv 18, il 19:26; 20:2 e 21:7, 20 sia proprio l’apo-
Papiro 52 (p52), che i moderni e obiet- stolo Giovanni. Tre brani importanti
tivi metodi di datazione fanno risali- costituiscono un’altra conferma che
re alla prima metà del II sec., intorno l’autore fu testimone oculare dei fatti
al 125 d.C. La scoperta, effettuata in narrati: 1:14; 19:35 e 21:24.

330
GIOVANNI

III. Data IV. Contesto e temi


Ireneo afferma con certezza che Gio- Giovanni sviluppa il suo Vangelo intor-
vanni scrisse il suo Vangelo a Efeso. Se no a sette miracoli pubblici, o “segni”,
ciò è corretto, la prima possibile data ognuno dei quali ha lo scopo di dimo-
di composizione potrebbe essere il 69 strare che Gesù è Dio:
o il 70 d.C., vale a dire il periodo in cui 1. Gesù cambia l’acqua in vino alla fe-
l’apostolo visse in quella città della Li- sta nuziale di Cana di Galilea (2:9);
dia. Poiché Giovanni non accenna alla 2. guarigione del figlio di un ufficiale
distruzione di Gerusalemme, è possi- (4:46-54);
bile che questo evento non si fosse an- 3. guarigione di un paralitico presso la
cora verificato; pertanto, la stesura del piscina di Betesda (5:2-9);
testo andrebbe collocata in data appe- 4. moltiplicazione dei pani per cinque-
na antecedente. mila uomini (6:1-14);
Alcuni studiosi liberali propongono 5. Gesù cammina sul mare di Galilea
una data anteriore, vale a dire il pe- per salvare i discepoli dalla tempe-
riodo 45-66 d.C., per via delle possibili sta (6:16-21);
attinenze con i Rotoli (manoscritti) 6. guarigione dell’uomo cieco dalla na-
del Mar Morto. Questo è un fatto in- scita (9:1-7);
solito giacché, generalmente, sono gli 7. Gesù risuscita Lazzaro (11:1-44).
studiosi conservatori coloro che pri- Oltre a questi sette miracoli pubblici,
vilegiano le date di composizione più Gesù ne compì un ottavo dopo la risur-
remote, laddove i liberali propongono rezione, solo per i discepoli (la pesca
date più recenti. In questo caso, la tra- miracolosa, vd. 21:1-14).
dizione della chiesa propende per una Charles R. Erdman sostiene che il
data più recente. quarto Vangelo “ha convinto più per-
Le argomentazioni a sostegno di una sone a seguire Cristo, ha persuaso più
data successiva sono assai consistenti. credenti a servirlo lealmente, ha presen-
Molti studiosi concordano con Ireneo, tato più problemi difficili agli studiosi di
Clemente di Alessandria e Gerolamo qualsiasi altro libro conosciuto”.
nell’affermare che il Vangelo di Gio- La cronologia del ministero terreno
vanni fu l’ultimo dei quattro a essere del Signore si può ricostruire proprio
stato scritto, in parte perché sembra da questo Vangelo. Dalla lettura de-
utilizzare e completare il materiale gli altri tre Vangeli si ha l’impressione
presente nei sinottici. Probabilmente che il ministero del Signore sia durato
la distruzione di Gerusalemme non solo un anno. I riferimenti di Giovan-
è menzionata perché il libro fu scrit- ni alle varie festività annuali, invece,
to quindici o venti anni dopo il fatto, ci presentano un ministero pubblico
quando la sofferenza si era ormai pla- della durata di circa tre anni. Notiamo
cata. Ireneo scrive che Giovanni visse questi riferimenti: 1° la prima Pasqua
fino all’ascesa al trono dell’imperatore (2:12-13); 2° “una festa” (5:1), Pasqua o
Traiano, nel 98 d.C., quindi è probabile Purim ; 3° la seconda (o terza) Pasqua
una data di composizione di poco ante- (6:4); 4° la festa delle Capanne (7:2);
riore a quell’anno. Anche il riferimento 5° la festa della Dedicazione (10:22);
ai Giudei nel Vangelo suggerisce una 6° l’ultima Pasqua (12:1).
data più tarda, quando l’opposizione Giovanni è anche preciso nelle sue
giudea alla fede cristiana si era ormai indicazioni circa il momento in cui av-
trasformata in persecuzione. vengono determinati fatti. Laddove gli
Se, dunque non è possibile precisare altri tre evangelisti si accontentano di
con esattezza la data di stesura di que- riferimenti approssimativi, Giovanni
sto libro, il periodo più probabile si può menziona l’ora esatta o il giorno esatto:
far coincidere con il decennio fra l’85 e 1° l’ora sesta (4:6; 19:14); 2° la settima
il 95 d.C. ora (4:52); 3° la decima ora (1:39); 4° tre

331
GIOVANNI

giorni dopo (2:1); 5° ancora due giorni ga la presenza di strutture basate sul
(11:6); 6° sei giorni prima (12:1). numero sette.
Lo stile e il lessico di questo Vange- Certamente conosciamo i sette “Io
lo sono caratteristici, se si escludono sono” del Vangelo di Giovanni: 1° “il
le lettere di Giovanni. La costruzio- pane della vita” (6:35, 41, 48, 51); 2° “la
ne dei periodi è breve e semplice, di luce del mondo” (8:12; 9:5); 3° “la por-
stampo ebraico nei concetti ma di for- ta” (10:7, 9); 4° “il buon pastore” (10:11,
ma greca nell’esposizione. Spesso nel- 14); 5° “la risurrezione e la vita” (11:25);
le frasi più concise si esprimono le 6° “la via, la verità e la vita” (14:6); 7° “la
verità più importanti! Il vocabolario vite” (15:1, 5). Non altrettanto noti sono
è più limitato rispetto agli altri tre i sette asserti: “Io sono” (privi di pre-
Vangeli, ma è più profondo in quanto dicato): 4:26; 6:20; 8:24, 28, 58; 13:19;
al significato. Notiamo alcuni termini 18:5, 8. L’ultimo è una ripetizione.
importanti e il numero delle rispet- Nel cap. 6, in cui si parla del “pane
tive ricorrenze: Padre (123), credere della vita”, il termine greco tradotto
(103), mondo (81), amore, amare (46), con “pane” o “pani” ricorre ventuno
testimonianza, testimoniare (42), vita volte, vale a dire un multiplo di sette.
(40), luce (24). Anche nel discorso sul “pane della vita”
Un’altra caratteristica tipica di Gio- l’espressione “pane dal cielo” si ripete
vanni è la presenza del numero sette sette volte; lo stesso vale per l’espres-
e dei suoi multipli. In tutta la Scrittura sione “discende (o disceso) dal cielo”.
(vd. Ge 2:1-3) questo numero simbo- Lo scopo di Giovanni, come abbia-
leggia la perfezione e la completezza. mo visto, è che i suoi lettori credano
In questo Vangelo lo Spirito di Dio per- “che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e
feziona e completa la rivelazione di Dio affinché, credendo...[abbiano] vita nel
nella Persona di Gesù Cristo e ciò spie- suo nome” (20:31).

Sommario

I. PROLOGO: LA PRIMA VENUTA DEL FIGLIO DI DIO (1:1-18)


II. PRIMO ANNO DI MINISTERO DEL FIGLIO DI DIO (1:19–4:54)
III. SECONDO ANNO DI MINISTERO DEL FIGLIO DI DIO (cap. 5)
IV. TERZO ANNO DI MINISTERO DEL FIGLIO DI DIO: LA GALILEA (cap. 6)
V. TERZO ANNO DI MINISTERO DEL FIGLIO DI DIO: GERUSALEMME (7:1–10:39)
VI. TERZO ANNO DI MINISTERO DEL FIGLIO DI DIO: LA PEREA (10:40–11:57)
VII. MINISTERO DEL FIGLIO DI DIO AI SUOI (capp. 12–17)
VIII. PASSIONE E MORTE DEL FIGLIO DI DIO (capp. 18–19)
IX. TRIONFO DEL FIGLIO DI DIO (cap. 20)
X. EPILOGO: IL FIGLIO RISORTO INCONTRA I SUOI (cap. 21)

332
GIOVANNI 1:4

Commentario

I. PROLOGO: LA PRIMA VENUTA DEL to già affermato, ma in realtà non è così.


FIGLIO DI DIO (1:1-18) Qui si intende esprimere il concetto che
la personalità e la deità di Cristo non
Giovanni inizia il suo Vangelo parlando hanno un principio. Cristo non iniziò a
della Parola, ma non spiega subito chi esistere come persona nel momento in
o cosa sia. La parola è l’unità minima cui si incarnò nel Bambino di Betlem-
della frase, che usiamo per comunica- me. Né in qualche modo diventò un dio
re con gli altri. Ma Giovanni qui non dopo la risurrezione, come alcuni inse-
sta parlando del linguaggio, bensì di gnano oggi. Egli è Dio fin dall’eternità.
una Persona. Questa Persona è il Signo- 1:3 Ogni cosa è stata fatta per mez-
re Gesù Cristo, il Figlio di Dio. Dio si è zo di lei. Non solo Cristo non fu creato,
pienamente manifestato all’umanità ma è egli stesso il Creatore di ogni cosa.
nella Persona del Signore Gesù. Venen- Quindi è il Creatore dell’umanità, degli
do sulla terra, Cristo ci ha perfettamen- animali, della terra, dei corpi celesti,
te rivelato la natura di Dio. Morendo degli angeli, di ogni cosa, visibile o invi-
per noi sulla croce, ci ha comunicato sibile che sia. Infatti senza di lei [Cristo,
quanto Dio ci ama. Dunque, Cristo è la la Parola] neppure una delle cose fatte è
Parola vivente di Dio rivolta all’uomo, stata fatta. Non vi sono eccezioni: tutto
l’espressione dei pensieri di Dio. ciò che è stato fatto, l’ha fatto la Parola:
Cristo. In qualità di Creatore egli è, na-
A. La Parola nell’eternità turalmente, superiore a qualsiasi cosa
e nel tempo (1:1-5) egli abbia creato. Tutte e tre le Persone
1:1 Nel principio era la Parola . La della Deità furono coinvolte nell’opera
Parola non ebbe un inizio, ma esiste della creazione: “Dio creò i cieli e la ter-
dall’eternità. Per quanto indietro la ra” (Ge 1:1); “lo Spirito di Dio aleggiava
mente umana riesca ad arrivare, il Si- sulla superficie delle acque” (Ge 1:2).
gnore Gesù è sempre esistito. Non fu “Tutte le cose sono state create per mez-
mai creato né ebbe mai un inizio (una zo di lui [Cristo] e in lui” (Cl 1:16b).
genealogia sarebbe fuori luogo, in que- 1:4 In lei era la vita. Ciò non significa
sto Vangelo del Figlio di Dio): la Parola semplicemente che Cristo possedeva la
era con Dio. Aveva una personalità se- vita, ma che era, ed è, la fonte della vita.
parata e distinta. Non era un’idea, un Il termine usato comprende sia la vita
pensiero, una vaga riflessione, ma una fisica sia la vita spirituale. Alla nascita
Persona reale che viveva con Dio, e la l’individuo riceve la vita fisica; in occa-
Parola era Dio. Non solo dimorava con sione della “nuova [o seconda] nascita”
Dio, ma essa stessa era Dio. (ossia quando si è “nati di nuovo”) si
La Bibbia insegna che c’è un Dio e riceve la vita spirituale. Entrambe pro-
che ci sono tre Persone nella Deità, il vengono da lui.
Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Tut- ...la vita era la luce degli uomini. La
te e tre le Persone sono Dio. In questo stessa Persona che ci diede la vita è al-
versetto sono menzionate due Persone tresì la luce degli uomini. Egli è guida e
della Deità: Dio Padre e Dio Figlio. Già indirizzo per l’uomo. Una cosa è esiste-
fin dall’inizio del Vangelo di Giovan- re, tutt’altra cosa è sapere come vivere,
ni troviamo la prima di molte chiare conoscere il vero scopo della vita e la
enunciazioni che Gesù Cristo è Dio. strada che porta al cielo. Colui che ci
Non è sufficiente dire che Gesù Cristo ha dato vita ci dà altresì la luce per illu-
è “un dio”, che è simile a Dio o che è di- minare il sentiero che percorriamo.
vino. La Bibbia insegna che egli è Dio. In questo capitolo iniziale del Vangelo
1:2 Questo versetto potrebbe sem- di Giovanni troviamo sette meravigliosi
brare una semplice ripetizione di quan- appellativi del Signore Gesù Cristo. Egli

333
GIOVANNI 1:5

è definito: 1° la Parola (vv. 1, 14); 2° la e salvatori, ma colui di cui Giovanni te-


luce (vv. 5, 7); 3° l’Agnello di Dio (vv. 29, stimoniava era l’autentica luce, la luce
36); 4° il Figlio di Dio (vv. 34, 49); 5° il vera, la più grande. Fu grazie all’avven-
Cristo (Messia) (v. 41); 6° il re d’Israele to della vera luce nel mondo che ogni
(v. 49); 7° il Figlio dell’uomo (v. 51). I pri- uomo ricevette la luce.
mi quattro appellativi, ognuno dei quali Ciò non significa che ogni uomo ha
è presente almeno due volte, possono ricevuto una sorta di conoscenza in-
essere di applicazione universale. Gli teriore di Cristo e neppure che tutti gli
ultimi tre, ognuno dei quali compare uomini, prima o poi, avrebbero udito
una volta sola, si applicano principal- parlare del Signore Gesù. Significa,
mente a Israele, l’antico popolo di Dio. invece, che la luce splende su tutti gli
1:5 La luce splende nelle tenebre. uomini, indipendentemente dalla loro
L’ingresso del peccato nel mondo por- nazionalità, razza o colore. Significa an-
tò le tenebre nella mente degli uomini: che che, illuminando tutti gli uomini, il
esso fece sprofondare il mondo nelle Signore Gesù ha rivelato a loro il loro ve-
tenebre perché gli uomini, in genera- ro essere. Venendo nel mondo come Uo-
le, non conoscevano Dio, né volevano mo perfetto, ha dimostrato agli uomini
conoscerlo. In queste tenebre penetrò quanto essi siano imperfetti. Quando
il Signore Gesù, come una luce risplen- una stanza è immersa nell’oscurità, non
dente in un luogo oscuro. si può vedere la polvere depositata sui
...le tenebre non l’hanno sopraffat- mobili. Ma quando la luce si fa strada,
ta. L’opposizione e l’inimicizia umane si può vedere la stanza così com’è real-
non potevano impedire alla vera luce mente. È in questo senso che lo splendo-
di brillare. Un’altra possibile tradu- re della vera luce rivela all’uomo come
zione di questa frase è: le tenebre non veramente egli è.
l’hanno compresa. Questo può signifi- 1:10 Dal momento della sua nascita,
care che gli uomini non hanno capito a Betlemme, fino al giorno in cui tornò
la vera identità del Signore Gesù e il in cielo, egli fu nel mondo, lo stesso
motivo della sua venuta nel mondo. mondo in cui viviamo noi ora. Aveva
portato il mondo all’esistenza e ne era
B. Ministero di Giovanni il battista il legittimo proprietario. Invece di ri-
(1:6-8) conoscerlo come Creatore, gli uomini
1:6 Qui non si fa riferimento all’autore pensarono che egli fosse un uomo co-
di questo Vangelo, bensì a Giovanni il me loro, lo trattarono come uno stra-
battista. Giovanni il battista fu man- niero e lo emarginarono.
dato da Dio come araldo del Signore 1:11 È venuto in casa sua, vale a dire
Gesù. La sua missione era annunciare nella sua proprietà. Egli non sconfinò
la venuta di Cristo e intimare al popolo nella proprietà altrui, bensì visse sul
di prepararsi a riceverlo. pianeta che egli stesso aveva creato; i
1:7 Egli venne per testimoniare che suoi (il suo popolo), invece, non l’han-
Gesù era veramente la luce del mondo, no ricevuto. In senso generale, questa
affinché tutti credessero in lui. espressione potrebbe fare riferimento
1:8 Se Giovanni avesse cercato di at- a tutta l’umanità (difatti la maggior
tirare l’attenzione su di sé, non avrebbe parte degli uomini ha respinto Gesù
ubbidito al suo mandato. Egli, infatti, Cristo); tuttavia, in particolare, il po-
non doveva attrarre gli uomini a sé, polo terreno che egli aveva scelto per
bensì indirizzarli a Cristo. sé era quello giudeo. Quando è venuto
in questo mondo, Gesù si è presentato
C. Prima venuta del Figlio di Dio ai Giudei come il loro Messia, ma essi
(1:9-18) non l’hanno ricevuto.
1:9 La vera luce. Altre persone, nel cor- 1:12 Così ora egli si offre nuovamen-
so dei secoli, si sono proclamate guide te a tutta l’umanità e, a coloro che lo ri-

334
GIOVANNI 1:14

cevono, concede il diritto, o l’autorità, incomprensioni o fraintendimenti. Dio


di diventar figli di Dio. venne realmente sulla terra per vivere
Questo versetto spiega chiaramente qui, come uomo fra gli uomini. Il verbo
come si fa a diventar figli di Dio. Tale tradotto con “ha abitato” letteralmente
condizione non si consegue mediante significa “piantare la tenda” o “colloca-
le opere buone, né mediante l’appar- re in un tabernacolo”. Ciò significa che il
tenenza a questa o a quella chiesa, né suo corpo fu la tenda nella quale visse in
mediante lo sforzo di mantenere una mezzo agli uomini per trentatré anni.
buona condotta, bensì ricevendo Cri- E noi abbiamo contemplato la sua
sto, vale a dire credendo nel suo nome. gloria. Nella Bibbia il termine “gloria”
1:13 Per diventare figli, dal punto di fa spesso riferimento alla luce splen-
vista fisico, bisogna essere nati. An- dente e abbagliante che si vedeva ogni
che per diventare figli di Dio bisogna qualvolta Dio si presentava in terra, ma
essere nati, passando attraverso una indica altresì la perfezione e la superio-
seconda nascita. Si tratta della “nuova rità di Dio. Quando era sulla Terra, il
nascita”, o “conversione” o “salvezza”. Signore Gesù velò la propria gloria con
Questo versetto elenca tre modi in cui un corpo di carne, ma essa si manife-
questa nuova nascita non avviene e stava in due modi. Innanzi tutto, essa
un solo modo in cui avviene. In primo appariva come gloria morale, con cui si
luogo, dobbiamo conoscere i tre modi sottintende la perfezione della sua vita
in cui non avviene la nuova nascita: e del suo carattere. Non vi fu mai in lui
1° non... da sangue. Ciò significa che né macchia né difetto. Gesù fu perfetto
non si diventa credenti perché si è figli sotto tutti gli aspetti. Ogni virtù si ma-
di genitori credenti. La salvezza non si nifestava in lui con squisito equilibrio.
trasmette da genitore a figlio per ere- La manifestazione visibile della sua
ditarietà fisica, ossia tramite legami di gloria occorse altresì sul monte della
sangue. 2° né da volontà di carne. In trasfigurazione (vd. Mt 17:1-2). Presenti
altre parole: l’individuo non ha il po- a quell’evento, Pietro, Giacomo e Gio-
tere, nella propria carne, di produrre vanni videro il volto di Gesù risplende-
la nuova nascita. Quantunque egli de- re come il sole e i suoi abiti sfolgorare
sideri essere salvato con tutto se stes- come la luce. I tre discepoli assistettero
so, la sua volontà non basta a salvarlo. a un’anticipazione dello splendore del
3° né da volontà d’uomo. Nessuno è in Signore Gesù allorché Cristo tornerà
grado di salvare un’altra persona. Un sulla terra e regnerà per mille anni.
predicatore, per esempio, può deside- Quando Giovanni afferma: noi
rare ardentemente vedere un individuo abbiamo contemplato la sua gloria ,
nascere di nuovo, ma non ha il potere senza dubbio intende principalmente
di dispensare questa nascita meravi- la gloria morale del Signore Gesù. Egli
gliosa. Come avviene, dunque, la nuova e gli altri discepoli contemplarono la
nascita? La risposta è nell’espressione meravigliosa perfezione di una vita
da Dio. Ciò significa semplicemente vissuta in modo assolutamente esem-
che niente e nessuno ha il potere di plare. Ma è anche possibile che, con
originare la nuova nascita, all’infuori tale espressione, egli intenda rievocare
di Dio. l’evento sul monte della trasfigurazio-
1:14 ...la Parola è diventata carne con ne. A motivo di quella gloria che essi
la nascita di Gesù, a Betlemme. Egli era avevano contemplato, i discepoli si
sempre esistito come Figlio di Dio con convinsero che Gesù era veramente
il Padre in cielo, ma poi scelse di venire il Figlio di Dio. Gesù è l’unigenito dal
nel mondo in un corpo umano. Padre ; ciò significa che Cristo è l’unico
...ha abitato per un tempo fra di noi. Figlio di Dio. Dio non aveva un altro Fi-
Non si trattò unicamente di una breve glio come lui. È corretto affermare che
apparizione, che potesse dare adito a tutti i veri credenti sono figli di Dio, ma

335
GIOVANNI 1:15

Gesù è il Figlio di Dio in un senso com- Gesù Cristo. Egli non venne per giudi-
pletamente diverso. In quanto Figlio di care il mondo, bensì per salvare coloro
Dio, egli è uguale a Dio. che erano indegni, che non potevano
Il Salvatore era pieno di grazia e di salvarsi da soli e che erano suoi nemici.
verità. Sebbene fosse sempre profon- Questa è la grazia: il meglio del cielo in
damente comprensivo e generoso nei favore del peggio della terra.
confronti degli uomini immeritevoli, Per mezzo di Gesù Cristo non sol-
Gesù fu anche sempre profondamen- tanto venne la grazia , ma anche la
te onesto e giusto e non scusò mai il verità. Egli disse di sé: “Io sono la ve-
peccato né tollerò il male. Solo Dio può rità”. Fu assolutamente onesto e fedele
essere insieme pienamente misericor- in tutte le sue parole e opere. Non fu a
dioso e pienamente giusto. scapito della verità che egli usò grazia
1:15 Giovanni il battista testimoniò ai peccatori. Egli amava i peccatori, ma
che Gesù era il Figlio di Dio. Prima an- non amava i loro peccati. Sapendo che
cora che il Signore iniziasse il suo mi- il salario del peccato è la morte (vd. Ro
nistero pubblico, Giovanni già parlava 6:23), decise di morire personalmen-
di lui. Quando Gesù si presentò sulla te in vece nostra e di scontare la pena
scena Giovanni esclamò: “Ecco colui di prevista al nostro posto, per mostrarci
cui vi parlavo”. Gesù venne dopo Gio- grazia immeritata salvandoci l’anima e
vanni, dal punto di vista cronologico, destinandoci una dimora in cielo.
per quel che concerneva il momento 1:18 Nessuno ha mai visto Dio. Dio
della nascita e dell’inizio del ministero. è Spirito e, quindi, è invisibile perché
Era nato sei mesi dopo Giovanni e si incorporeo. Anche se apparve agli uo-
presentò al popolo d’Israele quando già mini dell’A.T. nella forma visibile di
Giovanni aveva iniziato a predicare e a un angelo o di un uomo, queste appa-
battezzare. Ma Gesù aveva preceduto rizioni non lasciavano trapelare agli
Giovanni perché era più grande di lui uomini la sua vera natura. Esse erano
ed era degno di maggior onore; tutto soltanto forme temporanee tramite
ciò per la semplice ragione che esiste- le quali aveva scelto di parlare al suo
va già prima di lui: essendo il Figlio di popolo. Il Signore Gesù è l’unigenito
Dio, esisteva da tutta l’eternità. Dio (1) e anche l’unigenito Figlio di Dio;
1:16 Tutti coloro che credono nel Si- non c’è altro figlio come lui. Egli occu-
gnore Gesù ricevono forza spirituale a pa sempre un posto speciale al fianco
profusione dalla sua pienezza. La sua di Dio Padre. Anche quando era sulla
pienezza è tale che può prendersi cura terra, Gesù era sempre nel seno del
di tutti i credenti in tutti i luoghi e in Padre. Era uno con il Padre e uguale a
tutte le epoche. L’espressione grazia su Dio. La sua persona benedetta ha pie-
grazia significa “grazia abbondante”. namente rivelato agli uomini la natura
La grazia è il favore che egli riversa ge- di Dio. Quando gli uomini videro Gesù,
nerosamente sui suoi amati figli. videro Dio. Essi udirono Dio parlare e
1:17 Giovanni contrappone l’epoca sperimentarono l’amore e la tenerezza
dell’A.T. all’epoca del N.T. La legge... da- di Dio. Cristo ha fatto conoscere appie-
ta attraverso Mosè non era una manife- no i pensieri e i sentimenti di Dio nei
stazione di grazia. Ordinava agli uomini confronti dell’umanità.
di ubbidire e li condannava a morte se
non vi riuscivano; infatti essa mostrava II. PRIMO ANNO DI MINISTERO DEL
agli uomini ciò che era bene, ma non li FIGLIO DI DIO (1:19–4:54)
metteva in grado di compierlo. La legge
era stata data agli uomini per dimostra- A. Testimonianza di Giovanni
re loro che erano peccatori, ma non li il battista (1:19-34)
poteva salvare dai peccati. Ma la grazia 1:19 Allorché a Gerusalemme giunse
e la verità sono venute per mezzo di notizia che un uomo di nome Giovan-

336
GIOVANNI 1:28

ni esortava la nazione al ravvedimen- la voce, ma è pur sempre un privilegio


to perché il Cristo stava per arrivare, i poter essere la voce di Gesù!
Giudei inviarono una delegazione di Il messaggio di Giovanni era: Rad-
sacerdoti e... Leviti per scoprire chi drizzate la via del Signore. In altre pa-
fosse costui. I sacerdoti ricoprivano in- role: “Il Cristo sta per arrivare. Togliete
carichi importanti nel tempio, mentre dalla vostra vita qualsiasi cosa vi impe-
i Leviti svolgevano mansioni pratiche. disca di riceverlo. Pentitevi dei vostri
Tu chi sei? domandarono. “Sei forse il peccati, così egli potrà venire a regnare
Messia che aspettiamo da tempo?” su di voi come Re d’Israele”.
1:20 Chiunque altro avrebbe colto 1:24-25 I farisei erano una rigida
l’occasione per procurarsi immediata setta giudaica che si vantava della pro-
fama dichiarando di essere il Cristo. Ma pria profonda conoscenza della legge
Giovanni era un testimone fedele e af- e della propria capacità di attenersi a
fermò di non essere il Cristo (il Messia). ogni minimo insegnamento reperibi-
1:21-22 I Giudei attendevano il ritor- le nell’A.T. In realtà molti di loro erano
no di Elia sulla terra prima della venuta soltanto degli ipocriti, che cercavano di
di Cristo (vd. Ml 4:5). Così pensarono apparire religiosi ma vivevano immersi
che, se Giovanni non era il Cristo, allo- nel peccato. Costoro vollero sapere con
ra forse era Elia. Ma Giovanni negò di quale autorità Giovanni battezzava,
essere Elia. In De 18:15 Mosè aveva an- giacché non era una delle persone im-
nunciato: “Per te il SIGNORE, il tuo Dio, portanti appena citate.
farà sorgere in mezzo a te, fra i tuoi fra- 1:26-27 Io battezzo in acqua, rispose
telli, un profeta come me; a lui darete Giovanni. Egli non voleva che gli fosse
ascolto!” I Giudei ricordavano questa attribuita importanza: il suo compito
profezia e pensarono che Giovanni era semplicemente preparare gli uo-
potesse essere il profeta menzionato mini per Cristo. Ogni volta che uno dei
da Mosè. Ma di nuovo Giovanni smen- suoi ascoltatori si pentiva dei propri
tì. La delegazione non poteva tornare peccati, egli lo battezzava in acqua, a
a Gerusalemme senza una risposta dimostrazione del cambiamento av-
definitiva, perciò chiese a Giovanni di venuto interiormente. Giovanni conti-
dichiararsi da sé. nuò, alludendo naturalmente a Gesù:
1:23 Egli disse: “Io sono la voce di in mezzo a voi è presente uno che voi
uno che grida nel deserto”. Per tutta non conoscete. I farisei non lo ricono-
risposta, il battista citò Is 40:3, che scevano come il Messia lungamente
profetizza la venuta di un precursore atteso. In altre parole, Giovanni esortò:
allo scopo di proclamare l’arrivo di “Non pensate a me come a una persona
Cristo. Giovanni intendeva dire che importante! Prestate, piuttosto, atten-
quel precursore era lui stesso. Egli si zione al Signore Gesù; purtroppo non
identificò con la voce, mentre equi- lo conoscete come egli realmente è”.
parò Israele al deserto. A causa del Soltanto lui ne è degno: egli è venuto
suo peccato e dell’allontanamento dopo Giovanni il battista, tuttavia sol-
da Dio, il popolo era diventato come tanto a lui spetta ogni primato e gloria.
un deserto arido e sterile. Giovanni si Era dovere dello schiavo e del servitore
definì semplicemente una voce. Egli slacciare i sandali del padrone ma, nei
non si presentò come un personaggio confronti di Cristo, Giovanni non si
importante da onorare o ammirare, considerava degno di svolgere neppure
bensì come una voce, che si sente, ma questo umile servizio.
non si vede. Giovanni era la voce, ma 1:28 L’esatta ubicazione di Betania
Cristo era la Parola. La parola ha biso- (o Betabara) è incerta; si sa, tuttavia,
gno della voce per farsi conoscere e la che essa sorgeva sulla sponda orientale
voce non ha valore senza la parola. La del fiume Giordano. Laddove si con-
Parola è infinitamente più grande del- sideri la versione Betania, si noti che

337
GIOVANNI 1:29

dove i sacrifici del giudaismo bene-


non si tratta, ovviamente, del villaggio
ficavano soltanto il popolo d’Israele,
omonimo nei pressi di Gerusalemme.
il sacrificio cristiano è a vantaggio di
1:29 Il giorno seguente alla visita dei
tutti i popoli: ecco l’agnello di Dio
farisei da Gerusalemme, Giovanni alzò
che toglie il peccato del mondo.(2)
gli occhi e vide Gesù che veniva verso di
1:30-31 Giovanni non si stancava mai
lui. Pieno di entusiasmo ed eccitazione
di ricordare a quanti lo ascoltassero che
esclamò: Ecco l’Agnello di Dio, che to-
egli stava soltanto preparando la via a
glie il peccato del mondo! Per i Giudei
uno più grande di lui. Gesù era più gran-
l’agnello era un animale sacrificale. Dio
de di Giovanni nella misura in cui Dio è
aveva prescritto al popolo eletto di uc-
più grande dell’uomo. Giovanni era nato
cidere un agnello e di spargerne il san-
qualche mese prima di Gesù, ma Gesù
gue in sacrificio. L’agnello diventava un
esisteva dall’eternità. Quando Giovanni
sostituto e il suo sangue era versato per
ammise: Io non lo conoscevo non inten-
ottenere il perdono dei peccati.
deva, necessariamente, dare a intendere
Ma il sangue degli agnelli sacrificati
che non l’avesse mai visto prima.
nel periodo veterotestamentario non
Poiché erano cugini, Gesù e Gio-
toglieva il peccato. L’agnello, inteso
vanni probabilmente si conoscevano
come rappresentazione o archetipo,
bene; nondimeno, fino al momento del
preannunziava che Dio un giorno
battesimo di Gesù, Giovanni non ave-
avrebbe inviato un Agnello che avreb-
va compreso che il cugino era il Cristo.
be realmente tolto il peccato. Per secoli
La missione di Giovanni consisteva
e secoli i Giudei fedeli avevano atteso
nel preparare la via del Signore e nel
la venuta di questo Agnello. Alla fine
presentarlo a Israele quando si fosse
l’ora era giunta e Giovanni il battista
manifestato. Quindi Giovanni non bat-
annunciava trionfante la venuta del
tezzava con acqua per attirare a sé dei
vero Agnello di Dio.
discepoli, bensì per preparare il popolo
Giovanni annunciò che Gesù avreb-
alla venuta di Cristo.
be tolto il peccato del mondo: tuttavia
1:32 Allusione al momento in cui
ciò non significava che, di conseguen-
Giovanni battezzò Gesù nel Giordano.
za, i peccati di tutti sarebbero stati
Quando il Signore uscì dall’acqua, lo
perdonati. La morte di Cristo è tanto
Spirito di Dio discese come una co-
preziosa da poter pagare per i peccati
lomba e si fermò su di lui (cfr. Mt 3:16).
di tutto il mondo, ma soltanto i pecca-
L’autore vuole spiegare il significato di
tori che ricevono il Signore Gesù come
tale evento.
loro Salvatore sono perdonati!
1:33 Dio aveva rivelato a Giovanni
J.C. Jones sostiene che questo verset-
che il Cristo stava per arrivare e che,
to esprime l’eccellenza dell’espiazione
quando fosse arrivato, lo Spirito sa-
cristiana:
rebbe sceso e si sarebbe fermato su di
1. è eccellente per la natura della vit-
lui. Quando ciò accadde a Gesù, Gio-
tima. Laddove le vittime sacrifica-
vanni comprese che questo era colui
li del giudaismo erano agnelli privi
che avrebbe battezzato con lo Spirito
d’intelletto, la vittima sacrificale del
Santo. Lo Spirito Santo è una persona,
cristianesimo è l’Agnello di Dio;
una delle tre Persone della Trinità, ed è
2. è eccellente per l’efficacia dell’ope-
uguale a Dio Padre e a Dio Figlio.
ra. Laddove i sacrifici del giudaismo
Mentre Giovanni battezzava con
servivano soltanto a far ricordare il
acqua, Gesù avrebbe battezzato con
peccato ogni anno, il sacrificio cri-
lo Spirito Santo. Il battesimo con lo
stiano ha tolto il peccato. Gesù ha
Spirito Santo si realizzò il giorno della
annullato il peccato con il suo sacri-
Pentecoste (vd. At 1:5; 2:4, 38). In quel
ficio (vd. Eb 9:26);
giorno lo Spirito Santo discese dal cie-
3. è eccellente per la sua vastità. Lad-
lo per dimorare in ogni credente e far-

338
GIOVANNI 1:41

ne un membro della chiesa, ossia del 1:39 Egli rispose loro: “Venite e ve-
Corpo di Cristo (vd. 1 Co 12:13). drete”. Chiunque desideri sinceramen-
In base a ciò che aveva visto in occa- te conoscere meglio il Salvatore può
sione del battesimo di Gesù, Giovanni presentarsi a lui sapendo che non sarà
poté attestare che Cristo era il Figlio di mandato via. Gesù invitò i due aspi-
Dio, il cui avvento nel mondo era stato ranti discepoli nel luogo in cui viveva
precedentemente annunciato. Presen- in quel periodo, probabilmente un’abi-
tandolo come Figlio di Dio, Giovanni tazione assai modesta rispetto alle ca-
intendeva dire che costui era il Dio- se di oggi.
Figlio. Essi dunque andarono, videro dove
abitava e stettero con lui quel giorno.
B. Chiamata di Andrea, Giovanni Era circa la decima ora. Questi uomi-
e Pietro (1:35-42) ni non erano mai stati tanto onorati:
1:35-36 Il giorno seguente cui allude trascorsero la notte sotto lo stesso tetto
questo passo è ormai il terzo dei gior- con il Creatore dell’universo. Essi furo-
ni menzionati. Giovanni era... con due no i primi membri del popolo giudeo a
dei suoi discepoli . Costoro avevano riconoscere il Messia.
udito la predicazione di Giovanni e vi La decima ora corrisponde alle dieci
avevano prestato fede, ma non aveva- del mattino o alle quattro pomeridia-
no ancora incontrato il Signore Gesù, ne. Generalmente si propende per la
del quale Giovanni si apprestava a prima alternativa (secondo il computo
rendere nuovamente pubblica testi- romano).
monianza. 1:40 uno dei due discepoli era An-
Il giorno precedente aveva parla- drea. Andrea, oggi, non è altrettanto
to sia della sua persona (“l’Agnello di noto come il fratello... Simon Pietro,
Dio”) sia della sua opera (“che toglie il ma è interessante notare che fu il pri-
peccato del mondo”). Qui si limita ad mo dei due a incontrare Gesù.
attirare l’attenzione sulla sua perso- Non è noto il nome dell’altro uomo,
na. Il messaggio di Giovanni è breve, ma quasi tutti gli studiosi della Bibbia
semplice, disinteressato e totalmente ipotizzano che si tratti di Giovanni,
incentrato sul Salvatore. l’autore di questo Vangelo, il quale
1:37 A causa della sua fedele pre- avrebbe tralasciato di citare il proprio
dicazione, Giovanni perse i... due di- nome per modestia.
scepoli, ma fu felice di vederli seguire 1:41 In genere, quando si incontra
Gesù. Allo stesso modo, noi dovremmo Gesù, si desidera che anche i propri
essere ansiosi di vedere i nostri amici congiunti lo conoscano. La salvezza
seguire Gesù. è troppo bella per tenerla tutta per sé!
1:38 Il Salvatore si interessa sempre Così Andrea corse dal fratello Simone
di coloro che lo seguono. In questo con l’elettrizzante notizia: Abbiamo
momento dimostrò il proprio interesse trovato il Messia . Che annuncio stu-
voltandosi verso di loro e domandan- pefacente! Da almeno quattromila
do: Che cercate? Essendo onniscien- anni gli uomini aspettavano il Cristo
te, egli conosceva la risposta a quella promesso, l’Unto di Dio, e ora Simone
domanda, ma desiderava che costoro apprendeva dalle labbra del fratello la
esprimessero il proprio desiderio a vi- sorprendente notizia che il Messia era
va voce. La risposta Rabbì... dove abi- arrivato. Stavano realmente vivendo
ti? , dimostra che essi volevano stare un momento epocale della storia uma-
con lui per conoscerlo meglio. Non si na. Il messaggio di Andrea fu estrema-
accontentavano di averlo incontrato, mente semplice, solo quattro parole:
volevano avere comunione con lui. Abbiamo trovato il Messia, ma Dio le
Rabbì è il termine ebraico per Maestro usò per convincere Pietro. Da ciò ap-
(lett. “mio grande”). prendiamo che non è necessario esse-

339
GIOVANNI 1:42

re dei gran predicatori o degli esperti 1:44 Betsaida sorgeva sulla costa del
oratori. Dobbiamo parlare agli altri del mare di Galilea. Poche città al mondo
Signore Gesù con parole semplici e Dio sono state altrettanto onorate: era la
farà il resto. città natale di Filippo... Andrea e...
1:42 Andrea condusse il fratello nel Pietro e il Signore vi compì alcuni po-
posto giusto e dalla persona giusta. tenti miracoli. Tuttavia questa città re-
Non lo condusse a una chiesa, a una spinse il Salvatore e la conseguenza di
confessione di fede o da un sacerdote: ciò (vd. Lu 10:13-14) fu la sua completa
lo condusse da Gesù. Fece la sola cosa distruzione: neppure oggi si è in grado
che era giusto fare e, grazie all’inizia- di localizzare esattamente la sua posi-
tiva di Andrea, Simone diventò, suc- zione.
cessivamente, un grande “pescatore di 1:45 Filippo voleva condividere la
uomini” (Lu 5:10) e uno dei più impor- propria gioia con qualcun altro; andò
tanti discepoli del Signore. Simone ha e trovò Natanaele. I neoconvertiti sono
ricevuto più notorietà di suo fratello, i migliori “pescatori di anime”. Il suo
ma indubbiamente Andrea un giorno messaggio fu semplice e diretto. Egli
condividerà la stessa ricompensa di comunicò a Natanaele che aveva trova-
Pietro, poiché fu lui a portarlo da Gesù. to il Messia annunciato da Mosè e dai
Il Signore conosceva il nome di Simone profeti: Gesù da Nazaret. Il contenuto
senza che nessuno glielo avesse detto del suo messaggio non era del tutto
e conosceva anche il suo carattere in- esatto, infatti disse che Gesù era figlio
costante. Ma sapeva altresì che questo di Giuseppe. Gesù, naturalmente, era
carattere sarebbe cambiato e che egli nato dalla vergine Maria e non aveva
sarebbe diventato saldo come una roc- un padre umano. Giuseppe aveva ri-
cia. Come poteva sapere tutto ciò? Per- conosciuto Gesù come proprio figlio,
ché Gesù era, ed è, Dio. diventandone così il padre legittimo
Il nome Simone fu cambiato in Cefa pur non essendone il padre biologico.
(aram. per “pietra”): Cefa/Pietro di- James S. Stewart commenta:
venne un uomo dal carattere fermo e
deciso dopo l’ascensione del Signore e Gesù non chiese mai una fede pie-
la discesa dello Spirito Santo. namente sviluppata fin dall’inizio.
Non rifiutò mai ad alcuno di essere
C. Chiamata di Filippo e Natanaele suo discepolo, anche se la conoscen-
(1:43-51) za del neoconvertito era incompleta.
1:43 Siamo giunti al quarto giorno del Ciò non accade neppure oggi. Egli
cammina al fianco dei suoi fratel-
resoconto riportato in questo capito-
li. Permette loro di unirsi a lui nelle
lo. Bosch rileva che il primo giorno
condizioni in cui si trovano. Li pren-
vediamo soltanto Giovanni (vv. 15-28), de con la fede che sono in grado di
il secondo giorno vediamo Giovan- offrirgli. All’inizio del loro cammino
ni e Gesù (vv. 29-34), il terzo giorno si accontenta di ciò; e dal quel mo-
vediamo Gesù e Giovanni (vv. 35-42) mento in poi li conduce lui, come
e il quarto giorno vediamo soltanto fece con il primo gruppo di seguaci,
Gesù (vv. 43-51). Il Signore si diresse passo dopo passo, a una conoscenza
a nord, all’interno della Galilea . Là più intima e profonda riguardo alla
trovò Filippo e lo invitò a essere un sua vera natura e alla piena gloria del
suo seguace: Seguimi . Questa è una discepolato.(3)
parola importante, sia in funzione
di chi la pronunciò, sia del privilegio 1:46 Natanaele era perplesso: Na-
che ne scaturì. Ancora oggi il Signore zaret era una città disprezzata in Ga-
rivolge questo semplice, ma sublime lilea e gli sembrava impossibile che
invito a tutti gli uomini, ovunque essi il Messia potesse vivere in un luogo
si trovino. così misero. Così espresse le proprie

340
GIOVANNI 2:1

obiezioni in merito. Filippo non pro- lett. “amen, amen”. (4) Qui rivelò a Na-
testò: capì che il modo migliore per tanaele un evento del tempo futuro: il
ribattere alle obiezioni era presentare ritorno e il regno di Cristo su tutta la
le persone direttamente al Signore terra. Il mondo allora saprà che il figlio
Gesù, offrendo così un bell’esempio del falegname vissuto nella disprezzata
di comportamento a tutti coloro che Nazaret era veramente il Figlio di Dio e
cercano di portare gli altri a Cristo. il Re d’Israele. Quel giorno il cielo sarà
Non protestare, non lasciarti trasci- aperto. Il favore di Dio ammanterà il
nare in prolungate discussioni! Li- Re quando questi regnerà sulla terra e
mitati a convincere gli altri a venire a Gerusalemme sarà la capitale del suo
vedere di persona. regno.
1:47 Questo versetto dimostra che È possibile che Natanaele stesse me-
Gesù era onnisciente. Senza aver mai ditando sulla storia della scala di Gia-
incontrato Natanaele in precedenza, cobbe (vd. Ge 28:12). Questa scala, con
dichiarò che questi era un vero Israe- tutti gli angeli che salgono e scendono,
lita in cui non vi era frode o inganno. è un’immagine del Signore Gesù Cristo
Giacobbe, poi chiamato Israele, si era stesso, l’unica via per accedere al cielo.
guadagnato la propria reputazione Gli angeli di Dio saliranno e scende-
usando espedienti non del tutto one- ranno sul Figlio dell’uomo. Gli angeli
sti (vd. Ge 25:29-34; 27:1-38), mentre sono i servitori di Dio e si spostano
Natanaele era un Israelita in cui non fulmineamente come suoi messaggeri.
albergava alcun “Giacobbe”. Quando Gesù regnerà come Re, questi
1:48 Natanaele era ovviamente stu- angeli viaggeranno tra cielo e terra,
pito che un perfetto sconosciuto gli ubbidendo ai suoi ordini.
rivolgesse la parola come se lo cono- Con ciò Gesù voleva dire che Na-
scesse intimamente. A quanto pare, tanaele aveva visto solo una minima
quando era sotto il fico era nascosto dimostrazione della sua messianicità.
alla vista, probabilmente dal fitto fo- Nel futuro regno di Cristo egli vedrà la
gliame che pendeva dall’albero. Ma piena rivelazione del Signore Gesù co-
Gesù l’aveva ugualmente visto, benché me l’Unto Figlio di Dio. Tutta l’umanità
celato dalle fronde. si convincerà che, dopo tutto, qualcosa
1:49 Forse Natanaele fu convin- di buono è davvero venuto da Nazaret.
to dalla capacità di Gesù di vederlo
quando era nascosto alla vista di tut- D. Primo segno: l’acqua cambiata
ti o forse la nuova consapevolezza gli in vino (2:1-11)
giunse in modo soprannaturale. Co- 2:1 La locuzione tre giorni dopo fa
munque sia, egli ora sapeva con cer- indubbiamente riferimento al tempo
tezza che Gesù era il Figlio di Dio e il trascorso dall’arrivo di Gesù in Galilea,
re d’Israele. di cui leggiamo in 1:43. Non sappiamo
1:50 Il Signore aveva dato a Natana- esattamente dove sorgesse Cana, ma
ele due prove della propria messiani- possiamo dedurre dal v. 12 di questo
cità: 1° aveva definito il suo carattere; stesso capitolo che era situata nei pres-
2° l’aveva visto quando nessun altro si di Capernaum, a un’altitudine più
poteva vederlo. Queste due prove fu- elevata rispetto alla stessa.
rono sufficienti a Natanaele ed egli Ci fu un matrimonio in Cana pro-
credette. Ma il Signore Gesù gli promi- prio quel giorno, al quale partecipò
se che avrebbe visto cose maggiori di anche la madre di Gesù. È interessan-
queste. te notare che di Maria si dice che era
1:51 Ogni volta che Gesù intendeva la madre di Gesù. Il Salvatore non era
comunicare un concetto molto impor- famoso perché figlio della vergine Ma-
tante, introduceva la sua esposizione ria, piuttosto la notorietà di quest’ul-
con l’espressione in verità, in verità, tima derivava dall’essere la madre del

341
GIOVANNI 2:2

Signore. Le Scritture accordano sem- de la usa due volte nel confronto con
pre il primato a Gesù, non a Maria. i cugini, figli di Seruia. Era impossi-
2:2 Anche Gesù fu invitato con i bile che essi avessero qualcosa in co-
suoi discepoli al matrimonio. Fu cer- mune con Davide dal punto di vista
tamente saggia la decisione di questa spirituale! Eliseo pronuncia questa
famiglia che volle invitare Cristo alle frase in 2 R 3 per indicare quale enor-
nozze. Anche oggi chi sceglie di invita- me distanza lo separava da Ieoram,
re Cristo al proprio matrimonio prende figlio di Acab. Tre volte i demòni,
una saggia decisione. Perché questo usando questa stessa frase, rivelano
avvenga, ovviamente, sia lo sposo sia la che Satana non ha nulla a che fare
con Cristo né Cristo con Satana. Infi-
sposa devono essere veri credenti. Essi
ne il Signore rivolge queste parole alla
dunque devono dare la propria vita al
madre per convincerla dell’esistenza
Salvatore e devono impegnarsi affin- di un baratro insuperabile tra la pro-
ché la loro casa diventi un luogo dove pria deità senza peccato e l’umanità
egli ami vivere. di lei peccatrice, e per affermare che
2:3 …il vino finì e quando la madre solo una voce è autorevole alle sue
di Gesù lo seppe ne parlò con il figlio. orecchie, la voce di Dio.(5)
Ella sapeva che Gesù avrebbe potuto
compiere un miracolo per provvedere il 2:5 Maria comprese il significato
vino necessario e forse desiderava che il delle parole di Gesù e suggerì ai servi-
figlio si rivelasse agli ospiti riuniti come tori di fare tutto quel che egli avrebbe
il Figlio di Dio. Spesso nelle Scritture il detto. Le parole di Maria sono impor-
vino è simbolo di gioia. Quando Maria tanti per ciascuno di noi. Notiamo che
disse: non hanno più vino, stava descri- ella non incoraggiò i servi a ubbidire a
vendo con esattezza la situazione di uo- lei o a un altro essere umano, bensì in-
mini e donne non ancora salvati. Non vi dicò loro Gesù, dicendo che era lui la
è gioia vera e duratura per l’incredulo. persona alla quale avrebbero dovuto
2:4 La risposta del Signore alla ma- ubbidire. Gli insegnamenti del Signo-
dre sembra fredda e scostante. Ma non re Gesù ci sono stati tramandati nelle
è un rimprovero, come invece potrebbe pagine del N.T. Quando leggiamo que-
apparire. L’appellativo donna usato qui sto libro prezioso dobbiamo ricordare
è un titolo di rispetto, simile al nostro le ultime parole di Maria che cono-
“signora”. Con la domanda: Che c’è fra sciamo: Fate tutto quel che vi dirà.
me e te, o donna?, il Signore intendeva 2:6 Nel luogo in cui era stato im-
dichiarare che, nel compimento del- bandito il banchetto nuziale vi era-
la propria divina missione, egli non no sei enormi recipienti di pietra… i
doveva prendere ordini dalla madre, quali contenevano ciascuno due o tre
bensì agire ubbidendo interamente ed misure d’acqua. Si trattava dell’acqua
esclusivamente alla volontà del Padre che i Giudei usavano per la purifica-
celeste. Maria voleva vedere Gesù glo- zione cerimoniale. Se, per esempio,
rificato, ma egli dovette rammentarle un Giudeo toccava un cadavere, era
che l’ora sua non era ancora venuta. considerato impuro fino a quando non
Prima di comparire al mondo come si fosse sottoposto a una cerimonia di
il Cristo vincitore, doveva ascendere purificazione.
all’altare sacrificale. E questo fece, sa- 2:7 Gesù ordinò che i recipienti fos-
lendo sulla croce al Golgota. sero riempiti d’acqua . I servitori ub-
George Williams puntualizza quan- bidirono immediatamente. Il Signore
to segue: usava i mezzi che aveva a disposizione
L’espressione “Che c’è fra me e te?” quando decideva di compiere un mi-
compare sette volte nella Bibbia. racolo. Permise agli uomini di mettere
Essa significa: “Cosa abbiamo in co- a disposizione i recipienti e di riem-
mune?” La risposta è: “Nulla”. Davi- pirli d’acqua, ma poi fece egli stesso

342
GIOVANNI 2:11

ciò che nessun uomo avrebbe mai po- il Signore Gesù agisce e il modo in cui
tuto fare, vale a dire mutare l’acqua in agiscono invece gli uomini. Era con-
vino! Furono i servi, non i discepoli di suetudine, ai matrimoni, servire pri-
Gesù, a riempire d’acqua i recipienti. ma il vino migliore, quando gli invitati
In tal modo il Signore avrebbe evitato erano ancora in grado di apprezzarne
una possibile accusa di inganno. Inol- il sapore. Più tardi, dopo aver mangia-
tre i recipienti furono riempiti fino to e bevuto, non sarebbero più stati
all’orlo, così nessuno avrebbe potuto consapevoli della qualità della bevan-
sostenere che fosse stato versato del da. In questo particolare banchetto di
vino nell’acqua. nozze il vino migliore fu servito alla
2:8 Il miracolo avvenne. Il Signo- fine. Questo ha per noi un significato
re ordinò ai servitori di attingere dai spirituale. Di solito il mondo offre ciò
recipienti e di portare il contenuto al che ha di più attraente ai giovani che
maestro di tavola . Da ciò compren- si affacciano alla vita. Poi, quando
diamo che il miracolo era stato istan- questi ultimi hanno sprecato la loro
taneo. Il mutamento dell’acqua in vino esistenza in inutili piaceri, il mondo
non aveva richiesto un lungo perio- non ha niente altro da offrire loro, di-
do di tempo, ma solo pochi secondi. venuti anziani, se non le briciole. Nel-
Molto poeticamente Richard Crashaw la vita cristiana accade esattamente
scrive: “Le acque inconsapevoli videro l’opposto: essa migliora con il passare
il loro Dio e arrossirono”. del tempo. Cristo conserva il vino mi-
2:9 Il maestro di tavola aveva l’in- gliore per la fine: la festa viene dopo il
carico di occuparsi dei cibi e delle digiuno!
bevande da servire. Quando... ebbe Questa parte della Scrittura ha
assaggiato, comprese che qualcosa un’applicazione diretta per il popolo
d’insolito era accaduto. Non... cono- giudaico. Non c’era vera gioia nel giu-
sceva la provenienza del vino, ma si daismo del tempo. La vita dei fedeli,
accorse che era di ottima qualità, per- intrappolati in un impianto di rituali e
ciò chiamò lo sposo. di cerimoniali, era insulsa perché essi
Quale dovrebbe essere l’atteggiamen- non conoscevano la gioia divina. Il Si-
to dei credenti verso il vino, oggi? gnore Gesù cercò di insegnare loro ad
Il vino talvolta è prescritto a scopi avere fede in lui. Così facendo, avreb-
terapeutici e ciò è in linea con l’inse- be trasformato la loro tetra esistenza
gnamento neotestamentario (vd. 1 Ti in pienezza di gioia. L’acqua dei rituali
5:23). Per quanto riguarda il consumo e delle cerimonie giudaiche sarebbe
del vino a tavola, i credenti devono stata cambiata nel vino della gioiosa
agire con prudenza in tutte le situa- realtà in Cristo.
zioni e in tutte le culture, cercando la 2:11 L’affermazione che questo fu il
gloria del Signore anziché l’egoistica primo dei suoi segni miracolosi esclu-
gratificazione dei propri desideri. Sen- de tutti gli sciocchi miracoli attribuiti
za mai rifiutare i buoni doni di Dio, il a Gesù quand’era bambino e narrati
credente deve ricordare gli avverti- in alcuni Vangeli apocrifi come, p. es.,
menti specifici della Scrittura contro il Vangelo di Pietro, i quali rasentano
l’ubriachezza (vd. Ro 13:13; Ga 5:21; il sacrilegio. Prevedendo tutto questo,
Ef 5:18; 1 P 4:3) e contro la mancanza lo Spirito Santo protesse quel periodo
di moderazione in generale (vd. 1 Co della vita del Signore con l’inserimen-
6:12). Infine, i santi devono astenersi to di questa breve ma importante os-
da ogni comportamento che possa servazione.
essere occasione di caduta per i propri Il cambiamento dell’acqua in vino fu
fratelli (vd. Ro 14:21). un segno, vale a dire un miracolo che
2:10 Il maestro di cerimonie ci fa aveva un significato speciale, un’ope-
notare la differenza tra il modo in cui ra soprannaturale con un significato

343
GIOVANNI 2:12

spirituale. Tali miracoli avevano altresì biavano nella moneta in corso a Ge-
lo scopo di dimostrare che Gesù era rusalemme, così i pellegrini potevano
veramente il Cristo di Dio. Compiendo pagare la tassa al tempio. È risaputo
questo miracolo, egli manifestò la sua che i cambiavalute si comportavano
gloria e dimostrò agli uomini di essere in modo disonesto con chi arrivava da
realmente Dio incarnato. I suoi disce- molto lontano.
poli credettero in lui. In realtà essi cre- 2:15 Il Signore fece una sferza anno-
devano già in lui, nondimeno, grazie a dando delle cordicelle, ma il testo non
questo miracolo, la loro fede si rafforzò dice che la usasse per colpire qualcu-
e la loro fiducia in lui fu completa. no: probabilmente si limitò a tenerla
Cynddylan Jones osserva: stretta in mano in segno d’autorità.
Il primo miracolo di Mosè fu cam- Agitandola davanti a sé, cacciò i mer-
biare l’acqua in sangue: esso portava canti fuori dal tempio e rovesciò le ta-
giudizio e distruzione. Il primo mi- vole dei cambiavalute.
racolo di Gesù fu cambiare l’acqua in 2:16 La legge concedeva ai poveri di
vino: esso portava conforto e conso- offrire un paio di colombi, se non pote-
lazione.(6) vano permettersi animali più costosi.
A quelli che vendevano i colombi il Si-
E. Il Figlio di Dio purifica la casa gnore ordinò di portare via di lì quelle
di suo Padre (2:12-17) cose e di non fare più della casa del Pa-
2:12 Il Salvatore lasciò Cana e scese a dre suo una casa di mercato. In tutte le
Capernaum... con sua madre, con i epoche Dio ha sempre messo in guar-
suoi fratelli e i suoi discepoli. Vi si trat- dia il suo popolo contro la tentazione
tennero solamente alcuni giorni, dopo di fare delle cose sacre un mezzo per
di che il Signore partì alla volta di Ge- arricchirsi. Non vi fu nulla di crudele
rusalemme. o ingiusto nel modo in cui Gesù agì al
2:13 Comincia qui la prima testimo- tempio; semplicemente si comportò
nianza del Signore alla città di Gerusa- secondo le esigenze della sua santità e
lemme. Questa fase del suo ministero della sua giustizia.
continua fino al cap. 3:21. Egli iniziò e 2:17 Quando i suoi discepoli videro
concluse il suo ministero pubblico con ciò che stava accadendo, si ricordaro-
la purificazione del tempio all’epoca no del Sl 69:9 che profetizzava lo zelo
di Pasqua (cfr. Mt 21:12-13; Mr 11:15- fervente del Cristo per le cose di Dio.
18; Lu 19:45-46). La Pasqua era la festa Compresero che Gesù era fermamente
annuale che commemorava la libera- determinato a riportare il culto reso a
zione dei figli d’Israele dalla schiavitù Dio alla sua purezza e intuirono che
in Egitto, l’attraversamento del mar egli era colui che il salmista aveva pre-
Rosso, il viaggio nel deserto e, infine, annunciato.
l’arrivo nella terra promessa. La prima È bene ricordare che il corpo del cre-
celebrazione della Pasqua è narrata dente è il tempio dello Spirito Santo.
in Es 12. Essendo un Giudeo devoto, il Proprio come Gesù esigeva che il tem-
Signore salì a Gerusalemme per cele- pio di Gerusalemme fosse mantenuto
brare questa importante festività del puro, anche noi dobbiamo proporci di
calendario giudaico. affidare i nostri corpi al Signore affin-
2:14 Giunto al tempio, scoprì che ché li purifichi costantemente.
era diventato un mercato. Vi si vende-
vano buoi, pecore, colombi, e i cam- F. Gesù annuncia la sua morte
biavalute svolgevano liberamente la e la sua risurrezione (2:18-22)
loro attività. Gli animali erano vendu- 2:18 Pare che i Giudei fossero costan-
ti ai fedeli per essere sacrificati. I cam- temente alla ricerca di qualche segno
biavalute prelevavano il denaro di chi o miracolo. Quindi dissero a Gesù:
arrivava da paesi stranieri e lo cam- “Se sai fare qualcosa di straordinario,

344
GIOVANNI 3:1

faccelo vedere e crederemo in te”. Il profezie veterotestamentarie riguar-


Signore Gesù compì molti miracoli, danti la risurrezione del Cristo.
ma i loro cuori rimasero chiusi nei
suoi confronti. In questo versetto si G. Molti professano di credere
narra che costoro gli contestarono in Cristo (2:23-25)
l’autorità di cacciare i mercanti dal 2:23 In virtù dei segni miracolosi com-
tempio e pretesero da lui un segno che piuti da Gesù a Gerusalemme, alla
dimostrasse che egli era veramente il festa di Pasqua, molti credettero nel
Cristo. suo nome. Ciò non significa necessa-
2:19 Per tutta risposta, il Signore fece riamente che costoro affidarono a lui
una stupefacente affermazione riguar- la propria vita con fede sincera, ma sol-
do alla propria morte e risurrezione. tanto che dichiararono di accettarlo.
Predisse che essi avrebbero distrutto il Tale professione non era dettata da un
tempio e che egli in tre giorni l’avrebbe intimo convincimento, era semplice-
fatto risorgere. Da questo versetto si mente un atteggiamento esteriore. Si
evince nuovamente la divinità di Cri- tratta della stessa situazione in cui si
sto. Solo Dio potrebbe dire: in tre gior- trova oggi il mondo, dove molti di colo-
ni lo farò risorgere ! ro che si dichiarano cristiani non sono
2:20 I Giudei non lo compresero per- mai veramente “nati di nuovo” me-
ché erano più interessati alle cose ma- diante la fede nel Signore Gesù Cristo.
teriali che a quelle spirituali. L’unico 2:24 Benché molti sostenessero
tempio al quale pensarono fu il tempio di credere in lui, Gesù non si fidava
di Erode, che sorgeva a Gerusalemme. (nell’originale greco il verbo tradot-
C’erano voluti quarantasei anni per to con fidarsi è lo stesso tradotto con
edificarlo e non riuscivano ad accetta- credere [credettero] nel versetto prece-
re l’idea che un uomo fosse in grado di dente) di loro. Egli sapeva che costoro
ricostruirlo in tre giorni. si erano accostati a lui per pura curio-
2:21 Ma il Signore Gesù parlava del sità e che erano alla ricerca di qualcosa
suo corpo, che era il tempio in cui abi- di sensazionale e di spettacolare. Ma
tava la pienezza della deità. Qualche egli conosceva tutti, conosceva i loro
anno più tardi, gli stessi Giudei che pensieri e le loro motivazioni. Sapeva
avevano contaminato il tempio di Ge- cosa li spingeva ad agire in quel modo.
rusalemme avrebbero messo a morte il Sapeva se la loro fede era vera o falsa.
Signore. 2:25 Nessuno conosce il cuore
2:22 Solo più tardi, dopo che il Si- dell’uomo meglio del Signore: egli non
gnore Gesù era stato crocifisso ed era aveva bisogno della testimonianza di
risorto dai morti, i suoi discepoli si ri- nessuno in proposito, giacché sapeva
cordarono che egli aveva promesso di perfettamente quello che era nell’uomo
risorgere dopo tre giorni. Con il mera- e il motivo del suo comportamento.
viglioso adempimento di questa profe-
zia davanti ai loro occhi essi credettero H. Gesù e Nicodemo:
alla Scrittura e alla parola che Gesù la nuova nascita (3:1-21)
aveva detta. 3:1 La storia di Nicodemo contrasta
Spesso apprendiamo delle verità con gli eventi appena precedenti. Molti
difficili da comprendere. Ma da questo Giudei a Gerusalemme dichiaravano di
brano impariamo che dobbiamo con- credere nel Signore, laddove egli sapeva
servare come un tesoro la Parola di Dio che la loro fede non era sincera. Nicode-
nel nostro cuore. Un giorno il Signore mo costituiva un’eccezione: il Signore
ce la renderà comprensibile, anche se riconobbe in lui un reale desiderio di
adesso non la capiamo. Qui è scritto conoscere la verità. Difatti, questo ver-
che i discepoli credettero alla Scrittu- setto dovrebbe iniziare con la congiun-
ra : ciò significa che essi accettarono le zione avversativa “ma”:(7) [Ma] c’era tra

345
GIOVANNI 3:2

i farisei un uomo chiamato Nicodemo, di questo regno, egli doveva essere na-
uno dei capi dei Giudei. to di nuovo. Proprio come è necessaria
Nicodemo era conosciuto dal popo- la prima nascita per iniziare una vita
lo come un insegnante. Forse egli andò fisica, così è necessaria una seconda
da Gesù per accrescere la propria cono- nascita per iniziare una vita spirituale
scenza e trasmetterla agli altri Giudei. (la locuzione nato di nuovo può anche
3:2 La Bibbia non spiega perché Ni- essere tradotta “nato dall’alto”). In al-
codemo si recò di notte da Gesù. La tre parole, solo coloro la cui vita è stata
spiegazione più ovvia è che questi non cambiata possono entrare nel regno di
voleva essere visto dagli altri, poiché il Cristo. Poiché il suo regno è un regno
Signore non era stato accettato dalla di giustizia, anche i suoi sudditi devono
maggior parte del popolo giudeo. Co- essere giusti. Gesù non potrebbe mai
munque sia, andò da Gesù. Nicodemo regnare su un popolo ancora immerso
sapeva che il Signore era un dottore nei peccati.
venuto da Dio giacché, senza l’aiuto di 3:4 Dalla risposta di Nicodemo com-
Dio, nessuno avrebbe potuto compiere prendiamo quanto sia difficile per gli
i miracoli che egli operava. Nonostan- uomini capire le parole del Signore
te tutta la sua cultura, Nicodemo non Gesù. Nicodemo prendeva tutto alla
riconosceva il Signore come l’incar- lettera e quindi non riusciva a immagi-
nazione di Dio. Lo stesso avviene oggi: nare come un adulto potesse nascere di
molti affermano che Gesù fu un gran- nuovo: riteneva impossibile che un uo-
de uomo, un meraviglioso maestro, un mo entrasse di nuovo nel grembo di sua
esempio luminoso… ma tutte queste madre per nascere una seconda volta.
virtù non costituiscono l’intera verità: Nicodemo rappresenta “l’uomo na-
Gesù era ed è Dio. turale [che] non riceve le cose dello
3:3 A prima vista la risposta del Si- Spirito di Dio, perché esse sono paz-
gnore Gesù non pare avere attinenza zia per lui; e non le può conoscere,
con l’approccio di Nicodemo. Questo perché devono essere giudicate spiri-
è, in effetti, ciò che il Signore gli rivelò: tualmente” (1 Co 2:14).
“Nicodemo, sei venuto da me per impa- 3:5 Procedendo nella spiegazione,
rare, ma non sei nato di nuovo : è della Gesù chiarì a Nicodemo che doveva
nuova nascita che tu hai veramente bi- nascere d’acqua e di Spirito, altrimenti
sogno! Devi partire da qui. Devi nasce- non sarebbe entrato nel regno di Dio.
re dall’alto, altrimenti non vedrai mai Cosa intendeva dire Gesù? Molti ri-
il regno di Dio”. tengono che parlasse, effettivamente,
Il Signore esordì con l’espressione in dell’acqua e della necessità del battesi-
verità, in verità (lett.: “amen, amen”). mo per ottenere la salvezza. Nondime-
Queste parole ci avvertono che un’im- no, tale interpretazione contrasta con
portante verità sta per essere enunciata. il resto dell’insegnamento biblico. In
Come Giudeo Nicodemo era in at- tutta la Parola di Dio leggiamo che la
tesa del Messia che doveva venire a salvezza si ottiene unicamente mediante
liberare Israele dalle catene di Roma. la fede nel Signore Gesù Cristo. Il batte-
A quell’epoca l’impero romano domi- simo è per coloro che sono già stati sal-
nava su tutto il mondo conosciuto e i vati, non è un mezzo di salvezza. Altri
Giudei erano soggetti alle sue leggi e ritengono che l’acqua cui allude questo
al suo governo. Nicodemo non vedeva versetto sia la Parola di Dio (come nel
l’ora che il Messia venisse a instaurare caso di Ef 5:25-26). Inoltre, in 1 P 1:23
il proprio regno sulla terra: in tal mo- e Gm 1:18 è scritto che la nuova nasci-
do il popolo giudeo avrebbe dominato ta avviene grazie alla Parola di Dio. È
sulle nazioni e tutti i suoi nemici sa- quindi possibile che l’acqua di questo
rebbero stati distrutti. Ma il Signore gli versetto costituisca un riferimento alla
aveva appena rivelato che, per far parte Bibbia. Sappiamo che non vi può esse-

346
GIOVANNI 3:10

re salvezza al di fuori di quella presen- una nuova natura ed è reso idoneo al


tata nelle Scritture. Il peccatore deve regno di Dio.
credere nel messaggio contenuto nella 3:7 Nicodemo non si doveva mera-
Parola di Dio prima che la nuova nasci- vigliare dell’insegnamento del Signore
ta possa realizzarsi. Gesù. Doveva comprendere che era
Ma l’acqua può altresì essere un ri- necessario nascere di nuovo in conse-
ferimento allo Spirito Santo. In 7:38-39 guenza dell’assoluta incapacità umana
il Signore Gesù parlò di “fiumi d’acqua di rimediare al proprio stato di perdi-
viva” e l’autore aggiunge esplicitamen- zione. Doveva capire che, per diventare
te che, parlando dell’acqua, Gesù allu- suddito del regno di Dio, l’uomo deve
deva allo Spirito Santo. Se, nel cap. 7, il essere santo, puro e spirituale.
termine “acqua” designa lo “Spirito”, 3:8 Come spesso faceva, il Signore
non vi è motivo di ritenere che tale in- Gesù si servì di un esempio tratto dal
terpretazione non valga anche nel pre- mondo naturale per chiarire una verità
sente capitolo. spirituale. Ricordò a Nicodemo che il
Ma se si accetta questa interpreta- vento soffia dove vuole e si può udir-
zione sorge una difficoltà. Gesù disse: ne il rumore senza sapere né da dove
Se uno non è nato d’acqua e di Spirito, viene né dove va. La nuova nascita è,
non può entrare nel regno di Dio. Se il dunque, come il vento. In primo luogo,
termine acqua significa Spirito, allora essa avviene secondo il volere di Dio ed
in questo versetto il sostantivo Spirito è totalmente fuori del controllo uma-
è ripetuto. Si noti, tuttavia, che il ter- no. In secondo luogo, la nuova nascita
mine tradotto con la congiunzione “e” è impercettibile: non si può sapere
potrebbe altresì essere tradotto con la quando avviene, ma se ne possono ve-
locuzione “vale a dire”. Il versetto, per- dere le conseguenze nella vita di una
ciò, si modificherebbe come segue: Se persona. Quando un individuo è salva-
uno non è nato d’acqua, vale a dire di to, in lui avviene un cambiamento: ora
Spirito, non può entrare nel regno di odia le cose malvagie che prima amava
Dio. Riteniamo che sia questo il signifi- e le cose di Dio, che prima disprezza-
cato esatto del versetto. La sola nascita va, sono quelle che ora ama. Così come
fisica non è sufficiente: (8) per entrare non si può comprendere la natura del
nel regno di Dio ci vuole anche una vento, allo stesso modo la nuova na-
nascita spirituale. È lo Spirito Santo di scita è un miracolo dello Spirito di Dio
Dio a operare tale nascita spirituale, che l’uomo non è in grado di afferrare
allorché l’individuo crede nel Signore completamente. Inoltre, come il vento,
Gesù Cristo. Questa interpretazione la nuova nascita è imprevedibile. Non è
trova sostegno nella duplice ricorrenza possibile dire quando e dove avverrà.
dell’espressione “nato dallo Spirito” nei 3:9 Anche in questo caso Nicodemo
versetti successivi (vv. 6, 8). dimostrò l’incapacità della mente na-
3:6 Anche se Nicodemo fosse riusci- turale di penetrare nelle cose divine.
to, per assurdo, a entrare nuovamente Senza dubbio egli stava ancora cer-
nel grembo di sua madre e rinascere, cando di inquadrare la nuova nascita
la natura malvagia che era in lui sa- come un fenomeno naturale o fisico,
rebbe rimasta inalterata. L’espressione anziché spirituale. Perciò domandò al
quello che è nato dalla carne è carne Signore Gesù: Come possono avvenire
significa che i figli di genitori umani queste cose?
nascono nel peccato e sono privi di ri- 3:10 Gesù rispose che un maestro
sorse per quanto concerne la salvezza. d’Israele come Nicodemo avrebbe do-
La nascita spirituale avviene allorché vuto sapere queste cose. Le Scritture
l’individuo ripone la propria fiducia dell’A.T. insegnavano chiaramente
nel Signore Gesù: è nascendo di nuo- che il Messia, una volta giunto in terra
vo dallo Spirito che il credente riceve per stabilire il proprio regno, avrebbe

347
GIOVANNI 3:11

anzitutto giudicato i propri nemici e luoghi contemporaneamente. Questo


distrutto le cose che lo disonoravano. è ciò che intendiamo quando diciamo
Soltanto coloro che avessero confes- che è onnipresente. Alcune traduzioni
sato e abbandonato i propri peccati moderne omettono l’espressione: che
sarebbero entrati nel regno. è nel cielo. Ciò nondimeno, tale affer-
3:11 Il Signore Gesù mise in eviden- mazione è diffusamente riportata da
za l’infallibilità dei propri insegnamen- numerosi mss. come parte integrante
ti, ma anche l’incredulità dell’uomo. Da del testo.
sempre egli conosceva la verità e inse- 3:14 Il Signore Gesù intendeva spie-
gnava esattamente ciò che sapeva e che gare a Nicodemo un’importante verità
aveva visto. Ma Nicodemo e la maggior celeste. Come può avvenire la nuova
parte dei Giudei del tempo rifiutavano nascita? Gli uomini non possono an-
di credere alla sua testimonianza. dare in cielo con tutti i loro peccati:
3:12 Quali erano le cose terrene alle per tali peccati essi devono scontare
quali il Signore Gesù faceva riferimen- una pena.. Come Mosè innalzò il ser-
to in questo versetto? Si trattava del pente su un’asta di rame nel deserto
suo regno in terra. Essendo uno stu- quando i serpenti mordevano tutti i
dioso dell’A.T., Nicodemo sapeva che figli d’Israele, così bisogna che il Fi-
il Messia sarebbe venuto per stabilire glio dell’uomo sia innalzato (vd. Nu
il proprio regno sulla terra con Geru- 21:4-9). Mentre vagavano nel deserto
salemme come capitale. Ma non aveva per raggiungere la terra promessa, i
capito che, per poter far parte di questo figli d’Israele si scoraggiarono, s’im-
regno, era necessario nascere di nuo- pazientirono e si lamentarono del Si-
vo. A quali cose celesti, poi, si riferiva gnore. Per punirli, il Signore mandò
Gesù? Alle verità spiegate nei versetti tra loro dei serpenti velenosi e molti
successivi, ossia al modo meraviglioso Israeliti morirono. Quando i soprav-
in cui si riceve la nuova nascita. vissuti, pentiti, gridarono al Signore,
3:13 Solo una persona aveva la com- egli ordinò a Mosè di forgiare un ser-
petenza per parlare delle cose celesti, pente di rame e di issarlo in cima a
ossia l’unica che era stata nel cielo. Il un’asta. Guardando quel serpente, gli
Signore Gesù non era soltanto un mae- Israeliti che erano stati morsi sarebbe-
stro inviato da Dio, bensì colui che vi- ro miracolosamente guariti.
veva con Dio Padre da tutta l’eternità Gesù citò questo episodio dell’A.T.
ed era disceso nel mondo. Affermando per spiegare come avviene la nuova
che nessuno è salito in cielo, Gesù non nascita. Gli uomini e le donne sono
intendeva negare l’ascensione al cie- stati morsi dal serpente del peccato e
lo dei santi veterotestamentari Enoc sono condannati a morte eterna. Il ser-
(vd. Ge 5:24; Eb 11:5) ed Elia (vd. 2 R pente di rame era una prefigurazione
2:1, 5, 11). Tuttavia, laddove essi erano del Signore Gesù. Il rame, nella Bib-
stati traslati in cielo, egli era salito in bia, rappresenta il giudizio. Il Signore
cielo per mezzo della propria potenza. Gesù era senza peccato e non avrebbe
Un’altra spiegazione è questa: nessun dovuto essere punito, ma si sostituì a
essere umano ha mai avuto accesso noi peccatori e subì il giudizio che noi
alla presenza di Dio allo stesso mo- avremmo meritato. L’asta rappresenta
do di Cristo. Egli poteva salire in cielo la croce del Golgota sulla quale il Si-
in un modo del tutto speciale perché gnore Gesù fu innalzato; guardando a
proprio dal cielo era venuto su questa Cristo con fede si ottiene la salvezza.
terra. Anche trovandosi con Nicodemo, 3:15 “Colui [il Salvatore] che non
il Signore disse di essere nel cielo. Co- ha conosciuto peccato, egli [Dio] lo ha
me poteva avvenire ciò? Qui abbiamo fatto diventare peccato per noi, affin-
la dichiarazione dell’onnipresenza del ché noi diventassimo giustizia di Dio
Signore che, in quanto Dio, è in tutti i in lui” (2 Co 5:21). Chiunque crede nel

348
GIOVANNI 3:21

Signore Gesù Cristo riceve in dono la per mezzo di lui . L’opera del Signore
vita eterna. Gesù sulla croce ha un valore così im-
3:16 Questo è uno dei versetti più co- menso che tutti i peccatori, ovunque,
nosciuti di tutta la Bibbia, senza dub- potrebbero essere salvati, se soltanto
bio perché definisce il vangelo in modo volessero riceverla.
semplice e chiaro, riassumendo tutto 3:18 Ora tutta l’umanità è divisa in
l’insegnamento di Gesù a Nicodemo due gruppi: i credenti e gli increduli. Il
riguardo alla nuova nascita e a come nostro destino eterno è determinato
riceverla. Leggiamo che Dio ha tanto dal nostro atteggiamento nei confronti
amato il mondo. Il mondo comprende del Figlio di Dio. Chi crede nel Salvatore
tutti gli uomini. Dio non ama i pecca- non è giudicato, ma chi non crede è già
ti degli uomini o il malvagio sistema giudicato. Il Signore Gesù ha compiuto
mondiale, ma ama le persone e non l’opera di salvezza e ora tocca all’uomo
vuole che alcuno perisca. decidere personalmente se accettarla o
La misura del suo amore è indicata rifiutarla. È cosa terribile rifiutare tale
dal fatto che ha dato il suo unigeni- dono d’amore. Dio non può fare altro
to Figlio. Dio non ha altri figli come il che condannare colui che rifiuta di cre-
Signore Gesù. Fu il suo infinito amore dere nel Signore Gesù. Credere nel suo
che lo spinse a dare il suo unico Figlio nome è lo stesso che credere in lui. Nel-
per l’umanità peccatrice e ribelle. Ciò la Bibbia il nome designa la persona. Se
non significa che chiunque sarà sal- confidi nel suo nome, confidi in lui.
vato. Prima di ricevere da Dio la vita 3:19 Gesù è la luce che è venuta
eterna, l’individuo deve accettare ciò nel mondo. Egli era l’Agnello di Dio
che Cristo ha fatto per lui. Ecco per- senza difetto e senza peccato ed è
ché l’autore aggiunge l’espressione morto per i peccati di tutta l’umanità.
chiunque crede in lui non perisca. Non Ma gli uomini lo amano per questo?
occorre che alcuno perisca. Ci è stato No, anzi ne sono offesi. Preferiscono
procurato un mezzo mediante il quale rimanere nei loro peccati anziché
chiunque può essere salvato, purché riconoscere Gesù come Salvatore e,
ciascuno accetti il Signore Gesù Cri- quindi, lo respingono. Proprio come
sto come proprio personale Salvatore. gli animaletti striscianti fuggono
Chiunque lo fa entra immediatamente precipitosamente all’arrivo della lu-
in possesso della vita eterna. Boreham ce, così gli uomini malvagi evitano la
afferma: presenza di Cristo.
Quando arriverà a comprendere
3:20 Quelli che amano il peccato
l’amore di cui Dio ha amato il mondo, odiano la luce, perché la luce denuncia
la chiesa non resterà più inerte, ma si la loro condizione di peccato. Quando
darà da fare fino a che tutti i grandi Gesù era nel mondo, gli uomini non
imperi saranno stati conquistati e erano a loro agio in sua presenza per-
ogni atollo sarà stata raggiunto.(9) ché la sua santità metteva in luce la
loro esecrabile condizione. Il modo
3:17 Dio non è un dominatore migliore per vedere quanto è storto
crudele e inflessibile, desideroso di un bastone è metterlo accanto a un
riversare la propria ira sull’umanità. bastone diritto. Venuto nel mondo co-
Il suo cuore è pieno di tenerezza per me Uomo perfetto, il Signore Gesù fu
gli uomini: per salvarli, egli ha fatto la pietra di paragone, al cui confronto
tutto ciò che poteva fare! Dio avrebbe spiccava la degenerazione di tutti gli
potuto mandare suo Figlio nel mon- altri uomini.
do per giudicare il mondo, ma non 3:21 Quando un individuo è real-
l’ha fatto. Invece, ve l’ha mandato per mente onesto di fronte a Dio, non può
soffrire, versare il proprio sangue e che andare alla luce, vale a dire al Si-
morire perché il mondo sia salvato gnore Gesù, comprendendo la propria

349
GIOVANNI 3:22

indegnità e la propria condizione di Giovanni, sconsideratamente, sostene-


peccato. Quindi crederà in lui e lo ac- vano che non vi era battesimo miglio-
cetterà come suo Salvatore e così potrà re di quello del loro maestro. O forse i
nascere di nuovo, grazie alla fede ripo- farisei cercavano di far ingelosire i di-
sta in Cristo. scepoli di Giovanni indicando loro la
maggiore popolarità di Gesù.
I. Ministero di Giovanni 3:26 Andarono da Giovanni per ave-
il battista in Giudea (3:22-36) re un parere. In breve, essi gli doman-
3:22 La prima parte di questo capitolo darono: “Se il tuo battesimo è migliore,
parla della testimonianza del Signore perché così tante persone ti lasciano per
Gesù nella città di Gerusalemme. Da seguire Gesù [l’espressione colui che era
questo versetto fino alla fine del capi- con te di là dal Giordano fa riferimento
tolo Giovanni racconta il ministero di a Cristo]?” Giovanni rese testimonianza
Cristo in Giudea dove, ovviamente, al Signore Gesù: ne conseguì che molti
continuò a proclamare la buona no- dei suoi stessi discepoli lo lasciarono e
tizia della salvezza. Quando gli uo- cominciarono a seguire il Signore
mini giungevano alla luce, venivano 3:27 La risposta di Giovanni ha una
battezzati. Leggendo questo versetto duplice valenza. Con riferimento al Si-
sembrerebbe di capire che Gesù stes- gnore Gesù, essa significava che ogni
so amministrasse il battesimo, ma da successo del Salvatore era un segno
Gv 4:2 si apprende che tale compito era dell’approvazione di Dio. Con riferi-
demandato ai suoi discepoli. mento allo stesso Giovanni, significava
3:23 Il Giovanni di cui si fa menzio- che il profeta non aveva mai aspirato
ne al v. 23 è il battista. Egli predicava a essere famoso o importante, né ave-
ancora il suo messaggio di ravvedi- va mai sostenuto che il suo battesimo
mento in Giudea e battezzava i Giudei fosse migliore di quello di Gesù. Egli
che si ravvedevano in vista della venuta ribadì semplicemente di non posse-
del Cristo. Giovanni stava battezzando dere nulla che non gli fosse stato dato
a Enon... perché là c’era molta acqua. dal cielo. Questo vale anche per noi:
Questo particolare non prova in modo non abbiamo alcun motivo di orgoglio
definitivo che egli amministrasse il e non dobbiamo cercare di metterci in
battesimo “per immersione”, ma lascia mostra davanti agli altri.
propendere per tale ipotesi. Se avesse 3:28 Giovanni rammentò ai discepo-
battezzato limitandosi ad aspergere li di aver spesso ripetuto di non essere
d’acqua il battezzando, non sarebbe lui il Cristo, ma di essere solamente
stato necessario averne molta. stato mandato a preparargli la strada.
3:24 Questo versetto spiega il motivo Perché discutere a causa del suo mes-
per cui Giovanni continuava a esercitare saggero o cercare di formare un partito
il suo ministero e i Giudei devoti conti- per sostenerlo? Non era lui, Giovanni,
nuavano a seguirlo. Di lì a poco egli sareb- la persona importante: egli era soltan-
be stato messo in prigione e decapitato a to colui che indirizzava gli uomini al
causa della sua fedele testimonianza. Signore Gesù.
3:25 Apprendiamo che alcuni disce- 3:29 Il Signore Gesù Cristo era lo
poli di Giovanni presero a discutere sposo. Giovanni il battista era unica-
con un Giudeo a proposito della puri- mente l’amico dello sposo (il testimo-
ficazione. Cosa significa ciò? Probabil- ne). La sposa non appartiene all’amico
mente il termine purificazione qui fa dello sposo, ma allo sposo. Quindi, era
riferimento al battesimo. La questione giusto che il popolo seguisse Gesù an-
era se il battesimo di Giovanni fosse ziché Giovanni. Qui il termine sposa
migliore di quello di Gesù. Quale bat- designa tutti i futuri discepoli del Si-
tesimo era più efficace, quale aveva gnore Gesù. Nell’A.T. Israele era defi-
maggior valore? Forse i discepoli di nito la sposa di Yahweh. Nel N.T. sono

350
GIOVANNI 3:35

definiti sposa i membri della chiesa di strano a dirsi, nessuno riceve la sua te-
Cristo. Nel Vangelo di Giovanni, tut- stimonianza. Il termine nessuno non è
tavia, tale appellativo è usato in senso da intendersi in senso assoluto: taluni
lato con riferimento a coloro che la- accolgono le parole del Signore Gesù.
sciarono Giovanni il battista e seguiro- Tuttavia, Giovanni stava considerando
no Gesù. Quindi non indica né Israele l’umanità in senso generale e, quindi,
né la chiesa. A Giovanni non dispiace- poteva affermare che la maggioranza
va perdere dei seguaci, anzi era felice delle persone rifiutava gli insegna-
di poter ascoltare la voce dello sposo. menti del Salvatore. Gesù era disceso
Era lieto che l’attenzione di tutti si fo- dal cielo ma, purtroppo erano relativa-
calizzasse su Gesù e la sua gioia era mente pochi coloro che erano disposti
completa quando gli uomini onorava- ad ascoltarlo.
no e glorificavano Cristo. 3:33 Alcuni, però, accolsero le pa-
3:30 Queste parole riassumono lo role del Signore come parole di Dio,
scopo del ministero di Giovanni. Egli confermando in tal modo che Dio è
si adoperò incessantemente per in- veritiero. Lo stesso accade oggi. Colo-
dirizzare uomini e donne al Signore, ro che accettano il messaggio del van-
facendo conoscere e apprezzare il vero gelo si pongono al fianco di Dio contro
valore di Cristo. Giovanni sapeva che, se stessi e il resto dell’umanità. Com-
in questa sua attività, egli avrebbe do- prendono che quando Dio dice qual-
vuto passare in secondo piano. Colui cosa, questa cosa è vera. Osserviamo
che serve Cristo non deve attirare l’at- con quale chiarezza nel versetto in
tenzione su di sé: così facendo, dareb- questione si proclami la deità di Cri-
be prova di infedeltà. sto, affermando che chiunque crede
Si notino i tre imperativi (“bisogna”) alla testimonianza di Cristo riconosce
enumerati in questo capitolo riguardo che Dio è veritiero. Questo è soltanto
al peccatore (3:7), riguardo al Salvatore un altro modo di dire che la testimo-
(3:14) e riguardo al credente (3:30). nianza di Cristo è la testimonianza di
3:31 Gesù è colui che viene dall’alto Dio, e che ricevere uno dei due signifi-
ed è sopra tutti. Questa dichiarazione ca ricevere anche l’altro.
intende mettere in luce l’origine divi- 3:34 Gesù era colui che Dio ha man-
na e la posizione suprema del Signore. dato e pronunciava le parole di Dio. A
Per esprimere la propria inferiorità, sostegno di questa attestazione Gio-
Giovanni il battista si definì colui che vanni aggiunge che Dio... non dà lo
viene dalla terra. Egli non poteva che Spirito con misura. Cristo fu unto dallo
appartenere alla terra e parlare come Spirito Santo di Dio in misura tale che
uno che è della terra. Ciò significava non si poté mai dire lo stesso di nessun
semplicemente che era un essere uma- altro uomo. Gli altri uomini potevano
no, nato da genitori umani. Non essen- essere consapevoli dell’aiuto dello Spi-
do di origine divina, egli non poteva rito Santo nel ministero che svolgeva-
parlare con la stessa autorità del Figlio no, ma nessuno ebbe mai un ministero
di Dio. Giovanni era inferiore al Si- così pieno di Spirito Santo come il Fi-
gnore Gesù perché colui che viene dal glio di Dio. I profeti avevano ricevuto
cielo è sopra tutti. Cristo è il Sovrano da Dio una rivelazione parziale, ma “lo
supremo dell’universo. È opportuno, Spirito rivelò in Cristo e per mezzo di
dunque, che gli uomini seguano lui Cristo la sapienza celeste, il cuore di
anziché il suo messaggero. Dio nei confronti dell’uomo e tutta la
3:32 Diversamente da Giovanni, il sconfinata misura del suo amore”.
Signore Gesù parlava con autorità. Di- 3:35 Questa è una delle sette volte
ceva agli uomini quello che aveva visto che, nel Vangelo di Giovanni, leggia-
e udito presso Dio. Non vi era possi- mo che il Padre ama il Figlio e che,
bilità di errore o di inganno. Eppure, avendogli dato ogni cosa in mano, ha

351
GIOVANNI 3:36

espresso inequivocabilmente il suo no poi considerati seguaci o discepoli


amore per lui. Fra tutte le cose che so- del Signore.
no state affidate alla cura del Salvatore 4:3 Lasciando la Giudea e dirigen-
vi è anche il destino dell’uomo, come ci dosi verso la Galilea, Gesù intendeva
spiega il v. 36. impedire ai farisei di provocare delle
3:36 Dio ha dato a Cristo il potere di divisioni. In questo versetto, tuttavia,
concedere la vita eterna a tutti coloro cogliamo un altro particolare interes-
che credono in lui. Questo è uno dei sante. La Giudea era il cuore dell’isti-
versetti più chiari di tutta la Bibbia, tuzione religiosa giudaica, mentre era
in cui è spiegato in che modo si ottie- risaputo che la Galilea era abitata pre-
ne la salvezza. La salvezza, dunque, si valentemente da pagani. Consapevole
ottiene unicamente credendo nel Fi- che i capi giudei stavano già respingen-
glio. Quando leggiamo questo versetto do lui e il suo messaggio, Gesù si rivol-
comprendiamo che Dio sta parlando e se agli stranieri recando loro la buona
sta facendo una promessa che non sarà notizia della salvezza.
mai infranta: egli afferma, chiaramen- 4:4 La Samaria si trovava sul per-
te e distintamente, che chiunque crede corso. Ma erano pochi i Giudei che
nel Figlio ha vita eterna. Chi accetta percorrevano questa tratto di strada
tale promessa non fa un salto nel buio, diretto. La Samaria era una regione
bensì accetta semplicemente ciò che talmente disprezzata che i Giudei
non può assolutamente essere falso. diretti in Galilea spesso preferivano
Chi, invece, non ubbidisce al Figlio di aggirarla e passare per la Perea, allun-
Dio non vedrà la vita, ma l’ira di Dio gando il percorso. Così, quando leg-
rimane su di lui. Da questo versetto giamo che Gesù doveva passare per
apprendiamo che il nostro destino la Samaria, possiamo concludere che
eterno dipende dal nostro rapporto egli attraversò quel territorio non tan-
con il Figlio di Dio. Se accogliamo il Fi- to in considerazione di fattori “geo-
glio di Dio, Dio ci dona liberamente la grafici”, quanto piuttosto perché ivi lo
vita eterna. Se lo respingiamo, non solo attendeva un’anima bisognosa d’aiuto
non godremo mai della vita eterna, ma e che egli poteva soccorrere.
resteremo soggetti al l’ira di Dio che già 4:5 Attraversando la Samaria il Si-
incombe su di noi, pronta a colpire in gnore Gesù arrivò nel piccolo villaggio
qualsiasi momento. di Sicar, non distante dal terreno che
Teniamo a rilevare che, in questo Giacobbe aveva dato a suo figlio Giu-
versetto, non si parla di ubbidienza alla seppe (vd. Ge 48:22). Mentre Gesù at-
legge, né di rispetto della “regola au- traversava quel territorio, sicuramente
rea”, né di andare in chiesa, né di com- affiorarono alla sua mente i vari episo-
portarsi bene o di meritarsi, in qualche di della storia di quei luoghi.
modo, il paradiso. 4:6 Vi si trovava anche una sorgen-
te conosciuta come fonte di Giacobbe.
J. Conversione della Samaritana L’antico pozzo costruito sulla sorgente
(4:1-30) è ancora visitabile: si tratta di uno dei
4:1-2 I farisei avevano udito che Gesù pochi siti biblici individuabili senza
battezzava più discepoli di Giovanni difficoltà.
e che la popolarità di Giovanni andava Quando Gesù arrivò in questa lo-
evidentemente declinando. Forse co- calità era circa l’ora sesta (le diciotto,
storo avevano cercato di approfittare secondo il computo romano, o mez-
di tale situazione per suscitare gelosie zogiorno, secondo il computo giudeo).
e dispute tra i discepoli di Giovanni e Gesù era stanco per il lungo cammino
quelli del Signore Gesù. In realtà, Ge- e si fermò a riposare presso la fonte.
sù non battezzava di persona, erano i Gesù è Dio Figlio, ma è anche uomo. In
suoi discepoli a farlo. I battezzati era- quanto Dio non poteva stancarsi, ma in

352
GIOVANNI 4:12

quanto uomo sì. È difficile per noi capi- 4:9 La donna si accorse che Gesù
re questa realtà, ma la Persona di Gesù era un Giudeo e si stupì che rivolgesse
Cristo non potrà mai essere compresa la parola proprio a lei, che era una Sa-
pienamente da alcuna mente mortale. maritana . I Samaritani sostenevano
Dio è sceso nel mondo per vivere come di discendere da Giacobbe e di essere,
uomo fra gli uomini: questa è una veri- quindi, i veri Israeliti. In realtà si trat-
tà e un mistero che trascende la nostra tava di un popolo misto, discendente
comprensione. da Giudei e pagani, che aveva fatto
4:7 Mentre il Signore Gesù era del monte Garizim il centro ufficiale
seduto vicino al pozzo, una donna del culto. Questo monte della Samaria
della Samaria uscì dal villaggio per era chiaramente visibile dal punto in
attingere l’acqua . Alcuni studiosi so- cui il Signore e la donna si trovavano
stengono che, se era mezzogiorno, era a conversare. I Giudei provavano una
un orario insolito perché una donna profonda avversione nei confronti dei
andasse al pozzo ad attingere; infatti Samaritani e li consideravano dei mez-
era l’ora più calda della giornata. Ma zosangue. Ecco perché la donna do-
questa donna era una peccatrice e mandò al Signore Gesù: Come mai tu
può darsi che avesse scelto quell’ora che sei Giudeo chiedi da bere a me, che
perché provava imbarazzo e sapeva sono una donna samaritana? Certo,
che al pozzo non avrebbe incontrato ella non aveva ancora capito di essere
altre donne. Naturalmente, il Signore di fronte al proprio Creatore e che il
Gesù sapeva in anticipo quando ella suo amore per lei superava tutte le me-
sarebbe andata al pozzo e sapeva che schine discriminazioni umane.
era un’anima bisognosa, così decise 4:10-11 Chiedendole un favore, il
di incontrarla e riscattarla dalla sua Signore Gesù aveva destato il suo in-
vita di peccato. teresse e la sua curiosità. Li ridestò
In questo brano troviamo il Signore nuovamente presentandosi come Dio e
e redentore delle anime all’opera, ed è come uomo. Anzitutto, egli era il dono
bene che studiamo il metodo che egli di Dio, colui che Dio aveva donato per
adottò per convincere la donna a per- salvare il mondo, il suo Figlio unigeni-
cepire il proprio bisogno e per offrirle to. Ma era anche uomo, un uomo che,
la soluzione al suo problema. Il Signore stanco per il viaggio, le aveva chiesto
le rivolse la parola sette volte. Anch’ella da bere. In altre parole, se avesse com-
parlò sette volte: sei volte al Signore e preso che colui che le aveva rivolto la
una volta ai suoi compaesani. Forse, se parola era Dio incarnato, ella stessa gli
parlassimo con il Signore tanto quan- avrebbe chiesto una benedizione ed
to fece costei, la nostra testimonianza egli le avrebbe dato dell’acqua viva. La
avrebbe lo stesso successo che ebbe la donna si limitava a considerare l’acqua
sua quand’ella parlò ai suoi conoscenti. del pozzo e, di conseguenza, l’impossi-
Gesù iniziò la conversazione chieden- bilità del suo interlocutore di attingerla
dole un favore. Esausto per il viaggio, le senza l’attrezzatura necessaria. Non
disse: “Dammi da bere”. riusciva a riconoscere il Salvatore né a
4:8 Qui è spiegato perché, umana- comprendere le sue parole.
mente parlando, il Signore le chiese 4:12 La sua confusione si accreb-
da bere. I suoi discepoli erano andati be allorché ricordò che il patriarca
a Sicar a comprar da mangiare. Nor- Giacobbe aveva dato loro quel pozzo.
malmente, i viandanti avevano con sé L’aveva usato egli stesso con i suoi fi-
dei secchi per l’acqua; probabilmente, gli e il suo bestiame. Ora davanti a lei
i discepoli, senza pensarci, se li erano c’era un viandante stanco che le chie-
portati via. Se così stavano le cose, il deva da bere l’acqua del pozzo di Gia-
Signore non aveva il necessario per at- cobbe e, tuttavia, sosteneva di poterle
tingere l’acqua dal pozzo. dare qualcosa di meglio dell’acqua di

353
GIOVANNI 4:13

Giacobbe. Se costui aveva un’acqua I piaceri di questo mondo durano


migliore, perché chiedeva quella del pochi, brevi anni, ma i piaceri che Cri-
pozzo? sto offre durano per la vita eterna.
4:13 Allora il Signore prese a spie- 4:15 Quando la donna seppe di
garle la differenza fra l’acqua del quest’acqua meravigliosa, immedia-
pozzo di Giacobbe e l’acqua viva tamente desiderò averla. Ma pensava
che egli era in grado di dare. Chiun- ancora ad acqua concreta. Non voleva
que avesse bevuto l’acqua del pozzo più andare fino al pozzo ogni giorno
avrebbe avuto sete di nuovo. Sicura- per attingere l’acqua e portarla a casa
mente la Samaritana era in grado di reggendo la pesante brocca sulla testa.
comprendere questo ragionamento. Non comprendeva che l’acqua di cui
Ella doveva recarsi al pozzo ad attin- Gesù stava parlando era spirituale e
gere l’acqua quotidianamente, ma il raffigurava tutte le benedizioni di cui
suo bisogno non era mai pienamente l’anima poteva godere grazie alla fede
soddisfatto. La stessa cosa succede in lui.
con tutta l’acqua di tutti i pozzi e le 4:16 L’argomento della conversione
sorgenti del mondo. Gli uomini cerca- improvvisamente cambia. La donna
no piacere e soddisfazione nelle cose aveva appena chiesto l’acqua e il Si-
terrene, ma queste cose non possono gnore Gesù le risponde invitandola ad
spegnere la sete del cuore umano. andare a chiamar suo marito. Perché?
Nelle sue Confessioni Agostino scrisse: Perché prima di poter accedere alla
“Tu ci hai fatti per te e il nostro cuo- salvezza, questa donna doveva rico-
re è inquieto finché non riposa in te” noscere di essere una peccatrice: ella
(Le Confessioni, 1.1). doveva andare a Cristo profondamente
4:14 L’acqua che Gesù offre è quel- pentita, confessando il suo peccato e
la che appaga veramente la sete. Chi la sua vergogna. Il Signore Gesù sape-
beve le benedizioni e i doni di Cristo va tutto della sua vita peccaminosa e
non avrà mai più sete. Non solo le sue voleva guidarla, passo dopo passo, a
benedizioni colmano il cuore, ma lo rendersene conto lei stessa.
fanno traboccare. Esse sono come una Solamente coloro che riconosco-
fonte scrosciante, e sgorgano ininter- no di essere perduti possono essere
rottamente, non solo durante questa salvati. Tutti gli uomini sono perduti,
vita, ma per tutta l’eternità. L’espres- ma non tutti lo vogliono ammettere.
sione che scaturisce in vita eterna si- Quando cerchiamo di portare le perso-
gnifica che i benefici effetti dell’acqua ne a Cristo non dobbiamo mai eludere
che Cristo dà non sono limitati a que- il problema del peccato. Ciascuno deve
sta terra, ma sono imperituri. La diffe- affrontare il fatto di essere morto nei
renza è evidente. Tutto ciò che la terra peccati e nelle trasgressioni, di aver
può offrire non è in grado di colmare il bisogno di un Salvatore, di non essere
cuore umano. Le benedizioni di Cristo, in grado di salvarsi da solo, e ricono-
invece, non solo riempiono il cuore, ma scere che Gesù è il Salvatore di cui ha
sono perfino troppo grandi perché il bisogno, il quale salverà chiunque si
cuore le possa contenere. ravveda dei propri peccati e riponga la
L’intero mondo propria fede in lui.
non è grande abbastanza 4:17 Dapprima la donna cercò di
Per riempire nascondere la verità senza mentire.
i tre angoli del cuore, Rispose: “Non ho marito”. Possiamo
Ma lo lascia concedere che, almeno dal punto di vi-
perennemente affamato; sta legale, la sua affermazione era vera.
Solo la Trinità che l’ha creato Ma ella intendeva anche nascondere
Può riempire il vasto cuore umano. una realtà odiosa: viveva nel peccato
– George Herbert con un uomo che non era suo marito.

354
GIOVANNI 4:23

Ella parla di religione, discute di teo- nelle vicinanze. Poi, senza necessità,
logia, si esprime con ironia, finge di ricordò al Signore che i Giudei affer-
essere scossa; tutto ciò per impedi- mavano che Gerusalemme era il luogo
re a Cristo di vedere la sua anima in dove bisognava adorare.
fuga da se stessa (Daily Notes of the 4:21 Gesù non eluse questa osserva-
Scripture Union). zione, ma se ne avvalse per impartire
Il Signore Gesù, che è Dio, sapeva una lezione spirituale. Le annunciò che
perfettamente tutto ciò. Perciò le rispo- era giunto il tempo in cui né il monte
se: Hai detto bene: “Non ho marito”. Garizim né… Gerusalemme sarebbero
Anche se era in grado di ingannare gli più stati luoghi di adorazione. Nell’A.T.
altri uomini, non poteva però inganna- Dio aveva stabilito che Gerusalemme
re questo Uomo. Egli sapeva tutto di lei. doveva essere la città in cui adorare. Il
4:18 Il Signore Gesù non si avvale- tempio di Gerusalemme era la dimo-
va mai della propria onniscienza per ra di Dio e i Giudei devoti andavano a
mettere in imbarazzo o smentire una Gerusalemme per presentargli i loro
persona senza necessità. Ma se ne ser- sacrifici e le loro offerte. Naturalmente
viva, come in questo caso, per liberare ora, sotto il nuovo patto, non è più co-
la persona dalla schiavitù del pecca- sì. Dio non ha qui sulla terra un luogo
to. Quanto dovette stupirsi la donna, preciso in cui gli uomini devono anda-
quando egli le ricordò tutta la sua sto- re per adorarlo. Il Signore lo spiegò più
ria! Costei aveva avuto cinque mariti e chiaramente nei versetti successivi.
l’uomo con cui viveva al momento non 4:22 Affermando: Voi adorate quel
era suo marito. che non conoscete, il Signore condan-
Le opinioni su questo versetto di- nava il sistema di culto samaritano. Si
vergono. Alcuni ritengono che i cinque tratta di una chiara presa di posizione
mariti fossero morti o l’avessero ab- contro tutti quegli studiosi delle reli-
bandonata e che non ci fosse stato nul- gioni che oggigiorno sostengono che
la di peccaminoso in quei precedenti tutte le religioni sono valide e che, al-
rapporti. Vero o no che sia, è evidente, la fin fine, tutte conducono al cielo. Il
dall’ultima parte della frase di Gesù, Signore Gesù informò la donna che il
che questa donna era un’adultera: culto dei Samaritani non era né auto-
Quello che hai ora, non è tuo marito. rizzato né approvato da Dio. Era stato
Questo è il punto. La donna era una inventato dall’uomo e praticato senza
peccatrice e, finché non l’avesse am- la convalida della Parola di Dio. Non
messo, il Signore non avrebbe potuto era lo stesso per il culto dei Giudei. Dio
benedirla con la sua “acqua viva”. aveva scelto il popolo giudeo come suo
4:19 Quando vide che la sua vita, popolo qui sulla terra e gli aveva dato
per quell’uomo, era un libro aperto, la precise istruzioni sul modo di adorare.
donna comprese che colui che le stava Affermando che la salvezza viene
di fronte non era una persona comune. dai Giudei, il Signore intendeva spie-
Tuttavia, non aveva ancora capito che gare che il popolo giudeo era stato
si trattava di Dio. Poteva, al massimo, scelto da Dio come suo ambasciatore
ritenere che costui fosse un profeta, e che a questo popolo Dio aveva con-
ossia un messaggero di Dio. segnato le Scritture. Inoltre, il Messia
4:20 Sembra di capire, ora, che la era di stirpe giudaica, essendo nato da
donna, dichiarata colpevole dei suoi madre giudea.
peccati, cercasse di sviare il discorso 4:23 Successivamente, il Signore in-
introducendo un nuovo argomento di formò la donna che, con la venuta del
conversazione: il luogo dove rendere Messia, non sarebbe più stato neces-
il culto a Dio. Senza dubbio quando sario recarsi in un luogo specifico per
disse: I nostri padri hanno adorato su rendere il culto a Dio. Infatti, coloro
questo monte, indicò il monte Garizim che credono nel Signore Gesù possono

355
GIOVANNI 4:24

adorare Dio in ogni tempo e in ogni rità, senza finzione o ipocrisia. Non si
luogo. I veri adoratori sono i credenti può fingere di essere religiosi, quando
che accedono alla presenza di Dio per la propria vita interiore è corrotta. Non
fede e lì lo lodano e lo adorano. Ovun- si deve pensare che Dio si accontenti
que si trovino – nella fossa dei leoni della semplice osservanza dei rituali.
(come Daniele), in una prigione (come Anche se è Dio stesso che li ha istituiti,
Giovanni il battista) o in un campo (co- tuttavia egli desidera che l’uomo si pre-
me Gedeone, Davide, Eliseo, Amos) – il senti a lui con cuore abbattuto e umi-
loro spirito raggiunge Dio nel santuario liato (vd. Sl 51:17). In questo capitolo
celeste mediante la fede. Gesù annun- troviamo altri due imperativi riguardo
ciò alla donna che, da quel momento all’evangelizzazione (4:4) e all’adora-
in poi, il culto al Padre doveva essere zione (4:24).
reso in spirito e verità. Il popolo giudeo 4:25 Ascoltando il Signore, alla don-
aveva ridotto il culto a un apparato di na di Samaria era venuto in mente il
rituali e cerimonie esteriori, nella con- Messia che doveva venire. Lo Spirito
vinzione che l’adorazione di Dio consi- Santo di Dio aveva risvegliato in lei il
stesse nel rispetto assoluto della legge desiderio del Messia. Perciò espresse
e nella prassi liturgica. Quello era un la sua fiducia che, quando fosse venu-
culto esteriore, non era quello, il culto to, avrebbe insegnato ogni cosa. Così
dello spirito! Nonostante si prostrasse- dicendo, manifestò la chiara consape-
ro, si inchinassero e si inginocchiasse- volezza di uno dei grandi scopi della
ro, costoro non avevano un cuore retto venuta del Messia.
al cospetto di Dio. Non di rado, molti di L’espressione “il Messia (che è chia-
loro opprimevano i poveri o erano di- mato Cristo)” è semplicemente una
sonesti nei loro affari. spiegazione del fatto che questi due
I Samaritani, a loro volta, possede- termini hanno lo stesso significato.
vano un proprio culto, ma era falso, Messia è il termine eb. per “unto”; Cri-
privo di autorità scritturale. Essi ave- sto è l’equivalente greco.
vano dato vita a una propria religione e 4:26 Gesù le disse: “Sono io, io che ti
osservavano rituali religiosi di propria parlo”. Usando l’espressione “sono io”,
invenzione. In tal modo, sostenendo Gesù si appropriò di uno dei nomi di
che l’adorazione doveva essere resa in Dio nell’A.T. Gesù intendeva dire “L’IO
spirito e verità, il Signore intendeva SONO ti sta parlando” o “Yahweh è co-
rimproverare sia i Giudei sia i Samari- lui che ti sta parlando”. In altre parole,
tani. Ma voleva anche insegnare loro Gesù stava annunciando alla donna la
che, poiché egli era giunto sulla terra, stupefacente verità che chi le parlava
gli uomini potevano avvicinarsi a Dio era il Messia che lei cercava ed era an-
per suo tramite con un culto vero e che Dio in persona. Yahweh dell’A.T. è
sincero. Riflettiamo! Il Padre cerca tali il Gesù del N.T.
adoratori. Dio si interessa dell’adora- 4:27 Di ritorno da Sicar, i discepoli
zione del suo popolo. E noi? Lo adoria- trovarono Gesù che conversava con
mo, il nostro Dio? questa donna. Si stupirono che parlas-
4:24 La locuzione Dio è Spirito è una se con lei, perché era una Samaritana.
definizione dell’Essere divino. Egli non Forse si accorsero perfino che si tratta-
è un uomo, non è soggetto a tutti gli va di una peccatrice. Eppure nessuno
errori e a tutte le limitazioni dell’uma- gli domandò che cosa cercasse da lei o
nità. Non è confinato in un luogo né perché discorresse con lei. Qualcuno
circoscritto nel tempo. È invisibile, pre- ha, giustamente, osservato che “i di-
sente ovunque contemporaneamente, scepoli si meravigliarono perché Gesù
che sa e può tutto. È perfetto in tutte parlava con la donna; avrebbero fatto
le sue vie. Perciò quelli che l’adorano, meglio a domandarsi perché egli par-
bisogna che l’adorino in spirito e ve- lava con loro !”

356
GIOVANNI 4:34

4:28 La donna lasciò dunque la sua del Signore Gesù Cristo! La testimo-
secchia ! La secchia rappresenta le va- nianza della donna ebbe successo. Gli
rie cose che, nella sua vita, ella aveva abitanti del villaggio lasciarono le loro
usato per dare soddisfazione alle sue case e le loro occupazioni e si incam-
più profonde necessità. Tutte si erano minarono per trovare Gesù.
dimostrate fallimentari. Ora che aveva
trovato Gesù non aveva più bisogno di K. Il Figlio di Dio si compiace di fare
quelle che, prima, le sembravano tanto la volontà del Padre (4:31-38)
importanti. 4:31 Tornati con il cibo, i discepoli
invitarono il Signore a mangiare. Evi-
Ho provato nelle cisterne screpolate,
dentemente, non avevano capito che
Signore,
Ma, ah! l’acqua mancava!
stava succedendo qualcosa di molto
Mi piegavo per bere, ma essa svaniva importante. In quel momento memo-
E mi derideva mentre piangevo. rabile, in cui gli abitanti di un villaggio
Ora nessuno, se non Cristo, mi può samaritano accorrevano alla presenza
soddisfare. del Signore della gloria, i loro pensieri
Non c’è per me alcun altro nome; non riuscivano a sollevarsi più in alto
C’è amore e vita e gioia eterna, del cibo per il corpo.
Signore Gesù, soltanto in te. 4:32 Il Signore Gesù trovava il pro-
– B. E. (dall’inno:“O Christ, prio cibo e il proprio sostentamento nel
in Thee My Soul Hath Found”) condurre degli adoratori al Padre. In
confronto a questa gioia, il nutrimento
Ma non soltanto lasciò... la sua fisico diventava, per lui, un particola-
secchia; se ne andò anche in città . re di infima importanza. I discepoli si
Quando un individuo è salvato, im- interessavano del cibo. Andarono nel
mediatamente comincia a pensare villaggio per procurarselo. Tornarono
agli altri che hanno bisogno dell’acqua indietro con il cibo. Il Signore Gesù
della vita. J. Hudson Taylor scrisse: s’interessava delle anime. S’interessava
“Alcuni sono orgogliosi di essere i suc- di salvare uomini e donne dal peccato
cessori degli apostoli; io, invece, vor- e di dare loro l’acqua della vita eterna.
rei piuttosto essere il successore della Anch’egli ottenne ciò che cercava. E
donna samaritana che, mentre quelli noi, che cosa cerchiamo?
andavano in cerca di cibo, dimenticò 4:33 Dalla loro prospettiva terrena,
la secchia per il desiderio ardente di i discepoli non capirono il significato
testimoniare agli altri”. delle parole del Signore. Non compren-
4:29-30 La sua testimonianza fu devano che la gioia e la felicità derivan-
semplice ma efficace. Anzitutto invitò ti da un successo spirituale possono
tutti i suoi compaesani ad andare a ve- elevare gli uomini e trascendere le ne-
dere un uomo che le aveva detto tutto cessità materiali. E così pensarono che
quello che aveva fatto. Poi suggerì al qualcuno aveva portato da mangiare
loro cuore la possibilità che si trattasse al Signore Gesù.
del Cristo. Nella sua mente non c’era 4:34 Gesù cercò nuovamente di di-
più alcun dubbio, giacché egli stesso stogliere la loro attenzione dalle cose
le aveva detto di essere il Cristo. Ma materiali a favore di quelle spirituali.
pose loro questa domanda affinché Il suo cibo era far la volontà di Dio e
andassero da Gesù e verificassero di compiere l’opera che Dio gli aveva af-
persona. Senza dubbio, questa donna fidato. Ciò non significa che il Signore
era ben conosciuta nel villaggio per il Gesù si astenesse dal prendere cibo,
suo peccato e la sua vergogna. Imma- ma che lo scopo più importante della
giniamo quanto dovettero stupirsi i sua vita non era soddisfare i bisogni
suoi compaesani nel vederla, in luogo del proprio corpo, bensì fare la volon-
pubblico, testimoniare apertamente tà di Dio.

357
GIOVANNI 4:35

4:35 Probabilmente i discepoli te grazie alla loro fedele proclamazione


avevano accennato all’imminente del messaggio del vangelo.
mietitura. Oppure Gesù si limitava a Questo versetto non insegna che è
riportare un antico detto ebraico: “[Ci possibile guadagnarsi la vita eterna
vogliono] quattro mesi tra la semina e dedicandosi fedelmente alla mietitu-
la mietitura”. Comunque sia, il Signo- ra, bensì annuncia che il frutto di tale
re Gesù si servì nuovamente dell’im- opera ha una durata eterna.
magine della mietitura per insegnare Nel cielo, il seminatore e il mietito-
una lezione spirituale. I discepoli non re si rallegreranno insieme. In natura,
dovevano pensare che il tempo del il campo va dapprima preparato, poi
raccolto fosse ancora lontano. Non seminato e accudito. Soltanto do-
potevano permettersi di passare la vi- po questo lavoro è possibile mietere
ta a preoccuparsi del cibo e delle vesti, il grano. Lo stesso accade nella vita
ritenendo di poter rimandare ad altro spirituale. Prima di tutto occorre pre-
tempo l’opera di Dio. Essi dovevano dicare il messaggio, poi lo si annaffia
comprendere che le campagne era- con la preghiera. Ma quando arriva il
no già mature ( biancheggiano ) per periodo della mietitura, tutti coloro
la mietitura. Il termine le campagne, che hanno partecipato all’opera si ral-
qui, indica il mondo. Proprio nel mo- legrano insieme.
mento in cui pronunciava queste pa- 4:37 In questo, il Signore vedeva la
role, il Signore si trovava nel bel mezzo realizzazione di un detto comune a quel
di un campo da mietere: le spighe era- tempo: L’uno semina e l’altro miete. Al-
no le anime dei Samaritani – uomini cuni credenti sono chiamati a predicare
e donne – colà convenuti. Con queste il vangelo senza vedere il frutto delle
parole, Gesù intendeva comunicare ai loro fatiche per molti anni. Dopodiché
discepoli che si trovavano di fronte a intervengono degli altri credenti e mol-
un immenso lavoro di raccolta e che te anime si convertono al Signore.
dovevano immediatamente armarsi 4:38 Gesù stava mandando i suoi
di buona volontà e darsi da fare. discepoli in zone che altri avevano già
Anche oggi, il Signore esorta tutti preparato. Durante l’epoca veterotesta-
coloro che credono in lui: Alzate gli oc- mentaria i profeti avevano annunciato
chi e guardate le campagne. Quando la futura era del vangelo e l’arrivo del
ci soffermiamo a considerare i grandi Cristo. Poi era venuto Giovanni il bat-
bisogni del mondo, il Signore mette nei tista, il precursore del Signore, il quale
nostri cuori il desiderio di raggiunge- aveva cercato di preparare il cuore del-
re le anime che stanno intorno a noi. la gente affinché ricevesse il Messia. Il
Egli ci affida il compito di metterci in Signore stesso aveva seminato il seme
cammino per lui e andare a raccogliere in Samaria e aveva approntato un rac-
quelle anime che, per lui, sono covoni colto per i mietitori. I discepoli stava-
di grano maturo. no per entrare nel campo maturo e il
4:36 In tal modo, il Signore Gesù Signore voleva che si rendessero conto
impartiva ai discepoli le informazio- che la gioia che provavano nel vedere
ni relative all’opera alla quale li aveva molti convertirsi a Cristo era il frutto
chiamati, avendoli scelti come suoi della fatica di altri.
mietitori. Essi avrebbero ricevuto una Pochissimi individui si convertono
ricompensa non soltanto in questa vita, grazie al ministero di una sola persona.
ma avrebbero altresì raccolto del frutto La maggior parte ode il vangelo molte
per l’eternità. Il servizio per Cristo offre volte prima di accettare il Salvatore.
molte ricompense già al tempo presen- Perciò colui che conduce una persona a
te. Ma, per il futuro, i mietitori godran- Cristo non deve esaltare i propri meriti,
no anche della gioia di vedere in cielo dacché non è l’unico strumento che Dio
tutte le anime che si saranno converti- ha usato in quest’opera meravigliosa.

358
GIOVANNI 4:47

L. Molti Samaritani credono verso la Galilea. Il v. 44 presenta qual-


in Gesù (4:39-42) che difficoltà di interpretazione: vi si
4:39 In seguito alla testimonianza sem- legge, infatti, che il Salvatore mosse
plice e diretta della Samaritana, molti dalla Samaria alla Galilea perché un
suoi concittadini credettero nel Signo- profeta non è onorato nella sua patria.
re Gesù. Ella aveva semplicemente Nondimeno la Galilea era la sua patria,
commentato: Mi ha detto tutto quello giacché Nazaret si trovava proprio in
che ho fatto, e ciò era stato sufficiente quella regione.
per condurre altri al Salvatore. Questo Probabilmente, qui si intende signi-
esempio ci dovrebbe incoraggiare a es- ficare che Gesù non si recò a Nazaret,
sere semplici, risoluti e immediati nella bensì in qualche altra località della
nostra testimonianza per Cristo. Galilea. In ogni caso, è certamente ve-
4:40 I Samaritani riservarono a Gesù ro che un individuo è molto meno ap-
ben altra accoglienza rispetto ai Giudei. prezzato nel proprio paese natale che
I Samaritani dimostrarono vera stima altrove: i parenti e gli amici lo conside-
di quest’uomo straordinario e lo pre- rano sempre un ragazzo, uno di loro.
garono di trattenersi da loro. Il Signore È fuori discussione che Gesù non fu
acconsentì e si trattenne là due giorni. apprezzato dai suoi conterranei come,
Pensiamo a quanto fu privilegiato il vil- invece, avrebbe meritato.
laggio di Sicar, che ebbe la possibilità di 4:45 Quando il Signore tornò in Ga-
ospitare il Signore della vita e della glo- lilea, fu accolto con favore perché il po-
ria per quel breve periodo! polo aveva visto le cose che egli aveva
4:41-42 Non esistono due conversio- fatte in Gerusalemme durante la festa.
ni uguali. Alcuni credettero grazie alla Naturalmente i Galilei ai quali il testo si
testimonianza della donna. Molti di riferisce erano Giudei e si erano recati
più credettero a motivo delle parole del a Gerusalemme in pellegrinaggio. Qui
Signore Gesù stesso. Dio usa vari mezzi avevano visto il Signore e avevano assi-
per condurre a sé i peccatori. L’elemen- stito ad alcune delle sue opere potenti.
to essenziale deve essere la fede nel Ora, essi erano disposti ad accoglierlo
Signore Gesù Cristo. È meraviglioso in mezzo a loro non tanto perché lo ac-
poter conoscere la testimonianza di cettassero come Figlio di Dio quanto,
questi Samaritani. Essi non nutrivano piuttosto, perché mossi dalla curiosità
alcun dubbio: avevano ricevuto l’asso- e dall’interesse di conoscere colui che
luta certezza della salvezza basandosi suscitava così tanto scalpore ovunque
non tanto sulle parole di una donna, andasse.
quanto piuttosto sulle parole dello 4:46 Il villaggio di Cana fu nuova-
stesso Signore Gesù. Avendolo udito e mente onorato da una visita personale
avendo creduto alle sue parole, i Sama- del Signore. La volta precedente alcuni
ritani si erano convinti che questi era lo avevano visto cambiare l’acqua in
veramente il Cristo, (10) il Salvatore del vino. Ora gli abitanti di Cana erano in
mondo. Soltanto lo Spirito Santo poté procinto di assistere a un altro suo po-
dar loro questo discernimento. I Giudei tente miracolo, i cui effetti si sarebbero
pensavano che il Messia appartenesse fatti sentire a Capernaum. Il... figlio di
esclusivamente a loro. Ma i Samaritani un ufficiale era infermo a Capernaum.
compresero che i benefici della missio- Si trattava indubbiamente di un Giu-
ne di Cristo si sarebbero estesi a tutto deo al servizio del re Erode.
il mondo. 4:47 Quell’uomo aveva udito che Ge-
sù era stato in Giudea e che era tornato
M. Secondo segno: la guarigione in Galilea. È ovvio che costui confida-
del figlio di un ufficiale (4:43-54) va, in qualche modo, nelle capacità di
4:43-44 Trascorsi quei due giorni tra i guarigione di Cristo: difatti si recò di-
Samaritani, il Signore si diresse a nord rettamente da lui e lo pregò che scen-

359
GIOVANNI 4:48

desse e guarisse suo figlio morente. In e, avendo creduto, aveva davanti a sé il


tale frangente, costui dimostrò di ave- compimento di quella promessa. Il pa-
re una fede più grande di quella della dre domandò ai servi a che ora il fan-
maggior parte dei suoi concittadini. ciullo avesse cominciato a star meglio.
4:48 Rivoltosi non solamente all’uf- La risposta gli fece comprendere che il
ficiale, ma ai presenti in generale, Gesù miglioramento non era stato graduale,
rammentò una caratteristica comu- ma immediato.
ne del popolo giudaico: il desiderio di 4:53 Non ci poteva più essere alcun
vedere dei miracoli prima di credere. dubbio: si trattava davvero di un mi-
Il Signore Gesù non apprezzava una racolo! Alla settima ora del giorno pre-
fede che si basava sui miracoli tanto cedente, a Cana, Gesù... aveva detto
quanto, invece, una fede che si basava all’ufficiale: Tuo figlio vive. Alla stessa
unicamente sulla sua parola. Colui che ora, a Capernaum, il bambino era gua-
crede nel Signore in base a ciò che egli rito e la febbre lo aveva lasciato. Così,
dice, onora il Signore più di colui che l’ufficiale imparò che non era necessa-
crede in base a una prova tangibile. Ma rio che il Signore Gesù fosse fisicamente
è tipico dell’uomo voler vedere prima presente per poter operare un miracolo
di credere. Il Signore Gesù, invece, ci o esaudire una preghiera. Questo esem-
insegna che se crederemo, vedremo. pio dovrebbe essere di incoraggiamen-
I termini segni e miracoli indicano to a tutti i credenti nella loro vita di
le opere potenti. I segni sono opere che preghiera. Abbiamo un Dio potente che
possiedono un significato profondo. ascolta le nostre richieste e che può rea-
I miracoli sono opere che provocano lizzare ogni suo volere in ogni luogo del
stupore per le loro caratteristiche so- mondo in qualsiasi momento.
prannaturali. L’ufficiale credette, lui con tutta la
4:49 L’ufficiale, con la fermezza del- sua casa . Risulta evidente da questo
la fede sincera, era convinto che Gesù e da altri versetti simili che Dio ama
potesse guarire suo figlio e fece di tut- vedere le famiglie unite in Cristo. Egli
to per convincerlo ad andare da lui. non vuole che vi siano famiglie divise
In un certo senso, la fede di costui era in cielo. Così, con attenzione particola-
imperfetta: egli era, infatti, convinto re, ispira l’autore a segnalare che tutta
che Gesù dovesse trovarsi al capezza- la sua casa credette nel Figlio di Dio.
le del ragazzo per poterlo guarire. Ma 4:54 La guarigione del figlio dell’uf-
il Signore Gesù non lo rimproverò per ficiale non fu il secondo miracolo del
questo; anzi, lo premiò per la gran fede Signore Gesù fino a quel momento, ma
che aveva dimostrato. fu il secondo segno miracoloso com-
4:50 Qui vediamo che la fede piuto da Gesù in Galilea, al ritorno dal-
dell’uomo cresceva. Egli aveva eser- la Giudea.
citato tutta la fede che possedeva e
il Signore gliela accrebbe. Gesù lo ri- III. SECONDO ANNO DI MINISTERO
mandò a casa con una promessa: Tuo DEL FIGLIO DI DIO (cap. 5)
figlio vive. Il bambino era guarito!
Senza bisogno di alcuna prova o se- A. Terzo segno: la guarigione
gno visibile, l’uomo credette alla pa- del paralitico (5:1-9)
rola del Signore Gesù e tornò a casa. 5:1 L’esordio del cap. 5 ci segnala la ce-
Questa è fede in azione! lebrazione di una festa giudaica. Molti
4:51-52 Mentre già l’ufficiale era ritengono che si trattasse della Pasqua,
vicino a casa, i suoi servi gli si fecero ma è impossibile stabilirlo con certez-
incontro con la lieta notizia che suo za. Poiché era venuto in questo mondo
figlio si era ristabilito. L’uomo non fu come Giudeo e osservava le leggi che
del tutto colpito dall’annuncio. Aveva Dio aveva prescritto al popolo giudeo,
creduto alla promessa del Signore Gesù Gesù salì a Gerusalemme per la festa.

360
GIOVANNI 5:7

Nell’A.T. Gesù aveva istituito questa 5:4 Il racconto non è sufficiente ad


celebrazione come Yahweh. Ora, come appagare la nostra curiosità. Appren-
uomo sottomesso al Padre, ubbidiva al- diamo semplicemente che un angelo…
le leggi che egli stesso aveva stabilito. scendeva nella vasca e agitava l’acqua;
5:2 A Gerusalemme c’era una va- e il primo ammalato che riusciva a im-
sca chiamata Betesda , (11) che signi- mergersi era guarito. Possiamo imma-
fica “casa di misericordia” o “casa di ginare la scena penosa quando tutte
pietà”. Questa vasca si trovava presso quelle persone bisognose di aiuto lotta-
la porta delle Pecore. Grazie agli sca- vano per entrare nell’acqua e solo uno
vi effettuati, oggi si conosce l’esatta riusciva a usufruire del potere in grado
ubicazione del sito (presso la chiesa di apportare la guarigione. In alcune
crociata di sant’Anna). La vasca era versioni l’ultima parte del v. 3 (“i qua-
circondata da cinque portici, o ampi li aspettavano l’agitarsi dell’acqua”) e
spazi aperti in grado di accogliere un tutto il v. 4 mancano, ma si trovano
gran numero di persone. Alcuni stu- nella maggior parte dei mss. Inoltre,
diosi della Bibbia ritengono che i cin- la storia non avrebbe molto senso sen-
que portici rappresentino la legge di za la spiegazione del perché i malati si
Mosè e simboleggino la sua incapacità trovassero presso quella vasca.
di liberare l’uomo dalla sua misera 5:5-6 Uno degli uomini che atten-
condizione. devano presso la vasca era invalido da
5:3 Per quanto è dato di capire, la trentotto anni. Ciò significa che si tro-
vasca di Betesda era conosciuta come vava in quelle condizioni da prima della
un luogo in cui avvenivano miracoli nascita del Salvatore. Il Signore Gesù
di guarigione. Non sappiamo se que- sapeva perfettamente ogni cosa. Pur
sti miracoli avvenissero lungo tutto non avendo mai visto quell’uomo prima,
l’arco dell’anno o solamente in certi sapeva che era paralitico già da lungo
periodi quali, ad esempio, i giorni di tempo. Con amorevole compassione
festa. Intorno alla vasca si trovavano gli disse: “Vuoi guarire?” Gesù sapeva
moltissimi infermi, colà convenuti che questo era il più profondo desiderio
nella speranza di essere guariti. Alcuni di quell’uomo ma desiderava, altresì,
erano ciechi, altri zoppi e altri ancora che questi ammettesse la propria de-
paralitici. Questi vari tipi d’infermità bolezza e il proprio disperato bisogno
rappresentano la debolezza, la cecità, di guarigione. Lo stesso avviene per la
l’imperfezione, la paralisi e l’inutilità salvezza. Il Signore sa che abbiamo di-
del peccatore. speratamente bisogno di essere salva-
Queste persone, che pativano nel ti, ma aspetta che confessiamo con le
corpo le conseguenze del peccato, nostre labbra che siamo perduti e che
aspettavano l’agitarsi dell’acqua . Il abbiamo bisogno di lui, e che lo accet-
loro cuore era colmo del desiderio di tiamo come nostro Salvatore. Nessuno
essere liberati dalle loro malattie e di può salvarsi con la propria volontà,
trovare guarigione. J.G. Bellett scrive: tuttavia occorre esprimere la propria
volontà per ottenere da Dio la salvezza.
Si attardavano intorno a quell’ac-
qua incerta e deludente, anche se il
5:7 La risposta dell’infermo fu profon-
Figlio di Dio era là in mezzo a loro... damente malinconica. Da anni costui
Sicuramente, possiamo trarre un in- giaceva accanto alla vasca nell’attesa di
segnamento da tutto ciò. La vasca potersi immergere, ma ogni volta che
circondata dalla folla e Gesù che pas- l’acqua era mossa nessuno lo aiutava a
sa inosservato! Quale dimostrazione immergervisi. Ogni volta che voleva en-
della religione dell’uomo! La ricerca trare in acqua, qualcun altro lo precede-
di cerimonie religiose, con tutto il va. Questo ci ricorda quanto rimaniamo
loro complicato apparato, e la scarsa delusi se ci affidiamo ai nostri simili per
considerazione per la grazia di Dio.(12) essere salvati dai nostri peccati.

361
GIOVANNI 5:8

5:8 Il giaciglio dell’uomo consisteva va di essere ubbidito, anche se ordinava


in un lettuccio, vale a dire una stuoia o a quell’uomo di trasportare il suo giaci-
un materassino leggero. Gesù ordinò al glio il sabato! L’uomo guarito non sape-
paralitico di alzarsi, prendere il suo let- va ancora esattamente chi fosse Gesù.
tuccio e camminare. Da ciò possiamo Infatti parlò di lui in termini generali e
trarre un importante insegnamento: tuttavia con profonda gratitudine.
quando siamo salvati, non ci viene or- 5:12 I Giudei erano impazienti di sa-
dinato solamente di alzarci, ma anche pere chi aveva osato dire all’uomo di in-
di muoverci, di camminare. Il Signore frangere la tradizione del sabato e così
Gesù ci dà la guarigione dal flagello del gli chiesero di smascherare il colpevole.
peccato e poi si aspetta che camminia- La legge di Mosè decretava che la viola-
mo in modo degno di lui. zione del sabato fosse punita con la lapi-
5:9 Il Signore non ci chiederà mai di dazione. Ai Giudei importava poco che
fare qualcosa senza darcene le capacità. il paralitico fosse stato guarito.
Mentre Gesù parlava, nuova vita e forza 5:13 L’uomo guarito non conosceva
fluirono nel corpo del paralitico e questi colui che l’aveva sanato e non gli fu
fu istantaneamente guarito. Non si trat- possibile indicarlo in mezzo alla folla,
tò di un miglioramento graduale: quelle perché Gesù... si era allontanato.
membra che erano state deboli e inutili Questo evento rappresenta un mo-
per anni ora vibravano d’energia. L’ubbi- mento significativo del ministero del
dienza alla parola del Signore fu, dunque, Signore Gesù Cristo. Poiché aveva com-
immediata: l’uomo, preso il suo lettuccio, piuto questo miracolo il sabato, Gesù
si mise a camminare. Quale indicibile provocò l’ira e l’odio dei capi giudei.
emozione, per quell’uomo, riuscire a fare Essi cominciarono a perseguitarlo e ad
tutto ciò dopo trentotto anni di invalidità! architettare un modo per ucciderlo.
Questo miracolo avvenne un sabato, 5:14 Più tardi, Gesù... trovò l’uomo
il settimo giorno della settimana ebrai- guarito nel tempio dove, senza dubbio,
ca. Al popolo giudeo era proibito com- stava ringraziando Dio per il meraviglio-
piere qualsiasi lavoro durante il sabato. so miracolo che era avvenuto nella sua
Questo individuo era un Giudeo e tut- vita. Il Signore gli ricordò che aveva un
tavia, ubbidendo all’ordine del Signore obbligo importante da rispettare, poiché
Gesù, non esitò a trasportare il suo gia- era stato così grandemente favorito. Il
ciglio, nonostante i tradizionali divieti privilegio è sempre accompagnato dalla
riguardanti quel giorno. responsabilità. Ecco, tu sei guarito; non
peccare più, ché non ti accada di peggio.
B. Opposizione dei Giudei Da tale espressione si può intuire che la
(5:10-18) malattia di quest’uomo fosse una conse-
5:10 Quando i Giudei videro che l’uomo guenza di qualche peccato commesso in
trasportava il suo lettuccio il sabato, gli passato. Ciò non vale, tuttavia, per tutte
intimarono di fermarsi. Costoro era- le malattie. La malattia non è sempre di-
no estremamente scrupolosi e perfino rettamente collegata a un peccato com-
spietati nell’osservanza dei precetti messo. I bambini, per esempio, possono
religiosi: si attenevano strettamente a ammalarsi prima di avere l’età per pec-
un’interpretazione restrittiva della leg- care consapevolmente.
ge e non mostravano né pietà né com- Non peccare più, disse Gesù, presen-
prensione verso gli altri. tandogli, con queste parole, il modello
5:11 L’uomo guarito rispose con divino di santità. Se avesse detto: “Cer-
semplicità affermando che colui che lo ca di peccare il meno possibile”, non sa-
aveva risanato gli aveva detto di pren- rebbe stato Dio. Dio non può ammettere
dere il suo lettuccio e di camminare. alcun grado di peccato. Poi soggiunse,
Chiunque avesse il potere di guarire un come avvertimento: ché non ti accada
uomo infermo da trentotto anni merita- di peggio. Il Signore non spiegò cosa in-

362
GIOVANNI 5:18

tendesse dire con “di peggio”. Ma, senza attività del Padre e il suo amore e la sua
dubbio, voleva far capire all’uomo che il grazia non potevano rimanere confinati
peccato provoca conseguenze ben più a soli sei giorni della settimana.
terribili della malattia fisica. Coloro che 5:18 Questo versetto è molto impor-
muoiono nei loro peccati sono condan- tante. Qui apprendiamo che i Giudei
nati all’ira e al tormento eterno. erano più che mai determinati a con-
È molto più grave peccare contro la dannare a morte il Signore Gesù perché
grazia che contro la legge. Gesù aveva non soltanto aveva violato il sabato, ma
dimostrato a quest’uomo amore e mise- aveva proclamato la propria uguaglian-
ricordia immensi ed egli sarebbe stato za con Dio! Alle loro menti limitate parve
ben ingrato se avesse continuato a vive- che il Signore avesse violato il sabato,
re la stessa vita peccaminosa che l’aveva anche se ciò non era vero. Essi non capi-
condannato alla malattia. vano che Dio non aveva istituito il sabato
5:15 Come la donna di Samaria, l’uo- come un vincolo per l’uomo: se fosse sta-
mo volle rendere pubblica testimonian- to possibile curare una malattia il sabato,
za al suo Salvatore e disse ai Giudei che Dio non avrebbe permesso che il malato
colui che l’aveva guarito era Gesù. Vo- soffrisse un solo giorno di più!
leva rendere omaggio a Gesù, benché ai Quando Gesù disse che Dio era suo
Giudei tale riconoscimento importasse Padre, essi capirono che si faceva ugua-
poco: costoro desideravano essenzial- le a Dio. Per loro ciò costituiva una terri-
mente catturare e punire Gesù. bile bestemmia. Nondimeno si trattava,
5:16 Qui è smascherata la perfidia del effettivamente, della pura verità.
cuore umano. Il Salvatore era venuto a Il Signore Gesù disse veramente di es-
compiere un grande miracolo di guari- sere uguale a Dio? Se non avesse voluto
gione e questi Giudei erano furenti. Li irri- intendere questo, si sarebbe spiegato
tava il fatto che il miracolo fosse avvenuto meglio con i Giudei. Invece, nei versetti
di sabato. Costoro erano degli insensibili successivi, si legge che egli dichiarò, an-
bigotti, più interessati all’osservanza dei cor più risolutamente, di essere uno con
rituali che al benessere spirituale dei loro il Padre. A tale proposito, J. Sidlow Baxter
simili. Non capirono che l’atto di miseri- osserva:
cordia era stato compiuto proprio da colui
che, per primo, aveva stabilito e rispettato Egli proclama di essere uguale a Dio in
il sabato. Il Signore Gesù non aveva viola- sette ambiti: 1° uguale nell’operare: “le
to il sabato. Durante il sabato era proibito cose che il Padre fa, anche il Figlio le
per legge lo svolgimento di occupazioni fa ugualmente” (v. 19); 2° uguale nella
comuni, ma non quello di attività indero- conoscenza: “perché il Padre ama il
gabili o caritatevoli. Figlio, e gli mostra tutto quello che egli
5:17 Avendo compiuto l’opera della fa” (v. 20); 3° uguale nel far risorgere:
creazione in sei giorni, Dio si era ripo- “come il Padre risuscita i morti... così
anche il Figlio vivifica chi vuole (v. 21
sato il settimo: era il sabato. Tuttavia,
e vv. 28-29); 4° uguale nel giudicare: “il
quando il peccato entrò nel mondo, il
Padre non giudica nessuno, ma ha af-
riposo di Dio fu disturbato. Da allora,
fidato tutto il giudizio al Figlio” (vv. 22
Dio deve operare incessantemente per e 27); 5° uguale nell’onore: “affinché
ristabilire la comunione con gli uomi- tutti onorino il Figlio come onorano il
ni e le donne. Occorreva escogitare un Padre” (v. 23); 6° uguale nel rigenerare:
mezzo di redenzione e comunicare il “chi ascolta la mia parola e crede a co-
messaggio del vangelo a ogni successiva lui che mi ha mandato... è passato dal-
generazione. Così, dal tempo della ca- la morte alla vita” (vv. 24-25); 7° uguale
duta di Adamo fino al tempo presente, nell’esistenza autonoma: “come il Pa-
Dio ha operato ininterrottamente e ope- dre ha vita in se stesso, così ha dato an-
ra tuttora. Lo stesso vale per il Signore che al Figlio di avere vita in se stesso”
Gesù. Egli aveva sempre collaborato alle (v. 26).(13)

363
GIOVANNI 5:19

C. Gesù argomenta la propria uguale a Dio” ed egli non solo non


dichiarazione di essere uguale respinse l’accusa, ma produsse prove
a Dio (5:19-29) incontestabili della propria unione
5:19 Il Salvatore era unito a Dio Padre con il Padre. Proprio come il Padre ri-
a tal punto da non poter agire indi- suscita i morti e li vivifica, così anche
pendentemente da lui. Ciò non signi- il Figlio vivifica chi vuole. Si potrebbe
fica che egli non avesse il potere di affermare questo di lui, se fosse sem-
agire autonomamente, bensì che era plicemente un uomo? La risposta è
così strettamente unito al Padre che implicita.
poteva fare solamente ciò che vedeva 5:22 Il N.T. insegna che Dio Pa-
fare da suo Padre. Infatti, se è vero che dre... ha affidato tutta l’opera di giu-
il Signore si proclamava uguale al Pa- dizio al Figlio. Per poterla compiere,
dre, è anche vero che non proclamava il Signore Gesù deve, naturalmente,
la propria indipendenza da lui. Cristo possedere la conoscenza totale e la
non è indipendente dal Padre, benché giustizia assoluta: egli deve saper
sia in tutto e per tutto uguale a lui. discernere i pensieri e le motivazio-
Il Signore Gesù voleva chiaramente ni che si annidano nel cuore degli
che i Giudei lo considerassero uguale uomini. Che situazione singolare…
a Dio. Sarebbe assurdo se fosse sem- il Giudice di tutta la terra si ritrova-
plicemente un uomo colui che afferma va ad affermare la propria autorità al
di fare le stesse cose che Dio fa. Gesù cospetto dei Giudei e costoro, invece,
asserisce di vedere ciò che fa il Padre. non la riconobbero!
Per sostenere ciò, egli deve essere in 5:23 Qui troviamo il motivo per cui
continuo contatto con il Padre e avere Dio ha dato al Figlio l’autorità di risu-
la totale conoscenza di ciò che accade scitare i morti e di giudicare il mondo:
in cielo. Non solo: Gesù sostiene altresì affinché tutti onorino il Figlio come
di fare le stesse cose che vede fare dal onorano il Padre. Si tratta di una di-
Padre. Questa è certamente un’atte- chiarazione di grande valore e di una
stazione della propria uguaglianza con delle più chiare prove della deità del
Dio. Egli è onnipotente. Signore Gesù Cristo. In tutta la Bibbia
5:20 Come segno speciale del suo troviamo scritto che a Dio solo si deve
amore per il Figlio, il Padre gli mo- rendere culto. I dieci comandamenti
stra tutto quello che egli fa . E Gesù proibivano al popolo d’Israele di avere
non solo vede tutte queste cose, ma altri dèi all’infuori dell’unico vero Dio.
ha egli stesso il potere di compierle. Ora ci viene insegnato che tutti devono
A tal punto, quindi, il Salvatore sog- onorare il Figlio come onorano il Pa-
giunse che Dio gli avrebbe mostrato dre. L’unica conclusione possibile che
opere maggiori di queste, affinché gli si può trarre da questo versetto è che
uomini rimanessero meravigliati . I Gesù Cristo è Dio.
Giudei avevano già visto il Signore Ge- Molti sostengono di onorare Dio
sù compiere miracoli. Lo avevano ap- ma, allo stesso tempo, negano il fatto
pena visto guarire un uomo paralitico che Gesù è Dio, sostenendo che egli fu
da trentotto anni. Ma avrebbero visto semplicemente un uomo buono oppu-
meraviglie maggiori di queste. La pri- re più divino di qualsiasi altro essere
ma di tali meraviglie sarebbe stata la umano. Ma qui si pone Gesù sullo
risurrezione dei morti (v. 21), la secon- stesso piano di Dio e si ordina agli uo-
da meraviglia sarebbe stata il giudizio mini di rendergli lo stesso onore che
sull’umanità (v. 22). rendono a Dio Padre. Perciò chi non
5:21 Qui troviamo un’altra ine- onora il Figlio non onora il Padre. Non
quivocabile dichiarazione riguardo serve a nulla dichiarare di amare Dio
all’uguaglianza del Figlio con il Padre. se non si prova lo stesso amore per il
I Giudei accusavano Gesù di “farsi Signore Gesù Cristo. Se non hai anco-

364
GIOVANNI 5:25

ra compreso chi è Gesù Cristo, rifletti …ha vita eterna . Si noti che Gesù
bene su questo versetto, ricorda che si non dice che “avrà vita eterna”, bensì
tratta della Parola di Dio e accetta la che ha vita eterna fin da ora. La vita
stupenda, gloriosa verità: Gesù Cristo è eterna è la vita del Signore Gesù Cri-
Dio incarnato! sto. Non soltanto durerà per sempre,
5:24 Nei versetti precedenti abbiamo ma è altresì di una qualità superiore.
appreso che il Signore Gesù ha ricevuto È la vita del Salvatore impartita a noi
il potere di dare vita e che gli è stata affi- che crediamo in lui. È la vita spirituale
data l’opera di giudizio. Ora impariamo che riceve l’uomo nato di nuovo, di-
come si può ricevere da lui la vita spiri- versa dalla vita fisica che si riceve con
tuale e scampare al giudizio. la nascita fisica.
Questo è uno dei versetti più ama- …e non viene in giudizio. Il con-
ti della Bibbia, una sorta di “vangelo cetto espresso qui è che il credente
in miniatura”. Moltissimi individui non è condannato ora e non sarà
hanno ricevuto la vita eterna grazie condannato in futuro. Chi crede nel
al messaggio che esso contiene. Sen- Signore Gesù è libero dal giudizio
za dubbio è così amato perché spiega perché Cristo ha subito la condanna
con estrema chiarezza la strada della per il suo peccato sul Golgota. Dio
salvezza. Il versetto inizia con queste non chiederà un’ulteriore esecuzione
parole del Signore Gesù: In verità, in di quella condanna. Cristo l’ha scon-
verità , che servono ad attirare l’at- tata al posto nostro, e ciò è sufficien-
tenzione sull’importanza di ciò che te. Egli ha compiuto l’opera e nulla si
sta per dire. Ed ecco il suo annuncio può aggiungere a un lavoro che è fi-
personale: vi dico. Il Figlio di Dio si nito. Il credente non sarà mai punito
rivolge a noi in modo molto intimo e per i propri peccati. (14)
confidenziale. …ma è passato dalla morte alla vi-
…chi ascolta la mia parola. Ascoltare ta. Chi ha riposto la propria fiducia in
la parola di Gesù non significa soltanto Cristo è passato da uno stato di morte
udirla, ma anche riceverla, credervi e spirituale alla vita spirituale. Prima
ubbidire ad essa. Molte persone ascolta- della conversione, era morto nei pec-
no la predicazione del vangelo, ma non cati e nelle trasgressioni. Era morto
prendono posizione. Il Signore dice che per quanto concerne l’amore verso
bisogna credere che egli è il Salvatore Dio e la comunione con il Signore. Nel
del mondo e accettare che il suo inse- momento in cui ha creduto in Gesù, lo
gnamento è divinamente impartito. Spirito Santo è sceso a dimorare in lui
…e crede a colui che mi ha man- e ora egli possiede la vita divina.
dato. È necessario credere a Dio. Ciò 5:25 Questa è la terza volta che il Si-
significa forse che si è salvati sempli- gnore Gesù usa l’espressione in verità,
cemente credendo in Dio? Molti pro- in verità nel cap. 5 e la settima volta fi-
fessano di credere in Dio, tuttavia non no a questo punto del Vangelo. Quan-
si sono mai convertiti. No, il concetto do disse: l’ora viene, anzi è già venuta,
qui espresso è che bisogna credere in il Signore intendeva annunciare che
Dio, che ha mandato il Signore Gesù stava per arrivare il tempo, anzi era
Cristo nel mondo. Cosa bisogna cre- già arrivato, della sua comparsa sulla
dere dunque? Bisogna credere che Dio scena storica mondiale.
ha mandato il Signore Gesù per essere Chi sono i morti di cui si parla in
il nostro Salvatore. Bisogna credere a questo versetto? Chi sono quelli che
ciò che Dio afferma riguardo al Signo- udranno la voce del Figlio di Dio e
re Gesù, ossia che egli è l’unico Sal- vivranno ? Potrebbe trattarsi di colo-
vatore e che i peccati possono essere ro che il Signore risuscitò durante il
cancellati solamente grazie all’opera suo ministero pubblico; nondimeno,
compiuta sul Golgota. il significato di questa definizione è

365
GIOVANNI 5:26

certamente più vasto. I morti sono persone della Trinità, ovvero della Dei-
coloro che sono morti nei peccati e tà. Come Figlio di Dio, egli è uguale al
nelle trasgressioni: costoro udranno Padre e allo Spirito Santo e, come Figlio
la voce del Figlio di Dio quando il di Dio, dà la vita. Ma egli è anche Figlio
vangelo sarà predicato. Allorché ac- dell’uomo : è venuto in questo mondo
cetteranno il messaggio e riceveran- come uomo, è vissuto tra gli uomini
no il Salvatore, essi passeranno dalla ed è morto sulla croce come sostituito
morte alla vita. di uomini e donne. Quando venne nel
Siamo convinti che il v. 25 alluda mondo come uomo, egli fu rifiutato e
all’ambito spirituale anziché a quello crocifisso. Quando tornerà, verrà per
fisico; possiamo dunque fare un con- giudicare i suoi nemici e ricevere onore
fronto tra questo versetto e il v. 28 ed da quello stesso mondo che l’ha tratta-
elencarne le analogie e le differenze: to tanto crudelmente. Essendo uomo e
Dio, egli è perfettamente competente
come Giudice.
v. 25 – Dalla v. 28 – Vita
5:28 Senza dubbio, mentre Gesù
morte alla vita dopo la morte faceva queste straordinarie afferma-
zioni riguardo a se stesso e alla propria
“...l’ora viene, anzi “...l’ora viene”
uguaglianza con il Padre, i Giudei che lo
è già venuta”
ascoltavano erano stupefatti. Egli sape-
“i morti” “tutti quelli che va, naturalmente, quali pensieri nasce-
sono nelle tombe” vano nella loro mente e dunque li invitò
“udranno la voce” “udranno la sua a non meravigliarsi. Poi procedette a
voce” rivelare verità ancora più sorprendenti.
“quelli che l’avranno “e ne verranno
In un futuro ancora lontano, tutti coloro
udita, vivranno” fuori”
i cui corpi sono nelle tombe udranno la
sua voce. Che insensatezza per chiun-
que non fosse Dio predire che i corpi
5:26 Ora impariamo come si può che giacciono nelle tombe un giorno
ricevere vita dal Signore Gesù. Come udranno la sua voce! Solo Dio potrebbe
il Padre è fonte e donatore di vita, così fare un’affermazione del genere
ha decretato che anche il Figlio abbia 5:29 Un giorno tutti i morti risorge-
vita in se stesso e sia in grado di dare la ranno. Alcuni risorgeranno per la vita,
vita ad altri. Anche questa è una chiara gli altri risorgeranno per il giudizio.
e precisa enunciazione della deità di Questa è una verità estremamente im-
Cristo e della sua uguaglianza con il portante: ogni individuo che sia mai
Padre. Di nessun uomo si può dire che vissuto o che mai vivrà si troverà o
abbia vita in se stesso. La vita è stata nell’uno o nell’altro gruppo! (15)
data a ciascuno di noi, ma nessuno l’ha Qui non si intende annunciare che
data al Padre o al Signore Gesù. Da tut- chi avrà fatto il bene sarà salvato per
ta l’eternità hanno la vita in loro e tale merito delle sue buone opere e chi avrà
vita non ha avuto un inizio, né trova fatto il male sarà condannato per colpa
alimento se non in essi. della sua vita malvagia. Non si è salvati
5:27 Non soltanto Dio ha decretato per aver compiuto il bene: si compie il
che il Figlio abbia vita in se stesso, ma bene perché si è salvati. Le buone opere
gli ha dato autorità di giudicare il mon- non sono la radice della salvezza, bensì
do. Il potere di giudicare è stato dato a ne sono il frutto. Non ne sono la cau-
Gesù perché è il Figlio dell’uomo. Il Si- sa, bensì l’effetto. L’espressione quelli
gnore è chiamato sia con l’appellativo che hanno operato male indica coloro
di Figlio di Dio sia con quello di Figlio che non hanno riposto la loro fede nel
dell’uomo. L’appellativo Figlio di Dio ci Signore Gesù e la cui vita, agli occhi di
ricorda che il Signore Gesù è una delle Dio, è di conseguenza segnata dal male.

366
GIOVANNI 5:32

Costoro risorgeranno per presentarsi colare tale proposito. Il suo giudizio,


davanti al trono di Dio e subire la con- quindi, non era condizionato dalla va-
danna eterna. lutazione della propria personale con-
venienza. Le nostre opinioni e i nostri
D. Quattro testimonianze a insegnamenti sono generalmente in-
conferma che Gesù è il fluenzati da ciò che vogliamo fare e da
Figlio di Dio (5:30-47) ciò che vogliamo credere. Ma per il Fi-
5:30 A prima vista, la locuzione Io non glio di Dio non era così. Le sue opinioni
posso far nulla da me stesso sembre- e i suoi giudizi non erano influenzati
rebbe indicare che il Signore Gesù dalla prospettiva di un vantaggio per-
non era in grado di fare nulla autono- sonale. Egli non nutriva pregiudizi.
mamente. Ma non è così. In realtà, ciò 5:31 Nei successivi versetti di questo
significa che egli era così strettamente capitolo il Signore Gesù Cristo elenca
unito a Dio Padre da non poter agire da varie testimonianze a conferma della
solo. Non poteva fare nulla di propria propria deità: 1° la testimonianza di
iniziativa. Egli agiva in perfetta ubbi- Giovanni il battista (vv. 32-35); 2° la
dienza e in totale comunione e armo- testimonianza delle proprie opere
nia con il Padre. (v. 36); 3° la testimonianza del Padre
Questo versetto è spesso usato dai (vv. 37-38); 4° la testimonianza dell’A.T.
“falsi maestri” per negare che Gesù (vv. 39-47).
Cristo sia Dio. Costoro sostengono in- In primo luogo, Gesù enunciò
fatti che, poiché non poteva agire in un principio generale riguardo al-
piena autonomia, egli era soltanto un la testimonianza. Disse: Se io rendo
uomo. Questo versetto, invece, con- testimonianza di me stesso, la mia te-
ferma l’esatto opposto! Gli uomini stimonianza non è vera. Ciò non signi-
possono agire secondo la propria vo- fica affatto che il Signore Gesù potesse
lontà, sia in accordo sia in disaccordo affermare il falso. Si trattava, invece, di
con la volontà di Dio. Il Signore Gesù, un principio comunemente accettato:
invece, proprio a motivo di ciò che è, la testimonianza di una sola persona
non poteva agire in questo modo. Non non era considerata sufficiente in un
si trattava di un’impossibilità fisica , tribunale. Per decreto divino, erano
bensì morale. Egli aveva il potere di fa- necessari almeno due o tre testimoni
re tutto, ma non poteva fare nulla che perché si potesse emettere una senten-
fosse sbagliato e, per lui, sarebbe stato za valida. In secondo luogo, il Signore
sbagliato fare qualsiasi cosa che non Gesù si dispose a presentare non due
rientrasse nella volontà di Dio Padre. o tre, ma addirittura quattro testimo-
Questa affermazione pone Gesù su un nianze della sua deità.
piano diverso da quello di qualsiasi uo- 5:32 Non è certo se questo versetto
mo che sia mai vissuto. faccia riferimento a Giovanni il bat-
Ciò che Gesù apprendeva dal Padre tista, a Dio Padre o allo Spirito Santo.
e le indicazioni che quotidianamente Alcuni ritengono che l’espressione un
riceveva da lui determinavano il suo altro indichi Giovanni il battista e che
pensiero, le sue azioni e il suo insegna- questo versetto sia collegato ai tre ver-
mento. Qui, il termine giudizio non in- setti successivi; altri ritengono che il
dica una decisione riguardo a questioni Signore stesse parlando della testimo-
legali, bensì una decisione riguardo a nianza resagli dallo Spirito Santo. Noi,
ciò che era opportuno dire e fare. Poi- invece, riteniamo che il pronome per-
ché non era motivato dall’egoismo, il sonale “egli” intenda il Padre (alcuni
Signore poteva emettere giudizi equi versioni bibliche, infatti, lo riportano
e imparziali. Egli ambiva unicamente con l’iniziale maiuscola, a dimostra-
a compiacere il Padre e a compierne la zione che i traduttori vi ravvisavano un
volontà. Nulla doveva opporsi od osta- riferimento alla Deità).

367
GIOVANNI 5:33

5:33 Dopo aver presentato il più era raccolto intorno a Giovanni il bat-
grande di tutti i testimoni – il Padre – il tista: attirati dalla novità, accorrevano
Signore fece riferimento alla testimo- a frotte ad ascoltare quel singolare in-
nianza di Giovanni. Ricordò agli incre- dividuo che era entrato nella loro vita.
duli Giudei che avevano mandato degli Per breve tempo egli fu popolare come
uomini da Giovanni per ascoltare ciò maestro religioso.
che aveva da dire e la testimonianza di Perché, dunque, dopo aver accetta-
Giovanni era stata tutta per il Signore to Giovanni il battista con tale calore
Gesù Cristo. Invece di attirare a sé gli non avevano accettato anche colui di
uomini, li aveva indirizzati al Salva- cui Giovanni predicava? Essi avevano
tore. Egli aveva reso testimonianza al esultato per un po’ di tempo, nondime-
solo che è la verità. no non vi era stato pentimento da par-
5:34 Il Signore Gesù ricordò ai suoi te loro: si erano dimostrati incoerenti.
uditori che la sua affermazione circa la Avevano ricevuto l’araldo del re, ma non
sua uguaglianza con Dio non si basava avevano ricevuto il Re! Gesù dimostrò
semplicemente sulla testimonianza una profonda stima per Giovanni. Essere
di esseri umani. Se non avesse avuto definito dal Figlio di Dio come una lam-
altro in mano, si sarebbe trattato di pada ardente e splendente sarebbe un
una ben misera prova. Ma presentò la immenso onore per qualsiasi servitore
testimonianza di Giovanni il battista di Cristo. Possa ciascuno di noi amare
perché questi era un uomo mandato il Signore Gesù al punto di desiderare di
da Dio e perché attestava che il Si- essere una fiamma per lui e, con zelo ar-
gnore Gesù era veramente il Messia, dente, portare la luce nel mondo!
“l’Agnello di Dio che toglie il peccato 5:36 La testimonianza di Giovanni
del mondo” (1:29). non fu la prova più importante della
Poi aggiunse: ma dico questo affin- deità di Cristo. I miracoli che il Padre
ché voi siate salvati. Perché il Signore gli aveva dato da compiere testimonia-
Gesù si soffermò a parlare con i Giudei vano che il Padre lo aveva mandato.
tanto a lungo? Voleva semplicemente Di per sé, i miracoli non sono una pro-
dimostrare che egli aveva ragione e va della deità. Nella Bibbia leggiamo
che essi avevano torto? Certamente di uomini che ricevettero il potere di
no! Egli desiderava, anzi, che essi co- compiere miracoli e leggiamo altresì
noscessero queste meravigliose verità di esseri malvagi che hanno il potere
e che ciò consentisse loro di capire di compiere atti soprannaturali. Ma i
chi egli era e di accettarlo come il Sal- miracoli del Signore Gesù erano diversi
vatore promesso. Questo versetto ci da tutti gli altri: anzitutto, egli aveva in
trasmette una chiara immagine del sé il potere di compiere queste opere
cuore affettuoso e compassionevo- potenti, laddove gli altri avevano rice-
le del Signore Gesù. Egli parlava con vuto tale potere. Gli uomini che aveva-
quelli che lo odiavano e che presto no compiuto i miracoli non erano stati
avrebbero cercato, in ogni modo pos- in grado di conferire ad altri lo stesso
sibile, di togliergli la vita. Ma nel suo potere. Il Signore Gesù non solo com-
cuore non vi era odio per loro: egli non pì personalmente molti miracoli, ma
poteva fare altro che amarli. conferì ai suoi apostoli la facoltà di fare
5:35 Qui il Signore rende omaggio altrettanto. Inoltre, l’A.T. aveva predet-
a Giovanni il battista definendolo la to che il Messia avrebbe compiuto le
lampada ardente e splendente. Ciò si- opere che ora stava compiendo il Sal-
gnifica che costui era un uomo pieno vatore. Infine, i miracoli che il Signore
di zelo, il cui ministero presentava la operava erano unici per natura, finali-
luce agli uomini, e che letteralmente tà e numero.
si consumò per portare le persone a 5:37-38 Il Salvatore si richiama nuo-
Gesù. Dapprima il popolo giudeo si vamente alla testimonianza del Padre

368
GIOVANNI 5:43

a suo favore. Vi è una probabile allusio- imperdonabile che essi si rifiutasse-


ne al momento in cui il Signore Gesù ro di accettare Gesù anche dopo che
fu battezzato. Fu allora che si udì dal egli ebbe parlato loro in questo modo.
cielo la voce del Padre affermare che Soffermiamoci sull’ultima parte di
Gesù era il suo figlio diletto, nel quale questo versetto: esse son quelle che
egli si era compiaciuto. Ma dobbiamo rendono testimonianza di me. Ciò
aggiungere che, anche nella vita, nel significa semplicemente che l’argo-
ministero e nei miracoli del Signore mento principale dell’A.T. era la venu-
Gesù il Padre testimoniò che egli era ta di Cristo. Se non ci si rende conto
veramente il Figlio di Dio. I Giudei in- di questo, si studia l’A.T. trascurando
creduli non avevano mai udita la voce completamente la sua caratteristica
di Dio né avevano mai visto Dio in vol- fondamentale.
to, giacché la sua parola non dimorava 5:40 I Giudei non volevano andare
in loro. Dio parla agli uomini attraverso a Cristo per aver la vita . Il motivo ve-
la sua Parola, la Bibbia. Questi Giudei ro per cui gli uomini non accettano il
avevano le Scritture dell’A.T., ma non Salvatore non sta nell’impossibilità di
permettevano a Dio di parlare tramite comprendere il vangelo o di credere in
esse. I loro cuori erano induriti e le loro Gesù. Nel Signore Gesù non vi è nul-
orecchie erano sorde. la che impedisca di credere in lui. Il
Costoro non avevano mai visto motivo vero è nella volontà dell’uomo:
l’aspetto o la Persona di Dio perché non egli ama i propri peccati più di quanto
avevano creduto in colui che Dio aveva ami il Salvatore e non intende rinun-
mandato. Dio Padre non ha una forma ciare alle proprie vie malvagie.
o un aspetto visibili a occhi mortali. Egli 5:41 Il Signore condannava i Giudei
è Spirito e, quindi, è invisibile. Nondi- che lo rigettavano, ciò nondimeno te-
meno, si è rivelato agli uomini nella Per- neva a precisare di non ritenersi offeso
sona del Signore Gesù Cristo. Coloro che dal fatto che costoro non gli rendessero
credevano in Cristo videro in lui l’aspet- gloria . Egli non era venuto nel mon-
to tangibile di Dio. In lui, gli increduli do per ricevere la gloria degli uomini.
vedevano soltanto un uomo come loro. Non era l’approvazione degli uomini
5:39 La prima parte di questo ver- che egli cercava, bensì quella di Dio. Se
setto si presta a due chiavi di lettura. (16) anche gli uomini lo rifiutavano, la sua
In primo luogo, si può pensare che il gloria non ne era sminuita.
Signore Gesù intendesse esortare i 5:42 Qui è rivelato il motivo per cui
Giudei: investigate le Scritture ! Op- gli uomini rifiutano di ricevere il Figlio
pure si può ritenere che riassumesse, di Dio: non hanno l’amore di Dio in
in breve, il loro atteggiamento: voi loro; anziché Dio, essi amano se stes-
investigate le Scritture perché siete si. Se avessero amato Dio, quei Giudei
convinti, erroneamente, che il loro avrebbero ricevuto colui che Dio aveva
semplice possesso vi conferisca la vita mandato. Respingendo il Signore Gesù,
eterna . Entrambe le interpretazioni essi dimostravano l’assoluta assenza di
sono plausibili. Probabilmente il Si- amore verso il Padre.
gnore Gesù stava solo enunciando il 5:43 Il Signore Gesù era venuto nel
fatto che i Giudei studiavano le Scrit- nome del Padre, vale a dire per com-
ture e pensavano che bastasse ciò piere la volontà del Padre, glorificare il
per ottenere la vita eterna . Essi non Padre e ubbidire al Padre in ogni cosa.
capivano che le Scritture dell’A.T. par- Se gli uomini avessero realmente ama-
lavano del Cristo che doveva venire e, to Dio, avrebbero anche amato colui
quindi, dello stesso Gesù. È terribile che cercava di compiacere Dio in tutto
dover constatare che degli individui ciò che diceva e faceva.
con le Scritture in mano potessero Gesù predisse che un altro sarebbe
essere così ciechi. Ma è addirittura venuto nel suo proprio nome e che i

369
GIOVANNI 5:44

Giudei lo avrebbero accolto. Proba- la stessa Parola di Dio. Se i Giudei aves-


bilmente alludeva ai molti falsi dot- sero creduto alle parole di Mosè, avreb-
tori alla ricerca di onori da parte del bero anche creduto al Signore Gesù
popolo che si sarebbero presentati Cristo, giacché Mosè aveva scritto del
dopo di lui, oppure ai fondatori delle Cristo che doveva venire. Troviamo un
false religioni che sarebbero compar- esempio in De 18:15, 18:
se nel corso dei secoli, i quali avreb- Per te il SIGNORE, il tuo Dio, farà sor-
bero proclamato di essere il Cristo. gere in mezzo a te, fra i tuoi fratel-
Ma, più probabilmente, egli alludeva li, un profeta come me; a lui darete
all’Anticristo. Un giorno, dal popolo ascolto!... Io farò sorgere per loro
giudeo sorgerà un capo spirituale che un profeta come te in mezzo ai loro
pretenderà di essere adorato come fratelli, e metterò le mie parole nel-
Dio (vd. 2 Te 2:8-10). La maggior parte la sua bocca ed egli dirà loro tutto
del popolo d’Israele lo accetterà come quello che io gli comanderò.
guida spirituale e, di conseguenza,
sarà colpita dal severo giudizio di Dio In questi versetti, Mosè annuncia-
(vd. 1 Gv 2:18). va la venuta di Cristo e ordinava al
5:44 Qui il Signore Gesù dà un’al- popolo giudeo di ascoltarlo e di ubbi-
tra spiegazione riguardo al rifiuto dei dirgli. Il Signore Gesù era venuto, ma
Giudei. Costoro erano più interessati il popolo giudeo rifiutava di riceverlo.
all’approvazione degli altri uomini che Poiché essi sostenevano di credere in
all’approvazione di Dio. Essi temevano Mosè, lo stesso Mosè li avrebbe ac-
ciò che gli altri avrebbero detto se essi cusati di fronte al Padre per non aver
avessero abbandonato il giudaismo, fatto ciò che egli aveva comandato
e non erano disposti ad affrontare la loro. L’espressione egli ha scritto di
condanna e le sofferenze di cui sareb- me è un’inequivocabile conferma del
bero stati fatti oggetto se fossero diven- Signore che le Scritture dell’A.T. con-
tati seguaci di Cristo. Finché si teme ciò tengono profezie che lo riguardano.
che gli altri potrebbero dire o fare, non Agostino d’Ippona precisò: “Il Nuovo
si può essere salvati. Per credere nel è nascosto nel Vecchio; il Vecchio è ri-
Signore Gesù bisogna cercare l’appro- velato nel Nuovo”.
vazione di Dio anziché l’approvazione 5:47 Se i Giudei non credevano agli
degli uomini. Bisogna cercare la gloria scritti di Mosè, era assai improbabile
che viene da Dio solo. che avrebbero creduto alle parole di
5:45 Il Signore non aveva bisogno di Gesù. C’è un legame molto stretto fra
accusare i Giudei davanti al Padre. Na- l’A.T. e il N.T. Se si dubita dell’ispira-
turalmente, egli avrebbe potuto presen- zione delle Scritture veterotestamen-
tare molte accuse a loro carico ma non tarie non è possibile accettare come
era necessario che lo facesse, giacché, a ispirate le parole di Gesù. Quando si
tale scopo, bastavano gli scritti di Mosè. attaccano alcune parti della Bibbia,
Quei Giudei erano orgogliosi di posse- ben presto si dubita di tutta la Bibbia.
dere l’A.T. e specialmente i cinque libri Guy King afferma:
scritti da Mosè – la Torah –, e perché tali Qui, naturalmente, il Signore allude
Scritture erano state date a Israele. Pur- al Pentateuco, i cinque libri di Mosè,
troppo, come dimostra il v. 46, essi non la parte della Bibbia che è stata più
ubbidivano affatto alle parole di Mosè. ferocemente attaccata delle altre e,
5:46 Il Signore Gesù attribuiva agli stranamente, la parte che, per quan-
scritti di Mosè la stessa autorità che at- to possiamo vedere, il Signore cita
tribuiva alle proprie parole. Dobbiamo più delle altre. Sembra che, ancor
ricordare che “ogni Scrittura è ispirata prima che gli attacchi cominciasse-
da Dio” (2 Ti 3:16). Sia che leggiamo ro, egli volesse porre il suo imprima-
l’A.T. sia che leggiamo il N.T., leggiamo tur su queste Scritture.(17)

370
GIOVANNI 6:8-9

IV. TERZO ANNO DI MINISTERO DEL la riconosceva più come una delle pro-
FIGLIO DI DIO: LA GALILEA (cap. 6) prie feste, giacché il popolo giudeo ne
aveva fatto semplicemente un rituale,
A. Quarto segno: la moltiplicazione seguito senza un impegno sincero. La
dei pani per cinquemila uomini Pasqua aveva perso il suo vero signi-
(6:1-15) ficato, quindi non era più una festa di
6:1 L’espressione dopo queste cose Yahweh.
significa che, dagli eventi narrati nel 6:5 Gesù non fu disturbato dalla
cap. 5, era trascorso un certo periodo presenza di una gran folla , benché
di tempo. Non sappiamo esattamente fosse consapevole che avrebbe cer-
quando, ma sappiamo che Gesù, par- tamente interrotto il suo riposo o il
tito da Gerusalemme, si era diretto tempo che intendeva trascorrere con i
a nord verso il mare di Galilea. Lo at- discepoli. Il suo primo pensiero fu di
traversò passando dalla sponda nord- procurare loro qualcosa da mangia-
occidentale a quella nord-orientale. Il re. Così si rivolse a Filippo e gli chiese
mare di Galilea era anche chiamato dove si potesse comprare del pane per
mare di Tiberiade, perché sulla costa sfamare la moltitudine. Gesù non era
occidentale sorgeva l’omonima città, solito porre domande per acquisire
capitale della provincia di Galilea, la informazioni, bensì per trasmettere
quale prendeva il nome dall’imperato- qualche insegnamento. Anche in que-
re romano Tiberio. sto caso, egli conosceva già la risposta,
6:2-3 Una gran folla lo seguiva, non non così Filippo.
necessariamente perché credeva in lui 6:6 Il Signore voleva insegnare a Fi-
come Figlio di Dio, ma perché vedeva i lippo una lezione importante e mettere
miracoli che compiva sugli infermi. Una alla prova la sua fede. Gesù sapeva bene
fede fondata sui miracoli non è gradita a che avrebbe compiuto un miracolo per
Dio quanto una fede fondata esclusiva- nutrire la gran folla. Ma Filippo aveva
mente sulla sua Parola. La Parola di Dio capito che Gesù era in grado di farlo?
non ha bisogno di essere confermata da Era grande o piccola la fede di Filippo?
miracoli. Tutto ciò che Dio dice è vero, 6:7 A quanto pare, la fede di Filippo
giacché non può esservi in lui ombra di non era eccelsa. Egli fece un rapido cal-
falsità. E ciò dovrebbe essere sufficien- colo e concluse che duecento denari di
te per chiunque. Gesù salì sul monte è pani non sarebbero stati sufficienti per
la traduzione lett. del v. 3, ma con tale darne almeno un pezzetto a ciascuno.
espressione si potrebbe semplicemente Non sappiamo quanto pane si potesse
indicare la zona montuosa (o collinare) acquistare con duecento denari ma,
intorno al mare. certamente, si trattava di una gran
6:4 Non è chiaro perché Giovanni quantità: un denaro rappresentava la
scriva che la Pasqua... era vicina. Al- paga giornaliera di un operaio.
cuni studiosi ipotizzano che, proba- 6:8-9 Andrea era fratello di Simon
bilmente, Gesù predicò il meraviglioso Pietro. Essi vivevano nei pressi di
messaggio incentrato sul vero pane Betsaida, città costiera sul mare di Ga-
della vita pensando alla Pasqua. Non- lilea. Anche Andrea pensava che fosse
dimeno, non fu per la Pasqua che egli impossibile sfamare tutta quella gen-
si recò a Gerusalemme in quell’occa- te. Notò un ragazzo con cinque pani
sione. Giovanni scrive che la Pasqua d’orzo e due pesci, ma si rendeva conto
era la festa dei Giudei. Era Dio, natu- che sarebbero stati del tutto inutili per
ralmente, che l’aveva istituita nell’A.T. soddisfare tanta gente. Il ragazzo non
e l’aveva prescritta al popolo giudeo. aveva molto, ma era lieto di metterlo a
In questo senso era la festa dei Giudei. disposizione del Signore Gesù. Il suo ge-
Ma l’espressione festa dei Giudei po- sto amabile fece sì che la sua storia fos-
trebbe anche significare che Dio non se raccontata in tutti i quattro Vangeli.

371
GIOVANNI 6:10

Questo ragazzo non aveva molto ma, to ben detto: “Era primavera quando
poiché “il poco è molto se Dio è in esso” benedisse il pane, era il tempo del
egli diventò famoso in tutto il mondo. raccolto quando lo spezzò”. È altresì
6:10 Facendo sedere (lett. “recli- vero che “i pani non benedetti sono
nare”) la gente, il Signore Gesù fece sì pani che non si moltiplicano”.(18)
che tutti si sentissero a proprio agio.
Notiamo che scelse un posto dove c’era 6:12 Ecco un altro dettaglio singo-
molta erba. Era insolito trovare un po- lare. Se Gesù fosse stato soltanto un
sto simile in quella zona, ma il Signore uomo non si sarebbe preoccupato dei
fece in modo che la folla potesse man- pezzi avanzati. Chiunque abbia sfama-
giare in un luogo pulito e piacevole. to cinquemila uomini non si preoccupa
È scritto che c’erano migliaia di uo- delle briciole rimaste! Ma Gesù è Dio,
mini (gr. “maschi”): ad essi dobbiamo e quando c’è Dio i suoi doni generosi
perciò aggiungere donne e bambini. non vanno sprecati. Egli non vuole che
La menzione del numero, cinquemila, sperperiamo le cose preziose che ci ha
vuole significare che stava per com- dato, perciò si preoccupa di impartire
piersi un grande miracolo. istruzioni precise affinché gli avanzi
6:11 Gesù... prese i pani e rese gra- rimasti siano accuratamente raccolti e
zie. Se Gesù faceva ciò prima di pren- che niente si perda.
dere il cibo o di servirlo, quanto più Molti cercano di dare una spiegazio-
dovremmo noi fermarci a ringraziare ne logica a questo miracolo. La folla,
Dio prima di consumare il nostro pa- sostengono, vide che il ragazzo aveva
sto. Poi li distribuì ai discepoli. Questo dato a Gesù i cinque pani e i due pesci.
è per noi un grande insegnamento: il Tutti gli astanti si sarebbero resi conto
Signore Gesù non fece tutto quanto di essere degli egoisti e avrebbero ti-
di persona, ma affidò il servizio di di- rato fuori i viveri che avevano con sé,
stribuzione ad altri. Come è stato ben condividendo il loro pasto con quanti
detto: “Tu fai quello che puoi, io faccio sedevano loro intorno. In tal modo, vi
quello che posso e il Signore farà quello sarebbe stato cibo sufficiente per tutti.
che non possiamo fare noi”. Ma una spiegazione di questo tipo non
Mentre il Signore distribuiva il pane trova conferma nei fatti, come vedre-
ai discepoli, esso si moltiplicava prodi- mo nel versetto successivo.
giosamente. Pur ignorando il momen- 6:13 Dopo che tutti ebbero finito di
to esatto in cui avvenne il miracolo, mangiare, furono raccolte dodici ceste
sappiamo che, nelle mani del Signore, di avanzi di pane. Sarebbe stato impos-
i cinque pani e i due pesci bastarono sibile raccogliere tale quantità di pane se
miracolosamente a sfamare quella ciascuno dei presenti avesse avuto con
gran folla. I discepoli si occupavano di sé il proprio pranzo. Le spiegazioni uma-
distribuire il pane e i pesci alla gente ne si rivelano ridicole; non ci può essere
seduta. Ce n’era più che a sufficienza, che una conclusione plausibile: era stato
infatti è scritto che diedero tanti pesci compiuto un potente miracolo.
quanti ne vollero. 6:14 Anche i presenti riconobbero
Griffith Thomas ci ricorda che in che era avvenuto un miracolo. Non lo
questa storia abbiamo una meraviglio- avrebbero mai ammesso se ognuno di
sa immagine: loro avesse consumato i propri gene-
...del mondo mortale, dei discepoli ri di conforto. Infatti erano talmente
inermi e del Salvatore perfetto. Que- convinti che si fosse trattato di un
sto miracolo fu un vero e proprio miracolo che erano pronti a ricono-
atto creativo. Nessun uomo avrebbe scere Gesù come il profeta che dove-
potuto mai prendere cinque pani e va venire nel mondo. Dalle profezie
due pesciolini e moltiplicarli così da dell’A.T. essi avevano appreso che
nutrire una folla tanto grande. È sta- doveva arrivare un profeta ed erano

372
GIOVANNI 6:20

convinti che egli li avrebbe liberati dal Si diressero all’altra riva, verso Ca-
dominio dell’impero romano. Essi si pernaum. Era già buio e Gesù non era
aspettavano un monarca terreno. Ma con loro. Dov’era Gesù? Era sul monte
la loro fede non era sincera: non vole- a pregare. Quale immagine della situa-
vano ammettere che Gesù era il Figlio zione dei seguaci di Cristo oggi! Essi
di Dio né confessare i loro peccati e sono sul mare tempestoso della vita.
accettarlo come Salvatore. È buio. Il Signore Gesù non si vede da
6:15 Poiché Gesù aveva compiuto nessuna parte, ma ciò non significa che
un simile miracolo, il popolo voleva non sappia cosa sta succedendo: Gesù
farlo re. Anche in questo caso occorre è in cielo e prega per coloro che ama.
rilevare che, se Gesù fosse stato sem- 6:18 Sul mare di Galilea si abbatto-
plicemente un uomo, avrebbe accet- no spesso dei temporali improvvisi e
tato prontamente la loro richiesta: gli violenti. I venti soffiano impetuosi giù
uomini sono fin troppo ansiosi di esse- per la valle solcata dal fiume Giordano
re esaltati e di esercitare il potere! Ma e, quando si abbattono sul mare di Ga-
Gesù non era mosso né da vanità né da lilea, le onde si sollevano altissime. Le
orgoglio: egli sapeva che era venuto nel piccole imbarcazioni corrono dei seri
mondo per morire sulla croce al posto rischi in tale frangente.
dei peccatori e non avrebbe permesso 6:19 I discepoli si erano allontanati
che nulla interferisse con tale obietti- di cinque o sei chilometri dalla costa.
vo. Non sarebbe salito al trono senza Da un punto di vista umano erano in
prima salire all’altare sacrificale. Prima grande pericolo. Al momento giusto
di essere esaltato, Gesù doveva soffrire, alzarono lo sguardo e videro Gesù
versare il proprio sangue e morire. camminare sul mare e accostarsi alla
F.B. Meyer scrive: barca; ed ebbero paura. Ecco un altro
Come afferma il mistico Bernardo mirabile prodigio: il Figlio di Dio cam-
di Chiaravalle, Gesù fuggì sempre minava sull’acqua del mare di Galilea.
quando volevano farlo re, ma si fece I discepoli ebbero paura perché non
avanti quando vollero crocifiggerlo. si rendevano conto di chi fosse questa
Dobbiamo sempre tenere ben pre- persona meravigliosa.
sente questo fatto e fare nostre le pa- Notiamo con quale semplicità è nar-
role di Ittai di Gat: “Com’è vero che rata questa storia. Stiamo leggendo di
il SIGNORE vive e che vive il re mio si- fatti stupefacenti, ma Giovanni non
gnore, in qualunque luogo sarà il re usa paroloni per impressionarci; si li-
mio signore, per morire o per vivere, mita, invece, a esporre i fatti con sobria
là sarà pure il tuo servo” (2 S 15:21). linearità.
E il Signore sicuramente risponderà 6:20 A questo punto, il Signore pro-
come fece Davide con un altro fuggi- nunciò meravigliose parole di conforto:
tivo che si era presentato per allearsi Sono io, non temete. Se egli fosse stato
con lui: “Resta con me, non temere; solo un uomo, i discepoli avrebbero
chi cerca la mia vita cerca la tua; con avuto tutto il diritto di essere spaven-
me sarai al sicuro” (1 S 22:23).(19) tati. Ma egli è il Creatore potente che
governa tutto l’universo. Con una simile
B. Quinto segno: Gesù cammina Persona al fianco, non vi era nulla di cui
sull’acqua e salva i discepoli aver paura. Colui che originariamente
(6:16-21) aveva creato il mare di Galilea poteva,
6:16-17 Era sera . Gesù era salito sul quando necessario, calmarne le acque e
monte da solo. Senza dubbio, la folla portare in salvo i suoi terrorizzati disce-
era tornata a casa lasciando i discepoli poli. L’espressione sono io, lett. tradotta,
da soli. E così questi ultimi decisero di sarebbe: “IO SONO”. Questa è la seconda
scendere al mare e fare la traversata fi- volta, nel Vangelo di Giovanni, che Gesù
no all’altra sponda. si presenta con il nome di Yahweh.

373
GIOVANNI 6:21

6:21 Quando compresero che era il avevano visto compiere un potente mi-
Signore Gesù, lo vollero prendere nella racolo: ciò avrebbe dovuto convincerli
barca, e subito si trovarono a destina- che egli era veramente il Creatore e il
zione. Qui si riporta, senza spiegarlo, un Cristo. Tuttavia, costoro erano interes-
altro miracolo: i discepoli non dovette- sati soltanto al cibo. Avevano mangiato
ro più remare poiché il Signore Gesù li i pani miracolosi e la loro fame era sta-
portò immediatamente sulla terra fer- ta placata.
ma. Che Persona straordinaria! 6:27 Gesù, allora, li ammonì a non
adoperarsi per il cibo che perisce. Il
C. La folla cerca un segno Signore non intendeva dire che essi
(6:22-34) non dovessero lavorare per procurarsi
6:22 Questo è il giorno successivo al il pane quotidiano, bensì che non do-
miracolo della moltiplicazione dei pa- veva essere quello lo scopo principale
ni e dei pesci. La folla si trovava ancora della loro vita. Soddisfare le necessità
nella regione nord-orientale del mare fisiche non è la cosa più importante.
di Galilea. Tutti avevano visto i disce- L’uomo non è costituito solamente da
poli salire sulla piccola barca la sera un corpo, ma anche da anima e spirito:
precedente e sapevano che Gesù non egli deve dunque adoperarsi per il cibo
era andato con loro. In quel momento che dura in vita eterna. L’uomo non
era disponibile solo una barca e l’ave- deve vivere come se non esistesse che il
vano presa i discepoli. corpo. Non deve usare la propria forza
6:23 Il giorno seguente, dunque, e le proprie capacità per nutrire un cor-
alcune barche erano giunte da Tibe- po che, dopo pochi anni, sarà consu-
riade, vicino al luogo dove il Signore mato dai vermi; deve piuttosto fare in
Gesù aveva sfamato la moltitudine. Ma modo di nutrire la propria anima ogni
il Signore non poteva aver preso una di giorno, con la Parola di Dio. “Non di
queste per allontanarsi, giacché erano pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni
appena arrivate. Forse la folla si servì parola che proviene dalla bocca di Dio”
proprio di queste barche per recarsi a (vd. Mt 4:4). Quindi, dovremmo darci
Capernaum, come raccontano i verset- da fare instancabilmente per acquisire
ti successivi. una maggiore conoscenza della Parola
6:24 La folla aveva tenuto d’occhio di Dio.
Gesù. Lo aveva visto salire sul monte Dichiarando che il Padre, cioè Dio,
per pregare e sapeva che non era salito aveva apposto il proprio sigillo su di lui,
in barca con i discepoli per raggiunge- il Signore Gesù annunciava di essere
re l’altra sponda. Tuttavia, il giorno do- stato inviato e approvato da Dio. Appor-
po non lo trovarono da nessuna parte. re il proprio sigillo su qualcosa significa
Decisero così di prendere le barche e dichiararlo vero. Dio appose il proprio
remare fino a Capernaum, dove era- sigillo sul Figlio dell’uomo nel senso che
no certi di trovare almeno i discepoli. confermò che egli diceva il vero.
Non riuscivano a capire come avrebbe 6:28 La gente domandò al Signo-
potuto esserci anche Gesù, tuttavia re cosa dovesse fare per compiere le
decisero di andare ugualmente a cer- opere di Dio. L’uomo cerca sempre di
carlo ivi. guadagnarsi il cielo; gli piace avere la
6:25-26 Arrivati che furono a Caper- sensazione di poter fare qualcosa per
naum, ve lo trovarono. Non riuscendo meritarsi la salvezza. Se può contribui-
a trattenere lo stupore e la curiosità, gli re in qualche modo alla salvezza della
domandarono quando fosse arrivato. propria anima, allora avrà un buon
Gesù rispose alla domanda indiret- motivo per vantarsi, e questa è una co-
tamente. Sapeva che non lo cercavano sa che gli piace fare.
per ciò che egli era, bensì per il cibo che 6:29 Gesù vedeva la loro ipocrisia.
egli aveva dato loro. Il giorno prima lo Costoro fingevano di voler operare per

374
GIOVANNI 6:37

Dio, ma non volevano avere niente a che 6:33 Il Signore Gesù si rivela come il
fare con il Figlio di Dio. Gesù rispose lo- pane di Dio... che scende dal cielo, e dà
ro che la prima cosa da fare era accetta- vita. In questo modo intende affermare
re colui che Dio aveva mandato. Accade la superiorità del pane di Dio sulla man-
anche oggi che molti cerchino di gua- na del deserto. La manna non conferiva
dagnarsi il paradiso con le buone opere. la vita, bensì si limitava al sostentamen-
Ma prima di compiere buone opere per to. Inoltre, non apportava beneficio a
Dio devono credere nel Signore Gesù tutto il mondo, ma solo a Israele. Invece
Cristo. Le buone opere non precedono la il vero pane... scende dal cielo, e dà vita
salvezza, ma la seguono. L’unica buona a tutti gli uomini, non solo a un popolo,
opera che un peccatore può compiere ma a tutto il mondo.
è confessare i propri peccati e ricevere 6:34 I Giudei ancora non capivano
Cristo come Signore e Salvatore. che il Signore Gesù stava parlando di
6:30 In questo versetto emerge sé come del vero pane e così gli chiese-
un’ulteriore prova del cuore malvagio ro del pane. Pensavano ancora al pane
della gente. Il giorno prima gli Israeliti concreto. Purtroppo, nel loro cuore
avevano visto il Signore Gesù sfamare non c’era vera fede.
cinquemila uomini con cinque pani e
due pesci. Il giorno immediatamente D. Gesù è il pane della vita
successivo andavano da lui e gli chiede- (6:35-65)
vano un segno miracoloso a dimostra- 6:35 Gesù spiegò questa verità con
zione che era veramente il Figlio di Dio. parole semplici e comprensibili. Egli
Come la maggior parte degli increduli, è il pane della vita . Coloro che vanno
volevano vedere per credere: affinché lo a lui trovano ciò che appaga la loro
vediamo e ti crediamo. Ma questo non è fame spirituale per sempre. Coloro
ciò che Dio vuole; Dio dice ai peccatori: che credono in lui non avranno mai
“Se credi, vedrai”. La fede deve sempre più sete. Se consideriamo l’espres-
precedere tutto il resto. sione io sono in questo versetto non
6:31 Rifacendosi all’A.T., i Giudei possiamo fare a meno di riconoscere
ricordarono a Gesù il miracolo della che il Signore, qui, dichiara la propria
manna (20) nel deserto. Era come se di- uguaglianza con Yahweh. Qualunque
cessero a Gesù che lui non aveva mai peccatore facesse questa affermazio-
compiuto un miracolo così grande. Ci- ne potrebbe essere giudicato un fol-
tarono il Sl 78:24-25 dov’è scritto: Egli le. L’uomo carnale non è in grado di
diede loro da mangiare del pane venu- appagare la propria sete e la propria
to dal cielo. Con ciò intendevano dire fame, e meno che mai la fame spiri-
che Mosè aveva procurato ai loro padri tuale del mondo intero!
del pane celeste e che il Signore non era 6:36 Nel v. 30 i Giudei increduli ave-
grande come Mosè, giacché si era limi- vano chiesto al Signore un segno tan-
tato a moltiplicare del pane terreno ! gibile, affinché essi potessero vedere e
6:32 Nella risposta del Signore sono credere. A questo punto, Gesù rispose
espressi due concetti: 1° non fu Mosè a che essi avevano già visto lui, il segno
dare la manna, bensì Dio; 2° la manna più grande di tutti, eppure non crede-
non era il vero pane spirituale prove- vano ancora. Se essi non riconosce-
niente dal cielo. La manna era cibo tan- vano il Figlio di Dio che era proprio là
gibile, adatto per il corpo, ma non aveva davanti a loro nella sua umanità per-
valore se non per la vita terrena. Il Si- fetta, non si sarebbero lasciati convin-
gnore qui stava parlando del vero pane, cere da nessun altro segno.
perfetto e genuino, che Dio manda dal 6:37 Il Signore non era scoraggiato
cielo. Non è pane per il corpo, ma per dall’incredulità dei Giudei: egli sape-
l’anima. Con l’espressione il Padre mio va, infatti, che tutti i fini e i propositi
Gesù attesta la propria deità. del Padre si sarebbero realizzati. An-

375
GIOVANNI 6:38

che se i Giudei ai quali si rivolgeva non 6:38 Nel v. 37 il Signore Gesù aveva
lo avessero accettato, Gesù era convin- detto che tutti i progetti di Dio riguar-
to che tutti coloro che Dio aveva scelto do alla salvezza di coloro che gli erano
sarebbero venuti a lui. Arthur Pink stati dati si sarebbero adempiuti. Poi-
osserva: “La consapevolezza dell’in- ché questa era la volontà del Padre, il
superabilità dei consigli eterni di Dio Signore si sarebbe impegnato perso-
genera una tranquillità, un equilibrio, nalmente affinché si adempisse; infatti
un coraggio e una perseveranza che la sua missione era compiere la volontà
niente altro può produrre”. di Dio. Cristo disse: sono disceso dal
Questo versetto è molto importante cielo, spiegando dunque chiaramente
perché esprime in poche parole due che la sua vita non era iniziata in una
delle più importanti dottrine bibliche: mangiatoia di Betlemme. Al contrario,
1° Dio ha dato alcuni a Cristo e tutti egli esiste da tutta l’eternità con il Pa-
quelli che gli ha dato saranno salvati; dre nel cielo. Venne nel mondo come
2° la responsabilità umana. Per essere ubbidiente Figlio di Dio. Per sua libera
salvato, l’uomo deve andare a Gesù e scelta, si fece servo per realizzare la vo-
accettarlo per fede. Dio sceglie alcuni lontà del Padre. Ciò non significa che
perché siano salvati, ma la Bibbia non egli non avesse una volontà propria,
insegna che Dio sceglie alcuni perché bensì che la sua volontà era in perfetto
siano dannati. Chi è salvato, è salvato accordo con quella del Padre.
per grazia di Dio. Ma chi perisce per 6:39 Secondo la volontà del Padre,
l’eternità, perisce per colpa propria. chiunque è stato dato a Cristo deve es-
Tutti gli uomini sono condannati a sere salvato e preservato in vista della
causa della loro iniquità e malvagità. risurrezione dei giusti, ossia del mo-
Se tutti gli uomini andassero all’infer- mento in cui risorgerà e sarà portato
no, riceverebbero semplicemente ciò in cielo. I pronomi nessuno e li fanno
che si meritano. Nella sua grazia, Dio si riferimento ai credenti, ma qui il pen-
china e salva alcuni in mezzo all’uma- siero non si sofferma su ogni singolo
nità. Ha il diritto di fare questo? Cer- individuo, bensì sull’insieme di tutti i
tamente! Dio può fare ciò che vuole credenti salvati nell’arco del tempo. Il
e nessun essere umano può negargli Signore Gesù ha il compito di accertar-
questo diritto. Noi sappiamo per certo si che nessuno dei membri del corpo si
che Dio non farà mai nulla d’ingiusto o perda, ma che tutti quanti siano risu-
di sbagliato. scitati nell’ultimo giorno.
Ma proprio come insegna che Dio ha Per quanto riguarda i credenti, l’ul-
scelto alcune persone per la salvezza, timo giorno è il giorno in cui il Signo-
la Bibbia insegna anche che l’uomo ha re tornerà. In quel giorno, i morti in
la responsabilità di accettare il vange- Cristo risorgeranno, i viventi saranno
lo. Dio presenta un’offerta universale: trasformati e tutti saranno rapiti per
quanti avranno creduto nel Signore incontrare il Signore nell’aria e vivran-
Gesù Cristo saranno salvati. Dio non no per sempre con il Signore (vd. 1 Te
salva gli uomini contro la loro volontà. 4:17). Per i Giudei si tratta, invece, del
Ciascuno deve andare a lui individual- ritorno del Cristo in gloria.
mente dimostrando il proprio penti- 6:40 Il Signore continuò a spiegare
mento e la propria fede. Allora Dio lo come si diventa membri della famiglia
salva. Nessuno che vada a Dio attraver- dei redenti. La volontà di Dio è che
so Cristo sarà cacciato fuori. chiunque contempla il Figlio e crede
La mente umana non riesce a con- in lui, abbia vita eterna. Contemplare il
ciliare queste due dottrine. Tuttavia, Figlio non significa vederlo con gli oc-
dobbiamo accettarle anche se non le chi fisici, bensì con gli occhi della fede.
comprendiamo. Si tratta di insegna- È necessario vedere, o riconoscere, che
menti biblici chiaramente formulati. Gesù Cristo è il Figlio di Dio e il Salva-

376
GIOVANNI 6:45

tore del mondo. Quindi bisogna crede- 6:44 In se stesso, l’uomo non possie-
re in lui, ossia accettare, mediante un de alcuna speranza né capacità: non
preciso atto di fede, il Signore Gesù co- riesce neppure ad andare a Gesù con
me proprio personale Salvatore. Chi lo le proprie forze. Finché il Padre non
fa, riceve la vita eterna come un bene comincia a operare nel suo cuore e
presente, oltre alla certezza di risorgere nella sua vita, egli neppure comprende
nell’ultimo giorno. la propria terribile colpa e la necessità
6:41 Il popolo non era preparato ad di un Salvatore. Molti si rapportano
accogliere Gesù, lo si intuisce dalle con difficoltà a questo versetto, rite-
mormorazioni che si levarono contro nendo, a torto, che per taluni sia im-
di lui. Il Signore aveva appena affer- possibile conseguire la salvezza pur
mato di essere il pane che è disceso dal desiderandola. Ovviamente, non è co-
cielo. I presenti comprendevano che si sì. Il versetto, infatti, spiega nel modo
trattava di un’attestazione di eccezio- più autorevole possibile che Dio è colui
nale importanza. Per discendere dal che ha agito per primo nella nostra vita
cielo non era sufficiente essere un uo- e che ha cercato di attirarci a sé. A noi
mo e neppure un grande profeta. E così la scelta di accettare o rifiutare Gesù.
mormoravano di lui perché non erano Quanto a noi, non avremmo mai avuto
disposti a credere alle sue parole. il desiderio di andare a lui, se Dio non
6:42 Essi erano convinti che Gesù avesse parlato per primo al nostro cuo-
fosse figlio di Giuseppe. Qui, natural- re. Ancora una volta, il Signore aggiun-
mente, si sbagliavano. Gesù era nato ge la promessa che risusciterà ogni vero
dalla vergine Maria, ma Giuseppe non credente nell’ultimo giorno. Come ab-
era suo padre, giacché il Signore era biamo già visto, l’ultimo giorno è quel-
stato concepito dallo Spirito Santo. lo del ritorno di Cristo per i suoi santi,
Non credendo alla nascita virginale, allorché i morti risorgeranno e i viventi
il popolo giudeo sprofondava sempre saranno trasformati. In quell’occasione
più nell’oscurità e nell’incredulità. Lo soltanto i credenti saranno risuscitati.
stesso accade oggi: coloro che rifiutano 6:45 Avendo dichiarato con autore-
di accettare il Signore Gesù come il Fi- volezza che nessuno può andare a lui
glio di Dio che è venuto nel mondo dal se Dio non lo attira, il Signore proce-
grembo della vergine, inevitabilmente de spiegando in che modo Dio attiri
non potranno che negare tutte le gran- gli uomini e citando, innanzi tutto, Is
di verità concernenti la Persona e l’ope- 54:13: Saranno tutti istruiti da Dio. Dio
ra di Cristo. non si limita semplicemente a scegliere
6:43 Benché costoro non gli rivolges- le persone, ma parla anche al loro cuo-
sero direttamente la parola, Gesù sape- re attraverso l’insegnamento della sua
va cosa stavano dicendo e ordinò: Non preziosa Parola.
mormorate tra di voi. I versetti succes- È qui che entra in gioco la volontà
sivi spiegano perché le loro mormora- umana. Va a Cristo colui che risponde
zioni fossero inutili e improduttive. Più all’insegnamento della Parola di Dio e
i Giudei rifiutavano la testimonianza impara dal Padre. Eccoci nuovamente
del Signore Gesù, più difficili diventa- di fronte all’accostamento di due gran-
vano per loro i suoi insegnamenti. “La di verità bibliche: la sovranità divina e
luce rifiutata è luce negata”. Più respin- la scelta umana. Esse ci mostrano an-
gevano il vangelo, più difficile sarebbe che che la salvezza presenta, contem-
stato accettarlo. Se il Signore diceva co- poraneamente, due aspetti: uno divino
se semplici ed essi non le accettavano, e uno umano.
allora ne avrebbe dette di più difficili Con l’espressione: È scritto nei profe-
ed essi sarebbero diventati sempre più ti, Gesù intendeva, naturalmente, “nei
ignoranti al riguardo (Mr 4:12; Lu 8:10; libri dei profeti” (Isaia in particolare).
Gv 12:40). Ma il concetto qui espresso si può tro-

377
GIOVANNI 6:46

vare in tutti i profeti: gli uomini sono non significa che non morirà fisicamen-
attirati a Dio grazie all’insegnamento te, ma che avrà la vita eterna in cielo.
della Parola e dello Spirito di Dio. Anche se muore fisicamente, il suo cor-
6:46 Anche se gli uomini imparano po risorgerà nell’ultimo giorno ed egli
da Dio, ciò non significa che lo abbia- trascorrerà l’eternità con il Signore.
no visto. L’unico che ha visto il Padre In questo versetto e in quelli succes-
è anche l’unico che è venuto dal Padre, sivi il Signore parlò ripetutamente di
vale a dire il Signore Gesù stesso. coloro che mangiano di questo pane
Tutti coloro che Dio ammaestra (ossia dello stesso Gesù). Cosa signifi-
imparano a conoscere il Signore Gesù ca quest’espressione? Gesù intendeva
Cristo, giacché l’oggetto del divino in- forse che i credenti gli ubbidissero alla
segnamento è Cristo stesso. lettera e lo mangiassero? Certamente
6:47 Qui abbiamo una delle più bre- no! Si tratterebbe di un’idea assurda e
vi e chiare attestazioni della Parola di repellente. Taluni, tuttavia, ritengono
Dio concernenti la via della salvezza. che Gesù volesse dire che dobbiamo
Il Signore Gesù si espresse con paro- mangiarlo durante la comunione eu-
le che non possono essere fraintese: caristica : in tale occasione, il pane e il
chiunque crede in lui ha vita eterna. vino si trasformerebbero miracolosa-
Notiamo che fece precedere a questa mente nel corpo e nel sangue di Cristo.
importante asserzione l’espressione Secondo costoro la salvezza si otterreb-
puntualizzante: In verità, in verità . be partecipando a questo pasto. Ma non
Questo è solamente uno dei numerosi è questo ciò che Gesù disse. Il contesto
versetti neotestamentari in cui si spie- chiarisce molto bene che mangiare il
ga che la salvezza non si consegue né pane significa credere nel Signore Gesù
mediante le opere, né mediante l’osser- Cristo. Quando accettiamo il Signore
vanza della legge o della “regola aurea” Gesù Cristo come nostro Salvatore, ci
e neppure mediante l’appartenenza a appropriamo di lui per fede. Ci appro-
una chiesa, bensì semplicemente me- priamo dei benefici della sua Persona e
diante la fede nel Signore Gesù Cristo. della sua opera. Agostino disse: “Credi e
6:48-49 A questo punto il Signore hai mangiato” (Omelia 26, 1).
Gesù dichiarò di essere il pane del- 6:51 Gesù è il pane vivente. Egli non
la vita di cui aveva parlato finora. solo è vita in sé, ma è anche datore di
L’espressione il pane della vita signifi- vita. Chi mangia di questo pane vivrà
ca, naturalmente, il pane che dà la vita in eterno. Come può accadere questo?
a coloro che lo mangiano. I Giudei ave- Come può il Signore dare la vita eter-
vano poco prima nominato la manna na a dei peccatori colpevoli? La rispo-
nel deserto e avevano sfidato il Signore sta si trova nell’ultima parte di questo
Gesù a produrre del cibo altrettanto versetto: Il pane che io darò è la mia
meraviglioso. A questo punto il Signore carne, per la vita del mondo. Qui il Si-
rammentò loro che i padri mangiarono gnore Gesù predisse la sua morte sulla
la manna nel deserto e morirono. In croce: egli avrebbe dato la propria vita
altre parole, la manna serviva solo co- come prezzo di riscatto per i peccato-
me sostentamento per la vita terrena, ri. Il suo corpo sarebbe stato ferito e
non avendo alcun potere di dare la vita il suo sangue sarebbe stato versato in
eterna a coloro che la mangiavano. Con sacrificio per i peccati. Gesù sarebbe
l’espressione i vostri padri, il Signore morto al posto nostro e avrebbe così
si dissociava dall’umanità decaduta e pagato la pena per i nostri peccati. E
sottintendeva la propria deità. a quale scopo avrebbe fatto tutto ciò?
6:50 Il Signore Gesù si autodefinì il L’avrebbe fatto per la vita del mondo.
pane che discende dal cielo. Diversa- Non sarebbe morto solamente per la
mente da chi mangiava la manna, chi nazione giudaica o per gli eletti: la va-
mangia questo pane non muore. Ciò lenza della sua morte sarebbe stata tale

378
GIOVANNI 6:57

che il mondo intero ne avrebbe benefi- fica credere in lui. Al v. 47 leggiamo:


ciato. Ciò non significa, naturalmente, “Chi crede in me ha vita eterna”. Al
che tutto il mondo sarà salvato, bensì v. 54 apprendiamo che chi mangia la
che l’opera del Signore Gesù sul Golgo- sua carne e beve il suo sangue ha vita
ta sarebbe sufficiente a salvare tutto il eterna. Due proposizioni simili a una
mondo, se tutti gli uomini andassero a terza proposizione, o concetto, sono
Gesù. altresì simili fra loro (sillogismo). Man-
6:52 I Giudei pensavano ancora in giare la carne e bere il sangue di Cristo
termini di pane e carne materiali. significa credere in lui. Tutti coloro che
Non riuscivano a vedere oltre le cose credono in lui risusciteranno nell’ulti-
di questa vita e non capivano che il mo giorno. Ciò vale, naturalmente, per
Signore si serviva di cose materiali coloro che sono morti confidando nel
per spiegare verità spirituali. E così si Signore Gesù.
chiedevano come costui potesse dare 6:55 La carne del Signore Gesù è ve-
la sua carne perché fosse mangiata. ro cibo e il suo sangue è vera bevanda.
Il paracadute si apre solo dopo che ci Questa è la differenza con il cibo e le
si è lanciati dall’aereo. Parimenti oc- bevande di questo mondo, che hanno
corre credere prima di vedere: la fede solo un valore temporaneo. Il valore
prepara l’anima alla comprensione, della morte del Signore Gesù non di-
il cuore all’accettazione e la volontà minuirà mai. Chi per fede aderisce al
all’ubbidienza. Tutti i “come?” trovano Signore Gesù, riceve vita che dura per
risposta nella sottomissione all’autori- sempre.
tà di Cristo, così come accadde a Paolo 6:56 Fra Gesù e coloro che credono
quando gridò: “Signore, che vuoi che in lui esiste un’unione molto stretta.
io faccia?” (At 9:6). Chiunque mangia la sua carne e beve
6:53 Ancora una volta Gesù, onni- il suo sangue dimora in lui; parimenti
sciente, conosceva perfettamente i loro Gesù dimorerà in colui che per fede, ha
pensieri e le loro mormorazioni. Perciò aderito a lui. Non ci può essere nulla di
li avvertì solennemente che, se non più intimo e profondo di questo rap-
avessero mangiato la sua carne e non porto. Quando mangiamo del cibo rea-
avessero bevuto il suo sangue, non le, lo facciamo intimamente nostro ed
avrebbero avuto vita in loro. Queste esso diventa parte di noi. Quando ac-
parole non possono far riferimento al cettiamo il Signore Gesù come nostro
pane e al vino che si distribuiscono du- Redentore, egli viene a dimorare nella
rante la cena del Signore. Quando il Si- nostra vita e anche noi dimoriamo
gnore istituì la sua cena, la notte in cui (lett. “viviamo continuamente”) in lui.
fu tradito, il suo corpo non era ancora 6:57 Il Signore diede un altro esem-
stato spezzato e il suo sangue non era pio dello stretto legame esistente fra lui
ancora stato versato. I discepoli pre- e il suo popolo. Egli cita come esempio
sero il pane e il vino, ma non mangia- il suo legame personale con Dio Padre.
rono letteralmente la sua carne e non Il Padre vivente (significato: “Padre
bevvero letteralmente il suo sangue. che è fonte di vita”) aveva mandato il
Il Signore Gesù stava semplicemente Signore Gesù nel mondo. Come uomo
dicendo che se non ci appropriamo per qui nel mondo Gesù viveva a moti-
fede del valore della sua morte vicaria vo del Padre : egli viveva la sua vita in
sul Golgota, non possiamo essere sal- stretta comunione e in armonia con
vati. Dobbiamo credere in lui, ricever- Dio Padre. Dio era “il centro e la cir-
lo, avere fiducia in lui e farlo nostro. conferenza” della sua vita. Il suo scopo
6:54 Confrontando questo verset- era una vita completamente occupata
to con il v. 47, possiamo dimostrare da Dio Padre. Egli era qui come uomo
inconfutabilmente che “mangiare la nel mondo, ma il mondo non capì che
carne e bere il sangue” di Cristo signi- egli era Dio manifestatosi nella carne.

379
GIOVANNI 6:58

Anche se il mondo non lo capiva, egli e mente alla verità, tanto più difficile
il Padre rimanevano uno e vivevano in diventava l’insegnamento del Signore.
stretta intimità. Lo stesso accade fra il Alla fine, parlò di mangiare la sua car-
credente e il Signore Gesù. Il credente ne e di bere il suo sangue. Questo era
è nel mondo, dal mondo incompreso, troppo! Dopo aver esclamato: “Questo
odiato e spesso perseguitato. Ma poi- parlare è duro; chi può ascoltarlo?”
ché ha riposto la propria fiducia nel alcuni discepoli smisero di seguirlo. Il
Signore Gesù, vivrà anch’egli a motivo rifiuto della verità è punito con la ceci-
del Signore. La sua vita è strettamente tà spirituale: poiché essi non volevano
legata a quella del Signore e, inoltre, vedere, sarebbero arrivati al punto di
durerà per sempre. non poter più vedere.
6:58 Questo versetto è, in un certo 6:61 Qui abbiamo un’ennesima pro-
senso, il compendio di tutto quanto il va dell’onniscienza del Signore. Gesù
Signore ha detto nei versetti preceden- sapeva esattamente ciò che i discepoli
ti. Egli è il pane che è disceso dal cielo. stavano dicendo. Sapeva che criticava-
È migliore della manna che avevano no la sua asserzione di essere sceso dal
mangiato i padri nel deserto. Quel pa- cielo e che non gradivano l’idea di do-
ne apportava solo un beneficio tempo- ver mangiare la sua carne e bere il suo
raneo: era solo per questa vita. Cristo è sangue per avere la vita eterna. Così
il “pane” di Dio che dà la vita eterna a domandò loro: Questo vi scandalizza?
tutti coloro che se ne cibano. 6:62 Costoro erano sconvolti perché
6:59 Probabilmente, la folla che aveva Gesù sosteneva di essere disceso dal
seguito Gesù e i suoi discepoli a Caper- cielo. Gesù, dunque, domandò loro che
naum dalla sponda nord-orientale del cosa avrebbero pensato se l’avessero
mare di Galilea trovò Gesù nella sina- visto ascendere al cielo, preannun-
goga.(21) Fu là che egli impartì l’insegna- ciando, in tal modo, ciò che sarebbe
mento riguardo al pane della vita. successo dopo la risurrezione. Inoltre,
6:60 In quel periodo il numero dei essi erano anche scandalizzati perché
discepoli del Signore Gesù aveva supe- egli sosteneva che gli uomini avrebbe-
rato i dodici originari. Chiunque lo se- ro dovuto mangiare la sua carne. Cosa
guisse e dichiarasse di accettare il suo avrebbero pensato, dunque, se avesse-
insegnamento era considerato un suo ro visto quel corpo di carne ascendere
discepolo. Ma non tutti coloro che por- dov’era prima? In che modo gli uomini
tavano il nome di discepoli erano dei avrebbero potuto letteralmente man-
veri credenti. Infatti molti di quelli che giare la sua carne e bere il suo sangue,
si dicevano suoi discepoli esclamaro- quando egli fosse tornato al Padre?
no: Questo parlare è duro. Intendeva- 6:63 Queste persone avevano pensa-
no dire che l’insegnamento di Gesù era to alla carne reale, fisica di Cristo, ma
offensivo: non era difficile da capire, qui egli spiegò loro che la vita eterna
ma era sgradevole ed essi non riusci- non si ottiene “mangiando la carne”,
vano ad accettarlo. Domandando: chi bensì mediante l’opera dello Spirito
può ascoltarlo? intendevano: “chi può Santo di Dio. La carne non può dare la
sopportare di ascoltare una dottrina vita: soltanto lo Spirito può farlo. Gli
così ardua?” ascoltatori di Gesù avevano preso le
Nel messaggio concernente il pa- sue parole alla lettera e non avevano
ne della vita, il Signore aveva esor- capito che dovevano essere intese spi-
dito con un insegnamento alquanto ritualmente: le parole che Gesù aveva
semplice e comprensibile. Tuttavia, detto erano spirito e vita. Occorreva
procedendo nel discorso, aveva incon- che l’espressione “mangiare la sua car-
trato il chiaro rifiuto delle sue parole ne e bere il suo sangue” fosse compre-
da parte dei Giudei. Quanto più costo- sa secondo il suo significato spirituale:
ro chiudevano il loro cuore e la loro “mangiare” significa “avere fede”. Solo

380
GIOVANNI 7:2

allora, chi avesse accettato questo mes- l’ordine delle parole: prima creduto e
saggio avrebbe ricevuto la vita eterna. poi conosciuto. Innanzi tutto, essi ave-
6:64 Ma proprio mentre diceva que- vano riposto la propria fede nel Signore
ste cose, il Signore sapeva bene che Gesù Cristo e solamente dopo avevano
alcuni dei presenti non lo capivano saputo che egli era veramente colui che
perché non credevano. La difficoltà affermava di essere.
non stava nella loro incapacità, ma nel 6:70 Nei vv. 68-69 Pietro aveva usato
loro rifiuto. Gesù sapeva infatti fin dal il pronome “noi” intendendo indicare
principio che alcuni dei suoi sedicenti tutti i dodici discepoli. Qui il Signore
seguaci non avrebbero creduto in lui e lo corregge. Pietro non avrebbe dovuto
che uno dei suoi discepoli lo avrebbe sostenere con tanta sicurezza che tutti
tradito. Naturalmente Gesù sapeva i dodici erano veri credenti. È vero che
tutto ciò fin dall’eternità, ma probabil- il Signore aveva scelto tutti i dodici di-
mente questo versetto indica che egli lo scepoli, ma uno di loro era un diavolo.
sapeva fin dall’inizio del suo ministero Uno del gruppo non condivideva le
in terra. opinioni di Pietro riguardo al Signore
6:65 Gesù spiegò che era stata la lo- Gesù Cristo.
ro infedeltà a spingerlo ad annunciare 6:71 Il Signore Gesù sapeva che
loro che nessuno poteva andare a lui, Giuda... Iscariota... stava per tradirlo.
se non gli era dato dal Padre. Queste Sapeva che Giuda non lo aveva mai ve-
parole sono un attacco all’orgoglio ramente accettato come Signore e Sal-
dell’uomo, il quale pensa di potersi vatore. Di nuovo notiamo la completa
guadagnare o meritare la salvezza. Il conoscenza del Signore. E notiamo an-
Signore Gesù dichiarò che perfino la che che Pietro non era infallibile quan-
facoltà di andare a lui può essere con- do parlava a nome dei discepoli!
ferita solo da Dio Padre.
V. TERZO ANNO DI MINISTERO DEL
E. Reazioni diverse alle parole FIGLIO DI DIO: GERUSALEMME
del Salvatore (6:66-71) (7:1–10:39)
6:66 Queste parole del Signore risulta-
rono così sgradite che molti che l’ave- A. Gesù rimprovera i suoi fratelli
vano seguito fino a quel momento si (7:1-9)
allontanarono e non vollero più avere 7:1 Tra gli eventi riportati nel cap. 6 e
nulla a che fare con lui. Questi disce- quelli del cap. 7 trascorse qualche me-
poli non erano dei veri credenti; essi se. Gesù si trattenne in Galilea perché
avevano seguito il Signore per svariati non voleva fermarsi in Giudea, il quar-
motivi, ma non perché lo amassero o lo tier generale dei Giudei che cercavano
apprezzassero per chi egli era. di ucciderlo. Tutti sono concordi nel ri-
6:67 A questo punto Gesù si rivolse tenere che i Giudei (22) nominati in que-
ai dodici discepoli originari e domandò sto versetto siano i capi o le autorità del
loro se anch’essi volessero andarsene. popolo. Erano quelli che maggiormen-
6:68 La risposta di Pietro è degna di te odiavano Gesù e cercavano ogni op-
nota. Egli disse pressappoco: “Signore, portunità per ucciderlo.
come potremmo lasciarti? Tu insegni 7:2 la festa... delle Capanne era
dottrine che conducono alla vita eter- una delle più importanti del calenda-
na. Se ti lasciassimo, non sapremmo rio giudaico. Si celebrava alla fine del
da chi altri andare. Se ti lasciassimo, il raccolto e commemorava il periodo
nostro destino sarebbe segnato”. in cui i Giudei erano vissuti in tende o
6:69 Parlando a nome dei dodici, capanne dopo la fuga dall’Egitto. Era
Pietro soggiunse che essi avevano cre- una festa serena e piena di gioia, che
duto e conosciuto che il Signore Gesù esprimeva l’attesa del giorno in cui il
era il Messia, il Santo di Dio. Notiamo Cristo avrebbe regnato e la nazione

381
GIOVANNI 7:3

giudaica, riscattata, sarebbe vissuta in affatto che egli fosse il Cristo e neppu-
pace e prosperità nella sua terra. re volevano confidare in lui. Si espri-
7:3 I... fratelli del Signore menzionati mevano con sarcasmo. Il loro cuore
in questo versetto erano probabilmen- non era retto davanti al Signore. Quale
te figli maschi nati a Maria dopo Gesù amarezza deve essere stata, per il Si-
(secondo alcuni esegeti si tratterebbe gnore, dover constatare che i suoi fra-
di cugini o di altri parenti più lonta- telli dubitavano delle sue parole e delle
ni). Ma, a prescindere dal loro grado sue azioni! Tuttavia, anche oggi troppo
di parentela con Gesù, essi non erano spesso accade a coloro che sono fedeli
salvati; non credevano veramente nel a Dio di dover sopportare con dispiace-
Signore Gesù. Essi lo esortavano a re- re l’opposizione dei propri cari e delle
carsi a Gerusalemme per la festa delle persone a loro più vicine.
Capanne e a compiervi qualcuno dei 7:6 La vita del Signore era stata pro-
suoi miracoli affinché i suoi discepoli grammata dall’inizio alla fine. Ogni
vedessero ciò che faceva. I discepoli ci- momento e ogni giornata concordavano
tati qui non sono i dodici, bensì coloro con uno schema prefissato. Il tempo op-
che si professavano seguaci del Signore portuno per manifestarsi apertamente
Gesù in Giudea. al mondo non era ancora venuto. Gesù
Anche se non credevano in lui, vole- sapeva esattamente cosa gli sarebbe
vano che si manifestasse apertamente. accaduto: per il momento non rientra-
Forse volevano godere dell’attenzione va nella volontà di Dio che egli salisse
di cui sarebbero stati oggetto come a Gerusalemme per farsi conoscere
parenti di una personaggio famoso. O, pubblicamente. Nondimeno, egli ram-
più probabilmente, erano invidiosi del- mentò ai suoi fratelli che il loro tempo
la sua fama e volevano convincerlo ad era sempre pronto. Vivevano la loro vita
andare in Giudea nella speranza che secondo i loro desideri e non secondo la
fosse ucciso. volontà di Dio. Potevano fare i loro pro-
7:4 Forse erano parole pronunciate getti e muoversi come meglio credeva-
con sarcasmo. Sembra che i parenti no, giacché l’unico loro scopo era agire
pensassero che Gesù fosse in cerca secondo il proprio volere.
di notorietà. Per quale altro motivo 7:7 Il mondo non poteva odiare i
avrebbe compiuto tutti questi miracoli fratelli del Signore, perché essi appar-
in Galilea se non per diventare famoso? tenevano al mondo. Si erano schierati
“È arrivata per te la tua grande oppor- al fianco del mondo contro Gesù. La
tunità” gli dicevano. “Stai cercando di loro vita si armonizzava perfettamente
diventare famoso. Dovresti andare a con il mondo. Con il termine mondo
Gerusalemme per la festa. Ci saranno qui si intende il sistema che l’uomo ha
centinaia di persone e avrai la possibi- costruito, nel quale non c’è posto per
lità di compiere dei miracoli per loro. Dio né per il suo Cristo: è il mondo del-
La Galilea è un posto tranquillo e pra- la cultura, dell’arte, dell’istruzione o
ticamente i miracoli che fai qui restano della religione. In Giudea si trattava, in
segreti. Perché agisci così? Sappiamo particolare, del mondo religioso, dac-
benissimo che vuoi diventare famo- ché i capi dei Giudei erano quelli che
so!” E aggiungevano: Se tu fai queste più odiavano Cristo.
cose, manifestati al mondo. Era come Il mondo odiava Cristo perché egli
se dicessero: “Se sei davvero il Messia testimoniava che le sue opere erano
e fai questi miracoli per provarlo, per- malvagie. I tentativi di uccidere un uo-
ché non presenti queste prove là dove mo senza peccato sono una triste pro-
realmente potrebbero contare, cioè in va della natura depravata dell’umanità.
Giudea?” La perfezione della vita di Cristo dimo-
7:5 I suoi fratelli non intendevano strava quanto imperfetta fosse qualsia-
realmente glorificarlo. Non credevano si altra vita. Proprio come il raffronto

382
GIOVANNI 7:15

con una linea retta rivela l’irregolarità 7:9 Così, il Signore rimase in Gali-
di una linea tortuosa, così la venuta lea dopo la partenza dei fratelli. Co-
del Signore nel mondo servì a rivelare storo avevano lasciato indietro colui
tutta l’iniquità umana. L’uomo si risen- che poteva donare loro la gioia e la fe-
tì di essere messo così a nudo. Invece licità di cui la festa delle Capanne era
di pentirsi e gridare a Dio implorando l’espressione.
pietà, cercò di distruggere colui che gli
aveva fatto conoscere il suo peccato. B. Gesù insegna nel tempio
F.B. Meyer commenta: (7:10-31)
Ah! Uno dei rimproveri più tremen- 7:10 Qualche tempo dopo che i suoi
di dell’Amore incarnato sono queste fratelli furono saliti a Gerusalemme,
parole con cui egli apostrofò alcuni il Signore partì anche lui in incognito.
uomini nei giorni in cui visse sulla Essendo un Giudeo devoto desiderava
terra: “Il mondo non può odiare voi”. partecipare alla festa ; tuttavia, essen-
Non essere odiato dal mondo, ma do anche il Figlio ubbidiente di Dio,
esserne amato, blandito e lusingato: non poteva farlo palesemente, ma an-
ecco una delle situazioni più terribili dò come di nascosto.
in cui un credente può trovarsi. “Cosa 7:11 I Giudei che lo cercavano du-
ho fatto di male”, si chiedeva l’antico rante la festa erano indubbiamente i
saggio, “perché costui debba parlare capi che volevano uccidero. Quando
bene di me?” L’assenza dell’odio del chiedevano: Dov’è quel tale? non in-
mondo dimostra che non testimo- tendevano certo rendergli onore, bensì
niamo che le sue opere sono malva- disfarsi di lui.
gie. Il calore dell’amore del mondo 7:12 Ovviamente la presenza del Si-
prova che gli apparteniamo. L’ami- gnore suscitava agitazione tra la folla.
cizia del mondo è inimicizia verso
Come sempre i miracoli che compiva
Dio. Chi, dunque, vuol essere amico
inducevano la gente a chiedersi chi egli
del mondo si rende nemico di Dio
(cfr. Gv 7:7; 15:19; Gm 4:4).(23)
fosse realmente. Senza farsi notare, i
partecipanti alla festa si chiedevano
7:8 Il Signore disse ai suoi fratelli se era un profeta vero o falso. Alcuni
di salire alla festa . Era una situazio- dicevano: “È un uomo per bene!” Altri
ne molto triste: costoro fingevano di dicevano: “No, anzi, svia la gente!”
essere religiosi e se andavano a cele- 7:13 L’opposizione dei capi giudei
brare la festa delle Capanne. Il Cristo contro Gesù era diventata così pro-
di Dio era in mezzo a loro, ma essi non fonda che nessuno osava parlare di
lo amavano veramente. L’uomo ama lui apertamente. Senza dubbio, mol-
i rituali religiosi perché può rispet- ti del popolo riconoscevano che era
tarli senza provare per essi il minimo veramente il Cristo d’Israele, ma non
interesse. Ma mettetelo davanti alla osavano uscire allo scoperto e parlare
persona di Cristo: subito si sentirà a in suo favore perché temevano la per-
disagio! Gesù disse che non era an- secuzione dei capi religiosi.
cora arrivata per lui l’ora di andare 7:14 La festa delle Capanne durava
alla festa, perché il suo tempo non era parecchi giorni. Quando ormai metà
ancora compiuto. Non disse che non del periodo era trascorso, Gesù salì al
vi sarebbe andato del tutto, giacché tempio, fermandosi nel cortile esterno,
dal v. 10 apprendiamo che, infine, vi l’unica zona alla quale il popolo era
si recò; ciò che egli intendeva era che ammesso, e si mise a insegnare.
non vi sarebbe andato con i fratelli 7:15 Coloro che lo ascoltavano si
per avere una grande presentazione in meravigliavano. Senza dubbio era la
pubblico. Non era ancora il momento. sua conoscenza dell’A.T. ciò che li im-
Quella volta Gesù sarebbe a Gerusa- pressionava maggiormente, ma anche
lemme discretamente, senza clamore. la vastità del suo sapere e la sua capa-

383
GIOVANNI 7:16

cità di insegnare risvegliando l’inte- 7:19 Il Signore pronunciò una chiara


resse dell’uditorio. Sapevano che Gesù accusa contro i Giudei. Ricordò loro che
non aveva mai frequentato nessuna Mosè aveva dato loro la legge. I Giudei
delle grandi scuole religiose del tempo si vantavano di possedere la legge, ma
e non riuscivano a capacitarsi della avevano dimenticato che il semplice
sua profonda erudizione. Anche oggi possesso non comporta alcuna virtù.
il mondo si stupisce e spesso prova La legge, infatti, esigeva l’ubbidienza ai
fastidio quando trova credenti senza precetti e ai comandamenti: benché i
alcuna formale istruzione religiosa in Giudei si gloriassero del possesso della
grado di predicare e insegnare la Pa- legge, è evidente che nessuno di loro la
rola di Dio. rispettava, giacché anche in quel mo-
7:16 Anche qui notiamo con ammi- mento complottavano per ucciderlo.
razione che il Signore non desiderava Ora, poiché la legge proibiva espressa-
assumersi alcun merito personale, mente l’omicidio, costoro infrangeva-
bensì soltanto glorificare il Padre. Ge- no la legge già nelle loro intenzioni nei
sù rispose semplicemente che la sua confronti del Signore Gesù Cristo.
dottrina non era sua, ma di colui che lo 7:20 La gente si sentiva provocata
aveva mandato. Tutto ciò che il Signore dall’accusa del Signore Gesù, ma inve-
Gesù diceva e insegnava era ciò che il ce di ammettere che egli aveva ragione,
Padre gli aveva detto di dire e insegna- cominciò a insultarlo, insinuando che
re. Gesù non agiva indipendentemente egli fosse posseduto da un demonio e
dal Padre. sfidandolo a rivelare chi di loro cercas-
7:17 Se i Giudei avessero davvero vo- se di ucciderlo.
luto sapere se il suo messaggio era vero 7:21 Gesù rievocò la guarigione del
o falso, avrebbero potuto scoprirlo fa- paralitico presso la vasca di Betesda.
cilmente. Se veramente uno vuol fare Era questo il miracolo che gli procu-
la volontà di Dio, Dio gli rivela se gli rava l’odio dei capi religiosi giudei i
insegnamenti di Cristo provengono da quali, da quel momento, avevano co-
Dio o se il Signore insegnava semplice- minciato a tramare di ucciderlo. In
mente ciò che voleva insegnare. Questa quanto alla meraviglia generale della
è una meravigliosa promessa per tutti folla, essa non nasceva dall’ammira-
coloro che onestamente cercano la ve- zione, bensì dal disappunto giacché
rità. Dio rivelerà la verità a chiunque quell’opera sola, di cui sopra, era av-
desideri conoscerla e la ricerchi con venuta di sabato.
sincerità. F.W. Robertson commenta: 7:22 La legge di Mosè prescriveva che
“L’ubbidienza è lo strumento della co- ogni bambino maschio fosse circonci-
noscenza spirituale”. so otto giorni dopo la nascita (anche se,
7:18 Chi parla di suo, vale a dire ad essere precisi, la circoncisione non
secondo la propria volontà, cerca la era nata con Mosè, perché era già prati-
propria gloria. Ma non era il caso del cata dai padri, vale a dire da Abraamo,
Signore Gesù. Egli cercava la gloria del Isacco, Giacobbe e altri). Anche se l’ot-
Padre che lo aveva mandato. Poiché le tavo giorno cadeva di sabato, i Giudei
sue motivazioni erano assolutamente non consideravano sbagliato circonci-
pure, il suo messaggio era del tutto ve- dere il bambino in tale giorno, sapendo
ritiero e non vi era ingiustizia in lui. che si trattava di un atto necessario e
Gesù era l’unico di cui si potesse permesso dal Signore.
formulare un simile giudizio. Qual- 7:23 Se circoncidevano un bambi-
siasi altro insegnante mescolerebbe no di sabato, per ubbidire alla legge di
al proprio servizio un po’ d’egoismo. Mosè sulla circoncisione, perché mai
Ogni servitore del Signore, invece, do- consideravano sbagliato che il Signore
vrebbe avere l’ambizione di glorificare guarisse in giorno di sabato... un uo-
Dio anziché se stesso. mo tutto intero? Se la legge consentiva

384
GIOVANNI 7:31

un’azione necessaria, non avrebbe for- bravano alquanto ignoranti riguardo


se permesso un’opera di misericordia? ai particolari concernenti la venuta del
La circoncisione è una piccola ope- Messia. Questo è il motivo per cui dice-
razione chirurgica praticata sul ne- vano: quando il Cristo verrà, nessuno
onato maschio che, inevitabilmente, saprà di dove egli sia.
procura dolore e i cui benefici fisici 7:28 A questo punto Gesù, davanti al
sono minimi. Al contrario, il Signore popolo radunato ad ascoltarlo, affermò
Gesù aveva completamente ristabilito che essi certamente lo conoscevano e
la salute di un uomo di sabato e ora i sapevano di dove egli fosse originario.
Giudei lo criticavano per questo. Naturalmente alludeva al fatto che essi
7:24 Purtroppo, i Giudei giudicavano lo conoscevano soltanto come uomo:
le cose secondo l’apparenza e non se- costoro sapevano che egli era Gesù di
condo la loro realtà interiore, perciò il Nazaret, ma ignoravano che fosse an-
giudizio che formulavano non era cor- che Dio.
retto. Le opere che costoro reputavano Certo, come uomo viveva a Nazaret.
perfettamente legittime quando erano Ma essi dovevano anche sapere che
essi stessi a compierle erano così consi- non era venuto da sé, vale a dire con la
derate illegali se compiute dal Signore! propria autorità e l’intenzione di fare la
La natura umana tende sempre a giudi- propria volontà. Al contrario era stato
care secondo ciò che vede, non secondo mandato nel mondo dal Dio veritiero e
la realtà. Il Signore Gesù non aveva in- questo Dio essi non lo conoscevano.
franto la legge di Mosè; a infrangerla, 7:29 Ma egli lo conosceva. Dimorava
semmai, erano costoro, con il loro odio con Dio dall’eternità ed era, in tutto e
insensato nei confronti del Signore. per tutto, uguale a Dio Padre. Infatti
7:25 Ormai a Gerusalemme era ri- quando il Signore diceva di essere ve-
saputo che i capi giudei cospiravano nuto da lui, Dio, non voleva soltanto
contro il Salvatore. La gente comune si dire che era stato mandato da Dio, ma
chiedeva se non fosse proprio lui l’indi- che era sempre vissuto con Dio e che
viduo che i capi cercavano di uccidere. era uguale a lui in ogni cosa. Dicendo:
7:26 La gente non capiva come al è lui che mi ha mandato, Gesù stava
Signore Gesù fosse concesso di par- attestando, nel modo più chiaro possi-
lare così apertamente e liberamente. bile, che egli era il Cristo di Dio, l’Unto
Se i capi lo odiavano tanto quanto da- che Dio aveva mandato nel mondo per
vano a intendere al popolo, perché gli compiere l’opera di redenzione.
permettevano di continuare? Era forse 7:30 I Giudei compresero il signifi-
possibile che avessero scoperto che, cato delle parole e capirono che Gesù
dopo tutto, egli era veramente il Cristo, stava proclamando di essere il Messia.
come sosteneva di essere? Alle loro orecchie ciò suonava come
7:27 Le persone che non credevano un’impudente bestemmia; essi cerca-
che Gesù fosse il Cristo, tuttavia ritene- rono pertanto di arrestarlo, ma non
vano di conoscere perfettamente le sue riuscirono a mettergli le mani addos-
origini; essi, infatti, conoscevano Ma- so, perché l’ora sua non era ancora
ria, sua madre, e pensavano che Giu- venuta. La potenza di Dio proteggeva
seppe fosse suo padre. I Giudei di quel il Signore Gesù dalle malvagie trame
tempo ritenevano che, al momento op- umane finché non fosse giunta l’ora in
portuno, il Cristo si sarebbe presentato cui il Salvatore sarebbe stato offerto
all’improvviso e in modo misterioso. come sacrificio per il peccato.
Non immaginavano certamente che 7:31 A dire il vero, molti della folla
sarebbe nato come un qualsiasi bam- credettero nel Signore Gesù. Ci piace
bino e che sarebbe diventato un adul- pensare che la loro fede fosse sincera. Il
to. Avrebbero dovuto sapere, dall’A.T., loro ragionamento era questo: cos’altro
che sarebbe nato a Betlemme, ma sem- poteva fare Gesù per provare che era il

385
GIOVANNI 7:32

Messia? Quando il Cristo fosse venuto, nario, per predicare ai Giudei sparsi tra
se non era Gesù, sarebbe stato in grado i Greci e forse anche ai Greci stessi.
di fare più segni miracolosi di Gesù? 7:36 Di nuovo si stupirono delle sue
Dalle loro domande trapela la convin- parole. Che cosa intendeva dire Gesù
zione che Gesù aveva dimostrato di es- affermando che l’avrebbero cercato e
sere il vero Messia. non l’avrebbero trovato? Dove mai sa-
rebbe andato senza che essi potessero
C. Ostilità dei farisei seguirlo? I Giudei, in questo frangente,
(7:32-36) rappresentano bene la cecità dell’incre-
7:32 I farisei circolavano liberamente dulità. Non vi è cuore altrettanto pri-
tra la folla e udirono i commenti bi- gioniero delle tenebre quanto quello di
sbigliati dalla gente. La gente parlava chi rifiuta di accettare il Signore Gesù.
del Salvatore, non per criticarlo, ma Al giorno d’oggi diciamo “nessuno è più
per esprimere segretamente la propria cieco di chi non vuol vedere”. È questo
ammirazione nei suoi confronti. I fa- il caso del presente versetto. I Giudei
risei temevano che ne potesse nascere non volevano accettare il Signore Gesù e
un vasto movimento di consenso per quindi non potevano accettarlo.
Gesù, così mandarono delle guardie
per arrestarlo. D. La promessa dello Spirito Santo
7:33 Le parole riportate in questo (7:37-39)
versetto furono indubbiamente rivolte 7:37 Benché non se ne faccia accenno
agli ufficiali venuti per arrestarlo, così nell’A.T., i Giudei osservavano una ce-
come ai farisei e al popolo in generale. rimonia particolare in occasione della
Il Signore Gesù non smentì le af- festa delle Capanne: per sette giorni
fermazioni appena fatte, semmai le solevano portare dell’acqua attinta alla
confermò vigorosamente. Ricordò che vasca di Siloe e rovesciarla in un catino
sarebbe rimasto con loro ancora... per d’argento collocato presso l’altare de-
poco tempo e poi sarebbe tornato al gli olocausti. Tale cerimoniale non era
Padre che l’aveva mandato. Indubbia- compiuto l’ottavo giorno della festa;
mente queste parole servirono soltanto pertanto ai Giudei suonò ancora più
a irritare maggiormente i farisei. sorprendente il fatto che Gesù offrisse
7:34 Presto i farisei l’avrebbero “l’acqua della vita eterna”.
cercato, ma non sarebbero riusciti a I Giudei avevano rispettato il rituale
trovarlo. Sarebbe arrivato il giorno in religioso, ma i loro cuori non erano ap-
cui essi avrebbero avuto bisogno del pagati perché non avevano realmente
Salvatore, ma sarebbe stato troppo capito il significato della festa. Prima
tardi. Gesù sarebbe tornato in cielo e, che se ne tornassero tutti alle proprie
a causa della loro incredulità e mal- case, nell’ultimo giorno, il giorno più
vagità, essi non avrebbero più potuto solenne della festa, Gesù stando in
incontrarlo sulla terra. Le parole di piedi si rivolse loro invitandoli a cerca-
questo versetto sono molto solenni. re l’appagamento spirituale presso di
Ci ricordano che non bisogna lasciarsi lui. Consideriamo attentamente le sue
sfuggire il momento opportuno. Gli parole. Il suo invito era esteso a chiun-
uomini possono avere oggi l’opportu- que: Se qualcuno. Il suo vangelo era un
nità di essere salvati; se non ne appro- vangelo universale. Chiunque sarebbe
fittano potrebbero non averne mai più stato salvato se fosse andato a Cristo.
un’altra. Ma dobbiamo anche tener conto
7:35 I Giudei non capirono il signi- della condizione da rispettare. La Scrit-
ficato delle parole del Signore; non tura dice: Se qualcuno ha sete. Questa
compresero che egli sarebbe tornato sete è l’espressione di un bisogno spiri-
in cielo ma pensavano che, forse, egli tuale. Se un individuo ignora di essere
sarebbe partito per un viaggio missio- un peccatore, non certamente deside-

386
GIOVANNI 7:44

rerà essere salvato; se non comprende Spirito. All’epoca in cui il Signore Gesù
di essere perduto, non desidererà mai pronunciò queste parole, lo Spirito San-
essere trovato e se non si accorge del to non era ancora stato dato. Ciò non
grande vuoto spirituale che c’è nella avvenne fino a quando il Signore Gesù
sua vita, non vorrà mai andare al Salva- non fu tornato in cielo glorificato. Lo
tore per colmare quel vuoto. Il Signore Spirito Santo, poi, discese il giorno della
invitò l’anima assetata ad andare a lui, Pentecoste. Da quel momento lo Spirito
non alla chiesa, né a un predicatore, né Santo dimora in chiunque crede vera-
a farsi battezzare, né alla cena del Si- mente nel Signore Gesù Cristo.
gnore. Gesù disse: venga a me. Niente e
nessun altro si rivelerà altrettanto effi- E. Opinioni diverse riguardo a Gesù
cace a tale scopo; da qui l’invito: venga (7:40-53)
a me e beva. “Bere” qui significa appro- 7:40-41 Una parte di coloro che ascol-
priarsi di Cristo, credere in lui come tavano si convinse che il Signore Gesù
proprio Signore e Salvatore e, infine, era il profeta di cui Mosè aveva parlato
accoglierlo nella propria vita come il in De 18:15, 18. Altri riconobbero pron-
corpo assetato accoglie l’acqua. tamente che Gesù era il Cristo, il Mes-
7:38 Andare a Cristo e bere significa sia. Ma alcuni ritenevano che ciò fosse
credere in lui. Tutti coloro che credo- impossibile. Costoro credevano che
no in lui vedranno soddisfatti i propri Gesù venisse da Nazaret di Galilea e
bisogni e riceveranno fiumi di bene- sapevano bene che in nessuna profezia
dizioni spirituali che sgorgheranno dell’A.T. risultava che il Cristo sarebbe
da loro e fluiranno ad altri. Tutto l’A.T. venuto dalla Galilea.
insegnava che chi avesse accettato il 7:42 Questi Giudei affermavano, a
Cristo avrebbe ottenuto benedizioni ragione, che il Cristo doveva venire
personali e sarebbe stato di benedizio- dalla discendenza di Davide e da Bet-
ne per gli altri (p. es. Is 55:1). L’espres- lemme. Se avessero fatto qualche ricer-
sione fiumi d’acqua viva sgorgheranno ca in proposito, avrebbero scoperto che
dal suo seno significa che dall’intimo, o Gesù era effettivamente nato a Betlem-
dalla vita interiore, di una persona sa- me e che era un diretto discendente di
rebbe fluito l’aiuto per le altre persone. Davide per parte di madre, Maria.
Stott aggiunge che, mentre beviamo a 7:43 In seguito a tali divergenze di
piccoli sorsi, questi sorsi si moltipliche- opinioni e all’ignoranza generale, vi fu
ranno e confluiranno in una potente dunque dissenso tra la gente, a causa
armonia di fiumi in movimento. Wil- di Cristo. Oggi succede ancora la stessa
liam Temple avverte: “Non è possibile cosa. Uomini e donne hanno opinioni
avere lo Spirito e tenerselo per sé: dove diverse riguardo a Cristo. Alcuni di-
lo Spirito dimora, da lì anche scorre; se cono che fu semplicemente un uomo,
non vi è flusso di Spirito, non vi è nep- come ognuno di noi. Altri ammettono
pure lo Spirito”. volentieri che fu il più grande uomo
7:39 Qui si spiega chiaramente che che sia mai esistito. Ma coloro che cre-
l’espressione “acqua viva” indica lo Spi- dono nella Parola di Dio sanno che “il
rito Santo. Questo versetto è di capitale Cristo... è sopra tutte le cose Dio bene-
importanza, giacché vi si insegna che detto in eterno” (Ro 9:5).
tutti coloro che ricevono il Signore Gesù 7:44 C’era sempre qualcuno che cer-
Cristo ricevono altresì lo Spirito di Dio. cava di arrestare Gesù, ma senza suc-
In altre parole, non è vero, come alcuni cesso. Non vi è potenza sulla terra in
sostengono, che lo Spirito Santo entra e grado di ostacolare colui che cammina
viene a dimorare nell’individuo qualche nella volontà di Dio. “Noi siamo immor-
tempo dopo la sua conversione. Da que- tali fino a che non abbiamo realizzato
sto versetto risulta lampante che tutti il nostro compito”. Il tempo del Signore
coloro che credono in Cristo ricevono lo non era ancora venuto, perciò gli uomi-

387
GIOVANNI 7:45

ni non erano in alcun modo in grado di 7:51 Nicodemo obiettò che i Giudei
nuocergli. non avevano concesso a Gesù nemme-
7:45 I capi dei sacerdoti e i farisei no un’opportunità. La legge giudaica,
avevano mandato le guardie a pren- infatti, non giudicava un uomo prima
dere Gesù. Esse tornarono senza il di averlo udito. Nondimeno, ciò era
Signore. I capi dei sacerdoti e i farisei, quanto i capi giudei stavano facendo!
seccati, domandarono alle guardie Avevano forse paura dei fatti? Ovvia-
perché non l’avessero arrestato. mente sì.
7:46 Ma quegli uomini peccatori fu- 7:52 Stavolta i capi dei Giudei pre-
rono obbligati a parlare bene di Gesù, sero di mira proprio uno dei loro,
benché non credessero in lui. La loro Nicodemo, e gli domandarono sar-
memorabile risposta fu: Mai un uomo casticamente se anche egli fosse uno
ha parlato così! Senza dubbio, quegli degli uomini di Galilea che seguivano
ufficiali avevano sentito parlare molte Gesù. Non sapeva egli che nell’A.T. non
brave persone, ma non avevano mai si menzionava affatto che dalla Galilea
sentito nessuno parlare con tanta au- potesse sorgere qualche profeta ? Qui,
torità, grazia e saggezza. naturalmente, essi mostravano tutta la
7:47-48 Per intimidirli, i farisei li ac- loro ignoranza. Non avevano mai sen-
cusarono di essere stati sedotti da Gesù tito parlare del profeta Giona? Questi
e rammentarono loro che nessuno dei veniva proprio dalla Galilea!
capi del popolo giudeo aveva creduto 7:53 La festa delle Capanne era ormai
in lui. Che affermazione terribile! Era finita. Gli uomini tornarono alle loro
davvero esecrabile che quanti avevano case. Alcuni avevano incontrato perso-
il compito di guidare la nazione non nalmente il Salvatore e avevano creduto
avessero riconosciuto il Cristo quando in lui. Ma la maggioranza l’aveva respin-
si era presentato. to e i capi del popolo giudeo erano più
I farisei non solo non volevano cre- che mai decisi a disfarsi di lui, perché lo
dere nel Signore Gesù, ma volevano consideravano una minaccia per la loro
impedire che altri credessero in lui. Lo religione e per il loro sistema.
stesso accade anche ai nostri giorni.
Molti, che non vogliono essere salvati, F. La donna colta in flagrante
fanno tutto ciò che è in loro potere per adulterio (8:1-11)
impedire che parenti e amici giungano 8:1 Questo versetto è collegato all’ulti-
alla salvezza. mo versetto del cap. 7. Il nesso si coglie
7:49 Qui i farisei parlano del popolo più facilmente unendo i due versetti:
giudeo come di un popolino ignorante “E ognuno se ne andò a casa sua [men-
e maledetto. In altre parole, costoro tre] Gesù andò al monte degli Ulivi”. Il
asserivano che, se il popolo avesse co- Signore aveva detto: “Le volpi hanno
nosciuto le Scritture, avrebbe capito delle tane e gli uccelli del cielo hanno
che Gesù non era il Cristo. I farisei non dei nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha
avrebbero potuto commettere errore dove posare il capo” (Mt 8:20).
più grande! 8:2 Il monte degli Ulivi non era di-
7:50 A questo punto Nicodemo prese stante dal tempio. All’alba il Signore
la parola. Costui conosceva Gesù: egli Gesù scese dal monte, attraversò la
era l’uomo che era andato da lui di not- valle del Chidron e risalì verso la città,
te e aveva appreso che doveva nascere diretto al tempio. Tutto il popolo andò
di nuovo. Pensiamo che Nicodemo da lui; ed egli, sedutosi, li istruiva.
avesse riposto la sua fede nel Signore 8:3 Gli scribi (avevano l’incarico di
Gesù Cristo e fosse stato salvato. In copiare e insegnare le Scritture) e i fari-
questo frangente, si fece avanti e parlò sei erano più che mai ansiosi di coglie-
ai capi dei Giudei in favore del suo Si- re in fallo il Signore Gesù e cercavano
gnore. di estorcergli qualche dichiarazione

388
GIOVANNI 8:11

compromettente che consentisse loro modo di sapere che cosa abbia scritto.
di muovergli qualche accusa. Perciò gli Molti sostengono di intuirlo ma, in veri-
condussero una donna colta in flagrante tà, la Bibbia non lo dice.
adulterio e la condussero in mezzo alla 8:7 Piccati, i Giudei insistettero
folla, probabilmente davanti a Gesù. sollecitando una risposta. Allora Ge-
8:4 L’accusa di adulterio contro la sù rispose semplicemente che la leg-
donna era senza dubbio vera. Non ge doveva essere applicata, ma che se
vi è motivo di dubitare che ella fosse ne sarebbe dovuto occupare soltanto
stata effettivamente colta nell’atto di colui che non avesse commesso al-
compiere questo terribile peccato. Ma cun peccato. Così il Signore rispet-
dov’era l’uomo? Troppo spesso si pu- tò la legge di Mosè. Non disse che
niscono le donne, mentre gli uomini la donna dovesse essere prosciolta,
colpevoli dello stesso reato sono la- bensì accusò tutti i presenti di esse-
sciati liberi. re anch’essi dei peccatori. Coloro che
8:5 Era chiaro che essi intendevano vogliono giudicare gli altri devono
tendere un tranello al Signore e indurlo essere completamente puri. Spesso
a contraddire la legge di Mosè. Se fos- questo versetto è usato per scusare
sero riusciti nel loro intento, il popolo il peccato: ci si ritiene esenti da con-
si sarebbe rivoltato contro Gesù. Essi danna perché tutti commettono dei
ricordarono al Signore che Mosè, nel- peccati. Ma questo versetto non scu-
la legge, aveva comandato di lapidare sa il peccato. Al contrario, condanna
una persona colta in adulterio. Per i tutti i colpevoli, anche quelli che non
loro malvagi scopi, i farisei speravano sono mai stati colti in flagrante.
che il Signore si dichiarasse contrario 8:8 Chinatosi di nuovo, il Salvatore
e così gli domandarono il suo parere scriveva in terra. Questo è l’unico epi-
in proposito. Pensavano che la giusti- sodio in cui troviamo Gesù scrivere
zia e la legge esigessero una punizione qualcosa, e ciò che scrisse allora è spa-
esemplare. Sostiene Darby: rito dalla terra tanto tempo fa.
8:9 Coloro che accusavano la donna
Il cuore depravato dell’uomo si tran-
furono, a loro volta, accusati dalla loro
quillizza e si rasserena quando trova
qualcuno peggiore di lui. In tal modo
coscienza. Non trovarono altro da dire
egli si convince che il peccato più e cominciarono ad andarsene, a uno a
grande commesso dall’altro serva a uno. Erano tutti colpevoli, dai più vec-
scusare se stesso: accusando e criti- chi ai più giovani. Gesù fu lasciato solo
cando aspramente l’altro, dimentica con la donna accanto.
la propria colpa. Così gioisce dell’ini- 8:10 Con la sua grazia meravigliosa
quità.(24) il Signore Gesù fece notare alla donna
che i suoi accusatori erano scomparsi,
8:6 Non avevano alcuna vera accusa non c’era più nessuno nei pressi. Non
da muovere al Signore, perciò cerca- c’era una sola persona in mezzo a tutta
vano di fabbricarne falsamente una. quella folla che osasse condannarla.
Sapevano che se avesse lasciato andare 8:11 Quando la donna disse: Nessu-
la donna libera, si sarebbe comportato no, Signore, il Signore Gesù pronunciò
in modo contrario alla legge di Mosè e queste straordinarie parole: Neppure
lo avrebbero accusato di opporsi alla io ti condanno; va’ e da ora in poi non
giustizia. Se invece avesse condannato peccare più. Il Signore non si assunse
la donna a morte, avrebbero potuto im- alcuna autorità civile in materia. Il po-
pugnare tale dichiarazione per dimo- tere era nelle mani del governo romano
strare che era un oppositore del governo ed egli lo lasciava là dov’era. Egli non
romano e che era privo di misericordia. condannò né perdonò la donna – non
Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con era compito suo in quel momento – ma
il dito in terra. Non vi è assolutamente le raccomandò di non peccare più.

389
GIOVANNI 8:12

Nel cap. 1 di questo Vangelo ab- sù, ma in realtà dubitavano di se stessi,


biamo imparato che “la grazia e la in quanto uomini.
verità sono venute per mezzo di Gesù 8:14 Il Signore ammise che, solita-
Cristo”: questo episodio incarna tale mente, era necessaria la testimonianza
asserto. Nelle parole: “Neppure io ti di due o tre uomini. Ma, nel suo caso,
condanno” abbiamo un esempio del- la sua testimonianza era assoluta-
la grazia. Le parole va’ e... non pecca- mente vera : egli è Dio. Sapeva che era
re più sono parole di verità. Il Signore venuto dal cielo e che stava per tornare
non disse: “Va’ e cerca di peccare il in cielo, mentre costoro non sapeva-
meno possibile”. Gesù Cristo è Dio e no da dove egli fosse venuto né dove
il suo modello è la perfezione asso- stesse andando, convinti che egli fosse
luta. Non può approvare il peccato a soltanto un uomo, come loro, e non vo-
nessun livello. Perciò pone di fronte lendo credere che fosse il Figlio eterno
alla donna il modello perfetto di Dio di Dio, uguale al Padre.
stesso. (25) 8:15 I farisei esprimevano i propri
giudizi in base alle apparenze e se-
G. Gesù è la luce del mondo condo modelli prettamente umani.
(8:12-20) Consideravano Gesù il falegname di
8:12 La scena ora si sposta nella sala Nazaret e non si erano mai fermati a
del tesoro (vd. v. 20). Erano ancora in considerare che egli era diverso da
molti a seguire Gesù. Egli si rivolse a qualsiasi altro uomo mai esistito sulla
loro pronunciando un’altra importante terra. Il Signore Gesù dichiarò di non
attestazione della propria messianici- giudicare nessuno. Questo potrebbe
tà: Io sono la luce del mondo. Il mondo significare che egli non giudicava se-
è sprofondato nell’oscurità del peccato, condo i dettami terreni come, invece,
dell’ignoranza e della vanità. facevano i farisei. O, più probabilmen-
La luce del mondo è Gesù. Senza te, significa che lo scopo della sua ve-
Gesù non vi è liberazione dall’oscurità nuta nel mondo non era giudicare gli
del peccato. Senza Gesù non vi è guida uomini, bensì salvarli.
nel cammino della vita, nessuna cono- 8:16 Se il Signore dovesse giudica-
scenza del vero significato della vita e re, il suo giudizio sarebbe veritiero
di tutto ciò che ha attinenza con l’eter- e giusto. Egli è Dio e opera in tutto e
nità. Gesù promette che chiunque lo per tutto in accordo con il Padre che
seguirà non camminerà nelle tenebre, lo ha mandato. Gesù non cessava di
ma avrà la luce della vita. riproporre ai farisei il suo legame di
Seguire Gesù significa credere in lui. parentela con Dio Padre : era proprio
Molti ritengono, erroneamente, di po- tale affermazione a esasperarli mag-
ter vivere come Gesù senza nascere di giormente.
nuovo. Seguire Gesù significa andare a 8:17-18 Il Signore sapeva bene che
lui pentiti, credere in lui come Signore la legge di Mosè richiedeva la testimo-
e Salvatore e affidargli tutta la propria nianza di due testimoni. Nulla di ciò
vita. Chi fa questo ha una guida per che egli disse mirava a contrastare tale
la vita, nonché una chiara e luminosa principio.
speranza dopo la morte. Se insistevano sulla necessità di due
8:13 i farisei attaccarono Gesù sul testimoni, non gli era difficile procu-
fronte legale: costoro gli fecero notare rarli. In primo luogo, era lui stesso a te-
che egli stava testimoniando di sé. La stimoniare di sé, con la sua vita senza
testimonianza di una sola persona non peccato e con le parole che pronuncia-
era considerata valida, giacché l’essere va. In secondo luogo, anche il Padre te-
umano è fazioso per natura. I farisei stimoniava del Signore Gesù, con le sue
non si facevano scrupolo di gettare pubbliche attestazioni dal cielo e con i
l’ombra del dubbio sulle parole di Ge- miracoli che gli permetteva di compie-

390
GIOVANNI 8:25

re. Cristo realizzava nella sua Persona Gesù non hanno speranza di accedere
tutte le profezie dell’A.T. riguardo al al cielo. Quanto deve essere spaventoso
Messia e tuttavia, nonostante queste morire nei propri peccati, separati Dio,
prove schiaccianti, i capi giudei non privati di Cristo, senza più speranza!
volevano credere. 8:22 i Giudei non capivano che il Si-
8:19 C’era sicuramente del sarcasmo gnore parlava del suo ritorno in cielo.
nella successiva domanda dei farisei; Cosa voleva dire quando affermava che
fu, probabilmente, dopo aver girato lo se ne sarebbe andato? Voleva dire che
sguardo tutt’intorno che essi gli chie- sarebbe sfuggito al loro complotto per
sero a Gesù: Dov’è tuo Padre? Gesù ri- ucciderlo, suicidandosi? È strano che
spose che essi non conoscevano né chi fossero giunti a questa conclusione. Se
stava loro dinanzi né suo Padre. Na- egli si fosse ucciso, nulla avrebbe impe-
turalmente avranno negato risoluta- dito loro di fare altrettanto e di seguirlo
mente la loro ignoranza riguardo a Dio. nella morte. Ma le loro considerazioni
Nondimeno quella era la pura verità. Se non erano altro che la dimostrazione
essi avessero ricevuto il Signore Gesù, dell’ottenebramento della loro incre-
avrebbero anche conosciuto suo Pa- dulità. Stupisce che essi fossero così
dre. Ma poiché nessuno può conoscere ottusi e ignoranti riguardo alle cose di
Dio Padre se non tramite Gesù Cristo, cui parlava il Salvatore!
costoro, che respingevano il Salvatore, 8:23 Essi erano di quaggiù : indub-
non potevano onestamente affermare biamente con tale affermazione Gesù
di conoscere e amare Dio. si richiamava al loro sciocco riferimen-
8:20 Qui apprendiamo che il fatto to al suicidio. Il loro punto di vista sulla
descritto nei versetti precedenti avven- realtà era meschino: essi non riusciva-
ne nella sala del tesoro... nel tempio. no a trascendere la realtà contingente
Il Signore era ancora circondato dalla perché non avevano alcuna sensibilità
protezione divina e nessuno poté met- spirituale. Al contrario, Cristo era di
tergli le mani addosso per arrestarlo lassù : ogni suo pensiero, parola e azio-
o ucciderlo. L’ora sua non era ancora ne era di origine celeste. Tutto ciò che
venuta. L’espressione l’ora sua fa rife- essi facevano aveva il sapore del mon-
rimento alla sua crocifissione sul Gol- do, laddove tutta la vita di Gesù dimo-
gota, dove Gesù sarebbe morto per i strava che egli proveniva da un mondo
peccati del mondo. più puro di questo.
8:24 Gesù era solito ripetere i con-
H. I Giudei discutono con Gesù cetti già espressi per dare maggiore
(8:21-59) enfasi al discorso. Qui annunciò nuo-
8:21 Dimostrando un’altra volta la pro- vamente e solennemente ai suoi ascol-
pria prescienza, Gesù informò coloro tatori che sarebbero morti nei loro
che lo criticavano circa la propria dipar- peccati. Se si fossero ostinati a non cre-
tita, indicando non solamente la propria dere in lui, non avrebbero avuto alcuna
morte e sepoltura, ma altresì la propria alternativa. Al di fuori del Signore Gesù
risurrezione e ascensione al cielo. non vi è modo di ottenere il perdono
Il popolo giudeo avrebbe continuato per i peccati… e coloro che muoiono
a cercare il Cristo, non comprendendo con i peccati non perdonati non po-
che egli li aveva già visitati e che essi tranno mai entrare in cielo. Nella frase
l’avevano respinto. A causa del loro pronunciata dal Signore Gesù, se non
rifiuto, essi sarebbero morti nel loro credete che io sono, morirete nei vostri
peccato. Ciò significa che, per loro, la peccati, è contenuta l’espressione io
strada per il cielo che il Signore stava sono, ulteriore attestazione della sua
per intraprendere era ormai preclusa. deità (vd. note a 4:26 e 6:20).
Questa è una verità inoppugnabile! Co- 8:25 I Giudei erano frastornati dagli
loro che rifiutano di accettare il Signore insegnamenti del Signore Gesù. E così

391
GIOVANNI 8:26

gli domandarono seccamente: Chi sei rete che io sono. Il significato di questa
tu? Forse in questa domanda vi era una espressione è: allora conoscerete che io
sfumatura di sarcasmo, come se inten- sono Dio. Allora avrebbero capito che
dessero dire: “Chi credi di essere? Come egli non faceva nulla da sé, vale a dire di
ti permetti di parlarci in questo modo?” propria iniziativa, ma che era venuto nel
O forse volevano davvero sapere cosa mondo in totale dipendenza dal Padre,
avrebbe risposto. La risposta è degna di per dire le cose che il Padre gli aveva in-
nota: Sono per l’appunto quel che vi di- segnato e comandato di dire.
co. Egli era il Messia promesso. I Giudei 8:29-30 Il rapporto del Signore con
glielo avevano sentito dire spesso, ma i Dio Padre è molto stretto. Ognuna del-
loro cuori induriti si rifiutavano di in- le frasi pronunciate dal Signore è una
chinarsi davanti alla verità. Ma questa dichiarazione della sua uguaglianza
risposta può avere anche un altro signi- con Dio. Per tutto il suo ministero ter-
ficato: il Signore Gesù era esattamente reno, il Padre fu con lui. Gesù non fu
ciò che predicava. Non diceva una cosa mai lasciato solo. Egli fece sempre ciò
per farne un’altra. Egli era la dimostra- che era gradito al Padre. Queste parole
zione vivente di tutto ciò che insegnava. possono essere proferite solo da un es-
La sua vita concordava perfettamente sere senza peccato. Nessun individuo
con i suoi insegnamenti. nato da genitori umani potrebbe mai
8:26 Il significato di questo versetto affermare con sincerità: Faccio sempre
non è chiaro. Qui il Signore pare affer- le cose che gli piacciono. Troppo spes-
mare che vi erano molte altre cose che so facciamo le cose che piacciono a noi.
egli avrebbe potuto dire e giudicare Qualche volta ci sentiamo spinti a fare
riguardo a quei Giudei increduli. Egli le cose che piacciono ad altri. Soltanto
avrebbe potuto, ad esempio, portare il Signore Gesù fu sempre dedito a fare
alla luce i pensieri e gli impulsi mal- ciò che era gradito a Dio.
vagi dei loro cuori. Tuttavia, per ubbi- Mentre pronunciava queste parole
dienza al Padre, si sarebbe limitato a straordinarie, molti credettero in lui.
dire ciò che il Padre gli aveva ordinato Senza dubbio alcuni di loro erano sin-
di dire. E poiché il Padre è veritiero, ceri; altri, probabilmente, confessaro-
egli stesso, Gesù, era degno di essere no la propria fede nel Signore soltanto
ascoltato e creduto. formalmente.
8:27 Ma i Giudei non capirono che 8:31 Gesù allora chiarì la differenza
egli parlava loro di Dio Padre. Sembra fra coloro che sono discepoli e colo-
che, con il passare del tempo, le loro ro che sono veramente… discepoli .
menti si chiudessero sempre più. In Chi si dichiara allievo è un discepolo,
precedenza, allorché il Signore Gesù laddove chi si è completamente impe-
aveva dichiarato di essere Figlio di Dio, gnato per il Signore Gesù è veramente
essi avevano compreso che egli affer- discepolo. I veri credenti hanno questa
mava la propria uguaglianza con Dio caratteristica: perseverano nella paro-
Padre, ma ora non più. la, ossia non smettono mai di imparare
8:28 Gesù predisse nuovamente dagli insegnamenti di Cristo e non gli
ciò che stava per accadere. Dapprima voltano mai le spalle (una delle qualità
i Giudei avrebbero innalzato il Figlio della vera fede è la stabilità). Essi non
dell’uomo (allusione alla crocifissio- sono salvati perché perseverano nella
ne). Solo dopo aver fatto ciò, avrebbero sua Parola, bensì perseverano nella sua
riconosciuto che egli era il Cristo. Lo Parola perché sono salvati.
avrebbero capito per via del terremoto 8:32 A ogni vero discepolo Gesù pro-
e dell’oscurità che ne sarebbero seguiti mette: conoscerete la verità e la verità
ma, soprattutto, per la sua risurrezione vi farà liberi. I Giudei non conoscevano
corporale. Consideriamo attentamente la verità, anzi erano incatenati a una
le parole del Signore: allora conosce- tremenda forma di schiavitù. Essi era-

392
GIOVANNI 8:41

no schiavi dell’ignoranza, dell’errore, erano davvero discendenti d’Abraamo


del peccato, della legge e della super- (lett. “seme” o “stirpe”). Ma era altresì
stizione. Coloro che veramente cono- evidente che essi non erano il seme di
scono il Signore Gesù sono liberati dal Abraamo, non avendo per Dio la de-
peccato, camminano nella luce e sono vozione che aveva, invece, contraddi-
guidati dallo Spirito Santo di Dio. stinto il loro patriarca. Cercavano di
8:33 Alcuni dei Giudei presenti uccidere il Signore Gesù perché i suoi
udirono il Signore parlare di libertà e, insegnamenti non penetravano in loro.
immediatamente, si irritarono. Vantan- Ciò significa che non permettevano alle
dosi di essere discendenti di Abraamo, parole di Cristo di portare frutto nella
si gloriavano di non essere mai stati loro vita. Resistevano alle sue dottrine e
schiavi di nessuno. Ma ciò non era ve- non si abbandonavano a lui con fiducia.
ro: Israele era stato schiavo dell’Egitto, 8:38 Ciò che Gesù insegnava loro
dell’Assiria, di Babilonia, della Persia, era ciò che il Padre gli aveva ordinato
della Grecia e ora di Roma. E come se di dire. Egli e il Padre erano uniti a tal
ciò non bastasse, proprio mentre par- punto che le parole che egli pronuncia-
lavano con il Signore Gesù, essi erano va erano le parole del Padre stesso. Qui
schiavi del peccato e di Satana. sulla terra il Signore Gesù rappresen-
8:34 Evidentemente il Signore stava tava perfettamente il Padre. Al contra-
parlando della schiavitù del peccato. rio, i Giudei facevano ciò che avevano
Egli ricordò ai suoi ascoltatori giudei imparato dal loro padre (ovviamente,
che chiunque commette il peccato il Signore Gesù non alludeva al padre
è schiavo del peccato. Questi Giudei terreno, bensì al diavolo).
millantavano religiosità ma, in real- 8:39 I Giudei protestarono nuova-
tà, erano disonesti, sfrontati e, presto, mente la loro appartenenza alla di-
anche assassini: proprio in quel mo- scendenza di Abraamo. Si vantavano
mento, infatti, tramavano la morte del del fatto che Abraamo fosse il loro
Figlio di Dio. padre. Ma il Signore Gesù ribatté che,
8:35 Gesù successivamente mise a quantunque discendenti (lett. “seme”
confronto la posizione, nella casa, di o “stirpe”, v. 37) di Abraamo, essi non
uno schiavo e di un figlio : lo schiavo erano, però, suoi figli. In genere, i figli
non ha alcuna certezza che vi rimarrà assomigliano ai loro genitori, cammi-
per sempre, laddove il figlio ne è as- nano e parlano come loro. Ma non era
solutamente certo. Il termine “figlio” il caso di questi Giudei i quali, anzi,
potrebbe indicare tanto il Figlio di Dio vivevano in netta contrapposizione
quanto chi diventa figlio di Dio me- rispetto alla vita condotta da Abraamo.
diante la fede in Cristo. Ad ogni modo, Benché discendenti di Abraamo secon-
è certo che il Signore stava dicendo do la carne, costoro erano, moralmen-
a quei Giudei che essi non erano figli, te, figli del diavolo.
bensì schiavi, e che potevano essere 8:40 Il Signore Gesù spiegò chiara-
cacciati via in qualsiasi momento. mente quale divario vi fosse fra loro e
8:36 Non vi è alcun dubbio, invece, Abraamo. Gesù era venuto nel mondo e
che il termine Figlio di questo verset- aveva proclamato null’altro che la pura
to faccia riferimento a Cristo stesso. verità. Essi erano offesi e scandalizzati
Coloro che egli libera sono veramente del suo insegnamento, perciò cerca-
liberi. Ciò significa che chiunque va al vano di ucciderlo. Abraamo non fece
Salvatore e riceve da lui la vita eterna così : difatti, egli si schierò dalla parte
è libero dalla schiavitù del peccato, della verità e della giustizia.
del legalismo, della superstizione e di 8:41 Era chiaro chi fosse il vero pa-
Satana. dre di costoro: essi agivano esatta-
8:37 Il Signore sapeva bene che, al- mente come lui. Facevano le opere del
meno in linea di sangue, questi Giudei padre loro, il diavolo. Può anche darsi

393
GIOVANNI 8:42

che i Giudei accusassero il Signore porto che c’era fra loro e il diavolo vi-
di essere nato da fornicazione. Non- vendo nel modo in cui il diavolo vive.
dimeno, molti studiosi della Bibbia Con l’espressione volete fare i desideri
ravvisano nel termine fornicazione del padre vostro, Gesù denuncia l’in-
un riferimento all’idolatria. Costoro tenzione o la tendenza del loro cuore.
asserivano di non aver mai commesso Il diavolo fu omicida fin dal princi-
adulterio spirituale, vale a dire di es- pio, infatti procurò la morte ad Adamo
sere sempre stati fedeli a Dio. Egli era e all’umanità intera. Ma non solo è
l’unico che avessero mai riconosciuto un omicida, è anche bugiardo. Non si
come legittimo Padre. attiene alla verità, perché non c’è ve-
8:42 Il Signore dimostrò la falsità rità in lui. Quando dice il falso, parla
delle loro affermazioni puntualizzan- di quel che è suo. Le menzogne sono
do che, se davvero avessero amato Dio, parte intrinseca della sua esistenza.
avrebbero amato anche colui che Dio È bugiardo e padre della menzogna .
aveva mandato. È insensato afferma- I Giudei imitavano il diavolo sotto en-
re di amare Dio e, nello stesso tempo, trambi gli aspetti. Essi erano omicidi
odiare Gesù. Gesù, infatti, dichiarava perché, nel loro intimo, desideravano
di essere proceduto... da Dio: ciò signi- uccidere il Figlio di Dio, ed erano bu-
fica che egli era l’unigenito ed eterno giardi perché sostenevano che Dio
Figlio di Dio. In nessun caso si può dire fosse il loro Padre. Fingevano di essere
che egli nacque come Figlio di Dio: tale uomini pii e devoti, ma la loro condotta
rapporto tra Figlio e Padre esisteva da era malvagia.
tutta l’eternità. Gesù rammentò loro, 8:45 Coloro che mentono per abitu-
inoltre che egli era venuto da Dio, affer- dine perdono la capacità di discernere
mando di fatto la propria preesistenza. la verità. Davanti a questi uomini c’era
Gesù dimorava in cielo con il Padre da Gesù, il quale aveva sempre detto la
tempo immemorabile, prima ancora verità, ma essi non gli credevano. Ciò
di apparire sulla terra. Ma il Padre lo denotava la malvagità del loro caratte-
aveva mandato nel mondo per essere il re. Lenski spiega bene:
Salvatore del mondo ed egli era venuto Quando incontra la verità, la men-
in completa ubbidienza. te corrotta cerca soltanto obiezioni;
8:43 I due termini parlare e parola quando incontra ciò che differisce
del v. 43 hanno significati diversi. La da questa verità, vede o cerca ragioni
parola è l’insegnamento di Cristo. Il per accettare questa differenza.(26)
parlare indica il linguaggio con cui egli
esprimeva le sue verità. Essi non riu- 8:46 Soltanto Cristo, l’innocente
scivano neppure a comprendere il suo Figlio di Dio, poteva pronunciare pa-
parlare : quando Gesù parlava di pane, role veritiere come queste. Nessuno al
costoro pensavano al pane materiale; mondo avrebbe potuto contestargli un
se parlava di acqua, essi non capivano singolo peccato. Non vi era alcun difet-
che si trattava di acqua spirituale. Per- to nel suo carattere: egli era perfetto in
ché non riuscivano a capire il suo par- tutte le sue vie. Diceva solamente parole
lare? Perché non volevano accettare i di verità, ma costoro non gli credevano.
suoi insegnamenti. 8:47 Chi veramente ama Dio, ascol-
8:44 A questo punto, il Signore Gesù ta e ubbidisce alle parole di Dio. Ri-
dichiarò apertamente che il diavolo fiutando il messaggio del Salvatore, i
era il loro padre. Ciò non significa che Giudei dimostravano di non appar-
essi erano nati dal diavolo allo stesso tenere veramente a Dio. Da questo
modo in cui i credenti nascono da Dio. versetto appare chiaro che il Signore
Ma significa, come disse Agostino, che Gesù dichiarava di trasmettere le stes-
erano figli del diavolo per imitazione se parole di Dio. Su questo non pote-
(Trattato 42, 10). Dimostravano il rap- vano esservi fraintendimenti.

394
GIOVANNI 8:56

8:48 I Giudei ricorsero nuovamente “pazzo”. Gli fecero presente che Abraa-
alla violenza verbale, non riuscendo a mo e i profeti erano tutti morti. Egli,
controbattere alle parole del Signore invece, aveva detto che se uno osserva-
Gesù in alcun altro modo. Da stolti, de- va la sua parola, non avrebbe mai visto
finendolo un Samaritano, essi gli rivol- la morte. Come si potevano conciliare
sero un insulto razzista: in pratica, lo le due cose?
accusavano di non essere un vero Giu- 8:53 Capirono che Gesù aveva ap-
deo, bensì un nemico d’Israele. Inoltre, pena affermato di essere maggiore
lo accusarono di avere un demonio. del loro padre Abraamo e dei profeti.
Con ciò, senza dubbio, intendevano Abraamo non aveva mai liberato nes-
dargli del pazzo. Secondo loro, infatti, suno dalla morte, tanto meno se stes-
soltanto una persona fuori di mente so, e neppure c’erano riusciti i profeti.
poteva fare simili discorsi. Tuttavia, ecco qui uno che sosteneva di
8:49 Notiamo il modo pacato in cui poter liberare dalla morte gli altri uo-
Gesù replicò ai suoi nemici. I suoi in- mini! Certamente costui si considerava
segnamenti non erano le parole di uno più grande dei loro padri.
che aveva un demonio, bensì di uno 8:54 I Giudei pensavano che Gesù
che cercava di onorare Dio Padre. Era volesse attirare l’attenzione su di sé.
per questo che essi lo disonoravano: Gesù rammentò loro che le cose non
non perché fosse pazzo, ma perché era stavano così: colui che lo glorificava
profondamente impegnato a curare gli era il Padre stesso, proprio quel Dio
interessi del suo Padre celeste. che essi dicevano di amare e servire.
8:50 Avrebbero dovuto sapere che 8:55 I Giudei sostenevano che Dio
egli non aveva mai cercato la pro- era il loro Padre, ma in realtà non lo
pria gloria. Tutto ciò che faceva aveva conoscevano affatto. In quel momento
l’unico scopo di glorificare suo Padre. parlavano con qualcuno che veramen-
Il fatto che avesse accusato i Giudei di te conosceva Dio Padre, uno che era si-
disonorare lui, il Figlio, non significa mile a Dio. Essi pretendevano che Gesù
che Gesù cercasse la propria gloria . ritrattasse la sua dichiarazione rela-
Poi, il Signore aggiunse queste paro- tivamente alla sua uguaglianza con il
le: V’è uno che la cerca e che giudica. Padre, ma Gesù rispose che, se l’avesse
Quell’uno, naturalmente, è Dio. Dio fatto, sarebbe stato un bugiardo. Egli
Padre avrebbe cercato la gloria del suo conosceva Dio Padre e ubbidiva alla
amato Figlio e avrebbe giudicato tutti sua parola.
coloro che non l’avessero glorificato. 8:56 Poiché i Giudei continuavano a
8:51 Ancora una volta, siamo di fron- parlare di Abraamo, il Signore ricordò
te a una delle mirabili attestazioni del loro che Abraamo aveva atteso con gio-
Signore Gesù, espresse con parole che ia il giorno del Messia, l’aveva visto per
solo lui, che era Dio, poteva usare. Lo fede e se ne era rallegrato. Il Signore
annuncio è introdotto dalla nota for- Gesù asserì di essere colui che Abraa-
mula enfatica: In verità, in verità vi di- mo aspettava: la fede di Abraamo ripo-
co. Gesù promise: se uno osserva la mia sava sulla venuta di Cristo.
parola, non vedrà mai la morte. Il ter- Quando avvenne che Abraamo vi-
mine morte non può riferirsi alla morte de il giorno di Cristo? Forse quando
fisica, giacché sono molti i credenti che condusse Isacco sul monte Moria per
muoiono ogni giorno. Qui Gesù allude offrirlo in olocausto a Dio. In quell’oc-
alla morte spirituale. Il Signore assicura casione fu rappresentato l’intero
che coloro che credono in lui sono libe- dramma della morte e della risurre-
rati dalla morte eterna e non soffriran- zione del Messia, ed è possibile che
no mai le pene dell’inferno. Abraamo se ne rendesse conto per
8:52 A questo punto i Giudei erano fede. In questo modo, il Signore Gesù
più che mai convinti che Gesù fosse dichiarava di essere l’adempimento di

395
GIOVANNI 8:57

tutte le profezie dell’A.T. concernenti il nascita : questa puntualizzazione met-


Cristo. te in evidenza una situazione disperata
8:57 Un volta ancora, i Giudei rive- e, nello stesso tempo, la grandezza del
larono la propria incapacità di com- miracolo che gli diede la vista.
prendere la verità divina. Gesù aveva 9:2 I... discepoli posero a Gesù una
detto: “Abraamo... ha gioito nell’attesa domanda strana: la cecità dell’uomo
di vedere il mio giorno”, però essi gli era una conseguenza del suo peccato o
risposero come se avesse affermato del peccato dei suoi genitori? Ma come
di aver visto Abraamo. Vi è un’enor- poteva essere stata causata dal pecca-
me differenza fra le due affermazio- to dell’uomo, se questi era nato cieco ?
ni! Il Signore Gesù aveva rivendicato Credevano forse in una qualche forma
una posizione superiore a quella di di reincarnazione, ossia nel ritorno
Abraamo, essendo stato l’oggetto dei dell’anima di un defunto sulla terra in
pensieri e della fede di quest’ultimo. un nuovo corpo? O forse intendevano
Abraamo, per fede, guardava al giorno dire che era nato cieco perché Dio ave-
di Cristo. va previsto i peccati che avrebbe com-
I Giudei non riuscivano ad assimila- messo dopo essere nato? È evidente che
re il concetto. Essi sapevano che Gesù essi ritenevano che questa cecità fosse
non aveva ancora cinquant’anni (a direttamente connessa al peccato della
quell’epoca ne aveva trentatré). Come famiglia. Sappiamo che questo non è
poteva aver visto Abraamo? necessariamente vero. Benché tutte le
8:58 Ancora una volta, il Signore Ge- malattie, le sofferenze e la morte siano
sù dichiarò apertamente di essere Dio. arrivate nel mondo proprio in conse-
Non disse: Prima che Abraamo fosse guenza del peccato, non è vero che la
nato, io ero. Questo avrebbe semplice- sofferenza sia sempre causata dai pec-
mente indicato che era nato prima di cati commessi.
Abraamo. Invece, Gesù usò il nome di 9:3 Con ciò Gesù non intendeva dire
Dio: IO SONO (cfr. Es 3:14). Il Signore Gesù che quell’uomo non avesse peccato o
dimorava con Dio Padre da tutta l’eter- che i suoi genitori non avessero peccato,
nità. Non esiste un tempo antecedente bensì che la sua cecità non era una con-
la sua esistenza. Perciò disse: Prima che seguenza diretta del peccato nella loro
Abraamo fosse nato, io sono. vita. Dio aveva permesso che quest’uo-
8:59 Subito i Giudei cercarono di uc- mo nascesse cieco affinché potesse es-
ciderlo, ma Gesù si nascose e uscì dal sere un mezzo per manifestare le potenti
tempio. I Giudei capirono chiaramente opere di Dio. Prima che l’uomo nascesse,
cosa Gesù aveva inteso dire dichiaran- il Signore Gesù sapeva che avrebbe do-
do: “Prima che Abraamo fosse nato, nato la vista a quegli occhi ciechi.
IO SONO”. Aveva appena detto di essere 9:4 Il Salvatore sapeva di avere a di-
Yahweh! Fu questo il motivo per cui sposizione circa tre anni di ministero
cercarono di lapidarlo: a loro parere, pubblico prima di essere crocifisso e
egli aveva bestemmiato. Non volevano perciò doveva passare ogni momento
ammettere che il Cristo era là, in mezzo della sua vita lavorando per Dio. Ecco
a loro. Non gli avrebbero mai permesso che gli si presentava un uomo cieco fin
di regnare su di loro! dalla nascita: il Signore Gesù doveva
compiere un miracolo di guarigione a
I. Sesto segno: la guarigione suo beneficio, a prescindere dal sabato.
dell’uomo nato cieco (9:1-12) Presto il tempo del suo ministero pub-
9:1 Può darsi che questo fatto sia ac- blico sarebbe finito ed egli non sarebbe
caduto allorché Gesù ebbe lasciato il più stato sulla terra. Questo è un solen-
tempio o anche qualche tempo dopo gli ne avvertimento per ogni credente: la
eventi narrati nel cap. 8. Si riporta che vita passa rapidamente e la notte vie-
l’uomo in questione era cieco fin dalla ne… allora il nostro servizio sulla terra

396
GIOVANNI 9:15

sarà concluso per sempre. Perciò dob- 9:8-9 I vicini dell’uomo erano stupe-
biamo utilizzare il tempo che abbiamo fatti. Non riuscivano a credere che co-
a disposizione per servire al meglio il stui fosse lo stesso uomo che da tempo
Signore. stava seduto a chieder l’elemosina (lo
9:5 Quando era nel mondo, Gesù era stesso dovrebbe succedere quando un
la luce del mondo e risplendeva in un individuo è salvato: coloro che gli stan-
modo singolare e diretto. Quando com- no vicini dovrebbero essere in grado di
piva miracoli e insegnava, la gente pote- vedere in lui la differenza!). Alcuni so-
va vedere la luce del mondo davanti ai stenevano che si trattasse dello stesso
propri occhi. Il Signore Gesù è ancora la uomo. Altri, più incerti, si limitavano
luce del mondo, e tutti coloro che vanno ad ammettere una certa somiglianza.
a lui ricevono la promessa che non cam- Ma fu il diretto interessato a fugare
mineranno mai nell’oscurità. In questo ogni dubbio affermando di essere pro-
caso, comunque, il Signore Gesù stava prio l’uomo nato cieco.
parlando in particolare del proprio mi- 9:10 Ogni volta che Gesù operava un
nistero pubblico in terra. miracolo, la gente si faceva mille doman-
9:6 Non ci è detto perché il Signore de. Spesso le domande danno al credente
Gesù mescolò terra e saliva e li pose l’opportunità di testimoniare per il Signo-
sugli occhi dell’uomo cieco. Alcu- re. In questa occasione la gente domandò
ni hanno ipotizzato che l’uomo non all’uomo che cosa fosse successo.
avesse le pupille e che, così facendo, 9:11 La sua testimonianza fu sempli-
il Signore le creò e gliele applicò nelle ce, ma convincente. L’uomo raccontò
cavità orbitali. Altri suggeriscono che, i fatti salienti della sua guarigione at-
per dare la vista ai ciechi, il Signore si tribuendone il merito a colui che aveva
avvaleva di metodi disprezzati agli oc- compiuto il miracolo. Fino ad allora l’uo-
chi del mondo. Egli usava cose deboli mo non aveva capito chi fosse il Signore
e insignificanti per realizzare i propri Gesù, infatti lo indicò semplicemente
disegni. Anche oggi per dare la vista a come l’uomo che si chiama Gesù; ma
coloro che sono spiritualmente ciechi, poi la sua consapevolezza si approfondì
Dio usa uomini e donne, individui for- ed egli capì chi era Gesù.
mati con la polvere della terra. 9:12 Quando testimoniamo del Si-
9:7 Chiamando all’opera la fede gnore Gesù Cristo spesso suscitiamo
dell’uomo, Gesù lo invitò ad andare a la- nel cuore degli altri il desiderio di co-
varsi nella vasca di Siloe. Benché cieco, noscerlo.
egli probabilmente conosceva la posi-
zione della vasca ed era in grado di fare J. Crescente opposizione dei Giudei
ciò che gli era stato detto. La Scrittura (9:13-41)
commenta che il termine Siloe significa 9:13 Probabilmente entusiasti per il
mandato: può darsi che si tratti di un miracolo al quale avevano assistito,
riferimento al Messia (colui che è stato alcuni Giudei condussero dai farisei
“mandato”). Colui che stava compien- colui che era stato cieco. Forse non si
do il miracolo era anche colui che era rendevano conto che i capi religiosi si
stato mandato nel mondo da Dio Padre. sarebbero irritati per la guarigione di
L’uomo cieco andò e si lavò nella vasca quest’uomo.
e ricevette (non si può dire che “recupe- 9:14 Gesù aveva compiuto il mira-
rò” la vista, giacché quest’uomo era nato colo in giorno di sabato. I farisei che lo
cieco!) la vista. Il miracolo fu istantaneo criticavano non avevano compreso che
e l’uomo fu immediatamente in grado di Dio non aveva istituito il sabato come
vedere. Quale splendida meraviglia do- impedimento a un atto di misericordia
vette essere, per lui, poter guardare per o di bontà.
la prima volta il mondo in cui era vissuto 9:15 L’uomo ebbe un’altra opportuni-
fino ad allora! tà di testimoniare Gesù. Quando anche

397
GIOVANNI 9:16

i farisei... gli domandarono... come egli chiunque confessava che Gesù era il
avesse ricuperato la vista, raccontò di Cristo sarebbe stato espulso dalla si-
nuovo la sua semplice storia. Questa nagoga . Era una minaccia che ogni
volta l’uomo non menzionò Gesù, pro- Giudeo avrebbe preso molto sul serio
babilmente non per timore, ma perché e questa coppia non voleva pagare un
sapeva che tutti conoscevano l’autore di prezzo tanto elevato. Avrebbe signi-
quel potente miracolo. Ormai il Signore ficato per loro la perdita dei mezzi di
Gesù era ben noto a Gerusalemme. sussistenza, come pure dei privilegi
9:16 Di nuovo vi fu disaccordo ri- della religione giudaica.
guardo alla personalità di Gesù. Alcuni Fu per timore dei capi giudei, dun-
dei farisei sostenevano che Gesù non que, che i suoi genitori consigliarono
poteva essere un uomo pio perché ave- loro di rivolgersi al figlio.
va profanato il sabato. Altri affermava- 9:24 L’espressione “Da’ gloria a Dio”
no che un peccatore non avrebbe mai potrebbe avere due significati:
potuto compiere un tale stupefacente 1° potrebbe essere una forma di giura-
miracolo. Spesso l’incontro con Gesù mento. Forse i farisei intendevano:
provocava divisioni fra le persone; gli “Ora devi dire la verità. Noi sappiamo
uomini, infatti, erano obbligati a pren- che quest’uomo è un peccatore”;
dere posizione: o con lui o contro di lui. 2° potrebbe essere un’esortazione a
9:17 I farisei domandarono all’uomo ringraziare, per l’avvenuto miracolo,
che era stato cieco che cosa pensasse soltanto Dio e non Gesù, che i farisei
di Gesù. Questi non aveva ancora ca- consideravano un criminale.
pito che Gesù era Dio, nondimeno la 9:25 Anche questa volta, i farisei
sua fede era cresciuta fino a fargli am- subirono uno scacco. Ogni tentativo
mettere che Gesù era un profeta. Egli di screditare il Signore Gesù serviva
credeva che colui che gli aveva dato la soltanto a rendergli maggior onore. La
vista fosse stato inviato da Dio e avesse testimonianza dell’uomo fu splendi-
un messaggio divino da comunicare. da. Costui non conosceva molto bene
9:18-19 Molti Giudei non credevano il Signore Gesù, ma una cosa sapeva:
ancora al miracolo, perciò chiamarono che prima era cieco e ora ci vedeva.
i genitori dell’uomo per scoprire la loro Nessuno avrebbe potuto smentire tale
versione dei fatti. testimonianza.
Chi meglio dei genitori sarebbe stato La stessa cosa avviene per coloro
in grado di confermare che il proprio che sono nati di nuovo. Il mondo può
figlio era affetto da cecità fin dalla na- dubitare, deridere e disapprovare, ma
scita? Certamente la loro testimonian- nessuno può negare la nostra testimo-
za sarebbe stata probante. Così i farisei nianza quando diciamo che una volta
domandarono loro se quello fosse vera- eravamo dei peccatori perduti e che
mente il loro figlio e in che modo aves- ora siamo salvati dalla grazia di Dio.
se ricevuto la vista. 9:26-27 Di nuovo gli fu chiesto di
9:20-21 La testimonianza dei suoi ge- raccontare come fossero andate le co-
nitori fu affermativa. Questo era sicu- se. Ma a questo punto, l’uomo che era
ramente il loro figlio e, per anni, la sua stato cieco era piuttosto seccato. Ricor-
cecità era stata il loro grande cruccio. dò loro che aveva già detto tutto quan-
Ma non erano in grado di andare to, ma essi non l’avevano ascoltato.
oltre. Non sapevano in che modo aves- Perché volevano udirlo di nuovo? Vole-
se ricevuto la vista né… chi gli avesse vano forse diventare discepoli di Gesù?
aperto gli occhi, e consigliarono ai fa- Ovviamente il suo tono era sarcastico.
risei di rivolgersi a lui: egli era in grado Sapeva bene che odiavano Gesù e non
di parlare di sé. avevano alcun desiderio di seguirlo.
9:22-23 Il v. 22 spiega la reticenza 9:28 Si dice spesso: “Quando non hai
dei genitori: avevano sentito dire che argomenti di difesa, rilancia l’accusa”.

398
GIOVANNI 9:38

Ciò fu esattamente quanto accadde in to: che diritto aveva, dunque, di adergersi
quel frangente: i farisei non erano riusci- a loro maestro? In realtà ne aveva ogni di-
ti a demolire la testimonianza dell’uomo, ritto perché, come ha scritto Ryle, “l’inse-
così cominciarono ad attaccarlo accu- gnamento dello Spirito Santo si riscontra
sandolo di essere un discepolo di Gesù maggiormente tra persone di umile ori-
(come se si trattasse del peggior misfatto gine che tra persone di una certa classe
al mondo!), laddove essi si professavano sociale e cultura”. È scritto: lo cacciarono
discepoli di Mosè (come se si trattasse fuori. Probabilmente ciò non significa
della condizione preferibile). solamente che questi fu allontanato dal
9:29 I farisei dichiararono che Dio tempio ma, probabilmente, che ricevette
aveva comunicato con Mosè, ma par- anche una sorta di scomunica religiosa.
larono sprezzantemente di Gesù. Se Qual era la motivazione? Un uomo nato
avessero creduto agli scritti di Mosè, cieco aveva ricevuto il dono della vista il
avrebbero accettato il Signore Gesù sabato. Poiché non aveva voluto parlar
come Signore e Salvatore. Inoltre, se male di colui che aveva compiuto il mira-
avessero riflettuto un istante, si sareb- colo, era stato cacciato.
bero ricordati che Mosè non aveva mai 9:35 Gesù andò a cercarlo. Con ciò
donato la vista a un uomo nato cieco. egli intendeva rassicurarlo: “Se costoro
In mezzo a loro c’era uno più grande di non ti vogliono, ti prenderò io”. Coloro
Mosè ed essi non lo comprendevano. che sono scacciati per amore di Gesù
9:30 Il sarcasmo dell’uomo si fece più non perdono nulla, ma sono grande-
pungente: i farisei non se lo sarebbero mente benedetti dalla sua accoglienza
mai aspettato. L’uomo si espresse più o e dalla sua comunione. Vediamo in
meno in questo modo: “Voi siete i capi che modo il Signore Gesù condusse
d’Israele e siete i sapienti in mezzo al quest’uomo ad avere fede in lui come
popolo. Tuttavia c’è un uomo in mezzo Figlio di Dio. Gli domandò soltanto:
a voi che è in grado di dare la vista ai “Credi nel Figlio di Dio? ” (ND). (27)
ciechi, ma voi non sapete di dove sia. 9:36 Pur avendo ricevuto la vista fi-
Vergognatevi!” sica, l’uomo aveva ancora bisogno del-
9:31 La testimonianza dell’uomo si la visione spirituale. Questi domandò
faceva sempre più ardita e la sua fede dunque al Signore chi fosse il Figlio di
cresceva in proporzione. Ricordò ai Dio, affinché potesse credere in lui. Il
suoi interlocutori un principio gene- titolo qui tradotto con “Signore” è un
rale: Dio non esaudisce i peccatori né semplice appellativo di cortesia.
opera miracoli tramite loro. Dio non 9:37 A questo punto, Gesù si presen-
approva i malvagi e non dà loro il po- tò all’uomo come il Figlio di Dio. Non
tere di compiere miracoli. Al contrario, era un uomo qualunque colui che gli
Dio apprezza e approva l’uomo pio. aveva fatto dono della vista e operato
9:32-33 Egli comprese di essere il l’impossibile nella sua vita. Colui che
primo uomo, in tutta la storia umana, l’uomo aveva appena visto e che gli sta-
nato cieco e, successivamente, dotato va parlando era il Figlio di Dio.
della facoltà di vedere. Non riusciva a 9:38 Per tutta risposta, l’uomo sem-
comprendere come i farisei potessero plicemente e docilmente ripose la
assistere a un simile miracolo e, nello propria fede nel Signore Gesù e, pro-
stesso tempo, trovare delle colpe in chi stratoglisi innanzi, lo adorò. Oltre a
l’aveva compiuto. essere un uomo guarito, ora egli era
Se il Signore Gesù non fosse stato un’anima salvata. Che gran giorno fu
da Dio, non avrebbe mai potuto far un quello per lui! Aveva ricevuto sia la vi-
miracolo di tale portata. sta fisica sia la vista spirituale.
9:34 Con rinnovato piglio aggressivo, Notiamo che l’uomo nato cieco non
i farisei insinuarono che la cecità dell’uo- adorò il Signore finché non seppe che
mo fosse il risultato diretto del suo pecca- si trattava del Figlio di Dio. Essendo un

399
GIOVANNI 9:39

Giudeo intelligente non avrebbe mai sei, i quali sostenevano di essere i veri
adorato un semplice uomo. Ma non ap- pastori del popolo d’Israele. Proprio
pena seppe che colui che l’aveva guarito a costoro il Signore Gesù rivolse, in
era il Figlio di Dio lo adorò, non per ciò particolare, questo suo insegnamento.
che aveva fatto, bensì per quello che era. La solennità di ciò che stava per dire è
9:39 A prima vista questo versetto segnalata dall’espressione In verità, in
sembra in contraddizione con Gv 3:17 verità vi dico.
“Dio non ha mandato suo Figlio nel L’ovile era il luogo in cui le pecore
mondo per giudicare il mondo”. In trovavano riparo per la notte. Si tratta-
realtà non vi è conflitto: venendo nel va di un’area recintata cui si accedeva
mondo, Cristo non aveva lo scopo di da una porticina. Qui il termine ovile
giudicare, bensì di salvare; nondime- indica la nazione d’Israele.
no, per coloro che rifiutano di riceverlo, Molti si erano presentati al popolo
il castigo è inevitabile. giudeo, proclamandosi guide e maestri
La predicazione del vangelo comporta spirituali o, addirittura, messia della na-
una duplice conseguenza: 1° quelli che zione. Costoro, tuttavia, non vennero nel
ammettono di non vedere ricevono la vi- modo in cui l’A.T. profetizzava la venuta
sta; 2° quelli che sostengono di riuscire a del Messia; al contrario, si erano avvici-
vedere perfettamente rimangono ciechi. nati da un’altra parte, presentandosi al
9:40 Alcuni farisei compresero che il popolo “a modo loro”. Non si trattava,
Signore Gesù alludeva proprio a loro e dunque, di veri pastori, bensì di “ladri” e
alla loro cecità. Perciò andarono da lui di “briganti”. Il ladro si impossessa di ciò
e gli domandarono con sfrontatezza se che non gli appartiene e il brigante si im-
egli intendesse insinuare che erano cie- padronisce dei beni altrui con la forza.
chi anche loro. Tale domanda retorica In tal senso, gli stessi farisei erano ladri
presupponeva una risposta negativa. e briganti. Essi pretendevano di guidare
9:41 La risposta del Signore può essere i Giudei e tuttavia facevano tutto quan-
parafrasata come segue: “Se ammette- to era in loro potere per impedire loro di
te di essere ciechi e peccatori e di avere accogliere il vero Messia, perseguitava-
bisogno di un Salvatore, allora i vostri no coloro che seguivano Gesù e, infine,
peccati possono essere perdonati e voi avrebbero messo a morte lo stesso Gesù.
potete essere salvati. Tuttavia, poiché 10:2 In questo versetto si fa riferimen-
asserite di non avere bisogno di nulla, to a Gesù. Egli era andato a trovare le pe-
di essere giusti e di non peccare, per voi core perdute della casa d’Israele: era lui il
non vi è perdono dei peccati”. Sostenen- vero pastore delle pecore. Era entrato per
do: non avreste alcun peccato, Gesù non la porta, e ciò significava che era venuto
intendeva dire che essi sarebbero stati in totale adempimento delle profezie ve-
“totalmente” senza peccato, ma “relati- terotestamentarie concernenti il Cristo.
vamente” senza peccato. In altre parole: Non si era costituito Salvatore da sé, ma
se essi avessero ammesso che rifiutare di aveva ubbidito alla volontà di suo Padre.
riconoscerlo come Messia equivaleva a Ne aveva tutti i requisiti.
essere ciechi, il loro peccato sarebbe sta- 10:3 Gli esegeti non sono concordi
to un’inezia rispetto all’enorme peccato circa l’identità del portinaio presenta-
che commettevano sostenendo di vede- to in questo versetto. Alcuni ritengono
re e rifiutandosi, tuttavia, di riconoscerlo che il termine indichi i profeti dell’A.T., i
come il Figlio di Dio. quali annunciarono la venuta di Cristo.
Altri pensano che si tratti di Giovanni il
K. Gesù, la porta delle pecore battista, il quale fu il precursore del ve-
(10:1-10) ro Pastore. Altri ancora vi ravvisano con
10:1 Questi versetti sono strettamen- certezza un’allusione allo Spirito Santo,
te collegati all’ultima parte del cap. 9, il quale permette l’accesso del Signore
ossia alla replica del Signore ai fari- Gesù nel cuore e nella vita delle persone.

400
GIOVANNI 10:9

Le pecore udirono la voce del pasto- 10:6 Qui è scritto chiaramente che
re e la riconobbero: quella era la voce Gesù rivolse questa similitudine ai
del loro vero Pastore! Proprio come le farisei ma, poiché essi non erano vere
pecore riconoscono la voce del loro pa- pecore, non capirono. Se fossero stati
store, così vi furono individui, in mez- vere pecore, avrebbero udito la sua vo-
zo al popolo giudeo, che riconobbero il ce e l’avrebbero seguito.
Cristo allorché egli apparve loro. In tut- 10:7 Perciò Gesù fece un altro esem-
to il Vangelo abbiamo sentito il Pastore pio. Parlò di nuovo di una porta; ma
chiamare le proprie pecore per nome. stavolta non alludeva alla porta di cui al
Gesù chiamò molti discepoli nel cap. 1 v. 2: Egli si autodefinì la porta delle peco-
e tutti costoro udirono la sua voce e gli re in un contesto che non era più quello
risposero; egli chiamò l’uomo cieco dell’ovile d’Israele. Una nuova immagine
del cap. 9 e chiama ancora coloro che si stava delineando: l’immagine delle
lo ricevono come proprio Salvatore. La pecore elette d’Israele che uscivano dal
chiamata è personale e individuale. giudaismo e andavano a Cristo, la porta.
L’espressione le conduce fuori po- 10:8 Altri erano venuti prima di Cri-
trebbe significare che il Signore Gesù sto, rivendicando autorità e posizione,
condusse quelli che udirono la sua vo- ma le pecore elette d’Israele non li ave-
ce fuori dell’ovile d’Israele. Essi vi era- vano ascoltati, poiché sapevano che
no tenuti al chiuso senza possibilità di stavano reclamando ciò che non pote-
uscirne, poiché non vi era libertà sotto va appartenere loro di diritto.
la legge. Il Signore conduce le sue pe- 10:9 Questo è uno di quei deliziosi
core nella libertà della sua grazia. Nel versetti che i bambini della scuola do-
capitolo precedente abbiamo visto che menicale imparano a memoria, eppu-
i Giudei avevano cacciato l’uomo fuori re gli studiosi più eruditi non riescono
della sinagoga. Così facendo, avevano ancora a penetrarne completamente la
contribuito, senza saperlo, all’opera del profonda ricchezza. Cristo è la porta.
Signore. Il cristianesimo non è né un credo né
10:4 Quando il vero pastore ha mes- una chiesa, bensì una Persona, e que-
so fuori tutte le sue pecore, non le spin- sta Persona è il Signore Gesù Cristo (se
ge avanti, ma va davanti a loro. Non le uno entra per me). La salvezza si può
conduce in alcun luogo dove egli stesso ricevere solamente tramite Cristo. Né il
non sia già stato: egli cammina sem- battesimo né la cena del Signore procu-
pre davanti alle sue pecore come loro rano la salvezza; vi si accede solamente
Salvatore, loro guida e loro esempio. mediante Cristo e la sua potenza. Tale
Quelli che sono vere pecore di Cristo lo invito è rivolto a tutti: Cristo è il Salva-
seguono. Non diventano pecore se se- tore sia dei Giudei sia di tutti gli altri
guono il suo esempio, ma se sono nati popoli. Nondimeno, per essere salvati
di nuovo. Quando sono salvati, deside- bisogna entrare e ricevere Cristo per
rano andare dove egli li conduce. fede. Si tratta di un atto personale, sen-
10:5 Lo stesso istinto che permette za il quale non vi è salvezza. Chi entra
alle pecore di riconoscere la voce del ve- per quella porta sarà sottratto al castigo
ro pastore impedisce loro di seguire un e alla potenza del peccato e, infine, al
estraneo. Gli estranei erano i farisei e gli peccato stesso.
altri capi del popolo giudeo, i quali bada- Dopo essere stato salvato, entrerà e
vano alle pecore per il proprio tornacon- uscirà. Presumibilmente, con tale locu-
to. Lo illustra bene la storia dell’uomo zione si intende spiegare che per fede si
nato cieco. L’uomo riconobbe la voce del può entrare alla presenza di Dio, per ado-
Signore Gesù, ma capì anche che i farisei rarlo, e poi uscire nel mondo per rendere
erano degli estranei; perciò si rifiutò di testimonianza al Signore. In ogni caso è
ubbidire loro, anche se ciò comportò l’al- una immagine della perfetta sicurezza e
lontanamento dalla sinagoga. libertà nel servizio del Signore. Chi entra

401
GIOVANNI 10:10

troverà pastura. Cristo non è solamen- colo, questo scappa e abbandona le


te il Salvatore e il Redentore, ma anche pecore alla mercé del lupo.
colui che sostiene e nutre: la sua pecora 10:13 Facciamo quel che facciamo
troverà pastura nella Parola di Dio. perché siamo quel che siamo. Il merce-
10:10 Lo scopo del ladro è rubare, nario lavora perché è pagato ma non si
ammazzare e distruggere. Egli viene cura delle pecore. È più interessato al
per soddisfare le proprie ambizioni egoi- proprio benessere che al loro bene. Oggi
stiche. A questo scopo è anche disposto nella chiesa ci sono troppi mercenari,
ad ammazzare le pecore. Al contrario, uomini che scelgono il ministero come
il Signore Gesù non si avvicina al cuore una comoda occupazione, senza prova-
umano per fini egoistici. Infatti non vie- re vero amore per le pecore di Dio.
ne per prendere, ma per dare. Egli è ve- 10:14 Qui il Signore ribadisce di es-
nuto affinché gli uomini abbiano vita e sere il buon pastore. L’aggettivo buon
l’abbiano in abbondanza. Riceviamo la (gr. kalos) qui significa “ideale, degno,
vita nel momento in cui accettiamo Ge- scelto, eccellente”. Gesù incarna tutte
sù come nostro Salvatore. Dopo che sia- queste qualità; egli parla, quindi, del
mo salvati, scopriamo che si può godere legame profondo che esiste fra lui e
di questa vita in misura diversa. Più ci le sue pecore. Egli conosce le proprie
affidiamo allo Spirito Santo, maggiore è pecore ed esse lo conoscono. Questa è
il godimento della vita che ci è stata da- una stupenda verità.
ta. Non solo, dunque, abbiamo vita, ma 10:15 Purtroppo, per via della punteg-
l’abbiamo in abbondanza. giatura, questa frase è considerata come
un nuovo periodo a sé stante. In realtà,
L. Gesù, il buon pastore sarebbe bene considerare i due versetti
(10:11-18) come se fossero uno: “e conosco le mie,
10:11 Molte volte Gesù usò l’espressio- e le mie conoscono me, come il Padre
ne Io sono, il nome stesso di Dio, e ogni mi conosce e io conosco il Padre”. Ecco
volta si trattava di una dichiarazione di di nuovo una verità esaltante! Il Signore
uguaglianza con Dio Padre. Qui Gesù paragona il suo rapporto con le pecore
si definisce il buon pastore che dà la al rapporto esistente fra lui e il Padre.
sua vita per le pecore. Di norma, sono La stessa unione, la stessa comunione,
le pecore che danno la propria vita per la stessa intimità e la stessa conoscenza
il pastore. Il Signore Gesù, invece, morì che vi è fra il Padre e il Figlio accomuna
per il suo gregge. pastore e pecore.
…e do la mia vita per le pecore,
Quando doveva scorrere il sangue di
soggiunge. Questa è un’altra delle nu-
una vittima,
merose rivelazioni nelle quali Gesù an-
Questo Pastore fu spinto dalla pietà
a frapporsi tra noi e il nemico
nuncia la propria morte sulla croce al
E di buon grado posto dei peccatori.
morì al posto nostro. 10:16 Questo è il versetto chiave del
capitolo. Le altre pecore di cui parla
– Thomas Kelly
il Signore sono i pagani, gli stranie-
10:12 Il mercenario è colui che pre- ri. La sua venuta nel mondo doveva,
sta i propri servizi dietro compenso. in particolare, beneficare le pecore
Per esempio può essere pagato dal pa- d’Israele, ma aveva altresì presente la
store per prendersi cura del gregge in salvezza degli altri popoli. Le pecore
vece sua. I farisei erano dei mercenari: straniere non appartenevano all’ovi-
la loro sollecitudine nei confronti de- le giudeo. Ma il cuore compassione-
gli altri era condizionata dal riscontro vole del Signore Gesù, per decisione
economico che essi percepivano in divina, acconsentì a raccogliere an-
cambio. Al mercenario... non appar- che queste pecore. Gesù sapeva che
tengono le pecore ; in vista del peri- queste ultime sarebbero state meglio

402
GIOVANNI 10:23-24

disposte ad ascoltare la sua voce ri- da. Solamente quando si accoglie Gesù
spetto al popolo giudeo. come Signore e Salvatore si conosce la
Nell’ultima parte di questo versetto pace di Dio.
non si parla più del gregge del giudai- 10:20-21 Il Signore Gesù fu l’unico
smo, ma del gregge del cristianesimo. uomo perfetto che visse sulla terra.
Abbiamo qui una breve anticipazione Non disse mai una parola sbagliata né
dell’unione in Cristo di stranieri e Giu- compì mai un’azione malvagia. Tutta-
dei, quando tutte le differenze fra que- via la perversità del cuore umano era
sti popoli scompariranno. tale che, quando egli venne con paro-
10:17 Nei vv. 17-18 il Signore Gesù le di amore e di saggezza, gli uomini
spiegò cosa avrebbe fatto per chiama- dissero che aveva un demonio, che era
re a sé Giudei e stranieri eletti: sarebbe fuori di sé e che non era degno di es-
morto, sarebbe stato sepolto e poi sa- sere ascoltato. Ecco un’altra macchia
rebbe risuscitato. Quest’affermazione nella storia dell’umanità. Altri erano di
sarebbe stata fuori luogo, se il Signore tutt’altra opinione e ravvisavano nelle
Gesù fosse stato soltanto un uomo. Egli parole e nelle azioni del Signore Gesù
parlò della propria vita e del potere di le parole e le azioni di un uomo buono,
deporla e di riprenderla . Poteva fare non di un demonio.
tutto questo perché egli è Dio. Il Padre
amava il Signore Gesù perché era di- N. Con le sue opere Gesù dimostra
sposto a morire e a risorgere per salva- di essere il Cristo (10:22-39)
re le pecore perdute. 10:22 A questo punto c’è un’interru-
10:18 Nessuno può togliere la vita zione nel racconto. Ora il Signore Gesù
al Signore. Egli è Dio e, dunque, è più non si rivolgeva più ai farisei, bensì ai
grande di tutti i complotti omicidi Giudei in generale.
delle sue creature, avendo, inoltre, il Non sappiamo quanto tempo fos-
potere di deporre la propria vita e di ri- se trascorso tra i fatti del v. 21 e quelli
prenderla. Gli uomini, però, uccisero il esposti in questo versetto. Tra l’altro,
Signore Gesù, non è forse vero? Certo: rileviamo che questa è l’unica volta
ciò è chiaramente riportato in At 2:23 e che, nella Bibbia, si menziona la festa
1 Te 2:15. Il Signore Gesù permise loro della Dedicazione (ebr. Hanukkah). Si
di farlo: quella fu la prova che egli ave- ritiene che questa festa fu istituita da
va il potere di deporre la propria vita. Giuda Maccabeo per la dedicazione
Inoltre, egli “rese lo spirito” (19:30), del tempio, quando il tempio fu puri-
a dimostrazione della propria forza e ficato e ridedicato dopo la profanazio-
della propria volontà. ne avvenuta nel 165 a.C. per mano di
Quest’ordine ho ricevuto dal Padre Antioco Epifane. Si tratta di una festa
mio, disse Gesù. Il Padre aveva dato or- annuale non istituita dal Signore, ben-
dine o istruzione al Signore di deporre sì dal popolo giudeo. Era d’inverno, e,
la sua vita e di risorgere dai morti. La aggiungeremmo, un inverno non solo
sua morte e la sua risurrezione erano atmosferico, ma anche spirituale.
indispensabili all’adempimento della 10:23-24 Il ministero pubblico del
volontà del Padre. Perciò Gesù fu ubbi- Signore Gesù era quasi concluso ed egli
diente fino alla morte e risuscitò il ter- stava per dimostrare la sua piena de-
zo giorno, secondo le Scritture. dizione a Dio Padre con la morte sulla
croce.
M. Dissenso fra i Giudei …il portico di Salomone era una va-
(10:19-21) sta area coperta nei pressi del tempio;
10:19 Le parole del Signore Gesù pro- quando il Signore vi passeggiava, molti
vocarono un dissenso tra i Giudei. L’in- Giudei gli si radunavano intorno.
gresso di Cristo nel mondo, nelle case, I Giudei dunque gli si fecero attorno
nei cuori non porta la pace, ma la spa- e gli dissero: Fino a quando terrai so-

403
GIOVANNI 10:25-26

speso l’animo nostro? Se tu sei il Cri- e non può sbagliare. Ha promesso in


sto, diccelo apertamente. questo versetto che nessuna delle sue
10:25-26 Gesù di nuovo ricordò loro pecore passerà l’eternità all’inferno.
le sue parole e le sue opere. Egli aveva Ciò significa che un individuo sal-
spesso ripetuto loro di essere il Cristo vato può vivere come gli pare e piace?
e, inoltre, i miracoli che aveva compiu- Può essere salvato e continuare a inse-
to avevano confermato le sue parole. guire i piaceri peccaminosi del mon-
Una volta ancora, ricordò ai Giudei che do? No, perché non desidera più queste
egli aveva compiuto questi miracoli in cose, bensì vuole seguire il pastore.
virtù dell’autorità concessagli dal Pa- Non conduciamo una vita cristiana per
dre e per la gloria del Padre stesso. Così diventare credenti o per conservare la
facendo, dimostrava di essere colui che salvezza: viviamo la vita cristiana per-
il Padre aveva inviato al mondo. ché siamo credenti. Desideriamo vivere
Il loro rifiuto di accettare il Cristo una vita santa non perché temiamo di
era la prova certa che essi non erano perdere la salvezza, ma per gratitudine
pecore del suo gregge. Se essi fossero verso Colui che è morto per noi. La dot-
stati radunati e serbati per lui, sarebbe- trina della certezza eterna non inco-
ro stati desiderosi di credere in lui. raggia un modo di vivere sconsiderato,
10:27 Nei versetti che seguono si ma costituisce una forte motivazione a
dichiara in modo inequivocabile che condurre una vita di santità.
nessuna pecora che appartiene a Cri- Nessuno rapirà mai un credente
sto morirà mai. La sicurezza eterna del dalla... mano di Cristo. La sua mano è
credente è una gloriosa certezza. Le onnipotente, ha creato il mondo e an-
vere pecore di Cristo ascoltano la sua cora oggi lo sorregge. Non vi è potere
voce. La ascoltano quando il vangelo è alcuno che possa rapire una pecora
predicato e rispondono con la fede in dalla sua forte presa.
Gesù. Inoltre ascoltano la sua voce ogni 10:29 Ma il credente non è solo in
giorno e ubbidiscono alla sua Parola. Il mano a Cristo, è anche nella mano del
Signore Gesù conosce le sue pecore, le Padre. Questa è una duplice garanzia
conosce ad una ad una per nome. Nes- di salvezza. Dio Padre… è più grande
suna sfugge alla sua attenzione. Nessu- di tutti; e nessuno può rapire un cre-
na di loro si perde per una svista o per dente dalla mano del Padre.
una disattenzione del Signore. Le peco- 10:30 Qui troviamo un’ulteriore di-
re seguono Cristo anzitutto esercitando chiarazione del Signore Gesù riguardo
la fede salvifica in lui e poi camminan- alla sua uguaglianza con il Padre: Io e
do con lui in ubbidienza. il Padre siamo uno. Il concetto impli-
10:28 Cristo dà la vita eterna alle cito, probabilmente, è che Cristo e il
sue pecore, ossia una vita che dura per Padre sono uno nella potenza. Gesù sta
sempre. Questa vita non è condiziona- parlando della potenza che protegge le
ta dal nostro comportamento: è vita pecore che gli appartengono e, quindi,
eterna e, quindi, non finirà mai. Ma la specifica che la sua potenza è la stessa
vita eterna è anche “qualità di vita”. È potenza di Dio Padre. Naturalmente,
la vita del Signore Gesù stesso. È una ciò vale anche per tutti gli altri attri-
vita in grado di godere delle cose di Dio buti della Deità. Il Signore Gesù Cristo
quaggiù, ma è altresì una vita che sarà è pienamente Dio ed è uguale a Dio in
adatta alla nostra casa nel cielo. Consi- ogni senso.
deriamo attentamente queste parole: 10:31-32 I Giudei avevano capito
non periranno mai. Se una qualsiasi molto bene cosa il Salvatore intendes-
pecora di Cristo dovesse perire, allora se dire. Compresero che stava eviden-
il Signore Gesù si renderebbe colpevole ziando la propria deità nel modo più
di non aver mantenuto la sua promessa chiaro possibile. Perciò presero... del-
e ciò è impossibile. Gesù Cristo è Dio le pietre per lapidarlo. Ma, prima che

404
GIOVANNI 10:37

potessero scagliarle, Gesù ricordò loro nuto deve adempiersi, e che non posso-
le molte buone opere che aveva com- no essere annullati. In effetti, le parole
piuto per ordine del Padre e, quindi, stesse della Scrittura sono ispirate, non
domandò loro quale di queste opere li soltanto i concetti o le idee che esse
avesse fatti infuriare al punto di volerlo esprimono. Tutta l’argomentazione del
lapidare. Signore verte su un unico termine: dèi.
10:33 I Giudei risposero che non lo 10:36 Il Signore quindi procedette
volevano uccidere a motivo dei suoi con l’espediente retorico del raffronto
miracoli, bensì perché lo ritenevano tra il minore e il maggiore. Se, nell’A.T., i
colpevole di bestemmia, giacché egli giudici ingiusti (minore) erano chiamati
aveva proclamato di essere uguale a “dèi”, a maggior ragione egli (maggiore)
Dio Padre. Costoro rifiutavano di am- aveva il diritto di affermare di essere il
mettere che Gesù era più che un uomo, Figlio di Dio. La Parola di Dio era diretta
nondimeno avevano capito molto be- a loro; egli era ed è la Parola di Dio. Essi
ne, almeno dalle sue parole, che egli si erano chiamati dèi; egli era ed è Dio. Mai
proclamava Dio. E questo non lo pote- si sarebbe potuto dire di costoro che il
vano tollerare. Padre li aveva santificati e mandati nel
10:34 A questo punto, Gesù citò ai mondo: essi erano venuti al mondo co-
Giudei il passo contenuto nel Sl 82:6 e me tutti gli altri figli di Adamo dopo la
soggiunse che tale versetto faceva par- caduta. Invece, Gesù era stato santifica-
te della loro legge. In altre parole, esso to da Dio Padre fin dall’eternità per es-
era tratto dall’A.T., che essi accettavano sere il Salvatore del mondo, ed era stato
come Parola ispirata di Dio. Il versetto mandato nel mondo dai cieli dove vive-
completo recita: “Io ho detto: ‘Voi siete va da sempre con il Padre. Quindi, Gesù
dèi, siete figli dell’Altissimo’”. Il Salmo aveva tutti i diritti di proclamarsi ugua-
era rivolto ai giudici d’Israele. Essi era- le a Dio. Quando affermava di essere il
no definiti dèi, non perché fossero di- Figlio di Dio, uguale al Padre, egli non
vini, ma perché, quando giudicavano bestemmiava affatto, giacché gli stessi
il popolo, essi rappresentavano Dio. Il Giudei usavano il termine “dèi” per defi-
termine ebraico per “dèi” (elohim) lett. nire uomini corrotti che erano semplici
significa “potenti” e può essere attri- portavoce, o giudici, di Dio. Quanto più
buito a personaggi importanti come i Gesù aveva il diritto di fregiarsi di tale
giudici. Risulta evidente, dal resto del titolo, essendo veramente Dio! Samuel
salmo, che essi non erano degli dèi, Green lo spiega molto bene:
bensì semplicemente uomini, giacché
giudicavano iniquamente, onoravano I Giudei lo accusano di farsi Dio. Egli
gli empi e pervertivano la giustizia. non nega che, esprimendosi in tale
10:35 Il Signore usò questo versetto modo, si assimila a Dio. Nondime-
tratto dai Salmi per dimostrare che Dio no, nega di essere un bestemmia-
tore, evidenziando un dato di fatto
definiva dèi gli uomini ai quali la paro-
che lo giustifica pienamente, anche
la di Dio era diretta. Ciò significa che
quando si attribuisce gli onori del-
questi uomini diventavano portavoce la Deità: il fatto di essere il Cristo, il
di Dio, poiché Dio parlava alla nazione Figlio di Dio, l’Emmanuele. I Giudei
tramite loro. “Essi rappresentavano Dio comprendono che egli non è dispo-
nella sua veste di dominatore e giudice sto a smentire alcuna delle sue fiere
ed erano le autorità che Dio aveva isti- dichiarazioni e infatti continuano
tuito” (J.G. Bellet). a manifestargli la propria ostilità,
…e la Scrittura non può essere an- come risulta evidente dal v. 39.(28)
nullata, disse il Signore, esprimendo
la propria fede nell’ispirazione delle 10:37 Il Signore accennò nuova-
Scritture dell’A.T. Vi fa riferimento come mente ai miracoli che aveva compiuto,
a dei documenti infallibili, il cui conte- presentandoli come prova dell’incarico

405
GIOVANNI 10:38

ricevuto da Dio. Notiamo la locuzione stituito del giudaismo, in un luogo di


le opere del Padre mio. I miracoli, in solitudine ed emarginazione.
sé, non sono una prova di divinità. 10:41 Coloro che vennero a lui era-
Leggiamo nella Bibbia che, di quando no, probabilmente, dei credenti sinceri,
in quando, anche degli esseri malvagi desiderosi di condividere con lui l’ob-
hanno il potere di compiere dei mira- brobrio e di prendere posto accanto a
coli. Ma i miracoli del Signore erano le lui fuori dell’accampamento d’Israele
opere di suo Padre. Essi fornivano la (vd. Eb 13:13). Questi seguaci onorarono
duplice dimostrazione che egli era il con sincerità la memoria di Giovanni il
Cristo: 1° si trattava di miracoli prean- battista, ricordando che il suo ministero
nunciati dall’A.T. e attribuiti al Cristo non era stato né spettacolare né sen-
che doveva venire; 2° erano miracoli di sazionale, ma che tuttavia era stato un
compassione e di pietà, opere a bene- ministero vero. Tutto ciò che egli aveva
ficio dell’umanità, che nessun essere detto del Signore Gesù si era adempiuto
malvagio avrebbe potuto compiere. nel ministero del Salvatore. Ciò dovreb-
10:38 Questo versetto è stato efficace- be costituire un grande incoraggiamen-
mente parafrasato da Ryle come segue: to per ogni credente. Forse non saremo
Se faccio le opere di mio Padre, anche
in grado di compiere miracoli potenti
se non siete convinti da ciò che dico, o di attirare l’attenzione pubblica, ma
siate almeno convinti da ciò che fac- possiamo almeno testimoniare since-
cio. Anche se resistete alla testimo- ramente del nostro Signore e Salvatore
nianza delle mie parole, piegatevi al- Gesù Cristo. Questo è ciò che ci rende
meno davanti all’evidenza delle mie preziosi agli occhi di Dio.
opere. In questo modo imparerete e 10:42 È consolante notare che, no-
crederete che io e mio Padre siamo nostante il rifiuto del popolo d’Israe-
veramente uno, lui in me e io in lui, e le, il Signore Gesù trovò ugualmente
che, affermando di essere suo Figlio, cuori umili e disponibili per lui: molti
non proferisco bestemmia. credettero in lui. Ciò avviene in ogni
epoca. C’è sempre un residuo di per-
10:39 Anche in quest’occasione, i sone desiderose di schierarsi al fianco
Giudei si resero conto che il Signore del Signore Gesù, rifiutate dal mondo,
Gesù ribadiva, anziché smentire, quan- odiate e disprezzate, le quali, tuttavia,
to affermato in precedenza. Così ten- godono pienamente della dolce comu-
tarono nuovamente di arrestarlo, ma nione con il Figlio di Dio.
egli riuscì a sfuggire ancora una volta.
Non era lontano il giorno in cui avreb- B. Malattia di Lazzaro
be permesso loro di prenderlo, ma quel (11:1-4)
momento non era ancora arrivato. 11:1 Siamo giunti all’ultimo grande
miracolo del ministero pubblico del
VI. TERZO ANNO DI MINISTERO DEL Signore Gesù. In un certo senso, que-
FIGLIO DI DIO: LA PEREA sto fu il più grande di tutti: la risurre-
(10:40–11:57) zione di un morto. Lazzaro viveva nel
piccolo villaggio di Betania , a poco
A. Gesù si ritira oltre il Giordano più di 3 km a est di Gerusalemme. Be-
(10:40-42) tania era anche il villaggio di Maria e
10:40 Il Signore se ne andò di nuovo di Marta sua sorella. Arthur Pink cita
oltre il Giordano, il luogo dove aveva il vescovo Ryle:
iniziato il suo ministero pubblico. Quei Si noti che la presenza dei figli eletti
tre anni intensi e pregni di parole e di Dio rende importanti, agli occhi
opere straordinarie stavano volgendo di Dio, città e villaggi. Il villaggio di
al termine. Tutto ebbe compimento là Marta e Maria è ricordato nel N.T.,
dove era iniziato, fuori dell’ordine co- non così Menfi e Tebe.(29)

406
GIOVANNI 11:9

11:2 Giovanni spiega che Maria di questi tre credenti, avrebbe interrotto
Betania era quella che unse il Signore tutto quello che stava facendo e si sa-
di olio profumato e gli asciugò i piedi rebbe precipitato a casa loro. Invece,
con i suoi capelli. Lo Spirito Santo mise com’ebbe udito che egli era malato, si
in luce in modo particolare questo atto trattenne ancora due giorni nel luogo
di devozione. Il Signore ama l’affetto dove si trovava. Il ritardo di Dio non
sincero del suo popolo. significa rifiuto. Talvolta Dio non ri-
11:3 Quando Lazzaro si ammalò, il sponde immediatamente alle nostre
Signore Gesù si trovava probabilmente preghiere perché vuole insegnarci ad
sulla sponda orientale del fiume Gior- aspettare: se aspettiamo pazientemen-
dano. Le sorelle mandarono imme- te, scopriremo che la sua risposta alle
diatamente a dire a Gesù che Lazzaro, nostre preghiere è ancora più sorpren-
colui che egli amava, era malato. C’è dente di quanto avremmo immagina-
qualcosa di veramente toccante nel to. Neppure l’amore per Marta, Maria
modo in cui le sorelle si rivolsero al Si- e Lazzaro poteva obbligare Cristo ad
gnore. Si appellarono al suo amore per agire fuori dei suoi tempi. In tutto ciò
il loro fratello, sicure che questo sareb- che faceva egli agiva conformemente
be stato il motivo speciale che lo avreb- alla volontà del Padre per lui, nel totale
be convinto a venire ad aiutarlo. rispetto del programma divino.
11:4 Gesù... disse: “Questa malattia Dopo due giorni apparentemente
non è per la morte”. Con ciò non vole- persi, il Signore Gesù propose ai disce-
va dire che Lazzaro non sarebbe mor- poli di tornare in Giudea.
to, ma che la morte non sarebbe stata 11:8 I discepoli ricordavano anco-
l’epilogo inevitabile della sua malattia. ra con terrore che i Giudei avevano
Lazzaro sarebbe morto, è vero, ma sa- cercato di lapidarlo dopo che aveva
rebbe anche risorto dai morti. Il vero donato la vista all’uomo nato cieco, e
scopo di questa malattia era la gloria si stupirono che pensasse di tornare
di Dio, affinché per mezzo di essa il in Giudea con così grave rischio per la
Figlio di Dio fosse glorificato. Dio per- sua vita.
mise che ciò accadesse affinché Gesù 11:9 Gesù rispose che, secondo il
potesse risuscitare Lazzaro dai morti e corso normale del tempo, vi sono do-
confermare, così, di essere il vero Mes- dici ore di luce nel giorno, durante le
sia. Gli uomini avrebbero glorificato quali gli uomini possono lavorare. Fin-
Dio per questo potente miracolo. ché l’uomo lavora in questo intervallo
Non vi è alcun motivo di supporre di tempo, non corre il pericolo di in-
che la malattia di Lazzaro fosse la con- ciampare, perché vede dove sta andan-
seguenza di qualche peccato partico- do e cosa sta facendo: la luce di questo
lare da lui commesso. Al contrario, la mondo, ossia la luce del giorno, gli
Bibbia ci presenta quest’uomo come impedisce di morire accidentalmente
un discepolo fedele per cui il Salvatore inciampando.
nutriva un particolare affetto. Le parole del Signore avevano un
significato spirituale: il Signore Gesù
C. Viaggio di Gesù a Betania camminava in perfetta ubbidienza alla
(11:5-16) volontà di Dio e, dunque, non correva
11:5 Quando la malattia entra nella no- alcun pericolo di essere ucciso prima
stra casa non dobbiamo pensare che del momento opportuno. Egli sarebbe
Dio “ce l’abbia con noi”. In questo caso, stato al sicuro fino a che non avesse
la malattia non era dovuta alla sua col- portato a termine la sua opera.
lera, bensì al suo amore: “...il Signore In un certo senso, ciò vale anche per
corregge quelli che egli ama” (Eb 12:6). ogni vero credente. Se camminiamo
11:6-7 Certo qualcuno penserà che, in comunione con il Signore e com-
se il Signore avesse veramente amato piamo la sua volontà, niente al mondo

407
GIOVANNI 11:10

può farci morire prima del tempo sta- mandò: “Come lo sai?” Egli parlò con
bilito da Dio. assoluta autorità ed essi non misero in
11:10 L’uomo che cammina di notte dubbio le sue parole.
è colui che non è fedele a Dio, ma che si 11:15 Il Signore Gesù non era felice
conduce caparbiamente: egli inciam- che Lazzaro fosse morto, ma si rallegrò
pa facilmente, perché non ha permes- di non essere stato a Betania. Se fosse
so alla guida divina di illuminargli il stato là, Lazzaro non sarebbe morto
sentiero. (nel N.T., nessuno è mai morto in pre-
11:11 Il Signore disse che Lazzaro era senza del Signore). I discepoli avreb-
addormentato. Teniamo presente che, bero visto un miracolo maggiore del
nel N.T., quando si parla di sonno, non rinvio della morte: avrebbero visto un
si fa mai riferimento all’anima, bensì uomo tornare in vita; in questo modo,
al corpo. Non esiste alcun passo della la loro fede si sarebbe rafforzata. Fu per
Scrittura in cui si affermi che, quando questo motivo che il Signore dichiarò
il corpo muore, l’anima dorme. È scrit- di rallegrarsi per loro di non essere sta-
to, invece, che l’anima del credente va to a Betania.
a stare con Cristo (vd. 2 Co 5:6-8), che E soggiunse: affinché crediate. Il
è cosa di gran lunga migliore. Con tale Signore non voleva dire che i discepoli
affermazione, il Signore Gesù rivelò la non credevano in lui. Essi credevano
propria onniscienza: egli sapeva che veramente! Nondimeno, il miracolo a
Lazzaro era già morto, anche se aveva cui avrebbero assistito a Betania avreb-
ricevuto la notizia che era solo amma- be accresciuto la loro fede in lui. Perciò
lato. Lo sapeva perché è Dio. Chiunque li convinse a seguirlo fin là.
può svegliare una persona dal sonno, 11:16 Tommaso concluse che, se il
ma soltanto il Signore poteva risveglia- Signore si fosse recato laggiù, sarebbe
re Lazzaro dalla morte. Gesù espresse stato messo a morte dai Giudei. I disce-
la propria intenzione in tal senso. poli pensavano che, se fossero andati
11:12 I discepoli non capirono il di- con lui, anch’essi sarebbero stati uccisi.
scorso del Signore riguardo al sonno Fu così che, in un’atmosfera greve di
e non compresero che stava parlando pessimismo e malinconia, egli invitò i
della morte. Forse pensarono che il suoi compagni a partire con Gesù. Le
sonno comportasse il ristabilimento sue parole non sono certo una dimo-
dalla malattia e conclusero che, se Laz- strazione di fede e di risolutezza, bensì
zaro era in grado di dormire profonda- di scoraggiamento.
mente, la crisi era passata ed egli era
ormai salvo. Il versetto potrebbe anche D. Gesù: la risurrezione e la vita
significare che se il sonno era l’unico (11:17-27)
problema fisico di Lazzaro, allora non 11:17-18 L’osservazione che Lazzaro era
valeva la pena andare fino a Betania nella tomba già da quattro giorni è la
per aiutarlo. È possibile che i discepoli prova che era davvero morto. Notiamo
temessero per la propria vita e quindi che lo Spirito Santo fornisce ogni parti-
cercassero delle scuse per non recarsi colare indispensabile a dimostrare che
da Marta e Maria. la risurrezione di Lazzaro fu realmente
11:13-14 In questi versetti si spiega un miracolo.
chiaramente che quando Gesù aveva Probabilmente Lazzaro morì poco
parlato di sonno, alludeva alla mor- dopo che i messaggeri erano partiti
te, ma i suoi discepoli non l’avevano per andare da Gesù. Da Betania occor-
compreso. Quindi, ora, non ci posso- reva un giorno di viaggio per raggiun-
no essere fraintendimenti. Gesù disse gere Betabara, dove si trovava Gesù.
apertamente ai discepoli: Lazzaro è Dopo aver sentito che Lazzaro era
morto. I discepoli ricevettero la noti- ammalato, Gesù vi si trattenne ancora
zia senza reagire. Nessuno di loro do- due giorni. Gli ci volle poi un giorno di

408
GIOVANNI 11:25

viaggio per arrivare a Betania. Questo chiederai normalmente significa “sup-


spiega perché Lazzaro era nella tomba plicare” o “pregare” il Creatore. Risulta
da quattro giorni. chiaro da queste parole di Marta che
Com’è già stato detto, Betania sor- ella ancora non riconosceva la deità del
geva ca 3 km (quindici stadi) a est di Signore Gesù. Certo, ella era convinta
Gerusalemme. che egli fosse una persona straordina-
11:19 Questa vicinanza fra le due cit- ria, nonché un grand’uomo, ma pro-
tà fece sì che molti Giudei si recassero babilmente lo considerava alla stessa
da Marta e Maria per consolarle. In stregua dei profeti del passato.
breve avrebbero compreso che il loro 11:23 Per sollevare la fede di costei,
sostegno non era necessario, giacché il Signore Gesù fece un annuncio stu-
quella casa in lutto si sarebbe trasfor- pefacente: Lazzaro sarebbe risorto. È
mata in una casa in festa. meraviglioso scoprire come il Signore
11:20 Come Marta ebbe udito che si comportò con questa donna affranta
Gesù veniva, gli andò incontro e lo cercando di condurla, passo dopo pas-
trovò fuori del villaggio. Non viene so, e a confidare in lui come nel Figlio
spiegato il motivo per cui Maria fosse di Dio.
rimasta a casa . Forse non sapeva che 11:24 Marta sapeva che Lazzaro un
era arrivato Gesù. Forse era impietrita giorno sarebbe risuscitato, ma non
dal dolore o forse attendeva in pre- aveva la minima idea che ciò potesse
ghiera e con fede. Percepiva ella ciò accadere quel giorno stesso. Ella crede-
che stava per accadere, grazie all’af- va nella risurrezione dei morti, in quel-
fetto che la legava al Signore? Non lo lo che definì l’ultimo giorno.
sappiamo. 11:25 In pratica, il Signore le disse:
11:21 Era vera fede quella che spin- “Non mi comprendi, Marta. Non ti sto
geva Marta a credere che Gesù avrebbe dicendo che Lazzaro risusciterà l’ul-
potuto impedire a Lazzaro di morire. timo giorno. Io sono Dio e detengo il
Tuttavia, era un fede imperfetta. La potere di risurrezione e di vita. Posso
donna era convinta che egli avrebbe risuscitare Lazzaro dai morti proprio
potuto farlo solo se fosse stato là pre- ora, e lo farò”.
sente: ella non sapeva che Gesù fosse Il Signore guardava avanti, al tempo
in grado di guarire una persona a di- in cui tutti i veri credenti risusciteran-
stanza e tanto meno che potesse risu- no. Questo avverrà quando egli ritor-
scitare i morti. Spesso, quando siamo nerà per portare i suoi a casa, in cielo.
nel dolore, anche noi parliamo come A quell’epoca ci saranno due gruppi
Marta (“se fosse stato disponibile quel di credenti: quelli morti nella fede e
farmaco… se fosse stata adottata quel- quelli che, al suo ritorno, saranno an-
la terapia… la persona che amavamo cora in vita. Egli verrà per i primi come
non sarebbe morta”). Ma ogni cosa è risurrezione e per gli altri come vita. Il
nelle mani del Signore e nulla accade riferimento al primo gruppo compare
senza il suo consenso. alla fine del versetto in questione: Chi
11:22 Ecco che dalle parole di que- crede in me, anche se muore, vivrà .
sta fedele sorella riappare la fede. El- Ciò significa che i credenti morti pri-
la non sapeva in che modo il Signore ma del ritorno di Cristo saranno risu-
Gesù avrebbe potuto aiutarla, ma era scitati.
convinta che fosse in grado di farlo. Burkitt osserva:
Confidava che Dio avrebbe risposto Oh amore, più forte della morte! La
alle richieste di Gesù e avrebbe fatto tomba non può separare Cristo dai
scaturire del bene da questa apparente suoi amici. Altri amici ci accompa-
tragedia. Ma, anche in quel momento, gnano fino alla fossa, poi ci lasciano.
non osava credere che il fratello po- Né la morte né la vita possono sepa-
tesse risuscitare. Il verbo tradotto con rarci dall’amore di Cristo.(30)

409
GIOVANNI 11:26

Bengel commenta: semplicemente sopraffatta dal dolore.


“È meravigliosamente consono alla Come Marta, espresse il proprio rin-
maestà divina che non si legga mai crescimento che Gesù non fosse stato a
che alcuno è morto mentre era pre- Betania perché, in quel caso, il fratello
sente il Principe della vita”. non sarebbe morto.
11:33 La vista di Maria e dei suoi
11:26 Qui troviamo un’allusione al amici in lacrime rattristò e turbò Gesù.
secondo gruppo di credenti (cfr. nota Senza dubbio egli pensava a tutta la
al v. 25). Il credente che sarà vivo al mo- tristezza, la sofferenza e la morte che
mento del ritorno del Signore non morirà erano venute nel mondo a causa del
mai. Egli sarà trasformato in un istante, peccato dell’uomo. Tutto ciò lo addolo-
in un batter d’occhio, e portato in cielo rava profondamente.
con coloro che saranno risorti. Quali 11:34 Naturalmente, il Signore sa-
preziose verità furono rivelate grazie alla peva dove era sepolto Lazzaro, ma fece
morte di Lazzaro! Dio sa trarre dolcezza questa domanda per creare l’attesa,
dall’amarezza e dona bellezza alla polve- ravvivare la fede e sollecitare la col-
re. Il Signore pose a Marta una domanda laborazione. Senza dubbio gli afflitti
esplicita: Credi tu questo? condussero il Signore alla tomba con
11:27 La fede di Marta risplendette trepida e sincera partecipazione.
luminosa. Ella confessò: Sì, Signore, 11:35 Questo è il versetto più breve
io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di della Bibbia in italiano. (31) Quella fu
Dio, la cui venuta nel mondo è stata una delle tre occasioni di cui si riporta
annunciata dai profeti. E ricordiamo che Gesù pianse (egli pianse di dolore
che ella fece la sua bella confessione di per Gerusalemme e pianse altresì nel
fede prima, non dopo, che Gesù risu- giardino di Getsemani). Il pianto di
scitasse suo fratello dai morti! Gesù è la prova della sua vera umanità.
Egli versò vere lacrime di dolore quan-
E. Gesù piange presso la tomba do si trovò di fronte ai terribili effetti
di Lazzaro (11:28-37) del peccato sull’umanità. Gesù pian-
11:28-29 Subito dopo questa confessio- se davanti alla morte e quindi non è
ne, Marta tornò di corsa al villaggio da inappropriato che i credenti piangano
Maria e, tutto d’un fiato, le annunciò: quando i loro cari sono portati via dalla
Il Maestro è qui, e ti chiama. Il Creato- morte. Ma i credenti non sono affranti
re dell’universo e Salvatore del mondo come “quelli che non hanno speranza”
era venuto a Betania per chiamarla. Lo (vd.1 Te 4:13-18).
stesso accade ancora oggi. Quella stes- 11:36 i Giudei videro nelle lacrime
sa, straordinaria Persona è qui e chiama del Figlio dell’uomo una prova del suo
ogni singolo individuo con le parole del amore per Lazzaro. Naturalmente ave-
vangelo. Chiunque è invitato ad aprire vano ragione. Ma egli amava anche
la porta del proprio cuore e a lasciarvi loro di un amore profondo ed eterno, e
entrare il Salvatore Gesù. La reazione di molti non lo capirono.
Maria fu immediata: senza perder tem- 11:37 Di nuovo la presenza del Si-
po si alzò in fretta e andò da Gesù. gnore Gesù provocò del dissenso fra i
11:30-31 Gesù incontrò Marta e Maria presenti. Alcuni ricordavano che egli
fuori del villaggio di Betania, ma i Giudei era la stessa persona che aveva dato la
non sapevano che Gesù era nei pressi, vista al cieco e si domandavano per-
perché Marta l’aveva detto a Maria in se- ché non avesse impedito a Lazzaro di
greto. Ovviamente pensarono che Maria morire. Certo, avrebbe potuto farlo, ma
si recasse al sepolcro a piangere. aveva deciso, invece, di compiere un
11:32 Maria... si gettò ai piedi del miracolo ancora più grande, che avreb-
Salvatore. Può darsi fosse un atto di be assicurato una maggiore speranza a
adorazione, oppure può darsi che fosse chi credeva in lui.

410
GIOVANNI 11:45-46

F. Settimo segno: la risurrezione Padre per aver esaudito la sua preghie-


di Lazzaro (11:38-44) ra. In questo capitolo, tuttavia, non è
11:38 Probabilmente, il sepolcro di riportata alcuna preghiera del Signore
Lazzaro era una grotta sotterranea al- Gesù. Nondimeno, egli aveva indub-
la quale si accedeva per mezzo di una biamente parlato con il Padre per tutto
scala o di gradini scavati nel terreno. quel tempo, chiedendogli che il nome
L’apertura della grotta era chiusa da di Dio fosse glorificato con la risurre-
una pietra. Il sepolcro di Gesù fu diver- zione di Lazzaro. Ora ringraziava il
so, perché scavato nella roccia, e vi si Padre in anticipo per quanto stava per
poteva accedere facilmente senza biso- accadere.
gno di arrampicarsi o di scendere. 11:42 Gesù pregò ad alta voce in
11:39 Gesù ordinò ai presenti di to- modo che la folla intorno a lui potesse
gliere la pietra dall’apertura del sepol- credere che il Padre l’aveva mandato,
cro. L’avrebbe potuto fare egli stesso che gli aveva detto cosa fare e che egli
semplicemente pronunciando una agiva sempre in perfetta dipendenza
parola. Ma, in genere, Dio non fa ciò da Dio Padre. Qui di nuovo è messa in
che gli uomini sono in grado di fare per evidenza l’unione essenziale di Dio Pa-
conto proprio. dre con il Signore Gesù Cristo.
Marta espresse tutto il suo orrore 11:43 Questa è una delle poche volte
al pensiero di aprire il sepolcro. Sa- in cui, nel N.T., si riferisce che il Signo-
pendo che era ormai il quarto giorno re Gesù gridò ad alta voce. Alcuni so-
da quando il corpo del fratello era stengono che, se non avesse chiamato
stato deposto là, temeva che il cada- Lazzaro per nome, sarebbero usciti dai
vere avesse cominciato a decomporsi. sepolcri anche tutti gli altri morti!
Sembrerebbe, quindi, che il corpo di 11:44 In che modo Lazzaro uscì ?
Lazzaro non fosse stato imbalsamato. Alcuni suppongono che saltellò fuori
Probabilmente, era stato tumulato il del sepolcro, altri che strisciò su mani
giorno stesso della morte, come si usa- e piedi e altri ancora fanno notare che,
va all’epoca. Il particolare dei quattro poiché era avvolto strettamente nel-
giorni è assai importante: è del tutto le fasce, gli sarebbe stato impossibile
esclusa l’ipotesi che Lazzaro fosse uscire autonomamente. Questi ultimi
addormentato o privo di sensi. Tutti ipotizzano che Lazzaro uscì dalla tom-
i Giudei sapevano che era morto. La ba fluttuando nell’aria e che toccò ter-
sua risurrezione può essere spiegata ra davanti al Signore Gesù. Una prova
solamente come un miracolo. ulteriore che Lazzaro era veramente
11:40 Non è chiaro il momento in morto è data dal viso coperto da un
cui Gesù avrebbe pronunciato que- sudario. Nessuno sarebbe sopravvis-
ste parole: nel v. 23, si era limitato suto quattro giorni in tali condizioni.
ad annunciare a Marta che il fratello Il Signore si assicurò nuovamente la
sarebbe risuscitato. Indubbiamente, collaborazione dei presenti, ordinando
questa esortazione riassumeva un suo loro di sciogliere Lazzaro e di lasciarlo
discorso precedente con la donna. andare. Soltanto Cristo può risuscitare
Notiamo l’ordine dei verbi in questo i morti, ma all’uomo egli affida il com-
versetto: credi, vedrai . In sostanza, pito di rimuovere le pietre di inciampo
il Signore Gesù affermò: “Se credi, mi e di sciogliere le fasce , ossia i vincoli
vedrai compiere un miracolo che solo del pregiudizio e della superstizione.
Dio è in grado di compiere. Tu vedrai la
gloria di Dio rivelata in me. Ma prima G. Giudei credenti e Giudei
credi ! Poi vedrai”. increduli (11:45-57)
11:41 La pietra fu dunque rimos- 11:45-46 Per molti dei presenti questo
sa dall’entrata della grotta. Prima di miracolo proclamò inequivocabil-
compiere il miracolo, Gesù ringraziò il mente la deità del Signore Gesù Cristo

411
GIOVANNI 11:47

e perciò credettero in lui. Chi altri, se miracoli compiuti dal Signore come
non Dio, avrebbe potuto chiamare fuo- inganni e finzioni, sprezzando l’evi-
ri del sepolcro il cadavere di un uomo denza! Se i farisei contemporanei del
quattro giorni dopo la sepoltura? Signore, che avrebbero smosso cielo e
Ma l’effetto che può suscitare un terra per opporsi alla sua ascesa, non
miracolo sul singolo individuo di- osarono mai negare che compisse
pende dallo stato di salute morale di miracoli, è assurdo cominciare a farlo
quest’ultimo. Se ha un cuore malva- ora, diciotto secoli dopo.(32)
gio, ribelle e incredulo, questi non 11:48 I capi compresero che non po-
crederà neppure se vedesse un morto tevano rimanere più a lungo inattivi.
risuscitare. Fu quanto successe qui. Se non fossero intervenuti, i miracoli
Alcuni dei Giudei che avevano assisti- di Gesù avrebbero convinto il popolo.
to al miracolo non volevano accettare Se il popolo avesse riconosciuto Gesù
il Signore Gesù come Cristo nonostan- come Re, i rapporti con Roma si sareb-
te la prova inconfutabile. Perciò anda- bero fatti difficili. I Romani avrebbero
rono dai farisei per raccontare ciò che pensato che Gesù era venuto per ro-
era successo a Betania. Lo fecero per- vesciare l’impero, quindi si sarebbero
ché anche quelli potessero giungere mossi per punire i Giudei. L’espressione
alla fede in Gesù? Probabilmente no. ci distruggeranno come città e come
Essi miravano piuttosto ad attizzare nazione significa che i Romani avreb-
il fuoco, sapendo di esacerbare l’av- bero distrutto il tempio e disperso il
versione dei farisei nei confronti del popolo giudeo. Ciò, infatti, si sarebbe
Signore e che questi avrebbero cercato verificato nel 70 d.C., non, però, perché
di togliergli la vita. i Giudei avessero accettato il Signore,
11:47 I capi dei sacerdoti e i fari- bensì perché l’avevano rifiutato.
sei, quindi, si riunirono in assemblea F.B. Meyer spiega chiaramente:
per decidere il da farsi. La domanda: Il cristianesimo mette in pericolo gli
Che facciamo? significa: “Non è ora di affari, compromette traffici redditizi,
prendere provvedimenti? Perché siamo ma empi, strappa gli individui dai san-
così lenti ad agire? Quest’uomo fa molti tuari del diavolo, attacca gli interessi
miracoli e noi non facciamo niente per personali e mette il mondo sottosopra.
fermarlo”. I capi giudei pronunciarono È una cosa stancante, fastidiosa e e che
queste parole a loro condanna. Essi distrugge i profitti materiali.(33)
ammettevano che il Signore Gesù sta-
va compiendo molti segni miracolosi. 11:49-50 Caiafa fu sommo sacerdote
Perché dunque non credevano in lui? dal 26 al 36 d.C. Presiedette al processo
Non volevano credere perché preferi- religioso del Signore ed era presente
vano i loro peccati al Salvatore. allorché Pietro e Giovanni furono con-
Ryle commenta opportunamente: dotti davanti al sinedrio (vd. At 4:6).
Non credeva nel Signore Gesù, nono-
Questa è una meravigliosa ammis-
stante le parole che pronunciò in que-
sione. Anche i peggiori nemici del
sta occasione.
Signore confessano che egli compì
dei miracoli, molti miracoli. Possia-
Secondo Caiafa, i capi sacerdoti e i
mo dubitare che avrebbero negato farisei sbagliavano se pensavano che
la verità di questi miracoli, se aves- i Giudei sarebbero morti a causa di
sero potuto? Ma sembra che non ci Gesù. Il sommo sacerdote predisse,
provassero neppure. Erano troppi, invece, che Gesù sarebbe morto per
troppo evidenti, troppo ampiamente la nazione giudea e dichiarò che era
confermati perché essi si azzardasse- meglio che Gesù morisse per il po-
ro a confutarli. Gli infedeli e gli scetti- polo, anziché avvenisse il contrario
ci del giorno d’oggi farebbero bene a e, per giunta, per mano dei Romani.
spiegare come sia possibile definire i Sembrerebbe che Caiafa avesse capito

412
GIOVANNI 12:2

il motivo per cui Gesù era venuto nel va salire a Gerusalemme prima della
mondo. Potremmo addirittura pen- Pasqua per purificarsi. Per esempio, il
sare che Caiafa avesse accettato Gesù Giudeo che fosse venuto a contatto con
come sostituto dei peccatori (quest’ul- un cadavere avrebbe dovuto compiere
timo è il concetto che esprime la dot- un certo rituale per essere purificato
trina fondamentale del cristianesimo). dalla sua contaminazione cerimonia-
Purtroppo non è così. Ciò che disse le. Tale purificazione consisteva in un
era vero, tuttavia egli non credeva che certo numero di abluzioni e di offerte.
Gesù fosse in grado di procurare la È triste constatare che, mentre cer-
salvezza dell’anima. cava di purificarsi, il popolo giudeo,
11:51-52 Qui si spiega cosa avesse allo stesso tempo, progettava la morte
spinto Caiafa a esprimersi in tal modo. dell’Agnello pasquale. Quale terribi-
Egli non disse questo di suo, vale a dire le dimostrazione della malvagità del
di sua iniziativa. Il messaggio che pro- cuore umano!
nunciò gli fu dato da Dio, con un signi- 11:56-57 Radunandosi nel tempio,
ficato più profondo di quello che egli il popolo si interrogava riguardo a
intendeva dargli. Quella era la profezia quell’uomo di nome Gesù che operava
divina che Gesù doveva morire per la miracoli e che era stato nel loro paese:
nazione d’Israele. Fu comunicata a chissà se sarebbe venuto alla festa? Al-
Caiafa perché era sommo sacerdote in cuni pensavano che non vi si sarebbe
quell’anno. Dio parlò per suo tramite recato per il motivo addotto al v. 57.
in virtù della carica che questi rico- I capi dei sacerdoti e i farisei aveva-
priva, non della sua giustizia: costui, no diramato l’ordine di arrestare Gesù.
infatti, era un uomo corrotto. Chiunque avesse saputo dove si trova-
Caiafa profetizzò che il Signore sa- va avrebbe dovuto avvertire le autorità
rebbe morto non soltanto per la nazio- perché potessero arrestarlo e metterlo
ne, ma anche per riunire i suoi eletti a morte.
in mezzo alle nazioni straniere sulla
terra. Alcuni ritengono che Caiafa al- VII. MINISTERO DEL FIGLIO DI DIO
ludesse al popolo giudeo disperso sulla AI SUOI (capp. 12–17)
faccia della terra ma, più probabilmen-
te, egli faceva riferimento agli stranieri A. Gesù unto a Betania
che avrebbero creduto in Cristo grazie (12:1-8)
alla predicazione del vangelo. 12:1 La casa di Betania era un luogo
11:53-54 I farisei non si lasciarono dove Gesù si tratteneva molto volen-
convincere dal miracolo di Betania, tieri poiché colà godeva dell’amabile
anzi, iniziarono ad avversare il Figlio compagnia di Lazzaro, Maria e Marta.
di Dio con maggior accanimento. Da Recandosi a Betania questa volta egli,
quel giorno dunque deliberarono di da un punto di vista umano, si espone-
farlo morire. va al pericolo, perché la vicina Gerusa-
Sapendo che i Giudei gli erano sem- lemme era il quartier generale di tutte
pre più ostili, il Signore Gesù si riti- le forze coalizzate contro di lui.
rò... in una città chiamata Efraim. A 12:2 Nonostante l’opposizione di
tutt’oggi di Efraim non si sa altro se molti, Gesù godeva sempre dell’affet-
non che sorgeva in una zona tranquilla to di alcuni fedeli. Lazzaro era uno di
e isolata vicina al deserto. quelli che erano a tavola con il Signore
11:55 L’annuncio che la Pasqua dei e Marta serviva. La Scrittura non rivela
Giudei era vicina ci rammenta che ci nulla riguardo all’esperienza di Laz-
stiamo avvicinando alla fine del mi- zaro nel periodo intercorso tra la sua
nistero pubblico del Signore: egli sa- morte e la sua risurrezione. Forse Dio
rebbe stato crocifisso proprio durante gli proibì di divulgare qualsiasi infor-
quella festa di Pasqua. Il popolo dove- mazione in merito.

413
GIOVANNI 12:3

12:3 I Vangeli riportano altri episo- stante tutto ciò, comportarsi in modo
di in cui una donna unse Gesù. A tale tanto spregevole! Tuttavia l’esempio
proposito, nonostante non esistano di Giuda ci dimostra chiaramente che
due resoconti identici tra loro, si ritiene tutto ciò è possibile. Poche cose sono
che il fatto narrato in questo passo sia il scarsamente comprese quanto la mi-
medesimo riportato nel passo parallelo sura della caduta dell’uomo.(34)
del Vangelo di Marco (Mr 14:3-9). Fu la
devozione verso Gesù che spinse Maria 12:6 Giovanni puntualizza che Giuda
a prendere una libbra d’olio profumato, non parlava così perché amasse i pove-
di nardo puro per ungergli i piedi. Con ri, ma perché era ladro e avido. Infatti,
ciò ella voleva dire che nulla era abba- teneva la borsa del denaro e ne portava
stanza prezioso per Cristo. Egli è degno via quello che vi si metteva dentro.
di tutto ciò che abbiamo e siamo. 12:7 La risposta del Signore si può
Ogni volta che incontriamo Maria, la così parafrasare: “Non impedirle di fare
troviamo ai piedi di Gesù. In questo epi- questo. Ella... ha conservato questo olio
sodio, ella gli asciuga i piedi... con i suoi per il giorno della mia sepoltura.(35) Ora
capelli. I capelli costituiscono l’onore e desidera versarlo su me come un gesto
l’orgoglio della donna (vd. 1 Co 11:15) e di amore e di adorazione e bisogna per-
qui Maria sembrava deporre idealmente metterle di farlo”.
il proprio onore e il proprio orgoglio ai 12:8 Non sarebbe mai mancata
piedi di Gesù. Va da sé che Maria stessa, l’occasione per usare generosità e mi-
per qualche tempo dopo questo fatto, sericordia ai poveri. Il ministero del
emanò la fragranza di quell’olio versato Signore sulla terra, invece, stava per
sul Signore Gesù. Allo stesso modo, dopo concludersi: Maria non avrebbe sempre
aver adorato Cristo, gli adoratori stessi avuto l’opportunità di usare quest’olio
sprigionano la fragranza di quel mo- per Gesù. Ciò dovrebbe ricordarci che
mento. Nessuna casa diffonde un aroma le opportunità spirituali arrivano e poi
tanto gradevole come la casa dove Gesù passano. Non dobbiamo tardare a fare
occupa il posto che gli spetta. ciò che possiamo per il Salvatore.
12:4-5 Ecco che la carne si intromet-
te in una delle circostanze più sacre. B. Complotto contro Lazzaro
Quell’uno che stava per tradire il suo Si- (12:9-11)
gnore non poteva sopportare di vedere 12:9 La notizia che Gesù era nei pressi
quell’olio prezioso usato in tal modo. di Gerusalemme si diffuse rapidamen-
Giuda non considerava Gesù degno te. Non era più possibile tenere segreta
di un profumo da trecento denari. Pen- la sua presenza. Una gran folla di Giu-
sava che quel profumo sarebbe dovuto dei andò a Betania per vederlo, altri
essere venduto e i soldi ricavati dati ai andarono per vedere Lazzaro che egli
poveri. Ma il suo atteggiamento non era aveva risuscitato dai morti.
altro che ipocrisia: non gli importava 12:10-11 Una volta ancora troviamo
nulla dei poveri, così come non gli im- ritratto in questi versetti l’odio insensa-
portava nulla del Signore. Stava per tra- to del cuore umano: i capi dei sacerdoti
dirlo, non per trecento denari, ma per deliberarono di far morire anche Laz-
la decima parte di quella somma. Ryle zaro. Sembra quasi che lo consideras-
commenta giustamente: sero colpevole di tradimento per essere
A prima vista, appare inconcepibile stato risuscitato dai morti! Costoro lo
e assurdo che un individuo potesse giudicavano degno di essere condan-
seguire Gesù come discepolo per tre nato a morte per un evento che l’aveva
anni, assistere a tutti i suoi miracoli, visto ignaro e inconsapevole!
ascoltare tutti i suoi insegnamenti, A causa di Lazzaro, molti Giudei...
ricevere da lui tanta benevolenza, es- credevano in Gesù. Lazzaro dunque
sere considerato un apostolo e, nono- era un nemico della classe dirigente

414
GIOVANNI 12:21

giudaica e doveva essere tolto di mezzo. succedendo era l’esatto adempimento


Coloro che conducono altri al Signore della profezia di Zaccaria e che, effet-
sono spesso oggetto di persecuzione e tivamente, Gesù entrava a Gerusalem-
possono perfino subire il martirio. me come legittimo re d’Israele. Ma una
Alcuni commentatori ipotizzano volta che il Signore fu tornato in cielo
che i capi religiosi sadducei, i quali non per essere glorificato alla destra del
credevano nella risurrezione, inten- Padre, i discepoli compresero che quei
dessero liberarsi di Lazzaro per elimi- fatti erano avvenuti per portare a com-
narne le prove. pimento la Scrittura.
12:17-18 Tra la folla che vide Gesù
C. L’ingresso trionfale entrare a Gerusalemme vi erano al-
(12:12-19) cuni che avevano assistito alla risur-
12:12-13 Siamo giunti all’ingresso trion- rezione di Lazzaro... dai morti. Quei
fale di Gesù a Gerusalemme. Era la do- testimoni oculari incominciarono a
menica precedente la crocifissione. raccontare ai vicini che l’uomo sull’asi-
È difficile capire esattamente cosa nello era lo stesso che aveva riportato
la folla pensasse di Gesù. Costoro si in vita Lazzaro. A mano a mano che si
erano veramente resi conto che egli spargeva la voce della notizia di quel
era il Figlio di Dio e il Messia d’Israe- segno miracoloso, la folla si muoveva
le? Oppure lo consideravano soltanto per incontrare Gesù. Purtroppo per lo-
un re in grado di affrancarli dal giogo ro, essi non erano spinti dalla fede, ma
romano? Si lasciavano semplicemente soltanto dalla curiosità.
trascinare dalle loro emozioni? Senza 12:19 La folla sospinta dalla curio-
dubbio, alcuni di essi erano dei veri sità andava aumentando e i farisei
credenti; nondimeno, l’impressione erano fuori di sé: nulla di ciò che essi
generale è che la maggior parte della dicevano o facevano sembrava sortire
gente non provasse un vero interesse il benché minimo effetto. Con delirante
per il Signore. esagerazione, essi lamentavano che tut-
I rami di palme sono simbolo di ri- to il mondo correva dietro a Gesù. Non
poso e pace dopo la sofferenza (vd. Ap si rendevano conto che l’interesse della
7:9). Il termine Osanna significa: “Sal- folla era passeggero e che ben pochi di
va!”. Mettendo insieme tutte queste os- costoro erano sinceramente desiderosi
servazioni sembrerebbe che il popolo di adorare Gesù come Figlio di Dio.
avesse accettato Gesù come colui che
era stato mandato da Dio per liberarli D. Alcuni Greci desiderano
dall’oppressione romana e dare loro ri- incontrare Gesù (12:20-26)
poso e pace dopo la sofferenza dei lun- 12:20 I Greci che si presentarono da
ghi anni di dominio straniero. Gesù erano stranieri convertiti al giu-
12:14-15 Gesù entrò in città caval- daismo. Essi s alivano alla festa per
cando un asinello (a quei tempi, si trat- adorare e ciò dimostra che avevano
tava di un comune mezzo di trasporto). abbandonato le pratiche religiose dei
Ma, cosa ancora più importante, così loro antenati. La visita al Signore Ge-
facendo, Gesù portava a compimento sù evidenzia che quando i Giudei lo
un’antica profezia. respinsero, gli stranieri ascoltarono il
Si tratta della citazione di Za 9:9. vangelo e molti di loro credettero.
Il profeta predisse che il re sarebbe 12:21 Non è scritto perché andassero
giunto montando un puledro d’asina. da Filippo. Forse il suo nome greco e la
L’espressione figurata figlia di Sion fa sua provenienza da Betsaida di Galilea
riferimento al popolo giudeo, giacché lo rendevano interessante agli occhi
Sion è un colle di Gerusalemme. di questi stranieri proseliti i quali gli
12:16 I... discepoli non si resero im- rivolsero una nobile richiesta: Signo-
mediatamente conto che quanto stava re, vorremmo vedere Gesù. Nessuno è

415
GIOVANNI 12:22

mai tornato indietro deluso, dopo aver e lo svago e vivono per queste cose. Ma,
espresso con sincerità tale desiderio amando a tal punto la loro vita, essi
del cuore. dimenticano che l’anima è più impor-
12:22 Forse Filippo non era certo che tante del corpo. Anzi, trascurando il
il Signore volesse ricevere questi Greci. benessere della loro anima, perdono la
In precedenza, Cristo aveva detto ai vita stessa. Dall’altro lato ci sono colo-
discepoli di non portare il vangelo agli ro che abbandonano tutto per Cristo.
stranieri, così Filippo andò da Andrea Per servirlo, costoro rinunciano a cose
e insieme andarono a riferire il mes- che gli altri uomini apprezzano moltis-
saggio a Gesù. simo. Un individuo che assume questo
12:23 Perché i Greci volevano vedere atteggiamento conserverà la sua vita
Gesù? Se leggiamo fra le righe, possia- per la vita eterna. Odiare la propria vi-
mo supporre che essi fossero attratti ta significa amare Cristo più dei propri
dalla sua saggezza e che volessero ono- interessi.
rarlo come filosofo. Sapevano che egli 12:26 Per servire Cristo bisogna se-
era in rotta di collisione con i capi giu- guirlo: egli cerca dei servitori che ub-
dei e desideravano che si mettesse in bidiscano ai suoi insegnamenti e siano
salvo, probabilmente riparando in Gre- moralmente simili a lui. Ciò significa
cia insieme a loro. La loro filosofia era: che i servitori di Cristo devono segui-
“Risparmia te stesso”, ma Gesù disse re, nella propria vita, l’esempio della
loro che questa filosofia era contraria sua morte. A tutti costoro è garantita
al principio del raccolto. Egli sarebbe la presenza costante e la protezione del
stato glorificato dalla morte sacrifica- loro Signore, non solamente per questa
le, non da una vita di agi. vita, ma per tutta l’eternità. Il servizio
12:24 Il seme non produce frutto se... reso oggi riceverà un giorno l’appro-
non muore. Il Signore Gesù si definisce vazione di Dio. Condanna e disonore
un granello di frumento. Se non fosse sopportati qui per amor suo non sono
morto, sarebbe rimasto solo. Avrebbe nulla se paragonati alla gloria di rice-
goduto da solo della gloria del cielo, vere l’onore da Dio Padre in cielo!
ma non vi sarebbero stati i peccatori
salvati a condividerla con lui. Morendo E. Gesù riflette sulla propria morte
avrebbe offerto, invece, un mezzo di imminente (12:27-36)
redenzione grazie al quale molti sareb- 12:27 Drammaticamente, i pensieri di
bero stati salvati. Gesù si concentravano sempre più su-
Lo stesso vale per noi, come scrive gli eventi che gli stavano di fronte. Egli
T.G. Ragland: pensava alla croce e contemplava il
momento in cui avrebbe portato su di
Se rifiutiamo di essere chicchi di sé il peccato e subito l’ira di Dio contro
frumento, di cadere nel terreno e di
i nostri peccati. Pensando a quest’ora,
morire, se non sacrifichiamo le no-
l’animo suo era turbato. Come doveva
stre prospettive, se non rischiamo il
carattere, le proprietà e il benessere,
pregare in tale frangente? Doveva chie-
se non abbandoniamo la casa quan- dere al Padre di salvarlo da quell’ora ?
do siamo chiamati e non spezziamo i No, non poteva farlo, perché lo scopo
legami familiari per amore di Cristo, della sua venuta nel mondo era salire
rimarremo soli. Ma se vogliamo pro- in croce. Era nato per morire.
durre frutto, dobbiamo seguire il no- 12:28 Invece di pregare per evitare
stro benedetto Signore, diventando la croce, il Signore Gesù pregava che
chicchi di frumento e morendo: solo il nome del Padre fosse glorificato.
così produrremo molto frutto.(36) Invece di cercare per sé comodità e si-
curezza, desiderava che Dio ricevesse
12:25 Molti pensano che ciò che con- l’onore che gli era dovuto. Dio rispose
ta nella vita sia il cibo, l’abbigliamento dal cielo, dicendo che aveva glorifica-

416
GIOVANNI 12:34

to il suo nome e l’avrebbe glorificato schiere. La sentenza contro il diavolo


di nuovo. Il nome di Dio fu glorificato non è ancora stata eseguita, ma la sua
durante il ministero terreno di Gesù. sorte è ormai segnata. Costui si aggi-
I trent’anni di silenzio a Nazaret, i tre ra ancora per il mondo svolgendo le
anni di ministero pubblico, le parole sue malvagie attività, ma presto sarà
e le opere meravigliose del Salvatore cacciato nello stagno di fuoco: è solo
insieme avevano grandemente glori- questione di tempo.
ficato il nome del Padre. Ma la morte, 12:32 La prima parte di questo ver-
la risurrezione e l’ascensione di Cristo setto allude alla morte di Cristo sulla
avrebbero procurato a Dio una gloria croce. Gesù sarebbe stato inchiodato a
ancora maggiore. una croce di legno e sarebbe stato in-
12:29 Alcuni dei presenti affermaro- nalzato dalla terra. Il Signore aggiunse
no, sbagliando, di aver udito il rumore che, essendo così crocifisso, avrebbe
del tuono. Alcune persone cercano attirato tutti a sé. A queste parole sono
sempre di trovare una spiegazione ra- stati attribuiti parecchi significati. Al-
zionale alle cose spirituali. Chi non cuni ritengono che Cristo attiri tutti a
vuole accettare i miracoli li spiega ap- sé per salvarli o per giudicarli. Altri so-
pellandosi a qualche legge naturale. stengono che se Cristo è innalzato nella
Altri capirono che non si trattava di predicazione del vangelo, allora il mes-
un tuono, tuttavia non riconobbero la saggio avrà una grande potenza e sarà
voce di Dio. Pur comprendendo che si in grado di attirare le anime a lui. Ma
trattava di una voce soprannaturale, probabilmente la spiegazione corretta è
riuscirono solamente ad attribuirla che la crocifissione del Signore Gesù eb-
a un angelo. La voce di Dio può esse- be il risultato di attirare a lui tutti i gene-
re udita e compresa unicamente con ri di persone. Ciò non significa tutti gli
l’aiuto dello Spirito Santo. È possibile individui senza eccezione alcuna, bensì
che il vangelo sia ascoltato più e più gente di tutte le nazioni, tribù e lingue.
volte, senza tuttavia assumere alcun 12:33 Quando il Signore Gesù an-
significato per chi lo ode, a meno che nunciò che sarebbe stato innalzato,
non intervenga lo Spirito. intendeva specificare di qual morte
12:30 Il Signore spiegò ai presenti doveva morire, vale a dire la morte sul-
che quella voce non era venuta per lui, la croce. Questa è un’ennesima prova
bensì per loro (diversamente, non sa- dell’onniscienza del Signore. Egli sape-
rebbe stata udibile, giacché Gesù era in va in anticipo che non sarebbe morto
contatto costante con il Padre). nel suo letto o per un incidente, ma che
12:31 Ora avviene il giudizio di sarebbe stato inchiodato alla croce.
questo mondo, disse. Il mondo stava 12:34 La folla rimase stupita quando
per crocifiggere il Signore della vita il Signore dichiarò che sarebbe stato
e della gloria e, così facendo, con- innalzato. Tutti sapevano che egli so-
dannava se stesso. Il suo dissennato steneva di essere il Cristo e, tuttavia, sa-
rifiuto di Cristo gli avrebbe procurato pevano anche dall’A.T. che il Cristo vive
la condanna. Questo è il significato per sempre (vd. Sl 110:4; Is 9:7; Da 7:14;
della frase del Salvatore: l’umanità Mi 4:7). Notiamo che la folla affermò
colpevole sarebbe stata condannata. che Gesù aveva detto: il Figlio dell’uo-
Il principe di questo mondo è Satana. mo dev’essere innalzato. In realtà, egli
Ma Satana subì una totale sconfitta aveva detto: “io… sarò innalzato dalla
sul Golgota! Questi pensava di esse- terra”. Naturalmente, il Signore Gesù si
re riuscito a liberarsi del Signore una era già più volte definito il Figlio dell’uo-
volta per tutte; invece, il Salvatore mo, e forse aveva già anche annunciato
aveva dischiuso agli uomini una via che il Figlio dell’uomo doveva essere in-
di salvezza e, allo stesso tempo, ave- nalzato; così non fu difficile, per la folla,
va sgominato Satana e tutte le sue mettere insieme i due concetti.

417
GIOVANNI 12:35

12:35 Quando la folla domandò a creduto alla nostra predicazione ? è:


Gesù chi fosse il Figlio dell’uomo, egli “Non molti!” Nella Scrittura, il braccio
rispose autodefinendosi la luce del rappresenta la forza o la potenza: dun-
mondo e ricordò loro che la luce sareb- que, l’espressione il braccio del Signore
be rimasta con loro solo per un breve indica l’infinita potenza di Dio. Il pote-
periodo. Essi dovevano andare alla lu- re di Dio è rivelato solamente a coloro
ce e camminare nella luce per evitare che credono a ciò che ha proclamato
che le tenebre dell’ignoranza li sor- il Signore Gesù Cristo. Quindi, poiché
prendessero, costringendoli a vagare furono pochi coloro che accettarono
senza guida. quanto era stato rivelato sul Messia,
Il Signore si paragona al sole e alla solamente a pochi fu rivelato il potere
sua luce. Il sole sorge al mattino, rag- di Dio.
giunge lo zenit a mezzogiorno e poi 12:39 Quando il Signore Gesù si
cala oltre l’orizzonte la sera. Il sole ci il- presentò al popolo d’Israele, questo
lumina per un determinato numero di lo respinse. Più e più volte offrì loro la
ore e noi dobbiamo approfittare della salvezza, ma gli fu sempre risposto con
luce del giorno poiché, quando arriva un diniego. Più gli uomini rifiutavano
la notte, non possiamo più trarne van- il vangelo, più difficile diventava, per
taggio. Spiritualmente parlando, chi costoro, riceverlo. Quando gli uomini
crede nel Signore Gesù cammina nella chiudono gli occhi alla luce, Dio impe-
luce. Chi lo rifiuta cammina nelle te- disce loro di vederla. Dio permette che
nebre e non sa dove va : poiché non ha essi siano accecati da “cecità punitiva”,
la guida divina, quest’ultimo vaga qua una cecità che costituisce il castigo di-
e là incespicando. vino per aver rifiutato suo Figlio.
12:36 Il Signore Gesù esortò ancora 12:40 La citazione è tratta da Is 6:9-
una volta i suoi uditori a credere in lui, 10. Dio ha accecato gli occhi del popolo
mentre era ancora possibile farlo; così d’Israele e ha indurito i loro cuori. Ciò
facendo, sarebbero diventati figli di avvenne solamente allorché gli Israe-
luce. Il loro cammino nella vita e ver- liti ebbero chiuso gli occhi e indurito i
so l’eternità sarebbe stato illuminato. cuori. La conseguenza del rifiuto osti-
Dopo aver proferito queste parole, il nato e deliberato del Cristo da parte
Signore se ne andò e rimase in disparte d’Israele causò l’impossibilità di vede-
per un po’ di tempo. re, comprendere, convertirsi e guarire.
12:41 In Is 6 è scritto che il profeta
F. La maggior parte dei Giudei vide la gloria di Dio. Giovanni ora ag-
non crede (12:37-43) giunge che Isaia vide la gloria di Cristo
12:37 Giovanni si ferma per esprime- e di quella gloria parlò. Quindi questo
re il suo stupore perché, sebbene il versetto è una testimonianza che si
Signore Gesù avesse fatto tanti segni aggiunge al lungo novero di prove che
miracolosi, tuttavia le persone non dimostrano che Gesù Cristo è Dio.
credevano in lui. 12:42 Molti... tra i capi giudei si con-
Come abbiamo detto in preceden- vinsero che Gesù era il Messia. Ma non
za, la loro incredulità non era dovuta a osarono confessare la loro certezza agli
mancanza di prove. Il Signore aveva di- altri per timore di essere cacciati dalla
mostrato, in modo più che convincen- comunità. Ci piacerebbe pensare che
te, la sua deità, ma il popolo si rifiutava costoro credevano sinceramente nel
di credere. I Giudei volevano un re che Signore Gesù, ma è difficile che così
governasse su loro, ma non volevano fosse. Dove c’è vera fede, prima o poi
pentirsi. c’è anche la confessione pubblica di
12:38 Con l’incredulità dei Giudei Cristo. Quando un individuo accetta
si adempiva la profezia di Is 53:1. La veramente Cristo come Salvatore, non
risposta alla domanda Signore, chi ha esita a farlo sapere, indipendentemente

418
GIOVANNI 12:50

dalle conseguenze che tale confessione rifiutasse di ascoltare la sua voce o di


può comportare. credere in lui. Certamente, un giorno
12:43 È ovvio che essi erano più inte- egli condannerà gli increduli, ma non fu
ressati al tributo di gloria che riceveva- quello lo scopo della sua prima venuta.
no dagli altri uomini che alla gloria di 12:48 Il Signore evoca qui il giorno
Dio. Preferivano l’approvazione degli in cui coloro che avranno rifiutato le
uomini all’approvazione di Dio. Uomi- sue parole compariranno di fronte al
ni che hanno questa aspirazione pos- giudizio di Dio. In quel momento, le
sono davvero essere veri credenti? Si parole, ossia gli insegnamenti, del Si-
può trovare la risposta al cap. 5, v. 44. gnore Gesù saranno sufficienti a con-
dannarli.
G. Il pericolo dell’incredulità 12:49 I suoi insegnamenti non
(12:44-50) erano frutto delle sue riflessioni né
12:44 Possiamo parafrasare questo dell’istruzione acquisita in scuole
versetto come segue: “In realtà, chi cre- umane. Al contrario, come Servo e
de in me non crede soltanto in me, ma Figlio ubbidiente, aveva comunicato
altresì nel Padre mio, che è colui che mi solamente ciò di cui il Padre l’ave-
ha mandato”. Qui il Signore insegnò va incaricato di parlare. Questo sarà
di nuovo la sua totale unità con Dio motivo di condanna per gli uomini,
Padre. È impossibile credere nell’uno nell’ultimo giorno: le parole che Gesù
senza credere anche nell’altro: credere pronunciava erano Parola di Dio, ma
in Cristo significa credere in Dio Padre. gli uomini rifiutarono di ascoltarla. Il
Non si può credere in Dio Padre senza Padre gli aveva comunicato non so-
tributare il medesimo onore al Figlio. lo quello che doveva dire, ma anche
12:45 Sappiamo bene che nessuno quello... di cui... parlare. Le due cose
può vedere Dio Padre: egli è Spirito ed sono diverse. L’espressione quello che
è, quindi, invisibile. Il Signore Gesù devo dire indica l’insegnamento del
è venuto nel mondo per farci sapere messaggio, laddove quello... di cui...
com’è Dio. Ma non dobbiamo pensare parlare indica l’argomento che il Si-
che ci mostrerà com’è Dio fisicamente : gnore doveva usare per insegnare la
egli ce lo farà conoscere sotto il profi- verità di Dio.
lo morale. Gesù Cristo ci ha rivelato il 12:50 Il Padre aveva ordinato a Ge-
carattere di Dio e, perciò, chiunque ha sù di offrire la vita eterna a coloro che
visto Cristo sotto questo aspetto ha vi- avrebbero creduto in lui. Dunque Cri-
sto anche Dio Padre. sto trasmise il messaggio come gli era
12:46 Il simbolismo della luce era stato trasmesso dal Padre.
una delle allegorie preferite del Signo- Siamo giunti a un punto cruciale
re. Questo versetto riporta che egli della storia. Finora, il Signore si era
parlò di nuovo di sé come della luce presentato a Israele. Abbiamo trovato il
venuta nel mondo affinché chi crede racconto di sette segni o miracoli, cia-
in lui non rimanga nelle tenebre. Sen- scuno dei quali rappresenta una delle
za Cristo, gli uomini si trovano nella esperienze vissute dal peccatore che
più completa oscurità e non hanno pone la propria fede in Cristo.
una corretta visione della vita, della I segni sono:
morte e dell’eternità. Al contrario, co- 1. la trasformazione dell’acqua in vino
loro che vanno a Cristo con fede non alle nozze di Cana di Galilea (2:1-12).
brancolano più in cerca della verità Qui è rappresentato il peccatore, dap-
perché l’hanno trovata in lui. prima estraneo alla gioia divina e poi
12:47 Lo scopo della venuta di Cristo trasformato dal potere di Cristo;
non era giudicare il mondo, ma... sal- 2. la guarigione del figlio di un ufficiale
vare il mondo. Gesù Cristo non venne (4:46-54). Il peccatore, che è malato,
in veste di giudice per condannare chi ha bisogno di guarigione spirituale;

419
GIOVANNI 13:1

3. la guarigione del paralitico presso risorgere e tornare in cielo. Egli aveva


la vasca di Betesda (5:1-15). Il pove- amato i suoi (ossia coloro che erano
ro peccatore è privo di forze, inerme veramente credenti), li amò sino alla
e incapace di porre personalmente fine del suo ministero terreno e conti-
rimedio alla propria infelice condi- nuerà ad amarli per tutta l’eternità. Ma
zione. Gesù lo guarisce dalla sua in- li amò anche infinitamente, come sta-
fermità; va per dimostrare.
4. la moltiplicazione dei pani per i cin- 13:2 Giovanni non spiega di quale
quemila (6:1-15). Il peccatore è privo cena si tratti, se la cena di Pasqua, la
di cibo, affamato e bisognoso di es- cena del Signore o un pasto qualsiasi.
sere nutrito per recuperare le forze. Il diavolo aveva seminato nel cuore di
Il Signore gli procura cibo per l’ani- Giuda l’idea che fosse ormai giunto il
ma, affinché non abbia più fame; momento di tradire Gesù. Giuda ave-
5. la tempesta placata (6:16-21). Il pec- va già ordito da tempo le sue malvagie
catore è in pericolo; il Signore lo sot- trame, ma ora riceveva il segnale di
trae alla tempesta; passare all’azione.
6. la guarigione di un uomo cieco dal- 13:3 Questo versetto evidenzia chi
la nascita (cap. 9). Questo individuo svolse un lavoro servile: non un mae-
incarna la cecità del cuore umano stro o un dottore della legge, bensì Ge-
che non è toccato dal potere di Cri- sù, che era consapevole della propria
sto. L’uomo non può accorgersi del- deità. Egli conosceva l’opera che gli era
la propria condizione di peccato né stata affidata, sapeva che era venuto da
delle perfezioni del Salvatore fino Dio e che stava per tornare a Dio.
a che non è illuminato dallo Spirito 13:4 Fu la consapevolezza della pro-
Santo; pria origine e natura, della propria mis-
7. la risurrezione di Lazzaro dai morti sione e del proprio destino che permise
(11:1-46). Questo, naturalmente, ci a Gesù di chinarsi e lavare i piedi dei
rammenta che il peccatore è morto discepoli. Alzatosi da tavola, il Signo-
nei peccati e nelle trasgressioni e ha re depose le sue lunghe vesti. Quindi
bisogno di vita dall’alto. si avvolse in un asciugatoio, usandolo
Tutti questi segni hanno lo scopo di come un grembiule, e si accinse a la-
dimostrare che Gesù è il Cristo, il Figlio vorare come servo. Forse ci saremmo
di Dio. aspettati di trovare questo episodio nel
Vangelo di Marco, il “Vangelo del Servo
H. Gesù lava i piedi ai suoi discepoli perfetto”; nondimeno, il fatto che esso
(13:1-11) sia riportato nel Vangelo del Figlio di
In questo capitolo inizia il discorso Dio lo rende ancora più pregno di si-
noto come il discorso dell’ultima ce- gnificato.
na . Gesù, che aveva ormai concluso Questo atto simbolico ci rammen-
il proprio ministero tra i Giudei ostili, ta che il Signore lasciò i suoi palazzi
si ritirò con i suoi discepoli nella sala d’avorio, scese in questo mondo come
superiore di un’abitazione che gli era servo e servì coloro che aveva creato.
stata messa a disposizione a Geru- 13:5 Nei paesi orientali l’uso di san-
salemme. Qui intendeva trascorrere dali aperti rendeva necessario lavare
ancora un po’ di tempo in comunione spesso i piedi. Un padrone di casa cor-
con i suoi discepoli prima di affron- tese avrebbe dato ordine a un servo di
tare il processo e la crocifissione. I lavare i piedi ai suoi ospiti. Qui il divino
capp. 13–17 di questo Vangelo sono fra Padrone si fece servo e svolse di perso-
i più amati dell’intero N.T. na l’umile servizio. “Gesù ai piedi del
13:1 Il giorno prima della crocifis- traditore: che spettacolo! Che lezione
sione il Signore Gesù sapeva che era per noi!” (Marcus Dods, The Gospel of
ormai venuta per lui l’ora di morire, Saint John, D.D., Vol. 2, pp. 81-82).

420
GIOVANNI 13:12

13:6 Pietro rimase sconvolto all’idea tendeva dire che Pietro non si sarebbe
che il Signore si mettesse a lavare i potuto salvare se Gesù non gli avesse
piedi, abbassandosi in quel modo di lavato i piedi, ma intendeva informarlo
fronte a lui, tanto indegno, e non esitò che la comunione con il Signore poteva
a esprimere tutta la propria disappro- essere mantenuta unicamente median-
vazione. “La vista di Dio in veste di ser- te la costante azione purificante della
vo ci confonde”. Scrittura nella sua vita.
13:7 Gesù spiegò a Pietro che ciò 13:9-10 Ora Pietro va all’estremo
che stava facendo aveva un significato opposto. Un attimo prima aveva escla-
spirituale. La lavanda dei piedi rappre- mato: “Non mi laverai mai i piedi!”, ora
sentava un certo tipo di purificazione lo pregava: “Lavami tutto!”
spirituale. Pietro sapeva che il Signore Chi tornava dal bagno pubblico si
stava compiendo un’attività fisica, ma sporcava nuovamente i piedi. Nondi-
non ne capiva il significato spirituale. meno, non occorreva che facesse un
Ad ogni modo, l’avrebbe capito presto altro bagno: bastava che si lavasse i pie-
perché il Signore intendeva spiegar- di. Chi è lavato tutto, non ha bisogno
glielo. E l’avrebbe altresì compreso per che di aver lavati i piedi; è tutto quanto
esperienza allorché, in seguito, sareb- puro. C’è differenza fra un bagno com-
be stato riabilitato dal Signore, dopo pleto e una lavanda dei piedi! Il bagno
averlo rinnegato. completo rappresenta la purificazione
13:8 Pietro rappresenta gli estremi ricevuta al momento della salvezza:
della natura umana. Egli affermò con la liberazione dalla pena prevista per
decisione che il Signore non avrebbe il peccato avviene una volta per tutte
mai lavato i suoi piedi. Nel gr. tale di- mediante il sangue di Gesù Cristo. La
niego è espresso con una costruzione lavanda dei piedi rappresenta la purifi-
enfatica che indica una negazione as- cazione dalla contaminazione del pec-
soluta e che si potrebbe altresì rendere cato: questa va praticata abitualmente
con “mai e poi mai, per l’eternità!” Il Si- mediante la Parola di Dio. Spiritual-
gnore gli rispose che se non si fosse la- mente, al credente basta un solo bagno
sciato lavare i piedi, non avrebbe avuto completo… ma gli occorrono ripetuti
alcuna comunione con lui. Il significa- “pediluvi”! L’espressione voi siete puri,
to della lavanda dei piedi è ora chiaro. ma non tutti significa che i discepoli
Mentre cammina in questo mondo, il avevano ricevuto tutti il bagno della ri-
credente si contamina in varie occa- generazione, tranne Giuda. Egli non era
sioni. Ascoltare chi usa un linguaggio mai stato salvato.
sconveniente, guardare spettacoli pro- 13:11 In virtù della sua onniscienza,
fani, lavorare con gli increduli sono il Signore sapeva che Giuda lo tradiva, e
azioni che, inevitabilmente, insudi- così lo definì come “colui che non aveva
ciano il credente: egli deve purificarsi ricevuto il bagno della redenzione”.
continuamente.
Tale purificazione avviene mediante I. Gesù insegna ai discepoli a
l’acqua della Parola. Quando leggiamo e seguire il suo esempio (13:12-20)
studiamo la Bibbia, quando ascoltiamo 13:12 Sembra che Cristo abbia lavato
la predicazione della Parola, quando i piedi di tutti i discepoli. Rindossate
essa è l’oggetto delle conversazioni con le sue vesti, si mise di nuovo a tavola
i fratelli nella fede, ci purifichiamo dalle per spiegare ai discepoli il significato
cattive influenze. Al contrario, più tra- spirituale del gesto appena compiuto.
scuriamo la Scrittura più queste malva- La conversazione si aprì con una do-
gie influenze permangono nella nostra manda. Le domande del Salvatore me-
vita e nella nostra mente, senza che ce ritano uno studio approfondito, perché
ne accorgiamo. Quando Gesù ammonì: costituiscono uno dei suoi più efficaci
non hai parte alcuna con me, non in- metodi di insegnamento.

421
GIOVANNI 13:13-14

13:13-14 I discepoli riconoscevano, a stessa mensa con il Signore e tuttavia


ragione, che Gesù era il loro Maestro e aveva levato contro di lui il suo calca-
Signore. Ma il suo esempio dimostrava gno, ossia l’aveva tradito. Nel salmo il
che la posizione più alta nella struttura traditore è descritto come “l’amico con
di potere del regno era quella di servo. il quale vivevo in pace” (Sl 41:8).
Se... il Signore e il Maestro aveva la- 13:19 Il Signore anticipò ai discepoli
vato i piedi dei discepoli, quale scusa che sarebbe stato tradito, affinché essi,
potevano essi addurre per non lavare quando ciò fosse accaduto, sapessero
i piedi gli uni agli altri ? Il Signore li che Gesù era veramente di origine divi-
esortava letteralmente a lavarsi recipro- na: ...affinché voi crediate che io sono.
camente i piedi con acqua?(37) Intende- Il Gesù del N.T. è il SIGNORE (Yahweh)
va istituire un rito per la chiesa? No, il dell’A.T. La profezia che così si adempie
significato dell’azione era spirituale. è una delle grandi prove della deità di
Gesù intendeva esortarli a mantenersi Cristo e, potremmo aggiungere, anche
reciprocamente puri tramite la comu- dell’ispirazione delle Scritture.
nione costante con la Parola. Se un cre- 13:20 Il Signore sapeva che il tra-
dente vede che la fede di un fratello si dimento avrebbe provocato la caduta
sta raffreddando e diventa mondana, e l’incertezza degli altri discepoli e,
deve riprenderlo con amore con l’ausi- perciò, aggiunse qualche parola di in-
lio della Bibbia. coraggiamento esortandoli a ricordare
13:15-16 Il Signore aveva dato loro che stavano svolgendo una missione
un esempio, una lezione pratica di ciò divina. Dovevano identificarsi con lui
che dovevano fare spiritualmente l’uno a tal punto che chi avesse ricevuto loro
per l’altro. avrebbe ricevuto anche lui nello stesso
Se l’orgoglio o i rancori personali momento. Inoltre, chi avesse ricevuto
ci impediscono di chinarci a servire i Cristo avrebbe ricevuto anche Dio Pa-
nostri fratelli, dobbiamo ricordarci che dre. La consapevolezza della loro stret-
non siamo più grandi del Signore. Egli ta unione con Dio Figlio e Dio Padre
umiliò se stesso per lavare quelli che sarebbe stata di grande conforto.
erano indegni e ingrati e sapeva che
uno di loro l’avrebbe tradito. Quanto J. Gesù annuncia il tradimento
a noi, serviremmo altrettanto umil- di Giuda (13:21-30)
mente qualcuno che sappiamo essere 13:21-22 Sapendo che uno dei suoi di-
sul punto di tradirci per denaro? Il scepoli l’avrebbe tradito, il Signore era
messaggero (il discepolo) non deve profondamente turbato. Con le sue
considerarsi troppo nobile per svolgere parole, egli offrì al traditore l’ultima
un servizio qualsiasi, se tale servizio è opportunità di rinunciare al suo piano
arrivato a svolgerlo perfino colui che lo malvagio. Senza smascherarlo aper-
ha mandato (il Signore Gesù). tamente, il Signore rivelò che uno dei
13:17 Sapere queste verità concer- dodici l’avrebbe tradito. Ma neppure
nenti l’umiltà, l’altruismo e il servizio è questo impedì al traditore di realizzare
buona cosa, ma la mera conoscenza non il suo progetto.
basta: il vero valore e la vera beatitudine Tra tutti i discepoli, nessuno so-
consistono nel metterle in pratica ! spettava di Giuda, né riusciva ad ac-
13:18 Ciò che il Signore aveva appena cettare l’idea che uno di loro potesse
insegnato sul servizio non aveva valore compiere un’azione del genere. Tutti si
per Giuda. Egli non era uno di quelli che domandarono chi sarebbe potuto es-
il Signore avrebbe mandato per il mon- sere il traditore.
do con il vangelo. Gesù sapeva che le 13:23 A quei tempi non ci si sedeva
Scritture riguardanti il suo tradimento intorno al tavolo, bensì ci si coricava
dovevano adempiersi, come il Sl 41:9. su dei bassi divani. Ciò spiega la posi-
Per tre anni Giuda aveva mangiato alla zione che il discepolo che Gesù amava

422
GIOVANNI 13:32

assunse a tavola. Il discepolo che Gesù ignoravano ancora che Giuda avrebbe
amava era Giovanni, l’autore di questo tradito il Signore.
Vangelo. Pur non scrivendo il proprio Alcuni pensavano che Gesù avesse
nome, questi non esitò a rivelare di aver semplicemente detto a Giuda di andare
occupato un posto speciale nel cuore a comprare qualcosa per la festa oppu-
del Salvatore. Il Signore amava tutti i re, dacché Giuda era il tesoriere, che il
suoi discepoli, ma aveva con Giovanni Salvatore gli avesse dato istruzioni per
uno speciale rapporto di amicizia. fare una donazione ai poveri.
13:24-25 Pietro gli fece un lieve cen- 13:30 Giuda prese il boccone di pane,
no, forse con il capo (evidentemente simbolo di speciale favore, e abbandonò
preferiva non parlare ad alta voce), il Signore e gli altri discepoli. Le Scrittu-
probabilmente per chiedergli di sco- re aggiungono il significativo partico-
prire da Gesù il nome del traditore. lare che era notte. Era notte non solo in
Chinatosi… sul petto di Gesù, Giovan- senso letterale ma, per Giuda, anche in
ni probabilmente fece la domanda cru- senso spirituale: una notte di rimpian-
ciale a bassa voce e ricevette la risposta to e di amarezza che non avrebbe mai
in un bisbiglio. avuto fine. È sempre notte quando gli
13:26 Gesù rispose che avrebbe uomini voltano le spalle al Salvatore.
dato al traditore un boccone di pane
intinto nel vino o nel sugo della car- K. Il nuovo comandamento
ne. Alcuni studiosi affermano che, (13:31-35)
nei paesi orientali, il padrone di casa 13:31 Non appena Giuda se ne fu anda-
era solito offrire il pane all’ospite più to, Gesù iniziò a parlare con i discepoli
importante presente alla sua mensa. più intimamente e liberamente. La ten-
Facendo di Giuda l’ospite d’onore, il sione si era sciolta.
Signore cercò, con la sua grazia e il Ora il Figlio dell’uomo è glorificato,
suo amore, di convincerlo a ravveder- disse. Il Signore annunciò l’opera di re-
si. Altri sostengono che era abitudine denzione che era in procinto di svolge-
passarsi il pane l’un l’altro in questo re. La sua morte poteva sembrare una
modo durante la cena di Pasqua. Se sconfitta, tuttavia era il mezzo grazie
ciò è corretto, Giuda se ne andò du- al quale i peccatori perduti potevano
rante la cena di Pasqua e prima che essere salvati. Ad essa seguì la risurre-
fosse istituita la cena del Signore. zione e l’ascensione; in tutto ciò Gesù
13:27 Il diavolo aveva già messo è stato grandemente onorato (e Dio è
in animo a Giuda il proposito di tra- glorificato nell’opera del Salvatore). La
dire il Signore. A quel punto, Satana morte di Cristo proclamava che egli era
entrò in lui. Dapprima si era trattato un Dio santo e intransigente riguardo al
solo di un suggerimento, ma Giuda lo peccato, ma che era anche un Dio amo-
prese in considerazione, lo gradì e lo revole, il quale non desiderava la morte
accettò. Ed ecco che il diavolo prese il del peccatore; essa proclamava altresì
controllo dell’uomo. Comprendendo che egli era un Dio giusto e, tuttavia, in
che ormai il traditore era pienamente grado di giustificare i peccatori. Ogni
determinato a proseguire nel suo pia- attributo della Deità fu sommamente
no, il Signore gli disse di agire presto. esaltato sul Golgota.
Naturalmente non intendeva, con 13:32 Se Dio è glorificato in lui come
ciò, incoraggiarlo a compiere il male, effettivamente è, (38) Dio lo glorificherà
bensì a esprimere la propria dolorosa anche in se stesso. Dio farà in modo che
rassegnazione. il suo amato Figlio riceva l’onore che gli
13:28-29 Questi versetti conferma- è dovuto, e lo glorificherà presto, vale a
no che i discepoli non avevano udito dire senza indugio. Dio Padre adempì
la precedente conversazione fra Gesù questa profezia del Signore Gesù risu-
e Giovanni a proposito del pane. Essi scitandolo dai morti e facendolo sedere

423
GIOVANNI 13:33

alla sua destra in cielo. Dio non inten- sul risvolto della giacca e neppure un
deva aspettare la proclamazione del tipo di abbigliamento particolare. In
regno, ma voleva glorificare suo Figlio questo modo, chiunque è in grado di
immediatamente. dichiarare di essere un discepolo. Il se-
13:33 Per la prima volta, il Signore gno di riconoscimento di un credente è
Gesù si rivolse ai discepoli chiaman- l’amore per gli altri credenti. Per riusci-
doli figlioli, un appellativo affettuoso re ad amare ci vuole la potenza divina e
che usò solamente dopo che Giuda tale potenza è data solamente a coloro
se ne fu andato. Il Signore annunciò in cui dimora lo Spirito Santo.
che sarebbe rimasto con loro solo per
poco tempo ancora, poi sarebbe mor- L. Gesù annuncia il rinnegamento
to sulla croce. Essi allora l’avrebbero di Pietro (13:36-38)
cercato, ma non avrebbero potuto 13:36 Simon Pietro non comprese che
seguirlo, poiché egli sarebbe tornato Gesù aveva parlato della propria mor-
in cielo. Lo stesso annuncio che il Si- te. Pensava che sarebbe partito per un
gnore aveva fatto precedentemente ai viaggio e non riusciva a capire perché
Giudei (vd. 8:21) assumeva un signifi- non potesse accompagnarlo. Il Signore
cato diverso: la separazione dai disce- spiegò a Pietro che l’avrebbe seguito più
poli sarebbe stata solo temporanea, tardi, vale a dire quando sarebbe morto.
giacché egli sarebbe ritornato da loro 13:37 Con la sollecitudine e l’en-
(cap. 14). La separazione dai Giudei, tusiasmo che gli erano propri, Pietro
al contrario, sarebbe stata definitiva: espresse la propria disponibilità a mo-
Gesù sarebbe tornato in cielo ed essi rire per il Signore. Pensava di essere
non l’avrebbero potuto seguire a cau- abbastanza forte da sopportare il mar-
sa della loro incredulità. tirio. In seguito, Pietro sarebbe effetti-
13:34 Durante la sua assenza essi vamente morto per il Signore: ciò gli fu
dovevano ubbidire al comandamen- possibile perché Dio gli aveva conferito
to dell’amore. Non si trattava di un una forza e un coraggio speciali.
nuovo comandamento in termini 13:38 Gesù ridimensionò il suo “zelo
temporali, giacché i dieci comanda- senza conoscenza”, rivelandogli qualco-
menti prescrivevano l’amore verso sa che non sapeva, ossia che, prima che
Dio e verso il prossimo; la novità la notte fosse trascorsa, avrebbe rinne-
interessava, bensì, altri aspetti. Era gato il Signore tre volte. Così Pietro do-
nuovo perché, ora, lo Spirito Santo vette rammentarsi della sua debolezza,
avrebbe dato ai credenti la possibili- della sua viltà e della sua incapacità di
tà di osservarlo, ed era nuovo perché seguire il Signore, anche solo per poche
era superiore al vecchio; il vecchio ore, con le sue sole forze.
comandamento diceva, infatti: “Ama
il tuo prossimo”, laddove il nuovo di- M. Gesù: la via, la verità e la vita
ce: “Ama i tuoi nemici ”. (14:1-14)
È stato detto che la legge dell’amore 14:1 Alcuni studiosi collegano questo
verso gli altri è ora spiegata con nuova versetto all’ultimo versetto del cap. 13,
chiarezza, rafforzata da nuove moti- ritenendo che queste parole siano ri-
vazioni e da nuovi obblighi, illustrata volte a Pietro; in pratica, Gesù avrebbe
da un nuovo esempio e osservata in avuto una parola di conforto per Pietro,
modo nuovo. in vista dell’imminente rinnegamento
Era nuovo anche perché, come spie- di questi.
ga il versetto, invita a un livello superio- Nondimeno, il verbo al plurale (già
re d’amore: Come io vi ho amati, anche nell’originale gr.) ci dimostra che si
voi amatevi gli uni gli altri. tratta di un’esortazione rivolta a tutti i
13:35 Il segno distintivo del discepo- discepoli. C’è quindi una pausa dopo il
lato cristiano non è una croce al collo o cap. 13. Il pensiero espresso qui è il se-

424
GIOVANNI 14:9

guente: “Io sto per andarmene e voi non è una delle tante vie: è l’unica via: nes-
potrete più vedermi. Ma il vostro cuore suno viene al Padre se non per mez-
non sia turbato; se credete in Dio, anche zo di lui. La via per andare a Dio non
se non potete vederlo, credete anche in si trova nei dieci comandamenti, né
me allo stesso modo”. Questa è un’altra nella “regola aurea”, né nei rituali, né
importante ammissione dell’uguaglian- nell’appartenenza a una chiesa: la via
za di Gesù con il Padre. passa per Cristo e Cristo soltanto. Oggi
14:2 La casa del Padre è il cielo, dove molti sostengono che non è importante
ci sono molte dimore e posto in abbon- ciò in cui si crede, purché tale fede sia
danza per tutti i redenti. Se così non sincera. Secondo costoro, tutte le reli-
fosse, il Signore l’avrebbe detto loro e gioni hanno qualcosa di buono e tutte,
non avrebbe permesso che alimentas- alla fine, conducono al cielo. Ma Gesù
sero false speranze. L’espressione io disse: Nessuno viene al Padre se non
vado a prepararvi un luogo può avere per mezzo di me.
un duplice significato. Il Signore Gesù Inoltre, il Signore è la verità. Non è
sarebbe salito al Golgota per prepara- soltanto uno che insegna la verità; egli
re un luogo per i suoi. È grazie alla sua stesso è la verità, la verità personifica-
morte espiatoria che i credenti hanno ta. Coloro che possiedono Cristo pos-
un posto assicurato. Ma il Signore an- siedono la verità: essa non si trova in
dò anche in cielo a preparare un luogo. alcun altro luogo.
Non conosciamo molto di questo luo- Gesù Cristo è la vita. Egli è fonte di
go, ma sappiamo che è preparato per vita spirituale ed eterna. Coloro che lo
ogni figlio di Dio, “un luogo preparato ricevono hanno la vita eterna perché
per un popolo preparato!” (J.C. Ryle). egli è la vita.
14:3 Questo versetto fa riferimento 14:7 Una volta ancora, il Signore
al momento in cui il Signore torne- spiega la misteriosa unione che esiste
rà nell’aria, allorché coloro che sono fra lui e il Padre. Se i discepoli aves-
morti nella fede risusciteranno, tutti i sero capito chi era veramente Gesù,
credenti in vita saranno trasformati e avrebbero conosciuto anche il Padre,
tutto il popolo acquistato con il sangue perché il Signore mostrava il Padre
sarà condotto a casa, in cielo (vd. 1 Te agli uomini. Fin da ora, vale a dire fin
4:13-18; 1 Co 15:51-58). Si tratta del ri- da quel momento ma, in particolare,
torno personale e fisico di Cristo. Come dopo la risurrezione di Cristo, il disce-
è certo che se ne andò, altrettanto cer- poli avrebbero capito che Gesù era Dio
to è che ritornerà. Egli desidera avere i Figlio. Quindi avrebbero compreso che
suoi con sé per tutta l’eternità. conoscere Cristo significava conoscere
14:4-5 Egli stava per tornare in cielo. il Padre, e che vedere il Signore Gesù
Anch’essi conoscevano la via per an- era vedere Dio. Ciò non significa che
darci, giacché egli l’aveva indicata loro Dio e il Signore Gesù siano la stessa
molte volte. Persona: la Deità è composta di tre Per-
A quanto pare, Tommaso non com- sone distinte, ma c’è un solo Dio.
prese le parole del Signore. Come 14:8 Filippo voleva ricevere dal Si-
Pietro, probabilmente pensava a un gnore una rivelazione speciale circa il
viaggio in qualche località del mondo. Padre, e poi non avrebbe chiesto più
14:6 Questo amato versetto ci fa ca- nulla. Non capiva che tutto ciò che il
pire che il Signore Gesù Cristo stesso è Signore era, faceva e diceva era una ri-
la via per il cielo. Non si limita sempli- velazione del Padre.
cemente a indicare la via: egli è la via. 14:9 Gesù pazientemente lo corres-
La salvezza si trova in una Persona: se se. Filippo era con il Signore da tanto
accettiamo questa Persona personal- tempo. Era stato uno dei primi disce-
mente avremo la salvezza. Il cristia- poli a essere chiamato (vd. 1:43). Tutta-
nesimo è Cristo e il Signore Gesù non via, la piena verità della deità di Cristo

425
GIOVANNI 14:10-11

e della sua unità con il Padre non gli era nere ciò che chiedevano! Questo non
ancora chiara. Non sapeva che, quan- significa che un credente può ricevere
do guardava Gesù, guardava colui che da Dio tutto ciò che desidera. La chiave
perfettamente rivelava il Padre. per comprendere questa promessa sta
14:10-11 Le parole io sono nel Padre nelle parole nel mio nome : quello che
e... il Padre è in me esprimono la stretta chiederete nel mio nome. Chiedere nel
unione tra Padre e Figlio. Pur trattan- nome di Gesù non significa semplice-
dosi di Persone distinte, esse sono una mente aggiungere il nome di Gesù a
in quanto ad attributi e volontà. Non fine preghiera, ma significa chiedere
dobbiamo scoraggiarci se non capia- secondo la sua volontà, vale a dire chie-
mo questo concetto. Nessuna mente dere cose che possano glorificare Dio,
mortale potrà mai comprendere ap- benedire l’umanità e procurarci benes-
pieno la Deità. Dobbiamo riconoscere sere spirituale.
a Dio la facoltà di conoscere ciò che noi Per chiedere nel nome di Gesù, dob-
non possiamo sapere… se ne avessimo biamo vivere in stretta comunione con
la totale conoscenza, saremmo pari a lui, altrimenti non saremo in grado di
lui! Gesù aveva il potere di esprimere conoscere la sua volontà. Più ci acco-
le parole e di operare i miracoli di Dio, stiamo al Signore, più i nostri desideri
ma venne nel mondo come Servo e agì saranno simili ai suoi. Il Padre è glori-
e parlò in perfetta ubbidienza al Padre. ficato nel Figlio perché il Figlio deside-
I discepoli dovevano credere che ra solo le cose che sono gradite a Dio.
egli era uno con il Padre in base alla Quando le preghiere di questo tipo so-
sua stessa testimonianza. Ma, se non no elevate a Dio e da lui esaudite, Dio
avessero creduto alle parole, avrebbero ne è sommamente esaltato.
dovuto certamente credere a motivo 14:14 La promessa è qui ripetuta in
delle opere che compiva. virtù della sua rilevanza e del gran-
14:12 Il Signore annunciò che quanti de incoraggiamento che essa reca al
avessero creduto in lui avrebbero com- popolo di Dio. Se viviamo secondo la
piuto gli stessi miracoli suoi, e anche volontà del Signore, camminiamo in
maggiori di quelli. Nel libro degli Atti comunione con lui e chiediamo le cose
leggiamo che gli apostoli compirono che egli desidera, le nostre preghiere
miracoli di guarigione fisica, simili a saranno certamente esaudite.
quelli compiuti dal Salvatore. Ma leg-
giamo anche di miracoli maggiori, co- N. La promessa di un altro
me la conversione di tremila persone consolatore (14:15-26)
il giorno di Pentecoste. Senza dubbio, 14:15 Il Signore Gesù stava per lasciare i
quando il Signore parlava di opere suoi discepoli, ed essi ne sarebbero sta-
maggiori alludeva alla proclamazione ti amareggiati. In che modo avrebbero
del vangelo, alla salvezza di moltitu- potuto esprimergli il proprio amore? La
dini di anime e all’edificazione della risposta è semplice: osservando i suoi
chiesa. La salvezza dell’anima è ben comandamenti. Non lacrime, dunque,
più importante della guarigione del bensì ubbidienza. I comandamenti del
corpo. Quando il Signore tornò in cielo, Signore sono gli insegnamenti che egli
fu glorificato e lo Spirito Santo fu man- ci impartisce nei Vangeli, così come nel
dato sulla terra. Grazie alla potenza resto del N.T.
dello Spirito Santo, gli apostoli furono 14:16 Il verbo tradotto con preghe-
in grado di compiere questi miracoli rò non è quello usato per indicare la
maggiori. richiesta rivolta da un subalterno al
14:13 Che consolazione deve essere suo superiore, ma una richiesta rivol-
stata, per i discepoli, sapere che, anche ta da pari a pari. Il Signore intendeva
se il Signore li lasciava, essi potevano chiedere al Padre di mandare un altro
pregare il Padre nel suo nome e otte- Consolatore. Il termine Consolatore (o

426
GIOVANNI 14:21

“Paracleto”, gr. paráklētos, lett.: “invo- tecoste. Questa venuta spirituale è il


cato”) definisce una persona che sta a vero significato. “In qualche modo la
fianco di un’altra per aiutarla. Questo Pentecoste fu la venuta di Gesù”.
termine, altrove, è anche tradotto con 3° Gesù tornerà di nuovo dai suoi alla
“avvocato” (vd. 1 Gv 2:1). Il Signore Ge- fine dell’età presente, allorché ver-
sù è il nostro avvocato, o consolatore, rà per portare a casa, in cielo, coloro
e lo Spirito Santo è un altro Consola- che ha scelto per sé.
tore, non un consolatore diverso, ma 14:19 Nessun incredulo vide il Si-
avente la sua medesima natura. Lo gnore Gesù dopo la sua sepoltura.
Spirito Santo rimane con i credenti Quando Gesù risorse, fu visto sola-
per sempre. Nell’A.T. lo Spirito Santo si mente da coloro che lo amavano. Ma
posò spesso sugli uomini, ma poi se ne anche dopo l’ascensione, i suoi disce-
dipartiva. Ora, invece, viene per rima- poli continuarono a vederlo per fede.
nere con noi per sempre. Questo, senza dubbio, è il significato
14:17 Lo Spirito Santo è chiamato lo della locuzione ma voi mi vedrete. Al-
Spirito della verità perché il suo inse- lorché il mondo non fu più in grado di
gnamento è vero ed egli stesso glorifica vederlo, i suoi discepoli continuarono
Cristo, che è la verità. Il mondo non a scorgerlo. Allorché dichiarò: io vivo
può ricevere lo Spirito Santo perché e voi vivrete, il Signore fece riferimen-
non può vederlo. Gli increduli vogliono to alla sua vita dopo la risurrezione:
vedere per credere (benché credano nel essa costituisce una garanzia di vita
vento e nell’elettricità pur senza veder- per tutti coloro che credono in lui. An-
li…). Coloro che non sono salvati non che se morirà, il credente risorgerà per
conoscono né comprendono lo Spirito non morire mai più.
Santo. Anche qualora egli riuscisse a 14:20 In quel giorno. Probabil-
“convincerli di peccato”, costoro non lo mente questa espressione fa ancora
riconoscerebbero. I discepoli conosce- riferimento alla discesa dello Spirito
vano lo Spirito Santo: lo avevano visto Santo. Gesù spiega ai credenti un’im-
all’opera nella loro vita e lo avevano vi- portante verità: come è vero che esiste
sto operare attraverso il Signore Gesù. un legame vitale tra il Figlio e il Padre,
Lo Spirito dimora con voi, e sarà in parimenti esiste una meravigliosa co-
voi. Prima della Pentecoste, lo Spirito munione di vita e di interessi tra Cristo
Santo scendeva sugli uomini e dimo- e i suoi santi. È difficile spiegare come
rava con loro. Ma, dalla Pentecoste in avviene che Cristo dimori nel creden-
poi, lo Spirito Santo prende dimora in te e come, contemporaneamente, il
coloro che credono nel Signore Gesù e credente dimori in Cristo. Solitamente
vi rimane per sempre. La preghiera di ci si serve dell’esempio dell’attizzatoio
Davide “non togliermi il tuo santo Spi- nel fuoco. Non soltanto l’attizzatoio è
rito” (Sl 51:11) non si adatta più alla no- nel fuoco, ma il fuoco è nell’attizzato-
stra attuale situazione: lo Spirito Santo io. (39) Ma questo esempio non spiega
non sarà mai più sottratto al credente, tutto. Cristo è nel credente nel senso
anche se può essere rattristato, ostaco- che gli comunica la vita divina. Egli
lato, ridotto al silenzio. dimora realmente nel credente attra-
14:18 Il Signore non avrebbe lascia- verso lo Spirito Santo. Il credente è in
to i suoi discepoli orfani o abbando- Cristo nel senso che può stare davanti
nati, ma sarebbe tornato da loro. a Dio grazie unicamente alla Persona
1° Effettivamente, Gesù tornò da loro e all’opera di Cristo.
dopo la risurrezione, ma dubitiamo 14:21 La vera prova d’amore nei
che ciò sia il significato di questo an- confronti del Signore Gesù Cristo con-
nuncio. siste nell’ubbidienza ai suoi coman-
2° Gesù tornò da loro nella Persona del- damenti. È inutile dire che lo amiamo
lo Spirito Santo il giorno della Pen- se non vogliamo ubbidirgli. Il Padre, è

427
GIOVANNI 14:22

vero, ama tutto il mondo, ma prova un poiché essi non sarebbero stati in gra-
amore speciale per coloro che amano do di capirle.
suo Figlio. Essi sono anche amati da 14:26 Ma lo Spirito Santo avrebbe
Cristo e a loro egli si rivela in un modo insegnato loro altre verità. Egli fu in-
speciale. Più amiamo il Salvatore, me- viato dal Padre nel nome di Cristo nel
glio lo conosciamo. giorno di Pentecoste. Lo Spirito venne
14:22 Il discepolo qui menzionato nel nome di Cristo nel senso che venne
aveva la sventura di essere l’omoni- per rappresentare gli interessi di Cristo
mo del traditore, Giuda . Ma lo Spirito sulla terra: non venne per glorificare
di Dio, con sensibilità, lo distingue se stesso, bensì per attirare uomini e
dall’Iscariota . Costui non riusciva a donne al Salvatore. Il Signore disse: vi
capire come il Signore potesse pre- insegnerà ogni cosa. Come insegna lo
sentarsi ai discepoli senza essere visto Spirito Santo? Anzitutto, tramite il mi-
dal mondo. Senza dubbio pensava alla nistero di predicazione degli apostoli,
venuta del Salvatore come a quella di quindi attraverso la Parola di Dio che
un re o di un eroe vittorioso. Non ca- possediamo oggi per iscritto. Lo Spi-
piva che il Signore si sarebbe manife- rito Santo permette di ricordare tutto
stato ai suoi in modo spirituale. Essi lo quello che il Salvatore ha insegnato.
avrebbero visto per fede attraverso la Infatti il Signore Gesù presentò in for-
Parola di Dio. ma sintetica tutti gli insegnamenti che
Mediante lo Spirito di Dio, ci è oggi lo Spirito Santo avrebbe sviluppato, in
possibile conoscere Cristo meglio di seguito, nel resto del N.T.
come lo conobbero, sulla terra, i suoi
discepoli e i suoi seguaci di allora: O. Gesù dà la pace ai suoi discepoli
all’epoca non tutti coloro che lo desi- (14:27-31)
derassero, riuscivano ad avvicinarlo 14:27 Una persona che si sente pros-
e i primi della fila erano privilegiati sima alla morte, in genere, scrive un
rispetto agli ultimi. Ma oggi, per fede, testamento che contiene le sue ultime
ciascuno di noi può godere della più volontà riguardo ai beni che intende
stretta comunione con lui. La risposta lasciare a coloro che ama.
di Cristo alla domanda di Giuda dimo- Qui il Signore Gesù fece la stessa
stra che la promessa manifestazione di cosa. Ma non lasciò in eredità beni o
sé ai suoi seguaci è connessa alla Pa- effetti materiali, bensì qualcosa che il
rola di Dio: dall’ubbidienza alla Parola denaro non può comprare: la pace, la
deriva la venuta e la dimora del Padre e pace della coscienza che nasce dalla
del Figlio presso di loro. consapevolezza di essere stati per-
14:23 Se un uomo ama veramente donati per i propri peccati e di essersi
il Signore, vorrà ubbidire a tutti i suoi riconciliati con Dio. Cristo può offrire
comandamenti, non solo a qualcuno di la pace, perché l’ha acquistata sul Gol-
essi. Il Padre ama coloro che sono de- gota con il proprio sangue. Egli non la
siderosi di ubbidire a suo Figlio senza dà come il mondo dà : la pace di Cristo
domande o riserve. Sia il Padre sia il Fi- non è breve, egoista, avara. Il suo dono
glio sono vicini in modo speciale a tali di pace dura per sempre. Perché dun-
cuori amorevoli e ubbidienti. que un credente dovrebbe essere tur-
14:24 È altresì vero il contrario: chi bato o sgomento?
non ama il Signore non osserva le sue 14:28 Gesù aveva già detto loro che
parole. Così facendo, costui non sola- stava per lasciarli e che, più tardi, sa-
mente respinge le parole di Cristo, ma rebbe tornato per prenderli e portarli
anche quelle del Padre. in cielo con lui. Se lo amavano, dove-
14:25 Mentre era con loro, il Signore vano rallegrarsi di ciò. Naturalmente
impartì ai discepoli alcuni insegna- lo amavano, ma non si erano resi del
menti. Non poteva rivelare altre verità, tutto conto di chi egli fosse veramente

428
GIOVANNI 15:2

e, così, il loro amore non era grande co- teva trovare in Cristo alcun appiglio
me sarebbe dovuto essere. cui aggrapparsi. L’affermazione “egli
Vi rallegrereste che io vada al Pa- [Satana] non può nulla contro di me”
dre, perché il Padre è maggiore di me. sarebbe parsa risibile se pronunciata
A prima vista, questo versetto pare da chiunque altro, ma non da Gesù.
contraddire tutto ciò che il Signore 14:31 Potremmo parafrasare questa
ha insegnato finora circa la propria frase come segue: “Presto sarò tradito.
uguaglianza con Dio Padre. Il dubbio Ora io salgo spontaneamente sulla cro-
è immediatamente fugato e, quando ce perché questa è la volontà del Padre
si consideri il contesto, il significato per me. Farò sapere al mondo quanto
di tale affermazione è presto chiarito. amo mio Padre. Ecco perché vado sen-
Quando Gesù era sulla terra era odiato, za opporre alcuna resistenza”. Detto
cacciato, perseguitato e inseguito. Fu ciò, il Signore invitò i discepoli ad al-
trattato con disprezzo, insultato, per- zarsi e ad andare con lui. Non è chiaro
cosso e sopportò terribili umiliazioni se essi lasciarono la sala al piano supe-
da parte delle sue creature. riore in quel momento. Forse il resto
Dio Padre non ha mai subito un si- della conversazione avvenne mentre
mile trattamento dagli uomini: vive in erano in cammino.
cielo, lontano dalla malvagità dei pec-
catori. Allorché il Signore Gesù tornò P. Gesù, la vera vite
in cielo, anch’egli si trovò là dove le (15:1-11)
nefandezze non hanno accesso. Perciò 15:1 Nell’A.T. la nazione d’Israele era
i discepoli avrebbero dovuto essere rappresentata come una vite piantata
lieti quando il Signore Gesù annunciò da Yahweh. Il popolo d’Israele si era
il proprio ritorno al Padre perché, in dimostrato infedele e improduttivo
questo senso, il Padre era maggiore e, così, il Signore Gesù ora presentava
di lui. Il Padre non era maggiore in se stesso come la vera vite, il perfetto
quanto a Deità ma perché, al contrario adempimento di tutte le prefigurazioni
di Gesù, non era venuto nel mondo co- veterotestamentarie. Dio Padre... è il
me uomo per essere trattato altrettan- vignaiuolo.
to crudelmente. Per quanto concerne 15:2 Vi sono pareri discordanti ri-
gli attributi della Deità, Padre e Figlio guardo al significato dell’espressione
sono uguali. Ma quando si consideri ogni tralcio che in me non dà frutto, lo
l’umile condizione e posizione che toglie via. Alcuni vi ravvisano un rife-
Gesù assunse come uomo qui sulla rimento all’individuo che falsamente
terra, si comprende che, in tal senso, si professa credente: finge di essere ciò
Dio Padre era maggiore di lui. Egli era che non è, ma non è veramente unito
maggiore in quanto a posizione, non a Cristo per fede. Altri scorgono un’al-
come Persona. lusione al vero credente che perde la
14:29 Nel suo generoso affetto verso i salvezza perché non porta frutto (ciò è
discepoli sgomenti, il Signore rivelò tali chiaramente impossibile, perché con-
eventi futuri affinché essi non si spa- traddice molti altri brani biblici dove si
ventassero, né si scandalizzassero, né si insegna che il credente possiede la sal-
scoraggiassero, ma credessero. vezza eterna). Altri ancora ritengono
14:30 Il Signore era cosciente che che con tale espressione si intenda in-
l’ora del tradimento si avvicinava e che dicare un vero credente che è ricaduto
non avrebbe più avuto molto tempo nel peccato, allontanandosi dal Signo-
per parlare con i suoi. Satana era sem- re per inseguire le cose del mondo. Co-
pre più vicino, ma il Signore sapeva che stui non manifesterebbe il frutto dello
il nemico non avrebbe potuto trovare Spirito: amore, gioia, pace, pazienza,
in lui la minima ombra di peccato. Il benevolenza, bontà, fedeltà, mansue-
diavolo, con le sue tentazioni, non po- tudine, autocontrollo (vd. Ga 5:22).

429
GIOVANNI 15:3

La comprensione di ciò che il Signore che sia gradito al Signore è vivere a con-
esattamente fa del tralcio improduttivo tatto con lui in ogni momento.
dipende dalla traduzione del verbo gr. 15:5 Cristo stesso è la vite, i creden-
airo (airei). Questo verbo può significa- ti sono i tralci. Il tralcio non vive per
re toglie via, come nella nostra versio- giovare alla vite, bensì per riceverne la
ne biblica (inoltre vd. Gv 1:29) e quindi vita e lasciarla fluire attraverso di sé.
potrebbe indicare il castigo della morte Talvolta preghiamo: “Signore, aiutami
fisica (vd. 1 Co 11:30); ma può anche si- a vivere per te”. Dovremmo invece pre-
gnificare “sollevare”, come in Gv 8:59, gare: “Signore, vivi la tua vita attraver-
dove lo stesso verbo, tradotto con “prese- so di me”. Senza Cristo non possiamo
ro [delle pietre]” significa, lett. “solleva- far nulla. Un tralcio di vite ha un gran-
rono [delle pietre]”. Con tale espressione de scopo: portare frutto. Non serve per
si farebbe, pertanto, riferimento al mini- fare mobili o costruire case. Non va be-
stero positivo dell’incoraggiamento, che ne neanche per accendere il fuoco. Ma
consiste nell’esporre il tralcio infruttuo- è utile per produrre frutto, fintanto che
so ai benefici della luce e dell’aria, nella rimane attaccato alla vite.
speranza che produca frutto. 15:6 Riguardo a questo versetto ci
Il tralcio che dà frutto è il credente sono sempre state divergenze di in-
che diventa sempre più simile al Signo- terpretazione. Alcuni ritengono che
re Gesù. Anch’egli ha bisogno di essere l’individuo cui si allude sia un credente
potato o pulito. Come una vera vite de- che cade nel peccato e quindi è perdu-
ve essere liberata da parassiti, muffe e to. Tale interpretazione contraddice
funghi, così il credente deve essere pu- nettamente i numerosi versetti della
rificato da tutte le cose mondane che Scrittura in cui si spiega che i veri figli
gli si attaccano addosso. di Dio non periranno mai. Altri pensa-
15:3 L’agente purificante è la parola no che si tratti di un individuo che si
del Signore. I discepoli erano stati pu- professa credente, ma che non è “nato
rificati dalla parola al momento della di nuovo”. Spesso viene citato, in pro-
conversione. A mano a mano che il Sal- posito, l’esempio di Giuda.
vatore parlava loro, la sua parola aveva Noi siamo convinti che si tratti di un
su di loro l’effetto di nettarli spiritual- vero credente, perché questa sezione
mente. Quindi questo versetto potreb- ha come soggetto, infatti, i veri creden-
be far riferimento alla giustificazione e ti. L’argomento in discussione non è la
alla santificazione insieme. salvezza, bensì il fatto di dimorare in
15:4 “Dimorare” significa rimanere Cristo e di portare frutto. Questo cre-
dove ci si trova. Il credente si trova in dente perde il contatto con il Signore e,
Cristo: quello è il suo posto. Nel cam- per trascuratezza e mancanza di pre-
mino quotidiano deve rimanere in inti- ghiera, cade nel peccato rovinando, di
ma relazione con il Signore. Un tralcio conseguenza, la propria testimonian-
dimora, o rimane nella vite, donde trae za. Poiché non rimane in Cristo, è get-
vita e nutrimento. Così noi rimaniamo tato via come il tralcio, non da Cristo,
in Cristo se preghiamo, leggiamo e os- ma dagli altri uomini. I tralci si rac-
serviamo la sua Parola, abbiamo comu- colgono, si gettano nel fuoco e si bru-
nione con il suo popolo e nella costante ciano. Non è Dio che fa tutto questo,
consapevolezza della nostra unione con bensì gli uomini. Cosa significa ciò?
lui. Mantenendo un costante contat- Significa che il credente che ricade nel
to con lui, ci rendiamo conto che egli peccato subisce lo scherno della gente,
dimora in noi e che ci fornisce tutta la il suo nome viene trascinato nel fango
forza e le risorse spirituali che ci occor- e la sua testimonianza gettata nel fuo-
rono. Il tralcio può dar frutto solamente co. Questa situazione è ben esempli-
se rimane nella vite. L’unico modo in ficata dalla vita di Davide. Egli era un
cui il credente può produrre un frutto vero credente, ma cominciò presto a

430
GIOVANNI 15:13

diventare indifferente al Signore e così comandamenti del Padre suo e faceva


si macchiò dei peccati di adulterio e di ogni cosa secondo la volontà di Dio,
omicidio. A causa sua, i nemici presero dimorando costantemente nell’amore
a bestemmiare il nome del Signore. del Padre e gustandolo. Nulla mai poté
15:7 “Dimorare” nel Signore è il se- intaccare quel dolce senso di amorevo-
greto di una vita di preghiera efficace. le comunione.
Più restiamo attaccati al Signore, più 15:11 Gesù trovava la sua gioia più
impariamo a pensare come lui. Più lo profonda nella comunione con Dio
conosciamo, tramite la sua Parola, più Padre. Egli voleva che i suoi discepoli
comprenderemo la sua volontà. Più la avessero la gioia che nasce dalla dipen-
nostra volontà si accorderà con la sua, denza da Dio. Voleva che la sua gioia
più saremo certi che le nostre preghie- fosse la loro gioia. Il concetto umano
re saranno esaudite. di gioia consiste nel cercare di essere il
15:8 Quando i figli di Dio dimostra- più possibile felici lasciando Dio fuori
no al mondo di essere simili a Cristo, della propria vita. Il Signore insegnò,
il Padre è glorificato. Gli uomini sono invece, che la vera gioia nasce dal te-
obbligati a confessare che il Dio che nere Dio il più possibile dentro la pro-
trasforma degli empi peccatori in uo- pria vita. La vostra gioia sia completa o
mini santi e devoti deve essere davvero “piena”. La gioia dei discepoli sarebbe
un Dio grande. Notiamo la progressio- stata completa se essi avessero dimora-
ne in questo capitolo: frutto (v. 2), più to in Cristo e ubbidito ai suoi coman-
frutto (v. 2), molto frutto (v. 8). damenti. Molti si servono di Gv 15 per
Così sarete miei discepoli. Ciò si- instillare dubbi e minare la sicurezza
gnifica che, quando dimoriamo in lui, del credente, insinuando che una pe-
diamo prova di essere suoi discepoli. In cora di Cristo può anche morire. Ma lo
questo modo, chi ci circonda ravviserà scopo del Signore non era far sì che “i
in noi dei veri discepoli che assomiglia- vostri dubbi siano completi”, bensì che
no al Signore. la vostra gioia sia completa.
15:9 Il nostro cuore non può far altro
che prostrarsi in adorazione, quando Q. Il comandamento di amarsi
leggiamo che l’amore che il Salvatore gli uni gli altri (15:12-17)
ha per noi è lo stesso amore che il Padre 15:12 Il Signore avrebbe presto lasciato
ha per il Figlio, sia qualitativamente sia i suoi discepoli in un mondo ostile. La
quantitativamente. “È un amore la cui tensione crescente avrebbe potuto pro-
larghezza, altezza, lunghezza e profon- vocare dei dissapori tra di loro. Perciò,
dità oltrepassano ogni conoscenza e il Signore impose loro un ordine tassa-
che l’uomo non potrà mai pienamente tivo: Questo è il mio comandamento:
comprendere” (cf. Ef 3:18-19). “La sua che vi amiate gli uni gli altri.
profondità è tale che i nostri pensieri 15:13 Il loro amore vicendevole do-
vi affondano” (Isaac Watts). Il Signore veva essere tale da comportare, all’oc-
esorta: dimorate nel mio amore. Ciò correnza, il sacrificio della propria vita.
significa che dobbiamo continuare a Quanti sono disposti a fare ciò non
percepire il suo amore e a gustarlo nella entrano in conflitto con gli altri. Il più
nostra vita. grande esempio di umana abnegazio-
15:10 La prima parte di questo ver- ne è quello di un uomo che muore per
setto ci insegna che possiamo dimora- i suoi amici. I discepoli di Cristo sono
re nell’amore del Signore osservando chiamati a questo tipo di dedizione.
i suoi comandamenti. “Avere fede e Alcuni rinunciano letteralmente alla
ubbidire: non vi è altro modo per es- propria vita, altri si dedicano comple-
sere felici in Gesù”. La seconda metà tamente e instancabilmente al bene
del versetto ci presenta l’esempio per- del popolo di Dio. Il Signore Gesù ne
fetto: il Signore Gesù. Egli osservava i è l’esempio supremo: egli diede la sua

431
GIOVANNI 15:14

vita per i suoi amici. Certo, quando egli scelse i discepoli perché andassero e
morì per loro, essi erano suoi nemici producessero un frutto duraturo. Non
ma, dopo essere stati salvati, divenne- era interessato a una vuota professione
ro suoi amici. Quindi è giusto dire che di fede ma voleva persone veramen-
egli morì tanto per i suoi amici quanto te salvate. L.S. Chafer osserva che, in
per i suoi nemici. questo capitolo, abbiamo la preghiera
15:14 Dimostriamo di essere suoi efficace (v. 7), la gioia celestiale (v. 11)
amici se facciamo le cose che egli ci e il frutto perpetuo (v. 16). Tutto quello
comanda. In questo modo non diven- che chiederete... : il segreto del servizio
tiamo suoi amici, ma dimostriamo al efficiente è la preghiera. I discepoli,
mondo che lo siamo. inviati nel mondo, avevano la certez-
15:15 Il Signore qui mise in luce la za che il Padre avrebbe dato loro tutto
differenza fra servi e amici. Dai servi quello che avrebbero chiesto nel nome
ci si aspetta semplicemente che fac- di Cristo.
ciano il lavoro che è stato loro affidato; 15:17 Il Signore desiderava mettere
gli amici, invece, godono della fiducia in guardia i suoi discepoli contro l’odio
del padrone. Agli amici si raccontano i del mondo, esortandoli, in primo luo-
propri progetti per il futuro e si svelano go, ad amarsi vicendevolmente e a ri-
i propri pensieri più intimi. Certamen- manere uniti fra di loro e saldi contro
te, i discepoli sarebbero stati servi del il nemico.
Signore, ma sarebbero stati anche di
più: sarebbero stati suoi amici. Il Signo- R. Il Signore preannuncia l’odio
re rivelava loro tutte le cose udite dal del mondo (15:18–16:4)
Padre e annunciò la propria dipartita, 15:18-19 I discepoli non dovevano sor-
l’avvento dello Spirito Santo, il proprio prendersi o scoraggiarsi se il mondo li
ritorno e i compiti affidati ai discepoli odiava (questo se non esprime dubbio,
nel frattempo. Qualcuno ha messo in l’odio del mondo è una certezza). Il mon-
evidenza che, come tralci, riceviamo do ha odiato il Signore e odierà sempre
(v. 5), come discepoli seguiamo (v. 8) e tutti quelli che assomigliano a lui.
come amici siamo in comunione (v. 15). Gli uomini del mondo amano quanti
15:16 Per evitare che i discepoli si vivono come loro: quelli che usano un
scoraggiassero e avessero la tentazio- linguaggio plebeo e indulgono nei pia-
ne di abbandonare tutto, Gesù ricordò ceri della carne, oppure gli uomini di
loro che era stato lui a sceglierli. Ciò cultura che vivono solo per sé. Poiché
può significare che li aveva scelti per i credenti li condannano con la propria
la salvezza eterna, per il discepolato o condotta santa, il mondo li odia.
per portare frutto. Inoltre, li aveva resi 15:20 Qui servo significa lett. “schia-
capaci di svolgere il lavoro che aveva vo”. Il discepolo non deve aspettarsi
preparato per loro. Come discepoli, dal mondo un trattamento migliore
anche noi dobbiamo andare e portare di quello riservato al suo signore : il
frutto. Il frutto può consistere nei me- mondo lo perseguiterà, proprio come
ravigliosi aspetti della vita cristiana, ha perseguitato Cristo stesso. La sua
come l’amore, la gioia, la pace ecc. Il parola sarà rifiutata come fu rifiutata la
frutto può altresì essere rappresentato parola del Salvatore.
dalle anime conquistate per il Signore 15:21 Tutto questo odio e questa
Gesù Cristo. Esiste uno stretto legame persecuzione avvengono a causa del
fra le due cose. Solo se produciamo il mio nome, ossia perché il credente è
primo tipo di frutto, riusciremo anche legato a Cristo, perché è stato da Cri-
a produrre il secondo. sto separato dal mondo, perché porta
L’espressione perché... il vostro frut- il nome di Cristo e gli assomiglia. Il
to rimanga ci fa pensare che il frutto mondo non conosce Dio e non sa che
sia la salvezza delle anime. Il Signore il Padre ha mandato il Figlio nel mondo

432
GIOVANNI 16:1

per esserne il Salvatore. Ma l’ignoranza uomini odiarono Cristo per scelta de-
non è una scusa. liberata, ma Dio, avendo previsto che
15:22 Il Signore intendeva dire che, ciò sarebbe accaduto, aveva ispirato la
se non fosse venuto, gli uomini sa- profezia di Davide di cui al Sl 69.
rebbero stati peccatori comunque. In 15:26 Nonostante gli uomini respin-
realtà, dai tempi di Adamo, tutti gli gessero Gesù, la sua testimonianza sa-
uomini sono peccatori. Nondimeno, rebbe sempre stata viva grazie all’opera
il loro peccato non era minimamente del Consolatore, lo Spirito Santo. Il Si-
paragonabile al gravissimo pecca- gnore annunciò che egli stesso avrebbe
to commesso dai contemporanei di inviato lo Spirito da parte del Padre.
Cristo. Questi ultimi avevano visto il In 14:16 leggiamo che colui che manda
Figlio di Dio e avevano udito le sue pa- lo Spirito è il Padre. Non è forse questa
role di grazia. Non potevano trovare in un’altra testimonianza che il Figlio è
lui alcuna colpa. Tuttavia l’avevano re- uguale al Padre? Chi, se non Dio, poteva
spinto. Era questo che rendeva il loro mandare colui che è Dio? Lo Spirito della
peccato così odioso: al suo confronto, verità... procede dal Padre. Ciò significa
tutti gli altri peccati sembravano insi- che è costantemente inviato dal Padre;
gnificanti. Quindi costoro non aveva- quanto accadde il giorno di Pentecoste
no scusa per il loro peccato : avevano fu la dimostrazione speciale della sua
respinto il Signore della gloria, la luce venuta. Lo Spirito testimonia di Cristo:
del mondo! questa è la sua grande missione. Egli non
15:23 Odiando Cristo, costoro odia- cerca di attirare l’attenzione degli uo-
vano anche il Padre, giacché Cristo e mini su di sé, benché sia egli stesso una
il Padre sono uno. Non potevano dire delle Persone della Trinità, ma dirige l’at-
che amavano Dio perché, se l’avessero tenzione sia del santo sia del peccatore
amato, avrebbero amato anche colui verso il Signore della gloria.
che Dio aveva mandato. 15:27 Lo Spirito stesso avrebbe testi-
15:24 Costoro non si erano resi re- moniato tramite i discepoli. Essi erano
sponsabili di ciò solamente avendo stati con il Signore fin dal principio del
udito gli insegnamenti di Cristo, ma al- suo ministero pubblico e, quindi, era-
tresì avendo visto i suoi miracoli. La loro no particolarmente idonei per parlare
colpa, quindi, era maggiore. Avevano della sua Persona e della sua opera. Chi
visto opere che nessun altro aveva mai sarebbe stato in grado di trovare un di-
fatto. Respingere Cristo di fronte all’evi- fetto qualsiasi nel Signore, se non chi
denza è imperdonabile: in confronto aveva trascorso più tempo con lui? Ma
a quest’unico peccato, tutti gli altri essi non l’avevano mai visto commet-
peccati scompaiono. Avendo odiato il tere alcun peccato e potevano testimo-
Figlio, quegli uomini avevano odiato niare che egli era il Figlio di Dio senza
anche il Padre e ciò avrebbe comporta- peccato, nonché il Salvatore del mondo.
to per loro una terribile condanna. 16:1 Anche i discepoli, probabil-
15:25 Il Signore sapeva che l’atteg- mente, nutrivano nell’animo la stessa
giamento dell’uomo verso di lui era il speranza del popolo giudeo, vale a dire
preciso adempimento della profezia. che il Messia avrebbe stabilito il suo re-
Nel Sl 69:4 era predetto che Cristo sa- gno e spezzato il potere di Roma. Ora,
rebbe stato odiato senza motivo. Ciò invece, il Signore annunciava loro che
era avvenuto e il Signore commentò stava per morire, risorgere e tornare in
che proprio l’A.T., che quegli uomini cielo. Poi sarebbe venuto lo Spirito San-
tanto apprezzavano, aveva predet- to ed essi sarebbero stati i testimoni di
to quell’odio insensato contro di lui. Cristo. Sarebbero stati odiati e perse-
Quantunque tale odio per Cristo fosse guitati. Il Signore prean-nunciò loro
stato profetizzato, gli uomini non era- tutto questo, affinché non rimanessero
no tenuti ad attuare tale profezia. Gli delusi e non fossero sviati o sconvolti.

433
GIOVANNI 16:2-3

16:2-3 L’espulsione dalle sinagoghe to. Cristo avrebbe mandato lo Spirito


era considerata la cosa peggiore che Santo perché fosse il loro Consolatore,
potesse accadere a un Giudeo. Tutta- la cui venuta sarebbe stata somma-
via, ciò era quanto sarebbe accaduto mente utile per loro. Egli, infatti, li
proprio a quei Giudei che erano stati avrebbe riempiti di potenza, avrebbe
discepoli di Gesù. La fede cristiana infuso loro coraggio, li avrebbe istruiti
sarebbe stata talmente invisa che co- e avrebbe reso Cristo ancora più reale
loro che avessero cercato di reprimerla di prima. Il Consolatore non sarebbe
avrebbero pensato, così facendo, di venuto finché il Signore Gesù non fos-
rendere un culto a Dio. Ciò dimostra se tornato in cielo per essere glorifica-
quanto un individuo possa essere ze- to. Naturalmente, prima di allora, lo
lante e sincero e, nonostante ciò, sba- Spirito Santo era già stato nel mondo,
gliare profondamente. ma ora il suo approccio sarebbe stato
Alla base di tutto ciò c’era la manca- differente: egli avrebbe “convinto il
ta accettazione di Cristo. I Giudei non mondo quanto al peccato” e si sareb-
vollero riceverlo, ma, così facendo, rin- be preso cura dei redenti.
negavano anche il Padre. 16:8 Lo Spirito Santo avrebbe con-
16:4 Il Signore esortò nuovamente vinto il mondo quanto al peccato, alla
i discepoli a non lasciarsi scoraggiare giustizia e al giudizio. In genere, si ri-
dalle future afflizioni. Essi avrebbero tiene che ciò significhi che egli inge-
dovuto ricordare che il Signore aveva neri nella vita del peccatore un’intima
predetto la persecuzione e che tutto ciò consapevolezza di tutte queste cose.
rientrava nel suo piano per la loro vita. Questo è vero, ma non è l’insegnamen-
Il Signore non ne gliene aveva parlato to esatto che questa parte della Scrittu-
prima perché era con loro. Non era ne- ra intende veicolare. Lo Spirito Santo
cessario preoccuparli prima del dovuto, condanna il mondo per il fatto stesso
né permettere che i loro pensieri si con- di essere stato inviato nel mondo. Lo
centrassero su cose diverse dal suo in- Spirito Santo, infatti, non dovrebbe
segnamento. Nondimeno, ora che stava essere qui: qui, a regnare sul mondo,
per lasciarli, doveva rivelare loro il cam- dovrebbe esserci il Signore. Il mondo,
mino che stavano per intraprendere. però, l’ha respinto ed egli è tornato in
cielo. Lo Spirito Santo è stato inviato
S. La venuta dello Spirito nel mondo al posto di Cristo, il quale è
della verità (16:5-15) stato respinto: questo dimostra la col-
16:5 Questo versetto sembra esprimere pevolezza del mondo.
il disappunto del Signore di fronte al- 16:9 Lo Spirito convince il mondo
la mancanza di interesse, da parte dei del peccato di incredulità nei confronti
discepoli, riguardo a ciò che il Signore di Cristo. Egli era degno di fede. Non vi
stesso stava per affrontare. Benché gli era nulla in lui che impedisse agli uo-
avessero domandato, genericamente, mini di riporvi la propria fede. Ma essi
dove stesse andando, non sembravano lo rifiutarono. E la presenza dello Spiri-
molto coinvolti. to Santo nel mondo è la testimonianza
16:6 I discepoli erano molto più del loro crimine.
preoccupati per il loro futuro che per 16:10 Il Salvatore affermava di esse-
quello di Gesù. Davanti a lui si prospet- re giusto, ma gli uomini sostenevano
tavano la croce e la tomba. Davanti a che aveva un demonio. Dio avrebbe
loro la persecuzione a causa del loro avuto l’ultima parola: suo Figlio era
ministero per Cristo. Erano pieni di tri- giusto ed egli l’avrebbe dimostrato ri-
stezza per i loro guai, anziché per quel- suscitandolo dai morti e riportandolo
li che incombevano sul Signore. in cielo. Lo Spirito Santo è testimone
16:7 Eppure essi non sarebbero sta- della giustizia di Cristo e dell’errore
ti lasciati senza aiuto e senza confor- del mondo.

434
GIOVANNI 16:19-20

16:11 La presenza dello Spirito Santo queste le perfezioni di cui Cristo parla
convince anche il mondo del giudizio al v. 14. Lo Spirito rivelò agli apostoli
futuro. La presenza dello Spirito dimo- le gloriose perfezioni, i ministeri, gli
stra che il diavolo è già stato condan- incarichi, le grazie e la pienezza del Si-
nato alla croce e che tutti coloro che gnore Gesù.
rifiutano il Salvatore spartiranno con
lui il medesimo giudizio in un tempo T. La tristezza è mutata in gioia
futuro. (16:16-22)
16:12 Il Signore avrebbe voluto dire 16:16 L’indicazione temporale fornita
ai discepoli ancora molte cose ; tutta- nel presente versetto si presta a diffe-
via, essi non erano ancora in grado di renti interpretazioni.
capirle. Questo è un importante prin- Essa potrebbe significare che il Si-
cipio dell’insegnamento: ci deve essere gnore sarebbe stato lontano da loro per
un certo progresso nell’apprendimen- tre giorni e che poi sarebbe riapparso,
to, prima di poter assimilare altre ve- dopo la risurrezione. Oppure potrebbe
rità più profonde. Il Signore Gesù non significare che Gesù, tornato in cielo
sovraccaricò mai i suoi discepoli con dal Padre, tra un altro poco (la fine
troppi insegnamenti che, bensì, offrì dell’età presente) ritornerà. Potrebbe
loro “precetto dopo precetto, regola anche significare che, per un po’, i di-
dopo regola”. scepoli non l’avrebbero più visto con
16:13 L’opera iniziata dal Signore gli occhi fisici e che, dopo la discesa
sarebbe stata continuata dallo Spirito dello Spirito Santo in occasione della
della verità, il quale li avrebbe guidati Pentecoste, l’avrebbero visto per fede
in tutta la verità. Era necessario che i in un modo in cui non l’avevano mai
discepoli apprendessero tutta la verità visto prima.
nel corso della vita. A loro volta, essi la 16:17 I suoi discepoli erano confusi.
trasmisero in forma scritta, e noi pos- Tale confusione era dovuta all’annun-
siamo averla oggi tutta raccolta nel N.T. cio che il Signore aveva fatto poco pri-
Questo, aggiunto all’A.T., completò la ma: “Vado al Padre e non mi vedrete
rivelazione scritta di Dio all’uomo. È più” (v. 10). Ora egli aggiungeva: Tra
comunque vero che, in tutte le epoche, poco non mi vedrete più; e tra un altro
lo Spirito guida il popolo di Dio alla poco mi vedrete. Come conciliare le
scoperta della verità e lo fa attraver- due asserzioni?
so la Scrittura. Egli dirà unicamente 16:18 Si chiedevano l’un l’altro co-
le cose che gli sono state comunicate sa significasse l’espressione tra poco.
dal Padre e dal Figlio. Vi annuncerà le Strano a dirsi, abbiamo lo stesso pro-
cose a venire. Ciò, ovviamente, è stato blema oggi. Ignoriamo se qui si alluda
fatto nel N.T. e, in particolare, nel libro ai tre giorni precedenti la risurrezione,
dell’Apocalisse, che contiene la rivela- ai quaranta giorni prima della Penteco-
zione del futuro. ste o ai circa duemila anni antecedenti
16:14 La sua opera principale consi- il ritorno di Cristo!
sterà nel glorificare Cristo. Ciò renderà 16:19-20 Essendo Dio, Gesù era in
possibile vagliare tutto l’insegnamento grado di leggere nei loro pensieri e ri-
e la predicazione: se ha lo scopo di ma- velò loro che conosceva appieno la loro
gnificare il Salvatore, l’annuncio pro- perplessità.
viene dallo Spirito Santo. Prenderà del Non rispose direttamente alle loro
mio : questa locuzione significa che lo domande, ma fornì qualche altra in-
Spirito Santo riceverà le grandi verità formazione concernente l’espressione
concernenti Cristo e le rivelerà ai cre- “tra poco”. Il mondo si sarebbe ralle-
denti, senza mai esaurire l’argomento! grato per essere riuscito a crocifiggere
16:15 Tutte le caratteristiche del Pa- il Signore Gesù, laddove i discepoli
dre sono comuni anche al Figlio. Sono avrebbero pianto e fatto cordoglio. Ma

435
GIOVANNI 16:21

ciò sarebbe durato poco, poiché la loro parabole e similitudini . Perfino in


tristezza sarebbe presto stata cambia- questo stesso capitolo risulta, talvolta,
ta in gioia. Così fu, infatti: dapprima arduo cogliere il significato preciso
grazie alla risurrezione e poi grazie alla degli insegnamenti trasmessi da Ge-
discesa dello Spirito. Infine, per i disce- sù. Con la venuta dello Spirito Santo,
poli di tutte le epoche, la tristezza sarà l’insegnamento circa il Padre divenne
cambiata in gioia quando il Signore più chiaro. Negli Atti degli Apostoli e
Gesù ritornerà. nelle lettere la verità non è più mediata
16:21 Nulla è più stupefacente della da parabole, ma è annunciata in modo
rapidità con cui una madre dimenti- esplicito.
ca il dolore del parto una volta che il 16:26 L’espressione in quel giorno
suo bambino è nato. Lo stesso sareb- indica nuovamente l’era dello Spiri-
be accaduto ai discepoli. Il dolore per to Santo, in cui noi viviamo. È nostro
l’assenza del Signore sarebbe stato su- privilegio pregare il Padre nel nome
perato non appena l’avrebbero rivisto del Signore Gesù. Non vi dico che io
vivo in mezzo a loro. pregherò il Padre per voi : ciò signi-
16:22 Anche in questo caso, non fica che non occorre insistere presso
si conosce l’epoca in cui le parole del il Padre affinché risponda alle nostre
Signore (vi vedrò di nuovo) si adem- preghiere e che il Signore non avrà
piranno. Si allude alla risurrezione, bisogno di supplicarlo. Ma dobbiamo
alla discesa dello Spirito Santo o alla ugualmente ricordare che il Signore
seconda venuta di Cristo? In tutti e tre i Gesù è il mediatore tra Dio e l’uomo e
casi, ne conseguirà una gran gioia, una che intercede a favore del suo popolo
gioia che nessuno potrà portarci via. davanti al trono di Dio.
16:27 Il Padre amava i discepoli per-
U. Pregare il Padre nel nome ché avevano ricevuto Cristo e lo aveva-
di Gesù (16:23-28) no amato e avevano creduto nella sua
16:23 Fino a quel momento, i disce- deità. Questo è il motivo per cui non
poli erano sempre andati al Signore occorre che il Signore implori il Padre.
con domande e richieste. In quel gior- Con la venuta dello Spirito Santo, i di-
no (l’epoca inaugurata, nel giorno di scepoli avrebbero goduto di una nuova
Pentecoste, dalla discesa dello Spirito intimità con il Padre: avrebbero potuto
Santo) egli non sarebbe più stato con accostarsi a lui con fiducia, giacché ne
loro fisicamente, così essi non avreb- avevano amato il Figlio.
bero più potuto chiedergli nulla. Ciò 16:28 Il Signore ribadì la propria
significava forse che non ci sarebbe uguaglianza con Dio Padre. Egli non
più stato nessuno a cui rivolgersi? No, affermò: “Sono proceduto da Dio”, co-
da quel giorno essi avrebbero avuto il me avrebbe fatto un qualsiasi profeta
privilegio di domandare al Padre : egli inviato da Dio, bensì: Sono proceduto
avrebbe risposto per amore di Gesù. dal Padre. Ciò significa che egli è il Fi-
Le nostre richieste ottengono risposta glio eterno dell’eterno Padre, uguale a
non perché ne siamo degni, ma perché Dio Padre. Egli venne nel mondo come
il Signore Gesù è degno. chi fosse sempre vissuto altrove prima
16:24 Fino a quel momento, i di- di quel giorno. Al momento dell’ascen-
scepoli non avevano mai pregato Dio sione, lasciò il mondo e ritornò al Pa-
Padre nel nome di Gesù. Ora il Signo- dre. Questa è la breve biografia del
re li esortava a farlo. Le loro preghiere Signore della gloria.
sarebbero state esaudite e, così, la loro
gioia sarebbe stata completa. V. Tribolazione e pace
16:25 Il significato di molti inse- (16:29-33)
gnamenti del Signore non era sempre 16:29-30 I... discepoli di Gesù osserva-
evidente a prima vista, perché usava rono che, per la prima volta, finalmen-

436
GIOVANNI 17:2

te, lo capivano perché, dissero, non L’intera preghiera è una meravigliosa


parlava più per similitudini. illustrazione del nostro benedetto Si-
Pensarono di essere riusciti a pene- gnore che intercede alla destra di Dio.
trare il mistero della sua Persona. Ora Non una parola contro il suo popolo,
erano sicuri che egli era onnisciente nessun riferimento ai loro fallimenti,
e che era proceduto da Dio. Ma egli ai loro errori... No. Egli parla di loro
sosteneva di essere venuto dal Padre. come se tutti operassero secondo i
Avevano capito il significato di tale af- progetti del Padre, in perfetto accordo
fermazione? Avevano capito che Gesù con lui, e fossero ricolmi della pienez-
era una delle Persone della Deità? za che egli aveva recato ai suoi quan-
do discese dal cielo… Tutte le speciali
16:31 La risposta di Gesù sottin-
richieste del Signore per il suo popolo
tende che loro conoscenza era anco-
riguardano la sfera spirituale, tutte
ra imperfetta. Egli sapeva che essi lo si riallacciano alle benedizioni ce-
amavano e si fidavano di lui… Ma, lo- lesti. Per i suoi il Signore non chiede
ro, credevano veramente che egli era ricchezze, onori, potenza nel mondo
Dio incarnato? o grandi privilegi, ma prega intensa-
16:32 Di lì a poco, Gesù sarebbe sta- mente che essi siano preservati dal
to arrestato, processato e crocifisso. I maligno, separati dal mondo, prepa-
discepoli l’avrebbero abbandonato e rati per i loro compiti e portati in cielo
sarebbero fuggiti. Ma egli non sareb- sani e salvi. La prosperità dell’anima
be stato solo, perché il Padre sarebbe è la migliore prosperità, anzi è la sola,
stato con lui. Era questa unione con vera prosperità.(40)
Dio Padre il concetto che essi non
comprendevano. Tale unione sarebbe 17:1 …l’ora era venuta. Molte volte i
stata per Gesù l’unico sostegno, quan- suoi nemici non erano stati in grado di
do tutti gli altri fossero scappati per prenderlo perché la sua ora non era an-
mettersi in salvo. cora venuta. Ma ora era giunto il tempo
16:33 Gesù aveva annunciato tutte che il Signore fosse messo a morte. Il Sal-
queste cose ai suoi discepoli affinché vatore pregò: glorifica tuo Figlio. Stava
essi avessero pace. Quando sarebbero già contemplando la morte sulla croce.
stati odiati, inseguiti, perseguitati, fal- Se Gesù fosse rimasto nella tomba, il
samente condannati e perfino tortu- mondo ne avrebbe concluso che egli era
rati, essi avrebbero potuto avere pace soltanto un uomo come gli altri. Ma se
in lui. Egli avrebbe sconfitto il mondo Dio l’avesse glorificato risuscitandolo dai
sulla croce del Golgota. Nonostante morti, questa sarebbe stata la conferma
tutte le loro tribolazioni, i discepoli che Gesù era il Figlio di Dio e il Salvatore
potevano essere certi di stare dalla del mondo. Dio rispose a tale preghiera
parte del vincitore. risuscitando il Signore Gesù il terzo gior-
Inoltre, con la venuta dello Spirito no e, successivamente, riportandolo in
Santo, essi avrebbero ricevuto il potere cielo e coronandolo di gloria e d’onore.
di affrontare il nemico coraggiosamen- …affinché il Figlio glorifichi te,
te e di sopportare tutte le avversità. continuò il Signore. Troviamo il signi-
ficato di questa espressione nei suc-
W. La preghiera sacerdotale cessivi due versetti. Gesù glorifica il
(17:1-5) Padre donando la vita eterna a coloro
Siamo giunti al passo noto come la che credono in lui. È motivo di gloria a
“preghiera sacerdotale” del Signore Ge- Dio la conversione di uomini e donne
sù, nella quale egli intercede per i suoi. peccatori e la manifestazione della vita
Essa ci rammenta che, attualmente, del Signore Gesù, su questa terra, per
il ministero di Gesù in cielo consiste mezzo loro.
nel pregare per il suo popolo. Marcus 17:2 Come risultato (in vista della)
Rainsford lo spiega bene: della sua opera di redenzione sulla

437
GIOVANNI 17:3

croce, Dio ha dato al Figlio autorità volenza di Dio, il quale aveva susci-
su ogni carne, vale a dire sull’uma- tato tale Mediatore, tale Redentore
nità. Tale autorità gli ha permesso e tale Amico per l’uomo peccatore
di dare vita eterna a tutti quelli che nella persona del suo coeterno Figlio.
il Padre gli ha dati . Ecco un nuovo La crocifissione procurò gloria al
accenno al fatto che, già prima della Figlio, glorificandone la compassio-
fondazione del mondo, Dio ha scelto ne, la mansuetudine e la potenza.
alcuni affinché appartenessero a Cri- Dimostrò la compassione di Gesù,
sto. Ricordiamo, però, che Dio offre il quale soffrì e morì al posto nostro,
la salvezza a chiunque accetta Gesù accettando di essere annoverato tra
i peccatori e maledetto per noi, e
Cristo. Non c’è nessuno che non pos-
acquistando la nostra redenzione al
sa essere salvato, se ripone la propria
prezzo del suo sangue. Dimostrò la
fede nel Salvatore. pazienza di Gesù, il quale non morì
17:3 Ecco spiegato, in breve, come si come la maggior parte degli uomini,
ottiene la vita eterna : conoscendo Dio bensì si sottopose di buon grado a do-
e... Gesù Cristo. Dio è definito il solo lori e sofferenze inconcepibili per la
vero Dio, in contrapposizione agli ido- mente umana laddove, con una sola
li, che non sono affatto divinità. Que- parola, avrebbe potuto chiamare a
sto versetto, però, non significa che raccolta gli angeli del Padre ed essere
Gesù non sia il vero Dio; al contrario, libero. Dimostrò la potenza di Gesù,
il nome di Gesù è accostato a quello il quale sopportò il peso di tutte le
di Dio Padre, poiché Dio e... Gesù so- trasgressioni dell’umanità, sconfisse
no, entrambi, fonte di vita eterna : ciò Satana e gli sottrasse la preda.(41)
significa che essi sono uguali. Qui il
Signore si presenta come Gesù Cristo. 17:5 Prima di venire nel mondo, Cri-
L’appellativo Cristo è l’equivalente sto era in cielo con il Padre. Quando gli
di Messia. Questo versetto smentisce angeli guardavano al Signore, vedeva-
quanti sostengono che Gesù non pro- no la gloria della Deità. Ogni occhio lo
clamò mai di essere il Messia. riconosceva, evidentemente, come Dio.
17:4 Il Signore pronunciò queste pa- Ma quando venne fra gli uomini, la sua
role come se fosse già morto, sepolto e gloria divina fu velata. Benché egli fos-
risorto. Egli aveva glorificato il Padre se ancora Dio, la sua deità non appari-
con la propria vita senza peccato, i va evidente ai più: per la gente, egli era
miracoli, le sofferenze, la morte e la ri- solamente il figlio del falegname. In
surrezione. Aveva compiuto l’opera di questo versetto leggiamo che il Salva-
salvezza che il Padre gli aveva data da tore pregò che la manifestazione della
fare. Ryle afferma: sua gloria in cielo fosse nuovamente
resa visibile. L’espressione glorificami
La crocifissione procurò gloria al tu presso di te significa: “Innalzami,
Padre, esaltandone la saggezza, la
esaltami alla tua presenza, in cielo.
fedeltà, la santità e l’amore. Fu la di-
Permettimi di riottenere la gloria ori-
mostrazione dell’infinita saggezza
di Dio, il quale aveva ideato un pia-
ginaria che condividevo con te prima
no che gli permettesse di rimanere dell’incarnazione”. In questo versetto
giusto e, tuttavia, di giustificare gli troviamo un chiaro accenno alla pree-
ingiusti. Dimostrò la fedeltà di Dio, il sistenza di Cristo.
quale aveva mantenuto la promessa
che la progenie della donna avreb- X. Gesù prega per i suoi discepoli
be schiacciato il capo del serpente. (17:6-19)
Dimostrò la saggezza di Dio, il qua- 17:6 Gesù aveva manifestato ai disce-
le aveva preteso che i requisiti della poli il... nome del Padre. Nella Scrit-
legge fossero soddisfatti dal nostro tura, con il termine “nome” si intende
grande sostituto. Dimostrò la bene- la persona, le sue prerogative e il suo

438
GIOVANNI 17:15

carattere. Cristo aveva pienamente lo, perché il Figlio è uguale al Padre. In


dichiarato la vera natura del Padre. questi versetti (6-19) Gesù presentava
I discepoli erano stati dati al Figlio, il suo povero, timido gregge e dichiara:
dopo essere stati separati dal resto io sono glorificato in loro.
dell’umanità incredula e messi a parte 17:11 Di nuovo il Signore annunciò
per appartenere a Cristo. J.G. Bellett il suo prossimo ritorno in cielo, parlan-
commentò: “Appartenevano al Padre do come se fosse vi fosse già. Notiamo
perché egli li aveva scelti prima che il l’appellativo Padre santo. L’aggettivo
mondo fosse e appartenevano a Cristo santo suggerisce un’infinita distan-
come dono del Padre acquistato e pa- za, laddove l’appellativo Padre indica
gato col sangue”. un’intima vicinanza.
…essi hanno osservato la tua parola, L’invocazione di Gesù, affinché sia-
confermò il Signore. Nonostante tutti i no uno, fa riferimento all’unità di ca-
loro errori e le loro cadute, egli ricono- rattere. Come il Padre e il Figlio sono
sce che i discepoli hanno creduto e ub- uno sotto l’aspetto morale, così i cre-
bidito al suo insegnamento. Rainsford denti devono essere uniti perché asso-
commenta: “Non una parola contro il migliano al Signore Gesù.
suo popolo… Nessuna allusione a ciò 17:12 Mentre era con i discepoli, il
che avevano fatto o stavano per fargli, Salvatore li teneva stretti a sé nel... no-
vale a dire abbandonarlo”. me del Padre, vale a dire in virtù della
17:7-8 Il Salvatore aveva perfetta- potenza e dell’autorità di Dio. Nessuno
mente rappresentato il Padre. Aveva di loro è perito, affermò Gesù, tranne
spiegato ai discepoli che non parlava il figlio di perdizione, Giuda. Ma ciò
né agiva di propria iniziativa, bensì non significa che Giuda fosse uno di
esclusivamente in conformità con le coloro che il Padre aveva dato al Figlio
indicazioni del Padre. Perciò essi ave- e nemmeno che fosse un vero credente.
vano creduto che il Padre aveva man- Dall’appellativo figlio di perdizione si
dato il Figlio. intuisce che Giuda fu consegnato alla
Inoltre, Cristo non aveva organizzato rovina o alla dannazione eterna. Giuda
da sé la propria missione, ma era venu- non era obbligato a tradire Cristo affin-
to in ubbidienza alla volontà del Padre. ché la profezia si realizzasse, ma scelse
Egli fu il Servo perfetto di Yahweh. deliberatamente di tradire il Salvatore e,
17:9 Come sommo sacerdote, egli così facendo, la Scrittura fu adempiuta.
pregava per i suoi discepoli, non prega- 17:13 Il Signore spiegò perché prega-
va per il mondo. Non si dovrebbe pen- va in presenza dei discepoli. In pratica,
sare, leggendo queste parole, che Gesù egli disse loro: “Quando sarò in cielo
non pregasse mai per il mondo. Sulla non cesserò mai di rivolgere a Dio que-
croce, infatti, pregò: “Padre, perdona lo- ste stesse parole di intercessione. Ma
ro, perché non sanno quello che fanno” ora le pronuncio nel mondo, affinché
(Lu 23:34). voi possiate sentirle e comprendere che
Ma qui egli pregava come rappre- sono qui per il vostro bene e per con-
sentante dei credenti davanti al trono sentirvi di condividere il più possibile
di Dio. Colà egli può pregare solamente la mia gioia”.
per i suoi, ossia per coloro che gli ap- 17:14 Il Signore aveva dato ai discepoli
partengono. la Parola di Dio ed essi l’avevano accolta.
17:10 Qui si delinea la perfetta unio- A causa di ciò, il mondo si era rivoltato
ne tra Padre e Figlio. Un semplice uo- contro di loro e li aveva odiati. Essi reca-
mo non potrebbe pronunciare queste vano le caratteristiche del Signore Gesù e
parole in tutta onestà. Potremmo dire non si adattavano agli schemi del mon-
a Dio: tutte le cose mie sono tue, ma do, perciò il mondo li disprezzava.
non potremmo certamente dirgli: tutte 17:15 Il Signore non pregava che il
le cose tue sono mie. Gesù poteva dir- Padre portasse immediatamente i cre-

439
GIOVANNI 17:16

denti via dal mondo per condurli in cie- lo. Noi dovremmo separarci dal mondo
lo. Essi dovevano rimanere nel mondo, per trovare il nostro posto in lui”.
per crescere nella grazia e nella testi-
monianza per Cristo. Ma egli pregava Y. Gesù prega per tutti i credenti
che fossero preservati dal maligno. (17:20-26)
Non fuga, dunque, bensì protezione. 17:20 A questo punto, il sommo Sa-
17:16 I credenti non sono del mondo, cerdote inserisce nella sua preghiera
proprio come Cristo non era del mon- anche gli altri uomini e prega per le
do. Dovremmo sempre tenere a men- generazioni a venire. Infatti, ogni cre-
te questa verità, prima di concederci dente che legge questo versetto può
qualche svago mondano o di entrare affermare: “Gesù pregò per me circa
a far parte di ambienti secolari dove il duemila anni fa”.
nome di Gesù non è ben accolto. 17:21 Gesù prega per l’unità fra i cre-
17:17 “Santificare” significa “serbare”, denti ma, questa volta, avendo in men-
“mettere a parte”. La Parola di Dio ha un te la salvezza dei peccatori. Gesù non
effetto santificante sui credenti. Quando ne fa una questione di unione esteriore
la leggono e la osservano, essi sono ser- della chiesa: l’unità per la quale egli
bati come vasi nobili (cfr. Ro 9:21-23) utili prega è, bensì, basata sulla comune af-
per il Signore. Il Signore pregò affinché finità morale. Egli chiede che i credenti
ciò avvenisse: egli voleva un popolo se- possano essere uno per mostrare il ca-
parato dal mondo e utile a Dio. rattere di Dio e di Cristo. Solo in que-
…la tua parola è verità, disse Gesù. sto modo si può riuscire a convincere
Non disse, come molti dicono oggi: “La il mondo che Dio ha mandato Cristo.
tua parola contiene la verità”, bensì la Questa unità deve far sì che il mondo
tua parola è verità. dica: “Vedo Cristo in quei credenti, co-
17:18 Il Padre aveva mandato il Fi- me il Padre fu visto in Cristo”.
glio nel mondo per rivelare il carattere 17:22 Nel v. 11 il Signore aveva pre-
di Dio agli uomini. Mentre pregava, gato per l’unità nella comunione, nel
il Signore sapeva che presto sarebbe v. 21 per l’unità nella testimonianza.
tornato in cielo. Ma le generazioni fu- Ora egli pregava per l’unità nella gloria.
ture avrebbero ancora avuto bisogno C’è qui un richiamo al momento in cui
di testimoni di Dio: questo è ciò che i i santi riceveranno dei corpi glorificati.
credenti sono chiamati a essere, grazie …la gloria che tu hai data a me è la glo-
al potere dello Spirito Santo. Natural- ria della risurrezione e dell’ascensione.
mente, i credenti non saranno mai in Non siamo ancora stati investiti di
grado di rendere a Dio la perfetta testi- tale gloria; essa ci è stata assicurata,
monianza che diede Cristo, poiché non in conformità ai progetti di Dio, ma
saranno mai uguali a lui. Nondimeno noi non la riceveremo fino a quando il
sono chiamati a svolgere tale compito Salvatore non ritornerà per portarci in
e, infatti, questo è il motivo per cui Ge- cielo. Sarà manifestata al mondo quan-
sù li mandò nel mondo. do Cristo ritornerà per stabilire il suo
17:19 Santificare non significa ne- regno sulla terra. In quel momento, il
cessariamente rendere santo. In quanto mondo comprenderà l’unità essenziale
al carattere, Cristo è già santo. Qui si esistente tra il Padre e il Figlio e tra il
intende esprimere il concetto che il Si- Figlio e il suo popolo e crederà (troppo
gnore si serbò per l’opera che Dio l’ave- tardi) che Gesù fu mandato da Dio.
va mandato a compiere, vale a dire la 17:23 Il mondo non solo comprende-
morte in sostituzione dei peccatori. rà che Gesù è Dio Figlio, ma capirà an-
Potrebbe anche significare che egli si che che Dio ama i credenti così come
separò dal mondo per prendere il suo ama Cristo. Sembra incredibile, eppure
posto nella gloria. Vine afferma: “La sua è così: Dio ci ama dello stesso amore di
santificazione è, per noi, forza e model- cui ama il Figlio!

440
GIOVANNI 18:4

17:24 Il Figlio desidera che il suo po- Godet aggiunge:


polo sia con lui nella gloria. In un certo
Inviando il Figlio sulla terra, il Pa-
senso, questa preghiera è esaudita ogni
dre desiderava formarsi, in mezzo a
volta che un credente muore. Se ci ri- tutta l’umanità, una famiglia di figli
cordassimo di questo, ne ricaveremmo simili a lui.(42)
un gran conforto nel dolore. Morire
significa andare con Cristo e vedere Poiché Cristo dimora nel credente,
la sua gloria. Non si tratta solamen- Dio può amare quest’ultimo come ama
te della gloria della Deità, che egli già Cristo.
condivideva con Dio ancor prima della Così caro, carissimo a Dio,
creazione del mondo, ma altresì della Non potrei essergli più caro;
gloria acquisita come Salvatore e Re- Quale è l’amore di cui ama il Figlio
dentore. Tale gloria è la prova che Dio Tale è l’amore che egli ha per me.
amò Cristo prima della fondazione del – Catesby Paget
mondo.
17:25 Il mondo non fu in grado di Le preghiere di Cristo per i suoi, co-
vedere Dio rivelato in Cristo, ma alcuni me Rainsford osserva,
discepoli ci riuscirono e credettero che
Dio aveva mandato Gesù. All’epoca ...sono riconducibili all’ambito spi-
rituale, alle benedizioni celesti. Non
della crocifissione, solamente pochi
ricchezze, onori, potenza nel mondo,
cuori, in tutto il genere umano, erano
bensì protezione dal maligno, sepa-
rimasti fedeli a Gesù… e ora, anche razione dal mondo, preparazione per
quei pochi stavano per abbandonarlo! svolgere i loro compiti e, infine, l’ar-
17:26 Quando era con loro, il Signo- rivo in cielo, sani e salvi.(43)
re Gesù aveva fatto conoscere il nome
del Padre ai discepoli: ciò significa
che aveva rivelato loro il Padre stesso. VIII. PASSIONE E MORTE DEL FIGLIO
Le sue parole e le sue opere erano le DI DIO (capp. 18-19)
parole e le opere del Padre. I discepoli
avevano visto in Cristo la perfetta ri- A. Giuda tradisce il Signore
velazione del Padre. Gesù continuò a (18:1-11)
far conoscere il nome del Padre attra- 18:1 Le parole dei capp. 13–17 furono
verso il ministero dello Spirito Santo: pronunciate a Gerusalemme. Suc-
sin dalla Pentecoste, infatti, lo Spirito cessivamente, Gesù lasciò la città
fa conoscere Dio Padre ai credenti. e si diresse a oriente verso il monte
Grazie alla Parola di Dio noi pos- degli Ulivi, attraversando il torrente
siamo apprendere la natura di Dio. Chidron . Giunse così al giardino di
Quando gli uomini accettano il Padre Getsemani, alle pendici occidentali
com’è rivelato dal Signore Gesù, di- del monte.
ventano l’oggetto dell’amore speciale 18:2-3 Giuda sapeva che il Signore
del Padre stesso. Poiché il Signore Ge- trascorreva gran parte del tempo in
sù dimora in tutti i credenti, il Padre preghiera in questo giardino e sapeva
può considerarli e trattarli così come che quello era il luogo più probabile
fa con il suo unigenito Figlio. Reuss dove trovarlo.
osserva: La coorte era verosimilmente forma-
L’amore di Dio che, prima della crea- ta da soldati romani, mentre le guardie
zione del mondo fisico, aveva come dovevano essere ufficiali giudei, in rap-
oggetto confacente la persona del presentanza dei capi dei sacerdoti e dei
Figlio (v. 24), ora, dopo la creazione farisei. Essi arrivarono con lanterne,
del mondo spirituale, trova il proprio torce e armi.
oggetto in tutti coloro che sono uniti 18:4 Il Signore uscì per incontrar-
al Figlio stesso. li, senza aspettare che fossero loro a

441
GIOVANNI 18:5

trovarlo: ciò dimostra la sua dispo- tamente l’orecchio del servo Malco
nibilità a salire sulla croce. I soldati (Lu 22:51).
avrebbero potuto lasciare le armi a
casa: il Salvatore non avrebbe op- B. Gesù è arrestato e legato
posto resistenza. La domanda: Chi (18:12-14)
cercate? intendeva obbligare i nuovi 18:12-13 Questa fu la prima volta che
venuti a dichiarare di persona la na- uomini malvagi riuscirono a mettere le
tura della loro missione. mani su Gesù per immobilizzarlo.
18:5 Cercavano Gesù il Nazareno, Anna era il sommo sacerdote uscen-
senza rendersi conto che era colui che te. Non è chiaro perché Gesù dovesse
li aveva creati e li manteneva in vita, essere condotto prima da lui, anziché
il migliore amico che avessero mai subito da Caiafa, suo genero e sommo
avuto. Gesù rispose: Io sono. Ma non sacerdote di quell’anno. È importante,
voleva dire soltanto che era Gesù di però, notare che Gesù fu processato in
Nazaret, bensì anche che era Yahweh. prima istanza davanti ai Giudei, i quali
Come abbiamo già detto altrove, IO cercavano di dimostrarne la colpevo-
SONO (Yahweh)è uno dei nomi di Dio lezza con l’accusa di bestemmia ed ere-
nell’A.T. Se ne sarebbe stupito Giuda, sia in quello che potremmo definire un
che era... là con tutti gli altri? processo religioso. Dopodiché fu porta-
18:6 Il Signore si rivelò loro come l’IO to davanti alle autorità romane con l’ac-
SONO, il Dio onnipotente. Tale dichiara- cusa di essere nemico dell’imperatore:
zione fu così sconvolgente che essi in- questo fu il processo civile. Poiché i Giu-
dietreggiarono e caddero in terra. dei erano sottoposti alla giurisdizione
18:7 Di nuovo il Signore domandò romana, dovevano ricorrere alle corti di
loro... chi stessero cercando. La rispo- giustizia romane: infatti non potevano
sta fu la medesima, nonostante l’effetto decretare autonomamente la pena di
provocato dalle due precedenti affer- morte. Ciò spettava a Pilato.
mazioni di Gesù. 18:14 Giovanni spiega che si trattava
18:8-9 Anche Gesù rispose come dello stesso Caiafa che aveva dichiara-
poco prima: Vi ho detto che sono io to utile che un uomo solo morisse per
(lett. io sono ). E aggiunse che, poi- il popolo (vd. Gv 11:50). Egli stava per
ché stavano cercando lui, dovevano giocare un ruolo essenziale nell’adem-
lasciar andare i discepoli. È sorpren- pimento di quella profezia. James S.
dente vedere la sua disinteressata Stewart scrive:
generosità nei confronti degli altri,
quando la sua stessa vita era in peri- Questo era l’uomo che era stato di-
colo. Così si adempirono le parole di chiarato custode dell’anima della
Gv 17:12. nazione. Era stato scelto come su-
18:10 Simon Pietro pensò che fosse premo interprete e rappresentante
dell’Altissimo. A lui era stato attri-
giunto il momento di andare all’attac-
buito il glorioso privilegio di entrare
co per salvare il Signore dalla folla.
una volta all’anno nel luogo santissi-
Senza che il Signore gliene desse il
mo. Ma questo fu anche l’uomo che
permesso, sguainò la spada... e colpì il condannò il Figlio di Dio. La storia
servo del sommo sacerdote. Probabil- non ci offre esempio più calzante del
mente intendeva ucciderlo, ma recise fatto che le migliori opportunità reli-
solo l’orecchio destro. giose al mondo o le condizioni socia-
18:11 Gesù rimproverò lo zelo inop- li più favorevoli non garantiscono la
portuno di Pietro. Il Padre gli aveva salvezza dell’uomo né, tanto meno,
dato il calice della sofferenza e della la sua nobiltà d’animo. “Ho visto”,
morte ed egli intendeva berlo fino in scrive John Bunyan al termine del
fondo. Luca, il medico, aggiunge che suo libro, “una via per l’inferno di-
il Signore toccò e guarì immedia- partirsi dalle porte del cielo”.(44)

442
GIOVANNI 18:28

C. Pietro rinnega il suo Signore che muovessero accuse precise e, se egli


(18:15-18) aveva detto o fatto qualcosa di sbaglia-
18:15 La maggior parte degli studiosi to, si facessero pure avanti i testimoni!
pensa che l’altro discepolo menzionato 18:22 La sfida ovviamente irritò i
qui sia Giovanni e che probabilmente la Giudei perché non erano in grado di
modestia gli impedisse di citare il pro- intentargli causa. Allora, essi ricorsero
prio nome, specialmente in vista della alla violenza. Una delle guardie diede
vergognosa caduta di Pietro. Si ignora il uno schiaffo a Gesù per aver così ri-
motivo per cui Giovanni fosse così noto sposto al sommo sacerdote.
al sommo sacerdote, ma grazie a ciò gli 18:23 Con logica inoppugnabile
fu consentito d entrare nel cortile. e perfetta compostezza, il Salvatore
18:16-17 Pietro non poté entrare fi- dimostrò l’infondatezza della loro po-
no a quando Giovanni uscì e parlò alla sizione. Non potendo accusarlo di par-
portinaia. Considerando l’accaduto, ci lare male, potevano solo colpirlo per
chiediamo se non fosse un favore spe- aver parlato bene.
ciale fatto a Giovanni poter usare in 18:24 I precedenti versetti riportano
questo modo la sua influenza. Notiamo l’interrogatorio di Gesù davanti ad An-
che la prima volta che Pietro rinnegò il na. Giovanni non riferisce l’interroga-
Signore (negando di essere discepolo torio davanti a Caiafa, che si inserisce
di Gesù) non fu davanti a un poderoso tra 18:24 e 18:28.
e terrificante soldato, bensì davanti a
una semplice serva portinaia. E. Pietro rinnega il Signore
18:18 Pietro si mescolò ai nemici una seconda e una terza volta
del suo Signore e cercò di nascondere (18:25-27)
la propria identità. Come molti altri, il 18:25 La narrazione torna a occuparsi
discepolo stava… a scaldarsi al fuoco di Simon Pietro. Per ripararsi dal fred-
di questo mondo. do delle prime ore del mattino, stava...
a scaldarsi accanto al fuoco. Senza
D. Gesù davanti al sommo dubbio, il suo abbigliamento e il suo
sacerdote (18:19-24) accento rivelavano che egli era un pe-
18:19 Non è chiaro se il sommo sacer- scatore della Galilea. Uno dei presenti
dote citato qui sia Anna o Caiafa. gli domandò se fosse un discepolo di
Se si trattava di Anna, come sembra Gesù. Egli lo negò di nuovo.
probabile, l’appellativo di sommo sa- 18:26 Ora gli rivolse la parola un paren-
cerdote gli era un titolo onorifico tribu- te di Malco, un uomo che, nelle ore prece-
tatogli per aver svolto, in precedenza, denti, l’aveva visto tagliare l’orecchio del
quell’ufficio. Il sommo sacerdote dun- suo congiunto. “Non ti ho forse visto nel
que interrogò Gesù intorno ai suoi di- giardino con Gesù?”, l’apostrofò.
scepoli e ai suoi insegnamenti, come se 18:27 Per la terza volta, Pietro rinne-
costituissero una minaccia alla legge di gò Gesù e, in quel mentre, udì il canto
Mosè e al governo romano. È ovvio che di un gallo e si ricordò delle parole del
costoro non erano in grado di formula- Signore: “...il gallo non canterà prima
re un’accusa precisa contro il Signore e che tu non mi abbia rinnegato tre vol-
cercavano di architettarne una. te” (13:38). Dagli altri vangeli appren-
18:20 Gesù gli rispose di aver svolto diamo che Pietro, a questo punto, uscì
il proprio ministero apertamente per- e pianse amaramente (vd. Mt 26:75; Mr
ché non aveva nulla da nascondere: 14:72; Lu 22:62).
egli aveva insegnato in presenza dei
Giudei, sia nelle sinagoghe sia nel tem- F. Gesù davanti a Pilato
pio, senza alcuna segretezza. (18:28-40)
18:21 Questa era una sfida a convo- 18:28 Il processo religioso era termi-
care i Giudei che l’avevano ascoltato: nato e stava per iniziare il processo

443
GIOVANNI 18:29

politico. La scena si sposta nel pretorio Giudei, uscendo fuori di casa per in-
o palazzo del governatore. I Giudei non contrarli. Iniziò il processo doman-
volevano entrare in un edificio paga- dando loro quale fosse l’accusa contro
no. Temevano di contaminarsi ceri- quest’uomo.
monialmente e di non essere, quindi, 18:30 La risposta fu proterva e
in grado di mangiare la Pasqua. Non sgarbata. In effetti, i capi Giudei in-
parvero, tuttavia, farsi scrupolo alcuno formarono Pilato di avere già discusso
congiurando contro Gesù e tramando il caso e rilevato la colpevolezza del
la morte del Figlio di Dio... Considera- prigioniero: volevano solamente che
vano una tragedia entrare in una casa Pilato pronunciasse la sentenza.
pagana e un’inezia l’assassinio. Agosti- 18:31 Pilato cercò di sfuggire a que-
no osserva: sta responsabilità e la rilanciò ai Giu-
Oh, empia cecità! Sarebbero stati dei. Se avevano già processato Gesù
invero contaminati da una dimora e l’avevano trovato colpevole, allora
appartenente ad altri, ma non da un perché non pronunciavano essi stessi
crimine commesso di persona. Teme- una sentenza secondo la loro legge ?
vano di essere contaminati dal preto- La risposta dei Giudei fu significativa.
rio di un giudice straniero, ma non Essi intendevano sottolineare: “Non
temevano di essere contaminati dal siamo una nazione indipendente,
sangue di un fratello innocente.(45) giacché siamo stati sopraffatti dal po-
tere romano. Il governo civile ci è stato
Hall commenta: sottratto e non abbiamo più l’autorità
Guai a voi, sacerdoti, scribi, anziani, di far morire nessuno”. La risposta
ipocriti! Può esservi un tetto tanto im- dimostrava la loro dipendenza e la
puro quanto la carne che ricopre i vo- loro sudditanza nei confronti di una
stri petti? Non le mura di Pilato, bensì potenza straniera. Inoltre, costoro
i vostri cuori sono impuri. L’assassi- volevano far ricadere su Pilato il ma-
nio è la vostra missione e vi fermate lanimo che la morte di Cristo avrebbe
davanti a un’infezione circoscritta? potuto suscitare.
Dio vi punirà, sepolcri imbiancati! 18:32 Questo versetto si presta a due
Non vedete l’ora di macchiarvi di san- differenti interpretazioni:
gue (il sangue di Dio!) e avete paura di 1° in Mt 20:19 Gesù aveva predetto che
contaminarvi toccando il pavimento sarebbe stato consegnato ai pagani
di Pilato? Vi si conficca in gola un così per essere ucciso e ciò era, per l’ap-
minuscolo moscerino, mentre in- punto, quanto stavano facendo ora i
ghiottite il cammello della malvagità Giudei;
e della scelleratezza? Uscite da Ge- 2° in molte occasioni, il Signore aveva
rusalemme, voi falsi credenti, se non annunciato che sarebbe stato “in-
volete essere impuri! Pilato, sì, ha più nalzato” (3:14; 8:28; 12:32, 34), allu-
motivo di temere, se le sue mura sono
dendo alla morte per crocifissione. I
contaminate dalla presenza di tali
Giudei applicavano la pena capitale
inusitati mostri di nequizia!(46)
per lapidazione, laddove i Roma-
Poole sottolinea: “Nulla è più co- ni avevano adottato il metodo della
mune dell’abdicazione della morale in crocifissione. Così, rifiutandosi di
individui così osservanti dei rituali”. (47) occuparsene di persona, inconsa-
Con la locuzione mangiare la Pasqua pevolmente i Giudei adempirono
probabilmente si fa riferimento alla queste due profezie concernenti il
festa che seguiva la Pasqua. La cena di Messia (inoltre vd. Sl 22:16).
Pasqua era già stata consumata la sera 18:33 Pilato condusse Gesù nel pre-
precedente. torio per un interrogatorio privato e gli
18:29 Pilato, il governatore roma- domandò a bruciapelo: Sei tu il re dei
no, cedette agli scrupoli religiosi dei Giudei?

444
GIOVANNI 19:4

18:34 Gesù gli rispose, approssi- 18:39 Era usanza tra i Giudei, a Pa-
mativamente: “Come governatore, squa, chiedere ai Romani la liberazione
hai mai saputo che io abbia cercato di un prigioniero giudeo. Pilato colse
di rovesciare il governo romano? Ti è l’occasione cercando di compiacere
mai stato riferito che io mi sia procla- i Giudei e, al tempo stesso, di liberare
mato re con l’intenzione di scardinare Gesù.
l’impero? Mi muovi questa accusa per 18:40 Pilato fallì nel suo intento:
convinzione personale o solamente i Giudei non vollero Gesù, vollero
per sentito dire?” Barabba . Barabba era un ladrone.
18:35 La risposta di Pilato esprime- Il malvagio cuore umano accordò la
va disprezzo: Sono io forse Giudeo? propria preferenza a un bandito anzi-
Egli intendeva dire che era troppo im- ché al Creatore.
portante per preoccuparsi dei proble-
mi locali dei Giudei. Ma, così dicendo, G. Il verdetto di Pilato: l’innocente
ammetteva anche di non essere al sia condannato (19:1-16)
corrente di alcuna vera accusa contro 19:1 La decisione di Pilato, far flagella-
Gesù. Sapeva solo ciò che gli era stato re un innocente, fu decisamente ingiu-
riferito dai capi dei Giudei. sta. O forse egli sperava che, con tale
18:36 Il Signore ammise che, sì, era punizione, i Giudei si sarebbero ritenu-
Re. Ma non del tipo di regno che i Giu- ti soddisfatti e non avrebbero chiesto la
dei pensavano. E neanche del tipo di morte di Gesù. La flagellazione era una
regno che poteva minacciare i Romani. tipica condanna romana e consisteva
Il regno di Cristo non si impone con le nel percuotere il prigioniero con una
armi umane, altrimenti i suoi discepoli frusta o un bastone. Alla frusta erano
avrebbero combattuto per impedire legati dei pezzetti di metallo o di osso
che Gesù fosse catturato dai Giudei. Il che, ad ogni colpo, incidevano profon-
regno di Cristo non è di questo mondo. damente le carni.
Non riceve autorità e potenza dal mon- 19:2-3 I soldati si presero gioco di
do, i suoi scopi e obiettivi non sono Gesù perché aveva affermato di essere
carnali. re. Presto! Una corona per il Re! Ecco la
18:37 Quando Pilato gli chiese se era corona: una corona di spine. Quando
re, Gesù rispose: “Tu lo dici; sono re”. fu pressata sulla fronte di Gesù dovet-
Ma il suo era un regno di verità, non te provocargli un dolore lancinante. Le
di spade e scudi. Egli era venuto nel spine simboleggiano la maledizione del
mondo per testimoniare della verità. peccato sull’umanità e in questo ver-
Per verità qui s’intende la verità su Dio, setto vediamo raffigurato Gesù che si
su Cristo stesso, sullo Spirito Santo, carica della maledizione dei nostri pec-
sull’uomo, sul peccato, sulla salvezza cati, affinché noi possiamo portare una
e su tutti gli altri grandi insegnamen- corona di gloria. Gesù fu quindi avvolto
ti del cristianesimo. Chiunque ama in un manto di porpora. La porpora era
la verità ascolta la... voce di Gesù e in il colore della regalità ma anche questo
questo modo contribuisce a ingrandire simbolo i ricorda che Gesù portò i nostri
il suo regno. peccati affinché noi potessimo essere
18:38 È difficile capire cosa inten- rivestiti del manto di giustizia di Dio.
desse Pilato quando gli disse: “Che Fermiamoci a meditare anche su
cos’è verità?” Meraviglia, sarcasmo o questa immagine: il Figlio di Dio
interesse? Tutto ciò che sappiamo è che schiaffeggiato e deriso dalle sue stesse
la verità incarnata stava di fronte a lui creature!
ed egli non la riconobbe. Pilato si af- 19:4 Pilato uscì di nuovo per rag-
frettò a tornare dai Giudei per ammet- giungere la folla e annunciò che avreb-
tere che non riusciva a trovare alcuna be consegnato loro Gesù, benché
colpa in Gesù. l’avesse trovato innocente. Pilato si

445
GIOVANNI 19:5

condannò con le sue stesse parole: non ché Gesù non gli diede alcuna risposta?
trovava alcuna colpa in Cristo, tuttavia Probabilmente perché sapeva che Pila-
non lo liberò. to non voleva agire conformemente alla
19:5 Quando Gesù... uscì, portando luce che aveva. Pilato aveva sprecato la
la corona di spine e il manto di por- sua opportunità. Non gli sarebbe stata
pora, Pilato annunciò: Ecco l’uomo. data più luce, perché non aveva appro-
È difficile stabilire se, con tale espres- fittato della luce che aveva.
sione, Pilato intendesse esprimere di- 19:10 Pilato cercò di convincere
sprezzo o simpatia o se, al contrario, Gesù con le minacce e gli ricordò che,
non intendesse tradire alcuna partico- in qualità di governatore romano, egli
lare emozione. aveva il potere, o l’autorità, di liberarlo
19:6 I capi dei sacerdoti si rese- o di crocifiggerlo.
ro conto che Pilato tentennava, così 19:11 Gesù mantenne un inflessibile
urlarono selvaggiamente che Gesù autocontrollo; egli era assai più calmo
doveva essere crocifisso. Furono i di Pilato e rispose tranquillamente che
religiosi a battersi per la morte del tutta l’autorità che questi possedeva gli
Salvatore. Spesso, nel corso dei seco- era stata data da Dio. Tutti i governi so-
li, sono stati proprio i rappresentanti no autorizzati da Dio e tutto il potere,
della chiesa coloro che hanno mag- civile o spirituale, viene da Dio.
giormente perseguitato i credenti. La locuzione chi mi ha dato nelle
Pilato sembrava disgustato da loro tue mani potrebbe far riferimento a:
e dal loro irragionevole odio contro 1° Caiafa, il sommo sacerdote; 2° Giu-
Gesù. Così disse: “Se la pensate così, da, il traditore; 3° il popolo giudeo in
prendetelo voi e crocifiggetelo ! Per generale. Il concetto sottinteso è che
quanto mi riguarda, lo giudico inno- questi Giudei avrebbero dovuto avere
cente”. Ma Pilato sapeva che i Giudei una maggiore conoscenza: essi aveva-
non potevano ucciderlo perché, a no le Scritture, che annunciavano la
quell’epoca, tale potere spettava uni- venuta del Messia e, di conseguenza,
camente al governo romano. avrebbero dovuto riconoscerlo, quan-
19:7 Quando compresero di non do egli fosse giunto. Ma il Messia era
essere riusciti a provare che Gesù era arrivato ed essi l’avevano rifiutato e ora
una minaccia per il governo romano, i chiedevano addirittura che fosse mes-
Giudei tirarono fuori la carta dell’incri- so a morte. Da questo versetto appren-
minazione per motivi religiosi. Cristo diamo che esistono differenti gradi di
“si faceva uguale a Dio” dichiarando colpevolezza: Pilato era colpevole, ma
di essere il Figlio di Dio. Per i Giudei si Caiafa, Giuda e tutti gli empi Giudei
trattava di una bestemmia che doveva erano più colpevoli di costui.
essere punita con la morte. 19:12 Poiché Pilato era sempre più
19:8-9 L’eventualità che Gesù po- determinato a liberare Gesù, i Giudei
tesse essere il Figlio di Dio preoccupò usarono il loro ultimo e più convin-
Pilato. Già era preoccupato per tutta cente argomento: Se liberi costui, non
quella faccenda in generale ma, dopo sei amico di Cesare (“Cesare” era l’ap-
quest’ultima dichiarazione, egli diven- pellativo ufficiale dell’imperatore ro-
ne ancor più sgomento. mano). Come se a loro fosse importato
Pilato riportò Gesù nel pretorio, o tri- qualcosa di Cesare! Essi lo odiavano.
bunale, e gli domandò da dove venisse. Avrebbero voluto distruggerlo per li-
In tutto questo dramma, Pilato appare berarsi dalla sua oppressione. Ma qui
come il personaggio più tragico. Aveva fingevano di voler proteggere l’impe-
confessato con la sua bocca che Gesù ratore dalla minaccia di questo Gesù
non aveva fatto nulla di male, ma non che proclamava di essere Re! I Giudei
ebbe il coraggio morale di lasciarlo libe- avrebbero raccolto l’amaro frutto di
ro perché aveva paura dei Giudei. Per- questa terribile ipocrisia quando, nel

446
GIOVANNI 19:20

70 d.C., i Romani marciarono contro zione geologica di quella località poteva


Gerusalemme, rasero al suolo la città e ricordare la forma di un teschio, spe-
ne uccisero tutti gli abitanti. cialmente se si trattava di una collina
19:13 Pilato non poteva permettere con delle grotte scavate sulle pendici. In
ai Giudei di accusarlo di slealtà nei con- Israele, un luogo avente tali caratteristi-
fronti dell’imperatore e dovette arren- che è oggi conosciuto come “Calvario di
dersi al volere della folla. Condusse fuori Gordon”; 2° si trattava del luogo in cui si
Gesù in uno spazio aperto chiamato La- tenevano le esecuzioni capitali e, pro-
strico, dove spesso si tenevano riunioni babilmente, non sarebbe stato difficile
per risolvere questo genere di situazioni imbattersi in resti umani come teschi e
19:14 In realtà, la festa di Pasqua si ossa (quantunque, alla luce della legge
era svolta la sera precedente. L’espres- mosaica riguardo alla sepoltura, ciò ap-
sione la preparazione della Pasqua paia altamente improbabile).
indica la preparazione per la festa che 19:18 Il Signore Gesù fu inchiodato
doveva seguire. L’ora sesta corrispon- alla croce, mani e piedi. Poi la croce fu
deva pressappoco alle sei del mattino, sollevata e conficcata in una cavità del
ma ci sono problemi irrisolti circa il terreno. Questo fu l’unico uomo perfet-
metodo usato nei Vangeli per il compu- to che mai visse sulla terra, eppure ri-
to del tempo. Ecco il vostro re! Quasi cevette questo trattamento dai suoi! Se
certamente Pilato pronunciò quelle non lo hai mai accettato prima come
parole per irritare e provocare i Giudei. tuo Signore e Salvatore, vorresti farlo
Senza dubbio era seccato perché essi ora, mentre leggi questo semplice rac-
l’avevano incastrato, costringendolo a conto di come morì per te? Due ladri
condannare Gesù. furono crocifissi con lui, uno di qua,
19:15 I Giudei ripetevano che Ge- l’altro di là. Così si adempì la profezia
sù doveva essere crocifisso. Pilato li di Is 53:12: “Egli... è stato contato fra i
stuzzicò con la domanda: Crocifig- malfattori”.
gerò il vostro re? Ed essi toccarono 19:19 Era consuetudine apporre
il fondo, rispondendo: Noi non ab- un’iscrizione sul capo del crocifisso,
biamo altro re che Cesare . Popolo per indicare il suo crimine. Pilato or-
infedele! Rifiuti il tuo Dio per un re dinò che, sulla croce di mezzo, fosse
malvagio e idolatra! fissata la scritta: Gesù il Nazareno, il re
19:16 Di buon grado, Pilato accon- dei Giudei.
tentò i Giudei e consegnò Gesù ai sol- 19:20 Alexander spiega chiaramente:
dati perché fosse crocifisso. Egli preferì
la lode degli uomini alla lode di Dio. [Un’iscrizione] In ebraico, la sacra lin-
gua dei patriarchi e dei veggenti. In
H. La crocifissione greco, la lingua musicale e preziosa
(19:17-24) che dava un’anima agli oggetti fisici e
19:17 Il termine tradotto con croce può un corpo alle astrazioni filosofiche. In
latino, il dialetto di un popolo fin dalle
indicare un singolo pezzo di legno (un
origini il più forte tra tutti i figli degli
palo) o due pali incrociati fra loro. Ad
uomini. Le tre lingue rappresentano i
ogni modo, le dimensioni della croce tre popoli e le loro idee: la rivelazione,
erano tali da consentirne il trasporto a l’arte, la letteratura; il progresso, la
un singolo uomo. guerra e la giurisprudenza. Dovun-
Gesù portò la croce per un tratto di que si esprimano queste tre aspira-
strada. Poi, secondo gli altri Vangeli, la zioni del cuore umano, dovunque si
croce fu consegnata a un uomo di no- possa usare il linguaggio umano per
me Simone di Cirene perché la portasse proclamare, dovunque ci sia un cuore
al posto suo. Il luogo detto del Teschio per peccare, una lingua per parlare,
potrebbe derivare tale nome per uno un occhio per leggere, là la croce ha
dei due seguenti motivi: 1° la conforma- un messaggio da dare.(48)

447
GIOVANNI 19:21

Leggiamo che il luogo... era vicino le mancò affatto di rispetto. Notiamo,


alla città . Quindi il Signore Gesù fu invece, che non la chiamò “madre”.
crocifisso fuori città, ma non si sa per Non è forse una lezione per coloro che
certo dove. potrebbero essere tentati di esaltare
19:21 I capi dei sacerdoti non ap- Maria al punto di adorarla? Gesù affi-
prezzarono l’iscrizione. Volevano che si dò Maria a Giovanni chiedendogli di
precisasse che tale era la dichiarazione prendersi cura di lei come se ella fosse
di Gesù, non l’attestazione di un fatto stata la sua stessa madre. Giovanni
(come, in realtà, era). ubbidì e prese Maria in casa sua.
19:22 Pilato non volle modificare
l’iscrizione: era spazientito contro i J. L’opera di Cristo è compiuta
Giudei e non avrebbe più ceduto alle (19:28-30)
loro richieste. Ma perché non l’aveva 19:28 Tra i vv. 27-28 trascorrono in-
sfoderata prima tutta quella determi- dubbiamente tre ore di oscurità, da
nazione? mezzogiorno alle tre del pomeriggio.
19:23 Dopo le esecuzioni, ai soldati Fu questo il periodo in cui Gesù fu ab-
era concesso spartirsi gli effetti per- bandonato da Dio e subì il castigo per
sonali dei giustiziati. Qui li troviamo i nostri peccati. Il suo grido: Ho sete
intenti a dividersi fra loro le... vesti indica una sete fisica vera, intensificata
di Gesù. A quanto pare, i capi d’abbi- dalla sofferenze della crocifissione. Ma
gliamento erano, in tutto, cinque: se ci ricorda anche che, più grande della
li spartirono in quattro, ma rimaneva sete fisica, era la sua sete spirituale del-
ancora la tunica, che era senza cuci- la salvezza delle anime.
ture e non poteva essere tagliata senza 19:29 I soldati gli diedero aceto da
danneggiarla. bere. Legarono una spugna... a un ra-
19:24 Perciò tirarono a sorte ed es- mo d’issopo e gliela premettero sulle
sa toccò, per intero, a uno sconosciuto labbra (l’issopo è una pianta usata an-
vincitore. Costoro ignoravano che, così che durante le Pasqua, Es 12:22). Non
facendo, adempivano un’importante dobbiamo confondere questa bevanda
profezia scritta mille anni prima (Sl con quella che gli era stata offerta in
22:18)! L’adempimento di queste pro- precedenza, “vino mescolato con fie-
fezie costituisce l’ennesima conferma le” (Mt 27:34). Gesù infatti non aveva
che questo libro è la Parola ispirata di bevuto il vino con il fiele perché esso,
Dio e che Gesù Cristo è davvero il Mes- calmando il dolore, l’avrebbe stordito,
sia promesso. laddove egli doveva portare tutti i no-
stri peccati con piena lucidità e consa-
I. Gesù affida sua madre pevolezza.
a Giovanni (19:25-27) 19:30 È compiuto! 1° Il compito che
19:25 Molti studiosi della Bibbia riten- il Padre gli aveva affidato; 2° l’effusione
gono che le donne menzionate in questo dell’anima come sacrificio per il pecca-
versetto siano quattro: 1° Maria, madre to; 3° l’opera di redenzione e di espia-
di Gesù; 2° la sorella di Maria, Salome, zione. Tutto ciò si era compiuto! È vero
madre di Giovanni; 3° Maria, moglie di che Gesù non era ancora morto, ma la
Cleopa; 4° Maria Maddalena. morte, la sepoltura e l’ascensione erano
19:26-27 Nonostante le sofferen- certi come se fossero già avvenuti. Così
ze, il Signore si dimostrò sensibile e il Signore poté annunciare ai peccato-
affettuoso nei confronti degli altri. ri che era stata loro offerta la via della
Vedendo sua madre e... il discepo- salvezza. Ringraziamo Dio, oggi, per
lo Giovanni, Gesù presentò a Maria l’opera compiuta da Gesù sulla croce
l’uomo che, da quel momento in poi, del Golgota!
sarebbe stato per lei come un figlio. Alcuni studiosi della Bibbia sosten-
Chiamandola donna , il Signore non gono che l’espressione chinato il capo

448
GIOVANNI 19:38

potrebbe significare che lo inclinò del miocardio (in realtà abbiamo già
all’indietro. Vine afferma: “Dopo la visto che la sua morte fu volontaria).
morte, il suo capo non si abbandona Altri pensano si tratti di un riferi-
inerme sul petto, bensì è deliberata- mento al battesimo e della cena del
mente reclinato all’indietro, in posizio- Signore (ma si tratta, a nostro pare-
ne di riposo”. re, di un’interpretazione forzata). Il
L’espressione rese lo spirito ci con- sangue rappresenta la purificazio-
ferma che la sua morte fu volontaria. ne dalla colpa del peccato, laddove
Fu lui a decidere il momento in cui l’acqua rappresenta la purificazione
morire. Egli rese lo spirito essendo nel dalla contaminazione del peccato at-
pieno possesso delle proprie facoltà fi- traverso la Parola. Così lo esprimono
siche e mentali: nessun essere umano questi versi:
potrebbe compiere un atto simile. L’acqua e il sangue,
Scaturiti dal tuo fianco lacerato,
K. Il costato perforato Siano la duplice cura per il peccato,
(19:31-37) Mi salvino dalla sua colpa e dal suo
19:31 Anche in questo caso, quei re- potere.
ligiosi Giudei si rivelavano attenti ai – Augustus Toplady
particolari, laddove avevano appe-
na commesso un omicidio a sangue 19:35 Probabile allusione alla man-
freddo: essi “filtravano il moscerino cata frattura delle gambe di Gesù, alla
e inghiottivano il cammello” (cfr. Mt foratura del costato o all’intero evento
23:24). Considerarono che non fosse della crocifissione. Colui che lo ha vi-
opportuno che i corpi... rimanessero sto è indubbiamente Giovanni, che re-
sulla croce durante il sabato, perché dasse questa cronaca.
si sarebbe svolta un festa religiosa in 19:36 Questo versetto si lega, ov-
città. Così chiesero a Pilato che fosse- viamente, al v. 33, considerandolo
ro loro spezzate le gambe per antici- l’adempimento di Es 12:46, in cui si
pare la morte. parla dell’agnello pasquale. Per ordine
19:32 La Scrittura non descrive co- di Dio, le ossa dell’agnello dovevano ri-
me ciò avvenisse. Probabilmente le manere intatte. Cristo è il vero Agnello
gambe erano spezzate in più punti, pasquale, che incarna tale archetipo
perché una sola frattura non avrebbe con estrema precisione.
provocato la morte. 19:37 Il v. 37 si riallaccia al v. 34.
19:33 I soldati erano notevolmente Anche se il soldato non ne era consa-
esperti in materia: capirono che Gesù pevole, il suo atto costituiva un altro
era già morto. Non poteva essere sol- straordinario adempimento della
tanto stremato o svenuto e così non Scrittura (vd. Za 12:10). La profezia di
gli spezzarono le gambe. Zaccaria considera il giorno futuro in
19:34 Non è spiegato perché uno cui i Giudei credenti vedranno il Signo-
dei soldati gli forò il costato. Forse re tornare sulla terra: “Essi guarderan-
si trattò di un’ultima dimostrazio- no a me, a colui che essi hanno trafitto,
ne della sua malvagità d’animo. “Fu e ne faranno cordoglio come si fa cor-
l’ultimo colpo maligno tentato dal doglio per un figlio unico”.
nemico sconfitto dopo la battaglia,
che rivelava l’odio profondamente L. Deposizione del corpo di Gesù
radicato del cuore umano verso Dio e nel sepolcro (19:38-42)
il suo Cristo” (J.G. Bellet). Gli esegeti 19:38 Qui inizia il racconto del seppel-
biblici non sono concordi riguardo limento di Gesù. Fino a quel momento,
all’espressione sangue e acqua . Alcu- Giuseppe d’Arimatea era stato un di-
ni ritengono che indichi che la morte scepolo in segreto. Il timore dei Giudei
di Gesù era avvenuta per la rottura gli aveva impedito di confessare Cristo

449
GIOVANNI 19:39-40

apertamente. Ora egli, fattosi corag- andò al sepolcro prima dell’alba. Pro-
gio, chiese il corpo di Gesù per poterlo babilmente il sepolcro consisteva in un
seppellire. Facendo ciò si espose all’al- piccolo antro scavato nel fianco di una
lontanamento, alla persecuzione e alla collina o di un dirupo.
violenza. È un peccato che non avesse La pietra aveva senza dubbio forma
preso posizione al fianco del Signore circolare e piatta, come un’enorme
quando il Maestro era ancora in vita e moneta. Era infilata in una scanalatu-
insegnava alla folla. ra o cunetta lungo la parte frontale del
19:39-40 I lettori di Giovanni si ricor- sepolcro e veniva fatta rotolare davanti
dano certamente di Nicodemo, avendolo all’ingresso per chiuderlo. Quando Ma-
già incontrato quando era andato da Ge- ria arrivò, la pietra era già stata tolta.
sù di notte (cap. 3) e quando aveva chie- Ricordiamo che ciò era avvenuto dopo
sto al sinedrio di ascoltare Gesù (vd. Gv la risurrezione di Cristo, come appren-
7:50-51). Ora si unì a Giuseppe, portando diamo da Mt 28.
con sé una mistura di mirra e d’aloe di 20:2 Maria corse immediatamente
circa cento libbre. Questi aromi, prece- da Pietro e Giovanni per annunciare
dentemente polverizzati, furono cosparsi la sconvolgente notizia: ignoti aveva-
sul corpo di Gesù. Poi presero il corpo… no portato via il corpo del Signore dal
e lo avvolsero in fasce. sepolcro ! Dobbiamo rilevare la fedeltà
19:41 I particolari di questa scena e la devozione delle donne durante la
descrivono l’adempimento pressoché crocifissione e la risurrezione del Si-
letterale della profezia. Isaia aveva pre- gnore. I discepoli avevano abbandona-
detto che gli uomini avrebbero proget- to il Signore ed erano fuggiti, laddove
tato di seppellire il Messia fra gli empi le donne erano rimaste senza preoc-
ma che, egli, nella sua morte, sarebbe cuparsi della propria incolumità. Tutto
“stato con il ricco” (vd. Is 53:9; un se- ciò non è privo di significato.
polcro nuovo in un giardino apparte- 20:3-4 È difficile immaginare cosa
neva certamente a un uomo ricco). Nel pensassero Pietro e Giovanni mentre
Vangelo di Matteo si specifica che esso correvano fuori dalla città verso il giar-
apparteneva allo stesso di Giuseppe dino nei pressi del Golgota. Giovanni,
d’Arimatea (vd. Mt 27:60). che era probabilmente più giovane di
19:42 Il corpo di Gesù fu deposto Pietro, giunse primo al sepolcro.
nel sepolcro. I Giudei erano ansiosi di 20:5 È probabile che ci fosse una
toglierlo di mezzo perché la loro festa bassa apertura nel sepolcro, che obbli-
sarebbe iniziata al tramonto. Ma il pia- gava a chinarsi per entrarvi o guardare
no di Dio era che il corpo rimanesse nel dentro. Giovanni vide le fasce per terra
cuore della terra “tre giorni e tre notti” (erano state srotolate o conservavano
(vd. Mt 12:40). A tale proposito, ricordia- ancora la forma del corpo? Propendia-
mo che, secondo il computo ebraico del mo per la seconda ipotesi). Tuttavia
tempo, una parte del giorno era calcola- egli non entrò.
ta come un giorno intero. Ne conseguì 20:6-7 Anche Pietro arrivò ed en-
che benché il Signore rimase nella tom- trò nel sepolcro senza esitazioni (vi è
ba per una parte dei tre giorni tuttavia la qualcosa nella sua impulsività che ci
profezia fu completamente adempiuta. fa provare della simpatia per costui).
Anch’egli vide le fasce per terra, ma il
IX. TRIONFO DEL FIGLIO DI DIO corpo del Salvatore non era lì.
(cap. 20) Il particolare del sudario fu soggiun-
to per dimostrare che l’allontanamento
A. Il sepolcro vuoto del Signore era stato composto e tran-
(20:1-10) quillo. Se qualcuno avesse trafugato il
20:1 Il primo giorno della settimana corpo, non si sarebbe attardato a pie-
era la domenica. Maria Maddalena gare diligentemente quel panno!

450
GIOVANNI 20:17

20:8 Giovanni entrò nel sepolcro e Inoltre, ella non aveva ancora smesso
vide il lenzuolo e il sudario sistemati con di piangere e quindi poteva avere la
cura. L’espressione e vide, e credette vuo- vista annebbiata. Può anche darsi che
le sottintendere qualcosa che trascende Dio le impedisse di riconoscere il Si-
la vista fisica: ciò significa che egli com- gnore prima del momento opportuno.
prese. Davanti a lui c’erano le prove della 20:15 Il Signore conosceva la rispo-
risurrezione di Cristo a dimostrazione di sta alle sue domande, ma volle sentirle
ciò che era accaduto ed egli credette. formulare da lei stessa. Ella pensava
20:9 Fino a quel momento, i disce- che fosse il giardiniere. Il Salvatore del
poli non avevano veramente compreso mondo può essere molto vicino agli
la Scrittura veterotestamentaria secon- uomini e tuttavia non essere ricono-
do la quale il Messia doveva risuscitare sciuto. Egli, in genere, si avvicina con
dai morti. Il Signore stesso glielo aveva un aspetto umile, non come uno dei
annunciato ripetutamente, ma essi non grandi della terra. Nella sua risposta,
avevano afferrato il concetto. Giovanni Maria non pronunciò il nome del Si-
fu il primo a capire. gnore, alludendovi per tre volte con il
20:10 I discepoli dunque tornarono pronome “lo”. Per una sola persona si
alle loro abitazioni, probabilmente a Ge- preoccupava, e non le pareva necessa-
rusalemme. Senza dubbio decisero che rio specificare di chi si trattasse.
era inutile rimanere al sepolcro, ma che 20:16 A questo punto, Maria udì una
era meglio andare a raccontare agli altri voce familiare chiamarla per nome.
discepoli ciò che avevano scoperto. Era impossibile sbagliarsi: era Gesù !
Gli rispose chiamandolo Rabbunì ,
B. L’apparizione a Maria che significa “mio grande Maestro”.
Maddalena (20:11-18) Stava ancora pensando a lui come al
20:11 Colpiscono le prime due parole: grande maestro che aveva conosciuto.
Maria, invece. I due discepoli andaro- Non comprendeva che, ora, egli era
no a casa, Maria, invece... no. Eccoci molto più che il suo maestro: era il suo
nuovamente di fronte all’amore e alla Signore e Salvatore. Così, il Signore vol-
devozione di una donna. Le era stato le spiegarle l’aspetto più nuovo e più
perdonato molto, perciò amava molto completo sotto il quale l’avrebbe cono-
(vd. Lu 7:47). Rimase fuori del sepolcro sciuto da allora in poi.
in vigile attesa, piangendo perché pen- 20:17 Maria aveva conosciuto per-
sava che il corpo fosse stato trafugato, sonalmente Gesù come uomo, l’aveva
forse dai nemici del Signore. visto compiere miracoli quando era fi-
20:12 Questa volta si chinò anche lei sicamente presente. Così pensava che,
per guardare e vide due angeli... lì dov’era senza la sua presenza visibile, non vi
stato il corpo di Gesù. Notiamo come an- sarebbe stata speranza di benedizione.
che questo fatto straordinario sia descrit- Il Signore dovette correggere questa
to con parole semplici e misurate. sua convinzione. Parafrasiamo ciò che
20:13 Sembra che Maria non mo- le disse: “Non trattenermi, come se
strasse alcun timore o sorpresa. Ri- fossi semplicemente un uomo di carne;
spose alla loro domanda come se si non sono ancora salito al Padre. Quan-
trattasse di una normale conversazio- do tornerò in cielo, sarà inviato sulla
ne. Si comprende, dalla sua risposta, terra lo Spirito Santo. Quando verrà,
che non aveva ancora capito che Gesù mi rivelerà al tuo cuore e mi conosce-
era risorto e viveva. rai come non mi hai mai conosciuto
20:14 A questo punto, qualcosa atti- prima. Ti sarò più vicino e più caro di
rò la sua attenzione e si voltò. Era Gesù, quanto fosse possibile durante la mia
ma ella non lo riconobbe. Era ancora vita terrena”.
molto presto, forse non albeggiava an- Poi la esortò ad andare dai suoi fra-
cora e la luce non era abbastanza forte. telli e a informarli riguardo al nuovo

451
GIOVANNI 20:18

ordine di cose. Per la prima volta, il Si- compresero che egli era veramente il
gnore definì i discepoli miei fratelli: essi Signore. Aveva fatto ciò che aveva an-
dovevano sapere che suo Padre era loro nunciato: era risorto. Il Signore risorto
Padre e che il suo Dio era il loro Dio. Da è la fonte della gioia cristiana.
questo momento in poi i credenti sareb- 20:21 Questo è un versetto stupen-
bero stati “figli” ed “eredi” di Dio. do. I credenti non devono egoistica-
Il Signore Gesù non disse: “nostro mente godere di questa pace da soli,
Padre”, ma Padre mio e Padre vostro, ma devono condividerla con altri. Così
perché Dio è suo Padre in modo di- il Signore li manda nel mondo, come il
verso. Dio è Padre del Signore Gesù da Padre... ha mandato lui:
tutta l’eternità. Cristo è suo Figlio per - Cristo è venuto nel mondo in povertà;
generazione eterna. Il Figlio è uguale al - è venuto come un servo;
Padre. Noi siamo figli di Dio per ado- - ha rinunciato a se stesso;
zione. È un rapporto che inizia quando - si è compiaciuto di fare la volontà del
siamo salvati e non finirà mai. Benché Padre;
figli di Dio, noi non siamo uguali a Dio, - si è identificato con l’uomo;
né lo saremo mai. - è venuto per fare il bene;
20:18 Maria Maddalena ubbidì all’or- - ha fatto ogni cosa grazie alla poten-
dine e diventò, come qualcuno sostie- za dello Spirito Santo;
ne, “apostolo per gli apostoli”. Possiamo - il suo obiettivo era la croce;
forse dubitare che questo grande privi- - ora dice ai suoi discepoli: anch’io
legio le fosse concesso per ricompensa- mando voi.
re la sua devozione a Cristo? 20:22 Questo è uno dei versetti più
difficili dell’intero Vangelo. Leggiamo
C. L’apparizione ai discepoli che Gesù soffiò sui discepoli e disse
(20:19-23) loro: Ricevete lo Spirito Santo. La diffi-
20:19 Era domenica sera e i discepoli coltà sta nel fatto che lo Spirito Santo fu
erano riuniti insieme, forse nella sala mandato solo più tardi, il giorno della
dove avevano consumato la cena pa- Pentecoste. Ma come poteva il Signore
squale tre sere prima. Tenevano le por- pronunciare queste parole senza che
te... chiuse per timore dei Giudei. immediatamente si realizzassero?
Improvvisamente, videro Gesù... in Sono state date numerose spiegazioni:
mezzo a loro e lo udirono pronunciare: 1° alcuni ipotizzano che, in tale occa-
Pace a voi! Sembra evidente che Gesù sione, il Signore si limitò a promet-
entrò nella sala senza aprire le porte. tere ciò che si sarebbe poi avverato il
Era un miracolo. Bisogna ricordare che, giorno della Pentecoste. Ma questa è
dopo la risurrezione, il suo corpo era un una spiegazione insufficiente;
vero corpo di carne e ossa. Tuttavia egli 2° altri fanno notare che il Signore, in
aveva il potere di attraversare le barrie- realtà, disse: “Ricevete Spirito San-
re fisiche e di agire indipendentemente to” anziché “Ricevete lo Spirito San-
dalle leggi della natura. L’espressione to”. Ne deducono che i discepoli, in
Pace a voi assume ora un nuovo signi- questa occasione, non ricevettero lo
ficato perché Cristo ha stipulato la pace Spirito Santo in tutta la sua pienez-
per mezzo del proprio sangue sulla cro- za, bensì qualche ministero dello
ce. Coloro che sono giustificati per fede Spirito Santo, come p. es., una mag-
hanno pace con Dio. giore conoscenza della verità o la po-
20:20 Dopo aver annunciato la pace, tenza e la guida per la loro missione.
Gesù mostrò loro i segni delle sue sof- In sostanza, i discepoli avrebbero ri-
ferenze, grazie alle quali tale pace era cevuto un pegno o una caparra dello
stata acquistata. Essi videro i segni dei Spirito Santo;
chiodi e la ferita provocata dalla lan- 3° altri ancora sostengono che si trat-
cia. La gioia riempì i loro cuori quando tò della piena effusione dello Spi-

452
GIOVANNI 20:29

rito Santo sui discepoli. Ma questo casi si tratta dell’assoluzione dai peccati
sembra improbabile alla luce di Lu in questa vita.
24:49 e At 1:4-5, 8, dove si parla della
discesa dello Spirito Santo come di D. Il dubbio trasformato in fede
un evento futuro. Da Gv 7:39, inoltre, (20:24-29)
appare chiaro che lo Spirito Santo 20:24 Non dobbiamo criticare Tom-
non poteva scendere in tutta la sua maso per non essere stato là presente.
pienezza fino a che Gesù non fosse Nulla è detto circa il motivo della sua
stato glorificato, vale a dire dopo il assenza.
suo ritorno in cielo. 20:25 Tommaso va piuttosto biasi-
20:23 Questo è un altro versetto criti- mato per il suo atteggiamento di incre-
co che ha suscitato molte controversie. dulità. Voleva avere la prova visibile e
1° Secondo alcuni, Gesù conferì real- tangibile della risurrezione del Signore,
mente agli apostoli (e ai loro presun- altrimenti non avrebbe creduto. Que-
ti successori) la facoltà, o il potere, di sto è lo stesso atteggiamento di molte
perdonare o ritenere i peccati. Ma persone oggi, ma è un atteggiamento
ciò contraddice nettamente l’inse- irragionevole. Perfino gli scienziati cre-
gnamento biblico secondo il quale dono in molte cose che non possono né
soltanto Dio può perdonare i peccati vedere né toccare.
(Lu 5:21). 20:26 La settimana successiva, il Si-
2° Arno C. Gaebelein è d’altro parere: “Il gnore apparve ancora ai suoi discepoli.
potere promesso e l’autorità conces- Questa volta, anche Tommaso era con
sa sono legati alla predicazione del loro. Anche stavolta, il Signore Gesù
vangelo, che annuncia a quali con- entrò nella stanza in modo prodigioso
dizioni i peccati saranno perdonati. e li salutò con le parole: Pace a voi!
Senza il rispetto di tali condizioni, i 20:27 Il Signore si occupò con pa-
peccati saranno ritenuti”. zienza e benevolenza del suo seguace
3° Secondo una terza ipotesi (simile alla incredulo, e lo invitò a verificare la
seconda e per la quale propendiamo), realtà della sua risurrezione mettendo
ai discepoli fu conferita la facoltà di la mano nella ferita al costato.
dichiarare i peccati perdonati. 20:28 Tommaso si convinse. Non
Facciamo un esempio. I discepoli sappiamo se effettivamente appoggiò
partono per predicare il vangelo. Alcu- la mano sul costato del Signore. Ma
ni individui si pentono dei loro peccati riconobbe, infine, che Gesù era risor-
e ricevono il Signore Gesù. I discepoli to e che era Signore e Dio. John Boys
sono autorizzati a dire loro che i loro commenta appropriatamente: “Rico-
peccati sono stati perdonati. Altri, in- nobbe la deità che non vedeva dalle
vece, rifiutano di pentirsi e rifiutano ferite che vide”.
di credere in Cristo. I discepoli ammo- 20 :29 È importante notare che
niscono questi ultimi riguardo al fatto Gesù accettò di essere adorato co-
che essi sono ancora nei loro peccati e me Dio. Se fosse stato solo un uomo,
che, se morissero in tale stato, sarebbe- avrebbe rifiutato. Ma quella di Tom-
ro eternamente perduti. maso non era la fede che il Signore
Oltre a questa spiegazione, dobbiamo gradiva maggiormente, poiché era
aggiungere che i discepoli ricevettero dal una fede basata sull’evidenza. Beati
Signore l’autorità speciale di occuparsi quelli che non hanno visto e hanno
di certi peccati specifici. Per esempio, in creduto!
At 5:1-11, allorché Pietro si avvalse di tale La prova più certa è la Parola di Dio.
facoltà, ne conseguì la morte di Anania e Noi onoriamo Dio quando crediamo a
Saffira. Anche Paolo ritenne il peccato di ciò che dice, ma lo disonoriamo se gli
un individuo in 1 Co 5:3-5, 12-13 e rimise chiediamo un’altra prova. Dobbiamo
il peccato di cui in 2 Co 2:4-8. In questi credergli per il solo fatto che egli ha

453
GIOVANNI 20:30-31

parlato e perché non può mentire né 21:5 La frase del Signore significava:
sbagliare. “Avete qualcosa da mangiare?” Con di-
sappunto, gli risposero: “No”.
E. Scopo del Vangelo di Giovanni 21:6 Per quanto ne sapevano, costui
(20:30-31) era solo un estraneo che passeggiava
20:30-31 Non tutti i miracoli di Gesù so- sulla spiaggia. Tuttavia, accettando il
no stati riportati nel Vangelo di Giovan- suo consiglio, gettarono la rete dal lato
ni. Lo Spirito Santo ha scelto quei segni destro della barca ed ecco, un’enorme
che meglio si prestavano al suo scopo. quantità di pesci ! Così numerosi che
Ed ecco descritto lo scopo del Van- non riuscivano a tirare su la rete! Ciò
gelo di Giovanni: affinché crediate che dimostra che il Signore Gesù sapeva
Gesù è il vero Messia, il Figlio di Dio e perfettamente dove si trovavano i pe-
affinché credendo, abbiate vita eterna sci nel lago. L’insegnamento che pos-
nel suo nome. siamo trarne è che quando è il Signore
E tu, hai creduto? Gesù a governare il nostro servizio,
le nostre reti non saranno mai vuote.
X. EPILOGO: IL FIGLIO RISORTO Egli sa dove ci sono anime da salvare
INCONTRA I SUOI (cap. 21) e vuole guidarci a esse, se glielo per-
mettiamo.
A. Cristo appare ai suoi discepoli 21:7 Giovanni fu il primo a ricono-
in Galilea (21:1-14) scere il Signore e subito lo disse a Pie-
21:1 La scena ora si sposta sul mar di tro. Questi si cinse la veste e si diresse
Tiberiade (Galilea). I discepoli si erano a riva. Non è detto se nuotò o passò a
diretti a nord ed erano tornati a casa guado o addirittura camminò sull’ac-
loro, in Galilea. Il Signore Gesù li in- qua (come alcuni ipotizzano).
contrò ivi. L’espressione si manifestò in 21:8 Ma gli altri discepoli si trasferi-
questa maniera significa che Giovanni rono dalla grande barca da pesca a una
è in procinto di raccontare il modo in barca più piccola e trascinarono la rete
cui Cristo si presentò loro. per i restanti cento metri.
21:2 Questa volta erano presenti 21:9 Il Salvatore aveva già la colazio-
sette discepoli, Pietro, Tommaso... ne pronta: pesce arrostito e pane. Non
Natanaele, Giacomo e Giovanni (i figli sappiamo se il Signore avesse pescato
di Zebedeo) e due altri, di cui non sap- personalmente quel pesce o se lo fosse
piamo il nome. procurato miracolosamente. Ma sap-
21:3 Simon Pietro decise di andare piamo che egli non dipende dai nostri
a pescare sul lago e gli altri si unirono miseri sforzi. Senza dubbio, in cielo
a lui. Sembrava una decisione natu- scopriremo che laddove molte persone
rale (ma alcuni studiosi della Bibbia sono state salvate mediante la predi-
ritengono che ciò non rientrasse nella cazione e la testimonianza personale,
volontà di Dio e che, inoltre, essi par- molte altre, invece, sono state salvate
tirono senza aver prima pregato); ma direttamente dal Signore stesso senza
quella notte non presero nulla . Non alcun intervento umano.
era la prima volta che dei pescatori 21:10 Gesù ordinò che tirassero a
passavano la notte senza riuscire a pe- terra la rete con i pesci, ma non per cu-
scare nulla! L’episodio illustra l’inutili- cinarli, bensì per contarli. Così facendo,
tà degli sforzi umani se non supportati essi avrebbero rammentato che “il se-
dall’aiuto divino, specialmente nella greto del successo consiste nel lavorare
pesca delle anime. secondo il suo comando e agire in ubbi-
21:4 Gesù li aspettava, mentre rema- dienza implicita alla sua Parola” (Ryle).
vano verso la riva la mattina dopo, ma 21:11 La Bibbia ci dà il numero esat-
essi non lo riconobbero. Forse era ancora to dei pesci nella rete, centocinquan-
piuttosto buio o forse Dio lo impedì loro. tatré. Sono state formulate diverse,

454
GIOVANNI 21:17

interessanti ipotesi circa il significato B. Riabilitazione di Pietro


di questo numero: 1° il numero delle (21:15-17)
lingue parlate nel mondo a quell’epo- 21:15 Per prima cosa, il Signore si oc-
ca; 2° il numero dei popoli o delle tribù cupò delle loro necessità fisiche. Poi,
nel mondo ai quali sarebbe stata lan- quando si furono scaldati e rifocillati,
ciata la rete del vangelo; 3° il numero Gesù si rivolse a Pietro per occuparsi di
delle diverse specie ittiche presenti questioni spirituali. Pietro aveva rinne-
nel mare di Galilea o nel mondo. In- gato il Signore pubblicamente tre volte.
dubbiamente, questo numero esprime Ma si era pentito e la sua comunione
la grande varietà degli individui, rap- con il Signore si era ristabilita. In que-
presentanti di ogni lingua e nazione, sti versetti il Signore riconosceva pub-
che sarebbero stati salvati mediante la blicamente la riabilitazione di Pietro.
predicazione del vangelo. I pescatori È stato spesso evidenziato che in
sapevano che era importante che la questi versetti sono usati due termini
rete non si fosse strappata. Questa è differenti per “amore”. Potremmo pa-
una prova ulteriore che “l’opera di Dio rafrasare il v. 15 come segue: “Simone
svolta secondo il metodo di Dio non di Giovanni, (49) mi ami più di quanto
mancherà mai delle risorse di Dio” (J. mi amano questi altri discepoli?” Egli
Hudson Taylor). Egli farà sì che la rete rispose: “Sì, Signore, tu sai che ti voglio
non si rompa. bene ”. Pietro non si sarebbe mai più
21:12 I discepoli accettarono l’invito vantato della propria fedeltà al Signore,
a colazione e si raccolsero intorno alla anche se tutti gli altri l’avessero fatto...
brace accesa per condividere il buon Aveva imparato la lezione.
cibo che il Signore aveva preparato. Pasci i miei agnelli, gli disse Gesù.
Certamente, mentre sedeva accanto al Un modo pratico per dimostrare l’amo-
fuoco, Pietro rifletteva... Si ricordava re per il Signore è nutrire i più giovani
forse del fuoco accanto al quale si era del suo gregge. È interessante notare
riscaldato quando aveva rinnegato il come la conversazione si fosse spostata
Signore? I discepoli percepivano quella dall’argomento della pesca alla cura del
strana atmosfera di solennità e di sog- gregge. La prima immagine rappresenta
gezione in presenza del Signore. Egli l’opera di evangelizzazione, la seconda
era là, presente nel suo corpo di risur- l’insegnamento e la cura pastorale.
rezione. Avrebbero voluto fargli tante 21:16 Per la seconda volta il Signore
domande, ma non osavano. Sapevano domandò a Pietro se questi lo amas-
che era il Signore, ma sentivano che, se. Pietro rispose per la seconda volta,
ora, un certo mistero circondava la sua senza troppa fiducia in se stesso: Tu sai
Persona. che ti voglio bene. Questa volta Gesù ri-
21:13 Gesù servì la colazione e certa- spose: Pastura le mie pecore. Nel greg-
mente essi ricordarono una situazione ge di Cristo ci sono agnelli e pecore che
analoga, quando egli aveva sfamato cin- hanno bisogno della cura amorevole di
quemila uomini con pochi pani e pesci. qualcuno che ami il Pastore.
21:14 Giovanni scrive che questa 21:17 Pietro aveva rinnegato tre vol-
era... la terza volta che Gesù appariva te il Signore: ora ebbe l’opportunità di
ai suoi discepoli . Dagli altri Vangeli confessargli tre volte il suo amore.
apprendiamo che egli sarebbe apparso Questa volta Pietro si appellò
ancora altre volte. In questo Vangelo all’onniscienza di Gesù che, essendo
si contano tre apparizioni successi- Dio, sapeva ogni cosa . Quindi rispo-
ve alla risurrezione: Gesù apparve ai se per la terza volta: tu conosci che ti
discepoli la sera stessa della risurre- voglio bene. E, per l’ultima volta, gli
zione, una settimana dopo e, infine, fu detto che avrebbe dovuto dimo-
in questa occasione, sulle sponde del strarlo nutrendo le pecore di Cristo.
mare di Galilea. In questo brano l’insegnamento sot-

455
GIOVANNI 21:18

tinteso è che l’amore è l’unico motivo ne. Molti ritengono significativo questo
accettabile per servirlo. collegamento tra Giovanni e il ritorno
del Signore, considerando che Giovanni
C. Gesù predice la morte di Pietro ebbe il privilegio di scrivere l’Apocalisse
(21:18-23) di Gesù Cristo, dove sono descritti, con
21:18 Quando Pietro era più giovane dovizia di particolari, i tempi della fine.
aveva notevole libertà di movimento e
andava dove voleva. Il Signore ora gli D. Giovanni offre un’ultima
disse che, alla fine della sua vita, sareb- testimonianza riguardo a Gesù
be stato arrestato, incatenato e messo (21:24-25)
a morte. 21:24 Giovanni aggiunge un com-
21:19 Questo spiega il v. 18. Pietro mento personale circa l’accuratezza di
avrebbe glorificato Dio morendo come quanto ha scritto. Alcuni ritengono si
martire. Colui che aveva rinnegato il tratti di un’attestazione degli anziani
Signore avrebbe avuto il coraggio di ri- della chiesa di Efeso aggiunta al Van-
nunciare alla propria vita per lui. Que- gelo di Giovanni.
sto versetto ci ricorda che possiamo 21:25 Non dobbiamo temere di sba-
glorificare il Signore tanto con la vita gliare interpretando questo versetto
quanto con la morte. Poi Gesù esclamò: alla lettera! Gesù è Dio e, perciò, è infi-
Seguimi. Come aveva già detto, per lui nito: non vi è limite al significato delle
era ora di andarsene. sue parole o al numero delle sue opere!
21:20 Sembra che Pietro avesse co- Anche sulla terra, egli continuava a es-
minciato a seguire il Signore, ma poi, sere colui che sostiene l’universo. Chi
voltatosi, vide Giovanni venirgli dietro. mai potrebbe descrivere ciò che man-
A questo punto, l’evangelista Giovanni tiene l’universo in movimento? Anche
interrompe il racconto per specificare per quanto concerne i suoi miracoli
che quest’ultimo era quello stesso che sulla terra, ne esiste solamente una mi-
durante la cena di Pasqua stava incli- nima descrizione! Pensiamo ai nervi, ai
nato sul petto di Gesù e gli aveva do- muscoli, ai globuli del sangue e a tutte
mandato il nome del traditore. le altre parti del corpo di cui mantenne
21:21 Quando Pietro vide Giovanni, il controllo durante ogni singolo atto
un flusso di pensieri attraversò la sua di guarigione. Pensiamo a come regola
mente: “Che ne sarebbe stato di lui? Sa- l’esistenza di tutti gli altri esseri viven-
rebbe morto anch’egli come martire? O ti. Pensiamo a come governa le vicende
sarebbe stato ancora vivo al ritorno del umane. Pensiamo a come controlla la
Signore?” Perciò interrogò il Signore ri- struttura atomica di ogni frammento
guardo al futuro di Giovanni. infinitesimale di materia nell’universo.
21:22 Il Signore rispose che non do- Il mondo stesso... potrebbe contenere
veva preoccuparsi degli ultimi giorni un numero sufficiente di libri per de-
di Giovanni. Anche se fosse soprav- scrivere tutti questi infiniti particolari?
vissuto fino al ritorno del Signore, ciò Certamente no!
non avrebbe fatto alcuna differenza Siamo così giunti alla fine del nostro
per Pietro. Si compiono molti errori nel commentario al Vangelo di Giovanni.
servizio cristiano, quando i discepoli Forse ora riusciamo a capire un po’ me-
sono più occupati a controllarsi a vi- glio perché sia diventato uno dei libri
cenda che non a mantenere lo sguardo più amati della Bibbia, la cui lettura at-
fisso sul Signore. tenta e devota è in grado di innamorare
21:23 I discepoli fraintesero le parole il lettore. È pressoché impossibile, per il
del Signore. Egli non... aveva detto che credente, non ritrovare la freschezza di
Giovanni sarebbe stato ancora vivo al quell’amore che lo condusse alla conver-
suo ritorno bensì che, anche in tale even- sione: l’amore infinito della Persona be-
tualità, Pietro non doveva preoccuparse- nedetta che questo Vangelo ci presenta.

456
GIOVANNI

NOTE

1 (1:18) La NR segue il testo critico NA traducendo l’unigenito Dio. Altre traduzioni ri-
portano: l’unigenito Figlio, come in 3:16.
2 (1:29) J. Cynddylan Jones, Studies in the Gospel According to St. John, p. 103.
3 (1:45) James S. Stewart, The Life and Teaching of Jesus Christ, pp. 66-67.
4 (1:51) Soltanto nel Vangelo di Giovanni troviamo il “doppio amen” (“in verità, in ve-
rità”). Negli altri Vangeli troviamo un solo “amen” (“in verità”).
5 (2:4) George Williams, The Student’s Commentary on the Holy Scriptures, p. 194.
6 (2:11) J. Cynddylan Jones, Studies, p. 148.
7 (3:1) In gr. la particella de può tradurre le congiunzioni “e” e “ma”, oppure l’avverbio
“ora”. Le traduzioni moderne della Bibbia tendono a tralasciarla, come in questo caso.
8 (3:5) Secondo un’altra interpretazione valida, che ben si presta a questo contesto di
contrapposizione tra nascita fisica e nascita spirituale, l’acqua rappresenta la nasci-
ta fisica e lo Spirito raffigura lo Spirito Santo. I rabbini definivano “acqua” il liquido
seminale e l’acqua richiama anche alla mente il liquido amniotico in cui è immerso
il bambino e che viene espulso al momento della nascita.
9 (3:16) F.W. Boreham, non disponibile ulteriore documentazione.
10 (4:41-42) Il testo critico NA omette “il Cristo”.
11 (5:2) Il testo critico NA ha Betzata, ma studi archeologici confermano il toponimo
tradizionale usato nella maggior parte dei mss. e nella nostra versione della Bibbia.
12 (5:3) James Gifford Bellett, The Evangelists, p. 50.
13 (5:18) J. Sidlow Baxter, Explore the Book, V:309.
14 (5:24) Vi sono altri versetti in cui si spiega che, un giorno, il credente si presente-
rà davanti al tribunale di Cristo (Ro 14:10; 2 Co 5:10). Si noti, tuttavia, che non sarà
quello il momento in cui i suoi peccati saranno vagliati e puniti: ciò è già avvenuto
sul Golgota. Davanti al tribunale di Cristo saranno esaminati la vita e il servizio reso
dal credente: quest’ultimo riceverà delle ricompense o subirà delle perdite. Non sa-
rà in discussione la salvezza dell’anima, bensì il frutto prodotto dal credente duran-
te la vita.
15 (5:29) Se questo fosse l’unico versetto della Bibbia che parla della risurrezione, si po-
trebbe pensare che tutti i morti risorgeranno nello stesso momento. Ma sappiamo,
grazie ad altri brani biblici (in particolare Ap 20), che intercorrerà un periodo di al-
meno mille anni tra le due risurrezioni. La prima è la risurrezione di coloro che sono
stati salvati grazie alla fede in Cristo. La seconda è la risurrezione di coloro che sono
morti da increduli.
16 (5:39) La forma greca del verbo investigare ha un duplice valore. Può trattarsi di un
imperativo (“investigate!”) o di un indicativo presente (“voi investigate”). Il contesto
lascia propendere per quest’ultima interpretazione.
17 (5:47) Guy King, To my Son, p. 104.
18 (6:11) W.H. Griffith Thomas, The Apostle John: His Life and Writings, pp. 173-4.
19 (6:15) Frederick Brotherton Meyer, Tried by Fire, p. 152.
20 (6:31) La manna era una sostanza alimentare di colore biancastro, dall’aspetto gra-
nulare e di consistenza resinosa (vd. Nu 11:7), che Dio miracolosamente concesse
al popolo d’Israele che vagava nel deserto. Il popolo doveva raccoglierlo la mattina
presto sul terreno per sei giorni la settimana.
21 (6:59) La sinagoga era il luogo di culto dove i Giudei conducevano le loro riunioni
religiose. Ovviamente, non aveva la stessa funzione del tempio di Gerusalemme,
l’unico luogo in cui si potevano offrire i sacrifici animali.
22 (7:1) È utile sapere che il termine gr. per “Giudeo” (Ioudaios) può significare: 1° “Giu-
deo” in contrapposizione a “Galileo”; 2° un qualsiasi Giudeo/Ebreo (nonché qual-
siasi individuo che accetti Cristo): 3° un oppositore del cristianesimo, in particolare

457
GIOVANNI

un capo religioso. Giovanni lo usa per lo più con quest’ultima accezione, benché egli
stesso fosse un Giudeo del secondo tipo.
23 (7:7) F.B. Meyer, Tried, p. 129.
24 (8:5) J.N. Darby, non disponibile ulteriore documentazione.
25 (8:11) Il brano che va da 7:53 a 8:11 non compare nella maggior parte dei mss. antichi
di Giovanni, ma compare in più di novecento mss. greci (la stragrande maggioran-
za). C’è incertezza sull’accettazione di questi versetti come parte del testo originale.
Riteniamo che sia opportuno considerarli appartenenti al testo ispirato. Tutto ciò
che insegnano è in perfetto accordo con il resto della Scrittura. Agostino scrive che
questo brano è stato talvolta escluso, per timore che potesse incoraggiare il rilassa-
mento dei costumi morali.
26 (8:45) R.C.H. Lenski, The Interpretation of Colossians, Thessalonians, Timothy, Titus,
Philemon, pp. 701-702.
27 (9:35) La lettura del testo critico NA “Figlio dell’uomo” non si adatta bene al contesto
come, al contrario, la lezione del testo M, “Figlio di Dio”.
28 (10:36) Samuel Green, Scripture Testimony to the Deity of Christ, p. 7.
29 (11:1) Arthur W. Pink, Exposition of the Gospel of John, III:12.
30 (11:25) F.C. Burkitt, citato da Arthur W. Pink, The Exposition of the Gospel of John,
cap. 38.
31 (11:35) Il versetto più breve dell’originale gr. si trova al lato opposto della scala emo-
zionale: “Siate sempre gioiosi” (Pantote chairete, 1 Te 5:16).
32 (11:47) J.C. Ryle, Expository Thoughts on the Gospels, St. John, II:295.
33 (11:48) F.B. Meyer, Tried, p. 112.
34 (12:5) J.C. Ryle, John, II:309-310.
35 (12:7) Ciò che si legge nel testo critico (“affinché lo conservi” in luogo di “ha con-
servato”) sembra in contraddizione sia con il contesto, sia con l’assenza di Maria di
Betania al sepolcro nel giorno di Pasqua.
36 (12:24) T.G. Ragland, non disponibile ulteriore documentazione.
37 (13:13-14) Naturalmente, a volte, nei paesi orientali può succedere che ci si lavi i pie-
di reciprocamente, ma questo è solo un esempio di umile servizio.
38 (13:32) In gr. si tratta del periodo ipotetico della realtà (introdotto da ei seguito dall’in-
dicativo, presente o futuro) in cui la protasi esprime un fatto reale e sicuro.
39 (14:20) Altri esempi conosciuti sono: l’uccello nell’aria e l’aria nell’uccello, e il pesce
nell’acqua e l’acqua nel pesce.
40 (17:1) Marcus Rainford, Our Lord Prays for His Own, p. 173.
41 (17:4) J.C. Ryle, John, III:40-41.
42 (17:26) F.L. Godet, Commentary on the Gospel of John, II:345.
43 (17:26) Rainsford, Our Lord Prays, p. 173.
44 (18:14) James S. Stewart, Life and Teaching, p. 157.
45 (18:28) Agostino, citato da Ryle, John, III:248.
46 (18:28) Vescovo Hall, non disponibile ulteriore documentazione.
47 (18:28) Poole, non disponibile ulteriore documentazione.
48 (19:20) Alexander, non disponibile ulteriore documentazione.
49 (21:15) In altri testi il nome del padre di Pietro è Giona, anziché Giovanni (anche
vv. 16-17).

BIBLIOGRAFIA

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GIOVANNI

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Westcott, B.F. The Gospel According to St. John. Grand Rapids: Wm.B. Eerdmans
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459
Atti degli

Apostoli
“Il soggetto è Cristo, la chiesa ne è il tramite e lo Spirito la potenza”.
– W. Graham Scroggie

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone piccolo movimento giudeo, con base
Gli Atti degli Apostoli sono l’unica sto- a Gerusalemme, a una fede univer-
ria ispirata della chiesa, nonché la pri- sale, che raggiunse la capitale stessa
ma e unica storia a narrare dei primi dell’impero.
giorni della fede. Tutti gli altri racconti
si limitano semplicemente ad attingere II. Autore
all’opera di Luca, aggiungendovi di- È accettata quasi unanimemente la
verse tradizioni (e molte congetture!). paternità di Luca sia per il Vangelo sia
Se non ci fosse pervenuto questo libro, per gli Atti. Se il terzo Vangelo è stato
saremmo messi a mal partito. scritto da Luca, lo è stato anche il libro
Passare direttamente dalla vita del degli Atti, e viceversa (vd. Vangelo di
Signore, come ci viene riportata dai Luca, Introduzione).
Vangeli, alle lettere, costituirebbe La prova estrinseca a supporto
un salto di dimensioni spropositate. della paternità di Luca risale già ai
A quali comunità erano indirizzate primi anni della chiesa ed è convin-
le lettere? Come si erano formate le cente e ampiamente diffusa: il Prolo-
comunità? Nel libro degli Atti degli go antimarcionita al Vangelo di Luca
Apostoli troviamo la risposta a que- (160-180 ca), il Canone Muratoriano
ste e a molte altre domande. Questo (170-200 ca) e i primi padri della chiesa
libro non costituisce soltanto il ponte come Ireneo, Clemente di Alessandria,
di collegamento tra la vita di Cristo e Tertulliano e Origene ravvisano in Lu-
la vita in Cristo, insegnata nelle lette- ca l’autore degli Atti. Si trovano altresì
re, ma altresì il ponte tra giudaismo e concordi quasi tutti i padri della chiesa
cristianesimo, tra legge e grazia. Una che seguirono, compresi personaggi
delle principali difficoltà d’interpreta- autorevoli quali Eusebio e Gerolamo.
zione del libro è rappresentata proprio Tre prove intrinseche concorrono a
da questo graduale ampliamento di sostegno di tale tesi.
orizzonte, ossia dal passaggio da un 1. All’inizio del libro, l’autore fa speci-
ATTI DEGLI APOSTOLI

fico riferimento a un’opera prece- ralleli che essi ipotizzano riguardo


dente, anch’essa dedicata a Teofilo; a Teuda (vd. 5:36) non concordano
da Lu 1:1-4 si evince che si tratta di e, in ogni caso, le analogie non sono
un richiamo al terzo Vangelo. Questi probanti.
due libri sono accomunati dallo sti- 2. Un’ipotesi ampiamente diffusa vuole
le, dal linguaggio, dal carattere apo- che Luca abbia scritto il suo Vange-
logetico e partecipe e da molti altri lo e gli Atti tra gli anni 70 e 80 d.C. In
dettagli: se non si fosse imposta la tal caso, egli avrebbe avuto modo di
volontà di accomunare lo scritto di avvalersi di Marco per il suo Vangelo
Luca agli altri tre Vangeli, le due ope- (probabilmente, intorno al 60 d.C.).
re sarebbero state indubbiamente 3. Vi sono buoni motivi per ritenere
unite, come 1 e 2 Corinzi. che la stesura degli Atti terminò po-
2. È evidente, dal testo stesso, che l’au- co dopo gli ultimi eventi narrati nel
tore era un compagno di viaggio di libro, ossia durante la prima prigio-
Paolo. L’evidenza si ricava dai famosi nia di Paolo a Roma.
passi in prima persona plurale “noi” È possibile che Luca prevedesse di
(16:10-17; 20:5–21:18; 27:1–28:16), in scrivere un terzo libro (ma, a quanto
cui l’autore appare effettivamen- pare, ciò non rientrava nella volontà di
te presente agli eventi narrati. Non Dio): per tale motivo egli non avrebbe
convince il giudizio degli scettici, menzionato gli eventi devastanti (per i
secondo il quale tali passi sarebbero cristiani) che si verificarono tra il 63 e
“romanzati”. Se queste aggiunte ave- il 70 d.C. Si propende, tuttavia, per una
vano lo scopo di avvalorarne l’auten- datazione antecedente di questo Van-
ticità, perché sarebbero state inserite gelo, in considerazione delle omissioni
in maniera così occasionale e sottile, di fatti quali: la feroce persecuzione
e perché non è mai dato un nome al dei cristiani in Italia da parte di Nero-
pronome “io” (sottinteso nei brani in ne, dopo l’incendio di Roma (64 d.C.);
prima persona plurale “noi”)? la guerra dei Giudei contro i Romani
3. Se si escludono tutti i compagni di (66-70 d.C.); il martirio di Pietro e Pao-
viaggio di Paolo che l’autore menzio- lo (verso la fine degli anni 60 d. C.); la
na in terza persona singolare, non- distruzione di Gerusalemme (l’evento
ché quelli sicuramente non presenti più traumatico, sia per gli Ebrei sia per
nei brani declinati in prima persona i Giudei cristiani). L’ipotesi più attendi-
plurale, l’unico che resta è Luca. bile è, dunque, che Luca abbia redatto
gli Atti mentre Paolo era in prigione a
III. Data Roma, nel 62 o 63 d.C.
Se, per alcuni libri del N.T., la data di
composizione non è molto rilevante, lo IV. Contesto e temi
è invece per gli Atti, giacché vi si ripor- Il libro degli Atti degli Apostoli palpita
ta specificamente la storia della chiesa di vita e d’azione. Lo Spirito Santo è
e, per di più, di quella primitiva. all’opera: forma la chiesa, le conferisce
Si ipotizzano tre date di composizio- potenza, ne espande i confini.
ne, di cui due compatibili con la pater- Questo è il magnifico racconto dello
nità di Luca: Spirito sovrano, che si serve degli stru-
1. L’ipotesi che la stesura del libro risal- menti più improbabili, supera gli osta-
ga al II sec. esclude, naturalmente, coli più difficili, utilizza i metodi meno
che Luca ne sia l’autore: l’evangeli- convenzionali e raggiunge i risultati
sta non può essere vissuto oltre l’80- più formidabili.
85 d.C. Quantunque alcuni studiosi Gli Atti riprendono il racconto dal
(liberali) presumano che l’autore ab- punto in cui terminano i Vangeli,
bia attinto alle Antichità giudaiche conducendoci attraverso la veloce ed
di Giuseppe Flavio (93 d.C. ca), i pa- emozionante narrazione dei primi tur-

462
ATTI DEGLI APOSTOLI

bolenti anni della chiesa neonata. So- I capp. 1–12 vedono come prota-
no la documentazione di quel decisivo gonista l’apostolo Pietro, con la sua
periodo di transizione in cui la chiesa coraggiosa predicazione alla nazione
neotestamentaria si libera dei panni d’Israele. Dal cap. 13 passa in primo
del giudaismo e assume il proprio ca- piano l’apostolo Paolo, nel suo ruolo di
rattere distintivo di comunità in cui zelante, ispirato, infaticabile apostolo
Giudei e stranieri sono uno in Cristo. degli stranieri (vd. Ga 2:8).
Per questo motivo il periodo degli Atti Il resoconto degli Atti copre un pe-
è stato definito “il tempo dello svezza- riodo pari a circa trentatré anni. J.B.
mento di Isacco”. Phillips rileva che, nella storia umana,
Durante la lettura, percepiamo qual- non esiste un altro periodo in cui “un
cosa di quell’euforia spirituale che scatu- manipolo di persone comuni abbia
risce quando Dio è all’opera. Allo stesso smosso il mondo a tal punto da fare
tempo avvertiamo la tensione che nasce esclamare ai suoi nemici, rosi dalla
quando il peccato e Satana si oppongono rabbia, che questi uomini hanno mes-
e contrastano l’opera divina. so sottosopra il mondo!”. (1)

Sommario

I. LA CHIESA A GERUSALEMME (capp. 1–7)


A. Il Signore risorto promette lo Spirito (1:1-5)
B. Ascensione del Signore e mandato degli apostoli (1:6-11)
C. Attesa dei discepoli a Gerusalemme (1:12-26)
D. Pentecoste e nascita della chiesa (2:1-47)
E. Guarigione di uno storpio e accusa di Pietro a Israele (3:1-26)
F. Persecuzione e crescita della chiesa (4:1–7:60)
II. LA CHIESA IN GIUDEA E IN SAMARIA (8:1–9:31)
A. Ministero di Filippo in Samaria (8:1-25)
B. Filippo e l’eunuco etiope (8:26-40)
C. Conversione di Saulo di Tarso (9:1-31)
III. LA CHIESA FINO ALLE ESTREMITÀ DELLA TERRA (9:32–28:31)
A. Predicazione di Pietro agli stranieri (9:32–11:18)
B. Fondazione della chiesa ad Antiochia (11:19-30)
C. Erode perseguita i credenti. Morte di Erode (12:1-23)
D. Primo viaggio missionario di Paolo: la Galazia (12:24–14:28)
E. Conferenza di Gerusalemme (15:1-35)
F. Secondo viaggio missionario di Paolo: l’Asia minore e la Grecia (15:36–18:22)
G. Terzo viaggio missionario di Paolo: l’Asia minore e la Grecia (18:23–21:26)
H. Arresto e processi di Paolo (21:27–26:32)
I. Naufragio di Paolo durante il viaggio verso Roma (27:1–28:16)
J. Paolo agli arresti domiciliari e sua testimonianza ai Giudei di Roma (28:17-31)

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ATTI DEGLI APOSTOLI 1:1

Commentario

I. LA CHIESA A GERUSALEMME In quel periodo aveva altresì parlato


(capp. 1–7) loro degli affari del regno di Dio. Il suo
principale interesse non erano i regni
A. Il Signore risorto promette di questo mondo, bensì il regno, o àm-
lo Spirito (1:1-5) bito, in cui Dio è riconosciuto come Re.
1:1 Il libro degli Atti si apre con un Il regno non va confuso con la chie-
ricordo. Luca, “il caro medico”, ram- sa. Il Signore Gesù si era proposto alla
menta di avere già scritto a Teofilo nazione d’Israele come Re, essendone
in precedenza (oggi sappiamo che lo però rifiutato (vd. Mt 23:37). Il suo re-
scritto cui si allude corrisponde al Van- gno sulla terra, perciò, è rimandato al
gelo secondo Luca, vd. Lu 1:1-4). Negli tempo in cui Israele si pentirà e lo rice-
ultimi versetti del Vangelo, Luca aveva verà come Messia (vd. At 3:19-21).
scritto a Teofilo che il Signore Gesù, Al tempo attuale, il Re è assente;
immediatamente prima dell’ascen- nondimeno, egli possiede un regno in-
sione, aveva promesso ai discepoli il visibile sulla terra (vd. Cl 1:13), formato
battesimo nello Spirito Santo (vd. Lu da tutti coloro che gli professano fedel-
24:48-53). tà (vd. Mt 25:1-12). In un certo senso, il
Desiderando riprendere il racconto, regno è formato da chiunque si profes-
l’evangelista si richiama ora a quell’en- si cristiano (Mt 13:1-52): tale è, infatti,
tusiasmante promessa. Si tratta di il suo aspetto esteriore. Nella sua realtà
un’introduzione appropriata, poiché interiore, tuttavia, il regno comprende
proprio nella promessa dello Spirito si soltanto coloro che sono nati di nuovo
nascondevano, in nuce, tutti i trionfi (vd. Gv 3:3, 5). L’attuale forma del regno
spirituali narrati negli Atti. Luca de- è descritta in Mt 13.
finisce il Vangelo il suo primo libro. La chiesa è qualcosa di completa-
Colà aveva documentato le cose che mente nuovo, non essendo stata pro-
Gesù aveva cominciato a fare e a inse- fetizzata in epoca veterotestamentaria
gnare. Negli Atti prosegue il racconto, (vd. Ef 3:5). Essa è formata dall’insieme
documentando le cose che Gesù, dopo di tutti i credenti appartenenti al perio-
l’ascensione, continuò a fare e a inse- do compreso tra la Pentecoste e il rapi-
gnare tramite lo Spirito Santo. mento. Quale Sposa di Cristo, la chiesa
Notiamo che il ministero del Signore regnerà con lui durante il millennio e
si svolgeva con le parole e con i fatti. Il prenderà parte alla sua gloria per sem-
Salvatore fu l’incarnazione vivente del pre. Alla fine della grande tribolazione
proprio insegnamento, giacché mette- Cristo tornerà come Re, distruggerà i
va in pratica ciò che insegnava. suoi nemici e stabilirà il suo regno di
1:2 Teofilo avrebbe certamente ricor- giustizia sulla terra (vd. Sl 72:8).
dato che il precedente libro di Luca si Sebbene il governo con sede a Ge-
concludeva con il racconto dell’ascen- rusalemme durerà soltanto mille an-
sione del Salvatore, qui evocata con ni (vd. Ap 20:4), il regno è eterno nel
l’espressione fu elevato. Certamente ri- senso che tutti i nemici di Dio saranno
cordava anche le ultime amorevoli rac- finalmente distrutti ed egli regnerà
comandazioni del Signore agli undici eternamente in cielo, senza opposizio-
apostoli, prima della sua dipartita. ni né impedimenti (2 P 1:11).
1:3 Nei quaranta giorni trascorsi 1:4 Luca, a questo punto, fa riferi-
tra la risurrezione e l’ascensione, il Si- mento a un incontro del Signore con
gnore era apparso ai discepoli, offren- i discepoli a Gerusalemme. Il Reden-
do le prove più convincenti della sua tore risorto ordinò loro di rimanere a
risurrezione corporale (vd. Gv 20:19, Gerusalemme. Essi avrebbero potuto
26; 21:1, 14). domandarsi: “Ma perché proprio a Ge-

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ATTI DEGLI APOSTOLI 1:8

rusalemme ?” Per loro, infatti, quella servato soltanto ai non credenti in un


era la città dell’odio, della violenza e tempo futuro.
della persecuzione!
Sì, l’attuazione della promessa del B. Ascensione del Signore
Padre sarebbe avvenuta a Gerusalem- e mandato degli apostoli (1:6-11)
me. La discesa dello Spirito si sarebbe 1:6 Forse l’episodio riportato in questo
compiuta proprio nella città in cui il brano si svolse sul monte degli Ulivi,
Salvatore era stato crocifisso. La presen- presso Betania. Fu da quel luogo, in-
za dello Spirito in quella città avrebbe fatti, che il Signore Gesù ascese al cielo
testimoniato del rifiuto del Figlio di Dio (vd. Lu 24:50-51).
da parte dell’uomo. Lo Spirito della ve- I discepoli avevano riflettuto sulla
rità avrebbe convinto il mondo “quanto discesa dello Spirito: essi rammenta-
al peccato, alla giustizia e al giudizio” vano che il profeta Gioele aveva an-
(vd. Gv 16:8), cominciando proprio da nunciato l’effusione dello Spirito in
Gerusalemme. Dal canto loro, i disce- relazione al glorioso regno del Messia
poli avrebbero ricevuto lo Spirito Santo (vd. Gl 2:28) e pensarono, perciò, che il
nella città in cui essi stessi avevano rin- Signore stesse per stabilire il suo regno,
negato il Signore, fuggendo per mettersi giacché aveva detto che “fra non molti
in salvo. Essi sarebbero stati fortificati giorni” lo Spirito sarebbe stato dato lo-
e incoraggiati nel luogo in cui si erano ro. Dalla loro domanda si intuisce che
mostrati deboli e vili. essi continuavano ad aspettarsi che
Non era la prima volta che i discepoli Cristo avrebbe stabilito immediata-
udivano il Salvatore parlare della pro- mente il suo regno terreno.
messa del Padre. Nel corso di tutto il 1:7 Il Signore non rettificò l’espres-
suo ministero terreno, e in particolare sione della loro speranza nel regno di
durante l’ultima cena, egli aveva parlato Dio sulla terra. Quella speranza era, ed
della discesa di un Consolatore (vd. Lu è, giustificata. Semplicemente, rispose
24:49; Gv 14:16, 26; 15:26; 16:7, 13). che non era dato loro di sapere quan-
1:5 Ora, nel suo ultimo incontro do il regno sarebbe giunto. La data era
con loro, egli rinnovava la promessa. stata fissata dall’autorità del Padre, il
Alcuni di loro, se non tutti, erano già quale aveva scelto di non rivelarla. Si
stati battezzati da Giovanni... con trattava di un’informazione nota esclu-
acqua . Ma il battesimo di Giovanni sivamente a lui.
era esteriore e di natura fisica. Tra Nella Bibbia l’espressione i tempi o i
“non molti giorni”(2) essi sarebbero momenti indica i diversi eventi riguar-
stati battezzati in Spirito Santo con danti Israele, predetti da Dio, che devo-
un battesimo interiore e di natura no ancora verificarsi. Essendo di cultura
spirituale. Con il primo battesimo, giudaica, i discepoli comprendevano
i discepoli si erano identificati este- che l’espressione, in tale contesto, allu-
riormente con quella parte della na- deva ai giorni cruciali che precederan-
zione d’Israele che si era ravveduta. no e accompagneranno l’instaurazione
Con il nuovo battesimo, essi sarebbe- del regno millenniale Cristo.
ro entrati a fare parte della chiesa, il 1:8 Senza aver soddisfatto la loro
Corpo di Cristo, e avrebbero ricevuto curiosità riguardo alla data del futuro
pieni poteri per il loro ministero. regno, il Signore Gesù indirizzò la loro
Gesù promise che sarebbero sta- attenzione su una questione più imme-
ti battezzati in Spirito Santo fra non diata, ossia sulla natura e sul campo
molti giorni, ma non fece alcun cenno d’azione della loro missione: essi erano
al “battesimo con il fuoco”(vd. Mt 3:11- chiamati a essere dei testimoni e a te-
12; Lu 3:16-17; molti lo confondono con stimoniare in Gerusalemme, e in tutta
il battesimo in Spirito Santo): quest’ul- la Giudea e Samaria, e fino all’estremi-
timo è un battesimo di giudizio, ri- tà della terra.

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ATTI DEGLI APOSTOLI 1:9

Prima, però, dovevano ricevere la po- la, accogliendolo, lo sottrasse ai loro


tenza dello Spirito Santo. Tale grandiosa sguardi. Un evento tanto spettacolare
potenza è indispensabile alla testimo- descritto in modo così semplice e mi-
nianza cristiana. Se si è privi della poten- surato! Il ritegno degli autori biblici
za spirituale, a nulla servono il talento, mette in evidenza l’ispirazione divina
la preparazione e l’esperienza. Senza la della Parola (non rientra nella natura
potenza spirituale non si realizza nulla. umana trattare con tanto riserbo even-
Al contrario, il mondo resterà a guarda- ti così inusuali!).
re l’individuo che, pur penalizzato da 1:10 Allo stesso modo, senza denota-
una cultura approssimativa e da scarse re alcuna sorpresa, Luca narra che ap-
attrattive fisiche e oratorie, sia però per- parvero due uomini in vesti bianche.
vaso della potenza dello Spirito Santo Si trattava, ovviamente, di due esseri
che lo fa ardere per Dio. Quei discepoli angelici inviati sulla terra in forma di
spaventati avevano bisogno di potenza uomini. Forse si trattava degli stessi
per testimoniare e di santa audacia per angeli apparsi al sepolcro dopo la ri-
annunciare il vangelo. Avrebbero ricevu- surrezione (vd. Lu 24:4).
to tale potenza quando lo Spirito Santo 1:11 Gli angeli si rivolsero ai discepo-
sarebbe venuto su loro. li chiamandoli uomini di Galilea. Per
La loro testimonianza doveva co- quanto ne sappiamo, tutti i discepoli
minciare da Gerusalemme , signi- (tranne Giuda Iscariota) provenivano
ficativamente scelta dalla grazia di dalla regione a occidente del mare di
Dio. La prima città che ricevette la Galilea.
chiamata al ravvedimento e alla fede Gli angeli, dunque, riscossero i di-
fu proprio quella in cui il Signore fu scepoli dallo stupore. Perché stavano
crocifisso. a guardare verso il cielo? Era tristezza,
Poi sarebbe stata la volta della Giu- la loro? Era adorazione, meraviglia? In-
dea, la regione meridionale del paese dubbiamente, un misto delle tre. Non-
con una popolazione quasi completa- dimeno, il sentimento prevalente, e il
mente giudea e di cui Gerusalemme più acuto, doveva essere la tristezza. I
era la capitale. discepoli ricevettero, perciò, una paro-
Dopodiché avrebbero raggiunto la Sa- la di conforto: il Cristo asceso al cielo
maria, ossia la regione centrale, la quale sarebbe ritornato.
era abitata dalla popolazione mista tanto Cristo tornerà. Questo passo rap-
invisa ai Giudei e con la quale questi ulti- presenta una chiara promessa della
mi evitavano qualsiasi contatto. seconda venuta del Signore per stabili-
Infine, le estremità del mondo allora re il suo regno sulla terra. Qui non si fa
conosciuto, le nazioni degli stranieri, allusione al rapimento, bensì al regno
fino ad allora escluse dai privilegi re- futuro.
ligiosi dei Giudei. Tale programma di 1. È salito in cielo dal monte degli Ulivi
testimonianza in continua espansione (v. 12) / Ritornerà sul monte degli Uli-
ci dà un’idea degli sviluppi della storia vi (vd. Za 14:4).
narrata negli Atti: 2. È salito in cielo di persona / Tornerà
1. la testimonianza a Gerusalemme di persona (vd. Ml 3:1).
(capp. 1–7); 3. È salito in cielo in modo visibile /
2. la testimonianza in Giudea e in Sa- Tornerà in modo visibile (vd. Mt
maria (8:1–9:31); 24:30).
3. la testimonianza fino all’estremità 4. È stato accolto da una nuvola (v. 9) /
della terra (9:32–28:31). Verrà sulle nuvole del cielo (vd. Mt
1:9 Dopo aver affidato la missione 24:30).
ai discepoli, il Salvatore fu elevato in 5. È salito al cielo in gloria / Torne-
cielo. Questo è tutto ciò che la Scrit- rà con gran potenza e gloria (vd. Mt
tura afferma: fu elevato; e una nuvo- 24:30).

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ATTI DEGLI APOSTOLI 1:18-19

C. Attesa dei discepoli tale proposito notiamo alcuni dettagli


a Gerusalemme (1:12-26) interessanti.
1:12 In Lu 24:52 è scritto che i disce- 1. È l’ultima volta che Maria è citata nel
poli rientrarono a Gerusalemme con N.T. I discepoli non pregavano lei,
grande gioia . “La luce dell’amore di ma con lei. Anch’ella aspettava, con
Dio aveva illuminato i cuori e fece loro e come loro, di ricevere il dono
brillare i volti di questi uomini, a di- dello Spirito Santo.
spetto del mare di preoccupazioni che 2. Maria è chiamata madre di Gesù,
li circondava”. non “madre di Dio”. Gesù è il nome
Il tragitto dal monte chiamato del Signore nella sua umanità. Poi-
dell’Uliveto fino alla città, attraversan- ché Gesù, come uomo, nacque da
do la valle di Chidron, era di circa un Maria, è giusto che Maria sia chia-
chilometro: ai tempi del N.T., tale era mata madre di Gesù. Nella Bibbia,
la massima distanza percorribile con- nondimeno, Maria non è mai defi-
sentita al Giudeo osservante durante il nita “madre di Dio”. Sebbene Gesù
sabato. Cristo sia vero Dio, è dottrinalmen-
1:13 Giunti in città, salirono nella te inesatto e assurdo attribuire a Dio
sala di sopra dove di consueto si trat- una madre umana. Essendo Dio,
tenevano. Lo Spirito di Dio elenca, per Cristo esiste dall’eternità.
la quarta e ultima volta, i nomi dei di- 3. L’accenno ai fratelli di Gesù, che se-
scepoli (vd. Mt 10:2-4; Mr 3:16-19; Lu gue quello a Maria, sottende proba-
6:14-16). Questa volta balza agli occhi bilmente che costoro erano i veri figli
un’importante omissione: il nome di di Maria, fratellastri di Gesù. Inol-
Giuda Iscariota non figura nella lista. Il tre, altri versetti smentiscono l’ipo-
traditore è andato incontro al suo me- tesi, avanzata da alcuni, che Maria
ritato destino. fosse rimasta vergine per sempre e
1:14 Nel radunarsi insieme, i disce- non avesse messo al mondo altri figli
poli erano concordi. Quest’aggettivo, (vd. p. es.: Mt 12:46; Mr 6:3; Gv 7:3, 5;
che ricorre più volte negli Atti, indica 1 Co 9:5; Ga 1:19. Inoltre vd. Sl 69:8).
una delle chiavi d’accesso alle benedi- 1:15 Un giorno in cui erano radu-
zioni divine. Laddove i fratelli dimora- nate circa centoventi persone, Pietro
no insieme in unità, Dio comanda che fu ispirato a commentare alcuni brani
vi sia la benedizione, la vita in eterno veterotestamentari in cui si annuncia
(vd. Sl 133:3). il tradimento del Messia.
La seconda chiave è costituita 1:16-17 Pietro esordì affermando
dall’espressione perseveravano... nel- che era necessario che si adempisse la
la preghiera . Oggi, come allora, Dio profezia... di Davide riguardo a Giuda.
opera quando le persone pregano. In Prima di citare la Scrittura, rammen-
genere preferiremmo fare qualsiasi tò loro che, sebbene Giuda fosse stato
cosa, piuttosto che pregare. Ma è solo uno dei dodici e avesse preso parte
quando ci mettiamo in attesa di fronte al ministero apostolico, pure fece da
a Dio, in estrema, fiduciosa, fervente, guida a quelli che arrestarono Gesù.
tranquilla, concorde preghiera, che la Si noti la discrezione con cui Pietro
vivificante e corroborante potenza del- accennò al vile atto. Giuda divenne
lo Spirito di Dio viene effusa. traditore per propria libera scelta e
Non si evidenzierà mai abbastanza il adempì in questo modo le profezie se-
fatto che l’unione e la preghiera furono condo le quali il Signore sarebbe stato
il preludio alla Pentecoste. venduto ai suoi nemici.
Riunite con i discepoli, vi erano al- 1:18-19 Questi due versetti, che non
cune donne (probabilmente le stesse sono considerati parte del messaggio
che avevano seguito Gesù) e anche Ma- di Pietro, bensì una digressione di Lu-
ria madre di Gesù e... i fratelli di lui. A ca, completano la storia di Giuda fino

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ATTI DEGLI APOSTOLI 1:20

al momento della sua morte e introdu- poli durante i tre anni del ministero
cono l’episodio relativo alla scelta del pubblico di Cristo, dal battesimo di
suo successore. Giovanni all’ascensione;
Malgrado l’apparente contraddi- 2. essere un testimone della risurrezio-
zione, il racconto della morte di Giuda ne del Signore.
contenuto in questo passo è compati- 1:23-26 Due uomini rispondevano
bile con quello di Mt 27:3-10. Matteo di- a tali requisiti: Giuseppe... sopran-
chiara che, dopo aver restituito i trenta nominato Giusto, e Mattia. Ma quale
sicli d’argento ai capi dei sacerdoti e scegliere dei due? Gli apostoli misero il
agli anziani, Giuda uscì e si impiccò. problema nelle mani del Signore, pre-
Quindi i capi dei sacerdoti presero il gandolo di rivelare la sua scelta. Tiraro-
denaro e acquistarono un campo per no quindi a sorte e Mattia fu designato
la sua sepoltura. a succedere a Giuda, il quale era andato
Nel libro degli Atti, Luca afferma che al suo luogo, vale a dire alla condanna
Giuda acquistò un campo con il dena- eterna.
ro ricevuto, ed essendosi precipitato... Questo brano suscita invariabilmen-
tutte le sue interiora si sparsero. te due domande:
Mettendo insieme i due racconti, 1. I discepoli agirono bene conferendo
sembra che l’acquisto del campo fosse, l’incarico a Mattia? Avrebbero dovu-
effettivamente, disposto dai capi dei to aspettare che Dio proponesse una
sacerdoti. Tuttavia, fu Giuda ad acqui- persona in particolare per occupare
stare il campo nel senso che, usando il il posto vacante?
suo denaro, i capi dei sacerdoti agirono 2. Fu giusto tirare a sorte, per com-
semplicemente da agenti. Egli s’impic- prendere la volontà del Signore?
cò a un albero del cimitero ed è proba- Riguardo al primo quesito, il testo
bile che la corda, o il ramo, si spezzasse non lascia in alcun modo intendere
facendo cadere in avanti il suo corpo, che i discepoli abbiano preso un ab-
che si squarciò. baglio. Essi avevano trascorso molto
Quando il fatto si seppe a Gerusa- tempo in preghiera, desideravano ub-
lemme, il campo del vasaio fu chia- bidire alle Scritture ed erano concordi
mato... “Acheldama” cioè “Campo di nel voler scegliere un successore per
sangue” o anche, in aram., “campo Giuda. Il ministero di Paolo, oltretut-
insanguinato”. to, fu nettamente distinto da quello
1:20 Dopo la digressione, Luca ri- dei dodici e non è scritto da nessuna
prende il messaggio di Pietro com- parte che fosse designato a sostituire
mentando che la profezia di Davide Giuda. I dodici, infatti, furono man-
citata a proposito del tradimento di dati da Gesù, durante il suo ministero
Gesù è tratta dal libro dei Salmi (ossia terreno, a predicare a Israele; Paolo fu
Sl 69:25): La sua dimora diventi deser- chiamato, dal Cristo glorificato, al mi-
ta e più nessuno abiti in essa. (3) nistero fra gli stranieri.
Quindi Luca annuncia la profezia Relativamente al “tirare a sorte”, va
che, a questo punto, doveva essere detto che, in questo caso, si trattava di
adempiuta: Il suo incarico lo prenda un metodo per capire la volontà di Dio,
un altro (Sl 109:8). L’apostolo Pietro in- riconosciuto dall’A.T.: “Si getta la sorte
terpreta questo brano riconoscendo la nel grembo, ma ogni decisione viene
necessità, dopo l’abbandono di Giuda, dal Signore” (Pr 16:33). A tale proposi-
di trovare un sostituto per il suo inca- to vd. anche il metodo degli urim e dei
rico. È bello rilevare il suo desiderio di tummim (p. es.: Ne 7:65).
ubbidire alla Parola di Dio. Evidentemente il Signore approvò
1:21-22 Il prescelto doveva possede- la scelta di Mattia giacché, da allora,
re due requisiti: gli apostoli furono chiamati “i dodici”
1. essere stato in... compagnia dei disce- (vd. At 6:2).

468
ATTI DEGLI APOSTOLI 1

LA PREGHIERA NEL LIBRO DEGLI ATTI A Ioppe, Pietro pregò per Tabita: la
donna risuscitò (vd. 9:40) “e molti cre-
Il libro degli Atti costituisce uno stu- dettero nel Signore” (9:42).
dio sulla preghiera efficace. Già nel Cornelio, il centurione di origine
cap. 1 abbiamo visto i discepoli prega- pagana, era solito pregare (vd. 10:2) e
re in due differenti occasioni: 1° nel- le sue preghiere salivano a Dio “come
la cosiddetta “sala di sopra”, dopo una ricordanza” (10:4). Un angelo gli
l’ascensione al cielo di Gesù: tale pre- apparve in visione, ordinandogli di
ghiera fu esaudita con la Pentecoste; mandare a chiamare un certo Simon
2° in occasione della scelta del succes- Pietro (vd. 10:5). Il giorno seguente,
sore di Giuda: la preghiera di ricerca durante la preghiera (vd. 10:9), Pietro
della volontà divina fu esaudita con ebbe una visione celeste che lo preparò
l’elezione di Mattia. E così accade in ad aprire le porte del regno a Cornelio e
tutto il libro. agli altri stranieri (vd. 10:10-48).
Quelli che si convertirono il giorno Quando Pietro fu incarcerato, i cre-
della Pentecoste continuarono con co- denti pregarono con fervore (vd. 12:5)
stanza a pregare (2:42). I passi succes- e Dio rispose liberando miracolosa-
sivi (vv. 43-47) descrivono le condizioni mente l’apostolo dalla prigione (fra
ideali che caratterizzavano questa co- lo stupore generale di quanti stavano
munione di preghiera. pregando, 12:6-17).
Dopo il rilascio di Pietro e Giovan- Mentre digiunavano e pregavano
ni, i credenti pregarono per ottenere (13:2-3), i profeti e i dottori di Antio-
il dono di annunciare la Parola senza chia furono ispirati a mandare in mis-
remore (vd. 4:29). In risposta a tale pre- sione Paolo e Barnaba. È stato detto
ghiera, il luogo dove essi si trovavano che “questo fu il più potente e vasto
tremò, gli astanti furono riempiti di obiettivo mai raggiunto dalla preghie-
Spirito Santo e iniziarono ad annun- ra; toccò, infatti, l’estremità della terra,
ciare la Parola di Dio con franchezza arrivando perfino a noi, attraverso i
(vd. 4:31). missionari Paolo e Barnaba”.
I dodici proposero di scegliere set- Durante il viaggio di ritorno a Li-
te uomini cui affidare la gestione del- stra, Iconio e Antiochia, Paolo e Bar-
le questioni economiche; in questo naba pregarono per i neoconvertiti
modo essi avrebbero potuto dedicare (vd. 14:23). Uno di questi era Timoteo.
più tempo alla preghiera e al mini- Fu come risposta alle loro preghiere
stero della Parola di Dio (vd. 6:3-4). che egli si unì a Paolo e Sila nel secon-
Gli apostoli, dunque, pregarono e do viaggio missionario?
imposero le mani sui sette prescelti Nella prigione di Filippi, le preghiere
(vd. 6:6). Segue la testimonianza dei notturne di Paolo e Sila provocarono un
nuovi formidabili trionfi del vangelo terremoto e la conversione del carcerie-
(vd. 6:7-8). re e della sua famiglia (vd. 16:25-34).
Stefano, sul punto di essere lapida- La preghiera di Paolo con gli anzia-
to, pregò (vd. 7:60). Il cap. 9 documen- ni di Efeso a Mileto (vd. 20:36) spinse
ta una risposta a questa preghiera: la questi ultimi, addolorati perché non
conversione di uno dei presenti, Saulo l’avrebbero più rivisto in questa vita, a
di Tarso. una commovente dimostrazione di af-
Pietro e Giovanni pregarono per i fetto verso di lui.
Samaritani che si erano convertiti e, in Sicuramente le preghiere dei creden-
risposta, costoro ricevettero lo Spirito ti di Tiro (vd. 21:5) accompagnarono
Santo (vd. 8:15-17). Paolo fino a Roma e all’esecuzione.
Dopo la conversione, Saulo di Tar- Prima del naufragio Paolo pregò a
so, a casa di Giuda, pregò; Dio rispose voce alta, rendendo grazie a Dio per
mandandogli Anania (vd. 9:11-17). il cibo: per i passeggeri e gli uomini

469
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:1

dell’equipaggio, ormai demoralizzati, Dio, e fu formata la chiesa. Nel secondo


ciò costituì un grande incoraggiamento caso gli increduli saranno distrutti.
(27:35-36). Quando il battista predicava a delle
Sull’isola di Malta, Paolo pregò per il folle miste (formate sia da ravveduti sia
padre, malato, del governatore, che fu da impenitenti, vd. Mt 3:6-7), Giovanni
miracolosamente ristabilito (vd. 28:8). affermava che Cristo li avrebbe battez-
È evidente che la preghiera era il re- zati con lo Spirito Santo [i primi] e con il
spiro della chiesa primitiva. Quando i fuoco [i secondi] (vd. Mt 3:11). Rivolgen-
credenti pregavano, Dio operava! dosi ai veri convertiti (vd. Mr 1:5), egli
dichiarava che Cristo li avrebbe battez-
D. Pentecoste e nascita della chiesa zati con lo Spirito Santo (vd. Mr 1:8).
(2:1-47) Qual è, dunque, il significato delle
2:1 La festa della Pentecoste, simbolo lingue come di fuoco che si dividevano
della discesa dello Spirito Santo, ebbe in At 2:3? Le lingue, senza dubbio, sim-
luogo cinquanta giorni dopo la festa del- boleggiano la Parola e, probabilmente,
le Settimane (o delle Primizie), rappre- il miracoloso dono di “parlare in altre
sentazione della risurrezione di Cristo. lingue”, che gli apostoli stavano per
In questo speciale giorno della Penteco- ricevere. Il fuoco potrebbe indicare lo
ste tutti i discepoli erano insieme nello Spirito Santo, origine del dono, e fare
stesso luogo. Possiamo immaginarli ve- riferimento alla coraggiosa, entusiasta,
rosimilmente intenti a commentare uno appassionata predicazione che sarebbe
dei passi veterotestamentari relativi alla seguita.
festa della Pentecoste (p. es. Le 23:15-16) L’immagine di una predicazione en-
oppure a cantare il Sl 133: “Ecco quant’è tusiasta è particolarmente appropriata;
buono e quant’è piacevole che i fratelli l’entusiasmo (come rivela l’etimologia
vivano insieme!”(4) stessa del termine gr. en theo(u)s, ossia
2:2 La discesa dello Spirito Santo fu “essere invasi dal dio”) è la normale
accompagnata da un suono udibile, condizione di una vita ripiena dello
un’apparizione visibile e un miracolo Spirito e la testimonianza ne è l’inevi-
tangibile. Il suono venne dal cielo e si tabile conseguenza.
diffuse per tutta la casa, era come un 2:4 Costoro sperimentarono il mi-
vento impetuoso che soffia . Il vento racolo tangibile legato alla Pentecoste:
è una delle immagini “fluide” dello furono riempiti di Spirito Santo e resi
Spirito Santo (olio, fuoco, acqua) e ne in grado di parlare in altre lingue.
rappresenta i sovrani e imprevedibili Fino ad allora, lo Spirito di Dio era
movimenti. stato con i discepoli; adesso prende-
2:3 Apparvero lingue come di fuoco va dimora in loro (Gv 14:17). Questo
che si dividevano, fermandosi su cia- versetto, dunque, segna una rilevante
scuno dei discepoli. Non è scritto che svolta nei rapporti dello Spirito con
si trattasse di effettive lingue di fuoco, gli uomini. Nell’A.T. lo Spirito soffiava
bensì di lingue come di fuoco. sugli uomini, ma non per dimorarvi
Questo fenomeno non va confuso (vd. Sl 51:11). A partire dal giorno della
con il battesimo del fuoco. Sebbene la Pentecoste, lo Spirito di Dio dimora ne-
Scrittura associ il battesimo dello Spiri- gli uomini in modo permanente: egli è
to e quello del fuoco (vd. Mt 3:11-12; Lu venuto per restare (vd. Gv 14:16).
3:16-17), si tratta di due eventi diversi Nel giorno della Pentecoste i disce-
e distinti. Il primo è un battesimo di poli non soltanto ricevettero lo Spirito
benedizione, il secondo di giudizio. Il Santo, ma ne furono ricolmi. Noi rice-
primo riguarda i credenti, il secondo è viamo lo Spirito di Dio nel momento in
riservato agli increduli. Nel primo caso i cui veniamo salvati (ossia contestual-
credenti furono ricolmi di Spirito Santo, mente alla conversione) ma, per esser-
investiti dell’autorità e della potenza di ne ripieni, dobbiamo studiare la Parola,

470
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:5-13

trascorrere del tempo in meditazione 1. la conversione degli stranieri in casa


e in preghiera e vivere sottomessi al di Cornelio (vd. 10:46);
Signore. (5) Se la pienezza dello Spirito 2. il secondo battesimo dei discepoli di
fosse automaticamente garantita, non Giovanni a Efeso (vd. 19:6).
riceveremmo l’esortazione “siate ricol- Per quanto concerne il battesimo
mi di Spirito” (Ef 5:18). dello Spirito Santo, dobbiamo ancora
La discesa dello Spirito Santo diede aggiungere che i pareri degli esegeti
vita alla chiesa dei credenti, il Corpo biblici sono discordi, sia riguardo al
di Cristo. “Infatti noi tutti siamo stati numero di ricorrenze, sia riguardo agli
battezzati in un unico Spirito per for- effetti prodotti.
mare un unico corpo, Giudei e Gre- Riguardo alle ricorrenze, alcuni ri-
ci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati tengono che il battesimo dello Spirito:
abbeverati di un solo Spirito” (1 Co 1. sia avvenuto una sola volta, il gior-
12:13). Perciò, i Giudei e gli stranieri no della Pentecoste. In quel giorno il
che hanno creduto sono diventati un Corpo di Cristo è stato formato e da
unico uomo nuovo in Cristo Gesù, allora tutti i credenti beneficiano dei
nonché membra del medesimo corpo privilegi del battesimo;
(vd. Ef 2:11-22). 2. si sia verificato in tre o quattro fasi:
I discepoli furono riempiti di Spi- il giorno della Pentecoste (cap. 2), a
rito Santo e cominciarono a parlare Samaria (cap. 8), nella casa di Cor-
in altre lingue, come lo Spirito dava nelio (cap. 10) e a Efeso (cap. 19);
loro di esprimersi . I versetti succes- 3. avvenga ogni volta che un individuo
sivi dimostrano che essi furono mira- si converte ed è salvato.
colosamente in grado di parlare vere Relativamente agli effetti nella vi-
lingue straniere, mai studiate prima. ta dell’individuo, alcuni sostengono
Non si trattava di un linguaggio in- che il battesimo dello Spirito Santo sia
comprensibile o estatico, ma di lingue “una seconda opera di grazia”, gene-
reali, parlate in altre parti del mondo. ralmente successiva alla conversione,
Il dono delle lingue fu uno dei segni, che produce una santificazione più o
o prodigi, che Dio volle usare per te- meno completa. Questa tesi non trova
stimoniare della verità del messaggio riscontro scritturale. Come già detto, il
predicato dagli apostoli (vd. Eb 2:3-4). battesimo dello Spirito Santo è l’opera
A quei tempi il N.T. non era ancora mediante la quale i credenti sono:
stato scritto. Oggi che la Parola di 1. accolti nella chiesa (vd. 1 Co 12:13);
Dio scritta è completa, la necessità di 2. arricchiti di potenza (vd. At 1:8).
tali segni è stata abbondantemente 2:5-13 Per celebrare la festa della
superata (anche se, naturalmente, lo Pentecoste, dei Giudei, uomini reli-
Spirito sovrano di Dio può ancora ser- giosi, erano giunti a Gerusalemme
virsene, se così desidera). da tutto il mondo allora conosciuto.
La discesa dello Spirito, nel giorno Avendo saputo quanto era successo, si
della Pentecoste, fu accompagnata dal riunirono presso la casa dove si trova-
dono delle lingue. Ciononostante, non vano gli apostoli. Allora, come oggi, gli
è detto che debba sempre essere così. uomini erano attratti dallo Spirito di
Se così fosse, infatti, perché non vi si fa- Dio all’opera.
rebbe cenno nei seguenti casi: a) la con- Quando la folla raggiunse la casa,
versione di tremila persone (vd. 2:41); gli apostoli stavano già parlando in lin-
b) la conversione di cinquemila persone gue. Con grande meraviglia, i visitatori
(vd. 4:4); c) la discesa dello Spirito Santo udirono questi discepoli della Galilea
sui Samaritani (vd. 8:17)? parlare in una gran varietà di lingue
Le uniche altre occasioni in cui, nel straniere. Il miracolo, tuttavia, era av-
libro degli Atti, si accenna al dono delle venuto in quelli che parlavano, non in
lingue sono: quelli che udivano. Gli uomini accorsi,

471
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:14

fossero Giudei di nascita o convertiti, Pentecoste ha cambiato tutto. Pietro,


provenienti da oriente o da occidente, adesso, è pieno di Spirito Santo.
da settentrione o meridione, udivano A Cesarea di Filippo il Signore aveva
narrare le potenti cose di Dio nella pro- promesso a Pietro le chiavi del regno
pria lingua. Il termine lingua, nei vv. 6 dei cieli (vd. Mt 16:19). Nel cap. 2 Pie-
e 8, è lo stesso da cui deriva il termine tro usa le chiavi per aprire la porta ai
“dialetto”. Giudei (v. 14); in seguito, nel cap. 10, la
Si ritiene che uno scopo del dono aprirà agli stranieri.
delle lingue alla Pentecoste fosse la 2:15 In primo luogo, l’apostolo spie-
proclamazione simultanea del vangelo gò che quegli insoliti avvenimenti non
a persone di diverse lingue. A tale pro- erano da attribuire al vino dolce. Oltre-
posito, è stato scritto che “Dio ha dato tutto, erano soltanto le nove del matti-
la sua legge in una lingua a una nazio- no ed era impossibile che tante persone
ne, ma ha dato il suo vangelo in tutte le fossero già ubriache così presto. Inol-
lingue a tutte le nazioni”. tre, nei giorni di festa, i Giudei impe-
Il testo, tuttavia, non avvalora tale gnati nelle cerimonie della sinagoga si
ipotesi. Quelli che parlavano in lingue astenevano da cibi e bevande fino alle
proclamavano le grandi cose di Dio dieci del mattino, se non addirittura
(vd. 2:11). Questo era un segno per il fino a mezzogiorno, secondo l’orario in
popolo d’Israele (vd. 1 Co 14:21-22) allo cui si offriva il sacrificio quotidiano.
scopo di provocarne lo stupore e la me- 2:16-19 L’unica spiegazione era da
raviglia. Pietro, al contrario, annunciò ricercarsi nell’effusione dello Spirito di
il vangelo in una lingua che la maggior Dio, come annunziato per mezzo del
parte dei presenti, se non tutti, poteva profeta Gioele (vd. Gl 2:28ss.).
comprendere. In realtà, gli eventi della Pentecoste
Udendo tutti quegli idiomi, la folla non costituirono il totale adempimen-
ebbe reazioni contrastanti. Alcuni fu- to della profezia di Gioele. La maggior
rono profondamente interessati, altri parte degli avvenimenti descritti nei
accusarono gli apostoli di essere pieni vv. 17-20 non si verificò all’epoca. Quel-
di vino dolce. Effettivamente, i disce- lo che avvenne il giorno della Penteco-
poli erano sotto l’influsso di una po- ste, tuttavia, fu un’anticipazione di ciò
tenza fuori della loro portata, ma non che accadrà negli ultimi giorni, prima
si trattava degli effetti del vino, bensì del grande e glorioso giorno del Signo-
dello Spirito Santo! re. Se la Pentecoste avesse adempiuto
Gli uomini non rigenerati sono sem- la profezia di Gioele, che motivo avreb-
pre pronti a fornire una spiegazione be avuto Pietro per formulare la suc-
naturale a fenomeni di ordine spiritua- cessiva promessa relativa al ritorno di
le. In precedenza, quando Dio aveva Gesù e al giorno del Signore (vd. 3:19-
fatto udire la sua voce dal cielo, alcuni 20), subordinandola al pentimento del
l’avevano ritenuta il fragore di un tuono popolo e all’accettazione di colui che
(vd. Gv 12:28-29). Adesso gli increduli Israele aveva crocifisso?
deridevano l’allegrezza provocata dalla La citazione di Gioele è un esempio
discesa dello Spirito attribuendola agli della “legge del doppio riferimento”,
effetti del vino dolce. “Il mondo”, affer- in cui si spiega come a una profezia
ma Schiller, “ama offuscare le cose che biblica possa seguire un primo adem-
splendono e trascinare nella polvere pimento parziale e, in un secondo mo-
quelle elevate”. mento, quello totale.
2:14 Il discepolo che, giurando e In occasione della Pentecoste, lo
spergiurando, aveva rinnegato il Si- Spirito di Dio fu, effettivamente, spar-
gnore, adesso si fa avanti per parlare so, ma non su ogni persona. La pro-
alla folla. Non più timido e incerto, egli fezia si adempirà totalmente alla fine
è ora un apostolo energico e audace. La del periodo della tribolazione. Prima

472
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:28

del glorioso ritorno di Gesù ci saran- si trovava in cielo e che essi dovevano
no prodigi in cielo e segni sulla terra ancora fare i conti con lui.
(vd. Mt 24:29-30). Il Signore Gesù Cristo Il discorso di Pietro si sviluppa dun-
tornerà per sconfiggere i suoi nemici e que in questo modo: Gesù il Nazareno
stabilire il suo regno. All’inizio del suo dimostrò di essere uomo di Dio... me-
regno millenniale, lo Spirito di Dio sarà diante le numerose opere potenti che
sparso sopra ogni persona, sullo stra- compì con il potere di Dio (v. 22). Per
niero e sul Giudeo, e ciò si protrarrà per il determinato consiglio e la prescien-
tutto il millennio. Le manifestazioni za di Dio, fu dato in mano ai Giudei, i
dello Spirito sull’umanità saranno sva- quali lo consegnarono agli stranieri
riate, a prescindere dal sesso, dall’età (uomini senza la legge) perché fosse
o dalla condizione sociale. Si avranno crocifisso e messo a morte (v. 23). Ma
visioni e sogni (ossia la conoscenza) e Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dalle
profezie (vale a dire la comunicazio- angosce (6) della morte (ND). Non era
ne della conoscenza ad altri). Perciò i possibile che la morte lo tenesse pri-
principali doni saranno la rivelazione gioniero. Si noti, infatti, che:
e la comunicazione. Tutto questo acca- 1. il carattere di Dio esigeva la risurre-
drà durante quelli che Gioele chiama zione di Gesù. Colui che era senza
gli ultimi giorni (v. 17), i quali, natural- peccato era morto per i peccatori.
mente, non sono gli ultimi giorni della Dio doveva risuscitarlo come prova
chiesa, bensì d’Israele. del proprio totale compiacimento
2:20 Qui si specifica che i segni so- riguardo all’opera redentrice di Cri-
prannaturali dei cieli si manifesteran- sto;
no prima che venga il… giorno del 2. le profezie dell’A.T. esigevano la ri-
Signore. In questo contesto, il… giorno surrezione di Gesù. Questo è l’aspet-
del Signore è il giorno del suo ritorno to su cui Pietro insiste nei versetti
sulla terra, allorché egli distruggerà i successivi.
nemici e regnerà in potenza e gloria. 2:25-27 Nel Sl 16 Davide aveva pro-
2:21 Pietro conclude la citazione fetizzato vita, morte, risurrezione e
della profezia di Gioele con la promes- glorificazione del Signore.
sa che chiunque avrà invocato il nome Riguardo alla vita, Davide descrisse
del Signore sarà salvato. Questa è la l’illimitata fiducia e la sicurezza speri-
buona notizia per tutte le epoche: la mentate da colui che visse in ininter-
salvezza è offerta a tutti i popoli, sulla rotta comunione con il Padre. Il suo
base della fede nel Signore. Il nome del intero essere, cuore, lingua e carne, fu
Signore è un’espressione che compren- ricolmo di gioia e speranza.
de tutti gli attributi del Signore. Perciò Riguardo alla morte, Davide profe-
invocare il suo nome significa invocare tizzò che Dio non avrebbe lasciato la
lui stesso come reale oggetto di fede e sua anima... nell’Ades né avrebbe per-
unica via di salvezza. messo che il suo Santo subisse la de-
2:22-24 Ma chi è il Signore? Pietro, a composizione. In altre parole, l’anima
questo punto, è pronto ad annunciare del Signore Gesù non sarebbe rimasta
la sensazionale notizia che il Signore in uno stato incorporeo né il suo corpo
e il Cristo è proprio quel Gesù che essi si sarebbe decomposto.
avevano crocifisso. Pietro parla prima 2:28 Riguardo alla risurrezione del
della vita di Gesù, poi della sua morte, Signore, Davide si dichiarò fiducioso
risurrezione e ascensione e, infine, del- che Dio gli avrebbe mostrato la via del-
la sua glorificazione alla destra di Dio la vita: “Tu m’insegni la via della vita”
Padre. Se essi si illudevano ancora che (Sl 16:11a). Qui Pietro citò il riferimen-
Gesù fosse rimasto in una tomba, Pie- to sostituendo il tempo presente con il
tro li avrebbe presto disillusi! Doveva- tempo passato: Tu mi hai fatto cono-
no sapere che colui che avevano ucciso scere le vie della vita. Ovviamente fu lo

473
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:29

Spirito Santo a suggerirgli tale licenza 2:36 Questo nuovo annuncio di Pie-
poetica, essendo la risurrezione ormai tro è un grosso colpo per il popolo giu-
cosa passata. deo: Dio ha costituito Signore e Cristo
L’attuale glorificazione del Salvatore quel Gesù che voi avete crocifisso. In
fu predetta da Davide con le parole: Tu cauda venenum… Essi avevano cro-
mi riempirai di letizia con la tua pre- cifisso l’Unto di Dio, nondimeno, la
senza o, come recita il Sl 16:11, “ci sono discesa dello Spirito Santo dimostra-
gioie a sazietà in tua presenza; alla tua va che Gesù era stato esaltato in cielo
destra vi son delizie in eterno”. (vd. Gv 7:39).
2:29 Pietro ragiona sul fatto che Da- 2 :37 L’opera di conv incimento
vide non poteva aver detto tali cose di prodotta dallo Spirito Santo fu tal-
se stesso, poiché il suo corpo vide la mente profonda da suscitare una
corruzione. I Giudei dell’epoca sapeva- reazione immediata da parte degli
no bene dove si trovava la sua tomba e astanti. Senza necessità di un ap-
sapevano altrettanto bene che egli non pello o invito da parte di Pietro, essi
era risuscitato. esclamarono: che dobbiamo fare? La
2:30-31 In questo salmo Davide ave- domanda scaturiva da un profondo
va parlato come profeta, ricordando la senso di colpa. Essi finalmente com-
promessa di Dio, che avrebbe suscitato prendevano che quel Gesù che ave-
fra i suoi discendenti un re che sedesse vano ucciso era l’amato Figlio di Dio!
sul suo trono per sempre. Davide, com- Quel Gesù era stato risuscitato dai
prendendo che costui era il Messia, morti e adesso era esaltato in cielo.
capì che, se anche questi fosse morto, Stando così le cose, come avrebbero
non sarebbe rimasto in uno stato in- potuto, costoro, scampare al giudizio,
corporeo e il suo corpo non si sarebbe essendosi resi colpevoli di omicidio?
decomposto. 2:38 Pietro rispose che occorreva
2:32-33 A questo punto, Pietro ripete che essi si ravvedessero e si facessero
l’annuncio che doveva aver fortemente battezzare nel nome di Gesù Cristo,
scosso gli ascoltatori giudei. Il Messia per il perdono dei loro peccati. Notia-
di cui Davide aveva profetizzato era mo che, in primo luogo, essi dovevano
Gesù di Nazaret. Dio lo aveva risusci- ravvedersi, riconoscendosi colpevoli e
tato dai morti, e di ciò tutti gli apostoli, schierandosi dalla parte di Dio contro
testimoni oculari della sua risurrezio- se stessi. Poi dovevano essere battez-
ne, potevano rendere testimonianza. zati per il perdono dei loro peccati. A
Dopo essere risorto, il Signore Gesù era prima vista, sembra che questo ver-
stato esaltato dalla destra di Dio e ora, setto insegni la salvezza mediante il
secondo la promessa del Padre, era sta- battesimo, e molti sostengono che è
to inviato lo Spirito Santo. Questa era proprio quello che intende. Ma si tratta
la spiegazione di ciò che stava succe- di un’interpretazione impossibile, per i
dendo quel giorno a Gerusalemme. seguenti motivi:
2:34-35 Davide non aveva anche 1. in decine di passi neotestamentari
predetto l’innalzamento del Messia? si afferma che la salvezza si ottiene
Nel Sl 110:1 egli non alludeva certa- mediante la fede nel Signore Gesù
mente a se stesso ma, al contrario, cita- Cristo (p. es.: Gv 1:12; 3:16, 36; 6:47;
va le parole di Yahweh al Messia: “Siedi At 16:31; Ro 10:9). Non è possibile
alla mia destra finché io abbia fatto dei confutare tale schiacciante testimo-
tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi” nianza in base a un unico versetto;
(si consideri che i vv. 33-35 prevedo- 2. al ladro sulla croce fu promessa
no, tra la glorificazione e il ritorno di la salvezza senza alcun battesimo
Cristo, un periodo di attesa durante il (vd. Lu 23:43);
quale saranno puniti i nemici e si rista- 3. non è riportato che il Salvatore abbia
bilirà il regno). mai battezzato alcuno (si tratterebbe

474
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:38

di una ben strana omissione, qualo- no dei peccati. La preposizione greca


ra il battesimo fosse essenziale alla eis, “per”, significa “a motivo di”, non
salvezza!); soltanto in questo brano, ma anche
4. l’apostolo Paolo era grato di aver in brani quali Mt 12:41, il cui unico
battezzato solamente pochi Corinzi significato può essere “essi si penti-
(insolito motivo di gratitudine, se il rono a motivo della (non “affinché”)
battesimo avesse qualità salvifiche; predicazione di Giona”. Il pentimen-
vd. 1 Co 1:14-16). to della moltitudine riunita alla Pen-
È importante notare che soltanto tecoste procurò il perdono dei loro
ai Giudei fu richiesto il battesimo per peccati e, in ragione di questo per-
dono, costoro furono invitati a farsi
il perdono dei peccati (vd. At 22:16).
battezzare.(7)
Riteniamo che sia questa la chiave di
comprensione del brano. Israele ave- Pietro assicurò tutti costoro che,
va crocifisso il Signore della gloria e il pentendosi e battezzandosi, essi
popolo giudeo aveva gridato a gran vo- avrebbero ricevuto il dono dello Spi-
ce: “Il suo sangue ricada su di noi e sui rito Santo. Pretendere che lo stesso
nostri figli” (Mt 27:25), dichiarandosi, ordine sia valido anche per noi oggi
pertanto, responsabile della morte del significa fraintendere l’economia
Messia. divina dei primi giorni della chiesa.
Adesso alcuni di quei Giudei com- Come ha abilmente rilevato H.P. Bar-
prendevano il proprio errore. Penten- ker nel libro The Vicar of Christ , gli
dosi, riconoscevano di fronte a Dio il Atti presentano quattro comunità di
loro peccato. Credendo nel Signore credenti, ognuna delle quali riceve lo
Gesù quale loro Salvatore, venivano Spirito Santo secondo un diverso or-
rigenerati e ricevevano il perdono dine di eventi.
eterno dei peccati. Facendosi bat- At 2:38 presenta dei Giudei cristiani,
tezzare pubblicamente con l’acqua, i quali ricevono lo Spirito secondo il se-
essi si dissociavano dalla nazione che guente ordine:
aveva crocifisso il Signore e s’identi- 1. ravvedimento;
ficavano con lui . Il battesimo, per- 2. battesimo in acqua;
ciò, diventava la prova esteriore che 3. ricevimento dello Spirito Santo.
il peccato legato al rifiuto del Cristo At 8:14-17 presenta la conversione
(così come tutti gli altri loro peccati) di Samaritani. L’ordine degli eventi è il
era stato lavato via. Il battesimo li ri- seguente:
muoveva dal fondamento giudaico e 1. credettero;
li poneva sul fondamento cristiano. 2. furono battezzati in acqua;
Ma non li salvava, perché solo la fede 3. gli apostoli pregarono per loro;
in Cristo poteva farlo. Insegnare di- 4. gli apostoli imposero loro le mani;
versamente equivale a insegnare un 5. ricevettero lo Spirito Santo.
altro vangelo: “[Chiunque] vi annun- At 10:44-48 racconta la conversione
ziasse un vangelo diverso da quello di stranieri. L’ordine è:
che vi abbiamo annunziato, sia ana- 1. fede;
tema” (Ga 1:8-9). 2. ricevimento dello Spirito Santo;
Un’inter preta zione a lternativa 3. battesimo in acqua.
dell’espressione “battesimo per il per- Infine la comunità di credenti for-
dono dei peccati” è fornita da Ryrie: mata dai discepoli di Giovanni il batti-
Il battesimo per il perdono dei pec- sta, in At 19:1-7, vide svolgersi i fatti in
cati non significa “affinché” i peccati questo ordine:
siano perdonati: in tutto il N.T., i pec- 1. credettero;
cati sono perdonati grazie alla fede 2. furono nuovamente battezzati;
in Cristo, non al battesimo. Significa, 3. l’apostolo Paolo impose loro le mani;
invece, essere battezzati per il perdo- 4. ricevettero lo Spirito Santo.

475
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:39

Questi esempi devono far supporre Proprio al popolo che aveva dichia-
che, secondo il libro degli Atti, esistano rato: “Il suo [di Gesù] sangue ricada su
quattro vie di salvezza? Naturalmente di noi e sui nostri figli” (Mt 27:25) è ora
no! La salvezza era, è, e sempre sarà, assicurata – se crederà nel Signore – la
basata sulla fede nel Signore. Nondi- grazia per sé e per i suoi figli.
meno, nel periodo di transizione do- Questo versetto è stato spesso mal
cumentato negli Atti, Dio scelse di interpretato per sostenere che i figli di
diversificare l’ordine degli eventi legati genitori credenti hanno i privilegi del
al ricevimento dello Spirito Santo, per patto, ossia sono salvati. Spurgeon ri-
motivi noti soltanto a lui e che non ci è sponde a tono:
dato conoscere.
Quale, dunque, di questi esempi si La chiesa di Dio non sa forse che “quel-
lo che è nato dalla carne, è carne; e
applica a noi oggi? Poiché la nazione
quello che è nato dallo Spirito, è spiri-
d’Israele ha rifiutato il Messia, il popolo
to” (Gv 3:6)? “Chi può trarre una cosa
giudeo ha perso qualsiasi speciale di-
pura da una impura?” (Gb 14:4). La
ritto precedentemente acquisito. Oggi nascita naturale conferisce la corru-
Dio sta preparando “tra gli stranieri, zione della natura, ma non è in grado
un popolo consacrato al suo nome” (At di donare la pace. Nel nuovo patto è
15:14). Pertanto, la sequenza valida per espressamente dichiarato che i figli di
noi è quella riportata al cap. 10: Dio “non sono nati da sangue, né da
1. fede; volontà di carne, né da volontà d’uo-
2. ricevimento dello Spirito Santo; mo, ma sono nati da Dio” (Gv 1:13).(8)
3. battesimo in acqua.
Riteniamo che, oggi, questo ordine Notiamo che la promessa non è solo
di eventi sia valido per tutti, sia Giu- per voi e per i vostri figli, ma anche per
dei sia stranieri. Potrebbe, a prima vi- tutti quelli che sono lontani, per quan-
sta, sembrare un’ipotesi arbitraria; in ti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà.
quale momento l’ordine stabilito per i Tale promessa, dunque, ha la medesi-
Giudei in At 2:38 cessò di essere valido ma portata del “chiunque” cui è rivolto
e fu sostituito da quello in At 10:44-48? l’invito del vangelo.
A questa domanda, naturalmente, non 2:40 Il capitolo non riporta l’intero
si può rispondere con una data precisa. messaggio di Pietro; ma il nocciolo
Il libro degli Atti traccia, nondimeno, il del discorso era che i Giudei poteva-
graduale passaggio dalla predicazione no salvarsi dalla malvagia e perversa
prioritaria ai Giudei, al reiterato rifiuto generazione che aveva respinto e uc-
da parte di questi ultimi, alla predica- ciso il Signore Gesù, accettandolo ora
zione del vangelo estesa agli stranieri. come loro Messia e Salvatore e rin-
Alla fine del libro vedremo come il po- negando pubblicamente, mediante
polo d’Israele sia lasciato da parte. A il battesimo cristiano, qualsiasi ulte-
causa della sua incredulità, si è preclu- riore legame con la colpevole nazione
so qualsiasi diritto inerente al proprio d’Israele.
status di popolo eletto di Dio. Durante 2:41 Un gran numero di persone
l’età della chiesa, il popolo giudeo sarà si fece avanti, decidendo di farsi bat-
considerato alla stessa stregua delle tezzare per dimostrare di aver [ con
nazioni straniere e la sua salvezza se- piacere (9)] ricevuto la parola di Pietro
guirà l’iter stabilito da Dio per gli stra- come Parola di Dio.
nieri in 10:44-48. In quella giornata furono aggiun-
2:39 Pietro ricorda al suo uditorio che te alla comunità dei credenti circa
la promessa dello Spirito Santo è per lo- tremila persone. Se la migliore prova
ro, per i loro figli (il popolo giudeo), e per di un ministero guidato dallo Spirito
tutti quelli che sono lontani (gli stranie- Santo è la conversione della gente, il
ri), per quanti... Dio ne chiamerà. ministero di Pietro era sicuramente

476
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:44-45

di questo tipo. Indubbiamente questo cena del Signore. A causa dell’insor-


pescatore della Galilea rammentava gere di abusi (vd. 1 Co 11:20-22), tut-
bene le parole di Gesù: “Vi farò pesca- tavia, le agapi furono gradualmente
tori di uomini” (Mt 4:19), come pure la soppresse;
promessa del Salvatore: “In verità, in 4. nelle preghiere. La quarta pratica
verità vi dico che chi crede in me farà fondamentale della chiesa primitiva
anch’egli le opere che faccio io; e ne rivelava la completa sottomissione a
farà di maggiori, perché io me ne vado Dio nell’adorazione, nella guida, nel-
al Padre” (Gv 14:12). la protezione e nel servizio.
È utile notare l’attenzione con cui si 2:43 Le comunità erano colte da
registra il numero di conversioni: circa timore reverenziale: la potenza dello
tremila persone. Tutti i servitori del Spirito Santo era così evidente che ogni
Signore farebbero bene a esercitare la cuore rimaneva silenzioso e sottomes-
stessa cautela nella classificazione del- so. Vedendo gli apostoli compiere mol-
le cosiddette “decisioni per Cristo”. ti prodigi e segni, le anime dei credenti
2:42 La consistenza si dimostra nella erano prese da stupore. I prodigi erano
costanza. Quei convertiti diedero pro- miracoli che suscitavano sorpresa e
va dell’autenticità della loro professio- meraviglia. I segni erano miracoli inte-
ne dimostrandosi perseveranti: si a comunicare un insegnamento. Un
1. nell’ascoltare l’insegnamento degli miracolo poteva essere sia un prodigio
apostoli, vale a dire gli insegnamen- sia un segno.
ti ispirati degli apostoli, inizialmente 2:44-45 I credenti si riunivano re-
impartiti oralmente e oggi conserva- golarmente e tenevano ogni cosa in
ti nel N.T.; comune. I loro cuori erano stati tal-
2. nella comunione fraterna. Un’altra mente riempiti dall’amore di Dio che
prova della nuova vita era il deside- non consideravano propria alcuna
rio, da parte dei nuovi credenti, di delle proprietà materiali possedute
stare insieme con il popolo di Dio e (vd. 4:32). In caso di reale bisogno di
condividere i propri averi. C’era la un membro della comunità, essi ven-
consapevolezza di essere separati devano i propri beni e ne distribuivano
dal mondo per Dio e di avere comu- il ricavato. In questo modo si era creata
nione d’interessi con altri cristiani; l’uguaglianza.
3. nel rompere il pane. Nel N.T. questa
locuzione è usata con riferimento Tra quelli che avevano creduto era
sia alla cena del Signore sia alla con- manifesta una comunione di cuore e
divisione della mensa con altri. Il si- di interessi in cui il naturale egoismo
gnificato specifico, in ciascun caso, umano, prodotto dalla caduta, anne-
è determinato dal contesto del bra- gava nell’abbondanza di un amore ge-
no. Qui, ovviamente, si tratta di un nerato dalla comprensione dell’amore
riferimento alla cena del Signore, es- divino. Stavano insieme al punto da
avere ogni proprietà in comune, non
sendo superfluo invitare i credenti
in virtù di dettami di legge o di costri-
alla perseveranza nel cibarsi. Da At
zioni esterne, che avrebbero rovinato
20:7 impariamo che i primi cristia- tutto, bensì della consapevolezza di
ni erano soliti “rompere il pane” il ciò che essi rappresentavano per Cri-
primo giorno della settimana. Nei sto e di ciò che Cristo rappresenta-
primi tempi della chiesa, in conco- va per ciascuno di loro. Arricchiti da
mitanza con la cena del Signore, i Cristo mediante una benedizione che
credenti celebravano un’agape (o nulla avrebbe potuto diminuire ma
“festa d’amore”), quale espressione che, anzi, aumentava con l’aumentare
del reciproco affetto. Alle origini del- del servizio, “essi vendevano le pro-
la chiesa, questo pasto di comunio- prietà e i beni, e li distribuivano a tutti,
ne si teneva in concomitanza con la secondo il bisogno di ciascuno”.(10)

477
ATTI DEGLI APOSTOLI 2:46

Molti sostengono che oggi non sia- persecuzione e tribolazione (vd. Mt


mo tenuti a seguire questa pratica dei 10:22-23). Di conseguenza, il favore
primi cristiani. Si potrebbe allo stesso che essi riscuotevano in quel periodo
modo sostenere che non dovremmo apparteneva a una fase momentanea.
amare il nostro prossimo come noi Presto sarebbe subentrata, infatti,
stessi. La condivisione di beni e posse- un’accanita opposizione.
dimenti era l’inevitabile frutto di una Il Signore aggiungeva al loro nu-
vita ricolma dello Spirito Santo. “Un mero ogni giorno quelli che venivano
vero cristiano non può sopportare di salvati. Ogni giorno, grazie alle nuove
avere troppo, quando altri hanno trop- conversioni, la comunità cristiana si
po poco” (William Barclay, The Acts of allargava. Quanti udivano il vangelo
the Apostles). si assumevano la responsabilità di ac-
2:46 Questo versetto descrive gli ef- cettare Gesù Cristo attraverso un pre-
fetti prodotti dalla Pentecoste sulla vita ciso atto di volontà. Il Signore sceglie e
religiosa e familiare. aggiunge, ma ciò non esclude l’arbitrio
Riguardo alla vita religiosa , ricor- umano.
diamo che questi primi convertiti era- Questo capitolo, dunque, racconta
no di estrazione giudaica. Malgrado della discesa dello Spirito Santo, del
l’esistenza della chiesa, i legami con memorabile discorso di Pietro ai Giu-
il tempio giudeo non furono troncati dei e della conversione di una gran
all’istante. I panni del giudaismo furo- folla. Qui troviamo, inoltre, una breve
no smessi attraverso un processo che descrizione della vita dei primi creden-
continuò per tutto il periodo descritto ti. Un’eccellente trattazione di questo
negli Atti. Così i credenti continuavano soggetto è rintracciabile nell’Enciclo-
a frequentare le riunioni al tempio, (11) pedia Britannica, 13ª edizione, nell’ar-
dove ascoltavano la lettura e la spiega- ticolo dal titolo “Church History”
zione dell’A.T. Inoltre, si incontravano (“Storia della Chiesa”):
nelle case per svolgervi le attività di cui Nella vita dei primi cristiani, l’aspet-
al v. 42. to di maggiore rilievo era la viva sen-
Riguardo alla vita familiare, leggia- sazione di essere un popolo di Dio,
mo che i credenti di quelle comunità chiamato e serbato a parte. La chiesa
rompevano il pane, prendendo il loro cristiana non si riteneva un’istituzio-
cibo insieme, con gioia e semplicità di ne di origine umana, bensì divina.
cuore. In questo brano, evidentemente, Essa era fondata e governata da Dio
l’espressione “rompere il pane” indica i e perfino il mondo era stato creato
pasti quotidiani. La gioia della salvez- per essa. Questo pensiero... domina-
za traboccava in ogni particolare della va tutta la vita dei primi cristiani, a
vita di quei credenti, rivestendo le cose livello individuale e sociale. Essi si
terrene di un alone di gloria. consideravano separati dal resto del
2:47 Per quanti erano stati liberati mondo e uniti da vincoli particola-
ri. La loro cittadinanza non era sul-
dal potere delle tenebre e trasportati
la terra, ma in cielo, e i principi e le
nel regno dell’amore del Figlio di Dio,
leggi con le quali si amministravano
la vita divenne un inno di lode e un provenivano dall’alto. Il mondo pre-
salmo di ringraziamento. sente era considerato temporaneo:
Inizialmente i credenti godettero del la vera vita li attendeva nel futuro.
favore di tutto il popolo ; nondimeno, Cristo sarebbe presto tornato, e le
quella situazione non era destinata a fatiche e le gioie di questa età sa-
durare: la natura della fede cristiana è rebbero parse di poco conto. [...] Lo
tale da suscitare inevitabilmente l’odio Spirito Santo era presente nella vita
e l’ostilità del cuore umano. Il Salvato- di ogni giorno e tutte le benedizioni
re avvisò i discepoli di guardarsi dalla cristiane ne erano i frutti. Il risultato
popolarità (vd. Lu 6:26) e promise loro di questa fede erano vite di natura

478
ATTI DEGLI APOSTOLI 2

oltremodo entusiasta o ispirata. Le Ho guardato il “Bambinello”, la figura


esperienze della vita quotidiana non di Cristo bambino, nella Cattedrale di
erano quelle di uomini normali, ma Roma, ricoperto di preziosi gioielli;
quelle di uomini elevati al di sopra di poi sono uscito, ho guardato il volto
sé e assurti a un piano più elevato. di bambini affamati e mi sono chie-
sto se Cristo, davanti a quella fame,
La sola lettura di questo articolo ci por- gradisse quei gioielli. E continuavo
ta a comprendere, in una certa misura, a pensare che, se ci riusciva, allora
quanto la chiesa si sia allontanata dalla io non potevo gioire del pensiero di
vitalità e dalla solidarietà originarie! Cristo. Quel Bambino ingioiellato e i
bambini affamati sono il simbolo di
ciò che abbiamo fatto, rivestendo Cri-
LA CHIESA DOMESTICA
sto della lussuosa livrea di cattedrali
E LE ORGANIZZAZIONI e maestose chiese, e lasciando intatti
PARAECCLESIASTICHE i mali alla base della società umana,
con il risultato che abbiamo abban-
Per la prima volta, nel libro degli Atti, donato Cristo alla fame nella figura
ci troviamo di fronte al concetto di dei disoccupati e degli emarginati.(13)
chiesa : è la comunità che si sta for-
mando in At 2:47. Il termine preciso, Non è soltanto disumano ma altresì
“chiesa”, compare solo più avanti in antieconomico investire denaro in co-
At 5:11 (gr. ekklêsia ). Vale la pena sof- stosi edifici utilizzati per non più di tre,
fermarci a considerare la centralità quattro o cinque ore a settimana. Co-
della chiesa nel pensiero dei primi me ci siamo concessi di scivolare in un
cristiani. tale sconsiderato mondo immaginario,
La chiesa del libro degli Atti e del in cui siamo disposti a spendere così
resto del N.T. era una “chiesa in casa”. tanto per ricevere così poco?
I primi cristiani si radunavano all’in- I nostri moderni piani edilizi costi-
terno delle case anziché in edifici spe- tuiscono alcuni dei maggiori ostacoli
cificamente ecclesiastici. Si dice che all’espansione della chiesa. Gli ingen-
la religione fu, in tal modo, svincolata ti pagamenti di capitali e di interessi
dai cosiddetti luoghi sacri e centrata in spingono i responsabili delle chiese a
quel luogo di vita universale che è l’abi- scoraggiare qualsiasi sforzo da parte
tazione domestica. Unger afferma che di chi vuole staccarsi e fondare nuove
le case continuarono a servire come comunità. La perdita di alcuni membri
luoghi di culto per due secoli. (12) della chiesa locale farebbe diminuire le
Potremmo facilmente pensare che entrate necessarie a pagare e a mante-
la scelta delle abitazioni private fosse nere l’edificio. La generazione che deve
dettata più da motivi economici che ancora nascere è già carica di debiti e,
da considerazioni di carattere spiri- inoltre, le speranze di vedere la chiesa
tuale. Oggi siamo talmente abituati riprodursi sono soffocate sul nascere.
a chiese e cappelle, che li riteniamo i Si dice spesso che, per attirare gente
luoghi ideali per Dio. Esistono, invece, in chiesa, occorrano edifici imponenti.
diversi motivi che ci portano a ritene- A parte l’evidente carnalità, questo ra-
re che i credenti del I sec. fossero più gionamento trascura completamente il
saggi di noi. modello presentato dal N.T. Gli incontri
Anzitutto, è incoerente con la fede della chiesa primitiva erano principal-
cristiana, così centrata sull’amore, mente per i credenti. I cristiani si riu-
spendere migliaia di euro per costrui- nivano per ascoltare l’insegnamento
re sfarzosi edifici, quando il mondo degli apostoli, godere della comunio-
intorno a noi giace nel più spavento- ne fraterna, rompere il pane e pregare
so bisogno. E. Stanley Jones scrive in (vd. 2:42). La loro evangelizzazione
proposito: non si limitava a un invito al culto do-

479
ATTI DEGLI APOSTOLI

menicale, ma la loro testimonianza si Un’altra conseguenza della crescita


estendeva bensì a tutti coloro con cui numerica delle varie istituzioni è che le
avevano contatti durante tutta la set- spese generali richiedono un vasto im-
timana. Solo quando avvenivano delle piego di denaro, sottraendolo ai fondi
conversioni, si presentavano i nuovi destinati alla diffusione del vangelo. La
credenti alla comunità, allo scopo di maggior parte di ciascun euro donato
nutrirli e incoraggiarli nella fede in un alle tante organizzazioni cristiane è
cordiale contesto comunitario rappre- destinato alle spese di gestione dell’or-
sentato dalla chiesa domestica. ganizzazione stessa, anziché allo scopo
È difficile, a volte, portare le per- principale per cui tale organizzazione
sone a frequentare gli incontri tenuti è stata fondata.
in solenni edifici ecclesiastici. Da un Le organizzazioni stesse rappre-
lato, esiste una certa avversione al sentano sovente un ostacolo all’adem-
formalismo; dall’altro, esiste il timore pimento del grande mandato. Gesù
di sentirsi chiedere dei soldi. Si sente ordinò ai discepoli di insegnare tutte
spesso criticare: “Tutto quello che la le cose che aveva comandato (vd. Mt
chiesa vuole sono i soldi”. Molte per- 28:19-20). Ora, molti fra coloro che la-
sone accettano, invece, di frequentare vorano all’interno di organizzazioni
uno studio biblico in casa. Lì non è im- cristiane scoprono di non poter in-
portante come ci si presenta vestiti e si segnare tutta la verità di Cristo, non
può godere di un’atmosfera informale essendo loro permesso di affrontare
e amichevole. questioni controverse per timore di
In realtà, la “chiesa in casa” è ideale in inimicarsi i sostenitori, ai quali si guar-
ogni cultura e paese. Probabilmente, se da per il supporto economico.
potessimo puntare lo sguardo al mondo Il crescente numero di organizzazio-
intero, vedremmo più chiese riunite nel- ni cristiane ha troppo spesso generato
le case che in qualsiasi altro luogo. faziosità, gelosie e rivalità che, a loro
In contrasto con le imponenti catte- volta, hanno arrecato un grave danno
drali, chiese e cappelle odierne (per non alla testimonianza di Cristo.
parlare delle miriadi di denominazioni,
missioni e organizzazioni paraecclesia- Consideriamo il sovrapporsi delle
li ), gli apostoli del libro degli Atti, per numerose organizzazioni cristiane
sviluppare l’opera del Signore, non ten- all’opera in patria o all’estero. Cia-
tarono di formare alcun tipo di organiz- scuna si contende il poco persona-
le e le risorse finanziarie sempre in
zazione. La chiesa locale rappresentava
calo. Consideriamo anche quante di
la struttura scelta da Dio sulla terra per
queste organizzazioni siano, in real-
diffondere la fede e i discepoli erano fe- tà, il frutto di pura rivalità umana,
lici di lavorare in quel contesto. quantunque le dichiarazioni ufficia-
Negli ultimi anni il mondo cristiano li facciano generalmente riferimento
ha visto un’incredibile proliferazione alla volontà di Dio (Daily Notes of the
di organizzazioni. A ogni nuova idea Scripture Union).
per promuovere la causa di Cristo cor-
risponde la fondazione di una nuova Succede spesso che le organizza-
missione, corporazione o istituzione! zioni trovino il modo di sopravvivere
Un primo risultato è che validi in- anche molto tempo dopo aver perso
segnanti e predicatori hanno lasciato la propria utilità. Gli ingranaggi con-
i loro principali ministeri per diven- tinuano inesorabilmente a girare an-
tare amministratori. Se tutti gli am- che quando la visione dei fondatori si
ministratori delle missioni servissero è sbiadita e la gloria di quello che, un
nel campo di missione, il bisogno di tempo, era un movimento dinamico
personale in campo diminuirebbe non c’è più. Fu saggezza spirituale,
notevolmente. non primitiva innocenza, quella che

480
ATTI DEGLI APOSTOLI 3:7

impedì ai primi cristiani di fondare or- chiamati a uscire “fuori dall’accampa-


ganizzazioni umane per portare avanti mento... portando il suo obbrobrio” (Eb
l’opera di Dio. G.H. Lang scrive: 13:13. Inoltre vd. 2 Co 6:17-18).
3:2 Mentre si avvicinavano al tem-
Mettendo a confronto l’opera degli
pio, i due apostoli videro degli uomini
apostoli con i più consueti metodi
missionari odierni, un brillante scrit-
trasportare un mendicante storpio al
tore ha commentato: “Noi fondiamo suo solito posto, presso la porta... det-
missioni, gli apostoli fondarono chie- ta “Bella”. La disperata condizione di
se”. È una distinzione significativa. questo uomo, zoppo fin dalla nascita,
Gli apostoli fondarono chiese senza era in netto contrasto con la bellezza
fondare nient’altro giacché, per i loro architettonica del tempio. Ci ricorda
scopi, non occorreva altro. In ogni la povertà e l’ignoranza che abbonda-
luogo in cui lavoravano, essi forma- no all’ombra delle grandi cattedrali e
vano una comunità locale con degli l’inutilità dei potenti sistemi ecclesia-
anziani (sempre “anziani”, mai “un stici ad assistere quelli che sono fisica-
anziano”, At 14:23; 15:6, 23; 20:17; Fl mente e spiritualmente menomati.
1:1) per guidare, governare e pasce- 3:3 L’uomo, che non sperava più nel-
re i fedeli: uomini qualificati dal Si- la guarigione, si accontentava di chie-
gnore e riconosciuti dai santi (1 Co dere l’elemosina.
16:15; 1 Te 5:12-13; 1 Ti 5:17-19). Nella 3:4 Lungi dal considerare l’uomo
comunità venivano costituiti anche come un povero disgraziato, Pietro
dei diaconi, nominati dall’assemblea ravvisò in costui la possibilità di mani-
stessa (al contrario degli anziani, At festare la grandiosa potenza di Dio!
6:1-6; Fl 1:1) per servire nelle poche, L’ordine di Pietro, Guardaci! , non
ma assai importanti, attività tem-
aveva lo scopo di attirare gli sguardi su
porali, in particolare la distribuzio-
loro, ma di assicurarsi la completa at-
ne dei fondi della comunità... Tutto
quello che gli apostoli organizzarono
tenzione del mendicante.
fu il riunirsi dei discepoli in tali co- 3:5-6 Non aspettandosi altro che un
munità. A parte la comunità locale, obolo, l’uomo zoppo li guardava atten-
nel N.T. non compare, né si prospet- tamente, allorché udì delle parole che
ta, alcuna altra organizzazione.(14) lo delusero e, allo stesso tempo, lo in-
curiosirono. Pietro non aveva nulla da
Per i primi cristiani e le loro guide dare in elemosina. Ma aveva di meglio:
apostoliche, l’assemblea era l’istituzione per l’autorità di Gesù Cristo, il Nazare-
ordinata da Dio sulla terra per compiere no, Pietro comandò all’uomo di cam-
la sua opera. L’unica istituzione che Dio minare. Un anziano predicatore ha
promise di rendere eterna fu la chiesa. commentato con spirito: “Il mendican-
te zoppo chiese l’elemosina e ricevette
E. Guarigione di uno storpio e delle gambe”.
accusa di Pietro a Israele (3:1-26) Si racconta che Tommaso d’Aquino,
3:1 Erano le tre del pomeriggio quando in visita al papa in un periodo in cui nel-
Pietro e Giovanni salirono al tempio di le casse della chiesa affluivano ingenti
Gerusalemme. Come già accennato, i somme di denaro, l’udisse vantarsi:
primi Giudei cristiani continuarono a “Non abbiamo più bisogno di dire, co-
frequentare il tempio ancora qualche me Pietro, ‘dell’argento e dell’oro io non
tempo dopo l’istituzione della chiesa. ne ho!’”. Al che, Tommaso replicò: “Né
Fu, quello, un periodo di transizione e potete più dire ‘Alzati e cammina!’”.
di assestamento, in cui la rottura con il 3:7 Mentre Pietro aiutava l’uomo ad
giudaismo non fu istantanea. I credenti alzarsi, i piedi e le caviglie di costui,
di oggi non sarebbero giustificati a se- fino ad allora inerti, gli si rafforzaro-
guire tale esempio, giacché ora abbia- no. È un episodio che ci ricorda ancora
mo la piena rivelazione del N.T. e siamo una volta come, nella vita spirituale, il

481
ATTI DEGLI APOSTOLI 3:8

divino e l’umano si mescolino curio- Si noti la santa franchezza di Pietro


samente insieme. Pietro aiuta l’uomo nell’accusare gli uomini d’Israele, i quali:
ad alzarsi e Dio opera la guarigione. 1. avevano consegnato Gesù agli stra-
Noi dobbiamo fare quello che possia- nieri perché fosse processato;
mo, poi Dio farà quello che a noi non 2. lo avevano rinnegato davanti a Pi-
è possibile. lato, mentre egli aveva giudicato di
3:8 Il miracolo di guarigione non fu liberarlo;
graduale, bensì immediato. Osserviamo 3. avevano rinnegato il Santo, il Giusto,
che lo Spirito di Dio moltiplica i termini chiedendo il rilascio di un omicida,
che esprimono azione e movimento: con Barabba;
un balzo si alzò... cominciò a cammina- 4. avevano ucciso il Principe (o autore,
re ed entrò... camminando, saltando. ND) della vita.
Se pensiamo al lento e doloroso pro- Si noti, per contrasto, il trattamento
cesso che attraversa il bambino prima che Dio aveva riservato a Gesù:
che impari a camminare, capiamo 1. lo aveva risuscitato dai morti (v. 15);
quale meraviglia fu, per quest’uomo, 2. aveva glorificato il suo servo Gesù
poter camminare e saltare all’istante (v. 13).
per la prima volta in vita sua. Si consideri, infine, l’accento posto
Questo miracolo, compiuto nel no- sulla fede in Cristo per spiegare il mi-
me di Gesù, costituiva, per il popolo racolo di guarigione (v. 16).
d’Israele, un’ulteriore testimonianza In questo, come in altri versetti, il
che colui che avevano crocifisso era nome equivale alla persona; perciò la
vivente e voleva essere il loro medico e fede nel suo nome equivale alla fede in
Salvatore. Cristo.
3:9-10 La quotidiana presenza al- 3:17 Qui Pietro cambia registro. Do-
la porta… del tempio aveva fatto di po aver accusato gli uomini di Israe-
questo mendicante un personaggio le della morte del Signore Gesù, egli
familiare. Ora che costui era guarito, il adesso si rivolge a loro come ai suoi
miracolo si sarebbe necessariamente fratelli giudei, concedendo misericor-
risaputo. Ora il popolo non poteva ne- diosamente loro di aver agito per igno-
gare che fosse avvenuto un potente mi- ranza ed esortandoli a ravvedersi e a
racolo, ma che cosa poteva significare convertirsi.
tutto ciò? L’affermazione di Pietro sembra
3:11 Mentre quell’uomo teneva quasi una contraddizione: i Giudei
stretti a sé Pietro e Giovanni, suoi crocifissero il Signore Gesù per igno-
guaritori, tutto il popolo... accorse... ranza. Ma non era egli venuto con tutte
al portico detto di Salomone, la parte le credenziali del Messia? Non aveva
orientale del tempio. La sorpresa e la compiuto prodigiosi miracoli in mez-
meraviglia generale diedero a Pietro zo a loro? Non aveva provocato il loro
l’opportunità di predicare. sdegno, dichiarando di essere uguale a
3:12 Pietro, per prima cosa, distolse Dio? Sì, tutto questo era vero... eppure
l’attenzione del popolo dall’uomo guari- essi ignoravano che Gesù Cristo fosse
to e dagli apostoli. La spiegazione del mi- Dio incarnato: essi non si aspettavano
racolo non si trovava in nessuno di loro. che il Messia arrivasse in umile grazia,
3:13-16 Senza indugio, Pietro at- bensì in veste di un potente Salvatore
tirò la loro attenzione al vero autore a capo di un esercito. Consideravano
del miracolo: Gesù, colui che avevano Gesù un impostore.
rifiutato, rinnegato e ucciso. Dio lo Essi ignoravano che egli fosse davve-
aveva risuscitato dai morti e glorifi- ro il Figlio di Dio. Uccidendolo, avevano
cato in cielo. Adesso, per la fede in lui, probabilmente creduto di rendere un
quest’uomo era stato guarito dalla sua servizio a Dio. Per questo il Salvatore
debolezza. stesso, al momento della crocifissione,

482
ATTI DEGLI APOSTOLI 3:22

esclamò: “Non sanno quello che fanno” Risulta qui evidente che Dio aveva
(Lu 23:34), e Paolo in seguito scrisse: “Se previsto che il popolo d’Israele avreb-
[i dominatori di questo mondo] l’aves- be rifiutato Cristo e che il suo ritorno
sero conosciuta [la sapienza di Dio], sarebbe stato preceduto dal presente
non avrebbero crocifisso il Signore della “tempo della grazia”. Il cielo deve te-
gloria” (1 Co 2:8). nere accolto Cristo fino ai tempi della
Tutto questo aveva lo scopo di garan- restaurazione di tutte le cose. I tempi
tire agli uomini d’Israele che il loro pec- della restaurazione di tutte le cose
cato, per quanto grande, poteva ancora equivalgono al millennio. Tale espres-
essere perdonato dalla grazia di Dio. sione non indica, come sostengono
3:18 Senza scusare il loro peccato, alcuni, la salvezza universale (un si-
Pietro spiega che Dio, nella sua sovra- mile insegnamento non è biblico), ma
nità, lo usò per compiere il suo volere. indica, invece, il tempo in cui la crea-
I profeti dell’A.T. avevano predetto che zione sarà liberata dalla schiavitù della
il Messia avrebbe sofferto. Al popolo corruzione e in cui Cristo regnerà in
giudeo, che gli aveva inflitto tale sof- giustizia come Re di tutta la terra. Que-
ferenza, egli si offriva come Signore e sti tempi di restaurazione erano stati
Salvatore. Grazie a lui potevano riceve- predetti dai profeti dell’A.T.
re il perdono dei loro peccati. Questo versetto è sovente usato per
3:19 Il popolo d’Israele doveva rav- negare che il rapimento della chiesa
vedersi e invertire la rotta. In tal modo, avverrà prima della tribolazione. Si
i loro peccati sarebbero stati cancellati sostiene, infatti, che se Gesù deve ri-
e sarebbero giunti dei tempi di ristoro. manere in cielo fino all’inizio del mil-
Va ricordato che questo messaggio lennio, non è possibile che egli anticipi
era rivolto al popolo d’Israele (v. 12) al il suo ritorno per condurre la chiesa a
fine di rilevare che la sua riabilitazione casa, in cielo. La risposta, naturalmen-
e la sua benedizione dovevano essere te, è che qui Pietro si rivolge al popolo
precedute dal ravvedimento. I tempi di d’Israele (v. 12) e si richiama al rappor-
ristoro provenienti dalla presenza del to di Dio con tale nazione. Per quanto
Signore sono le benedizioni del futuro riguarda la nazione d’Israele, il Signore
regno di Cristo sulla terra, come affer- Gesù rimarrà in cielo fino a quando
mato nel versetto seguente. non tornerà per regnare, alla fine del-
3:20 A seguito del ravvedimento la tribolazione. Ma i singoli Giudei che
d’Israele, Dio manderà il Messia, Gesù. crederanno in lui durante l’attuale età
Questo è un riferimento alla seconda della chiesa parteciperanno, insieme
venuta di Cristo per stabilire il suo re- agli stranieri convertiti, al rapimento
gno millenniale sulla terra. della chiesa, che potrà verificarsi in
3:21 Sorge inevitabilmente la do- qualsiasi momento. Durante il rapi-
manda: “Se Israele si fosse ravveduto mento, inoltre, il Signore non lascerà i
alla predicazione di Pietro, il Signore cieli, giacché saremo noi a incontrare
Gesù sarebbe tornato sulla terra?” Il- lui nell’aria (vd. 1 Te 4:17).
lustri e timorati uomini di Dio hanno 3:22 Pietro cita De 18:15, 18-19, una
espresso, in proposito, pareri differenti. delle numerose profezie veterotesta-
Alcuni sostengono che sarebbe torna- mentarie riguardanti il glorioso regno
to, altrimenti la promessa non sarebbe di Cristo. Il brano rappresenta il Signo-
stata effettiva. Altri considerano que- re Gesù come un profeta di Dio, che
sto brano un discorso profetico, in cui annuncia la volontà e la legge di Dio, ai
è rivelato l’ordine degli eventi che si ve- tempi d’oro d’Israele.
rificheranno in futuro. Si tratta, ovvia- Annunciando: Il Signore Dio vi su-
mente, di congetture. Resta di fatto che sciterà... un profeta come me, Mosè
Israele non si ravvide e che il Signore non alludeva a una somiglianza basa-
Gesù non è tornato. ta sul carattere o sulle capacità, bensì

483
ATTI DEGLI APOSTOLI 3:23

sul fatto di essere entrambi suscitati da copione, iniziò a diffondersi dai ca-
da Dio : “Egli lo susciterà così come ha pi religiosi: i sacerdoti, il capitano del
suscitato me”. tempio e i sadducei insorsero contro
3:23 Durante il regno terreno di Cri- gli apostoli.
sto, chi rifiuterà di ascoltare e ubbidire Scroggie ravvisa nei sacerdoti l’in-
sarà estirpato di mezzo al popolo. Na- tolleranza religiosa, nel capitano del
turalmente anche quelli che lo rifiuta- tempio l’ostilità politica, nei sadducei
no oggi saranno sottoposti al giudizio l’incredulità razionalistica. Poiché ne-
eterno, ma il concetto principale di gavano la dottrina della risurrezione,
questo brano è che Cristo regnerà con i sadducei si trovarono in aperto con-
una verga di ferro e giustizierà senza flitto con gli apostoli, per i quali la ri-
indugio i ribelli e i disubbidienti. surrezione era il fulcro del messaggio!
3:24 Tornando a ribadire che i tempi Spurgeon vede un parallelo:
di restaurazione erano stati già predet- I sadducei, com’è risaputo, rappre-
ti, Pietro aggiunge che tutti i profeti... sentano la scuola liberale, i radicali,
da Samuele in poi hanno annunziato i progressisti, i pensatori moderni dei
questi giorni. nostri tempi. Se cercate sorrisini bef-
3:25 Pietro ricorda ai suoi uditori fardi, osservazioni sarcastiche, ironia
giudei che la promessa di tali giorni tagliente o uno scontro spietato, vi
di benedizione fu fatta loro in ragione raccomando senz’altro alla generosità
della loro discendenza da Abraamo di questi galantuomini. Liberali verso
(figli dei profeti). Dio, infatti, fece un chiunque, tranne che con i sostenitori
patto con Abraamo e benedisse, nella della verità, costoro dispongono di un
sua discendenza, tutte le nazioni della concentrato di amarezza che supera
terra. Tutte le promesse di benedizione di gran lunga quella del fiele e della
del regno millenniale sono centrate bile. Essi sono talmente liberali verso
sulla discendenza, ossia su Cristo. I i loro fratelli nell’errore, che non mo-
Giudei devono, pertanto, accettare il strano più alcuna tolleranza nei con-
fronti di quanti credono al vangelo.(15)
Signore Gesù come Messia.
3:26 Dio aveva già suscitato il suo Questi capi si irritarono perché gli
Servo (vd. 3:13), inviandolo dapprima apostoli ammaestravano il popolo,
alla nazione d’Israele. Questo è un ri- attività che essi ritenevano di propria
ferimento all’incarnazione e alla vita competenza, e annunziavano in Gesù
di Gesù, piuttosto che alla sua risurre- la risurrezione dai morti. Se Gesù era
zione. Se essi lo avessero ricevuto, egli davvero risorto dai morti, la dottrina
avrebbe convertito ciascuno di loro dei sadducei crollava miseramente!
dalle sue malvagità. Nel v. 2 l’espressione risurrezione
Questo messaggio di Pietro al popolo dai morti è importante per confutare
d’Israele mette in luce il regno anziché la il concetto, assai diffuso, della risurre-
chiesa e l’aspetto nazionale anziché quel- zione generale che avverrebbe alla fine
lo individuale. Lo Spirito di Dio indugia del mondo. Questo e altri passi parlano
su Israele con paziente misericordia, di una risurrezione dai morti, non dei
supplicandolo, insieme con i patriarchi morti. In altre parole: alcuni saranno
di Dio, di ricevere come Messia il Signo- risuscitati, mentre altri (i non credenti)
re Gesù glorificato e di anticipare, in tal rimarranno nella tomba fino a un tem-
modo, l’avvento del regno di Cristo sulla po successivo.
terra. Ma Israele non vuole ascoltare. I capi religiosi decisero di trattenere
gli apostoli a una sorta di arresti domi-
F. Persecuzione e crescita ciliari fino al giorno seguente, poiché si
della chiesa (4:1–7:60) stava facendo tardi (il miracolo di gua-
4:1-4 Stava per scatenarsi la prima per- rigione descritto al cap. 3 era avvenuto
secuzione della neonata chiesa. Come intorno alle tre del pomeriggio).

484
ATTI DEGLI APOSTOLI 4:13

Nonostante l’ostilità dei capi, molti, avevano crocifisso. Dio aveva risusci-
tra il popolo, si convertirono al Signore. tato Gesù dai morti e il miracolo si era
È detto che circa cinquemila uomini compiuto mediante la sua potenza. I
(gr. andres, “maschi”) si aggiunsero al- Giudei non erano riusciti a inquadrare
la comunità cristiana. I commentatori Gesù in alcuno dei loro schemi, perciò
non sono concordi nello stabilire se, in l’avevano rifiutato e crocifisso. Ma Dio
quel numero, erano inclusi anche i tre- lo aveva risuscitato dai morti, esaltan-
mila salvati in occasione della Pente- dolo in cielo. La pietra... rifiutata era
coste. Nel novero non sono comunque perciò diventata la pietra angolare, la
compresi le donne e i bambini. pietra indispensabile al completamen-
4:5-6 Il giorno seguente il consiglio to dell’edificio. Infatti Gesù è indispen-
religioso, il sinedrio, si riunì per porre sabile: non vi è salvezza senza di lui,
fine alle attività di quei pubblici distur- poiché egli è l’unico Salvatore. Sotto il
batori. Tutto quello che riuscì a fare fu cielo, nessun altro nome è stato dato
offrire agli apostoli un’altra occasione agli uomini per la salvezza, ed è sol-
di testimoniare di Cristo! tanto per mezzo di questo nome che
Insieme con i capi, gli anziani e gli dobbiamo essere salvati.
scribi si erano riuniti: Leggendo i vv. 8-12, teniamo pre-
1. Anna, il sommo sacerdote, la prima sente che queste parole furono pro-
autorità davanti alla quale era stato nunciate dallo stesso uomo che aveva
condotto il Signore. Anna era il som- rinnegato il Signore, giurando e sper-
mo sacerdote uscente, nondimeno giurando di non conoscerlo!
(forse per deferenza) gli era stato 4:13 La religione arida e formalistica
concesso di conservare il titolo; difficilmente sopporta l’evangelizza-
2. Caiafa, genero di Anna, che aveva zione entusiastica e vitale che produce
presieduto al processo del Signore; frutti nei cuori e nella vita della gente. I
3. Giovanni e Alessandro, dei quali capi religiosi sono perplessi nel vedere
non si hanno ulteriori informazioni; popolani senza istruzione lasciare un
4. tutti quelli che facevano parte della segno nella comunità, laddove essi,
famiglia dei sommi sacerdoti, mem- con tutta la loro saggezza, “non riesco-
bri della linea dei sommi sacerdoti. no a elevarsi sopra carne e sangue”.
4:7 Costoro aprirono il processo
domandando agli apostoli con quale Nel Nuovo Testamento non si opera al-
potere o in nome di chi avessero com- cuna distinzione tra ecclesiastici e laici.
piuto il miracolo. Si fece avanti Pietro Questa discriminazione è una reliquia
e, per la terza volta consecutiva a Geru- del cattolicesimo. Il teologo boemo
salemme, rese pubblica testimonianza Jan Hus combatté e morì in Cecoslo-
di Cristo. Predicare il vangelo all’isti- vacchia per la dottrina del sacerdozio
tuzione religiosa era un’opportunità di tutti credenti; oggi il simbolo del
senza pari ed egli l’afferrò al volo con movimento hussita è il calice della co-
munione posto sopra la Bibbia aperta.
entusiasmo e con coraggio.
Questa verità di un sacerdozio regale e
4:8-12 Pietro fece notare, anzitutto,
della testimonianza di ogni credente
che la causa del loro scontento dipen- costituiva la forza motrice della chie-
deva da un beneficio che gli apostoli sa primitiva. Pur senza il supporto dei
avevano fatto a un uomo infermo. Pie- metodi moderni o mezzi di trasporto,
tro si astenne dal rilevare che l’uomo di traduzioni o pubblicazioni della Pa-
risanato aveva mendicato alla porta del rola, la grazia del vangelo di Dio scosse
tempio senza che i capi religiosi fossero tutto l’impero, al punto che avveni-
mai stati in grado di guarirlo. Il fulmi- vano delle conversioni perfino nella
ne a ciel sereno arrivò quando l’aposto- famiglia dell’imperatore. Dio ci sta
lo annunciò che quell’uomo era stato chiedendo di tornare ai tempi del cri-
guarito nel nome di Gesù… che essi stianesimo primitivo.(16)

485
ATTI DEGLI APOSTOLI 4:14-18

I membri del sinedrio furono impres- 4:21-22 I capi religiosi dimostrarono


sionati dalla franchezza di Pietro e di l’inconsistenza della loro posizione ri-
Giovanni. Essi avrebbero voluto liqui- nunciando a punire gli apostoli; tutti
darli come dei pescatori galilei senza sapevano che era avvenuto un mira-
istruzione… Nondimeno, nell’auto- colo. L’uomo guarito aveva più di qua-
controllo, nella forza e nel coraggio di rant’anni e, avendo mendicato a lungo
quei due essi ravvisarono qualcosa che sotto gli occhi di tutti, era ben cono-
richiamò loro alla mente quel Gesù che sciuto. Perciò il sinedrio non poté fare
essi avevano processato. Attribuirono altro che minacciare nuovamente gli
la franchezza degli apostoli al fatto di apostoli e… lasciarli andare.
essere stati, in passato, con Gesù, ma la 4:23 Con l’istinto della libertà che
vera spiegazione era che, ora, essi erano derivava loro dalla propria condizio-
ricolmi dello Spirito Santo. ne di figli di Dio, non appena furono
4:14-18 Inoltre, essi dovettero trovare rimessi... in libertà, gli apostoli ritor-
imbarazzante il fatto di avere, là in aula, narono dai loro fratelli. Cercarono e
al proprio cospetto, lo storpio guarito. trovarono la comunione con quello
Non si poteva certo negare che fosse, ef- che il poeta William Watson definì “il
fettivamente, avvenuto un miracolo. tremebondo e raccolto gregge il cui
J.H. Jowett scrive: unico crimine era la fedeltà a Cristo”.
In tutte le epoche, dunque, una prova
Nei discorsi potranno tenervi testa in
quanto ad astuzia e a sottigliezza e voi del carattere del credente è il luogo in
potrete facilmente uscire sconfitti da cui trova comunione e amicizia.
troppo dotte disquisizioni. Ma l’argo- 4:24-26 Udito quanto era avvenuto,
mento di una vita redenta è inconte- i santi elevarono una preghiera al Si-
stabile. “Vedendo l’uomo che era stato gnore. Rivolgendosi a Dio con un ap-
guarito, lì presente con loro, essi non pellativo, raramente usato nel N.T., che
potevano dir nulla in contrario”.(17) significa “Padrone assoluto”, lo loda-
rono anzitutto per essere il Creatore di
Per discutere la strategia da adotta- tutte le cose (superiore, perciò, a tutte le
re, i membri del sinedrio fecero tempo- creature che si stavano in quel momen-
raneamente uscire Pietro e Giovanni to opponendo alla sua verità). Quindi
dall’aula. Il dilemma nasceva dall’im- fecero proprie le parole che Davide,
possibilità di punire gli apostoli per sotto la guida dello Spirito Santo, aveva
aver compiuto un atto di bontà e dalla scritto nel Sl 2 a proposito dell’ostilità
necessità di fermare ad ogni costo quei dei governanti contro il suo Cristo. Il
fanatici, per scongiurare il serio rischio Salmo, in realtà, parla del tempo in cui
di defezioni nel loro credo. Decisero Cristo tornerà per stabilire il suo regno,
dunque di vietare a Pietro e Giovanni quando i re e i principi cercheranno in
sia di parlare di Gesù in privato, sia di tutti i modi di ostacolarlo. Ma i primi
predicarlo in pubblico. cristiani, comprendendo che ai loro
4:19-20 Pietro e Giovanni non po- giorni la situazione era simile a quella
tevano accettare tale limitazione. Essi descritta dal salmista, applicarono il
erano, innanzi tutto, fedeli a Dio an- testo alle loro circostanze. Essi dimo-
ziché agli uomini. Se i capi religiosi stravano la loro spiritualità riuscendo,
fossero stati onesti, avrebbero dovuto per grazia di Dio, a intessere di Sacra
ammettere la verità di questa afferma- Scrittura le loro preghiere.
zione. Gli apostoli avevano testimo- 4:27-28 L’applicazione del salmo si
niato la risurrezione e l’ascensione di trova in questi versetti. Proprio là, a Ge-
Cristo. Erano stati esposti ogni giorno rusalemme, Romani e Giudei si erano al-
al suo insegnamento. Avevano la re- leati insieme contro il santo servitore (18)
sponsabilità di testimoniare del loro di Dio, Gesù. Erode rappresentava i Giu-
Signore e Salvatore, Gesù Cristo. dei, Pilato agiva in nome degli stranieri.

486
ATTI DEGLI APOSTOLI 4:32-35

Ma il v. 28 presenta un finale a sorpre- Nel libro degli Atti si parla spesso


sa: anziché dichiarare, come era logico di uomini che furono riempiti o erano
aspettarsi, che questi governanti si erano ricolmi dello Spirito Santo. Vediamo a
coalizzati per attuare i progetti malvagi quale scopo e con quali conseguenze:
che avevano in animo, afferma che co- 1. per parlare (2:4; 4:8ss. e nel presente
storo si erano radunati... per fare tutte passo);
le cose che la volontà e il consiglio di Dio 2. per servire (6:3);
avevano prestabilito. 3. per esortare e guidare(11:24);
Matheson spiega: 4. per riprendere (13:9);
Il loro tentativo di opporsi alla volontà 5. per morire (7:55).
divina si trasformò in una mossa a suo 4:32-35 Quando è infiammato
favore... Essi si riunirono in un consi- d’amore per Cristo, il cuore arde
glio di guerra contro Cristo; inconsa- d’amore anche per gli altri. Tale amo-
pevolmente firmarono un trattato per re si manifesta nel donare: questo
l’avanzamento della gloria di Cristo... è il motivo per cui i primi credenti
Il nostro Dio non abbatte le tempeste espressero la realtà della comunione
che si sollevano contro di lui, ma le ca- di vita in Cristo praticando la comu-
valca e agisce attraverso di loro.(19) nione dei beni. Invece di aggrappar-
si egoisticamente ai propri averi, li
4:29-30 Dopo aver espresso la loro considerarono proprietà di tutta la
fiducia nel potere sovrano di Dio, i cre- fratellanza. Ovunque ci fosse un bi-
denti fecero tre richieste specifiche: sognoso, essi vendevano poderi o
1. ...considera le loro minacce. Essi non case , portando l’importo agli apo-
ebbero la presunzione di imporre a stoli affinché lo distribuissero. È im-
Dio il modo per punire quegli uomi- portante notare che l’importo veniva
ni malvagi, bensì rimisero semplice- distribuito ogni volta che ve ne fosse
mente la questione nelle sue mani. bisogno ; non si trattava di ripartizio-
2. ...concedi ai tuoi servi... in tutta ne ugualitaria praticata arbitraria-
franchezza. Ciò che contava non era mente in un momento specifico.
tanto la loro incolumità personale, F.W. Grant spiega:
quanto piuttosto il coraggio di predi-
Non si trattava, perciò, di una gene-
care la Parola, che costituiva l’ogget- rale rinuncia alle proprietà persona-
to principale della loro preghiera. li, ma di un amore che non sapeva ri-
3. ...stendendo la tua mano per guari- sparmiarsi di fronte alle necessità al-
re. La predicazione del vangelo, nei trui. Si trattava dell’impulso di cuori
primi tempi, era confermata da Dio che avevano trovato il loro vero bene
per mezzo di segni e prodigi com- nel regno in cui Cristo era risorto.(20)
piuti nel nome di Gesù. In questo
brano i credenti pregarono affinché Piuttosto amaro ma, disgraziata-
Dio continuasse a confermare il mi- mente, troppo spesso esatto, è il mo-
nistero degli apostoli in tal modo. derno parallelo di F.E. Marsh:
4:31 Dopo che ebbero pregato, il Mettendo a confronto la chiesa pri-
luogo... tremò. La potenza spirituale mitiva con l’odierno cristianesimo,
presente in quel luogo si manifestò in qualcuno ha dichiarato: “Non sba-
modo sensibile e tutti furono riempiti gliamo di molto se pensiamo che, se
dello Spirito Santo, segno della loro l’evangelista Luca avesse descritto
ubbidienza al Signore, nonché del loro il cristianesimo moderno anziché
cammino nella luce in perfetta sot- quello primitivo, avrebbe dovuto
tomissione a lui. Essi continuarono a modificare il passo di At 4:32-35 in
proclamare la Parola di Dio con fran- qualcosa di simile: ‘...E la moltitudi-
chezza: questa fu la chiara risposta alla ne di quelli che avevano creduto ave-
preghiera di cui al v. 29. va un cuore duro e un’anima di pie-

487
ATTI DEGLI APOSTOLI 4:36-37

tra; ognuno dichiarava che tutte le (5:5, 11); 2° grande persecuzione (8:1);
cose che possedeva erano sue, e tutti 3° grande gioia (8:8; 15:3); 4° grande
si comportavano in questo modo. numero di neoconvertiti (vd. 11:21).
Con gran potenza rendevano testi- 4:36-37 Questi versetti fanno da in-
monianza delle attrattive di questo troduzione al cap. 5. Spicca la genero-
mondo, e grande era l’egoismo di sità di Barnaba, in netto contrasto con
tutti loro. Infatti molti tra loro man- l’ipocrisia di Anania. Essendo un Levi-
cavano di amore; perché tutti quelli ta, Giuseppe, soprannominato... Bar-
che possedevano poderi ne acqui- naba, non avrebbe dovuto aver alcun
stavano altri, e a volte ne portavano possedimento (vd. De 18:1-2), giacché
una piccola parte per il bene comu-
l’unica eredità spettante ai Leviti era
ne, così i loro nomi erano scritti sui
il Signore. Non sappiamo, dunque, né
giornali ed erano pubblicamente en-
comiati, secondo i loro desideri”.(21)
come né perché egli possedesse quel
campo. Ma per certo sappiamo che,
Una misteriosa potenza si manife- nella vita di questo figlio di consolazio-
sta nella vita completamente dedita al ne, la legge dell’amore fu così potente
Signore. Non è quindi una coincidenza che questi vendette il campo e depose
leggere al v. 33: Gli apostoli, con gran- il denaro ai piedi degli apostoli.
de potenza, rendevano testimonianza 5:1-4 Quando Dio opera con potenza,
della risurrezione del Signore Gesù; Satana si trova nei paraggi per simula-
e grande grazia era sopra tutti loro. È re, corrompere e combattere. Ma dove
evidente che, quando Dio trova delle c’è vera potenza spirituale, l’inganno e
persone disposte ad affidargli i loro be- l’ipocrisia sono presto smascherati.
ni, conferisce alla loro testimonianza Anania e Saffira furono apparen-
gran forza e potere di attrazione. temente toccati dalla generosità di
Molti sostengono che questa condi- Barnaba e degli altri. Forse spinti dal
visione dei beni fu una fase transitoria desiderio di ricevere la lode degli uomi-
della vita della chiesa primitiva, non in- ni per un gesto simile al loro, vendette-
tesa a costituire un esempio per noi. Un ro una proprietà, portandone parte del
ragionamento di questo tipo dimostra ricavato agli apostoli. Il loro peccato
soltanto la nostra povertà spirituale. Se consisté nel dichiarare di aver dato
nei nostri cuori avessimo la potenza del- tutto, laddove ne avevano consegnato
la Pentecoste, nelle nostre vite avremmo solo una parte. Nessuno aveva chiesto
altresì i frutti della Pentecoste. loro di vendere il podere, né essi erano
Ryrie fa notare: obbligati a offrirne l’intero ricavato,
una volta venduto. Nondimeno, quei
Questo non è “comunismo cristiano”. due finsero di aver consegnato tutta la
La vendita delle proprietà era del tutto
somma allorché, in realtà, ne avevano
volontaria (v. 34). Il diritto di proprietà
trattenuto una parte.
non fu abolito. La comunità non aveva
alcun controllo sul denaro dei singoli
Pietro accusò Anania di mentire
membri, fintanto che non fosse spon- non tanto agli uomini, quanto piutto-
taneamente consegnato agli apostoli. sto allo Spirito Santo. Mentendo allo
La distribuzione non avveniva in parti Spirito Santo, egli aveva mentito... a
uguali, ma secondo necessità. Questi Dio, poiché lo Spirito Santo è Dio.
non sono principi comunisti, questa è 5:5-6 A questo punto Anania…
la carità cristiana nella sua più squisita cadde morto e i giovani lo trasporta-
manifestazione.(22) rono fuori per seppellirlo. La morte di
Anania fu un solenne gesto della mano
Nel v. 33 sono elencati due segni di- severa di Dio sulla chiesa primitiva,
stintivi di una grande chiesa: grande nondimeno non pregiudicò minima-
potenza e grande grazia. Vance Havner mente la salvezza di Anania, né la sua
ne elenca altri quattro: 1° gran timore certezza della vita eterna. Si trattò,

488
ATTI DEGLI APOSTOLI 5:17-20

invece, della dimostrazione del dispia- traverso i quali scorreva la benedizione


cere di Dio di fronte alla prima mani- di Dio. Dai paesi e dai villaggi vicini
festazione del peccato nella sua chiesa. venivano condotti a loro i malati e gli
Scrive Richard Bewes: “Un commenta- indemoniati e tutti erano guariti.
tore ebbe a dichiarare che ‘uno dei due, Leggendo Eb 2:4 risulta evidente
o Anania o lo Spirito Santo, doveva an- che miracoli di questo genere erano
darsene’. Così candida era la purezza il sistema adottato da Dio per rendere
di quella primitiva comunità cristiana, testimonianza del ministero degli apo-
che una tale menzogna non poteva co- stoli. Con il completamento del N.T.
esistere”. in forma scritta, la necessità di simili
5:7-11 Circa tre ore dopo, quando segni è stata ampiamente superata.
arrivò anche Saffira, Pietro l’accusò di Per quanto riguarda le moderne “cam-
essersi accordata con il marito per ten- pagne di guarigione”, dovrebbe essere
tare lo Spirito del Signore e le comu- sufficiente notare che, di quelli portati
nicò che ella avrebbe subìto la stessa agli apostoli, tutti erano guariti. Ciò
sorte del marito. Ed ella in quell’istan- non accade con i cosiddetti “guaritori
te cadde morta e fu portata fuori per carismatici”…
essere seppellita. 5:17-20 Se, da un canto, produce
La capacità data a Pietro di pronun- invariabilmente conversioni, il vero
ciare un giudizio su questa coppia è ministero dello Spirito Santo suscita,
un esempio degli speciali poteri mira- d’altro canto, accese ostilità. Così av-
colosi conferiti agli apostoli. Forse si venne anche allora. Il sommo sacerdo-
trattava dell’adempimento della pro- te (probabilmente Caiafa) e i suoi amici
messa del Signore: “A chi perdonerete sadducei erano furibondi a causa della
i peccati, saranno perdonati; a chi li grande influenza che quei fanatici di-
riterrete, saranno ritenuti” (Gv 20:23). scepoli di Gesù esercitavano sul popo-
Citiamo altresì l’esempio di Paolo, il lo. Essi temevano qualsiasi minaccia al
quale consegnò un credente trasgres- proprio ruolo esclusivo di capi religiosi,
sore a Satana per la distruzione della nutrendo disprezzo specialmente per
carne (vd. 1 Co 5:5). Non vi è ragione di la predicazione della risurrezione cor-
credere che tale potere si sia protratto porale che essi, naturalmente, conte-
oltre l’era apostolica. stavano risolutamente.
Si può immaginare il timore che Incapaci di opporsi agli apostoli
colse sia la chiesa sia quanti udirono la se non con l’uso della forza, li fecero
notizia delle due morti. arrestare e incarcerare. Quella notte
5:12-16 Dopo la morte di Anania un angelo del Signore guidò gli apo-
e Saffira, gli apostoli continuarono a stoli fuori della prigione, ordinando
compiere miracoli in mezzo alla gen- loro di tornare al tempio e annuncia-
te che si radunava sotto il portico di re al popolo tutte le parole di questa
Salomone. Così reale era la consape- vita . Luca documenta il miracoloso
volezza della presenza e della potenza intervento dell’angelo senza alcuna
di Dio che gli uomini non si univano a espressione di stupore o meraviglia. Il
loro con leggerezza, né facevano facili racconto non parla dello sbigottimen-
professioni di fede. Ma il popolo... li to degli apostoli.
esaltava e molti credevano nel Signo- A ragione, l’angelo indicò la fede
re Gesù. Molti portavano i loro malati cristiana mediante l’espressione le
nelle piazze, e li mettevano su lettucci parole di questa vita. Il cristianesimo,
e materassi in modo che Pietro, pas- infatti non è semplicemente un credo
sando, ne coprisse qualcuno con la o un insieme di dottrine, ma è bensì
sua ombra. Tutti potevano constatare una vita, la vita di risurrezione del Si-
la concretezza e la potenza nella vita gnore Gesù conferita a tutti coloro che
degli apostoli: essi erano dei canali at- confidano in lui.

489
ATTI DEGLI APOSTOLI 5:21

5:21 Allo spuntar del giorno, gli apo- Dio anziché agli uomini. Dichiararono
stoli stavano insegnando nel tempio. apertamente che Dio aveva risusci-
Nel frattempo, il sommo sacerdote si tato Gesù, che Israele lo aveva ucciso
era riunito in assemblea solenne con il appendendolo al legno, ma che Dio lo
sinedrio e il senato (tutti gli anziani), aveva innalzato con la sua destra, qua-
nell’attesa che i prigionieri fossero con- le Principe e Salvatore. In tale veste
dotti davanti a loro. egli era disposto a dare ravvedimento
5:22-25 Le guardie, sconcertate, a Israele, e perdono dei peccati. Come
dovettero riferire di aver trovato la stoccata finale, gli apostoli aggiunsero
prigione in perfetto ordine, con le por- che, di queste cose, essi erano testimo-
te chiuse a dovere e tutte le guardie ni, come pure lo Spirito Santo, che Dio
al loro posto, ma nessuna traccia dei dà a quelli che gli ubbidiscono creden-
prigionieri. Un rapporto decisamente do in suo Figlio.
inquietante! “Come andrà a finire tut- Il verbo greco tradotto con “risu-
to questo?”, si domandavano il capi- scitato” (v. 30) potrebbe altresì essere
tano del tempio e i capi dei sacerdoti. tradotto con “suscitato”, designando,
“Fin dove arriverà questo movimento in tal modo, l’incarnazione (oltre che
popolare?” I loro interrogativi furono la risurrezione). Il probabile signifi-
interrotti da un messaggero recante la cato del testo, quindi, potrebbe essere
notizia che i prigionieri fuggiti erano al questo: Dio suscitò Gesù, mediante
loro solito luogo di ritrovo nel tempio l’incarnazione, affinché fosse il loro
e stavano insegnando al popolo ! Dob- Salvatore.
biamo ammirare il coraggio della chie- 5:33-37 Le parole di questi uomini,
sa primitiva e riconquistare a qualsiasi vera e propria personificazione della
costo la capacità di soffrire, se necessa- coscienza del popolo, suscitarono un
rio, per le nostre convinzioni. dissenso così profondo che i capi giudei
5:26 le guardie condussero gli apo- si proponevano di ucciderli. In questo
stoli dinanzi al sinedrio senza usar frangente intervenne Gamaliele, uno
loro violenza : temevano che, mostran- dei più illustri rabbini d’Israele, non-
dosi rudi, il popolo, che adesso aveva ché maestro di Saulo di Tarso. Il suo
grande stima di questi seguaci di Gesù, intervento non significa né che costui
li avrebbe lapidati. fosse cristiano né che fosse favorevole
5:27-28 il sommo sacerdote prese la ai cristiani. Le sue parole manifestava-
parola: Non vi abbiamo forse espres- no semplicemente la saggezza terrena.
samente vietato di insegnare nel no- Fatti uscire gli apostoli dalla stanza,
me di costui? Egli evitò di proposito di dichiarò subito al sinedrio che, se que-
pronunciare il nome del Signore Gesù sto movimento non proveniva da Dio,
Cristo. Avete riempito Gerusalemme sarebbe presto crollato. A dimostrazio-
della vostra dottrina : involontaria- ne di tale principio, ricordò la fine oc-
mente costui riconosceva l’efficacia del corsa ai movimenti capitanati da due
ministero degli apostoli. Voi volete far personaggi: Teuda, sedicente capo di
ricadere su di noi il sangue di quell’uo- circa quattrocento rivoluzionari, che
mo. Tuttavia, erano stati i capi giudei a fu ucciso e i cui uomini furono disper-
esporsi personalmente, esclamando: si, e Giuda il Galileo, un altro fanatico,
“Il suo sangue ricada su di noi e sui no- che aveva fomentato una sommossa,
stri figli” (Mt 27:25). poi fallita. Come nel primo caso, av-
5:29-32 Precedentemente gli aposto- venne che anch’egli perì e che i suoi
li avevano pregato affinché Dio li ren- seguaci furono dispersi.
desse in grado di annunciare la Parola 5:38-39 Se questa religione cristiana
con franchezza e ora, con il coraggio non proveniva da Dio, la cosa migliore
che proveniva loro dall’alto, conferma- era tenersene lontani, giacché presto
rono che essi erano tenuti a ubbidire a sarebbe svanita. Combatterla avrebbe

490
ATTI DEGLI APOSTOLI 5:41-42

solamente contribuito a renderla più Dio e operano al suo servizio per il be-
determinata a sopravvivere. Rilevia- ne comune. Questo è il motivo per cui
mo che tale giudizio non è del tutto Paolo, avendo rimproverato, senza sa-
esatto, giacché molte istituzioni non perlo, il sommo sacerdote (vd. 23:2-5) e
provenienti da Dio hanno prosperato dovendo rispondere del proprio gesto,
nei secoli, guadagnandosi più seguaci si scusò immediatamente citando Es
della stessa verità. Il concetto, tuttavia, 22:28: “Non dirai male del capo del tuo
è vero nei tempi di Dio, se non in quelli popolo”.
degli uomini. Tuttavia, quando le leggi degli uo-
D’altra parte – proseguì Gamaliele –, se mini entravano in conflitto con i co-
il movimento era da Dio, essi non sa- mandamenti di Dio, il comportamento
rebbero stati in grado di distruggerlo e adottato dai credenti consisteva nel
si sarebbero trovati nella scomoda posi- disubbidire alle autorità e subirne le
zione di combattere contro Dio. conseguenze, quali che fossero. Per
5:40 La logica del ragionamento di esempio, allorché a Pietro e Giovanni fu
Gamaliele convinse i capi religiosi. vietato di predicare il vangelo, la loro ri-
Così, chiamati gli apostoli, ordinarono sposta fu: “Giudicate voi se è giusto, da-
che fossero battuti, comandarono loro vanti a Dio, ubbidire a voi anziché a Dio.
di non parlare nel nome di Gesù e li Quanto a noi, non possiamo non parla-
lasciarono andare. Batterli fu un atto re delle cose che abbiamo viste e udite”
insensato e ingiusto, un’irragionevo- (4:19-20). Inoltre, allorché Pietro e gli
le reazione di menti bigotte e di cuori apostoli furono chiamati in giudizio per
chiusi alla verità di Dio. (23) L’ordine che aver continuato a insegnare nel nome di
seguì le percosse era ridicolo e inutile: Cristo, Pietro rispose: “Bisogna ubbidire
proibire ai discepoli di parlare nel no- a Dio anziché agli uomini” (5:29).
me di Gesù era come proibire al sole di Non si trova nulla che possa dar adi-
splendere! to a una loro, seppur presunta, attività
5:41-42 Le percosse inflitte agli apo- sovversiva. Al contrario, nonostante le
stoli diedero due risultati inaspettati: persecuzioni e i soprusi, essi deside-
1° suscitarono in loro la gran gioia di ravano soltanto il bene dei loro gover-
essere stati ritenuti degni di essere nanti (vd. 26:29).
oltraggiati per il nome (24) che amava- È superfluo aggiungere che essi non
no; 2° rinnovarono il loro zelo e la loro avrebbero accondisceso a nessuna for-
perseveranza a recarsi ogni giorno nel ma di corruzione, per guadagnarsi il
tempio e nelle case a insegnare e a pre- favore dei capi. Il governatore Felice, ad
dicare che Gesù è il Cristo. esempio, attese invano di ricevere una
Ancora una volta, Satana si era mes- tangente da Paolo (vd. 24:26).
so nel sacco da solo. Non consideravano contrario alla
fede cristiana avvalersi dei diritti deri-
IL CRISTIANO E LE AUTORITÀ vanti dalla loro cittadinanza (vd. 16:37;
21:39; 22:25-28; 23:17-21; 25:10-11).
Con la diffusione del vangelo, i primi Tuttavia, non si impegnarono mai at-
cristiani si scontrarono, inevitabilmen- tivamente in alcuna attività politica di
te, con l’ostilità del potere costituito e, questo mondo. Perché? Non è ci data
soprattutto, dei capi religiosi, i quali, a alcuna spiegazione al riguardo. Ma
quei tempi, esercitavano un notevole una cosa è certa: costoro erano indi-
potere nelle questioni civili. I credenti vidui che avevano uno scopo preciso,
erano preparati a questo e reagirono ossia l’annuncio del vangelo di Cristo.
con dignità e compostezza. Si dedicarono a tale missione senza di-
In generale, la loro linea di condot- strazioni di sorta, fermamente convinti
ta consisteva nel rispettare e ubbidire che il vangelo fosse la risposta ai pro-
alle autorità, le quali sono ordinate da blemi dell’uomo; tale convinzione era

491
ATTI DEGLI APOSTOLI 6:1

talmente radicata che essi non avreb- stero della Parola. Gli apostoli si face-
bero potuto accontentarsi di approcci vano un dovere di parlare a Dio degli
marginali ai problemi (come avviene, uomini, prima di parlare agli uomini
invece, in politica). di Dio.
6:5-6 A giudicare dai nomi dei sette
6:1 Se non riesce a distruggere attac- uomini scelti, si trattava, per la mag-
cando dall’esterno, il diavolo cercherà gior parte, di credenti giudei di lingua
di colpire mediante dissidi interni (co- greca. Si trattò certamente di una mi-
me illustrano i versetti successivi). sericordiosa concessione verso il grup-
Nei primi giorni della chiesa, vi era po che aveva sollevato lamentele. Da
l’abitudine di assistere quotidianamen- quel momento nessuno avrebbe più
te le vedove povere e prive di mezzi di potuto accusare gli apostoli di favori-
sostentamento. Alcuni credenti di lin- tismo. Quando riempie il cuore degli
gua greca, provenienti dal giudaismo, uomini, l’amore di Dio trionfa sopra le
si lamentarono perché le loro vedove piccolezze e gli egoismi.
non ricevevano lo stesso trattamento Conosciamo soltanto due di questi
delle vedove degli Ebrei (provenienti diaconi: Stefano, che fu il primo mar-
da Gerusalemme e dalla Giudea). tire della chiesa, e Filippo, l’evangelista
6:2-3 I dodici apostoli capirono che, in seguito, portò il vangelo alla
che, data la progressiva crescita della Samaria, condusse l’eunuco etiope a
chiesa, era necessario provvedere alla Cristo e ospitò Paolo a Cesarea.
gestione di tali questioni. Poiché non Dopo aver pregato, gli apostoli
desideravano abbandonare il ministe- espressero la propria compartecipazio-
ro della Parola di Dio per dedicarsi a ne alla scelta della chiesa, imponendo
questioni finanziarie, essi raccoman- le mani sui sette uomini.
darono che la chiesa nominasse sette 6:7 Alla luce di quanto riportato nei
uomini spiritualmente integri per ge- versetti precedenti, sembra che l’in-
stire gli affari temporali della chiesa. carico affidato ai diaconi abbia dato
A tale proposito, sebbene la Bibbia un impulso non indifferente alla dif-
non lo specifichi, è logico considerare fusione del vangelo. Mentre la Parola
questi uomini come dei “diaconi”. Il di Dio si diffondeva , molti discepoli
termine servire, nell’espressione “ser- si univano alla comunità in Gerusa-
vire alle mense”, è la forma verbale lemme; e anche un gran numero di
del sostantivo da cui deriva il termine sacerdoti giudei diventarono seguaci
diacono ; in sostanza, costoro avevano del Signore Gesù.
ricevuto l’incarico di “essere diaconi” 6:8 Il racconto si focalizza adesso
presso le mense. su uno dei diaconi, Stefano, (25) usato
In questo brano i requisiti del diaco- potentemente da Dio per compiere
no sono tre: miracoli e predicare la Parola. È il pri-
1. che godano di buona testimonianza mo uomo, oltre agli apostoli, di cui nel
(rispettabilità); libro degli Atti si riferisce che operasse
1. che siano pieni di Spirito Santo (spi- miracoli. Il testo non specifica se quel-
ritualità); la di Stefano fu una “promozione” per
2. che siano pieni di sapienza (compe- meriti acquisiti come diacono oppure,
tenza). semplicemente, un nuovo ministero
Ulteriori dettagli a tale riguardo si che andava ad aggiungersi a quello già
trovano in 1 Ti 3:8-13. svolto.
6:4 Gli apostoli avrebbero conti- 6:9 L’opposizione al potente mini-
nuato a dedicarsi alla preghiera e al stero di Stefano sorse dalla sinagoga,
ministero della Parola . L’ordine delle il luogo in cui i Giudei si riunivano il
attività apostoliche è significativo: sabato per essere istruiti nella legge.
dapprima la preghiera , poi il mini- Le sinagoghe prendevano il nome dal-

492
ATTI DEGLI APOSTOLI 7:1-8

le persone che vi si riunivano. Forse i Sebbene Stefano non paragoni aperta-


Liberti erano Giudei resi schiavi e poi mente le loro esperienze a quelle di Cri-
liberati dai Romani. Cirene era una sto, l’analogia è inequivocabile. Infine,
città dell’Africa; alcuni Giudei prove- egli si lancia in un duro attacco contro
nienti da quella regione si erano evi- i capi d’Israele, accusandoli di resistere
dentemente stabiliti a Gerusalemme. I allo Spirito Santo, di aver ucciso il Giu-
Giudei alessandrini provenivano dalla sto e di non osservare la legge di Dio.
città portuale di Alessandria d’Egitto. Stefano doveva essere consapevole
A sud-est dell’Asia Minore si trovava la che stava rischiando la vita. Per sal-
provincia di Cilicia ; l’Asia, invece, era varsi, gli sarebbe bastato parlare con
una provincia dell’Asia Minore com- calma e scendere a compromessi…
posta da tre territori. Chiaramente ma egli preferiva morire piuttosto che
le comunità di Giudei provenienti da tradire la sua sacra fede. Un coraggio
tutte queste regioni avevano costitui- ammirevole!
to delle sinagoghe a Gerusalemme o 7:1-8 La prima parte del discorso
nelle sue vicinanze. ci riporta alle origini della nazione
6:10-14 Discutendo con Stefano, ebraica. Non è del tutto chiaro perché
questi zelanti Giudei si dimostrarono la storia di Abraamo sia raccontata co-
incapaci di tenergli testa. Le sue paro- sì in dettaglio, a meno che lo scopo di
le, e la potenza che le accompagnava, Stefano fosse:
erano irresistibili. Nel disperato ten- 1. mostrare la sua conoscenza e il suo
tativo di ridurlo al silenzio, istigarono amore per la nazione d’Israele;
dei falsi testimoni per accusarlo di be- 2. introdurre la storia di Giuseppe e
stemmia contro Mosè e contro Dio. (26) Mosè, figure emblematiche del Cri-
Ben presto egli si trovò al cospetto del sto respinto;
sinedrio, accusato di parlare contro il 3. dimostrare che l’adorazione di
tempio e contro la legge. Essi dichiara- Abraamo fu accolta con favore da
rono, falsamente, di averlo sentito dire Dio, sebbene non fosse legata ad al-
che Gesù avrebbe distrutto il tempio, cun luogo speciale (Stefano era accu-
sovvertendo tutto il sistema trasmesso sato di aver parlato contro il tempio,
da Mosè a Israele. “il luogo santo”).
6:15 Udite le accuse, tutti i presenti I punti salienti della biografia di
nel sinedrio, guardando Stefano, non Abraamo sono:
videro il volto di un demonio, ma un 1. la chiamata di Dio in Mesopotamia
viso simile a quello di un angelo. Es- (vv. 2-3);
si videro la misteriosa bellezza che si 2. il viaggio a Caran, poi a Canaan (v. 4);
imprime in una vita completamente 3. la promessa che Dio avrebbe dato
sottomessa al Signore, determinata a una terra ad Abraamo, nonostante
proclamare la verità e più interessata a il patriarca stesso non ne ricevesse
ciò che pensa Dio che a ciò che dicono neanche un palmo, come dimostra-
gli uomini. Videro parte della gloria di to dal fatto che egli acquistò la grotta
Cristo riflessa nel radioso volto del suo di Macpela per farne il proprio se-
fedele seguace. polcro (v. 5). La promessa deve anco-
Il cap. 7 riporta la magistrale difesa ra adempiersi (vd. Eb 11:13-40);
di Stefano. Il suo discorso inizia in mo- 4. la predizione divina della schiavitù
do sommesso con un prologo che sem- d’Israele in Egitto nonché della sua
bra quasi un compendio della storia del liberazione (vv. 6-7). I due eventi si
popolo giudeo e che, sviluppandosi, si realizzarono grazie a uomini rifiuta-
concentra su due personaggi: Giusep- ti dalla nazione: Giuseppe (vv. 9-19)
pe e Mosè. Costoro furono entrambi e Mosè (vv. 20-36). I quattrocento
suscitati da Dio, rifiutati da Israele e, anni menzionati al v. 6 e in Ge 15:13
infine, innalzati a liberatori e salvatori. fanno riferimento al periodo di affli-

493
ATTI DEGLI APOSTOLI 7:9-19

zione del popolo giudeo in Egitto. I (vv. 15-6). Il v. 16 presenta un’altra


quattrocentotrenta anni menzionati difficoltà. Leggiamo che Abraamo
in Es 12:40 e Ga 3:17 coprono tutto il aveva comprato un sepolcro da Em-
periodo che va dall’arrivo di Giacob- mor in Sichem. In Ge 23:16-17 si af-
be e della sua famiglia in Egitto al ferma che Abraamo comprò la grotta
tempo dell’esodo e delle tavole della di Macpela a Ebron dai figli di Chet.
legge. Durante i primi trenta anni in Fu Giacobbe ad acquistare un terreno
Egitto, gli Israeliti non subirono per- a Sichem, dai figli di Camor (vd. Ge
secuzioni ma ricevettero, al contra- 33:19). Le spiegazioni possibili sono:
rio, un trattamento regale; 1° Abraamo potrebbe aver acquistato
5. il patto della circoncisione (v. 8a); del terreno sia a Sichem sia a Ebron.
6. la nascita di Isacco, poi di Giacob- Giacobbe potrebbe aver riacquista-
be, poi dei dodici patriarchi (v. 8b). Il to l’appezzamento di Sichem in un
racconto, a questo punto, si sviluppa secondo tempo; 2° nel suo racconto,
intorno a Giuseppe, uno dei dodici Stefano potrebbe aver usato il nome
figli di Giacobbe. di Abraamo per indicare il suo di-
7:9-19 Fra tutti i tipi di Cristo scendente Giacobbe; 3° per brevità,
nell’A.T., Giuseppe, sebbene mai spe- Stefano potrebbe aver riunito gli ac-
cificamente indicato come tale, ne quisti di Abraamo e Giacobbe in uno
rappresenta uno dei più evidenti e solo.(28)
importanti. Senza dubbio, ascoltando 6. La crescita della famiglia di Giacob-
Stefano riepilogare tutta la carriera di be in Egitto e la schiavitù che se-
Giuseppe, i Giudei dovettero sentirsi guì la morte di Giuseppe (vv. 17-19).
chiamati in causa e ricordarono quel- Questo, naturalmente, introduce il
lo che essi stessi avevano fatto a Gesù successivo argomento di Stefano: il
di Nazaret! trattamento riservato a Mosè dal suo
1. I fratelli di Giuseppe... lo vendette- popolo.
ro, perché fosse condotto in Egitto 7:20-43 Con coraggio esemplare
(v. 9). Stefano dimostrò che, in almeno due
2. Colui che era stato rifiutato salì al precedenti occasioni, i Giudei si erano
potere e alla gloria in Egitto (v. 10). resi colpevoli di aver rifiutato i salvatori
3. I fratelli di Giuseppe scesero in Egit- che Dio aveva suscitato per liberarli. Il
to a causa della carestia, ma non ri- secondo esempio che egli citò fu quello
conobbero il fratello (vv. 11-12). di Mosè. Stefano era stato accusato di
4. La seconda volta, Giuseppe si fece ri- pronunciare parole blasfeme contro
conoscere dai suoi fratelli. Colui che Mosè (vd. 6:11). Con le sue parole egli
era stato rifiutato divenne, dunque, dimostrava la colpevolezza della nazio-
il salvatore della famiglia (vv. 13-14). ne d’Israele, che aveva rifiutato l’uomo
Un’osservazione: sembrerebbe es- scelto da Dio.
serci contraddizione tra le settan- Stefano passa in rassegna la vita di
tacinque persone citate nel v. 14 e le Mosè:
settanta menzionate in Ge 46:27. Nel 1. la nascita, i primi anni di vita, l’edu-
suo discorso, Stefano si richiama al- cazione ricevuta in Egitto (vv. 20-22).
la traduzione gr. di Ge 46:27 e di Es L’espressione potente in parole po-
1:5, la quale riporta, per l’appunto, trebbe essere un richiamo agli scritti
settantacinque (laddove il testo ebr., di Mosè, giacché il patriarca lamen-
che ne menziona settanta, applica tava la propria limitatezza nell’arte
semplicemente un diverso metodo oratoria (vd. Es 4:10);
di conteggio dei membri della fami- 2. egli fu dapprima rifiutato dai suoi
glia di Giacobbe).(27) fratelli, allorché ebbe preso le dife-
5. La morte e il seppellimento dei se di uno di loro contro un Egiziano
patriarchi nella terra di Canaan (vv. 23-28). Si notino le analogie del

494
ATTI DEGLI APOSTOLI 7:51-53

v. 25 con il rifiuto di Cristo da parte so, potente e santo. Egli è sempre lo


dei suoi; stesso, qualsiasi cosa accada (vd. Ml
3. l’esilio nel paese di Madian (v. 29); 3:6). Per gli uditori di Stefano tutto
4. l’apparizione di Dio nel pruno ar- ciò rappresentava un monito a non
dente, per rimandarle Mosè in Egit- prendersi gioco di Dio, nonché la
to a liberarli (vv. 30-35); certezza che ogni promessa di Dio
5. Mosè diventò il salvatore della na- rimane stabile per sempre.(29)
zione (v. 36);
6. la sua profezia sul futuro Messia 7:44-46 Stefano era stato accusato
(v. 37; come me significa “come ha di parlare contro il tempio. A tale ac-
suscitato me”); cusa egli replicò ricordando i giorni in
7. la trasmissione della legge all’assem- cui Israele aveva piantato nel deserto
blea nel deserto (v. 38); la tenda della testimonianza. In que-
8. il secondo rifiuto da parte del po- gli stessi giorni, il popolo “praticava
polo, che prese ad adorare il vitello il culto dell’esercito del cielo” (v. 42).
d’oro (vv. 39-41). L’idolatria d’Israele Quando Giosuè guidò gli Israeliti nel
è descritta più approfonditamente paese di Canaan, scacciandone gli
nei vv. 42-43. Pur professando di of- abitanti pagani, la tenda fu condot-
frire sacrifici al Signore, il popolo si ta nel paese e vi rimase fino ai tempi
portava appresso la tenda di Moloc, di Davide. I padri avevano chiesto di
una delle divinità più abominevoli preparare una dimora al Dio di Gia-
nell’antichità, e si prostrava davanti cobbe e la loro richiesta aveva trovato
a Refàn, dio delle stelle. Per questo grazia davanti a Dio.
loro peccato Dio li avvisò che sareb- 7:47-50 A Davide non fu concesso di
bero stati fatti prigionieri dai Babi- costruire il tempio di Dio, com’era suo
lonesi. Nella V. dei LXX, ai vv. 42-43, desiderio. Fu invece Salomone che gli
Stefano cita Am 5:25-27. Per questo costruì una casa.
è detto che la deportazione sarebbe Sebbene il tempio fosse l’abitazione
stata al di là di Babilonia, anziché di Dio in mezzo al suo popolo, Dio non
“oltre Damasco”. Naturalmente en- era confinato a quell’edificio. Salomo-
trambe le versioni sono veritiere. ne lo dichiarò apertamente durante la
cerimonia di dedicazione del tempio
La storia si ripete. In ogni genera- (vd. 1 R 8:27). Anche Isaia aveva avvi-
zione troviamo gli stessi modelli di sato il popolo che ciò che conta vera-
comportamento. Gli uomini sono mente per Dio non sono gli edifici, ma
sempre gli stessi. Messi di fronte al la condizione morale e spirituale degli
messaggio di Dio, non lo compren- uomini (vd. Is 66:1-2). Egli cerca un
dono (v. 25). Esortati a vivere in pace, cuore spezzato e contrito, un uomo che
rifiutano di ascoltare (v. 27). Rifiuta- tremi alla sua parola.
no il liberatore inviato da Dio (v. 39).
7:51-53 I capi giudei avevano accu-
Salvati da una sciagurata situazione,
sato Stefano di parlare contro la legge;
al Dio misericordioso preferiscono
questi replicò all’accusa con una breve
gli idoli vani (v. 41). Questa è la natu-
ra umana: ribelle, ingrata, stolta. Dio e ben articolata denuncia. Egli li rim-
è sempre lo stesso. Quel Dio che parlò proverò rivolgendosi a loro non come
a Mosè era lo stesso che aveva parlato all’Israele di Dio, bensì come a degli
ai suoi antenati (v. 32). Dio conosce stranieri, gente di collo duro e incir-
l’afflizione degli uomini (v. 34), vie- concisa di cuore e d’orecchi . Conti-
ne per liberare (v. 34), conduce il suo nuando a resistere allo Spirito Santo,
popolo dalla morte alla vita (v. 36) e costoro si dimostravano degni figli dei
abbandona ai loro desideri quanti si loro padri, i quali avevano persegui-
ostinano a rifiutarlo (v. 42). Questo è tato i profeti che preannunciavano
il nostro grande Dio: misericordio- la venuta di Cristo, laddove essi, loro

495
ATTI DEGLI APOSTOLI 7:54-60

discendenti, avevano tradito e ucciso Solitamente i Giudei non erano au-


questo Giusto. Erano stati loro a non torizzati ad applicare la pena di morte;
osservare la legge, proprio loro, che questa prerogativa era riservata ai loro
avevano ricevuto la legge promulgata dominatori romani (vd. Gv 18:31b).
dagli angeli. Ma pare che i Romani facessero un’ec-
Non c’era bisogno di dire altro! Anzi, cezione in caso di minacce al tempio.
non c’era nient’altro da dire! Essi ave- Stefano era stato accusato di parlare
vano cercato di mettere Stefano sulla contro il tempio e, nonostante l’accusa
difensiva, ma egli era diventato l’ac- infondata, fu ucciso dai Giudei. Il Si-
cusatore ed essi gli imputati colpevoli. gnore Gesù era stato accusato di aver
Quello di Stefano fu uno degli ultimi minacciato di distruggere il tempio: in
messaggi di Dio alla nazione giudea, quel caso, le accuse dei testimoni non
prima che il vangelo cominciasse a es- erano soltanto false, ma neppure con-
sere rivolto agli stranieri. cordi (vd. Mr 14:58-59).
7:54-60 Quando Stefano rivelò aper-
tamente di vedere i cieli aperti, la folla II. LA CHIESA IN GIUDEA E IN
in tumulto non volle più ascoltare una SAMARIA (8:1–9:31)
sola parola. Tra urla inferocite, i Giudei
gli misero le mani addosso e, trascina- A. Ministero di Filippo in Samaria
tolo fuori delle mura, cominciarono a (8:1-25)
lapidarlo. 8:1 Lo Spirito di Dio torna a evidenziare
Come tra parentesi, lo Spirito annota il nome di Saulo. Un gran conflitto sta-
il nome di un giovane che rimase a fare va per nascere nell’animo di quest’uo-
la guardia ai mantelli degli infervorati mo. Apparentemente il suo regno del
carnefici: Saulo. È come se lo Spirito terrore continuava, ma i suoi giorni da
volesse dire: “Ricordate questo nome. nemico del cristianesimo erano ormai
Presto ne sentirete parlare di nuovo!” contati. Approvando l’uccisione di Ste-
La morte di Stefano ricorda la morte fano, Saulo stava, in realtà, preparando
del Signore: il terreno alla propria disfatta di acca-
1. Stefano pregò: Signore Gesù, accogli nito persecutore.
il mio spirito (v. 59). Gesù aveva pre- L’espressione in quel tempo designa
gato: “Padre, nelle tue mani rimetto l’inizio di una nuova epoca. La morte
lo spirito mio” (Lu 23:46); di Stefano sembrava aver scatenato un
2. Stefano pregò: Signore, non impu- esteso attacco contro la chiesa . I cre-
tar loro questo peccato (v. 60). Gesù denti furono dispersi per la Giudea e
aveva pregato: “Padre, perdona loro, la Samaria.
perché non sanno quello che fanno” Il Signore aveva dato istruzioni ai
(Lu 23:34). suoi seguaci di cominciare a testimo-
Questo fatto non indica forse che, niare a Gerusalemme e poi di spingersi
grazie al suo impegno per il Signore, in Giudea, Samaria e fino all’estremità
Stefano era stato trasformato “nel- della terra. Fino a quel momento la loro
la sua stessa immagine, di gloria in testimonianza si era limitata a Gerusa-
gloria, secondo l’azione del Signore” lemme. Forse non si sentivano ancora
(2 Co 3:18)? abbastanza sicuri per spaziare oltre.
Poi, dopo aver pregato, si addormen- Ora, però, la persecuzione li spingeva
tò. Quando, nel N.T., il verbo “dormire” in tale direzione.
è usato con riferimento alla morte, non Gli apostoli rimasero in città. Wil-
fa riferimento all’anima, bensì al cor- liam Kelly osserva concisamente:
po. Al momento della morte l’anima del “Quelli rimasti sarebbero naturalmen-
credente va a stare con Cristo (vd. 2 Co te stati i più invisi”.
5:8), laddove il corpo è rappresentato Dalla prospettiva umana, quello fu
come addormentato. un periodo nero per i credenti. La vita di

496
ATTI DEGLI APOSTOLI 8:12-13

un membro della loro comunità era stata - prese la sua croce e seguì Cristo
troncata, gli altri erano braccati come (vd. At 4; 1 Te 2);
animali. Dalla prospettiva divina, non- - si rallegrò nella tribolazione e nella
dimeno, la situazione non era così tragi- persecuzione (vd. Mt 5:11-12; cfr. At
ca: un chicco di grano era stato seminato 16; 1 Te 1:6-8);
in terra e, inevitabilmente, avrebbe por- - lasciò i morti seppellire i loro morti
tato molto frutto. I venti dell’afflizione e andò a predicare il vangelo (vd. Lu
stavano spargendo i semi del vangelo in 9:59-60);
luoghi lontani… chi avrebbe potuto pre- - si scosse la polvere dai piedi prose-
vedere l’entità del raccolto? guendo oltre, quando gli uomini ri-
8:2 Non sappiamo chi furono gli fiutavano di ascoltare (vd. Lu 9:5;
uomini pii che seppellirono Stefano. cfr. At 13:51);
Probabilmente si trattava dei cristiani - guarì, esorcizzò, risuscitò i morti e
non ancora cacciati da Gerusalemme, portò frutto duraturo (vd. Mr 16:18;
oppure dei Giudei che ravvisarono nel At 3–16).(31)
martire un uomo meritevole cui riser- 8:9-11 Tra le persone più in vista che
vare una degna sepoltura. avevano udito Filippo c’era un mago
8:3 Di nuovo Saulo ! Con zelo smi- di nome Simone. Egli stesso aveva da
surato costui tormentava la chiesa... tempo fatto grande impressione in
trascinando via dalle loro case quegli Samaria, con le sue arti magiche. So-
sventurati credenti e mettendoli in steneva di essere una persona molto
prigione. Se soltanto avesse potuto di- importante e alcuni tra il popolo era-
menticare Stefano: quella compostezza, no, effettivamente, convinti che egli
quella incrollabile convinzione, quel vi- incarnasse la potenza di Dio.
so come d’angelo! Doveva farselo uscire 8:12-13 Molti credettero alla predi-
dalla testa e ci sarebbe riuscito, acca- cazione di Filippo e furono battezzati.
nendosi contro i suoi compagni di fede. Anche Simone si professò credente, (32)
8:4-8 La dispersione dei cristiani fu battezzato e seguì Filippo, affasci-
non mise a tacere la loro testimonian- nato dai miracoli che egli compiva.
za: di luogo in luogo essi portavano la Dagli eventi che seguirono sembra
buona notizia della salvezza. Filippo, di capire che, nonostante la professio-
il “diacono” di cui al cap. 6, si diresse a ne di fede, Simone non possedesse la
nord, nella città di Samaria.(30) Egli non fede e non fosse “nato di nuovo”. Que-
solo predicò Cristo, ma compì anche sto brano pone uno scoglio di fronte a
numerosi miracoli. Gli spiriti immon- quanti insegnano la salvezza mediante
di erano scacciati e paralitici e zoppi il battesimo: questo Simone aveva ri-
erano guariti. Molti diedero ascolto al cevuto il battesimo ma “era ancora nei
vangelo e, come prevedibile, ne ebbero suoi peccati”.
una grande gioia. Notiamo che Filippo... portava la
La chiesa primitiva ubbidì ai chiari buona notizia del regno di Dio e il
ordini di Gesù Cristo: nome di Gesù Cristo. Il regno di Dio è
- si mise in movimento, dopo che Cri- l’ambito in cui è riconosciuta la signo-
sto se ne fu andato (vd. Gv 20:21; ria di Dio. Al tempo presente, il Re è
cfr. At 8:1-4); assente. In luogo di un regno terreno e
- vendette i suoi beni, donando il ri- concreto, abbiamo un regno spirituale
cavato ai poveri (vd. Lu 12:33; 18:22; e invisibile nella vita di quanti gli sono
cfr. At 2:45; 4:34); fedeli. In futuro il Re tornerà sulla terra
- lasciò casa, beni e affetti per anda- a instaurare un regno visibile, con Ge-
re ovunque a predicare la Parola rusalemme come capitale. Per entrare
(vd. Mt 10:37; cfr. At 8:1-4); nel regno, in qualsiasi sua forma, oc-
- fece discepoli e insegnò loro a operare corre essere “nati di nuovo”. Il mezzo
e ubbidire (Mt 28:18-20; cfr. 1 Te 1:6); per sperimentare la nuova nascita è la

497
ATTI DEGLI APOSTOLI 8:14-17

fede nel nome di Gesù Cristo. Senza lemme, convinta della superiorità dei
dubbio era questo il nocciolo della pre- Giudei, continuasse a non intrattenere
dicazione di Filippo. rapporti con i fratelli samaritani. Per
8:14-17 Gli apostoli, che erano a Ge- evitare la possibilità di uno scisma o la
rusalemme, saputa la notizia che la creazione di due chiese (una di Giudei
Samaria aveva accolto con entusiasmo e una di Samaritani), Dio inviò gli apo-
la Parola di Dio, mandarono da loro stoli a imporre le mani sui credenti della
Pietro e Giovanni. Quando questi arri- Samaria. In questo modo, essi esprime-
varono, trovarono che i credenti erano vano piena comunione con coloro che
stati... battezzati nel nome del Signore avevano creduto nel Signore Gesù. Ora
Gesù, ma non avevano ricevuto lo Spi- erano tutti membri di un unico corpo,
rito Santo. Ovviamente sotto la guida tutti “uno” in Cristo Gesù.
divina, gli apostoli pregarono che i Il v. 16 afferma che essi erano stati
credenti ricevessero lo Spirito Santo soltanto battezzati nel nome del Si-
e imposero loro le mani. Subito dopo gnore Gesù (inoltre vd. 10:48 e 19:5),
essi ricevettero lo Spirito Santo. ma ciò non significa che, il loro, fosse
A questo punto non si può fare a un battesimo diverso da quello “nel
meno di domandarsi: “Perché questa nome del Padre, del Figlio e dello Spi-
diversa sequenza di eventi, rispetto al rito Santo” (Mt 28:19). Scrive W.E. Vine:
giorno della Pentecoste?” In occasione “Luca non sta documentando l’uso di
della Pentecoste, i Giudei: una formula, bensì semplicemente in-
1. si ravvidero; dicando un fatto storico”. Entrambe le
2. furono battezzati; espressioni significano fedeltà e identi-
3. ricevettero lo Spirito Santo. ficazione: tutti i veri credenti confessa-
Invece, in questo passo, i Samaritani: no con gioia la fedeltà all’unione con la
1. credettero (si convertirono); Trinità e il Signore Gesù.
2. furono battezzati; 8:18-21 Il mago Simone rimase pro-
3. furono oggetto delle preghiere e fondamente impressionato perché, at-
dell’imposizione delle mani da parte traverso l’imposizione delle mani degli
degli apostoli; apostoli, veniva dato lo Spirito Santo
4. ricevettero lo Spirito Santo. ai Samaritani. Egli non capiva le con-
Di una cosa possiamo essere certi: notazioni spirituali di tale gesto, ma
furono tutti salvati allo stesso modo, lo considerava un potere soprannatu-
ossia mediante la fede nel Signore Ge- rale che avrebbe giovato ai suoi affari.
sù Cristo. Egli è l’unica via di salvezza. Perciò offrì agli apostoli del denaro per
Nondimeno, durante questo periodo cercare di comprarlo.
di transizione, che faceva da ponte tra La risposta di Pietro dimostra che Si-
giudaismo e cristianesimo, Dio deci- mone non si era veramente convertito:
se di agire in modo sovrano riguardo 1. Il tuo denaro vada con te in perdi-
alle diverse comunità di credenti. I zione. Nessun vero credente andrà
credenti giudei, prima di ricevere lo mai in perdizione (vd. Gv 3:16).
Spirito Santo, dovevano dissociarsi 2. Tu, in questo, non hai parte né sorte
dalla nazione d’Israele facendosi bat- alcuna (in altre parole, egli era estra-
tezzare. Adesso, per i Samaritani, era neo alla comunione).
richiesta una speciale preghiera da 3. ...il tuo cuore non è retto davanti a
parte degli apostoli e l’imposizione Dio. È la definizione adeguata per
delle mani. Perché? una persona non salvata.
Forse la spiegazione migliore è che, 4. ...tu sei pieno d’amarezza e prigio-
in questo modo, si intendeva esprimere niero d’iniquità. Come può essere,
l’unità della chiesa, fosse essa formata nel caso di un individuo rigenerato?
da Giudei o da Samaritani. Esisteva il 8:22-24 Pietro esortò Simone a
reale pericolo che la chiesa di Gerusa- ravvedersi del suo grande peccato e

498
ATTI DEGLI APOSTOLI 8:36

a chiedere il perdono per aver conce- Candace, (35) regina di Etiopia (l’Etio-
pito tale malvagio progetto. Per tutta pia comprendeva la parte meridionale
risposta, Simone chiese a Pietro di fa- dell’Egitto e del Sudan), nonché suo
re da mediatore tra lui e Dio. Egli fu il tesoriere. Evidentemente costui si era
precursore di quelli che avrebbero pre- convertito al giudaismo, giacché stava
ferito rivolgersi a un mediatore umano rientrando a casa dopo essere stato a
anziché al Signore Gesù stesso. Le se- Gerusalemme per adorare. Mentre il
guenti parole indicano che non vi era carro procedeva, egli leggeva un passo
reale ravvedimento in Simone: Pregate del libro del profeta Isaia. Con tempi-
voi il Signore per me affinché nulla di smo perfetto, lo Spirito guidò Filippo
ciò che avete detto mi accada. Simone verso quel carro.
non si doleva del proprio peccato, ben- 8:30-31 Filippo cominciò la conver-
sì solamente delle conseguenze che sazione in tono amichevole: Capisci
avrebbe potuto subire. quello che stai leggendo? L’eunuco
Dal nome di quest’uomo, Simone, è ammise di aver bisogno di aiuto e in-
stato coniato l’odierno termine “simo- vitò Filippo a sedersi accanto a lui nel
nia” (mercimonio di ciò che è sacro). carro. La totale assenza di pregiudizi
Tale peccato comprende la vendita di razziali, in quest’episodio, è indubbia-
indulgenze e di altri presunti benefici mente assai incoraggiante.
spirituali, così come tutte le forme di 8:32-33 Che meraviglia considerare
affarismo in ambito religioso. che l’eunuco stava “casualmente” leg-
8:25 Allorché Pietro e Giovanni eb- gendo Is 53, l’insuperata descrizione
bero reso testimonianza e annunziato del Messia sofferente! Perché Filippo si
la Parola del Signore, se ne ritornaro- accostò al carro proprio a quel punto
no a Gerusalemme. Ma le fondamenta della lettura?
erano ormai state gettate, ed essi con- Il brano di Isaia descrive colui che
tinuarono a predicare in molti villaggi rimase mansueto e muto di fronte
della Samaria. ai suoi nemici, colui al quale non fu
concesso un giudizio equo né un pro-
B. Filippo e l’eunuco etiope cesso leale.
(8:26-40) 8:34-35 L’eunuco si domandava
8:26 Fu durante quel grande risveglio se Isaia stesse parlando di se stesso,
spirituale in Samaria che un angelo oppure di un altro. Naturalmente Fi-
del Signore guidò Filippo verso un lippo colse subito l’opportunità per
nuovo campo di missione. Egli doveva raccontare come le Scritture si fossero
lasciare il luogo in cui molti stavano totalmente adempiute nella vita e nella
ricevendo benedizioni per predicare a morte di Gesù di Nazaret. Senza dub-
un singolo. L’angelo si limitò a indicare bio, durante il suo soggiorno a Gerusa-
a Filippo la via, non potendo sostituirsi lemme, l’Etiope aveva sentito parlare
a lui nella predicazione del vangelo: ta- di un uomo chiamato Gesù, anche se,
le privilegio non è riservato agli angeli, probabilmente, in termini sfavorevoli.
bensì agli uomini. Adesso l’eunuco capiva che quel Servo
Ubbidendo senza discutere, Filippo sofferente di Yahweh, di cui scriveva
si recò a sud della Samaria, verso Ge- Isaia, era Gesù di Nazaret.
rusalemme, e di là iniziò a percorrere 8:36 Probabilmente Filippo ave-
una delle strade che portavano a Ga- va spiegato all’Etiope il privilegio del
za. (33) Filippo lasciò un luogo abitato battesimo cristiano, mediante il quale
e spiritualmente fertile per recarsi in avviene l’identificazione nella morte e
una zona arida. nella risurrezione di Cristo. Avvicinan-
8:27-29 Lungo la strada si imbatté dosi a un luogo in cui vi era dell’acqua,
in una carovana. Nel carro principa- l’eunuco espresse il desiderio di essere
le sedeva un eunuco, (34) ministro di battezzato.

499
ATTI DEGLI APOSTOLI 8:37

8:37 Questo versetto manca nella non ebbe modo di continuare con quello
maggior parte dei mss. greci del N.T. che si suole definire “il lavoro di prosegui-
L’insegnamento che esso reca non mento”. Tutto ciò che l’evangelista poté
contrasta in alcun modo con il resto fare fu affidarlo a Dio e alle Scritture ve-
delle Scritture: credere in Gesù Cristo terotestamentarie. Nondimeno, in virtù
è certamente il prerequisito del bat- della potenza dello Spirito Santo, questo
tesimo. Il fatto è, semplicemente, che nuovo discepolo fece senz’altro ritorno in
questo versetto non è accreditato dal- Etiopia(38) testimoniando a tutti della gra-
la maggioranza dei documenti neo- zia salvifica del Signore Gesù Cristo.
testamentari. (36)
8:38 Il carro fu fatto fermare e Fi- IL BATTESIMO DEI CREDENTI
lippo battezzò l’eunuco. È evidente
dal testo che si trattò di un battesimo Il battesimo dell’eunuco, considerato
per immersione: discesero tutti e due poco sopra, è uno dei tanti esempi che
nell’acqua e uscirono dall’acqua. (37) dimostrano come la chiesa primitiva
Colpisce la semplicità della cerimo- insegnasse e praticasse il battesimo
nia: un credente battezza un neocon- cristiano (vd. 2:38; 22:16). Non si trat-
vertito lungo una strada deserta, in tava dello stesso battesimo praticato da
assenza di chiese o di apostoli. Sicura- Giovanni il battista, che doveva servire
mente gli unici testimoni del battesimo a dimostrare il proprio ravvedimen-
furono i servitori che facevano parte to (vd. 13:24; 19:4), bensì costituiva
della carovana; essi capirono che il loro la confessione pubblica della propria
signore adesso era un seguace di Gesù identificazione con Cristo.
di Nazaret. Il battesimo seguiva invariabil-
8:39 Subito dopo il battesimo lo Spi- mente la conversione (vd. 2:41; 8:12;
rito del Signore rapì Filippo. Il testo qui 18:8) ed era rivolto sia agli uomini sia
indica qualcosa di più che la semplice alle donne (vd. 8:12), sia agli stranie-
guida verso un altro luogo. Si trattò, ri sia ai Giudei (vd. 10:48). Leggiamo
invece, di una miracolosa e improvvisa che furono battezzate delle famiglie
dislocazione il cui scopo era mantene- (vd. 10:47-48; 16:15; 16:33) ma, alme-
re l’attenzione dell’eunuco sul Signore no in due di questi casi, è sottintesa
anziché sullo strumento umano della la conversione di tutti i loro membri.
sua conversione. Non è scritto che fossero battezzati
anche i neonati.
Possa la sua bellezza
posarsi su di me,
I credenti erano battezzati poco
Allorché cerco i perduti dopo la conversione (vd. 8:36; 9:18;
da conquistare, 16:33), evidentemente in base alla lo-
E possano essi dimenticare il canale, ro professione di fede in Cristo. Non
E vedere soltanto il Re. era richiesto alcun “periodo di prova”
– Kate B. Wilkinson per dimostrare la genuinità della loro
professione. Naturalmente è probabi-
L’eunuco continuò il suo viaggio le che, a causa dalla persecuzione, il
tutto allegro. La gioia che proviene rischio di fare una professione di fede
dall’ubbidienza al Signore supera tutte non meditata fosse esiguo.
le altre emozioni gradevoli. Il battesimo non aveva carattere sal-
8:40 Filippo, nel frattempo, riprese vifico, come è dimostrato dall’esempio
il suo ministero evangelistico in Azot di Simone (vd. 8:13). Anche dopo aver
(A.T.: Asdod), a nord di Gaza e a ovest fatto la professione di fede e aver ri-
di Gerusalemme, presso la costa. Di cevuto il battesimo, questi era “pieno
là egli proseguì lungo la costa, verso d’amarezza e prigioniero d’iniquità”
nord, fino a Cesarea. (8:23). Il suo cuore non era “retto da-
Che cosa ne fu dell’eunuco? Filippo vanti a Dio” (8:21).

500
ATTI DEGLI APOSTOLI 9:3-6

Come già appurato, il battesimo av- “ribattezzare” quanti sono stati battez-
veniva per immersione: “...discesero zati prima della salvezza.
tutti e due nell’acqua, Filippo e l’eu-
nuco... quando uscirono dall’acqua...” C. Conversione di Saulo di Tarso
(vd. 8:38-39). Perfino molti odierni so- (9:1-31)
stenitori del battesimo per aspersione 9:1-2 Il cap. 9 segna una svolta decisiva
riconoscono che l’antica pratica batte- nel libro degli Atti. Fino ad ora, è stato
simale dei discepoli del I sec. prevedeva Pietro colui che ha ricoperto un ruolo
l’immersione (vd. altresì nota a 8:38). centrale, con la predicazione alla na-
In due casi il battesimo pare fare zione d’Israele. Da qui in avanti pren-
riferimento al perdono dei peccati. Il derà gradualmente il sopravvento la
giorno della Pentecoste Pietro esor- figura dell’apostolo Paolo e il vangelo
tò: “Ravvedetevi e ciascuno di voi sia andrà sempre più diffondendosi fra gli
battezzato nel nome di Gesù Cristo, stranieri.
per il perdono dei vostri peccati...” Saulo di Tarso, a quel tempo, aveva
(2:38). Successivamente Anania or- forse poco più di trent’anni. Era in ge-
dinò a Saulo: “Àlzati, sii battezzato nerale considerato dai rabbini uno dei
e lavato dei tuoi peccati, invocando giovani più promettenti del giudaismo.
il suo nome” (22:16). In entrambi i Quanto allo zelo, egli surclassava tutti i
casi, tali indicazioni erano rivolte ai suoi compagni.
Giudei; nessuno straniero fu mai in- Constatando la crescita della fede
vitato a battezzarsi per il perdono dei cristiana, conosciuta come la Via, (39)
peccati . Facendosi battezzare come Saulo ravvisò in essa una minaccia per
credente, il Giudeo rinnegava pubbli- la propria religione. Quindi, con vigore
camente il proprio legame con la na- apparentemente illimitato, si propose
zione che aveva rifiutato e crocifisso di distruggere questa perniciosa setta.
il Messia. Il suo perdono era fondato Aveva, per esempio, ottenuto dal som-
sulla fede nel Signore Gesù. Il prezzo mo sacerdote l’autorizzazione ufficia-
del perdono era il prezioso sangue del le a setacciare la città di Damasco, in
Signore. Il modo in cui il perdono gli Siria, in cerca di discepoli di Gesù da
veniva conferito era il battesimo in condurre legati a Gerusalemme affin-
acqua, perché mediante il battesimo ché fossero processati e puniti.
egli veniva pubblicamente rimosso 9:3-6 Mentre la comitiva con cui
dal fondamento giudaico e posto sul Saulo viaggiava si avvicinava a Dama-
fondamento cristiano. sco… d’improvviso, sfolgorò intorno
La formula battesimale “nel nome a lui una grande luce dal cielo, che lo
del Padre, del Figlio e dello Spirito fece cadere a terra. Egli udì una voce
Santo” (Mt 28:19) non compare nel che gli diceva: “Saulo, Saulo, perché
libro degli Atti. I Samaritani furono mi perseguiti?” Quando Saulo chiese:
battezzati nel nome del Signore Gesù “Chi sei, Signore?”, la voce gli rispose:
(vd. 8:16) e così anche i discepoli di “Io sono Gesù, che tu perseguiti...”.
Giovanni (vd. 19:5). Ma ciò non esclude Per capire le emozioni provate da
necessariamente l’uso della formula Saulo in quel momento, occorre ricor-
trinitaria. L’espressione “nel nome del dare che egli era convinto che Gesù di
Signore Gesù” può significare “per l’au- Nazaret fosse morto e sepolto in un se-
torità del Signore Gesù”. polcro giudeo. Soppresso il capo della
I discepoli di Giovanni furono bat- setta, adesso era sufficiente eliminare
tezzati due volte: la prima con il batte- i suoi seguaci. La terra, finalmente, sa-
simo di ravvedimento di Giovanni e la rebbe stata liberata da quel flagello.
seconda con il battesimo di conversio- Ora Saulo era davanti alla prova
ne, in qualità di credenti (vd. 19:3, 5). schiacciante che Gesù non era affat-
Questo costituisce un precedente per to morto, ma era stato risuscitato dai

501
ATTI DEGLI APOSTOLI 9:7-9

morti e glorificato alla destra di Dio in l’apostolo dei popoli e tale missione
cielo! Fu questa visione del Salvatore l’avrebbe portato al cospetto dei re. Ma
glorificato che mutò interamente la di- avrebbe predicato anche ai suoi con-
rezione della sua vita. nazionali e costoro l’avrebbero perse-
Saulo comprese allora che, per- guitato accanitamente.
seguitando i discepoli di Gesù, egli 9:17-18 In una toccante dimostra-
aveva perseguitato il Signore stesso. zione di grazia e d’amore cristiano,
Il dolore inflitto ai membri del Corpo Anania espresse piena comunione
sulla terra affliggeva altresì il Capo del con il nuovo convertito imponendogli
Corpo, in cielo. le mani, chiamandolo fratello Saulo e
Per Saulo ci fu prima la dottrina, poi spiegando che lo scopo della sua visita
l’opera. In primo luogo, egli fu opportu- era permettergli di recuperare la vista
namente istruito riguardo alla persona e di essere riempito di Spirito Santo.
di Gesù; quindi fu inviato a Damasco a Notiamo che Saulo ricevette lo Spi-
ricevere gli ordini pronti per lui. rito Santo mediante l’imposizione
9:7-9 Gli uomini che facevano il delle mani da parte di un semplice di-
viaggio con lui erano sbalorditi. Ave- scepolo. Anania era quello che i com-
vano udito un suono proveniente dal mentatori definiscono un “laico”. Qui
cielo, ma non le parole udite da Saulo il Signore non si servì di un apostolo (e
(vd. 22:9). Costoro non avevano visto il questo è certamente motivo di biasimo
Signore: fu solamente Saulo, chiamato per quanti pretendono di limitare le
a essere apostolo, a vederlo. prerogative spirituali al solo “clero”).
Il terribile fariseo fu condotto per In un individuo realmente conver-
mano... a Damasco, dove rimase tre tito si manifestano, inevitabilmente,
giorni senza vedere, durante i quali certe caratteristiche. La realtà della
non prese né cibo né bevanda. conversione è dimostrata da alcuni se-
9:10-14 Si può ben immaginare l’ef- gni (che furono, infatti, evidenti nella
fetto che la notizia ebbe sui cristiani vita di Saulo di Tarso). Di quali carat-
di Damasco. Essi sapevano che Saulo teristiche si tratta? Francis W. Dixon ne
si era messo in viaggio per catturarli. elenca alcune:
Avevano pregato per richiedere l’in- 1. Saulo incontrò il Signore e udì la sua
tervento divino e, forse, perfino per la voce (vd. 9:4-6): solo una rivelazione
conversione di Saulo. Ora venivano a divina avrebbe potuto convincerlo e
sapere che il nemico principale della renderlo l’umile cercatore e devoto
fede era diventato cristiano e quasi non seguace che egli sarebbe divenuto in
credevano alle proprie orecchie! seguito;
Quando il Signore ordinò ad Ana- 2. fu pervaso da un desiderio ardente
nia, uno dei credenti di Damasco, di di ubbidire al Signore e fare la sua
visitare Saulo, Anania espresse tutti i volontà (vd. 9:6);
dubbi che il suo cuore nutriva riguardo 3. iniziò a pregare (vd. 9:11);
a quest’uomo. Dopo che gli fu comuni- 4. fu battezzato (vd. 9:18);
cato che Saulo si trovava in preghiera e 5. fu unito in comunione con il popolo
non stava perseguitando alcuno, Ana- di Dio (vd. 9:19);
nia si recò in casa di Giuda, nella stra- 6. cominciò a testimoniare con poten-
da chiamata Diritta. za (vd. 9:20);
9:15-16 Il Signore aveva dei piani 7. crebbe nella grazia (vd. 9:22).
meravigliosi per Saulo: ...egli è uno
strumento che ho scelto per portare il IL MINISTERO “LAICO”
mio nome davanti ai popoli, ai re, e ai
figli d’Israele; perché io gli mostrerò Una delle lezioni più importanti che
quanto debba soffrire per il mio nome. impariamo dal libro degli Atti è che il
Saulo sarebbe stato principalmente cristianesimo è un movimento laico e

502
ATTI DEGLI APOSTOLI 9:19-25

che l’opera di testimonianza non era di anziani che collaboravano come pa-
affidata a una classe speciale (quale, ad stori dell’assemblea.
esempio, quella sacerdotale o ecclesia- Si potrebbe obiettare: “Che dire, al-
stica), bensì a tutti i credenti. lora, degli apostoli, profeti, evangelisti,
Sostiene: pastori e insegnanti? Non erano costoro
gli ecclesiastici delle prime chiese?” La
Le più grandi vittorie della chiesa risposta si trova in Ef 4:12. Questi doni
primitiva ai tempi dell’impero ro- erano stati dati per il perfezionamento
mano non furono conseguite grazie dei santi, affinché questi potessero svi-
a dei predicatori, dottori o apostoli,
luppare il ministero e, in questo modo,
ma grazie a missionari non ufficiali
edificare il Corpo di Cristo. Il loro scopo
(Adolf von Harnack).(40)
non era stabilirsi in modo permanente
Il cristianesimo iniziò come una re- in un’assemblea locale, ma lavorare per
ligione profetica laica... e dai laici rendere la chiesa locale capace di anda-
dipende il futuro del cristianesimo... re avanti da sola. Allora essi avrebbero
(Dean Inge).(41) potuto trasferirsi per stabilire e raffor-
Il futuro del cristianesimo e l’evan- zare altre comunità.
gelizzazione del mondo risiedono Secondo gli storici della chiesa, il
nelle mani di uomini e donne co- sistema ecclesiastico nacque nel II sec.
muni e non essenzialmente in quel- ed era ancora sconosciuto all’epoca de-
le di ministri cristiani professionisti gli Atti. Poiché fa dipendere troppo da
(Bryan Green). troppo pochi, tale sistema è servito sol-
La chiesa che crea una strozzatura re- tanto a ostacolare l’evangelizzazione
legando... l’opera della testimonian- del mondo e l’espansione della chiesa.
za ai suoi specialisti, vive contrav- I credenti del N.T. non sono soltanto
venendo al proposito del suo Capo e ministri, ma sono anche sacerdoti. In
all’esempio privo di contraddizioni virtù della santità del loro sacerdozio,
dei primi cristiani. […] L’evangeliz- essi hanno, per fede, continuo acces-
zazione era compito di tutta la chie- so alla presenza di Dio per adorarlo
sa, non degli “specialisti del settore” (vd. 1 P 2:5). La regalità del loro sacer-
(Leighton Ford).(42) dozio conferisce loro il privilegio di
Ciascun membro dalla comunità proclamare colui che li ha “chiamati
locale prendeva contatto e guada- dalle tenebre alla sua meravigliosa
gnava personalmente le anime per luce” (1 P 2:9). Con ciò non si intende
Cristo, conducendo i convertiti nelle affermare che tutti i credenti siano
chiese locali affinché fossero istruiti qualificati per l’insegnamento o per
e rafforzati nella fede nel Redentore. la pubblica predicazione, ma che tutti
Questi ultimi, a loro volta, partivano sono chiamati all’adorazione e alla te-
per fare lo stesso (J.A. Stewart).(43) stimonianza. Ciò significa, invece, che
nella chiesa non vi è più bisogno di una
Il punto è che, nella chiesa aposto- classe speciale di sacerdoti che presie-
lica, l’assemblea locale non era pre- da al culto e al ministero.
sieduta da ministri o da ecclesiastici,
essendo bensì formata da santi, vescovi 9:19-25 I discepoli di Damasco apriro-
e diaconi (vd. Fl 1:1). I santi erano tutti i no i loro cuori e le loro case a Saulo. Ben
ministri (in senso neotestamentario); i presto egli si recò nelle sinagoghe, pro-
vescovi erano gli anziani, i responsabili clamando coraggiosamente che Gesù è
o le guide spirituali; i diaconi erano i il Figlio di Dio. Udendolo, i Giudei rima-
servitori che ricoprivano cariche am- nevano stupefatti: avevano saputo che
ministrative ecc. egli odiava il nome di Gesù e ora, invece,
Nessun vescovo o anziano era un lo udivano insegnare che Gesù è Dio!
ecclesiastico. Esisteva un organismo Come era potuto accadere tutto ciò?

503
ATTI DEGLI APOSTOLI 9:26-30

Non sappiamo quanto durò quella altri apostoli, potrebbe far riferimento
prima visita di Saulo a Damasco. Da a una seconda visita a Gerusalemme,
Ga 1:17 apprendiamo, comunque, che di cui non si fa menzione altrove.
egli lasciò Damasco per poi farvi ritor- Inizialmente i discepoli di Gerusa-
no, dopo essersi recato in Arabia per lemme... avevano paura di ricevere
un periodo imprecisato. Tale viaggio in Saulo, nutrendo dei dubbi circa l’auten-
Arabia si colloca, presumibilmente, tra ticità della sua conversione. Barnaba si
gli avvenimenti di cui ai vv. 21-22. dimostrò realmente un figlio di conso-
Molti tra i servitori maggiormente lazione (vd. commento a 4:36-37) pren-
usati da Dio si trattenevano per qual- dendo le parti di Saulo, raccontando
che tempo in Arabia, o nel deserto, pri- della sua conversione e parlando della
ma di partire per la predicazione. coraggiosa testimonianza per Cristo
In Arabia Saulo poté meditare sui resa a Damasco. I credenti compresero
grandi avvenimenti che si erano ve- presto l’autenticità della conversione di
rificati nella sua vita e, in particolare, Saulo, vedendo che questi predicava
sul vangelo della grazia di Dio che gli con franchezza nel nome del Signore
era stato affidato. Tornato a Damasco a Gerusalemme. Questo provocò la più
(v. 22), riuscì a confondere i Giudei accanita ostilità da parte degli ellenisti.
presenti nelle sinagoghe, dimostran- Vedendo, dunque, che la sua vita era in
do che Gesù era il Messia d’Israele. pericolo, i fratelli scortarono Saulo fino
Infuriati, essi ordirono un complotto al porto di Cesarea. Da là egli partì di-
contro la vita di colui che un tempo era retto alla sua città natale, Tarso, presso
stato il loro campione e che, adesso, si la costa meridionale dell’Asia Minore.
rivelava un “apostata” e un “traditore”. 9:31 Vi fu un breve periodo di pa-
Saulo fuggì di notte facendosi calare ce e di consolidamento, nelle chiese
dalle mura della città dentro una cesta. d’Israele, durante il quale si registrò
Quella di Saulo fu una fuga vergogno- una crescita delle varie comunità sia
sa; nondimeno, egli, come uomo, si era numerica sia spirituale.
ormai arreso e, come tutti coloro che
si arrendono a Cristo, anch’egli riuscì III. LA CHIESA FINO ALLE ESTREMITÀ
a sopportare, per amor suo, il disonore DELLA TERRA (9:32–28:31)
che altri avrebbero rifuggito.
9:26-30 Da un punto di vista uma- A. Predicazione di Pietro agli
no Gerusalemme era il luogo più pe- stranieri (9:32–11:18)
ricoloso che Saulo potesse visitare; 9:32-34 Il racconto ritorna a Pietro, in
nondimeno, la certezza di compiere la visita presso i credenti di diversi luoghi
volontà di Dio gli permetteva di tene- della Giudea. Giunto a Lidda (Lod), a
re in poco conto la propria sicurezza nord-ovest di Gerusalemme, sulla stra-
personale. da per Ioppe (l’odierna Giaffa), Pietro
Non si sa se fu questa la prima visita incontrò un paralitico che da otto anni
di Saulo a Gerusalemme (ossia la stes- giaceva... in un letto. Chiamandolo per
sa visita che ebbe luogo tre anni dopo nome (Enea), Pietro gli annunciò che
la conversione; vd. Ga 1:18). Nella sua Gesù Cristo l’avrebbe guarito. Il para-
prima visita a Gerusalemme, Saulo litico si alzò subito e raccolse il proprio
incontrò Pietro e Giacomo, ma nessun giaciglio. È molto probabile che Enea
altro degli apostoli. In questo brano ricevette, nello stesso momento, sia la
(v. 27), si riporta che Barnaba... lo con- guarigione fisica sia la vita spirituale.
dusse dagli apostoli . Naturalmente 9:35 Il paralitico guarito si dimostrò
quest’ultimo potrebbe essere un riferi- un vero testimone del Signore nella cit-
mento a Pietro e a Giacomo (incontrati tà di Lidda e per tutta la piana costiera
nel primo viaggio). Nondimeno, qua- di Saron. Grazie alla sua testimonian-
lora Saulo avesse incontrato anche gli za, molti si convertirono al Signore.

504
ATTI DEGLI APOSTOLI 10:3-8

9:36-38 Ioppe era il principale porto te. Nel cap. 2, vediamo che Pietro usò le
sulla costa del Vicino Oriente, una cin- chiavi del regno per aprire la porta del-
quantina di chilometri a nord-ovest di la fede ai Giudei; nel cap. 10 vedremo
Gerusalemme, sul Mediterraneo. Tra i che fece lo stesso per gli stranieri.
cristiani del luogo c’era una fanciulla 10:1-2 La città di Cesarea distava da
d’animo gentile di nome Tabita, (44) nota Ioppe una cinquantina di chilometri a
perché confezionava abiti per i poveri. nord. Cornelio era un ufficiale romano;
Quando ella improvvisamente morì, essendo un centurione, questi coman-
i discepoli mandarono un messaggio dava una centuria (unità della legione
urgente a Lidda, pregando Pietro di ac- di cento uomini) assegnata alla coorte
correre senza indugio. detta “Italica”. Ma anche più famosa
9:39-41 Giunto a Ioppe, Pietro trovò della sua posizione militare era la sua
tutte le vedove che, piangendo addo- pietà: egli era un uomo... pio e timorato
lorate, gli mostrarono tutte le tuniche di Dio, che faceva molte elemosine allo
e i vestiti che Gazzella faceva per loro. svigorito popolo giudeo e che pregava
Dopo averle fatte uscire, egli si mise con costanza. Ryrie ipotizza che egli
in ginocchio, e pregò ; poi comandò a fosse “un simpatizzante: credeva nel
Tabita di alzarsi. Immediatamente el- Dio del giudaismo e nella sua autorità,
la tornò in vita e si riunì ai suoi amici ma non aveva ancora compiuto i passi
cristiani. necessari per diventare un proselito a
9:42 Il miracolo di questa risurre- pieno titolo”. (45)
zione fu risaputo tutt’intorno e molti Se costui fosse un individuo salvato,
credettero nel Signore. Confrontando i rimane una questione aperta. Chi è di
vv. 42 e 35, tuttavia, sembra che fossero tale avviso cita i vv. 2 e 35, in cui Pie-
più numerose le conversioni seguite al- tro, alludendo chiaramente a Cornelio,
la guarigione di Enea di quelle seguite afferma che “chi lo teme [Dio] e opera
alla risurrezione di Tabita. giustamente gli è gradito”. Chi è d’opi-
9:43 Pietro rimase molti giorni a nione contraria cita 11:14, in cui si rac-
Ioppe, nella casa di Simone conciatore conta che l’angelo promise a Cornelio
di pelli. Il riferimento alla professione che Pietro gli avrebbe parlato di cose
di Simone, in questo brano, non è privo grazie alle quali sarebbe stato salvato.
di significato. I Giudei consideravano Il nostro punto di vista è che Corne-
la concia delle pelli un’attività disono- lio rappresenti l’uomo che vive secon-
revole, giacché il contatto costante con do la luce che Dio gli ha dato. Poiché
i corpi di animali morti era fonte di im- tale luce non basta a salvarlo, Dio fa sì
purità cerimoniale. Prendendo dimora che quest’uomo riceva anche la luce
presso Simone, Pietro dimostrò di non del vangelo. Prima della visita di Pie-
essere più vincolato da alcuno scrupo- tro, il centurione non aveva la certezza
lo giudaico. della salvezza; nondimeno, provava un
È stato spesso fatto notare che in cia- senso di affinità con quanti adoravano
scuno dei tre capitoli successivi è ripor- il vero Dio.
tata la conversione di un discendente 10:3-8 Un giorno, verso le tre del po-
di uno dei figli di Noè. L’eunuco etiope meriggio, Cornelio ebbe la chiara visio-
(vd. cap. 8) apparteneva indubbiamen- ne di un angelo di Dio che lo chiamava
te alla linea genealogica di Cam; Saulo per nome. Essendo straniero, e non
di Tarso (vd. cap. 9) era un discenden- Giudeo, egli non conosceva il mini-
te di Sem e Cornelio, che vedremo nel stero degli angeli: dunque si spaventò,
cap. 10, era un discendente di Iafet. avendo scambiato l’angelo per il Signo-
Questa è una toccante testimonianza re stesso. L’angelo gli assicurò che Dio
del fatto che il vangelo si rivolge a tutte aveva apprezzato le sue preghiere ed
le razze e culture e che, in Cristo, tutte elemosine. Poi gli ordinò di mandare
le discriminazioni terrene sono aboli- degli uomini a sud, nella città di Ioppe,

505
ATTI DEGLI APOSTOLI 10:9-14

a cercare un uomo di nome Simone, animali impuri) stavano per ricevere lo


detto anche Pietro... ospite di un tal Spirito Santo allo stesso modo dei Giu-
Simone, conciatore di pelli... vicino al dei (rappresentati dagli uccelli e dagli
mare. (46) Il centurione ubbidì senza di- animali puri). Le differenze nazionali
scutere e inviò due dei suoi domestici e e religiose dovevano scomparire: tutti
un attendente, anch’egli uomo timora- coloro che credevano veramente nel
to di Dio. Signore Gesù si sarebbero trovati sullo
10:9-14 Il giorno seguente... verso stesso piano nella comunione cristiana.
mezzogiorno, Pietro salì sulla terraz- 10:17-23a Mentre Pietro rifletteva
za della casa di Simone per pregare. sulla visione, giunsero alla porta i servi
Aveva fame e avrebbe voluto mangiare, di Cornelio, i quali chiesero di lui. Gui-
ma in casa stavano ancora preparando dato dallo Spirito, egli scese dalla ter-
il pranzo. Fu senz’altro quel languore razza per salutarli e, appreso il motivo
a predisporlo favorevolmente a quan- della visita, li fece entrare, ospitandoli
to stava per accadere: rapito in estasi, per la notte. I servitori parlarono posi-
vide... una gran tovaglia che, tenuta tivamente del loro padrone, definen-
per i quattro angoli, veniva calata a dolo uomo giusto e timorato di Dio,
terra dal cielo. Conteneva ogni sorta del quale rende buona testimonianza
di quadrupedi, rettili... e uccelli, ani- tutto il popolo dei Giudei.
mali puri e animali impuri. Una voce 10:23b-29 Il giorno seguente Pietro
dal cielo ordinò all’apostolo affamato: partì per Cesarea con i tre servitori di
Àlzati... ammazza e mangia. Pietro ri- Cornelio e alcuni fratelli di Ioppe. Evi-
cordava che la legge di Mosè vietava a dentemente essi viaggiarono per tutto
ogni Giudeo di mangiare cibo impuro il giorno, giacché fu solo l’indomani
e quindi pronunciò il famoso No asso- che raggiunsero Cesarea.
lutamente, Signore. A tale proposito, Nell’attesa del loro arrivo, Corne-
Scroggie commenta: “Chi esclama ‘no lio... aveva chiamato i suoi parenti e
assolutamente’ non dovrebbe mai ag- i suoi amici intimi. Vedendo Pietro,
giungere ‘Signore’, e chi pronuncia sin- il centurione si gettò ai suoi piedi con
ceramente ‘Signore’ non dovrebbe mai reverenza. Ma l’apostolo si sottrasse
dire ‘no assolutamente’”. all’omaggio, affermando di essere un
10:15-16 Quando Pietro fece pre- uomo come lui. Sarebbe il caso che
sente di non aver mai violato la legge tutti i sedicenti “successori” di Pietro
mangiando cibi impuri, la voce dal prendessero esempio da tale atteggia-
cielo rispose: Le cose che Dio ha puri- mento di umiltà, vietando agli uomini
ficate, non farle tu impure. Il dialogo di inginocchiarsi al loro cospetto!
si ripeté per tre volte, poi la tovaglia Alla presenza della folla riunitasi in
risalì in cielo. casa, Pietro spiegò che, di norma, un
È chiaro che il significato della visio- Giudeo non sarebbe entrato in casa di
ne era ben più profondo della semplice stranieri, ma soggiunse anche che Dio
questione di mangiare cibo puro o im- gli aveva rivelato che egli non avrebbe
puro. Con l’avvento della fede cristia- più dovuto considerare gli stranieri co-
na, infatti, le prescrizioni alimentari me degli intoccabili. Infine, si informò
cessavano di essere valide. Ma il vero riguardo al motivo per cui essi lo ave-
significato della visione era che Dio vano mandato a chiamare.
stava per aprire la porta della fede agli 10:30-33 Cornelio raccontò pronta-
stranieri. Essendo Giudeo, Pietro aveva mente la visione avuta quattro giorni
sempre considerato gli stranieri come prima, allorché un angelo gli aveva
gente distante, estranea, forestiera, im- assicurato che la sua preghiera era sta-
pura, senza Dio. Ma Dio adesso stava ta esaudita e gli aveva ordinato di far
per compiere una cosa nuova. Gli stra- venire... Pietro. È encomiabile la fame
nieri (rappresentati dagli uccelli e dagli della Parola di Dio nel cuore di questo

506
ATTI DEGLI APOSTOLI 10:44-48

pagano, che esclamò: or dunque sia- vissuto una vita di altruismo al servizio
mo tutti qui presenti davanti a Dio, degli altri, facendo del bene e guaren-
per ascoltare tutto ciò che ti è stato do tutti quelli che erano sotto il potere
comandato dal Signore. Uno spirito del diavolo.
così aperto e disposto a essere istruito 10:39-41 Gli apostoli erano testimo-
viene sicuramente ricompensato con ni della verità di tutte le cose che Gesù
la guida divina. aveva compiute. Essi avevano viaggiato
10:34-35 Pietro esordì con una fran- con lui in tutta la Giudea e in Gerusa-
ca ammissione. Fino ad allora aveva lemme. Nonostante la sua vita perfetta,
creduto che la grazia di Dio fosse riser- gli uomini lo uccisero, appendendolo a
vata unicamente alla nazione d’Israele. una croce. Dio lo risuscitò dai morti il
Ora egli comprendeva che la considera- terzo giorno ed egli fu poi visto da te-
zione di Dio per l’uomo non dipendeva stimoni prescelti da Dio. Per quanto
dalla nazionalità: Giudeo o straniero ci è dato sapere, dopo la risurrezione
che fosse, Dio guardava al suo cuore il Signore Gesù non si rivelò ad alcun
onesto e contrito. In qualunque nazio- incredulo. Gli apostoli non soltanto
ne chi lo teme e opera giustamente gli lo videro, ma addirittura mangiarono
è gradito. e bevvero con lui (ciò, naturalmente,
Sono due le principali interpretazio- dimostra che il corpo di risurrezione
ni del v. 35: del Salvatore era materiale, tangibile e
1. se un individuo si ravvede sincera- fisico).
mente e cerca Dio, è salvato anche 10:42 Dopo essere risorto, il Signore
senza aver mai udito parlare del Si- affidò agli apostoli la missione di pro-
gnore Gesù. Il concetto è che, seb- clamarlo giudice dei vivi e dei morti.
bene l’individuo in questione ignori Questa affermazione è coerente con
l’esistenza del sacrificio vicario di l’insegnamento di molte altre Scrittu-
Cristo, Dio salva l’uomo in confor- re, in cui si insegna che “il Padre… ha
mità a tale sacrificio, riconoscendo il affidato tutto il giudizio al Figlio” (Gv
valore dell’opera di Cristo a favore di 5:22). Naturalmente ciò significa che,
qualsiasi uomo di fede sincera; come Figlio dell’uomo, egli giudicherà
2. malgrado il timore di Dio e le ope- sia i Giudei sia gli stranieri.
re rette, l’individuo non è salvato: 10:43 Ma Pietro non si soffermò sul-
la salvezza avviene solamente me- la nota del giudizio. Egli presentò, inve-
diante la fede nel Signore Gesù Cri- ce, il grandioso messaggio della verità
sto. Nondimeno, quando trova un evangelica, spiegando come evitare il
individuo che vive coerentemente giudizio. Come insegnano tutti i pro-
con una propria, seppur limitata, co- feti dell’A.T., chiunque crede nel nome
noscenza del Signore, Dio provvede del Messia riceve il perdono dei pecca-
affinché questi oda il vangelo e abbia ti. Non si tratta di un’offerta limitata al
la possibilità di essere salvato. popolo d’Israele, bensì rivolta a tutto il
Crediamo che quest’ultima sia l’in- mondo. Vuoi sperimentare il perdono
terpretazione corretta del v. 35. dei peccati? Credi in Gesù Cristo!
10:36-38 Pietro ricordò dunque ai 10:44-48 Mentre Pietro parlava così,
suoi ascoltatori che, sebbene il messag- lo Spirito Santo scese su tutti quelli che
gio del vangelo fosse stato rivolto pri- ascoltavano. Tutti parlavano in altre
ma ai Giudei, Gesù Cristo... è il Signore lingue, glorificando Dio. Per i presenti
di tutti, tanto stranieri quanto Giudei. questa fu la prova che Cornelio e la sua
L’uditorio conosceva certamente le vi- famiglia avevano veramente ricevuto lo
cende di Gesù di Nazaret, iniziate in Spirito Santo. Gli ospiti giudei, venuti da
Galilea al tempo in cui Giovanni bat- Ioppe, si meravigliarono che lo Spirito
tezzava e proseguite in tutta la Giudea. Santo fosse dato anche agli stranieri
Questo Gesù... unto dallo Spirito aveva che non erano proseliti del giudaismo.

507
ATTI DEGLI APOSTOLI 11:1-3

Ma Pietro non era limitato dallo stesso dare con loro e la discesa dello Spirito
pregiudizio: egli si rese immediatamen- Santo sugli stranieri. Poiché Dio aveva
te conto che Dio non faceva distinzioni operato in molti modi precisi, ma di-
tra Giudei e stranieri e propose che Cor- versi, opporsi o fare resistenza avrebbe
nelio e i suoi fossero battezzati. evidentemente significato opporsi al
...questi… hanno ricevuto lo Spirito Signore.
Santo come noi : quegli stranieri erano Nel suo racconto, Pietro aggiunse
stati salvati proprio alla stessa maniera alcuni interessanti particolari omessi
dei Giudei, ossia mediante la sola fede. nel precedente capitolo:
Qui non vi è accenno all’osservanza 1. la tovaglia che scendeva dal cielo...
della legge, né alla circoncisione, né ad giunse proprio fino al punto in cui
alcun altro rito o cerimoniale. egli si trovava (v. 5);
Notiamo anche l’ordine degli even- 2. egli la osservò con attenzione (v. 6);
ti concernenti la discesa dello Spirito 3. sei fratelli lo accompagnarono da
Santo sugli stranieri: Ioppe a Cesarea (v. 12);
1. ascoltarono la Parola (ossia credet- 4. l’angelo promise a Cornelio che Pie-
tero e si convertirono; v. 44); tro gli avrebbe detto cose, per le
2. ricevettero lo Spirito Santo (vv. 44, 47); quali egli e tutta la sua famiglia si
3. furono battezzati (v. 48). sarebbero salvati (v. 14). Ciò prove-
Nell’economia attuale, in cui Dio sta rebbe che Cornelio, prima dell’arrivo
raccogliendo in mezzo alle nazioni un di Pietro, non era un uomo salvato
popolo per il suo nome, questo è l’or- (inoltre vd. commento a 10:1-2).
dine valido sia per i Giudei sia per gli 11:15 Secondo il racconto di Pietro,
stranieri. lo Spirito Santo scese sugli stranieri
Non stupisce che, dopo quest’opera non appena egli ebbe cominciato a
di grazia dello Spirito di Dio a Cesarea, parlare. Dal passo 10:44, tuttavia, sem-
i credenti pregassero Pietro di rimane- bra che egli avesse cominciato a par-
re alcuni giorni con loro. lare già da un po’. Evidentemente egli
11:1-3 La notizia che Pietro aveva cominciò a parlare, ma fu interrotto
predicato agli stranieri e che anch’es- prima di addentrarsi nel discorso.
si erano stati salvati si diffuse rapi- 11:16 Quando lo Spirito Santo scese
damente in tutta la Giudea . Perciò, sugli stranieri, Pietro subito tornò con
quando Pietro fece ritorno a Gerusa- la mente al giorno della Pentecoste, poi
lemme, i credenti circoncisi lo conte- ancora più indietro, fino alla promessa
starono perché aveva mangiato con del Signore che i suoi discepoli sareb-
degli stranieri. L’espressione i credenti bero stati battezzati con lo Spirito San-
circoncisi, in questo brano, indica i cri- to. Capì che quella promessa si era, in
stiani giudei di nascita, ancora legati al parte, adempiuta alla Pentecoste e che
vecchio modo di pensare. Ad esempio, ora si stava adempiendo di nuovo.
essi credevano che, per ricevere la tota- 11:17 Quindi Pietro affrontò i so-
le benedizione del Signore, gli stranieri stenitori della circoncisione con una
dovessero farsi circoncidere. Inoltre, domanda: Se dunque Dio aveva scelto
essi ritenevano che, sedendo alla stessa di donare lo Spirito agli stranieri, come
mensa con degli stranieri, Pietro non aveva precedentemente fatto con i Giu-
avesse agito in modo corretto. dei che avevano creduto, chi era Pietro
11:4-14 Per difendere il proprio da potersi opporre a Dio?
operato, Pietro raccontò in breve tut- 11:18 Dobbiamo render merito a
to quello che era avvenuto: la visione questi Ebrei cristiani i quali, udito
della gran tovaglia che scendeva giù il racconto di Pietro, riconobbero la
dal cielo, l’apparizione di un angelo mano di Dio in quanto era avvenuto e
a Cornelio, l’arrivo dei messaggeri di mutarono d’avviso. Tutte le loro rimo-
Cornelio, l’ordine dello Spirito di an- stranze svanirono lasciando posto alla

508
ATTI DEGLI APOSTOLI 11:25-26

lode a Dio, per aver accordato il ravve- do con potenza tra questi stranieri, così
dimento anche agli stranieri affinché li esortò tutti ad attenersi al Signore con
abbiano la vita. piena determinazione. Quale piacere fu,
per questa giovanissima chiesa, riceve-
B. Fondazione della chiesa re la visita di quest’uomo buono, pieno
ad Antiochia (11:19-30) di Spirito Santo e di fede ! Durante la
11:19 A questo punto la narrazione ri- sua permanenza una folla molto nu-
prende dal tempo della persecuzione merosa venne al Signore. Fu così che si
dei cristiani che seguì al martirio di Ste- preservò anche l’unità con la chiesa di
fano. In altre parole, gli avvenimenti ri- Gerusalemme.
portati nei prossimi versetti avvennero 11:25-26 Poi Barnaba si ricordò di
prima della conversione di Cornelio. Saulo di Tarso ! Era stato proprio lui a
Quelli che erano stati dispersi per la presentare Saulo agli apostoli, a Ge-
persecuzione portarono il vangelo nel- rusalemme. Saulo era poi stato fatto
le seguenti regioni: fuggire dalla città, a causa del com-
1. Fenicia, la stretta fascia costiera a plotto dei Giudei. Da allora questi si
sud-est del Mediterraneo, compren- trovava nella sua città natale, Tarso.
dente i porti di Tiro e Sidone (l’odier- Impaziente di incoraggiare Saulo nel
no Libano); suo ministero e far godere alla chiesa
2. Cipro, vasta isola nel Mediterraneo di Antiochia i benefici del suo insegna-
sud-orientale; mento, Barnaba partì verso Tarso e
3. Cirene, città portuale sulla costa condusse Saulo ad Antiochia. Così per
settentrionale dell’Africa (l’odierna un anno intero questo splendido grup-
Libia). po lavorò insieme con la chiesa, inse-
Tuttavia, costoro predicarono il van- gnando a un gran numero di persone.
gelo solo ai Giudei, e a nessun altro. Fu ad Antiochia che, per la prima
11:20-21 Nondimeno, alcuni Ciprioti volta, i discepoli furono chiamati cri-
e Cirenei, recatisi ad Antiochia, por- stiani. A quel tempo si trattava senza
tarono la buona notizia ai Greci. (47) La dubbio di un termine di biasimo, ma
loro predicazione fu benedetta e grande da allora è stato accolto con gioia da
fu il numero di coloro che credettero e tutti quelli che amano il Salvatore.
si convertirono al Signore. F.W. Grant J.A. Stewart commenta:
afferma: “È degno di nota che, in tutto
questo, l’ufficialità non abbia alcun pe- Quel sant’uomo di F.B. Meyer ha
so. Non conosciamo il nome di nessuno affermato: “Antiochia sarà sempre
di coloro che parteciparono all’opera”. ricordata negli annali cristiani gra-
L’introduzione del cristianesimo ad zie a quel gruppo di discepoli senza
Antiochia fu un passo importante nel nome né titolo che, fuggiti da Geru-
cammino della chiesa. Antiochia sor- salemme a causa della persecuzione
geva presso il fiume Oronte, in Siria, a di Saulo, osarono predicare il vange-
lo ai Greci e raccogliere i convertiti in
nord d’Israele. Considerata la terza città
una chiesa, totalmente incuranti dei
dell’impero romano, Antiochia è stata
rituali d’iniziazione del giudaismo”.
soprannominata “la Parigi del mondo Se quei credenti fossero fuggiti da
antico”. Da qui Paolo e i suoi compagni una comunità moderna, in cui il mi-
salparono per i loro viaggi missionari per nistero è affidato alla responsabili-
recare la buona notizia agli stranieri. tà di un unico individuo, un simile
11:22-24 Quando la notizia del gran- trionfo della storia della chiesa non
de risveglio spirituale raggiunse la chie- sarebbe mai stato scritto. Che trage-
sa che era in Gerusalemme, fu deciso di dia, per la chiesa media, permettere
inviare ad Antiochia il cordiale e buon che i doni dello Spirito Santo resti-
Barnaba. Quel caro fratello capì di pri- no latenti e inespressi a causa della
mo acchito che il Signore stava operan- mancanza d’opportunità per servire!

509
ATTI DEGLI APOSTOLI 11:27-30

Fino a quando a ogni piccolo gruppo rimento alla chiesa, si menzionano gli
di credenti corrisponderà un pastore anziani. Per i Giudei, tuttavia, quello
pagato per prendersi cura di loro, una degli anziani era un concetto familia-
cosa è certa: il mondo non sarà mai re fin dai tempi delle sinagoghe. Non
evangelizzato. Dio sia ringraziato per è data alcuna informazione circa il
tutti i volontari della scuola dome- modo in cui questi uomini di Gerusa-
nicale, per gli insegnanti degli studi lemme furono costituiti anziani. Nelle
biblici e per tutti i cosiddetti “laici”. chiese degli stranieri, gli anziani era-
Se ciascuno di loro dovesse essere no nominati dagli apostoli o da loro
pagato per il servizio che presta, po- rappresentanti (vd. 14:23; Tt 1:5). Le
chissime chiese sarebbero in grado
qualifiche degli anziani sono elencate
di sostenerne la spesa.(48)
in 1 Ti 3:1-7 e Tt 1:6-9.
11:27-30 Benché fosse divenuta il
centro dal quale il vangelo fu inviato C. Erode perseguita i credenti.
agli stranieri , Antiochia mantenne Morte di Erode (12:1-23)
sempre una totale e affettuosa comu- 12:1-2 Gli implacabili attacchi di Sa-
nione con la chiesa di Gerusalemme, tana contro la chiesa proseguivano.
centro dell’evangelizzazione dei Giu- Questa volta la persecuzione fu ordi-
dei (come ben illustrato dall’episodio nata dal re Erode Agrippa I, un nipote
che segue). di Erode il Grande. Questi era stato
In quel periodo alcuni profeti scese- nominato re della Giudea dall’impe-
ro da Gerusalemme ad Antiochia. Quei ratore romano Claudio. Osservante
profeti erano dei credenti che avevano della legge di Mosè, egli si adoperò
ricevuto dallo Spirito Santo il dono di grandemente per compiacere i Giudei.
parlare per conto di Dio. Il Signore si Fu proprio in conformità a tale politi-
rivelava loro ed essi comunicavano al ca che egli perseguitava alcuni della
popolo i suoi messaggi. Uno di loro, di chiesa e fece uccidere di spada Giaco-
nome Agabo, predisse che su tutta la mo, fratello di Giovanni.
terra abitata si sarebbe abbattuta una Quest’ultimo era l’apostolo che assi-
grande carestia. Tale carestia, infatti, stette, con Pietro e Giovanni, alla trasfi-
avvenne durante l’impero di Claudio. I gurazione del Signore sul monte (vd. Mt
discepoli di Antiochia decisero subito 17:1; Mr 9:2; Lu 9:28); sua madre era la
di inviare una sovvenzione ai fratel- donna che tentò di intercedere affinché
li cristiani che abitavano in Giudea . i suoi due figli sedessero accanto a Cri-
Quella fu, indubbiamente, una toccan- sto nel suo regno (vd. Mt 20:21).
te testimonianza del fatto che il muro Questo capitolo affronta un interes-
di separazione tra Giudei e stranieri sante studio delle vie che Dio traccia
stava per essere abbattuto e che gli an- per i suoi seguaci. Giacomo fu ucciso
tichi antagonismi erano stati eliminati dal nemico allorché Pietro fu miraco-
dalla croce di Cristo. La grazia di Dio losamente liberato. Ragionando in ter-
si manifestò nei discepoli i quali, tutti mini umani, ci sarebbe da domandarsi
concordi, donarono spontaneamente, perché Dio avesse favorito Pietro. La
in proporzione a ciò che possedevano. fede riposa sull’amore e sulla sapienza
Diedero ciascuno secondo le proprie di Dio, sapendo che:
possibilità . F.W. Grant ha constatato Il male che Dio benedice
tristemente che: “Oggi sembra che cia- è il nostro bene,
scuno dia un po’ del suo superfluo e E il bene che non è benedetto
che i più ricchi, in proporzione, diano è il nostro male,
meno di tutti”. Ed è bene tutto ciò
Il denaro fu consegnato agli anzia- che sembra peggio,
ni, per mezzo di Barnaba e di Saulo. Se è questa la sua buona volontà.
Questa è la prima volta che, con rife- – Frederick W. Faber

510
ATTI DEGLI APOSTOLI 12:18-19

12:3-4 Poiché i Giudei avevano ac- scepoli dovevano essere in preghiera


colto con entusiasmo la condanna a nella casa di Maria, madre di Giovanni
morte di Giacomo, Erode si sentì spinto detto anche Marco. Quell’incontro di
a fare altrettanto con Pietro. Ma, ca- preghiera dovette durare tutta la notte,
dendo proprio in quei giorni la festività giacché la fuga di Pietro dalla prigione
degli Azzimi, un’esecuzione capitale avvenne probabilmente nelle prime
non era opportuna. Inoltre, i Giudei sa- ore del mattino.
rebbero stati troppo presi dai loro ceri- 12:13-15 Pietro bussò alla porta
moniali per apprezzare il gesto, perciò d’ingresso e rimase in attesa. Una ser-
Erode ordinò che Pietro fosse tempora- va di nome Rode (gr. “Rosa”) si avvici-
neamente imprigionato. L’apostolo era nò per sentire chi era ma, udendo che
sotto la sorveglianza di sedici soldati si trattava di Pietro, per l’eccitazione
divisi in quattro picchetti, ciascuno di non aprì la porta e corse invece ad an-
quattro uomini. nunciare la grande notizia a quelli che
12:5 La chiesa di Gerusalemme stavano pregando. Costoro pensaro-
pregava ardentemente per Pietro, tan- no che fosse impazzita e non si fecero
to più che era ancora vivo il ricordo scrupolo di dirglielo, ma ella insisteva
dell’uccisione di Giacomo. G.C. Morgan che l’apostolo era davvero alla porta.
commenta: “La forza di quella sincera Allora replicarono che doveva trattar-
e debole preghiera era più potente di si del suo angelo custode. La donna,
Erode, e più potente dell’inferno”. tuttavia, continuava a sostenere che si
12:6-11 Nella notte... in cui Erode trattava proprio di Pietro.
progettava di farlo comparire, Pietro Si rimprovera spesso a quei creden-
stava dormendo profondamente, am- ti di aver pregato senza credere; essi,
manettato tra due soldati. Qualcuno in effetti, rimasero sorpresi dall’esau-
ha definito il suo sonno profondo “il dimento delle loro preghiere! Ma le
trionfo della fede”. Egli probabilmente nostre critiche sono, probabilmente,
ricordava la promessa del Signore: sa- il frutto dalla nostra imbarazzata co-
rebbe vissuto fino a diventare vecchio scienza. Invece di rimproverare gli al-
(vd. Gv 21:18); perciò sapeva che Erode tri, dovremmo sentirci profondamente
non poteva ucciderlo prima del tempo. confortati dal fatto che Dio risponde a
Improvvisamente apparve un angelo delle preghiere povere di fede. Tutti noi
del Signore e la cella fu inondata di lu- tendiamo a essere dei credenti che non
ce. L’angelo, battendo il fianco a Pietro, credono...
gli ordinò di alzarsi in fretta. 12:16-17 Pietro, nel frattempo,
Immediatamente le manette cad- era rimasto sulla soglia a bussare.
dero a terra. Con brevi e incisive frasi, Quand’ebbero finalmente aperto e
l’angelo ordinò a Pietro di vestirsi, Pietro fu entrato, tutti i dubbi svaniro-
mettersi i sandali, coprirsi con il man- no ed essi proruppero in esclamazio-
tello e seguirlo. Sebbene inebetito dal- ni di gioia. Egli pregò di far silenzio e
lo stupore, Pietro seguì l’angelo oltre raccontò brevemente il fatto della sua
la prima e la seconda guardia della miracolosa liberazione; infine, dopo
prigione. Quando giunsero alla porta aver chiesto di recare la notizia a Gia-
di ferro, questa si aprì da sola. Fu solo como (probabilmente il figlio di Alfeo)
dopo che si furono incamminati per e ai fratelli... se ne andò. Non ci è dato
una strada e che l’angelo fu sparito, sapere dove si diresse.
che Pietro rientrò in sé. Capì che non si 12:18-19 Al mattino, notando la
trattava di un sogno, ma che il Signore scomparsa di Pietro, i poveri soldati fu-
lo aveva miracolosamente liberato dal- rono presi dal panico. Anche per Erode
la mano di Erode e dei Giudei. fu un’esperienza traumatica. Nulla di
12:12 Fermatosi il tempo necessario ciò che gli riferirono le guardie riuscì
per riflettere, Pietro pensò che i di- a convincerlo. Al contrario, l’inconsi-

511
ATTI DEGLI APOSTOLI 12:20

stenza dei loro discorsi lo fece infuriare cap. 13 come un preciso punto di
a tal punto che ordinò che fossero mes- svolta nel libro degli Atti; taluni lo
se a morte. Quindi partì per Cesarea, a considerano addirittura l’inizio del
curare il suo orgoglio ferito. secondo volume del libro. L’apostolo
12:20 Per qualche ignoto motivo, Paolo diventa, a questo punto, il per-
Erode era fortemente irritato contro sonaggio di spicco e Antiochia di Siria
gli abitanti di Tiro e di Sidone, due il centro da cui il vangelo si diffonderà
scali commerciali che si affacciavano fra gli stranieri.
sul Mediterraneo. Approfittando della 13:1 Come apprendiamo dal cap. 11,
vacanza del re a Cesarea, essi decisero ad Antiochia era sorta una chiesa nella
di presentarsi a lui per ingraziarselo; le quale non era stato nominato un mi-
loro città, infatti, dipendevano dall’im- nistro o un pastore, ma i cui credenti
portazione del grano dalla Giudea. esercitavano svariati doni spirituali. Vi
Conquistata l’amicizia di Blasto, ciam- erano, di fatto, almeno cinque profeti e
bellano del re, fu dunque sollecitata la dottori. Come già menzionato, un pro-
ripresa dei rapporti diplomatici. feta era un uomo cui lo Spirito Santo
12:21-23 Un giorno Erode, ornato di aveva dato il dono di ricevere rivelazio-
tutti i suoi orpelli regali, si presentò a ni direttamente da Dio e di comunicar-
parlare al popolo. La folla, in delirio, le ad altri. In pratica, i profeti erano i
acclamava a gran voce: Voce di un portavoce del Signore e annunciavano
dio e non di un uomo! Erode non fece gli eventi futuri. I dottori erano uomini
neppure il gesto di rifiutare gli onori che lo Spirito Santo aveva reso capaci
divini, o di dare la gloria a Dio. Per di esporre e spiegare la Parola di Dio in
questo un angelo del Signore lo col- modo comprensibile.
pì con una tremenda malattia ed egli Questi sono i nomi di tali profeti e
morì. Era il 44 d.C. dottori :
Così l’uomo che aveva fatto uccide- 1. Barnaba. Abbiamo già fatto la cono-
re Giacomo per compiacere i Giudei fu scenza di questo straordinario servo
ucciso da chi ha il potere di distruggere di Dio, nonché fedele compagno di
il corpo e l’anima nell’inferno. Erode Paolo. Questi è citato per primo, for-
raccolse quello che aveva seminato. se in ragione della sua anzianità nel-
la fede o nel servizio;
D. Primo viaggio missionario di 2. Simeone detto Niger. A giudicare dal
Paolo: la Galazia (12:24–14:28) nome, si trattava di un Giudeo di na-
12:24 Nel frattempo il vangelo con- scita, forse originario di una comu-
tinuava a diffondersi. Anche il furore nità giudea africana. Oppure aveva
degli uomini ritornerà a sua lode: egli adottato il nome Niger (“nero” o “di
si cinge degli ultimi avanzi dei loro fu- carnagione scura”) per comodità
rori (vd. Sl 76:10). “Il SIGNORE rende vano nell’opera tra gli stranieri. Natural-
il volere delle nazioni, i disegni del suo mente, come suggerito dal nome,
cuore durano di età in età” (Sl 33:10-11). egli poteva essere una persona di co-
12:25 Compiuta la consegna del do- lore. Di costui non si sa altro;
no a Gerusalemme, Barnaba e Saulo... 3. Lucio di Cirene. Probabilmente uno
tornarono ad Antiochia, (49) portando degli uomini di Cirene che si recaro-
con loro Marco, cugino di Barnaba no ad Antiochia per annunciare il Si-
(vd. Cl 4:10). Questo Marco è l’autore gnore Gesù (vd. 11:20);
del secondo Vangelo. 4. Manaem (equivalente al nome vete-
Non è possibile stabilire se Barnaba rotestamentario Menaem). Di lui è
e Saulo fossero a Gerusalemme quan- detto che era un amico d’infanzia di
do Giacomo fu ucciso e Pietro impri- Erode il tetrarca. È interessante no-
gionato, o quando Erode morì. tare come un uomo cresciuto a così
Molti commentatori indicano il stretto contatto col malvagio Erode

512
ATTI DEGLI APOSTOLI 13:3

Antipa sia stato uno dei primi con- della chiesa primitiva e la recettività
vertiti alla fede cristiana. Il titolo di dei discepoli alle sue indicazioni.
tetrarca indica che Erode governava 13:3 Allorché lo Spirito Santo ebbe
sopra un quarto del regno del padre; così rivelato la sua volontà, gli uomini
5. Saulo. Sebbene elencato per ultimo, continuarono a digiunare e pregare.
Saulo era destinato a diventare l’in- Quindi gli altri tre (Simeone, Lucio e
carnazione vivente del detto: “Gli ul- Manaem) imposero le mani su Barna-
timi saranno primi”. ba e Saulo. Non si trattava dell’atto uf-
Questi cinque uomini illustrano come ficiale di “ordinazione” praticato oggi
la chiesa primitiva fosse integrata e an- nel mondo cristiano, in cui una chiesa
tirazzista. “Era nato un nuovo sistema di conferisce ufficialmente uno status ec-
misura: non più ‘chi sei’, ma ‘di chi sei’”. clesiastico. Si trattava semplicemente
13:2 Questi profeti e dottori si era- dell’espressione della comunione con
no radunati, probabilmente con tutta questi due uomini nell’opera alla qua-
la chiesa, per digiunare e pregare. Dal le lo Spirito Santo li aveva chiamati. Il
contesto si intuisce che l’espressione ce- concetto di un “rito di ordinazione”,
lebravano il culto del Signore significa che conferisce l’autorità esclusiva ad
essi che trascorrevano del tempo nella amministrare i “sacramenti” e a com-
preghiera e nell’intercessione. Digiu- piere altre attività ecclesiastiche, non
nando, essi negavano le legittime prete- trova riscontro nel N.T. J. Barnhouse
se del corpo, in modo da dedicarsi con commenta:
meno distrazioni agli esercizi spirituali. Uno dei gravi errori del nostro moder-
Perché si erano riuniti per pregare? no modo di agire consiste nell’aspet-
È forse eccessivo ritenere che si fossero tarsi che un uomo possieda tutti i doni
riuniti a causa del profondo peso che necessari per esercitare la guida di
sentivano per l’evangelizzazione del una comunità. Di conseguenza, una
mondo? Il racconto non parla di una chiesa può essere formata da diverse
notte di preghiera, ma è implicito che centinaia di membri, ma avere un solo
si trattava di un incontro più lungo e pastore. Da lui ci si aspetta la capacità
impegnativo degli abituali “incontri di di guidare, predicare, confortare e così
preghiera” odierni. via. Infatti, degli otto carismi elencati
Mentre pregavano, lo Spirito Santo nel nostro testo (Ro 12:6-8), sette sono
li guidò a mettere da parte Barnaba e solitamente attribuiti al ministro de-
Saulo per la particolare opera che egli signato e soltanto l’ottavo è conside-
aveva in mente. Incidentalmente, que- rato responsabilità della comunità.
sta è una precisa prova della persona- Di quale dono si tratta? Quello di pa-
lità dello Spirito Santo. Se lo Spirito gare i conti! Qualcosa qui non quadra.
Santo non fosse altro che un influsso, Mi si potrebbe chiedere se non si stia
implicitamente dicendo che i laici
l’uso di un tale linguaggio sarebbe
dovrebbero predicare. Senz’ombra di
inconcepibile. Come fece lo Spirito
dubbio: quando un laico ha conoscen-
Santo a comunicare il suo messaggio za delle Scritture, dovrebbe esercitare
ai profeti e ai dottori? Non vi è una il proprio dono e predicare in ogni oc-
risposta precisa a tale domanda, ma casione. La crescita dei movimenti lai-
è probabile che abbia parlato proprio ci è significativa e si muove nella giu-
attraverso uno dei profeti (Simeone, sta direzione: a ritroso, verso il modo
Lucio o Manaem). di agire del Nuovo Testamento.(50)
In questo passo è citato prima Barna-
ba, poi Saulo. Ma al loro rientro ad An- Va ricordato che Barnaba e Saulo
tiochia (cfr. v. 43) l’ordine sarà inverso. erano già impegnati nell’opera del Si-
Questo versetto è di cruciale impor- gnore da circa otto anni. Non erano dei
tanza pratica per evidenziare il ruolo di principianti: essi avevano già ricevuto
guida dello Spirito Santo nei confronti “l’ordinazione delle ‘mani forate’”. Ora

513
ATTI DEGLI APOSTOLI 13:4

i loro compagni ad Antiochia stavano di Dio, il mago tentò di intromettersi. Si


semplicemente unendosi a loro nella trattava, probabilmente, di un attacco
speciale missione di recare il vangelo satanico per ostacolare il vangelo.
agli stranieri. Questo Bar-Gesù era altresì noto con
13:4 Qui inizia quello che è comune- il nome di Elima (v. 8). L’etimologia del
mente noto come il primo viaggio mis- nome è incerta; secondo alcuni com-
sionario di Paolo (fino a 14:26), il cui mentatori, il nome potrebbe significa-
obiettivo era, essenzialmente, l’evan- re “uomo savio” (se così fosse, alla luce
gelizzazione dell’Asia Minore. Nel se- dei fatti tale nome si sarebbe rivelato
condo viaggio missionario il vangelo alquanto inappropriato).
raggiunse la Grecia. Nel terzo, dopo 13:9-10 Comprendendo che Sergio
aver fatto ritorno alle chiese dell’Asia Paolo stava seriamente cercando la ve-
Minore e della Grecia, Paolo si occupò rità e che il mago vi si opponeva, Sau-
soprattutto della provincia dell’Asia e lo riprese quest’ultimo senza mezzi
della città di Efeso. L’opera missionaria termini. Per evitare che la reazione di
di Paolo si svolse lungo un periodo di Saulo possa essere ritenuta carnale, si
circa quindici anni. specifica qui che egli agì essendo pieno
Seguendo i viaggi di Paolo, indiche- di Spirito Santo. Fissato lo sguardo su
remo a caratteri maiuscoli ciascuna questo “Elima”, Saulo, che non si la-
località che, in ogni viaggio, è menzio- sciò ingannare dal nome Bar-Gesù, lo
nata per la prima volta. accusò di essere pieno d’ogni astuzia
Da Antiochia di Siria, i due intrepidi e d’ogni malizia e lo svergognò chia-
servitori di Cristo dapprima scesero mandolo figlio del diavolo, nemico di
a SELEUCIA , città portuale distante ogni giustizia, tacciandolo di distorce-
25 km ca da Antiochia; quindi, di là, re la verità di Dio.
salparono verso l’isola di CIPRO. 13:11 Poi, per la speciale autorità
13:5 Sbarcati a SALAMINA , sulla disciplinare conferitagli come aposto-
costa orientale di Cipro, essi visitarono lo, Saulo dichiarò a Elima che, per un
diverse sinagoghe, predicando la Paro- certo tempo, sarebbe stato reso cieco.
la di Dio. A quei tempi, nelle sinagoghe, Per aver cercato di tenere il proconsole
gli uomini giudei avevano la possibilità e altri nelle tenebre spirituali, sareb-
di leggere o spiegare le Scritture. Gio- be stato punito con la cecità fisica. In
vanni Marco li assisteva come aiutan- quell’istante, oscurità e tenebre piom-
te. Recandosi nelle sinagoghe, Barnaba barono su di lui ed egli, brancolando
e Paolo ubbidivano all’ordine divino di tutt’intorno, cercava qualcuno dispo-
portare il vangelo prima ai Giudei e poi sto a condurlo per la mano.
agli stranieri. In un certo senso, Elima rappre-
13:6a Da Salamina, attraversando sentava Israele, che non solo rifiutò di
tutta l’isola, arrivarono a PAFO, sulla accogliere il Signore Gesù, ma cercò
costa occidentale. La prima era il prin- altresì di impedire che altri l’acco-
cipale centro commerciale di Cipro, la gliessero. Dio punì la nazione d’Israele
seconda ne era la capitale. accecandola, ma solo per un certo tem-
13:6b-8 A Pafo incontrarono un ma- po. Alla fine un residuo della nazione,
go e falso profeta... di nome Bar-Gesù ravvedutasi, si rivolgerà a Gesù come
(che significa figlio di Gesù o di Giosuè). Messia e si convertirà.
In qualche modo questo mago era riu- 13:12 Il proconsole fu, ovviamente,
scito ad accattivarsi la benevolenza di assai colpito dal miracoloso gesto di
Sergio Paolo, il proconsole (51) romano (o Dio, ma lo fu maggiormente dalla dot-
funzionario amministrativo) dell’isola, trina insegnata da Barnaba e Saulo.
descritto come un uomo intelligente. Egli accettò il Signore Gesù e divenne
Allorché questi chiamò a sé Barnaba un vero credente, il primo trofeo della
e Saulo per essere istruito nella Parola grazia del primo viaggio missionario.

514
ATTI DEGLI APOSTOLI 13:23

In questo racconto, al v. 9, Luca co- di Cristo; 3° proclamazione della risur-


mincia a usare il nome straniero Paolo rezione di Cristo; 4° annuncio della re-
in luogo dell’ebr. Saulo. L’uso del nome missione dei peccati mediante l’opera
Paolo indica il progressivo orientamen- del Salvatore; 5° ammonizione riguar-
to del vangelo verso gli stranieri. do al rischio che avrebbe comportato il
13:13 La figura di Paolo, a questo rifiuto del vangelo.
punto, passa in primo piano, come 13:17 Paolo cominciò a parlare del
rivelano le parole Paolo e i suoi com- proposito di Dio di fare d’Israele il suo
pagni . Da Pafo essi navigarono in popolo terreno. Passò in rassegna il
direzione nord-ovest, verso PERGA periodo della schiavitù del popolo nel
di PANFILIA . La Panfilia era una pro- paese di Egitto ed esaltò la grazia divi-
vincia romana sulla costa meridionale na che operò la liberazione, con braccio
dell’Asia Minore. Perga, la sua capitale, potente, dall’oppressione del faraone.
sorgeva presso il fiume Cestro, nell’en- 13:18 Per circa quarant’anni Dio
troterra, a poco più di dieci chilometri sopportò la condotta del popolo
dalla costa. d’Israele nel deserto. Il verbo tradot-
Fu a Perga che Giovanni Marco to con “sopportare”, oggi solitamente
lasciò il gruppo e fece ritorno a Geru- usato nell’accezione di “rassegnazio-
salemme. Forse non gradiva l’idea di ne”, deriva da un termine che sugge-
portare il vangelo agli stranieri. Paolo risce una connotazione più positiva,
considerò la sua defezione un errore vale a dire “prendersi cura” di qual-
così grave che si rifiutò di riprendere cuno. Questo è certamente quanto il
Marco con sé, allorché questi volle ac- Signore fece per Israele, nonostante
compagnarlo nel secondo viaggio. Si tutte le lamentele del suo popolo.
creò un tale aspro dissenso tra Paolo 13:19-22 I quattrocentocinquant’an-
e Barnaba, che i due, in seguito, con- ni che Paolo menziona risalgono, pro-
tinuarono il servizio cristiano per due babilmente, al tempo dei patriarchi e
strade diverse (cfr. 15:16-39). In segui- comprendono, quindi, tutto il periodo
to, però, Marco riconquistò la fiducia che arriva fino al tempo dei giudici. (52)
dell’apostolo Paolo (vd. 2 Ti 4:11). Dopo l’ingresso del popolo in Ca-
Della visita a Perga non è narrato al- naan, Dio diede loro dei giudici fino al
cun particolare. periodo del profeta Samuele. Quando,
13:14-15 La tappa successiva fu AN- per conformarsi agli altri popoli, essi
TIOCHIA di PISIDIA, 160 km ca a nord chiesero un re, Dio diede loro Saul,
di Perga. Anche qui i due messaggeri figlio di Chis, della tribù di Beniami-
della croce si recarono di sabato nella no, il quale regnò per quarant’anni. A
sinagoga. Dopo la lettura delle Scrit- causa della sua disubbidienza, Saul fu
ture, i capi della sinagoga riconobbero rimosso dal trono e Dio suscitò... Da-
che i visitatori erano Giudei e li invi- vide per sostituirlo. Dio rese a Davide
tarono a parlare, se avevano qualche la gran testimonianza di essere un uo-
parola di esortazione da rivolgere al mo secondo il suo cuore, che avrebbe
popolo. Questa libertà di annunciare la eseguito ogni suo volere. Il v. 22 è una
verità del vangelo nelle sinagoghe non citazione del Sl 89:20 e di 1 S 13:14.
sarebbe durata a lungo. 13:23 Da Davide, Paolo passò facil-
13:16 Paolo non si sarebbe certo la- mente a parlare di Gesù, sua discen-
sciato sfuggire l’occasione di predicare denza . È stato osservato, a ragione,
il vangelo, perciò si alzò e si rivolse ai che nella predicazione di Paolo tutte le
presenti. Generalmente il suo piano strade conducevano a Cristo. Forse per
strategico era così formulato: 1° rievo- noi è difficile riuscire ad apprezzare
cazione di un momento della storia dei appieno il coraggio di Paolo nell’an-
Giudei; 2° presentazione degli avveni- nunciare al popolo d’Israele che Gesù
menti concernenti la vita e il ministero era il salvatore mandato loro da Dio,

515
ATTI DEGLI APOSTOLI 13:24

secondo la promessa. Questo non era pellirono amorevolmente il corpo del


esattamente l’aspetto sotto il quale i Signore Gesù.
Giudei erano abituati a vedere Gesù ! 13:30-31 La risurrezione di Gesù dai
13:24 Dopo questa breve introduzio- morti era ben attestata.
ne, Paolo richiamò alla memoria il mini- …quelli che erano saliti con Gesù
stero di Giovanni il battista. Prima della dalla Galilea a Gerusalemme erano
venuta di Cristo (ossia del suo ministero ancora vivi: la loro testimonianza non
pubblico), Giovanni... aveva predicato poteva essere confutata.
il battesimo del ravvedimento a tutto 13:32-33 L’apostolo annunciò,
il popolo d’Israele. In altre parole, egli quindi, che la promessa del Messia
aveva annunciato la venuta del Mes- fatta ai padri nell’A.T. era stata adem-
sia, esortando il popolo a prepararsi e a piuta in Gesù. Fu adempiuta anzitutto
dare prova di ravvedimento facendosi nella sua nascita a Betlemme. Paolo
battezzare nel fiume Giordano. considerava la nascita di Cristo come
13:25 Nemmeno per un attimo Gio- l’adempimento del Sl 2:7, in cui Dio di-
vanni lasciò credere di essere il Mes- chiara: Tu sei mio Figlio, oggi io t’ho
sia promesso. Fino al momento in cui generato. Ciò non significa che Cristo
stava per concludere il suo ministero, cominciò a essere il Figlio di Dio al-
egli continuò a negare di essere colui lorché nacque a Betlemme ma, ben-
del quale avevano parlato i profeti e a sì, che egli era Figlio di Dio da tutta
dichiarare, anzi, di non essere neppure l’eternità e che si manifestò al mondo
degno di slacciare i calzari di quell’uno come Figlio di Dio mediante la propria
che doveva venire. incarnazione. Per questo motivo il Sl
13:26 Rivolgendosi all’uditorio 2:7 non può essere usato per negare
come a fratelli e a figli della discen- l’eterna figliolanza di Cristo.
denza d’Abraamo, Paolo ricordò che 13:34 Qui si ribadisce la risurrezione
la Parola di questa salvezza era stata di Gesù: Dio lo ha risuscitato dai mor-
mandata, in primo luogo, alla nazione ti, in modo che non abbia più a tornare
d’Israele. Gesù era venuto per le pecore alla decomposizione. Quindi Paolo
perdute della nazione d’Israele (vd. Mt cita Is 55:3: Io vi manterrò le sacre e
15:24). I discepoli erano stati inviati fedeli promesse fatte a Davide. Il letto-
ad annunciare il messaggio prima a re medio incontra, in questa citazione,
loro (vd. Mt 10:6). alcune difficoltà. Quale relazione può
13:27-28 Ma i Giudei di Gerusalem- esserci tra il versetto di Isaia e la risur-
me e i loro capi non avevano ravvisato rezione di Cristo? In che modo la risur-
in Gesù il Messia a lungo atteso e non rezione del Salvatore è legata al patto
avevano compreso che era proprio di di Dio con Davide ?
lui che avevano scritto i profeti. Le di- Dio promise a Davide un trono e un
chiarazioni delle Scritture riguardo al regno eterni e una discendenza che
Messia, che essi leggevano ogni saba- sedesse su quel trono per sempre. Poi
to, non erano servite per far accetta- Davide morì e il suo corpo tornò alla
re Gesù di Nazaret. Al contrario, essi polvere. Il regno gli sopravvisse per
stessi contribuirono all’adempimento alcuni anni ma poi, per quattrocento
di quelle Scritture, condannandolo. anni, Israele non aveva più avuto un re.
Benché non trovassero in lui nulla che La linea familiare di Davide, nel corso
fosse degno di morte, lo consegnarono degli anni, era proseguita fino a Gesù
a Pilato perché fosse ucciso. di Nazaret: Gesù aveva ereditato il di-
13:29 La prima parte del versetto ritto legale al trono davidico per parte
allude al popolo giudeo, che adempì di Giuseppe, suo padre putativo quan-
le Scritture rifiutando il Messia. L’ul- tunque non biologico. Il Signore Gesù
tima parte fa riferimento a Giuseppe era un discendente diretto di Davide
d’Arimatea e a Nicodemo, i quali sep- per parte di Maria.

516
ATTI DEGLI APOSTOLI 13:46-47

Paolo rileva che le fedeli benedizio- A una lettura superficiale potrebbe


ni promesse a Davide trovano il loro sembrare che la legge di Mosè giusti-
adempimento in Cristo. Egli è la di- ficasse alcuni peccati e che, tramite
scendenza di Davide che siederà anco- Cristo, si potesse essere giustificati da
ra sul trono di Davide. Essendo Cristo molti altri peccati. Non è così. La legge
risuscitato dai morti, nonché vivente non avrebbe potuto giustificare alcuno,
nella potenza di una vita eterna, in lui bensì soltanto condannarlo. Paolo qui
gli aspetti eterni del patto di Dio con afferma che, mediante la fede in Cristo,
Davide sono sicuri. l’individuo può essere giustificato da
13:35 Questo fatto è ulteriormente qualsiasi colpa gli sia imputata: si tratta
ribadito in questo versetto, in cui l’apo- di una liberazione che la legge di Mosè
stolo cita il Sl 16:10: Tu non permetterai non avrebbe mai potuto concedere.
che il tuo Santo subisca la decomposi- 13:40-41 L’apostolo, quindi, conclu-
zione. In altre parole, poiché il Signore se il messaggio ammonendo seriamen-
Gesù è risorto dai morti, la morte non te quanti fossero tentati di rifiutare la
ha più potere su di lui. Egli non morirà grande offerta di salvezza di Dio e ci-
mai più, né il suo corpo subirà mai la tando Ac 1:5 (e, probabilmente, stralci
decomposizione. di Is 29:14 e Pr 1:24-31), in cui Dio av-
13:36-37 Sebbene fosse stato Davide vertiva i disprezzatori della sua Parola
a pronunciare le parole del Sl 16:10, è che si sarebbe accumulata su di loro
chiaro che egli non poteva parlare di se una tale ira che nessuno avrebbe mai
stesso: dopo aver eseguito il volere di ritenuto possibile. Ai tempi di Paolo
Dio nella sua generazione, Davide mo- questa profezia poteva alludere alla di-
rì, fu unito ai suoi padri e il suo corpo struzione di Gerusalemme, nel 70 d.C.,
ritornò alla polvere. Ma il Signore Gesù ma, in generale, potrebbe altresì fare
fu risuscitato dai morti il terzo giorno, riferimento al giudizio eterno di Dio su
prima che il suo corpo potesse subire quanti rifiutano suo Figlio.
la decomposizione. 13:42-43 Conclusa la riunione, molti
13:38 Sul fondamento dell’opera di Giudei e… pii convertiti al giudaismo
Cristo, la cui risurrezione costituiva il seguirono Paolo e Barnaba con pro-
divino sigillo, Paolo poteva ora annun- fondo interesse. I due servitori del Si-
ciare il perdono dei peccati come una gnore li incoraggiarono calorosamente
realtà attuale. Notiamo le sue parole: a perseverare nella grazia di Dio.
Per mezzo di lui vi è annunziato il per- 13:44 Una settimana dopo Paolo e
dono dei peccati. Barnaba tornarono alla sinagoga per
13:39 Ma c’era di più. Ora Paolo po- continuare il loro discorso: quasi tutta
teva altresì annunciare la gratuita e la città si era raccolta per udire la Pa-
totale giustificazione da tutti i pecca- rola del Signore. Il ministero dei due
ti, qualcosa che la legge di Mosè non devoti predicatori aveva esercitato una
avrebbe mai potuto offrire. profonda impressione su molti di loro.
Mediante la giustificazione, Dio con- 13:45 Ma il favore riscosso da questo
sidera o dichiara giusti gli empi peccato- “messaggio straniero” riempì i Giu-
ri che ricevono suo Figlio come Signore dei… di invidia e collera, spingendoli
e Salvatore. Si tratta di un atto legale a contraddire apertamente Paolo con
che si compie nella mente di Dio e in aggressività e violenza.
virtù del quale il peccatore è prosciolto 13:46-47 Paolo e Barnaba non si la-
da qualsiasi imputazione a proprio ca- sciarono intimidire e spiegarono che
rico. Dio può legittimamente assolvere era loro dovere annunciare il messaggio
il peccatore colpevole perché la pena anzitutto al popolo ebraico; nondime-
dei suoi peccati è stata completamente no, poiché i Giudei lo avevano rifiutato,
scontata mediante l’opera sostitutiva non ritenendosi degni della vita eterna,
del Signore Gesù Cristo sulla croce. il messaggio del vangelo sarebbe stato

517
ATTI DEGLI APOSTOLI 13:48

predicato agli stranieri. Se fosse stata La sovranità di Dio è assoluta, eppure


necessaria un’autorizzazione per tale non è mai esercitata per la condanna
frattura con la tradizione giudaica, le di coloro che devono essere salvati; al
parole di Is 49:6 avrebbero fatto al caso. contrario, ha procurato la salvezza di
In realtà, in questo versetto, Dio si rivol- quanti meritavano la perdizione.(53)
ge al Messia: Io ti ho posto come luce
dei popoli, perché tu porti la salvezza 13:49-50 Nonostante l’opposizio-
fino all’estremità della terra. Ma lo Spi- ne dei Giudei, la Parola del Signore si
rito di Dio consentì ai servi del Messia diffondeva per tutta la regione, esa-
di riconoscersi in queste parole, consi- cerbando l’ostilità degli oppositori: i
derandosi come suoi strumenti di luce Giudei istigarono contro i missionari
e salvezza per le altre nazioni. alcune donne pie che si erano conver-
13:48 Se tale annuncio di salvezza tite al giudaismo e che erano consi-
per gli stranieri fu cagione d’ira per i derate ragguardevoli nella comunità.
Giudei, esso suscitò invece una gran Per attuare il loro malvagio piano, ri-
gioia tra gli stranieri presenti. Essi corsero altresì ai notabili della città
glorificavano la Parola del Signore e scatenarono una tale persecuzione
che avevano appena udito. Tutti co- che Paolo e Barnaba furono allonta-
loro i quali erano ordinati a vita eter- nati in malo modo.
na, credettero. Questo versetto è una 13:51-52 Conformemente alle istru-
semplice enunciazione dell’elezione zioni del Signore (vd. Lu 9:5; 10:11),
sovrana di Dio e dovrebbe essere pre- essi, scossa la polvere dei piedi contro
so alla lettera e accettato così com’è. di loro, proseguirono per ICONIO. Ma
La Bibbia insegna chiaramente che, l’incidente non fu interpretato dai cre-
prima della fondazione del mondo, denti come una ritirata o una sconfit-
Dio ha scelto alcuni perché fossero ta, giacché, come leggiamo, essi erano
in Cristo (Mt 25:34). Con la stessa so- pieni di gioia e di Spirito Santo. Situata
lennità insegna che l’uomo è in grado a sud-est di Antiochia, in Asia Minore,
di agire secondo la propria volontà: Iconio corrisponde all’odierna Konya,
qualora scelga di accettare Gesù Cri- in Turchia.
sto come proprio Signore e Salvatore, 14:1-2 A Iconio, come in altre loca-
sarà salvato. L’elezione divina e la re- lità in cui sorgeva una sinagoga, Paolo
sponsabilità umana sono, entrambe, e Barnaba, secondo l’uso dei Giudei
verità scritturali, nessuna delle quali del tempo, ebbero l’opportunità di
va enfatizzata a scapito dell’altra. Il annunciare la Parola. Lo Spirito di Dio
conflitto è soltanto apparente, giacché rese la predicazione così potente che
la conflittualità esiste solo nella mente un gran numero di Giudei e di prose-
umana, non in quella di Dio. liti stranieri accettò il Signore Gesù.
Gli uomini sono condannati per Questo fatto suscitò l’ira dei Giudei
le proprie scelte, non per l’azione di che avevano rifiutato di ascoltare il
Dio. Se ogni uomo ricevesse ciò che vangelo, i quali aizzarono i pagani
gli spetta, saremmo tutti perduti. contro i fratelli. Nel libro degli Atti no-
Ma Dio, nella sua grazia, si è china- tiamo che i Giudei che rifiutavano di
to e ne ha salvato alcuni. Ha il diritto credere erano i promotori di gran par-
di farlo? Ovviamente sì. La dottrina te delle persecuzioni degli apostoli,
dell’elezione sovrana di Dio ricono- pur non essendone necessariamente
sce Dio come Signore dell’universo, gli esecutori materiali. Essi erano abili
che può fare tutto ciò che decide e a convincere i Greci ad appoggiare i
che non prende mai decisioni catti- loro malvagi progetti.
ve o ingiuste. A tale proposito, molti 14:3 Pur consapevoli delle avversità
dubbi sarebbero risolti se tenessimo incombenti, i predicatori continuaro-
a mente le parole di C.R. Erdman: no a parlare con franchezza nel nome

518
ATTI DEGLI APOSTOLI 14:15b-17

del Signore, il quale confermava la 14:10-12 Come Paolo comandò


natura divina del messaggio confe- all’uomo di alzarsi in piedi, questi sal-
rendo loro il potere di compiere segni tò su, e si mise a camminare. Poiché
e prodigi . Segni e prodigi sono due Paolo aveva compiuto tale miracolo in
diversi termini per indicare i miracoli. pubblico, e aveva indubbiamente atti-
“Segno” significa semplicemente che rato l’attenzione generale parlando ad
il miracolo contiene un insegnamen- alta voce..., la folla fu profondamente
to, laddove “prodigio” indica il senso colpita. Infatti si formò un movimento
di meraviglia prodotto dal miracolo. popolare che voleva adorare Barnaba
Vd. inoltre commento a 2:43. come Giove e Paolo come Mercurio. (55)
14:4-7 Con l’aumento della tensio- La folla, in effetti, credeva che i loro
ne, in città si formarono due fazioni. dèi fossero scesi a visitarli, sotto le
Alcuni tenevano per i Giudei, altri sembianze dei due missionari. Per
per gli apostoli . Alla fine i pagani e i qualche oscura ragione essi crede-
Giudei increduli decisero di attacca- vano che Barnaba fosse la divinità
re insieme gli apostoli . (54) Per evitare principale. Paolo, che aveva preso la
la lapidazione, questi fuggirono a LI- parola, fu scambiato per Mercurio, il
STRA e DERBA , due città di LICAO- messaggero di Giove.
NIA , un distretto al centro dell’Asia 14:13 Perfino il sacerdote di Giove,
Minore. Con immutato slancio, essi ormai convintosi della visita divina,
continuarono a evangelizzare per uscì di corsa dal tempio che era all’in-
tutta la regione. gresso della città portando tori e ghir-
Allorché rischiarono di essere lapi- lande per un sontuoso sacrificio. Tutto
dati, Paolo e Barnaba fuggirono nella quel movimento costituiva, per la fede
Licaonia . Altre volte, pur essendo in cristiana, un pericolo più sottile di
pericolo, rimasero nel luogo dove si tutte le precedenti forme di opposi-
trovavano. Perché in alcune circostan- zione. Per un bravo operaio di Cristo
ze fuggirono e in altre restarono? Non vi è un pericolo peggiore della perse-
sembra esserci una spiegazione chiara. cuzione: la tendenza degli individui a
La regola dominante, nel libro degli At- focalizzare la propria attenzione spiri-
ti, è la guida dello Spirito Santo. Quegli tuale sul servitore di Cristo anziché su
uomini vivevano in stretta e intima Cristo stesso.
comunione con il Signore e, poiché 14:14-15a Inizialmente Barnaba e
dimoravano in lui, ricevevano la me- Paolo, che non conoscevano il dialetto
ravigliosa rivelazione del pensiero e del licaonico, non capirono le intenzioni
volere divino. Per loro ciò contava mol- della folla. Non appena fu loro chiaro
to più di un ordinato elenco di regole di che il popolo voleva adorarli come di-
condotta. vinità, si strapparono le vesti in segno
14:8-9 A Listra i missionari incon- di protesta e dolore. Poi balzarono in
trarono un uomo zoppo dalla nascita. mezzo alla folla, scongiurando i pre-
Sentendo parlare Paolo, il disabile di- senti di porre fine a una tale follia. Essi
mostrò un insolito interesse. In qual- non erano dèi ma esseri umani come
che modo Paolo si accorse che l’uomo gli abitanti della Licaonia, il cui scopo
aveva fede per essere guarito. Non era semplicemente recare la buona no-
sappiamo come vi riuscì, nondimeno tizia affinché il popolo si convertisse
siamo convinti che il vero evangelista dagli idoli inerti al Dio vivente.
sia in grado di discernere lo stato in 14:15b-17 È degno di nota il fatto
cui si trovano le anime di coloro con che, a quegli stranieri, diversamente
cui entra in contatto: egli sa quando si che ai Giudei, Paolo e Barnaba non
trova di fronte a una blanda curiosità citarono alcun brano dell’A.T. Inve-
oppure a un reale turbamento, dovuto ce raccontarono loro la storia della
a convinzione di peccato. creazione, oggetto di immediato

519
ATTI DEGLI APOSTOLI 14:18

interesse per i popoli di tutte le epo- Paolo era veramente morto ? Suppo-
che e di tutte le nazioni. I missionari nendo che questo sia l’episodio narrato
spiegarono che Dio, nelle generazio- in 2 Co 12:2, sembra che neppure lo
ni passate , aveva lasciato che ogni stesso Paolo fosse in grado di stabilirlo
popolo seguisse la propria via . Ma con certezza. Tutto ciò che si può dire
anche allora essi avevano avuto pro- è che la sua ripresa fu miracolosa: Ma
va dell’esistenza di Dio attraverso il mentre i discepoli venivano attorno
creato e la provvidenza. Era lui, infat- a lui, egli si rialzò e rientrò nella città
ti, che provvedeva con cura pioggia con loro. Il giorno seguente partì con
e stagioni fruttifere, saziando i loro Barnaba per DERBA.
cuori di cibo e di letizia . Con tale al- 14:21 L’incolumità personale non era
legoria essi intendevano affermare la prima preoccupazione dei missio-
che, procurando loro il cibo necessa- nari. Questo risulta evidente dal fatto
rio al corpo, Dio colmava i loro cuori che, dopo aver evangelizzato Derba, se
della letizia che deriva dal godimento ne tornarono a LISTRA, la città in cui
del cibo. Paolo era stato lapidato.
14:18 Il messaggio produsse l’effetto Benché non sia menzionato, Ti-
sperato: seppur con riluttanza, la folla moteo potrebbe essersi convertito in
rinunciò a offrire un sacrificio ai servi- questo periodo, grazie alla predica-
tori del Signore. zione di Paolo. Allorché, in seguito,
14:19-20 Alcuni Giudei provenien- l’apostolo visitò Listra , Timoteo era
ti da Antiochia di Pisidia e da Iconio già un discepolo assai stimato dai fra-
raggiunsero Paolo e Barnaba a Listra. telli (vd. 16:1-2). Nondimeno, il fatto
Essi convinsero la popolazione a insor- che Paolo lo definisca suo “legittimo
gere contro i missionari; la stessa folla figlio nella fede” (1 Ti 1:2) non implica
che aveva desiderato venerarli come necessariamente che fu lui a condurlo a
divinità, adesso lapidava Paolo e lo tra- Cristo. Timoteo potrebbe essere stato
scinava fuori della città, credendo di un “legittimo figlio” per il fatto di aver
averlo ucciso. seguito l’esempio della vita e del servi-
Il commento di William Kelly su zio di Paolo.
questo brano è assai calzante: Portato a termine il loro compito a
Listra , i missionari tornarono a ICO-
E perché? È proprio il rifiuto dell’omag- NIO e ad ANTIOCHIA di PISIDIA ,
gio che gli abitanti di Listra erano dove erano già state fondate alcune
pronti a rendere che diventa un’offesa chiese. Questa volta essi erano in-
per l’uomo e lo dispone a credere alle tenzionati a svolgere il cosiddetto
più odiose falsità riguardo a coloro “lavoro di proseguimento”. Essi non
che egli era pronto ad adorare. Ado- si accontentavano semplicemente di
rando l’uomo, gli uomini esaltano se annunciare il vangelo e di vedere le
stessi; se ne sono impediti, in breve anime guadagnate per Cristo. Quello
arriveranno a odiare e forse perfino
era solo l’inizio. Essi cercavano anche
a uccidere coloro che cercano l’ono-
di edificare i credenti nella fede più
re dell’unico Dio. Così successe in
questo frangente. Invece di cambiare
santa, istruendoli soprattutto nella
opinione, come gli abitanti di Mal- verità della chiesa e della sua impor-
ta (che prima considerarono Paolo tanza nel disegno di Dio.
un omicida, poi un dio, At 28:6), essi Erdman sottolinea:
credettero alla calunnia dei Giudei, Un corretto programma missionario
persone generalmente disprezzate, e si pone l’obiettivo di stabilire delle
lapidarono come falso profeta colui chiese capaci di autogovernarsi, au-
al quale, fino a poco prima, volevano tosostenersi e autopropagarsi. Tale
offrire un sacrificio e lo trascinarono era il proposito, nonché la prassi, di
fuori della città come morto.(56) Paolo.(57)

520
ATTI DEGLI APOSTOLI 14:24-26

14:22 Il “lavoro di proseguimento” 3. gli anziani erano designati dagli


consisteva specificamente nel fortifi- apostoli e dai loro delegati. A quel
care gli animi dei discepoli e rendere tempo non erano ancora state stilate
stabili nella fede i credenti, attraverso le indicazioni neotestamentarie ri-
l’insegnamento della Parola di Dio. guardo alle qualifiche degli anziani.
Paolo descrisse questo processo in Cl Nondimeno, gli apostoli, che le co-
1:28-29 “...esortando ciascun uomo e noscevano, avevano facoltà di sce-
ciascun uomo istruendo in ogni sa- gliere gli uomini che possedevano i
pienza, affinché presentiamo ogni uo- requisiti biblici;
mo perfetto in Cristo. A questo fine mi 4. oggi non abbiamo più apostoli che
affatico, combattendo con la sua forza, stabiliscano degli anziani. Ma in
che agisce in me con potenza”. 1 Ti 3 e Tt 1 sono riportate le carat-
Il loro compito consisteva, inoltre, teristiche richieste per gli anziani.
nell’esortazione a perseverare nella Ogni assemblea locale è, pertanto, in
fede : esortazione particolarmente op- grado di riconoscere gli uomini che
portuna, considerata la persecuzione soddisfano i requisiti divini per pa-
che presto li avrebbe dispersi. Ai cre- scere il gregge.
denti Paolo rammentava, quindi, che Dopo aver pregato e digiunato,
dobbiamo entrare nel regno di Dio at- Paolo e Barnaba raccomandarono i
traverso molte tribolazioni. Nel conte- credenti al Signore. Oggi si stenta a
sto, l’allusione al regno di Dio è usata credere che fosse possibile fondare
con riferimento al suo aspetto futuro, delle assemblee in così breve tempo,
allorché i credenti condivideranno la ricevere l’insegnamento dei missio-
gloria di Cristo. In primo luogo, si en- nari per così brevi periodi e, nono-
tra nel regno di Dio con la nuova na- stante ciò, riuscire a proseguire un
scita. Persecuzioni e tribolazioni non inappuntabile servizio per il Signore
hanno alcun potere salvifico; non- in perfetta autonomia. La ragione è
dimeno, per quanti entrano per fede da ricercarsi nella grandiosa potenza
nel regno di Dio al tempo presente, il dello Spirito Santo di Dio. Questa po-
percorso verso la gloria futura è irto di tenza, nondimeno, era evidente nella
tribolazioni, “...se veramente soffria- vita di uomini come Paolo e Barnaba.
mo con lui, per essere anche glorificati Ovunque andassero, essi esercitava-
con lui” (Ro 8:17b). no un’importante influenza a favore
14:23 A questo punto, i missionari di Dio. La gente percepiva la realtà
designarono anche degli anziani in della loro vita. La loro predicazione
ciascuna chiesa. Su tale argomento è pubblica si accompagnava a una te-
bene fare alcune osservazioni: stimonianza di vita: l’inf luenza di
1. gli anziani (presbiteri) del N.T. era- questa duplice testimonianza era in-
no uomini devoti e maturi che eser- calcolabile.
citavano una guida spirituale nella I vv. 21-23 descrivono il modello
chiesa locale. Essi sono definiti an- apostolico:
che vescovi (vd. 20:28; Fl 1:1) e sorve- 1. predicazione del vangelo;
glianti o sovrintendenti; 2. istruzione dei convertiti;
2. nel libro degli Atti gli anziani non 3. consolidamento e rafforzamento
erano designati contestualmen- delle chiese.
te alla fondazione della chiesa, ma 14:24-26 Attraversato il distretto
vi erano, bensì, stabiliti allorché della Pisidia, i due apostoli si diresse-
gli apostoli tornavano in visita alle ro a sud, in PANFILIA . Là fecero una
chiese. In altre parole, il periodo in- nuova visita a PERGA, quindi scesero
termedio serviva a dare agli anzia- alla città portuale di ATTALIA, da dove
ni, che lo Spirito Santo aveva scelto, salparono verso ANTIOCHIA di SIRIA.
l’opportunità di manifestarsi; Così terminò il primo viaggio missio-

521
ATTI DEGLI APOSTOLI 14:27

nario. Proprio ad Antiochia, infatti, Quasi tutte le predicazioni effet-


erano stati raccomandati alla grazia tuate nel modo documentato [negli
di Dio per l’opera che avevano appena Atti] furono dovute a circostanze
compiuta. che escludevano qualsiasi possibili-
14:27 Che periodo felice deve essere tà che il predicatore si fosse prepara-
stato per i credenti allorché, riunita la to il discorso; tutte queste occasioni
chiesa di Antiochia, ebbero modo di furono inaspettate.(58)
ascoltare il racconto dell’opera mis-
sionaria svolta da quei due grandi uo- Come afferma E.M. Bounds, la loro
mini di Dio! Con la dovuta modestia predicazione non fu lo “spettacolo” di
cristiana, i discepoli riferirono tutte un’ora, ma l’allestimento di una vita.
le cose che Dio aveva compiute per Gli apostoli e i loro compagni furono
mezzo di loro, e come aveva aperto la guidati dallo Spirito Santo, ma tale gui-
porta della fede agli stranieri : non si da fu spesso convalidata dalla chiesa
trattava di quello che essi avevano fat- locale. Leggiamo, perciò, che i profeti e
to per Dio, ma di quello che Dio si era i dottori di Antiochia imposero le mani
compiaciuto di fare tramite loro. su Barnaba e Paolo prima di lasciarli
14:28 E rimasero ad Antiochia con i partire per il primo viaggio missiona-
discepoli parecchio tempo (si stima un rio (vd. 13:2). Leggiamo altresì che a
periodo da uno a due anni). Timoteo fu confermata la fiducia dei
fratelli di Listra e Iconio, prima che egli
LA STRATEGIA MISSIONARIA partisse con Paolo (vd. 16:2). Inoltre,
prima di partire per il secondo viaggio
È entusiasmante vedere come un missionario, Paolo e Sila furono racco-
piccolo gruppo di anonimi discepo- mandati alla grazia di Dio dalla chiesa
li, in un remoto angolo del mondo, di Antiochia (vd. 15:40).
fu investito dalla gloriosa visione di Solitamente si afferma che la strate-
evangelizzare il mondo, e come la gia logistica dei missionari consistesse
mise effettivamente in atto. Ciascuno nel recarsi presso grandi centri e fon-
si sentiva direttamente coinvolto e si darvi delle chiese, in modo che queste
adoperava senza riserve. potessero poi evangelizzare le regioni
Gran parte dell’evangelizzazione circostanti. Forse questa spiegazione
era svolta dai credenti delle chiese è troppo semplicistica; fondamental-
locali durante lo svolgimento dei ri- mente, la loro strategia consisteva nel
spettivi impegni quotidiani o “chiac- seguire la guida dello Spirito Santo,
chierando” del vangelo con i vicini di a prescindere dalle dimensioni della
casa. città in cui si sentivano chiamati. Lo
Inoltre, gli apostoli e altri missionari Spirito Santo guidò Filippo a lasciare il
viaggiavano di paese in paese, annun- “risveglio” della Samaria per raggiun-
ciando il vangelo e fondando chiese. gere un solo uomo sulla strada verso
Partivano a coppie o in gruppi. Talvol- Gaza (vd. 8:26-40) e guidò Paolo a Berea
ta un giovane si affiancava a un uomo (vd. 17:10), definita da Cicerone “una
più maturo, come nel caso di Timoteo città fuori mano”. Francamente, nel
con Paolo. libro degli Atti, non ci sembra di ravvi-
Esistevano fondamentalmente due sare un piano logistico ben definito ma
metodi: l’evangelizzazione personale e vediamo, piuttosto, lo Spirito sovrano
l’evangelizzazione di massa. Riguardo spostarsi secondo il proprio volere.
a quest’ultima, è interessante nota- Le chiese locali erano fondate ovun-
re che, nella maggior parte dei casi, si que la gente rispondesse favorevolmen-
trattava di predicazioni improvvisate, te al vangelo; tali assemblee rendevano
originate da situazioni impreviste o il lavoro stabile e permanente. Le chie-
circostanze fortuite. se si autogestivano, si autofinanziava-

522
ATTI DEGLI APOSTOLI 15:7-10

no e si autopropagavano. Gli apostoli si tratta più del vangelo della grazia.


tornavano in visita alle comunità per Sotto la grazia tutto dipende da Dio
fortificare e incoraggiare i credenti e non dall’uomo. Se si pongono delle
(vd. 14:21-22; 15:41; 20:1-2) e designare condizioni non è più dono, ma debito.
degli anziani (vd. 14:23). E la salvezza è un dono; non è frutto né
Talvolta, nei loro viaggi missionari, gli di guadagno né di merito.
apostoli e i loro compagni si mantene- 15:2-3 Paolo e Barnaba si opposero
vano da soli (vd. 18:3; 20:34), altre volte energicamente a quei giudaizzanti, ve-
erano sostenuti dalle offerte delle chie- nuti a privare i credenti stranieri della
se e dei singoli (vd. Fl 4:10, 15-18). Paolo loro libertà in Cristo Gesù.
lavorò per mantenere se stesso e anche In questo brano leggiamo che i fra-
quelli che erano con lui (vd. 20:34). telli di Antiochia decisero di inviare
Sebbene fossero raccomandati alla Paolo, Barnaba e alcuni fratelli... a
grazia di Dio dalla propria chiesa loca- Gerusalemme, dagli apostoli e anzia-
le, e sostenuti da chiese locali, tuttavia ni. In Ga 2:2 Paolo stesso afferma di
non erano sotto il controllo di queste. essersi recato a Gerusalemme in segui-
Essi agivano secondo la volontà di Dio to a una rivelazione. Le due versioni,
per annunciare tutto il consiglio di Dio, naturalmente, non sono contrastanti:
senza tralasciare nessuna delle cose che probabilmente lo Spirito di Dio rive-
erano utili (vd. 20:20). lò a Paolo che avrebbe intrapreso un
Al termine dei loro viaggi missionari, viaggio a Gerusalemme e, contestual-
gli apostoli e i missionari ritornavano mente, rivelò ai fratelli della chiesa di
alla chiesa madre, per raccontare come Antiochia di inviarvelo. Lungo il cam-
il Signore aveva operato per mezzo lo- mino il gruppo si fermò in vari luoghi
ro (vd. 14:26-28; 18:22-23). Questo è un della Fenicia e... Samaria, raccontan-
buon modello per tutti i missionari di do la conversione degli stranieri e
tutte le epoche della chiesa. suscitando grande gioia in tutti quelli
che udivano.
E. Conferenza di Gerusalemme 15:4 Appena giunto a Gerusalem-
(15:1-35) me, Paolo si recò in forma privata dagli
15:1 La disputa nata nella chiesa ad apostoli e dagli anziani, raccontando
Antiochia a proposito della circonci- loro il vangelo che era stato predicato
sione è riportata anche in Ga 2:1-10. tra gli stranieri. Essi ammisero che si
Abbinando i due racconti, ricaviamo il trattava dello stesso vangelo che essi
quadro della situazione. stessi avevano predicato tra i Giudei.
Alcuni falsi fratelli, venuti dalla 15:5 Fu, a quanto pare, durante una
chiesa di Gerusalemme ad Antiochia, riunione di tutta la chiesa che alcuni
cominciarono a predicare in quella farisei, che erano diventati creden-
comunità. In sintesi, essi sosteneva- ti, intervennero osservando che, per
no che gli stranieri, per essere salvati, intraprendere il vero discepolato, gli
dovevano farsi circoncidere. Secondo stranieri dovevano farsi circoncidere e
costoro, non sarebbe stato sufficiente osservare la legge di Mosè.
credere nel Signore Gesù Cristo, oc- 15:6 Leggendo questo versetto sem-
correva altresì ubbidire alla legge di brerebbe che, alla decisione finale, fos-
Mosè. Si trattava, naturalmente, di un sero presenti soltanto gli apostoli e gli
attacco diretto al vangelo della grazia anziani. Il v. 12, tuttavia, sembra indi-
di Dio. Infatti, il vero vangelo della gra- care che tutta la chiesa fosse presente.
zia insegna che Cristo, sulla croce, ha 15:7-10 Quando Pietro si alzò in pie-
compiuto l’opera necessaria alla sal- di, il partito dell’opposizione pensò for-
vezza. Tutto ciò che un peccatore deve se di vederlo schierarsi dalla loro parte.
fare è riceverlo per fede. Allorché su- Pietro, in fin dei conti, era l’apostolo dei
bentrano meriti od opere umane, non circoncisi (vd. Ga 2:8) Ma le loro speran-

523
ATTI DEGLI APOSTOLI 15:11

ze furono deluse. Pietro ricordò all’udi- per l’età presente è quello di suscitare
torio che Dio, alcuni anni prima, aveva tra gli stranieri un popolo consacrato
deciso che gli stranieri udissero il van- al suo nome. Questo era quanto, in so-
gelo dalle sue labbra (ciò si era verificato stanza, Simone (Pietro) aveva appena
nella casa di Cornelio). Vedendo i cuori annunciato.
di quegli stranieri rivolgersi a lui con fe- 15:15-19 Giacomo proseguì citando
de, Dio aveva dato loro lo Spirito Santo, Am 9:11-12. Notiamo che Giacomo non
proprio come ai Giudei nel giorno della dichiarò che la chiamata degli stra-
Pentecoste. In quella circostanza, Dio nieri costituiva l’adempimento della
non chiese che gli stranieri fossero cir- profezia di Amos ma, piuttosto, che si
concisi. Il fatto che essi fossero stranieri accordava con le parole dei profeti. La
non faceva alcuna differenza; Dio puri- comunità non doveva ritenere che la
ficò i loro cuori mediante la fede. Giac- salvezza di Dio agli stranieri fosse un
ché Dio aveva accettato gli stranieri in evento strano, giacché ciò era stato
base alla fede, e non all’osservanza del- chiaramente profetizzato nell’A.T. Dio
la legge, Pietro chiedeva alla comunità aveva predetto che gli stranieri sareb-
perché mai gli stranieri dovessero, ora, bero stati benedetti come tali, non co-
essere sottoposti al giogo della legge, un me Giudei credenti.
giogo che né i loro padri né essi stessi La citazione di Amos si richiama al
erano stati in grado di portare. La leg- millennio, allorché Cristo siederà sul
ge non aveva mai salvato nessuno! La trono di Davide e le nazioni cerche-
legge, infatti, non svolgeva un ministero ranno il Signore. Giacomo non inten-
di giustificazione, bensì di condanna: deva affermare che la profezia si stesse
tramite la legge, l’uomo giunge alla co- adempiendo allora, bensì che la salvez-
noscenza del peccato, non alla salvezza za delle nazioni, che si stava compien-
dal peccato. do allora, era in armonia o in accordo
15:11 L’intervento finale di Pietro con la predizione di Amos riguardo al
è degno di menzione. Egli esprime la futuro.
profonda convinzione che, mediante In altre parole, Giacomo affermava,
la grazia del Signore Gesù [e non me- anzitutto, che Dio avrebbe visitato gli
diante l’osservanza della legge], noi [i stranieri per scegliersi... un popolo
Giudei] crediamo che siamo salvati... consacrato al suo nome. Questo era
allo stesso modo di loro [i pagani]. quanto stava succedendo allora (e si
Ci saremmo aspettati che Pietro, da sta verificando tuttora). Gli stranieri
Giudeo, affermasse che gli stranieri convertiti avrebbero fatto parte della
sarebbero stati salvati allo stesso modo chiesa, insieme ai Giudei convertiti.
dei Giudei. Vediamo, invece, come in Quello che, dunque, trova ora un par-
questo brano la grazia trionfi sulle dif- ziale adempimento (la salvezza delle
ferenze etniche. nazioni), si verificherà un giorno su più
15:12 Concluso il discorso di Pietro, vasta scala. Cristo ritornerà, riabiliterà
Barnaba e Paolo raccontarono come la nazione d’Israele e salverà tutte le
Dio aveva visitato i pagani, accompa- nazioni sulle quali sarà invocato il suo
gnando l’annuncio del vangelo con se- nome.
gni e prodigi. Giacomo considerava gli eventi del
15:13-14 Pietro aveva raccontato suo tempo la prima visita di Dio alle
come, all’inizio, il Signore aveva aper- nazioni. Egli riteneva che questa visita
to la porta della fede agli stranieri per fosse in perfetta armonia con la predi-
suo tramite. Paolo e Barnaba avevano zione di Amos, vale a dire con il ritorno
testimoniato di come il Signore aveva di Cristo come Re. I due eventi sono
operato tramite loro nell’evangelizza- concordi, sebbene non identici.
zione degli stranieri. Ora Giacomo di- Notiamo l’esatto ordine degli avve-
chiara con autorità che il piano di Dio nimenti:

524
ATTI DEGLI APOSTOLI 15:20

1. la scelta di stranieri che formino 15:20 Tuttavia, Giacomo ritenne


un popolo consacrato al suo nome opportuno scrivere alla chiesa di An-
(v. 14), durante l’attuale periodo del- tiochia, consigliando ai santi di quelle
la grazia; assemblee di astenersi dalle cose conta-
2. la riabilitazione del residuo d’Israele minate nei sacrifici agli idoli, dalla for-
fedele al ritorno di Cristo (v. 16); nicazione, dagli animali soffocati, e dal
3. la salvezza delle nazioni pagane (le sangue. A prima vista, potrebbe sem-
nazioni, su cui è invocato il mio no- brare che Giacomo si stesse contraddi-
me) che seguirà la riabilitazione del- cendo. Non era anche questa una forma
la nazione d’Israele (v. 17). di legalismo? Non stava in questo modo
La citazione di Am 9:11-12 fatta da rimettendo gli stranieri sotto la legge?
Giacomo è resa diversamente rispetto La risposta è che il suo consiglio non
al testo originale dell’A.T. La discor- aveva nulla a che fare con il tema della
danza si spiega, in parte, con il fatto salvezza. Quell’argomento era già stato
che probabilmente Giacomo citò il definito. La questione, adesso, riguar-
brano in gr. (sebbene la citazione dif- dava la comunione tra credenti giudei e
ferisca anche dal passo riportato dalla stranieri. L’adesione a queste istruzioni
V. dei LXX). Alford ritiene che Giacomo non stabiliva una condizione per la sal-
abbia citato una traduzione fedele a un vezza, ma era indispensabile per evitare
testo ebraico generalmente accettato, fratture nella chiesa primitiva.
altrimenti i farisei non avrebbero mai La lista dei divieti comprendeva:
accolto tale citazione come prova. 1. le cose contaminate nei sacrifici agli
Dopo queste cose ritornerò (v. 16). idoli o, come spiega il v. 29, i cibi of-
Giacomo aveva già dichiarato che il ferti agli idoli. Se i credenti stranieri
piano di Dio per l’età presente preve- avessero continuato a mangiarne, i lo-
deva l’apertura della fede agli stranieri. ro fratelli giudei avrebbero seriamente
Non tutti sarebbero stati salvati, ma dubitato della loro rinuncia all’idola-
Dio si sarebbe scelto un popolo con- tria. Quantunque i credenti stranieri
sacrato al suo nome. Qui Giacomo avessero facoltà di mangiare quei cibi,
afferma che, dopo queste cose (ossia ciò sarebbe stato motivo di scandalo
dopo essersi suscitato una chiesa tra per i fratelli giudei più deboli nella fe-
le nazioni), Dio ritornerà e ricostruirà de e, quindi, un errore;
la tenda di Davide, che è caduta ed è in 2. la fornicazione.(59) Si trattava del
rovina. La tenda di Davide è un’allego- principale peccato tra gli stranieri.
ria per indicare la sua casa, o famiglia. Per Giacomo era quindi importante
Il suo ristabilimento è simbolo della ri- includerlo nella lista. Non esiste al-
abilitazione futura della famiglia reale cun brano della Bibbia in cui si revo-
e del trono di Davide, su cui Cristo sie- chi l’astensione dalla fornicazione:
derà come Re. Allora Israele diventerà tale principio è immutabile per tutte
il canale di benedizione del mondo. Il le epoche;
rimanente degli uomini e tutte le na- 3. gli animali soffocati. Questo divieto
zioni, su cui è invocato il suo nome, risale al patto fra Dio e Noè dopo il
cercheranno il Signore. diluvio (vd. Ge 9:4). Si tratta perciò
La citazione di Amos si conclude con di un ordine permanente, valido non
la dichiarazione che queste sono le pa- solo per il popolo d’Israele, bensì per
role del Signore che fa queste cose. tutto il genere umano;
Perciò, poiché l’attuale progetto di Dio 4. il sangue. Anche questo divieto risa-
è scegliersi un popolo... tra gli stranieri, le a Ge 9:4 ed è, quindi, anteceden-
Giacomo ordinò all’uditorio di non af- te alla legge di Mosè. Poiché il patto
fliggere gli stranieri imponendo loro la con Noè non è mai stato abolito, si
legge di Mosè. Per quanto concerne la presume che tali norme siano valide
salvezza, tutto ciò che occorre è la fede. ancora oggi.

525
ATTI DEGLI APOSTOLI 15:21

15:21 Ciò spiega il motivo dell’esor- 15:34 Questo versetto non compa-
tazione di cui al v. 20: in ogni città vive- re nella maggior parte dei mss. o nei
vano dei Giudei ai quali erano sempre mss. più antichi. Evidentemente alcuni
stati insegnati i precetti elencati da copisti ritennero utile fornire quest’in-
Giacomo. Essi sapevano che non era formazione per spiegare l’apparente
sbagliato soltanto commettere immo- contraddizione tra i vv. 33 e 40. Al v. 33
ralità, ma anche mangiare cibi offerti sembrerebbe che Sila fosse tornato a
agli idoli, carne di animali soffocati e Gerusalemme, laddove al v. 40 si legge
sangue. Perché, dunque, gli stranieri che egli partì con Paolo per il secondo
avrebbero dovuto offendere Dio com- viaggio missionario. Probabilmente Si-
mettendo immoralità od offendere gli la fece ritorno a Gerusalemme, dove fu,
uomini astenendosi dall’osservanza in seguito, contattato da Paolo affinché
degli altri principi? lo accompagnasse nei suoi viaggi.
15:22 Fu perciò definitivamente 15:35 Paolo e Barnaba restarono ad
stabilito che gli stranieri non avevano Antiochia, insegnando e portando...
bisogno di sottoporsi alla circoncisione il lieto messaggio della Parola del Si-
per essere salvati. Poi si decise di man- gnore. Molti altri servitori del Signore
dare una lettera ufficiale alla chiesa di lavoravano nella comunità. Gli avveni-
Antiochia. Gli apostoli e gli anziani di menti descritti in Ga 2:11-14 avvennero,
Gerusalemme, con tutta la chiesa, in- probabilmente, in quel periodo.
caricarono Giuda, chiamato Barsabba,
e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli, di F. Secondo viaggio missionario di
tornare ad Antiochia con Paolo e Bar- Paolo: l’Asia minore e la Grecia
naba. In particolare, notiamo che Sila (15:36–18:22)
sarebbe divenuto compagno di viaggio 15:36-41 Era arrivato il momento di
di Paolo (nell’epistolario paolino Sila cominciare il secondo viaggio missio-
compare con il nome di Silvano). nario.
15:23-29 Questi versetti ci rivelano Paolo ne parlò a Barnaba, suggeren-
il contenuto della lettera destinata alla do di tornare a visitare le città in cui
comunità di Antiochia. Notiamo, tra avevano precedentemente annunziato
l’altro, che i falsi fratelli colà pervenuti la Parola del Signore. Barnaba insiste-
da Gerusalemme non avevano ricevuto va che Marco, suo cugino, li accompa-
alcuna autorizzazione, né approvazio- gnasse, ma Paolo era molto contrario.
ne, dalla chiesa di Gerusalemme (v. 24). Egli non aveva dimenticato che Marco
Come rivela il v. 28, i discepoli si affi- si era separato da loro già in Panfilia
davano costantemente alla guida dello e, indubbiamente, temeva che il fat-
Spirito Santo: infatti è parso bene allo to si sarebbe ripetuto. Il dissenso tra
Spirito Santo e a noi... In tale sodalizio, Barnaba e Paolo si fece così aspro che
il ruolo dello Spirito Santo è stato para- questi due onorati servitori del Signore
gonato a quello del “socio anziano”. si separarono; Barnaba prese con sé
15:30-31 la lettera inviata da Geru- Marco e s’imbarcò per Cipro, sua città
salemme alla chiesa di Antiochia fu natale nonché prima tappa del suo pri-
di grande consolazione : i discepoli di mo viaggio missionario. Paolo... scelse
Antiochia ora sapevano che erano stati Sila e andò per la SIRIA e la CILICIA,
salvati come stranieri e non mediante rafforzando le chiese.
la conversione al giudaismo. I vv. 36 e 41 sono un’altra dimo-
15:32-33 Giuda e Sila si trattennero strazione del sincero spirito pasto-
ad Antiochia per svolgervi un ministe- rale di Paolo. Un noto professore ben
ro di esortazione e di edificazione tra i espresse la stessa amorevole cura per
fratelli. Dopo tale prolungato e sereno il popolo di Dio rivelando come pre-
periodo di comunione e di servizio, ri- ferisse perfezionare un solo uomo per
entrarono a Gerusalemme. l’opera del ministero che chiamare

526
ATTI DEGLI APOSTOLI 15

centinaia di persone agli esordi della quando le chiese sono collegate e sot-
vita cristiana. toposte a un organismo di controllo
A questo punto sorge, inevitabil- centralizzato, alcuni movimenti quali
mente, la domanda: “Chi aveva ragio- il liberalismo, il razionalismo e l’apo-
ne: Paolo o Barnaba ?” Probabilmente stasia possono avere “partita vinta”
c’era del torto da entrambe le parti. semplicemente conquistando le sedi
Forse Barnaba si era lasciato influen- centrali o le scuole denominazionali.
zare dal suo naturale affetto per Mar- Quando le chiese sono indipendenti,
co. Nel v. 39 leggiamo che tra Paolo e il nemico si vede costretto a muovere
Barnaba nacque un aspro dissenso. battaglia contro una schiera di unità
Ora, poiché “dall’orgoglio non viene separate.
che contesa” (Pr 13:10), possiamo af- In secondo luogo, l’autonomia della
fermare che, in questa faccenda, en- chiesa locale diventa una protezione
trambi peccarono di orgoglio. Chi dà importante allorché al potere vi è un
ragione a Paolo fa notare che, a que- governo ostile. Quando le chiese sono
sto punto, Barnaba scompare dalla confederate, un governo totalitario è
scena e che, laddove è scritto che in grado di controllarle tutte, control-
Paolo e Sila furono raccomandati dai lando i pochi capi delle sedi centrali.
fratelli alla grazia del Signore, non è Quando le chiese rifiutano il ricono-
scritto altrettanto riguardo a Barna- scimento di un’autorità centralizzata,
ba e Giovanni Marco. In ogni caso, è esse, in tempi di repressione, possono
consolante ricordare che Marco ritor- più facilmente darsi alla clandestinità.
nò, infine, a far parte della squadra e Oggi molti governi, sia democratici
riconquistò tutta la fiducia di Paolo sia dittatoriali, cercano di convincere le
(vd. 2 Ti 4:11). chiese piccole e indipendenti a unirsi,
affermando di non voler trattare con
L’AUTONOMIA DELLA CHIESA LOCALE numerose entità locali, ma di preferire
un rapporto con un comitato centrale
A prima vista il concilio di Gerusalem- che le rappresenti tutte. I governi libe-
me potrebbe sembrare una sorta di ri offrono in cambio diversi vantaggi e
corte suprema denominazionale. Ma le agevolazioni. Altri governi usano la co-
cose non stanno così. strizione emanando disposizioni oppu-
Nei primi tempi del cristianesimo re ordinanze, come fece Hitler durante
ogni comunità locale era autonoma, il terzo Reich. In tutti i casi le chiese che
ossia autogestita. Non si trattava di cedono a questo tipo di pressione per-
una federazione di chiese, governata dono il loro carattere scritturale, così
da un’autorità centrale. Non esistevano come la capacità di resistere al moder-
denominazioni, perciò non esistevano nismo e di proseguire in segreto duran-
sedi centrali denominazionali. Ogni te periodi di persecuzione.
chiesa locale era direttamente respon- Alcuni potrebbero obiettare che le
sabile verso il Signore. Questo concet- chiese del libro degli Atti erano sotto-
to è illustrato bene in Ap 1:13, in cui il poste a un’autorità centrale, ossia il con-
Signore è raffigurato in mezzo ai sette cilio di Gerusalemme. Da un attento
candelabri d’oro che rappresentano studio del brano, tuttavia, si rileva che il
le sette chiese dell’Asia. Il punto è che concilio non era un organismo ufficiale
non esisteva nessun ente governativo con poteri direttivi, bensì semplicemen-
tra le singole chiese e il grande Capo te una riunione di apostoli e di anziani
della chiesa. Ognuna era governata di- avente funzione consultiva.
rettamente da lui. Non fu il concilio a convocare quei
Perché questo fatto è così impor- credenti di Antiochia ma furono, ben-
tante? In primo luogo, perché ostacola sì, questi ultimi a voler consultare gli
il diffondersi dell’errore. Al contrario, uomini di Gerusalemme. La decisio-

527
ATTI DEGLI APOSTOLI 16:1-2

ne presa dal concilio non vincolava le la salvezza. Paolo aveva ravvisato in


chiese, ma si limitava a presentare la quell’imposizione un rifiuto della suf-
conclusione cui il gruppo era giunto. ficienza dell’opera espiatoria di Cristo,
La storia della chiesa parla da sé. e vi si oppose. Questo caso, invece, era
Ovunque le chiese si siano confederate diverso. La gente del luogo sapeva che
sotto un’organizzazione centrale, il lo- Timoteo era giudeo per parte di madre.
ro declino ha subito un’accelerazione. Ora Paolo, Sila e Timoteo stavano per
La testimonianza per Dio più pura si cominciare un’opera evangelistica in
è conservata nelle chiese che si sono cui i primi contatti sarebbero spesso
mantenute libere da ingerenze umane avvenuti con dei Giudei. Qualora questi
provenienti dall’esterno. ultimi avessero saputo che Timoteo non
era circonciso, avrebbero potuto rifiu-
16:1-2 Quanti ricordi dovettero affio- tarsi di ascoltare; se Timoteo, invece,
rare alla mente di Paolo, quando tornò si fosse fatto circoncidere, non sarebbe
a DERBA e a LISTRA ! Il ricordo della sussistito alcun pericolo di offenderli a
lapidazione a Listra avrebbe potuto tale riguardo.
impedirgli di mettervi ancora piede. Trattandosi di una questione del
Sapendo, tuttavia, che Dio aveva dei tutto indifferente, dal punto di vista
figli in quel luogo, l’apostolo non si fece morale, e di nessun’importanza dottri-
trattenere da considerazioni sulla pro- nale, Paolo sottopose Timoteo a questo
pria sicurezza personale. rito giudaico, facendosi “servo di tutti
Come precedentemente accennato, per guadagnarne il maggior numero”
Timoteo poteva essersi convertito gra- (vd. 1 Co 9:19-23).
zie al ministero di Paolo durante la pri- Che Paolo intendesse circoncidere
ma visita a Listra (a quanto pare, città Timoteo per attirare l’attenzione dei
natale di Timoteo). La madre di Timo- Giudei alla predicazione del vangelo
teo, Eunice, e sua nonna, Loide, erano sembra potersi intuire, con una certa
entrambe credenti di origine giudaica sicurezza, dalla seguente affermazio-
(vd. 2 Ti 1:5). Suo padre era greco, forse ne: e lo circoncise a causa dei Giudei
a quel tempo già deceduto. che erano in quei luoghi; perché tutti
Paolo si rallegrò apprendendo, dai sapevano che il padre di lui era greco.
fratelli che erano a Listra e a Iconio, che 16:4-5 Passando per le città della
Timoteo faceva progressi nella fede cri- Licaonia, i tre missionari trasmisero
stiana. Paolo lo invitò a unirsi al viaggio. alle chiese le decisioni concordate da-
Teniamo presente che i primi apostoli gli apostoli e dagli anziani che erano a
non soltanto lavoravano in coppia, ma Gerusalemme.
portavano con sé i fratelli più giovani 1. Per quanto concerne la salvezza, è
(Marco e Timoteo) per addestrarli negli necessaria la sola fede. La circonci-
aspetti pratici del ministero cristiano. sione e l’osservanza della legge non
Che privilegio, per questi giovani uomi- sono condizioni accessorie alla fede
ni, potersi unire a dei veterani nell’opera per ottenere la salvezza.
missionaria cristiana! 2. L’immoralità sessuale era vietata
16:3 Prima di partire, Paolo circon- a tutti i credenti di tutte le età; ma
cise Timoteo. Perché lo fece, se tempo probabilmente questo divieto inte-
addietro aveva risolutamente rifiutato ressava soprattutto gli stranieri che
di far circoncidere Tito (vd. Ga 2:1-5)? si convertivano, giacché l’immorali-
La risposta è semplice: nel caso di Ti- tà sessuale era (ed è) comunemente
to, si trattava di una questione dottri- praticata tra i non Giudei.
nale, in questo caso no. I falsi dottori 3. Le carni offerte agli idoli, quelle pro-
affermavano con insistenza che un cre- venienti da animali soffocati e il san-
dente nato da genitori stranieri (quale gue erano cibi vietati. Non si trattava
era Tito) doveva essere circonciso per di una condizione per ottenere la

528
ATTI DEGLI APOSTOLI 16:10

salvezza, bensì di una norma per settentrionale della Grecia, proprio a


facilitare la comunione tra credenti occidente di Troas. Che Paolo lo sa-
giudei e stranieri. Alcune di queste pesse o no, la Macedonia (come tutta
indicazioni furono, in seguito, mo- l’Europa!) aveva bisogno del vangelo
dificate (vd. 1 Co 8–10; 1 Ti 4:4-5). della grazia redentrice. Il Signore aveva
Ne conseguì che, grazie al ministero chiuso le porte dell’Asia perché i suoi
di questi uomini, le chiese… si fortifi- servitori recassero la buona notizia in
cavano nella fede cristiana e cresceva- Europa. Stalker descrive l’episodio con
no ogni giorno di numero. queste parole:
16:6-8 Questi versetti sono di vitale [Il Macedone] rappresentava l’Euro-
importanza perché dimostrano come pa e il suo grido d’aiuto esprimeva il
la strategia missionaria degli apostoli bisogno dell’Europa di ricevere Cri-
fosse sotto il controllo e la guida dello sto. Paolo riconobbe nella visione
Spirito Santo. Dopo essere tornati in vi- una chiamata divina; l’alba del gior-
sita presso le chiese della FRIGIA e della no dopo, che indorava l’Ellesponto,
GALAZIA, gli apostoli avevano proget- vedeva Paolo già seduto sulla tolda di
tato di recarsi nella provincia dell’Asia, una nave la cui prua puntava in dire-
nell’Asia Minore occidentale, ma lo zione della costa macedone.(61)
Spirito Santo non lo permise loro. Non
è noto il motivo di tale impedimento; 16:10 In questo brano compare un
taluni ipotizzano che tale regione fosse significativo cambio di prospettiva
stata divinamente assegnata a Pietro narrativa (dalla terza persona singo-
(vd. 1 P 1:1). In ogni caso, essi viaggia- lare alla prima persona plurale). Si ri-
rono verso nord-ovest, raggiungendo la tiene che Luca, l’autore del libro degli
MISIA. Questa regione, in effetti, faceva Atti, si sia unito a Paolo, Sila e Timoteo
parte della provincia dell’Asia, ma non in quell’occasione. Da questo punto in
sembra che vi predicassero il vangelo. avanti, gli avvenimenti sono documen-
Quando, poi, gli apostoli tentarono di tati da un testimone oculare.
andare a nord-est, in Bitinia, lungo la
costa del mar Nero, lo Spirito di Gesù LA GUIDA DIVINA
non lo permise loro. Pertanto essi si
diressero a occidente, verso la città co- Per funzionare efficacemente in terra,
stiera di TROAS. Di là, oltre il mar Egeo, la chiesa primitiva dipendeva dalla
i missionari riuscivano a vedere la Gre- guida del suo Capo in cielo. Ma in che
cia, la porta dell’Europa. Ryrie scrive: modo il Signore Gesù comunicava la
sua volontà ai suoi servitori?
L’Asia aveva bisogno del vangelo, ma Prima di ascendere al cielo, egli ave-
questo non era il momento stabilito va lasciato loro una strategia generale :
da Dio: per i missionari tale necessità “E mi sarete testimoni in Gerusalem-
non costituiva uno specifico appello.
me, e in tutta la Giudea e Samaria, e
Essi erano appena arrivati da est e fu
fino all’estremità della terra” (At 1:8).
loro impedito di dirigersi sia a nord
sia a sud… ma con ciò essi non con-
Dopo essere salito in cielo, trasmette-
clusero che il Signore li stesse gui- va loro la sua volontà in svariati modi.
dando a ovest; essi attesero, invece, Per scegliere il successore di Giuda
di ricevere sue specifiche istruzioni. (1:15-26), Pietro e gli altri discepoli si
La logica, di per sé, non costituisce la affidarono alla guida delle Scritture ve-
base dell’appello.(60) terotestamentarie (vd. Sl 69:25).
In almeno cinque occasioni il Si-
16:9 Durante una visione notturna, gnore guidò gli uomini tramite vi-
Paolo vide un macedone che lo chia- sioni : Anania (vd. 9:10-16), Cornelio
mava a passare in Macedonia per soc- (vd. 10:3), Pietro (vd. 10:10-11, 17), Pao-
correrli. La MACEDONIA era la regione lo (due volte: vd. 16:9-10; 18:9).

529
ATTI DEGLI APOSTOLI 16:11-12

Per due volte li guidò mediante pro- Ricapitolando, i primi credenti rice-
feti (vd. 11:27-30; 21:10-12). vettero la guida attraverso:
Altre volte i credenti furono guidati 1. le Scritture;
dalle circostanze. Ad esempio, furono 2. visioni e profezie;
dispersi o incalzati dalla persecuzio- 3. le circostanze;
ne (vd. 8:1-4; 11:19; 13:50-51; 14:5-6); 4. il consiglio e l’iniziativa di altri cre-
le autorità civili chiesero a Paolo e Sila denti;
di lasciare Filippi (vd. 16:39-40); suc- 5. una comunicazione diretta, proba-
cessivamente, Paolo fu condotto dalle bilmente ricevuta in modo interiore
autorità da Gerusalemme a Cesarea e soggettivo.
(vd. 23:33); l’appello di Paolo all’impe-
ratore determinò il suo viaggio a Roma 16:11-12 Navigando a nord-ovest di
(vd. 25:11) e il naufragio che si verificò Troas, gli instancabili ambasciatori di
in seguito fu una circostanza che in- Cristo approdarono prima all’isola di
cise sui tempi e sulla sequenza delle SAMOTRACIA , per passarvi la notte,
azioni (vd. 27:41; 28:1). poi, il giorno seguente, raggiunsero
Talvolta le indicazioni arrivarono il continente attraccando al porto di
tramite il consiglio e l’iniziativa di altri NEAPOLIS, distante poco meno di
credenti. La chiesa di Gerusalemme duecento chilometri da Troas. Prose-
inviò Barnaba ad Antiochia (vd. 11:22). guendo per alcuni chilometri nell’en-
Quando Agabo profetizzò una ca- troterra, giunsero a FILIPPI... colonia
restia, la chiesa di Antiochia inviò romana e la città più importante di
una sovvenzione ai santi in Giudea quella regione della Macedonia.
(vd. 11:27-30). I fratelli di Antiochia 16:13-15 Apparentemente a Filippi
inviarono Paolo e Barnaba a Gerusa- non vi erano sinagoghe, ma Paolo e i
lemme (vd. 15:2). La chiesa di Geru- suoi appresero che alcuni Giudei si riu-
salemme inviò Giuda e Sila insieme a nivano il sabato fuori della città, lungo
Barnaba e Paolo (vd. 15:25-27). Paolo e il fiume. Raggiunto il posto, trovarono
Sila, prima di iniziare il secondo viag- un gruppo di donne in preghiera, tra le
gio missionario, furono raccomandati quali una... di nome Lidia. Si trattava
alla grazia di Dio dai fratelli (vd. 15:40). probabilmente di una donna conver-
Quando partì da Listra, Paolo prese tita al giudaismo. Originaria della città
con sé Timoteo (vd. 16:3). I fratelli che di Tiatiri (nel distretto di Lidia, in Asia
erano a Tessalonica, udite le minacce Minore occidentale), si era trasferita a
di violenza, mandarono Paolo e Sila Filippi, dove commerciava stoffe tinte
a Berea (vd. 17:10). A loro volta, i fra- con la porpora. Tiatiri, infatti, era ri-
telli di Berea allontanarono Paolo per nomata per la porpora.
lo stesso motivo (vd. 17:14-15). Infine, Lidia non si limitò ad ascoltare il
Paolo inviò Timoteo ed Erasto in Ma- vangelo, ma gli aprì bensì il proprio
cedonia (vd. 19:22). cuore. Dopo aver ricevuto il Signore
Inoltre, vi furono casi in cui gli uo- Gesù, ella fu battezzata con la sua fa-
mini ricevettero istruzioni direttamente miglia. Naturalmente anche i membri
dal Signore. Un angelo del Signore guidò della sua famiglia si convertirono pri-
Filippo dall’eunuco etiope (vd. 8:26). Lo ma di essere battezzati (non pare che
Spirito Santo parlò ai profeti e ai dottori Lidia fosse sposata, pertanto la sua
di Antiochia, mentre questi erano rac- famiglia poteva essere composta dalla
colti in digiuno e preghiera (vd. 13:1-2). sola servitù).
Lo Spirito Santo impedì a Paolo e a Lidia non fu salvata per aver com-
Timoteo di predicare la Parola in Asia piuto opere buone, ma fu salvata per
(vd. 16:6). Successivamente essi cerca- compierle. Ella dimostrò la realtà della
rono di andare in Bitinia, ma lo Spirito sua fede aprendo la sua casa a Paolo,
non lo permise loro (vd. 16:7). Sila, Luca e Timoteo.

530
ATTI DEGLI APOSTOLI 16:16-18

16:16-18 Un altro giorno, mentre - la guarigione di uno zoppo, a Listra,


Paolo e i suoi compagni si recavano al operata da Paolo (vd. 14:10);
luogo di preghiera, incontrarono una - l’immediato ristabilimento di Pao-
serva con uno spirito di divinazione. lo dopo la lapidazione, a Listra
Grazie a questa possessione demo- (vd. 14:19-20);
niaca, costei era in grado di predire il - la visione del macedone in cerca di
futuro e di fare altre straordinarie rive- aiuto (vd. 16:9);
lazioni, procurando, in questo modo, - la liberazione della ragazza di Filippi
notevoli guadagni ai suoi padroni. dallo spirito maligno (vd. 16:18);
Incontrati i missionari cristiani, la - la liberazione di Paolo e Sila dalla
donna si mise a seguirli, gridando per prigione di Filippi (vd. 16:26);
molti giorni : “Questi uomini sono ser- - la risurrezione di Eutico compiuta da
vi del Dio altissimo, e vi annunziano la Paolo (vd. 20:9-10);
via della salvezza”. Le sue parole erano - la profezia di Agabo (vd. 21:10-11);
vere, ma Paolo ebbe il buon senso di - Paolo sopravvive al morso di una vi-
non accettare la testimonianza dei de- pera a Malta (vd. 28:3-6);
mòni. Inoltre, egli era rattristato dalla - la guarigione del padre di Publio dal-
miserabile condizione di schiavitù in la febbre (vd. 28:8);
cui si trovava la ragazza. Così, nell’on- - la guarigione di altre infermità
nipotente nome di Gesù Cristo, egli (vd. 28:9).
comandò al demonio di uscire da lei. Oltre a questi, gli apostoli compi-
La donna fu immediatamente liberata rono altri prodigi e segni (2:43); Ste-
dalla terribile schiavitù e tornò a esse- fano compì grandi prodigi e segni tra
re una persona raziocinante, nel pieno il popolo (6:8); Filippo operò mira-
possesso delle proprie facoltà mentali. coli e segni (8:6, 13); Barnaba e Pao-
lo operarono segni e prodigi (15:12);
I MIRACOLI Dio fece miracoli per mezzo di Paolo
(19:11).
Tutto il racconto degli Atti è intessuto Studiando il libro degli Atti, c’è da
di miracoli. Tra i principali si contano: domandarsi se non ci possa aspettare
- il dono miracoloso della xenoglossia gli stessi miracoli anche oggi. La rispo-
(parlare in lingue straniere; vd. 2:4; sta richiede un giusto distacco dalle
10:46; 19:6); due posizioni estreme:
- la guarigione dello zoppo presso la 1. “poiché Gesù Cristo è lo stesso ieri,
porta del tempio (vd. 3:7); oggi e in eterno, oggi dovremmo ve-
- il castigo fulminante su Anania e der accadere gli stessi miracoli che
Saffira (vd. 5:5, 10); accaddero ai tempi della chiesa pri-
- la liberazione degli apostoli dalla mitiva”;
prigione (vd. 5:19); 2. “i miracoli erano previsti solo per i
- l’incontro di Saulo con il Cristo glori- primi tempi della chiesa, quindi oggi
ficato (vd. 9:3-6); non abbiamo il diritto di ricercarli”.
- la guarigione di Enea per opera di È vero che “Gesù Cristo è lo stesso,
Pietro (vd. 9:34); ieri, oggi e in eterno” (Eb 13:8), ma
- la risurrezione di Tabita (vd. 9:40); ciò non significa che i metodi di Dio
- la visione della tovaglia calata dal non cambino mai. Le piaghe con cui
cielo (vd. 10:11); Dio afflisse l’Egitto, ad esempio, non
- la liberazione di Pietro dalla prigione si sono mai più verificate. Il potere di
(vd. 12:7-10); Dio è, indubbiamente, lo stesso: egli è
- la morte di Erode per opera di un an- tuttora in grado di operare qualsiasi
gelo (vd. 12:23); tipo di miracolo. Nondimeno, ciò non
- l’accecamento del mago Elima significa che egli debba compiere gli
(vd. 13:11); stessi miracoli in tutti i tempi. Il no-

531
ATTI DEGLI APOSTOLI 16:19-24

stro è un Dio di infinita ricchezza e mente per la conseguente perdita di


varietà. una fonte di guadagno e trascinaro-
D’altro canto, non dobbiamo liqui- no Paolo e Sila davanti ai pretori, ac-
dare i miracoli come un anacronismo campando false accuse contro di loro.
della chiesa. È troppo facile incasel- In sostanza, accusarono quei Giudei
lare i miracoli in determinati periodi di essere degli istigatori che cercava-
di economia divina, accontentandoci no di sconvolgere lo stile di vita ro-
di una vita che non si eleva mai sopra mano. La folla reagì con violenza e i
“carne e sangue”. pretori, strappate... le vesti a Paolo e
La nostra vita dovrebbe essere ca- a Sila, comandarono che fossero bat-
rica di una potenza soprannaturale. tuti con le verghe. Dopo essere stati
Dovremmo costantemente ravvisare duramente percossi, i missionari fi-
la mano di Dio nel meraviglioso con- nirono in prigione e al carceriere fu
vergere delle circostanze. Dovremmo raccomandato di sorvegliarli atten-
sperimentare la sua guida in modo mi- tamente. Costui, perciò, li rinchiuse
racoloso, misterioso. Nella nostra vita nella parte più interna del carcere e
dovremmo sperimentare eventi che mise dei ceppi ai loro piedi .
trascendono il calcolo delle probabili- Questo brano esemplifica due dei
tà. Dovremmo essere consapevoli che principali metodi adottati da Satana.
Dio prepara gli incontri, apre le porte e Inizialmente egli cercò di avvalersi di
opera in modo sovrano sulle avversità. una falsa amicizia, ossia della testi-
Il nostro servizio dovrebbe rifulgere di monianza della schiava indemoniata.
soprannaturale. Fallito il tentativo, ricorse a una con-
Dovremmo vedere la risposta di- clamata persecuzione. Grant assicura:
retta alle nostre preghiere. Quando la “Alleanza o persecuzione. Sono queste
nostra vita entra in contatto con altre le alternative: falsa amicizia o guerra
vite, dovremmo veder succedere qual- aperta”. A.J. Pollock commenta:
cosa di utile per Dio. Dovremmo ve-
Come deve aver gongolato il diavolo,
dere la sua mano negli insuccessi, nei
al pensiero di aver così bruscamente
ritardi, negli incidenti, nelle perdite o
interrotto la carriera dei due devoti
nelle apparenti tragedie. Dovremmo servitori di Cristo! Ma il suo, come
sperimentare liberazioni straordinarie sempre, era un trionfo avventato.
ed essere consapevoli di una forza, un L’apparente vittoria si trasformò in
coraggio, una pace e una sapienza che una sconfitta che favorì il progresso
oltrepassano i nostri limiti naturali. dell’opera del Signore.(62)
Se la nostra vita è vissuta soltanto al
livello naturale, che cosa ci differenzia 16:25 Lo scoccare della mezzanot-
rispetto ai non credenti? La volontà di te trovò Paolo e Sila che pregavano e
Dio è che la nostra vita sia soprannatu- cantavano inni. La loro gioia era com-
rale e che la vita di Gesù Cristo scorra pletamente indipendente dalle circo-
attraverso di noi. Quando ciò accadrà, stanze terrene. Il loro canto scaturiva
gli impedimenti si dilegueranno, le dal cielo. Morgan osserva:
porte sbarrate si apriranno e la poten- Qualsiasi uomo può intonare un
za irromperà. Allora sì, che saremo so- canto, quando le porte della prigione
vraccarichi di Spirito Santo e chiunque si aprono ed egli è dichiarato libero.
si avvicinerà a noi percepirà la scossa L’anima che crede canta in prigione.
dello Spirito! Penso che Paolo avrebbe cantato un
assolo, se ci fossi stato io accanto a
16:19-24 Invece di essere ricono- lui; ma, nondimeno, vedo la gloria e
scenti perché questa giovane donna la magnificenza dello Spirito che si
era stata liberata da un demonio, i eleva su tutte le difficoltà e limitazio-
suoi padroni si irritarono profonda- ni che ci possono essere.(63)

532
ATTI DEGLI APOSTOLI 17:1

16:26 Mentre gli altri prigionieri duto, senza risorse, senza speranze,
ascoltavano le preghiere e gli inni di destinato all’inferno, e si sente dire di
lode a Dio, la prigione fu scossa da uno credere in Cristo come Signore e Salva-
strano terremoto, tutte le porte si apri- tore, allora comprende perfettamente
rono, i ceppi e le catene si allentarono, cosa ciò significhi… giacché non gli
ma l’edificio rimase in piedi. rimane altro da fare!
16:27-28 Svegliandosi e trovando il 16:32-34 Allorché Paolo e Sila ebbero
carcere aperto, il carceriere pensò che esposto la Parola alla famiglia del carce-
i prigionieri si fossero dati alla fuga. riere, questi dimostrò la sincerità della
In preda alla disperazione, sguainò la propria conversione lavando le loro ferite
spada per uccidersi. Ma Paolo lo esor- e facendosi battezzare senza indugi; li
tò a non farlo, perché tutti i prigionieri fece altresì salire in casa sua, condivise
erano ancora là. la sua mensa e si rallegrò con tutta la sua
16:29-30 Il carceriere fu pervaso da famiglia di aver conosciuto il Signore.
una nuova emozione. Al timore di per- Non esiste alcuna prova che nella
dere il lavoro, e forse anche la vita, su- famiglia vi fossero dei neonati o dei
bentrò da una profonda convinzione di bambini piccoli e che fossero anch’essi
peccato. Immerso com’era nel peccato, battezzati insieme con gli altri. Aveva-
costui, che ora temeva l’incontro con no tutti l’età per credere in Dio.
Dio, gridò: Signori, che debbo fare per 16:35 Sembra che, durante la notte,
essere salvato? i pretori avessero mutato d’avviso; il
Questa è una domanda che deve mattino seguente mandarono i littori a
precedere ogni sincera conversione. ordinare il rilascio dei due prigionieri.
L’individuo deve sapere e riconosce- 16:36-37 Quando il carceriere recò
re di essere perduto, prima di poter a Paolo la buona notizia, l’apostolo
essere salvato. È prematuro comuni- si rifiutò di lasciare il carcere in quel
care a una persona cosa deve fare per modo. Egli e Sila, infatti, sebbene
essere salvata, se prima il suo cuore Giudei di nascita, erano pur sempre
non ha ammesso: “Merito dav vero cittadini romani. Dopo averli proces-
l’inferno”. sati e battuti ingiustamente, i pretori
16:31 Nel N.T. solamente gli indivi- erano veramente convinti che i due
dui convinti dei propri peccati furono se ne sarebbero sgusciati via come
invitati a credere nel Signore Gesù Cri- dei colpevoli? No davvero! Che fos-
sto. Solamente ora, che era profonda- sero loro stessi, i pretori, a rilasciare
mente consapevole dei propri peccati, i prigionieri!
il carceriere si sentì dire: Credi nel Si- 16:38-40 I pretori non si fecero at-
gnore Gesù, e sarai salvato tu e la tua tendere e presentarono addirittura le
famiglia. proprie scuse! Essi chiesero a Paolo e
Questo brano non intende dire che Sila di andarsene dalla città senza altri
la sua famiglia sarebbe stata automati- disturbi. Con la dignità propria di figli
camente salvata, se egli avesse riposto del Re, i servitori del Signore uscirono
la sua fiducia in Cristo. Significa che, dalla prigione, ma senza lasciare subi-
qualora il carceriere avesse creduto to la città. Prima si recarono in casa di
nel Signore Gesù Cristo, sarebbe stato Lidia, per incontrare e confortare i fra-
salvato, e la sua famiglia sarebbe sta- telli. Sorprendente! Erano coloro che
ta salvata nello stesso modo. “Credi... avrebbero dovuto ricevere conforto a
e sarai salvato, e la tua famiglia faccia incoraggiare gli altri!
altrettanto!” Quando la loro missione a Filippi fu
Pare che oggi siano in molti ad avere terminata, Paolo e Sila se ne partirono
qualche difficoltà a recepire il signi- vittoriosi.
ficato del verbo “credere”. Ma quando 17:1 Lasciata Filippi, Paolo e Sila
un peccatore comprende di essere per- viaggiarono per una cinquantina di

533
ATTI DEGLI APOSTOLI 17:2-3

chilometri in direzione sud-ovest, alla Cesare, considerato il loro minimo, o


volta di AMFIPOLI. Poi proseguirono inesistente, attaccamento all’impero
verso APOLLONIA, altri cinquanta chi- romano.
lometri a sud-ovest. Di là, viaggiando Ma l’accusa era fondata? Senza dub-
verso occidente per altri sessanta chi- bio costoro dovevano aver udito Paolo
lometri, raggiunsero TESSALONICA . annunciare il ritorno di Gesù come Re
La città, che sorgeva strategicamente di tutta la terra. Ma ciò non costituiva
sul principale crocevia di scambio, era un’immediata minaccia per l’impera-
un importante centro commerciale. Lo tore, giacché Cristo non sarebbe tor-
Spirito Santo la scelse come base per nato prima che la nazione d’Israele si
diffondere il vangelo in molte direzio- fosse ravveduta.
ni. Oggi la città è conosciuta con il no- 17:8-9 Udito ciò, le autorità si mi-
me di Salonicco. sero in agitazione. Sotto cauzione ri-
Quando Paolo e Sila partirono per lasciarono Giasone e suoi compagni e
conquistare nuove terre per il Signore, li lasciarono andare, probabilmente
Luca rimase, probabilmente, a Filippi. ingiungendo loro di allontanare i loro
Il racconto, infatti, riprende alla terza ospiti dalla città.
persona plurale (essi). 17:10-12 I fratelli di Tessalonica de-
17:2-3 Come loro consuetudine, i cisero che per i missionari fosse me-
missionari individuarono una sinago- glio andarsene; così, di notte, fecero
ga giudea e vi predicarono il vangelo. partire Paolo e Sila per BEREA. Questi
Per tre sabati (64) Paolo spiegò l’A.T., di- indomiti e coraggiosi evangelisti si re-
mostrando che esso annunciava che il carono direttamente nella sinagoga
Messia doveva soffrire e risuscitare dai dei Giudei. All’annuncio del vangelo,
morti. Stabilito questo dalle Scritture, i Giudei risposero con mente aperta,
egli proseguì dichiarando che il Messia studiando, controllando e confrontan-
lungamente atteso era Gesù di Nazaret. do le Scritture veterotestamentarie.
Non aveva egli sofferto, non era egli Erano persone semplici e disposte a
morto e risuscitato? Ciò non dimostrava farsi istruire e, allo stesso tempo, de-
forse che egli era il Cristo di Dio? terminate a verificare l’insegnamento
17:4-7 Alcuni Giudei furono con- alla luce delle sacre Scritture. Molti di
vinti e si unirono a Paolo e Sila come questi Giudei credettero. Numerose
credenti cristiani. Si convertirono an- conversioni si ebbero anche tra le no-
che molti proseliti greci e non poche bildonne greche e gli uomini.
donne delle famiglie più importanti 17:13-14 Quando a Tessalonica tra-
della città. Questo spinse i Giudei in- pelò la notizia che Paolo e Sila conti-
creduli alla mossa decisiva. Raccolti nuavano il loro ministero a Berea, i
alcuni teppisti tra la gente di piazza, Giudei di Tessalonica partirono ap-
li incitarono ad assaltare la casa di positamente alla volta di quella città,
Giasone, dove Paolo e Sila erano stati dove agitarono e misero sottosopra
ospitati. Ma non avendoli trovati in la folla. I fratelli allora decisero di far
casa, trascinarono Giasone e alcuni partire Paolo e lo scortarono fino al-
altri credenti davanti ai magistrati la costa. Probabilmente si recarono a
della città (i politarchi). Inconsapevol- DIUM e di là salparono per il PIREO, il
mente, i delatori di Paolo e Sila fecero porto di ATENE. Sila e Timoteo rima-
loro un bel complimento, accusandoli sero a Berea.
di aver messo sottosopra il mondo. Li 17:15 Il viaggio da Berea ad Atene era
accusarono, inoltre, di cospirare con- lungo. La disponibilità dei fratelli ad
tro il governo di Cesare, predicando accompagnare Paolo per tutto il tragit-
un altro re, Gesù. Era perlomeno in- to dimostrava la sincerità del loro affet-
consueto che dei Giudei mostrassero to. Giunto il momento del commiato,
tanto zelo per la causa del governo di ad Atene, Paolo pregò i suoi accompa-

534
ATTI DEGLI APOSTOLI 17:26-28a

gnatori di dire a Sila e a Timoteo che lo per passeggiare, chiacchierare e ascol-


raggiungessero quanto prima. tare gli altri, e sembravano disporre di
17:16 Mentre... attendeva ad Atene, un’infinità di tempo per farlo.
Paolo si sentiva fortemente oppresso 17:22 In piedi in mezzo alla corte,
dall’idolatria di quella città . Sebbe- Paolo pronunciò quello che ora è cono-
ne Atene fosse il centro della cultura, sciuto come “il discorso nell’Areopago”.
dell’educazione e delle belle arti, Pao- Per apprezzare tale discorso, bisogna
lo non s’interessò ad alcuna di queste ricordare che Paolo non si stava rivol-
cose. Egli non trascorse il tempo in giri gendo a Giudei, bensì a dei pagani, i
turistici. Arnot commenta: quali non avevano alcuna prepara-
zione sull’A.T. Per iniziare era dunque
Non che egli sottovalutasse il valore
necessario trovare un soggetto di
alle statue di marmo, ma attribuiva
maggior valore agli uomini di carne e
comune interesse. Così egli comin-
ossa... Egli non è un uomo suggestio- ciò osservando che gli Ateniesi erano
nabile, bensì l’uomo forte che conside- estremamente religiosi . Che Atene
ra le anime immortali straordinaria- fosse, in effetti, una città “religiosa” era
mente più importanti delle belle arti... dimostrato dalla sua fama di ospitare
Paolo non riteneva l’idolatria una pra- più idoli che uomini!
tica pittoresca e inoffensiva, ma ne 17:23 Ripensando agli idoli che
considerava, bensì, la gravità.(65) aveva visto, Paolo si soffermò su un
altare sul quale era scritto: Al dio sco-
17:17-18 Egli discorreva nella si- nosciuto, reputando quell’iscrizione
nagoga con i Giudei e con le persone un ottimo spunto per il suo messaggio
pie, mentre sulla piazza predicava a giacché presentava due aspetti impor-
chiunque lo ascoltasse. Fu così che in- tanti: la dichiarazione dell’esistenza
contrò alcuni filosofi epicurei e stoici. di Dio e l’ammissione dell’ignoranza
Gli epicurei erano seguaci di Epicuro, degli Ateniesi in proposito. Fu facile e
un filosofo che insegnava che il fine ul- naturale, dunque, passare a presenta-
timo della vita non era tanto la ricerca re il vero Dio. Come è stato osservato,
della conoscenza, quanto il piacere. Gli Paolo guidò la corrente randagia della
stoici erano dei panteisti che credeva- loro religiosità verso il canale giusto.
no che la saggezza consistesse nell’af- 17:24-25 I missionari affermano che
francamento dalle emozioni intense, il migliore punto di partenza per par-
nell’impassibilità alla gioia e al dolore e lare di Dio agli increduli è il racconto
nella volontaria sottomissione alle leg- della creazione. Questo è proprio ciò
gi naturali. Quando i fautori di queste che fece Paolo con gli abitanti di Ate-
due correnti di pensiero udirono Pao- ne. Egli presentò Dio come colui che
lo, lo giudicarono un ciarlatano (in gr. ha fatto il mondo e tutte le cose che
“raccoglitore di semi”) e un predicato- sono in esso. Guardando i numerosi
re di divinità straniere, perché annun- templi intorno, l’apostolo ricordò ai
ziava Gesù e la risurrezione. suoi uditori che il vero Dio non abita
17:19-21 Presolo con sé, lo condusse- in templi costruiti da mano d’uomo,
ro su nell’Areòpago, organo giudiziario né dipende dal servizio reso dalle ma-
simile alla corte suprema, che aveva ni dell’uomo. Sovente i sacerdoti por-
sede sulla collina di Marte. In quella tavano nei templi il cibo e altri “beni
specifica circostanza non si trattava necessari” ai loro idoli. Ma il vero Dio
di processare, bensì semplicemente di non necessita di alcunché dall’uomo,
ascoltare Paolo, offrendogli l’oppor- giacché è lui la fonte della vita, del re-
tunità di esporre il suo insegnamento spiro e di ogni cosa.
davanti ai membri della corte e alla fol- 17:26-28a Paolo affrontò quindi il te-
la (come si evince, in qualche misura, ma dell’origine della razza umana. Tut-
dal v. 21). Agli Ateniesi piaceva riunirsi ti i popoli hanno origine da un comune

535
ATTI DEGLI APOSTOLI 17:28b

antenato, Adamo. Ma Dio non si è limi- Dio ha risuscitato il Signore Gesù dai
tato a generare i popoli: egli ha altresì morti. A questo punto Paolo iniziò ad
determinato le epoche e i paesi asse- affrontare il suo argomento preferito,
gnati alle varie nazioni. Inoltre, riversa la risurrezione di Cristo.
su di loro innumerevoli benedizioni, 17:32-33 Forse Paolo non poté con-
affinché lo cerchino. Egli desidera, in- cludere il suo messaggio, forse fu in-
fatti, che essi lo cerchino e lo trovino, terrotto dallo scherno di quelli che si
come a tastoni, sebbene, in realtà, egli beffavano dell’idea della risurrezione
non sia lontano da ciascuno di noi. È dei morti. Altri, pur senza canzonarlo,
nel vero Dio che noi viviamo, ci mo- esitavano. Rimandarono qualsiasi de-
viamo, e siamo. Egli non è soltanto il cisione, dicendo: Su questo ti ascoltere-
nostro Creatore, ma anche l’ambiente mo un’altra volta. “Giunto il momento
in cui ci troviamo. di decidere per Cristo, essi ritennero
17:28b Per evidenziare ulteriormente quel momento inadatto. Non stavano
il rapporto tra la creatura e il Creatore, dicendo: ‘Mai’, bensì: ‘Non adesso’”.
Paolo citò quello che anche alcuni dei 17:34 Ma non sarebbe esatto con-
loro poeti greci avevano detto: “Poiché cludere che il messaggio di Paolo fu
siamo anche sua discendenza”. Ciò un fallimento. Dopo tutto, Dionisio
non significa che gli uomini sono tutti credette, ed egli era un areopagita, un
fratelli e che Dio è Padre di tutti. Noi membro della corte. Anche una donna
siamo discendenza di Dio nel senso chiamata Damaris credette, e così al-
che egli ci ha creati, ma diventiamo fi- tri, non citati per nome.
gli di Dio soltanto mediante la fede nel Così Paolo uscì di mezzo a loro.
Signore Gesù Cristo. “Non sentiremo più parlare di Atene.
17:29 Paolo prosegue: se gli uomini Paolo ritornò in luoghi di persecuzione,
sono discendenza di Dio, è impossibi- ma di fronte all’irriverenza intellettua-
le pensare a Dio come a un idolo fatto le non c’era nient’altro da aggiungere”.
d’oro, d’argento o di pietra. Siffatte di- Sono state mosse alcune critiche al
vinità sono scolpite dall’arte e dall’im- messaggio di Paolo: egli dà l’impres-
maginazione umana e, perciò, sono sione di lodare gli Ateniesi per una re-
inferiori agli uomini. Gli idoli sono, in ligiosità che si limitava, invece, a una
un certo senso, “discendenza degli es- grossolana idolatria; presume di ravvi-
seri umani”, laddove gli esseri umani sare il vero Dio nell’iscrizione di un al-
sono creature di Dio. tare pagano; si adatta troppo agli usi e
17:30 Dopo aver illustrato la follia ai costumi degli Ateniesi; non presenta
dell’idolatria, Paolo spiega come per il vangelo con la stessa forza e chiarez-
molti secoli Dio sia passato sopra za di altri suoi messaggi. Si tratta di cri-
l’ignoranza degli stranieri. Ma ades- tiche infondate. Abbiamo già spiegato
so, con la rivelazione del vangelo, egli che Paolo cercò, anzitutto, di stabilire
comanda agli uomini che tutti, in un punto di contatto con gli Ateniesi,
ogni luogo, si ravvedano, ossia cam- poi, a piccoli passi, presentò il vero Dio
bino rotta. e la necessità di ravvedersi in vista del
17:31 Si tratta di un messaggio ur- giudizio di Cristo. Il messaggio di Pao-
gente, poiché Dio ha fissato un gior- lo produsse delle conversioni reali, e
no, nel quale giudicherà il mondo con questo basta ad assolverlo.
giustizia per mezzo del Signore Gesù
Cristo, l’uomo ch’egli ha stabilito. Il PULPITI NON CONVENZIONALI
giudizio cui allude questo passo av-
verrà allorché Cristo tornerà sulla terra La predicazione di Paolo nell’Areopago
per abbattere i suoi nemici e concretare è un esempio dei luoghi di predicazione
il suo regno millenniale. La certezza di in cui i primi cristiani annunciarono la
tale evento è comprovata dal fatto che Parola.

536
ATTI DEGLI APOSTOLI 18:2-3

Gli spazi aperti costituivano l’am- cio del messaggio in edifici “consacra-
biente ideale per la predicazione. A ti”. Ovunque vi fossero delle persone,
giudicare dal numero di persone che vi era sia il motivo sia l’opportunità
udirono e si convertirono in occasione di far conoscere Cristo. A.B. Simpson
della Pentecoste (vd. 2:6, 41), il mes- concorda:
saggio potrebbe essere stato predicato
all’aperto. (66) Altri esempi sono in 8:5, Per i primi cristiani ogni situazione
era un’opportunità per testimoniare
25, 40; 13:44; 14:8-18.
di Cristo. Anche condotti di fronte a
Il messaggio riecheggiò nei dintor-
re e governatori, essi non temevano
ni del tempio in almeno tre occasioni le conseguenze della propria iden-
(vd. 3:1-11; 5:21, 42). Paolo e i suoi com- tificazione con Cristo. Essi consi-
pagni, a Filippi, predicarono la Parola deravano la situazione contingente
lungo il fiume (vd. 16:13). Ad Atene, semplicemente come un’occasione
prima di recarsi all’Aeròpago, Paolo per predicare ai re e alle autorità
predicò sulla piazza (vd. 17:17). A Geru- che, altrimenti, non avrebbero potu-
salemme parlò alla folla in subbuglio to raggiungere. È probabile che Dio
dalla gradinata della fortezza Antonia permetta a ogni essere umano di in-
(vd. 21:40–22:21). crociare il nostro cammino per darci
In almeno quattro occasioni il mes- l’opportunità di lasciare una bene-
saggio fu predicato davanti al sinedrio dizione, un’influenza che raggiunga
giudeo: 1° da Pietro e Giovanni (vd. 4:8, il suo cuore e la sua vita, attirandolo
19; 2° da Pietro e gli altri apostoli più vicino a Dio.(67)
(vd. 5:27-32); 3° da Stefano (vd. 7:2-53);
4° da Paolo (vd. 22:30–23:10). Il Signore Gesù aveva ordinato: “An-
Paolo e i suoi compagni erano soliti date per tutto il mondo, predicate il
annunciare il vangelo nelle sinagoghe vangelo a ogni creatura” (Mr 16:15). Il
(vd. 9:20; 13:5, 14; 14:1; 17:1-2, 10, 17; libro degli Atti racconta come i predi-
18:4, 19, 26; 19:8). catori ubbidirono a quest’ordine.
Spesso erano utilizzate le case pri- Potremmo aggiungere che la mag-
vate. Pietro predicò a casa di Cornelio gior parte delle predicazioni riportate
(vd. 10:22, 24). Paolo e Sila testimo- nel libro degli Atti furono spontanee
niarono a casa del carceriere di Filippi ed estemporanee. Solitamente non vi
(vd. 16:31-32). A Corinto Paolo predi- era tempo per preparare un messaggio.
cò presso l’abitazione di Tizio Giusto “Non fu lo spettacolo di un’ora, ma l’al-
(vd. 18:7-8). A Troas (vd. 20:7) predicò lestimento di una vita” (E.M. Bounds).
in una abitazione privata fino a mezza- L’allestimento, ossia la preparazione,
notte. A Efeso insegnò di casa in casa non riguardava tanto i sermoni quan-
(vd. 20:20) e a Roma nella casa che ave- to, piuttosto, i predicatori.
va preso in affitto (vd. 28:30-31).
Filippo predicò a un eunuco etiope 18:1 Alcuni ritengono che Paolo la-
in un carro (vd. 8:31-35) e Paolo predi- sciò Atene a causa degli scarsi risulta-
cò a bordo di una nave (vd. 27:21-26). ti della sua predicazione. Preferiamo
A Efeso insegnava ogni giorno in una credere che egli sia stato guidato dallo
scuola (vd. 19:9). Spirito Santo a dirigersi verso ovest, a
Paolo annunciò la Parola in tribunali CORINTO, capoluogo dell’ACAIA. In
civili, davanti a Felice (vd. 24:10), Festo questa città, nota per la sua corruzione,
(vd. 25:8) e Agrippa (vd. 26:1-29). occorreva predicare il vangelo e fonda-
In At 8:4 leggiamo che i credenti per- re una chiesa.
seguitati andavano “di luogo in luogo, 18:2-3 A Corinto Paolo incontrò una
portando il lieto messaggio della Parola”. coppia di coniugi, Aquila e Priscilla,
Tutto questo dimostra che essi non con cui strinse un’amicizia che sarebbe
ritenevano di dover confinare l’annun- durata tutta la vita. Aquila era un Giu-

537
ATTI DEGLI APOSTOLI 18:4

deo proveniente dal Ponto, la provincia Fu all’incirca in questo periodo che


nord-orientale dell’Asia Minore. Essi Paolo scrisse la Prima lettera ai Tessa-
avevano vissuto a Roma, ma erano stati lonicesi (52 d.C. ca).
costretti a lasciare la città a causa di un 18:6 I Giudei increduli facevano
decreto antisemita emanato dall’impe- opposizione a Paolo e lo insultavano
ratore Claudio. Poiché Corinto si trova- (oppure: imprecavano). Rifiutare il
va sulla strada principale che da Roma vangelo, in definitiva, equivale a fare
si dirigeva a oriente, essi vi si erano sta- opposizione a se stessi. L’incredulo non
biliti e avevano intrapreso una propria danneggia altri che se stesso.
attività come fabbricanti di tende. An- Paolo scosse le sue vesti e disse lo-
che Paolo era fabbricante di tende e av- ro: “Il vostro sangue ricada sul vostro
venne così che fece la loro conoscenza. capo; io ne sono netto; da ora in poi
andrò dai pagani”. Scuotere le vesti
Le migliori rivelazioni della vita ci era un gesto simbolico per esprimere
balenano dinanzi mentre siamo
il proprio dissenso o la propria disso-
intenti ai nostri doveri. Continua a
ciazione. Questo, tuttavia, non impe-
guadagnarti il pane quotidiano e,
in mezzo agli strumenti del tuo la-
dì a Paolo di recarsi nella sinagoga di
voro, riceverai grandi benedizioni e un’altra città, per la precisione a Efeso
avrai liete visioni. Il negozio, l’ufficio (vd. 19:8).
o il magazzino possono diventare la Le parole dell’apostolo costituiscono
casa di Dio. Fa’ il tuo lavoro, e fallo per ogni credente un solenne monito
con diligenza: potrai trovare una riguardo all’esistenza della “colpa ge-
rara comunione di anime, come suc- nerazionale”. Il credente è in debito con
cesse ad Aquila e a Priscilla.(68) tutti gli uomini: se non salda il proprio
debito annunciando il vangelo, sarà
Dal racconto non è chiaro se, ritenuto responsabile della perdizione
all’epoca dell’incontro con Paolo, di coloro cui egli non ha annunciato la
Aquila e Priscilla fossero già cristiani buona notizia della salvezza. Se, d’altro
o se si convertirono grazie al ministe- canto, testimonia fedelmente di Cristo
ro dell’apostolo. Verosimilmente essi ricevendone un ostinato rifiuto, egli
erano già credenti quando arrivarono stesso è libero dalla colpa e la responsa-
a Corinto. bilità ricade su chi ha rifiutato Cristo.
18:4 Paolo ogni sabato insegnava Questo versetto rappresenta un suc-
nella sinagoga e persuadeva Giudei e i cessivo passo avanti nel piano divino di
proseliti di origine straniera che Gesù mettere da parte, momentaneamente, il
era davvero il Cristo di Dio. popolo d’Israele e annunciare il vange-
18:5 Recandosi ad Atene, Paolo lo agli stranieri. Dio aveva stabilito che
aveva lasciato Sila e Timoteo a Be- i primi destinatari della buona notizia
rea. Da Atene aveva mandato loro un fossero i Giudei; nondimeno, lungo il
messaggio affinché lo raggiungessero racconto degli Atti, vediamo che lo Spi-
(vd. 7:15); i tre s’incontrarono a Corin- rito di Dio si ritira dal popolo d’Israele,
to. Dopo il loro arrivo, Paolo si dedicò addolorato a causa del suo rifiuto.
alla Parola (“era spinto dallo Spirito a 18:7-8 Dopo la rappresaglia dei Giu-
testimoniare ai Giudei” [ND]). Questa dei, l’apostolo si recò da Tizio Giusto,
espressione potrebbe significare che un pagano convertito al giudaismo,
egli si sentì sospinto dal Signore ad an- che aveva la casa attigua alla sinagoga.
nunciare il messaggio con particolare Proseguendo il suo ministero da que-
cura, testimoniando ai Giudei che Ge- sta base, l’apostolo Paolo ebbe la gioia
sù era il Cristo. A tale scopo, l’apostolo di vedere Crispo, capo della sinagoga,
aveva, probabilmente, cessato di fab- venire al Signore insieme con tutta la
bricare tende per dedicarsi totalmente sua famiglia. Molti altri Corinzi cre-
alla predicazione del vangelo. dettero nel Signore e furono battezzati.

538
ATTI DEGLI APOSTOLI 18:23

Personalmente Paolo battezzò soltanto mo che Gallione non si curava affatto


Crispo e pochi altri (vd. 1 Co 1:14-16), di queste cose : ciò significa, verosimil-
giacché, di norma, delegava i battesimi mente anche se non necessariamente,
ad altri credenti. Paolo temeva, infatti, che costui non era interessato al van-
la formazione di un movimento popo- gelo. Evidentemente non voleva essere
lare facente capo alla sua figura, che coinvolto nelle leggi e negli usi giudei.
accentrasse su di lui l’amore e la fedeltà 18:18 Dopo questi avvenimenti, Pao-
dovuti soltanto al Signore Gesù. lo rimase a Corinto ancora molti giorni.
18:9-10 Una notte il Signore parlò Forse fu in questo periodo che scrisse la
in visione a Paolo, esortandolo mise- Seconda lettera ai Tessalonicesi.
ricordiosamente a non temere : l’apo- Quando, infine, prese commiato
stolo avrebbe continuato a predicare dai credenti di Corinto, salpò per la
la Parola, certo della presenza e della Siria insieme a Priscilla e Aquila, con
protezione di Dio. In quella città c’era l’obiettivo di tornare ad Antiochia. I
un popolo numeroso che apparteneva commentatori non sono unanimi su
al Signore, nel senso che Dio stava la- chi si fece radere il capo a Cencrea,
vorando nella vita di molti i quali sa- porto orientale di Corinto: si trattava di
rebbero stati, infine, salvati. Paolo o di Aquila?(69)
18:11 Paolo rimase a Corinto diciot- Alcuni ritengono che l’usanza del
to mesi, insegnando... la Parola di Dio. voto fosse decisamente giudaica e non
Ritroveremo una preziosa testimo- confacente a un uomo della maturità
nianza di quel periodo nelle due lettere spirituale di Paolo. Probabilmente non
ai Corinzi. è possibile dare una risposta definitiva
18:12-16 Fu probabilmente verso la in merito.
fine del soggiorno di Paolo a Corinto 18:19-20 Quando la nave approdò
che Gallione fu nominato proconsole a EFESO, Priscilla e Aquila sbarcaro-
dell’Acaia (53 d.C. ca). Pensando che il no con l’intenzione di fermarsi. Paolo,
nuovo proconsole si sarebbe dimostra- approfittando della breve sosta della
to ben disposto, i Giudei... condussero nave, si recò alla sinagoga e si mise a
Paolo davanti a lui nel tribunale (bema) discorrere con i Giudei. Sorprenden-
situato nella piazza di Corinto. Essi ac- temente, questi ultimi lo pregarono di
cusarono Paolo di convincere le perso- trattenersi più a lungo, ma Paolo non
ne ad adorare Dio in modo contrario poteva rimanere.
alla legge giudaica. Prima che l’aposto- 18:21 La nave stava partendo. Pao-
lo potesse testimoniare, Gallione aveva lo promise che, Dio volendo, sarebbe
già liquidato con sprezzo la questione, tornato a Efeso, dopo aver trascorso la
replicando ai Giudei che, trattandosi di prossima festa a Gerusalemme.
una faccenda strettamente legata alla 18:22 La tappa successiva fu CESA-
loro legge, questa non rientrava nelle REA. Di là l’apostolo salì a Gerusalem-
sue competenze. Se si fosse trattato di me a salutare la chiesa. Poi scese ad
qualche ingiustizia o di qualche cat- ANTIOCHIA , per quella che sarebbe
tiva azione, allora Gallione avrebbe stata la sua ultima visita.
ragionevolmente ascoltato i Giudei Si conclude così il secondo viaggio
con pazienza; ma, di fatto, era solo una missionario di Paolo.
questione intorno a parole, a nomi,
e alla... legge giudaica. Il proconsole, G. Terzo viaggio missionario di
non intendendo fare da giudice di que- Paolo: l’Asia minore e la Grecia
ste cose, archiviò la causa. (18:23–21:26)
18:17 Alcuni ritengono che i presen- 18:23 Dopo aver trascorso un certo
ti [i Greci] punirono Sostene per aver periodo ad Antiochia, Paolo era pron-
condotto Paolo davanti a Gallione con to a intraprendere un nuovo viaggio
un’accusa così inconsistente. Leggia- missionario. Il racconto di questo

539
ATTI DEGLI APOSTOLI 18:24-26

viaggio comprende i capp. compresi discepoli. Discorrendo con loro, Paolo


tra 18:23–21:26. Le prime regioni da capì che avevano una conoscenza della
visitare erano la GALAZIA e la FRIGIA. fede cristiana alquanto imperfetta. Si
L’apostolo visitò le chiese ad una ad domandò, perciò, se essi avessero vera-
una, fortificando tutti i discepoli. mente ricevuto lo Spirito Santo.
18:24-26 La scena, a questo punto, si 19:2 Allora domandò loro: Riceve-
sposta a Efeso, dove avevamo lasciato ste lo Spirito Santo quando credeste?
Priscilla e Aquila. Giunse colà un elo- (Con ciò non si intende esprimere il
quente predicatore di nome Apollo, concetto che il dono dello Spirito San-
uomo versato nelle Scritture dell’A.T. to è un’opera della grazia che viene
Giudeo di nascita, costui proveniva offerto successivamente alla salvezza:
dalla città di Alessandria , capitale il peccatore riceve lo Spirito Santo nel
dell’Egitto settentrionale. Malgrado momento in cui crede nel Signore).
lo zelo e la predicazione potente, la La risposta dei discepoli fu: Non
sua conoscenza della fede cristiana abbiamo neppure sentito dire che ci
era alquanto lacunosa. Egli conosceva sia lo Spirito Santo. Essendo discepo-
piuttosto bene il ministero di Giovan- li di Giovanni il battista (come indica
ni il battista e sapeva che questi aveva il versetto successivo), questi uomini
chiamato la nazione d’Israele al ravve- avrebbero dovuto conoscere, grazie
dimento in preparazione della venuta all’A.T., l’esistenza dello Spirito Santo.
del Messia. Nondimeno, Apollo non Non solo: Giovanni aveva insegnato ai
sembrava conoscere nulla né del bat- suoi che colui che veniva dopo di lui li
tesimo cristiano né della dottrina cri- avrebbe battezzati con lo Spirito San-
stiana. Priscilla e Aquila, dopo averlo to. Ma questi discepoli erano ancora
udito parlare nella sinagoga, capirono all’oscuro della discesa dello Spirito
che egli aveva bisogno di ulteriore in- Santo il giorno di Pentecoste.
segnamento, così lo presero amorevol- 19:3-4 Dalla risposta riguardo al
mente con loro e gli esposero con più battesimo, l’apostolo scoprì che que-
esattezza la via di Dio. Fatto degno di sti uomini conoscevano solo il bat-
lode: l’eloquente predicatore accon- tesimo di Giovanni . In altre parole,
sentì a farsi istruire da un fabbricante tutta la loro conoscenza si fermava al
di tende e da sua moglie. futuro avvento del Messia e alla ne-
18:27-28 In virtù di questo suo spi- cessità di riceverlo come Re mediante
rito disponibile all’apprendimento, i il battesimo di ravvedimento. Costo-
fratelli di Efeso assecondarono il suo ro ignoravano che Gesù era morto,
desiderio di recarsi a Corinto a predi- era stato sepolto, era risorto ed era
care la Parola e scrissero per lui una asceso al cielo, né sapevano che egli
lettera di raccomandazione; egli fu di aveva mandato lo Spirito Santo. Pao-
grande aiuto ai credenti di Corinto e lo spiegò loro come stavano le cose e
con gran vigore confutava pubblica- rammentò loro che, allorché Giovan-
mente i Giudei, dimostrando che Gesù ni li aveva battezzati con il battesi-
è davvero il Cristo di Dio. mo di ravvedimento, li aveva altresì
19:1 Visitando Efeso, Paolo aveva esortati a credere in Gesù.
promesso ai Giudei nella sinagoga 19:5 Udito questo, furono battezzati
che, Dio volendo, sarebbe tornato. Per nel nome del Signore Gesù. In tutto il
mantenere la promessa, egli si mise libro degli Atti i riflettori sono chiara-
in viaggio dalle regioni della Galazia mente puntati sulla signoria di Gesù.
e della Frigia, lungo l’entroterra mon- Perciò i discepoli di Giovanni furono
tuoso, per andare a EFESO, sulla costa battezzati per l’autorità del Signore
occidentale dell’Asia proconsolare. Gesù, un gesto di pubblica ammissio-
Giunto a destinazione, incontrò dodici ne di aver accettato nelle loro vite Gesù
uomini che dichiaravano di essere dei Cristo come Signore (Yahweh).

540
ATTI DEGLI APOSTOLI 19:11-12

19:6-7 Infine, Paolo impose loro 19:8 Paolo visitò la sinagoga che era
le mani ed essi ricevettero lo Spirito in Efeso per tre mesi, esponendo con
Santo. Questa è la quarta volta, negli discorsi persuasivi le cose relative al
Atti, che viene dato lo Spirito Santo. regno di Dio. Paolo parlava all’intellet-
La prima volta, il giorno di Pentecoste to delle persone (lo intuiamo dal verbo
(cap. 2), riguardò principalmente i Giu- “esporre”) e cercava di influire sulla
dei; la seconda, furono dei Samaritani a loro volontà (mediante i “discorsi per-
ricevere lo Spirito tramite l’imposizione suasivi”), soprattutto riguardo alla fe-
delle mani di Pietro e Giovanni (cap. 8); de in Gesù come Cristo. I suoi discorsi
la terza volta, avvenne nella casa di uno persuasivi vertevano sulle cose relative
straniero, Cornelio, nella città di Ioppe al regno di Dio.
(cap. 10). Abbiamo già fatto notare che C.E. Stuart spiega:
l’ordine degli eventi che culminano nel
Dobbiamo notare che egli non an-
ricevimento dello Spirito Santo è diver-
nunciò il vangelo del regno: ciò sareb-
so in ciascun caso. be stato fuori luogo dal punto di vista
In At 19 l’ordine è il seguente: dell’economia divina. Fu il Signore
1. fede; a predicare su questo argomento, il
2. nuovo battesimo; quale, in ogni caso, fu lasciato in so-
3. imposizione delle mani dell’apostolo; speso alla sua morte per essere ripre-
4. ricevimento dello Spirito Santo. so in un giorno futuro (vd. Mt 24:14;
In virtù del ricevimento dello Spiri- Ap 14:6-7). Paolo, invece, ragionò sul
to Santo mediante l’imposizione delle regno di Dio, perché esso già esiste
mani di Paolo, il Signore impedì che sulla terra.(70)
Paolo fosse, in futuro, accusato di esse-
re inferiore a Pietro, a Giovanni o agli 19:9-10 Allorché alcuni Giudei si
altri apostoli. fecero ostinati (intelletto) e disubbi-
Quando i discepoli di Giovanni rice- dienti (volontà) e cominciarono ad agi-
vettero lo Spirito Santo, parlarono in tare la folla contro la Via, Paolo lasciò
lingue e profetizzarono. Questi poteri la sinagoga, separando i suoi discepoli
soprannaturali costituivano il modo in da loro. Li portò alla scuola di Tiranno,
cui Dio agiva nei giorni precedenti al- dove poté insegnare loro ogni giorno. Si
la stesura del N.T. Oggi sappiamo che pensa che Tiranno fosse un Greco che
lo Spirito Santo si riceve al momento organizzava corsi di filosofia o retorica.
della conversione, e tale evento non è Per due anni l’apostolo fece discepoli
accompagnato da segni, né da prodigi, che mandava, a loro volta, a insegna-
e nemmeno da emozioni particolari, re ad altri. Di conseguenza, in tutta la
bensì dalla testimonianza delle Scrit- provincia dell’Asia, Giudei e Greci udi-
ture neotestamentarie. rono la Parola del Signore. Nonostante
Nel momento in cui un individuo i molti avversari, per Paolo si era aperta
crede nel Signore Gesù Cristo, lo Spirito una grande porta per lo svolgimento di
Santo viene ad abitare in lui; lo Spirito è un lavoro efficace (vd. 1 Co 16:9).
per lui sigillo, caparra, unzione e batte- 19:11-12 Come apostolo di Gesù Cri-
simo nel Corpo di Cristo. Ciò, tuttavia, sto, Paolo aveva la facoltà di compiere
non impedisce che, nella vita del cre- segni e prodigi, a conferma del suo apo-
dente, occorrano, in seguito, delle crisi stolato e a dimostrazione della veridici-
dello Spirito. D’altro canto, non si può tà del messaggio predicato. Il potere che
nemmeno negare che lo Spirito San- egli emanava era così grande che perfi-
to discenda sovente sugli individui in no i fazzoletti e i grembiuli da lui tocca-
maniera soprannaturale, mettendoli in ti procuravano la guarigione ai malati
grado svolgere speciali ministeri, ren- o agli indemoniati sui quali venivano
dendoli audaci nella fede e riversando apposti. La domanda che ci si pone oggi
in loro una vera passione per le anime. è se questi miracoli possano ripetersi.

541
ATTI DEGLI APOSTOLI 19:13-14

Lo Spirito Santo di Dio è sovrano e della nostra esistenza? Hanno pau-


può agire come vuole. Nondimeno, non ra di noi? Ci temono? O ci attaccano
si può negare che gli apostoli e i loro furenti? Durante la predica della do-
incaricati possedessero un potere so- menica, quando facciamo delle visite
prannaturale. Poiché oggi gli apostoli, o conduciamo la scuola domenicale,
nel vero senso del termine, non ci sono il diavolo dice: “Non ti conosco, non
più, è inutile pretendere che i loro poteri vale la pena sprecare polvere e muni-
miracolosi siano stati tramandati. zioni contro di te. Puoi continuare il
19:13-14 Quando Dio agisce con tuo lavoro, non scomoderò l’inferno
potenza, Satana è invariabilmente per fermarti”.(71)
nei paraggi per opporsi e ostacolare. È interessante notare che la Scrittura
Mentre Paolo era intento a predica- fa una distinzione tra lo spirito mali-
re e a compiere miracoli, giunsero a gno (v. 15) e l’uomo che aveva lo spirito
Efeso degli esorcisti itineranti giudei. maligno (v. 16). Nel v. 15 era il demonio
Costoro, usando il nome del Signo- a parlare. Ma nel v. 16 l’indemoniato
re Gesù come una formula magica, stesso si scagliò sui figli di Sceva e li
comandavano agli spiriti maligni di trattò in malo modo, denudandoli e
lasciare quelli che erano posseduti. ferendoli.
Il Signore Gesù stesso aveva ricono- 19:17 Quando la notizia della scon-
sciuto che alcuni Giudei avevano, ef- fitta delle forze di Satana si diffuse per
fettivamente, il potere di scacciare i la regione, tutti furono presi da pro-
demoni (vd. Lu 11:19). fondo sgomento, e il nome del Signore
Questi maghi giudei erano i sette fi- Gesù era esaltato. Non fu glorificato il
gli di un certo Sceva che era stato elet- nome di Paolo, bensì il nome del suo
to capo sacerdote, o sacerdote in carica Salvatore.
delle ventiquattro classi (vd. 1 Cr 24:1- 19:18-19 Lo Spirito di Dio operò con
19). Un giorno i suoi figli cercarono di tale potenza tra quelli che avevano
scacciare uno spirito maligno da un praticato varie forme di arti magiche,
indemoniato. Ordinarono al demonio: che parecchi di loro cercarono Cristo,
Io vi scongiuro, per quel Gesù che Pao- confessando le cose che avevano fatte.
lo annunzia. Poi, per dimostrare pubblicamente la
19:15-16 Essi pronunciarono le pa- loro fede, raccolsero i loro libri di ma-
role ma, poiché non avevano alcun gia e ne fecero un gran falò. Il prezzo
potere, il demonio non ubbidì. Anzi, la originario dei libri sarebbe stato di cin-
risposta dello spirito maligno fu chia- quantamila dramme d’argento. È dif-
rissima. Disse: Conosco Gesù, e so chi ficile stabilire il corrispettivo in valuta
è Paolo; ma voi chi siete? odierna, forse tra i seimila e i settemi-
C’è un divertente commento di F.B. lacinquecento euro.
Meyer che vale la pena citare: 19:20 Questa pubblica rinuncia alle
pratiche pagane fece sì che la Parola
Quando i figli di Sceva parlarono al
di Dio crescesse e si diffondesse po-
demonio, questi si voltò verso di loro
tentemente. Forse, se i cristiani di oggi
e disse: “Voi, piccoli gnomi, voi, lilli-
puziani, chi siete? Io conosco Paolo!
bruciassero i loro libri e giornali spazza-
Non conosco voi, non ho mai sen- tura, la Parola sarebbe assai più diffusa.
tito parlare di voi prima, non è mai 19:21 Poiché era quasi tempo di ri-
stato fatto il vostro nome, giù all’in- partire, Paolo decise di tornare a Geru-
ferno. Nessuno vi conosce né sa chi salemme passando per la Macedonia
siate, fuori di questo fazzoletto di e per l’Acaia, e poi di vedere anche Ro-
terra chiamato Efeso!” Proprio così! ma. Il suo gran cuore pieno di amore e
E questa è la domanda che oggi mi compassione era ansioso di raggiunge-
pongo: “C’è qualcuno che mi cono- re sempre nuovi centri in cui seminare
sce, giù all’inferno?” I diavoli sanno e far propagare il vangelo.

542
ATTI DEGLI APOSTOLI 19:41

19:22 Mandati in Macedonia... Ti- dubbio, era di scagionare i Giudei


moteo ed Erasto, egli rimase ancora riguardo all’accaduto. Ma quando si
per qualche tempo in Asia. Probabil- accorse che era giudeo, la folla prote-
mente è in questo periodo che scrisse stò con veemenza e per quasi due ore
la Prima lettera ai Corinzi (56 d.C. ca). continuarono a urlare: Grande è la
19:23-27 Il ministero di Paolo con- Diana degli Efesini!
vinse molti Efesini ad abbandonare 19:35 A questo punto, il segreta-
i loro idoli per rivolgersi al Signore. rio riuscì a calmare la folla con un
Il risveglio spirituale della città fu discorso tanto efficace quanto zop-
talmente vasto che provocò ingenti picante. Egli affermò che gli Efesini
perdite economiche ai fabbricanti di non avevano nulla da temere. Tutti
idoli. Demetrio, orefice, che faceva sapevano che Efeso era la città pre-
tempietti di Diana in argento, (72) fu posta alla custodia del tempio della
uno dei più colpiti. Facendosi porta- grande Diana . Sebbene altre tredici
voce dei colleghi che praticavano que- città dell’Asia fossero interessate al
sto mestiere, Demetrio radunò tutti tempio, l’incarico del sacro edificio
gli artigiani per incitarli a un’azione era stato solennemente affidato agli
risolutiva. Egli ricordò che Paolo era Efesini. Loro era altresì il privilegio di
riuscito a convincere molta gente custodire un’immagine di Diana che
riguardo all’inconsistenza degli dèi si riteneva caduta dal cielo.
costruiti con... mani umane. Costui 19:36-40 Dando per scontato che
rivelò la sua vera motivazione soste- i loro fondamenti religiosi non era-
nendo che la loro arte era in pericolo, no stati intaccati e che nulla avreb-
ma cercò di camuffarla sotto una par- be mai potuto rovesciare il culto di
venza di religiosità, fingendo gran de- Diana, egli blandì la folla osservan-
vozione per Diana e il suo tempio. do che tutto quel trambusto era una
19:28-31 L’assemblea degli orefici si follia. In fondo, gli uomini contro i
trasformò presto in un’affollata riunio- quali stavano inveendo non erano
ne cui tutta la città prese parte. Allo stati trovati né sacrileghi, né bestem-
slogan “Grande è la Diana degli Efesi- miatori di Diana. Se... Demetrio e gli
ni! ”, la folla si precipitò verso il teatro artigiani che erano con lui avevano
(arena o anfiteatro), trascinando con qualche giusta rimostranza, avreb-
sé... Gaio e Aristarco, due dei compa- bero dovuto rivolgersi ai tribunali
gni di viaggio di Paolo, senza dubbio regolari e ai proconsoli, i quali erano
col proposito di ucciderli. Paolo stesso pronti ad ascoltarli. Se, poi, avessero
voleva intervenire e parlare alla folla, avuto qualcos’altro da aggiungere, vi
ma glielo impedirono sia i discepoli sarebbe stata la possibilità di riunirsi
sia i magistrati (eletti dai cittadini, co- in un’assemblea regolare.
storo si incaricavano di allestire a pro- Ma quell’incontro che avevano or-
prie spese i festeggiamenti in onore ganizzato si era trasformato in un tu-
degli dèi). Questi mecenati cittadini, multo e l’impero romano non vedeva
che avevano preso a benvolere Paolo, di buon occhio questo modo di proce-
sostenevano che sarebbe stato poco dere. Inoltre, essi non sarebbero stati
saggio mostrarsi nell’arena. in grado di giustificare l’assembra-
19:32 Nel frattempo la folla era di- mento qualora fossero stati invitati a
ventata incontrollabile. Molti ignora- farlo. Per di più, il segretario sapeva
vano il motivo per cui si trovavano lì. che, se la notizia della sommossa fos-
Da ogni parte provenivano voci con- se giunta a Roma, il suo lavoro e forse
trastanti. la sua stessa vita sarebbero stati in
19:33-34 Un Giudeo di nome Ales- pericolo.
sandro cercò di farsi avanti e di par- 19:41 Intanto la folla si era calmata,
lare alla folla. Il suo proposito, senza e tutti si affrettarono verso casa.

543
ATTI DEGLI APOSTOLI 20:1

Strano a dirsi, il ministero di Paolo a 20:2-3a Dopo un periodo di ministe-


Efeso si concluse a causa dell’inter- ro in Macedonia, Paolo si diresse a sud,
vento del segretario incaricato dell’or- in GRECIA , o ACAIA. Senza dubbio
dine pubblico, non per il tumulto trascorse gran parte di quei tre mesi
della folla. Fintanto che esisteva una a CORINTO. Fu in questo periodo che
sana opposizione, Paolo sentiva che scrisse la Lettera ai Romani (e, secondo
la porta delle opportunità a Efeso era alcuni, anche la Lettera ai Galati).
spalancata (1 Co 16:8-9). Ma, allorché 20:3b Originariamente Paolo aveva
si trovò sotto l’ala protettrice delle au- pianificato di partire da Corinto di-
torità, egli se ne andò. (Selezionato). rettamente per la Siria, attraversando
l’Egeo; tuttavia, quando seppe che i
Il termine assemblea (vv. 32, 39, 41) Giudei tramavano per colpirlo durante
traduce il greco ekklêsia, che significa il viaggio, cambiò i suoi piani e si di-
“gruppo di persone chiamate fuori”. È resse nuovamente a nord, attraverso la
la stessa parola tradotta con chiesa in MACEDONIA.
altre parti del N.T. Dal contesto si può 20:4 A questo punto, conosciamo
stabilire se con tale termine si alluda a alcuni compagni di viaggio di Paolo, i
una folla pagana, come in questo bra- quali lo accompagnarono in Asia (ma
no, o al popolo d’Israele, come in 7:38, sappiamo che alcuni di loro giunsero,
o alla chiesa neotestamentaria. La mi- con lui, addirittura a Roma):
gliore traduzione del termine ekklêsia è - Sòpatro di Berea è forse lo stesso So-
assemblea, anziché chiesa. Quest’ultimo sipatro, parente di Paolo, citato in
deriva da un termine gr. che significa Ro 16:21;
“appartenente al Signore” (kuriakê ). - Aristarco di Tessalonica rischiò di
Nel linguaggio moderno, il sostantivo essere ucciso nel tumulto di Efe-
chiesa è arrivato a designare l’edificio so (vd. At 19:29). In seguito avrebbe
religioso. Ciò spiega il motivo per cui condiviso la prigionia romana con
molti credenti preferiscono definirsi Paolo (vd. Fi 24; Cl 4:10);
assemblea : termine più adatto a espri- - Secondo, anche lui di Tessalonica,
mere il fatto che la chiesa è un gruppo accompagnò Paolo fino in Asia, pro-
di persone chiamate (non un edificio e babilmente a Troas o Mileto;
neppure una denominazione). - Gaio di Derba. Gaio era un nome
20:1 Stando a questo versetto, pare molto comune. Qui non si tratta del
che l’apostolo lasciò Efeso per recarsi Macedone afferrato dalla folla nel
direttamente in Macedonia. Ma dalla tumulto di Efeso (vd. At 19:29), né
Seconda lettera ai Corinzi apprendia- di colui che ospitò Paolo a Corinto
mo che si recò prima a TROAS. Qui (vd. Ro 16:23). La Terza lettera di Gio-
Paolo trovò una porta aperta al vange- vanni è indirizzata a un certo Gaio,
lo ma, essendo ansioso di incontrare probabilmente di una città nei pressi
Tito per sapere come i Corinzi avesse- di Efeso;
ro ricevuto la sua Prima lettera e non - Timoteo non soltanto accompagnò
trovandolo a Troas, attraversò la zona Paolo fino in Asia, ma condivise con
nord-orientale del mar Egeo e rag- lui anche il carcere durante il primo
giunse la MACEDONIA . Senza dubbio periodo di prigionia a Roma. In se-
sbarcò a NEAPOLIS e si spinse all’in- guito attraversò con Paolo l’Asia pro-
terno verso FILIPPI. Mentre si trovava consolare. Nella Seconda lettera a
in Macedonia, probabilmente a Filippi, Timoteo, Paolo espresse il desiderio
rivide Tito, che gli riferì notizie incorag- di rivederlo; non sappiamo se, infi-
gianti su Corinto. Fu quasi certamente ne, vi riuscì;
in questo periodo che Paolo scrisse la - Tichico, originario dell’Asia Minore,
Seconda lettera ai Corinzi (56 d.C.?) probabilmente viaggiò con l’apostolo
(vd. 2 Co 1:8, 9; 2:12-14; 7:5-7). fino a Mileto. Successivamente rag-

544
ATTI DEGLI APOSTOLI 20:17

giunse Paolo a Roma e lavorò sempre fettivamente morto. Per il potere con-
con lui, perfino durante il periodo feritogli come apostolo, Paolo lo aveva
della sua seconda prigionia; miracolosamente riportato in vita.
- Trofimo doveva essere uno straniero 20:11-12 Dopo essere risaliti, ruppe-
la cui famiglia viveva a Efeso, in Asia ro il pane (v. 11), vale a dire celebraro-
Minore. Recatosi con Paolo a Geru- no la cena del Signore, per la quale si
salemme, fu l’involontaria causa del erano riuniti (v. 7). Poi condivisero in-
suo arresto (vd. 21:27-29). È citato sieme il pasto, forse celebrando l’agape
anche in 2 Ti 4:20. o “festa dell’amore” (vd. commento a
20:5-6 Sembra che questi sette 2:42, punto 3). Dopo un incontro du-
fratelli precedessero Paolo a Troas, rato (non dimentichiamolo!) un’intera
mentre l’apostolo visitava FILIPPI con nottata, l’apostolo prese commiato dai
Luca (cfr. l’uso dei pronomi alla prima credenti di Troas.
persona plurale, “ci” nel v. 5, “noi”, sot- 20:13-15 Paolo lasciò Troas e percor-
tinteso, nel v. 6 ecc.). Trascorsi i giorni se una trentina di chilometri a piedi,
degli Azzimi, o della Pasqua, Paolo e attraverso il promontorio, fino ad AS-
Luca salparono dalla Macedonia per SO. Forse desiderava trascorrere un
TROAS. Di norma la durata di quella po’ di tempo in solitudine e meditare
traversata era inferiore ai cinque gior- la Parola di Dio. I suoi compagni, che
ni, nondimeno, non è data alcuna spie- costeggiavano il promontorio in nave,
gazione del ritardo. attraccarono infine alla costa meridio-
20:7-9 Confrontando i vv. 6-7, sembra nale e lo presero a bordo.
che l’apostolo attendesse di proposito Navigando verso sud, lungo la costa
sette giorni a Troas per poter spezzare occidentale dell’Asia Minore, raggiun-
il pane nel giorno del Signore. Dal v. 7 sero dapprima MITILENE, capoluogo
risulta chiaro che i primi cristiani si riu- dell’isola di LESBO. Quindi, la notte
nivano il primo giorno della settimana seguente, gettarono l’ancora al largo
per celebrare la cena del Signore. dell’isola di CHIO. Dopo un altro gior-
Paolo parlò fino a mezzanotte e no di navigazione arrivarono all’isola
questo non dovrebbe stupirci. Quando di SAMO, si fermarono a TROGILLIO e
la temperatura spirituale di una chiesa infine attraccarono a MILETO, il porto
è alta, lo Spirito di Dio è libero di agire sulla costa sud-occidentale dell’Asia
senza essere vincolato dalla schiavitù Minore, poco meno di 60 km a sud di
del tempo che passa. Mentre la sera Efeso.
trascorreva lenta, la sala di sopra si 20:16 Paolo oltrepassò intenzional-
fece calda e soffocante. Forse le molte mente Efeso, sapendo che ci sarebbe
lampade accese contribuirono al calo- voluto troppo tempo per visitare la sua
re, così come il numero delle persone comunità laddove, invece, egli si affret-
riunite. Un giovane di nome Eutico, tava per arrivare a Gerusalemme in
che sedeva sul davanzale di finestra tempo per il giorno della Pentecoste.
aperta, colto dal sonno, precipitò da 20:17 Scesi a Mileto, Paolo mandò a
un’altezza di tre piani e morì sul colpo. chiamare gli anziani di Efeso per un
20:10 Ma Paolo scese e si allungò so- incontro. Trascorse senz’altro un po’
pra il corpo del giovane, come facevano di tempo prima che essi ricevessero il
i profeti nei tempi antichi (p. es. Eliseo messaggio e intraprendessero il cam-
in 2 R 4:32-36). Poi esortò i presenti a mino verso sud per raggiungere l’apo-
non agitarsi, perché Eutico era vivo. stolo, ma furono ben ricompensati
Dalle parole di Paolo sembrerebbe che dalle splendide notizie che ricevettero.
la preoccupazione dei presenti fosse Dalle parole di Paolo riconosciamo il
immotivata, giacché il ragazzo non era servitore ideale del Signore Gesù Cristo
morto (la sua anima era in lui). Dal v. 9, e ravvisiamo un uomo più che entu-
tuttavia, appare chiaro che egli era ef- siasticamente devoto al Salvatore: un

545
ATTI DEGLI APOSTOLI 20:18-19

lavoratore indefesso, un uomo indo- perdizione e sottomettendosi al giudi-


mabile e instancabile, dalle energie zio di Dio sulla propria colpa. Credere
inesauribili, un esempio di vera umiltà. significa darsi a Gesù Cristo come pro-
Per Paolo non esisteva un prezzo trop- prio Signore e Salvatore.
po alto da pagare; il suo ministero era In molti brani del N.T. leggiamo che
il risultato di una profonda prepara- è sufficiente credere per essere salvati.
zione spirituale. In lui dimoravano un Ma la fede presuppone il ravvedimento.
santo ardore e una santa audacia: egli Come si può accettare veramente Gesù
considerava la vita e la morte alla stes- Cristo come proprio Salvatore, se non
sa stregua, purché fosse fatta la volontà capisce di aver bisogno di un Salvato-
di Dio e gli uomini udissero il vangelo. re? La comprensione di ciò, prodotta
In ogni sua azione traspariva il suo dall’opera di convincimento dello Spi-
spirito di altruismo: egli preferiva dare rito Santo, è il ravvedimento.
che ricevere e, nonostante le difficoltà, 20:22-23 Dopo aver ricordato la sua
non vacillò mai. In breve, egli mise in trascorsa esperienza tra gli Efesini,
pratica ciò che predicava. l’apostolo iniziò a guardare avanti al-
20:18-19 L’apostolo ricordò agli an- le afflizioni che lo attendevano. Egli
ziani di Efeso in quale maniera si era era legato dallo Spirito e spinto ad
sempre comportato in mezzo a loro: andare a Gerusalemme. Si trattava di
dal primo giorno in cui aveva messo un obbligo, una costrizione interiore
piede in Asia, e per tutta la durata del cui sembrava non potersi sottrarre.
suo soggiorno, aveva servito il Signore Benché ignorasse cosa sarebbe suc-
con vera umiltà e abnegazione. A causa cesso, esattamente, a Gerusalemme,
del suo ministero, egli era sempre sotto egli sapeva che catene e tribolazioni
tensione, tra lacrime di dolore e prove. avrebbero sempre fatto parte della sua
Per le insidie dei Giudei aveva subìto vita. Lo Spirito Santo glielo aveva co-
continue persecuzioni ma, nonostante municato in ogni città, forse attraverso
tutte le avversità, il suo ministero era il ministero dei profeti o forse tramite
stato franco e coraggioso. la misteriosa comunicazione interiore
20:20-21 Paolo non aveva nascosto dell’intelligenza divina.
nessuna cosa che potesse servire al 20:24 Pur considerando tali pro-
bene spirituale degli Efesini. Costretto spettive, l’apostolo non pensava alla
dall’amore di Cristo, aveva insegnato propria vita . Egli ambiva a ubbidire e
in pubblico e nelle... case. Il suo inten- piacere a Dio. Se, in vista di tale obiet-
to non era tenere riunioni a cadenze tivo, fosse stato chiamato a offrire la
fisse, ma sfruttare ogni possibile occa- propria vita, lo avrebbe fatto. Non vi
sione per incoraggiare la crescita tra i era sacrificio troppo grande da offri-
credenti. Senza fare differenze di na- re a colui che era morto per lui. Tutto
zionalità o cultura religiosa, predicava ciò che contava era condurre a termi-
il bisogno di ravvedersi davanti a Dio ne la... corsa e completare il servizio
e di credere nel Signore nostro Gesù affidatogli dal Signore Gesù, cioè di
Cristo. Sono questi i due elementi fon- testimoniare del vangelo della gra-
damentali del vangelo. In ogni sincero zia di Dio. Il vangelo della grazia di
caso di conversione, sono presenti sia il Dio : non esiste migliore appellativo
ravvedimento sia la fede, i quali rappre- di questo per definire la buona notizia
sentano le due facce della medaglia del che Paolo annunciava. Tale è, infatti,
vangelo. Se l’individuo non si ravvede, l’elettrizzante messaggio del favore
non ha la fede salvifica. D’altro canto, immeritato di Dio nei confronti degli
ravvedersi senza credere nel Figlio di empi e colpevoli peccatori, degni sol-
Dio non è di alcuna utilità. Ravvedersi tanto dell’inferno eterno. È il messag-
significa fare un’inversione di marcia, gio che parla dell’amore del Figlio di
riconoscendo la propria condizione di Dio, venuto dalla maestà dei cieli per

546
ATTI DEGLI APOSTOLI 20:33-35

soffrire, versare il proprio sangue e 20:29-30 Paolo sapeva bene che


morire sul Golgota, affinché chiunque dopo la sua partenza la chiesa avreb-
crede in lui possa ricevere il perdono e be subito attacchi dall’interno e
vita eterna. dall’esterno: falsi dottori – lupi trave-
20:25-27 Paolo era certo che non stiti da pecore – si sarebbero avventati
avrebbe più rivisto Efeso e i suoi ama- senza pietà sul gregge. Dall’interno, al-
ti fratelli; ma, nel lasciarli, la sua co- cuni avrebbero aspirato a posti d’ono-
scienza era tranquilla, poiché sapeva re, insegnando l’errore in luogo della
di non essersi risparmiato nell’an- verità e cercando di trascinarsi dietro
nunciare loro tutto il consiglio di Dio. i discepoli.
Egli non li aveva istruiti soltanto sui 20:31 In vista di tali imminenti peri-
fondamenti del vangelo, ma su tutte le coli, gli anziani avrebbero dovuto stare
verità necessarie per vivere secondo la in guardia e ricordare costantemente
volontà di Dio. che per tre anni, notte e giorno, l’apo-
20:28 Poiché non li avrebbe mai più stolo li aveva avvisati con lacrime a tale
rivisti sulla terra, affidò agli anziani il riguardo.
solenne incarico di badare alla propria 20:32 La grande risorsa di Paolo,
condizione spirituale: se non si vive in adesso, era affidarli a Dio e alla Paro-
comunione con il Signore, non si può es- la della sua grazia. Egli non li affidò a
sere una guida spirituale per la chiesa. delle guide umane, né a presunti suc-
Gli anziani avevano dunque il compi- cessori degli apostoli, ma a Dio e alla
to di badare a tutto il gregge, in mezzo Bibbia. Questa è un’eloquente testimo-
al quale lo Spirito Santo li aveva costi- nianza della sufficienza delle Scritture
tuiti vescovi. Come già detto in pre- ispirate. Esse sono in grado di edificare
cedenza, i vescovi del N.T. sono altresì i credenti e procurare loro l’eredità di
chiamati “anziani” o “pastori”. Questo tutti i santificati.
versetto chiarisce che gli anziani non 20:33-35 Per concludere, l’apostolo
sono designati o eletti dall’assemblea Paolo ripresentò agli anziani l’esem-
locale, essendo bensì costituiti vescovi pio della propria vita e del proprio
dallo Spirito Santo, e come tali devono ministero. Egli poteva dire, in tutta
essere riconosciuti dai credenti tra i onestà, di non aver desiderato né l’ar-
quali vivono e lavorano. gento, né l’oro, né i vestiti di nessuno :
Essi dovevano pascere la chiesa di non era stata la speranza di un gua-
Dio. L’importanza di questo incarico è dagno economico la motivazione che
sottolineata dalle parole che seguono: l’aveva spinto all’opera per il Signore.
che egli ha acquistata con il proprio Dal punto di vista materiale, egli era
sangue. Quest’ultima frase è stata mo- fondamentalmente un uomo povero,
tivo di notevole dibattito e disaccordo ma era ricco davanti a Dio. Mostrando
tra gli studiosi. Lo scoglio è costituito loro le mani, poteva dire di aver lavo-
dal concetto di un Dio che “ha versato rato per provvedere ai bisogni propri e
il proprio sangue”, laddove Dio è Spiri- di coloro che erano con lui. Ma aveva
to. Fu il Signore Gesù a versare il pro- fatto anche di più: aveva lavorato co-
prio sangue e, sebbene Gesù sia Dio, me fabbricante di tende per aiutare
in nessun altro brano della Bibbia è i deboli (fisicamente, moralmente o
scritto che Dio stesso abbia sanguinato spiritualmente deboli ). Gli anziani
o sia morto. avrebbero dovuto ricordarsi di questo
Nel testo maggioritario (M) si legge: e, in tutte le cose, cercare il bene degli
“…la chiesa del Signore e di Dio che egli altri, rammentando altresì le parole
[il Signore] ha acquistata con il proprio del Signore Gesù...: “Vi è più gioia nel
sangue”, apparentemente indicando dare che nel ricevere”. È curioso che
che fu quella Persona della Deità, il Si- queste parole del Signore non siano
gnore, a versare il proprio sangue. riportate in alcuno dei Vangeli. Es-

547
ATTI DEGLI APOSTOLI 20:36-38

se rappresentano, è vero, l’essenza lo Spirito. Ma una lettura più attenta


di gran parte del suo insegnamento, sembra indicare che Paolo, in realtà,
nondimeno questo passo le presenta non sapesse che questi avvertimenti
come un’ispirata aggiunta alle parole provenivano dallo Spirito. Lo storico
di Gesù contenute nei Vangeli. Luca racconta ai suoi lettori che le pa-
20:36-38 Concluso il suo messaggio, role dei discepoli di Tiro erano ispirate
Paolo si pose in ginocchio e pregò con dallo Spirito, ma non dice che Paolo lo
gli anziani. Quello era un momento di sapesse con certezza. Sembra molto
profondo dolore, soprattutto per que- più probabile che Paolo abbia inter-
sti ultimi. Per dimostrare tutto il loro pretato il suggerimento dei suoi amici
affetto al caro apostolo, gli si getta- come il tentativo di evitargli sofferenze
rono al collo baciandolo. Il motivo di fisiche, se non addirittura la morte. Nel
maggiore tristezza era la convinzione suo amore verso i connazionali giudei,
che non avrebbero più rivisto la sua Paolo non considerava importante il
faccia . Col cuore greve, essi l’accom- suo benessere fisico.
pagnarono alla nave per il viaggio a 21:5-6 Quando i sette giorni furo-
Gerusalemme. no trascorsi, i credenti di Tiro, in una
21:1-4a Dopo il cordiale e affettuoso eloquente dimostrazione di amore
saluto a Mileto, Paolo e i suoi compagni cristiano, accompagnarono in massa i
navigarono verso l’isola di COS, dove missionari alla spiaggia. Dopo preghie-
trascorsero la notte. Il giorno seguen- re e saluti affettuosi, si imbarcarono; la
te proseguirono in direzione sud-est, nave riprese il suo viaggio e gli uomini
verso l’isola di RODI. Dalla punta set- rimasti sulla spiaggia tornarono alle
tentrionale dell’isola partirono in di- loro case.
rezione est per PATARA, il porto della 21:7 La tappa successiva fu TO-
Licia sulla costa meridionale dell’Asia LEMAIDE , città portuale a una qua-
Minore. A Patara si trasferirono su una rantina di chilometri a sud di Tiro,
nave diretta in Fenicia, la fascia costie- oggi conosciuta con il nome di Acco,
ra della Siria, di cui Tiro era una delle nei dintorni di Haifa. La sosta di un
città principali. Navigando nel Medi- giorno permise ai servitori del Signore
terraneo, sempre verso sud-est, fian- di fare una visita ai fratelli della comu-
cheggiarono la costa meridionale di nità locale.
Cipro, alla loro sinistra. Il primo porto 21:8 Il giorno dopo salparono per
del Vicino Oriente previsto per lo scalo l’ultima tratta del viaggio che li portò
era TIRO. Poiché qui si doveva scarica- a CESAREA, 50 km ca più a sud, nella
re la nave, Paolo e i suoi compagni cer- piana di Saron. Qui si fermarono in ca-
carono i fratelli credenti e stettero con sa di Filippo l’evangelista (da non con-
loro sette giorni. fondersi con l’apostolo). Questi era quel
21:4b Fu durante questo soggiorno Filippo che, eletto diacono dalla chiesa
che i discepoli, mossi dallo Spirito, dis- di Gerusalemme, annunciò il vangelo
sero a Paolo di non andare a Gerusa- in Samaria e il cui insegnamento die-
lemme. Questo episodio sta all’origine de luogo alla conversione dell’eunuco
dell’annosa questione se Paolo abbia etiope (vd. 8:26-40).
deliberatamente disubbidito, se abbia 21:9 Filippo aveva quattro figlie non
involontariamente sbagliato a discer- sposate, le quali profetizzavano. Que-
nere la volontà di Dio o se, andando a ste figlie, in altre parole, avevano avuto
Gerusalemme, sia effettivamente sta- dallo Spirito Santo il dono di ricevere
to coerente con la volontà di Dio. Una messaggi direttamente dal Signore e
lettura superficiale del v. 4b potrebbe di comunicarli ad altri. Basandosi su
indurre a pensare che l’apostolo si sia questo versetto, alcuni hanno concluso
comportato in modo testardo e osti- che le donne fanno facoltà di predicare
nato, agendo deliberatamente contro e insegnare nella chiesa. Ma, poiché è

548
ATTI DEGLI APOSTOLI 21:20b-22

espressamente vietato alle donne di in- sotto l’influenza dello Spirito? E, suc-
segnare, parlare o esercitare autorità cessivamente, il Signore non approvò
sugli uomini nell’assemblea (vd. 1 Co forse il viaggio a Gerusalemme, allor-
14:34-35; 1 Ti 2:11-12), si può soltanto ché l’esortò: “Fatti coraggio; perché
dedurre che queste quattro figlie non come hai reso testimonianza di me a
sposate esercitavano il ministero pro- Gerusalemme, così bisogna che tu la
fetico in casa o durante riunioni infor- renda anche a Roma” (23:11)? È certo
mali (ma non le riunioni di chiesa). che: 1° Paolo non anteponeva la pro-
21:10-11 Durante il soggiorno di pria incolumità fisica al servizio del
Paolo a Cesarea, scese dalla Giudea Signore; 2° il Signore agì sovranamen-
un profeta, di nome Agabo. Si trattava te su tutti questi eventi a gloria del
dello stesso profeta che, ad Antiochia, proprio nome.
predisse la carestia che si sarebbe ve- 21:15-16 Per arrivare a Gerusalem-
rificata durante l’impero di Claudio me da Cesarea, si dovevano percorrere
(vd. 11:28). Egli, presa la cintura di Pao- più di 80 km nell’entroterra (un viaggio
lo, si legò i piedi e le mani. Come molti piuttosto lungo, considerata la lentezza
altri profeti prima di lui (p.es. Aiia in dei mezzi di trasporto). La comitiva
1 R 11:29ss.), Agabo diede una rappre- al seguito di Paolo era aumentata, es-
sentazione visiva del suo messaggio, sendosi aggiunti alcuni discepoli di
facendola seguire dall’interpretazio- Cesarea e un fratello cristiano di nome
ne: così come egli si era legato mani e Mnasone. Originario di Cipro, egli era
piedi, i Giudei di Gerusalemme avreb- stato uno dei primi discepoli dell’isola.
bero legato le mani e i piedi di Paolo, Poiché ora abitava a Gerusalemme, eb-
consegnandolo alle autorità pagane. Il be il privilegio di ospitare Paolo e tutti i
servizio di Paolo ai Giudei (rappresen- suoi compagni di viaggio in quest’ulti-
tato dalla cintura) avrebbe portato alla ma visita dell’apostolo alla città.
cattura dell’apostolo. I viaggi missionari di Paolo, dun-
21:12-14 Quando i compagni que, si conclusero con questo arrivo a
dell’apostolo e i credenti di Cesarea Gerusalemme. I rimanenti capp. del
udirono ciò, pregarono Paolo di non libro degli Atti raccontano l’arresto e il
salire a Gerusalemme. Ma Paolo non processo di Paolo, il viaggio a Roma e il
poteva accettare la loro solidarietà. processo e la prigionia che seguirono.
Quelle lacrime servivano solo a spez- 21:17-18 A Gerusalemme i fratelli
zargli il cuore. Doveva forse rinunciare accolsero cordialmente l’apostolo e i
a compiere quella che considerava la suoi compagni. Il giorno dopo fu orga-
volontà di Dio, per paura delle catene e nizzato un incontro con Giacomo e...
della prigione? Egli voleva far loro ca- tutti gli anziani. Non c’è modo di sta-
pire di essere pronto non solo a essere bilire con certezza di quale Giacomo si
legato, ma anche a morire a Gerusa- tratti. Potrebbe trattarsi del fratello del
lemme per il nome del Signore Gesù. Signore o del figlio di Alfeo o di un altro
Tutti i loro argomenti furono inefficaci. Giacomo ancora. Più verosimilmente,
Paolo era deciso ad andare e così, alla si trattava del fratello di Gesù.
fine, essi sospirarono: Sia fatta la vo- 21:19-20a Paolo esordì raccontando
lontà del Signore. dettagliatamente le cose che Dio aveva
È difficile pensare che le parole di fatto tra i pagani, per mezzo del suo
commiato di Paolo provenissero da servizio. Il suo racconto suscitò una
un uomo deliberatamente insubordi- grande esultanza.
nato alla guida dello Spirito Santo. I 21:20b-22 Tuttavia, i fratelli giudei
discepoli di Tiro, “spinti dallo Spirito”, erano preoccupati. Girava voce che
volevano dissuaderlo dal proposito l’apostolo Paolo avesse predicato e inse-
di recarsi a Gerusalemme (v. 4). Ma gnato contro Mosè e la legge. Ciò poteva
Paolo sapeva che essi avevano parlato comportare dei guai a Gerusalemme.

549
ATTI DEGLI APOSTOLI 21:23-24

Per la precisione, lo accusavano di La scelta dell’apostolo di aderire al


aver insegnato a tutti i Giudei all’este- voto giudaico ha ricevuto compren-
ro ad abbandonare Mosè... dicendo di sione e critiche. In difesa di Paolo è
non circoncidere più i loro figli e di non stato osservato che egli agì secondo il
conformarsi più ai riti giudaici. Paolo proprio principio di farsi “ogni cosa a
aveva veramente insegnato questo? tutti”, se ciò avesse potuto in qualche
Paolo aveva certamente insegnato modo contribuire a salvarne alcuni
che Cristo, per coloro che avrebbero (vd. 1 Co 9:19-23). Ma Paolo è stato an-
creduto, rappresentava la fine del- che criticato per essersi spinto troppo
la legge come mezzo per ottenere la avanti nel tentativo di pacificarsi con
giustizia. Egli aveva pure insegnato i Giudei, dando così l’impressione di
che, con l’avvento della fede cristiana, essere sotto la legge. In altre parole,
i Giudei non erano più sotto la legge. Paolo è stato accusato di non essere
Inoltre, aveva spiegato che, se un uomo coerente con il principio che il creden-
si faceva circoncidere per ottenere la te non è sotto la legge, né per ottenere
giustificazione, quell’uomo si tagliava la giustificazione né per farne la base
fuori dalla salvezza in Cristo Gesù. Do- su cui regolare la propria vita (vd. Ga
po la venuta di Cristo, tornare alle om- 1–2). Concordiamo con tale giudizio
bre e agli schemi della legge significava ma, allo stesso tempo, riteniamo di
disonorare Cristo stesso. Alla luce di dover usare cautela nel valutare le
tutto questo, non è difficile capire per- motivazioni dell’apostolo.
ché i Giudei non avessero una buona 21:25 I fratelli di Gerusalemme in-
opinione di Paolo. formarono Paolo che i credenti stra-
21:23-24 Ma i fratelli giudei di Geru- nieri non dovevano sottomettersi ad
salemme avevano escogitato un piano alcuna altra regola, all’infuori di quelle
che, pensavano, avrebbe placato gli stabilite dal concilio di Gerusalemme
animi dei loro connazionali, credenti e (vd. 15:20), vale a dire che i pagani si
non credenti. Consigliarono a Paolo di astenessero dalle cose sacrificate agli
fare un voto giudaico. Poiché già quat- idoli, dal sangue, dagli animali soffo-
tro uomini erano intenti in tale percor- cati e dalla fornicazione.
so, Paolo avrebbe dovuto unirsi a loro, 21:26 Non conosciamo la cerimonia
purificarsi con loro e pagare le spese con cui Paolo adempì il suo voto. Anche
per loro. F.W. Grant spiega: qualora si trattasse di una cerimonia
di nazireato, come sostengono molti
Paolo doveva unirsi a quattro uomini commentatori, le fasi della cerimonia
che, pur essendo credenti come lui,
cui si allude in questo brano sono per
vollero tuttavia impegnarsi in un voto
noi oscure.
di nazireato, e presentarsi con loro al
tempio purificato. Avrebbe poi paga-
to lui stesso, pubblicamente, le spese H. Arresto e processi di Paolo
necessarie ai riti dei cinque, affinché (21:27–26:32)
tutti potessero chiaramente ricono- 21:27-29 Quando i sette giorni prescrit-
scere il suo legame con la legge.(73) ti per il voto stavano per compiersi, il
tentativo di Paolo di calmare i Giudei
Non sappiamo nulla di questo voto: si rivelò vano. Vedendolo nel tem-
i suoi particolari sono rimasti oscuri. In pio, i Giudei non credenti provenienti
ogni caso, ci basti sapere che si trattava di dall’Asia proconsolare si sollevarono
un voto giudaico e che i Giudei, vedendo contro di lui. Oltre ad accusarlo di in-
Paolo sottoporsi a tutto il rituale prescrit- segnare cose contrarie al popolo giu-
to, avrebbero capito con certezza che egli deo e alla legge, lo incolpavano anche
non stava allontanando alcuno dalla leg- di contaminare il tempio, portando
ge di Mosè. I Giudei avrebbero capito che degli stranieri nei cortili interni. Ec-
lo stesso apostolo osservava la legge. co cos’era accaduto: i Giudei avevano

550
ATTI DEGLI APOSTOLI 22:6-8

veduto Paolo a Gerusalemme insieme mise a tacere la folla con un cenno della
a Trofimo, uno straniero convertito mano. Si fece un silenzio grande quan-
proveniente da Efeso. Avendoli visti in- to il precedente tumulto. Adesso egli era
sieme, pensavano che Paolo lo avesse pronto a dare la sua testimonianza ai
condotto nei cortili interni del tempio. Giudei di Gerusalemme.
21:30-35 Nonostante fosse eviden- L’ebraico, lingua cui si fa riferimen-
temente falsa, l’accusa servì allo sco- to in questo brano, era probabilmente
po. Tutta la città fu scombussolata. I l’aramaico, lingua molto simile parlata
presenti catturarono Paolo e lo trasci- dagli Ebrei del tempo.
narono fuori dal tempio, chiudendo 22:1-2 Rivolgendosi ai Giudei, l’apo-
dietro di lui le porte dei cortili interni. stolo, saggiamente, parlò in aramaico
Mentre si preparavano a ucciderlo, il anziché in greco. Quand’ebbero udito
tribuno in carica della coorte Anto- la loro lingua madre, i Giudei presenti
nia seppe del tumulto. Accorso subito ne rimasero piacevolmente sorpresi e
sul posto con alcuni soldati..., prese le loro grida, almeno per il momento,
Paolo, che era in mezzo alla folla in- cessarono.
ferocita, lo legò con due catene, poi 22:3-5 Paolo cominciò dalle radi-
domandò chi fosse e che cosa avesse ci: egli era un giudeo, nato a Tarso di
fatto. La folla, naturalmente, era con- Cilicia , istruito ai piedi del famoso
fusa e si contraddiceva; gli uni gri- insegnante giudeo Gamaliele, cui era
davano una cosa, e gli altri un’altra. debitore della sua cultura giudaica.
Alquanto perplesso, l’ufficiale ordinò Evidenziò il proprio zelo di Giudeo rac-
ai soldati di portare Paolo nella for- contando come avesse perseguitato la
tezza, in modo da poter chiarire che fede cristiana, riempiendo la prigione
cosa stesse realmente accadendo. Ma di persone che credevano in Gesù. Il
anche così, la folla premeva con tale sommo sacerdote e il sinedrio erano
impeto che Paolo dovette essere por- testimoni della sua scrupolosità. Era da
tato di peso dai soldati per le scale. loro che Paolo aveva ricevuto lettere di
21:36 Mentre i soldati scortavano autorizzazione per andare a Damasco
Paolo, dalla marea di gente salivano e riportare i cristiani a Gerusalemme...
delle parole che, forse, alcuni di loro perché fossero puniti.
avevano già udito in precedenza: “A 22:6-8 Fino a questo punto il mes-
morte! ”. saggio di Paolo era perfettamente chia-
21:37-39 Proprio quando i solda- ro ai Giudei e, se costoro fossero stati
ti stavano per far entrare Paolo nella onesti, avrebbero dovuto ammetterne
fortezza , egli domandò la parola al l’assoluta veridicità. Adesso l’apostolo
tribuno. Udendo Paolo parlare in gre- stava per raccontare l’evento che aveva
co, l’ufficiale si mise in allarme. Costui completamente mutato la direzione
riteneva di aver arrestato un egiziano della sua vita. Avrebbero quindi dovuto
che, tempo addietro, aveva fomentato decidere loro stessi se l’avvenimento in
una sommossa e condotto nel deserto... questione fosse di origine divina.
quattromila briganti. Paolo dichiarò Mentre Paolo era prossimo a Da-
subito di essere un giudeo della città masco... una gran luce proveniente
di Tarso, in Cilicia. Egli era dunque cit- dal cielo gli sfolgorò intorno. Poiché
tadino di una non oscura città ; Tarso, questo fatto era avvenuto verso mez-
infatti, era famosa per la cultura, l’arte zogiorno (solo qui abbiamo l’indica-
e il commercio, ed era stata dichiarata zione precisa dell’ora), ciò significa che
da Augusto “città libera”. Con il suo ca- la luce era più splendente di quella del
ratteristico coraggio, l’apostolo chiese sole allo zenit. Sopraffatto dall’inten-
il permesso di parlare al popolo. sità della luce, il persecutore cadde a
21:40 Il permesso fu accordato e Pao- terra e udì una voce dal cielo: “Saulo,
lo, stando in piedi, con i soldati romani, Saulo, perché mi perseguiti?” Paolo gli

551
ATTI DEGLI APOSTOLI 22:9

domandò chi fosse e scoprì che colui mazione avrebbe dovuto preparare la
che gli parlava dal cielo era Gesù il Na- folla all’annuncio che Paolo era stato
zareno. Gesù di Nazaret era risorto dai inviato agli stranieri e ai pagani;
morti ed era glorificato nei cieli. 3. Anania invitò Paolo ad alzarsi, essere
22:9 Gli uomini che viaggiavano con battezzato e lavato dei suoi peccati.
Paolo videro sì la luce e udirono il suo- Il v. 16 è stato, erroneamente, impie-
no della voce (vd. 9:7), ma non intesero gato per avvalorare la tesi della rigene-
le parole. razione battesimale. È effettivamente
22:10-11 Dopo tale udienza privata possibile che questo versetto sia valido
con il Signore della vita e della gloria, soltanto per Paolo, il quale, essendo
Paolo si donò tutto, spirito, anima e Giudeo, doveva contestualmente di-
corpo, al Salvatore. La sua domanda: mostrare, mediante il battesimo con
“Signore, che devo fare?” ne è la dimo- l’acqua, la propria dissociazione dal
strazione. Il Signore Gesù gli ordinò di popolo che aveva rifiutato Cristo (vd. il
recarsi a Damasco, dove avrebbe rice- commento a 2:38).
vuto istruzioni. Reso cieco dalla luce La questione può essere semplice-
del fulgore di Cristo, fu condotto in mente risolta grazie alla costruzione
città per mano. grammaticale del testo originale: a
22:12 A Damasco, Paolo ricevette la differenza di alcune versioni, in cui la
visita di Anania. L’apostolo lo descrive al punteggiatura suggerisce l’esistenza di
suo uditorio giudeo come un uomo pio un unico periodo formato da quattro
secondo la legge, al quale tutti i Giudei proposizioni coordinate, l’originale gr.
che abitavano là rendevano buona testi- presenta due coppie di azioni: in en-
monianza. La testimonianza di un tale trambe troviamo un verbo di modo fi-
uomo era importante per avvalorare il nito a accompagnato da un altro verbo
racconto della conversione di Paolo. al participio. La traduzione lett. sareb-
22:13 Rivolgendosi a Paolo con le pa- be: “Levandoti, sii battezzato e invo-
role: “Fratello Saulo...”, Anania gli ordi- cando il nome del Signore, sii lavato dei
nò di recuperare la vista. Fu allora che tuoi peccati”. Quest’ultima asserzione
Paolo vide Anania per la prima volta. è supportata dall’insegnamento biblico
22:14-16 Qui sono riportate le parole generale (cfr. Gl 2:32; At 2:21; Ro 10:13).
che Anania rivolse a Paolo (cfr. 9:15-17): 22:17-21 Conosciamo ora, per la pri-
ma volta, l’esperienza che Paolo ebbe
Il Dio dei nostri padri ti ha destinato
verso la fine della sua prima visita a
a conoscere la sua volontà, a vedere
Gerusalemme, dopo la conversione.
il Giusto e ad ascoltare una parola
dalla sua bocca. Perché tu gli sarai
Mentre pregava nel tempio, cadde in
testimone davanti a tutti gli uomini estasi e udì il Signore comandargli di
delle cose che hai viste e udite. E ora, uscire presto da Gerusalemme, perché
perché indugi? Àlzati, sii battezzato i suoi abitanti non avrebbero accettato
e lavato dei tuoi peccati, invocando la sua testimonianza su Cristo. L’apo-
il suo nome. stolo stentava a credere che il suo popo-
lo avrebbe rifiutato di ascoltarlo. I suoi
È bene notare alcuni punti importanti: connazionali, infatti, conoscevano lo
1. Anania sosteneva che era stato il Dio zelo della sua fede e sapevano che egli
dei nostri padri a decidere gli eventi aveva incarcerato e percosso i discepoli
sulla via per Damasco. Opponendo di Gesù e si era addirittura reso compli-
resistenza a quanto era accaduto, i ce dell’assassinio di Stefano. Ma il Si-
Giudei, in realtà, si sarebbero trovati gnore ripeté il suo comando: Va’ perché
a combattere contro Dio; io ti manderò lontano, tra i popoli.
2. Anania annunciò a Paolo che egli sa- 22:22-23 Fino a quel punto, i Giudei
rebbe stato un testimone del Signore avevano ascoltato in silenzio; ora, in-
davanti a tutti gli uomini. Tale affer- vece, l’annuncio della rivelazione del

552
ATTI DEGLI APOSTOLI 23:6

vangelo agli stranieri scatenò odio e 23:1-2 In piedi davanti al sinedrio,


gelosia. Urlando con furore, chiesero la Paolo cominciò il suo discorso con la
morte di Paolo. premessa che, in tutta la sua vita, egli si
22:24-25 Vedendo la folla in delirio, era condotto... in tutta buona coscien-
il tribuno concluse che Paolo doveva za. A tale affermazione, il sommo sa-
aver commesso qualche grave crimine. cerdote Anania si infuriò. Senza dubbio
Non avendo, apparentemente, potuto costui considerava Paolo un apostata,
seguire il discorso di Paolo in aramaico, un traditore, un rinnegato: come poteva
pensò di strappargli una confessione reclamarsi innocente un uomo che dal
sotto tortura. Perciò comandò che il pri- giudaismo era passato al cristianesimo?
gioniero fosse condotto nella fortezza e Perciò il sommo sacerdote diede ordine
legato con cinghie per essere frustato. che il prigioniero fosse schiaffeggiato
Mentre si facevano i preparativi per la sulla bocca. Fu un gesto assai iniquo,
flagellazione, Paolo chiese tranquil- giacché il processo era appena iniziato.
lamente al centurione se fosse legale 23:3 Paolo replicò bruscamente ad
flagellare un cittadino romano non an- Anania che Dio avrebbe percosso lui,
cora condannato. In realtà, era illegale che era una parete imbiancata (vd. Da
usare coercizione a un cittadino roma- 12:10; Mt 23:27)! Esteriormente il som-
no prima ancora di averlo dichiarato mo sacerdote appariva giusto, inte-
colpevole! In tal caso, la flagellazione riormente era corrotto. Dichiarava di
avrebbe costituito un reato grave. giudicare gli altri secondo la legge, ma,
22:26 Il centurione... andò in fretta dal violando la legge, aveva comandato
tribuno ad avvisarlo di trattare Paolo che Paolo fosse percosso.
con attenzione, perché quell’uomo era 23:4 Il severo rimprovero di Paolo la-
un cittadino romano. sciò gli astanti di stucco. Non sapeva che
22:27-28 Recatosi subito da Paolo, stava parlando al sommo sacerdote?
il tribuno scoprì che egli era davve- 23:5 Per motivi a noi ignoti, Paolo
ro cittadino romano. A quei tempi, la effettivamente non aveva capito che
cittadinanza romana si acquistava Anania fosse sommo sacerdote . Il
in tre modi: 1° per decreto imperiale, sinedrio si era riunito con breve pre-
come ricompensa per servizi resi o avviso e probabilmente Anania non
altro; 2° per nascita (come nel caso di indossava i paramenti ufficiali. Op-
Paolo, nato a Tarso, città libera dell’im- pure, questi non sedeva sullo scranno
pero romano, da padre romano); 3° la ordinariamente assegnato al sommo
cittadinanza poteva, infine, essere sacerdote. Oppure, altra ipotesi, la
acquistata, spesso a un prezzo molto debole vista di Paolo lo aveva tratto in
elevato (così, infatti, l’aveva ottenuta il inganno. Qualunque fosse il motivo,
tribuno, pagando una grande somma Paolo, che non intendeva parlar male
di denaro). dell’autorità costituita, si scusò subito,
22:29 La scoperta della cittadinanza citando Es 22:28: Non dirai male del
romana di Paolo annullò il procedi- capo del tuo popolo.
mento di flagellazione e suscitò timori 23:6 Intuendo, dalla conversazione
tra le autorità. in aula, che c’era dissenso tra sadducei
22:30 Ovviamente il tribuno era im- e farisei, l’apostolo decise di aumenta-
paziente di sapere con certezza di che re tale divario dichiarandosi un fariseo
cosa Paolo fosse accusato dai Giudei. sottoposto a processo per aver creduto
Allo stesso tempo, era deciso a proce- nella risurrezione dei morti. I saddu-
dere in modo legale e ordinato. Perciò, cei, naturalmente, negavano la risur-
il giorno dopo il tumulto a Gerusalem- rezione, così come l’esistenza di spiriti
me, fece uscire Paolo di prigione e lo e angeli. I farisei invece, essendo molto
condusse davanti ai capi dei sacerdoti ortodossi, accettavano entrambe le
e al sinedrio. dottrine (vd. 23:8).

553
ATTI DEGLI APOSTOLI 23:7-9

Paolo è stato criticato per essersi il prigioniero alla loro presenza. Ma i


avvalso di quello che sembra un espe- quaranta assassini gli avrebbero teso
diente carnale, allo scopo di dividere il un’imboscata durante il tragitto. Non
suo uditorio. Commenta A.J. Pollock: appena Paolo si fosse avvicinato a loro,
“Non possiamo esimerci dal ritenere essi l’avrebbero assalito e ucciso.
che Paolo abbia sbagliato a dichiararsi 23:16-19 Grazie alla divina provvi-
fariseo, strappando così un vantaggio denza, un nipote dell’apostolo, avuta
grazie alla mossa strategica di creare per caso notizia del complotto, riferì
disaccordo tra sadducei e farisei”. tutto a Paolo. Questi, ritenendo legitti-
23:7-9 Giustificate o no, le sue parole mo salvaguardare la propria incolumi-
provocarono una contesa tra i farisei e tà con mezzi leciti, riferì a sua volta il
i sadducei, che generò un grande cla- fatto a uno dei centurioni. Il centurio-
more. Alcuni scribi del partito dei fa- ne scortò personalmente il giovane dal
risei difendevano l’innocenza di Paolo, tribuno.
dicendo in effetti: “Che importanza 23:20-21 Il nipote di Paolo non solo
avrebbe questo, se gli avesse parlato fece al tribuno un approfondito reso-
uno spirito o un angelo?” conto del progetto, ma lo supplicò an-
23:10 Il dissenso tra le due opposte che di non dar retta alla richiesta dei
fazioni si fece talmente aspro, che il Giudei di condurre loro Paolo.
tribuno ordinò ai soldati di scortare il 23:22 Udita la storia, il tribuno la-
prigioniero fuori dell’aula e riportarlo sciò andare il giovane, raccomandan-
nella fortezza. dogli di non raccontare a nessuno del
23:11 La notte seguente, il Signo- loro incontro. Egli aveva capito di do-
re Gesù apparve a Paolo in prigione, ver agire in fretta e con decisione, per
esortandolo: “Fatti coraggio; perché liberare il suo prigioniero dall’ira fune-
come hai reso testimonianza di me sta dei Giudei.
a Gerusalemme, così bisogna che 23:23-25 Chiamati prontamente
tu la renda anche a Roma”. Laddo- due centurioni, il tribuno predispose
ve il comportamento di Paolo è stato una scorta militare per condurre l’apo-
aspramente criticato, è degno di nota stolo a Cesarea. La scorta era formata
il fatto che il Signore lo abbia perso- da duecento soldati, settanta cavalieri
nalmente encomiato per aver testi- e duecento lancieri. Il viaggio sarebbe
moniato con fedeltà a Gerusalemme. iniziato alle nove di sera, onde appro-
Il Salvatore non pronunciò parole di fittare delle tenebre della notte.
critica né di rimprovero; al contrario, L’imponenza della scorta militare
il suo era un messaggio di lode e di non costituiva un omaggio al fedele
promessa. Il servizio di Paolo non era messaggero di Cristo, bensì il segno
ancora concluso. Come era stato fede- della determinazione del tribuno, il
le nel suo ministero a Gerusalemme, quale desiderava conservare intatta la
così avrebbe reso testimonianza per propria reputazione presso i superiori
Cristo anche a Roma. di Roma. Qualora i Giudei fossero riu-
23:12-15 Il giorno dopo, alcuni Giu- sciti a uccidere Paolo, cittadino roma-
dei ordirono un complotto per ucci- no, l’ufficiale in carica sarebbe stato,
dere l’apostolo Paolo: più di quaranta infatti, chiamato a rispondere della
uomini fecero voto di non mangiare... propria negligenza.
finché non avessero ucciso l’impo- 23:26-28 Il tribuno, scrivendo al go-
store. Il loro piano consisteva nel pre- vernatore romano Felice, si presenta
sentarsi dai capi dei sacerdoti e dagli come Claudio Lisia. Naturalmente la
anziani, suggerendo di annunciare un lettera aveva lo scopo di spiegare la si-
nuovo incontro del sinedrio per analiz- tuazione di Paolo. È piuttosto divertente
zare meglio il caso di Paolo. Il sinedrio scoprire che Lisia cercò di ritrarre se
avrebbe chiesto al tribuno di portare stesso come l’eroe e il difensore della

554
ATTI DEGLI APOSTOLI 24:11

giustizia pubblica. Egli era probabil- sacerdote Gionata, colpevole di aver


mente molto preoccupato perché teme- criticato il suo malgoverno (Giuseppe
va che Felice venisse a sapere che egli Flavio, Guerra giudaica, II, 13:3).
aveva legato un cittadino romano non 24:1 Cinque giorni dopo la partenza
ancora condannato. Fortunatamente di Paolo da Gerusalemme, il sommo
per Claudio Lisia, Paolo non lo tradì. sacerdote Anania giunse a Cesarea in-
23:29-30 Il tribuno spiegò che dalle sieme con alcuni membri del sinedrio.
sue indagini non era trapelato nulla che Essi assunsero come avvocato accu-
fosse meritevole di morte o di prigio- satore un cittadino romano di nome
ne. Invece, il tumulto sembrava avere Tertullo, affinché presentasse davanti
a che fare con questioni relative alla... a Felice le loro accuse contro Paolo.
legge giudaica. A causa di un complotto 24:2-4 Tertullo iniziò il suo atto
contro Paolo, aveva ritenuto opportuno d’accusa con una captatio benevolen-
mandarlo a Cesarea con i suoi accusa- tiae nei confronti del governatore. Le
tori affinché l’intera faccenda fosse di- sue parole contenevano, naturalmente,
scussa alla presenza di Felice. una certa dose di verità: Felice aveva
23:31-35 Il viaggio a Cesarea fu in- mantenuto il governo e l’ordine soffo-
terrotto da una breve sosta ad Antipa- cando rivolte e insurrezioni. Il discorso
trìda, città a 63 km da Gerusalemme e di Tertullo, però, non era un semplice
55 km da Cesarea. Giunti a quel punto, riconoscimento dei fatti, ma mirava a
scongiurato il pericolo di agguati da ingraziarsi il governatore.
parte dei Giudei, i soldati ritornarono 24:5-8 Proseguendo, egli presentò
a Gerusalemme, lasciando che fossero quattro distinte accuse contro Paolo:
i cavalieri a scortare Paolo a Cesarea. 1. era una peste, ossia una sciagura, un
Giunti a destinazione, essi consegna- turbatore;
rono Paolo a Felice, insieme con la 2. era un fomentatore di rivolte fra tut-
lettera di Lisia. Dopo essersi accertato ti i Giudei;
che l’apostolo fosse, effettivamente, 3. era il capo della setta dei Nazareni;
cittadino romano, Felice promise di 4. aveva tentato di profanare il tempio.
ascoltare il suo caso quando i suoi ac- 24:9 Allorché Tertullo ebbe espresso
cusatori fossero giunti da Gerusalem- la sua fiducia nelle competenza di Felice
me. Nel frattempo, ordinò che Paolo riguardo all’accertamento dell’esattezza
fosse custodito nel palazzo di Erode, o delle accuse mosse contro Paolo, i Giudei
pretorio. presenti confermarono i fatti esposti.
Felice, il governatore romano da- 24:10 Paolo, in risposta a un cenno
vanti al quale Paolo era chiamato a del governatore, si alzò per difendersi.
comparire, aveva fatto una carriera Egli espresse, in primo luogo, la pro-
lampo, essendo passato dalla condizio- pria soddisfazione per essere potuto
ne di schiavo a una posizione di rilievo comparire dinanzi a un uomo che, per
all’interno dell’impero romano. La sua i suoi molti anni di esperienza, cono-
vita privata era macchiata da impres- sceva bene usi e costumi del popolo
sionante immoralità. Al tempo della giudeo. La frase poteva suonare adu-
nomina a governatore della Giudea, latoria, ma si trattava, in effetti, di una
era marito di tre nobildonne. Durante garbata constatazione della verità.
il suo mandato, si invaghì di Drusilla, Quindi l’apostolo passò a replicare a
moglie di Aziz, re di Emesa. Secon- ogni singola accusa.
do Giuseppe Flavio, il matrimonio fu 24:11 In quanto all’accusa di essere
preordinato con l’aiuto di Simone, un un disturbatore pubblico, Paolo replicò
mago proveniente da Cipro (Antichità che erano trascorsi soltanto dodici gior-
giudaiche, XX, 7:2). ni da quando era salito a Gerusalemme
Felice fu un tiranno crudele; fu co- e che l’unico scopo della sua visita era
stui a ordire l’assassinio del sommo adorare, non certo causare noie.

555
ATTI DEGLI APOSTOLI 24:12-13

24:12-13 Paolo, quindi, negò l’accusa voi”. In altre parole, i crimini di cui lo
di aver fomentato la ribellione. In nes- accusavano non sussistevano, e quan-
suna occasione, che fosse nel tempio to di vero vi era nelle loro accuse non
o nelle sinagoghe o in città, egli aveva costituiva un crimine.
discusso con il popolo o tentato di so- 24:22 Allora il governatore Felice si
billarlo contro qualcuno. I fatti erano trovò di fronte a un dilemma. Egli co-
questi e nessuno sarebbe riuscito a nosceva abbastanza la fede cristiana da
provare il contrario. capire chi aveva ragione; il prigioniero
24:14-17 Paolo non contestò la terza davanti a lui era chiaramente innocen-
accusa, ossia quella di essere il capo te di qualsiasi crimine contro la legge
della setta dei Nazareni. Ma affermò romana. Allo stesso tempo, però, l’asso-
che, in quanto tale, egli serviva il Dio luzione di Paolo avrebbe suscitato l’ira
dei Giudei, credendo in tutte le co- del popolo giudeo. Da un punto di vista
se... scritte nell’A.T. Egli condivideva politico, era importante accattivarsi il
la stessa speranza di tutti i Giudei loro favore. Così il governatore adottò
ortodossi, e specialmente dei farisei, l’espediente di continuare il processo,
che ci sarebbe stata una risurrezione affermando di voler aspettare l’arrivo
dei giusti e degli ingiusti. In vista di del tribuno Lisia a Cesarea. In realtà,
tale risurrezione, Paolo si adoperava si trattava soltanto di una mossa per
per mantenere, in ogni tempo, una prendere tempo. Non abbiamo confer-
relazione serena con il Signore e con me che il tribuno sia mai arrivato.
gli uomini. Lungi dal voler istigare i 24:23 Concludendo, Felice ordinò
Giudei all’insurrezione, Paolo si era che Paolo, pur trattenuto sotto custo-
recato in visita a Gerusalemme per dia, godesse di una ragionevole libertà,
portare elemosine al popolo giudeo. concedendo ai suoi di rendergli dei
Naturalmente si riferiva alla colletta servizi. La decisione dimostra che il
ricevuta dalle chiese della Macedonia governatore non considerava Paolo un
e dell’Acaia per i bisogni degli Ebrei pericoloso criminale.
cristiani di Gerusalemme. 24:24-25a A distanza di alcuni gior-
24:18-19 Alla quarta accusa, ossia ni dal processo pubblico, Felice e sua
quella di aver profanato il tempio, Pao- moglie Drusilla organizzarono un
lo rispose che alcuni Giudei dell’Asia incontro privato con l’apostolo, per
l’avevano trovato mentre presentava udire di più circa la fede cristiana. Con
offerte nel tempio, in adempimento inattaccabile coraggio, Paolo parlò a
di un voto. Essi lo avevano accusato questo dissoluto governatore e alla sua
di portare nel tempio degli stranieri adultera moglie di giustizia, di tem-
impuri. Ma l’accusa era falsa. L’apo- peranza e del giudizio futuro. Quanto
stolo in quel momento era solo ed era alla giustizia personale, i due ne sape-
purificato. Questi Giudei dell’Asia vano ben poco, sia nella sfera pubblica
che avevano istigato la rivolta nei suoi sia nella sfera privata. La loro scellerata
confronti avrebbero dovuto venire unione dimostrava che quei due erano
a Cesarea ad accusarlo, se avevano altresì estranei alla temperanza. Pao-
qualcosa contro di lui. lo doveva ammonirli circa il giudizio
24:20-21 Paolo, quindi, invitò i Giu- futuro, perché, se i loro peccati non
dei presenti a denunciare palesemente fossero stati perdonati mediante il san-
di quali crimini egli fosse stato trovato gue di Cristo, essi sarebbero finiti nello
colpevole quando si era presentato da- stagno di fuoco.
vanti al sinedrio a Gerusalemme. Essi 24:25b-26 Pare che Felice fosse più
non ne furono in grado. Tutto ciò che impressionato di Drusilla. Ma, sebbene
potevano contestargli era l’aver grida- spaventato, non confidò nel Salvatore.
to: “È a motivo della risurrezione dei Rimandò la decisione per Cristo, li-
morti, che io sono oggi giudicato da quidando la questione: “Per ora va’; e

556
ATTI DEGLI APOSTOLI 25:13

quando ne avrò l’opportunità, ti man- giorno dopo, riunì la corte. Subito i Giu-
derò a chiamare”. Purtroppo, stando dei attaccarono Paolo con numerose e
al racconto biblico, tale opportunità gravi accuse che, però, non riuscivano
non si presentò mai. Ma quella non fu, a dimostrare. Cosciente dell’inconsi-
ad ogni modo, l’unica testimonianza di stenza dei loro argomenti, l’apostolo si
Paolo a Felice. Il governatore lo man- accontentò semplicemente di negare
dò ripetutamente a chiamare, nei due ogni accusa contro la legge... contro il
anni in cui fu prigioniero a Cesarea. In tempio e contro Cesare.
realtà, Felice sperava che qualcuno de- 25:9-11 a un certo punto, Festo
gli amici di Paolo fosse disposto a pas- sembrò disposto ad accontentare la ri-
sargli sottobanco una cospicua somma chiesta dei Giudei di mandare Paolo a
di denaro per farlo rilasciare. Gerusalemme, affinché fosse proces-
24:27 Trascorsi due anni, nel 60 d.C., sato davanti al sinedrio. Tuttavia, non
Felice ebbe per successore Porcio Fe- avrebbe agito senza il consenso del
sto; e Felice, volendo guadagnare il prigioniero. Naturalmente Paolo sape-
favore dei Giudei, lasciò Paolo in pri- va che, accettando, non sarebbe mai
gione a Cesarea. arrivato vivo a Gerusalemme. Perciò
25:1 Porcio Festo fu nominato gover- rifiutò, affermando che il tribunale di
natore romano della Giudea dall’impe- Cesarea era il luogo appropriato per un
ratore Nerone, nell’autunno del 60 d.C. processo. Se avesse commesso un reato
Cesarea era il centro politico della contro l’impero romano, non si sarebbe
provincia romana di Siria, di cui faceva sottratto alla pena di morte; ma, poiché
parte la Giudea. Tre giorni dopo, Festo non era colpevole di tale crimine, in ba-
salì da Cesarea a Gerusalemme, la ca- se a quale legge doveva egli essere con-
pitale religiosa della sua giurisdizione. segnato ai Giudei? Avvalendosi dei suoi
25:2-3 Sebbene fossero trascorsi due diritti di cittadino romano, l’apostolo
anni da quando Paolo fu imprigiona- pronunciò dunque la memorabile frase:
to a Cesarea, i Giudei non lo avevano Io mi appello a Cesare.
dimenticato, né si era attenuato il loro Ebbe ragione Paolo ad appellarsi a
odio omicida. Pensando di poter ot- Cesare ? Non avrebbe forse dovuto ri-
tenere un favore politico dal nuovo mettere la propria causa interamente
governatore, i capi dei sacerdoti e i nelle mani di Dio, rifiutando di ab-
notabili dei Giudei reiterarono le loro bassarsi a dipendere dalla propria
accuse contro Paolo, chiedendone l’in- cittadinanza terrena? Non possiamo
vio a Gerusalemme per un processo. stabilirlo. Tutto quello che sappiamo
Dichiarando di volerlo sentire davanti è che il suo appello a Cesare avrebbe,
al sinedrio, essi, in realtà, si propone- in seguito, impedito la sua scarcera-
vano di tendergli un agguato durante il zione e che, anche senza appellarsi a
viaggio e ucciderlo (cfr. 23:12-15). Cesare, egli sarebbe arrivato a Roma
25:4-5 Ma Festo era indubbiamente in ogni caso.
stato informato del precedente pro- 25:12 Festo si consultò brevemente
getto di uccidere Paolo, e di come il con i suoi legali, poi, forse con tono di
tribuno di Gerusalemme, mediante sfida, si rivolse a Paolo: “Tu ti sei appel-
elaborati provvedimenti, fosse riuscito lato a Cesare; a Cesare andrai”.
a portarlo a Cesarea (vd. 23:26-30). Re- 25:13 Dopo qualche tempo, il re
spinta perciò la loro richiesta, promise Erode Agrippa II e sua sorella Berenice
che, se fossero venuti a Cesarea, avreb- arrivarono a Cesarea per congratularsi
bero avuto la possibilità di esporre le con Festo per la fresca nomina. Agrip-
loro accuse contro Paolo. pa era il figlio di Erode Agrippa I, che
25:6-8 Dopo aver soggiornato a Ge- aveva ucciso Giacomo e fatto impri-
rusalemme per non più di dieci giorni, gionare Pietro (vd. cap. 12). Sua sorella
Festo fece ritorno a Cesarea, dove, il era una donna di rara bellezza cui gli

557
ATTI DEGLI APOSTOLI 25:14-16

storici attribuiscono una pessima re- pello di Paolo a Cesare. Il problema di


putazione, compresa una relazione in- Festo, naturalmente, nasceva dall’ob-
cestuosa con il fratello (ma il N.T. non bligo di mandare Paolo da Nerone, ma
accenna al suo carattere). senza aver alcun fondamento legale per
25:14-16 Nel corso del lungo soggior- chiedere un processo. Festo dichiarò
no dei suoi ospiti a Cesarea, Festo de- apertamente che sperava nell’aiuto di
cise di esporre ad Agrippa il problema Agrippa; infatti non gli sembrava ragio-
che stava affrontando con un certo pri- nevole mandare un prigioniero, senza
gioniero di nome Paolo. Raccontò della render note le accuse... mosse contro di
pretesa dei Giudei che fosse emessa lui. La riunione che si stava svolgendo
una sentenza senza alcun formale assomigliava più a un’udienza che a un
processo. Poi, atteggiandosi a fautore processo: i Giudei non erano presenti
e paladino delle eque procedure giudi- per formulare accuse contro l’apostolo
ziarie, raccontò dell’insistente richie- e la decisione di Agrippa non sarebbe
sta di Paolo di vedersi garantito sia un stata vincolante.
processo in cui egli, come imputato, 26:1-3 La scena che ci viene presen-
potesse avere i propri accusatori di tata è stata, a ragione, descritta con le
fronte, sia la possibilità di difendersi. parole: “...un re schiavo e un prigio-
25:17-19 Durante il processo Festo niero sul trono”. Dal punto di vista
non aveva riscontrato in Paolo alcuna spirituale, Agrippa era una miserevole
colpa contro l’impero. Il caso si con- figura laddove l’apostolo, trasportato
centrava, invece, su certe questioni dalla fede, si dimostrava superiore alle
intorno alla propria religione e intor- circostanze.
no a un certo Gesù, morto, che Paolo Ricevuto da Agrippa il permesso di
affermava essere vivo. parlare, Paolo, stesa la mano, comin-
25:20-22 Poi Festo ricordò che a Pao- ciò l’emozionante racconto della sua
lo era stato proposto di andare a Geru- esperienza cristiana. In primo luogo,
salemme, ma che egli si era appellato espresse la propria riconoscenza perché
all’imperatore (Cesare, qui, non è nome gli era concessa la possibilità di presen-
proprio, ma un titolo onorifico). Si crea- tare il proprio caso davanti a chi, come
va così un problema: con quale accusa Giudeo, era esperto dei riti e di tutte le
mandare il prigioniero a Roma? Poiché questioni proprie del popolo giudaico.
Agrippa era Giudeo e, quindi, pratico 26:4-5 Relativamente alla sua vi-
delle questioni concernenti il giudai- ta terrena, l’apostolo era un Giudeo
smo, Festo sperava di ricevere aiuto per modello. Se solo avessero voluto ren-
formulare un’accusa adeguata. derne testimonianza, i Giudei avreb-
Parlando del Salvatore del mondo, bero dovuto ammettere che Paolo si
Festo usò l’espressione un certo Gesù. era comportato secondo la più rigida
Vale la pena riportare il commento di ortodossia, da coerente fariseo.
Bengel: “Così parla, questo miserabile 26:6 Ora il crimine per il quale era
Festo, di colui davanti al quale si pie- processato consisteva nell’essersi attac-
gherà ogni ginocchio”. cato alla speranza della promessa fatta
25:23 Il giorno seguente si tenne da Dio ai... padri giudei nell’A.T. Il filo
una udienza formale. Agrippa e Bere- del discorso di Paolo sembra essere que-
nice arrivarono con gran pompa, ac- sto: nell’A.T. Dio stipulò vari patti con i
compagnati dai tribuni e dai notabili capi d’Israele, Abraamo, Isacco, Giacob-
della città. Poi fu condotto Paolo. be, Davide, Salomone. Il patto principa-
25:24-27 Festo riepilogò ancora una le concerneva la promessa dell’avvento
volta il caso: dalle insistenti richieste dei di un Messia, il quale avrebbe liberato
Giudei di far morire Paolo, al mancato la nazione e regnato sulla terra. I pa-
riscontro, da parte di Festo, di alcuna triarchi dell’A.T. morirono senza vedere
colpa meritevole di morte, fino all’ap- l’adempimento di tale promessa. Ciò

558
ATTI DEGLI APOSTOLI 26:17

significava forse che Dio non avrebbe vita subì un grande cambiamento. Si
rispettato i termini dei patti stabiliti? Al trovava sulla via per Damasco, prov-
contrario, egli li avrebbe sicuramente visto di tutti i documenti ufficiali per
rispettati! Ma come poteva essere, giac- arrestare i cristiani e riportarli a Geru-
ché i padri erano già morti? Risuscitan- salemme per farli condannare; a mez-
doli dai morti! Perciò, in maniera molto zogiorno una visione di gloria arrestò
esplicita, l’apostolo collega le promesse il suo cammino. Una luce dal cielo, più
fatte ai santi dell’A.T. con la risurrezione splendente del sole a mezzogiorno, sfa-
dei morti. villò su di lui. Cadde a terra e udì una
26:7 L’apostolo descrive le dodici voce... : “Saulo, Saulo, perché mi perse-
tribù d’Israele impegnate a servire Dio guiti? ” La stessa voce rivelò anche: “Ti
ininterrottamente e con fervore, spe- è duro ricalcitrare contro il pungolo”. I
rando di vedere il compimento della pungoli erano strumenti appuntiti uti-
promessa . Il riferimento alle dodici lizzati per stimolare a camminare gli
tribù è importante alla luce degli inse- animali che si impuntano. Paolo aveva
gnamenti attuali, in cui si spiega che, ricalcitrato contro il pungolo della pro-
dopo l’esilio, dieci delle dodici tribù pria coscienza e, ancora peggio, aveva
d’Israele sono andate “perdute”. Sebbe- recalcitrato contro la voce dello Spirito
ne queste fossero disperse tra le nazio- Santo che l’accusava. Non era mai riu-
ni, l’apostolo Paolo le considerava come scito a dimenticare la compostezza e la
un unico popolo, al servizio di Dio e in grazia con cui Stefano era morto. Paolo
attesa del Liberatore promesso. aveva combattuto contro Dio stesso.
26:8 Questo, dunque, era il crimine 26:15 Paolo domandò: “Chi sei,
di Paolo! Egli credeva che Dio avrebbe Signore? ” La voce rispose: “Io sono
adempiuto la promessa fatta ai padri, Gesù, che tu perseguiti”. Gesù ? Co-
risuscitandoli dai morti. Paolo doman- me era possibile? Gesù non era stato
dò ad Agrippa e a tutti quelli che erano crocifisso e seppellito? Il suo corpo
con lui che cosa vi fosse di così incredi- non era stato sottratto dai discepoli
bile in tutto ciò. e deposto in qualche luogo segreto?
26:9-11 Ritornando alla storia della Come faceva, Gesù, a parlare adesso
sua vita, Paolo raccontò della feroce con lui? La verità si fece presto strada
e inesorabile campagna intrapresa nell’animo di Paolo: Gesù era davvero
contro i seguaci della fede cristiana. stato sepolto, ma era anche risorto dai
Con tutte le sue forze si era opposto al morti… ed era tornato in cielo, da do-
nome di Gesù il Nazareno. Con l’au- ve ora parlava a Paolo. Perseguitando
torizzazione dai capi dei sacerdoti i cristiani, Paolo aveva perseguitato il
aveva imprigionato molti cristiani di loro Signore e, perseguitando lui, ave-
Gerusalemme. Nei processi davanti al va perseguitato il Messia d’Israele, il
sinedrio votava contro di loro. Più di Figlio stesso di Dio.
una volta aveva organizzato spedizioni 26:16 Paolo riepilogò brevemente
punitive in tutte le sinagoghe, facendo il mandato ricevuto dal Signore Ge-
il possibile per costringere i credenti a sù Cristo risorto. Il Signore gli ordinò
rinnegare il loro Signore. L’espressione di alzarsi e stare in piedi : Paolo aveva
li costringevo (74) a bestemmiare non ricevuto quella speciale rivelazione di
significa che vi riuscisse, ma che cerca- Cristo in gloria perché era stato chia-
va di convincerli a farlo. La campagna mato a essere un servitore del Signore,
dell’odio promossa da Paolo contro i un testimone di tutto ciò che aveva vi-
discepoli di Gesù aveva varcato i con- sto quel giorno e di tutte le grandi veri-
fini di Gerusalemme e della Giudea, fin tà della fede cristiana che gli sarebbero
nelle città straniere. state rivelate.
26:12-14 Fu proprio durante una di 26:17 La promessa che sarebbe sta-
queste spedizioni all’estero che la sua to liberato dal popolo giudeo e dalle

559
ATTI DEGLI APOSTOLI 26:18

nazioni deve essere intesa come libe- fermazioni. La vita e la testimonianza


razione in senso generale, fino al com- di Paolo non erano rimaste segrete: i
pletamento dell’opera. Giudei erano a conoscenza di tutti i
26:18 Paolo sarebbe stato mandato fatti, e senza dubbio, Agrippa ne era
in modo particolare agli stranieri per stato informato.
aprire loro gli occhi, affinché si con- 26:27 Rivolgendosi al re direttamen-
vertissero dalle tenebre alla luce e dal te, Paolo domandò: O re Agrippa, credi
potere di Satana a Dio. Mediante la tu nei profeti? Poi, rispondendo alla
fede nel Signore Gesù, anche i pagani sua stessa domanda: Io so che ci credi.
avrebbero ricevuto il perdono dei pec- L’efficacia del suo ragionamento era
cati e la loro parte di eredità tra i san- inequivocabile. Questo era, in sostan-
tificati. H.K. Downie dimostra come il za, il discorso di Paolo: “Io credo a tutto
v. 18 riepiloghi perfettamente l’opera quello che i profeti hanno annunciato
compiuta dal vangelo: nell’A.T. Anche tu credi alla loro testi-
1. soccorre dalle tenebre; monianza, non è vero, Agrippa ? Dun-
2. libera dal potere di Satana; que come possono, i Giudei, accusarmi
3. rimette i peccati; di un crimine degno di morte? O come
4. restituisce un’eredità perduta. puoi tu condannarmi perché credo in
26:19-23 Avendo, dunque, ricevu- quello che tu stesso credi?”
to un tale mandato, Paolo spiegò ad 26:28 Agrippa comprese l’efficacia
Agrippa che non era stato disubbi- dell’argomento, perché rispose: An-
diente alla visione celeste. Tanto a Da- cora un po’ e mi persuadi a diventare
masco quanto a Gerusalemme, e poi cristiano (ND). Sul significato preciso
per tutto il paese della Giudea e fra le della sua risposta, tuttavia, esiste no-
nazioni, egli predicava agli uomini di tevole discordanza. La versione citata
ravvedersi e convertirsi a Dio, facen- sembra indicare che il re stesse effetti-
do opere che dimostrassero la realtà vamente per convertirsi a Cristo e che
del loro ravvedimento. Questo era ciò la risposta di Paolo, al v. 29, lo confer-
che stava facendo quando i Giudei lo mi. Altri ritengono che quella di Agrip-
catturarono nel tempio tentando di pa fosse una domanda ironica (come
ucciderlo. Ma Dio gli aveva concesso leggiamo sulla NR: “Con così poco vor-
protezione e aiuto ed egli aveva conti- resti persuadermi...?”), ritenendo che
nuato a testimoniare a tutti quelli con Agrippa evitasse di considerare seria-
cui era venuto in contatto, predican- mente la domanda di Paolo risponden-
do lo stesso messaggio che i profeti e do con un motto di spirito.
Mosè avevano annunciato nell’A.T. Il 26:29 Sia che Agrippa parlasse sin-
messaggio era che il Messia avrebbe ceramente sia che intendesse fare
sofferto e che egli, il primo a risusci- dell’ironia, Paolo rispose in tutta serie-
tare dai morti, avrebbe annunziato la tà. Con fervore si augurò che, con poca
luce al popolo e alle nazioni. o molta persuasione, Agrippa e tutti i
26:24-26 Essendo uno straniero, presenti potessero entrare nelle gioie
Festo non aveva probabilmente capi- e nelle benedizioni della vita cristiana,
to nulla del discorso di Paolo. Assolu- condividere tutti i privilegi di Paolo e
tamente incapace di apprezzare un diventare come lui, tranne che per le
uomo pieno di Spirito Santo, con ve- catene. G. Campbell Morgan scrive:
emenza accusò Paolo di essere pazzo
a causa della molta dottrina . Senza Sarebbe morto per salvare Agrippa,
adirarsi o innervosirsi, l’apostolo ne- ma non avrebbe passato le sue catene
gò tranquillamente l’accusa, dichia- intorno ad Agrippa. Questo è il cristia-
rando di proferire parole di verità e nesimo. Esaltalo, moltiplicalo, appli-
di buon senno. Poi si disse certo che calo. La sincerità che perseguita non
il re conosceva la verità delle sue af- è sincerità cristiana. La sincerità che

560
ATTI DEGLI APOSTOLI 27:7-8

muore per liberare, ma non impone le no imbarcati proveniva da Adramitto


catene: questo è il cristianesimo.(75) (città della Misia situata nella regione
nord-occidentale dell’Asia Minore) e
26:30-32 Il re... il governatore, faceva rotta in direzione nord e quindi
Berenice e gli altri ufficiali lasciaro- verso ovest, con svariate tappe presso i
no la sala per consultarsi in privato. porti della costa dell’Asia proconsola-
Dovettero ammettere tutti che Paolo re, nella provincia occidentale dell’Asia
non aveva fatto nulla che meritasse la Minore.
morte o la prigione. Fu forse con un 27:3 La nave veleggiò in direzio-
velo di rammarico che Agrippa disse ne nord lungo la costa mediterranea,
a Festo che, se non si fosse appellato a facendo scalo a Sidone, a 113 km da
Cesare, Paolo sarebbe stato facilmen- Cesarea. Il centurione Giulio mostrò
te liberato. benevolenza verso Paolo e gli concesse
Oggi naturalmente ci domandiamo di visitare i suoi amici per ricevere le
come mai l’appello a Cesare non po- loro cure.
tesse essere revocato. Anche nell’im- 27:4-5 Da Sidone la nave attraversò
possibilità di una revoca, tuttavia, il golfo nord-orientale del Mediterra-
sappiamo con certezza che il piano neo, lasciandosi Cipro sulla sinistra e
di Dio prevedeva che “l’apostolo de- proseguendo al riparo dal vento, ap-
gli stranieri” (vd. Ro 11:13) arrivasse a profittando della copertura dell’isola.
Roma, per essere processato davanti Nonostante i venti... contrari, la nave
all’imperatore (vd. 23:11) e che colà si continuò la traversata fino alla costa
adempisse il suo desiderio di essere meridionale dell’Asia Minore. Quindi,
reso conforme alla morte del suo Signo- superate Cilicia e la Panfilia, proseguì
re (vd. Fl 3:10). verso occidente e attraccò a Mira, città
portuale della Licia.
I. Naufragio di Paolo durante il 27:6 Da Mira il centurione trasferì i
viaggio verso Roma (27:1–28:16) prigionieri su un’altra nave ; la prima,
Questa sezione presenta l’emozio- infatti, non proseguiva verso l’Ita-
nante racconto del viaggio da Cesa- lia, bensì risaliva la costa occidentale
rea a Malta, verso Roma. Se Paolo non dell’Asia Minore per rientrare al porto
fosse stato uno dei passeggeri, non di provenienza.
avremmo mai sentito parlare di que- La seconda nave proveniva da Ales-
sto viaggio né del naufragio. A causa sandria, sulla costa settentrionale
dell’impiego di vari termini nautici, dell’Africa. Trasportava un carico di
il brano non è sempre di facile com- frumento e duecentosettantasei per-
prensione. sone, tra equipaggio e passeggeri. Da
27:1 Il viaggio ebbe inizio a Cesarea. Alessandria aveva attraversato il Medi-
Paolo fu affidato in custodia a un uffi- terraneo in direzione nord fino a Mira,
ciale di nome Giulio. Si trattava di un da dove avrebbe proseguito, in direzio-
centurione assegnato alla coorte Au- ne ovest, per l’Italia.
gusta, una illustre legione dell’esercito 27:7-8 Per molti giorni il viaggio
romano. Anche questo, come gli altri fu lento, a causa dei venti contrari:
centurioni citati nel N.T., era un uomo a fatica l’equipaggio portò la nave
esemplare per gentilezza, giustizia e di fronte al porto di Cnido, al verti-
considerazione per gli altri. ce sud-occidentale dell’Asia Minore.
27:2 Come Paolo, anche altri pri- Avendo il vento contrario, si diressero
gionieri s’imbarcarono per Roma per a sud, al riparo della costa orientale
essere processati. Nell’elenco dei pas- di Creta . Doppiando capo Salmone,
seggeri figuravano anche Aristarco e virarono a occidente, opponendosi ai
Luca, entrambi già compagni di viag- forti venti contrari fino a raggiungere
gio dell’apostolo. La nave su cui si era- il porto di Beiporti, vicino alla città

561
ATTI DEGLI APOSTOLI 27:9-10

di Lasea , al centro della costa meri- 27:18-19 Dopo un’intera giornata


dionale di Creta . in balìa della tempesta, cominciarono
27:9-10 Intanto, si era perso parec- a liberarsi del carico. Il terzo giorno
chio tempo a causa delle sfavorevoli gettarono in mare l’attrezzatura della
condizioni di navigazione, resa ora nave. Avendo sicuramente imbarcato
maggiormente pericolosa a causa molta acqua, dovevano alleggerire la
dell’approssimarsi dell’inverno. Si do- nave di tutto il peso possibile per evita-
veva essere alla fine di settembre o re di affondare.
all’inizio di ottobre, giacché il giorno 27:20 Da molti giorni erano ridotti
del digiuno (il giorno dell’espiazione) all’impotenza. Privi dei riferimenti del
era passato. Paolo avvisò l’equipaggio sole e delle stelle, essi non riuscivano
che il viaggio sarebbe diventato malsi- a stabilire la propria posizione. Alla
curo e che, proseguendo la navigazio- fine, ogni speranza di scampare era
ne, avrebbero rischiato di perdere non ormai persa.
solo il carico e la nave, ma anche la vita 27:21-26 La disperazione si accen-
delle persone a bordo. tuava per i morsi della fame. Gli uo-
27:11-12 Ma il pilota e il padrone del- mini non mangiavano da molti giorni.
la nave erano dell’idea di proseguire, e Senza dubbio avevano lavorato tutto
il centurione, sostenuto dalla maggio- il tempo per cercare di salvare la na-
ranza, si fidò del loro giudizio. Poiché il ve e svuotarla dall’acqua. Forse non
porto in cui si trovavano non era adat- avevano la possibilità di cucinare.
to a svernare, pensarono di arrivare a Probabilmente la nausea, la paura e
Fenice e trascorrervi l’inverno. Fenice lo scoraggiamento avevano tolto loro
si trovava a poco più di 60 km a ovest di tutto l’appetito; infatti essi non erano
Beiporti, all’estremità sud-occidentale a corto di viveri, ma non avevano più
di Creta. Il suo porto si apriva a sud- il desiderio di mangiare.
ovest e a nord-ovest. Allora Paolo si alzò in mezzo a loro
27:13-17 Essendosi alzato un leg- con una parola di speranza. Anzitutto
gero scirocco, i marinai giudicarono si permise di ricordar loro pacatamen-
possibile affrontare il tragitto per te che non sarebbero dovuti partire da
spingersi fino a Fenice. Levate le an- Creta, ma poi li rassicurò: nonostante
core, navigarono in direzione ovest, la perdita della nave, avevano scongiu-
rimanendo vicini alla costa. Ma dalle rato la perdita della vita. Come faceva
coste dell’isola si abbatté sulla nave un a saperlo? Un angelo del Signore gli era
violento vento nord-orientale, l’Euro- apparso quella notte, confermandogli
aquilone. Non riuscendo a mantenere che sarebbe comparso davanti a Ce-
la rotta, gli uomini dell’equipaggio fu- sare a Roma e che Dio gli aveva dato
rono costretti a lasciare la nave in ba- tutti quelli che navigavano con lui (nel
lìa della tempesta. Furono trascinati a senso che tutti si sarebbero salvati).
sud-ovest verso un’isoletta chiamata Dovevano quindi rallegrarsi. Paolo era
Clauda, (76) a una quarantina di km da convinto che tutto sarebbe andato be-
Creta. Raggiunta la sponda sottovento ne, anche se avrebbero fatto naufragio
dell’isola, a stento riuscirono a salvare sopra un’isola. Con grande intuito A.W.
la scialuppa che portavano a rimor- Tozer scrive:
chio, issandola a bordo. Poi legarono Quando si alzò “un leggero sciroc-
delle cime intorno allo scafo, per im- co”, la nave che trasportava Paolo
pedire alla nave di cedere all’impeto salpò dolcemente, senza che a bor-
del mare, sfracellandosi. Per timore di do nessuno sapesse chi fosse Paolo
essere trasportati nelle Sirti, le perico- o quale forza di carattere si nascon-
lose secche del golfo africano, calaro- desse dietro quell’aspetto piuttosto
no l’ancora galleggiante, lasciandosi ordinario. Ma quando la potente
andare alla deriva. tempesta, l’Euroaquilone, scoppiò

562
ATTI DEGLI APOSTOLI 28:1-2

su di loro, la grandezza di Paolo fu Poco prima dell’alba, Paolo esortò


presto sulla bocca di tutti. L’aposto- gli altri a mangiare, ricordando che
lo, sebbene prigioniero, si impadronì da due settimane erano digiuni. Era
letteralmente del vascello, prenden- giunto il momento di prendere cibo
do decisioni e impartendo ordini dai perché ne andava del loro benessere.
quali dipendeva la vita o la morte L’apostolo li rassicurò affermando che
delle persone a bordo. E credo che neppure un capello sarebbe loro ca-
questo momento critico abbia fatto duto dal capo.
comprendere a Paolo qualcosa che 27:35 Poi diede egli stesso l’esempio,
non era stata chiara nemmeno a lui. prendendo del pane, rendendo pubbli-
Allo scoppiare della tempesta, la ma-
camente grazie a Dio e cominciando
gnifica teoria si concretizzò presto in
a mangiare. Quante volte evitiamo di
fatti tangibili.(77)
pregare in pubblico! Eppure quante
27:27-29 Erano trascorsi quattordici volte quella preghiera parla a voce più
giorni dalla partenza da Beiporti. Sen- alta di tutte le nostre prediche!
za opporre resistenza, la nave si lascia- 27:36-37 Incoraggiàti, anche gli altri
va trasportare per il mar Ionio, situato presero... del cibo. Sulla nave c’erano
tra la Grecia, l’Italia e l’Africa. Verso la duecentosettantasei persone.
mezzanotte, i marinai sospettavano 27:38-41 Dopo aver mangiato, alleg-
di essere vicini a terra, forse per aver gerirono la nave, gettando il frumento
udito il rumore dei frangenti contro la in mare. Il paese era vicino, sebbene
costa. Scandagliato il fondale una pri- non riuscissero a riconoscerlo. Decise-
ma volta, trovarono che la profondità ro di spingere la nave quanto più pos-
era di venti braccia, la seconda volta di sibile vicino alla spiaggia. Staccarono
quindici. Per evitare che la nave si in- le ancore, abbandonandole in mare.
cagliasse, gettarono da poppa quattro Liberarono quindi i timoni che, in pre-
ancore, aspettando con ansia la luce cedenza, avevano alzato, abbassandoli
del giorno. in posizione. Issata la vela maestra, si
27:30-32 Temendo per la propria diressero verso la spiaggia, portando
vita, alcuni marinai tramarono di la nave in secca in un luogo che aveva
raggiungere la riva con la barca più il mare dai due lati (probabilmente un
piccola. Mentre già calavano la scia- canale tra due isole). La prua si incagliò
luppa dalla prua della nave, soste- nella sabbia, ma la poppa, per la violen-
nendo di voler gettare altre ancore, za delle onde, si sfasciò rapidamente.
Paolo riferì il loro intento al centu- 27:42-44 Il parere dei soldati era di
rione. Aggiunse che, se i marinai non uccidere i prigionieri per evitarne la
fossero rimasti a bordo, gli altri non fuga, ma il centurione, volendo salvar
sarebbero potuti scampare . Allora Paolo, esercitò la propria autorità, co-
i soldati tagliarono le funi che fis- mandando a quelli che sapevano nuo-
savano la scialuppa, e la lasciarono tare di raggiungere la riva e agli altri di
cadere. I marinai si trovarono perciò aggrapparsi a tavole o a rottami della
costretti a rimanere sulla nave e a nave. In tal modo, passeggeri ed equi-
trarsi in salvo insieme agli altri. paggio giunsero salvi a terra.
27:33-34 Phillips intitola i vv. 33-37: 28:1-2 Raggiunta la riva, i passegge-
“Il risoluto buonsenso di Paolo”. Per ri e l’equipaggio capirono di trovarsi
comprendere la drammaticità della sull’isola di Malta . Alcuni indigeni
situazione, occorre veramente capire dell’isola avevano visto il naufragio e
il terrore che incute una tempesta sul gli sforzi delle vittime per raggiungere
mare. Occorre altresì ricordare che la spiaggia. Premurosamente, accesero
Paolo non era il capitano della nave, un fuoco per i nuovi arrivati, fradici e
bensì soltanto un passeggero tenuto infreddoliti dall’acqua del mare e della
prigioniero. pioggia.

563
ATTI DEGLI APOSTOLI 28:3

28:3 Mentre Paolo aiutava ad attiz- nell’isola; l’insegna della nave rappre-
zare il fuoco, fu morso da una vipera sentava Castore e Polluce, i due Diò-
che evidentemente dormiva in mezzo scuri ritenuti dai marinai pagani delle
al legname. Quando la legna fu gettata divinità protettrici.
sul fuoco, il serpente velenoso, risve- 28:12-14 Da Malta navigarono per
gliatosi si attaccò alla mano dell’apo- circa 130 km, fino a Siracusa. Quivi
stolo mordendola. la nave fece una sosta di tre giorni,
28:4-6 Gli abitanti dell’isola inizial- proseguendo poi per Reggio e in due
mente pensarono che l’apostolo fosse giorni, grazie a un favorevole vento di
un omicida : infatti, per quanto fosse scirocco, l’equipaggio riuscì a risalire
scampato al naufragio, egli sembrava la costa occidentale per poco meno di
inseguito dalla Giustizia (divinità pa- 300 km, raggiungendo Pozzuoli, sul
gana), la quale non lo avrebbe lasciato lato settentrionale della baia di Napoli.
vivere. Essi si aspettavano di vederlo Pozzuoli si trova a circa 240 km a sud-
gonfiare o cadere morto sul colpo. Ma est di Roma. Quivi l’apostolo trovò dei
poiché Paolo non mostrava alcuna re- fratelli cristiani, della cui comunione
azione al morso, cambiarono parere poté godere per sette giorni.
e conclusero che si trattasse di un dio! 28:15 Non sappiamo come la notizia
Questa è un’altra chiara dimostrazione dell’arrivo di Paolo a Pozzuoli giun-
della volubilità e della mutevolezza del gesse fino a Roma. Ad ogni modo, due
cuore e del pensiero umani. gruppi di fratelli si misero in viaggio
28:7 A quell’epoca l’uomo principale per andargli incontro. Un gruppo per-
dell’isola di Malta era un certo Publio. corse una settantina di km in direzio-
Egli possedeva un notevole appezza- ne sud-est, fino al Foro Appio, l’altro
mento di terra nei pressi della spiaggia si fermò all’albergo delle Tre Taverne,
dove erano approdati i naufraghi. Que- che si trovava a 53 km da Roma. Paolo
sto facoltoso ufficiale romano accolse fu assai toccato e incoraggiato da tale
amichevolmente Paolo e i suoi amici, dimostrazione di affetto da parte dei
offrendo loro ospitalità per tre giorni, santi di Roma.
ossia fintanto che non fossero in grado 28:16 Giunto a Roma, gli fu conces-
di disporre un ricovero stabile dove so di abitare in una casa privata, con
trascorrere l’inverno. un soldato di guardia.
28:8 La cortesia di quello straniero
non rimase senza ricompensa. In quel J. Paolo agli arresti domiciliari e
periodo suo padre fu colpito da febbre sua testimonianza ai Giudei di
e da dissenteria. Paolo andò a trovar- Roma (28:17-31)
lo; e, dopo aver pregato, gli impose le 28:17-19 Come d’abitudine, Paolo volle
mani e lo guarì. prima di tutto testimoniare ai Giudei, e
28:9-10 La notizia della miracolosa mandò un invito ai loro notabili; quan-
guarigione si diffuse presto per tutta do furono riuniti nella casa da lui presa
l’isola. Nei tre mesi che seguirono, gli in affitto, egli espose loro il suo caso.
abitanti dell’isola condussero a Paolo i Spiegò che, pur non avendo fatto
loro malati ed egli li guarì tutti. Quan- nulla contro il popolo giudeo né con-
do Paolo e Luca (78) partirono, la gente tro i loro riti, i Giudei di Gerusalemme
di Malta mostrò la propria gratitudine lo avevano consegnato in mano dei
colmandoli di onori e di doni utili per il Romani perché fosse processato. Non
viaggio a Roma. trovando in lui alcuna colpa, le autorità
28:11 Trascorsi i tre mesi invernali, straniere volevano liberarlo, ma poiché
allorché la navigazione divenne nuo- i Giudei si opponevano, l’apostolo era
vamente sicura, il centurione e i suoi stato costretto ad appellarsi a Cesare.
prigionieri si imbarcarono su una na- In quel suo gesto non vi era alcuna in-
ve alessandrina che aveva svernato tenzione di muovere accuse alla nazio-

564
ATTI DEGLI APOSTOLI 28:31

ne giudea; egli si era appellato a Cesare 28:29 I Giudei increduli se ne anda-


soltanto per difendersi. rono discutendo vivamente fra di loro.
28:20 Paolo aveva chiamato i capi Come rileva Calvino, la citazione della
dei Giudei di Roma perché era inno- profezia contro di loro irritò quelli che
cente di qualsiasi reato contro il popo- avevano rifiutato il Messia. Erano fu-
lo giudeo. In realtà era a motivo della ribondi contro quei Giudei che lo ave-
speranza d’Israele che egli era stretto vano accolto. Il riformatore propone
da quella catena. La speranza d’Israe- un’utile attuazione:
le, come spiegato in precedenza, con-
E infine è inutile opporsi al fatto che
siste nell’adempimento delle promesse
il vangelo di Cristo produca conflitti,
fatte ai patriarchi, in particolare la pro- quando è evidente che questi deri-
messa del Messia. L’adempimento di vano soltanto dalla caparbietà degli
tali promesse comportava necessaria- uomini. Davvero, per avere pace con
mente la risurrezione dei morti. Dio, dobbiamo muovere guerra a co-
28:21-22 I capi dei Giudei dichiara- loro che lo trattano con disprezzo.(79)
rono di non sapere nulla a proposito
dell’apostolo Paolo. Non avevano rice- 28:30 Paolo restò a Roma per due
vuto nessuna lettera dalla Giudea sul anni interi, vivendo nella casa... presa
suo conto, né altri fratelli giudei avevano in affitto e svolgendo il suo ministero
parlato male di lui. Ma volevano saper- in mezzo a coloro che continuamente
ne di più, poiché conoscevano l’opposi- andavano a trovarlo. Fu probabilmente
zione che la fede cristiana professata da in questo periodo che scrisse le lettere
Paolo incontrava dappertutto. agli Efesini, ai Filippesi, ai Colossesi e
28:23 Qualche tempo dopo molti di a Filemone.
quei Giudei si recarono all’alloggio di 28:31 Paolo poté godere di una
Paolo per udirlo predicare. Egli appro- considerevole libertà, proclamando il
fittò dell’opportunità per testimoniare regno di Dio e insegnando le cose re-
loro del regno di Dio, cercando di con- lative al Signore Gesù Cristo, con tutta
vincerli riguardo a Gesù. A tale scopo, franchezza e senza impedimento.
dalla mattina alla sera egli citava loro Termina così il libro degli Atti. Alcuni
la legge di Mosè e i profeti. ritengono che questa conclusione sia un
28:24 Alcuni credettero al messaggio, po’ precipitosa. Nondimeno, lo scopo
altri invece non credettero (il rifiuto di espresso in apertura si è, a questo punto,
credere denota una scelta più risoluta realizzato. Il vangelo è arrivato a Gerusa-
della semplice incredulità, giacché de- lemme, in Giudea, in Samaria e, adesso,
nota un deliberata negazione). anche nel mondo degli stranieri.
28:25-28 Quando vide che, nel com- Per quanto riguarda la vita di Paolo,
plesso, il vangelo era ancora una volta gli eventi che seguirono la conclusione
rifiutato dal popolo giudeo, Paolo citò del libro degli Atti si possono intuire
a quei Giudei il passo contenuto in Is soltanto dai suoi scritti successivi.
6:9-10. Il profeta era stato inviato a pre- Si ritiene che, dopo i due anni tra-
dicare la Parola a un popolo dal cuo- scorsi a Roma, il suo caso fosse stato
re... insensibile, i cui orecchi si erano portato davanti a Nerone, ottenendo
fatti sordi e i cui occhi si erano fatti un verdetto di assoluzione.
ciechi. L’apostolo si sentiva stringere Paolo avrebbe, in seguito, intrapreso
il cuore di fronte al netto rifiuto della quello che si suole definire il suo quarto
buona notizia da parte di chi non vole- viaggio missionario. Le località che, pre-
va ascoltarla. Sapendo che i Giudei non sumibilmente, egli visitò (non necessa-
avrebbero ascoltato, Paolo annunciò riamente in quest’ordine) furono:
che avrebbe portato il vangelo alle na- 1. COLOSSE ed EFESO (vd. Fi 22);
zioni, certo che queste ultime avrebbe- 2. la MACEDONIA (vd. 1 Ti 1:3; Fl 1:25;
ro prestato ascolto. 2:24);

565
ATTI DEGLI APOSTOLI 28

3. EFESO (vd. 1 Ti 3:14); ogni obiettivo e capacità della vita ri-


4. la SPAGNA (vd. Ro 15:24); ceve forza. Il fuoco dell’animo dei di-
5. CRETA (vd. Tt 1:5); scepoli era come il fuoco nella caldaia
6. CORINTO (vd. 2 Ti 4:20); di una grande nave, la cui potenza li
7. MILETO (vd. 2 Ti 4:20); conduce attraverso le tempeste e i livi-
8. svernamento a NICOPOLI di, turbinosi abissi. Nulla era in grado
(vd. Tt 3:12); di fermare questi uomini! Niente po-
9. TROAS (vd. 2 Ti 4:13). teva ostacolare il loro cammino.... Un
Ignoriamo le circostanze concer- comandamento imperioso risuonava
nenti il suo successivo arresto, ma sap- in tutte le loro azioni e in tutti i loro di-
scorsi. Essi avevano calore e luce per-
piamo che fece ritorno a Roma come
ché erano stati battezzati dal potere
prigioniero una seconda volta. Fu una
dello Spirito Santo.(80)
prigionia molto più dura della prima
(vd. 2 Ti 2:9). In tale occasione egli si ri- Il messaggio che questi uomini an-
trovò abbandonato dalla maggior parte nunciavano era fondato sulla risurrezio-
degli amici (vd. 2 Ti 4:9-11) e nella con- ne e sulla gloria del Signore Gesù Cristo:
sapevolezza della morte imminente essi erano testimoni di un Salvatore ri-
(vd. 2 Ti 4:6–8). sorto! Gli uomini avevano assassinato il
Stando alla tradizione, egli fu deca- Messia, ma Dio lo aveva risuscitato dai
pitato fuori delle porte di Roma nel 67 morti, offrendogli il posto di massimo
o 68 d.C. L’elogio funebre di Paolo può onore in cielo. Ogni ginocchio deve pie-
essere costituito dalle stesse parole che garsi davanti a lui, all’Uomo glorificato
troviamo in 2 Co 4:8-10; 6:4-10 e 11:23- che siede alla destra di Dio. Non esiste
28, insieme con il nostro commento altra via di salvezza.
sull’illuminante bilancio della sua vita In un ambiente caratterizzato da
e del suo operato. odio, amarezza e avidità, i discepoli
esprimevano amore per tutti, rispon-
IL MESSAGGIO DEL LIBRO DEGLI ATTI dendo con mitezza alla persecuzione e
pregando per i propri aggressori. Il loro
Dopo aver letto il libro degli Atti, è utile amore verso gli altri cristiani costrin-
riepilogare la dottrina e la pratica se- geva i nemici a esclamare: “Vedete co-
guite dai primi cristiani. Che cosa ca- me [questi cristiani] come si amano!”
ratterizzava i singoli credenti e le chiese (Tertulliano, L’apologetico, 39, 7).
locali di cui essi erano membri? Ne ricaviamo la netta impressione di
È chiaro che i credenti del I sec. vi- persone che vivevano con sacrificio per
vevano, anzitutto e soprattutto, per il diffondere il vangelo. Inoltre, essi non
Signore Gesù. Il loro sguardo era fisso consideravano i beni materiali come
su Cristo. Il principale scopo della lo- propri, bensì come beni da amministra-
ro vita era testimoniare del Salvatore, re per conto di Dio. Ovunque sorgesse
compito al quale si dedicavano con un vero bisogno, immediatamente
slancio. In un mondo impegnato in giungeva il sostegno economico.
una folle lotta per la sopravvivenza, Le armi della loro battaglia non era-
un nucleo di zelanti discepoli cristia- no carnali, ma potenti in Dio per ab-
ni cercava dapprima il regno di Dio e battere le fortezze. Sapevano che non
la sua giustizia (cfr. Mt 6:33). Per loro stavano combattendo contro le autori-
tutto era subordinato a questa grande tà politiche o religiose, ma contro le po-
chiamata. tenze malvagie dei luoghi celesti. Così
Jowett rileva con ammirazione che: uscivano armati di fede, di preghiera e
I discepoli erano stati battezzati con… della Parola di Dio.
il santo, ardente entusiasmo che pro- Questi primi cristiani vivevano se-
veniva dall’altare di Dio. Essi posse- parati dal mondo. Erano nel mondo,
devano questo fuoco vitale, dal quale ma non erano del mondo (vd. Gv 15:19;

566
ATTI DEGLI APOSTOLI 28

17:11, 14). Per quanto riguardava la te- Era la creazione di chiese locali a
stimonianza, essi mantenevano con- dare stabilità all’opera e a permet-
tatti attivi con i non credenti, tuttavia tere l’evangelizzazione delle regioni
senza condividere con costoro i pecca- limitrofe. Tali comunità autoctone si
minosi piaceri mondani, per non com- sostenevano e si riproducevano auto-
promettere la fedeltà a Cristo. Come nomamente; ciascuna comunità era
stranieri e pellegrini, essi viaggiavano indipendente, pur mantenendo la co-
in terra straniera, cercando di recare munione dello Spirito con le altre chie-
ovunque delle benedizioni, ma evitan- se. Ogni comunità cercava di creare
do di partecipare alla sua corruzione. altre comunità nelle località circostan-
Si impegnavano nella politica? Cer- ti. E ciascuna era finanziata dall’inter-
cavano di rimediare ai mali sociali del no: non esisteva una cassa centrale né
tempo? Era loro convinzione che tutti una organizzazione di supporto.
i mali e gli abusi presenti nel mondo Le comunità costituivano un rifugio
fossero conseguenze della natura spirituale per i credenti piuttosto che un
peccaminosa dell’uomo. Per porre centro per l’evangelizzazione dei non
rimedio al male, bisogna risalire alla credenti. Le attività della chiesa com-
causa. Le riforme politiche e sociali prendevano la frazione del pane, l’ado-
curano i sintomi, ma non colpiscono razione, la preghiera, lo studio biblico,
la malattia in sé. Soltanto il vangelo la comunione. Gli incontri di evange-
può arrivare al cuore del problema, lizzazione non si tenevano all’interno
cambiando la malvagia natura uma- delle comunità stesse, ma ovunque si
na. Quei credenti, perciò, non si la- presentasse l’opportunità di rivolgersi ai
sciavano sviare da rimedi di ripiego e non credenti: sinagoghe, piazze, strade,
annunciavano il vangelo sempre e co- prigioni, abitazioni private.
munque. Ovunque il vangelo giunges- Le chiese non si riunivano in parti-
se, le piaghe incancrenite guarivano o colari edifici adibiti a tale scopo, bensì
si riducevano. nelle abitazioni dei credenti. Ciò rende-
La persecuzione non li coglieva di va la chiesa particolarmente mobile in
sorpresa: essi erano stati avvisati in pro- tempi di persecuzione, permettendole
posito. Invece di ricambiare o, addirit- di “darsi alla clandestinità” in modo
tura, vendicarsi, essi rimettevano la loro facile e veloce.
causa nelle mani di Dio, che giudica con Naturalmente all’inizio non esiste-
giustizia. Invece di sfuggire ai processi, vano le varie denominazioni. Ogni
pregavano di ricevere franchezza per credente era riconosciuto come un
annunciare Cristo a tutti quelli con cui membro del Corpo di Cristo e ogni
sarebbero venuti in contatto. chiesa locale come un’espressione del-
L’obiettivo che i discepoli aveva- la chiesa universale.
no davanti era l’evangelizzazione del Non vi era distinzione tra clero e
mondo. Per costoro non vi era differen- laicato: nessun uomo poteva vantare
za tra la missione in patria o all’estero: sulla comunità il diritto esclusivo all’in-
“Il campo è il mondo” (Mt 13:38a). La segnamento, alla predicazione, al batte-
loro attività evangelistica non era fine simo o alla distribuzione della cena del
a se stessa; ciò significa che a loro non Signore. Era convinzione diffusa che
bastava condurre le anime a Cristo per ogni credente possedesse qualche dono
poi lasciarle a lottare da sole. Al contra- e ciascuno era libero di esercitarlo.
rio, i convertiti erano accolti all’interno Chi aveva un dono come apostolo,
delle assemblee cristiane locali: quivi profeta, evangelista, pastore o dotto-
ricevevano istruzione nella Parola, re, non pretendeva di stabilirsi in una
nutrimento nella preghiera e raffor- chiesa come un ministro indispensa-
zamento nella fede. Dopodiché, erano bile. Il suo compito consisteva nell’edi-
invitati a portare il messaggio ad altri. ficazione dei santi nella fede, affinché

567
ATTI DEGLI APOSTOLI 28

costoro, a loro volta, fossero in grado uno speciale programma missionario.


di servire il Signore ogni giorno. Gli Entrambi questi uomini avevano già
uomini del periodo neotestamentario servito il Signore prima di quell’inca-
provvisti di tali doni erano preparati rico. La raccomandazione, perciò, non
per l’opera da un’unzione speciale del- era una ordinazione ufficiale, bensì
lo Spirito Santo. Ciò spiega come mai l’attestazione, da parte delle guide di
uomini semplici e illetterati esercitas- Antiochia, dell’effettiva chiamata dello
sero una così grande influenza sul loro Spirito Santo, nonché l’espressione del-
tempo. Essi non erano dei “professioni- la sincera comunione della comunità
sti” nel senso attribuito oggi a questo con l’opera che Barnaba e Saulo stava-
termine, bensì dei predicatori laici che no cominciando.
avevano ricevuto un’unzione dall’alto. Quanti partivano per un’opera evan-
Nel libro degli Atti la proclamazione gelistica non erano sottoposti ad alcun
del messaggio è spesso accompagnata controllo da parte della comunità d’ori-
da miracoli: segni, prodigi e vari doni gine: evidentemente essi erano liberi
dello Spirito Santo. Sebbene tali mira- di servire secondo la guida dello Spirito
coli sembrino trovare maggior spazio Santo. Tornati alla chiesa di provenienza,
nei primi capitoli, essi continuano fino nondimeno, essi rendevano conto delle
alla fine del libro. benedizioni di Dio sul loro operato.
Quando la chiesa locale diventava A tale riguardo, va detto che la chiesa
operativa, gli apostoli o i loro rappresen- non era un complesso stabilmente or-
tanti eleggevano degli anziani, vale a ganizzato, bensì un organismo vivente
dire dei sorveglianti spirituali. Essi ave- che operava in continua ubbidienza alla
vano il compito di “pascere il gregge”. guida del Signore. Il Capo della chiesa,
Ciascuna chiesa ne contava parecchi. Cristo in cielo, ne dirigeva i membri, ed
Nel libro degli Atti l’appellativo di “dia- essi cercavano di mantenersi mobili, di-
cono” non è specificamente attribuito sposti a essere istruiti e pronti ad agire.
a un responsabile della chiesa; tuttavia, Così, nel libro degli Atti, invece di trova-
la forma verbale del termine è utilizza- re un rigido schema di procedure, tro-
ta per indicare un servizio, spirituale o viamo fluidità e una piacevole assenza
temporale, effettuato per il Signore. di rigore. Per esempio, non esisteva una
I primi credenti praticavano il batte- regola fissa e rigida riguardo al periodo
simo per immersione. A quanto pare, il in cui un apostolo doveva trattenersi in
battesimo seguiva di poco la conversio- un luogo. A Tessalonica Paolo potreb-
ne. Nel primo giorno della settimana i be essere rimasto tre mesi, ma a Efeso
discepoli si riunivano per ricordare il rimase tre anni. Tutto dipendeva dal
Signore, spezzando il pane. Probabil- tempo necessario per edificare i santi,
mente questo evento non si svolgeva in modo che questi potessero svolgere il
con la formalità odierna; sembra che ministero cristiano autonomamente.
fosse celebrato durante un pasto co- Alcuni ritengono che gli apostoli si
mune o un’agape (“festa d’amore”). concentrassero sulle grandi città, dipen-
La chiesa primitiva era dedita alla dendo dalle chiese quivi fondate per in-
preghiera, la linea di comunicazione trodursi nelle periferie. Ma era così? Gli
con Dio. Le preghiere erano oneste, apostoli avevano adottato una specifica e
ferventi, fatte con fede. I discepoli definita strategia? O seguivano gli ordini
praticavano altresì il digiuno, al fine impartiti dal Signore giorno per giorno,
di far convergere tutte le loro forze visitando i luoghi che egli indicava loro,
sulle questioni spirituali evitando di- che si trattasse di centri importanti o di
strazioni o pigrizia. oscuri villaggi (vd. approfondimento “La
Fu dopo aver pregato e digiunato che strategia missionaria”)?
i profeti e dottori di Antiochia racco- Certamente una delle impressioni
mandarono Barnaba e Saulo/Paolo per più forti che ricaviamo dal libro degli

568
ATTI DEGLI APOSTOLI 28

Atti è che i primi credenti aspettava- annunciare il vangelo, nel qual caso essi
no la guida del guida del Signore e vi si ubbidivano a Dio anziché agli uomini,
sottomettevano. Essi avevano rinun- disposti a subire l’eventuale condanna
ciato a tutto per amore di Cristo e non senza opporre resistenza e senza mai
avevano niente e nessuno all’infuori cospirare contro l’autorità costituita.
del Signore stesso, perciò guardavano a Il vangelo fu annunciato prima ai
lui per ricevere orientamento quotidia- Giudei; poi, dopo il rifiuto della nazio-
no… e non ne erano delusi. ne d’Israele, la buona notizia fu pre-
Sembra che i ministri itineranti dicata agli stranieri. L’ordine “prima
avessero l’abitudine di viaggiare in ai Giudei” si realizzò storicamente nel
coppie. Il compagno era spesso un libro degli Atti. Oggi, davanti a Dio, i
uomo più giovane, che svolgeva così il Giudei sono considerati alla medesima
suo apprendistato. Gli apostoli erano stregua degli stranieri: “Infatti non c’è
costantemente alla ricerca di giovani distinzione: tutti hanno peccato e sono
fedeli da istruire. privi della gloria di Dio” (Ro 3:22b-23).
Talvolta i servitori del Signore si man- Il ministero della chiesa primitiva
tenevano da soli (come Paolo, il quale, era legato a una straordinaria potenza.
saltuariamente, fabbricava tende), altre Temendo di incorrere nella disapprova-
volte erano sostenuti dagli amorevoli do- zione di Dio, non ci si professava cristia-
ni dei singoli fedeli o delle chiese. ni a cuor leggero. Nella chiesa il peccato
Si noti altresì che coloro che ricopri- veniva facilmente alla luce e, in alcuni
vano il ruolo di guide spirituali erano casi, come quello di Anania e Saffira,
riconosciuti come tali dai santi con cui era severamente punito da Dio.
collaboravano. Era lo Spirito Santo che li Dallo studio degli Atti emerge un’ul-
metteva in grado di parlare con autorità tima considerazione, sulla quale ri-
ed era lo stesso Spirito che ingenerava teniamo opportuno meditare: se noi
negli altri credenti il vero istinto spiri- seguissimo l’esempio della chiesa pri-
tuale di sottomissione a tale autorità. mitiva quanto alla fede, al sacrificio, alla
I discepoli si sottomettevano all’au- consacrazione e all’infaticabile servizio,
torità dei governi terreni nella misura il mondo potrebbe essere evangelizzato
in cui ciò non comportasse il divieto di tutto nella nostra generazione.

NOTE

1 (Introduzione) J.B. Phillips, The Young Church in Action, p. vii.


2 (1:5) Tra la risurrezione e l’ascensione intercorsero quaranta giorni. Trascorsero altri
dieci giorni prima della Pentecoste. Ma il Signore non ne precisò il numero esatto,
forse per mantenere desta l’aspettativa degli apostoli.
3 (1:20) La citazione del Salmo non combacia perfettamente con la nostra versione.
I motivi possono essere due: 1° gli autori del N.T. spesso citavano l’A.T. dalla V. dei
LXX, mentre le nostre attuali versioni sono tradotte dai testi originali ebraici; questo
spiegherebbe alcune varianti; 2° come spesso accadeva, lo stesso Spirito Santo che
aveva ispirato l’A.T. si prese la libertà di adattarlo in qualche modo al contesto neote-
stamentario in cui era fatta la citazione.
4 (2:1) Nella versione gr. del Sl 133:1 (132:1 nella V. dei LXX), l’espressione “vivano in-
sieme” è la medesima qui tradotta con “nello stesso luogo” (epi to auto).
5 (2:4) Gli altri ministeri dello Spirito Santo che si ricevono all’atto della conversione
sono: l’unzione (1 Gv 2:27), il sigillo (vd. Ef 1:13) e il pegno (vd. Ef 1:14). Ulteriori mi-
nisteri dello Spirito subordinati all’ubbidienza e all’impegno sono: la guida (vd. 8:29 ;
2 Co 2:10-13), la gioia (vd. 1 Te 1:6) e la potenza (vd. Ro 15:13).

569
ATTI DEGLI APOSTOLI

6 (2:22-24) Il sostantivo tradotto con angosce di solito designa le doglie del parto. La
risurrezione di Cristo è paragonata a una nascita dalla morte alla vita. Le sofferen-
ze associate a tutto il processo furono intense, ma temporanee. Nel Sl 18:5 la stessa
espressione è resa con “le angosce dello Sceol” (ND).
7 (2:38) Charles C. Ryrie, The Acts of the Apostles, p. 24.
8 (2:39) Charles H. Spurgeon, The Treasury of the New Testament, I:530.
9 (2:41) Il testo critico (NA) omette “con piacere”.
10 (2:44-45) F.W. Grant, “Acts”, The Numerical Bible: Acts to 2 Corinthians, VI:25-26.
11 (2:46) Ogni volta che leggiamo che Paolo e gli altri si recavano nel tempio, si in-
tendono i cortili del tempio, non il luogo santo. Colà potevano accedere soltanto i
sacerdoti. Agli stranieri era consentito arrivare soltanto fino al cortile esterno; il su-
peramento di tale limite era punibile con la morte.
12 (Approfondimento) Merril F. Unger, Unger’s Bible Handbook, p. 586.
13 (Approfondimento) E. Stanley Jones, Christ’s Alternative to Communism, p. 78.
14 (Approfondimento) G.H. Lang, The Churches of God, p. 11.
15 (4:1-4) Charles Haddon Spurgeon, non disponibile ulteriore documentazione.
16 (4:13) James A. Stewart, Evangelism, p. 95.
17 (4:14-18) J.H. Jowett, The Redeemed Family of God, p. 137.
18 (4:27-28) In questo brano si preferisce tradurre il sostantivo pais (paida sou Iêsoun)
con “servitore” anziché con “figlio”; lo stesso in 3:13, 26; 4:30.
19 (4:27-28) George Matheson, Rest By the River, pp. 75-77.
20 (4:32-35) F.W. Grant, “Acts”, p. 34.
21 (4:32-35) F.E. Marsh, Fully Furnished, p. 74.
22 (4:32-35) Charles C. Ryrie, Acts, p. 36.
23 (5:40) Ryrie suggerisce la possibilità che tale punizione corporale fosse loro inflitta
in ragione della trasgressione al precedente ordine del sinedrio (cfr. De 25:2-3).
24 (5:41-42) I mss. presentano tre curiose variazioni di questo testo: TR ha “il suo no-
me”; NA ha “il nome”; M ha “il nome di Gesù”.
25 (6:8) “Stefano” (gr. Stephanos) significa “ghirlanda” o “corona della vittoria”.
26 (6:10-14) L’ordine delle parole sembrerebbe indicare che erano più zelanti per l’ono-
re di Mosè che per l’onore di Dio.
27 (7:9-19) “Sia la versione originale sia la versione gr. potrebbero essere ugualmente
vere. Quest’ultima, secondo una certa libertà di forma, non inconsueta in tali elen-
chi, include i cinque figli di Manasse ed Efraim nati in Egitto (vd. 1 Cr 7:14-27)”. Wil-
liam Kelly, Acts, p. 84.
28 (7:9-19) Per un eccellente approfondimento su questo e sul precedente argomento,
vd. Kelly, Acts, pp. 84-85.
29 (7:20-43) Daily Notes of the Scripture Union, 31 maggio, 1969.
30 (8:4-8) Discese dalla città di Gerusalemme (nel senso dell’altitudine) a Samaria.
31 (8:4-8) Homer L. Payne, “What Is A Missionary Church?”, The Sunday School Times,
22 febbraio, 1964, p. 129.
32 (8:12-13) Poiché il testo afferma che Simone “credette” e chiese a Pietro di pregare
per lui (v. 24), qualcuno ritiene che fosse salvato, pur essendo molto carnale.
33 (8:26) Antica città filistea sul Mediterraneo, a sud-ovest di Gerusalemme, sulla via
di comunicazione tra Israele e l’Egitto.
34 (8:27-29) Talvolta i servitori di dignitari donne venivano evirati. Nel giudaismo gli
eunuchi erano cittadini di classe inferiore (vd. De 23:2). Sotto il profilo della con-
versione spirituale, essi erano definiti soltanto “proseliti”. In questo passo, tuttavia,
vediamo che un eunuco diventa membro a pieno titolo della chiesa cristiana.
35 (8:27-29) Candace (o kandake) più che un nome personale, è probabilmente un ap-
pellativo, come “faraone”.
36 (8:37) Questo versetto manca sia nei mss. più antichi (NA) sia in M. Si pensa che si

570
ATTI DEGLI APOSTOLI

tratti di una formula battesimale, utilizzata a Roma nel II sec. e rinvenuta nei mss.
occidentali, compresa la traduzione latina.
37 (8:38) Il fatto che l’antico rito battesimale si svolgesse per immersione è ammesso
dalla maggior parte degli studiosi cattolici romani, da Calvino e da molti che prati-
cano il battesimo per aspersione. In tutta onestà, tuttavia, va detto che l’espressio-
ne “discesero nell’acqua” e “uscirono dall’acqua” possono altresì essere tradotte con
“discesero all’acqua” e “risalirono dall’acqua”.
38 (8:40) L’Etiopia è l’unico paese dell’Africa che vanta una tradizione cristiana ininter-
rotta dai tempi della chiesa primitiva a oggi. La fedeltà di Filippo fu forse la chiave
che aprì l’ingresso alla chiesa in quei luoghi.
39 (9:1-2) Inoltre vd. 19:9, 23; 22:4; 24:14, 22.
40 (Approfondimento) Adolf von Harnack, citato da Leighton Ford, The Christian Per-
suader, p. 46.
41 (Approfondimento) Dean Inge, citato da E. Stanley Jones, Conversion, p. 219.
42 (Approfondimento) Bryan Green, Ibid.
43 (Approfondimento) James A. Stewart, Pastures of Tender Grass, p. 70.
44 (9:36-38) Tabita è la traduzione aram. di Gazzella.
45 (10:1-2) Charles C. Ryrie, Acts, p. 61.
46 (10:3-8) Per un conciatore, lavorare fuori dei confini della città era un vantaggio. La vici-
nanza del mare era ideale per l’eliminazione igienica delle carcasse degli animali.
47 (11:20-21) Nel N.T. l’appellativo “Greci” indica normalmente i Giudei greci, ma qui può si-
gnificare solo Greci, vale a dire “stranieri”. Si noti il contesto: v. 19 “annunziando la paro-
la solo ai Giudei e a nessun altro”; v. 20 “anche ai Greci” (in contrapposizione ai Giudei).
48 (11:25-26) James A. Stewart, Evangelism, pp. 100-101.
49 (12:25) Sia il testo alessandrino (NA) sia M hanno “a Gerusalemme”. Poiché, in At
13:1, Barnaba e Saulo sono di nuovo ad Antiochia, è possibile che i copisti abbiano
“corretto” la preposizione “a” in “da”.
50 (13:3) Donald Grey Barnhouse, The Measure of Your Faith, Libro 69, p. 21.
51 (13:6b-8) Luca dimostra di conoscere con esattezza le cariche degli ufficiali allo-
ra in vigore nell’impero romano. Perciò chiama i magistrati a Filippi “pretori” (gr.
strategoi, lat. praetores; vd. 16:20) e gli ufficiali “littori” (gr. rhabdouchoi, lat. lictores;
vd. 16:35). Inoltre, indica correttamente i magistrati di Tessalonica come politarchoi
(vd. 17:6), distinguendoli da quelli di Efeso, chiamati asiarchoi (vd. 19:31).
“Queste erano tutte autorità locali delle varie città sulle quali il governatore roma-
no, o proconsole, governava in ciascuna provincia. Assegnando i titoli esatti ai capi
delle diverse città, Luca dimostra di conoscere bene l’argomento di cui parla; la sua
precisione corrobora la nostra fiducia nella sua accuratezza di storico” (C.E. Stuart,
Tracings from the Acts of the Apostles, p. 272).
52 (13:19-22) Per una discussione sui problemi cronologici e di testo, vd. William Kelly,
Acts, pp. 185-186.
53 (13:48) Charles R. Erdman, The Epistle of Paul to the Romans, p. 109.
54 (14:4-7) In questo brano il termine significa, in pratica, “missionari”.
55 (14:10-12) Nel testo originale si citano i nomi greci (rispettivamente, Dios [Zeus] e
Hermes), laddove il nostro testo riporta i nomi latini più comunemente usati.
56 (14:19-20) William Kelly, Acts, p. 202.
57 (14:21) Charles R. Erdman, Acts, p. 109.
58 (Approfondimento) C.A. Coates, An Outline of Luke’s Gospel, p. 254.
59 (15:20) Si ritiene che i quattro divieti si richiamino ai precetti di cui in Le 17–18: cose
contaminate dagli idoli (vd. 17:7); immoralità sessuale [non soltanto l’adulterio, la
poligamia (vd. 18:20), l’omosessualità (vd. 18:22) e la zoofilia (vd. 18:23), ma anche
i matrimoni tra consanguinei (vd. 18:6-14) e tra parenti acquisiti (vd. 18:15-16)]; il
consumo di carni di animali strangolati o macellati impropriamente (vd. 17:15) e del

571
ATTI DEGLI APOSTOLI

sangue (vd. 17:10-12). I credenti giudei si sarebbero scandalizzati se i credenti stra-


nieri avessero violato queste norme (vd. 15:21).
60 (16:6-8) Charles C. Ryrie, Acts, pp. 88-89.
61 (16:9) James Stalker, Life of St. Paul, p. 78.
62 (16:19-24) A.J. Pollock, The Apostle Paul and His Missionary Labors, p. 56.
63 (16:25) G. Campbell Morgan, The Acts of the Apostles, pp. 389-390.
64 (17:2-3) Alcuni ritengono che Paolo sia rimasto a Tessalonica per tre mesi, anche se
insegnò nella sinagoga solo per tre sabati.
65 (17:16) William Arnot, The Church in the House: A Series of Lessons on the Acts of the
Apostles, pp. 379ss.
66 (Approfondimento) Alcuni studiosi ritengono che la predicazione avvenne nei cortili
del tempio.
67 (Approfondimento) A.B. Simpson, non disponibile ulteriore documentazione.
68 (18:2-3) Dinsdale T. Young, Neglected People of the Bible, pp. 232-233.
69 (18:18) Nella costruzione originale della frase, il participio del verbo tradotto con
“essersi fatto radere il capo” si trova subito dopo “Aquila”, ma lontano da “Paolo”.
70 (19:8) C.E. Stuart, Tracings, p. 285.
71 (19:15-16) F.B. Meyer, citato da W. H. Aldis, The Keswick Convention 1934, p. 60.
72 (19:23-37) Diana è il corrispondente latino della greca Artemide, dea della fertilità
dai molti seni.
73 (21:23-34) Grant, “Acts”, p. 147.
74 (26:9-11) In gr. il tempo utilizzato è inequivocabilmente un imperfetto con valore
conativo: “Cercavo di costringerli...”.
75 (26:29) G. Campbell Morgan, Acts, p. 528.
76 (27:13-17) NA ha: Cauda.
77 (27:21-26) A.W. Tozer, That Incredible Christian, p. 134.
78 (28:9-10) È possibile che Luca abbia usato le propria perizia medica al fianco di Pao-
lo e del suo dono di guarigione. Se Dio avesse disapprovato la professione medica,
difficilmente avrebbe scelto un dottore per scrivere il 28% del N.T. (il Vangelo di Lu-
ca e gli Atti degli Apostoli)!
79 (28:29) Giovanni Calvino, The Acts of the Apostles, II:314. NA omette il v. 29.
80 (Approfondimento) J.H. Jowett, Things that Matter Most, p. 248.

BIBLIOGRAFIA

Arnot, William. The Church in the House: A Series of Lessons on the Acts of the Apostles.
New York: Robert Carter & Brothers, 1873.
Blaiklock, E.M. The Acts of the Apostles, TBC. Grand Rapids: Wm.B. Eerdmans
Publishing Company, 1959.
Calvino, Giovanni. The Acts of the Apostles, 2 voll. Grand Rapids: Wm.B. Eerdmans
Publishing Company, 1977.
Erdman, Charles R. The Acts. Philadelphia: The Westminster Press, 1919.
Kelly, William. An Exposition of the Acts of the Apostles. London: C. A. Hammond, 1952.
Martin, Ralph. Understanding of the New Testament: Acts. Filadelfia: A. J. Holman
Company, 1978.
Morgan, G. Campbell. The Acts of the Apostles. New York: Fleming H. Revell Co., 1924.
Rackham, R.B. The Acts of the Apostles. London: Methuen, 1901.
Ryrie, Charles Caldwell. Acts of the Apostles. Chicago: Moody Press, 1961.
Stuart, C.E. Tracings from the Acts of the Apostles. London: E. Marlborough and
Company, s.d.

572
Lettera ai

Romani
“La cattedrale della fede cristiana”.
– Frédéric Godet

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone certezza della salvezza ascoltando la


La Lettera ai Romani è da sempre col- lettura della prefazione del commen-
locata, a ragione, all’inizio dell’episto- tario di Lutero alla Lettera ai Romani,
lario paolino: poiché il libro degli Atti in occasione di una riunione di fratelli
si chiude sull’arrivo di Paolo a Roma, moravi tenuta in una casa di Alders-
è logico che la sezione epistolare del gate Street, a Londra. Giovanni Cal-
N.T. si apra con la lettera dell’apostolo vino scrisse: “Quando si sia compresa
alla chiesa di Roma, scritta prima del- questa lettera, si è in grado di com-
la sua visita ai credenti di quella città. prendere l’intera Scrittura”.
Più significativo ancora è il fatto che,
dal punto di vista teologico, la Lettera II. Autore
ai Romani sia il libro più importante di Gli eretici e perfino i critici radicali di
tutto il N.T., nonché quello che, in tutta opposizione concordano, per una vol-
la Parola di Dio, maggiormente si avvi- ta, con l’opinione generale tradiziona-
cina a una presentazione sistematica le secondo cui l’autore della Lettera ai
della teologia cristiana. Romani è Paolo, “l’apostolo degli stra-
Da un punto di vista storico, la Let- nieri” (11:13). Per quanto ne sappiamo,
tera ai Romani è, tra i libri della Bibbia, Marcione fu il primo autore a ricono-
quello che ha avuto maggiore influen- scere esplicitamente Paolo quale autore
za sui lettori. Agostino D’Ippona si con- di questo scritto. Questa lettera è citata
vertì leggendo Ro 13:13-14 (380 d.C., da cristiani ortodossi, come Clemente
vd. rispettivo commento). La riforma di Roma, Ignazio, Giustino martire,
protestante ebbe inizio allorché Martin Policarpo, Ippolito e Ireneo. Anche il
Lutero comprese finalmente il signifi- Canone Muratoriano include questa
cato della giustizia di Dio e dal passo lettera tra quelle paoline.
racchiuso in Ro 1:17 “il giusto per fede La prova intrinseca della paternità
vivrà” (1517). paolina di questo scritto è ugualmente
Nel 1738 John Wesley ricevette la assai considerevole: i concetti teologici
ROMANI

espressi, il lessico e lo spirito sono in- ti là residenti, come risulta dal cap. 16.
dubbiamente quelli di Paolo. Natural- A quell’epoca, i credenti si spostavano
mente, l’affermazione dell’incipit non è spesso, sia a causa delle persecuzioni, sia
un elemento sufficiente per convincere come messaggeri del vangelo, sia per ra-
gli scettici; nondimeno, l’affermazione gioni di lavoro. Le comunità di Roma era-
è avvalorata da altre informazioni, co- no formate sia da Giudei sia da stranieri.
me quelle contenute in 15:15-20. Forse Paolo si recò finalmente Roma ver-
le prove più convincenti sono rappre- so il 60 d.C., ma non come si sarebbe
sentate da un gran numero di coinci- aspettato: vi giunse, infatti, come “pri-
denze fortuite con il libro degli Atti, il gioniero a causa di Gesù Cristo”.
cui inserimento non pare deliberato. La Lettera ai Romani è un classico
Bastino, come esempio, il riferimento intramontabile. Ai non salvati essa
alla colletta per i santi (cfr. Ro 15:26, presenta una chiara esposizione della
28 e At 24:17), a Gaio (cfr. Ro 16:23 e At loro condizione di peccatori perduti e
20:4), a Erasto (cfr. Ro 16:23 e At 19:22) del giusto piano di Dio per la loro sal-
e al progetto, a lungo meditato, di re- vezza. I neofiti vengono a conoscere
carsi a Roma, tutti elementi a favore la propria identificazione con Cristo
della paternità paolina della Lettera ai e la vittoria per mezzo della potenza
Romani. Terzio è il nome del suo scri- dello Spirito Santo. I credenti matu-
vano (vd. 16:22). ri sperimentano un infinito piacere
nello scandagliare i numerosi aspetti
III. Data – dottrinale, profetico e pratico – della
La Lettera ai Romani è successiva a verità cristiana.
1 e 2 Corinzi. Queste furono redatte Un modo eccellente per capire la Let-
mentre si stava concludendo una col- tera ai Romani è considerarla un contrad-
letta per i credenti poveri della chiesa dittorio tra Paolo e un ignoto oppositore.
di Gerusalemme e per la quale si era in Durante l’esposizione del vangelo, Paolo
procinto di provvedere alla consegna. immagina tutte le possibili obiezioni
I riferimenti a Cencrea, città portuale sollevate dall’ignoto oppositore. Dopo
di Corinto (vd. 16:1), e altri particolari aver finito di replicare a ciascuna di es-
hanno indotto la maggior parte de- se, l’apostolo ha praticamente risposto
gli studiosi a ritenere che la lettera sia a tutte le principali argomentazioni che
stata scritta proprio durante il breve l’uomo possa presentare per confutare il
soggiorno di tre mesi dell’apostolo a vangelo della grazia di Dio.
Corinto (al termine del terzo viaggio Talvolta le obiezioni sono dichiarate,
missionario), prima di esserne allonta- laddove altre sono sottintese; tuttavia,
nato a causa di un complotto ordito ai sia in un caso che nell’altro, tutte or-
suoi danni. Ciò fa risalire la stesura di bitano attorno al vangelo, alla buona
questa lettera intorno al 56 d.C. notizia della salvezza per grazia me-
diante la fede nel Signore Gesù Cristo e
IV. Contesto e tema in assenza di opere della legge.
Come era giunto a Roma il cristiane- Riteniamo opportuno iniziare lo stu-
simo? Non è possibile stabilirlo con dio della Lettera ai Romani consideran-
certezza, ma è probabile che i Giudei do undici domande fondamentali:
di Roma, che si erano convertiti a Ge- 1. Qual è l’argomento della lettera?
rusalemme il giorno della Pentecoste (1:1, 9, 15-16).
(vd. At 2:10), abbiano portato con sé la 2. Che cos’è il vangelo? (1:1-17).
buona notizia. Era il 30 d.C. 3. Perché gli uomini hanno bisogno
Allorché scrisse questa lettera da Co- del vangelo? (1:18–3:20).
rinto (circa ventisei anni dopo), Paolo 4. Secondo il vangelo, come può un
non era ancora stato a Roma. Conosce- empio peccatore essere giustificato
va, tuttavia, un buon numero di creden- da un Dio santo? (3:21-31).

574
ROMANI

5. Vi è concordanza tra il vangelo e le Lettera ai Romani?”) è, naturalmen-


Scritture dell’A.T.? (4:1-25). te, “il vangelo”. Paolo affronta subito
6. Qual è l’utilità della giustificazione questo punto, citando quattro volte il
nella vita del credente? (5:1-21). termine “vangelo” nei primi sedici ver-
7. L’insegnamento della salvezza per setti (vv. 1, 9, 15-16).
grazia mediante la fede permette o, Da qui nasce lo spunto per la secon-
addirittura, incoraggia una vita di da domanda: “Che cos’è il vangelo?”
peccato? (6:1-23). Come sappiamo, il termine stesso si-
8. Qual è il rapporto tra il credente e gnifica buona notizia; nondimeno, nei
la legge? (7:1-25). vv. 1-17 del cap. 1 l’apostolo espone sei
9. In che modo il credente è in grado importanti caratteristiche di questa
di vivere una vita santa? (8:1-39). buona notizia:
10. Se il vangelo promette la salvezza 1. la sua origine è in Dio (v. 1);
sia agli stranieri sia ai Giudei, ciò 2. è stata promessa dalle profezie
significa che Dio ha annullato le dell’A.T. (v. 2);
promesse fatte al suo popolo terre- 3. è la buona notizia riguardante il Fi-
no, i Giudei? (9:1–11:36). glio di Dio, il Signore Gesù Cristo
11. Nella vita di ogni giorno, come do- (v. 3);
vrebbero comportarsi coloro che 4. è la potenza di Dio per la salvezza
sono stati giustificati per grazia? (v. 16);
(12:1–16:27). 5. è per tutti gli uomini, stranieri e Giu-
Un’analisi di queste undici domande dei (v. 16);
e delle loro relative risposte ci fornirà 6. si accoglie solo per fede (v. 17).
una conoscenza concreta di questa im- Tutto ciò premesso, passiamo ora a
portante lettera. La risposta alla prima un esame più approfondito di questi
domanda (“Qual è l’argomento della versetti.

575
ROMANI

Sommario

I. L’ASPETTO DOTTRINALE: IL VANGELO DI DIO (capp. 1–8)


A. Introduzione al vangelo (1:1-15)
B. Definizione del vangelo (1:16-17)
C. Bisogno universale del vangelo (1:18–3:20)
D. Fondamento e condizioni del vangelo (3:21-31)
E. Armonia tra il vangelo e l’Antico Testamento (cap. 4)
F. Utilità pratica del vangelo (5:1-11)
G. Trionfo dell’opera di Cristo sul peccato di Adamo (5:12-21)
H. La via del vangelo per una vita di santificazione (cap. 6)
I. Ruolo della legge nella vita del credente (cap. 7)
J. Lo Spirito Santo: potenza per una vita di santificazione (cap. 8)

II. L’ASPETTO PROFETICO: IL VANGELO E ISRAELE (capp. 9–11)


A. Il passato d’Israele (cap. 9)
B. Il presente d’Israele (cap. 10)
C. Il futuro d’Israele (cap. 11)

III. L’ASPETTO PRATICO: VIVERE IL VANGELO (capp. 12–16)


A. La consacrazione personale (12:1-2)
B. L’esercizio dei doni spirituali (12:3-8)
C. I rapporti con la società (12:9-21)
D. I rapporti con le autorità (13:1-7)
E. Vivere il vangelo in relazione al futuro (13:8-14)
F. I rapporti con gli altri credenti (14:1–15:13)
G. I progetti di Paolo (15:14-33)
H. La considerazione altrui (cap. 16)

576
ROMANI 1:7

Commentario

I. L’ASPETTO DOTTRINALE: IL glio di Dio. Quando leggiamo che egli è


VANGELO DI DIO (capp. 1–8) dichiarato Figlio di Dio con potenza…
mediante la risurrezione dai morti,
A. Introduzione al vangelo pensiamo naturalmente alla sua risur-
(1:1-15) rezione. Ma poiché la traduzione lett.
1:1 Paolo si presenta come colui che è del testo è “mediante la risurrezione
stato acquistato (come si deduce dal- dei morti”, è possibile che l’apostolo
la definizione servo di Cristo Gesù), pensasse anche alla risurrezione della
chiamato (sulla via per Damasco egli figlia di Iairo (vd. Mr 5:22-24, 35-43; Lu
fu chiamato a essere apostolo, vale 8:41-42, 49-56) del figlio della vedova
a dire un ambasciatore speciale del di Nain (vd. Lu 7:11-17) , di Lazzaro (Gv
Salvatore) e messo a parte (separato 11:1-44). Non c’è dubbio, comunque,
per portare il vangelo agli stranieri; che egli alludesse, in primo luogo, alla
vd. At 9:15; 13:2). Anche noi siamo stati risurrezione del Signore Gesù.
comprati col prezioso sangue di Cristo, Quando affermiamo che Gesù è il
chiamati a essere testimoni del suo po- Figlio di Dio, intendiamo precisare che
tere salvifico e serbati per far conoscere egli è un figlio diverso da qualsiasi altro.
la buona notizia ovunque andiamo. Dio ha molti figli: tutti i credenti sono
1:2 Per evitare che i lettori giudei suoi figli (vd. Ga 4:5-7) e anche gli angeli
pensassero che il vangelo fosse qual- sono chiamati suoi figli (vd. Gb 1:6; 2:1).
cosa di completamente nuovo ed Ma l’espressione “Gesù è Figlio di Dio”
estraneo al loro retaggio spirituale, ha un significato unico. Quando il Si-
Paolo fece notare che esso era già stato gnore si riferiva a Dio come a suo Padre,
promesso dai profeti dell’A.T., con atte- i Giudei capivano che egli si proclamava
stazioni molto chiare (vd. De 18:15; Is uguale a Dio (vd. Gv 5:18).
7:14; Ac 2:4) e mediante l’uso di figure e 1:5 Era stato per mezzo di Gesù Cri-
simboli (p. es. l’arca di Noè, il serpente sto che Paolo aveva ricevuto grazia (il
di rame e il sistema sacrificale). favore immeritato che lo aveva salvato)
1:3 Il vangelo è la buona notizia ri- e apostolato. Paolo scrive: abbiamo
guardante il Figlio di Dio, che è un di- ricevuto grazia e apostolato, quasi cer-
scendente di Davide secondo la carne tamente usando il plurale di modestia
(ossia per quanto concerne la sua uma- noi alludendo a se stesso; infatti il lega-
nità). L’espressione secondo la carne me tra apostolato e stranieri riguarda-
lascia intendere che il Signore è più va lui solo, non gli altri apostoli. Paolo
di un uomo (infatti essa significa “in aveva l’incarico di rivolgere agli uomini
quanto alla sua umanità ”) . Se Cristo di tutte le nazioni l’invito all’ubbidien-
fosse soltanto un uomo, non sarebbe za della fede, vale a dire l’ubbidienza
necessario evidenziare tale aspetto al messaggio del vangelo mediante il
della sua natura, poiché non ve ne sa- ravvedimento e la fede nel Signore Ge-
rebbero altri. Ma egli è più di un uomo, sù Cristo (vd. At 20:21). Tale messaggio
come rivela il versetto seguente. universale era proclamato nel suo no-
1:4 Gesù Cristo, nostro Signore, è me e aveva lo scopo di compiacerlo e di
definito Figlio di Dio con potenza. Lo glorificarlo.
Spirito Santo, qui chiamato lo Spirito 1:6 Fra quanti avevano risposto al
di santità, rese testimonianza di Gesù vangelo vi erano quelli che Paolo onora
in occasione del suo battesimo e du- dell’appellativo chiamati da Gesù Cri-
rante il suo ministero di opere mira- sto, intendendo così rilevare l’iniziativa
colose. I potenti miracoli del Salvatore, divina riguardo alla loro salvezza.
compiuti nella potenza dello Spirito 1:7 Diversamente da altre lettere,
Santo, (1) sono una prova che egli è il Fi- questa è indirizzata a tutti quanti i

577
ROMANI 1:8

credenti che sono in Roma e non a una perché la fede dei credenti di Roma era
singola chiesa. L’ultimo capitolo della proclamata in tutto il mondo. La loro
lettera rivela che vi erano diverse as- testimonianza cristiana era conosciu-
semblee di credenti nella città e, quin- ta in tutto l’impero romano, che a quei
di, i saluti li comprendono tutti. tempi, dalla prospettiva di coloro che
...amati da Dio, chiamati santi. Que- vivevano nel bacino mediterraneo,
sti due squisiti appellativi indicano tutti rappresentava tutto il mondo.
coloro che sono stati redenti dal prezio- 1:9 Giacché i credenti di Roma fa-
so sangue di Cristo. Questi individui cevano risplendere la propria luce da-
privilegiati sono oggetto dell’amore vanti agli uomini, Paolo si sentiva in
divino in una maniera speciale: essi, dovere di ricordarli continuamente in
infatti, sono altresì chiamati fuori dal preghiera. La sua costante preghiera
mondo e serbati per Dio, giacché questo era nota soltanto al Dio che l’apostolo
è il significato del termine santi. serviva nel suo spirito annunziando
Il saluto particolare di Paolo acco- il vangelo del Figlio suo. Ecco per-
muna grazia e pace. Grazia (charis) è ché Paolo lo chiamava a testimone.
un sostantivo gr. particolarmente ricco Paolo svolgeva il servizio nel proprio
di significato, laddove pace (shalom) è spirito : non si trattava del ministero
un saluto tradizionale giudaico. L’unio- di un bigotto, fatto di interminabi-
ne dei due termini è particolarmente li riti e di preghiere e litanie recitate
appropriata poiché con tale messaggio meccanicamente, ma era un servizio
Paolo spiega che i credenti giudei e i accompagnato da sincere e ferventi
credenti stranieri sono ora nuove crea- preghiere, un servizio volonteroso,
ture in Cristo. infaticabile, stimolato da uno spirito
La grazia qui menzionata non è la di infinito amore per il Signore Gesù.
grazia salvifica (i destinatari della let- Paolo desiderava ardentemente dif-
tera erano già convertiti e, dunque, fondere la buona notizia riguardante
salvati), bensì la grazia che arricchisce il Figlio di Dio.
e fortifica i credenti affinché conduca- 1:10 Insieme ai ringraziamenti per la
no una vita di servizio. La pace non è fede dei credenti di Roma, Paolo prega-
la pace con Dio (i santi l’hanno già ri- va Dio affinché gli fosse data la possibi-
cevuta quando sono stati giustificati lità di visitarli in un futuro non troppo
per fede), ma, piuttosto, la pace di Dio, lontano. Come per ogni altra cosa, la
che regna nei loro cuori pur nel mezzo richiesta di questo viaggio era però su-
di una vita vissuta in una società tur- bordinata alla volontà di Dio.
bolenta. Grazia e pace provengono da 1:11 L’appassionato desiderio dell’a-
Dio nostro Padre, e dal Signore Gesù postolo era motivato dall’ansia di aiu-
Cristo: questa è una dichiarazione che tare i credenti sul piano spirituale, af-
sottolinea con forza l’uguaglianza tra il finché fossero ulteriormente fortificati
Padre e il Figlio. Se Gesù fosse soltan- nella fede. È da escludere che vi fosse
to un uomo, sarebbe assurdo metterlo l’intenzione di comunicare loro qual-
sullo stesso piano del Padre riguardo al che “ulteriore benedizione” o di confe-
dono della grazia e della pace. Sarebbe rire qualche dono spirituale mediante
come dire: “Grazia e pace da Dio Padre l’imposizione delle mani (sebbene si
e da… Abramo Lincoln”. registri un fatto simile nel caso di Ti-
1:8 Ogni volta che era possibile, moteo in 2 Ti 1:6). Si trattava di aiutare
l’apostolo cominciava le sue lettere con la loro crescita spirituale mediante il
un’espressione di apprezzamento per ministero della Parola.
qualsiasi cosa fosse encomiabile nei 1:12 Paolo proseguì spiegando che
suoi lettori (un magnifico esempio per sarebbero stati benedetti a vicenda :
tutti noi!). In questo caso, ringrazia Dio egli sarebbe stato confortato dalla loro
per mezzo di Gesù Cristo, il Mediatore, fede ed essi dalla sua. In ogni rapporto

578
ROMANI 1:17

di edificazione vi è un arricchimen- Roma (benché il messaggio fosse con-


to spirituale: “Il ferro forbisce il ferro; siderato uno scandalo dai Giudei e una
così un uomo ne forbisce un altro” (Pr pazzia dagli stranieri; vd. 1 Co 1:23),
27:17). Degne di nota sono l’umiltà e perché sapeva che esso è potenza di
la delicatezza di Paolo: egli non aveva Dio per la salvezza ; infatti spiega in
la presunzione di poter fare a meno che modo Dio, con la sua potenza, sal-
dell’aiuto degli altri credenti. va chiunque crede nel suo Figlio. Tale
1:13 Egli si era molte volte… propo- potenza si manifesta ugualmente sui
sto di visitare Roma, ma ne era stato Giudei e sui pagani.
impedito, forse a causa di improroga- L’ordine dei termini nella locuzione
bili urgenze in altre località, forse per del Giudeo prima e poi del Greco (ossia
intervento diretto dello Spirito Santo o dello “straniero” o “pagano”) fu rispet-
forse per l’opposizione di Satana. Egli tato, storicamente, durante il periodo
desiderava avere qualche frutto… tra degli Atti. Oggi, pur mantenendo un
i pagani di Roma, come ne aveva avuti obbligo duraturo nei confronti dell’an-
fra le altre nazioni. Come si evince dai tico popolo di Dio, ossia dei Giudei, i
due versetti che seguono, egli alludeva credenti non sono tenuti a evangeliz-
al frutto nel vangelo. Nei vv. 11-12 Pao- zare prima loro e poi gli altri popoli.
lo aveva espresso il desiderio di vedere Oggi Dio opera sulla stessa base nei
i credenti di Roma crescere nella fede; confronti sia dei Giudei sia degli stra-
qui auspica di vedere nuove anime nieri: il messaggio e i tempi sono gli
guadagnate a Cristo nella capitale stessi per tutti gli uomini.
dell’impero romano. 1:17 Poiché in questa lettera il termi-
1:14 Chi appartiene a Cristo ha la ne giustizia (di Dio) compare qui per la
risposta ai bisogni più pressanti del prima volta, desideriamo soffermarci
mondo: possiede la cura per la ma- a considerarne il significato. Nel N.T.
lattia del peccato, il modo per sfug- questo termine vanta diverse accezio-
gire alle pene eterne dell’inferno e il ni, ma noi ne considereremo solo tre,
mezzo per assicurarsi la felicità senza legate all’espressione stessa.
fine con Dio. Ciò gli fa sentire l’obbligo 1. Tale espressione indica la caratteri-
di condividere la buona notizia con i stica di Dio in virtù della quale egli
popoli di tutte le culture: barbari e in- agisce sempre in modo giusto, cor-
dividui di ogni grado di istruzione, sia retto, appropriato, coerente con gli
sapienti sia ignoranti. Il senso acuto altri suoi attributi. Quando affer-
di questo impegno fa dire a Paolo: Io miamo che Dio è giusto, intendiamo
sono debitore. sostenere che in lui non vi è errore,
1:15 Per saldare tale debito, egli era slealtà o iniquità.
pronto, con la potenza che gli veniva da 2. Può altresì far riferimento al modo in
Dio, ad annunziare il vangelo a coloro cui Dio giustifica gli empi peccatori.
che erano a Roma . Con ciò egli non Egli è in grado di fare ciò pur rima-
faceva sicuramente riferimento ai cre- nendo giusto, giacché Gesù, come so-
denti di Roma, come potrebbe lasciare stituto senza peccato, ha soddisfatto
intendere il versetto (costoro, infatti, tutte le esigenze della giustizia divina.
avevano già risposto al lieto messaggio 3. Si tratta altresì di un’allusione alla
del vangelo), bensì esprimeva il suo perfetta posizione che egli assegna a
desiderio di predicare ai pagani non chi crede nel suo Figlio (vd. 2 Co 5:21).
convertiti della capitale. Coloro che non sono giusti sono tutta-
via considerati giusti, poiché Dio li ve-
B. Definizione del vangelo de in tutta la perfezione di Cristo. Dio
(1:16-17) mette loro in conto la sua giustizia.
1:16 Paolo non si vergognava di recare Qual è il significato di questo termi-
il vangelo di Dio alla raffinata città di ne nel v. 17? Probabilmente un com-

579
ROMANI 1:18

pendio dei tre sin qui esposti. Esso 4. Tutti gli uomini sono perduti?
sembra, in ogni caso, indicare, in par- (3:9-20).
ticolare, il modo in cui Dio giustifica i
peccatori mediante la fede. C. Bisogno universale del vangelo
Nel vangelo è rivelata la giustizia di (1:18–3:20)
Dio. Anzitutto, esso dichiara che la giu- 1:18 “Perché gli uomini hanno biso-
stizia di Dio esige che i peccati siano gno del vangelo?” Qui la risposta è:
puniti e che la pena imposta sia la mor- “Perché senza il vangelo sono perduti
te eterna. In seguito, apprendiamo che e perché l’ira di Dio si rivela dal cielo
l’amore di Dio ha messo a disposizione contro la malvagità degli uomini che
ciò che richiedeva la sua giustizia: egli soffocano la verità con il loro com-
ha mandato suo Figlio per scontare to- portamento ingiusto e con la loro vita
talmente la pena, come Sostituto dei peccaminosa”.
peccatori, . Ora, essendo state comple- Ma come si rivela l’ira di Dio? Una ri-
tamente soddisfatte le esigenze della sposta è già presente nel testo. Dio ab-
sua giustizia, Dio può legittimamente bandona gli uomini all’impurità (v. 24),
salvare tutti coloro che si appropriano alle passioni infami (v. 26), a una men-
dell’opera di Cristo. te perversa (v. 28). Inoltre Dio, in certi
La giustizia di Dio è rivelata da fede casi, irrompe nella storia umana mo-
a fede. L’espressione da fede a fede può strando con il castigo il suo estremo
significare: dispiacere per il peccato dell’uomo. Ne
1. dalla fede di Dio alla nostra fede; ricordiamo alcuni: il diluvio (vd. Ge 7),
2. da un livello di fede a un altro; la distruzione di Sodoma e Gomorra
3. interamente mediante la fede. (vd. Ge 19), la punizione di Core, Datan
Dei tre significati, quest’ultimo è e Abiram (vd. Nu 16:32).
probabilmente quello corretto. La giu- 1:19 “Sono perduti i pagani che non
stizia di Dio non è accordata in base hanno mai udito il vangelo?” Paolo ri-
alle opere, né offerta a quanti cerchino sponde che lo sono, non a causa della
di guadagnarsela o di meritarla; essa è conoscenza che non hanno, ma perché
rivelata esclusivamente in base alla fe- rifiutano la luce che hanno! Quel che si
de. Ciò è in perfetta sintonia con il de- può conoscere di Dio riguardo alla cre-
creto divino che troviamo in Ac 2:4, “il azione è stato loro rivelato: Dio non ha
giusto per fede vivrà”, che può anche mancato di rivelarsi anche a loro.
significare: “Quanti sono giustificati 1:20 Fin dalla creazione del mondo
per fede vivranno”. due caratteristiche invisibili di Dio so-
Nei primi diciassette versetti della no state rese manifeste: la sua eterna
Lettera i Romani, Paolo ha introdotto potenza e la sua divinità. Il termine
l’argomento ed enunciato brevemen- “divinità” usato da Paolo si riferisce più
te alcuni dei punti salienti. Ora egli al carattere di Dio che alla sua essenza,
affronta la terza domanda principale: ai suoi gloriosi attributi più che alla sua
“Perché gli uomini hanno bisogno del intrinseca deità, la quale è sottintesa.
vangelo?” La risposta, in breve, è: “Per- Il ragionamento qui è chiaro: la cre-
ché, senza il vangelo, sono perduti”. azione esige un creatore, un progetto
Questa, però, suscita, a sua volta, quat- esige un progettista. Guardando il sole,
tro nuove domande: la luna e le stelle, chiunque può capire
1. Sono perduti i pagani che non han- che Dio esiste.
no mai udito il vangelo? (1:18-32). “Cosa ne sarà dei pagani?” Paolo ri-
2. Sono perduti i moralisti, sia Giudei sponde che essi sono inescusabili: Dio
sia stranieri, che si ritengono giusti? si è rivelato loro nella creazione, ma essi
(2:1-16). sono rimasti indifferenti a tale rivela-
3. Sono perduti i Giudei, l’antico popo- zione. Pertanto, essi non sono condan-
lo di Dio? (2:17–3:8). nati per aver rigettato il Salvatore, di cui

580
ROMANI 1:27

non hanno mai sentito parlare, ma per Paolo dichiara, in 1 Co 10:20, che ciò
non aver prestato fede a ciò che era loro che i pagani sacrificano agli idoli, lo sa-
possibile conoscere riguardo a Dio. crificano ai demòni e non a Dio.
1:21 Infatti, pur avendo conosciuto 1:24 Per ben tre volte leggiamo che
Dio attraverso le sue opere, non l’han- Dio ha abbandonato gli uomini: li ha
no glorificato come Creatore, e neppu- abbandonati all’impurità (v. 24), a pas-
re l’hanno ringraziato per ciò che ha sioni infami (vd. 26) e a una mente per-
fatto. Al contrario, si sono occupati di versa (v. 28). In altre parole, l’ira di Dio
vane filosofie e di speculazioni intor- ha colpito l’intera personalità dell’esse-
no ad altri dèi; di conseguenza hanno re umano.
perso la capacità di vedere e di pensare Come risposta alle brame malvagie
chiaramente. “La luce rifiutata è luce del loro cuore, Dio li ha abbandonati
negata”. Coloro che non vogliono vede- alla corruzione della loro condotta ses-
re perdono la capacità di vedere. suale: adulterio, fornicazione, lussuria,
1:22 Quanto più costoro si illudono prostituzione, oscenità ecc. Per costoro
di essere sapienti, tanto più profonda- la vita è diventata un susseguirsi di sre-
mente sono precipitati nell’ignoranza golatezze sessuali con le quali disono-
e nell’insensatezza. Due sono le ca- rare fra di loro i loro corpi.
ratteristiche che contraddistinguono 1:25 Dio li ha abbandonati perché
quanti rigettano la conoscenza di Dio: essi hanno abbandonato la sua verità
un’insopportabile presunzione e una per la menzogna dell’idolatria. L’idolo,
profonda ignoranza. infatti, è una menzogna, una falsa rap-
1:23 L’uomo primitivo possedeva presentazione di Dio. Adorando l’imma-
un radicato senso morale, che non era gine di una creatura, l’idolatra insulta e
frutto dell’evoluzione. Col tempo, rifiu- disonora il Creatore, che è eternamente
tando di riconoscere il vero e infinito degno di onore e di gloria.
Dio incorruttibile, è caduto nella stol- 1:26 Per questa ragione Dio li ha ab-
tezza e nella depravazione, che vanno bandonati a rapporti erotici con per-
di pari passo con il culto degli idoli. Ab- sone dello stesso sesso. Fra le donne si
biamo qui un elemento a sfavore della contano sempre più casi di lesbismo e
teoria evoluzionistica. di pratiche sessuali contro natura, sen-
L’uomo è istintivamente religioso e deve za alcuna vergogna.
avere qualcosa da adorare. Quando ha 1:27 Fra gli uomini l’omosessua-
rifiutato di adorare il Dio vivente, si è lità è sempre più frequente e i com-
costruito degli idoli di legno e di pietra portamenti naturali sono sempre più
rappresentanti l’uomo, gli uccelli, i qua- pervertiti. Evitando la relazione matri-
drupedi, i rettili. Notiamo il graduale moniale, ordinata da Dio, molti uomini
regresso: uomo, uccelli, quadrupedi, si sono infiammati di libidine per altri
rettili. Ricordiamoci che l’uomo diventa uomini, praticando la sodomia. Ma il
simile a ciò che adora. Come degenera il loro peccato ha preteso un tributo dal
suo concetto di divinità, così degenera loro corpo e dalla loro anima: malattie,
anche la sua moralità. Se il suo dio è un sensi di colpa, alterazioni della perso-
rettile, si sente libero di vivere come gli nalità li hanno colpiti come il pungi-
piace. Ricordiamo anche che, general- glione di uno scorpione. Ciò smentisce
mente, l’adoratore si colloca a un livello la convinzione che chiunque possa
inferiore rispetto all’oggetto della sua commettere questo peccato senza su-
adorazione. Creato a immagine e so- birne le conseguenze.
miglianza di Dio, l’uomo qui si colloca Oggi l’omosessualità è conside-
addirittura a un livello inferiore a quello rata da alcuni una malattia, da altri
dei serpenti! un legittimo stile di vita alternativo.
L’adorazione degli idoli equivale I credenti devono stare attenti a non
all’adorazione dei demòni; ecco perché accettare i criteri morali del mondo,

581
ROMANI 1:28

ma a seguire la Parola di Dio. Nell’A.T. volontà dell’uomo, che si rifiuta deli-


questo peccato era punito con la mor- beratamente di conoscere Dio. Non
te (vd. Le 18:29; 20:13); qui, nel N.T., è che le prove a sostegno della teoria
detto che coloro che se ne macchia- evoluzionistica siano così evidenti da
no sono “degni di morte” (v. 32). La costringere gli uomini ad accettarle…
Bibbia considera l’omosessualità un Vi è, piuttosto, la volontà di trovare
peccato molto grave, com’è eviden- una spiegazione riguardo alle origini
ziato dalla distruzione completa di dell’uomo che escluda completamente
Sodoma e di Gomorra da parte di Dio, Dio. Essi sanno perfettamente che, se
allorché gli omosessuali dichiarati di Dio esiste, sono moralmente respon-
quelle città passarono alla provoca- sabili verso di lui.
zione (vd. Ge 19:4-25). 1:29 Abbiamo qui una “lista nera” di
Il vangelo offre il perdono agli omo- altri peccati che caratterizzano gli uo-
sessuali, come a tutti i peccatori, se si mini che si sono alienati l’amicizia di
pentono e credono nel Signore Gesù Dio. Notiamo che non li commettono
Cristo. I credenti che sono caduti in solo occasionalmente, ma che ne sono
questo infame peccato possono trova- ricolmi. Sono abili a praticare peccati
re il perdono e la reintegrazione me- sconvenienti per un essere umano: in-
diante la confessione e l’abbandono del giustizia (iniquità); fornicazione (im-
peccato stesso. Possono essere liberati purità sessuale); malvagità (cattiveria,
completamente dall’omosessualità tut- crudeltà); cupidigia (libidine, desideri
ti coloro che desiderano ubbidire alla sfrenati); malizia (desiderio di far del
Parola di Dio. Nella maggior parte dei male agli altri, risentimento); invidia
casi è assai utile sottoporsi a costante (gelosia); omicidio (assassinio, sia esso
consulenza psicologica. premeditato, volontario, preterinten-
È vero che certe persone sembra- zionale o la conseguenza di un altro
no avere una tendenza naturale verso crimine); contesa (litigio, disputa, con-
l’omosessualità. Questo non ci dovreb- troversia); frode (inganno, truffa, raggi-
be sorprendere, giacché la natura uma- ro); malignità (dispetto, ostilità, astio)...
na decaduta è capace di qualsiasi tipo 1:30 ...calunniatori (diffamano
di iniquità e di perversione. Il vero pec- nell’ombra, detrattori); maldicenti (dif-
cato non consiste nell’inclinazione al famano apertamente, denigrano); abo-
peccato stesso, ma nel cedere ad esso minevoli a Dio (odiosi a Dio); insolenti
e nel praticarlo. Lo Spirito Santo dà la (tracotanti, sfacciati); superbi (arro-
forza per resistere alla tentazione e per ganti, altezzosi); vanagloriosi (spacco-
ottenere una vittoria duratura (vd. 1 Co ni, presuntuosi); ingegnosi nel male
10:13). Alcuni credenti di Corinto era- (ideatori di nuovi crimini e di nuove
no la prova vivente che gli omosessuali forme di malvagità); ribelli ai genitori
non sono costretti a rimanere legati (disubbidienti alla loro autorità)...
irrevocabilmente a questo stile di vita 1:31 ...insensati (privi di discerni-
(1 Co 6:9-11). mento morale e spirituale, sconsidera-
1:28 Poiché gli uomini si sono ri- ti); sleali (non rispettano le promesse,
fiutati di conservare la conoscenza di gli impegni, gli accordi, i contratti, tut-
Dio come Creatore, Governatore e Li- te le volte che conviene a loro); senza
beratore, Dio li ha abbandonati in ba- affetti naturali (agiscono con totale
lìa della loro mente perversa affinché disprezzo dei legami naturali e dei do-
commettano tutta una serie di altre veri che ne derivano); implacabili (non
iniquità. Questo versetto ci permette perdonano le offese) spietati (crudeli,
di capire perché la teoria evoluzio- vendicativi). (2)
nistica eserciti un così forte fascino 1:32 Coloro che fanno cattivo uso
sulla natura umana: il motivo non è del sesso (v. 24), che lo pervertono
da ricercarsi nell’intelletto bensì nella (vv. 26- 27) e che commettono gli altri

582
ROMANI 2:1

peccati elencati (vv. 29-31) non solo san- cipe dei benefici di tale opera. Quanti
no bene che queste cose sono sbagliate, sostengono tale ipotesi affermano che
ma che essi stessi sono degni di morte. questo è il modo in cui Dio ha salvato
Pur sapendo che questo è il giudizio di quanti sono vissuti in epoche antece-
Dio, essi cercano di legittimare questi denti l’avvento di Cristo e in cui salva
peccati. Nonostante la loro consapevo- tuttora i ritardati mentali e i bambini
lezza, continuano imperterriti in queste che muoiono prima di aver raggiunto
forme di empietà e stabiliscono allean- dell’età della ragione.
ze promovendo una specie di camerati- La prima ipotesi trova riscontro nel
smo nel concorso in tali peccati. caso di Cornelio. La seconda, al contra-
rio, è priva di fondamento scritturale
I PAGANI CHE NON HANNO RICEVUTO per l’età presente, ossia successiva alla
IL VANGELO morte e risurrezione di Cristo. Inoltre,
attenua la necessità di una vigorosa at-
Qual è, dunque, la risposta di Dio alla tività missionaria.
domanda: “Sono perduti i pagani che
non hanno mai conosciuto il vangelo?” Paolo ha dimostrato che i pagani
I pagani sono condannati perché non sono perduti e hanno bisogno del van-
conducono una vita conforme alla luce gelo. Ora egli si rivolge a una secon-
che Dio ha dato loro tramite la crea- da categoria di persone, la cui esatta
zione. Al contrario, essi sono diventati identità è incerta. Pensiamo che l’apo-
idolatri e, di conseguenza, si sono ab- stolo stia parlando di quei moralisti,
bandonati a una vita di depravazione e sia Giudei sia stranieri, che si ritengo-
di immoralità. no giusti. Il primo versetto del cap. 2
Ma supponiamo che un pagano con- ci presenta, infatti, degli individui che
duca una vita coerente con la luce che si ritengono giusti e si permettono di
Dio gli ha dato. Supponiamo che egli criticare la condotta altrui, sebbene
distrugga gli idoli e cerchi il vero Dio. anch’essi commettano i medesimi
Che cosa succederà? peccati che condannano negli altri. I
Su questo argomento esistono due vv. 9-10, 12, 14-15 rivelano che Paolo si
linee di pensiero. rivolgeva sia ai Giudei sia agli stranieri.
1. Alcuni credono che se il pagano vi- La domanda che attende una risposta
ve conformemente alla luce che Dio è: “Sono perduti anche i moralisti, sia
gli ha rivelato attraverso la creazio- Giudei sia stranieri, che si ritengono
ne, Dio gli farà conoscere la luce del giusti?” La risposta, come vedremo, è:
vangelo. A questo proposito citano “Sì, anch’essi sono perduti”.
il caso del pagano Cornelio (vd. At 2:1 Questa seconda categoria com-
10:1-48), uomo giusto che cercava prende quanti guardano i pagani con
Dio e le cui preghiere ed elemosine alterigia ritenendosi più educati, più
erano salite al cielo come una testi- colti e più raffinati. Costoro condanna-
monianza. Allora Dio mandò Pietro no i pagani per il loro comportamento
per annunciargli il messaggio della riprovevole, sebbene si comportino
salvezza (vd. At 11:14). allo stesso modo, forse solo in una ma-
2. Altri ritengono che colui che crede nel niera più sottile. L’uomo colpevole ve-
Dio vivente e vero, che si è rivelato nel- de le colpe negli altri più rapidamente
la creazione, e muore prima di avere che in se stesso. Le stesse cose odiose e
ascoltato il vangelo, sarà salvato da ripugnanti che vede nella vita altrui gli
Dio in base all’opera di Cristo sul Gol- sembrano assolutamente rispettabili
gota. Quantunque ignaro dell’opera nella sua vita. Tuttavia, il fatto stesso
di Cristo, gli basterà aver confidato in che sappia giudicare i peccati altrui
Dio, nella misura in cui è stato illumi- significa che egli conosce la differenza
nato dalla sua luce, e Dio lo farà parte- tra ciò che è giusto e ciò che non lo è.

583
ROMANI 2:2

Se capisce che è sbagliato che qualcu- dell’uomo. La sua costanza caratteriz-


no gli porti via la moglie, dovrebbe pur za il suo sorprendente autocontrollo,
capire che è altrettanto sbagliato che nonostante l’incessante provocazione
sia lui a portar via la moglie a un altro. dell’uomo.
Pertanto, chiunque commetta proprio La bontà di Dio, che si manifesta nella
gli stessi peccati che condanna negli sua provvidenza, nella sua protezione e
altri è inescusabile. nella sua custodia, vuole convincere gli
I peccati che commette l’individuo uomini al ravvedimento. Dio non vuo-
colto sono, sostanzialmente, gli stessi le “che qualcuno perisca, ma che tutti
dei pagani. Se un moralista sostiene di giungano al ravvedimento” (2 P 3:9).
non aver commesso tutti i peccati che Ravvedimento significa “inversione
la Bibbia contempla, è bene che sappia di rotta”, fare dietrofront voltando le
che: spalle al peccato. “È un mutamento di
1. egli è capace di commetterli tutti; intenti che produce un cambiamento di
2. trasgredendo un comandamento, si atteggiamento che, a sua volta, produce
rende colpevole di tutti (vd. Gm 2:10); un cambiamento di azioni”. (3) Significa
3. ha peccato con il pensiero, deside- che l’uomo si affianca a Dio nel prende-
rando commettere azioni che, pro- re posizione contro se stesso e i propri
babilmente, non commetterebbe peccati. Non si tratta soltanto di un con-
mai nella vita reale, sapendo che senso razionale di condanna dei propri
la Parola le vieta. Gesù ha insegna- peccati, ma soprattutto di un coinvolgi-
to che uno sguardo lussurioso, per mento della coscienza. A tale proposito,
esempio, equivale a un adulterio John Newton scrisse: “La mia coscienza
(vd. Mt 5:28). avvertiva e ammetteva la mia colpa”.
2:2 Ciò di cui il rispettabile morali- 2:5 E ancora, il giudizio di Dio è
sta avrebbe bisogno è una lezione sul proporzionato alla quantità di colpa .
giudizio di Dio, lezione che l’apostolo Paolo descrive come i peccatori incal-
impartisce nei vv. 2-16. liti accumulino il giudizio contro se
In primo luogo, il giudizio di Dio… è stessi, quasi fosse un tesoro, proprio
conforme a verità. Esso non si basa su come fanno coloro che ammassano
prove frammentarie, inesatte o indi- oro e argento per costruirsi una fortu-
ziarie, bensì sulla verità, tutta la verità, na. Ma quale fortuna potrà mai esser-
nient’altro che la verità. vi, nel giorno dell’ira di Dio, davanti
2:3 In secondo luogo, il giudizio di al giudizio del grande trono bianco
Dio si abbatte inevitabilmente su quanti (vd. Ap 20:11-15)? In quel giorno, il giu-
condannano gli altri per gli stessi pec- dizio di Dio si rivelerà assolutamente
cati cui essi stessi si rendono colpevoli. giusto, scevro di pregiudizi o parzialità
La capacità di giudicare gli altri non li di qualsiasi tipo.
assolve dalla loro colpa ma, al contra- 2:6 Nei successivi cinque versetti
rio, accresce la loro condanna. Paolo ci ricorda che il giudizio di Dio
Il giudizio di Dio è inevitabile, a sarà stabilito secondo le… opere di
meno che non ci pentiamo e siamo ciascuno. Ci sarà qualcuno che si van-
perdonati. terà della propria grande bontà. Un al-
2:4 In terzo luogo, il giudizio di Dio tro vanterà le proprie origini. Un altro
viene talvolta trattenuto. Il ritardo è ancora si appellerà al fatto di annove-
una prova della sua bontà, della sua rare tra i suoi antenati uomini di Dio.
pazienza e della sua costanza. La sua Ma tutti saranno giudicati sulla base
bontà è la prova che egli è amorevol- della propria condotta e non su altri
mente ben disposto verso i peccatori, fattori. Le loro opere saranno il fattore
non però verso i loro peccati. La sua decisivo.
pazienza consiste nel trattenere il ca- Isolando i vv. 6-11 dal contesto, si po-
stigo per la ribellione e la malvagità trebbe essere indotti a concludere che

584
ROMANI 2:7

essi presentino il concetto di “salvezza vanta più alcun capo d’accusa contro
per opere”: apparentemente, infatti, qui di loro in base al quale condannarli
si afferma che chi compie opere buone all’inferno. Non appena sono salvati,
guadagnerà la vita eterna. essi cominciano a fare le opere buone:
Non è, tuttavia, possibile che sia que- non necessariamente opere buone agli
sto il senso del brano poiché, se così occhi del mondo, ma – ed è questo che
fosse, sarebbe in aperta contraddizione conta – agli occhi di Dio. Le opere buo-
con la concorde testimonianza di tutto ne sono il risultato della salvezza, non
il resto delle Scritture, secondo le quali la causa meritoria. Davanti al tribunale
la salvezza avviene mediante la fede e di Cristo, si vaglieranno le opere buo-
non in virtù di opere. L. Chafer ha cal- ne e i salvati saranno ricompensati per
colato che ci sono circa centocinquanta ogni servizio svolto con fedeltà.
brani nel N.T. che affermano che l’unica In ogni caso, va ricordato che questo
condizione per ottenere la salvezza è passo non riguarda i credenti, bensì
la fede.(4) Nessun brano, correttamente soltanto gli empi.
interpretato, può contraddire questa in- 2:7 Annunciando che il giudizio sarà
discutibile asserzione. proporzionato alle opere, Paolo affer-
Come possiamo dunque intendere ma che Dio conferirà la vita eterna a
questi versetti? In primo luogo, dobbia- quelli che con perseveranza nel fare il
mo ricordarci che le opere buone non bene cercano gloria, onore e immor-
possono avere inizio prima che l’indivi- talità. Come abbiamo già spiegato, ciò
duo sia nato di nuovo. Quando la gente non significa che costoro sono salvati
domandò a Gesù: “Che dobbiamo fare in virtù della loro perseveranza nel
per compiere le opere di Dio?”, Gesù fare il bene (non è questo che insegna
rispose: “Questa è l’opera di Dio: che il vangelo). Inoltre, senza il potere di-
crediate in colui che egli ha mandato” vino, nessuno sarebbe in grado di con-
(Gv 6:28-29). Pertanto, la prima opera durre naturalmente questo tipo di vita.
buona che ognuno di noi deve fare è Questa descrizione indica sicuramente
credere nel Signore Gesù Cristo, ricor- i credenti, i quali sono stati salvati per
dando costantemente che la fede non grazia mediante la fede. Il fatto che essi
è un’opera meritoria per mezzo della cerchino gloria, onore e immortalità
quale una persona può essere salvata. dimostra che sono “nati di nuovo”. La
Se, dunque, sono giudicati in base alle loro condotta dimostra che si tratta, ef-
loro opere, gli individui non salvati non fettivamente, di convertiti.
avranno nulla di valore da presentare Essi cercano la gloria del cielo, l’ono-
come prova a loro merito. Tutta la loro re che viene soltanto da Dio (vd. Gv
presunta giustizia sarà considerata co- 5:44) e l’immortalità che caratterizza
me un abito sporco (vd. Is 64:6). Il pec- il corpo risuscitato (vd. 1 Co 15:53-54),
cato che le condannerà sarà non aver vale a dire la celeste eredità, che è in-
creduto in Gesù come Signore (vd. Gv corruttibile, senza macchia e inaltera-
3:18). Oltre a ciò saranno le loro opere bile (vd. 1 P 1:4).
a determinare il grado di punizione Dio conferirà la vita eterna a tutti
(vd. Lu 12:47-48). coloro che manifestano questo tipo di
Se i credenti fossero giudicati secon- condotta come prova di una conver-
do le loro opere, che cosa accadreb- sione reale. La vita eterna è un tema
be? Naturalmente essi non possono diffusamente trattato nel N.T. Si trat-
presentare nessuna buona opera per ta di un dono che già possediamo al
mezzo della quale guadagnarsi o me- presente, fin dal giorno in cui ci siamo
ritare la salvezza. Tutte le loro opere convertiti (vd. Gv 5:24). Si tratta altresì
compiute prima della salvezza erano di un bene futuro, che sarà nostro al-
peccaminose, ma il sangue di Cristo ha lorché riceveremo il corpo glorificato
cancellato il loro passato. Ora Dio non (qui e in Ro 6:22). Sebbene sia un dono

585
ROMANI 2:8

ricevuto per fede, la vita eterna è talvol- al Greco non denota favoritismo (giac-
ta considerata una ricompensa per una ché nel versetto successivo si precisa
vita di fedeltà (vd. Mr 10:30). Tutti i cre- che i giudizi di Dio sono imparziali),
denti avranno la vita eterna, ma alcuni bensì dovrebbe semplicemente indi-
saranno in grado di goderne maggior- care l’ordine temporale della predica-
mente rispetto ad altri. Non si tratta, zione del vangelo (come in 1:16): esso è
naturalmente, soltanto di un’esistenza stato predicato dapprima ai Giudei e i
senza fine, ma altresì di una qualità di primi credenti sono stati Giudei.
vita, ossia quella vita abbondante che il 2:11 Infine, il giudizio di Dio è scevro
Salvatore ha promesso in Gv 10:10, che di riguardi personali. Talvolta, nei tribu-
è la vita stessa di Cristo (vd. Cl 1:27). nali umani, si usano particolari riguar-
2:8 Coloro che, per spirito di conte- di verso persone gradevoli, benestanti
sa, invece di ubbidire alla verità ub- o influenti; invece Dio è assolutamente
bidiscono all’ingiustizia , subiranno imparziale. Nessuna discriminazione
ira e indignazione. Costoro non ubbi- di razza, posizione sociale o aspetto
discono alla verità e non hanno mai fisico potranno mai influenzarlo.
risposto alla chiamata del vangelo ma, 2:12 Come accennato in preceden-
al contrario, hanno scelto di ubbidire za, i vv. 12-16 sviluppano il principio
all’ingiustizia e di farne di quest’ultima secondo il quale il giudizio di Dio è
il loro padrone. La loro vita è caratte- commisurato alla conoscenza ricevu-
rizzata da conflitti, liti e trasgressioni: ta. Qui sono considerate due categorie
ciò dimostra senza ombra di dubbio di individui:
che costoro non sono salvati. 1. coloro che non hanno la legge (i non
2:9 Ora l’apostolo ripete il verdetto Giudei/gli stranieri);
di Dio sui due tipi di opere e di opera- 2. coloro che sono sotto la legge (i Giu-
tori, ma lo fa invertendo l’ordine. dei).
Il verdetto sarà: tribolazione e ango- In questo modo, il discorso compren-
scia su chiunque fa il male. Di nuovo de tutti gli esseri umani, a esclusione di
dobbiamo constatare che queste opere quelli che compongono la chiesa di Dio
malvagie denotano un cuore malvagio (vd. 1 Co 10:32, dove l’umanità è suddi-
e incredulo. Le opere sono l’espressio- visa in queste tre categorie).
ne manifesta dell’atteggiamento inte- ...coloro che hanno peccato senza
riore dell’individuo nei confronti del legge periranno pure senza legge. Non
Signore. leggiamo che “saranno giudicati senza
La locuzione sul Giudeo prima e poi legge”, ma che periranno... senza legge.
sul Greco indica che il giudizio di Dio Essi saranno giudicati in base alla co-
è proporzionato al privilegio e alla co- noscenza che Dio avrà rivelato loro e, se
noscenza ricevuti. I Giudei sono primi, non avranno condotto una vita confor-
per quanto concerne il privilegio, per- me a tale conoscenza, periranno.
ché sono stati scelti da Dio come suo Tutti coloro che hanno peccato sot-
popolo terreno; di conseguenza, essi to la legge saranno giudicati in base a
saranno i primi anche nell’ordine di re- quella legge e, se non l’avranno osser-
sponsabilità (tale aspetto del giudizio vata, anch’essi periranno. La legge, in-
divino sarà trattato più diffusamente fatti, richiede ubbidienza totale.
nei vv. 12-16). 2:13 Il solo possesso della legge non
2:10 Il verdetto sarà: gloria, onore e è sufficiente, giacché la legge esige
pace a chiunque, Giudeo o Greco, ope- un’ubbidienza perfetta e continua, e
ra bene. Non dimentichiamo che, nei nessuno è ritenuto giusto per il solo fat-
riguardi di Dio, nessuno opera bene, to di conoscere la legge. L’unico modo
se prima non ha totalmente riposto la possibile per ottenere la giustificazione
propria fede nel Signore Gesù Cristo. sotto la legge è ottemperarvi totalmen-
L’espressione al Giudeo prima e poi te. Poiché, però, tutti gli uomini sono

586
ROMANI 2:17

peccatori (vd. 3:10, 12; 5:12; Sl 14:3; va compiere nella vita degli Israeliti si
53:3; Ga 6:13), è impossibile ottenere rivela, in qualche misura, nella vita de-
questo risultato. In questo versetto si gli stranieri. Il fatto, per esempio, che
ipotizza, pertanto, una condizione ide- sappiano che è necessario rispettare i
ale, non un traguardo effettivamente propri genitori, dimostra che quanto la
raggiungibile dall’uomo. legge comanda è scritto nei loro cuori.
Il N.T. insegna in maniera categorica Anch’essi sanno che certe azioni sono
che è impossibile, per l’uomo, essere fondamentalmente sbagliate. La loro
giustificato mediante l’osservanza del- coscienza esamina e ratifica questa
la legge (vd. At 13:39; Ro 3:20; Ga 2:16, nozione istintiva, mentre i loro pen-
21; 3:11). Dio non ha mai pensato che sieri stabiliscono costantemente se le
qualcuno potesse salvarsi per mezzo loro azioni sono giuste o sbagliate, ac-
della legge. Quand’anche si fosse in cusandosi o scagionandosi, proibendo
grado di attenersi perfettamente alla o permettendo.
legge da un certo momento in avanti, 2:16 Questo versetto è il prosegui-
non si potrebbe ottenere la giustifica- mento del v. 12. Qui si specifica quan-
zione, giacché Dio tiene conto anche do avverrà il giudizio di coloro che
delle azioni passate. Qui si afferma sono senza legge e di coloro che sono
che coloro che l’osservano saranno sotto la legge. Inoltre, è enunciata una
giustificati ; ciò significa che la legge verità definitiva riguardo al giudizio
esige ubbidienza e soltanto coloro che divino: Dio terrà conto dei segreti degli
saranno riusciti a osservarla perfetta- uomini, non solo dei loro peccati cono-
mente fin dal giorno della nascita sa- sciuti. Davanti al giudizio del grande
ranno giustificati. La nuda realtà, però, trono bianco, ogni peccato occulto di-
è che nessuno ci riesce. venterà uno scandalo palese. In quel
2:14 I vv. 14-15 costituiscono una momento solenne il giudice sarà Ge-
parentesi che amplia il v. 12a, in cui si sù Cristo, poiché il Padre ha affidato
afferma che gli stranieri che peccano tutto il giudizio al Figlio (vd. Gv 5:22).
senza legge periranno altresì senza leg- Con l’espressione secondo il mio van-
ge. Ora Paolo spiega che, benché non gelo, Paolo intende aggiungere “come
abbiano ricevuto la legge, gli stranieri insegna il vangelo che io, Paolo, predi-
possiedono una conoscenza innata di co: lo stesso vangelo che hanno predi-
ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. cato gli altri apostoli”.
Istintivamente, essi sanno che è sba- 2:17 L’apostolo si occupa ora della
gliato mentire, rubare, commettere terza categoria di individui: “Sono per-
adulterio e uccidere. L’unico coman- duti anche i Giudei ai quali è stata data
damento che essi, intuitivamente, non la legge ?” Naturalmente la risposta è:
conoscono e la cui natura non è morale “Sì, anch’essi sono perduti!”
ma, piuttosto, cerimoniale, è quello ri- Non c’è dubbio che molti Giudei cre-
guardante il sabato. devano di essere immuni dal giudizio
Questo è, dunque, il nocciolo della di Dio. Essi erano convinti che mai Dio
questione: gli stranieri che non hanno avrebbe mandato un Giudeo all’in-
legge, sono legge a se stessi. In base al ferno e che all’inferno fossero, invece,
loro intuito morale, essi hanno creato fatalmente destinati gli stranieri. Paolo
un proprio codice di comportamento intende qui demolire questa presun-
che contempla ciò che è bene e ciò che zione dimostrando che, in certi casi,
è male. gli stranieri sono più vicini a Dio dei
2:15 Essi dimostrano che quanto Giudei.
la legge comanda è scritto nei loro Paolo elenca anzitutto quei fattori
cuori. Nei loro cuori non è scritta la che, agli occhi dei Giudei, costituivano
legge vera e propria , bensì quanto la una “corsia preferenziale” per accede-
legge comanda. Ciò che la legge dove- re a Dio. 1° Egli stesso era un Giudeo

587
ROMANI 2:18

e, quindi, era un membro del popolo Se l’unica cosa che gli altri
che Dio si era scelto in terra. 2° Egli ri- vedono di Gesù Cristo
posava sulla legge, la quale, però, non fosse ciò che vedono in me,
era stata prevista per dare riposo, ben- [metti il tuo nome],
sì per destare la coscienza riguardo che cosa vedrebbero?
alla consapevolezza del peccato. 3° Si
gloriava in Dio, che aveva stipulato un 2:25 Oltre a vantarsi della legge, il
patto esclusivo con il popolo d’Israele; Giudeo si vantava del rito della circon-
2:18 4° Conosceva la volontà di Dio cisione, che consiste in un piccolo inter-
poiché un compendio di tale volontà vento chirurgico praticato sul prepuzio
era contenuto nelle Scritture. 5° Sapeva dei maschi giudei. Si trattava di un rito
riconoscere ciò che è meglio, perché la che Dio aveva istituito come segno del
legge gli insegnava come valutare i va- suo patto con Abraamo (vd. Ge 17:9-14):
lori morali. esso era il simbolo della separazione del
2:19 6° Si vantava di essere guida di popolo di Dio dal mondo. Col tempo, i
coloro che erano moralmente e spiri- Giudei si inorgoglirono talmente di tale
tualmente ciechi, luce di coloro che pratica da chiamare, con disprezzo, gli
erano nelle tenebre dell’ignoranza. stranieri col nome di “incirconcisi”.
2:20 7° Si sentiva qualificato per Qui Paolo unisce la circoncisione al-
correggere gli insensati e gli ignoranti la legge di Mosè per affermare che essa
e istruire i fanciulli, perché aveva una è valida come segno, a patto che sia ac-
conoscenza sommaria della legge e compagnata da una vita di ubbidienza.
della verità. Dio non si accontenta dei riti e non è sod-
2:21 Tuttavia, tutto ciò di cui il disfatto da cerimonie esteriori, se non
Giudeo andava fiero non era stato in sono accompagnate da santità interiore.
grado di cambiare la sua vita. Il suo Perciò un Giudeo circonciso che trasgre-
non era altro che orgoglio patrio, di disce la legge è pari a un incirconciso.
religione e di conoscenza cui non cor- In questo brano, l’apostolo parla di
rispondeva un cambiamento morale. possedere o di osservare la legge, ma
Egli insegnava agli altri senza mettere non dobbiamo attribuire a tali prero-
personalmente in pratica i propri in- gative un senso assoluto.
segnamenti. 2:26 Pertanto, se uno straniero se-
2:22 In sostanza, quando proibiva gue gli insegnamenti morali della leg-
l’adulterio, egli pareva raccomandare: ge, pur non essendo sotto la legge, la
“Fa’ come ti dico, ma non come fac- sua incirconcisione è più accettabile
cio”. Aborriva e detestava gli idoli, ma della circoncisione di un Giudeo tra-
non esitava a spogliarne i templi, forse sgressore. In questo caso, lo straniero
saccheggiando effettivamente i luoghi è, in sostanza, “circonciso nel cuore”,
sacri pagani. ed è questo ciò che conta (2:29).
2:23 Si vantava di possedere la leg- 2:27 La retta condotta di uno stra-
ge, ma disonorava Dio che l’aveva data, niero condanna il Giudeo che, pur
trasgredendo i suoi sacri precetti. avendo la lettera e la circoncisione,
2:24 Questa combinazione di in- non osserva la legge e non vive, come
segnamenti elevati e di condotta dovrebbe vivere un circonciso, una vita
riprovevole induceva gli stranieri a be- di separazione e di santificazione.
stemmiare il nome di Dio. Gli uomini, 2:28 Secondo il pensiero di Dio, un
infatti, sono soliti giudicare il Signore vero Giudeo non è semplicemente un
in base al comportamento di coloro uomo nelle cui vene scorre il sangue
che si professano suoi seguaci. Ciò che di Abraamo o che porta nel suo corpo
si diceva ai giorni di Isaia (vd. Is 52:5) è il segno della circoncisione. Un indi-
ancora vero oggi. Ciascuno di noi do- viduo può possedere entrambi questi
vrebbe domandarsi: tratti distintivi ed essere, allo stesso

588
ROMANI 3:8

tempo, l’uomo più spregevole della ter- 3:3 OBIEZIONE: “Bene, ammetto
ra dal punto di vista morale. Dio non che non tutti i Giudei hanno creduto,
si fa influenzare da considerazioni su- ma ciò significa forse che Dio ritirerà
perficiali riguardo alla razza o alla re- le sue promesse? In fin dei conti, egli
ligione; egli guarda alla sincerità e alla ha scelto Israele come suo popolo e ha
purezza interiori. stabilito con loro dei patti ben precisi.
2:29 Il vero Giudeo non è soltanto un È possibile che, a causa dell’increduli-
discendente di Abraamo, ma manife- tà di alcuni, Dio venga meno alla sua
sta altresì di condurre una vita pia. Qui parola?”
Paolo non intende dichiarare che tutti 3:4 PAOLO: “ No di certo! Ogni
i credenti sono Giudei o che la chiesa è qualvolta ci si domanda da quale
l’Israele di Dio. Paolo si rivolge a quanti parte stia la sincerità (se dalla parte
sono da genitori giudei e insiste sul fat- dell’uomo o di Dio), non vi è dubbio:
to che i privilegi di nascita o la pratica bisogna ammettere che Dio è sempre
della circoncisione non sono elementi sincero e ogni uomo bugiardo. Que-
qualificanti, se non sono accompagna- sto è proprio ciò che Davide intende
ti da realtà interiori. esprimere nel Sl 51:4 pressappoco
La vera circoncisione è una questio- con queste parole: ‘L’intera verità di
ne che riguarda il cuore : non è certo tutto ciò che dici deve essere difesa,
un’incisione praticata sul corpo, bensì e occorre far valere il tuo buon dirit-
un intervento di natura spirituale sulla to ogni volta che l’uomo peccatore si
vecchia natura non rigenerata. ribella a te’. I nostri peccati servono
Coloro che uniscono il segno esterio- soltanto a confermare l’attendibilità
re a quello interiore della grazia ricevo- delle parole di Dio”.
no la lode da Dio, anche se non sempre 3:5 OBIEZIONE: “Se così stanno le
quella dell’uomo. A questo punto, nel cose, perché Dio ci condanna? Se la
testo originale, vi è un gioco di parole nostra ingiustizia rende più gloriosa
intraducibile nella lingua italiana: poi- la giustizia di Dio, perché ci colpisce
ché l’aggettivo sostantivato “Giudeo” con la sua ira?” Paolo fa notare di avere
deriva da “Giuda”, che significa “lode”, appena espresso, con queste parole, un
si intende esprimere il concetto che il concetto tipicamente umano.
vero Giudeo è colui il cui carattere è tale 3:6 PAOLO: “Questo ragionamento
da ricevere la lode... da Dio. non merita seria considerazione. Se vi
3:1 Nei primi otto versetti di questo fosse una pur remota possibilità di un
capitolo Paolo continua l’argomento Dio ingiusto, come potrebbe un simi-
della colpa dei Giudei, supponendo di le Dio essere in grado di giudicare il
dialogare con un immaginario opposi- mondo? Noi sappiamo, invece, che egli
tore. Il dialogo si svolge come segue. giudicherà il mondo”.
OBIEZIONE: “Se è vero tutto ciò che 3:7 OBIEZIONE: “Ma se il mio pec-
hai detto [in 2:17-29], qual è allora il cato porta gloria a Dio, se la mia men-
vantaggio di essere un Giudeo e quale zogna fa risaltare la sua verità, se l’ira
l’utilità della circoncisione ?” dell’uomo produce lode nei riguardi di
3:2 PAOLO: “I Giudei hanno avuto Dio, perché Dio continua a condannar-
molti privilegi speciali, il più impor- mi come peccatore?
tante dei quali è avere ricevuto le ri- 3:8 “Non sarebbe logico dire…”.
velazioni di Dio. Le Scritture dell’A.T. PAOLO: “Scusami se ti interrompo:
furono date ai Giudei affinché essi le effettivamente taluni accusano i cre-
scrivessero e le preservassero; ma co- denti di fare questo ragionamento, ma
me si è comportato il popolo d’Israele si tratta di una calunnia”.
di fronte a tale straordinario privile- OBIEZIONE: “Non sarebbe logico di-
gio? Nel complesso ha dimostrato una re: facciamo il male affinché ne venga
spaventosa mancanza di fede”. il bene ?”

589
ROMANI 3:9

PAOLO: “Tutto quello che ti posso c’è nessuno che si comporti bene, no,
dire è che la condanna di chi parla in neppure uno” (vd. Sl 14:3; 53:3).
questo modo è ben meritata”. 3:13 “La gola degli uomini è come
In effetti, per quanto insensato pos- un sepolcro aperto. Le loro parole sono
sa sembrare, questo è un ragionamen- sempre ingannevoli” (vd. Sl 5:9). “I lo-
to che spesso si sente fare nei confronti ro discorsi escono da labbra velenose”
del vangelo della grazia di Dio. La gente (vd. Sl 140:3).
dice: “Se la salvezza si ottiene soltanto 3:14 “La loro bocca è piena di male-
per mezzo della fede in Cristo, allora si dizione e di ostilità” (vd. Sl 10:7).
può vivere nel peccato. Se la grazia di 3:15 “I loro piedi sono veloci a con-
Dio sovrabbonda sul peccato dell’uo- durli a imprese di sangue” (vd. Is 59:7).
mo, allora più si pecca, più abbonda la 3:16 “Essi lasciano, al loro passag-
sua grazia”. L’apostolo risponde a tale gio, una scia di sfacelo e calamità”
obiezione al cap. 6. (vd. Is 59:7).
3:9 OBIEZIONE: “Vuoi forse dire, 3:17 “Non hanno mai saputo come
dunque, che noi Giudei siamo supe- fare la pace” (vd. Is 59:8).
riori agli stranieri peccatori [oppure, 3:18 “Non hanno alcun rispetto per
secondo altre traduzioni, “che i Giudei Dio” (vd. Sl 36:1).
sono peggiori degli stranieri”]?” In en- Questa è, dunque, la “radiografia”
trambi i casi, la risposta è che i Giudei del genere umano fatta da Dio. Essa
non sono né migliori né peggiori. Tutti rivela ingiustizia universale (v. 10),
sono peccatori. ignoranza e indipendenza nei confron-
Questo ci porta a considerare la suc- ti di Dio (v. 11), ostinatezza, sterilità e
cessiva domanda dell’argomentazione assenza di ogni bontà (v. 12). La gola
di Paolo. Egli ha dimostrato che i paga- dell’uomo è piena di marciume, la sua
ni sono perduti, che i moralisti, sia Giu- lingua è ingannevole e le sue labbra
dei sia stranieri, che si credono giusti, sono velenose (v. 13), la sua bocca è
sono perduti e che lo sono anche i Giu- piena di bestemmie (v. 14), i suoi pie-
dei. Ora ritorna alla domanda: “Tutti gli di lo dirigono verso l’omicidio (v. 15),
uomini sono perduti?” alle spalle si lascia guai e distruzione
La risposta è: “Sì, abbiamo già di- (v. 16), non si adopera per vivere in pa-
mostrato che tutti gli uomini sono ce (v. 17) e non ha alcun riguardo per
sottoposti al potere del peccato”. Ciò Dio (v. 18). Abbiamo qui una descrizio-
significa che, da questo punto di vista, i ne della totale depravazione dell’uomo,
Giudei non sono diversi dagli stranieri. da cui risulta che il peccato ha colpito
3:10 Se vogliamo ulteriori prove, le tutti gli uomini e ogni aspetto della lo-
possiamo trovare nell’A.T., dove sco- ro esistenza. Naturalmente, qui non si
priamo, in primo luogo, che il peccato dice che ognuno è colpevole di questi
ha colpito tutti i nati da genitori umani peccati, ma che ogni uomo è capace di
(vv. 10-12) e, in secondo luogo, che il commetterli tutti.
peccato ha colpito ogni parte dell’uo- Se Paolo avesse voluto fare un elenco
mo (vv. 13-18). Possiamo parafrasare di peccati più completo, avrebbe dovuto
dicendo: “Non c’è neanche una perso- aggiungere i peccati sessuali : adulterio,
na giusta” (vd. Sl 14:1). omosessualità, lesbismo, perversione,
3:11 “Non c’è nessuno che abbia una bestialità, prostituzione, stupro, impu-
giusta comprensione di Dio; non c’è dicizia, pornografia e oscenità. Avreb-
nessuno che cerchi Dio” (vd. Sl 14:2). La- be dovuto introdurre i peccati connessi
sciato a se stesso, l’uomo decaduto non con la guerra : uccisione di innocenti,
cercherà mai Dio, perché lo può fare solo atrocità, camere a gas, forni crematori,
mediante l’opera dello Spirito Santo. campi di concentramento, strumenti
3:12 “Tutti si sono allontanati da di tortura, sadismo. Avrebbe dovuto
Dio. Tutta l’umanità si è corrotta. Non inserire i peccati connessi alla vita fa-

590
ROMANI 3:22

miliare : infedeltà, divorzio, percosse Lo specchio ci dice se abbiamo la


alla moglie, crudeltà mentale, mal- faccia sporca, ma non è in grado di la-
trattamenti ai minori. Avrebbe dovuto varcela. Il termometro ci dice se abbia-
aggiungere i crimini di omicidio, mu- mo la febbre ma, se lo trangugiamo, la
tilazione, furto, rapina, appropriazio- febbre non se ne va.
ne indebita, vandalismo, concussione, La legge è efficace per generare la
corruzione. Avrebbe dovuto inserire “convinzione di peccato”, ma non serve
i peccati riguardanti il linguaggio : pa- per salvare dal peccato. A tale propo-
role irriverenti, barzellette a doppio sito, Lutero osservò: “La sua funzione
senso, allusioni lascive, imprecazioni, [della legge] non è giustificare, ma ter-
bestemmie, menzogne, calunnie, pet- rorizzare”.
tegolezzi, minacce di morte, mormo-
rii e lamentele. Altri peccati personali : D. Fondamento e condizioni del
ubriachezza, tossicodipendenza, or- vangelo (3:21-31)
goglio, invidia, avidità, ingratitudine, 3:21 Siamo giunti ora al nucleo della
volgarità, odio e rancore. La lista è evi- Lettera ai Romani, dove Paolo rispon-
dentemente infinita: inquinamento e de alla domanda: “Secondo il vangelo,
degrado ambientale, razzismo, sfrutta- come può un empio peccatore essere
mento, inganno, tradimento, slealtà e giustificato da un Dio santo?”
così via. Servono forse altre prove della L’apostolo esordisce affermando che
depravazione umana? la giustizia di Dio è stata rivelata indi-
3:19 Quando Dio diede la legge a pendentemente dalla legge. Ciò signi-
Israele, si servì di questo popolo come di fica che è stato manifestato un piano, o
un campione del genere umano. Israele un programma, mediante il quale Dio
si dimostrò un fallimento e Dio, giusta- può, secondo giustizia, salvare i pec-
mente, applicò questa conseguenza a catori ingiusti senza essi che debbano
tutta l’umanità. È come se un ispettore osservare la legge. Poiché Dio è santo,
dell’Ufficio di Igiene prelevasse un cam- egli non può sopportare il peccato,
pione d’acqua da un pozzo, lo facesse tollerarlo o non tenerne conto. Deve
analizzare e, trovatolo inquinato, di- punirlo, e la punizione del peccato è
chiarasse inquinato tutto il pozzo. la morte. Sorge allora un dilemma, do-
Questo ci permette di capire il ragio- vuto al fatto che Dio ama il peccatore
namento dell’apostolo Paolo quando e vuole salvarlo. La giustizia di Dio ri-
spiega che la legge parla a quelli che chiede la morte del peccatore, mentre
sono sotto la legge, vale a dire al po- il suo amore desidera per lui la felicità
polo d’Israele, affinché sia chiusa ogni eterna. Il vangelo rivela in che modo
bocca, sia ai Giudei sia agli stranieri, e Dio può salvare i peccatori senza com-
tutto il mondo sia trovato colpevole di promettere la sua giustizia.
fronte a Dio. Di questo giusto piano danno te-
3:20 Nessuno può essere giustifica- stimonianza la legge e i profeti : esso,
to mediante l’osservanza della legge. infatti, era simboleggiato nei modelli e
La legge non è stata data per giustifi- nelle immagini del sistema sacrificale
care l’uomo, ma per inculcargli la co- in cui l’espiazione si otteneva mediante
noscenza del peccato. Notiamo bene: lo spargimento del sangue. Allo stesso
non la conoscenza della salvezza, ma la modo, i profeti lo avevano annunciato
conoscenza del peccato. con profezie dirette (vd. p. es. Is 51:5-6,
Non siamo in grado di stabilire se 8; 56:1; Da 9:24).
una linea è storta se non sappiamo 3:22 Nel v. 21 leggiamo che questa
com’è fatta una linea dritta. La legge è giusta salvezza non si ottiene sulla
come una linea dritta: quando gli uo- base dell’osservanza della legge. In
mini si confrontano con essa, si accor- questo versetto apprendiamo che es-
gono di quanto sono storti. sa si ottiene mediante la fede in Gesù

591
ROMANI 3:23

Cristo. La fede qui va intesa come ab- IL PECCATO


bandono totale al Signore Gesù Cristo
vivente, unico Salvatore dei peccati di Il peccato consiste in ogni pensiero,
ognuno di noi e nostra unica speranza parola, azione od omissione non cor-
per il cielo. La salvezza si fonda sulla ri- rispondente al modello di santità e
velazione della Persona e dell’opera di perfezione di Dio. Etimologicamente
Cristo descritte nella Bibbia. la radice ebr. da cui deriva il termine
La fede non è un salto nel buio. Essa “peccato” significa altresì “sbagliare
richiede delle prove sicure, prove che è strada” (p. es. Pr 19:2) o “mancare il
possibile trovare nell’infallibile Parola bersaglio” (p. es. Gc 20:16). Lo stesso
di Dio. Alla fede non mancano né la dicasi per il greco.
logica né la ragionevolezza: che cosa Il peccato è la violazione della leg-
vi è di più ragionevole del fatto che una ge (vd. 1 Gv 3:4), è la ribellione della
creatura confidi nel suo Creatore? volontà della creatura alla volontà di
La fede non è un’opera meritoria Dio. Il peccato non consiste soltanto
con cui l’uomo possa guadagnarsi o nel fare ciò che è sbagliato, ma altresì
meritare la salvezza. L’uomo non deve nel non fare ciò che si sa essere giusto
vantarsi perché ha creduto nel Signo- (vd. Gm 4:17). Tutto ciò che non provie-
re: sarebbe insensato, da parte sua, ne dalla fede è peccato (vd. Ro 14:23).
non credere in lui! La fede non è uno Ciò significa che non bisogna mai fare
sforzo per guadagnare la salvezza, ma quelle cose riguardo alla cui correttez-
è, bensì, la semplice accettazione della za si nutrano dei ragionevoli dubbi. Se,
salvezza che Dio ci offre in dono. nonostante i dubbi, si fanno lo stesso,
Paolo prosegue dichiarando che la si commette peccato.
salvezza è per tutti (5) coloro che credo- “Ogni iniquità è peccato” (1 Gv 5:17).
no. È per tutti nel senso che è disponibi- “I disegni dello stolto sono peccato” (Pr
le a tutti, offerta a tutti e sufficiente per 24:9). Il peccato ha origine nella men-
tutti, ma è efficace solamente per coloro te. Se assecondato, esso si traduce in
che credono. Questo significa che essa è azione: tale azione conduce alla morte.
efficace soltanto nella vita di chi accetta Spesso il peccato esercita un’attratti-
il Signore Gesù con un definitivo atto va soltanto se contemplato, finendo
di fede. Il perdono è offerto a tutti, ma per diventare odioso una volta che si è
diventa valido nella vita di una persona commesso.
soltanto se questa lo accetta. Talvolta Paolo distingue tra peccati
Paolo dichiara che la salvezza è di- (plur.) e peccato (sing.). Al plurale, il
sponibile a tutti, intendendo con ciò termine indica le azioni sbagliate (o le
sia gli stranieri sia i Giudei, giacché non omissioni) commesse; al singolare, es-
c’è distinzione. Il Giudeo non ha alcun so designa la nostra natura malvagia,
privilegio speciale e lo straniero non è vale a dire la nostra essenza. Ciò che
in condizione di svantaggio. siamo è di gran lunga peggiore di ciò
3:23 La disponibilità del vangelo è che facciamo. Cristo è morto a causa
universale, come universale è il biso- della nostra natura corrotta, come pu-
gno del vangelo. E il bisogno del van- re a causa delle nostre azioni malvagie.
gelo è universale, perché tutti hanno Dio perdona i nostri peccati, ma la Bib-
peccato (6) e sono privi della gloria di bia non accenna al perdono del nostro
Dio. Tutti hanno peccato in Adamo; peccato. Al contrario, Dio condanna o
quando Adamo ha peccato, ha agito in giudica il peccato nella carne (vd. 8:3).
rappresentanza di tutti i suoi discen- Esiste anche una differenza tra pec-
denti. Gli uomini, però, non sono solo cato e trasgressione. La trasgressione è
peccatori per natura, ma anche per la violazione di una legge conosciuta. Il
pratica . Essi sono privi, per propria furto è, fondamentalmente, un’azione
colpa, della gloria di Dio. peccaminosa, uno sbaglio in sé. Ma

592
ROMANI 3:24

il furto è altresì una trasgressione al- modo pieno titolo per andare in cielo.
lorché vi è una legge che lo proibisce. “La giustificazione supera l’assolu-
“Dove non c’è legge non c’è neppure zione e diventa approvazione, supera
trasgressione” (4:15). il perdono e diventa promozione”. (8)
Paolo ha dimostrato che tutti gli uo- Assoluzione significa: non essere più
mini hanno peccato e pertanto sono sotto accusa. Giustificazione significa:
privi della gloria di Dio. Da questo pun- essere riconosciuto giusto.
to in avanti, egli presenta il rimedio a Dio dichiara “giusti” gli empi pec-
tale situazione. catori perché, mediante la morte e la
risurrezione, il Signore Gesù Cristo ha
3:24 Essi sono giustificati gratuita- estinto completamente il debito dei lo-
mente per la sua grazia. Dal vangelo ro peccati. I peccatori sono giustificati
apprendiamo che Dio fa dono della accettando Cristo per fede.
giustificazione ai peccatori mediante Quando Giacomo asserisce che “l’uo-
un atto di favore immeritato. Ma che mo è giustificato per opere, e non per fede
cosa si intende per giustificazione? soltanto” (vd. Gm 2:24), non vuol certa-
Il verbo giustificare significa “dichia- mente dire che siamo salvati mediante le
rare giusto”. Per esempio, Dio afferma buone opere, né per mezzo della fede suf-
che un peccatore è giusto quando cre- fragata dalle buone opere, bensì median-
de nel Signore Gesù Cristo. Tale è, es- te una fede la cui autenticità si traduce
senzialmente, il significato che esso ha nell’adempimento di buone opere.
assunto nel N.T. È importante tener presente che la
Anche un uomo può giustificare Dio giustificazione è una decisione che Dio
(vd. Lu 7:29) credendo e ubbidendo alla prende nella propria mente: il credente
sua Parola. In questo modo, l’uomo di- non la percepisce, ma sa che è avvenuta
chiara che Dio è giusto in tutto ciò che perché lo afferma la Bibbia. C.I. Scofield
dice e fa. esprime tale concetto con queste pa-
Naturalmente, un uomo può giu- role: “La giustificazione può essere de-
stificare se stesso, vale a dire attestare finita come l’atto giuridico con il quale
la propria giustizia (vd. Lu 10:29), ma Dio, nella sua giustizia, dichiara giusto
questo non è altro che una forma di au- e tratta come giusto colui che crede in
toinganno. Gesù Cristo. È qualcosa che avviene
Giustificare non significa rendere una nella mente di Dio e non nel sistema
persona giusta. Noi non possiamo far nervoso o nelle emozioni del credente”.
diventare giusto Dio, perché egli è già In questo versetto l’apostolo afferma
giusto; però possiamo dichiarare che che siamo giustificati gratuitamente.
egli è giusto. Dio non fa del credente La giustificazione non si può acquista-
un uomo privo di peccato o giusto in se re, ma viene offerta in dono.
stesso, bensì gli imputa la propria giu- Successivamente apprendiamo che
stizia. Ecco come si esprime su questo siamo giustificati… per la… grazia di
argomento A.T. Pierson: “Nel giustifica- Dio. Ciò significa semplicemente che i
re i peccatori, Dio, in effetti, li chiama nostri meriti personali non hanno alcu-
giusti quando non lo sono, non imputa na rilevanza al fine della giustificazione:
loro il peccato che, invece, esiste, e im- per quanto ci riguarda, non l’abbiamo
puta loro la giustizia dove non esiste”.(7) né meritata, né cercata, né comprata.
Una definizione diffusa della giusti- Per evitare l’insorgere di possibili con-
ficazione è questa: “Come se non aves- fusioni dobbiamo soffermarci a spiegare
si mai peccato”. È però una definizione che, nel N.T., la giustificazione presenta
insufficiente. Quando Dio giustifica il sei diversi aspetti. Troviamo scritto che
peccatore che si converte, non solo lo noi siamo giustificati “per grazia”, “per
assolve dalla colpa, ma lo riveste della fede”, “per il suo sangue”, “per la poten-
propria giustizia, conferendogli in tal za”, “da Dio” e “per opere”. Ciò avviene,

593
ROMANI 3:25

in ogni caso, in assenza di contraddizio- Qui, in Ro 3:25, la Parola ci insegna


ni o conflitti tra i diversi aspetti. che coloro che pongono la propria fe-
1. Siamo giustificati per grazia: significa de in Cristo trovano grazia in virtù del
che non ne abbiamo alcun merito. suo sangue versato. In 1 Gv 2:2 Cristo
2. Siamo giustificati per fede (vd. Ro è definito il sacrificio propiziatorio
5:1): significa che riceviamo la giu- per i nostri peccati e per quelli di tut-
stificazione mediante la fede nel Si- to il mondo. La sua opera è sufficiente
gnore Gesù Cristo. per tutto il mondo, ma è efficace solo
3. Siamo giustificati per il suo sangue per chi ripone la propria fede in lui.
(vd. Ro 5:9): tale è il prezzo paga- Infine, in 1 Gv 4:10 è scritto che Dio ha
to dal nostro Salvatore per la nostra manifestato il proprio amore per noi
giustificazione. inviandoci suo Figlio quale sacrificio
4. Siamo giustificati per la potenza propiziatorio per i nostri peccati.
(vd. Ro 4:24-25), la stessa potenza La preghiera del pubblicano riporta-
che ha risuscitato Gesù dai morti. ta in Lu 18:13 reca testualmente: “Dio,
5. Siamo giustificati da Dio (vd. Ro sii propizio verso di me peccatore”. Si
8:33): Dio è colui che ci mette in con- tratta di una richiesta di misericordia
to la giustizia. rivolta a Dio, affinché condoni il casti-
6. Siamo giustificati per opere (vd. Gm go per le gravi colpe commesse.
2:24): questo non significa che le Nell’A.T. troviamo un aggettivo
buone opere ci permettono di ot- collegato al sacrificio : propiziatorio. Il
tenere la giustificazione, bensì co- propiziatorio era il coperchio dell’arca
stituiscono la prova che siamo stati del patto. Nel giorno delle espiazioni
giustificati. il sommo sacerdote aspergeva il pro-
Ritornando al v. 24, leggiamo che sia- piziatorio con il sangue della vittima
mo giustificati mediante la redenzione sacrificale. In tal modo i peccati del
che è in Cristo Gesù. Redimere signi- sommo sacerdote e del popolo erano
fica comprare pagando un prezzo di espiati, o coperti.
riscatto. Il Signore Gesù ci ha comprati Quando Cristo diventò il sacrificio
dal mercato di schiavitù del peccato. Il propiziatorio per i nostri peccati, andò
prezzo di riscatto è avvenuto mediante ben oltre, non limitandosi a coprire i no-
il suo prezioso sangue, che ha versa- stri peccati: egli li eliminò del tutto.
to per soddisfare le esigenze di un Dio Ora Paolo scrive che Dio… ha
santo e giusto. Domandarsi: “A chi è prestabilito Cristo come sacrificio
stato pagato il riscatto?” non ha senso e propiziatorio mediante la fede nel
denota un’assenza di comprensione. La suo sangue . Ovviamente qui si de-
Scrittura non accenna minimamente al ve intendere la fede in Cristo, che ha
fatto che sia stato fatto un pagamento versato il proprio sangue. Soltanto
specifico a Dio o a Satana. Il riscatto non Cristo Gesù, risorto e vivente, ci può
è stato pagato a nessuno, trattandosi di salvare: egli solo è il sacrificio pro-
uno stanziamento non materiale avente piziatorio. La condizione necessaria
lo scopo di gettare una base conforme a per avvalersi della propiziazione è la
giustizia che permettesse a Dio di sal- fede in lui. Il suo sangue è il prezzo
vare gli empi. che egli ha pagato.
3:25 Dio… ha prestabilito Cristo Gesù L’opera completa di Cristo manifesta
come sacrificio propiziatorio. La pro- la giustizia di Dio per la remissione dei
piziazione è un mezzo per soddisfare la peccati compiuti nel passato, ossia dei
giustizia, allontanare l’ira di Dio e favo- peccati commessi prima della morte
rire la manifestazione della misericordia di Cristo. Nel lasso di tempo intercor-
in base a un sacrificio accettevole. so da Adamo a Cristo, Dio ha salvato
Tre volte, nel N.T., Cristo è presen- tutti coloro che avevano posto la loro
tato come il sacrificio propiziatorio. fede in lui secondo la pur limitata ri-

594
ROMANI 3:26

velazione che essi avevano ricevuto. sacrificio della croce. Forse Dio scu-
Abraamo, per esempio, credette in Dio, sò quei peccati o finse di non veder-
“che gli contò questo come giustizia” li? Certamente no, scrive Paolo. Dio
(Ge 15:6). Ma come poté Dio operare in sapeva che Cristo avrebbe compiuto
questo modo rispettando la giustizia, una completa espiazione, ed è su tale
giacché non era ancora stato immola- fondamento che salvò quegli uomini.
to il Sostituto senza peccato? Il sangue L’epoca veterotestamentaria fu il
del sacrificio perfetto non era ancora periodo della pazienza di Dio. Per al-
stato sparso. In breve, Cristo non era meno quattromila anni Dio trattenne
ancora morto per i nostri peccati e il il giudizio sul peccato. Poi, “...quando
debito non era ancora stato pagato. Le giunse la pienezza del tempo, Dio man-
legittime pretese della giustizia di Dio dò suo Figlio” a farsi carico del peccato
non erano ancora state soddisfatte. In (Ga 4:4). Quando il Signore Gesù si fu
che modo, dunque, Dio poté salvare caricato dei nostri peccati, Dio riversò
i peccatori credenti vissuti al tempo la pienezza della sua ira santa e giusta
dell’A.T.? sul Figlio del suo amore.
La risposta è la seguente: nono- 3:26 Ora, la morte di Cristo mani-
stante Cristo non fosse ancora mor- festa la giustizia di Dio. Egli è giusto
to, Dio sapeva che egli sarebbe morto perché ha preteso che fosse scontata
e, quindi, salvò gli uomini in base l’intera pena del peccato. Soltanto così
all’opera futura di Cristo. Quantun- egli può giustificare i peccatori: sen-
que i credenti dell’A.T. non imma- za fingere di ignorare i loro peccati o
ginassero ancora ciò che sarebbe scendere a compromessi con la propria
accaduto al Golgota, Dio, che già giustizia, ma solamente in virtù del fat-
sapeva, li fece partecipi dei benefici to che un perfetto Sostituto è morto e
dell’opera futura di Cristo allorché risuscitato. Albert Midlane ha poetica-
essi credettero in Dio. Si può dire che mente illustrato questa verità:
i credenti dell’A.T. sono stati salvati a
credito, ossia in virtù del prezzo che La perfetta giustizia di Dio
doveva ancora essere pagato. Il loro È testimoniata dal sangue
sguardo era rivolto avanti, verso il del Salvatore
Golgota; il nostro è rivolto indietro, Nella croce di Cristo vediamo
verso quello stesso luogo. La sua giustizia e la sua grazia
Questo è ciò che intende Paolo meravigliosa.
quando scrive che il sacrificio pro- Dio non poteva tollerare
piziatorio di Cristo manifesta la… il peccatore,
giustizia di Dio, che ha mostrato tol- Il suo peccato ne esigeva la morte.
leranza verso i peccati commessi in Ma sulla croce di Cristo
passato. Egli non allude (come alcu- vediamo come Dio possa salvare
ni, invece, erroneamente ritengono) e tuttavia rimanere giusto.
Il peccato è deposto sul Salvatore;
ai peccati individuali commessi pri-
E nel suo sangue il debito
ma della conversione. Ciò potrebbe
del peccato è pagato.
insinuare che l’opera di Cristo sia La severa giustizia non esige di più,
limitata all’espiazione dei peccati E la grazia può elargire
commessi prima della nuova nasci- le sue ricchezze.
ta e che, da quel momento in avanti, Il peccatore che crede è libero,
l’uomo sia abbandonato a se stesso. E può dire: “Il Salvatore
Ciò non corrisponde assolutamen- è morto per me!”
te alla realtà! Paolo allude, invece, E, indicando il sangue
all’apparente tolleranza di Dio nei dell’espiazione,
confronti dei peccati commessi da può dire: “È il sangue che mi ha
coloro che furono salvati prima del riappacificato con Dio”.

595
ROMANI 3:27

3:27 Dov’è dunque il vanto in que- salvezza si ottiene mediante la fede e


sto meraviglioso piano di salvezza? non mediante l’osservanza della legge,
Esso è escluso, respinto, allontanato. vogliamo far intendere che la legge non
Per quale principio è escluso il vanto? è più di alcun valore e che va accanto-
Per il principio delle opere ? No. Se la nata? Il vangelo elimina la legge perché
salvezza si ottenesse per mezzo del- essa non serve più? No di certo! Il van-
le opere, ci sarebbe ampio spazio per gelo conferma la legge ; ecco come.
ogni tipo di autocompiacimento. Ma, La legge richiede perfetta ubbidienza.
poiché la salvezza si ottiene per fede, La sua inosservanza determina la ne-
non c’è spazio per il vanto. La perso- cessità di scontare un castigo: la MOR-
na giustificata dice: “Io ho commesso TE. Subendo tale castigo, il trasgressore
tutti i peccati, Gesù ha compiuto tutta sarà eternamente perduto. Il vangelo ci
la salvezza”. La vera fede esclude ogni assicura che Cristo è morto per scontare
possibilità di aiutare, migliorare, salva- la pena per la trasgressione della legge:
re se stessi, ma guarda soltanto a Cristo egli non ha finto di ignorare il problema,
come Salvatore. Ecco in quali termini ma ha saldato completamente il debito.
si esprime: Ora chiunque trasgredisce la legge può
avvalersi del fatto che Cristo ha sconta-
Nulla stringo nelle mani,
to la pena al posto suo. Così il vangelo
Solo mi aggrappo alla tua croce.
Nudo, vengo a te per essere vestito,
della salvezza approva la legge, confer-
Indifeso, guardo a te mando che tutto ciò che essa esige deve
per ottenere grazia. essere, come lo è stato, completamente
Impuro, corro alla tua fonte. adempiuto.
Purificami, Salvatore, o muoio.
– Augustus M. Toplady E. Armonia tra il vangelo e l’Antico
Testamento (cap. 4)
3:28 Avendo escluso ogni possibilità La quinta domanda cardine di Paolo
di vanto, Paolo ribadisce che l’uomo è è: “C’è concordanza tra il vangelo e le
giustificato mediante la fede senza le Scritture dell’A.T.?” La risposta a questa
opere della legge. domanda riveste particolare importan-
3:29 In che modo il vangelo presenta za per i Giudei. Perciò ora l’apostolo di-
Dio? Come il Dio esclusivo dei Giudei? mostra che il vangelo, esposto nel N.T.,
No, egli è anche il Dio degli altri popo- si armonizza perfettamente con l’A.T.:
li. Il Signore Gesù non è morto soltanto la giustificazione si ottiene sempre e
per un popolo, ma per tutta l’umanità ugualmente per fede.
peccatrice. L’offerta della salvezza, 4:1 Paolo sviluppa questo argomento
completa e gratuita, è rivolta a tutti, richiamandosi a due tra le più grandi
Giudei e stranieri. figure della storia d’Israele: Abraamo e
3:30 Non esiste un Dio per i Giudei Davide, con i quali Dio aveva stipulato
e un altro per gli stranieri. C’è un so- importanti patti. Il primo era vissuto
lo Dio e un unico mezzo di salvezza centinaia di anni prima che venisse da-
per tutta l’umanità. Egli giustifica il ta la legge, il secondo parecchi anni do-
circonciso per fede, e l’incirconciso po. Uno fu giustificato prima di essere
ugualmente per mezzo della fede. circonciso, l’altro dopo la circoncisione.
Qualunque sia il motivo per cui sono Consideriamo, anzitutto, Abraamo,
state usate due diverse preposizioni di cui tutti i Giudei si riconoscevano
(per e per mezzo), (9) non significa che stirpe. Qual è stata la sua esperienza
esistano due modi diversi per ottenere vissuta secondo la carne ?(10) Che cosa
la giustificazione: essa avviene per fede scoprì circa il modo in cui l’individuo
in entrambi i casi. può essere giustificato?
3:31 Rimane da chiarire un punto 4:2 Se Abraamo fosse stato giusti-
importante. Quando diciamo che la ficato per le opere, avrebbe avuto mo-

596
ROMANI 4:6

tivo di vantarsi. Egli avrebbe potuto mente no! Si mette il denaro in tasca e
inorgoglirsi per essersi guadagnato se ne torna a casa consapevole di aver
una buona reputazione davanti a Dio. ricevuto la retribuzione per il tempo e
Ma questo è assolutamente impossibi- la fatica spesi.
le, perché nessuno potrà mai vantarsi Ma, nel caso della giustificazione, le
davanti a Dio (vd. Ef 2:9). Nelle Scrittu- cose vanno diversamente.
re non troviamo nulla che indichi che 4:5 Per quanto sconcertante possa
Abraamo potesse vantarsi di essere sembrare, l’individuo giustificato è
giustificato mediante le proprie opere. colui che, prima di tutto, non opera,
Qualcuno potrebbe però obietta- rinunciando a ogni possibilità di gua-
re: “Ma non è scritto in Gm 2:21 che dagnarsi la salvezza. Egli riconosce
Abraamo fu giustificato per le opere ?” di non avere meriti personali, di non
Sì, è vero, ma il significato in quel con- avere nulla di buono in sé ed è convin-
testo è un altro. Abraamo fu giustificato to che tutte le sue migliori azioni non
per fede in Ge 15:6 nel momento in cui sarebbero sufficienti a soddisfare le
credette alla promessa di Dio riguardo giuste esigenze di Dio.
a una numerosa discendenza. Trascor- Al contrario, egli crede in colui che
sero forse trenta o più anni prima che giustifica l’empio e, prendendo Dio in
egli fosse giustificato (approvato) per le parola, ripone la propria fede e la pro-
opere, nel momento in cui si apprestò a pria fiducia nel Signore. Come abbiamo
offrire Isacco in olocausto a Dio (vd. Ge visto, questa non è un’azione meritoria.
22). Tale gesto di ubbidienza dimostrò Il merito non risiede nella fede, bensì
la realtà della sua fede: fu la dimostra- nell’oggetto della fede.
zione concreta che egli era stato vera- Notiamo che egli crede in colui che
mente giustificato per fede. giustifica l’empio : infatti, costui non
4:3 Cosa dice la Scrittura riguar- protesta di aver cercato di fare del
do alla giustificazione di Abraamo? proprio meglio, di essersi comportato
“Egli credette al Signore, che gli contò secondo la regola aurea, di non essere
questo come giustizia” (Ge 15:6). Dio stato malvagio come gli altri. Al con-
si era rivelato ad Abraamo e gli aveva trario, egli si presenta a Dio come un
promesso una numerosa discendenza. empio, come un peccatore colpevole
Il patriarca credette al Signore e ciò gli che si affida alla misericordia divina.
fu messo in conto come giustizia. In A questo punto cosa accade? La sua
altre parole, Abraamo fu giustificato fede gli è messa in conto come giusti-
per fede. Tutto qui. Le sue opere non zia. Poiché costui non opera, ma crede,
c’entrano affatto, non se ne fa neppure Dio mette la giustizia sul suo conto.
menzione. Grazie ai meriti del Salvatore risorto,
4:4 Tutto questo ci conduce a una Dio lo riveste di giustizia e lo rende
delle dichiarazioni più importanti del- idoneo per il cielo. Da questo momen-
la Bibbia riguardo al contrasto tra le to, Dio lo vede in Cristo e lo accetta in
opere e la fede, sotto l’aspetto del piano conformità a ciò.
di salvezza. Riassumendo, si può affermare che
Facciamo questo ragionamento: la giustificazione riguarda gli empi,
quando un uomo lavora per guada- non i giusti. Si tratta di una grazia, non
gnarsi da vivere e, alla fine del mese, di un debito, e la si riceve per fede, non
riceve la paga, egli fruisce del salario per opere.
che gli spetta di diritto per l’opera com- 4:6 Successivamente Paolo prende
piuta. Non si inchina e non si umilia in considerazione Davide per provare
davanti al suo datore di lavoro ringra- le sue affermazioni. La locuzione così
ziandolo per una tale dimostrazione pure, con cui inizia il versetto, indica
di benevolenza e protestando di non che l’esperienza di Davide è analoga
meritare tutto quel denaro. Assoluta- a quella di Abraamo. Il “dolce cantore

597
ROMANI 4:7

d’Israele” scrisse che felice è il pecca- 4:11 La circoncisione non fu la con-


tore che Dio reputa giusto senza tener dizione necessaria per la giustificazio-
conto delle sue opere. Nonostante Da- ne di Abraamo bensì soltanto un segno
vide non si sia espresso esattamente esteriore nella carne con cui si attestava
con queste parole, l’apostolo ricava il che egli era stato giustificato per fede.
concetto dal Sl 32:1-2 che cita nei due Fondamentalmente, la circoncisione
versetti che seguono. era un segno esteriore del patto tra Dio
4:7 Beati quelli le cui iniquità sono e il popolo d’Israele; in questo caso, pe-
perdonate e i cui peccati sono coperti. rò, assume un significato più ampio: la
4:8 Beato l’uomo al quale il Signore giustizia di Dio era stata imputata ad
non addebita affatto il peccato. Abraamo per mezzo della fede.
Che cosa scorge Paolo in questi verset- Oltre a essere un segno, la circon-
ti? Egli rileva, in primo luogo, che Davide cisione era un sigillo: un sigillo del-
non accenna alle opere e che il perdono è la giustizia ottenuta per la fede che
frutto della grazia di Dio, non degli sforzi egli aveva quando era incirconciso.
dell’uomo. In secondo luogo, osserva che Il segno indica l’esistenza della cosa
se Dio non addebita il peccato all’indi- che rappresenta. Il sigillo autentica,
viduo, allora costui è considerato giusto conferma, certifica e garantisce l’au-
davanti a lui. Infine, prende atto che Dio tenticità di ciò che è rappresentato. La
giustifica l’empio. Davide era colpevole circoncisione confermava ad Abraamo
di adulterio e di omicidio; tuttavia, con che Dio lo considerava e lo reputava
questi versetti, faceva intendere che giusto per mezzo della fede.
stava gustando la dolcezza del perdono, Poiché fu giustificato prima di essere
completo e gratuito. circonciso, Abraamo diventò il padre
4:9 Forse alcuni Giudei erano anco- di tutti gl’incirconcisi, ossia di tutti gli
ra convinti che il popolo eletto godesse stranieri credenti. Dunque anch’essi
di una posizione di privilegio riguardo possono essere giustificati, al pari di
alla giustificazione di Dio e, quindi, Abraamo, per fede.
soltanto coloro che erano circoncisi Quando si legge che Abraamo è il
potevano essere giustificati. L’apostolo padre di tutti gli stranieri credenti, non
riprende il caso di Abraamo per riba- si deve naturalmente pensare a una
dire che non è così e pone un quesito: discendenza fisica. Tale appellativo al-
“La giustizia è attribuita soltanto ai lude semplicemente al fatto che questi
credenti Giudei o anche ai credenti credenti, imitando la fede del patriarca,
stranieri?” L’esempio di Abraamo par- sono suoi figli nella fede. Essi non sono
rebbe indicare che la giustizia riguardi suoi figli per nascita, ma perché lo se-
soltanto i Giudei. guono come loro modello ed esempio.
4:10 Qui Paolo rileva un fatto che Qui non si intende neppure affermare
sarebbe sfuggito a molti di noi: Abraa- che gli stranieri credenti sono assimilati
mo fu giustificato (vd. Ge 15:6) prima all’Israele di Dio. Quest’ultimo è forma-
di essere circonciso (vd. Ge 17:24). Se to da quei Giudei che accettano Gesù, il
il padre della nazione d’Israele poté Messia, come loro Signore e Salvatore.
essere giustificato quando era anco- 4:12 Abraamo ricevette il segno della
ra incirconciso, allora ci si potrebbe circoncisione anche per un altro scopo,
chiedere: “Perché non possono essere vale a dire per essere il padre di quei
giustificati anche gli altri incirconci- Giudei che non solo sono circoncisi, ma
si?” È fin troppo evidente che Abraamo che seguono anche le sue orme in un
fu giustificato mentre era ancora uno sentiero di fede, il tipo di fede che egli
straniero, e questo precedente spalan- aveva quand’era ancora incirconciso.
ca la porta della giustificazione ad altri C’è una differenza tra l’essere di-
stranieri, a prescindere, quindi, dalla scendenti di Abraamo e figli di Abraa-
circoncisione. mo. Gesù si rivolse ai farisei con queste

598
ROMANI 4:16

parole: “So che siete discendenti di 4:14 Se fosse possibile ricevere le


Abraamo” (Gv 8:37), e proseguì osser- benedizioni di Dio (e, in particolare, la
vando: “Se foste figli di Abraamo, fa- grazia della giustificazione) mediante
reste le opere di Abraamo” (Gv 8:39). l’osservanza della legge, la fede sarebbe
Paolo insiste sul fatto che ciò che conta resa vana e la promessa sarebbe annul-
non è la circoncisione fisica, bensì la fe- lata. La fede sarebbe messa da parte,
de nel Dio vivente. Il vero Israele di Dio essendo un principio completamente
è costituito dai circoncisi che credono opposto alla legge: la fede significa cre-
nel Signore Gesù Cristo. dere, mentre la legge significa fare. La
Per riassumere, diciamo che nella promessa non avrebbe più valore, per-
vita di Abraamo vi fu un periodo in cui ché sarebbe basata su condizioni che
egli aveva la fede ed era ancora incir- nessuno sarebbe in grado di soddisfare.
conciso, e poi un altro periodo in cui 4:15 La legge produce l’ira di Dio,
aveva la fede ed era circonciso. Per- non le sue benedizioni; essa condanna
spicacemente Paolo scorge qui il fatto coloro che non osservano i suoi co-
che sia gli stranieri credenti sia i Giudei mandamenti in modo perfetto e con-
credenti possono riconoscere Abraamo tinuo. Poiché nessuno può farlo, chi è
come loro padre e identificarsi con lui sotto la legge è condannato a morte.
come suoi figli. È impossibile rimanere sotto la legge
4:13 “La dissertazione procede senza essere sotto la maledizione.
senza interruzioni e Paolo affronta Ma dove non c’è legge, non c’è nep-
ogni possibile obiezione avvalendosi pure trasgressione . Trasgressione
di tutte le risorse della logica e della significa violazione di una legge cono-
Scrittura”. (11) L’apostolo deve ora con- sciuta. Paolo non intende dichiarare
siderare l’obiezione secondo la quale che dove non c’è legge non c’è peccato.
la benedizione si ottiene per mezzo Un’azione può essere intrinsecamente
della legge e che, pertanto, gli stra- sbagliata anche in assenza di una legge
nieri che non conoscono la legge sono che la vieti, ma diventa trasgressione
maledetti (vd. Gv 7:49). quando c’è un cartello che dice: “Limi-
Quando Dio promise ad Abraamo te di velocità 50 km/h”.
(e alla sua discendenza) di nominarlo I Giudei pensavano di avere eredita-
erede del mondo, non assoggettò tale to le benedizioni perché possedevano
promessa all’osservanza di precet- la legge, ma tutto ciò che ereditarono
ti della legge (la legge, peraltro, non fu la trasgressione. Dio aveva dato la
venne dispensata che 430 anni dopo, legge affinché il peccato fosse ricono-
vd. Ga 3:17). Si trattò dunque di una sciuto come trasgressione o, in altre
promessa incondizionata della grazia, parole, affinché il peccato rivelasse
da riceversi per fede, lo stesso tipo di tutta la sua immoralità. Certamente
fede mediante la quale otteniamo oggi Dio non aveva istituito la legge come
la giustizia di Dio. mezzo per ottenere la salvezza dei tra-
Con l’espressione erede del mondo sgressori colpevoli!
Dio annunciava ad Abraamo che egli 4:16 Poiché la legge “produce l’ira
sarebbe stato il padre sia degli stra- di Dio” e non la giustificazione, Dio ha
nieri sia dei Giudei credenti (vv. 11- deciso di salvare gli uomini per grazia
12), nonché il padre di molte nazioni mediante la fede. Egli concede la vita
(vv. 17-18) e non soltanto della nazione eterna, come dono immeritato, a tutti
giudea. Nel suo significato più comple- gli empi peccatori che l’accettano me-
to, la promessa si adempirà allorché il diante un semplice atto di fede.
Signore Gesù, il discendente di Abraa- In questo modo, la promessa di vita
mo, impugnerà lo scettro dell’impero è sicura per tutta la discendenza. Me-
universale e regnerà come Re dei re e ritano particolare attenzione i due ag-
Signore dei signori. gettivi “sicura” e “tutta”. Anzitutto, Dio

599
ROMANI 4:17

vuole che la promessa sia sicura. Se la 4:18 Nei versetti precedenti Pao-
giustificazione dipendesse dalle opere lo aveva sottolineato il fatto che la
della legge, l’uomo non ne avrebbe mai promessa era giunta ad Abraamo per
la certezza, perché non saprebbe mai se mezzo della fede e non per mezzo della
le opere buone e giuste che ha compiu- legge, affinché fosse frutto della grazia
to sono sufficienti. Coloro che cercano e fonte certa per tutta la discendenza.
di guadagnarsi la salvezza non sono Questo porta naturalmente a conside-
mai completamente sicuri di ottenerla. rare la fede di Abraamo nel Dio della
Ma quando la salvezza è offerta come risurrezione. Dio aveva promesso ad
dono da ricevere per fede, l’uomo può Abraamo una discendenza numerosa
essere sicuro di essere salvato in base come le stelle del cielo e come la sabbia
all’autorità della Parola di Dio. del mare. Umanamente parlando, era
In secondo luogo, Dio vuole che la una promessa senza speranza. Tutta-
promessa sia sicura per tutta la di- via, al di là di ogni speranza umana,
scendenza : non solo per i Giudei, ai Abraamo credette che egli sarebbe di-
quali è stata data la legge, ma anche ventato padre di molte nazioni, come
per gli stranieri che hanno posto la loro Dio gli aveva promesso in Ge 15:5: “Co-
fede nel Signore così come aveva fatto sì sarà la tua discendenza”.
Abraamo. Egli è padre di noi tutti, os- 4:19 Quando, per la prima volta,
sia di tutti i credenti, giudei e stranieri. ricevette la promessa di una grande
4:17 Per confermare la paternità di discendenza, Abraamo aveva settan-
Abraamo su tutti i veri credenti, Paolo tacinque anni (vd. Ge 12:2-4). A quel
inserisce, tra parentesi, Ge 17:5: Io ti ho tempo, egli era ancora fisicamente in
costituito padre di molte nazioni. Pur grado di diventare padre, perché poco
avendo scelto Israele come suo popolo tempo dopo generò Ismaele (vd. Ge
eletto in terra, Dio non ha inteso limi- 16:1-11). In questo versetto, però, Paolo
tare la propria grazia e misericordia ai si richiama all’epoca in cui Abraamo,
Giudei. L’apostolo cita sapientemente che aveva quasi cent’anni, si sentì rin-
alcuni brani dell’A.T. per dimostrare novare la promessa (vd. Ge 17:15-21). A
che Dio ha sempre avuto l’intenzione questo punto, la possibilità di generare
di onorare la fede, ovunque essa si ma- una nuova vita, prescindendo da un
nifestasse. miracolo di Dio, era svanita. Ma Dio
La locuzione davanti a colui nel gli aveva promesso un figlio e Abraamo
quale credette è la continuazione credette a questa promessa.
del pensiero espresso nel v. 16: “Egli Egli non venne meno nella fede,
è padre di noi tutti”. Questo è il nes- sebbene il suo corpo fosse svigorito...
so: Abraamo è il padre di noi tutti e… Sara non fosse più in grado di es-
agli occhi di colui (Dio) nel quale egli sere madre. Umanamente parlando, la
(Abraamo) credette, di quel Dio che fa situazione era disperata, ma Abraamo
rivivere i morti e parla di cose che non mantenne la fede.
esistono ancora come se già esistesse- 4:20 L’apparente impossibilità che
ro. Per comprendere questa descrizio- tale promessa si adempisse non lo fece
ne di Dio, non dobbiamo fare altro che vacillare. Dio aveva parlato; Abraa-
considerare i versetti che seguono. mo gli aveva creduto; la questione era
Dio… fa rivivere i morti, ossia Abraa- chiusa. Nella mente del patriarca una
mo e Sara, i quali, benché non fossero sola cosa era impossibile: che Dio men-
fisicamente morti, non avevano figli tisse. La fede di Abraamo rimase forte
e avevano oltrepassato l’età fertile e vibrante. Egli diede gloria a Dio, ono-
(v. 19). Dio… chiama all’esistenza le randolo come colui da cui solo dipen-
cose che non sono come se già esistes- deva l’adempimento della promessa,
sero, ossia una discendenza incalcola- nonostante l’incertezza di tutte le leggi
bile, fatta di molte nazioni (v. 18). del caso e della probabilità.

600
ROMANI 5:1

4:21 Abraamo non sapeva come Dio attestata dal fatto che un Salvatore
avrebbe adempiuto la sua parola, ma risuscitato e glorificato è alla destra
questa era una questione marginale. della Maestà nei cieli.(12)
Egli conosceva Dio ed era pienamente
convinto che sarebbe stato perfetta- 4:25 Il Signore Gesù è stato dato a
mente in grado di compiere quanto causa delle nostre offese ed è stato
aveva promesso. Da un lato, si trattava risuscitato per la nostra giustificazio-
di una fede meravigliosa ma, d’altro ne. Consideriamo separatamente le
canto, era la cosa più ragionevole da fa- due azioni: la prima riguarda le nostre
re, perché in tutto l’universo non esiste offese, la seconda riguarda la nostra
niente di più certo della parola di Dio. giustificazione. Egli è stato dato non
Credendo in Dio, dunque, Abraamo soltanto a causa delle nostre offese, ma
non correva alcun rischio! anche allo scopo di rimuoverle. Egli è
4:22 Dio si era compiaciuto (come stato risuscitato per la nostra giustifi-
sempre, del resto) di trovare un uomo cazione, ossia per dimostrare la piena
che lo prendesse in parola; così aveva soddisfazione di Dio per l’opera com-
messo la giustizia in conto ad Abraa- piuta da Cristo per la nostra giustifica-
mo, il quale, mentre un tempo si pre- zione. Nel primo caso, le nostre offese
sentava davanti a Dio con un cumulo costituivano un problema da risolvere.
di peccati e di colpe, ora poteva pre- Nel secondo caso, troviamo la soluzio-
sentarsi al suo cospetto ammantato di ne del problema: la nostra giustifica-
giustizia. Abraamo era stato liberato zione, garantita dalla risurrezione di
dalla condanna ed era stato giustificato Cristo. Non ci sarebbe stata alcuna giu-
da un Dio santo per mezzo della fede. stificazione se Cristo fosse rimasto nel
4:23 Il resoconto storico della giu- sepolcro. La sua risurrezione dimostra,
stificazione di Abraamo per fede non è invece, che l’opera è compiuta, il prez-
stato scritto per lui soltanto. In un cer- zo è stato pagato e Dio è infinitamente
to senso, naturalmente, è stato scritto soddisfatto dell’opera redentrice com-
per lui, allo scopo di conservare per piuta dal Salvatore.
sempre il ricordo della sua assoluzione
e della sua nuova perfetta posizione F. Utilità pratica del vangelo
davanti a Dio. (5:1-11)
4:24 Ma è stato scritto anche per noi: L’apostolo prosegue la trattazione
infatti, anche per noi la fede è messa in dell’argomento della giustificazione
conto come giustizia, quando credia- considerando la domanda: “Quali sono
mo in Dio, che ha risuscitato dai morti i benefici della giustificazione nella vita
Gesù, nostro Signore. L’unica differen- del credente?” In altre parole: “La giu-
za è questa: Abraamo credette che Dio stificazione funziona davvero?” La sua
avrebbe fatto rivivere i morti (ossia il risposta è un sì deciso, cui fa seguito
suo corpo svigorito e il grembo sterile l’esposizione di sette benedizioni me-
di Sara). Noi crediamo che Dio ha fatto ravigliose riversate su ciascun creden-
rivivere il Signore Gesù Cristo risusci- te per mezzo di Cristo, il Mediatore tra
tandolo dai morti. C.H. Mackintosh Dio e l’uomo. Tutti i doni di Dio sono
commenta: trasmessi per suo tramite.
Abraamo fu chiamato a credere a 5:1 La prima grande benedizione di
una promessa, mentre noi abbiamo il cui godono coloro che sono stati giusti-
privilegio di credere a un fatto com- ficati… per fede è la pace con Dio per
piuto. Egli fu chiamato a guardare mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore.
avanti, verso qualcosa che doveva La guerra è finita. Le ostilità sono ces-
essere fatto; noi guardiamo indietro sate. Grazie all’opera di Cristo, tutte le
a qualcosa che è stato realizzato, vale cause di inimicizia tra la nostra anima
a dire a una redenzione compiuta e e Dio sono state rimosse. Noi siamo

601
ROMANI 5:2

stati trasformati da nemici in amici rando nella nostra vita per migliorare il
mediante il miracolo della grazia. nostro carattere: ciò ci infonde la fidu-
5:2 Beneficiamo anche dell’acces- cia che Dio, avendo cominciato in noi
so a un’incredibile posizione di favore un’opera buona, la porterà senz’altro a
presso Dio. Siamo accettati nel Figlio termine (vd. Fl 1:6).
diletto e siamo, perciò, cari al cuore di 5:5 Or la speranza non delude. Se,
Dio, così come lo è il suo amato Figlio. avendo sperato di ottenere qualco-
Il Padre tende verso di noi il suo scet- sa, finissimo per accorgerci che non
tro d’oro e ci accoglie come figli suoi, e riusciremo mai ad averlo, la nostra
non più come stranieri. Questa grazia, speranza rimarrebbe profondamente
o condizione di favore, abbraccia ogni frustrata e delusa. Ma la speranza del-
aspetto della nostra posizione davanti la nostra salvezza non subirà mai una
a Dio, una posizione perfetta e perma- tale delusione. Noi non saremo mai
nente come quella di Cristo, perché noi ingannati e neppure scopriremo di
siamo in lui. aver riposto la fiducia in una falsa pro-
Come se ciò non bastasse, noi ci messa. Come possiamo esserne tanto
gloriamo anche nella speranza della sicuri? Perché l’amore di Dio è stato
gloria di Dio. Ciò significa che atten- sparso nei nostri cuori. L’espressione
diamo con gioia il tempo in cui non so- l’amore di Dio potrebbe designare
lo ammireremo lo splendore di Dio, ma sia il nostro amore per Dio sia il suo
noi stessi saremo manifestati in gloria amore per noi. In questo caso, si trat-
(vd. Gv 17:22; Cl 3:4). Qui in terra non ta sicuramente del suo amore per noi,
possiamo comprendere il pieno signi- come risulta chiaramente dai vv. 6-20,
ficato di questa speranza, ma neppure che evidenziano alcune delle grandi
quando saremo immersi nell’eternità prove di amore di Dio verso di noi.
riusciremo a superare la meraviglia per Lo Spirito Santo, che ci è stato dato
la magnificenza di quella gloria. quando ci siamo convertiti e abbiamo
5:3 La quarta benedizione che sca- creduto, inonda i nostri cuori con que-
turisce dalla giustificazione è la facoltà ste manifestazioni dell’eterno amore
di gloriarsi anche nelle afflizioni, non di Dio e mediante le quali noi abbia-
tanto in considerazione del dispiace- mo la certezza che egli ci condurrà al
re momentaneo, quanto piuttosto agli sicuro a casa, in cielo. Dopo aver rice-
esiti conclusivi (vd. Eb 12:11). Si tratta vuto lo Spirito Santo, si riesce davvero
di uno di quei paradossi della fede cri- a percepire l’amore di Dio: non si trat-
stiana, per cui la gioia può coesistere ta della vaga e mistica sensazione che
con l’afflizione. L’antitesi della gioia è esista “qualcuno lassù” che si prende
il peccato, non la sofferenza. Uno degli cura dell’umanità, bensì della convin-
effetti dell’afflizione è la pazienza (o zione profondamente radicata che un
costanza): non saremmo mai in grado Dio personale ci ama veramente come
di progredire nella pazienza se la nostra individui.
vita fosse esente da preoccupazioni. 5:6 Nei vv. 6-20, il ragionamento di
5:4 Paolo prosegue spiegando che la Paolo passa dal particolare al genera-
pazienza produce esperienza. Quando le. L’apostolo osserva che, se l’amore di
Dio vede che ci affanniamo sotto il pe- Dio si è manifestato a noi mentre era-
so delle prove e guardiamo a lui sapen- vamo ancora degli empi nemici, non ci
do che sta compiendo un’opera a nostro preserverà tanto più ora che gli appar-
favore, egli ci onora assegnandoci, in teniamo? Questo rappresenta il quinto
segno di approvazione, il suo sigillo di beneficio della nostra giustificazione:
buona sopportazione. Noi siamo stati, l’eterna certezza in Cristo. Nello svilup-
così, provati e approvati e, consapevoli po del tema, l’apostolo usa cinque volte
di tale approvazione, siamo ricolmi di la locuzione “tanto più” (o “a maggior
speranza. Sappiamo che egli sta ope- ragione”, che è un sinonimo):

602
ROMANI 5:10

- il “tanto più” della liberazione mo ancora peccatori. Perché l’ha fatto?


dall’ira (v. 9); La risposta è da ricercarsi nella volontà
- il “tanto più” della salvezza median- sovrana di Dio stesso. In noi, di fatto,
te la vita di Cristo risorto (v. 10); non vi era nulla di buono che potesse
- il “tanto più” del dono della grazia suscitare un tale amore.
(v. 15); 5:9 Ora la situazione è completa-
- il “tanto più” del regno dei credenti mente diversa. Non siamo più consi-
nella vita (v. 17); derati dei peccatori colpevoli perché,
- il “tanto più” (sottinteso, nella NR) grazie all’incalcolabile valore del san-
della sovrabbondanza della grazia gue del Salvatore, versato per noi sul
(v. 20). Golgota, Dio ci ha dichiarati giusti. Dio
Nei vv. 6-8 Paolo mette l’accento non permetterà che periamo, tanto
su ciò che noi eravamo : senza forza più ora, che per mezzo di Cristo è stato
ed empi... peccatori, quando Cristo è pagato un prezzo così tremendamente
morto per noi. Nei vv. 9-10 rileva, in- alto per salvarci dall’ira.
vece, ciò che ora siamo (giustificati per ...salvati dall’ira può significare sia
mezzo del sangue di Cristo, riconciliati “scampati all’ira” sia “liberati da ogni
mediante la sua morte) e la conseguen- contatto con l’ira divina”. In questo ca-
te certezza di ciò che il Salvatore farà so, considerata la preposizione “da” (gr.
per noi (liberarci dall’ira, salvarci per apo), propendiamo per il secondo si-
mezzo della sua vita). gnificato: salvati da qualsiasi contatto
In primo luogo, ci ricorda che erava- con l’ira di Dio, sia nel tempo presente
mo deboli, inermi, senza forza e inca- sia nell’eternità.
paci di salvarci con i nostri mezzi. Ma 5:10 Ritornando col pensiero a ciò
quando è giunto il tempo stabilito, il che eravamo un tempo e a ciò che sia-
Signore Gesù Cristo è venuto su questa mo ora, dobbiamo ammettere che è
terra ed è morto per gli uomini. Egli proprio mentre eravamo nemici che
non è morto per i giusti, come alcuni siamo stati riconciliati con Dio me-
suppongono, ma per gli empi. In noi diante la morte del Figlio suo. Eravamo
non vi era alcuna virtù, alcun pregio ostili al Signore e pienamente soddi-
degno di lode al cospetto di Dio. Erava- sfatti di esserlo. Per quanto ci riguar-
mo assolutamente indegni, ma Cristo è dava, non sentivamo alcun bisogno di
morto ugualmente per noi. essere riconciliati con lui. Ricordiamo-
5:7 Questo gesto d’amore divino è ci: eravamo nemici di Dio!
stato unico e senza pari nell’esperienza Dio, che non approvava il nostro
umana. L’individuo normale ritiene pre- atteggiamento, è intervenuto con una
ziosa la sua vita, e non gli verrebbe mai manifestazione di pura grazia. La mor-
in mente di buttarla via per una persona te di Cristo come nostro Sostituto ha
indegna. Per esempio, non morirebbe rimosso la causa della nostra ostilità
per un omicida, un adultero o un crimi- nei confronti di Dio, vale a dire i nostri
nale. In effetti, esiterebbe perfino a da- peccati. Mediante la fede in Cristo sia-
re la propria vita per un giusto, per un mo stati riconciliati con Dio.
uomo onesto e affidabile, ma non par- Se Dio ha pagato un prezzo così al-
ticolarmente simpatico. In casi estremi, to per la nostra riconciliazione, sareb-
è possibile che muoia per una persona be mai disposto a perderci? Se siamo
buona, vale a dire una persona gentile, stati riconciliati con Dio mediante la
cordiale, affettuosa e amabile. morte del Figlio suo, simbolo, questo,
5:8 L’amore di Dio è assolutamen- di totale debolezza, non saremo noi
te soprannaturale e ultraterreno. Dio preservati fino alla fine grazie alla
ha mostrato il proprio meraviglioso vita infinitamente potente di Cristo,
amore per noi mandando il suo diletto ora assiso alla destra di Dio? Se la sua
Figlio a morire per noi… mentre erava- morte ha avuto il potere di salvarci,

603
ROMANI 5:11

tanto più ora la sua vita ha il potere di trasgressioni al peccato insito nella
custodirci! natura umana.
5:11 Veniamo ora alla sesta benedi- In questi versetti Adamo è descritto
zione derivante dalla giustificazione: come il capo di un popolo o il rappre-
ci gloriamo anche in Dio per mezzo sentante di tutti coloro che apparten-
del nostro Signore Gesù Cristo. Non gono alla vecchia creazione. Cristo è
solo ci rallegriamo dei suoi doni, ma presentato come il capo del popolo che
anche del Donatore stesso. Prima che comprende tutti gli appartenenti alla
fossimo salvati, i motivi di gioia erano nuova creazione. Il capo di un popolo
riposti altrove. Ora, invece, esultiamo agisce in nome di tutti coloro che si
tutte le volte che pensiamo a lui, e sia- trovano sotto il suo governo. Per esem-
mo tristi solo quando ci dimentichiamo pio, quando il presidente di una nazio-
di lui. Cos’è che ha prodotto in noi que- ne firma una legge, si fa rappresentante
sto meraviglioso cambiamento, tale di tutti i cittadini di quel determinato
da farci sentire felici in Dio? È l’opera paese.
del Signore Gesù Cristo. Come tutte le Questo è quanto è successo nel caso
altre benedizioni, anche la gioia ci pro- di Adamo. Come conseguenza del suo
viene per mezzo di lui. peccato, la morte è entrata nel mondo.
Il settimo beneficio di cui godono La morte è diventata la sorte comune a
coloro che sono giustificati si trova tutti i discendenti di Adamo, perché tut-
nell’espressione abbiamo ora ottenuto ti hanno peccato in lui. È anche vero che
la riconciliazione. Il termine ricon- tutti hanno commesso individualmente
ciliazione designa il ristabilimento azioni peccaminose, ma non è questo il
dell’armonia tra Dio e l’uomo per concetto espresso qui. Qui Paolo allude
mezzo del sacrificio del Salvatore. L’in- al fatto che il peccato di Adamo è stato
gresso del peccato nel mondo aveva un atto rappresentativo, in conseguenza
prodotto l’allontanamento, l’alienazio- del quale tutta la sua posterità è accusa-
ne e l’inimicizia tra l’uomo e Dio. Con ta di aver peccato in lui.
la rimozione del peccato, causa dell’al- Qualcuno potrebbe obiettare che
lontanamento, il Signore Gesù ha rista- fu Eva, e non Adamo, a commettere il
bilito un rapporto armonioso tra coloro primo peccato sulla terra. Ciò è vero
che credono in lui e Dio. È bene notare, ma, poiché fu creato prima, Adamo è
tra l’altro, che non era Dio ad aver biso- considerato il capostipite, colui che ha
gno di essere riconciliato, bensì l’uomo, agito come rappresentante di tutti i
perché era in inimicizia con Dio. suoi discendenti.
L’apostolo Paolo scrive che la morte
G. Trionfo dell’opera di Cristo è passata su tutti gli uomini e con que-
sul peccato di Adamo (5:12-21) sta espressione fa riferimento alla mor-
5:12 La seconda parte del cap. 5 fun- te fisica (come si evince dai vv. 13- 14),
ge da collegamento tra la prima parte sebbene il peccato di Adamo abbia al-
della lettera e i successivi tre capito- tresì comportato la morte spirituale.
li. Riallacciandosi alla prima parte, Arrivati a questo passo della Scrittu-
essa riprende l’argomento della con- ra, ci poniamo inevitabilmente alcune
danna per mezzo di Adamo e della domande. È giusto che la discendenza
giustificazione per mezzo di Cristo, di Adamo sia considerata peccatrice
e dimostra che l’opera di Cristo rista- a causa del peccato del solo Adamo?
bilisce la benedizione là dove l’opera Dio condanna gli uomini perché so-
di Adamo aveva causato infelicità no nati peccatori oppure a causa dei
e rovina. Questa seconda parte del soli peccati che hanno effettivamente
cap. 6 si lega ai capp. 6–8, passando commesso? Se gli uomini nascono già
dall’argomento della giustificazione con una natura peccaminosa e se, per-
a quello della santificazione, e dalle tanto, peccano a causa della loro natu-

604
ROMANI 5:14

ra, com’è possibile che Dio li consideri bilità di inoltrare domanda di appello
responsabili di ciò che fanno? contro il verdetto.
Gli studiosi della Bibbia si sono lun- 5:13 Paolo vuole ora dimostrare che
gamente confrontati riguardo a questi il peccato di Adamo ha colpito l’inte-
e molti altri problemi simili, giungendo ra sua discendenza. In primo luogo,
a una sorprendente diversità di conclu- egli afferma che il peccato era già nel
sioni. Vi sono, in ogni caso, alcuni fatti mondo nel periodo da Adamo fino alla
dei quali possiamo essere certi. consegna della legge sul monte Sinai,
1. La Bibbia insegna che tutti gli uomini ossia l’epoca in cui non era stata chia-
sono peccatori, sia a livello innato sia ramente rivelata la legge di Dio. Adamo
a livello pratico. Ogni essere umano aveva ricevuto dal Signore un preciso
eredita il peccato di Adamo e pecca comandamento verbale; i dieci coman-
anche per propria deliberata scelta. damenti sarebbero stati rivelati, quale
2. Sappiamo che “il salario del pecca- legge divina definita e scritta, soltanto
to è la morte” (6:23; cfr. 1 Co 15:15), parecchi secoli dopo. In quell’interval-
intesa sia come morte fisica sia come lo, quindi, gli uomini non possedevano
eterna separazione da Dio. un codice legale proveniente da Dio.
3. Nessuno, però, è costretto a scontare Perciò, sebbene a quell’epoca esistesse
la pena causata dal peccato (sempre già il peccato, non vi era alcuna tra-
che non scelga di farlo deliberata- sgressione, giacché la trasgressione è
mente). Questo è un punto impor- la violazione di una legge conosciuta
tante, a un costo enorme, Dio ha (vd. approfondimento “Il peccato” nelle
mandato suo Figlio a morire come pagine precedenti). Ma il peccato non
Sostituto dei peccatori. La redenzio- è imputato come trasgressione quando
ne dal peccato e dal suo salario è of- non c’è una legge che lo proibisca.
ferta in dono a tutti, mediante la fede 5:14 All’epoca in cui non esisteva la
nel Signore Gesù Cristo. legge, la morte, comunque, non si era
4. L’uomo è condannato per tre motivi: presa un periodo di vacanza ma, con
1° possiede una natura peccaminosa; la sola eccezione di Enoc (vd. Ge 5:24;
2° gli è stato addebitato il peccato di Eb 11:5), ha dominato su tutta l’uma-
Adamo; 3° commette il peccato per nità. Non si può dire che tutti questi
abitudine. La sua colpa più grave, individui siano morti per aver trasgre-
però, consiste nel rifiuto del mezzo dito un chiaro comandamento di Dio,
di salvezza che Dio gli ha messo a di- come invece era accaduto nel caso di
sposizione (vd. Gv 3:18-19, 36). Adamo. Perché sono morti allora? La
A questo punto qualcuno potrebbe risposta è implicita: perché avevano
domandarsi: “Che cosa ne sarà, dun- peccato in Adamo. Se tutto questo può
que, di chi non ha mai udito il vange- sembrare ingiusto, occorre tuttavia
lo?” La risposta a questa domanda è tenere a mente che ciò non ha nulla a
già emersa, in parte, nel cap. 1. A tale che vedere con la salvezza. Tutti coloro
riguardo, possiamo aggiungere che che avevano riposto la propria fede nel
siamo assolutamente certi che il Giu- Signore sono stati salvati per l’eternità.
dice di tutta la terra agirà con giusti- La ragione della loro morte fisica è da
zia (vd. Ge 18:25). Egli non agirà mai ricercarsi nel peccato del loro proge-
in maniera iniqua o scorretta. Tutte le nitore, Adamo. In questo suo ruolo di
sue decisioni sono improntate a equità capostipite, Adamo è stato una figura
e giustizia. Seppure talune situazioni (simbolo) di colui che doveva venire,
creano problemi alla nostra scarsa ca- ossia del Signore Gesù Cristo. Nei ver-
pacità di giudizio, non li creano, però, setti che seguono Paolo svilupperà il
a Dio. Quando l’ultimo caso sarà stato tema dei capostipiti, con maggiore at-
giudicato e le porte del tribunale sa- tenzione ai contrasti rispetto alle ana-
ranno chiuse, nessuno avrà più possi- logie. Egli dimostrerà che:

605
ROMANI 5:15

In Cristo tutti i figli di Adamo infine, tra il verdetto di condanna e


si gloriano quello di giustificazione.
di benedizioni maggiori di quelle 5:17 ...per la trasgressione di uno
perdute dal padre loro. solo, la morte ha regnato come un cru-
– Wesley (inno “Jesus shall reign”) dele tiranno, mentre, per il dono mise-
ricordioso della giustizia, un dono di
5:15 Il primo contrasto è quello tra la grazia sovrabbondante, tutti i credenti
trasgressione di Adamo e il dono di Cri- regneranno nella vita per mezzo di
sto. A causa della trasgressione del primo quell’uno che è Gesù Cristo.
uomo molti sono morti. I molti sono, Quale grazia è questa! Non solo siamo
naturalmente, i discendenti di Adamo e liberati dal regno della morte, opprimen-
la morte, in questo caso, può essere sia te come un tiranno, ma regniamo come
quella fisica sia quella spirituale. sovrani ed esultiamo per il possesso di
A maggior ragione, il dono si riversa una nuova vita per il tempo presente e
abbondante su molti. Il dono è la me- per l’eternità. Comprendiamo veramen-
ravigliosa manifestazione della grazia te e apprezziamo tutto questo? La nostra
di Dio su una generazione di peccatori. vita rispecchia la dignità celeste, oppure
Ciò è stato reso possibile in virtù della ci limitiamo a strisciare tra la spazzatura
grazia proveniente da un solo uomo, di questo mondo?
Gesù Cristo. La sua fu davvero una gra- 5:18 La trasgressione di Adamo ha
zia sorprendente che lo spinse a morire provocato la condanna di tutti gli uo-
per delle creature ribelli. Mediante il mini, mentre l’atto di giustizia di Cri-
sacrificio della sua morte, il dono della sto ha prodotto la giustificazione che
vita eterna è offerto a molti. dà la vita a tutti. L’atto di giustizia non
I due pronomi indefiniti molti ricor- è la vita del Salvatore o il suo rispetto
renti in questo versetto non indicano della legge, bensì la sua morte vicaria
la medesima categoria di persone: sul Golgota. Fu quest’ultima a generare
il primo designa tutta l’umanità, di- la giustificazione che dà la vita a tutti
venuta mortale in seguito alla tra- gli uomini.
sgressione di Adamo; il secondo fa Analogamente al pronome indefi-
riferimento a tutti coloro che sono nito molti del v. 15, i due pronomi tutti
diventati membri della nuova genera- contenuti in questo versetto non desi-
zione di cui Cristo è il Capo e sui quali gnano la stessa categoria di persone: il
la grazia di Dio è abbondata, ossia sol- primo indica coloro che sono in Ada-
tanto i veri credenti. Laddove la mise- mo, il secondo indica coloro che sono
ricordia di Dio è rivolta a tutti, la sua in Cristo, i quali, come già affermato
grazia viene afferrata solo da coloro nel versetto precedente, sono “quelli
che credono nel Salvatore. che ricevono l’abbondanza della grazia
5:16 C’è un altro importante contra- e del dono della giustizia…”. Il dono
sto tra il peccato di Adamo e il dono di deve essere ricevuto per fede. Solo colo-
Cristo. La sola trasgressione di Adamo ro che credono nel Signore ricevono la
ha prodotto inevitabilmente il giudizio giustificazione che dà la vita.
cui è seguito un verdetto di “condan- 5:19 Come per la disubbidienza di
na”. Il dono di Cristo, al contrario, ha Adamo al comandamento di Dio mol-
trattato efficacemente molte trasgres- ti sono stati resi peccatori, così anche
sioni, non solo una, ottenendo un ver- per l’ubbidienza di Cristo al Padre
detto di “assoluzione”. Paolo mette in molti (quanti credono in lui) saranno
risalto le differenze tra il peccato di dichiarati giusti. La sua ubbidienza lo
Adamo e il dono di Cristo, tra la terri- ha condotto alla croce come colui che
bile rovina prodotta da un solo peccato portava su di sé i nostri peccati.
e la straordinaria liberazione da molti Invano gli universalisti si servono
peccati prodotta dal dono di Cristo e, di questi versetti per dimostrare la lo-

606
ROMANI 5:21

ro teoria della salvezza finale di tutti in una condizione migliore di quella


gli uomini. Dal passo, che si richiama in cui ci troveremmo se Adamo non
ai due capostipiti, appare chiaro che, avesse peccato. Se Adamo non avesse
come il peccato di Adamo ha colpi- peccato, sarebbe vissuto sulla terra
to tutti coloro che sono “in Adamo”, nel giardino in Eden, ma non avrebbe
l’atto di giustizia di Cristo è rivolto avuto la possibilità di diventare un
esclusivamente a coloro che sono “in figlio di Dio redento, erede di Dio e
Cristo”. coerede di Gesù Cristo. Non avrebbe
5:20 Il discorso di Paolo dovette cer- avuto la promessa di una casa in cielo,
tamente sconvolgere l’obiettore giudeo, di rimanere con Cristo e di essere reso
convinto che tutto ruotasse attorno simile a lui per sempre. Queste bene-
alla legge. Ora questo ipotetico obiet- dizioni ci sono elargite soltanto grazie
tore apprende, invece, che il peccato all’opera di redenzione compiuta da
e la salvezza non sono incentrati sulla Gesù Cristo nostro Signore.
legge, bensì su due capostipiti. Stando
così le cose, egli potrebbe domandare: H. La via del vangelo per una vita
“Perché, dunque, è stata data la leg- di santificazione (cap. 6)
ge?” L’apostolo replica: “La legge… è L’asserzione concernente la sovrabbon-
intervenuta a moltiplicare la trasgres- danza della grazia sul peccato dell’uomo
sione”. Essa non ha dato origine al (vd. la conclusione del cap. precedente)
peccato, ma ha rivelato che il peccato è fa sorgere un’altra domanda molto im-
una trasgressione contro Dio. La legge portante: “L’insegnamento del vangelo
non salva dal peccato, ma ne evidenzia (la salvezza per grazia mediante la fede)
tutto l’aspetto terrificante. permette o, addirittura, incoraggia una
La grazia di Dio, però, si dimostra vita di peccato?”
più grande del peccato dell’uomo: in- La risposta (“No di certo!”, 6:15) è
fatti, dove il peccato è abbondato, tan- diffusamente giustificata nei capp. 6–8.
to più (sott.) la grazia di Dio al Golgota Nel cap. 6, la risposta è incentrata su
è sovrabbondata ! tre parole chiave: sapere (vv. 6, 9), far
5:21 Ora quel regno del peccato, che conto (v. 11), presentare (v. 13).
provoca la morte di tutti gli uomini, è Per seguire il ragionamento di Paolo
stato distrutto e la grazia regna, me- contenuto in questo capitolo, ci sarà
diante la giustizia , offrendo la vita d’aiuto comprendere, per prima cosa,
eterna per mezzo di Gesù Cristo, no- la differenza tra la posizione del cre-
stro Signore. Notiamo che la grazia dente e la sua esperienza pratica. La
regna mediante la giustizia . Infatti, sua posizione lo qualifica in Cristo. La
poiché sono state soddisfatte tutte le sua esperienza pratica lo qualifica nel-
esigenze della santità di Dio e la pe- la vita quotidiana (con riferimento a
na prevista dalla legge è stata altresì ciò che egli è o dovrebbe essere).
scontata, ora Dio può concedere la vita La grazia ci pone nella nuova posizione
eterna a tutti coloro che si appellano ai e ci insegna a camminare in modo degno
meriti di Cristo, loro Sostituto. di essa. La nostra posizione è assoluta-
Probabilmente, in questi versetti si mente perfetta, giacché siamo in Cristo.
cela una parziale risposta a un quesito Quanto alla nostra esperienza pratica,
ricorrente: “Perché Dio ha permesso essa dovrebbe corrispondere sempre più
che il peccato entrasse nel mondo?” alla nostra posizione (non corrisponde-
A tale proposito constatiamo che, me- rà mai in modo perfetto, se non quando
diante il sacrificio di Cristo, Dio ha vedremo il Salvatore in cielo, tuttavia, nel
ricevuto più gloria e l’uomo più bene- frattempo, dovremmo conformarci sem-
dizioni di quante ne avrebbero ricevu- pre più alla sua immagine).
to se il peccato non fosse mai entrato In primo luogo, l’apostolo espone la
nel mondo. In Cristo noi ci troviamo verità riguardante la nostra identifi-

607
ROMANI 6:1

cazione con Cristo (sia nella morte sia Questo non significa che il credente
nella risurrezione) e, quindi, ci esorta a sia senza peccato, bensì che è identifi-
vivere alla luce di questa grande verità. cato con Cristo nella sua morte e in tut-
6:1 L’obiettore giudeo formula un to ciò che la sua morte esprime.
pensiero che ritiene inoppugnabile: 6:3 Paolo introduce l’argomento del
“Se il vangelo insegna che il peccato battesimo per dimostrare che, per il
dell’uomo suscita una manifestazione credente, è moralmente assurdo ri-
ancora più grande della grazia di Dio, manere nel peccato. Sorge, però, im-
ciò non significa forse che potremo ri- mediatamente la domanda: “Di quale
manere nel peccato affinché la grazia battesimo parla?” Occorre, quindi, un
sia più abbondante?” cenno introduttivo di spiegazione.
Oggi, probabilmente, l’interroga- Quando riceve la salvezza, l’indivi-
tivo sarebbe espresso più o meno in duo viene battezzato in Cristo Gesù,
questo modo: “Tu dici che gli uomini nel senso che si identifica con Cristo
sono salvati per grazia mediante la fe- nella sua morte e risurrezione. Non si
de e che la legge non c’entra; dunque, tratta del battesimo in (o di ) Spirito,
per essere salvati è sufficiente credere sebbene i due battesimi avvengano si-
e poi si può vivere nel peccato”. Stando multaneamente. Questo secondo bat-
a questo punto di vista, la grazia non tesimo introduce il credente nel Corpo
sarebbe una motivazione sufficiente di Cristo (vd. 1 Co 12:13); quindi non è
per condurre una vita santa e, quindi, un battesimo nella morte. Il battesimo
occorrerebbe sottoporre l’individuo al in Cristo annuncia che Dio considera
freno della legge. il credente come morto e risorto con
Si è osservato che questo capitolo Cristo.
contiene quattro risposte alla doman- Parlando del battesimo, Paolo ha
da iniziale: Rimarremo… nel peccato? in mente sia la nostra identificazione
1. Il ragionamento: Non puoi, perché spirituale con Cristo sia il segno cor-
sei unito a Cristo (vv. 1-11). rispondente del battesimo in acqua.
2. L’appello: Non sei costretto, perché il Procedendo, però, in questo argomento,
dominio del peccato è stato infranto egli sembra spostare l’attenzione so-
dalla grazia. (vv. 12-14). prattutto sull’acqua battesimale. Ai suoi
3. L’ordine: Non devi, altrimenti il lettori egli ricorda, infatti, che essi sono
peccato tornerebbe a dominarti. stati “sepolti” e “totalmente uniti” in
(vv. 15-19). una morte “simile” a quella di Cristo.
4. L’avvertimento È meglio di no, onde Il N.T. non prende neppure in consi-
evitare un disastro (vv. 20-23).(13) derazione la situazione anomala di un
6:2 Nella prima risposta Paolo af- credente non battezzato, poiché pre-
ferma che non possiamo rimanere nel suppone che coloro che si convertono
peccato perché siamo morti al pecca- si facciano immediatamente battezza-
to. Questa è una verità che si collega re. Il Signore Gesù, infatti, abbina fede
a quella che abbiamo chiamato posi- e battesimo in un’unica asserzione:
zione del credente. Gesù è morto non “Chi avrà creduto e sarà stato battezza-
soltanto come nostro Sostituto (ossia to sarà salvato” (Mr 16:16). Nonostante
per noi o al posto nostro), ma è altresì il battesimo non sia un requisito neces-
morto come nostro Rappresentante, o sario per la salvezza, tuttavia dovrebbe
in altre parole, come uno dei nostri. Di costituirne, invariabilmente, la testi-
conseguenza, quando egli è morto, sia- monianza pubblica.
mo morti anche noi. Egli è morto per 6:4 Il battesimo in acqua offre
affrontare l’intero problema del pecca- un’attestazione visiva del battesimo
to, risolvendolo una volta per sempre. in Cristo. Esso raffigura l’immersione
Tutti coloro che sono in Cristo sono vi- del credente nelle oscure acque della
sti da Dio come morti al peccato. morte (nella Persona del Signore Gesù)

608
ROMANI 6:7

e raffigura l’uomo nuovo che risorge (immersione nell’acqua), così siamo


con Cristo per camminare in novità di uniti a lui in una risurrezione simile
vita. In un certo senso, si può dire che, alla sua (emersione dall’acqua). L’uso
battezzandosi, il credente partecipa del futuro saremo non indica necessa-
al funerale del suo vecchio io. Mentre riamente un evento del futuro. Hodge
è immerso nell’acqua può affermare: afferma:
“Ciò che ero, in quanto figlio peccatore Non si riferisce a ciò che accadrà nel
di Adamo, è stato messo a morte sulla futuro, ma alla certezza di una se-
croce”. Quando emerge dall’acqua può quenza o di un rapporto di causa-ef-
esclamare: “Non sono più io che vivo, fetto. Se una delle due accade, inevi-
ma Cristo vive in me” (Ga 2:20). tabilmente accadrà anche l’altra.(14)
Conybeare e Howson affermano che
“questo brano può essere compreso so- 6:6 Compare ora il primo verbo
lo se teniamo presente che il battesimo chiave dell’esposizione di Paolo: SAPE-
praticato nella chiesa primitiva avveni- RE. Con il battesimo confessiamo che il
va mediante immersione”. nostro vecchio uomo è stato crocifisso
L’apostolo prosegue dichiarando che con Cristo. La locuzione il nostro vec-
la risurrezione di Cristo ci permette di chio uomo si riferisce a tutto ciò che
camminare in novità di vita e precisan- eravamo come figli di Adamo: il nostro
do, inoltre, che Cristo è stato risuscitato vecchio io malvagio, non rigenerato,
dai morti mediante la gloria del Padre. con tutte le sue vecchie abitudini e i
Ciò significa semplicemente che tutte suoi desideri cattivi. Alla conversione
le perfezioni di Dio, la sua giustizia, il ci siamo svestiti del vecchio uomo e
suo amore, la sua equità ecc. esigevano ci siamo rivestiti dell’uomo nuovo, co-
la sua risurrezione. In considerazione me se ci fossimo liberati di indumenti
dell’eccellenza della Persona del Salva- sudici per indossare vesti immacolate
tore, non sarebbe stato ammissibile che (vd. Cl 3:9-10).
Dio lo abbandonasse nella tomba. Dio La crocifissione del vecchio uo-
ha risuscitato Cristo: poiché siamo iden- mo sul Golgota significa che il corpo
tificati con Cristo nella sua risurrezione, del peccato è stato messo fuori uso.
noi possiamo e dobbiamo camminare L’espressione il corpo del peccato non
in novità di vita. allude al corpo fisico, bensì al peccato
6:5 Come siamo stati totalmente che dimora nell’essere umano e che
uniti a Cristo in una morte simile alla opera come un sovrano assoluto che
sua, certamente saremo anche uniti a governa l’individuo. Il corpo del pecca-
lui in una risurrezione simile alla sua. to è stato annullato o, in altre parole,
L’espressione una morte simile alla annientato o ridotto all’impotenza. Le
sua designa l’immersione del creden- ultime parole del versetto ci spiegano
te nell’acqua battesimale. L’effettiva per quale motivo è avvenuto tutto que-
unione con Cristo nella sua morte è sto: affinché noi non serviamo più al
avvenuta circa duemila anni fa, ma il peccato. La tirannia del peccato su di
battesimo è l’immagine di ciò che ac- noi è stata sconfitta.
cadde allora. 6:7 …infatti colui che è morto, è
Non soltanto siamo immersi nell’ac- libero dal peccato. Può servire come
qua, ma ne usciamo anche fuori, in esempio il caso di un uomo condan-
un modo simile alla sua risurrezione. nato alla pena capitale per omicidio.
L’espressione simile alla sua, che leg- Quando sopraggiunge la morte, costui
giamo nella seconda parte del versetto, è libero (lett. “giustificato”) da quel
non si trova nel testo originale, ma è sta- peccato. La condanna è stata eseguita
ta aggiunta per completarne il senso. e il caso è chiuso.
Come siamo stati totalmente uniti Ora noi siamo morti con Cristo sulla
a Cristo in una morte simile alla sua croce del Golgota. Non soltanto la no-

609
ROMANI 6:8

stra condanna è stata scontata, ma è stata distrutta, perché il peccato non ha


stata altresì stroncata l’oppressione del alcun potere su un morto. Ora siamo li-
peccato sulla nostra vita: non siamo beri di vivere per Dio.
più schiavi inermi del peccato. 6:11 Paolo ha descritto la nostra re-
6:8 La nostra morte con Cristo è altà per quel che riguarda la nostra po-
soltanto un aspetto della verità. L’altro sizione. Ora prende in considerazione
aspetto è che vivremo con lui. Siamo gli aspetti pratici di questa realtà nella
morti al peccato e viventi alla giusti- nostra vita. Compare qui il secondo
zia. Il dominio del peccato di su noi è verbo chiave dell’esposizione di Paolo:
stato annientato. Siamo partecipi del- FARE CONTO. Noi credenti dobbiamo
la vita del Cristo risorto, qui e ora, e lo far conto di essere morti al peccato, ma
saremo per tutta l’eternità. Benedetto viventi a Dio, in Cristo Gesù.
sia il suo nome! Fare conto significa accettare come
6:9 La nostra sicurezza si basa sul verità quello che Dio dice di noi e vive-
fatto che Cristo è risuscitato e non mo- re alla luce di ciò. Ruth Paxson scrive:
rirà mai più: la morte non ha più pote-
[Ciò significa] credere a ciò che Dio
re su di lui. La morte ha dominato su
afferma in Ro 6:6 ed essere convin-
lui solo per tre giorni e poi questo do- ti che questa è la realtà della nostra
minio è finito per sempre. Cristo non salvezza personale. Questo comporta
può più morire! un decisivo atto di fede sì da produrre
6:10 Quando il Signore Gesù morì, una ferma presa di posizione nei con-
il suo morire fu un morire a tutto ciò fronti del “vecchio uomo”. Noi dob-
che concerne il peccato, una volta per biamo vederlo dove lo vede Dio: sulla
sempre. Egli è morto alle rivendica- croce e messo a morte con Cristo. La
zioni, al salario, alle pretese, alla con- fede dovrà attivarsi continuamente
danna del peccato. Ha chiuso il conto per mantenerlo là dove la grazia l’ha
e compiuto l’opera in modo così per- posto. Questo ci impegna molto se-
fetto che non deve più ripeterla. Ora riamente, perché significa dare a Dio,
che vive, il suo vivere è un vivere a senza riserve, il nostro consenso alla
Dio. In un certo senso, naturalmente, condanna e al giudizio del nostro
egli è sempre vissuto a Dio. Ora, però, vecchio “io”, ritenendolo totalmente
egli vive a Dio con un nuovo rapporto, indegno di vivere e di vantare ancora
essendo colui che è risorto, e occupa pretese su di noi. Il primo passo in un
una nuova sfera in cui il peccato non cammino di santità pratica è questo
potrà mai penetrare. “fare conto” che “il vecchio uomo” sia
Prima di proseguire, ricapitoliamo stato crocifisso.(15)
questi primi dieci versetti riguardanti Noi facciamo conto di essere morti
la santificazione, ossia il metodo di Dio al peccato quando reagiamo alla tenta-
per una vita santa. Per quanto concerne zione come farebbe un morto. Un giorno
la nostra posizione davanti a Dio, siamo Agostino fu avvicinato da una donna che
visti come coloro che sono morti con era stata la sua amante prima della sua
Cristo e sono risuscitati con lui. Questo conversione. Egli fece subito dietrofront
è rappresentato dal battesimo. La no- e, mentre si allontanava rapidamente,
stra morte con Cristo pone fine alla no- udì che ella lo chiamava: “Agostino, so-
stra vita di uomini e donne in Adamo. no io! sono io!” Affrettando il passo egli
La sentenza di Dio sul nostro vecchio le rispose senza voltarsi: “Sì, lo so; ma io
uomo non prevedeva il nostro miglio- non sono più io!”(16) Con quella risposta
ramento, ma la nostra morte. Questa egli intendeva asserire di essere morto
sentenza è stata eseguita quando siamo al peccato, ma vivente a Dio. Un uomo
morti con Cristo. Ora siamo risuscitati morto non ha nulla a che fare con l’im-
con Cristo per camminare in novità di moralità, la menzogna, l’inganno, la
vita. La tirannia del peccato su di noi è maldicenza o qualunque altro peccato.

610
ROMANI 6:18

Ora noi siamo viventi a Dio, in Cristo Il peccato non ha più potere su colui
Gesù; ciò significa che siamo chiamati che è sotto la grazia. Il credente è mor-
alla santità, all’adorazione, alla pre- to al peccato e ha ricevuto lo Spirito
ghiera, al servizio e a portare frutto. Santo che, dimorando in lui, costitui-
6:12 Abbiamo visto al v. 6 che il no- sce la sua risorsa per una vita santifica-
stro vecchio uomo è stato crocifisso e ta. La motivazione del credente non è il
che, di conseguenza, il peccato, mes- timore di un castigo, bensì l’amore per
so fuori combattimento, non regna il Salvatore. La grazia è l’unico fattore
più su di noi come un tiranno e noi stimolante che produce veramente la
non siamo più i suoi schiavi indifesi. santità. Denney commenta: “Non è la
Segue, allora, l’esortazione pratica repressione, bensì l’ispirazione che ci
basata su quella che è la nostra vera libera dal peccato; non è il monte Sinai,
posizione davanti a Dio. Non dobbia- ma il Golgota a renderci santi”. (17)
mo permettere che regni… il peccato 6:15 Coloro che temono la grazia sono
nel nostro corpo mortale ubbidendo convinti che essa permetta il peccato.
ai suoi desideri malvagi. Al Golgota il Paolo affronta direttamente questo er-
regno del peccato ha avuto termine rore, formulando una domanda e dando
con la morte. Ora dobbiamo tradurre subito dopo una risposta negativa. Noi
in pratica questa verità: a tale scopo siamo liberi dalla legge, ma non senza
è necessaria la nostra collaborazione. legge. Grazia significa libertà di servire il
Soltanto Dio può renderci santi, ma Signore, non di peccare contro di lui.
egli ha bisogno del nostro volonteroso Nel v. 1 la domanda era: “Rimarremo
coinvolgimento. forse nel peccato?” Ora la domanda è:
6:13 Arriviamo così al terzo verbo “Peccheremo forse un po’?” In entram-
chiave di questo capitolo: PRESEN- bi i casi, la risposta è un risoluto “No di
TARE. Noi non dobbiamo prestare le certo!” Dio non può passare sopra al-
membra del nostro corpo al peccato, cun peccato.
perché siano impiegate come armi o 6:16 È cosa ben nota che, se ci sot-
strumenti per fare il male. È nostro tomettiamo a qualcuno come nostro
dovere presentare le nostre membra a padrone, diventiamo servi di quella
Dio affinché siano usate per la causa persona. Allo stesso modo, se ci vendia-
della giustizia. Dopo tutto, siamo stati mo al peccato, diventiamo schiavi del
risuscitati da morte a vita e, come ci ri- peccato, condizione che non ha altro
corda il v. 4, dobbiamo camminare “in sbocco che la morte eterna. Scegliendo
novità di vita”. invece di ubbidire a Dio, avremo una
6:14 Viene ora proposta un’altra ra- vita santa. Gli schiavi del peccato sono
gione per la quale il peccato non avrà destinati alla colpa, alla paura e all’in-
più potere su noi credenti. La prima ra- felicità, mentre i servitori di Dio sono
gione consisteva nel fatto che il nostro liberi di fare ciò che la nuova natura de-
vecchio uomo è stato crocifisso con sidera. Allora perché rimanere schiavi
Cristo (v. 6). Qui l’apostolo spiega che quando è possibile essere liberi?
ciò avviene perché non siamo più sotto 6:17 Ma sia ringraziato Dio, che
la legge ma sotto la grazia. eravate schiavi del peccato, ma avete
Il peccato ha il sopravvento sull’in- ubbidito di cuore a quella forma d’in-
dividuo che è sotto la legge. Perché? segnamento che vi è stata trasmessa.
Perché la legge gli dice ciò che deve I credenti di Roma avevano accettato
fare, ma non gli dà la capacità di farlo. con tutto il cuore di ubbidire al vangelo
Inoltre, la legge risveglia il desiderio so- della grazia al quale erano stati affida-
pito, che appartiene alla natura umana ti, nonché all’insegnamento che Paolo
decaduta, di fare ciò che è proibito. È espone in questa lettera.
sempre la vecchia storia: “Il frutto proi- 6:18 Una retta dottrina deve con-
bito è più dolce”. durre a un retta condotta. Dopo essere

611
ROMANI 6:19

stati liberati dal peccato che era il lo- 1. usare le proprie facoltà
ro padrone, essi erano diventati servi in modo illecito;
della giustizia . L’espressione liberati 2. umiliare gli affetti;
dal peccato non significa che i desti- 3. sperperare il tempo;
natari di questa lettera non avessero 4. fare cattivo uso
più una natura peccaminosa e che della propria autorità;
non commettessero più azioni pec- 5. offendere i migliori amici;
caminose. Dal contesto si capisce che 6. trascurare interessi elevati;
si tratta di liberazione dal peccato in- 7. oltraggiare l’amore,
teso come potenza dominatrice nella specialmente l’amore di Dio.
In breve:
loro vita.
tutto ciò che fa VERGOGNA”.(19)
6:19 Nel v. 18 l’apostolo ha parlato
di “servi della giustizia”, ma si rende La fine di queste cose è la morte.
conto che, in effetti, chi vive rettamen- “Ogni peccato”, scrive A.T. Pierson,
te non è in condizioni di schiavitù. “La “tende alla morte e, se persiste, fini-
giustizia pratica non è schiavitù, salvo sce nella morte come suo traguardo e
quando usiamo un parlare umano”. (18) frutto”. (20)
Coloro che praticano il peccato sono 6:22 La conversione cambia com-
schiavi del peccato, ma coloro che sono pletamente la posizione dell’uomo.
stati liberati dal Figlio sono veramente Ora egli è libero dal peccato, che era
liberi (vd. Gv 8:34, 36). suo padrone, ed è diventato spontane-
Paolo spiega che, usando termini amente servo di Dio. Alla luce di tutto
come “servi” o “padrone”, sta parlando ciò, egli può ora condurre una vita di
alla maniera degli uomini ; in altre pa- santificazione e avrà la vita eterna
role, sta usando il linguaggio familiare alla fine del viaggio. Naturalmente,
della vita di tutti i giorni. Egli agisce in il credente possiede la vita eterna già
questo modo a causa della debolezza ora; nel versetto si allude alla vita nel-
della loro carne, vale a dire della loro la sua pienezza in un corpo risorto e
difficoltà intellettuale e spirituale a glorificato.
comprendere la verità quando è espres- 6:23 L’apostolo riassume l’argomento
sa in termini generici. Per poter capire presentando questi evidenti contrasti:
la verità, spesso abbiamo bisogno di 1. due padroni: il peccato e Dio;
esempi. 2. due metodi: il salario e il dono;
Prima della conversione, i credenti 3. due conseguenze: la morte e la vita
avevano permesso che i loro corpi ri- eterna.
manessero a servizio di ogni specie di Dobbiamo ricordare che la vita eter-
impurità per commettere un’iniquità na è in una Persona e che quella Perso-
dopo l’altra. Ora essi dovevano mette- na è Cristo Gesù, nostro Signore. Tutti
re quegli stessi corpi al servizio della coloro che sono in Cristo hanno la vita
giustizia per condurre una vita di san- eterna. Più semplice di così!
tificazione.
6:20 Quando erano schiavi del pec- I. Ruolo della legge nella vita
cato, l’unica libertà che conoscevano del credente (cap. 7)
era la libertà dalla giustizia. Era una L’apostolo anticipa ora la prossima,
condizione disperata: schiavi di ogni inevitabile domanda: “Qual è il rap-
sorta di male e liberi dal bene! porto tra il credente e la legge?” Nel ri-
6:21 A quei credenti (e a noi), Paolo spondere a questa domanda è possibile
chiede di elencare i frutti che produce che Paolo avesse in mente soprattutto
una vita non rigenerata e dedita a cose i credenti giudei (giacché la legge era
di cui ora, come credenti, si vergogna- stata data a Israele); tuttavia, i principi
no (e ci vergogniamo). Marcus Rain- che espone si applicano anche a quei
sford ha proposto questo elenco: credenti stranieri che, stoltamente,

612
ROMANI 7:6

desiderano mettersi sotto la legge, fa- sacrificio sulla croce). Ora non siamo
cendone la propria regola di vita anche più uniti alla legge, bensì a Cristo ri-
dopo essere stati giustificati. sorto. Con la morte si è sciolto un ma-
Nel cap. 6 abbiamo visto che la mor- trimonio e se ne è creato uno nuovo. E
te mette fine alla tirannia della natura ora che siamo liberi dalla legge, possia-
peccaminosa della vita di un figlio di mo portare frutto a Dio.
Dio. Vedremo ora che la morte mette 7:5 La menzione del frutto richia-
altresì fine al dominio della legge su ma alla memoria il tipo di frutto che
coloro che le erano sottoposti. producevamo quando eravamo nella
7:1 Questo versetto si lega con 6:14: carne. L’espressione nella carne non
“(…) non siete sotto la legge ma sot- significa, ovviamente, “nel corpo”,
to la grazia”. Questo è il nesso: “Voi ma indica bensì la nostra condizione
dovreste sapere che non siete sotto la antecedente alla salvezza. La carne,
legge, o ignorate forse che la legge ha dunque, stava alla base della nostra
potere sull’uomo soltanto quando è in posizione davanti a Dio: noi dipende-
vita?” Paolo sta parlando a persone che vamo da ciò che eravamo o da ciò che
hanno familiarità con i principi fon- potevamo fare per essere accettati da
damentali della legge e che, pertanto, Dio. Nella carne è l’esatto opposto di
dovrebbero sapere che la legge non ha “in Cristo”.
niente a che vedere con coloro che so- Prima della nostra conversione era-
no morti. vamo governati dalle passioni pecca-
7:2 Per illustrare questo concetto, minose, risvegliate dalla legge. Non
Paolo ricorda come la morte rescinda che fosse la legge in sé a suscitare tali
il vincolo matrimoniale. Una donna è passioni, bensì il solo fatto di nominare
legata dalla legge matrimoniale al ma- e proibire tali passioni suscitava un for-
rito mentre egli vive, ma se egli muore, te desiderio di cedervi !
è sciolta dalla legge. Queste passioni peccaminose tro-
7:3 Se una donna diventa moglie di vavano il terreno adatto per manife-
un altro uomo mentre il marito vive, è starsi nelle nostre membra fisiche e,
colpevole di adulterio. Se, però, il ma- quando cedevamo alla tentazione,
rito muore, ella è libera di sposarsi di producevamo un frutto velenoso che
nuovo senza commettere alcuna colpa. provocava la morte. Altrove l’aposto-
7:4 Nell’applicazione pratica di tale lo definisce questo frutto “le opere
esempio, non bisogna interpretare alla della carne”, che elenca: “adulterio,
lettera ogni particolare. Per esempio, fornicazione, impurità, dissolutezza,
né il marito né la moglie rappresentano idolatria, stregoneria, inimicizie, di-
la legge. Lo scopo dell’esempio è mo- scordia, gelosia, ire, contese, divisio-
strare che come la morte interrompe il ni, sette, invidie, ubriachezze, orge”
rapporto matrimoniale, così la morte (Ga 5:19-21).
del credente con Cristo tronca la signo- 7:6 Tra le molte cose meravigliose
ria della legge su di lui. che accadono nel momento della con-
Notiamo che Paolo non scrive che la versione, vi è la liberazione dai legami
legge è morta; infatti essa svolge sem- della legge : questa è la conseguenza
pre un valido ministero nel convincere dell’essere morti con Cristo. Poiché egli
di peccato (vd. Gv 16:8). Teniamo an- è morto come nostro Rappresentante,
che presente che il pronome personale noi siamo morti con lui. Con la sua
noi, sottinteso, nell’ultima proposizio- morte egli ha soddisfatto le esigenze
ne, si riferisce a coloro che erano Giu- della legge, pagando il terribile prezzo.
dei prima di venire a Cristo. Ora siamo dunque liberi dalla legge e
Siamo stati messi a morte quanto dalla sua inevitabile maledizione. Non
alla legge mediante il corpo di Cristo vi è più alcuna azione giudiziaria in so-
(con il termine corpo si intende il suo speso contro di noi.

613
ROMANI 7:7

Dio non chiederà il pagamento se la sua condotta esteriore appariva


due volte: ineccepibile, la sua vita interiore era
[avendolo chiesto] la prima volta alle simile a una stanza degli orrori.
mani sanguinanti 7:8 ...il peccato, còlta l’occasione, per
del mio Garante, mezzo del comandamento, produsse
[non lo chiederà] di nuovo alle mie. in me ogni concupiscenza. Quando la
– Augustus M. Toplady legge proibisce ogni tipo di concupi-
scenza, la natura corrotta dell’uomo
Siamo ora liberi di servire nel nuo- brama ancora di più. Per esempio, la
vo regime dello Spirito e non in quello legge dice: “Non ti devi creare con la
vecchio della lettera. Il nostro servizio è fantasia alcun tipo di piacevoli incontri
motivato dall’amore, non dal timore; è sessuali. Non devi vivere in un mondo
un servizio di libertà, non di schiavitù. di fantasie lussuriose”. La legge vieta i
Non si tratta più di osservare servilmen- pensieri impuri, abietti e provocanti;
te ogni minimo particolare di forme purtroppo, però, non dà la forza per
esteriori o cerimonie, ma di offrire gio- vincerli. Ne consegue che coloro che
iosamente noi stessi per la gloria di Dio sono sotto la legge sprofondano più che
e la benedizione di altre anime. mai in un mondo di fantasie sessuali
7:7 Dopo queste argomentazioni, impure. Essi si accorgono che la loro
sembrerebbe che Paolo abbia un at- natura umana decaduta desidera mag-
teggiamento critico nei riguardi della giormente ciò che è proibito. “Le acque
legge. Avendo detto che i credenti sono rubate sono dolci, il pane mangiato di
morti al peccato e alla legge, si potreb- nascosto è delizioso” (Pr 9:17).
be pensare che la legge sia nociva. Ma …senza la legge, in un certo senso,
ciò non è vero. il peccato è morto. La natura pecca-
Nei vv. 7-13 Paolo continua il suo minosa è come un cane che dorme.
ragionamento definendo l’importante Quando la legge dice: “No!”, il cane si
ruolo svolto dalla legge nella sua vita sveglia, si scatena e commette tutto ciò
prima della conversione. L’apostolo ri- che è proibito.
leva che la legge, in sé, non è peccato, 7:9 Prima di essere convinto dalla
bensì rivela il peccato nell’uomo. Fu la legge, Paolo era vivo; ciò significa che
legge a convincerlo riguardo allo stato la sua natura peccaminosa era relati-
terribile di depravazione del suo cuore. vamente addormentata ed egli viveva
Finché si paragonava agli altri, si rite- nella beata ignoranza riguardo all’abis-
neva una persona, tutto sommato, “per so di iniquità esistente nel suo cuore.
bene”, ma, non appena si fu confron- Ma quando il comandamento gli
tato con le richieste della legge di Dio si manifestò con il suo incontestabile
e con il suo potere accusatorio, rimase potere di convinzione, la sua natura
senza parole e fu costretto a ricono- peccaminosa si risvegliò del tutto. Più
scersi colpevole. cercava di ubbidire e più falliva nell’in-
Il comandamento che più lo aveva tento. A questo punto, egli morì alla
convinto della sua condizione di pec- speranza di ottenere la salvezza col
cato era stato il decimo: Non concu- proprio comportamento e con i propri
pire. La concupiscenza si annida nella sforzi. Morì a ogni illusione di poter
mente. Sebbene non avesse, probabil- contare sulla propria virtù; morì al
mente, commesso peccati particolar- sogno di essere giustificato mediante
mente immorali e odiosi, Paolo ora l’osservanza della legge.
riconosceva che i suoi pensieri erano 7:10 Paolo aveva capito che il co-
corrotti. Egli aveva compreso che i mandamento che avrebbe dovuto
pensieri malvagi erano peccaminosi dargli vita, invece, lo condannava a
quanto le azioni malvagie e si era reso morte. Ma cosa significa ciò? Probabil-
conto di nutrire pensieri impuri. Anche mente Paolo si richiama a Le 18:5, dove

614
ROMANI 7:14

Dio ordina: “Osserverete le mie leggi “La legge dà soltanto la conoscenza


e le mie prescrizioni, per mezzo delle del peccato” (3:20b). Ma questo non
quali chiunque le metterà in pratica è tutto! Come reagisce la natura pec-
vivrà. Io sono il SIGNORE”. Da un punto caminosa dell’uomo, quando la santa
di vista ideale, la legge promette la vita legge di Dio proibisce qualcosa? Co-
a coloro che l’osservano. Su un cartello nosciamo bene la risposta. Ciò che era
appeso all’esterno della gabbia del leo- un desiderio latente, ora diventa una
ne è scritto: “Non avvicinarsi alle sbar- passione ardente. Così, per mezzo del
re”. Se osservato, l’ordine mantiene in comandamento, il peccato è diventato
vita. Ma per chi trasgredisce l’ordine e estremamente peccante.
si avvicina alla gabbia per accarezzare Pare esservi una contraddizione tra
il leone, la legge produce la morte. ciò che Paolo scrive qui e ciò che leg-
7:11 Paolo rileva nuovamente che giamo al v. 10. Là scriveva che la legge
di ciò non bisogna incolpare la legge. condanna a morte, mentre qui, invece,
Era il peccato dimorante in lui il pun- nega che la legge diventi morte per lui.
golo che lo incitava a fare ciò che la Ma l’arcano è tosto spiegato: la legge, di
legge proibiva. Il peccato lo ingannava, per sé, non può né migliorare la vecchia
facendogli ritenere che il frutto proi- natura né indurla a peccare. La legge
bito non fosse poi così cattivo, che lo è il “termometro” del peccato: essa si
avrebbe fatto felice e che, in definitiva, limita, in pratica, a rivelare il peccato,
mangiandolo, egli se la sarebbe cava- proprio come il termometro rivela la
ta. Il peccato gli sussurrava che Dio gli temperatura. Tuttavia, la legge non è
negava quei piaceri che erano per il suo il “termostato” del peccato, giacché, al
bene. Così il peccato lo aveva ucciso, contrario del termostato, che regola la
nel senso che gli aveva tolto ogni spe- temperatura, non è in grado di control-
ranza di meritare o di guadagnare la lare il peccato.
salvezza. Ecco ciò che succede. Istintivamente,
7:12 La legge, di per sé, è santa, e la natura decaduta dell’uomo vuole fare
ogni comandamento è santo, giusto ciò che è proibito e quindi si serve della
e buono. Dobbiamo sempre ricordar- legge per risvegliare nella vita del pecca-
ci che non c’è nulla di sbagliato nella tore desideri altrimenti sopiti. Cercando
legge. Essa proviene da Dio e perciò è di vincerli, l’uomo non fa che peggiorare
perfetta, essendo l’espressione della le cose finché, alla fine, perde ogni spe-
sua volontà per il suo popolo. La debo- ranza. In questo modo, il peccato si ser-
lezza della legge risiede nella “materia ve della legge per far svanire in lui ogni
prima” con la quale ha a che fare: essa speranza di miglioramento. A questo
è stata data a degli uomini che erano punto, egli vede l’estrema peccamino-
già peccatori. Costoro avevano biso- sità della propria vecchia natura come
gno della legge per avere “il senso del mai prima di allora.
peccato”, ma oltre a ciò avevano biso- 7:14 Fin qui l’apostolo ha descritto
gno di un Salvatore che li liberasse dal un’esperienza della sua vita passata,
castigo e dal potere del peccato. ossia la crisi spirituale dalla quale è
7:13 Ciò che è buono si riferisce alla uscito profondamente convinto di pec-
legge, come espresso chiaramente nel cato grazie al ministero della legge.
versetto precedente. Paolo domanda: Ora egli prende in considerazione la
“La legge è diventata dunque per me sua situazione presente per descrivere
morte? ” Ciò significa: “Forse la legge è l’esperienza successiva alla nuova na-
colpevole, giacché condanna a morte scita, vale a dire il conflitto tra le due
Paolo (e tutti noi)?” La risposta è natu- nature e l’impossibilità di liberarsi, con
ralmente: “No di certo!”. Il colpevole è le proprie forze, dal potere del peccato
il peccato. La legge non produce il pec- persistente in lui. Paolo riconosce che
cato, ma ne evidenzia tutta la gravità. la legge è spirituale, vale a dire intrin-

615
ROMANI 7:15

secamente santa e adatta al benessere dissociata (una specie di Dr Jekyll e


spirituale dell’uomo, ma riconosce Mr Hyde) si accorge di indulgere in atti
altresì la propria natura carnale, che che in realtà non vorrebbe compiere e
non riesce ad avere la meglio sul pec- che detesta.
cato che si annida in lui. Egli è vendu- 7:16 Nel commettere azioni che il suo
to schiavo al peccato. In altre parole, buonsenso condanna, Paolo si schiera
l’apostolo ha l’impressione di essere dalla parte della legge contro se stesso,
stato venduto come schiavo al peccato poiché anche la legge le condanna. Am-
che lo domina. mette così che la legge è buona.
7:15 Ora l’apostolo descrive la lotta 7:17 Questo ragionamento lo indu-
che si svolge in un credente che non co- ce a concludere che il colpevole non è
nosce la verità della sua identificazione l’uomo nuovo in Cristo, bensì la natura
con la morte e risurrezione di Cristo. corrotta e peccaminosa che abita in
Si tratta del conflitto tra le due nature lui. Stiamo però attenti a non scusare
presenti nell’individuo che sale al Sinai il nostro comportamento peccamino-
alla ricerca della santità. Ecco come so scaricando la colpa sul peccato che
Harry Foster spiega questo conflitto: abita in noi. Poiché siamo responsabi-
li di ciò che facciamo, non dobbiamo
Ecco un uomo che cercava di rag- trovare scuse. Qui Paolo sta ricercando
giungere la santità mediante i pro-
l’origine del comportamento peccami-
pri sforzi, combattendo con tutte le
noso, non una scusante.
proprie energie per ubbidire ai santi,
giusti e buoni comandamenti di Dio
7:18 Non vi può essere alcun pro-
(v. 12), ma scoprì che più lottava, più gresso nella santificazione, finché non
la sua condizione peggiorava. Era una si impara ciò che ha imparato Paolo:
battaglia persa, e non c’è da meravi- in me, cioè nella mia carne, non abita
gliarsi, perché non rientra nei poteri alcun bene. In questo contesto la car-
della natura umana decaduta vincere ne è la natura malvagia e corrotta ere-
il peccato e vivere in santità.(21) ditata da Adamo, ancora presente nel
credente. È la sorgente di ogni specie
Notiamo la frequenza dell’uso del di male che si commette. In essa non
pronome personale e dell’aggettivo/pro- abita alcun bene.
nome possessivo di prima persona (“io”, Una volta imparata questa lezione,
“me”, “mi”, “mio”): se ne contano circa non andiamo più a cercare se vi sia
una trentina nei soli vv. 9-25! Quanti qualcosa di buono nella vecchia na-
hanno vissuto l’esperienza del cap. 7 tura. Né siamo delusi, non trovandovi
hanno ricevuto una overdose di “vita- alcunché di buono. Non ci occupiamo
mina io”. Costoro sono inclini all’intro- più di noi stessi. In tal senso, non si ot-
spezione e cercano la vittoria in se stessi, tiene alcuna vittoria con l’introspezio-
proprio laddove non si può trovare. ne. Robert Murray McCheyne, stimato
Purtroppo, notiamo che gran parte credente scozzese, ha osservato a tale
della moderna cura pastorale dirige proposito che, per ogni sguardo che ri-
l’attenzione dell’interessato su se stes- volgiamo a noi stessi, dovremmo rivol-
so, aggravando, così, il problema, an- gerne dieci a Cristo.
ziché ridurlo. Per camminare in novità A conferma dell’inaffidabilità della
di vita, il credente deve sapere che è carne, l’apostolo lamenta che, nono-
morto con Cristo e risorto con lui. Deve stante abbia il desiderio di fare ciò che
altresì sapere che, invece di cercare di è giusto, non ha però in sé le risorse
migliorare la natura carnale, deve rin- per soddisfare tale aspirazione. Il gua-
chiuderla nella tomba di Gesù. io, naturalmente, è che si dà la zappa
Paolo descrive la lotta tra le due sui piedi.
nature ammettendo: Ciò che faccio, 7:19 Così il conflitto tra le due nature
io non lo capisco. Questa personalità continua imperterrito: il bene che vor-

616
ROMANI 7:25

rebbe fare, non lo fa, mentre fa il male sta schiavitù terribile e ripugnante.
che odia. Si è arenato in una confusio- Il soccorso non può che giungergli
ne di contraddizioni e paradossi. dall’esterno.
7:20 Potremmo parafrasare questo 7:25 L’incontenibile espressione di
versetto nel modo seguente: Ora, se ringraziamento con cui si apre questo
io (la vecchia natura) faccio ciò che versetto può essere compresa almeno
io (la nuova natura) non voglio fare, in due modi. Può significare: Grazie
non sono più io (la persona) che lo siano rese a Dio perché la liberazione
compio, ma il peccato che è in me. viene per mezzo di Gesù Cristo, nostro
Anche in questo caso sia ben chiaro Signore. Oppure può essere un inciso,
che Paolo non cerca scusanti né di in cui Paolo ringrazia Dio per mezzo
scaricare le proprie responsabilità; del Signore Gesù, perché non si ricono-
egli si limita ad ammettere di non sce più nell’uomo miserabile descritto
aver trovato il modo di liberarsi dal nel versetto precedente.
potere del peccato che è dentro di lui La parte rimanente del versetto riassu-
e di peccare contro la volontà dell’uo- me il conflitto tra le due nature prima
mo nuovo. della liberazione. Con la mente rinno-
7:21 Paolo ha scoperto che nella sua vata (o nuova natura) il credente serve
vita esiste un principio, o una legge, la legge di Dio, ma con la carne (o vec-
che fa fallire tutte le buone intenzioni. chia natura) serve la legge del peccato.
Quando vuole fare qualcosa di buono, È solo nel prossimo capitolo che ci viene
finisce per commettere un peccato. spiegata la via della liberazione.
7:22 Per effetto della sua nuova na-
tura, egli si diletta nella legge di Dio, J. Lo Spirito Santo: potenza per
ben sapendo che la legge è santa e che una vita di santificazione (cap. 8)
è un’espressione della volontà di Dio. Paolo continua a sviluppare il tema di
Paolo, dunque, desidera fare la volontà una vita di santificazione. Nel cap. 6
di Dio. Paolo ha risposto alla domanda: “L’in-
7:23 Paolo si accorge, però, che nella segnamento del vangelo (la salvezza
sua vita agisce un principio contrario, per sola fede) permette o, addirittura,
che contrasta la sua nuova natura e lo incoraggia una vita di peccato?” Nel
rende schiavo del peccato presente in cap. 7 ha risposto alla domanda: “Il
lui. George Cutting scrive: vangelo insegna ai credenti che biso-
gna osservare la legge per condurre
Nonostante l’uomo interiore vi ac- una vita santa?” Ora la domanda da
consenta, la legge non gli dà alcuna
affrontare è questa: “In che modo il
forza. In altre parole, egli cerca di
credente è in grado di vivere una vita
compiere ciò che Dio ha già dichia-
rato essere assolutamente impossi-
santa?”
bile, ossia sottomettere la carne alla Notiamo subito che i pronomi perso-
santa legge di Dio. La carne, infatti, nali (vd. commento a 7:15), così diffusi
si occupa delle cose carnali, terrene, nel cap. 7, sono in gran parte spariti
ed è un’acerrima nemica della legge per lasciare il posto allo Spirito Santo
di Dio e perfino di Dio stesso.(22) come personaggio principale. Questo
elemento è importante per la com-
7:24 Ora Paolo pronuncia il suo ben prensione dell’argomento. La vittoria
noto ed eloquente rammarico. Egli ha non è in noi, bensì nello Spirito Santo
quasi la sensazione di avere un cada- che abita in noi. A.J. Gordon elenca set-
vere in decomposizione legato sulla te tipi di intervento dello Spirito:
schiena. Il corpo è, naturalmente, la 1. libertà nel servizio (v. 2);
vecchia natura completamente corrot- 2. forza per il servizio (v. 11);
ta. Nella sua sventura, Paolo ammette 3. vittoria sul peccato (v. 13);
di essere incapace di liberarsi di que- 4. guida nel servizio (v. 14);

617
ROMANI 8:1

5. attestazione di figliolanza (v. 16); vince la legge di gravità. Nello stesso


6. assistenza nel servizio (v. 26); modo, lo Spirito Santo ci comunica la
7. assistenza nella preghiera (v. 26). vita di risurrezione del Signore Gesù,
8:1 Dalla valle della disperazione e che libera il credente dalla legge del
della sconfitta, l’apostolo ora scala le vet- peccato e della morte.
te con un grido trionfante: Non c’è dun- 8:3 La legge non poteva mettere
que più nessuna condanna per quelli l’individuo in condizione di ubbidire
che sono in Cristo Gesù. Quest’espres- ai suoi sacri ordinamenti; la grazia, in-
sione può essere intesa in due modi: vece, ha avuto successo là dove la legge
1. non vi è nessuna condanna divina ha fallito. Vediamo come.
per quanto riguarda il nostro pecca- Era impossibile alla legge produr-
to, perché ora siamo in Cristo. Era- re una vita santa, perché la carne la
vamo sotto condanna fintanto che rendeva impotente. La colpa non era
Adamo era il nostro capo. Ora, però, dunque della legge bensì della natura
che siamo in Cristo, siamo liberi dal- umana decaduta. La legge si rivolge-
la condanna così come egli è libero, e va a uomini che erano già peccatori e
possiamo lanciare un grido di sfida: che non avevano la forza per ubbidire.
Dio, però, è intervenuto mandando il
Va’ prima dal mio Salvatore proprio Figlio in carne simile a carne
benedetto,
di peccato. Notiamo bene che il Si-
Privalo della stima di Dio;
gnore Gesù non è venuto “in carne di
Dimostrami che in Gesù vi è
un’ombra di peccato.
peccato”, ma in carne “simile a carne”
Poi vieni pure a dirmi che sono di peccato. Egli non commise pecca-
impuro. to (vd. 1 P 2:22), non ha conosciuto
peccato (vd. 2 Co 5:21) e in lui non vi
– W.N. Tomkins
è peccato (vd. 1 Gv 3:5). Dovendo, pe-
2. Non è necessaria l’autocondanna di rò, venire in questo mondo in forma
cui si parla al cap. 7. A causa dell’in- umana, egli venne in somiglianza
capacità di adempiere le prescrizio- all’uomo peccatore. Come sacrificio
ni della legge con i nostri sforzi, è per il peccato, Cristo ha condannato il
possibile che anche noi sperimen- peccato nella carne. Egli è morto non
tiamo ciò che Paolo ha descritto nel solo per i peccati da noi commessi
cap. 7. Nondimeno, non dobbiamo (vd. 1 P 3:18), ma anche per la nostra
fermarci a quello stadio. Il v. 2 spiega natura peccaminosa. In altre parole,
il motivo per cui non vi è più nessu- egli è morto per ciò che siamo come
na condanna.(23) pure per ciò che abbiamo fatto. Così
8:2 ...la legge dello Spirito della vi- facendo, egli ha condannato il pecca-
ta in Cristo Gesù mi ha liberato dal- to nella carne. Non troviamo scritto
la legge del peccato e della morte. Si che la nostra natura è stata perdona-
tratta di due leggi, o principi, opposti. ta (anzi, essa è stata condannata!); il
Il principio caratteristico dello Spirito perdono riguarda bensì i peccati che
Santo consiste nel fortificare il cre- abbiamo commesso.
dente per una vita santa. Il principio 8:4 Ora il comandamento della leg-
caratteristico del peccato, che abita in ge è adempiuto in noi, che camminia-
noi, consiste nel trascinare l’uomo alla mo non secondo la carne, ma secondo
morte. Quest’ultimo è simile alla legge lo Spirito. Quando sottomettiamo la
di gravità: una palla lanciata in aria ri- nostra vita al controllo dello Spirito
cade perché è più pesante dell’aria che Santo, egli ci rende capaci di amare Dio
sposta. Al contrario, se si lancia in aria e il nostro prossimo, e questo è proprio
un uccello vivo, esso, pur essendo più ciò che la legge richiede.
pesante dell’aria che sposta, vola via e In questi quattro versetti l’apostolo
non cade. La legge di vita dell’uccello ha portato a conclusione gli argomenti

618
ROMANI 8:10

trattati da 5:12 a 7:25. In 5:12-21 ha di- la forza per ubbidire. La carne è morta
scusso dei due “capi”, Adamo e Cristo. di fronte a Dio.
Ora, in 8:1, rivela che la condanna che 8:8 Non c’è dunque da stupirsi se
avevamo ereditato con la nostra iden- quelli che sono nella carne non posso-
tificazione in Adamo è stata rimossa in no piacere a Dio. Pensiamoci un atti-
virtù della nostra identificazione con mo: non c’è nulla che un non convertito
Cristo. Nei capp. 6–7 Paolo ha discusso il possa fare per essere gradito a Dio; nes-
tremendo problema del peccato esisten- suna opera buona, nessun rito religioso,
te nella nostra natura; ora egli annuncia nessun sacrificio espiatorio, assoluta-
trionfalmente che la legge dello Spirito mente nulla. L’unica cosa che deve fare
della vita in Cristo Gesù ci ha liberati è riconoscersi un peccatore colpevole
dalla legge del peccato e della morte. e ricevere Cristo con un decisivo atto
Nel cap. 7 è stato sviscerato l’argomento di fede. Soltanto allora potrà ricevere il
della legge. Ora impariamo che le esi- sorriso di approvazione di Dio.
genze della legge sono soddisfatte dalla 8:9 Quando un individuo è nato di
vita controllata dallo Spirito. nuovo non è più nella carne ma nello
8:5 ...quelli che sono secondo la car- Spirito. Egli vive in una dimensione
ne, i non convertiti, si interessano delle diversa. Come il pesce vive nell’acqua
cose della carne : ubbidiscono agli im- e l’uomo all’aria aperta, il credente
pulsi della carne, vivono per appagare i vive nello Spirito. Non solo egli vive
desideri della natura corrotta e provve- nello Spirito, ma altresì lo Spirito vive
dono ai bisogni del corpo che, nel giro in lui: se, infatti, lo Spirito di Cristo
di pochi anni, ritorna in polvere. non abita in lui, egli non appartiene
Ma quelli che sono secondo lo Spi- a Cristo. Sarebbe legittimo doman-
rito, i veri credenti, si levano sopra la darsi se lo Spirito di Cristo, di cui si
carne e il sangue e vivono per le cose parla in questo versetto, sia lo Spirito
eterne. Si occupano della Parola di Dio, Santo. Si presuppone che si tratti del
della preghiera, dell’adorazione e del medesimo Spirito, giacché tale con-
servizio cristiano. cetto è quello che meglio si adatta al
8:6 ...ciò che brama la carne (l’atteg- contesto.
giamento mentale della natura deca- 8:10 Grazie al ministero dello Spi-
duta) è morte, sia per quanto riguarda i rito, Cristo è veramente nel credente.
piaceri del tempo presente sia il destino È sorprendente pensare che il Signore
eterno. Possiede in sé tutto il potenzia- della vita e della gloria abiti nel nostro
le di morte, proprio come un veleno. corpo, specialmente sapendo che il
Al contrario, ciò che brama lo Spi- nostro corpo è soggetto alla morte a
rito è vita e pace. Lo Spirito di Dio è il causa del peccato. Qualcuno potrebbe
garante della vera vita, della pace con obiettare che esso non è ancora mor-
Dio e di una vita di serenità. to, come, invece, sembra affermare il
8:7 La propensione della carne è versetto. Effettivamente non lo è, ma le
morte, perché è inimicizia contro forze della morte sono già all’opera nel
Dio. Il peccatore è un ribelle e acerri- nostro corpo ed esso inevitabilmente
mo nemico di Dio. Una prova più che morirà, se, nel frattempo, il Signore
eloquente di tale ostilità si trova nella non sarà tornato.
crocifissione del Signore Gesù Cristo. Cont ra r ia mente a l cor po, lo
Il temperamento della carne non è sot- Spirito (24) dà vita a causa della giu-
tomesso alla legge di Dio : esso vuole stificazione. Pur essendo, un tempo,
essere padrone di sé e non si inchina morti al cospetto di Dio, siamo stati
al volere di Dio. La sua natura è tale da giustificati e vivificati mediante l’ope-
non consentirgli di assoggettarsi alla ra giusta del Signore Gesù, morto e ri-
legge di Dio. Qui non manca solamente sorto per noi, e dell’azione vivificante
l’inclinazione all’ubbidienza, ma altresì dello Spirito Santo.

619
ROMANI 8:11

8:11 Non dobbiamo né allarmarci za di tutti i figli di Dio : vivere guidati


né disperarci al pensiero che il corpo dallo Spirito di Dio. Ciò non dipende
sia ancora soggetto alla morte. Il fatto dalla misura della loro arrendevolezza
che lo Spirito Santo abiti in noi è una all’azione dello Spirito Santo, quanto
garanzia che colui che ha risuscitato piuttosto dal rapporto instaurato al
Cristo Gesù dai morti darà vita anche momento della conversione.
ai nostri corpi mortali. Sarà questo l’at- Diventare figli significa essere am-
to finale della nostra redenzione, che messi nella famiglia di Dio, con tutti i
avverrà quando i nostri corpi saranno privilegi e le responsabilità di figli adul-
resi gloriosi come il glorioso corpo del ti. Il neoconvertito non deve aspettare
Salvatore. di entrare in possesso della propria
8:12 Ora, quando ci rendiamo con- eredità spirituale: essa gli appartiene
to dell’aspro contrasto esistente tra la fin dal momento in cui è salvato e que-
carne e lo Spirito, che cosa concludia- sto vale per tutti i credenti, siano uomi-
mo? Che non siamo debitori alla carne ni, donne, ragazzi o ragazze.
per vivere secondo le sue imposizioni. 8:15 Coloro che vivono sotto la legge
La vecchia, malvagia e corrotta natura sono come figli minorenni, comandati
non è stata altro che un pesante far- a bacchetta come dei servi e avviliti dal
dello che non ha mai prodotto nulla di timore del castigo. Ma quando un indi-
buono. Se Cristo non ci avesse salvati, viduo nasce di nuovo, non nasce in una
la carne ci avrebbe trascinato giù nel condizione di schiavitù e non entra nel-
luogo più profondo, più buio e più in- la famiglia di Dio in posizione di schia-
fuocato dell’inferno. Dovremmo forse vo. Al contrario, poiché riceve lo Spirito
sentirci obbligati verso un nemico del di adozione, è accolto nella famiglia di
genere? Dio come un figlio adulto. Un istintivo
8:13 Coloro che vivono secondo la moto spirituale lo esorta a rivolgersi a
carne devono morire, non solo fisica- Dio e a chiamarlo “Abbà! Padre! ”. Ab-
mente, ma eternamente. Vivere secon- bà è un appellativo aram. difficile da
do la carne significa non essere salvati, tradurre. Si tratta di una flessione del
come appare chiaro nei vv. 4-5. Ma per- sostantivo padre, un termine familia-
ché Paolo si rivolge in questi termini a re simile a “papà” o “babbo”. Anche se
coloro che sono già credenti? Significa esitiamo a usare termini così affettuosi
forse che qualcuno potrebbe perdersi? quando ci rivolgiamo a Dio, resta il fatto
Assolutamente no! Ma spesso, nelle che colui che è infinitamente alto è an-
sue lettere, l’apostolo pronuncia parole che infinitamente vicino.
di richiamo e di invito a esaminare se L’espressione lo Spirito (25) di adozio-
stessi, sapendo che in ogni assemblea ne potrebbe indicare lo Spirito Santo,
possono esservi persone che non sono colui che rende il credente consapevole
veramente nate di nuovo. della sua speciale dignità di figlio, op-
Il resto del versetto descrive le carat- pure potrebbe evidenziare la realizza-
teristiche dei veri credenti. Mediante il zione dell’adozione, in contrasto con lo
potere conferito dallo Spirito, essi fan- spirito di servitù.
no morire le opere del corpo e gustano Il termine adozione è usato nella
sin d’ora la vita eterna, per accedere Lettera ai Romani con tre significati
alla sua pienezza quando lasceranno diversi. Qui designa la consapevolezza
questa terra. di essere figli, prodotta dallo Spirito
8:14 Un’altra caratteristica dei veri Santo nella vita del credente. Al v. 23
credenti è essere guidati dallo Spirito esso riguarda il futuro, quando il corpo
di Dio. Qui Paolo non fa riferimento a del credente sarà redento e glorificato.
episodi spettacolari di guida divina In 9:4 riguarda il passato, vale a dire il
vissuti da grandi personalità, ma allu- tempo in cui Dio ha chiamato Israele
de a quella che deve essere l’esperien- suo figlio (vd. Es 4:22).

620
ROMANI 8:20

In Ga 4:5 e in Ef 1:5 il termine è usato mani sofferenze. Egli vede, piuttosto,


con l’accezione di “posizione di figlio”, tutti i credenti destinati a soffrire (la
designando l’atto grazie al quale tutti i congiunzione se sta per “poiché”) con
credenti assumono la posizione di figli Cristo e a essere glorificati con lui. Na-
adulti, maturi e aventi tutti i privilegi turalmente, alcuni soffrono più di altri
e le responsabilità propri di un figlio. per la causa di Cristo e ciò darà luogo
Ogni credente è figlio di Dio, essen- a diversi gradi di ricompense e di glo-
do nato in una famiglia di cui Dio è il ria. Tutti coloro che riconoscono Gesù
Padre. Ma ogni credente è anche un come Signore e Salvatore sono esposti
figlio, nel senso che si trova in una rela- all’ostilità, alla disapprovazione e al di-
zione speciale che comporta i privilegi sprezzo del mondo.
di un individuo che ha raggiunto l’età 8:18 La più grande vergogna che
adulta. possiamo sopportare per Cristo qui
Nel N.T. il termine adozione non ha sulla terra si rivelerà un’inezia, quando
mai il significato che ha nella nostra egli ci chiamerà e ci riconoscerà pub-
società (assumere un figlio altrui come blicamente davanti alle schiere cele-
proprio figlio legittimo). sti. Perfino le sofferenze più atroci dei
8:16 Il credente, nato di nuovo, martiri sembreranno solo la puntura
intuisce spiritualmente di essere un di un ago, quando il Salvatore adornerà
figlio di Dio. È lo Spirito Santo che il loro capo con la corona della vita. In
glielo dice. Lo Spirito stesso attesta un altro passo Paolo definisce le nostre
insieme con lo spirito del credente sofferenze presenti: “…momentanea,
che egli è un membro della famiglia leggera afflizione…” che “produce un
di Dio. Lo fa, anzitutto, mediante la sempre più grande, smisurato peso
Parola di Dio. Leggendo la Bibbia, il eterno di gloria” (2 Co 4:17). Ogni volta
credente riceve dallo Spirito la con- che parla della gloria futura, sembra
ferma della verità secondo la quale, piegarsi sotto il peso di questo concet-
avendo creduto nel Salvatore, egli è to. (26) Se potessimo misurare la gloria
ora un figlio di Dio. che ci attende, potremmo considerare
8:17 La condizione di membri della banali le sofferenze che incontriamo
famiglia di Dio accorda privilegi straor- sul nostro cammino!
dinari, come quello di essere eredi di 8:19 Ora, con un’ardita immagine,
Dio, per il fatto che siamo suoi figli. Paolo personifica la creazione, ritraen-
L’erede, naturalmente, finisce per ere- dola mentre aspetta con impazienza
ditare i beni paterni e questo è proprio il momento in cui saremo manifestati
ciò che è detto qui. Tutto ciò che pos- come figli di Dio a un mondo attonito.
siede il Padre è nostro. Noi non siamo Ciò avverrà quando il Signore Gesù ri-
ancora entrati in possesso e nel godi- tornerà per regnare e noi ritorneremo
mento dell’intero patrimonio, ma nulla con lui.
vieta che ciò accada in futuro. Inoltre, Noi siamo già figli di Dio, ma il mon-
noi siamo coeredi di Cristo. Quando do non ci riconosce né ci apprezza come
egli ritornerà per prendere lo scettro tali. Tuttavia, il mondo attende con ansia
del governo universale, noi condivi- l’arrivo di un tempo migliore e questo
deremo con lui il titolo di proprietà di tempo verrà soltanto quando il Re ritor-
tutte le sostanze del Padre. nerà a regnare con tutti i suoi santi.
L’apostolo aggiunge: se veramente 8:20 Con il suo peccato, Adamo ha
soffriamo con lui, per essere anche recato danno non soltanto all’umanità,
glorificati con lui. Così dicendo, Paolo ma anche alla creazione, sia animata
non intende fare delle eroiche soffe- sia inanimata. La terra è stata maledet-
renze una condizione per la salvezza, ta. Non solamente l’umanità, ma altre-
né designare una cerchia esclusiva di sì l’ambiente e la fauna sono soggetti
vincitori che vantano trascorsi di im- a morte violenta. Le conseguenze del

621
ROMANI 8:21

peccato dell’uomo si sono abbattute ricevuto tutti i benefici della salvezza


come onde d’urto su tutta la creazione. al momento della conversione. Fin da
Perciò, spiega Paolo, la creazione è allora siamo in viva attesa della piena
stata sottoposta alla vanità, alla fru- e finale liberazione dal peccato, dalle
strazione e al disordine, non per sua sofferenze, dalle malattie e dalla mor-
scelta, ma per decreto di Dio, a causa te. Se avessimo già ricevuto queste be-
della disubbidienza del primo capo di nedizioni, non spereremmo di averle;
tutta l’umanità. infatti, si spera solamente in ciò che si
8:21 La creazione guarda con rim- attende per il futuro!
pianto alle condizioni ideali che esiste- 8:25 La speranza di liberazione dal
vano nel giardino in Eden, deplorando peccato e dalle sue conseguenze di-
la catastrofe causata dall’ingresso del struttive è fondata sulle promesse di
peccato. Tuttavia essa ha sempre con- Dio ed è, perciò, certa come se l’avessi-
servato la speranza di tornare a uno mo già ricevuta; dunque noi l’aspettia-
stato idilliaco, quando anche la crea- mo con pazienza.
zione stessa sarà liberata dalla schia- 8:26 Proprio come siamo sorretti
vitù della corruzione per gustare la dalla gloriosa speranza, così lo Spiri-
libertà di quell’età dell’oro in cui noi, to ci sorregge nella nostra debolezza .
figli di Dio, saremo rivelati in gloria. La nostra vita di preghiera ci trova,
8:22 Viviamo in un mondo che so- spesso, confusi perché non sappiamo
spira, geme e soffre. Tutta la creazione pregare come dovremmo. Preghiamo
geme e soffre come in preda alle doglie in modo egoista, ignorante e meschi-
del parto. La musica della natura si no. Ma, ancora una volta, lo Spirito
esprime in tono minore. La terra è col- ci soccorre nella nostra debolezza,
pita da sconvolgimenti. L’ombra della intercedendo per noi con sospiri che
morte grava su ogni essere vivente. non si possono descrivere. In questo
8:23 I credenti non fanno eccezione. versetto si dà maggior rilevanza ai
Sebbene abbiano le primizie dello Spi- sospiri dello Spirito: sono suoi, non
rito a garanzia della loro liberazione nostri, i sospiri ineffabili che espri-
definitiva, anch’essi gemono nella spe- mono e ottengono ciò che noi, che
ranza di quel giorno di gloria. Lo Spirito pure sospiriamo, non sapremmo mai
stesso rappresenta le primizie. Come la esprimere, né ottenere.
prima manciata di grano maturo è un Qui siamo di fronte a un mistero. Noi
pegno dell’intero raccolto che seguirà, cerchiamo di penetrare con lo sguar-
così lo Spirito Santo è il pegno, o la ga- do in un regno invisibile e spirituale,
ranzia, che tutta l’eredità sarà nostra. dove il Signore e grandi potenze sono
In particolare, lo Spirito è la garan- all’opera per amor nostro. E anche se
zia dell’attesa adozione, la redenzione non riusciamo a capire tutto ciò, ci è di
del nostro corpo (vd. Ef 1:14). In un grande conforto sapere che, talvolta,
certo senso siamo già stati adottati, un sospiro può essere la più spirituale
giacché siamo stati accolti come figli delle preghiere.
nella famiglia di Dio. Ma, in un sen- 8:27 Dio, che esamina i cuori degli
so più ampio, la nostra adozione sarà uomini, è in grado di interpretare il
completa quando i nostri corpi saran- desiderio dello Spirito, anche se que-
no glorificati. Questo evento è chia- sto desiderio è espresso soltanto con
mato la redenzione del nostro corpo. sospiri. La cosa importante è che le
Il nostro spirito e la nostra anima sono preghiere che lo Spirito innalza per noi
già redenti, mentre il nostro corpo sa- sono secondo il volere di Dio. E poiché
rà redento al momento del rapimento si accordano sempre con il volere di
(vd. 1 Te 4:13-18). Dio, esse sono sempre per il nostro be-
8:24 ...siamo stati salvati in questa ne, come spiega, molto eloquentemen-
attitudine di speranza. Non abbiamo te, il versetto che segue.

622
ROMANI 8:32

8:28 Nel piano di Dio tutte le co- In quel giorno di gloria egli sarà il
se cooperano al bene di quelli che lo primogenito tra molti fratelli. Il termi-
amano, di coloro che sono chiamati ne primogenito qui significa “primo”
secondo il suo disegno. Non sembra, per posizione e onore. Egli non sarà
tuttavia, che le cose stiano sempre uno tra pari, ma colui che occuperà il
così! A volte, quando soffriamo a cau- posto d’onore, più in alto dei suoi fra-
sa di avversità, disgrazie, delusioni, telli e sorelle.
frustrazioni o lutti in famiglia, ci do- 8:30 Tutti coloro che sono stati pre-
mandiamo che cosa di buono potrà destinati fin dall’eternità sono stati
venirne fuori. Il versetto che segue pure chiamati, ciascuno a suo tempo.
ci dà la risposta: qualunque cosa Dio Ciò significa che essi non si sono li-
permetta che accada nella nostra vita mitati ad ascoltare il vangelo, ma che
serve a trasformarci nell’immagine l’hanno accolto. Si tratta, dunque, di
di suo Figlio. Se ne prendiamo atto, i una chiamata efficace. È vero che tut-
punti interrogativi spariscono dalle ti sono chiamati da Dio, ma soltanto
nostre preghiere. La nostra vita non è pochi rispondono. Per questi ultimi la
controllata da forze impersonali come chiamata è efficace perché produce la
il caso, la fortuna o il destino, bensì dal conversione.
nostro meraviglioso e personale Signo- Tutti coloro che rispondono sono
re, troppo amorevole per essere cattivo pure giustificati, ossia considerati giu-
e troppo saggio per sbagliarsi. sti davanti a Dio. In virtù dei meriti di
8:29 Ora Paolo traccia le linee ma- Cristo, essi sono rivestiti della giustizia
estose del piano divino progettato per di Dio e, perciò, ammessi alla presenza
condurre molti figli alla gloria. del Signore.
Anzitutto Dio ci ha preconosciuti da Infine, coloro che sono giustificati
ogni eternità. Non si è trattato di una co- sono pure glorificati. In realtà, noi non
noscenza puramente intellettuale, ma di siamo ancora glorificati, ma la cosa è
qualcosa di più. Sotto l’aspetto cognitivo, talmente certa che, nel comunicarla,
Dio ha conosciuto tutti coloro che sa- Dio coniuga il verbo al passato. Di tale
rebbero nati ma, in quanto alla precono- glorificazione noi siamo sicuri come se
scenza, questa include solamente coloro già fosse realtà.
che egli ha preordinati o predestinati a Questo è uno dei versetti più espres-
essere conformi all’immagine del Figlio sivi del N.T. riguardo alle certezze eter-
suo. Si trattò, pertanto, di una conoscen- ne del credente. Di tutti (cfr. Gv 6:37)
za che aveva uno scopo che non poteva i milioni di persone preconosciute e
essere vanificato. Non è sufficiente dire predestinate da Dio, ognuna di loro sa-
che Dio ha preconosciuto coloro di cui rà chiamata, giustificata e glorificata.
prevedeva il pentimento e la conversio- Neanche una andrà persa.
ne. In realtà, è proprio la sua precono- 8:31 Quando consideriamo questi
scenza che, alla fine, assicura l’eventuale anelli indistruttibili dell’aurea catena
ravvedimento e fede. della redenzione, non possiamo fare
Che degli empi peccatori siano, un altro che concludere: Se Dio è per noi
giorno, trasformati nell’immagine di (nel senso che ci ha scelti per sé), nes-
Cristo per un miracolo della grazia è suno potrà agire con successo contro
una delle più sorprendenti verità della di noi. (27) Se l’Onnipotente opera a no-
divina rivelazione. Ciò non significa, stro favore, nessuna potenza inferiore
naturalmente, che avremo gli attributi può distruggere i suoi piani.
di Dio o che saremo esteriormente simi- 8:32 Colui che non ha risparmiato
li a Cristo, ma che saremo come lui sotto il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi
il profilo morale, assolutamente privi di tutti... Che parole meravigliose! Non
peccato. Inoltre, avremo un corpo glori- dobbiamo permettere che il fatto di
ficato come quello di Cristo. conoscerle molto bene ne offuschi lo

623
ROMANI 8:33

splendore o ne diminuisca la potenza sa separare colui che è giustificato


ispiratrice nell’adorazione. Quando un dall’amore di Cristo ?” Subito viene
mondo di uomini perduti ha avuto bi- condotta una ricerca, passando in esa-
sogno di essere salvato da un Sostituto me le diverse circostanze che, in altri
senza peccato, il grande Dio dell’uni- àmbiti della vita umana, sono riuscite
verso non ha trattenuto il suo tesoro più a causare separazioni. Ma non se ne
caro, ma lo ha mandato a morire di una trovano. Non l’azione lacerante della
morte vergognosa per ognuno di noi. tribolazione, con il martellamento di
Il ragionamento che segue è inevi- angoscia e di afflizione, né l’orrore del
tabile. Se Dio ci ha già dato il dono più tormento, che causa atroci sofferenze
grande, ci può essere un dono più picco- alla mente e al corpo, non la brutalità
lo che egli non ci darà? Se ha già pagato della persecuzione, che infligge soffe-
il prezzo più alto, esiterà a pagare un renza e morte a chi osa avere opinioni
prezzo inferiore? Se si è prodigato a tal differenti. Neppure può separarci lo
punto da procurarci la nostra salvezza, spettro della fame, che rode, tortura,
potrà mai abbandonarci? Non ci donerà riduce a pelle e ossa. Nulla può fare la
forse anche tutte le cose con lui? nudità e tutto quanto essa comporta
“Il linguaggio dell’incredulo” ha det- in termini di privazione, abbandono e
to Mackintosh, “è: ‘Ci donerà forse?’ Il incapacità di difendersi. Nessun effetto
linguaggio della fede è: ‘Non ci donerà può sortire il pericolo, con la minaccia
forse?’”. (28) di un’imminente e spaventosa rovina e
8:33 Ci troviamo tuttora in un’aula neppure la spada, il duro acciaio fred-
di tribunale, ma qualcosa è cambiato. do e mortale.
Mentre il peccatore giustificato sta in 8:36 Se anche solo una di queste
piedi davanti al giudice, si invitano cose fosse in grado di separare il cre-
eventuali accusatori a farsi avanti. Ma dente dall’amore di Cristo, la fatale
nessuno si presenta! Come mai? Se scissione si sarebbe già verificata da
Dio ha già giustificato i suoi eletti, chi molto tempo, poiché la vita di un cre-
li accuserà ? dente è quella di un morto che vive.
Per chiarire il senso di questo ver- Questo è ciò che intende dire il salmi-
setto, alla risposta che segue l’interro- sta quando scrive che, a causa della
gativo occorre preporre la locuzione nostra identificazione con il Signore,
“Nessuno, perché…”: Chi accuserà gli siamo messi a morte tutto il giorno e
eletti di Dio? Nessuno, perché [sott.] siamo come pecore destinate al ma-
Dio è colui che li giustifica . In assen- cello (vd. Sl 44:22).
za di tale premessa si potrebbe avere 8:37 Anziché separarci dall’amore
l’impressione che Dio stia muovendo di Cristo, tutte queste cose ci avvicina-
delle accuse ai suoi eletti, laddove no sempre di più a lui. Noi non siamo
Paolo intende esprimere esattamente soltanto vincitori, bensì più che vin-
il concetto opposto! citori. (29) Non solo trionfiamo su que-
8:34 Ecco un’altra domanda insi- ste formidabili forze ma, facendo ciò,
diosa: “Non c’è nessuno che condanni portiamo gloria a Dio, benedizione ad
l’imputato?” “Nessuno, perché Cristo… altri e facciamo del bene a noi stessi.
è morto per lui, è risuscitato dai morti Tutto questo non è merito delle
e ora è alla destra di Dio che intercede nostre forze, ma soltanto di colui
per lui”. Se il Signore Gesù, cui è sta- che ci ha amati . Solo la potenza di
to affidato il giudizio, non condanna Cristo può trasformare l’amarezza
l’imputato ma, al contrario, prega per in dolcezza, la debolezza in forza, la
lui, nessun altro può avere una valida tragedia in trionfo e la sofferenza in
ragione per condannarlo. benedizione.
8:35 Ora la fede deve affrontare 8:38-39 L’apostolo non ha terminato
l’ultima sfida: “C’è qualcuno che pos- la sua ricerca. Egli fruga nell’universo

624
ROMANI 9

per scoprire tutto ciò che potrebbe, in SOVRANITÀ DIVINA E


qualche modo, separarci dall’amore di RESPONSABILITÀ UMANA
Dio, per poi escludere una possibilità
dopo l’altra: Quando diciamo che Dio è Sovrano,
- la morte, con tutti i suoi spaventi; intendiamo dire che egli ha il control-
- la vita, con tutte le sue lusinghe; lo dell’universo e che può fare ciò che
- gli angeli e i principati, che hanno vuole. Così dicendo, tuttavia, sappia-
forza e conoscenze soprannaturali; mo anche che, proprio perché egli è
- le cose presenti, che possono capi- Dio, non farà mai nulla di sbagliato,
tarci ora; iniquo o ingiusto. Affermare la sovra-
- le cose future, che suscitano appren- nità di Dio, perciò, significa ammettere
sione; che Dio è veramente Dio. Noi non do-
- le potenze, sia che si tratti di despoti vremmo temere questa verità, né scu-
umani sia di avversari angelici; sarcene. Si tratta di una verità gloriosa,
- l’altezza e la profondità, cose che ap- che dovrebbe spingerci all’adorazione.
partengono al tempo e allo spazio, Nella sua sovranità Dio ha eletto,
incluse le forze occulte.(30) o scelto, taluni individui affinché gli
Poi, per essere sicuro di non avere appartengano. Ma la Bibbia, oltre a in-
tralasciato nulla, Paolo aggiunge: segnarci l’elezione sovrana di Dio, ci
- né alcun’altra creatura. insegna altresì la responsabilità dell’uo-
A conclusione della sua ricerca, Pao- mo. Se è vero che Dio elegge alcuni indi-
lo dichiara di non aver trovato nulla vidui a salvezza, è altresì vero che questi
che possa separarci dall’amore di Dio ultimi devono scegliere di essere salvati
che è in Cristo Gesù, nostro Signore. mediante un preciso atto di volontà.
Non c’è da meravigliarsi che queste Troviamo l’aspetto divino della salvezza
parole di trionfo siano state l’inno di nelle parole: “Tutti quelli che il Padre mi
coloro che sono morti come martiri, dà verranno a me”. Troviamo l’aspetto
nonché la melodia di coloro che sono umano nelle parole: “...e colui che viene
vissuti come martiri! a me, non lo caccerò fuori” (Gv 6:37).
Noi, come credenti, ci rallegriamo per-
II. L’ASPETTO PROFETICO: ché Dio ci ha eletti in Cristo prima della
IL VANGELO E ISRAELE (capp. 9–11) fondazione del mondo (vd. Ef 1:4). Nello
stesso tempo, però, crediamo, con al-
A. Il passato d’Israele trettanta sicurezza, che chiunque vuole
(cap. 9) può prendere in dono dell’acqua della
Nei capp. 9–11 Paolo risponde alla do- vita (vd. Ap 22:17). D.L. Moody illustrava
manda di un ipotetico obiettore giu- questa doppia verità con queste parole:
deo: “Se il vangelo promette la salvezza “Quando arriviamo alla porta della sal-
sia agli stranieri sia ai Giudei, ciò signi- vezza, troviamo l’iscrizione ‘Chiunque
fica che Dio ha annullato le promesse vuole può entrare’. Quando entriamo e
fatte al suo popolo terreno, i Giudei?” ci guardiamo indietro, vediamo che su
(9:1–11:36). La risposta di Paolo abbrac- quella stessa porta compare ora l’iscri-
cia la storia passata (cap. 9), presente zione ‘Eletti secondo la prescienza di
(cap. 10) e futura (cap. 11) d’Israele. Dio’”. Pertanto, la responsabilità dell’uo-
Questa sezione mette in risalto mo entra in gioco quando ci accostiamo
l’importanza della sovranità divina e alla porta della salvezza, mentre l’ele-
della responsabilità umana. Riguardo zione sovrana è una verità ben nota a
all’elezione sovrana di Dio, il cap. 9 è tutti quelli che sono già entrati.
uno dei brani chiave della Bibbia. Il Come può Dio scegliere degli indi-
capitolo successivo evidenzia, con pari vidui perché gli appartengano e, allo
vigore, la verità corrispondente, ossia stesso tempo, promulgare un’auten-
la responsabilità dell’uomo. tica offerta di salvezza a chiunque e

625
ROMANI 9

ovunque? Come possiamo conciliare peccati e della sua ribellione; al contra-


queste due verità? Il fatto è che non rio, la sua salvezza è merito della sovra-
possiamo, giacché, per la mente uma- na grazia elettiva di Dio.
na, esse si contraddicono. Nondime- In chi è salvato il tema dell’elezione
no, poiché la Bibbia insegna ambedue sovrana di Dio dovrebbe suscitare una
le dottrine, dobbiamo accettarle en- continua meraviglia. Il credente si guar-
trambe, paghi di sapere che la diffi- da intorno e vede persone che hanno,
coltà risiede solo nella nostra mente al suo confronto, un carattere, una per-
e non in quella di Dio. Queste verità sonalità, un’indole migliore e si chiede:
gemelle sono come due linee parallele “Perché il Signore ha scelto me?”
che s’incontrano solo all’infinito.
Perché ho potuto ascoltare
Alcuni tentano di conciliare l’elezio-
la tua voce
ne sovrana di Dio e la responsabilità Ed entrare finché c’è ancora posto,
umana asserendo che Dio preconosce- Mentre migliaia fanno scelte
va coloro che avrebbero creduto nel meschine
Salvatore e che costoro sono proprio E preferiscono morire di fame
quelli che egli ha eletto a salvezza. Co- anziché venire?”
storo basano tale interpretazione su – Isaac Watts
quanto è scritto in 8:29 (“...quelli che ha
preconosciuti, li ha pure predestinati”) L’incredulo non può impugnare la
e in 1 P 1:2 (“...eletti secondo la pre- dottrina dell’elezione per giustificare la
scienza di Dio”). Questo ragionamento propria incredulità. Egli non può dire:
trascura che la preconoscenza di Dio è “Se non sono eletto, non è colpa mia,
determinativa ; in altre parole: egli non non ci posso fare nulla”. L’unica cosa
solo conosce in anticipo coloro che cre- che un individuo deve fare per sapere
deranno nel Salvatore, ma predetermi- se è eletto è pentirsi dei propri peccati
na anche questo risultato attirando a e ricevere il Signore Gesù Cristo come
sé certe persone. Salvatore (vd. 1 Te 1:4-7).
Se è vero che Dio sceglie alcune per- I credenti, dal canto loro, non devo-
sone per la salvezza, è però anche vero no usare la dottrina dell’elezione per
che non sceglie nessuno per la danna- giustificare la mancanza di zelo evan-
zione. In altre parole: sebbene la Bib- gelistico. Non dovremmo dire: “Se sono
bia insegni l’elezione, non insegna mai eletti, saranno comunque salvati”. Solo
il ripudio divino. Qualcuno potrebbe Dio sa chi sono gli eletti. È nostro dove-
obiettare: “Se Dio elegge qualcuno a re predicare il vangelo a tutto il mondo,
benedizione, necessariamente eleggerà perché l’offerta della salvezza di Dio è
altri a perdizione”. Questo non è vero! rivolta a tutti. Coloro che rigettano il
L’intera umanità era destinata alla per- vangelo lo fanno per la durezza del loro
dizione a causa del proprio peccato e cuore e non perché l’invito universale
non per qualche deliberato decreto di di Dio non sia valido e sincero.
Dio. Se Dio avesse destinato tutti all’in- A tale riguardo, due sono i pericoli
ferno (e questo sarebbe stato nel suo da evitare:
pieno diritto), gli uomini avrebbero rice- 1. considerare solo un aspetto del-
vuto solamente quello che meritavano. la dottrina: per esempio, credere
La domanda è questa: “Il Signore sovra- nell’elezione sovrana di Dio e nega-
no ha facoltà di abbassarsi e di scegliere re la responsabilità di scelta da par-
un certo numero di uomini, altrimenti te dell’uomo per quanto concerne la
destinati alla condanna, per farne la salvezza;
Sposa di suo Figlio?” La risposta, natu- 2. sopravvalutare una verità a scapito
ralmente, è: “Sì, certo!” Riassumendo, dell’altra. L’approccio scritturale con-
possiamo affermare che la perdizione siste nel credere sia nell’elezione so-
dell’individuo è la conseguenza dei suoi vrana di Dio sia nella responsabilità

626
ROMANI 9:5

umana. È questo il criterio da adotta- 14:1) ed Efraim era stato il suo primo-
re nel considerare questa dottrina alla genito (vd. Gr 31:9; Efraim è usato qui
luce dell’insegnamento biblico. per indicare il popolo d’Israele).
La nuvola della gloria era stata il
Riprendiamo ora il commentario simbolo della presenza di Dio in mezzo
del cap. 9 e seguiamo l’amato apostolo al popolo per guidarlo e proteggerlo.
mentre sviluppa questo argomento. È con Israele, non con gli stranieri,
9:1 Affermando insistentemente che Dio aveva stipulato i patti. È con
che la salvezza è offerta ugualmente ai Israele, per esempio, che egli aveva
Giudei e agli stranieri, Paolo poteva da- stabilito il patto di Canaan, promet-
re l’impressione di essere un traditore, tendogli la regione compresa tra il fiu-
uno spergiuro, un rinnegato nei riguar- me d’Egitto e il fiume Eufrate (vd. Ge
di d’Israele. Per fugare questo dubbio, 15:18). È ancora con Israele che egli
egli afferma la sua profonda devozione ratificherà il nuovo patto, prometten-
al popolo giudeo pronunciando solen- do l’eternità, la futura conversione e la
ni dichiarazioni: egli dice la verità... benedizione di un popolo ravveduto
non mente; in comunione con lo Spi- (v. Gr 31:31-40). (31)
rito Santo, la sua coscienza attesta la È al popolo d’Israele che era stata
verità di ciò che sta dicendo. data la legislazione. Solo i Giudei ne
9:2 Quando pensa alla gloriosa, an- erano stati i destinatari.
tica chiamata d’Israele e al recente ri- Le regole riguardanti gli elaborati
pudio da parte di Dio a causa del rifiuto rituali e il servizio sacro, previsti per
nei confronti del Messia, il suo cuore è il tabernacolo e il tempio, erano state
pieno di grande tristezza e di sofferen- date anch’esse a Israele.
za continua. Oltre ai patti menzionati poc’anzi,
9:3 Egli sarebbe disposto a essere Dio aveva fatto a Israele numerose pro-
considerato anatema, separato da Cri- messe di protezione, di pace e di pro-
sto, se la perdita della sua salvezza fosse sperità.
il mezzo per condurre alla salvezza i 9:5 I Giudei affermavano, giusta-
suoi fratelli giudei. In questa nobile di- mente, che i patriarchi appartenevano a
chiarazione di disponibilità al sacrificio loro: Abraamo, Isacco, Giacobbe e i do-
di sé abbiamo l’espressione più elevata dici figli di Giacobbe erano i padri della
dell’amore umano: quell’amore che nazione. Essi possedevano, nondimeno,
spinge un uomo a dare la propria vita il privilegio più importante: il Messia.
per i suoi amici (vd. Gv 15:13). Ci accor- Sotto l’aspetto umano, infatti, quest’ul-
giamo di quanto grande sia la preoccu- timo doveva essere un Israelita, benché
pazione di un Giudeo convertito per la egli fosse da sempre il Sovrano dell’uni-
conversione dei suoi parenti secondo la verso, il Dio benedetto in eterno. Ab-
carne. A tale proposito, ricordiamo an- biamo qui un’autentica dichiarazione
che la preghiera di Mosè per il suo po- della deità e dell’umanità del Salvatore.
polo: “Nondimeno, perdona ora il loro A tale proposito, rileviamo che alcu-
peccato! Se no, ti prego, cancellami dal ne versioni della Bibbia sminuiscono
tuo libro che hai scritto” (Es 32:32). la forza dell’attestazione contenuta in
9:4 Mentre piange per il suo popo- questo versetto, giacché l’espressione
lo, Paolo rievoca i gloriosi privilegi sopra tutte le cose Dio benedetto in
dei suoi connazionali: essi sono degli eterno non è ritenuta un riferimento a
Israeliti, membri dell’antico popolo Cristo, bensì un’espressione a sé stante
scelto da Dio. di lode a Dio. Sebbene, da un punto di
Dio aveva adottato quel popolo come vista strettamente grammaticale, il te-
figlio suo (vd. Es 4:22) e lo aveva chia- sto greco non escluda tali versioni ridut-
mato fuori d’Egitto (vd. Os 11:1). Dio tive, dal confronto con altri passi della
era stato un padre per Israele (vd. De Scrittura il discernimento spirituale

627
ROMANI 9:6

favorisce l’interpretazione di traduzioni 9:9 Dio era apparso ad Abraamo,


conservative, come quelle della NR (qui promettendogli che sarebbe ritornato
considerata) e della ND.(32) nel tempo stabilito e che Sara avrebbe
9:6 L’apostolo affronta ora un serio avuto un figlio. Il figlio, naturalmente,
dilemma teologico. Se Dio ha fatto le era Isacco, il vero figlio della promessa
promesse a Israele, suo popolo scelto e della nascita miracolosa.
in terra, come si spiega l’attuale ripudio 9:10 Un altro caso di elezione sovra-
dei Giudei e l’assunzione degli stranieri na riguarda Giacobbe, figlio di Isacco e
a una posizione di benedizione? Paolo Rebecca. Rebecca, però, non portava
insiste nell’affermare che questo non in grembo un figlio, bensì due.
significa che Dio sia venuto meno alle 9:11 Prima della nascita dei due ge-
proprie promesse, e prosegue dimo- melli, venne fatta una dichiarazione,
strando che Dio ha sempre seguito un il cui contenuto non poteva dipendere
processo di elezione sovrana basato dai meriti dell’uno o dell’altro dei due.
sulle promesse e non sulla discenden- Si trattava unicamente di una scelta
za diretta. Il fatto che un individuo di Dio, basata sulla propria volontà e
appartenga al popolo d’Israele per na- non sul carattere o sul buon compor-
scita non comporta automaticamente tamento di uno dei due fratelli. Il pro-
che egli sia erede delle promesse. Nella ponimento di Dio, secondo elezione,
nazione d’Israele, infatti, Dio ha un re- esprime la sua decisione di concedere
siduo di veri credenti. i suoi favori secondo la sua sovrana vo-
9:7 Non tutti i discendenti di Abraa- lontà e il suo piacimento.
mo si possono considerare suoi figli. 9:12 Il versetto smentisce che la scel-
Ismaele, per esempio, era della stirpe ta di Giacobbe fosse basata sulla pre-
d’Abraamo ; nondimeno, la linea della conoscenza divina di ciò che Giacobbe
promessa doveva passare attraverso avrebbe fatto. È scritto, infatti, che essa
Isacco, non attraverso Ismaele. Dio non avvenne in base a opere !
promise: È in Isacco che ti sarà rico- La decisione di Dio stabiliva che il
nosciuta una discendenza (Ge 21:12). maggiore avrebbe servito il minore
Come abbiamo notato nel commento a (cfr. Ge 25:23). Esaù avrebbe occupato
4:12, il Signore Gesù aveva fatto la stes- una posizione inferiore a quella di Gia-
sa distinzione quando, replicando agli cobbe, il quale era stato scelto a gloria e
increduli Giudei (vd. Gv 8:33-39) che a privilegi terreni. Dei due gemelli, Esaù
affermavano: “Noi siamo discendenti era nato prima e, quindi, aveva il dirit-
di Abraamo…” (v. 33), aveva risposto: to agli onori e ai privilegi della primo-
“So che siete discendenti d’Abraamo” genitura. Invece, Dio aveva dirottato la
(v. 37). Quando, però, essi avevano ri- propria scelta su Giacobbe.
badito: “Nostro padre è Abraamo”, Ge- 9:13 Per rafforzare il principio del-
sù aveva puntualizzato: “Se foste figli la sovranità di Dio nelle scelte, Paolo
di Abraamo, fareste le opere di Abraa- cita Ml 1:2-3: Ho amato Giacobbe e
mo” (v. 39). In altri termini, essi erano ho odiato Esaù. Qui Dio sta parlando
discendenti di Abraamo, ma non ave- di due nazioni, Israele ed Edom, delle
vano la fede di Abraamo e perciò non quali Giacobbe ed Esaù sono stati i
erano suoi figli spirituali. rispettivi capostipiti. Dio aveva scelto
9:8 Non è la discendenza naturale Israele come il popolo cui promettere
quella che conta: il vero Israele com- il Messia e il regno messianico. Edom
prende quei Giudei che sono stati scelti non aveva ricevuto una tale promes-
da Dio e ai quali egli ha fatto una speci- sa ma, al contrario, avrebbe “fatto
fica promessa, dichiarandoli suoi figli. dei suoi monti una desolazione e […]
Possiamo vedere realizzato il principio dato la sua eredità agli sciacalli del
dell’elezione sovrana nel caso di Isacco deserto” (Ml 1:3; inoltre vd. Gr 49:17;
e di Giacobbe. Ez 35:7-9).

628
ROMANI 9:16

La citazione di Ml 1:2-3 descrive il cieli e della terra, non ha il diritto di


comportamento di Dio nei riguardi avere misericordia e compassione ?
non di individui, bensì di popoli, ma Tutti gli uomini sono condannati a
viene usata per giustificare il diritto so- causa dei loro peccati e della loro infe-
vrano di Dio anche sugli individui. deltà. Abbandonati a se stessi, perireb-
Le parole “Ho amato Giacobbe e ho bero tutti. Ma Dio, oltre a estendere a
odiato Esaù” vanno intese alla luce del tutti un sincero invito al vangelo, sceglie
decreto sovrano di Dio che stabiliva una parte di queste persone condanna-
che il maggiore servirà il minore. La te come oggetti speciali della sua gra-
preferenza per Giacobbe è interpretata zia. Questo, però, non significa che egli
come un atto di amore, mentre l’esclu- stabilisca arbitrariamente la condanna
sione di Esaù è vista, per accostamento, degli altri. Questi ultimi sono già con-
come un’espressione di odio. Ciò non dannati, a causa della loro vita di pecca-
significa che Dio odiasse Esaù, ma si- to e del loro atteggiamento di rifiuto nei
gnifica piuttosto che non lo amava alla confronti del vangelo. Coloro che sono
stessa stregua di Giacobbe, come ap- scelti possono ringraziare Dio per la sua
pare evidente dalla sua sovrana scelta grazia; coloro che sono perduti non de-
a favore di quest’ultimo. vono biasimare che se stessi.
Il brano si riferisce alle benedizio- 9:16 In definitiva, il destino finale
ni terrene, non alla vita eterna. L’odio degli uomini o delle nazioni non di-
di Dio per Edom non significa che gli pende dalla forza della loro volontà o
Edomiti (Idumei) non possano essere dall’impiego della loro potenza, ma so-
salvati, come pure l’amore per Israele lamente dalla misericordia di Dio.
non significa che gli Israeliti non abbia- Paolo scrive che non dipende… da
no, comunque, bisogno di essere salvati chi vuole, ma ciò non significa che la
(notiamo che anche Esaù ha ricevuto volontà di una persona non abbia al-
delle benedizioni terrene, come egli cun ruolo nella sua salvezza. L’invito
stesso dichiara in Ge 33:9). del vangelo è chiaramente diretto alla
9:14 Giustamente l’apostolo preve- volontà individuale, come leggiamo in
de che il suo insegnamento riguardo Ap 22:17: “Chi vuole, prenda in dono
all’elezione sovrana di Dio susciterà dell’acqua della vita”. Gesù accusava i
ogni tipo di obiezione. Tuttora gli uo- Giudei increduli di non volere andare a
mini accusano Dio di essere ingiusto e lui (vd. Gv 5:40).
asseriscono che, scegliendo alcuni, egli Paolo aggiunge: …né da chi corre ;
ne scarta, necessariamente, degli altri. tuttavia, non nega che occorra sforzar-
Inoltre, essi osservano che, se Dio ha si per entrare per la porta stretta (vd. Lu
già stabilito ogni cosa in anticipo, noi 13:24). Una certa misura di impegno e
non possiamo più cambiare nulla; sa- di volontà spirituali sono necessari, ma
rebbe dunque ingiusto, da parte di Dio, né la volontà né lo sforzo dell’uomo so-
condannare le persone. no fattori primari e determinanti a tale
Paolo nega fermamente ogni possibi- scopo: la salvezza, infatti, è del Signore.
le ingiustizia da parte di Dio. Tuttavia, G.C. Morgan commenta:
anziché “ammorbidirlo” per renderlo Né la nostra volontà né l’inseguimen-
meglio accetto a questi obiettori, Paolo to spasmodico possono procurarci
riafferma il concetto della sovranità di la salvezza di cui abbiamo bisogno e
Dio con maggiore vigore. neppure ci permettono di appropriar-
9:15 Paolo cita, a questo proposito, ci delle benedizioni che essa procu-
le parole che Dio ha rivolto a Mosè: Io ra… Per quanto sta a noi, non entra
avrò misericordia di chi avrò miseri- in gioco alcuna volontà di salvezza né
cordia e avrò compassione di chi avrò alcun desiderio di sforzarci per otte-
compassione (vd. Es 33:19). Chi può nerla. Tutto ciò che riguarda la salvez-
sostenere che l’Altissimo, il Signore dei za dell’uomo si origina in Dio.(33)

629
ROMANI 9:17

9:17 La sovranità divina non si ma- 9:21 Per ribadire la sovranità di


nifesta solamente allorché Dio usa Dio, Paolo usa la metafora del vasaio
misericordia verso qualcuno, ma an- e dell’argilla. Un giorno il vasaio entra
che quando egli indurisce altri. A tale nella sua bottega e vede sul pavimento
proposito, viene citato, ad esempio, il un mucchio di argilla senza forma. Ne
faraone. prende una manciata, la mette sulla
Non vi è alcun indizio che lasci ruota e modella un bel vaso. Ha il dirit-
supporre che il re d’Egitto fosse pre- to di fare questo?
destinato fin dalla nascita. Ecco ciò Il vasaio, naturalmente, è Dio. L’ar-
che accadde. Diventato adulto, egli gilla rappresenta gli uomini peccatori
dimostrò di essere malvagio, crudele e perduti. Se il vasaio non si curasse di
ed enormemente testardo. Nonostante loro, essi andrebbero tutti all’inferno ed
i più solenni avvertimenti, continuò a egli sarebbe, in ogni caso, dalla parte
indurire il suo cuore. Dio avrebbe po- della ragione. Dio, invece, sceglie sovra-
tuto distruggerlo, ma non lo fece. Lo namente un certo numero di peccatori,
tenne, invece, in vita per poter mostra- li salva per grazia e li rende conformi
re la propria potenza contro di lui e per all’immagine di suo Figlio. Ha il diritto di
far conoscere, per mezzo suo il proprio fare questo? Ricordiamo che egli non de-
nome a tutto il mondo. stina arbitrariamente gli altri all’inferno,
9:18 Il faraone continuò a indurire giacché essi vi sono già destinati a causa
il proprio cuore e, dopo ogni azione della loro ostinazione e incredulità.
ostinata, Dio puniva il faraone in- Dio è padrone assoluto e ha facoltà
durendogli ulteriormente il cuore. Lo di modellare, con una parte dell’argil-
stesso sole che scioglie il ghiaccio la, un vaso per uso nobile e, con un’al-
indurisce l’argilla. Lo stesso sole che tra parte, un vaso per uso ignobile. In
imbianca i panni scurisce la pelle. Lo una situazione dove tutti sono indegni,
stesso Dio che mostra misericordia al egli può concedere le sue benedizioni a
cuore sofferente indurisce quello im- chi vuole e trattenerle ogni volta che lo
penitente. La grazia respinta è grazia desideri. “In un mondo dove tutti sono
negata. indegni”, scrive A. Barnes, “il massimo
Dio ha il diritto di mostrare mise- che gli si possa chiedere è di non trat-
ricordia a chi vuole e di indurire chi tare alcuno ingiustamente”. (34)
vuole. Ma poiché egli è Dio, non agisce 9:22 Paolo descrive Dio, il grande
mai ingiustamente. vasaio, alle prese con un apparente
9:19 L’insistenza di Paolo sul dirit- conflitto di interessi. Da un lato, egli
to di Dio di fare ciò che vuole suscita vorrebbe manifestare la sua ira ed esi-
un’obiezione: se le cose stanno così, bire la sua potenza punendo il peccato.
Dio non dovrebbe rimproverare nessu- Ma, dall’altro, desidera sopportare pa-
no, perché nessuno può, con successo, zientemente i vasi d’ira preparati per
resistere alla sua volontà. Secondo il la perdizione. Si tratta del contrasto tra
contestatore, l’uomo è una pedina in- la giusta severità di Dio e la sua gran-
difesa sulla scacchiera divina: non vi de pazienza. L’argomento si può così
è nulla che egli possa dire o fare per riassumere: “Chi può accusare Dio se
cambiare il proprio destino. egli, invece di punire immediatamente
9:20 L’apostolo, in primo luogo, non i peccatori, come sarebbe suo diritto, si
esita a rimproverare quelle creatu- dimostra paziente nei loro confronti?”
re insolenti che osano trovare errori Consideriamo attentamente l’espres-
nell’operato del Creatore. L’uomo, li- sione vasi d’ira preparati per la per-
mitato, carico di peccati, ignorante e dizione. I vasi d’ira sono coloro i cui
debole, non è in condizioni di replica- peccati li espongono all’ira di Dio. Essi
re a Dio o di mettere in discussione la sono preparati per la perdizione a cau-
saggezza e la correttezza delle sue vie. sa dei loro peccati, delle loro trasgres-

630
ROMANI 9:32

sioni e delle loro ribellioni, non a causa là saranno chiamati “figli del Dio vi-
di vaghi decreti arbitrari di Dio. vente”. Di nuovo, nel contesto vetero-
9:23 Chi può sollevare obiezioni, se testamentario, questo versetto non è
Dio vuole far conoscere le ricchezze rivolto agli stranieri, giacché descrive
della sua gloria a coloro ai quali desi- la futura reintegrazione d’Israele nel
dera manifestare la sua misericordia, favore di Dio. Abbiamo qui un altro
ossia a individui che aveva già scelto esempio in cui lo Spirito Santo esercita
prima per la gloria eterna? Particolar- il suo diritto di applicare come meglio
mente interessante, a questo proposito, crede i versetti dell’A.T. al N.T.
il commento di C.R. Erdman: 9:27 L’allontanamento di tutto
Israele, ad eccezione di un residuo,
Dio non esercita mai la sua sovranità
è descritto nei vv. 27-29. Isaia aveva
per condannare uomini che dovreb-
bero essere salvati, ma opera, invece,
predetto che soltanto un resto dei figli
per la salvezza di uomini che dovreb- d’Israele sarebbe stato salvato, anche
bero essere perduti.(35) se la nazione fosse cresciuta enorme-
mente di numero (vd. Is 10:22).
Dio non prepara “vasi d’ira” per la 9:28 Le parole di Isaia: il Signore
distruzione, ma prepara vasi di miseri- eseguirà la sua parola sulla terra in
cordia… per la gloria. modo rapido e definitivo (Is 10:23)
9:24 Paolo identifica i “vasi di mi- facevano riferimento all’invasione
sericordia” con i credenti, che Dio ha d’Israele da parte di Babilonia e al suc-
chiamato sia fra i Giudei sia fra gli stra- cessivo esilio. L’espressione “eseguirà
nieri. Questa verità sta alla base di ciò la sua parola” indica il giudizio di Dio.
che segue, ossia il ripudio di tutta la Citando queste parole, Paolo intende
nazione d’Israele (ad esclusione di un dire che quello che era capitato a Israe-
residuo) e l’invito degli stranieri a una le nel passato sarebbe potuto accadere
posizione di privilegio. di nuovo ai suoi giorni.
9:25 Per dimostrare che l’appello ri- 9:29 Come Isaia aveva detto prima
volto agli stranieri non deve essere una (all’inizio della sua profezia): Se il Si-
sorpresa per i Giudei, l’apostolo cita gnore degli eserciti celesti non ci aves-
due versetti dal libro del profeta Osea. se lasciato dei sopravvissuti, Israele
Il primo è: Io chiamerò “mio popolo” sarebbe stato spazzato via come Sodo-
quello che non era mio popolo e “ama- ma e Gomorra (vd. Is 1:9).
ta” quella che non era mia amata (Os 9:30 A conclusione di tale considera-
2:23). In realtà, con queste parole Osea zione, Paolo si chiede: “Che diremo ri-
alludeva a Israele, non agli stranieri. guardo all’attuale tempo della chiesa?”
Egli profetizzava a proposito di un’epo- La prima risposta è questa: che degli
ca in cui Israele sarebbe stato reinte- stranieri, i quali tendenzialmente non
grato come popolo di Dio e come “sua ricercavano la giustizia, ma piuttosto
amata”. Qui, nella Lettera ai Romani, la malvagità, hanno trovato la giusti-
Paolo applica queste parole all’appello zia mediante la fede nel Signore Gesù
rivolto agli stranieri. Con quale diritto Cristo. Naturalmente non tutti gli stra-
Paolo decide questo cambiamento co- nieri sono stati giustificati, ma soltanto
sì radicale? Possiamo rispondere che coloro che hanno creduto in Cristo.
lo Spirito Santo che ha ispirato quelle 9:31 Al contrario, Israele, che cer-
parole, nel primo caso e con quel signi- cava la giustificazione sulla base
ficato, ha il diritto di reinterpretarle e dell’osservanza della legge, non ha mai
di riapplicarle diversamente in questo trovato una legge mediante la quale ot-
secondo caso. tenere la giustizia.
9:26 Il secondo versetto è Os 1:10: 9:32 Il motivo è chiaro: gli Israeliti
...e avverrà che nel luogo dov’era stato hanno rifiutato di credere che la giusti-
detto loro: “Voi non siete mio popolo”, ficazione si ottiene per mezzo della fede

631
ROMANI 9:33

in Cristo, ma si sono ostinati a cercare zione. Lo scopo della legge è rivelare il


di guadagnare la giustizia con i meriti peccato, accusare e condannare i tra-
personali. Essi hanno urtato nella pie- sgressori; essa non è in grado di giusti-
tra d’inciampo, Cristo Gesù, il Signore. ficare. La punizione per chi infrange
9:33 Questo è esattamente ciò che il la legge è la morte. Con la sua morte
Signore aveva annunciato per bocca di Cristo ha scontato la pena richiesta
Isaia. L’avvento del Messia a Gerusalem- dalla legge che gli uomini avevano tra-
me avrebbe prodotto due effetti: laddove sgredito. Quando un peccatore riceve
alcuni lo avrebbero accolto come un sas- il Signore Gesù Cristo come proprio
so d’inciampo e una pietra di scandalo Salvatore, la legge non ha più alcun
(vd. Is 8:14), qualcun altro avrebbe cre- diritto su di lui. Mediante la morte del
duto in lui e non sarebbe rimasto deluso suo Sostituto, egli è morto alla legge e
né scandalizzato (vd. Is 28:16). non ha più nulla a che fare né con essa
né con il vano tentativo di ottenere la
B. Il presente d’Israele giustizia per suo tramite.
(cap. 10) 10:5 Già nelle dichiarazioni dell’A.T.
10:1 L’insegnamento di Paolo non era è possibile scoprire la differenza tra le
risultato affatto gradito ai Giudei incon- parole della legge e quelle della fede. In
vertiti, che lo consideravano un tradito- Le 18:5, per esempio, Mosè scrive che
re e un nemico d’Israele. Ai suoi fratelli l’uomo che ottiene la giustizia che la
credenti, ai quali è rivolta questa lettera, legge richiede vivrà mettendola in pra-
egli assicura, invece, che nulla rallegre- tica. L’enfasi è qui posta su “ottenere” e
rebbe quanto la speranza che, grazie “mettere in pratica”.
alla sua fervida preghiera a Dio, anche Naturalmente, questa dichiarazio-
gli Israeliti siano salvati. ne presenta una condizione ideale che
10:2 Invece di condannarli come nessun uomo peccatore è in grado di
empi e infedeli, l’apostolo rende loro soddisfare. Con ciò s’intende semplice-
testimonianza che hanno zelo per Dio. mente affermare che, se fosse in grado
Ciò appare evidente dall’osservanza di osservare la legge in modo perfetto
scrupolosa dei riti e delle cerimonie e duraturo, l’uomo non sarebbe con-
giudaiche e dall’intolleranza verso dannato a morte. La legge, nondime-
qualsiasi dottrina contraria. Ma lo zelo no, è stata data agli uomini quando
non è sufficiente, se non è accompa- essi erano già peccatori ed erano già
gnato dalla verità. In caso contrario, condannati a morte. Anche se avesse-
può causare più danno che beneficio. ro osservato perfettamente la legge da
10:3 Era proprio questo il loro errore: quel giorno in avanti, essi sarebbero
essi ignoravano la giustizia di Dio. In al- comunque stati perduti, giacché Dio
tre parole, essi ignoravano che Dio im- esige anche il pagamento dei peccati
puta la giustizia sul principio della fede passati. Ogni speranza di ottenere la
e non su quello delle opere. Pertanto, giustificazione per mezzo della legge è
continuando a perseguire una propria destinata al fallimento fin dall’inizio.
giustizia mediante l’osservanza della 10:6 Allo scopo di dimostrare che il
legge, costoro cercavano di guadagnarsi linguaggio della fede è completamente
il favore di Dio con i propri sforzi, con la diverso da quello della legge, Paolo cita
propria condotta, con le proprie buone De 30:12-13 dove è scritto:
opere. Essi rifiutavano fermamente di Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi
sottomettersi al piano di Dio, il quale salirà per noi nel cielo e ce lo porterà e
riconosce come “giusti” gli empi pecca- ce lo farà udire perché lo mettiamo in
tori che credono nel Figlio. pratica?” Non è di là dal mare, perché
10:4 Se soltanto avessero creduto in tu dica: “Chi passerà per noi di là dal
Cristo, essi avrebbero capito che egli è mare e ce lo porterà e ce lo farà udire
il termine della legge per la giustifica- perché lo mettiamo in pratica?”

632
ROMANI 10:9

È interessante notare che, nel con- è la buona notizia della salvezza per
testo in cui si trovano, questi versetti fede predicata da Paolo e dagli altri
non fanno riferimento alla fede e al apostoli.
vangelo. Essi riguardano la legge e, in 10:9 Ecco, in breve, in che cosa con-
particolare, il comandamento: “...ri- siste:
tornerai al Signore tuo Dio, con tutto il 1. devi accettare la verità dell’incarna-
tuo cuore e con tutta l’anima tua” (De zione di Cristo, ossia che il bambino
30:10b). Dio dichiara che la legge non della mangiatoia di Betlemme è il Si-
è nascosta, né distante o inaccessibile. gnore della vita e della gloria, e che
Per trovarla l’uomo non deve salire in il Gesù del N.T. è il Signore (Yahweh)
cielo, né attraversare il mare, poiché dell’A.T.;
essa è a portata di mano e aspetta di 2. devi accettare la verità della sua ri-
essere osservata. surrezione e tutto ciò che questa im-
Ma l’apostolo si serve di questi ver- plica. Dio lo ha risuscitato dai morti a
setti applicandoli al vangelo. Egli so- conferma e prova che Cristo ha com-
stiene che il linguaggio della fede non pletato l’opera necessaria per la no-
chiede all’uomo di salire al cielo per stra salvezza e che Dio è soddisfatto
farne scendere Cristo. In primo luogo, di quest’opera. Credere questo con il
perché ciò sarebbe del tutto impossi- cuore significa credere con tutte le fa-
bile; in secondo luogo, perché sarebbe coltà mentali, emotive e volitive.
assolutamente non necessario, dato che In questo modo, con la bocca avrai
Cristo è già venuto in terra, quando si è confessato Gesù come Signore e avrai
incarnato! creduto con il cuore che Dio lo ha ri-
10:7 L’apostolo cita De 30:13 sosti- suscitato dai morti. Si tratta di un’ap-
tuendo l’espressione “Chi passerà per propriazione personale della Persona
noi di là dal mare?” con: Chi scenderà e dell’opera del Signore Gesù Cristo.
nell’abisso? Egli intende dire che il van- Questa è la fede salvifica.
gelo non chiede agli uomini di scende- Talvolta questa domanda è formu-
re nella tomba per far risalire Cristo lata nei seguenti termini: “È possibile
dai morti. Ciò sarebbe non soltanto essere salvati accettando Gesù come
impossibile, ma neppure necessario, Salvatore, ma senza riconoscerlo come
perché Cristo è già risorto dai morti. Signore?” La Bibbia non garantisce per
Notiamo che nei vv. 6-7 sono esposte i credenti che nutrono riserve mentali
le due dottrine cristologiche più diffici- del tipo: “Io riconosco Gesù come mio
li da accettare da parte di un Giudeo: Salvatore, ma non intendo riconoscer-
l’incarnazione e la risurrezione. L’uo- lo come Signore assoluto”. Ad ogni
mo, tuttavia, non può fare a meno di modo, anche coloro che ritengono che
accettarle, se vuole essere salvato. Nei la sottomissione al Signore Gesù sia
vv. 9-10 si tornerà nuovamente su que- una condizione necessaria per la sal-
ste due dottrine. vezza devono affrontare questo pro-
10:8 Se il vangelo non ordina agli uo- blema: “Fino a che punto deve essere
mini di fare cose umanamente impos- riconosciuto come Signore?” Sono po-
sibili, o di fare cose che sono già state chi i credenti in grado di affermare di
fatte dal Signore, che cosa dice invece? essersi sottomessi e arresi completa-
Anche qui Paolo ricorre a un ver- mente a Gesù. Quando presentiamo
setto del Deuteronomio (De 30:14) il vangelo, dobbiamo affermare che
per affermare che il vangelo è vicino, l’unica condizione richiesta per essere
accessibile, intelligibile e facilmente giustificati è la fede. Nondimeno, non
reperibile; esso può essere espresso dobbiamo stancarci di rammentare ai
con un linguaggio familiare ( nella peccatori e ai credenti che Gesù Cristo
tua bocca ) e facilmente compreso a è il Signore (Yahweh-Dio) e che come
livello mentale (nel tuo cuore ). Esso tale deve essere riconosciuto.

633
ROMANI 10:10

10:10 Paolo fornisce una spiega- e poi rende una pubblica confessione
zione aggiuntiva, scrivendo che con il della sua salvezza.
cuore si crede per ottenere la giustizia. 10:11 L’apostolo ora cita Is 28:16 per
Non si tratta di una semplice adesione evidenziare il fatto che chiunque crede
mentale, bensì di una sincera accetta- in lui [Gesù Cristo], non sarà deluso. Il
zione da parte di tutto il nostro essere pensiero di confessare pubblicamente
interiore. Quando l’individuo crede in Gesù Cristo può suscitare un senso di
questo modo, è immediatamente giu- vergogna, ma lo stesso accadrà se non
stificato. lo confessiamo. Dalla nostra confessio-
Palo, quindi, aggiunge che con la ne in terra dipenderà la confessione di
bocca si fa confessione per essere sal- Gesù Cristo a nostro favore in cielo. La
vati ; in altre parole, il credente con- nostra è una speranza che non ci delu-
fessa pubblicamente di avere ricevuto derà mai.
la salvezza. La confessione non è una Il pronome chiunque indica che la
condizione richiesta per la salvezza, ma gloriosa salvezza offertaci da Dio è ri-
l’inevitabile manifestazione esterio- volta a tutti, sia stranieri sia Giudei.
re di ciò che è successo nel cuore. “Se 10:12 In Ro 3:23 abbiamo imparato
credi in Gesù Cristo, devi sicuramente che non esiste differenza tra Giudei e
parlare di lui”. Quando si crede vera- stranieri per quanto riguarda il biso-
mente in qualcosa, si sente il bisogno gno di essere salvati, giacché tutti sono
di condividerlo con altri. Così quando peccatori. Ora apprendiamo che non c’è
l’individuo è veramente nato di nuovo, distinzione per quanto riguarda l’acces-
non può mantenere il segreto: deve so alla salvezza. Il Signore non è un Dio
confessare Cristo. esclusivo, ma è il Signore di tutti gli uo-
La Scrittura dà per scontato che una mini. Egli è ricco in grazia e misericor-
persona salvata renda una confessione dia verso tutti quelli che lo invocano.
pubblica della sua salvezza. Le due co- 10:13 Paolo cita Gl 2:32 per dimostra-
se vanno di pari passo. William Kelly re l’universalità del vangelo. Non è pos-
afferma: “Se non confessiamo Cristo sibile immaginare una dichiarazione
come Signore con la nostra bocca, non più semplice riguardo al modo per esse-
possiamo parlare della salvezza; come re salvati di quella contenuta in queste
ha detto il Signore: ‘Chi avrà creduto parole: chiunque avrà invocato il nome
e sarà stato battezzato sarà salvato’” del Signore sarà salvato. Il nome del Si-
(Mr 16:16). (36) J. Denney commenta: gnore significa il Signore stesso.
Un cuore che crede nella giustizia e
10:14 Ma un tale vangelo deve es-
una bocca che confessa la salvezza sere proclamato universalmente: che
non sono due cose distinte, bensì le senso può avere, infatti, l’offerta della
due facce della stessa medaglia.(37) salvezza ai Giudei e agli stranieri se
essi non ne hanno mai sentito parla-
Come si spiega che nel v. 9 la confes- re? È questo il problema che assilla le
sione precede la fede, mentre nel v. 10 è missioni cristiane!
la fede che precede la confessione? La Con una serie di tre “come” (come
risposta non è difficile. Nel v. 9 l’enfasi invocheranno… crederanno… potran-
è posta sull’incarnazione e sulla risur- no sentirne parlare, se non c’è chi lo
rezione (le due dottrine sono menzio- annunzi?), l’apostolo riepiloga le tappe
nate in ordine cronologico). Dapprima che conducono alla salvezza dei Giudei
si contempla l’incarnazione: “Gesù è il e degli stranieri. Forse l’argomentazio-
Signore”. Quindi è il turno della risurre- ne sarà più chiara se invertiamo l’ordi-
zione: “Dio lo ha risuscitato dai morti”. ne come segue:
Qui, al v. 10, l’enfasi è posta sull’ordine a) Dio manda i suoi servitori;
degli eventi che concernono la salvez- b) essi predicano la buona notizia della
za del peccatore. Dapprima egli crede salvezza;

634
ROMANI 10:19

c) i peccatori ascoltano l’offerta divina che ascoltano la nostra predicazione


di una vita nuova in Cristo; riguardante il Signore Gesù Cristo, pre-
d) alcuni di quelli che ascoltano credo- dicazione basata naturalmente sulla
no nel messaggio; parola di Cristo.
e) coloro che credono invocano il Si- Ma non è sufficiente ascoltare con le
gnore; orecchie. Bisogna saper ascoltare con
f) coloro che invocano il Signore sono un cuore e una mente aperti e con la
salvati. volontà di conoscere la verità di Dio.
C. Hodge fa presente che questo è Ascoltando in questo modo, l’uomo
un argomento fondato sul principio scoprirà che la Parola ha l’intonazione
della provvidenza: se vuole raggiun- della verità e che la verità garantisce
gere uno scopo, Dio procura anche i per sé. A questo punto egli crederà. Do-
mezzi per farlo. (38) Questa, come ab- vrebbe essere chiaro che l’ascolto di cui
biamo detto, è la base su cui poggia si parla in questo versetto non riguarda
il movimento missionario cristiano. solamente l’udito. Il messaggio può,
Paolo riconferma qui il suo diritto di ad esempio, anche essere letto. Perciò
predicare il vangelo agli stranieri, una “ascoltare” significa ricevere la Parola
prassi che i Giudei increduli riteneva- con qualsiasi mezzo.
no sbagliata. 10:18 Qual è dunque il problema? I
10:15 Dio è colui che manda. Noi Giudei e gli stranieri forse non hanno
siamo coloro che sono mandati. Che udito la predicazione del vangelo? Cer-
cosa stiamo facendo in proposito? Ab- to, l’hanno udita. A dimostrazione di
biamo i piedi belli che Isaia attribuisce ciò, Paolo prende in prestito le parole
a colui che annunzia le buone notizie del Sl 19:4. Anzi, scrive, la loro voce è
(vd. Is 52:7), ossia al Messia? I piedi del andata per tutta la terra e le loro paro-
Messia hanno camminato su questa le fino agli estremi confini del mondo.
terra duemila anni fa. Ora tocca a noi Sorprende constatare che queste
il privilegio e la responsabilità di farci parole del Sl 19 non fanno riferimento
portare dai nostri piedi belli verso un al vangelo. Esse considerano la testi-
mondo perduto e morente. A tale pro- monianza universale resa alla gloria di
posito si noti, infatti, che, nel passo di Dio da sole, luna e stelle. Ma, come ab-
Isaia, la proposizione è declinata alla biamo già detto, Paolo le prende in pre-
terza persona singolare, mentre qui, al stito e sostiene che sono ugualmente
v. 15, la frase è declinata al plurale. vere in riferimento alla proclamazione
10:16 Ma il dolore incessante di Pao- mondiale del vangelo ai giorni suoi. Per
lo è dovuto al fatto che, in mezzo al ispirazione dello Spirito di Dio, l’apo-
popolo d’Israele, non tutti hanno ubbi- stolo spesso si serve di brani dell’A.T.
dito alla buona notizia. Il profeta Isaia per applicarli in un contesto del tutto
aveva fatto la stessa esperienza quando diverso. Lo stesso Spirito che in origine
si chiedeva: Signore, chi ha creduto ci ha rivelato la Parola di Dio, sicura-
alla nostra predicazione? (Is 53:1). La mente ha il diritto di riapplicarla più
risposta è: “Non molti”. Quando fu pro- tardi come vuole.
clamato l’annuncio della prima venuta 10:19 La chiamata degli stranieri e il
del Messia, non molti risposero. rifiuto del vangelo da parte della mag-
10:17 Nel citare Isaia Paolo fa no- gior parte dei Giudei non avrebbero
tare che la fede di cui parla il profeta dovuto sorprendere la nazione d’Israe-
nasce dal messaggio ascoltato e che il le. Proprio le loro Scritture avevano
messaggio proviene dalla parola an- annunciato esattamente quello che
nunciata dal Messia. Conclude quindi sarebbe successo. Per esempio, Dio li
che la fede viene da ciò che si ascolta, aveva avvertiti che li avrebbe resi gelo-
e ciò che si ascolta viene dalla parola si di un popolo che non era una nazio-
di Cristo. La fede viene agli uomini ne (gli stranieri) e avrebbe provocato il

635
ROMANI 10:20

loro sdegno verso una nazione senza gior parte della nazione aveva abban-
intelligenza e idolatra (vd. De 32:21). donato Dio per rivolgersi agli idoli. Le
10:20 Con un linguaggio ancora più condizioni erano talmente peggiorate
ardito, Isaia afferma che il Signore è che Elia pregava non a favore, ma con-
stato trovato dagli stranieri che non tro Israele !
lo cercavano e manifestato a quelli 11:3 Egli ricordava al Signore come
che non erano interessati a conoscer- il popolo avesse fatto tacere i profeti,
lo (vd. Is 65:1). In breve, agli stranieri mettendoli a morte, e avesse demolito
Dio non interessava. Essi erano piena- gli altari di Dio. Egli era convinto che
mente soddisfatti delle loro religioni la sua fosse l’unica voce rimasta fede-
pagane. Tuttavia, molti di loro, udito il le a Dio e che la sua vita fosse in serio
vangelo, avevano risposto. In generale, pericolo.
gli stranieri dimostravano più interes- 11:4 Ma il quadro non era così ne-
se dei Giudei. ro e disperato come temeva Elia. Dio
10:21 Isaia descrive gli stranieri che informò il profeta che si era riservato
si affollano intorno a Yahweh, mentre settemila uomini, i quali si erano riso-
il Signore continuamente tende le ma- lutamente rifiutati di seguire la nazio-
ni invitanti alla nazione d’Israele, che ne nell’adorazione di Baal.
rifiuta, disubbidiente e ostinata, di ac- 11:5 Ciò che era successo allora stava
costarsi a lui. succedendo di nuovo: Dio non rimane
mai senza testimoni. Egli ha sempre un
C. Il futuro d’Israele residuo fedele scelto da lui stesso come
(cap. 11) strumento speciale della sua grazia.
11:1 Quale sarà il futuro d’Israele? È 11:6 Dio non sceglie questo residuo
vero, come alcuni insegnano, che Dio di fedeli in base alle loro opere, ma per
ha rotto ogni rapporto con Israele, la sua sovrana grazia elettiva. I due
che l’Israele di Dio è ora rappresen- principi, quello della grazia e quello
tato dalla chiesa e che a quest’ultima delle opere, si escludono a vicenda. Un
si applicano tutte le promesse fatte a dono non si può guadagnare; ciò che è
Israele? (39) Ro 11 è uno dei brani della gratuito non si può comprare. Non si
Bibbia in cui più categoricamente si può essere degni di ciò che è immerita-
confuta tale opinione. to. Ci è di sollievo sapere che la scelta di
Paolo inizia la sua argomentazione Dio non si basa sulle opere, bensì sulla
ponendo queste domande: Dio ha forse grazia, altrimenti nessuno potrebbe
ripudiato completamente il suo popo- essere scelto.
lo? Ha rigettato ogni singolo Israelita? 11:7 In conclusione, Israele non è
No di certo! In realtà, sebbene Dio riuscito a ottenere la giustizia, perché
abbia ripudiato il suo popolo, come è l’ha perseguita con i propri mezzi anzi-
dichiarato apertamente al v. 15, questo ché mediante l’opera perfetta di Cristo.
non significa che li abbia rigettati tutti. Il residuo scelto da Dio, invece, l’ha ot-
Paolo stesso è una prova che il ripudio tenuta per mezzo della fede nel Signore
non è stato totale. In fin dei conti, egli Gesù. La nazione soffriva di ciò che si
era un Israelita, della discendenza può definire “cecità giudiziaria”. Il ri-
d’Abraamo e della tribù di Beniami- fiuto di ricevere il Messia comportava
no. Le sue credenziali di Giudeo erano una diminuita capacità o disposizione
ineccepibili. a riceverlo.
11:2 È in questo senso che dobbiamo 11:8 Questo è esattamente ciò che
comprendere la prima parte di questo l’A.T. aveva annunciato (vd. Is 29:10; De
versetto: Dio non ha ripudiato comple- 29:3). Dio aveva abbandonato gli Israeli-
tamente il suo popolo, che ha precono- ti a uno spirito di torpore che li rendeva
sciuto. La situazione era simile a quella insensibili alle realtà spirituali. Poiché si
dei tempi di Elia. A quell’epoca, la mag- erano rifiutati di vedere il Signore Gesù

636
ROMANI 11:15

come Messia e Salvatore, ora avevano per il mondo e la loro perdita è stata un
perso la capacità di vedere. Poiché non guadagno per gli stranieri.
avevano ascoltato la voce implorante Ora, se questo è vero, quanto più la
di Dio, ora erano stati colpiti da sordità riabilitazione d’Israele recherà abbon-
spirituale. Tale terribile giudizio perdu- danti benedizioni a tutto il mondo!
rava fino a questo giorno. Quando Israele, al termine della gran-
11:9 Anche Davide aveva annun- de tribolazione, ritornerà al Signore,
ciato il giudizio di Dio sugli Israeliti. diventerà un canale di benedizione per
Il Sl 69:22-23 descrive l’appello del tutte le nazioni.
Salvatore affinché Dio trasformas- 11:13 A questo punto l’apostolo si
se la loro mensa in una trappola , in rivolge agli stranieri (vv. 13-24). Taluni
una rete. In questo caso, la mensa ritengono che egli alluda ai credenti di
rappresenta la totalità dei privilegi Roma; invece, il brano richiama l’at-
e delle benedizioni che scaturivano tenzione di un uditorio diverso, ossia
da Cristo. Ciò che doveva essere una tutti i popoli stranieri. Per compren-
benedizione si era trasformato in una dere questo brano è di grande aiuto
maledizione. immaginare che Paolo stia parlando
11:10 Nel salmo appena citato, il Sal- alla nazione d’Israele e agli stranieri
vatore sofferente chiede anche a Dio in generale. Egli non sta parlando alla
di oscurare gli occhi loro e di rendere chiesa di Dio: diversamente, quanto
curvi i loro corpi, come gravati da un affermato al v. 22 potrebbe indurre a
peso o a causa della tarda età. credere che la chiesa possa essere reci-
11:11 Paolo ora formula un’altra do- sa, e ciò non è scritturale.
manda: sono forse inciampati perché Poiché Paolo era un apostolo degli
cadessero? Qui dobbiamo aggiungere stranieri, era del tutto naturale che si
la locuzione per sempre o in via defini- rivolgesse a loro apertamente. Nel fare
tiva . Sono essi inciampati per cadere questo, non svolgeva altro che il suo
e non rialzarsi mai più? L’apostolo ministero.
nega decisamente questa possibilità. 11:14 Egli cercava in ogni maniera di
Lo scopo di Dio è ristabilire. Questo è, provocare la gelosia di quelli che erano
in breve, il processo di ristabilimen- suoi connazionali, così da essere uno
to: conseguentemente alla caduta del strumento per salvarne alcuni. Egli
popolo, la salvezza può raggiungere sapeva, e noi pure, che personalmente
gli stranieri provocando, logicamen- non poteva salvare nessuno; nondime-
te, la gelosia d’Israele. Questa gelosia no, il Dio della salvezza si identifica co-
dovrà ricondurre finalmente il popolo sì strettamente con i suoi servitori, che
d’Israele a Dio. permette loro di parlare come se certe
Paolo non nega la caduta d’Israele: al azioni fossero opera loro, laddove, in
contrario, l’ammette proprio in questo realtà, solo Dio può compierle.
versetto. Egli scrive, infatti, che a causa 11:15 Questo versetto ripete, in altri
della loro caduta la salvezza è giunta termini, il concetto espresso al v. 12.
agli stranieri e, nel versetto successivo, Quando Israele è stato ripudiato come
aggiunge: “Se la loro caduta è una ric- popolo terreno scelto da Dio, agli stra-
chezza per il mondo…”. Paolo, tuttavia, nieri è stata concessa una posizione di
si oppone energicamente all’idea che privilegio nei rapporti con Dio tale da
Dio abbia troncato definitivamente i poter essere definita riconciliazione.
rapporti con Israele. Quando Israele sarà riabilitato (du-
11:12 Come risultato del rifiuto del rante il regno millenniale di Cristo),
vangelo da parte d’Israele, la nazione avverrà una specie di rigenerazione, o
è stata respinta e il vangelo è stato ac- risurrezione, mondiale.
colto dagli stranieri. In questo senso Per illustrare quanto sopra può es-
la loro caduta ha significato ricchezza sere utile l’esperienza vissuta da Giona,

637
ROMANI 11:16

il quale fu una figura rappresentativa sizione di privilegio occupata come po-


della nazione d’Israele. Quando Giona polo eletto di Dio. Ma solo alcuni rami
fu gettato dalla nave durante la tempe- sono stati rimossi, mentre un residuo
sta, tutti gli altri passeggeri, stranieri, della nazione, fra cui l’apostolo Paolo,
si salvarono. Quando Giona, tornato ha accettato il Signore.
infine sulla terraferma, si risolse a pre- L’olivo selvatico designa il popolo
dicare a Ninive, fu la salvezza di quel- composto da stranieri. Esso è stato in-
la città piena di stranieri. Allo stesso nestato nell’olivo.
modo, il temporaneo ripudio d’Israele Gli stranieri sono stati fatti partecipi
da parte di Dio ha avuto come conse- della radice e della linfa dell’olivo. Essi
guenza l’accettazione del vangelo da condividono la posizione di favore che
parte di un numero relativamente esi- era stata originariamente assegnata a
guo di stranieri. Ma quando Israele sa- Israele e che ancora appartiene al resi-
rà restaurato, grandi masse di stranieri duo fedele di questo popolo.
entreranno nel regno di Dio. In questa illustrazione è impor-
11:16 Ora Paolo ricorre a due me- tante notare che il tronco principale
tafore. La prima ha a che fare con la dell’olivo non è Israele, bensì la linea
primizia e la massa. La seconda con di privilegio di Dio attraverso i seco-
la radice e i rami. Con i termini la pri- li. Se il tronco rappresentasse Israele,
mizia e la massa non si allude al frutto avremmo qui un’assurda metafora in
bensì all’impasto per la panificazione. cui Israele viene reciso da Israele e poi
In Nu 15:19-21 leggiamo che una par- reinnestato in Israele.
te di pasta era consacrata al Signore È anche importante ricordare che
come offerta. Il significato è questo: il ramo dell’olivo selvatico non è la
se quel poco di impasto era messo da chiesa, bensì la totalità degli stranie-
parte per il Signore, così tutta la pasta, ri. Diversamente si prospetterebbe la
da cui era stato staccato, era degna di possibilità che dei veri credenti siano
essere serbata. allontanati dal favore di Dio (Paolo ha
In pratica, si può dire che la primi- già dimostrato che questo è impossibi-
zia rappresenta Abraamo. Egli era san- le; vd. Ro 8:38-39).
to, nel senso che Dio lo aveva messo Abbiamo affermato che il tronco
da parte per sé. Se Abraamo fu serbato dell’albero è la linea di privilegio che
per Dio, lo è pure per la sua posterità percorre i secoli. Che cosa si intende con
eletta. Essi sono messi da parte per “linea di privilegio”. Dio aveva deciso di
occupare una posizione di privilegio serbare un popolo che occupasse una
davanti a Dio. posizione speciale presso di sé. Esso sa-
La seconda metafora è quella della rebbe stato mantenuto separato dal re-
radice e dei rami : se la radice è messa sto del mondo e avrebbe avuto speciali
da parte per il Signore, anche i rami privilegi quali, ad esempio, lo status di
lo sono. Abraamo è la radice, poiché “nazione favorita”, per usare un’espres-
è stato il primo a essere messo da sione dei nostri giorni. Nei diversi perio-
parte da Dio per formare una nuova di storici, Dio si sarebbe riservato una
società distinta dalle altre nazioni. Se speciale cerchia ristretta.
Abraamo è stato messo da parte, lo è La nazione d’Israele è stata la prima
anche chi discende da lui nella linea a far parte di questa linea di privile-
dell’elezione. gio. Essa era formata dall’antico popo-
11:17 L’apostolo sviluppa la metafora lo terreno eletto da Dio. Nondimeno,
della radice e dei rami. poiché essa ha respinto il Messia,
I rami che sono stati troncati rappre- alcuni di questi suoi rami sono stati
sentano la parte incredula delle dodici troncati e quindi hanno perso la po-
tribù d’Israele. A causa del loro rifiuto sizione di “figlio favorito”. Gli stranieri
del Messia, sono stati rimossi dalla po- furono innestati nell’olivo e presero

638
ROMANI 11:24

a condividere la radice e la linfa con Israele era caduto dalla sua posizione
i Giudei credenti. La radice trae origi- di privilegio e gli stranieri erano stati
ne da Abraamo, con il quale ha avuto innestati al suo posto.
inizio la linea di privilegio. La linfa “Ma chi pensa di stare in piedi,
dell’olivo è un’allusione alla sua pro- guardi di non cadere” (1 Co 10:12). Gli
duttività, ossia al raccolto abbondante stranieri non dovrebbero gonfiarsi
e al ricavato d’olio. In questo caso la d’orgoglio, ma dovrebbero, piuttosto,
linfa rappresenta i privilegi che deri- temere.
vano dall’unione con l’olivo. 11:21 Se Dio non ha esitato a tronca-
11:18 Gli stranieri non dovrebbero re i rami naturali dalla linea di privile-
insuperbirsi della loro presunta supe- gio, non c’è motivo di credere che egli
riorità, né considerarsi più santi dei risparmierebbe i rami dell’olivo selva-
Giudei. Ciò li porterebbe a dimenticare tico in circostanze analoghe.
che non sono stati loro a originare la li- 11:22 Nella parabola dell’olivo ve-
nea di privilegio, ma che è stata la linea diamo due grandi aspetti contrastanti
di privilegio a collocarli nella posizione del carattere di Dio: la sua bontà e la
di speciale favore in cui ora si trovano. sua severità. La sua severità si manife-
11:19 Paolo anticipa l’osservazione sta nell’allontanamento d’Israele dalla
che potrebbe essergli rivolta da un ipo- condizione di nazione favorita. La sua
tetico straniero: “Sono stati troncati i bontà si mostra nell’offerta del vange-
rami giudei perché io e altri rami stra- lo agli stranieri (vd. At 13:46; 18:6). Ma
nieri fossimo innestati”. la bontà non va intesa come un dirit-
11:20 L’apostolo ammette che l’os- to. Anche gli stranieri possono essere
servazione è in parte esatta dacché, recisi, se non conservano l’apertura
effettivamente, sono stati troncati al vangelo che il Salvatore aveva tro-
dei rami giudei e sono stati innesta- vato durante il suo ministero terreno
ti degli stranieri. Ma ciò è successo a (vd. Mt 8:10; Lu 7:9).
causa dell’incredulità d’Israele e non Occorre tenere costantemente pre-
perché gli stranieri vantassero qual- sente che, qui, Paolo non fa riferimento
che diritto speciale nei confronti di alla chiesa o ai singoli credenti, bensì
Dio. Gli stranieri sono stati innestati allude agli stranieri in quanto tali. Nul-
perché, come popolo, sono rimasti la potrà mai separare il Corpo di Cristo
stabili per la fede. L’espressione tu ri- dal Capo e nulla può separare un cre-
mani stabile per la fede sembra indi- dente dall’amore di Dio.
care che Paolo allude ai veri credenti, 11:23 Analogamente, neppure l’al-
ma non è detto che sia questo il senso lontanamento d’Israele è definitivo. Se
della frase. L’unico modo in cui gli essi abbandonano la loro incredulità,
stranieri erano rimasti stabili per la non c’è alcuna ragione perché Dio non
fede fu dimostrando di avere più fede li reintegri nell’originaria posizione di
dei Giudei. Con riferimento al centu- privilegio. Per Dio è una cosa del tutto
rione straniero, Gesù ebbe a esclama- possibile.
re: “Neppure in Israele ho trovato una 11:24 Il processo di restaurazione
così gran fede!” (Lu 7:9). In seguito, d’Israele come popolo privilegiato,
Paolo avrebbe detto ai Giudei di Ro- da parte di Dio, sarebbe molto meno
ma: “Sappiate dunque che questa sal- energico di quello che ha permesso di
vezza di Dio è rivolta alle nazioni; ed inserire gli stranieri in tale posizione
esse presteranno ascolto” (At 28:28). di privilegio. Gli appartenenti al po-
Notiamo: “Esse presteranno ascolto”. polo d’Israele, essendo i rami origi-
Come popolo, oggi gli stranieri sono nari dell’albero favorito di Dio, sono
più ricettivi d’Israele nei confronti chiamati rami naturali, mentre i rami
del vangelo. In questo contesto ri- degli stranieri provengono dall’olivo
manere stabile è l’opposto di cadere. selvatico. L’innesto di un ramo di oli-

639
ROMANI 11:25

vo selvatico nell’olivo domestico è un nazione sarà distrutta alla seconda ve-


innesto innaturale, o, come dice Pao- nuta di Cristo (vd. Za 13:8-9). Soltanto
lo, contro natura . L’innesto, invece, coloro che esclameranno: “Benedetto
di rami naturali nell’originario olivo colui che viene nel nome del Signore”
domestico è un’operazione completa- saranno risparmiati per entrare nel
mente naturale. regno. Questo è ciò cui fa riferimento
11:25 Ora l’apostolo rivela che la Isaia, quando annuncia il Salvatore
futura riabilitazione d’Israele non è che verrà a Sion e che toglierà la tra-
soltanto un’eventualità, ma un fatto sgressione da Giacobbe (vd. Is 59:20).
certo. Ciò che Paolo sta per rivelare è Notiamo che non si tratta del primo
un mistero, ossia una verità fino a quel avvento di Cristo a Betlemme, bensì
momento sconosciuta, una verità che del secondo, a Sion.
l’intelletto umano, da solo, non può 11:27 Si tratta della stessa epoca cui
conoscere e che ora viene resa nota. fanno riferimento Is 27:9 e Gr 31:33-34.
Paolo la comunica affinché i credenti In quel tempo, Dio toglierà i loro pecca-
stranieri non siano presuntuosi e non ti, secondo i termini del nuovo patto.
disprezzino i Giudei. Segue la rivela- 11:28 Si può riassumere lo stato at-
zione del mistero: tuale degli Israeliti affermando, an-
un indurimento si è prodotto in una zitutto che, per quanto concerne il
parte d’Israele. Non ha interessato tutta vangelo, essi sono nemici per causa
la nazione, ma solo la parte incredula. vostra . Gli Israeliti sono nemici nel
L’indurimento, che è temporaneo, senso che sono tagliati fuori, allonta-
continuerà solamente fino a quando la nati, alienati dal favore di Dio per per-
totalità degli stranieri sarà raggiunta. mettere al vangelo di diffondersi fra gli
La totalità degli stranieri si riferisce al stranieri; ma questa è solo un lato della
tempo in cui sarà aggiunto alla chiesa medaglia.
l’ultimo membro, e quando il Corpo Per quanto concerne, invece, l’ele-
completo di Cristo sarà rapito e portato zione, sono amati a causa dei loro
nella casa celeste. La totalità degli stra- padri, vale a dire Abraamo, Isacco e
nieri è un concetto differente rispetto a Giacobbe.
quello espresso dalla locuzione “tempi 11:29 La ragione per cui essi sono
delle nazioni” (vd. Lu 21:24). L’accenno ancora amati è dovuta al fatto che i do-
temporale all’ingresso della totalità de- ni e la vocazione di Dio non sono revo-
gli stranieri coincide con il rapimento. cati. Dio non ritira i suoi doni: quando
L’espressione “tempi delle nazioni”, fa una promessa incondizionata, non
invece, indica l’intero periodo della do- la annulla più. Egli ha concesso a Israe-
minazione degli stranieri sui Giudei, a le i privilegi speciali elencati in 9:4-5,
cominciare dalla cattività babilonese avendolo chiamato per costituirlo suo
(vd. 2 Cr 36:1-21) fino al ritorno di Cri- popolo terreno (vd. Is 48:12), separato
sto in terra come Re. dal resto delle nazioni. Nulla può cam-
11:26 Quando, al momento del ra- biare i suoi propositi.
pimento, sarà rimosso l’indurimen- 11:30 In passato gli stranieri erano
to giudiziario, non tutto Israele sarà un popolo rozzo e disubbidiente, ma
immediatamente salvato. I Giudei si quando Israele ebbe respinto il Messia
convertiranno durante il periodo della e il vangelo della salvezza, Dio si rivol-
tribolazione, ma l’intero residuo elet- se a loro con misericordia.
to sarà salvato solamente al ritorno di 11:31 In futuro gli avvenimenti si
Cristo in terra come Re dei re e Signore succederanno in modo analogo. Il tem-
dei signori. po della disubbidienza d’Israele sarà
Paolo scrive che tutto Israele sarà seguìto da quello della misericordia, e
salvato, e con ciò intende tutto l’Israe- ciò avverrà allorché il popolo d’Israele
le credente. La parte incredula della s’ingelosirà a causa della misericor-

640
ROMANI 11:36

dia… usata agli stranieri. I Giudei non di quante ne siano andate perse a cau-
saranno ristabiliti a seguito della mise- sa del peccato di Adamo. Si è spiegato
ricordia dimostrata dagli stranieri nei come la grazia produca una vita santa
loro riguardi: la restaurazione d’Israele in un modo che la legge non potrà mai
sarà conseguente alla seconda venuta fare. Si è percorsa l’ininterrotta catena
del Signore Gesù Cristo (vv. 26-27). del piano di Dio, dalla preconoscenza
11:32 Al primo approccio, questo alla glorificazione finale. Si è illustrata
versetto parrebbe indicare che Dio ab- la dottrina dell’elezione sovrana e la
bia arbitrariamente condannato all’in- congiunta dottrina della responsabili-
credulità sia i Giudei sia gli stranieri, tà umana. Si è dato risalto alla giustizia
senza dar loro la possibilità di evitarla. e all’armonia che caratterizzano le vie
Ma le cose non stanno così, giacché fu- per Israele e le nazioni. Ora nulla può
rono i Giudei e gli stranieri a rendersi essere più appropriato di un prorom-
colpevoli della propria incredulità. Qui pente inno di lode e adorazione:
si allude dunque al fatto che, in consi- Oh, profondità della ricchezza, della
derazione della loro deliberata disubbi- sapienza e della scienza di Dio!
dienza, Dio li ha imprigionati in questa La ricchezza di Dio! Dio è ricco in
condizione, senza dar loro la possibilità misericordia, amore, grazia, fedeltà,
di uscirne se non alle sue condizioni. potenza e bontà.
La disubbidienza offre a Dio l’oppor- La sapienza di Dio! La sua sapienza
tunità di far misericordia a tutti, sia è infinita, imperscrutabile, incompara-
Giudei sia stranieri. Nulla, in ogni mo- bile e insuperabile.
do, lascerebbe qui considerare l’even- La scienza di Dio! “Dio è onniscien-
tualità di una salvezza universale. Dio te”, scrive Arthur W. Pink; “egli co-
ha usato misericordia verso gli stranie- nosce ogni cosa: ogni cosa possibile,
ri e la userà anche verso i Giudei, ma ogni cosa vera, tutti gli eventi, tutte le
ciò non garantisce che tutti saranno creature, del passato, del presente e del
salvati. Tale misericordia riguarda, futuro”. (41)
infatti, le discendenze delle nazioni. Le sue decisioni sono inscrutabili,
George Williams commenta: troppo profonde perché la mente uma-
na possa comprenderle. Le vie che egli
Avendo messo alla prova sia gli Ebrei
segue per armonizzare la creazione,
sia le nazioni pagane, e avendo visto
che né gli uni né le altre erano riu-
la storia, la redenzione e la provviden-
sciti a superarla, Dio li ha rinchiusi za sopravanzano i limiti della nostra
entrambi nell’incredulità per riser- comprensione.
varsi di usare misericordia, secondo 11:34 Nessuna creatura può cono-
le ricchezze imperscrutabili della scere il pensiero del Signore, oltre i
sua grazia, a tutti costoro, i quali era- confini entro i quali ha deciso di rive-
no manifestamente privi di meriti e larlo. Inoltre, noi vediamo come in uno
avevano perso ogni pretesa e ogni specchio, in modo oscuro (vd. 1 Co
diritto al favore divino.(40) 13:12). Nessuno è qualificato per con-
sigliare Dio. Egli non ha bisogno del
11:33 Questo inno di lode conclusivo nostro consiglio e, in ogni caso, non ne
si ispira alle divine e meravigliose veri- trarrebbe profitto (vd. Is 40:13).
tà che sono state rivelate fino a questo 11:35 Nessuno vanta crediti nei con-
punto della lettera. Paolo ha esposto lo fronti di Dio (vd. Gb 41:3). Quale dono
stupendo piano di salvezza per mezzo potremmo mai fare all’eterno Dio per
del quale un Dio giusto può salvare gli farlo sentire in obbligo nei nostri con-
empi peccatori e, nondimeno, rima- fronti o per metterlo in condizione di
nere giusto. Si è qui dimostrato come doverci contraccambiare?
l’opera di Cristo abbia prodotto più glo- 11:36 L’Onnipotente è autosuffi-
ria a Dio e più benedizione agli uomini ciente: egli è la sorgente di ogni bene,

641
ROMANI 12:1

l’agente attivo che sostiene e controlla 12:2 Paolo ci esorta a non conformar-
l’universo, nonché il fine per il quale ci a questo mondo o, come parafrasa
ogni cosa è stata creata. Tutte le cose Phillips: “Non permettere al mondo che
sono realizzate per dare gloria a lui. ti circonda di inghiottirti nel suo stam-
Così sia! A lui sia la gloria in eterno. po”. Quando entriamo nel regno di Dio,
Amen. dovremmo abbandonare il modo di
pensare e lo stile di vita del mondo.
III. L’ASPETTO PRATICO: VIVERE In questo contesto il mondo (lett.
IL VANGELO (capp. 12–16) età) rappresenta la società o il sistema
che l’uomo ha creato per perseguire la
Ciò che resta della Lettera ai Romani felicità senza Dio. È un regno antago-
risponde alla domanda: “Come do- nista di Dio. Il dio e principe di questo
vrebbero comportarsi nella vita di ogni mondo è Satana (vd. 2 Co 4:4; Gv 12:31;
giorno coloro che sono stati giustificati 14:30; 16:11) e tutti coloro che non sono
per grazia?” Paolo prende in considera- convertiti sono suoi sudditi. Egli cerca
zione i nostri doveri verso gli altri cre- di attirare e possedere le persone per
denti, verso la comunità, verso i nostri mezzo della concupiscenza della car-
nemici, verso il governo e verso i nostri ne, della concupiscenza degli occhi e
fratelli più deboli. della superbia della vita (vd. 1 Gv 2:16).
Il mondo ha la sua politica, la sua arte,
A. La consacrazione personale la sua musica, la sua religione, i suoi di-
(12:1-2) vertimenti, le sue scuole di pensiero, i
12:1 Una seria e rispettosa considera- suoi stili di vita, e cerca di indurre ogni
zione della misericordia di Dio, così individuo a conformarsi alla sua cultu-
come è stata illustrata nei capp. 1–11, ra e ai suoi costumi. Odia gli anticon-
conduce a un’unica conclusione: noi formisti quali si sono rivelati Cristo e i
dovremmo presentare i nostri corpi in suoi discepoli.
sacrificio vivente, santo, gradito a Dio. Cristo è morto per liberarci da questo
I nostri corpi rappresentano le nostre mondo. Per noi il mondo è crocifisso,
membra e, per estensione, tutta la no- proprio come noi siamo crocifissi per il
stra vita. mondo. Sarebbe assolutamente sleale
La totale consacrazione è il nostro nei confronti del Signore se i credenti
culto spirituale. È il nostro culto spi- amassero il mondo: chi ama il mondo è
rituale in questo senso: se il Figlio di un nemico di Dio.
Dio è morto per me, allora il minimo I credenti non sono del mondo, co-
che posso fare è vivere per lui. “Se me non lo è Cristo; nondimeno, essi
Gesù Cristo è Dio ed è morto per me”, sono mandati nel mondo per testi-
ha detto il grande atleta, nonché mis- moniare la malvagità delle sue opere
sionario britannico C.T. Studd, “non e l’offerta della salvezza a chiunque
esiste sacrificio troppo grande che io riponga la propria fede nel Signore
possa fare per lui”. (42) Il grande inno di Gesù Cristo. Non solo dovremmo es-
Isaac Watts esprime il medesimo con- sere separati dal mondo, dovremmo
cetto: “Un amore così meraviglioso, anche essere trasformati mediante il
così divino, vuole il mio cuore, la mia rinnovamento della nostra mente : ciò
vita, tutto me stesso”. significa che dovremmo pensare come
Come sacerdoti credenti, non ci ac- pensa il Dio che ci è stato rivelato dal-
costiamo a Dio con i corpi di animali la Bibbia. Allora potremo sperimen-
uccisi, ma con il sacrificio spirituale di tare la guida di Dio nella nostra vita.
vite offerte a lui. Noi gli offriamo anche Scopriremo anche che la sua volontà
il nostro servizio (vd. Ro 15:16), la no- non è sgradevole e severa, bensì buo-
stra lode (vd. Eb 13:15) e i nostri beni na, gradita e perfetta.
(vd. Eb 13:16). Da quanto abbiamo appena letto

642
ROMANI 12:7

emergono tre mezzi per conoscere la questi doni provenienti da Dio come
volontà di Dio: un buon servitore.
1. un corpo consacrato; Coloro che hanno il dono di profe-
2. una vita separata dal mondo; zia dovrebbero profetizzare confor-
3. una mente trasformata. memente alla loro fede. Il profeta è un
portavoce di Dio che trasmette la parola
B. L’esercizio dei doni spirituali del Signore. La predizione, pur facendo-
(12:3-8) ne parte, non è un elemento necessario
12:3 Per la grazia che gli è stata con- della profezia. Nella chiesa primitiva –
cessa, Paolo parla come apostolo del scrive Hodge – i profeti erano “uomini
Signore Gesù e intende considerare va- che parlavano sotto l’influenza diretta
rie forme di pensiero retto o distorto. dello Spirito di Dio e trasmettevano
In primo luogo, egli specifica che alcune rivelazioni divine relative a ve-
nel vangelo non vi è nulla che inviti ad rità dottrinali, a compiti contingenti, a
alimentare un complesso di superio- eventi futuri, a seconda delle circostan-
rità. Paolo dunque ci esorta all’umiltà ze”. (43) Il loro ministero è stato conser-
nell’esercizio dei nostri doni. Non do- vato nel N.T. per noi. Oggigiorno non
vremmo mai sopravvalutare la nostra vi può essere alcuna aggiunta profetica
importanza e neppure nutrire invidia ispirata al corpo della dottrina cristia-
per gli altri. Dovremmo piuttosto tener na, poiché la fede è stata trasmessa ai
presente che ognuno di noi è unico e ha santi una volta per sempre (vd. Gd 3). Di
un compito importante da svolgere per conseguenza, il profeta di oggi è sem-
il Signore. Dovremmo essere contenti plicemente un individuo che espone il
della posizione che Dio ci ha assegnata pensiero di Dio com’è stato rivelato nel-
nel suo corpo e cercare di esercitare i la Bibbia. A.H. Strong scrive:
nostri doni con tutta la forza che Dio ci
Tutta la vera profezia moderna non è
fornisce.
altro che la riproposta del messaggio
12:4 Il corpo umano ha molte mem- di Cristo, la proclamazione e l’espo-
bra e ciascuna di esse ha un ruolo speci- sizione della verità rivelata nella
fico da svolgere. La salute e il benessere Scrittura.(44)
del corpo dipendono dal corretto fun-
zionamento di ciascun membro. Chi di noi possiede il dono di profe-
12:5 La stessa cosa avviene nel corpo zia dovrebbe profetizzare conforme-
di Cristo. C’è unità (un solo corpo), di- mente alla fede. Questo può significare
versità (molti), interdipendenza (mem- “secondo le regole e le norme della fe-
bra l’uno dell’altro). Nessuno dei doni de”, vale a dire in armonia con le dot-
che abbiamo va usato egoisticamente trine della fede cristiana esposte nella
o con ostentazione, bensì va usato a Scrittura. Oppure può significare “con-
vantaggio del corpo. Nessun dono è fi- formemente alla nostra fede”, ossia
ne a se stesso e nessuno è inutile. Dalla entro i limiti della fede che Dio ci
comprensione di tutto ciò deriva un concede. A differenza della versione
concetto sobrio di sé (v. 3). adottata da questo commentario, la
12:6 Ora Paolo dà istruzioni per l’uso maggior parte delle versioni antepone
di certi doni. L’elenco dei doni non è al sostantivo “fede” l’aggettivo “nostra”,
esaustivo, ma solo indicativo. assente nell’originale. (45)
I nostri doni differiscono secondo la 12:7 Il termine ministero ha un’ac-
grazia che ci è stata concessa. La gra- cezione molto ampia: esso designa
zia di Dio distribuisce doni diversi a ogni servizio reso per il Signore. Tut-
persone diverse e Dio concede la forza tavia non implica la funzione, i doveri
e la capacità necessarie per esercitare e i compiti di un ecclesiastico (pastore
gli svariati doni ricevuti. Così ognu- o prete, come comunemente si intende
no di noi ha la responsabilità di usare oggi). Chi ha il dono di ministero ha al-

643
ROMANI 12:8

tresì una propensione al servizio: vede sviluppare nella propria condotta con
le opportunità di servizio e le afferra. gli altri credenti e con chi non è con-
L’insegnante è colui che sa spiegare vertito.
la Parola di Dio e proporla al cuore de- L’amore dovrebbe mostrarsi senza
gli ascoltatori. Qualunque sia il nostro maschere e senza ipocrisia : l’amore sia
dono, questo va esercitato con tutto il sempre genuino, sincero e spontaneo.
cuore. Dovremmo aborrire ogni forma di
12:8 L’esortazione è il dono di am- male e attenerci a tutto ciò che è bene.
monire i credenti ad abbandonare ogni In questo caso, con il termine male si
genere di male e di spingerli a nuove indica probabilmente ogni atteggia-
conquiste per Cristo in santità e in ser- mento o azione improntata a disprez-
vizio. zo, rancore e odio. Bene, al contrario,
La liberalità (chi dà) è il dono divi- indica ogni manifestazione di amore
no che stimola e mette una persona in soprannaturale.
grado di accorgersi delle necessità e di 12:10 Nei nostri rapporti con coloro
aiutare ad affrontarle. Esso va esercita- che fanno parte della famiglia dei cre-
to con semplicità. denti dovremmo esprimere il nostro
Il dono di presiedere (chi presiede) amore con sincere dimostrazioni di
ha, quasi certamente, attinenza con il affetto, non con fredda indifferenza o
lavoro degli anziani (e forse anche dei noncuranza.
diaconi) della chiesa locale. L’anziano Dovremmo essere più lieti di vede-
è un pastore che sta davanti al gregge e re l’onore tributato ad altri piuttosto
lo conduce con cura e diligenza. che a noi stessi. Una volta un fedele
Il dono della misericordia è quella servitore di Cristo si trovava in una
prerogativa, quel talento soprannatu- sala d’attesa assieme ad altri stima-
rale che ci mette nella condizione di ti fratelli in occasione di un incon-
aiutare coloro che si trovano in diffi- tro. Molti erano già stati chiamati a
coltà. Chi ha questo dono dovrebbe entrare nella sala del convegno e a
esercitarlo con gioia. prendere posto sul palco prima di lui.
Una credente una volta ammise: Quando venne il suo turno e apparve
“Quando la mamma è diventata an- sulla porta d’ingresso, scoppiarono
ziana e bisognosa di qualcuno che si calorosi applausi rivolti a lui. Egli si
prendesse cura di lei, mio marito e io spostò rapidamente di lato e comin-
l’abbiamo invitata a stare da noi. Io fa- ciò ad applaudire, pensando sincera-
cevo del mio meglio per renderle la vita mente che gli onori fossero diretti a
confortevole. Cucinavo per lei, le lava- qualcun altro.
vo i panni, la portavo in macchina e le 12:11 Ecco con quale espressività
prestavo tutte le cure di cui aveva biso- Moffatt traduce questo versetto: “Non
gno. Ma mentre svolgevo tutti questi permettete che il vostro zelo appas-
servizi in modo inappuntabile, dentro sisca, conservate l’ardore spirituale,
di me ero infelice. Inconsciamente ero servite il Signore”. Questo ci ricorda le
risentita per lo scompiglio delle nostre parole di Gr 48:10: “Maledetto colui che
abitudini. Qualche volta mia madre mi fa l’opera del SIGNORE fiaccamente!”
domandava: ‘Non ti vedo più sorridere, L’uomo non è fatto
perché non sorridi mai?’. Il motivo era per sprecare il tempo:
questo: facevo un’opera di misericor- la vita è breve
dia, ma senza gioia”. e il peccato è sempre presente.
Il nostro tempo occupa lo spazio
C. I rapporti con la società di una foglia che cade,
(12:9-21) Il tragitto di una lacrima.
12:9 Ora Paolo elenca alcune qualità Non abbiamo tempo
specifiche che ogni credente dovrebbe di trastullarci con le ore.

644
ROMANI 12:17

Occorre determinazione 12:15 L’empatia è la capacità di sta-


in un mondo bilire una comunione affettiva di senti-
come il nostro. menti e di emozioni con altre persone.
– Horatius Bonar Invece, spesso tendiamo a essere gelosi
quando gli altri si rallegrano e a pas-
12:12 Indipendentemente dalle sare oltre quando qualcuno si lamen-
circostanze in cui ci troviamo ora, ta. Dio ci comanda di essere partecipi
possiamo e dobbiamo rallegrarci nel- delle gioie e dei dolori di coloro che ci
la speranza del ritorno del Salvatore, circondano.
della redenzione dei corpi e della gloria 12:16 Avere tra di noi un medesimo
eterna. Siamo esortati a essere pazienti sentimento non significa che dobbia-
nella tribolazione e a sopportarla con mo trovarci d’accordo su argomenti di
coraggio. Una tale paziente soppor- minima importanza. Non si tratta di
tazione trasformerà la sofferenza in uniformare il pensiero, bensì di armo-
gloria. Dovremmo essere perseveranti nizzare i rapporti.
nella preghiera : è in preghiera che si Dovremmo evitare ogni traccia
compiono le opere e si ottengono le vit- di snobismo, ma essere tanto aper-
torie! La preghiera è fonte di potenza ti verso le persone umili e modeste
nella vita e di pace del cuore. Quando quanto verso quelle benestanti e di
preghiamo nel nome del Signore Gesù, rango elevato. Un noto predicatore
ci accostiamo all’Onnipotente molto era stato accolto al terminal dell’aero-
più di quanto sia concesso all’uomo porto da una delegazione di anziani
mortale. Pertanto, veniamo meno al di una chiesa presso la quale doveva
nostro servizio quando dimentichia- predicare. Mentre lo accompagnava-
mo di pregare. no in automobile verso un albergo di
12:13 Di santi bisognosi se ne tro- lusso, aveva domandato chi fosse so-
vano ovunque: disoccupati, persone lito ospitare i predicatori in visita in
ridotte in miseria dalle spese mediche, quella località. Avendo appreso che si
predicatori e missionari in località trattava di una coppia di anziani, che
sperdute e gente anziana con una pen- vivevano in una modesta casa in quei
sione minima. La vera vita nel Corpo paraggi, soggiunse: “È là che preferirei
significa condivisione con i bisognosi. fermarmi”.
“Non dare malvolentieri un pasto o L’apostolo invita di nuovo i creden-
un letto a chi ne ha bisogno”. L’ospita- ti a non stimarsi saggi da se stessi. La
lità è un’arte che è andata in disuso. Ci consapevolezza di sapere di non pos-
si scusa della casa o dell’alloggio troppo sedere nulla che non abbiamo, a nostra
piccolo per non accogliere i credenti di volta, ricevuto, dovrebbe convincerci a
passaggio. Forse la vera ragione è che non essere presuntuosi.
non vogliamo fare del lavoro in più e su- 12:17 Rendere male per male è il
bire qualche disagio, ma, così facendo, comportamento normalmente adotta-
dimentichiamo che quando ospitiamo to nel mondo. Sono state coniate come
i figli di Dio ospitiamo il Signore stesso “rendere pan per focaccia”, “resti-
(vd. Mt 10:40-42). Le nostre case do- tuire colpo su colpo”, “dare a ciascu-
vrebbero essere come la casa di Betania, no quello che si merita” ecc. Questa
dove il Signore amava trattenersi. esigenza di vendetta non dovrebbe
12:14 Siamo invitati a essere benevoli trovare spazio nella vita di coloro che
verso i nostri persecutori e a evitare di sono stati redenti. Anzi, essi dovreb-
ripagarli con la stessa moneta. Per ri- bero agire con dignità, come in tutte
cambiare scortesia e ingiurie con genti- le circostanze della vita, anche in caso
lezza occorre avere in sé la vita divina. di abusi o ingiurie nei loro confronti.
La reazione naturale, invece, consiste Impegnatevi significa, in questo caso,
nel maledire e restituire le offese. datevi da fare o adoperatevi con zelo.

645
ROMANI 12:18

12:18 I credenti non dovrebbero ri- domi a odiarla”. (48) Come credente, egli
correre senza necessità alla provoca- non tollerava che il male avesse la vit-
zione o alla contestazione: la giustizia toria su di lui.
di Dio non si pratica con il dissidio e la Ma vinci il male con il bene. Una
collera. Noi dovremmo amare la pace, delle caratteristiche dell’insegnamen-
fare la pace ed essere in pace. Quando to cristiano è non limitarsi a vietare
offendiamo gli altri o riceviamo un’of- ma formulare altresì delle esortazioni.
fesa da qualcuno, dovremmo darci da Il male può essere sconfitto dal bene.
fare senza sosta per risolvere pacifica- Questa è un’arma che dovremmo usa-
mente la controversia. re più spesso.
12:19 Dobbiamo resistere alla ten- Edwin Stanton, accanito oppositore
tazione di vendicarci dei torti subiti. del presidente Abramo Lincoln, soleva
L’espressione cedete il posto all’ira di affermare che era ridicolo andare in
Dio significa lasciare all’ira di Dio il Africa per cercare un gorilla, quando
compito di occuparsi della questione un gorilla originale si poteva trovare in
al nostro posto. La vendetta è una pre- quel di Springfield, nell’Illinois. Linco-
rogativa di Dio e noi non dovremmo ln accolse l’offesa senza scomporsi. Più
interferire con i suoi diritti. Egli darà la tardi, anzi, nominò Stanton ministro
retribuzione al tempo e nel modo op- della guerra, ritenendo che fosse il più
portuno. R.C.H. Lenski scrive: qualificato per quell’incarico. Quando
Lincoln fu assassinato, Stanton lo defi-
Dio ha risolto già da lungo tempo la
nì il più grande governante mai esisti-
questione riguardante le esigenze
della giustizia nei confronti dei tra-
to. L’amore aveva vinto! (49)
sgressori. Nessuno potrà sfuggirgli.
In tutti i casi sarà fatta giustizia in D. I rapporti con le autorità
modo perfetto. Qualsiasi interferen- (13:1-7)
za da parte nostra sarebbe il colmo 13:1 Coloro che sono stati giustificati
della presunzione.(46) per fede hanno il dovere di sottomet-
tersi alle autorità umane. In effetti,
12:20 Il cristianesimo va oltre la re- l’obbligo vale per tutti, ma qui l’aposto-
sistenza passiva per arrivare a una be- lo si rivolge soprattutto ai credenti. Dio
nevolenza attiva. Non distrugge i suoi istituì l’autorità umana dopo il diluvio,
nemici con la violenza, ma li converte decretando: “Il sangue di chiunque
mediante l’amore. Dà da mangiare spargerà il sangue dell’uomo sarà spar-
al nemico quando ha fame e da bere so dall’uomo” (Ge 9:6). Quel decreto
quando ha sete, raccogliendo così dei autorizzava gli uomini a emettere giu-
carboni accesi sul suo capo. Se l’im- dizi in materia di crimini e a punire i
magine dei carboni accesi sembra cru- colpevoli.
dele è perché si tratta di un’espressione Ogni società ordinata deve essere
idiomatica non sempre ben compresa. governata da un’autorità cui è fatto ob-
“Accumulare carboni accesi sul capo di bligo di sottomettersi. In caso contra-
una persona” significa farla vergognare rio, si ha uno stato di anarchia, che non
della sua ostilità, sorprendendola con può sopravvivere a lungo. Qualsiasi
un atto di gentilezza inaspettato. tipo di governo è preferibile all’assenza
12:21 Darby spiega in questo modo di un governo. Dio, perciò, ha istituito i
la prima parte del versetto: “Se la mia governi umani: nessun governo esiste
collera ti manda in collera, ti sei lascia- fuori della sua volontà. Ciò non signifi-
to vincere dal male”. (47) ca che egli approvi tutto ciò che fanno i
Il grande scienziato ed educatore governanti… Certamente non approva
George Washington Carver una volta la corruzione, la brutalità e la tirannia!
disse: “Non permetterò mai che una Ma rimane il fatto che le autorità… che
persona mi rovini la vita costringen- esistono sono stabilite da Dio.

646
ROMANI 13:4

I credenti possono vivere vittorio- questo modo non si subirà la censura,


samente in una democrazia, in una bensì l’approvazione delle autorità.
monarchia costituzionale e anche in 13:4 Il governante, sia egli presiden-
un regime totalitario. Nessun governo te, governatore, sindaco, magistrato o
terreno è migliore degli uomini che lo giudice è un ministro di Dio nel senso
compongono. Per questo, nessuno dei che è un servo e un rappresentante del
nostri governi è perfetto. L’unico gover- Signore. Il governante può anche non
no ideale è una monarchia benefica con conoscere personalmente Dio; ciò non
a capo il Signore Gesù Cristo. È bene toglie che, ufficialmente, sia sempre
ricordare che Paolo scrisse queste paro- l’uomo del Signore. Ecco perché Davi-
le mentre era sottomesso a un governo de, riferendosi al malvagio re Saul, in
umano presieduto dal crudele impera- più occasioni lo chiama “l’unto del SI-
tore Nerone. Quelli erano giorni tristi GNORE” (vd. 1 S 24:7, 11; 26:9, 11, 16, 23).
per i cristiani: Nerone aveva incolpato Nonostante i ripetuti attentati di Saul
i cristiani di avere distrutto col fuoco alla vita di Davide, questi non permi-
mezza città di Roma (mentre, probabil- se mai ai suoi uomini di nuocere al re.
mente, era stato lui stesso a darne l’or- Perché? Perché Saul era il re e, come ta-
dine). Nerone aveva disposto che alcuni le, era l’eletto del Signore.
credenti fossero immersi nel catrame e Come servi di Dio, i magistrati sono
poi arsi come torce per illuminare i suoi tenuti a promuovere il bene del popo-
festini. Altri erano stati rivestiti di pelli lo, la sicurezza, la tranquillità e il be-
di animali e poi gettati in mezzo a cani nessere in genere. Chiunque continui
feroci per essere sbranati. a trasgredire la legge deve aspettarsi
13:2 E tuttavia Paolo conferma che di doverne rendere conto, giacché il
chi disubbidisce o si ribella ai governi governo ha l’autorità di processarlo e
disubbidisce e si ribella a Dio, che li ha di condannarlo. Nella locuzione egli
stabiliti. Perciò chi resiste all’autorità non porta la spada invano abbiamo
costituita va incontro a una meritata una chiara attestazione del potere
condanna. che Dio conferisce al governo. La spa-
Vi è, naturalmente un’eccezione. Il da non è solo un simbolo di potere; a
credente non è obbligato a ubbidire tale scopo, sarebbe stato sufficiente
qualora il governo gli ordini di commet- menzionare lo scettro. La spada sem-
tere un peccato o di compromettere la bra rappresentare il massimo potere
sua fedeltà a Gesù Cristo (vd. At 5:29). del governante, ossia la facoltà di in-
Nessun governo ha il diritto di imporre fliggere la pena capitale. Non è quindi
alcunché alla coscienza delle persone. esatto asserire che la pena capitale
Pertanto vi sono casi in cui il creden- riguardava solo l’epoca dell’A.T. e non
te, volendo mantenersi fedele a Dio, quella del N.T. Abbiamo qui, nel N.T.,
incorre nella collera dell’uomo. In tal una dichiarazione che lascia inten-
caso, egli deve essere disposto a subire dere che il governo ha l’autorità di to-
la punizione senza inopportune rimo- gliere la vita a chi commette un reato
stranze. In nessun caso dovrebbe ribel- passibile di pena capitale.
larsi al governo o partecipare ad attività Quanti si oppongono a questa inter-
sovversive. pretazione citano Es 20:13 che ordina:
13:3 Di regola, coloro che fanno ciò “Non uccidere”. Il comandamento,
che è giusto non devono temere l’au- tuttavia, allude all’omicidio, laddove la
torità. Solo chi infrange la legge deve pena capitale non costituisce omicidio.
temere una punizione. Così, se si vuole Per questo motivo, con riferimento ai
trascorrere una vita senza multe, con- dieci comandamenti, alcune traduzio-
travvenzioni, processi e carcere, non ni adottano l’espressione “Non com-
si deve fare altro che comportarsi da mettere omicidio”. (50) La pena capitale
cittadino ossequente della legge. In era prescritta nella legislazione dell’A.T.

647
ROMANI 13:5

come punizione prevista per gravi of- conti in sospeso”. Non è una proibizio-
fese. L’apostolo torna a sottolineare che ne di ogni forma di debito. Infatti, al-
il magistrato è un ministro di Dio, per cuni debiti sono inevitabili nella nostra
rilevarne l’autorità di infliggere una società: la maggior parte di noi deve
giusta punizione a chi fa il male. In pagare mensilmente le bollette del tele-
altre parole, oltre a essere un ministro fono, del gas, della luce, dell’acqua ecc.
di Dio per il nostro bene, egli serve Dio Analogamente, non è possibile svolgere
infliggendo una punizione a coloro che un’attività senza contrarre qualche de-
trasgrediscono la legge. bito. Questo versetto contiene piuttosto
13:5 Sono due le ragioni per le qua- l’esortazione a rispettare le scadenze e
li dobbiamo essere sottomessi a chi a non accumulare debiti.
governa: 1° il timore della pena; 2° il Ci sono inoltre certi principi che
desiderio di conservare una buona co- dovremmo tener presenti in questo
scienza. campo. Non dovremmo contrarre de-
13:6 Non siamo tenuti solamente a ub- biti per beni o servizi non essenziali,
bidire al governo, ma anche a sostenerlo oppure quando sappiamo che non po-
finanziariamente pagando le imposte. tremo mai pagare. Dovremmo evitare
Poiché è nel nostro interesse vivere in gli acquisti rateali, per non incorrere
una società in cui vigono la legge e l’ordi- in interessi esorbitanti, e astenerci dal
ne, nonché contare sulla protezione della chiedere prestiti per acquistare prodot-
polizia e dei vigili del fuoco, dovremmo ti il cui valore si deprezza velocemente.
essere ben disposti a contribuire alle In generale, dovremmo gestire i proble-
spese per questi servizi. mi economici in modo responsabile,
13:7 Il fatto che la cittadinanza dei vivendo con moderatezza entro i limiti
credenti sia nei cieli (vd. Fl 3:20) non dei nostri mezzi, senza dimenticare
li esenta dalle loro responsabilità nei che “chi prende in prestito è schiavo di
confronti del governo umano. Essi de- chi presta” (Pr 22:7).
vono pagare ogni imposta sul reddito, Il solo debito che è sempre insolu-
sugli immobili, sulle proprietà perso- to è quello di amare. Nella Lettera ai
nali, ogni tassa doganale sulle merci Romani il termine tradotto con amore
viaggianti da un paese all’altro. Essi (con la sola eccezione di 12:10) è aga-
devono manifestare un timore reve- pe, che designa un profondo, disinte-
renziale verso coloro che hanno il com- ressato e soprannaturale affetto di un
pito di fare osservare le leggi e portare individuo verso un altro. Questo amore
onore ai funzionari dello Stato (anche ultraterreno non è suscitato da qualche
se non sempre possono avere stima virtù posseduta dalla persona amata,
della loro condotta personale). ma è del tutto immeritato. Si tratta di
A questo proposito, i credenti non un amore diverso da ogni altro tipo di
dovrebbero prestare il loro consenso amore, giacché si manifesta non sol-
a chi getta discredito sul Presidente tanto nei confronti di chi è amabile,
o sul Primo Ministro. Anche nell’at- ma altresì di chi è nemico.
mosfera infuocata di una campagna Questo amore si manifesta nel dare
elettorale, essi dovrebbero astenersi (un dono che, generalmente, compor-
dall’unire la loro voce agli oltraggi ver- ta un sacrificio). È in questo modo che
bali rivolti al capo del governo. Infatti “Dio ha tanto amato il mondo da dare
sta scritto: “Non dirai male del capo il suo unigenito Figlio” (Gv 3:16) e che
del tuo popolo” (At 23:5). “Cristo ha amato la chiesa e ha dato se
stesso per lei” (Ef 5:25).
E. Vivere il vangelo in relazione Si tratta soprattutto di una questione
al futuro (13:8-14) di volontà piuttosto che di emozione. Il
13:8 Sostanzialmente la prima parte fatto che riceviamo l’ordine di amare
del versetto significa: “Non lasciate significa che si tratta di un’azione che

648
ROMANI 13:14

possiamo decidere di fare. Se, invece, ra fermamente il benessere e l’onore.


l’amore fosse un’emozione incontrol- Perciò, l’uomo che agisce con amore
labile che ci assale inaspettatamente, soddisfa veramente le richieste della
non potremmo essere ritenuti respon- seconda tavola della legge (Mr 12:31).
sabili al riguardo. Con questo non si 13:11 La parte rimanente del capi-
deve negare che l’emozione vi partecipi tolo contiene esortazioni a una vita di
in qualche misura. vigilanza spirituale e di purezza mora-
Per una persona non convertita è im- le. Il tempo è breve. Il tempo della gra-
possibile manifestare questo amore di- zia sta per terminare. L’ora tarda esige
vino; in effetti, è impossibile anche per che cessino la propensione al letargo e
un credente, se questi si affida alle sole all’inattività. La salvezza ci è sempre
sue forze. La sola possibilità che ci è data più vicina. Il Salvatore sta per arrivare
per metterlo in pratica è attingere le forze per condurci nella casa del Padre.
dallo Spirito Santo dimorante in noi. 13:12 Il tempo presente è come una
L’amore ha trovato la sua perfetta notte di peccato che sta per termina-
espressione in questo mondo nella per- re, mentre il giorno della gloria eterna
sona del Signore Gesù Cristo. inizia ad albeggiare per i credenti. Ciò
Il nostro amore verso Dio si manife- significa che noi dovremmo gettare
sta nell’ubbidienza ai suoi comanda- via i panni sporchi della mondanità,
menti. ossia tutto ciò che è associato con l’in-
L’uomo che ama il prossimo ha giustizia e il male, e indossare le armi
adempiuto la legge, o almeno quella della luce, ossia l’armatura di prote-
parte della legge che insegna ad amare zione costituita da una vita santa. I
i propri simili. singoli elementi dell’armatura sono
13:9 L’apostolo cita alcuni coman- elencati in Ef 6:14-18, dove sono de-
damenti che vietano atti di man- scritti i diversi aspetti del carattere del
canza di amore verso il prossimo. vero credente.
Sono i comandamenti contro l’adulte- 13:13 Notiamo che l’enfasi è posta
rio, l’omicidio, il furto, la menzogna, la sulla vita pratica del credente. Poi-
concupiscenza. Al contrario dell’im- ché siamo figli del giorno, dovremmo
moralità, infatti, l’amore non abusa del camminare nella luce. Che cos’ha il
corpo di un’altra persona. Al contrario credente da spartire con i festini, gli
dell’omicidio, l’amore non toglie la vita schiamazzi degli ubriachi, le sfrena-
a un’altra persona. Al contrario del fur- tezze, l’immoralità, gli eccessi volgari,
to, l’amore non ruba ciò che appartiene le liti e le invidie? Assolutamente nulla.
a un’altra persona. Al contrario della 13:14 La miglior linea di comporta-
concupiscenza, l’amore non medita mento da seguire consiste, anzitutto,
malvagi desideri riguardanti i beni del nel rivestirsi del Signore Gesù Cristo.
prossimo. Al contrario della falsa testi- Ciò significa che dovremmo adottare
monianza, l’amore non nega la giusti- interamente il suo stile di vita, vivere
zia agli altri. come egli è vissuto, accettarlo come
...e qualsiasi altro comandamento. nostra guida ed esempio.
Paolo avrebbe potuto, per esempio, In secondo luogo, non dovremmo
menzionare “Onora tuo padre e tua avere cura della carne per soddisfarne
madre”. Tutti i comandamenti si pos- i desideri. La carne indica qui la vecchia
sono riassumere in un’unica prescri- natura corrotta. I desideri della carne
zione: Ama il tuo prossimo come te sono costantemente rivolti a soddisfa-
stesso, ovvero trattalo con la stessa be- re il benessere materiale e il desiderio
nevolenza, considerazione e gentilezza di lusso, a ricercare i piaceri licenziosi
con cui tratti te stesso. e mondani, i divertimenti futili, a spre-
13:10 L’amore non cerca mai di far care, ostentare ecc. Ci prendiamo cura
del male agli altri, bensì ne deside- della carne ogni qualvolta che acqui-

649
ROMANI 14:1

stiamo cose che ci inducono alle tenta- credente maturo non disprezzi il fratel-
zioni, quando non ci sentiamo a disagio lo debole. A sua volta, il fratello debole
nel commettere il peccato, quando dia- non giudichi peccatore colui che man-
mo la priorità alle cose materiali anzi- gia salame (il maiale è impuro secondo
ché a quelle spirituali. Non dovremmo Le 11:7; De 14:8), gamberetti e aragoste
concedere neanche un minimo spazio (impuri secondo Le 11:10-12; De 14:10).
alle richieste della carne. Dio lo ha accolto nella sua famiglia:
Questo fu proprio il testo usato da egli è un membro in comunione con i
Dio per convertire a Cristo e alla tem- fratelli.
peranza il brillante, ma mondano, 14:4 Il terzo principio consiste nel ri-
Agostino: leggendo questo versetto, conoscere che ogni credente è, anzitut-
questi si arrese al Signore (Agostino, to, un domestico del Signore; pertanto
“Le confessioni”, VIII:12, 29). Da allora nessuno di noi ha il diritto di emettere
in avanti, egli è conosciuto con il nome giudizi come se ne fosse il padrone.
di “sant’Agostino”. Soltanto il padrone, infatti, ha il diritto
di approvare, o disapprovare, ciascu-
F. I rapporti con gli altri credenti no di noi. Accade talvolta di guardare
(14:1–15:13) qualche fratello dall’alto in basso con
14:1 In 14:1–15:13 si propongono impor- fredda condiscendenza, nella certez-
tanti principi guida che permettono ai za che la sua fede naufragherà a causa
credenti di affrontare quegli argomenti dei suoi punti di vista su tali questioni.
di secondaria importanza che, nondi- Questo è un atteggiamento sbagliato! Il
meno, non mancano di suscitare con- Signore è in grado di sostenere entram-
flitti tra i credenti. Tali conflitti, come bi sulle rispettive posizioni riguardo
vedremo, si possono facilmente evitare. alla questione. Ne ha facoltà.
Un credente debole è colui che ha 14:5 Alcuni Giudei cristiani consi-
infondati scrupoli su questioni di se- deravano ancora il sabato un giorno
condaria importanza. Il riferimento di obblighi speciali. In tutta coscienza,
riguarda soprattutto Giudei convertiti essi non ritenevano lecito lavorare in
che avevano ancora delle incertezze quel giorno. In questo senso, essi sti-
circa il consumo di cibi impuri e il la- mavano un giorno più di un altro.
voro di sabato. Altri credenti non condividevano tali
Il primo principio è il seguente: il scrupoli giudaici. Essi stimavano tutti i
credente debole dovrebbe essere ac- giorni uguali. Per loro, non esistevano
colto fraternamente nella comunità sei giorni laici e uno sacro: tutti i giorni
locale, ma non per sentenziare sui suoi erano sacri.
eccessivi timori. I credenti possono Ma cosa possiamo dire del giorno del
godere di una gioiosa comunione fra- Signore? Non occupa un posto speciale
terna anche se non sono d’accordo su nella vita dei credenti? Dal N.T. appren-
questioni non essenziali. diamo che fu il giorno della risurrezione
14:2 Il credente che cammina gu- del Signore (vd. Lu 24:1-9). Nei successi-
stando appieno la libertà cristiana vi due “giorni del Signore”, Cristo incon-
possiede una fede fondata sull’insegna- trò i suoi discepoli (vd. Gv 20:19-26). La
mento del N.T., secondo il quale tutti i discesa dello Spirito Santo avvenne il
cibi sono puri, essendo santificati dalla giorno della Pentecoste, che era il pri-
parola di Dio e dalla preghiera (vd. 1 Ti mo giorno della settimana. La Pente-
4:4-5). Il credente con una coscienza coste cadeva sette domeniche dopo la
debole potrebbe nutrire delle riserve festa delle Primizie (vd. Le 23:15-16; At
riguardo al consumo di carne di maia- 2:1), che simboleggia la risurrezione di
le o di altra carne (se è vegetariano). Cristo (vd. 1 Co 15:20, 23). I discepoli si
14:3 Ecco che il secondo principio riunivano per spezzare il pane il primo
stabilisce una reciproca tolleranza. Il giorno della settimana (vd. At 20:7).

650
ROMANI 14:10

Paolo istruì i Corinzi a raccogliere le ringraziato, perciò non ci dovrebbero


offerte per la colletta ogni primo giorno essere motivi di litigio o di conflitto.
della settimana (vd. 1 Co 16:2). Come si 14:7 La signoria di Cristo penetra
vede, il giorno del Signore occupa una in ogni aspetto della vita del creden-
posizione speciale nel N.T. Ma, anziché te. Nessuno di noi infatti vive per se
essere un giorno di obblighi, come il sa- stesso, e nessuno muore per se stes-
bato, è un giorno di privilegi. Liberi dai so, bensì per il Signore. È vero che ciò
nostri impegni ordinari di lavoro, pos- che noi facciamo e diciamo influisce
siamo riservare questo giorno all’adora- anche sugli altri, ma non è questo
zione e al servizio del Signore. il pensiero espresso in questo caso.
Nel N.T. non esiste alcuna indica- Paolo vuole evidenziare il fatto che il
zione circa l’osservanza del sabato da Signore dovrebbe essere lo scopo e il
parte dei credenti. Dobbiamo, tuttavia, fine della vita di ogni membro del suo
riconoscere l’esistenza di un giorno su popolo.
sette da dedicare al riposo dopo sei 14:8 Tutto ciò che facciamo nel corso
giorni di lavoro. della nostra vita è soggetto al giudizio e
Qualunque sia il punto di vista a tale all’approvazione di Cristo. Dovremmo
riguardo, si può desumere un princi- valutare le cose in conformità a come
pio generale: sia ciascuno pienamente esse appaiono alla sua presenza. Anche
convinto nella propria mente. Ad ogni con la morte desideriamo glorificare il
modo, deve essere chiaro che questo Signore perché, passando per essa, an-
principio si applica soltanto a questio- diamo a dimorare con lui. Appartenia-
ni moralmente neutre. Quando si trat- mo a lui, sia quando siamo in vita sia
ta di dottrine fondamentali della fede quando moriamo.
cristiana, non sono ammesse opinioni 14:9 Una delle ragioni per le quali
individuali. Ma, nell’ambito di concetti Cristo è morto, è risuscitato ed è torna-
che intrinsecamente non sono né giu- to in vita è per essere il nostro Signore
sti né sbagliati, c’è spazio per punti di e perché noi possiamo essere i suoi
vista differenti. In questo caso non do- sudditi, operosi e felici di manifestar-
vrebbero costituire elementi discrimi- gli la nostra devozione con un cuore
nanti per la comunione fraterna. riconoscente. La sua signoria su di noi
14:6 Colui che ha riguardo al gior- continua anche nella morte, anche se
no, in questo versetto, è un creden- i nostri corpi giacciono nella fossa e il
te giudeo che è ancora convinto di nostro spirito e la nostra anima sono
doversi astenere da qualsiasi attivi- alla sua presenza.
tà lavorativa il sabato. Non che egli 14:10 Poiché tutto questo è vero, è in-
consideri l’osservanza del sabato un sensato da parte di uno zelante e scru-
mezzo per ottenere o conservare la poloso credente giudeo condannare il
salvezza: è semplicemente convinto fratello che non si attiene al calendario
di fare qualcosa di gradito al Signore. giudaico e che non si limita a mangiare
Allo stesso modo, chi non ha riguardo i cibi puri. Allo stesso modo, è sbagliato
al giorno ritiene ugualmente di ono- che un fratello forte nella fede disprez-
rare Cristo, la sostanza della fede, di zi il fratello debole. Il fatto è che ognu-
cui il sabato non era che la semplice no di noi dovrà comparire davanti al
“ombra” (vd. Cl 2:16-17). tribunale di Dio, (51) la cui valutazione
Chi si sente libero di mangiare cibi sarà la sola che conterà.
“impuri” china il capo e ringrazia Dio Questo tribunale prenderà in esame
per averglieli donati. Lo stesso fa il cre- il servizio svolto dal credente, non i
dente debole che mangia soltanto cibi suoi peccati (vd. 1 Co 3:11-15). Sarà un
puri (kosher). Ambedue invocano la tempo di verifica e di ricompense che
benedizione di Dio. non va confuso con il tribunale delle
In entrambi i casi, Dio è onorato e nazioni (vd. Mt 25:31-46) o con il tri-

651
ROMANI 14:11

bunale del grande trono bianco (vd. Ap Paolo deve essere intesa alla luce del
20:11-15). Quest’ultimo è il tribunale contesto. I credenti non si contami-
finale in cui saranno giudicati tutti i nano se mangiano cibi che la legge di
malvagi già morti. Mosè riteneva impuri.
14:11 La certezza di comparire da- 14:15 Quando sono a tavola con un
vanti al tribunale di Cristo (bema) è fratello debole, mi è lecito insistere
confermata dalla citazione di Is 45:23, sul mio legittimo diritto di mangiare
dove Yahweh stesso afferma solenne- granchi o aragoste (vd. commento a
mente che ogni ginocchio si piegherà 14:3), anche se so che egli lo considera
davanti a lui e riconoscerà la sua auto- una trasgressione? No, non mi è leci-
rità suprema. to; al contrario, comportandomi in tal
14:12 Quindi è chiaro che tutti noi modo, non agisco con amore, giacché
dovremo rendere conto di noi stessi, l’amore pensa agli altri, non a se stesso.
non dei nostri fratelli, a Dio. Noi emet- L’amore antepone ai propri legittimi
tiamo troppo facilmente giudizi gli uni diritti il benessere di un fratello. Un
contro gli altri, senza averne autorità e piatto di cibo non è importante quanto
competenza. il bene spirituale di colui per il quale
14:13 Invece di sentenziare con i Cristo è morto. Se tuttavia, egoistica-
nostri fratelli circa argomenti privi mente, faccio sfoggio dei miei diritti
di rilevanza morale, dovremmo deci- su questi argomenti, posso recare un
dere di non impedire in alcun modo danno irreparabile nella vita di un fra-
il progresso spirituale di un nostro tello debole. Non ne vale certamente la
fratello. Nessuno di questi argomenti pena, se penso che la sua anima è stata
marginali è abbastanza importante redenta a un prezzo straordinaria-
da costituire motivo di inciampo o di mente alto, quello del prezioso sangue
caduta per un fratello. dell’Agnello.
14:14 Paolo sapeva, e noi pure lo 14:16 Il principio che emerge da
sappiamo, che nessun cibo deve più quanto sopra è che non dovremmo
considerarsi cerimonialmente impu- mai permettere che questioni margi-
ro, come poteva invece esserlo per un nali, assolutamente lecite in sé, diano
Giudeo che viveva sotto la legge. Il cibo occasione ad altri di condannarci per
che noi mangiamo è santificato dalla la nostra “leggerezza” o “mancanza
Parola di Dio e dalla preghiera (vd. 1 Ti di amore”. Sarebbe come sacrificare il
4:5). È santificato dalla Parola di Dio nostro buon nome per un piatto di len-
nel senso che la Bibbia lo considera ticchie!
buono. È santificato dalla preghiera, 14:17 Nel regno di Dio, ciò che ve-
quando noi chiediamo a Dio di bene- ramente conta non sono i precetti
dirlo per la sua gloria e per fortificare alimentari, bensì le realtà spirituali.
il nostro corpo allo scopo di poterlo Il regno di Dio è là dove Dio è ricono-
servire. Ma se un fratello debole ritiene sciuto come sovrano assoluto. Nel suo
che sia peccato mangiare, per esempio, significato più ampio, include tutti
carne di maiale, allora, per lui, è pecca- coloro che professano devozione a Dio,
to. Se ne mangiasse, farebbe torto alla ma, nella sua intima realtà, include
coscienza che Dio gli ha dato. soltanto coloro che sono nati di nuovo.
Paolo dice che nulla è impuro in se Questo è il senso che traspare in que-
stesso, ma dobbiamo tener presente sto contesto.
che egli sta parlando soltanto di questi Coloro che fanno parte del regno
argomenti privi di importanza. Nella non sono intenditori di cibi o esper-
vita sono molte le cose impure, come ti di vini. Dovrebbero, invece, essere
ad esempio, i giornali pornografici, gli persone caratterizzate da una vita im-
scherzi volgari, i film indecenti e ogni prontata alla giustizia, da una disposi-
forma di immoralità. L’asserzione di zione per la pace e per l’armonia e da

652
ROMANI 15:4

un’inclinazione alla gioia nello Spirito stessi per avere offeso altri. Chi evita di
Santo. far cadere altri è un uomo beato.
14:18 Non conta ciò che un uomo 14:23 Per quanto riguarda il fratello
mangia o non mangia, bensì una vita debole, è un errore se egli mangia cibi
santa che si guadagna l’onore di Dio e sui quali nutre degli scrupoli. Se lo fa,
l’approvazione degli uomini. Coloro manca di fede, in altre parole agisce in
che danno importanza alla giustizia, malafede: è peccato comportarsi con-
alla pace e alla gioia servono Cristo os- tro coscienza.
servando i suoi insegnamenti. È vero che la coscienza di una per-
14:19 Emerge così un altro princi- sona non è una guida infallibile e che
pio. Anziché litigare su questioni ir- deve essere ammaestrata mediante la
rilevanti, dovremmo fare ogni sforzo Parola di Dio. Ma, scrive Merril Unger:
per mantenere la pace e l’armonia nei “Paolo stabilisce la norma secondo la
rapporti tra fratelli. Invece di insistere quale un uomo dovrebbe seguire la
sui nostri diritti, rischiando di fornire propria coscienza, per quanto debole;
un’occasione di inciampo, dovremmo in caso contrario, il carattere morale si
adoperarci per edificare gli altri, affin- annienta”. (52)
ché la loro fede continui a crescere e a 15:1 I primi tredici versetti del
santificarsi. cap. 15 continuano l’argomento del
14:20 Dio sta compiendo un’opera precedente capitolo, vale a dire le que-
nella vita di ognuno dei suoi figli. È ter- stioni moralmente irrilevanti. Poiché
ribile il solo pensiero che quell’opera, erano sorte tensioni tra i convertiti
nella vita di un fratello debole, sia im- provenienti dal giudaismo e quelli
pedita a causa di questioni come cibo, provenienti dal paganesimo, Paolo si
bevande o giorni. Per un figlio di Dio adoperava per ricostituire un rapporto
tutti i cibi sono puri, ma sarebbe un sereno fra i due gruppi.
grave errore da parte sua mangiare un Coloro che sono forti (cioè total-
certo cibo se, nel fare questo, rischiasse mente liberi riguardo alle questioni
di offendere un fratello o di farlo cade- moralmente irrilevanti) non devono
re nel suo cammino cristiano. compiacere se stessi rivendicando egoi-
14:21 È mille volte meglio rinunciare sticamente i propri diritti. Al contrario,
alla carne o al vino o a qualsiasi altra dovrebbero trattare i loro fratelli deboli
cosa piuttosto che offendere un fratello con gentilezza e considerazione, tenen-
e causargli un indebolimento spiritua- do conto delle loro debolezze.
le. Accantonare i propri legittimi diritti 15:2 Il principio da tener presente
è un piccolo prezzo da pagare per ri- è che non bisogna vivere per compia-
guardo a un fratello debole. cere se stessi, bensì per compiacere
14:22 Sappiamo di essere liberi il prossimo, facendogli del bene per
di mangiare cibi di ogni tipo, essen- edificarlo. Questa è la linea di condotta
do certi che Dio ce li offre affinché li cristiana.
consumiamo con rendimento di gra- 15:3 L’esempio ci arriva da Cristo, il
zie, ma non vi è alcun motivo per fare quale ci ha vissuto per compiacere al
sfoggio di questa libertà in presenza di Padre e non a se stesso. Egli ha dichia-
coloro che sono deboli. È meglio che rato: Gli insulti di quelli che ti oltrag-
esercitiamo questa libertà in privato, giano sono caduti sopra di me (Sl 69:9).
quando sappiamo di non offendere Ciò significa che egli aveva talmente
nessuno. a cuore l’onore di Dio che considerava
È piacevole camminare nel pieno ogni oltraggio a Dio come un affronto
godimento della libertà cristiana, sen- personale.
za impedimenti di scrupoli arbitrari, 15:4 La citazione del Sl 69 ci ricorda
ma è meglio rinunciare ai propri legit- che le Scritture dell’A.T. furono scritte
timi diritti che dover condannare se per nostra istruzione. Nonostante non

653
ROMANI 15:5

siano state scritte direttamente a noi, l’apostolo ricorda ai suoi lettori che il
esse contengono inestimabili lezioni ministero di Cristo include Giudei e
per noi. Quando dobbiamo affrontare stranieri; ciò comporta che anche il no-
problemi, conflitti, sofferenze e pre- stro cuore dovrebbe essere abbastanza
occupazioni, le Scritture ci insegnano grande per comprenderli entrambi.
a rimanere saldi e ci danno consola- Certamente Cristo è venuto per servire
zione. Così, invece di affondare sotto i circoncisi, vale a dire il popolo giudeo.
l’impeto delle onde, siamo sostenuti Dio aveva promesso ripetutamente che
dalla speranza che il Signore ci viene avrebbe mandato il Messia a Israele
in soccorso. e la venuta di Cristo ha confermato la
15:5 Tale considerazione induce verità di queste promesse.
Paolo ad auspicare che il Dio che dà 15:9 Ma Cristo concede le benedi-
stabilità e consolazione farà in modo zioni anche agli stranieri. Infatti, Dio
che i credenti forti e deboli, stranieri aveva progettato che le nazioni potes-
e Giudei, vivano in armonia secondo sero ascoltare il vangelo e che quelle
l’insegnamento e l’esempio di Cristo che avessero creduto avrebbero onora-
Gesù. to Dio per la sua grande misericordia.
15:6 Ecco che, allora, sarà possibile Ciò non doveva costituire una sorpresa
vedere i santi uniti per adorare Dio… per i Giudei credenti, giacché era stato
Padre del nostro Signore Gesù Cristo. più volte annunciato nelle Scritture.
Che magnifico spettacolo: tutti i salva- Nel Sl 18:49, per esempio, Davide an-
ti, sia Giudei sia stranieri, che adorano ticipa il giorno in cui il Messia canterà
il Signore d’una stessa bocca ! lodi a Dio in mezzo a una moltitudine
Nella Lettera ai Romani è proprio di credenti stranieri.
servendosi di questo termine che 15:10 In De 32:43 leggiamo che gli
l’apostolo traccia il profilo biografi- stranieri condividono le benedizioni
co di “un’anima salvata” articolato e le gioie della salvezza con il suo [di
in quattro tempi. Al principio la sua Dio] popolo.
bocca era piena di maledizione e di 15:11 Nel Sl 117:1 Israele invita le na-
amarezza (vd. 3:14). Successivamente zioni a lodare il Signore nel regno mil-
la sua bocca è stata chiusa e ricono- lenniale del Messia.
sciuta colpevole di fronte al Giudice 15:12 Infine Isaia aggiunge la pro-
(vd. 3:19). Con la bocca ha confessato pria testimonianza riguardo all’am-
Gesù come Signore (vd. 10:9). Infine, missione delle nazioni nel regno del
la sua bocca è attivamente impegnata Messia (vd. Is 11:1, 10). Ciò che si vuole
nella lode e nell’adorazione del Signo- qui rilevare è la partecipazione delle
re (vd. 15:6). nazioni ai privilegi concessi dal Messia
15:7 A questo punto, emerge anco- e dal suo vangelo.
ra un altro principio. Nonostante le Il Signore Gesù è la radice di Isai nel
eventuali differenze su argomenti di senso che è il Creatore di Isai, non un
importanza secondaria, dobbiamo ac- suo discendente (sebbene anche que-
coglierci gli uni gli altri, come anche sto sia vero). In Ap 22:16 Gesù si pre-
Cristo ci ha accolti. Ecco la vera base senta come la radice e la discendenza
su cui si fonda l’accoglienza nell’as- di Davide: in virtù della sua deità, egli
semblea locale. Non dobbiamo acco- è il Creatore di Davide; in relazione alla
glierci sulla base dell’appartenenza a sua umanità, ne è il discendente.
una denominazione o della maturità 15:13 Paolo termina questa sezione
spirituale, o ancora della condizione con una generosa benedizione, pregan-
sociale. Noi dobbiamo accogliere colo- do che il Dio, che dona buona speran-
ro che Cristo… ha accolti, per esaltare za per mezzo della grazia, riempia di
la gloria di Dio. ogni gioia e di ogni pace i santi, uniti a
15:8 Nei successivi sei versetti, lui nella fede. Qui, probabilmente, egli

654
ROMANI 15:20

allude soprattutto ai credenti stranieri, la vera offerta che egli cerca. Ogni
ma la preghiera è valida per tutti. È al- anima istruita accuratamente e pa-
tresì vero che quanti abbondano nella zientemente nelle cose riguardanti
speranza, per la potenza dello Spirito Cristo, e resa così conforme alla sua
Santo non hanno tempo per litigare immagine, è un’anima della quale il
su questioni non essenziali. La nostra Padre si compiace. Perciò noi ci affa-
comune speranza è una potente forza tichiamo non solo per la salvezza de-
unificante nella vita cristiana. gli uomini, ma per la soddisfazione
del cuore di Dio. Questa è la princi-
G. I progetti di Paolo pale spinta che ci anima.(53)
(15:14-33)
15:14 Nella parte rimanente del cap. 15 15:17 Se Paolo osa vantarsi, non lo fa
Paolo spiega i motivi che lo hanno per vanagloria, bensì per glorificarsi in
spinto a scrivere ai Romani ed esprime Cristo Gesù, non per i risultati ottenu-
il suo gran desiderio di visitarli. ti personalmente, ma per ciò che Dio
Nonostante non abbia mai incon- si è compiaciuto di fare per mezzo di
trato i credenti di Roma, egli è per- lui. Un umile servo di Cristo non mena
suaso che essi accetteranno le sue vanto inopportuno, poiché è consape-
esortazioni. La sua persuasione è ba- vole che Dio si sta servendo di lui per
sata su ciò che ha udito riguardo alla portare a compimento i suoi propositi.
loro bontà . Egli è, inoltre, certo della Ogni tentazione di vanto si estingue
loro conoscenza della dottrina cristia- nella convinzione che egli non è nulla,
na, che li rende capaci di ammonire che non possiede nulla, tranne quello
gli altri. che ha ricevuto, e che non può fare nul-
15:15 Benché persuaso del loro pro- la per Cristo se non grazie alla potenza
gresso spirituale, e nonostante sia un dello Spirito Santo.
estraneo per loro, Paolo non esita a 15:18 Paolo non ha la pretesa di
richiamare la loro attenzione sui loro parlare di ciò che Cristo ha fatto per
privilegi e sulle loro responsabilità. La mezzo del ministero di altri. Egli si li-
schiettezza con cui ha redatto questa mita a spiegare il modo in cui il Signore
lettera deriva dalla grazia che Dio ha si è servito di lui per portare i pagani
fatto a Paolo, ordinandolo apostolo. all’ubbidienza, sia in virtù di ciò che
15:16 Paolo aveva ricevuto da Dio il ha detto sia in virtù di ciò che ha fatto,
ministero al servizio di Cristo Gesù e a ossia per mezzo del messaggio che ha
favore degli stranieri. Egli considerava predicato e dei miracoli compiuti.
tale sacro servizio del vangelo di Dio 15:19 Il Signore aveva confermato il
alla stregua di una funzione sacerdo- messaggio dell’apostolo per mezzo di
tale, mediante la quale presentare gli miracoli che impartivano lezioni spi-
stranieri salvati in offerta gradita a rituali e suscitavano meraviglia, e per
Dio: per mezzo della nuova nascita, mezzo di varie manifestazioni della
infatti, lo Spirito Santo li aveva messi potenza dello Spirito. Ne era consegui-
da parte per Dio. Campbell Morgan ta la possibilità di predicare il vangelo,
esulta: cominciando da Gerusalemme per
proseguire fino all’Illiria (a nord della
Quale meravigliosa luce questo ser- Macedonia sul mare Adriatico). Da Ge-
vizio irradia su tutti i nostri sforzi rusalemme… all’Illiria è un’espressio-
evangelistici e pastorali! Ogni anima ne che definisce l’estensione geografica
guadagnata dalla predicazione del del suo ministero, non l’ordine crono-
vangelo non viene solo introdotta logico.
in un luogo di salvezza e di benedi- 15:20 Nel seguire questo percorso,
zione, ma è anche un’offerta a Dio, Paolo aveva nutrito l’ambizione di
un dono che gli reca soddisfazione, predicare il vangelo in un territorio

655
ROMANI 15:21

ancora vergine. I suoi ascoltatori erano lo stato di bisogno dei credenti poveri.
soprattutto stranieri che, prima di allo- La colletta era stata fatta con contri-
ra, non avevano mai sentito parlare di buzioni assolutamente volontarie da
Cristo. In questo modo, Paolo non ave- parte dei donatori e dettata da un mo-
va costruito sul fondamento di altri. tivo ben preciso. Essi, infatti, avevano
L’esempio di Paolo, il quale operava co- beneficiato spiritualmente dell’avven-
me pioniere in località nuove al vange- to del vangelo recato loro da Giudei
lo, non costituisce necessariamente un credenti, e ora si sentivano in dovere di
obbligo, per altri servitori del Signore, condividere i loro beni materiali con i
a seguire esattamente il suo modo di loro fratelli giudei.
procedere. Alcuni, ad esempio, posso- 15:28-29 Non appena Paolo avesse
no essere chiamati a insegnare in chie- compiuto questo servizio, consegnan-
se costituite di recente. do i fondi promessi, avrebbe visitato
15:21 Quest’opera di fondazione tra Roma nel corso del suo viaggio verso la
gli stranieri era l’adempimento di una Spagna. Egli era certo che la sua visita a
profezia di Isaia (vd. Is 52:15), secondo Roma sarebbe stata accompagnata dal-
la quale gli stranieri che non erano mai la pienezza delle benedizioni, che Cri-
stati precedentemente evangelizzati sto non manca mai di dispensare ogni
lo vedranno, e coloro che non aveva- qualvolta la Parola di Dio viene predica-
no mai udito prima la buona notizia ta nella potenza dello Spirito Santo.
la comprenderanno e l’accoglieranno 15:30 L’apostolo chiude questa se-
con vera fede. zione con una fervente richiesta di
15:22-23 Preso dal desiderio di oc- preghiere, appellandosi alla reciproca
cuparsi di un territorio vergine, Paolo unione con il Signore… Gesù Cristo e
era stato così impegnato da non avere al loro amore, che proviene dallo Spiri-
mai trovato, in passato, il tempo per to Santo. Egli chiede loro di pregare Dio
andare a Roma; ma ora che le fonda- in suo favore con insistenza e intensi-
menta erano state gettate nella regione tà. Lenski commenta: “È una richiesta
definita nel v. 19, altri avrebbero potuto di preghiere nelle quali bisogna impe-
costruirvi sopra. Paolo era perciò li- gnarsi anima e corpo come quelli che
bero di soddisfare il desiderio, a lungo lottano disperatamente nell’arena”. (54)
accarezzato, di visitare Roma. 15:31-32 Sono presentati quattro
15:24 Il piano di Paolo prevedeva un specifici soggetti di preghiera.
viaggio verso la Spagna con tappa a Ro- 1° Paolo chiede di pregare affinché sia
ma. Egli non sarebbe potuto rimanere liberato dagli zeloti di Giudea che si
a lungo con i credenti di quella città opponevano fanaticamente al van-
(come, invece, avrebbe desiderato) a gelo, proprio come, una volta, aveva
godere pienamente della comunione fatto egli stesso.
fraterna, ma avrebbe soddisfatto alme- 2° Paolo desidera che i Romani preghino
no in parte questo desiderio. Paolo era affinché i santi della Giudea accetti-
sicuro che gli avrebbero fornito tutto no di buon grado i fondi di assistenza.
l’aiuto necessario per terminare il viag- Forti pregiudizi religiosi perdurava-
gio in Spagna. no contro i credenti stranieri e contro
15:25 Per il momento si stava recan- coloro che predicavano agli stranieri.
do a Gerusalemme per consegnare i C’era, quindi, la possibilità che i Giu-
fondi raccolti tra le chiese degli stra- dei si offendessero all’idea di ricevere
nieri per i santi bisognosi della Giudea. “la carità”. Spesso ci vuole più garbo a
Si trattava della colletta menzionata in ricevere che a dare.
1 Co 16:1 e in 2 Co 8–9. 3° Paolo chiede preghiere per il suo
15:26-27 I credenti della Macedonia viaggio a Roma, affinché si svolga
e dell’Acaia avevano gioiosamente con- con gioia. La locuzione se piace a
tribuito a questa raccolta per alleviare Dio esprime il desiderio di Paolo di

656
ROMANI 16:9

ricevere la guida del Signore in ogni che si offrono in sacrificio di servizio


occasione. per la causa di Cristo!
4° L’apostolo chiede che la sua visita 16:4 In un’occasione, infatti, Prisca
possa essere di conforto al suo mini- (Priscilla) e Aquila hanno rischiato la
stero frenetico e sfibrante. vita per Paolo con un gesto eroico di
15:33 Paolo chiude il capitolo pregan- cui, purtroppo, non conosciamo i par-
do che Dio, che è la sorgente della pace, ticolari. L’apostolo è loro grato, come
sia con tutti loro. Nel cap. 15 il Signore pure lo sono le chiese di convertiti del-
è stato chiamato il Dio della pazienza e le nazioni presso le quali egli ha svolto
della consolazione (v. 5), il Dio della spe- il suo ministero.
ranza (v. 13) e ora il Dio della pace. Egli 16:5 Salutate anche la chiesa che si
è la fonte di ogni cosa buona e di ogni riunisce in casa loro. Ciò significa che
cosa di cui un povero peccatore ha biso- un’effettiva comunità di credenti si riu-
gno, ora e nell’eternità. Amen. niva regolarmente in casa loro. Gli edi-
fici di culto erano sconosciuti fin verso
H. La considerazione altrui il tardo II sec. Anche precedentemente,
(cap. 16) quando Aquila e Prisca vivevano a Co-
A una prima lettura, l’ultimo capitolo rinto, una chiesa si radunava in casa
di Romani sembra un elenco poco inte- loro (vd. 1 Co 16:19).
ressante di nomi che significano poco Epeneto significa “degno di lode”.
o niente per noi oggi. Invece, con uno Senza dubbio, questo primo convertito
studio un po’ più attento, si scopre che della provincia dell’Asia (56) faceva ono-
questo capitolo contiene importanti le- re al proprio nome. Paolo, parlando di
zioni per il credente. lui, lo chiama il mio caro.
16:1 Febe è presentata come una 16:6 La preminenza, in questo capi-
diaconessa (55) della chiesa di Cencrea. tolo, di nomi di donne evidenzia il loro
Non dobbiamo pensare che costei ampio campo di attività (vv. 1, 3, 6, 12
appartenesse a un particolare ordine ecc.). Maria lavorava instancabilmente
religioso. Ogni sorella che svolge un per i credenti.
servizio in una chiesa locale può essere 16:7 Non sappiamo quando Andro-
considerata una “diaconessa”. nico e Giunia siano stati compagni di
16:2 Ogni volta che i primi cristiani prigionia di Paolo. Non siamo sicuri
si spostavano da una chiesa a un’altra, se l’appellativo parenti significhi che
recavano con sé delle lettere di presen- costoro appartenevano alla famiglia
tazione. Si trattava di una forma di cor- dell’apostolo o se erano semplicemente
tesia nei riguardi della chiesa ospitante Giudei. Così pure ignoriamo se l’espres-
e di aiuto per chi era in visita. sione segnalati fra gli apostoli signifi-
Così Paolo presenta Febe e chiede chi che costoro erano rispettati dagli
che sia accolta come una vera credente apostoli o se essi stessi erano impor-
in modo degno di fratelli credenti. Egli tanti apostoli. Tutto ciò che sappiamo
prega i fratelli di prestarle assistenza in per certo è che costoro erano diventati
ogni cosa e li informa che ella si è de- cristiani prima di Paolo.
dicata a un ministero di soccorso per 16:8 Ci viene ora presentato Am-
il prossimo, incluso lui stesso. Forse pliato, caro all’apostolo. Non avremmo
costei era un’infaticabile sorella che, a mai sentito parlare di queste persone,
Cencrea, offriva ospitalità ai predicato- se non fossero state accomunate dal
ri e ad altri credenti. sacrificio di Cristo sul Golgota. Questa
16:3 Poi l’apostolo invia i saluti a Pri- è l’unica grandezza che contraddistin-
sca e Aquila, che erano stati suoi vali- gue ognuno di noi.
dissimi collaboratori nel servizio per 16:9 Urbano si è guadagnato il titolo
Cristo Gesù. Quanto dobbiamo ringra- di collaboratore e Stachi è chiamato
ziare Dio per quelle coppie di credenti mio caro. Ro 16 si presenta come “il

657
ROMANI 16:10

tribunale di Cristo in miniatura”, dove salutare. Esso è ancora in uso in alcu-


ogni esempio di fedeltà a Cristo sarà ni paesi. Tale gesto è definito un santo
encomiato. bacio a garanzia contro eventuali scor-
16:10 Apelle aveva superato con suc- rettezze: nella nostra cultura, esso è
cesso delle esperienze difficili e aveva generalmente sostituito da una stretta
dato buona prova in Cristo. di mano.
Paolo saluta la casa di Aristobulo ; Le chiese dell’Acaia, località da dove
probabilmente fa riferimento agli schia- Paolo stava scrivendo, si uniscono ai
vi del nipote di Erode il Grande, che si saluti di Paolo.
erano convertiti al cristianesimo. 16:17 L’apostolo non può concludere
16:11 Erodione era, verosimilmente, la sua lettera senza mettere in guardia i
anch’egli uno schiavo. Parente di Pao- credenti contro i falsi dottori che potreb-
lo, era forse l’unico schiavo Giudeo ap- bero infiltrarsi nella chiesa. I credenti
partenente alla casa di Aristobulo. devono essere prudenti, perché questi
Anche alcuni degli schiavi di Narcis- millantatori provocano divisioni e insi-
so erano credenti e Paolo li include nei nuano idee ingannevoli per distruggere
suoi saluti. Perfino coloro che si trova- la fede di coloro che sono poco accorti.
no ai livelli più bassi della scala sociale Questi ultimi devono vigilare affinché
sono onorati delle benedizioni cristia- nessuno insegni dottrine in contrasto
ne più preziose. L’inclusione di schiavi con l’insegnamento che hanno ricevu-
in questo elenco di nomi ci rammenta to e tenersene ben lontani.
con piacere che, in Cristo, tutte le di- 16:18 Questi falsi dottori non ubbi-
stinzioni sociali scompaiono, perché discono al nostro Signore Gesù Cristo,
noi siamo tutti uno in lui. ma alla propria concupiscenza. Essi
16:12 Trifena e Trifosa avevano no- sono molto abili nel raggirare gli in-
mi che significano rispettivamente cauti con il loro seducente e lusinghie-
“delicata” e “raffinata”, ma erano gran- ro parlare.
di lavoratrici nel servizio per il Signore, 16:19 Paolo si rallegrava perché l’ub-
come pure la cara Perside, un’altra di bidienza dei suoi lettori al Signore era
quelle lavoratrici assolutamente neces- ben conosciuta. Tuttavia, egli li esor-
sarie nelle chiese locali. tava a discernere e a seguire ciò che è
16:13 Rufo potrebbe essere il figlio di bene e a respingere ciò che è male.
quel Simone che aveva portato la croce 16:20 In questo modo Dio, che è la
di Gesù (vd. Mr 15:21). Egli era l’eletto sorgente della pace, avrebbe concesso
nel Signore, non solo riguardo alla sal- loro una rapida vittoria su Satana.
vezza, ma anche per il suo carattere; in Con la sua caratteristica benedi-
altre parole, era un credente che spic- zione, l’apostolo augura ogni bene ai
cava in mezzo agli altri. La madre di fratelli e alle sorelle mentre sono in
Rufo aveva usato materne attenzioni viaggio verso la gloria.
per Paolo: ciò le era valso l’affettuoso 16:21 Noi conosciamo Timoteo,
titolo di “mia madre”. figlio di Paolo nella fede e suo fedele
16:14-15 Forse Asincrito, Flegonte, collaboratore. Non sappiamo nulla
Erme, Patroba e Erma frequentavano di Lucio eccetto che, come Paolo, era
una chiesa che si radunava in una casa giudeo. Forse abbiamo già incontrato
privata, come nel caso di Prisca e Aqui- Giasone (vd. At 17:5) e Sosipatro (vd. At
la (vv. 3, 5). Filologo e Giulia, Nereo e 20:4), anche loro Giudei.
sua sorella e Olimpa potevano costi- 16:22 Terzio era colui al quale Paolo
tuire il nucleo di un’altra chiesa che si aveva dettato la lettera. Egli si permet-
radunava, come quella precedente, in te di aggiungere i suoi cordiali saluti
casa di un credente. personali.
16:16 A quell’epoca il santo bacio 16:23 Ci sono almeno quattro uo-
era un modo comune e affettuoso di mini, nel N.T., di nome Gaio. Quello

658
ROMANI 16:27

qui menzionato è probabilmente la to di comunicarlo ai Giudei. Si tratta


persona di cui si parla in 1 Co 1:14. dell’annuncio pubblico del messaggio
Questo fratello era noto per la sua che riguarda Gesù Cristo e la rivela-
ospitalità, che offriva non solo a Pao- zione di una meravigliosa verità tenuta
lo, ma anche a tutti quelli che ne ave- nascosta fin dai tempi più remoti. Un
vano bisogno. Erasto era il tesoriere mistero, nel N.T., è una verità mai co-
della città di Corinto. Ignoriamo se si nosciuta prima e che l’intelletto uma-
tratti del medesimo individuo di cui si no non avrebbe mai potuto scoprire,
fa menzione in At 19:22 e/o 2 Ti 4:20. ma che è stata ora resa nota.
Quarto è ricordato semplicemente 16:26 Il mistero cui si allude qui è la
come un fratello. Quale onore e quale verità secondo la quale credenti giudei
dignità è, tuttavia, l’essere considerato e credenti stranieri sono stati fatti co-
come tale! eredi, entrambi membri del Corpo di
16:24 La grazia del nostro Signore Cristo e compartecipi della promessa
Gesù Cristo sia con tutti voi è la tipica fatta in Cristo Gesù mediante il vange-
formula di benedizione con la quale lo (vd. Ef 3:6).
Paolo chiude le sue lettere. È la stessa Ora questo mistero è rivelato e re-
che abbiamo nel v. 20b con l’aggiunta so noto mediante gli scritti dei profeti
di tutti. In realtà, nella maggior parte (non quelli dell’A.T., bensì del N.T.). Tale
dei mss. della Lettera ai Romani, que- mistero era sconosciuto nelle Scritture
sto è l’ultimo versetto e, la dossologia dell’A.T., ma è stato rivelato mediante
dei vv. 25-27 viene dopo il cap. 14. Il le Scritture profetiche del N.T. (vd. Ef
testo alessandrino (NA) omette il v. 20. 2:20; 3:5).
Tanto la benedizione quanto la dosso- Si tratta del messaggio del vangelo che
logia sono modi meravigliosi per con- Dio ha ordinato fosse reso noto… a tutte
cludere un libro. Entrambe terminano le nazioni, affinché quei popoli potesse-
con la parola Amen. ro ubbidire alla fede ed essere salvati.
16:25 La lettera si chiude con una 16:27 Dio è l’unico che possiede e
dossologia. Essa è rivolta a Dio, che dona l’autentica saggezza, e a lui ap-
può rafforzare il suo popolo in accor- partiene la gloria per sempre, per mez-
do con il vangelo predicato da Paolo e zo di Gesù Cristo, nostro mediatore.
che questi chiama mio vangelo. Esiste, Termina così la magnifica lettera di
naturalmente, un solo modo per es- Paolo. Quanto dobbiamo essere grati al
sere salvati: Paolo lo divulga in veste Signore per avercela donata! E quanto
di “apostolo degli stranieri” laddove a saremmo poveri se ne fossimo privi!
Pietro, per esempio, è stato comanda- Amen.

659
ROMANI

NOTE

1 (1:4) Alcuni commentatori ritengono che la locuzione “Spirito di santità” indichi la


santità di Cristo nella sua umanità.
2 (1:31) Nel testo originale gr. tutti questi aggettivi iniziano con l’“alfa privativo”
(cfr. “ateo” = “senza Dio”) e sono simili, nella struttura, ad aggettivi italiani che ini-
ziano con il prefisso negativo “in” (p.es. “insensati” = “privi di senno”).
3 (2:4) A.P. Gibbs, Preach and Teach the Word, p. 12/4.
4 (2:6) Lewis S. Chafer, Systematic Theology, III:376.
5 (3:22) Il testo della NR si basa sul testo critico NA. Dopo la locuzione “per tutti” altre
versioni (p. es. la ND) aggiungono “e sopra tutti” (TR e M).
6 (3:23) Lett.: “peccarono” (tempo aoristo, non perfetto, che corrisponde al passato
prossimo).
7 (3:24) Arthur T. Pierson, Shall We Continue in Sin?, p. 23.
8 (3:24) Paul Van Gorder, in Our Daily Bread.
9 (3:30) C.E.B. Cranfield rileva (Romans, I: 222) che i tentativi fatti per trovare una
qualsiasi sottilissima differenza non sono convincenti. Forse ha ragione Agostino
nell’attribuire il cambiamento a una variante retorica.
10 (4:1) Oppure: qual è stata l’esperienza di “Abraamo, nostro antenato secondo la carne”.
11 (4:13) Daily Notes of the Scripture Union (non disponibile ulteriore documentazione).
12 (4:24) C.H. Mackintosh, The Mackintosh Treasury: Miscellaneus Writings by C. H. Ma-
ckintosh, p 66.
13 (6:1) J. Oswald Sanders, Spiritual Problem, p. 112.
14 (6:5) Charles Hodge, The Epistle to the Romans, p. 196.
15 (6:11) Ruth Paxson, The Wealth, Walk, and Warfare of the Christian, p. 108.
16 (6:11) C.E. Macartney, Macartney’s Illustrations, pp. 378-379.
17 (6:14) James Denney, “St. Paul’s Epistle to the Romans”, The Expositor’s Greek Testa-
ment II:635.
18 (6:19) Charles Gahan, Gleanings in Romans, in loco.
19 (6:21) Marcus Rainsford, Lectures on Romans V, p. 172.
20 (6:21) Arthur T. Pierson, Shall We Continue in Sin?, p. 45.
21 (7:15) Harry Foster, articolo in Toward the Mark, p. 110.
22 (7:23) George Cutting, The Old Nature and the New Birth (opuscolo), p. 33.
23 (8:1) La frase successiva: “…i quali non camminano secondo la carne, ma secondo
lo Spirito” è considerata una copiatura, per errore, dal v. 4. Si trova, comunque, in
molti mss., limitandosi ad aggiungere un particolare alla descrizione di coloro che
sono in Cristo.
24 (8:10) I redattori della NR hanno ritenuto che il termine pneuma designi lo Spirito
Santo, quindi la S iniziale è maiuscola. Nei mss. originali si usavano solo lettere ma-
iuscole (dette “onciali”). Così l’impiego delle lettere maiuscole o minuscole dipende
dall’interpretazione dei traduttori. Per esempio, nel caso dello Spirito Santo si usa
la “S” maiuscola, mentre nel caso dello spirito (umano) del credente si usa la lettera
minuscola.
25 (8:15) Vd. nota precedente. In questo caso il significato alternativo di “Spirito” non è
lo spirito umano, ma un’attitudine opposta a quella della schiavitù.
26 (8:18) In ebr. il termine gloria deriva dal verbo pesare. Qui i Giudei potrebbero vedere
un gioco di parole, anche se celato dal greco.
27 (8:31) Questo era il versetto preferito di Giovanni Calvino.
28 (8:32) C.H. Mackintosh (non disponibile ulteriore documentazione).
29 (8:37) La traduzione lett. è “supervincitori” (hupernikomen).
30 (8:38-39) Questi termini erano usati, per es., in astrologia.
31 (9:4) The New Scofield Reference Bible, p. 1317.

660
ROMANI

32 (9:5) Vd. Charles Hodge, Romans, pp. 299-301 per un’esposizione particolareggiata
su questo argomento.
33 (9:16) G. Campbell Morgan, Searchlights from the Word, pp. 335-336.
34 (9:21) Albert Barnes, Barnes’s Notes on the New Testament, p. 617.
35 (9:23) Charles R. Erdman, The Epistle of Paul to the Romans, p. 109.
36 (10:10) William Kelly, Notes on the Epistle to the Romans, p. 206.
37 (10:10) James Denney, citato da Kenneth Wuest in Romans in the Greek New Testament,
p. 178.
38 (10:14) Charles Hodge, Romans, p. 545.
39 (11:1) Duole notare che molti di coloro che attribuiscono le benedizioni d’Israele alla
chiesa sono, però, ben lieti di lasciare agli Israeliti le annunciate maledizioni!
40 (11:32) George Williams, The Student’s Commentary on the Holy Scriptures, p. 871.
41 (11:33) Arthur W. Pink, The Attributes of God, p. 13.
42 (12:1) Norman Grubb, C.T. Studd, Cricketer and Pioneer, p. 141.
43 (12:6) Charles Hodge, Romans, p. 613.
44 (12:6) A.H. Strong, Systematic Theology, p. 12.
45 (12:6) Occorre tuttavia specificare che, in alcuni contesti, l’articolo determinativo,
usato qui nell’originale, equivale praticamente a un pronome.
46 (12:19) R.C.H. Lenski, St. Paul’s Epistle to the Romans, p. 780.
47 (12:21) J.N. Darby, dalla nota a piè di pagina su Romani 12:21 nella sua New Tran-
slation.
48 (12:21) George Washington Carver (non disponibile ulteriore documentazione).
49 (12:21) Citato da Charles Swindoll in Growing Strong in the Seasons of Life, pp. 69-70.
50 (13:4) I verbi ebr. consueti per “uccidere” e “ammazzare” sono qatal e harag. Nei die-
ci comandamenti compare un altro verbo, rahats, che ha il significato specifico di
“commettere omicidio”. La traduzione gr. del testo biblico è altrettanto chiara.
51 (14:10) Alcuni mss. più recenti hanno: “tribunale di Cristo” (TR e M) invece di “tri-
bunale di Dio”, come NA e alcuni mss. più antichi. Probabilmente il motivo risiede
nel fatto che Cristo sarà il giudice, poiché il Padre ha affidato tutto il giudizio al Figlio
(vd. Gv 5:22).
52 (14:23) Merril F. Unger, Unger’s Bible Dictionary, p. 219.
53 (15:16) G. Campbell Morgan, Searchlights, p. 337.
54 (15:30) R.C.H. Lenski, Romans, p. 895.
55 (16:1) Nel testo gr. il sostantivo diakonos (“servo”, “diacono”) è declinato al maschile.
Probabilmente, qualora vi fosse qui un’allusione a un compito specificamente fem-
minile, tale sostantivo sarebbe stato declinato al femminile.
56 (16:5) Asia era il nome di una provincia romana situata all’estremità dell’Asia Mino-
re, di cui Efeso era la capitale. La NR, conformemente al testo critico NA, legge Asia,
mentre altre traduzioni, come la ND, leggono Acaia. Corinto, località da cui Paolo
stava probabilmente scrivendo, era in Acaia.

BIBLIOGRAFIA

Cranfield, C.E.B. The Epistle to the Romans, vol. I (ICC), Edinburgh: T. & T. Clark Ltd.,
1975.
Denney, James. “St. Paul’s Epistle to the Romans”, The Expositor’s Greek Testament,
vol. II. Grand Rapids: Wm. B. Eerdmans Publishing Company, 1961.
Erdman, C.R. The Epistle of Paul to the Romans. Philadelphia: The Westminster Press,
1925.
Gahan, Charles. Gleanings in Romans. Pubblicato dall’autore.

661
ROMANI

Hodge, Charles. Commentary on the Epistle to the Romans. New York: George H. Doran
Company, 1886.
Kelly, William. Notes on the Epistle to the Romans. London: G. Morrish, 1873.
Lenski, R.C.H. St. Paul’s Epistle to the Romans. Minneapolis: Augsburg Publishing
House, 1961.
Newell, William R. Romans Verse by Verse. Chicago: Moody Press, 1938.
Rainsford, Marcus. Lectures on Romans VI. London: Charles J. Thynne, 1898.
Shedd, William G.T. A Critical and Doctrinal Commentary on the Epistle of St. Paul to the
Romans. Grand Rapids: Zondervan, 1967.
Stifler, James M. The Epistle to the Romans: A Commentary Logical and Historical.
Chicago: Moody Press, 1960.
Wuest, Kenneth S. Romans in the Greek New Testament. Grand Rapids: Wm. B.
Eerdmans Publishing Company, 1964.

662
Prima lettera ai

Corinzi
“Un impareggiabile frammento di storia ecclesiastica”.
– Weizäcker

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone poveri. Questa lettera è un tesoro di in-
La Prima lettera ai Corinzi è il “libro dei segnamenti pratici per il cristiano.
problemi”, nel senso che Paolo vi tratta
le questioni (“Ora quanto a…”) che la II. Autore
comunità si trovava a dover affrontare Tutti gli studiosi sono concordi sulla
nella corrotta città di Corinto. È bene paternità paolina di 1 Corinzi. Alcu-
riconoscere, pertanto, il bisogno che ni scrittori (principalmente liberali)
chiese tanto tormentate dai problemi credono di riscontrare nella lettera la
quanto quelle odierne hanno di aprire presenza di alcune “interpolazioni”,
questa lettera. ma si tratta di congetture soggettive
Le divisioni, la venerazione delle prive di qualsiasi fondamento mano-
guide spirituali, l’immoralità, le beghe scritto. 1 Co 5:9 sembra presupporre
legali, i problemi coniugali, le pratiche l’esistenza di una precedente missiva
dubbie e la regolazione dell’esercizio (non canonica) da parte di Paolo, di cui
dei doni spirituali sono tutte questioni i Corinzi hanno frainteso il contenuto.
affrontate da questa lettera. La prova estrinseca relativa alla pa-
Sarebbe tuttavia sbagliato pensa- ternità della lettera è antichissima: lo
re che 1 Corinzi non si occupi di altro stesso Clemente di Roma (95 d.C. ca)
che di problemi! Questa è la lettera di vi fa riferimento specifico come alla
1 Corinzi 13, il più bel componimento “lettera del benedetto apostolo Paolo”.
sull’amore, non soltanto della Bibbia, Altri scrittori della chiesa primitiva che
ma di tutta la letteratura. Questo libro citano da questo libro sono Policarpo,
presenta, inoltre, preziosi insegnamenti Giustino Martire, Atenagora, Ireneo,
sulla risurrezione, quella di Cristo come Clemente di Alessandria e Tertulliano.
la nostra (cap. 15), istruzioni per la ce- La lettera è elencata nel Canone Mu-
na del Signore (cap. 11) e il comando di ratoriano e segue Galati nel “canone”
partecipare alla colletta (cap. 16). (l’Apostolicon) dell’eretico Marcione.
Senza 1 Corinzi saremmo molto più La prova intrinseca è altresì molto
1 CORINZI

forte. Oltre ai riferimenti dell’auto- dicare uno stile di vita abietto, era stato
re, che si presenta come Paolo in 1:1 coniato il verbo “corinteggiare” (korin-
e 16:21, lo stesso tema affrontato in thiazomai ).
1:12-17; 3:4, 6, 22 va a supporto di una L’apostolo Paolo visitò per la prima
paternità paolina. La convergenza volta Corinto nel suo secondo viaggio
con la narrazione di Atti e con le altre missionario (vd. At 18). In un primo
lettere di Paolo, unitamente alla forte tempo, egli si era impegnato per rag-
connotazione di genuina sollecitudine giungere i Giudei e aveva lavorato tra
apostolica per la chiesa, escludono la loro come fabbricante di tende, insie-
possibilità di una falsificazione e ren- me a Priscilla e ad Aquila. Tuttavia,
dono inoppugnabili gli argomenti in poiché i Giudei avevano rifiutato il suo
favore dell’autenticità dello scritto. messaggio, Paolo si rivolse ai pagani
del luogo. La predicazione del van-
III. Data gelo sfociò nella salvezza di anime e
Paolo afferma di scrivere da Efeso nell’edificazione di una chiesa.
(16:8-9; cfr. v. 19). Avendovi svolto il Circa tre anni più tardi, durante il
proprio ministero per tre anni, Paolo ministero di predicazione a Efeso, Pao-
deve aver composto là 1 Corinzi nella lo ricevette una lettera da Corinto: vi si
seconda metà di quel ministero, pro- riferivano le gravi difficoltà instaurate-
trattosi tra il 55-56 d.C. ca. Alcuni stu- si tra i membri dell’assemblea locale e
diosi propendono per una datazione si sollevavano vari interrogativi relativi
addirittura antecedente. a questioni inerenti alla vita cristiana.
Fu proprio per risposta a questa lettera
IV. Contesto e tema che l’apostolo scrisse 1 Corinzi.
Corinto è una città della Grecia me- Come raddrizzare una chiesa carna-
ridionale, a ovest di Atene. All’epoca le e mondana che prende sottogamba
in cui visse Paolo, la città si trovava in quegli atteggiamenti, errori e abitudini
un punto strategico delle rotte com- che tanto impensieriscono l’apostolo
merciali. Essa divenne un imponente Paolo? La lettera si ripropone fonda-
centro del commercio internazionale e mentalmente di rispondere a tale inter-
un importante crocevia di scambi. La rogativo. Moffatt sintetizza: “La chiesa
religiosità pervertita dei suoi abitanti era nel mondo, come doveva essere, ma
ne fece presto il centro delle più vili il mondo era altresì nella chiesa, dove
forme di immoralità, tanto che il nome non doveva essere”.
stesso di Corinto divenne sinonimo di Poiché una simile realtà è comune a
impurità e lascivia. Tanto infima era molte comunità odierne, l’importanza
la reputazione della città che, per in- di 1 Corinzi rimane immutata.

664
1 CORINZI

Sommario

I. INTRODUZIONE (1:1-9)
A. Saluto (1:1-3)
B. Ringraziamenti (1:4-9)

II. DISORDINI NELLA CHIESA (1:10–6:20)


A. Divisioni fra i credenti (1:10–4:21)
B. Immoralità fra i credenti (cap. 5)
C. Dispute legali fra i credenti (6:1-11)
D. Lassismo morale fra i credenti (6:12-20)

III. RISPOSTE APOSTOLICHE ALLE DOMANDE DELLA CHIESA (capp. 7–14)


A. Il matrimonio e il celibato (cap. 7)
B. Il consumo di carne offerta agli idoli (8:1–11:1)
C. Il capo coperto delle donne (11:2-16)
D. La cena del Signore (11:17-34)
E. I doni dello Spirito e loro esercizio nella chiesa (capp. 12–14)

IV. RISPOSTA DI PAOLO A COLORO CHE NEGANO LA RISURREZIONE (cap. 15)


A. Certezza della risurrezione (15:1-34)
B. Confutazione delle obiezioni contro la risurrezione (15:35-57)
C. Appello conclusivo alla luce della risurrezione (15:58)

V. DISPOSIZIONI FINALI DI PAOLO (cap. 16)


A. La colletta (16:1-4)
B. Progetti personali dell’apostolo (16:5-9)
C. Esortazioni e saluti finali (16:10-24)

665
1 CORINZI 1:1

Commentario

I. INTRODUZIONE (1:1-9) virtù della quale la natura peccaminosa


viene sradicata dall’individuo. Questo
A. Saluto versetto contraddice tale insegnamen-
(1:1-3) to. I credenti di Corinto erano ben di-
1:1 Paolo fu chiamato a essere un stanti da quella dimensione di santità
apostolo di Cristo Gesù sulla via di pratica che avrebbe dovuto manifestar-
Damasco. Tale vocazione non fu la si nelle loro vite, ma resta il fatto che la
conseguenza di un intervento umano, loro posizione spirituale era di individui
bensì proveniva direttamente dal Si- santificati da Dio.
gnore Gesù. Un apostolo è lett. “colui Come santi, essi avevano parte in
che è mandato”. I primi apostoli era- una vasta comunione: chiamati santi,
no stati testimoni del Cristo risorto e con tutti quelli che in ogni luogo invo-
avevano facoltà di operare miracoli, cano il nome del Signore nostro Gesù
al fine di confermare che il loro mes- Cristo, Signore loro e nostro. Sebbene
saggio proveniva da Dio. Paolo poteva gli insegnamenti di questa lettera fos-
veramente affermare, nelle parole di sero, in primo luogo, rivolti ai santi di
Gerhard Tersteegen: Corinto, essi sono altresì intesi per tutti
coloro che, all’interno della comunione
Cristo il Figlio di Dio mi ha inviato
mondiale, riconoscono la signoria di
Alle terre di mezzanotte;
Cristo.
Mio il possente mandato
Delle forate mani.
1:3 1 Corinzi rappresenta in modo
del tutto speciale la lettera della signo-
All’epoca della stesura di questa let- ria di Cristo. Passando in rassegna i
tera si trovava presso Paolo un fratello molti problemi della vita individuale e
di nome Sostene, che l’apostolo pertan- dell’assemblea, l’apostolo non cessa di
to menziona nei saluti. Non è possibile rammentare ai lettori che Gesù Cristo
stabilire se si tratti dello stesso Sostene è il Signore: in tutto ciò che facciamo
di At 18:17, il capo della sinagoga mal- dovremmo riconoscere questa grande
menato dai Greci sulla pubblica piazza. verità.
Probabilmente, il capo della sinagoga si Ecco il caratteristico saluto paolino:
era convertito grazie alla predicazione grazia… e pace riassumono il suo inte-
di Paolo e aveva deciso di collaborare ro vangelo. La grazia è la fonte di ogni
con l’apostolo al ministero del vangelo. benedizione, la pace è il frutto che essa
1:2 La lettera è anzitutto indirizzata produce nella vita di quanti accettano
alla chiesa di Dio che è in Corinto. È la grazia di Dio; queste grandi benedi-
incoraggiante sapere che sulla terra zioni provengono, infatti, da Dio nostro
non esiste un luogo troppo immorale Padre e dal Signore Gesù Cristo. Paolo
perché vi si stabilisca un’assemblea si affretta a far seguire il Signore Gesù
appartenente a Dio. La comunità di a Dio nostro Padre. Questa è solamen-
Corinto è ulteriormente descritta con te una delle centinaia di espressioni
l’espressione i santificati in Cristo Ge- neotestamentarie con cui si indica, im-
sù, chiamati santi. Qui il verbo san- plicitamente, l’uguaglianza del Signore
tificati significa “tolti dal mondo” e Gesù e di Dio Padre.
“messi da parte per Dio”, definendo la
posizione di tutti coloro che apparten- B. Ringraziamenti
gono a Cristo. In quanto alla loro con- (1:4-9)
dizione pratica , essi erano chiamati a 1:4 Una volta concluso il saluto, l’apo-
distinguersi per santità di vita. stolo inizia a ringraziare Dio per i Co-
Alcuni sostengono che la santifica- rinzi e per la meravigliosa opera di Dio
zione è una distinta opera di grazia in nelle loro vite (vv. 4-9).

666
1 CORINZI 1:9

Un tratto nobile della vita di Paolo deriva dalla sottomissione del credente
era senz’altro costituito dal deside- all’autorità dello Spirito Santo. L’apo-
rio costante di trovare, nella condotta stolo non poteva lodare i Corinzi per
dei suoi fratelli, qualcosa di cui essere la manifestazione del frutto dello Spi-
grato. Quando la condotta dei credenti rito nelle loro vite, ma unicamente per
non era particolarmente apprezzabile, ciò che il Signore aveva sovranamente
l’apostolo poteva, se non altro, ringra- concesso loro, qualcosa che essi non
ziare il suo Dio per ciò che egli aveva potevano in alcun modo controllare.
fatto per loro, come in questo caso. I Più avanti nella lettera, l’apostolo
Corinzi non erano precisamente dei sarà costretto a rimproverare i santi
credenti spirituali. Ma Paolo può al- per l’uso sregolato dei loro doni, ma qui
meno ringraziare per la grazia di Dio esprime unicamente contentezza per
che... è stata data loro in Cristo Gesù. l’abbondanza con cui tali doni erano
1:5 La ricca elargizione di doni dello stati dispensati nella chiesa.
Spirito Santo ai Corinzi rappresentava I Corinzi attendevano la manifesta-
il modo particolare in cui la grazia di zione del Signore nostro Gesù Cristo.
Dio era stata manifestata loro. Paolo Gli studiosi della Bibbia non concorda-
menziona in particolare i doni di pa- no sul significato di questa espressione:
rola e di conoscenza : ciò significa, pre- alcuni ritengono che si tratti di un rife-
sumibilmente, che i Corinzi avevano rimento alla venuta di Cristo per i suoi
ricevuto il dono delle lingue, dell’in- santi (vd. 1 Te 4:13-18), altri alla venuta
terpretazione delle lingue e della co- del Signore con i suoi santi (vd. 2 Te 1:6-
noscenza a un grado straordinario. Il 10), o ancora a entrambe le circostan-
“dono di parola” interessa l’espressione ze. Nel primo caso si tratterebbe di una
esteriore, mentre il dono di conoscenza rivelazione di Cristo ai soli credenti,
riguarda la comprensione interiore. mentre nel secondo della sua rivelazio-
1:6 Il fatto che i Corinzi possedessero ne al mondo intero. Il credente attende
questi doni confermava l’opera di Dio con ansia tanto il rapimento quanto la
nelle loro vite. A ciò allude Paolo quan- gloriosa apparizione di Cristo.
do asserisce che è stata confermata fra 1:8 Ora Paolo esprime la fiducia che
di voi la testimonianza di Cristo. Essi il Signore vi renderà saldi fino alla
avevano udito la testimonianza di Cri- fine, perché siate irreprensibili nel
sto, l’avevano ricevuta per fede e Dio giorno del Signore nostro Gesù Cristo.
aveva testificato la veracità della loro Anche in questo caso è sorprendente
salvezza elargendo loro questi poteri che il ringraziamento di Paolo si con-
miracolosi. centri su ciò che Dio farà piuttosto che
1:7 Per quel che concerneva il pos- su ciò che i Corinzi hanno fatto. Poi-
sesso di doni, la chiesa di Corinto non ché essi avevano confidato in Cristo
aveva nulla da invidiare alle altre, ma e Dio aveva reso loro testimonianza
il semplice possesso di questi doni non di ciò elargendo i doni dello Spirito,
era, di per sé, un segno di vera spiri- Paolo era fiducioso che Dio li avrebbe
tualità. In realtà Paolo ringraziava il altresì custoditi quale sua proprietà
Signore per qualcosa di cui i Corinzi particolare fino alla venuta di Cristo
stessi non erano direttamente respon- per i suoi.
sabili. I doni sono elargiti dal Signore 1:9 L’ottimismo di Paolo riguardo
asceso in cielo senza riguardo ai meriti ai Corinzi si fonda sulla fedeltà di Dio,
propri dell’individuo. Se una persona che li ha chiamati alla comunione del
possiede un dono, non se ne dovreb- Figlio suo Gesù Cristo. Egli sa che il
be inorgoglire, ma dovrebbe metterlo prezzo della partecipazione alla vita
umilmente a frutto per il Signore. del nostro Signore era stato così alto
Il frutto dello Spirito è qualcosa di che nulla avrebbe ora potuto strappare
completamente diverso. Esso, infatti, quei credenti dalle sue mani.

667
1 CORINZI 1:10

II. DISORDINI NELLA CHIESA 1:13 Indignato, Paolo esprime la pro-


(1:10–6:20) pria riprovazione nei confronti del set-
tarismo (vv. 13-17). Formare tali partiti
A. Divisioni fra i credenti nell’ambito della chiesa significava ne-
(1:10–4:21) gare l’unità del Corpo di Cristo. Seguire
1:10 L’apostolo è ora pronto ad affron- guide umane equivaleva a disprezzare
tare la questione delle divisioni nel- colui che era stato crocifisso per loro.
la chiesa (1:10–4:21). Egli inizia con Rifarsi al nome di un uomo significa
un’affettuosa esortazione all’unità. dimenticare la promessa battesimale
Invece di pronunciare una senten- di fedeltà al solo Signore Gesù.
za avvalendosi della propria autorità 1:14 Dinanzi al sorgere di tali gruppi
apostolica, Paolo supplica con la tene- e fazioni nella chiesa di Corinto, Paolo
rezza di un fratello. si dichiara grato di non aver battezza-
L’appello all’unità è pronunciato nel to personalmente che pochi credenti
nome del Signore nostro Gesù Cristo e, dell’assemblea locale. L’apostolo men-
poiché il nome rappresenta la persona, ziona specificamente soltanto Crispo e
esso si fonda, di fatto, su tutto ciò che Gaio.
il Signore Gesù è e ha fatto. I Corinzi 1:15-16 Paolo non avrebbe mai volu-
stavano tributando onore agli uomini e to che qualcuno dei credenti avesse a
questo non poteva che portare a divisio- dire che egli li aveva battezzati nel suo
ni. Paolo avrebbe onorato il solo nome nome. In altre parole, l’apostolo non
del Signore Gesù, sapendo che sola- cercava di attirarsi dei proseliti né di
mente in tal modo si sarebbe prodotta farsi un nome. Il suo unico scopo era
l’unità nel popolo di Dio. Avere tutti un indirizzare uomini e donne al Signore
medesimo parlare significa avere un Gesù Cristo.
medesimo modo di pensare e sentire, Pensandoci bene, Paolo ricorda di
essere uniti in lealtà e fedeltà. Tale unità aver battezzato anche la famiglia di
si genera quando i credenti possiedono Stefana , ma non rammenta di aver
la mente di Cristo. Nei versetti successi- battezzato qualcun altro.
vi Paolo insegnerà ai Corinzi, in modo 1:17 Paolo spiega che Cristo non lo
pratico, a pensare come Cristo. aveva mandato principalmente a bat-
1:11 Notizie di contese fra i Corinzi tezzare, ma a evangelizzare. Ciò non
erano giunte alle orecchie di Paolo da significa certamente che Paolo non
quelli di casa Cloe. Nel fare il nome dei credesse nel battesimo (infatti, ha ap-
propri informatori, Paolo fissa un im- pena menzionato i nomi di alcuni fe-
portante principio di condotta cristia- deli che aveva battezzato), bensì che la
na. Non dovremmo, cioè, mai parlare sua principale preoccupazione non era
di altri fratelli senza essere pronti a es- quella di battezzare (probabilmente
sere chiamati direttamente in causa. Se aveva affidato questo compito ad altri,
questo esempio fosse seguito oggi, una forse ad alcuni credenti della chiesa
gran parte del vano e maligno parlare locale). Questo versetto, d’altro canto,
che piaga la chiesa verrebbe meno. smentisce altresì il concetto che il bat-
1:12 Tra i membri della chiesa loca- tesimo sia essenziale per la salvezza.
le si stavano formando sette e fazioni, Se, a tal fine, il battesimo fosse effet-
ognuna delle quali faceva capo a una tivamente indispensabile, dovremmo
determinata guida. Alcuni accordava- dedurne che Paolo ha appena esternato
no la propria preferenza a Paolo, altri la propria gratitudine per non aver sal-
ad Apollo e altri ancora a Cefa (Pietro). vato nessuno di quei credenti, a ecce-
Alcuni dichiaravano perfino la propria zione di Crispo e Gaio! Ciò è assurdo.
appartenenza a Cristo, intendendo, con Nella seconda parte del v. 17 Paolo
ogni probabilità, che essi soli gli appar- fornisce una semplice premessa ai ver-
tenevano, a differenza degli altri! setti successivi: egli non ha evangeliz-

668
1 CORINZI 1:21

zato con sapienza di parola, perché la gelo è la potenza di Dio. Noi ascoltiamo
croce di Cristo non sia resa vana. Paolo il messaggio, lo accettiamo per fede e
sapeva che, se gli individui fossero stati la nostra vita è miracolosamente rige-
colpiti dalla sua capacità oratoria e re- nerata. Notiamo che in questo versetto
torica, vani sarebbero stati i suoi sforzi si rileva l’esistenza di due sole categorie
per comunicare il vero significato della di persone: coloro che periscono e co-
croce di Cristo. loro che sono salvati. Non esiste alcuna
Per meglio comprendere i passi suc- classe intermedia. Gli uomini possono
cessivi, ci sarà di aiuto ricordare che i amare la sapienza umana, ma è soltan-
Corinzi, in quanto Greci, erano grandi to il vangelo che conduce alla salvezza.
estimatori dell’umana sapienza. Essi 1:19 Che il vangelo avrebbe costitu-
consideravano i loro filosofi alla stregua ito un’offesa alla sapienza umana era
di eroi nazionali. Pare che l’assemblea già stato profetizzato dal profeta Isaia:
di Corinto fosse, in parte, permeata Io farò perire la sapienza dei saggi e
da questo spirito. Taluni desideravano annienterò l’intelligenza degli intelli-
conformare il vangelo all’intellighen- genti (vd. Is 29:14).
zia. A parer loro, occorreva intellettua- S. Lewis Johnson nota come, nel loro
lizzarne il messaggio, giacché esso non contesto, queste parole rappresentino
sembrava riscuotere un gran consenso la denuncia di Dio della politica dei
fra gli studiosi. Il culto dell’intellet- “saggi” di Giuda, volta a cercare un’al-
tualismo era, evidentemente, uno dei leanza con l’Egitto di fronte alla mi-
motivi alla base della formazione di naccia posta da Sennacherib. (2) Quant’è
fazioni attorno a questa o quella guida. vero che Dio si compiace nel compiere i
Qualsiasi sforzo volto a rendere il van- propri disegni in modi che paiono folli
gelo più gradito è completamente fuor- all’uomo! Spesso si serve di metodi di
viante. Esiste un’enorme differenza fra cui i sapienti di questo mondo si pren-
la sapienza di Dio e quella dell’uomo e derebbero gioco ma che raggiungono
non ha senso cercare di conciliarle. lo scopo desiderato con meravigliosa
Qui Paolo rileva che è folle e insensa- precisione ed efficacia. Per esempio,
to esaltare gli uomini: ciò contrasta con la sapienza umana convince l’uomo di
la natura stessa del vangelo (1:18–3:4). poter guadagnare o meritare la propria
In primo luogo, Paolo fa presente che il salvezza laddove il vangelo presenta in
messaggio della croce si contrappone Cristo l’unica via che porta a Dio, ac-
a tutto ciò che gli uomini considerano cantonando ogni tentativo dell’uomo
vera sapienza (vv. 18-25). di salvarsi da sé.
1:18 La predicazione della croce è 1:20 Paolo lancia ora una sfida:
pazzia per quelli che periscono. Barnes Dov’è il sapiente? Dov’è lo scriba?
appropriatamente afferma: Dov’è il contestatore di questo secolo?
Forse che Dio ha consultato tutti costo-
La morte sulla croce era associata a ro quando ha elaborato il suo piano di
tutto ciò che c’è di vergognoso e di- salvezza? Sarebbero essi stati in grado
sonorevole; e parlare della salvezza
di attuare un tale disegno di redenzio-
solamente in termini di sofferenza e
ne, se lasciati alla loro sola sapienza?
di morte di un uomo crocifisso dove-
va suscitare in loro netti sentimenti
Possono levarsi e confutare anche sol-
di disprezzo.(1) tanto una delle cose dette da Dio? La
risposta è un deciso “No!” Dio ha reso
I Greci erano amanti della sapienza pazza la sapienza del mondo.
(significato letterale del termine “filo- 1:21 Con la propria sapienza l’uo-
sofi”). Ma nulla nel messaggio del van- mo non può arrivare a conoscere Dio.
gelo giustificava quel senso di orgoglio Per secoli Dio ha concesso alla razza
che gli derivava dalla conoscenza. umana questa possibilità, con risultati
Per noi, che veniamo salvati, il van- fallimentari. Poi è piaciuto a Dio… di

669
1 CORINZI 1:22

salvare i credenti con la pazzia della stolo si rivolge ora a quanti Dio chiama
predicazione, un messaggio che pare per mezzo di esso (vv. 26-29). Egli ricorda
folle agli uomini. La pazzia della pre- ai Corinzi che non… molti sapienti se-
dicazione è la croce. Naturalmente condo la carne, né molti potenti, né mol-
sappiamo che, lungi dall’essere pazzia, ti nobili sono chiamati. Spesso si è fatto
la croce appare tale alla mente umana rilevare che l’apostolo non dice “nessu-
non illuminata. Godet afferma che il no”, bensì non molti.
v. 21 contiene un’intera filosofia della I Corinzi stessi non provenivano
storia, la sostanza di interi volumi. Non dalla classe alta ed erudita della socie-
dovremmo pertanto liquidarlo in tut- tà. Essi non erano stati toccati con alti-
ta fretta, ma riflettere profondamente sonanti filosofie, ma con la semplicità
sulle sue meravigliose verità. del vangelo. Perché, dunque, davano
1:22 Era tipico dei Giudei chiedere un tanta importanza alla sapienza umana
segno. Essi avrebbero creduto qualora e tenevano in tale considerazione quei
fosse stato mostrato loro un miracolo. predicatori che cercavano di rendere
I Greci, dal canto loro, chiedevano sa- il messaggio più gradito al palato dei
pienza, interessati com’erano al ragio- saggi di questo mondo?
namento, ai dibattiti e alla logica. Se la chiesa fosse stata edificata dagli
1:23 Ma Paolo non tiene conto di uomini, questi avrebbero certamente
tali richieste e afferma, invece: Noi voluto reclutare i membri più eminenti
predichiamo Cristo crocifisso. È stato della comunità. Ma qui Paolo ci inse-
osservato che Paolo non era il tipico gna che Dio ignora quelle persone che
Giudeo amante dei segni, né un tipico gli uomini tengono nella più alta consi-
Greco amante della sapienza, bensì un derazione. Coloro che egli chiama non
cristiano amante del suo Salvatore. sono solitamente quelli che il mondo
Per i Giudei il Cristo crocifisso costi- considera grandi.
tuiva uno scandalo. Essi attendevano 1:27 Dio ha scelto le cose pazze del
l’avvento di un potente condottiero mi- mondo per svergognare i sapienti; Dio ha
litare che li liberasse dall’oppressione scelto le cose deboli del mondo per sver-
di Roma, mentre il vangelo offriva loro gognare le forti. Afferma Erich Sauer:
un Salvatore inchiodato a una croce
infamante. Per gli stranieri il Cristo Più grezzo è il materiale, più gran-
de è (laddove si raggiunga lo stesso
crocifisso era una pazzia. Costoro non
livello artistico) l’onore dell’artista;
riuscivano a capire come un uomo mor-
più ridotto l’esercito, più altisonante
to in tale apparente debolezza e sconfit- (laddove si riporti la stessa vittoria)
ta potesse risolvere i loro problemi. la gloria del vincitore.(3)
1:24 Tuttavia quelle stesse cose che
i Giudei e gli stranieri cercavano sono Dio si servì di trombe per abbatte-
meravigliosamente presenti nella Per- re le mura di Gerico (vd. Gs 6:20). Egli
sona del Signore Gesù. Per coloro che ridimensionò l’esercito di Gedeone
odono la sua voce e confidano in lui, da trentaduemila uomini a trecento
tanto Giudei quanto Greci, Cristo di- (vd. Gc 7:2, 6) per sconfiggere e indur-
venta potenza di Dio e sapienza di Dio. re alla ritirata l’esercito di Madian. Si
1:25 In effetti, in Dio non esiste né servì di un pungolo da buoi nelle mani
pazzia né debolezza. L’apostolo affer- di Samgar (vd. Gc 3:31) per sconfiggere
ma che quella che agli uomini appare i Filistei. Con la mascella di un asino
come pazzia di Dio è, in realtà, più egli consentì a Sansone di annientare
saggia degli uomini più saggi. Inoltre, un intero esercito (vd. Gc 15:15-17). E
quella che appare agli uomini come il Signore sfamò oltre cinquemila per-
debolezza di Dio si rivela più forte di sone con solo pochi pani e pochi pesci
qualsiasi cosa gli uomini possano fare. (vd. Mt 14:13-21; Mr 6:30-44; Lu 90:10-
1:26 Avendo parlato del vangelo, l’apo- 17; Gv 6:1-14; Fl 4:19).

670
1 CORINZI 2:2

1:28 Per completare quello che Traill delineò questa verità con pre-
qualcuno ha definito “l’esercito delle cisione:
cinque folli categorie di Dio”, Paolo La sapienza all’infuori di Cristo è fol-
aggiunge le cose ignobili del mondo e lia dannante, la giustizia all’infuori di
le cose disprezzate e le cose che non Cristo è colpa e condanna, la santifi-
sono. Servendosi di materia tanto ina- cazione all’infuori di Cristo è sozzura
datta, Dio riduce al niente le cose che e peccato, la redenzione all’infuori di
sono. In altre parole, egli si compiace Cristo è vincolo e schiavitù.(4)
di scegliere persone che non godono
di alcuna stima agli occhi del mondo A.T. Pierson mette in relazione il v. 30
e di usarle per glorificare se stesso. con la vita e il ministero del Signore:
Questi versetti dovrebbero costituire
un rimprovero per quei credenti che Le sue opere, le sue parole e le sue azio-
ni: queste mostrano il Signore nelle ve-
cercano di accattivarsi il favore di
sti di sapienza di Dio. Quindi vengono
personaggi illustri e mostrano scarso
la sua morte, la sua sepoltura e la risur-
riguardo (semmai ne mostrino) per i rezione: queste cooperano alla nostra
più umili santi di Dio. giustizia. Il suo cammino di quaranta
1:29 Dio sceglie coloro che godono giorni fra gli uomini, la sua ascensio-
di scarsa considerazione agli occhi ne in cielo, il dono dello Spirito e il suo
del mondo al fine di rivendicare per sé essere assiso alla destra di Dio sono
tutta la gloria, senza che l’uomo lo privi realtà legate alla nostra santificazione.
di alcuna sua parte. Poiché la salvezza E infine il suo ritorno, che recherà con
viene interamente da Dio, egli solo è sé la nostra redenzione.(5)
degno di lode.
1:30 Questo versetto pone ancora 1:31 Dio ha stabilito che tutte que-
maggiore enfasi sul fatto che tutto ste benedizioni ci fossero elargite nel
ciò che siamo e che abbiamo viene da Signore. Questo è il ragionamento di
lui, non dalla filosofia, e che pertan- Paolo: “Perché gloriarsi negli uomini?
to non c’è alcuno spazio per la gloria Essi non possono fare nulla di tutto ciò
umana. per voi”.
1. Cristo… è stato fatto per noi sapien- 2:1 L’apostolo ora rammenta ai san-
za. Egli è la sapienza di Dio (v. 24), ti quale fosse stato il suo ministero in
colui che la sapienza di Dio elesse mezzo a loro e come avesse cercato la
quale via di salvezza. Se abbiamo gloria di Dio e non la propria. Egli era
lui, abbiamo una sapienza propria venuto a loro proclamando la testimo-
della nostra posizione spirituale che nianza di Dio non con eccellenza di
garantisce la nostra piena salvezza. parola o di sapienza. Non gli interessa-
2. Egli è la nostra giustizia. Per mezzo va affatto far sfoggio di sé come retore
della fede in lui, siamo considerati o filosofo. Ciò dimostra che l’apostolo
giusti da un Dio santo. Paolo riconosceva la differenza fra un
3. Egli è la nostra santificazione. In noi ministero che fa leva sulle emozioni
non vi è nulla che produca santità umane, divertendo e intrattenendo, e
personale, ma in lui la nostra posi- un ministero spirituale, volto a presen-
zione spirituale è santificata e me- tare la verità della Parola di Dio in mo-
diante la sua potenza ascendiamo a do da glorificare Cristo e raggiungere il
diversi gradi di santificazione. cuore e la coscienza dell’assemblea.
4. Egli è la nostra redenzione. Quest’ul- 2:2 Il contenuto del messaggio di
timo è un indubbio riferimento alla Paolo era Gesù Cristo e lui crocifis-
redenzione finale, che avverrà quan- so, vale a dire, rispettivamente, la sua
do il Signore tornerà per portarci a Persona e la sua opera. La Persona e
casa con lui e per redimere l’intero l’opera del Signore Gesù costituiscono
nostro essere, spirito, anima e corpo. l’essenza del vangelo cristiano.

671
1 CORINZI 2:3

2:3 Paolo pone ulteriore enfasi sul misteriosa e nascosta, che Dio aveva
proprio contegno, umile e dimesso. Egli prima dei secoli predestinata a nostra
stette fra i Corinzi con debolezza, con gloria. Il mistero del vangelo abbrac-
timore e con gran tremore. Il tesoro del cia meravigliose verità, come il fatto
vangelo era contenuto in un vaso di ter- che ora Giudei e stranieri “sono uno”
ra affinché la sua grande potenza fosse in Cristo (vd. Ga 3:28), che Gesù verrà
attribuita a Dio e non a Paolo. Egli stesso per portare con sé i suoi nella casa del
è un esempio di come Dio si serve delle Padre e, ancora, che non tutti i credenti
cose deboli per svergognare le forti. moriranno ma tutti saranno trasfor-
2:4 Né la parola di Paolo né la sua mati (vd. 15:51).
predicazione consistettero in discorsi 2:8 La locuzione dominatori di que-
persuasivi di sapienza umana, ma in sto mondo può fare riferimento a esseri
dimostrazione di Spirito e di potenza. spirituali demoniaci nei luoghi celesti
Alcuni sostengono che qui la parola in- o ai loro emissari umani sulla terra.
dica il contenuto del messaggio, mentre Essi non comprendevano la sapienza
la predicazione indica il modo in cui la di Dio (Cristo in croce) né si rendeva-
“parola” è presentata. Altri vedono nella no conto che la loro uccisione del santo
parola la testimonianza individuale e Figlio di Dio avrebbe portato alla loro
nella predicazione il messaggio destina- distruzione. Se avessero conosciuta la
to alla collettività. Secondo i parametri via di Dio, non avrebbero crocifisso il
di questo mondo, l’apostolo non avreb- Signore della gloria.
be mai potuto vincere una competizio- 2:9 I processi di rivelazione, ispira-
ne oratoria. Nonostante ciò, lo Spirito zione e illuminazione sono descritti ai
di Dio aveva usato il suo messaggio per vv. 9-16. Qui apprendiamo che:
produrre convinzione di peccato e con- 1. lo Spirito Santo fece conoscere que-
versione a Dio. ste meravigliose verità agli apostoli;
2:5 Paolo sapeva che esisteva un pe- 2. gli apostoli, a loro volta, le trasmise-
ricolo concreto che il suo uditorio fosse ro a noi dietro ispirazione dello Spi-
più interessato a lui, o alla sua persona- rito Santo;
lità, che al Signore vivente. Consapevo- 3. noi le comprendiamo mediante l’il-
le della propria incapacità di benedire o luminazione dello Spirito Santo.
salvare, egli determinò di condurre gli La citazione, tratta da Is 64:4, pre-
uomini a confidare in Dio solo anziché senta qui una profezia in cui Dio aveva
nella sapienza umana. Tutti coloro che racchiuso meravigliose verità che i sensi
proclamano il messaggio del vangelo o naturali non erano in grado di conoscere
insegnano la Parola di Dio dovrebbero ma che, a tempo debito, egli avrebbe ri-
mirare costantemente a tale obiettivo. velato a coloro che lo amano. Sono elen-
2:6 La sapienza manifestata nel van- cate tre facoltà umane (rappresentate da
gelo è di origine divina (vv. 6-7). A quel- occhio, orecchio e cuore, o mente) grazie
li… che sono maturi o adulti esponiamo alle quali apprendiamo le cose terrene,
una sapienza. Tuttavia, non si tratta di ma che non sono sufficienti a recepire le
una sapienza di questo mondo né dei verità divine perché, per queste, c’è biso-
dominatori di questo mondo. La sapien- gno dello Spirito di Dio.
za di costoro è effimera: nasce, come lo- Questo versetto è comunemente
ro, per vivere un solo breve giorno. interpretato come un riferimento alle
2:7 …esponiamo la sapienza di Dio glorie celesti (una volta recepito tale
misteriosa e nascosta . Un mistero è concetto, è difficile rimuoverlo a fa-
una verità neotestamentaria non rive- vore di una diversa interpretazione)
lata in precedenza, ma ora comunica- ma, in realtà, qui Paolo allude alle ve-
ta ai credenti mediante gli apostoli e i rità rivelate per la prima volta nel N.T.
profeti dell’età della chiesa primitiva. Gli uomini non avrebbero mai potuto
Questo mistero è la sapienza di Dio afferrare queste verità mediante l’in-

672
1 CORINZI 2:13

vestigazione scientifica o specula- to la verità da Dio, Paolo passa ora a


zioni filosofiche. La mente umana, se descrivere il processo di ispirazione,
lasciata a se stessa, non riuscirebbe in per il quale quella verità è stata comu-
alcun modo a sondare i misteri rivelati nicata a noi. Il v. 13 rappresenta uno
all’inizio dell’età del vangelo. La ragio- dei passi più significativi nella Parola
ne umana è totalmente inetta dinanzi di Dio sulla questione dell’ispirazio-
alla verità di Dio. ne verbale. L’apostolo Paolo afferma
2:10 Dunque il v. 9 non fa riferimen- chiaramente che, nel trasmettere a
to al cielo, come dimostra la seguente noi queste verità, gli apostoli non si
affermazione: a noi Dio le ha rivelate sono serviti di parole proprie, scelte
per mezzo dello Spirito. In altre parole, o dettate dalla sapienza umana . Le
queste verità, predette nell’A.T., furono parole usate sono le stesse insegnate
rese note agli apostoli dell’era neote- loro dallo Spirito. Crediamo, pertan-
stamentaria. Il pronome noi indica gli to, che le parole stesse della Scrittura,
autori del N.T. Fu lo Spirito di Dio a contenute negli autografi originali, so-
illuminare gli apostoli e i profeti, poi- no parole comunicate da Dio stesso (e
ché lo Spirito scruta ogni cosa, anche che la Bibbia nella sua forma attuale è
le profondità di Dio. In altre parole, interamente affidabile).
lo Spirito di Dio, una delle tre Persone Un coro di obiezioni si solleva a que-
della Deità, la cui sapienza è infinita, sto punto, poiché pare ad alcuni che
comprende tutte le verità di Dio e le questa nostra posizione sia assimilabi-
impartisce ad altri. le all’idea di mera dettatura meccanica,
2:11 Perfino nelle questioni umane quasi che Dio non abbia consentito
nessuno sa ciò che un uomo pensa, agli scrittori di servirsi di un proprio
se non lui solo. Nessuno può scoprirlo stile. Tuttavia, per fare un esempio,
a meno che egli non lo riveli. Anche sappiamo bene che lo stile di Paolo si
in quel caso, per comprendere una distingue nettamente da quello di Lu-
persona bisogna possedere lo spirito ca. Come si può, pertanto, conciliare
dell’uomo. Un animale non potrebbe l’ispirazione verbale con l’espressio-
comprendere pienamente il nostro ne palese dello stile compositivo dei
pensiero. La stessa cosa con Dio. Il solo rispettivi autori? In un modo a noi
che può comprendere le cose di Dio è incomprensibile, fu Dio stesso a comu-
lo Spirito di Dio. nicare le parole della Scrittura e, a un
2:12 Il noi di questo versetto fa rife- tempo, a rivestirle dello stile specifico
rimento agli scrittori neotestamentari, di ogni scrittore, lasciando trasparire
sebbene la stessa cosa valga anche per la personalità umana come parte della
tutti gli scrittori biblici. Dal momento sua perfetta Parola.
che gli apostoli e i profeti avevano rice- L’espressione adattando parole spi-
vuto lo Spirito Santo, egli poté condivi- rituali a cose spirituali può essere spie-
dere con loro le profonde verità di Dio. È gata in diversi modi. Può significare:
questo che l’apostolo intende in questo 1. insegnare la verità spirituale attra-
versetto: Ora noi non abbiamo ricevuto verso parole suggerite dallo Spirito;
lo Spirito del mondo, ma lo Spirito che 2. comunicare verità spirituali a uomi-
viene da Dio, per conoscere le cose che ni spirituali;
Dio ci ha donate. Non fosse stato per 3. confrontare le verità spirituali pre-
lo Spirito che viene da Dio, gli apostoli senti in una sezione della Bibbia con
non avrebbero mai potuto ricevere le quelle di un’altra.
verità divine di cui Paolo sta parlando e Attenendoci al contesto, propendia-
che sono preservate per noi nel N.T. mo per la prima ipotesi. Paolo sostiene
2:13 Dopo aver descritto il processo che il processo di ispirazione comporta
di rivelazione per il quale gli scrittori la rivelazione di verità divine in parole
delle Sacre Scritture hanno ricevu- appositamente scelte dallo Spirito Santo.

673
1 CORINZI 2:14

Potremmo pertanto parafrasare: “Pre- quest’uomo è un enigma. Forse non


sentare le verità spirituali utilizzando ha frequentato l’università o la scuola
parole spirituali”. biblica, ma sa comprendere i profondi
In base all’affermazione di Paolo, misteri della Parola di Dio, e forse riesce
ne parliamo (e non “ne scriviamo”), perfino a insegnarli ad altri.
si è obiettato che questo brano non 2:16 L’apostolo solleva ora un inter-
può fare riferimento all’ispirazione. rogativo retorico con le parole di Isaia:
Non è, tuttavia, raro trovare il verbo chi ha conosciuto la mente del Signore
“parlare” con riferimento agli scritti da poterlo istruire? In questa domanda
ispirati (p. es.: Gv 12:38, 41; At 28:25; è già implicita la risposta. L’uomo non
2 P 1:21). può conoscere Dio con le proprie forze
2:14 Non solo il vangelo è divino per o la propria sapienza. Dio è conoscibile
rivelazione e ispirazione, ma può esse- solamente nella misura in cui egli sce-
re unicamente ricevuto per la potenza glie di farsi conoscere; nondimeno, co-
dello Spirito di Dio. Senza tale poten- loro che hanno la mente di Cristo sono
za l’uomo naturale non riceve le cose in grado di comprendere le profonde
dello Spirito di Dio, perché esse sono verità di Dio.
pazzia per lui; e non le può conoscere, Riassumiamo i veicoli della cono-
perché devono essere giudicate spiri- scenza delle verità divine:
tualmente. 1. rivelazione (vv. 9-12). Dio ha rivelato
Il sempre sagace Vance Havner verità precedentemente sconosciute:
avverte: tali verità sono state fatte conoscere
Il credente saggio non perde tempo in modo soprannaturale dallo Spiri-
a cercare di spiegare il disegno di to di Dio;
Dio agli uomini non rigenerati; sa- 2. ispirazione (v. 13). Nel trasmettere
rebbe come gettare le perle ai porci. queste verità ad altri, gli apostoli (e
Sarebbe come cercare di descrivere tutti gli altri autori biblici) si sono
un tramonto a un cieco o discutere serviti delle stesse parole suggerite
di fisica nucleare con un monumen- loro dallo Spirito Santo;
to nel parco cittadino. L’uomo natu- 3. illuminazione (vv. 14-16). Queste
rale non può ricevere queste cose. verità non sono solamente rivelate
Cercare di afferrare la rivelazione di e ispirate in modo miracoloso, ma
Dio senza l’aiuto dello Spirito Santo è possono altresì essere comprese uni-
come cercare di prendere all’amo dei camente mediante la potenza dello
raggi di sole. Se uno non è nato dallo Spirito Santo.
Spirito e non è stato da lui ammae- 3:1 Quando Paolo visitò Corinto per
strato, la rivelazione gli risulterà to- la prima volta, diede ai credenti, anco-
talmente estranea. Essere un dottore
ra deboli e giovani nella fede, il sempli-
non aiuta. In questo campo, un titolo
ce latte della Parola. L’insegnamento
del genere potrebbe benissimo esse-
re sinonimo di “gran zuccone”.(6)
impartito era commisurato alla loro
condizione: essendo dei neo-converti-
2:15 D’altro canto, l’uomo illuminato ti, ossia ancora bambini in Cristo, essi
dallo Spirito di Dio sa discernere queste non potevano ricevere un’istruzione
meravigliose verità, benché non sia, a profondamente spirituale.
sua volta, giudicato giustamente da chi 3:2 Paolo aveva insegnato loro so-
non crede. Che si tratti di un falegna- lamente le verità elementari su Cristo,
me, un idraulico o un pescatore, questi verità che egli chiama latte. I credenti
è parimenti un competente studioso di Corinto, ancora immaturi, non era-
delle Scritture. “Sotto l’influenza dello no in grado di digerire quelle verità
Spirito il cristiano investiga, sonda e va- che costituiscono il cibo solido del cre-
glia la Bibbia, giungendo alla compren- dente adulto. Analogamente, il Signore
sione dei suoi contenuti”. Per il mondo Gesù disse ai suoi discepoli: “Ho an-

674
1 CORINZI 3:10

cora molte cose da dirvi; ma non sono sono molto importanti, relativamente
per ora alla vostra portata” (Gv 16:12). parlando, giacché non hanno in sé il
I Corinzi, purtroppo, non avevano an- potere di produrre vita. Perché, dun-
cora dimostrato di essere abbastanza que, ci dovrebbe essere gelosia o con-
maturi da ricevere dall’apostolo un in- tesa fra i servitori credenti? Ciascuno
segnamento più profondo. dovrebbe svolgere il compito assegna-
3:3 I credenti di Corinto erano anco- togli e gioire quando il Signore mostra
ra carnali, come rivelava la presenza di la sua mano benedicente.
gelosie e contese fra loro. Un tale com- 3:8 …colui che pianta e colui che
portamento è caratteristico degli uomi- annaffia sono una medesima cosa ,
ni di questo mondo, ma non di quanti nel senso che entrambi hanno lo stes-
sono guidati dallo Spirito di Dio. so obiettivo. Non vi dovrebbe essere
3:4 Nel formare fazioni attorno a co- gelosia tra loro. Per quanto concerne il
loro che dovevano guidarli, come Pao- servizio, essi sono sullo stesso piano.
lo e Apollo, quei credenti agivano su un Un giorno ciascuno riceverà il proprio
piano puramente umano. È questo che premio secondo la propria fatica. Sarà
Paolo intende quando domanda: “Non il giorno in cui compariremo dinanzi
vi state comportando come semplici al tribunale di Cristo.
uomini?” 3:9 Dio è colui cui dobbiamo rende-
Fin qui l’apostolo Paolo ha mostrato re conto. Tutti i suoi servitori non sono
la follia dell’esaltazione degli uomini, altro che collaboratori, che lavorano
contrapponendola alla considerazione insieme nel campo di Dio o, per usare
della vera natura del messaggio evan- un’altra immagine, che lavorano insie-
gelico. Ora, trattando l’argomento del me al medesimo edificio. C.R. Erdman
ministero cristiano, egli dimostra co- esprime così questo concetto: “Siamo
me, anche da questo punto di vista, sia collaboratori che appartengono a Dio e
pura follia esaltare le guide religiose e lavorano gli uni insieme agli altri”. (7)
dividersi in fazioni. 3 :10 Sv i luppa ndo l’im mag ine
3:5 Apollo e Paolo erano servitori per dell’edificio, l’apostolo riconosce an-
mezzo dei quali i Corinzi erano giunti zitutto che ciò che egli è stato in gra-
alla fede nel Signore Gesù: erano dei do di fare è frutto della grazia di Dio.
semplici servitori e non i capi di scuo- Con ciò egli intende fare riferimento a
le rivali. Quale mancanza di saggezza quella immeritata capacità, ricevuta
avevano mostrato i Corinzi nell’eleva- da Dio, di compiere il servizio aposto-
re dei servi al rango di padroni! H.A. lico. Quindi prosegue mostrando qual
Ironside commenta sagacemente: “Im- è stato il suo ruolo nella nascita della
maginate una casa divisa in nome di chiesa di Corinto: come esperto archi-
questo o quel servo!” tetto, ho posto il fondamento. Egli era
3:6 Utilizzando un’immagine tratta giunto a Corinto predicando “Gesù
dall’agricoltura, Paolo dimostra che ciò Cristo e lui crocifisso” (2:2); in seguito
che il servo può fare è, tutto sommato, a tale predicazione, furono salvate del-
assai limitato. Paolo stesso poteva pian- le anime e fu così costituita una chie-
tare e Apollo annaffiare, ma Dio solo sa locale. L’apostolo, quindi, aggiunge:
poteva far crescere. Anche oggi ci sarà un altro vi costruisce sopra . Questa
chi di noi predica la Parola mentre tutti espressione indica indubbiamente
pregheremo per i nostri parenti e amici altri insegnanti che successivamente
non salvati, ma solamente il Signore po- visitarono Corinto ed edificarono sul-
trà compiere l’opera di salvezza. le fondamenta che erano già state get-
3:7 Se consideriamo la questione da tate. Tuttavia l’apostolo avverte: Ma
questa angolatura, ci renderemo pre- ciascuno badi a come vi costruisce
sto conto che la persona che pianta e sopra . Egli intende evidenziare la so-
la persona che annaffia, in realtà, non lennità dell’esercizio di un ministero

675
1 CORINZI 3:11

di insegnamento nella chiesa locale. come oro, argento e pietre di valore,


Alcuni avevano portato a Corinto dot- non sarà scalfito dal fuoco. Al contra-
trine e insegnamenti contrari alla Pa- rio quel servizio che ha causato turba-
rola di Dio, i quali creavano divisioni. mento in seno al popolo di Dio o che ha
Allorché scrisse queste parole, Paolo mancato di edificarlo sarà consumato;
era certamente informato dell’esisten- il fuoco proverà quale sia l’opera di
za di questi falsi dottori. ciascuno.
3:11 Le fondamenta dell’edificio 3:14 Il lavoro in relazione alla chiesa
vanno gettate una volta sola, dopo di può assumere tre forme. Qui incon-
che si può procedere con la costruzio- triamo la prima delle tre: un servizio
ne. L’apostolo Paolo aveva posto il fon- di natura proficua. In tal caso, l’opera
damento della chiesa di Corinto. Quel compiuta dal servitore nel corso della
fondamento era Cristo Gesù, la sua propria vita supererà il giudizio presso
Persona e la sua opera. il tribunale di Cristo e il servitore ne ri-
3:12 L’insegnamento che viene suc- ceverà ricompensa.
cessivamente impartito nella chiesa 3:15 L’opera di un servitore può as-
locale può essere valutato secondo sumere, in secondo luogo, la forma di
una scala di valori. Per esempio un un servizio inutile. In questo caso, il
insegnamento di valore imperituro servo ne avrà il danno, sebbene egli
può essere assimilato a oro, argento o stesso sarà salvo, però come attraver-
pietre di valore. Probabilmente, con so il fuoco. E.W. Rogers rileva: “Il dan-
l’espressione pietre di valore non si fa no non implica la perdita di qualcosa
riferimento a diamanti, rubini o ad al- di acquisito”. (8) Dovrebbe essere chiaro
tre gemme preziose, quanto piuttosto da questo versetto che il giudizio del
al granito o al marmo utilizzati nella tribunale di Cristo non ha nulla a che
costruzione di ricchi templi. D’altro vedere con i peccati del credente e il
canto, un insegnamento di scarso va- relativo castigo. La condanna che il
lore o, addirittura, privo si sarebbe po- credente avrebbe dovuto scontare per
tuto altresì assimilare al legno, al fieno i propri peccati è stata scontata dal Si-
e alla paglia. gnore Gesù Cristo sulla croce del Gol-
Questo brano della Scrittura è co- gota, dove la questione è stata regolata
munemente usato, in senso generale, una volta per tutte. Dinanzi al tribuna-
con riferimento alla vita di tutti i cre- le di Cristo, dunque, non è in discus-
denti. È vero che tutti noi stiamo colla- sione la salvezza del credente, bensì il
borando alla costruzione dell’edificio suo servizio !
giorno dopo giorno ed è altrettanto Incapace di distinguere fra salvezza e
vero che i risultati della nostra opera ricompensa, la chiesa cattolica romana
saranno manifestati in un giorno ven- ha usato questo versetto per cercare di
turo, tuttavia un attento studioso del- avallare il suo insegnamento sul “pur-
la Bibbia non potrà non notare come il gatorio”. Tuttavia, un esame attento
brano non faccia principalmente rife- del versetto rivela l’assoluta assenza di
rimento a tutti i credenti, ma piuttosto qualsiasi allusione a un concetto simi-
ai soli predicatori e insegnanti della le. Qui non si accenna minimamente
Parola. all’idea che il fuoco purifichi il carattere
3:13 In un giorno futuro l’opera di dell’individuo. Piuttosto, il fuoco ne va-
ognuno sarà messa in luce. Giorno si glia l’opera o il servizio e il relativo valo-
riferisce al tribunale di Cristo, dinanzi re. L’individuo è salvato, nonostante il
al quale tutto il servizio reso al Signore fuoco consumi le sue opere.
sarà vagliato. Questo processo di va- Un aspetto interessante in relazione
lutazione è paragonato all’azione del a questo versetto è che la Parola di Dio
fuoco. Il servizio che ha portato gloria è talvolta assimilata al fuoco (vd. Is 5:24
al Signore e benedizione agli uomini, e Gr 23:29). La stessa Parola di Dio che

676
1 CORINZI 3:22

passerà in rassegna il nostro servizio Se un qualsiasi individuo, Corinzio o


dinanzi al tribunale di Cristo è offerta altro, nel predicare il vangelo nelle vo-
a noi oggi. Se oggi edifichiamo secondo stre assemblee, ostenta saggezza e fama
gli insegnamenti della Bibbia, la nostra di profondo pensatore, stia pur certo
opera supererà la prova in quel giorno che non raggiungerà la vera sapienza
futuro. finché non abbia attraversato una cri-
3:16 Paolo rammenta ai credenti che si grazie alla quale quella sapienza di
essi sono il tempio (in gr. il luogo san- cui è gonfio svanirà. Solamente dopo
tissimo o santuario) di Dio e che lo Spi- una tale prova, egli potrà ricevere la
rito di Dio abita in loro. È vero che ogni sapienza che viene dall’alto.(9)
singolo credente è un tempio di Dio in 3:19 …la sapienza di questo mon-
cui dimora lo Spirito Santo ma, qui, do è pazzia davanti a Dio. L’uomo,
l’apostolo, che allude alla chiesa come nella sua ricerca, non potrebbe in al-
entità collettiva, esprime il desiderio cun modo trovare Dio, né la sapienza
che ogni suo membro realizzi la santa umana potrebbe studiare un piano di
dignità di una tale chiamata. salvezza simile a quello di un Dio che
3:17 Una terza forma di servizio si fa uomo per morire per dei peccatori
nell’ambito della chiesa locale è quella vili, rei e ribelli. La citazione di Gb 5:13
che può essere definita come distrut- serve a dimostrare che Dio trionfa sul-
tiva. Evidentemente, si allude all’in- la presunta sapienza dell’uomo al fine
segnamento impartito da falsi dottori di compiere i propri disegni. Con tutta
che avevano avuto accesso alla chiesa la sua scienza, l’uomo non può contra-
di Corinto e le cui dottrine avviava- stare i piani del Signore; al contrario
no maggiormente al peccato che alla il Signore sovente dimostra che l’uo-
santità. Essi non consideravano il ca- mo, nonostante tutta la sua sapienza
os prodotto nella chiesa di Dio come mondana, sia assolutamente povero e
una questione grave, pertanto Paolo impotente.
tuona con solennità: Se uno guasta il 3:20 Il Sl 94:11 è qui citato per met-
tempio di Dio, Dio guasterà lui. Con tere in evidenza che il Signore conosce
riferimento alla chiesa locale, questa tutti i pensieri dei sapienti di questo
frase significa che se un uomo entra mondo e sa anche che sono vani, vuoti
a far parte di una chiesa e ne rovina e sterili. Ma perché Paolo insiste tanto
la testimonianza, Dio guasterà lui. Il nello screditare la sapienza mondana?
brano parla di falsi dottori che non so- Semplicemente per la seguente ragio-
no veri credenti nel Signore Gesù. La ne: i Corinzi attribuivano grande im-
gravità di tale offesa è indicata dalle portanza a questo genere di sapienza e
parole di chiusura del v. 17: poiché il seguivano quelle guide che la manife-
tempio di Dio è santo; e questo tem- stavano in modo più smaccato.
pio siete voi. 3:21 Alla luce di tutto ciò che era
3:18 Nel servizio cristiano, come in stato detto, nessuno avrebbe dovuto
tutta la vita cristiana, esiste sempre il vantarsi degli uomini. E per quanto ci
pericolo dell’autoinganno. Probabil- riguarda, noi servi del Signore, non do-
mente, alcuni di coloro che si erano vremmo vantarci di appartenere a tale
presentati a Corinto come dottori si schiera, ma piuttosto renderci conto
erano spacciati altresì per uomini di che essi appartengono a noi: tutto vi
somma saggezza. Chiunque abbia appartiene.
un’alta opinione della propria sapien- 3:22 Qualcuno ha definito il v. 22 “un
za mondana deve capire che solamen- inventario dei possedimenti del figlio
te diventando stolto agli occhi del di Dio”. I servitori di Dio ci appartengo-
mondo è possibile diventare saggio no, che si tratti di Paolo l’evangelista o
agli occhi di Dio. Godet ci offre questa di Apollo l’insegnante o ancora di Cefa
utile parafrasi: (Pietro) il pastore. Giacché tutti costoro

677
1 CORINZI 3:23

ci appartengono, è una follia dichiara- 4:3 Le persone fanno fatica a valutare


re la nostra appartenenza a qualcuno correttamente la fedeltà richiesta agli
di loro. Pertanto, il mondo intero ci ap- amministratori. È per questa ragione
partiene e noi, quali coeredi di Cristo, che Paolo dice qui che a lui pochissimo
un giorno ne prenderemo possesso, importava di essere giudicato dai Co-
quantunque, nel frattempo esso sia già rinzi o da un tribunale umano. Paolo si
nostro secondo la promessa divina. La rende conto di quanto l’uomo sia total-
vita ci appartiene. Con questo non si mente incapace di formarsi un giudizio
intende unicamente l’esistenza sulla competente sulla vera fedeltà a Dio. Egli
terra, ma la vita nel suo senso più vero aggiunge: anzi, non mi giudico neppure
e pieno. La morte stessa ci appartiene. da me stesso, perché riconosce di esse-
Per noi, essa non è più il terribile nemi- re venuto al mondo, come tutti gli altri
co che consegna l’anima all’oscurità uomini, con la propensione di favorire
quanto, piuttosto, il messaggero di Dio la propria persona.
che porta l’anima in cielo. Parimenti, 4:4 L’apostolo afferma: non ho co-
ci appartengono le cose presenti, così scienza di alcuna colpa, con ciò inten-
come le cose future. A ragione, è stato dendo che, per quanto riguardava il
detto che ogni cosa serve l’uomo che servizio cristiano, non era a conoscen-
serve Cristo. A.T. Robertson commentò: za di alcuna accusa di infedeltà solle-
“Le stelle, nel loro corso, combattono in vata contro di lui. Egli non desidera
favore dell’uomo che è compartecipe assolutamente affermare di non essere
con Dio della redenzione del mondo”. conscio di alcun peccato nella sua vita
3:23 Tutti i credenti appartengono o di cadute che lo spoglino della sua
a Cristo. A Corinto, alcuni vantavano perfezione! Il brano dovrebbe essere
l’esclusiva appartenenza a lui; costoro letto alla luce del contesto: l’argomento
formavano il cosiddetto “partito di Cri- qui trattato è il servizio cristiano e la
sto”. Paolo confuta qualsiasi pretesa di fedeltà nel compierlo. Paolo non era a
questo genere affermando che siamo conoscenza di accuse a proprio cari-
tutti di Cristo e Cristo è di Dio. Mo- co ma non per questo era giustificato.
strando in questo modo ai santi quale Semplicemente, egli non aveva suffi-
fosse la loro vera posizione, Paolo rivela ciente competenza per esprimere un
con aperto sollievo la follia di formare giudizio corretto. Dopo tutto, il giudice
partiti e fazioni all’interno della chiesa. è il Signore.
4:1 Al fine di giudicare corretta- 4:5 Alla luce di tutto ciò, dovremmo
mente Paolo e gli altri apostoli, egli stare estremamente attenti a valutare
suggerisce ai santi di considerarli dei il servizio cristiano. Noi tutti siamo
servitori, o degli assistenti di Cristo, e portati a esaltare ciò che è spettacola-
amministratori dei misteri di Dio. Un re e sensazionale, mentre tendiamo a
amministratore è un servitore che si disprezzare ciò che è umile e poco ap-
prende cura di un’altra persona o della pariscente. L’atteggiamento che siamo
proprietà altrui. I misteri di Dio erano chiamati ad assumere è quello di non
i segreti di Dio precedentemente celati giudicare nulla prima del tempo ben-
e, successivamente, rivelati da Dio agli sì ad attendere finché sia venuto il Si-
apostoli e ai profeti dell’era neotesta- gnore. Egli saprà allora giudicare non
mentaria. soltanto ciò che è visibile all’occhio
4:2 Un requisito fondamentale de- umano, ma altresì le ragioni del cuore,
gli amministratori era l’essere trovati ossia non soltanto ciò che è stato fatto,
fedeli. L’uomo tiene in alta conside- ma anche perché è stato fatto. Egli ma-
razione l’intelligenza, la sapienza, la nifesterà i pensieri dei cuori e – inutile
ricchezza e il successo, ma Dio cerca dirlo – tutto ciò che è servito a mettersi
persone che siano fedeli a Gesù in in mostra o alla propria gloria non rice-
ogni cosa. verà ricompensa.

678
1 CORINZI 4:12

La promessa secondo cui ciascuno Ma nel frattempo “la vita è una palestra
avrà la sua lode da Dio non deve essere per il regno”. I credenti regneranno con
presa come una superficiale rassicura- il Signore Gesù Cristo quando egli tor-
zione sul fatto che, in quel giorno, ogni nerà e stabilirà il suo regno sulla terra.
servizio reso dal credente sarà consi- Prima d’allora, essi hanno il privilegio
derato favorevolmente. Essa piuttosto condividere l’onta di un Salvatore re-
indica che tutti coloro che meritano ietto. H.P. Barker ammonisce:
lode, la riceveranno da Dio e non dagli
uomini. Desiderare la propria corona prima
Negli otto versetti successivi, l’apo- che il Re riceva la sua è un deliberato
stolo afferma chiaramente che la causa atto di infedeltà. Tuttavia era proprio
delle divisioni presenti nella chiesa di quello che stavano facendo alcuni
credenti a Corinto. Gli apostoli stessi
Corinto è l’orgoglio.
portavano in sé l’onta di Cristo. I cre-
4:6 Paolo spiega anzitutto che par-
denti di Corinto erano invece “ricchi”
lando del ministero cristiano e della e “stimati”. Mentre il loro maestro e
tendenza a seguire conduttori umani Signore soffriva, essi desideravano
(3:5–4:5), egli ha citato, a titolo esem- star bene.(10)
plificativo, il proprio caso e quello di
Apollo, sebbene i Corinzi non stessero Al momento dell’incoronazione, i no-
formando partiti intorno ai soli Paolo bili non indossavano mai le loro corone
e Apollo, bensì anche ad altri uomini prima che il sovrano avesse ricevuto
della loro chiesa. Ma con delicatezza e la propria. I Corinzi stavano facendo
cortesia cristiane, Paolo ha applicato l’esatto contrario: stavano regnando
l’intera questione a se stesso e Apollo, mentre il Signore era ancora rigettato!
di modo che, attraverso il loro esempio, 4:9 Agli antipodi rispetto all’au-
i santi imparassero a non avere un con- tocompiacimento dei Corinzi, Paolo
cetto troppo alto delle proprie guide descrive la sorte degli apostoli. Egli li
e a non gratificare il proprio orgoglio raffigura in un’arena, dati in pasto a
formando delle fazioni. Egli desiderava belve feroci, mentre uomini e angeli
che i santi giudicassero tutto e tutti alla assistono allo spettacolo. Godet osser-
luce delle Scritture. va: “Il vanto e l’autocompiacimento dei
4:7 Se un educatore cristiano ha un Corinzi era fuori luogo, giacché essi sa-
dono più spiccato di un altro è perché pevano che la loro chiesa era già assisa
così Dio ha voluto. Tutto ciò che ha l’ha su un trono mentre gli apostoli erano
ricevuto dal Signore. Lo stesso vale per passati a fil di spada”.
ciascuno di noi: tutto ciò che abbiamo, 4:10 Se da un canto, gli apostoli era-
ci è stato dato da Dio. Stando così le co- no trattati come pazzi a causa di Cri-
se, perché mai dovremmo essere orgo- sto, all’interno della comunità, d’altro
gliosi e tronfi? I nostri talenti e i nostri canto, i santi godevano di prestigio
doni non sono un merito nostro. come credenti sapienti. Gli apostoli
4:8 I Corinzi erano diventati presun- erano deboli, ma i Corinzi non erano
tuosi; già erano sazi. Essi considerava- toccati da alcuna infermità. L’eminen-
no motivo d’orgoglio l’abbondanza di za dei santi si scontrava con il disonore
doni spirituali fra loro; erano già ric- in cui versavano gli apostoli.
chi. Vivevano in ogni lusso, comodità 4:11 Gli apostoli capivano che non
e agio e non avvertivano alcun senso era ancora giunta l’ora del trionfo e del
di necessità. Si comportavano come regno. Essi pativano la fame e la sete,
se stessero già regnando, ma comple- la spoliazione e la persecuzione; erano
tamente indipendenti dagli apostoli. perseguitati, braccati e privi di una fis-
Paolo può ben dire di auspicare che il sa dimora.
tempo di regnare fosse già giunto, così 4:12 Gli apostoli si sostentavano
che anch’egli potesse regnare con loro! lavorando con le… proprie mani. Ri-

679
1 CORINZI 4:13

spondevano alle ingiurie benedicen- carico di mostrare loro come Paolo si


do. Perseguitati, non replicavano, ma era condotto in Cristo Gesù, ossia di
sopportavano ogni cosa con pazienza. impartire loro gli stessi insegnamenti
Diffamati, esortavano gli uomini ad che aveva impartito in tutte le chiese.
accettare il Signore Gesù. Paolo invita ciascun credente impe-
4:13 In breve, erano diventati come gnato nel servizio cristiano a seguire il
la spazzatura del mondo, come il rifiu- suo esempio e a mettere in pratica ciò
to di tutti. Questa descrizione di sof- che predica.
ferenza per amore di Cristo dovrebbe 4:18 Quando lessero che Paolo
parlare al cuore di ciascuno di noi. Se avrebbe mandato Timoteo, alcuni dei
l’apostolo Paolo fosse in vita oggi, sa- suoi detrattori a Corinto si sarebbero
rebbe costretto a domandare anche a affrettati a insinuare che l’apostolo te-
noi, come ai Corinzi: “Voi avete regna- meva di recarsi colà di persona. Quegli
to senza di noi”? uomini dovevano essere gonfiati d’or-
4:14 Nei vv. 14-21 Paolo lancia un goglio per fare tali insinuazioni!
ultimo appello ai credenti riguardo al 4:19 Perciò Paolo promise che si
problema delle divisioni. Egli spiega sarebbe presto recato da loro, se il Si-
di aver fatto, sin qui, ricorso all’ironia gnore avesse voluto, e avrebbe sma-
non per far vergognare i credenti, ma scherato l’orgoglio di quanti parlavano
piuttosto per ammonirli come suoi ca- con tanta leggerezza e non avevano
ri figli. Non parlava così perché mosso alcuna potenza spirituale.
dall’amarezza nei loro confronti, ma 4:20 In fondo, ciò che realmente
per un sincero interesse per il loro be- conta è la potenza, perché il regno di
nessere spirituale. Dio non consiste principalmente in pa-
4:15 L’apostolo rammenta loro che role ma in azioni, non in una semplice
anche se avessero diecimila precettori professione di fede, ma nella dimostra-
in Cristo, non avrebbero però che un zione pratica di tale fede.
unico padre nella fede. Paolo li aveva 4:21 L’atteggiamento che Paolo as-
condotti al Signore: era lui il loro pa- sumerà nei loro confronti dipenderà da
dre spirituale. Molti altri si sarebbero loro. Se essi mostreranno uno spirito
succeduti come insegnanti, ma nessu- ribelle, egli andrà da loro con la ver-
no avrebbe avuto, nei loro confronti, ga. Se, invece, si mostreranno umili e
lo stesso tenero riguardo di colui che sottomessi, egli andrà con amore e con
li aveva indirizzati all’Agnello. Paolo spirito di mansuetudine.
non intende affatto deprecare il mi-
nistero di insegnamento, ma sta sem- B. Immoralità fra i credenti
plicemente affermando ciò che tutti (cap. 5)
noi sappiamo essere vero, vale a dire Il cap. 5 tratta della necessità di
che molti possono essere coinvolti nel un’azione disciplinare all’interno di
servizio cristiano senza tuttavia nutri- una chiesa dove uno dei membri ha
re quell’interesse personale per i santi commesso pubblicamente un grave
che è caratteristico di chi li ha guidati peccato. Occorre esercitare la discipli-
a Cristo. na nella chiesa al fine di preservarne la
4:16 Paolo li esorta dunque ad essere santità agli occhi del mondo e consen-
imitatori della sua disinteressata devo- tire allo Spirito Santo di operare al suo
zione a Cristo, dell’amore e del servizio interno senza essere contristato.
di cui egli, senza mai stancarsi, fa og- 5:1 Evidentemente, girava incontra-
getto i suoi fratelli (vv. 9-13). stata la voce che uno degli uomini della
4:17 Al fine di aiutarli a raggiungere chiesa locale avesse commesso forni-
questo scopo, Paolo ha mandato loro cazione. Si trattava di una forma estre-
Timoteo, suo caro e fedele figlio nel ma di tale peccato, tale da non trovarsi
Signore. Timoteo aveva ricevuto l’in- neppure fra i pagani. Nello specifico,

680
1 CORINZI 5:6

si trattava di un rapporto illecito di tutte queste circostanze. È per questo


uno di loro con la moglie di suo padre che Paolo poteva affermare che avreb-
(con tale espressione si indicherebbe la be agito con l’autorità (o potenza) del
matrigna. La madre di quell’uomo pro- Signore nostro Gesù.
babilmente era morta e il padre si era 5:5 Paolo aveva preso la risoluzio-
risposato). Quest’ultima non doveva ne di consegnare quel tale a Satana,
essere una credente, giacché non è fat- per la rovina della carne, affinché
ta menzione di alcun provvedimento lo spirito fosse salvo nel giorno del
nei suoi confronti. La chiesa non aveva Signore Gesù . I commentatori non
giurisdizione su di lei. concordano sul significato di questa
5:2 Come avevano reagito i credenti espressione. Alcuni vi leggono un atto
corinzi dinanzi a tutto ciò? Invece di di scomunica dalla chiesa locale (al di
sprofondare nel cordoglio, essi osten- fuori della chiesa vi è la sfera del domi-
tavano fierezza e arroganza. Forse si nio di Satana; vd. 1 Gv 5:19). Pertanto
vantavano della tolleranza mostrata “consegnare a Satana” significherebbe
nel non disciplinare l’offensore. O for- semplicemente estromettere dalla co-
se erano a tal punto gonfi dell’abbon- munione. Altri ritengono che l’autorità
danza dei propri doni spirituali che di consegnare qualcuno a Satana fosse
avevano preso alla leggera ciò che era prerogativa particolare degli apostoli,
accaduto. O probabilmente erano più ma non più vigente oggi.
interessati al numero che alla santità E ancora, vi è disaccordo sul signi-
dei credenti. Il peccato non li aveva ficato della locuzione per la rovina
scossi a sufficienza. della carne. Molti pensano che indichi
L’apostolo dichiara: voi siete gonfi e la sofferenza fisica inflitta da Dio per
non avete invece fatto cordoglio, per- spezzare il nerbo della concupiscenza
ché colui che ha commesso quell’azio- e delle abitudini peccaminose nella
ne fosse tolto di mezzo a voi! È vita dell’uomo. Altri ritengono che la
sottinteso qui che se i credenti avessero rovina della carne sia una morte lenta,
assunto un appropriato atteggiamento che concederebbe all’uomo il tempo di
di umiliazione dinanzi al Signore, Dio ravvedersi ed essere risparmiato.
stesso sarebbe intervenuto prendendo Comunque sia, dovremmo ricordare
provvedimenti disciplinari nei con- che la disciplina dei credenti ha sem-
fronti del colpevole. Erdman afferma: pre lo scopo di ristabilirli a una piena
Essi avrebbero dovuto comprendere
comunione con il Signore. L’estromis-
che la vera gloria della chiesa cristia- sione dalla comunione non è mai un
na non consiste nell’eloquenza e nei fine in sé, ma è sempre un mezzo per
doni dei suoi insegnanti, bensì nella ottenere un fine. Il fine ultimo è che lo
purezza morale e nella vita esempla- spirito sia salvo nel giorno del Signore
re dei suoi membri.(11) Gesù. In altre parole, qui non vi è ac-
cenno alla dannazione eterna dell’uo-
5:3 L’apostolo afferma, che pur es- mo. Colui che, a causa del peccato
sendo assente di persona, già aveva commesso, è sottoposto alla disciplina
giudicato colui che si era costituito col- del Signore in questa vita sarà salvo nel
pevole come se fosse presente. giorno del Signore Gesù.
5:4 Egli immagina la chiesa riunita 5:6 Paolo ora rimprovera i Corin-
per prendere provvedimenti contro il zi per il loro vanto. Forse essi si erano
trasgressore. Benché egli non sia fisi- autoassolti asserendo che il fatto si era
camente presente, lo è tuttavia in spi- verificato una sola volta. Essi, però,
rito, essendo essi riuniti nel nome del avrebbero dovuto sapere che un po’
Signore Gesù. Il Signore Gesù aveva di lievito fa lievitare tutta la pasta . Il
dato autorità alla chiesa e agli aposto- lievito qui raffigura il peccato morale.
li perché esercitassero la disciplina in L’apostolo afferma che, se si tollera un

681
1 CORINZI 5:7

piccolo peccato morale nella chiesa, eventi dell’A.T. rappresentarono tipi o


presto questo assumerà dimensioni ombre delle cose future. Molti prefigu-
sempre maggiori fino a influenzare se- ravano la venuta del Signore Gesù per
riamente l’intera comunità. Una giusta togliere i nostri peccati mediante il sa-
e pia disciplina è necessaria al fine di crificio di sé.
preservare la santità della chiesa. 5:8 La festa qui non rappresenta né
5:7 A questo punto, l’apostolo co- la Pasqua né la cena del Signore bensì,
manda a quei credenti di purificarsi in termini più generici, l’intera vita del
del vecchio lievito. In altre parole, essi credente. La nostra intera esistenza de-
erano chiamati a prendere duri prov- ve essere una festa gioiosa da celebrare
vedimenti contro il male al fine di es- non con il vecchio lievito del peccato
sere una nuova pasta, ossia una pasta né con lievito di malizia e di malvagi-
monda. Quindi Paolo aggiunge: come tà. Mentre gioiamo in Cristo, il nostro
già siete senza lievito. Dio li vede santi, cuore deve essere totalmente mondato
giusti e puri in Cristo. Paolo li sta dun- da qualunque pensiero malvagio ver-
que esortando a far sì che la loro vita so gli altri. Da ciò comprendiamo che
rifletta la loro posizione spirituale. Per l’apostolo Paolo non allude al lievito
quanto riguardava la loro posizione, che si usa per fare il pane, bensì a un
essi erano già senza lievito; in quanto lievito spirituale, che serve a descrivere
alla esperienza pratica, erano chiamati il modo in cui il peccato contamina ciò
a esserlo. Il loro carattere doveva riflet- con cui entra in contatto. Il credente
tere il nome che portavano, la loro con- deve vivere la propria vita con gli azzi-
dotta doveva riflettere la loro fede. mi della sincerità e della verità.
Poiché anche la nostra Pasqua, cioè 5:9 Ora Paolo rammenta loro di un
Cristo, è stata immolata. Paolo associa suo precedente scritto in cui li pregava
subito il discorso sui pani azzimi, o pri- di non mischiarsi con i fornicatori. Il
vi di lievito, alla celebrazione pasquale fatto che questa lettera sia andata per-
in cui, alla vigilia del primo giorno di duta non inficia in alcun modo l’ispira-
festa, i Giudei dovevano rimuovere zione biblica. Non tutte le lettere scritte
tutto il lievito dalla propria casa. Anda- da Paolo erano ispirate, bensì soltanto
vano quindi al mastello per gli impasti quelle che Dio ha voluto includere nel-
e lo raschiavano fino a che non fosse la Sacra Bibbia.
completamente pulito. Quindi strofi- 5:10 L’apostolo prosegue spiegando
navano il punto dove era conservato che, mettendoli in guardia contro la
il lievito stesso fino a farne scompari- compagnia dei fornicatori, egli non
re ogni traccia e perlustravano la casa intendeva indurli a una separazione
con una torcia per assicurarsi di non totale da qualsiasi contatto con loro.
averne dimenticata una parte. A quel Fintanto che siamo nel mondo, è ne-
punto, alzavano le mani a Dio ed escla- cessario che abbiamo rapporti con
mavano: “O Dio, ho gettato fuori dalla persone non salvate e non c’è dato di
mia casa tutto il lievito e se ve ne è ri- sapere in quali profondità di pecca-
masta alcuna parte di cui io non sia a to siano cadute. Per vivere una vita di
conoscenza, rigetto anch’essa con tutto completo isolamento dai peccatori, do-
il mio cuore”. Si tratta di una figura del vremmo uscire dal mondo.
genere di separazione dal male a cui il Pertanto, Paolo spiega che non in-
credente è chiamato oggi. tende affatto suggerire una completa
Il sacrificio dell’agnello pasquale separazione dai fornicatori di questo
raffigurava la morte del Signore Gesù mondo, gli avari e i ladri, o gl’idolatri.
Cristo sulla croce. Questo versetto è Gli avari sono coloro che possono
uno fra i tanti del N.T. che conferma il rendersi colpevoli di scorrettezza negli
principio dell’insegnamento tipologico. affari. Per esempio, chiunque venga
Con questo intendiamo che persone ed trovato reo di frode fiscale può essere

682
1 CORINZI 5:12

estromesso dalla comunione dei cre- di non curarsi affatto del modo di par-
denti. Il termine qui tradotto con “la- lare, ma rileva altresì che ciò equivale a
dri” (gr. harpax) deriva da un verbo dire di non preoccuparsi dell’uso che si
(harpazō) che significa “rapire, strap- fa di una mitragliatrice.
pare con forza”; in questo caso può Un ubriacone è una persona che fa un
quindi indicare coloro che si arricchi- consumo eccessivo di bevande alcoliche.
scono con mezzi violenti, come minac- L’apostolo Paolo sta forse insinuan-
ce di offesa o di morte. Gli idolatri sono do che non dovremmo neppure man-
coloro che sono dediti al culto di falsi giare con persone coinvolte in simili
dèi (ossia di chiunque o di qualsiasi co- pratiche? È esattamente ciò che inse-
sa non sia Dio) e che praticano terribili gna in questo versetto! Non dobbiamo
peccati di immoralità, quasi sempre partecipare alla cena del Signore con
legati all’idolatria. simili persone e neppure consuma-
5:11 Paolo li vuole mettere in guar- re un pasto insieme a loro. Certo, vi
dia contro una comunione con chi, possono essere delle eccezioni: una
chiamandosi fratello, è coinvolto in moglie credente, per esempio, sarebbe
questi terribili peccati. Potremmo pa- comunque obbligata a mangiare con il
rafrasare le sue parole in questo modo: marito estromesso dalla comunione.
Ma la regola generale è che chi si pro-
Quello che volevo dire, e che ora ripe-
to, è che non dovreste nemmeno con-
fessa credente, ma si sia reso colpevole
sumare un normalissimo pasto insie- dei peccati elencati, dovrebbe essere
me con un individuo che, chiaman- soggetto a un ostracismo sociale con
dosi credente, è immorale dal punto cui si intenda sottolineare la gravità
di vista sessuale o è avaro, idolatra, della sua trasgressione e indurlo al rav-
oltraggiatore, ubriacone, ladro. vedimento. A chi obietta che il Signore
mangiò con i pubblicani e i peccatori,
È spesso necessario avere rapporti risponderemo che questi uomini non
con persone non salvate, ma è altresì professavano la propria appartenenza
possibile cogliere tali occasioni per te- al Signore e che, mangiando con loro,
stimoniare. Per il credente, i contatti di Gesù non li riconosceva come suoi di-
questo tipo non sono dannosi quanto scepoli. Questo brano insegna che non
la comunione con coloro che, pur pro- dovremmo avere comunione con i cre-
fessandosi credenti, vivono nel peccato. denti che conducono una vita empia.
Non dovremmo mai fare nulla che pos- 5:12 Qui le due domande di Paolo in-
sa lasciar intendere a queste persone dicano che i credenti non sono respon-
che si stia giustificando il loro peccato. sabili del giudizio dei non salvati. In un
All’elenco di peccatori di cui al v. 10, giorno futuro, sarà il Signore stesso a
Paolo aggiunge gli oltraggiatori e gli portare in giudizio gli empi che vedia-
ubriaconi del v. 11. L’oltraggiatore è un mo intorno a noi. Spetta, tuttavia, a noi
individuo che usa un linguaggio vio- giudicare quelli di dentro, vale a dire
lento e incontrollato contro un altro. entro i confini della chiesa. È dovere
Ma ci pare necessaria qui una parola della chiesa esercitare una giusta disci-
di cautela. La chiesa è forse chiamata plina. A questo punto qualcuno obiet-
a estromettere dalla comunione un terà che il Signore ha insegnato: “Non
individuo cui una volta sia capitato giudicate affinché non siate giudicati”
di perdere le staffe e di usare parole (Mt 7:1): a tale proposito risponderemo
sconsiderate? Riteniamo di no, giac- che, in quel caso, Gesù alludeva alle
ché la definizione di Paolo pare fare motivazioni che spingono al peccato.
riferimento a una pratica abituale. In Non dobbiamo giudicare le motivazio-
altre parole, è un oltraggiatore chi è so- ni degli uomini perché non ne siamo in
lito rivolgersi agli altri con prepotenza. grado. Ma la Parola di Dio è altrettan-
Ironside commenta che molti dicono to chiara sul fatto che siamo chiamati

683
1 CORINZI 5:13

a giudicare il peccato presente fra i Se i credenti giudicheranno il mondo,


membri dell’assemblea di Dio e di cui i non dovrebbero essere in grado di veni-
credenti siano a conoscenza, al fine di re a capo di questioni insignificanti che
preservare una reputazione santa e ri- li tormentano ora?
stabilire il trasgressore alla comunione 6:3 Paolo rammenta ai Corinzi che
con il Signore. giudicheranno gli angeli. È quasi stu-
5:13 Paolo spiega che quelli di fuori pefacente constatare il modo in cui
[i non credenti] li giudicherà Dio. Nel l’apostolo inserisce una così importan-
frattempo, i Corinzi dovranno esercita- te affermazione nella discussione. Sen-
re il giudizio che Dio ha rimesso a loro za fanfara né solennità egli comunica
allontanando il malvagio. Ciò compor- la straordinaria verità che i credenti
ta un pubblico annuncio alla chiesa, giudicheranno gli angeli. Sappiamo da
con cui si comunica l’allontanamento Gd 6 e 2 P 2:4, 9 che gli angeli saranno
del fratello estromesso dalla comunio- giudicati e sappiamo altresì che il Giu-
ne. L’annuncio dovrebbe essere fatto dice sarà Cristo (vd. Gv 5:22). È in virtù
con profondo spirito di cordoglio e della nostra unione con lui che la Scrit-
umiliazione e dovrebbe essere seguito tura può affermare che, in quel giorno
da una continua preghiera per il rista- futuro, noi giudicheremo gli angeli. Ma
bilimento spirituale del trasgressore. se siamo considerati idonei a giudicare
gli angeli, non dovremmo aver proble-
C. Dispute legali fra i credenti mi a dirimere le questioni che sorgono
(6:1-11) in questa vita.
I primi undici versetti del cap. 6 par- 6:4 Quando dunque avete da giudi-
lano di cause legali fra credenti. Era care su cose di questa vita, costituite
giunta voce a Paolo che alcuni credenti come giudici persone che nella chiesa
avevano citato in giudizio dei fratelli non sono tenute in alcuna considera-
dinanzi a dei giudici non credenti. Per- zione. I giudici non credenti non godo-
tanto egli presenta queste istruzioni no di posizioni di onore o di riguardo
di valore imperituro per la chiesa. No- nell’ambito della chiesa locale. Essi
tiamo la ripetizione dell’espressione: sono, naturalmente, rispettati per il
“Non sapete?” (vv. 2-3, 9, 15-16, 19). lavoro che fanno nel mondo, ma non
6:1 Dalla domanda di apertura tra- hanno alcuna giurisdizione sulle que-
spare il senso di sorpresa di fronte al stioni che riguardano la chiesa. Paolo
fatto che un fratello ne chiami un altro sta di fatto rimproverando i Corinzi:
in giudizio davanti agli ingiusti, vale
Quando sorgono fra voi delle que-
a dire dinanzi a giudici e a magistrati
stioni che richiedono il giudizio im-
non salvati. Paolo considera un segno parziale di terzi, cercate fuori della
di incoerenza, da parte di quanti cono- chiesa e vi fate giudicare da uomini
scono la vera giustizia, recarsi dinanzi che la chiesa non riconosce quanto a
a persone non contraddistinte dalla discernimento spirituale?
giustizia. Riuscite a immaginare dei
credenti che cercano giustizia da chi 6:5 Paolo parla in questo modo a loro
non è in grado di offrirla? vergogna. È possibile che, in un’assem-
6:2 Una seconda evidente contrad- blea che si vanta della propria sapienza
dizione è data dal fatto che coloro che e della ricca elargizione di doni ai suoi
un giorno dovranno giudicare il mondo membri, non vi sia neppure una perso-
non sono in grado di giudicare questioni na saggia in grado di risolvere una que-
banali che sorgono fra loro. Le Scritture stione sorta tra un fratello e l’altro ?
insegnano che i credenti regneranno 6:6 Evidentemente, una persona
con Cristo sulla terra (Ro 5:17; 2 Ti 2:12; simile non c’era, dal momento che il
Ap 20:6) quando egli tornerà in potenza fratello processava il fratello, portando
e gloria e a loro sarà affidato il giudizio. dispute di famiglia dinanzi a un mondo

684
1 CORINZI 6:12

incredulo. Si trattava di una situazione rizia è sempre elencato in compagnia


veramente deplorevole! dei peggiori vizi. Se gli uomini posso-
6:7 L’espressione certo è già in ogni no giustificarlo e prenderlo alla legge-
modo un vostro difetto mostra come ra, Dio lo condanna con forza. L’avaro
essi fossero completamente in errore. ha un desiderio talmente smodato di
La sola idea di chiamare un fratello possesso da essere spesso indotto a ri-
in Cristo in giudizio non li avrebbe correre a mezzi illeciti pur di ottenere
nemmeno dovuti sfiorare. Ma uno dei ciò che desidera. Gli ubriachi, come è
credenti avrebbe potuto obiettare a stato detto, sono principalmente colo-
questo punto: “Paolo, tu non capisci. Il ro che hanno una dipendenza dall’al-
fratello tal dei tali mi ha truffato in una col. Gli oltraggiatori sono coloro che
transazione commerciale”. La risposta usano un linguaggio offensivo nei
di Paolo è: Perché non patite piuttosto confronti di altri. I rapinatori (nel sen-
qualche torto? Perché non patite piut- so di “truffatori”) sono qui coloro che
tosto qualche danno? Questo è l’atteg- approfittano della povertà o dell’indi-
giamento che un credente dovrebbe genza altrui per assicurarsi guadagni
assumere: molto meglio subire un tor- spropositati.
to che compierne uno. 6:11 Paolo non accusa i credenti di
6:8 Ma diverso era l’atteggiamento Corinto di tali peccati, ma rammen-
fra i Corinzi. Anziché essere disposti ad ta loro che tali trasgressioni avevano
accettare un torto, lo commettevano caratterizzato la loro vita prima della
essi stessi contro altri, perfino contro i loro conversione: tali eravate alcuni di
propri fratelli in Cristo. voi; ma siete stati lavati, siete stati san-
6:9 Avevano forse dimenticato che tificati, siete stati giustificati. Il loro
quelle persone la cui vita è caratteriz- peccato e la loro impurità erano stati
zata dall’ingiustizia non erediteranno lavati dal prezioso sangue di Cristo, e
il regno di Dio ? In quel caso, Paolo era la loro vita era costantemente purifica-
pronto a fornire loro un elenco di pec- ta da ogni contaminazione mediante
catori che non avrebbero avuto parte la Parola di Dio. Essi erano santificati
alcuna nel regno di Dio. Egli non in- per l’opera dello Spirito di Dio, essendo
tende dire che i credenti che compio- stati tolti dal mondo e messi da parte
no questi peccati sono perduti, ma per Dio. Erano stati giustificati nel no-
piuttosto che chi compie questi pec- me del Signore Gesù Cristo e mediante
cati non è un credente. (12) In questo lo Spirito del nostro Dio ; ossia erano
elenco viene fatta una distinzione fra stati dichiarati giusti dinanzi a Dio sul-
fornicatori e adulteri. Per fornicazio- la base dell’opera vicaria del Signore
ne qui si intende un rapporto sessuale Gesù sulla croce. In sostanza, che co-
illecito da parte di una persona non sa afferma, qui, Paolo? La stessa cosa
sposata, mentre l’adulterio riguarda che, appropriatamente, afferma Godet:
una condotta analoga da parte della “Non dovrà più calarsi nell’insondabile
persona sposata. Viene fatta nuova abisso della grazia”.
menzione degli idolatri , come nei
due precedenti elenchi del cap. 5. Ef- D. Lassismo morale fra i credenti
feminati sono qui coloro che usano i (6:12-20)
loro corpi in modo snaturato, mentre 6:12 Nei versetti conclusivi di questo
i sodomiti sono coloro che praticano capitolo, l’apostolo espone dei principi
l’omosessualità. per giudicare fra il bene e il male.
6:10 All’elenco si aggiungono ladri, Non tutto ciò che è lecito è anche
avari, ubriachi, oltraggiatori e rapi- utile. Quando Paolo dice: Ogni cosa
natori. I ladri sono coloro che si im- mi è lecita, non intende ogni cosa in
possessano di ciò che non appartiene senso assoluto. Per esempio, non sa-
a loro. Notiamo che il peccato di ava- rebbe lecito per lui commettere alcu-

685
1 CORINZI 6:13

no dei peccati testé menzionati. Qui non è per la fornicazione, ma è per il


egli allude unicamente a quelle cose Signore, e il Signore per il corpo. Nel
che sono irrilevanti dal punto di vista creare il corpo umano, Dio non in-
morale. Per esempio, ai tempi di Pao- tendeva che fosse usato per fini mal-
lo, la questione relativa alla liceità del vagi o impuri. Al contrario, gli aveva
consumo di carne di maiale era un assegnato il compito di glorificare il
problema molto sentito fra i credenti. Signore ed essere prestato al suo ser-
In realtà si trattava di una questione vizio benedetto. C’è qualcosa di stu-
irrilevante dal punto di vista morale. pefacente in questo versetto che non
A Dio non interessava se l’uomo man- dovrebbe sfuggirci. Non solo appren-
giava carne di maiale oppure no. Pao- diamo che il corpo è per il Signore ma
lo stava semplicemente dicendo che è ancor più sorprendente apprendere
alcune cose, benché legittime, non che il Signore è per il corpo. Ciò si-
erano utili. Ci potrebbero essere delle gnifica che il Signore ha interesse per
cose che per me sono permissibili, ma il corpo umano, si interessa della sua
che potrebbero far cadere una perso- salute e del suo uso appropriato. Dio
na che mi vedesse compierle. In tal vuole che i nostri corpi siano presen-
caso fare quelle cose non risulterebbe tati a lui quale sacrificio vivente, santo
più lecito per me. e a lui gradito (vd. Ro 12:1). Erdman
Alcune cose possono essere lecite afferma: “Senza il Signore, il corpo
ma, allo stesso tempo, creare dipen- non potrà rivestirsi della sua vera di-
denza. Paolo afferma: ma io non mi gnità e del suo immortale destino”. (13)
lascerò dominare da nulla. Queste pa- 6:14 Questo versetto approfondisce
role avrebbero un forte impatto oggi in il concetto che il Signore è per il corpo.
relazione al consumo di liquori, tabac- Dio ha risuscitato il Signore Gesù dai
co e droga. Queste cose, come molte morti… ma non è finita qui: egli ri-
altre, creano dipendenza, riducendo in susciterà anche noi mediante la sua
schiavitù chi le consuma e il credente potenza . Il suo interesse per i nostri
non dovrebbe mai permettere di essere corpi non si arresta al momento della
trascinato in un simile laccio. nostra morte. Egli risusciterà il corpo
6:13 Un terzo principio afferma che di ogni credente per plasmarlo affin-
alcune cose sono perfettamente lecite ché diventi come il corpo glorioso
per il credente e che tuttavia il loro va- del Signore Gesù. Non trascorreremo
lore è temporaneo. Paolo afferma: Le l’eternità come spiriti disincarnati: al
vivande sono per il ventre e il ventre contrario, il nostro spirito e la nostra
è per le vivande, ma Dio distruggerà anima saranno ricongiunti al nostro
queste e quello. Ciò significa che l’or- corpo glorificato per gustare eterna-
ganismo è stato formato in modo tale mente le glorie del cielo.
da poter ricevere il nutrimento e dige- 6:15 Per enfatizzare maggiormente
rirlo. Similmente Dio ha creato i cibi la necessità di purezza personale nelle
in modo tanto meraviglioso da poter nostre vite e preservare i nostri corpi
essere assimilati dall’organismo uma- dall’impurità, l’apostolo ci rammen-
no. Tuttavia non dovremmo vivere per ta che i nostri corpi sono membra di
il cibo, perché esso ha solo un valore Cristo. Ogni credente è un membro del
passeggero e non dovrebbe occupare Corpo di Cristo. È bene, dunque, pren-
un posto indebito nella vita di un cre- dere le membra di Cristo e farne mem-
dente. Non dobbiamo vivere come se bra di una prostituta? La domanda si
la cosa più importante nella vita fosse risponde da sé, come fa Paolo, con un
soddisfare i nostri appetiti. Sebbene il indignato: No di certo!
corpo umano sia meravigliosamente 6:16 Quando avviene l’unione ses-
costruito da Dio per ricevere e assimi- suale, i due corpi diventano uno. Così
lare cibo, una cosa è certa: Il corpo… fu stabilito agli albori della creazione:

686
1 CORINZI 6:20

Poiché, Dio dice, i due diventeran- po. La persona raccoglie le conseguen-


no una sola carne (Ge 2:24). Stando ze di questo peccato nel proprio corpo.
così le cose, l’unione carnale di un La difficoltà interpretativa di questo
credente con una prostituta equivar- versetto sta nell’affermazione secondo
rebbe a fare di un membro del Corpo cui ogni peccato che l’uomo commet-
di Cristo il membro del corpo di una te è fuori dal corpo. Crediamo tuttavia
prostituta. I due diventerebbero in- che l’apostolo stia parlando qui in sen-
fatti una sola carne. so relativo. Se è vero infatti che la gola e
6:17 Proprio come l’unione fisica l’ubriachezza, ad esempio, hanno delle
comporta la fusione di due corpi in conseguenze sul corpo, la gran parte
uno, l’unione di un individuo che crede dei peccati no. D’altro canto, il pecca-
nel Signore Gesù Cristo è di tale natura to di gola e l’ubriachezza non hanno
che si può parlare di uno spirito solo. Si nemmeno conseguenze tanto dirette,
tratta dell’unione più perfetta possibile estese e distruttive quanto l’immora-
fra due persone, la più intima. Paolo lità. Il sesso al di fuori del matrimonio
sta dunque affermando che coloro che inevitabilmente e inesorabilmente pro-
in questo modo si uniscono al Signore vocano la rovina di chi se ne macchia.
non dovrebbero mai tollerare alcun 6:19 Ancora una volta, Paolo ram-
tipo di unione che sia in conflitto con menta ai Corinzi che la loro vocazione
questo vincolo spirituale. era santa e alta. Avevano forse dimen-
A.T. Pierson scrive: ticato che i loro corpi erano il tempio
dello Spirito Santo ? Questa è la solen-
La pecora può allontanarsi dal pasto- ne verità della Scrittura: ogni credente
re e il ramo esser reciso dalla vite; il
è la dimora dello Spirito Santo. Come
membro può essere tagliato dal cor-
possiamo anche solo pensare di usare
po, il figlio separato dal padre e per-
fino la moglie dal marito; ma quando
un corpo in cui dimora lo Spirito Santo
due spiriti diventano uno, cosa li può per fini impuri ? Se è vero che il nostro
dividere? Nessun legame o unione corpo è il luogo santissimo dello Spiri-
esteriore, nemmeno il vincolo matri- to Santo, noi non apparteniamo più a
moniale esprime in modo altrettan- noi stessi. Non possiamo fare dei nostri
to significativo la perfetta unione di corpi ciò che vogliamo. In ultima ana-
due vite in una sola.(14) lisi, i nostri corpi non ci appartengono
ma appartengono bensì al Signore.
6:18 L’apostolo esorta quindi i Co- 6:20 Noi apparteniamo di diritto al
rinzi a fuggire la fornicazione. Non Signore perché egli è sia il nostro Crea-
devono avere nulla a che fare con essa, tore sia il nostro Redentore. Qui si fa
non devono scherzarci sopra, prestarle particolare riferimento a quest’ultimo
considerazione e nemmeno parlarne. aspetto. L’atto di proprietà di Dio risale
Devono fuggirla! Una bella illustra- al Golgota. Siamo stati comprati a caro
zione biblica di questo insegnamento prezzo. Nella croce vediamo il prezzo
ci viene dal racconto di Giuseppe in- che il Signore ha fissato per noi. Egli
sidiato dalla moglie di Potifar (vd. Ge ci ha stimati di un così alto valore da
39). Se è vero che le nostre capacità ci essere pronto a pagare al nostro posto
possono dare sicurezza, talvolta è più versando il prezzo del suo prezioso
sicuro darsi alla fuga! Quindi Paolo ag- sangue. Quanto deve averci amato, il
giunge: Ogni altro peccato che l’uomo Signore Gesù, per portare i nostri pec-
commetta è fuori del corpo, ma il for- cati nel suo corpo sulla croce! Stando
nicatore pecca contro il proprio corpo. così le cose, non posso più pensare che
La maggior parte dei peccati non ha il mio corpo mi appartenga. Se ritengo
conseguenze dirette sul corpo, ma la di poterlo usare come mi pare e piace,
fornicazione è unica in questo senso, devo sapere che sono un ladro, uno che
poiché ha conseguenze dirette sul cor- si appropria di ciò che non è suo. Invece

687
1 CORINZI 7:1

devo usare il mio corpo per glorificare co. Il v. 2 fissa il principio secondo cui
Dio, colui al quale esso appartiene. l’ordine di Dio per i suoi rimane ciò che
Bates esclamò: era da principio, quello cioè di avere un
unico coniuge.
Testa! Pensa a colui la cui fronte è
7:3 All’interno della sfera matrimo-
stata cinta da spine. Mani! Faticate
per colui le cui mani sono state in-
niale, ognuno dovrebbe rendere al
chiodate alla croce. Piedi! Affrettate- proprio coniuge ciò che la vita coniu-
vi e ubbidite agli ordini di colui i cui gale richiede, giacché sussiste una re-
piedi sono stati trafitti. Corpo tutto! ciproca dipendenza. Quando si legge:
Sii tempio di colui il cui corpo è stato Il marito renda alla moglie ciò che le
straziato da indicibili sofferenze.(15) è dovuto significa che, il marito deve
ottemperare ai propri obblighi coniu-
Siamo altresì chiamati a glorificare gali verso la moglie. Quest’ultima do-
Dio nel nostro spirito, giacché tanto le vrebbe, dal canto suo, fare lo stesso nei
parti materiali quanto quelle immate- confronti di lui. Notiamo la delicatezza
riali dell’uomo appartengono a Dio. (16) che Paolo usa nell’affrontare questo ar-
gomento, senza bassezza né volgarità.
III. RISPOSTE APOSTOLICHE ALLE Quale differenza rispetto alla carnalità
DOMANDE DELLA CHIESA del mondo!
(capp. 7–14) 7:4 Nell’unione coniugale esiste una
dipendenza della moglie dal marito e
A. Il matrimonio e il celibato viceversa. Al fine di riflettere l’ordine
(cap. 7) di Dio in questa santa unione, il marito
7:1 Fin qui, Paolo ha contrastato gli er- e la moglie devono riconoscere la loro
rori che piagavano la chiesa di Corinto reciproca dipendenza.
e di cui gli era giunta notizia diretta. 7:5 Christenson scrive:
Ora si appresta a rispondere alle do-
In parole povere, questo significa
mande che i Corinzi avevano in prece- che se uno dei due coniugi desidera
denza formulato per iscritto. il rapporto sessuale, l’altro dovrebbe
La prima riguarda il matrimonio e assecondarlo. Il marito e la moglie
la condizione dell’uomo non sposato. che adottano questo semplice ap-
L’apostolo fissa dapprima il principio proccio al sesso, lo troveranno un
generale secondo cui è bene per l’uo- aspetto meravigliosamente soddi-
mo non toccar donna. Toccar donna, sfacente della vita matrimoniale, per
in questo caso, significa avere un rap- la semplice ragione che la relazione è
porto fisico. L’apostolo non intende radicata nella realtà e non in qualche
affermare implicitamente che la condi- impossibile ideale artificiale.(17)
zione del celibe sia più santa di quella
del coniugato, ma semplicemente che Forse, allorché furono salvati, alcuni
è meglio non essere sposati, qualora si di quei credenti iniziarono a pensare
desideri dedicarsi all’opera del Signore che l’intimità coniugale non si conci-
senza distrazioni. Questo concetto sa- liasse con la santità cristiana. Paolo li
rà poi spiegato nei versetti successivi. toglie dall’inganno affermando che
7:2 Paolo riconosce, tuttavia, che ciascun coniuge, infatti, vanta dei di-
non essere sposati espone a enormi ritti sul corpo dell’altro coniuge: dun-
tentazioni, pertanto circoscrive la sua que le coppie cristiane non devono
prima affermazione aggiungendo: ma, privarsi l’uno dell’altro, ossia negar-
per evitare le fornicazioni, ogni uomo si al coniuge. Due sono le regole per
abbia la propria moglie e ogni donna l’eventuale astinenza: 1° l’astinenza
il proprio marito. Perché ogni uomo dovrebbe essere unicamente conve-
abbia la propria moglie dobbiamo nuta di comune accordo di modo che
presupporre un contesto monogami- marito e moglie possano dedicarsi alla

688
1 CORINZI 7:12

preghiera ; 2° l’astinenza dovrebbe es- rire regole universalmente applicabili.


sere temporanea. Marito e moglie sono 7:8 Alla luce di questo, egli consiglia
chiamati a ritornare insieme, affinché ai celibi e alle vedove di rimanere nella
Satana non li tenti a motivo della loro sua stessa condizione, ossia di non (ri)
incontinenza. sposarsi.
7:6 Questo versetto ha suscitato un 7:9 Tuttavia, qualora celibi e vedove
gran numero di speculazioni e di con- mancano di autocontrollo, è permesso
troversie. Paolo afferma: Ma questo loro sposarsi, perché è meglio sposarsi
dico per concessione, non per coman- che ardere e correre il grave pericolo di
do. Alcuni hanno interpretato queste cadere nel peccato.
parole come indicazione della natura 7:10 I due versetti successivi sono
non ispirata delle parole precedenti. indirizzati ai coniugi, entrambi cre-
Una simile interpretazione è inaccet- denti. Ai coniugi poi ordino, non io
tabile, dal momento che in 1 Co 14:37 ma il Signore significa semplicemente
l’apostolo dichiara che le cose che sta che l’insegnamento di Paolo qui non
scrivendo ai Corinzi sono comanda- era che una ripetizione di un insegna-
menti del Signore. A nostro giudizio, mento del Signore Gesù quando era
Paolo sostiene che, in determinate sulla terra. Cristo aveva già dato un co-
circostanze, è concesso alla coppia di mandamento esplicito in questo senso.
astenersi dai rapporti coniugali, senza Per esempio, aveva proibito il divorzio
tuttavia che questo costituisca un or- (tranne in caso di infedeltà; vd. Mt
dine. I credenti non sono chiamati ad 5:32; 19:9). L’insegnamento generale
astenersi dai rapporti coniugali per de- fornito da Paolo è che la moglie non si
dicare interamente alla preghiera. Altri separi dal marito.
pensano che il v. 6 faccia riferimento al 7:11 Ad ogni modo, Paolo riconosce
matrimonio in generale, intendendo, che vi possono essere dei casi estremi
cioè che è consentito ai credenti spo- in cui è necessario che la moglie lasci il
sarsi, ma non sono obbligati a farlo. marito. In un caso del genere, ella deve
7:7 Paolo ora si rivolge ai non sposa- rimanere senza sposarsi o riconciliarsi
ti. È chiaro, anzitutto, che egli conside- con il marito. La separazione non spez-
ra preferibile la condizione di celibato, za il vincolo matrimoniale; piuttosto
nondimeno egli afferma che solamente dà al Signore l’opportunità di sanare le
coloro cui Dio concede di comprendere divergenze che si sono venute a creare
tale concetto possono aspirarvi. Paolo fra i coniugi, e di ristabilire la recipro-
dice: io vorrei che tutti gli uomini fos- ca comunione, nonché la comunione
sero come sono io. Dal contesto risulta di entrambi con sé. Il marito non deve
chiaro che con tale espressione egli fa mandar via la moglie. In questo caso
riferimento al celibato. Vi sono opi- non sono previste eccezioni.
nioni discordanti riguardo al celibato 7:12 I vv. 12-24 affrontano il pro-
di Paolo: alcuni pensano che egli non blema del matrimonio in cui soltanto
si fosse mai sposato, altri che fosse ve- uno dei due coniugi è credente. Paolo
dovo al tempo in cui scrisse 1 Corinzi. introduce le proprie osservazioni con
Non è tuttavia nostro interesse venire le parole: Ma agli altri dico io, non il
a capo di questo dibattito, se mai fosse Signore. Nuovamente, desideriamo
possibile. Paolo afferma: ma ciascuno enfatizzare con forza che questo non
ha il suo proprio dono da Dio; l’uno indica l’opinabilità di ciò che segue in
in un modo, l’altro in un altro, con ciò quanto parola di Paolo piuttosto che
intendendo che Dio dà la grazia ad al- del Signore. L’apostolo sta semplice-
cuni di rimanere celibi, mentre chiama mente affermando che quanto sta per
certamente altri allo stato coniugale. Si dire non è stato precedentemente in-
tratta di una questione individuale, ri- segnato dal Signore Gesù durante il
spetto alla quale non si possono sugge- suo ministero terreno. Nei Vangeli non

689
1 CORINZI 7:13

esiste, infatti, alcun insegnamento del un’influenza santificante. Come prece-


genere. Il Signore Gesù non ha preso dentemente accennato, santificare si-
in considerazione il caso di un matri- gnifica “separare”. Ciò, naturalmente,
monio in cui solo uno dei due coniuge non significa che il marito non creden-
fosse credente, ma ha ora istruito il suo te è salvato dalla moglie, né che è “reso
apostolo a riguardo, di modo che le santo” ma significa, piuttosto, che è
parole che Paolo pronuncia qui sono serbato in una posizione di immunità
Parola ispirata da Dio. esterna, avendo il privilegio di avere
L’espressione ma agli altri indica una moglie credente che prega per lui.
coloro il cui coniuge non è credente. La vita e la testimonianza di lei eser-
Questo brano non autorizza il credente citano un’influenza divina nella casa.
a sposare una persona non salvata, ma Parlando da un punto di vista umano,
fa probabilmente riferimento al caso in la possibilità che quell’uomo sia salvato
cui uno dei due coniugi si sia converti- è maggiore se questi ha al proprio fian-
to dopo il matrimonio. co una pia moglie credente piuttosto
…se un fratello ha una moglie non che una moglie non credente. Come
credente ed ella acconsente ad abitare spiega Vine: “Egli riceve un’influenza
con lui, non la mandi via. Per un’ade- spirituale che apre le porte alla conver-
guata comprensione di questo passo sione”. (18) Lo stesso vale, naturalmente,
della Scrittura, è utile ricordare il co- nel caso di una moglie non credente e
mandamento dato da Dio al suo popolo di un marito credente. In tal caso, la
nell’A.T. Allorché i Giudei si unirono in moglie non credente è santificata.
matrimonio a donne pagane ed ebbe- Poi l’apostolo aggiunge: altrimenti i
ro da loro dei figli, fu loro comandato vostri figli sarebbero impuri, mentre
di mandar via tanto le une quanto gli ora sono santi. Abbiamo già detto che
altri, come si legge chiaramente in Ed in epoca veterotestamentaria, mogli e
10:2-3 e Ne 13:23-25. figli pagani dovevano essere allontanati
A Corinto, i credenti si chiedevano (vd. commento al v. 12). Qui Paolo spie-
quale condotta dovesse assumere la ga che, nella dispensazione della grazia,
moglie convertita nei confronti del i figli nati da una coppia in cui sola-
marito e dei figli o cosa dovesse fare mente uno dei due coniugi è credente
un uomo la cui moglie non fosse cre- sono santi. L’aggettivo santi deriva dalla
dente. Avrebbe dovuto mandarla via? stessa radice del termine tradotto con
La risposta è ovviamente negativa. Il santificato in questo stesso versetto.
comandamento dell’A.T. non si applica Ciò non significa che i figli sono intrin-
più al popolo di Dio, che è sotto la gra- secamente santificati e che perciò con-
zia. Se un credente ha una moglie non ducono necessariamente una vita pura
credente ed ella acconsente ad abita- e santa. Con tale espressione si intende,
re con lui, non la dovrebbe lasciare. invece, significare che essi godono di
Questo non significa che è giusto che una posizione di privilegio, avendo al-
un uomo sposi una non credente ma, meno un genitore che ama il Signore,
semplicemente che egli non dovrebbe che è il tempio dello Spirito Santo e che
lasciare la donna con cui era sposato parla loro del vangelo. Esiste una forte
prima di convertirsi. possibilità che siano salvati. In questo
7:13 Allo stesso modo, la donna senso, sono santificati. Questo versetto
che ha un marito non credente che rassicura anche sul fatto che non è sba-
consente ad abitare con lei dovrebbe gliato avere figli qualora uno solo dei
rimanere con suo marito. Forse lei lo coniugi sia credente. Dio riconosce il
condurrà al Signore grazie alla sua mi- matrimonio e i figli nati da tale unione
te e pia testimonianza. non sono illegittimi.
7:14 In verità, la presenza di un cre- 7:15 Ma quale dovrebbe essere l’at-
dente in una famiglia non credente ha teggiamento del credente nel caso in cui

690
1 CORINZI 7:17

il coniuge non credente decida di an- dei due coniugi. È nostra convinzione
darsene? In tal caso, il coniuge credente che, in tal caso, il coniuge innocente
deve lasciar andare il non credente. È sia libero di risposarsi. Per quanto con-
molto difficile esprimersi in via defini- cerne il presente passo della Lettera ai
tiva riguardo alla precisazione dell’apo- Corinzi, non ci sentiamo di affermare
stolo: in tali casi, il fratello o la sorella con certezza che consenta il divorzio e
non sono obbligati. Alcuni ritengono le nuove nozze del credente in caso di
che qualora il non credente abbandoni abbandono da parte del coniuge non
il credente e vi siano tutte le ragioni per credente. Tuttavia, chiunque decida di
ritenere che l’abbandono sia definitivo, separarsi in questo modo tende quasi
il coniuge credente ha facoltà di ottene- inevitabilmente a contrarre una nuova
re il divorzio. Quanti sostengono questo unione, spezzando in tal modo il vinco-
punto di vista spiegano che il v. 15 è un lo originario. J.M. Davies scrive:
periodo parentetico e che il v. 16 si lega
al v. 14 in questo modo: Il non credente che si separa convo-
1 il v. 14 afferma che la condotta idea- lerà presto a nuove nozze, rompen-
do così automaticamente il vincolo
le del credente è quella di rimanere
matrimoniale. Insistere sul fatto che
con il coniuge non credente, a moti-
il coniuge abbandonato debba ri-
vo dell’influenza santificante eserci- manere senza sposarsi equivale ad
tata dal credente nella casa; addossargli un peso che, nella gran
2. il v. 16 insegna che la presenza del parte dei casi, non sarebbe in grado
credente nella casa può far sì che il di portare.(19)
non credente si converta a Cristo;
3. il v. 15 è un inciso in cui si accenna 7:16 La comprensione del v. 16 varia
alla facoltà del credente di divorziare in funzione della chiave di lettura del
(e forse di risposarsi) in caso di ab- versetto precedente.
bandono da parte del coniuge non Chi ritiene che il v. 15 non riguardi il
credente. divorzio si serve del v. 16 a riprova della
La speranza di salvezza del coniuge propria tesi, sostenendo che il credente
non credente è legata a filo doppio alla debba acconsentire alla separazione,
perpetuazione dell’unione coniugale ma non al divorzio, perché ciò impedi-
piuttosto che alla separazione. rebbe l’eventualità di una riconciliazio-
Ma altri studiosi biblici sono convin- ne e la possibilità che il non credente
ti che il v. 15 affronti unicamente l’ar- sia salvato.
gomento della separazione e non del Chi, d’altro canto, ritiene che il di-
divorzio e delle nuove nozze. Secondo vorzio sia legittimo in caso di abban-
costoro, esso indicherebbe semplice- dono subito dal coniuge credente,
mente che se il non credente si separa, ricondurrà questo versetto al v. 14,
deve avere la possibilità di farlo sere- considerando il v. 15 unicamente co-
namente. La moglie non è obbligata a me una parentesi.
preservare il vincolo coniugale a ogni 7:17 Fra i neoconvertiti esiste talvol-
costo. Dio ci ha chiamati a vivere in ta un desiderio di rottura con tutto ciò
pace, perciò non dobbiamo scadere in che ha caratterizzato la loro vita pas-
manifestazioni emotive o procedimen- sata, incluso quel genere di istituzioni,
ti legali al fine di costringere il non cre- come il matrimonio, che di per sé non
dente a rimanere. sono peccaminose. Dietro alla gioia
Qual è dunque la corretta interpreta- irrefrenabile della salvezza appena
zione? Ci pare impossibile rispondere in sperimentata si nasconde il pericolo
via definitiva. Allo stesso tempo, ci pare di voler sovvertire tutto ciò che l’ha
di capire che, in Mt 19:9, il Signore abbia preceduta. Il cristianesimo, tuttavia,
accennato alla legittimità del divorzio rifiuta tale rivoluzionamento impulsi-
in caso di infedeltà (adulterio) di uno vo come mezzo per raggiungere i pro-

691
1 CORINZI 7:18

pri scopi. Al contrario, i cambiamenti ambiente culturale. Tali differenze este-


da esso auspicati si realizzano attra- riori non sono ciò che realmente conta.
verso strumenti pacifici. Nei vv. 17-24 7:19 Per quel che concerne l’essenza
l’apostolo stabilisce la regola generale del cristianesimo, la circoncisione non
secondo cui diventare credenti non conta nulla e l’incirconcisione non
comporta violente prese di posizione conta nulla : ciò che realmente conta
contro i vincoli preesistenti. Senza è l’osservanza dei comandamenti di
dubbio, Paolo allude soprattutto ai Dio. In altre parole, Dio si cura della
vincoli coniugali, ma allarga altresì il realtà interiore e non di quella este-
discorso ai vincoli sociali e razziali. riore. L’adesione al cristianesimo non
Ogni credente deve camminare in comporta necessariamente una netta
conformità con la chiamata del Signo- cesura con il proprio retroterra socio-
re. La persona che è stata chiamata alla culturale. “Piuttosto”, commenta Wil-
vita coniugale deve risponderne nel ti- liam Kelly, “la fede cristiana eleva il
more del Signore. Se Dio ha dato a un credente a una posizione di superiorità
altro la grazia di vivere una vita di ce- rispetto a tutto ciò che lo circonda”. (21)
libato, quella persona dovrà seguire il 7:20 La regola generale è che ognuno
sentiero tracciato per lui. Inoltre se, al è chiamato a rimanere dinanzi a Dio
tempo della conversione, l’uomo è spo- nella condizione in cui era quando fu
sato con una donna non salvata non chiamato. Questo, naturalmente, può
dovrà sconvolgere questo rapporto, ma fare solo riferimento a situazioni che
dovrà fare tutto ciò che è in suo potere non sono intrinsecamente peccami-
affinché anch’ella giunga alla salvezza. nose. La persona coinvolta in attività
Tali esortazioni di Paolo non valevano illecite al tempo della sua conversione
solamente per i Corinzi ma erano ben- sarà chiamata a rinunciarvi! Ma l’apo-
sì oggetto di insegnamento in tutte le stolo qui allude a situazioni che, di per
chiese. Vine scrive: sé non sono sbagliate, come dimostra-
Paolo scrive: “Così ordino in tutte le
no i versetti successivi, dove si discute
chiese”, ma non sta promulgando de- la questione degli schiavi.
creti da una posizione di primato. Sta 7:21 Cosa dovrebbe fare uno schia-
invece semplicemente informando la vo quando è salvato? Dovrebbe forse
chiesa di Corinto del fatto che gli inse- ribellarsi contro il suo padrone e riven-
gnamenti testé impartiti sono gli stessi dicare la propria libertà? Il cristiane-
che egli impartisce a ogni chiesa.(20) simo ci chiama forse a mobilitarci per
rivendicare i nostri “diritti”? Paolo ri-
7:18 Paolo affronta il tema dei vin- sponde qui: Sei stato chiamato essen-
coli razziali nei vv. 18-19. Il Giudeo che do schiavo? Non te ne preoccupare. In
al tempo della conversione portava nel altre parole: “Eri uno schiavo al tempo
corpo il segno della circoncisione non della tua conversione? Non te ne cu-
doveva provare ripulsa nei confronti rare. Puoi essere uno schiavo e godere
del suo passato, né cercare di cancella- comunque delle più grandi benedizio-
re ogni marchio fisico dei suoi trascorsi ni del cristianesimo”.
giudaici. Similmente, il pagano nato di …ma se puoi diventare libero, è me-
nuovo non era chiamato a celare il suo glio valerti dell’opportunità. Esistono
passato di pagano appropriandosi dei due diverse interpretazioni di questa
simboli del giudaismo. frase. Alcuni ritengono che l’idea qui
Un’altra possibile interpretazione espressa sia la seguente: “Se hai la pos-
vede in questo versetto un’indicazione sibilità di ottenere la libertà, afferrala”.
rivolta al Giudeo convertito perché non Per altri Paolo sta dicendo che nono-
tema di continuare a vivere con la mo- stante lo schiavo abbia la possibilità
glie giudea o allo straniero convertito di essere libero, il cristianesimo non
perché non cerchi di fuggire dal proprio accampa la pretesa che egli si appropri

692
1 CORINZI 7:28

di tale libertà. Piuttosto egli dovrebbe su ciò che scriveva! Adottare un simile
servirsi del vincolo al quale deve sotto- punto di vista, naturalmente, significa
stare per rendere testimonianza al Si- sferrare un violento attacco all’ispi-
gnore Gesù. La gran parte degli studiosi razione delle Scritture. Quando Paolo
propende per la prima interpretazione afferma di non avere comandamento
(con ogni probabilità quella corretta), dal Signore riguardo alle vergini, vuole
ma non si dovrebbe trascurare il fatto semplicemente dire che durante il suo
che la seconda meglio si accorda con ministero terreno, il Signore non ha la-
l’esempio lasciatoci dal Signore Gesù sciato alcuna esplicita indicazione in
Cristo stesso. merito. Perciò Paolo esprime il proprio
7:22 …colui che è stato chiamato nel parere, come uno che ha ricevuto dal
Signore, da schiavo, è un affrancato Signore la grazia di essere fedele, ossia
del Signore. Qui non si fa riferimento un parere ispirato da Dio.
a un uomo nato libero, ma a un uomo 7:26 In linea di massima, è bene per
liberato, ossia uno schiavo che ha otte- loro di restare non sposati, a moti-
nuto la libertà. In altre parole, colui che vo della pesante situazione. Con tale
era schiavo al tempo della conversione espressione, l’apostolo allude alle soffe-
non dovrebbe preoccuparsi della pro- renze di questa vita terrena. V’era forse
pria condizione, poiché è un affranca- una congiuntura particolare al tempo
to del Signore. È stato liberato dal suo in cui Paolo scrisse questa lettera. Tut-
peccato e dalla schiavitù di Satana. tavia, i momenti di prova sono sempre
D’altro canto l’uomo libero al momen- esistiti e sempre esisteranno fino al ri-
to della propria conversione deve com- torno del Signore.
prendere che, da quel momento in poi, 7:27 A coloro che sono già sposati Pao-
egli sarà uno schiavo, vincolato mani e lo consiglia di non cercare la separazione.
piedi al Salvatore. D’altro canto, l’uomo che non è legato a
7:23 Ogni credente è stato riscattato una moglie [libero da vincolo matrimo-
a caro prezzo e ora appartiene a colui niale, vale a dire celibe, vedovo, o divor-
che l’ha comprato, il Signore Gesù. ziato] non dovrebbe cercar moglie.
Siamo quindi chiamati a vivere co- 7:28 In nessun modo possiamo far
me schiavi di Cristo e non a diventare dire a Paolo che sposarsi sia un pecca-
schiavi degli uomini. to. Dopo tutto, il matrimonio fu istitui-
7:24 Pertanto, a prescindere dalla to da Dio nel giardino in Eden prima
sua condizione sociale, l’individuo può che il peccato entrasse nel mondo. Fu
rimanere davanti a Dio nella condi- Dio stesso a sancire che “non è bene
zione in cui il Signore l’aveva posto. La che l’uomo sia solo” (Ge 2:18). “Il ma-
locuzione davanti a Dio è la chiave che trimonio sia tenuto in onore da tutti
dischiude l’intera verità. Per l’uomo che e il letto coniugale non sia macchiato
vive davanti a Dio, la stessa schiavitù da infedeltà” (Eb 13:4). Altrove Paolo
può diventare vera libertà. Tale posi- preannuncia che, negli ultimi tempi,
zione nobilita e santifica qualunque alcuni falsi maestri vieteranno il ma-
condizione di vita. trimonio: questo sarà il segno dell’apo-
7:25 Nei vv. 25-38 l’apostolo si ri- stasia (1 Ti 4:1-3).
volge ai non sposati, sia uomini che Pertanto Paolo afferma: Se però
donne. Il termine vergini può fare ri- prendi moglie, non pecchi; e se una
ferimento a entrambi. Anche questo vergine si sposa, non pecca. I neocon-
versetto è stato usato per insegnare vertiti al cristianesimo non devono
che i contenuti di questo capitolo non nemmeno pensare che vi sia qualcosa
sono necessariamente ispirati. Alcuni di sbagliato nella relazione coniugale.
si sono azzardati a insinuare che Pao- Al tempo stesso, Paolo aggiunge che le
lo, in quanto celibe, fosse un fanatico i donne che si sposano avranno tribo-
cui pregiudizi personali si riflettevano lazione nella carne. Questo potrebbe

693
1 CORINZI 7:29

includere le doglie del parto ecc. Paolo Tuttavia, Paolo mette in guardia contro
dichiara: io vorrei risparmiarvela, con gli abusi. Per esempio, il credente non
ciò intendendo forse: 1° io vorrei ri- dovrebbe vivere per cibo, vestiti e pia-
sparmiarvi la sofferenza materiale che ceri. Egli si servirà di cibo e vestiti per
accompagna la condizione coniugale, soddisfare i suoi bisogni primari, ma
con particolare riferimento alle diffi- non ne farà degli idoli. Il matrimonio, i
coltà della vita familiare; 2° io vorrei beni, il commercio o l’attività artistica,
risparmiare ai lettori l’enumerazione scientifica e politica occupano un posto
di tutte queste prove. importante in questo mondo, ma si pos-
7:29 Paolo pone enfasi sul fatto che, sono rivelare una distrazione per la vita
a motivo del tempo… ormai abbrevia- spirituale, laddove glielo si consenta.
to, siamo chiamati a subordinare perfi- L’espressione la figura di questo
no questi legittimi rapporti al servizio mondo passa è presa in prestito dal
del Signore. Il ritorno di Cristo è pros- mondo del teatro, con riferimento ai
simo e, sebbene i mariti e le loro mogli cambi di scena, e raffigura la transito-
debbano adempiere ai propri reciproci rietà di tutto ciò che ci circonda. Il suo
doveri coniugali con fedeltà, dovreb- carattere fugace è ben espresso dalle
bero a un tempo cercare di riservare famose parole di Shakespeare: “Tutto
a Cristo il primo posto nella loro vita. il mondo è un palcoscenico e ogni uo-
Ironside ha espresso il medesimo con- mo e donna semplici attori. Entrano ed
cetto in queste parole: escono di scena e ogni uomo nel tempo
concessogli recita molte parti”.
Ciascuno deve vivere alla luce della 7:32 Paolo desidera che il credente
consapevolezza che il tempo è fuga-
viva senza preoccupazioni, vale a dire
ce e il ritorno del Signore è prossimo.
senza quelle preoccupazioni che po-
Nessuna considerazione di ordine
personale deve ostacolare la nostra
trebbero ostacolare il suo servizio per
devozione nei confronti della volontà il Signore. Spiega quindi che chi non
di Dio.(22) è sposato si dà pensiero delle cose del
Signore, di come potrebbe piacere al
W.E. Vine commenta: Signore. Ciò non significa che tutti i
credenti non sposati si dedichino in
Ciò non significa, naturalmente, che
realtà al Signore senza distrazioni di
un uomo sposato debba astenersi dal
fare ciò che un marito è chiamato a
sorta, ma significa che la condizione
fare, ma che il suo rapporto con la dell’uomo non sposato dà questa pos-
moglie deve essere interamente as- sibilità, diversamente dalla condizione
servito al suo più alto rapporto con il coniugale.
Signore... che deve avere il primo po- 7:33 Teniamo nuovamente a pre-
sto nel cuore; egli non deve consenti- cisare che ciò non significa che colui
re che una relazione naturale ostaco- che è sposato non possa prestare mas-
li la sua ubbidienza a Cristo.(23) sima attenzione alle cose del Signore
ma che, solitamente, la vita dell’uomo
7:30 I dolori, le gioie e i beni di que- sposato lo chiama a darsi pensiero su
sto mondo non devono ricevere inde- come piacere alla moglie. Egli deve
bita considerazione nella nostra vita. scendere a patti con un numero mag-
Ognuna di queste cose deve essere in giore di obblighi. Vine rileva: “In gene-
subordine laddove il credente tenti di re, l’uomo sposato ha una possibilità
cogliere l’occasione di servire il Signore di servizio limitata rispetto a chi, non
mentre è ancora giorno (vd. Gv 9:4). sposato, può raggiungere le estremità
7:31 Vivendo su questa terra, il con- della terra predicando il vangelo”. (24)
tatto con le cose di questo mondo è 7:34 La donna senza marito o vergi-
inevitabile. Delle cose del mondo il ne si dà pensiero delle cose del Signore,
credente può fare un uso legittimo. per essere consacrata a lui nel corpo

694
1 CORINZI 7:36

e nello spirito; mentre la sposata si dà casa. Le nozze delle figlie dipendevano


pensiero delle cose del mondo, come da lui e non potevano aver luogo senza
potrebbe piacere al marito. Anche qui il suo permesso. Pertanto questi verset-
occorre una parola di spiegazione. ti significano che se un uomo rifiuta di
La donna senza marito o vergine è in dare in moglie le proprie figlie, fa bene,
grado di dedicare maggior parte del ma se, per contro, consente loro di spo-
proprio tempo alle cose del Signore. sarsi, non pecca.
L’espressione per essere consacrata Oggi, una simile interpretazione
a lui nel corpo e nello spirito non si- sembra quasi priva di significato per
gnifica che la condizione di nubilato il popolo di Dio; inoltre essa non si
comporti una maggior santità ma, armonizza con l’argomento del resto
semplicemente, che la donna nubile del capitolo e pare irrimediabilmente
o non sposata potrà votarsi maggior- fuorviante.
mente nel corpo e nello spirito all’ope- Una t r adu z ione a lter nat iv a
ra del Signore. Ciò non comporta una dell’espressione “figliola nubile” è “ver-
maggior purezza, bensì una maggior gine”, intendendo con ciò la “promessa
disponibilità di tempo. sposa”. In questo caso, il versetto indi-
Anche in questo caso, l’affermazio- cherebbe che se un uomo sposa la sua
ne la sposata si dà pensiero delle cose fidanzata non pecca, ma che è meglio
del mondo non significa che costei sia per lui non sposarsi. Un simile concet-
più carnale della donna non sposata, to è carico di difficoltà interpretative.
bensì che ella dovrà necessariamente Nel suo commentario a 1 Corinzi,
dedicare parte della propria giornata William Kelly presenta, a nostro avvi-
ad attività e obblighi mondani quali, so, un’interpretazione alternativa assai
per esempio, la cura della casa. Que- pregevole. Kelly ritiene che il termine
ste cose sono legittime e giuste e Paolo figliola nubile (parthenos) possa esse-
non intende criticarle o sminuirle; egli re altresì tradotto con “verginità”. (25) Il
sostiene semplicemente che la donna passo non farebbe pertanto allusione
non sposata ha più opportunità di ser- alle figlie vergini (o in età da marito) di
vizio e più tempo a disposizione rispet- un uomo bensì alla verginità dell’uomo.
to a una donna sposata. Secondo questa interpretazione, Paolo
7:35 Paolo non espone questo inse- affermerebbe che chi rimane celibe
gnamento per sottoporre i credenti a fa bene, ma se decide di sposarsi non
un rigido sistema di schiavitù ma in- pecca.
tende, semplicemente, ammaestrarli John Nelson Darby adotta questa stes-
nel loro interesse in modo che essi, alla sa interpretazione nella sua traduzione:
luce di queste indicazioni, possano di-
scernere la guida del Signore nella vita Ma se qualcuno pensa di condursi in
e nel servizio. Paolo ritiene che il celi- modo sconveniente verso la propria
bato sia una buona cosa e che consenta verginità e se ha passato il fiore degli
anni, stando così le cose, faccia pure
all’individuo di consacrarsi al Signore
ciò che vuole, non pecca: si sposi pure.
senza distrazioni. Ma è altresì convin-
Ma colui che rimane fermo in cuor
to che l’uomo sia libero di scegliere il suo, non avendo alcuna necessità, ma
matrimonio o il celibato. L’apostolo sapendo controllare la propria volontà
non vuole tendere un tranello né im- e avendo stabilito in cuor suo di pre-
porre alcun peso ai credenti. servare la propria verginità, fa bene.
7:36 I vv. 36-38 sono forse quelli Quindi, colui che si sposa fa bene e co-
maggiormente fraintesi all’interno di lui che non si sposa fa meglio.
questo capitolo e dell’intera lettera.
La spiegazione più comune del testo è Uno studio più attento del v. 36 rive-
questa: ai giorni di Paolo l’uomo eser- la dunque, a nostro avviso, che qualora
citava un rigido controllo sulla propria l’uomo, giunto a piena maturità, rico-

695
1 CORINZI 7:37

nosca di non possedere il dono della nell’affermare queste cose! Ancora una
castità, non pecca sposandosi. Egli av- volta, respingiamo con forza questo
verte un bisogno in questa direzione: genere di interpretazione. Non si può
dovrebbe quindi comportarsi di con- mettere in discussione l’ispirazione di
seguenza, ossia dovrebbe sposarsi. quanto Paolo scrisse in questa porzio-
7:37 Ma l’uomo che ha deciso in ne di testo. Qui l’apostolo fa sempli-
cuor suo di servire il Signore senza di- cemente dell’ironia. A Corinto, il suo
strazioni e ha sufficiente autocontrollo apostolato e il suo insegnamento era-
da non esser obbligato da necessità a no stati messi in discussione da alcuni
sposarsi, fa bene a rimanere celibe, se credenti che sostenevano di parlare da
ha convenuto di rimanere in tale con- parte del Signore. Paolo sta dicendo di
dizione al fine di glorificare Dio con il fatto: “Qualunque cosa dicano di me,
proprio servizio. credo di avere lo Spirito di Dio anch’io.
7:38 La conclusione è che chi si (26) dà Essi dichiarano di averlo a loro volta,
in matrimonio, fa bene, ma chi decide ma certamente non possono pensare
di non sposarsi per servire il Signore di averne il monopolio”.
con più impegno, fa meglio. Noi sappiamo che Paolo aveva ve-
7:39 Gli ultimi due versetti del ca- ramente lo Spirito e che dallo Spirito
pitolo contengono un consiglio rivolto fu guidato in tutto ciò che egli scrisse
alle vedove. La moglie è vincolata per per noi e che per noi, il sentiero della
legge per tutto il tempo che vive suo beatitudine passa attraverso le sue in-
marito (la legge cui si fa riferimento dicazioni.
qui è la legge matrimoniale, istituita da
Dio); ma se il marito muore, ella è li- B. Il consumo di carne offerta
bera di sposarsi con un altro uomo. Lo agli idoli (8:1–11:1)
stesso concetto è enunciato in Ro 7:1-3: In 8:1–11:1 si prende in esame la que-
la morte spezza il vincolo matrimonia- stione legata al consumo della carne
le. Tuttavia l’apostolo specifica che la offerta agli idoli, un vero problema per
vedova è libera di sposarsi con chi vuo- i neoconvertiti dal paganesimo. Non
le, purché lo faccia nel Signore. Questo sapevano come comportarsi quando
significa, anzitutto, che l’uomo che erano invitati a un incontro pubblico
lei sposerà deve essere credente, ma presso un tempio dove veniva celebra-
significa molto di più ancora. Nel Si- ta una grande festa con tavoli imban-
gnore significa “secondo la volontà del diti di carne precedentemente offerta
Signore”. In altre parole, ella potrebbe a idoli. O forse, recatisi al mercato per
sposare un credente senza però fare la far la spesa, scoprivano che il macella-
volontà del Signore. In tale importane io vendeva carne che era stata offerta
decisione, ella deve ricercare la guida agli idoli. Ovviamente, ciò non influ-
del Signore e sposare il credente che il iva per nulla sulla qualità della carne;
Signore ha scelto per lei. nondimeno, ai cristiani era permesso
7:40 Paolo ritiene che una vedova sia comprarla? Oppure, essendo invitati a
più felice se rimane senza sposarsi. Ciò pranzo in una casa dove si serviva car-
non è in contraddizione con 1 Ti 5:14, ne che era stata offerta a qualche divi-
dove Paolo esprime la convinzione che nità, avrebbero dovuto mangiare quel
le giovani vedove debbano risposarsi. cibo ugualmente? Paolo si appresta a
Qui l’apostolo sta esponendo un prin- rispondere a queste domande.
cipio generale, in 1 Timoteo un’ecce- 8:1 Paolo esordisce dichiarando che,
zione legata a un caso specifico. quanto alle carni sacrificate agli idoli,
L’apostolo quindi soggiunge: credo sia l’apostolo che i Corinzi non erano
di avere anch’io lo Spirito di Dio. Alcu- completamente digiuni di conoscen-
ni, fraintendendo queste parole pen- za a tale riguardo. Tutti sapevano, ad
sano che Paolo non fosse sicuro di sé esempio, che il semplice gesto di of-

696
1 CORINZI 8:7

frire un pezzo di carne a un idolo non 8:5 Paolo ammette l’esistenza di mol-
ne alterava in alcun modo la sostanza: ti cosiddetti dèi nella mitologia pagana,
il suo sapore e i suoi valori nutritivi ri- come Giove, Giunone e Mercurio. Era
manevano inalterati. Tuttavia, Paolo fa credenza comune che alcuni di questi
notare che la conoscenza gonfia, ma vivessero in cielo, mentre altri, come
l’amore edifica. Con queste parole egli Cerere e Nettuno, in terra. In questo
intende affermare che la conoscenza, senso ci sono molti dèi e molti signori,
di per sé, non è sufficiente per affronta- ossia esseri mitologici che gli uomini
re simili questioni. Laddove sia l’unico adoravano e di cui erano schiavi.
principio seguìto, la conoscenza può 8:6 I credenti sanno che c’è un solo
generare orgoglio. In tutte queste fac- Dio, il Padre, dal quale sono tutte le co-
cende il credente non deve esercitare se, e noi viviamo per lui. Questo signi-
unicamente la propria conoscenza, ma fica che Dio, nostro Padre, è la sorgente,
anche l’amore. Non deve considerare o il Creatore, di tutte le cose, e che noi
ciò che è lecito per lui, ma ciò che è me- siamo stati creati per lui. In altre paro-
glio per gli altri. le, egli è lo scopo e il fine della nostra
8:2-3 W.E. Vine parafrasa il v. 2 in esistenza. Sappiamo altresì che vi è un
questo modo: “L’uomo che pensa di solo Signore, Gesù Cristo, mediante il
aver acquisito tutta la conoscenza quale sono tutte le cose, e mediante il
non ha nemmeno iniziato a scorgere quale anche noi siamo. L’espressione
come ottenerla”. Senza amore non vi mediante il quale sono tutte le cose in-
può essere vera conoscenza. D’altro dividua nel Signore Gesù il Mediatore
canto, se qualcuno ama Dio, è cono- o l’Agente di Dio, mentre l’espressione
sciuto da lui , nel senso che è da lui mediante il quale anche noi siamo
approvato da Dio. È certamente vero indica che solamente per mezzo di lui
che Dio conosce tutti, ma è altrettan- siamo stati creati e redenti.
to vero che Dio conosce i credenti in Paolo afferma che c’è un solo Dio, il
modo particolare. Il verbo “conosce- Padre… e un solo Signore, Gesù Cristo,
re”, tuttavia, qui è usato per indicare ma non intende dire che il Signore Gesù
favore o approvazione. Chi prende le Cristo non è Dio. Egli fa semplicemente
proprie decisioni in merito a questio- riferimento ai rispettivi ruoli che queste
ni quali il consumo della carne offer- due Persone della Deità hanno rivestito
ta agli idoli sulla base dell’amore per nella creazione e nella redenzione.
Dio e per l’uomo (e non solamente 8:7 Ma non tutti i credenti, special-
della propria conoscenza) conquista mente i neoconvertiti, sono consa-
il sorriso d’approvazione di Dio. pevoli della libertà di cui godono in
8:4 Per quanto concerne le cose sa- Cristo Gesù. Provenendo da ambienti
crificate agli idoli, i credenti compren- in cui era diffusa l’idolatria e avendo
dono che l’idolo non è una vera divinità, essi stessi conosciuto e forse adorato
in possesso di potenza, conoscenza e gli idoli, i credenti di Corinto temono
amore. Paolo non nega l’esistenza degli ora di cadere nell’idolatria mangiando
idoli stessi; egli vedeva bene che esiste- carne sacrificata a un idolo. Pensano
vano feticci intagliati nel legno o nella che l’idolo sia reale e la loro coscienza,
pietra. Successivamente egli spieghe- essendo debole, ne sia contaminata.
rà come dietro a questi idoli si celino L’aggettivo debole qui non si riferi-
addirittura delle forze demoniache sce a debolezza fisica né a debolezza
(vd. 10:20-21), ma qui intende soltanto spirituale. È piuttosto un termine che
rilevare che le divinità che questi idoli definisce coloro che si fanno inutili
hanno la pretesa di rappresentare, in scrupoli su questioni neutre dal pun-
realtà, non esistono. Non c’è che un Dio to di vista morale. Per esempio, per
solo, vale a dire il Dio e Padre del nostro Dio non è sbagliato che un credente
Signore Gesù Cristo. mangi carne di maiale. Sarebbe stato

697
1 CORINZI 8:8

sbagliato per un Giudeo nell’A.T., ma te una simile condotta (vd. 10:15-26).


un cristiano gode di perfetta libertà L’espressione se qualcuno vede te, che
in questo senso. Tuttavia, un Giudeo hai conoscenza significa: “Se qualcu-
convertito al cristianesimo potrebbe no vede te, che godi pienamente della
continuare a nutrire degli scrupoli in libertà cristiana e sai che la carne of-
merito e potrebbe sentirsi a disagio ferta agli idoli non è contaminata o im-
mangiando un arrosto di maiale per pura ecc.”. Per principio, non bisogna
cena. Un simile credente è la persona considerare unicamente l’effetto che la
che la Bibbia chiama “fratello debole”. nostra condotta può avere su noi stessi
Questo è un credente che non sta go- ma, altresì, l’effetto che potrebbe avere
dendo appieno della libertà cristiana. sugli altri.
A dire il vero, qualora egli mangi carne 8:11 Un uomo che faccia sfoggio
di maiale ritenendo di fare qualcosa di della propria conoscenza di ciò che è
illecito, commette peccato. È questo il legittimo per un credente rischia di
significato dell’espressione la loro co- provocare la caduta di un fratello in
scienza, essendo debole, è contami- Cristo. L’aggettivo danneggiato non
nata . Se la mia coscienza condanna ha niente a che vedere con la perdita
un determinato atto e, nonostante ciò, della salvezza eterna. Non sottinten-
lo commetto, ho peccato. “Tutto quel- de, infatti, la perdita dell’essere bensì
lo che non viene da fede è peccato” del benessere. La testimonianza del
(Ro 14:23). fratello più debole ne risulterebbe
8:8 Di per sé, il cibo non ha gran rile- menomata e sarebbe compromessa
vanza agli occhi di Dio. Non ci conqui- l’efficacia del suo servizio per Dio. La
steremo certo il favore di Dio astenendoci profonda gravità di una simile offesa
da certi cibi, né diverremo dei credenti nei confronti di un fratello più debole
migliori consumandone altri. è sottolineata dalle parole per il quale
8:9 Ma benché non vi sia nulla da Cristo è morto. Paolo intende porre
guadagnare mangiando di questi cibi, enfasi sul fatto che se il Signore Gesù
vi sarà molto da perdere se, nel con- Cristo ha amato quest’uomo al pun-
sumarne, farò inciampare i deboli. È to da dare la sua vita per lui, noi non
qui che deve subentrare il principio dovremmo osare ostacolare la sua
dell’amore. Un credente ha la libertà crescita spirituale comportandoci in
di mangiare carne precedentemente modo da farlo cadere. Non ne vale la
sacrificata agli idoli, ma sbaglierebbe pena per qualche fetta di carne!
molto se, facendolo, offendesse un fra- 8:12 Non si tratta solamente di un
tello o una sorella più deboli. peccato contro un fratello in Cristo né
8:10 Il pericolo è che il fratello debo- unicamente di una ferita inferta a una
le sia spinto ad agire contro coscienza, coscienza… debole, bensì di un pec-
se vede un altro fare ciò che per lui è cato contro Cristo stesso. Tutto ciò che
discutibile. In questo versetto, l’aposto- facciamo al minimo dei suoi fratelli, lo
lo condanna il mangiare in un tempio facciamo a lui (vd. Mt 25:40). Ciò che
dedicato agli idoli a causa dell’effetto nuoce a un membro del Corpo nuoce
che ciò avrebbe sugli altri. Natural- altresì al Capo (cfr. 12:26). W.E. Vine fa
mente qui Paolo parla di sedersi a tavo- notare come l’apostolo inviti i suoi let-
la in un tempio dedicato agli idoli con tori a considerare ogni questione alla
riferimento a qualche evento pubblico luce della morte espiatoria di Cristo.
o festeggiamento quale, ad esempio, A. Barnes aggiunge: “È un appello
un matrimonio. Mai e poi mai sarebbe che fa leva sul profondo e tenero amore,
lecito mangiare in un tempio qualora il sulle sofferenze e i gemiti di morte del
pasto comporti, in qualche misura, la Figlio di Dio”.(27) Il peccato contro Cristo
partecipazione al culto degli idoli. Più è ciò che Godet definisce “il più effera-
avanti Paolo condannerà apertamen- to dei delitti”. La consapevolezza di ciò

698
1 CORINZI 9:5

dovrebbe portarci a esaminare ogni no- chiama in causa gli stessi Corinzi, do-
stra azione alla luce dell’effetto che ha mandando loro: Non siete voi l’opera
sugli altri, per astenerci da qualunque mia nel Signore? Qualora fossero sus-
cosa possa offendere un fratello. sistiti dei dubbi circa l’apostolato di
8:13 Poiché scandalizzare il proprio Paolo, sarebbe loro bastato esaminare
fratello costituisce un’offesa a Cristo, se stessi chiedendosi se avessero cono-
Paolo dichiara che non mangerà mai sciuto la salvezza oppure no. Almeno
più carne qualora, con ciò, rischiasse questo punto sarebbe stato fuor di di-
di scandalizzare il proprio fratello. scussione. E chi li aveva condotti a Cri-
L’opera di Dio nella vita di un’altra sto? L’apostolo Paolo! Essi stessi erano
persona è assai più importante di un dunque la prova vivente che Paolo era
tenero arrosto! Benché la questione un vero apostolo del Signore.
della carne offerta agli idoli non rap- 9:2 Altri avrebbero potuto non rico-
presenti più un problema per la gran noscerlo come apostolo, ma i Corinzi
parte dei credenti oggigiorno, i princi- erano il sigillo del suo apostolato… nel
pi che lo Spirito di Dio espone in que- Signore.
sta sezione hanno un valore eterno. Vi 9:3 Il v. 3 si lega probabilmente ai
sono molte cose oggi nella vita cristia- due versetti precedenti e non a quelli
na che, pur non essendo proibite dalla successivi. Paolo spiega che quanto
Parola di Dio, costituirebbero tuttavia ha appena affermato è la sua difesa di
inutili offese arrecate a credenti più fronte a quelli che lo sottopongono a
deboli. Se da un lato abbiamo il diritto inchiesta o che ne mettono in discus-
di godere dei nostri diritti, è un bene sione l’autorità apostolica.
maggiore rinunciarvi per il bene spiri- 9:4 Nei vv. 4-14 Paolo parla del suo
tuale di coloro che amiamo in Cristo, i diritto al sostegno economico. In qua-
nostri fratelli. lità di apostolo inviato dal Signore Ge-
sù stesso, Paolo avrebbe avuto diritto
A prima vista il cap. 9 pare intro- al sostegno finanziario da parte dei
durre un nuovo argomento, ma è la credenti, tuttavia aveva scelto sovente
questione della carne offerta agli idoli di non avvalersi di tale prerogativa. Si
a monopolizzare l’attenzione dell’apo- era spesso dedicato al lavoro manuale,
stolo per i due successivi capitoli. Paolo fabbricando tende (vd. At 18:3) per po-
intende offrire il proprio esempio di ri- ter predicare il vangelo liberamente a
nuncia di sé per il bene altrui. Egli era uomini e donne. Indubbiamente i suoi
pronto a rinunciare al proprio diritto detrattori facevano leva su questa sua
al sostegno economico come apostolo, posizione per insinuare che egli non
in ubbidienza al principio affermato in accettava il sostegno perché consa-
8:13. Il cap. 9 è pertanto strettamente pevole di non essere un vero apostolo.
legato al capitolo precedente. Paolo introduce l’argomento doman-
9:1 Come sappiamo, a Corinto qual- dando: Non abbiamo forse il diritto di
cuno aveva messo in discussione l’au- mangiare e di bere [senza dover lavo-
torità di Paolo, contestandogli di non rare]? Ossia: “Non abbiamo forse il di-
fare parte dei dodici e di non essere, ritto di essere sostenuti dalla chiesa?”
pertanto, un vero apostolo. Paolo pro- 9:5 Non abbiamo il diritto di con-
testa la propria indipendenza dall’auto- durre con noi una moglie, sorella in
rità umana e dichiara di essere un vero fede, come fanno anche gli altri apo-
apostolo del Signore Gesù. Egli basa le stoli e i fratelli del Signore e Cefa?
proprie rivendicazioni su due fatti. In Forse alcuni fra i detrattori di Paolo in-
primo luogo, egli aveva veduto Gesù, sinuavano che egli non si fosse sposato
il nostro Signore, risorto sulla via di perché sapeva che lui e sua moglie non
Damasco. In secondo luogo, a riprova avrebbero avuto diritto al sostegno
dell’autenticità del suo apostolato, egli delle chiese. Pietro e gli altri apostoli

699
1 CORINZI 9:6

erano sposati, come anche i fratelli del 9:9 In De 25:4 è stabilito che non si
Signore. Qui l’apostolo afferma che egli deve mettere la museruola al bue che
avrebbe avuto il medesimo diritto di trebbia il grano. Ciò significa che,
sposarsi e di vedere riservata la mede- quando un animale partecipa con la
sima assistenza per sé e per sua moglie. sua fatica alla trebbiatura, deve po-
L’espressione condurre con sé una mo- tersi sfamare mangiando parte del
glie, sorella in fede non fa unicamente raccolto. Forse che Dio si dà pensiero
riferimento al diritto di sposarsi, ma dei buoi? Certamente; tuttavia, non
altresì al diritto di essere sovvenziona- ha stabilito che queste cose fossero
ti entrambi. I fratelli del Signore sono, scritte nell’A.T. unicamente nell’in-
con ogni probabilità, i suoi fratellastri teresse degli animali. Queste paro-
o, forse, i suoi cugini. Questo testo da le celano un principio spirituale da
solo non consente di mettere la parola applicare alla nostra vita e al nostro
fine alla questione. Altre Scritture tut- servizio cristiano.
tavia indicano che Maria ebbe altri fi- 9:10 O non dice così proprio per noi?
gli dopo Gesù, suo primogenito (vd. Lu Ovviamente sì: il Signore pensava a
2:7; Mt 1:25; 12:46; 13:55; Mr 6:3; Gv noi quando furono scritte queste pa-
2:12; Ga 1:19). role. L’uomo che ara deve arare nella
9:6 Pare che Barnaba, come Pao- speranza di una remunerazione. Pari-
lo, avesse lavorato per provvedere al menti, l’uomo che trebbia lo farà nella
proprio mantenimento svolgendo, speranza di ricevere in cambio parte
contemporaneamente, il ministero di del raccolto. L’aratura e la trebbiatura
predicazione del vangelo. Paolo do- ben raffigurano il servizio cristiano e,
mandò se neppure Barnaba potesse come per queste attività, Dio ha stabi-
godere del diritto di non lavorare ed lito che, analogamente, colui che si de-
essere assistito dal popolo di Dio. dica al suo servizio non dovrebbe farlo
9:7 L’apostolo basava la prima ri- a proprie spese.
vendicazione del diritto al sostegno 9:11 Paolo parla di sé come di uno
finanziario sull’esempio. Ora l’argo- che ha seminato beni spirituali per i
mentazione di Paolo prende spunto credenti di Corinto. In altre parole, egli
da alcune situazioni terrene: il soldato si era recato a Corinto per predicarvi
non è mandato in guerra a proprie spe- il vangelo e insegnare preziose verità
se ; chi pianta una vigna non lo fa senza spirituali. Stando così le cose, era forse
aspettarsi una ricompensa nel frutto troppo chiedere che, in cambio, i cre-
che darà; infine, un pastore non è chia- denti di quella città lo assistessero con
mato a badare al gregge senza aver le proprie sostanze, o altri beni mate-
diritto a una parte del latte. Il servizio riali ? Il concetto qui espresso è che il
cristiano è assimilabile alla guerra, salario del predicatore ha un valore
all’agricoltura e alla pastorizia, poiché, assai inferiore, se rapportato al valore
come queste, comporta rispettiva- del suo insegnamento. I benefici mate-
mente la lotta al nemico, la cura degli riali sono poca cosa se paragonati alle
alberi da frutto e del gregge di Dio. Se benedizioni spirituali.
il diritto al sostegno è riconosciuto per 9:12 Paolo era consapevole del fatto
queste occupazioni terrene, quanto che la chiesa di Corinto era impegna-
più dovrebbe esserlo per il servizio del ta nel sostegno di altri servitori dediti
Signore! alla predicazione e all’insegnamento
9:8 Paolo cerca ora ulteriore conferma nella chiesa locale. Essi, dunque, ri-
del suo pensiero nell’A.T. Sono forse solo conoscevano di avere quest’obbligo
terrene le argomentazioni che egli può verso alcuni, ma non nei confronti
addurre a difesa della propria posizione? dell’apostolo Paolo. Egli dunque do-
La legge di Mosè, ossia la Scrittura, non manda: Se altri hanno questo diritto
afferma forse le medesime cose? su di voi, non lo abbiamo noi molto di

700
1 CORINZI 9:17

più? Se essi riconoscevano il diritto al- sua vocazione non gli era connatura-
trui all’assistenza di sostegno, perché ta: vi era una mano divina a spingerlo
non riconoscevano un analogo diritto in tale direzione. Egli percepiva quel
a lui, padre loro nella fede? Indubbia- senso di necessità che si traduceva
mente alcuni di coloro che ricevevano in ubbidienza alla missione divina:
sussidi erano credenti giudaizzanti. disubbidendo, egli sarebbe stato il
Paolo aggiunge che, pur vantando più infelice degli uomini. Questo non
questo diritto, non ne ha approfitta- significa tanto che l’apostolo stesso
to presso i Corinzi, ma ha sopportato fosse contrario alla predicazione del
ogni cosa, per non creare alcun osta- vangelo, quanto piuttosto che la deci-
colo al vangelo di Cristo. Invece di sione di predicare non veniva da lui,
insistere sul proprio diritto a ricevere ma dal Signore.
assistenza da loro, egli sopportò ogni 9:17 Se l’apostolo Paolo avesse pre-
sorta di privazione e prova affinché il dicato il vangelo volenterosamente,
vangelo non fosse ostacolato. ne avrebbe avuto la ricompensa stabi-
9:13 Paolo introduce qui l’argomen- lita per un tale servizio, ossia il diritto
to dell’assistenza cui aveva diritto chi al sostegno della chiesa. L’A.T. e il N.T.
serviva nel tempio giudaico. Coloro insegnano chiaramente che quanti
che svolgevano mansioni ufficiali in servono il Signore hanno diritto al
relazione al servizio del tempio erano sostegno da parte del popolo del Si-
sostenuti attraverso le entrate del tem- gnore. In questo brano Paolo non nega
pio. In questo senso, costoro vivevano di essere un servitore volenteroso del
di ciò che è offerto nel tempio. Inol- Signore, bensì dichiara che il suo apo-
tre, i sacerdoti stessi che attendevano stolato è guidato da una mano divina.
all’altare ricevevano una certa parte Egli sottolinea questo aspetto con
delle offerte portate all’altare. In altre rinnovato vigore nella seconda parte
parole, tanto i Leviti, incaricati delle del versetto. Se Paolo avesse predicato
mansioni ordinarie del tempio, quanto controvoglia, vale a dire se lo avesse
i sacerdoti, cui erano affidati i compiti fatto unicamente sotto la spinta del
sacri, ricevevano il sostegno per il loro fuoco che ardeva in lui, avrebbe svol-
servizio. to pur sempre un’amministrazione
9:14 Infine, Paolo presenta il chiaro del vangelo a lui affidata . L’apostolo
comando del Signore, secondo cui co- stava solo eseguendo gli ordini a lui
loro che annunziano il vangelo debba- trasmessi. Non vi poteva essere alcun
no vivere del vangelo. Da sola, questa vanto in questo.
frase costituisce una prova definitiva Il v. 17 è indubbiamente di difficile
del diritto di Paolo al sostentamento interpretazione, tuttavia ci sembra
da parte dei Corinzi. Sorge tuttavia indicare che Paolo non facesse valere
l’interrogativo circa la motivazione che il proprio diritto al sostegno da parte
spinse l’apostolo a non avvalersi del dei Corinzi poiché il suo ministero
loro sostegno. Troviamo la risposta ai non era un’attività scelta di propria
vv. 15-18. iniziativa, bensì assegnata dalla ma-
9:15 L’apostolo spiega di non aver no di Dio. I falsi dottori a Corinto
fatto alcun uso di questi diritti, ossia potevano rivendicare il loro diritto al
di non averli fatti valere, né ora, scri- sostegno da parte dei santi ma l’apo-
vendo loro, desiderava vantare tale sua stolo Paolo, dal canto suo, avrebbe
prerogativa. Egli avrebbe preferito mo- cercato altrove la propria ricompen-
rire, anziché vedere qualcuno rendere sa. Knox traduce: “Posso attendermi
vano il suo vanto. una ricompensa per ciò che faccio di
9:16 Paolo dichiara che in nessun mia iniziativa, ma quando agisco per
modo gli è lecito vantarsi della propria obbligo non faccio altro che eseguire
predicazione del vangelo. Infatti, la un compito”.

701
1 CORINZI 9:18

Ryrie commenta: giustificasse i mezzi. In questi versetti


egli parla invece di questioni irrilevan-
Paolo non poteva scansare la propria
responsabilità di predicazione del
ti dal punto di vista morale. Paolo si
vangelo, poiché gli era stata affidata conformava agli usi e ai costumi delle
un’amministrazione (responsabili- popolazioni con cui lavorava in modo
tà) ed egli aveva l’ordine di predicare da conquistarsi un uditorio aperto al
anche senza ricevere un compenso vangelo, senza mai, però, compromet-
(cfr. Lu 17:10).(28) tere la verità del vangelo stesso.
9:19 In un certo senso, egli era libero da
9:18 Se dunque egli non poteva van- tutti. Nessuno poteva aver giurisdizione o
tarsi della predicazione del vangelo, di esercitare coazione su di lui, eppure egli si
che cosa si poteva vantare? Di ciò che faceva servo di tutti, per guadagnarne il
dipendeva da lui, ossia del suo presen- maggior numero. Avendo facoltà di fare
tare il vangelo gratuitamente. Questo, una concessione senza sacrificare la veri-
sì, era qualcosa che dipendeva da lui: tà divina, Paolo non esitava a farla, pur di
egli avrebbe predicato il vangelo ai Co- guadagnare anime a Cristo.
rinzi guadagnandosi allo stesso tempo 9:20 Con i Giudei si faceva giudeo,
di che vivere senza valersi del diritto per guadagnare i Giudei. Questo non si-
che il vangelo gli dava. gnifica che si sottoponesse nuovamente
Riassumendo: l’apostolo sta facendo alla legge mosaica perché i Giudei fos-
una distinzione fra ciò che era obbliga- sero salvati. Il significato di tale testi-
torio e ciò che era facoltativo. Non tra- monianza può essere illustrato dalla
spare alcuna sua riluttanza a predicare decisione riguardo alla circoncisione di
il vangelo: al contrario, egli lo faceva Timoteo e Tito. Nel caso di Tito, vi era
con gioia, pur rimanendo, questo, in un chi insisteva che, senza la circoncisione,
senso molto reale, un solenne obbligo questi non potesse essere salvato. Com-
che gravava su di lui. Nell’adempimento prendendo che si trattava di un attacco
di tale obbligo non vi era, pertanto, po- diretto al vangelo della grazia di Dio,
sto per il vanto. Predicando il vangelo, Paolo rifiutò risolutamente di far cir-
egli avrebbe potuto affermare il proprio concidere Tito (vd. Ga 2:3). Nel caso di
diritto al sostegno economico, ma non Timoteo, invece, sembra che non vi fos-
lo fece; piuttosto decise di presentare sero problemi simili, pertanto l’apostolo
il vangelo ai Corinzi gratuitamente. acconsentì alla circoncisione di Timo-
Poiché tale risoluzione dipendeva in- teo per avere una maggior possibilità di
teramente da lui, Paolo avrebbe potuto diffondere il vangelo (vd. At 16:3).
vantarsene. Come abbiamo indicato in Con quelli che sono sotto la legge,
precedenza, i detrattori di Paolo affer- mi sono fatto come uno che è sotto la
mavano che la sua attività di fabbrican- legge, (29) per guadagnare quelli che
te di tende era la prova del fatto che egli sono sotto la legge. La locuzione quelli
non si considerava un vero apostolo. che sono sotto la legge fa riferimento
Qui egli capovolge tale punto di vista al popolo giudaico. Ora, Paolo ha già
dimostrando che proprio il fatto di pro- parlato del suo atteggiamento verso il
curarsi da sé i propri mezzi di sostenta- popolo giudaico nella prima parte del
mento costituiva una prova della nobiltà versetto; perché, dunque, si ripete qui?
e dell’eccellenza del proprio apostolato. Ciò si spiega solitamente con il fatto
Nei vv. 19-22 Paolo cita l’esempio che, quando parla dei Giudei nella pri-
della sua rinuncia a legittimi diritti ma parte del versetto, Paolo allude alle
per amore del vangelo. Nello studio di loro usanze nazionali, mentre qui fa
questa sezione dobbiamo tenere bene riferimento alla loro vita religiosa.
a mente che Paolo non sostiene mai di A questo punto ci pare necessario
aver sacrificato importanti principi del- spendere qualche parola di spiegazione.
la Scrittura. Egli non credeva che il fine Essendo Giudeo, Paolo era nato sotto

702
1 CORINZI 9:21

la legge. Egli aveva cercato di ottenere Tenendo a mente questo contesto,


il favore di Dio mediante l’osservanza torniamo ora alla seconda parte del
della legge, senza riuscirvi. La legge non v. 20: con quelli che sono sotto la legge,
faceva altro che mostrargli quale mise- mi sono fatto come uno che è sotto la
rabile peccatore egli fosse, e lo condan- legge, per guadagnare quelli che sono
nava senza appello. Finalmente Paolo sotto la legge. Quando si trovava fra
comprese che la legge non era la via di Giudei, Paolo si comportava da Giu-
salvezza, ma solamente il mezzo di cui deo rispetto a questioni irrilevanti dal
Dio si serviva per rivelare all’uomo la punto di vista morale. Per esempio,
sua peccaminosità e il suo bisogno di mangiava i cibi che mangiavano i Giu-
un Salvatore. Paolo allora ripose la pro- dei e si asteneva dal consumare carne
pria fiducia nel Signore Gesù Cristo e, di maiale, a loro proibita. Forse Paolo
facendo questo, fu liberato dalla voce si asteneva, analogamente, dal lavoro
inquisitrice della legge. La condanna durante il sabato, comprendendo che
inflittagli dalla legge per la sua trasgres- in tal modo il vangelo avrebbe guada-
sione era stata scontata dal Signore Ge- gnato un uditorio più disponibile.
sù sulla croce del Golgota. Paolo credeva nel Signore Gesù ed
Dopo la conversione, l’apostolo com- era nato di nuovo: dunque non era più
prese che non solo la legge non rappre- sotto la legge come regola di vita. Egli
sentava la via di salvezza, ma non era si adattava semplicemente alle usanze,
neppure la regola di vita di chi era stato alle abitudini e ai pregiudizi della gen-
salvato. Il credente non è sotto la legge, te al fine di guadagnarli al Signore.
bensì sotto la grazia. Ciò non significa 9:21 Ryrie scrive:
che può fare quello che vuole, ma che
Paolo non mostra doppiezza o vo-
un vero senso della grazia divina gli im-
lubilità, ma piuttosto testimonia di
pedirà addirittura di desiderare ciò che una costante e restrittiva autodisci-
è sbagliato. Essendo il tempio in cui lo plina che gli consente di servire tutti
Spirito dimora, il credente è elevato a un gli uomini. Proprio come un torrente
nuovo livello di condotta. Egli desidera incanalato in un solco ristretto è più
ora condurre una vita santa, non per ti- potente di una palude acquitrino-
more della punizione per un’eventuale sa priva di argini, allo stesso modo
trasgressione, ma per amore di Cristo la libertà, circoscritta all’interno di
che è morto e risorto per lui. Sotto la leg- precisi confini, si traduce in una più
ge il motore di ogni azione era la paura, potente testimonianza per Cristo.(31)
sotto la grazia è l’amore. L’amore è una
motivazione assai più forte della paura. Con quelli che sono senza legge,
Per amore gli uomini faranno ciò che Paolo si era fatto come se fosse senza
per paura non farebbero mai. legge (pur non essendo senza la legge
W. Arnot afferma: di Dio, ma essendo sotto la legge di Cri-
sto). Con l’espressione quelli che sono
Il modo in cui Dio vincola le anime
senza legge, Paolo non designa i ribelli
all’ubbidienza è simile a ciò che fa
o i criminali che non riconoscono al-
per mantenere i pianeti nella loro or-
bita, ossia li lascia andare liberi. Non
cuna legge, bensì indica, genericamen-
si vedono catene che trattengono te, gli stranieri. La legge, come tale, fu
questi lucenti mondi e impediscono data alla nazione giudaica e non agli
loro di finire alla deriva. Essi sono stranieri. Pertanto, quando Paolo si
soggetti a un principio vincolante in- trovava fra gli stranieri, si conformava
visibile... Ed è per l’invisibile vincolo alle loro abitudini e alla loro sensibi-
dell’amore, amore per il Signore che lità, per quanto gli era possibile senza
li ha acquistati, che gli uomini re- compromettere la propria fedeltà al
denti sono spinti a vivere sobriamen- Salvatore. L’apostolo spiega dunque
te, giustamente e piamente.(30) che, nonostante egli si conduca come

703
1 CORINZI 9:22

se fosse senza legge, non è tuttavia stessi sono coinvolti. Quale nobiltà e
senza la legge di Dio. Egli non pensa di quale dignità sono attribuite al mini-
essere libero di fare ciò che gli pare, ma stero del vangelo!
è, bensì, sotto la legge di Cristo. In altre I vv. 23-27 descrivono il pericolo di
parole, Paolo altro non poteva fare se perdere la propria ricompensa per man-
non amare, onorare, servire e compia- canza di autodisciplina. Per Paolo, rifiu-
cere il Signore Gesù, non più secondo tare il sostegno economico dei Corinzi
la legge di Mosè, bensì secondo la leg- era una forma di rigida disciplina.
ge dell’amore. Egli era “sotto la legge” 9:23 E faccio tutto per il vangelo,
di Cristo. Probabilmente ispirandosi al fine di esserne partecipe insieme
a questa lettera, Aurelio Ambrogio da ad altri. Nei versetti precedenti Paolo
Milano coniò il famoso detto: “Quando ha raccontato come ha rinunciato ai
sei a Roma, vivi come i romani”, vale a propri diritti e desideri per l’opera del
dire quando sei in un altro luogo, vivi Signore. Perché mai l’avrebbe fatto? Lo
come si vive in quel luogo. Paolo sta fece per il vangelo, al fine di poter es-
dicendo qui che, quando era fra gli sere partecipe dei trionfi del vangelo in
stranieri, si conformava al loro modo un giorno futuro.
di vivere per quanto gli fosse possibile, 9:24 Indubbiamente, nello scrivere
senza compromettere la propria fedel- le parole di questo versetto, il pensiero
tà a Cristo. Ma dobbiamo tenere bene a dell’apostolo andava ai Giochi istmici
mente che questo brano fa riferimento che si svolgevano non lontano da Co-
al solo aspetto culturale e non alle que- rinto. I credenti di Corinto avevano
stioni dottrinali o morali. sicuramente familiarità con quelle
9:22 Questo versetto parla di quanti competizioni atletiche. Paolo ricorda
sono deboli o si fanno eccessivi scru- loro che, se anche sono in molti a cor-
poli, individui eccessivamente sensi- rere in una gara, uno solo ottiene il
bili a questioni di non fondamentale premio. La vita cristiana è come una
importanza. Con i deboli Paolo si era corsa: richiede autodisciplina e impone
fatto [come](32) debole, per guadagnare uno strenuo sforzo volto a un obiettivo
i deboli. Piuttosto che scandalizzarli ben preciso. Il versetto non afferma,
mangiando carne, sarebbe diventato tuttavia, che nella vita cristiana solo
vegetariano. In poche parole, Paolo si uno riceve il premio. Insegna sempli-
era fatto ogni cosa a tutti, per salvarne cemente che dovremmo tutti correre
ad ogni modo alcuni. Questi verset- da vincitori. Dovremmo tutti praticare
ti non possono in nessun caso essere la stessa sorta di abnegazione pratica-
usati per giustificare deviazioni dai ta dall’apostolo Paolo stesso. In questo
principi scritturali. Qui si tratta sola- caso, naturalmente, il premio non è la
mente della sollecitudine dell’apostolo, salvezza, ma una ricompensa per la fe-
disposto a conformarsi alle usanze e deltà nel servizio. La Bibbia non affer-
alle abitudini della gente del luogo per ma in alcun suo punto che la salvezza
guadagnare un uditorio alla buona no- è il risultato della nostra tenacia nella
tizia della salvezza. Con l’espressione corsa. La salvezza è il dono gratuito di
per salvarne ad ogni modo alcuni non Dio, offerto mediante la fede nel Signo-
esprime minimamente la presunzione re Gesù Cristo.
di avere le capacità di salvare un’altra 9:25 Ora Paolo passa dall’immagi-
persona, sapendo che soltanto il Signo- ne della corsa a quella della lotta. Egli
re Gesù può salvare. Allo stesso tempo, ricorda ai suoi lettori che chiunque ga-
è straordinario notare come coloro che reggia, ossia combatte, esercita l’auto-
servono Cristo predicando il vangelo controllo in ogni cosa. Un lottatore una
si identifichino con lui a tal punto che volta domandò al proprio allenatore:
egli dà loro facoltà di usare il verbo sal- “Non posso fumare, bere, divertirmi e,
vare in relazione a un’opera in cui essi allo stesso tempo, combattere?” L’alle-

704
1 CORINZI 9:27

natore gli rispose: “Oh, certo che puoi, scontrarsi con il complesso dell’inse-
ma, così facendo, non pensare di vin- gnamento neotestamentario, secon-
cere!” Richiamandosi all’immagine dei do cui nessuna vera pecora di Cristo
giochi, Paolo si rappresenta il vincitore perirà mai.
salire sul podio per ricevere il premio. 2. Altri sostengono che il termine tra-
Di che cosa si tratta? Di una corona dotto con squalificato (33) ha una
corruttibile : una ghirlanda di fiori, o valenza di gravità e sarebbe ricon-
un serto d’alloro, che presto appassirà. ducibile alla dannazione eterna.
Per contro, a tutti coloro che sono stati Nondimeno, ritengono che il ver-
fedeli nel loro servizio a Cristo sarà as- setto non faccia riferimento al vero
segnata una corona incorruttibile. credente, bensì all’individuo privo
di autodisciplina, un uomo che non
Ti ringraziam per la corona
è mai stato salvato. Di fronte alla
Di gloria e di vita;
Non povero alloro morente
minaccia dei falsi dottori e della lo-
della terra, ro propensione a passioni e a brame
Dell’uomo premio sfrenate, Paolo espone il principio
in sua mortale lotta; generale secondo cui l’individuo che
Ma incorruttibile qual il trono, non è in grado di dominare il proprio
Il regno del nostro Dio e corpo dà prova di non essere nato di
Il Figlio suo incarnato. nuovo; sebbene predichi agli altri,
– Horatius Bonar egli stesso risulta squalificato.
3. Una terza spiegazione vede in que-
9:26 Lo sguardo proteso verso que- sto brano un riferimento non alla
sta corona imperitura, Paolo può dire salvezza, bensì al servizio. Paolo non
di correre non in modo incerto, com- affermerebbe di temere la perdita
battendo non come chi batte l’aria . della salvezza, bensì la verifica del
Il suo servizio aveva un senso e uno suo servizio e la conseguente perdi-
scopo. Egli si era prefissato un obiet- ta della ricompensa. Quest’ultima
tivo preciso ed era determinato a far interpretazione si accorda in modo
sì che ogni sua azione contribuisse al esatto con il significato dell’aggettivo
raggiungimento dell’obiettivo. Non vi squalificato e con l’allegoria atletica.
era tempo da perdere. L’apostolo non Paolo riconosce la tragica possibilità
poteva permettersi di menare il can che, dopo aver predicato agli altri,
per l’aia. egli stesso possa essere accantonato
9:27 Al contrario, egli sottopone- dal Signore come uno strumento or-
va il proprio corpo a una severa di- mai inutile.
sciplina e lo riduceva in schiavitù, In ogni caso, il brano conserva la sua
perché non avvenisse che, dopo aver gravità e invita a un profondo esame
predicato agli altri, egli stesso fosse di coscienza tutti coloro che hanno a
squalificato. Nella vita cristiana è ne- cuore il servizio del Signore Gesù Cri-
cessario avere autocontrollo, tempe- sto. Ognuno dovrebbe decidere in cuor
ranza e disciplina, come pure il pieno suo, per la grazia di Dio, di non dover
dominio di sé. mai imparare per esperienza il signifi-
L’apostolo Paolo era profondamente cato di questa parola.
turbato alla sola idea che, dopo aver
predicato agli altri, egli stesso potesse La rif lessione di Paolo sulla ne-
essere squalificato. Un ampio dibattito cessità dell’autocontrollo si arricchi-
si è acceso sull’interpretazione di que- sce dell’esempio degli Israeliti. Nel
sto versetto. cap. 10 egli rievoca la loro mollezza
1. Alcuni vi vedono la possibilità del- e trascuratezza nella disciplina dei
la perdita della salvezza. Tale in- propri corpi, nonché la loro conse-
terpretazione, naturalmente, va a guente squalifica e riprovazione.

705
1 CORINZI 10:1

Anzitutto, Paolo parla dei privilegi 10:4 Durante tutte le loro peregri-
d’Israele (vv. 1-4), quindi della sua nazioni Dio procurò prodigiosamen-
punizione (v. 5) e infine delle cause te l’acqua affinché si dissetassero. Si
della sua caduta (vv. 6-10). Successi- trattava di acqua in senso letterale ma,
vamente spiega come questo esempio ancora una volta, è chiamata bevan-
valga per tutti noi (vv. 11-13). da spirituale poiché simboleggiava il
10:1 L’apostolo ricorda ai Corinzi che ristoro spirituale ed era stata donata
i… padri furono tutti sotto la nuvola, in modo miracoloso. In più occasio-
passarono tutti attraverso il mare. ni gli Israeliti sarebbero morti di sete,
L’enfasi del brano poggia sul pronome se il Signore non avesse provveduto
tutti. Paolo rievoca l’epoca della libera- a dissetarli in modo soprannaturale.
zione degli Israeliti dall’Egitto, allorché L’espressione bevevano alla roccia spi-
questi furono guidati da una colonna rituale che li seguiva non significa che
di nuvola di giorno e di fuoco di notte. una roccia li seguisse, effettivamente,
Quindi si richiama alla traversata del nei loro spostamenti. La roccia indica il
mar Rosso e alla fuga nel deserto. Tutti torrente che da essa sgorgava e seguiva
avevano avuto il privilegio della guida gli Israeliti. Questa roccia era Cristo
e della liberazione di Dio. nel senso che egli, che l’aveva donata a
10:2 Non solo, ma furono tutti bat- loro, era altresì da questa simboleggia-
tezzati nella nuvola e nel mare, per to: la roccia era il simbolo spirituale di
essere di Mosè. L’espressione essere colui che dona l’acqua della vita.
di Mosè significa identificarsi in lui e 10:5 Dopo aver enumerato tutti
riconoscerne la guida. Quando Mosè questi meravigliosi privilegi, l’apostolo
condusse i figli d’Israele fuori d’Egit- deve ricordare ora ai Corinzi che della
to verso la terra promessa, tutto il po- maggior parte di loro [gli Israeliti] Dio
polo d’Israele gli giurò fedeltà fin dal non si compiacque: infatti furono ab-
principio, riconoscendo in lui il libe- battuti nel deserto. Tutto Israele lasciò
ratore mandato da Dio. Con riferi- l’Egitto e tutti dichiararono fedeltà
mento al battesimo, in cui il credente alla loro guida, Mosè, ma purtroppo,
si identifica in Cristo e si separa dalla sebbene i loro corpi fossero nel deser-
vecchia natura di peccato, qualcuno to, i loro cuori erano ancora in Egitto.
ha ravvisato nell’espressione “nella Essi furono liberati fisicamente dalla
nuvola” un riferimento all’identifica- schiavitù del faraone, ma bramava-
zione con Dio e “nel mare” la separa- no ancora i piaceri di quel paese. Di
zione dall’Egitto. tutti i combattenti di età superiore ai
10:3 …mangiarono tutti lo stesso vent’anni che lasciarono l’Egitto, sola-
cibo spirituale. Questo è un riferi- mente due, Caleb e Giosuè, ottennero
mento alla manna miracolosamente la ricompensa, ossia raggiunsero la
donata al popolo d’Israele nel corso terra promessa. Il resto del popolo
della sua peregrinazione nel deserto. cadde nel deserto, in segno della ri-
Qui l’espressione cibo spirituale non provazione divina.
indica qualcosa di immateriale o in- Notiamo il contrasto fra il pronome
visibile: la manna era un cibo reale. “tutti”, nei primi quattro versetti, e la
L’aggettivo spirituale indica sempli- locuzione la maggior parte di loro, al
cemente che quel cibo materiale era v. 5. Tutti ebbero gli stessi privilegi, ma
simbolo e prefigurazione del nutri- la maggior parte di loro perì.
mento spirituale. L’autore intende, in F.L. Godet esclama:
primo luogo, richiamarsi alla realtà Quale scena ritrae l’apostolo dinanzi
spirituale. Probabilmente è altresì agli occhi dei presuntuosi Corinzi:
implicito il riferimento al carattere so- tutti quei corpi, saziati con cibo e be-
prannaturale della somministrazione vande miracolose, andarono a conci-
di tale cibo. mare il suolo del deserto! (34)

706
1 CORINZI 10:13

10:6 Negli eventi che ebbero luogo 10:10 Allusione al peccato di Core,
al tempo dell’Esodo cogliamo degli Datan e Abiram (vd. Nu 16:1-33). Anche
insegnamenti tuttora validi anche per in quell’occasione vi furono mormo-
noi. I figli d’Israele servono da esem- razioni contro il Signore a motivo del
pio a noi, mostrandoci cosa ci accadrà cibo (vd. Nu 16:13-14). Gli Israeliti non
se siamo bramosi di cose cattive. Non esercitavano alcun autocontrollo sui
dovremmo leggere l’A.T. come un sem- propri corpi. Essi non li sottoponevano,
plice racconto, ma come un documen- infatti, ad alcuna disciplina né ad alcu-
to contenente lezioni di importanza na sorta di restrizione. Al contrario, in-
pratica anche per noi. Nei versetti che dulgevano in quelle voglie della carne
seguono, l’apostolo elencherà alcuni che determinarono la loro rovina.
dei peccati specifici di cui gli Israeliti si 10:11 I tre versetti successivi for-
macchiarono. Vale la pena notare che niscono l’applicazione pratica degli
molti di questi peccati riguardano la insegnamenti che si possono ricavare
gratificazione degli appetiti carnali. dagli eventi testé rievocati. Anzitutto,
10:7 Questo versetto fa riferimento Paolo spiega che la portata di questi
all’adorazione del vitello d’oro e ai ver- accadimenti non si limita al loro valore
gognosi festeggiamenti che ne segui- storico. Essi hanno, infatti, valore per
rono (vd. Es 32). Quando Mosè discese noi oggi. Queste cose sono state scritte
dal monte Sinai, trovò un popolo che si per ammonire noi che viviamo nell’età
era fabbricato un vitello d’oro e lo stava del vangelo successiva all’età dei Giu-
adorando. In Es 32:6 leggiamo che il po- dei, “per noi, cui sono giunte le eredità
polo si sedette per mangiare e bere, poi delle età passate”, come Rendall Harris
s’alzò per divertirsi, ossia per danzare. tanto bene affermò.
10:8 Il peccato menzionato al v. 8 10:12 Queste cose sono altresì un
fa riferimento al tempo in cui i figli monito per i presuntuosi: chi pensa di
d’Israele presero in moglie le figlie di stare in piedi, guardi di non cadere.
Moab (vd. Nu 25). Sedotti dal profeta Probabilmente si tratta di uno specifico
Balaam, disubbidirono alla parola del riferimento al credente forte che crede
Signore e caddero nell’immoralità. di potersi abbandonare all’autogratifi-
Leggiamo che ne caddero, in un gior- cazione senza subirne le conseguenze.
no solo, ventitremila. Nell’A.T. è scrit- Questi corre il grave pericolo di cadere
to che la piaga colpì ventiquattromila sotto la correzione di Dio.
persone (vd. Nu 25:9). I detrattori della 10:13 A questo punto Paolo offre una
Bibbia fanno spesso riferimento a que- parola di incoraggiamento a quanti
sta differenza numerica per insinuare sono in tentazione. Egli insegna che le
la presenza di discordanze nelle Sacre prove e le tentazioni che dobbiamo af-
Scritture. Se, tuttavia, leggessero il te- frontare sono comuni a tutti gli uomini;
sto più attentamente, vedrebbero che tuttavia, Dio è fedele e non permetterà
non esiste alcuna contraddizione. Qui che siamo tentati oltre le nostre forze.
è semplicemente scritto che ventitre- Egli non ci promette di liberarci dalla
mila caddero in un giorno solo laddove, tentazione o dalla prova, ma promet-
nell’A.T., la cifra di ventiquattromila te di limitarne l’intensità. Promette
rappresenta il totale di coloro che mo- inoltre di provvedere una via di fuga,
rirono colpiti dalla piaga. affinché la possiamo sopportare. Leg-
10:9 Paolo accenna, quindi, al tem- gendo questo versetto, non si può fare
po in cui gli Israeliti mormoravano per a meno di considerare la meravigliosa
il cibo e mettevano in dubbio la mise- consolazione che i santi di Dio soggetti
ricordia del Signore. A quel tempo, Dio alla prova ne hanno ricavato nel corso
mandò dei serpenti fra loro e molti pe- dei secoli. I giovani credenti vi si sono
rirono (vd. Nu 21:5-6). Ancora una vol- aggrappati come a un’àncora di sal-
ta la brama di cibo fu la loro rovina. vezza e i credenti più anziani ne hanno

707
1 CORINZI 10:14

fatto un guanciale su cui riposare. For- Il calice che parla delle meraviglio-
se alcuni dei lettori contemporanei di se benedizioni giunte a noi in virtù
Paolo erano molto esposti all’idolatria; del sangue del Signore Gesù, il calice
Paolo desiderava consolarli spiegando stesso per cui noi rendiamo grazie,
loro che Dio non avrebbe permesso ad cos’è se non una testimonianza del
alcuna irresistibile tentazione di pre- fatto che tutti i credenti sono parteci-
sentarsi sul loro cammino. Al tempo pi dei benefici del sangue di Cristo?
stesso, essi avrebbero dovuto badare di Lo stesso vale per il pane che noi
non esporsi volontariamente ad essa. rompiamo, il pane della comunione.
10:14 La sezione 10:14–11:1 torna Mangiando il pane noi affermiamo, di
a trattare l’argomento specifico della fatto, che siamo stati tutti salvati me-
carne offerta agli idoli. Paolo affronta diante l’offerta del corpo di Cristo sulla
anzitutto la spinosa questione rela- croce del Golgota e che siamo, pertan-
tiva alla partecipazione dei credenti to, membri del suo corpo. In breve, il
alle celebrazioni nei templi pagani calice e il pane simboleggiano la comu-
(vv. 14-22). nione con Cristo e la partecipazione al
Perciò, miei cari, fuggite l’idolatria. suo glorioso ministero per noi.
Probabilmente, per i credenti di Co- Ci si è interrogati sulla ragione per
rinto, essere invitati a un convito pres- cui il primo a essere menzionato qui
so un tempio pagano rappresentava è il sangue, non il pane, come invece
un’effettiva prova. Alcuni si sarebbero avviene nell’istituzione della cena del
sentiti superiori a qualsiasi tentazione Signore. Paolo intende forse seguire
e, probabilmente, avrebbero affermato l’ordine degli eventi che caratterizza
che il fatto di prendervi parte saltua- l’accesso del credente alla comunione
riamente non poteva nuocere a nessu- cristiana: solitamente il neoconverti-
no. Il consiglio ispirato dell’apostolo è to non comprende la verità del corpo
di fuggire l’idolatria. Egli non consiglia unico senza aver prima riconosciuto il
di studiarla per conoscerla meglio, né valore del sangue di Cristo. In tal sen-
di scherzarci su in alcun modo. Al con- so, questo versetto potrebbe riflettere
trario, bisogna allontanarsene nella l’ordine che contraddistingue la nostra
direzione opposta. comprensione della salvezza.
10:15-16 Paolo sa di rivolgersi a 10:17 Tutti i credenti, benché molti,
persone intelligenti che capiscono sono un corpo unico in Cristo, rap-
le sue parole. Al v. 16 l’apostolo fa ri- presentato da quell’unico pane. Par-
ferimento alla cena del Signore. Egli tecipiamo tutti a quell’unico pane nel
premette: Il calice della benedizione, senso che tutti noi credenti abbiamo
che noi benediciamo, non è forse la comunione nei benefici che provengo-
comunione con il sangue di Cristo? no dall’offerta del corpo di Cristo.
Il calice della benedizione è il calice 10:18 Paolo dichiara che mangiare
di vino usato nella cena del Signore. alla mensa del Signore significa avere
Il calice simboleggia l’impareggiabile comunione con lui. Lo stesso valeva per
benedizione che la morte di Cristo ci quegli Israeliti che mangiavano i sacri-
ha procurato; per questo è chiamato fici (indubbiamente si tratta di un riferi-
il calice della benedizione. La locu- mento ai sacrifici di riconciliazione): essi
zione che noi benediciamo significa avevano comunione con l’altare. I fedeli
“per cui noi rendiamo grazie”. Quan- recavano i propri sacrifici al tempio;
do prendiamo quel calice e lo portia- una parte dell’offerta era consumata dal
mo alla bocca, affermiamo, di fatto, fuoco sull’altare, un’altra era riservata ai
di partecipare a tutti i benefici che sacerdoti, ma la terza parte era messa da
derivano dal sangue di Cristo. Po- parte per chi aveva fatto l’offerta e per i
tremmo dunque parafrasare questo suoi amici, e doveva essere consumata
versetto come segue: il giorno stesso. Paolo intende affermare

708
1 CORINZI 10:23

che tutti coloro che mangiavano l’offerta del Signore indica la somma di tutte le
si identificavano con Dio e con la nazio- benedizioni di cui godiamo in Cristo.
ne d’Israele e, in breve, con tutto ciò che Paolo afferma che non si può bere il
l’altare rappresentava. calice del Signore e il calice dei demò-
Ma che cosa ha a che vedere tutto ni e non si può partecipare alla mensa
ciò con il passo scritturale che stiamo del Signore e alla mensa dei demòni.
studiando? La risposta è abbastanza Con questo, egli non esclude che ciò
semplice. Proprio come partecipare sia materialmente impossibile (poteva
alla cena del Signore è per noi segno infatti darsi il caso che un credente si
di comunione con il Signore, e man- recasse, per esempio, a una celebrazio-
giare dell’offerta di riconciliazione era ne in un tempio pagano e partecipasse
per gli Israeliti segno della comunione ai festeggiamenti), bensì intende piut-
con l’altare di Yahweh, così partecipa- tosto affermare che ciò denoterebbe
re a un convito nel tempio di una di- incoerenza morale. Professare lealtà
vinità pagana era segno di comunione e fedeltà al Signore Gesù, da un lato,
con gli idoli. e, dall’altro, avere comunione con chi
10:19 Che cosa sto dicendo? Che la sacrifica agli idoli sarebbe segno di
carne sacrificata agli idoli sia qualco- tradimento e infedeltà. Sarebbe mo-
sa? Che un idolo sia qualcosa? Sta Paolo ralmente disdicevole e completamente
forse insinuando che la carne sacrifica- sbagliato.
ta agli idoli diventa speciale, per sostan- 10:22 Non solo, ma non sarebbe
za o qualità? O vuol forse affermare che possibile farlo senza provocare il Si-
un idolo è reale, che ha orecchie, occhi e gnore a gelosia . William Kelly com-
potenza? Ovviamente no! menta: “L’amore non può che essere
10:20 Ciò che Paolo intende tuttavia geloso dinanzi ad affetti instabili. Non
affermare è che le carni che i pagani sarebbe amore se non si offendesse
sacrificano, le sacrificano ai demò- per l’infedeltà”. (35) Il credente dovrebbe
ni. In qualche maniera strana e mi- temere di recare un simile dispiacere
steriosa, il culto degli idoli è legato ai al Signore o di provocarne la giusta
demòni. Attraverso gli idoli, i demòni indignazione. Pensiamo che siamo
controllano i cuori e le menti dei loro più forti di lui? Osiamo rattristarlo per
adoratori. Esiste un solo diavolo, Sata- rischiare di subire la sua giusta corre-
na, ma esistono altresì molti demòni, zione?
suoi messaggeri ed emissari. Paolo 10:23 L’apostolo passa dalla questio-
soggiunge: io non voglio che voi abbia- ne della partecipazione alle celebrazio-
te comunione con i demòni. ni idolatre all’enunciazione di alcuni
10:21 Voi non potete bere il calice principi generali che dovrebbero rego-
del Signore e il calice dei demòni; voi lare il cammino dei credenti nella vita
non potete partecipare alla mensa del di tutti i giorni. Affermando che ogni
Signore e alla mensa dei demòni. In cosa è lecita, Paolo non intende ogni
questo versetto il calice del Signore cosa in senso assoluto. Per esempio,
rappresenta le nostre benedizioni in non lo sfiora nemmeno l’idea che pos-
Cristo. Si tratta di una figura retori- sa essere lecito uccidere una persona o
ca nota come metonimia, in cui, per ubriacarsi! Ancora una volta, il princi-
esempio, l’allusione al contenente in- pio può essere applicato ai soli aspetti
dica il contenuto. L’espressione mensa che sono moralmente neutri. Una gran
del Signore è, parimenti, allegorica, parte della vita cristiana è contraddi-
giacché non indica la cena del Signore, stinta da cose di per sé perfettamente
benché possa comprenderla. La mensa legittime ma alle quali, per altre ragio-
è la tavola e l’insieme delle vivande che ni, non sarebbe saggio prendere parte.
vi si consumano in compagnia di più Pertanto Paolo aggiunge: Ogni cosa
commensali. Qui la locuzione mensa è lecita, ma non ogni cosa è utile. Per

709
1 CORINZI 10:24

esempio, una cosa potrebbe essere le- mangiando è stata offerta agli idoli, do-
cita per un credente ma irragionevole vreste mangiarla ugualmente? No. Non
per le usanze del luogo in cui vive. Inol- dovreste, per non farlo cadere e ferire
tre, alcune cose intrinsecamente lecite la sua coscienza. Tanto meno dovreste
potrebbero non essere edificanti. Una mangiarne se ciò significasse ostacola-
cosa lecita potrebbe non edificare un re la conversione al Signore di un non
fratello molto sensibile in merito alla credente. Alla fine del v. 28, troviamo
sacralità della fede. Dovrei, in quel ca- una nuova citazione del Sl 24:1: al Si-
so, comportarmi in modo spregiudica- gnore appartiene la terra e tutto quello
to facendo valere i miei diritti o dovrei che essa contiene. (36)
tener conto del fatto che ciò potrebbe 10:29 Nel caso appena menzionato
ferire un fratello in Cristo? la restrizione non sarebbe posta dalla
10:24 In tutte le decisioni che pren- vostra coscienza. Come credenti sare-
diamo non dovremmo concentrarci su ste perfettamente liberi di mangiare la
ciò che porterebbe beneficio a noi ma, carne, ma poiché il fratello debole ac-
piuttosto, su ciò che va a vantaggio del canto a voi ha una coscienza fragile, a
nostro prossimo. I principi che stiamo tale riguardo vi asterrete dal mangiare
studiando in questa sezione possono quella carne, per rispetto nei suoi con-
essere tranquillamente applicati alle fronti. La domanda: perché sarebbe
questioni di abbigliamento, cibo, be- giudicata la mia libertà dalla coscien-
vande, stili di vita e intrattenimento. za altrui? potrebbe essere forse para-
10:25 Se un credente andava al mer- frasata come segue:
cato per comprare della carne, non era
Perché dovrei fare egoistica mostra
costretto a domandare al venditore se
della mia libertà di mangiare e, in
la carne fosse stata precedentemente
tal modo, essere condannato dalla
offerta agli idoli. La carne non subiva coscienza di un altro uomo? Perché
alcun tipo di cambiamento, perciò la dovrei esporre la mia libertà alla con-
fedeltà a Cristo non era in discussione. danna della sua coscienza? Perché
10:26 La motivazione che sta alla ba- dovrei permettere che sia biasimato
se del consiglio dell’apostolo viene da ciò che in me è buono? (Vd. Ro 14:16).
una citazione del Sl 24:1: al Signore ap-
partiene la terra e tutto quello che essa Vale forse la pena scandalizzare un
contiene. L’idea qui espressa è che il cibo fratello nel Signore Gesù Cristo per un
ci è elargito dal Signore nella sua grazia pezzo di carne? Ad ogni modo, molti
ed è inteso specificamente per il nostro commentatori ritengono che Paolo stia
consumo. Sono proprio le parole di que- citando l’obiezione dei Corinzi o po-
sto salmo che i Giudei pronunciano, a nendo una domanda retorica per poi
tavola, come rendimento di grazie. rispondere nei versetti successivi.
10:27 Ora Paolo prende in esame 10:30 Ciò che l’apostolo sembra vo-
una nuova situazione che rischiava di ler mettere in evidenza è la contraddi-
far sorgere una serie di interrogativi zione insita nel rendimento di grazie
nei credenti. Supponiamo che un non a Dio qualora, nel far questo, si ferisca
credente inviti un credente a casa per un fratello. È meglio rinunciare a un
cena. Il credente può accettare l’invito? diritto legittimo che ringraziare Dio
Sì. Se siete invitati a cena a casa di un per qualcosa che mi recherà biasimo.
non credente e siete disposti ad an- William Kelly commenta che “è meglio
darvi, siete liberi di mangiare di tutto rinunciare a se stessi e non permettere
quello che vi è posto davanti, senza fa- che la propria libertà sia condannata
re inchieste per motivo di coscienza. da altri o incorra nel biasimo a motivo
10:28 Se, poi, durante la cena un di ciò per cui rendiamo grazie”. Perché
altro credente, dalla coscienza più de- usare la propria libertà per creare scan-
bole, vi informa che la carne che state dalo? Perché permettere che il proprio

710
1 CORINZI 11:3

rendimento di grazie sia frainteso o persone attorno a lui. I Corinzi avrebbe-


tacciato di sacrilegio o di scandalo? ro dovuto comportarsi allo stesso modo,
10:31 Due direttive fondamentali invece di fare egoistica mostra della loro
contrassegnano la nostra vita cristiana. libertà e ostacolare il vangelo di Cristo
La prima è la gloria di Dio e la seconda od offendere il fratello debole.
è il bene dei nostri fratelli. Paolo pone
qui enfasi sulla prima: Sia dunque che C. Il capo coperto delle donne
mangiate, sia che beviate, sia che fac- (11:2-16)
ciate qualche altra cosa, fate tutto alla I vv. 2-16 del cap. 11 sono dedicati all’op-
gloria di Dio. I giovani credenti devono portunità che le donne preghino a capo
spesso prendere decisioni sulla bontà coperto. I restanti versetti trattano di
di certi percorsi da intraprendere. Ecco alcuni abusi che si verificavano durante
una buona regola da seguire in questi la cena del Signore (vv. 17-34).
casi: Dio ne riceverebbe gloria? Potete, La prima sezione del capitolo è stata,
in tutta onestà, chinare il capo, prima di ed è tuttora, oggetto di grosse dispute.
iniziare, per chiedere al Signore di pren- Alcuni ritengono che le indicazioni
dere gloria da ciò che state per fare? qui contenute fossero valide soltanto
10:32 La seconda regola riguarda il ai giorni di Paolo. Alcuni azzardano
bene dei nostri fratelli. Non dovremmo asserire che questi versetti riflettono
dare motivo di scandalo né occasione i pregiudizi di Paolo, rimasto celibe,
di caduta né ai Giudei, né ai Greci, né contro le donne! Altri, invece, accetta-
alla chiesa di Dio. Qui Paolo divide tut- no l’insegnamento di questa porzione
ta l’umanità in tre categorie. I Giudei, di Scrittura cercando di ubbidire ai suoi
naturalmente, sono la nazione d’Israe- precetti nonostante non li comprenda-
le. I Greci sono gli stranieri non conver- no appieno.
titi, mentre la chiesa di Dio comprende 11:2 L’apostolo, prima di tutto, loda
tutti coloro che credono nel Signore i Corinzi perché si sono ricordati di lui
Gesù Cristo, tanto Giudei quanto stra- in ogni cosa e hanno conservate le sue
nieri. È vero, da un lato, che la nostra istruzioni, divinamente ispirate, così
fedele testimonianza scandalizzerà e come egli le ha loro trasmesse. Non si
susciterà ira, ma non è di questo che riferisce ad abitudini o pratiche che
Paolo sta parlando qui. Qui l’apostolo sono sorte nella chiesa nel corso degli
allude a uno scandalo non necessario e anni ma, in questo caso, alle istruzioni
ci mette in guardia contro la possibilità date dall’apostolo Paolo.
di far cadere qualcuno pur di far valere 11:3 Paolo introduce ora la que-
i nostri legittimi diritti. stione del capo coperto delle donne.
10:33 Paolo può affermare in tutta Il suo insegnamento prende le mosse
onestà di compiacere a tutti in ogni dall’idea che ogni società si regge su
cosa, cercando non l’utile proprio ma due pilastri: l’autorità e la sottomissio-
quello dei molti. Sono, probabilmente, ne. L’osservanza di questi due principi
assai pochi gli uomini che hanno vis- è fondamentale per il funzionamento
suto in modo tanto altruistico quanto della vita comunitaria. Paolo menzio-
l’apostolo Paolo. na tre rapporti fondati sui principi di
11:1 Questo versetto troverebbe, pro- autorità e sottomissione:
babilmente, una migliore collocazione 1. il capo di ogni uomo è Cristo. Cristo
alla fine del cap. 10. Paolo ha appena è il Signore e l’uomo gli è soggetto;
spiegato come avesse cercato di misu- 2. il capo della donna è l’uomo. La posi-
rare ogni sua azione in base al suo ef- zione di governo è stata affidata all’uo-
fetto sul prossimo. Ora esorta i Corinzi mo e la donna è sotto la sua autorità;
a essere suoi imitatori, come anch’egli 3. il capo di Cristo è Dio. Perfino
lo è di Cristo. Paolo rinunciò ai propri nell’ambito della Deità, il Padre
vantaggi e diritti personali per aiutare le possiede il ruolo di governo e il Fi-

711
1 CORINZI 11:4

glio assume volontariamente una gliare i capelli o rasare, si copra il capo. La


posizione di sottomissione. Questi vergogna di un capo scoperto è analoga a
rapporti di autorità e sottomissione quella arrecata da capelli completamente
sono stati stabiliti da Dio stesso e so- rasati. L’apostolo non sta invitando a far
no fondamentali per gli equilibri sui visita al barbiere, ma indica ciò che un at-
quali si regge l’universo. teggiamento coerente esigerebbe.
Prima di procedere è bene rilevare il 11:7 Nei vv. 7-10 Paolo insegna il
fatto che “sottomissione” non è sinoni- principio di subordinazione della
mo di “inferiorità”. Cristo è sottomesso donna all’uomo facendolo risalire alla
al Padre, ma non è inferiore a lui. Allo creazione. Questo dovrebbe porre fine
stesso modo, benché gli sia sottoposta, per sempre all’idea che l’insegnamento
la donna non è inferiore all’uomo. di Paolo intorno al capo coperto delle
11:4 Ogni uomo che prega o profe- donne rifletta unicamente la cultura
tizza a capo coperto fa disonore al suo dei suoi giorni e non sia applicabile a
capo, che è Cristo. Questo gesto equi- noi oggi. L’autorità dell’uomo e la sot-
vale, di fatto, a non riconoscere Cristo tomissione della donna fanno parte
come capo e costituisce, perciò, un at- dell’ordine di Dio sin dal principio.
to di grande irriverenza. Anzitutto, l’uomo è immagine e gloria
11:5 …ogni donna che prega o pro- di Dio, mentre la donna è la gloria dell’uo-
fetizza senza avere il capo coperto… mo. Ciò significa che l’uomo è stato posto
fa disonore al suo capo, ossia all’uomo. sulla terra quale rappresentante di Dio,
Così facendo, la donna dimostra di al fine di esercitarvi il dominio. Il capo
non riconoscere l’autorità data da Dio scoperto dell’uomo ne è una muta testi-
all’uomo e di non avere intenzione di monianza. Alla donna non è stata affidata
sottomettervisi. (37) questa posizione di guida. La donna è la
Se questo fosse l’unico versetto gloria dell’uomo nel senso che, usando
della Bibbia su questo tema, dovrem- un’espressione di W.E. Vine, “rende mani-
mo dedurre che è lecito per una don- festa l’autorità dell’uomo”.(38)
na pregare o profetizzare all’interno …quanto all’uomo, egli non de-
dell’assemblea purché indossi un velo ve coprirsi il capo quando prega: ciò
o un copricapo. Ma Paolo insegna al- equivarrebbe a velare la gloria di Dio,
trove che le donne devono rimanere in recando onta alla divina Maestà.
silenzio nell’assemblea (vd. 1 Co 14:34) 11:8 Paolo ricorda ai suoi lettori che
e che non è permesso loro insegnare né l’uomo non fu creato dalla donna, ma
usare autorità sul marito, ma devono la donna dall’uomo : l’uomo fu creato
rimanere in silenzio (vd. 1 Ti 2:12). per primo, quindi la donna fu tratta
In realtà non si parla di adunanze dal suo fianco. Questa precedenza data
di assemblea fino al v. 17. Le istruzioni all’uomo rafforza la tesi dell’apostolo
relative al capo coperto nei vv. 2-16 non sull’autorità dell’uomo.
possono pertanto essere circoscritte a 11:9 L’apostolo fa un’ulteriore allu-
quel solo àmbito, ma si applicano al- sione allo scopo della creazione per
tresì alle circostanze in cui la donna consentire ai lettori di comprendere
prega o profetizza. Nell’assemblea la quanto sta dicendo: l’uomo non fu
donna prega in silenzio, giacché 1 Ti creato originariamente per la donna,
2:8 limita la preghiera pubblica agli ma la donna per l’uomo. Il Signore di-
uomini (lett. maschi). Ella prega poi ad chiarò distintamente in Ge 2:18: “Non
alta voce o in silenzio, in altri contesti, è bene che l’uomo sia solo; io gli farò
profetizzando o insegnando ad altre un aiuto che sia adatto a lui”.
donne (vd. Tt 2:3-5) o ai bambini. 11:10 A motivo della sua subordina-
11:6 Se la donna non ha il capo coper- zione all’uomo, la donna deve avere sul
to, si faccia anche tagliare i capelli! Ma se capo un segno di autorità. Il segno di
per una donna è cosa vergognosa farsi ta- autorità è il copricapo, che qui non in-

712
1 CORINZI 11:15

dica la sua autorità personale, bensì la dinato ogni cosa e non vi è motivo di la-
sottomissione all’autorità del marito. mentarsene. Non solo fu Dio a istituire
Perché Paolo aggiunge a causa degli tali rapporti, ma il loro scopo è sempre e
angeli? Suggeriamo un’ipotesi che vede comunque quello di glorificare lui. Alla
gli angeli spettatori delle cose che avven- luce di tutto questo, vi è di che rendere
gono sulla terra oggi, come lo furono delle umile l’uomo e soddisfatta la donna.
cose che avvennero durante la creazione. 11:13 L’apostolo ora sfida i Corinzi a
Nella prima creazione essi furono testi- giudicare loro stessi se è decoroso che
moni di come la donna usurpò il ruolo di una donna preghi Dio senza avere il ca-
autorità dell’uomo, prendendo la decisio- po coperto. Egli fa appello al loro senso
ne che avrebbe dovuto prendere Adamo. comune esprimendo il concetto che non
Di conseguenza, il peccato si insinuò è riverente né decoroso che una donna
nel genere umano con il suo indicibile entri alla presenza di Dio senza velo.
bagaglio di sofferenza e di sventura. Dio 11:14 Non è chiaro, dal testo, in che
non vuole che ciò che avvenne alla prima modo la natura ci insegna che se l’uo-
creazione si ripeta con la nuova creazione. mo porta la chioma, ciò è per lui un di-
Dio vuole che gli angeli vedano la donna sonore. Alcuni hanno fatto notare che,
agire in sottomissione all’uomo. Il copri- normalmente, i capelli dell’uomo non
capo non sarà altro che il segno esteriore raggiungono in modo naturale la stessa
di questa realtà interiore. lunghezza e consistenza dei capelli di
È bene fermarci a questo punto per una donna. I capelli lunghi danno all’uo-
ribadire che il copricapo non è che un mo un aspetto effeminato. Nella gran
segno esteriore e assume valore sola- parte delle culture l’uomo porta i capelli
mente quando è espressione esteriore più corti della donna.
di una grazia interiore. In altre parole, la 11:15 Questo versetto è stato assai
donna che indossa il copricapo potrebbe spesso frainteso. Alcuni sostengono
non essere sottomessa al marito: in tal che la donna non è obbligata a indos-
caso, indossare un copricapo non avreb- sare un copricapo, giacché la chioma
be alcun valore. La cosa più importante le è data come ornamento. Ma una si-
è essere certi che il cuore sia realmente mile ipotesi stravolge il senso di questo
sottomesso; è allora che il copricapo del- passo della Scrittura. Se non si ravvisa,
la donna acquista un significato. in questo capitolo, l’allusione a due
11:11 Paolo non intende affermare che copricapo distinti, il brano assumerà
l’uomo è indipendente dalla donna, per- contorni alquanto confusi.
ciò aggiunge: D’altronde, nel Signore, Se torniamo per un attimo al v. 6,
né la donna è senza l’uomo, né l’uomo ci renderemo conto di ciò che inten-
senza la donna. In altre parole, uomo e de dire l’apostolo. Vi leggiamo infatti:
donna dipendono l’uno dall’altra. Essi “Perché, se la donna non ha il capo co-
hanno bisogno l’uno dell’altra, senza che perto, si faccia anche tagliare i capel-
ciò contrasti il principio di autorità. li!” Secondo l’interpretazione appena
11:12 …la donna viene dall’uomo in menzionata, allora qui si leggerebbe:
ordine di creazione: infatti ella fu trat- “Se la donna non ha il capo coperto,
ta dal fianco dell’uomo (vd. Ge 2:21-23). se li faccia anche tagliare”. Ma questo
Ma, con riferimento alla procreazione, non ha senso: come può questa donna
Paolo fa notare che anche l’uomo esi- tagliarsi i capelli se non ne ha?
ste per mezzo della donna : la donna dà Questo versetto esprime l’esistenza di
alla luce un piccolo che un giorno sarà un’effettiva analogia fra ciò che è spiri-
un uomo. Dio ha creato così un perfet- tuale e ciò che è naturale. Dio diede alla
to equilibrio per mostrare come l’uno donna un naturale copricapo di onore
non possa esistere senza l’altra. che, invece, non diede all’uomo. Ciò ha
La locuzione ogni cosa è da Dio una valenza spirituale. Qui si insegna
significa che egli ha divinamente or- che, quando una donna prega Dio, do-

713
1 CORINZI 11:16

vrebbe indossare un copricapo. Ciò che è di ciò si appresta a parlare. Quando


vero nella dimensione naturale dovrebbe si riunivano per gli incontri pubblici,
esserlo, parimenti, in quella spirituale. quei credenti si radunavano non per il
11:16 L’apostolo chiude la sezione meglio, ma per il peggio. Per noi que-
con le parole: Se poi a qualcuno piace sto è un solenne monito riguardo alla
essere litigioso, noi non abbiamo tale possibilità che gli incontri di chiesa ar-
abitudine; e neppure le chiese di Dio. rechino più danno che benedizione.
Paolo intende forse dire, come sostie- 11:18 Il primo motivo di rimprove-
ne qualcuno, che gli argomenti sin qui ro era l’esistenza di divisioni o scismi.
trattati non sono sufficientemente im- Questo non significa che delle fazioni si
portanti da farne oggetto di controver- fossero staccate dalla chiesa formando
sie? Intende forse dire che l’usanza di comunità separate, ma piuttosto che
velarsi il capo era assente nelle chiese? fra i membri dell’assemblea si erano
Intende dire che questi insegnamenti formate cricche e fazioni. Uno scisma
sono opzionali e non vanno conside- rappresenta una fazione interna, men-
rati alla stregua dei comandamenti tre una setta è un distinto partito ester-
del Signore? Non si capisce come tali no. Paolo non stentava a credere alle
interpretazioni possano essere circo- notizie di divisioni che gli giungevano,
late e circolare ancora oggi. Dunque perché sapeva che i Corinzi si compor-
Paolo attribuirebbe uno scarso valore tavano in modo carnale; in questa let-
alle proprie considerazioni? In tal caso, tera l’apostolo ha già colto l’occasione
avrebbe sprecato oltre mezzo capitolo per rimproverarli al riguardo.
della Sacra Scrittura per esporle! F.B. Hole scrive:
Di questo versetto esistono almeno Paolo era disposto a dare almeno par-
due possibili spiegazioni che si conci- ziale credito ai resoconti delle divi-
liano con il resto della Scrittura. sioni presenti a Corinto, poiché sape-
1. L’apostolo prevede forse che questi va che, a causa della loro condizione
temi susciteranno polemiche, ma carnale, simili ostinate fazioni erano
aggiunge che noi non abbiamo tale destinate a essere presenti fra loro.
abitudine, vale a dire l’abitudine di Qui Paolo passa a parlare delle loro
disputare su questi argomenti che azioni e non più della loro condizione.
accettiamo, bensì, come insegna- Sapendoli carnali, egli sapeva altresì
menti del Signore. che essi sarebbero certamente caduti
2. Probabilmente erano le chiese di Dio vittime dell’inveterata tendenza della
a non avere l’abitudine di ospitare mente umana a formarsi delle opinio-
donne che pregavano o profetizza- ni ostinate e che, su tali opinioni, si
vano a capo scoperto (come ipotiz- sarebbero arroccate delle fazioni che
zato da William Kelly). avrebbero provocato scismi e divisio-
ni. Egli sapeva inoltre che Dio poteva
D. La cena del Signore aver ragione della loro follia e rendere
manifesti coloro che egli approvava
(11:17-34)
e che camminavano non secondo la
11:17 L’apostolo rimprovera i Corin-
carne, ma per lo Spirito, rifuggendo
zi per le divisioni presenti nelle loro da queste divisioni.(39)
assemblee (vv. 17-19). Notiamo la ri-
petizione dell’espressione “quando vi 11:19 Paolo aveva il presentimento
riunite”, o simili (vv. 11:17-18, 20, 33-34; che gli scismi venutisi a creare a Corin-
vd. anche 14:23, 26). Al v. 2 Paolo aveva to avrebbero assunto proporzioni serie.
colto l’occasione per elogiare i Corinzi Sebbene, in generale, ciò sarebbe an-
per aver osservato le istruzioni che egli dato a detrimento della chiesa, ne sa-
aveva trasmesso loro. Vi era tuttavia rebbe tuttavia risultato altresì qualcosa
qualcosa che non incontrava certa- di positivo: coloro che erano realmente
mente la sua approvazione, e proprio spirituali e approvati da Dio sarebbero

714
1 CORINZI 11:24

stati riconosciuti tali in mezzo ai Co- portarsi in questo modo, avrebbero


rinzi. Paolo scrive in questo versetto: dovuto avere almeno la decenza di non
È necessario che ci siano tra voi anche farlo durante un incontro di chiesa .
delle divisioni (40) ma, certamente, non Mostrare intemperanza all’interno di
intende dire che ciò sia moralmente un simile contesto e umiliare il fratello
necessario. (41) Dio non passa sopra le indigente in questo modo erano atteg-
divisioni all’interno della chiesa; piut- giamenti assolutamente inconciliabili
tosto, ciò che Paolo intende dire è che, con la fede cristiana. Paolo non può fa-
a causa della carnalità dei Corinzi, era re a meno di negare la lode ai santi per
inevitabile che si verificassero delle di- aver agito in questo modo e così facen-
visioni. Le fazioni sono una prova del do, di fatto, condanna la loro condotta.
fatto che qualcuno non ha saputo di- 11:23 Per mostrare la contraddi-
scernere il pensiero del Signore. zione fra la loro condotta e il vero si-
11:20 Oggetto del rimprovero di Pao- gnificato della celebrazione, Paolo ci
lo sono ora gli eccessi che si consuma- riporta all’istituzione della cena del
no durante la cena del Signore. Quando Signore. Egli ricorda che non si tratta-
i credenti si riunivano per celebrare va di un pasto comune né di una festa,
la cena del Signore, la loro condotta ma di una solenne ordinanza del Si-
era talmente deplorevole da impedire gnore. Paolo ha ricevuto dal Signore
il corretto svolgimento del memoria- istruzioni in merito, perciò qualunque
le del Signore secondo l’ordine da lui trasgressione costituisce una vera e
stesso istituito. Essi eseguivano forse i propria disubbidienza. Ciò che l’apo-
gesti appropriati, ma il loro contegno stolo insegna, l’ha dunque ricevuto per
era tale da rendere impossibile una ve- rivelazione.
ra commemorazione del Signore. In primo luogo, egli racconta che il
11:21 Nei primi giorni della chiesa Signore Gesù, nella notte in cui fu tra-
i credenti celebravano l’“agape”, o in- dito, prese del pane. La traduzione lett.
contro d’amore fraterno, insieme con è “mentre veniva tradito”. Mentre veni-
la cena del Signore. Questo incontro va tessuta l’infida trama per consegnar-
consisteva in una sorta di pasto comu- lo alla morte, il Signore Gesù si radunò
ne, condiviso in uno spirito d’amore con i suoi discepoli nella sala di sopra
e di comunione. Al termine dell’in- e prese del pane. Il fatto che la cena del
contro i credenti spesso celebravano Signore ebbe luogo di notte non signifi-
la cena del Signore con pane e vino. ca necessariamente che vada osservata
Ma, di lì a poco, diversi abusi si insi- in quello stesso momento del giorno. A
nuarono in questa celebrazione. Per quel tempo il giorno giudaico iniziava al
esempio, questo versetto mostra come tramonto, mentre il nostro giorno inizia
l’incontro stesso avesse perduto il suo al levar del sole. Qualcuno ha anche fat-
vero significato. Non solo i credenti to notare che esiste una differenza fra
consumavano il pasto in tempi diver- l’esempio apostolico e i precetti apostoli-
si, ma i ricchi umiliavano i fratelli più ci. Noi non siamo chiamati a fare tutto
poveri con i loro sontuosi pasti che si ciò che facevano gli apostoli, ma siamo
guardavano bene dal condividere. Co- certamente chiamati a ubbidire a tutto
sì alcuni se ne andavano con la fame, ciò che insegnavano.
mentre altri perfino ubriachi ! Poiché 11:24 Il Signore Gesù, per prima co-
la cena del Signore spesso seguiva il sa, prese del pane, quindi rese grazie
pasto fraterno, alcuni prendevano per esso. Essendo il pane una rappre-
parte alla mensa del Signore in stato sentazione simbolica del suo corpo,
di ebbrezza. egli stava, di fatto, ringraziando Dio
11:22 L’apostolo in modo sdegnato per avergli preparato un corpo attra-
rimprovera una condotta tanto disdi- verso il quale discendere sulla terra e
cevole. Se avessero continuato a com- morire per i peccati del mondo.

715
1 CORINZI 11:25

Poi il Salvatore disse: Questo è il mio ratificato con il sangue di Cristo; per
corpo. Intendeva forse dire che il pane questo il calice è ora chiamato il calice
si tramutava materialmente nel suo del nuovo patto nel suo sangue. Il fon-
corpo? Il dogma cattolico-romano della damento del nuovo patto fu posto per
transustanziazione sostiene che il pane mezzo della croce.
e il vino sono letteralmente tramutati 11:26 Questo versetto getta luce
nel corpo e nel sangue di Cristo. La dot- sulla questione della frequenza con
trina luterana della consustanziazione cui celebrare la cena del Signore. Non
insegna,invece, che il corpo e il sangue è stata imposta alcuna regola legali-
di Cristo coesistono con, nel e sotto il stica, né si è fissata un’occasione spe-
pane e il vino disposti sulla tavola. cifica. Da quanto si legge in At 20:7,
In risposta all’interrogativo formula- sembra chiaro che i discepoli erano
to, dovrebbe essere sufficiente ricordare soliti incontrarsi il primo giorno del-
che, quando il Signore Gesù istituì que- la settimana per fare memoria del Si-
sto memoriale, il suo corpo non era stato gnore. Che questo ordinamento non
ancora offerto né il suo sangue versato. fosse solamente inteso per la chiesa
Quando il Signore Gesù disse: Questo primitiva è ampiamente dimostrato
è il mio corpo, intendeva dire: “Questo dalla locuzione finché egli venga. F.L.
simboleggia il mio corpo” o “Questo Godet fa mirabilmente notare che la
raffigura il mio corpo che è spezzato per cena del Signore è “ciò che lega le sue
voi”. Mangiare il pane significa fare me- due venute, è il monumento dell’una,
moria di Gesù nella sua morte espiatoria il pegno dell’altra”. (42)
per noi. Vi è un’indicibile tenerezza nelle È opportuno notare come l’intero
parole del Signore: in memoria di me. insegnamento relativo alla cena del Si-
11:25 Nello stesso modo, il Signore gnore non faccia menzione alcuna di un
Gesù prese anche il calice dopo la ce- ministro o di un sacerdote che vi sovrin-
na pasquale, dicendo: “Questo calice tenda. La cena è un semplice memoriale
è il nuovo patto nel mio sangue; fate lasciato a tutti i figli di Dio. I credenti si
questo, ogni volta che ne berrete, in riuniscono semplicemente come cre-
memoria di me”. La cena del Signore denti-sacerdoti per proclamare la morte
fu istituita subito dopo la Pasqua. È del Signore finché egli venga.
per questa ragione che leggiamo che il 11:27 Avendo discusso riguardo alle
Signore Gesù prese il calice dopo aver origini e allo scopo della cena del Si-
cenato. Parlando del calice, egli affermò gnore, l’apostolo considera ora le con-
che esso era il nuovo patto nel suo san- seguenze di un approccio scorretto:
gue, ossia il patto che Dio aveva promes- chiunque mangerà il pane o berrà dal
so alla nazione d’Israele in Ge 31:31-34. calice del Signore indegnamente, sa-
Si trattava di una promessa incondizio- rà colpevole verso il corpo e il sangue
nata, con la quale egli decise di essere del Signore. Nessuno di noi è degno
misericordioso verso la loro ingiustizia di partecipare a questa cena solenne.
e di non ricordarsi più dei loro peccati e Certamente non siamo degni delle
delle loro iniquità. I termini del nuovo espressioni di bontà e di misericordia
patto sono altresì esposti in Eb 8:10-12. che il Signore ha usato nei nostri ri-
Il patto è tuttora vigente, ma l’incredu- guardi, ma qui non si parla di questo.
lità impedisce al popolo d’Israele di be- L’apostolo non allude alla nostra inde-
neficiarne. Tutti coloro che ripongono la gnità. Purificati dal sangue di Cristo,
loro fiducia nel Signore Gesù ricevono possiamo accostarci a Dio rivestiti di
i benefici promessi. Quando il popolo tutta la dignità del suo amato Figlio.
d’Israele si volgerà al Signore, godrà Ciò cui Paolo fa riferimento è, invece,
delle benedizioni del nuovo patto. Ciò la disdicevole condotta dei Corinzi
avverrà durante il regno millenniale di durante le riunioni in cui si celebrava
Cristo sulla terra. Il nuovo patto è stato la cena del Signore. Essi erano colpe-

716
1 CORINZI 11:34

voli di un comportamento incurante agape, dovrebbero aspettarsi gli uni


e irriverente. Un simile atteggiamento gli altri e non procedere egoisticamen-
equivaleva a rendersi colpevoli verso il te senza riguardo per gli altri santi.
corpo e il sangue del Signore. “Aspettarsi gli uni gli altri” è un’espres-
11:28 Nell’accostarci alla cena del sione che contrasta con il v. 21: “ciascu-
Signore, dovremmo esaminarci. Do- no prende prima la propria cena”.
vremmo confessare e abbandonare il 11:34 Se qualcuno ha fame, mangi a
peccato, restituire il maltolto, risarcire casa. In altre parole, l’incontro di amo-
il danno, presentare delle scuse a colo- re fraterno, legato com’era alla cena del
ro che abbiamo offeso. In generale, do- Signore, non doveva essere confuso
vremmo assicurarci di avere la giusta con un pasto comune. Non far conto
disposizione del cuore. del suo carattere sacro equivaleva ad
11:29 Mangiare e bere senza ri- attirare su di sé un giudizio.
spettare questo principio significa Quanto alle altre cose, le regolerò
mangiare e bere un giudizio contro se quando verrò. Indubbiamente nella
stesso, se non si discerne il corpo del lettera indirizzata a Paolo dai Corinzi
Signore. Dobbiamo comprendere che erano elencati altri argomenti, di mi-
il corpo del Signore è stato dato affin- nore importanza, da discutere. Qui
ché i nostri peccati fossero cancellati. l’apostolo assicura che affronterà tali
Se continuiamo a vivere nel peccato e questioni personalmente in occasione
partecipiamo ugualmente alla cena del di una prossima visita.
Signore, viviamo nella menzogna. F.G.
Patterson scrive: “Se partecipiamo alla E. I doni dello Spirito e loro esercizio
cena del Signore senza esserci liberati nella chiesa (capp. 12–14)
del fardello del nostro peccato, non di- I capp. 12–14 trattano dei doni dello
scerneremo il corpo del Signore che è Spirito. Nell’assemblea di Corinto vi
stato spezzato per cancellarlo”. erano stati dei disordini, specialmente
11:30 Alcuni membri della chiesa di in relazione al dono delle lingue, che
Corinto si erano attirati la correzione Paolo intendeva eliminare.
divina perché non avevano compiuto Alcuni credenti di Corinto aveva-
questo esame attento di sé: molti fra no ricevuto il dono delle lingue (xe-
voi sono infermi e malati, e parecchi noglossia), ossia il dono di parlare
muoiono (lett. dormono). In altre paro- in lingue straniere senza averle mai
le, alcuni erano stati colpiti da malattia, studiate. (43) Invece di esercitare questo
altri erano deceduti. Il Signore aveva do- dono per magnificare Dio ed edificare
vuto colpirli, perché non avevano giudi- gli altri credenti, se ne servivano per
cato il peccato nella loro vita. mettersi in mostra. Si alzavano duran-
11:31 D’altro canto, se esaminassi- te gli incontri e parlavano in lingue
mo noi stessi, il Signore non sarebbe che nessun altro capiva, sperando che
costretto a esercitare una simile disci- gli altri fossero colpiti dalla loro com-
plina su di noi. petenza linguistica.
11:32 Dio ci tratta come suoi figli. I Corinzi tenevano questi doni in più
Egli ci ama troppo per permetterci di alta considerazione rispetto agli altri
continuare a condurre una vita di pec- e chi li possedeva era considerato più
cato. È per questo che sentiamo presto spiritualmente dotato di altri. Tutto ciò
sul collo il bastone del pastore, che ci generò, da un lato, orgoglio e, dall’al-
riattira a sé. È stato detto: “È possibile tro, sentimenti di invidia, inferiorità e
che i santi siano idonei al cielo (in Cri- indegnità. Era perciò necessario che
sto), ma non a rimanere sulla terra per l’apostolo correggesse questi atteggia-
rendere testimonianza”. menti sbagliati e fissasse delle regole
11:33 Quando i credenti si riunisco- per l’esercizio dei doni, in particolare
no per l’incontro d’amore fraterno, o dei doni delle lingue e di profezia.

717
1 CORINZI 12:1

12:1 Paolo non voleva che i santi di comportavano come se esistesse un


Corinto fossero nell’ignoranza riguardo unico dono, quello delle lingue. Paolo
ai doni o alle manifestazioni spirituali dice: “No, la vostra unità non deriva dal
(lett.: “Circa le ‘cose spirituali’”). La gran possesso di un medesimo dono comu-
parte delle versioni reca il termine doni ne, ma piuttosto dal fatto che tutti avete
per rendere più comprensibile il signi- lo Spirito Santo, la fonte di ogni dono”.
ficato, tuttavia il versetto successivo fa 12:5 Quindi l’apostolo fa notare che,
pensare che Paolo non avesse in mente nella chiesa, vi è diversità di ministeri,
solamente le manifestazioni dello Spi- o servizi. Non tutti abbiamo la stessa
rito Santo ma altresì quelle provenienti funzione, ma siamo tutti uniti dal fatto
dagli spiriti maligni. che lavoriamo per il medesimo Signore,
12:2 Prima della conversione i Corin- con una particolare attenzione al servi-
zi erano stati idolatri, schiavi di spiriti zio per il prossimo (non per noi stessi).
maligni. Essi vivevano nel timore degli 12:6 Inoltre, sebbene vi sia varietà di
spiriti ed erano trascinati da influenze operazioni per quanto concerne i doni
diaboliche. Erano stati testimoni di ma- spirituali, è il medesimo Dio che opera
nifestazioni soprannaturali del mondo in ogni credente. La maggiore efficacia
spirituale e avevano udito parole ispi- o appariscenza di un dono rispetto a un
rate da spiriti maligni. Sotto la loro in- altro non dipende dalla superiorità di chi
fluenza, il loro autocontrollo era talvolta lo esercita, bensì dalla potenza di Dio.
venuto meno ed essi avevano detto e 12:7 Lo Spirito si manifesta nella
fatto cose che andavano al di là della vita di ciascun credente attraverso
propria consapevolezza. l’elargizione di doni spirituali. Non esi-
12:3 Ora che sono salvati, i credenti ste un credente privo di una mansione
devono sapere come giudicare tutte le propria. I doni sono dati per il bene e
manifestazioni spirituali, vale a dire l’utilità comune dell’intero Corpo, non
come discernere fra la voce degli spiriti per l’esibizionismo o l’autogratifica-
maligni e quella autentica dello Spirito zione personale. Questo è il cardine
Santo. La prova fondamentale è la testi- dell’intera questione.
monianza resa al Signore Gesù. Chiun- La disamina sfocia naturalmente
que dica Gesù è anatema è certamente nell’elencazione di alcuni doni dello
sotto un’influenza demoniaca, poiché Spirito.
gli spiriti maligni non possono far altro 12:8 La parola di sapienza è la ca-
che bestemmiare e maledire il nome di pacità soprannaturale di parlare con
Gesù. Lo Spirito di Dio non indurrebbe divino intuito per dirimere questioni
mai nessuno a parlare del Salvatore in difficili, difendere la fede, risolvere
questi termini, poiché il suo ministero conflitti, offrire consigli pratici o an-
è quello di esaltare il Signore Gesù. Lo cora perorare la propria causa dinan-
Spirito di Dio porta il credente a con- zi alle autorità. Stefano dimostrò di
fessare che Gesù è il Signore, non solo possedere tale parola di sapienza a tal
con le labbra, ma con il caldo e pieno punto che i suoi avversari “non poteva-
coinvolgimento del proprio cuore e no resistere alla sapienza e allo Spirito
della propria vita. con cui egli parlava” (At 6:10).
Notiamo che nei vv. 3, 4-6 sono men- La parola di conoscenza è la ca-
zionate le tre Persone della Trinità. pacità di trasmettere insegnamen-
12:4 Paolo spiega quindi che, se da ti div inamente rivelati. Questo
un lato esiste una varietà di doni del- aspetto è illustrato dall’uso che Paolo
lo Spirito Santo nella chiesa, v’è altresì fa di espressioni come: “Ecco, io vi di-
una basilare, triplice unità che caratte- co un mistero” (1 Co 15:51) e “Poiché
rizza le tre Persone della Deità. questo vi diciamo mediante la parola
Anzitutto vi è diversità di doni, ma del Signore” (1 Te 4:15). In quel senso
vi è un medesimo Spirito. I Corinzi si originario, di veicolo di nuove veri-

718
1 CORINZI 12:11

tà, la parola di conoscenza è venuta pretesa di comunicare nuove verità da


meno, poiché la fede cristiana “è stata parte di Dio.(44)
trasmessa ai santi una volta per tutte” In un senso più marginale utiliz-
(Gd 3). Il corpo della dottrina cristiana ziamo la parola “profeta” per definire
è completo. In senso minore, però, la qualunque predicatore che insegna
parola di conoscenza può essere anco- la Parola di Dio con autorità, incisivi-
ra fra noi. Esiste tuttora una misteriosa tà ed efficacia. La profezia può altresì
comunicazione di conoscenza divina a includere l’elevazione della lode a Dio
coloro che vivono in stretta comunione (vd. Lu 1:67-68), nonché l’incoraggia-
con il Signore (vd. Sl 25:14). La condivi- mento e l’edificazione del suo popolo
sione di tale conoscenza con gli altri è (vd. At 15:32).
la parola di conoscenza. Il discernimento degli spiriti è la
12:9 Il dono di fede è la capacità di- capacità di comprendere se un profe-
vinamente conferita di spostare quelle ta o un’altra persona parlano da par-
montagne che si frappongono fra noi e te dello Spirito Santo o di Satana. La
il perseguimento della volontà di Dio persona che possiede questo dono ha
(vd. 13:2) e di compiere grandi imprese la facoltà di discernere se un uomo è
per Dio secondo i comandamenti o le un impostore o un opportunista, per
promesse contenuti nella sua Parola, o esempio. È così che Pietro fu in grado
comunicati al singolo individuo. Il fon- di smascherare Simone il mago, uomo
datore degli orfanotrofi a Bristol, il tede- avvelenato dall’amarezza e prigioniero
sco George Müller, è il classico esempio dell’iniquità (vd. At 8:20-23).
di uomo di fede: in sessant’anni, senza Il dono delle lingue, come è stato
chiedere niente a nessuno fuorché a Dio, detto, implica la capacità di parla-
egli si prese cura di diecimila orfani. re una lingua straniera senza averla
I doni di guarigione consistono nel mai studiata. Tale dono costituiva un
potere miracoloso di guarire le malattie. segno, in particolare per Israele. L’in-
12:10 Con la potenza di operare terpretazione delle lingue è il potere
miracoli si intendeva il potere di scac- miracoloso di comprendere una lingua
ciare i demoni, di tramutare la forma sconosciuta e comunicarne il messag-
della materia, di risuscitare i morti e di gio nella lingua nota.
dominare gli elementi. Filippo operò Vale forse la pena notare che l’elenco
diversi miracoli in Samaria, guada- si apre con i doni principalmente legati
gnando in tal modo parecchi uditori all’intelletto e si chiude con quelli prin-
del vangelo (vd. At 8:6-7). cipalmente connessi alle emozioni. I
Il dono di profezia, nell’accezione Corinzi avevano invertito tale ordine di
principale, comportava l’ascolto di ri- priorità, esaltando il dono delle lingue
velazioni divine e la loro trasmissione sopra tutti gli altri. Per qualche motivo,
ad altri. Talvolta i profeti predicevano essi ritenevano che la spiritualità fosse
eventi futuri (vd. At 11:27-28; 21:11), più direttamente proporzionale alla po-
spesso rivelavano semplicemente il tenza esercitata (più Spirito Santo = più
pensiero di Dio. Come per gli apostoli, il potenza). Essi scambiavano la potenza
loro ministero era legato alla fondazio- con la spiritualità.
ne della chiesa (vd. Ef 2:20). Essi stessi 12:11 Tutti i doni menzionati nei
non erano il fondamento, ma lo posero vv. 8-10 sono prodotti e diretti dal me-
con il loro insegnamento incentrato sul desimo Spirito. Vediamo qui ancora una
Signore Gesù. Una volta posto il fonda- volta che egli non elargisce lo stesso do-
mento, non vi fu più bisogno di profeti: no a tutti, ma dispensa doni a ciascuno
il loro ministero è conservato per noi in particolare come vuole. Questo è un
nelle pagine del N.T. Sin dal completa- altro punto importante: lo Spirito elar-
mento delle Scritture respingiamo qua- gisce i doni in modo sovrano. Se real-
lunque cosiddetto profeta che abbia la mente afferriamo questa verità, da un

719
1 CORINZI 12:12

lato il nostro orgoglio verrà meno, poiché È bene notare qui diversi importanti
nulla abbiamo che non abbiamo ricevu- aspetti. In primo luogo, il battesimo dello
to (vd. 4:7), e, dall’altro, svanirà il mal- Spirito Santo è l’opera divina che colloca
contento, poiché colui che è Sapienza e il credente all’interno del Corpo di Cristo.
Amore ha scelto per ciascuno il dono da Non si tratta del battesimo in acqua, come
elargire e la sua scelta è perfetta. È sba- indicato chiaramente da Mt 3:11; Gv 1:33
gliato desiderare tutti lo stesso dono. Se e At 1:5, né di un’opera di grazia successi-
tutti suonassero lo stesso strumento, non va alla salvezza o volta a rendere più spiri-
potrebbe esistere un’orchestra sinfonica. tuali i credenti. Tutti i Corinzi erano stati
E se il corpo fosse composto solamente battezzati nello Spirito: nondimeno Paolo
dalla lingua, sarebbe una mostruosità. li rimproverava perché essi non erano
12:12 Il corpo è un esempio di uni- spirituali, ma carnali (vd. 3:1). Non è vero
tà e di diversità. Il corpo è uno, ma ha che la xenoglossia (“parlare in lingue”) sia
molte membra. Benché tutti i credenti un segno immancabile del battesimo del-
siano diversi e abbiano funzioni diver- lo Spirito. Tutti i Corinzi erano stati bat-
se, insieme costituiscono un’unità fun- tezzati, ma non tutti parlavano in lingue
zionante, il corpo. (vd. 12:30). Vi possono essere esperienze
L’espressione così è anche di Cristo ha catartiche nel momento in cui il credente
una traduzione più precisa: “Così è an- si arrende al controllo dello Spirito Santo
che il Cristo”. La locuzione “il Cristo” qui e riceve potenza dall’alto; tuttavia, simili
non fa riferimento solo al Signore Gesù esperienze non hanno niente a che fare
Cristo glorificato in cielo, ma al Capo nel con il battesimo dello Spirito, con il quale
cielo e alle sue membra sulla terra. Tutti i non vanno confuse.
credenti sono membra del Corpo di Cri- Il versetto prosegue con l’affermazio-
sto. Proprio come il corpo umano è un ne che i credenti sono tutti stati abbeve-
veicolo attraverso il quale una persona rati di un solo Spirito. Questo significa
si esprime, così il Corpo di Cristo è, sul- che tutti hanno parte nello Spirito di
la terra, il veicolo attraverso il quale egli Dio, avendolo invitato come Persona di-
sceglie di farsi conoscere al mondo. Che vina a dimorare in loro e beneficiando
il Signore consenta l’uso di un’espres- della sua opera nella loro vita.
sione come “il Cristo”, con riferimento a 12:14 Senza una varietà di membra,
quanti di noi sono membra del suo cor- non avremmo mai un corpo umano. Vi
po, è prova di una grazia meravigliosa. devono essere molte membra, e tutte
12:13 Paolo passa ora a spiegare diverse, ma operanti in ubbidienza al
come siamo diventati membra del capo e in armonia fra loro.
Corpo di Cristo: tutti siamo stati bat- 12:15 Comprendere quanto sia essen-
tezzati in un unico Spirito per forma- ziale la diversità per un corpo normale
re un unico corpo. Ciò significa forse e sano ci preserverà da due pericoli in-
che lo Spirito è l’elemento in cui noi sidiosi: sminuire noi stessi (vv. 15-20) e
siamo stati immersi, come l’acqua è sminuire gli altri (vv. 21-25). Sarebbe as-
l’elemento in cui si immerge il battez- surdo se il piede si sentisse poco impor-
zando. Un’altra possibile traduzione è tante perché non ha la funzione propria
“siamo battezzati da un unico Spiri- della mano. Dopo tutto, il piede ci fa
to”, nel senso che lo Spirito è colui che stare in piedi, camminare, correre, ar-
battezza. Questo è il significato più rampicarci, ballare, calciare e compiere
probabile e comprensibile. (45) ogni sorta di movimenti.
Il battesimo dello Spirito Santo è av- 12:16 L’orecchio non dovrebbe
venuto il giorno di Pentecoste, il giorno sentirsi emarginato perché non è un
della nascita della chiesa. Noi parte- occhio. Diamo il nostro udito per scon-
cipiamo ai benefici di quel battesimo tato finché non ci coglie la sordità. È al-
quando nasciamo di nuovo, divenendo lora che ci rendiamo conto dell’utilità
membra del corpo di Cristo. dell’orecchio.

720
1 CORINZI 12:26

12:17 Se tutto il corpo fosse occhio, reni, ad esempio, non paiono forti co-
saremmo di fronte a una sorda mo- me le braccia, ma sono indispensabili,
struosità, buona solo come attrazione da mentre le braccia non lo sono. Si può
circo. O se il corpo avesse solo orecchie, vivere senza braccia e senza gambe,
non percepirebbe l’odore di una perdita e perfino senza lingua, ma non si può
di gas e presto non sarebbe nemmeno vivere senza cuore, polmoni, fegato o
più in grado di udire, perché morirebbe. cervello. Tuttavia, questi organi vitali
Paolo spiega che, se il corpo fosse non si mettono mai in mostra e conti-
tutto lingua, sarebbe un mostro defor- nuano a svolgere la propria funzione
me, come deformante era l’enfasi posta nell’ombra.
dai Corinzi sul dono delle lingue, de- 12:23 Alcune parti del corpo sono
stinata a creare, di fatto, una comunità attraenti, mentre altre non sono al-
locale che era tutta lingua. Parlava, sì, trettanto presentabili, così cerchiamo
ma non era in grado di fare nient’altro! di nasconderle con gli abiti. In questo
12:18 Ma Dio non si è reso colpevole di modo fra le membra del corpo vi è una
una simile follia. Nella sua impareggia- sorta di cura reciproca, volta a mini-
bile sapienza, egli ha collocato ciascun mizzare le differenze fra le parti.
membro nel corpo, come ha voluto. Dob- 12:24 Quelle parti del corpo che
biamo dargli credito che egli sa il fatto sono decorose non necessitano di ul-
suo! Dovremmo essergli profondamente teriore cura, ma Dio ha assemblato le
grati, a prescindere dal dono che egli ci ha diverse parti formando una struttura
elargito, ed esercitare tale dono per la sua organica: alcune parti sono decorose,
gloria e per l’edificazione altrui. L’invidia altre un po’ meno. Alcune fanno una
dei doni altrui è peccato, essendo una for- buona figura in pubblico, altre un po’
ma di ribellione contro il disegno perfetto meno. Però Dio ci ha fornito la capaci-
di Dio per la nostra vita. tà istintiva necessaria per apprezzare
12:19 È impossibile pensare a un cor- tutte le membra, per riconoscere la loro
po formato da un unico membro. I Co- interdipendenza e controbilanciare le
rinzi dovevano quindi riflettere sul fatto carenze di quelle che non sono altret-
che, se tutti avessero avuto il dono delle tanto piacevoli.
lingue, il corpo non avrebbe potuto 12:25 La cura reciproca fra mem-
adempiere alcuna funzione. Altri doni, bra preserva da divisioni o scismi nel
benché meno appariscenti e sensazio- corpo. L’uno dà all’altro ciò di cui ha
nali, sono nondimeno necessari. bisogno e riceve in cambio l’aiuto che
12:20 Come Dio ha stabilito, esisto- solo l’altro membro gli può fornire. Lo
no molte membra, ma c’è un unico stesso deve avvenire nella chiesa. Porre
corpo. Questi aspetti ci paiono ovvi in enfasi eccessiva su uno dei doni dello
relazione al corpo umano, ma dovreb- Spirito porterà a conflitti e a divisioni.
bero esserlo altrettanto in relazione al 12:26 Ciò che influenza un membro
nostro servizio nella chiesa. influenza tutte le membra . Questo è
12:21 Come è folle invidiare i doni quanto succede, manifestamente, nel
altrui, è altrettanto folle disprezzarli o corpo umano. La febbre, per esempio,
ritenere di poter fare a meno degli altri. non è circoscritta a una sola parte del
…l’occhio non può dire alla mano: “Non corpo, ma colpisce l’intero organismo.
ho bisogno di te”; né il capo può dire ai Lo stesso vale per altri tipi di malattia
piedi: “Non ho bisogno di voi”. L’occhio o di dolore. Un oculista può spesso in-
può vedere ciò che va fatto, ma non può dividuare un tumore al cervello, una
farlo. E ancora, il capo può sapere che è malattia renale o un’infezione al fegato
necessario recarsi in un certo posto ma, semplicemente guardando l’occhio. La
per andarci, ha bisogno dei piedi. ragione di questo è che, sebbene questi
12:22 Alcune membra del corpo… organi siano tutti distinti e separati,
sembrano essere più deboli di altre. I tutti fanno però parte dello stesso cor-

721
1 CORINZI 12:27

po e sono legati in un rapporto vitale fondatori di chiese mandati dal Signo-


tale che ciò che influenza l’uno influen- re. Chiamandoli missionari anziché
za altresì tutti gli altri. Invece di essere “apostoli”, evitiamo di creare l’equivo-
scontenti di ciò che ci è toccato in sorte co che essi possiedano la straordinaria
o, per contro, invece di vantare la no- autorità e potenza dei primi apostoli.
stra indipendenza dagli altri, siamo Subito dopo vengono i profeti. Ab-
chiamati a un vero senso di solidarietà biamo già detto che i profeti parlavano
all’interno del Corpo di Cristo. Ciò che da parte di Dio, cioè comunicavano la
nuoce a un altro credente dovrebbe parola ricevuta da Dio prima che que-
provocare in noi il più profondo dolo- sta fosse messa per iscritto. I dottori
re. Analogamente, vedere un credente sono coloro che interpretano la Parola
onorato non dovrebbe procurarci invi- di Dio e la spiegano alla gente in mo-
dia, ma gioia. do comprensibile. Il termine miracoli
12:27 Paolo ricorda ai Corinzi che può far riferimento alla risurrezione
essi sono il corpo di Cristo. Questo dei morti, all’esorcismo dei demòni
non può verosimilmente significare il ecc. I doni di guarigioni comportano
Corpo di Cristo nella sua totalità, né un la cura istantanea di malattie fisiche,
Corpo di Cristo, giacché non vi è che come menzionato in precedenza. Le
un unico Corpo. Tale locuzione può assistenze sono comunemente legate
solamente significare che la collettivi- all’opera dei diaconi, cui sono affidate
tà dei credenti forma un microcosmo, le questioni pratiche all’interno della
o una riproduzione in scala del Corpo chiesa. Il dono di governo, invece, si
di Cristo. Individualmente ciascuno è applica generalmente agli anziani o
membro di quella grande entità coope- vescovi. Sono gli uomini che curano
rativa. Come tale, l’individuo dovrebbe piamente e spiritualmente la chiesa
espletare la propria funzione senza locale. Da ultimo, vi è il dono delle lin-
sentimenti di orgoglio, autosufficienza, gue. Siamo convinti che l’ordine abbia
invidia o vergogna. qui un senso. Paolo menziona il dono
12:28 L’apostolo dà ora un nuovo dell’apostolato per primo e quello delle
elenco di doni. Nessuno di questi elen- lingue per ultimo. Attribuendo al dono
chi deve essere considerato completo. delle lingue la massima importanza, i
E Dio ha posto nella chiesa in primo Corinzi sminuivano l’apostolo!
luogo degli apostoli. La locuzione in 12:29-30 Con la sua domanda re-
primo luogo indica che non tutti sono torica (che presuppone una risposta
apostoli. I dodici erano uomini scelti negativa), (46) l’apostolo fa presente
dal Signore come suoi messaggeri. Essi che i credenti non possiedono tutti
rimasero con lui durante il suo mini- lo stesso dono. Qualcuno è apostolo,
stero terreno (vd. At 1:21-22) e, fatta qualcun altro è profeta, qualcun altro
eccezione per Giuda, lo videro dopo la ancora è dottore, oppure operatore di
sua risurrezione (vd. At 1:2-3, 22). Ma, miracoli, guaritore, diacono, guida,
oltre ai dodici, vi furono anche altri esperto in lingue o interprete. Ogni
apostoli. Assai degni di nota sono: Pao- asserzione, implicita o esplicita, della
lo, Barnaba (vd. At 14:4, 14), Giacomo (il necessità che tutti possiedano il dono
“fratello del Signore”; vd. Ga 1:19), Sila delle lingue è contraria alla Parola di
e Timoteo (vd. 1 Te 1:1; 2:6). Insieme Dio ed estranea all’intero concetto di
ai profeti del N.T., gli apostoli posero Corpo con le sue molte parti, ciascuna
le fondamenta dottrinali della chiesa con la propria funzione.
tramite il loro insegnamento, incentra- Se, come l’apostolo afferma, non
to sul Signore Gesù Cristo (vd. Ef 2:20). tutti possiedono il dono delle lingue,
Nel senso più stretto del termine, oggi è sbagliato insegnare che le lingue
non esistono apostoli. In un senso più costituiscono il segno del battesimo
ampio, vi sono ancora messaggeri e dello Spirito. Se le cose stessero co-

722
1 CORINZI 13:2

sì, non tutti potrebbero aver parte in molto difficile per gli altri dover stare a
quel battesimo. Ma la verità è che ogni sentire qualcosa che non comprende-
credente è già stato battezzato nello vano. Paolo insiste sul fatto che tutti i
Spirito (v. 13). doni devono essere esercitati con spirito
12:31 Con l’esortazione: Voi, però, d’amore. Il fine dell’amore è soccorrere
desiderate ardentemente i doni mag- gli altri, non compiacersi di sé.
giori! , Paolo si rivolge ai Corinzi come D’altra parte, i “non carismatici”
chiesa locale, non come individui. Lo avevano forse reagito senza carità.
capiamo dal verbo declinato al plurale Può darsi che arrivassero a sostenere
nell’originale. L’apostolo osservava che che “tutte le lingue vengono dal dia-
i Corinzi, come assemblea, avrebbero volo”. Le loro lingue greche, tuttavia,
dovuto desiderare di possedere una erano forse perfino peggiori di quelle
buona varietà di doni per l’edificazio- “carismatiche”! In definitiva, la loro
ne. I doni maggiori sono quelli che più mancanza d’amore era ancora più ri-
sono utili, non i più appariscenti. Tutti provevole dell’abuso stesso del dono
i doni sono elargiti dallo Spirito Santo delle lingue.
e nessuno di essi dovrebbe essere di- Pertanto Paolo saggiamente ricorda
sprezzato. Tuttavia, resta il fatto che a tutti loro che l’amore deve essere pre-
alcuni, più di altri, sono di maggior sente da una parte come dall’altra. Se
beneficio per il corpo. Sono questi i do- avessero mostrato amore gli uni verso
ni che ogni comunità locale dovrebbe gli altri, le divergenze si sarebbero in
chiedere al Signore di suscitare fra i gran parte appianate. Ogni questione,
membri dell’assemblea. infatti, necessita di amore più che di
Ora vi mostrerò una via, che è la via provvedimenti disciplinari o divisioni.
per eccellenza. Con queste parole Paolo 13:1 Anche se una persona potesse
apre il capitolo dell’amore (1 Co 13). Con parlare tutte le lingue, umane e an-
ciò egli desidera spiegare che il possesso geliche, ma non lo facesse per il bene
dei doni non è importante quanto l’eser- altrui, non sarebbe più utile o gradita
cizio di questi stessi doni nell’amore. dello stridio di metalli sfregati l’uno
L’amore si preoccupa degli altri, non di contro l’altro. Se non si riesce a capi-
se stesso. È meraviglioso vedere un uo- re cosa viene detto, l’utilità di un dato
mo che ha ricevuto dallo Spirito Santo ministero risulta nulla. Non è che uno
un dono particolare, ma è ancor più bel- snervante baccano privo di utilità co-
lo vedere un uomo che esercita il proprio mune. Ciò che è espresso in un’altra
dono per edificare gli altri nella fede, in- lingua può essere compreso solamen-
vece di attirare l’attenzione su di sé. te se interpretato. In tal caso, comun-
I più tendono ad astrarre il cap. 13 dal que, ciò che è detto deve essere altresì
suo contesto, considerandolo come un edificante.
inciso avente lo scopo di mitigare la ten- La locuzione le lingue degli angeli
sione riguardo all’argomento delle lingue designa forse un modo di esprimersi
nei capp. 12 e 14. Ma non è così. Il cap. 13 aulico ma non fa riferimento a una
è una parte fondamentale ed essenziale lingua sconosciuta giacché, quando
dell’argomentazione di Paolo. gli angeli hanno parlato agli uomini
Evidentemente, l’abuso del dono del- nella Bibbia, lo hanno fatto servendosi
le lingue aveva generato contese fra i di un linguaggio comune e facilmente
membri dell’assemblea. Servendosi del comprensibile.
proprio dono per mettersi in mostra, 13:2 Similmente, un uomo potreb-
edificare se stessi e autogratificarsi, i “ca- be ricevere meravigliose rivelazioni
rismatici” non erano guidati dall’amore. da Dio, potrebbe conoscere i grandi
Parlare in pubblico in una lingua che misteri di Dio e ricevere l’esclusiva
non avevano mai dovuto studiare era, rivelazione di straordinarie verità in
per costoro, motivo d’orgoglio, ma era precedenza nascoste. Dio potrebbe in-

723
1 CORINZI 13:3

fondergli tutta la scienza e quel gene- altrui. L’amore non s’inasprisce, ma è


re di fede eroica in grado di spostare i pronto a subire affronti e insulti. L’amo-
monti, ma se questi meravigliosi doni re non addebita il male, ossia non è
non servono a edificare le altre mem- prevenuto nei confronti degli altri: non
bra del Corpo di Cristo, ma sono usati sospetta il male ed è privo di malizia.
in modo egoistico per il proprio van- 13:6 L’amore non gode dell’ingiusti-
taggio personale, non hanno alcun va- zia, ma gioisce con la verità . C’è una
lore e chi li possiede non è nulla, ossia certa vena iniqua nella natura uma-
non è di alcuna utilità per gli altri. na, che si compiace di ciò che è male,
13:3 Se l’apostolo desse tutti i pro- specialmente se ne deriva un vantag-
pri beni per nutrire i poveri o perfino gio personale. Non è questo lo spirito
il proprio corpo a essere arso, simili dell’amore. L’amore gioisce ogni volta
valorosi atti non gli gioverebbero a che la verità trionfa.
nulla se non rappresentassero un gesto 13:7 L’espressione soffre ogni co-
d’amore. Qualora egli cercasse sempli- sa può indicare che l’amore sopporta
cemente di attirare l’attenzione su di sé pazientemente ogni cosa o cela gli er-
per farsi un nome, tutto il suo sfoggio rori altrui. La parola soffre può essere
di virtù sarebbe privo di alcun valore. altresì tradotta come “copre”. L’amore
13:4 Qualcuno ha osservato che, ini- non amplifica inutilmente i fallimenti
zialmente, questo passo non intendeva altrui, sebbene debba mostrare fer-
essere un trattato sull’amore ma, come mezza nell’amministrare la giusta di-
gran parte delle gemme letterarie del sciplina quando necessaria.
N.T., prendeva spunto da una particolare L’amore crede ogni cosa o, in altre
situazione locale. C. Hodge ha fatto nota- parole, cerca di leggere le azioni e gli
re che i Corinzi erano impazienti, scon- avvenimenti nel modo migliore possi-
tenti, invidiosi, gonfi d’orgoglio, egoisti, bile. L’amore spera ogni cosa nel senso
privi di creanza, incuranti dei sentimen- che con tutto se stesso desidera che le
ti e degli interessi altrui, sospettosi, pieni cose vadano per il meglio. L’amore sop-
di risentimento e ipercritici. L’apostolo li porta ogni cosa in relazione alla perse-
pone dunque a confronto con le caratte- cuzione e al maltrattamento.
ristiche del vero amore. 13:8 Avendo descritto le qualità di
Anzitutto l’amore è paziente, è bene- coloro che esercitano il proprio dono
volo. Con il termine paziente si indica, nell’amore, l’apostolo ora mette in con-
in questo caso, quel genere di soppor- trasto il carattere perpetuo dell’amore
tazione che non risponde alle provo- con quello temporaneo dei doni. L’amo-
cazioni. La benevolenza è una bontà re non verrà mai meno. Per tutta l’eter-
attiva, che opera nell’interesse altrui. nità l’amore si rifletterà nel nostro amore
L’amore non invidia gli altri, piuttosto per il Signore e gli uni per gli altri. I doni,
si compiace che gli altri siano onorati invece, sono destinati a cessare.
e innalzati. L’amore non si vanta, non Esistono due principali interpreta-
si gonfia, ma comprende che tutto ciò zioni dei vv. 8-13. Secondo la conce-
che ha è dono di Dio e che non vi è nul- zione tradizionale, i doni di profezia,
la nell’uomo di cui essere fieri. Perfino i lingue e conoscenza cesseranno allor-
doni dello Spirito Santo sono sovrana- ché i credenti entreranno nella gloria
mente elargiti da Dio e non dovrebbe- eterna. D’altro canto, è opinione di al-
ro generare superbia e arroganza, per cuni che questi doni siano già cessati
quanto appariscenti possano essere. e che la loro fine abbia coinciso con il
13:5 L’amore non si comporta in mo- completamento del canone della Scrit-
do sconveniente: se un individuo è real- tura. Al fine di presentare entrambe
mente guidato dall’amore, sarà cortese le scuole di pensiero, parafraseremo
e rispettoso. L’amore non cerca il pro- i vv. 8-12 sotto i titoli: ETERNITÀ e
prio interesse, ma è interessato al bene CHIUSURA DEL CANONE.

724
1 CORINZI 13:11

Eternità Chiusura del canone

13:8 L’amore non cesserà mai, mentre L’amore non cesserà mai. Al tempo
le profezie attualmente in vigore di Paolo vi era comunicazione
cesseranno quando il popolo di Dio divina di profezie, ma la necessità
sarà in cielo con lui. Ora esiste il dono di simili rivelazioni dirette sarebbe
di conoscenza, che non avrà più ragione venuta meno con il completamento
di esistere allorché raggiungeremo il dell’ultimo libro del N.T. Il dono delle
compimento finale di tutte le cose nella lingue era ancora presente ai giorni
gloria (Paolo scrive che la “conoscenza di Paolo, ma si sarebbe esaurito da sé
verrà abolita”, ma non intende dire non appena fosse stato completato
che, in cielo, non esisterà alcuna forma il novero dei sessantasei libri della
di conoscenza. Deve fare senz’altro Bibbia. Tale dono, infatti, non era
riferimento al dono di conoscenza più necessario come ratifica della
attraverso il quale la verità divina è stata predicazione apostolica e profetica
impartita in modo soprannaturale). (vd. Eb 2:3-4). La conoscenza della
verità divina era donata da Dio agli
apostoli e ai profeti, ma anche questa
sarebbe cessata quando il corpo
completo della dottrina cristiana
fosse stato trasmesso alla posterità
una volta per sempre.

13:9 In questa vita la nostra conoscenza è Noi apostoli conosciamo in parte (nel
soltanto parziale, come lo sono anche senso che stiamo tuttora ricevendo
le nostre profezie. Vi sono molte cose conoscenza ispirata per rivelazione
che non capiamo nella Bibbia e molti diretta di Dio) e profetizziamo in parte
misteri nella provvidenza di Dio. (poiché possiamo solo comunicare le
rivelazioni parziali che riceviamo).
13:10 Ma quando ciò che è perfetto sarà Ma quando ciò che è perfetto sarà
giunto, vale a dire quando giungeremo giunto, vale a dire il completamento
alla perfezione nell’eternità, i doni di del canone per l’aggiunta del suo
conoscenza parziale e profezia parziale ultimo libro al N.T., le periodiche e
verranno meno. frammentarie rivelazioni della verità
divina cesseranno, come anche la
loro esposizione. Non vi sarà più
bisogno alcuno di rivelazioni parziali
poiché l’esposizione della Parola di
Dio sarà ormai completa.

13:11 Questa vita può essere paragonata I doni miracolosi erano legati all’in-
all’infanzia, ossia al tempo in cui la fanzia della chiesa. I doni in sé non
nostra capacità di parlare, la nostra erano infantili: erano elargizioni ne-
comprensione e i nostri pensieri sono cessarie dello Spirito Santo; ma quan-
molto limitati e immaturi. La condizione do la piena rivelazione fu disponibile
celeste è paragonabile alla maturità: nella Bibbia, i doni miracolosi non
una volta raggiunta tale condizione, furono più necessari e furono accan-
l’infanzia non è che un ricordo del tonati. Il termine “bambino” (47) qui
passato. indica un lattante, che non ha ancora
acquisito la facoltà di parola.

725
1 CORINZI 13:12

Eternità Chiusura del canone

13:12 Fintanto che siamo sulla terra, vediamo Ora (nel corso dell’era apostolica)
le cose in modo debole e indistinto, vediamo come in uno specchio,
come attraverso uno specchio opaco. In in modo offuscato. Nessuno di
cielo, per contro, vedremo direttamente noi (apostoli) ha ricevuto la piena
la realtà delle cose, senza che nulla si rivelazione di Dio. Ci è trasmessa in
frapponga fra noi e ciò che vedremo. parti distinte, come i tasselli di un
Ora la nostra conoscenza è parziale, mosaico. Quando il canone della
ma allora conosceremo proprio come Scrittura sarà completo, l’oscurità
siamo conosciuti, in modo più pieno. sarà rimossa e scorgeremo il quadro
Non avremo mai una conoscenza nella sua interezza. Attualmente la
perfetta, nemmeno in cielo. Dio solo è nostra conoscenza (come apostoli
onnisciente, ma la nostra conoscenza e profeti) è parziale; ma quando
sarà assai più vasta di quanto non lo l’ultimo libro sarà aggiunto al N.T., la
sia ora. nostra conoscenza sarà più piena e
personale di prima.

13:13 Fede, speranza e amore sono doni miracolosi sono in larga misura
ciò che William Kelly definisce “i prin- cessati al termine dell’età apostolica,
cipi morali fondamentali del cristiane- non possiamo escludere che Dio non
simo”. Queste grazie dello Spirito sono possa, qualora lo desideri, servirsi di
superiori ai doni dello Spirito e sono questi doni ancora oggi. A prescinde-
altresì più durature. In breve, il frutto re dalla nostra posizione, l’insegna-
dello Spirito è più importante dei doni mento che ricaviamo da entrambe
dello Spirito. le interpretazioni è che i doni dello
E l’amore è la più grande di tutte le Spirito sono parziali e temporanei,
grazie perché è interamente utile agli mentre il frutto dello Spirito è eterno
altri, non è egoistica ma altruistica. ed eccellente. L’amore ci preserverà
Ora, prima di chiudere il capitolo, dall’uso improprio dei nostri doni e
occorre aggiungere alcune precisazio- dalle contese e divisioni provocate
ni. Come abbiamo già accennato, una dal loro abuso.
interpretazione ampiamente condivi- 14:1 Il collegamento con il capitolo
sa vede nei vv. 8-12 un raffronto delle precedente è evidente. I credenti do-
facoltà dei credenti in questa vita e vrebbero ricercare l’amore . Questo
nell’eternità. farà sì che essi dedichino la propria
Nondimeno, molti credenti devoti vita al servizio del prossimo. Ma do-
che appoggiano la concezione della vrebbero altresì desiderare arden-
CHIUSURA DEL CANONE ritengono temente i doni spirituali per il bene
che il dono dei segni avesse il solo della loro assemblea. Se, da un lato, è
scopo di confermare la predicazione vero che i doni sono elargiti sovrana-
degli apostoli, prima che la Parola di mente dallo Spirito, è anche vero che
Dio fosse definita per iscritto, e che possiamo chiedere al Signore quei
la necessità di questi doni miracolosi doni di maggiore utilità per la chiesa
cessò quando il N.T. fu completato. locale. È per questo che Paolo afferma
Se, da un lato, questa interpretazio- che il dono di profezia è il più deside-
ne merita seria considerazione, dif- rabile. Egli inizia quindi a spiegare
ficilmente può essere stabilita con perché la profezia, per esempio, è più
certezza. Anche se crediamo che i utile del dono delle lingue.

726
1 CORINZI 14:7

14:2 …chi parla in altra lingua senza dendo che rinuncia volentieri al desi-
interpretazione non parla a beneficio derio egoistico di limitare quel dono
della congregazione. Dio comprende a se stesso e a una ristretta cerchia di
ciò che dice chi si esprime in questo eletti. Il suo desiderio è simile a quello
modo, ma non gli altri credenti, che espresso da Mosè: “Oh, fossero pure
non conoscono quella lingua. Forse tutti profeti nel popolo del SIGNORE, e
colui che possiede questo dono espone volesse il SIGNORE mettere su di loro il
meravigliose verità, ancora sconosciu- suo Spirito!” (Nu 11:29b). Ma, con que-
te… ma non può edificare nessuno sto, Paolo sapeva che non era la volontà
perché ciò che dice è completamente di Dio che tutti i credenti avessero lo
inintelligibile. stesso dono (vd. 12:29-30).
14:3 Invece, l’uomo che profetizza edi- L’apostolo avrebbe preferito che i
fica, incoraggia e consola gli altri. Ciò av- Corinzi profetizzassero poiché, in tal
viene perché parla la lingua della gente: modo, essi si sarebbero edificati a vi-
è questo che fa la differenza. Afferman- cenda. Quando qualcuno parlava in
do che il profeta edifica, esorta e consola, lingue senza interpretazione, invece,
Paolo non intende dare una definizione gli ascoltatori non capivano e non po-
dei compiti del profeta ma desidera, ben- tevano trarne alcun vantaggio. Paolo
sì, semplicemente puntualizzare che un preferiva l’edificazione all’ostentazio-
messaggio predicato nella lingua di chi ne. William Kelly è convinto che “per
ascolta produce tali risultati. la mente spirituale, ciò che sorprende
14:4 Questo versetto è comunemen- è assai meno importante di ciò che
te usato per giustificare l’uso privato edifica”. (48)
delle lingue per l’autoedificazione ma L’espressione a meno che egli inter-
il fatto che, in questo capitolo, il termi- preti potrebbe significare “a meno che
ne “chiesa” (o “assemblea”) compaia colui che parla in lingue interpreti” o
nove volte (vv. 4-5, 12, 19, 23, 28, 33-35) “a meno che qualcuno interpreti”.
indica in modo piuttosto convincente 14:6 Non servirebbe a nulla che
che Paolo non allude alla vita devozio- Paolo, una volta giunto a Corinto, si
nale che si svolge “nell’intimità della rivolgesse ai credenti parlando in altre
propria camera”, bensì all’esercizio lingue, se questi non capissero nulla di
del dono delle lingue nell’assemblea ciò che egli dice. Al contrario, essi do-
locale. Il contesto mostra che, lungi dal vrebbero essere in grado di ravvisare
giustificare l’uso delle lingue per l’au- nel suo discorso qualche rivelazio-
toedificazione, l’apostolo condanna ne, o qualche conoscenza, o qualche
qualsiasi esercizio del dono, nella chie- profezia, o qualche insegnamento. I
sa, che non sia utile agli altri. L’amore commentatori concordano sul fatto
si preoccupa per gli altri e non per se che i termini rivelazione e conoscenza
stesso. Se il dono delle lingue è eserci- implicano la ricezione interiore, men-
tato nell’amore, sarà di beneficio agli tre profezia e insegnamento hanno
altri e non solo a se stessi. comportano l’esposizione di ciò che,
…chi profetizza edifica la chiesa, interiormente, si è recepito. Paolo sta
non fa sfoggio del proprio dono a pro- affermando che, per essere utile alla
prio vantaggio personale, ma parla in chiesa, un messaggio deve essere com-
modo costruttivo in una lingua che la prensibile. Egli si accinge a dimostrare
congregazione è in grado di capire. questo concetto nei versetti seguenti.
14:5 Paolo non disprezza il dono 14:7 In primo luogo, egli porta ad
delle lingue; egli sa che è un dono del- esempio il suono emesso da uno stru-
lo Spirito Santo e non potrebbe mai mento musicale. Se il flauto o la cetra…
disprezzare qualcosa che viene dallo non danno suoni distinti, nessuno
Spirito. Afferma, anzi: Vorrei che tutti saprà ciò che si suona. L’idea stessa di
parlaste in altre lingue, con ciò inten- una musica gradevole è legata alla di-

727
1 CORINZI 14:8

stinzione fra le note, ossia alla melodia, tentativo di comunicare con qualcuno
a un ritmo definito e a una certa com- che non capisce la tua lingua.
prensibilità. 14:12 Alla luce di questo, i Corin-
14:8 Lo stesso vale per la tromba. Il zi erano chiamati a coniugare il loro
suono della chiamata alle armi deve desiderio dei doni dello Spirito con la
essere chiaro e distinto, altrimenti nes- necessità dell’edificazione della chie-
suno si preparerà alla battaglia. Se il sa. “Fate dell’edificazione della chiesa
trombettiere si alza ed emette un lungo la meta del vostro desiderio di eccel-
suono monotono, nessuno si muoverà lere”, traduce Moffatt. Notiamo che
dal proprio posto. Paolo non li dissuade mai dal ricerca-
14:9 Così è con la lingua umana. Se re i doni spirituali, ma cerca di guidar-
le parole che pronunciamo non sono li e istruirli affinché essi raggiungano
intelligibili, nessuno saprà ciò che di- il fine più alto attraverso l’esercizio di
ciamo. Sarà come parlare al vento (in questi doni.
questo versetto “lingua” indica l’or- 14:13 …chi parla in altra lingua pre-
gano dell’apparato fonatorio, non un ghi di poter interpretare. Il significato
idioma straniero). Esiste un’applica- di questa frase può anche essere quello
zione pratica di tutto ciò: il ministero di pregare affinché qualcuno possa in-
di insegnamento deve essere chiaro terpretare. (49) È possibile che chi pos-
e semplice. Se è troppo profondo e siede il dono delle lingue abbia anche
trascende le capacità intellettive del- il dono di interpretazione, ma si tratte-
la gente, non sarà di alcun beneficio; rebbe dell’eccezione piuttosto che della
l’oratore ne ricaverà una certa auto- regola. L’analogia con il corpo umano
gratificazione ma, con questo, non indica che membra diverse svolgono
aiuterà il popolo di Dio. funzioni diverse.
14:10 Paolo passa ora a un’altra il- 14:14 Se un uomo, per esempio, prega
lustrazione della verità che ha sin qua in altra lingua a un incontro di chiesa,
esposto. Parla delle molte specie di lo spirito suo prega (nel senso che espri-
linguaggi esistenti nel mondo. Dalle me i propri sentimenti, sebbene non in
lingue umane, l’argomento si esten- lingua corrente), ma la sua intelligenza
de alla comunicazione esistente fra le rimane infruttuosa, nel senso che non
altre creature. Paolo allude probabil- è di beneficio a nessun altro, giacché
mente ai vari richiami degli uccelli, l’assemblea non capisce nulla di ciò che
come pure ai versi degli altri animali. sta dicendo. L’espressione qui tradotta
Noi sappiamo, ad esempio, che gli uc- con la mia intelligenza è resa con l’ag-
celli hanno i loro richiami migratori, gettivo “intelligibili” al v. 19 (significato:
di accoppiamento e per la ricerca di “la comprensione che gli altri hanno di
cibo. Vi sono poi alcuni suoni emessi me”; vd. relativo commento).
dagli animali per avvisare di un peri- 14:15 Che dunque? Allora Paolo non
colo. Con ciò Paolo sta semplicemente avrebbe pregato solamente con lo spi-
affermando qui che ciascuno di questi rito, ma anche in modo da farsi capire.
versi ha un significato preciso. Nessun Tale è, infatti, il significato dell’espres-
linguaggio è senza significato. Ogni sione pregherò anche con l’intelligen-
lingua ha lo scopo di trasmettere un za. Ciò non significa che egli pregherà
messaggio definito. secondo il proprio discernimento, ma
14:11 Ciò accade anche nel linguag- piuttosto che egli pregherà tenendo
gio umano: se un individuo non ar- conto della necessità di farsi capire da
ticola i suoni nessuno lo può capire. tutti gli altri. Analogamente, avrebbe
Nemmeno continuando a ripetersi il salmeggiato con lo spirito con il mede-
suo farfugliare risulterà più compren- simo intento di farsi capire.
sibile al suo interlocutore. Poche espe- 14:16 Che questo sia il significato
rienze possono essere più ostiche del corretto del brano è ampiamente di-

728
1 CORINZI 14:23

mostrato da questo versetto. Se Paolo in uno stato di incoscienza mentale.


avesse benedetto Dio solamente nello La comune dottrina relativa alla na-
spirito, ma senza essere compreso da- tura di questo dono è l’unica che si
gli altri, come avrebbero potuto i cre- concilia con questo brano. Paolo
denti dire: Amen? afferma che, sebbene egli fosse in
…colui che occupa il posto come grado di parlare in lingue straniere
semplice uditore è la persona che par- più dei Corinzi, preferiva articolare
tecipa alla riunione senza conoscere la cinque parole con la sua intelligenza
lingua di colui che parla. Questo ver- (ND), al fine, cioè, di essere capito,
setto autorizza, per inciso, un uso in- che diecimila parole in una lingua
ignota. Nella chiesa, ossia nell’as-
telligente dell’espressione Amen negli
semblea, per istruire anche gli altri
incontri pubblici di chiesa.
(katecheo), cioè istruire oralmente
14:17 La persona che parla in una (vd. Ga 6:6). Questo mostra cosa si
lingua straniera ringrazia forse real- intende per parole intelligibili. Signi-
mente Dio, ma gli altri non sono edifi- fica parlare in modo tale da trasmet-
cati se non sanno cosa dice. tere istruzioni comprensibili.(51)
14:18 L’apostolo evidentemente par-
lava lingue straniere più di tutti loro. 14:20 Paolo a questo punto mette in
Sappiamo che Paolo aveva imparato guardia i Corinzi contro l’immaturità.
alcune lingue, ma qui il riferimento è I bambini preferiscono il divertimento
indubbiamente al dono delle lingue. all’utilità, le cose appariscenti a quelle
14:19 Nonostante la sua superiore misurate. L’apostolo sta dicendo: “Non
capacità linguistica, Paolo afferma che compiacetevi di questi doni appari-
egli preferirebbe dire cinque parole in- scenti che esercitate per mettervi in
telligibili per istruire anche gli altri, che mostra. In alcune cose, ossia in quanto
dirne diecimila in una lingua straniera. alla malizia o al male, dovreste essere
Egli non aveva alcun interesse a servirsi come bambini. Ma in altre cose dovre-
del proprio dono per mettersi in mostra. ste avere la maturità di uomini fatti”.
Poiché il suo obiettivo principale era 14:21 Qui l’apostolo cita Isaia per
il bene del popolo di Dio, Paolo aveva mostrare come le lingue siano un se-
pertanto deciso in cuor suo di parlare in gno per i non credenti piuttosto che
modo tale da farsi capire. per i credenti. Dio disse che, poiché
L’espressione tradotta con parole in- i figli d’Israele avevano rifiutato e di-
telligibili indica la comprensione da par- sprezzato il suo messaggio, egli avreb-
te di chi ascolta il messaggio, non di chi be parlato loro in una lingua straniera
lo espone.(50) C. Hodge dimostra che essa (vd. Is 28:11). L’adempimento di questa
non ha a che fare con la comprensione, profezia si realizzò allorché gli invaso-
da parte di Paolo, di ciò che egli diceva ri assiri entrarono nel paese d’Israele
in lingue, bensì con la comprensione che e gli Israeliti udirono la lingua assira
gli altri avevano delle sue parole: parlata in mezzo a loro. Si trattò di un
segno, per loro, del loro rifiuto della
Non bisogna credere che Paolo rin-
Parola di Dio.
graziasse Dio per aver ricevuto una
misura maggiore del dono delle lin-
14:22 Pertanto, poiché Dio volle le
gue, se tale dono fosse consistito nel- lingue come segno… per i non creden-
la capacità di parlare in lingue che ti, i Corinzi non avrebbero dovuto in-
egli stesso non comprendeva e il cui sistere a esercitarle con tanta liberalità
esercizio, partendo da tale assunto, nelle riunioni di credenti. Sarebbe stato
non potesse, secondo il principio da meglio se avessero invece profetizzato,
lui stesso fissato, essere di beneficio giacché la profezia costituiva un segno
né a lui né agli altri. Risulta altrettan- per i credenti e non per i non credenti.
to chiaro, da questi versetti, che par- 14:23 Quando dunque tutta la chie-
lare in lingue non significava parlare sa si riunisce e tutti i credenti parlano

729
1 CORINZI 14:24

in altre lingue senza interpretazione, …e così, gettandosi giù con la faccia a


cosa dovrebbero pensare gli estranei terra, adorerà Dio, proclamando che
che sopraggiungessero in quel momen- Dio è veramente in mezzo a quell’as-
to? Lungi dal considerare tale babele semblea.
una testimonianza nei loro confronti, Paolo sostiene che, al contrario della
costoro penserebbero che i santi sono profezia, le lingue senza interpretazio-
tutti pazzi. ne non producono alcun convincimen-
C’è un’apparente contraddizione to di peccato fra i non credenti.
fra il v. 22 e i vv. 23-25. Nel v. 22 si dice 14:26 A causa degli abusi che si era-
che le lingue sono un segno per i non no insinuati nella chiesa in relazione al
credenti laddove la profezia è un se- dono delle lingue, era necessario che lo
gno per i credenti. Nei vv. 23-25, però, Spirito Santo di Dio ne regolasse l’eser-
Paolo afferma che le lingue, se usate in cizio. Nei vv. 26-28 troviamo tracciati i
chiesa, non farebbero che confondere e confini del loro utilizzo.
scandalizzare i non credenti, mentre la Che cosa accadeva quando la chie-
profezia sarebbe utile anche a loro. sa primitiva si riuniva? Questo ver-
La spiegazione dell’apparente con- setto indica che gli incontri erano
traddizione è la seguente: i non cre- molto liberi e informali. Lo Spirito di
denti del v. 22 sono coloro che hanno Dio era libero di usare i vari doni che
rigettato la Parola di Dio e chiuso i loro egli stesso aveva elargito alla chie-
cuori alla verità. Le lingue sono un se- sa. Un uomo, ad esempio, leggeva
gno del giudizio di Dio su di loro, come un salmo, poi un altro esponeva un
lo furono per Israele nel brano di Isaia insegnamento, un altro comunicava
(v. 21). I non credenti menzionati nei una rivelazione ricevuta direttamen-
vv. 23-25 sono coloro che sono pronti te dal Signore, un altro ancora parla-
ad ascoltare e sono aperti alla Parola va in una lingua straniera e un altro,
di Dio, come dimostrato dalla loro pre- infine, interpretava la lingua appena
senza nell’assemblea cristiana. Udire udita. Paolo approva implicitamente
i credenti parlare in lingue straniere un simile esempio di “incontro aper-
senza che vi sia chi interpreti sarebbe to” in cui lo Spirito Santo può parlare
di ostacolo anziché di aiuto. attraverso vari fratelli. Avendo detto
14:24 Se degli estranei partecipano questo, tuttavia, egli si appresta su-
a un incontro in cui i credenti profetiz- bito a limitare l’esercizio di questi
zano, anziché parlare in lingue, i visi- doni. Ogni cosa deve essere fatta per
tatori udranno e comprenderanno ciò l’edificazione. Il carattere sensaziona-
che viene detto e saranno convinti da listico o spettacolare di un ministero
tutti e scrutati da tutti. L’apostolo de- non ne implica automaticamente una
sidera rilevare che non è possibile su- collocazione nella chiesa. Per essere
scitare una convinzione di peccato se accettabile, il ministero deve edificare
chi ascolta non capisce ciò che si dice. il popolo di Dio. È questo che si inten-
Quando le lingue non sono interpreta- de per edificazione, ossia la crescita
te, i fedeli e quanti sono stati invitati al spirituale.
culto non ne traggono alcun vantaggio. 14:27 In secondo luogo, l’eserci-
Coloro che profetizzavano lo facevano, zio del dono delle lingue è limitato a
naturalmente, in lingua corrente; il tre persone nel corso di un incontro.
loro messaggio poteva così essere com- Se c’è chi parla in altra lingua, siano
preso e colpire gli ascoltatori. due o tre al massimo a farlo. Non era
14:25 I segreti del… cuore dell’uomo ammissibile che, durante l’incontro,
sono svelati attraverso la profezia. Egli chiunque avesse facoltà di alzarsi per
sente che l’oratore si sta rivolgendo di- dar sfoggio della propria competenza
rettamente a lui e lo Spirito di Dio ope- nelle lingue straniere.
ra il convincimento nella sua anima. Inoltre, apprendiamo che i due o tre

730
1 CORINZI 14:34

cui era consentito parlare in lingue nel vrebbe occupare da solo tutto il tempo.
corso degli incontri dovevano parlare L’osservanza di questa limitazione
a turno. Ciò significa che dovevano recherebbe alla chiesa il più grande
parlare senza sovrapporsi, uno dopo beneficio: tutti imparerebbero e tutti
l’altro, evitando di creare confusione e sarebbero incoraggiati ed esortati.
disordine. 14:32 Un principio molto impor-
La quarta limitazione è che ci deve tante è esposto in questo versetto.
essere qualcuno che interpreti. Se un Leggendo fra le righe, sorge il sospetto
uomo si alza per parlare in una lingua che i Corinzi fossero erroneamente
straniera, deve prima assicurarsi che convinti che maggiore è il controllo
tra i fedeli ci sia qualcuno in grado di dello Spirito sull’uomo, minore è l’au-
interpretare ciò che sta per dire. tocontrollo che quest’ultimo è in gra-
14:28 Se non vi è chi interpreti, la do di esercitare. Secondo Godet, essi
persona deve tacere nell’assemblea . ritenevano che chiunque si trovasse
Può parlare nel silenzio del suo cuore a in tale condizione fosse trasportato in
se stesso e a Dio in questa lingua stra- uno stato di estasi nella misura in cui
niera, ma non pubblicamente. lo Spirito era presente in lui: quanto
14:29 Ai vv. 29-33a sono esposte le maggiore era l’influenza dello Spiri-
limitazioni che regolano il dono pro- to, tanto minore incidenza avevano
fetico. Anzitutto, i profeti potevano l’intelletto e l’autocoscienza. Secondo
parlare in due o tre e gli altri doveva- quei credenti, l’uomo controllato dallo
no giudicare. Nel corso di un unico Spirito Santo si trovava in uno stato
incontro non potevano esserci più di di passività, non essendo in grado di
tre interventi profetici; i credenti che controllare le proprie parole, la durata
ascoltavano dovevano giudicare se si del proprio intervento né, in generale,
trattasse veramente di una rivelazione le proprie azioni. Una simile idea tro-
divina o se chi la proferiva fosse un fal- va una pronta e piena confutazione
so profeta. in questo brano della Scrittura. Gli
14:30 Come abbiamo menzionato spiriti dei profeti sono sottoposti ai
precedentemente, un profeta riceve- profeti. Questo significa che il profeta
va rivelazioni dirette dal Signore e le non si lascerà trasportare senza il suo
comunicava alla chiesa. Ma, probabil- consenso o contro la sua volontà. Non
mente accadeva che, dopo ver comu- potrà dunque ignorare le istruzioni di
nicato una rivelazione, questi iniziasse questo capitolo affermando di “non
a predicare all’assemblea. L’apostolo aver potuto farne a meno”. Egli stesso
decide di fissare la regola secondo cui deve essere in grado di stabilire quan-
se, mentre il profeta sta parlando, una do e per quanto tempo parlare.
rivelazione è data a uno di quelli che 14:33 …perché Dio non è un Dio di
stanno seduti ad ascoltare, il prece- confusione, ma di pace. In altre pa-
dente deve interrompere ciò che sta role, se un incontro si trasforma in un
dicendo per lasciar spazio a chi ha pandemonio, possiamo star certi che lo
ricevuto l’ultima rivelazione. Questo Spirito di Dio non sta esercitando il suo
è dovuto al fatto che più il primo si di- controllo su tale adunanza!
lungherà, più incline sarà a presentare 14:34 Come è noto, le divisioni dei
la farina del proprio sacco e non il pane versetti, come anche la punteggiatu-
dello Spirito Santo. Durante i discor- ra del N.T., furono introdotte secoli
si prolissi, esiste sempre il pericolo di dopo la stesura dei manoscritti origi-
scadere dal piano divino a quello uma- nali. In alcune versioni la locuzione
no. La rivelazione deve avere la priorità introduttiva del v. 34 è quindi sposta-
su qualsiasi altra cosa. ta alla conclusione del v. 33 (vd. per
14:31 I profeti dovrebbero poter par- es. la ND, in cui si legge: “...perché
lare a uno a uno. Nessun profeta do- Dio non è un Dio di confusione, ma

731
1 CORINZI 14:35

di pace; e così si fa in tutte le chiese dei in chiesa. Se vogliono imparare qual-


santi ”). Quest’ultima, nondimeno, cosa, dovranno interrogare i loro ma-
trova maggiore giustificazione come riti a casa . Alcune donne potrebbero
presupposto finalizzato a correggere cercare di eludere il divieto di parlare
la prassi ecclesiastica proibita al v. 34, ponendo delle domande. Poiché è pos-
che come verità universale intorno sibile impartire degli insegnamenti
all’onnipresenza di Dio, quale Dio di facendo semplicemente delle doman-
pace, nella congregazione. La nostra de, questo versetto intende tagliare le
versione biblica di riferimento (NR), gambe a qualsiasi tipo di scappatoia
infatti, adotta un’altra punteggiatu- od obiezione.
ra e quindi ha: Come si fa in tutte le Se ci chiediamo come questo ordi-
chiese dei santi, le donne tacciano ne si applichi alla donna non sposa-
nelle assemblee: poiché non è loro ta o alla vedova, la risposta è che la
consentito di parlare, ma stiano sot- Scrittura non cerca mai di prendere
tomesse, come dice anche la legge. in esame ogni singolo caso, ma mira
Le istruzioni che Paolo rivolge ai san- a esporre semplicemente i principi
ti di Corinto non si applicano a loro generali. La donna non sposata potrà,
soltanto: le stesse indicazioni riguar- evidentemente, esporre i propri dub-
dano tutte le chiese dei santi . Il N.T. bi al padre o al fratello o ad uno degli
indica che, sebbene svolgano molti anziani della chiesa. A dire il vero, la
ministeri di gran valore, le donne non traduzione potrebbe essere la seguen-
hanno facoltà di esercitare un mini- te: “Chiedano agli uomini (52) nelle loro
stero pubblico a beneficio dell’intera case”. In ogni caso, la regola basilare
chiesa. Hanno ricevuto il sublime da tenere a mente stabilisce che è ver-
lavoro della casa e della crescita dei gognoso per una donna parlare in as-
figli. Ad esse non è permesso di par- semblea.
lare pubblicamente nell’assemblea. 14:36 Evidentemente l’apostolo Pao-
Questo è un posto dove realizzare la lo si rendeva conto che il suo insegna-
sottomissione all’uomo mento sarebbe stato fonte di obiezioni.
Riteniamo che l’espressione come Quanto aveva ragione! In risposta a
dice anche la legge alluda, effettiva- ogni potenziale contestazione, ironi-
mente, alla sottomissione della don- camente domanda: La parola di Dio è
na all’uomo. Questo insegnamento è forse proceduta da voi? O è forse per-
chiaramente esposto nella legge, che venuta a voi soli? In altre parole, se i
qui probabilmente fa riferimento, in Corinzi avevano la pretesa di saperne
primo luogo, al Pentateuco. Ge 3:16, di più dell’apostolo riguardo a queste
per esempio, afferma: “I tuoi desideri cose, era lecito domandarsi se fossero
si volgeranno verso tuo marito ed egli stati loro, come chiesa, a scrivere la
dominerà su di te”. parola di Dio o se fossero stati gli uni-
Vi è chi sostiene che Paolo stia qui ci a riceverla. Il loro atteggiamento era
vietando alle donne di chiacchierare proprio di chi si considerava un’autori-
o spettegolare durante un incontro di tà ufficiale in materia, ma resta il fatto
chiesa. Una simile interpretazione è che nessuna chiesa ha dato origine alla
però senza fondamento. Il verbo tra- Parola di Dio né esiste una chiesa che
dotto qui con “parlare” (laleo) non si- ne abbia l’esclusiva.
gnifica “chiacchierare” (in gr. koinè ), 14:37 Per quanto concerne tutte le
essendo bensì lo stesso verbo usato in istruzioni sin qui presentate in questo
relazione a Dio al v. 21 di questo ca- capitolo, l’apostolo si affretta a eviden-
pitolo e in Eb 1:1 con il significato di ziare che non si tratta delle sue idee o
“parlare con autorità”. delle sue interpretazioni personali,
14:35 Non è permesso alle donne di bensì di comandamenti del Signore :
formulare pubblicamente domande qualunque profeta del Signore, qua-

732
1 CORINZI 15:1-2

lunque persona realmente spirituale 2. se un uomo parla in lingue, ci deve


riconoscerà che le cose stanno proprio essere chi le interpreta (vv. 27c-28);
così. Questo versetto è una risposta 3. non più di tre persone possono par-
esauriente a coloro che sostengono che lare in lingue nel corso di un unico
alcuni insegnamenti di Paolo, in parti- incontro (v. 27a);
colare riguardo alle donne, riflettono i 4. coloro che parlano in lingue devono
pregiudizi personali dell’apostolo. farlo uno per volta (v. 27b);
Al contrario, essi non riflettono per 5. ciò che viene detto deve edificare
nulla il punto di vista di Paolo: sono (v. 26b);
comandamenti del Signore. 6. le donne devono rimanere in silen-
14:38 Naturalmente alcuni si rifiu- zio (v. 34);
tavano di accettarli come tali, quindi 7. ogni cosa deve essere fatta con di-
l’apostolo aggiunge che, se qualcuno gnità e con ordine (v. 40).
lo vuole ignorare, lo ignori. Chi rifiuta Questi stessi parametri rimangono
di riconoscere l’ispirazione di questi validi per la chiesa ancora oggi.
scritti e di accoglierli con rispetto non
ha alternative se non quella di rimane- IV. RISPOSTA DI PAOLO A COLORO
re nella propria ignoranza. CHE NEGANO LA RISURREZIONE
14:39 Per riassumere le istruzio- (cap. 15)
ni precedenti sull’esercizio dei doni,
Paolo esorta ora i fratelli a desiderare Questo è un capitolo molto importante
il profetare, ma a non impedire agli sulla risurrezione. Alcuni falsi dottori
uomini il parlare in altre lingue. Que- si erano infiltrati nella chiesa di Corin-
sto versetto mette in luce la rispetti- to con insegnamenti che negavano la
va importanza di questi due doni: i possibilità della risurrezione corporale.
Corinzi erano chiamati a desiderare Costoro non negavano l’idea della vita
il primo, senza però vietare il secon- dopo la morte ma sostenevano, proba-
do. La profezia aveva maggior valore bilmente, che si trattasse di un’esisten-
delle lingue, poiché era in grado di za puramente spirituale e incorporea.
convincere i peccatori di peccato e di L’apostolo offre qui la sua nota risposta
edificare santi. Le lingue, se prive di a queste obiezioni.
interpretazione, non servivano a nul-
la, se non a parlare a Dio e a se stessi, e A. Certezza della risurrezione
a far sfoggio di competenza linguisti- (15:1-34)
ca, donata da Dio. 15:1-2 Paolo ricorda ai credenti di Co-
14:40 L’ultimo monito di Paolo è rinto la buona notizia che egli aveva
che ogni cosa sia fatta con dignità e annunziato, che essi avevano ricevuto
con ordine. È significativo che questa e nella quale stavano saldi. Per i Corin-
regola sia inserita in questo capitolo. zi questa non era una nuova dottrina,
Nel corso degli anni, coloro che hanno nondimeno si rendeva necessario riba-
asserito di possedere il dono delle lin- dirla in quel momento critico.
gue non si sono distinti per l’ordine dei I Corinzi erano stati salvati mediante
loro incontri. Al contrario, molte delle questo vangelo, tuttavia Paolo si vide co-
loro riunioni sono caratterizzate dallo stretto a soggiungere: purché lo riteniate
sfogo di emozioni incontrollate e con- quale ve l’ho annunziato; a meno che
fusione generale. non abbiate creduto invano. Essi ave-
Per riassumere, dunque, l’apostolo vano conosciuto la salvezza in virtù del
Paolo indica i seguenti parametri per vangelo della risurrezione, a meno che,
regolare l’uso delle lingue nella chiesa naturalmente, non vi fosse alcuna risur-
locale: rezione, nel qual caso nemmeno poteva-
1. non bisogna vietare l’esercizio delle no essere salvati. Con la congiunzione
lingue (v. 39); purché l’apostolo non intende esprimere

733
1 CORINZI 15:3

dubbi o limitazioni riguardo alla salvez- personalmente dopo la risurrezione.


za dei Corinzi, né insegnare che la loro Quanto è grande la grazia del Signore
salvezza derivasse dal fatto di aver affer- Gesù Cristo! Poi il Signore apparve an-
rato saldamente il vangelo. che ai dodici discepoli. In realtà, essi
Invece Paolo vuole spiegare che, non si trovavano tutti nello stesso luo-
se non esiste risurrezione, non esiste go allorché ciò avvenne, ma l’espressio-
salvezza. In altre parole, coloro che ne i dodici indica senz’altro il gruppo
negavano la risurrezione corporale dei discepoli, benché mai al completo.
sferravano un attacco diretto all’intera È bene far notare come non tutte le ap-
verità del vangelo. Per Paolo la risurre- parizioni di cui si dà conto nei Vangeli
zione era una questione fondamentale. trovino menzione in questo elenco. Lo
Senza risurrezione non vi è cristiane- Spirito di Dio ha qui scelto quelle ap-
simo. Pertanto questo versetto costi- parizioni del Cristo risorto che più si
tuisce una sfida ai Corinzi a ritenere confacevano al suo scopo.
fermamente il vangelo che avevano 15:6 È opinione comune che l’appa-
ricevuto, nonostante gli attacchi che rizione del Signore a più di cinquecen-
esso continuava a subire. to fratelli abbia avuto luogo in Galilea.
15:3 Paolo aveva trasmesso ai Corinzi All’epoca in cui Paolo scrisse questa let-
lo stesso messaggio che aveva ricevuto tera, la gran parte dei fratelli era ancora
per rivelazione divina. La prima dot- in vita, sebbene alcuni fossero già in cie-
trina cardinale di quel messaggio è che lo con il Signore. In altre parole, in caso
Cristo morì per i nostri peccati, secondo di contestazioni riguardo alla veridicità
le Scritture. Queste parole mettono in di quanto affermato da Paolo, sarebbe
risalto la morte vicaria di Cristo: infat- stato ancora possibile interrogare al ri-
ti, egli non morì per i propri peccati né guardo gli altri testimoni ancora in vita.
come martire, bensì morì per i nostri 15:7 Non c’è modo di sapere a quale
peccati, ossia per pagare il prezzo per i Giacomo si faccia qui riferimento, ben-
nostri peccati. Tutto ciò avvenne secon- ché la maggior parte dei commentatori
do le Scritture. Con il termine Scritture pensi che si tratti del fratello del Signo-
si indicano qui gli scritti dell’A.T., poiché, re. Questo versetto ci dice anche che il
all’epoca, il N.T. non era ancora reperibi- Signore apparve a tutti gli apostoli.
le in forma scritta. Ma l’A.T. annunciava 15:8 Paolo, quindi, parla del suo in-
veramente la morte di Cristo per i peccati contro personale con il Cristo risorto
dell’umanità? Assolutamente sì! I vv. 5-6 sulla via di Damasco, allorché vide una
di Is 53 ne sono una prova sufficiente. gran luce dal cielo e incontrò il Cristo glo-
15:4 La sepoltura di Cristo fu profe- rificato faccia a faccia. Il termine aborto
tizzata in Is 53:9, mentre la sua risur- può anche indicare qui una nascita pre-
rezione nel Sl 16:9-10. È importante matura. W.E. Vine spiega che Paolo si
notare in quale misura Paolo mette in definisce inferiore al resto degli apostoli
risalto la testimonianza delle Scritture. nello stesso senso in cui una nascita pre-
La domanda: “Cosa dicono le Scrittu- matura difetta rispetto a una gravidanza
re?” dovrebbe essere la prova definitiva portata a termine. Si tratta di una forma
per dirimere ogni questione relativa di autocritica alla luce della sua vita tra-
alla nostra fede. scorsa perseguitando la chiesa.
15:5 Nei vv. 5-7 troviamo un elenco 15:9 Pensando al privilegio di aver
di testimoni oculari della risurrezione. incontrato il Signore faccia a faccia,
Anzitutto, il Signore apparve a Cefa Paolo si sente pervaso da un senso di
(Pietro). È qualcosa di veramente toc- indegnità. Egli ricorda come ha per-
cante! Proprio il discepolo incredulo seguitato la chiesa di Dio e come, cio-
che aveva rinnegato il Signore per ben nonostante, il Signore lo ha chiamato a
tre volte godette del meraviglioso pri- essere un apostolo. Questo è il motivo
vilegio di vedere Gesù presentarsi a lui per cui si umilia, definendosi il mini-

734
1 CORINZI 15:19

mo degli apostoli e non degno di esse- di quella di chiunque altro. Ma, risusci-
re chiamato apostolo. tandolo dai morti, Dio ha reso testimo-
15:10 Paolo riconosce senza remo- nianza di essere pienamente soddisfatto
re che tutto ciò che egli è ora, lo è per dell’opera redentrice di Cristo. Natural-
la grazia di Dio. L’apostolo non aveva mente, qualora il messaggio apostolico
accettato questa grazia come un dono fosse falso, la stessa fede sarebbe vana.
scontato. Piuttosto essa aveva generato Riporre la propria fiducia in un messag-
in lui un più profondo senso del dovere, gio falso e vuoto non gioverebbe a nulla.
portandolo a lavorare instancabilmen- 15:15 In tal caso gli apostoli non
te per quel Cristo che lo aveva salvato. avrebbero soltanto predicato il falso
Al tempo stesso, di fatto, non era Paolo, ma avrebbero, di fatto, testimoniato
ma la grazia di Dio a operare con lui. contro Dio. Essi avevano testimoniato
15:11 Ora Paolo si associa al resto che Dio aveva risuscitato il Cristo dai
degli apostoli e afferma che, a prescin- morti. Se Dio non l’aveva realmente
dere da chi di loro predicasse, tra loro fatto, la testimonianza resa a Dio dagli
vi era unanimità riguardo alla testi- apostoli era falsa.
monianza del vangelo e, in particolare, 15:16 Se la risurrezione fosse del tut-
alla risurrezione di Cristo. to impossibile, non potrebbero esservi
15:12 Nei vv. 12-19 Paolo elenca le eccezioni. Per contro, se la risurrezione
conseguenze legate al rifiuto della dot- avesse avuto luogo anche solo una vol-
trina della risurrezione corporale. In ta, come nel caso di Cristo, non si po-
tal caso Cristo stesso, in primo luogo, trebbe più considerare impossibile.
non sarebbe risuscitato. La logica di 15:17 Se Cristo non è risorto, la fede
Paolo è ineccepibile. Alcuni negavano dei credenti è vana e impotente, e non
la possibilità della risurrezione fisica. vi può essere perdono dei peccati. Ri-
“Bene”, commenta Paolo, “se le cose fiutare la risurrezione, perciò, significa
stanno così, allora Cristo non è risor- rigettare il valore dell’opera di Cristo.
to. Siete pronti ad ammettere questo?” 15:18 Paolo fa presente che, in tal
Naturalmente no… Per dimostrare la caso, la condizione di coloro che sono
possibilità che un certo fatto accada, morti credendo in Cristo sarebbe sen-
non dovete far altro che provare che è za speranza. Se Cristo non è risorto, la
già avvenuto. A supporto della risurre- loro fede è priva di valore. La traduzio-
zione corporale, Paolo può addurre che ne letterale di quelli che sono morti è
Cristo è già stato risuscitato dai morti. “quelli che dormono”. Ora, quest’ulti-
15:13 Ma se non vi è risurrezione ma espressione fa riferimento ai corpi
dei morti, allora, ovviamente, neppure dei credenti. Nel N.T. l’immagine del
Cristo è stato risuscitato. Una simile sonno non fa mai riferimento all’ani-
conclusione avrebbe gettato i Corinzi ma: nel momento della morte l’anima
nella disperazione e nell’angoscia. del credente va a Cristo, laddove il cor-
15:14 …se Cristo non è stato risusci- po dorme nella tomba.
tato, allora la predicazione degli apostoli Dobbiamo aggiungere un breve
è stata vana o vuota. Perché vana? Anzi- commento riguardo al termine peri-
tutto perché il Signore aveva promesso ti. Esso non assume in alcun caso la
che sarebbe risuscitato dai morti il terzo connotazione di annientamento o di
giorno. Se egli non risuscitò, non era al- cessazione dell’esistenza. Come ha ri-
tro che un impostore o un illuso. In en- levato W.E. Vine, non si tratta della fine
trambi i casi, non sarebbe stato degno di dell’essere ma della fine dello stato di
fiducia. In secondo luogo, senza la risur- benessere. Con tale termine si indica il
rezione di Cristo non vi potrebbe essere fallimento rispetto allo scopo per cui
salvezza. Se il Signore Gesù non è risorto una persona o una cosa è stata creata.
dai morti, non vi è modo di sapere se la 15:19 Se Cristo non è risuscitato, al-
sua morte abbia avuto maggior valore lora i credenti ancora in vita versano

735
1 CORINZI 15:20

nella stessa miserevole condizione di e, quindi, alla fine tutti saranno sal-
coloro che sono morti. Anche questi vati. Ma il versetto non dice questo. Le
ultimi sarebbero stati ingannati. Sono espressioni chiave per comprenderlo
i più miseri fra tutti gli uomini. Senza sono: in Adamo e in Cristo. Tutti quel-
dubbio Paolo allude qui ai dolori, alle li che sono in Adamo muoiono. Tutti
sofferenze, alle prove e alle persecu- quelli che sono in Cristo saranno…
zioni cui i credenti sono sottoposti. Pa- vivificati. Ciò significa che soltanto
tire simili afflizioni per una falsa causa coloro che credono nel Signore Gesù
sarebbe veramente inutile e patetico. Cristo saranno risuscitati dai morti e
15:20 La tensione svanisce allorché vivranno eternamente con lui. I tutti
Paolo trionfalmente annuncia la ri- che saranno vivificati sono identificati,
surrezione di Cristo e le sue benedette nel v. 23, come coloro che sono di Cri-
conseguenze. Ma ora Cristo è stato ri- sto alla sua venuta; i nemici di Cristo,
suscitato dai morti, primizia di quelli al contrario, saranno posti “sotto i suoi
che sono morti. La Scrittura mette in piedi” (v. 25). Come qualcuno ha fatto
luce una differenza esistente fra la ri- notare, quest’ultima sarebbe una ben
surrezione dei morti e la risurrezione strana definizione di “paradiso”…
dai morti. I versetti precedenti hanno 15:23 Quindi vengono elencati i grup-
parlato della risurrezione dei morti. In pi o le categorie di persone che parteci-
altre parole, Paolo ha affermato, in mo- peranno alla prima risurrezione. Poiché
do generale, che i morti risuscitano ve- la risurrezione di Cristo precede tutte
ramente. Ma Cristo è risorto dai morti: le altre, Paolo ne parla come della pri-
ciò significa che, quando egli è risusci- mizia. La primizia era una manciata di
tato, non tutti i morti sono risorti con grano maturo presa dai campi prima
lui. In questo senso si è trattato di una dell’inizio della mietitura. Era un pegno,
risurrezione limitata. Ogni risurrezio- una garanzia, un assaggio di ciò che sa-
ne è una risurrezione dei morti, ma rebbe seguito in occasione del raccolto.
solo la risurrezione di Cristo e dei cre- L’espressione non indica necessariamen-
denti è una risurrezione dai morti. te che Cristo sia stato il primo a risusci-
15:21 A causa di un uomo [Adamo] tare in senso assoluto. Troviamo esempi
è venuta la morte. A causa del peccato di risurrezione già nell’A.T., come poi nel
di Adamo, la morte si è estesa a tutti N.T. con Lazzaro, il figlio della vedova e
gli uomini. Dio mandò suo Figlio nel la figlia di Iairo. Ma la risurrezione di Cri-
mondo come uomo per porre rimedio sto fu diversa da queste, perché, laddove
all’opera del primo uomo ed elevare i i primi risuscitarono per poi morire di
credenti a una posizione di beatitudine nuovo, Cristo risuscitò per non morire
quale essi non avrebbero mai potuto mai più. Risuscitò in un corpo glorificato
conoscere in Adamo. È dunque attra- per vivere nella potenza di una vita sen-
verso l’uomo Cristo Gesù che è venuta za fine.
la risurrezione dei morti. La seconda categoria di persone che
15:22 Adamo e Cristo sono presen- parteciperanno alla prima risurre-
tati come i rappresentanti del genere zione è definita come quelli che sono
umano. Ciò significa che rappresenta- di Cristo, alla sua venuta. Fra costoro
no altre persone. E quanti discendo- annoveriamo quelli che saranno risu-
no da loro subiscono le conseguenze scitati al tempo del rapimento, come
delle loro azioni. Tutti i discendenti di anche quei credenti che moriranno
Adamo muoiono; così anche in Cristo durante la grande tribolazione e saran-
saranno tutti vivificati. Questo verset- no risuscitati al termine di quel tempo
to è talvolta usato con riferimento alla di angoscia, allorché Cristo tornerà
salvezza universale secondo questo ra- per regnare. Proprio come la venuta di
gionamento: tutti quelli che muoiono Cristo avverrà in diverse fasi, anche la
in Adamo saranno vivificati in Cristo risurrezione dei santi avrà luogo in più

736
1 CORINZI 15:29

fasi. La prima risurrezione non include 15:27 Dio ha stabilito che ogni cosa
tutti coloro che sono morti, ma sola- sia posta sotto i… piedi del Signore Ge-
mente coloro che sono morti in Cristo. sù. Naturalmente, nel porre ogni cosa
Alcuni sostengono che in questa sotto di lui, Dio esclude se stesso. Que-
fase saranno risuscitati soltanto colo- sto versetto è di difficile comprensione,
ro che sono stati fedeli a Cristo o che poiché non è chiaro a chi facciano ri-
hanno riportato la vittoria nella loro ferimento i pronomi che vi compaiono.
vita, ma le Scritture smentiscono chia- Potremmo parafrasarlo come segue:
ramente questa ipotesi. Tutti quelli “Poiché Dio ha posto ogni cosa sotto i
che sono di Cristo saranno risuscitati piedi di Cristo. Ma quando Dio dice che
alla sua venuta. tutte le cose sono poste sotto Cristo, è
15:24 Con l’espressione poi verrà la ovvio che egli stesso, che ha posto ogni
fine l’apostolo allude, a nostro parere, cosa sotto Cristo, ne è escluso”.
alla fine della risurrezione. Al termine 15:28 Allorché ogni cosa sarà stata sot-
del regno millenniale di Cristo, allor- toposta al Figlio, quest’ultimo continuerà
ché il Signore avrà sottomesso ogni suo a essere sottoposto a Dio per sempre.
nemico, avrà luogo la risurrezione degli
empi. Questa sarà l’ultima risurrezio- Dio ha posto Cristo come reggente e
ne. Tutti coloro che sono morti nell’in- amministratore di tutti i suoi disegni
credulità dovranno comparire dinanzi e consigli. Ogni autorità e potenza
al giudizio del grande trono bianco per è stata posta nelle sue mani. Verrà
ascoltare la propria condanna. un tempo in cui egli renderà conto
dell’amministrazione che gli è stata
Dopo il millennio e la distruzione di
affidata. Dopo aver sottoposto a sé
Satana (vd. Ap 20:7-10), il Signore Gesù
ogni cosa, egli consegnerà il regno a
consegnerà il regno nelle mani di Dio suo Padre. La creazione sarà restitui-
Padre. In quel tempo egli avrà ridotto ta a Dio in una condizione di perfe-
al nulla ogni principato, ogni potestà e zione. Compiuta l’opera di redenzio-
ogni potenza. Fino ad allora, il Signore ne e di restaurazione per la quale si
Gesù Cristo avrà regnato come Figlio fece uomo, egli riterrà la posizione
dell’uomo quale mediatore di Dio. Al di subordinazione assunta con l’in-
termine del regno millenniale i proposi- carnazione. Se smettesse di essere
ti divini per la terra saranno stati piena- uomo dopo aver compiuto tutto ciò
mente realizzati. Ogni opposizione sarà che era nel proposito e nel disegno di
stata repressa e ogni nemico distrutto. Il Dio, sparirebbe il vincolo stesso che
regno di Cristo come Figlio dell’uomo la- unisce l’uomo a Dio. (Selezionato)
scerà allora il posto al regno eterno nel
cielo e il suo regno celeste quale Figlio di 15:29 Questo versetto è forse uno dei
Dio non avrà mai fine. versetti più difficili e oscuri di tutta la
15:25 Questo versetto mette in risal- Bibbia. Riguardo al suo significato so-
to ciò che è già stato detto, vale a dire no state fornite svariate interpretazio-
che il regno di Cristo durerà fino a che ni. Per esempio, vi è chi sostiene che i
ogni traccia di ribellione e inimicizia credenti in vita possano farsi battezzati
sarà stata rimossa. al posto di coloro che sono morti sen-
15:26 Durante il regno millenniale za aver partecipato a questo rito. Una
di Cristo le persone continueranno simile interpretazione è sicuramente
a morire, e in particolare coloro che estranea alle Scritture (giacché si ba-
recalcitreranno nella loro aperta ri- sa su un unico versetto) e deve essere
bellione al Signore. Al tempo del giu- rifiutata poiché non è corroborata dal
dizio del grande trono bianco, però, la resto della Scrittura.
morte e l’Ades (il soggiorno dei morti) Altri credono che la locuzione batte-
saranno gettati nello stagno di fuoco simo per i morti significhi che, nel batte-
(vd. Ap 20:14). simo, riconosciamo la nostra morte con

737
1 CORINZI 15:30

Cristo. Questo è un possibile significato, parafrasata come segue: “Com’è vero


ma non si accorda molto con il contesto. che mi rallegro di voi come figli miei in
L’interpretazione che sembra adattar- Cristo Gesù, ogni giorno della mia vita
si meglio al contesto è questa: all’epoca sono esposto alla morte”.
in cui Paolo scrisse questa lettera, colo- 15:32 L’apostolo ora rammenta la fe-
ro che si schieravano apertamente per roce persecuzione subita a Efeso. Non
Cristo erano ferocemente perseguitati. crediamo che egli fosse stato effettiva-
Questa persecuzione era particolarmen- mente gettato in un’arena per essere
te aspra in occasione della cerimonia dei dato in pasto a belve feroci; riteniamo
battesimi. Accadeva spesso che coloro piuttosto che egli alluda alla persecu-
che proclamavano la propria fede in zione per opera di uomini malvagi e fe-
Cristo nelle acque del battesimo fossero roci come belve. Inoltre, come cittadino
poi martirizzati. Si può pensare che ciò romano, Paolo non si sarebbe potuto
avrebbe potuto costituire un freno per ritrovare costretto a combattere con le
coloro che desideravano venire alla sal- belve del circo in nessun caso. Non sap-
vezza ed essere battezzati. Niente affat- piamo a quale episodio egli faccia riferi-
to. Era come se vi fossero costantemente mento, ma è abbastanza chiaro che egli
nuove persone che riempivano le fila di riconosce la stoltezza dell’intraprendere
coloro che avevano patito il martirio. Co- un simile combattimento senza avere
me entravano nelle acque del battesimo, la certezza della risurrezione dei morti.
questi, in un senso molto reale, erano Sarebbe stato molto più saggio per lui
battezzati per (o “al posto dei”, gr. huper) adottare questa filosofia: Se i morti non
i morti. Pertanto, con l’appellativo i mor- risuscitano, mangiamo e beviamo, per-
ti si designano qui coloro che sono morti ché domani morremo.
a causa della loro aperta testimonianza Talvolta sentiamo dei credenti dire
per Cristo. Ora Paolo spiega che sarebbe che, se non ci fosse nient’altro al di fuori
da stolti farsi battezzare per andare a in- di questa vita, preferirebbero, comun-
grossare le fila di coloro che sono morti, que, essere credenti. Ma Paolo esprime
se non vi è una risurrezione dai morti. tutto il suo disaccordo nei confronti di
Sarebbe come inviare truppe sostitutive un’idea simile. Se non vi fosse risur-
per ricostituire le fila di un esercito che rezione, sarebbe molto meglio per noi
sta combattendo per una causa persa. O, cercare di trarre il massimo da questa
ancora, continuare a combattere a fronte vita. Vivremmo per il cibo, i vestiti e il
di una situazione disperata. Se i morti piacere. Questo sarebbe l’unico para-
non risuscitano affatto, perché dunque diso cui aspirare. Ma, poiché la risurre-
sono battezzati per loro? zione è una realtà, non siamo così stolti
15:30 E perché anche noi siamo ogni da sprecare la nostra vita dietro a questi
momento in pericolo? L’apostolo Paolo piaceri passeggeri! Dobbiamo vivere per
era costantemente esposto al pericolo. il “futuro” e non per il “presente”.
A causa della sua coraggiosa predica- 15:33 I Corinzi non dovevano la-
zione di Cristo, egli si faceva dei nemici sciarsi ingannare. Le cattive compa-
ovunque andasse. Trame occulte erano gnie corrompono i buoni costumi .
ordite contro di lui al fine di togliergli Paolo allude ai falsi dottori, infiltratisi
la vita. Egli avrebbe potuto evitare tut- nella chiesa di Corinto, che negavano
to questo rinnegando la propria profes- la risurrezione. I credenti dovrebbero
sione di fede in Cristo. Sarebbe, anzi, rendersi conto del fatto che è impossi-
stata una scelta saggia, se non esistesse bile frequentare cattive compagnie o
la risurrezione dai morti. ascoltare cattivi insegnamenti senza
15:31 Ogni giorno sono esposto alla esserne influenzati. La falsa dottrina
morte; sì, fratelli, com’è vero che siete esercita un inevitabile effetto negativo
il mio vanto, in Cristo Gesù, nostro Si- sulla vita dell’individuo. I falsi insegna-
gnore. Questa proposizione può essere menti non conducono a santità.

738
1 CORINZI 15:41

15:34 I Corinzi erano chiamati a segreto del suo principio vitale rimane
essere sobri e a non peccare. Non do- un mistero insondabile. Tutto ciò che ci
vevano lasciarsi ingannare dai falsi è dato di sapere è che il seme cade nel
insegnamenti. Alcuni non hanno co- terreno e, con tale improbabile inizio,
noscenza di Dio; lo dico a vostra ver- dalla morte scaturisce la vita.
gogna . L’interpretazione più comune 15:37 La seconda domanda segue a
di questo versetto è quella che vede ruota. Paolo spiega che, quando tu se-
qui un rimprovero per la presenza, nel mini, non semini la pianta che deve na-
mondo, di uomini e donne che non scere, ma un granello nudo, di frumento
hanno ancora udito il messaggio del per esempio, o di qualche altro seme.
vangelo: i credenti dovrebbero vergo- Che cosa possiamo concludere da ciò? La
gnarsi di non avere ancora evange- pianta è forse il seme? No, la pianta non è
lizzato il mondo intero. Nondimeno, il seme, tuttavia esiste un vincolo vitale
se da un lato ciò può essere vero, cre- fra i due. Senza il seme non ci sarebbe
diamo che il significato principale del alcuna pianta. Inoltre, quest’ultima ere-
brano sia un altro e, cioè, che all’inter- dita le proprie caratteristiche dal seme.
no della comunità di Corinto vi fossero Lo stesso vale per la risurrezione.
uomini che non avevano conoscenza
di Dio. Non si trattava di veri creden- Il corpo di risurrezione presenta
ti, bensì di lupi travestiti da agnelli e identità di genere e continuità so-
infiltratisi di nascosto fra i membri stanziale con ciò che è seminato,
ma è purificato dalla corruzione, dal
dell’assemblea. Era una vergogna che
disonore e dalla debolezza per esse-
i Corinzi consentissero a costoro di
re reso incorrotto, glorioso, potente
prendere posto insieme ai credenti e e spirituale. È lo stesso corpo, ma è
di insegnare false dottrine. La negli- seminato in un modo e risuscitato in
genza che aveva permesso l’ingresso un altro. (Selezionato)
di persone empie nell’assemblea aveva
finito con l’abbassare il livello morale 15:38 Dio… dà un corpo conforme al
della congregazione, creando così una seme gettato e ogni seme dà la sua pianta.
breccia per l’intrusione di ogni genere Tutti i fattori che determinano le dimen-
di errore. sioni, il colore, il tipo di foglie e di fiori
della pianta sono, in qualche modo, con-
B. Confutazione delle obiezioni tenuti in nuce nel seme gettato a terra.
contro la risurrezione (15:35-57) 15:39 Per illustrare la differenza fra
15:35 Nei vv. 35-49 l’apostolo approfon- la gloria del corpo di risurrezione e la
disce l’argomento della risurrezione, gloria dei nostri corpi mortali, l’aposto-
anticipando due domande che avrebbe- lo Paolo fa notare come non ogni carne
ro potuto sorgere nella mente di coloro è uguale. Una cosa è la carne degli uo-
che mettevano in discussione la realtà mini, altra la carne delle bestie, altra
della risurrezione corporale. La prima quella dei pesci, altra quella degli uc-
è: Come risuscitano i morti? La secon- celli. Queste creature sono differenti,
da: E con quale corpo ritornano? pur essendo tutte composte di carne.
15:36 La prima domanda trova ri- Vi è somiglianza senza, però, esservi
sposta in questo versetto. Per spiegare esatta duplicazione.
la realtà della risurrezione Paolo fa un 15:40 E proprio come esiste una dif-
esempio comune tratto dal mondo ferenza fra lo splendore dei corpi cele-
della natura: il seme deve cadere nella sti (le stelle ecc.) e i corpi terrestri, allo
terra e morire affinché possa nascere la stesso modo esiste una differenza fra il
pianta. È davvero meraviglioso riflette- corpo terreno e quello glorificato, che il
re sul mistero della vita celato in ogni credente avrà dopo la morte.
minuscolo seme. Possiamo sezionare il 15:41 Perfino fra i diversi corpi cele-
seme e studiarlo al microscopio, ma il sti esistono diversi gradi di gloria. Per

739
1 CORINZI 15:42

esempio, il sole ha uno splendore mag- degno in un cadavere. Tuttavia questo


giore della luna e un astro è differente stesso corpo risuscita glorioso, privo di
dall’altro in splendore. rughe e cicatrici, dei segni dell’età, del
Gran parte dei commentatori con- sovrappeso e delle tracce del peccato.
corda sul fatto che Paolo stia ancora ...è seminato debole e risuscita
cercando di mettere in risalto come la potente. Con l’avvicinarsi della vec-
gloria del corpo di risurrezione sia di- chiaia, la debolezza aumenta fino a
versa dalla gloria del corpo terreno. Es- che la morte stessa priva l’uomo di
si non pensano che l’apostolo potrebbe, qualsiasi forza. Nell’eternità il corpo
per esempio, alludere a un diverso non sarà più soggetto a queste tristi
grado di gloria fra i credenti in cielo. limitazioni, ma sarà dotato di poteri
Tuttavia, ci troviamo abbastanza d’ac- che ora non possiede (p. es. il corpo
cordo con Holsten quando afferma che di risurrezione del Signore Gesù era
“il modo in cui Paolo mette in risalto le in grado di entrare in una stanza con
diversità dei corpi celesti sottintende le porte chiuse; vd. Gv 20:19, 26).
l’assunto, da parte sua, di un’analoga 15:44 ...è seminato corpo naturale
diversità nel grado di gloria fra i risorti”. e risuscita corpo spirituale. Qui è no-
Altri brani della Scrittura dimostrano stro dovere rilevare che spirituale non
chiaramente che non saremo identici significa immateriale. Alcuni pensano
in cielo. Benché tutti rassomiglieremo che, una volta risuscitati, non saremo
al Signore Gesù da un punto di vista altro che spiriti incorporei. Non è que-
morale, ossia nella nostra libertà dal sto il significato di questo brano, né tale
peccato, non ne segue che gli somiglie- idea ha un qualsivoglia fondamento di
remo fisicamente. Egli sarà riconosciu- verità. Sappiamo che il corpo di risurre-
to come il Signore per tutta l’eternità. zione del Signore Gesù era fatto di carne
Parimenti, crediamo che ogni credente e ossa, poiché disse: “Un fantasma non
sarà individualmente riconoscibile. Ma ha carne e ossa come vedete che ho io”
vi saranno differenze nella ricompensa (Lu 24:39). La differenza fra un corpo
elargita dal tribunale di Cristo, secondo naturale e un corpo spirituale è che il
la fedeltà di ciascuno nel servizio per primo è reso conforme alla vita sulla
il Signore. Se da un lato, dunque, tutti terra, mentre il secondo alla vita in cie-
gusteranno la gioia suprema del cielo, lo. Il primo è, solitamente, controllato
alcuni avranno una maggiore capacità dall’anima, il secondo dallo spirito. Un
di goderne. Proprio come, all’inferno, corpo spirituale è un corpo che sarà ve-
vi saranno diversi gradi di sofferenza, ramente asservito allo spirito.
commisurata ai peccati commessi, allo Dio creò l’uomo come spirito, ani-
stesso modo vi saranno, in cielo, diver- ma e corpo. Egli menziona sempre lo
si gradi di beatitudine, commisurati spirito per primo, riflettendo la sua
alla nostra condotta e alle nostre opere volontà di dargli un posto dominante
come credenti. e di rilievo. Con l’ingresso del pecca-
15:42 I vv. 42-49 mostrano il contra- to nel mondo è avvenuto qualcosa di
sto fra il corpo dei credenti ora e ciò drammatico: l’ordine divino è stato
che sarà nella sua forma eterna. Il cor- sovvertito. Ne consegue che l’uomo
po è seminato corruttibile e risuscita ha mutato l’ordine delle cose: “corpo,
incorruttibile. Attualmente il corpo anima e spirito”. Ha dato al corpo il
umano è soggetto alla malattia e alla posto che dovrebbe appartenere allo
morte: dopo la sepoltura si decompone spirito. Allorché risorgeremo, non sarà
e ritorna alla polvere, ma ciò non ac- più così; lo spirito occuperà la posizio-
cadrà al corpo di risurrezione, non più ne di controllo originariamente desti-
soggetto a morte e corruzione. natagli da Dio.
15:43 Il corpo terreno è seminato 15:45 Così anche sta scritto: “Il
ignobile. Non c’è nulla di glorioso o primo uomo, Adamo, divenne anima

740
1 CORINZI 15:52

vivente”; l’ultimo Adamo è spirito vivi- ti. Chi è nato da Adamo ne eredita le
ficante. Ancora una volta il primo uo- caratteristiche terrene e umane; allo
mo, Adamo, è raffrontato con il Signore stesso modo, chi è nato da Cristo ap-
Gesù Cristo. Dio insufflò nelle narici di partiene a un popolo celeste.
Adamo un alito vitale e questi divenne 15:49 Come abbiamo portato in noi
un essere vivente (vd. Ge 2:7). Tutti i le caratteristiche di Adamo secondo la
discendenti di Adamo presentano le nostra nascita naturale, allo stesso mo-
stesse caratteristiche. L’ultimo Adamo, do porteremo (55) anche l’immagine di
il Salvatore, è spirito vivificante (vd. Gv Cristo nei nostri corpi di risurrezione.
5:21, 26). La differenza è che al primo 15:50 Ora l’apostolo passa al tema
Adamo fu donata la vita fisica, mentre della trasformazione che avrà luogo nei
l’ultimo Adamo, Cristo, dona la vita corpi dei credenti, tanto morti quanto
eterna. C.R. Erdman spiega: ancora in vita, al tempo del ritorno del
Signore. Come premessa alle sue con-
Quali discendenti di Adamo, siamo
siderazioni, Paolo afferma ora che car-
stati fatti come lui, anime viventi
ne e sangue non possono ereditare il
in corpi mortali con impressa l’im-
magine di un genitore terreno. Ma,
regno di Dio. Con ciò egli intende dire
quali discepoli di Cristo, attendiamo che il nostro corpo terreno non è adat-
ancora di essere rivestiti di corpi im- to al regno di Dio nella sua dimensione
mortali e di portare l’immagine del eterna, vale a dire alla nostra patria
nostro celeste Signore. (53) celeste. È altresì vero che i corpi che
si decompongono non possono eredi-
15:46 L’apostolo espone ora una leg- tare l’incorruttibilità. In altre parole,
ge fondamentale all’interno dell’uni- i nostri corpi terreni, essendo soggetti
verso di Dio: ciò che è spirituale non alla malattia, al decadimento e alla de-
viene prima; ma prima, ciò che è na- composizione, non sarebbero idonei a
turale; poi viene ciò che è spirituale. una vita incorruttibile. Questo fa sor-
Adamo, l’uomo naturale, è entrato per gere un interrogativo: come potranno
primo sulla scena della storia umana, i corpi dei credenti adattarsi alla vita
quindi è venuto Gesù, l’uomo spiritua- celeste?
le. Così noi veniamo al mondo dappri- 15:51 La risposta consiste nella ri-
ma come esseri naturali, poi, quando velazione di un mistero. Come affer-
nasciamo di nuovo, diventiamo esseri mato in precedenza, un mistero è una
spirituali. Infine, dapprima riceviamo verità prima sconosciuta, ma ora rive-
corpi naturali e poi, alla risurrezione, lata da Dio agli apostoli e insegnata a
riceviamo corpi spirituali. noi tramite loro.
15:47 Il primo uomo, tratto dalla ter- …non tutti morremo, ossia non tutti
ra, è terrestre. Questo significa che la i credenti sperimenteranno la morte. Al
sua origine era terrena, come altresì le ritorno del Signore, alcuni saranno an-
sue caratteristiche. Da principio, l’uomo cora in vita; morti o viventi, nondime-
fu tratto dalla terra e, nel corso della sua no, tutti saremo trasformati. La verità
vita, parve, in un senso molto reale, le- della risurrezione non è un mistero,
gato indissolubilmente alla terra. Il se- poiché è presente nell’A.T., ma il fatto
condo uomo è [il Signore](54) dal cielo. che non tutti morremo, bensì saremo
15:48 Dei due uomini menzionati al trasformati al ritorno del Signore, non
v. 45, Gesù era il secondo. Egli esisteva da era stato ancora reso noto.
ogni eternità, ma, come uomo, venne do- 15:52 La trasformazione avrà luogo
po Adamo. Egli aveva lasciato la propria istantaneamente, in un batter d’oc-
dimora celeste, come celeste e spirituale chio, al suono dell’ultima tromba .
fu tutto ciò che egli disse e fece. Qui l’espressione l’ultima tromba non
Ciò che vale per questi due caposti- costituisce un riferimento alla fine del
piti, vale anche per i loro discenden- mondo né all’ultima tromba menzio-

741
1 CORINZI 15:53

nata in Apocalisse. Si tratta, piuttosto, ra perché i credenti sanno che i loro


di un riferimento alla tromba di Dio peccati sono stati perdonati e che Dio li
che risuonerà allorché Cristo tornerà accoglie senza riserve come accoglie il
nell’aria per rapire i suoi santi (vd. 1 Te suo diletto Figlio.
4:16). Quando la tromba suonerà, i 15:56 Se non fosse per il peccato,
morti risusciteranno incorruttibili, e la morte non colpirebbe nessuno. È
noi saremo trasformati. Sarà un mo- la coscienza del peccato inconfes-
mento glorioso: la terra e il mare resti- sato e non perdonato che attanaglia
tuiranno la polvere di tutti coloro che, gli uomini nel timore della morte. Se
nei secoli, sono morti nella fede in Cri- sappiamo che i nostri peccati sono
sto! È quasi impossibile per la mente perdonati, possiamo affrontare la
umana comprendere la magnificenza morte con fiducia. Se invece il peccato
di un simile evento; tuttavia il credente rimane a schiacciare la coscienza, la
umile è in grado di accettarlo per fede. morte diviene qualcosa di terribile, il
15:53 Crediamo che questo versetto principio della punizione eterna.
alluda all’esistenza di due categorie di ...la forza del peccato è la legge : è
credenti all’epoca del ritorno di Cristo. quest’ultima, infatti, che condanna i
...questo corruttibile indica coloro i peccatori, ossia tutti coloro che non
cui corpi sono tornati alla polvere. Es- hanno ubbidito ai santi precetti di
si saranno rivestiti di incorruttibilità. Dio. È stato detto giustamente che, se
...questo mortale, d’altro canto, indica non ci fosse il peccato, non ci sarebbe
coloro che saranno ancora in vita, ma nemmeno la morte. E se non ci fosse
soggetti alla morte. Tali corpi saranno la legge, non ci sarebbe alcuna con-
rivestiti di immortalità. danna.
15:54 Quando i morti in Cristo sa- Il trono della morte si regge su due pila-
ranno risuscitati e i viventi trasforma- stri: il peccato, che esige la condanna,
ti con loro, allora sarà adempiuta la e la legge, che la pronuncia. Di conse-
parola che è scritta: “La morte è stata guenza, è contro queste due forze che
sommersa nella vittoria” (Is 25:8). il Liberatore ha combattuto.(57)
Quale meraviglia!
C.H. Mackintosh esclama: 15:57 Per mezzo della fede in lui,
Cosa sono la morte, il sepolcro e la de-
abbiamo la vittoria sulla morte e sul-
composizione dinanzi a una potenza la tomba. La morte è privata del suo
simile? E pensare che, per qualcuno, “dardo”. È un fatto noto che, quando
una morte sopraggiunta da quattro pungono gli esseri umani, certi insetti
giorni aveva costituito un problema! lasciano il pungiglione infisso nella cu-
Qui milioni di individui decomposti te e, essendone in questo modo privati,
nella polvere da migliaia di anni ri- muoiono. In un senso molto reale, la
sorgeranno in un attimo, ricevendo morte si è autoinflitta una puntura le-
immortalità e gloria eterna alla voce tale alla croce del nostro Signore Gesù
del beato.(56) Cristo e ora “il re degli spaventi” (Gb
18:14) è privo dell’arma con cui terro-
15:55 Questo versetto può ben rap- rizzava il credente.
presentare il canto di scherno che i
credenti intoneranno nell’ascendere C. Appello conclusivo alla luce della
per incontrare il Signore nell’aria. È risurrezione (15:58)
come se si facessero beffe della morte, Alla luce della certezza della risurre-
poiché essa ha perso il potere che ave- zione e del fatto che la fede in Cristo
va su di loro. Essi derideranno anche il non è vana, l’apostolo Paolo esorta
soggiorno dei morti, poiché ha perso la dunque i fratelli suoi carissimi a stare
battaglia per tenerli imprigionati entro saldi, incrollabili, sempre abbondanti
i suoi confini. La morte non fa più pau- nell’opera del Signore, sapendo che la

742
1 CORINZI 16:4

loro fatica non è vana nel Signore. La Il secondo importante principio è


verità della risurrezione ribalta ogni che le istruzioni relative alle collette
prospettiva, donandoci speranza, e riguardavano ciascuno. Ricchi e po-
stabilità, oltre alla capacità di andare veri, schiavi e liberi, tutti dovevano
avanti nonostante le difficoltà e l’op- partecipare privandosi di qualche
pressione. bene. Inoltre, ciò doveva essere fatto
sistematicamente. Ogni primo gior-
V. DISPOSIZIONI FINALI DI PAOLO no della settimana avrebbero dovuto
(cap. 16) mettere da parte quello che potevano,
non in modo estemporaneo quindi, o
A. La colletta in concomitanza con occasioni spe-
(16:1-4) ciali. Il dono doveva essere raccolto se-
16:1 Questo versetto ci parla di una paratamente per usi speciali, secondo
colletta che doveva essere fatta dalla necessità. Esso, inoltre, sarebbe dovu-
chiesa di Corinto e inviata ai santi bi- to essere commisurato alle possibilità,
sognosi di Gerusalemme. L’esatta cau- come indica l’espressione secondo la
sa della loro indigenza non è nota. prosperità concessagli.
Alcuni ritengono che si trattasse del- ...affinché, quando verrò, non ci sia-
la conseguenza di una carestia (vd. At no più collette da fare. L’apostolo Paolo
11:28-30). Un altro motivo va forse non voleva che si finisse per lasciare
ricercato nell’ostracismo che i Giudei tutto alla concitazione dell’ultimo mi-
che professavano la propria fede in Cri- nuto. Egli si rendeva conto della seria
sto subivano da parte dei loro parenti, possibilità che qualcuno desse senza
amici o connazionali non credenti. la giusta disposizione di cuore o senza
Essi si ritrovarono indubbiamente sen- avere disponibilità.
za lavoro e furono soggetti a pressioni 16:3 I vv. 3-4 mostrano con quanta
economiche di ogni tipo, il cui scopo attenzione vadano amministrati i fondi
era costringerli a rinunciare alla loro raccolti in un’assemblea cristiana. È im-
professione di fede in Cristo. Paolo ave- portante notare che questo denaro non
va già ordinato alle chiese di Galazia doveva essere affidato ad alcun singolo
di organizzare questa colletta per far individuo. Nemmeno Paolo avrebbe do-
fronte al problema; ora invita i Corinzi vuto esserne il solo amministratore. In
a rispondere alla sua esortazione nello secondo luogo, notiamo come le dispo-
stesso modo. sizioni relative alla custodia del denaro
16:2 Sebbene le istruzioni fornite non fossero stabilite arbitrariamente
in questo versetto riguardassero una dall’apostolo Paolo, che demandava la
specifica colletta, i principi esposti decisione all’assemblea locale. Una vol-
hanno un valore perpetuo. Anzitutto, ta scelti i messaggeri, Paolo li avrebbe
la raccolta di fondi doveva aver luogo mandati a Gerusalemme.
il primo giorno della settimana . Qui 16:4 Qualora si fosse deciso che
abbiamo un’indicazione precisa del l’apostolo dovesse recarsi anch’egli a
fatto che i primi credenti non conside- Gerusalemme, i fratelli locali lo avreb-
ravano più il sabato o il settimo gior- bero accompagnato. Notiamo che egli
no come un’osservanza obbligatoria. dice essi verranno con me anziché “io
Il Signore era risorto il primo giorno andrò con loro”. Questo pare un indi-
della settimana, giorno in cui era al- zio dell’autorità apostolica di Paolo.
tresì caduta la Pentecoste e che i cre- Alcuni commentatori ritengono che
denti avevano scelto per spezzare il la decisione circa il viaggio di Paolo
pane insieme (vd. At 20:7). Ora erano fosse dettata dall’ingente valore del
chiamati a mettere da parte quanto dono, ma ci risulta difficile credere che
potevano per i santi ogni primo gior- il grande apostolo fosse guidato da un
no della settimana. simile principio.

743
1 CORINZI 16:5

B. Progetti personali dell’apostolo dovuto disprezzarlo. Ma i credenti


(16:5-9) avrebbero dovuto darsi da fare per per-
16:5 Nei vv. 5-9 Paolo discute i suoi mettere che proseguisse il suo viaggio
progetti personali. Da Efeso, dove egli in pace, perché raggiungesse Paolo a
scrisse la lettera, sarebbe passato per la tempo debito. L’apostolo desiderava ri-
Macedonia, quindi si sarebbe diretto a unirsi con Timoteo e con i fratelli.
sud alla volta di Corinto. 16:12 Ora, quanto al fratello Apol-
16:6-8 L’apostolo avrebbe quindi lo, Paolo l’aveva molto esortato a vi-
trascorso l’inverno con i santi di Co- sitare Corinto con i fratelli. All’epoca
rinto, contando sul loro aiuto per pro- Apollo non riteneva però che ciò ri-
seguire per dove aveva in animo di entrasse nella volontà di Dio per lui;
recarsi. Per il momento, quindi, non si sarebbe andato quando ne avesse
sarebbe recato da loro lungo il tragitto avuto l’opportunità . Il v. 12 è impor-
verso la Macedonia, ma avrebbe atte- tante per noi poiché mostra lo spirito
so il momento opportuno per potersi d’amore che regnava fra i servitori
trattenere per qualche tempo da loro, del Signore. Qualcuno l’ha definito
se il Signore lo avesse permesso. Pri- un bellissimo esempio di “amore e
ma di partire per la Macedonia, Paolo rispetto scevri da gelosia”. Ogni servo
prevedeva di rimanere a Efeso fino alla del Signore è libero di lasciarsi gui-
Pentecoste. È dal v. 8 che apprendiamo dare dal Signore senza dipendere da
che la lettera fu scritta a Efeso. nessun altro. Nemmeno l’apostolo
16:9 Paolo si rendeva conto che gli si Paolo era autorizzato a dire ad Apollo
presentava un’occasione d’oro di servi- cosa fare. In relazione a questo bra-
re Cristo a Efeso ma, al tempo stesso, no, H.A. Ironside commentò: “Mai
percepiva la presenza di molti avversa- strapperei via questo capitolo dalla
ri. Quale immutabile quadro del servi- mia Bibbia. Mi aiuta a capire il modo
zio cristiano ci offre questo versetto: da in cui Dio guida i suoi servi nel loro
una parte i campi pronti per la mieti- ministero per lui”. (58)
tura, dall’altra un nemico insonne che 16:13-14 Ai santi di Corinto Paolo
cerca di ostacolare, dividere e creare rivolge ora alcune brevi esortazioni,
opposizione in qualunque modo! invitandoli a vegliare costantemente,
a stare fermi nella fede, a comportarsi
C. Esortazioni e saluti finali virilmente e a fortificarsi. Forse Paolo
(16:10-24) sta ancora pensando al pericolo rap-
16:10 L’apostolo aggiunge qualche in- presentato dai falsi dottori. I santi non
formazione su Timoteo. Se questo de- devono mai abbassare la guardia né
voto giovane servitore del Signore fosse arretrare di un centimetro, ma devo-
giunto a Corinto, essi avrebbero dovuto no comportarsi con vero coraggio. In
riceverlo senza timore. Forse ciò signi- breve, devono essere forti nel Signore.
fica che Timoteo era di indole timida e In ogni cosa che fanno devono mani-
che essi avrebbero dovuto fare attenzio- festare amore. Tutto ciò si tradurrà in
ne a non aumentare il suo disagio. vite consacrate a Dio e agli altri, vite di
Forse, d’altro canto, ciò significa che sacrificio personale.
egli doveva potersi recare da loro senza 16:15 Quindi segue un’esortazione
alcun timore di non essere accettato alla famiglia di Stefana . Questi cari
come servo del Signore. Che il secondo credenti erano la primizia dell’Acaia,
sia probabilmente il significato corret- cioè i primi convertiti in Acaia . Evi-
to è indicato dalle parole di Paolo: per- dentemente, sin dal tempo della loro
ché lavora nell’opera del Signore come conversione, essi si erano dedicati al
faccio anch’io. servizio dei santi. Questa famiglia si
16:11 Poiché Timoteo era un fedele era consacrata al servizio del popo-
servitore di Cristo, nessuno avrebbe lo di Dio. La famiglia di Stefana è già

744
1 CORINZI 16:22

menzionata precedentemente in 1:16, della vita delle assemblee del tempo.


dove Paolo afferma di averli battezzati. I credenti si riunivano nelle case per
Molti sostengono che nella famiglia di adorare, pregare e gustare la comu-
Stefana vi fossero anche dei bambini, nione fraterna. Di là, la loro testimo-
cercando in questo modo di giustifica- nianza del vangelo si irradiava per il
re la dottrina del battesimo dei neonati. mondo mediante la predicazione sul
Tuttavia, da questo versetto pare chia- luogo di lavoro, nei mercati, nelle pri-
ro che in questa famiglia non vi erano gioni locali e dovunque fossero con-
bambini, poiché è scritto chiaramente dotti dalle vicende della vita.
che Stefana si era dedicata al servizio 16:20 Tutti i fratelli dell’assemblea
dei fratelli. si uniscono ai saluti rivolti ai loro fra-
16:16 L’apostolo esorta i credenti a telli di Corinto. L’apostolo esorta i suoi
sottomettersi anch’essi a tali persone, lettori a salutarsi gli uni gli altri con
e a chiunque lavora e fatica nell’opera un santo bacio. Al tempo, il bacio era
comune. Dall’insegnamento generale una comune forma di saluto, perfino
del N.T., apprendiamo che coloro che fra gli uomini. Un santo bacio è un
si consacrano al servizio di Cristo do- saluto privo di qualsiasi simulazione
vrebbero ricevere lo stesso amorevole o impurità. Nella nostra società, tan-
rispetto dovuto a tutto il popolo di to perversa e ossessionata dal sesso,
Dio. Se questa divenisse una pratica l’eventuale introduzione dell’usanza
generale, si eviterebbero tante divisio- di salutarsi con un bacio potrebbe
ni e gelosie. ingenerare serie tentazioni e portare
16:17 La venuta di Stefana, di Fortu- a tristi cadute morali. Per questa ra-
nato e di Acaico aveva rallegrato Pao- gione, fra credenti, il bacio ha ceduto
lo, perché avevano riempito il vuoto il posto alla stretta di mano. Normal-
prodotto dalla… assenza dei Corinzi. mente non si dovrebbe permettere a
Questo può significare che essi mostra- considerazioni di carattere culturale
rono benevolenza all’apostolo laddove i di impedire una stretta aderenza alle
credenti di Corinto avevano trascurato parole della Scrittura, ma in un caso
di farlo. Oppure, con maggiore proba- del genere, in cui, a causa di una par-
bilità, significa che questi tre santi sop- ticolare situazione culturale, l’osser-
perivano a ciò che i Corinzi non erano vanza letterale potrebbe indurre in
in grado di fare a causa della loro lon- peccato o anche solo a una parvenza
tananza da Paolo. di male, è probabilmente giustificato
16:18 Essi avevano recato a Pao- sostituire il bacio con una stretta di
lo notizie da Corinto e alla propria mano.
assemblea notizie da parte dell’apo- 16:21 L’apostolo Paolo era solito det-
stolo. Ancora una volta Paolo li affida tare le sue lettere a uno dei suoi colla-
all’amorevole cura della chiesa locale. boratori, ma era altresì normale che
16 :19 L’espressione le chiese egli prendesse in mano la penna prima
dell’Asia fa riferimento alle con- di chiudere, per aggiungere alcune pa-
gregazioni della provincia dell’Asia role di suo pugno e dare il suo caratte-
(l’odierna Asia Minore), di cui Efeso ristico saluto.
era la capitale. Evidentemente, a quel 16:22 Anatema è la traslitterazione
tempo, Aquila e Priscilla si trovavano del termine gr. anathema. Coloro che
a Efeso. Avevano vissuto altresì a Co- non amano il Signore Gesù sono già
rinto ed erano pertanto noti ai santi condannati, ma la loro triste sorte sarà
locali. Aquila era un fabbricante di resa manifesta alla venuta del Signore
tende e aveva condiviso questa sua Gesù Cristo. Il credente è una persona
occupazione con Paolo (vd. At 18:3). che ama il Salvatore, il Signore Gesù,
L’espressione la chiesa che è in casa più di chiunque altro o qualsiasi cosa
loro ci dà un’idea della semplicità al mondo. Chi non ama il Figlio di Dio

745
1 CORINZI 16:23

commette un crimine contro Dio stes- è giunto”, mentre divisa in marana tha,
so. J.C. Ryle commenta: significa: “Vieni, nostro Signore!”.
16:23 La grazia era il tema preferito da
Paolo non lascia alcuna via di fuga Paolo. Egli amava aprire e chiudere le sue
all’uomo che non ama Cristo, nessuna
lettere con questa soave nota. È uno dei
scappatoia o scusante. Un uomo può
segni distintivi della scrittura paolina.
mancare di una chiara conoscenza
intellettuale e tuttavia essere salvato.
16:24 Lungo tutta la lettera abbiamo
Il coraggio può venir meno in lui ed udito il battito del cuore di questo apo-
egli può essere sopraffatto dal timore stolo consacrato a Cristo. Lo abbiamo
degli uomini, come accadde a Pietro. ascoltato mentre cercava di edificare,
Può cadere gravemente, come Davi- consolare, esortare e ammonire i suoi
de, e tuttavia risorgere. Ma se una per- fratelli nella fede. Il suo amore per loro
sona non ama Cristo, non è sulla via era fuori discussione. Leggendo queste
della vita. La condanna grava ancora parole di chiusura, forse, essi avrebbe-
su di lui ed egli si ritrova sulla strada ro provato un senso di vergogna per
larga che mena alla distruzione.(59) aver permesso che falsi dottori si insi-
nuassero in mezzo a loro, mettendo in
Marana tha è un’espressione aramai- discussione l’apostolato di Paolo e ab-
ca usata dai primi credenti. Divisa in bandonando l’amore che in principio
maran atha significa “il nostro Signore avevano nutrito per lui.

NOTE

1 (1:18) Albert Barnes, Notes on the New Testament, 1 Corinthians, p. 14.


2 (1:19) S. Lewis Johnson, “First Corinthians”, The Wycliffe Bible Commentary, p. 1232.
3 (1:27) Erich Sauer, The Dawn of World Redemption, p. 91.
4 (1:30) Robert Traill, The Works of Robert Traill, Vol. 2, Edinburgh: Banner of Truth
Trust, 1975 (ristampa), p. 234.
5 (1:30) Arthur T. Pierson, The Ministry of Keswick, First Series, p. 104.
6 (2:14) Vance Havner, non disponibile ulteriore documentazione.
7 (3:9) Charles R. Erdman, The First Epistle of Paul to the Corinthians, p. 40.
8 (3:15) E.W. Rogers, Concerning the Future, p. 77.
9 (3:18) Frédéric Godet, Commentary on First Corinthians, p. 195.
10 (4:8) H.P. Barker, Coming Twice, p. 80.
11 (5:2) Charles R. Erdman, First Corinthians, p. 55.
12 (6:9) Alcuni distinguono fra “entrare” nel regno ed “ereditare” il regno. Secondo co-
storo, un credente potrebbe non riportare la vittoria su un grave peccato nella sua
vita, ma essere salvato ugualmente. Egli “entrerebbe” nel regno, ma vi riceverebbe
un’eredità (ricompensa) scarsa se non nulla. Ad ogni modo, questo brano allude agli
empi, vale a dire agli individui non rigenerati.
13 (6:13) Charles R. Erdman, First Corinthians, p. 63.
14 (6:17) A.T. Pierson, Knowing the Scriptures, p. 147.
15 (6:20) Edward Herbert Bates, Spiritual Thoughts from the Scriptures of Truth, p. 137.
16 (6:20) NA omette qui il riferimento allo spirito.
17 (7:5) Larry Christenson, The Christian Family, p. 24.
18 (7:14) W.E. Vine, First Corinthians, p. 97.
19 (7:15) J.M. Davies, non disponibile ulteriore documentazione.
20 (7:17) W.E. Vine, The Divine Plan of Missions, p. 63.
21 (7:19) William Kelly, Notes on the First Epistle to the Corinthians, p. 123.
22 (7:29) Harry A. Ironside, First Epistle to the Corinthians, p. 223.

746
1 CORINZI

23 (7:29) W.E. Vine, First Corinthians, p. 104.


24 (7:33) Ibid., p. 105.
25 (7:36) Dobbiamo tuttavia puntualizzare che il comune termine greco per verginità
è il sostantivo astratto parthenia. Se Paolo intendeva questo, ci chiediamo perché
invece ricorra all’uso del termine comune per “vergine”, come in Mt 1:23.
26 (7:38) Il pronome “si” è un’aggiunta e non si trova nel testo greco.
27 (8:12) Albert Barnes, 1 Corinthians, p. 147.
28 (9:17) Charles C. Ryrie, The Ryrie Study Bible, New King James Version, p. 1771.
29 (9:20) NA aggiunge queste parole esplicative: “…benché io stesso non sia sotto la
legge”.
30 (9:20) William Arnot, The Church in the House, pp. 467-468.
31 (9:21) Charles C. Ryrie, The Grace of God, p. 83.
32 (9:22) NA non reca l’avv. “come”, ma ciò che è importante rilevare nell’argomenta-
zione paolina è il fatto che, con i deboli, egli non diventava effettivamente debole.
33 (9:27) Nei paesi anglofoni la questione nasce principalmente dall’agg. “reietto” adot-
tato dalla versione inglese King James. Il termine a-dokimos significa semplicemen-
te “non approvato”. Come termine inserito in un’allegoria mutuata dall’atletica, in
italiano è molto ben tradotto con il participio passato “squalificato”.
34 (10:5) F.L. Godet, First Corinthians, pp. 59-60.
35 (10:22) William Kelly, First Corinthians, p. 166.
36 (10:28) NA omette la ripetizione.
37 (11:5) Dai vv. 4-5 appare chiaro che, in situazioni in cui vi è chi prega o profetizza, la
donna dovrebbe avere il capo coperto ogni volta che è appropriato che l’uomo abbia
il capo scoperto.
38 (11:7) W.E. Vine, Expository Dictionary, sotto la voce “gloria”, p. 154.
39 (11:18) F.B. Hole, “The Administration of the Mistery” (opuscolo), p. 5.
40 (11:19) Il termine gr. qui utilizzato è haireseis; tuttavia esso non ha ancora l’accezio-
ne di “eresie”, assunta successivamente. Vd. commento a Tt 3:10.
41 (11:19) Il gr. usa solitamente opheilo per indicare una necessità morale. Qui Paolo
usa dei, un verbo che designa, più comunemente, una necessità logica.
42 (11:26) F.L. Godet, First Corinthians, p. 163.
43 (12:Introduzione) Glossa (“lingua”) è il termine comune greco per “lingua parlata”.
44 (12:10) Gran parte di ciò che, oggi, molti definiscono “profezia” altro non è che una
parafrasi di testi biblici oppure una predizione (che non si realizza mai), entrambe
spesso presentate con linguaggio pseudo-biblico e antiquato (come se Dio, volendo,
non fosse in grado di comunicare in lingua corrente!).
45 (12:13) La preposizione gr. en può essere tradotta “in”, “con” o “da” con il medesimo
grado di precisione (contesto permettendo); nondimeno, consideriamo “in” la tra-
duzione più letterale, poiché strettamente corrispondente, per forma, al gr. en.
46 (12:29-30) Queste proposizioni interrogative sono introdotte, in gr., dalla particella
me, appropriatamente resa dalla locuzione avverbiale “Forse che…?”
47 (13:11) Il corrispondente gr. è nepios (cfr. Eb 5:13).
48 (14:5) William Kelly, First Corinthians, p. 229.
49 (14:13) Nel testo originale non vi è tuttavia nessuna indicazione che il soggetto di
“poter interpretare” sia diverso da quello di “parla”.
50 (14:19) Lett. “l’intelligenza di me”. La locuzione “di me” è declinata al genitivo e corri-
sponde a un “genitivo oggettivo” poiché indica l’oggetto dell’azione suggerita dal sostan-
tivo. In base al contesto, la stessa forma può altresì indicare un genitivo soggettivo.
51 (14:19) Charles Hodge, First Corinthians, p. 292.
52 (14:35) Lo stesso termine greco andres può significare “mariti”, “maschi” o “uomini”.
53 (15:45) Charles R. Erdman, First Corinthians, p. 148.
54 (15:47) NA omette “il Signore”.

747
1 CORINZI

55 (15:49) La maggior parte dei mss. greci presenta qui un’esortazione (imperativo):
“Portiamo...!”.
56 (15:54) C.H. Mackintosh, The Mackintosh Treasury: Miscellaneous Writings by C.H.
Mackintosh, p. 125.
57 (15:56) F.L. Godet, First Corinthians, p. 446.
58 (16:12) H.A. Ironside, First Corinthians, p. 542.
59 (16:22) J.C. Ryle, Holiness, p. 235.

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Vine, W.E. First Corinthians. London: Oliphants Ltd., 1951.

748
Seconda lettera ai

Corinzi
“La limpidezza della rivelazione di Paolo [in 2 Corinzi] è, a mio avviso,
ineguagliata in tutta la letteratura sacra”.
– M.F. Sadler

Introduzione
I. Una posizione unica nel Canone intaccano le verità basilari della lettera,
2 Corinzi è una lettera molto impor- bensì alcuni particolari minimi.
tante, sebbene il suo stile ironico, dif- Infine, 2 Corinzi è una lettera molto
ficilmente traducibile, abbia talvolta amata e molto citata. Dopo averla stu-
indotto alcuni a trascurarla rispetto diata, capirete perché.
a 1 Corinzi. Il gran numero di corsivi
presenti in alcune versioni bibliche II. Autore
(p. es. ND) rivela la grande quantità di Quasi nessuno nega la paternità paolina
“aggiustamenti” che sono occorsi per di 2 Corinzi, sebbene alcuni teorizzino
rendere questa lettera, così spontanea la presenza di alcune sporadiche “inter-
ed emotiva, in un italiano accettabile. polazioni”. Tuttavia, l’unità della lettera
La lettera è difficile. Il significato di (con le tipiche digressioni paoline!) è
molti versetti è a dir poco oscuro per evidente.
diverse ragioni, fra cui: La prova estrinseca a favore dell’au-
1. Paolo fa spesso ricorso all’ironia, tenticità di 2 Corinzi è rilevante, ma
ma non è sempre facile capire in che leggermente più tarda rispetto a quella
occasione; relativa a 1 Corinzi. Stranamente Cle-
2. per comprendere pienamente alcune mente di Roma non la cita mai, al con-
sezioni, dovremmo possedere ulte- trario di Policarpo, Ireneo, Clemente
riori informazioni relative ai precisi di Alessandria, Tertulliano e Cipriano.
spostamenti di Paolo e dei suoi com- Marcione la elenca come la terza delle
pagni e alle lettere che scrisse; dieci lettere paoline accolte nel suo “ca-
3. la lettera è assai personale e le pa- none”. Essa trova altresì posto nel Cano-
role che scaturiscono direttamente ne Muratoriano. Dal 175 d.C. in avanti la
dal cuore dell’apostolo non risultano prova estrinseca a favore dell’autenticità
sempre facilmente intelligibili. di 2 Corinzi è più ampia.
Tali difficoltà, tuttavia, non devono La prova intrinseca della paternità
scoraggiarci. Fortunatamente esse non paolina è schiacciante. Fatta eccezione
2 CORINZI

per Filemone, si tratta della lettera più sua predicazione, Paolo si rivolse agli
personale e meno dottrinale di Paolo. I stranieri. Il succedersi delle conversioni,
riferimenti personali più minuti, lo stile tanto giudee quanto pagane, fece sì che
particolare dell’apostolo e gli stretti lega- l’apostolo fosse condotto dai capi giudei
mi con 1 Corinzi, Galati, Romani e Atti dinanzi al proconsole Gallione, il quale,
supportano tutti la tradizione che vuole dal canto suo, classificò quello di Paolo
Paolo autore della lettera. L’autore e l’as- come un caso che esulava dalla propria
semblea destinataria dello scritto coinci- giurisdizione.
dono chiaramente con quelli della prima Al termine del processo Paolo si
lettera, universalmente riconosciuta. trattenne a Corinto per diversi giorni,
quindi ripartì alla volta di Cencrea e di
III. Data Efeso per poi ritornare a Cesarea e ad
La seconda lettera ai Corinzi fu, pro- Antiochia, dopo il lungo viaggio.
babilmente, scritta meno di un anno Nel corso del suo terzo viaggio missio-
dopo 1 Corinzi, in Macedonia (alcune nario l’apostolo fece ritorno a Efeso, dove
annotazioni presenti in antiche tradu- rimase per due anni. Durante questa sua
zioni indicano Filippi quale luogo di permanenza gli fece visita una delega-
composizione). zione da Corinto, chiedendo il suo con-
Si propende comunemente per una siglio su varie questioni. La Prima lettera
datazione attorno al 57 d.C. sebbene ai Corinzi contiene la risposta agli inter-
molti la facciano risalire al 55 o 56 d.C. rogativi formulati in tale occasione.
(Harnack opta addirittura per il 53 d.C.). L’apostolo fu successivamente colto
dall’ansia di sapere quale fosse stata la
IV. Contesto e tema reazione dei Corinzi alla sua lettera, in
Una ragione per cui amiamo tanto particolare alle indicazioni concernenti la
2 Corinzi è il suo carattere personale. correzione di un membro della chiesa che
Qui abbiamo l’impressione di avvi- viveva nel peccato. Così lasciò Efeso alla
cinarci al cuore di Paolo più di quanto volta di Troas, dove contava di incontrare
avvenga in qualunque altro suo scritto. Tito. Non avendolo però trovato, si dires-
Percepiamo il suo entusiasmo per l’ope- se in Macedonia. Fu là che incontrò Tito,
ra del Signore. Comprendiamo il senso il quale aveva per lui una notizia buona e
di dignità che circondava la più alta due cattive. I santi avevano inflitto il giusto
chiamata nella vita. Leggiamo con mu- castigo al fratello caduto nel peccato, mie-
to stupore l’elenco delle sofferenze che tendo come risultato il suo recupero spiri-
egli sopportò. Siamo avvolti dalla vampa tuale. Questa era la notizia buona. Ma, nel
dell’indignazione con la quale egli rispo- frattempo, i credenti non avevano ancora
se ai suoi critici più sprezzanti. In breve, inviato il denaro ai santi bisognosi di Geru-
Paolo sembra volerci far parte di ogni se- salemme, come avevano inteso fare in un
greto della sua anima. primo momento (prima cattiva notizia);
La prima visita di Paolo a Corinto è inoltre, dei falsi dottori si erano infiltrati
documentata in At 18. Essa ebbe luogo nella chiesa di Corinto e si adoperavano
durante il suo secondo viaggio missio- per screditare l’opera dell’apostolo, metten-
nario, subito dopo il suo memorabile done in discussione l’autorità quale servo
discorso ad Atene. di Cristo (seconda notizia… pessima!).
A Corinto Paolo lavorò come fab- Fu in queste circostanze che Paolo,
bricante di tende insieme ad Aquila e dalla Macedonia, decise di scrivere la
Priscilla, predicando il vangelo nella Seconda lettera ai Corinzi.
sinagoga. Sila e Timoteo giunsero dal- Nella prima lettera Paolo si presenta
la Macedonia per unirsi a lui in questa principalmente come insegnante, mentre
opera evangelistica, che si protrasse nella seconda assume il ruolo di pastore. Se
per almeno diciotto mesi (vd. At 18:11). ascoltate attentamente, udrete il battito del
Poiché i Giudei avevano rifiutato la cuore di un uomo che ama realmente il po-

750
2 CORINZI

polo di Dio e diede se stesso per il suo bene. che respirano e parole che bruciano”,
Intraprendiamo allora questo nuovo chiediamo al Signore l’illuminazione del
viaggio e, durante lo studio di “pensieri suo Santo Spirito.

Sommario

I. PAOLO PRESENTA IL SUO MINISTERO (capp. 1–7)


A. Saluto (1:1-2)
B. Ministero di consolazione nella sofferenza (1:3-11)
C. Spiegazione del cambiamento nei piani di Paolo (1:12–2:17)
D. Credenziali del ministero di Paolo (3:1-5)
E. Antico e nuovo patto a confronto (3:6-18)
F. Obbligo di predicare il vangelo con chiarezza (4:1-6)
G. Un vaso di terra con un destino celeste (4:7-18)
H. Vivere alla luce del tribunale di Cristo (5:1-10)
I. La buona coscienza di Paolo nel ministero (5:11–6:2)
J. La condotta di Paolo nel ministero (6:3-10)
K. Appello di Paolo ad aprirsi all’amore (6:11-13)
L. Appello di Paolo alla santificazione (6:14–7:1)
M. Gioia di Paolo per la buona notizia da Corinto (7:2-16)

II. ESORTAZIONE A COMPLETARE LA COLLETTA PER I CREDENTI DI GERUSALEMME


(capp. 8–9)
A. Esempi di generosità (8:1-9)
B. Istruzioni per il completamento della colletta (8:10-11)
C. Il donatore generoso: i tre principi della liberalità (8:12-15)
D. Scelta dei tre latori della colletta (8:16-24)
E. Appello ai Corinzi e aspettative di Paolo (9:1-5)
F. La buona ricompensa della liberalità (9:6-15)

III. PAOLO DIFENDE LA PROPRIA AUTORITÀ APOSTOLICA (capp. 10–13)


A. Paolo replica ai suoi accusatori (10:1-12)
B. Il principio di Paolo: guadagnare nuovo terreno per Cristo (10:13-16)
C. Lo scopo supremo di Paolo: l’approvazione del Signore (10:17-18)
D. Paolo difende il proprio apostolato (11:1-15)
E. Le sofferenze di Paolo per Cristo depongono a favore del suo apostolato
(11:16-33)
F. Le rivelazioni di Paolo depongono a favore del suo apostolato (12:1-10)
G. I “segni” di Paolo depongono a favore del suo apostolato (12:11-13)
H. Imminente visita di Paolo a Corinto (12:14–13:1)
I. I Corinzi: testimonianza vivente dell’apostolato di Paolo (13:2-6)
J. Paolo desidera il bene dei Corinzi (13:7-10)
K. L’amorevole saluto trinitario di Paolo (13:11-14)

751
2 CORINZI 1:1

Commentario

I. PAOLO PRESENTA IL SUO tria e d’immoralità avevano riposto la


MINISTERO (capp. 1–7) propria fede nel Signore Gesù Cristo ed
erano stati salvati dalla sua straordina-
A. Saluto ria grazia. Senza dubbio, nonostante
(1:1-2) tutte le difficoltà poi insinuatesi nell’as-
1:1 Paolo apre la lettera presentandosi semblea di Corinto, il cuore dell’apo-
come un apostolo di Cristo Gesù per stolo gioiva al pensiero del grande
volontà di Dio. Era importante che cambiamento che aveva avuto luogo
egli ponesse subito l’accento su questo nella vita di quelle persone care al suo
punto, poiché a Corinto alcuni aveva- cuore. La lettera è indirizzata non solo
no sollevato il dubbio che la missione a Corinto, ma a tutti i santi che sono in
di Paolo non provenisse veramente dal tutta l’Acaia. L’Acaia era la regione me-
Signore. Paolo qui risponde di non aver ridionale della Grecia, mentre la Mace-
scelto il ministero di propria volontà né donia, menzionata più avanti in questa
di essere stato ordinato da uomini: Ge- lettera, quella settentrionale.
sù Cristo l’ha inviato a svolgere l’opera 1:2 …grazia… e pace formano l’af-
per volontà di Dio. fettuoso saluto che abbiamo imparato
La sua vocazione all’apostolato nac- ad associare all’amato apostolo Paolo.
que sulla via di Damasco, un’esperien- Nell’esprimere i propri desideri per
za che avrebbe segnato tutta la vita il popolo di Dio, egli non augura loro
dell’apostolo. Fu proprio la consape- beni materiali quali oro o argento, ben
volezza di questa vocazione divina a sapendo che questi svaniranno presto
sostenerlo durante le molte ore amare. nel nulla. L’apostolo, piuttosto, deside-
Spesso, quando era pressato oltre ogni ra che i credenti abbiano benedizioni
misura nel servizio di Cristo, avrebbe spirituali, come la grazia e la pace, che
certamente rinunciato e fatto ritorno racchiudono ogni buona cosa che può
a casa, se non avesse avuto la certezza giungere a un povero peccatore sulla
dell’origine divina della sua chiamata. terra. Denney commenta: “La parola
Il fatto che Timoteo sia menzionato grazia è la prima e l’ultima del vangelo;
al v. 1 non significa che questi abbia e la pace, perfetto benessere spirituale,
collaborato alla stesura della lettera, è l’opera compiuta di Cristo nell’ani-
ma soltanto che si trovava con Paolo ma”. (1) Queste benedizioni provengono
al momento in cui fu scritta. A parte da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù
questo, vi è molta incertezza riguardo Cristo. Dio nostro Padre ne è la fonte,
agli spostamenti di Timoteo in questo il Signore Gesù Cristo il canale. Paolo
periodo. non esita a menzionare il Signore Gesù
La lettera è indirizzata alla chiesa di Cristo di seguito a Dio Padre, poiché,
Dio che è in Corinto, con tutti i santi come membro della Trinità, Cristo è
che sono in tutta l’Acaia. La locuzione uguale al Padre.
chiesa di Dio indica un’assemblea di
credenti che appartiene a Dio. Non si B. Ministero di consolazione nella
trattava dunque di un’assemblea paga- sofferenza (1:3-11)
na o di un’adunanza secolare, bensì di 1:3 Nei vv. 3-11 l’apostolo prorompe in
comunione di credenti nati di nuovo, una espressione di ringraziamento per
chiamati dal mondo per appartenere la consolazione che l’ha raggiunto pur
al Signore. Senza dubbio, nello scrivere nelle difficoltà e nell’afflizione. Senza
queste parole, Paolo aveva in mente la dubbio, motivo di consolazione sono
sua prima visita a Corinto e la predica- le buone notizie pervenutegli, tramite
zione del vangelo che vi aveva svolto. Tito, in Macedonia. L’apostolo vuole
Uomini e donne impregnati di idola- ora dimostrare come tanto l’afflizione

752
2 CORINZI 1:6

quanto la consolazione concorreranno uniche e nessun uomo può condivi-


al bene dei credenti che si lasciano am- derle), bensì a tutte le sofferenze che
maestrare. i credenti sopporteranno a causa del
Paolo ringrazia Dio, Padre del nostro loro rapporto con il Signore Gesù: il
Signore Gesù Cristo. Tale è, nel N.T., disonore, il rifiuto, l’ostilità, l’odio, il
l’appellativo completo di Dio. Egli non rinnegamento, il tradimento ecc…
è più chiamato “Dio d’Abraamo, Dio Queste sono chiamate le sofferenze di
d’Isacco e Dio di Giacobbe”. Ora egli è Cristo poiché Gesù Cristo le sopportò
il Dio e Padre del nostro Signore Gesù durante il suo ministero terreno e le
Cristo. Questo nome comprende anche sopporta tuttora, insieme ai membri
la grande verità che il Signore Gesù è del suo Corpo. Il Signore condivide le
sia Dio che uomo. Dio è sia il Dio (con nostre afflizioni (vd. Is 63:9). Ma Pao-
riferimento al suo rapporto con Gesù, lo intende affermare qui che vi è una
Figlio dell’uomo) sia il Padre del nostro ricca compensazione per tutte queste
Signore Gesù Cristo (con riferimento sofferenze, derivante da una pari con-
al suo rapporto con Cristo, il Figlio di divisione della consolazione di Cristo.
Dio). Inoltre, Dio è descritto come il Per i credenti questa consolazione è
Padre misericordioso e Dio di ogni più che sufficiente.
consolazione. È da lui che scaturisco- 1:6 L’apostolo vedeva il bene emer-
no ogni misericordia e consolazione. gere tanto dall’afflizione quanto dal-
1:4 In tutte le sue afflizioni, Paolo la consolazione. L’una e l’altra erano
era conscio della presenza consolante santificate dalla croce. I frutti della
di Dio. Qui indica una delle ragioni per sua afflizione erano la consolazione
cui il Signore volle consolarlo: affinché e salvezza dei santi, non la salvezza
egli, a sua volta, potesse consolare altri delle loro anime bensì la forza che li
mediante la consolazione con la quale avrebbe sostenuti durante le prove.
siamo noi stessi da Dio consolati. Per La perseveranza di Paolo sarebbe loro
noi, il termine “consolazione” indica servita da incoraggiamento e stimolo
solitamente un sollievo in tempo di ed essi avrebbero compreso che, se po-
dolore ma il suo significato, nell’uso teva concedere all’apostolo la grazia di
neotestamentario, è assai più ampio, soffrire, Dio poteva concederla anche
poiché racchiude incoraggiamento a loro. Quando Samuel Rutherford si
ed esortazione da parte di colui che ci trovava nella “cantina dell’avversità”,
sta accanto nel momento del bisogno. come spesso avveniva, iniziava a guar-
Ciascuno di noi può trarre da questo darsi intorno per trovare i “migliori
versetto un insegnamento pratico: vini” del Signore. Probabilmente egli
quando siamo consolati, siamo altresì apprese ciò dall’esempio di Paolo, che
chiamati a consolare gli altri a nostra sembrava riuscire a scorgere l’arcoba-
volta. Non dovremmo evitare chi versa leno anche attraverso le lacrime. La
nella malattia o nella sofferenza, ma consolazione che l’apostolo riceveva
accorrere al fianco di coloro che han- avrebbe riempito i Corinzi stessi di
no bisogno del nostro incoraggiamen- consolazione, ispirando la loro pa-
to. Non riceviamo conforto per essere ziente perseveranza allorché avessero
consolati ma per essere, bensì, dei con- dovuto attraversare lo stesso genere
solatori. di persecuzione. Solamente coloro che
1:5 La ragione per cui Paolo può hanno attraversato grandi difficoltà
consolare gli altri è che le consolazioni hanno le parole adatte da rivolgere a
di Cristo sono pari alle sofferenze che quanti si trovano nella sofferenza. Chi,
dobbiamo sopportare per il suo nome. meglio di una madre che abbia per-
Con l’espressione le sofferenze di Cri- duto un figlio, è in grado di consolare
sto Paolo non allude alle sofferenze un’altra madre che stia affrontando
espiatorie del Salvatore (quelle furono lo stesso dramma? O piuttosto, chi,

753
2 CORINZI 1:7

meglio del Padre che ha perduto il suo Il travaglio era, comunque, tale per
unigenito Figlio, può consolare quanti Paolo da gravare ben oltre le capacità
hanno perduto una persona cara? dell’umana sopportazione, tanto da far-
1:7 L’apostolo esprime ora la sua fi- lo disperare perfino della vita stessa.
ducia che, come avevano conosciuto la Ci può venire in aiuto, a questo pun-
sofferenza per Cristo, i Corinzi avrebbe- to, la parafrasi proposta da una versio-
ro, allo stesso modo, sperimentato la ne inglese della Bibbia: “A quel tempo
consolazione di Cristo. Per il credente eravamo completamente sopraffatti;
le sofferenze non vengono mai da sole, il peso era maggiore di quanto potes-
ma sono sempre accompagnate dalla simo sopportare; ci dicemmo, infatti,
consolazione di Cristo. Anche noi pos- che quella era la fine”.
siamo nutrire la stessa fiducia di Paolo. 1:9 La prospettiva dell’apostolo era
La Living Bible parafrasa i vv. 3-7 co- talmente cupa che egli si sentiva con-
me segue: dannato a morte. Dio permise al suo
Che Dio meraviglioso abbiamo! Egli è servo di toccare il fondo affinché non
Padre del nostro Signore Gesù Cristo, ponesse la propria fiducia in se stesso,
la fonte di ogni misericordia e colui ma in Dio che risuscita i morti. L’ap-
che tanto meravigliosamente ci con- pellativo Dio che risuscita i morti è qui
sola e ci fortifica nelle nostre fatiche senza dubbio sinonimo di Dio onnipo-
e prove. E perché lo fa? Affinché pos- tente. Colui che può risuscitare i morti
siamo dare lo stesso aiuto e la stessa è la sola speranza per un uomo con-
consolazione che Dio ha dato a noi dannato a morire, quale si considerava
a quanti sono travagliati, bisognosi l’apostolo.
della nostra vicinanza e del nostro 1:10 Nella maggior parte dei mss.
incoraggiamento… Nella nostra af- troviamo che Paolo parla di liberazione
flizione Dio ci ha consolato, e anche usando tre tempi verbali: passato (ci ha
questo per aiutare voi: per mostrar- liberati), presente (“ci libera”) e futuro
vi, attraverso la nostra esperienza (ci libererà). (2) Se è all’incidente di Efe-
personale, come Dio teneramente so che fa qui riferimento, allora Paolo
consolerà voi quando dovrete subire sta parlando del modo in cui, cessato
queste stesse sofferenze. Egli vi darà il tumulto, riuscì a fuggire (vd. At 20:1).
la forza di perseverare.
L’apostolo sa che lo stesso Dio che lo
1:8 Avendo parlato in termini gene- ha liberato in passato è in grado di li-
rali di afflizione e consolazione, Pao- berarlo di giorno in giorno, fino a quel
lo menziona ora più specificamente glorioso momento finale in cui lo libe-
un’aspra prova che aveva dovuto attra- rerà completamente dalle tribolazioni
versare di recente. Egli non voleva che e dalle persecuzioni di questo mondo.
i fratelli di Corinto ignorassero quale 1:11 Qui Paolo presume generosa-
afflizione lo avesse colto in Asia (qui mente che, in quella difficile occasione,
non si intende indicare il continen- i credenti di Corinto abbiano pregato
te, bensì una provincia della regione per lui. In realtà, molti credenti erano
occidentale di quella che oggi chia- diventati critici nei confronti del gran-
miamo Asia Minore). Ma qual è l’af- de apostolo: vi era motivo di dubitare
flizione cui allude l’apostolo? Forse si che essi si ricordassero di lui quando
tratta del pericoloso tumulto che ebbe si accostavano in preghiera al trono
luogo a Efeso (vd. At 19:23-41). Alcuni della grazia. Tuttavia, egli era pronto a
pensano che fosse una malattia mor- concedere loro il beneficio del dubbio.
tale, mentre per altri si sarebbe tratta- L’espressione il favore divino che noi
to di notizie scoraggianti da Corinto. otterremo per mezzo della preghiera
Grazie a Dio il valore e la bellezza di indica la liberazione concessa a Paolo
questo brano non dipendono dalla in virtù delle preghiere di molte per-
comprensione dei singoli dettagli. sone. L’apostolo attribuisce la propria

754
2 CORINZI 1:17

possibilità di fuga alla preghiera d’in- suo ministero. Costoro sarebbero stati
tercessione dei credenti. Ora, grazie la sua gioia e la sua corona d’allegrezza
alla preghiera di molte persone, molti ed essi, a loro volta, si sarebbero ral-
potevano rendere grazie poiché le loro legrati del fatto che Paolo era stato lo
preghiere avevano ricevuto risposta. strumento con cui Dio li aveva condot-
ti a Cristo.
C. Spiegazione del cambiamento 1:15 La locuzione con questa fiducia
nei piani di Paolo (1:12–2:17) significa con la fiducia che essi si sa-
1:12 La ragione per cui Paolo riteneva rebbero rallegrati in lui come del vero
di poter contare sulle preghiere dei cre- apostolo del Signore Gesù Cristo, un
denti era da ricercarsi nella schiettezza uomo la cui sincerità era al di sopra di
che aveva sempre dimostrato nei loro ogni sospetto. Egli voleva venire… da
confronti. Egli poteva vantarsi della loro con la certezza della loro fiducia,
propria integrità: la coscienza dell’apo- stima e affetto. Egli desiderava far loro
stolo testimoniava a favore di una visita prima di recarsi in Macedonia
condotta caratterizzata da semplicità e, ancora, al ritorno da quella regione.
e dalla sincerità di Dio, ossia dalla tra- Essi avrebbero così ricevuto un dupli-
sparente genuinità che viene da Dio. ce beneficio sotto forma di una doppia
Paolo non si piegava ai metodi degli visita.
uomini carnali, ma agiva apertamente 1:16 Questo versetto chiarisce ulte-
davanti agli occhi di tutti con l’imme- riormente la natura di questo “duplice
ritata forza (grazia) che Dio gli donava. beneficio”. Come già accennato, Paolo
I Corinzi, in particolare, avrebbero do- progettava di partire da Efeso e recarsi
vuto comprendere tutto ciò. a Corinto, in Acaia, da dove avrebbe poi
1:13 L’integrità che aveva caratte- proseguito, dirigendosi a nord, verso la
rizzato le sue relazioni passate con i Macedonia. Quindi, dopo aver predica-
Corinzi è palpabile anche in questa let- to in Macedonia, avrebbe fatto ritorno
tera. Egli stava scrivendo esattamente a Corinto. L’apostolo sperava che i Co-
ciò che intendeva dire. Non vi era biso- rinzi lo aiutassero a proseguire il suo
gno di leggere tra le righe: il significato viaggio fino alla Giudea (probabilmen-
delle sue parole era palese, poiché era te offrendogli ospitalità e il conforto
semplice e immediato. Vi era scritto delle loro preghiere: qui non si allude
esattamente ciò che essi erano in gra- al sostegno economico giacché l’apo-
do di leggere e comprendere e Paolo si stolo, più avanti, comunicherà la sua
augurava che essi perseverassero nello decisione di rinunciarvi; vd. 11:7-10).
studio e nella comprensione sino alla 1:17 Il progetto di Paolo non si re-
fine, vale a dire sino alla fine dei loro alizzò. Da Efeso, l’apostolo si recò a
giorni. Troas; di là, non avendovi trovato Tito,
1:14 L’assemblea di Corinto aveva proseguì direttamente alla volta della
riconosciuto Paolo in parte : non tutti Macedonia, senza passare per Corinto.
i credenti, di fatto, l’avevano ricono- Così egli domanda: Prendendo dun-
sciuto. I credenti fedeli a Paolo com- que questa decisione, ho forse agito
prendevano queste due verità: che essi con leggerezza? Questo è esattamente
avrebbero potuto vantarsi di lui e lui di quanto, con tutta probabilità, afferma-
loro nel giorno del nostro Signore Ge- vano i suoi detrattori. “Questo Paolo
sù. È questo un riferimento specifico è così volubile e incostante! Dice una
al tribunale di Cristo, dinanzi al quale cosa e ne fa un’altra! Può un uomo del
il servizio dei redenti sarà pesato e ri- genere essere veramente un apostolo?”
compensato. Quando Paolo protendeva L’apostolo gira l’interrogativo ai Corin-
lo sguardo verso quel tribunale celeste, zi. Quando egli concepisce un proget-
vedeva immancabilmente i volti di co- to, lo fa forse mosso da ragioni carnali,
loro che erano stati salvati mediante il con il risultato che un minuto dice sì e

755
2 CORINZI 1:18

quello dopo dice no ? Le sue decisioni fede sale a lui e ogni promessa di Dio
sono forse dettate soltanto da conside- è adempiuta in Gesù Cristo. In lui e per
razioni utilitaristiche? Phillips cattura mezzo di lui noi ce ne appropriamo,
lo spirito di questo versetto in questa facendole nostre, e diciamo: “Sì, Signo-
parafrasi: “Il fatto che abbiamo dovuto re, io confido in te”. Questo è il sì della
cambiare i nostri programmi significa fede. (3)
forse che siamo incostanti? Pensate Tutto questo concorre “alla gloria di
che io scherzi dicendo di sì, quando, in Dio per mezzo di noi” (ND). Denney
realtà, intendo dire di no?” scrive: “Egli è glorificato quando le ani-
1:18 Paolo sembra dirottare brusca- me capiscono che egli ha pronunciato
mente il discorso dalla parola data re- cose buone a loro riguardo, e ben oltre
lativamente ai suoi progetti di viaggio la loro più fervida immaginazione, e
alla Parola che egli predica. Probabil- quando queste buone cose si manife-
mente i suoi detrattori ritenevano che stano indiscutibilmente sicure e certe
la sua inaffidabilità nel parlare di cose nel Figlio suo”.
ordinarie dovesse necessariamente ri- Le parole “per mezzo di noi” ri-
flettersi sulla sua predicazione. cordano ai Corinzi che fu grazie alla
1:19 Paolo protesta: la sua condotta predicazione di uomini come Silvano,
non è inaffidabile, poiché il Salvatore Timoteo e Paolo che avevano potuto
che egli predica è il divino e l’immuta- fare proprie le promesse di Dio in Cri-
bile “presso il quale non c’è variazione sto. Se l’apostolo fosse stato un impo-
né ombra di mutamento” (Gm 1:17). La store, come sostenevano i suoi nemici,
prima volta che era stato a Corinto, in- sarebbe stato possibile che Dio si fosse
sieme con Silvano e… Timoteo (vd. At servito di lui per produrre risultati tan-
18:5), Paolo vi aveva predicato l’immu- to meravigliosi? Ovviamente, no.
tabile Figlio di Dio. “Il messaggio non 1:21 Paolo quindi dimostra come,
poteva essere mutevole perché concer- tra lui e i Corinzi, vi fosse il medesi-
neva il Figlio di Dio, che non cambia mo vincolo vitale. Dio li aveva stabiliti
mai”. L’idea qui espressa è che la per- nella fede, confermandoli in Cristo per
sona che predica il Signore Gesù nello mezzo del ministero della Parola di
Spirito non può comportarsi nel modo Dio. Dio li aveva altresì unti con lo Spi-
in cui i critici dell’apostolo lo accusava- rito, che ne avrebbe costituito il segno
no di comportarsi. Denney afferma: “Il distintivo, dando loro potenza e am-
ragionamento di Paolo avrebbe potuto maestrandoli.
trovarsi sulla bocca di un ipocrita, ma 1:22 Dio li aveva pure segnati con
nessun detrattore avrebbe potuto in- il proprio sigillo e aveva messo la ca-
ventarselo”. Come avrebbe potuto pre- parra dello Spirito nei loro cuori. Qui
dicare un Dio fedele e non prestar fede intravediamo altri due ministeri dello
egli stesso alla parola data? Spirito Santo. Il sigillo è marchio di
1:20 Tutte le promesse di Dio, a pre- proprietà e garanzia. Lo Spirito che di-
scindere dal loro numero, hanno il loro mora nei credenti è il segno che ora il
adempimento in Cristo. Tutti coloro credente appartiene a Dio ed è salvato
che trovano in lui l’adempimento delle per l’eternità. Il sigillo, naturalmente, è
promesse di Dio si uniscono all’Amen : invisibile. Non è indossando un distin-
apriamo le nostre Bibbie per trovarvi tivo che ci faremo riconoscere come
una promessa, alziamo lo sguardo a credenti, bensì con la testimonianza di
Dio ed egli ci dice: “Puoi avere tutto una vita piena di Spirito. Dio ha altresì
questo per mezzo di Cristo”. Riponen- messo lo Spirito nei nostri cuori di cre-
do in Cristo la nostra fiducia, noi dicia- denti, a caparra (o pegno) del fatto che
mo “Amen!” a Dio. Dio parla per mezzo l’intera eredità sarà nostra. Quando
di Cristo e noi crediamo in Cristo; Cri- Dio salva un uomo, gli dona lo Spirito
sto si protende verso di noi, la nostra Santo. Così come è certo che l’uomo ri-

756
2 CORINZI 2:3

ceve lo Spirito, altrettanto certo è che semblea con la sua seppur necessaria
entrerà nella piena eredità di Dio. Un riprensione. Le parole avevo deciso di
giorno prenderemo pieno possesso di non venire a rattristarvi una seconda
quel genere di benedizioni che lo Spiri- volta sembrano indicare che egli aves-
to concretizza oggi nella nostra vita. se fatto loro un’altra dolorosa visita,
1:23 In 1:23–2:4 Paolo ritorna all’ac- successiva a quella documentata in At
cusa di incostanza, spiegando chia- 18:1-17. Un’implicita indicazione di tale
ramente il motivo per cui non aveva visita si può ricavare da 12:14; 13:1.
visitato Corinto come invece aveva 2:2 Se l’apostolo fosse giunto a Co-
progettato di fare. Poiché nessuno era rinto con una dura riprensione perso-
in grado di capire i veri motivi del com- nale, avrebbe certamente rattristato i
portamento di Paolo, egli chiama Dio Corinzi ed egli stesso sarebbe rimasto
come testimone. Se l’apostolo avesse rattristato, poiché essi erano la fonte
visitato Corinto al tempo da lui stabili- stessa della sua gioia. Ryrie parafrasa:
to, avrebbe dovuto agire con fermezza “Se io vi ferisco, chi rimarrà a ralle-
nei confronti della difficile situazione grarmi se non delle persone tristi? Ciò
in cui versava la chiesa e rimprovera- non recherebbe alcun sollievo”.
re i credenti per aver tollerato, a causa 2:3 Piuttosto che ingenerare questa
della loro leggerezza, che il peccato si reciproca tristezza attraverso una vi-
insinuasse tra i membri dell’assemblea. sita personale, l’apostolo Paolo decise
Paolo aveva ritardato il suo viaggio a di scrivere una lettera. Egli sperava di
Corinto perché desiderava risparmiare raggiungere così l’obiettivo prefissato,
dolore e tristezza ai santi di quella città. ossia che i Corinzi esercitassero la di-
1:24 Ma l’apostolo Paolo non de- sciplina in relazione al fratello che con-
siderava che gli si rimproverasse di duceva una vita peccaminosa, sicché la
comportarsi in modo dittatoriale nei successiva visita di Paolo non fosse fu-
confronti dei Corinzi. Così aggiunge nestata da rapporti tesi fra l’apostolo e
qui: Noi non signoreggiamo sulla vo- quel gregge, che egli tanto teneramente
stra fede, ma siamo collaboratori della amava.
vostra gioia, perché nella fede già state La lettera cui si fa riferimento nella
saldi. L’apostolo non voleva tiranneg- prima parte del v. 3 è la prima episto-
giare sulla loro fede cristiana né, tanto la canonica di Paolo ai Corinzi oppure
meno, che i credenti lo considerassero un altro scritto che non ci è pervenuto?
un despota. Paolo e i suoi compagni Alla luce del v. 4, in cui si legge che tale
erano, al contrario, dei semplici colla- lettera fu scritta “in grande afflizione
boratori della loro gioia : essi non de- e in angoscia di cuore con molte la-
sideravano altro che assisterli nel loro crime”, molti dubitano che si tratti di
cammino cristiano, accrescendo così 1 Corinzi. Altri, invece, ritengono che
la loro allegrezza. questa descrizione si adatti molto bene
La seconda parte del versetto indi- a 1 Corinzi. È possibile, comunque, che
ca che non era necessario correggere Paolo abbia scritto ai Corinzi una du-
i Corinzi riguardo alla fede poiché, in ra lettera che non è più in nostro pos-
quell’ambito, erano già sufficientemen- sesso. Presumibilmente egli la scrisse
te saldi. Gli errori che Paolo cercava di dopo la “visita dolorosa” (vd. 2 Co 2:1)
correggere non riguardavano aspetti e incaricò Tito di consegnarla. Forse è
dottrinali bensì la condotta dei creden- a questa lettera che si fa riferimento in
ti all’interno della chiesa. 2:4, 9; 7:8, 12.
2:1 Questo versetto sviluppa il pen- Quale che sia l’ipotesi esatta, il pen-
siero espresso nei due precedenti, al siero espresso al v. 3 è che Paolo scrisse
cap. 1. Paolo continua a spiegare la ra- in quel modo affinché, visitandoli, non
gione della mancata visita a Corinto: dovesse aver tristezza da coloro dai
l’apostolo non intendeva rattristare l’as- quali avrebbe dovuto avere gioia. Egli

757
2 CORINZI 2:4

confidava nel fatto che ciò che recava 2:6 I credenti di Corinto si erano
gioia a lui avrebbe altresì recato gioia a accordati su un’azione disciplinare
loro. Presa nel suo contesto, questa af- nei confronti del trasgressore. Evi-
fermazione indica che una giusta presa dentemente lo avevano allontanato
di posizione rispetto al problema disci- dalla chiesa. In seguito a questo prov-
plinare tra i membri della chiesa avreb- vedimento, egli si era ravveduto ed era
be, infine, procurato gioia reciproca. stato ristabilito nella comunione con il
2:4 Leggendo questo versetto, ab- Signore. Ora Paolo dice ai Corinzi che
biamo accesso al cuore di un grande la punizione inflitta all’uomo è suffi-
pastore. Il fatto che l’assemblea di Co- ciente. Non era necessario prolungarla
rinto tollerasse il peccato lo addolora- inutilmente. Nella seconda parte del
va profondamente, causandogli una versetto troviamo l’espressione in-
così grande afflizione e angoscia di flittagli dalla maggioranza (lett. “dai
cuore che le sue guance erano solcate molti”). Alcuni credono che si tratti
da lacrime di dolore. È evidente che di tutti i membri, fatta eccezione per
il peccato dei credenti di Corinto era l’uomo posto sotto disciplina. Quanti
stato un colpo più duro per Paolo che sostengono questa idea negano che,
per gli stessi Corinzi. Essi non dove- nelle questioni di chiesa, la decisione
vano interpretare questa lettera come della maggioranza sia sufficiente. Essi
un tentativo di urtare i loro sentimenti affermano che, dove è lo Spirito di Dio
ma, al contrario, come prova del suo a guidare le cose, vi è unità d’intenti.
amore per loro. Egli sperava che, una 2:7-8 Ora che quell’uomo era pie-
volta ricevuto il suo scritto, essi aves- namente reintegrato, i Corinzi avreb-
sero il tempo necessario per porre ri- bero dovuto perdonarlo e confortarlo
medio alla situazione, di modo che la accogliendolo in comunione. Qualora
sua visita successiva sarebbe avvenuta non l’avessero fatto, esisteva il perico-
all’insegna della gioia. “Fedeli sono le lo che questi rimanesse oppresso da
ferite di un amico” (ND Pr 27:6). Non troppa tristezza, ossia che dubitasse
dovremmo risentirci allorché siamo ri- di essere stato effettivamente perdo-
presi o ammoniti in modo leale e retto. nato, e cadesse preda della depressione
Dovremmo, piuttosto, renderci conto e dello sconforto. I Corinzi potevano
che ciò denota un reale interesse nei confermargli il loro amore aprendogli
nostri confronti. Il giusto rimprovero le braccia e accogliendolo con gioia e
dovrebbe essere accolto con gratitudi- tenerezza.
ne, come se provenisse dal Signore. 2:9 Scrivendo la Prima lettera ai
2:5 Nei vv. 5-11 l’apostolo fa più spe- Corinzi, Paolo aveva messo i santi alla
cifico riferimento all’episodio all’origi- prova . Essi avevano ora l’opportuni-
ne del problema. Notiamo con quanta tà di dimostrare se erano veramente
grazia e considerazione cristiana egli ubbidienti alla Parola del Signore, che
tratta la questione, non menzionando l’apostolo Paolo aveva trasmesso loro.
neppure una volta la trasgressione né All’epoca, egli li aveva consigliati di
il trasgressore. L’espressione se qual- scomunicare l’uomo, ed essi si erano
cuno è stato causa di tristezza può far dimostrati ubbidienti. Ora Paolo chie-
riferimento all’uomo resosi colpevole deva loro di fare un passo in più e riac-
di incesto di cui si parla in 1 Co 5:1 o a coglierlo fra loro.
qualcun altro che aveva causato pro- 2:10 Phillips parafrasa il versetto in
blemi in seno all’assemblea. Dando questo modo: “Se voi perdonate un in-
per assodato che si tratti del primo, dividuo, state certi che lo farò anch’io.
notiamo che Paolo non considerava Nel caso avessi qualcosa di personale
tale peccato un’offesa personale, bensì da perdonargli, lo farei come davanti
causa di tristezza, in qualche misura, a Cristo”. Paolo desiderava che i santi
per tutti i credenti. sapessero che egli era pienamente in

758
2 CORINZI 2:14

comunione con loro nel perdonare il i credenti di quella chiesa. Nei vv. 12-17
trasgressore. Qualora egli stesso avesse Paolo racconta ciò che effettivamente
qualcosa da perdonare, l’avrebbe fatto gli è successo in un momento tanto im-
per amor loro, davanti a Cristo. portante del suo ministero. Come già
L’enfasi con cui l’apostolo tratta la accennato, Paolo, partito da Efeso, era
questione della disciplina nella chiesa giunto a Troas nella speranza di incon-
è indice della sua importanza. Oggi, trare Tito e ricevere notizie da Corinto.
invece, si tratta di un aspetto fin trop- Là gli si presentò dal Signore un’oppor-
po trascurato dalle chiese evangeli- tunità straordinaria per la predicazione
che. È un altro caso in cui possiamo del vangelo di Cristo.
professare di credere nell’ispirazione 2:13 Nonostante quell’occasione
delle Scritture, ma rifiutare a un tem- d’oro, lo spirito di Paolo era travagliato.
po di prestar loro la nostra ubbidienza, A Troas l’apostolo non aveva trovato Ti-
quando ci fa comodo. to ad accoglierlo, mentre sul suo cuore
2:11 Proprio come esiste il pericolo continuava a gravare la preoccupazio-
che un’assemblea non eserciti la di- ne per la chiesa di Corinto. Sarebbe
sciplina a tempo debito, esiste anche dovuto rimanere a Troas a predicare
il pericolo di non esercitare il perdono il vangelo di Cristo? O avrebbe dovuto
una volta che vi sia stato un vero pen- proseguire per la Macedonia? La de-
timento. In simili circostanze, Satana cisione fu presa: si sarebbe diretto in
è sempre pronto a tessere le sue astute Macedonia. C’è da domandarsi quale
trame. Nel primo caso, rovinerà la te- sia stata la reazione dei Corinzi nel
stimonianza dell’assemblea attraverso leggere queste parole. Si resero conto,
la presenza di un peccato tollerato; non senza una punta di vergogna, che
nel secondo caso, caricherà il fratello era stata la loro condotta a procurare
pentito di un’insopportabile oppres- tale tormento all’apostolo e a indurlo a
sione, qualora la chiesa non sia pronta rinunciare a una meravigliosa oppor-
a ristabilirlo. Se Satana non riesce a tunità di evangelizzazione pur di avere
distruggere una testimonianza attra- buone notizie riguardo alla loro condi-
verso l’immoralità, cercherà di servirsi zione spirituale?
dell’incommensurabile dolore che se- 2:14 Paolo non era sconfitto. Ovun-
gue il pentimento. que lo portasse il servizio per Cristo,
Commentando l’espressione non igno- c’era una vittoria. È così che l’apostolo
riamo le sue macchinazioni, J. Sidlow può esprimere tutta la sua gratitudine:
Baxter scrive: Ma grazie siano rese a Dio che sempre
ci fa trionfare in Cristo. A.T. Robertson
Satana si serve di qualsiasi genere di
afferma:
stratagemma per sviare le anime dal-
la verità: un setaccio per vagliarle (Lu Senza alcuna spiegazione, Paolo bal-
22:31), “macchinazioni” per sedurle za fuori dall’abisso della disperazio-
(nel nostro testo), “spine” per soffo- ne e si eleva come un uccello sulle
carle (Mt 13:22), “insidie” per tentar- vette della gioia. Egli si libra in alto
le (Ef 6:11), il ruggito di un leone per come l’aquila, con fiero sdegno della
terrorizzarle (1 P 5:8), le sembianze di vallata sottostante.(5)
un angelo per ingannarle (2 Co 11:14)
e lacci per imbrigliarle (2 Ti 2:26).(4) Paolo prende in prestito un’imma-
gine dalle processioni trionfali dei
2:12 Paolo ora riprende il tema del suo conquistatori romani. Rientrando in
cambiamento di piani interrotto al v. 4. patria dopo aver riportato gloriose
Nei versetti precedenti ha spiegato che vittorie, essi conducevano i propri pri-
non si era recato a Corinto, come aveva gionieri lungo le strade della capitale.
precedentemente annunciato, per non I portatori di incenso marciavano ad
essere costretto a riprendere duramente ambo i lati della strada e il profumo

759
2 CORINZI 2:15

di incenso si spandeva per tutto il per- 2:16 Per i salvati, i credenti sono un
corso. Allo stesso modo, Paolo raffigu- odore di vita, che conduce a vita, ma
ra il Signore come un conquistatore per coloro che periscono sono un odo-
che marcia da Troas alla volta della re di morte, che conduce a morte. Noi
Macedonia con l’apostolo al seguito. siamo ciò che Phillips definisce “la rin-
Dove arriva il Signore, per mezzo dei frescante fragranza della vita stessa”,
suoi servi, c’è vittoria. Il profumo del- che porta vita a coloro che credono e
la conoscenza di Cristo si spandeva in un “mortale odore di condanna” a co-
ogni luogo per mezzo dell’apostolo. loro che rifiutano di credere. Questo
F.B. Meyer scrive: duplice effetto è meravigliosamente il-
lustrato da un episodio narrato nell’A.T.
Ovunque andassero, gli uomini co-
noscevano meglio Gesù; la dolcezza
Allorché l’arca di Dio fu catturata dai
del carattere del Maestro si faceva Filistei, provocò morte e distruzione
più evidente. Le persone divenivano fintantoché si trovò in mezzo a loro
maggiormente consapevoli di una (vd. 1 S 5). Ma allorché fu riportata alla
sottile fragranza che permeava l’aria casa di Obed-Edom, essa recò prospe-
e li attirava all’Uomo di Nazaret.(6) rità a lui e alla sua casa (vd. 2 S 6:11).
Considerando l’enorme responsabilità
Pertanto Paolo non sente di aver legata alla predicazione di un mes-
subìto una sconfitta nella sua guerra saggio dalle conseguenze di una tanto
contro Satana; al contrario, il Signore vasta portata, Paolo domanda: E chi è
ha riportato una vittoria che l’apostolo sufficiente a queste cose?
può condividere. 2:17 Il legame fra il v. 16 e il v. 17 è
2:15 Nelle processioni trionfali cui più evidente se vi frapponiamo il pro-
Paolo fa riferimento, il profumo dell’in- nome noi : “Chi è sufficiente a queste
censo evocava sia la gloriosa vittoria cose? Noi ! Noi, infatti, non… falsifi-
dei conquistatori sia la condanna ai chiamo la parola di Dio”, ecc… (ma
prigionieri. L’apostolo nota che la pre- anche queste parole vanno intese in
dicazione del vangelo ha parimenti un relazione a 3:5, dove Paolo afferma
duplice effetto. Essa ha un significato che la sua capacità proviene da Dio).
per quelli che sono sulla via della sal- Il pronome indefinito molti (8) indica i
vezza e un altro totalmente diverso per dottori giudaizzanti, i quali cercavano
quelli che sono sulla via della perdizio- di allontanare i Corinzi dall’aposto-
ne. Per coloro che l’accettano, il vange- lo. Che tipo di uomini erano costoro?
lo è pegno di un futuro glorioso; per gli Paolo sostiene che essi falsificavano
altri è un oracolo di giudizio. Ma Dio o facevano mercimonio della parola
è glorificato in entrambi i casi poiché, di Dio. Erano dei mercenari, che cer-
per lui, esso è profumo di grazia verso cavano di trasformare il ministero in
gli uni e di giustizia verso gli altri. F.B. una professione lucrativa. Il verbo tra-
Meyer lo spiega bene: dotto con falsificano era altresì usato
per definire coloro che adulteravano il
Quando, dunque, ci viene detto che
vino aggiungendo altre sostanze. Allo
possiamo essere per Dio il buon pro-
fumo di Cristo, il significato è senz’al-
stesso modo, quei falsi dottori cerca-
tro che possiamo vivere in modo tale vano di adulterare la Parola di Dio ag-
da evocare alla mente di Dio ciò che giungendovi le loro false dottrine. Essi
Gesù fu nel suo corso mortale. È cercavano, ad esempio, di mescolare
come se, osservandoci giorno dopo insieme la legge e la grazia.
giorno, Dio vedesse Gesù in noi e si Paolo non era uno di quelli che adul-
ricordasse (parlando alla maniera teravano o mercificavano la Parola di
degli uomini) di quella vita bene- Dio. Al contrario, egli definisce il pro-
detta offerta a Dio come sacrificio di prio ministero facendo uso di quattro
odore soave.(7) espressioni significative:

760
2 CORINZI 3:3

1. mossi da sincerità, ossia con traspa- L’apostolo non cerca in alcun modo di
renza. Il suo ministero era contrad- scoraggiare tale pratica. Qui egli affer-
distinto dall’onestà. Nel suo modo di ma piuttosto che l’unica raccomanda-
agire non vi erano trucchi né sotter- zione che potevano vantare quei falsi
fugi: ogni suo gesto era compiuto al- dottori era la lettera che portavano con
la luce del sole; sé. Costoro non erano in grado di for-
2. da parte di Dio. Tutto ciò che Pao- nire alcun’altra credenziale.
lo diceva proveniva da Dio. Dio era 3:2 I giudaizzanti giunti a Corinto
la fonte del suo messaggio ed era da mettevano in discussione l’autorità
lui che egli traeva la forza per andare apostolica di Paolo. Essi negavano che
avanti; egli fosse un vero servo di Cristo. For-
3. in presenza di Dio. L’apostolo servi- se insinuarono tali dubbi nelle menti
va il Signore, sapendo che Dio tene- dei Corinzi, tanto da indurli a doman-
va costantemente il suo sguardo su dare una lettera di raccomandazione
di lui. Egli avvertiva un grave senso all’apostolo Paolo, in occasione della
di responsabilità verso Dio e sapeva sua visita successiva. Egli aveva già
che nulla poteva essergli tenuto na- chiesto loro se avesse bisogno di una
scosto; lettera simile. Ma non era giunto a
4. in Cristo. Paolo parlava nel nome di Corinto quando essi erano ancora dei
Cristo, con l’autorità di Cristo e co- pagani idolatri? Non era stato lui a
me portavoce di Cristo. condurli a Cristo? Non aveva il Signo-
re posto il suo sigillo sul ministero
D. Credenziali del ministero dell’apostolo donandogli delle prezio-
di Paolo (3:1-5) se anime a Corinto? Ecco la risposta:
3:1 Nella seconda parte di 2:17 l’apo- erano proprio loro, i Corinzi, la lettera
stolo si è servito di quattro espressioni di raccomandazione di Paolo, scritta
diverse per descrivere il suo ministero. nel suo cuore, ma conosciuta e letta da
Egli si rendeva conto che alcuni, e in tutti gli uomini. Nel suo caso non vi era
particolare i suoi detrattori, avrebbe- alcun bisogno di una lettera scritta con
ro potuto travisare le sue parole; è per penna e inchiostro. Quegli stessi cre-
questo motivo che inizia il cap. 3 con denti erano il frutto del suo ministero
una domanda retorica: Cominciamo ed egli li custodiva fra i suoi affetti più
forse di nuovo a raccomandare noi cari. Inoltre, la loro conversione era un
stessi? La locuzione di nuovo non in- fatto noto in tutta la regione: la gente
dica che egli fosse aduso a tale pratica, sapeva bene che queste persone erano
bensì, semplicemente, che era già stato cambiate, che si erano convertite dagli
accusato di esserlo. Ora egli non fa che idoli a Dio e che ora vivevano una vita
anticipare i suoi detrattori, ripresen- separata dal mondo. Sì, essi erano la
tando l’accusa che essi gli avrebbero prova vivente del ministero divino di
potuto reiterare. Paolo.
O abbiamo bisogno, come alcuni, 3:3 A prima vista il v. 3 sembra con-
di lettere di raccomandazione presso traddire il v. 2. Paolo, che ha appena
di voi o da voi? Qui Paolo allude ai falsi assimilato i Corinzi a una lettera di
dottori di 2:17. Costoro, forse prove- raccomandazione, afferma qui che
nienti da Gerusalemme, erano giunti a essi sono una lettera di Cristo. Nel v. 2
Corinto con lettere di raccomandazio- dichiara che la lettera è scritta nel suo
ne. Probabilmente, quando lasciarono cuore; nella seconda parte del v. 3 è
Corinto, portarono con sé altre lettere evidente che Cristo ha scritto la lettera
di raccomandazione dalla chiesa lo- nei cuori degli stessi Corinzi. Tali ap-
cale. Nella chiesa primitiva tali certi- parenti discordanze si possono conci-
ficazioni servivano ai credenti che si liare evidenziando il collegamento fra
spostavano da una località all’altra. i due versetti come segue: “Voi siete la

761
2 CORINZI 3:4

nostra lettera… poiché è noto che voi presso Dio (ossia, che può resistere al
siete una lettera di Cristo”. In altre pa- vaglio di Dio). Egli non confida né in se
role, gli stessi Corinzi erano la lettera stesso né nelle proprie capacità, bensì
di raccomandazione di Paolo, giacché solamente in Cristo : nell’opera com-
era noto a tutti che il Signore aveva piuta da Cristo nelle vite dei Corinzi
compiuto un’opera di grazia nella loro egli vede la prova della concretezza del
vita. Essi erano manifestamente cre- proprio ministero. Il notevole cambia-
denti. Essi rappresentavano la creden- mento che si era prodotto nella vita di
ziale di Paolo poiché questi era stato lo ciascuno di quei credenti costituiva il
strumento umano (mediante il nostro miglior biglietto da visita dell’apostolo.
servizio) di cui Dio si era servito per 3:5 Anche in questo caso, Paolo nega
condurli a Cristo. Il Signore Gesù aveva qualsiasi pretesa di capacità personale
operato nella loro vita attraverso il mi- che lo porrebbe nella posizione di ri-
nistero di Paolo. vendicare l’apostolato. La potenza ne-
Mentre le lettere di raccomandazio- cessaria per svolgere il suo ministero
ne di cui si servivano i nemici di Cristo non gli veniva da dentro, ma dall’alto.
erano scritte con inchiostro, la lettera di L’apostolo non ci teneva a prendersi il
Paolo era scritta con lo Spirito del Dio merito dei propri successi poiché sa-
vivente ed era, perciò, divina. L’inchio- peva bene che, se Dio non l’avesse reso
stro può sbiadirsi, cancellarsi e svanire, idoneo al ministero, egli non sarebbe
ma lo Spirito del Dio vivente incide i stato in grado di fare alcunché.
cuori umani a caratteri indelebili. Paolo
soggiunge che la lettera di Cristo è sta- E. Antico e nuovo patto a confronto
ta scritta non su tavole di pietra, ma su (3:6-18)
tavole che sono cuori di carne. Quanti 3:6 Avendo presentato le proprie cre-
avessero visitato Corinto non avrebbero denziali, nonché il suo titolo a esercita-
visto la lettera di Cristo scolpita su qual- re il ministero, Paolo si lancia ora in un
che grande monumento nella piazza del esteso resoconto del ministero stesso.
mercato ma, piuttosto, nei cuori e nelle Nei versetti che seguono egli fa un
vite dei cristiani locali. raffronto tra l’antico patto (la legge) e
Mediante il raffronto tra le tavole di il nuovo patto (il vangelo). Egli ha una
pietra e le tavole che sono cuori di car- buon motivo per fare questa precisa-
ne, Paolo si richiamava indubbiamente zione. Coloro che lo criticavano tanto
alla differenza fra la legge e il vangelo. severamente, a Corinto, erano giudaiz-
Certo, la legge fu scritta su tavole di zanti, uomini che cercavano di con-
pietra al monte Sinai, ma è con il van- ciliare la legge con la grazia. Costoro
gelo che Dio si assicura l’ubbidienza: spiegavano ai credenti che, per essere
attraverso il messaggio della grazia e del tutto accetti a Dio, occorreva osser-
dell’amore inciso nei nostri cuori. Pao- vare certi comandamenti della legge
lo si limita qui ad accennare un argo- mosaica. L’apostolo si accinge, dunque,
mento che si appresta ad affrontare più a dimostrare la superiorità del nuovo
diffusamente nei versetti successivi. patto rispetto all’antico. Come premes-
3:4 Dopo aver sentito Paolo parlare sa, egli rileva che Dio lo ha reso idoneo
con tanta sicurezza del suo apostolato a essere ministro del nuovo patto. Un
e del ministero che il Signore gli aveva patto è una promessa, un accordo op-
affidato, sarebbe naturale domandar- pure un testamento. L’antico patto
gli: “Ma come fai a parlare con tanta consisteva nel sistema legale conse-
sicurezza, Paolo?” Qui troviamo la ri- gnato da Dio a Mosè, sotto il quale la
sposta. L’apostolo nega che la difesa del benedizione dipendeva dall’ubbidien-
suo apostolato costituisca, a dispetto za. Si trattava di un patto condizionato
delle apparenze, un’autoraccoman- dalle opere, un accordo bilaterale fra
dazione, e afferma che la sua fiducia è Dio e l’uomo in cui si sanciva che, se

762
2 CORINZI 3:7

l’uomo avesse fatto la sua parte, anche J.M. Davies così riassume questa
Dio avrebbe fatto la sua. Tuttavia, poi- realtà:
ché dipendeva dall’uomo, tale patto
Il ministero della “lettera” che ucci-
non poteva produrre giustizia. Il nuovo de è illustrato dalla morte di tremila
patto è il vangelo. Secondo l’accordo, persone al Sinai, all’inaugurazione
Dio stabilisce di benedire l’uomo gra- dell’antico patto; e il ministero dello
tuitamente per la sua grazia attraverso Spirito, il ministero che dona la vita,
la redenzione che è in Cristo Gesù. Sot- è illustrato dalla salvezza di tremila
to il nuovo patto, tutto dipende da Dio persone il giorno di Pentecoste.(9)
e non dall’uomo. Perciò il nuovo patto
può compiere ciò che all’altro era im- 3:7 Prosegue nei vv. 7-8 il raffron-
possibile. to tra i due patti. Qui l’apostolo rileva
Paolo rileva alcune notevoli diffe- il contrasto esistente tra la gloria che
renze tra la legge e il vangelo. Egli ini- seguì la promulgazione della legge
zia qui al v. 6 con il primo, dicendo: e la gloria propria del vangelo. Nei
non di lettera, ma di Spirito; perché capp. 3–4 i termini gloria e glorioso
la lettera uccide, ma lo Spirito vivifi- compaiono diciassette volte. L’antico
ca . Queste parole sono intese dai più patto è chiamato il ministero della
come un monito: l’osservanza forma- morte, scolpito in lettere su pietre.
le della Scrittura non corroborata dal Quest’espressione può alludere sola-
desiderio di dare ascolto allo spirito mente ai dieci comandamenti, i quali
che la anima comporta più danni che costituivano una minaccia di morte
vantaggi. I farisei ne erano un esem- per tutti coloro che non li osservavano
pio vivente. Costoro si dimostravano (vd. Es 19:13). Paolo non sostiene che
scrupolosissimi nel pagamento della non vi fosse gloria nella promulgazione
decima, ma erano privi di misericor- della legge. Niente affatto! Quando Dio
dia e di amore nei confronti del pros- diede i dieci comandamenti a Mosè sul
simo (vd. Mt 23:23). Pur essendo una monte Sinai, vi furono grandi manife-
valida applicazione di questo brano, stazioni della presenza e della potenza
questa non ne è, però, l’interpreta- divina (Es 19). Mentre Mosè parlava
zione. La lettera cui qui si allude è la con Dio, il suo volto iniziò a risplen-
legge di Mosè, e lo Spirito è il vangelo dere, riflettendo lo splendore di Dio.
della grazia di Dio. Affermando che Pertanto i figli d’Israele non potevano
la lettera uccide, Paolo allude al mi- fissare lo sguardo sul volto di Mosè a
nistero della legge. La legge, infatti, motivo della gloria... del volto di lui.
condanna tutti coloro che non osser- Esso era troppo abbagliante perché
vano i suoi precetti. “La legge dà sol- gli Israeliti lo potessero fissare a lun-
tanto la conoscenza del peccato” (Ro go. Paolo specifica, altresì, che questa
3:20). “Maledetto chiunque non si gloria pur svaniva : lo splendore rifles-
attiene a tutte le cose scritte nel libro so sul volto di Mosè non durò a lungo.
della legge per metterle in pratica” Si trattava di una gloria temporanea e
(Ga 3:10). Dio non aveva attribuito passeggera. Sul piano spirituale, ciò
alla legge la capacità di dare la vita; significa che la gloria stessa dell’anti-
la legge aveva, invece, lo scopo di far co patto era transitoria. La legge ave-
conoscere all’uomo ciò che è peccato va una funzione circoscritta: essendo
e di convincerlo di peccato. Il nuovo data per rivelare il peccato, essa era un
patto è qui definito come Spirito. Esso manifesto dei santi requisiti di Dio e, in
rappresenta l’adempimento spiritua- tal senso, era gloriosa. Tuttavia, la legge
le di ciò che era soltanto prefigurato rimase in vigore solamente fino all’av-
nell’antico patto. Ciò che la legge esi- vento di Cristo, il quale è l’adempimen-
geva, ma non era in grado di produr- to della legge per la giustificazione di
re, è ora compiuto dal vangelo. tutti coloro che credono (vd. Ro 10:4).

763
2 CORINZI 3:8

La legge era un’ombra e Cristo è la so- più glorioso in gloria) di ciò che è dura-
stanza. Essa prefigurava cose migliori turo. Dovremmo considerare attenta-
che dovevano venire e che si sarebbero mente il valore delle due preposizioni
adempiute nel Salvatore del mondo. con e in. Il concetto qui espresso è che la
3:8 Ora, se la legge aveva questo gloria, che si è limitata ad accompagna-
carattere glorioso, quanto più sarà re la promulgazione della legge, è ora
glorioso il ministero dello Spirito? La l’elemento costitutivo del nuovo patto.
locuzione il ministero dello Spirito in- L’antico patto fu stipulato alla presenza
dica il vangelo. Lo Spirito di Dio opera della gloria ma il vangelo della grazia di
attraverso la predicazione del vangelo Dio è glorioso in sé.
ed è donato a quanti accolgono la buo- Questo versetto contrappone altresì
na notizia della salvezza. In questa do- il carattere transitorio della legge con
manda il verbo coniugato al futuro non quello permanente del vangelo. La
indica un tempo a venire, bensì un’ine- locuzione ciò che era transitorio può
vitabile conseguenza. fare riferimento unicamente ai die-
3:9 Qui l’antico patto è chiamato il ci comandamenti, “il ministero della
ministero della condanna, poiché da morte, scolpito in lettere su pietre”
esso derivava la condanna e poiché, di (v. 7). Pertanto, questo versetto confu-
fatto, esso condannava tutti gli uomini: ta l’insegnamento degli Avventisti del
nessuno, infatti, era in grado di osserva- Settimo Giorno secondo il quale la leg-
re perfettamente tutta la legge. Tuttavia, ge cerimoniale sarebbe stata abolita,
esso non era privo di una certa gloria. ma non i dieci comandamenti.
A quel tempo, esso assolveva un com- 3:12 La speranza cui allude Paolo è
pito preciso e di effettiva utilità. Molto la ferma convinzione che la gloria del
più abbonda in gloria il ministero della vangelo non svanirà, né sbiadirà mai.
giustizia. Hodge afferma: “L’ammini- Essendo così persuaso, egli predicava
strazione della giustizia è quella ammi- la Parola con molta franchezza . Non
nistrazione che rivela una giustizia per avendo nulla da nascondere, non ave-
la quale gli uomini sono giustificati e va motivo di velare l’insegnamento.
quindi liberati dalla condanna pronun- Oggi molte le religioni preferiscono
ciata su di loro dalla legge”. (10) Le glorie ammantarsi di un velo di mistero, im-
del vangelo sono invisibili agli occhi fi- ponendo ai nuovi convertiti percorsi di
sici: per vedere le sue profonde e infinite iniziazione che consentano loro di ad-
grazie occorre far ricorso unicamente dentrarsi in quei profondi segreti. E gli
alla vista spirituale. Le glorie del Calva- adepti passano da un grado d’inizia-
rio eclissano le glorie del Sinai. zione a un altro... Ciò non succede con
3:10 La gloria relativa della legge non il vangelo: tutto ciò che lo riguarda av-
regge il paragone con quella del nuovo viene alla luce del sole. Il vangelo parla
patto. L’esito del confronto è indiscuti- chiaramente e con estrema certezza di
bile: l’uno eclissa l’altra per splendore, temi come la salvezza, la Trinità, il cie-
ossia il nuovo sopravanza l’antico. lo e l’inferno.
A.T. Robertson conferma: “La gloria 3:13 Non facciamo come Mosè, che
maggiore oscura la minore. Sotto un si metteva un velo sul volto perché i figli
certo aspetto, l’antico patto sembra d’Israele non fissassero lo sguardo sulla
non possedere alcuna gloria, a causa fine di ciò che era transitorio. Il contesto
della sovrabbondante gloria del nuovo del v. 13 è rintracciabile in Es 34:29-35,
patto”. (11) Denney commenta: “Quando dove apprendiamo che, una volta di-
il sole splende in tutto il suo vigore, non sceso dal monte Sinai dopo essere sta-
esiste altra gloria in cielo”. (12) to alla presenza del Signore, Mosè non
3:11 Infatti, se ciò che era transitorio sapeva che il suo volto splendeva. I figli
fu circondato di gloria (lett. con gloria), d’Israele temevano di accostarglisi a
molto più grande è la gloria (lett. molto causa della gloria che promanava dal

764
2 CORINZI 3:17

suo volto ma, poiché egli fece loro cen- Le Scritture dell’Antico Testamento
no di avvicinarsi, gli si fecero dappresso. sono intelligibili solamente se com-
Mosè impartì loro i comandamenti che prese come predizioni e prefigu-
il Signore gli aveva rivelato. In Es 34:33 razioni di Cristo. La conoscenza di
leggiamo: “Quando Mosè ebbe finito di Cristo… rimuove il velo dall’Antico
parlare con loro, si mise un velo sulla Testamento.(14)
faccia”. In 2 Co 3:13 l’apostolo ne spiega
il motivo. Mosè si velò il volto perché i 3:15 Qui l’immagine cambia leg-
figli d’Israele non fissassero lo sguardo germente. Nell’illustrazione dell’A.T. il
sulla fine di ciò che era transitorio. La velo copriva il volto di Mosè, ma ora un
gloria sul suo volto era una gloria pas- velo rimane steso sul cuore dei Giudei.
seggera. In altre parole, la legge che il Si- Essi cercano ancora di ottenere giusti-
gnore gli aveva affidato possedeva una zia mediante le opere, non compren-
gloria transitoria. Essa si stava già af- dendo che l’opera è già stata compiuta
fievolendo e Mosè non voleva che i figli dal Salvatore sulla croce del Golgota.
d’Israele ne vedessero la fine. Mosè non Cercando di ottenere la salvezza col
voleva nascondere la gloria ma, piut- proprio merito, essi non comprendono
tosto, la sua scomparsa. F.W. Grant ha che la legge li condanna senza appello
affermato mirabilmente: “La gloria sul e che dovrebbero correre fra le braccia
volto di Mosè deve fare spazio alla glo- del Signore per chiedere misericordia e
ria sul volto dell’Altro”.(13) Ciò è accaduto grazia.
con la venuta del Signore Gesù Cristo. 3:16 I soggetti impliciti del verset-
Di conseguenza, il ministro del nuovo to possono essere i singoli Giudei o la
patto non deve coprirsi il volto, giacché nazione d’Israele presa nel suo insie-
la gloria del vangelo non svanirà, né mai me; quando si saranno convertiti al
sbiadirà. Signore e accetteranno Gesù come
3:14 Ma le loro menti furono rese Messia, il velo sarà rimosso, insieme
ottuse. I figli d’Israele non comprese- all’oscurità. Allora riconosceranno
ro il vero significato del gesto di Mosè. la verità secondo cui tutte le prefi-
Nel corso dei secoli non sono per nulla gurazioni della legge trovano il loro
cambiati. Anche ai tempi di Paolo il po- adempimento nel diletto Figlio di Dio,
polo giudeo continuava ad aggrapparsi il Messia d’Israele. Qualora Paolo al-
alla legge come mezzo di salvezza, ri- luda alla nazione d’Israele, è chiaro
fiutando il Signore Gesù Cristo. che il versetto indica un giorno ancora
…sino al giorno d’oggi, quando leggo- futuro in cui un residuo fedele si vol-
no l’antico patto, lo stesso velo rimane. gerà al Signore, come profetizzato in
In altre parole, al tempo in cui l’apostolo Ro 11:25-26, 32.
scrisse, i Giudei che leggevano l’antico 3:17 Paolo ha messo in evidenza
patto non scoprirono il segreto che Mosè come Cristo sia la chiave dell’A.T. Qui
aveva celato ai loro padri sotto quel velo. egli mette questa verità nuovamente
Essi non si rendevano conto che la gloria in risalto, dicendo: Ora, il Signore è
della legge era transitoria e che la legge lo Spirito. La gran parte delle versioni
stessa aveva trovato il proprio adempi- bibliche ha Spirito con l’iniziale maiu-
mento nel Signore Gesù Cristo. scola, intendendo lo Spirito Santo. Ma
…è in Cristo che esso è abolito. Talu- il contesto indica che il Signore è lo spi-
ni non ravvisano qui un riferimento al rito dell’A.T. nello stesso modo in cui
velo, bensì all’antico patto, che è abolito “la testimonianza di Gesù è lo spirito
in Cristo. Un significato ancor più pro- della profezia” (Ap 19:10). Ciò che si
babile è che la difficoltà nel compren- profilava soltanto nell’A.T. trova il tota-
dere l’antico patto svanisce quando si le adempimento in Cristo.
va a Cristo. Al riguardo, Hodge afferma …dove c’è lo Spirito (15) del Signore,
chiaramente: lì c’è libertà : dovunque Gesù Cristo

765
2 CORINZI 3:18

è riconosciuto come Signore (o Yah- secondo l’azione del Signore, che è lo


weh), lì c’è libertà : libertà dalla schia- Spirito. Questo è, in breve, il segreto
vitù della legge e dall’ermetismo delle della santità cristiana: avere lo sguardo
Scritture. Libertà di fissare lo sguardo fisso su Cristo. Uno sguardo introspet-
sul volto di Dio, senza che alcun velo tivo non porterebbe altro che sconfitta.
vi si frapponga. Non lo sguardo fisso sugli altri: non
3:18 Sotto l’antico patto solamente porterebbe altro che delusione. Ma sul-
Mosè aveva facoltà di contemplare la la gloria del Signore. È così che diver-
gloria del Signore. Sotto il nuovo patto remo sempre più come lui.
noi tutti abbiamo il privilegio di contem- Questo meraviglioso processo di
plare la gloria del Signore. Mosè dovette trasformazione si manifesta di gloria
velarsi il volto allorché ebbe finito di in gloria, ossia da un grado di gloria a
parlare al popolo; il nostro viso, invece, un altro. Non si tratta di una trasfor-
è scoperto. Possiamo presentarci a viso mazione immediata. Nella vita cri-
scoperto confessando e abbandonando stiana non c’è esperienza in grado di
il peccato ed essendo completamente riprodurre istantaneamente l’imma-
onesti con Dio e noi stessi. Una volta un gine del Signore nel credente. Ciò av-
vecchio missionario in India commentò: viene mediante un processo, non una
“Dobbiamo lasciar cadere i veli del pec- crisi. Non è come la gloria transitoria
cato, della finzione, della simulazione, della legge, ma una gloria sempre più
ogni facciata, ogni compromesso, ogni lucente.
mezza misura, ogni sì e no”. La potenza che anima questo me-
Il passo successivo consiste nel con- raviglioso processo è lo Spirito Santo
templare come in uno specchio la glo- di Dio: tale processo si svolge secondo
ria del Signore. Lo specchio è la Parola l’azione del Signore, che è lo Spirito.
di Dio. Accostandoci alla Bibbia vedia- Quando contempliamo il Signore della
mo il Signore Gesù rivelato in tutto il gloria, meditiamo su di lui e a lui rivol-
suo splendore, quantunque non ancora giamo il nostro sguardo adorante; lo
“faccia a faccia” bensì solamente rifles- Spirito opera nella nostra vita il mera-
so nella Parola. viglioso miracolo di una sempre mag-
Notiamo che quella che noi con- giore conformità a Cristo.
templiamo è la gloria del Signore . Darby fa notare come la contempla-
Qui Paolo non fa tanto riferimento zione del Signore trasformò il martire
alla bellezza morale di Gesù, uomo Stefano:
vissuto sulla terra, quanto, piuttosto, Lo vediamo in Stefano che, mentre
alla sua gloria presente, alla sua esal- viene lapidato, guarda al cielo e vede
tazione alla destra di Dio. La gloria di la gloria di Dio e Gesù. Cristo aveva
Cristo, come Denney fa notare, risie- detto: “Padre, perdona loro, perché
de nel fatto che: non sanno quello che fanno”. La visio-
ne di Gesù nella gloria di Dio suscita
Egli condivide il trono del Padre, la preghiera di Stefano: “Signore, non
è Capo della chiesa, possessore ed imputar loro questo peccato”. E an-
elargitore di tutta la pienezza del- cora, sulla croce Cristo dice: “Padre,
la grazia divina, giudice futuro del nelle tue mani affido lo spirito mio”.
mondo, conquistatore di ogni poten- Parimenti, Stefano dice: “Signore
za ostile, intercessore per i suoi e, in Gesù, ricevi il mio spirito”. Egli è tra-
breve, titolare di tutta la maestà che sformato a immagine di Cristo.(17)
appartiene al suo ufficio regale.(16)
Consideriamo dunque la gloria tra-
Fissando lo sguardo sulla gloria del scendente del nuovo patto. Mentre
Signore Gesù Cristo risorto, asceso ed solo un uomo rifletteva sul suo volto la
esaltato, siamo trasformati nella sua gloria nell’antico patto, oggi ciò è pri-
stessa immagine, di gloria in gloria, vilegio di ogni figlio di Dio in virtù del

766
2 CORINZI 4:4

sangue di Cristo. Inoltre, sotto il nuovo Qui, indubbiamente, l’apostolo al-


patto, invece di riflettere semplice- lude ancora ai falsi dottori infiltratisi
mente la gloria di Dio sui nostri volti, nella chiesa di Corinto. I loro metodi
noi tutti… siamo trasformati nella sua coincidevano perfettamente con quel-
stessa immagine, di gloria in gloria, li di cui da sempre si servono le forze
secondo l’azione del Signore, che è lo del male, ossia un’infame istigazione
Spirito. Mentre il volto di Mosè riflet- a peccare, una scaltra manipolazio-
teva la gloria, i nostri volti la irradiano ne della verità, l’uso di sottigliezze e
dall’interno! l’adulterazione della Parola di Dio. Con
Paolo conclude così la sua mistica, e l’espressione né falsifichiamo la parola
profondamente spirituale, considera- di Dio Paolo allude, indubbiamente, al
zione sul nuovo patto e sulla sua rela- passatempo preferito di quegli indivi-
zione con l’antico patto. dui, ossia il tentativo conciliare la legge
con la grazia.
F. Obbligo di predicare il vangelo L’apostolo agiva in modo diametral-
con chiarezza (4:1-6) mente opposto: rendendo pubblica la
4:1 Nei primi sei versetti del cap. 4 Pao- verità, raccomandiamo noi stessi alla
lo rileva che ogni servitore di Cristo ha coscienza di ogni uomo davanti a Dio.
la solenne responsabilità di trasmet- L’espressione rendendo pubblica la ve-
tere il messaggio del vangelo in modo rità può indicare due modi di agire. Si
chiaro. Nessun velo dovrà frapporsi rende pubblica la verità sia mediante
fra l’uomo e il vangelo. Nulla deve es- una comunicazione chiara e compren-
sere nascosto o misterioso. Tutto deve sibile, sia mediante la propria vita e
essere improntato alla chiarezza, alla l’esempio personale che si offre agli
sincerità e all’onestà. altri. Paolo servì la verità in entrambi
Paolo ha parlato del modo meravi- i modi, predicando il vangelo e osser-
glioso in cui Dio lo aveva trasformato vandolo con la sua stessa vita. Nel far-
in un abile servo del nuovo patto. Egli lo, cercò di raccomandare se stesso alla
riprende ora quello stesso filo condut- coscienza di ogni uomo davanti a Dio.
tore. Considerare la straordinaria di- 4:3 L’apostolo sta parlando della
gnità propria del ministero cristiano straordinaria attenzione posta nel cer-
impedisce a un uomo come Paolo di care di rendere la verità di Dio chiara
perdersi d’animo. Naturalmente il mi- agli uomini, tanto tramite l’insegna-
nistero cristiano reca con sé svariati mento quanto attraverso la pratica. Se
motivi di sconforto e di abbattimen- il… vangelo è… velato o nascosto per
to, ma il Signore dona misericordia e alcuni, non è certamente colpa di Dio
grazia in ogni momento di bisogno. A e Paolo vuole anche assolvere se stes-
prescindere dai motivi dell’afflizione, so. Tuttavia, nel momento stesso in
l’incoraggiamento sarà sempre mag- cui scrive queste parole, si rende conto
giore del cruccio. dell’esistenza di persone che non sem-
Dinanzi a barriere apparentemen- brano nella condizione di poterlo ac-
te insormontabili, Paolo non si perse cettare. Chi sono costoro? Sono quelli
d’animo e non si comportò da vigliac- che sono sulla via della perdizione.
co, bensì con coraggio. Perché sono così accecati? La risposta
4:2 Phillips offre un’espressiva para- è data nel versetto seguente.
frasi del v. 2: 4:4 Il colpevole è Satana, qui chia-
Non ci serviamo di alcuna formula mato il dio di questo mondo. Questi
magica, nessun trucco ingegnoso, è riuscito a ottenebrare le menti degli
nessuna disonesta manipolazione increduli e a mantenerle nelle tenebre,
della Parola di Dio. Diciamo la pura affinché non risplenda loro la luce del
verità, affidandoci alla coscienza di vangelo della gloria di Cristo ed essi
ogni uomo davanti a Dio. non siano salvati.

767
2 CORINZI 4:5

Nel nostro universo fisico il sole non In origine Dio comandò alla luce di
smette mai di splendere. Quando non splendere fra le tenebre. “Dio disse:
lo vediamo, sappiamo che c’è qualco- ‘Sia luce!’ E luce fu” (Ge 1:3).
sa che si frappone fra il sole e noi. Lo Ora Paolo afferma che lo stesso Dio
stesso vale per il vangelo. La luce del che in origine comandò alla luce di
vangelo splende in perpetuo: Dio cer- splendere fra le tenebre, è quello che
ca di far risplendere la propria luce nel risplendé nei nostri cuori. Ciò è sor-
cuore degli uomini ma Satana conti- prendente: nella prima creazione Dio
nua a frapporre diverse barriere fra i comandò alla luce di splendere ma,
non credenti e Dio. Può trattarsi della nella nuova creazione, è Dio stesso a ri-
nube dell’orgoglio, della ribellione o splendere nei nostri cuori. Quanto più
della giustizia personale o ancora una personale è questa luce!
fra le decine di possibili ragioni, ma Gli eventi descritti nella prima par-
ciascuna di esse concorre a impedire te di Ge 1 prefigurano ciò che avviene
alla luce del vangelo di risplendere. nella nuova creazione. In principio Dio
Satana non vuole che gli uomini siano aveva creato l’uomo innocente. Ma,
salvati. con la comparsa del peccato, nel mon-
Il vangelo presenta Cristo nella glo- do subentrarono fitte tenebre.
ria : non il falegname di Nazaret né Con la predicazione del vangelo lo
semplicemente il Cristo appeso a una Spirito di Dio aleggia sul cuore dell’in-
croce d’infamia, bensì il Signore Gesù dividuo nello stesso modo in cui aleg-
Cristo, che è morto, è stato sepolto, è ri- giò sulla superficie delle acque dopo la
sorto e vive in cielo alla destra di Dio. Il creazione originaria.
Figlio di Dio glorificato nel cielo è l’og- Dio risplende, quindi, nel cuore di
getto della fede del credente. quell’individuo indicandogli la sua
4:5 In questo versetto troviamo l’ar- condizione di peccato e la sua neces-
gomento più povero, per un predica- sità di un Salvatore. “Nella Genesi la
tore, come pure il più ricco. Il primo creazione materiale, come pura quella
siamo noi stessi, mentre il secondo è spirituale, ebbe inizio con la luce. Dio
Cristo Gesù il Signore. ‘splende nei nostri cuori’ per mezzo
Evidentemente i giudaizzanti aveva- dello Spirito Santo, ed ecco che ha ini-
no l’abitudine, predicando, di parlare zio la vita spirituale” (Selezionato).
di sé. Qui Paolo prende le distanze da Il versetto ci spiega poi perché Dio...
questo genere di individui. Egli non risplendé nei nostri cuori. Nella ND
avrebbe sprecato il tempo della gente si legge: “...per illuminarci nella cono-
parlando di un argomento così inde- scenza della gloria di Dio, che rifulge
gno. Il tema della sua predicazione sul volto di Gesù Cristo”. Sembra da
era Cristo Gesù quale Signore. Egli queste parole che lo scopo di Dio sia
desiderava che uomini e donne fossero unicamente quello di illuminarci nella
indotti dalle sue parole a inchinarsi da- conoscenza della gloria di Dio, ma J.N.
vanti a Gesù Cristo, accettandolo come Darby suggerisce un cambiamento si-
Signore della loro vita. gnificativo in questo versetto nella sua
L’apostolo presenta quindi i suoi col- traduzione, che coincide con la NR, in
laboratori come i vostri servi per amo- cui si legge: “per far brillare la luce della
re di Gesù. Con ciò egli oscura, di fatto, conoscenza della gloria di Dio che ri-
se stesso e i suoi collaboratori. Essi non fulge nel volto di Gesù Cristo”. In altre
erano altro che servi, pronti a servire parole, Dio non splende nei nostri cuo-
in qualunque modo atto a condurre gli ri semplicemente per darci questa co-
uomini al Signore Gesù. noscenza ma, piuttosto, per consentire
4:6 Paolo qui paragona la conversio- a tale conoscenza di irradiarsi verso gli
ne di un peccatore al risplendere della altri per nostro tramite. “Noi non sia-
luce all’alba della creazione. mo il capolinea delle nostre benedizio-

768
2 CORINZI 4:7

ni o dei nostri sforzi, ma solamente il Perché Dio ha stabilito che questo


veicolo” (Selezionato). tesoro fosse custodito in vasi di terra ?
Un esempio scritturale di questo La risposta è: affinché questa grande
principio si trova nella vita dello stes- potenza sia attribuita a Dio e non a
so Paolo. Sulla via di Damasco, Dio noi. Dio non vuole che l’uomo concen-
risplendé nel suo cuore. L’apostolo com- tri l’attenzione sullo strumento uma-
prese che colui che egli aveva odiato e no ma, piuttosto, sulla potenza e sulla
che credeva sepolto in una tomba giu- grandezza del suo Creatore e Salvatore.
dea era il Signore della gloria. Da quel È per questo che egli deliberatamente
giorno non smise di diffondere la luce affida il messaggio del vangelo a degli
della conoscenza della gloria di Dio che esseri umani deboli e, sovente, poco
rifulge nel volto di Gesù Cristo. attraenti. Ogni lode e gloria deve anda-
re al Creatore e non alla creatura.
G. Un vaso di terra con un destino
celeste (4:7-18) È una gioia segreta scoprire
4:7 Avendo parlato della necessità di Che il compito affidato va oltre
presentare il messaggio in modo chiaro, l’umana possibilità;
Dacché, nel successo del nostro
l’apostolo Paolo ora pensa allo strumen-
agire,
to umano a cui è stato affidato il mera-
La lode Sua, non nostra, sarà.
viglioso tesoro del vangelo. Il tesoro è il
glorioso messaggio del vangelo; il vaso – Houghton
di terra è il fragile corpo umano. La con- Jowett osserva:
trapposizione fra i due è netta. Il vange- C’è qualcosa che non va quando il
lo è simile a un prezioso diamante che vaso deruba il tesoro della sua gloria,
sfavilla da ogni lato. E – pensate! – un quando il cofanetto attira l’attenzio-
diamante tanto prezioso è stato affidato ne più del gioiello che contiene. C’è
a un vaso di terra tanto fragile! una grottesca distorsione quando il
quadro è in secondo piano rispetto
Vasi di terra, guasti, ignobili, alla cornice e quando, a una festa,
Recanti in sé inimmaginabile l’argenteria prende il posto della
ricchezza; cena. C’è qualcosa di mortifero nel
Celeste tesoro, che splende lucente – servizio cristiano quando “la gran-
Cristo rivelato nei santi quaggiù. de potenza” è attribuita a noi e non
a Dio. Tale grandezza è passeggera e
Vasi rotti, fragili, svanirà velocemente come l’erba che
Recanti, lungo le affamate età, appassisce e cade nell’oblio.(18)
Ricchezze con mano prodiga In questo versetto Paolo quasi cer-
elargite, tamente si richiama a un episodio
Il gran Dono di Dio, il suo prezioso narrato in Gc 7, dove leggiamo che
Figlio! Gedeone equipaggiò il proprio eserci-
to con trombe, brocche vuote e fiacco-
O l’esser più vuoto, vile, le nelle brocche. Al segnale stabilito,
basso, indegno e sconosciuto, i suoi uomini avrebbero dovuto suo-
Ma per Dio un più santo vaso, nare le trombe e rompere le brocche.
Ripieno di Cristo e Cristo solo! Quando le brocche furono rotte, le
fiaccole emanarono tutta la loro luce.
Nulla di terreno ad oscurar la Gloria! Questo terrorizzò il nemico, convinto
Nulla di sé la luce ad affievolir! di trovarsi di fronte a un vasto eserci-
Annunciando di Cristo la dolce to, in realtà composto di soli trecento
storia, uomini. Nel caso di Gedeone, la luce
Rotti, vuoti – ripieni di lui! splendé quando le brocche furono rot-
– Tr. Frances Bevan te; parimenti, il vangelo può risplen-

769
2 CORINZI 4:8

dere attraverso di noi in tutta la sua permettere che i suoi servi siano colpiti
magnificenza solamente allorché gli dalla malattia, dal dolore, dall’afflizio-
strumenti umani sono rotti e ceduti al ne, dalla persecuzione, dalle difficoltà
Signore. e dalla sofferenza. Tutte queste cose
4:8 Il fatto che il tesoro sia stato af- hanno lo scopo di “rompere le brocche
fidato a vasi di terra comporta, da un di terra” per consentire alla luce del
lato, un’apparente sconfitta, dall’altro vangelo di splendere più luminosa.
perpetua vittoria. L’apparenza è debo- 4:10 La vita del servo di Dio è ca-
le, ma la sostanza interiore possiede ratterizzata da una morte continua.
un’incomparabile forza. Quando dice: Come il Signore Gesù stesso, nel corso
Noi siamo tribolati in ogni maniera, della sua vita, fu costantemente espo-
ma non ridotti all’estremo, Paolo affer- sto alla violenza e alla persecuzione,
ma che il fatto di essere costantemente coloro che calcano le sue orme rice-
attaccato dai nemici e sommerso dalle veranno lo stesso trattamento. Non si
difficoltà non gli impedisce di annun- tratta di una sconfitta, bensì della via
ciare il messaggio liberamente. della vittoria. La benedizione giunge
…perplessi, ma non disperati . agli altri nella misura in cui noi mo-
Umanamente parlando, Paolo tal- riamo giorno dopo giorno.
volta non sapeva come venire a capo È solo in questo modo che la vita di
delle difficili situazioni in cui veniva Gesù può mostrarsi in modo evidente
a trovarsi; tuttavia, il Signore non nel nostro corpo. La vita di Gesù non
aveva mai permesso che egli cedesse indica principalmente la sua vita come
alla disperazione: mai fu condotto in uomo sulla terra, ma la sua vita attua-
un vicolo cieco da cui non esistesse le quale Figlio di Dio esaltato nei cieli.
una via di fuga. Come può il mondo vedere la vita di
4:9 …perseguitati, ma non abban- Cristo, se Cristo non è personalmente
donati. Talvolta l’apostolo poteva sen- o fisicamente presente sulla terra oggi?
tire il fiato caldo del nemico sul collo, La risposta è che, mentre noi credenti
ma il Signore non lo abbandonò mai soffriamo nel servizio di Cristo, la sua
nelle mani dei nemici. L’espressione vita si manifesta nel nostro corpo.
atterrati, ma non uccisi indica che, in 4:11 Anche questo versetto è impron-
varie occasioni, Paolo era stato grave- tato all’idea della vita che scaturisce
mente ferito e che, nondimeno, il Si- dalla morte. Si tratta di uno dei princi-
gnore l’aveva sempre rialzato affinché pi più profondi della nostra esistenza.
continuasse ad annunciare il glorioso La carne che noi mangiamo, e grazie
vangelo. alla quale ci sostentiamo, deriva dalla
Il New Bible Commentary parafrasa morte degli animali. La stessa cosa av-
i vv. 8-9: “Accerchiato, ma non azzop- viene nella sfera spirituale: “Il sangue
pato; senza saper cosa fare, ma mai dei martiri è seme di nuovi cristiani”
privato della speranza; ricercato dagli (Tertulliano). Più la chiesa è persegui-
uomini, ma mai abbandonato da Dio, tata, afflitta, cacciata e oppressa, mag-
spesso abbattuto, ma mai finito”. giore è la diffusione del cristianesimo.
Ci domandiamo forse perché il Si- È tuttavia difficile per noi accetta-
gnore abbia permesso che il suo servo re questa verità. Quando un servo del
attraversasse tali prove e tribolazioni. Signore è trattato con violenza, nor-
Saremmo propensi a pensare che Pao- malmente la consideriamo una cosa
lo avrebbe potuto servire il Signore in drammatica. Ma in realtà questo è
modo più efficiente se il suo cammino conforme alla strategia divina e non ha
fosse stato privo di ostacoli. Questo nulla di eccezionale. Una esposizione
passo della Scrittura, nondimeno, in- costante alla morte per amor di Gesù
segna l’esatto contrario. Dio, nella sua è il modo divino in cui la vita di Gesù si
meravigliosa sapienza, reputa bene manifesta nella nostra carne mortale.

770
2 CORINZI 4:16

4:12 Qui l’apostolo riassume tutto Se in Gesù tu credi


ciò che ha detto, ricordando ai Co- E il Salvatore ricevi
rinzi che attraverso la sua sofferenza Lo Spirito per non rattristare
era giunta loro la vita . Per giungere Dillo, non tardare.
a Corinto con il vangelo, Paolo aveva
dovuto soffrire indicibili prove. Ma ne 4:14 Se troviamo strano che Paolo
era valsa la pena, poiché i credenti di non fosse scosso dal costante perico-
quella città avevano creduto nel Si- lo di morte, qui scopriamo il perché.
gnore Gesù e ora avevano la vita eter- È questo il segreto del suo coraggio
na. La sofferenza fisica e le privazioni nell’annunciare il messaggio cristia-
di Paolo significavano per gli altri gua- no. Egli sa che questa vita non è l’uni-
dagno spirituale. Robertson afferma: ca prospettiva dell’uomo. Egli sa che il
“La sua morte stava generando il bene credente ha la certezza della risurre-
di coloro che si giovavano del suo mi- zione. Lo stesso Dio che risuscitò il Si-
nistero”. (19) gnore Gesù risusciterà anche l’apostolo
Nella malattia tendiamo spesso a Paolo con Gesù e lo farà comparire con
gridare al Signore e a supplicarlo di i Corinzi alla sua presenza.
guarirci, affinché possiamo servirlo 4:15 Con la certa speranza della
meglio. Talvolta, invece, dovremmo risurrezione dinanzi a sé, l’apostolo
ringraziarlo per le afflizioni che ci era pronto a subire terribili avversità.
colpiscono e gloriarci nelle nostre in- Egli sapeva che tutte quelle sofferen-
fermità, così che la potenza di Cristo ze producevano un duplice risultato:
possa riposare su di noi. recavano abbondanza di benedizioni
4:13 L’apostolo ha parlato della per- ai Corinzi e moltiplicavano il ringra-
petua fragilità e debolezza del vaso ziamento alla gloria di Dio. Queste
umano a cui è affidato il vangelo. Qual erano le due motivazioni alla base di
è, dunque, il suo atteggiamento nei tutto ciò che l’apostolo diceva e face-
confronti della sofferenza? Quello di un va. L’unica cosa di cui Paolo si curava
uomo sconfitto, scoraggiato, sgomento? era la gloria di Dio e la benedizione
No. La fede gli dà la forza di continua- dei suoi fratelli.
re a predicare il vangelo, poiché egli sa Paolo comprese che più la soffe-
che, oltre le sofferenze di questa vita, lo renza colpiva lui, più la grazia di Dio
attendono indicibili glorie. si estendeva ad altri. Più persone si
Nel Sl 116:10 il salmista dichiara: salvavano e maggiore era il ringra-
Ho creduto, perciò ho parlato. Poiché ziamento che saliva a Dio. E più il rin-
confidava costantemente nel Signore, graziamento saliva a Dio, più Dio era
ciò che diceva era il risultato di una glorificato.
fede profondamente radicata. Citando La Living Bible sembra catturare lo
le parole del salmista, Paolo afferma di spirito del versetto in questa parafrasi:
condividerne lo stesso spirito di fede.
Queste nostre sofferenze sono per il
L’apostolo esclama, infatti: anche noi vostro bene. E più persone sono vin-
crediamo, perciò parliamo. te a Cristo, più saremo a ringraziarlo
Le afflizioni e le persecuzioni che per la sua grande bontà e più il Signo-
Paolo subì non gli tapparono la boc- re sarà glorificato.
ca. Dove c’è vera fede c’è, necessaria-
mente, la sua espressione: la fede non 4:16 Paolo aveva spiegato di essere
può tacere. pronto a qualsiasi genere di sofferenza
Se in Gesù Cristo tu confidi, e pericolo, poiché aveva dinanzi a lui la
parlar per lui certamente devi; speranza certa della risurrezione. Per-
Quand’anche fino alla polvere ti ciò non si scoraggiò. Sebbene, da un
debba umiliare, lato, il processo di decadimento fisico
Se lo ami, il mondo lo deve sapere. fosse incessante, dall’altro un rinno-

771
2 CORINZI 4:17

vamento spirituale gli consentiva di Gloria


proseguire, a prescindere da ogni cir- Peso di gloria
costanza avversa. Peso eterno di gloria
L’espressione l’uomo esteriore si va Smisurato peso eterno di gloria
disfacendo non ha bisogno di com- Più grande, smisurato
mento o spiegazioni: il suo significato peso eterno di gloria
è fin troppo evidente nei nostri corpi! Sempre più grande, smisurato
Paolo, tuttavia, si rallegra del fatto che peso eterno di gloria.(23)
Dio dispensa ogni giorno la potenza
di cui abbiamo bisogno per il servizio 4:18 In questo versetto lo sguardo
cristiano. Come sono vere le parole di non indica semplicemente la vista ma
Michelangelo: “Più il marmo si assotti- esprime, piuttosto, l’idea di un esame
glia, più cresce la statua”! approfondito. Le cose che si vedono non
Ironside commenta: sono lo scopo dell’esistenza umana. Qui
la locuzione fa riferimento, in primo
Ci dicono che i nostri corpi fisici
cambiano completamente ogni sette
luogo, alle tribolazioni, alle prove e alle
anni… Ciononostante, noi abbiamo sofferenze che Paolo dovette sopporta-
coscienza di essere sempre la stessa re, aspetti marginali del suo ministero.
persona. La nostra personalità non Il grande obiettivo del suo ministero
cambia di anno in anno, come non erano, invece, le cose che non si vedono,
cambierà quando un giorno saremo fra cui, con ogni probabilità, la gloria di
trasformati. La stessa vita che c’è nel- Cristo, la benedizione dei propri fratel-
la farfalla era, un tempo, nel bruco.(20) li e la ricompensa che attende il fedele
servitore dinanzi al tribunale di Cristo.
4:17 Dopo aver letto delle terribili Jowett commenta:
afflizioni che l’apostolo Paolo aveva Per vedere le prime occorre la vista
sopportato, può sembrare difficile fisica; per vedere le altre, ci vuole la
comprendere il motivo per cui egli vista spirituale. Il primo tipo di vi-
alludesse, invece, a una leggera affli- sione è naturale, mentre il secondo
zione. Non era per nulla leggera, bensì è spirituale. Nel primo caso, l’or-
aspra e crudele! gano principalmente interessato
La spiegazione, tuttavia, è da ricer- è l’intelletto; nel secondo la fede…
carsi nel paragone che Paolo propone. Tutta la Scrittura è percorsa da que-
Le afflizioni, di per sé, potevano essere sta contrapposizione tra vista na-
realmente “pesanti” ma, se paragonate turale e vista spirituale e in tutta
al peso eterno di gloria (21) che atten- la Scrittura ci viene insegnato di
deva Paolo, erano leggere. La leggera ridimensionare la pochezza e l’in-
afflizione è, d’altro canto, solamente sufficienza dell’una e di esaltare la
momentanea, mentre la gloria è eter- pienezza e l’estensione dell’altra.(24)
na. Le lezioni che impariamo attra-
verso le afflizioni in questo mondo ci H. Vivere alla luce del tribunale di
procureranno un ricchissimo frutto Cristo (5:1-10)
nel mondo a venire. I versetti che seguono sono stretta-
Moorehead osserva: “Poca gioia si mente collegati a quanto esposto in
trova in noi mentre siamo nel mondo; precedenza. Paolo ha parlato delle sue
saremo nella gioia stessa quando sare- presenti sofferenze e prove, nonché
mo là. Qualche goccia qua; un intero della gloria futura che lo attende. Que-
oceano là”. (22) sto lo porta ad affrontare direttamente
In questo versetto c’è una “piramide” il tema della morte. In questa sezione
che, come F.E. Marsh ha fatto notare, non abbiamo una delle più grandi finestre
fiacca lo stanco scalatore, ma reca ristoro sulla morte di tutta la Parola di Dio e
e consolazione indicibili alla sua anima. sul rapporto del credente con questa.

772
2 CORINZI 5:2

5:1 Il nostro attuale corpo mortale Dio al momento della morte, ma non è
è qui presentato come una tenda che così. Egli non riceverà il suo corpo glo-
è la nostra dimora terrena. Una tenda rificato finché Cristo non sarà ritornato
non è una dimora permanente, bensì per rapire la sua chiesa (vd. 1 Te 4:13-
un riparo temporaneo per viandanti e 18). Ecco che cosa accade al credente:
pellegrini. 1. al momento della morte, il suo spi-
La morte è descritta come la disso- rito e la sua anima vanno con Cristo
luzione di questa tenda. Con la morte per godere coscientemente delle glo-
la tenda si smonta, il corpo va nella rie del cielo;
tomba, mentre lo spirito e l’anima del 2. il suo corpo è deposto nella tomba;
credente vanno con il Signore. 3. al tempo del ritorno del Signore, la
Paolo apre il capitolo con la rassi- polvere sarà destata dal sepolcro e
curazione che, benché la sua dimora Dio ne plasmerà un nuovo corpo
terrena sia disfatta (in seguito alle sof- glorificato, che riunirà con lo spirito
ferenze menzionate nel capitolo pre- e l’anima.
cedente), egli sa di avere da Dio un Si può affermare che, tra la morte e la
edificio, una casa non fatta da mano venuta di Cristo per i suoi santi, il cre-
d’uomo, eterna, nei cieli. Notiamo la dente si trovi in uno stato incorporeo;
distinzione fra tenda ed edificio. La tuttavia, ciò non esclude che egli sia
tenda, provvisoria, è smontata, ma una pienamente consapevole di ogni gioia e
nuova casa stabile attende il credente beatitudine celeste. Al contrario!
nella patria di là dei cieli, un edificio Prima di lasciare il v. 1, è nostro do-
che riceviamo da Dio. vere specificare che esistono tre prin-
Tale edificio, inoltre, è una casa cipali interpretazioni dell’espressione
non fatta da mano d’uomo. Perché una casa non fatta da mano d’uomo,
Paolo sente il bisogno di specificarlo? eterna, nei cieli :
I nostri corpi attuali non sono fatti 1. il cielo;
da mano d’uomo; perché rilevare che 2. un corpo provvisorio, nel periodo
non lo saranno nemmeno i nostri cor- che intercorre fra la morte e la risur-
pi glorificati? La risposta sta nel fatto rezione;
che l’espressione non fatta da mano 3. il corpo glorificato.
d’uomo significa “non di questa crea- È difficile che si tratti del cielo, poi-
zione”. Questo è indicato chiaramente ché è detto che essa è una dimora eter-
in Eb 9:11, dove leggiamo: “Ma venuto na nei cieli e “celeste” (5:2, lett. “dal
Cristo, sommo sacerdote dei beni fu- cielo”). Per quanto riguarda l’ipotesi
turi, egli, attraverso un tabernacolo di un corpo intermedio, le Scritture
più grande e più perfetto, non fatto non ne fanno mai menzione. Inoltre,
da mano d’uomo, cioè, non di questa la casa non fatta da mano d’uomo è
creazione ”. In 2 Co 5:1 Paolo sostiene definita eterna nei cieli (cosa che non si
che, mentre i nostri corpi attuali sono può certo affermare riguardo al corpo
adatti a una vita terrena, i nostri corpi intermedio). La terza interpretazione,
glorificati non apparterranno a questa secondo cui la casa è il corpo di risur-
creazione, ma saranno resi idonei alla rezione, pare quella corretta.
vita nel cielo. 5:2 In questo presente corpo mor-
Il corpo futuro del credente è altre- tale spesso gemiamo per come esso ci
sì definito una casa eterna, nei cieli. limita e ostacola nella nostra vita spi-
Quel corpo non sarà più soggetto alla rituale. Ciò che noi desideriamo gran-
malattia, al decadimento e alla morte, demente è essere rivestiti della nostra
ma vivrà per sempre nella nostra casa abitazione celeste.
celeste. In questo versetto l’apostolo sembra
Può sembrare, da questo versetto, passare dall’allegoria della tenda a quel-
che il credente riceva questo edificio da la del vestito. Una possibile spiegazione

773
2 CORINZI 5:3

di questo passaggio può essere che, co- mente: la nostra condizione glorificata,
me fabbricante di tende, Paolo sapeva una casa non fatta con mano d’uomo,
che lo stesso materiale utilizzato per eterna, nei cieli!
fabbricare le tende era altresì usato per Come possiamo essere sicuri che
confezionare capi d’abbigliamento. Ad avremo un corpo glorificato? La rispo-
ogni modo, il significato è chiaro: egli sta è che Dio… ci ha dato la caparra
aspirava a ricevere un corpo glorificato. dello Spirito. Come già spiegato in
5:3 Cosa significa nudi in questo precedenza, il fatto che ogni credente
versetto? Significa forse che l’individuo possieda lo Spirito di Dio è un pegno
non è salvato e, perciò, compare dinan- del fatto che tutte le promesse che Dio
zi a Dio privo della veste di giustizia? ha fatto al credente si realizzeranno.
Significa che, benché salvo, sarà privato Egli è un anticipo di ciò che ha da ve-
della ricompensa dinanzi al tribunale di nire. Lo Spirito di Dio è egli stesso la
Cristo? O significa che, nel periodo che caparra, a garanzia del fatto che ciò
intercorre tra la morte e la risurrezione, che possediamo ora in parte sarà un
l’individuo salvato è privo di corpo, os- giorno pienamente nostro.
sia uno spirito disincarnato? 5:6 Era l’assoluta certezza di queste
Noi riteniamo che l’ultima ipotesi preziose realtà che consentiva a Paolo
sia quella corretta: l’individuo “nudo” di essere sempre di buon animo. Egli
è svestito, o disincarnato. Paolo rivela sapeva che, fintantoché si trovava nel
che il suo più intimo desiderio non è corpo, era assente dal Signore. Quella
quello di passare per la morte e per lo non era certamente la condizione ide-
stato disincarnato che essa comporta ale per Paolo, ma egli era pronto ad ac-
ma, piuttosto, quello di partecipare cettarla al fine di servire Cristo quaggiù
alla venuta del Signore Gesù Cristo, al- ed essere di aiuto al popolo di Dio.
lorché tutti coloro che sono morti rice- 5:7 Il fatto che camminiamo per fe-
veranno un corpo glorificato. de e non per visione è prova sufficiente
5:4 La validità della nostra interpre- della nostra “assenza dal Signore”. Non
tazione del versetto precedente sem- abbiamo mai fissato il nostro sguardo
bra qui trovare conferma. L’apostolo fisico sul Signore sinora. Lo abbiamo
dichiara che noi che siamo in questa contemplato solamente per fede. Fin-
attuale tenda terrena gemiamo, op- ché siamo a casa nel corpo, abbiamo
pressi; e perciò desideriamo non già di con il Signore una relazione meno in-
essere spogliati, ma di essere rivestiti, tima di quella che avremo quando lo
affinché ciò che è mortale sia assorbi- vedremo realmente.
to dalla vita. In altre parole, egli non 5:8 Questo versetto riassume e per-
aspettava di gustare lo stato interme- feziona il concetto di cui al v. 6. Paolo
dio tra la morte e il rapimento (come se è di buon animo alla luce della beata
quella fosse la speranza del credente), speranza che lo attende e può dire che
bensì ciò che avrà luogo in occasione preferirebbe partire dal corpo e abita-
del rapimento, quando i credenti ri- re col Signore. Egli soffre di quella che
ceveranno un corpo che non sarà più Bernardo di Chiaravalle definiva “no-
soggetto alla morte. stalgia del cielo”.
5:5 È Dio colui che ci ha formati per Questo versetto può sembrare in
questo scopo, ossia per la redenzione contraddizione con quanto l’apostolo
del corpo. Tale sarà il coronamento dei ha spiegato finora. Nei versetti prece-
suoi gloriosi disegni per noi. Attual- denti egli ha confessato di anelare a un
mente noi siamo redenti per quanto corpo glorificato. Ma qui dice che pre-
concerne lo spirito e l’anima; la reden- ferirebbe partire dal corpo e abitare
zione finale, tuttavia, riguarderà anche col Signore (trovarsi nella condizione
il corpo. Fermiamoci a riflettere. Dio disincarnata che intercorre fra la mor-
ci ha formato con questo progetto in te e il rapimento).

774
2 CORINZI 5:12

La contraddizione è soltanto appa- rassegna non soltanto la quantità del


rente. Al credente si prospettano tre servizio, ma altresì la sua qualità e le
possibilità, tutto sta nello stabilire qua- motivazioni che l’hanno animato.
le sia da preferirsi: Sebbene influiscano sul servizio, in
1. la vita presente in questo corpo mor- quel solenne momento, i peccati com-
tale; messi dal credente dopo la conversione
2. la condizione che intercorre fra la non saranno giudicati. In tal senso, il
morte e la venuta di Cristo (uno sta- giudizio ha avuto luogo duemila anni
to disincarnato dove, nondimeno, lo fa, quando il Signore Gesù si è caricato
spirito e l’anima godono cosciente- dei nostri peccati sul legno della croce.
mente della presenza di Cristo); Egli ha pagato in pieno il debito che
3. il compimento della nostra salvezza, i nostri peccati avevano accumulato
allorché riceveremo un corpo glorifi- e Dio non dovrà più giudicarli (vd. Gv
cato, al ritorno del Signore Gesù. 5:24). Il tribunale di Cristo vaglierà il
Paolo spiega che la prima condizione servizio da noi reso al Signore. Non è
è buona, la seconda migliore e la terza in ballo la salvezza, ormai acquisita,
ottima. bensì l’attribuzione o la perdita della
5:9 Il credente dovrebbe sforzarsi ricompensa.
di essere gradito al Signore. Se, da un
lato, la sua salvezza non dipende dalle I. La buona coscienza di Paolo
opere, la sua ricompensa sarà diretta- nel ministero (5:11–6:2)
mente proporzionale alla sua fedeltà al 5:11 L’interpretazione più comune di
Signore. Un credente dovrebbe sempre questo versetto è quella che vede Pao-
ricordare che la fede è legata alla sal- lo talmente consapevole del terribile
vezza e le opere alla ricompensa. Egli giudizio di Dio sul peccato e degli or-
è salvato per grazia mediante la fede, rori dell’inferno, da recarsi ovunque,
non mediante le opere; ma, una volta cercando di persuadere gli uomini ad
salvato, dovrebbe aspirare a compiere accettare il vangelo. Se, per certi versi,
le buone opere, per le quali sarà ricom- ciò corrisponde a verità, crediamo che
pensato. il significato principale di questo passo
Notiamo che Paolo desiderava es- sia un altro.
sergli gradito, sia che abitasse nel cor- Paolo non allude tanto al terrore
po, sia che ne partisse. Questo significa del Signore (che coglierà i non salvati)
che, mediante il suo servizio, egli si quanto al timore reverenziale con cui
riproponeva di rallegrare il cuore del l’apostolo stesso cercava di servire il
suo Signore, sia che fosse ancora sulla Signore e di piacergli. L’apostolo sapeva
terra, sia che si trovasse dinanzi al tri- che la sua vita era un libro aperto agli
bunale di Cristo. occhi di Dio, ma desiderava che anche i
5:10 Un motivo per cui essere graditi Corinzi fossero persuasi della sua fedel-
a Cristo è che tutti dobbiamo compa- tà e integrità nell’opera del vangelo. In
rire davanti al suo tribunale. A dire il pratica, egli dichiara: “Poiché conoscia-
vero, non si tratta solamente della que- mo il timore del Signore, cerchiamo di
stione di comparirvi, ma di essere rive- convincere gli uomini della nostra inte-
lati. Si potrebbe parafrasare: “La vita grità come ministri di Cristo. Ma sia che
di tutti noi dovrà essere portata allo riusciamo a persuaderli sia che non ne
scoperto davanti al tribunale di Cristo”. siamo capaci, Dio ci conosce a fondo e
Una cosa è presentarsi nell’ambula- speriamo che lo stesso accada nelle co-
torio di un medico, altra cosa è sotto- scienze di voi Corinzi!
porsi a una radiografia. Il tribunale di Questa è la spiegazione che meglio
Cristo metterà in mostra la nostra vita sembra adattarsi al contesto.
di servizio per Cristo esattamente per 5:12 Paolo si accorge che ciò che
quello che è stata. Saranno passate in ha appena detto potrebbe essere

775
2 CORINZI 5:13

scambiato per un’autocelebrazione. per i suoi fratelli. In entrambi i casi,


Egli non vuole che alcuno pensi che le sue motivazioni erano totalmente
di questo si tratti! Così, per fugare altruistiche. I suoi detrattori avrebbe-
tale dubbio, aggiunge: Non ci racco- ro potuto affermare altrettanto di se
mandiamo di nuovo a voi . Ciò non stessi?
significa che egli avesse già agito in 5:14 Chiunque studi la vita dell’apo-
tal modo, bensì che ne era stato accu- stolo Paolo si interrogherà, prima o poi,
sato più volte. Perché, dunque, Paolo sul motivo all’origine di un servizio in-
avrebbe esposto una tale apologia stancabile e altruistico quale il suo. La
del proprio ministero? La risposta di risposta è qui, in una delle più belle pa-
Paolo è: vi diamo l’occasione di esse- gine delle lettere dell’apostolo: l’amore
re fieri di noi, affinché abbiate di che di Cristo.
rispondere a quelli che si vantano L’amore di Cristo, cui qui si allude,
di ciò che è apparenza e non di ciò è l’amore di Cristo per noi o il nostro
che è nel cuore. Egli non aveva alcun per lui? Non c’è alcun dubbio che si
interesse a raccomandare se stesso, tratti del suo amore per noi. Noi siamo
ma era consapevole di essere ogget- in grado di amare unicamente perché
to di aspre critiche, da parte dei falsi lui ci ha amato per primo (1 Gv 4:19).
dottori, alla presenza dei santi di Co- È il suo amore che ci costringe e ci
rinto. Voleva che i credenti sapessero muove. Quando Paolo contemplava
come rispondere a quegli attacchi il meraviglioso amore che Cristo gli
contro la sua persona e forniva loro le aveva mostrato, non poteva far altro
informazioni necessarie affinché essi che essere mosso al servizio per il suo
fossero in grado di difenderlo dai giu- meraviglioso Signore.
dizi negativi. Nel morire per tutti, Gesù agì come
Egli definisce suoi detrattori quelli nostro rappresentante. Quando morì,
che si vantano di ciò che è apparen- noi tutti morimmo in lui. Nello stesso
za e non di ciò che è nel cuore (cfr. 1 S modo in cui il peccato di Adamo è di-
16:7). In altre parole, costoro erano ventato il peccato della sua posterità,
interessati all’esteriorità, ma non alla la morte di Cristo è diventata la morte
realtà interiore, all’integrità e all’one- di coloro che credono in lui (Ro 5:12-21;
stà. Per loro, l’aspetto fisico, l’eloquen- 1 Co 15:21-22).
za o, ancora, una parvenza di zelo 5:15 Il ragionamento dell’apostolo è
significavano tutto. stringente. Cristo morì per tutti. Per-
5:13 Parrebbe, da questo versetto, ché morì per tutti? Perché quanti vivo-
che l’apostolo fosse accusato perfino no per la fede in lui non vivano più per
di fanatismo e tacciato di infermità se stessi, ma per lui. Il Salvatore non è
mentale e di altre forme di disturbi morto per permetterci di continuare a
psichici. Egli non nega di vivere in condurre a nostro piacimento un’esi-
quello che Denney definisce uno stato stenza insignificante ed egoistica, ma
di “tensione spirituale”, ma afferma è morto affinché consacrassimo la no-
semplicemente che se è fuor di sen- stra vita a lui in una devozione lieta e
no, è per Dio. Qualunque cosa i suoi volontaria. Denney spiega:
detrattori considerassero come segno Nel morire la nostra morte, Cristo ha
di follia altro non era che l’espressio- fatto per noi qualcosa di così grande,
ne della sua profonda devozione al nel suo amore, che noi dovremmo
Signore. Un amore per le cose di Dio essere suoi, e soltanto suoi, per sem-
lo consumava. Se, d’altro canto, egli pre. Farci suoi è l’obiettivo stesso del-
era di buon senno, era per amore dei la sua morte.(25)
Corinzi. In breve, l’intera condotta di
Paolo si spiegava in due modi diversi: 5:16 Probabile richiamo al v. 12, do-
o si trattava di zelo per Dio o di zelo ve Paolo descrive i suoi detrattori come

776
2 CORINZI 5:19

“quelli che si vantano di ciò che è appa- chie abitudini, i pensieri malvagi e gli
renza”. L’apostolo riprende l’argomento sguardi di concupiscenza e che, nella
e spiega che, quando l’uomo viene a vita, tutto sia diventato letteralmente
Cristo, avviene una nuova creazione. Da nuovo. Sappiamo che questo non è ve-
ora in poi non giudichiamo gli uomini ro. Il versetto non descrive la condotta
in modo carnale e mondano, secondo del credente ma, piuttosto, la sua posi-
le apparenze, le credenziali umane o il zione. Notiamo che esso si apre con le
paese d’origine. Li consideriamo piut- parole: Se dunque uno è in Cristo. La
tosto anime preziose per le quali Cristo locuzione in Cristo è la chiave di que-
ha dato la vita. Paolo aggiunge che, se sto brano. In Cristo... le cose vecchie
anche aveva conosciuto Cristo da un sono passate e sono diventate nuove.
punto di vista umano, ossia come uo- Purtroppo, in me il cambiamento non
mo, adesso non lo conosceva più così. è ancora del tutto avvenuto! Ma, pro-
In altre parole, un conto era conoscere gredendo nella vita cristiana, deside-
Gesù come vicino di casa nel piccolo ro che la mia condotta sia sempre più
villaggio di Nazaret o, perfino, come conforme alla mia posizione. Un gior-
messia terreno, un altro conto era co- no, quando il Signore Gesù tornerà, le
noscere il Cristo glorificato e vivente, due si fonderanno perfettamente.
assiso alla destra di Dio. Conosciamo 5:18 Tutto questo viene da Dio. Egli
il Signore Gesù più intimamente e real- è la fonte e l’autore di tutto questo. Non
mente oggi, attraverso la rivelazione che c’è spazio per il vanto umano. Lo stes-
possediamo nella sua Parola per opera so Dio ci ha riconciliati con sé per mez-
dello Spirito, di coloro che lo conobbe- zo di Cristo e ci ha affidato il ministero
ro e giudicarono in base all’apparenza della riconciliazione.
mentre egli era sulla terra. In A New and Concise Bible Dictionary
David Smith commenta: si trova questa splendida definizione
della dottrina scrittura le della
Sebbene, un tempo, l’apostolo aves-
riconciliazione:
se condiviso l’ideale giudaico di un
Messia secolare, egli era ora appro- Per la morte del Signore Gesù sul-
dato a un concetto più elevato. Cristo la croce, Dio ha annullato, nella sua
era, per lui, il Salvatore risorto e glo- grazia, la distanza che il peccato ave-
rificato, non conoscibile secondo la va tracciato fra lui e l’uomo, cosicché
carne ma soltanto secondo lo spirito; ogni cosa potesse presentarsi gradita
non secondo la tradizione storica, ai suoi occhi, per mezzo di Cristo. I
ma soltanto attraverso una comu- credenti sono già riconciliati median-
nione immediata e vitale.(26) te la morte di Cristo, per essere pre-
sentati santi, senza colpa e irrepren-
5:17 Se dunque uno è in Cristo (os- sibili (una nuova creazione). Mentre
sia salvato), egli è una nuova creatura. Cristo era sulla terra, Dio era in Cristo
Prima della conversione il metro di e riconciliava gli uomini a sé, non im-
giudizio era prettamente umano. Ma putando loro le loro trasgressioni; ma
ora tutto è cambiato. I vecchi metodi ora che l’amore di Dio si è totalmente
di giudizio sono passati: ecco, sono di- rivelato sulla croce, la testimonianza
ventati nuovi. Questo versetto è molto si è diffusa in tutto il mondo, esortan-
do gli uomini a essere riconciliati con
amato da quanti hanno appena speri-
Dio. Il fine è che Dio possa trovar di-
mentato la nuova nascita ed è spesso
letto nell’uomo.(27)
citato nelle testimonianze personali.
Citato in tali contesti, questo versetto 5:19 Il ministero della riconciliazio-
rischia, talvolta, di dare un’impressio- ne è qui descritto come il messaggio
ne sbagliata. Gli astanti sono indotti secondo il quale Dio era in Cristo nel
a credere che, quando un individuo è riconciliare con sé il mondo. Questa
salvato, spariscano per sempre le vec- affermazione si presta a una dupli-

777
2 CORINZI 5:20

ce interpretazione, in entrambi i casi pone il messaggio che egli predicava ai


scritturalmente corretta: non salvati recandosi di paese in paese
1. Dio era in Cristo, nel senso che il e di continente in continente. È impor-
Signore Gesù Cristo è Dio. Ciò è tante notare questo aspetto. Qui Paolo
senz’altro vero; non invita i Corinzi a essere riconciliati
2. Dio era in Cristo nel riconciliare con con Dio (essi credono già nel Signore
sé il mondo. In altre parole, Dio stesso Gesù), ma si limita a informarli riguar-
ha riconciliato con sé il mondo nella do al messaggio che egli è solito predi-
Persona del Signore Gesù Cristo. care ovunque ai non salvati.
A prescindere dall’interpretazione, Un ambasciatore è un ministro di
rimane il fatto che Dio ha attivamen- stato che rappresenta il proprio go-
te rimosso la causa dell’alienazione verno in terra straniera. Paolo parla
dell’uomo da Dio, ossia il peccato. Dio sempre del ministero cristiano come di
non ha bisogno di essere riconciliato un’alta e somma chiamata. Qui egli si
con l’uomo, ma è l’uomo che ha biso- paragona a un inviato di Cristo al mon-
gno di essere riconciliato con Dio! do in cui viviamo. Egli era un portavo-
…non imputando agli uomini le lo- ce per mezzo del quale Dio si faceva
ro colpe. A prima vista, questa potreb- supplice per il mondo. Sembra strano
be sembrare un’allusione alla salvezza che un simile linguaggio sia riferito a
universale, ossia al fatto che tutti gli un ambasciatore. Normalmente non si
uomini sono salvati mediante l’opera pensa a un ambasciatore come a qual-
di Cristo. Ma un simile insegnamento cuno che supplica, ma tale è la gloria
sarebbe in netto contrasto con il resto del vangelo: nel suo annuncio, possia-
della Parola di Dio. Dio ha offerto agli mo immaginare Dio che, in ginocchio
uomini la possibilità di non vedersi e con gli occhi bagnati di lacrime, sup-
imputate le trasgressioni commesse. plica gli uomini e le donne di essere ri-
Se, da un lato, questa via è offerta a conciliati con lui. Se esiste inimicizia,
tutti, nondimeno vi possono accedere è inimicizia da parte dell’uomo. Dio ha
soltanto coloro che sono in Cristo. Le rimosso ogni barriera che ostacola una
trasgressioni degli individui non salva- totale comunione fra sé e l’uomo. Il Si-
ti sono per certo imputate loro ma, nel gnore ha fatto tutto ciò che poteva fa-
momento stesso in cui questi individui re. Ora tocca all’uomo deporre le armi
confidano nella salvezza offerta dal Si- della ribellione, cessare la sua ostinata
gnore Gesù, essi sono dichiarati giusti rivolta e riconciliarsi con Dio.
in lui e i loro peccati sono cancellati. 5:21 Questo versetto illustra il fon-
Oltre alla sua opera di riconciliazio- damento dottrinale della nostra ricon-
ne, Dio ha altresì affidato ai suoi servi ciliazione. In che modo Dio ha reso
la parola di riconciliazione. In altre possibile la nostra riconciliazione? Co-
parole, egli ha affidato loro il meravi- me può ricevere dei peccatori colpevoli
glioso privilegio di andare e predicare che si presentano a lui ravveduti e con
questo glorioso messaggio a tutti gli fede? La risposta è che il Signore Gesù
uomini della terra. Questo sacro com- ha risolto efficacemente la questione
pito non fu affidato agli angeli, bensì al dei nostri peccati per farci riconciliare
debole e misero essere umano. con Dio.
5:20 Nel precedente versetto l’apo- In altre parole Dio ha fatto diventare
stolo ha affermato che Dio gli ha affi- Cristo peccato per noi – Cristo, che non
dato il messaggio della riconciliazione ha conosciuto peccato –, affinché noi
e lo ha inviato a predicare questo mes- diventassimo giustizia di Dio in lui.
saggio all’umanità. È nostra convinzio- Dobbiamo guardarci dall’idea che,
ne che la sezione 5:20–6:2 rappresenti sulla croce del Golgota, il Signore Ge-
un riassunto della parola della riconci- sù Cristo sia diventato peccatore in sé.
liazione. In altre parole, Paolo ci ripro- Tale concetto è falso! I nostri peccati

778
2 CORINZI 6:4

sono stati caricati su di lui, ma non era- profetizzato da Isaia giorno della sal-
no in lui. Dio fece di lui un’offerta per il vezza è già giunto e, pertanto, Paolo
peccato a nostro beneficio. Riponendo esorta gli uomini a confidare nel Sal-
in lui la nostra fede, siamo dichiarati vatore mentre è ancora il giorno della
giusti da Dio. Le richieste della legge salvezza.
sono state pienamente soddisfatte dal
nostro Sostituto. J. La condotta di Paolo
Quale beata verità è questa! Colui nel ministero (6:3-10)
che non ha conosciuto peccato è stato 6:3 Dal messaggio predicato Paolo pas-
fatto diventare peccato per noi, affin- sa qui a parlare della propria condotta
ché noi, che non abbiamo conosciuto nel servizio cristiano. Egli sapeva che
giustizia, diventassimo giustizia di Dio vi erano (e sempre vi saranno) perso-
in lui. Nessuna lingua mortale potrà ne che, pur di non prestare ascolto al
mai ringraziare Dio a sufficienza per messaggio della salvezza, avrebbero
una grazia così infinita. cercato una scusa qualsiasi: se fosse-
6:1 Alcuni ritengono che, in questo ro riusciti a trovarla nella mancanza
versetto, Paolo si rivolga ai Corinzi per di coerenza del predicatore... tanto
incoraggiarli a far fruttificare la grazia meglio! Paolo, pertanto, rammenta ai
che è stata loro dimostrata. Corinzi di non aver dato nessun moti-
Noi siamo tuttavia dell’avviso che vo di scandalo affinché il suo servizio
Paolo stia ancora dando conto del mes- non fosse biasimato.
saggio che è solito predicare ai non sal- Come rilevato in precedenza, il
vati. Egli ha già parlato ai non credenti servizio (termine che alcune versioni,
della meravigliosa grazia offerta loro come la ND, rendono con “ministero”)
da Dio e, ora, torna a supplicarli di non cui si fa qui riferimento non è una spe-
ricevere la grazia di Dio invano. I pa- cie di ufficio ecclesiastico, ma è il ser-
gani non avrebbero dovuto permettere vizio reso a Cristo. Non è qui sottintesa
che il seme del vangelo cadesse nella alcuna ordinazione umana. Il servizio
terra arida ma erano, bensì, invitati a è di tutti coloro che sono di Cristo.
rispondere a quel messaggio ricevendo 6:4 Nei vv. 4-10 l’apostolo descrive il
il Salvatore che esso annunziava. modo irreprensibile in cui ha sempre
6:2 Ora Paolo cita Is 49:8. Leggendo cercato di svolgere il proprio ministero.
quel capitolo, notiamo che il Signore Conscio di essere un servo dell’Altissi-
rimprovera al popolo d’Israele di ave- mo, cercava di condursi in modo degno
re rifiutato il Messia (v. 7), un rifiuto di tale chiamata. Al riguardo, Denney
che, come sappiamo, portò alla sua commenta acutamente:
morte. Ma ecco che, al v. 8, troviamo
le parole di Yahweh che assicurano al Le fonti del grande abisso si aprono
mentre Paolo riflette; quando inizia
Signore Gesù che la sua preghiera è
a parlare, egli è come imprigiona-
stata udita e che Dio lo soccorrerà e
to e riesce a pronunciare solamente
lo preserverà. parole sconnesse, una alla volta; ma
…ti ho soccorso nel giorno della prima di interrompersi, ha ritrovato
salvezza è una frase che fa riferimento la piena libertà e dà irrefrenabile sfo-
alla risurrezione del Signore Gesù Cri- go alla sua anima.(28)
sto. Il tempo favorevole e il giorno del-
la salvezza sarebbero stati inaugurati I v v. 4-5 descrivono i patimenti
dalla risurrezione di Cristo dai morti. fisici dell’apostolo, a testimonianza
Nella sua predicazione del vangelo della sincerità e della fedeltà del suo
Paolo fa sua questa meravigliosa verità servizio per il Signore. I due versetti
e annuncia ai non salvati: Eccolo ora il successivi alludono altresì alle gra-
tempo favorevole; eccolo ora il giorno zie cristiane dimostrate dall’aposto-
della salvezza. In altre parole, il tempo lo. Nei vv. 8-10 sono elencate alcune

779
2 CORINZI 6:5

esperienze contrastanti, tipiche del fine sarebbe dovuta bastare la longa-


ministero cristiano. nimità con cui egli aveva sopportato i
La grande costanza cui allude Paolo loro peccati e i loro fallimenti! La sua
è un indubbio riferimento alla pazien- bontà era evidente nel suo donarsi per
za dimostrata nei confronti di quegli il bene altrui, nel suo atteggiamento
individui, chiese locali e tribolazioni amorevole verso i figli di Dio e nel suo
che avevano lo scopo preciso di sviarlo mite contegno.
o di scuoterne le fondamenta. L’espressione con lo Spirito Santo si-
Le afflizioni sono probabilmente le gnifica, senza dubbio, che tutto ciò che
effettive persecuzioni che l’apostolo Paolo faceva lo faceva nella potenza
patì per il nome di Cristo. dello Spirito e in sottomissione a lui.
Le necessità sono le privazioni (pe- Quell’amore sincero, tanto eviden-
nuria di mezzi di sostentamento, cibo, te nella vita dell’apostolo Paolo, non
abiti e riparo). era finzione né ipocrisia: ogni azione
Le angustie possono certamente dell’apostolo era improntata all’amore.
racchiudere le circostanze sfavorevoli 6:7 La locuzione con un parlare ve-
in cui egli spesso venne a trovarsi. ritiero indica forse che l’intero mini-
6:5 Paolo ricevette molte percosse, stero di Paolo era svolto in ubbidienza
come indicato in At 16:23. Le sue pri- alla Parola di verità, ma può altresì in-
gionie sono successivamente menzio- dicare un ministero onesto e coerente
nate in 2 Co 11:23 e i tumulti sono un con il messaggio predicato, ossia con la
indubbio riferimento ai disordini e Parola di verità.
alla confusione che spesso accompa- Indubbiamente l’apostolo non svolse
gnavano la sua predicazione del van- la sua opera con le proprie forze, ben-
gelo (l’annuncio della salvezza offerta sì con la potenza di Dio, dipendendo
anche agli stranieri, e non soltanto ai unicamente dalla forza che soltanto
Giudei, provocò violenti disordini). Tra Dio può donare. Alcuni ravvisano qui
le fatiche dell’apostolo rientra, forse, un riferimento ai miracoli che a Paolo
anche la sua occupazione come fabbri- fu concesso di compiere in qualità di
cante di tende ma, senza dubbio, anche apostolo.
il lavoro manuale in tutti i suoi aspetti Le armi della giustizia sono descrit-
(per non parlare dei suoi continui viag- te in Ef 6:14-18. Esse rappresentano un
gi). Le veglie indicano la necessità di carattere retto e coerente. È stato osser-
guardarsi costantemente dalle astuzie vato che: “Quando l’uomo si riveste di
di Satana e dagli attacchi dei nemici. I vera giustizia, diventa inespugnabile”.
digiuni indicano forse una volontaria Se la nostra coscienza non reca offesa
astinenza dal cibo ma, con più proba- a Dio e all’uomo, il diavolo ha poco su
bilità, una condizione di privazione cui far leva.
dovuta alla povertà. C’è qualche dubbio sull’esatto si-
6:6 Il ministero di Paolo era contras- gnificato della locuzione a destra e a
segnato dalla purezza, ossia da castità sinistra. Una delle interpretazioni più
e santità. Non gli si poteva muovere al- plausibili si richiama all’antica usan-
cuna accusa di immoralità. za guerriera di brandire la spada con
Il servizio dell’apostolo era, altresì, la mano destra e impugnare lo scudo
contraddistinto dalla conoscenza, un con la sinistra. La spada era sinonimo
probabile riferimento al fatto che tale di combattimento offensivo, mentre lo
ministero assumeva i contorni di una scudo di ripiegamento difensivo. Stan-
conoscenza divinamente ispirata. Ciò do così le cose, Paolo afferma che un
si manifesta dall’ampiezza con cui la carattere cristiano retto costituisce sia
verità divina è rivelata nelle sue lettere. il miglior attacco sia la miglior difesa.
I Corinzi non avevano bisogno di 6:8 Nei vv. 8-10 Paolo descrive al-
alcuna prova della sua pazienza ! A tal cuni degli aspri contrasti che esistono

780
2 CORINZI 6:14

nel nostro servizio per il Signore Gesù. K. Appello di Paolo ad aprirsi


Il vero discepolo sperimenta gli alti, i all’amore (6:11-13)
bassi e tutte le gradazioni intermedie: 6:11 Ora l’apostolo prorompe in un ap-
la sua è una vita di gloria e di umilia- passionato appello ai Corinzi affinché
zione, di vittoria e di apparente scon- si aprano a lui. Egli ha parlato aperta-
fitta, di lode e di critica. Il vero servo di mente e francamente del suo amore
Dio è oggetto di buona e cattiva fama : per loro. Poiché la bocca rivela ciò che
alcuni parlano bene del suo zelo e del c’è nel cuore (Mt 12:34; 15:18-20), la
suo coraggio mentre altri non hanno bocca di Paolo rivela un cuore colmo di
che parole di condanna. Egli è trattato affetto per queste persone. Che questo
come un ingannatore o un impostore, sia il senso generale del versetto è in-
eppure è veritiero, un vero servo del dicato dalle seguenti parole: il nostro
Dio altissimo. cuore si è allargato, ossia è pronto a
6:9 In un certo senso Paolo era sco- riceverli con amore.
nosciuto, poco apprezzato e incompre- Tozer scrive: “Paolo era un piccolo
so dal mondo; tuttavia, Dio e i fratelli uomo con una vasta vita interiore; tal-
lo conoscevano bene. (29) volta, però, il suo gran cuore era ferito
La sua vita era quella di un moribon- dalla limitatezza dei suoi discepoli. La
do, eppure eccolo vivente! Minacciato, vista della loro anima rattrappita gli
perseguitato, braccato e imprigionato, faceva molto male”. (31)
egli ottenne la libertà per predicare 6:12 Se l’affetto fra i Corinzi e Paolo
il vangelo con rinnovato zelo. Questo era venuto meno, non era certo a causa
aspetto è messo ulteriormente in risal- dell’apostolo. Quei credenti avevano
to dall’espressione come puniti, eppu- forse un amore limitato nei confronti
re non messi a morte. Tale espressione di Paolo (erano addirittura indecisi se
riguarda le punizioni che Paolo dovette riceverlo oppure no...), ma il suo amore
sopportare per mano degli uomini. Più per loro non conosceva limiti. L’amore
volte essi pensarono di essere riusciti a mancava a loro, non a Paolo.
far giungere la sua tumultuosa vita al 6:13 Se vorranno ricambiare il suo
capolinea, per poi udire di sue nuove amore per loro (Paolo si rivolge ai suoi
imprese per Cristo in altre città! figli nella fede), dovranno esprimergli
6:10 Molta sofferenza accompagna- il loro affetto con un maggiore slancio
va il ministero di Paolo, ma egli era del loro cuore. Paolo li amava come un
sempre allegro. Inutile dire che soffri- padre ed essi avrebbero dovuto amarlo
va enormemente per il rifiuto del mes- come un padre nella fede. Soltanto Dio
saggio del vangelo, le cadute del popolo avrebbe potuto convincerli a farlo, se
di Dio e i propri fallimenti. Tuttavia, essi glielo avessero permesso.
pensando al Signore e alle promesse di La traduzione di Moffatt rende bene
Dio, egli aveva sempre motivo di alzare l’idea dei vv. 11-13:
lo sguardo e rallegrarsi. O Corinzi, lasciate che vi parli come
Da un’ottica umana, Paolo era un a figli amati: contraccambiate i miei
uomo povero. Da quanto si legge, pa- sentimenti; non vi lesino nulla di me
re proprio che egli non avesse né beni stesso; il mio cuore è spalancato per
né proprietà. Ma pensate a quante vite voi. “Un calo?” C’è da parte vostra,
furono arricchite dal suo ministero! non mia. “Facciamo cambio, ora!”,
Pur non possedendo nulla, in un certo come dicono i bambini! Spalancate a
senso aveva ogni cosa che contava ve- me i vostri cuori.
ramente.
“In un crescendo di intensità”, scrive L. Appello di Paolo alla
A.T. Robertson, “Paolo libera la propria santificazione (6:14–7:1)
immaginazione ed essa gioca come i 6:14 Il collegamento fra i vv. 13 e 14 è
fulmini tra le nubi”. (30) il seguente: Paolo ha esortato i santi a

781
2 CORINZI 6:15

dimostrargli liberamente il loro amore - giustizia e iniquità definiscono la


separandosi da ogni forma di peccato sfera della condotta morale;
e ingiustizia (ossia dai falsi dottori che - luce e tenebre indicano il grado di di-
hanno invaso l’assemblea di Corinto). scernimento delle cose di Dio;
La menzione di un giogo inadeguato - Cristo e Beliar rappresentano la sfera
richiama alla mente De 22:10: “Non la- dell’autorità (in altre parole, la per-
vorerai con un bue e un asino aggiogati sona o la cosa che si riconosce come
insieme”. Il bue era un animale puro e Signore della propria vita);
l’asino impuro; inoltre, essi hanno an- - fedele e infedele riguardano la di-
datura e traino differenti. Per contro, mensione della fede;
quando i credenti sono sotto il giogo - il tempio di Dio e gli idoli circoscrivono
del Signore Gesù, scoprono che il suo l’intera questione del culto personale.
giogo è dolce e il suo carico leggero Giustizia e iniquità non possono
(vd. Mt 11:29-30). avere alcuna comunione reciproca:
Questa sezione di 2 Corinzi è uno sono moralmente antitetici. Analoga-
dei cardini della Parola di Dio sull’ar- mente, la luce non può avere comunio-
gomento della separazione. È chiara ne con le tenebre. Quando la luce entra
qui l’esortazione, rivolta ai credenti, a in una stanza, le tenebre sono fugate.
separarsi dagli infedeli, dall’iniquità, Le due non possono coesistere.
dalle tenebre, da Beliar e dagli idoli. 6:15 Il nome Beliar significa “indegni-
Si tratta certamente di un riferimen- tà” o “malvagità”. Qui indica il maligno.
to al matrimonio. I credenti non do- Vi può mai essere pace fra Cristo e Sata-
vrebbero sposarsi con degli irredenti. na? Naturalmente no! Né vi può essere
Questo brano, tuttavia, non giustifica la comunione fra un fedele e un infedele.
separazione o il divorzio di credenti che Ricercarla significa tradire il Signore.
sono già sposati con dei non credenti. 6:16 Gli idoli non hanno nulla da
La volontà di Dio, in tal caso, è che il spartire con il tempio di Dio. Stando
rapporto coniugale sia preservato, in così le cose, come possono i creden-
prospettiva della salvezza futura della ti, che sono il tempio del Dio vivente,
persona perduta (vd. 1 Co 7:12-16). compromettersi con gli idoli? Gli idoli
Questo brano fa inoltre riferimen- qui, naturalmente, non sono solamente
to al mondo del lavoro. Un credente le immagini scolpite, ma qualsiasi cosa
non dovrebbe entrare in società con che si frappone fra noi e Cristo (come,
una persona che non conosce il Si- p. es.: il denaro, il piacere, il successo o
gnore. Ciò vale, chiaramente, anche i beni materiali).
per le sette e le associazioni segrete: In brani come Es 29:45; Le 26:12; Ez
come può una persona fedele a Cri- 37:27 l’apostolo trova sufficienti prove
sto far parte di un’associazione in scritturali per ribadire che i credenti
cui il nome del Signore Gesù non è sono il tempio del Dio vivente. Denney
amato? Nella vita sociale il credente afferma:
dovrebbe mantenere il contatto con [Paolo] si aspetta che i credenti mo-
gli uomini perduti solamente al fine strino lo stesso zelo dei Giudei nel
di conquistarli per Cristo, ma non mantenere inviolata la santità della
dovrebbe mai prendere parte ai loro casa di Dio; e ora, egli dice, quella
divertimenti peccaminosi, né a qual- casa siamo noi: siamo noi stessi che
siasi attività che li inducesse a pen- dobbiamo mantenerci incontamina-
sare che egli non sia diverso da loro. ti dal mondo.(32)
Questo insegnamento trova dunque
applicazione anche nelle questioni 6:17 Stando così le cose, Paolo cita
religiose. Is 52:11 esortando i credenti a uscire
I vv. 14-16 abbracciano tutte le im- e a separarsi da tutto ciò. Sono questi
portanti relazioni della vita: i chiari precetti che Dio ha dato al suo

782
2 CORINZI 7:2

popolo riguardo alla separazione dal 7:1 Questo versetto è strettamente


male. I credenti non devono sperare di collegato con quanto esposto in prece-
porvi rimedio rimanendovi immersi, denza. Non introduce un nuovo para-
come se ne facessero parte. Uscite di grafo, ma chiude il paragrafo che si è
mezzo a loro e separatevene : questa aperto in 6:14.
è la volontà di Dio. L’impurità cui si fa Le promesse cui si fa riferimento in
qui riferimento è, anzitutto, rappresen- questo versetto sono quelle di cui ai
tata dal mondo pagano, ma si applica vv. 17-18 del capitolo precedente. “Io vi
altresì a qualunque forma di male, sia accoglierò… sarò come un padre per
nel campo commerciale, che in quello voi… voi sarete come figli e figlie”. Alla
sociale e religioso. luce di promesse tanto meravigliose
Il versetto non dovrebbe essere usa- da parte di Dio, dovremmo purificarci
to per insegnare la separazione da altri da ogni contaminazione di carne e di
credenti. I credenti sono invitati a cer- spirito. La contaminazione della carne
care di “conservare l’unità dello Spirito include ogni forma di impurità fisica,
con il vincolo della pace” (Ef 4:3). mentre quella dello spirito coinvolge la
6:18 Per un credente spesso è molto vita interiore della persona, le sue mo-
difficile rompere vincoli che esistono tivazioni, i suoi pensieri.
da anni per ubbidire alla Parola di Dio. Dio non ci mostra unicamente il la-
Sembra che Dio abbia previsto anche to negativo, ma altresì quello positivo:
questa difficoltà. Al v. 17 ci ha già rassi- la nostra santificazione nel timore di
curato: “io vi accoglierò”; ora soggiun- Dio. Nella nostra vita quotidiana non
ge: sarò per voi come un padre e voi siamo chiamati soltanto a evitare ciò
sarete come figli e figlie, dice il Signore che contamina, ma altresì a confor-
onnipotente. Se rimarremo con Cristo marci maggiormente al Signore Gesù
al di fuori dell’accampamento del male Cristo. Questo versetto non indica la
(vd. Eb 13:13) saremo ricompensati con possibilità di giungere alla perfezio-
la facoltà di sperimentare la comunione ne nella santità mentre siamo sulla
con il padre in un modo nuovo e intimo. terra. La santificazione pratica è un
Ciò non significa che diventiamo figli e processo che continua per tutta la
figlie in virtù dell’osservanza della sua vita. Noi credenti cresceremo a im-
Parola, bensì che siamo manifestamente magine del Signore Gesù Cristo fino
suoi figli e figlie quando ci comportia- al giorno in cui lo vedremo “faccia a
mo in questo modo, e che sperimente- faccia”; solo allora saremo come lui
remo le gioie e le delizie dell’adozione in per tutta l’eternità. È il nostro timore
un modo prima sconosciuto. reverenziale nei confronti del Signore
“La beatitudine legata a una vera a trasfondere nei nostri cuori il desi-
separazione è niente meno che la glo- derio di santificarci. Auguriamoci di
riosa compagnia del grande Dio” (Sele- imparare a dire con il pio McCheyne:
zionato). “Signore, rendimi più santo possibile,
Oggi il problema è considerevole fra i per quanto possa esserlo un uomo
cristiani evangelici che si trovano all’in- sulla terra!”.
terno di chiese liberali e neo-ortodosse.
Essi continuano a domandarsi: “Che M. Gioia di Paolo per la buona
cosa devo fare?” La risposta di Dio si notizia da Corinto (7:2-16)
trova qui. Dovrebbero abbandonare 7:2 Fateci posto nei vostri cuori! Non vi
un’adunanza in cui il Signore Gesù non è ragione per cui i Corinzi non debba-
è onorato ed esaltato quale Figlio diletto no farlo, insiste Paolo, poiché egli non
di Dio e Salvatore del mondo. Uscendo ha fatto torto a nessuno, né rovinato
da quella comunione essi potranno fare nessuno, né sfruttato nessuno. No-
per Dio più di quanto potranno fare ri- nostante le accuse dei suoi detrattori,
manendo al suo interno. l’apostolo Paolo non aveva offeso nes-

783
2 CORINZI 7:3

suno, né aveva sfruttato nessuno dal 7:6 Allora, Dio intervenne e con-
punto di vista economico. solò Paolo con l’arrivo di Tito. Fu in
7:3 Nulla di ciò che Paolo ha detto o quel momento che Paolo sperimentò
sta dicendo ha lo scopo di condannare la verità di Pr 27:17: “il ferro forbisce il
i Corinzi in alcun modo. Egli li ha ripe- ferro; così un uomo ne forbisce un al-
tutamente rassicurati del fatto che il tro”. Immaginiamo il gioioso incontro
suo profondo amore per loro si sarebbe fra questi due devoti servi di Cristo, le
rinnovato nella vita come nella morte. domande di Paolo che si susseguono
7:4 Dacché era tanto intimamente a raffica e Tito che cerca di risponde-
legato ai santi di Corinto, l’apostolo si re più velocemente possibile (inoltre
sentiva libero di usare grande fran- vd. Pr 25:25).
chezza quando si rivolgeva diretta- 7:7 Ma non fu soltanto il gioioso
mente a loro. Ma se grande era la sua incontro con il suo amico a rallegrare
franchezza nei loro confronti, non Paolo: anche, in modo particolare, la
minore era la sua tendenza a elogiarli notizia di quanta consolazione Tito
alla presenza altrui. Essi non doveva- aveva ricevuta dalla risposta dei Co-
no dunque scambiare la sua schiet- rinzi alla sua lettera.
tezza per mancanza d’amore ma, Era bello sapere che i Corinzi desi-
al contrario, dovevano riconoscere deravano vedere l’apostolo Paolo, no-
che egli era talmente fiero di loro da nostante i falsi dottori continuassero a
encomiarli pubblicamente ov un- cercare di alienargli l’affetto dei santi.
que si recasse. Con ogni probabilità, Non solo erano ansiosi di vederlo, ma
l’aspetto particolarmente lodevole avevano pianto, forse pentiti per aver
della loro vita cristiana era il loro ze- tollerato il peccato fra i membri dell’as-
lo in relazione alla colletta per i santi semblea o per aver causato ansia e
indigenti di Gerusalemme. L’apostolo tribolazione all’apostolo. Il resoconto
affronterà presto tale argomento in di Tito faceva altresì cenno alla loro
modo diretto, mentre qui si limita ad premura verso Paolo, al loro ardente
accennarvi. desiderio di piacergli.
…sono pieno di consolazione, so- La gioia dell’apostolo non era, per-
vrabbondo di gioia in ogni nostra tanto, solamente dettata dall’arrivo
tribolazione. Queste espressioni so- di Tito, ma da queste prove del fatto
no spiegate nei versetti che seguono. che i Corinzi avevano prestato ascol-
Come poteva Paolo essere lieto nella to alle sue indicazioni e che ancora lo
tribolazione ? Ciò si spiega con il fatto amavano.
che Tito gli recava buone notizie da 7:8 Anche se vi ho rattristati con la
Corinto: per l’apostolo si trattava di mia lettera, non me ne rincresce; e se
uno straordinario motivo di allegrezza pure ne ho provato rincrescimento
e incoraggiamento. (perché vedo che quella, quantunque
7:5 Abbiamo precedentemente ri- per breve tempo, vi ha rattristati)...
cordato che Paolo aveva lasciato Efeso La lettera cui Paolo fa riferimento può
alla volta di Troas in cerca di Tito. Non essere quella che noi conosciamo con
avendovelo trovato, si era recato in il nome di 1 Corinzi o forse una se-
Macedonia . Ora spiega che perfino il conda lettera, andata perduta, con cui
suo arrivo in Macedonia non gli aveva egli redarguiva i santi di Corinto con
recato quel sollievo che cercava. In- severità.
quieto e tribolato di dentro, stretto da È bene spendere una parola di chia-
timori e ansietà (certamente legati al rimento riguardo al rincrescimento di
fatto di non essere riuscito a incontra- Paolo per aver scritto la lettera . Am-
re Tito), Paolo era perseguitato anche messo che parli di 1 Corinzi, questo
di fuori, da nemici che lo braccavano commento non intacca in alcun mo-
senza pietà. do la verità dell’ispirazione. Le cose

784
2 CORINZI 7:10

che l’apostolo vi aveva scritto erano i questa sarà solamente temporanea ed


comandamenti stessi del Signore, ma è pronto a correre il rischio, pur di otte-
Paolo era pur sempre un uomo, sogget- nere un risultato finale benigno.
to al condizionamento derivante dallo 7:9 Paolo non si rallegra di aver
scoramento e dall’ansietà di qualunque addolorato i Corinzi bensì di aver-
uomo. Williams commenta: li, per mezzo del dolore, condotti al
ravvedimento. In altre parole, la loro
La distinzione fra colui che scrive
sofferenza li aveva portati a un cam-
e colui che ispira è evidente al v. 8.
biamento di mentalità che, a sua volta,
Paolo sapeva che la sua prima lettera
aveva prodotto un cambiamento radi-
era ispirata. Le sue parole erano i “co-
mandamenti del Signore”. Tuttavia, cale nella loro vita. Il ravvedimento,
da uomo debole, ansioso e amorevo- ricorda Hodge, “non è semplicemente
le, egli tremava al pensiero che i suoi un cambiamento di direzione, ma un
insegnamenti avrebbero potuto al- mutamento del cuore che porta all’ab-
lontanare i Corinzi da lui e rattristar- bandono del peccato, guardato con do-
li. Questo è un interessante esempio lore e disprezzo, per volgersi a Dio”. (34)
della differenza esistente fra l’indivi- La sofferenza dei Corinzi rientra-
dualità del profeta e il messaggio affi- va nella volontà di Dio, trattandosi di
datogli dallo Spirito Santo.(33) quel genere di afflizione che Dio ama
vedere. Poiché il loro cordoglio e il loro
Per riassumere, Paolo conviene sul ravvedimento erano secondo Dio, la
fatto che, quando i Corinzi lessero la riprensione dell’apostolo non ebbe ul-
lettera per la prima volta, essa dovette teriori tristi ripercussioni.
suonare come un rimprovero, addolo- 7:10 Questo versetto fa un raffronto
randoli. Inviandola, l’apostolo prevede- tra la tristezza secondo Dio e la tristez-
va la loro reazione e ne era rattristato. za del mondo. La tristezza secondo Dio
Ciò non significa che temesse di aver è il profondo dispiacere che conduce il
commesso un errore (non è questo che peccatore al ravvedimento: egli si ac-
Paolo intende dire qui); piuttosto, lo corge che Dio gli sta parlando, così si
rattristava che il suo servizio per il Si- schiera con lui contro se stesso e il pro-
gnore provocasse, talvolta, l’afflizione prio peccato.
altrui. Tale temporanea afflizione, pe- Paolo afferma che la tristezza se-
rò, era necessaria affinché i disegni di condo Dio produce un ravvedimento
Dio si realizzassero nella vita dei santi. che porta alla salvezza, ma non allude
Nella seconda parte del v. 8 Paolo fa necessariamente alla salvezza dell’ani-
notare ai Corinzi che quella lettera li ha ma (sebbene ciò corrisponda al vero):
rattristati soltanto per breve tempo. La infatti, i Corinzi erano già salvati. Qui,
lettera aveva sortito l’effetto di un sa- tuttavia, il termine salvezza indica li-
lutare dolore. Ma il dolore non sarebbe berazione da qualsiasi tipo di peccato o
durato a lungo. afflizione nella vita dell’individuo.
L’intero processo che l’apostolo Ci si domanda se, con l’espressione
descrive qui può essere paragonato non c’è mai da pentirsi, Paolo alluda al
al lavoro di un chirurgo. Al fine di ri- ravvedimento o alla salvezza; tuttavia,
muovere una parte gravemente infetta poiché entrambe le affermazioni sono
dal corpo, è necessario che il medico vere, si può lasciare aperta la questione.
incida la carne in profondità. Egli non La tristezza del mondo non è vero
ama provocare dolore al paziente, ma ravvedimento, bensì semplice rimor-
sa che deve farlo se vuole restituirgli so. Essa produce amarezza, durezza,
la salute. Specialmente se il paziente è disperazione e, infine, morte. La vita
un amico intimo, il chirurgo è doloro- di Giuda può essere un valido esempio
samente consapevole della sofferenza a tale riguardo. Probabilmente Giuda
che gli provocherà, ma sa anche che non provava dispiacere per ciò che il

785
2 CORINZI 7:11

suo peccato aveva provocato al Signore dell’assemblea, nei confronti del tra-
Gesù, ma era soltanto tormentato dal sgressore. La chiesa di Corinto aveva
rimorso per le terribili conseguenze deciso di punire il peccato.
che egli stesso avrebbe dovuto subire. 8. In ogni maniera avete dimostrato di
7:11 L’apostolo fa riferimento essere puri in questo affare. Natural-
all’esperienza dei Corinzi esemplifi- mente non dobbiamo desumere che
cando quanto scritto nella prima parte quei credenti fossero al di sopra di
del v. 10. Tutto ciò che aveva detto in qualsiasi biasimo ma, semplicemen-
merito alla tristezza secondo Dio era te, che avevano fatto il possibile per
evidente nella loro vita. Oggi diremmo: affrontare il problema in modo ade-
“A dimostrazione di ciò, avete provato guato e comportarsi come avrebbero
tristezza secondo Dio”. Paolo procede dovuto sin dal primo momento.
a elencarne i vari frutti: 7:12 Ci sono quattro notevoli diffi-
1. premura, ossia diligenza. Probabil- coltà in questo versetto:
mente qui si allude al provvedimen- 1. a quale lettera allude Paolo (Se dun-
to disciplinare descritto nella prima que vi ho scritto)?
lettera. Sebbene inizialmente indif- 2. chi è l’offensore?
ferenti, i Corinzi avevano finito col 3. chi è l’offeso?
prendere sinceramente a cuore l’in- 4. l’ultima parte del versetto andrebbe
tera questione; tradotta con la premura che avete
2. scuse. Ciò non indica un tentativo di per noi o con “la premura che avete
giustificarsi o di scusarsi ma, piutto- per voi”?
sto, di liberarsi di qualsiasi ulteriore La lettera potrebbe essere quella
colpa. Cambiando atteggiamento, i a noi nota con il nome di 1 Corinzi o,
Corinzi avevano mutato condotta; forse, una lettera successiva, non per-
3. sdegno. Probabile allusione all’at- venutaci. L’offensore potrebbe essere
teggiamento di quei credenti nei l’uomo colpevole di incesto di 1 Co 5 o
confronti del peccatore e dell’onta un ribelle all’interno della chiesa. Nel
arrecata al nome di Cristo. Ma, con primo caso, l’offeso sarebbe il padre di
più probabilità, si tratta di un’allu- quell’uomo. D’altro canto, se l’offenso-
sione al grave cruccio per aver per- re fosse un ribelle, la persona offesa po-
messo a tale situazione di protrarsi trebbe essere lo stesso Paolo o un’altra
senza opporre resistenza; vittima non identificata. Nella seconda
4. timore. I Corinzi avevano agito nel ti- parte del versetto la ND ha: “affinché la
more del Signore. Oppure temevano nostra premura per voi fosse manife-
una visita dell’apostolo, qualora egli si stata in mezzo a voi davanti a Dio”. Ma
fosse recato da loro con la verga; la gran parte delle versioni moderne
5. desiderio lett. “brama, nostalgia”. concorda con la NR: perché la premu-
La maggior parte dei commentato- ra che avete per noi si manifestasse in
ri concorda sul fatto che si tratti del mezzo a voi, davanti a Dio.
rinnovato desiderio di ricevere una 7:13 La lettera aveva sortito l’effetto
visita da Paolo. Altresì probabile al- sperato: quella fu una grande consola-
lusione al desiderio di vedere l’errore zione per Paolo. I Corinzi si erano ravve-
riparato e il male emendato; duti e si erano schierati dalla sua parte.
6. zelo. Variamente interpretato co- Senza contare l’entusiasmo manifestato
me: zelo per la gloria di Dio; per il da Tito in relazione ai santi; egli era sta-
ristabilimento del peccatore; per la to rinfrancato dal contatto con loro.
purificazione della chiesa dalla con- 7:14 Evidentemente, prima di man-
taminazione o per aver preso le parti dare Tito a Corinto, l’apostolo gli aveva
dell’apostolo; parlato in termini entusiastici dei cre-
7. punizione (o vendetta). Il ricor- denti locali. Ora egli può affermare che
so a un’azione correttiva, da parte il suo vanto si è rivelato fondato. Quan-

786
2 CORINZI 8:5

to aveva raccontato a Tito a proposito i credenti delle chiese di Macedonia


dei Corinzi aveva trovato riscontro (Grecia settentrionale). Fra le città
nell’esperienza di Tito tra loro. Tutto dove erano state fondate delle chiese,
ciò che Paolo aveva detto ai Corinzi era spiccavano Filippi e Tessalonica.
veritiero, parimenti anche il suo vanto In particolare, i Macedoni, con la
con Tito era risultato verità. loro generosità, avevano dimostrato di
7:15 Inizialmente Tito ignorava quale aver ricevuto la grazia di Dio.
accoglienza gli sarebbe stata riservata 8:2 Questi credenti avevano attraver-
nel sud della Grecia. Forse era preparato sato molte tribolazioni. Normalmente
al peggio. Nondimeno, al suo arrivo, i i membri di una comunità così provata
Corinzi non gli diedero soltanto un cor- e non particolarmente prospera, come
diale benvenuto ma si conquistarono quella della Macedonia, avrebbero mes-
altresì la sua benevolenza, ubbidendo so da parte del denaro per provvedere
alle istruzioni che egli aveva recato loro al proprio futuro. Tuttavia, la loro gioia
da parte dell’apostolo Paolo. cristiana era talmente traboccante che,
L’apostolo afferma che i Corinzi ri- quando seppero della necessità dei san-
cevettero Tito con timore e tremore ; ti di Gerusalemme, ribaltarono tutte le
tale espressione non indica sgomento o loro priorità e furono assai generosi nel
paura dettata dalla codardia ma, piut- donare. Essi riuscirono a combinare tri-
tosto, un senso di riverenza dinanzi al bolazioni e gioia, povertà e generosità.
Signore e il desiderio di essergli graditi 8:3 La loro generosità aveva carat-
nel disbrigo di quella faccenda. teristiche uniche e la loro liberalità
7:16 In ogni cosa Paolo poteva aver trascendeva i loro mezzi. Inoltre, essi
fiducia dei santi. Ma non dobbiamo at- donavano volentieri, ossia spontanea-
tribuire a questa affermazione un’enfasi mente, senza bisogno di pressioni, co-
che non ha. Paolo, infatti, lungi dal con- strizioni o lusinghe.
siderarli infallibili o perfetti, nota che i 8:4 Il loro senso di urgenza verso il
Corinzi (di cui si era vantato con Tito) problema era tale che essi supplicarono
si sono dimostrati degni della fiducia Paolo di poter avere anch’essi il privilegio
riposta in loro. D’altronde, poiché essi di portare sollievo ai santi di Gerusa-
avevano assunto il corretto atteggia- lemme. Forse l’apostolo accettò la loro
mento in merito al problema discusso generosità con qualche riserva giacché
nella prima lettera, Paolo si sentiva giu- sapeva qual era la loro indigenza a quel
stificato a riporre in loro piena fiducia. tempo. Ma essi non avrebbero accettato
Questo versetto conclude la prima una risposta negativa: volevano donare.
sezione di 2 Corinzi, sezione che, come 8:5 Probabilmente Paolo si aspettava
abbiamo visto, è dedicata alla descrizio- o sperava soltanto che essi si compor-
ne del ministero dell’apostolo e al suo tassero come la gran parte dei mortali,
deciso impegno di rafforzare i vincoli i quali all’inizio donano con riluttan-
che lo legavano ai credenti di Corinto. I za, poi accrescono la portata del dono
successivi due capitoli affrontano il te- quando sono incalzati. Ma non fu così
ma della “grazia del donare”. per i Macedoni! Questi amati credenti
prima diedero il dono più grande, se
II. ESORTAZIONE A COMPLETARE stessi, dopodiché fu facile dare il loro
LA COLLETTA PER I CREDENTI DI denaro. Paolo dichiara che prima han-
GERUSALEMME (capp. 8–9) no dato se stessi al Signore e poi a noi,
per la volontà di Dio. Ciò significa che
A. Esempi di generosità costoro consacrarono dapprima la loro
(8:1-9) vita a Cristo e poi vollero partecipare
8:1 Paolo desiderava che i credenti alla colletta per Gerusalemme: “Ci sia-
conoscessero il modo insolito in cui mo donati al Signore; ora ci affidiamo
la grazia di Dio si era manifestata fra a te come al suo amministratore. Dicci

787
2 CORINZI 8:6

tu cosa fare, giacché sei un apostolo di 8:8 Non si tratta di un’imposizione


Cristo, nostro Signore”. legalista, bensì del desiderio di mettere
“I contributi per l’opera del Signore”, alla prova… la sincerità del loro amo-
conferma G. Campbell Morgan, “han- re, in special modo alla luce dello zelo
no valore unicamente quando sono mostrato dai credenti macedoni. Ne-
donati da quanti si sono donati a Dio”. gando che si tratti di un ordine, Paolo
8:6 Entusiasta dell’esempio dei Mace- non intende negare l’ispirazione del
doni, Paolo invita i Corinzi a imitarli. E, suo scritto ma, bensì, semplicemente
difatti, Paolo ha esortato Tito a comple- spiegare che il dono dovrebbe procede-
tare l’opera… iniziata a Corinto. Reca- re da un cuore disponibile, poiché “Dio
tosi la prima volta a Corinto, Tito aveva ama un donatore gioioso” (2 Co 9:7).
accennato alla questione della colletta. 8:9 È a questo punto che l’apostolo
Ora, nel farvi ritorno, Paolo gli affida il Paolo scrive uno dei passi più eccelsi
compito di assicurarsi che le buone in- di questa straordinaria lettera. Sullo
tenzioni siano tradotte in pratica. sfondo delle misere condizioni di vita
8:7 Il carattere straordinario di- in Macedonia e a Corinto, egli dipinge
mostrato dai Corinzi in molti ambiti un soave ritratto della Persona più ge-
induceva Paolo ad auspicarne altresì nerosa che sia mai vissuta.
l’eccellenza nella generosità. Egli dà lo- Nel N.T. il termine grazia è utilizzato
ro credito di abbondare in fede, in pa- con differenti accezioni ma, in questo
rola, in conoscenza, in ogni zelo e caso, il suo significato è inequivocabil-
nell’amore per lui. Nella prima lettera mente “generosità”. Quanto era gene-
Paolo aveva lodato la loro conoscenza roso il Signore Gesù? Era generoso a tal
e il loro dono di parola. Qui egli elenca punto da dare tutto ciò che aveva per
diverse altre virtù (un’informazione noi, affinché, mediante la sua povertà,
indubbiamente riportatagli in seguito noi potessimo diventar eternamente
alla visita di Tito): ricchi.
- fede. Allusione a una fede salda in Moorehead commenta:
Dio, al dono di fede o alla fedeltà dei
credenti nei rapporti con i fratelli; Egli era ricco di beni, potenza, onore,
comunione e felicità. Si fece povero
- parola. La loro conoscenza delle lin-
per condizione e circostanze e nel
gue (l’argomento sviluppato in gran
suo rapporto con gli uomini. Siamo
parte della prima lettera); invitati a dare un po’ di denaro, ve-
- conoscenza. Probabile riferimento stiti, cibo. Lui ha dato se stesso.(36)
al loro dono carismatico o alla por-
tata della loro comprensione delle Questo versetto insegna la preesi-
verità divine; stenza del Signore Gesù. Quando era
- zelo. Descrive il loro atteggiamento stato ricco ? Certamente non quando
in relazione alle cose di Dio; venne al mondo come neonato a Be-
- l’amore per Paolo, dichiarato altresì tlemme! E certamente non nel corso
degno di lode. dei suoi trentatré anni di pellegrinag-
A questo punto Paolo desidererebbe gio “qual forestiero senza tetto nel
aggiungere alla lista un’altra virtù: egli mondo che le sue mani avevano fatto”
vorrebbe veder abbondare parimenti (dall’inno Lamb of God, our souls adore
la loro generosità. Thee di J.G. Deck).
Denney ci mette in guardia da: Egli era ricco da ogni eternità, allor-
…l’uomo che abbonda di interessi ché regnava con il Padre nelle dimore
spirituali, che è fervente, in costante celesti. Ma si è fatto povero. Questo
atteggiamento di preghiera, amo- non è solo un riferimento a Betlemme,
revole, capace di parlare in chiesa, ma altresì a Nazaret, al Getsemani, al
ma incapace di separarsi dal proprio Gabbatà e al Golgota. E tutto questo
denaro.(35) avvenne per amor nostro, affinché,

788
2 CORINZI 8:15

mediante la sua povertà, noi potessi- cessità della chiesa del Signore Gesù
mo diventar ricchi. Cristo. Il Signore ha stabilito che i cre-
Se questo è vero, e certamente lo denti indigenti di una regione ricevano
è, allora donargli tutto ciò che siamo soccorso dai fratelli delle altre regioni,
e abbiamo dovrebbe essere la nostra i quali, a loro volta, saranno soccorsi
gioia più grande. Nessun argomento a tempo debito, e il continuo flusso di
potrebbe essere più forte per corro- aiuti fra le chiese stabilirà così un prin-
borare l’insegnamento di Paolo sulla cipio di uguaglianza fra le chiese di
generosità cristiana. tutto il mondo.
Così, al tempo in cui Paolo scriveva,
B. Istruzioni per il completamento il flusso di fondi si sarebbe diretto da
della colletta (8:10-11) Corinto in Macedonia, e da altre locali-
8:10 Ora l’apostolo torna a rivolgersi ai tà a Gerusalemme. Chissà che, in futu-
Corinzi, i quali avevano pensato di fa- ro, la situazione non avesse a ribaltarsi,
re una colletta per i credenti bisognosi con i credenti di Gerusalemme ormai
prima ancora che i Macedoni decides- ristabiliti e i Corinzi nel bisogno. In tal
sero di farla. L’avevano iniziata pri- caso, il flusso di fondi avrebbe invertito
ma di loro, ma per mostrare costanza la propria rotta. Ora toccava a Gerusa-
avrebbero dovuto finalmente comple- lemme ma, in futuro, sarebbe potuto
tare ciò che avevano cominciato ormai toccare a Corinto: in quel caso, le altre
da un anno. Questo sarebbe tornato comunità si sarebbero fatte carico di
a loro vantaggio, dimostrando la loro aiutarli.
sincerità e perseveranza. 8:15 Il principio di uguaglianza è
8:11 A prescindere dal motivo del sottolineato mediante una citazione
ritardo, Paolo ora ingiunge loro di por- da Es 16:18. Quando i figli d’Israele
tare a termine ciò che avevano solerte- uscirono per raccogliere la manna,
mente iniziato e di donare in base alle alcuni furono in grado di raccoglier-
loro attuali disponibilità (e non secon- ne più di altri. Ma ciò non contava:
do quanto avrebbero desiderato fare, quando la manna fu distribuita,
in futuro, con maggiori disponibilità ognuno ricevette la stessa quantità,
economiche). un omer o 3,5 l ca. Pertanto chi aveva
raccolto molto non ne ebbe di trop-
C. Il donatore generoso: i tre po, e chi aveva raccolto poco, non ne
principi della liberalità (8:12-15) ebbe troppo poco. Se si cercava di ac-
8:12 Sembra che i Corinzi avessero ri- cumularla , la manna veniva rosa dai
tardato a fare la colletta per i credenti vermi!
bisognosi di Gerusalemme sperando La divisione in parti uguali non
di poter contribuire, successivamente, avveniva per miracolo o per magia.
con una somma maggiore. Paolo ri- Avveniva perché chi ne aveva di più
corda loro, tuttavia, che non ha impor- ne faceva parte con chi non ne aveva a
tanza l’entità del dono. Se si desidera sufficienza. Hodge osserva:
di tutto cuore manifestare la propria
comunione ai fratelli bisognosi, Dio La lezione… insegnata in Esodo e da
accetterà il dono, per quanto piccolo Paolo è questa: in mezzo al popolo di
Dio la sovrabbondanza di uno dovreb-
sia. Ciò che conta è l’atteggiamento del
be servire per colmare le necessità
cuore.
degli altri; e ogni tentativo di contro-
8:13 Paolo non mira certo a ridurre bilanciare questa legge genererà ver-
i Corinzi in ristrettezze economiche: gogna e danno. La proprietà è come la
egli non desidera mettere i Corinzi nel manna: non si può accumulare.(37)
bisogno per dare sollievo agli altri.
8:14 Questo versetto descrive il pia- Lo stesso concetto è espresso dal
no di Dio per venire incontro alle ne- brano seguente:

789
2 CORINZI 8:16

Dio desidera che ogni uomo possa genza. Il primo fratello era apprezzato
gustare le cose buone della vita. Tut- per il suo servizio nel vangelo. Il ten-
tavia, alcuni raccolgono di più e altri tativo di stabilire l’identità dell’uomo
di meno. Coloro che hanno di più do- ha dato vita a svariate ipotesi. Alcuni
vrebbero farne parte con coloro che ritengono che si tratti di Luca, Sila o
hanno di meno. Dio permette la di- Trofimo. Cercando di indovinare ri-
stribuzione disuguale della proprie- schiamo di perdere lo spirito stesso
tà non perché il ricco ne goda egoi- del brano. L’omissione non è forse in-
sticamente, ma perché egli ne faccia tenzionale? Spesso il vero discepolato
parte con il povero (Anonimo). comporta anonimato. Fu così per la
giovane di cui Dio si servì per guarire
D. Scelta dei tre latori della colletta Naaman il lebbroso (vd. 2 R 5:1-17),
(8:16-24) nonché per il ragazzo che mise a di-
8:16 Nei due versetti che seguono, Pao- sposizione del Signore Gesù il proprio
lo loda Tito per l’eccellente gestione pranzo, con cui si sfamò una moltitu-
dell’impresa. Anzitutto, Paolo ringra- dine di gente (vd. Gv 6:9).
zia Dio per aver messo in cuore a Tito 8:19 Questo fratello innominato era
lo stesso zelo per i Corinzi. Paolo aveva stato scelto dalle chiese per compie-
trovato uno spirito affine nel suo col- re il viaggio dettato da quest’opera di
laboratore. Tito condivideva lo stesso grazia. In altre parole, egli fu nomina-
impegno che l’apostolo si era assunto to per essere uno dei messaggeri che
nei confronti dei Corinzi. avrebbero consegnato questo libero
8:17 Paolo aveva pregato Tito di con- contributo a Gerusalemme. L’apostolo
segnare la sua lettera a Corinto, ma considerava se stesso e gli altri colla-
l’esortazione non sarebbe stata neces- boratori come servi e amministratori
saria: Tito voleva recarvisi spontanea- dell’opera di grazia, compiuta per la
mente. gloria del Signore stesso. Essi deside-
La frase si è… messo in cammi- ravano mostrare la loro buona disposi-
no per venire da voi (ND: “si mise in zione e il loro zelo nel servire i credenti
cammino”) traduce l’aoristo (signi- poveri di Gerusalemme.
ficato: “indeterminato”), un tempo 8:20 L’apostolo era un uomo troppo
della coniugazione greca, con cui il saggio per amministrare questo de-
testo indica qui un’azione che non era naro da solo o affidarlo a un altro. Egli
ancora avvenuta nel momento in cui fece sì che fosse affidato a un gruppo di
Paolo scrisse la lettera, ma che sareb- due, tre o più persone. È questo che egli
be certamente avvenuta nel momento intende qui al v. 20. Per evitare qua-
in cui i Corinzi l’avrebbero letta. Tito lunque possibilità di mistificazione o
fu designato come latore della lettera scandalo, egli si assicurò che l’ammini-
ma, ovviamente, non avrebbe potuto strazione di quest’abbondante colletta
mettersi in viaggio per consegnarla ai fosse al di sopra di ogni sospetto.
Corinzi fintanto che Paolo non avesse 8:21 Paolo si preoccupava che le sue
terminato di scriverla. azioni fossero oneste non solamente
8:18 I vv. 18-22 fanno riferimento ad davanti al Signore, ma altresì di fronte
altri due fratelli cristiani che avrebbero agli uomini. Si noti l’analogia di questo
accompagnato Tito nella sua missione. versetto con Pr 3:3-4 (nella V. dei LXX).
Il primo è descritto nei vv. 18-21 e il se- Morgan osserva: “È compito della
condo nel v. 22. Entrambi rimangono comunità cristiana svolgere il servizio
anonimi. in modo tale che gli uomini del mondo
Questa sezione della Scrittura è pre- non abbiano motivo di sospettare al-
ziosa, perché ci mostra la cura con cui cuna ingiustizia”. (38)
l’apostolo Paolo amministrava i fondi, 8:22 Incontriamo qui un altro fra-
onde non dar adito ad accuse di negli- tello non identificato che Paolo aveva

790
2 CORINZI 9:5

scelto per contribuire al ministero. cedonia. Aveva detto loro che l’Acaia
Questi si era dimostrato zelante in era pronta fin dall’anno prima. L’Acaia,
molte circostanze e ora, per la gran regione meridionale della Grecia, desi-
fiducia che aveva nei Corinzi, dimo- gna qui in modo sineddotico Corinto,
strava particolare fervore in relazione suo capoluogo. Nell’udire che i credenti
all’incarico appena affidatogli. di Corinto erano pronti già da un anno,
8:23 Ora Paolo spiega che, quanto a moltissimi fra i Macedoni si sentirono
questi tre uomini, i Corinzi avrebbero stimolati e si lasciarono contagiare
potuto attestare che Tito era compagno dalla febbre del donare cristiano, deci-
e collaboratore di Paolo in mezzo a loro dendo di dedicarvisi di tutto cuore.
e che gli altri due fratelli erano inviati 9:3 Paolo dice qui di aver mandato i
delle chiese, e gloria di Cristo. La locu- fratelli, ma intende dire che li sta man-
zione gloria di Cristo è certamente una dando. Il tempo passato si riferisce al
definizione enfatica di questi uomini. È punto di vista dei lettori e non a quello
in qualità di rappresentanti delle chie- dello scrittore (vd. commento a 8:17). I
se che essi ricevono questo appellativo: fratelli sono i tre menzionati nel capi-
facendo risplendere l’opera del Signore tolo precedente: Tito e i due personaggi
dinanzi agli uomini, essi gli rendono non identificati. Inviandoli ai Corinzi,
onore e ne riflettono la gloria. Paolo voleva accertarsi che il suo vanto
8:24 Alla luce di tutto questo, i Corin- in relazione alla colletta non fosse stato
zi avrebbero dovuto ricevere questi tre vano. La missione dei tre fratelli aveva
fratelli con gioia e giustificare il vanto lo scopo di assicurare che la colletta
di Paolo nei loro confronti. Avrebbero fosse pronta all’arrivo di Paolo.
così dato alle chiese limitrofe la prova 9:4 Quando Paolo si recava dalla Ma-
del loro amore cristiano. Così Phillips cedonia a Corinto, non era insolito che
traduce il versetto: “Perciò lasciate che uno dei credenti macedoni lo accom-
loro e tutte le chiese vedano la sincerità pagnasse nel viaggio. Quale imbaraz-
del vostro amore e rendete giustizia di zo avrebbe provato l’apostolo Paolo se,
tutte le belle cose che abbiamo detto dopo essersi vantato dei Corinzi, avesse
sul vostro conto!” portato con sé dei Macedoni per consta-
tare che i Corinzi, in realtà, non aveva-
E. Appello ai Corinzi e aspettative no fatto nulla per completare la colletta
di Paolo (9:1-5) per Gerusalemme! Di fronte a una si-
9:1 Era superfluo che Paolo scrivesse mile eventualità, la fiducia di Paolo nei
ai Corinzi quanto alla sovvenzione Corinzi sarebbe stata messa in ridicolo,
destinata ai santi indigenti, ma lo fe- per non dire poi dei Corinzi stessi, che
ce ugualmente. C’è forse una punta di avrebbero avuto un vero motivo di ver-
ironia in questo versetto. In realtà, sot- gognarsi per la loro negligenza.
to certi aspetti, non era necessario che Questa è la vivace traduzione di
gli scrivesse. Essi avevano mostrato da Phillips:
subito il desiderio di partecipare alla
Perché, detto fra noi, non sarebbe
colletta per Gerusalemme e il loro ze- affatto bello se dei Macedoni mi ac-
lo era lodevole. Tuttavia, non avevano compagnassero da voi e vi trovassero
portato a termine quello che avevano impreparati per questo atto di gene-
cominciato: era questo il motivo per rosità! Noi (per non parlare di voi) ci
cui egli riteneva opportuno approfon- vergogneremmo terribilmente, sem-
dire ciò che era superfluo. plicemente perché eravamo tanto
9:2 Il loro zelo non lasciava dubbi. fieri e fiduciosi nei vostri confronti.
Dal momento in cui si era intavolato il
discorso, essi avevano mostrato pron- 9:5 È per questa ragione che Pao-
tezza e zelo, al punto che Paolo si era lo aveva ritenuto necessario esortare
vantato di loro con i credenti della Ma- questi tre fratelli a recarsi a Corinto

791
2 CORINZI 9:6

prima di lui. La già promessa offerta gioioso. Notiamo che l’aggettivo italia-
per i credenti di Gerusalemme sarebbe no ilare deriva dal termine qui tradotto
così stata pronta per il suo arrivo. con gioioso (hilaron).
…affinché essa sia pronta come Dio ha forse realmente bisogno dei
offerta di generosità e non d’avarizia. nostri soldi? Niente affatto. Suo è il be-
Nessuno voleva che questa colletta stiame che sta sui monti a migliaia e,
fosse considerata come un’estorsione, se avesse bisogno di qualcosa, non lo
bensì come una spontanea espressione direbbe a noi (vd. Sl 50:10-12). Ma l’at-
della loro generosità. teggiamento del nostro cuore è ciò che
a lui importa. Egli desidera che il cre-
F. La buona ricompensa dente sia talmente ricolmo della gioia
della liberalità (9:6-15) del Signore da voler condividere tutto
9:6 Nei vv. 6-15 l’apostolo Paolo elenca ciò che ha con altri.
alcune fra le straordinarie ricompense Dio ama un donatore gioioso per-
e benedizioni del donare cristiano. A ché, come afferma Jowett:
tale scopo, enuncia la legge della mie-
Il dono gioioso nasce dall’amore:
titura. È un fatto noto, in agricoltura,
perciò esso è proprio della persona
che occorre una semina abbondante
che ama e dimostra amore a un’al-
per ottenere un raccolto abbondante. Il tra persona che ama, rallegrandosi
contadino è pronto a mettere i semi nel nella comunione reciproca. Dare è
terreno: seminerà con liberalità o met- il linguaggio dell’amore; esso non ha
terà da parte del grano per cibarsene altre parole. “Dio ha tanto amato che
nei mesi a venire? Si sottintende che, ha dato!” L’amore trova la sua stessa
seminando abbondantemente, miete- ragione d’essere nel donarsi. Prova
rà in proporzione a quanto seminato. l’orgoglio di possedere qualcosa so-
A questo riguardo dovremmo ricor- lamente quando la cede. Se l’amore
darci che il contadino non raccoglie la possiede ogni cosa, non possiede a
stessa quantità di grano che semina, un tempo nulla.(39)
ma ne raccoglie una quantità mag-
giore. Lo stesso vale per la liberalità 9:8 Se noi credenti desideriamo es-
cristiana: non si riceve indietro esatta- sere veramente generosi, Dio ce ne da-
mente quanto si è dato, ma smisurata- rà la possibilità. Grazia è qui sinonimo
mente di più. Naturalmente il raccolto di risorse. Dio è potente da provvedere
delle donazioni elargite non consiste, affinché abbiamo non soltanto il neces-
solitamente, in denaro, bensì in bene- sario, ma affinché possiamo altresì con-
dizioni spirituali. dividere ciò che abbiamo con gli altri e
9:7 Ciascuno deve dare come ha così abbondare per ogni opera buona.
deliberato in cuor suo. Sarà bene che Notiamo qui la ricorrenza dell’ag-
ciascuno calcoli quanto gli è necessa- gettivo indefinito ogni. Ogni grazia,
rio per le proprie esigenze immediate, sempre (ossia in ogni momento) in
i giusti obblighi in cui incorre nel corso ogni cosa, tutto quel che è necessario
normale della vita. Ma poi, fatto que- (ossia ogni cosa di cui abbiamo biso-
sto, dovrà pensare ai bisogni dei suoi gno), ogni opera buona.
fratelli e a ciò che Cristo esige da lui. 9:9 L’apostolo cita il Sl 112:9.
Dopo aver considerato tutto ciò, do- L’espressione Egli ha profuso allude
vrebbe donare, ma non di mala voglia, alla semina. Si descrive l’uomo che
né per forza. Sovente capita di dare e ha seminato con larghezza o, più spe-
di non essere contenti di averlo fatto, cificamente, che ha amato con gene-
oppure di donare incalzati da accorati rosità. L’espressione particolare del
appelli o per il timore di essere con- suo amore si manifesta nel donare ai
siderati degli avari. Dio non desidera poveri. Con ciò subisce forse una per-
nulla di tutto ciò: Dio ama un donatore dita? No! La sua giustizia dura in eter-

792
2 CORINZI 9:15

no. Questo significa che, prodigandoci operato nella vita degli stranieri con-
in bontà nello stesso modo in cui il vertiti. Vi era stato un tempo, infatti,
seminatore sparge il seme, accumu- in cui i credenti giudei nutrivano seri
liamo un tesoro in cielo (vd. Lu 12:33). dubbi sui convertiti stranieri come i
Il frutto del nostro amore durerà in Corinzi. Forse non li consideravano
eterno. cristiani a tutti gli effetti. Ma una si-
9:10 L’esempio del seminatore pro- mile dimostrazione d’amore avrebbe
segue. Lo stesso Dio che fornisce al costituito una gran prova della realtà
seminatore la semenza e il pane da della fede dei Corinzi, e i Giudei avreb-
mangiare si assicura altresì che quan- bero potuto glorificare Dio per ciò che
ti dimostrano amore per il prossimo il vangelo di Cristo aveva prodotto in
mietano ricompense. Anzitutto, come Acaia, nonché per la generosità dimo-
ricompensa per aver mostrato amo- strata nei loro confronti.
re al suo popolo, egli moltiplicherà la 9:14 E non è tutto! Tale generosità
semenza vostra, ossia darà maggiori avrebbe comportato altri benefici. Gra-
opportunità e più abbondanti risultati. zie al dono di Corinto a Gerusalemme,
Inoltre, accrescerà i frutti della vostra i credenti giudei avrebbero, da allora
giustizia. I Corinzi avevano dimostra- in avanti, pregato specificamente per
to giustizia nella loro liberalità verso i i santi di Corinto: tra loro si sarebbe
santi di Gerusalemme. In virtù di que- instaurato un potente vincolo d’amo-
sta loro generosità, essi avrebbero rac- re. I santi di Gerusalemme avrebbero
colto il frutto della ricompensa eterna: amato i Corinzi a causa della grazia
Dio, infatti, avrebbe accresciuto la loro sovrabbondante che Dio aveva loro
capacità di dare e, con l’aumento della concessa.
loro generosità, anche la stessa ricom- 9:15 A questo punto Paolo non può
pensa eterna sarebbe aumentata in fare a meno di esclamare: Ringraziato
modo proporzionale. sia Dio per il suo dono ineffabile! Que-
9:11 È certamente chiaro da questo sto versetto rappresenta un rebus per
passo che, donando al Signore, non si molti studiosi della Bibbia, i quali, non
impoverisce. Al contrario, ogni gesto ritenendo che esso sia strettamente col-
di bontà è ricompensato oltremisura. legato con quanto detto finora, non af-
Paolo può dunque affermare che i cre- ferrano l’allusione al dono ineffabile.
denti, arricchiti in ogni cosa, possono Ci sembra che, giunto al termine
esercitare una larga generosità. Con- della sezione dedicata al tema della li-
statando la crescita dei Corinzi nella beralità cristiana, l’apostolo Paolo sia
grazia del donare, gli apostoli avrebbe- ispirato a pensare al Donatore supre-
ro reso grazie a Dio. mo – Dio – e al suo dono più grande:
9:12 Quando il dono dei Corinzi il Signore Gesù Cristo. Paolo desidera
fosse infine giunto ai credenti di Ge- dunque lasciare ai fratelli corinzi un
rusalemme, non avrebbe solo supplito pensiero ancora più alto: essi sono figli
ai bisogni dei santi, ma avrebbe altresì di Dio e discepoli di Cristo. Seguano,
prodotto abbondanza di ringrazia- dunque, il suo degno esempio!
menti a Dio. Abbiamo più volte rile-
vato quale enfasi Paolo attribuisce al III. PAOLO DIFENDE LA PROPRIA
rendimento di grazie. Qualunque cosa AUTORITÀ APOSTOLICA
producesse un rendimento di grazie al (capp. 10–13)
Signore assumeva grande importanza
agli occhi di Paolo. Gli ultimi quattro capitoli di questa
9:13 Il dono dei Corinzi avrebbe lettera presentano principalmente la
comportato ben altri vantaggi. I cre- difesa dell’autorità apostolica di Paolo.
denti giudei avrebbero così avuto la Le parole dell’apostolo Pietro sembra-
prova pratica che Cristo aveva davvero no particolarmente appropriate per

793
2 CORINZI 10:1

questa specifica sezione epistolare di quando sarò presente, a procedere ar-


Paolo: “Ci sono alcune cose difficili a ditamente con quella fermezza con la
capirsi” (2 P 3:16). Paolo sta ovviamen- quale intendo agire contro taluni che
te rispondendo alle accuse dei suoi pensano che noi camminiamo secon-
detrattori, ma possiamo risalire alla do la carne. Egli non avrebbe voluto
natura delle accuse solamente in base trovarsi costretto a trattarli con la stes-
alle risposte dell’apostolo. Nell’intera sa fermezza con cui intendeva trattare
sezione l’autore fa largo uso dell’ironia. quanti lo accusavano di agire secondo
La difficoltà sta nel capire quando ciò la carne.
avviene! 10:3 L’idea qui espressa è che, seb-
Tuttavia, si tratta di una parte della bene vivessero in corpi di carne, gli
Parola di Dio davvero preziosa: ci ritro- apostoli non affrontavano il combat-
veremmo certamente più poveri se ne timento cristiano secondo metodi o
fossimo privi. motivazioni carnali.
10:4 Le armi della… guerra cristia-
A. Paolo replica ai suoi accusatori na non sono carnali. Ad esempio, per
(10:1-12) diffondere il vangelo cristiano da un
10:1 Nei vv. 1-6 troviamo la risposta capo all’altro del mondo, il credente
dell’apostolo a quanti lo accusavano di non si serve di spade, pistole o delle
agire secondo metodi carnali. moderne strategie belliche. L’apostolo
Anzitutto, egli si presenta semplice- non allude solamente alle armi carnali
mente come Io, Paolo. Quindi supplica appena menzionate: per realizzare i
i santi, invece di comportarsi in modo suoi scopi, infatti, il credente non usa
autoritario. Infine, basa il suo appello nemmeno le armi della ricchezza, del-
sulla mansuetudine e la mitezza di la gloria, del potere, dell’eloquenza o
Cristo. Egli si richiama, indubbiamen- dell’intelligenza.
te, alla condotta del Signore Gesù du- Invece, il credente trae da Dio il po-
rante la sua vita terrena come uomo. tere di distruggere le fortezze. La fede
Questo è, incidentalmente, uno dei nel Dio vivente, la preghiera e l’ubbi-
pochi riferimenti paolini alla vita ter- dienza alla Parola di Dio sono le armi
rena del Salvatore. L’apostolo, infatti, efficaci di ogni vero soldato di Gesù
è solito parlare di Cristo come di colui Cristo. È in virtù di queste che le for-
che è asceso al cielo ed è glorificato alla tezze cadono.
destra di Dio. 10:5 In questo versetto l’apostolo
Con un ulteriore cenno autobiogra- spiega che cosa intende per “fortezze”
fico, Paolo confessa: io, che quando so- al v. 4.
no presente tra di voi sono umile, ma Paolo si considerava un soldato in
quando sono assente sono ardito nei guerra contro i superbi ragionamenti
vostri confronti. Queste parole sono, dell’uomo, i quali contraddicevano la
naturalmente, cariche di ironia. I suoi verità e la cui vera natura è qui rivelata
detrattori lo accusavano di essere un nell’espressione contro la conoscenza
codardo e di dimostrarsi audace sola- di Dio. Potrebbe applicarsi oggi ai ra-
mente tenendosi a debita distanza dal- gionamenti di scienziati, evoluzioni-
la gente. La sua insolenza, sostenevano sti, filosofi e studiosi delle religioni, in
costoro, era evidente nell’atteggiamen- cui lo stato delle cose non lascia spa-
to dispotico che assumeva nelle sue zio a Dio. L’apostolo non aveva alcuna
lettere. intenzione di firmare una tregua con
10:2 Questo versetto è collegato alla tali ragionamenti. Al contrario, si sen-
prima parte del v. 1, dove Paolo ha in- tiva in obbligo di fare prigioniero ogni
cominciato a supplicare i Corinzi, sen- pensiero fino a renderlo ubbidiente a
za però specificarne il motivo. Qui egli Cristo. Tutti gli insegnamenti e le spe-
precisa: vi prego di non obbligarmi, culazioni degli uomini devono essere

794
2 CORINZI 10:12

giudicati alla luce degli insegnamen- stolo sembra affrontare avversari diffe-
ti del Signore Gesù Cristo. Paolo non renti, alcuni salvati e alcuni irredenti.
condanna la riflessione umana in sé, 10:8 Come apostolo del Signore Ge-
ma mette in guardia contro il pericolo sù Cristo, Paolo aveva ricevuto autori-
di insubordinazione dell’intelletto nei tà nei rapporti con le chiese che aveva
confronti del Signore. fondato. Tale autorità aveva lo scopo di
10:6 Come soldato di Cristo, l’apo- edificare i santi nella loro santissima
stolo era altresì pronto a punire ogni fede. I falsi dottori, d’altro canto, eser-
disubbidienza, una volta che i Corin- citavano presso i Corinzi un’autorità
zi, dal canto loro, avessero mostrato mai ricevuta dal Signore. E non solo:
ubbidienza . A Corinto egli non avreb- costoro esercitavano tale autorità per
be preso provvedimenti nei confronti abbattere i santi e non per edificarli.
dei falsi dottori finché non fosse certo Paolo aggiunge quindi che, se anche
dell’ubbidienza dei credenti in ogni volesse vantarsi un po’ più della… au-
cosa. torità, che il Signore gli ha data, non
10:7 Voi guardate all’apparenza del- dovrebbe vergognarsene. Le sue affer-
le cose. Questa prima proposizione po- mazioni si rivelerebbero veritiere.
trebbe riflettere la constatazione dello 10:9 Dico questo perché non sembri
stato delle cose. Ma potrebbe altresì che io cerchi di intimidirvi con le mie
essere interpretata come una doman- lettere. In altre parole, se l’apostolo si
da: “Guardate voi all’apparenza delle fosse vantato dell’autorità ricevuta da
cose?” (ND). D’altro canto, potrebbe Dio, non avrebbe voluto che i credenti
altresì trattarsi di un’esortazione: pensassero che egli intendesse spa-
“Guardate ciò che vi sta davanti agli ventarli (così facendo, si sarebbe dato
occhi!” (o anche: “Guardate in faccia in pasto ai suoi detrattori). Piuttosto,
alla realtà!”). i Corinzi avrebbero dovuto ricordare
Supponendo che si tratti di un’affer- che l’apostolo aveva ricevuto tale auto-
mazione, ne deduciamo che i Corinzi rità per la loro edificazione e che egli se
erano inclini a giudicare un individuo ne serviva solamente a tale scopo.
sulla base del suo contegno, della sua 10:10 Qui abbiamo l’opportunità di
eloquenza o delle sue capacità logiche. conoscere quale accusa fosse mossa
Essi si lasciavano attrarre dall’apparen- contro l’apostolo Paolo. I suoi opposi-
za piuttosto che dalla realtà interiore. tori lo accusavano di scrivere lettere
Se uno è convinto dentro di sé di intimidatorie, ma affermavano anche
appartenere a Cristo, consideri anche che la sua presenza fisica era debole e
questo dentro di sé: che, com’egli è di la sua parola era cosa da nulla.
Cristo, così lo siamo anche noi. Forse 10 :11 Tutti coloro che avevano
qui Paolo allude a quanti dichiara- mosso simili accuse avrebbero dovu-
vano: “Io sono di Cristo” (1 Co 1:12), i to sapere che, giunto in mezzo a loro,
quali probabilmente intendevano con Paolo avrebbe mostrato lo stesso vol-
ciò escludere da Cristo tutti gli altri. to che essi immaginavano dal tenore
L’apostolo risponde che nessuno può delle sue lettere. Paolo non ammet-
rivendicare un’appartenenza esclusiva teva di essersi dimostrato dispotico
a Cristo. Egli apparteneva al Signore nelle sue lettere (questo è quanto i
Gesù, al pari di loro. suoi detrattori dicevano di lui) ma
Paolo non nega che quegli esclu- annunciava, bensì, che avrebbe agito
sivisti (di chiunque si trattasse) ap- con severità nei loro confronti quan-
partenessero a Cristo; pertanto è do si sarebbero trovati faccia a faccia;
improbabile un’allusione ai falsi apo- non avrebbero trovato in lui ombra di
stoli o ai falsi servitori di giustizia che pusillanimità.
si spacciavano per apostoli di Cristo 10:12 È evidente che i falsi dottori
(vd. 11:14-15). In questa lettera l’apo- avevano l’abitudine di raffrontarsi agli

795
2 CORINZI 10:13

altri. Dipingevano Paolo agli occhi dei Ma io, io non vanto alcuna prerogati-
Corinzi in maniera tale da farne una va al di fuori del mio legittimo campo
sorta di zimbello. Essi stessi si consi- di attività. Mi confino nei limiti della
deravano la cerchia eletta, un’élite, sfera operativa assegnatami da Dio,
ed erano convinti che nessuno fosse e questa sfera, per certo, comprende
alla loro altezza. Pertanto Paolo af- la mia missione da voi.
ferma ironicamente: Poiché noi non Paolo, infatti, aveva ricevuto dal Si-
abbiamo il coraggio di classificarci o gnore la missione di portare il vangelo
confrontarci con certuni che si rac- agli stranieri e tale mandato, natural-
comandano da sé; i quali però, mi- mente, includeva Corinto. Da Gerusa-
surandosi secondo la propria misura lemme gli apostoli avevano dato il loro
e paragonandosi tra di loro stessi, consenso ma ora, da Gerusalemme,
mancano d’intelligenza. I detrattori lo giungevano i falsi maestri a invade-
hanno accusato di essersi dimostrato re il campo che Dio aveva assegnato
impudente nella sua lettera; Paolo, all’apostolo Paolo.
tuttavia, afferma di non esserlo abba- 10:14 L’apostolo non indulge in un
stanza da porsi nel numero di coloro vanto eccessivo. Dio gli aveva assegna-
che si raccomandano da sé o di coloro to un campo d’azione, tra cui la città di
il cui unico termine di paragone è la Corinto. Recatosi in tale città, vi aveva
propria vita. predicato il vangelo di Cristo e vi aveva
Dovrebbe essere evidente che, se il fondato una chiesa. Se non fosse giunto
nostro unico modello di riferimento sino a Corinto, i suoi detrattori avreb-
siamo noi stessi, ci daremo sempre ra- bero potuto, a buon diritto, accusarlo
gione! Così non lasciamo spazio al mi- di aver oltrepassato i limiti.
glioramento. Questo è l’atteggiamento Egli aveva subìto prove, afflizioni,
di quanti mancano d’intelligenza . È tentazioni e difficoltà pur di raggiun-
stato detto: “Ignorare ogni pregio al di gere i Corinzi. Ora altri stavano in-
fuori del proprio gruppo è la rovina di vadendo il campo missionario di cui
tutte le cricche o congreghe”. l’apostolo era stato pioniere e, con ogni
probabilità, si vantavano manifesta-
B. Il principio di Paolo: guadagnare mente dei loro successi.
nuovo terreno per Cristo 10:15 L’apostolo è deciso a non van-
(10:13-16) tarsi di altro che non sia il risultato
10:13 Nei vv. 13-16 Paolo dichiara che si diretto del proprio servizio per Cristo,
vanterà entro i limiti del campo di atti- al contrario dei giudaizzanti, colpevoli
vità assegnatogli, giacché si è imposto di vantarsi delle fatiche altrui. Questi
di non intromettersi nell’opera altrui. ultimi cercavano di rubare le pecore
Tale affermazione è, ovviamente, una di Paolo, attentavano al buon nome
frecciata diretta ai giudaizzanti: era, dell’apostolo, ne confutavano l’inse-
difatti, loro consuetudine intrufolarsi gnamento e si arrogavano una falsa
nelle chiese già fondate dall’apostolo autorità.
Paolo o da altri credenti ed edificare Paolo sperava che, con la loro accre-
sul fondamento posto da un altro. sciuta fede, i Corinzi lo avrebbero aiu-
Paolo afferma di non volersi vantare tato a proseguire come apostolo di Dio
di questioni estranee al proprio ser- lungo il cammino di evangelizzazione
vizio per Cristo: egli si vanterà, bensì, verso altre regioni ancora più lontane.
delle persone e dei luoghi in cui Dio Estendendo il suo ministero, egli sareb-
ha onorato il suo ministero, compresa be stato coerente con la propria regola.
Corinto, cui egli ha recato il vangelo e I problemi presenti a Corinto oc-
dove, quale frutto del suo ministero, è cupavano il suo tempo a tal punto da
sorta una chiesa. ostacolarne la missione nelle regioni
Arthur S. Way traduce a proposito: ancora inesplorate.

796
2 CORINZI 11:4

10:16 Egli si era prefissato la rego- di calarsi lui stesso in quella parte per
la di evangelizzare anche i paesi che un po’.
sono al di là da Corinto (con ogni pro-
babilità la Grecia occidentale, l’Italia e D. Paolo difende il proprio
la Spagna) senza vantarsi, nel campo apostolato (11:1-15)
altrui, di cose già preparate. L’apostolo 11:1 Vorrei che sopportaste da par-
Paolo non intendeva invadere il campo te mia un po’ di follia! Ma, sì, già mi
di attività di altri o gloriarsi di ciò che state sopportando! Paolo chiede ai
qualcun altro aveva fatto prima di lui Corinzi di portare pazienza mentre si
in un dato luogo. abbandona al vanto per un po’. Ma poi
si rende conto che, tutto sommato, la
C. Lo scopo supremo di Paolo: loro pazienza non ha bisogno di essere
l’approvazione del Signore sollecitata e finisce per considerare su-
(10:17-18) perflua la richiesta.
10:17 Chi si vanta, si vanti nel Signore. 11:2 Fornisce tre ragioni della sua
Indubbiamente ciò significa che l’uo- richiesta. La prima è la sua gelosia
mo deve gloriarsi unicamente di ciò nei confronti dei Corinzi, perché li
che il Signore si è compiaciuto di fare ha fidanzati a un unico sposo, per
attraverso di lui. presentarli come una casta vergine a
10:18 Non è con l’autoesaltazione, Cristo. Paolo si sentiva personalmente
infatti, che si conquista l’approvazione responsabile del benessere spirituale
di Dio. “Il Signore ha benedetto il vostro dei credenti di Corinto. Egli desiderava
ministero al punto di salvare anime, presentarli al Signore Gesù, in occa-
fortificare i santi nella fede, fondare sione del futuro rapimento, incorrotti
chiese? Potete dimostrare l’approva- dai falsi insegnamenti predominanti a
zione del Signore indicando le persone quel tempo. Proprio a causa di questa
che si sono convertite grazie alla vostra gelosia nei loro confronti egli era indot-
predicazione?” Ora, i detrattori di Pao- to a cedere a questa “follia”.
lo avrebbero saputo rispondere a que- 11:3 La seconda ragione per cui Pao-
ste domande? Paolo, d’altro canto, era lo vuole recitare la parte dello stolto è
pronto a dimostrare proprio con questi il suo timore che i santi possano essere
fatti (poiché ciò che conta sono i fatti) ingannati e le loro menti… corrotte e
che il proprio ministero godeva dell’ap- sviate dalla semplicità e dalla purezza
provazione di Dio. nei riguardi di Cristo. Qui semplicità
In questo capitolo e in quello suc- significa “sincerità”. Paolo desiderava
cessivo Paolo indulge in quella che egli che i Corinzi fossero consacrati uni-
definisce “follia”. Starà al gioco e parle- camente al Signore Gesù e che il loro
rà bene di sé, contro la propria volontà. cuore non avesse altri legami. Egli desi-
Tale atteggiamento lo disgusta; nondi- derava dunque che essi fossero imma-
meno, egli prega i Corinzi di avere un colati nella loro devozione al Signore.
po’ di pazienza con lui, mentre inter- L’apostolo ricorda come il serpente
preta la parte. sedusse Eva con la sua astuzia. Satana
Evidentemente il vanto dei falsi fece appello alla mente o all’intelletto
dottori aveva colmato la misura. Sen- della donna, esattamente come i falsi
za dubbio i resoconti del loro servizio dottori stavano facendo a Corinto. Pao-
e dei loro spettacolari successi erano lo desiderava che il cuore della vergine
circondati da un’aura di leggenda. Pao- Corinto fosse integro e irreprensibile.
lo non si era mai comportato così: egli Si noti come Paolo considerasse il
aveva predicato Cristo e non se stesso. racconto di Eva e del serpente alla stre-
I Corinzi sembravano prediligere gua di fatto storico e non di mito.
un ministero di vanagloria personale, 11:4 La terza ragione per cui l’apo-
così Paolo chiede loro di permettergli stolo era pronto a concedersi un po’ di

797
2 CORINZI 11:5

follia era l’inclinazione dei Corinzi a 11:8 L’espressione “Ho spogliato


prestare ascolto ai falsi dottori. altre chiese” è una figura retorica no-
Quando qualcuno giungeva a Corin- ta con il nome di iperbole. Si tratta di
to a predicare un altro Gesù, professan- un’esagerazione con cui si intende im-
do di trasmettere uno spirito diverso pressionare il lettore. Naturalmente
dallo Spirito Santo e proclamando un Paolo non ha depredato alcuna chiesa;
vangelo diverso, i Corinzi erano pronti qui egli dichiara semplicemente che,
a tollerarlo. Paolo domanda sarcastica- servendo il Signore, si è avvalso di aiu-
mente: “Se lo fate con altri, perché non ti economici da altre chiese al fine di
lo fate con me?” rendere un servizio gratuito ai Corinzi.
Con le ironiche parole finali voi lo 11:9 Durante la sua permanenza a
sopportate volentieri, Paolo non li elo- Corinto, l’apostolo Paolo si era talvolta
gia per la loro tolleranza nei confronti trovato nel bisogno. Fece forse cono-
dell’eresia bensì li rimprovera per la scere quel bisogno ai Corinzi o insi-
loro credulità e mancanza di discer- stette affinché lo soccorressero? No!
nimento. Alcuni fratelli venuti dalla Macedonia
11:5 Essi avrebbero dovuto esse- provvidero al suo bisogno materiale.
re altrettanto pronti a tollerare Paolo L’apostolo aveva fatto il possibile per
perché egli non era in nulla inferiore non essere loro di peso, cosa che aveva
a quei sommi apostoli. L’espressione in cuore di continuare a fare. Nei con-
sommi apostoli è carica di sarcasmo. fronti dei Corinzi Paolo non avrebbe
La sua traduzione letterale (e moder- vantato il proprio diritto apostolico a
na!) è “super-apostoli” (huperlian apo- ricevere sostegno finanziario.
stolôn). 11:10 Paolo è deciso a non lasciarsi
I riformatori citavano questo verset- defraudare del suo motivo di vanto
to per confutare il concetto papista se- nelle regioni dell’Acaia , dove sorge
condo cui Pietro sarebbe stato il primo Corinto. Indubbiamente egli allude
fra gli apostoli e i papi sarebbero stati ai suoi detrattori, i quali si servivano
i suoi successori, nonché eredi del suo della sua rinuncia come di un pretesto
primato. contro di lui. Costoro sostenevano che
11:6 Sebbene Paolo fosse rozzo nel Paolo non facesse valere, con i creden-
parlare, non lo era però certamente ti, il proprio diritto al sostegno eco-
nella conoscenza. Ciò non avrebbe nomico perché non si considerava un
dovuto rappresentare una novità per vero apostolo (vd. 1 Co 9). Nonostante
i Corinzi, i quali proprio dall’apostolo le accuse mossegli dai suoi detrattori,
avevano ricevuto la conoscenza riguar- egli continuerà a vantarsi di aver ser-
do alla fede cristiana. Evidentemente, vito i Corinzi senza chiedere denaro
nonostante la sua carenza nell’arte in cambio.
oratoria, egli si era fatto comprendere 11:11 Perché aveva intenzione di
perfettamente dai santi di Corinto. Essi manifestare un simile vanto? Forse
stessi non potevano far altro che con- perché non amava i Corinzi? Dio sa
venirne. che le cose non stavano così! Il cuore di
11:7 Se la ragione dell’atteggiamento Paolo era colmo del più profondo affet-
negativo assunto dai Corinzi nei suoi to nei loro confronti. Ma, qualsiasi cosa
confronti non era dovuto al suo eloquio facesse, l’apostolo continuava a riceve-
poco raffinato, essa era forse da ricer- re critiche. Se avesse preso dei soldi dai
carsi nel fatto che egli si era abbassato Corinzi, i suoi oppositori l’avrebbero
perché essi fossero innalzati. Nella se- accusato di predicare solamente per
conda parte del versetto Paolo spiega tornaconto personale. Non prenden-
il significato di tale sua affermazione. do denaro da loro, era accusato di non
Mentre era fra i Corinzi, egli non aveva amarli realmente. Ma Dio conosceva la
ricevuto alcuna assistenza da loro. verità e, a Paolo, tanto bastava.

798
2 CORINZI 11:16

11:12 Sembra evidente che i giu- oggi come una malvagia creatura ros-
daizzanti si aspettassero, doman- sa dotata di corna e coda. Ma questo è
dassero e ricevessero denaro dai molto lontano dal modo in cui si pre-
Corinzi. Come tutti i falsi dottori, an- senta all’uomo.
che i giudaizzanti non avrebbero fat- Altri vedono Satana nel povero
to nulla senza un adeguato riscontro ubriacone che rovista nei cassonetti
economico. Paolo era invece deciso e bazzica quartieri malfamati. Anche
a proseguire sulla strada del rifiuto questa è un’idea sbagliata dell’effettiva
di ogni sussidio da parte dei credenti natura di Satana.
di Corinto. Se i falsi dottori avessero Questo versetto ci dice che egli si
desiderato ingaggiare uno scontro su maschera da angelo di luce. Forse a
chi avesse maggior ragione di vanto, mo’ di illustrazione potremmo dire che
avrebbero, se non altro, dovuto se- si spaccia per un ministro del vangelo,
guire la sua stessa linea di comporta- indossa abiti religiosi e parla dal pulpi-
mento. Ma l’apostolo sapeva che essi to di una chiesa importante pronun-
non avrebbero mai rinunciato a un ciando parole come Dio, Gesù e Bibbia.
tornaconto economico. Paolo li privò Ma inganna il suo uditorio, insegnando
così di questo motivo di vanto. che la salvezza si ottiene con le opere o
11:13 Paolo esprime finalmente la per meriti umani. Costui non insegna
propria condanna, finora repressa, nei che la redenzione avviene mediante il
confronti di questi uomini. L’apostolo sangue di Cristo.
non riesce più a trattenersi! Egli deve 11:15 J.N. Darby una volta affermò
chiamarli adesso col loro nome: essi che Satana non è mai più satanico di
sono dei falsi apostoli (nel senso che quando ha in mano una Bibbia. È que-
non sono stati mandati dal Signore sta l’idea del v. 15. Se Satana stesso si
Gesù Cristo). Costoro si erano arroga- traveste, non deve sorprendere che i
ti il titolo, autoimposto o conferito da suoi emissari si comportino allo stes-
uomini, di apostoli. Paolo li definisce so modo. Ma in che modo agiscono gli
operai fraudolenti : tale definizione agenti del maligno? Assumendo le vesti
ben descrive il modo in cui costoro an- di falsi dottori? di atei? di infedeli? No...
davano di chiesa in chiesa cercando di Si travestono da servitori di giustizia e
far proseliti dei loro falsi insegnamen- si professano ministri della religione,
ti. Travestitisi da apostoli di Cristo, essi sostenendo di guidare le persone sulla
fingevano di rappresentarlo. Paolo non via della verità e della giustizia !
ha alcun desiderio di essere posto sullo La loro fine sarà secondo le loro ope-
stesso piano di tali uomini. re: essi distruggono, dunque saranno di-
Questa definizione si adatta perfet- strutti. Le loro azioni portano gli uomini
tamente anche ai falsi dottori di oggi. alla condanna, dunque essi stessi saran-
“Il male, lo sappiamo, non potrebbe no condotti alla perdizione eterna.
mai tentarci se lo vedessimo per quello
che è; la sua forza è nel mutar sembian- E. Le sofferenze di Paolo per Cristo
te: esso fa appello all’uomo attraverso depongono a favore del suo
idee e speranze che egli non può che apostolato (11:16-33)
considerare buone” (Selezionato). 11:16 Dopo queste affermazioni, Pao-
11:14 L’apostolo ha appena affer- lo spera che nessuno lo prenda per
mato che i suoi detrattori a Corinto si pazzo ma, in tal caso, chiede di essere
spacciavano per apostoli di Cristo, ma accettato anche come pazzo; affinché
non ne è sorpreso se solo pensa alle anch’egli possa vantarsi un po’.
strategie del loro signore: Non c’è da Assai significativa è la congiunzio-
meravigliarsene, perché anche Satana ne anche nella seconda parte di que-
si traveste da angelo di luce. sto versetto: affinché anch’io possa
Satana è comunemente raffigurato vantarmi un po’. Poiché i falsi dottori

799
2 CORINZI 11:17

si vantavano in continuazione, Paolo che viveva alle spalle della comunità


diceva, in pratica: “Se dovete proprio di Corinto. Anzitutto, questi ne aveva
considerarmi un pazzo, cosa che non ridotto i membri in schiavitù (un in-
sono, accettatemi allora come pazzo dubbio riferimento alla schiavitù della
così che io mi possa vantare come fan- legge; vd. At 15:10) insegnando che la
no costoro”. fede in Cristo non era sufficiente per la
11:17 Questo versetto ha due pos- salvezza, ma che era altresì necessario
sibili interpretazioni: 1° quanto Paolo osservare la legge di Mosè.
sta dicendo qui, benché realmente In secondo luogo, costui “divorava”
ispirato, non rispecchia un comanda- i santi, nel senso che avanzava sostan-
mento del Signore ; 2° quanto Paolo sta ziose pretese economiche, e non servi-
facendo qui, cioè il suo vantarsi, non è va la chiesa per spirito di carità bensì
secondo il Signore nel senso che non per il proprio tornaconto personale.
rispecchia l’esempio del Signore. Il Si- L’espressione se uno vi prende il vo-
gnore Gesù non si vantava mai. stro è una metafora della pesca o della
Nella sua traduzione Phillips adotta, caccia: per quel falso dottore, i credenti
evidentemente, la prima interpreta- costituivano una facile preda.
zione: “Non sto parlando ora come il Era tipico di questi personaggi in-
Signore comanda, ma come uno stolto nalzare se stessi, mossi da orgoglio e
informato sulla questione del vanto”. vanagloria. Criticando gli altri, cerca-
Nondimeno, noi propendiamo per vano di apparire agli occhi degli uomi-
la seconda interpretazione: poiché ni migliori di quel che erano.
il vanto non è secondo il Signore, Infine, percuotevano la faccia dei
Paolo agisce con apparente stoltezza credenti, un grave affronto. Non do-
indulgendo nella vanagloria. Ryrie vremmo farci scrupolo di interpreta-
commenta: “Egli deve indulgere [nel re tale espressione in senso letterale,
vanto], così afferma, contro il suo giacché è capitato spesso, nell’arco dei
istinto naturale, in modo da richia- secoli, che l’arroganza di alcuni uomi-
mare la loro attenzione su alcuni fatti ni di chiesa, desiderosi di affermare la
importanti”. (40) propria autorità, si sia manifestata nei
11:18 I Corinzi avevano recente- confronti degli stessi fedeli.
mente prestato ascolto a uomini va- L’apostolo si meraviglia che i Corin-
nagloriosi, dominati dalla corrotta zi accettino un trattamento simile dai
natura umana. Se costoro pensavano falsi dottori, mentre non tollerano i
che i falsi dottori avessero sufficien- suoi amorevoli moniti.
te motivo di gloriarsi, quei credenti Darby afferma: “Stupisce che la gen-
avrebbero dovuto, parimenti, consi- te sia pronta a soffrire per ciò che è fal-
derare le ragioni dell’apostolo per ve- so molto più di quanto non sia disposta
dere se fossero fondate. fare per la verità”. (41)
11:19 Ancora una volta Paolo ricorre 11:21 Questo versetto si presta una
all’ironia. L’atteggiamento che egli pre- duplice interpretazione:
tende dai Corinzi è lo stesso che essi 1. “Io parlo così, svilendo me stesso,
assumono quotidianamente con gli come se, quando mi trovavo tra di
altri. Quei credenti si ritenevano trop- voi, fossi stato debole e restìo ad af-
po savi per lasciarsi condizionare dalla fermare la mia autorità come invece
pazzia, ma ciò era esattamente quanto fanno costoro”.
stava accadendo, come Paolo si accinge 2. “Nel dire questo io svilisco me stes-
a spiegare. so, giacché, se quella è forza, allora
11:20 Che tipo è l’individuo che io sono stato debole”. La traduzione
costoro sono disposti a tollerare? Si di Phillips concorda con questa se-
tratta, evidentemente, di un dottore conda interpretazione: “Quasi mi
giudaizzante, ossia del falso apostolo vergogno a dire che non ho mai avu-

800
2 CORINZI 11:23

to l’ardire di comportarmi verso di 11:22 I falsi dottori davano gran


voi con lo stesso nerbo”. Giacché il peso al proprio lignaggio giudaico.
comportamento dei falsi dottori era Si vantavano di essere Ebrei di san-
considerato “vera forza”, Paolo do- gue, discendenti d’Israele, del seme
veva ammettere, a sua vergogna, di di Abraamo. Essi si cullavano ancora
non essersi mai dimostrato altret- nell’illusione che il loro albero genea-
tanto forte ma, bensì, debole. logico costituisse un beneplacito per
Tuttavia si affretta ad aggiungere guadagnarsi il favore di Dio. Non si
che, di qualunque cosa questi uomini rendevano conto che Dio, invece, ave-
abbiano motivo di essere fieri, egli ne va ormai messo da parte l’antico suo
ha altrettanto. Moffatt esprime bene il popolo, Israele, colpevole di aver rifiu-
concetto con queste parole: “Ma che si tato il Messia. Non capivano che Dio
vantino quanto vogliono: io non sono non fa differenza fra Giudei e stranie-
da meno (badate, sto recitando la par- ri: sono tutti peccatori e tutti hanno
te dello stolto!)”. Con questa introdu- bisogno di essere salvati mediante la
zione l’apostolo Paolo compone una sola fede in Cristo.
delle più belle sezioni della lettera, Era assurdo vantarsi a tale proposito.
dimostrando il suo pieno diritto di af- Il loro lignaggio non li rendeva superio-
fermare di essere un servo del Signore ri a Paolo, poiché anch’egli era ebreo,
Gesù Cristo. israelita e discendenza d’Abraamo. Ma
Vi ricorderete come nella chiesa non erano queste le caratteristiche che
di Corinto fu messo in discussione facevano di lui un apostolo di Cristo.
l’apostolato di Paolo. Con quali cre- Perciò Paolo giunge ora rapidamente
denziali avrebbe dimostrato di aver alla parte principale del suo ragiona-
ricevuto una chiamata divina? Come mento: c’era un ambito in cui loro non
poteva provare, a scanso di equivo- potevano superarlo, quello delle prove
ci, di non essere da meno dei dodici e delle sofferenze.
apostoli? 11:23 Costoro erano sedicenti ser-
La sua risposta è pronta, sebbene vitori di Cristo ; Paolo era un servito-
non corrisponda esattamente a quan- re “per fatiche, prigionie e percosse”.
to ci aspetteremmo di udire. Paolo L’apostolo non dimenticò mai di es-
non esibisce diplomi a dimostrazio- sere un discepolo del Salvatore soffe-
ne di aver frequentato il seminario, rente : egli sapeva bene che “il servo
né una lettera ufficiale firmata dai non è più grande del suo padrone”
fratelli di Gerusalemme a conferma (Gv 13:16; 15:20) e che un apostolo
della sua ordinazione per l’opera. non poteva attendersi dal mondo un
Non presenta i propri successi perso- trattamento migliore di quello ri-
nali né le proprie capacità. Invece, ci servato al suo Signore. Paolo aveva
pone davanti a un resoconto toccante messo in conto che quanto più fosse
delle sofferenze patite per l’opera del stato fedele al servizio reso a Cristo e
vangelo. Consideriamo il dramma all’imitazione del Salvatore, tanto più
e la passione di questo passaggio di intensamente avrebbe sofferto per
2 Corinzi. Immaginiamo l’intrepido mano degli uomini. Egli considerava
Paolo viaggiare per terra e per ma- la sofferenza come il tratto caratteri-
re con spirito di missione, costretto stico dei servitori di Cristo. Pur fin-
dall’amore di Cristo e disposto a pa- gendosi fuori di sé con il suo vanto,
tire indicibili prove affinché gli uo- Paolo riteneva necessario affermare
mini non periscano per mancanza di la verità: i falsi dottori non erano cer-
conoscenza del vangelo di Cristo! È tamente noti per le loro sofferenze!
difficile leggere questi versetti senza Costoro avevano scelto, infatti, la via
provare una profonda commozione e più semplice, evitando l’onta, la per-
un grande imbarazzo. secuzione e il disonore. Per questa ra-

801
2 CORINZI 11:24

gione Paolo reputava che non fossero cui abbiamo già accennato (vd. At
nella posizione adatta per giudicarlo 14:19). Quella lapidazione fu talmente
come servo di Cristo. feroce che il corpo di Paolo fu trascina-
Consideriamo ora l’elenco di afflizio- to fuori della città, giacché tutti lo pen-
ni che Paolo enumera a sostegno della savano morto.
sua pretesa di essere un vero apostolo. …tre volte ho fatto naufragio. Non
…più di loro per le fatiche. Allusione tutte le prove di Paolo vennero diretta-
alla portata dei suoi viaggi missiona- mente dalle mani degli uomini. Egli fu
ri, che lo avevano condotto attraverso altresì colpito dalle forze della natura.
tutto il Mediterraneo per far conoscere Nessuno dei naufragi di cui si parla qui
Cristo. è documentato altrove (il naufragio
…più di loro per le prigionie. Di durante la traversata alla volta di Ro-
queste prigionie, l’unica documentata, ma, descritto in At 27, avvenne succes-
nella Scrittura, fino a questo punto del- sivamente).
la carriera missionaria di Paolo è quel- …ho passato un giorno e una notte
la di cui si narra in At 16:23 (allorché negli abissi marini (ND: “sull’abisso”).
l’apostolo e Sila furono gettati in pri- Anche in questo caso nessuna espe-
gione a Filippi). Apprendiamo qui che rienza documentata negli Atti sembra
questa non fu che una di molte prigio- rispondere a questa descrizione. Ad
nie; Paolo aveva una certa familiarità ogni modo, è chiaro che egli poté so-
con il carcere. pravvivere solo grazie a un intervento
…assai più di loro per le percosse diretto e miracoloso del Signore.
subite. Allusione alle percosse ricevute 11:26 Spesso in viaggio, in pericolo.
da Paolo per mano dei nemici di Cristo, Dando uno sguardo alle cartine che
tanto pagani quanto Giudei. si trovano in fondo alla maggior parte
Spesso… in pericolo di morte. In- delle edizioni bibliche, ne troveremo,
dubbiamente, nello scrivere questo, molto probabilmente, anche una rela-
Paolo aveva in mente la sua ardua fuga tiva ai “viaggi missionari dell’apostolo
da morte certa a Listra (vd. At 14:19). Paolo”. Se seguiamo i tracciati dei per-
Ma poteva altresì risalire ad altre cir- corsi e consideriamo l’arretratezza dei
costanze simili in cui la sua vita era trasporti a quel tempo, ci renderemo
rimasta appesa a un filo a causa della conto di che cosa significasse mettersi
persecuzione. in viaggio!
11:24 La legge di Mosè proibiva ai Paolo elenca otto diversi tipi di peri-
Giudei di infliggere più di quaranta colo affrontati:
frustate in una volta (vd. De 25:3). Per 1. in pericolo sui fiumi (con riferimen-
assicurarsi di non trasgredire questa to all’impeto della corrente di fiumi
prescrizione, era comune per i Giudei e torrenti);
infliggerne solamente trentanove. Tale 2. in pericolo per i briganti (molte delle
punizione era comminata soltanto in rotte da lui percorse erano infestate
casi particolarmente gravi. L’aposto- da fuorilegge);
lo Paolo ci informa di aver subìto tale 3. in pericolo da parte dei suoi conna-
condanna dai suoi stessi connazionali zionali, i Giudei;
in cinque diverse occasioni. 4. in pericolo da parte degli stranieri cui
11:25 …tre volte sono stato battuto egli cercava di portare il vangelo;
con le verghe. L’unico caso menziona- 5. in pericolo nelle città come Listra,
to nel N.T. è quello accaduto a Filippi Filippi, Corinto ed Efeso;
(vd. At 16:22). Ma Paolo subì tale trat- 6. in pericolo nei deserti (probabile ri-
tamento doloroso e umiliante in altre ferimento alle regioni scarsamente
due circostanze. popolate dell’Asia Minore e dell’Eu-
…una volta sono stato lapidato. Un ropa);
indubbio riferimento al caso di Listra, 7. in pericolo sul mare a causa delle

802
2 CORINZI 11:32

tempeste, dell’insidia degli scogli e, si prendeva cura del popolo del Signo-
forse, dei pirati; re. Non era un mercenario, ma un vero
8. in pericolo tra falsi fratelli (un in- ministro alle dipendenze del sommo
dubbio riferimento a quei legalisti Pastore, il Signore Gesù. Questo è esat-
giudei che si spacciavano per dottori tamente ciò che egli sta cercando di
cristiani). dimostrare in questo passaggio della
11:27 …fatiche è un riferimento Scrittura; ogni persona ragionevole
all’incessante lavoro di Paolo, mentre converrà che l’apostolo ha certamente
pene alla sofferenza e allo sfinimento raggiunto il suo scopo.
che le accompagnavano. 11:29 Questo versetto esplicativo è
…spesse volte in veglie. In viaggio strettamente collegato al precedente,
si rendeva spesso necessario dormire dove l’apostolo esprimeva la sua pre-
all’aperto. Ma, per guardarsi da tutti i occupazione per le chiese. Quando
pericoli che lo attorniavano da ogni la- udiva parlare di un credente debole,
to, l’apostolo dovette trascorrere molte Paolo provava egli stesso tutta la sua
notti insonni. debolezza. Egli percepiva in sé tutta la
…nella fame e nella sete, spesse sofferenza altrui. Quando udiva di un
volte nei digiuni. Nel suo servizio per fratello in Cristo scandalizzato, egli
il Signore, il grande apostolo si ritrovò fremeva di indignazione. Ciò che feriva
spesso a patire la fame e la sete. Il ter- il popolo di Dio feriva anche lui. Egli
mine digiuni può indicare l’astensione soffriva per le loro afflizioni e gioiva
volontaria dal cibo ma, più probabil- per i loro successi. Tutta questa parte-
mente, indica una condizione dettata cipazione consuma necessariamente
dalla sua mancanza. l’energia nervosa del servo di Cristo. E
…nel freddo e nella nudità. Improv- Paolo lo sapeva bene!
visi mutamenti climatici, oltre al fatto di 11:30 Il motivo del suo vanto non
non indossare un abbigliamento adegua- erano né i suoi successi, né i suoi doni,
to, contribuivano all’estremo disagio. né le sue capacità, bensì le sue debolez-
Hodge commenta: ze, la sua vergogna, gli oltraggi subiti.
Il più grande degli apostoli ci appare Non sono queste le cose di cui l’uomo
con la schiena lacerata dalle frequen- normalmente si vanta, o che lo rendo-
ti flagellazioni, il corpo consumato no popolare.
dalla fame, dalla sete e dalle intem- 11:31 Richiamando alla mente le sof-
perie. Un uomo nudo e infreddolito, ferenze e gli oltraggi, Paolo evoca istin-
perseguitato da Giudei e stranieri, tivamente il momento più umiliante
cacciato da un posto all’altro senza di tutto il suo ministero. Giacché egli
fissa dimora. Questo brano, più di intende gloriarsi delle proprie debolez-
qualunque altro, farebbe arrossire ze, non può fare a meno di menzionare
di vergogna i più solerti ministri di l’esperienza sulla via di Damasco. Van-
Cristo. Che cosa hanno fatto o patito, tarsi di un’esperienza tanto umiliante
loro, che possa paragonarsi a quanto è talmente contrario alla natura uma-
fece e patì questo apostolo? È con- na che Paolo qui invoca Dio affinché
solante sapere che ora Paolo è tanto attesti la veracità delle sue parole.
innalzato nella gloria quanto fu ab- 11:32 Particolari più approfonditi di
bassato nella sofferenza.(42) questo episodio si trovano in At 9:19-
11:28 Oltre a tutto il resto, ossia le 25. Dopo la sua conversione nei pressi
cose trascorse o gli episodi occasiona- di Damasco, Paolo iniziò a predicare
li, Paolo portava ogni giorno nel suo il vangelo nelle sinagoghe locali. In un
cuore l’impegno costante per tutte le primo momento la sua predicazione
chiese. Quanto è significativo che tale riscosse un certo interesse ma, dopo
pensiero fosse in cima alla sua lista! qualche tempo, i Giudei presero a tra-
Paolo era un vero pastore. Egli amava e mare di ucciderlo. Notte e giorno essi

803
2 CORINZI 11:33

piazzavano delle guardie alle porte stesso Paolo ignorava se, in quel mo-
della città per poterlo arrestare. mento, egli fosse vivo o morto, sarebbe
11:33 Una notte i discepoli presero strano che dei commentatori moderni
l’apostolo, lo nascosero in una cesta riuscissero a gettare maggior luce sulla
e lo calarono da una finestra lungo il questione!
muro della città. In questo modo l’apo- La cosa importante è che quest’uo-
stolo poté fuggire. mo fu rapito fino al terzo cielo. La
Ma perché Paolo menziona questo Scrittura indica implicitamente l’esi-
episodio? J.B. Watson suggerisce una stenza di tre cieli. Il primo è costituito
risposta: dall’atmosfera che circonda la Terra
(ossia il cielo azzurro), il secondo è lo
Egli si serve di ciò che gli uomini usa-
spazio siderale e il terzo è il cielo più
vano come motivo di vergogna e di
alto, dove si trova il trono di Dio.
scherno e lo presenta come prova del
principale interresse della sua vita,
È chiaro da quanto segue che Paolo
ossia la sequela di Cristo, per il quale si trovava nello stesso luogo di beati-
egli era pronto a sacrificare il proprio tudine in cui il Signore Gesù condus-
orgoglio e ad apparire come un co- se il ladrone ravveduto dopo la morte
dardo agli occhi degli uomini.(43) (vd. Lu 23:43), ossia la dimora di Dio.
12:4 Paolo udì la lingua del paradi-
F. Le rivelazioni di Paolo so e ne comprese le parole, senza però
depongono a favore poterle ripetere quando fu di nuovo
del suo apostolato (12:1-10) sulla terra. Le parole erano ineffabili
12:1 L’apostolo vorrebbe non dover van- nel senso che erano troppo sacre per-
tarsi affatto: il vanto non è cosa buona ché egli potesse pronunciarle e, tanto
né appropriata ma, in simili circostan- meno, scriverle. G. Campbell Morgan
ze, si rende necessario. Pertanto egli scrive:
procederà dall’evento più svilente e
Taluni sembrano fin troppo ansiosi
umiliante nel suo ministero al più som-
di parlare delle visioni o delle rive-
mo ed esaltante: racconterà di un in-
lazioni ricevute. La questione è se
contro personale con il Signore stesso. questa brama sia prova del fatto che
12:2-3 Paolo conosceva un uomo esse non provengono “dal Signore”.
che ebbe questa esperienza quattor- Quando sono date (come certamen-
dici anni prima. Sebbene Paolo non lo te avviene ai servitori di Dio, in cer-
identifichi, non vi è dubbio che si trat- tune circostanze), producono una
ti dell’apostolo stesso. Pur nel vanto, riverente reticenza. Sono troppo
egli non desidera vantarsi di un’espe- solenni, troppo magnificenti da de-
rienza tanto elevata (giacché è chiaro scrivere o discutere con leggerezza,
che l’apostolo allude qui alla propria nondimeno il loro effetto sarà evi-
esperienza personale). Dunque egli dente nella vita e nel servizio della
parlerà del protagonista della vicenda persona.(44)
semplicemente come di un uomo in
Cristo, ossia un non meglio identifica- 12:5 Vantandosi della debolezza,
to credente. l’apostolo non temeva di esporsi; non-
Paolo non sa se quel credente speri- dimeno, egli non si sarebbe vantato
mentò tale visione con il corpo o sen- pubblicamente di aver ricevuto visioni
za il corpo. Alcuni ipotizzano che tale e rivelazioni del Signore, ma ne avreb-
esperienza avvenne durante una delle be parlato in forma impersonale come
persecuzioni di Paolo, come quella di di un fatto occorso a un suo conoscen-
Listra, e ritengono che egli sia effetti- te. Egli non intendeva negare di essere
vamente morto e salito in cielo. Il pas- il protagonista di tale esperienza, ma
so, tuttavia, non richiede certamente desiderava semplicemente evitare un
un’interpretazione simile: poiché lo coinvolgimento personale e diretto.

804
2 CORINZI 12:9

12:6 L’apostolo avrebbe potuto van- dell’apostolo Paolo”. (46) Le nostre prove
tarsi di molte altre notevoli esperien- possono essere molto diverse da quella
ze. Qui egli afferma, infatti, che se lo di Paolo, ma dovrebbero produrre lo
facesse non sarebbe un pazzo, poiché stesso tipo di frutto.
non direbbe altro che la verità. Tutta- L’apostolo descrive la spina nella
via non lo farà, perché non vuole che carne come un angelo di Satana man-
qualcuno lo stimi oltre ciò che si vede dato per schiaffeggiarlo. Da un certo
di lui o che sente da lui. punto di vista, rappresentava un ten-
12:7 Tutta questa sezione è un reso- tativo di Satana di ostacolare Paolo
conto accurato della vita di un servo di nell’opera del Signore. Ma poiché Dio è
Cristo. Essa presenta momenti di pro- più grande di Satana, usò la spina per
fonda umiliazione, come il fatto di Da- promuovere l’opera del Signore, attua-
masco, ma anche momenti esaltanti, ta per mezzo dell’umiliazione di Pao-
come la stupefacente rivelazione riser- lo. Il servizio per Cristo è più efficace
vata a Paolo. Tuttavia, talvolta accade allorché il servo è debole. La potenza
che un servo del Signore, dopo aver di Cristo che ne accompagna la predi-
vissuto un’esperienza simile, si trovi cazione è direttamente proporzionale
a dover sperimentare una spina nella alla debolezza del suo servitore.
carne. È ciò che vediamo qui. 12:8 Tre volte l’apostolo Paolo pregò
Questo versetto contiene insegna- il Signore perché… allontanasse quel-
menti di inestimabile valore. In primo la spina dalla carne.
luogo apprendiamo che nemmeno le 12:9 La preghiera di Paolo ricevet-
rivelazioni divine possono correggere la te risposta, ma non quella sperata
carne, ossia la natura carnale dell’indi- dall’apostolo. In pratica, Dio disse a
viduo. Perfino dopo aver udito le parole Paolo: “Io non rimuoverò la spina, ma
celesti, l’apostolo continuava a possede- farò qualcosa di meglio: ti darò la gra-
re la vecchia natura e correva il pericolo zia di sopportarla. E ricòrdati, Paolo,
di cadere nella trappola dell’orgoglio. che, sebbene io non ti abbia dato ciò
Come ha osservato R.J. Reid: che mi hai chiesto, ti do però ciò di
cui hai più bisogno. Tu vuoi che la mia
“Un uomo in Cristo” è sicuro alla pre-
potenza e la mia forza accompagnino
senza di Dio, mentre ode le parole in-
la tua predicazione, non è vero? Bene,
traducibili pronunciate in paradiso,
ma, al suo ritorno sulla terra, gli oc-
il miglior modo perché ciò avvenga è
corre una “spina nella carne”, poiché che tu ti trovi in una condizione di de-
la sua natura carnale si vanterebbe bolezza”.
dell’esperienza paradisiaca.(45) Questa fu la ripetuta risposta di Dio
alle tre suppliche di Paolo. E questa
Che cos’era la spina nella carne di continua a essere la risposta di Dio al
Paolo? Quello che si sa per certo è che si suo popolo sofferente nel mondo. La
trattava di un’afflizione fisica permes- compagnia del Figlio di Dio e la cer-
sa da Dio. Senza dubbio il Signore non tezza di possedere la sua forza e la sua
volle che fosse specificata la natura del- grazia valgono più dell’eliminazione
la spina : in tal modo i credenti provati delle sofferenze e delle prove.
dalla tentazione nel corso dei secoli Notiamo che Dio assicura: La mia
avrebbero potuto immedesimarsi con grazia ti BASTA. Non occorre chiedergli
l’apostolo nella sofferenza. Si trattava una misura sufficiente della sua grazia:
forse di un disturbo agli occhi (vd. Ga quella che ci ha donato BASTA già!
4:15; 6:11). Moorehead afferma: “Pro- L’apostolo è più che soddisfatto della
babilmente la sua [della “spina”] preci- risposta del Signore e, infatti, afferma:
sa natura è stata celata affinché tutti gli Perciò molto volentieri mi vanterò
afflitti possano trovare conforto e aiu- piuttosto delle mie debolezze, affinché
to nell’ignota, ma dolorosa, esperienza la potenza di Cristo riposi su di me.

805
2 CORINZI 12:10

Quando il Signore gli spiegò la l’apostolo si rallegra degli insulti e della


saggezza del proprio operato Paolo persecuzione.
dichiarò, di fatto, che erano la cosa
migliore per lui. Quindi, anziché la- G. I “segni” di Paolo depongono
mentarsi e mormorare a causa della a favore del suo apostolato
spina, Paolo si sarebbe gloriato delle (12:11-13)
proprie debolezze . Si sarebbe ingi- 12:11 A questo punto, Paolo sembra
nocchiato e avrebbe reso grazie al stanco di fingere vanagloria. Sente di
Signore per le proprie infermità, che essere diventato pazzo a causa del-
avrebbe sopportato con gioia, pur- le sue vanterie. Non avrebbe dovuto
ché la potenza di Cristo riposasse su vantarsi, ma i Corinzi ve lo avevano
di lui. J. Oswald Sanders spiega bene costretto. Essi avrebbero dovuto ap-
questo punto: poggiarlo, quando egli subiva gli attac-
chi dei suoi detrattori. Pur non essendo
“Ciò che non si può curare si deve nulla in sé, l’apostolo non era, tuttavia,
sopportare”: questa è la filosofia del da meno di quei sommi apostoli di cui
mondo. Ma Paolo afferma raggiante:
si gloriavano.
“Di ciò che non si può curare ci si può
12:12 Paolo rammenta loro che, a
rallegrare. Io mi rallegro delle debo-
lezze, delle sofferenze, delle privazio-
Corinto, Dio aveva confermato la sua
ni e delle difficoltà”. Egli era talmente predicazione del vangelo con i segni
avvinto dalla gloria di Dio da salutare dell’apostolo. Quei segni erano poteri
addirittura con gioia nuova ogni oc- miracolosi di cui Dio dotava gli aposto-
casione in cui dover attingere alla sua li affinché i loro ascoltatori sapessero
pienezza. “Io lietamente mi glorio… E che era stato Dio stesso a mandarli.
mi rallegro della mia spina”.(47) I termini miracoli, prodigi e opere
potenti non definiscono tre diversi tipi
12:10 Certamente per l’uomo natu- di segni, ma segni visti sotto tre diver-
rale è impossibile compiacersi di que- si aspetti. I miracoli veicolavano un
sto genere di esperienze, ma la chiave preciso messaggio all’uomo. I prodigi,
per interpretare il versetto si trova invece, erano talmente incredibili da
nell’espressione per amor di Cristo. Per suscitare profonde emozioni. Le ope-
la sua causa e per promuovere il suo re potenti erano l’ovvio riflesso di una
vangelo noi dovremmo essere pronti a potenza soprannaturale.
subire ciò che, normalmente, non sop- È interessante osservare che, nel
porteremmo né per il nostro bene, né presentare la propria attività presso
per amore dei nostri cari. i Corinzi, l’apostolo Paolo utilizza la
È quando siamo consapevoli della forma passiva: i segni dell’apostolo
nostra miseria e della nostra debolezza sono stati compiuti tra di voi. Egli non
che dipendiamo maggiormente dalla se ne attribuisce il merito, bensì affer-
potenza di Dio. Ed è quando ci gettia- ma che Dio stesso li ha operati per suo
mo fra le sue braccia in totale abban- tramite.
dono che la sua potenza si manifesta in 12:13 Per quanto concerneva le ma-
noi. Allora siamo veramente forti. nifestazioni miracolose, i Corinzi non
William Wilberforce, che guidò la erano affatto inferiori alle altre chie-
lotta per l’abolizione della schiavitù se che Paolo aveva visitato. Essi erano
nell’impero britannico, era fisicamente stati testimoni di miracoli per mano
debole e fragile, ma aveva una profon- dell’apostolo Paolo, proprio come lo
da fede in Dio. James Boswell disse di erano state le altre chiese. In che senso
lui: “Vidi diventare un cetaceo ciò che erano dunque trattati meno bene del-
mi sembrava un mollusco”. le altre chiese ? La sola differenza che
Qui vediamo che Paolo ubbidisce al- Paolo rileva è il fatto di non essere stato
la parola del Signore di cui in Mt 5:11-12: di peso ai Corinzi, non avendo preteso

806
2 CORINZI 12:19

alcun sostegno economico da loro. Se sa locale e non pretendeva certamente


questo significa che i Corinzi sono sta- che costoro accumulassero ricchezze
ti trattati meno bene, Paolo si scusa e per la sua vecchiaia, né lui per la loro.
domanda perdono per questo torto. 12:15 Abbiamo qui una meraviglio-
Questo fu l’unico “segno” dell’apostolo sa visione dell’inestinguibile amore
su cui Paolo non insistette! dell’apostolo Paolo per il popolo di Dio
a Corinto. Per la loro anima, ossia per
H. Imminente visita di Paolo il loro bene spirituale, egli era pronto
a Corinto (12:14–13 :1) a spendersi volentieri nel servizio in-
12:14 Questa è la terza volta che sono stancabile e nel sacrificio. Paolo li ama-
pronto a recarmi da voi. Ciò può si- va più intensamente dei falsi dottori
gnificare che Paolo si era apprestato a che erano in mezzo a loro, tuttavia era
visitare Corinto per tre volte, ma che vi amato di meno. Ma questo non faceva
si era recato soltanto una volta. La se- nessuna differenza. Pur non nutrendo
conda volta aveva rinunciato al viaggio la speranza che il suo amore per loro
per non essere costretto a trattare du- fosse corrisposto, avrebbe continuato
ramente i Corinzi ma ora, per la terza ad amarli. In questo egli stava vera-
volta, era pronto a intraprendere quella mente calcando le orme del Signore.
che sarebbe stata la sua seconda visita. 12:16 L’apostolo riprende le accuse
Può anche darsi, però, che quella fosse dei suoi detrattori contro di lui. Essi
effettivamente la sua terza visita. La pri- dicevano, di fatto: “Ebbene, anche am-
ma è documentata in At 18:1, la seconda mettendo che Paolo non abbia preso del
era stata la visita dolorosa (vd. 2 Co 2:1; denaro direttamente da voi, egli si è pe-
13:1) e questa sarebbe stata la terza. rò servito dell’inganno per averlo. Infat-
Paolo è deciso a non essere di peso a ti vi ha mandato dei delegati a prendersi
nessuno. Con ciò egli intende dire che il vostro denaro e portarglielo”.
non accetterà dai Corinzi alcun sussidio 12:17 Se non ho approfittato di voi
economico e che si manterrà indipen- direttamente, vi ho forse sfruttati per
dentemente da loro. Paolo non ambiva al- mezzo di qualcuno dei fratelli che vi
la loro ricchezza materiale bensì alle loro ho mandati? L’apostolo chiede loro di-
anime, al loro bene spirituale; egli era più rettamente quale fosse il loro pensiero
interessato alle persone che alle cose. intorno alle accuse contro di lui.
Egli vuole essere un padre per i Co- 12:18 Paolo risponde alla sua stessa
rinzi. …non sono i figli che debbono domanda: ho pregato Tito di venire da
accumulare ricchezze per i genitori, voi. Inoltre, per fugare qualsiasi dubbio
ma i genitori per i figli. Questa è sempli- nei confronti dell’onestà delle proprie
cemente una constatazione del comune intenzioni, l’apostolo affiancò a Tito
stato delle cose. Solitamente non sono un altro fratello. Che cosa accadde
i figli a doversi prendere cura dei geni- quando Tito giunse a Corinto? Accam-
tori, bensì sono i genitori a lavorare du- pò forse dei diritti? Chiese ai Corinzi di
ramente e con diligenza per far sì che i sostenerlo finanziariamente? Cercò di
propri figli abbiano cibo e vestiario. approfittare di loro? No, il brano indi-
Bisogna però stare attenti a non for- ca piuttosto che Tito si trovò un’occu-
zare l’interpretazione. Qui non si in- pazione secolare per mantenersi. Lo
tende insegnare che i genitori devono capiamo dalle domande: Non abbia-
accumulare ricchezze per il futuro dei mo noi camminato con il medesimo
propri figli. Qui non si fa accenno a ne- spirito e seguito le medesime orme? In
cessità future, bensì a necessità attuali. altre parole, sia Tito che Paolo tennero
Paolo allude unicamente alle proprie la medesima condotta, lavorando per
necessità durante il ministero per il non doversi far mantenere dai Corinzi.
Signore a Corinto. Egli aveva deciso di 12:19 Da quanto Paolo aveva detto, i
non dipendere dai credenti della chie- Corinzi avrebbero potuto dedurre che

807
2 CORINZI 12:20

il suo obiettivo fosse semplicemente provveduto a vagliare i casi incriminati


quello di difendersi, come davanti a un fra i credenti. Tale vaglio avrebbe se-
giudice. Al contrario, l’apostolo stava guìto il principio affermato in De 19:15:
scrivendo loro queste cose davanti a Dio Ogni parola sarà confermata dalla
per edificarli. Li voleva fortificare nella bocca di due o tre testimoni. Paolo non
vita cristiana e metterli in guardia con- intendeva condurre personalmente
tro i pericoli che dovevano affrontare. il processo: se ne sarebbe occupata
Egli era più interessato ad aiutare loro la chiesa locale, mentre l’apostolo vi
che a difendere la propria reputazione. avrebbe svolto la funzione di un sempli-
12:20 Recatosi a Corinto, Paolo desi- ce consulente in materia.
derava trovarvi dei credenti che cam-
minassero concordi nel Signore, avendo I. I Corinzi: testimonianza vivente
rinunciato ai falsi dottori e avendo rico- dell’apostolato di Paolo (13:2-6)
nosciuto l’autorità degli apostoli. 13:2 In occasione della sua seconda vi-
D’altronde, egli desiderava recarsi da sita, non documentata altrove, Paolo li
loro con spirito di gioia e non di mestizia. aveva avvertiti che si sarebbe compor-
L’avrebbe molto addolorato trovare con- tato duramente con i trasgressori. Ora,
tese, gelosie, ire, rivalità, maldicenze, benché assente, egli avvisa tutti che, se
insinuazioni, superbie, disordini e qual- tornerà da loro, non userà indulgenza
siasi altra forma di conflitto carnale. nei confronti di chi ha peccato.
12:21 Dopo tutto, quei credenti 13:3 I Corinzi erano stati indotti dai fal-
erano la gioia di Paolo, la sua “corona si dottori a dubitare dell’apostolato di Pao-
d’allegrezza” e il suo vanto. Egli non lo. In pratica, l’avevano sfidato a fornire
desiderava certamente doversi vergo- loro una prova attestante la sua qualifica
gnare in loro presenza, né piangere per di autentico portavoce di Dio. Come po-
molti di quelli che avevano peccato tevano essere certi che Cristo parlasse per
precedentemente e non si erano ravve- mezzo di lui? Nella sua replica l’apostolo
duti dell’impurità, della fornicazione e premette l’oggetto della loro impertinente
della dissolutezza. richiesta: dal momento che cercate una
A chi allude Paolo con l’espressione prova che Cristo parla in me…
molti di quelli che hanno peccato pre- Quindi, in un inciso, ricorda come
cedentemente? È ragionevole pensare Cristo si sia rivelato a loro per mezzo
che costoro facessero parte della chiesa di lui in modo potente. Non vi era stato
di Corinto; altrimenti, non ne parlerebbe nulla di debole nella straordinaria tra-
in questo modo in una lettera indirizzata sformazione della loro vita allorché eb-
alla chiesa. Ma non è detto che si trattasse bero creduto al messaggio del vangelo.
di veri credenti. Leggiamo specificamen- 13:4 Il raffronto tra “debole” e “po-
te che essi si erano dati alla dissolutezza tente” ricorda a Paolo il paradosso
(e Paolo altrove chiarisce che la persona della forza che nasce dalla debolezza.
la cui vita è caratterizzata da una simile La vita del Salvatore e quella dei suoi
condotta non può ereditare il regno di servi ne sono dei fulgidi esempi. Il
Dio; vd.1 Co 6:9-10). L’apostolo avrebbe Signore fu crocifisso per la sua debo-
pianto per loro perché non si erano rav- lezza; ma vive per la potenza di Dio.
veduti e perché sarebbe stato necessario Così avviene con i suoi discepoli: di
estrometterli dalla comunione. per sé essi sono deboli, ma il Signo-
Darby fa notare che questo capitolo re dimostra la sua potenza tramite
si apre con il terzo cielo e si chiude con loro. Paolo assicura: vivremo con
dei vili peccati commessi sulla terra. Nel lui mediante la potenza di Dio, per
mezzo egli vede il rimedio, la potenza di procedere nei vostri confronti . Non
Cristo che riposa sull’apostolo Paolo.(48) si tratta di un’allusione alla risurre-
13:1 Paolo era in procinto di recarsi a zione; Paolo intende piuttosto avvi-
Corinto. Quando fosse giunto, si sarebbe sarli del fatto che, quando arriverà

808
2 CORINZI 13:8

a Corinto, dimostrerà la potenza di che la meravigliosa trasformazione


Dio occupandosi di quanti si trovano avvenuta nei Corinzi fosse il frutto
nel peccato. Costoro dicevano che dell’opera di un falso dottore.
l’apostolo era debole e misero; Pao-
lo avrebbe mostrato loro tutta la sua J. Paolo desidera il bene dei Corinzi
forza nel disciplinarli! (13:7-10)
13:5 Questo versetto è collegato alla 13:7 Paolo prosegue ora sul tema dei
prima parte del v. 3 come segue: “Dal provvedimenti disciplinari nei confron-
momento che cercate una prova che ti dei membri della chiesa di Corinto
Cristo parla in me… esaminatevi per che hanno peccato. Egli prega Dio che
vedere se siete nella fede”. I credenti di i Corinzi non facciano alcun male tolle-
Corinto erano la prova vivente del suo rando il peccato in mezzo a loro, ma che
apostolato, giacché erano stati condot- lavorino incessantemente alla disci-
ti al Signore proprio per suo tramite. Se plina e al recupero dei membri caduti.
davvero avessero voluto vedere le sue Così facendo, l’apostolo non intendeva
credenziali, non avrebbero dovuto fare dimostrare di aver ragione, né mettersi
altro che guardarsi in faccia. in luce, né tanto meno puntare sull’ub-
Si fa spesso un uso errato del v. 5 per bidienza dei credenti a riprova della sua
insegnare che dovremmo guardare autorità. Egli desiderava che agissero
dentro noi stessi per essere sicuri della con giustizia e onestà, e preferiva che
nostra salvezza, ma questo ci potreb- essi operassero per il bene, anche se ciò
be invece portare allo scoramento e avesse comportato la sua riprovazione.
al dubbio. La certezza della salvezza Qui abbiamo, ancora una volta, una
ci viene anzitutto dalla Parola di Dio. prova dell’altruismo di Paolo. Nella
Nel momento stesso in cui riponiamo sua vita i suoi pensieri erano costan-
la nostra fede in Cristo, possiamo es- temente rivolti alla ricerca di un modo
sere certi, sulla base dell’autorità della per contribuire al bene altrui e non al
Parola di Dio, di essere nati di nuovo. proprio tornaconto. Se si fosse recato
Con il tempo scopriremo nuove prove a Corinto con la verga, esercitando la
della realtà della nuova vita, un nuovo propria autorità e ottenendo l’osser-
amore per la santità, un rinnovato odio vanza delle sue indicazioni riguardo
per il peccato, l’amore per i fratelli, una alla disciplina, Paolo avrebbe potuto
giustizia pratica, l’ubbidienza a Dio e la servirsi di questa evenienza come di
separazione dal mondo. una prova contro i falsi dottori. Avreb-
Paolo non consiglia ai Corinzi di be potuto affermare di aver esercita-
analizzarsi per scorgere la prova della to la sua legittima autorità. Tuttavia,
loro salvezza, bensì li invita a ravvisa- l’apostolo preferiva che fossero gli stes-
re, nella loro salvezza, una prova del si Corinzi a prendere posizione contro
suo apostolato. il peccato, in sua assenza, quand’anche
Solo due erano le possibilità: o Gesù ciò l’avesse messo in cattiva luce nei
Cristo era in loro o essi dovevano esse- confronti dei legalisti.
re “riprovati” (ND). Il termine tradotto 13:8 Il pronome di prima persona
con “riprovati” era utilizzato per defi- plurale sottinteso in questo versetto
nire quei metalli che, sottoposti al va- indica, con ogni probabilità, gli apo-
glio del fuoco, erano trovati falsi. Allo stoli. Paolo esorta i Corinzi ad agire
stesso modo, i Corinzi erano credenti esclusivamente per promuovere la ve-
veri o “riprovati”. rità di Dio e non per motivi egoistici.
13:6 Qualora avessero accertato la Nell’esercizio stesso della disciplina
realtà della loro salvezza, essi avreb- non doveva insinuarsi nessun deside-
bero altresì concluso la realtà dell’apo- rio di vendetta o giustizia personale.
stolato di Paolo, il quale, pertanto, non L’obiettivo finale doveva essere la glo-
poteva dirsi riprovato. Era impossibile ria di Dio e il bene di fratelli.

809
2 CORINZI 13:9

13:9 Ancora una volta l’apostolo 5. vivete in pace. Da 12:20 è evidente


manifesta il suo totale altruismo nei che c’erano state dispute e alterchi
confronti dei Corinzi. Se la debolezza, fra i membri della chiesa. Ciò avvie-
l’umiliazione e il disonore di Paolo li ne quando si fa spazio al legalismo.
avessero fortificati nelle cose di Dio, Pertanto Paolo esorta i credenti a di-
egli se ne sarebbe rallegrato. Nello sciplinare i trasgressori e a condurre
stesso tempo, avrebbe pregato per il una vita di pace con i fratelli.
loro perfezionamento. Paolo pregava Se lo faranno, il Dio d’amore e di pace
affinché i trasgressori fossero resi per- sarà con loro. Naturalmente, in un certo
fetti e che la volontà di Dio si compis- senso, il Signore è sempre con i suoi figli.
se nella loro vita. Hodge commenta: Nondimeno, queste parole indicano
“Paolo pregava affinché fossero piena- che tale presenza sarà particolarmente
mente ristabiliti dallo stato di confu- intima e amorevole, se essi presteranno
sione, contesa e malignità in cui erano ascolto alle sue esortazioni.
caduti”. (49) 13:12 Al tempo degli apostoli i cre-
13:10 Paolo scrisse questa lettera denti usavano salutarsi con un santo
pensando al loro perfezionamento. bacio, inteso come simbolo di sincerità
Egli preferiva scrivere mentre era as- e purezza, non un’artificiosa dimostra-
sente da loro al fine di ottenere questo zione di affetto. Questo saluto è tutto-
risultato anziché procedere rigorosa- ra in voga fra i credenti di molti paesi;
mente secondo l’autorità che il Signore tuttavia, in alcune civiltà, un bacio fra
gli aveva dato, quando presente. Ma uomini potrebbe essere scambiato
quand’anche egli avesse agito con rigo- per un comportamento omosessuale.
re in loro presenza, lo avrebbe fatto per Non è auspicabile preservare questa
edificare e non per distruggere. tradizione qualora rechi onta alla te-
stimonianza cristiana. In tal caso, sarà
K. L’amorevole saluto trinitario preferibile una stretta di mano. Hodge
di Paolo (13:11-14) commenta:
13:11 L’apostolo ora porta questa lettera Non si tratta di un comandamen-
piuttosto impetuosa a una conclusione to perpetuo e vincolante, poiché lo
inaspettata. Cinque sono le esortazioni spirito del comandamento risiede
con cui egli si congeda dai Corinzi: nell’imperativo, rivolto ai credenti,
1. rallegratevi; di esprimere il reciproco amore nella
2. ricercate la perfezione, dove il verbo forma consona all’epoca e alla co-
è lo stesso usato in Mt 4:21 con riferi- munità in cui vivono.(50)
mento al rassettamento delle reti da
pesca e con il significato di “corregge- I saluti di tutti i santi avrebbero posto
te le vostre vie”. Paolo invita i Corinzi a i Corinzi dinanzi alla realtà della loro
porre fine a ogni litigio e ad abbando- appartenenza a una vasta comunione e
nare il peccato per iniziare a vivere in all’auspicio di altre chiese di assistere al
armonia gli uni con gli altri; loro progresso e di essere testimoni del-
3. siate consolati (oppure “siate in- la loro ubbidienza al Signore.
coraggiati” o “siate esortati”). Pao- 13:13 Ecco una delle soavi benedi-
lo esorta i Corinzi ad accogliere di zioni del N.T., l’unica che abbraccia
buon animo la sua severa riprensio- tutte le tre Persone della Trinità.
ne e ad agire di conseguenza; Lenski conclude:
4. abbiate un medesimo sentimento. Con l’immagine del grande aposto-
Naturalmente esiste un solo modo lo che stende le sue mani sui Corinzi
per avere un medesimo sentimento: mentre pronuncia questa solenne be-
avere la mente di Cristo, pensare co- nedizione neotestamentaria, la voce
me lui e sottomettergli ogni pensiero di Paolo sprofonda nel silenzio. Ma la
e ogni ragionamento. benedizione rimane nei nostri cuori.(51)

810
2 CORINZI

NOTE

1 (1:2) James Denney, The Second Epistle to the Corinthians, p. 11.


2 (1:10) Il testo critico (NA), su cui si basa la NR, ha un tempo passato e due futuri.
3 (1:20) H.W. Cragg, The Keswick Week, p. 126.
4 (2:11) J. Sidlow Baxter, Awake My Heart, tratto dalla lettura del 10 Novembre “Intoxi-
cation with Error”.
5 (2:14) A.T. Robertson, The Glory of the Ministry, p. 32.
6 (2:14) Frederick Brotherton Meyer, Paul, p. 77.
7 (2:15) Ibid., p. 78.
8 (2:17) M si esprime con durezza: anziché “molti” troviamo “come gli altri”. Indub-
biamente si tratta di un’iperbole, come avviene spesso in 2 Corinzi.
9 (3:6) J.M. Davies, The Epistles to the Corinthians, pp. 168-169.
10 (3:9) Charles Hodge, A Commentary on the Second Epistle to the Corinthians, p. 61.
11 (3:10) A.T. Robertson, Ministry, p. 70.
12 (3:10) James Denney, Second Corinthians, p. 123.
13 (3:13) F.W. Grant, “2 Corinthians”, The Numerical Bible, VI:547.
14 (3:14) Charles Hodge, Second Corinthians, p. 71.
15 (3:17) I traduttori della NR l’hanno inteso come un riferimento allo Spirito Santo,
donde l’iniziale maiuscola. L’originale presentava tutte le lettere maiuscole (onciali).
Entrambe le versioni (iniziale maiuscola/minuscola) sono dunque possibili.
16 (3:18) James Denney, Second Corinthians, pp. 139-140.
17 (3:18) J.N. Darby, Notes on I and II Corinthians, pp. 189-190.
18 (4:7) J.H. Jowett, Life in the Heights, p. 65.
19 (4:12) A.T. Robertson, Ministry, p. 157.
20 (4:16) H.A. Ironside, non disponibile ulteriore documentazione.
21 (4:17) In ebr. il sostantivo “gloria” deriva dal verbo “avere peso”, da cui deriva, proba-
bilmente, il gioco di parole di Paolo.
22 (4:17) William C. Moorehead, Outline Studies in the New Testament: Acts to Ephesians,
p. 191.
23 (4:17) F.E. Marsh, Fully Furnished, p. 103.
24 (4:18) J.H. Jowett, Life in the Heights, pp. 68-69.
25 (5:15) James Denney, Second Corinthians, p. 199.
26 (5:16) David Smith, non disponibile ulteriore documentazione.
27 (5:18) A New and Concise Bible Dictionary, p. 652.
28 (6:4) James Denney, Second Corinthians, p. 230.
29 (6:9) “Come sconosciuto, eppure ben conosciuto” è l’appropriata iscrizione che si
trova sulla lapide di John Nelson Darby (1800-1882), il cui ministero mondiale non
fu dissimile da quello di Paolo.
30 (6:10) A.T. Robertson, Ministry, p. 238.
31 (6:11) A.W. Tozer, The Root of the Righteous, 1955.
32 (6:16) James Denney, Second Corinthians, p. 246.
33 (7:8) George Williams, Student’s Commentary on the Holy Scriptures, p. 904.
34 (7:9) Charles Hodge, Second Corinthians, p. 182.
35 (8:7) James Denney, Second Corinthians, p. 267.
36 (8:9) William C. Moorehead, Acts to Ephesians, pp. 179-180.
37 (8:15) Charles Hodge, Second Corinthians, p. 206.
38 (8:21) G. Campbell Morgan, Searchlights from the Word, p. 345.
39 (9:7) J.H. Jowett, Life in the Heights, p. 78.
40 (11:17) Charles C. Ryrie, The Ryrie Study Bible, New King James Version, p. 1797.
41 (11:20) J.N. Darby, Notes on I and II Corinthians, p. 236.
42 (11:27) Charles Hodge, Second Corinthians, p. 275.

811
2 CORINZI

43 (11:33) J.B. Watson, non disponibile ulteriore documentazione.


44 (12:4) G. Campbell Morgan, Searchlights, p. 346.
45 (12:7) R.J. Reid, How Job learned his lesson, p. 69.
46 (12:7) William C. Moorehead, Acts to Ephesians, p. 197.
47 (12:9) J. Oswald Sanders, A Spiritual Clinic, pp. 32-33.
48 (12:21) J.N. Darby, I and II Corinthians, p. 253.
49 (13:9) Charles Hodge, Second Corinthians, p. 309.
50 (13:12) Ibidem, p. 312.
51 (13:13) R.C.H. Lenski, The Interpretation of St. Paul’s First and Second Epistles to the
Corinthians, p. 1341.

BIBLIOGRAFIA

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Wilson, Geoffrey B. 2 Corinthians: A Digest of Reformed Comment. London: The Banner
of Truth Trust, 1973.

812
Lettera ai

Galati
“La Magna Charta della libertà spirituale per tutto il mondo,
per tutti i tempi”.
– Charles R. Erdman

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone cristianesimo, impedendogli di diven-


Gran parte delle popolazioni anglofone tare una setta messianica del giudai-
e francofone, vale a dire scozzesi, irlan- smo legalistico. Non sappiamo come
desi, gallesi e bretoni, è di origine cel- reagirono i Galati, ma il vangelo della
tica. A tali gruppi etnici farà senz’altro grazia, distinto dalle opere della legge,
piacere apprendere che una delle prime trionfò e il cristianesimo divenne una
lettere di Paolo fu indirizzata proprio ai fede globale.
loro avi (“Galazia”, “Celti” e “Galli” sono Durante la riforma, la Lettera ai Ga-
termini strettamente legati fra loro). lati diventò così importante per Lutero,
Nel 278 a.C. ca un vasto numero che questi arrivò a chiamarla “la mia
di questi Galli europei emigrò verso Kaethe” (questo era il vezzeggiativo con
l’odierna Turchia. Progressivamente i cui chiamava affettuosamente la moglie
confini dei loro insediamenti furono Katharina von Bora). Il suo Commenta-
delimitati e il loro paese fu chiamato rio ai Galati influenzò non solo gli stu-
“Galazia”. Molti ritengono di ravvisare diosi, ma anche la gente comune, ed è
dei tratti “celtici” nel carattere dei Ga- tuttora pubblicato e studiato.
lati, quali, per esempio, la loro volubili-
tà (vd. At 13 e Ga 3:1). II. Autore
Comunque sia, la Lettera ai Galati Né l’autenticità della Lettera ai Galati
ricopre un ruolo cruciale nei primi né la relativa attribuzione all’aposto-
anni del cristianesimo. Quantunque lo Paolo sono mai state seriamente
spesso ritenuta una “prima bozza” confutate. Citarono e riconobbero
di Romani (poiché tratta in modo Galati come lettera di Paolo: Policar-
analogo del vangelo della grazia, di po, Ignazio, Giustino martire, Orige-
Abraamo, della legge ecc.), la Lette- ne, Ireneo, Tertulliano e Clemente di
ra ai Galati costituisce un rigoroso, Alessandria. È elencata nel Canone
appassionato tentativo di salvare il Muratoriano come lettera di Paolo e,
GALATI

forse per la sua forte connotazione an- In particolare, da quando Sir Wil-
tigiudaizzante, occupa il primo posto liam Ramsay rese popolare la teoria
nell’Apostolicon di Marcione. La prova della Galazia meridionale, questa è
estrinseca dell’autenticità del testo è stata ampiamente sostenuta in Gran
dunque molto forte. Bretagna e nel Nord America. Poiché,
Gli elementi che costituiscono la in Atti, Luca dedica ampio spazio
prova intrinseca della paternità paolina all’opera missionaria di Paolo in quel-
cominciano con i riferimenti personali la regione (Antiochia di Pisidia, Iconio,
in 1:1 e 5:2, e sono confermati dall’os- Listra e Derba), è plausibile che l’apo-
servazione, prossima alla conclusione stolo abbia scritto ai suoi convertiti ivi
(6:11), che Paolo scrisse la lettera con residenti. Poiché Paolo evangelizzò
“grossi caratteri”. Generalmente ciò la Galazia meridionale durante il suo
viene riferito a una possibile malattia primo viaggio missionario e la visitò
degli occhi di cui l’apostolo soffriva. nuovamente nel suo secondo viaggio,
Conferma questa ipotesi la dichiara- è ipotizzabile una data di stesura al-
zione dell’apostolo secondo la quale quanto antica per la presente lettera.
i Galati si sarebbero cavati gli occhi Se essa fu scritta prima del concilio
per lui. Molte note storiche collegano di Gerusalemme, di cui si parla in At
strettamente questo scritto agli Atti. 15 (49 d.C.), si spiegherebbe perché
La questione relativa alla circoncisione la questione della circoncisione fosse
e all’apostolicità di Paolo fu oggetto di ancora molto sentita. Secondo Theo-
ampie discussioni negli anni 50 e 60 dor Zahn, un importante studioso te-
dell’era cristiana, ma fu, altresì, presto desco conservatore, la lettera ai Galati
abbandonata. risale al secondo viaggio missionario
di Paolo, all’epoca della predicazione
III. Data a Corinto. Conformemente a tale da-
La data di composizione della lettera tazione, la Lettera ai Galati costitui-
dipende dal preciso significato geo- rebbe altresì il primo scritto di Paolo a
grafico che si intende attribuire alle carattere pastorale.
espressioni “le chiese della Galazia” e Se la “teoria del nord” è corretta, la
“Galati”. Se riferite alle comunità della Lettera ai Galati fu probabilmente scrit-
regione meridionale dell’Asia Minore, ta negli anni 50, forse già nel 53 (ma
esse lascerebbero propendere per una quasi certamente in data successiva).
datazione più remota, perfino ante- Se invece, come noi crediamo, è cor-
riore al concilio di Gerusalemme; se, retta la “teoria del sud” e, in particolare, se
invece, con tali espressioni si intende Galati fu scritta prima della partecipazio-
designare la regione settentrionale, ne di Paolo al concilio di Gerusalemme
bisognerà prendere in considerazione (in cui si definì la questione della circon-
una datazione successiva. cisione per i credenti di origine pagana),
Geograficamente, con il toponimo la lettera può essere datata al 48 d.C.
“Galazia” si indicava la parte setten-
trionale dell’Asia Minore, mentre, po- IV. Contesto e tema
liticamente, esso ne designava la parte Nel corso dei suoi primi viaggi mis-
meridionale, vale a dire la provincia sionari l’apostolo Paolo visitò l’Asia
romana della Galazia. Minore predicando il glorioso mes-
La tesi della Galazia settentrionale saggio della salvezza che si ottiene
fu comunemente accettata fino a tutto unicamente per la fede in Cristo. Molti
l’Ottocento ed è tuttora sostenuta dagli suoi ascoltatori furono salvati e furo-
studiosi tedeschi. Non ci sono prove no fondate nuove chiese, molte delle
che Paolo abbia svolto il suo ministero quali in Galazia. Gli abitanti di questa
fra i “Galati” di quella regione, ma non regione erano noti per il loro carattere
è escluso del tutto. irrequieto, litigioso e volubile.

814
GALATI

Allorché Paolo ebbe lasciato la Ga- sero tali notizie! Erano state vane le
lazia, dei falsi dottori si fecero strada sue fatiche fra quella gente? I cre-
nelle chiese e introdussero una falsa denti potevano essere ancora liberati
dottrina, con cui insegnavano che la da quegli insegnamenti giudaici e
salvezza si ottiene per la fede in Cri- legalistici? Paolo fu spinto ad agire
sto, nonché per l’osservanza della rapidamente e con determinazione.
legge. Il loro messaggio era un misto Afferrata la penna, l’apostolo scrisse
di cristianesimo e di giudaismo, di questa lettera indignata ai suoi amati
grazia e di legge, di Cristo e di Mosè. figli nella fede e spiegò loro l’aspetto
Essi cercarono pure di allontanare i fondamentale della salvezza, intera-
Galati da Paolo, affermando che egli mente donata per grazia e non guada-
non era un vero apostolo del Signore e gnata mediante l’osservanza (totale o
che, quindi, il suo messaggio non era parziale) della legge. Le buone opere
affidabile. Tentarono di distruggere non sono una condizione necessaria
la fiducia nel messaggio minando la per la salvezza, bensì il frutto della
fiducia nel messaggero. Molte chiese salvezza stessa. Il credente è morto
della Galazia furono influenzate dalle alla legge; conduce una vita di santi-
loro maligne insinuazioni. tà, non in virtù dei propri sforzi, bensì
Certo, il cuore di Paolo fu colmo di per la potenza dello Spirito Santo di
dolore e delusione allorché gli giun- Dio che dimora in lui.

Sommario

I. SFERA PERSONALE: PAOLO DIFENDE LA PROPRIA AUTORITÀ


(capp. 1–2)
A. Scopo della lettera di Paolo (1:1-10)
B. Paolo difende il proprio messaggio e il proprio ministero (1:11–2:10)
C. Paolo rimprovera Pietro (2:11-21)

II. SFERA DOTTRINALE: PAOLO DIFENDE LA GIUSTIFICAZIONE PER FEDE


(3:1–5:1)
A. La grande verità del vangelo (3:1-9)
B. La legge e la promessa (3:10-18)
C. Scopo della legge (3:19-29)
D. Figli minorenni e maggiorenni (4:1-16)
E. Schiavitù o libertà (4:17–5:1)

III. SFERA PRATICA: PAOLO DIFENDE LA LIBERTÀ CRISTIANA NELLO SPIRITO


(5:2–6:18)
A. Pericolo del legalismo (5:2-15)
B. Potere della santità (5:16-25)
C. Esortazioni pratiche (5:26–6:10)
D. Conclusione (6:11-18)

815
GALATI 1:1

Commentario

I. SFERA PERSONALE: PAOLO Galati ad aggrapparsi alla verità del


DIFENDE LA PROPRIA AUTORITÀ vangelo. Il tono di questa lettera alle
(capp. 1–2) chiese della Galazia è, deliberatamen-
te, privo di calore. Normalmente Pao-
A. Scopo della lettera di Paolo lo si rivolgeva ai credenti come “alla
(1:1-10) chiesa di Dio”, “ai santi”, “ai fedeli in
1:1 Fin dall’inizio Paolo mette bene Cristo Gesù”. Non di rado li ringraziava
in chiaro che la sua chiamata quale e li lodava per le loro virtù; di frequente
apostolo è di origine divina. Essa non menzionava alcune persone in par-
è venuta da parte di uomini né è stata ticolare. Ma in questa lettera non vi è
comunicata da Dio per mezzo di un nulla di tutto questo. La gravità dell’er-
uomo, ma gli è giunta direttamente per rore esistente nelle chiese della Galazia
mezzo di Gesù Cristo e di Dio Padre spinge l’apostolo a esprimersi con rigo-
che lo ha risuscitato dai morti. Un uo- re e freddamente nei confronti di quei
mo chiamato in questa maniera, solo credenti.
da Dio e responsabile soltanto davanti 1:3 Grazia e pace sono due termini
a Dio, ha la libertà di predicare il mes- capitali del vangelo. La grazia è il fa-
saggio divino senza timore di nessuno. vore immeritato di Dio nei confronti
L’apostolo, dunque, era indipendente degli empi peccatori. Invece di chie-
dai dodici apostoli e da chiunque altro, dere all’uomo di fare, essa esprime ciò
sia riguardo al messaggio sia riguardo che Dio ha fatto e invita gli uomini a
al ministero. ricevere il dono della salvezza. Sco-
In questo versetto la deità di Cristo field afferma: “Invece di cercare degli
è affermata sia in forma diretta, sia uomini buoni da approvare, la grazia
indiretta. È affermata direttamente cerca degli uomini condannati, colpe-
con l’espressione né per mezzo di un voli, muti e indifesi da salvare, santifi-
uomo, ma per mezzo di Gesù Cristo ; care e glorificare”.
è affermata implicitamente dal modo La pace è la conseguenza della gra-
in cui Paolo unisce Gesù Cristo e Dio zia. Quando un peccatore riceve il
Padre e li rende l’uno uguale all’altro. Salvatore, ha pace con Dio. Egli dimo-
Dio Padre è poi menzionato come co- ra nella certezza che la pena per i suoi
lui che ha risuscitato Gesù dai morti. peccati è stata scontata, che tutti i suoi
Paolo ha delle buone ragioni per ricor- peccati sono stati perdonati e che egli
dare ciò ai Galati. La risurrezione era non sarà mai più condannato. Ma la
la prova della completa soddisfazione grazia non solo salva; essa altresì custo-
di Dio per l’opera compiuta da Cristo disce. Non abbiamo bisogno soltanto
per la nostra salvezza. È evidente che i del dono della pace con Dio, ma anche
Galati non erano completamente sod- della pace di Dio. Sono queste le bene-
disfatti dell’opera del Salvatore, poiché dizioni che Paolo augura ai Galati ini-
cercavano di migliorarla aggiungendo, ziando la sua lettera. Sicuramente essi
di proprio, l’osservanza della legge! avevano compreso che tali benedizioni
Paolo era stato chiamato dal Cristo non sarebbero mai potute derivare dal-
risuscitato, diversamente dai dodici la legge, giacché quest’ultima attira la
apostoli, i quali erano stati chiamati maledizione su chi non osserva i suoi
dal Signore Gesù durante il suo mini- precetti e non ha mai recato pace a una
stero terreno. Da allora in poi, la risur- sola anima.
rezione costituì una parte importante 1:4 Paolo ricorda ai suoi lettori il co-
del messaggio di Paolo. sto tremendo della loro salvezza. No-
1:2 L’apostolo si unisce a tutti i fra- tiamo le parole: il Signore Gesù Cristo
telli che sono con lui nell’esortare i che ha dato se stesso per i nostri pec-

816
GALATI 1:8-9

cati. Se ha dato se stesso per risolvere Si meraviglia che essi abbiano così pre-
il problema del peccato, allora non è sto abbandonato la verità del vangelo e
necessario, oltre che impossibile da sentenzia gravemente che, così facen-
parte nostra, aggiungere qualcos’altro do, hanno disertato Dio in favore di un
a tale opera o contribuire a espiare i falso vangelo. Dio li aveva chiamati alla
nostri peccati mediante l’osservanza grazia di Cristo, ma ora essi si stavano
della legge. Cristo è il Salvatore unico ponendo sotto la maledizione della leg-
e sufficiente. Egli morì per sottrarci ge. Avevano accettato il vero vangelo;
al presente secolo malvagio. Con tale adesso lo stavano abbandonando per
espressione non si allude solamente un altro vangelo che non era la buona
alla corruzione morale e politica di notizia. Era un messaggio distorto, un
questo secolo, ma anche al mondo reli- misto di grazia e legge.
gioso, il quale mescola riti e cerimonie 1:8-9 Paolo pronuncia due volte la
con la fede in Cristo. Era particolar- solenne maledizione di Dio su chiun-
mente opportuno, perciò, che i Galati que predichi un vangelo diverso. Dio
riflettessero sul fatto che stavano ritor- ha un solo messaggio per i peccatori
nando proprio a quel malvagio sistema dannati: egli offre la salvezza per gra-
dal quale Cristo li aveva liberati moren- zia mediante la fede, escludendo del
do in croce! La redenzione di Cristo era tutto che ciò sia frutto dell’osservan-
avvenuta secondo la volontà del nostro za della legge. Chi proclama un’altra
Dio e Padre. Con ciò si rivela l’oggetto via di salvezza deve necessariamente
della nostra fiducia (non i piccoli sforzi essere condannato. È davvero grave
umani, bensì la sovrana volontà di Dio) predicare un messaggio che porta alla
e si sottolinea il fatto che il mezzo di distruzione eterna delle anime! Paolo
salvezza, procurato da Dio, è Cristo e non era tollerante nei confronti di chi
che non ve n’è alcun altro. insegnava tali falsità, e nemmeno noi
Questo versetto serva a ricordarci dovremmo esserlo. John Stott avverte:
che a Dio non interessa semplicemente Non dobbiamo essere abbagliati,
migliorare il mondo, né fare in modo come invece molti sono, dalla per-
che gli uomini vi si trovino sempre più sona, dai doni o dal ministero dei
a loro agio: ciò che più gli preme è sal- dottori nella chiesa. Queste persone
varli da esso. Le nostre priorità dovreb- possono rivolgersi a noi con grande
bero coincidere con le sue. dignità, autorità e sapere. Possono
1:5 Secondo il vangelo della grazia, essere dei vescovi o degli arcivesco-
tutta la gloria per la salvezza dell’uomo vi, dei professori universitari o per-
va a Dio Padre e al Signore Gesù Cristo. fino il papa, ma sono da rifiutare se
L’uomo non può condividere questa recano un vangelo diverso da quello
gloria come compartecipe della salvez- predicato dagli apostoli e riportato
za mediante l’osservanza della legge. nel Nuovo Testamento. Noi giudi-
Ogni frase di questi cinque versetti chiamo costoro per mezzo del van-
è densa di significato; molte verità so- gelo, non giudichiamo il vangelo per
no espresse in poche parole. Paolo ha mezzo loro. Alan Cole ha detto: “Non
esposto, in fase embrionale, i due argo- è la persona del messaggero che con-
menti principali di cui si occuperà nel valida il messaggio; è piuttosto la
natura del messaggio che convalida
resto della lettera:
il messaggero”.(1)
1. la sua autorità di apostolo;
2 il suo vangelo della grazia di Dio. Notiamo che l’apostolo parla di un
Adesso egli è pronto ad affrontare angelo dal cielo, non di “un angelo
direttamente il problema che riguarda da Dio”. È possibile che un angelo dal
i Galati da vicino. cielo porti un falso messaggio, ma un
1:6-7 Paolo affronta subito la rapidità angelo mandato da Dio non lo farebbe
con cui i Galati hanno accettato l’errore. mai. Non vi sono parole per esprimere

817
GALATI 1:10

più chiaramente l’unicità del vangelo. chiesa di Dio. Per il suo zelo appas-
Esso è l’unica via di salvezza. Gli sforzi sionato per le tradizioni dei... padri,
o i meriti umani non sono di alcuna egli superava molti altri Giudei della
utilità ai fini della salvezza. Soltanto sua età. Di conseguenza il suo vange-
il vangelo offre la salvezza, senza de- lo della salvezza per sola fede e senza
naro o costo. Laddove la legge attira la concorso delle opere della legge non
maledizione su coloro che non la os- poteva certamente essere attribuito a
servano, il vangelo maledice chi cerca mancanza di conoscenza della legge.
di cambiarlo. Perché, allora, aveva escluso la legge
1:10 Paolo, a questo punto, proba- dalla sua predicazione? Per quale mo-
bilmente si ricorda che i suoi nemici lo tivo il vangelo predicato dall’apostolo
avevano accusato di cambiare il mes- andava contro la sua cultura e la sua
saggio per compiacere al suo uditorio, educazione, contro le sue inclinazioni
e così si domanda: “Quando insisto nel naturali e il suo intero apprendimento
dire che esiste un solo vangelo, sto for- religioso? Semplicemente perché esso
se cercando di piacere agli uomini o a non era frutto del suo pensiero, ma gli
Dio? ” Ovviamente egli non sta cercan- era stato dato direttamente da Dio.
do il favore degli uomini, perché questi 1:15-17 3° I primissimi anni del suo
ultimi odiano sentirsi dire che esiste ministero erano trascorsi senza la col-
un’unica via per il cielo. Se Paolo cam- laborazione degli altri apostoli, cosa che
biasse il suo messaggio per compiacere dimostra la sua indipendenza da altri
agli uomini, non sarebbe un servo di per ciò che riguardava il suo vangelo.
Cristo; al contrario, attirerebbe su di sé Dopo la sua conversione non si era con-
l’ira di Dio. sigliato con capi umani, né era salito a
Gerusalemme dove si trovavano gli altri
B. Paolo difende il proprio apostoli. Al contrario, era andato prima
messaggio e il proprio ministero in Arabia e poi era tornato di nuovo a
(1:11–2:10) Damasco. La sua scelta di evitare Geru-
1:11-12 Paolo presenta sei argomenta- salemme non era dovuta a mancanza di
zioni a difesa del proprio messaggio e rispetto nei confronti degli altri apostoli,
del proprio ministero. bensì piuttosto al fatto di aver ricevuto
1° L’apostolo ha ricevuto il vangelo una missione direttamente dal Signore
per rivelazione divina e senza l’inter- risorto, nonché un ministero unico fra
vento dell’uomo. Tale vangelo non era gli stranieri (2:8). Di conseguenza il suo
opera d’uomo, nel senso che non era vangelo e il suo servizio non necessitava-
stato creato dall’uomo (per rendersene no di alcuna autorizzazione umana. Egli
conto è sufficiente, infatti, una sempli- era del tutto indipendente dall’uomo.
ce riflessione: il vangelo di Paolo attri- Svariate espressioni in questi verset-
buisce tutto a Dio e niente all’uomo e ti meritano un’attenta considerazione.
questo, sicuramente, non è il genere di Notiamo la frase al v. 15: Dio che m’ave-
salvezza che escogiterebbe l’uomo!). va prescelto fin dal seno di mia madre.
Paolo non lo aveva ricevuto da alcuno, Paolo capisce di essere stato prescelto
né lo aveva imparato sui libri, ma lo da Dio per un’opera speciale ancor pri-
aveva ricevuto tramite diretta rivela- ma di nascere. Egli aggiunge di essere
zione di Gesù Cristo stesso. stato chiamato mediante la sua gra-
1:13-14 2° Il fatto di non aver incluso zia, alludendo, con queste parole, alla
la legge giudaica nel suo vangelo non conversione sulla via di Damasco. Se,
significava che Paolo mancasse di co- all’epoca, avesse ricevuto ciò che meri-
noscenza del giudaismo. Per nascita tava, sarebbe stato gettato nell’inferno.
e istruzione egli era totalmente imbe- Ma Cristo, per la sua meravigliosa gra-
vuto della legge. Per scelta personale, zia, lo aveva salvato e lo aveva inviato
era divenuto un noto persecutore della a predicare quella fede che l’apostolo

818
GALATI 2:2

aveva cercato di distruggere. Nel v. 16 conda glorifica Dio per il cambiamento


Paolo ci fa sapere che Dio intendeva che si è verificato nella nostra vita?).
rivelare in lui il Figlio suo. Questo ci 2:1 5° Durante la più recente visita
apre una grandiosa visione sul propo- di Paolo a Gerusalemme, gli apostoli
sito di Dio che sta alla base della nostra avevano concluso di comune accordo
vocazione: rivelare suo Figlio in noi, e che il suo vangelo era divinamente
presentare il Signore Gesù al mondo. ispirato (v v. 1-10). Poiché la chiesa
Egli rivela Cristo al nostro cuore (v. 16) aveva avuto inizio a Gerusalemme
in modo da poter mostrare Cristo at- e gli apostoli avevano fatto di quella
traverso di noi (vv. 16-23) e affinché, in città il loro quartier generale, certi
questa manifestazione di Cristo, Dio cristiani ritenevano che quella fosse
sia glorificato (v. 24). Lo speciale inca- “la chiesa madre”. Paolo perciò do-
rico di Paolo consisteva nel predicare veva contrastare l’accusa secondo
Cristo fra gli stranieri. la quale egli, non essendo uno degli
Nel v. 17 Paolo scrive: andai subito in apostoli di Gerusalemme, sarebbe
Arabia. Ogni servo del Signore ha biso- stato inferiore a loro. Egli replica con
gno di un periodo di ritiro e meditazio- un resoconto dettagliato del suo più
ne: Mosè, per esempio, trascorse i suoi recente viaggio a Gerusalemme. Non
bei quarant’anni nel deserto e Davide sappiamo se ciò avvenne quattordici
era solo con Dio a pasturare il gregge anni dopo la sua conversione o dopo
sulle colline della Giudea. il suo primo viaggio. Sappiamo però
1:18-20 4° Quando Paolo finalmente che, in seguito a una rivelazione, egli
visitò Gerusalemme, incontrò soltanto vi si recò con Barnaba, suo collabora-
Cefa (2) e Giacomo. A parte ciò, egli era tore, e Tito, uno straniero convertito
relativamente sconosciuto alle chiese grazie al suo ministero. I giudaizzan-
della Giudea (vv. 21-24). Per dimostra- ti avevano insistito perché Tito fosse
re ulteriormente la sua indipendenza circonciso, al fine di ottenergli la sal-
dagli altri apostoli, Paolo racconta di vezza completa. L’apostolo Paolo fu
aver visitato Gerusalemme solamen- oggetto di forti contrasti, perché ave-
te tre anni dopo la conversione; vi era va capito che era in gioco la verità del
salito per fare la conoscenza di Pietro: vangelo (successivamente, allorché
si trattava di una visita personale, non fu lo stesso Paolo a far circoncidere
ufficiale (vd. At 9:26-29). Colà aveva al- Timoteo, non era in questione nessun
tresì conosciuto anche Giacomo, il fra- principio importante; vd. At 16:3).
tello del Signore. La sua permanenza E.F. Kevan afferma:
da Pietro era durata soltanto quindici Paolo si rendeva conto che la circon-
giorni, un periodo non certo sufficien- cisione per ottenere la giustificazio-
te per un corso di addestramento! Inol- ne non era il piccolo e innocente rito
tre, il testo indica che Paolo si trovava che l’uomo sconsiderato credeva che
in perfetta armonia con quei servitori fosse. Sottoporsi alla circoncisione
del Signore. significava cercare di essere giusti-
1:21-24 Dopo quell’incontro aveva ficati tramite il metodo legalistico
trascorso buona parte del suo tempo dell’osservanza della legge, e perciò
nelle regioni della Siria e della Cilicia, questo equivaleva a negare i fonda-
tanto che le chiese di Giudea non lo menti della grazia.(3)
conoscevano di persona. Tutto ciò che 2:2 Giunto a Gerusalemme, Paolo
sapevano era che quell’uomo, che ave- espose loro il vangelo che predicava
va trattato così crudelmente i cristiani, fra gli stranieri; ma lo espose privata-
era diventato egli stesso un credente e mente ai più stimati, per il timore di
predicava Cristo agli altri. Udita questa correre o di aver corso invano. Perché
notizia, glorificavano Dio per quanto Paolo parlò privatamente alle guide
aveva fatto nella vita di Paolo (chi ci cir- spirituali, invece che all’intera assem-

819
GALATI 2:3

blea? Voleva forse che essi approvasse- proprio a causa di intrusi, falsi fratel-
ro il suo vangelo, nel caso in cui avesse li, infiltratisi di nascosto” (allusione
predicato qualche falsità? Ovviamente ai precedenti fatti di Antiochia; vd. At
no! Ciò sarebbe stato contrario a quan- 15:1-2). Atteggiandosi a cristiani, certi
to l’apostolo andava affermando. Egli dottori giudei venuti da Gerusalemme
sosteneva, infatti, che il suo messaggio si erano in qualche maniera introdotti
gli era stato divinamente rivelato e non di nascosto nella chiesa di Antiochia e
nutriva alcun dubbio circa la veridicità insegnavano che la circoncisione era
della dottrina che predicava. La vera essenziale ai fini della salvezza.
spiegazione del suo comportamento 2:5 Paolo e Barnaba li avevano con-
va ricercata altrove. Parlare dapprima trastati vigorosamente ma, per siste-
con le guide spirituali era una forma mare la questione una volta per tutte, i
di rispetto. Era altresì auspicabile che due, insieme con altri, si erano recati a
costoro fossero del tutto convinti cir- Gerusalemme per conoscere l’opinione
ca l’autenticità del vangelo di Paolo. degli apostoli e degli anziani.
Se avessero avuto delle domande da 2:6 Quelli che erano considerati del-
porre o avessero avanzato delle diffi- le guide in Gerusalemme non… impo-
coltà, Paolo avrebbe voluto rispondere sero nulla a Paolo (né al suo messaggio
subito, fin dall’inizio. Successivamen- né a lui come apostolo) e questo fu un
te si sarebbe potuto presentare alla evento assai importante. Nel capitolo
chiesa con il pieno sostegno degli altri precedente Paolo aveva evidenziato
apostoli. Nel trattare con un gran nu- che il suo contatto con gli altri apostoli
mero di persone c’è sempre il pericolo era stato limitato. Ora, dopo aver final-
che il gruppo possa essere influenza- mente conferito con loro, vedeva che
to emotivamente. Paolo, dunque, al essi concordavano sul fatto che egli
principio desiderava presentare il suo aveva predicato lo stesso vangelo che
vangelo privatamente, in un’atmosfera essi predicavano… e anche questo era
libera da possibili incontrollate rea- molto importante! I responsabili della
zioni di massa. Se si fosse comportato chiesa di Gerusalemme concordarono
diversamente, sarebbe potuta sorgere sull’assoluta assenza di imperfezioni
una seria disputa che avrebbe visto la nel suo vangelo. Sebbene Paolo avesse
chiesa divisa in due, l’ala giudaica e agito in modo autonomo, senza aver
l’ala straniera. Il viaggio di Paolo a Ge- ricevuto un’istruzione apostolica, il
rusalemme avrebbe mancato l’obietti- vangelo che egli predicava era esatta-
vo. Questo è ciò che l’apostolo intende mente uguale a quello che predicava-
rivelare con l’espressione “per il timore no gli apostoli. Qui Paolo non intende
di correre o di aver corso invano”. sminuire gli altri apostoli ma si limita,
2:3 Tutta la questione del legalismo piuttosto, a dichiarare che quello che
giunse a un punto critico con il ca- possono essere stati (ossia la loro con-
so di Tito. La chiesa di Gerusalemme dizione di discepoli del Signore Gesù)
avrebbe accolto in comunione questo non conferiva loro un’autorità superio-
straniero convertito o avrebbe in- re, né faceva di loro dei giudici nei suoi
sistito affinché si facesse dapprima confronti. Il discernimento di Dio non
circoncidere? (4) Dopo aver discusso a è basato su tali distinzioni esteriori.
lungo, gli apostoli decisero che la cir- 2:7-8 Gli apostoli di Gerusalemme
concisione non era necessaria ai fini riconobbero che Paolo, per grazia im-
della salvezza. Paolo aveva ottenuto meritata, aveva ricevuto l’incarico di
una straordinaria vittoria. (5) portare il vangelo agli incirconcisi (i
2:4 La ragione per cui Paolo fu spin- pagani), proprio come Pietro quello di
to ad andare a Gerusalemme è resa portarlo ai Giudei. Entrambi predica-
chiara dall’unione del v. 2 con il v. 4a: vano lo stesso vangelo, ma fondamen-
“Vi salii in seguito a una rivelazione… talmente a popoli diversi.

820
GALATI 2:17

2:9-10 Anche Giacomo, Cefa (Pietro) sero in Cristo, essi erano per lui ancora
e Giovanni (chiaramente, le colonne ‘impuri e contaminati’ e che i riti mo-
della chiesa) riconobbero che Dio sta- saici conferivano una santità maggiore
va operando tramite Paolo e diedero rispetto alla giustizia della fede”.
a lui e a Barnaba la mano destra in 2:13 Altri, compreso Barnaba, valido
segno di comunione, autorizzandoli a collaboratore di Paolo, seguirono l’esem-
portare il vangelo agli stranieri. Quella pio di Pietro. Riconoscendo la gravità di
non fu un’ordinazione ufficiale, ben- tale gesto, Paolo, coraggiosamente, ac-
sì un’espressione del loro amorevole cusò Pietro di ipocrisia (vv. 14-21).
interesse per l’opera svolta da Paolo. 2:14 Come cristiano, Pietro sapeva
L’unico suggerimento che essi diedero che Dio non riconosceva più le diffe-
fu che Paolo e Barnaba si ricordassero renze nazionali; infatti l’apostolo era
dei poveri, “cosa che”, dichiara Paolo, vissuto come gli stranieri, mangiando
“ho sempre cercato di fare”. ciò che mangiavano loro ecc. Col suo
recente rifiuto di mangiare con gli stra-
C. Paolo rimprovera Pietro nieri, Pietro implicitamente affermava
(2:11-21) che, per essere santi, era necessario
2:11 6° Per respingere gli attacchi al suo osservare le leggi e i costumi giudaici,
apostolato, Paolo dichiara infine che gli e che i neoconvertiti avrebbero dovuto
fu necessario rimproverare Cefa (l’apo- vivere come i Giudei.
stolo Pietro), (6) considerato da molti 2:15 In questo versetto sembra di co-
Giudei cristiani il capo degli apostoli gliere dell’ironia: la condotta di Pietro
(questo passo confuta efficacemente non rivelava forse la convinzione, che
la convinzione che Pietro fosse il capo si trascinava da tempo, della presunta
infallibile della chiesa). superiorità dei Giudei e dell’inferiorità
2:12 Allorché Pietro si era recato degli stranieri? Pietro avrebbe dovuto
per la prima volta ad Antiochia, man- conoscere la verità meglio di chiunque
giava con persone non giudaiche, ap- altro, poiché Dio gli aveva insegnato,
profittando appieno della sua libertà prima della conversione dello stranie-
cristiana, sebbene la tradizione giu- ro Cornelio, che nessun uomo deve
daica glielo vietasse. Qualche tempo essere definito impuro o contaminato
dopo un gruppo di credenti di Geru- (vd. At 10 e 11:1-18).
salemme si recò ad Antiochia in visita, 2:16 I Giudei salvati sapevano che
dichiarando di essere stati inviati da non vi era salvezza nella legge : infatti
Giacomo, cosa che quest’ultimo suc- questa condannava a morte chi non
cessivamente avrebbe smentito (vd. At la osservasse alla perfezione. Ciò ha
15:24). Costoro erano, probabilmente, portato la maledizione su tutti, giacché
dei Giudei cristiani ancora attaccati a tutti hanno violato i suoi sacri precet-
certe osservanze della legge. Una vol- ti. Il Salvatore è qui presentato come
ta che furono arrivati, Pietro smise di l’unico vero oggetto della fede. Paolo
avere comunione con gli stranieri, per ricorda a Pietro che anche noi Giudei
timore che la notizia del suo compor- siamo giunti alla conclusione che la
tamento giungesse alla fazione lega- salvezza avviene mediante la fede in
lista di Gerusalemme. Così facendo, Cristo e non in virtù dell’osservanza
egli aveva negato una delle verità del della legge. Che senso aveva che Pietro
vangelo, vale a dire che tutti i credenti mettesse ora gli stranieri sotto la legge?
sono uno in Cristo Gesù e che le diffe- La legge diceva alla gente cosa fare, ma
renze nazionali non intaccano la co- non dava loro alcuna capacità di farla.
munione (vd. 3:26-28; Cl 3:11). Findlay Essa era stata data per rivelare il pecca-
afferma: “Rifiutando di mangiare con to, non per salvare.
gli incirconcisi, egli [Pietro] affermava 2:17 Paolo, Pietro e gli altri aveva-
implicitamente che, sebbene credes- no cercato la giustificazione in Cristo

821
GALATI 2:18

e in lui soltanto. La condotta di Pietro bensì nell’amore verso colui che è mor-
ad Antiochia, dunque, pareva indicare to per lui. I credenti che vogliono stare
che egli non era completamente giu- sotto la legge, come modello di compor-
stificato e che dovesse ritornare alla tamento, non si rendono conto che ciò
legge per completare la propria salvez- li pone sotto la sua maledizione: non è
za. Dunque, se così fosse, Cristo non possibile, infatti, osservare la legge solo
sarebbe un Salvatore perfetto e suffi- su un punto, ma si è obbligati a osser-
ciente. Se andassimo a lui per avere il varla completamente. L’unico modo per
perdono dei peccati, ma poi ci rivol- vivere per Dio è essere morti alla legge.
gessimo altrove perché questo non ci Questa non riuscirebbe mai a far nasce-
basta, non sarebbe Cristo un servitore re una vita santa, né Dio l’ha destinata a
del peccato, mancando di adempiere le tale scopo. La via divina della santità è
sue promesse? Se, mentre apertamente spiegata nel v. 20.
facciamo assegnamento sulla giustifi- 2:20 Il credente è identificato con
cazione di Cristo, ritorniamo alla legge Cristo nella sua morte. Non fu soltan-
(che può soltanto condannarci come to lui a essere crocifisso sul Golgota,
peccatori), agiamo da credenti? Possia- là sono stato crocifisso anch’io, in lui.
mo sperare di avere l’approvazione di Questo, agli occhi di Dio, significa la
Cristo riguardo a un tale modo di agire mia fine di peccatore, significa la mia
che, in effetti, lo renderebbe servitore fine come persona che cerca di me-
del peccato ? La risposta di Paolo è un ritare o guadagnare la salvezza con i
indignato: No di certo ! propri sforzi, significa la mia fine quale
2:18 Pietro aveva abbandonato l’in- figlio di Adamo, di individuo sotto la
tero apparato legalistico per abbrac- condanna della legge, del mio vecchio
ciare la fede in Cristo e aveva respinto “io” non rigenerato. Il vecchio e malva-
qualsiasi differenza tra Giudei e stra- gio “io” è stato crocifisso; non accampa
nieri, poiché tale differenza era scom- più diritti nella mia vita quotidiana.
parsa per grazia di Dio. Ora, rifiutando Ciò è vero per quanto riguarda la mia
di mangiare con gli stranieri, stava ri- posizione davanti a Dio; dovrebbe es-
costruendo ciò che una volta aveva de- serlo anche per quanto riguarda il mio
molito. Così facendo, dimostrava di comportamento.
essere egli stesso un trasgressore. O Il credente non cessa di vivere come
aveva sbagliato a lasciare la legge per individuo con una personalità propria.
Cristo, o sbagliava adesso a lasciare Ma colui che Dio considera morto non
Cristo per la legge! è lo stesso che ora vive. Non sono più io
2:19 La pena per la violazione della che vivo, ma Cristo vive in me. Il Salva-
legge è la morte e io, come peccatore, tore non è morto per me affinché potessi
ho violato la legge. Essa, quindi, mi condurre la mia vita a mio piacimento.
ha condannato a morte. Ma Cristo ha Gesù è morto per me affinché, da que-
scontato per me la pena della legge sto momento in avanti, egli possa vivere
violata, morendo al mio posto. Perciò la sua vita in me. La vita che vivo ora in
quando Cristo è morto, sono morto questo corpo umano la vivo nella fede
anch’io. Egli morì alla legge nel senso nel Figlio di Dio. “Fede” significa “fidu-
che soddisfece tutte le sue giuste ri- cia” o “dipendenza”. I credenti vivono
chieste; quindi, in Cristo, anch’io sono affidandosi continuamente a Cristo,
morto alla legge. sottomettendoglisi e permettendogli di
Il credente è morto alla legge ; non vivere la sua vita in loro.
vi ha più niente a che fare. Ciò signifi- La regola di vita del credente, dun-
ca forse che, ora, egli è libero di violare que, è Cristo, non la legge. Non si trat-
i dieci comandamenti quando vuole? ta di sforzarsi, bensì di avere fiducia.
No! Ciò significa che egli vive una vita Il credente vive una vita santa, non
santa, non più nel timore della legge più nel timore della punizione, bensì

822
GALATI 3:5

nell’amore per il Figlio di Dio il quale che la croce doveva separarli per sem-
lo ha amato e ha dato se stesso per lui. pre dalla maledizione e dalla schiavitù
2:21 La grazia di Dio è vista nel suo della legge. Come potevano, ora, ritor-
dono incondizionato della salvezza. nare alla legge e ignorare così la croce?
Cercando di guadagnarsi tale dono, La verità non si era impadronita di loro
l’uomo lo vanifica. Se la salvezza si in modo definitivo?
potesse guadagnare o meritare, non 3:2 Una domanda sarebbe stata
sarebbe più un dono della grazia. sufficiente per risolvere l’intera que-
L’appunto finale di Paolo a Pietro è stione, se fossero tornati indietro, col
decisivo. Se Pietro potesse ottenere il pensiero, all’epoca della loro conver-
favore di Dio mediante l’osservanza sione, al tempo in cui lo Spirito Santo
dei precetti della legge, Cristo sarebbe era venuto a dimorare nei loro corpi.
dunque morto inutilmente : avrebbe Come avevano ricevuto lo Spirito ?
letteralmente gettato via la propria vi- Con le opere o con la fede? Ovviamen-
ta. Cristo è morto perché l’uomo non te lo avevano ricevuto mediante la fe-
potesse ottenere la giustizia in alcun de, ossia credendo in Cristo. Nessuno
altro modo, nemmeno mediante l’os- ha mai ricevuto lo Spirito osservando
servanza della legge. la legge.
Clow afferma: 3:3 Se non erano stati in grado di
L’eresia più grave, quella che cor- ottenere la salvezza per le opere, co-
rompe le chiese, che riempie di follia me pretendevano ora di crescere nella
le professioni di fede e gonfia il cuore santità e nella maturità cristiana in
umano di orgoglio, è la salvezza per virtù della legge? Se, per salvarli, si era
opere. “Io credo”, scrive John Ruskin, resa necessaria la potenza dello Spiri-
“che la radice di tutti gli scismi e di to, come avrebbero potuto completare
tutte le eresie di cui la chiesa cristiana il processo della salvezza mediante gli
ha sofferto sia stata stato lo sforzo di sforzi della carne?
guadagnarsi la salvezza anziché l’at- 3:4 Quando, in un primo tempo,
to di riceverla; e che una ragione per avevano creduto in Cristo, i Galati si
cui la predicazione è così inefficace erano esposti a un’aspra persecuzio-
è che essa invita più spesso gli uomi- ne (forse in parte perpetrata da Giu-
ni a operare per Dio anziché a con- dei fanatici che odiavano il vangelo
templare Dio che opera per loro”.(7) della grazia). Tutta quella sofferenza
era stata, dunque, sopportata inva-
II. SFERA DOTTRINALE: PAOLO no ? Tornare alla legge non equivaleva
DIFENDE LA GIUSTIFICAZIONE forse ad ammettere che, tutto som-
PER FEDE (3:1–5:1) mato, i persecutori avevano ragione?
L’espressione se pure è proprio invano
A. La grande verità del vangelo rivela che Paolo continua a nutrire la
(3:1-9) speranza che i Galati sviati ritornino
3:1 Il comportamento dei Galati era al vangelo per il quale una volta ave-
irragionevole e immotivato. Lasciare vano sofferto.
la grazia per tornare alla legge è come 3:5 Ci si potrebbe domandare chi
essere ammaliati . È come lasciarsi fosse quel Colui che operava in mezzo
blandire con una formula magica e a loro: (9) tale pronome fa riferimento
accettare sconsideratamente la falsità a Dio, a Paolo o a qualcun altro che
al posto della verità. svolgeva un ministero presso i Galati
…chi vi ha ammaliati? Il pronome chi all’epoca in cui fu scritta questa let-
(in gr. è singolare: tis)(8) forse sottintende tera? In prima analisi, quel “colui” è
che l’autore di tale falso insegnamento è necessariamente Dio, poiché Dio so-
il diavolo. Paolo aveva predicato Gesù lo dà lo Spirito Santo. Tuttavia, in un
Cristo... crocifisso ai Galati, rilevando altro senso, “colui” potrebbe essere

823
GALATI 3:6

un servo del Signore, un credente di nello stesso modo: “con la predica-


cui Dio si serve come di uno strumen- zione della fede”.
to, per attuare la propria volontà. Ciò Probabilmente i dottori giudei ci-
permetterebbe una visione esaltante tavano Abraamo come loro eroe ed
del ministero cristiano. Qualcuno ha esempio, sostenendo l’argomento
osservato che la vera opera cristiana della necessità della circoncisio-
di testimonianza, comunque sia svol- ne cui egli stesso si era sottoposto
ta, comunica ad altri lo Spirito Santo; (vd. Ge 17:24, 26). Se le cose stavano
dunque si tratta realmente di dispen- così, Paolo li avrebbe affrontati sul
sazione dello Spirito. loro stesso terreno. Come fu salvato,
Se l’apostolo sta parlando di sé, allora, Abraamo? Non certo per atti
probabilmente sta pensando ai mira- meritori. Egli credette a Dio. Non vi
coli che avevano accompagnato la sua è alcun merito in questo; in realtà
predicazione e al modo in cui i Galati l’uomo è pazzo se non crede in Dio.
avevano accolto Cristo (vd. Eb 2:4). Ad Credere in Dio è l’unica cosa che l’uo-
ogni modo, il tempo del verbo non pa- mo può fare in relazione alla salvezza
re indicare un episodio passato quan- e che non gli permette alcun vanto
to piuttosto una situazione presente personale. Non si tratta di “un’opera
all’epoca della stesura della lettera. buona” che implichi lo sforzo umano.
Probabilmente Paolo allude ai doni Non dà spazio alla carne. Che cosa vi
miracolosi concessi dallo Spirito San- è di più giusto di una creatura che ha
to ai credenti dopo la loro conversione, fiducia nel suo Creatore, o di un figlio
come ci racconta in 1 Co 12:8-11. che si fida di suo Padre?
…lo fa per mezzo delle opere della La giustificazione è un atto divino
legge o con la predicazione della fede? mediante il quale Dio dichiara giusti
La risposta è: con la predicazione della tutti coloro che credono in lui. Dio
fede. La dimora dello Spirito Santo e può legittimamente trattare in questo
le sue conseguenti opere nel credente modo i peccatori, perché Cristo morì
non si possono né guadagnare né me- sulla croce del Golgota come Sosti-
ritare, ma sono, bensì, donate per gra- tuto dei peccatori, pagando il debito
zia e ricevute per fede. I Galati, quindi, dei loro peccati. Giustificazione non
avrebbero dovuto comprendere, ba- significa che Dio considera il pecca-
sandosi sull’esperienza, che la benedi- tore intrinsecamente giusto e senza
zione viene per fede e non per le opere peccato: egli lo considera giusto sulla
della legge. base dell’opera del Salvatore. Dio po-
Come ulteriore prova, Paolo passa ne il peccatore che crede nella giusta
ad analizzare le Scritture, di cui i falsi posizione che lo rende idoneo al cielo,
dottori si servivano per dimostrare la aspettandosi poi che viva rettamente
necessità della circoncisione! Che cosa e con gratitudine per quanto ha fatto
diceva, in realtà, l’A.T.? per lui. La cosa importante da notare
3:6 Paolo aveva dimostrato che il qui è che la giustificazione non ha nul-
modo di agire di Dio con i Galati era la a che vedere con l’osservanza della
interamente basato sulla fede. Ora legge. Essa si fonda completamente
dimostra che anche al tempo dell’A.T. sul principio della fede.
gli uomini erano salvati sulla stessa 3:7 Senza dubbio i dottori giudei so-
base. La domanda espressa al v. 5 era: stenevano che, per essere dei veri figli
“Lo fa egli per mezzo delle opere del- d’Abraamo, i Galati dovevano essere
la legge o con la predicazione della circoncisi. Paolo confuta questa con-
fede?” La risposta era: “Con la predi- vinzione: i veri figli d’Abraamo non
cazione della fede”. Con quella rispo- sono i Giudei di nascita, o quelli con-
sta in mente, il v. 6 si apre con: Così vertiti al giudaismo, bensì quanti sono
anche Abraamo… Egli fu giustificato salvati per fede. In Ro 4:10-11 Paolo

824
GALATI 3:13

mostra che Abraamo fu riconosciuto maledizione, vale a dire condannati a


giusto prima di essere circonciso. In morte, perché è scritto (in De 27:26):
altre parole, egli fu giustificato mentre Maledetto chiunque non si attiene…
era ancora uno straniero. Non basta osservare la legge per un
3:8 L’A.T. è rappresentato come un giorno, o un mese, o un anno. Occorre
profeta che guarda verso i secoli futuri attenervisi sempre. L’ubbidienza deve
e annuncia che Dio avrebbe giustifi- essere completa. Non è sufficiente os-
cato gli stranieri, come pure i Giudei, servare soltanto i dieci comandamen-
sul principio della fede. La benedizio- ti... Bisogna ubbidire a tutte le oltre
ne degli stranieri per fede non solo fu seicento leggi contenute nei cinque
annunciata dall’A.T., ma fu effettiva- libri di Mosè!
mente comunicata ad Abraamo: “In 3:11 Una volta di più l’A.T. smenti-
te saranno benedette tutte le famiglie sce i falsi dottori. Paolo cita il profeta
della terra” (Ge 12:3). Abacuc per dimostrare che Dio ha
A una prima lettura di questa cita- sempre giustificato gli uomini per fede
zione dalla Genesi, ci riesce difficile e non per l’osservanza della legge. La
capire come Paolo vi ravvisasse tale citazione delle parole, secondo l’ordine
significato. Tuttavia lo Spirito Santo, il dell’originale gr., è: “Il giusto per fede
vero autore di questo versetto nell’A.T., vivrà”. In altre parole: quelli che sono
sapeva che esso conteneva il vange- stati ritenuti giusti per la fede – non per
lo della salvezza per fede per tutte le le opere – avranno la vita eterna. I giu-
nazioni. Nondimeno, poiché scriveva stificati per fede vivranno.
sotto l’ispirazione di quello stesso Spi- 3:12 La legge non chiede agli uomi-
rito, Paolo fu in grado di spiegarne il ni di credere. Non chiede nemmeno di
significato recondito: In te (ossia con cercare di osservare i comandamenti.
Abraamo, nello stesso modo di Abraa- Essa richiede una rigorosa, totale e per-
mo) saranno benedette (saranno sal- fetta ubbidienza, com’è chiaramente
vate) tutte le nazioni (gli stranieri e i insegnato nel Levitico. La legge è agli
Giudei). Come fu salvato Abraamo? Per antipodi della fede. La legge dice: “Fa’
fede. Come saranno salvate le nazioni? questo e vivrai”. La fede dice: “Credi e
Come lo fu Abraamo: per fede. Inoltre, vivrai”. L’argomento di Paolo quindi è
esse saranno salvate come straniere e il seguente: la persona giusta vivrà per
non per essersi assimilate alle popola- fede; l’individuo che vive sotto la legge
zioni giudee. non vive per fede e, perciò, non è giusto
3:9 Tutti coloro che hanno fede in davanti a Dio. Paolo afferma: Chi avrà
Dio sono giustificati con il credente messo in pratica queste cose, vivrà per
Abraamo, secondo la testimonianza mezzo di esse, enunciando un prin-
delle Scritture giudaiche. cipio teorico, o ideale, che, tuttavia, è
impossibile da realizzare.
B. La legge e la promessa 3:13 “Riscattare” significa “ricom-
(3:10-18) prare”, “riprendere”, “rientrare in
3:10 Paolo dimostra, per mezzo delle possesso” oppure “liberare qualcuno
Sacre Scritture, che, lungi dal conferire dietro pagamento di un prezzo”. La
una benedizione, la legge può soltanto maledizione della legge è la morte,
recare una maledizione. Questo ver- ossia la punizione per non aver osser-
setto non dice: “Tutti coloro che hanno vato i suoi comandamenti. Cristo ha
violato la legge”, bensì tutti quelli che liberato quelli che erano sotto la legge
si basano sulle opere della legge, vale a scontando la pena capitale richiesta
dire tutti quelli che cercano di ottenere dalla legge. Indubbiamente, usando il
il favore di Dio mediante l’osservanza pronome noi, Paolo allude principal-
della legge. Non coloro che peccano, mente ai Giudei credenti, quantunque i
dunque, bensì questi ultimi sono sotto Giudei rappresentino l’umanità intera.

825
GALATI 3:14

Cynddylan Jones afferma: di Dio potesse raggiungere sia i Giudei


sia gli stranieri. Ora in Cristo (un di-
I Galati pensavano che Cristo li aves- scendente di Abraamo) le nazioni sono
se comprati soltanto per metà, e dun- benedette.
que sentivano di dover contribuire
La promessa di Dio, fatta ad Abraamo
per l’altra metà sottoponendosi alla
in Ge 12:3, non fa menzione dello Spiri-
circoncisione e agli altri riti e cerimo-
niali giudaici. Da ciò derivava la loro
to Santo; tuttavia, sotto ispirazione di
prontezza a lasciarsi sviare dai falsi Dio, Paolo assicura qui che il dono dello
dottori e a mescolare cristianesimo Spirito Santo faceva parte, in nuce, del
e giudaismo. Paolo qui dice (secondo suo incondizionato patto di salvezza
la traduzione della Bibbia in gallese): stipulato con Abraamo. Lo Spirito Santo
“Cristo ci ha riscattati interamente non poteva manifestarsi mentre perdu-
dalla maledizione della legge”.(10) rava la legge. Cristo doveva morire ed
essere glorificato prima che lo Spirito
Cristo ha riscattati gli uomini mo- Santo fosse dato (vd. Gv 16:7).
rendo al posto loro, subendo la terribile L’apostolo ha dimostrato che si è
ira di Dio contro il peccato. La maledi- salvati per fede, non mediante l’osser-
zione di Dio cadde su di lui, destinato vanza della legge, come confermano:
a essere, a tale scopo, Sostituto dell’uo- 1° l’esperienza dei Galati; 2° la testi-
mo. Gesù non diventò un peccatore, monianza delle Scritture dell’A.T. Egli
ma si addossò tutti i peccati dell’uomo. passa ora a un esempio tratto dalla vita
Cristo non ha riscattato gli uomini quotidiana.
dalla maledizione della legge osser- L’argomentazione di Paolo, in questa
vando alla perfezione i dieci coman- sezione, si può riassumere come se-
damenti durante la sua vita terrena. gue. In Ge 12:3 Dio aveva promesso di
La Scrittura non insegna che ci è stata benedire in Abraamo tutte le famiglie
messa in conto la sua perfetta osser- della terra. Questa promessa di salvez-
vanza della legge, bensì che egli ha li- za comprendeva sia gli stranieri sia i
berato gli uomini dalla legge subendo, Giudei. In Ge 22:18 Dio aveva altresì
nella morte, la sua terribile maledizio- promesso: “Tutte le nazioni della terra
ne. Fuori della sua morte non può es- saranno benedette nella tua discen-
servi salvezza. La legge insegnava che denza”. Dio aveva parlato di discenden-
l’essere appesi a un albero era segno za (al singolare), non di “discendenti”
della maledizione di Dio (vd. De 21:23). (plurale), poiché faceva riferimento a
Lo Spirito Santo considera quel verset- una figura ben precisa: il Signore Gesù
to una profezia riguardante l’uccisione Cristo, che era un diretto discendente
del Salvatore, morto per portare su di di Abraamo (vd. Lu 3:34). In altre pa-
sé la maledizione delle sue creature. role, Dio aveva promesso di benedire
Egli fu appeso tra cielo e terra come se tutte le nazioni, sia stranieri sia Giudei,
fosse stato indegno di entrambi. Par- tramite Cristo. La promessa era incon-
lando della sua morte per crocifissione, dizionata: non richiedeva né buone
le Scritture fanno riferimento a Cristo opere né ubbidienza alla legge. Era una
come a colui che è stato appeso al le- promessa semplice da riceversi con fe-
gno (vd. At 5:30; 1 P 2:24). de semplice.
3:14 Dio aveva promesso di benedire La legge, data a Israele quattro-
Abraamo e, per mezzo di lui, il mondo centotrent’anni più tardi, non poteva
intero. La salvezza per grazia per mez- aggiungere condizioni alla promessa,
zo della fede è proprio la benedizione né alterarla in alcun modo (da una
di Abraamo. Occorreva, innanzitutto, prospettiva umana, ciò sarebbe stato
scontare la pena capitale richiesta da ingiusto; secondo l’ottica divina, ciò
Dio. Fu così che il Signore Gesù “fu sarebbe stato inconcepibile). Se ne do-
fatto maledizione”, affinché la grazia veva perciò concludere che la promessa

826
GALATI 3:19

divina di benedizione per gli stranieri I quattrocentotrent’anni decorrono dal


è opera di Cristo, e si ottiene per fede e momento in cui Dio confermò il patto di
non mediante l’osservanza della legge. Abraamo a Giacobbe, allorché quest’ul-
3:15 Nelle relazioni umane, quando timo si apprestava a entrare in Egitto
un patto (o testamento) è firmato e (vd. Ge 46:1-4), fino all’epoca in cui fu da-
sigillato, nessuno può pensare di alte- ta la legge, circa tre mesi dopo l’esodo.
rare il documento o di apportarvi delle 3:18 L’eredità deve provenire o dalla
aggiunte. Se i testamenti umani non fede o dalle opere. Non può venire da
possono essere violati, tanto meno può entrambe. La Scrittura chiarisce che
esserlo quello di Dio! essa fu data ad Abraamo tramite una
3:16 Senza dubbio i giudaizzanti promessa incondizionata. Così è per la
avevano ribattuto che era vero che ini- salvezza: quest’ultima è offerta come
zialmente le promesse erano state fat- dono incondizionato. Qualsiasi idea di
te ad Abraamo e alla sua discendenza ottenerla con le opere è da escludere.
(il popolo di Israele) per fede, però lo
stesso popolo di Israele era stato in C. Scopo della legge
seguito posto sotto la legge. Quindi i (3:19-29)
Galati, originariamente salvati per fe- 3:19 Perché, dunque, è stata data la leg-
de, ritenevano di dover ora osservare i ge ? Se, come Paolo sosteneva, essa non
dieci comandamenti. Paolo risponde: annullava né aggiungeva condizioni
Le promesse furono fatte ad Abraamo alla promessa fatta da Dio ad Abraamo,
e alla sua progenie (singolare). Il so- qual era il suo scopo? La legge doveva
stantivo “progenie” può talvolta assu- rivelare l’essenza del peccato, ossia la
mere valenza collettiva, ma qui indica trasgressione (“trasgressione” significa
una persona, ossia Cristo (probabil- violazione di una legge nota). Il pecca-
mente neppure noi saremmo in grado to esisteva già prima, ma l’uomo non
di afferrare questa verità leggendo lo riconobbe come trasgressione fino
l’A.T. ma, grazie a Dio, lo Spirito di Dio all’avvento della legge.
ci illumina). La legge fu consegnata a una na-
3:17 La promessa che Dio fece ad zione di peccatori. Questi ultimi non
Abraamo era incondizionata poiché avrebbero mai ottenuto la giustizia os-
non era subordinata a opere. Dio sem- servando la legge, poiché non avevano
plicemente stabilì di dare ad Abraamo facoltà di attenervisi. La legge doveva
una progenie (Cristo). Pur essendo servire a far capire agli uomini quanto
senza prole, Abraamo credette a Dio essi fossero peccatori senza speranza,
e, in tal modo, credette pure al Cristo così da indurli a implorare da Dio la
venturo. Così facendo, egli fu giustifi- salvezza per mezzo della sua grazia. Il
cato. La venuta della legge… quattro- patto di Dio con Abraamo era una pro-
centotrent’anni più tardi non poteva messa incondizionata di benedizione;
intaccare in alcun modo la promessa il frutto della legge non era altro che
della salvezza, e nemmeno revocarla o maledizione. La legge dimostrava che
aggiungervi delle condizioni. l’umanità era indegna di ricevere una
Probabilmente i giudaizzanti so- benedizione gratuita e incondizionata.
stenevano che la legge, essendo stata Gli uomini possono ricevere benedi-
data quattrocentotrent’anni dopo la zioni solamente per grazia di Dio.
promessa, aveva sostituito e annullato La progenie è Cristo. Quindi la leg-
tale promessa. “Niente affatto!” escla- ge fu data come misura temporanea
ma Paolo: “La promessa era come un fino alla venuta di Cristo. La benedi-
testamento ed era stata ratificata da zione promessa ad Abraamo doveva
una morte [il sacrificio del patto, vd. Ge venire attraverso Cristo. Un contratto
15:7-11; Eb 9:15-22]. Dunque non pote- tra due parti implica la presenza di un
va essere revocata”. mediatore, un intermediario. La legge

827
GALATI 3:20

interessava due parti contraenti: Dio e del proprio peccato, affinché la pro-
Israele. Mosè ebbe il ruolo di mediato- messa della salvezza per la fede in Gesù
re (vd. De 5:5). Gli angeli, i messaggeri Cristo potesse essere data ai credenti.
di Dio, furono incaricati di consegnare Le parole chiave nel v. 22 sono fede, dati
la legge a Mosè (vd. De 33:2; Sl 68:17; e credenti. Qui non si parla né di “fare”
At 7:53; Eb 2:2). La partecipazione di qualcosa né di “osservare la legge”.
Mosè e degli angeli testimoniava la di- 3:23 La fede, qui, è la fede cristiana;
stanza esistente tra Dio e il suo popolo, si tratta di un richiamo alla nuova èra
un popolo indegno della sua presenza. introdotta dalla morte e dalla risur-
3:20 Se la parte contraente fosse una rezione e dall’ascensione del Signore
sola, e questa facesse una promessa Gesù Cristo, nonché dalla predicazio-
incondizionata, senza richiedere nulla ne del vangelo in occasione della Pen-
all’altra parte, non ci sarebbe bisogno tecoste. Prima di allora, i Giudei erano
di un mediatore. Il fatto che la legge ri- tenuti rinchiusi come se fossero in
chiedesse un mediatore significava che prigione o sotto custodia. Erano come
l’uomo doveva rispettare la sua parte imprigionati dalle pretese della legge e,
di accordo. Questo era il punto debole poiché non erano in grado di ottempe-
della legge: essa esigeva l’ubbidienza rarvi, furono spinti a seguire la via della
da parte di chi non aveva la possibili- fede per ottenere la salvezza. Il popolo
tà di metterla in pratica. Quando fece della legge rimase dunque confinato
la sua promessa ad Abraamo, Dio fu sotto la legge, fintanto che non fu an-
l’unica parte contraente. Questa era la nunciata nel vangelo la gloriosa notizia
forza della promessa: tutto dipendeva della liberazione dalla schiavitù.
unicamente da Dio e nulla dall’uomo. 3:24 La legge è descritta come un tu-
Non era previsto nessun mediatore, tore o come un precettore :(12) ciò ne evi-
perché non ve n’era bisogno. (11) denzia il carattere didattico. La legge,
3:21 La legge accantonava le pro- infatti, impartiva lezioni concernenti
messe sostituendosi ad esse? Cer- la santità di Dio, la natura peccamino-
tamente no! Se fosse stato possibile sa dell’uomo e il bisogno dell’espiazio-
dare una legge in grado di consentire ne. Qui il termine “precettore” designa
ai peccatori di raggiungere la perfezio- colui che ha il compito di mantenere la
ne voluta da Dio, la salvezza si sarebbe disciplina e di sorvegliare i minori o gli
ottenuta osservandone i precetti. Dio immaturi.
non avrebbe mandato il suo amato La locuzione per condurci non è
Figlio a morire per i peccatori, se fosse presente nell’originale, fu bensì ag-
stato possibile ottenere il medesimo giunta dai traduttori. Se la omettiamo,
risultato in qualche altro modo meno il versetto insegna che la legge fu, per
oneroso. Ma la legge ha avuto a dispo- i Giudei, un tutore fino all’avvento di
sizione tanto tempo e tante persone per Cristo, o in previsione dell’avvento di
dimostrare che essa non era in grado di Cristo. Ciò significa che la legge preser-
salvare i peccatori. In questo senso “la vò il popolo di Israele, come nazione
carne la rendeva impotente” (Ro 8:3). distinta dalle altre, mediante norme
Tutto quello che la legge era in grado concernenti il matrimonio, la proprie-
di fare era mostrare agli uomini la lo- tà, il cibo ecc. Quando giunse “la fede”,
ro condizione disperata e inculcare in essa fu anzitutto annunciata a questa
loro l’idea che la salvezza poteva essere nazione che era stata così miracolosa-
ottenuta solamente mediante il dono mente tenuta sotto custodia nel corso
della grazia di Dio. dei secoli. La giustificazione per fede
3:22 L’A.T. rivela che tutti gli uomini fu promessa sulla base dell’opera com-
sono peccatori, compresi quelli che si pleta di Cristo, il Redentore.
trovano sotto la legge. Era necessario 3:25 La legge è il precettore ma, una
che l’uomo fosse totalmente convinto volta che la fede cristiana è stata rice-

828
GALATI 3:28

vuta, i credenti giudei non sono più Questo è un battesimo che è per
sotto la legge. Ancor meno lo sono gli Cristo. Come gli Israeliti furono battez-
stranieri, come i Galati, che mai sono zati per essere di Mosè (vd. 1 Co 10:2),
stati sotto precettore! Il v. 24 insegna identificandosi come popolo al seguito
che l’uomo non è giustificato per la leg- del suo condottiero, così i credenti oggi
ge ; il v. 25 insegna che la legge non è la sono battezzati per Cristo, riconoscen-
regola di vita di chi è giustificato. dolo come il vero Signore.
3:26 Notiamo il cambiamento di Con il battesimo il credente dimo-
pronome dal “noi” al voi. Parlando dei stra anche di aver sepolto la carne e i
Giudei, cioè “noi”, Paolo ha illustrato suoi sforzi per ottenere la giustizia, pro-
come essi siano stati tenuti sotto la leg- clamando la fine del vecchio modo di
ge fino alla venuta di Cristo. La legge li vivere e l’inizio del nuovo. Con il batte-
aveva conservati come popolo separato, simo in acqua i Galati confessavano di
al quale sarebbe stata predicata la giu- essere morti con Cristo e di essere stati
stificazione per fede. Nel momento in sepolti con lui. Come Cristo era morto
cui furono giustificati, essi smisero di alla legge, così essi erano morti alla
essere sotto la legge, e il loro carattere legge, e non avrebbero perciò deside-
distintivo di Giudei cessò di esistere. Il rato esservi nuovamente soggetti come
pronome voi, da questo punto fino alla a una regola di vita. Come Cristo, nella
conclusione del capitolo, designa tutti i sua morte, aveva abbattuto la distin-
salvati, sia Giudei sia stranieri, tutti figli zione tra Giudeo e straniero, così essi
di Dio, per la fede in Cristo Gesù. dovevano morire alle differenze nazio-
3:27 L’unione con Cristo, che av- nali. Essi si erano rivestiti di Cristo nel
viene al momento della conversione, è senso che vivevano una vita completa-
confessata nel battesimo in acqua. Il mente nuova: la vita di Cristo.
battesimo, di per sé, non fa di un indi- 3:28 La legge era classista, poiché
viduo un membro del Corpo di Cristo, distingueva tra Giudei e stranieri/pa-
né un erede del regno di Dio. È una gani (vd. De 7:6; 14:1-2). Nella sua pre-
pubblica identificazione con Cristo, ghiera mattutina il Giudeo ringraziava
che Paolo definisce un “rivestirsi” di Dio di non essere né Greco (ossia stra-
Cristo. Come un soldato si proclama niero, pagano), né schiavo, né donna.
membro dell’esercito “rivestendo”, o In Cristo Gesù queste differenze, per
indossando, la propria uniforme, pa- quanto riguarda l’essere accettati da
rimenti, mediante il battesimo in ac- Dio, scompaiono. Il Giudeo non è pre-
qua, il credente si identifica come un ferito allo straniero, l’uomo libero non
individuo appartenente a Cristo. Con è più favorito dello schiavo né l’uomo
tale gesto egli esprime pubblicamente è più privilegiato della donna. Tutti
la propria sottomissione alla guida e sono sullo stesso piano perché sono in
all’autorità di Cristo, palesando chia- Cristo Gesù.
ramente che egli è un figlio di Dio. Non bisogna forzare il significato
Certamente l’apostolo non sostiene di questo versetto attribuendogli ul-
qui che il battesimo in acqua unisce teriori significati che, in realtà, non
una persona a Cristo: sarebbe un evi- ha. Per quanto riguarda la vita quo-
dente ripudio della sua tesi fondamen- tidiana (per non citare il ministero
tale della salvezza per sola fede! pubblico nella chiesa), Dio riconosce
Né è verosimile che Paolo si stia ri- la distinzione tra maschio e femmina.
ferendo qui al battesimo dello Spirito, Il N.T., infatti, contiene istruzioni per
che pone il credente nel Corpo di Cri- entrambi e si rivolge altresì separa-
sto (vd. 1 Co 12:13). Il battesimo dello tamente agli schiavi e ai padroni. Al
Spirito Santo è invisibile e, quindi, non fine di ottenere le benedizioni di Dio,
ha i caratteri che corrispondono a un tuttavia, queste distinzioni non han-
pubblico “rivestirsi” di Cristo. no rilevanza. La cosa più importante

829
GALATI 3:29

è essere in Cristo Gesù (con allusione trebbe essere quella del bambino che
alla nostra posizione celeste, non alla apprende i rudimenti della scrittura
nostra condizione sulla terra). Davan- iniziando a scrivere i singoli caratteri
ti a Dio il Giudeo credente non è per in stampatello, o impara a identifica-
nulla superiore al pagano convertito! re gli oggetti per mezzo di disegni. La
Govett afferma: “Tutte le distinzioni legge era piena di ombre e di figure che
che la legge ha creato sono inghiottite richiamavano realtà spirituali tramite
dalla fossa comune preparata da Dio”. le cose materiali ed esteriori (vd. Cl
È dunque insensato che i credenti cer- 2:16-17; Eb 8:5; 10:1). La circoncisio-
chino un’ulteriore santità innalzando ne ne è un esempio. Gli elementi del
le barriere che Cristo ha abolito. giudaismo erano materiali, esteriori
3:29 I Galati furono ingannati e temporali; quelli del cristianesimo
dall’idea di poter diventare progenie di spirituali, interiori ed eterni. Queste
Abraamo mediante l’osservanza della esteriorità costituivano una forma di
legge. Paolo spiega che le cose stanno schiavitù per i bambini.
diversamente: Cristo è la discendenza 4:4 La locuzione pienezza del tempo
di Abraamo ed è in Cristo che l’eredi- allude al tempo, stabilito dal Padre ce-
tà promessa ad Abraamo ha trovato la leste, nel quale gli eredi raggiungeran-
sua realizzazione. Credendo in Cristo, i no la maggiore età (vd. v. 2).
peccatori “diventano uno” con lui e, di In questo versetto, riassunta in po-
conseguenza, in lui diventano discen- che parole, abbiamo una stupenda di-
denza d’Abraamo ed ereditano tutte le chiarazione della deità e dell’umanità
benedizioni di Dio. del Salvatore. Egli è l’eterno Figlio di
Dio, eppure è nato da donna. Se Gesù
D. Figli minorenni e maggiorenni fosse stato soltanto un uomo, non ci sa-
(4:1-16) rebbe stata ragione di dire che era nato
4:1-2 Abbiamo qui l’immagine di un da donna. In che altro modo potrebbe
padre ricco che intende trasferire il nascere un uomo? L’espressione, nel
controllo del suo patrimonio al figlio, caso del nostro Signore, rende testimo-
nel momento in cui quest’ultimo rag- nianza dell’unicità della sua Persona e
giunge la maturità. Ma, finché il figlio della sua nascita.
è minorenne, la sua condizione è pari Essendo nato nel popolo di Israele,
a quello del servo cui si dica continua- egli era pertanto nato sotto la legge.
mente cosa deve o non deve fare. Il Essendo però Figlio di Dio, il Signore
minore ha dei tutori che si occupano Gesù non sarebbe mai stato sottopo-
della sua persona e degli amministra- sto alla legge; egli, infatti, era colui che
tori che gestiscono i suoi beni. Perciò, l’aveva data. Ma, nella sua arrendevole
benché l’eredità gli appartenga di di- grazia, egli si mise sotto la legge che
ritto, egli potrà usufruirne solamente egli stesso aveva stabilito, in modo da
quando sarà adulto. poterla magnificare con la propria vita
4:3 Questa era la condizione dei e portarne la maledizione con la pro-
Giudei sotto la legge. Essi erano come pria morte.
dei figli minorenni, anzi dei bambini, 4:5 Il prezzo che la legge imponeva
sottoposti a ciò che la legge ordina- ai trasgressori era la morte. Affinché
va, proprio come degli schiavi. Erano Dio potesse portare gli uomini alla me-
tenuti in schiavitù sotto gli elementi ravigliosa condizione di figli, tale prez-
del mondo, ossia sotto i principi fon- zo doveva essere pagato. Così il Signore
damentali della religione giudaica. Gesù, entrando nel mondo come mem-
Le cerimonie e i riti del giudaismo bro della razza umana e della nazione
erano destinati a coloro che non cono- giudaica, pagò il prezzo imposto dalla
scevano Dio Padre rivelato in Cristo. legge. Poiché Gesù Cristo è Dio, la sua
Un’illustrazione esemplificativa po- morte ebbe un valore infinito. La sua

830
GALATI 4:7

morte è sufficiente a pagare il riscatto trinitario espresso nell’ordine: Spiri-


per qualsivoglia numero di peccatori. to, Figlio e Padre.
Essendo uomo, Gesù poté morire al 4:7 Il credente non è più servo e non
posto dell’uomo quale suo Sostituto. è più sotto la legge. Ora egli è un figlio
Govett afferma: “Cristo, per natura di Dio e poiché Cristo, come Figlio di
Figlio di Dio, divenne Figlio dell’uomo Dio, è l’erede di tutte le sue ricchezze,
affinché noi, per natura figli dell’uomo, anche il credente è un erede per grazia
potessimo diventare figli di Dio. Quale di Dio. (13) Tutto ciò che Dio possiede di-
prodigioso scambio!” venta suo per fede.
Fintanto che erano schiavi, gli uo- Oggi nelle scuole rabbiniche d’Israe-
mini non potevano essere figli ma, le agli studenti non è consentito legge-
quando Cristo li ha liberati dalla re il Cantico dei Cantici di Salomone
schiavitù della legge, hanno potuto ri- e il primo capitolo del libro di Eze-
cevere l’adozione di figli. Si osservi qui chiele se non hanno compiuto i qua-
la distinzione tra diventare bambini rant’anni. Il linguaggio del Cantico
di Dio e diventare figli di Dio (cfr. Ro dei Cantici è considerato sessualmen-
8:14, 16). Nella famiglia di Dio il cre- te troppo esplicito e inadatto a una
dente nasce come figlio (vd. Gv 1:12- mente immatura, mentre Ez 1 contie-
13; si rilevi qui la nascita divina, non ne la descrizione della gloria del Dio
i privilegi e le responsabilità dei figli). ineffabile. Nel Talmud è scritto che se
Il credente è adottato nella famiglia una persona sotto i quarant’anni co-
come figlio adulto. Ogni credente di- mincia a leggere Ez 1, dalla pagina si
venta immediatamente un figlio e può sprigionerà un fuoco che lo divorerà.
entrare in possesso dell’eredità che gli Tutto ciò per dimostrare che, sotto la
spetta. Per questo motivo gli insegna- legge, si è considerati uomini (adulti)
menti diretti ai credenti nel N.T. non a quarant’anni. Dopo il ben noto bar
considerano un loro periodo di infan- mitzvah, che si svolge nel tredicesimo
zia. I credenti sono visti tutti come fi- anno di età, il ragazzo giudeo non è
gli già maturi. ancora considerato un uomo, bensì
Nella cultura romana l’adozione era solamente un “figlio del patto” (tale è
diversa da quella di oggi. Per noi essa il significato del termine ebr.) tenuto a
consiste nell’accogliere nella nostra osservare la legge. Fino all’età di qua-
famiglia un figlio altrui e farlo diven- rant’anni il Giudeo osservante è con-
tare nostro figlio. Nel N.T. l’adozione siderato minorenne.
designa il conferimento, ai credenti, Non è così per i credenti che sono
dello status di figli adulti, con i relativi sotto la grazia. Nello stesso momento
privilegi e oneri. in cui sono salvati entrano in possesso
4:6 Affinché i figli di Dio ricono- di tutta l’eredità e sono considerati figli
scessero la dignità della loro posizio- e figlie, adulti e maturi. Tutta la Bibbia
ne, Dio ha mandato lo Spirito Santo, è a loro disposizione affinché essi la
alla Pentecoste, a dimorare in loro. leggano, ne traggano diletto e vi si at-
Lo Spirito crea la consapevolezza del- tengano.
la condizione di figli, che spinge i Alla luce di queste verità, risulta
credenti a rivolgersi a Dio come al Pa- molto appropriata l’esortazione di
dre. Abbà, Padre è una formula fami- Harrison:
liare che unisce i termini per “padre” Figlio del suo amore, tutte le cose
dell’aramaico e del greco. Nessuno sono tue. Egli te lo dice in 1 Co 3:22-
schiavo si sarebbe mai rivolto al ca- 23 affinché tu ti renda conto di pos-
po famiglia con tale appellativo af- sedere ricchezze inimmaginabili.
fettuoso e confidenziale, riservato Considera l’universo. A chi appar-
ai membri della famiglia. In questo tiene, se non a lui e a te? Vivi, quindi,
versetto si noti altresì il riferimento regalmente.(14)

831
GALATI 4:8

4:8 Un tempo i Galati erano vissuti sacerdozio di ordinazione umana, i


sotto la schiavitù degli idoli. Prima del- paramenti sacri dei sacerdoti, il rispet-
la conversione essi erano pagani, ado- to del sabato, i luoghi sacri, le candele,
ratori di idoli di legno e di pietra, falsi l’acqua santa e via discorrendo?
dèi. Ora stavano tornando sotto un al- 4:12 A quanto pare, i Galati avevano
tro tipo di schiavitù, quella della legge. dimenticato il loro debito di gratitu-
4:9 Come potevano giustificare la dine nei riguardi di Paolo che aveva
loro condotta? Essi erano venuti alla predicato loro il vangelo. Egli, però,
conoscenza di Dio, o quanto meno, se continua a chiamarli fratelli , mal-
non l’avevano conosciuto in maniera grado le loro colpe e i timori che egli
pratica e profonda, erano stati cono- nutre nei loro confronti. L’apostolo era
sciuti da lui, cioè erano stati salvati. stato un Giudeo sottoposto alla legge;
Ciò nondimeno, stavano abbandonan- ora, tuttavia, essendo in Cristo, egli
do la sua potenza e le sue ricchezze (di era svincolato dalla legge. Perciò egli
cui erano eredi) per tornare alle deboli esorta qui: Siate come sono io, ossia
e misere cose della legge, come la cir- “liberatevi dalla legge e non continua-
concisione, le festività e le prescrizioni te a vivere sottoposti ad essa”. Io sono
alimentari. Si rendevano nuovamente come voi, prosegue Paolo, “io, che ero
schiavi di quelle cose che non erano in Giudeo, ora godo della libertà dalla
grado di salvarli né di arricchirli, ma legge, quella libertà che voi stranieri
soltanto di impoverirli. avete sempre avuto”.
Paolo definisce la legge e tutte le sue 4:13 Voi non mi faceste torto alcu-
cerimonie deboli e poveri elementi. no. Non è ben chiaro ciò che Paolo
Le leggi di Dio erano state eccellenti intendesse dire con queste parole.
al loro tempo e luogo, ma diventavano Forse voleva dire che non riteneva la
un grave ostacolo se si sostituivano al loro condotta nei suoi confronti come
Signore Gesù. Passare da Cristo alla un’offesa personale. Il fatto che essi si
legge è idolatria. fossero allontanati da lui per rivolger-
4:10-11 I Galati osservavano il calen- si ai falsi dottori non costituiva tanto
dario giudaico con i suoi sabati, le sue un duro colpo contro la sua persona
feste e le sue stagioni. Paolo manifesta quanto, piuttosto, contro la verità di
il suo timore nei riguardi di coloro che Dio: di conseguenza, essi facevano
si professano credenti e, tuttavia, cer- torto a se stessi.
cavano il favore di Dio mediante l’os- La prima volta che Paolo aveva an-
servanza della legge. Anche le persone nunciato loro il vangelo era stato a
non ancora rigenerate sono in grado causa di una malattia. (15) Spesso Dio si
di rispettare i precetti relativi a giorni, serve di strumenti deboli, disprezzati e
mesi... e anni. Taluni provano un’in- poveri per compiere le sue opere, affin-
tensa soddisfazione all’idea di riuscire ché queste concorrano alla sua gloria e
a strappare l’approvazione di Dio con non a quella dell’uomo.
i propri mezzi. Ma in tale atteggia- 4:14 L’infermità di Paolo era stata
mento è altresì insita la convinzione di una prova per lui e per coloro che lo
disporre di mezzi sufficientemente ef- ascoltavano. Tuttavia, i Galati non lo
ficaci a tale scopo da non contemplare avevano respinto, né a causa del suo
la necessità di un Salvatore. aspetto fisico, né della sua predicazio-
Se Paolo scriveva in questi termini ne; anzi, l’avevano accolto come un
ai Galati, che cosa dovrebbe scrive- angelo di Dio, come un messaggero
re, oggi, a quei cristiani professanti inviato da Dio, come se fosse stato Cri-
che cercano di raggiungere la santità sto Gesù stesso. Poiché egli presentava
con l’osservanza dei rituali? Non con- loro il Signore, essi l’avevano ricevuto
dannerebbe le tradizioni giudaiche proprio come avrebbero ricevuto il
introdotte nel cristianesimo, come il Signore (vd. Mt 10:40). I credenti della

832
GALATI 4:20

Galazia avevano accettato il suo mes- soffrendo di nuovo le doglie, questa


saggio come la vera parola di Dio. Il volta non per portarli alla salvezza,
loro esempio dovrebbe essere una le- ma affinché Cristo sia formato in lo-
zione per tutti i credenti sul modo di ro. L’obiettivo finale di Dio per il suo
accogliere i messaggeri del Signore. Se popolo è la perfezione in Cristo (vd. Ef
noi li riceviamo con cordialità è come 4:13; Cl 1:28).
se ricevessimo il Signore allo stesso 4:20 Questo versetto sembra indi-
modo (vd. Lu 10:16). care che Paolo era sconcertato circa la
4:15 Quando, la prima volta, essi vera condizione spirituale dei Galati;
avevano ascoltato il vangelo, aveva- la loro defezione dalla verità lo aveva
no provato una grande gioia nei loro lasciato perplesso. L’apostolo avrebbe
cuori; tant’è che avrebbero dato i loro desiderato poter cambiar tono e par-
occhi a Paolo, se fosse stato possibile lare di loro con certezza e convinzione.
(ciò può far supporre che “la spina Forse egli era perplesso riguardo alla
nella carne” di Paolo fosse un’infermi- reazione che avrebbe suscitato la sua
tà agli occhi). Dov’era dunque finita lettera. In ogni caso, avrebbe deside-
la gratitudine? Purtroppo era svanita rato parlare con loro a viva voce: in tal
come rugiada al sole. modo gli sarebbe bastato esprimere
4:16 Come spiegare il loro mutato at- il suo pensiero con un diverso tono di
teggiamento nei suoi confronti? Paolo voce per farsi capire. Se i Galati si fos-
predicava sempre lo stesso messaggio, sero dimostrati disponibili ad accet-
battendosi con impegno a favore della tare i suoi rimproveri, sarebbe stato
verità del vangelo. Se ciò aveva fatto di più tenero; al contrario, se si fossero
lui un loro nemico, la loro situazione dimostrati arroganti e ribelli, sarebbe
era davvero preoccupante. stato più severo. Ad ogni modo, egli era
perplesso nei loro riguardi, non sapen-
E. Schiavitù o libertà do quale sarebbe stata la loro reazione
(4:17–5:1) al suo messaggio.
4:17 Le motivazioni dei falsi dottori Poiché i dottori giudei si richia-
differivano da quelle di Paolo: essi cer- mavano così spesso ad Abraamo e
cavano dei proseliti, laddove l’apostolo insistevano affinché i credenti ne se-
era interessato al benessere spirituale guissero l’esempio e si lasciassero cir-
dei Galati (vv. 17-20). I falsi dottori erano concidere, Paolo si richiama anch’egli
zelanti nel cercare di accattivarsi l’affet- ad Abraamo, con riferimento alla sua
to dei Galati, ma non erano sinceri. Essi vita domestica, per dimostrare che il
vogliono staccarvi. I giudaizzanti mira- legalismo è schiavitù e non va mesco-
vano ad allontanarli dall’apostolo Paolo lato con la grazia.
e da altri predicatori, a formarsi un pro- Dio aveva promesso ad Abraamo
prio seguito e a costituire una setta. Stott un figlio, malgrado il patriarca e la
avverte: “Quando il cristianesimo è sot- moglie fossero ormai troppo anziani
toposto alla schiavitù dei regolamenti, per averne. Abraamo credette a Dio
le vittime finiscono inevitabilmente col e per questo fu giustificato (vd. Ge
diventare dipendenti dai loro maestri, 15:1-6). Trascorso un certo periodo di
come è successo nel Medioevo”.(16) tempo, Sara, scoraggiata dall’attesa
4:18 Paolo afferma, in sostanza: “A del figlio promesso, suggerì ad Abraa-
me non importa che altri abbiano delle mo di avere un figlio dalla serva Agar.
premure per voi quando io sono lonta- Abraamo accettò il suo consiglio e
no, purché lo facciano con motivi puri così nacque Ismaele. Quest’ultimo
e per una buona causa”. non era l’erede promesso da Dio, ma
4:19 Chiamando i Galati figli miei, il figlio dell’impazienza, della car-
Paolo vuole che essi si ricordino che nalità e della mancanza di fiducia di
è stato lui a condurli a Cristo. Egli sta Abraamo (vd. Ge 16).

833
GALATI 4:21

Finalmente, quando Abraamo ave- vano ancora la giustificazione mediante


va ormai cento anni, nacque Isacco, il la legge. Costoro, insieme con i loro figli,
figlio della promessa. Naturalmente loro seguaci, erano in schiavitù. Paolo
questa nascita fu miracolosa, resa pos- intendeva esprimersi con un esempio di
sibile soltanto dalla grande potenza di indiscutibile chiarezza, accostando gli
Dio (vd. Ge 21:1-5). In occasione della Israeliti increduli ad Agar (non a Sara) e
tradizionale festa per lo svezzamento a Ismaele (non a Isacco).
di Isacco, Sara notò che Ismaele de- 4:26 La capitale di coloro che sono
rideva il bambino. Allora si rivolse ad giustificati per fede è la Gerusalem-
Abraamo e gli ingiunse di cacciare da me celeste. Essa è simbolicamente la
casa Ismaele e sua madre: “Il figlio di madre di tutti i credenti, sia Giudei sia
questa serva non deve essere erede con stranieri.
mio figlio, con Isacco” (vd. Ge 21:8-11). 4:27 Questa citazione di Is 54:1 è
Questo è il retroscena dell’argomento una profezia secondo la quale i figli
che l’apostolo sta per esporre. della città celeste saranno più nume-
4:21 In questo versetto il termine rosi di quelli della Gerusalemme ter-
legge ha due diversi significati: 1° la leg- rena. Sara fu la donna che per lungo
ge intesa come mezzo per ottenere la tempo fu sterile, mentre Agar fu la
santità; 2° i libri della legge dell’A.T. (da donna che aveva marito. In che sen-
Genesi a Deuteronomio), in particolare so vanno interpretati il trionfo finale
la Genesi. Paolo aggiunge: “Ditemi, voi di Sara e quello della Gerusalemme
che volete ottenere il favore di Dio os- celeste? Nel senso che i figli della
servando la legge, non prestate ascolto promessa, che includono tutti coloro,
al messaggio del libro della legge? ”. stranieri e Giudei, che vanno a Dio per
4:22-23 I due figli erano Ismaele e fede, saranno più numerosi dei figli di
Isacco. La schiava era Agar, la donna Agar che rimangono sotto la legge.
libera Sara. Ismaele era nato in seguito 4:28 I veri credenti non sono nati
all’ingegnosa interposizione di Abraa- né da volontà d’uomo né da volontà di
mo; Isacco, invece, era arrivato ad carne, ma da Dio (vd. Gv 1:13). Non è
Abraamo secondo la promessa di Dio. la discendenza naturale che conta, ma
4:24 La storia, a carattere allegorico, la miracolosa nascita divina ottenuta
ha un significato più profondo di quello mediante la fede nel Signore Gesù.
che appare a prima vista. Il vero senso 4:29 Ismaele derideva Isacco: da
degli eventi non è enunciato in modo sempre chi è nato dalla carne perse-
esplicito, ma è sottinteso. La vera sto- guita chi è nato secondo lo Spirito. Un
ria di Isacco e Ismaele ha un profondo esempio immediato lo vediamo nei
significato spirituale che ora Paolo si patimenti del Signore e nelle afflizioni
appresta a spiegare. dell’apostolo Paolo, inflitte loro dai non
Le due donne rappresentano i due salvati. Ismaele deride Isacco. A prima
patti : Agar il patto della legge e Sara il vista può sembrare un dettaglio insi-
patto della grazia. La legge fu data al gnificante; la Scrittura, però, lo riporta
monte Sinai e, sorprendentemente, il e Paolo lo considera l’emblema di un
nome Agar in arabo significa “roccia”, principio che ancora sussiste: l’inimi-
appellativo con cui le popolazioni ara- cizia tra la carne e lo Spirito.
be designano, per l’appunto, il monte 4:30 Se i Galati avessero consultato
Sinai. la Scrittura avrebbero scoperto questo
4:25 Il patto dato al Sinai produceva principio: legge e grazia non possono
schiavitù; così Agar, la schiava, era un andare assieme; è impossibile eredita-
simbolo appropriato della legge. Agar re le benedizioni di Dio sulla base dei
rappresenta anche Gerusalemme, la meriti umani o degli sforzi della carne.
capitale della nazione giudaica, dove vi- 4:31 Coloro che hanno creduto in
vevano gli Israeliti non salvati che cerca- Cristo non hanno nessun legame con

834
GALATI 5:4

la legge e non la considerano un mez- fidamento sulla circoncisione rendeva


zo per ottenere il favore divino. Essi Cristo di nessun beneficio. Jack Hunter
sono “figli della donna libera” e quindi commenta:
assumono la condizione sociale della Per i Galati la circoncisione, come
madre. Paolo chiarisce, non era un interven-
5:1 L’ultimo versetto del cap. 4 defi- to chirurgico o un semplice rito reli-
nisce la posizione dei credenti: essere gioso, ma rappresentava un mezzo di
uomini liberi. Il primo versetto del salvezza tramite le buone opere. Era
cap. 5, invece, allude all’esperienza l’affermazione di un vangelo basato
pratica: vivere da uomini liberi. Qui sugli sforzi umani che escludeva la
abbiamo un’interessante illustrazione grazia divina. Era la sostituzione del-
della differenza tra la legge e la grazia. la legge alla grazia, di Mosè a Cristo.
La legge dice: “Se vi guadagnate la li- Voler aggiungere qualcosa a Cristo si-
bertà, sarete liberi”. La grazia, invece, gnificava, invece, sottrargli qualcosa.
dice: “Voi siete stati liberati al terribi- Completare Cristo significa soppian-
le prezzo della morte di Cristo; come tarlo. Cristo è l’unico Salvatore, solo
espressione di gratitudine verso colui ed esclusivo. Circoncidere significa
che ci ha liberati perché fossimo liberi, tagliare fuori Cristo.(18)
state dunque saldi”. La legge ordina, 5:3 Il legalismo comporta l’obbli-
ma non abilita. La grazia, invece, mette go di osservare tutta la legge. Coloro
a disposizione ciò che la legge ordina; che si sottomettono alla legge non
successivamente mette l’uomo in con- possono accettare i comandamenti
dizione di vivere una vita conforme meno gravosi e respingere gli altri. Se
alla sua posizione, grazie alla potenza un uomo ritiene di compiacere Dio
dello Spirito Santo, infine lo ricompen- facendosi circoncidere, si mette nella
sa per quello che ha fatto. condizione di dover osservare tutta
Come ha osservato C.H. Mackintosh: la legge. In altre parole, o si è intera-
“La legge pretende la forza da colui che mente sotto la legge o se ne è del tutto
non ce l’ha e lo maledice se non è in fuori. Ovviamente, per chi è sotto la
grado di manifestarla. Il vangelo dà legge, Cristo non ha più alcun valo-
la forza a chi non ce l’ha e lo benedice re. Il Signore Gesù non è soltanto un
quando la esercita”. (17) Salvatore completo, ma è anche un
Salvatore esclusivo. In questo versetto
“Corri Giovanni, e vivi”,
Paolo non allude a coloro che erano
mi ordina la legge,
stati circoncisi in passato, ma soltanto
Ma non mi dà né gambe né mani;
Cose di gran lunga migliori
a coloro che si sottoponevano a tale
mi presenta il vangelo, rito ritenendolo necessario per una
Mi invita a volare e mi dà le ali. completa giustificazione, a coloro che
sostenevano l’obbligo di attenersi alla
legge per essere graditi a Dio.
III. SFERA PRATICA: PAOLO DIFENDE 5:4 Il legalismo comporta l’abban-
LA LIBERTÀ CRISTIANA NELLO dono di Cristo, unica speranza per la
SPIRITO (5:2–6:18) propria giustificazione. Questo versetto
ha suscitato molte discussioni e fatto
A. Pericolo del legalismo emergere molte diverse interpretazioni,
(5:2-15) che possiamo raggruppare, in linea di
5:2 Il legalismo rende Cristo inutile. massima, in tre categorie, come segue.
I giudaizzanti affermavano con insi- 1. Molti sostengono che, secondo l’in-
stenza che i credenti stranieri doveva- segnamento di Paolo, è possibile che
no farsi circoncidere per essere salvati. un individuo già veramente salva-
Paolo, parlando con l’autorità di apo- to cada in peccato e, di conseguen-
stolo, al contrario, ribadiva che fare af- za, scada dalla grazia e sia perduto

835
GALATI 5:5

per sempre. Questa è stata chiama- vista non è scritturale, anzitutto per-
ta “la dottrina dell’apostasia”. Rite- ché il versetto non parla di credenti
niamo che questa interpretazione che cercano la santità o la santifica-
sia errata per due buone ragioni. In zione ma, piuttosto, di individui non
primo luogo, il versetto non parla di salvati che cercano la giustificazione
persone salvate che incorrono nel per mezzo dell’osservanza della leg-
peccato; infatti, non menziona una ge (si noti, infatti, l’espressione: voi
tale eventualità. Qui si fa piuttosto che volete essere giustificati dalla
riferimento a individui che condu- legge). Inoltre, tale esegesi del ver-
cono una vita esemplare, rispettabi- setto sottintende la possibilità che
le, retta e che sperano in tal modo di degli individui salvati vengano suc-
essere salvati. Questo passo si ritor- cessivamente separati da Cristo: ciò
ce contro quanti se ne servono per è in contrasto con il modus operandi
sostenere la dottrina dell’apostasia. della grazia di Dio.
Essi insegnano che un credente de- 3. Secondo questa interpretazione,
ve attenersi alla legge, condurre una Paolo fa riferimento a individui che
vita perfetta e, per il resto, astenersi si professano credenti ma che, in
dal peccato in modo da conservare la realtà, non lo sono affatto. Costoro
salvezza. La Scrittura, invece, riba- cercano la giustificazione tramite la
disce che tutti coloro che cercano di legge. L’apostolo precisa che non vi
essere giustificati mediante le opere possono essere due salvatori e che
della legge o con i propri sforzi sono occorre scegliere: o Cristo o la leg-
scaduti dalla grazia. In secondo luo- ge. Scegliendo la legge, si è tagliati
go, tale interpretazione contraddice fuori da Cristo come unica speranza
la indubbia e reiterata testimonianza di giustificazione: si è scaduti dal-
del N.T. secondo la quale: 1° chiun- la grazia. Ecco come Hogg e Vine
que crede nel Signore Gesù Cristo esprimono questo concetto:
è eternamente salvato; 2° nessuna Cristo deve essere tutto o nulla; egli
pecora di Cristo perirà; 3° la salvez- non accetta una fede limitata o una
za dipende interamente dall’opera lealtà parziale. Colui che è giustifica-
completa del Salvatore e non dai mi- to dalla grazia del Signore Gesù Cri-
seri sforzi dell’uomo (vd. Gv 3:16, 36; sto è un credente; colui che cerca la
5:24; 6:47; 10:28). giustificazione per mezzo delle ope-
2. Secondo un’altra interpretazione, il re della legge non lo è.(19)
versetto indicherebbe coloro che so-
no stati originariamente salvati per 5:5 L’apostolo dichiara che la spe-
fede nel Signore Gesù, ma che suc- ranza del vero credente è molto diversa
cessivamente si siano posti sotto la da quella di colui che segue la legge.
legge per conservare la loro salvezza Il credente aspetta la speranza della
o per raggiungere la santità. In altre giustizia : spera nel ritorno del Signo-
parole, costoro, che erano stati sal- re, allorché riceverà un corpo glorioso
vati per grazia, cercavano protezio- e non cadrà più nel peccato. Notiamo
ne sotto la legge. In tal caso, “scadere che non dice che il credente spera nella
dalla grazia” secondo Philip Mau- giustificazione : il credente, infatti, è già
ro significa “abbandonare il mezzo giustificato davanti a Dio per mezzo
usato da Dio per perfezionare i suoi del Signore Gesù Cristo (vd. 2 Co 5:21).
santi, cioè l’opera dello Spirito Santo Attende, invece, il momento in cui sarà
in loro, e tendere a quel fine median- completamente giusto di per sé. Non
te l’osservanza di riti e cerimonie spera di raggiungere questo traguardo
esteriori, che può essere praticata con i propri mezzi, ma piuttosto in Spi-
sia da parte di uomini carnali sia da rito e per fede. Lo Spirito Santo opera
parte di credenti”. Questo punto di in questa direzione e il credente guar-

836
GALATI 5:11

da a Dio con fede finché giunga quel errore che porta inevitabilmente a
momento. Chi si appoggia alla legge, al un errore più grave. Il male non è mai
contrario, spera di guadagnarsi la giu- statico, poiché deve coprire le proprie
stizia con le proprie opere, attenendosi menzogne aggiungendo altre men-
alla legge e alle pratiche religiose. È una zogne. Il legalismo è come l’aglio; ne
speranza vana, perché la giustizia non basta poco perché si faccia sentire. Se
si può raggiungere in questo modo. pochi membri di una chiesa sosten-
Notiamo che Paolo, in questo verset- gono una falsa dottrina, il numero
to, usa il pronome noi con riferimento di coloro che li seguiranno diventerà
ai veri credenti, mentre al v. 4 usa il sempre più grande, se non si prende-
pronome “voi” quando parla a coloro ranno severi provvedimenti.
che cercano la giustificazione attraver- 5:10 Il legalismo attira un severo
so le opere della legge. giudizio su coloro che lo diffondono.
5:6 Il legalismo non ha valore. Per Paolo confidava che i Galati avrebbero
quanto riguarda colui che è in Cristo respinto i falsi insegnamenti. La sua fi-
Gesù (ossia il credente), la circoncisio- ducia era riposta nel Signore, il che fa
ne non gli aggiunge nulla e l’incircon- pensare che Dio gli avesse dato assicu-
cisione non gli toglie nulla. Ciò che Dio razioni in merito. Oppure, conoscendo
cerca nel credente è la fede che opera come pochi altri i metodi del Signore,
per mezzo dell’amore. Fede significa era sicuro che il grande Pastore avreb-
completa dipendenza da Dio; essa non be raccolto le sue pecore erranti, forse
è inattiva, ma si manifesta in un gene- servendosi proprio della lettera che
roso servizio verso Dio e verso l’uomo. Paolo stava scrivendo loro.
Tale servizio è motivato dall’amore. Per quanto riguarda i falsi dottori,
Così la fede opera per mezzo dell’amo- avrebbe provveduto Dio a punirli. È
re perché è spinta dall’amore, non dal- una cosa molto grave insegnare l’errore
la legge. È questa una verità che trova e contribuire in tal modo a distruggere
vasta eco nelle Scritture: Dio non è una chiesa (vd. 1 Co 3:17). Per esempio,
interessato ai rituali, ma a una vita di è molto più grave istigare all’ubria-
vera devozione. chezza che ubriacarsi, perché il falso
5:7 Il legalismo è disubbidienza alla maestro fa diventare simile a lui un
verità. I Galati erano partiti bene nel- gran numero di persone.
la vita cristiana, ma qualcuno li aveva 5:11 Il legalismo sopprime lo scan-
fermati. Si trattava di giudaizzanti, le- dalo della croce. Paolo ora respinge
galisti, falsi apostoli. Accettando i loro l’assurda accusa di avere, anch’egli,
falsi insegnamenti, i santi disubbidiva- talvolta, predicato la necessità della
no alla verità di Dio. circoncisione: se così fosse, perché
5:8 Il legalismo non è un insegna- continua a essere perseguitato dai
mento divino. Persuasione qui signi- Giudei? Tale persecuzione cesserebbe
fica “convinzione” o “dottrina”. Colui improvvisamente se smettesse di pre-
che vi chiama è Dio. Perciò la convin- dicare la croce e predicasse la circon-
zione che la fede in Cristo debba es- cisione. La croce è uno scandalo per
sere corroborata dalla circoncisione e l’uomo. La croce offende e confonde
dall’osservanza della legge non è ispi- l’umanità perché insegna che non vi è
rata da Dio, ma dal diavolo. nulla che si possa fare per guadagnar-
5:9 Il legalismo spinge a perpetrare si la salvezza. Non concede spazio ai
il male. Il lievito nella Scrittura è un suoi sforzi e dichiara la fine delle ope-
noto simbolo del male. In questo caso re umane. Qualora Paolo, nella sua
rappresenta la falsa dottrina dei giu- predicazione, introducesse la salvezza
daizzanti. La tendenza naturale del lie- per opere, cominciando dalla circon-
vito di alterare la farina con cui viene cisione, metterebbe la parola fine al
a contatto qui simboleggia un piccolo significato della croce.

837
GALATI 5:12

5:12 L’auspicio di Paolo, vale a dire piccola concessione per espandere il


che coloro che turbano i Galati si fac- proprio territorio.
ciano… evirare, può essere inteso in Un adeguato sbocco per la propria
senso letterale. Giacché costoro che libertà consiste nell’abituarsi a essere
erano tanto ansiosi di usare il coltello schiavi gli uni gli altri.
per circoncidere gli altri, perché non A.T. Pierson commenta:
usarlo anche per farsi eunuchi? È for- La vera libertà si trova soltanto nell’ub-
se preferibile, comunque, intendere bidienza a opportune restrizioni. Il
l’espressione in modo figurato e cioè fiume è libero di scorrere solo tra le
che Paolo si augurava che i falsi dottori due sponde: senza di queste, strari-
fossero allontanati del tutto dai Galati. perebbe e diventerebbe una palude
Il vangelo della grazia è stato sempre fangosa e stagnante. Se non ubbidis-
accusato di permettere all’individuo sero a determinate leggi, i corpi celesti
di vivere come gli pare e piace. C’è chi provocherebbero solamente danni, a
obietta: “Se la salvezza si ottiene me- se stessi e all’universo. Quella stessa
diante la sola fede, non è più necessario legge che ci chiude come una recinzio-
esercitare alcun controllo sulla propria ne, tiene gli altri fuori della recinzione;
condotta”. L’apostolo, però, ribatte le restrizioni che controllano la nostra
prontamente che la libertà cristiana libertà provvedono pure ad assicurar-
non significa licenza di peccare. Il mo- la e a proteggerla. Non esercitano un
controllo qualsiasi, ma il giusto tipo di
dello del credente è la vita del Signore
controllo, e producono una gioiosa ub-
Gesù e l’amore per Cristo lo induce a
bidienza che rende l’uomo libero.(20)
odiare il peccato e ad amare la santità.
In quelle circostanze, forse, era 5:14 A prima vista, sembra strano
particolarmente necessario che Paolo che Paolo introduca qui la legge, dopo
mettesse in guardia i lettori contro il avere ribadito in tutta la lettera che il
pericolo della licenziosità. Chiunque credente non vi è sottoposto. Egli non
sia vissuto per un certo tempo sotto invita i lettori a ritornare alla legge, ma
le imposizioni della legge e poi si ri- intende piuttosto dimostrare che ciò
trovi libero corre il rischio di passare che la legge richiede, ma non è in grado
dall’estremo della schiavitù all’estremo di offrire, è proprio ciò che scaturisce
della sregolatezza. Una giusta condi- dall’esercizio della libertà cristiana.
zione di equilibrio è quella che si pone 5:15 Il legalismo conduce invaria-
tra la legge e la licenza. Il credente è li- bilmente alle liti e, a quanto pare, in
bero dalla legge, ma non è senza legge. Galazia era successo proprio questo
5:13 La libertà cristiana non per- (stranamente proprio in una comuni-
mette il peccato, anzi è uno sprone a tà di individui che volevano sottostare
servire con amore. L’amore è consi- alla legge!). La legge richiede l’amore
derato il fattore stimolante di tutta la per il prossimo; invece ai Galati era
condotta cristiana, mentre l’osservan- successo proprio il contrario: essi si
za della legge sottintende il timore del erano abbandonati alla calunnia e si
castigo. Findlay afferma: “Sono schiavi danneggiavano reciprocamente. Tale
dell’amore i veri uomini liberi”. atteggiamento nasce dalla carne, alla
La libertà cristiana è in Cristo Gesù quale la legge concede spazio e sulla
(vd. 2:4) ed esclude categoricamente quale agisce.
l’idea di essere liberi di peccare. Non
dobbiamo trasformare la nostra liber- B. Potere della santità
tà in pretesto per operare secondo la (5:16-25)
carne. Come un esercito invasore oc- 5:16 Il credente dovrebbe camminare
cupa una testa di ponte da usare come secondo lo Spirito e non secondo la
campo base per future spedizioni di carne. Camminare secondo (o me-
conquista, così la carne utilizzerà una diante) lo Spirito significa permettergli

838
GALATI 5:19-21

di operare a modo suo, rimanere in co- 1. essere guidati dallo Spirito è una
munione con lui e prendere le decisio- prerogativa di tutti i credenti, di con-
ni alla luce della sua santità. Significa seguenza nessuno di loro è sotto la
occuparsi di Cristo, poiché il ministero legge. Essi non devono fare affida-
dello Spirito consiste nell’impegnare il mento sui propri sforzi, perché non
credente per il Signore Gesù. Quando dipende da loro, bensì dallo Spirito,
camminiamo in questo modo secondo contrastare gli attacchi del male che
lo Spirito, la carne, ossia la nostra vec- è dentro di loro;
chia natura, è considerata come morta. 2. essere guidati dallo Spirito significa
Noi non possiamo, nello stesso tempo, anche trascendere la carne e occu-
interessarci di Cristo e del peccato. parsi del Signore. Quando si è co-
Scofield commenta: sì occupati, non si pensa più né alla
Il problema della vita cristiana sta legge né al peccato. Lo Spirito di Dio
nel fatto che, fintanto che il creden- non guida l’individuo a guardare alla
te vive in questo mondo, è, per così legge come mezzo di giustificazione,
dire, un albero innestato: il vecchio al contrario lo guida a Cristo risorto,
albero della carne e il nuovo albero come all’unico fondamento per es-
della natura divina innestato con la sere accettato da Dio.
nuova nascita. Il problema consiste 5:19-21 Abbiamo già accennato al
nel mantenere sterile il vecchio albe- fatto che la legge si appella alle risorse
ro e nel rendere fruttifero il nuovo. La della carne… ma quali sono le ope-
soluzione del problema è possibile re che la nostra natura decaduta è in
camminando nello Spirito.(21) grado di produrre? Ora, non è difficile
Questo versetto e quelli che seguono identificare le opere della carne : esse
dimostrano che la carne è ancora pre- sono manifeste a tutti.
sente nel credente; è quindi da respin- L’adulterio è l’infedeltà matrimo-
gere l’idea che la natura del peccato sia niale. La fornicazione è un rapporto
stata sradicata. sessuale illecito. (22) L’impurità è un
5:17 Lo Spirito e la carne sono co- peccato di immoralità, di sensualità.
stantemente in conflitto tra loro. Dio La dissolutezza è una condotta ver-
avrebbe potuto rimuovere dai creden- gognosa caratterizzata da assenza di
ti la natura carnale al momento della temperanza. L’idolatria non è soltanto
conversione, ma ha deciso di non farlo. il culto degli idoli, ma anche l’immo-
Perché? Perché essi si ricordassero con- ralità che accompagna il culto dei de-
tinuamente della loro debolezza; per- moni. La stregoneria fa parte delle arti
ché si mantenessero continuamente magiche; il termine gr. fa riferimento
alle dipendenze di Cristo, il loro Sacer- alle droghe ( pharmakeia ). Poiché le
dote e Avvocato, perché avessero moti- droghe erano usate nella stregoneria,
vo di lodare incessantemente colui che la parola venne a significare il rapporto
ha salvato individui così indegni. Inve- intimo con gli spiriti, o l’uso di sortile-
ce di eliminare la vecchia natura, Dio gi. Può anche includere superstizioni,
ci ha dato il suo Santo Spirito perché “malocchio” ecc. Le inimicizie sono
abiti in noi. Lo Spirito di Dio e la nostra sentimenti di insofferenza nei confron-
carne sono perpetuamente in guerra ti degli altri. Discordia significa disac-
tra loro e continueranno a esserlo fin- cordo, dissidio, litigio. Gelosia significa
ché non saremo a casa, nel cielo. In tale malanimo e astio. Le ire sono esplo-
conflitto il ruolo del credente consiste sioni di collera o di passione repressa.
nel rimanere al fianco dello Spirito. Con il termine contese si designa lo
5:18 Coloro che sono guidati dallo spirito di competizione che spinge l’in-
Spirito non sono sotto la legge. Que- dividuo egocentrico a voler eccellere
sto versetto si presta a una duplice a tutti i costi, talvolta perfino a spese
interpretazione: degli altri. Le divisioni sono separazio-

839
GALATI 5:22-23

ni causate da disaccordi. Le sette sono la pace con Dio come pure un’armo-
gruppi eretici formati da persone che si niosa relazione tra credenti. La pace
ostinano nelle proprie opinioni. Le in- nella vita del Redentore può essere ri-
vidie procurano dispiacere di fronte al assunta nell’episodio di Lu 8:22-25. La
successo o alla prosperità degli altri. (23) pazienza è la sopportazione di afflizio-
Le ubriachezze derivano dall’uso smo- ni, molestie e persecuzioni. Troviamo
dato di bevande alcoliche. Le orge sono un esempio sublime in Lu 23:34. La be-
convegni licenziosi, accompagnati da nevolenza è tenerezza, di cui abbiamo
ubriachezza. un bell’esempio nell’atteggiamento del
Paolo avverte i suoi lettori, come già Signore verso i bambini (vd. Mr 10:14).
aveva fatto in precedenza, che chi fa La bontà è gentilezza nei confronti de-
tali cose non erediterà il regno di Dio. gli altri. Possiamo trovare la bontà in
Che cosa significa? Che un alcolizzato azione in Lu 10:30-35. La fedeltà può
non può essere salvato? No, significa significare fiducia in Dio o nei nostri
che coloro che conducono una vita ca- fratelli credenti, lealtà o affidabilità. È,
ratterizzata dalle opere carnali conte- probabilmente, a quest’ultima che qui
nute nel precedente elenco dimostrano si fa maggior riferimento. La mansue-
di non essere salvati. (24) tudine è l’umiltà dimostrata da Gesù
Perché Paolo scrive queste cose alle quando lavò i piedi ai discepoli (vd. Gv
chiese cristiane? Perché non tutti colo- 13:1-17). Autocontrollo significa lett.
ro che dichiarano di essere salvati sono “padronanza delle proprie azioni”, spe-
veri figli di Dio. Per questo motivo, lun- cialmente riguardo alla sessualità. La
go tutto il N.T., lo Spirito Santo, spesso, nostra vita deve essere disciplinata. La
dopo avere presentato le meravigliose concupiscenza, le passioni, i desideri e
verità spirituali, fa seguire i più severi il temperamento devono essere tenuti
avvertimenti diretti a tutti coloro che sotto controllo. Noi dovremmo prati-
professano il nome di Cristo. care la temperanza. Ecco ciò che dice
5:22-23 È significativo che l’apostolo in proposito Samuel Chadwick:
faccia distinzione tra le opere della car- In termini giornalistici il brano po-
ne e il frutto dello Spirito. Le opere so- trebbe essere scritto in questo modo:
no il prodotto delle risorse dell’uomo, il frutto dello Spirito è un’attitudine
mentre il frutto è prodotto da un tral- premurosa e garbata; uno spirito ra-
cio che dimora nella vite (vd. Gv 15:5). dioso e un temperamento gioioso;
La differenza è la stessa esistente tra una mente tranquilla e una condot-
una fabbrica e un giardino. Notiamo, ta quieta; una pazienza tollerante
anche, che frutto non è plurale, ma nell’affrontare circostanze irritanti e
singolare. Lo Spirito Santo produce un persone intrattabili; un intuito sen-
solo tipo di frutto, vale a dire la confor- sibile e una disponibilità accorta; un
mità con Cristo. Tutte le virtù elencate giudizio generoso e una grande ca-
nel versetto definiscono la vita del figlio rità; lealtà e affidabilità in qualsiasi
di Dio. C.I. Scofield ha fatto notare che circostanza; l’umiltà di chi dimen-
ciascuna di esse è totalmente estranea tica se stesso per la gioia degli altri;
al terreno del cuore umano. in tutte le cose padronanza e auto-
L’amore è sia ciò che Dio è, sia ciò controllo, che è la caratteristica a co-
che noi dovremmo essere. Esso è mira- ronamento della perfezione. Com’è
bilmente descritto in 1 Co 13 e manife- straordinario tutto questo, messo in
stato in tutta la sua pienezza sulla croce relazione con 1 Co 13! (25)
del Golgota. La gioia è contentezza e Paolo chiude questo elenco con il
soddisfazione che derivano dal nostro commento: contro queste cose non
rapporto con Dio e dal suo rapporto c’è legge. Il commento può sembrare
con noi, così come Cristo ce lo ha rive- oscuro, ma non lo è. Queste virtù piac-
lato in Gv 4:34. La pace potrebbe essere ciono a Dio, sono benefiche agli altri e

840
GALATI 6:1

buone per noi stessi. Ma come viene presuntuosi, immodesti e vanaglo-


prodotto questo frutto? Con gli sforzi riosi; ciò non si addice a dei peccato-
dell’uomo? Niente affatto. Questo frut- ri salvati per grazia. Gli uomini che
to matura allorché i credenti vivono in vivono sotto la legge spesso si inor-
comunione con il Signore. Mentre essi gogliscono per i miseri risultati ot-
contemplano il Salvatore in amorosa tenuti e criticano duramente coloro
devozione e gli ubbidiscono nella vita che non raggiungono il loro livello.
di ogni giorno, lo Spirito Santo compie Spesso anche i credenti legalisti de-
un meraviglioso miracolo: li trasfor- nigrano gli altri credenti che non
ma a immagine di Cristo (vd. 2 Co condividono i loro criteri riguardo
3:18). Proprio come il tralcio trae dalla alle cose da condannare;
vite tutti gli elementi e il nutrimento 2. provocazione: provocandoci… gli
necessari per il suo sostentamento, uni gli altri. Significa rinnegare la
così colui che crede in Cristo attinge vita ripiena dello Spirito per irritare
dalla vera vite (vd. Gv 15:1) la forza che o sfidare gli altri. Nessuno è in grado
lo rende capace di vivere una vita pro- di conoscere i problemi e le tentazio-
duttiva per Dio. ni che stanno nel cuore di un’altra
5:24 Quelli che sono di Cristo Gesù persona, perché è impossibile entra-
hanno crocifisso la carne. Il verbo gr. re nella sua sfera più intima;
coniugato all’aoristo indica un’azione 3. invidia: invidiandoci gli uni gli altri.
passata e definitiva. Effettivamente L’invidia è il peccato che consiste nel
questo è avvenuto al momento della desiderare qualcosa che appartiene
nostra conversione. Ravvedendoci, a un altro e sulla quale non si vanta
abbiamo inchiodato sulla croce la vec- alcun diritto. L’invidioso prova astio
chia, malvagia e corrotta natura con per i maggiori successi, talenti, beni,
tutti i suoi affetti e le sue concupiscen- per l’aspetto fisico di un’altra persona.
ze. In quell’occasione abbiamo preso la Le persone che hanno pochi talenti
decisione di non alimentare più la no- o sono di carattere debole spesso in-
stra natura decaduta e di non lasciarci vidiano coloro che sembra abbiano
più dominare da essa: decisione che, maggior successo nel rispettare la leg-
naturalmente, deve essere continua- ge. Tutte queste caratteristiche sono
mente rinnovata nel corso della vita. estranee alla grazia. Un vero creden-
Dobbiamo costantemente tenere la te dovrebbe stimare gli altri più di se
carne là dove è morta. stesso (vd. Fl 2:3). I sostenitori della
5:25 La congiunzione se, in questo legge desiderano una falsa gloria. La
caso, significa “poiché”. Poiché abbia- vera grandezza è quella di servire sen-
mo la vita eterna grazie all’opera dello za essere notati, di lavorare senza es-
Spirito Santo che dimora in noi, con- sere visti (vd. Mt 6:3-4, 18).
duciamo la nuova vita col potere dello 6:1 Abbiamo qui una eccellente
stesso Spirito. La legge non sarebbe esposizione sul modo in cui devono
mai stata in grado di dare la vita, né era comportarsi i credenti verso un fra-
destinata a rappresentare la regola di tello che ha peccato. L’atteggiamento
vita del credente. invocato è, naturalmente, del tutto in
contrasto con la legge, la quale stabili-
C. Esortazioni pratiche sce la punizione del peccatore. Essere
(5:26–6:10) sorpreso in colpa è ciò che succede a
5:26 In questo versetto sono elencati un individuo che ha compiuto un’azio-
tre atteggiamenti da evitare: ne peccaminosa e non a uno che pecca
1. vanagloria: non siamo vanagloriosi. abitualmente. I credenti spirituali de-
Vanagloriosi sono coloro che possie- vono prendersi cura di lui. L’atteggia-
dono una falsa e vana opinione di sé. mento rigido e freddo di un credente
Dio non vuole che i credenti siano carnale potrebbe fare più male che

841
GALATI 6:2

bene. Inoltre, colui che ha peccato non 6:3 Siamo tutti creature formate dal-
accetterebbe di buon grado di essere la polvere della terra, perciò, quando
ripreso da uno che non è in buoni rap- un nostro fratello commette un pecca-
porti con il Signore. to, dobbiamo pensare che al suo posto
Il versetto suscita un’interessante potremmo esserci noi. Se un credente
questione. Se un fratello è veramente soffre del complesso di superiorità è
spirituale, è disposto a definirsi come affetto da una forma di autoinganno.
tale apertamente? Non sono proprio le Non dovremmo mai pensare che por-
persone spirituali quelle che, più delle tare i pesi di un altro costituisca un ol-
altre, riconoscono la propria inadegua- traggio alla nostra dignità.
tezza? Chi compirà, dunque, l’opera di 6:4 Questa esortazione sembra esse-
reinserimento, se tale opera indicasse re un avvertimento contro l’abitudine
come “spirituale” colui che si appresta di paragonarci agli altri e trarne moti-
a compierla? Non darebbe l’impres- vo di soddisfazione. L’apostolo sa che,
sione di mancare di modestia? A tali davanti al tribunale di Cristo, ognuno
interrogativi possiamo rispondere che di noi sarà esaminato individualmente
un credente veramente spirituale non e non sarà messo a confronto con altri.
si vanterà mai della propria spiritua- Perciò ognuno di noi deve badare a se
lità ma, avendo il cuore tenero di un stesso e rallegrarsi per l’opera propria
pastore, sarà spinto a recuperare il tra- e non per gli insuccessi degli altri.
sgressore. Tale credente non agirà con 6:5 Nel v. 2 Paolo esortava il credente
uno spirito di orgoglio o di superiorità, a condividere i dolori, le sofferenze e i
ma di mansuetudine, ricordando che problemi degli altri nel corso della vita
anche il credente più spirituale può es- presente. In questo versetto, invece, il
sere tentato. suo pensiero va al tribunale di Cristo,
6:2 I pesi possono rappresentare dove ognuno di noi dovrà portare il
gli insuccessi, le tentazioni, le prove o proprio fardello di responsabilità.
difficoltà. Invece di tenerci a distanza 6:6 I credenti hanno il dovere di so-
e magari criticare, dovremmo precipi- stenere coloro che li ammaestrano. Far
tarci al fianco di un fratello afflitto e parte di tutti i propri beni significa con-
amareggiato e aiutarlo in tutti i modi dividere con loro i beni materiali neces-
possibili. sari alla vita di ogni giorno, e sostenerli
La legge di Cristo comprende tutti con la preghiera e con interesse sincero.
i comandamenti del Signore Gesù che 6:7 Anche se gli altri non sono in
riguardano il suo popolo e che tro- grado di notare se trascuriamo i servi-
viamo nel N.T. Essa si può riassumere tori di Dio, a quest’ultimo nulla sfugge:
nel comandamento: “...che vi amiate Dio ci darà un raccolto commisurato al
gli uni gli altri” (vd. Gv 13:34; 15:12), nostro operato. Noi mietiamo ciò che
al quale ubbidiamo quando portia- seminiamo e raccogliamo una quan-
mo i pesi gli uni degli altri . La legge tità superiore a quella che abbiamo se-
di Cristo è molto diversa da quella di minato. Quando un agricoltore semina
Mosè. La legge mosaica promette la grano, raccoglie grano, a volte trenta,
vita a chi la osserva, ma non dà i mez- altre volte sessanta o, addirittura, cen-
zi per osservarla, limitandosi bensì to volte tanto (vd. Mr 4:8, 20). Scofield
a esortare all’ubbidienza e a minac- osserva: “Qui lo Spirito non parla dei
ciare il castigo per le trasgressioni. peccati dei peccatori, bensì della gret-
La legge di Cristo, al contrario, è tezza dei santi”.
istruzione amorosa per coloro che già Considerando la metafora in un
possiedono la vita. I credenti sono in senso più vasto, possiamo dire che
grado di osservarne i precetti in virtù “coloro che arano iniquità e seminano
della potenza dello Spirito Santo, mo- tormenti, ne mietono i frutti” (Gb 4:8) e
tivati dall’amore per Cristo. che coloro che “seminano vento… rac-

842
GALATI 6:12

coglieranno tempesta” (Os 8:7). Lo sto- dentemente dalla denominazione o


rico J.A. Froude afferma: “C’è una sola gruppo cui appartengono. La nostra
lezione che la storia insegna in modo benevolenza non deve essere limitata ai
chiaro, vale a dire che il mondo è edi- credenti, ma va manifestata a loro in un
ficato, in qualche modo, su fondamenti modo speciale. Il nostro obiettivo non
morali, nel senso che, a lunga scaden- va inteso in senso negativo (ossia: ar-
za, procura del bene a chi è buono e del recare il minor danno possibile) bensì
male a chi è cattivo”. (26) in senso positivo : operare tutto il bene
6:8 Se è vero che, in senso generale, possibile. Ecco come si esprimeva in
noi raccogliamo ciò che seminiamo, proposito John Wesley: “Fa’ tutto il bene
dobbiamo però notare che questo am- che puoi, in tutti i modi che puoi, a tutti
monimento segue l’esortazione a essere coloro che puoi, fintanto che puoi”.
generosi nel donare. Tenendo presente
questo aspetto, l’espressione “seminare D. Conclusione
per la propria carne” significa spendere (6:11-18)
le proprie sostanze in modo egoistico, 6:11 Guardate con che grossi caratteri
per se stessi, per i propri piaceri, per le vi ho scritto di mia propria mano! In-
proprie comodità. “Seminare per lo Spi- vece di dettare la lettera a uno scriba
rito” significa usare le proprie sostanze assistente, come era suo solito, questa
per il progresso degli interessi di Dio. volta Paolo scrive di proprio pugno.
Coloro che seminano per la carne I grossi caratteri con cui è vergata la
mietono un raccolto di delusione e di lettera possono rappresentare grafi-
perdita già qui, in questo mondo: in- camente la profonda preoccupazione
vecchiando, essi si rendono conto che dell’apostolo riguardo alla lotta contro
la carne, che hanno cercato di compia- il legalismo e l’errore dei giudaizzanti.
cere, va in disfacimento e si avvia alla Oppure possono essere indizio di un
corruzione della morte. Inoltre, nell’età indebolimento della vista: tale ipotesi,
a venire, perderanno la ricompensa secondo noi la più corretta, è da molti
eterna. Chi, al contrario, semina per lo sostenuta anche in base ad altri ele-
Spirito mieterà dallo Spirito vita eter- menti (vd. p. es. 4:15).
na. Nella Bibbia la vita eterna è presen- 6:12 I giudaizzanti volevano far
tata sotto due aspetti: bella figura nella carne cercando di
1. un bene che ogni credente già pos- raccogliere un folto gruppo di seguaci.
siede al presente (vd. Gv 3:36); Per raggiungere tale scopo insistevano
2. una realtà che il credente riceve alla sulla necessità della circoncisione. La
fine della vita terrena (vd. Ro 6:22). gente è sempre ben disposta a osser-
Chi semina per lo Spirito gode della vare riti e cerimonie, purché non sia
vita eterna qui e ora in un modo scono- costretta a cambiare le proprie abitudi-
sciuto a colui che che non semina nello ni. Si va diffondendo oggi la tendenza
stesso modo. Inoltre, quando entrerà ad allargare il numero dei membri di
nella casa celeste, mieterà la ricompen- una chiesa abbassando lo standard di
sa della sua fedeltà. comportamento. Paolo intuisce qual
6:9 Per evitare che qualcuno si sco- è la strategia di questi falsi dottori e li
raggi, Paolo ricorda ai suoi lettori che i accusa di non voler essere perseguitati
premi sono certi, anche se non imme- a causa della croce di Cristo. La croce
diati. Nessuno miete il proprio campo richiama il concetto della morte della
il giorno dopo che ha seminato. Così, natura carnale e dei suoi seppur no-
anche nel regno spirituale, le ricom- bili sforzi. La croce comporta la sepa-
pense sicuramente seguiranno a suo razione dal male; ne consegue che gli
tempo la diligente semina. uomini odiano il glorioso messaggio
6:10 I fratelli in fede comprendono della croce e perseguitano coloro che
tutti coloro che sono salvati, indipen- lo predicano.

843
GALATI 6:13

6:13 I legalisti non erano sincera- Quello che veramente ha valore per
mente interessati all’osservanza della Dio è essere una nuova creatura. A lui
legge. A costoro premeva soltanto su- interessa vedere una vita trasformata.
scitare conversioni a buon mercato, al Findlay scrive: “Il vero cristianesimo è
fine di potersi vantare di avere raccol- quello che trasforma gli uomini cattivi
to un gran numero di proseliti. Boice in buoni, gli schiavi del peccato in figli
osserva: “Si trattava di un tentativo di di Dio”. Tutti gli uomini si trovano in
guadagnare altri a una causa già persa, una delle due condizioni. Essendo nati
giacché neppure i circoncisi erano in in questo mondo, essi sono peccatori,
grado di osservare la legge”. indifesi e condannati. Tutti i loro sforzi
6:14 Il motivo di vanto per Paolo non per salvarsi, o assistere Dio nel salvar-
era la carne dell’uomo, ma la croce del li, con un buon carattere e con delle
nostro Signore Gesù Cristo. Su quel- opere buone, sono vani e li lasciano
la croce il mondo era morto a Paolo e immutati. La nuova creatura è il frutto
Paolo era morto al mondo. Quando un del Cristo risorto, ed è colui che è stato
uomo è salvato, il mondo si separa da redento dal peccato e ha ricevuto una
lui ed egli si separa dal mondo. Egli si nuova vita in Cristo. Poiché la nuova
spoglia di tutto ciò che ha a che fare creatura è interamente opera di Cristo,
con il mondo, perché non gli interes- ogni idea di guadagnarsi il favore di
sano più i piaceri passeggeri; il mondo Dio con una buona reputazione o con
perde ogni attrattiva per lui, perché buone opere deve essere bandita. Non
egli ha trovato qualcuno che lo soddi- è per mezzo dell’osservanza di rituali
sfa pienamente. Findlay osserva: “Egli che si ottiene una vita di santità, ma
[il credente] non può più credergli, né arrendendosi a Cristo e permettendo-
approfittarne, né rendergli omaggio. Il gli di vivere in noi. La nuova creatura
mondo è spogliato e svuotato della sua non è un miglioramento o uno svilup-
gloria e del suo potere da non esercita- po della vecchia, ma qualcosa di total-
re più alcun fascino, né alcun potere su mente diverso.
colui che è salvato”. La croce rappre- 6:16 Di quale regola sta parlando
senta, quindi, una grande barriera, una Paolo? Sicuramente degli insegnamen-
linea di demarcazione tra il mondo e il ti che riguardano la nuova creatura. La
figlio di Dio. doppia benedizione di pace e miseri-
6:15 Quantunque possa sfuggire a cordia è promessa a coloro che si pre-
una lettura superficiale, questo verset- occupano di camminare secondo tali
to è una delle più importanti dichia- insegnamenti.
razioni di tutta la lettera riguardo alla …e così siano sull’Israele di Dio.
verità cristiana. Molti hanno pensato che questa espres-
La circoncisione era un’osservanza sione si riferisca alla chiesa. In realtà
esteriore, un rituale. I dottori giudaici l’Israele di Dio si riferisce a quei Giudei
facevano dipendere tutto dall’osser- di nascita che accettano il Signore Ge-
vanza di questa cerimonia. La circonci- sù come Messia. Non c’era né pace né
sione era il fondamento del giudaismo. misericordia su coloro che cammina-
L’apostolo Paolo la liquida con una vano sotto la legge, ma entrambe le be-
ferma dichiarazione: “la circoncisione nedizioni scendono copiose su coloro
non è nulla”. Né i rituali, né il giudai- che sono diventati nuove creature.
smo, né il legalismo hanno più alcun 6:17 Paolo, un tempo schiavo della
valore. Poi Paolo aggiunge: “neanche legge, è stato liberato dalle catene dal
l’incirconcisione”. Infatti, vuoto è il Signore Gesù e ora gli appartiene come
vanto di coloro che decantano l’assen- schiavo volontario. E come gli schia-
za di rituali e il cui servizio nella chiesa vi erano segnati col marchio del loro
denota un netto rifiuto dei cerimoniali. padrone, così Paolo portava nel suo
Neanche questo ha valore. corpo il marchio di possesso di Gesù.

844
GALATI 6:18

Di che si trattava? Delle cicatrici delle il sabato, se ci tengono a essere salvati?


ferite che aveva ricevuto dalle mani dei Gli odierni predicatori del legalismo
suoi persecutori. Ora egli dice: “Nessu- stanno arrecando gravi danni tra co-
no cerchi di farmi cambiare idea. Non loro che professano la fede in Cristo e,
parlatemi del marchio della circonci- per questo motivo, ogni credente deve
sione, simbolo della schiavitù della leg- essere messo in guardia sul loro inse-
ge. Io porto il marchio del mio nuovo gnamento e opportunamente istruito
padrone, Gesù Cristo”. su come controbattere.
6:18 L’apostolo sta per deporre la I “profeti del sabato” di solito comin-
penna, ma prima di chiudere vuole ag- ciano col predicare il vangelo della sal-
giungere ancora una parola. Quale pa- vezza per la fede in Cristo. Essi intonano i
rola? GRAZIA : la parola che qualifica il più amati inni evangelici per lusingare lo
suo vangelo. Grazia, non legge. Questo sprovveduto e sembrano dare molta im-
è l’argomento con cui Paolo ha iniziato portanza alle Scritture. Dopo non molto
la lettera (vd. 1:3) ed è l’assunto con cui tempo, però, i loro seguaci si ritrovano
la chiude. La grazia del nostro Signo- sotto la legge mosaica, specialmente per
re Gesù Cristo sia con il vostro spirito, quanto riguarda il comandamento del
fratelli. Amen. sabato (il sabato è il settimo giorno della
settimana ebraica).
IL LEGALISMO Come osano costoro comportarsi in
questo modo, alla luce dell’inequivo-
Concludendo lo studio su Galati, qual- cabile insegnamento di Paolo, secondo
cuno potrebbe pensare che Paolo ab- il quale il credente è morto alla legge ?
bia sconfitto i dottori del legalismo in Come riescono a eludere le chiare di-
maniera così convincente che tale que- chiarazioni contenute in Galati? Essi ri-
stione non avrebbe mai più turbato la spondono cominciando a operare una
chiesa. La storia e l’esperienza hanno netta distinzione tra la legge morale
invece dimostrato il contrario! Il legali- e quella cerimoniale. La legge morale
smo è diventato una parte così impor- è quella dei dieci comandamenti. La
tante della cristianità, che la maggior legge cerimoniale comprende le altre
parte delle persone crede che ne sia, regole date da Dio, quali le regole rela-
effettivamente, parte integrante. tive ai cibi impuri, la lebbra, le offerte a
Sì, i legalisti sono ancora presenti tra Dio e così via.
noi. Come definire altrimenti quei mi- La legge morale, essi sostengo-
nistri di Cristo, riconosciuti, che inse- no, non è mai stata revocata. Essa è
gnano, per esempio, che per la salvezza un’espressione dell’eterna verità di
è necessario essere battezzati, cresima- Dio. L’idolatria, l’omicidio o l’adulterio
ti e membri di una chiesa; che la legge saranno sempre contrari alla legge di
è la regola di vita del credente; che noi Dio. La legge cerimoniale, invece, ha
siamo salvati per fede, ma altresì tenuti terminato il proprio corso con Cristo.
a compiere le opere? Non si tratta forse Perciò, essi concludono, quando Pao-
di giudaismo introdotto nel cristiane- lo insegna che il credente è morto alla
simo quello che ci chiede di accettare legge egli allude alla legge cerimoniale
un clero ordinato da uomini, con i suoi e non ai dieci comandamenti.
caratteristici paramenti, i locali di cul- Questo ragionamento sembra molto
to costruiti sul modello del tempio, con logico e convincente; ma l’elemento
i suoi altari scolpiti, i rituali elaborati, e che lo condanna è il fatto che è intera-
un calendario liturgico con la sua sta- mente contrario alla Parola di Dio! No-
gione quaresimale, le sue festività e i tiamo i punti elencati quì di seguito.
suoi digiuni? 1. In 2 Co 3:7-11 i dieci comandamen-
Non è forse l’eresia dei Galati quella ti sono dichiarati “transitori” per
che ammonisce i credenti di rispettare coloro che credono in Cristo. In

845
GALATI 6

2 Co 3:7 la legge è definita “il mini- stizia per suo tramite (senza, peral-
stero della morte, scolpito in lettere tro, alcuna speranza di riuscirvi),
su pietre”. Non poteva trattarsi che incombe la maledizione.
della legge morale e non di quella 5. Nove dei dieci comandamenti sono
cerimoniale; infatti, soltanto i dieci ripetuti nel N.T. come insegnamenti
comandamenti (ossia la legge mo- morali per i figli di Dio, indicando lo-
rale) furono scolpiti su pietre dal di- ro ciò che è intrinsecamente giusto
to di Dio (vd. Es 31:18). In 2 Co 3:11 e ciò che è intrinsecamente sbaglia-
leggiamo che il ministero della mor- to. L’unico comandamento escluso
te, sebbene glorioso, era transitorio. è la legge del sabato. L’osservanza
Tale dichiarazione non lascia adito a di un giorno non è, di per sé, né giu-
dubbi: non si può imporre al cristia- sta né sbagliata. Per i credenti non
no l’osservanza del sabato. vi è alcuna istruzione riguardante
2. A nessuno straniero fu mai ordinato l’osservanza del sabato. Le Scrittu-
di osservare il sabato. La legge fu data re dichiarano esplicitamente che il
solo al popolo giudaico (vd. Es 31:13). credente non può essere giudicato se
Nonostante Dio stesso si fosse ripo- non lo osserva (vd. Cl 2:16).
sato il settimo giorno, egli non diede 6. La punizione prevista nell’A.T. per la
l’ordine di fare lo stesso se non quan- mancata osservanza del sabato era
do diede la legge ai figli di Israele. la pena capitale (vd. Es 35:2), men-
3. I credenti non hanno abbandonato il tre coloro che, tutt’oggi, insistono
sabato a favore della domenica a se- sull’obbligo di osservare il sabato,
guito di qualche decreto papale. Noi non prevedono tale condanna per
abbiamo scelto “il giorno del Signore” quanti trasgrediscono il precetto. In
per dedicarlo al culto di adorazione, tal modo, essi disonorano la legge e
perché il Signore Gesù è risorto dai ne disconoscono l’autorità, non ot-
morti in quel giorno come prova che temperando alle pene previste dal-
l’opera di redenzione era stata com- la legge stessa. È come se dicessero:
pletata (vd. Gv 20:1). Inoltre, in quel “Questa è la legge di Dio e voi dovete
giorno, i primi discepoli si incontra- osservarla, ma se la infrangete non
vano per spezzare il pane in ricordo succederà nulla”.
della morte del Signore (vd. At 20:7). 7. La regola di vita del credente è Cri-
Sempre lo stesso giorno era quello sta- sto, non la legge. Noi dobbiamo
bilito da Dio per raccogliere le offerte camminare come egli camminò e
secondo la prosperità che il Signore questo modello di vita è addirittura
aveva concesso ai credenti (vd. 1 Co più elevato di quello stabilito dalla
16:1-2). Ricordiamo anche che lo Spi- legge (vd. Mt 5:17-48). Noi siamo resi
rito Santo discese dal cielo il primo in grado di vivere una vita santa gra-
giorno della settimana ebraica, ossia zie all’intervento dello Spirito Santo,
la nostra domenica. sospinti dall’amore che abbiamo per
I credenti “osservano” il giorno del Cristo. La giustizia richiesta dalla
Signore animati dalla profonda devo- legge viene adempiuta da coloro che
zione verso colui che ha dato se stes- non camminano secondo la carne,
so per loro. Tale osservanza, tuttavia, bensì secondo lo Spirito (vd. Ro 8:4).
non è assolutamente vista come un L’insegnamento che impone ai cre-
mezzo di santificazione, né motivata denti di osservare il sabato è apertamen-
dal timore di un eventuale castigo. te contrario alla Scrittura (vd. Cl 2:16)
4. Paolo non fa alcuna distinzione fra ed è, in pratica, “un vangelo diverso” sul
legge morale e legge cerimoniale. quale la Parola di Dio ha pronunciato
Egli insiste, invece, sul fatto che la una maledizione (vd. Ga 1:7, 9).
legge è un’unità inscindibile e che, Possa ciascuno ricevere da Dio la
su quanti cercano di ottenere la giu- sapienza necessaria per discernere la

846
GALATI 6

dannosa dottrina del legalismo, sotto unicamente e interamente al Signore


qualunque forma essa si presenti! Che Gesù Cristo per qualsiasi necessità! Ri-
nessuno di noi cerchi la giustificazione e cordiamoci sempre che il legalismo è un
la santificazione per mezzo di cerimonie, insulto a Dio perché sostituisce le ombre
sforzi o meriti umani, bensì affidandosi alla realtà, i cerimoniali a Cristo.

NOTE

1 (1:8-9) John Stott, Only One Way: The Message of Galatians, pp. 27-28.
2 (1:18-20) Il testo critico ha: Cefa (aram. per Pietro).
3 (2:1) E.F. Kevan, The Keswick Week 1955, p. 29.
4 (2:3) La circoncisione è una piccola operazione chirurgica praticata sui maschi, che
consiste nell’asportazione parziale o totale del prepuzio. Dio la ordinò ad Abraamo
e ai suoi discendenti, intendendola come un segno del patto stipulato con loro, se-
condo i cui termini egli sarebbe stato loro Dio e loro il suo popolo (vd. Ge 17:1-11). La
circoncisione non era solamente un segno fisico, ma altresì un simbolo spirituale.
Abraamo fu circonciso in segno della sua fede in Dio (vd. Ro 4:11). I Giudei presto di-
menticarono il significato spirituale della circoncisione e continuarono a praticarla
semplicemente come una cerimonia rituale. Per questo motivo essa perse il suo va-
lore nei riguardi del rapporto con Dio. Nel N.T. la circoncisione non è più prescritta,
perché Dio tratta ora con gli stranieri e con i Giudei sulla base della grazia. Nei primi
tempi della chiesa un gruppo di Giudei insisteva sul fatto che la circoncisione fosse
necessaria per la salvezza. Per questo il gruppo era noto come “i circoncisi”.
5 (2:3) In At 15 leggiamo un resoconto completo di questo incontro. È opportuno stu-
diarlo con cura.
6 (2:11) Vd. nota 2.
7 (2:21) W.M. Clow, The Cross in the Christian Experience, p. 114.
8 (3:1) Il gr. ha forme distinte per il numero, singolare o plurale, del pronome chi; ma
anche nel nostro caso non si può scartare del tutto una risposta al plurale.
9 (3:5) I mss. più antichi erano tutti scritti con lettere maiuscole: le lettere minuscole
furono introdotte molto più tardi. Di conseguenza, le lettere maiuscole che trovia-
mo nei nostri testi sono frutto del lavoro di redazione.
10 (3:13) J. Cynddylan Jones, Studies in the Gospel According to St. John, p. 113.
11 (3:20) Anche se pare esservi una contraddizione tra l’argomento qui esposto e il fatto
che Cristo sia in seguito presentato come il Mediatore del nuovo patto (vd. Eb 9:15),
il termine mediatore viene usato in due sensi differenti in questi due contesti. Mosè
servì da mediatore semplicemente ricevendo la legge da Dio e consegnandola al po-
polo di Israele. Egli agì in veste di intermediario, o rappresentante, del popolo. Cristo
è il Mediatore del nuovo patto in un senso assai più elevato. Prima che Dio potesse
dispensare legittimamente le benedizioni di questo patto, il Signore Gesù doveva
morire e, proprio come soltanto la morte pone in vigore un testamento e le ultime
volontà di una persona, così il nuovo patto doveva essere sigillato col suo sangue.
Egli doveva dare se stesso come prezzo di riscatto per tutti (vd. 1 Ti 2:6). Cristo non
solo assicura le benedizioni del patto per il suo popolo, ma sostiene il suo popolo, il
popolo del patto, in un mondo che lo contrasta. Egli compie ciò in veste di Sommo
Sacerdote e Avvocato, e ciò rientra altresì nella sua opera di Mediatore.
12 (3:24) Il sostantivo gr. paidagogos (pedagogo, da cui deriva il termine pedagogia)
vuol dire letteralmente “colui che conduce un bambino”. Questa persona, solita-

847
GALATI

mente uno schiavo, doveva interessarsi che il bambino andasse e tornasse da scuo-
la. Qualche volta lui stesso dava lezioni al bambino.
13 (4:7) Sul testo critico si legge solamente: un erede per mezzo di Dio.
14 (4:7) Norman B. Harrison, His Side Versus Our Side, p. 71.
15 (4:13) Sono state avanzate varie ipotesi riguardo all’infermità di Paolo. La più vero-
simile sembra essere una malattia degli occhi, tra i numerosi disturbi oftalmici dif-
fusi nel Medio Oriente. Taluni azzardano un altro tipo di disturbo quale la malaria,
l’emicrania, l’epilessia ecc.
16 (4:17) John Stott, Galatians, p. 116.
17 (5:1) C.H. Mackintosh, Genesis to Deuteronomy, pp. 232-233.
18 (5:2) Jack Hunter, What the Bible Teaches, Galatian – Philemon, p. 78.
19 (5:4) C.F. Hogg e W.E. Vine, Epistle of Paul the Apostle to the Galatians, p. 241.
20 (5:13) Arthur T. Pierson, non disponibile ulteriore documentazione.
21 (5:16) C.I. Scofield, In Many Pulpits with Dr. C.I. Scofield, p. 234.
22 (5:19-21) Il testo critico NA omette adulterio. Il termine fornicazione (porneia) viene
spesso tradotto immoralità sessuale, che include l’adulterio. Tuttavia, è improbabile
che, in un simile elenco delle dissolutezze della carne, Paolo abbia tralasciato di al-
ludere specificamente al dilagante peccato dell’infedeltà coniugale.
23 (5:19-21) TR e M, dopo “invidie”, aggiungono “omicidi” (phonoi). Poiché in gr. questo
termine appare tanto simile al precedente, “invidie” (phthonoi), poteva facilmente
essere escluso dalla copiatura.
24 (5:19-21) Vd. commento a 1 Co 6:9.
25 (5:22-23) Samuel Chadwick, citato da James S. Stewart, Pastures of Tender Grass,
p. 253.
26 (6:7) J.A. Froude, non disponibile ulteriore documentazione.

BIBLIOGRAFIA

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T. Clark, 1884.
Harrison, Norman B. His Side Versus Our Side. Minneapolis: The Harrison Service, 1940.
Hogg, C.F. e W.E. Vine. Epistle to the Galatians. Glasgow: Pickering and Inglis, 1922.
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Loizeaux Brothers, 1941.
Kelly, William. Lectures on the Epistle of Paul the Apostle to the Galatians. London:
G. Morrish, s.d.
Lightfoot, J.B. The Epistle of St. Paul to the Galatians. Grand Rapids: Zondervan
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Stott, John. R. Only One Way: The Message of Galatians. Downers Grove, IL: InterVarsity
Press, 1968.

848
Lettera agli

Efesini
“Il coronamento degli scritti paolini”.
– J. Armitage Robinson

“La terza lettera celestiale di Paolo”.


– A.T. Pierson

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone II. Autore


Per alcuni versi, la Lettera agli Efesini La prova estrinseca che la Lettera agli
è redatta nel tipico stile paolino: essa Efesini sia un’autentica epistola pao-
si apre con la consueta formula in- lina è solida e fondata; nessun’altra
troduttiva, prosegue con i ringrazia- lettera attribuita a Paolo vanta una cor-
menti, si sofferma sullo sviluppo della rente di testimoni così antica e ininter-
dottrina seguito dalla sua necessaria rotta, che parte da Clemente di Roma,
attuazione e termina con i saluti fi- Ignazio, Policarpo ed Erma e prosegue
nali. Nonostante la sua connotazione con Clemente d’Alessandria, Ireneo e
epistolare, essa ci ricorda quasi un Ippolito. Marcione la incluse nel suo
sermone o perfino un servizio di culto “canone”, anche se sotto un altro titolo:
cristiano composto di preghiere e dos- “Laodicesi”. Anche nel Canone Mura-
sologia. Secondo Moorehead, in que- toriano la Lettera agli Efesini è inserita
sta lettera “passiamo nella quiete e nel fra le opere di Paolo.
silenzio del santuario… Qui prevale La prova intrinseca consiste nella
un’atmosfera di riposo, meditazione, duplice dichiarazione dell’autore, il
adorazione e pace”. (1) quale si qualifica per Paolo in 1:1 e 3:1,
Nonostante moltissimi esegeti nonché nel contenuto della lettera. Per
concordino con il commento di J.A. alcuni versi, le analogie che essa pre-
Robinson che introduce questa sezio- senta con la lettera ai Colossesi sono
ne, alcuni studiosi contemporanei, tali da suffragare l’ipotesi di una reda-
dimentichi di quasi venti secoli d’in- zione pressoché concomitante. Come
segnamento cristiano, sostengono che è già stato accennato, la struttura di
l’autore della Lettera agli Efesini non Efesini è tipicamente paolina. È pur ve-
può essere Paolo. Alla luce dei fatti, tut- ro che, in questo libro, Paolo introduce
tavia, possiamo avallare la loro tesi? alcuni concetti nuovi; tuttavia, occorre
EFESINI

rilevare che, laddove si contesti all’au- de alludere a qualcosa che non può
tore biblico la facoltà di ricorrere a tale essere spiegato bensì, piuttosto, far
espediente, pena la taccia di contraf- riferimento a una meravigliosa verità
fattore, questi incontrerà non pochi mai rivelata prima e che sta per essere
ostacoli nell’edificazione spirituale dei proclamata.
propri lettori! Questa sublime verità, che forma il
Lo studioso liberale tedesco Friedrich tema del libro, è costituita dall’annun-
Schleiermacher fu, probabilmente, il cio che i credenti giudei e i credenti
primo a confutare la paternità paolina stranieri sono ora una cosa sola in
di questo scritto. Molti studiosi contem- Cristo Gesù. Essi sono membri sodali
poranei, come Moffatt e Goodspeed, della chiesa, il Corpo di Cristo: ora essi
ne hanno seguìto l’esempio. Al fine di siedono, in Cristo, nei luoghi celesti. In
smentire la paternità paolina dell’opera futuro, quando egli sarà Capo di tutte
sono stati raccolti ed evidenziati vari le cose, ne condivideranno la gloria.
elementi, quali: le scelte lessicali, lo sti- Il mistero è percepibile in tutti i sei
le, la dottrina “avanzata” e altri, di tipo capitoli di Efesini.
soggettivo. In ogni caso, è possibile con- Nel cap. 1 esso è definito il mistero
trobattere ciascuna di queste teorie in della volontà di Dio e guarda al tempo
modo convincente. Grazie all’evidenza in cui tutte le cose, nei cieli e sulla ter-
di tale prova estrinseca e al significativo ra, saranno raccolte in Cristo (vv. 9-10). I
numero di esegeti, per i quali la Lettera credenti giudei (v. 12, “noi”) e i credenti
agli Efesini non si limita a rientrare nel- stranieri (v. 13, “voi”) condivideranno
lo stile e nello spirito di Paolo, ma ne è, la gloria di quel giorno; essi regneran-
come sostiene Coleridge, lo “scritto più no su tutto l’universo con Dio, come
divino”, la lettera dovrebbe essere con- suo Corpo e compimento di ogni cosa
siderata autentica. (vv. 22-23).
Il cap. 2 descrive il processo median-
III. Data te il quale Giudei e stranieri sono salva-
Insieme a Colossesi, Filippesi e File- ti dalla grazia di Dio, sono riconciliati
mone, Efesini è una delle cosiddette con Dio e gli uni con gli altri, e descrive
“lettere della prigionia”. Si è dibattuto a come, uniti a Cristo, essi diventano un
lungo su quale fosse l’imprigionamen- unico, nuovo uomo e come formano
to cui si fa riferimento in 3:1 e 4:1: al- un tempio santo nel quale Dio dimora
cuni ritengono che si tratti del periodo per mezzo del suo Spirito.
di due anni che Paolo trascorse a Cesa- Il cap. 3 offre la spiegazione più cir-
rea o, perfino, di una (mai dimostrata) costanziata del mistero. Qui si parla del
prigionia a Efeso. Nondimeno, il peso “mistero di Cristo” (v. 4) per indicare
delle prove sembra proprio avvalorare Cristo, il Capo, e tutti i credenti, il suo
la tesi del primo imprigionamento ro- Corpo. In questo Corpo i credenti stra-
mano (di poco successivo al 60 d.C.). nieri sono (al pari dei Giudei convertiti)
Come nel caso di Colossesi (Cl 4:7-9), il coeredi, membra e compartecipi della
latore di questa lettera nella provincia promessa di Dio (v. 6).
d’Asia fu Tichico (6:21-22). In tal modo Il cap. 4 pone l’enfasi sull’unità del
si spiegano le analogie dottrinali, poi- Corpo e sul piano di Dio per la relativa
ché le stesse idee erano ancora fresche crescita e maturazione (vv. 1-16).
nella mente dell’apostolo nel periodo Nel cap. 5 Paolo esprime il mistero
in cui egli redasse queste lettere. “riguardo a Cristo e alla chiesa” (v. 32).
Il rapporto tra Cristo e la chiesa è il
IV. Contesto e tema modello per la relazione tra coniugi
Il tema principale di Efesini è quello credenti.
che Paolo chiama “il mistero”. Con Infine, nel cap. 6, Paolo si dedica al
tale espressione l’apostolo non inten- mistero del vangelo, a causa del quale era

850
EFESINI

un “ambasciatore in catene” (vv. 19-20). volontà) è un altro importante tema pre-


Proviamo a immaginare l’impatto sente in Efesini. Paolo inizia e termina la
che queste notizie dovettero avere sugli sua lettera con questo concetto di amore
stranieri e sui pagani convertiti, cui esse (1:5; 6:24), riproponendolo più frequen-
erano indirizzate. Non solamente salva- temente che in qualsiasi altra sua lettera.
ti per grazia mediante la fede, al pari dei Ciò può essere una dimostrazione della
Giudei: essi occupavano, per la prima preconoscenza dello Spirito Santo giac-
volta, una posizione di pari prestigio. Agli ché, trent’anni dopo, nella lettera alla
occhi di Dio essi non apparivano inferiori chiesa di Efeso, il Signore si sarebbe ri-
ed erano destinati a regnare con Cristo volto a quella grande e attiva comunità,
come suo Corpo e sua Sposa, condivi- la quale continuava a ubbidire all’ordine
dendone la gloria del regno universale. di combattere la falsa dottrina, rimpro-
L’amore (dal gr. agape, un termine verandole proprio la mancanza d’amore
che definisce l’amore espresso tramite la (agapên; vd. Ap 2:4).

Sommario

I. LA POSIZIONE DEL CREDENTE IN CRISTO


(capp. 1−3)
A. Saluti (1:1-2)
B. Paolo loda Dio per le benedizioni della sua grazia (1:3-14)
C. Ringraziamento e intercessione di Paolo per i santi (1:15-23)
D. La potenza di Dio si manifesta nella salvezza degli stranieri e dei Giudei (2:1-10)
E. Unità dei credenti giudei e stranieri in Cristo (2:11-22)
F. Una parentesi sul mistero (3:1-13)
G. Paolo prega per i santi (3:14-19)
H. Dossologia di Paolo (3:20-21)

II. L’ESPERIENZA PRATICA DEL CREDENTE NEL SIGNORE


(capp. 4−6)
A. Appello all’unità nella chiesa cristiana (4:1-6)
B. Programma per il funzionamento appropriato delle membra del corpo (4:7-16)
C. Appello per una nuova moralità (4:17−5:21)
D. Appello a una pia condotta nella vita della famiglia (5:22−6:9)
E. Esortazioni per il combattimento cristiano (6:10-20)
F. Saluti personali di Paolo (6:21-24)

851
EFESINI 1:1

Commentario

I. LA POSIZIONE DEL CREDENTE che costoro non conducevano una vita


IN CRISTO (capp. 1−3) santificata. Dio, tuttavia, desidera che
le nostre azioni riflettano la posizione
A. Saluti che occupiamo: i santi devono com-
(1:1-2) portarsi come tali.
1:1 In latino il nome Paolo significa ...e ai fedeli in Cristo Gesù. Il termi-
“piccolo”. Nonostante l’aspetto fisico ne fedeli indica “coloro che credono” e
dell’apostolo fosse, probabilmente, definisce tutti i veri credenti. Natural-
tale da giustificare questo appellativo, mente i credenti devono anche essere
la sua statura spirituale e l’influenza fedeli, ossia leali e affidabili. Tuttavia,
esercitata furono immense. il concetto fondamentale che qui si
Qui egli si presenta come apostolo intende esprimere è che essi avevano
di Cristo Gesù. Ciò significa che Pao- riconosciuto Cristo Gesù come loro
lo fu incaricato di portare a termine unico Signore e Salvatore.
una missione speciale direttamente Pur trovandosi nella maggior parte
dal Signore risorto e asceso in cielo. dei mss., l’espressione in Efeso è assente
Questa missione consisteva nel predi- in due dei mss. più antichi. Molti studio-
care il vangelo agli stranieri e nel pro- si ritengono che questa fosse una lettera
clamare la grande verità riguardante circolare, scritta per essere letta nelle
la chiesa (vd. 3:8-9). Poiché la Lettera assemblee locali dei credenti di diverse
agli Efesini tratta della chiesa e poiché zone, delle quali la chiesa di Efeso era
questa verità fu dapprima rivelata agli la principale. Fortunatamente la que-
apostoli e ai profeti (vd. 3:5), è giusto stione non intacca né l’autenticità della
che Paolo si definisca apostolo. Non lettera né il valore che essa ha per noi.
si tratta di presunzione, bensì di una 1:2 Seguono i saluti dell’apostolo ai
spiegazione riguardo all’autorità di cui santi (vd. nota a 1:1). Ogni parola è ri-
Paolo è investito per affrontare tale ar- colma di significato spirituale, diver-
gomento. La fonte della sua autorità è samente da molte vuote espressioni di
rivelata dalle parole per volontà di Dio. saluto in uso oggigiorno.
Paolo non scelse quest’attività come La grazia indica l’assistenza divina per
un’occupazione con la quale sostenersi la vita di tutti i giorni. I lettori di Paolo
economicamente e nessun uomo gliene erano già stati salvati per grazia da Dio, il
aveva affidato l’incarico in tal senso. La quale è misericordioso nei confronti dei
sua fu una chiamata divina, dal princi- peccatori perduti e indegni. Ora, tutta-
pio alla fine (vd. Ga 1:1). via, essi avevano bisogno di ricevere da
La lettera è indirizzata ai santi che Dio la forza per affrontare i problemi, le
sono in Efeso e ai fedeli in Cristo Gesù. prove e i dolori della vita. Questo è quan-
I santi sono coloro che vivono separati to l’apostolo auspica per loro.
dal mondo per servire Dio. Si tratta di La pace indica la quiete spirituale in
un appellativo che, nel N.T. è attribui- tutte le mutevoli circostanze della vita.
to a tutti i credenti nati di nuovo, con I santi avevano già sperimentato la pa-
sostanziale riferimento alla loro po- ce con Dio quando si erano convertiti;
sizione in Cristo piuttosto che al loro nondimeno, giorno dopo giorno, essi
merito, o valore intrinseco. In Cristo avevano bisogno della pace di Dio, os-
tutti i credenti sono santi, malgrado sia di quel riposo quieto e duraturo che
il loro atteggiamento non sia sempre è indipendente dalle circostanze e che
“santo”. Si noti, ad esempio, che Pao- scaturisce dal portare tutto in preghie-
lo si rivolgeva ai Corinzi chiamandoli ra a Dio (vd. Fl 4:6-7).
santi (p. es. in 1 Co 1:2) nonostante, Vale la pena rilevare che la grazia
dalle righe successive, appaia chiaro viene prima della pace. L’ordine è sem-

852
EFESINI 1:3

pre questo. Solo dopo che la grazia ha toccando una delle vette più sublimi
affrontato la questione del peccato si dell’adorazione presenti nel N.T. Qui il
può giungere alla pace. E solo attraver- suo cuore traboccante adora Dio per
so l’immeritata forza che Dio dà giorno le benedizioni della sua grazia. Nei
dopo giorno il credente può sperimen- vv. 3-14 Paolo descrive l’attività di Dio
tare la pace, la perfetta pace in tutte le nella salvezza da ogni eternità, nel
circostanze mutevoli della vita. tempo e fino all’eternità futura. Ciò
Grazia (gr. charis ) è un termine comporta, necessariamente, una disa-
squisitamente ellenico. Per salutare, i mina sul mistero della volontà di Dio:
Giudei usano il termine pace (ebr. sha- che i credenti, giudei e stranieri, condi-
lom). Insieme, queste due espressioni vidano la gloriosa eredità.
costituiscono il compendio del vangelo L’autore dà inizio al capitolo con
per il mondo intero. Insieme, esse rias- l’appello a tutti coloro che conoscono
sumono altresì la verità della chiesa Dio affinché lo benedicano o, in altre
neotestamentaria che Paolo espone parole, affinché rallegrino il suo cuo-
appieno in Efesini: Giudei e stranieri re lodandolo e adorandolo con since-
formano un solo Corpo in Cristo. rità. Benedetto sia il Dio e Padre del
La grazia e la pace provengono da nostro Signore Gesù Cristo. Gesù fece
Dio, nostro Padre, e dal Signore Gesù talvolta riferimento all’Eterno chia-
Cristo. Paolo non esitava a mettere il mandolo Dio (vd. Mt 27:46). Spesso
Signore Gesù sullo stesso piano di Dio ne parlava come del Padre (vd. Gv
Padre: infatti, egli onorava il Figlio allo 10:30). Colui che è benedetto è anche
stesso modo in cui onorava il Padre. colui che benedice. Noi benediciamo
Tale dovrebbe essere anche il nostro Dio con la lode; egli ci benedice e ci
atteggiamento (cfr. Gv 5:23). rallegra ricolmandoci delle ricchezze
Non possiamo tralasciare lo straor- della sua grazia.
dinario vincolo che lega gli elementi Egli ci ha benedetti di ogni bene-
della locuzione Dio, nostro Padre. L’ap- dizione spirituale nei luoghi celesti in
pellativo di Dio, di per sé, trasmette il Cristo. Ecco la piramide della grazia:
concetto dell’Assoluto, altissimo, infi- benedizione
nito e inaccostabile; l’appellativo Padre benedizione spirituale
indica colui che è intimamente vicino ogni benedizione spirituale
e accessibile. Collegando i due termini ogni benedizione spirituale
con l’aggettivo nostro, ricaviamo la stu- nei luoghi celesti
pefacente verità che il sommo Dio, che ogni benedizione spirituale
appartiene all’eternità, è l’amorevole nei luoghi celesti in Cristo
Padre di chiunque è nato di nuovo me-
diante la fede nel Signore Gesù. È bene considerare la generosità
L’appellativo completo del Salvatore del cuore e delle mani di Cristo, che ci
è Signore Gesù Cristo. Come Signore, colma di ogni benedizione spiritua-
egli è la nostra guida suprema, con le. È altresì importante rilevare che
pieni diritti su tutto ciò che siamo e queste benedizioni sono spirituali. Il
possediamo. In quanto Gesù, egli ci ha modo più semplice per spiegare que-
salvato dai peccati. In quanto Cristo, sto concetto consiste nel raffronto di
egli è Profeta, Sacerdote e Re per con- queste benedizioni con le benedizio-
sacrazione divina. Quante cose rivela il ni di cui godeva Israele sotto la legge.
suo nome a chiunque presti ascolto! Nell’A.T. il Giudeo fedele e ubbidiente
era premiato con una lunga vita, una
B. Paolo loda Dio per le benedizioni famiglia numerosa, raccolti abbon-
della sua grazia (1:3-14) danti e protezione dai nemici (vd. De
1:3 Subito dopo i brevi saluti, l’apo- 28:2-8). Al contrario, le benedizioni
stolo eleva un magnifico inno di lode, della fede in Cristo sono di natura

853
EFESINI 1:3

spirituale perché consistono in tesori …in Cristo è una delle espressioni


immateriali, invisibili e inesauribili. chiave di Efesini. Nel N.T. sono pre-
Anche i santi veterotestamentari go- senti due verità strettamente corre-
devano di benedizioni spirituali ma, late: la posizione del credente e la sua
come vedremo più avanti, oggi il cre- effettiva esperienza.
dente si giova di benedizioni allora Esaminiamo, innanzi tutto, la po-
sconosciute. sizione del credente.
Le nostre benedizioni sono nei luo- Nel mondo o si è “in Adamo” o si è
ghi celesti : non si tratta di benedizioni “in Cristo”. Coloro che sono “in Ada-
materiali terrene, bensì di benedizioni mo” rimangono nei loro peccati e
ultraterrene, di tipo spirituale. Nella sono, quindi, condannati agli occhi
Lettera agli Efesini le espressioni nei di Dio. Non c’è nulla che essi possa-
luoghi celesti e “nel cielo” ricorrono no fare per piacere a Dio o per gua-
più volte: dagnare il suo favore. Costoro non
possono rivendicare alcunché nei
1:3 la sfera di ogni nostra benedizio- confronti di Dio e, se dovessero effet-
ne spirituale; tivamente ricevere ciò che meritano,
1:20 il contesto dell’attuale insedia- sarebbero perduti per l’eternità.
mento sul trono di Cristo; È importante comprendere che,
2:6 il contesto del nostro attuale inse- quando un individuo si converte,
diamento sul trono in Cristo; non è più considerato come un figlio
3:10 il luogo dove gli angeli sono testi- condannato di Adamo: Dio lo vede,
moni della saggezza di Dio rivela- bensì, come dimorante in Cristo e, su
ta nella chiesa; tale base, lo accetta.
6:12 l’ambito in cui si origina il nostro Il peccatore che perviene alla fede
attuale conflitto con gli spiriti non è accettato per quello che è in sé,
malvagi. bensì perché è in Cristo. Quando è in
Cristo, egli si presenta a Dio rivestito
Concatenando questi brani, abbia- della stessa accettabilità di Cristo e
mo un’autentica definizione scritturale godrà del favore e del consenso di Dio
dei luoghi celesti. Come ha affermato tanto quanto Cristo, vale a dire per
Unger, i luoghi celesti sono “l’ambi- sempre.
to della posizione e dell’esperienza La posizione del credente, dunque,
del credente, come risultato della sua consiste in “ciò che egli è in Cristo”.
unione con Cristo mediante il batte- Ma c’è anche un altro aspetto da
simo dello Spirito”. Ogni benedizione non trascurare: l’esperienza pratica .
spirituale è in Cristo. Tutte le benedi- Quest’ultima fa riferimento a ciò che
zioni ci sono state conquistate da Cri- il credente è in sé. La sua posizione è
sto sul Golgota e ora, per mezzo di lui, perfetta, ma le sue azioni non lo sono.
sono disponibili. Tutto ciò che Dio ha Ora, Dio vuole che esse siano più coe-
in serbo per il credente è custodito nel renti con la posizione del credente. A
Signore Gesù. Per ricevere le benedi- tale riguardo, ciò non si compirà per-
zioni, dobbiamo essere uniti a Cristo fettamente che in cielo; nondimeno,
per fede. Non appena l’individuo è in il processo di santificazione, crescita
Cristo, comincia a prendere il pieno e maggior conformità a Cristo do-
possesso di tutte queste benedizioni. vrebbe proseguire ininterrottamente
Chafer scrive: mentre il credente è sulla terra.
“Essere in Cristo, che è parte dell’ere- Comprendere la differenza tra la
dità di chiunque viene salvato, consi- posizione occupata dal credente e il
ste nel prendere parte a tutto quello suo stato effettivo ci permette di con-
che Cristo ha fatto, a tutto quello che ciliare alcuni versetti, apparentemen-
egli è e a tutto quello che mai sarà”.(2) te contrastanti, come i seguenti:

854
EFESINI 1:4

I credenti sono perfetti (cfr. Eb 10:14) I credenti dovrebbero essere perfetti (cfr. Mt 5:48)
I credenti sono morti al peccato (cfr. Ro 6:2) I credenti dovrebbero considerarsi morti al peccato
(cfr. Ro 6:11)
I credenti sono un popolo santo (cfr. 1 P 2:9) I credenti dovrebbero essere santi (cfr. 1 P 1:15)

La prima colonna fa riferimento al- do. Lo scopo si spiega in questa nuova


la posizione, la seconda all’esperienza rivelazione: perché fossimo santi e
pratica, allo stato effettivo del credente. irreprensibili dinanzi a lui. Tale scopo
In effetti la Lettera agli Efesini si non sarà realizzato appieno finché non
suddivide in due parti, in cui si enun- saremo in cielo con il Signore (vd. 1 Gv
ciano queste due verità: 3:2), ma il processo dovrebbe iniziare
1) capp. 1−3: la nostra posizione, ossia ed essere regolarmente perseguito fin
ciò che noi siamo in Cristo; dalla nostra esistenza terrena.
2) capp. 4−6: la nostra esperienza prati-
Preghiera:
ca, ossia ciò che dovremmo essere. “Signore, rendimi santo adesso,
La prima metà fa riferimento alla giacché questo è il tuo piano
dottrina, la seconda metà al dovere/ finale per me.
impegno. Nei primi tre capitoli la nostra Amen”.
posizione è spesso descritta con locu-
zioni come “in Cristo”, “in Cristo Gesù”,
“in lui”, “nel quale”. Negli ultimi tre ca- L’ELEZIONE DIVINA
pitoli si ricorre diffusamente all’espres-
sione “nel Signore” per esprimere la La dottrina dell’elezione solleva tanti e
responsabilità del credente verso Cristo, tali problemi nell’umano intelletto, che
suo Signore. È stato detto, a buon diritto, occorre considerare più approfondita-
che la prima parte della lettera raffigura mente ciò che la Bibbia insegna (e ciò
il credente nei luoghi celesti, ossia che che non insegna) al riguardo.
condivide l’eredità celeste con Cristo In primo luogo, la Bibbia insegna che
e in Cristo, laddove la seconda parte lo Dio elegge gli uomini a salvezza (vd. 2 Te
presenta in cucina, alle prese con le co- 2:13). Essa si rivolge ai credenti come a
muni attività quotidiane. coloro che sono “eletti secondo la pre-
Ora è possibile considerare alcune be- scienza di Dio Padre” (1 P 1:2) e spiega
nedizioni di natura spirituale nei luoghi che, mediante la risposta personale al
celesti che ci appartengono in Cristo. vangelo, ciascuno è in grado di sapere
1:4 La prima benedizione è comune- se è stato eletto: coloro che ascoltano
mente nota come elezione. In lui ci ha il vangelo e lo accettano sono gli eletti
eletti prima della fondazione del mon- (vd. 1 Te 1:4-7).
do perché fossimo santi e irreprensibili D’altro canto, la Bibbia non inse-
dinanzi a lui. gna mai che Dio elegge gli uomini
In primo luogo, è interessante no- alla perdizione. L’elezione di alcuni
tare l’aspetto positivo dell’elezione a salvezza non comporta la condan-
nell’espressione ci ha eletti. Occorre, na arbitraria di tutti gli altri. Dio non
inoltre, notare l’aspetto della nostra po- condanna mai gli uomini che merita-
sizione, in lui: è nella Persona e nell’ope- no di essere salvati (non ve ne sono!),
ra del Signore Gesù che si compiono bensì salva alcuni che dovrebbero
tutti i piani di Dio per il suo popolo. essere condannati. Paolo descrive gli
Un’altra indicazione, di tipo temporale, eletti come “vasi di misericordia” che
dell’elezione di Dio è fornita dall’espres- Dio “aveva già prima preparati per la
sione prima della fondazione del mon- gloria” (Ro 9:23); al contrario, allorché

855
EFESINI 1:5

fa riferimento ai perduti, si limita a mistero... Ma lo è soltanto per noi, non


descriverli semplicemente come “vasi per Dio! La migliore linea di condotta
d’ira preparati per la perdizione” (Ro da tenersi consiste nel far tesoro di
9:22). Dio prepara dei vasi di miseri- entrambi gli insegnamenti, giacché la
cordia alla gloria, ma non predispone Bibbia li propone entrambi. La verità
gli uomini per la distruzione: questi non si trova in qualche punto indefini-
ultimi si distruggono da sé, con la loro to tra elezione divina e libero arbitrio
incredulità. umano, bensì nei due estremi. W.G.
La dottrina dell’elezione rileva la Blaikie riassume il concetto:
sovranità: Dio è Dio e, dunque, può
Divina sovranità, responsabilità
comportarsi come meglio gli aggrada, umana e l’universale e gratuita of-
quantunque egli non si permetta mai ferta di misericordia si trovano tutte
di operare l’iniquità. Abbandonati a nella Scrittura e, malgrado noi siamo
se stessi, gli uomini sarebbero perduti. incapaci di armonizzarle mediante
Dio non avrebbe, dunque, il diritto di la nostra logica, ciascuna di loro deve
dimostrare misericordia nei confronti trovare posto nella nostra mente.(3)
di alcuni di essi?
Tuttavia, questo non è l’unico
aspetto della questione; la Bibbia 1:5 La seconda benedizione spiritua-
stessa, oltre a insegnare l’elezione le offerta dal tesoro della grazia di Dio
divina (e sovrana), insegna anche la è la predestinazione, la quale si differen-
responsabilità umana . Nessuno può zia dall’elezione, benché sia in qualche
addurre la dottrina dell’elezione co- modo riconducibile ad essa. L’elezione
me giustificazione del proprio stato rappresenta la scelta divina di condurre
di perdizione. Dio offre sinceramente a salvezza. La predestinazione, non-
la salvezza a tutti gli uomini, ovunque dimeno, costituisce un ulteriore passo
essi si trovino (vd. Gv 3:16; 3:36; 5:24; avanti: questo termine sta a significa-
Ro 10:9, 13). Chiunque può essere re che Dio ha stabilito, prima di tutti i
salvato, a condizione che si penta dei tempi, che tutti coloro che sarebbero
propri peccati e creda nel Signore Ge- stati salvati sarebbero entrati a far parte
sù Cristo. Di conseguenza, l’indivi- della sua famiglia come suoi figli. Egli
duo è perduto soltanto quando sceglie avrebbe potuto salvarci anche in assen-
di esserlo, non perché sia Dio a voler- za di tale adozione, tuttavia ha scelto di
ne la perdizione. agire in entrambi i sensi.
In realtà, la Bibbia insegna l’ele- …avendoci predestinati nel suo amo-
zione (e la salvezza) gratuita per tutti re: questa espressione ci ricorda l’amore
coloro che la riceveranno. Il compen- senza pari che ha spinto Dio ad agire con
dio di entrambe le dottrine si trova in tanta clemenza nei nostri confronti.
un singolo versetto:“Tutti quelli che …avendoci predestinati… a essere
il Padre mi dà verranno a me; e colui adottati… come suoi figli… Tali espres-
che viene a me, non lo caccerò fuori” sioni rivelano la nostra gloriosa adozione.
(Gv 6:37). Il concetto neotestamentario di adozione
La prima metà del versetto fa riferi- indica che il credente entra a far parte
mento alla scelta (elezione) sovrana di della famiglia di Dio con la maturità di un
Dio laddove la seconda metà fa riferi- figlio adulto, con tutti i privilegi e tutte le
mento all’universale offerta della sua responsabilità inerenti a tale condizione
misericordia. (vd. Ga 4:4-7). Lo Spirito di adozione infon-
Ciò è, umanamente, difficile da de nel credente l’istinto di rivolgersi a Dio
comprendere: come può Dio sceglie- come a un padre, il Padre (vd. Ro 8:15).
re alcuni e, nello stesso tempo, offrire Siamo stati adottati per mezzo di
gratuitamente la salvezza a tutti gli Gesù Cristo. Dio non ci avrebbe mai
uomini? Francamente questo è un potuto condurre così vicino a sé finché

856
EFESINI 1:9

fossimo rimasti nei nostri peccati. Per- 1:7 Alla scoperta dell’immensa por-
ciò il Signore Gesù è venuto sulla terra, tata del piano eterno di Dio per il suo
per dirimere la questione del peccato popolo, ci troviamo di fronte all’aspetto
e soddisfare la necessità di giustizia di della redenzione. Essa descrive l’aspetto
Dio mediante la propria morte, sepoltu- dell’opera di Cristo grazie al quale sia-
ra e risurrezione. È l’infinito valore del mo liberati dai vincoli e dalla colpa del
suo sacrificio al Golgota che fornisce il peccato e abbiamo accesso a una vita di
giusto fondamento mediante il quale libertà. Il Signore Gesù è il Redentore (In
Dio può adottarci come suoi figli. lui abbiamo la redenzione) e noi siamo
E tutto avviene secondo il disegno i redenti. Il suo sangue è il prezzo del ri-
benevolo della sua volontà. Questa è la scatto; nient’altro potrebbe esserlo.
sovrana motivazione circa l’origine del- Uno degli effetti della redenzione è
la nostra predestinazione. Perché Dio il perdono dei peccati. Il perdono non
ha fatto tutto ciò? Semplicemente per- equivale alla redenzione, ne è, bensì,
ché tale era il suo disegno benevolo. Egli uno dei tanti frutti. Cristo ha dovuto
non poteva essere soddisfatto finché rendere a Dio piena soddisfazione dei
non si fosse circondato di figli conformi nostri peccati prima che questi potes-
all’immagine del suo unigenito Figlio, a sero esserci perdonati. Ciò avvenne
lui uniti e a lui simili, per l’eternità. sulla croce. E ora:
1:6 …a lode della gloria della sua Soddisfatta è la rigorosa giustizia,
grazia, che ci ha concessa nel suo ama- Or la misericordia elargirà
to Figlio. Contemplata la divina grazia con dovizia.
mediante la quale noi tutti siamo stati - Albert Midlane
eletti e predestinati a essere figli di Dio,
Paolo corona la sua meditazione con La misura del nostro perdono si
quest’espressione, la quale è, nel con- rileva dall’espressione secondo le ric-
tempo, esclamazione, spiegazione ed chezze della sua grazia. Solo misuran-
esortazione. In primo luogo, si tratta di do le ricchezze della grazia di Dio noi
un’esclamazione: un pio sospiro di fronte saremmo in grado di misurare la pie-
alle glorie trascendenti di una tale grazia. nezza del suo perdono. La sua grazia è
Segue la spiegazione relativa all’oggetto e infinita! Così pure il suo perdono !
al risultato di ogni aspetto della miseri- 1:8 È per grazia che Dio ci ha eletti,
cordiosa relazione di Dio con noi: la sua predestinati e redenti. Ma non è tutto:
gloria. A lui dobbiamo adorazione eterna la sua grazia è scesa abbondantemente
per la sua ineffabile benignità. Notiamo su di noi dandoci ogni sorta di sapien-
come si sviluppa la sua grazia: essa ci è za e d’intelligenza . Ciò significa che
stata concessa (gratuitamente). Noi sia- egli ha benevolmente condiviso con
mo i beneficiari della grazia che ci è stata noi i suoi piani e i suoi obiettivi. Egli
concessa. Il canale della sua grazia è il desidera che noi conosciamo e com-
suo amato Figlio. Troviamo, infine, l’esor- prendiamo i suoi propositi per la chie-
tazione. Paolo sta dicendo: “Lode a Dio sa e per l’universo intero; per questo ci
per la sua gloriosa grazia !” Lodiamolo, ha concesso la sua fiducia e rivelato il
dunque, prima di procedere! grandioso traguardo verso il quale si
Gran Dio delle meraviglie! sta avviando tutta la storia.
Tutte le tue vie 1:9 Adesso Paolo spiega il modo par-
Rivelano le tue qualità divine; ticolare in cui Dio, facendoci conoscere
Ma della tua grazia le fulgide glorie il mistero della sua volontà, ci ha dona-
Risplendono più di tutti i tuoi prodigi: to abbondante sapienza e intelligenza.
Qual è il Dio che come te perdona? Questo è il tema principale della lette-
O sì abbondante e gratuita ra: la gloriosa verità riguardante Cristo
grazia ci dona? e la chiesa. Si tratta di un mistero, non
- Samuel Davies perché sia inspiegabile od oscuro, ma

857
EFESINI 1:10

perché si tratta di un segreto divino, Talvolta il v. 10 viene citato a soste-


sconosciuto fino ad allora, ma ora rive- gno della falsa dottrina della salvezza
lato ai santi (vd. nota a 1:1). Il glorioso universale e manipolato in modo tale da
piano scaturì dalla volontà sovrana di lasciare intendere che, alla fine, tutto e
Dio, a prescindere da qualsiasi influen- tutti saranno riabilitati e riconciliati in
za esterna: esso fu attuato secondo il Cristo. Tuttavia, questo concetto è total-
suo disegno benevolo. E il grandioso mente estraneo al brano in questione.
oggetto del piano è il Signore Gesù Cri- Qui Paolo allude al dominio universale,
sto, come indica l’espressione che ave- non alla salvezza universale!
va prestabilito dentro di sé. 1:11 I credenti giudei e quelli stranie-
1:10 Ora Paolo si appresta a spiega- ri hanno un ruolo in questo grandioso
re in maggior dettaglio il segreto del programma divino: questa è una ca-
piano di Dio. In questo capitolo egli fa ratteristica essenziale del mistero. Nei
particolare riferimento all’aspetto fu- vv. 11-12 l’apostolo parla del mistero
turo del mistero, laddove, nei capp. 2 e con riferimento ai credenti giudei, nel
3, egli getterà nuova luce sulla sua at- v. 13 con riferimento ai credenti stra-
tuale connotazione. nieri e, infine, nel v. 14 fa riferimento a
L’epoca cui Paolo fa riferimento è entrambi.
indicata dall’espressione per realizzar- A proposito dei credenti di discen-
lo quando i tempi fossero compiuti. A denza giudaica, Paolo scrive: In lui
quanto pare si tratta del millennio, il siamo anche stati fatti eredi. Il diritto
periodo in cui Cristo tornerà sulla terra di costoro a una parte dell’eredità non
per regnare come “Re dei re e Signore si fonda sui loro precedenti privilegi
dei signori” (1 Ti 6:15; Ap 17:14; 19:16). nazionalistici, bensì unicamente sulla
Dio ha in serbo uno speciale piano di loro unione con Cristo. La condizione
gestione per l’era conclusiva della sto- di eredi guarda al tempo in cui, da-
ria umana su questa terra. vanti al mondo stupefatto, i credenti
Tale piano consiste nel raccoglie- giudei e tutti i veri credenti si manife-
re sotto un solo capo, in Cristo, tutte steranno come Corpo di Cristo e Sposa
le cose. Durante il regno millenniale dell’Agnello.
tutte le cose: tanto quelle che sono nel Sin dall’eternità i credenti giudei fu-
cielo, quanto quelle che sono sulla ter- rono scelti dalla volontà sovrana di Dio
ra saranno raccolte in Cristo. Il Salva- per occupare questa posizione di pri-
tore, che ora è respinto e disconosciuto, vilegio, essendo stati predestinati se-
in quel tempo prevarrà, sarà il Signore condo il proposito di colui che compie
di tutto e di tutti, oggetto dell’adorazio- ogni cosa secondo la decisione della
ne universale. Questa è la meta di Dio: propria volontà.
stabilire Cristo come Capo di tutte le 1:12 Nella prospettiva di tale prede-
cose, celesti e terrene, nel regno. stinazione essi dovevano essere a lode
…tutte le cose: tanto quelle che so- della sua gloria. In altre parole, i cre-
no nel cielo, quanto quelle che sono denti giudei sono trofei della grazia di
sulla terra ; da tale espressione si evin- Dio, dimostrazione vivente di ciò che
ce l’estensione del dominio di Cristo. A egli è in grado di plasmare dal materia-
tale proposito, John G. Bellett scrive: le più vile: in tal modo essi gli rendono
Questo è un segreto mai rivelato pri- la gloria che gli è dovuta.
ma. Nel libro del profeta Isaia abbia- L’apostolo parla di se stesso e degli
mo una bella immagine del millennio altri credenti giudei come di coloro
sulla terra; ma raggiungeremo mai i che per primi hanno sperato in Cristo.
cieli millenari con Cristo alla loro te- Egli allude al residuo fedele fra i Giu-
sta? Isaia disse mai che tutte le cose dei che rispose al vangelo agli albori
nel cielo e sulla terra dovranno essere del cristianesimo. La buona notizia
raccolte nell’Uomo glorificato?(4) fu predicata dapprima ai Giudei. La

858
EFESINI 1:14

maggior parte della nazione d’Israele Non appena avevano creduto, ave-
l’aveva decisamente respinta, ma una vano ricevuto il sigillo dello Spirito
parte di essa, il residuo fedele, credette Santo che era stato promesso. Ciò si-
nel Signore Gesù. Paolo apparteneva a gnifica che ogni vero credente riceve
quest’ultimo gruppo. lo Spirito di Dio come segno di appar-
Le cose andranno diversamente al- tenenza a Dio e di salvaguardia fino
lorché il Signore tornerà sulla terra per al tempo in cui riceverà un corpo glo-
la seconda volta. Quel giorno gli uomini rificato. Proprio come nelle questioni
“guarderanno… a colui che essi hanno legali un sigillo indica una proprietà o
trafitto, e ne faranno cordoglio come una garanzia, lo stesso avviene negli
si fa cordoglio per un figlio unico” (Za affari divini. Lo Spirito che dimora in
12:10). “E tutto Israele sarà salvato, noi ci marchia come proprietà divina
così come è scritto: ‘Il liberatore verrà (vd. 1 Co 6:19-20) e ci salvaguarda fino
da Sion. Egli allontanerà da Giacobbe al giorno della redenzione (vd. Ef 4:30).
l’empietà’” (Ro 11:26b-27a). Il nostro sigillo è lo Spirito Santo che
Paolo e i credenti di stirpe giudaica era stato promesso. Anzitutto si tratta
suoi contemporanei confidarono nel dello Spirito Santo : tale è, infatti, la sua
Messia prima del resto della nazione. natura intrinseca. Inoltre, si tratta del-
Ecco perché l’apostolo scrive: noi, che lo Spirito che è stato promesso sia dal
per primi abbiamo sperato in Cristo. Padre (vd. Gl 2:28; At 1:4) sia dal Signo-
Coloro che sperarono per primi nel re Gesù (vd. Gv 16:7), il quale garanti-
Messia regneranno con lui sulla terra. sce l’adempimento di tutte le promesse
Il resto della nazione gli sarà sottopo- che Dio ha fatto al credente.
sta nel suo regno. Il v. 13 completa il primo dei nume-
1:13 Dal pronome voi che subentra al rosi riferimenti alla Trinità presenti in
“noi” si intuisce che Paolo, dopo essersi questa lettera:
rivolto ai credenti giudei per nascita, - Dio Padre (v. 3);
si rivolge ora a quelli di discendenza - Dio Figlio (v. 6);
pagana. Coloro che hanno abbando- - Dio Spirito (v. 13).
nato il paganesimo e si sono convertiti 1:14 Dopo essersi espresso alla pri-
hanno una parte nel mistero di Dio, al ma persona plurale nei vv. 11-12 (“sia-
pari dei Giudei convertiti. L’apostolo mo”… “noi”… “abbiamo sperato”) e
traccia, pertanto, le tappe attraverso le alla seconda persona plurale nel v. 13
quali gli Efesini e gli altri stranieri sono (“voi”… “avete ricevuto”), in questo
condotti all’unione con Cristo; costoro versetto Paolo rende il concetto co-
avevano, infatti: a) ascoltato il vange- mune declinando l’aggettivo possessi-
lo; b) creduto in Cristo; c) ricevuto il vo alla prima persona plurale: nostra
sigillo dello Spirito Santo che era stato eredità . Tramite questo ingegnoso
promesso. espediente letterario, l’apostolo an-
Dapprima costoro avevano ascoltato ticipa brevemente ciò che spiegherà
la parola della verità, il vangelo della più dettagliatamente nei capp. 2 e 3:
loro salvezza : si tratta essenzialmente l’unione di credenti giudei e credenti
dell’ascolto della buona notizia della stranieri nella formazione di un nuo-
salvezza mediante la fede nel Signore vo organismo: la chiesa.
Gesù, ma, in senso più ampio, abbrac- Lo Spirito Santo è pegno della nostra
cia anche l’ascolto di tutti gli insegna- eredità, una caparra a garanzia del fu-
menti di Cristo e degli apostoli. turo saldo. È come se il pagamento fos-
Dopo aver ascoltato questo messag- se stato effettuato, anche se la somma
gio, essi si erano impegnati con Cristo non è stata ancora versata del tutto.
con un deciso atto di fede. Il vero og- Non appena siamo salvati, lo Spirito
getto della fede è il Signore Gesù. La Santo comincia a rivelarci alcune delle
salvezza si trova soltanto in lui. ricchezze che ci appartengono in Cristo,

859
EFESINI 1:15

lasciandoci pregustare la gloria futura. rimento alla chiesa (vd. 1 P 2:9: “Un
Come possiamo, tuttavia, essere certi popolo che Dio si è acquistato”). In
che un giorno entreremo in possesso questo caso, essa attende con impa-
della piena eredità? Lo Spirito Santo in zienza la redenzione che si compi-
persona funge da caparra o pegno. rà in occasione del suo rapimento,
Come sigillo, lo Spirito Santo attesta allorché Cristo presenterà a sé una
che saremo messi al sicuro per l’eredi- chiesa “gloriosa, senza macchia, sen-
tà. Come garanzia, assicura che l’eredi- za ruga o altri simili difetti” (5:27).
tà sarà tenuta in serbo per noi. Alcuni ritengono che, in tal senso,
Lo Spirito è il pegno della nostra fra quelli che Dio si è acquistati figu-
eredità fino alla piena redenzione di rino altresì i santi dell’A.T.
quelli che Dio si è acquistati. Il pegno Indipendentemente dal nostro pun-
indica la piena redenzione, così come to di vista, il risultato finale non cam-
le primizie annunciano il futuro rac- bia: tutto si compirà a lode della sua
colto. Il ruolo di garante dello Spirito gloria. Un giorno il meraviglioso piano
cesserà con la redenzione di coloro che di Dio per il suo popolo raggiungerà la
Dio si è acquistati. Ma che cosa indica sua splendida conclusione ed egli sa-
Paolo con l’espressione quelli che Dio rà oggetto di lode continua. In questo
si è acquistati? capitolo Paolo ci ha ricordato in tre oc-
1. Tale espressione potrebbe indicare casioni che sia lo scopo sia l’inevitabi-
la nostra eredità. Tutto ciò che Dio le risultato di tutte le azioni di Dio si
possiede è nostro in Cristo: noi sia- compendiano a sua lode e gloria:
mo eredi di Dio e coeredi con Gesù - a lode della gloria della sua grazia (v. 6);
Cristo (vd. Ro 8:17, 1 Co 3:21-23). L’in- - per essere a lode della sua gloria (v. 12);
gresso del peccato ha provocato la - a lode della sua gloria (v. 14).
contaminazione dello stesso univer-
so, il quale ha ora bisogno di essere C. Ringraziamento e intercessione
riconciliato e purificato (vd. Cl 1:20; di Paolo per i santi (1:15-23)
Eb 9:23). Quando Cristo tornerà sul- 1:15 Nel passaggio precedente, che
la terra per regnare, tutta la creazio- si protrae dal v. 3 al v. 14 (nel testo
ne in travaglio sarà affrancata dal gr. si tratta di un unico periodo!),
legame della corruzione per entrare l’apostolo ha ripercorso l’emozio-
nella gloriosa libertà dei figli di Dio nante itinerario del programma di
(vd. Ro 8:19-22). Dio, dall’eternità passata all’eternità
2. L’espressione quelli che Dio si è ac- futura. Egli ha spaziato su alcuni dei
quistati allude, probabilmente, alla pensieri più inquietanti che possano
realtà corporea del credente. L’ani- occupare la mente umana: si trat-
ma e lo spirito del credente sono re- ta di pensieri talmente elevati che
denti all’atto della conversione; la Paolo sente ora di dover condivide-
redenzione del corpo, invece, deve re con i suoi lettori il peso della sua
ancora compiersi. La sofferenza, la sentita preghiera, affinché essi siano
vecchiaia e la morte costituiscono la spiritualmente illuminati a proposi-
prova che il corpo del credente non to di questi argomenti. Egli desidera
è ancora stato redento. Quando Cri- ardentemente che essi apprezzino i
sto tornerà per noi (vd. 1 Te 4:13-18), gloriosi privilegi acquisiti in Cristo e
i nostri corpi saranno rinnovati e re- l’eccezionale potenza dispiegata per
si conformi al corpo della sua gloria dare Cristo alla chiesa come Capo di
(vd. Fl 3:21). Soltanto allora essi sa- tutta la creazione.
ranno totalmente, eternamente re- Il perciò conclusivo serve a ricordare
denti (vd. Ro 8:23). tutto ciò che Dio ha fatto e farà per colo-
3. La locuzione quelli che Dio si è ac- ro che sono diventati membra del Corpo
quistati, infine, è un probabile rife- di Cristo, come descritto nei vv. 3-14.

860
EFESINI 1:17

…avendo udito parlare della vo- 1:16 La fede e l’amore dei credenti
stra fede nel Signore Gesù e del vostro spronano Paolo a lodare il Signore per
amore per tutti i santi. Quando Paolo loro e a pregare per loro senza sosta.
apprese ciò, ebbe la certezza che i suoi Scroggie nota con perspicacia:
lettori possedevano le benedizioni spi-
Il ringraziamento riguarda le fonda-
rituali appena descritte e fu spinto a
menta già gettate, ma l’intercessione
pregare per loro. La loro fede nel Signo- riguarda la sovrastruttura in costru-
re Gesù aveva portato il miracolo della zione. Egli rende grazie per le conqui-
salvezza nella loro vita. Il loro amore ste passate, ma intercede altresì per
per tutti i santi dimostrava la trasfor- gli sviluppi futuri. Il ringraziamento
mazione che la conversione aveva ope- interessa la sfera della loro esperien-
rato nella loro esistenza. za pratica, ma l’intercessione riguar-
Gli studiosi che sostengono che da ciò che è possibile nel piano di Dio
questa lettera non fosse indirizzata per loro.
esclusivamente ai credenti di Efeso
citano questo versetto a riprova del- 1:17 Che privilegio poter intravede-
la propria tesi. Qui Paolo sostiene di re qualcosa della vita di preghiera di
aver sentito parlare della fede dei suoi un uomo di Dio! Di fatto questa lette-
lettori, come se non li avesse mai in- ra offre due occasioni in tal senso: nel
contrati. Eppure egli aveva trascorso presente versetto e in 3:14-21. Qui Pao-
almeno tre anni a Efeso (cfr. At 20:31)! lo prega per l’illuminazione spirituale,
Ciò spiega il motivo per cui taluni più avanti per la forza spirituale. Qui la
arguiscono che la lettera fu inviata a preghiera è rivolta a Dio, là al Padre. In
diverse comunità locali, tra le quali ogni caso, le preghiere di Paolo erano
figurava anche Efeso. ininterrotte, specifiche e adatte ai bi-
Fortunatamente tale questione non sogni correnti delle persone. Qui prega
intacca l’insegnamento che possia- rivolgendosi al Dio del nostro Signo-
mo trarre dal versetto. Per esempio, re Gesù Cristo, il Padre della gloria .
possiamo osservare che il Signore è L’espressione Padre della gloria può
presentato come il vero oggetto della significare che Dio è:
fede: la vostra fede nel Signore Gesù. 1. l’origine o il Creatore di tutta la gloria;
Non ci viene insegnato di credere in 2. colui al quale appartiene tutta la
un principio religioso, nella chiesa gloria;
o nei cristiani. La fede salvifica è nel 3. il Padre del Signore Gesù, il quale è la
Cristo risorto e magnificato alla destra manifestazione della gloria di Dio.
del Padre. L’apostolo prega affinché… Dio…
Dall’espressione amore per tutti i dia loro uno spirito di sapienza e di
santi si ricava un altro insegnamento. rivelazione perché possano conoscer-
Il nostro amore non dovrebbe essere lo pienamente. Lo Spirito Santo è uno
circoscritto alla nostra comunità lo- “spirito di saggezza” (Is 11:2) e di rive-
cale, dovrebbe bensì riversarsi su tutti lazione (vd. 1 Co 2:10). Qui Paolo non
coloro che sono stati purificati dal san- prega affinché i suoi lettori possano
gue di Cristo, su tutti i credenti. ricevere la Persona dello Spirito Santo –
Il connubio di fede e amore è l’og- giacché questi dimora in ogni credente
getto del terzo insegnamento. Alcuni – bensì, piuttosto, affinché essi possa-
dichiarano di avere fede ma nella loro no ricevere da lui una misura speciale
vita non vi è traccia di amore. Altri si d’illuminazione.
professano capaci di un amore profon- La rivelazione consiste nella comu-
do, ma restano alquanto indifferenti nicazione della conoscenza, la sapien-
alla necessità di avere fede in Cristo. za consiste nella corretta applicazione
Il vero cristianesimo unisce una sana della rivelazione al vissuto quotidiano.
dottrina a una sana condotta. L’apostolo non allude a una generica

861
EFESINI 1:18

conoscenza di Dio, bensì a quella che in causa sia le emozioni sia la mente.
porta a conoscerlo pienamente (gr. Le rivelazioni di Dio sono riservate a
epignosis). Egli desidera che i credenti chi lo ama. Incredibili opportunità si
abbiano una conoscenza profonda, presentano a ogni credente: anche in
spirituale e pratica di Dio: una cono- assenza di un elevato quoziente intel-
scenza alla quale non si può pervenire lettivo, chiunque può avere un cuore
mediante l’intelletto, ma soltanto gra- ricolmo d’amore.
zie al misericordioso ministero dello In questo versetto e in quello succes-
Spirito. sivo Paolo individua le tre aree specifi-
Dale spiega: che di conoscenza divina che desidera
I credenti di Efeso avevano già rice-
per i santi:
vuto l’illuminazione divina (diver- 1. sappiate a quale speranza vi ha chia-
samente, non si sarebbero potuti mati;
considerare dei cristiani); nondime- 2. qual è la ricchezza della gloria della
no, Paolo pregava affinché lo Spirito sua eredità che vi riserva tra i santi;
divino che dimorava in loro rendesse 3. qual è verso di noi, che crediamo,
la loro visione più limpida, vivida e l’immensità della sua potenza.
forte. Egli pregava, inoltre, affinché La speranza riguarda il futuro, il
essi ricevessero una più nitida rive- destino finale che il Signore aveva in
lazione della potenza, dell’amore e mente per noi quando ci ha chiamati.
della grandezza di Dio. E, forse, in Esso prevede che saremo per sempre
quest’epoca in cui l’umanità progre- con Cristo e simili a lui. Saremo ma-
disce sempre più rapidamente nelle nifestati al mondo come figli di Dio e
scoperte concernenti le aree inferio- regneremo con lui come sua Sposa sen-
ri del pensiero (scoperte talmente za macchia. Il fatto che noi speriamo
allettanti e avvincenti da competere, non significa che sussistano dubbi al
perfino agli occhi dei credenti, con la riguardo ma, piuttosto, che tale aspet-
manifestazione di Dio in Cristo), c’è to della nostra salvezza deve ancora
un eccezionale bisogno di preghie- manifestarsi ed è oggetto della nostra
ra da parte della chiesa affinché Dio
impaziente attesa.
garantisca “uno spirito di sapienza e
…la ricchezza della gloria della sua
di rivelazione”. Se Dio rispondesse
a tale preghiera, noi non subirem-
eredità che egli riserva tra i santi è il
mo più il fascino della conoscenza secondo magnifico aspetto che i cre-
di “cose viste e temporali”, giacché denti possono esplorare. Notiamo il
quest’ultima sarebbe eclissata dalla modo in cui Paolo abbina i concetti per
gloria trascendente di “cose non vi- creare l’effetto dell’immensità e della
ste ed eterne”.(5) magnificenza:
sua eredità
1:18 Abbiamo visto che Dio è l’origi- sua eredità che vi riserva tra
ne dell’illuminazione spirituale, che lo i santi
Spirito Santo ne è il canale e che la pie- gloria della sua eredità che
na conoscenza di Dio ne è l’obiettivo vi riserva tra i santi
supremo. Esaminiamo ora gli organi la ricchezza della gloria
che consentono la percezione di tale della sua eredità che
rivelazione: egli illumini gli occhi del vi riserva tra i santi
vostro cuore.
Mediante tale espressione metafo- Due sono le possibili interpretazioni
rica apprendiamo che la corretta com- di tale versetto e, poiché sono ugual-
prensione della rivelazione divina non mente significative, le presenteremo
dipende dal possesso di elevate capa- entrambe. In primo luogo, i santi sono
cità cognitive, bensì dalla presenza di la sua eredità e Dio li considera come
un cuore sensibile. Il processo chiama un tesoro di incommensurabile va-

862
EFESINI 1:20

lore. In Tt 2:14 e in 1 P 2:9 i credenti espressione del potere di Dio sia stata
sono descritti, rispettivamente, come la creazione dell’universo oppure la
“un popolo che gli appartenga” e “un miracolosa liberazione del suo popolo
popolo che Dio si è acquistato”. Il fatto attraverso il mar Rosso. Invece non è
che, mediante la salvezza in Cristo, dei così! Il N.T. insegna che la risurrezione
peccatori spregevoli e indegni possa- e l’ascensione di Cristo richiesero la
no occupare un tale posto nel cuore di maggior profusione di energia divina.
Dio da essere considerati sua eredità è, Per quale ragione? Sembra che tutte
indubbiamente, una manifestazione le schiere infernali fossero radunate
d’indescrivibile grazia. per ostacolare i piani di Dio, mante-
In secondo luogo: l’eredità indica nendo Cristo nella tomba o impeden-
tutto ciò che noi erediteremo. In altre done l’ascensione dopo la risurrezione.
parole, l’universo intero, posto sotto Ma Dio trionfò sopra ogni forma di op-
la signoria di Cristo, insieme al quale posizione. La risurrezione e la glorifi-
anche noi, come sua Sposa, regnere- cazione di Cristo rappresentarono una
mo. Se apprezziamo davvero l’abbon- cocente sconfitta per Satana e le sue
danza della gloria di tutto ciò che egli schiere, nonché un glorioso spettacolo
ha preparato per noi, non avremo più di potenza vittoriosa.
alcun desiderio dei piaceri di questo Nessuno è in grado di descrivere ta-
mondo. le potenza. Essa è smisurata e straor-
1:19 La terza richiesta di Paolo per i dinaria; le parole cedono sotto il peso
santi è che essi possano apprezzare ap- dell’inadeguatezza, pur bastando, tut-
pieno la potenza che Dio impegna a tal tavia, ad accrescere la nostra meraviglia
fine: e qual è verso di noi, che credia- di fronte ad essa: è magnifico adorare il
mo, l’immensità della sua potenza. nostro Dio per la sua onnipotenza!
F.B. Meyer scrive: Meyer esclama:
“È la potenza. È la sua potenza. È una Si trattò di un’ascesa eccezionale!
potenza grande; niente d’inferiore Dal sepolcro della mortalità al tro-
sarebbe sufficiente. È una potenza no dell’eterno Dio, che solo possie-
immensamente grande, al di là di de l’immortalità. Dall’oscurità della
ogni immaginazione”.(6) tomba alla luce abbagliante. Dall’an-
gusto mondo al centro e alla metro-
Questa è la potenza di Dio per la no- poli dell’universo. Andate oltre i limi-
stra redenzione, che egli usa per pre- ti della vostra fede per sondare questo
servarci e che utilizzerà nella nostra smisurato abisso e stupitevi di fronte
glorificazione. Lewis Sperry Chafer alla potenza che trasportò il vostro Si-
scrive: gnore da un estremo all’altro.(8)
Paolo vuole impressionare il lettore
con la maestosità della potenza im- Secondo le Scritture, la risurrezione di
piegata, affinché si compiano per lui Cristo fu il primo evento del genere mai
tutte le cose che Dio ha stabilito se- registrato nella storia umana (vd. 1 Co
condo la sua opera sovrana di elezio- 15:23). Altri individui furono risuscitati
ne, predestinazione e adozione.(7) dalla morte ma, alla fine, dovettero mo-
rire nuovamente. Il Signore Gesù è sta-
1:20 Per porre maggiore enfasi to il primo a risorgere in potenza a una
sull’importanza di questa potenza, vita senza fine. Allorché Cristo risuscitò
l’apostolo si affretta a descrivere la ma- e ascese al cielo, Dio lo fece sedere alla
nifestazione più potente che il mondo propria destra nel cielo. La destra di Dio
abbia mai conosciuto, vale a dire la indica una posizione privilegiata (vd. Eb
potenza che risuscitò Gesù dai morti e 1:13), di potere (vd. Mt 26:64), di distin-
lo fece salire al trono, alla… destra di zione (vd. Eb 1:3), di gioia (vd. Sl 16:11) e
Dio. Forse crediamo che la maggiore di dominio (vd. 1 P 3:22).

863
EFESINI 1:21

Un ulteriore dettaglio circa l’ubica- sovrana su tutto l’universo: Dio ha da-


zione è indicato dall’espressione nel to quest’uomo glorificato alla chiesa ! A
cielo. Ciò indica il luogo dove Dio risie- questo punto, Paolo fa una rivelazione
de, là dove si trova oggi il Signore Gesù, sorprendente a proposito del mistero
il quale vive in un corpo fisico, letteral- della volontà di Dio; passo dopo passo,
mente di carne e ossa, un corpo glorifi- ha portato questo annuncio al culmi-
cato che non può più perire. Dove è lui, ne. Egli ha descritto vividamente la
presto saremo anche noi. risurrezione, la glorificazione e il do-
1:21 La glorificazione del nostro minio di Cristo. Mentre il nostro cuore
Salvatore è ora descritta più approfon- è ancora intimorito dalla contempla-
ditamente. Egli è al di sopra di ogni zione del Signore della gloria, l’apostolo
principato, autorità, potenza, signo- afferma: “È nella sua posizione di capo
ria e di ogni altro nome che si nomina supremo di ogni cosa che Cristo è stato
non solo in questo mondo, ma anche in dato… alla chiesa”.
quello futuro. Il Signore Gesù è superio- Ad una lettura superficiale, questo
re a qualsiasi sovrano o autorità, siano versetto pare indicare che Cristo è il
essi umani o angelici, ora e per sempre. Capo della chiesa. Ciò corrisponde in-
In cielo esistono diversi tipi di esseri dubbiamente al vero; nondimeno, il ver-
angelici. Alcuni sono malvagi, altri sono setto dice molto di più, rivelando che la
buoni, e possiedono diversi gradi di po- chiesa è strettamente legata a colui cui
tere. Alcuni, per esempio, possono corri- è stato affidato un impero universale.
spondere ai nostri presidenti, governanti, Nel v. 21 abbiamo appreso che Cristo
sindaci o consiglieri. A prescindere dalla trascende ogni creatura del cielo e del-
portata del loro potere, autorità, potenza la terra, nell’epoca presente e in quel-
e dominio, Cristo è al di sopra di loro. la a venire. Nella prima parte del v. 22
Questo vale non solo in questo scopriamo che ogni cosa, al pari degli
mondo, ma anche in quello futuro, esseri creati, è posta sotto i suoi piedi.
ossia nel regno millenniale di Cristo Adesso veniamo a conoscenza del fatto
sulla terra. In quel tempo egli sarà “Re che la chiamata senza precedenti della
dei re e Signore dei signori” (1 Ti 6:15; chiesa va associata a lui nel suo regno
Ap 17:14; 19:16). Cristo sarà esaltato sconfinato. La chiesa condividerà il suo
sopra tutti gli esseri creati, senza al- dominio. Tutto il resto della creazione
cuna eccezione. sarà sotto il suo dominio.
1:22 Inoltre, ogni cosa creata è stata 1:23 In questo versetto conclusivo
posta da Dio sotto i suoi piedi. Ciò in- del cap. 1 emerge la stretta relazio-
dica dominio universale non solamen- ne tra Cristo e la chiesa. Due sono gli
te sopra uomini e angeli, ma anche su aspetti da considerare: 1° la chiesa è il
tutto il resto della creazione, animata corpo di lui ; 2° essa è il compimento
e inanimata. L’autore della Lettera agli di colui che porta a compimento ogni
Ebrei ci ricorda che “al presente non cosa in tutti.
vediamo ancora che tutte le cose gli Non esiste relazione più stretta di
sono sottoposte” (Eb 2:8). È vero. Ben- quella fra testa e corpo. Essi sono una
ché possieda il dominio universale, cosa sola nell’unione vitale e abitati da
Cristo non lo esercita ancora. Gli uo- un unico Spirito. La chiesa è un insie-
mini, infatti, si ribellano, lo rinnegano me di persone che sono state chiama-
o gli oppongono resistenza. Ma Dio ha te fuori dal mondo nel periodo tra la
stabilito che suo Figlio impugnerà lo Pentecoste e il rapimento, salvate dalla
scettro del dominio universale: questo meravigliosa grazia, e adorne del pri-
è certo come se fosse già realtà. vilegio unico di essere il corpo di Cri-
Ciò che segue ha quasi dell’incredi- sto. Nessun altro gruppo di credenti,
bile. Colui che ebbe le mani lacerate in nessuna epoca, ha mai avuto o avrà
dai chiodi eserciterà la propria autorità questa distinzione.

864
EFESINI 2:2

La seconda descrizione presenta la Il cap. 2 della Lettera agli Efesini si


chiesa come il compimento. Ciò signi- apre su uno scenario di desolazione:
fica semplicemente che la chiesa rap- noi non siamo altro che cadaveri spi-
presenta il complemento di Cristo, il rituali che giacciono nella valle della
quale è ovunque nello stesso momen- morte. La fine del capitolo non soltanto
to. Il complemento è ciò che completa, ci trova assisi in Cristo nei cieli ma, al-
che perfeziona qualcosa. Esso segnala tresì, a formare una dimora di Dio at-
l’unione di due elementi che, insieme, traverso lo Spirito. Nel mezzo abbiamo
costituiscono un intero. Come il corpo l’incredibile miracolo che ha portato a
è il complemento del capo, così la chie- questa straordinaria trasformazione.
sa lo è di Cristo. I primi dieci versetti descrivono il po-
Tuttav ia, affinché nessuno sia tere di Dio nella salvezza di stranieri e
indotto a pensare che ciò implichi Giudei. Mai creatura di sì meschina con-
una qualche imperfezione o incom- dizione fu elevata a tal eccelso rango!
pletezza in Cristo, Paolo si premura Nei vv. 1-2 Paolo rammenta ai suoi
di aggiungere: di colui che porta a lettori stranieri che, prima della con-
compimento ogni cosa in tutti. Lungi versione, essi erano morti, nella loro
dall’essere incompiuto e dalla neces- disubbidienza e nella loro diabolica de-
sità di essere reso completo, il Signo- pravazione. In altre parole, essi erano
re Gesù è, egli stesso, colui che porta spiritualmente morti a causa delle loro
a compimento ogni cosa in tutti, che colpe e dei loro peccati. Ciò significa che
pervade l’universo e gli fornisce tutto costoro erano senza vita davanti a Dio:
ciò di cui ha bisogno. essi non avevano alcun contatto vitale
Indubbiamente quest’affermazione con lui e, anzi, si comportavano come se
trascende le nostre capacità di com- ne ignorassero l’esistenza. La causa del-
prensione. Non possiamo fare altro che la loro morte era da ricercarsi nelle loro
contemplare la mente infinita di Dio e colpe e nei loro peccati. Sono considerati
il suo piano e ammettere la nostra in- peccati tutte le forme di trasgressione,
capacità di comprenderli. deliberate o inconsapevoli, commesse
con pensieri, parole e opere prive della
D. La potenza di Dio si manifesta perfezione di Dio. Le colpe sono peccati
nella salvezza degli stranieri e commessi nell’aperta violazione di una
dei Giudei (2:1-10) legge conosciuta. In senso lato, esse ar-
2:1 L’interruzione forzata tra i due capi- rivano a racchiudere qualsiasi forma di
toli non dovrebbe oscurare la connes- passo falso o di errore.
sione vitale tra l’ultima parte del cap. 1 2:2 Oltre che spiritualmente morti,
e i versetti che seguono. Là abbiamo gli Efesini erano altresì corrotti, aven-
osservato la smisurata potenza di Dio do seguito l’andazzo di questo mon-
che fece risorgere Cristo dai morti e lo do. Essi, infatti, si erano conformati
cinse di gloria e di onore. Adesso ap- allo spirito dell’epoca e indulgevano
prendiamo come quella stessa potenza nei peccati del loro tempo. Il mondo
operi nella nostra vita, risollevandoci riversa tutti i propri seguaci nel me-
dalla morte spirituale e facendoci sede- desimo stampo, uno stampo fatto di
re (ossia regnare) con Cristo nei cieli. inganni, immoralità, empietà, egoi-
Questo brano richiama alla mente il smo, violenza e ribellione. In breve, si
cap. 1 di Genesi. In entrambi abbiamo: tratta di uno stampo con cui si creano
1° uno scenario di desolazione, caos e modelli di corruzione. Questa era, per
oscurità (vd. Ge 1:2a; Ef 2:1-3); l’appunto, la situazione in cui versava
2° la manifestazione della potenza di- la comunità di Efeso.
vina (vd. Ge 1:2b; Ef 2:4); Ma non finisce qui. La condotta di co-
3° la creazione della nuova vita (vd. Ge storo era altresì diabolica: essi seguivano
1:3-31; Ef 2:5-22). l’esempio del diavolo, il principe della

865
EFESINI 2:3

potenza dell’aria. Erano guidati dal capo sia di quelli consumati con l’azione.
degli spiriti malvagi, il cui regno è l’at- F.B. Meyer ammonisce:
mosfera. Essi sceglievano di ubbidire al È rovinoso indulgere sia nei desideri
dio di quest’epoca. Questo spiega perché, della mente sia in quelli della carne.
sovente, i non credenti accondiscendano Con il meraviglioso dono dell’imma-
a comportamenti abietti, più spregevoli ginazione possiamo assecondare il-
di quelli degli animali. lecite fantasie e dare libero sfogo alle
Infine, essi erano indisciplinati e passioni, fermandoci sempre poco
si comportavano conformemente a prima di attuarle. Nessun occhio
quello spirito che opera oggi negli uo- umano segue l’anima, quando questa
mini ribelli. Tutti i non convertiti sono si accinge a danzare con i satiri o ad
uomini ribelli, ossia contraddistinti addentrarsi nel dedalo intricato delle
dalla disubbidienza a Dio. Essi sono isole del desiderio. Essa viene e va sen-
eccitati da Satana e, di conseguenza, za che coloro che ci stanno accanto
sono pronti a disubbidire al Signore, sospettino alcunché. La sua reputa-
arrivando a sfidarlo e a disonorarlo. zione adamantina non ne è intaccata.
2:3 Dopo essersi rivolto agli Efesini Le è ancora concesso di attendere fra
con il pronome personale voi, Paolo pas- le vergini l’arrivo dello Sposo. Ma se
le sue abitudini non sono giudicate e
sa al noi per far capire che ora sta par-
confessate, esse fanno del trasgresso-
lando fondamentalmente dei credenti
re un figlio ribelle e d’ira.(9)
giudei (benché i concetti espressi siano
validi per chiunque non si sia ancora Questo è il modo in cui Paolo descrive
convertito). Egli descrive questi ultimi i Giudei non salvati: essi sono per natu-
con tre aggettivi: carnali, corrotti, con- ra figli d’ira, come gli altri. Ciò significa
dannati. Nel numero dei quali anche che costoro avevano una predisposi-
noi tutti vivevamo un tempo, secondo zione naturale all’ira, alla malvagità, al
i desideri della nostra carne. Prima rancore e all’impulsività, proprio come
della nuova nascita, anche Paolo, i suoi il resto dell’umanità. Naturalmente è
fratelli e le sue sorelle in Cristo si com- anche vero che essi erano soggetti all’ira
portavano come figli della ribellione. Le divina, alla morte e al giudizio. Osser-
loro vite erano carnali, unicamente vol- viamo che nei vv. 2-3 sono menzionati i
te alla gratificazione dei desideri e degli tre nemici dell’uomo: il mondo (v. 2), il
appetiti della carne. Lo stesso Paolo, la diavolo (v. 2) e la carne (v. 3).
cui condotta, tutto sommato, era stata 2:4 Con l’espressione Ma Dio si in-
apparentemente morale, si rende conto troduce uno dei passaggi più significa-
di quanto essa fosse stata egocentri- tivi, eloquenti e illuminanti di tutta la
ca: quanto si celava nel suo intimo era letteratura. Essa indica che è avvenuto
peggiore di qualsiasi peccato egli avesse un cambiamento eccezionale, il ribal-
effettivamente commesso. tamento da un destino funesto e dalla
I Giudei non convertiti si dimostra- disperazione della valle della morte alle
vano anche corrotti, ubbidendo alle indicibili gioie del regno d’amore del
voglie della carne e dei loro pensieri. Figlio di Dio.
Questa espressione vuole indicare un L’autore del cambiamento è Dio stes-
abbandono a ogni desiderio istintivo. so. Nessun altro avrebbe potuto farlo e
Le voglie della carne e dei… pensieri nessun altro lo avrebbe fatto.
possono oscillare da tutta la gamma Una caratteristica di questo Dio be-
di desideri legittimi alle varie forme nedetto è l’essere ricco in misericordia.
di immoralità e perversione; probabil- Egli ci usa misericordia non trattando-
mente qui si fa particolare riferimento ci come meriteremmo di essere trattati
a quelle più abiette. Occorre, inoltre, (vd. Sl 103:10). Eadie osserva: “Benché
considerare che Paolo fa menzione sia egli l’abbia manifestata per sei millen-
dei peccati commessi con il pensiero, ni, e miriadi e miriadi di persone ne

866
EFESINI 2:6

abbiano attinto, essa [la misericordia] ha donato una vita di risurrezione ha


è ancora una miniera inesauribile di concesso tale vita anche a noi.
ricchezze”. (10) Lo stupore che ciò suscita in Pao-
Il motivo che ha suscitato l’interven- lo gli fa interrompere il corso dei suoi
to di Dio si evince dall’espressione per pensieri ed esclamare: è per grazia che
il grande amore con cui ci ha amati. siete stati salvati. L’apostolo è sopraf-
L’amore di Dio è infinito perché Dio fatto dall’incommensurabile miseri-
stesso ne è la sorgente. Come l’impor- cordia che Dio ha mostrato verso chi
tanza del donatore conferisce dignità meritava tutt’altro. Questa è grazia !
al suo dono, così l’incomparabile per- Abbiamo già ricordato in che cosa
fezione di Dio aggiunge un ineguaglia- consiste la misericordia: ricevere la sal-
bile lustro al suo amore. Ha più valore vezza senza averla meritata. Infatti, noi
essere amati dall’onnipotente Sovra- non possiamo guadagnarci la salvezza,
no dell’universo, per esempio, che da bensì possiamo soltanto riceverla in
qualsiasi essere umano. L’amore di Dio dono, per grazia. Essa proviene da co-
è grande in virtù del prezzo che è stato lui che non era affatto tenuto a donar-
pagato. L’amore ha mandato il Signore cela. A.T. Pierson spiega:
Gesù, l’unigenito Figlio di Dio, a patire
Si tratta di una volontaria dimostra-
e a morire per noi sul Golgota. L’amore zione d’amore alla quale Dio non era
di Dio è grande in virtù delle imper- per nulla tenuto. La magnificenza
scrutabili ricchezze che Dio riversa su- della grazia dipende dal fatto che
gli oggetti del suo amore. essa è la prova dell’amore di Dio ver-
2:5 Inoltre l’amore di Dio è gran- so i poveri peccatori, assolutamente
de a causa dell’estrema meschinità e spontanea e priva di restrizioni.(11)
dell’assenza di grazia di coloro che egli
ama. Eravamo morti nei peccati. Era- 2:6 Non soltanto siamo stati vivificati
vamo nemici di Dio, poveri, bisognosi con Cristo, ma siamo stati, altresì, risu-
e sviliti. Nonostante ciò, egli ci amava. scitati con lui. Egli si è lasciato alle spal-
L’amore di Dio per noi, unitamente le la morte e il giudizio e ciò vale anche
all’opera redentrice di Cristo, hanno per noi. Tale glorioso status ci è stato
prodotto questi risultati: 1° siamo sta- conferito in virtù della nostra unione
ti vivificati con Cristo ; 2° siamo stati con lui. Poiché tale è la nostra condizio-
risuscitati con lui; 3° regniamo con lui ne effettiva, noi dovremmo comportarci
nei luoghi celesti. come chi è risorto dai morti.
Queste espressioni descrivono la no- Un altro aspetto della nostra nuova
stra posizione spirituale, risultato della condizione è l’essere assisi nei luoghi
nostra unione con Cristo. Egli ha agito celesti in Cristo Gesù. Grazie alla no-
come nostro rappresentante, non sol- stra unione con lui, possiamo consi-
tanto per noi, bensì come uno di noi. Di derarci già liberati da questo mondo
conseguenza, quando Cristo morì, noi malvagio per regnare in Cristo nella
siamo morti e quando egli fu sepolto, gloria. È così che Dio ci vede. Se noi
noi siamo stati altresì sepolti. accettiamo queste verità per fede, esse
E ancora, quando egli è stato vivifi- cambieranno la qualità della nostra
cato, anche noi siamo stati vivificati. vita. Non saremo più legati alle cose
In cielo noi condividiamo la sua condi- di questo mondo, né la nostra mente
zione di risorto e di regnante: grazie al cederà più al futile e all’effimero; cer-
nostro legame con Cristo, noi godiamo cheremo, bensì, “le cose di lassù, dove
di tutti i benefici della sua opera espia- Cristo siede alla destra di Dio” (Cl 3:1).
toria. Essere vivificati con lui significa L’espressione in Cristo Gesù costitui-
che, ora, Giudei convertiti e stranieri sce il fulcro dei vv. 5-6. È in Cristo Gesù
convertiti sono uniti a lui “in novità di che siamo stati vivificati e risuscitati;
vita” (Ro 6:4). La stessa potenza che gli in lui noi dimoriamo e regniamo. Egli

867
EFESINI 2:7

è il nostro rappresentante; di conse- semplice piano salvifico, così come lo


guenza, i suoi trionfi e la sua posizione troviamo nella Bibbia.
sono anche i nostri. George Williams Tutto ha origine dalla grazia di Dio.
esclama: “È stupefacente come una Dio la dona di propria iniziativa. La
Maria Maddalena e un ladrone croci- salvezza è donata all’individuo, il quale
fisso possano condividere la gloria del ne è totalmente indegno, in base alla
Figlio di Dio!” Persona e all’opera del Signore Gesù
2:7 Questo miracolo della grazia Cristo.
trasformatrice sarà argomento di rive- Il dono della salvezza avviene con
lazione eterna. Per tutta l’eternità Dio decorrenza immediata. È possibile
rivelerà alle moltitudini celesti quanto acquisire la consapevolezza di essere
gli costò mandare suo Figlio in que- salvati. Paolo scrive: siete stati salvati.
sta giungla di peccato, e quanto costò Dunque, l’apostolo sapeva di essere sal-
al Signore Gesù farsi carico dei nostri vato e, parimenti, anche i suoi lettori.
peccati sulla croce. È un argomento che È mediante la fede che si riceve il do-
non sarà mai esaurito. Ancora una volta no della vita eterna. La fede indica che
Paolo unisce vari concetti per esprime- l’individuo riconosce di essere un pec-
re l’immensa portata di tale verità: catore perduto e colpevole, ricevendo
la bontà che egli ha avuta il Signore Gesù come la sua unica spe-
per noi ranza di salvezza. L’autentica fede sal-
[la] sua grazia, mediante la vifica consiste nell’affidarsi al Signore.
bontà che egli ha avuta L’inciso e ciò non viene da voi de-
per noi stituisce di qualsiasi fondamento la
[la] ricchezza della sua convinzione che l’uomo possa guada-
grazia, mediante la bontà gnarsi o meritare la salvezza. I morti
che egli ha avuta per noi non possono fare nulla, e i peccatori
l’immensa ricchezza della non meritano altro che la punizione.
sua grazia, mediante la La salvezza è il dono di Dio. Un dono
bontà che egli ha avuta è, ovviamente, gratuito e incondizio-
per noi. nato; questa è l’unica base sulla quale
Dio offre la salvezza. Il dono di Dio è la
Ne consegue che, se Dio svilupperà salvezza per grazia e mediante la fede,
tale tema per tutta l’eternità, noi non offerta ovunque e a tutti i popoli.
potremo che continuare a imparare 2:9 La salvezza non si ottiene in virtù
all’infinito. Il cielo sarà la nostra scuo- di opere: nessun merito, vero o presun-
la. Dio sarà il nostro insegnante. La sua to, ce la può procurare. Per esempio, la
grazia sarà la materia di studio. Noi sa- salvezza non si ottiene mediante:
remo gli studenti. E l’anno accademico a) il battesimo;
durerà in eterno. b) la cresima;
Ciò dovrebbe farci abbandonare c) l’appartenenza a una chiesa;
l’idea che, una volta in cielo, conosce- d) l’assidua frequentazione di una
remo ogni cosa. Soltanto Dio conosce chiesa;
tutto e noi non saremo mai pari a lui.(12) e) la partecipazione alla cena del
Sorge spontaneo un interessante Signore;
quesito: quale sarà la portata della f) l’osservanza dei dieci comandamenti;
nostra conoscenza, quando saremo in g) una vita conforme alle beatitudini
cielo? Tale domanda suggerisce la pos- elencate nel “sermone sul monte”;
sibilità di prepararsi per l’“università h) le elemosine;
celeste” specializzandosi nella Bibbia i) le regole del buon vicinato;
mentre si è ancora sulla terra. j) una vita onesta e rispettabile.
2:8 I successivi tre versetti presen- La salvezza dell’individuo non av-
tano nel modo più chiaro possibile il viene né in virtù delle opere né della

868
EFESINI 2:10

fede suffragata dalle opere. L’individuo frutto dell’opera di Dio, non della no-
ottiene la salvezza mediante la sola fe- stra. Un credente nato di nuovo è un
de. Nel momento in cui riteniamo di capolavoro di Dio. Il risultato è ancora
guadagnarci la salvezza eterna aggiun- più ragguardevole se si considera la
gendo alla nostra fede una quantità di materia prima che Dio si ritrova a pla-
opere di vario genere, la grazia non è smare. Questo capolavoro non è nien-
più grazia (Ro 11:6). Uno dei motivi per te di meno che una nuova creazione
cui le opere sono destituite di qualsiasi attraverso l’unione con Cristo, perché
valore ai fini della salvezza è il vanto “se dunque uno è in Cristo, egli è una
umano. Se potesse salvarsi mediante le nuova creatura; le cose vecchie sono
proprie opere, l’uomo avrebbe motivo passate: ecco, [tutte le cose] sono di-
di esaltarsi dinanzi a Dio. Ma ciò è im- ventate nuove” (2 Co 5:17).
possibile (vd. Ro 3:27). Lo scopo di questa nuova creazio-
Se fosse possibile salvarsi grazie alle ne si evince dall’espressione per fare
proprie buone opere, la morte di Cristo le opere buone. È vero che non siamo
non sarebbe stata necessaria (vd. Ga salvati dalle opere buone, ma è altret-
2:21). Tuttavia, noi sappiamo che egli tanto vero che siamo salvati per fare le
morì perché non c’era altro modo per opere buone. Le opere buone non sono
salvare i peccatori colpevoli. la radice, bensì il frutto. Le opere non si
Se l’individuo fosse in grado di sal- compiono per essere salvati ma perché
varsi mediante le proprie buone opere, si è salvati.
allora sarebbe il salvatore di se stesso Questo aspetto della verità è messo
e potrebbe adorare se stesso. Ma que- in risalto da Gm 2:14-26. Quando Gia-
sta sarebbe idolatria… e Dio proibisce como scrive: “Così è della fede; se non
l’idolatria (vd. Es 20:3)! ha opere, è per se stessa morta” (v. 17),
Qualora fosse possibile ottenere la non intende affermare che siamo sal-
salvezza mediante la fede in Cristo suf- vati dalla fede e dalle opere, ma dal ti-
fragata da buone opere, si creerebbe po di fede da cui consegue una vita di
l’improbabile scenario di due salvatori, opere buone. Le opere attestano la ge-
Gesù e il peccatore stesso. Cristo si tro- nuinità della nostra fede. Paolo concor-
verebbe, in tal modo, a dover dividere la da risolutamente: infatti siamo opera
propria gloria con un altro; tale situa- sua, essendo stati creati in Cristo Gesù
zione non può verificarsi (vd. Is 42:8). per fare le opere buone.
Infine, se l’individuo fosse in grado Questo è, in sequenza, il corretto
di contribuire alla propria salvezza rapporto fede-opere secondo Dio:
mediante le opere, allora Dio gli sa- Fede → Salvezza → Opere buone →
rebbe debitore. Anche questo è impos- → Ricompensa.
sibile: Dio non s’indebita con nessuno La fede conduce alla salvezza. Dalla
(vd. Ro 11:35). salvezza hanno origine le opere buone.
Diversamente dalle opere, la fede Le opere buone saranno premiate da Dio.
esclude qualsiasi vanto (vd. Ro 3:27) È quasi inevitabile domandarsi: che
a causa del carattere non meritorio di tipo di opere buone ci si aspetta da me?
quest’ultima. Un uomo non ha alcun Paolo risponde: le opere buone, che
motivo di mostrarsi orgoglioso per aver Dio ha precedentemente preparate af-
creduto nel Signore. Nulla è più sen- finché le pratichiamo. In altre parole,
sato, razionale e assennato che avere Dio ha un progetto per la vita di ognu-
fede in Gesù. Affidarsi al proprio Crea- no. Prima ancora della nostra conver-
tore e Redentore è logico e ragionevole. sione, Dio ha aperto a ciascuno di noi
Se non abbiamo fede in lui, in chi altri una “carriera spirituale”. È nostra re-
possiamo confidare? sponsabilità comprendere qual è la sua
2:10 Il risultato della salvezza è che volontà per noi e conformarci ad essa.
noi redenti siamo opera sua , siamo Non dobbiamo elaborare alcun piano

869
EFESINI 2:11

per la nostra vita, bensì accettare quel- sito del pagano Golia: “Chi è questo
lo che egli ha predisposto per noi. In tal Filisteo, questo incirconciso, che osa
modo, saremo liberi dall’inquietudi- insultare le schiere del Dio vivente?”
ne e dalla frenesia, e saremo certi che (1 S 17:26).
la nostra vita sarà motivo di massima I Giudei, al contrario, si autodefi-
gloria per lui, di benedizioni abbon- nivano circoncisi, un appellativo del
danti per gli altri e di una ricompensa quale andavano fieri e che li identifi-
eccezionale per noi. cava come il popolo eletto di Dio sulla
Per scoprire le opere buone che Dio terra, dissimile da tutte le altre nazioni.
ha preparato per la vita del singolo A tale proposito, Paolo sembra obietta-
individuo occorre: 1° confessare e ab- re al vanto di alcuni sostenendo che la
bandonare il peccato non appena se ne circoncisione dei Giudei era un fatto
acquisisce la consapevolezza; 2° essere puramente fisico, esteriore e privo di
continuamente e incondizionatamente alcuna prerogativa divina: si trattava,
sottomessi a Dio; 3° studiare la Parola per l’appunto, di una circoncisione nel-
di Dio per discernere la sua volontà e, di la carne per mano d’uomo. Nonostan-
conseguenza, per fare qualsiasi cosa ci te il segno esteriore dell’appartenenza
dica di fare; 4° dedicare quotidianamen- al popolo che aveva stretto un’alleanza
te del tempo alla preghiera; 5° cercare le con Dio, essi non possedevano la realtà
occasioni per servire il Signore; 6° colti- interiore dell’autentica fede nel Signo-
vare la comunione con gli altri credenti re. “Giudeo infatti non è colui che è
e cercare il loro consiglio. Dio ci prepara tale all’esterno; e la circoncisione non è
alle opere buone da compiere e, infine, quella esterna, nella carne; ma Giudeo
quando le abbiamo compiute, ci ricom- è colui che lo è interiormente; e la cir-
pensa. Tale e tanta è la sua grazia! concisione è quella del cuore, nello spi-
rito, non nella lettera; di un tale Giudeo
E. Unità dei credenti giudei la lode proviene non dagli uomini, ma
e stranieri in Cristo (2:11-22) da Dio” (Ro 2:28-29).
Nella prima metà del cap. 2 Paolo ha Indipendentemente dalla circon-
disaminato il tema della salvezza di cisione del cuore, il nocciolo della
Giudei e stranieri. Qui si spinge a consi- questione del v. 11 è che i Giudei si con-
derare l’abolizione delle loro precedenti sideravano il popolo per eccellenza ar-
differenze nazionali, la loro unione in rivando, a motivo di ciò, a disprezzare
Cristo e la loro formazione nella chiesa, gli stranieri. L’inimicizia tra Giudei e
un tempio santo nel Signore. stranieri costituì il principale conflitto
2:11 Nei vv. 11-12 l’apostolo ricor- razziale e religioso che il mondo abbia
da ai suoi lettori che, prima della loro mai conosciuto. I Giudei godevano
conversione, erano stranieri di na- di una posizione di grande privilegio
scita e, di conseguenza, considerati dinanzi a Dio (vd. Ro 9:4-5). Se voleva
dai Giudei degli emarginati. In primo adorare il vero Dio nel modo stabilito,
luogo, i pagani erano disprezzati. Lo lo straniero doveva convertirsi al giu-
dimostra il fatto che i Giudei li chia- daismo (cfr. Raab e Rut). Il tempio di
mavano incirconcisi . Ciò significa Gerusalemme era l’unico luogo in ter-
che gli stranieri non recavano nella ra nel quale Dio aveva posto il proprio
propria carne il segno che contraddi- nome e dove gli uomini potevano ac-
stingueva gli Israeliti come il popolo costarsi a lui. Agli stranieri era proibito
del patto con Dio. Il termine “incircon- entrare nei cortili interni del tempio,
ciso” era un’ingiuria a sfondo razzia- pena la morte.
le, simile agli odierni epiteti usati per Il Signore Gesù mise alla prova la
denigrare taluni popoli o etnie. Pos- fede della donna straniera (originaria
siamo coglierne parte del sarcasmo della regione di Tiro e Sidone) presen-
nell’esternazione di Davide a propo- tando i Giudei come i figli legittimi e

870
EFESINI 2:14

gli stranieri come dei cagnolini sotto il 2:13 L’introduzione Ma ora segna un
tavolo. La donna era consapevole di es- altro inatteso cambiamento (cfr. 2:4).
sere soltanto un cagnolino, ma chiese le I pagani di Efeso erano stati tratti in
briciole che i figli lasciavano cadere dal salvo da quel luogo di separazione e di
tavolo. Inutile aggiungere che la sua fe- allontanamento, essendo stati elevati
de fu ricompensata (vd. Mr 7:24-30). Nel e avvicinati a Dio. Ciò era avvenuto al
presente versetto l’apostolo rammenta tempo della loro conversione. Quan-
ai propri lettori che anch’essi erano stati do essi ebbero creduto nel Salvatore,
degli stranieri e, come tali, disprezzati. Dio li riconobbe in Cristo Gesù, acco-
2:12 Gli stranieri erano anche sen- gliendoli in virtù e per amore del suo
za Cristo, non avendo il Messia che Figlio diletto. Da quel momento essi
era stato promesso al popolo d’Israele. erano stati avvicinati a Dio nello stes-
Benché fosse stato profetizzato che, so modo in cui lo è Cristo, giacché essi
grazie al ministero del Messia, la bene- dimoravano, ormai, in Cristo Gesù .
dizione si sarebbe riversata sulle nazio- Il prezzo pagato per compiere questo
ni (vd. Is 11:10; 60:3), lo stesso Messia meraviglioso cambiamento era stato il
sarebbe appartenuto alla stirpe giudai- sangue di Cristo. Prima di godere del
ca e avrebbe soccorso, in primo luogo, privilegio di essere vicini a Dio, questi
le “pecore perdute della casa d’Israele” stranieri dovevano essere purificati dai
(Mt 15:24). Oltre a non avere il Messia, loro peccati. Ciò era possibile solamen-
gli stranieri erano esclusi dalla cit- te mediante il sangue di Cristo, versato
tadinanza d’Israele. Chi è escluso è sul Golgota. Allorché, con un preciso
lasciato da parte ed è considerato un atto di fede, essi ricevettero il Signore
estraneo, uno straniero privo dei diritti Gesù, l’intero valore purificatore del
e dei privilegi della cittadinanza. Se- suo prezioso sangue fu imputato loro
condo il punto di vista della comunità come giustizia.
d’Israele, gli stranieri sarebbero dovuti Gesù non li ha soltanto avvicinati
rimanere fuori a guardare. Gli stranieri a sé ma ha, altresì, creato una nuova
erano altresì estranei ai patti della pro- società nella quale l’antica inimicizia
messa. Dio aveva stretto dei patti con tra Giudei e stranieri è stata definitiva-
la nazione d’Israele tramite uomini co- mente abolita. Fino all’epoca neotesta-
me Abraamo, Isacco, Giacobbe, Mosè, mentaria il mondo si divideva in due
Davide e Salomone. Mediante questi classi, Giudei e stranieri. Il Salvatore
patti, egli aveva promesso le proprie ne ha introdotto una terza: la chiesa di
benedizioni ai Giudei. Gli stranieri ne Dio (vd. 1 Co 10:32). Nei versetti suc-
erano esclusi ed erano senza speranza, cessivi vedremo che i Giudei convertiti
sia a livello nazionale, sia individuale. e gli stranieri convertiti sono, ora, “uno
Dalla prospettiva nazionale es- in Cristo” e introdotti in questa nuova
si non avevano alcuna certezza che società, dove non c’è né Giudeo né stra-
il loro paese, il loro governo o il loro niero (vd. Ga 3:26-29).
popolo sarebbero sopravvissuti. Inol- 2:14 Lui, infatti, è la nostra pace.
tre, sotto il profilo individuale, le loro Osserviamo che non è scritto: “Lui,
prospettive non erano promettenti, infatti, ha fatto la pace”. Naturalmente
non essendovi, per loro, alcuna spe- anche quest’affermazione è vera (come
ranza dopo la morte. Il loro futuro era vedremo nel prossimo versetto); non-
paragonato a una “notte senza stelle”. dimeno, qui la sostanza è che Lui è la
Infine, essi erano senza Dio nel mon- nostra pace. Ma come può una persona
do. Nondimeno, ciò non significa che essere la pace?
fossero atei: essi adoravano degli idoli Ecco come: quando un Giudeo crede
di legno e pietra, ma non conoscevano nel Signore Gesù, perde la propria iden-
l’unico vero Dio. Erano senza Dio nel tità individuale; da quel momento egli
mondo pagano, empio e ostile. è “in Cristo”. In altre parole, i credenti

871
EFESINI 2:15

giudei e i credenti stranieri, un tempo buona (vd. Ro 7:12), tuttavia la natu-


divisi dall’inimicizia, ora sono un solo ra peccaminosa dell’uomo si serviva
popolo in Cristo. La loro unione con della legge come pretesto per l’odio.
Cristo li unisce necessariamente l’uno Poiché, effettivamente, la legge faceva
all’altro. Di conseguenza, il Figlio di d’Israele il popolo terreno prescelto
Dio è un uomo di pace, come profetiz- da Dio, molti Giudei erano arroganti e
zato da Michea (vd. Mi 5:4). trattavano gli stranieri con disprezzo.
La portata dell’opera di Gesù Cristo Questi ultimi li ricambiavano con la fin
quale nostra pace è spiegata in modo troppo nota ostilità che tutti conoscia-
dettagliato nei vv. 14-18. mo come antisemitismo. In che modo
In primo luogo, si consideri l’opera Cristo impedì alla legge di continuare
di unificazione descritta poc’anzi: dei a essere motivo di inimicizia? In primo
due popoli [credenti giudei e stranieri] luogo, morendo per scontare la pena
Gesù Cristo ne ha fatto uno solo. Essi prevista per l’infrazione della legge.
non sono più Giudei o stranieri, bensì In tal modo, Cristo soddisfece piena-
seguaci di Cristo. A rigor di termini, mente le giuste richieste di Dio. Ora la
non è nemmeno esatto definirli “Giu- legge non ha più nulla da dire a coloro
dei cristiani” o “stranieri cristiani”. che “sono in Cristo”; l’ammenda è stata
Tutte le distinzioni carnali quali, ad pagata interamente per loro. I credenti
esempio, la nazionalità, sono state in- non sono sotto la legge, bensì sotto la
chiodate alla croce. grazia. Ciò, tuttavia, non significa che
La seconda fase dell’opera di Cristo costoro siano legittimati a vivere come
potrebbe essere definita demolizione : più loro aggrada, bensì che essi sono
lui… ha abbattuto il muro di separa- ora uniti a Cristo e devono vivere come
zione. Naturalmente non si tratta di un piace a lui.
muro in senso letterale, ma dell’invisi- Come conseguenza dell’abolizio-
bile barriera innalzata dai comanda- ne dell’ostilità provocata dalla legge,
menti della legge mosaica, raccolti in il Signore è riuscito a inaugurare una
prescrizioni che separavano il popolo nuova creazione. Egli ha creato in se
d’Israele dalle nazioni. In tal senso, si stesso, dei due (vale a dire dei creden-
è spesso riportato l’esempio del muro ti giudei e dei credenti stranieri) un
che, nel tempio, limitava l’accesso degli solo uomo nuovo, la chiesa. Unendosi
stranieri al cortile detto, per l’appunto, a lui, gli antagonisti sono uniti l’uno
dei Gentili (ossia stranieri). Sul muro all’altro in questo nuovo amichevole
era scritto: “Nessuno straniero oltre- rapporto. La chiesa rappresenta un
passi il recinto attorno al luogo santo. nuovo organismo perché è qualcosa
Chiunque sia colto in fallo sarà respon- che non è mai esistito prima. È impor-
sabile della propria morte”. tante approfondire questo particolare.
2:15 Un terzo aspetto dell’opera di La chiesa neotestamentaria non è una
Cristo fu l’abolizione dell’inimicizia continuazione dell’Israele dell’A.T. Es-
(v. 14) che covava tra il Giudeo e lo stra- sa si distingue completamente da tutto
niero e anche tra l’uomo e Dio. Paolo ciò che l’ha preceduta o che la seguirà.
riconosce nella legge la causa incolpe- Questo dovrebbe essere evidente gra-
vole dell’inimicizia, ossia la legge fatta zie alle seguenti considerazioni:
di comandamenti in forma di precetti. 1. è un fatto nuovo che uno straniero
La legge di Mosè era un unico codice abbia gli stessi diritti e privilegi di un
legislativo, tuttavia era composto di Giudeo;
singoli precetti formali; questi, a loro 2. è un fatto nuovo che, diventando
volta, consistevano in dogmi o decreti credenti, sia i Giudei sia gli stranieri
che ricoprivano molte, se non addirit- perdano le rispettive identità nazio-
tura la maggior parte, delle aree della nali;
vita. La legge in sé era santa, giusta e 3. è un fatto nuovo che Giudei e stra-

872
EFESINI 2:18

nieri siano membri in comunione annunziato la pace. Come e in che


del Corpo di Cristo; occasione? Innanzi tutto, con la risur-
4. è un fatto nuovo che un Giudeo nu- rezione. In secondo luogo, tramite lo
tra la speranza di regnare con Cristo Spirito Santo. Cristo ha annunziato
anziché di essere un suddito del suo la pace nella risurrezione; infatti pa-
regno; ce fu una delle prime parole che egli
5. è un fatto nuovo che un Giudeo non pronunciò dopo essere risorto dai
sia più sotto la legge. morti (vd. Lu 24:36; Gv 20:19, 21, 26).
La chiesa è, evidentemente, un nuo- Dopodiché ha inviato gli apostoli con
vo organismo con una vocazione e un la potenza dello Spirito Santo e ha an-
destino ben distinti, e occupa un posto nunziato la pace tramite loro (vd. At
unico nei piani di Dio. Il fine ultimo 10:36). Gesù Cristo ha annunziato la
dell’opera di Cristo, tuttavia, non si buona notizia della pace a voi che era-
ferma qui. Cristo ha altresì instaurato vate lontani [gli stranieri] e a quelli
la pace tra Giudei e stranieri rimuo- che erano vicini [i Giudei], adempien-
vendo la causa dell’ostilità, conferendo do misericordiosamente la promessa
una nuova natura e creando una nuova di Dio rivelata in Is 57:19.
unione. La croce è la risposta di Dio 2:18 La prova concreta che esiste
alla discriminazione razziale, al segre- una condizione di pace tra i membri
gazionismo, all’antisemitismo, al fana- dell’unico corpo mistico e Dio è che es-
tismo e a ogni forma di conflitto tra gli si hanno accesso totale e illimitato alla
uomini. presenza di Dio. Ciò è in netto contra-
2:16 Inoltre, Cristo ha pacificato sto con il sistema veterotestamentario,
Giudei e stranieri riconciliandoli tutti e nel quale soltanto il sommo sacerdote
due con Dio. Benché, di norma, Israe- aveva facoltà di accedere al luogo san-
le e gli altri popoli non fossero nemici tissimo, alla presenza di Dio, e solo
giurati, essi erano, in un certo senso, una volta all’anno. Eadie evidenzia il
uniti nella loro ostilità verso Dio. La contrasto:
causa di tale ostilità era il peccato. Con
Ma ora anche lo straniero più lontano
la propria morte sulla croce, il Signore
che è in Cristo usufruisce realmente
ha rimosso l’inimicizia, eliminandone
e continuamente del sommo privi-
la causa. Coloro che lo ricevono sono legio spirituale, che solo un uomo di
riconosciuti giusti, perdonati, redenti una determinata tribù di un deter-
e liberati dal potere del peccato. L’ini- minato popolo, in uno specifico gior-
micizia è scomparsa e ora essi sono in no dell’anno, possedeva tipicamente
pace con Dio. Il Signore Gesù unisce e periodicamente.(13)
credenti giudei e stranieri in un corpo
unico, la chiesa, e presenta questo Cor- Grazie alla preghiera, qualsiasi cre-
po a Dio, senza alcuna traccia dell’an- dente può accedere alla sala del trono
tagonismo passato. celeste, inginocchiarsi al cospetto del
Dio non ha mai avuto bisogno di ri- Sovrano dell’universo e rivolgersi a lui
conciliarsi con noi, giacché non ci ha come a un Padre.
mai odiato. Eravamo noi che dovevamo Ecco l’ordine da seguire normal-
riconciliarci con lui. L’opera del Signore mente in preghiera. Si comincia per
sulla croce ha fornito una base conforme mezzo di lui (il Signore Gesù). Egli è
a giustizia mediante la quale noi siamo l’unico Mediatore tra Dio e l’uomo. La
stati condotti alla sua presenza non co- sua morte, la sua sepoltura e la sua ri-
me nemici, ma come amici. surrezione hanno rimosso ogni osta-
2:17 Nel v. 14 si è detto che Cristo è colo giuridico alla nostra ammissione
la nostra pace laddove, nel v. 15, che alla presenza di Dio. Ora egli vive in
egli ha fatto la pace. Adesso scopria- cielo come Mediatore per mantener-
mo che Cristo, con la sua venuta, ha ci in comunione con il Padre. Noi ci

873
EFESINI 2:19

accostiamo a Dio nel nome di Gesù e, do all’immagine rappresentata da Pao-


non avendo alcun merito personale, lo, “pietre” con cui si va edificando un
ci appelliamo ai meriti del Cristo. Al- tempio santo. L’apostolo descrive que-
la preghiera partecipano gli uni e gli sto tempio in dettaglio: il fondamento,
altri, ossia credenti giudei e credenti la pietra angolare, l’agente di coesione,
stranieri. Noi siamo privilegiati perché l’unità e la simmetria, la crescita e gli
abbiamo… accesso presso di lui. Il no- altri suoi aspetti unici.
stro aiuto nella preghiera è lo Spirito Questo tempio è edificato sul fonda-
Santo: in un medesimo Spirito. “Allo mento degli apostoli e dei profeti. Si trat-
stesso modo ancora, lo Spirito viene in ta degli apostoli e dei profeti dell’epoca
aiuto alla nostra debolezza, perché non neotestamentaria, certamente non dei
sappiamo pregare come si conviene; profeti dell’A.T., giacché questi non
ma lo Spirito intercede egli stesso per sapevano nulla della chiesa. Tuttavia,
noi con sospiri ineffabili” (Ro 8:26). ciò non significa che apostoli e profe-
Noi, dunque, abbiamo accesso al ti fossero il fondamento della chiesa:
Padre. Nessun santo veterotestamen- il fondamento della chiesa è Cristo
tario ha mai conosciuto Dio nelle vesti (vd. 1 Co 3:11). Essi hanno, nondime-
di Padre. Prima della risurrezione di no, gettato le fondamenta, insegnando
Cristo, gli uomini si rapportavano a ciò che occorreva sapere a proposito
Dio come creature dinanzi al Creatore. della Persona e dell’opera del Signore
Gesù risorto disse: “…va’ dai miei fra- Gesù. La chiesa è fondata su Cristo,
telli, e di’ loro: ‘Io salgo al Padre mio e come rivelano la professione di fede
Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro’” e l’insegnamento degli apostoli e dei
(Gv 20:17). Come risultato della sua profeti. Quando Pietro lo riconobbe
opera redentrice, per la prima volta i come “il Cristo, il Figlio del Dio viven-
credenti erano in grado di rivolgersi a te” (Mt 16:16), Gesù annunciò che la
Dio come al Padre. Nel presente ver- chiesa sarebbe stata fondata su quella
setto tutte e tre le Persone della Trinità roccia (vd. Mt 16:18), vale a dire sulla
sono chiamate in causa nelle preghiere solida verità che il Signore è il Messia,
del più umile dei credenti: questi prega l’unto di Dio e il suo unigenito Figlio. In
Dio Padre, accostandoglisi per mezzo Ap 21:14 gli apostoli sono associati ai
del Signore Gesù Cristo con la potenza dodici fondamenti della Gerusalemme
dello Spirito Santo. celeste. Gli apostoli non sono i fonda-
2:19 Negli ultimi quattro versetti menti, nondimeno sono collegati ad
di questo capitolo Paolo elenca alcuni essi perché furono i primi a insegnare
degli inconfutabili nuovi privilegi dei la meravigliosa verità riguardo a Cri-
credenti stranieri. Essi non sono più né sto e alla chiesa. Le fondamenta di un
stranieri né ospiti. Essi non saranno edificio si gettano una volta sola. Pa-
più considerati estranei, cani, incircon- rimenti, gli apostoli e i profeti hanno
cisi, esclusi. Ora essi sono concittadini gettato tali fondamenta una volta per
di tutti i santi neotestamentari. I cre- sempre. Ora essi sono scomparsi, ma
denti di stirpe giudaica non hanno al- il fondamento che essi hanno gettato è
cun vantaggio rispetto a loro. In cielo conservato per noi negli scritti del N.T.
tutti i credenti sono cittadini di prima In un certo senso, in tutte le epoche
categoria (vd. Fl 3:20-21). Coloro che ci sono stati uomini che hanno svolto
erano stranieri sono ora membri della un ministero apostolico o profetico. I
famiglia di Dio, non essendo stati sola- missionari e i fondatori di chiese sono,
mente naturalizzati cittadini del regno in qualche modo, degli apostoli e i pre-
divino, ma altresì adottati nella fami- dicatori della Parola per l’edificazione
glia di Dio. sono profeti. Ma nessuno di costoro è
2:20 Infine, gli stranieri redenti sono apostolo o profeta nel senso originario
diventati membri della chiesa o, stan- del termine.

874
EFESINI 2:21

Cristo Gesù non è soltanto il fonda- In lui siamo aggiunti alla chiesa; in
mento del tempio ma ne è, altresì, la lui cresciamo in essa; in lui il tempio
pietra angolare. Nessuna immagine intero si innalza fino al compimen-
o categoria può adeguatamente rap- to, allorché la pietra principale sarà
presentarlo nelle sue molteplici glorie asportata al grido di “Grazia, grazia
o nei suoi svariati ministeri. Esistono su di lei” (vd. Za 4:7).(14)
almeno tre possibili interpretazioni a L’espressione sulla quale l’edificio
proposito della pietra angolare e tutte intero, ben collegato insieme indica
indicano il Signore Gesù Cristo come l’unità e la simmetria del tempio. Si
l’unico, supremo e indispensabile Ca- tratta di un’unità formata da vari sin-
po della chiesa. goli elementi. Ogni elemento ha una
1. Generalmente si pensa che la pietra propria, ben specifica collocazione
angolare sia posta in basso, in un an- nell’edificio ed è perfettamente comba-
golo anteriore dell’edificio. Giacché il ciante. Le pietre che la grazia di Dio ha
resto della struttura sembra esserne scavato dalla valle della morte si inca-
supportato, essa ha finito con l’assu- strano alla perfezione l’una nell’altra.
mere l’accezione di elemento di fonda- La caratteristica insolita di questo edi-
mentale importanza. In questo senso, ficio è che si va innalzando. Quest’in-
essa è un vero emblema del Signore. nalzamento non è paragonabile alla
Inoltre, poiché la pietra angolare uni- crescita di un edificio mediante l’ag-
sce due muri, si potrebbe raffrontarla giunta di mattoni e cemento. Si pensi,
all’unione dei credenti giudei e stra- piuttosto, alla crescita di un organismo
nieri nella chiesa tramite Cristo. vivente come il corpo umano. In fin
2. Alcuni studiosi della Bibbia ritengo- dei conti, la chiesa non è un edificio
no che il termine tradotto con pietra inanimato né un’organizzazione, ben-
angolare indichi, in realtà, la chiave di sì un’entità vivente, della quale Cristo
volta di un arco. Questa pietra occupa è il Capo e i credenti il Corpo. Nata il
il punto più elevato dell’arco e costi- giorno di Pentecoste, da allora ha con-
tuisce il punto di sostegno di tutte le tinuato a crescere e continuerà a farlo
altre pietre. Cristo è, in tal senso, la fi- fino al giorno del suo rapimento.
gura più importante della chiesa, una Questo edificio in costruzione fat-
figura assolutamente indispensabile: to di materiali viventi è definito un
se si rimuove la chiave di volta, crolle- tempio santo nel Signore. Il termine
rà tutta la costruzione. che Paolo usa per tempio non indica
3. Secondo una terza possibile inter- i cortili esterni, bensì il luogo santo al
pretazione, la pietra angolare è la suo interno (gr. naos), non le zone pe-
pietra posta al vertice di una pira- riferiche del tempio, bensì il santuario.
mide. Essa si trova nel punto più al- L’apostolo ha in mente l’edificio prin-
to della struttura ed è l’unica pietra cipale del complesso del tempio che
di quella precisa grandezza e forma. ospitava il luogo santissimo. In quel
I suoi angoli e i suoi segmenti deter- luogo dimorava Dio e colà si manife-
minano la forma dell’intera pirami- stava in una nuvola di gloria luminosa
de. Allo stesso modo, Cristo è il Capo e sfolgorante.
della chiesa. Egli è unico, sia nella Da questo versetto è possibile rica-
Persona sia nel ministero, ed è colui vare numerosi insegnamenti: 1° Dio
che conferisce alla chiesa le sue ca- dimora nella chiesa. Giudei e stranieri
ratteristiche uniche; in primo luogo, salvati formano un santuario vivente
il fondamento. nel quale egli dimora e rivela la sua glo-
2:21 L’espressione sulla quale fa ri- ria; 2° questo tempio è santo. Esso è se-
ferimento a Cristo, la fonte della vita e parato dal mondo e dedicato a Dio per
della crescita della chiesa. W.G. Blaikie i suoi santi propositi; 3° come tempio
afferma: santo, la chiesa è un centro dal quale la

875
EFESINI 2:22

lode, il culto e l’adorazione s’innalzano partire dal v. 2 e ripresa solamente nel


a Dio tramite il Signore Gesù Cristo. v. 14. I versetti centrali costituiscono
Paolo aggiunge un nuovo partico- una digressione il cui tema è il mistero
lare alla descrizione del tempio santo di Cristo e della chiesa.
scrivendo che esso è nel Signore. In al- Ciò che rende tale cesura partico-
tre parole, il Signore Gesù è all’origine larmente interessante è che l’attuale
della santità del tempio, i cui membri, età della chiesa costituisce, essa stessa,
che occupano una posizione di santità una parentesi nelle relazioni di Dio. La
mediante l’unione con lui, sono chia- spiegazione è semplice: durante gran
mati, per amor suo, a tradurre tale san- parte del periodo storico veterotesta-
tità in pratica. mentario, Dio ebbe rapporti essenzial-
2:22 In questo magnifico tempio, i mente con i Giudei. Infatti, da Ge 12 a
credenti stranieri godono del medesi- Ml 4 la narrazione si concentra quasi
mo status dei Giudei convertiti. Questa esclusivamente su Abraamo e i suoi
notizia dovrebbe suscitare in noi una discendenti. Quando il Signore Gesù
grande emozione, così come deve aver venne sulla terra, Israele lo respinse.
colpito profondamente gli Efesini e mol- Di conseguenza Dio mise temporane-
ti altri allorché essa fu loro comunicata amente da parte questa nazione come
per la prima volta. L’eccezionale digni- suo popolo eletto. Viviamo ora nell’età
tà della posizione dei credenti consiste della chiesa, in cui Giudei e stranieri
nel fatto che essi formano una dimora sono posti sullo stesso livello di fronte a
a Dio per mezzo dello Spirito. Questo Dio. Allorché la chiesa sarà completata
è lo scopo del tempio: fornire un luogo e portata in cielo, Dio riprenderà il suo
nel quale Dio possa vivere in comunio- programma con la nazione d’Israele.
ne con il suo popolo. Questo luogo è la Allora le lancette dell’orologio profetico
chiesa. Confrontiamo la posizione degli riprenderanno a muoversi. In pratica
stranieri dell’A.T. con quella qui descrit- l’età presente costituisce una sorta di
ta. All’epoca agli stranieri non era nem- parentesi tra i rapporti passati e futuri
meno consentito di avvicinarsi al luogo di Dio con Israele. Si tratta di una nuo-
dove Dio dimorava. Ora essi stessi ne va amministrazione nel programma
costituiscono una buona parte! divino, unica e separata da qualsiasi
Si consideri, inoltre, il ministero di cia- cosa l’abbia preceduta o la seguirà.
scuna delle Persone della Deità riguardo Nei vv. 2-13 Paolo descrive piuttosto
alla chiesa: 1° in lui, vale a dire in Cristo. minuziosamente questa parentesi. Il
Noi formiamo il tempio mediante l’unio- fatto che l’autore ricorra a una paren-
ne con lui; 2° come dimora a Dio. Questo tesi letteraria per spiegare una paren-
tempio è la casa di Dio Padre sulla terra; tesi nel programma divino è soltanto
3° per mezzo dello Spirito. Dio dimora un’involontaria coincidenza?
nella chiesa nella Persona dello Spirito L’apostolo così apre la sezione: Per
Santo (vd. 1 Co 3:16). questo motivo io, Paolo, il prigionie-
Il capitolo che si apriva con una ro di Cristo Gesù per voi stranieri .
descrizione degli stranieri morti, de- L’espressione Per questo motivo si riag-
pravati, diabolici e ribelli si chiude su gancia a quanto appena detto riguardo
quegli stessi stranieri, purificati da alla posizione di privilegio di cui godo-
ogni colpa e corruzione, uniti nella for- no gli stranieri credenti, grazie alla loro
mazione di una dimora a Dio per mez- unione con Cristo.
zo dello Spirito ! È opinione diffusa che questa lettera
fu redatta durante la prima prigionia
F. Una parentesi sul mistero di Paolo a Roma, ma l’apostolo non si
(3:1-13) autodefinisce prigioniero nella capi-
3:1 Qui Paolo esordisce con un’affer- tale dell’impero. Una tale ammissione
mazione subito lasciata in sospeso a denoterebbe sconfitta, autocommise-

876
EFESINI 3:4

razione o un tentativo di ingraziarsi il una dispensazione della grazia di


lettore. Autodefinendosi il prigioniero Dio . Qui dispensazione significa
di Cristo Gesù, Paolo esprime accet- amministrazione . L’amministratore
tazione, dignità e trionfo. Ruth Paxons ha l’incarico di gestire gli affari per
descrive bene questa situazione: conto di qualcun altro. Paolo era
l’amministratore di Dio, incaricato
Non v’è alcun sentore di prigione in di comunicare la grande verità della
Efesini, perché Paolo non è incatena-
chiesa neotestamentaria. Si trattava
to nello spirito. È lì come prigioniero
dell’amministrazione della grazia di
di Roma, ma non lo ammetterà mai,
e si dichiara prigioniero di Gesù Cri-
Dio sotto almeno tre aspetti:
sto. Qual è il segreto di una tale vitto- 1. riguardo al latore del messaggio. Fu,
ria sugli eventi del mondo? Lo spirito infatti, in virtù di un immeritato atto
di Paolo è in cielo con Cristo, benché di clemenza che a Paolo fu conferito
il suo corpo languisca in prigione.(15) un tale privilegio;
2. riguardo ai contenuti del messaggio.
Certamente Paolo fu imprigiona- Si trattava di un messaggio riguar-
to a causa e in favore degli stranieri . dante la gratuita e immeritata bene-
Durante il suo ministero l’apostolo volenza di Dio;
incontrò un’accanita opposizione 3. riguardo ai destinatari del messaggio.
per aver insegnato che, nella chiesa Gli stranieri, infatti, erano considerati
cristiana, i credenti stranieri avevano persone indegne di tanta grazia.
gli stessi diritti e privilegi dei creden- Eppure questa gestione della grazia
ti giudei. Con la falsa accusa di aver fu affidata a Paolo affinché egli potes-
condotto Trofimo, un cristiano di se, a sua volta, rivelarla agli stranieri.
Efeso, nell’area del tempio interdet- 3:3 L’apostolo non aveva appreso il
ta agli stranieri (vd. At 21:29), Paolo mistero da qualcun altro, né l’aveva
fu arrestato e processato al cospetto scoperto grazie alla propria intelligen-
dell’imperatore. In realtà, dietro l’ac- za, essendogli stato fatto conoscere
cusa si celava la profonda ostilità del- grazie a una rivelazione diretta di Dio.
le autorità religiose. Non ci è rivelato quando e come ciò ac-
3:2 Ora Paolo interrompe il corso dei cadde; tutto quello che sappiamo è che,
suoi pensieri per sviluppare il tema del in modo miracoloso, Dio mostrò a Pao-
mistero in quella che abbiamo già defi- lo il suo piano per una chiesa composta
nito una parentesi letteraria riguardan- da convertiti Giudei e stranieri. Abbia-
te una parentesi nel piano di Dio. mo già ricordato che il mistero è un
Senza dubbio avete udito… La ND segreto inviolabile, precedentemente
traduce “Se pure…”, creando l’im- nascosto, umanamente inconoscibile
pressione che i lettori dell’apostolo e, ora, divinamente rivelato. L’apostolo
non fossero a conoscenza della sua aveva già brevemente accennato al mi-
speciale missione fra gli stranieri. stero in 1:9-14, 22-23; 2:11-22.
Così tradotto, questo versetto è spes- 3:4 Ciò che Paolo aveva già scritto
so usato per provare che Paolo non sull’argomento era sufficiente per di-
conosceva i destinatari della lettera mostrare ai suoi lettori che Dio gli aveva
e che, dunque, questa non poteva concesso di comprendere il mistero di
essere indirizzata agli amati Efesini. Cristo. W.G. Blaikie parafrasa il brano
L’espressione originaria può anche in questo modo:
significare “poiché”, “giacché” o “in- Consideriamo ciò di cui ho scritto in
fatti” (tale è la parafrasi offerta dalla precedenza: per renderlo più com-
NR). Gli Efesini erano sicuramente a prensibile ora scriverò più approfon-
conoscenza dello speciale ministero ditamente sull’argomento, affinché
di Paolo fra gli stranieri. L’apostolo vediate che il vostro maestro è infor-
descrive il proprio ministero come mato accuratamente sul mistero…(16)

877
EFESINI 3:5

3:5 I vv. 5-6 ci danno la più completa la forma in cui è ora stato rivelato. Era,
definizione che abbiamo del mistero. sì, conosciuto, ma non come lo è adesso.
Dapprima Paolo spiega che cosa è un Oggi noi abbiamo una rivelazione più
mistero, quindi che cosa è il mistero di completa, ma siamo sempre l’Israele di
Cristo. Dio, vale a dire un prolungamento del
In primo luogo, si tratta di una verità popolo di Dio”. A sostegno della loro
che nelle altre epoche non fu concesso tesi costoro fanno rilevare la traduzio-
ai figli degli uomini di conoscere. Ciò ne di At 7:38 della versione King James
significa che è inutile cercarla nell’A.T. del 1611, dove la nazione d’Israele è
Possono esserci tipi e modelli del mi- chiamata “la chiesa nel deserto” (NR e
stero, ma la verità in sé era sconosciuta ND hanno: “assemblea del deserto”).
a quel tempo. È vero che si parla del popolo eletto di
In secondo luogo, tale mistero ora è Dio come di un’assemblea nel deserto,
stato rivelato ai santi apostoli e profeti ma ciò non significa che avesse alcu-
di Dio per mezzo dello Spirito. La rive- na relazione con la chiesa cristiana .
lazione proviene da Dio, il quale ha scel- Dopo tutto, il sostantivo gr. ekklēsia è
to gli apostoli e i profeti che avrebbero un termine generico che può indicare
ricevuto la rivelazione mediante lo Spi- qualsiasi assemblea, congregazione o
rito Santo, ovvero il canale attraverso riunione. Questo termine non si limita
cui la rivelazione è pervenuta loro. a indicare Israele in At 7:38; infatti, lo
Se non comprendessimo che gli apo- stesso termine gr. tradotto con assem-
stoli e i profeti cui si fa riferimento so- blea è usato in At 19:32, 41 a proposito
no quelli del N.T. e non quelli dell’A.T., di una folla di pagani. È possibile deter-
questo versetto ci sembrerebbe con- minare a quale “chiesa” o “assemblea”
traddittorio. Nella prima parte si affer- si fa riferimento solamente in base al
ma che questa verità non fu rivelata in contesto.
altre epoche (dunque, essa era scono- Che cosa obiettare a chi sostiene che
sciuta ai profeti dell’A.T.). Come avreb- il v. 5 significa che la chiesa esisteva già
bero potuto degli uomini scomparsi nell’A.T., nonostante non fosse ancora
da secoli rivelarla ai tempi di Paolo? Il pienamente rivelata come lo è ora? La
significato evidente è che la magnifica risposta si trova in Cl 1:26, che precisa
verità di Cristo e della chiesa fu rivela- chiaramente che “il mistero… è stato
ta a uomini dell’età della chiesa (come nascosto per tutti i secoli e per tutte le
Paolo), che ricevettero un incarico spe- generazioni, ma… ora è stato manife-
ciale dal Signore risorto per servirlo co- stato ai suoi santi”. Non è questione di
me suoi portavoce o messaggeri (Paolo rivelazione graduale, ma di rivelazione
non si ritiene l’unico depositario di tale pura e semplice.
mistero sacro: difatti, egli fu uno dei 3:6 Adesso arriviamo alla verità
tanti. Egli fu, però, il primo a propaga- centrale del mistero: nella chiesa del
re la verità agli stranieri del suo tempo Signore Gesù Cristo i credenti stranieri
e alle generazioni successive tramite il sono eredi con i credenti giudei, mem-
suo epistolario). bra con loro e partecipi assieme a loro
È necessario ricordare che molti cre- della promessa fatta in Cristo Gesù
denti sono di diverso avviso rispetto mediante il vangelo. In altre parole ora
a quanto esposto nei paragrafi prece- gli stranieri convertiti hanno lo stesso
denti. Difatti, essi sostengono che la titolo e gli stessi privilegi dei Giudei
chiesa, in realtà, esisteva sin dai tempi convertiti.
dell’A.T. e che si trattava d’Israele, ma In primo luogo, sono eredi con loro.
che soltanto ora la verità della chiesa è Per quel che riguarda l’eredità, la con-
stata pienamente rivelata. In sostanza, dividono in uguale misura con i Giudei
essi affermano: “Nelle epoche prece- salvati. Sono eredi di Dio e coeredi di
denti il mistero non era conosciuto nel- Gesù Cristo con tutti gli altri redenti.

878
EFESINI 3:8

Inoltre sono anch’essi membra… società, una collettività dal carattere


di un medesimo corpo. Non sono più unico, l’organismo di credenti più pri-
distanti o svantaggiati giacché, nella vilegiato di cui si legga nella Bibbia. La
chiesa, essi condividono con i Giudei chiesa ebbe origine dopo l’ascensione
salvati una posizione paritaria. di Cristo e la discesa dello Spirito Santo
Infine, essi sono partecipi con i Giu- (vd. At 2); essa fu costituita mediante il
dei della promessa fatta in Cristo Gesù battesimo nello Spirito Santo (vd. 1 Co
mediante il vangelo. Qui la promessa 12:13) e sarà completa al momento del
può indicare sia lo Spirito Santo (vd. At rapimento, allorché tutti coloro che ap-
15:8; Ga 3:14) sia tutto quello che è stato partengono a Cristo saranno condotti
promesso mediante il vangelo a chi è in nella loro patria nei cieli (1 Te 4:13-18;
Cristo Gesù. Gli stranieri, in tutto ciò, 1 Co 15:23, 51-58).
sono compartecipi insieme ai Giudei. 3:7 Dopo aver esaltato l’uguaglian-
Nulla di questo era valido durante la za del ruolo di stranieri e Giudei nella
dispensazione veterotestamentaria, né chiesa, ora Paolo passa a discutere del
lo sarà nel futuro regno di Cristo. proprio ministero in relazione a ciò
Nell’A.T. Israele occupava un posto (vv. 7-9).
distinto e privilegiato dinanzi a Dio. Prima di tutto è diventato servitore
Per un Giudeo la sola idea che uno stra- del vangelo. La ND traduce “ministro”.
niero potesse avere la sua stessa parte Wuest osserva: “Il termine ministro è
delle promesse di Dio sarebbe stata ri- fuorviante, giacché oggigiorno è usato
sibile. Si sarebbe trattato di un’ipotesi per indicare il pastore di una chiesa”.
più che remota: impossibile. I profeti Nel N.T., infatti, esso non compare
d’Israele profetizzarono la chiamata mai con tale accezione, giacché il suo
degli stranieri (vd. Is 49:6; 56:6-7), ma significato principale è servitore (lat.
non fecero mai alcuna allusione al fat- minĭstru(m): servo, aiutante). Dunque
to che sarebbero stati anch’essi mem- Paolo intendeva semplicemente di-
bra di un corpo nel quale i Giudei non chiarare che serviva il Signore a propo-
avrebbero avuto la precedenza. sito di questo mistero.
Nel regno futuro del Signore, Israe- Il ministero di Paolo è essenzial-
le sarà a capo delle nazioni (vd. Is mente un dono immeritato: secondo
60:12); gli stranieri saranno benedet- il dono della grazia di Dio a me con-
ti, ma attraverso Israele (vd. Is 60:3; cessa . Non si trattava, infatti, di una
61:6; Za 8:23). semplice dimostrazione della grazia
La vocazione d’Israele consisteva ma, altresì, di una prova della potenza
principalmente, sebbene non limita- di Dio. Tale potenza era riuscita a rag-
tamente, in benedizioni temporali ter- giungere l’orgoglioso, bigotto fariseo,
rene (vd. De 28; Am 9:13-15), laddove salvandogli l’anima e facendo di lui
quella della chiesa consiste principal- un apostolo, concedendogli la forza
mente in “ogni benedizione spirituale necessaria per ricevere le rivelazioni
nei luoghi celesti in Cristo” (Ef 1:3). divine e fortificandolo per l’opera. Co-
Israele fu chiamato a essere il popo- sì Paolo può ben affermare che il dono
lo eletto di Dio sulla terra; la chiesa è gli è stato concesso in virtù della sua
chiamata a essere la Sposa celeste di potenza.
Cristo (vd. Ap 21:2, 9). Israele sarà be- 3:8 L’apostolo si autodefinisce il mi-
nedetto durante il regno millenniale nimo fra tutti i santi. Ad alcuni tale af-
di Cristo (vd. Os 3:5); la chiesa regnerà fermazione potrebbe apparire un atto
con lui sull’intero universo, condivi- di falsa modestia. In realtà, tale è l’ef-
dendo la sua gloria (vd. Ef 1:22-23). fettiva considerazione che può avere
Dunque dovrebbe essere chiaro che di sé un uomo ripieno di Spirito Santo.
il termine chiesa non indica né Israele, Chiunque veda Cristo nella sua gloria
né il regno. Esso designa una nuova deve ammettere la propria corruzione

879
EFESINI 3:9

e inutilità. Nel caso di Paolo, si aggiun- tutti deve indicare tutti i credenti. Non
geva il ricordo di avere perseguitato il ci si aspetta che gli increduli com-
Signore Gesù (vd. At 9:4) accanendosi prendano le profonde verità del mi-
contro la chiesa di Dio (vd. Ga 1:13; Fl stero (vd. 1 Co 2:14). Pertanto, con
3:6). A dispetto di tutto ciò, il Signore lo tale pronome, Paolo designa i salvati
aveva scelto per portare il vangelo agli di tutti i gruppi sociali: Giudei e stra-
stranieri (vd. At 9:15; 13:47; 22:21; Ga nieri, schiavi e liberi.
2:2, 8). Paolo era l’apostolo degli stra- Questo mistero… è stato fin dalle
nieri, così come Pietro lo era dei Giudei. più remote età nascosto in Dio. Il pia-
Il suo era un duplice ministero, essen- no era nella mente di Dio dall’eternità,
do rivolto sia al vangelo sia alla chiesa. ma il concetto qui espresso è che lo ha
In primo luogo, egli annunciava agli tenuto segreto attraverso le età della
uomini la via della salvezza, dopodiché storia umana. Ancora una volta notia-
li guidava nella verità della chiesa neo- mo con quale cura lo Spirito Santo ci
testamentaria. Per lui l’evangelizzazio- comunica l’idea che l’assemblea o la
ne non era un’attività fine a se stessa, chiesa universale è qualcosa di nuo-
bensì un passo verso l’istituzione e il vo, unico, senza precedenti, un tempo
rafforzamento di chiese neotestamen- ignoto a tutti tranne che a Dio. Il se-
tarie locali. greto è stato fin dalle più remote età
La funzione principale del suo mi- nascosto in Dio, il Creatore di tutte
nistero consisteva nell’annunziare agli le cose. Dio è il Creatore dell’univer-
stranieri le insondabili ricchezze di so materiale, il Creatore delle età , il
Cristo. Blaikie lo chiarisce bene: Creatore della chiesa. Tuttavia, nella
sua saggezza, egli ha deciso di non far
Due parole allettanti – “ricchezze” e conoscere questa nuova creazione fi-
“insondabili” – che richiamano alla no alla prima venuta di Cristo.
mente l’idea di cose preziosissime e 3:10 Uno degli attuali obiettivi di Dio
infinitamente abbondanti. Solitamen- in relazione al mistero consiste nella
te le cose preziose sono rare e la loro rivelazione della propria infinitamen-
estrema rarità accresce il loro valore;
te varia sapienza alle schiere angeli-
qui, invece, ciò che vi è di più pre-
che. Ancora una volta Paolo utilizza
zioso è anche illimitato: ricchezze di
compassione, amore, onore, potenza
la metafora della scuola, dove Dio è
santificante, consolatoria e trasforma- l’insegnante, l’universo è l’aula e i di-
trice… Tutto senza limiti e in grado di gnitari angelici sono gli studenti. L’ar-
soddisfare ogni bisogno, desiderio e gomento della lezione è: “La variegata
brama del cuore, ora e per sempre.(17) sapienza di Dio”. La chiesa è l’esempio
pratico. Dal cielo gli angeli sono spinti
Quando ci affidiamo al Signore, in ad ammirare gli insondabili giudizi di
un attimo diventiamo dei miliardari Dio e a stupirsi nell’apprendere le sue
spirituali; in Cristo possediamo tesori vie. Essi studiano come Dio ha glori-
inesauribili. ficato se stesso trionfando sul pec-
3:9 La seconda parte del ministero cato; come ha inviato il migliore del
di Paolo consisteva nel manifestare a cielo per i peggiori della terra; come
tutti quale sia il piano di Dio riguardo ha redento i suoi nemici a un prezzo
al mistero, ossia nell’insegnare a tutti enorme, conquistandoli con amore e
in che modo il mistero è stato svelato preparandoli per essere la Sposa del
e realizzato. Il piano di Dio per i tempi Figlio suo. Essi vedono che Dio ha be-
attuali consiste nello “scegliersi tra gli nedetto i suoi nemici con tutte le be-
stranieri un popolo consacrato al suo nedizioni spirituali del cielo. E vedono
nome” (At 15:14), una Sposa per il Fi- che, mediante l’opera del Signore Ge-
glio. Questo piano prevede l’ammini- sù sulla croce, a Dio è tributata mag-
strazione del mistero. Qui il pronome gior gloria, laddove ai Giudei e agli

880
EFESINI 3:14

stranieri credenti sono giunte benedi- risultati che ne scaturivano, Paolo


zioni più copiose di quelle che avreb- incoraggiava i santi a non affliggersi
bero avuto se al peccato non fosse mai al pensiero delle sue sofferenze. Egli
stato permesso di fare il suo ingresso è lieto di sopportare ogni sorta di
nel mondo. Dio è stato riconosciuto tribolazioni per compiere la propria
giusto, Cristo è stato esaltato, Satana è missione tra gli stranieri. L’apostolo li
stato sconfitto e la chiesa è stata posta esortava a non demoralizzarsi per le
sul trono, in Cristo, per condividerne sue difficoltà, ma a essere orgogliosi,
la gloria. giacché egli era stato reputato degno
3:11 Il mistero, il suo stesso occul- di soffrire per il Signore Gesù. Gli Efe-
tamento, la sua divulgazione finale e sini dovevano rallegrarsi al pensiero
il modo in cui esso rivela la saggez- dei benefici che le sue tribolazioni ar-
za di Dio sono elaborati secondo il recavano a loro e agli altri stranieri. In
disegno eterno che egli ha attuato definitiva, essi dovevano considerare
mediante il nostro Signore, Cristo la sua reclusione come una gloria, non
Gesù . Fin da prima che il mondo una disgrazia.
fosse creato, Dio sapeva che Satana
sarebbe caduto e che l’uomo lo avreb- G. Paolo prega per i santi
be seguito nel peccato. Perciò aveva (3:14-19)
già approntato un piano strategico 3:14 Ora l’apostolo riprende l’argo-
per contrattaccare. Questo piano si mento iniziato al v. 1 e subito in-
è sviluppato nell’incarnazione, nella terrotto con la sua digressione sul
morte, nella risurrezione, nell’ascen- mistero. La locuzione Per questo mo-
sione e nella glorificazione di Cristo. tivo si riallaccia al cap. 2, con la sua
L’intero programma era incentrato su descrizione di ciò che gli stranieri
Gesù Cristo ed è stato realizzato tra- erano stati per loro natura e di ciò che
mite lui. Ora Dio può salvare gli empi, erano diventati mediante l’unione
i Giudei come gli stranieri, renderli con Cristo. La loro stupefacente asce-
membra del Corpo di Cristo, confor- sa dalla povertà e dalla morte alle
marli all’immagine del Figlio suo e ricchezze e alla gloria spingono Paolo
onorarli in modo unico come Sposa a pregare affinché vivano sempre go-
dell’Agnello per tutta l’eternità. dendo dei frutti della loro onorevole
3:12 In virtù dell’opera di Cristo e posizione.
della nostra unione con lui, ora abbia- È indicata la postura assunta du-
mo l’indescrivibile privilegio di acce- rante la preghiera: piego le ginocchia.
dere alla presenza di Dio in qualsiasi Ciò non significa che sia obbligatorio
momento, confidando, a pieno titolo, inginocchiarsi, benché l’anima debba
di essere ascoltati senza alcun timore essere sempre in questa posizione.
di essere rimproverati (vd. Gm 1:5). Possiamo pregare mentre cammi-
La nostra libertà è l’atteggiamento niamo, siamo seduti o distesi, ma il
rispettoso e l’assenza di paura che ci nostro spirito dovrebbe essere chino
contraddistingue come figli che si ri- nell’umiltà e nella riverenza.
volgono al Padre. Il nostro accostarci La preghiera è rivolta al Padre .
è la nostra libertà di parlare a Dio in In senso lato, Dio è il Padre di tutta
preghiera. La nostra fiducia è la cer- l’umanità, giacché ne è il Creatore
tezza che saremo ben accolti e ascol- (vd. At 17:28-29). In senso ristretto,
tati e che riceveremo una risposta egli è il Padre di tutti i credenti, aven-
saggia e amorevole. Tutto ciò avviene doli raccolti nella sua famiglia spiri-
mediante la fede in lui, vale a dire la tuale (vd. Ga 4:6). In senso specifico,
nostra fede nel Signore Gesù Cristo. egli è il Padre del Signor nostro Gesù
3:13 Considerando la dignità del Cristo e ciò significa che Padre e Fi-
proprio ministero e i meravigliosi glio sono uguali (vd. Gv 5:18).

881
EFESINI 3:15

3:15 Il particolare ruolo del Padre Stai andando da un Re,


cui Paolo allude è quello di colui dal Porta con te richieste importanti;
quale ogni famiglia nei cieli e sulla ter- Perché la sua grazia e la sua potenza
ra prende nome. Ciò può essere inteso sono tali
secondo tre punti di vista: Che nessuna richiesta è mai
1. tutti i redenti, in cielo e sulla terra, lo eccessiva.
considerano il Capo famiglia; − John Newton
2. tutti gli esseri creati, umani e ange-
lici, gli devono la loro esistenza, non Adesso arriviamo alle specifiche ri-
soltanto come individui ma altresì chieste di preghiera di Paolo. Anziché
come famiglie. Le famiglie in cielo considerarle una serie di singole istan-
comprendono i diversi gradi di crea- ze, dobbiamo guardare ad esse come a
ture angeliche. Le famiglie sulla ter- una progressione nella quale ciascuna
ra sono le diverse razze derivate da preghiera prepara il terreno alla suc-
Noè, ora suddivise in varie nazioni; cessiva. Immaginiamo una piramide:
3. da lui ha origine il concetto univer- la prima richiesta è lo strato inferiore di
sale di paternità. La paternità di Dio pietre. A mano a mano che la preghiera
è l’originale, il modello ideale, ante- procede, la costruzione di Paolo rag-
signano di ogni altra relazione pater- giunge il sommo vertice.
na. La traduzione interconfessionale La prima richiesta è che i credenti
in lingua corrente (ABU) reca: “…a possano essere potentemente fortifica-
lui che è il Padre di tutte le famiglie ti, mediante lo Spirito suo, nell’uomo
del cielo e della terra”. interiore. La benedizione impetrata è la
3:16 Non possiamo fare a meno di potenza spirituale, la quale non consiste
essere colpiti dalla portata della richie- nella facoltà di operare miracoli spetta-
sta di Paolo: affinché egli vi dia, secon- colari, bensì nella forza necessaria per
do le ricchezze della sua gloria. Sta per diventare dei credenti maturi, saldi,
chiedere che i santi possano essere pronti. Colui che può infondere questa
spiritualmente fortificati. Ma fino a potenza è lo Spirito Santo. Naturalmen-
che limite? Jamieson, Fausset e Brown te egli può fortificarci soltanto se ci nu-
rispondono: “In abbondanza, con- triamo della Parola di Dio, se respiriamo
formemente alle ricchezze della sua l’aria pura della preghiera e se serviamo
gloria; non ‘secondo’ la limitatezza del il Signore ogni giorno.
nostro cuore”. (18) Sovente i predicatori Questa potenza è sperimentata
fanno notare la differenza esistente tra nell’uomo interiore, vale a dire nella sfe-
l’espressione “dalle ricchezze” e secon- ra spirituale della nostra natura. È l’uomo
do le ricchezze. Una persona potrebbe interiore che trae “diletto nella legge di
donare una quantità insignificante to- Dio” (Ro 7:22). È l’uomo interiore quello
gliendola dalle sue ricchezze, ma non che si rinnova giorno dopo giorno, anche
in proporzione ad esse! Paolo chiede quando l’uomo esteriore va disfacendosi
a Dio di concedere forza secondo (in (vd. 2 Co 4:16). Benché appartenga a Dio,
proporzione) le ricchezze della sua il nostro uomo interiore ha bisogno di
perfezione. Poiché il Signore è infini- rafforzarsi, di crescere e di svilupparsi.
tamente ricco in gloria, i santi devono 3:17 Successivamente l’apostolo im-
prepararsi a ricevere un diluvio di be- plora che Dio faccia sì che Cristo abiti per
nedizioni! Perché dovremmo chiedere mezzo della fede nei vostri cuori. Questo
così poco a un Re così grande e munifi- è l’effetto della fortificazione dello Spirito:
co? Qualcuno chiese un enorme favore noi siamo rafforzati in modo che Cristo
a Napoleone, il quale immediatamente abiti… nei nostri cuori. In realtà, il Signo-
glielo concesse, spiegando: “Costui mi re Gesù prende dimora nel credente già
ha onorato con la grandezza della sua all’atto della conversione (vd. Gv 14:23;
richiesta”. Ap 3:20), ma non è questo l’argomento

882
EFESINI 3:18

della preghiera. Non si tratta, cioè, del suo dalla botanica e dell’architettura. La
dimorare nel cuore del credente quanto, radice fornisce nutrimento e sostegno
piuttosto, del suo sentirvisi a casa ! Cristo all’albero. La base di un edificio è il fon-
risiede permanentemente nel cuore di damento sul quale esso poggia. Scroggie
in ogni persona salvata: qui l’apostolo si commenta: “L’amore è il terreno nel quale
augura che il Signore possa accedere libe- la nostra vita deve affondare le proprie ra-
ramente a ogni stanza e a ogni ripostiglio dici ed è la roccia sulla quale deve essere
senza essere contristato da parole, pensie- fondata la nostra fede”.(19) Essere radicati e
ri, motivazioni e atti peccaminosi e che fondati nell’amore significa fare dell’amo-
possa avere un’unione ininterrotta con il re il nostro stile di vita. La vita d’amore è
credente. In tal modo, il cuore del credente una vita di benevolenza, altruismo, fidu-
diventa la casa di Cristo, un luogo in cui il cia e mitezza. È la vita di Cristo che trova
Signore ama soggiornare (come, ad esem- espressione nel credente (vd. 1 Co 13:4-7).
pio, la casa di Maria, Marta e Lazzaro a 3:18 Mediante le precedenti richieste,
Betania). Il cuore, naturalmente, rappre- Paolo ha abbozzato un programma di
senta il centro della vita spirituale e con- crescita e sviluppo spirituale che prepa-
trolla ogni aspetto del comportamento. In ra il figlio di Dio a essere completamen-
realtà, l’apostolo prega affinché la signoria te in grado di abbracciare con tutti i
di Cristo possa estendersi ai libri che leg- santi quale sia la larghezza, la lunghez-
giamo, al lavoro che facciamo, al cibo che za, l’altezza e la profondità.
mangiamo, al denaro che spendiamo, alle Prima di considerare le dimensioni in
parole che pronunciamo: in breve, ai mi- sé, soffermiamoci sull’espressione con
nimi particolari della nostra vita. tutti i santi. L’argomento è così vasto
Più siamo rafforzati dallo Spirito che nessun credente può comprender-
Santo, più saremo simili al Signore lo se non in minima parte. Per questo
Gesù. E più saremo come lui, più egli si occorre studiare, discutere e rendere
stabilirà e si sentirà completamente a partecipi gli altri. Lo Spirito Santo può
casa propria nel nostro cuore. servirsi delle meditazioni fatte insieme
Per mezzo della fede godiamo della da un gruppo di credenti per gettare
sua presenza in noi. Ciò prevede una co- maggior luce sulle Scritture.
stante dipendenza da lui, una costante Secondo la versione in esame (NR), le
resa a lui, e un costante riconoscimento dimensioni fanno riferimento all’amore
che egli è nella propria dimora. È per di Cristo. Stando a tali premesse, il rela-
mezzo della fede che “ci esercitiamo ad tivo nesso potrebbe essere il seguente:
avvertire la sua presenza”, come ha cu-
riosamente commentato il mistico fra’ larghezza: il mondo (vd. Gv 3:16)
Lorenzo della Risurrezione (al secolo lunghezza: l’eternità (vd. 1 Co 13:8)
Nicolas Herman). altezza: i cieli (vd. 1 Gv 3:1-2)
Fino a questo punto la preghiera di profondità: l’abisso della morte di
Paolo ha coinvolto ogni Persona della Gesù sulla croce
Trinità. Egli ha chiesto al Padre (v. 14) (vd. Fl 2:8)
di rafforzare i credenti mediante il suo
Spirito (v. 16) per far sì che Cristo possa F.B. Meyer si è ben espresso a tale
essere completamente a suo agio nei proposito:
loro cuori (v. 17). Uno dei principali L’orizzonte dinanzi a noi sarà sem-
privilegi della preghiera è la facoltà di pre altrettanto vasto quanto quello
impegnare l’eterno Dio ad agire nel no- alle nostre spalle. E quando avremo
stro interesse e in quello altrui. contemplato il volto di Gesù per mil-
Paolo dichiara che in virtù, dell’accesso lenni, la sua bellezza sarà sempre fre-
illimitato di Cristo, i credenti diventano sca e affascinante e sconfinata come
radicati e fondati nell’amore. Qui l’apo- quando l’ammirammo per la prima
stolo si serve di alcuni termini mutuati volta dalle porte del paradiso.(20)

883
EFESINI 3:19

Ma queste dimensioni possono al- pienezza della Deità risiede nel Signore
tresì richiamarsi al mistero che occupa Gesù (vd. Cl 2:9). Più spazio le accor-
un posto così importante nella Lettera deremo, per fede, nei nostri cuori, più
agli Efesini (vd. lo stesso versetto nella saremo ricolmi di tutta la pienezza di
ND). È facile trovare queste dimensio- Dio. Non potremo mai contenere tutta
ni nel testo stesso. la pienezza di Dio, ma questo è un fine
1. La larghezza è descritta in 2:11-18. Si verso il quale dobbiamo tendere.
riferisce alla portata della grazia di Dio Nonostante il commento di questi ter-
che salva Giudei e stranieri e li incor- mini, dobbiamo tuttavia riconoscere che
pora nella chiesa. Il mistero abbraccia esistono delle profondità di significato
entrambi questi segmenti di umanità. che non abbiamo ancora raggiunto. Pro-
2. La lunghezza si estende di eternità in seguendo la lettura delle Scritture, siamo
eternità. Per quanto riguarda il pas- sempre più consapevoli di trovarci di
sato, i credenti furono eletti in Cristo fronte a verità che vanno ben oltre la no-
prima della creazione del mondo (1:4). stra capacità di comprendere o spiegare.
Per quanto riguarda il futuro, l’eterni- Per intendere questo versetto, possiamo
tà sarà caratterizzata da un continuo ricorrere a una metafora come quella di
dispiegarsi delle immense ricchezze voler riempire un ditale con tutta l’acqua
della grazia di Dio nel suo amore per dell’oceano: certo, il ditale si riempie d’ac-
noi attraverso Cristo (2:7). qua… ma quanto poco oceano è conte-
3. L’altezza è contemplata in 2:6, dove nuto in esso! Perciò, dopo aver detto tutto
non soltanto siamo stati risuscitati con questo, il mistero rimane e noi non pos-
Cristo, ma in lui sediamo sul trono nei siamo fare altro che provare un timore
cieli per condividere la sua gloria. reverenziale di fronte alla Parola di Dio e
4. La profondità è ritratta vividamen- contemplare attoniti la sua infinità.
te in 2:1-3. Eravamo sprofondati in
un abisso di peccato e di corruzione H. Dossologia di Paolo
inimmaginabili. Cristo è venuto in (3:20-21)
questa giungla di depravazione e di 3:20 La preghiera si conclude con una
corruzione per morire per noi. dossologia assai suggestiva. Le prece-
Tali sono, dunque, le dimensioni denti richieste avanzate da Paolo sono
dell’immensità, anzi, per meglio dire, importanti, audaci e apparentemente
dell’infinito. Pensando ad esse “non impossibili. Ma Dio è colui che può…
possiamo fare altro”, commenta Scrog- fare infinitamente di più di quel che
gie, “che mantenere l’ordine in questo domandiamo o pensiamo. La portata
tumulto di parole sante”. della sua potenza si evince dal modo
3:19 La successiva richiesta dell’apo- in cui Paolo costruisce una piramide di
stolo è che i santi possano conoscere per affermazioni per descrivere le sue be-
esperienza questo amore che sorpassa nedizioni sovrabbondanti:
ogni conoscenza. Anche se non saranno
mai in grado di esplorare fino in fondo Può
l’oceano sconfinato di questo amore, Può fare
essi potranno, nondimeno, continuare Può fare quel che
ad accrescere la propria conoscenza in domandiamo
merito. L’apostolo prega dunque per spe- Può fare quel che pensiamo
rimentare una conoscenza e un godi- Può fare quel che
mento profondi del meraviglioso amore domandiamo o pensiamo
del nostro meraviglioso Signore. Può fare di più di quel che
Il culmine di questa maestosa pre- domandiamo o pensiamo
ghiera si raggiunge quando Paolo pre- Può fare infinitamente di più
ga affinché tutti i santi siano ricolmi di quel che domandiamo o
di tutta la pienezza di Dio ; tutta la pensiamo.

884
EFESINI 4:1

Il mezzo con cui Dio risponde alle II. L’ESPERIENZA PRATICA DEL
preghiere si evince dall’espressione CREDENTE NEL SIGNORE
mediante la potenza che opera in noi. (capp. 4−6)
Ciò indica lo Spirito Santo, il quale
opera costantemente nella nostra vi- A. Appello all’unità nella chiesa
ta cercando di produrre il frutto di un cristiana (4:1-6)
carattere sempre più simile a quello di 4:1 A questo punto nella Lettera agli
Cristo, rimproverandoci per i peccati, Efesini si trova una significativa cesu-
accompagnandoci in preghiera, gui- ra. Nel capitolo precedente l’autore ha
dandoci all’adorazione, destinandoci trattato l’argomento della vocazione
al servizio a Dio. La nostra docilità age- del credente. Negli ultimi tre capitoli
volerà il nostro processo di conforma- il credente è invitato a comportarsi
zione a Cristo. in modo degno della vocazione che
3:21 ...a lui sia la gloria nella chiesa, gli è stata rivolta . Fino a questo mo-
e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei mento il tema dominante è stato la
secoli dei secoli. Amen. Dio è il degno posizione alla quale siamo stati ele-
oggetto di lode eterna. La sua saggezza vati mediante la grazia. Da questo
e la sua potenza sono manifeste nelle punto in avanti, invece, l’oggetto di
schiere angeliche; nel sole, nella luna e discussione saranno le conseguenze
nelle stelle; negli animali, negli uccelli pratiche di tale posizione. La nostra
e nei pesci; nel fuoco, nella grandine, posizione esaltata in Cristo richie-
nella neve e nella nebbia; nel vento; de una condotta coerente e retta. In
nelle montagne, nelle colline, negli al- questo modo la prospettiva della let-
beri; nei re e nei popoli; negli anziani tera si sposta dai cieli (nei capp. 1–3)
e nei giovani; in Israele e nelle nazioni. alla chiesa locale, all’ambiente do-
La creazione intera è invitata a lodare il mestico e alla società in generale (nei
Signore (vd. Sl 148). capp. 4–6). Come evidenzia Stott,
Ma c’è un altro gruppo che rende questi capitoli conclusivi insegnano
gloria eterna a Dio, vale a dire la chiesa: che occorre “coltivare l’unità nella
Cristo, che è il Capo, e i credenti, i quali chiesa, la purezza nella nostra vita,
ne formano il Corpo. Questa comunità l’armonia nella nostra casa e la stabi-
redenta sarà testimone eterna della sua lità nel combattimento contro le forze
incomparabile e straordinaria grazia. del male”.
Williams scrive: Per la seconda volta Paolo si de-
finisce prigioniero , questa volta
L’eterna gloria di Dio come Dio e Padre
prigioniero del Signore. Theodoret
sarà visibile attraverso tutte le età nel-
commenta: “Ciò che per il mondo rap-
la chiesa e in Cristo Gesù. Che dichia-
razione stupenda! Cristo e la chiesa in
presenta un’ignominia, per lui rappre-
un unico corpo saranno il mezzo di senta il massimo onore. Egli si vanta
questa dimostrazione eterna.(21) delle proprie catene per Cristo, più che
un re del suo diadema”.
Anche ora la chiesa dovrebbe dare Imprigionato a causa della sua fe-
gloria al suo nome “nei servizi di lode, de e della sua ubbidienza al Signore,
nella vita pura dei suoi membri, nella Paolo esorta i lettori a comportarsi in
proclamazione mondiale del vangelo modo degno della vocazione che… è
e nei ministeri a favore dei miseri e dei stata rivolta loro. Egli non impartisce
bisognosi” (Charles R. Erdman). alcun ordine o direttiva, bensì si rivol-
Questa lode si protragga per tutte ge a loro col linguaggio della grazia,
le età, nei secoli dei secoli ! Esortati da con affetto e con garbo.
Paolo a tributare eterna lode a Dio, nel- In questa lettera il verbo “compor-
la chiesa e in Cristo Gesù, i nostri cuori tarsi” ricorre quattro volte (4:1, 17; 5:8,
rispondono con un vigoroso: Amen ! 15), con riferimento al tenore di vita in-

885
EFESINI 4:2

dividuale. Comportarsi in modo degno tandovi gli uni gli altri con amore.
significa essere coerenti con la dignità Il credente si mostri indulgente nei
che la propria posizione di credenti, confronti delle colpe e gli errori al-
nonché di membra del Corpo di Cristo, trui o di personalità, capacità e tem-
impone. peramenti differenti dal suo. Ciò non
4:2 In ogni ambito della vita è im- significa mantenere una facciata di
portante mostrare uno spirito simile a cortesia covando un intimo risenti-
quello di Cristo e improntato a: mento, bensì nutrire un amore since-
umiltà : una sincera sottomissione ro verso chi innervosisce, disturba o
che deriva dal legame con il Signore Ge- mette in imbarazzo.
sù. L’umiltà ci rende consapevoli della 4:3 …sforzandovi di conservare
nostra nullità e ci fa stimare gli altri più l’unità dello Spirito con il vincolo del-
di noi stessi (vd. Fl 2:3). È contrapposta la pace. Quando ebbe formato la chie-
alla presunzione e all’arroganza; sa, Dio aveva eliminato la più grande
mansuetudine : sottomissione e divisione mai esistita, sino ad allora,
assenza di ribellione ai piani di Dio; tra esseri umani: la discriminazione
sopportazione della cattiveria umana tra Giudei e stranieri. In Cristo Gesù
e assenza di spirito di rivalsa. Il mi- questa divisione fu abolita; ma come
gliore esempio di questo tipo di con- sarebbero andate le cose nella vita co-
dotta si trova nella vita di colui che munitaria dei due popoli? L’assenza di
disse: “...sono mansueto e umile di divisione avrebbe fatto cessare anche
cuore” (Mt 11:29). Wright commenta: l’antagonismo? Si sarebbe insinua-
Che magnifica e sorprendente af-
ta la tendenza a formare una “chiesa
fermazione! Colui che ha creato i giudea di Cristo” e una “chiesa delle
mondi, che ha disseminato le stelle nazioni”? Per scongiurare il pericolo
nello spazio e le chiama per nome, che divisioni o rancori continuassero
che mantiene le innumerevoli co- a covare sotto la cenere, Paolo implora
stellazioni sulla loro rotta, che pesa l’unità tra credenti.
le montagne con la stadera e le col- Essi devono avere cura di conserva-
line con la bilancia, che solleva le re l’unità dello Spirito. Lo Spirito San-
isole come se fossero bruscolini, che to ha reso tutti i veri credenti una sola
raccoglie le acque dell’oceano nel cosa in Cristo; nel Corpo dimora un
cavo della mano, colui in confronto solo Spirito. Si tratta di un’unità fon-
al quale gli abitanti della terra sono damentale che nulla può distruggere,
delle cavallette, quando si manife- ma con le discussioni e le dispute i
sta come uomo si ritrova sostanzial- credenti possono comportarsi come
mente docile e umile di cuore. Non se non fosse così. Conservare l’unità
che avesse stabilito un modello uma- dello Spirito significa vivere in pace
no ideale e perfetto cui conformarsi; gli uni con gli altri. La pace è il legame
egli stesso era il modello.(22) che congiunge i membri del Corpo a
pazienza : temperamento costante, dispetto delle loro naturali e notevoli
spirito di sopportazione nei confron- differenze. Quando sorgono delle dif-
ti delle provocazioni, anche protratte ferenze, è reazione comune dividersi
nel tempo. Prendiamo, per esempio, e dare vita a un nuovo gruppo. In ca-
un cucciolo e un grosso cane insieme. so di dissensi, la risposta spirituale
Il cucciolo abbaia al cane più grande, dovrebbe essere la seguente: “Unità
infastidendolo e assalendolo, e questi, nelle questioni fondamentali. Libertà
che potrebbe fare del cagnetto un solo nelle questioni incerte. Carità in tutte
boccone, ne sopporta pazientemente la le cose”. In ognuno di noi gli atteggia-
petulante impertinenza. menti carnali sono ancora sufficiente-
Infine, l’apostolo chiude l’esor- mente desti da distruggere qualsiasi
tazione con l’espressione soppor- chiesa locale od opera di Dio. Di con-

886
EFESINI 4:8

seguenza dobbiamo far scomparire i Cristo nella sua stessa morte, sepoltura
nostri capricci e i nostri atteggiamenti e risurrezione. Sebbene oggi esistano
meschini e sconvenienti, e lavorare in diversi modi di battezzare, il N.T. rico-
pace per la gloria di Dio e per la bene- nosce un solo battesimo dei credenti nel
dizione comune. nome del Padre, del Figlio e dello Spirito
4:4 Invece di esasperare le diffe- Santo (vd. anche Mt 28:19). Mediante il
renze, dovremmo considerare le sette battesimo, i discepoli esprimono fedeltà
realtà positive che sono alla base della a Cristo, il seppellimento del loro vec-
vera unità cristiana. chio io e la determinazione a cammina-
…un corpo solo. Nonostante la di- re in novità di vita (vd. Ro 6:4).
versità di razza, colore, nazionalità, 4:6 …un solo Dio. Ogni figlio di Dio
cultura, linguaggio e temperamento, riconosce un solo Dio e Padre di tutti i
dal giorno di Pentecoste fino al mo- redenti che è:
mento del rapimento esiste un corpo - al di sopra di tutti: egli è il supremo
solo composto da tutti i credenti. De- sovrano dell’universo;
nominazioni, sette e gruppi ostacola- - fra tutti: egli agisce tramite tutti, uti-
no l’opera di questa verità. Quando il lizzando ogni cosa per portare i suoi
Signore tornerà, tutte queste divisioni propositi a compimento;
di natura umana saranno spazza- - in tutti: egli dimora in tutti i creden-
te via. Quindi il nostro programma ti ed è onnipresente.
dovrebbe essere questo: “Mettere da
parte denominazioni, sette e gruppi B. Programma per il funzionamento
e lasciare che Gesù Cristo sia tutto in appropriato delle membra del
tutti” (cfr. 1 Co 15:28). corpo (4:7-16)
…un solo Spirito. Lo stesso Spirito 4:7 La dottrina dell’unità del corpo ha
Santo che dimora individualmente in una verità gemella, vale a dire la di-
ogni credente (vd. 1 Co 6:19) abita an- versità dei suoi membri. A ogni mem-
che il Corpo di Cristo (vd. 1 Co 3:16). bro è assegnato un ruolo particolare.
…una sola speranza. Ciascun mem- Non esistono due membra uguali, né
bro della chiesa è chiamato a un solo con la medesima funzione. Il ruolo
destino: essere con Cristo, conformar- che ciascuno deve rivestire è asse-
si a lui e condividere la sua gloria per gnato secondo la misura del dono di
sempre. La sola speranza racchiude Cristo, il quale agisce come ritiene
tutto ciò che spetta ai santi fin dal ri- opportuno. Se, in questo versetto, il
torno del Signore Gesù in avanti. dono di Cristo indica lo Spirito Santo
4:5 …un solo Signore. “…c’è un solo (cfr. Gv 14:16-17; At 2:38-39), allora il
Dio… e un solo Signore, Gesù Cristo, concetto espresso è che colui che as-
mediante il quale sono tutte le cose, segna i doni a ogni santo, conferen-
e mediante il quale anche noi siamo” dogli anche la capacità di esercitarli,
(1 Co 8: 6; inoltre vd. 1 Co 1:2). è lo Spirito Santo. Quando ciascun
…una sola fede. Questa è la fede cri- membro adempie perfettamente il
stiana, il corpo della dottrina “che è stata compito assegnatogli, il Corpo di Cri-
trasmessa ai santi una volta per sempre” sto si accresce, sia spiritualmente sia
(Gd 3) e custodita per noi nel N.T. numericamente.
…un solo battesimo. Ciò è doppia- 4:8 Per aiutare ogni figlio di Dio a
mente vero. In primo luogo, esiste un trovare e svolgere il proprio compito,
solo battesimo dello Spirito, mediante il Signore ha dato degli speciali doni
il quale chi confida in Cristo entra a far di ministero o di servizio nella chiesa.
parte di un unico corpo (vd. 1 Co 12:13). Questi non vanno confusi con il dono
In secondo luogo, esiste un solo battesi- menzionato nel versetto precedente.
mo mediante il quale i convertiti con- Ogni credente ha ricevuto un dono
fessano la propria identificazione con (v. 7), ma non necessariamente uno

887
EFESINI 4:9

dei doni citati nel v. 11: questi ultimi alla lettera con l’incarnazione, la morte
sono doni speciali designati per la cre- e la sepoltura del Signore Gesù. Colui
scita del corpo. che è disceso dal cielo è lo stesso che
Anzitutto, sappiamo che il Donato- ha sconfitto il peccato, Satana, i demò-
re di questi doni speciali è il Signore ni e la morte, e che è salito al di sopra
Gesù Cristo risorto, asceso e glorifica- di tutti i cieli (oltre l’atmosfera e lo spa-
to. Paolo cita il Sl 68:18 come profezia zio interstellare), affinché riempisse
riguardante il Messia, il quale sareb- ogni cosa.
be salito in cielo, avrebbe sconfitto i Egli riempie ogni cosa nel senso che
propri nemici, li avrebbe fatti prigio- egli è la fonte di tutte le benedizioni, la
nieri e, come ricompensa per la sua somma di tutte le virtù e il supremo So-
vittoria, avrebbe ricevuto dei doni per vrano di ogni cosa. “Non esiste luogo,
gli uomini (n.d.t., conformemente ad tra la profondità della croce e l’altezza
alcune antiche traduzioni del Sl 68:18 della gloria, che egli non abbia occupa-
in cui si legge: “…hai distribuito doni to”, scrive F.W. Grant. (23)
agli uomini”). Il nucleo dei vv. 8-10 è che il Cristo
4:9 Ma ciò crea un problema! In asceso al cielo è colui che elargisce i
che modo il Messia è potuto salire in doni. Prima che Gesù tornasse al cie-
cielo? Non si trovava egli già in cielo lo, non esistevano simili doni. Ciò co-
con Dio Padre fin dall’eternità? Ov- stituisce un nuovo elemento a favore
viamente per salire in cielo, il Messia dell’asserto riguardante l’insussistenza
avrebbe dovuto prima discendere dal di una chiesa veterotestamentaria; in
cielo. La profezia sulla sua ascensione caso contrario, si sarebbe trattato di
nel Sl 68:18 sottintende una discesa una chiesa priva di doni.
precedente. Così potremmo parafra- 4:11 Ora conosciamo la natura dei
sare il v. 9 nel modo seguente: “Ora , doni e siamo sorpresi di scoprire che si
quando il Sl 68 dice: ‘è salito’, che co- tratta di uomini e non di talenti o doti
sa vuol dire se non che prima egli era naturali.
anche disceso nelle parti più basse È lui che ha dato alcuni come aposto-
della terra? ” Sappiamo che questo li, altri come profeti, altri come evange-
è esattamente ciò che è accaduto. Il listi, altri come pastori e dottori.
Signore Gesù è disceso in una man- Gli apostoli erano uomini scelti
giatoia di Betlemme per morire sulla direttamente dal Signore per predi-
croce ed essere deposto in una tom- care la Parola e formare chiese. Era-
ba. Si è spesso affermato che le parti no uomini che avevano visto Cristo
più basse della terra fanno riferimen- risorto (At 1:22). Costoro avevano la
to all’ades (gr.) o sheol (ebr.); tuttavia, facoltà di operare miracoli (vd. 2 Co
questa interpretazione non sarebbe 12:12), il cui scopo era di confermare
congruente con l’argomento qui trat- il messaggio che predicavano (vd. Eb
tato, vale a dire che l’ascensione di 2:4). Il loro ministero, analogamente
Cristo presupponeva una preceden- a quello dei profeti del N.T., riguar-
te discesa sulla terra , non agli inferi. dava essenzialmente la fondazione
La traduzione interconfessionale in della chiesa (vd. Ef 2:20). Gli apostoli
lingua corrente (ABU) specifica: “ Se cui allude questo passo sono esclusi-
la Bibbia dice che è salito in alto vuol vamente gli apostoli che sorsero dopo
dire che prima era disceso sulla ter- l’ascesa di Cristo.
ra”. Inoltre, le Scritture indicano che, I profeti erano portavoce o mes-
quando Cristo spirò, il suo spirito saggeri di Dio; essi ricevevano le ri-
andò in cielo, non all’inferno (vd. Lu velazioni direttamente dal Signore e
23:43, 46). le trasmettevano alla chiesa. Ciò che
4:10 La profezia del Sl 68:18 e la di- dicevano per mezzo dello Spirito Santo
scesa cui essa allude si sono adempiute era Parola di Dio.

888
EFESINI 4:12

Non esistono più apostoli e profeti tore cerca di dimostrare in che modo il
nel senso originario del termine. Il lo- singolo brano rientra nel contesto.
ro ministero terminò quando furono Poiché, in questo versetto, pastori
gettate le basi per la creazione della e dottori sono menzionati insieme,
chiesa e allorché il canone neotesta- alcuni commentatori concludono
mentario fu completato. Abbiamo che si tratti di un unico dono e che si
già chiarito che qui Paolo allude ai dovrebbe leggere: “pastori-dottori”.
profeti neotestamentari dati da Cri- Tuttavia, non è detto che sia così. Si
sto dopo la sua ascesa. Considerando può essere dottori senza avere il cuore
il suddetto un riferimento ai profeti di un pastore. E un pastore può esse-
dell’A.T., si introdurrebbero nel brano re in grado di usare la Parola senza
concetti difficilmente conciliabili e necessariamente,possedere il dono
assurdi. specifico dell’insegnamento. Se qui,
Gli evangelisti predicano la buona nel v. 11, l’espressione pastori e dottori
notizia della salvezza. Essi sono di- indica un’unica figura, allora, in base
vinamente preparati per condurre i alla stessa regola grammaticale, (24) lo
peccatori perduti a Cristo. Essi sono sono anche gli apostoli e profeti di 2:20.
particolarmente versati nella dia- Un’ultima osservazione. Occorre
gnosi della condizione del peccatore: cautela nella distinzione tra doni divi-
sanno sondare le coscienze, replicare ni e talenti naturali. Per quanti talenti
alle obiezioni, incoraggiare le decisio- abbia, un individuo non salvato non
ni in favore di Cristo e aiutare i con- potrà mai essere un evangelista, un
vertiti a trovare sicurezza mediante pastore o un dottore in senso neotesta-
la Parola. Gli evangelisti dovrebbero mentario. Né potrà esserlo un creden-
uscire dalla chiesa locale, predicare te, a meno che non abbia ricevuto quel
al mondo e poi condurre i propri con- particolare dono. I doni dello Spirito
vertiti a una chiesa locale dove questi sono di natura soprannaturale e met-
possano essere nutriti della Parola e tono l’individuo in condizione di fare
incoraggiati. ciò che, altrimenti, gli sarebbe umana-
I pastori sono uomini che guidano e mente impossibile.
pascono il gregge, fungendo da pastori 4:12 Adesso arriviamo alla funzione
vicari. Essi esercitano il proprio mini- o scopo dei doni: per il perfeziona-
stero consigliando, correggendo, inco- mento dei santi in vista dell’opera del
raggiando e consolando. ministero e dell’edificazione del corpo
Nella chiesa locale il compito dei pa- di Cristo. Il processo è questo:
stori è strettamente correlato a quello 1. i doni perfezionano i santi;
degli anziani. La differenza principale 2. dopodiché, i santi si dedicano al ser-
fra le due figure consiste nel fatto che il vizio;
pastore esercita un dono, mentre l’an- 3. il corpo è quindi edificato.
ziano svolge un ministero. Nelle chie- Il ministero non è un’occupazione
se locali neotestamentarie si registra, nella quale specializzarsi, limitata a uo-
di norma, la presenza di più pastori mini che hanno ricevuto una formazio-
(vd. At 20:17, 28; 1 P 5:1-2), anziché di ne professionale. “Ministero” significa
un unico pastore o di un unico respon- semplicemente “servizio” e comprende
sabile scelto fra gli anziani. ogni forma di servizio spirituale. Que-
I dottori sono uomini che Dio ha sto versetto insegna che ogni credente
divinamente autorizzato a spiegare dovrebbe essere “nel ministero”.
ciò che dice la Bibbia, a interpretarla e Tutti i credenti ricevono doni, come
ad accostarla al cuore e alla coscienza dotazione e perfezionamento in vista
dei santi. Laddove un evangelista può del servizio del Signore, al fine di edifi-
predicare il vangelo servendosi di un care il corpo di Cristo. Vance Havner lo
brano estrapolato dal contesto, il dot- spiega nella sua inimitabile maniera:

889
EFESINI 4:13

Ogni credente ha un incarico, perché di promuovere la crescita del corpo di


ogni credente è un missionario. È Cristo, sia in ambito numerico sia spi-
stato detto che il vangelo non è sem- rituale.
plicemente qualcosa da ascoltare in Limitando il servizio cristiano a una
chiesa, ma qualcosa da portare fuori determinata categoria di persone, si
della chiesa e da raccontare, e siamo ostacola la maturazione del popolo di
tutti incaricati di farlo. È stato anche Dio, si soffoca l’ideale dell’evangelizza-
detto: “Il cristianesimo ebbe inizio zione mondiale e si arresta la crescita
come una compagnia di testimoni della chiesa. La distinzione tra clero e
laici; è diventato una professione
laici non è scritturale e rappresenta,
dal pulpito, finanziata da spettatori
probabilmente, il maggiore impedi-
laici!” Oggigiorno assumiamo uno
staff che svolga “il servizio a tempo
mento alla diffusione del vangelo.
pieno”, mentre noi sediamo in chie- 4:13 Il v. 13 risponde alla domanda:
sa ogni domenica per assistere al suo “Quanto durerà questa crescita?” La
lavoro. Ogni credente è “un servitore risposta è fino a che tutti giungiamo
a tempo pieno”… C’è, sì, un ministe- a una condizione di unità, maturità e
ro speciale dei pastori, dei dottori e conformità.
degli evangelisti, ma a cosa serve? Al Unità. Quando il Signore condurrà
perfezionamento dei santi in vista la sua chiesa a casa, in cielo, tutti per-
del loro ministero.(25) verremo all’unità della fede. “Poiché
ora vediamo come in uno specchio, in
Questi uomini che ci sono stati donati modo oscuro” (1 Co 13:12) sotto mol-
non dovrebbero prestar servizio in mo- ti aspetti; le nostre opinioni, infatti,
do tale da rendere i fedeli perennemen- differiscono su un gran numero di
te dipendenti da loro. Al contrario, essi questioni. In quel tempo, noi credenti
dovrebbero lavorare in vista del giorno saremo tutti di pari consentimento e
in cui i santi saranno in grado di andare raggiungeremo l’unità della… piena
avanti da soli. Ecco un esempio: conoscenza del Figlio di Dio. Ora cia-
scuno di noi ha le proprie personali
convinzioni riguardo al Signore, al suo
essere e ai frutti dei suoi insegnamenti.
Quando arriverà quel giorno, invece,
noi lo vedremo come egli è e lo cono-
sceremo così come anche noi siamo da
lui conosciuti.
Maturità. In occasione del rapimento
noi raggiungeremo anche la piena cre-
scita o maturità. Otterremo la perfezio-
ne nello sviluppo spirituale, sia come
individui sia come Corpo di Cristo.
Conformità . Saremo, infine, con-
formi a lui. Dal punto di vista morale
ognuno sarà come Cristo e la chiesa
Il puntino al centro può rappresen- universale sarà un Corpo interamente
tare il dono di un dottore. Egli esercita sviluppato, perfettamente adatto al suo
il suo ministero fra coloro che gli sono glorioso Capo. L’altezza della statura
vicini in modo che siano perfezionati della chiesa indica il suo completo svi-
o, in altre parole, edificati nella fede. A luppo, ossia l’adempimento del piano
loro volta, costoro esercitano il proprio di Dio per la sua crescita.
ministero verso altri, secondo i doni ri- 4:14 Quando i doni operano confor-
cevuti da Dio. In questo modo la chiesa memente al progetto di Dio e quando
cresce e si espande. È il modo divino i santi servono fattivamente il Signore,

890
EFESINI 4:16

si evitano tre pericoli: l’immaturità, La verità è l’elemento nel quale siamo


l’instabilità e l’ingenuità. chiamati a vivere, muoverci ed esiste-
Immaturità. I credenti che non si fan- re… Ma la verità deve essere inscindi-
no mai coinvolgere in un servizio dina- bilmente sposata all’amore; le buone
mico per Cristo rimarranno dei bambini notizie che si recano bruscamente
spirituali dalle facoltà poco sviluppate. non sono buone notizie. Il fascino del
È ai credenti come costoro che si rivolge messaggio è annullato dallo spirito
l’autore della Lettera agli Ebrei quando dissonante del messaggero.(26)
scrive: “Infatti, dopo tanto tempo do-
vreste già essere maestri; invece avete Quindi i doni fortificano i santi, i
di nuovo bisogno che vi siano insegnati quali, impegnandosi nel servizio at-
i primi elementi…” (Eb 5:12). tivo, crescono in ogni cosa verso…
Instabilità. Un altro pericolo sempre in Cristo. Cristo è l’obiettivo e il traguar-
agguato è l’incostanza spirituale. I cre- do della loro crescita. Tale crescita in-
denti immaturi sono volubili, sensibili teressa ogni aspetto della loro vita: in
alle novità, alle assurdità e alle dottrine ogni cosa i credenti diventano sempre
stravaganti propugnate da abili ciarla- più simili a Cristo. Mentre il Capo svol-
tani e diventano facilmente dei “noma- ge il suo ministero per la chiesa, il suo
di religiosi”, saltabeccando qua e là, da Corpo darà al mondo un’immagine di
un’allettante fantasia visionaria all’altra. Cristo ancora più somigliante!
Credulità. Il pericolo più serio è co- 4:16 Il Signore Gesù non è soltanto il
stituito dall’inganno. I cosiddetti bam- fine della crescita, ma ne è altresì l’ori-
bini spirituali non hanno esperienza gine. Da lui tutto il corpo è coinvolto
della parola di giustizia, i loro sensi non nel processo di sviluppo. La stupefa-
sono esercitati a discernere tra il bene cente integrazione delle membra del
e il male (vd. Eb 5:13-14). Essi finiscono Corpo è descritta dall’espressione: ben
inevitabilmente per incontrare dei falsi collegato e ben connesso. Ciò significa
credenti e lasciarsi impressionare dal che tutte le membra sono destinate,
loro zelo e dalla loro apparente since- con esattezza, a una collocazione e a
rità. Poiché gli impostori si servono di una funzione ben precise e sono per-
termini religiosi, essi li scambiano per fettamente collegate le une alle altre
dei veri credenti. Se avessero studiato per formare un organismo vivente
la Bibbia, i credenti bambini sarebbero completo. Ciascun membro è impor-
in grado di vedere oltre le loro ingan- tante, anzi, indispensabile, ed è ben
nevoli affabulazioni. Invece essi sono collegato e ben connesso mediante
sballottati dal vento di dottrina scate- l’aiuto fornito da tutte le giunture. Il
nato dai ciarlatani, lasciandosi attirare corpo umano si compone essenzial-
dalla loro astuzia priva di scrupoli ver- mente di ossa, organi e carne. Le ossa
so una forma di errore sistematico. sono collegate da giunture e legamenti.
4:15 Gli ultimi due versetti del pa- Anche gli organi sono uniti da lega-
ragrafo descrivono il processo appro- menti. Ogni giuntura e ogni legamen-
priato di crescita nel Corpo di Cristo. to svolgono un ruolo nella crescita e a
In primo luogo, è necessaria l’adesione vantaggio del corpo. Così avviene pure
dottrinale: ma, seguendo la verità… per il corpo di Cristo. Nessun membro
Riguardo ai principi fondamentali del- è superfluo; perfino il più debole dei
la fede, non devono esistere compro- credenti è indispensabile.
messi. In secondo luogo, deve essere Quando ogni credente svolge il ruo-
sempre presente uno spirito di giusti- lo assegnatogli, il corpo cresce come
zia: ma, seguendo la verità nell’amore. un’unità armoniosa e ben articolata.
Se si segue qualsiasi altra via, ne risul- Per quanto possa sembrare parados-
terà una testimonianza parziale. W.G. sale, il corpo riesce a edificare se stes-
Blaikie ammonisce: so. Ciò significa semplicemente che la

891
EFESINI 4:17

crescita è stimolata dal corpo stesso, di Dio o lontanissimi da lui. Ciò era il
quando ogni suo membro si nutre della risultato della loro deliberata, profonda-
Bibbia, prega, adora e testimonia di Cri- mente radicata ignoranza e della durez-
sto. Chafer osserva: “La chiesa, come il za del loro cuore. Essi avevano respinto
corpo umano, si sviluppa da sé”. Oltre la luce divina della creazione e della co-
a crescere in statura, esso si impegna a scienza e si erano dati all’idolatria, al-
edificare se stesso nell’amore. Ciò in- lontanandosi sempre più da Dio.
dica la necessità di una reciprocità tra 4:19 Non avevano vergogna. Avevano
le varie membra. Se restano in Cristo perduto ogni sentimento. W.C. Wright
e svolgono la loro specifica funzione spiega:
nella chiesa, i credenti cresceranno
Moule aggiunge: “Avendo superato il
più vicini gli uni agli altri nell’amore e
dolore”. Com’è espressiva questa pa-
nell’unità. rafrasi! La prima volta che ci si oppo-
ne alla voce della propria coscienza
C. Appello per una nuova moralità si avverte una fitta di dolore e si per-
(4:17−5:21) cepisce la riprovazione. Ma se la voce
4:17 Qui inizia l’eloquente appello di è messa a tacere, di lì a poco essa si fa
Paolo a una nuova moralità, un appello sempre meno distinta e percettibile:
che si protrae fino a 5:21. Testimonian- la riprovazione è soffocata, la fitta è
do nel nome del Signore, vale a dire con meno acuta… e, alla fine, è possibile
l’autorità del Signore e con l’ispirazio- “superare il dolore”.(27)
ne divina, l’apostolo esorta i credenti
a sbarazzarsi di ogni traccia della loro Erano sordidi. Costoro si erano delibe-
vecchia vita come di un mantello sudi- ratamente abbandonati alla dissolutezza,
cio, e a indossare le virtù e le perfezioni vale a dire a un comportamento immora-
del Signore Gesù Cristo. Non compor- le. Il peccato principale dei non credenti
tatevi più come si comportano i paga- era, ed è tuttora, l’impurità sessuale. Si
ni. Gli Efesini non erano più pagani : erano abbassati a livelli di depravazione
erano seguaci di Cristo. In loro doveva senza eguali: le mura di Pompei narrano
avvenire un cambiamento coerente la storia della vergogna e della decenza
con la loro nuova vita. Paolo vedeva il perdute. Gli stessi peccati caratterizzano
mondo delle altre nazioni senza Cri- l’attuale mondo dei perduti.
sto sprofondato nell’ignoranza e nella Erano indecenti. Nei loro peccati ses-
degradazione, afflitto da sette terribili suali si spingevano fino a ogni specie
piaghe: di impurità. Questa espressione sem-
Non avevano alcuno scopo. Cammi- bra suggerire che si abbandonavano
navano nella vanità dei loro pensieri. a ogni specie di impurità come se fa-
La loro vita era vuota, arida e priva di cessero della dissolutezza un’attività
significato. Costoro erano sempre in commerciale.
movimento ma, inseguendo ombre e Erano insaziabili. Con avidità insa-
chimere e trascurando le più impor- ziabile. Essi non erano mai soddisfatti,
tanti realtà della vita, non progrediva- mai appagati: il loro peccato accre-
no di un passo. sceva in loro in modo abnorme la bra-
4:18 Erano ciechi. Essi vivevano con mosia per tutte le immoralità che già
gli occhi chiusi in un mondo di illusio- commettevano.
ni. La loro intelligenza era ottenebrata. 4:20 Quale differenza rispetto al
Inizialmente costoro erano, per natura, Cristo che gli Efesini avevano impa-
incapaci di comprendere le verità spiri- rato a conoscere e amare! Egli era la
tuali ma, successivamente, la loro ce- personificazione della purezza e della
cità divenne un castigo divino, a causa castità. Egli non conosceva il peccato,
del loro rifiuto di conoscere il vero Dio. non commetteva peccato; in lui non vi
Erano empi. Erano estranei alla vita era alcun peccato.

892
EFESINI 4:25

4:21 La cong. se dell’espressione se 4:23 La seconda lezione che i cre-


pure gli avete dato ascolto e in lui siete denti di Efeso appresero ai piedi di Ge-
stati istruiti non vuole gettare l’ombra sù riguardava il loro essere… rinnovati
del dubbio sulla conversione degli Efesi- nello spirito della loro mente. Questa
ni, bensì semplicemente evidenziare che espressione fa rilevare una completa
tutti coloro che hanno dato ascolto a Cri- inversione di rotta nel loro modo di
sto e in lui sono stati istruiti sono giunti a pensare, una trasformazione dall’im-
conoscerlo come l’essenza della santità e purità mentale alla santità. Lo Spirito
della devozione. Aver dato ascolto a Cri- di Dio influenza i processi mentali e
sto significa averlo accolto come Signore i credenti imparano a ragionare dal
e Salvatore, dopo averlo ascoltato con punto di vista di Dio, anziché dal pun-
l’udito della fede. Con l’espressione in lui to di vista dei perduti.
siete stati istruiti si allude all’insegna- 4:24 Nella terza lezione si apprende
mento che gli Efesini avevano ricevuto che occorre rivestire l’uomo nuovo
non appena si erano convertiti, allorché una volta per sempre. L’uomo nuovo è
avevano iniziato a camminare in co- la nuova natura del credente in Cristo,
munione con Cristo W.G. Blaikie rileva: una nuova creatura nella quale le cose
“Tutta la verità acquista una sfumatura vecchie sono passate e tutte le cose so-
diversa e un carattere differente quando no diventate nuove (vd. 2 Co 5:17). Que-
esiste una relazione personale con Gesù. sto uomo nuovo… è creato a immagine
La verità separata dalla Persona di Cristo di Dio e si manifesta nella giustizia e
ha poca forza”.(28) nella santità. La giustizia indica una
…secondo la verità che è in Gesù. giusta condotta nei confronti degli al-
Egli non si limita a insegnare la verità… tri. La santità, secondo F.W. Grant, è “la
la incarna! (vd. Gv 14:6). Il nome Gesù ci devozione verso Dio, che lo colloca al
richiama alla sua vita terrena, giacché posto che gli compete”. (29)
questo è il nome che ha avuto durante 4:25 A questo punto, Paolo traduce
la sua incarnazione. La sua vita imma- gli effetti della posizione dei credenti in
colata sulla terra come uomo si presenta esperienza pratica. Essendosi spogliati
come l’antitesi del cammino dei pagani del vecchio uomo e rivestiti del nuovo
che Paolo ha appena descritto. mediante la loro unione con Cristo, es-
4:22 Nella scuola di Cristo imparia- si dovrebbero testimoniare questo sen-
mo che, al momento della conversione, sazionale, radicale cambiamento nella
riponiamo il nostro vecchio uomo, loro vita quotidiana.
che si corrompe seguendo le passioni In primo luogo, ciò sarà possibile
ingannatrici. Il vecchio uomo indi- soltanto una volta che essi, bandita la
ca tutto ciò che l’individuo era prima menzogna, si saranno rivestiti della
di convertirsi, tutto ciò che era come verità. Qui il termine menzogna com-
figlio di Adamo. È corrotto perché si è prende ogni forma di disonestà, dalla
abbandonato alle passioni inganna- dissimulazione alle forzature, all’in-
trici, alle smanie peccaminose che ap- ganno, alle promesse non mantenute,
paiono piacevoli e allettanti, ma la cui al tradimento della fiducia, all’adula-
reale natura è spaventosa e ingannevo- zione, all’evasione del fisco. La parola
le. Per quanto riguarda la sua posizio- del credente dovrebbe essere assoluta-
ne in Cristo, il vecchio uomo, ossia la mente coerente e leale: il suo sì dovreb-
vecchia natura carnale del credente, è be significare sì e il suo no, no (vd. Mt
stato crocifisso e seppellito con Cristo. 5:37). La condiscendenza a qualsiasi
In pratica il credente dovrebbe consi- forma di manipolazione della verità fa
derarlo morto. Qui Paolo evidenzia la sì che la vita del credente diventi un li-
verità riguardo alla posizione del cre- bello, anziché una Bibbia.
dente: occorre spogliarsi del vecchio La verità è un debito che abbiamo
uomo in modo definitivo. contratto con tutti gli uomini, sebbe-

893
EFESINI 4:26

ne, usando il termine prossimo, Paolo cristiana, confondono i non salvati,


alluda in modo particolare ai credenti. offendono i credenti e ci danneggiano
Ciò è evidente dalla motivazione ad- spiritualmente e fisicamente.
dotta: perché siamo membra gli uni 4:28 Adesso Paolo volge la propria
degli altri (cfr. Ro 12:5; 1 Co 12:12-27). attenzione ai due comportamenti con-
È inammissibile che un credente men- trastanti del rubare e del condividere.
ta a un altro credente, così come è im- Il vecchio uomo ruba, l’uomo nuovo
pensabile che un nervo del corpo invii condivide. Spogliatevi del vecchio e
deliberatamente un falso impulso al rivestitevi del nuovo! (cfr. Cl 3:9-10).
cervello o che l’occhio inganni il resto Chi rubava non rubi più. Paolo rivol-
del corpo in caso di pericolo. ge tale esortazione a una comunità di
4:26 In secondo luogo, il rinnova- credenti, a riprova del fatto che è falso
mento della nostra vita ha a che fare ritenere che i credenti siano perfetti e
con l’ira peccaminosa e lo sdegno senza peccato. Infatti, essi possiedono
legittimo. Vi sono casi in cui un cre- ancora la vecchia natura malvagia ed
dente può adirarsi a giusto diritto, per egoista che deve essere abbandonata
esempio quando il carattere di Dio è nell’esperienza di vita quotidiana. Il
messo in discussione. In tali casi ab- furto può assumere diverse connota-
biamo l’obbligo di adirarci: Adiratevi. zioni: dalla sottrazione di beni di valore
Lo sdegno contro il male può essere ai debiti non saldati, dal testimoniare
giusto. Ma ci sono altre occasioni in di Cristo durante l’orario di lavoro al
cui la collera è un peccato. Quando è plagio, dalla frode sul peso alla com-
provocata da malanimo, gelosia, ri- pilazione “gonfiata” di una nota spese.
sentimento, astio oppure da odio in Naturalmente la proibizione del furto
seguito a un torto subìto, è proibita. non è una novità. Già la legge di Mosè,
Aristotele disse: “Adirarsi è facile, ne infatti, vietava il furto (vd. Es 20:15).
sono tutti capaci; ma non è assoluta- Ma l’impronta cristiana del brano è
mente facile, e soprattutto non è da data da ciò che segue. Non dovremmo
tutti, adirarsi con la persona giusta, solo astenerci dal rubare, ma dovrem-
nella misura giusta, nel modo giusto, mo addirittura impegnarci a lavorare
nel momento giusto e per la giusta onorevolmente al fine di condividere i
causa” (da Etica Nicomachea). nostri beni con chi è meno fortunato.
Quando un credente lascia spazio La forza della santità è la grazia, non la
all’ira ingiustificata, dovrebbe confes- legge. Soltanto il potere positivo della
sarla e metterla immediatamente da grazia può trasformare un ladro in un
parte. La confessione andrebbe resa sia filantropo.
a Dio sia alla vittima della propria ira. Si tratta di un concetto radicale e ri-
Non si dovrebbe covare rancore, nutri- voluzionario. La propensione naturale
re risentimento o provare irritazione. Il dell’uomo è lavorare per soddisfare i
sole non tramonti sopra la vostra ira. propri bisogni e desideri. Quando le
Si dovrebbe immediatamente porre sue entrate aumentano, anche il suo
rimedio a tutto ciò che guasta la comu- tenore di vita si eleva. Nella sua vita
nione con Dio o con i fratelli. tutto è incentrato sull’ego. Questo ver-
4:27 I peccati d’ira non confessa- setto suggerisce una visione del lavoro
ti forniscono al diavolo un appiglio, secolare più nobile ed elevata. Il lavoro
una base per mettersi all’opera. Egli è è un modo per offrire alla famiglia uno
capace di trovarne in gran numero an- stile di vita medio e anche per alleviare
che senza il nostro aiuto. Quindi non ogni bisogno umano, spirituale e tem-
dobbiamo scusare la cattiveria, l’ira, porale, in patria e all’estero. E quanto è
l’invidia, l’odio o gli accessi di collera immenso questo bisogno !
che contaminano la nostra vita. Questi 4:29 Ora l’apostolo affronta l’argo-
peccati screditano la testimonianza mento del linguaggio e mette in con-

894
EFESINI 4:32

trapposizione ciò che è privo di valore non un mero influsso. Significa anche
con ciò che edifica. La cattiva parola, che ci ama, poiché solo una perso-
in generale, indica un modo di espri- na che ama può essere contristata. Il
mersi volgare e sconveniente, infar- ministero più grande dello Spirito di
cito di battute scabrose od offensive e Dio è glorificare Cristo e trasformare
storielle salaci. Qui, tuttavia, è proba- il credente a sua immagine (vd. 2 Co
bilmente esteso a qualsiasi forma di 3:18). Quando un credente pecca, lo
conversazione frivola, vuota, inutile Spirito deve mettere momentanea-
e banale. Paolo affronterà il tema del mente da parte questo ministero per
linguaggio osceno e vergognoso in 5:4; dedicarsi a quello del ristabilimento.
qui esorta il credente ad abbandonare i Lo addolora vedere che il progresso
discorsi vani e a sostituirli con conver- spirituale del credente è stato interrot-
sazioni costruttive. Il modo di espri- to dal peccato. Egli deve dunque con-
mersi del credente dovrebbe essere: durlo al pentimento e alla confessione
- edificante: dovrebbe stimolare chi del peccato.
ascolta alla virtù; 4:31 Tutti i peccati dovuti al tem-
- opportuno: dovrebbe essere consono peramento e alla lingua dovrebbero
all’occasione; essere eliminati. L’apostolo ne elenca
- amabile: dovrebbe conferire grazia una serie. Benché non sia possibile
a chi l’ascolta. distinguerli precisamente l’uno dall’al-
4:30 Non rattristate lo Spirito Santo tro, complessivamente il significato è
di Dio con il quale siete stati suggellati chiaro:
per il giorno della redenzione. Corre- amarezza: risentimento latente, rifiuto
lando questo versetto con il preceden- di perdonare, rancore;
te, si conclude che le chiacchiere vane cruccio: preoccupazioni, afflizioni;
rattristano lo Spirito. Riferito, inoltre, ira: scatti di collera, passione violenta,
ai vv. 25-28, esso indica che anche la “capricci”;
menzogna, l’ira ingiustificata e il furto clamore: baccano rissoso, schiamaz-
possono contristare lo Spirito. Proba- zi, accesi litigi, zittire bruscamente i
bilmente, in senso ancora più ampio, propri interlocutori o rivali;
esso costituisce un’esortazione ad parola offensiva: linguaggio oltraggio-
astenersi da tutto ciò che può affliggere so, calunnie, ingiurie;
lo Spirito. cattiveria: augurare il male agli altri,
Paolo suggerisce tre validi motivi: ostilità, perfidia.
1. egli è lo Spirito Santo. Tutto ciò che 4:32 I peccati di comportamento
non è santo lo disgusta; appena elencati vanno eliminati, ma il
2. egli è lo Spirito Santo di Dio, una vuoto va riempito con l’esercizio delle
Persona della beata Trinità; qualità che rimandano a Cristo. I primi
3. siamo stati suggellati da lui per il erano vizi naturali, laddove le seguenti
giorno della redenzione. Come si è esortazioni fanno riferimento a virtù
osservato in precedenza, il sigillo soprannaturali:
suggerisce l’idea di possesso e sicu- Siate… benevoli : ossia interessati al
rezza. Egli è il sigillo che garantisce benessere altrui senza secondi fini e
la nostra preservazione fino al mo- desiderosi di porgere aiuto anche a co-
mento in cui Cristo ritornerà per noi sto di un grande sacrificio personale.
e la nostra salvezza sarà completa. È Siate… misericordiosi : affettuosi e
molto interessante che qui Paolo in- premurosi, compassionevoli e disposti a
dichi la sicurezza eterna del credente farsi carico delle preoccupazioni altrui.
come motivo principale per il quale …perdonandovi a vicenda: solleciti
non dovremmo peccare. nello scusare le offese, dimenticare i
Lo Spirito Santo può essere contri- torti subiti e liberarsi del desiderio di
stato e ciò dimostra che è una Persona, vendetta.

895
EFESINI 5:1

Il massimo esempio di perdono è Dio 5:2 In secondo luogo, la nostra so-


stesso. Il suo perdono si fonda sull’opera miglianza al Signore dovrebbe con-
di Cristo sul Golgota e noi ne siamo gli sistere in un cammino d’amore. Il
indegni destinatari. Dio non potrebbe, resto del versetto spiega che cammi-
infatti, perdonare il peccato senza rice- nare nell’amore significa dare se stessi
verne in cambio un’adeguata e degna per gli altri. Questo è ciò che ha fatto
soddisfazione. Nel suo amore egli ha for- Cristo, il nostro esempio perfetto. Che
nito ciò che sarebbe servito a tale scopo e meraviglia! Egli ci ha amati e ha dato
che la sua giustizia richiedeva. In Cristo, prova del suo amore offrendo se stesso
vale a dire nella Persona e nell’opera di per noi quando morì sul Golgota.
Cristo, Dio ha trovato una base conforme Il suo dono è definito un’offerta e
a giustizia sulla quale poterci perdonare. un sacrificio a Dio. Tutto ciò che viene
Giacché siamo stati perdonati, no- dato a Dio è un’offerta ; qui il sacrificio
nostante il nostro debito ammontasse include l’elemento addizionale della
a “diecimila talenti”, dobbiamo perdo- morte. Cristo è stato l’offerta più au-
nare coloro che ci devono “cento dena- tentica, lui che si era totalmente im-
ri” (vd. Mt 18:23-28). Lenski consiglia: pegnato per fare la volontà di Dio, fino
a morire sulla croce. Il suo sacrificio
Nel momento in cui un uomo mi fa d’indescrivibile devozione è magnifi-
un torto, io devo perdonarlo. Solo al- cato come un profumo di odore soave.
lora la mia anima è libera. Se non lo F.B. Meyer commenta: “Quell’amore
faccio, pecco contro Dio e contro di così sconfinato, così incurante del
lui e metto in pericolo il mio perdono
prezzo da pagare verso coloro che, per
presso Dio. Non fa alcuna differen-
natura, erano tanto indegni era uno
za se l’uomo si pente, fa ammenda,
chiede il mio perdono o se, invece,
spettacolo che riempiva il cielo di fra-
non lo fa. Io lo devo perdonare sen- granza e il cuore di Dio di gioia”. (31)
za indugio. Egli deve affrontare Dio Il Signore Gesù soddisfece suo Pa-
con il torto che ha commesso; ma dre offrendo se stesso per gli altri. La
questo è affar suo e di Dio, non mio, morale è che anche noi possiamo dare
salvo considerare che dovrei aiutarlo gioia a Dio donandoci agli altri.
secondo quanto è scritto in Mt 18:15
Gli altri, Signore, sì, gli altri!
ecc. Ma che questo accada o meno,
Fa’ che questo sia il mio motto;
e addirittura prima che ciò accada,
Aiutami a vivere per gli altri
devo perdonarlo.(30)
Affinché io possa vivere come te.
5:1 L’esempio del perdono di Dio in – Charles D. Meigs
4:32 costituisce la base dell’esortazio- 5:3 Nei vv. 3-4 l’apostolo torna ad
ne di Paolo in questo versetto. Questo affrontare l’argomento dei peccati ses-
è il concetto che egli intende esprime- suali, esortando risolutamente i cre-
re: Dio vi ha perdonato, siate dunque denti a starne lontani. Egli menziona,
imitatori di Dio nel perdonarvi gli uni in primo luogo, le varie forme di im-
gli altri. L’espressione come figli da lui moralità sessuale:
amati introduce una nuova, particola- Fornicazione. Ogni qualvolta è cita-
re spiegazione. Sul piano fisico, i figli, i to con l’adulterio nello stesso versetto, il
quali recano in sé i tratti caratteristici termine fornicazione indica un rapporto
dei loro congiunti, dovrebbero cercare illecito tra persone non sposate. Quan-
di onorare il nome delle loro famiglie. do, come in questo caso, non è distinto
Sul piano spirituale, noi credenti do- dall’adulterio, probabilmente si riferisce
vremmo far conoscere il nostro Padre a qualsiasi forma di immoralità sessuale.
celeste al mondo e fare in modo che la (Il nostro termine “pornografia”, letteral-
nostra condotta onori la nostra dignità mente “scrivere di prostitute”, è in relazio-
di suoi figli… amati. ne con la parola tradotta fornicazione).

896
EFESINI 5:5

Impurità . Questa pure potrebbe chiacchiere inutili e dannose, il cre-


indicare atti dissoluti, ma forse può dente dovrebbe deliberatamente col-
comprendere anche immagini volgari, tivare l’abitudine di esprimere a Dio
libri osceni e altro materiale che si ac- il proprio ringraziamento per tutte le
compagna a una vita immorale e che benedizioni e i benefici di cui egli ha
alimenta il fuoco della passione. colmato la sua vita. In questo modo si
Avarizia. Anche se, in linea di mas- è graditi al Signore, si è un buon esem-
sima, siamo soliti indicare con tale pio per gli altri e si fa del bene alla
termine l’avidità di denaro, dobbiamo propria anima.
osservare che, in questo contesto, esso 5:5 L’atteggiamento di Dio nei con-
indica la pulsione sessuale, la brama fronti delle persone immorali non
insaziabile di soddisfare i propri de- lascia adito a dubbi: esse non hanno
sideri carnali fuori del vincolo matri- eredità nel regno di Cristo e di Dio.
moniale. Questo verdetto è in aperto contra-
Nessuna di queste forme d’immora- sto con l’attuale atteggiamento del
lità dovrebbe essere neppure nominata mondo, il quale considera i peccati a
tra credenti. Non è necessario aggiun- sfondo sessuale come malattie che
gere che non si dovrebbe mai dire che necessitano di un trattamento psi-
sono state commesse da credenti. Non si chiatrico. Gli uomini sostengono che
dovrebbe neanche parlarne in modo da l’immoralità è una malattia; Dio, in-
sminuirne il lato peccaminoso e vergo- vece, la chiama “peccato”. Gli uomini
gnoso. Si corrono rischi elevatissimi la condonano; Dio la condanna. Gli
quando se ne parla con leggerezza, uomini sostengono che la risposta è la
quando vengono giustificate o persino psicanalisi; Dio dichiara che la rispo-
quando se ne discute con familiarità e sta è la rigenerazione.
continuità. Paolo accentua la solennità Nel v. 3 sono indicate tre categorie
dell’esortazione con l’espressione come di peccatori: il fornicatore, l’impuro e
si addice ai santi. I credenti sono stati l’avaro. A proposito di quest’ultima, si
separati dalla corruzione che esiste nel specifica che un avaro… è un idolatra.
mondo; ora dovrebbero vivere concre- L’avaro ha, infatti, un concetto falsa-
tamente separati dalle passioni oscure, to di Dio giacché è convinto che Dio
sia nelle parole sia nei fatti. approvi la cupidigia, altrimenti non
5:4 Esortazione a bandire dai propri oserebbe essere avaro. Inoltre, l’avaro
discorsi qualsiasi traccia di: dimostra di essere un idolatra ante-
Oscenità. Con riferimento a storielle ponendo la volontà umana a quella
salaci, a barzellette sconce a sfondo divina e adorando la creatura anziché il
sessuale e a tutte le forme di volgarità Creatore (vd. Ro 1:25).
e di indecenza. Quando Paolo dichiara che tali indi-
Parole sciocche. I discorsi vani, insulsi vidui non hanno alcuna eredità nel re-
e pieni di stupidaggini. Probabile rife- gno, intende dire esattamente questo.
rimento al linguaggio di strada. Gli individui la cui vita è caratterizzata
Parole… volgari. Le facezie o i discor- da questi peccati sono perduti, sono
si infarciti di doppi sensi. Trattare un immersi nei loro peccati e sono sulla
determinato argomento scabroso con via per l’inferno. Attualmente costoro
leggerezza e farne un abituale sogget- non appartengono al regno non ancora
to di conversazione equivale ad avvi- manifesto, né entreranno nel regno di
cinarlo, a conoscerlo e, infine, dopo Cristo allorché egli tornerà per regna-
averlo interiorizzato poco alla volta, a re, e saranno esclusi per sempre dal re-
farlo proprio e a comportarsi di conse- gno eterno dei cieli. Qui l’apostolo non
guenza. intende affermare che questi individui,
È sempre pericoloso scherzare con benché siano nel regno, perderanno la
il peccato. Anziché usare la lingua per loro ricompensa presso il tribunale di

897
EFESINI 5:6

Cristo nel giorno del giudizio. Qui l’ar- come le malattie veneree e l’AIDS.
gomento trattato è la salvezza, non le Si considerino i disordini mentali,
ricompense. Benché si professino cre- nervosi ed emotivi suscitati dal sen-
denti, con la loro vita essi dimostrano so di colpa. Si considerino i cambia-
di non essere mai stati salvati; infatti, menti nella personalità: sovente la
se si fossero veramente convertiti, co- situazione dell’effeminato degenera
storo non commetterebbero più questi (vd. Ro 1:27). E, ovviamente, si con-
peccati. Naturalmente essi possono an- sideri il giudizio finale ed eterno di
cora essere salvati mediante il ravvedi- Dio su fornicatori e adulteri (vd. Eb
mento e la fede nel Signore Gesù. 13:4). Non sarà usata alcuna mise-
Si noti come l’espressione regno di ricordia agli uomini ribelli , o “figli
Cristo e di Dio riassuma la deità di Cri- della disubbidienza”, vale a dire ai
sto: egli è equiparato a Dio Padre come discendenti dell’Adamo ribelle che ne
Sovrano nel regno. avranno perpetuato deliberatamente
5:6 Nel mondo sono ormai molti l’insubordinazione (vd. Ap 21:8).
coloro che adottano un atteggiamen- 5:7 I credenti sono formalmente in-
to sempre più indulgente e tollerante vitati a non avere nulla a che fare con
nei confronti dell’immoralità sessuale, comportamenti tanto empi. Agendo
sostenendo che la soddisfazione delle diversamente si disonora il nome di
pulsioni fisiche è necessaria e benefica, Cristo, si porta alla rovina la vita altrui,
e che la repressione dell’istinto sessuale si danneggia la testimonianza perso-
ha effetti inibitori e alteranti della per- nale e si apre la strada a una valanga di
sonalità. Costoro asseriscono, inoltre, castighi.
che la morale dipende dalla cultura del- 5:8 Per imporre e rafforzare l’ordine
la società in cui si vive: dunque, poiché perentorio del v. 7, l’apostolo sviluppa
il sesso “prematrimoniale”, “extraconiu- ora il tema delle tenebre e della luce
gale” e “omosessuale” (che la Parola di (vv. 8-14) con stile conciso ed ener-
Dio condanna e chiama, rispettivamen- gico. Gli Efesini in passato erano te-
te, “fornicazione”, “adulterio” e “perver- nebre, ma ora sono luce nel Signore.
sione”) nella nostra cultura è accettato, Paolo non scrive che essi erano stati
esso andrebbe legittimato. nelle tenebre, ma che essi stessi erano
I credenti non dovrebbero lasciarsi la personificazione delle tenebre. Ora,
ingannare da questi discorsi fallaci. attraverso l’unione con il Signore, essi
Nessuno vi seduca con vani ragiona- sono diventati luce. Il Signore è luce ed
menti; infatti è per queste cose che essi sono in lui: ora essi sono luce nel
l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli. Signore. Ne consegue che il loro modo
L’opinione del Signore riguardo a pec- di vivere dovrà corrispondere alla loro
cati come la fornicazione e l’adulterio si posizione: essi dovranno comportarsi
esplicita in Nu 25:1-9, dove si narra che come figli di luce.
ventiquattromila Israeliti furono ster- 5:9 Questa parentesi spiega quale
minati per aver peccato con le donne tipo di frutto producono coloro che
di Moab. Per quanto riguarda il parere camminano nella luce.
del Signore sull’omosessualità, basti ri- …il frutto della luce (32) consiste in
cordare la distruzione di Sodoma e Go- tutto ciò che è bontà, giustizia e verità.
morra con una pioggia di fuoco e zolfo Qui la bontà è un termine che racchiu-
(vd. Ge 19:24, 28). de ogni perfezione morale. La giustizia
Nondimeno, l’ira di Dio non si indica l’integrità in tutte le relazioni
esprime soltanto mediante castighi con Dio e gli uomini. La verità è onestà,
soprannaturali. Chi commette pec- giustizia e sincerità. Praticando queste
cati sessuali sperimenta il giudizio virtù avremo la luce di una vita ripiena
divino in altri modi. Si considerino, di Cristo, che risplenderà anche nelle
ad esempio, le conseguenze fisiche, tenebre più profonde.

898
EFESINI 5:14

5:10 Coloro che camminano nella li si può contaminare la mente di chi


luce non producono soltanto il frutto ascolta. Così il credente è esortato ad
di cui al versetto precedente, ma cer- astenersi perfino dal parlarne.
cano altresì che cosa sia gradito al 5:13 Ma tutte le cose, quando sono
Signore. Essi vagliano ogni proprio denunciate dalla luce, diventano ma-
pensiero, parola e azione: “Che cosa nifeste. Così una vita santa rivela, per
pensa il Signore di questa cosa? Come contrasto, l’empietà di una vita non re-
appare, essa, alla luce della sua pre- denta. Opportune parole di riprensione
senza?” Ogni aspetto della vita finisce contribuiscono, inoltre, a portare alla
sotto i riflettori: le conversazioni, le luce il peccato. W.G. Blaikie scrive:
abitudini, l’abbigliamento, le letture,
Consideriamo, per esempio, il mo-
gli affari, i piaceri, gli svaghi, l’arre-
mento in cui il Signore rimproverò
damento della casa, le amicizie, le va-
l’ipocrisia dei farisei. Prima di allora,
canze, le automobili e lo sport. le pratiche di costoro non erano mai
5:11 I credenti non dovrebbero par- parse così malvagie agli occhi dei
tecipare alle opere infruttuose delle te- discepoli. Tuttavia, quando Cristo le
nebre, prendendovi parte o assumendo illuminò con la luce pura della veri-
un atteggiamento di tolleranza o indul- tà, esse si mostrarono per quello che
genza. Queste opere… delle tenebre erano: esse apparvero, e appaiono
sono infruttuose nei confronti di Dio tuttora, odiose.(33)
e degli uomini. Fu proprio tale aspet-
to di assoluta sterilità che una volta 5:14 …poiché tutto ciò che è mani-
spinse Paolo a domandare ai credenti festo, è luce. Ciò significa che, quando
romani: “Quale frutto dunque avevate i credenti esercitano il loro ministero
allora? Di queste cose ora vi vergogna- della luce, molte anime sono condotte
te, poiché la loro fine è la morte” (Ro ad essa. Uomini malvagi si trasforma-
6:21). Si tratta di opere… delle tenebre no in figli della luce mediante il mini-
poiché esse appartengono al mondo stero di riprovazione della luce.
delle luci soffuse, delle tende accostate, Naturalmente non si tratta di una re-
delle porte chiuse a chiave, delle stan- gola priva di eccezioni. Non tutti coloro
ze segrete. Esse riflettono la naturale che sono esposti alla luce diventano
predilezione dell’uomo per le tenebre credenti. Nel regno spirituale, tuttavia,
e il terrore che la luce renda manifeste vige questo principio generale: la luce
le sue opere malvagie (vd. Gv 3:19). Il riesce sempre a diffondersi. Troviamo
credente non è solamente esortato ad un esempio di questo principio in 1 P
astenersi dalle opere infruttuose delle 3:1, in cui le mogli credenti sono esorta-
tenebre, ma è esplicitamente invitato a te a conquistare i mariti non credenti a
denunciarle. Ciò avviene in due modi: Cristo con l’esempio della propria vita:
in primo luogo, mediante una vita di “Anche voi, mogli, siate sottomesse ai
santità; in secondo luogo, con parole di vostri mariti perché, se anche ve ne sono
riprensione, rivolte all’empio mediante che non ubbidiscono alla parola, siano
la guida dello Spirito Santo. guadagnati, senza parola, dalla condotta
5:12 Qui l’apostolo spiega perché il delle loro mogli”. In tal modo la luce delle
credente non deve assolutamente farsi mogli credenti trionfa sulle tenebre dei
complice della corruzione morale ma mariti increduli, e questi diventano luce.
deve, bensì, condannarla. Gli ignobili La vita del credente dovrebbe essere
peccati commessi in segreto sono tal- annuncio e orazione, denuncia delle
mente disonorevoli che è vergognoso tenebre e diffusione dell’invito:
persino menzionarli e, a maggior ra-
gione, commetterli. I peccati contro Risvégliati, o tu che dormi,
natura che l’uomo ha inventato sono e risorgi dai morti,
così abietti che perfino raccontando- e Cristo ti inonderà di luce.

899
EFESINI 5:15

Questa è la voce della luce che parla La cosa importante è scoprire ogni
a chi dorme nelle tenebre e giace nella giorno la volontà di Dio per noi e ri-
morte spirituale. La luce chiama i non spettarla. Questo è l’unico modo per
credenti alla vita e all’illuminazione. essere efficienti e utili. Per chi porta
Se essi accettano l’invito, Cristo splen- avanti l’opera cristiana secondo i
derà su di loro e li inonderà di luce. propri criteri personali e con le sole
5:15 Nei successivi sette versetti Pao- proprie forze esiste, infatti, il rischio
lo fa un raffronto tra comportamenti di agire completamente al di fuori
sciocchi e condotta prudente con una della volontà del Signore. Il sentiero
serie di esortazioni affermative e nega- della saggezza è il discernimento: oc-
tive. Nella prima, egli rivolge ai propri corre che scopriamo e rispettiamo la
lettori un appello generale: guardate… volontà di Dio per la nostra vita.
a come vi comportate; non da stolti, 5:18 Non ubriacatevi! Il vino por-
ma da saggi. Come abbiamo ricordato ta alla dissolutezza. La Bibbia è stata
in precedenza, “comportarsi” (talvolta scritta per i credenti di tutte le culture:
tradotto con “camminare”) è uno dei in molti paesi si usa bere vino durante
verbi-chiave della lettera: esso ricorre i pasti. Le Scritture non condannano
quattro volte e abbraccia “l’intero cam- l’uso del vino, ma il suo abuso. Nella
po di attività della sfera individuale”. Bibbia il vino è raccomandato come
Comportarsi da saggi significa vivere medicinale (Pr 31:6; 1 Ti 5:23). A Cana
alla luce della nostra posizione come di Galilea, in occasione di una festa nu-
figli di Dio. Comportarsi da stolti si- ziale, il Signore Gesù trasformò l’acqua
gnifica regredire da questa posizione in vino affinché gli invitati ne potesse-
elevata alla condotta mondana degli ro bere (vd. Gv 2:1-11).
increduli. Tuttavia, l’uso del vino diventa abu-
5:16 Il comportamento saggio ci per- so ed è, di conseguenza, proibito, nei
mette di riscattare il tempo, di sfrutta- seguenti casi:
re le occasioni. Ogni giorno reca con 1. quando porta agli eccessi (vd. Pr
sé le sue opportunità, il suo smisurato 23:29-35);
potenziale. 2. qua ndo diventa un’abitudine
…ricuperando il tempo significa vi- (vd. 1 Co 6:12b);
vere una vita che si contraddistingue 3. quando offende la coscienza debo-
per santità, opere di misericordia e pa- le di un altro credente (vd. Ro 14:13;
role di conforto. La questione assume 1 Co 8:9);
carattere d’urgenza a causa della mal- 4. quando danneggia la testimonianza
vagità che impera nei giorni in cui vi- di un credente nella comunità e non
viamo. Essi ci rammentano che Dio non dà gloria a Dio (vd. 1 Co 10:31).
contenderà in eterno con l’uomo (vd. Ge 5. quando il credente non si sia forma-
6:3), che il tempo della grazia sta per ta un’opinione chiara al riguardo
concludersi e che presto le opportunità (Ro 14:23).
per adorare, testimoniare e servire sulla L’alternativa all’ubriachezza propo-
terra termineranno per sempre. sta da Paolo consiste nell’essere ricolmi
5:17 Perciò non siate disavveduti, di Spirito. Questo collegamento, all’ap-
ma intendete bene quale sia la vo- parenza singolare, si può comprendere
lontà del Signore. Questo è un bra- mediante un raffronto delle analogie
no cruciale. A causa della diffusione esistenti tra le due diverse condizioni
del male e della brevità del tempo a di “ebbrezza”:
disposizione, potremmo essere ten- 1. in entrambi i casi l’individuo è sotto
tati di trascorrere i nostri giorni in il controllo di un’influenza esterna.
attività febbrili e concitate di nostra Nel primo, si tratta dell’effetto del-
scelta. Ma ciò non porterebbe a nul- la bevanda alcolica, nel secondo del
la, fuorché a uno spreco di energie. potere dello Spirito;

900
EFESINI 5:18

2. in entrambi i casi l’individuo è infervo- 3. l’unzione. Lo Spirito stesso è l’unzio-


rato. Il giorno di Pentecoste lo slancio ne che insegna le cose del Signore ai
prodotto dallo Spirito fu scambiato figli di Dio (vd. 1 Gv 2:27);
erroneamente per ubriachezza provo- 4. il sigillo e il pegno. Abbiamo già visto
cata da vino dolce (vd. At 2:13); che lo Spirito Santo, come sigillo, ga-
3. in entrambi i casi il modo di com- rantisce l’eredità per i santi e, come
portarsi dell’individuo cambia: pegno, custodisce i santi per l’eredi-
il comportamento fisico nel caso tà (Ef 1:13-14).
dell’ubriachezza e il comportamento Alcuni dei ministeri dello Spirito si
morale nell’altro caso. realizzano nell’individuo nel momento
Le due condizioni, tuttavia, sono al- in cui questi è salvato. Chiunque è in
tresì in aperto contrasto: Cristo ha automaticamente: il batte-
1. l’ubriachezza produce dissolutezza e simo, l’unzione, il sigillo, il pegno e lo
sregolatezza. L’ebbrezza dello Spirito Spirito che dimora in lui.
non porta mai a tali eccessi; L’essere ricolmi di Spirito esprime un
2. l’ubriachezza fa perdere il controllo concetto differente. Non si tratta di uno
di sé. Ma il frutto dello Spirito è l’au- stato che il credente sperimenta una
tocontrollo (vd. Ga 5:22). Un creden- volta sola nella vita, bensì di un pro-
te ricolmo di Spirito non è mai fuori cesso continuo. La traduzione letterale
di sé al punto da non riuscire più a di questa esortazione è: “Continuate a
connettere e a controllare le proprie lasciarvi riempire di Spirito”. Si tratta di
azioni: “Gli spiriti dei profeti sono un processo che inizia e procede attimo
sottoposti ai profeti” (1 Co 14:32). dopo attimo. L’essere ricolmi di Spirito
A volte, nella Bibbia, l’essere ricolmi oggi non ci assicura che lo saremo an-
di Spirito sembra essere un dono so- che domani. Si tratta, senz’altro, di una
vrano di Dio. Per esempio, Giovanni il condizione da desiderare intensamente:
battista fu ricolmo di Spirito Santo sin difatti è la condizione ideale del creden-
dal grembo materno (vd. Lu 1:15). In te sulla terra. Tale condizione indica che
un caso simile la persona lo riceve sen- lo Spirito Santo non è rattristato, per lo
za soddisfare alcuna condizione posta meno relativamente, dalla vita del cre-
in precedenza. Non è qualcosa per la dente e che questi sta dunque momen-
quale ci si dà da fare o si prega: il Si- taneamente adempiendo il suo ruolo
gnore la dona a suo piacimento. Qui, in nel piano di Dio.
Ef 5:18, ai credenti è ordinato di essere Come si può essere ricolmi di Spiri-
ricolmi di Spirito. Ciò richiede azione to ? L’apostolo Paolo non lo spiega qui
da parte loro. Essi devono soddisfare in Efesini; ci ordina semplicemente di
determinate condizioni. Non si tratta essere ricolmi. Ma da altri brani della
di un dono automatico, bensì del risul- Parola sappiamo che, per essere ricol-
tato dell’ubbidienza. mi di Spirito, dobbiamo:
Per tale motivo occorre distingue 1. confessare ed eliminare dalla nostra
l’“essere ricolmi di Spirito” da altri mi- vita tutti i peccati di cui siamo a cono-
nisteri dello Spirito. Tale condizione scenza (vd. 1 Gv 1:5-9): è evidente che
non corrisponde a: una Persona di tale santità non potrà
1. il battesimo nello Spirito Santo. Que- agire in una vita che tollera il peccato;
sta è l’opera dello Spirito che intro- 2. abbandonarci totalmente al suo con-
duce il credente nel Corpo di Cristo trollo (vd. Ro 12:1-2). Ciò richiede la
(vd. 1 Co 12:13); resa incondizionata della nostra vo-
2. la dimora dello Spirito. Con questo mi- lontà, del nostro intelletto, del nostro
nistero il Consolatore stabilisce la pro- corpo, del nostro tempo, dei nostri
pria residenza nel corpo del credente talenti e dei nostri tesori. Dobbiamo
e lo rafforza nella santità, nell’adora- sottomettere ogni aspetto della no-
zione e nel servizio (vd. Gv 14:16); stra vita al suo dominio;

901
EFESINI 5:19

3. lasciare che la Parola di Dio dimo- “arrivati”. Il credente ricolmo di Spirito


ri in noi abbondantemente (vd. Cl è pieno di Cristo, non di se stesso.
3:16). Ciò comprende la lettura del- Allo stesso tempo il credente può ac-
la Parola, il suo studio e l’ubbidienza corgersi che Dio sta operando nella sua
ad essa. Quando la Parola di Dio abi- vita e per mezzo di essa. Vede avvenire
ta in noi abbondantemente, si avran- le cose in un modo soprannaturale; le
no gli stessi risultati (vd. Cl 3:16) che situazioni si risolvono miracolosamen-
si ottengono quando si è ricolmi di te; le vite sono toccate da Dio; gli eventi
Spirito (Ef 5:18); accadono secondo una tabella di marcia
4. infine, dobbiamo spogliarci del no- divinamente preordinata; perfino le for-
stro io (vd. Ga 2:20). Per riempire ze della natura sono dalla sua parte: esse
un bicchiere con del liquido occorre sembrano incatenate alle ruote del carro
prima svuotarlo del precedente con- trionfale del Signore. Il credente se ne ac-
tenuto. Per essere ricolmi di lui, del- corge, si rende conto che Dio agisce in lui
lo Spirito, dobbiamo prima svuotarci e tramite lui; tuttavia non è interessato a
di noi stessi. prendersi alcun merito da tutto ciò. Nel
Scrive Harold Wildish, noto evangeli- più profondo del suo cuore egli sa che il
sta itinerante del XX sec. (“The glorious merito è tutto del Signore.
secret”): 5:19 Ora l’apostolo indica quattro effet-
Così come hai deposto tutto il far- ti derivanti dalla pienezza dello Spirito. In
dello del tuo peccato e ti sei riposato primo luogo, i credenti ricolmi di Spirito
sull’opera compiuta di Cristo, deponi si intrattengono a vicenda con salmi, inni
ora tutto il peso della tua vita e delle e cantici spirituali. Lo Spirito convince la
tue occupazioni e riposa sull’opera bocca a parlare delle cose del Signore ed
in atto dello Spirito Santo. Mattino espande il cuore affinché le condivida
dopo mattino, abbandònati e làsciati con gli altri. Taluni ritengono che i tre ter-
guidare dallo Spirito Santo, continua mini relativi ai tre tipi di componimento
a lodare e ad avere pace, permetten- facciano riferimento al libro dei Salmi.
dogli di dirigere te e la tua giornata. È nostra opinione, invece, che soltanto
Abìtuati ogni giorno a dipendere con quello ai salmi sia, effettivamente, un
gioia da lui e a ubbidirgli, aspettan- riferimento alle composizioni poetiche
doti che ti guidi, ti illumini, ti ammo- ispirate di Davide, di Asaf e degli altri au-
nisca, ti istruisca, ti usi e compia in tori. Gli inni sono canti non ispirati con
te e con te la sua volontà. Conta sul cui si rivolge la lode e l’adorazione diretta-
suo operato come su un dato di fatto, mente a Dio. I cantici spirituali sono tutti
indipendentemente da ciò che vedi o gli altri componimenti in versi che trat-
provi. Dobbiamo credere nello Spiri-
tano argomenti spirituali anche se non
to Santo e ubbidire a lui, che governa
sono specificamente rivolti a Dio.
la nostra vita, e rinunciare alla fatica
Il secondo effetto della pienezza del-
di cercare di cavarcela con le nostre
forze; solo allora il frutto dello Spiri- lo Spirito è rappresentato dalla gioia
to apparirà in noi, così come egli de- interiore e dalla lode a Dio: cantando
sidera, per rendere gloria a Dio. e salmeggiando con il vostro cuore al
Signore. La vita ricolma di Spirito è una
Come ci si accorge di essere ripieni di fonte traboccante di gioia (At 13:52).
Spirito? In realtà, più siamo vicini al Si- Zaccaria ne è un esempio: quando fu ri-
gnore, più siamo consapevoli della no- colmo di Spirito Santo, cantò al Signore
stra indegnità e della nostra colpa (vd. Is con tutto il suo cuore (vd. Lu 1:67-79).
6:1-5). Quando siamo alla sua presenza, 5:20 Il terzo effetto riconducibile alla
in noi non troviamo nulla di cui essere pienezza dello spirito è il ringraziamen-
orgogliosi (vd. Lu 5:8); non ci conside- to: ringraziando continuamente per
riamo spiritualmente superiori agli altri ogni cosa Dio Padre, nel nome del Si-
né sentiamo di essere in qualche modo gnore nostro Gesù Cristo. Dove lo Spirito

902
EFESINI 5:22

regna, regna la gratitudine verso Dio, un Ecco, dunque, i quattro effetti della
profondo senso di apprezzamento e una pienezza dello Spirito: parlare, canta-
spontanea dimostrazione di gratitudine. re, ringraziare e sottostare. A questi,
Non si tratta di una riconoscenza occa- tuttavia, se ne aggiungono almeno altri
sionale, ma continuamente espressa, quattro:
non soltanto nelle occasioni piacevoli, 1. il coraggio di rimproverare il peccato
bensì in ogni occasione. Chiunque può (vd. At 13:9-12) e di testimoniare per
essere grato per la luce del sole, ma ci il Signore (vd. At 4:8-12, 31; 14:1-3);
vuole la potenza dello Spirito per essere 2. la potenza per il servizio a Dio (vd. At
riconoscenti per le tempeste della vita. 1:8; 6:3, 8; 11:24);
La via più breve e sicura per la felici- 3. la generosità, che subentra all’egoi-
tà è la seguente: smo (vd. At 4:32, 34);
4. l’esaltazione di Cristo (vd. At 9:17, 20)
Fa’ del ringraziamento e della lode a e di Dio (vd. At 2:4, 11; 10:44, 46).
Dio una regola di vita. Poiché è certo
Dovremmo desiderare ardentemente
che, prima o poi, un’apparente cala-
di essere ricolmi di Spirito, ma soltanto
mità arriverà, e se ringrazierai e lode-
rai Dio per essa, la trasformerai in una
per la gloria di Dio, non per la nostra.
benedizione. Anche se tu potessi fare
miracoli, non potresti fare di più per te D. Appello a una pia condotta nella
di quanto possa fare questo spirito di vita della famiglia (5:22−6:9)
ringraziamento: perché non ha biso- 5:22 Questa nuova sezione è stretta-
gno di parole e trasforma tutto quello mente correlata al versetto precedente,
che tocca in felicità. in cui Paolo indicava la sottomissione
- William Law reciproca come uno degli effetti della
pienezza dello Spirito. Nel brano che
5:21 Il quarto risultato prodotto va da 5:22 a 6:9 l’apostolo indica tre
dalla pienezza dello Spirito è la sotto- settori specifici della vita della fami-
missione reciproca: sottomettendovi glia cristiana in cui la sottomissione è
gli uni agli altri nel timore di Cristo. volontà di Dio :
Erdman ammonisce: 1) le mogli dovrebbero essere sotto-
messe ai propri mariti;
È un invito troppo spesso trascura- 2) i figli dovrebbero essere sottomessi
to… Esso propone una prova di spi- ai propri genitori;
ritualità che i credenti mettono in 3) i servi dovrebbero essere sottomessi
pratica troppo raramente… Molte ai propri padroni.
persone credono che gridare alleluia, L’unità dei credenti in Cristo Gesù
cantare a squarciagola canti esultanti non sottintende l’abolizione delle re-
ed esprimere la lode “in lingue” più o lazioni terrene. Sussiste l’obbligo di
meno sconosciute siano tutte dimo- rispettare le svariate forme di autorità
strazioni che si è “ricolmi di Spirito”. e di governo istituite da Dio (vd. p. es.
Tutte queste manifestazioni posso-
Ro 13:1-3). Ogni società ben ordinata
no essere false, ingannevoli e prive
si fonda su due pilastri fondamenta-
di significato. La sottomissione ai
nostri fratelli credenti, un contegno
li: l’autorità e la sottomissione. Deve
modesto, l’umiltà, il rifiuto della com- esserci chi esercita l’autorità e chi si
petizione, la pazienza, la gentilezza: sottomette ad essa. Questo principio
sono queste le prove inequivocabili è talmente importante che è presente
della potenza dello Spirito… Una tale perfino nella Trinità: “Ma voglio che
reciproca sottomissione ai fratelli sappiate… che il capo di Cristo è Dio”
credenti dovrebbe essere praticata (1 Co 11:3). Dio ha disposto l’esistenza
“nel timore di Cristo”, vale a dire nel di un governo umano. Dalla prospet-
rispetto di colui che è riconosciuto tiva di Dio un governo malvagio è pur
come il Signore e padrone di tutto.(34) sempre preferibile all’assenza di gover-

903
EFESINI 5:23

no, e noi gli dobbiamo sottostare, senza monumento perenne alla moglie e ma-
però disubbidire al Signore o rinnegar- dre gradita al Signore.
lo. L’assenza di governo è anarchia e 5:23 Occorre che la moglie sia sot-
nessuna società può sopravvivere in tomessa al marito, giacché il marito è
un tale stato di cose. il capo ; questi rappresenta per lei ciò
Lo stesso principio vale tra le mura che Cristo rappresenta per la chiesa.
domestiche. Deve esserci un capo e Come anche Cristo è capo della chie-
deve esserci ubbidienza a quel capo. sa, lui, che è il Salvatore del corpo, allo
Dio ha decretato che la direzione fa- stesso modo il marito... è capo, nonché
miliare sia affidata all’uomo. Egli lo custode, della moglie. Come capo, egli
ha dimostrato creando prima l’uomo la ama e la guida; come custode, egli
e poi la donna, quale aiuto adatto a lui provvede alle sue necessità, la protegge
(vd. Ge 2:18). In tal modo, sia nell’ordi- e si prende cura di lei.
ne sia nello scopo della creazione, Dio L’attuale, diffusa av versione nei
ha collocato l’uomo in una posizione di confronti di questo insegnamento è
autorità e la donna in una posizione di cosa ben nota a tutti. Paolo è accu-
sottomissione. sato di essere stato uno scapolo bac-
Sottomissione non significa mai in- chettone, un maschio sciovinista,
feriorità. Il Signore Gesù, ad esempio, un misogino. Oggi si ritiene che le
è sottomesso a Dio Padre, ma non opinioni dell’apostolo rispecchino le
gli è in alcun modo inferiore. Né la convenzioni sociali di quei tempi e
donna è inferiore all’uomo. Ella può siano improponibili ai giorni nostri.
essergli superiore sotto molti aspetti: Naturalmente tali affermazioni costi-
nella devozione, nella comprensione, tuiscono un affronto diretto all’ispi-
nella diligenza e nella sopportazione razione delle Scritture. Queste non
eroica. Ma alle mogli è ordinato: siate sono soltanto le parole di Paolo, bensì
sottomesse ai vostri mariti, come al Parola di Dio. Rifiutarle significa rifiu-
Signore. Sottomettendosi all’autori- tare il Signore ed esporsi a difficoltà e
tà del marito, la moglie si sottomette a danni irreparabili.
all’autorità del Signore. La corretta 5:24 Nulla potrebbe esaltare il ruo-
definizione del principio di sottomis- lo della moglie quanto il paragone
sione dovrebbe spazzare via ogni ri- con il ruolo della chiesa come Spo-
bellione o riluttanza. sa di Cristo. Le mogli sono tenute a
La storia abbonda di esempi di di- seguire l’esempio di sottomissione
sordine derivanti dalla disubbidienza della chiesa. Esse devono essere sot-
al piano di Dio. Usurpando al marito tomesse ai loro mariti in ogni cosa ,
il ruolo di guida e agendo in sua vece, vale a dire in ogni cosa che sia con-
Eva ha introdotto il peccato nel genere forme alla volontà di Dio. Nessuna
umano, con tutte le sue catastrofiche moglie può essere tenuta a ubbidire a
conseguenze. In tempi recenti, molte un marito che le chieda di transigere
sette sono state formate da donne che sulla sua lealtà verso il Signore Gesù.
si sono arrogate quell’autorità che Dio Tuttavia, in tutte le altre normali si-
non aveva mai destinato loro. Le donne tuazioni della vita ella deve ubbidire
che abbandonano l’ambito istituito per al marito, anche se questi non è un
loro da Dio possono causare la rovina di credente.
una comunità, mandare in frantumi un 5:25 Se gli insegnamenti precedenti
matrimonio e distruggere una famiglia. rivolti alle mogli fossero rimasti senza
D’altra parte, non vi è nulla di più seguito e se non fossero previste dispo-
affascinante di una donna che riveste sizioni paritetiche anche per i mariti,
coscienziosamente il ruolo affidatole tale comandamento apparirebbe par-
da Dio. In Pr 31 troviamo un ritratto ziale, se non addirittura iniquo. Invece
minuzioso di una simile donna: un non si può fare a meno di notare il me-

904
EFESINI 5:27

raviglioso equilibrio della verità scrittu- suoi comandamenti. Gesù assicurò


rale nella presentazione dei desiderata ai propri discepoli: “Voi siete già puri
per i mariti. Ai mariti non si richiede di a causa della parola che vi ho annun-
assoggettare le proprie mogli. L’esorta- ziata” (Gv 15:3). Anche nella preghiera
zione a loro rivolta è la seguente: mari- sacerdotale egli unì la santificazione
ti, amate le vostre mogli, come anche alla Parola: “Santificali nella verità: la
Cristo ha amato la chiesa. È stato det- tua parola è verità” (Gv 17:17). Come
to, giustamente, che a nessuna moglie il sangue di Cristo lava via una volta
dispiacerebbe essere sottomessa a un per tutte la colpa e la pena del pecca-
marito che la ama come Cristo ama la to, allo stesso modo la Parola di Dio
chiesa. Si narra di un uomo che teme- purifica incessantemente dalla cor-
va di recare un dispiacere a Dio perché ruzione e dalla contaminazione del
amava troppo la moglie. Un credente peccato. Questo passo spiega dunque
gli domandò se egli amava la moglie che la chiesa è attualmente sottoposta
più di quanto Cristo amasse la chiesa. a continuo lavacro, non con acqua in
L’uomo rispose di no. “Soltanto quando senso letterale, bensì mediante l’agen-
andrai oltre quell’amore”, replicò l’altro te purificatore, che è la Parola di Dio
credente, “amerai troppo tua moglie”. 5:27 In passato l’amore di Cristo si
Qui l’amore di Cristo per la chiesa è è manifestato nella nostra redenzione.
presentato in tre movimenti solenni che Oggi si manifesta nella nostra santifi-
si dispiegano dal passato al presente cazione. In futuro si manifesterà me-
al futuro. In passato Cristo dimostrò il diante la nostra glorificazione. Sarà
suo amore per la chiesa dando sé stesso Cristo stesso a presentare la propria
per lei mediante il suo sacrificio e la sua Sposa, la chiesa, e a farla comparire
morte sulla croce. Là egli pagò il prezzo davanti a sé, gloriosa, senza macchia,
più grande per acquistarsi una Sposa. In senza ruga o altri simili difetti, ma
un certo senso si può affermare che, co- santa e irreprensibile. Solamente al-
me Eva fu tratta da una costola di Ada- lora la sua chiesa raggiungerà il mas-
mo, così la chiesa fu creata dal costato simo della bellezza e della perfezione
ferito del Salvatore. spirituale.
5:26 Attualmente l’amore di Cristo A.T. Pierson giustamente considera:
per la chiesa si manifesta nella sua Pensate: quando, infine, l’occhio on-
opera di santificazione: per santifi- nisciente ci ispezionerà, non troverà
carla dopo averla purificata lavando- nulla che, al cospetto della sua imma-
la con l’acqua della parola. Santificare colata santità, possa apparire come
significa “mettere da parte”. Per quan- una macchia o un’imperfezione su un
to concerne la sua posizione, la chiesa volto umano. Incredibile!(35)
è già santificata; per ciò che riguarda
l’esperienza pratica, essa viene “ap- F.W. Grant, a sua volta, commenta:
partata”, “messa da parte” giorno
Nessuna traccia di vecchiaia, nessun
dopo giorno. Essa è soggetta a un
difetto; niente si addice a Cristo più
processo continuo di preparazione
dello splendore e dell’inalterabilità
morale e spirituale, simile alla prepa- dell’eterna giovinezza, della freschez-
razione di Ester, che dovette coltivare za di affetti che non svigoriranno mai,
la propria bellezza per un anno pri- che non possono conoscere deterio-
ma di essere presentata al re Assuero ramento. Allora la chiesa sarà santa e
(vd. Et 2:12-16). Durante il processo di senza colpe. Ora, con tutto quello che
santificazione la chiesa è lavata con sappiamo circa la storia della chiesa,
l’acqua della parola. In parole povere, le parole di questo versetto ci suone-
ciò significa che la vita dei credenti rebbero strane, se ignorassimo in che
è purificata quando essi ascoltano modo glorioso Dio trionfa sul peccato
la parola di Cristo e ubbidiscono ai e sul male.(36)

905
EFESINI 5:28

5:28 Dopo aver concluso la sua ma- 5:31 Ora l’apostolo cita Ge 2:24 pre-
gnifica rapsodia sul tema dell’amore di sentando l’originario progetto divino
Cristo per la chiesa, Paolo torna a rivol- riguardo alle unioni matrimoniali.
gersi ai mariti per indicare loro l’esem- In primo luogo, il rapporto che lega
pio da seguire: allo stesso modo anche l’uomo ai propri genitori è sostituito
i mariti devono amare le loro mogli, da un legame ben più forte, ossia dal-
come la loro propria persona. Imitan- la fedeltà nei confronti della propria
do l’amore di Cristo, essi dovrebbero moglie. Per concretare l’elevato ideale
amare le loro mogli, come se stessi. del vincolo matrimoniale, egli lascia i
L’enfatico ricorso (nei vv. 22-23) agli propri genitori per unirsi a sua moglie.
aggettivi possessivi (loro, sua, propria) La seconda caratteristica di tale vin-
rammenta al lettore che, riguardo colo è che marito e moglie diventano
all’unione matrimoniale, soltanto la una carne sola : tra i due avviene una
monogamia rientra nella volontà di Dio vera e propria unione. Se si tenessero
per il suo popolo. Benché la poligamia a mente queste due verità fondamen-
fosse tollerata nell’A.T., in realtà Dio non tali, si eliminerebbero, da un canto, i
l’ha mai approvata. dissapori con i suoceri e, dall’altro, i
È interessante rilevare gli svariati conflitti coniugali.
modi con i quali Paolo descrive l’inti- 5:32 Questo mistero è grande; dico
mo rapporto tra marito e moglie. Egli questo riguardo a Cristo e alla chiesa.
scrive che, amando la propria moglie, Ora Paolo entra nel vivo del discorso
l’uomo ama la propria persona (v. 28a, sul matrimonio rivelando questa me-
29) e se stesso (28b, 33). Poiché il ma- ravigliosa verità, finora sconosciuta,
trimonio comporta un’unione effettiva ossia che la chiesa rappresenta per Cri-
tra due persone e i due diventano una sto ciò che una moglie rappresenta per
sola carne, gli uomini che amano le il marito.
loro mogli amano realmente la loro Dichiarando che il mistero è gran-
propria persona. de, Paolo non intende affermare che
5:29 L’innato istinto di conservazione sia incomprensibile, bensì, piuttosto,
spinge l’uomo ad aver cura del proprio che le conseguenze di questa verità
corpo. Il corpo è nutrito, vestito, lava- sono straordinarie. Il mistero è il mera-
to, protetto dai disagi, dal dolore, dalle viglioso progetto, nascosto in Dio nelle
lesioni. La sopravvivenza del corpo età precedenti, che è stato ora rivelato
dipende da queste continue cure. Tale e mediante il quale Dio si propone di
sollecitudine nei confronti del proprio convocare dalle nazioni un popolo che
corpo è soltanto un pallido riflesso della diventi il Corpo e la Sposa del suo glo-
cura che Cristo ha per la chiesa. rioso Figlio. Il matrimonio trova così il
5:30 …poiché siamo membra del suo perfetto antitipo nella relazione tra
suo corpo. La grazia di Dio è straordi- Cristo e la chiesa.
naria! Non soltanto ci salva dal peccato Uno spirito con il Signore:
e dall’inferno ma, in Cristo, ci rende Gesù, colui che è stato glorificato,
altresì membra del suo corpo mistico. Considera la chiesa per la quale ha
A tanto arriva l’amore di Cristo per noi: sanguinato,
egli si prende teneramente cura di noi Il suo corpo e la sua sposa.
perché siamo il suo Corpo. Con quale – Mary Bowley Peters
cura egli ci nutre, ci santifica e ci am-
maestra! Abbiamo l’assoluta certezza 5:33 Il versetto finale sintetizza le
che egli, una volta in cielo, non vorrà esortazioni rivolte fino a questo momen-
stare senza le sue membra. Noi gli sia- to ai mariti e alle mogli. L’ammonizione
mo uniti perché ne condividiamo la conclusiva per i mariti è la seguente: cia-
vita: difatti, qualsiasi cosa riguardi le scuno individualmente, senza eccezio-
membra riguarda anche il Capo. ni, ami sua moglie, come ama se stesso.

906
EFESINI 6:4

Non devono amare semplicemente co- cita Es 20:12: Onora tuo padre e tua
me potrebbero amare se stessi, ma rico- madre (vd. anche De 5:16). Quello di
noscendo che con lei sono una cosa sola. onorare i genitori è il primo dei dieci
Per le mogli l’esortazione è: la moglie comandamenti cui segue una specifica
rispetti sempre il marito e gli ubbidisca. promessa di benedizioni. Esso richiede
Ora fermiamoci un attimo a riflettere! ai figli di rispettare, amare e ubbidire
Che cosa accadrebbe, oggi, se queste ai genitori.
istruzioni divine fossero universalmen- 6:3 La terza ragione è che ciò rientra
te rispettate dai credenti? La risposta è nell’interesse del figlio: affinché tu sia
semplice: non ci sarebbero conflitti, né felice e abbia lunga vita sulla terra .
separazioni, né divorzi. Più di quanto Nell’A.T. si insegnava che figli ubbi-
non avvenga oggi, nelle nostre case si dienti avrebbero goduto di lunga vita
pregusterebbe un anticipo di paradiso. (De 5:16). In epoca neotestamentaria
6:1 Nel cap. 5 abbiamo imparato l’ubbidienza filiale non è sempre legata
che l’indice della pienezza dello Spirito alla longevità: un figlio rispettoso può
consiste nella reciproca sottomissione. morire anche in tenera età. Tuttavia, in
Abbiamo visto, quindi, che una moglie generale, è vero che una vita di disci-
ricolma di Spirito è sottomessa al mari- plina e ubbidienza tende al benessere
to. Ora apprendiamo che i figli ricolmi e alla longevità, laddove una vita di ri-
di Spirito si sottomettono spontanea- bellione e imprudenza è spesso stron-
mente all’autorità dei genitori. È fonda- cata prematuramente.
mentale che tutti i figli ubbidiscano nel 6:4 Le istruzioni rivolte ai figli sono
Signore ai propri genitori, a prescindere ora bilanciate dal consiglio rivolto ai
dal fatto che gli uni o gli altri siano cre- padri, i quali non dovrebbero provo-
denti. Il rapporto genitori-figli fu istitui- care la ribellione dei propri figli con ri-
to per tutta l’umanità, non soltanto per chieste irragionevoli, eccessivo rigore o
i credenti. Il comandamento: ubbidite critiche continue, ma dovrebbero edu-
nel Signore indica, innanzi tutto, che i carli nella disciplina e nell’istruzione
figli dovrebbero farlo con la consapevo- del Signore. Con il termine disciplina
lezza che, così facendo, essi ubbidiscono si designa l’ammonizione, il giusto
al Signore. Essi dovrebbero ubbidire ai rimprovero e la correzione, che può
genitori come se si trattasse del Signore. essere impartita sia a livello verbale
In secondo luogo, dovrebbero ubbidire sia fisico. L’istruzione invece equiva-
in tutte le questioni che sono in accordo le all’insegnamento. Chi agisce come
con la volontà di Dio. Se i genitori ordi- rappresentante del Signore dovrebbe
nassero loro di peccare, non dovrebbe- far crescere i propri figli nel Signore,
ro pretendere di essere ubbiditi. In tal vale a dire secondo la sua volontà così
caso, i figli dovrebbero opporre un cor- come è rivelata nella Bibbia.
tese diniego e subirne le conseguenze Susannah Annesley Wesley, ma-
senza ribellarsi e senza vendicarsi. Ma dre di diciannove figli, tra i quali John
devono mostrarsi ubbidienti in tutti gli (fondatore del Metodismo) e Charles
altri casi. (noto predicatore e autore di 6000 inni
E questo per tre ragioni, illustrate qui liturgici), scrive:
di seguito. Innanzi tutto, i figli devono Il genitore che si impegna nel sotto-
ubbidire ai genitori perché ciò è giusto. mettere l’ostinatezza del figlio coopera
Si tratta di un principio basilare radicato con il Signore al rinnovamento e alla
nel cuore della struttura familiare: l’indi- salvezza di un’anima. Il genitore che,
viduo immaturo, impulsivo e inesperto al contrario, la tollera, fa il gioco del
dovrebbe sottomettersi all’autorità degli diavolo, rende la religione senza senso,
adulti, che sono più anziani e saggi. la salvezza irraggiungibile e fa tutto il
6:2 La seconda ragione è che si trat- possibile per dannare in eterno, nel
ta di una norma scritturale. Qui Paolo corpo e nell’anima, il proprio figlio.(37)

907
EFESINI 6:5

6:5 Il terzo e ultimo ambito di sot- base alla distanza geografica dei suoi
tomissione nella casa cristiana è co- superiori. Un giorno un cliente chiese
stituito dal rapporto che lega i servi ai a un commesso credente di dargli più
loro padroni. Benché qui Paolo ricorra merce di quanta ne avrebbe pagata,
al termine servi, o schiavi, i principi assicurandogli che il responsabile non
enunciati sono validi per tutte le cate- stava guardando nella sua direzione.
gorie di lavoratori. Il commesso rispose: “Il mio Capo mi
Il primo obbligo del lavoratore è vede sempre!” Come servitori di Cri-
verso i loro padroni secondo la carne. sto dovremmo fare la volontà di Dio di
L’espressione secondo la carne ci ram- buon animo, vale a dire con il desiderio
menta che il datore di lavoro ha giuri- sincero di piacergli. Erdman scrive:
sdizione per quanto riguarda il lavoro,
manuale o dell’ingegno, ma non può Il lavoro è immensamente nobilitato
da simili considerazioni. Il compito
dettare legge in materia spirituale né
del più umile degli schiavi acquisisce
controllare le coscienze.
dignità se è svolto in modo da piace-
In secondo luogo, i servi dovrebbe- re a Cristo, con buona volontà, con
ro essere rispettosi. Timore e tremore prontezza e zelo sincero tali da meri-
non sono dettati da servilismo o pusil- tare l’approvazione del Signore.(38)
lanimità, ma da un rispetto deferente
e dal timore di offendere il Signore e il 6:7 Ne consegue, pertanto, che anche
datore di lavoro. noi dovremmo servire con benevolen-
Il terzo dovere consiste nello svol- za. Non indosseremo la maschera socia-
gimento del proprio lavoro nella sem- le della condiscendenza per dissimulare
plicità del… cuore, ossia in modo un intimo fremito di risentimento ma
coscienzioso. Occorre sforzarsi di for- ci dedicheremo, bensì, al servizio con
nire sessanta minuti di lavoro per ogni animo ben disposto e con buona volon-
ora di paga. tà. Anche se il nostro datore di lavoro è
Infine, dovremmo lavorare come se arrogante, maleducato e irragionevole,
lavorassimo per Cristo. Da queste parole possiamo ugualmente lavorare come se
si evince che non dovrebbe esserci una servissimo il Signore e non gli uomini.
vera distinzione tra lavoro secolare e Nel mondo in cui viviamo, questo tipo
lavoro religioso. Tutto quello che faccia- di comportamento, invero straordina-
mo dovrebbe essere fatto per il Signore, rio, vale più di mille parole.
nell’intento di soddisfarlo, onorarlo e di 6:8 Un grosso incentivo a fare tut-
attirare gli altri a lui. Quando è svolto to “come per Cristo” è la certezza che
per la gloria di Dio, anche il compito più egli ricompenserà un lavoro svolto
umile e banale della vita è nobilitato e con tale motivazione. Servo o libero
acquista nuova dignità. Persino lavare che sia , l’uomo può essere certo che
i piatti! Ecco perché alcune casalinghe il Signore non fa differenze: egli, in-
credenti appendono sopra il lavello fatti, osserva tutte le attività umane,
della cucina un quadretto con il motto: gratificanti o sgradevoli, che sono
“Qui si rende un servizio al Signore tre svolte per amor suo e ricompenserà
volte al giorno”. ciascun lavoratore.
6:6 Dovremmo essere sempre di- Prima di concludere questa sezione
ligenti, non soltanto quando il prin- riguardante i “servitori”, è opportuno
cipale ci sta guardando, bensì con la ricordare che:
consapevolezza che il nostro Signore 1. nel N.T. non si condanna la schiavi-
ci osserva sempre. Per natura si tende tù di per sé. Il vero credente, infatti,
a rallentare il ritmo di lavoro quando vi è paragonato a uno schiavo (ser-
il capo si allontana, ma questa è una vo) di Cristo (v. 6). Tuttavia, ovunque
forma di disonestà. Il ritmo di lavoro sia arrivato il vangelo, gli abusi lega-
di un credente non dovrebbe variare in ti allo schiavismo sono scomparsi,

908
EFESINI 6:12

principalmente attraverso la riforma schiere di Satana hanno il compito di


morale promossa dal vangelo stesso; impedire e ostacolare l’opera di Cristo
2. il N.T. si rivolge principalmente agli e di mettere il soldato fuori combatti-
schiavi piuttosto che ai re, probabil- mento. Più il credente è impegnato nel
mente in considerazione del fatto servizio del Signore, più sperimenterà
che non sono molti gli uomini savi, i brutali attacchi del nemico: il diavolo
potenti o nobili che sentono la chia- non spreca le proprie munizioni per i
mata (vd. 1 Co 1:26). Probabilmente credenti nominali. Non possiamo com-
la maggior parte dei credenti appar- petere con il diavolo con le nostre sole
tiene alle classi economiche e socia- forze: per prima cosa, in vista del com-
li meno elevate. L’interesse per gli battimento, dobbiamo costantemente
schiavi dimostra anche che le pre- essere fortificati nel Signore e nelle
ziose benedizioni del cristianesimo illimitate risorse della sua potenza. I
non sono precluse a nessuno, nem- più valorosi soldati di Dio sono consci
meno ai più umili dei servi; della propria debolezza e della propria
3. l’efficacia di questi insegnamenti incapacità e fanno affidamento soltan-
rivolti agli schiavi è provata dal fat- to sul Signore. “Ma Dio ha scelto le cose
to che, nei primi tempi del cristia- pazze del mondo per svergognare le
nesimo, al mercato degli schiavi, il forti” (1 Co 1:27b). La nostra debolezza
prezzo di uno schiavo convertito su- si affida alla forza della sua potenza.
perava quello di un pagano. Anche 6:11 Dopodiché, il soldato è esortato
oggi i lavoratori dipendenti dovreb- a indossare l’armatura divina. Rivesti-
bero avere, agli occhi dei loro datori tevi della completa armatura di Dio,
di lavoro, un valore superiore a quel- affinché possiate star saldi contro le
lo dei lavoratori che non sono mai insidie del diavolo. È necessario essere
stati toccati dalla grazia di Dio. armati di tutto punto: occorre indossa-
6:9 I padroni dovrebbero osservare re l’armatura completa e non limitarsi
i medesimi principi generali dei servi. soltanto a un paio di elementi. Nulla
Essi dovrebbero essere giusti, cortesi, ci renderà invulnerabili quanto la pa-
onesti e dovrebbero prestare parti- noplia fornitaci dal Signore. Il diavolo
colare attenzione al proprio compor- ricorrerà a svariati stratagemmi: lo sco-
tamento, astenendosi dall’esprimersi raggiamento, la frustrazione, la con-
con minacce e con parole offensive. Se fusione, le disfatte morali e gli errori
rispetteranno questi principi non ri- dottrinali. Egli conosce il nostro punto
correranno mai alla coercizione contro debole e mirerà a quello. Se non riesce
i loro dipendenti, tenendo sempre pre- a fermarci con un sistema, ci proverà
sente di avere anch’essi un Signore… con un altro.
nel cielo, lo stesso Signore dello schia- 6:12 Questa battaglia non è una
vo. Le distinzioni terrene spariscono contesa contro filosofi atei, ministri di
davanti al Signore. Sia il servo sia il culto intriganti, eretici che negano Cri-
padrone dovranno, un giorno, presen- sto o uomini di governo miscredenti.
tarsi al cospetto di Dio e rendere conto È una battaglia contro forze demonia-
della propria vita. che, contro folte schiere di angeli cadu-
ti, contro spiriti maligni che detengono
E. Esortazioni per il combattimento uno straordinario potere. Benché non
cristiano (6:10-20) possiamo vederli, siamo circondati co-
6:10 Prossimo alla conclusione della stantemente da esseri spirituali malva-
lettera, Paolo rivolge a tutta la famiglia gi. Nonostante non possano prendere
di Dio un commovente appello a com- possesso di un vero credente, possono
portarsi da soldati di Cristo. però opprimerlo e molestarlo. Il cre-
Ogni vero figlio di Dio impara pre- dente non dovrebbe interessarsi mor-
sto che la vita cristiana è una lotta. Le bosamente alla demonologia, né vivere

909
EFESINI 6:13

nel terrore dei demòni. L’armatura di preservano dalle accuse, ma una buona
Dio gli fornisce tutto il necessario per vita sì”. Se non abbiamo sulla coscien-
resistere ai loro assalti. L’apostolo fa za alcuna offesa verso Dio e gli uomini,
riferimento agli angeli definendoli il diavolo non ha alcun bersaglio su cui
principati , potenze, dominatori di puntare. Nella Bibbia leggiamo che Da-
questo mondo di tenebre e forze spi- vide si rivestì della corazza della giu-
rituali della malvagità. Non abbiamo stizia (vd. Sl 7:3-5) e che il Signore Gesù
nozioni sufficienti per distinguere le la indossò sempre (vd. Is 59:17).
singole categorie; probabilmente si 6:15 Il soldato deve avere come cal-
tratta di potenze spirituali facenti par- zature ai suoi piedi lo zelo dato dal
te di una gerarchia (così come nel go- vangelo della pace. Questa immagine
verno umano esistono i capi di stato, i suggerisce prontezza nella diffusione
rappresentanti al governo, i sindaci e i della notizia della pace e, di conse-
consiglieri). guenza, un’invasione del territorio
6:13 Probabilmente, mentre scrive, nemico. Quando ci rilassiamo nelle no-
Paolo è piantonato da un soldato ro- stre tende, corriamo un pericolo mor-
mano che indossa un’armatura com- tale. La nostra salvezza consiste nel
pleta. Sempre pronto a cogliere spunti seguire i passi del Salvatore sui monti,
spirituali da tutto ciò che lo circonda, recando buone notizie e proclamando
Paolo giunge a una conclusione: terri- la pace (vd. Is 52:7; Ro 10:15).
bili nemici ci attaccano da tutti i fronti
e, perciò, noi dobbiamo prendere la Prendi i miei piedi e rendili
completa armatura di Dio, affinché Agili e belli per te.
possiamo resistere quando il conflit- – Francis Ridley Havergal
to si inasprirà, per ritrovarci in piedi
quando il fumo della battaglia si sarà 6:16 Inoltre, il soldato deve prendere
dissipato. Il giorno malvagio designa, lo scudo della fede così, quando tutti i
con ogni probabilità, tutte le occasioni dardi infocati del maligno si scaglie-
in cui il nemico ci attacca come una ranno contro di lui, colpiranno lo scu-
marea inarrestabile. Le ostilità di Sa- do e, inoffensivi, cadranno a terra. Qui
tana sembrano manifestarsi a ondate la fede è una salda fiducia nel Signore e
che avanzano e si ritraggono. Anche nella sua Parola. Quando le tentazioni
dopo aver tentato il Signore nel deser- si fanno più forti, quando le circostan-
to, il diavolo si allontanò da lui per un ze sono avverse, quando il dubbio ci
certo periodo di tempo (vd. Lu 4:13). assilla, quando si rischia il naufragio, la
6:14 Il primo elemento dell’armatura fede guarda in alto e afferma: “Io credo
di cui si fa menzione è la cintura della in Dio”.
verità . Dobbiamo senz’altro attener- 6:17 L’elmo che Dio fornisce è quello
ci fedelmente alla verità della Parola della salvezza (Is 59:17). Nonostante
di Dio, ma è anche necessario che ci l’infuriare della battaglia, il credente
lasciamo guidare dalla verità . Essa non si sgomenta poiché sa che la vitto-
va indossata nella vita di ogni giorno. ria definitiva sarà sua. La certezza della
Sottoponendo ogni cosa allo scrutinio liberazione lo protegge dalla ritirata
della verità, saremo rafforzati e protet- o dalla resa. “Se Dio è per noi chi sarà
ti durante il combattimento. contro di noi?” (Ro 8:31).
Il secondo elemento è la corazza Infine, il soldato impugna la spada
della giustizia. Ogni credente è rivesti- dello Spirito, che è la parola di Dio. Un
to della giustizia di Dio (vd. 2 Co 5:21) esempio classico è rappresentato dal
ma è tenuto altresì a manifestare una modo in cui il Signore usò questa spada
condotta integra e retta. È stato detto: nello scontro con Satana. Gesù citò tre
“Quando si è realmente rivestiti di giu- volte la Parola di Dio: non si trattava di
stizia, si è inespugnabili. Le parole non citazioni scelte a caso, bensì di versetti

910
EFESINI 6:20

biblici appropriati suggeritigli per l’occa- cessario continuare a chiedere, cercare


sione dallo Spirito Santo (vd. Lu 4:1-13). e bussare (vd. Lu 11:9). Bisogna pregare
La parola(39) di Dio qui non indica tutta con ogni… supplica… per tutti i santi.
la Bibbia, ma quella parte della Bibbia Anche i nostri fratelli sono impegnati
che si adatta meglio all’occasione. nel conflitto e hanno bisogno di essere
David Watson commenta: sostenuti con ogni preghiera dai loro
Dio ci dà tutta la protezione di cui compagni d’armi.
abbiamo bisogno. Dobbiamo badare 6:19 A proposito della richiesta per-
che il nostro cammino con Dio abbia sonale di Paolo, e anche per me, W.G.
un “marchio di verità”, che la nostra Blaikie commenta:
vita sia conforme a giustizia (“retta”)
Che idea inadeguata a una guida
nei confronti di Dio e degli altri, che
religiosa! Anziché avere una riserva
perseguiamo la pace ovunque an-
di grazia per tutti gli Efesini, Paolo
diamo, che alziamo insieme lo scudo
aveva bisogno delle loro preghiere
della fede per estinguere i dardi in-
perché potesse giungergli la grazia
fuocati del nemico, che proteggiamo
di cui aveva bisogno da colui che ne è
la nostra mente dalle paure e dalle
la fonte inesauribile.(41)
ansietà che facilmente ci assalgono e
che adoperiamo la Parola di Dio per Paolo scrive dalla prigione, eppure
il bene e nella potenza dello Spirito. non chiede preghiere per il proprio rila-
Ricordate che fu grazie ai ripetuti af-
scio anticipato. Egli chiede, piuttosto, di
fondi con la spada della Parola di Dio
poter parlare apertamente per esporre
che Gesù sopraffece il suo avversario
nel deserto.(40)
con franchezza il mistero del vangelo.
Per l’ultima volta nella Lettera agli Efe-
6:18 La preghiera non è menziona- sini Paolo si richiama al mistero, qui di
ta come parte dell’armatura; tuttavia seguito indicato come il motivo della sua
siamo certi di non esagerare afferman- prigionia. A tale proposito, nondimeno,
do che essa è l’atmosfera nella quale il l’apostolo non ha alcun rimpianto, anzi
soldato deve vivere e respirare. Essa è egli desidera divulgarlo sempre più.
lo spirito con il quale il credente deve 6:20 Di norma gli ambasciatori go-
indossare l’armatura e affrontare il dono dell’immunità diplomatica, che
nemico. La preghiera dovrebbe essere li sottrae a eventuali procedimenti o
continua, non sporadica; un’abitudine, pene irrogati loro dalle giurisdizioni
non un atto isolato. Inoltre, il soldato locali, quali, per esempio, l’arresto o la
dovrebbe usare tutti i tipi di preghiera : reclusione. Tuttavia, gli uomini sono
pubblica e privata, preparata e sponta- disposti a tollerare quasi qualsiasi cosa
nea, unitamente a suppliche e interces- più di quanto non facciano con il van-
sioni, confessioni e umiliazioni, lode e gelo. Nulla è in grado di scatenare tante
ringraziamento. emozioni, di suscitare ostilità e sospet-
E la preghiera dovrebbe essere ele- ti e di provocare persecuzioni quanto
vata per mezzo dello Spirito, ossia da l’annuncio del vangelo. Il portavoce di
questi ispirata e guidata. Che valore Cristo divenne, così, un ambasciatore
hanno, nella battaglia contro le schiere in catene. Eadie lo precisa bene:
del maligno, le preghiere formali reci-
Un legato del Sovrano più potente,
tate a memoria (senza riflettere sul loro
incaricato di comunicare un’amba-
significato)? Vegliate a questo scopo. sciata di nobiltà e urgenza senza pari,
Dobbiamo guardarci dal torpore, dalle con credenziali di incontestabile au-
divagazioni mentali e dalle preoccu- tenticità, è tenuto prigioniero.(42)
pazioni per altre cose. La preghiera
richiede intensità, attenzione e con- Il punto specifico del messaggio di
centrazione spirituali. Occorre altresì Paolo che suscitò l’ostilità dei bigotti e
pregare con ogni perseveranza. È ne- dei fanatici religiosi era l’annuncio che

911
EFESINI 6:21-22

i credenti giudei e i credenti stranieri gli altri. La fede li rafforzerà in vista del
formavano un’unica nuova società che combattimento cristiano. Tutte queste
condivideva i medesimi privilegi e ri- benedizioni provengono da Dio Padre
conosceva Cristo come Capo. e dal Signore Gesù Cristo, cosa impos-
sibile se le due Persone non fossero sul-
F. Saluti personali di Paolo lo stesso livello.
(6:21-24) 6:24 Infine, l’amato apostolo augu-
6:21-22 Paolo sta inviando Tichico ra la grazia a tutti quelli che amano il
da Roma a Efeso per informare i santi nostro Signore Gesù Cristo con amore
circa le proprie condizioni. Egli racco- sincero e incorruttibile. Il vero amore
manda Tichico come un caro fratello cristiano è permanente: a volte la sua
e fedele servitore nel Signore. Nel N.T. fiamma può brillare fiocamente o af-
sono presenti solo cinque riferimenti a fievolirsi, ma non si estingue mai.
quest’uomo. Di lui si sa che fece parte La prigione romana ha da lungo
del gruppo che accompagnò Paolo nel tempo rilasciato il suo nobile recluso. Il
viaggio dalla Grecia all’Asia (vd. At 20:4) grande apostolo è stato ricompensato e
e che fu il messaggero inviato dall’apo- ha visto il volto dell’amatissimo Signo-
stolo ai credenti di Colosse (vd. Cl 4:7) re. Ma la sua lettera è ancora con noi,
e di Efeso (cfr. 6:21 con 2 Ti 4:12), non- fresca e viva come il giorno in cui sca-
ché, probabilmente, al collaboratore turì dal suo cuore e dalla sua penna.
Tito a Creta (vd. Tt 3:12). Questa volta Nel XXI secolo continua a comunicarci
Tichico svolgerà il doppio incarico di parole d’insegnamento, ispirazione,
recare ai santi le ultime notizie circa la certezza ed esortazione.
situazione di Paolo in prigione e di in- Concludendo il nostro commentario
coraggiare i loro cuori dissipando ogni alla Lettera agli Efesini, ci dichiariamo
inutile timore. pienamente d’accordo con le parole di
6:23 I versetti conclusivi presentano H.W. Webb-Peploe:
i tipici saluti di Paolo: pace e grazia.
Unendo i due termini, l’apostolo au- Probabilmente nel Libro di Dio non
esiste uno scritto altrettanto maesto-
gura ai suoi lettori ogni benedizione. È
so e sorprendente: dunque è davvero
altresì probabile che, accomunando
impossibile a un uomo qualsiasi, sia
le caratteristiche formule di saluto, ri- pure a un messaggero di Dio stesso,
spettivamente giudaica e greca, Paolo rendergli giustizia nello spazio che
voglia fare un ultimo velato riferimen- ci è stato concesso! Mi auguro che
to al mistero del vangelo: Giudei e stra- riusciremo ad accostarci ad esso con
nieri divenuti uno in Cristo. naturalezza nella nostra ricerca di
In questo versetto Paolo deside- insegnamenti sulla santità. Possano
ra che i suoi lettori abbiano pace… e questi insegnamenti consegnarci al
amore con fede. La pace custodirà il mondo per vivere una vita più nobile
loro cuore in ogni circostanza della lo- ed elevata di quella finora condotta e
ro vita. L’amore li metterà in grado di mediante la quale ci sia permesso di
adorare Dio e di collaborare gli uni con glorificare Dio.(43)

912
EFESINI

NOTE

1 (Introduzione) William G. Moorehead, Outline Studies in Acts and the Epistles,


p. 214.
2 (1:3) Lewis Sperry Chafer, The Ephesian Letter, p. 74.
3 (Approfondimento) W.G. Blaikie, “Ephesians”, Pulpit Commentary, XLVI:3.
4 (1:10) John G.Bellett, Brief Notes on the Epistle to the Ephesians, pp. 6-7.
5 (1:17) R.W. Dale, The Epistle to the Ephesians; Its Doctrines and Ethics, p. 133.
6 (1:19) F.B. Meyer, Key Words of the Inner Life, p. 92.
7 (1:19) L.S. Chafer, The Ephesian Letter, p. 57.
8 (1:20) F.B. Meyer, Key Words of the Inner Life, p. 93.
9 (2:3) Ibid., p. 140.
10 (2:4) John Eadie, Commentary on the Epistle to the Ephesians, p. 141.
11 (2:5) A.T. Pierson, “The Work of Christ for the Believer”, The Ministry of Keswick, First
Series, pp. 118-119.
12 (2:7) Taluni citano 1 Co 13:12 e 1 Gv 3:2 a sostegno della tesi che, una volta in cielo, il
credente sarà onnisciente. In realtà, il primo fa riferimento limitatamente all’agni-
zione di Dio, il riconoscimento reciproco che avverrà in cielo, laddove il secondo
accenna alla futura conformità morale e fisica a Cristo.
13 (2:18) John Eadie, Commentary on the Epistle to the Ephesians, p. 187.
14 (2:21) W.G. Blaikie, “Ephesians”, XLVI:68.
15 (3:1) Ruth Paxson, The Wealth, Walk and Warfare of the Christian, p. 57.
16 (3:4) W.G. Blaikie, “Ephesians”, XLVI:104.
17 (3:8) Ibid, XLVI:105-106.
18 (3:16) Jamieson-Fausset-Brown, Commentary Practical and Explanatory on the
Whole Bible, VI:408.
19 (3:17) W. Graham Scroggie, “Paul’s Prison Prayers”, The Ministry of Keswick, Second
Series, p. 49.
20 (3:18) F.B. Meyer, Key Words of the Inner Life, pp. 53-54.
21 (3:21) George Williams, The Student’s Commentary on the Holy Scriptures, p. 925.
22 (4:2) Walter C. Wright, Ephesians, p. 85.
23 (4:10) F.W. Grant, “Ephesians”, The Numerical Bible, Acts to 2 Corinthians, VI:341.
24 (4:11) La “regola di Granville Sharp” stabilisce che, se in greco due nomi designanti
una carica, un titolo o una qualità sono uniti dalla congiunzione kai (e) e soltanto il
primo dei due è preceduto dall’articolo determinativo, fanno riferimento alla stessa
persona. Un buon esempio di questo tipo di costruzione è “il nostro Dio e Salvatore
Gesù Cristo” in 2 P 1:1. Questa regola grammaticale, definita chiaramente solo alla
fine del ‘700, non è sempre applicabile se i termini sono al plurale, anche se stretta-
mente collegati nella costruzione (cfr. “scribi e farisei” ecc.).
25 (4:12) Vance Havner, Why Not Just Be Christians, p. 63.
26 (4:15) W.G. Blaikie, “Ephesians”, XLVI:150.
27 (4:19) Walter C. Wright, Ephesians, p. 100.
28 (4:21) W.G. Blaikie, “Ephesians”, XLVI:151.
29 (4:24) F.W. Grant, “Ephesians,” p. 344.
30 (4:32) R.C.H. Lenski, The Interpretation of St. Paul’s Epistles to the Galatians, to the
Ephesians, and to the Philippians, p. 588.
31 (5:2) F.B. Meyer, The Heavenlies, p. 25.
32 (5:9) La ND traduce “dello Spirito” (Pneumatos) anziché “della luce” (photos).
33 (5:13) W.G. Blaikie, “Ephesians”, XLVI:209.
34 (5:21) Charles R. Erdman, Ephesians, p. 106.
35 (5:27) A.T. Pierson, “The Work of Christ”, p. 138.
36 (5:27) F.W. Grant, “Ephesians”, VI:350.

913
EFESINI

37 (6:4) Citato da William W. Orr in Bible Hints on Rearing Children, p. 19.


38 (6:6) Charles R. Erdman, Ephesians, p. 119.
39 (6:17) Il termine qui usato da Paolo non è l’assai ricorrente logos, bensì rhêma, che
indica una parola o una massima esplicita. Qui si tratta di una “parola” specifica di
Dio per una necessità specifica. Talvolta logos e rhêma sono, di fatto, sinonimi.
40 (6:17) David Watson, Discipleship, p. 183.
41 (6:19) W.G. Blaikie, “Ephesians”, XLVI:260.
42 (6:20) John Eadie, Commentary on the Epistle to the Ephesians, p. 480.
43 (6:24) H.W. Webb-Peploe, “Grace and Peace in Four Pauline Epistles”, The Ministry of
Keswick, First Series, p. 69.

BIBLIOGRAFIA

Bellett, John G. Brief Notes on the Epistle to the Ephesians. London: G. Morrish, s.d.
Blaikie, W.G. “Ephesians”, Pulpit Commentary, Vol. XLVI. New York: Funk & Wagnalls,
s.d.
Chafer, Lewis Sperry. The Ephesian Letter. Findlay, Ohio: Dunham Publishing
Company, 1935.
Dale, R.W. The Epistle to the Ephesians: Its Doctrine and Ethics. London: Hodder and
Stoughton, 1893.
Eadie, John. Commentary on the Epistle to the Ephesians. Grand Rapids: Zondervan
Publishing House, 1957.
Erdman, Charles R. The Epistle of Paul to the Ephesians. Philadelphia: Westminster
Press, 1931.
Flint, V. Paul. Epistle to the Ephesians: To the Praise of His Glory. Oak Park, IL: Emmaus
Bible School, s.d.
Meyer, Frederick Brotherton. Key Words of the Inner Life: Studies in the Epistle to the
Ephesians. Fleming H. Revell Company, 1893.
_____. The Heavenlies. Westchester, IL: Good News Publishers, s.d.
Paxson, Ruth. The Wealth, Walk and Warfare of the Christian. New York: Fleming H.
Revell Co., 1939.
Wright, Walter C. Ephesians. Chicago: Moody Press, 1954.

914
Lettera ai

Filippesi
“Un piccolo volume di raffinatezza,
rilegato con la copertina della grazia”
– J.H. Jowett

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone e sosteneva Paolo in modo continua-


La “prima chiesa” di una denomina- tivo. Sotto il profilo umano è questo
zione gode, in qualsiasi paese o città, il motivo principale di questa “lettera
di particolare prestigio agli occhi dei di ringraziamento”, ma non è l’unico.
suoi membri. Immaginiamoci, dun- In realtà, questa è la “lettera della gio-
que, l’importanza della prima chiesa ia”: nei suoi quattro capitoli termini
conosciuta (antecedente a qualsiasi come “gioia” e “rallegrarsi” vantano
denominazione), non soltanto di una più di una decina di ricorrenze. Paolo
singola città, ma di tutta Europa! Tale sapeva come rallegrarsi nei momen-
era, per l’appunto, la comunità di Fi- ti felici e in quelli difficili (4:11); in
lippi, nell’antica Macedonia (Grecia questa lettera “ottimistica” l’apostolo
settentrionale). riduce al minimo sia i giudizi che i
I cristiani dei paesi occidentali (e rimproveri.
perfino gli increduli, se soltanto sa- Hanno motivo di rallegrarsi soprat-
pessero in quale misura stanno bene- tutto i credenti, giacché il Figlio di Dio
ficiando delle benedette conseguenze fu disposto a venire sulla terra come
del cristianesimo) dovrebbero ralle- uomo, e per giunta un servo! Non
grarsi del fatto che, un giorno, Paolo fermandosi alle guarigioni e all’in-
abbia dato ascolto alla “chiamata di segnamento, egli si fece “ubbidiente
Macedonia”, dirigendosi a ovest inve- fino alla morte, e alla morte di croce”.
ce che a est nella sua evangelizzazio- Questa importante verità è espressa in
ne dell’impero romano! Se il vangelo 2:5-11, un bellissimo passaggio in cui
non avesse fatto presa in Europa, oggi molti ravvisano un antico inno cri-
sarebbe forse il continente asiatico a stiano, probabilmente composto dal-
inviare missionari cristiani in Europa lo stesso Paolo. Anche questo brano
e Nord America, anziché il contrario. coopera all’insegnamento dell’unità
L’assemblea di Filippi era generosa tramite l’umiltà. Nel N.T. la dottrina
FILIPPESI

non è mai disgiunta dalla sua dovero- Forse non c’è alcuna altra lettera pao-
sa applicazione pratica come, invece, lina che porti in modo più convincen-
accade spesso nelle chiese odierne, te il marchio di autenticità. Vi è una
con penosi risultati. naturalezza, una delicatezza di senti-
Questa, dunque, è la Lettera ai Filip- menti, un sincero sfogo del cuore che
pesi, uno dei libri più gioiosi e piacevoli non possono essere simulati.(1)
di tutta la Parola di Dio.
III. Data
II. Autore Al pari di Efesini, Colossesi e Filemo-
Poiché la maggior parte degli stu- ne, anche Filippesi fu scritta dalla
diosi è unanime nell’attribuire que- prigione (donde la definizione “lette-
sto scritto a Paolo, citiamo la prova re della prigionia”). Laddove le altre
estrinseca essenzialmente per dovere tre furono, quasi certamente, scritte
di cronaca. Alcuni studiosi pensa- e inviate pressappoco nello stesso pe-
no di rinvenirvi tracce di due lettere riodo (60 d.C. ca), Filippesi fu compo-
combinate o, quanto meno, ritengo- sta, chiaramente, in epoca successiva.
no che il passo relativo al Servo (2:5- Marcione specifica che Paolo scrisse
11) sia un’aggiunta. Nondimeno, non questa lettera da Roma (e ciò si armo-
esiste alcuna prova scritta a sostegno nizza con 1:13 e 4:22, in cui le allusioni
di queste teorie. al “pretorio” e a “Cesare” sembrano in-
La prova estrinseca è convincente. dicare Roma). Paolo trascorse due an-
Fra quanti citano la lettera, agli inizi ni agli arresti a Roma: alcuni accenni
della storia della chiesa (spesso in- disseminati nella lettera lasciano sup-
dicando specificamente Paolo come porre che la sua stesura sia avvenuta al
l’autore), spiccano: Ignazio, Clemente termine di quel periodo. Per esempio,
di Roma, Policarpo, Ireneo, Clemen- 1:12-18 ci fa supporre che Paolo, subito
te di Alessandria e Tertulliano. Sia il dopo il suo arrivo nella “città eterna”,
“canone” di Marcione sia il Canone poté dedicare alla predicazione un
Muratoriano attribuiscono il libro a certo periodo di tempo. Sembra poi di
Paolo. Oltre all’ovvio riferimento a poter riscontrare in 1:12-13, 19, 23-26
Paolo in 1:1, l’intero stile e la fraseo- qualche accenno al fatto che il caso di
logia usati sono intrisi di espressioni Paolo stesse per risolversi in modo po-
tipiche dell’apostolo. Gli argomenti sitivo mediante il rilascio. Questi ele-
contro la paternità di Paolo sono ten- menti, oltre al tempo necessario per lo
denzialmente inconsistenti. Citiamo scambio delle lettere, delle visite e dei
ad esempio l’obiezione relativa al rife- doni in denaro di cui si parla nella let-
rimento ai “vescovi” e ai “diaconi” di tera, ci permettono di far risalire la da-
1:1, con cui si suggerirebbe una data- ta di composizione alla fine del 61 d.C.
zione posteriore alla morte di Paolo.
Ciò sarebbe vero se facessimo risalire IV. Contesto e tema
il concetto di “vescovo” al tardo I sec. Quello in cui l’apostolo Paolo giunse
Sia nelle lettere pastorali che in At a Troas, durante il suo secondo viag-
20:28 riscontriamo, invece, che Paolo gio missionario, fu un giorno molto
usa il termine vescovi (gr. episkopoi, importante nella storia delle missioni
“guardiani” o “sovrintendenti”) come cristiane. Troas era situata sulla costa
sinonimo di anziani. nord-occidentale dell’Asia Minore, al
Inoltre non dobbiamo dimenticare di là del Mar Egeo rispetto alla Grecia.
che le singole comunità cui l’apostolo Una notte l’apostolo ebbe una visione
indirizzò le sue lettere avevano una in cui un uomo macedone lo pregava:
pluralità di vescovi. H.A.A. Kennedy “Passa in Macedonia e soccorrici” (At
riassume efficacemente la testimo- 16:9). Immediatamente Paolo orga-
nianza intrinseca con queste parole: nizzò il viaggio verso la Macedonia

916
FILIPPESI

insieme con Timoteo, Luca e Sila. Ini- che i detenuti fossero fuggiti, stava per
zialment, essi misero piede su suolo togliersi la vita, allorché Paolo lo ras-
europeo a Neapolis, poi si diressero sicurò affermando che nessuno se ne
nell’entroterra verso Filippi. All’epoca era andato. Allora il carceriere rivolse
quest’ultima era una colonia roma- loro la famosa domanda: “Signori, che
na governata da ufficiali romani: essa debbo fare per essere salvato?”, cui se-
garantiva ai propri abitanti i diritti e i guì la memorabile risposta: “Credi nel
privilegi della cittadinanza romana. Signore Gesù e sarai salvato” (At 16:31).
Nel giorno di sabato i predicatori del La grazia di Dio aveva vinto un altro
vangelo scesero al fiume, dove un grup- trofeo a Filippi. Il mattino successivo
po di donne era solito riunirsi per pre- le autorità locali mandarono a dire a
gare (vd. At 16:13). Una di esse era Lidia, Paolo e ai suoi compagni di lasciare la
una commerciante di porpora, origina- città il più presto possibile. Paolo rifiu-
ria della città di Tiatiri. Costei accettò il tò la proposta presentandosi come cit-
messaggio del vangelo e, per quanto ne tadino romano e protestando di essere
sappiamo, fu la prima a convertirsi al stato percosso e imprigionato senza un
cristianesimo nel continente europeo. giusto processo. Dopo vari inviti, da
Ma il soggiorno di Paolo a Filippi parte dei magistrati, a lasciare la città,
non fu completamente tranquillo. Una Paolo e i suoi compagni prima si reca-
giovane posseduta da uno spirito di rono a casa di Lidia e poi se ne andaro-
divinazione (costei era un’indovina) no (vd. At 16:40).
incontrò i servi del Signore e per un po’ Circa dieci anni dopo Paolo scrisse
di tempo li seguì, gridando: “Questi ai Filippesi. Era di nuovo in prigione. I
uomini sono servi del Dio altissimo, Filippesi avevano appreso dell’arresto
e vi annunziano la via della salvezza” di Paolo e gli avevano inviato un do-
(At 16:17). Non disposto ad accettare la no in denaro, incaricando Epafròdito
testimonianza di una persona posse- della consegna. Dopo tale commissio-
duta da uno spirito maligno, l’aposto- ne, quest’ultimo decise di trattenersi
lo ordinò al demonio di uscire da lei. per qualche tempo a Roma per aiutare
Quando i suoi padroni, che avevano l’apostolo a risolvere i suoi problemi.
tratto guadagno dalle predizioni della Mentre svolgeva il suo incarico, lo
ragazza, videro ciò che era avvenuto, si stesso Epafròdito si ammalò e si trovò
infuriarono con Paolo. Lo trascinaro- quasi in punto di morte. Tuttavia Dio
no, insieme a Sila, fino alla piazza del ebbe misericordia di lui e gli restituì
mercato affinché fosse giudicato dai la salute. Ora Epafròdito era pronto a
legati romani. All’unanimità, i magi- tornare dalla comunità di Filippi cui
strati ordinarono che i due predicatori Paolo avrebbe inviato, per suo trami-
fossero battuti e gettati in prigione. te, questa lettera di ringraziamento.
Ciò che accadde in quella prigione di Filippesi è una delle epistole paoline
Filippi è noto. Era mezzanotte. Paolo più personali e affettuose. Questa co-
e Sila stavano pregando e cantando munità ha un posto speciale nel cuore
lodi a Dio. Improvvisamente vi fu un dell’apostolo. Dalla lettura di questo
gran terremoto che spalancò le porte scritto è possibile scorgere il tenero le-
della prigione e spezzò le catene dei game esistente tra il grande apostolo e
prigionieri. Il carceriere, pensando la chiesa da lui stesso fondata.

917
FILIPPESI

Sommario

I. SALUTI, LODE E PREGHIERA DI PAOLO


(1:1-11)
II. PRIGIONIA DI PAOLO. PROSPETTIVE E INVITO ALLA PERSEVERANZA
(1:12-30)
III. ESORTAZIONE ALL’UNITÀ SULL’ESEMPIO DI UMILTÀ E SACRIFICIO DI CRISTO
(2:1-16)
IV. PAOLO, TIMOTEO ED EPAFRÒDITO SEGUONO IL MODELLO DI CRISTO
(2:17-30)
V. AVVERTIMENTO CONTRO I FALSI DOTTORI
(3:1-3)
VI. RINUNCE DI PAOLO PER AMORE DI CRISTO
(3:4-14)
VII. INVITO A SEGUIRE L’APOSTOLO LUNGO IL CAMMINO CELESTE
(3:15-21)
VIII. APPELLO ALL’ARMONIA, ALL’ASSISTENZA RECIPROCA, ALLA GIOIA,
ALLA PAZIENZA, ALLA PREGHIERA E ALLA DISCIPLINA DEI PENSIERI
(4:1-9)
IX. RINGRAZIAMENTO PER LE OFFERTE DEI CREDENTI
(4:10-20)
X. SALUTI FINALI
(4:21-23)

918
FILIPPESI 1:4

Commentario

I. SALUTI, LODE E PREGHIERA DI l’economato ecc. C’erano solo questi


PAOLO (1:1-11) tre gruppi nella chiesa: i santi, ossia i
credenti, i vescovi e i diaconi. Se fosse
1:1 L’accenno a Timoteo, in apertura esistita una figura di responsabile ec-
della lettera, non indica che questi ab- clesiastico, Paolo non avrebbe trascu-
bia collaborato alla sua stesura. Costui rato di farne menzione; invece qui si
aveva accompagnato Paolo in occasio- parla soltanto di vescovi (al plurale) e
ne della sua prima visita a Filippi ed di diaconi (altresì al plurale).
era, pertanto, un volto noto ai santi del Troviamo qui un’immagine straor-
posto. Timoteo si trova con Paolo nel dinaria della semplicità della chiesa
momento in cui l’apostolo inizia a ver- primitiva. I santi sono menzionati per
gare la missiva. primi, poi vengono le loro guide spiri-
Paolo era ormai in età avanzata tuali e, infine, i loro servi temporanei.
(vd. Fi 9), mentre Timoteo era ancora Tutto qui!
piuttosto giovane. Quindi la gioventù 1:2 Paolo invia ai santi il suo carat-
e la vecchiaia erano unite nel comune teristico augurio di grazia… e pace.
servizio per il migliore dei padroni. Per quanto riguarda la prima, non si
Jowett commenta delicatamente: “È tratta tanto della grazia di cui è oggetto
l’unione della primavera con l’autun- il peccatore nel momento della con-
no, dell’entusiasmo con l’esperienza, versione, quanto della grazia che deve
dell’impulso con la saggezza, della costantemente ottenere presso il tro-
delicata speranza con la tranquilla e no della grazia per essere soccorso nel
opulenta sicurezza”. (2) Entrambi sono momento del bisogno (vd. Eb 4:16). Allo
definiti come servi di Cristo Gesù ed stesso modo, la pace che Paolo augura
entrambi amavano il Signore: i vincoli ai Filippesi non è tanto la pace con Dio,
del Golgota li univano al servizio del che già possiedono, bensì la pace di
proprio Salvatore per sempre. Dio, che si raggiunge mediante la pre-
La lettera è indirizzata a tutti i santi ghiera e il ringraziamento (vd. 4:6-7).
in Cristo Gesù che sono in Filippi, con Entrambe le benedizioni provengo-
i vescovi e con i diaconi. In questa let- no da Dio nostro Padre e dal Signore
tera il pronome tutti è assai frequente: Gesù Cristo. L’apostolo onora il Figlio
l’affettuoso interesse di Paolo era rivol- come onora il Padre (vd. Gv 5:23). Non
to a tutti i figli di Dio. c’è alcun dubbio sul fatto che, per Pao-
L’espressione i santi in Cristo Gesù lo, Gesù Cristo sia Dio.
che sono in Filippi descrive la doppia 1:3 Ora Paolo prorompe in un can-
posizione dei credenti: sul piano spiri- tico di ringraziamento. Per l’apostolo
tuale, essi erano stati messi a parte da non è una novità. Le pareti della prigio-
Dio in Cristo Gesù, laddove, geografi- ne di Filippi riecheggiarono dei canti
camente, si trovavano in Filippi. Si di- di lode di Paolo e Sila durante la loro
rebbe una condizione ubiquitaria! prima visita alla città. Probabilmente,
L’apostolo menziona i vescovi e… mentre scrive queste parole, Paolo è
i diaconi. I vescovi erano gli anziani prigioniero a Roma e canta ancora in-
o i sorveglianti dell’assemblea, ossia ni nella notte. L’indomito Paolo! Tutto
coloro che avevano cura pastorale per il ricordo dei Filippesi ispira il ringra-
il gregge di Dio e lo conducevano tra- ziamento del suo cuore. Non solo essi
mite il proprio pio esempio. I diaconi, erano suoi figli nella fede ma, in molti
invece, erano i servitori della chiesa; modi, avevano provato di essere una
probabilmente costoro si occupavano chiesa modello.
anzitutto di questioni materiali quali 1:4 ...in ogni… preghiera elevava
le finanze, l’organizzazione pratica, suppliche per i Filippesi con gioia. L’apo-

919
FILIPPESI 1:5

stolo non considerava un lavoro ingrato per lui sarà esaminato e ricompensato
pregare per loro, bensì un vero piacere. davanti al tribunale di Cristo.
Da questo e da molti altri brani simili 1:7 Paolo sente di avere ragione di
apprendiamo che Paolo era un uomo di essere grato per i Filippesi. Nel suo
preghiera. Non è necessario cercare al- cuore custodisce un ricordo inde-
tre ragioni per cui Dio si compiacque di lebile della lealtà e della fedeltà con
servirsene in modo tanto mirabile. Con- cui gli sono rimasti accanto, durante
siderando la portata dei suoi viaggi e la i processi, in prigione o nei viaggi per
moltitudine di persone che conosceva, ci la difesa e la conferma del vangelo. La
meravigliamo che quest’uomo sia riusci- difesa… del vangelo è il lato apologe-
to a mantenere un interesse così perso- tico del ministero, volto a confutare
nale e profondo per tutte loro. le obiezioni degli increduli, mentre la
1:5 In particolare, Paolo ringrazia conferma del vangelo consiste nell’in-
Dio per la partecipazione dei credenti fondere il messaggio in modo più sta-
di Filippi alla diffusione del vangelo, bile nel cuore di coloro che sono già
dal primo giorno fino ad ora. In questo credenti. W.E. Vine osserva: “Il vange-
caso la partecipazione potrebbe altresì lo da una parte abbatte i propri nemi-
sottintendere il sostegno economico ci, dall’altra fortifica i propri amici”. (3)
ma, sicuramente, indica il sostegno La grazia qui è la forza immeritata che
della preghiera e un impegno totale ci proviene da Dio perché sosteniamo
per la propagazione della buona noti- l’opera del Signore anche di fronte a
zia. Paolo menziona il primo giorno : una forte opposizione.
a tale riguardo, non si può fare a meno 1:8 Il ricordo della loro fedele colla-
di domandarsi se il carceriere fosse an- borazione suscita nell’apostolo un pro-
cora in vita allorché si diede pubblica fondo desiderio di essere ancora con
lettura di questa lettera all’assemblea loro. Paolo chiama Dio come testimone
di Filippi. Questi sarebbe rimasto pro- del suo affetto profondo in Cristo Gesù
fondamente colpito dal ricordo di quel per tutti loro. Tale espressione di affet-
primo giorno, in cui i credenti di Filippi to è ancora più straordinaria quando
avevano conosciuto Paolo e udito, per si considerino le origini giudaiche di
la prima volta, il messaggio di salvezza Paolo, che qui si rivolge a persone di
del vangelo. origine pagana. La grazia di Dio aveva
1:6 Quando l’apostolo pensa al felice distrutto l’antico odio e ora essi erano
esordio di quei credenti nella vita cri- tutti “uno in Cristo”.
stiana, ha questa fiducia : che Dio con- 1:9 Il ringraziamento ora lascia spa-
durrà a compimento l’opera buona che zio alla preghiera. Per loro Paolo chiede
ha cominciato in loro. forse ricchezze, comodità o liberazione
L’opera che la sua bontà ha iniziato, dai problemi? Niente affatto: chiede che
Il braccio della sua forza completerà; il loro amore possa aumentare costan-
La sua promessa è Sì e Amen, temente in conoscenza e in ogni discer-
E mai si è persa, né si perderà. nimento. L’obiettivo principale della vita
− Augustus M. Toplady cristiana è amare Dio e i propri simili.
Tuttavia l’amore non è solo una questio-
Con la locuzione opera buona l’apo- ne di emozioni. Per svolgere un servizio
stolo può alludere tanto alla salvezza efficace per il Signore dobbiamo usare
dei Filippesi quanto al loro fattivo con- la nostra intelligenza ed esercitare il
tributo economico alla diffusione del discernimento, altrimenti i nostri sforzi
vangelo. Con l’espressione il giorno di saranno inutili. Perciò Paolo prega non
Cristo Gesù Paolo indica il giorno in solo che i Filippesi continuino a mani-
cui il Signore tornerà per portare il suo festare l’amore cristiano, ma anche che
popolo in cielo e, probabilmente, anche il loro amore sia manifestato nella piena
al momento in cui il servizio di Paolo conoscenza e in ogni discernimento.

920
FILIPPESI 1:15

1:10 L’amore così rinvigorito consen- L’apostolo vuole che i fratelli sappia-
tirà loro di discernere le cose miglio- no che quanto gli è accaduto, ossia il
ri. In tutti gli ambiti della vita alcune processo e la prigionia, hanno contri-
cose sono buone e altre sono migliori; buito al progresso del vangelo anziché
quelle buone sono spesso nemiche di essergli di ostacolo, come ci si sarebbe
quelle migliori. Per un servizio effica- aspettati. Questo è un altro meraviglio-
ce è necessario operare questo tipo di so esempio di come Dio annulla i piani
distinzione. malvagi dei demòni e degli uomini fa-
L’amore rinvigorito li metterà altresì cendo scaturire il trionfo da quella che
in grado di evitare ciò che è riprove- sembra una tragedia e la bellezza dalla
vole o sicuramente sbagliato. Paolo cenere. “L’uomo ha la sua malvagità,
desidera che essi siano limpidi, (4) cioè ma Dio ha la sua via”.
completamente trasparenti e irrepren- 1:13 Anzitutto, era noto che Paolo
sibili, in vista del giorno di Cristo. Es- era in catene per Cristo. Era, infatti, ri-
sere irreprensibili non significa essere saputo che l’apostolo era tenuto prigio-
senza peccato (tutti pecchiamo), bensì niero a causa della sua testimonianza
confessare e abbandonare il peccato, per Cristo e non perché fosse un crimi-
chiedendo perdono e ripagando, quan- nale o un malfattore.
do possibile, il torto. Il vero motivo delle sue catene era
…il giorno di Cristo, come nel v. 6, risaputo sia nel pretorio sia in tutti gli
indica il rapimento e il successivo giu- altri luoghi. Il riferimento al pretorio
dizio delle opere del credente. potrebbe indicare: 1° la guardia preto-
1:11 Paolo auspica, infine, che i cre- riana, ossia i soldati romani di guardia
denti siano ricolmi di frutti di giusti- al palazzo dell’imperatore; 2° l’intero
zia, ossia dei frutti della giustizia, che pretorio, vale a dire l’edificio e tutti i suoi
comprendono tutte le virtù cristiane occupanti. In ogni caso, Paolo osserva,
che contraddistinguono la rettitudine la sua prigionia è servita di testimo-
di vita. Gesù Cristo è la fonte di queste nianza ai rappresentanti del potere im-
virtù, il cui obiettivo è la gloria e lo- periale romano là dove egli si trovava.
de di Dio. Questa preghiera richiama T.W. Drury scrive:
le parole di Is 61:3: “...affinché siano La stessa catena che la disciplina ro-
chiamati querce di giustizia [ricolmi mana fissava al braccio del prigionie-
di frutti di giustizia ], la piantagione ro assicurava al suo fianco un ascolta-
del SIGNORE [che si hanno per mezzo di tore, che avrebbe raccontato una sto-
Gesù Cristo], per mostrare la sua gloria ria di paziente sofferenza per Cristo a
[a gloria e lode di Dio]”. quanti, il giorno seguente, sarebbero
Scrive Lehman Strauss: “Il termine stati al servizio di Nerone stesso.(6)
‘frutto’… è strettamente collegato al-
la nostra relazione con Cristo e a ciò 1:14 Una seconda conseguenza
che egli si aspetta da noi. Si presume, positiva della sua prigionia fu l’inco-
infatti, che i tralci di una vite portino raggiamento per gli altri credenti a
frutto”. (5) testimoniare più risolutamente per
il Signore Gesù. La persecuzione ha
II. PRIGIONIA DI PAOLO. spesso l’effetto di trasformare dei cre-
PROSPETTIVE E INVITO ALLA denti tranquilli e timidi in testimoni
PERSEVERANZA (1:12-30) coraggiosi.
1:15 Alcuni individui predicavano
1:12 La preghiera è terminata e Paolo Cristo per invidia e per rivalità.
guarda a tutte le benedizioni, ossia ai Altri avevano motivazioni sincere e
benefici, derivanti dalla sua prigionia. pure e predicavano Cristo di buon ani-
Jowett chiama questa sezione: “La for- mo, sforzandosi onestamente di aiuta-
tuna della sfortuna”. re l’apostolo.

921
FILIPPESI 1:16

1:16 Questi ultimi predicavano per credenti: egli li considera abbastanza


amore puro e sincero, sapendo che forti da ostacolare i propositi e il grande
Paolo era determinato a difendere il potere di Roma. È vero: mediante la pre-
vangelo. Al contrario di quanto suc- ghiera i credenti possono influenzare il
cedeva nella predicazione dei primi, destino delle nazioni e cambiare il cor-
non vi era nulla di egoista, settario o so della storia!
crudele nel loro servizio. Sapevano …l’assistenza dello Spirito di Gesù
molto bene che Paolo era in prigione Cristo è la potenza dello Spirito San-
a causa della sua coraggiosa presa di to manifestata a beneficio di Paolo: è
posizione sul vangelo. Quindi, mentre la forza che gli deriva dallo Spirito. In
l’apostolo si trovava confinato in cate- generale, indica le illimitate risorse
ne, essi decisero di proseguire l’opera. che lo Spirito mette a disposizione dei
1:17 Così facendo, i predicatori ge- credenti per aiutarli a rimanere saldi a
losi pensavano di poter rendere la pri- dispetto delle circostanze avverse.
gionia di Paolo ancora più amara. Il 1:20 Pensando alle preghiere dei
loro messaggio era buono, ma il loro credenti e all’assistenza dello Spirito
carattere era pessimo. È triste pensare Santo, Paolo esprime il suo profondo
che il servizio cristiano possa essere desiderio e la speranza di non avere
svolto con l’energia della carne, moti- nulla di cui vergognarsi, ma piuttosto
vato dall’avidità, dal conflitto, dall’or- di continuare a rendere una impavida
goglio e dall’invidia. Ciò ci insegna la ed esplicita testimonianza di Cristo.
necessità di stare attenti a quali siano L’esito dei processi giudiziari gli era
le motivazioni per le quali serviamo il indifferente: che fosse liberato o che
Signore. Non dobbiamo farlo per met- fosse messo a morte, egli desiderava
terci in mostra, per promuovere una solamente che Cristo fosse glorificato
setta religiosa o per avere la meglio su nel suo corpo. Glorificare non signifi-
altri credenti. ca “rendere più grande” – Cristo è già
Ecco, quindi, un buon esempio della grande e niente potrebbe renderlo più
necessità di esercitare il nostro amore grande –, ma procurargli il timore (ri-
con sapienza e discernimento. spetto) e la lode degli altri. Guy King
1:18 Paolo rifiuta di lasciarsi sco- spiega come è possibile glorificare Cri-
raggiare dalle motivazioni sbagliate di sto con i nostri corpi:
alcuni. Cristo è annunziato dagli uni
…glorificato da labbra che diano di
e dagli altri: ciò è, per Paolo, motivo di
lui una felice testimonianza; glorifi-
grande gioia. cato da mani impegnate nel suo feli-
È straordinario notare come, in tali ce servizio, glorificato da piedi tanto
frangenti, Paolo non si compiangesse felici di occuparsi delle sue commis-
né cercasse di essere compatito, ma sioni; glorificato da ginocchia felice-
fosse tanto ricolmo della gioia del Si- mente piegate in preghiera per il suo
gnore da esortare anche i propri lettori regno, glorificato da spalle felici di
a rallegrarsi. portare i pesi gli uni degli altri.(7)
1:19 Le prospettive sono incoraggian-
ti. L’apostolo sa che l’intero corso degli Cristo può essere glorificato nei no-
eventi porterà alla sua liberazione o alla stri corpi anche con la morte : con la
sua salvezza. Con questo termine Paolo morte di un corpo spesosi interamente
non intende, qui, la salvezza dell’ani- al suo servizio, con un corpo trafitto
ma, bensì il rilascio dalla prigione. A dalle lance, lapidato o arso sul rogo per
tal fine, Dio si servirà delle suppliche amor suo.
dei Filippesi e del ministero, o aiuto, 1:21 Qui troviamo riassunta la filo-
dello Spirito di Gesù Cristo. Ammiria- sofia di vita di Paolo. Egli non viveva
mo l’importanza che Paolo attribuisce per il denaro, la fama o il piacere. L’uni-
alle preghiere di uno sparuto gruppo di co suo obiettivo consisteva nell’amare,

922
FILIPPESI 1:27

adorare e servire Cristo, vivere come momento della morte, noi partiamo
lui e farlo vivere dentro di sé. per essere con lui. Al tempo del rapi-
...e il morire guadagno. Morire signi- mento sarà lui a venire da noi.
fica essere con Cristo ed essere come lui 1:24 Per il bene dei Filippesi era ne-
per sempre. Significa servirlo con un cessario che Paolo vivesse sulla terra
cuore che non pecca e con piedi che non ancora per un po’. Non si può fare a
si allontaneranno mai da lui. Normal- meno di essere colpiti dall’altruismo
mente non pensiamo alla morte come di questo uomo. Egli non pensa al pro-
a un guadagno. È triste dirlo, ma secon- prio benessere, ma a ciò che farà pro-
do il modo di vedere le cose oggi sem- gredire la causa di Cristo e al bene del
bra che “il vivere è guadagno terreno e suo popolo.
il morire la fine del guadagno”. Jowett 1:25 Ho questa ferma fiducia : l’apo-
commenta in proposito: “Per l’aposto- stolo era convinto che sulla terra vi
lo Paolo la morte non era una sorta di fosse ancora bisogno di lui per istrui-
tunnel oscuro nel quale tutti i tesori si re, confortare e incoraggiare i santi.
decompongono rapidamente, ma un Dunque, Paolo sapeva che non sareb-
luogo di dolce transizione, ‘un sentiero be ancora stato messo a morte. Come
riparato che conduce alla luce’”.(8) faceva a saperlo? Crediamo che egli
1:22 Se è volontà di Dio che Paolo fosse in così stretta comunione con il
viva ancora un po’ mentre è nella car- Signore che lo Spirito Santo fu in grado
ne, ciò significherà portare frutto per di comunicargli tale consapevolezza.
lui continuando ad aiutare il popolo “Il segreto del Signore è rivelato a quelli
del Signore. L’apostolo, tuttavia, era di che lo temono” (Sl 25:14). Coloro che
fronte a un’ardua decisione: andare dal dimorano profondamente in Dio, in
suo amato Salvatore o rimanere sulla tranquilla meditazione, odono segre-
terra al suo, parimenti amato, servizio? ti che sono normalmente coperti dal
Paolo non sapeva cosa preferire. rumore, dalla fretta e dalla confusione
1:23 Essere stretto da due lati si- della vita odierna. Per udire le parole
gnifica dover prendere una decisione bisogna avvicinarsi a chi parla. Paolo
difficile scegliendo tra due possibilità: era vicino a Dio.
andare a casa in cielo o rimanere sulla Rimanendo nella carne, Paolo sa-
terra come apostolo di Cristo Gesù. rebbe stato in grado di favorire il pro-
Paolo desiderava ardentemente gresso spirituale dei credenti di Filippi
partire e… essere con Cristo, perché è e aumentarne la gioia di aver creduto
molto meglio. Se avesse voluto conside- nel Signore.
rare soltanto i propri interessi, avrebbe 1:26 Poiché all’apostolo era stato
senz’altro scelto questa opzione. concesso di vivere e servire più a lun-
Notiamo che Paolo non crede alla go sulla terra, i Filippesi, rivedendolo,
teoria del sonno dell’anima. Egli crede, avrebbero avuto ulteriori motivi per
piuttosto, che, al momento della mor- rallegrarsi nel Signore. Riuscite a im-
te, il credente si diparta per essere con maginare la scena? Al suo arrivo a Fi-
Cristo e per gustarne coscientemen- lippi i credenti gli avrebbero gettato le
te la presenza. Sarebbe stato ridicolo braccia al collo, lo avrebbero baciato
affermare: “Vivere è Cristo; dormire è e avrebbero lodato il Signore con im-
guadagno” oppure “partire e dormire mensa gioia! Forse gli avrebbero confi-
è molto meglio”. Nel N.T. il verbo “dor- dato: “Caro Paolo, abbiamo pregato per
mire” indica la condizione del corpo te ma, a essere sinceri, non ci saremmo
del credente al momento della morte mai aspettati che tornassi. Però lodia-
(vd. 1 Te 4:14), non della sua anima. Il mo il Signore perché ti ha riportato
sonno dell’anima è un mito. un’altra volta tra noi!”.
Si badi altresì a non confondere la 1:27 Poi Paolo aggiunge una parola
morte con la venuta del Salvatore. Al di avvertimento: Soltanto, comporta-

923
FILIPPESI 1:28

tevi in modo degno del vangelo di Cri- per Cristo, poiché state combattendo
sto. I credenti dovrebbero somigliare a la stessa battaglia che mi avete veduto
Cristo; i cittadini del cielo dovrebbero sostenere quando ero a Filippi e nella
comportarsi di conseguenza. Dobbia- quale, come sapete, sono ancora im-
mo comportarci conformemente alla pegnato”.
nostra posizione.
Oltre a quest’esortazione alla coe- III. ESORTAZIONE ALL’UNITÀ
renza, l’apostolo fa un appello alla SULL’ESEMPIO DI UMILTÀ E
perseveranza. In particolare, egli SACRIFICIO DI CRISTO (2:1-16)
desidera saperli fermi in uno stesso
spirito e uniti nel combattimento per Nonostante la chiesa di Filippi fosse,
la fede del vangelo, ossia la fede cri- per molti versi, esemplare e nonostan-
stiana. I credenti hanno un nemico te a Paolo non mancasse l’occasione
comune; non dovrebbero, dunque, di lodarne vivamente i santi, esisteva
combattersi fra di loro, bensì unirsi tuttavia una tendenza latente alla di-
contro il nemico. scordia. Vi era una divergenza di opi-
1:28 I credenti, tuttavia, non devono nioni tra due donne, Evodia e Sintìche
essere spaventati dagli avversari del (vd. 4:2). È utile tenerlo a mente poiché,
vangelo. L’assenza di paura davanti alla nel cap. 2, l’apostolo affronta in modo
persecuzione ha un doppio significato: diretto la causa e il rimedio delle con-
1. è un presagio di distruzione per co- tese fra i membri del popolo di Dio.
loro che combattono contro Dio; 2:1 Tutti i se di questo versetto non
2. è un segno di salvezza per coloro che introducono proposizioni dubitative,
sfidano l’ira del nemico. Qui il termi- bensì causali. Il versetto elenca quattro
ne salvezza è probabilmente usato grandi considerazioni che dovrebbero
in senso futuro, con riferimento alla avvicinare i credenti nell’armonia e
liberazione finale del credente dal- nella cooperazione. In realtà l’aposto-
le tribolazioni e alla redenzione del lo afferma: “Poiché in Cristo abbonda
suo corpo, oltre che dello spirito e l’incoraggiamento; poiché il suo amore
dell’anima. ha un’immensa forza di persuasione;
1:29 I Filippesi avrebbero dovuto poiché lo Spirito Santo ci unisce tutti in
ricordare che è un privilegio soffrire una meravigliosa comunione e poiché,
per Cristo, così come credere in lui. nel cristianesimo, vi è abbondanza di
John Griffith scrisse che, una volta, si tenerezza, affetto e compassione, do-
trovò circondato da una folla pagana vremmo tutti essere in grado di proce-
ostile e fu picchiato. Si portò le mani dere in perfetta armonia gli uni con gli
al viso e quando le tolse vide che erano altri”. F.B. Meyer descrive questi quat-
intrise di sangue. Fu pervaso da uno tro motivi come:
straordinario senso di esaltazione e
1. la forza di persuasione di Cristo;
si rallegrò di essere stato considerato
2. la tenera cura dell’amore;
degno di soffrire per il suo nome. Non
3. la comunione dello Spirito;
è forse straordinario che perfino la sof- 4. l’umanità e la misericordia.(9)
ferenza sia innalzata dal cristianesimo
a un piano tanto elevato? Qualcuno ha È chiaro che si tratta di un appello
osservato che “quando è in comunione all’unità sulla base della comune devo-
con l’Infinito, anche una quisquilia ap- zione verso Cristo e del comune posses-
parentemente insignificante brucia di so dello Spirito Santo. Con tutto ciò che
sacro fuoco e diventa immortale”. La v’è… in Cristo, i membri del suo Corpo
croce avvalora e nobilita ciò che tocca. dovrebbero avere unità di propositi, af-
1:30 Possiamo riassumere i vv. 29- fetto, accordo e comprensione.
30 parafrasandoli come segue: “Vi è 2:2 Se le ragioni sopraccitate hanno
stato concesso il privilegio di soffrire una qualche rilevanza per i Filippesi,

924
FILIPPESI 2:5

Paolo li supplica, sulla base di tali ragio- rete anche i semi della contesa e della
ni, di rendere perfetta la sua gioia. Fino discordia. Troviamo il rimedio nella
a questo momento i Filippesi hanno seconda parte del versetto: ciascuno,
realmente dato a Paolo molta gioia. Egli con umiltà, stimi gli altri superiori
non lo nega nemmeno per un momen- a se stesso. Ciò non significa che do-
to, ma ora chiede loro che riempiano vremmo pensare che i criminali han-
la coppa della sua gioia fino a farla tra- no un carattere migliore del nostro, ma
boccare. Possono farlo avendo un me- piuttosto che dovremmo vivere per gli
desimo pensare, un medesimo amore, altri in modo altruista, anteponendo i
essendo di un animo solo e di un unico loro interessi ai nostri. È facile leggere
sentimento. Ciò significa forse che tutti un’espressione del genere nella Parola
i credenti dovrebbero pensare e agire di Dio, ma è molto diverso apprezzar-
nello stesso modo? La Parola di Dio non la per ciò che realmente significa e poi
ci dà mai un tale suggerimento. Certa- metterla davvero in pratica. Stimare gli
mente dobbiamo trovarci d’accordo sui altri superiori a noi stessi è qualcosa
grandi punti fondamentali della fede di completamente estraneo alla men-
cristiana, ma è ovvio che, per quanto te umana: non possiamo riuscirvi con
riguarda questioni di minore importan- le nostre sole forze, bensì solamente
za, ci saranno grandi differenze di opi- mediante la potenza dello Spirito che
nione. L’uniformità e l’unità non sono la opera in noi.
stessa cosa. È possibile avere la seconda 2:4 La soluzione dei problemi in mez-
senza la prima. Anche se possiamo non zo al popolo di Dio si trova quando si ha
essere d’accordo su questioni minori, maggiormente a cuore l’interesse… de-
possiamo mettere da parte le nostre gli altri piuttosto che il proprio. In modo
opinioni per il bene degli altri, quando molto reale il termine altri è la chiave per
non sia chiamato in causa alcun princi- giungere alla comprensione di questo ca-
pio importante. pitolo. Nel dare la nostra vita in sacrificio
Avere un medesimo pensare signi- devoto per gli altri ci eleviamo al di sopra
fica avere la mente di Cristo (vd. 1 Co del conflitto egoista degli uomini.
2:16), vedere le cose come le vedrebbe
Gli altri, Signore, sì, gli altri!
lui e rispondere come risponderebbe
Fa’ che questo sia il mio motto;
lui. Avere un medesimo amore signi-
Aiutami a vivere per gli altri
fica mostrare agli altri il medesimo Affinché io possa vivere come te.
amore che il Signore ha mostrato a noi,
– Charles D. Meigs
un amore che non ha tenuto conto del
prezzo. Essere di un animo solo signifi- 2:5 Abbiate in voi lo stesso senti-
ca lavorare insieme in armonia verso un mento che è stato anche in Cristo Ge-
obiettivo comune. Infine, essere di un sù. Paolo ora pone davanti agli occhi
unico sentimento significa agire in una dei Filippesi l’esempio del Signore Ge-
tale unità da mostrare che è la mente di sù Cristo. Che tipo di atteggiamento
Cristo a dirigere le nostre attività. ebbe lui? Che cosa caratterizzò il suo
2:3 Nulla dovrebbe essere fatto per comportamento con gli altri? Guy King
spirito di parte o per vanagloria, dal ha descritto bene la mente del Signore
momento che questi sono due dei mag- Gesù come: 1° la mente disinteressata;
giori nemici dell’unità in mezzo al po- 2° la mente sacrificale; 3° la mente del
polo di Dio. La vanagloria è il desiderio servitore. Il Signore Gesù pensò co-
di primeggiare, qualunque possa esse- stantemente agli altri. (10)
re il costo. Lo spirito di parte parla di
orgoglio o di ostentazione. Ovunque si Non versò lacrime
trovino persone interessate a radunare per le proprie sofferenze,
intorno a sé uno stuolo di seguaci o a Ma sudò sangue per le mie.
promuovere i propri interessi, lì trove- – Charles H. Gabriel

925
FILIPPESI 2:6

2:6 Ora leggiamo che Cristo Gesù Quindi non è la natura dell’essen-
era in forma di Dio ; con ciò appren- za… bensì il modo di vivere ciò cui
diamo che, essendo Dio, egli esiste da si allude nella seconda proposizione
tutta l’eternità. Ciò non significa che [“non considerò l’essere uguale a Dio
assomiglia semplicemente a Dio, ma come qualcosa a cui aggrapparsi ge-
che è Dio nel vero senso della parola. losamente”]; e un modo di vivere può
Eppure non considerò l’essere essere cambiato con un altro, anche
uguale a Dio qualcosa a cui aggrap- se la natura essenziale resta la stessa.
parsi gelosamente. Qui è di enorme Prendiamo lo stesso esempio che ci
importanza distinguere tra uguaglian- propone Paolo in 2 Co 8:9: “...il qua-
le, essendo ricco, si è fatto povero per
za personale con Dio e uguaglianza di
voi, affinché, mediante la sua pover-
posizione. Per quanto riguarda la sua
tà, voi poteste diventare ricchi”. Qui
Persona, Cristo è sempre stato, è e sarà c’è un cambiamento nel modo di vi-
uguale a Dio. Sarebbe impossibile per vere, ma non nella natura. Quando
lui rinunciare a tale prerogativa. Non- un povero diventa ricco, il suo modo
dimeno, l’uguaglianza di posizione è di vivere cambia, ma non la sua na-
cosa diversa. Infatti, da ogni eternità, tura di uomo. Lo stesso vale per il Fi-
Cristo è uguale al Padre per rango e glio di Dio; dal ricco e glorioso modo
gusta le glorie del cielo; Gesù, nondi- di vivere, che era la manifestazione
meno, non considerò tale posizione adeguata e appropriata della sua na-
come un privilegio da tenere stretto a tura divina, egli, per amor nostro,
tutti i costi. discese, in termini di vita umana, a
Quando un mondo di umanità per- un modo di vivere infinitamente più
duta ebbe bisogno di essere redento, basso e più povero, che accettò insie-
egli fu disposto a rinunciare alla pro- me alla natura di uomo.(11)
pria uguaglianza con Dio dal punto
di vista della posizione, vale a dire al 2:7 ...ma svuotò se stesso. Immedia-
benessere e alle gioie del cielo. Gesù, tamente ci domandiamo: “Di cosa si
dunque, accettò di venire in questo svuotò il Signore Gesù?”
mondo per sopportare l’opposizione Nel rispondere a questa domanda
dei peccatori. Dio Padre non dovette bisogna stare molto attenti. Ogni ten-
mai subire gli sputi, le percosse e la tativo umano di definire questo svuo-
croce. In questo senso, il Padre fu più tamento si è spesso concluso nello
grande del Figlio, non come Persona, spogliare Cristo dei suoi attribuiti di
ma in virtù dalla sua posizione e del Deità. Taluni sostengono, per esempio,
modo in cui visse. Gesù espresse que- che vivendo sulla terra il Signore Gesù
sto pensiero in Gv 14:28: “Se voi mi non avesse più né onniscienza, né on-
amaste, vi rallegrereste che io vada al nipotenza, né onnipresenza. Venendo
Padre, perché il Padre è maggiore di al mondo come uomo, egli avrebbe vo-
me”. In altre parole, i discepoli avreb- lontariamente deposto questi attributi
bero dovuto rallegrarsi perché egli di Deità. Qualcuno azzarda perfino
stava tornando a casa in cielo. che Gesù fu soggetto, come ogni uomo,
Durante il suo ministero sulla a delle limitazioni, che divenne fallibi-
terra Gesù fu trattato crudelmente e le e che accettò le opinioni comuni e le
rifiutato. Egli dovette affrontare cir- convinzioni dei suoi tempi!
costanze avvilenti, al contrario del Noi lo neghiamo categoricamente.
Padre: è in tal senso che il Padre era Quando venne nel mondo, il Signore
più grande. Tuttavia, una volta torna- Gesù non mise da parte nessuno degli
to in cielo, Gesù sarebbe stato uguale attributi di Dio:
al Padre come condizione, oltre che - era ancora onnisciente (sapeva tutto);
come Persona. - era ancora onnipresente (presente in
Gifford spiega: ogni luogo allo stesso tempo);

926
FILIPPESI 2:9

- era ancora onnipotente (aveva ogni che sono disposte a morire per gli altri
potere). generalmente non litigano tra loro.
Ciò che fece fu velare la gloria della Cristo è sempre esistito, ma ven-
Deità in un corpo umano. La gloria era ne nel mondo divenendo simile agli
completamente presente, anche se na- uomini, ossia “come un vero uomo”.
scosta, ma risplendette solo in certe L’umanità del Signore è tanto reale
occasioni, come sul monte della trasfi- quanto la sua deità. Egli è vero Dio e
gurazione. Non ci fu nessun momento vero uomo. Che mistero immenso è
nella sua vita sulla terra in cui egli non questo! Nessuna mente creata sarà mai
possedette tutti gli attributi di Dio. in grado di comprenderlo.
2:8 Ogni parte di questo brano de-
Mise da parte i suoi abiti divini,
scrive la crescente umiliazione del di-
E nascose la sua natura divina
letto Figlio di Dio. Non solo egli accettò
in un velo d’argilla,
E in quell’abito
di lasciare la gloria del cielo! Si svuotò!
mostrò stupendo amore, Si fece servo! Divenne uomo! Ma ora
Ristabilendo ciò leggiamo che umiliò se stesso ! Non vi
che non aveva mai tolto. era profondità alla quale non si sarebbe
abbassato per salvare le nostre anime
Come già accennato, bisogna stare colpevoli. Sia benedetto il suo nome
molto attenti quando si spiega l’espres- glorioso per sempre!
sione “svuotò se stesso”. Il procedimento ...umiliò se stesso diventando ubbi-
più sicuro è consentire alla spiegazione diente fino alla morte. Ciò è cosa mera-
di esprimersi nelle frasi successive. Egli vigliosa ai nostri occhi! Ubbidì perfino
lo fece prendendo forma di servo, dive- a costo della vita, ubbidì fino alla fine.
nendo simile agli uomini. Svuotando Egli era il mercante che vendette tutto
se stesso, Cristo prese su di sé qualcosa ciò che aveva per acquistare la perla di
che non aveva mai avuto prima, la na- grande valore (vd. Mt 13:46).
tura umana. Non rinunciò alla sua dei- ...e alla morte di croce. La morte per
tà, bensì soltanto al suo posto in cielo (e crocifissione era la forma di esecuzione
solo temporaneamente). più turpe, oggi paragonabile alla forca, al-
...prendendo forma di servo. L’incar- la sedia elettrica o alla camera a gas (pene
nazione e la vita del Salvatore potreb- riservate solo agli assassini). E quella fu la
bero essere riassunte dalle bellissime condanna riservata a Colui il cui nome “è
parole di Gv 13:4: “Gesù… depose le al di sopra di ogni nome” quando venne
sue vesti e, preso un asciugatoio, se lo in questo mondo (2:9)! Non gli fu permes-
cinse”. L’asciugatoio, o grembiule, è so di morire di morte naturale nel suo
l’emblema del servizio: lo usavano gli letto; la sua non doveva essere una mor-
schiavi e lo usò il nostro benedetto Si- te accidentale: egli doveva morire della
gnore Gesù, il quale era venuto “non… morte vergognosa della croce.
per essere servito ma per servire e per 2:9 Qui si registra un inaspettato
dare la sua vita come prezzo di riscatto cambiamento di intenzione. I versetti
per molti” (Mt 20:28). precedenti descrivono ciò che ha fatto il
Ora fermiamoci un attimo per ri- Signore Gesù intraprendendo il sentiero
prendere il filo conduttore di questo della rinuncia a se stesso senza cercare
passo. Tra i santi di Filippi vi erano di farsi un nome, bensì umiliandosi.
delle contese. Paolo esorta quei cre- Ma qui si considera ciò che ha fatto
denti ad avere la mente di Cristo. Il Dio. Il Salvatore si è umiliato ma Dio
ragionamento, in breve, è questo: se lo ha sovranamente innalzato. Gesù
i credenti sono disposti ad assumere non ha cercato di farsi un nome ma
una posizione subordinata, a servire Dio gli ha dato il nome che è al di so-
gli altri e a sacrificare la propria vita, pra di ogni nome. Gesù si è inginoc-
non vi saranno discussioni. Le persone chiato per servire gli altri ma Dio ha

927
FILIPPESI 2:10

decretato che si pieghi ogni ginocchio re Gesù, dobbiamo ribadire che esso fu
davanti a lui. Qual è la lezione per i scritto in relazione a un problema po-
Filippesi (e per noi)? Questo passo ci co importante nella chiesa di Filippi.
insegna che la strada verso l’alto va Paolo non si proponeva di scrivere un
verso il basso; dunque noi non do- saggio sul Signore, ma stava semplice-
vremmo innalzare noi stessi, ma esse- mente cercando di eliminare l’egoismo
re servi degli altri, affinché Dio possa e la faziosità tra i santi. Spetta a Cristo
innalzarci nel momento opportuno curare la condizione dei santi. Pao-
(vd. 1 P 5:6; vd. anche Mt 23:12; Lu lo porta il Signore in ogni situazione.
14:11; 18:14; Gm 4:10). “Perfino quando affronta le questioni
Dio ha esaltato Cristo risuscitando- più delicate, penose e sgradevoli”, scri-
lo dai morti e aprendo i cieli per acco- ve Erdman, “è in grado di affermare la
glierlo nuovamente alla propria destra. verità con stupefacente bellezza, per
E non solo questo: Dio gli ha dato il no- farla apparire come un gioiello prezio-
me che è al di sopra di ogni nome. so avvolto in una zolla di terra. (12)
Gli studiosi sono divisi riguardo a 2:12 Avendo presentato l’esempio di
quale sia questo nome. Alcuni dicono Cristo rivestendolo di tale splendore,
che sia Gesù, dall’ebr. Yeshua’, forma l’apostolo è ora pronto a spiegare l’in-
posteriore di Yehoshua’, che significa segnamento che ne deriva. I Filippesi
Yahweh è salvezza. In Is 45:22-23 è de- erano stati sempre ubbidienti a Paolo
cretato che ogni ginocchio si piegherà quando egli era presente in mezzo a
davanti al nome di Yahweh (Dio). loro: molto più adesso che era assente
Altri pensano che il nome che è al di avrebbero dovuto adoperarsi al com-
sopra di ogni nome sia semplicemente pimento della propria salvezza con
un modo simbolico per indicare il po- timore e tremore.
sto più alto dell’universo, una posizio- Ci troviamo nuovamente davanti
ne di supremazia e dominio. Entrambe a un brano della Scrittura riguardo al
le spiegazioni sono plausibili. quale c’è molta confusione. Anzitutto
2:10 Dio fu completamente soddi- desideriamo chiarire che Paolo non sta
sfatto dell’opera di redenzione compiu- insegnando che la salvezza si può ot-
ta da Cristo e decise che davanti a lui si tenere con le opere. In tutti i suoi scritti
pieghi ogni ginocchio degli esseri che egli costantemente ribadisce che non si è
sono nei cieli, sulla terra, e sotto terra. salvati in virtù di opere, bensì mediante
Ciò non significa che tutti questi esseri la fede nel Signore Gesù Cristo. Che cosa
saranno salvati. Coloro che non si pie- significa, dunque, questo versetto?
gano volontariamente davanti a lui ora, 1. Potrebbe significare che dobbiamo
un giorno saranno obbligati a farlo. adoperarci al compimento della sal-
Quanti non si saranno riconciliati nel vezza che Dio ha messo dentro di
giorno della sua grazia saranno sog- noi. Dio ci ha donato la vita eterna e
giogati nel giorno del suo giudizio. noi dobbiamo dimostrare di posse-
2:11 Con una grazia senza pari, il Si- dere questa vita mettendo in pratica
gnore è passato dalla gloria a Betlemme, la santità.
al Getsemani e al Golgota. Dio, in com- 2. Con il termine salvezza Paolo po-
penso, lo onorerà tributandogli il ricono- trebbe qui alludere alla soluzione
scimento universale della sua signoria. della questione di Filippi: l’apostolo
Coloro che hanno negato i suoi diritti ha fornito il rimedio per i credenti
un giorno ammetteranno di essere stati afflitti da litigi e dissidi. Ora lo devo-
stolti e di avere grandemente errato, e no applicare avendo la mente di Cri-
riconosceranno che Gesù di Nazaret è sto. In tal modo potranno adoperarsi
davvero il Signore della gloria. per il compimento della propria sal-
Prima di lasciare questo splendido vezza, ossia per la soluzione dei loro
brano sulla Persona e l’opera del Signo- problemi.

928
FILIPPESI 2:17

La salvezza di cui si parla qui non è I figli di Dio dovrebbero essere senza
quella dell’anima, bensì la liberazione biasimo in mezzo a una generazione
dai lacci che impedirebbero al creden- storta e perversa. Con la loro vita sen-
te di compiere la volontà di Dio. Com- za macchia i figli di Dio risalteranno
mentando tutto ciò, Vine definisce la in modo ancora più chiaro sull’oscuro
salvezza come l’effettiva esperienza di sfondo di questo mondo.
totale liberazione dal male. Ciò porta Paolo a paragonarli ad
Nel N.T. il termine salvezza conta astri in una notte tenebrosa. Più tene-
diverse accezioni. Abbiamo già visto brosa è la notte e più brillante appare la
che, in 1:19, significa liberazione dalla luce. I credenti sono astri o portatori di
prigionia ; in 1:28 designa la salvezza fi- luce. Essi non brillano di luce propria
nale del nostro corpo dalla presenza del ma hanno, bensì, facoltà di riflettere
peccato. Il significato in ogni caso par- la gloria del Signore in modo che altri
ticolare deve essere stabilito, per lo me- possano vedere Gesù in loro.
no in parte, in base al contesto. A nostro 2:16 Noi splendiamo come astri,
avviso, il termine salvezza indica qui la tuttavia ciò non ci esenta dal testimo-
soluzione del problema che affliggeva i niare con la nostra voce tenendo alta
Filippesi, ossia le loro contese. la parola di vita. Dovremmo offrire la
2:13 Ora Paolo rammenta loro che duplice testimonianza delle azioni e
essi saranno certamente in grado di delle parole.
compiere la propria salvezza, perché è Se i Filippesi metteranno in pratica
Dio che produce in loro il volere e l’agi- queste esortazioni, l’apostolo avrà la
re secondo il suo disegno benevolo. certezza di poter gioire di loro nel gior-
Questo significa, in primo luogo, che no di Cristo. Egli sente di avere la re-
è Dio a infonderci il desiderio di fare la sponsabilità non solo di vedere anime
sua volontà; inoltre egli ci dona la po- salvate, ma anche di presentare ogni
tenza per realizzare tale desiderio. uomo perfetto in Cristo (vd. Co 1:28).
Ritroviamo qui la meravigliosa fu- L’espressione il giorno di Cristo allu-
sione del divino con l’umano. Da un de al ritorno del Salvatore e al giudizio
lato, siamo chiamati a compiere la no- del servizio del credente (vd. 1:6, 10). Se
stra salvezza; dall’altro, è soltanto Dio i Filippesi rimarranno fedeli all’impe-
che ci mette in grado di farlo. Noi dob- gno per il Signore, in quel giorno sarà
biamo fare la nostra parte e Dio farà la evidente che Paolo non avrà lavorato
sua (tuttavia ciò non è applicabile al invano.
perdono dei peccati o alla nuova nasci-
ta. La redenzione è totalmente opera di IV. PAOLO, TIMOTEO ED EPAFRÒDITO
Dio: noi ci limitiamo semplicemente a SEGUONO IL MODELLO DI CRISTO
credere e ad appropriarcene). (2:17-30)
2:14 Noi dovremmo compiere la sua
giusta volontà senza lamentarci o du- Nella sezione precedente Paolo ha par-
bitare: “Non in qualche modo, ma in lato del Signore Gesù come dell’esem-
modo vittorioso”. I mormorii e le di- pio eccelso di umiltà. Tuttavia alcuni
spute solitamente preludono a offese potrebbero essere tentati di obiettare:
più gravi. “Sì, però lui è Dio e noi siamo soltanto
2:15 Se evitiamo mormorii e dispute, degli esseri mortali”. Ecco perché Paolo
possiamo essere irreprensibili e integri cita ora tre esempi di uomini che han-
(limpidi e schietti). A una persona irre- no la mente di Cristo: lo stesso Paolo,
prensibile non si può muovere nessuna Timoteo ed Epafròdito. Se Cristo è il
critica (vd. Da 6:4). Una persona irre- sole, questi tre sono lune che ne riflet-
prensibile può peccare, ma chiederà tono la gloria, astri in un mondo buio.
perdono, confesserà e riparerà imme- 2:17 L’apostolo descrive il servizio
diatamente al torto. dei Filippesi e il proprio con una bellis-

929
FILIPPESI 2:18

sima analogia, mutuando un’immagi- di questa vita da non avere tempo per
ne tratta dall’usanza comune a Giudei quelli di Cristo Gesù. Tutto ciò non è
e stranieri di versare una libazione sul forse un messaggio per noi, che oggi vi-
sacrificio nel momento in cui questo viamo nel nostro piccolo mondo fatto
veniva offerto. di case, frigoriferi, televisori e altri in-
I Filippesi sono presentati in veste di teressi (vd. Lu 8:14)?
sacrificatori. La loro fede è il sacrificio. 2:22 Timoteo era figlio dell’apostolo
Paolo stesso è la libazione. Egli sarebbe nella fede e assolveva al ruolo con vera
felice di essere offerto come martire fedeltà. Essi sapevano che aveva dato
sul sacrificio e sul servizio della loro buona prova di sé perché, come un
fede. Williams commenta: figlio serve il proprio padre, Timoteo
L’apostolo paragona l’abnegazione aveva servito con Paolo nell’opera di
e le risorse dai Filippesi con le sue, predicazione del vangelo, dimostran-
esaltando le loro e minimizzando le do così il proprio valore.
proprie. Insieme, i Filippesi e Paolo 2:23-24 Poiché Timoteo aveva dato
stavano deponendo le loro vite per tale prova di sé, Paolo sperava di man-
amore del vangelo, ma, mentre l’apo- darlo a Filippi non appena fosse venuto
stolo ravvisa nel loro gesto un grande a conoscenza del risultato del suo ap-
sacrificio, considera il proprio soltan- pello a Cesare. Questo è senza dubbio
to una libagione versata su di esso. ciò che l’apostolo intende dire con
Con questa splendida metafora Paolo l’espressione appena avrò visto come
parla della sua possibile morte immi- andrà a finire la mia situazione. Spe-
nente come martire.(13) ra che il suo appello abbia come esito
Se tale fosse la sua sorte, egli gioireb- la liberazione, così da potersi recare a
be e se ne rallegrerebbe visitare i Filippesi ancora una volta.
2:18 Nello stesso modo i Filippe- 2:25 Vediamo la mente di Cristo an-
si dovrebbero gioire e rallegrarsi con che in Epafròdito. Non siamo sicuri se
Paolo. Non dovrebbero considerare il questo sia l’Epafra di Cl 4:12. Ad ogni
suo possibile martirio come una tra- modo, visse a Filippi e fu messaggero
gedia, ma congratularsi con lui per un di quell’assemblea.
ritorno a casa tanto glorioso. Paolo ne parla definendolo: 1° mio
2:19 Finora Paolo ha citato due fratello ; 2° mio compagno di lavoro ;
esempi di amore altruistico: quello del 3° mio compagno… di lotta. La prima
Signore Gesù e il proprio. Entrambi definizione denota affetto; la seconda,
furono disposti a dare la propria vita. duro lavoro; la terza, conflitto. Si trat-
Rimangono ora altri due esempi di al- tava di un uomo capace di lavorare con
truismo: Timoteo ed Epafròdito. gli altri: questa è certamente una dote
L’apostolo sperava di mandare Ti- essenziale nella vita e nel servizio cri-
moteo a Filippi in un prossimo futuro stiani. Un conto è lavorare da soli e fare
per essere, lui pure, incoraggiato dalle tutto a modo proprio; assai più difficile
notizie che li riguardavano. è lavorare con altri, saper accettare il
2:20 Tra i compagni di Paolo, Timo- ruolo di gregari, permettere alle diffe-
teo non aveva pari per l’attenzione al- renze individuali di emergere, soffo-
truistica nei confronti delle condizioni care i propri desideri e opinioni per il
spirituali dei Filippesi. Non c’era nes- bene del gruppo. È così che si diventa
suno che Paolo avrebbe potuto manda- compagni di lavoro e di lotta !
re loro con la stessa fiducia. Questo era Inoltre, Paolo definisce Epafròdito un
sicuramente un grande complimento servitore inviatomi da voi per provvede-
per un giovane come Timoteo! re alle mie necessità. Questo aggiunge
2:21 Gli altri erano stati inghiottiti un altro prezioso tassello alla descrizio-
nel gorgo dei loro propri interessi pri- ne della sua personalità. Era disposto
vati. Erano tanto assorbiti dai valori a fare un lavoro comune o umile. Og-

930
FILIPPESI 3:1

gigiorno molti sono interessati a espri- nia. La morte di Epafròdito loavrebbe


mersi in attività di spicco e gratificanti. rattristato ancora di più.
Dovremmo essere profondamente grati 2:28 Ora che Epafròdito si era per-
a coloro che svolgono il loro lavoro quo- fettamente ristabilito, Paolo lo aveva
tidiano e ripetitivo in silenzio e senza mandato di nuovo a casa con gran pre-
farsi notare! Svolgendo un’attività gra- mura. I Filippesi si sarebbero rallegrati
vosa, Epafròdito si umiliava. Ma Dio lo di riavere fra di loro l’amato fratello e
ha esaltato raccontando del suo fedele ciò avrebbe alleviato anche l’afflizione
servizio in Fl 2, affinché tutte le future di Paolo.
generazioni potessero conoscerlo. 2:29 Non solo avrebbero dovuto
2:26 I santi avevano mandato Epa- accogliere Epafròdito con gioia, ma
fròdito ad aiutare Paolo. Un viaggio di avrebbero anche dovuto avere stima
più di mille chilometri! Il risultato fu di questo caro uomo di Dio. È un gran-
che il fedele messaggero si ammalò, de onore, un grande privilegio essere
anzi fu molto vicino alla morte. Ciò lo coinvolti nel servizio del Signore. I
preoccupò enormemente: non tanto santi dovrebbero riconoscerlo, anche
per il fatto di essersi gravemente am- quando riguarda qualcuno che cono-
malato quanto, piuttosto, per timore scono molto bene.
che i santi, appresa la notizia, si rim- 2:30 Come menzionato preceden-
proverassero per averlo mandato in temente, la malattia di Epafròdito era
viaggio e, di conseguenza, per aver direttamente collegata al suo instanca-
messo la sua vita in pericolo. Sicura- bile servizio per Cristo. Questo ha un
mente in Epafròdito batteva “un cuore grande valore agli occhi del Signore. È
libero da se stesso”. meglio bruciare per Cristo che arrug-
2:27 Epafròdito era stato ammala- ginirsi. È meglio morire servendo Gesù
to e vicino alla morte; ma Dio aveva che rientrare nelle statistiche dei morti
avuto pietà di lui. Questo passaggio per malattia o incidenti.
ha un grande valore per noi perché L’espressione per supplire ai servizi
permette di risolvere la questione del- che non potevate rendermi voi stessi
la guarigione divina. In particolare significa forse che i Filippesi avevano
apprendiamo che: trascurato Paolo e che Epafròdito ave-
1. la malattia non è sempre una conse- va fatto ciò che avrebbero dovuto fare
guenza del peccato. Quest’uomo si è loro? È assai improbabile che sia così,
ammalato per aver svolto le proprie giacché erano stati proprio i santi di
mansioni fedelmente: “...perché è Filippi a inviare Epafròdito da Paolo. A
per l’opera di Cristo che egli è stato causa della distanza da Roma, i creden-
molto vicino alla morte” (v. 30); ti di Filippi erano impossibilitati a fare
2. le guarigioni istantanee e miraco- visita e a porgere aiuto a Paolo. L’apo-
lose non sempre rientrano nella vo- stolo non li sta rimproverando, ma sta
lontà di Dio. Da quanto leggiamo, semplicemente affermando che Epa-
sembra che la malattia di Epafròdito fròdito, in veste di loro rappresentante,
fosse stata prolungata e la sua guari- ha fatto per lui ciò che essi non erano
gione graduale (inoltre vd. 2 Ti 4:20; in condizioni di fare personalmente.
3 Gv 2);
3. la guarigione è una grazia che viene V. AVVERTIMENTO CONTRO I FALSI
da Dio, non un servizio da rivendi- DOTTORI (3:1-3)
carsi al pari di un diritto.
Paolo aggiunge che Dio ha avuto 3:1 Paolo esorta i credenti con queste
pietà non solo di Epafròdito, ma anche parole: rallegratevi nel Signore. Il cre-
di Paolo stesso, perché… non avesse dente può sempre trovare vera gioia
dolore su dolore. L’apostolo era già sen- nel Signore, indipendentemente dalle
sibilmente afflitto a causa della prigio- circostanze. “La fonte del mio canto è

931
FILIPPESI 3:2

nei cieli altissimi” (dall’inno “My high In secondo luogo, quei falsi dottori
Tower” di Paul Gerhardt). Nulla può erano dei cattivi operai. Si professava-
condizionare la sua gioia, a meno che no credenti per essere ammessi nella
egli non sia privato del suo Salvatore comunità cristiana e diffondere i loro
(ma ciò è chiaramente impossibile). falsi insegnamenti. I risultati del loro
La felicità naturale è condizionata da lavoro potevano essere solo cattivi.
dolore, tristezza, malattia, povertà e Paolo li definisce altresì come coloro
tragedia. Ma la gioia cristiana fende che si fanno mutilare, alludendo sarca-
sicura le onde della vita... Ne sia prova sticamente alle loro idee riguardo alla
il fatto che Paolo parla da una prigione! circoncisione. Senza dubbio essi con-
Sicuramente quest’uomo ha qualcosa tinuavano a sostenere che, per essere
da insegnarci! salvato, l’uomo dovesse farsi circonci-
Non trova noioso ripetere le stesse dere. Costoro, in realtà, si limitavano a
cose ai Filippesi: egli agisce per il loro considerare l’aspetto esteriore della cir-
bene e per la loro sicurezza. Repetita concisione, non essendo per nulla inte-
iuvant... Ma come si ripete? Paolo si ressati al suo significato spirituale. La
richiama alle parole scritte poc’anzi, circoncisione rappresenta la morte alla
con cui esortava i credenti di Filippi a carne: ciò significa che non bisogna as-
rallegrarsi nel Signore ? Oppure fa rife- secondare le esigenze della natura car-
rimento ai versetti che seguono, dove nale. Pur insistendo sulla pratica della
li ammonisce contro i giudaizzanti? circoncisione, costoro assecondavano
Crediamo che la seconda possibilità liberamente gli istinti della carne e
sia quella giusta. Nel v. 2 l’avvertimento non accettavano, in cuor loro, che essa
guardatevi ricorre tre volte: Paolo non fosse messa a morte sulla croce. I falsi
si stanca di ripetersi e tale ripetizione dottori non sapevano distinguere la ce-
rappresenta uno scudo a protezione rimonia dal suo significato spirituale;
del credente. per questo motivo Paolo li descriveva
3:2 Guardatevi dai cani… dai cat- semplicemente come “individui che si
tivi operai e da quelli che si fanno fanno mutilare”.
mutilare. Probabilmente tutte queste 3:3 Paolo afferma che, a differenza
tre espressioni fanno riferimento allo di costoro, i veri circoncisi siamo noi, i
stesso gruppo di uomini: falsi dottori veri credenti. I veri circoncisi non sono
che cercavano di piegare i credenti alle coloro che hanno avuto la ventura di
leggi del giudaismo e insegnavano che nascere da genitori giudei, né quanti si
la giustizia può essere ottenuta osser- sono sottoposti al rito della circoncisio-
vando la legge e i rituali. ne, bensì coloro che capiscono che la
Anzitutto costoro sono definiti cani. carne non giova a nulla e che l’uomo, da
Nella Bibbia i cani sono animali im- solo, non può far nulla per guadagnarsi
puri. I Giudei usavano questo termine un sorriso di approvazione da parte di
riferendosi agli stranieri! Nei paesi Dio. Qui di seguito Paolo elenca le tre
orientali i cani erano creature randagie caratteristiche dei veri circoncisi:
che si aggiravano per le strade cercan- 1. offrono il proprio culto per mez-
do di procurarsi il cibo come potevano. zo dello Spirito di Dio. Ciò significa
Qui Paolo capovolge la situazione indi- che essi offrono un vero culto spi-
cando con tale appellativo i falsi dottori rituale, non cerimonie rituali. Nel
giudei, i quali cercavano di corrompere vero culto spirituale, il credente ac-
la chiesa. Erano loro quelli che viveva- cede alla presenza di Dio per fede
no all’esterno, cercando di tenersi in e dispiega il suo amore, la sua lode,
vita per mezzo di rituali e cerimonie. la sua adorazione e il suo atto di ri-
Essi “si accontentavano delle briciole verenza. Il culto carnale, invece, ha
quando si sarebbero potuti sedere al bisogno di sollecitare le emozioni,
gran banchetto”. cristallizzandosi in magnifici edifi-

932
FILIPPESI 3:7

ci, cerimonie elaborate, fastosi abiti considerata capo e guida nel paese
sacerdotali ecc.; (vd. Gc 5:14) e che diede a Israele il
2. non magnificano i propri successi suo primo re;
personali, la propria cultura o la pro- - ebreo figlio d’Ebrei: apparteneva
pria fedeltà ai sacramenti, ma si glo- a quel segmento della nazione che
riano (o gioiscono) in Cristo Gesù, aveva conservato lingua, usi e costu-
unico motivo di vanto; mi originali;
3. non ripongono la loro fiducia nella - quanto alla legge, fariseo: i farisei
carne. Innanzi tutto, non pensano erano rimasti nell’ortodossia, men-
di potersi salvare grazie ai propri tre i sadducei avevano abbandonato
sforzi carnali, né di poter confidare la dottrina della risurrezione.
nella propria forza in seguito. Dal- - quanto allo zelo, persecutore della
la propria natura adamitica non si chiesa: Paolo era sinceramente con-
aspettano alcun bene e, dunque, vinto di servire Dio allorché tentava
non rimangono delusi non trovan- di distruggere la “setta” dei cristiani.
dovene! Egli la considerava una minaccia al-
la propria religione e, quindi, pensa-
VI. RINUNCE DI PAOLO PER AMORE DI va di doverla sterminare.
CRISTO (3:4-14) - quanto alla giustizia che è nella leg-
ge, irreprensibile: questo non può si-
3:4 Senza dubbio Paolo sorrideva pen- gnificare che Paolo avesse adempiuto
sando a come questi uomini si inorgo- la legge alla perfezione. In Ro 7:9-10
glivano dei privilegi e delle conquiste confessa che non è stato così. Egli si
conseguiti secondo la carne. Se essi definisce irreprensibile ma non inno-
erano in grado di vantarsi, egli poteva cente. Possiamo solo concludere che,
farlo molto di più ! Nei due versetti che quando Paolo violava un qualsiasi
seguono, l’apostolo dimostra di posse- precetto di legge, procurava di offrire
dere in modo evidente quelle caratte- il sacrificio richiesto. In altre parole, si
ristiche naturali delle quali un uomo preoccupava di osservare le regole del
normalmente va orgoglioso. “Sembra- giudaismo alla lettera.
va appartenere a quel tipo di aristo- Quindi, per quanto riguarda la na-
crazia che stimola i sogni e accende le scita, la stirpe, l’ortodossia, lo zelo e la
aspirazioni degli uomini”. giustizia personale, Saulo da Tarso era
Riguardo a questi due versetti, Ar- un personaggio di spicco.
not ha detto: “Qui ci troviamo davanti 3:7 Ma ecco che l’apostolo fa la
a un inventario dell’intero apparato di grande rinuncia e ci presenta il suo
giustizia farisaica. Gli piace molto scio- “bilancio dei profitti e delle perdite”.
rinare all’aperto i panni sporchi”. No- Su una colonna riporta le voci appena
tiamo che Paolo parla di: 1° orgoglio di menzionate, ossia ciò che per lui aveva
appartenenza a una stirpe eletta (v. 5a); rappresentato un guadagno ; sull’altra
2° orgoglio dell’ortodossia (v. 5b); 3° or- scrive soltanto un nome: Cristo. Tutto
goglio per l’attività svolta (v. 6a); 4° or- quell’insieme di privilegi non aveva
goglio della moralità (v. 6b). alcun valore se paragonato al tesoro
3:5-6 Ecco qui, dunque, l’elenco dei che egli aveva trovato in Cristo. Paolo
privilegi di Paolo dal punto di vista na- considerava i suoi passati guadagni
turale e secondo la carne: un danno, a causa di Cristo. Guy King
- circonciso l’ottavo giorno: era Giu- commenta: “Ogni guadagno finan-
deo di nascita, non un Ismaelita o un ziario, ogni guadagno materiale, ogni
convertito al giudaismo; guadagno intellettuale, ogni guadagno
- della razza d’Israele: un membro del morale, ogni guadagno religioso, tutto
popolo terreno scelto da Dio; questo non è assolutamente guadagno
- della tribù di Beniamino: una tribù se paragonato al Grande Guadagno”. (14)

933
FILIPPESI 3:8

Seguitando a confidare in queste La grande aspirazione del suo cuore era


cose, Paolo non sarebbe stato salvato. guadagnare Cristo. Né oro, né argento,
Quando fu salvato, non le tenne più in né una reputazione religiosa... ma sol-
alcun conto: avendo visto la gloria del tanto Cristo.
Signore, tutte le altre glorie, in confron- 3:9 ...e di essere trovato in lui. Anche
to, non gli sembravano nulla. in questo caso sembra che Paolo stesse
3:8 Accostandosi a Cristo per esse- ancora cercando di essere trovato in
re salvato, Paolo aveva rinunciato a Cristo. Qui, in realtà, ripensa alla sor-
ogni cosa e riteneva ogni cosa senza prendente decisione che egli ha dovuto
valore se paragonata all’eccellenza prendere prima di essere salvato. Era
della conoscenza di Cristo Gesù, suo disposto a rinunciare ai propri sforzi
Signore. L’eccellenza della conoscenza per guadagnare la salvezza e a credere
è un’espressione ebraica con cui si in- semplicemente in Cristo? Aveva fatto
dica “una conoscenza eccellente” o “il la sua scelta. Aveva abbandonato tut-
sommo valore della conoscenza”. to quanto per essere trovato in Cristo.
Stirpe, nazionalità, cultura, pre- Dal momento in cui aveva creduto nel
stigio, educazione, religione, conqui- Signore Gesù, egli aveva una nuova po-
ste personali... Tutte queste cose, per sizione davanti a Dio: non era più con-
l’apostolo, non costituivano più alcun siderato un figlio del peccatore Adamo,
motivo di vanto. Ora egli le conside- ma ora era visto in Cristo e godeva di
rava addirittura tanta spazzatura (o tutto il favore di cui gode il Signore Ge-
immondizia) per poter guadagnare sù davanti a Dio Padre.
Cristo. Nonostante si esprima al pre- Allo stesso modo, aveva rinuncia-
sente, Paolo sta pensando soprattutto to ai sordidi panni della giustizia che
al momento della propria conversione. aveva cercato di guadagnarsi ipocrita-
...al fine di guadagnare Cristo, mente osservando la legge e, in cam-
Paolo aveva dovuto voltare le spalle a bio, aveva scelto la giustizia che viene
quelle cose che gli era stato insegna- da Dio ed è accordata a chiunque ri-
to di stimare preziose. Se voleva con- ceve il Salvatore. Qui si parla della
siderare Cristo il proprio guadagno, giustizia come di un abito, o di un
doveva abbandonare la religione di mantello. L’uomo ha bisogno di giusti-
sua madre, l’eredità di suo padre e le zia per presentarsi in modo gradito al
proprie conquiste personali. cospetto di Dio. Tuttavia, l’uomo non
E così fece. Recise completamente i può esibire alcuna giustizia. Nella sua
legami con la speranza di salvarsi me- grazia, perciò, Dio dà la propria giu-
diante il giudaismo. Così facendo, fu stizia a quanti accolgono suo Figlio
diseredato dai parenti, abbandonato come Signore e Salvatore. “Egli [Dio]
dagli amici e perseguitato dai conna- lo [Cristo] ha fatto diventare pecca-
zionali. Diventando cristiano, egli ri- to per noi, affinché noi diventassimo
nunciò letteralmente a tutto. giustizia di Dio in lui” (2 Co 5:21).
I verbi coniugati al presente lasce- Desideriamo far nuovamente pre-
rebbero supporre che l’apostolo stesse sente che i vv. 8-9 non significano che
ancora cercando di guadagnare Cri- Paolo non avesse ancora ricevuto la
sto. In realtà, egli lo aveva guadagnato giustizia di Dio. Al contrario, egli fu
fin dal primo momento in cui lo aveva giustificato allorché fu rigenerato sul-
riconosciuto come Signore e Salvatore. la via di Damasco. Il tempo presente
Nondimeno, la coniugazione al tempo indica semplicemente che le conse-
presente rivela l’immutato atteggia- guenze di quell’importante evento
mento dell’apostolo nei confronti di perduravano: Paolo continuava a
queste cose, che egli considerava come considerare Cristo assai più prezioso
tanta spazzatura se paragonate al va- di qualsiasi cosa alla quale avesse ri-
lore della conoscenza del Signore Gesù. nunciato.

934
FILIPPESI 3:10

3:10 Nel leggere questo versetto arri- farla propria per fede. Paolo confessa
viamo all’emozione suprema della vita di aspirare a sperimentare tale po-
dell’apostolo, quella che F.B. Meyer de- tenza nella vita e nella testimonian-
finisce “l’anima alla ricerca di un Cri- za;
sto personale”. - ...la comunione delle sue sofferenze.
Vi è la tendenza a “spiritualizzare” Occorre possedere una forza divina
questo brano, non attribuendo un per soffrire per Cristo. Ecco perché
significato letterale alle sofferenze, la comunione delle sue sofferenze
alla morte e alla risurrezione. Queste si può sperimentare soltanto quan-
avrebbero il solo scopo di descrivere do sia preceduta dalla potenza della
certune esperienze spirituali, qua- sua risurrezione.
li: la sofferenza mentale, il morire a Nella vita del Signore la sofferenza
se stessi, il vivere una vita di risur- precedette la gloria. Così, dunque,
rezione ecc. Noi vorremmo, invece, deve avvenire nella vita di Paolo, il
suggerire di considerare il significato quale dovrà condividere le sofferenze
letterale di questo brano. Paolo sta di Cristo. Paolo sapeva che, al contra-
dicendo che vuole vivere come Cristo rio delle sofferenze di Cristo, le pro-
visse. Gesù ha sofferto? Anche Paolo prie sofferenze non avevano alcun
vuole soffrire. Gesù è morto? Allora valore espiatorio; ma sapeva, altresì,
Paolo vuole morire come un martire che non sarebbe stato coerente vivere
al servizio di Cristo. Cristo è risorto nel lusso e negli agi in quello stesso
dai morti? Paolo vuole fare lo stesso. mondo che aveva rifiutato, flagellato
Ha capito che un servo non è superio- e crocifisso il Signore. Jowett com-
re al proprio padrone (vd. Mt 10:24), menta: “Non si accontentava di divi-
perciò desidera seguire Cristo nelle dere il trionfo del monte degli Ulivi;
sue sofferenze, nella sua morte e nel- voleva sperimentare la pena, l’orrore
la sua risurrezione. Qui egli non so- e la solitudine del Getsemani”. (15)
stiene che tutti debbano adottare tale ...divenendo conforme a lui nella
prospettiva, ma dichiara semplice- sua morte. Come già accennato, nor-
mente che, per lui, non poteva esserci malmente si ritiene che Paolo, con
altra strada. questa espressione, affermi di voler
- Tutto questo allo scopo di conoscere essere spiritualmente crocifisso, mo-
Cristo. Per Paolo ciò significa arriva- rendo praticamente al peccato, a se
re a conoscerlo, di giorno in giorno, stesso e al mondo. Ma noi pensiamo
in modo così intimo da diventare, che tale interpretazione sia limitati-
egli stesso sempre più simile a Cri- va e che privi questo passo della sua
sto. Paolo desidera che la vita di Cri- forza dirompente. Certo significa
sto sia riprodotta in lui; questo, ma anche molto di più. Paolo
- ...la potenza della sua risurrezio- era un seguace appassionato e devoto
ne. Nella Scrittura la potenza che di colui che era morto sulla croce del
ha risuscitato il Signore dai morti è Golgota. Non solo: colui che sarebbe
presentata come la più grande mani- diventato l’apostolo Paolo aveva altresì
festazione di forza che l’universo ab- assistito al martirio del protomartire
bia mai visto (vd. Ef 1:19-20). Sembra cristiano Stefano; egli fu, anzi, addi-
che tutte le schiere del male avessero rittura complice del suo assassinio
deciso di trattenere il suo corpo nel (vd. At 7:58)! Pensiamo che Paolo de-
sepolcro. L’immensa potenza di Dio siderasse davvero dare la propria vita
sconfisse questo esercito infernale e nello stesso modo. Forse avrebbe pro-
risuscitò il Signore Gesù dai morti il vato imbarazzo, incontrando Stefano
terzo giorno. Questa stessa potenza in cielo, se avesse seguito un percor-
è messa a disposizione di tutti i cre- so più agevole di quello del martirio.
denti (vd. Ef 1:19), i quali possono Jowett lo conferma:

935
FILIPPESI 3:11

Molti credenti si accontentano di varci passando sullo stesso sentiero


donarsi senza “spargimento di san- che Cristo calpestò. Il cuore chiede:
gue”, dando ciò di cui possono fare “Come ha raggiunto egli quella glo-
volentieri a meno. I loro doni sono ria? Tramite la risurrezione? E le sof-
sporadici e la loro rinuncia non fa ferenze e la morte non precedono ne-
sanguinare. Costoro si impegnano cessariamente la risurrezione?” Poi
nel sacrificio fintanto che non coin- il cuore dice: “Niente mi farebbe più
volge la loro vita; e quando viene loro piacere che raggiungerlo nella glo-
richiesto ciò che è veramente fonda- ria della risurrezione percorrendo lo
mentale, non si fanno trovare. Si fan- stesso sentiero che ha portato lui lì”.
no notare in ogni entrata trionfale e È lo spirito del martire. Paolo voleva
volontariamente spendono soldi per percorrere come martire la via della
decorazioni colorate, per stendardi e sofferenza e della morte, per poter
rami di palma, ma quando gli “urrà” giungere alla risurrezione e alla glo-
e gli “osanna” si trasformano in mor- ria, calcando lo stesso sentiero sul
morii infausti e minacce, e si inizia a quale era passato il Benedetto che
intravedere il Golgota, sgusciano via aveva conquistato il suo cuore.(18)
e si mettono al sicuro. Ma qui c’è un
apostolo che anticipa gioiosamente 3:11 Qui dobbiamo affrontare nuo-
questa suprema e importante neces- vamente un problema di interpreta-
sità. È quasi impaziente di far stillare zione. Dobbiamo intendere questo
la sua energia sanguigna per il servi- versetto alla lettera o dobbiamo “spi-
zio del regno! È ansioso, se necessa- ritualizzarlo”? Esistono varie proposte
rio, di versarla! (16) di spiegazioni, di cui indichiamo le
principali.
Analogamente, Hudson Taylor scrive: 1. Paolo non è sicuro che risusciterà
È necessario che diamo noi stessi per dai morti, quindi sta facendo ogni
la vita del mondo… Portare frutto ri- sforzo possibile per assicurarsi la
chiede che si porti la croce. “Se il gra- propria partecipazione alla risurre-
nello di frumento caduto in terra non zione. Una tale ipotesi è inammis-
muore, rimane solo” (Gv 12:24). Sap- sibile! Paolo ha sempre insegnato
piamo che il Signore Gesù produsse che la risurrezione avviene per gra-
molto frutto non soltanto portando zia e non per opere umane. Inoltre,
la propria croce, ma anche morendo ha espresso l’assoluta certezza della
su di essa. Abbiamo comunione con propria partecipazione alla risurre-
lui in questo? Non ci sono due Cristi: zione (vd. 2 Co 5:1-8).
un Cristo accomodante per cristiani 2. Paolo non allude alla risurrezione
accomodanti e un Cristo sofferente fisica, ma esprime semplicemente il
e tribolato per credenti eccezionali. desiderio di vivere una vita di risur-
C’è solo un Cristo. Siamo disposti a rezione qui sulla terra.
dimorare in lui e a portare frutto? (17) 3. Paolo sta parlando di risurrezione fi-
Infine, C.A. Coates osserva: sica e non esprime alcun dubbio cir-
ca la propria partecipazione ad essa.
La conoscenza del Cristo glorificato
era il supremo desiderio del cuore di
Qui egli dichiara, piuttosto, di non
Paolo e questo desiderio non sarebbe essere preoccupato per le sofferen-
mai potuto esistere senza produrre ze che possono attenderlo sul sen-
un’intensa brama di raggiungere il tiero della risurrezione. È disposto
Signore nel luogo in cui egli si trova. a subire prove e persecuzioni dolo-
Quindi, il cuore che desidera arden- rose, se ciò è quanto si frappone tra
temente Cristo si volge istintivamen- il tempo presente e la risurrezione.
te verso il sentiero che egli ha per- La locuzione in qualche modo non
corso per raggiungere quel luogo in esprime necessariamente un dubbio
gloria; brama ardentemente di arri- (vd. Ro 11:14), ma un forte deside-

936
FILIPPESI 3:14

rio o un’aspettativa che non bada al può fare in una vita umana. Paolo non
prezzo da pagare. era ancora perfettamente conforme a
Noi concordiamo con la terza in- Cristo; il cambiamento era ancora in
terpretazione. L’apostolo voleva con- atto e l’apostolo si esercitava a fondo in
formarsi a Cristo. Poiché Cristo aveva modo che questa opera della grazia di
sofferto ed era risuscitato dai morti, Dio potesse continuare e radicarsi in
Paolo non poteva aspirare a niente di lui.
meglio per sé. Purtroppo il nostro desi- 3:13 L’uomo che aveva imparato a
derio di benessere, lusso e comodità ci essere contento dello stato in cui si
porta spesso a smussare i bordi affilati trovava (vd. 4:11) non avrebbe mai po-
e taglienti di alcuni di questi versetti tuto accontentarsi dei propri traguardi
biblici. Non sarebbe più sicuro inter- spirituali. Paolo Non si riteneva ancora
pretarli in senso letterale, a meno che “arrivato”, come diremmo oggi. E allo-
tale senso sia improponibile alla luce ra che cosa faceva?
del resto della Bibbia? ...ma una cosa faccio. Paolo aveva un
Prima di lasciare questo versetto solo scopo, un solo obiettivo e una sola
dobbiamo notare che Paolo sta parlan- ambizione. In questo assomigliava a
do della risurrezione dei morti. Non Davide, il quale aveva dichiarato: “Una
si tratta qui della risurrezione di tutti cosa ho chiesto al Signore” (Sl 27:4).
i morti, bensì di una risurrezione che ...dimenticando le cose che stanno
vedrà alcuni risorgere e altri rimanere dietro, ossia dimenticando non sol-
nella tomba. Da 1 Te 4:13-18 e da 1 Co tanto i peccati e i fallimenti ma, al-
15:51-57 apprendiamo che i credenti tresì, i privilegi naturali, le conquiste
saranno risuscitati in occasione della e i successi elencati precedentemente
venuta di Cristo (alcuni al momento in questo capitolo, e perfino i trionfi
del rapimento e altri alla fine della tri- spirituali.
bolazione), ma da Ap 20:5 apprendia- ...e protendendomi verso quelle che
mo altresì che gli altri morti saranno stanno davanti, ossia perseguendo gli
risuscitati dopo il regno millenniale di onori e gli oneri della vita cristiana:
Cristo sulla terra. l’adorazione, il servizio e lo sviluppo
3:12 L’apostolo non riteneva di personale del carattere cristiano.
essere già arrivato alla perfezione . 3:14 Paragonandosi a un corridore
Il termine perfezione non fa riferi- in gara, Paolo descrive i propri sforzi
mento alla risurrezione del versetto per raggiungere la mèta e ottenere il
precedente, bensì alla questione della premio della celeste vocazione di Dio
conformità a Cristo. Paolo non pen- in Cristo Gesù.
sava di poter raggiungere uno stato La mèta è la linea d’arrivo alla fi-
di purezza assoluta, né di arrivare a ne del circuito della corsa. Il premio
una condizione di vita dove non fos- è la ricompensa per il vincitore. Qui
se possibile fare un ulteriore passo la mèta è la fine della vita e forse, più
avanti. Capiva che “la soddisfazione in particolare, il tribunale di Cristo. Il
di sé è la tomba del miglioramento” premio è la corona della giustizia, al-
(C.H. Spurgeon). trove definita il premio riservato a co-
Così proseguiva il cammino in modo loro che hanno fatto una buona corsa
che si potesse compiere in lui lo scopo (vd. 2 Ti 4:8).
per il quale il Signore Gesù lo aveva sal- Con l’espressione celeste vocazione
vato. L’apostolo era stato afferrato da di Dio in Cristo Gesù Paolo indica tutti
Cristo Gesù sulla via di Damasco. Qual i propositi che Dio aveva in mente sal-
era lo scopo di quell’incontro epoca- vandoci: la nostra salvezza, la nostra
le? Far sì che Paolo, da quel momento, conformità a Cristo nostro coerede,
diventasse un modello di santità di- una casa in cielo e un numero incalco-
mostrando, in tal modo, ciò che Cristo labile di altre benedizioni spirituali.

937
FILIPPESI 3:15

VII. INVITO A SEGUIRE L’APOSTOLO Lehman Strauss commenta:


LUNGO IL CAMMINO CELESTE Paolo riteneva di aver ricevuto la mi-
(3:15-21) sericordia di Dio al fine di essere un
“modello”; così, dopo la conversione,
3:15 Tutti coloro che sono maturi do- si sarebbe presentato per tutta la vita
vrebbero condividere la disponibilità come esempio del vero credente. Dio
di Paolo a soffrire e morire per Cristo aveva salvato Paolo affinché questi
e a fare ogni sforzo possibile pur di potesse dimostrare, con l’esempio
cercare di essere come il Signore Ge- della propria conversione, che Gesù
sù. Questa è una visione matura della Cristo avrebbe potuto fare anche per
fede cristiana. Alcuni la definirebbero gli altri ciò che aveva fatto per l’apo-
“estrema”, “radicale” o “fanatica”. Ma stolo. Non era forse questo l’obiettivo
l’apostolo afferma che quanti hanno speciale che il Signore aveva in men-
raggiunto la piena maturità vedranno te estendendo la propria misericor-
che questa è l’unica risposta sana, lo- dia a te e a me? Credo che egli ci ab-
gica, ragionevole a colui che, per loro, bia salvato per fare di noi dei modelli
per tutti i futuri credenti. Stiamo
ha sparso il suo sangue vivificante sul
servendo da esempio per coloro che
Golgota.
sono stati salvati dalla sua grazia?
...se in qualche cosa voi pensate al- Così sia! (19)
trimenti, Dio vi rivelerà anche quella.
Paolo capisce che non tutti concorde- ...e guardate quelli che camminano
ranno riguardo alla proposta di adot- secondo l’esempio che avete in noi.
tare una filosofia tanto pericolosa. Qui l’apostolo esorta i credenti a osser-
Tuttavia egli è certo che Dio rivelerà la vare quanti adottavano la sua stessa
verità a chiunque sia disposto a cono- condotta di vita e a seguirne l’esempio.
scerla. Il motivo per cui il cristianesimo 3:18 Laddove il v. 17 descrive l’esem-
è oggi così accomodante e compiacen- pio da seguire, questo versetto descrive
te è che non vogliamo conoscere la ve- l’esempio da non seguire. Questa ca-
rità; non siamo disposti a ottemperare tegoria di individui non è specificata:
i requisiti del cristianesimo ideale. Dio non ci è dato di sapere se si trattasse
è disposto a mostrare la verità a quanti dei falsi dottori giudaizzanti di cui al
sono disposti a seguirla. v. 2, oppure di sedicenti dottori cristia-
3:16 L’apostolo aggiunge che, nel frat- ni che avevano scambiato la libertà per
tempo, dovremmo vivere in base alla licenza, usando la grazia come pretesto
luce che Dio ci dà. Non ci sarà dato di per peccare.
progredire finché non saremo arrivati a Paolo aveva precedentemente avver-
una conoscenza più piena di quanto ci tito i santi riguardo a questi uomini e
viene richiesto come cristiani. Nell’atte- ora, in questa seppur severa denuncia,
sa che il Signore ci riveli tutte le conno- ripete il suo monito piangendo. Perché
tazioni della croce, dovremo ubbidire, a queste lacrime? Paolo geme per il dan-
prescindere dal livello di comprensione no che quegli individui hanno arrecato
della verità raggiunto. alle chiese di Dio; per le vite che co-
3:17 Ora Paolo esorta i Filippesi a storo hanno rovinato; per la vergogna
essere suoi seguaci (o imitatori). Fu in arrecata al nome di Cristo offuscando
virtù della sua vita esemplare che gli fu il vero significato della croce. Ma le la-
concesso l’onore di scrivere queste te- crime di Paolo ci fanno anche capire
stuali parole. Talvolta sentiamo dire, in che il vero amore piange perfino per i
tono ironico: “Fa’ come ti dico, non co- nemici della croce di Cristo, così come
me faccio”. Ma l’apostolo non disse co- il Signore Gesù pianse sulla sanguina-
sì! Egli poté usare la propria vita come ria Gerusalemme.
modello di totale devozione a Cristo e 3:19 Questi uomini erano destinati
alla sua causa. alla perdizione eterna. Ciò non com-

938
FILIPPESI 3:21

porta l’annientamento, bensì l’eterno un’espressione molto intensa che espri-


castigo di Dio nello stagno di fuoco. me l’ansiosa attesa di qualcosa che si
Il loro Dio era il ventre. Tutte le loro considera imminente. Significa, lette-
attività, perfino il servizio religioso che ralmente, “sporgersi in avanti, impa-
professavano, erano rivolte all’acquisto zienti di [sentire o vedere] qualcosa”.
di cibo (e forse bevande) per la gratifi- 3:21 Quando il Signore Gesù ver-
cazione del loro appetito fisico. rà dal cielo, cambierà questi nostri
...la loro gloria è in ciò che torna a lo- corpi. Non c’è niente di spregevole o
ro vergogna. Essi si vantavano proprio di malvagio nel corpo umano in sé (il
di ciò di cui si sarebbero dovuti vergo- male si trova nell’uso scorretto che se
gnare: la loro povertà di spirito e il loro ne fa), nondimeno esso è il corpo della
comportamento immorale. Costoro nostra umiliazione : un corpo misero,
si occupavano delle cose della terra e soggetto ai segni del tempo, alle ferite,
attribuivano maggiore importanza al all’invecchiamento, alle malattie e alla
cibo, agli abiti, all’onore, agli agi e al morte... Esso ci limita e ci ostacola!
piacere. Le faccende eterne e le cose Il Signore lo trasformerà in un corpo
celesti non impedivano loro di rivoltar- di gloria. Non ci è dato di sapere con
si nel fango di questo mondo. Costoro certezza ciò che questo comporterà.
continuavano imperterriti nelle loro Ma sappiamo che il nostro corpo glo-
gozzoviglie come se avessero dovuto rificato non sarà più soggetto a deterio-
vivere sulla terra per sempre. ramento o a morte, alle limitazioni del
3:20 L’apostolo ora fa il confronto tempo o delle barriere naturali. Sarà
con l’atteggiamento del vero credente, un vero corpo, eppure perfettamente
la cui mente è orientata al cielo. conformato al cielo. Sarà come il corpo
Al tempo in cui fu scritta questa let- di risurrezione del Signore Gesù.
tera, Filippi era una colonia romana Ciò non significa che tutti avremo lo
(vd. At 16:12). I Filippesi erano cittadini stesso aspetto fisico! Gesù era perfetta-
di Roma e godevano della sua prote- mente riconoscibile dopo la risurrezione
zione e dei suoi privilegi, ma erano al- e, senza dubbio, ciascun individuo avrà
tresì cittadini del loro governo locale. la propria identità fisica nell’eternità.
Su questo sfondo, l’apostolo ricorda ai Inoltre, questo passo non insegna
credenti che la loro cittadinanza è nei che avremo gli attributi divini del Si-
cieli. Moffatt traduce: “Ma noi siamo gnore Gesù. Non saremo mai onni-
una colonia del cielo”. scienti, onnipotenti e onnipresenti, ma
Ciò non esclude che i credenti siano saremo moralmente come il Signore
anche cittadini delle nazioni della ter- Gesù, per sempre liberi dal peccato.
ra. In altri passi della Scrittura si inse- Questo passo non basta a soddisfare
gna chiaramente che i credenti devono la nostra curiosità, ma è sufficiente per
sottomettersi ai rispettivi governi poi- confortare e incoraggiare la speranza.
ché questi sono stabiliti da Dio (vd. Ro ...mediante il potere che egli ha di
13:1-7). Sicuramente i credenti dovreb- sottomettere a sé ogni cosa. La trasfor-
bero ubbidire alle autorità in tutte le mazione dei nostri corpi avverrà per
questioni che comportino atteggia- opera dalla stessa potenza divina che,
menti non espressamente proibiti dal più tardi, il Signore userà per sottomet-
Signore. I Filippesi dovevano fedeltà ai tere a sé ogni cosa. Noi sappiamo che
magistrati locali e all’imperatore di Ro- il Signore “può salvare” (vd. Eb 7:25),
ma. I credenti, dunque, hanno delle re- “può venire in aiuto” (vd. Eb 2:18), “può
sponsabilità verso i governi terreni, ma preservare” (vd. Gd 24). Da questo ver-
soprattutto verso il Signore in cielo. setto apprendiamo che egli ha altresì il
Non solo siamo cittadini del cielo, potere di sottomettere. “Questo è… il
ma aspettiamo anche il Salvatore dal nostro Dio in eterno; egli sarà la nostra
cielo. Aspettiamo è la traduzione di guida fino alla morte” (Sl 48:14).

939
FILIPPESI 4:1

VIII. APPELLO ALL’ARMONIA, per il vangelo. Presumiamo che queste


ALL’ASSISTENZA RECIPROCA, donne siano proprio le suddette Evodia
ALLA GIOIA, ALLA PAZIENZA, e Sintìche: è probabile che l’apostolo
ALLA PREGHIERA E ALLA Paolo stia offrendo ciò che l’esperienza
DISCIPLINA DEI PENSIERI (4:1-9) dimostra essere un saggio consiglio.
Spesso il diverbio tra due persone può
4:1 Sulla base della meravigliosa spe- risolversi più facilmente mediante il
ranza prospettata nel versetto pre- coinvolgimento di una terza persona
cedente, Paolo esorta i credenti a imparziale, dotata di buonsenso, ma-
rimanere saldi nel Signore. Questo turità e spiritualità. Quest’ultima non
versetto è pieno di appellativi affettuo- deve agire arbitrariamente e prendere
si all’indirizzo dei credenti di Filippi. una decisione in merito al caso ma,
Anzitutto Paolo li chiama fratelli, anzi, appellandosi alla Parola di Dio, deve
fratelli… cari, e manifesta il desiderio riuscire a indicare ai contendenti la so-
e l’impazienza di rivederli e di stare luzione scritturale del loro problema.
in loro compagnia. Definendoli sua Occorre usare cautela nell’interpre-
allegrezza e corona, senza dubbio in- tare l’espressione hanno lottato per
tende affermare che essi sono la sua il vangelo insieme a me. Non bisogna
allegrezza nel presente e che saranno lavorare di immaginazione conclu-
la sua corona davanti al tribunale di dendone che costoro predicassero il
Cristo. L’apostolo, infine, conclude il vangelo con l’apostolo Paolo. Le donne
versetto chiamandoli diletti . Senza possono lottare per il vangelo in molti
dubbio l’amore sincero per la gente che modi: ospitando i servi di Cristo, re-
animava l’apostolo Paolo rientrava fra i candosi in visita di casa in casa, am-
segreti dell’efficacia della sua opera per maestrando le donne più giovani ed
il Signore. educando i bambini.
4:2 Evodia e Sintìche erano due Paolo menziona un altro collabora-
donne della chiesa di Filippi che non tore di nome Clemente, di cui non si
riuscivano ad andare d’accordo. Paolo conosce nulla con certezza. Poi ricorda
non spiega il motivo dei loro dissapori gli altri suoi collaboratori i cui nomi
(e probabilmente è meglio così!). sono scritti nel libro della vita. Questo
L’apostolo usa il verbo esorto due è un modo delizioso per definire le be-
volte per mostrare che l’esortazione è nedizioni, eterne e ineffabili, riservate
rivolta tanto all’una quanto all’altra. a quanti hanno fede in Cristo e lo ser-
Paolo invita le due a essere concordi vono.
nel Signore. È impossibile essere uniti 4:4 Rivolgendosi poi all’intera chie-
in tutte le faccende della vita quoti- sa, Paolo rinnova la sua esortazione
diana ma, per quanto riguarda le cose preferita. Il segreto di questa esortazio-
del Signore, le nostre insignificanti ne si trova nella locuzione nel Signore.
divergenze personali devono passare Perfino nelle circostanze più tristi del-
in secondo piano, affinché il Signore la vita il credente può sempre riuscire a
possa essere magnificato e la sua opera rallegrarsi nel Signore.
progredire. Jowett ci parla della sua esperienza
4:3 Si è a lungo disquisito circa personale dell’allegrezza cristiana:
l’identità del fedele collaboratore (o L’allegrezza cristiana è uno stato
compagno di giogo) (20) cui Paolo fa d’animo indipendente dalle circo-
riferimento in questo versetto. Si è stanze immediate. Se essa dipen-
ipotizzato sia Timoteo sia Luca; non- desse da ciò che ci circonda, allora
dimeno, è probabile che qui si tratti di sarebbe davvero incerta, come una
Epafròdito. Paolo prega il suo fedele candela senza protezione che brucia
collaboratore di venire in aiuto a que- in una notte ventosa. Un momento la
ste donne, che hanno lottato con lui candela brucia con fiamma limpida e

940
FILIPPESI 4:7

stabile, il momento dopo la fiammel- 4:6 È veramente possibile, per il cre-


la si sposta sull’orlo dello stoppino e dente, non angustiarsi di nulla? È pos-
fa pochissima luce. Ma la gioia cri- sibile a condizione che ricorriamo alla
stiana non dipende dalle situazioni preghiera della fede. Il resto di questo
transitorie di questa vita e, quindi, versetto ci spiega come liberarci da
non è vittima del tempo che passa. un’agitazione peccaminosa. Ogni cosa
Un momento tutto sembra procede- dovrebbe essere presentata al Signo-
re per il meglio, come in una radiosa re con preghiere ; ogni cosa significa
giornata primaverile; un po’ più tar- proprio ogni cosa, tutto. Nulla è troppo
di tutto si rabbuia come in un’uggio- grande o troppo piccolo per la sua cura
sa giornata autunnale. Un giorno mi
amorevole!
trovo a un matrimonio, il giorno dopo
La preghiera è sia un atto, sia un’at-
davanti a una tomba aperta. Un gior-
no, nel mio ministero, conduco dieci
mosfera. Noi andiamo al Signore in
nuovi convertiti al Signore e poi, per momenti specifici presentandogli ri-
un lungo periodo di tempo, non glie- chieste specifiche. Tuttavia esiste altre-
ne presento neppure uno. Sì, i giorni sì la possibilità di vivere in un’atmosfera
sono variabili come il tempo, eppure di preghiera. È possibile che la nostra
la gioia cristiana può essere duratu- vita sia caratterizzata da uno stato
ra. Qual è il segreto della sua glorio- d’animo di preghiera. Forse, in questo
sa continuità? Ve lo rivelo: “Ecco, io versetto, il termine preghiere indica il
sono con voi tutti i giorni” [Mt 28:20]. nostro atteggiamento in generale, lad-
In tutti i giorni che cambiano “Gesù dove il termine suppliche designereb-
Cristo è lo stesso ieri, oggi e in eter- be le specifiche richieste presentate al
no” (Eb 13:8). Non è il compagno del Signore.
buon tempo che mi abbandona nella Dobbiamo poi notare che le nostre
stagione buia e fredda. Non arriva richieste dovrebbero essere fatte cono-
nei giorni di festa per poi non farsi scere… a Dio… accompagnate da rin-
trovare nei giorni della povertà e del- graziamenti. In breve, come qualcuno
la sconfitta. Non si fa vedere con me ha efficacemente sintetizzato, dovrem-
soltanto quando indosso una ghir- mo essere “in ansia per niente, in pre-
landa per poi nascondersi quando ghiera per tutto e grati per ogni cosa”.
indosso una corona di spine. È con
4:7 Se tale è la nostra condotta di
me “tutti i giorni”, nei giorni prosperi
vita, la pace di Dio, che supera ogni
e nei giorni dell’avversità, nei giorni
in cui le campane suonano a morto
intelligenza, custodirà i nostri cuori e i
e nei giorni in cui suonano a festa. nostri pensieri in Cristo Gesù. La pace
“Tutti i giorni”: il giorno della vita, il di Dio è un senso di santa tranquillità
giorno della morte, il giorno del giu- e ottimismo, che fluisce dall’anima del
dizio.(21) credente quando si appoggia comple-
tamente a Dio.
4:5 Ora Paolo esorta i credenti a ren-
dere la loro mansuetudine… nota a Dimorando in Yahweh,
tutti gli uomini. Il termine “mansuetu- I cuori riposano beati;
E trovano, come promesso,
dine” è altresì tradotto con “affabilità”,
Pace perfetta e quiete.
“bontà e dolcezza”. La difficoltà non sta
tanto nel capire il significato del precet- − Frances Ridley Havergal
to, quanto nell’osservarlo nei confronti
di tutti gli uomini. Questa pace… supera ogni intelli-
Il Signore è vicino può significare genza. Le persone carnali non la pos-
che il Signore è presente ora o che la ve- sono minimamente comprendere e
nuta del Signore è prossima. Entrambe perfino i credenti che la possiedono
le ipotesi sono vere, quantunque pro- ravvisano intorno ad essa un meravi-
pendiamo per la seconda. glioso alone di mistero. I credenti, in-

941
FILIPPESI 4:8

fatti, sono i primi a sorprendersi della custodirà i loro cuori e i loro pensieri in
quiete che riescono a sperimentare Cristo Gesù. Ma non tralascia di ram-
perfino di fronte alla tragedia o in cir- mentare loro che anche essi hanno una
costanze avverse. responsabilità ben precisa in tutto ciò.
Questa pace presidia il cuore e i Dio, infatti, non custodisce la vita di
pensieri. Quale tonico indispensabile, pensiero di un individuo che non vuole
dunque, in questo tempo di nevrosi, mantenerla pura.
esaurimenti nervosi, psicofarmaci e 4:9 Anche qui l’apostolo Paolo si pro-
logorio mentale! pone come modello di santità ed esorta
4:8 Ora l’apostolo dà un consiglio i credenti a mettere in pratica le cose…
conclusivo a proposito della disciplina imparate da lui e viste nella sua vita.
dei pensieri. La Bibbia insegna ovun- Questo è il proseguimento ideale di
que che è possibile dominare i propri quanto espresso nel v. 8: una vita giu-
pensieri. È sbagliato adottare un atteg- sta è il risultato di pensieri giusti. La
giamento disfattista con la scusante purezza della vita comporta la purezza
“non possiamo farci niente se la nostra dei pensieri. D’altra parte, se la mente
vita è piena di pensieri molesti”. Il fatto è una fonte di corruzione, anche il tor-
è che possiamo fare qualcosa. Il segreto rente che ne sgorga sarà inquinato. E
consiste nel pensare in modo positivo. dovremmo sempre ricordare che chi
Si tratta di un principio ben noto: la medita su un pensiero per un tempo
potenza espulsiva di un nuovo affet- sufficientemente lungo, alla fine lo
to. L’uomo non può concepire pensieri metterà in pratica.
malvagi e pensieri sul Signore Gesù Quanti seguono fedelmente l’esem-
allo stesso tempo. Allorché si affaccia pio dell’apostolo ricevono la promessa
alla sua mente un pensiero malvagio, che il Dio della pace sarà con loro. Nei
dovrà liberarsene immediatamente vv. 6-7 leggiamo che la pace di Dio è la
meditando sulla Persona e l’opera di condizione in cui si trovano coloro che
Cristo. I più illuminati psicologi e psi- pregano; qui leggiamo che il Dio della
chiatri contemporanei concordano con pace è il compagno dei santi. Dio si fa-
l’apostolo Paolo, rilevando i pericoli del rà dappresso, come una persona cara
pensiero negativo. e amica, a tutti coloro che vivono per
Non occorre sforzarsi di leggere tra mettere in pratica la verità.
le righe per trovare il Signore Gesù
nel v. 8: tutte le cose vere, onorevoli, IX. RINGRAZIAMENTO PER LE
giuste, pure, amabili, di buona fama, OFFERTE DEI CREDENTI (4:10-20)
virtuose e degne di lode si trovano in
lui. Consideriamo queste virtù ad una 4:10 Nei vv. 10-19 Paolo parla del rap-
ad una: porto tra lui e la chiesa di Filippi in
- vere: non false o inaffidabili, ma sin- relazione al sostegno finanziario. Nes-
cere e reali; suno può immaginare quanto siano
- onorevoli: oneste, nobili o rispettabili; incoraggianti e significativi questi ver-
- giuste: rette, sia verso Dio sia verso setti per i santi di Dio chiamati ad af-
l’uomo; frontare periodi di pressione e rovesci
- pure: con riferimento a una vita di finanziari!
elevata condotta morale; Paolo si rallegra perché finalmente,
- amabili: lodevoli o ammirevoli; dopo un certo periodo di tempo, i Filip-
- di buona fama: onorate; pesi gli hanno inviato un aiuto pratico
- in cui è qualche virtù: ossia eccel- per l’opera del Signore. Non li critica
lenza morale; per non aver ricevuto alcun aiuto da
- in cui è qualche lode: degno di esse- loro per un po’ di tempo, anzi, li elogia
re lodato o encomiato. perché sa che essi volevano mandargli
Nel v. 7 Paolo assicura i santi che Dio dei doni, ma che mancava loro l’oppor-

942
FILIPPESI 4:17

tunità per farlo. Moffatt traduce: “Non Paolo sapeva che Dio non gli avreb-
vi è mai mancata la sollecitudine, bensì be mai chiesto di svolgere un compito
la possibilità di dimostrarla”. senza fornirgli la grazia necessaria.
4:11 Affrontando l’argomento eco- Probabilmente, con la locuzione ogni
nomico, è piacevole scorgere la deli- cosa , l’apostolo non allude tanto a
catezza e la cortesia di Paolo, il quale grandi e audaci imprese, quanto alle
non desidera dare la falsa impressione grandi privazioni e alla povertà.
di lamentarsi per la scarsità delle loro 4:14 Nonostante ciò, desidera che i
offerte, ma intende far loro sapere che Filippesi sappiano che hanno fatto be-
è in grado di non farsi coinvolgere dalle ne a prender parte alla sua afflizione.
circostanze della vita quotidiana. Ha Con ciò egli allude probabilmente al
imparato ad accontentarsi nonostante denaro inviatogli per supplire ai suoi
le condizioni finanziarie in cui si trova. bisogni durante la sua prigionia.
Sapersi accontentare vale molto più 4:15 In passato i Filippesi avevano
della ricchezza giacché “pur non pro- primeggiato nella grazia del dare. Du-
ducendo ricchezza, raggiunge in ogni rante i primi tempi del suo ministero,
caso lo stesso obiettivo scacciandone il dopo che Paolo ebbe lasciato la Mace-
desiderio”. donia, nessuna chiesa gli fece parte di
4:12 Paolo sapeva vivere nella po- nulla, sotto l’aspetto economico, eccet-
vertà , ossia in assenza del minimo to i Filippesi.
indispensabile, e sapeva anche vive- È straordinario che questi particola-
re nell’abbondanza, ossia con più di ri, apparentemente insignificanti, siano
quanto gli occorresse per le sue im- raccolti e fissati per sempre nella pre-
mediate necessità. In tutto e per tutto ziosa Parola di Dio. Questo ci insegna
aveva imparato a essere saziato e ad che ciò che è dato ai servi del Signore è
avere fame; a essere nell’abbondanza dato al Signore. Egli tiene conto di ogni
e nell’indigenza. Come aveva impara- singolo centesimo. Registra tutto quel-
to l’apostolo una tale lezione? Sempli- lo che è fatto come se fosse fatto a lui e
cemente mediante la convinzione di ricompensa in “buona misura, pigiata,
compiere la volontà di Dio e, quindi, scossa, traboccante” (Lu 6:38).
con totale fiducia in lui. Sapeva che, 4:16 Anche quando era a Tessaloni-
dovunque fosse o in qualsiasi circo- ca, essi avevano mandato, una prima
stanza si trovasse, vi si trovava per e poi una seconda volta, ciò che gli
decisione divina. Se aveva fame era occorreva per le sue necessità. È evi-
perché Dio lo aveva permesso. Se era dente che i Filippesi vivevano in tale
stato saziato era perché il suo Signore comunione con il Signore da lasciarsi
così aveva deciso. Attivamente e fedel- docilmente ispirare e guidare nei loro
mente impegnato nel servizio del suo doni. Lo Spirito Santo aveva fatto sì che
Re, poteva dire: “Sì, Padre, perché così essi prendessero a cuore le necessità
ti è piaciuto” (vd. Mt 11:26). dell’apostolo. Essi risposero all’invito
4:13 Ora l’apostolo Paolo fa una di- dello Spirito Santo inviando a Paolo
chiarazione che, per molti, costituisce delle offerte una prima e poi una se-
un vero enigma: Io posso ogni cosa in conda volta . Tenendo presente che
colui che mi fortifica. Tale affermazio- Paolo rimase a Tessalonica solo per un
ne è da prendersi alla lettera? L’apostolo breve periodo, questo particolare rende
credeva davvero di poter fare qualsiasi la loro sollecitudine nei suoi confronti
cosa? Quando affermò di poter fare ancora più esemplare.
ogni cosa, Paolo alludeva a ogni cosa 4:17 Da questo versetto traspare il
che rientrasse nella volontà di Dio per profondo altruismo di Paolo, più en-
lui. Aveva imparato che il Signore co- tusiasta per il loro guadagno che per i
manda e, nello stesso tempo, dà anche loro doni. Più grande del desiderio di
la capacità di eseguire i suoi ordini. aiuto finanziario era il suo desiderio

943
FILIPPESI 4:18

che il frutto abbondasse a conto dei a Dio. Paolo aveva usato tale espressio-
credenti. Questo è esattamente ciò ne solamente in un’altra occasione, a
che succede quando si dà del denaro proposito del sacrificio di Cristo (vd. Ef
al Signore. 5:2). L’apostolo loda il dono sacrificale
Tutto quello che abbiamo appartie- dei Filippesi spiegando cosa esso rap-
ne al Signore e, quando glielo diamo, presenti agli occhi di Dio: esso sale a
non facciamo altro che restituirgli ciò lui come un fragrante sacrificio ed è
che è suo. I credenti che si pongono accetto e gradito. Jowett esclama:
il problema di corrispondere la deci-
Quanto è vasta, dunque, la portata
ma dimostrano di non aver recepito il
di una gentilezza apparentemente
messaggio. La decima, o decima par-
circoscritta! Pensavamo di portare
te, era l’offerta minima prescritta agli aiuto a un povero mentre, in realtà,
Israeliti sotto la legge (Le 27:30-32; De stavamo conversando con il Re. Im-
14:22-23). In quest’epoca di grazia il maginavamo che la fragranza sareb-
credente non dovrebbe domandarsi: be stata circoscritta in un ambito in-
“Quanto dovrei dare al Signore?”, ma significante ed ecco che un profumo
piuttosto: “Quanto posso osare tenere soave si sparge per tutto l’universo.
per me stesso?”. Il credente dovrebbe Pensavamo di avere a che fare sol-
sentire il desiderio di vivere in modo tanto con Paolo e scopriamo che sta-
frugale e parsimonioso per offrire una vamo servendo il Salvatore e Signore
quota sempre maggiore delle sue en- di Paolo.(22)
trate all’opera del Signore, in modo che
gli uomini non periscano per non aver 4:19 Ora Paolo aggiunge il versetto
udito il vangelo di Cristo. probabilmente più conosciuto e amato
4:18 Paolo scrive ho ricevuto ogni di questo capitolo. Notiamo che questa
cosa, intendendo con ciò ogni cosa di promessa segue la descrizione del fede-
cui aveva bisogno, e di essere nell’ab- le servizio dei Filippesi. In altre parole,
bondanza. Suona strano, in quest’epo- poiché essi avevano dato parte delle
ca impregnata di spirito commerciale, loro risorse materiali a Dio, al punto da
un servo del Signore che non chieda mettere in pericolo la loro stessa vita, Dio
denaro ma che, al contrario, ammetta avrebbe provveduto a ogni loro bisogno.
di averne a sufficienza. Hudson Taylor Com’è facile estrapolare questo versetto
una volta disse: “L’opera di Dio, quan- dal suo contesto e usarlo come un soffi-
do è compiuta secondo il metodo di ce cuscino per i credenti che sperpera-
Dio, non mancherà mai delle risorse di no il proprio denaro per se stessi senza
Dio”. Il problema, oggigiorno, è che non pensare all’opera del Signore! “Va tutto
sappiamo distinguere tra l’opera per bene: Dio supplirà a ogni tuo bisogno”.
Dio e l’opera di Dio. Potrebbe capitare È certamente vero, in senso generale,
di impegnarsi in un cosiddetto servizio che Dio provvederà ai bisogni del suo
cristiano che nulla ha a che vedere con popolo; questa, tuttavia, è una promessa
la volontà di Dio. Dove c’è abbondanza specifica per quanti donano fedelmente
di denaro c’è sempre il pericolo di im- e devotamente: è a questi ultimi che non
barcarsi in avventure che potrebbero mancherà mai nulla.
non riscuotere l’approvazione divina. Si è spesso osservato che Dio provve-
Citiamo ancora Hudson Taylor: “Ciò de ai bisogni del suo popolo non attin-
che dobbiamo temere soprattutto non gendo alle sue ricchezze, ma secondo la
è la mancanza di fondi, ma il possesso sua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù.
di fondi non consacrati”. Se un milionario desse dieci centesimi
Il dono d’amore che Epafròdito con- a un bambino, attingerebbe alle sue ric-
segnò a Paolo da parte dei Filippesi è chezze, ma se offrisse centomila euro
qui descritto come un profumo di odo- per qualche nobile causa, darebbe se-
re soave, un sacrificio accetto e gradito condo la sua ricchezza. La provvidenza

944
FILIPPESI 4:23

di Dio interviene secondo la sua glo- sciolta. Chi erano i membri del palazzo
riosa ricchezza, in Cristo Gesù e nien- di Nerone cui allude Paolo? Si trattava
te potrebbe superarla in abbondanza! forse di alcuni dei soldati assegnati alla
Williams definisce il v. 19 un titolo di sorveglianza dell’apostolo e salvati gra-
credito emesso dalla banca della fede: zie al suo ministero? Erano schiavi o uo-
mini liberi che lavoravano nel palazzo?
- Il mio Dio: Forse tale espressione indica altresì gli
il nome del banchiere;
ufficiali del governo romano? Non pos-
- provvederà: siamo saperlo con certezza, ma qui ab-
l’impegno di pagare; biamo una bellissima illustrazione della
- a ogni vostro bisogno: verità che i credenti, come le lucertole,
il valore del titolo; si fanno strada nei palazzi del re (vd. Pr
- secondo la sua gloriosa 30:28)! Il vangelo non conosce frontie-
ricchezza: il capitale della banca; re: può attraversare mura sprangate e
- in Cristo Gesù: la firma in calce, radicarsi proprio tra quanti cercano di
senza la quale il titolo è privo di annientarlo. In verità, le porte dell’Ades
valore.(23) non potranno prevalere contro la chiesa
di Gesù Cristo (vd. Mt 16:18)!
4:20 Al pensiero dell’abbondante 4:23 Ora Paolo conclude la sua mis-
provvidenza di Dio, l’apostolo prorom- siva con il suo caratteristico saluto. La
pe nella lode. La lode è il linguaggio grazia che risplende fin dalla prima
che si addice a ogni figlio di Dio che pagina di questa lettera si trova ora a
sperimenti quotidianamente la cura firmarne la conclusione. “Dall’abbon-
della grazia divina: quest’ultima non danza del cuore la bocca parla” (Mt
procura solamente le cose materiali 12:34). Il cuore di Paolo traboccava del
ma, altresì, la guida, l’aiuto contro la più importante argomento mai discus-
tentazione e rinnovato vigore a una vi- so in tutte le epoche: la grazia di Dio
ta di consacrazione indebolita. per mezzo di Cristo. Non sorprende
affatto che questa preziosa verità per-
X. SALUTI FINALI vadesse ogni ambito della sua vita.
(4:21-23) Paul Rees conclude per noi:

4:21 Pensando ai credenti riuniti per Il più grande tra gli esseri umani ha
assistere alla pubblica lettura della scritto la sua lettera più affettuosa.
lettera che sta scrivendo loro, Paolo Il suo impegno d’amore è concluso.
saluta ognuno dei santi in Cristo Ge- Il giorno è terminato. Le catene sono
sù e manda saluti da parte dei fratelli ancora ai suoi polsi. Il soldato è an-
che sono con lui. cora di guardia. Ma che importa! Lo
4:22 In virtù del riferimento alla casa spirito di Paolo è libero! La sua mente
di Cesare, non possiamo che apprez- è sgombra! Il suo cuore arde!
zare questo versetto. Qui la nostra im- La mattina seguente Epafròdito par-
maginazione desidera andare a briglia te per Filippi! (24)

945
FILIPPESI

NOTE

1 (Introduzione) H.A.A. Kennedy, “Philippians,” The Expositor’s Greek Testament,


III:407.
2 (1:1) J.H. Jowett, The High Calling, p. 2.
3 (1:7) W.E. Wine, The Epistles to the Philippians and Colossians, p. 23.
4 (1:10) Il termine tradotto con “limpidi” (eilikrines) significa, nell’originale gr., “puri”
o “a prova di sole”. In questo secondo caso esprime il medesimo concetto dell’ag-
gettivo “sincero” (sine cera, ossia “senza cera”). In quel lontano passato uno sculto-
re onesto avrebbe usato lo scalpello per correggere un’eventuale incrinatura in una
statua di marmo. Uno scultore “non sincero”, al contrario, avrebbe riempito la sot-
tile cavità con della cera. Tuttavia, una volta esposta al sole, la statua con la cavità
riempita di cera avrebbe subito rivelato lo stratagemma dello scultore.
5 (1:11) Lehman Strauss, Devotional Studies in Philippians, p. 63.
6 (1:13) T.W. Drury, The Prison Ministry of St. Paul, p. 22.
7 (1:20) Guy King, Joy Way, p. 33.
8 (1:21) J.H. Jowett, Calling, p. 34.
9 (2:1) F.B. Meyer, Devotional Commentary on Philippians, pp. 77-79.
10 (2:5) Guy King, Joy Way, p. 51.
11 (2:6) E.H. Gifford, The Incarnation, p. 44-45.
12 (2:11) Charles R. Erdman, non disponibile ulteriore documentazione.
13 (2:17) George Williams, The Student’s Commentary on the Holy Scriptures, p. 931.
14 (3:7) Guy King, Joy Way, p. 81.
15 (3:10) J.H. Jowett, Calling, p. 217.
16 (3:10) Ibid., pp. 81-82.
17 (3:10) Hudson Taylor, citato da Howard Taylor in Behind the Ranges, p. 170.
18 (3:10) C.A. Coates, The Paths of Life and Other Addresses, p. 127.
19 (3:17) Lehman Strauss, Philippians, p. 202.
20 (4:3) “Compagno di giogo” (gr. su[n]zugos) potrebbe essere un nome proprio. Nono-
stante non esistano ulteriori riscontri, si ritiene che tale appellativo potesse addirsi a
uno schiavo.
21 (4:4) J.H. Jowett, Day by Day, pp. 169-171.
22 (4:18) Ibid., p. 225.
23 (4:19) George Williams, Student’s Commentary, p. 934.
24 (4:23) Paul Rees, The Adequate Man, p. 127.

BIBLIOGRAFIA

Erdman, C R. The Epistle of Paul to the Philippians. Philadelphia: Westminster Press, 1928.
Gifford, E.H. The Incarnation: A Study of Philippians. London: Hodder & Stoughton, 1897.
Jowett, J.H. The High Calling. London: Andrew Melrose, 1909.
Kelly, William. Lectures on Philippians and Colossians, London: G. Morrish, s.d.
Kennedy, H.A.A. “Philippians”, The Expositor’s Greek Testament, Vol. III. Grand Rapids:
Wm. B. Eerdmans Publishing Co., 1961.
King, Guy H. Joy Way, London: Marshall, Morgan & Scott, Ltd., 1954.
Meyer, F.B. Devotional Commentary on Philippians. Grand Rapids: Kregel Publications,
1979.
Rees, Paul. The Adequate Man. Westwood, N. J.: Fleming H. Revell Co., 1959.
Strauss, Lehman. Devotional Studies in Philippians. Neptune, N. J.: Loizeaux Bros. Publishers,
1959.
Vine, W.E. The Epistles to the Philippians and Colossians. London: Oliphants, 1955.

946
Lettera ai

Colossesi
“Addentrarsi in Colossesi, riconsiderarne il pensiero, ispirato quanto
il linguaggio usato, lasciare che la luce e la potenza di questo pensiero
riempiano l’anima e plasmino la vita: questo è arricchimento per il
tempo e per l’eternità”.
– R.C.H. Lenski

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone personali, alle sette religiose e alla vita
Le lettere di Paolo erano principal- cristiana.
mente indirizzate alle chiese di grandi
o importanti città quali, per esempio, II. Autore
Roma, Corinto, Efeso e Filippi. La città A tutto il XIX sec. non si registrano
di Colosse, dal canto suo, aveva cono- attestazioni contrarie alla paternità
sciuto giorni migliori. Agli albori della paolina di Colossesi, grazie al peso del-
chiesa, perfino la sua assemblea loca- le prove a favore. La prova estrinseca è
le era pressoché sconosciuta. In breve, particolarmente convincente. Questa
se non fosse stato per questa lettera lettera è stata, infatti, citata da perso-
ispirata indirizzata all’assemblea che naggi quali: Ignazio, Giustino martire,
colà si riuniva, la città di Colosse sa- Teofilo di Antiochia, Ireneo, Clemente
rebbe oggi nota soltanto agli studiosi di Alessandria, Tertulliano e Origene, i
di storia antica. quali hanno spesso menzionato Paolo
Benché indirizzata a una località come autore della stessa. La Lettera ai
di scarsa rilevanza, la lettera vergata Colossesi fu altresì accolta sia nel “ca-
dall’apostolo è di grande interesse. Al none” di Marcione sia nel Canone Mu-
pari di Gv 1 ed Eb 1, il primo capitolo ratoriano.
di questa epistola espone meraviglio- La prova intrinseca consiste nella
samente l’assoluta deità del Signore semplice dichiarazione dell’autore, il
Gesù Cristo. Poiché tale dottrina co- quale, in tre ricorrenze, si presenta co-
stituisce il fondamento di tutta la ve- me Paolo (vd. 1:1, 23; 4:18), nonché nel
rità cristiana, non sussiste il rischio di contenuto stesso della lettera, il quale
sopravvalutarla. ben si armonizza con tale affermazio-
La lettera offre anche preziosi inse- ne. L’esposizione della dottrina, segui-
gnamenti riguardo ai rapporti inter- ta dalla sua doverosa applicazione, è
COLOSSESI

tipica dell’apostolo. Forse la prova più menzionarlo. A tale riguardo, è stata


convincente dell’autenticità della let- formulata l’ipotesi, quantunque as-
tera è il forte nesso con la Lettera a Fi- sai meno probabile, di una prigionia
lemone, unanimemente accolta come a Efeso. Il periodo privilegiato per la
scritto paolino. Cinque degli uomini lettera ai Colossesi e per quella a File-
menzionati in quella breve lettera ap- mone si colloca nel mezzo del primo
paiono anche in Colossesi. Perfino un imprigionamento di Paolo a Roma, in-
critico come E. Renan fu assai colpito torno al 60 d.C. (vd. At 28:30-31).
dal raffronto con Filemone, proprio lui, Fortunatamente, come in genere ac-
che nutriva dei dubbi circa la paternità cade, la comprensione di questo libro
paolina della lettera ai Colossesi! non richiede un’approfondita conoscen-
Le argomentazioni contro l’attribu- za delle circostanze in cui fu scritto.
zione dello scritto all’apostolo Paolo si
incentrano sul lessico, sulla dottrina IV. Contesto e tema
di Cristo e sugli evidenti richiami allo Colosse era una città della provincia del-
gnosticismo. A proposito del primo la Frigia (la Frigia faceva parte dell’Asia
punto, in Colossesi un nuovo lessico proconsolare) nella regione oggi nota
rimpiazza alcuni dei termini preferiti come Asia Minore. Si trovava a 16 km
da Paolo. George Salmon, uno studioso circa a est di Laodicea e a poco più di
conservatore britannico del XIX sec., 20 km a sud-est di Ierapoli (vd. 4:13).
controbatte argutamente: “Non posso Distante circa 160 km da Efeso, sor-
accettare la dottrina secondo la quale geva all’imbocco di una gola ai piedi
un uomo, quando scrive una nuova del monte Cadmo, un’angusta vallata
composizione, debba astenersi dall’uti- lunga una ventina di km, sulla strada
lizzare parole mai utilizzate in prece- militare che congiungeva l’Eufrate
denza, pena la perdita dell’identità”. (1) all’occidente. Colosse era stata edifi-
Per quanto riguarda la cristologia di cata presso le sponde del fiume Lico
Colossesi, essa combacia perfettamen- (“lupo”), il quale, attraversando Lao-
te con quella di Filippesi e Giovanni; dicea, confluisce a ponente nel fiume
solo chi desidera trasformare la deità Meandro. Colà le acque delle terme di
di Cristo in un’evoluzione del pagane- Ierapoli affluiscono nelle fredde acque
simo del II sec. dovrebbe avere proble- provenienti da Colosse, contribuendo
mi con questa dottrina. alla mitezza del clima di Laodicea. Ie-
Per quanto concerne lo gnosticismo, rapoli era sia una località termale sia
lo studioso scozzese liberale Moffatt rite- un centro religioso, mentre Laodicea
neva che lo stadio iniziale di tale corren- era la metropoli della vallata. Colosse
te di pensiero cui si accenna in Colossesi era stata una città di ben più vaste di-
poteva esistere già nel I sec. d.C.(2) mensioni, prima dell’epoca neotesta-
In conclusione, possiamo affermare mentaria. Si suppone che il suo nome
che la paternità paolina di Colossesi derivi dal termine “colosso”, a causa
poggia su solide basi. dello straordinario aspetto delle for-
mazioni calcaree che ne caratterizza-
III. Data vano il paesaggio.
Poiché fa parte delle “lettere della Non sappiamo con esattezza quan-
prigionia”, Colossesi risale verosimil- do il vangelo giunse a Colosse per la
mente ai due anni d’incarcerazione di prima volta. Quando Paolo scrisse que-
Paolo a Cesarea (vd. At 23:23; 24:27). sta lettera, non aveva mai incontrato i
Tuttavia, poiché in quell’occasione credenti della città (2:1). Paolo aveva
Paolo era stato ospite dell’evangelista effettivamente attraversato la Frigia
Filippo, appare alquanto improbabile (At 16:6; 18:23), ma non era mai stato a
che l’apostolo, un credente cordiale Colosse. Generalmente si ritiene che fu
e ben educato, abbia tralasciato di Epafra il primo a recarvi la buona noti-

948
COLOSSESI

zia della salvezza (1:7). Molti ritengono Altri ancora, ritenendo che il corpo
che questi si convertì grazie a Paolo fosse intrinsecamente peccaminoso,
durante la permanenza di tre anni praticavano l’ascetismo, una pratica di
dell’apostolo a Efeso. abnegazione e rinuncia, o perfino di
Dalla lettera apprendiamo che una mortificazione della carne, nel disperato
falsa dottrina (successivamente nota, tentativo di raggiungere uno stato spi-
nella sua espressione definitiva, co- rituale più elevato. Altri ritenevano di
me gnosticismo ) stava cominciando poter raggiungere il medesimo risultato
a minacciare la chiesa di Colosse. Gli mediante una pratica diametralmente
gnostici erano orgogliosi della propria opposta, ossia vivendo nel pieno appa-
conoscenza (gr. gnosis) e si vantavano gamento della carne e sostenendo che
di possedere una sapienza superiore il corpo non fosse importante o che, ad
a quella degli apostoli, insinuando il ogni modo, non potesse influenzare la
dubbio che l’individuo non potesse vita spirituale dell’individuo!
essere davvero felice a meno che non Sembra che a Colosse vi fossero
fosse iniziato ai più profondi segreti tracce di altre due eresie: l’antinomi-
del loro culto. smo e il giudaismo. L’antinomismo in-
Alcuni gnostici negavano la vera segnava che, sotto la grazia, la pratica
umanità di Cristo e insegnavano che dell’autocontrollo non era necessaria:
“il Cristo” era un influsso divino prove- l’individuo aveva, bensì, facoltà di dare
niente da Dio e posatosi sull’uomo Gesù libero sfogo ai desideri e alle passioni
nel momento in cui egli fu battezzato. della carne. Il giudaismo veterotesta-
Inoltre, essi spiegavano che “il Cristo” si mentario era degenerato in un sistema
sarebbe dipartito da Gesù poco prima di regole cerimoniali mediante le quali
della crocifissione. Stando alle loro teo- l’uomo contava di dimostrare la pro-
rie, ne conseguirebbe che fu solamente pria giustizia agli occhi di Dio.
Gesù a morire, non il Cristo. Le dottrine erronee infiltratesi a
Alcune correnti gnostiche soste- Colosse persistono ai giorni nostri.
nevano che tra Dio e la materia esi- Lo gnosticismo è riapparso nella
stessero vari livelli, o gradi, di esseri chiesa “Scienza Cristiana” (Christian
spirituali. Formulando tale ipotesi, essi Science), nella teosofia, nel mormoni-
tentavano di chiarire l’origine del male. smo, nel movimento dei testimoni di
A.T. Robertson spiega: Geova, nelle chiese cristiane unita-
riane e in altri culti. Ritroviamo l’an-
I pensatori gnostici indagavano, in tinomismo in quanti sostengono che,
primo luogo, l’origine dell’universo poiché è sotto la grazia , l’uomo può
e l’esistenza del male. Partendo dal comportarsi come meglio gli aggra-
presupposto che Dio è buono, essi da. Il giudaismo delle origini era una
constatavano, tuttavia, l’esistenza del rivelazione di Dio, i cui aspetti e ceri-
male. Secondo le loro teorie, il male è monie formali avevano il compito di
insito nella materia. Tuttavia, poiché
corroborare l’insegnamento di verità
il buon Dio non può creare la materia
spirituali (come dimostrano la Lette-
malvagia, essi ipotizzarono l’esisten-
za di una serie di emanazioni, eoni,
ra agli Ebrei e altri brani del N.T.). Col
spiriti, angeli che si frapponevano tempo esso si evolse in formalismo, la
tra Dio e la materia. Il concetto era cui pratica era considerata meritoria,
questo: da Dio provenne un eone, da ma di cui si era perso, o si ignorava,
questo eone un altro eone e così via, l’originario significato spirituale.
finché non ve ne fu uno abbastanza Analogamente, sono molti anche ai
lontano da Dio, onde non contami- giorni nostri i sistemi religiosi che in-
narlo con la creazione della materia segnano che è possibile guadagnarsi
malvagia e, tuttavia, abbastanza vi- meriti e favori presso Dio mediante le
cino da avere il potere di operare.(3) proprie opere, ignorando o negando

949
COLOSSESI

la condizione di peccato dell’uomo e di Cristo, loro Capo, glorificato in cielo.


la necessità di salvezza, quella salvez- Nella Lettera agli Efesini si rileva che
za che proviene soltanto da Dio. il credente è in Cristo ; Colossesi parla
Nella Lettera ai Colossesi l’aposto- di Cristo nel credente, la speranza della
lo Paolo controbatte magistralmente gloria. In Efesini la chiesa è il “Corpo”
tutte le false dottrine, mettendo in luce di Cristo, “il compimento di colui che
le glorie della Persona e dell’opera del porta a compimento ogni cosa in tutti”
Signore Gesù Cristo. (Ef 1:23); in questo modo si evidenzia
La Lettera ai Colossesi mostra una l’unità del Corpo di Cristo. In Colossesi
sorprendente analogia con la Lettera il primato di Cristo è messo ampiamen-
agli Efesini; si tratta, nondimeno, di te in risalto nel cap. 1, così come la ne-
un’affinità priva di reiterazioni: laddo- cessità di “attenersi al Capo” (Cl 2:18-19)
ve la lettera agli Efesini ha la visione dei e sottometterglisi. Dei centocinquan-
credenti regnanti (“assisi”) con Cristo tacinque versetti di Efesini, cinquan-
nei luoghi celesti, quella ai Colossesi of- taquattro vantano analogie con alcuni
fre l’immagine dei credenti sulla terra e passi presenti in Colossesi.

Sommario

I. LA DOTTRINA DEL PRIMATO DI CRISTO (capp. 1–2)


A. Saluti (1:1-2)
B. Rendimento di grazie e preghiera per i credenti (1:3-14)
C. Le glorie di Cristo, il Capo della chiesa (1:15-23)
D. Il ministero affidato a Paolo (1:24-29)
E. Cristo è sufficiente contro i pericoli della filosofia, del legalismo, del misticismo
e dell’ascetismo (2:1-23)

II. IL DOVERE DEL CREDENTE VERSO IL PRIMATO DI CRISTO (capp. 3–4)


A. La nuova vita del credente: l’uomo vecchio e l’uomo nuovo (3:1-17)
B. Retta condotta di ciascun membro della famiglia cristiana (3:18–4:1)
C. Vita di preghiera del credente e testimonianza mediante la condotta (4:2-6)
D. Brevi cenni su alcuni compagni di Paolo (4:7-14)
E. Saluti e istruzioni (4:15-18)

950
COLOSSESI 1:2

Commentario

I. LA DOTTRINA DEL PRIMATO DI no membri di una comune fratellanza.


CRISTO (capp. 1–2) Non troviamo il minimo accenno a una
gerarchia di dignitari ecclesiastici, né a
A. Saluti titoli onorifici o a paramenti distintivi.
(1:1-2) 1:2 La lettera è indirizzata ai santi
1:1 All’epoca della redazione del N.T. lo e fedeli fratelli in Cristo che sono in
stile epistolare prevedeva che il nome Colosse. Ecco due dei meravigliosi ap-
del mittente fosse specificato a inizio pellativi attribuiti a tutti i credenti nel
lettera. Paolo si presenta dunque come N.T. Con l’aggettivo santi si designano
apostolo di Cristo Gesù per volontà di gli individui che sono stati separati dal
Dio. Un apostolo era un inviato spe- mondo per Dio e sono, conseguente-
ciale del Signore Gesù, un messaggero. mente, tenuti a vivere una vita santa.
Per confermare il messaggio che pre- Con l’espressione fedeli fratelli si allu-
dicavano, agli apostoli era conferito de al fatto che, grazie alla fede comune
il dono di operare miracoli (vd. 2 Co nel Signore Gesù, i santi sono figli di
12:12). Leggiamo inoltre che, in alcuni un solo Padre: essi sono fratelli e so-
casi, i credenti sui quali gli apostoli im- relle nella fede. In altri brani del N.T. i
ponevano le mani ricevevano lo Spirito cristiani sono chiamati anche discepoli
Santo (vd. At 8:15-20; 19:6). e credenti.
Oggigiorno non esistono più apostoli L’espressione in Cristo evidenzia la
nel senso stretto del termine; è pertan- posizione spirituale dei santi. Allorché
to un’assurda millanteria autodefinirsi essi furono salvati, Dio fece dimorare i
successori dei primi dodici. Molti si santi in Cristo (vd. Ef 1:6). Da quel mo-
richiamano a Ef 2:20 per sostenere che mento in poi, essi ebbero la sua vita e
l’opera di chi possedeva il dono spe- la sua natura: Dio non li considerò più
cifico dell’apostolato e della profezia come figli di Adamo o come uomini ir-
consisteva principalmente nell’edi- redenti, bensì cominciò a guardarli con
ficazione della chiesa, a differenza la stessa benevolenza con cui guarda
dell’opera degli evangelisti, dei pastori al suo amato Figlio. La locuzione in
e dei dottori (vd. Ef 4:11), che continua Cristo evoca un’intimità, un’accetta-
ancora oggi. zione e una sicurezza che trascendono
Paolo attribuisce la propria voca- l’umana comprensione. L’espressione
zione all’apostolato alla volontà di Dio che sono in Colosse indica l’ubicazione
(inoltre vd. At 9:15; Ga 1:1). Il suo non geografica di questa comunità di cre-
era un compito autoimposto, né frut- denti. Chissà se avremmo mai sentito
to di specifica formazione da parte nominare questa città, se non vi fosse
dell’uomo. Né si trattava di un com- stato predicato il vangelo e se delle ani-
pito affidatogli mediante ordinazione me non vi avessero trovato la salvezza!
umana: l’apostolato di Paolo non pro- Adesso Paolo si rivolge ai santi con
veniva “dagli uomini” (origine) né si un amabile saluto: grazia a voi e pace
svolgeva “tramite gli uomini” (mezzo) da Dio, nostro Padre, e dal Signore Ge-
essendo, bensì, un servizio che egli sù Cristo. Non esiste altra espressione
svolgeva con la solenne consapevolez- che, come grazia e pace, sia in grado di
za di essere stato scelto come apostolo contenere e compendiare le benedizio-
da Dio stesso. ni della fede in Cristo. Grazia era una
Al tempo in cui questa lettera fu re- comune espressione greca, laddove pa-
datta, il fratello Timoteo era con Paolo. ce era l’usuale formula di saluto ebrai-
È doveroso notare la totale assenza di ca; tali formule si usavano per il saluto
formalità nell’atteggiamento di Paolo o per il commiato. Unendole, Paolo ne
nei confronti di Timoteo: entrambi era- elevò il significato e il modo d’uso. La

951
COLOSSESI 1:3

grazia rappresenta Dio che si china nostro Padre (vd. Gv 20:17). Possia-
verso l’umanità peccatrice e perduta mo avvicinarci a Dio tramite Cristo.
in un atteggiamento di compassione ...pregando sempre per voi. Isolata dal
amorevole e premurosa. La pace rias- contesto, questa espressione non sem-
sume tutti i doni riversati nella vita di bra rivestire soverchia importanza;
chi accetta la grazia di Dio come un tuttavia essa assume un nuovo signi-
dono. R.J. Little scrisse: “La grazia ha ficato alla luce dell’interesse di Paolo
molti significati ed è come un asse- per persone che non aveva mai incon-
gno in bianco. Senza alcun dubbio, la trato. Spesso, quando ci troviamo da-
pace fa parte del patrimonio cristiano vanti al trono della grazia, ci è difficile
e non dovremmo permettere a Satana ricordarci dei nostri parenti e amici:
di privarcene”. L’ordine delle parole è proviamo, invece, a immaginare la
significativo: prima la grazia e dopo lista delle intenzioni di preghiera che
la pace. Infatti, se Dio non avesse agi- l’apostolo Paolo deve aver tenuto con
to con amore e misericordia nei nostri sé! Egli non pregava soltanto per chi
confronti, noi saremmo ancora nei conosceva, ma anche per credenti di
nostri peccati; ma, poiché egli prese altre località, spesso distanti, che gli
l’iniziativa e mandò suo Figlio a mori- erano stati menzionati da altri. L’in-
re per noi, adesso possiamo avere pace stancabile preghiera di Paolo ci aiuta
con Dio, pace con gli uomini e la pace davvero a comprenderlo meglio.
di Dio nell’anima. Detto ciò, dobbiamo 1:4 Egli aveva avuto notizia della…
aggiungere che è impossibile sondare fede in Cristo Gesù dei Colossesi e
per intero la profondità di significato di dell’amore che essi avevano per tutti
queste parole. i santi. Paolo menziona dapprima la
fede in Cristo Gesù, la quale va sempre
B. Rendimento di grazie e preghiera anteposta a tutto. Oggi, nel mondo, si
per i credenti (1:3-14) incontrano molte pie persone che par-
1:3 Dopo aver salutato questi santi con lano costantemente del loro amore per
l’espressione che è diventata la parola gli altri. Ma, parlando un po’ con loro, ci
d’ordine della fede cristiana, l’aposto- si accorge che costoro non hanno alcu-
lo compie un altro gesto che gli è con- na fede nel Signore Gesù. Questo genere
sueto: si prostra in atteggiamento di di amore è vano e privo di significato.
rendimento di grazie e di preghiera. D’altra parte, molti sostengono di avere
L’apostolo suole iniziare le sue preghiere fede in Cristo… ma, esaminando la loro
lodando il Signore, offrendo così a tutti vita, si cercherebbe invano il minimo
noi un ottimo esempio da seguire. accenno di amore. Paolo metterebbe in
Questa preghiera è indirizzata a dubbio la sincerità della fede di tutti co-
Dio, Padre del nostro Signore Gesù storo. Il credente deve nutrire una vera
Cristo. La preghiera è l’indescrivibile fede nel Salvatore; la fede, a sua volta, va
privilegio di ottenere udienza presso dimostrata mediante una vita di amore
il Sovrano dell’universo. Qualcuno per Dio e per tutti gli uomini.
potrebbe domandare: “Come può È di vitale importanza rilevare che
un semplice uomo osare presentarsi Paolo allude alla fede in Cristo Gesù.
alla maestosa presenza del Dio infi- La Scrittura non manca di mettere in
nitamente eccelso?” Questo versetto evidenza che l’oggetto della fede deve
ci fornisce la risposta. Il glorioso e essere sempre il Signore Gesù Cristo.
ineffabile Dio dell’universo è il Pa- Chiunque può avere fiducia illimitata
dre del nostro Signore Gesù Cristo ; in una banca, ma tale fiducia è valida
colui che è immensamente sopra di solo a condizione che la banca sia fi-
noi è diventato intimamente vicino a data. La fiducia non garantisce la sicu-
noi e poiché, come credenti in Cristo, rezza del nostro denaro, se la banca è
condividiamo la sua vita, Dio è anche amministrata male. Il paragone calza

952
COLOSSESI 1:6

a pennello anche nella vita spirituale. tre virtù cardinali della vita cristiana:
La fede, di per sé, non è sufficiente: es- fede, speranza e amore, menziona-
sa deve avere come oggetto il Signore te anche in 1 Co 13:13 e 1 Te 1:3; 5:8.
Gesù Cristo. Poiché egli non può sba- Lightfoot afferma: “La fede riposa nel
gliare, chiunque si affida a lui non sarà passato; l’amore opera nel presente; la
mai deluso. speranza guarda al futuro”. (4)
Paolo aveva avuto notizia della fede In questo versetto la speranza non
e dell’amore dei cristiani di Colosse: indica l’atteggiamento di attesa più o
ciò dimostra che essi non erano certa- meno impaziente di qualcosa, ma al-
mente dei credenti che si nascondeva- lude all’oggetto di tale attesa; l’adempi-
no. In effetti, il N.T. non incoraggia chi mento della nostra salvezza, ossia del
cerca di vivere il proprio discepolato giorno in cui saremo portati in cielo e
nell’ombra. La Parola di Dio insegna riceveremo l’eredità eterna. Probabil-
che chi ha accettato sinceramente il mente i Colossesi avevano udito par-
Salvatore finirà per confessare il Cristo lare di tale speranza allorché Epafra
apertamente. aveva loro annunziato il vangelo – la
L’amore dei Colossesi abbracciava predicazione della verità del vangelo.
tutti i santi, non avendo alcuna con- Qui il vangelo è descritto come l’an-
notazione campanilistica o settaria. nuncio dell’autentica buona notizia. A
Costoro non amavano soltanto chi ap- tale riguardo, Paolo desidera probabil-
parteneva alla loro chiesa; al contrario, mente operare un netto contrasto con
il loro amore sgorgava, libero e sincero, i falsi insegnamenti degli gnostici. Per
ovunque essi incontrassero dei veri definizione, “verità” è ciò che Dio dice
credenti. Questa deve essere una lezio- a proposito di qualsiasi cosa (vd. Gv
ne per tutti noi, affinché il nostro amo- 17:17). Il vangelo è verità perché è la
re non sia circoscritto o limitato alla Parola di Dio.
chiesa locale o ai missionari del nostro 1:6 La verità del vangelo era in mez-
paese. Noi dobbiamo riconoscere il zo ai Colossesi proprio com’era nel
gregge di Cristo ovunque esso si trovi mondo intero allora conosciuto. Que-
e manifestargli il nostro affetto ogni sta espressione non va intesa in senso
volta che sia possibile. assoluto. Non è detto, infatti, che ogni
1:5 Il nesso di questo versetto rispet- uomo e ogni donna del mondo avesse-
to a quelli precedenti non è del tutto ro udito il vangelo. Tale affermazione
chiaro. Si può metterlo in relazione col potrebbe significare, almeno in parte,
v. 3: “Noi ringraziamo… a causa della che individui di ogni nazione avevano
speranza che vi è riservata nei cieli” ascoltato la buona notizia della sal-
(considerando, in tal modo, i vv. 3b-4 vezza (vd. At 2), ma anche che il van-
come parentetici). In alternativa, è gelo era destinato a tutti gli uomini e
possibile collegarlo al v. 4: “...perché si stava diffondendo senza restrizioni
abbiamo sentito parlare… dell’amore di sorta. Paolo ne descrive altresì le
che avete per tutti i santi, a causa della inevitabili conseguenze: a Colosse e
speranza che vi è riservata nei cieli”. in tutte le altre parti del mondo in cui
Sono possibili entrambe le interpre- era predicato, il vangelo portava frutto
tazioni. L’apostolo può esprimere la e cresceva. Ciò ne dimostra il carattere
propria gratitudine non soltanto per la soprannaturale: in natura, infatti, le
loro fede e per il loro amore, ma anche piante dapprima si sviluppano e sol-
per la futura eredità che spetta a tutti tanto in seguito portano frutto. Spesso
loro. D’altro canto, è anche vero che il occorre potarle affinché portino frut-
credente esercita la fede in Cristo Gesù to, giacché una crescita incontrollata
e l’amore per tutti i santi in vista di ciò non produce altro che foglie e rami. Il
che lo attende. Comunque sia, è chia- vangelo, invece, presenta contempora-
ro che qui Paolo ha appena elencato le neamente entrambe le caratteristiche:

953
COLOSSESI 1:7

porta frutto nella salvezza delle anime sempre alle precise necessità del po-
e nell’edificazione dei santi e si dif- polo di Dio di una data località: Paolo
fonde di città in città, da una nazione non pregava in modo generico. Qui ci
all’altra. troviamo di fronte a quattro distinte,
Questo era esattamente l’effetto che specifiche richieste per i Colossesi:
il vangelo aveva sortito nella vita dei 1° discernimento spirituale; 2° una de-
Colossesi fin dal giorno che essi ebbe- gna condotta; 3° una grande potenza;
ro ascoltato e conosciuto la grazia di 4° uno spirito di gratitudine.
Dio in verità. C’era stata una crescita Le richieste di Paolo non sono mai
numerica nella chiesa di Colosse e, in marginali o limitative, soprattutto se
aggiunta, un’evoluzione spirituale nel- consideriamo che nei vv. 9-11 l’auto-
la vita dei suoi credenti. re fa largo uso di termini come ogni e
Pare che, nel I sec., la predicazione sempre. 1° ...ogni sapienza e intelligen-
del vangelo avanzasse a grandi pas- za spirituale (v. 9); 2° “per piacergli in
si fino a raggiungere l’Europa, l’Asia ogni cosa” (v. 10); 3° “ogni opera buona”
e l’Africa, spingendosi più lontano di (v. 10); 4° “in ogni cosa” (v. 11); 5° “sem-
quanto molti immaginino. Tuttavia, pre pazienti e perseveranti” (v. 11).
non esistono prove che la sua predi- Mediante la congiunzione Perciò,
cazione avesse fatto il giro del globo. ossia “a causa delle notizie riportate da
L’espressione la grazia di Dio è una Epafra” (vv. 4-5, 7), Paolo si riallaccia ai
squisita definizione del messaggio versetti precedenti. Dal primo istante
evangelico: come riassumere la lieta in cui ha saputo di questi cari santi di
notizia in modo altrettanto sublime, Colosse e della loro fede, del loro amo-
se non proclamando la mirabile verità re e della loro speranza, l’apostolo pre-
della grazia divina concessa all’umani- ga per loro in continuazione. In primo
tà colpevole e degna dell’ira di Dio? luogo, egli prega affinché essi siano ri-
1:7 L’apostolo dichiara senza om- colmi della profonda conoscenza della
bra di dubbio che i credenti di Colosse volontà di Dio con ogni sapienza e in-
hanno udito il messaggio del vangelo telligenza spirituale. Non chiede che si
da Epafra e che lo hanno già sperimen- sentano orgogliosi e soddisfatti della
tato nella loro vita. Paolo elogia Epafra propria conoscenza come, al contra-
come caro compagno di servizio e co- rio, sono soliti fare gli gnostici. Paolo
me fedele ministro di Cristo per loro. desidera che i credenti di Colosse si
Non vi è traccia di dispiacere o gelosia addentrino nella profonda conoscenza
nell’apostolo Paolo. Gli elogi rivolti ad della volontà di Dio per la loro vita, così
altri predicatori non lo irritano; è, anzi, com’è rivelata nella sua Parola. Questa
lo stesso Paolo a esprimere per primo conoscenza non è di natura mondana
il proprio apprezzamento per gli altri o carnale, bensì è caratterizzata da
servi del Signore. ogni sapienza e intelligenza spiritua-
1:8 Epafra aveva informato Paolo le : la sapienza aiuta a servirsi della
dell’amore nello Spirito dei Colosse- conoscenza nel modo migliore, mentre
si. Non si trattava di semplice affetto l’intelligenza favorisce la comprensio-
umano, bensì di un amore sincero per ne di ciò che si concilia e di ciò che è in
il Signore e per il suo popolo, frutto contrasto con la volontà di Dio.
dello Spirito di Dio che dimorava in 1:10 C’è un’importantissima rela-
loro. Questo è l’unico riferimento allo zione tra il v. 10 e il v. 9. Perché l’apo-
Spirito Santo in questa lettera. stolo Paolo vuole che i Colossesi siano
1:9 Dopo aver reso grazie, Paolo ora ricolmi della conoscenza della volontà
inizia a intercedere per i santi. Abbia- di Dio? Perché costoro diventino dei
mo già accennato al gran numero di potenti predicatori o dei mostri di eru-
richieste di preghiera di Paolo. Occorre dizione? Perché riescano ad attirare a
notare che tali richieste si accordavano sé un ampio seguito, come gli gnostici?

954
COLOSSESI 1:12

Nulla di tutto ciò. Il vero scopo della di Dio. Probabilmente nel primo caso
sapienza e dell’intelligenza spirituale Paolo allude alla salvezza, nel secondo
è mettere i credenti nella condizione di allo studio delle Scritture e nel terzo al
camminare in modo degno del Signore servizio e a una condotta cristiana. La
per piacergli in ogni cosa. Qui ricevia- sana dottrina dovrebbe indurre a una
mo una lezione fondamentale in mate- giusta condotta che si esprima nel ser-
ria di guida. Dio non ci rivela la propria vizio ubbidiente.
volontà per soddisfare la nostra curio- 1:11 L’apostolo presenta una terza
sità o per alimentare la nostra ambi- richiesta: che i santi siano fortificati in
zione o il nostro orgoglio. Al contrario, ogni cosa dalla sua gloriosa potenza
il Signore ci mostra la sua volontà per la (notiamo la progressione: ricolmi, v. 9;
nostra vita affinché possiamo piacergli portando frutto, v. 10; fortificati, v. 11).
in tutto ciò che facciamo. Non si può vivere una vita cristiana
...portando frutto in ogni opera buo- con le sole energie umane: essa richie-
na. Queste parole ci ricordano che, ben- de una forza soprannaturale. Perciò
ché non sia possibile essere salvati grazie Paolo desidera che i credenti conosca-
alle opere buone, è tuttavia certo che si no la potenza del risorto Figlio di Dio,
è salvati per compiere le opere buone. la sua gloriosa potenza. Tale gloriosa
Talvolta, rilevando l’inutilità delle opere potenza è illimitata e l’apostolo chiede
nella salvezza delle anime, diamo l’im- che altrettanto illimitata sia la misura
pressione che i credenti non ritengano concessa ai credenti. Peake scrive: “La
opportune le buone opere. Niente di potenza in dotazione non è semplice-
più falso! In Ef 2:10 apprendiamo che mente proporzionata alla necessità di
“siamo opera sua, essendo stati creati chi la riceve, bensì all’offerta divina”. (5)
in Cristo Gesù per fare le opere buone”. Perché Paolo vuole che i credenti
Inoltre, Paolo rivolge a Tito la seguente abbiano questa potenza? Affinché pos-
raccomandazione: “Certa è quest’affer- sano operare miracoli spettacolari? Per
mazione, e voglio che tu insista con forza risuscitare i morti, guarire gli amma-
su queste cose, perché quelli che hanno lati e cacciare i demòni? Ancora una
creduto in Dio abbiano cura di dedicarsi volta la risposta è “no”. Tale potenza è
a opere buone” (Tt 3:8). necessaria affinché i figli di Dio pos-
Paolo non auspica soltanto che i cre- sano essere sempre pazienti e perse-
denti di Colosse portino frutto in ogni veranti. Tutto ciò merita un’attenta
opera buona, ma altresì che crescano considerazione! Oggi, in vari ambienti
nella conoscenza di Dio. In che modo? cristiani, si pone molta enfasi sui co-
Innanzi tutto, mediante lo studio di- siddetti “miracoli” quali la xenoglossia
ligente della Parola di Dio, ubbidendo (parlare in lingue), le guarigioni fisiche
ai suoi insegnamenti e servendo fedel- e altre simili opere prodigiose. Eppure,
mente il Signore (quest’ultimo sembra nell’epoca in cui viviamo, vi è un mira-
il concetto dominante del brano). È colo ben maggiore di questi: un figlio di
mediante questo tipo di condotta che Dio che sopporta le prove con pazienza
si arriva a una conoscenza più profon- ringraziando Dio!
da del Signore. “Conosciamo il SIGNORE, 1:12 In 1 Co 13:4 la pazienza è mes-
sforziamoci di conoscerlo!” (Os 6:3). sa in relazione alla benevolenza, qui
È bene notare le ricorrenze, nel alla gioia. La nostra sofferenza è cau-
cap. 1, di termini riguardanti la cono- sata dall’impossibilità di sfuggire il
scenza e comprendere la progressione travaglio che condividiamo con tutta
di pensiero in merito al loro uso. Nel v. 6 la creazione. Mantenere la gioia inte-
i Colossesi avevano conosciuto la gra- riore e la benevolenza verso gli altri è
zia di Dio. Nel v. 9 erano ricolmi della un’impresa che richiede la potenza di
conoscenza della volontà di Dio. Infine, Dio: è questa la vittoria cristiana. La
nel v. 10 crescevano nella conoscenza differenza tra l’essere pazienti e l’esse-

955
COLOSSESI 1:13

re perseveranti è stata definita come per quello che ci aspetta, godendo già
la differenza tra sopportazione senza in questa vita terrena delle “primizie
lamento e sopportazione senza rivalsa. dello Spirito” (Ro 8:23).
La grazia di Dio ha raggiunto uno dei 1:13 Mettendoci “in grado di parte-
suoi maggiori obiettivi nella vita del cipare alla sorte dei santi nella luce”,
credente, quando questi è capace di Dio ci ha liberati dal potere delle tene-
soffrire con pazienza e di lodare Dio bre e ci ha trasportati nel regno del suo
perfino durante le prove più strazianti. amato Figlio (cfr. 1 Gv 2:11). Tale con-
Paolo non si limita a pregare affinché cetto è ben esemplificato dall’esperien-
i credenti di Colosse siano rafforzati za dei figli d’Israele narrata in Esodo.
con tutta la potenza, ma, altresì, af- Essi avevano vissuto in Egitto, gemen-
finché siano pervasi da uno spirito di do sotto lo scudiscio degli sfruttatori.
riconoscenza (il verbo ringraziando, Intervenuto con straordinaria potenza,
in questo versetto, fa riferimento ai Dio li aveva liberati da quel tremendo
Colossesi – non a Paolo –, giacché nel asservimento e li aveva condotti attra-
testo originale è coniugato al plurale) verso il deserto fino alla terra promes-
e affinché non tralascino mai di espri- sa. Allo stesso modo, come peccatori,
mere la loro gratitudine verso il Padre noi eravamo prigionieri di Satana; tut-
che li ha messi in grado di partecipare tavia, tramite Cristo siamo stati liberati
alla sorte dei santi nella luce. Come dai suoi artigli e ora siamo cittadini del
figli di Adamo non eravamo idonei per regno di Cristo (vd. anche Fl 3:20). Il
godere delle gioie dei cieli. Infatti, se gli regno di Satana è fatto di tenebre : luce,
irredenti potessero in qualche modo calore e gioia ne sono assenti. Il regno
essere portati in cielo, non riuscireb- di Cristo, invece, è un regno di amore e
bero a goderne, ma sprofonderebbero racchiude i tre elementi che mancano
nella più nera sofferenza. Occorre es- all’altro.
sere adatti al paradiso per apprezzarlo. La Scrittura presenta il regno di
Neppure noi che crediamo nel Signore Cristo sotto diversi aspetti. In occa-
Gesù lo siamo. Il nostro unico possibile sione del suo primo avvento, egli offrì
diritto alla gloria si trova nella Persona letteralmente un regno alla nazione
del Signore Gesù Cristo: d’Israele. I Giudei volevano affrancarsi
Mi appoggio sul suo merito:
dall’oppressione dei Romani ma non
Non ne conosco altri, intendevano ravvedersi dei propri pec-
Neanche là dove dimora la gloria, cati. Cristo poteva regnare solo su un
Nella terra dell’Emmanuele. popolo con cui intrattenere un corretto
– Anne Ross Cousin
rapporto spirituale; quando ebbe spie-
gato ciò ai Giudei, essi respinsero il Re
Quando Dio salva una persona, la e lo crocifissero. Da allora il Signore è
rende immediatamente idonea per il tornato al cielo e noi ora abbiamo il re-
cielo. Tale idoneità si ottiene soltanto gno “in forma misteriosa” (vd. Mt 13).
mediante Cristo. Nulla può accre- Ciò significa che il regno non è visibile
scerla: nemmeno una lunga vita di e il Re è assente. Ma tutti coloro che ac-
ubbidienza e di servizio qui sulla terra cettano il Signore Gesù Cristo nell’età
è in grado di rendere l’individuo più presente lo riconoscono come loro le-
adatto al cielo rispetto al giorno in cui gittimo Sovrano e sono sudditi del suo
fu salvato. Il nostro diritto alla gloria è regno. Un giorno il Signore Gesù torne-
nel sangue di Gesù. Mentre vantiamo rà sulla terra, stabilirà il proprio regno,
un’eredità nella luce, vale a dire “con- la cui capitale sarà Gerusalemme, e re-
servata in cielo” (1 P 1:4), noi credenti gnerà per mille anni. Al termine di quel
sulla terra abbiamo lo Spirito Santo periodo Cristo schiaccerà tutti i nemici
come “pegno della nostra eredità” (Ef sotto i suoi piedi e consegnerà il regno
1:14). Dunque possiamo rallegrarci a Dio Padre. Questo gesto inaugurerà il

956
COLOSSESI 1:15

regno eterno che continuerà di età in dei peccati. Ciò significa che Dio ha
età, per sempre. cancellato il debito contratto dai no-
1:14 Dopo aver parlato del regno stri peccati. Il Signore Gesù Cristo ha
dell’amato Figlio di Dio, Paolo si adden- pagato la penale sulla croce: non c’è bi-
tra in uno dei più importanti brani del- sogno di pagarla nuovamente. Il conto
la Parola di Dio riguardo alla Persona è stato saldato e chiuso: non soltanto
e all’opera del Signore Gesù. È difficile Dio ci ha perdonato, bensì “com’è lon-
stabilire se l’apostolo abbia concluso tano l’oriente dall’occidente, così egli
la sua preghiera o se essa si protragga ha allontanato da noi le nostre colpe”
nei versetti che ci accingiamo a stu- (Sl 103:12).
diare. Tuttavia, ciò non ha importan-
za: anche qualora non costituiscano C. Le glorie di Cristo, il Capo
una preghiera vera e propria, i versetti della chiesa (1:15-23)
seguenti esprimono ugualmente una 1:15 Nei successivi quattro versetti
profonda adorazione. il Signore Gesù è descritto: 1° in rap-
Sturtz evidenzia che “in questo porto a Dio (v. 15); 2° in rapporto alla
straordinario brano, che più di ogni creazione (vv. 16-17); 3° in rapporto
altro esalta Gesù Cristo, il nome del alla chiesa (v. 18).
Salvatore non compare nemmeno una In questo versetto il Signore è de-
volta in alcuna forma”. Questo partico- scritto come l’immagine del Dio invi-
lare è importante, tuttavia non dobbia- sibile. Il termine immagine comporta
mo stupircene. Chi altri, infatti, se non almeno due aspetti. Il primo è che il Si-
il nostro benedetto Salvatore, potrebbe gnore Gesù ci ha reso capaci di vedere
corrispondere alla descrizione che qui come è fatto Dio. Dio è Spirito, quindi
ci viene presentata? Il brano ci ricorda è invisibile; tuttavia egli si è reso visi-
la domanda di Maria al giardiniere: bile agli occhi mortali nella Persona di
“Signore, se tu l’hai portato via, dimmi Cristo. In questo senso il Signore Gesù
dove l’hai deposto, e io lo prenderò” è l’immagine del Dio invisibile. Chi
(Gv 20:15). Ella non lo nominò neppu- ha visto Gesù, ha visto il Padre (vd. Gv
re. Non era necessario: c’era soltanto 14:9). Nondimeno, il termine immagi-
una Persona nella sua mente. ne richiama altresì alla mente l’idea di
Cristo è dapprima presentato come “rappresentante”. Originariamente Dio
colui in cui abbiamo la redenzione... (6) aveva posto Adamo sulla terra perché
il perdono dei peccati. La redenzione rappresentasse i suoi interessi divini,
definisce l’atto mediante il quale siamo ma Adamo venne meno. Di conseguen-
stati riscattati dal peccato. Il Signore za, Dio inviò il proprio unigenito Figlio
Gesù ha posto su di noi un cartellino nel mondo come suo rappresentante,
con il prezzo. Che valore ci ha dato? per curare i suoi interessi e rivelare
Egli ha dichiarato: “Do loro un valore all’uomo il suo cuore ricolmo d’amore.
così elevato che sono disposto a ver- In tal senso Gesù Cristo è l’immagine
sare il mio sangue per acquistarmeli”. di Dio. Il vocabolo immagine è utiliz-
Poiché siamo stati acquistati a così zato anche in 3:10, dove è scritto che i
caro prezzo, dovrebbe essere evidente credenti sono “l’immagine di Cristo”.
che non ci apparteniamo più. Di con- Cristo è altresì il primogenito di ogni
seguenza, non dovremmo essere noi creatura . La traduzione interconfes-
a scegliere come vivere la nostra vita. sionale in lingua corrente (ABU) reca:
Borden di Yale ha osservato che, facen- “...nato dal padre prima della creazione
do della nostra vita ciò che ci pare, noi del mondo”. Che cosa significa ciò?
ci appropriamo di qualcosa che non ci Alcuni falsi dottori sostengono che lo
appartiene e, pertanto, siamo dei ladri! stesso Signore Gesù sia una creatura, la
Egli non si è limitato a redimerci prima persona creata da Dio. Altri sono
ma ci ha, altresì, concesso il perdono perfino disposti a concedere che egli

957
COLOSSESI 1:16

sia la più straordinaria creatura mai non è una creatura, bensì il Creatore
provenuta dalla mano di Dio. Ma nulla stesso. In questo versetto apprendia-
potrebbe essere più contrario all’inse- mo che tutte le cose (l’intero universo)
gnamento della Parola di Dio. sono state create non solo in lui, ma
Nella Scrittura il termine “primoge- per mezzo di lui e in vista di lui. Cia-
nito” ha almeno tre significati diversi. scuna di queste proposizioni esprime
In Lu 2:7, dove è scritto che Maria die- un concetto differente. Innanzi tutto
de alla luce il suo primogenito, è usato leggiamo che in lui sono state create
in senso letterale (il Signore Gesù era tutte le cose. Il concetto qui espresso
il primo figlio che ella aveva partori- è che il potere di creare era insito nel
to). In Es 4:22, invece, è usato in senso suo Essere. Egli era l’Artefice. Nella
figurato : “Israele è mio figlio, il mio seconda parte del versetto apprendia-
primogenito”. In tale versetto non vi è mo che tutte le cose sono state create
alcun riferimento a un concepimen- per mezzo di lui. Ciò significa che egli
to vero e proprio: il Signore si serve di fu l’agente della creazione, la Persona
tale appellativo per designare il posto della Deità per mezzo della quale l’at-
ben distinto che la nazione d’Israele to creativo fu compiuto. Inoltre, tutte
occupava nei suoi progetti e per i suoi le cose sono state create in vista di lui.
fini. Infine, il termine “primogenito” Egli è colui per il quale tutte le cose
può altresì indicare una condizione di sono state create, ossia lo scopo della
superiorità, di supremazia, di unicità. creazione.
Nel Sl 89:27, infatti, Dio dichiara che Paolo si sofferma a rilevare che tut-
costituirà Davide suo primogenito, fa- te le cose sono state create per mezzo
cendone il più eccelso dei re della terra. di Cristo, sia nei cieli che sulla terra .
In realtà Davide era il figlio minore di Tale assunto non lascia scampo a
Iesse (o Isai); tuttavia Dio decise di ri- chiunque insinui che, sebbene abbia
servargli una posizione unica di supre- creato alcune cose, Gesù sia, egli stes-
mazia, di primato e di sovranità. so, un essere creato.
Non è proprio questo il concetto L’apostolo prosegue asserendo che
espresso da Cl 1:15? Il Signore Gesù la creazione del Signore comprende le
Cristo è l’unico figlio di Dio. Anche i cose visibili e le invisibili. L’aggettivo
credenti sono figli di Dio; tuttavia, il Si- visibili non richiede spiegazioni… ma,
gnore Gesù è Figlio di Dio in un modo senza dubbio, l’apostolo Paolo si rende-
che non è proprio a nessun altro. Egli va conto che il termine invisibili avreb-
esisteva prima di tutta la creazione e be suscitato la curiosità del lettore. Di
occupa una posizione di supremazia conseguenza Paolo elenca quelle che
su di essa. Il suo è il rango dell’eccel- considera cose invisibili. Si tratta di
lenza e del dominio. Qui l’espressione troni, signorie, principati, potestà. Ri-
il primogenito di ogni creatura non ha teniamo che questi termini indichino
nulla a che vedere con la nascita, bensì degli esseri angelici, benché non siamo
indica semplicemente che Gesù Cristo in grado di discernere le differenti po-
è Figlio di Dio per relazione eterna. Si sizioni che essi occupano.
tratta di un titolo di importanza di po- Gli gnostici insegnavano che, tra Dio
sizione, non di semplice precedenza e la materia, esistevano varie specie e
temporale. classi di esseri spirituali e che Cristo
1:16 I falsi dottori si servono del v. 15 apparterrebbe a una di esse. Ai giorni
per insegnare che il Signore Gesù era nostri gli spiritisti affermano che Ge-
un essere creato. Solitamente un errore sù Cristo è “uno spirito avanzato della
può essere confutato mediante lo stes- sesta sfera”. I testimoni di Geova so-
so brano scritturale usato dai settari, stengono che, prima di venire al mon-
come in questo caso. Il v. 16 dichiara do, il Signore fosse un angelo creato:
in modo risoluto che il Signore Gesù nientemeno che l’arcangelo Michele!

958
COLOSSESI 1:20

Qui Paolo confuta vigorosamente tali primo a risorgere con un corpo glori-
assurdità, dichiarando nel modo più ficato e come Capo di una nuova crea-
chiaro possibile che il Signore Gesù zione. La sua risurrezione è un evento
Cristo è il Creatore degli angeli e, nella unico e costituisce altresì la garanzia
fattispecie, di tutti gli esseri, sia visibili che anche tutti coloro che credono
sia invisibili. in Cristo saranno risuscitati. In virtù
1:17 Egli è prima di ogni cosa e tutte della risurrezione, Cristo è proclamato
le cose sussistono in lui. Paolo scrive: come Capo supremo della creazione
“Egli è prima di ogni cosa”, non “Egli era spirituale.
prima di ogni cosa”. Il presente è uti- Grazie ad Alfred Mace, tale concetto
lizzato spesso nella Bibbia per eviden- trova una felice espressione:
ziare l’eternità di Dio. Per esempio, il
Cristo non può essere secondo a nes-
Signore Gesù ha dichiarato: “ Prima che
suno. Egli è “il primogenito di ogni
Abraamo fosse nato, io sono” (Gv 8:58).
creatura” perché è lui ad aver creato
Non solo il Signore Gesù esisteva
ogni cosa (Cl 1:15-16). Egli è altresì
prima della creazione, ma tutte le cose il primogenito dai morti in relazio-
sussistono in lui. Ciò significa che egli ne a una famiglia redenta e celeste.
è colui che regge l’universo ed è la fon- In tal modo, creazione e redenzione
te del suo moto perpetuo. Egli controlla gli rendono l’onore della supremazia
gli astri, il sole e la luna. Anche quando a causa di ciò che egli è e di ciò che
era sulla terra, egli aveva il controllo ha fatto, “affinché in ogni cosa ab-
delle leggi che regolano il perfetto fun- bia il primato”. Egli detiene, sempre,
zionamento del nostro universo. ovunque e comunque, il primato.(7)
1:18 Il dominio del Signore Gesù non
copre soltanto l’universo naturale, ma Il Signore Gesù ha, dunque, un dop-
si estende altresì al regno spirituale. pio primato: nella creazione e nella
Egli è il capo del corpo, cioè della chie- chiesa. Dio stesso ha decretato che in
sa. Tutti coloro che credono nel Signore ogni cosa abbia il primato. Quale rispo-
Gesù, in questa dispensazione, forma- sta per chi, ai tempi di Paolo e anche ai
no l’organico insieme dei credenti, noto nostri, ha cercato o cerca di spogliare
come il corpo di Cristo o chiesa. Così Cristo della sua deità per farne un esse-
come il corpo umano è il veicolo me- re creato, per quanto elevato!
diante il quale l’individuo si esprime, Di fronte alla dichiarazione affinché
allo stesso modo il Corpo di Cristo (la in ogni cosa abbia il primato, non fa-
chiesa) è il mezzo terreno che Cristo ha remmo male a domandarci: “Gesù oc-
scelto per manifestarsi al mondo: Egli cupa il primo posto nella mia vita?”
è il capo di quel corpo. Il capo esprime 1:19 Poiché al Padre piacque di far
il concetto di guida, autorità, controllo. abitare in lui tutta la pienezza. Gli gno-
Il capo, Cristo, occupa una posizione stici sostenevano che Cristo occupasse
di primato nella chiesa. una posizione “a metà strada” fra noi
Egli… è il principio. Comprendia- e Dio: egli sarebbe stato un “anello”
mo che qui si intende il principio della necessario di una catena formata, non-
nuova creazione (vd. Ap 3:14), la sor- dimeno, anche da altri “anelli” migliori
gente della vita spirituale. Questo con- dopo di lui. “Partite da lui”, raccoman-
cetto è approfondito dall’espressione davano, “e raggiungerete la pienezza”.
il primogenito dai morti. Ancora una “No!”, controbatte Paolo, “Cristo stesso
volta dobbiamo rilevare che ciò non è la pienezza assoluta!”
significa che il Signore Gesù fu il primo ...tutta la pienezza abita in Cristo. Il
a risorgere dai morti (sia l’A.T. sia il N.T. termine tradotto con abitare indica una
riportano alcuni casi di risurrezione). dimora fissa,(8) non un breve soggiorno.
Il Signore Gesù fu il primo a risorgere 1:20 Questo versetto è collegato al
dai morti per non morire più. Egli fu il precedente come segue: “Poiché al

959
COLOSSESI 1

Padre piacque di far abitare in lui tut- Dio; perché la creazione è stata sotto-
ta la pienezza e di riconciliare con sé posta alla vanità… Sappiamo infatti
tutte le cose per mezzo di lui, avendo che fino ad ora tutta la creazione ge-
fatto la pace mediante il sangue della me ed è in travaglio” (Ro 8:19-20, 22).
sua croce”. In altre parole, a Dio non Il fatto che gli animali soffrano per le
piacque soltanto che tutta la pienezza malattie, il dolore e la morte prova che
dimorasse in Cristo (v. 19) ma, altresì, neppure essi sono esenti dalla male-
che Cristo avesse facoltà di riconciliare dizione del peccato.
con sé tutte le cose. 3. Dopo che Adamo ebbe peccato, Dio
In questo capitolo si accenna a due maledisse il suolo (vd. Ge 3:17). Lo
tipi di riconciliazione: 1° la riconcilia- testimoniano le erbacce, le spine e i
zione delle cose (v. 20); 2° la riconci- rovi che infestano sia i campi colti-
liazione delle persone (v. 21). La prima vati sia, soprattutto, i terreni incolti.
appartiene al futuro, laddove la secon- 4. Nel libro di Giobbe, Bildad afferma
da è già avvenuta per tutti coloro che che nemmeno le stelle sono pure agli
hanno creduto in Cristo. occhi di Dio (vd. Gb 25:5): è perciò
evidente che il peccato ha influenza-
LA RICONCILIAZIONE to anche i corpi celesti.
5. Eb 9:23 ricorda che le stesse cose ce-
Riconciliare significa “riportare a una lesti devono essere purificate. Non
giusta relazione” oppure “riportare la comprendiamo a fondo il significa-
pace là dove in precedenza vi era ini- to di tale asserto; probabilmente in
micizia”. La Bibbia non dice mai che questo versetto si sottintende che
Dio ha necessità di riconciliarsi con perfino le cose celesti sono state con-
l’uomo, ma spiega che è l’uomo ad ave- taminate dalla presenza di Satana, il
re bisogno di riconciliarsi con Dio. La quale ha libero accesso al cospetto
mente carnale è nemica di Dio (vd. Ro di Dio in veste di accusatore dei fra-
8:7) e per questo motivo l’uomo ha bi- telli (vd. Gb 1:6-7; Ap 12:10). Taluni
sogno di essere riconciliato. ritengono che questo brano alluda
Quando il peccato entrò nel mondo, al luogo dove Dio dimora, altri allo
l’uomo si allontanò da Dio e assunse spazio siderale. In ogni caso, tutti
un atteggiamento ostile nei suoi con- concordano sul fatto che il trono di
fronti. Di conseguenza ebbe bisogno di Dio non è assolutamente contami-
essere riconciliato. nato dal peccato.
Ma il peccato colpì tutta la crea- Uno degli scopi della morte di Cristo
zione, non solo il genere umano. era rendere possibile la riconciliazione
1. In un lontano passato, alcuni angeli delle persone e delle cose a Dio. Per
peccarono. Nondimeno, nella Paro- realizzare questo piano egli dovette
la di Dio non vi è alcuna indicazione rimuovere la causa dell’inimicizia e
suffragante un’eventuale riconcilia- dell’allontanamento dirimendo la que-
zione di questi angeli: “Egli ha pure stione del peccato, con totale soddisfa-
custodito nelle tenebre e in catene zione di Dio.
eterne, per il gran giorno del giudi- Cl 1 indica la portata di tale ricon-
zio, gli angeli che non conservarono ciliazione nel modo seguente: 1° tut-
la loro dignità e abbandonarono la ti coloro che credono nel Signore
loro dimora” (Gd 6). In Gb 4:18 Eli- Gesù Cristo sono già riconciliati con
faz dichiara che Dio “trova difetti nei Dio (v. 21). Benché l’opera di riconcilia-
suoi angeli”. zione di Cristo sia sufficiente per tutta
2. Anche il regno animale è stato colpito l’umanità, essa è efficace soltanto per
dall’ingresso del peccato nel mondo: chi se ne avvale. 2° Un giorno tutte le
“Poiché la creazione aspetta con im- cose, sia sulla terra che nei cieli, sa-
pazienza la manifestazione dei figli di ranno finalmente riconciliate (v. 20).

960
COLOSSESI 1:23

Con tale affermazione si fa riferimento di Cristo è considerata una necessità


agli animali e alla materia inanimata, i volta al compimento dell’opera di re-
quali hanno subìto la contaminazione denzione. Tale concetto è totalmente
del peccato. In ogni caso, tale riconci- estraneo al pensiero gnostico.
liazione non riguarda Satana, gli altri Il meraviglioso frutto di questa ri-
angeli caduti e gli increduli. La loro conciliazione si riassume nell’espres-
sentenza eterna è già stata chiaramen- sione per farvi comparire davanti a
te proferita dalle Scritture. sé santi, senza difetto e irreprensibili.
Non è scritto che la riconciliazione Quale grazia stupenda è stata accorda-
si estende alle “cose sotto terra”. C’è ta ai peccatori: la liberazione dalla pro-
differenza tra riconciliazione e asservi- pria vita di peccato e il trasferimento in
mento. Quest’ultimo è anticipato in Fl un simile regno di benedizioni!
2:10: “Affinché nel nome di Gesù si pie- C.R. Erdman può affermare con ra-
ghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, gione: “In Cristo si trova un Dio che è
e sotto terra”. Tutti gli esseri creati, per- vicino, che vuole bene, che ascolta, che
fino gli angeli caduti, saranno infine ha compassione e che salva”. (9)
costretti a inginocchiarsi davanti al Si- La piena efficacia della riconcilia-
gnore Gesù. Ciò, tuttavia, non significa zione di Cristo con il suo popolo sarà
che essi saranno riconciliati. Occorre evidente in futuro, allorché saremo pre-
evidenziare questo aspetto, giacché Cl sentati a Dio Padre senza peccato, colpa
1:20 è spesso utilizzato per promuo- o accuse a nostro carico e quando, ado-
vere la falsa dottrina della salvezza randolo, riconosceremo con gioia che
universale, secondo la quale lo stesso Cristo è colui che è degno (vd. Ap 5).
Satana, gli angeli caduti e gli increduli 1:23 Ora l’apostolo Paolo procede nel
saranno, infine, tutti riconciliati con suo ragionamento introducendo ciò
Dio. Nel passo in questione si intende che segue con la congiunzione se, (10)
che la portata della riconciliazione è che ha spesso provocato profondo
limitata alle “cose che sono sulla terra” sconcerto in molti figli di Dio. A prima
e a “quelle che sono nei cieli”. Le “cose vista il versetto parrebbe insegnare che
sotto terra”, o infernali, sono escluse. la nostra salvezza dipende dalla nostra
perseveranza nella fede. Se fosse così,
1:21 Paolo ricorda ai Colossesi che, come potrebbe questo versetto conci-
nel loro caso, la riconciliazione è già liarsi con altre porzioni della Parola di
un fatto compiuto. Prima della conver- Dio, come Gv 10:28-29, che dichiarano
sione i Colossesi erano stati peccatori che nessuna pecora di Cristo potrà mai
pagani, estranei a Dio e suoi nemici perire?
a causa dei loro pensieri e delle loro Nel tentativo di rispondere a questa
opere malvagie (vd. anche Ef 4:17-18). domanda, vorremmo precisare subito
Essi avevano disperatamente bisogno che la sicurezza eterna del credente
di essere riconciliati e il Signore Gesù è una verità espressa a chiare lettere
Cristo, nella sua grazia impareggiabile, nelle pagine del N.T. È altrettanto vero
aveva preso l’iniziativa. che, come in questo versetto, le Scrit-
1:22 Costoro erano stati riconciliati ture insegnano anche che una qualità
nel corpo della sua carne, per mezzo della vera fede è la perseveranza: chi è
della sua morte. Ciò non era avvenuto nato di nuovo in Cristo andrà avanti,
in virtù della vita di Gesù Cristo, bensì fedelmente, fino alla fine. La conti-
per mezzo della sua morte. L’espres- nuità testimonia la realtà della fede.
sione nel corpo della sua carne indica Naturalmente esiste sempre il pericolo
semplicemente che il Signore Gesù di ricadere nel peccato; malgrado ciò,
operò la riconciliazione morendo sulla il credente cade soltanto per rialzarsi
croce in un vero corpo umano. Cfr. an- di nuovo (vd. Pr 24:16) e mai abbando-
che Eb 2:14-16, dove l’incarnazione na la fede.

961
COLOSSESI 1:24

Lo Spirito di Dio ha ritenuto oppor- fatto compiuto, bensì di un processo


tuno disporre nella Parola di Dio molti in atto. Nondimeno, è pur vero che il
brani introdotti dalla congiunzione vangelo si era diffuso in tutta l’area
“se” per spronare quanti confessano il mediterranea.
nome di Cristo a sondare la concretez- Paolo si autodefinisce servitore. Al-
za della loro professione di fede. Non cune traduzioni riportano “ministro”
vorremmo aggiungere nulla che possa (lat. minĭstru[m] : servo, aiutante).
ammorbidire il taglio affilato di que- Dunque egli non è né un burocrate, né
sti brani. È stato detto che “questi ‘se’ un funzionario che ricopre una carica
scritturali costituiscono un salutare ufficiale, ma semplicemente un uomo
test dell’anima per tutti i cristiani pro- che svolge un umile servizio.
fessanti del mondo”.
A proposito di questi versetti provo- D. Il ministero affidato a Paolo
catori, A. Pridham commenta: (1:24-29)
1:24 Gli ultimi sei versetti del cap. 1
Mediante lo studio diligente della Pa- descrivono il ministero che Paolo
rola, il lettore scoprirà che lo Spirito porta avanti in mezzo alle sofferenze.
suole accompagnare le più complete
Scrivendo dalla prigione, Paolo può
dichiarazioni di grazia con ammo-
affermare di essere lieto di soffrire per
nimenti che annunciano la rovinosa
caduta di coloro che professano una
i santi, vale a dire al posto loro. Come
fede nominale… Ammonimenti che servitore del Signore Gesù Cristo, egli
suonano sgradevoli alle orecchie di era chiamato a sopportare innumere-
chi non è sincero sono, invece, una voli avversità, persecuzioni e afflizioni,
medicina gradita per le anime ti- le quali costituivano per lui un privi-
morose di Dio… Lo scopo di questo legio: il privilegio di completare nella
insegnamento, così come ci viene propria carne le afflizioni che Cristo
presentato, è di incoraggiare la fede deve ancora soffrire.
e condannare in anticipo chi si pro- Che cosa intende trasmettere l’apo-
fessa credente ma è indisciplinato e stolo con queste parole? Occorre,
troppo sicuro di sé.(11) innanzi tutto, escludere qualsiasi ri-
ferimento alle sofferenze espiatorie
Con indubbio riferimento agli gno- del Signore Gesù Cristo sulla croce.
stici, l’apostolo esorta i Colossesi a non L’espiazione è avvenuta una volta per
lasciarsi smuovere dalla speranza , sempre (cfr. Eb 9:12; del resto, nessun
ossia dalla speranza che accompagna uomo potrebbe mai condividere i pa-
il vangelo o che il vangelo ispira. Essi timenti di Cristo). Eppure, in un certo
dovranno perseverare nella fede che senso, Cristo soffre ancora per la chie-
hanno appreso da Epafra e, in tale fe- sa (nella traduzione interconfessionale
de, rimanere fondati e saldi. ABU lo stesso versetto recita: “Con le
Ancora una volta Paolo ricorda che mie sofferenze completo in me ciò che
il vangelo è stato predicato a ogni Cristo soffre a vantaggio del suo corpo,
creatura sotto il cielo. Il vangelo si cioè della chiesa”), di cui egli è il Capo.
è diffuso su tutta la terra, ma non ha “Folgorato” sulla via di Damasco, Sau-
ancora letteralmente raggiunto ogni lo di Tarso cadde a terra e udì una vo-
creatura. Paolo vuole dimostrare che ce proveniente dall’alto domandargli:
la proclamazione mondiale del vange- “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?”
lo testimonia della sua autenticità; egli (vd. At 9:4). Saulo non era consapevole
vede in ciò la prova che esso è adatto di perseguitare il Signore: fino ad allo-
alle necessità dell’umanità intera. ra egli si era scagliato soltanto contro
Ciò non significa che, all’epoca, ogni i cristiani. Paolo scoprì, tuttavia, che,
singolo essere umano avesse udito il perseguitando i credenti, egli persegui-
vangelo: non si trattava ancora di un tava, in realtà, il loro Salvatore. Il Capo

962
COLOSSESI 1:25

che è nei cieli percepisce le sofferenze incarico di amministrazione. L’ammi-


del suo Corpo sulla terra. nistratore si occupa della gestione de-
In tal modo l’apostolo Paolo consi- gli interessi o dei beni altrui. Paolo era
dera tutte le sofferenze che i credenti simile a un amministratore, giacché
devono subire per amore del Signore gli era stata affidata, in modo davvero
Gesù come parte dei patimenti di Cri- speciale, la gestione della magnifica
sto che permangono, quali, p. es., le verità della chiesa. Benché il mistero
afflizioni per amore della giustizia, per del Corpo di Cristo non fosse stato ri-
amore suo (sopportando la sua corre- velato a lui solo, egli era stato scelto
zione) e per amore del vangelo. per presentare questa preziosa verità
Le afflizioni che l’apostolo sopporta- agli stranieri. Tale verità include la po-
va nella sua carne operavano a favore sizione unica della chiesa in relazione
del… corpo di Cristo, che è la chiesa. a Cristo e all’amministrazione, la sua
Le sofferenze dei perduti, in un certo istituzione, la sua particolare speran-
senso, sono prive di significato, giacché za e il caratteristico destino, nonché le
a queste non è attribuito alcun valore molteplici verità riguardanti la sua vita
di dignità: esse costituiscono, infatti, e la sua struttura, che Dio aveva affida-
una mera anticipazione dei tormenti to a Paolo e agli altri apostoli.
infernali che gli irredenti subiranno Con le parole che Dio mi ha dato
per l’eternità. Di tutt’altra natura sono per voi Paolo ci fa capire che pensa ai
le sofferenze dei credenti: quando essi Colossesi come a degli stranieri che si
soffrono per Cristo, Cristo soffre real- sono convertiti. Mentre l’apostolo Pie-
mente con loro. tro era stato inviato a predicare al po-
1:25 Di questa io sono diventato polo giudeo, a Paolo era stata affidata
servitore. Paolo ha già usato questa un’analoga missione tra gli stranieri.
espressione alla fine del v. 23 e ora la Una delle espressioni più difficili
ripete con, tuttavia, una differenza. da comprendere in questo capitolo
L’apostolo svolgeva un doppio ministe- è: annunziare nella sua totalità la
ro: in primo luogo, egli aveva ricevuto parola di Dio. Che cosa vuole dire,
l’incarico di predicare il vangelo (v. 23) esattamente, Paolo? In primo luogo,
e, in secondo luogo, aveva il compito di sappiamo che egli non intende affer-
insegnare il meraviglioso mistero della mare di aver completato la Parola di
chiesa (v. 25). Ciò rappresenta una pro- Dio mediante la stesura dell’ultimo
fonda lezione per ogni vero servitore di libro della Scrittura. Per quanto ne
Cristo. Da noi non ci si aspetta che con- sappiamo, l’ultimo libro a essere ag-
duciamo delle anime a Cristo tramite giunto al N.T. in ordine cronologico
il vangelo per poi abbandonarle a se fu il libro dell’Apocalisse, scritto da
stesse, lasciando che se la cavino come Giovanni. Dunque in che senso Paolo
possono. Piuttosto, noi siamo invitati a aveva potuto annunziare nella sua
orientare l’opera di evangelizzazione totalità la parola di Dio ?
alla formazione di chiese cristiane lo- In primo luogo, annunziare nella
cali, dove i neoconvertiti possano es- sua totalità può significare “rivelare
sere edificati nella fede e apprendere, completamente, divulgare”. Ciò signi-
nello stesso tempo, la verità della chie- fica che Paolo aveva rivelato l’intero
sa. Il Signore vuole che i giovani virgulti programma di Dio. In secondo luogo,
crescano in un vivaio, dove troveranno aggiungeremmo che egli aveva an-
il nutrimento per crescere sani e forti. nunziato tutta la Parola di Dio anche
In Cl 1 abbiamo dunque esaminato: dal punto di vista dottrinale. La straor-
1° il duplice primato di Cristo; 2° la du- dinaria verità del mistero è il punto
plice riconciliazione di Cristo; 3° il du- culminante della rivelazione neotesta-
plice ministero di Paolo. L’incarico che mentaria: essa completa e compendia
Dio... ha dato a Paolo per la chiesa è un tutti gli argomenti trattati nel N.T.

963
COLOSSESI 1:26

Altri libri furono scritti negli anni d’Israele mantiene la propria identità,
successivi, tuttavia essi non conten- quantunque ogni Giudeo che crede
gono altri grandi misteri della fede in Cristo entri a far parte della chiesa
che non siano già presenti negli scritti (vd. Cl 3:10-11).
dell’apostolo. Le rivelazioni sul mistero 1:27 La verità di questo mistero può
della chiesa annunziano realmente la essere così riassunta: 1° la chiesa è il
Parola di Dio nella sua totalità. Nulla Corpo di Cristo: tutti i veri credenti so-
di ciò che fu aggiunto in seguito rap- no membra del Corpo e sono destinati
presentava una nuova verità. a condividere per sempre la gloria di
1:26 Questo versetto dimostra che Cristo; 2° il Signore Gesù è il Capo del
l’annuncio della Parola di Dio nella Corpo che egli vivifica, nutre e guida;
sua totalità riguarda il mistero: cioè, il 3° i Giudei non godono di particolari
mistero che è stato nascosto per tutti i vantaggi per il fatto di essere ammessi
secoli e per tutte le generazioni, ma che a far parte della chiesa, né gli stranieri
ora è stato manifestato ai suoi santi. Nel partono da una posizione svantaggiata.
N.T. un mistero è una verità non rivelata Sia i Giudei che gli stranieri diventano
in precedenza, che ora è finalmente an- membra del Corpo per fede e forma-
nunciata ai figli degli uomini tramite gli no un solo uomo nuovo (vd. Ef 2:15;
apostoli e i profeti. Si tratta di una verità 3:6). Che anche gli stranieri potessero
che gli uomini non potrebbero mai con- essere salvati non era una verità na-
cepire mediante il solo intelletto, ma la scosta all’A.T., ma che degli stranieri
cui conoscenza Dio ha loro misericor- convertiti sarebbero diventati membra
diosamente concesso di afferrare. del Corpo di Cristo per condividerne la
Questo è uno dei numerosi versetti gloria e regnare con lui era una verità
del N.T. in cui si spiega come la verità mai rivelata in precedenza.
della chiesa non fosse conosciuta in L’aspetto particolare del mistero che
epoca veterotestamentaria. Tale miste- Paolo evidenzia nel v. 27 è che il Signore
ro era stato nascosto per tutti i secoli Gesù desidera dimorare nel cuore degli
e per tutte le generazioni (vd. anche Ef stranieri. Cristo in voi, la speranza del-
3:2-13; Ro 16:25-27). È dunque errato la gloria. Queste parole sono rivolte ai
sostenere che la chiesa ha avuto inizio Colossesi, che erano stranieri. F.B. Me-
con Adamo oppure con Abraamo. La yer esclama: “Che egli [Cristo] dimo-
chiesa ebbe inizio il giorno della Pente- rasse nel cuore di un figlio di Abraamo
coste e la verità della chiesa fu rivelata era considerato uno straordinario ge-
dagli apostoli. La chiesa del N.T. non sto di disponibilità, ma che egli potesse
corrisponde all’Israele dell’A.T., essen- trovare dimora nel cuore di uno stra-
do una realtà del tutto nuova. niero aveva dell’incredibile”. Eppure
Israele nacque quando Dio ordinò ad questo è esattamente il contenuto del
Abraamo di uscire da Ur dei Caldei e di mistero: “...vale a dire che gli stranieri
lasciare il resto delle nazioni ai loro pec- sono eredi con noi, membra con noi di
cati e alla loro idolatria. Egli fece della un medesimo corpo e con noi parteci-
stirpe di Abraamo un popolo distinto e pi della promessa fatta in Cristo Gesù
separato dagli altri. La chiesa, al contra- mediante il vangelo” (Ef 3:6). Per far
rio, rappresenta l’unione dei credenti di risaltare l’importanza di questa verità,
tutte le razze e di tutte le nazionalità in l’apostolo non si limita semplicemente
un solo Corpo moralmente e spiritual- a definirla “questo mistero” o “la gloria
mente separato da tutti gli altri. di questo mistero”, indicandola bensì
Esistono diverse prove dalle quali è come la ricchezza della gloria di que-
possibile evincere che la chiesa non è sto mistero. Aumentando gli attributi-
un prolungamento d’Israele, fra le qua- vi, egli desidera imprimere nella mente
li la metafora dell’olivo che Paolo usa dei suoi lettori una verità luminosa e
in Ro 11 per dimostrare che la nazione degna di tutta la loro attenzione.

964
COLOSSESI 2:2

...cioè Cristo in voi, la speranza della che era soltanto in virtù dei pieni pote-
gloria. Il Cristo che dimora nei creden- ri conferitigli dal Signore che egli era
ti è la speranza della loro gloria. Non in grado di servirlo. Mentre si spostava
abbiamo alcun titolo per rivendicare da una località all’altra, fondava chiese
il cielo, all’infuori del Salvatore. Il fatto e pasceva il gregge di Dio, egli era ben
che egli dimori in noi rende il cielo una consapevole del fatto che era Gesù ad
certezza, come se vi fossimo già. agire in lui con potenza.
1:28 L’espressione che noi proclamia-
mo è ricca di significato. Il pronome che E. Cristo è sufficiente contro i
si riferisce, ovviamente, al Signore Gesù pericoli della filosofia, del
Cristo (v. 27): Paolo afferma di aver an- legalismo, del misticismo e
nunciato una Persona. L’apostolo non dell’ascetismo (2:1-23)
passava il tempo occupandosi di poli- 2:1 Questo versetto è collegato agli
tica o di filosofia, ma si concentrava sul ultimi due del cap. 1, dove Paolo de-
Signore Gesù perché si rendeva conto scrive i suoi sforzi, nell’insegnamento
che il cristianesimo è Cristo. e nella predicazione, volti a presenta-
...esortando ciascun uomo e cia- re a Cristo dei credenti maturi. Qui la
scun uomo istruendo in ogni sapien- sua fatica è di natura diversa: si tratta
za, affinché presentiamo ogni uomo ora dell’arduo combattimento nella
perfetto in Cristo Gesù. Qui intuiamo preghiera a favore di persone mai in-
qualcosa di più sul ministero dell’ama- contrate personalmente. Dal giorno in
to apostolo. Il suo era un ministero sin- cui aveva sentito parlare dei credenti
cero, diretto. Egli metteva in guardia di Colosse, egli aveva pregato per loro,
gli irredenti contro la terribile ira futu- così come per quelli della vicina città
ra e insegnava ai santi le meravigliose di Laodicea e per altri che non aveva
verità della fede cristiana. ancora conosciuto di persona (vd. Ap
Possiamo notare anche l’enfasi po- 3:14-19 in merito alla successiva infeli-
sta sulla continuazione dell’opera già ce condizione di quella chiesa).
intrapresa a favore dei neoconvertiti. Il v. 1 è di grande conforto per chi
Paolo provava un vero senso di re- non ha il privilegio di svolgere un mi-
sponsabilità nei confronti di coloro che nistero pubblico. L’apostolo spiega che
aveva indirizzato al Salvatore: non si non bisogna sentirsi limitati in ragione
accontentava di vedere queste anime di quanto si riesce a fare in pubblico:
salvate e poi di continuare per la pro- infatti è possibile servire il Signore an-
pria strada. Egli voleva presentare ogni che restando in ginocchio nell’intimità
uomo perfetto in Cristo Gesù. Paolo della propria camera. Se poi si svolge
vede se stesso come un sacerdote che un ministero pubblico, i risultati di-
offre sacrifici a Dio. Qui i “sacrifici” so- penderanno in larga misura dalle pre-
no uomini e donne: in quali condizioni ghiere elevate a Dio in privato.
li offre al Signore? La loro fede in Cristo 2:2 Questo versetto ci rivela il con-
è ancora immatura, o debole? Ah, no! tenuto della preghiera di Paolo per i
Paolo desidera che essi siano dei cre- credenti di Colosse. Nella prima parte
denti adulti, maturi e ben radicati nella egli prega affinché i loro cuori siano
verità. Sentiamo anche noi questa re- incoraggiati. La fede di questa comu-
sponsabilità verso coloro che abbiamo nità era messa a repentaglio a causa
condotto a Cristo? delle dottrine gnostiche: i Colossesi
1:29 Paolo, come pure gli altri apo- dovevano, quindi, essere incoraggiati,
stoli, si adoperava per questo scopo. ossia resi saldi o rafforzati.
Tuttavia si rendeva conto di non opera- Successivamente, l’apostolo pre-
re con le proprie forze, bensì con la… ga affinché essi siano uniti median-
forza di Cristo che agiva in lui con po- te l’amore . Con la concordia e con
tenza. In altre parole, l’apostolo sapeva l’amore i santi sono in grado di op-

965
COLOSSESI 2:3

porre una valida resistenza contro gli Paolo desidera che i santi “usino”
assalti del nemico. E se il loro cuore Cristo, si avvalgano delle sue risorse
era anche ricolmo d’amore per Cristo, e attingano a lui per ogni emergenza.
questi poteva rivelare le più profonde Egli desidera che essi si convincano
verità della fede cristiana. Il Signore che Cristo, come afferma Alfred Mace:
rivela i propri segreti a chi gli è vicino:
questo è un principio ben noto della …è nel suo popolo e possiede ogni
attributo della Deità e infinite, indi-
Scrittura. Giovanni, per esempio, era
cibili, smisurate risorse, tanto che
l’apostolo che si appoggiava al petto
essi [i santi] non hanno bisogno di
di Gesù, e non è un caso che sia stato
nulla all’infuori di lui. “Dio ha volu-
colui che ricevette la maggiore rivela- to far loro conoscere quale sia la ric-
zione di Gesù Cristo. chezza della gloria di questo mistero
Infine, Paolo prega affinché i Colos- fra gli stranieri, cioè Cristo in voi, la
sesi siano dotati di tutta la ricchezza speranza della gloria” (Cl 1:27). Que-
della piena intelligenza per conoscere. sta verità, conosciuta in potenza, è
Acquisita una più approfondita cono- l’antidoto certo e sicuro contro l’or-
scenza della fede in Cristo, essi avreb- goglio di Laodicea, la teologia razio-
bero acquistato maggiore convinzione nalistica, la religione tradizionalista,
circa la sua veridicità. E quanto mag- i medium spiritualisti posseduti dai
giormente radicati nella fede, tanto demòni e ogni altra forma di opposi-
meno essi avrebbero corso il rischio di zione o simulazione.(12)
lasciarsi trascinare dalle false dottrine
che imperversavano all’epoca. 2:3 ...tutti i tesori della sapienza
Nel N.T. si parla di “pienezza” in e della conoscenza sono nascosti in
rapporto alla fede, all’intelligenza e Cristo. Naturalmente gli gnostici si
alla speranza in tre brani distinti. 1° La vantavano di possedere una conoscen-
piena certezza di fede : troviamo ristoro za superiore a quella contenuta nelle
nella Parola di Dio, che ci testimonia pagine della rivelazione divina. La loro
di lui (vd. Eb 10:22). 2° La piena intelli- erudizione costituiva un’aggiunta a ciò
genza per conoscere : conosciamo e sia- che si trovava in Cristo o nella fede in
mo consolati (vd. Cl 2:2). 3° La pienezza Cristo. Al contrario, qui Paolo afferma
della speranza : proseguiamo fiduciosi che tutti i tesori della sapienza e della
del risultato (vd. Eb 6:11). conoscenza sono nascosti in Cristo, il
La preghiera di Paolo raggiunge il Capo della chiesa. Dunque i credenti
momento culminante nell’espressio- non hanno alcun bisogno di trascen-
ne per conoscere a fondo il mistero di dere quanto è scritto nella Parola di
Dio, cioè Cristo. Dio. I tesori in Cristo sono nascosti agli
Che cosa intende dire l’apostolo increduli; perfino i credenti devono
Paolo quando scrive che possiamo co- avere un’intima conoscenza di Cristo
noscere a fondo il mistero di Dio, cioè prima di potervisi addentrare.
Cristo ? Egli fa ancora riferimento alla Cristo è nel credente come Capo,
verità della chiesa, a Cristo, il Capo del centro e risorsa. Per la vastità delle
Corpo, e a tutti i credenti, membra del sue insondabili ricchezze, per l’ine-
Corpo. Tuttavia, l’aspetto particolare sauribile abbondanza della sua infi-
del mistero cui egli allude è la funzione nita magnificenza, per tutto ciò che
di guida di Cristo. L’apostolo desidera egli è, sostanzialmente, come Dio,
ardentemente che tutti i santi venga- per tutto ciò che egli ha compiuto
no a conoscenza di questa verità. Egli nella creazione e nella redenzione,
sa che, riconoscendo la magnificenza per le sue glorie personali, morali e
del loro Capo, non si lasceranno sviare ufficiali, egli respinge l’esercito di
dallo gnosticismo o da qualsiasi altra professori, scrittori, medium e critici
dottrina perversa. schierato contro di lui.

966
COLOSSESI 2:7

In questo versetto vi è più di quan- gnore. In altre parole, essi avevano


to possa sembrare a prima vista: in riconosciuto l’assoluta adeguatezza
Cristo si trova tutta la conoscenza ; di Gesù Cristo, la quale non si limita
egli è l’incarnazione della verità; di sé ai fini salvifici ma si estende altresì a
ha detto: “Io sono la via, la verità e la ogni aspetto della loro vita cristiana.
vita” (vd. Gv 14:16); nulla che sia vero Paolo invita i santi a continuare a ri-
sarà mai in conflitto con le sue parole conoscere la signoria di Cristo e a non
o le sue opere. La differenza tra cono- allontanarsi mai da lui per inseguire
scenza e sapienza è spesso spiegata gli insegnamenti umani, per quanto
nel modo seguente: la conoscenza è la questi possano apparire convincenti.
comprensione della verità, la sapienza Il verbo camminare ( camminate ) è
è la capacità di mettere in pratica la ve- usato spesso con riferimento alla vita
rità che si è appresa. e alla condotta cristiana, denotando
2:4 Poiché tutta la sapienza e tutta azione e progressione. In effetti non si
la conoscenza sono in Cristo, i credenti può camminare e restare sempre nel-
non dovrebbero farsi ingannare dalle lo stesso punto. Tale ragionamento è
parole seducenti dei seguaci di false altresì valido nella vita dei credenti: o
sette. Chi non possiede la verità deve si progredisce o si regredisce.
cercare di attirarsi un seguito median- 2:7 Paolo si serve dapprima di un
te un’ingegnosa presentazione del pro- termine mutuato all’agricoltura e, suc-
prio messaggio. Questo è esattamente cessivamente, di uno preso in prestito
ciò che gli eretici fanno da sempre. Essi dall’architettura. Il verbo radicati si
fanno partire le loro argomentazioni richiama a ciò che avviene all’atto della
da alcune probabilità e costruiscono conversione: il Signore Gesù Cristo è
un castello dottrinale basato su illazio- assimilato a un terreno in cui l’indivi-
ni. D’altro canto, chi predica le verità duo convertito affonda le radici e da
divine non ha bisogno di appoggiarsi cui trae tutto il nutrimento. Compren-
all’eloquenza o ad abili dissertazioni. diamo quanto sia altresì importante
La verità si dimostra da sé e saprà di- avere radici profonde, al fine di non
fendersi come un leone. essere sradicati all’arrivo dei venti con-
2:5 Questo versetto dimostra la pro- trari (vd. Mt 13:5, 20-21).
fonda consapevolezza di Paolo riguar- Dopo di che, Paolo passa alla me-
do ai problemi e ai pericoli che la chiesa tafora dell’edificio, spiegando che il
di Colosse si trovava ad affrontare. Egli Signore Gesù costituisce il fondamento
si presenta come un ufficiale che ispe- e che noi siamo edificati in lui, la Roc-
ziona le truppe. Ordine e fermezza, in- ca eterna (vd. Lu 6:47-49). Noi credenti
fatti, sono entrambi termini militari. Il siamo stati radicati una volta per sem-
primo indica il regolare dispiegamento pre, ma ora dobbiamo essere edificati.
di una compagnia di soldati, mentre il ...saldi nella fede, oppure “confer-
secondo indica la compattezza dello mati nella fede”. Il concetto basilare
schieramento. Benché lontano, Paolo qui espresso è che l’edificazione nella
era spiritualmente presente a Colosse fede è un processo continuo della vi-
e si rallegrava di constatare il sincero ta cristiana. Epafra aveva insegnato
attaccamento di quella chiesa alla Pa- ai Colossesi i fondamenti della fede
rola di Dio. in Cristo e, ora che essi proseguivano
2:6 Qui Paolo incoraggia la chiesa sul sentiero cristiano, queste preziose
di Colosse a proseguire il cammino verità sarebbero state confermate con-
spirituale nello stesso modo in cui tinuamente nel loro cuore e nella loro
l’ha intrapreso, ossia per fede. Come vita. Dal canto suo, l’apostolo Pietro
dunque avete ricevuto Cristo Gesù, puntualizza che il mancato progresso
il Signore, così camminate in lui . nella vita spirituale porta inevitabil-
Qui l’enfasi è posta sulla parola Si- mente al dubbio e alla perdita della

967
COLOSSESI 2:8

gioia e delle benedizioni del vangelo del mondo e non secondo Cristo. Qui la
(vd. 2 P 1:9). tradizione degli uomini indica le dot-
Paolo termina la spiegazione con trine religiose inventate dagli uomini e
l’espressione abbondando nel ringra- che non hanno alcun fondamento nelle
ziamento. Egli non vuole che i credenti Scritture. Dicesi tradizione la perpetua-
siano degli algidi dottrinari, ma desi- zione di un’usanza, nata per uno scopo
dera che il loro cuore si lasci incantare preciso o adattata a qualche particolare
dalle meravigliose verità del vangelo e circostanza. Gli elementi del mondo so-
che trabocchi di lode e di riconoscenza no i rituali, le cerimonie e i precetti giu-
verso il Signore. Il ringraziamento of- daici con i quali gli uomini speravano di
ferto per le benedizioni derivanti dalla conquistarsi il favore divino.
fede in Cristo è uno straordinario anti- La legge di Mosè aveva esaurito il
doto contro i veleni delle false dottrine. compito per il quale era nata: essere un
2:8 Ora Paolo è pronto a prendere di abbozzo delle cose future. Era stata la
petto le specifiche eresie che minac- “scuola elementare” che doveva prepa-
ciano i credenti della valle del Lico, rare i cuori all’arrivo di Cristo. Ritornare
dove sorgeva Colosse. Guardate che ad essa in quel momento equivaleva
nessuno faccia di voi sua preda con a finire nelle mani dei falsi dottori che
la filosofia e con vani raggiri. I fal- cospiravano per soppiantare il Figlio di
si insegnamenti tentano di sottrarre Dio con un sistema desueto (Daily Notes
all’uomo ciò che è di vero valore senza of the Scripture Union).
offrirgli nulla di sostanzioso in cam- Paolo vuole che i Colossesi vaglino
bio. Il vocabolo filosofia significa lett. gli insegnamenti alla luce delle dottri-
“amore per la sapienza”. La filosofia ne impartite da Cristo.
non è malvagia in sé, ma lo diventa 2:9 È meraviglioso notare come l’apo-
quando gli uomini cercano la sapienza stolo Paolo riporti continuamente l’at-
al di fuori del Signore Gesù Cristo. Qui tenzione dei suoi lettori alla Persona di
il termine indica il tentativo umano di Cristo. Questo passo reca una delle più
cercare e scoprire con l’intelletto ciò sublimi e inequivocabili dichiarazioni
che può essere conosciuto soltanto della Bibbia riguardo alla deità del Si-
per rivelazione divina (vd. 1 Co 2:14). gnore Gesù Cristo: ...perché in lui abita
La filosofia è diabolica quando collo- corporalmente tutta la pienezza della
ca la ragione umana al di sopra di Dio Deità. È importante notare la somma
e adora la creatura più del Creatore. È delle prove che concorrono a testimo-
possibile riscontrare tale caratteristica niare la deità di Cristo. Cristo è Dio:
nei pensatori liberali dei nostri giorni
e nel loro ostentato intellettualismo perché in lui abita la Deità
e razionalismo. I vani raggiri sono gli perché in lui abita corporalmente
insegnamenti falsi e vuoti di coloro la Deità
che dichiarano di offrire verità occulte perché in lui abita corporalmente
ed esoteriche a una ristretta cerchia di la pienezza della Deità
individui “eletti”. In realtà, costoro non perché in lui abita corporalmente
hanno nulla da offrire, ma si attirano tutta la pienezza della Deità.
un seguito di uomini e donne facen-
do leva sulla loro curiosità (“prurito di Questa è una risposta efficace alle
udire”, vd. p. es. 2 Ti 4:3). Inoltre, essi varie forme di gnosticismo che ne-
fanno leva sulla loro vanità, dando loro gano la deità del Signore Gesù, quali,
l’illusione di essere dei membri eletti di p. es., la “Scienza Cristiana”, il movi-
un circolo esclusivo. mento dei testimoni di Geova, la Chie-
La filosofia e i vani raggiri che Paolo sa Cristiana Unitariana, la teosofia, il
attacca si sono sviluppati secondo la cristadelfismo ecc.
tradizione degli uomini e gli elementi M. Vincent dichiara: “Il versetto con-

968
COLOSSESI 2:12

tiene due asserti distinti: 1° la pienezza la morte alla carne o la separazione dal-
della Deità dimora eternamente in Cri- la natura umana, la quale è malvagia,
sto; 2° la pienezza della Deità dimora in corrotta e non rigenerata. Purtroppo il
lui… che possiede un corpo umano”. (13) popolo giudeo si interessava soltanto
Molte delle sette succitate ammettono della cerimonia in sé, trascurandone
che in Gesù dimori una qualche forma il significato spirituale. Nel tentativo
di divinità. Questo versetto dichiara di ottenere il favore di Dio con cerimo-
che è in lui, nella sua umanità, tutta niali e buone opere, si dava a intendere
la pienezza della Deità . Il concetto è che nella carne umana vi fosse qualco-
chiaro: se la Persona del Signore Ge- sa in grado di soddisfare Dio. Nulla di
sù Cristo è più che sufficiente per noi, più sbagliato!
perché compiacersi di dottrine che lo Nel versetto che stiamo analizzan-
disprezzano o lo ignorano? do non vi è alcun accenno alla cir-
2:10 L’apostolo cerca di imprimere concisione fisica bensì, piuttosto, alla
nella mente dei suoi lettori il concetto circoncisione spirituale. Essa identifica
della piena sufficienza del Signore Ge- chiunque abbia riposto la propria fede
sù Cristo e della loro perfetta posizione e speranza nel Signore Gesù, come si ri-
in lui. È una straordinaria espressione leva dall’espressione una circoncisione
della grazia di Dio che la verità descrit- non fatta da mano d’uomo. Il versetto ci
ta al v. 9 (in Cristo “abita corporalmente insegna che ogni credente è circonciso
tutta la pienezza della Deità”) sia segui- della circoncisione di Cristo. Questa
ta da questa verità: il credente ha tutto espressione allude alla morte di Gesù
pienamente in lui. Naturalmente ciò sul Golgota. Quando il Signore è mor-
non significa che nel credente dimori to, il credente è morto con lui: morto
tutta la pienezza della Deità. Questa è al peccato (vd. Ro 6:11), alla legge, a se
prerogativa esclusiva del Signore Gesù stesso (vd. Ga 2:20) e al mondo (vd. Ga
Cristo. In realtà, questo versetto inse- 6:14). Questo tipo di circoncisione non
gna che il credente trova in Cristo tutto [è] fatta da mano d’uomo perché nes-
ciò di cui ha bisogno nella vita, sia a sun uomo vi può avere parte o vantar-
livello pratico che spirituale. Spurgeon ne il merito. L’uomo non può meritarla
dà un’ottima definizione della nostra né guadagnarla, giacché essa è opera
completezza. Egli sostiene che siamo: di Dio. In tal modo egli ha spogliato il
1° completi senza l’ausilio dei rituali corpo dei peccati della carne. In altre
ebraici; 2° completi senza l’aiuto della parole, quando l’individuo è salvato
filosofia; 3° completi senza le inven- viene unito a Cristo (nella sua morte
zioni della superstizione; 4° completi espiatoria) e rinuncia a ogni speranza
senza meriti umani. di guadagnare o meritare la salvezza
Colui nel quale siamo completi è il mediante i propri sforzi umani. Samuel
capo di ogni principato e di ogni pote- Ridout scrive: “La morte del nostro Si-
stà. Più avanti in questo stesso capitolo gnore non ha soltanto ripudiato il frutto,
accenneremo al fascino che l’argomen- ma ha altresì condannato ed eliminato
to degli angeli esercitava sugli gnostici. la radice che lo ha generato”.
Cristo, nondimeno, è a capo di tutte le 2:12 Paolo adesso passa dal tema
schiere angeliche. Sarebbe ridicolo oc- della circoncisione al tema del batte-
cuparsi degli angeli quando è possibile simo. Proprio come la circoncisione ri-
avere, come oggetto del proprio amore, evoca la morte alla carne, il battesimo
il loro Creatore in Persona e godere, richiama alla mente la sepoltura del
inoltre, della comunione con lui. vecchio uomo.
2:11 La circoncisione, piccola opera- ...essendo stati con lui sepolti nel
zione chirurgica praticata sui neonati battesimo, nel quale siete anche stati
maschi, era un rituale tipico del giu- risuscitati con lui mediante la fede nel-
daismo. Il suo significato spirituale era la potenza di Dio che lo ha risuscitato

969
COLOSSESI 2:13

dai morti. L’apostolo spiega che non conseguenza dovevano abbandonare


siamo soltanto morti con Cristo, ma tutto ciò che li caratterizzava come uo-
che siamo altresì stati con lui sepolti. mini carnali.
Questa sepoltura, simboleggiata dal 2:14 Paolo descrive ora un altro
battesimo, è già avvenuta al momento aspetto dell’opera di Cristo.
della conversione: immergendoci nelle ...avendo cancellato il documento a
acque battesimali, noi la confessiamo noi ostile, i cui comandamenti ci con-
pubblicamente. Il battesimo è la sepol- dannavano... l’ha tolto di mezzo, in-
tura della nostra vecchia natura di figli chiodandolo sulla croce. Il documento
di Adamo. Mediante il battesimo rico- a noi ostile è la legge. I dieci comanda-
nosciamo che in noi non vi è nulla che menti, infatti, ci erano sfavorevoli e ci
possa piacere a Dio e, di conseguenza, condannavano, giacché noi, dal canto
leviamo per sempre la carne dalla sua nostro, non li osservavamo alla per-
vista. Tuttavia, l’opera non si conclude fezione. Tuttavia l’apostolo Paolo non
con il seppellimento. Non siamo stati allude soltanto ai dieci comandamenti,
soltanto crocifissi e seppelliti con Cri- ma anche alla legge cerimoniale impo-
sto, ma siamo anche stati risuscitati con sta a Israele. Tale legge comprendeva
lui per camminare finalmente in novità tutti i precetti riguardanti le festività, gli
di vita (vd. Ro 6:4). Tutto ciò avviene al alimenti e gli altri rituali religiosi. Tali
momento della conversione, mediante comandamenti facevano parte della re-
la fede nella potenza di Dio che... ha ri- ligione giudaica e additavano la venuta
suscitato Cristo dai morti. del Signore Gesù; essi erano ombre della
2:13 L’apostolo Paolo ora adegua sua Persona e della sua opera. Morendo,
questo insegnamento ai Colossesi. Pri- ha tolto di mezzo tali leggi, inchiodan-
ma della conversione essi erano morti dole sulla croce, cancellandole come si
nei peccati : agli occhi di Dio, infatti, cancella un conto quando il debito vie-
essi erano spiritualmente morti a cau- ne pagato. Meyer scrive: “Con la morte
sa dei loro peccati. Il loro spirito non di Cristo sulla croce, la legge che con-
era morto, ma essi non avevano alcuno dannava gli uomini ha perduto la sua
slancio verso Dio e non potevano fare autorità penale giacché Cristo, moren-
nulla per conquistarsi la sua benevo- do, ha subito la maledizione della legge
lenza. Essi non erano solo morti nei al posto dell’uomo, decretando la fine
peccati : infatti Paolo aggiunge e nella della legge”. (14) William Kelly riassume
incirconcisione della vostra carne. Nel chiaramente: “La legge non è morta,
N.T. il termine incirconcisione è spesso ma noi siamo morti alla legge”. Qui, con
adoperato con riferimento agli stranie- molta probabilità, la terminologia usata
ri, ai pagani. I Colossesi erano conside- da Paolo allude all’antica pratica della
rati pagani perché non appartenevano pubblica affissione di un documento
al popolo terreno di Dio, il popolo giu- comprovante l’avvenuta estinzione di
deo. Essi erano dunque assai distanti un debito, a testimonianza del fatto che
da Dio e avevano, inoltre, permesso il creditore non poteva più esigere nulla
che la carne e le sue concupiscenze de- dal debitore.
tenessero il controllo totale della loro 2:15 Con la sua morte, risurrezione
vita. Tuttavia, come ebbero ascoltato e ascensione, il Signore Gesù ha anche
il vangelo e creduto nel Signore Gesù sconfitto le potenze del male, facendone
Cristo, essi furono vivificati con Cristo un pubblico spettacolo e trionfando su
e tutti i loro peccati furono perdonati. di loro. Crediamo che questo sia lo stes-
In altri termini, la loro condotta fu tra- so trionfo di cui si parla in Ef 4:8, dove
sformata del tutto. Fine della loro sto- è scritto che il Signore Gesù “ha porta-
ria di peccatori. Ora essi erano nuove to con sé dei prigionieri”. La sua morte,
creature in Cristo Gesù e iniziavano a sepoltura, risurrezione e ascensione
vivere alla luce della risurrezione. Di rappresentano il suo glorioso trionfo

970
COLOSSESI 2:18

su Satana e tutte le schiere maligne: stati istituiti in epoca veterotestamen-


tornando al cielo, egli attraversò l’at- taria come prefigurazione di eventi
mosfera, il dominio del “principe delle futuri. Per esempio, il sabato rappre-
potenze dell’aria” (vd. anche Ef 2:2). sentava il riposo di cui avrebbe goduto
Questo versetto dovrebbe essere di chiunque avesse creduto nel Signore
particolare conforto a quanti si fosse- Gesù Cristo. Adesso che il Signore Gesù
ro convertiti dal satanismo ma fossero è arrivato, perché gli uomini dovreb-
ancora ossessionati dal timore degli bero continuare a dare retta alle om-
spiriti maligni. Se siamo in Cristo non bre? Sarebbe come contemplare una
dobbiamo temere nulla, giacché egli fotografia quando la stessa persona
ha spogliato i principati e le potestà. fotografata è presente, in carne e ossa,
2:16 Ancora una volta l’apostolo Paolo accanto a noi.
offre spunti pratici per l’applicazione 2:18 L’esatta comprensione di que-
dei concetti appena enunciati. Possia- sto versetto si presenta alquanto diffi-
mo riassumere i versetti precedenti co- coltosa, giacché non conosciamo nei
me segue: i Colossesi erano morti a tutti dettagli la dottrina che gli gnostici pro-
i tentativi di piacere a Dio mediante gli pugnavano. Probabilmente costoro si
sforzi della carne. Essi non solo erano fingevano talmente umili da non osare
morti, ma erano stati altresì sepolti con accostarsi direttamente a Dio. Forse
Cristo ed erano risorti con lui a vita nuo- insegnavano che fosse possibile avvi-
va. Di conseguenza, essi non avevano cinarsi a Dio soltanto tramite gli an-
più nulla a che fare con i giudaizzanti o geli e così, nella loro presunta umiltà,
gli gnostici che tentavano di riportarli adoravano gli angeli e non il Signore.
indietro alle cose alle quali ormai i Co- Qualcosa di simile accade ancora oggi
lossesi erano morti. nel mondo. Per esempio, nell’ambiente
Nessuno dunque vi giudichi quan- cattolico vi è chi non osa pregare per-
to al mangiare o al bere, o rispetto a sonalmente Dio, preferendo accostarsi
feste, a noviluni, a sabati. Tutte le re- “a Gesù per mezzo di Maria”. Si tratta
ligioni umane obbligano l’uomo a ri- di un pretesto di umiltà che si traduce
spettare riti, regole, norme e calendari nell’adorazione di una creatura. I cre-
religiosi. Tali calendari abitualmente denti non dovrebbero lasciarsi privare
comprendono giorni sacri da osservare della propria ricompensa da pratiche
annualmente, festività mensili (novi- così antiscritturali. La Parola annuncia
luni) o settimanali (sabati o domeni- chiaramente che c’è “un solo media-
che). L’espressione “nessuno dunque tore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù
vi giudichi” significa che il credente uomo” (vd. 1 Ti 2:5).
non può essere condannato da altri se, L’apostolo Paolo prosegue con l’oscu-
p. es., mangia carne di maiale o se non ra espressione affidandosi alle proprie
osserva le ricorrenze religiose o i giorni visioni. Gli gnostici dichiaravano di es-
consacrati. Alcune false dottrine, quali, sere a conoscenza di reconditi misteri:
p. es., lo spiritismo, insistono sulla ne- per poterli apprendere occorreva pas-
cessità che i loro adepti si astengano dal sare attraverso un rito di iniziazione.
consumo di carne; così come i mormo- Forse questi segreti includevano anche
ni osservanti non devono bere né tè né le visioni cui allude Paolo. Le cosiddette
caffè. Il credente non è sottoposto a tali visioni svolgono un ruolo fondamenta-
obblighi. Per una disamina sulla legge, le in alcuni movimenti contemporanei
il legalismo e la questione del sabato, come il mormonismo, lo spiritismo e
vd. gli approfondimenti in calce ai com- la chiesa swedenborgiana. Gli adepti
menti a Mt 5:18; 12:8 e Ga 6:18. dello gnosticismo erano, ovviamente,
2:17 I riti religiosi giudaici erano orgogliosi del proprio arcano sapere.
l’ombra di cose che dovevano avveni- Ecco perché Paolo aggiunge che colui
re; ma il corpo è di Cristo. Essi erano che agisce in tal modo è gonfio di vani-

971
COLOSSESI 2:19

tà nella sua mente carnale. Con il loro to ricevuto ieri non va più bene per
atteggiamento di superiorità nei con- oggi: è acqua passata. Occorre altresì
fronti del prossimo, gli gnostici davano aggiungere che, laddove i credenti si
a intendere che si potesse essere felici attengono al Capo, l’azione si produce
solamente addentrandosi in quei miste- spontaneamente, armonizzandosi con
ri di cui essi erano depositari. Per inciso, le altre membra del Corpo.
possiamo osservare che queste sono le 2:20 Gli elementi del mondo cui allude
stesse caratteristiche che si riscontrano questo versetto sono i riti e le cerimonie.
nelle attuali confraternite segrete. I cre- Per esempio, i riti veterotestamentari in-
denti in comunione con il Signore non segnavano principi religiosi elementari –
avranno né tempo né simpatia per or- gli elementi del mondo – che potremmo
ganizzazioni di questo tipo. definire i rudimenti della religione (vd. Ga
Il versetto evidenzia che questi indi- 4:9-11). Probabilmente Paolo fa altresì
vidui svolgevano le loro svariate prati- riferimento ai riti cerimoniali legati allo
che religiose di propria iniziativa, non gnosticismo e ad altre religioni. In par-
avendo alcun consenso scritturale e ticolar modo, l’apostolo si trova a dover
non agendo in sottomissione a Cristo. affrontare l’ascetismo, una dottrina sca-
Ciascuno di loro si mostrava gonfio di turita da un giudaismo che aveva ormai
vanità nella sua mente carnale perché perduto la posizione originaria rispetto
si comportava come meglio gli aggra- a Dio, oppure dallo gnosticismo (o altra
dava e non si curava del Signore, ben- dottrina) che, invece, tale posizione non
ché la sua condotta potesse sembrare l’aveva mai occupata. Poiché i Colossesi
umile e religiosa. sono morti con Cristo, Paolo si domanda
2:19 …senza attenersi al Capo. Il Si- perché essi desiderino ancora lasciarsi
gnore Gesù è il Capo del Corpo. “… at- imporre dei precetti simili: permettere
tenersi al Capo” significa vivere con la ciò significava dimenticare di aver reciso
consapevolezza che Cristo è il Capo, i legami con il mondo.
traendo energia per le nostre neces- A questo punto forse alcuni si chie-
sità dalle sue inesauribili risorse e deranno: “Se il credente è morto ai
facendo tutto per la sua gloria. “… at- precetti, perché si conservano ancora
tenersi al Capo” significa rivolgersi il battesimo e la cena del Signore?” La
al Signore della gloria per riceverne risposta più ovvia è che questi due riti
guida e sostegno e restare uniti a lui. della chiesa cristiana sono insegnati
Ciò è spiegato più dettagliatamente nel N.T. Non si tratta, tuttavia, di mez-
nell’espressione successiva: da cui zi per ottenere la grazia, per rendere
tutto il corpo, ben fornito e congiun- il credente idoneo al regno dei cieli o
to insieme mediante le giunture e i aiutarlo a guadagnarsi il favore di Dio.
legamenti, progredisce nella crescita Si tratta, viceversa, di semplici atti di
voluta da Dio. Tutte le parti del corpo ubbidienza al Signore che indicano,
umano sono unite da giunture e da le- rispettivamente, l’identificazione con
gamenti. Il corpo, a sua volta, è unito Cristo e il memoriale della sua morte.
alla testa. Il corpo guarda al capo per Non sono leggi da rispettare, bensì pri-
essere guidato: questo è il concetto vilegi di cui godere.
che l’apostolo Paolo intende qui tra- 2:21 Questo versetto è collegato al
smettere. Le membra del Corpo di precedente dal pronome “quali” e va
Cristo sulla terra dovrebbero trovare letto di seguito ad esso. In sostanza,
soddisfazione e appagamento in lui, Paolo scrive: “Voi non vivete più nel
senza lasciarsi sedurre dai discorsi mondo: perché, dunque, sottostate
suadenti di questi falsi dottori. ancora a regole che vi impongono
L’espressione “attenersi al Capo” di non toccare, non assaggiare, non
mette in risalto la necessità di una co- maneggiare ?” Strano a dirsi, vi è chi
stante dipendenza dal Signore. L’aiu- insegna che qui Paolo vieta ai destina-

972
COLOSSESI 3:1

tari della lettera di toccare, assaggiare elevato di santità. Tale pratica è contem-
e maneggiare ! Naturalmente si tratta plata nell’induismo e in altre religioni mi-
dell’esatto contrario! stiche orientali.
È bene ricordare che alcuni autore- Che valore hanno questi gesti? Pro-
voli studiosi, come William Kelly, ri- babilmente la risposta migliore si trova
tengono che l’ordine delle proposizioni nella perfetta sintesi che conclude il
di questo versetto debba essere: “Non versetto: ma non hanno alcun valore;
maneggiare, né assaggiare e neppure servono solo a soddisfare la carne. Este-
toccare”. Così espresso, tale precetto riormente tali pratiche appaiono buone,
evidenzierebbe la crescente durezza ma non servono che a soddisfare la car-
nella pratica dell’ascetismo. ne. Sovente neppure i ben intenzionati
2:22 Il v. 22 approfondisce la spie- impegni alla temperanza aiutano a rag-
gazione. Tutti questi divieti sono sta- giungere i risultati sperati. Nessun falso
ti imposti dall’uomo, come indica sistema filosofico riuscirà mai a rendere
l’espressione secondo i comandamenti migliori gli uomini. Laddove si crea l’illu-
e le dottrine degli uomini. È questa sione che attraverso la carne sia possibile
l’essenza della fede autentica? Preoc- meritare l’approvazione di Dio, sussiste
cuparsi di carne e bevande anziché del l’incapacità di controllare le passioni e le
Cristo vivente? concupiscenze della carne. Al contrario,
Weymouth parafrasa i vv. 20-22 co- noi credenti siamo morti alla carne e alle
me segue: sue passioni e concupiscenze per vivere
eternamente alla gloria di Dio. Le nostre
Se sei morto con Cristo e sei scampa-
azioni non sono dettate dal timore di
to agli elementi del mondo, perché,
come se la tua vita ancora appar-
una punizione, bensì mosse dall’amore
tenesse al mondo, ti pieghi davanti per colui che ha dato se stesso per noi.
a precetti come: “Non maneggiare A.T. Robertson lo spiega bene: “È l’amo-
questo”; “Non assaggiare quello”; re che ci rende davvero liberi di fare ciò
“Non toccare quell’altro”, a proposito che è giusto. L’amore semplifica le scelte.
di cose destinate a essere consumate L’amore abbellisce il volto del dovere.
e a perire, ubbidendo a ingiunzioni e L’amore addolcisce il cammino con Cri-
insegnamenti puramente umani? sto. L’amore fa dell’esercizio della bene-
volenza un atto di libertà”.
2:23 Quelle cose [pratiche religiose
umane] hanno, è vero, una reputazione II. IL DOVERE DEL CREDENTE VERSO
di sapienza per quel tanto che è in esse di IL PRIMATO DI CRISTO (capp. 3–4)
culto volontario, di umiltà e di austerità
nel trattare il corpo. La locuzione per quel A. La nuova vita del credente:
tanto che è in esse di culto volontario si- l’uomo vecchio e l’uomo nuovo
gnifica che tali pratiche consistono in una (3:1-17)
forma di culto che riflette le convinzioni 3:1 Se dunque siete stati risuscitati con
del professante riguardo a ciò che essi ri- Cristo, cercate le cose di lassù dove
tengo giusto, ma non riguardo alla Parola Cristo è seduto alla destra di Dio. La
di Dio. Si tratta di religione, non di vera fe- congiunzione “se” di questo verset-
de. L’espressione reputazione… di umiltà to non ha valore condizionale, bensì
è già stata spiegata: costoro si fingono introduce una proposizione causale;
troppo umili per avvicinarsi in maniera infatti potrebbe anche essere tradotta
diretta a Dio e così utilizzano mediatori con poiché : “Poiché dunque siete stati
angelici. L’austerità nel trattare il corpo risuscitati con Cristo…”.
è caratteristica della pratica dell’asceti- Come è stato spiegato nel cap. 2, il
smo. L’asceta è convinto che, attraverso credente è morto con Cristo, è stato sep-
le rinunce e la mortificazione della carne, pellito con lui ed è risuscitato con lui dai
l’uomo possa raggiungere uno stato più morti. Il significato spirituale di tutto ciò

973
COLOSSESI 3:2

è che abbiamo abbandonato il tipo di vi- 3:3 Quando scrive ai credenti di


ta che conducevamo in precedenza e ab- Colosse voi moriste, Paolo non allu-
biamo iniziato una vita completamente de alla loro condizione, bensì ma alla
nuova, vale a dire la vita del Signore Gesù loro posizione. Poiché noi credenti ci
Cristo risorto. Poiché siamo stati risu- identifichiamo con Cristo nella sua
scitati con Cristo, dovremmo cercare morte, Dio desidera che ci conside-
le cose di lassù. Siamo ancora sulla ter- riamo morti con lui. Il nostro cuore
ra, ma dovremmo coltivare abitudini e è sempre pronto a mettere in dubbio
comportamenti celesti. questa verità, giacché ci sentiamo più
3:2 Il credente non dovrebbe lasciarsi vivi e vegeti che mai nei confronti del
condizionare dalla prospettiva terrena: peccato e della tentazione. Nondime-
egli valuterà le cose non come esse appa- no, il fatto meraviglioso è che quan-
iono all’occhio fisico, bensì in rapporto do, per fede, ci reputiamo morti con
alla loro importanza per Dio e per l’eter- Cristo, ciò diventa una realtà morale.
nità. M. Vincent ritiene che l’esortazione Se viviamo come se fossimo morti, la
“cercate” del v. 1 indichi l’azione, laddove nostra vita sarà sempre più conforme
l’aspirate del v. 2 alluderebbe all’intento. Il alla vita del Signore Gesù Cristo. Na-
verbo qui reso con aspirate è il medesimo turalmente non raggiungeremo mai
che, in Fl 3:19, è tradotto con “aver l’ani- la perfezione in questa vita, nondi-
mo [rivolto] a” (“ha l’animo alle cose della meno tale processo di conformazione
terra”). A.T. Robertson scrive: “Il credente dovrebbe sempre essere in atto nella
che vive il proprio battesimo cerca il cielo vita del credente.
e vi conforma il proprio pensiero: egli vi- Non solo siamo morti, ma la nostra
ve con i piedi per terra ma con il pensiero vita è nascosta con Cristo in Dio. Qui
rivolto alle stelle. Vive sulla terra come un sulla terra, dove ora viviamo, trovia-
cittadino dei cieli [cfr. Fl 3:20]”.(15) mo ciò che riguarda e interessa l’uomo
Durante la seconda guerra mondiale terreno, laddove le cose che rivestono
un giovane credente riferì entusiasta a maggiore importanza per il credente
un maturo servitore di Cristo: “Ho senti- sono legate alla Persona del Signore
to dire che ieri notte i nostri bombardieri Gesù Cristo. Il suo e il nostro destino
hanno nuovamente sorvolato le città ne- sono inseparabili. Paolo sostiene che,
miche”. Il credente più anziano replicò: poiché la nostra vita è nascosta con
“Non sapevo che la chiesa di Dio avesse Cristo in Dio, non dovremmo occu-
dei bombardieri”. Egli ovviamente, guar- parci delle cose insignificanti di questo
dando le cose dal punto di vista divi- mondo né, soprattutto, del mondo reli-
no, non provava alcuna soddisfazione gioso che ci circonda.
nell’apprendere dello sterminio di donne Un nuovo concetto è correlato
e bambini. all’espressione la vostra vita è nascosta
F.B. Hole spiega molto chiaramente con Cristo in Dio. Il mondo non vede la
la nostra posizione: nostra vita spirituale. Gli uomini non ci
comprendono e ci considerano strani,
L’equivalente della nostra identifica-
perché non viviamo come loro, non
zione con Cristo nella sua morte è la
nostra identificazione con lui nella
afferrando i nostri pensieri, le nostre
sua risurrezione. L’effetto dell’una è motivazioni, le nostre azioni. Proprio
separarci dal mondo dell’uomo, dal- come è stato detto a proposito dello
la religione dell’uomo, dalla sapienza Spirito Santo (il mondo “non lo vede e
dell’uomo. L’effetto dell’altra è met- non lo conosce”, Gv 14:17), così è della
terci in contatto con il mondo di Dio nostra vita spirituale; essa è nascosta
e con tutto quello che vi appartiene. con Cristo in Dio. Giovanni ci ricorda:
I primi quattro versetti del cap. 3 ci “Per questo il mondo non ci conosce:
rivelano la benedizione alla quale perché non ha conosciuto lui” (1 Gv
abbiamo facoltà di accedere.(16) 3:1). La vera separazione dal mondo

974
COLOSSESI 3:6

consiste nel fatto che il mondo non ca- Ora l’apostolo scrive che dovremmo
pisce il credente, anzi, lo fraintende. far morire ciò che in noi è terreno, in-
3:4 Av vicinandosi al punto cul- tendendo con ciò le diverse forme di
minante della descrizione di ciò che concupiscenza ed empietà enumerate
il credente possiede in Cristo, ora di seguito.
l’apostolo guarda nuovamente al ri- In generale, il termine fornicazione
torno del Signore. Quando Cristo, la indica i rapporti sessuali illeciti, soprat-
vita vostra, sarà manifestato, allora tutto tra persone non sposate (vd. Mt
anche voi sarete con lui manifestati 15:19; Mr 7:21). Talvolta acquisisce la
in gloria . Attualmente noi cresciamo valenza più ampia di immoralità ses-
con lui e godiamo di una vita che non suale. L’impurità riguarda i pensieri, le
può essere vista o compresa dagli uo- parole e le azioni; qui indica corruzio-
mini; si avvicina, tuttavia, il giorno in ne morale, non sporcizia fisica. Le pas-
cui il Signore Gesù tornerà per i suoi sioni sono il sintomo di una sfrenata
santi. Allora saremo con lui manife- concupiscenza. I desideri cattivi sono
stati in gloria . Tutti gli uomini com- spesso intensi e violenti. La cupidigia
prenderanno, infine, il motivo per racchiude, per lo più, il concetto di avi-
cui abbiamo scelto una determinata dità o brama di possesso; tuttavia, qui
condotta. può evidenziare in particolar modo un
3:5 Nel v. 3 è scritto che siamo morti. insano desiderio di soddisfare le pul-
Qui Paolo aggiunge che dobbiamo far sioni sessuali: anche tale desiderio è
dunque morire ciò che in noi è terre- una forma di idolatria.
no. In questi due versetti abbiamo una L’elenco inizia con le azioni e poi ri-
chiara illustrazione della differenza vela le cause. Esaurito l’elenco delle va-
tra la posizione e la condizione (o stato, rie forme di peccato, si risale al recesso
esperienza pratica) del credente. Per in cui il peccato è concepito: l’avido
quanto riguarda la sua posizione, egli cuore dell’uomo. La Parola di Dio in-
è morto; la sua condizione dovrebbe segna chiaramente che non vi è nulla
riflettere l’accettazione del fatto di di intrinsecamente sbagliato nel sesso.
essere morto al peccato, facendo mo- Dio ha dato all’uomo la facoltà di ripro-
rire ciò che in lui è terreno. La nostra dursi. Il peccato nasce quando ciò che
posizione riflette ciò che noi siamo in Dio ha così misericordiosamente do-
Cristo; la nostra condizione riflette la nato alle sue creature è usato per sco-
nostra situazione intrinseca. La nostra pi abietti e illeciti. Ai tempi di Paolo il
posizione è il dono di Dio attraverso la peccato sessuale era il più praticato nel
fede nel Signore Gesù Cristo; la nostra mondo pagano; innegabilmente esso
condizione riflette la nostra risposta occupa ancora oggi il primo posto del-
alla grazia di Dio. la discutibile classifica. Laddove i cre-
Occorre inoltre distinguere tra leg- denti non sono sottomessi allo Spirito
ge e grazia. Dio non dice: “Se vivi una Santo, i peccati sessuali entrano nella
vita libera dal peccato, ti do una posi- loro vita e ne provocano la caduta.
zione privilegiata, in virtù della morte 3:6 Gli uomini credono di poter
di Cristo”, giacché questa sarebbe una commettere le trasgressioni più infa-
legge. In tal modo, la nostra posizione manti e sfuggire al castigo. Il cielo sem-
dipenderebbe dai nostri sforzi e, inu- bra rimanere in silenzio e l’uomo si fa
tile dirlo, nessuno riuscirebbe mai a sempre più arrogante. Tuttavia, non ci
raggiungerla. Al contrario, Dio dice: si può prendere gioco di Dio. Per que-
“Do gratuitamente a chiunque crede ste cose viene l’ira di Dio sugli uomini
nel Signore Gesù una posizione di fa- ribelli. Tali peccati comportano delle
vore ai miei occhi. Ora va’ e vivi una conseguenze e l’individuo raccoglie
vita coerente con una così nobile vo- nel proprio corpo il frutto dell’immo-
cazione”. Questa è la grazia ! ralità sessuale, senza contare che, in

975
COLOSSESI 3:7

un giorno futuro, mieterà il tremendo menzogna diventa doppiamente peri-


raccolto del giudizio eterno. colosa quando si danneggia il prossimo
3:7 Paolo ricorda ai Colossesi che, con chiacchiere o dicerie infondate o si
prima della conversione, anch’essi so- fornisce, deliberatamente, una visione
levano abbandonarsi a questi peccati. distorta delle persone o dei fatti.
Ma la grazia di Dio era scesa su di loro 3:10 Non solo ci siamo “spogliati
e li aveva liberati dall’impurità. Quel dell’uomo vecchio”, ma ci siamo rive-
capitolo della loro vita era stato coperto stiti del nuovo, che si va rinnovando
dal sangue di Cristo: ora essi avevano in conoscenza a immagine di colui
una nuova vita da vivere per Dio. Tale che l’ha creato. Così come il vecchio
concetto è altresì espresso in Ga 5:25: uomo ci rinvia alla nostra vecchia
“Se viviamo per lo Spirito, camminia- natura non rigenerata di figli di Ada-
mo altresì per lo Spirito”. mo, allo stesso modo il nuovo uomo
3:8 Poiché sono stati redenti a un indica la nostra nuova posizione co-
prezzo tanto alto, i Colossesi devono me figli di Dio: siamo creature nuove,
deporre come abiti sporchi non soltan- frutto di una nuova creazione. Dio si
to le diverse forme di concupiscenza aspetta che quest’uomo nuovo diven-
elencate nel v. 5, ma anche i vari tipi ti sempre più somigliante al Signore
di iniquità che l’apostolo si appresta a Gesù Cristo. Non dovremmo mai
enumerare. sentirci soddisfatti dei nostri attuali
L’ira è uno stato emotivo di intensa risultati, ma dovremmo continuare
avversione o animosità, un desiderio a conformarci al Salvatore: egli è il
di vendetta, un sentimento di odio nostro esempio e il nostro modello di
inveterato. La collera definisce una vita. Quando, nel giorno del giudizio
forma d’ira ardente, che può mani- finale, ci presenteremo davanti al tro-
festarsi in attacchi violenti. La ma- no di Cristo, il giudizio sulla nostra
lignità è la condotta malvagia intesa vita non si baserà sul raffronto con la
a danneggiare il prossimo o la sua vita di un altro credente, bensì con la
reputazione. È un’irragionevole ma- vita del Signore Gesù.
levolenza che si compiace della soffe- L’immagine di Dio non si rivela nel
renza altrui. La calunnia è un’accusa nostro corpo fisico, bensì nella bel-
inventata per screditare un’altra per- lezza della mente e del cuore rinno-
sona. Le parole oscene denotano un vati. Santità, amore, umiltà, man-
linguaggio turpe e volgare, impuro e suetudine, benevolenza e perdono:
disonesto. In questo elenco di peccati sono queste le qualità del carattere
l’apostolo passa dalle cause alle azio- divino.
ni. Nel cuore umano nasce l’amarez- (Daily Notes of the Scripture Union)
za, che si manifesta nei molteplici
modi appena enumerati. 3:11 Nella nuova creazione che
3:9 In questo versetto l’apostolo di- l’apostolo descrive non c’è Greco o
ce: “Siate coerenti con la vostra posi- Giudeo, circoncisione o incircon-
zione!” ...vi siete spogliati dell’uomo cisione, barbaro, Scita, schiavo, li-
vecchio ; adesso passate all’azione e bero, ma Cristo è tutto e in tutti . Le
astenetevi dalla menzogna: la menzo- differenze di nazionalità, religione,
gna apparteneva all’uomo vecchio e cultura e ceto sociale non contano.
non deve trovare posto nella vita di un Di fronte a Dio i credenti sono tutti
figlio di Dio. Ogni giorno proviamo la uguali e lo stesso dovrebbe avvenire
tentazione di distorcere la verità, ma- nelle chiese locali.
gari tralasciando di compilare qualche Ciò non significa che nella chiesa
casella nella dichiarazione dei redditi, non vi siano diversità: Dio, infatti, “ha
copiando a un esame o perfino esage- dato alcuni come apostoli, altri come
rando i particolari di una notizia. La profeti, altri come evangelisti, altri

976
COLOSSESI 3:12

come pastori e dottori” (vd. Ef 4:11). Al- 3:12 Nel v. 10 Paolo scrive che ci sia-
cuni sono stati costituiti come anziani mo rivestiti dell’uomo nuovo e ora spie-
della chiesa e altri come diaconi. In tal ga come ciò avviene, all’atto pratico,
senso il versetto non scredita le oppor- nella vita di tutti i giorni. Inizialmente
tune differenze. l’apostolo si rivolge ai Colossesi come
Questo versetto, inoltre, non va agli eletti di Dio, coloro che sono stati
usato per insegnare che le distinzioni scelti da Dio in Cristo prima della crea-
elencate sono state eliminate dal mon- zione del mondo. La grazia di elezione
do. Non è così. Infatti esistono ancora di Dio è uno dei misteri della rivelazio-
sia il Greco (con l’appellativo “Greco” ne divina. Riteniamo che la Scrittura
si allude, qui, ai popoli pagani in gene- insegni in maniera inequivocabile
rale) sia il Giudeo. Esistono ancora sia che Dio, nella sua sovranità, ha scelto
la circoncisione sia l’incirconcisione, gli uomini che sarebbero appartenuti
termini adottati nel N.T. per indicare, a Cristo. Ma non crediamo affatto che
rispettivamente, i Giudei e gli stranieri. Dio abbia mai scelto chi dannare. Tale
Il termine circoncisione potrebbe, d’al- dottrina sarebbe in totale disaccordo
tro canto, alludere all’effettivo rituale con la Scrittura. Così come crediamo
praticato dal popolo giudeo e ignorato nella grazia di elezione di Dio, credia-
dai popoli stranieri. Esistono ancora mo altresì nella responsabilità umana.
sia il barbaro (nel senso di “illetterato”, Dio non salva gli uomini contro la loro
“senza cultura”) sia lo Scita. Questi due volontà. La stessa Bibbia che postula
termini non sono in contrapposizione. l’esistenza degli “eletti secondo la pre-
Gli Sciti erano considerati i più selvaggi scienza di Dio” (1 P 1:2) dichiara altresì
e incivili tra i barbari. La contrapposi- che “chiunque invocherà il nome del
zione finale è quella esistente tra schia- Signore sarà salvato” (Gl 2:32).
vo e libero. Libero era chi non aveva Dopo di che, Paolo chiama i Colos-
mai conosciuto la schiavitù sin dalla sesi santi e amati. Il termine “santi” si-
nascita. Per il credente queste diffe- gnifica “separati dal mondo per essere
renze terrene non rivestono più alcuna vicini a Dio”. Noi credenti occupiamo
importanza. Ciò che conta veramente una posizione santa: tale santità do-
è Cristo: egli è in ogni cosa e, per il cre- vrebbe trapelare concretamente nella
dente, egli è tutto, il centro e la circon- nostra vita. Il fatto di essere oggetto
ferenza della vita cristiana. dell’amore di Dio infonde in noi il desi-
Il vescovo Ryle attesta fermamente derio di essergli graditi in ogni modo.
questa verità: Ora Paolo descrive le grazie cri-
stiane di cui dobbiamo rivestirci. I
Le tre parole “Cristo è tutto” sono sentimenti di misericordia denotano
l’essenza e la sostanza del cristiane- un cuore compassionevole; la benevo-
simo. Se il nostro cuore è in accor- lenza è propria di uno spirito generoso
do con esse, ciò è bene per la nostra che agisce a favore degli altri. L’umiltà
anima… Molti concedono a Cristo
sottintende la modestia e il desiderio di
un determinato posto nella loro reli-
stimare gli altri migliori di noi (vd. Fl
gione, ma non quello che Dio inten-
deva per lui. Nella loro anima Cristo
2:3). La mansuetudine non è debolez-
non è mai solo, non è “tutto in tutti”. za, bensì la forza di rinnegare se stessi
Oh, no! Per costoro Cristo va di pari e vivere nella grazia a beneficio di tutti
passo con la chiesa, oppure con i sa- gli uomini. Vine dichiara:
cramenti, oppure con i ministri a lui È opinione comune che l’uomo di-
consacrati, oppure con il pentimen- venti mansueto quando non può
to, la bontà, le preghiere, la sincerità prendersi ciò che vuole; eppure il Si-
o la pietà… In pratica è a tutte queste gnore era “mansueto” perché aveva
cose, non a Cristo, che costoro racco- a sua disposizione le infinite risorse
mandano la loro anima.(17) di Dio. La mansuetudine è l’oppo-

977
COLOSSESI 3:13

sto dell’arroganza e dell’egoismo, tutti gli aspetti del carattere cristiano.


è l’equilibrio di uno spirito che non È possibile che un individuo possieda
si esalta né si abbatte… e ciò avvie- alcune delle virtù sopra menzionate
ne per la semplice ragione che non è senza avere vero amore nel suo cuore.
tutto preso da se stesso.(18) Così Paolo rileva che occorre agire con
Se l’umiltà è “assenza di orgoglio”, un sincero spirito di amore per i fratel-
allora la mansuetudine è “assenza di li. Non dovremmo agire a malincuore,
passione”. La pazienza è la sopporta- bensì con genuino affetto. Secondo gli
zione delle provocazioni e delle offese. gnostici, il vincolo della perfezione era
Essa comprende gioia, gentilezza verso la sapienza; invece Paolo corregge que-
gli altri e perseveranza nelle sofferenze. sta opinione asserendo che il vincolo
3:13 Sopportatevi gli uni gli altri. della perfezione è l’amore.
Dovremmo dimostrarci pazienti con 3:15 E la pace di Cristo dovrebbe fa-
gli errori e le diversità dei nostri fratel- re da arbitro nei nostri cuori. Quando
li. Vivendo a fianco degli altri è inevi- il dubbio ci assale dobbiamo chiederci:
tabile che ne scopriamo le mancanze. “Fare questo mi darà pace?”, oppure:
Ci è spesso necessaria la grazia di Dio “Sarei in pace con me stesso se andassi
per sopportare le convinzioni altrui avanti e facessi ciò?”
e lo stesso vale per gli altri nei nostri Questo versetto è di particolare aiuto
confronti. Ma dobbiamo sopportarci quando cerchiamo la guida del Signore.
gli uni gli altri. Se il Signore vuole davvero che imboc-
...e perdonatevi a vicenda, se uno ha chiamo una certa strada, ci farà certa-
di che dolersi di un altro. Se si rispettas- mente sentire in pace. Se non abbiamo
sero queste indicazioni, ben poche di- quella pace, allora non dobbiamo pro-
spute tra il popolo di Dio tarderebbero a cedere. È stato detto, infatti: “Il buio sul
risolversi. Dovremmo perdonare chi ci cammino è luce per la sosta”.
offende. Molto spesso si sente protesta- Cristo ci ha chiamato, sia come indi-
re: “Ma è lui che mi ha offeso…”. Orbe- vidui sia come chiesa, a gustare la sua
ne, è esattamente questa la situazione in pace. Non sottovalutiamo l’importanza
cui siamo chiamati al perdono: se non della seconda parte di questo versetto:
fossimo offesi, non avremmo bisogno di alla quale siete stati chiamati per esse-
perdonare. Se, invece, gli offensori sia- re un solo corpo. Un modo per gustare
mo noi, dobbiamo chiedere perdono. Se la pace potrebbe essere una vita in com-
siamo pazienti, non corriamo il rischio pleto isolamento, ma non è questo il
di offenderci; se perdoniamo, dimen- piano di Dio per i credenti. Egli ha posto
tichiamo l’offesa. Non esiste maggiore i solitari in seno alle famiglie e deside-
incentivo al perdono di questo versetto: ra che ci raduniamo nelle chiese locali.
Come il Signore vi ha perdonati, così Benché, talvolta, vivere con altri creden-
fate anche voi. Come ci ha perdonati il ti metta a dura prova la nostra pazienza,
Signore? Ci ha perdonati generosamen- in questo modo Dio può suscitare nella
te! Così dovremmo fare anche noi. Il vita dei suoi figli virtù che non potreb-
Signore ci ha perdonati senza chiedere be risvegliare in altro modo. Così non
nulla in cambio e noi dovremmo fare dovremmo sottrarci alle nostre respon-
altrettanto. Egli ci ha perdonati e ha sabilità nella chiesa locale, né abbando-
dimenticato. E noi dovremmo imitarlo. nare la comunità quand’anche fossimo
Noi credenti dovremmo imitare la sor- contrariati o provocati. Piuttosto, do-
prendente condotta del nostro Signore vremmo cercare di essere accomodanti
in tutto e per tutto. con i nostri fratelli e le nostre sorelle,
3:14 L’amore è come un mantello, o aiutandoli in tutto quello che facciamo
una cintura, che avvolge e cinge tutte le e diciamo.
altre virtù per dare vita alla perfezione. ...e siate riconoscenti. Deve esserci
Esso mantiene il perfetto equilibrio di un buon motivo se questo è un tema ri-

978
COLOSSESI 3:16

corrente negli scritti di Paolo: probabil- ammaestrandovi indica la dottrina,


mente lo Spirito di Dio considera molto laddove esortandovi allude all’ammo-
importanti gli animi riconoscenti . nimento. Noi credenti abbiamo il dove-
Anche noi ne siamo persuasi! Essere re di condividere con i fratelli la nostra
riconoscenti non è importante soltan- conoscenza della Scrittura e di aiutarli
to per la vita spirituale dell’individuo, con consigli pratici e spirituali. L’am-
ma altresì per il suo benessere fisico. monizione e l’esortazione impartite
La medicina ha riscoperto ciò che le con ogni sapienza sono meglio accette
Scritture insegnano da sempre, cioè dei ragionamenti espressi con forza ma
che un atteggiamento mentale sereno privi di saggezza e d’amore.
e riconoscente è un toccasana per il Infine, dovremmo cantare di cuo-
corpo, laddove l’ansia, la depressione re a Dio, sotto l’impulso della grazia,
e lo scoraggiamento sono sicuramente salmi, inni e cantici spirituali. I salmi
nocivi per la salute. Siamo soliti pensa- sono le composizioni ispirate raccolte
re che la riconoscenza sia determinata nell’omonimo libro della Bibbia, che
dalle immediate circostanze; Paolo, si solevano cantare in Israele durante
invece, ci dimostra che essa è un dono il culto. Con il termine inni si intende
da coltivare. Abbiamo la responsabilità solitamente designare i canti di adora-
di essere riconoscenti (vd. De 33:29). zione e di lode rivolti a Dio Padre o al
L’assenza di gratitudine non deriva Signore Gesù Cristo.
dalla mancanza di argomenti, bensì Gesù, se sol io penso a te
all’egoismo del nostro cuore. Di gioia indescrivibile
3:16 C’è disaccordo fra gli studiosi s’empie il cuor;
circa la punteggiatura del v. 16. Nel te- Ma ancor più dolce un dì sarà
sto originario del N.T. la punteggiatura Vedere il volto tuo,
è assente; tuttavia, il significato di un E alla tua presenza riposar.
versetto come questo è ampiamente – Bernardo di Chiaravalle
determinato dai segni d’interpunzio-
ne adottati. Nella nostra versione della Questi inni non sono ispirati nello
Bibbia abbiamo: La parola di Cristo stesso senso dei salmi. I cantici spiri-
abiti in voi abbondantemente, am- tuali sono poesie di carattere religioso
maestrandovi ed esortandovi gli uni che descrivono l’esperienza cristiana,
gli altri con ogni sapienza, cantando come vediamo nelle seguenti parole:
di cuore a Dio, sotto l’impulso della Oh, la pace che perdiamo,
grazia, salmi, inni e cantici spirituali. Oh, gli inutili dolor
Il versetto appare, pertanto, diviso Perché tutto non portiamo
in tre sezioni. Nella prima troviamo In preghiera al Salvator!
l’esortazione a permettere che la pa- – C.C. Converse/E. Bonnard
rola di Cristo abiti in noi abbondante-
mente. La locuzione “parola di Cristo” Il credente dovrebbe cantare di cuo-
indica gli insegnamenti di Gesù tra- re a Dio, sotto l’impulso della grazia
mandati nella Bibbia. Allorché impre- o della riconoscenza, servendosi di
gniamo il cuore e la mente della sua questi generi di cantici. A questo punto
santa Parola e cerchiamo di cammina- è bene puntualizzare che il credente
re nell’ubbidienza, la parola di Cristo dovrebbe usare discernimento nella
dimora davvero nei nostri cuori. scelta della musica.
La seconda sezione del versetto è un Il presente versetto ricorda Ef 5:18-
invito ad ammaestrarci e a esortarci 19, dove leggiamo: “Non ubriacatevi!
gli uni gli altri con ogni sapienza . A Il vino porta alla dissolutezza. Ma siate
tale riguardo, ogni credente è ritenuto ricolmi di Spirito, parlandovi con sal-
responsabile nei confronti dei fratelli mi, inni e cantici spirituali, cantando
e delle sorelle in Cristo. L’espressione e salmeggiando con il vostro cuore al

979
COLOSSESI 3:17

Signore”. Qui Paolo sostituisce “siate ri- dell’apostolo Paolo ai membri converti-
colmi di Spirito” con: La parola di Cri- ti delle famiglie. Egli è prodigo di con-
sto abiti in voi abbondantemente. In sigli per mogli e mariti, figli e genitori,
altre parole, essere ricolmi dello Spirito servi e padroni. A prima vista potrebbe
e della Parola di Dio è il requisito indi- sembrare poco chiaro il nesso tra gli
spensabile per vivere una vita gioiosa, argomenti appena trattati e quelli più
utile e feconda. Non si è ricolmi di Spi- terreni, quali, p. es., la vita familiare; in
rito se non si è ricolmi della Parola di realtà questo cambiamento tematico è
Dio, e lo studio della Parola di Dio non molto significativo.
sarà efficace se non ci si abbandona
totalmente allo Spirito Santo. Non è LA FAMIGLIA CRISTIANA
corretto, dunque, concludere che esse-
re ripieni dello Spirito significa essere Dio considera la famiglia una forza ri-
ripieni della Parola di Dio? Non si tratta levante nella vita cristiana. Il noto det-
di un’oscura crisi emotiva che irrompe to “la mano sulla culla è la mano che
nella nostra vita, bensì del nutrimento governa il mondo” è più vera di quanto
che ci proviene quotidianamente dalle non si pensi.
Scritture che meditiamo, osserviamo e Dio concepì l’unità familiare per
viviamo. preservare ciò che nella vita ha più va-
3:17 Il v. 17 è una regola onnicom- lore. A mano a mano che, nel mondo,
prensiva mediante la quale è possibile l’attenzione per la famiglia diminuisce,
valutare la propria condotta di cre- si assiste al rapido disgregamento del-
denti. Oggigiorno, quando si tratta di la nostra civiltà. Nella Prima lettera a
decidere che cosa è giusto e che cosa Timoteo, Paolo spiega in modo singo-
è sbagliato, sono soprattutto i giovani lare che Dio ha istituito la famiglia per
a trovarsi in difficoltà. Imparato a me- potenziare le qualità spirituali, sicché
moria, questo versetto può rivelarsi la le doti necessarie a un individuo per
risposta a molti problemi. Le domande guidare la chiesa scaturiscono dalle
da porsi dovrebbero essere: “Posso fa- capacità che egli sviluppa nel governo
re questo nel nome del Signore Gesù ? della propria famiglia.
Converrebbe alla sua gloria? Penso che Nei versetti che seguono troviamo
egli benedirebbe questa scelta? Sarei alcuni dei principi fondamentali ne-
tranquillo se, tornando, il Signore mi cessari all’edificazione della famiglia
trovasse a fare questa cosa?” Dovrem- cristiana. Studiando questa sezione
mo sottoporre a tale esame ogni parola dobbiamo prendere coscienza di alcu-
che pronunciamo e ogni azione che ni doveri imprescindibili.
compiamo. L’osservanza di questa re- 1. L’altare di famiglia: ogni giorno biso-
gola nobilita la vita intera: è un bene gna sapersi ritagliare uno spazio per
prezioso imparare a fare ogni cosa per consentire alla famiglia di riunirsi per
la gloria del Signore. Ancora una volta leggere le Sacre Scritture e pregare.
l’apostolo aggiunge le parole: ringra- 2. Il padre deve poter esercitare l’auto-
ziando Dio Padre per mezzo di lui . rità in casa e deve farlo con saggezza
Ringraziare! Ringraziare! Ringraziare! e amore.
È un dovere incessante per chi è stato 3. La moglie, e madre, dovrebbe com-
salvato per grazia ed è destinato alle prendere che la sua principale re-
corti del cielo. sponsabilità verso Dio e verso la
famiglia è la casa. In linea di massi-
B. Retta condotta di ciascun ma, non è saggio che la moglie lavori
membro della famiglia cristiana fuori casa, anche se ci possono esse-
(3:18–4:1) re ovviamente delle eccezioni.
Da questo punto della lettera fino a 4. Moglie e marito dovrebbero essere
4:1 troviamo una serie di esortazioni un santo esempio per i figli ed essere

980
COLOSSESI 3:20

uniti in tutto, anche nella disciplina deve imporsi o dirigere, ma adeguarsi


dei figli, quando occorre. alla guida del marito fin dove le è pos-
5. Mantenere l’unità familiare. È fin sibile (senza compromettere la propria
troppo facile lasciarsi trascinare da- fedeltà a Cristo). Naturalmente vi sono
gli affari, dalla vita sociale e perfino casi in cui la donna non può ubbidire
dal servizio cristiano al punto di far al marito e, allo stesso tempo, essere
soffrire i figli per mancanza di affet- fedele a Cristo. In casi simili, la priorità
to, compagnia, insegnamento e di- va alla fedeltà al Signore Gesù. Stando
sciplina. Di fronte a dei figli ribelli, a questo versetto, qualora una donna
molti genitori hanno dovuto ammet- credente abbia un marito poco capace,
tere tristemente: “Mentre il tuo ser- dovrebbe aiutarlo a ricoprire adegua-
vo era occupato qua e là, quell’uomo tamente la posizione di capofamiglia,
sparì” (1 R 20:40). anziché usurparne la posizione in vir-
6. Per quanto concerne la disciplina tù della propria maggiore competenza.
dei figli, Paolo suggerisce tre regole 3:19 L’equilibrio della Parola di Dio
principali: 1° mai punirli rabbiosa- è affascinante. L’apostolo non si ferma
mente; 2° mai punirli ingiustamen- ai consigli per le mogli, bensì prosegue
te; 3° mai punirli senza spiegarne dimostrando che anche i mariti hanno
loro il motivo. le loro responsabilità.
7. È bene che i figli imparino a portare ...amate le vostre mogli, e non v’ina-
il giogo della loro giovinezza (vd. La sprite contro di loro. Se questi semplici
3:27) e apprendano la disciplina del precetti fossero seguiti, molti problemi
lavoro, le responsabilità e il valore di coppia scomparirebbero e le fami-
del denaro. glie sarebbero più felici nel Signore.
8. I genitori credenti dovrebbero so- Infatti nessuna moglie rifiuterebbe di
prattutto evitare di riporre le proprie sottomettersi a un marito che l’ama
ambizioni terrene e secolari su figli. veramente. È bene notare che al marito
Piuttosto, essi dovrebbero continua- non si consiglia affatto di costringere la
mente presentare loro il servizio per moglie a ubbidirgli. Se la moglie non si
il Signore come il modo più proficuo sottomette, egli dovrebbe presentare il
di impiegare la propria vita. Ciò po- problema al Signore. La sottomissione
trebbe significare, per alcuni, un dovrebbe essere un atto volontario,
servizio a tempo pieno nella missio- perché così “si conviene nel Signore”.
ne, per altri, il servizio per il Signore 3:20 Ai figli Paolo consiglia: ubbidite
in un’occupazione secolare. Ma, in ai vostri genitori in ogni cosa, poiché
ogni caso, il principio fondamentale questo è gradito al Signore. Da tempi
dovrebbe essere il lavoro per il Signo- immemorabili le famiglie si reggono su
re. A casa, sul posto di lavoro, ovun- due semplici principi: autorità e ubbi-
que ci troviamo, dovremmo essere dienza. Qui abbiamo l’ubbidienza. Essa
consapevoli del fatto che rappresen- va praticata in ogni cosa, non soltanto
tiamo il nostro Salvatore. Di conse- in ciò che ci va a genio, ma anche in ciò
guenza, ogni nostra parola e ogni in cui istintivamente non troveremmo
nostra azione dovrebbero essere de- alcunché di piacevole.
gne di lui e da lui controllate. I figli credenti che hanno genitori
non convertiti si trovano sovente in
3:18 Il primo mandato dell’apostolo una situazione difficile: pur deside-
è rivolto alle mogli, cui raccomanda di rando essere fedeli al Signore, tuttavia
essere sottomesse ai loro mariti, co- si trovano ad affrontare le pretese dei
me si conviene nel Signore. Secondo genitori. In linea di massima riteniamo
il piano divino, il marito è il capofa- che, onorando i genitori, essi saranno a
miglia. Alla donna è affidato un ruolo loro volta onorati da Dio; finché vivono
di sottomissione al marito. Ella non in famiglia i ragazzi hanno, infatti, degli

981
COLOSSESI 3:21

obblighi da adempiere. Naturalmente Ai servi Paolo ordina di ubbidire in


essi non dovrebbero fare nulla che fosse ogni cosa ai loro padroni secondo la
contrario agli insegnamenti di Cristo carne. Tale espressione costituisce un
e, in effetti, ben di rado si richiede loro garbato richiamo al fatto che questi ul-
questo. Talvolta potrebbe essere loro timi sono padroni soltanto secondo la
richiesto di fare cose che essi reputano carne. Tuttavia esiste un altro Padrone,
spiacevoli ma, laddove non si tratti di il quale sovrasta tutti e osserva tutto
comportamenti palesemente errati o ciò che è fatto al più umile dei suoi fi-
peccaminosi, essi possono decidere di gli. I servi non devono servire soltanto
compiere ciò che è stato loro imposto quando i padroni li vedono, come per
“come se lo facessero per il Signore”. In piacere agli uomini, ma con semplici-
tal modo potranno recare una buona tà di cuore, temendo il Signore (per un
testimonianza ai loro genitori e cercare buon esempio in tal senso, si rimanda
di guadagnarli al Signore. il lettore all’A.T., a Ge 24:33). Chi subi-
3:21 Padri, non irritate i vostri figli, sce delle angherie può essere tentato di
affinché non si scoraggino. Si noti un rallentare il lavoro quando il capo non
particolare interessante: questo con- guarda; nondimeno, il servo credente
siglio è rivolto ai padri e non alle ma- sa che il suo Padrone lo osserva sempre
dri. Non rivela forse che, rispetto alla e perciò, anche quando le circostanze
madre, il padre rischia maggiormente terrene gli sono avverse, egli lavore-
di incorrere in tale errore? Le madri, al rà come per il Signore. Egli svolgerà il
contrario, sono probabilmente più in- proprio lavoro con semplicità di cuore,
clini a viziare i figli. vale a dire per scopi limpidi, ossia sol-
3:22 Dal v. 22 fino alla fine del capi- tanto per piacere al Signore Gesù.
tolo lo Spirito di Dio si rivolge ai servi, o È interessante notare che il N.T.
schiavi. È interessante notare quanto è non vieta espressamente la schiavitù.
ampio lo spazio dedicato agli schiavi nel Il vangelo non rovescia le istituzioni
N.T. Ciò non è di poca importanza, ma sociali con atti rivoluzionari. Tuttavia,
dimostra che, a qualsiasi livello sociale, ovunque questo si è diffuso, la schia-
chiunque può elevarsi nella vita cristia- vitù è stata estirpata. Ciò non significa
na mediante la fedeltà alla Parola di Dio. che questi insegnamenti siano privi di
Probabilmente tale affermazione riflette valore per noi: i principi qui espressi si
la preconoscenza di Dio, che prevedeva adattano perfettamente anche ai dato-
che la maggior parte dei credenti non ri di lavoro e ai loro dipendenti.
avrebbe occupato posizioni di rilievo 3:23 Qualunque cosa dovrebbe es-
o di autorità. Infatti il N.T. contiene po- sere fatta di buon animo, di cuore, co-
chissimi insegnamenti per chi governa le me per il Signore e non per gli uomini.
nazioni ma, al contrario, una profusione In ogni forma di servizio cristiano, così
di consigli per chi consacra la propria vi- come in ogni ambito della vita, esisto-
ta al servizio degli altri. Ai tempi di Paolo no compiti che possono apparire sgra-
gli schiavi erano, solitamente, oggetto di devoli. Non vi è bisogno di aggiungere
scarsa considerazione: non vi è dubbio che, in genere, tutti noi cerchiamo di
che i primi credenti fossero assai colpiti evitarli. Questo versetto, tuttavia, ci
dall’attenzione dedicata loro nelle lettere insegna un’importantissima lezione:
neotestamentarie. Ciò dimostra che la il servizio più umile può essere glo-
grazia di Dio è in grado di raggiungere rificato e nobilitato se è eseguito per
gli uomini fino in fondo alla scala so- il Signore. In tal senso, non esiste al-
ciale. C.H. Mackintosh commenta: “Lo cuna differenza tra lavoro secolare e
schiavo non è escluso dal servizio di Dio. lavoro consacrato: tutto è consacra-
Compiendo semplicemente il proprio to. La ricompensa che riceveremo in
dovere davanti a lui, egli può onorare la cielo non dipenderà dall’importanza
dottrina e portare gloria a Dio”. del lavoro o dai risultati raggiunti, né

982
COLOSSESI 4:2

dal talento o dalle opportunità, ben- odia l’oppressione del povero; le offerte
sì dalla fedeltà . Così, in quel giorno, di un uomo che si è arricchito median-
saranno ampiamente ricompensate te lo sfruttamento dei lavoratori sono
persone sconosciute, che avranno sgradite al Signore. Anche loro hanno
compiuto lealmente il loro dovere un padrone nel cielo, un Padrone giu-
come per il Signore. Due motti com- sto ed equo in tutte le sue vie.
paiono spesso nelle nostre cucine, in Prima di abbandonare questa sezio-
particolar modo sopra il lavello: “Non ne, consideriamo in che modo l’apostolo
controvoglia, ma con entusiasmo” e Paolo presenta le questioni riguardanti
“Qui si tiene un servizio divino tre vol- la sfera del quotidiano sotto la luce del-
te al giorno”. la signoria di Cristo: 1° mogli, “come
3:24 Il Signore annota tutto e ogni si conviene nel Signore” (v. 18); 2° figli,
cosa fatta con amore (come se fosse “gradito al Signore” (v. 20); 3° servi, “te-
fatta per lui) attirerà la sua attenzione. mendo il Signore” (v. 22); 4° servi, “come
La gentilezza di Dio ripagherà la gen- per il Signore” (v. 23).
tilezza degli uomini. Coloro che non
hanno eredità terrene riceveranno per C. Vita di preghiera del credente e
ricompensa l’eredità nei cieli. Ricordia- testimonianza mediante
molo la prossima volta che, in chiesa, a la condotta (4:2-6)
casa o sul lavoro ci sarà chiesto di fare 4:2 Paolo non si stanca mai di esortare
qualcosa che non ci piace; affrontare le il popolo di Dio a essere diligente nella
proprie incombenze senza lamentarsi preghiera. Una volta in cielo, rimpian-
e nel miglior modo possibile è una te- geremo di non avere trascorso più tem-
stimonianza per Cristo. po in preghiera, soprattutto allorché
3:25 Qui Paolo non specifica a chi vedremo quanto generosamente le
allude: sorge spontaneo pensare a un nostre preghiere siano state esaudite.
padrone ingiusto che opprime i propri Il tema della preghiera è, in un certo
servitori… Forse un servo credente si è senso, misterioso, e molte domande
stancato di ubbidire alle inique richie- in merito non possono avere risposta.
ste di costui. “Non importa”, assicura Il migliore atteggiamento che un cre-
Paolo, “il Signore sa tutto e si occuperà dente possa tenere nei confronti di tale
anche dei torti, inflitti o subiti”. questione consiste nella rinuncia a vo-
Tuttavia questa ammonizione, la lere a tutti cosi analizzare, sviscerare o
quale può anche riguardare i padroni, comprendere i profondi misteri della
è indirizzata principalmente ai servi- preghiera: è opportuno che egli con-
tori. Un lavoro impreciso, l’inganno, tinui a pregare con semplicità e fede,
l’ozio o altre forme di slealtà non sa- mettendo da parte le proprie riserve di
ranno ignorate. Presso Dio non esisto- natura intellettuale.
no favoritismi. Egli è Padrone di tutto Perseverate nella preghiera, ve-
e le distinzioni, diffuse tra gli uomini, gliando in essa . Queste parole ri-
non hanno per lui alcun significato. Se chiamano alla mente la richiesta del
i servi derubano i padroni (come, pare, Signore Gesù ai discepoli nel giardino
avesse fatto Onesimo, vd. Fi 10, 18-19), di Getsemani: “Vegliate e pregate, af-
ne renderanno conto al Signore. finché non cadiate in tentazione” (Mt
4:1 Questo versetto si riallaccia, lo- 26:41). Costoro non vegliarono e si ad-
gicamente, al versetto conclusivo del dormentarono profondamente. Non
cap. 3. Padroni, date ai vostri servi ciò dobbiamo guardarci soltanto dal son-
che è giusto ed equo. Invece di negare no, ma altresì dai pensieri vaganti, dal-
loro un salario adeguato, dovrebbe- la svogliatezza e dalle fantasticherie:
ro pagarli bene per il lavoro svolto. non dobbiamo farci derubare del tem-
Quest’esortazione è evidentemente po riservato alla preghiera (vd. Ef 6:18).
rivolta ai datori di lavoro credenti. Dio Inoltre, siamo tenuti a pregare con ren-

983
COLOSSESI 4:3

dimento di grazie, non soltanto per le Nondimeno, da questo versetto si evin-


risposte alle preghiere passate, bensì, ce chiaramente che la predicazione
in fede, anche per quelle alle quali il del mistero fu la causa della detenzio-
Signore non ha risposto. Guy King sin- ne dell’apostolo: dunque tale mistero
tetizza opportunamente: “Il suo amore doveva essergli stato rivelato prima
vuole il meglio per noi, la sua saggezza dell’arresto.
conosce ciò che è meglio per noi; la sua 4:4 Paolo è ansioso di farlo cono-
potenza prepara il meglio per noi”. (19) scere, ossia di predicarlo in modo così
4:3 Paolo chiede ai Colossesi che limpido da essere subito compreso.
si ricordino di pregare anche per lui Questo dovrebbe essere il desiderio
e per i servi del Signore che sono con di ogni credente che cerca di far co-
lui a Roma. È bello notare che egli non noscere Cristo. Non c’è alcuna virtù
chiede che Dio lo liberi dalla prigionia, nell’essere “profondi”. Il nostro scopo
bensì che Dio… apra una porta in mo- è raggiungere le masse e, per fare ciò,
do da consentire all’apostolo di predi- il messaggio deve essere presentato in
care la parola. Paolo voleva che Dio gli maniera chiara e semplice.
aprisse delle porte. Quale importante 4:5 I credenti dovrebbero com-
lezione per noi! Troppo spesso, infatti, portarsi con saggezza verso quelli di
cerchiamo di aprirci da soli delle porte fuori. Dovrebbero rendersi conto che
per il nostro servizio cristiano: questo gli increduli osservano attentamente
è un pericolo da evitare. Se il Signore come si comportano nella vita di ogni
ci apre delle porte, possiamo varcarle giorno. Il mondo s’interessa più alla
con fiducia sapendo che è lui a guidar- nostra condotta che alle nostre parole,
ci. D’altro canto, se apriamo le porte da come ha dichiarato Edgar Guest: “Pre-
soli, non saremo mai certi di trovarci ferirei vedere un sermone piuttosto che
al centro della volontà del Signore e ascoltarlo”. Ciò non significa che un
potremmo ben presto essere costret- credente non debba professare Cristo
ti a ricorrere a espedienti terreni per verbalmente, ma piuttosto che la sua
portare avanti la cosiddetta “opera del condotta dovrebbe essere conforme al-
Signore”. La richiesta specifica di Paolo le sue parole. Di costui non si dovrebbe
è che si apra una porta per la parola mai pensare che “predica bene e raz-
affinché sia possibile annunziare il mi- zola male”.
stero di Cristo, a motivo del quale egli ...ricuperando il tempo (ossia co-
si trova prigioniero. In questo versetto gliendo le occasioni): ogni giorno si
il mistero di Cristo è la verità concer- presentano delle occasioni per testi-
nente la chiesa e, in particolar modo, moniare il potere salvifico del Signore
quel nuovo, particolare aspetto della Gesù Cristo e noi dovremmo essere
predicazione del messaggio evangelico pronti ad afferrarle al volo. Noi creden-
affidato a Paolo e definito con l’espres- ti dovremmo essere disposti a condi-
sione “Cristo per voi stranieri” (cfr. Ef videre il nostro prezioso Salvatore con
3:1). I capi giudei, infatti, erano riusciti chi non lo conosce. Ad ogni costo.
a mandarlo in catene a Roma perché 4:6 Il nostro parlare dovrebbe sem-
egli aveva osato sostenere che gli stra- pre presentarsi con grazia, condito con
nieri potevano essere salvati allo stesso sale, affinché possiamo sapere come
modo degli Israeliti. occorre rispondere a ciascuno. Per
Alcuni insegnano che il sommo mi- essere sempre all’insegna della gra-
stero della chiesa fu rivelato a Paolo zia, la nostra conversazione dovrebbe
mentre si trovava in prigione. Essi dun- essere garbata, umile e cristocentrica,
que pongono notevole enfasi sulle “let- priva di pettegolezzi, futilità, sconcez-
tere della prigionia”, laddove sembrano ze e amarezza. L’espressione condito
sottovalutare l’importanza dei Vangeli con sale ha diversi significati. Alcuni
e degli altri scritti neotestamentari. commentatori ritengono che la gen-

984
COLOSSESI 4:10

tilezza del linguaggio non deve asso- tutto ciò che lo riguarda. Anche qui
lutamente prescindere dalla sincerità apprezziamo gli appellativi con cui
e dall’onestà: la gentilezza non deve Paolo fa riferimento a questo suo fra-
rasentare l’ipocrisia. Altri associano al tello: caro fratello e fedele servitore
sale il concetto di ciò che esalta il sapo- e compagno di servizio nel Signore.
re: Paolo sostiene, dunque, che i nostri Quanto sono preferibili agli altisonanti
discorsi non dovrebbero mai essere titoli ecclesiastici dei ministri di chiesa
noiosi, piatti o insipidi, bensì utili e dei nostri giorni!
opportuni. Vi è inoltre chi sostiene che, 4:8 Il viaggio di Tichico a Colosse
per gli scrittori pagani, il sale rappre- avrebbe avuto due scopi. In primo luo-
sentasse l’arguzia. Qui Paolo trasforma go, quello di fornire ai santi un reso-
l’arguzia in saggezza. Probabilmente il conto di prima mano sulle condizioni
modo migliore per spiegare l’espres- di Paolo e dei suoi compagni a Roma.
sione di Paolo è considerare il lin- In secondo luogo, quello di recare con-
guaggio del Signore Gesù. Alla donna solazione ai cuori dei Colossesi. Qui,
colta in adulterio egli disse: “Neppure probabilmente, il verbo “consolare”
io ti condanno; va’ e da ora in poi non significa “rafforzare” o “rinvigorire”
peccare più” (Gv 8:11). Dapprima ci fu piuttosto che “confortare”. In generale,
la grazia (“Neppure io ti condanno”), mediante il suo ministero presso i cre-
cui si aggiunse il sale (“va’ e da ora in denti di Colosse, Tichico sarebbe stato
poi non peccare più”). Presso il pozzo d’aiuto nell’affrontare le false dottrine
di Giacobbe, il Signore Gesù disse alla allora predominanti.
Samaritana: “Dammi da bere… Va’ 4:9 Il nome Onesimo ci rammenta
a chiamar tuo marito” (Gv 4:7, 16). La la bella storia narrata da Paolo nella
prima locuzione esprime la grazia e la sua lettera a Filemone. Onesimo era lo
seconda ricorda il sale. schiavo fuggiasco riparato a Roma nel
...per sapere come dovete rispon- tentativo di sottrarsi al castigo. In qual-
dere a ciascuno. Forse l’apostolo Paolo che modo, costui era entrato in contatto
alludeva, in modo particolare, all’at- con Paolo, il quale lo condusse a Cristo.
teggiamento da tenersi nei confronti Ora Onesimo tornava a Colosse dal suo
degli gnostici, i quali si presentavano ai padrone, Filemone, recandogli una
Colossesi con le loro dottrine apparen- lettera di Paolo (la Lettera a Filemone),
temente verosimili. I credenti di Colos- mentre Tichico avrebbe consegnato le
se dovevano essere pronti a rispondere comunicazioni di Paolo per la chiesa
a questi falsi dottori con parole sagge e di quella città (la presente Lettera ai
veritiere. Colossesi). Immaginiamo l’emozione
tra i credenti di Colosse quando i due
D. Brevi cenni su alcuni compagni fratelli in fede giunsero a destinazione
di Paolo (4:7-14) con le lettere di Paolo! Senza dubbio
4:7 Sembra che Tichico fosse stato scel- essi restarono svegli fino a tarda notte,
to dall’apostolo Paolo per portare que- informandosi sulla situazione a Roma
sta lettera da Roma a Colosse. Maclaren e apprendendo del coraggio di Paolo al
cerca di figurarsi il grande stupore di servizio del suo Salvatore.
Tichico se questi avesse immaginato 4:10 Di Aristarco sappiamo soltan-
che “queste pergamene sarebbero so- to che era già stato arrestato in prece-
pravvissute all’ostentata magnificenza denza a causa del suo servizio per il
di quella città e che il nome del suo la- Signore, come si racconta in At 19:29.
tore, poiché appariva in esse, sarebbe Qui egli è compagno di prigionia di
stato conosciuto in tutto il mondo fino Paolo a Roma.
alla fine dei tempi”. Il giovane Marco, qui identificato
Qui Paolo rassicura i santi: quando come il cugino di Barnaba, era par-
Tichico sarà arrivato, farà sapere loro tito con Paolo e Barnaba per il primo

985
COLOSSESI 4:11

viaggio missionario. A causa della pre- 4:12 Paolo si appresta a concludere


cedente defezione, Paolo aveva deciso la lettera, allorché Epafra gli ricorda di
di lasciarlo a terra. Barnaba, invece, mandare i suoi personali saluti ai cari
aveva insistito per portarlo con sé. Ne santi di Colosse. Epafra, nativo di Co-
era conseguita la separazione fra i due losse, ricordava costantemente i cre-
più anziani collaboratori. Qui appren- denti nelle sue preghiere e chiedeva al
diamo con piacere che la precedente Signore che essi rimanessero saldi, co-
diserzione di Marco era temporanea me uomini compiuti, completamente
e che il giovane si era riconquistato la disposti a far la volontà di Dio.
fiducia dell’amato Paolo. 4:13 Paolo testimonia che Epafra
Se Marco avesse visitato Colosse, si dà molta pena , non soltanto per
i santi avrebbero dovuto accoglierlo. i credenti di Colosse, ma anche per
L’espressione a proposito del quale quelli di Laodicea e per quelli di Ie-
avete ricevuto istruzioni non significa rapoli . Quest’uomo nutriva un sin-
necessariamente che i Colossesi aves- cero e profondo interesse personale
sero già ricevuto istruzioni riguardo a per tutti i figli di Dio che conosceva.
Marco. Essa può riferirsi alle istruzio- Senza dubbio teneva un lunghissimo
ni che Paolo sta dando loro in questo elenco di richieste di preghiera: non
momento: se viene da voi, accoglietelo. ci sorprenderebbe sapere che ricor-
La forma del verbo avete ricevuto, un dava tutti, ad uno ad uno, nelle sue
passato, può semplicemente significa- preghiere quotidiane.
re che, nel momento in cui i Colossesi 4:14 Ora Paolo inserisce i saluti di
avrebbero letto la lettera, avrebbero Luca, il caro medico, e Dema. Queste
ricevuto le istruzioni. La menzione di due figure ci danno modo di riflettere
Marco, autore del secondo Vangelo, ci su due caratteri opposti. Luca aveva
ricorda che tutti scriviamo un vangelo viaggiato molto con Paolo e probabil-
giorno dopo giorno: mente lo aveva aiutato, sia dal punto
Tutti noi scriviamo un vangelo, un
di vista medico sia da quello spirituale,
capitolo al giorno, durante le malattie, le persecuzioni e la
Con opere, sguardi, con ciò che prigionia.
diciamo; Dema, invece, seguì l’apostolo sol-
Le nostre azioni parlano per noi – tanto per un certo tempo: di questi,
con parole fedeli e vere. Paolo avrebbe detto in seguito: “Dema,
Dimmi un po’: “Qual è il vangelo avendo amato questo mondo, mi ha
secondo te?” lasciato e se n’è andato a Tessalonica”
– Paul Gilbert (2 Ti 4:10).

4:11 Paolo fa menzione di un altro E. Saluti e istruzioni


suo collaboratore: Gesù, detto Giu- (4:15-18)
sto. A quei tempi, Gesù era un nome 4:15 Ora troviamo i saluti per i fratel-
alquanto comune, come lo è ancora li che sono a Laodicea, per Ninfa e la
oggi in alcuni paesi. Il nome Gesù chiesa che è in casa sua. Troviamo un
era l’equivalente gr. dell’ebr. Yeshua‘ altro riferimento alla chiesa di Lao-
(“Yahweh è salvezza”). Indubbiamen- dicea in Ap 3:14-22. Di questa chiesa
te i suoi amici credenti lo chiamavano apprendiamo, infatti, che divenne
Giusto perché non ritenevano appro- “tiepida” riguardo alle cose di Dio, ma-
priato che qualcuno portasse lo stesso terialista e presuntuosa. Convinta che
nome del Figlio di Dio. tutto procedesse per il meglio, non si
I tre uomini menzionati erano tutti rendeva conto della propria povertà di
Giudei convertiti, nonché gli unici che spirito. I mss. non concordano sul no-
collaborassero con Paolo per il regno di me riportato in questo versetto: Ninfas
Dio e che gli fossero stati di conforto. (nome maschile) o Ninfa (nome fem-

986
COLOSSESI 4:18

minile)? Probabilmente ciò non ha im- laddove in Colossesi se ne contano in


portanza: ci basti sapere che in quella gran numero.(20)
casa di Colosse si riuniva una chiesa. 4:17 Archippo doveva badare al ser-
In quei giorni i credenti non si riuniva- vizio che aveva ricevuto nel Signore,
no in locali attrezzati come quelli cui per compierlo bene. Anche in questo
siamo abituati oggigiorno. caso non siamo in grado di individua-
In ogni caso, la maggior parte di noi re con esattezza il tipo di servizio che
concorderà con il fatto che, per una costui era chiamato a svolgere. Molti
chiesa, è molto più importante la po- ritengono che Archippo fosse figlio di
tenza di Dio del decoro degli arredi o Filemone e che prestasse servizio atti-
dell’edificio in cui essa si riunisce. La vo nella chiesa di Colosse. Troveremo
potenza non dipende da questi ultimi questo versetto molto più significativo
due aspetti; al contrario, l’opulenza sostituendo il nostro nome a quello di
delle chiese spesso contribuisce a osta- Archippo e dando ascolto allo Spirito
colare la potenza. di Dio che ci esorta: Bada al servizio
4:16 Quando questa lettera fosse che hai ricevuto nel Signore, per com-
stata letta a Colosse, essa doveva essere pierlo bene. Ciascuno di noi ha ricevuto
letta anche nella chiesa dei Laodicesi. un dono dal Signore e dovrà, un giorno,
Certamente così accadde; tuttavia, da rendere conto dell’uso che ne avrà fatto.
quanto apprendiamo in Ap 3, i Laodi- 4:18 A questo punto l’apostolo verga
cesi non prestarono soverchia atten- il saluto finale di sua propria mano,
zione al suo messaggio, o quanto meno firmandosi con il suo nome straniero,
non in modo duraturo. Paolo. Indubbiamente nel fare que-
Paolo ordina anche che la lettera sto fu intralciato dalle catene che gli
mandata da Laodicea sia diffusa a Co- cingevano i polsi; ma ciò gli suggerì
losse. Non abbiamo modo di sapere a un’ultima richiesta ai Colossesi: Ri-
quale lettera alluda l’apostolo. Alcuni cordatevi delle mie catene. “La voce
ritengono si tratti di quella che cono- della penna e delle catene è la testi-
sciamo come Lettera agli Efesini. In al- monianza risoluta che le catene del
cuni antichi mss., infatti, non compare predicatore non possono tenere legata
la dicitura “in Efeso” (vd. Ef 1:1). Ciò la Parola di Dio”. (21) Infine Paolo con-
ha indotto gli esegeti a ritenere che si clude la lettera con le parole La gra-
trattasse di una lettera circolare da far zia sia con voi. A.T. Robertson scrive:
pervenire a diverse chiese, quali Efe- “Non esiste vocabolo più ricco della
so, Laodicea e, infine, Colosse. Questa parola ‘grazia’, perché essa reca con sé
opinione è corroborata dagli scarsi ri- l’amore di Dio manifestato nel dono
ferimenti personali presenti in Efesini, del Figlio suo per noi”. (22) Amen.

NOTE

1 (Introduzione) George Salmon, A Historical Introduction to the Study of the Books of


the New Testament, p. 384.
2 (Introduzione) New Bible Commentary, p. 1043.
3 (Introduzione) A.T. Robertson, Paul and the Intellectuals, p. 16.
4 (1:5) J.B. Lightfoot, Saint Paul’s Epistles to the Colossians and to Philemon, p. 134.
5 (1:11) A.S. Peake, “Colossians”, The Expositor’s Greek Testament, III:499.
6 (1:14) Anche nel passo parallelo di Ef 1:7 troviamo l’espressione “mediante il suo
sangue”, che invece manca, per quel che concerne Colossesi, sia nei più antichi mss.
greci (NA) sia in M.

987
COLOSSESI

7 (1:18) Alfred Mace, non disponibile ulteriore documentazione.


8 (1:19) La forma composta di oikeo qui utilizzata (katoikeo) esprime il concetto di di-
mora stabile, permanente.
9 (1:22) Charles R. Erdman, Epistle of Paul to the Colossians and Philemon, p. 46.
10 (1:23) Il greco ha due diversi termini per “se” (ei ed ean) e diverse costruzioni gram-
maticali per indicare il tipo di condizione che l’autore o l’oratore ha in mente. Qui la
congiunzione ei seguita dall’indicativo epimenete introduce il condizionale di pri-
mo grado: Paolo dà per scontato che essi continueranno.
11 (1:23) Arthur Pridham, non disponibile ulteriore documentazione.
12 (2:2) Alfred Mace, non disponibile ulteriore documentazione.
13 (2:9) Marvin Vincent, Word Studies in the New Testament, II:906.
14 (2:14) H.A.W. Meyer, Critical and Exegetical Handbook to the Epistles to the Philip-
pians and Colossians, p. 308.
15 (3:2) A.T. Robertson, Paul and the Intellectuals, p. 149.
16 (3:2) F.B. Hole, Paul’s Epistles, Volume Two, p. 105.
17 (3:11) J.C. Ryle, Holiness, pp. 436, 455.
18 (3:12) W.E. Vine, Expository Dictionary of New Testament Words, p. 56.
19 (4:2) Guy King, Crossing the Border, p. 111.
20 (4:16) D’altro canto, avendo trascorso tre anni a Efeso, Paolo conosceva certamente
un così grande numero di persone che gli sarebbe stato difficile sceglierne alcune,
rischiando di recare offesa alle altre.
21 (4:18) New Bible Commentary, p. 1051.
22 (4:18) A.T. Robertson Paul and the Intellectuals, p. 211.

BIBLIOGRAFIA

(Lettera ai Colossesi e Lettera a Filemone)


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English, E. Schuyler. Studies in the Epistle to the Colossians. New York: Our Hope Press, 1944.
Erdman, Charles R. Epistles of Paul to the Colossians and Philemon. Philadelphia:
Westminster Press, 1933.
King, Guy. Crossing the Border. London: Marshall, Morgan and Scott, Ltd., 1957.
Lightfoot, J.B. Saint Paul’s Epistle to the Colossians and to Philemon. Grand Rapids:
Zondervan Publishing House, 1959; ristampa dell’edizione del 1879 a cura di
MacMillan.
Maclaren, Alexander. “Colossians and Philemon”, The Expositor’s Bible. London:
Hodder and Stoughton, 1888.
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House, 1973.
Vine, W.E. The Epistle to the Philippians and Colossians. London: Oliphants, 1955.

988
Prima lettera ai

Tessalonicesi
“Questa, più di ogni altra lettera di Paolo, è caratterizzata dalla
semplicità, dalla gentilezza e dall’affetto… qui non c’è polemica”.
– W. Graham Scroggie

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone II. Autore


Generalmente l’opera prima di qual- In 1:1 e 2:18 l’autore si presenta come
siasi autore noto è tenuta in gran Paolo. Nessuno studioso della Bibbia
considerazione, poiché tende a esem- nega che 1 Tessalonicesi sia, effettiva-
plificarne gli argomenti privilegiati e mente, opera di Paolo. Le prove a soste-
le doti comunicative. La Prima lettera gno sono più che sufficienti, “a meno
ai Tessalonicesi potrebbe ben essere che”, sostiene J.E. Frame, “non si dimo-
la prima lettera ispirata di Paolo. La stri che Paolo non è mai esistito o che
stupefacente quantità di insegnamen- nessuna delle sue lettere è mai arrivata
ti cristiani che l’apostolo fu in grado fino a noi”.(1)
di impartire durante la breve perma- La prova estrinseca della paternità
nenza a Tessalonica è chiaramente paolina è rilevabile nelle testimonian-
indicata dalla disamina di parecchi ze di Policarpo, Ignazio e Giustino, così
punti dottrinali, dati già per acquisiti come nel Canone Marcionita e in quello
dai destinatari di questa lettera. Muratoriano (i primi elenchi delle Scrit-
Oggi la maggior parte dei cristiani ture cristiane, l’uno eretico e l’altro orto-
evangelici attende il rapimento della dosso).
chiesa e il ritorno del Signore. Ma non La prova intrinseca è costituita
è sempre stato così. Il rinato interesse dall’uso del vocabolario e dello stile di
per questa dottrina, specialmente in Paolo, nonché nel modo di esprimersi
seguito agli scritti dei primi “fratelli” proprio di un tenero e affettuoso padre
in Gran Bretagna (1825–1850), si ba- spirituale. I particolari storici coinci-
sava ampiamente su 1 Tessalonicesi. dono con quelli narrati negli Atti degli
Senza questa breve lettera, le nostre Apostoli.
conoscenze sui vari aspetti del ritor-
no di Cristo sarebbero terribilmente III. Data
lacunose. Paolo scrisse 1 Tessalonicesi durante
1 TESSALONICESI

la sua permanenza di diciotto mesi a allontanare dalla città i loro ospiti, e


Corinto, non molto tempo dopo l’arri- quindi li rilasciarono.
vo di Timoteo (3:6; 2:17). Poiché Gallio- I fratelli credenti di Tessalonica
ne (vd. At 18) assunse il proconsolato decisero che sarebbe stato bene che i
all’inizio dell’estate del 51 d.C., Paolo predicatori lasciassero la città; così, di
dovette arrivare a Corinto all’inizio notte, li fecero partire per Berea.
dell’anno 50 e scrivere 1 Tessalonicesi È importante notare che, alla loro
subito dopo. Quasi tutti gli studiosi da- partenza, Paolo e Sila lasciarono una co-
tano il libro ai primi anni 50. È più che munità di credenti istruiti nelle dottrine
probabile che esso risalga al 50 o al 51, della fede e ben saldi nonostante la per-
a distanza di soli vent’anni dall’ascen- secuzione. Leggendo At 17:2 sarebbe faci-
sione del Signore. le supporre che Paolo e i suoi compagni
fossero rimasti a Tessalonica soltanto tre
IV. Contesto e temi sabati. Ma questo periodo potrebbe sem-
Fu durante il secondo viaggio missiona- plicemente indicare la durata del loro mi-
rio di Paolo che la luce del vangelo irrup- nistero di insegnamento nella sinagoga.
pe per la prima volta nell’oscurità che Paolo e il suo gruppo potrebbero anche
avvolgeva Tessalonica (vd. At 17:1-10). essere rimasti in città tre mesi. Le lettere
Dopo essere stati liberati dalla pri- dell’apostolo ai Tessalonicesi dimostrano
gione di Filippi, Paolo e Sila si diressero che quei credenti avevano una conoscen-
a Tessalonica, passando per Amfipoli za della dottrina cristiana talmente am-
e Apollonia. A quel tempo Tessalonica pia che difficilmente avrebbero potuto
era una città di notevole importanza acquisirla in sole tre o quattro settimane.
strategica, sia commerciale sia poli- Da Berea, Paolo partì alla volta di Ate-
tica. Come era sua abitudine, Paolo ne (vd. At 17:15). Colà apprese della per-
si recò alla sinagoga di quella città e secuzione dei credenti di Tessalonica.
dimostrò, basandosi sull’A.T., che il Cercò di andare a visitarli, ma Satana
Messia doveva soffrire e risuscitare dai glielo impedì (2:17-18), così inviò loro Ti-
morti. Continuò affermando che Ge- moteo (3:1-2). Timoteo tornò con notizie,
sù di Nazaret era il Messia promesso. nel complesso, incoraggianti (3:6-8), che
Questo avvenne per tre sabati. Alcuni convinsero l’apostolo a scrivere questa
Giudei, convinti, si convertirono e si lettera. Qui egli difendeva il proprio mi-
schierarono al fianco di Paolo e Sila. A nistero dagli attacchi diffamatori, invita-
costoro si unirono molti proseliti greci va i credenti a dissociarsi dall’immoralità
e alcune donne delle famiglie più in imperante, chiariva i malintesi riguardo
vista. L’opposizione non tardò a mani- ai morti in Cristo, rimproverava quanti
festarsi. I Giudei increduli raccolsero avevano smesso di lavorare nell’attesa
dei furfanti sulla piazza del mercato, del ritorno di Cristo ed esortava i santi a
istigarono alla rivolta e accerchiarono rispettare le loro guide spirituali.
la casa di Giasone, dove Paolo e Sila Uno dei più importanti temi di 1 Tes-
erano ospiti. Non trovando i predicato- salonicesi è il ritorno del Signore Gesù.
ri in casa, trascinarono Giasone e alcu- Paolo vi accenna almeno una volta in
ni altri credenti davanti ai magistrati (i ciascuno dei cinque capitoli. G.R. Hard-
politarchi), accusandoli di aver messo ing Wood ha raccolto questi riferimenti
il mondo sottosopra. Un complimento e ha elaborato un’eccellente sinossi:
involontario! Poi accusarono i cristiani Il credente che attende il ritorno di
di complottare per deporre l’impera- Cristo non deve dare spazio a: 1° gli
tore e insediare, al suo posto, un altro idoli nel cuore (1:9-10); 2° la negli-
re: Gesù. I politarchi si inquietarono genza nel servizio (2:9, 19); 3° le di-
e obbligarono Giasone e i suoi amici visioni nella comunità (3:12-13); 4° la
a pagare una cauzione, probabilmen- depressione nella mente (4:13-18);
te ingiungendo loro severamente di 5° il peccato nella vita (5:23).(2)

990
1 TESSALONICESI

Sommario

I. SALUTI (1:1)

II. RAPPORTI PERSONALI DI PAOLO CON I TESSALONICESI (1:2–3:13)


A. Paolo loda i Tessalonicesi (1:2-10)
B. Bilancio del ministero di Paolo a Tessalonica (2:1-12)
C. Risposta dei Tessalonicesi al vangelo (2:13-16)
D. Motivo del mancato ritorno di Paolo a Tessalonica (2:17-20)
E. Missione di Timoteo a Tessalonica (3:1-10)
F. Preghiera specifica di Paolo (3:11-13)

III. ESORTAZIONI PRATICHE (4:1–5:22)


A. La santificazione secondo la volontà di Dio (4:1-8)
B. L’amore altruistico (4:9-10)
C. Testimonianza vivente per gli increduli (4:11-12)
D. La speranza che conforta i credenti (4:13-18)
E. Il giorno del Signore (5:1-11)
F. Ultime esortazioni (5:12-22)

IV. SALUTI FINALI (5:23-28)

991
1 TESSALONICESI 1:1

Commentario

I. SALUTI dando l’opera della loro fede, le fatiche


(1:1) del loro amore e la costanza della loro
speranza.
1:1 La lettera si apre con i nomi di tre uo- Probabilmente l’espressione opera
mini accusati di aver “messo il mondo della vostra fede indica anzitutto la
sottosopra” (nell’intento, tale espressio- conversione dei Tessalonicesi a Dio.
ne voleva essere un’accusa infamante Questa definizione della fede come
ma, in realtà, era un elogio; vd. At 17:6). opera ci ricorda che, una volta, alcune
L’autore della lettera era Paolo ; poi- persone chiesero a Gesù: “Che dobbia-
ché Silvano e Timoteo, all’epoca, viag- mo fare per compiere le opere di Dio?”
giavano con lui, l’apostolo aggiunse Gesù rispose loro: “Questa è l’opera di
anche i loro nomi. Silvano potrebbe Dio: che crediate in colui che egli ha
essere identificabile con quel Sila che mandato” (Gv 6:28-29). In questo sen-
cantava insieme a Paolo nella prigione so, la fede è un’azione, un’opera. Non si
di Filippi (vd. At 16:25). Timoteo era il tratta, nondimeno, di uno strumento
giovane fratello originario di Listra, mediante il quale accumulare dei me-
unitosi a Paolo prima del viaggio a Tes- riti né di un motivo di vanto. In realtà,
salonica (vd. At 16:1). la fede è l’unica opera che l’uomo può
La lettera era indirizzata alla chiesa compiere senza defraudare Cristo del-
dei Tessalonicesi che è in Dio Padre e nel la sua gloria come Salvatore e senza
Signore Gesù Cristo. A quel tempo il ter- negare il proprio stato di peccatore
mine tradotto con chiesa definiva qual- impotente. La fede è un’opera , non
siasi adunanza di persone: Paolo, dunque, meritoria, grazie alla quale la creatura
chiarisce che quella di Tessalonica non riconosce il suo Creatore e il peccatore
è una qualsiasi assemblea pagana, ma riconosce il suo Salvatore. L’espressio-
un’assemblea legata a Dio come Padre e a ne opera della… fede comprende, al-
Gesù Cristo come Signore. tresì, una vita di fede, successivamente
Il saluto grazia… e pace comprende alla conversione.
tutte le più grandi benedizioni celesti Oltre all’opera della… fede, Paolo
ottenibili sulla terra. La grazia è l’im- ricorda le fatiche dell’amore. Con ta-
meritato favore riversato da Dio in ogni le espressione si descrive il servizio
aspetto della nostra vita. La pace è la reso dai Tessalonicesi a Dio, moti-
serenità che resiste a ogni circostanza, vato dall’amore per il Signore Gesù.
per quanto avversa e gravosa. La grazia “Cristianesimo” non significa “rasse-
è la causa e la pace è l’effetto. Paolo ri- gnazione a una vita di doveri fine a se
propone il binomio divino come iden- stessi”: il cristianesimo è una Persona,
tica fonte di benedizioni, questa volta da servire per amore. Essere servi di
anteponendo l’aggettivo possessivo Cristo significa essere perfettamente
nostro a Padre. (3) liberi. L’amore per lui rende divino
perfino il lavoro più ingrato. Parago-
II. RAPPORTI PERSONALI DI PAOLO nato all’amore, il movente del profit-
CON I TESSALONICESI (1:2–3:13) to è un incentivo gretto e meschino.
L’amore per Cristo ispira un servizio
A. Paolo loda i Tessalonicesi che il denaro non potrebbe mai stimo-
(1:2-10) lare: i credenti di Tessalonica ne erano
1:2-3 In ogni sua preghiera Paolo men- una testimonianza vivente.
ziona i Tessalonicesi (siamo altrettanto Infine, Paolo è riconoscente per la
fedeli nel ricordare in preghiera i nostri costanza della loro speranza. Ciò testi-
fratelli e sorelle credenti?). L’apostolo monia della loro fedele attesa di Gesù.
prega e ringrazia Dio per loro, ricor- Per essersi schierati valorosamente

992
1 TESSALONICESI 1:6

dalla parte di Cristo, essi avevano come una semplice conferenza d’argo-
sopportato la persecuzione, ma la loro mento religioso. Si trattava, è vero, di
“assoluta e caparbia resistenza” (così la parole, ma non… soltanto… parole.
definisce Phillips) non mostrava segni Era un messaggio trasmesso loro
di cedimento. con potenza, con lo Spirito Santo e con
Questo ricordo si concretizzava piena convinzione :
alla presenza del nostro Dio e Padre. 1. con potenza. Il messaggio operava
Quando si trovava in preghiera alla nella loro vita con energia sopran-
presenza di Dio, Paolo richiamava alla naturale, generando convinzione di
mente la nascita e la crescita spiritua- peccato, pentimento e conversione;
le dei santi ed elevava il suo ringrazia- 2. con lo Spirito Santo. Tale potenza
mento per la loro fede, il loro amore, la era opera dello Spirito Santo;
loro speranza. 3. con piena convinzione. Paolo predi-
1:4 L’apostolo aveva la certezza che cava avendo grande fiducia nel mes-
quei santi erano stati scelti da Dio pri- saggio. I Tessalonicesi lo avevano
ma della fondazione del mondo. Ma accettato con la piena convinzione
come poteva saperlo? Per intuizione che fosse la parola di Dio, acquisen-
soprannaturale? No, egli sapeva che do, di conseguenza, la totale certez-
erano fra gli eletti per il modo in cui za di fede.
avevano ricevuto il vangelo. Secon- Paolo ricorda come si era compor-
do la dottrina dell’elezione, (4) Dio ha tato quando era stato in mezzo a loro.
scelto alcune persone in Cristo prima Non aveva solo predicato il vangelo,
della creazione del mondo (vd. Ef 1:4), aveva vissuto una vita coerente con es-
ma non ha scelto alcuni perché fosse- so: una vita santa è il miglior sermone.
ro dannati. È a causa del loro peccato 1:6 Così Paolo può affermare: Voi
e della loro incredulità che gli uomini siete divenuti imitatori nostri e del Si-
finiscono col perdersi. gnore. Ci saremmo aspettati che dices-
È la Bibbia stessa a spiegare che la se: “del Signore e nostri”, menzionando
dottrina dell’elezione comporta, altresì, il Signore per primo. Ma questo era
la responsabilità umana, o libero arbi- l’ordine cronologico che essi avevano
trio. Dio presenta la sua sincera offerta sperimentato. Il primo contatto con il
di salvezza a tutti gli uomini ovunque. Signore Gesù era avvenuto tramite la
Chiunque va a Cristo riceve un caldo vita dell’apostolo.
benvenuto. Ci è utile riflettere sul fatto che gli
Queste due dottrine, elezione e li- altri dovrebbero vedere Cristo in noi.
bertà di scelta, creano un irriducibile Dovremmo essere in grado di dire
conflitto nella mente umana. Ma la con Paolo: “Siate miei imitatori, come
Bibbia le prevede entrambe; dunque anch’io lo sono di Cristo” (1 Co 11:1).
dobbiamo accettarle, anche se non riu- Notiamo che i credenti di Tessalonica
sciamo ad armonizzarle. avevano ricevuto la parola con soffe-
Non sappiamo chi siano gli eletti, per- renze e con gioia, facendosi, in tal mo-
ciò dobbiamo portare il vangelo a tutto do, imitatori del Signore e degli apostoli.
il mondo. I peccatori non devono usare Esteriormente vi erano sofferenze, ma
la dottrina dell’elezione come scusa per interiormente vi era gioia: quale insolita
non credere. Se si pentono e credono nel combinazione! Per l’uomo del mondo è
Signore Gesù Cristo, Dio li salva. impossibile sperimentare gioia e soffe-
1:5 Con l’espressione il nostro van- renze contemporaneamente: per il non
gelo, Paolo non allude a un messaggio credente la gioia è l’opposto della soffe-
diverso da quello degli altri apostoli. Il renza. Il credente ha la gioia che dà lo
contenuto era il medesimo: la differen- Spirito Santo, che è indipendente dalle
za stava nei suoi messaggeri. I Tessalo- circostanze; per questi l’opposto della
nicesi non avevano accolto il messaggio gioia è il peccato.

993
1 TESSALONICESI 1:7

La causa delle sofferenze dei cre- Non lasciamoci sfuggire il senso


denti era la persecuzione scatenatasi in di emozione e di timore reverenzia-
seguito alla loro conversione. le racchiusi in questo racconto. Due
1:7 I Tessalonicesi erano diventati uomini si recano in una città paga-
dei credenti esemplari. Anzitutto la lo- na, portandovi la parola del Signore e
ro gioia in mezzo alla persecuzione era predicandovi il vangelo nella potenza
un esempio per tutti i credenti della dello Spirito Santo. Il miracolo della
Macedonia e dell’Acaia, ossia per tutti rigenerazione si realizza: uomini e
i cristiani della Grecia. donne sono talmente attratti dal Salva-
1:8 Ma la loro testimonianza non tore da abbandonare i loro idoli. Ecco
si fermava qui, bensì si propagava. nascere una assemblea locale di cre-
Come le increspature dell’acqua in denti che lodano Dio, vivono una vita
uno stagno, la parola del Signore si di santità, sopportano con coraggio la
allargava in cerchi sempre più ampi: persecuzione e attirano altri a Cristo.
dapprima in Macedonia e in Acaia , Il servizio per il Signore è davvero una
poi in ogni luogo. Presto la notizia vocazione irresistibile!
della loro fede… in Dio si era diffusa 1:10 I Tessalonicesi non soltanto
a tal punto che Paolo non aveva biso- servivano il Dio vivente e vero (che si
gno di parlarne, poiché tutti ne erano contrappone agli idoli, falsi e inerti),
a conoscenza. ma aspettavano altresì il Signore Gesù.
Non dobbiamo essere l’ultimo anel- Consideriamo gli elementi di questa
lo di una catena di benedizioni, ma un attesa:
canale di trasmissione affinché altri 1. la Persona: il Figlio suo;
possano essere benedetti. Dio risplen- 2. il luogo: dai cieli;
de nei nostri cuori affinché la sua luce 3. il pegno: che egli ha risuscitato dai
possa risplendere ad altri (vd. 2 Co 4:6). morti;
Se abbiamo realmente bevuto l’acqua 4. il prezioso nome: cioè, Gesù;
della salvezza, fiumi di acqua viva 5. la prospettiva: che ci libera dall’ira
sgorgheranno da noi verso quelli che ci imminente.
circondano (vd. Gv 7:37-38). Nei vv. 9-10 abbiamo dunque i tre
1:9 L’accoglienza regale riservata aspetti dell’esperienza dei Tessalonicesi:
dai Tessalonicesi all’apostolo e ai suoi 1. la conversione (cfr. l’opera della fede,
collaboratori era diventata argomento v. 3);
di conversazione, così come la sor- 2. il servizio (cfr. le fatiche dell’amore,
prendente trasformazione avvenuta v. 3);
nella vita di quei credenti, convertiti 3. l’attesa (cfr. la costanza della speranza,
dagl’idoli a Dio e abbandonatisi a lui v. 3).
con tutta la loro volontà per servirlo. G.R. Harding Wood (5) le compendia
Si erano convertiti dagl’idoli a Dio come segue:
non perché ne avessero abbastanza dei 1. seguire: andare verso Dio;
loro idoli e avessero deciso di dare una 2. servire: curare i campi;
possibilità a Dio. Piuttosto, si erano ri- 3. attendere: cercare Gesù.
volti a Dio e l’avevano trovato così ap- I Tessalonicesi attendevano dai cieli
pagante che avevano deciso di voltare il Figlio di Dio e contemplavano la pos-
le spalle agli idoli. sibilità del suo ritorno durante la loro
vita o, meglio, in qualsiasi momento
Solo lo sguardo della loro vita. L’imminente ritorno del
che commosse Pietro, Signore Gesù è la speranza del creden-
Il viso contemplato da Stefano, te, come leggiamo in molti brani del
Il cuore che pianse con Maria, N.T. quali, ad esempio:
Possono strapparci dagli idoli. - Lu 12:36: “...siate simili a quelli che
– Ora Rowan aspettano il loro padrone”;

994
1 TESSALONICESI 2:1

- Ro 8:23: “...aspettando l’adozione, la di mantenersi nella costante attesa


redenzione del nostro corpo”; della venuta di Cristo è la convinzione
- 1 Co 11:26: “Poiché ogni volta che che il rapimento avverrà prima della
mangiate questo pane e bevete da tribolazione. Diversamente, dovrebbe
questo calice, voi annunciate la mor- rinunciare all’attesa dell’imminente
te del Signore, finché egli venga”; ritorno di Cristo.
- 2 Co 5:2: “Perciò in questa tenda ge- Attendiamo Gesù, colui che ci libera
miamo, desiderando intensamente dall’ira imminente. Questa definizio-
di essere rivestiti della nostra abita- ne del Salvatore si presta a una duplice
zione celeste”; interpretazione:
- Ga 5:5: “Poiché quanto a noi, è in spi- 1. egli ci libera dal castigo eterno. Sulla
rito, per fede, che aspettiamo la spe- croce Gesù subì l’ira di Dio per i no-
ranza della giustizia”; stri peccati. Mediante la fede in lui, il
- Fl 3:20: “...aspettiamo anche il Salva- valore della sua opera è accreditato a
tore, Gesù Cristo, il Signore”; nostro favore. Poiché siamo in Cristo
- Fl 4:5: “Il Signore è vicino”; Gesù (vd. Ro 8:1) non vi è, dunque,
- Tt 2:13: “...aspettando la beata spe- alcuna condanna per noi;
ranza e l’apparizione della gloria del 2. ci libera anche dal prossimo perio-
nostro grande Dio e Salvatore, Cristo do di giudizio, allorché l’ira di Dio si
Gesù”; rovescerà sul mondo che ha respin-
- Eb 9:28: “...Cristo... apparirà una se- to suo Figlio. Questo periodo è noto
conda volta, senza peccato, a coloro con il nome di “grande tribolazio-
che lo aspettano per la loro salvezza”; ne” e anche “l’angoscia di Giacobbe”
- Gm 5:7-9: “Siate dunque pazienti, (vd. Gr 30:7; Da 9:27; Mt 24:4-28; 1 Te
fratelli, fino alla venuta del Signore... 5:1-11; 2 Te 2:1-12; Ap 6:1–9:10).
perché la venuta del Signore è vici-
na… il giudice è alla porta”; B. Bilancio del ministero di Paolo
- 1 P 4:7: “La fine di tutte le cose è vicina”; a Tessalonica (2:1-12)
- 1 Gv 3:3: “E chiunque ha questa speran- 2:1 Nell’ultima parte di 1:5, Paolo ha
za in lui, si purifica com’egli è puro”; accennato brevemente al suo atteg-
- Gd 21: “...aspettando la misericordia giamento e al suo comportamento
del nostro Signore Gesù Cristo a vita durante il periodo di permanenza a
eterna”; Tessalonica. Ora si propone di compie-
- Ap 3:11: “Io vengo presto”; 22:12: “Ec- re un esame più approfondito del suo
co, io vengo presto”; 22:20: “‘Sì, vengo ministero, del suo messaggio e della
presto!’ Amen! Vieni, Signore Gesù!” sua condotta.
Il credente sa che gli può essere In effetti, il ministero primario di un
chiesto di passare attraverso la morte, credente è il ministero del carattere. Ciò
ma sa anche che il Signore può tornare che noi siamo è assai più importante di
in qualsiasi momento: se così sarà, en- qualunque cosa diciamo. La nostra te-
trerà in cielo senza morire. stimonianza inconsapevole è assai più
Non è necessario l’adempimento di autorevole della nostra testimonianza
alcuna profezia della Scrittura prima cosciente. James Denney scrisse:
del ritorno di Cristo per il suo popolo: Il carattere del credente costituisce
questo è il prossimo grande evento nel l’intero capitale di cui dispone per
piano di Dio. svolgere le sue attività. In molte altre
Non potremmo aspettarci il ritor- professioni una persona può andare
no di Cristo “in qualsiasi momento” avanti senza problemi, qualunque
se, prima di tale evento, se ne dovesse sia il suo carattere, purché la sua si-
verificare un altro o dovesse trascor- tuazione bancaria sia in attivo. Il cre-
rere un periodo di tempo ben definito. dente che ha perso il suo carattere,
L’unica cosa che permette al credente invece, ha perso tutto.(6)

995
1 TESSALONICESI 2:2

Il missionario e martire Jim Elliot zione, e questo era il diretto risultato


scrisse nel suo diario: della pienezza dello Spirito.
Nel lavoro spirituale, se non altrove, 2:3 La predicazione del vangelo da
il carattere di chi lavora è il fattore parte dell’apostolo era vera come origi-
determinante della qualità del suo ne, pura come motivazione, affidabile
lavoro. Shelley e Byron potevano come metodo. In quanto all’origine, es-
essere artisti moralmente “auda- sa non proveniva da false dottrine, ma
ci” e tuttavia scrivere buone poesie. dalla verità di Dio. Circa la motivazione,
Wagner poteva essere un libertino e l’apostolo si era accostato ai Tessalo-
tuttavia produrre buona musica; ma nicesi disinteressatamente, avendo in
non è così per qualsiasi lavoro svolto vista il loro benessere e non spinto da
per Dio. Ai Tessalonicesi Paolo po- obiettivi disonesti. Riguardo al metodo,
teva esibire il proprio carattere e la non aveva ordito alcuna astuta trama
propria condotta a riprova dell’in- per ingannarli. Evidentemente i suoi
segnamento che impartiva loro. Per nemici, gelosi, lo accusavano di eresia,
ben nove volte, in questa Prima let- di desideri impuri e di doppiezza.
tera, egli dice “voi sapete”, indicando 2:4 Per Paolo il ministero era un
ciò che i Tessalonicesi hanno perso- servizio sacro. Egli era un servitore
nalmente osservato riguardo alla sua approvato da Dio e il vangelo era il
vita privata e pubblica. A Tessalonica
tesoro prezioso che Dio gli aveva af-
Paolo aveva condotto una vita che
fidato. Il suo dovere era piacere a Dio
era più che una illustrazione di ciò
proclamando fedelmente il messag-
che predicava: era un elemento di
convincimento. Non meravigliamoci gio, indipendentemente dalle reazioni
se molto lavoro svolto per il Signore è dell’uomo. Sapeva bene di non poter
scadente; basta guardare il carattere piacere, nello stesso tempo, a Dio e
morale dei lavoratori.(7) all’uomo, perciò aveva scelto di piacere
a Dio che prova i nostri cuori e ci ri-
Probabilmente in questi versetti compensa di conseguenza.
l’apostolo si difende dalle false accuse Il servitore è obbligato a compiacere
dei suoi critici. In ogni caso ricorda ai colui che lo paga. Talvolta i predicato-
Tessalonicesi che il suo ministero ha ri hanno la tentazione di non rivelare
avuto successo. Convertendosi e fon- tutta la verità per non urtare quanti
dando una chiesa, essi stessi erano, contribuiscono al loro sostentamento.
infatti, la testimonianza vivente che la Ma Dio è il Signore e sa quando il mes-
sua opera era stata fruttuosa e la sua saggio è annacquato o vanificato.
visita non era stata vana. 2:5 Nei vv. 5-12 Paolo fa una de-
2:2 Ancora una volta il suo mini- scrizione del suo comportamento a
stero era stato coraggioso. L’aspra op- Tessalonica e, nel fare ciò, lascia uno
posizione e l’oltraggioso trattamento splendido modello di condotta a tutti i
subìto a Filippi, compresa la prigionia servitori di Cristo.
con Sila, non lo avevano spaventa- Anzitutto, per conseguire dei risul-
to, scoraggiato o intimidito. Egli era tati non si è mai abbassato alle lusin-
giunto a Tessalonica, dove, col corag- ghe e all’inganno. Le sue parole erano
gio che solo Dio può infondere, aveva improntate all’onestà e alla trasparen-
predicato il vangelo affrontando mol- za e le sue motivazioni erano esenti da
te lotte. Una personalità meno deter- ipocrisia. In secondo luogo, non si è
minata avrebbe addotto numerose mai servito dell’opera del Signore come
ragioni teologiche per giustificare una pretesto per nascondere un desiderio
chiamata da parte di Dio a un uditorio egoistico di arricchirsi, né del suo ser-
più congeniale. Non così Paolo! Egli vizio come di un paravento per coprire
aveva annunziato il messaggio senza la sua cupidigia.
paura nonostante la strenua opposi- Per smentire ogni accusa di servi-

996
1 TESSALONICESI 2:12

lismo, Paolo si appella ai credenti. Ma dietro compenso per il lavoro svolto,


per smentire ogni sospetto di cupidi- sia a condizione di dover lavorare per
gia si appella a Dio, il solo in grado di autofinanziarsi. Notiamo le espres-
leggere nel cuore. sioni fatica, pena e notte e giorno. Ai
2:6 Qui riscontriamo un altro signi- Tessalonicesi il vangelo non era costato
ficativo aspetto del carattere di questo nulla, ma a Paolo era costato molto.
grande uomo di Dio. Come apostoli 2:10 I credenti potevano testimonia-
di Cristo, Paolo e i suoi collaboratori re del comportamento esemplare di
avevano diritto al sostegno economi- Paolo nei loro riguardi; e Dio stesso era
co (qui chiamato gloria) da parte dei testimone che egli era stato:
Tessalonicesi. Ma essi avevano deciso - santo (ossia separato dal peccato e
di non essere loro di peso economica- consacrato a Dio);
mente e di lavorare giorno e notte per - giusto, come carattere e come con-
provvedere alle proprie necessità. A dotta;
Corinto le cose andarono diversamen- - irreprensibile, verso Dio e verso
te. Colà Paolo lavorava per non dare l’uomo.
motivo ai suoi critici di accusarlo di Se il miglior sermone è una vita santa,
predicare per denaro. A Tessalonica Paolo era un gran predicatore. Non come
lavorava perché i credenti erano poveri un altro predicatore, la cui eloquenza era
e perseguitati ed egli non voleva aggra- più grande della condotta: quando era
vare la loro già precaria situazione. sul pulpito, gli ascoltatori non avrebbero
2:7 Invece di signoreggiare sul po- mai voluto che scendesse, ma quando
polo di Dio, egli era stato mansueto scendeva dal pulpito, non avrebbero mai
in mezzo a loro come una nutrice che voluto che vi ritornasse!
cura teneramente i suoi bambini. Pao- 2:11 Nel v. 7 si era paragonato a una
lo aveva capito che i nuovi convertiti madre che allatta i suoi bambini; in
hanno bisogno di cure amorevoli, per- quest’altra metafora si paragona a un
ciò aveva svolto il suo ministero con la padre devoto. Se la prima immagine
sollecitudine di una madre devota. suggerisce tenerezza e affezione, la se-
2:8 Così profondo era il suo affet- conda suggerisce saggezza e consiglio.
to per loro, che egli era più ansioso di 2:12 Come un padre, egli aveva
dare piuttosto che di ricevere da loro. esortato i credenti a condurre una vita
Paolo non era un freddo, formale di- santa, li aveva incoraggiati a seguire il
spensatore del vangelo di Dio, ma un Signore nonostante le persecuzioni e
uomo disposto a dare la propria vita. aveva parlato loro della gioia di ubbidi-
Egli amava, e l’amore non si preoccupa re alla volontà e alla parola di Dio.
del costo. Come il suo Signore, il gran- Lo scopo del ministero di Paolo era
de apostolo non era venuto per essere indurre i credenti a comportarsi in
servito, bensì per servire e per dare la modo degno di Dio, che li chiama al
sua vita (vd. Mr 10:45). suo regno e alla sua gloria.
2:9 Abbiamo qui un’ulteriore prova In noi non vi è nulla di meritevole,
della generosità di Paolo: lo vediamo agli occhi di Dio, che ci assicuri un
infatti lavorare come fabbricante di posto in cielo; l’unica cosa degna che
tende (cfr. At 18:3) in modo da guada- possediamo si trova nel Signore Ge-
gnarsi da vivere e poter testimoniare al sù Cristo. Tuttavia, come figli di Dio,
popolo senza essere di peso a nessuno dobbiamo comportarci in modo degno
di loro. Se è vero che il predicatore del dell’alta chiamata. Ciò è possibile sot-
vangelo ha diritto al sostegno econo- tomettendosi al controllo dello Spirito
mico da parte dei credenti, è encomia- Santo e continuando a confessare il
bile vederlo sorvolare su questo diritto, peccato e a bandirlo dalla propria vita.
se necessario. Un vero ministro di Cri- Tutti i salvati sono sudditi del regno
sto è disposto a predicare il vangelo sia di Dio. Attualmente il regno è invisibile

997
1 TESSALONICESI 2:13

e il Re è assente; tuttavia gli insegna- 2:14 Quali risultati aveva prodotto


menti morali ed etici del regno si appli- la Bibbia nella vita di questi credenti?
cano a noi già oggi. Quando il Signore Non solo erano stati salvati, erano an-
Gesù tornerà per regnare, il regno sarà che stati resi capaci di rimanere saldi di
instaurato in forma visibile e quel gior- fronte a una dura persecuzione. Questa
no noi condivideremo la gloria del Re. era un’ottima prova della concretezza
della loro conversione. Con la loro te-
C. Risposta dei Tessalonicesi nace sopportazione, erano diventati
al vangelo (2:13-16) imitatori delle chiese cristiane della
2:13 Ora l’apostolo tocca un altro ar- Giudea. L’unica differenza consisteva
gomento cui ha accennato in 1:5a: la nel fatto che i Tessalonicesi avevano
risposta dei Tessalonicesi alla predica- sofferto da parte dei loro connazionali
zione del vangelo. Ricevendo (o “uden- pagani, mentre i credenti della Giudea
do”) il messaggio, essi non lo accolsero subivano la persecuzione dei Giudei.
come parola di uomini, bensì come pa- 2:15 Menzionando i Giudei, Paolo
rola di Dio. Ecco come si esprime chia- sferra un atto di accusa contro quegli
ramente la NR: implacabili oppositori del vangelo. E chi
Per questa ragione anche noi ringra- meglio di lui poteva saperlo? Per un cer-
ziamo sempre Dio: perché quando to tempo era stato un capo di quei Giu-
riceveste da noi la parola della pre- dei che tentavano di sopprimere la fede
dicazione di Dio, voi l’accettaste non cristiana. In seguito, dopo la conversio-
come parola di uomini, ma, quale ne, era stato egli stesso ferito dall’affila-
essa è veramente, come parola di ta spada della loro persecuzione.
Dio, la quale opera efficacemente in Il massimo peccato dei Giudei era
voi che credete. stato l’uccisione del Signore Gesù .
Paolo era profondamente grato per Nonostante la crocifissione fosse sta-
il fatto che essi avevano ricevuto e ac- ta, effettivamente, opera dei Romani,
cettato il messaggio. Questo è un altro erano stati però i Giudei a convincerli a
esempio del suo amore per il prossimo. infliggerla. Questo era stato il culmine
Molti di noi vorrebbero che gli altri cre- di secoli di persecuzione contro i pro-
dessero a ciò che diciamo semplicemen- feti di Dio mandati al popolo d’Israele
te perché siamo stati noi a dirlo. Ma la (vd. Mt 21:33-39).
parola dell’uomo costituisce un fonda- Nell’era cristiana essi avevano cac-
mento incerto per la fede. Soltanto Dio ciato Paolo e altri apostoli credendo,
merita la nostra totale fiducia; soltanto erroneamente, di piacere a Dio. Non
quando si crede alla sua Parola il cuo- solo le loro azioni erano in abominio a
re e la vita ne sono trasformati. Questo Dio, ma essi stessi erano diventati ne-
è esattamente quanto era successo ai mici di tutti gli uomini.
Tessalonicesi: la Parola stava operan- 2:16 Non contenti di respingere il
do efficacemente nella loro vita perché vangelo a loro rivolto, erano decisi a
avevano creduto. Walter Scott scrisse: impedire che Paolo e i suoi collabora-
tori predicassero il messaggio agli stra-
La sua Parola, la Bibbia, è divina-
mente ispirata in tutti i suoi libri e in nieri. Nulla li infuriava di più dell’udire
ogni parte della sua stesura origina- che gli stranieri potevano essere salva-
le. Essa è la nostra unica autorità in ti nello stesso modo dei Giudei.
tutte le cose, per ogni circostanza e Opponendosi alla volontà di Dio, es-
in tutti i tempi. Occorre una genera- si si comportavano esattamente come
zione che tremi al cospetto della Pa- i loro padri, i quali avevano colmato
rola di Dio. La Bibbia è la mappa della senza posa la misura dei loro peccati.
vita, la nostra guida, la nostra luce e Pareva proprio che fossero determina-
la nostra protezione morale. Sia rin- ti a non diminuire la misura della loro
graziato Dio per il Sacro Volume.(8) colpevolezza.

998
1 TESSALONICESI 2:19

La loro sorte era segnata, poiché or- Notiamo l’espressione che denota l’in-
mai li aveva raggiunti l’ira finale. Paolo tensità del suo amore: abbiamo tanto
non specifica che cosa intende per ira. più cercato, con grande desiderio.
Si tratta forse di una generica allusione 2:18 Due volte aveva cercato di tor-
al castigo imminente, giacché la misu- nare a Tessalonica ma, in entrambi i
ra delle colpe di quei Giudei era ormai casi, Satana l’aveva impedito. L’esatta
colma. Sappiamo che dopo una venti- natura dell’opposizione di Satana non
na di anni (70 d.C.) Gerusalemme fu è stata mai rivelata.
distrutta e i Giudei sopravvissuti furo- Neppure ci è dato di sapere come
no dispersi in varie parti della terra. Paolo fosse sicuro della natura diabo-
Da questo e da altri brani simili al- lica, e non divina, degli ostacoli. In At
cuni hanno dedotto che Paolo fosse 16:6 si legge che lo Spirito Santo aveva
antisemita e che il N.T. sia un libro an- impedito a Paolo e a quanti erano con
tisemita. La verità è che Paolo amava lui di predicare la parola in Asia. Nel
profondamente i suoi connazionali, i versetto successivo vediamo un tenta-
Giudei, e che era perfino disposto a es- tivo di raggiungere la Bitinia, impedito
sere reciso da Cristo, se ciò avesse com- dallo Spirito. Dunque, come è possibile
portato la loro salvezza (vd. Ro 9:1-3). sapere quando l’opposizione arriva dal-
Nonostante il suo ministero fosse ri- lo Spirito e quando, invece, arriva dal
volto principalmente agli stranieri, non diavolo? Forse può essere utile sapere
gli venne mai meno la preoccupazione che l’impedimento che sorge quando si
per l’evangelizzazione dei Giudei; tal- è certi di fare la volontà di Dio non può
volta quel suo cruccio sembrava quasi essere opera dello Spirito, ma del diavo-
prevalere sulla sua missione primaria. lo. Infatti ci si può aspettare un ostacolo
Ciò che Paolo riferisce qui riguardo di Satana ogni qualvolta si riceve una
ai capi giudei è un fatto storico e non benedizione di Dio. Dio, però, ha il so-
un’invettiva personale. Non dimenti- pravvento sull’opposizione di Satana.
chiamo che scriveva queste cose per In questo caso specifico, l’impossibi-
ispirazione divina. L’antisemitismo lità di Paolo di recarsi a Tessalonica ha
non si addice ai cristiani e non trova comportato la stesura di questa lettera,
nessuna giustificazione. Non è però la quale, a sua volta, ha collaborato alla
antisemitismo asserire che il popolo gloria di Dio e alla nostra benedizione.
giudeo è accusato da Dio della morte 2:19 Perché Paolo è così ansioso di
di suo Figlio (vd. At 2:23), come è pure ritornare dai credenti di Tessalonica?
lecito affermare che tutti gli uomini ne Perché essi sono figli suoi nel Signore.
sono responsabili (vd. 1 Co 2:8). L’apostolo li ha condotti a Cristo e si
sente responsabile della loro crescita
D. Motivo del mancato ritorno spirituale. Egli sa che, un giorno, do-
di Paolo a Tessalonica (2:17-20) vrà rendere conto di loro. Essi sono la
2:17 Nei successivi quattro versetti sua speranza di ricompensa presso
l’apostolo spiega per quale motivo non il tribunale di Cristo. Vuole gioire di
è potuto ritornare a Tessalonica. Forse loro, perché essi saranno la corona
i suoi critici malevoli lo provocavano di cui è fiero davanti al Signore Gesù
tacciandolo di vigliaccheria, accusan- quand’egli verrà.
dolo di temere l’opposizione già incon- Sembra evidente da questo versetto
trata in quella città. che Paolo riteneva di poter riconoscere
Paolo vuole anzitutto chiarire che i Tessalonicesi in cielo e, quindi, dob-
tale separazione è soltanto fisica. Sen- biamo anche noi aspettarci di ricono-
za il loro padre spirituale, i credenti di scere i nostri cari in cielo.
Tessalonica avrebbero potuto sentirsi In questo versetto Paolo chiama i
come orfani. Ma l’apostolo ribadisce suoi figli nella fede sua corona. Altro-
l’affetto e l’interesse nei loro confronti. ve nel N.T. leggiamo di altre corone:

999
1 TESSALONICESI 2:20

la corona di giustizia (vd. 2 Ti 4:8), la “Poiché, come tutti muoiono in Ada-


corona della vita (vd. Gm 1:12; Ap 2:10), mo, così anche in Cristo saranno
la corona della gloria (vd. 1 P 5:4), tutte tutti vivificati; ma ciascuno al suo
incorruttibili (vd. 1 Co 9:25). turno: Cristo, la primizia; poi quelli
2:20 I credenti sono il vanto e la gio- che sono di Cristo, alla sua venuta”
ia di Paolo. Egli aveva investito perso- (1 Co 15:22-23).
nalmente e ha avuto come ricompensa
“Fratelli, non vogliamo che siate
figli e figlie spirituali che adoreranno nell’ignoranza riguardo a quelli che
l’Agnello di Dio per l’eternità. dormono, affinché non siate tristi
come gli altri che non hanno speran-
IL RITORNO DEL SIGNORE za. Infatti, se crediamo che Gesù morì
e risuscitò, crediamo pure che Dio,
Con riferimento al ritorno del Signore, per mezzo di Gesù, ricondurrà con
al v. 19 di questa lettera troviamo, per la lui quelli che si sono addormentati.
prima volta, il verbo venire. Poiché il ri- Poiché questo vi diciamo mediante
torno del Signore è l’argomento princi- la parola del Signore: che noi viventi, i
pale della lettera, riteniamo opportuno quali saremo rimasti fino alla venuta
soffermarci a esporre il nostro parere del Signore, non precederemo quel-
riguardo all’insegnamento scritturale li che si sono addormentati; poiché
a tale proposito. il Signore stesso, con un ordine, con
Nel N.T. troviamo tre termini gr. usa- voce d’arcangelo e con la tromba di
ti con riferimento al ritorno di Cristo: Dio, scenderà dal cielo, e prima risu-
a) parousia: venuta e successiva pre- sciteranno i morti in Cristo; poi noi
senza; viventi, che saremo rimasti, verremo
b) apocalupsis: scoperta, rivelazione; rapiti insieme con loro, sulle nuvole,
c) epiphaneia: manifestazione. a incontrare il Signore nell’aria; e così
saremo sempre con il Signore. Conso-
Il termine più comunemente usato è
latevi dunque gli uni gli altri con que-
parousia (significato: “presenza” o “in-
ste parole” (1 Te 4:13-18).
contro ravvicinato”). Quando pensiamo
alla venuta del Signore, non dovremmo “Ora fratelli, circa la venuta del Si-
immaginarla come un evento momen- gnore nostro Gesù Cristo e il nostro
taneo, ma come un periodo di tempo. incontro con lui…”(2 Te 2:1).
Anche in italiano il sostantivo venu-
ta è usato in questo senso. Ad esempio, “Siate dunque pazienti, fratelli, fino
se diciamo: “La venuta di Cristo in Ga- alla venuta del Signore. Osservate
lilea fu motivo di guarigione per molti”, come l’agricoltore aspetta il frutto
significa che non alludiamo solamente prezioso della terra pazientando,
finché esso abbia ricevuto la pioggia
al giorno del suo arrivo in Galilea, ma
della prima e dell’ultima stagione.
all’intero periodo di tempo trascorso in
Siate pazienti anche voi; fortificate i
quella regione. Analogamente, quando vostri cuori, perché la venuta del Si-
pensiamo alla venuta di Cristo, dob- gnore è vicina” (Gm 5:7-8).
biamo avere in mente un periodo di
tempo e non un evento isolato. “E ora, figlioli, rimanete in lui affin-
Ora se analizziamo tutti i casi di pa- ché, quand’egli apparirà, possiamo
rousia del N.T., scopriamo che si tratta avere fiducia e alla sua venuta non
di periodi di tempo aventi: 1° un inizio; siamo costretti a ritirarci da lui, co-
2° una durata; 3° una manifestazione; perti di vergogna” (1 Gv 2:28).
4° una conclusione.
1. L’inizio della parousia è il “rapimento”, 2. La durata della parousia include “il
descritto nei seguenti passi (il sostan- tribunale di Cristo”, allorché i cre-
tivo che traduce parousia è sempre in- denti riceveranno la ricompensa per
dicato in corsivo): il loro fedele servizio:

1000
1 TESSALONICESI 2

“Qual è infatti la nostra speranza, o “Mentre egli era seduto sul monte de-
la nostra gioia, o la corona di cui sia- gli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono
mo fieri? Non siete forse voi, davan- in disparte, dicendo: ‘Dicci, quando
ti al nostro Signore Gesù quand’egli avverranno queste cose e quale sarà
verrà?” (1 Te 2:19). il segno della tua venuta e della fine
dell’età presente?’” (Mt 24:3).
“Or il Dio della pace vi santifichi egli
stesso completamente; e l’intero es- “Infatti, come il lampo esce da le-
sere vostro, lo spirito, l’anima e il vante e si vede fino a ponente, così
corpo, sia conservato irreprensibile sarà la venuta del Figlio dell’uomo”
per la venuta del Signore nostro Gesù (Mt 24:27).
Cristo” (1 Te 5:23).
“Come fu ai giorni di Noè, così sarà
Un altro evento che dovrebbe pro- alla venuta del Figlio dell’uomo”
babilmente essere incluso nella du- (Mt 24:37).
rata della parousia è la “cena delle
nozze dell’Agnello”. Dalla sua posi- “E la gente non si accorse di nulla,
finché venne il diluvio che portò via
zione nel libro dell’Apocalisse si in-
tutti quanti, così avverrà alla venuta
tuisce che essa precederà il glorioso
del Figlio dell’uomo” (Mt 24:39).
regno di Cristo. Riportiamo qui di
seguito il passo corrispondente, “Per rendere i vostri cuori saldi, irre-
benché non sia riportato il termine prensibili in santità davanti a Dio no-
esatto, ossia “venuta”, chiaramente stro Padre, quando il nostro Signore
sottinteso: Gesù verrà con tutti i suoi santi”
(1 Te 3:13).
“Poi udii come la voce di una gran
folla e come il fragore di grandi ac- “E allora sarà manifestato l’empio,
que e come il rombo di forti tuoni, che il Signore Gesù distruggerà con
che diceva: ‘Alleluia! Perché il Si- il soffio della sua bocca, e annienterà
gnore, nostro Dio, l’Onnipotente, con l’apparizione della sua venuta”
ha stabilito il suo regno. Rallegria- (2 Te 2:8).
moci ed esultiamo e diamo a lui la
gloria, perché sono giunte le nozze “Infatti vi abbiamo fatto conoscere la
dell’Agnello e la sua sposa si è pre- potenza e la venuta del nostro Signo-
parata. Le è stato dato di vestirsi di re Gesù Cristo, non perché siamo an-
lino fino, risplendente e puro; poi- dati dietro a favole abilmente inven-
ché il lino fino sono le opere giuste tate, ma perché siamo stati testimoni
dei santi’. E l’angelo mi disse: ‘Scri- oculari della sua maestà” (2 P 1:16;
vi: Beati quelli che sono invitati qui Pietro allude alla manifestazione
alla cena delle nozze dell’Agnello’” della parousia prefigurata sul monte
(Ap 19:6-9). della trasfigurazione).

3. La manifestazione della venuta di 4. Infine, abbiamo la conclusione della


Cristo, ossia la terza fase, è il ritorno parousia, cui si fa riferimento nel se-
di Cristo sulla terra in potenza e glo- guente versetto:
ria per regnare come Re dei re e Si-
“Dov’è la promessa della sua venu-
gnore dei signori. Il rapimento non ta? Perché dal giorno in cui i padri
sarà visto dal mondo, perché avverrà si sono addormentati, tutte le cose
in una frazione di secondo. Ma ogni continuano come dal principio della
occhio vedrà Cristo quando egli creazione” (2 P 3:4).
tornerà per regnare. Perciò questo
evento è definito la manifestazione In questo ultimo capitolo della Se-
della sua parousia. Questa è la terza conda lettera di Pietro si parla di
fase della sua venuta. “schernitori” che sorgeranno negli

1001
1 TESSALONICESI 2

ultimi giorni e negheranno la cer- ziosa dell’oro che perisce, e tuttavia


tezza del ritorno di Cristo. A quale è provato con il fuoco, sia motivo di
aspetto della parousia si riferiranno? lode, di gloria e di onore al momento
Si tratta di un’allusione al rapimen- della manifestazione di Gesù Cristo”
to? No. Probabilmente costoro non (1 P 1:7).
sapranno nulla del rapimento. Con-
“Perciò, dopo aver predisposto la vo-
futeranno la venuta di Cristo per re-
stra mente all’azione, state sobri, e
gnare? Sembra di no. Dal contesto si abbiate piena speranza nella grazia
capisce che costoro ridicolizzeranno che vi sarà recata al momento della
il castigo finale che il Signore inflig- rivelazione di Gesù Cristo” (1 P 1:13).
gerà a tutti i malvagi, l’ultimo severo
giudizio di Dio sulla terra, che essi “Anzi, rallegratevi in quanto parteci-
chiameranno “la fine del mondo”. pate alle sofferenze di Cristo, perché
In effetti, penseranno di non avere anche al momento della rivelazione
nulla da temere a tale riguardo. Co- della sua gloria possiate rallegrarvi
sì ragioneranno, infatti: “Se Dio non ed esultare” (1 P 4:13).
è intervenuto nella storia, neanche
interverrà in futuro”. Perciò si sen- In un altro passo questo termine
tiranno liberi di proseguire nella lo- indica, con tutta probabilità, la
ro vita di peccato. Pietro risponde ai venuta di Cristo per regnare:
loro scherni richiamando l’attenzio-
“...e a voi che siete afflitti, riposo con
ne al tempo successivo ai mille anni
noi, quando il Signore Gesù apparirà
del regno di Cristo, quando i cieli e dal cielo con gli angeli della sua po-
la terra che conosciamo ora saran- tenza” (2 Te 1:7).
no completamente distrutti. L’apice
della parousia di Cristo si avrà dopo Epiphaneia significa “manifesta-
il millennio, all’inaugurazione della zione” o “apparizione”. Come già ac-
condizione eterna. cennato, alcuni pensano che questo
Oltre a parousia, gli altri due sostan- termine indichi sia la venuta di Cristo
tivi usati nella lingua originale del N.T. per i suoi santi sia la venuta di Cristo
per indicare la venuta del Signore sono: con i suoi santi; altri pensano che in-
apokalupsis e epiphaneia. dichi solamente la seconda. Il termine
Apokalupsis significa “scoperta” o epiphaneia ricorre nei seguenti passi
“rivelazione”. Gli studiosi della Bibbia (segnalati in corsivo):
non riescono a stabilire con certezza se
“E allora sarà manifestato l’empio,
il termine indichi sempre la terza fase
che il Signore Gesù distruggerà con
della venuta di Cristo (la venuta in terra il soffio della sua bocca, e annienterà
con potenza e gloria) o se possa altresì con l’apparizione della sua venuta”
designare il rapimento, allorché Cristo (2 Te 2:8).
si rivelerà alla chiesa.
I seguenti versetti potrebbero fare “Ti ordino di osservare questo co-
riferimento sia al rapimento sia alla mandamento da uomo senza mac-
venuta di Cristo in terra per regnare (il chia, irreprensibile, fino all’appari-
sostantivo apokalupsis ricorre nei se- zione del nostro Signore Gesù Cristo”
guenti passi, segnalati in corsivo): (1 Ti 6:14).

“In modo che non mancate di alcun “Ti scongiuro dunque davanti a Dio
dono, mentre aspettate la manifesta- e a Cristo Gesù che deve giudicare i
zione del Signore nostro Gesù Cristo” vivi e i morti, per la sua apparizione e
(1 Co 1:7). il suo regno” (2 Ti 4:1).

“Affinché la vostra fede, che viene “Ormai mi è riservata la corona di giu-


messa alla prova, che è ben più pre- stizia che il Signore, il giusto giudice,

1002
1 TESSALONICESI 3:2

mi assegnerà in quel giorno; e non il capitolo è una lezione sull’importan-


solo a me, ma anche a tutti quelli che za del “lavoro di proseguimento”; in-
avranno amato la sua apparizione” fatti, non basta condurre i peccatori al
(2 Ti 4:8). Salvatore, ma occorre, altresì, aiutarli a
crescere nella grazia e nella conoscen-
“Aspettando la beata speranza e
za del Signore.
l’apparizione della gloria del nostro
3:1 Nel cap. 3 riusciamo ancora a
grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù”
(Tt 2:13).
percepire la partecipazione affettuosa
e l’inesauribile interesse di Paolo per i
Il primo e il terzo versetto descrivo- santi di Tessalonica. Mentre si trovava
no chiaramente l’apparizione di Cristo ad Atene, l’apostolo non poteva fare
nel mondo. È possibile che, invece, gli a meno di chiedersi come si compor-
altri indichino altresì il rapimento. È tassero coloro che si erano convertiti
evidente, in ogni caso, che sia il rapi- grazie al suo ministero. Satana gli ave-
mento sia il ritorno di Cristo per regna- va impedito di tornare di persona a far
re sono eventi che il credente attende loro visita. Infine, non era più riuscito
con gran desiderio: al momento del ra- a rimanere inattivo e aveva deciso di
pimento, infatti, egli vedrà il Salvatore mandare Timoteo a Tessalonica. Il sog-
e riceverà un corpo glorificato. Quando getto sottinteso “noi” (“preferimmo”)
Cristo tornerà sulla terra, il credente è un pluralis modestiae. Paolo era ri-
apparirà con lui in gloria (vd. Cl 3:4). masto da solo ad Atene. C’è una certa
In quel momento, inoltre, riceverà le tristezza in questa solitudine: quella
ricompense. Tali ricompense saranno grande città non aveva attrattive per
già state assegnate al tribunale di Cri- lui, gli stava a cuore solamente l’impe-
sto, ma saranno visibili a tutti allorché gno per le chiese.
Cristo tornerà per regnare. In cosa con- 3:2 Notiamo le qualifiche dopo il
sisteranno queste ricompense? Da Lu nome di Timoteo: nostro fratello e col-
19:17-19 sembra di capire che avranno laboratore di Dio nel vangelo di Cristo.
a che fare con il governo durante il mil- L’appellativo collaboratore trasmet-
lennio. Una persona governerà dieci te semplicemente l’idea di servizio : il
città, un’altra cinque. concetto di una classe separata, ossia il
Studiando i vari riferimenti alla ve- clero, era ancora di là da venire.
nuta del Signore, abbiamo visto che si Quale privilegio ebbe Timoteo com-
tratterà di un periodo di tempo, an- piendo il proprio apprendistato sotto
ziché di un evento contingente, e che l’amato fratello Paolo! Dopo essere sta-
tale periodo presenterà diverse fasi: un to “promosso”, fu inviato in missione a
inizio, una durata, una manifestazione Tessalonica da solo.
e un culmine. Inizierà con il rapimen- In occasione di quel viaggio, Ti-
to, comprenderà il tribunale di Cristo, moteo aveva il compito confermare e
sarà visibile quando Cristo tornerà confortare i santi nella… fede, perse-
sulla terra e terminerà quando i cieli e guitati per aver confessato la loro fede
la terra, così come noi li conosciamo, in Cristo. Erano tempi difficili per quei
saranno distrutti dal fuoco. neoconvertiti: probabilmente Satana
stava insinuando in loro il timore di
E. Missione di Timoteo aver preso una decisione sbagliata di-
a Tessalonica (3:1-10) ventando cristiani!
L’espressione vostra fede, che ricorre Sarebbe stato interessante poter
cinque volte nel cap. 3 (vv. 2, 5-7, 10), ascoltare Timoteo spiegare l’inevitabi-
è la chiave per comprendere il brano. I lità della persecuzione, la necessità di
Tessalonicesi subivano tremende per- affrontarla coraggiosamente e la pos-
secuzioni e Paolo era ansioso di sapere sibilità di gioire nonostante tutto. Quei
se la loro fede si manteneva salda. Così credenti avevano bisogno di incorag-

1003
1 TESSALONICESI 3:3

giamento per non soccombere sotto il Se Satana aveva convinto i credenti


peso della persecuzione. a ritrattare, Paolo sapeva che la sua fa-
3:3 Tribolati com’erano, i Tessalo- tica era stata vana.
nicesi avrebbero potuto domandarsi il 3:6 Timoteo tornò a Corinto con
motivo di tante atroci sofferenze o se, buone notizie sui Tessalonicesi. Anzi-
per caso, Dio fosse scontento di loro. tutto, rassicurò Paolo sulla loro fede e
Timoteo rammentò loro che la soffe- sul loro amore. Non solo erano rimasti
renza del cristiano rientra nell’ordine fedeli alle dottrine della fede cristiana,
di cose; dunque nessuno di loro doveva ma avevano altresì dimostrato di pos-
rimanerne scosso o perdersi d’animo. sedere la virtù dell’amore. Questo è ciò
3:4 Paolo ricorda loro che, quando era che consente la verifica della realtà dei
a Tessalonica, aveva insegnato che i cre- fatti: non solo un’ortodossa accettazio-
denti erano destinati alle afflizioni. Que- ne del credo cristiano, ma “la fede che
sta previsione si era realizzata nella loro opera per mezzo dell’amore” (Ga 5:6).
vita ed essi ne erano ben consapevoli! Non solo la “vostra fede nel Signore Ge-
Le prove sono necessarie per la no- sù”, ma anche il “vostro amore per tutti
stra disciplina di vita: i santi” (Ef 1:15).
1. saggiano la realtà della nostra fede, Riguardo alle virtù riscontrate nei
estirpando quanti si limitano a pro- credenti di Tessalonica, Timoteo ha
fessarsi credenti (vd. 1 P 1:7); riferito a Paolo della loro fede e del
2. ci permettono di imparare a confor- loro amore… ma non gli ha parlato
tare e incoraggiare chi è nella prova della loro speranza. Come mai? Forse
(vd. 2 Co 1:4); il diavolo aveva scosso la loro fiducia
3. sviluppano certi doni, come la pa- nel ritorno di Cristo? Forse. Scrive Wil-
zienza, e rafforzano il carattere liam Lincoln: “Il diavolo odia questa
(vd. Ro 5:3); dottrina, perché sa quale forza abbia
4. ci rendono più attivi nella diffusio- nella nostra vita”. Se la loro speranza
ne del vangelo (vd. At 4:29; 5:27-29; vacillava, Paolo certamente avrebbe
8:3-4); cercato di rafforzarla in questa lettera
5. ci aiutano a eliminare le scorie dalla di speranza.
nostra vita (vd. Gb 23:10). Timoteo aggiunse che i Tessalo-
3:5 L’apostolo ripete i concetti nicesi serbavano un gradito ricordo
espressi nei vv. 1-2: quando non era dell’apostolo e dei suoi amici ed erano
più riuscito a sopportare l’attesa, ave- ansiosi di rivedere Paolo, Timoteo e Si-
va mandato Timoteo per scoprire la insieme.
com’era la situazione dei credenti in 3:7 Queste notizie erano come ac-
mezzo alla tempesta. Lo tormentava il qua fresca per l’anima assetata di Paolo
pensiero che Satana li avesse convinti (vd. Pr 25:25). In tutta quella preoccu-
a trascurare la loro coraggiosa testi- pazione e angoscia, udire della loro fe-
monianza cristiana, a cercare la tran- de lo incoraggiava.
quillità in mezzo alla persecuzione e 3:8 Paolo esclama: ...se state sal-
a cedere all’onnipresente tentazione di nel Signore, ci sentiamo rivivere.
di scambiare la fedeltà a Cristo con il L’impossibilità di sapere non lo faceva
loro benessere personale, lasciando da vivere, ma sapere che tutto andava per
parte la croce per cercare, invece, una il meglio gli rendeva il vigore. Quale
corona. Chi di noi non ha mai pronun- esempio di abnegazione ci comunica
ciato questa preghiera? “Perdonami, questo grande uomo di Dio!
Signore, perché tanto spesso cerco il 3:9 Ogni volta che presentava i Tes-
modo di evitare la pena e il sacrificio salonicesi in preghiera davanti a Dio,
del discepolato. Rafforzami oggi per- Paolo non aveva parole per esprimergli
ché possa camminare con te, costi quel la… gratitudine che riempiva il suo
che costi!” cuore, traboccante di gioia.

1004
1 TESSALONICESI 4:1

3:10 La preghiera di Paolo non era saranno già state assegnate. Queste
incostante, ma metodica (notte e gior- ultime, tuttavia, saranno manifeste
no), fervente (preghiamo intensamen- solamente allorché il Signore tornerà
te), specifica (di poter vedere il vostro sulla terra come Re dei re e Signore dei
volto), altruistica (di colmare le lacune signori.
della vostra fede). I santi sono, probabilmente, i cre-
denti già rapiti in cielo (vd. 4:14). Alcu-
F. Preghiera specifica di Paolo ni pensano che si tratti di angeli, ma
(3:11-13) Marvin Vincent sostiene che questo
3:11 Il capitolo si chiude con due ri- termine fa riferimento al popolo santo
chieste che Paolo presenterà al Signore e glorificato di Dio. Egli spiega che gli
in preghiera: 1° poter tornare dai Tes- angeli non hanno nulla a che vedere
salonicesi; 2° il loro amore reciproco con il tema di questa lettera, mentre i
aumenti sempre più. Queste richieste credenti glorificati erano strettamente
sono rivolte a Dio stesso, nostro Padre, collegati all’argomento che preoccu-
e il nostro Signore Gesù, i quali sono pava i Tessalonicesi e aggiunge: “Ciò
i due soggetti di uno stesso verbo, ap- non esclude la presenza degli angeli
pianino; ciò esprime la deità di Cristo e alla venuta del Signore; nondimeno,
l’unità della Deità. quando allude alla presenza angeli-
3:12 I Tessalonicesi erano sicura- ca, Paolo si esprime con altri termini
mente degni di lode per il loro vero (vd. per es. 2 Te 1:7: ‘con gli angeli del-
amore cristiano, ma potevano ancora la sua potenza’)”. (9)
migliorare! E così Paolo prega perché il
loro amore aumenti ancora: il Signore III. ESORTAZIONI PRATICHE
vi faccia crescere e abbondare in amo- (4:1–5:22)
re. Questo amore doveva abbraccia-
re tutti i fratelli in fede e tutti gli altri A. La santificazione secondo
uomini, compresi i nemici, seguendo il la volontà di Dio (4:1-8)
modello d’amore degli apostoli (come 4:1 L’espressione del resto indica un
anche noi… verso di voi). cambio di argomento. In questo caso
3:13 L’amore dimostrato in questa si tratta del passaggio alle esortazioni
vita si tradurrà in irreprensibilità nel- pratiche.
la vita futura. Se ci amiamo gli uni gli Alla fine del cap. 3 le parole impor-
altri e amiamo tutta l’umanità, saremo tanti erano tre: santità, amore e verrà.
irreprensibili in santità davanti a Dio Esse corrispondono ai tre principali ar-
nostro Padre, quando il nostro Signo- gomenti del cap. 4: 1° la santità (vv. 1-8);
re Gesù verrà con tutti i suoi santi, 2° l’amore (vv. 9-10); 3° il ritorno (vv. 13-
perché l’amore è l’adempimento della 18). Un altro tema importante è l’ope-
legge (vd. Ro 13:8; Gm 2:8). rosità (vv. 11-12).
Questa preghiera è stata così para- Il cap. 4 si apre con l’invito a cam-
frasata: “Il Signore vi renda sempre più minare in santità per piacere a Dio e
capaci di adoperarvi per gli altri, così si chiude con il rapimento dei santi.
da rafforzare il vostro carattere e da Scrivendo queste parole, Paolo pen-
scagionarvi da qualunque accusa pos- sava, probabilmente, all’esperienza
sa esservi rivolta…”. di Enoc. Consideriamo l’analogia:
Nel cap. 2 abbiamo visto che la ve- 1° Enoc camminò con Dio (vd. Ge
nuta di Cristo avverrà in fasi successi- 5:24a); 2° Enoc piacque a Dio (vd. Eb
ve: essa avrà un inizio, una durata, una 11:5b); 3° Enoc fu rapito (vd. Ge 5:24b;
manifestazione e una conclusione. In Eb 11:5a). L’apostolo elogia i credenti
questo versetto si fa riferimento alla per la loro santità pratica, ma li esorta
terza fase. In cielo il tribunale di Cri- a progredire. La santità è un’evoluzio-
sto avrà già deliberato e le ricompense ne, non una conquista.

1005
1 TESSALONICESI 4:2

4:2 Mentre era in mezzo a loro, Paolo po (vd. 1 Co 6:18), ma anche contro le
li aveva incessantemente esortati, con altre persone. Così Paolo aggiunge:
l’autorità del Signore Gesù, a cercare di che nessuno opprima il fratello né lo
vivere una santità pratica, così da pia- sfrutti negli affari (o “a tale proposi-
cere a Dio. to”). In altre parole: il credente non de-
4:3 La volontà di Dio per il suo po- ve infrangere il legame matrimoniale
polo è la santificazione. È vero, da per opprimere il fratello alienandogli
un lato, che tutti i credenti sono stati l’affetto della moglie. Benché i tribuna-
separati dal mondo per il servizio del li non condannino, in genere, questo
Signore; questa è la santificazione di tipo di offesa, bisogna tenere a mente
posizione ed è perfetta e completa che il Signore è un vendicatore in tut-
(vd. 1 Co 1:2; Eb 10:10). D’altro canto, te queste cose, come Paolo aveva già...
è altresì vero che i credenti devono detto e dichiarato ai Tessalonicesi. I
santificarsi, ossia separarsi da ogni peccati sessuali producono una quan-
forma di peccato; questa è la san- tità di sconvolgimenti mentali e fisici,
tificazione pratica, o progressiva. ma nulla è paragonabile alle loro eter-
Quest’ultimo processo continuerà fi- ne conseguenze, se non sono confessa-
no alla morte del credente o fino al ri- ti e perdonati.
torno del Signore. In questo versetto il Uno dei più famosi scrittori del
verbo “santificare” è usato in tal senso XIX sec. commise peccati sessuali e per
(vd. l’approfondimento sulla santifica- questa ragione finì in prigione e cadde
zione dopo 5:23). in disgrazia. Egli scrisse:
Il peccato specifico contro il quale
Paolo mette in guardia i credenti sono Gli dèi m’avevano quasi tutto donato.
Ma io mi lasciai poltrire e mi conces-
le pratiche sessuali illecite (che, nel
si dei lunghi periodi di tregua insen-
presente contesto, coincidono pro-
sata e sensuale… Stanco di vivere
babilmente con l’adulterio). Queste
sulle cime, discesi volontariamente
rientrano fra i peccati più diffusi nel in fondo agli abissi per cercarvi del-
mondo incredulo. L’ammonizione che le sensazioni nuove… Divenni non-
vi asteniate dalla fornicazione è ne- curante della vita altrui. Colsi il mio
cessaria oggi come lo era agli albori bene dove mi piacque e passai oltre.
della chiesa. Dimenticai che ogni più piccola azio-
4:4 L’impegno dei credenti è che ne quotidiana forma o deforma il ca-
ognuno sappia possedere il proprio rattere e che, per conseguenza, ciò
corpo in santità e onore. Nell’origina- che si è compiuto nel segreto della
le, il termine qui tradotto con “corpo” propria intimità si sarà poi costretti
significa “vaso” (vd. ND). Con questo a proclamarlo al mondo intero. Così
appellativo si può intendere la moglie non fui più padrone di me stesso.
(come in 1 P 3:7) o il corpo (come in Non riuscii più a dominare la mia
2 Co 4:7). La NR segue la seconda inter- anima e la ignorai. Permisi al piacere
pretazione. di governarmi e finii con l’essere ab-
4:5 Il concetto di matrimonio cri- battuto da una sventura orrenda.(10)
stiano è in netto contrasto con il con- (“De profundis”, estratto da una
cetto che ne hanno gli increduli. Gli lettera all’amico Robert Ross)
stranieri (gli increduli) considerano il
sesso un mezzo per soddisfare le pas- Divenne noncurante della vita al-
sioni disordinate. Per costoro la castità trui o, come scrive Paolo, “opprimeva e
è debolezza e il matrimonio è un mez- sfruttava il fratello”.
zo per legalizzare il peccato. 4:7 Dio ci ha chiamati non a impu-
4:6 L’immoralità sessuale è un pec- rità bensì a una vita di santificazione
cato contro lo Spirito Santo di Dio e purezza. Ci ha tirati fuori da un le-
(vd. 1 Co 6:19) e contro il proprio cor- tamaio di degradazione e ha iniziato

1006
1 TESSALONICESI 4:13

in noi un mutamento volto a renderci C. Testimonianza vivente


sempre più simili a lui. per gli increduli (4:11-12)
4:8 Chiunque disprezza questo inse- 4:11 Paolo esorta i santi a cercare di
gnamento non disprezza soltanto i pre- fare tre cose. I tre comandamenti si po-
cetti di un uomo come l’apostolo Paolo, trebbero parafrasare in questo modo:
ma sfida, ignora, sottovaluta e respinge 1. non cercate la notorietà. Acconten-
Dio stesso, che vi fa anche dono del suo tatevi di essere “piccoli e sconosciu-
Santo Spirito. Il termine Santo qui è in ti, amati e apprezzati solo da Cristo”
posizione enfatica. Come si può essere (Charles Wesley);
la dimora dello Spirito Santo e abban- 2. occupatevi dei vostri affari invece di
donarsi a peccati sessuali? quelli degli altri;
Notiamo che, in questo paragra- 3. lavorate per mantenervi. Non siate
fo, sono nominate le tre Persone della parassiti o scrocconi, vivendo alle
Trinità: il Padre (v. 3), il Figlio (v. 2) e lo spalle degli altri.
Spirito Santo (v. 8). Che pensiero mera- 4:12 La fede e l’attesa del ritorno di
viglioso! Tutte e tre le Persone della Tri- Cristo non ci esimono dalle respon-
nità sono interessate e coinvolte nella sabilità pratiche della vita. Dobbiamo
santificazione del credente. ricordare che il mondo ci guarda. Gli
L’argomento cambia, passando dalla uomini giudicano il Salvatore giu-
lussuria (vv. 1-8) all’amore (vv. 9-12); dicando noi credenti; noi dobbiamo
cambia anche l’esortazione: da “aste- camminare dignitosamente verso gli
nervi” ad “abbondare”. increduli ed essere economicamente
indipendenti da loro.
B. L’amore altruistico
(4:9-10) D. La speranza che conforta
4:9 Il credente non dovrà solamente i credenti (4:13-18)
dominare il proprio corpo, ma anche 4:13 I credenti dell’A.T. avevano una
amare sinceramente i suoi fratelli nel conoscenza imperfetta e incompleta
Signore; amore è la parola chiave del di quanto accade agli uomini nel mo-
cristianesimo, come “peccato” lo è del mento della morte. Lo sheol veterote-
paganesimo. stamentario era un termine generico,
Non c’era bisogno di scrivere ai usato per definire lo stato incorporeo
Tessalonicesi a proposito di tale vir- dei defunti, sia dei credenti sia degli
tù, poiché essi avevano imparato da increduli.
Dio ad amare i loro fratelli, sia per Sapevano che un giorno o l’altro tut-
istinto divino (vd. 1 Gv 2:20, 27) sia ti sarebbero morti, che ci sarebbe stata
grazie all’insegnamento ricevuto da una risurrezione generale alla fine del
insegnanti credenti. I santi di Tessalo- mondo e poi un giudizio finale. Ce lo
nica si distinguevano per il loro affetto confermano le parole di Marta quando
nei confronti di tutti i fratelli in Mace- disse: “Lo so che [Lazzaro] risusciterà,
donia. Con il suo elogio Paolo ne fece nella risurrezione, nell’ultimo giorno”
un esempio imperituro. (Gv 11:24).
4:10 Come è stato detto, l’amore Il Signore Gesù “ha messo in luce la
fraterno non si conquista una volta vita e l’immortalità mediante il van-
per sempre, ma è una virtù da mettere gelo” (2 Ti 1:10). Oggi sappiamo che,
continuamente in pratica; per questo al momento della morte, il credente si
Paolo esorta i credenti ad abbondare in diparte per essere in Cristo (vd. 2 Co
questa grazia sempre di più. 5:8; Fl 1:21, 23). È scritto che il non
Perché è così importante l’amore ver- credente va nell’Ades (vd. Lu 16:22-23).
so tutti i fratelli? Perché dove c’è amore Inoltre sappiamo che non tutti i cre-
c’è unità, e dove c’è unità ci sono le be- denti moriranno, ma che tutti saranno
nedizioni del Signore (vd. Sl 133:1, 3). trasformati (vd. 1 Co 15:51). Sappiamo

1007
1 TESSALONICESI 4:14

che ci sarà più di una risurrezione. Al Riguardo ai santi che sono morti,
momento del rapimento risusciteran- l’apostolo scrive che non bisogna ce-
no soltanto i credenti (vd. 1 Co 15:23; dere alla disperazione. Non scrive che
1 Te 4:16); i non convertiti risuscite- non bisogna essere tristi (Gesù pian-
ranno alla fine del regno millenniale se presso la tomba di Lazzaro, anche
di Cristo (vd. Ap 20:5). se sapeva che, di lì a pochi minuti,
Recatosi una prima volta a Tessa- l’avrebbe risuscitato; vd. Gv 11:35-44),
lonica, Paolo aveva preannunciato ma bandisce il dolore sconsolato di chi
ai credenti il ritorno di Cristo e i fatti non ha la speranza del cielo e del ricon-
successivi al suo ritorno. Ma, nel frat- giungimento, di chi non ha di fronte a
tempo, rimanevano delle incertezze sé altro che il giudizio.
riguardo ai santi che erano già morti. I L’espressione gli altri che non hanno
loro corpi rimarranno nella tomba fino speranza invariabilmente mi ricorda
all’ultimo giorno? Saranno esclusi dal- un funerale al quale presenziai. I pa-
la partecipazione al ritorno di Cristo e renti affranti si stringevano intorno al-
al suo regno glorioso? Per rispondere la bara di una congiunta non salvata e
alle loro domande e placare i loro timo- si lamentavano inconsolabili: “Oh! Ma-
ri, Paolo descrive l’ordine degli eventi al rie, Dio mio, mio Dio, Marie!” Era una
tempo della venuta di Cristo per i suoi. scena straziante di dolore disperato.
L’espressione Fratelli, non vogliamo 4:14 Alla base della speranza del
che siate nell’ignoranza vuole attirare credente c’è la risurrezione di Cristo.
l’attenzione dei lettori su un annun- Proprio come crediamo che Gesù morì
cio importante. L’annuncio concerne e risuscitò, con la stessa certezza cre-
quelli che dormono, ossia i credenti diamo che quanti si sono addormenta-
già morti. La metafora del sonno è usa- ti in Gesù risorgeranno e assisteranno
ta per descrivere i corpi dei credenti al suo ritorno. “Come tutti muoiono in
defunti, mai i loro spiriti o le loro ani- Adamo, così anche in Cristo saranno
me. Il sonno è immagine della morte, tutti vivificati” (1 Co 15:22). La sua ri-
perché, nella morte, l’individuo pare surrezione è garanzia e certezza della
addormentato. Anche il sostantivo ci- nostra.
mitero deriva da un termine greco che Si noti l’espressione quelli che si so-
significa “luogo di riposo” (koimete- no addormentati in Gesù (una varian-
rion). Quella del sonno è una metafora te della traduzione). Sapere che colui
familiare, perché ogni notte manife- che ama l’anima nostra è anche colui
stiamo questo simbolo di morte e ogni che concede il sonno al corpo dei suoi
risveglio è come una risurrezione. amati, spoglia la morte del suo aspetto
La Bibbia non insegna che, dopo la spaventoso. Siamo certi che Dio… ri-
morte, l’anima dorme. L’uomo ricco condurrà con lui quelli che sono morti
e Lazzaro erano coscienti, pur essen- in Cristo. Possiamo spiegare questo
do morti (vd. Lu 16:19-31). Quando il concetto in due modi:
credente muore, va ad “abitare con il 1. al tempo del rapimento, Dio risusci-
Signore” (vd. 2 Co 5:8). Morire significa terà i corpi dei credenti e li riporterà
“essere con Cristo”, posizione che Paolo in cielo con il Signore Gesù;
definisce un “guadagno” e “molto me- 2. quando Cristo tornerà per regnare
glio” (vd. Fl 1:21, 23). Ciò non sarebbe sulla terra, Dio riporterà con lui tutti
del tutto vero se l’anima dormisse! coloro che sono morti nella fede. In
La Bibbia non insegna neppure l’an- altre parole: “Non pensate che i mor-
nullamento: la morte non comporta la ti si perdano la gloria del regno futu-
cessazione dell’essere. Il credente go- ro! Dio li riporterà con Gesù, quando
de di vita eterna (vd. Mr 10:30). I non tornerà in potenza e gran gloria”.
credenti patiscono il castigo eterno Quest’ultima è l’ipotesi maggior-
(vd. Mr 9:48; Ap 14:11). mente accreditata.

1008
1 TESSALONICESI 4:17

Come può accadere ciò? I corpi ora 2. Si ritiene comunemente che sarà la
giacciono nella tomba. Come possono voce dell’arcangelo Michele a pro-
tornare indietro con Gesù? Troviamo nunciare l’ordine per il raduno dei
la risposta nei vv. 15-17: prima di tor- santi dell’A.T., considerato il suo rap-
nare per dare vita al suo regno, Cristo porto con il popolo d’Israele (vd. Da
tornerà per portare il suo popolo con sé 12:1; Gd 9; Ap 12:4-7). Altri pensano
in cielo e, successivamente, scenderà che il suo scopo sia richiamare al-
sulla terra con loro. la vita Israele come nazione. Altri
4:15 Come poteva saperlo Paolo? La ancora ipotizzano che la voce d’ar-
risposta è: questo vi diciamo mediante cangelo chiami a raccolta gli angeli
la parola del Signore. Ciò significa che affinché scortino il Signore e i suoi
egli apprese queste cose per rivelazio- santi attraverso il territorio nemico
ne diretta del Signore. Non sappiamo fino al cielo (cfr. Lu 16:22).
in che modo (se in visione, se udì una 3. La tromba di Dio è “l’ultima tromba”
voce o se per comunicazione interiore di cui in 1 Co 15:52, che suonerà in
dello Spirito Santo), ma sappiamo che si occasione della risurrezione dei cre-
trattava, indubbiamente, di una verità denti al tempo del rapimento. Essa
ignota agli uomini fino a quel tempo. chiamerà i santi alla loro benedizio-
Paolo prosegue spiegando che, in ne eterna e non deve essere confusa
occasione del ritorno di Cristo, i santi con la settima tromba di Ap 11:15-18,
in vita non avranno alcuna precedenza la quale annuncerà l’ultimo giudi-
o vantaggio sui santi addormentati. zio sul mondo durante la tribolazio-
In questo versetto Paolo parla di sé ne. L’ultima tromba, qui, è ultima
come se, al ritorno di Cristo, pensasse solamente per la chiesa. La settima
di essere ancora in vita (noi viventi ; tromba di Apocalisse è l’ultima per il
inoltre vd. 1 Co 15:51-52). Al contrario, mondo incredulo (quantunque non
in 2 Co 4:14 e 5:1 parla della possibilità sia mai definita “ultima tromba”).
di essere fra coloro che saranno risve- ...prima risusciteranno i morti in
gliati. L’ovvia conclusione è che do- Cristo. Non si sa se, con loro, ci saran-
vremmo rimanere nella costante attesa no anche i santi dell’A.T. I sostenitori
del Signore, come se stesse per tornare di tale ipotesi fanno notare che la voce
da un momento all’altro, ma accettare dell’arcangelo sarà udita e che l’arcan-
altresì la possibilità di essere chiamati gelo è legato al destino d’Israele (vd. Da
al cielo mediante la morte. 12:1). Chi, invece, ritiene che i santi
4:16 Ora apprendiamo l’ordine esat- dell’A.T. non risorgeranno al momento
to degli eventi che si succederanno del rapimento fa notare che l’espres-
quando Cristo verrà per i suoi santi. sione in Cristo non si applica mai ai
...il Signore stesso… scenderà dal cie- credenti vissuti prima dell’epoca della
lo. Non manderà un angelo, ma scen- chiesa; quei credenti risorgeranno,
derà lui stesso ! probabilmente, alla fine della tribola-
Avverrà con un ordine, con voce d’ar- zione (vd. Da 12:2). In ogni caso, è chia-
cangelo e con la tromba di Dio. Sono ro che non si tratta di una risurrezione
state azzardate svariate interpretazioni conclusiva e generale. Non tutti i morti
di questi diversi, imponenti segnali ma, risorgeranno in questo momento, ben-
francamente, è quasi impossibile forni- sì solamente i morti in Cristo.
re una spiegazione definitiva. 4:17 Quindi noi vivi, scrive Paolo,
1. Alcuni ritengono che sarà lo stesso verremo rapiti insieme con loro, sulle
Signore Gesù, con un ordine, a ride- nuvole, a incontrare il Signore nell’aria.
stare i morti (vd. Gv 5:25; 11:43-44) e Lo stesso verbo “rapire” è usato in At
a trasformare i vivi. Altri, come Hogg 8:39 a proposito di Filippo, in 2 Co 12:2,
e Vine, sostengono che l’ordine sia la 4 a proposito di Paolo e in Ap 12:5 a pro-
voce di un arcangelo. posito del figlio maschio.

1009
1 TESSALONICESI 4:18

L’aria è la sfera di Satana (vd. Ef 2:2): sideriamo i seguenti segni premonitori:


qui assistiamo dunque a un incontro 1. la formazione dello stato d’Israele
trionfale, in aperta sfida al nemico pro- nel 1948 (vd. Lu 21:29). L’albero di
prio nel suo territorio. fichi (Israele) sta mettendo le foglie
Pensiamo a tutto ciò che questi (vd. Lu 21:29-31). Per la prima vol-
versetti non dicono! La terra e il mare ta dopo centinaia di anni, i Giudei
cederanno la polvere di tutti i morti in esistono come nazione nella loro
Cristo. Miracolosamente da quella pol- terra. Ciò significa che il regno di
vere si formeranno dei corpi gloriosi, Dio è prossimo;
per sempre liberi da malattie, dolore e 2. la nascita di molte altre nazioni
morte. Seguirà il volo nello spazio, ver- (vd. Lu 21:29). Gesù profetizzò che
so il paradiso. E tutto ciò avverrà “in un non solo il fico avrebbe messo le
batter d’occhio” (vd. 1 Co 15:52). foglie, ma anche tutti gli altri al-
Gli uomini hanno difficoltà a credere beri. Abbiamo di recente assistito
al racconto della creazione dell’uomo alla fine di governi coloniali e alla
in Ge 1–2. Se hanno questa difficoltà comparsa di nuove nazioni. Siamo
con la creazione, cosa possono dire del nell’epoca del neonazionalismo;
rapimento, quando Dio ricreerà milioni 3. il ritorno del popolo d’Israele nella
di individui con polvere ormai sepolta, sua terra senza che si sia convertito
sparpagliata, disseminata e trascinata (vd. Ez 36:24-25). Ezechiele profe-
su tutte le spiagge del mondo? tizzò che Israele sarebbe stato pu-
Gli uomini sono orgogliosi ed entu- rificato dei suoi peccati solamente
siasti dei viaggi nello spazio. Ma i loro dopo il ritorno. Oggi Israele è per lo
risultati più esaltanti potranno mai più una nazione agnostica; soltan-
competere con la meraviglia di viag- to una piccola parte del popolo si
giare nello spazio in un secondo, senza dichiara giudeo-ortodossa;
bisogno di riserve d’aria, come invece 4. il movimento ecumenico (vd. Ap
devono fare gli astronauti nei loro bre- 17–18). Pensiamo che “Babilonia la
vi balzi nello spazio aperto? Grande” sia un vasto sistema reli-
Al momento della venuta di Cristo ci gioso, politico e commerciale for-
sarà un suono da udire, uno spettacolo mato da organizzazioni religiose
da vedere, un miracolo da sperimenta- apostate che si dichiarano cristiane
re, un incontro di cui gioire e una con- (forse una fusione di cattolicesimo
solazione da afferrare. apostata e protestantesimo apo-
È bene anche evidenziare le ricorren- stata). La cristianità sta sempre più
ze del termine Signore in questi versetti: diventando apostata (vd. 1 Ti 4:1;
la parola del Signore (v. 15), la venuta del 2 Te 2:3) e si sta muovendo verso la
Signore (v. 15), il Signore stesso (v. 16), in- creazione di una chiesa mondiale;
contrare il Signore (v. 17), saremo sempre 5. la sempre maggiore diffusione
con il Signore (v. 17). Per sempre con il dello spiritismo (vd. 1 Ti 4:1-3). In
Signore ! Chi può esprimere la gioia e la questo momento sta influenzando
beatitudine raccolte in queste parole? vaste zone della terra;
4:18 Consolatevi dunque gli uni gli 6. il drastico declino dei livelli mora-
altri con queste parole. Il pensiero del- li (vd. 2 Ti 3:1-5). I quotidiani ce ne
la venuta del Signore non spaventa il danno un’ampia dimostrazione;
credente. È, invece, una speranza che 7. la violenza e la disubbidienza civile
lo entusiasma, lo allieta e lo conforta. (vd. 2 Te 2:7-8) Uno spirito di anar-
chia dilaga nella famiglia, nella vita
I SEGNI DEGLI ULTIMI TEMPI nazionale e perfino della chiesa;
8. gli uomini mostrano una parvenza
Ci sono molti indizi che ci permettono di di pietà, ma ne rinnegano la poten-
capire che il rapimento è prossimo. Con- za (vd. 2 Ti 3:5);

1010
1 TESSALONICESI 5:2

9. il sorgere di uno spirito anticristia- be continuare senza interruzioni. In


no (vd. 1 Gv 2:18), che si manifesta questo caso, tuttavia, l’interruzione è
nella moltiplicazione di movimenti appropriata, giacché Paolo affronta un
settari. Questi si professano cristia- nuovo argomento. Interrotta l’indagine
ni, ma negano ogni dottrina fon- sul rapimento, si considera ora il gior-
damentale della fede. Ingannano no del Signore. La locuzione greca, tra-
imitando (vd. 2 Ti 3:8); dotta quanto poi (peri de, spesso altresì
10. le nazioni tendono a creare allean- riscontrabile in 1 Corinzi), introduce
ze sempre più simili ai modelli un nuovo pensiero.
degli ultimi giorni. L’Unione Euro- Per i veri credenti il rapimento è
pea, la cui istituzione sotto il nome un pensiero confortante, ma che cosa
attuale risale al Trattato di Maa- comporterà per quanti non hanno fede
stricht del 1992, potrebbe condurre in Cristo? Ciò significherà l’inizio di un
alla rinascita dell’impero romano: periodo definito tempi e… momen-
sono le dieci dita di ferro e argilla ti. Ciò riguarderà, principalmente, il
(vd. Da 2:32-35); popolo ebraico. Durante tale periodo,
11. la negazione dell’imminente giu- Dio riprenderà i rapporti con il popolo
dizio di Dio sugli affari del mondo d’Israele e si succederanno gli eventi
(vd. 2 P 3:3-4). della fine annunciati dai profeti vete-
A questi si possono aggiungere altri rotestamentari. Quando gli apostoli
segni, quali: terremoti in molti paesi, la domandarono a Gesù quando avrebbe
minaccia di carestie su scala mondia- creato il regno, egli rispose che non
le e la crescente ostilità fra le nazioni era dato loro di conoscere i tempi o
(vd. Mt 24:6-7). L’incapacità dei governi i momenti adatti (vd. At 1:7) Sembra
di mantenere la legge e l’ordine e di sop- che tale espressione indichi il periodo
primere il terrorismo crea il clima adat- precedente l’instaurazione del regno,
to al sorgere di un dittatore mondiale. nonché il regno stesso.
La creazione di arsenali nucleari riveste Paolo non reputava necessario scri-
di significato domande come: “Chi è vere ai Tessalonicesi a proposito dei
simile alla bestia? e chi può combattere tempi e… momenti. Da un lato, infatti,
contro di lei?” (Ap 13:4). La televisione quegli eventi non interesseranno i san-
può essere il mezzo grazie al quale si ti: questi ultimi saranno già stati rapiti
adempiranno brani della Scrittura che e portati in cielo.
descrivono eventi visti simultaneamen- Dall’altro lato, i tempi e… momenti
te su tutto il pianeta (Ap 1:7). e il giorno del Signore sono argomenti
Molti di questi eventi sono previsti veterotestamentari. Il rapimento è un
come antecedenti il ritorno di Cristo mistero (vd. 1 Co 15:51), mai rivelato se
sulla terra per regnare. La Bibbia non non in epoca apostolica.
dice che avverranno prima del rapi- 5:2 I santi già sapevano del giorno
mento, bensì prima dell’apparizione del Signore. Sapevano che il momento
di Cristo in gloria. Se è così che deve esatto era ignoto e che sarebbe arrivato
accadere, e se già stiamo assistendo a inaspettato. Che cosa intende Paolo per
eventi che seguono le tendenze indica- giorno del Signore ? Certamente non
te sopra, possiamo soltanto concluder- un giorno di ventiquattro ore, bensì un
ne che il rapimento è alle porte. periodo di tempo con determinate ca-
ratteristiche.
E. Il giorno del Signore Nell’A.T. questa espressione indica-
(5:1-11) va un tempo di desolazione, giudizio e
5:1 Gli studiosi della Bibbia spesso si oscurità (vd. Is 2:12; 13:9-16; Gl 2:1-2). Il
rammaricano per l’interruzione im- giorno del Signore era il tempo in cui
posta dalla suddivisione in capitoli, Dio marciava contro i nemici d’Israele
spiegando che l’argomento dovreb- e li puniva duramente (vd. So 3:8-12;

1011
1 TESSALONICESI 5:3

Gl 3:14-16; Ad 15–17; Za 12:8-9). Tale 5:4 È importante notare qui il cam-


espressione indicava anche ogni oc- biamento di soggetto: da “essi” (sottin-
casione in cui Dio puniva il popolo teso) del versetto precedente al voi e al
per l’idolatria e il peccato (vd. Gl 1:15- “noi” dei versetti successivi.
20; Am 5:18; So 1:7-18). In generale, Il giorno del Signore sarà un periodo
comportava il giudizio sul peccato, la di ira contro il mondo dei non salvati.
vittoria della causa del Signore (vd. Gl Ma cosa significherà per noi credenti?
2:31-32) e benedizioni incalcolabili per Noi non siamo in pericolo, perché non
il popolo fedele. siamo nelle tenebre.
Nel futuro il giorno del Signore du- Quel giorno verrà come un ladro
rerà quanto i “tempi” e i “momenti”; nella notte (v. 2). Prenderà la gente di
esso inizierà dopo il rapimento e com- sorpresa in un solo modo: come fos-
prenderà: se un ladro. Gli unici che prenderà di
1. la tribolazione, ossia “un tempo sorpresa saranno coloro che appar-
d’angoscia per Giacobbe” (vd. Da tengono alla notte, ossia i non conver-
9:27; Gr 30:7; Mt 24:4-28; 2 Te 2:2; Ap titi. Non potrà cogliere di sorpresa i
6:1–19:16); credenti, poiché questi non sono nelle
2. la venuta di Cristo con i suoi santi tenebre.
(vd. Ml 4:1-3; 2 Te 1:7-9); A prima vista questo versetto sem-
3. il regno millenniale di Cristo sulla bra indicare che il giorno del Signore
terra (vd. Gl 3:18 [cfr. v. 14]; Za 14:8-9 sorprenderà i credenti, ma non come
[cfr. v. 1]); un ladro. Non è così. Non li sorprenderà
4. la distruzione finale dei cieli e della affatto, perché il ladro viene per questo
terra mediante il fuoco (vd. 2 P 3:7, 10). mondo di tenebre, mentre i santi sa-
Il giorno del Signore è il tempo in ranno nella luce eterna.
cui Dio interverrà pubblicamente 5:5 Tutti i credenti sono figli di luce e
negli affari umani. Sarà caratterizza- figli del giorno, non... della notte né del-
to dal giudizio sui nemici d’Israele e le tenebre. Grazie a ciò, scamperanno al
sugli apostati giudei, dalla liberazio- giudizio che Dio riverserà sul mondo
ne del suo popolo e dalla nascita del che ha respinto suo Figlio. I giudizi del
regno di Cristo in pace, prosperità e giorno del Signore colpiranno soltanto
gloria. quanti vivono nelle tenebre morali e
L’apostolo ricorda ai suoi lettori nella notte spirituale, lontani da Dio.
che il giorno del Signore verrà come Paolo usa l’espressione figli del gior-
viene un ladro nella notte (vd. anche no ma, con ciò, non intende il gior-
2 P 3:10; Ap 3:3; 16:15): esso sarà del no del Signore. I figli del giorno sono
tutto inaspettato e coglierà gli uomi- coloro che appartengono al mondo
ni alla sprovvista. Il mondo non sarà della rettitudine morale. Il “giorno del
preparato. Signore” è un tempo di giudizio per
5:3 Quel giorno sarà ingannevole, coloro che appartengono al regno delle
improvviso, distruttivo e inevitabile. tenebre morali.
In quell’epoca nel mondo si respi- 5:6 I tre versetti successivi invitano i
rerà un’aria di fiducia e sicurezza. Poi, credenti a vivere coerentemente con la
all’improvviso, il giudizio piomberà loro elevata posizione, vale a dire con
sulla terra con la sua forza annien- vigilanza e sobrietà. Nell’attesa del ri-
tatrice. La rovina non comporterà la torno del Signore, dobbiamo vegliare
perdita della vita o annientamento, contro la tentazione, la pigrizia, l’apa-
bensì perdita di benessere o crollo tia e la distrazione.
dei progetti di vita. Sarà inevitabile Dobbiamo essere sobri, non sola-
come le doglie alla donna incinta . mente nel modo di parlare o nel com-
Gli increduli non potranno sfuggire a portamento in generale, ma soprattutto
questo giudizio. nel mangiare e nel bere.

1012
1 TESSALONICESI 5:9

5:7 Nel mondo naturale il sonno è nella corazza della fede e dell’amore e
associato alla notte. Così, nel mondo nell’elmo della speranza della salvez-
spirituale, l’indifferenza caratterizza i za. In altre parole, l’armatura consiste
figli delle tenebre, i non convertiti. di fede, speranza e amore, le tre virtù
Gli uomini preferiscono ubriacarsi del carattere del credente. Non è ne-
di notte ; amano il buio invece della cessario insistere sui particolari della
luce, perché le loro opere sono malva- corazza e dell’elmo ; qui l’apostolo si
gie (vd. Gv 3:19). Ad esempio, nei locali limita a consigliare ai figli della luce
notturni si associa l’idea del bere e del di indossare la protezione di una vita
vizio all’oscurità della notte. coerente e santa. Cosa ci preserva dal-
5:8 Coloro che appartengono al la corruzione della lussuria?
giorno devono camminare nella lu- 1. La fede, o dipendenza da Dio.
ce come Gesù (vd. 1 Gv 1:7). Questo 2. L’amore per il Signore e l’amore reci-
significa giudicare e abbandonare il proco.
peccato ed evitare gli eccessi di ogni 3. La speranza del ritorno di Cristo.
tipo. Significa anche indossare l’ar- Importanti contrapposizioni nel
matura del credente. Essa consiste cap. 5:

Increduli Credenti

(“essi”) (“voi”)
addormentati non addormentati
ubriachi non ubriachi
nell’oscurità non nell’oscurità
della notte e del buio figli della luce e figli del giorno
sorpresi dal giorno del Signore come non sorpresi dal giorno del Signore
un ladro nella notte come un ladro nella notte
distruzione improvvisa e inevitabile non destinati all’ira ma alla salvezza
come le doglie alla donna incinta

5:9 Il rapimento presenta due aspet- punto del libro. Paolo, infatti, non sta
ti: salvezza e ira. Per il credente esso parlando dell’inferno, bensì dei futuri
è il compimento della sua salvezza in eventi sulla terra e, in particolare, del
cielo; per l’incredulo significa entrare giorno del Signore, il più grande pe-
in un periodo di ira sulla terra. riodo d’ira nella storia dell’uomo sulla
Poiché noi siamo del giorno, Dio non terra (vd. Mt 24:21). Non abbiamo un
ci ha destinati all’ira che rovescerà appuntamento con il nostro carnefice,
sulla terra al tempo della tribolazione, ma con il Salvatore.
bensì alla salvezza nel suo significato Alcuni affermano che la tribolazione
più pieno: saremo per sempre liberi sarà il tempo dell’ira di Satana (vd. Ap
dalla presenza stessa del peccato. 12:12), non dell’ira di Dio. Aggiungono
Alcuni ritengono che il termine ira che la chiesa dovrà affrontare l’ira di
indichi la punizione che gli increduli Satana, ma sarà liberata dall’ira di Dio
subiranno nell’inferno. Naturalmente nel momento del ritorno di Cristo. Ad
è vero che Dio non vi ha destinato i figli ogni modo, i versetti successivi par-
della luce, nondimeno è ingiustifica- lano dell’ira di Dio e dell’Agnello. Gli
to inserire questo concetto in questo eventi descritti sono collocati durante

1013
1 TESSALONICESI 5:10

il periodo della tribolazione: Ap 6:16- significa, secondo Vine, “insensibilità


17; 14:9-10, 19; 15:1, 7; 16:1, 19. alle cose divine e conformità alle cose
5:10 Qui si mette in evidenza il prez- mondane”. Ma non si tratta dello stes-
zo tremendo che il Signore Gesù Cristo so termine che significa “morte” nei
dovette pagare per liberarci dall’ira e vv. 4:13-15. (11)
assicurarci la salvezza. Egli è morto per 5:11 In vista di una così grande sal-
noi affinché, sia che vegliamo sia che vezza, amando un così gran Salvatore
dormiamo, viviamo insieme con lui. e alla luce del suo imminente ritorno,
L’espressione sia che vegliamo sia dobbiamo esortarci l’un l’altro inse-
che dormiamo può essere intesa in due gnando, incoraggiando, dando il buon
modi. esempio, edificandoci reciprocamente
1. Alcuni studiosi ritengono che signifi- con la Parola di Dio e con la cura amo-
chi “viventi oppure defunti” al tem- revole. Poiché vivremo insieme con lui
po del rapimento. Affermano che, allora, dobbiamo vivere e lavorare in-
all’epoca, ci saranno due gruppi di sieme ora.
credenti: i morti in Cristo e i vivi. La
conclusione è che sia che siamo vivi, F. Ultime esortazioni
sia che siamo morti, al momento del (5:12-22)
ritorno di Cristo vivremo insieme 5:12 Forse gli anziani della chiesa di
con lui. I credenti che muoiono non Tessalonica avevano rimproverato
perdono nulla. Il Signore lo spiegò a quanti avevano smesso di lavorare e
Maria, sorella di Lazzaro: “Io sono la vivevano sulle spalle degli altri. Senza
risurrezione e la vita; chi crede in me, dubbio quei fannulloni non avevano
anche se muore [ossia il credente che reagito troppo bene al rimprovero. Pro-
muore prima del rapimento], vivrà babilmente è questo il motivo dell’esor-
[sarà risuscitato dai morti]; e chiun- tazione di Paolo ai pastori e al gregge.
que vive e crede in me [il credente in Esortando i santi ad aver riguardo
vita al momento del rapimento], non per coloro che faticano in mezzo a lo-
morirà mai” (Gv 11:25-26). ro, Paolo intende dire che dobbiamo
2. Un’altra ipotesi è questa: sia che ve- rispettare e seguire le nostre guide spi-
gliamo sia che dormiamo significa rituali, come risulta chiaro dall’espres-
“vigilanti o distratti”. In altre paro- sione che vi sono preposti nel Signore e
le, Paolo dichiara che, sia che siamo vi istruiscono. Gli anziani sono i pasto-
spiritualmente all’erta, sia che siamo ri vicari del gregge di Dio: il loro com-
carnalmente indifferenti alle cose spi- pito è insegnare, guidare e ammonire.
rituali, saremo rapiti per incontrare il Questo versetto è solo uno dei molti
Signore. La nostra eterna salvezza non versetti neotestamentari dai quali si
dipende dalla nostra vitalità spirituale intuisce che, nelle chiese apostoliche,
durante gli ultimi istanti di vita sul- la guida non era affidata a un solo pa-
la terra. Se siamo davvero convertiti, store. In ogni chiesa vi era un gruppo
vivremo insieme con lui quando tor- di anziani che guidava il gregge locale.
nerà, sia che lo aspettiamo impazien- Denney spiega:
ti sia che sonnecchiamo. La nostra
A Tessalonica non c’era un’unica gui-
condizione spirituale determinerà le
da (o, come diremmo oggi, un “mini-
nostre ricompense, ma la nostra sal- stro”) con una responsabilità esclu-
vezza dipende unicamente dalla fede siva (almeno fino a un certo punto);
in Cristo. la presidenza era nelle mani di un
Coloro che sostengono questa se- gruppo di uomini.(12)
conda interpretazione fanno notare
che i termini tradotti con vegliamo e Ma il fatto che la guida della comu-
dormiamo sono gli stessi del v. 6. Il ter- nità non fosse affidata a un solo mem-
mine tradotto con “dormire” nei vv. 6-7 bro non significa che tutti i membri

1014
1 TESSALONICESI 5:19

avessero facoltà di guida. L’assemblea 4. essere pazienti con tutti, dimo-


non deve essere una democrazia, ma strando capacità di sopportazione di
una aristocrazia : deve essere governata fronte alle offese e alle provocazioni
dai migliori. altrui.
5:13 Gli anziani sono i rappresen- 5:15 Rivolgendosi ora a tutti i cre-
tanti del Signore. La loro opera è l’ope- denti, Paolo proibisce ogni proposito
ra di Dio. Per tale motivo devono essere di vendetta. La reazione naturale sa-
tenuti in grande stima e amati. (13) Vi- rebbe rendere “pan per focaccia”, ma
vete in pace tra di voi: tale esortazione il credente deve avere una comunione
non è affatto marginale. Il problema così profonda con il Signore Gesù da
principale che i credenti di ogni chiesa riuscire a reagire in modo sopranna-
si trovano ad affrontare è la sopporta- turale. In altre parole, si dimostrerà
zione reciproca. Ogni credente è an- gentile e amabile sia nei confronti
cora abbastanza carnale da dividere degli altri credenti, sia nei confronti
e mandare in rovina qualsiasi chiesa degli increduli.
locale. Soltanto grazie alla potenza 5:16 La gioia può essere davvero
dello Spirito Santo riusciamo a svi- un’esperienza costante nella vita del cre-
luppare l’amore, l’umiltà, la pazienza, dente anche nelle circostanze più avver-
la gentilezza, la mitezza e la clemenza se, poiché Cristo, fonte e oggetto di tale
indispensabili alla pace. Quella di Pao- gioia, ha il controllo della situazione.
lo potrebbe essere un ammonimento 5:17 Anche la preghiera dovrebbe es-
contro una particolare minaccia alla sere una costante nella vita del credente:
pace, ossia contro la formazione di ciò non significa tralasciare di compiere
gruppi o fazioni a favore di questa o i propri doveri e darsi totalmente alla
quella guida spirituale. preghiera. Il credente prega con rego-
5:14 Con questo ammonimento, pro- larità e prega nel momento del bisogno:
babilmente rivolto alle guide spirituali grazie alla preghiera gode di una conti-
della chiesa, Paolo spiega come trattare nua comunione con il Signore.
i fratelli “problematici”: 5:18 Rendere grazie in ogni cosa
1. ammonire i disordinati, vale a dire dovrebbe essere un gesto spontaneo.
gli individui che non vogliono stare Se quanto dichiarato in Ro 8:28 è vero,
in riga, ma che disturbano la pace allora dobbiamo imparare a lodare il
della chiesa con un comportamento Signore in ogni tempo, in ogni circo-
irresponsabile. Qui i disordinati so- stanza e per ogni cosa; così facendo
no coloro che si rifiutano di lavorare non cercheremo giustificazioni per il
(gli stessi individui di cui in 2 Te 3:6- peccato.
12, i quali vivono alle spalle degli al- Queste tre buone abitudini sono sta-
tri facendosi mantenere); te definite le “regole permanenti” della
2. confortare gli scoraggiati, i quali chiesa. Esse rappresentano la volontà
hanno sempre bisogno di essere aiu- di Dio in Cristo Gesù per noi. L’espres-
tati per superare le difficoltà e proce- sione in Cristo Gesù ci richiama l’inse-
dere sicuri nel loro cammino per il gnamento del Signore durante il suo
Signore; ministero terreno; egli era la personifi-
3. sostenere i deboli, ossia quanti so- cazione di quanto insegnava. Con l’in-
no spiritualmente, moralmente o segnamento e l’esempio, egli ci rivelò la
fisicamente deboli: hanno bisogno volontà di Dio riguardo alla gioia, alla
di aiuto. Probabilmente, il concetto preghiera e al ringraziamento.
espresso qui è l’obbligo di aiutare i 5:19 I successivi quattro versetti
deboli nella fede dal punto di vista riguardano il comportamento nell’as-
spirituale e morale senza dimenti- semblea.
care, comunque, l’eventuale aiuto fi- Non spegnete lo Spirito significa
nanziario; non soffocare né limitare, o frenare,

1015
1 TESSALONICESI 5:20

la sua opera in mezzo a noi. Il peccato A.T. Pierson osserva che, nei vv. 16-
spegne lo Spirito. La tradizione spegne 22, il credente presenta sette diverse
lo Spirito. Le regole e le prescrizioni disposizioni d’animo:
umane nell’adorazione pubblica spen- 1 lode (v. 16): dichiarare che il modo
gono lo Spirito. Le divisioni spengono d’agire di Dio è infinitamente sublime;
lo Spirito. James Denney scrive: “Gli 2. preghiera (v. 17): la preghiera non do-
sguardi freddi, le parole sprezzanti, il vrebbe mai essere inadatta o sconve-
silenzio, l’indifferenza calcolata rie- niente;
scono a spegnere lo Spirito. Come pu- 3. ringraziamento (v. 18): anche in cir-
re le critiche scortesi”. Ryrie sostiene costanze sgradite alla carne;
che lo Spirito si spegne ogni volta che 4. Spirito (v. 19): dovrebbe avere piena
il suo ministero è soffocato nell’indi- libertà in noi e attraverso di noi;
viduo o nella chiesa. 5. disposizione all’apprendimento (v. 20):
5:20 Collegando questo versetto qualsiasi canale Dio scelga di usare;
al precedente apprendiamo che spe- 6. giudizio (v. 21), cfr. 1 Gv 4:1: esamina-
gniamo lo Spirito ogni qualvolta di- re tutto alla luce della Parola di Dio;
sprezziamo le profezie. Facciamo un 7. consacrazione (v. 22): “Se nella tua
esempio: un giovane fratello pronun- mente prende forma il male, evita
cia una frase sgrammaticata durante il quel male”.(15)
ministero pubblico. Criticarlo al punto
da costringerlo a vergognarsi della sua IV. SALUTI FINALI
testimonianza per Cristo equivale a (5:23-28)
“spegnere lo Spirito”.
Nella sua principale accezione ne- 5:23 Ora Paolo prega per la santifica-
otestamentaria il verbo “profetizzare” zione dei credenti. La fonte della santi-
significa “esprimere la parola di Dio”. tà è il Dio della pace ; il campo d’azione
Le rivelazioni ispirate dei profeti sono è espresso con l’avverbio completa-
preservate per noi nella Bibbia. In un mente, che significa “in ogni parte del
senso secondario, “profetizzare” si- vostro essere”.
gnifica “proclamare il pensiero di Dio Questo versetto è utilizzato da
secondo la rivelazione biblica”. qualche studioso per dimostrare la
5:21 Dobbiamo valutare ciò che fondatezza della dottrina della totale
ascoltiamo e ritenere il bene, il vero santificazione dell’essere umano, il
e il giusto. Lo strumento con il quale quale diverrebbe perfetto e senza pec-
esaminiamo la predicazione e l’inse- cato già in questa vita. In realtà Paolo
gnamento è la Parola di Dio. Talvolta, non intende questo quando scrive: il
allorché lo Spirito si prenderà la liber- Dio della pace vi santifichi egli stesso
tà di parlare attraverso fratelli diver- completamente. Non prega per l’elimi-
si, potranno verificarsi degli eccessi. nazione completa della natura di pec-
Nondimeno, spegnere lo Spirito non è cato, ma chiede che la santificazione si
il modo giusto per porvi rimedio. estenda a ogni parte dell’intero essere,
Denney scrive: lo spirito, l’anima e il corpo.
Un incontro aperto, la libertà di pro-
fetizzare, una riunione in cui ognu- LA SANTIFICAZIONE
no possa parlare come lo Spirito lo
ispira è uno dei bisogni più sentiti Il N.T. insegna che la santificazione
della chiesa moderna.(14) presenta quattro fasi: la prima coincide
con il periodo che precede la conver-
5:22 L’espressione astenetevi da ogni sione, la seconda con la posizione, la
specie di male può significare false lin- terza è la fase pratica (o progressiva)
gue, false profezie e falsi insegnamenti, e la quarta, e ultima, la santificazione
o anche il male in generale. perfetta.

1016
1 TESSALONICESI 5

1. Anche prima di essere salvato l’indi- Da questo versetto e da altri com-


viduo è serbato in una posizione di prendiamo che l’uomo è un essere
privilegio esterno. In 1 Co 7:14 leg- tripartito. Lo spirito è la parte che ci
giamo, infatti, che un marito non consente di avere comunione con Dio.
credente è santificato dalla moglie L’anima ha a che fare con emozioni,
credente. Questa è la santificazione desideri, affetti e aspirazioni (vd. Gv
antecedente la conversione. 12:27). Il corpo è la dimora della nostra
2. Quando un individuo nasce di nuo- persona (vd. 2 Co 5:1).
vo, è santificato per posizione, in vir- Tutte le nostre parti hanno bisogno
tù della sua unione con Cristo. Ciò di essere conservate integre, complete
significa che è messo da parte per e sane. Un commentatore si è espres-
Dio e separato dal mondo (At 26:18; so sul modo di “conservare” lo spirito,
1 Co 1:2; 6:11; 2 Te 2:13; Eb 10:10, 14). l’anima e il corpo come segue.
3. Segue la santificazione progressiva. 1. Lo spirito va conservato da:
Il credente, al presente, è messo da a) ogni cosa che possa corromperlo
parte per Dio e separato dal mon- (vd. 2 Co 7:1);
do, dal peccato e da se stesso. Que- b) ogni cosa che possa intralciare la
sto è il processo che lo rende sempre testimonianza dello Spirito San-
più conforme a Cristo. Paolo prega to al rapporto dei santi con Dio
perché i Tessalonicesi sperimen- (vd. Ro 8:16);
tino questo tipo di santificazione c) ogni cosa che impedisca di ren-
(vd. inoltre 1 Te 4:3-4; 2 Ti 2:21). La dere il culto a Dio (vd. Gv 4:23;
santificazione progressiva è deter- Fl 3:3).
minata dallo Spirito Santo quando 2. L’anima, da:
ubbidiamo alla Parola di Dio (vd. Gv a) cattivi pensieri (vd. Mt 15:18-19;
17:17; 2 Co 3:18). Questa santificazio- Ef 2:3);
ne pratica è un processo continuo: b) concupiscenze carnali “che
qui sulla terra il credente non rag- danno l’assalto contro l’anima”
giungerà mai la perfezione, né una (1 P 2:11);
natura priva di peccato, ma procede c) contese e conflitti (vd. Eb 12:15).
instancabile verso questa meta. 3. Il corpo, da:
4. La santificazione perfetta indica la a) contaminazione (vd. 1 Te 4:3-8);
condizione finale del credente nel b) uso iniquo (vd. Ro 6:19).
cielo. Quando andrà con il Signore Forse in base al fatto che gli incredu-
sarà moralmente simile a lui, ormai li sono spiritualmente morti (vd. Ef 2:1),
completamente e definitivamente taluni ritengono che essi non abbiano
separato dal peccato (vd. 1 Gv 3:1-3). uno spirito. Nondimeno, la loro morte
L’apostolo prega anche affinché i spirituale non denota assenza di spiri-
credenti di Tessalonica si conservino to, rilevando bensì che essi sono morti
totalmente irreprensibili nello spirito, riguardo alla comunione con Dio. I loro
nell’anima e nel corpo. Notiamo l’ordi- spiriti possono anche essere molto vi-
ne delle tre componenti. La sequenza tali e in grado, per esempio, di mettersi
umana è: corpo, anima e spirito. Per in contatto con il mondo dell’occulto,
Dio prima viene lo spirito, quindi l’ani- ma sono morti nei confronti di Dio.
ma e infine il corpo. Nella creazione Lenski avverte:
originaria lo spirito aveva il primato Alcuni si accontentano di un cri-
rispetto al corpo. Il peccato ha inver- stianesimo parziale e, perciò, molti
tito l’ordine: l’uomo vive per il corpo e aspetti della loro vita restano carnali.
trascura lo spirito. Quando preghiamo Le ammonizioni apostoliche spazza-
gli uni per gli altri, dovremmo seguire no costantemente ogni recesso della
l’ordine biblico, mettendo il benessere nostra natura, così che nessuna pos-
spirituale prima dei bisogni fisici. sa sfuggire alla purificazione”.(16)

1017
1 TESSALONICESI 5:24

Nella preghiera Paolo esprime anche di tutelare i credenti da comportamen-


il desiderio che la santificazione e la ti irregolari insistendo sul fatto che il
protezione operate da Dio si estendano bacio deve essere santo.
a ogni aspetto della loro personalità, 5:27 L’apostolo prescrive solenne-
affinché ogni credente sia irreprensi- mente che si legga questa lettera a tutti
bile per la venuta del Signore nostro i santi fratelli. A questo punto è bene
Gesù Cristo. Questa espressione sem- fare due osservazioni:
bra indicare il tribunale di Cristo, che 1. Paolo investe la lettera dell’autori-
seguirà il rapimento. In quel momento tà della Parola di Dio. L’A.T. era let-
la vita, il servizio e la testimonianza del to pubblicamente nelle sinagoghe.
credente saranno esaminati ed egli sa- Questa lettera doveva essere letta ad
rà premiato o subirà delle perdite. alta voce nelle chiese;
2. la Bibbia si rivolge a tutti i credenti,
5:24 Come abbiamo appreso in 4:3, non a qualche circolo o classe privi-
Dio vuole la nostra santificazione, legiata. Tutte le sue verità sono rive-
avendoci chiamati a presentarci al suo late a tutti i santi.
cospetto senza vergogna. Dio porterà a Denney saggiamente commenta:
compimento l’opera che ha iniziato in
Il vangelo non vieta a nessuno di
noi (vd. Fl 1:6). Fedele alla sua promes-
conseguire saggezza o bontà; non
sa è colui che… chiama.
c’è prova più certa di infedeltà e tra-
5:25 Prima di concludere, Paolo dimento di quando una chiesa man-
chiede le preghiere dei santi. Egli non tiene i suoi membri in una perpetua
nega mai il bisogno della preghiera e condizione di inferiorità o di appren-
neppure noi dovremmo farlo. È un pec- distato, scoraggiando il libero uso
cato non pregare per i fratelli in fede. della Santa Scrittura e accertandosi
5:26 L’apostolo desidera ora che che tutto ciò che contiene non sia let-
tutti i fratelli si salutino con un santo to da tutti i fratelli.(17)
bacio. All’epoca era questo il modo di
salutarsi. In alcuni paesi è consuetu- Nei vv. 25-27 troviamo tre chiavi per
dine che gli uomini bacino gli uomini una vita cristiana di successo:
e le donne bacino le donne. In altre 1 la preghiera (v. 25);
culture il bacio è esteso anche agli 2. l’amore per i fratelli in fede, indice di
esponenti del sesso opposto. Poiché, comunione (v. 26);
tuttavia, tale pratica ha spesso com- 3. la lettura e lo studio della Parola
portato degli eccessi, è stato neces- (v. 27).
sario abbandonarla (vd. commento a 5:28 Leggiamo, infine, la tipica for-
2 Co 13:12). mula di congedo di Paolo. Come ha
Il Signore non prescrisse il bacio introdotto la sua Prima lettera ai Tes-
come forma di saluto, né lo fecero gli salonicesi con l’argomento della gra-
apostoli. La Bibbia, saggiamente, per- zia, egli la conclude, parimenti, con il
mette altri tipi di saluto in culture dove medesimo argomento. Per l’apostolo il
il bacio potrebbe condurre a permissi- cristianesimo è grazia dall’inizio alla
vismo sessuale. Lo Spirito di Dio cerca fine. Amen.

1018
1 TESSALONICESI

NOTE

1 (Introduzione) James Everett Frame, A critical and Exegetical Commentary on the


Epistles of St. Paul to the Thessalonians, (ICC), p. 37.
2 (Introduzione) George Robert Harding Wood, St. Paul’s First Letter, pp. 13-14.
3 (1:1) Il testo critico omette una frase presente nella maggior parte dei mss.: “da Dio nos-
tro Padre e dal Signore Gesù Cristo”. La sua omissione durante la copiatura del testo è,
probabilmente, dovuta alla somiglianza con la frase immediatamente precedente.
4 (1:4) Per un approfondimento sull’elezione divina vd. Ef 1.
5 (1:10) G.R.H. Wood, First Letter, p. 17.
6 (2:1) James Denney, The Second Epistle to the Corintians, p. 100.
7 (2:1) Elliot, Elisabeth, ed., The Journals of Jim Elliot, p. 218.
8 (2:13) Walter Scott, non disponibile ulteriore documentazione.
9 (3:13) Marvin Vincent, Word Studies in the New Testament, IV:34.
10 (4:6) Si tratta di Oscar Wilde, che lasciò la moglie per impegnarsi in relazioni omo-
sessuali.
11 (5:10) I termini dell’originale sono i seguenti: vegliare in 5:6 e in 5:10 è il verbo gr.
gregoreo (da cui deriva il nome maschile Gregorio, che significa “vigile”), dormire in
5:6-7 è il verbo gr. katheudo, che può riferirsi sia al sonno fisico sia “all’indifferenza e
alla pigrizia spirituale” (Arndt e Gingrich). In 4:13-15 “dormire” traduce koimao.
12 (5:12) James Denney, The Epistles to Thessalonians, p. 205.
13 (5:13) Per una disamina dell’argomento “anziani” vd. il commento a 1 Ti 3:1-7 e Tt
1:5-9.
14 (5:21) James Denney, Thessalonians, p. 244.
15 (5:22) Arthur T. Pierson, non disponibile ulteriore documentazione.
16 (Approfondimento) R.C.H. Lenski, The Interpretation of St. Paul’s Epistles to the Co-
lossians, to the Thessalonians, to Timothy, to Titus, and Philemon, p. 364.
17 (5:27) James Denney, Thessalonians, pp. 263-264.

BIBLIOGRAFIA

(1 e 2 Tessalonicesi)
Buckland, A.R. St. Paul’s First Epistle to the Thessalonians. Philadelphia: The Union
Press, 1908.
_____. St. Paul’s Second Epistle to the Thessalonians. Philadelphia: The Union Press, 1909.
Denney, James. The Epistles to the Thessalonians. New York: George H. Doran Company, s.d.
Eadie, John. A Commentary on the Greek Text of the Epistles of Paul to the Thessalonians.
London: MacMillan, 1877.
Frame, James E. A Critical and Exegetical Commentary on the Epistles of Paul to the
Thessalonians, ICC. New York: Chas. Scribner’s Sons, 1912.
Hogg, C.F., Vine, W.E. The Epistles of Paul the Apostle to the Thessalonians. London: C.A.
Hammond, 1953.
Kelly, William. The Epistles of Paul the Apostle to the Thessalonians. London: C.A.
Hammond, 1953.
_____. Elements of Prophecy. London: G. Morrish, 1976.
Morris, Leon. The Epistles of Paul to the Thessalonians, TBC. Grand Rapids: Wm.B.
Eerdmans Publishing Company, 1957.
_____. The First and Second Epistles to the Thessalonians, NIC. Grand Rapids: Wm.B.
Eerdmans Publishing Company, 1959.
Wood, George Robert Harding. St. Paul’s First Letter. London: Henry E. Walter Ltd., 1952.

1019
Seconda lettera ai

Tessalonicesi
“Come nella lettera precedente, l’apostolo non affronta subito l’errore,
ma prepara il cuore dei santi a poco a poco, penetrandovi in modo
che possa afferrare la verità e allontanare l’errore una volta che è stato
rivelato. Questo è il modo di agire della grazia e della saggezza divina:
non si limita a esporre l’errore o il peccato, ma perfeziona il cuore”.
– William Kelly

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone tale che pochi commentatori esitano
Le importanti verità esposte in questa ad attribuirla a Paolo.
breve lettera sono d’ordine dottrinale e
pratico. Paolo approfondisce e rettifica III. Data
le nozioni dei Tessalonicesi riguardo Paolo scrisse la Seconda lettera ai Tes-
alla seconda venuta di Cristo e all’“uo- salonicesi per risolvere nuovi problemi
mo del peccato”. Inoltre, impartisce e fraintendimenti sorti fra i credenti di
un saggio consiglio a coloro che, con la Tessalonica. Tra la stesura della prima
scusa del ritorno di Cristo, non lavora- e della seconda lettera intercorsero
no più: “Chi non lavora non mangia”! pochi mesi o, addirittura, poche setti-
mane. Paolo, Silvano e Timoteo lavora-
II. Autore vano ancora insieme (1:1) e, da quanto
La prova estrinseca a favore di 2 Tes- ne sappiamo, ci risulta che ciò avvenne
salonicesi è ancora più convincente soltanto a Corinto (vd. At 18:1, 5). Ne
di quella di 1 Tessalonicesi. Non solo deduciamo che la data di composizio-
questa lettera è attestata già in tempi ne risale ai primi anni 50, probabil-
antichi da Policarpo, Ignazio e Giusti- mente al 50-51 d.C.
no, ma è altresì citata con il suo titolo
da Ireneo; inoltre, compare nel Prolo- IV. Contesto e temi
go Marcionita e nel Canone Murato- Tre furono le ragioni che giustifica-
riano. rono la stesura di una seconda lettera
Data la brevità di questa seconda a così breve distanza dalla prima. I
lettera, la prova intrinseca non è con- santi erano perseguitati e avevano bi-
vincente quanto la prima, nondimeno sogno di essere incoraggiati (cap. 1).
la completa e vi si armonizza in misura Avevano conoscenze sbagliate circa il
2 TESSALONICESI

giorno del Signore e dovevano essere nella tribolazione, vale a dire nella pri-
illuminati (cap. 2). Alcuni vivevano ma fase del giorno del Signore.
indolentemente, ritenendo prossimo il Paolo non aveva mai accennato a
ritorno del Signore: occorreva ripren- eventi anticipatori del rapimento. Ma ora
derli (cap. 3). insegna che, prima dell’inizio del giorno
I credenti temevano che il giorno del Signore, ci sarà una grande apostasia:
del Signore fosse già arrivato. I loro ti- ciò che trattiene l’“uomo del peccato” sa-
mori erano accresciuti da false dicerie rà rimosso ed egli si rivelerà.
secondo le quali sarebbe stato proprio Per una adeguata comprensione di
Paolo a insegnare tale dottrina. Così questa lettera, occorre imprescindi-
l’apostolo fu costretto a smentire tali bilmente distinguere tra rapimento,
voci. giorno del Signore e ritorno di Cristo per
I credenti devono badare di non regnare. Il giorno del Signore è definito
confondere il giorno del Signore con la nel commento a 1 Te 5:2. Riguardo alla
venuta del Signore per il rapimento. I distinzione tra rapimento e apparizio-
santi non temevano che il Signore fos- ne si rinvia il lettore all’approfondi-
se già tornato, ma temevano di trovarsi mento a seguito di 2 Te 1:7.

Sommario

I. SALUTO (1:1-2)

II. PAOLO E I TESSALONICESI (1:3-12)


A. Riconoscenza di Paolo (1:3-5)
B. Il giusto giudizio di Dio (1:6-10)
C. Preghiera di Paolo per i santi (1:11-12)

III. IL GIORNO DEL SIGNORE (2:1-12)


A. Esortazione alla fermezza (2:1-2)
B. L’uomo del peccato (2:3-12)

IV. RINGRAZIAMENTO E PREGHIERA (2:13-17)


A. I santi scamperanno al giudizio (2:13-14)
B. Preghiera per il conforto e il rafforzamento dei santi (2:15-17)

V. ESORTAZIONI PRATICHE (3:1-15)


A. Pregare gli uni per gli altri (3:1-5)
B. Atteggiamento nei confronti degli indisciplinati (3:6-15)

VI. BENEDIZIONE E SALUTO (3:16-18)

1022
2 TESSALONICESI 1:5

Commentario

I. SALUTO Notiamo l’ordine delle espressioni


(1:1-2) delle virtù: prima la fede e poi l’amore.
“La fede ci mette in rapporto con la fon-
1:1 Silvano e Timoteo, collaboratori te eterna dell’amore, Dio stesso”, scrive
di Paolo, si trovavano a Corinto con C.H. Mackintosh “e la conseguenza ine-
l’apostolo in occasione della stesura vitabile è che i nostri cuori traboccano
di questa lettera, indirizzata alla chie- d’amore per quanti gli appartengono”.
sa dei Tessalonicesi (inoltre vd. com- 1:4 Grazie al progresso spirituale dei
mentario a 1 Te 1:1). L’espressione in credenti, Paolo e i suoi compagni pote-
Dio nostro Padre differenzia questa vano gloriarsi di loro nelle altre chiese
assemblea da un’adunanza pagana, di Dio. Quei credenti erano rimasti sal-
mentre l’espressione nel Signore Gesù di e fedeli nonostante le persecuzioni
Cristo ci fa capire che si tratta di una di cui erano vittime. Costanza signifi-
chiesa cristiana. (1) ca “paziente fermezza”.
1:2 L’apostolo non augura ai santi 1:5 Il loro tenace coraggio nell’affron-
fama, fortuna o piaceri, bensì grazia… tare persecuzioni e afflizioni attestava il
e pace. La grazia dispone la capacità di giusto rapporto con Dio: Dio li sostene-
agire secondo la volontà di Dio e la pa- va, li rafforzava, li incoraggiava. Se non
ce procura serenità in ogni circostan- avessero ricevuto il suo potere divino,
za... Che cosa si potrebbe desiderare di quei credenti non sarebbero mai stati in
più, per sé e per gli altri? grado di dimostrare tanta pazienza e fe-
...grazia… e pace provengono da de nelle loro sofferenze per Cristo.
Dio nostro Padre e dal Signore Gesù La loro eroica sopportazione li rende-
Cristo. La grazia precede la pace ; oc- va degni del regno di Dio. In questo ver-
corre, infatti, conoscere la grazia di setto non è scritto che i meriti personali
Dio prima di sperimentare la sua pace. li autorizzavano a entrare nel regno di
Paolo riprende il binomio Dio Padre e Dio: infatti, i credenti possono entrarvi
il Signore Gesù Cristo, entrambi fonti solamente in virtù dei meriti di Cristo.
di benedizioni, evidenziando l’ugua- Ma quanti soffrono a causa del regno
glianza tra il Padre e il Figlio. dimostrano di essere annoverati fra
coloro che regneranno con Cristo al suo
II. PAOLO E I TESSALONICESI ritorno (vd. Ro 8:17; 2 Ti 2:12).
(1:3-12) Commentando l’espressione siate ri-
conosciuti degni del regno di Dio, E.W.
A. Riconoscenza di Paolo Rogers scrive:
(1:3-5) Ciò riguarda la responsabilità uma-
1:3 La lettera inizia con il ringrazia- na. La sovranità divina ci ha reso
mento per i santi. Leggendo queste adatti a partecipare all’eredità dei
parole, si av verte quasi il palpito santi nella luce unicamente in virtù
gioioso del cuore del vero servitore di della nostra unione con Cristo, nella
Cristo per i suoi amati figli spirituali. sua morte e nella sua risurrezione.
Per Paolo ringraziare Dio era un do- Siamo pieni di grazia nell’Amato, in-
vere continuo, ed era giusto che così dipendentemente da qualsiasi cosa
fosse, in virtù della fede e dell’amore ci sia in noi, prima o dopo la salvez-
dei credenti. La loro fede progrediva za. Ma Dio permette ai suoi di subire
rapidamente e ognuno di loro, sen- persecuzioni e tribolazioni per svi-
za eccezione, mostrava sempre più luppare in loro qualità morali eccel-
amore verso gli altri. Questa era una lenti, che li rendano “degni” cittadini
risposta alla preghiera dell’apostolo di quel regno.
(vd. 1 Te 3:10, 12). Alcuni apostoli gioivano del fatto di

1023
2 TESSALONICESI 1:6

essere ritenuti degni di soffrire per Leggendo il v. 7 non dobbiamo pen-


il nome di Gesù. Pregando Dio af- sare che i santi sofferenti otterranno
finché giudicasse i santi degni della il riposo dai patimenti solamente
loro chiamata, Paolo non alludeva a allorché Cristo tornerà dal cielo in
un complemento dell’opera di Cri- un fuoco fiammeggiante. Quando il
sto. La croce rende il credente degno credente muore, allora riceve il ripo-
della sua posizione nel regno, ma la so. I credenti viventi saranno liberati
pazienza e la fede nella tribolazio- da tutte le tensioni al momento del
ne ne dimostrano l’effettiva dignità rapimento. Qui si dice che, quando il
morale. Tra i membri di una società Signore rovescerà il giudizio sui suoi
umana è sempre possibile trovare
avversari, il mondo vedrà i santi gu-
qualcuno che si dimostra indegno di
stare il riposo.
appartenervi. Paolo pregava affinché
ciò non accadesse a quei santi.(2)
La giusta retribuzione di Dio avverrà
quando il Signore Gesù apparirà dal
cielo con gli angeli della sua potenza.
B. Il giusto giudizio di Dio La sua venuta comprenderà la puni-
(1:6-10) zione per gli increduli e il riposo per i
1:6 Il giusto modo di agire di Dio si credenti. A quale fase della venuta di
esprime in due modi: punizione per i Cristo si fa riferimento qui? Si tratta,
persecutori e riposo ai perseguitati. chiaramente, della terza fase, vale a
Williams commenta: dire la manifestazione della sua venuta,
quando tornerà sulla terra con i suoi
Dio permette che i suoi siano per-
santi (vd. approfondimento “Il ritorno
seguitati e permette che esistano i
persecutori per un duplice scopo: in
del Signore”, 1 Te 2:20).
primo luogo, per accertarsi che i san-
ti siano adatti a governare (v. 5) e, in IL RAPIMENTO E L’APPARIZIONE
secondo luogo, per confermare che i
persecutori meritano il giudizio.(3) Come sappiamo che il rapimento e
l’apparizione di Cristo sono due av-
1:7 Non solo Dio punirà i nemici dei venimenti diversi? Lo deduciamo dal
suoi figli, ma darà riposo a quanti sof- fatto che, nella Scrittura, essi appaiono
frono per amor suo. diversificati. Ecco come:

Il rapimento L’apparizione

1° Cristo verrà nell’aria (vd. 1 Te 4:17). 1° Cristo verrà sulla terra (vd. Za 14:4).
2° Cristo verrà per i suoi santi 2° Cristo verrà con i suoi santi
(vd. 1 Te 4:16-17). (vd. 1 Te 3:13; Gd 14).
3° Il rapimento è un mistero, vale a dire 3° L’apparizione non è un mistero, anzi è
una verità sconosciuta ai tempi dell’A.T. oggetto di numerose profezie vetero-
(vd. 1 Co 15:51). testamentarie (vd. Sl 72; Is 11; Za 14).
4° Non è scritto che la venuta di Cristo 4° La venuta di Cristo con i santi sarà
per i suoi santi sarà preceduta da preceduta da segni nel cielo
fenomeni celesti. (vd. Mt 24:29-30).
5° Il rapimento si identifica con il giorno di 5° L’apparizione si identifica con il
Cristo (vd. 1 Co 1:8; 2 Co 1:14; Fl 1:6, 10). giorno del Signore (2 Te 2:1-12).
6° Il rapimento è presentato come un tempo 6° L’apparizione è un periodo di giudizio
di benedizione (vd. 1 Te 4:18). (vd. 2 Te 2:8-12).

1024
2 TESSALONICESI 1

Il rapimento L’apparizione

7° Il rapimento avverrà in un attimo, in un 7° L’apparizione sarà visibile in tutto


batter d’occhio (vd. 1 Co 15:52). Ciò il mondo (vd. Mt 24:27; Ap 1:7).
significa, in particolare, che non sarà
visto da occhio umano.
8° Sembra che il rapimento riguardi, 8° L’apparizione riguarderà principal-
in particolare, la chiesa (vd. Gv 14:1-4; mente Israele, poi anche le nazioni
1 Co 15:51-58; 1 Te 4:13-18). pagane (vd. Mt 24:1–25:46).
9° Cristo verrà come stella del mattino 9° Cristo verrà come sole della giustizia
(vd. Ap 22:16). e la guarigione sarà nelle sue ali
(vd. Ml 4:2).
10° Il rapimento non è menzionato nei 10° L’apparizione è caratteristica dei
Vangeli sinottici, ma vi si allude spesso sinottici, ma non del Vangelo di
nel Vangelo di Giovanni. Giovanni.
11° I rapiti saranno presi per essere benedetti 11° Chi sarà preso sarà sottoposto a
(vd. 1 Te 4:13-18). I lasciati resteranno per giudizio. I rimasti saranno destinati
il giudizio (vd. 1 Te 5:1-3). alla benedizione (vd. Mt 24:37-41).
12° Non si conoscono gli eventi che precede- 12° Per l’apparizione è rivelato un
ranno il rapimento. elaborato sistema di datazione,
come i milleduecentosessanta giorni,
i quarantadue mesi, i tre anni e mezzo
(vd. Da 7:25; 12:7, 11-12; Ap 11:2;
12:14; 13:5).
13° L’appellativo “Figlio dell’uomo” non è 13° Non è scritto che l’apparizione
mai usato in alcun brano riguardante coincida con la venuta del Figlio
il rapimento. dell’uomo (vd. Mt 16:28; 24:27, 30,
39; 26:24; Mr 13:26; Lu 21:27).

Avendo appurato che si tratta di due verrà dopo la settantesima settimana


eventi diversi, come possiamo esse- (vd. Da 9:24; Mt 24).
re certi che non avverranno, sia pure 2. La seconda linea di prova a sostegno
approssimativamente, nello stesso dell’esistenza di un certo intervallo
periodo? Come sappiamo che saranno tra il rapimento e la manifestazio-
separati da un certo intervallo? Possia- ne risiede nella struttura del libro
mo tracciare tre linee di prove. dell’Apocalisse. Nei primi tre capito-
1. La prima si basa sulla profezia di li vediamo la chiesa sulla terra. Dal
Daniele riguardo alle settanta setti- cap. 4 al cap. 19:10 è descritto il pe-
mane (vd. Da 9:25-27). Noi viviamo riodo della tribolazione, quando l’ira
nell’età della chiesa, che è un’epoca di Dio si riverserà sul mondo che ha
“intermedia” fra la sessantanovesi- respinto suo Figlio. In questi capitoli
ma e la settantesima settimana. La non è scritto che la chiesa sarà sulla
settantesima settimana corrisponde terra. Se ne deduce che la chiesa è
al periodo della tribolazione, della rapita alla fine del cap. 3. In Ap 19:11
durata di sette anni. La chiesa sarà Cristo torna sulla terra per sconfig-
rapita in cielo prima della tribolazio- gere i suoi nemici e stabilire il suo
ne (vd. Ro 5:9; 1 Te 1:10; 5:9; Ap 3:10). regno; ciò avverrà alla fine della tri-
Il ritorno di Cristo per regnare av- bolazione.

1025
2 TESSALONICESI 1:8

3. C’è una terza considerazione che ri- 1:9 Essi saranno puniti. Un dio che
chiede un intervallo fra la venuta di non punisce il peccato non è un ve-
Cristo per i suoi santi e la venuta con ro dio. L’idea che un Dio d’amore non
i suoi santi. Al tempo del rapimento, debba punire il peccato trascura il fat-
tutti i credenti si dipartiranno dalla to che Dio è anche santo e deve fare ciò
terra e riceveranno un corpo glorifi- che è moralmente giusto.
cato. Ma quando Cristo tornerà per La punizione è qui definita eterna
regnare, sulla terra ci saranno creden- rovina . Nel N.T. l’aggettivo “eterno”,
ti privi di un corpo glorificato, i quali vale a dire “perenne” (aionios), ricorre
continueranno a sposarsi e a crescere una settantina di volte. In due occasio-
figli durante il millennio (vd. Is 11:6, ni esso può significare “periodi di du-
8). Da dove vengono questi credenti? rata limitata” (vd. 2 Ti 1:9; Tt 1:2), nelle
Fra il rapimento e l’apparizione inter- altre esso acquista l’accezione di “sen-
correrà un periodo, durante il quale za fine”. Viene usato in Ro 16:26 per de-
essi si convertiranno. finire l’esistenza di Dio senza principio
né fine.
Ora torniamo al v. 7, dove vediamo il Rovina non significa mai distruzio-
Signore Gesù apparire in potenza e gran ne totale, bensì mancanza di benessere
gloria. Egli è accompagnato da angeli, o fallimento dello scopo dell’esistenza.
attraverso i quali esercita il suo potere. Gli otri che il Signore Gesù descrisse
1:8 Il fuoco fiammeggiante potreb- in Lu 5:37 erano “perduti” (la radice
be essere un riferimento alla Shekinah, di tale aggettivo è la medesima del so-
la nuvola gloriosa che simboleggia la stantivo “rovina” usato qui): essi non
presenza di Dio (vd. Es 16:10), oppure cessarono di esistere, ma non poteva-
al severo giudizio incombente (vd. Sl no più essere usati per lo scopo per il
50:3; Is 66:15). Probabilmente la secon- quale erano stati costruiti.
da ipotesi è quella esatta. Il brano è spesso usato dai “post-
Quando Dio si risolve alla vendetta tribolazionisti” per confermare la loro
non è vendicativo, si limita bensì ad posizione. Essi ritengono che i credenti
assegnare il giusto compenso; egli non non avranno riposo e i loro persecutori
ha alcuna intenzione di prendersi una non avranno castigo finché Cristo non
rivincita, bensì di infliggere la punizio- tornerà per regnare, cosa che avverrà
ne richiesta dal suo carattere santo e alla fine della tribolazione. Quindi,
giusto. Dio non si compiace della mor- concludono, la speranza dei credenti
te dei malvagi (vd. Ez 18:32). è il rapimento, che avverrà successiva-
Paolo descrive due categorie di per- mente alla tribolazione.
sone destinate al castigo: Dalle dichiarazioni di Paolo sembra
1. coloro che non conoscono Dio, ossia quasi che tali condizioni non si realiz-
coloro che hanno rifiutato la cono- zeranno prima del ritorno di Cristo sul-
scenza del vero Dio, rivelatosi nella la terra “con potenza e grande gloria”
creazione e nella coscienza dell’uomo (vd. Mt 24:40). In realtà, quello sarà il
(vd. Ro 1–2). Costoro potrebbero non momento in cui tali condizioni saran-
aver mai udito parlare del vangelo; no svelate al mondo. Allora il mondo
2. coloro che non ubbidiscono al van- vedrà che i Tessalonicesi, al contrario
gelo del nostro Signore Gesù: si del loro persecutori, erano nel giusto; il
tratta di quanti hanno conosciuto il mondo vedrà altresì i santi godere del
vangelo e lo hanno rifiutato. Il van- riposo di Cristo quando torneranno
gelo non è solamente un insieme di con lui in gloria. La rovina dei nemici
dichiarazioni da accettare, ma è una del Signore, alla fine della tribolazione,
Persona cui ubbidire. La fede, in sen- sarà la dimostrazione pubblica della
so neotestamentario, richiede ubbi- fine riservata ai persecutori del popolo
dienza. di Dio di tutte le epoche.

1026
2 TESSALONICESI 2:1

Ci è d’aiuto ricordare che il ritorno stesso e dalla sua potenza, quando egli
di Cristo per regnare sarà un periodo tornerà per essere glorificato in tutti
di manifestazione. Ciò che è sempre i credenti, voi compresi, perché avete
stato vero sarà svelato affinché tutto il creduto al messaggio del vangelo che
mondo lo veda. Ma ciò non avverrà al vi abbiamo predicato”.
momento del rapimento.
Il castigo degli empi comprende al- C. Preghiera di Paolo per i santi
tresì l’allontanamento dalla presenza (1:11-12)
del Signore e dalla gloria della sua po- 1:11 Nei versetti precedenti l’aposto-
tenza. Perire senza il Signore significa lo ha descritto la gloriosa chiamata
rimanere per sempre privi di lui. dei santi: essi sono chiamati a subire
1:10 La sua venuta sarà un periodo la persecuzione, che li rende adatti al
di gloria per il Signore e di stupore per governo del regno. Ora egli prega affin-
chi sarà presente. ché, mentre tutto ciò avviene, essi sia-
Cristo sarà glorificato nei suoi santi no reputati degni di tale alta vocazione
o, in altre parole, sarà onorato per ciò e la smisurata potenza di Dio li renda
che ha compiuto in e tramite loro. La capaci di ubbidire a ogni stimolo a
salvezza, la santificazione e la glorifica- compiere il bene e di portare a compi-
zione dei santi tributeranno onore alla mento con fede ogni opera intrapresa.
sua grazia e al suo potere sconfinati. 1:12 Ciò avrebbe comportato una
Egli sarà ammirato in tutti quelli che duplice conseguenza. Anzitutto, il
hanno creduto. Gli astanti, meravigliati, nome del nostro Signore Gesù Cristo
rimarranno senza fiato vedendo quanto sarebbe stato glorificato in loro. Ciò si-
Cristo sarà riuscito a operare in esseri gnifica che essi avrebbero mostrato al
umani tutt’altro che promettenti! mondo l’immagine precisa del Signore
A tutto ciò prenderanno parte i cre- e ciò sarebbe tornato a sua gloria. In se-
denti di Tessalonica, poiché hanno ac- condo luogo, anche essi sarebbero stati
colto con fede la testimonianza degli glorificati in lui : la loro unione con lui,
apostoli: essi gusteranno la gloria e il il loro Capo, li avrebbe onorati come
trionfo di quel giorno, il giorno della membri del suo Corpo.
rivelazione di Gesù Cristo. Il cap. 1 termina ricordando che
Per concludere, possiamo parafra- l’esaudimento di questa preghiera può
sare i vv. 5-10 come segue: “La vostra avvenire solamente secondo la grazia
pazienza in mezzo alla tribolazione del nostro Dio e Signore Gesù Cristo.
è importante. In tutto questo Dio sta Così l’apostolo conclude la sua mera-
portando a compimento i suoi giusti vigliosa interpretazione riguardante
progetti. La vostra ferma sopportazio- il significato e le conseguenze della
ne della persecuzione dimostra che fa- sofferenza nella vita del credente. Pos-
te parte di coloro che condivideranno siamo immaginare quanto fossero in-
la gloria del futuro regno di Cristo. Dio coraggiati i Tessalonicesi dalla lettura
certamente punirà coloro che ora vi op- di questo messaggio rassicurante!
primono ma, d’altro canto, darà anche
riposo a voi, che ora siete tormentati, III. IL GIORNO DEL SIGNORE
e anche a noi, Paolo, Silvano e Timo- (2:1-12)
teo. Cristo giudicherà i vostri nemici
quando verrà dal cielo con gli esecutori A. Esortazione alla fermezza
angelici della sua potenza, accompa- (2:1-2)
gnati da un fuoco ardente, per punire 2:1 Paolo intende ora rettificare alcune
chi volontariamente ignora Dio e chi di convinzioni errate riguardo alla venu-
proposito disubbidisce al vangelo. Tut- ta del Signore nostro Gesù Cristo e al
ti costoro subiranno una rovina eterna, giorno del Signore. I santi erano fero-
nonché l’allontanamento dal Signore cemente perseguitati e probabilmente

1027
2 TESSALONICESI 2:2

immaginavano che fosse già giunta la discorsi, ossia sermoni, durante i quali
prima fase del giorno del Signore, ossia Paolo avrebbe pubblicamente annun-
il periodo della tribolazione. Si era ad- ciato l’inizio della tribolazione. Oppure
dirittura sparsa la voce che fosse stato era circolata qualche lettera, falsamente
l’apostolo stesso ad annunciare che il attribuita a Paolo, in cui si leggeva che il
giorno del Signore era già arrivato! Era giorno del Signore era iniziato. L’espres-
necessario riordinare loro le idee. sione data come nostra fa probabilmen-
L’apostolo si propone di chiarire che te riferimento sia alle ispirazioni, sia ai
il rapimento e il giorno del Signore non discorsi, sia alla lettera testé citati. Non
sono due aspetti dello stesso evento, bisognava dar credito ad alcuna di quel-
ma che uno precede l’altro: i credenti le supposizioni.
non dovevano perciò pensare che sta- Basandosi sulla maggior parte dei
vano vivendo nel giorno del Signore. mss., alcune versioni bibliche (tra cui
William Kelly commenta: ND) riportano che i santi temevano che
“il giorno di Cristo fosse già presente”.(5)
Il sollievo che procurava loro il pen- “Giorno di Cristo” ed espressioni simili
siero della venuta del Signore diven-
fanno riferimento al rapimento e al tri-
tava una ragione e un mezzo per con-
bunale di Cristo (vd. 1 Co 1:8; 5:5; 2 Co
trastare il disagio creato dalla falsa
convinzione che il giorno del Signore
1:14; Fl 1:6, 10; 2:15-16).
fosse già arrivato.(4) Ma i Tessalonicesi non temevano
che il giorno di Cristo fosse vicino,
Paolo, in altre parole, vuole dire: “Vi poiché ciò avrebbe comportato la fine
prego, sulla base del rapimento, di non delle loro sofferenze. I lettori di Paolo
temere di essere già nel giorno del Si- temevano che fosse già iniziato il gior-
gnore; quest’ultimo sarà preceduto dal no dell’ira di Dio.
rapimento e, quando esso avverrà, voi Molti pre-tribolazionisti preferisco-
sarete portati in cielo e sfuggirete agli no la versione in cui si legge: il giorno
orrori del giorno del Signore”. del Signore.
È evidente che l’espressione la venu-
ta del Signore nostro Gesù Cristo e il B. L’uomo del peccato
nostro incontro con lui indica, inequi- (2:3-12)
vocabilmente, il rapimento: sarà quello 2:3 Ora l’apostolo spiega perché non
il momento in cui saremo radunati per potevano trovarsi in quel giorno. Pri-
incontrare Gesù Cristo nell’aria. ma di allora, infatti, dovranno accade-
2:2 Dovrebbe essere chiaro che il re avvenimenti particolari. Tali eventi
rapimento non coincide con il giorno si succederanno dopo il rapimento.
del Signore. I Tessalonicesi non erano Primo fra tutti, sarà l’apostasia . (6)
preoccupati che il Signore fosse già ve- Cosa significa questo? Possiamo solo
nuto: sapevano, infatti, che egli non era ipotizzare che ciò comporti un totale
ancora tornato. Essi si preoccupavano, abbandono del cristianesimo, un rifiu-
piuttosto, che fosse arrivato il giorno to generale della fede cristiana.
del Signore. A causa della feroce perse- Poi sorgerà un grande personaggio la
cuzione cui erano soggetti, essi erano cui natura si riassume nell’appellativo
portati a pensare che fosse ormai giun- l’uomo del peccato, dell’iniquità.(7) Co-
ta la tribolazione, ossia la prima fase stui sarà la personificazione del peccato
del giorno del Signore. e della ribellione. Per quanto riguarda
Addirittura circolava voce che Paolo il suo destino, questi sarà il figlio della
stesso avesse annunciato la venuta del perdizione, destinato al castigo eterno.
giorno del Signore. Alcuni ritenevano Le Scritture contengono molte de-
che le informazioni di Paolo fossero scrizioni di importanti personaggi che
ispirazioni, ossia rivelazioni speciali appariranno durante la tribolazione
dello Spirito. Secondo altri, si trattava di ed è difficile capire quali, tra i diversi

1028
2 TESSALONICESI 2:6

appellativi, indichino la stessa perso- 2:5 Paolo diceva queste cose ai Tes-
na. Alcuni commentatori ritengono salonicesi già quando era con loro.
che l’uomo del peccato sia l’Anticristo Tuttavia, avendo successivamente ri-
giudeo. Altri ipotizzano che si tratti di cevuto un insegnamento contrastante,
un capo di una nazione straniera alla che sembrava descrivere perfettamen-
guida del risorto impero romano. te la feroce persecuzione cui erano
All’uomo del peccato sono state attri- sottoposti, essi avevano dimenticato
buite, nel tempo, svariate identità. È sta- l’insegnamento dell’apostolo.
to identificato con la chiesa cattolica, il Anche noi dimentichiamo troppo
papa, l’impero romano, il cristianesimo spesso e abbiamo bisogno di un costan-
apostata degli ultimi tempi, Giuda rein- te richiamo alle grandi verità della fede.
carnato, Nerone reincarnato, lo stato 2:6 Quei credenti sapevano cosa im-
giudaico, Maometto, Lutero, Napoleo- pediva all’“uomo del peccato” di ma-
ne, Hitler e l’incarnazione di Satana. nifestarsi apertamente fino al tempo
Qui di seguito sono elencati gli ap- convenuto.
pellativi dei grandi governanti degli Questo ci porta alla terza grande do-
ultimi tempi: manda senza risposta di questo capito-
- uomo del peccato e figlio di perdi- lo. La prima era “Cos’è l’apostasia?” La
zione (vd. 2 Te 2:3); seconda era “Chi è l’uomo del peccato?”
- anticristo (vd. 1 Gv 2:18); La terza è: “Chi o cosa lo trattiene?”
- piccolo corno (vd. Da 7:8, 24b-26); Nella prima parte di questo ver-
- re dall’aspetto feroce (vd. Da 8:23-25); setto ciò che lo trattiene è presentato
- capo che verrà (vd. Da 9:26); in modo impersonale ma, nel v. 7, è
- re [che] agirà a suo piacimento presentato come una persona: chi ora
(vd. Da 11:36); lo trattiene. (9) E.W. Rogers commenta
- pastore stolto (vd. Za 11:17); chiaramente:
- bestia che sale dal mare (vd. Ap Si tratta di Qualcosa e di Qualcuno
13:1-10); che, saggiamente, intenzionalmente
- bestia di colore scarlatto con sette e calcolatamente controllano “l’uomo
teste e dieci corna (vd. Ap 17:3, 8-14); del peccato” al fine di garantire che
- re del nord (vd. Da 11:6); egli si riveli al momento opportuno.(10)
- re del sud (vd. Da 11: 40);
- falso profeta (vd. Ap 19:20; 20:10); Tra le varie ipotesi sull’identità di co-
- Gog, del paese di Magog (vd. Ez 38:2– sa o chi trattiene “l’uomo del peccato”,
39:11), da non confondere con Gog di le sette più note sono:
Ap 20:8, il quale sorgerà dopo il mil- 1. l’impero romano;
lennio; 2. lo stato giudaico;
- un altro [che] verrà nel suo proprio 3. Satana;
nome (vd. Gv 5:43). 4. la politica dell’ordine pubblico dei
2:4 Egli si opporrà con violenza a governi umani;
qualsiasi forma di culto per il Signore 5. Dio;
e siederà sul trono nel tempio di Dio a 6. lo Spirito Santo;
Gerusalemme. Questa descrizione lo 7. la vera chiesa, che è dimora dello
identifica chiaramente con l’Anticristo, Spirito Santo.
colui che si oppone a Cristo e che si in- Lo Spirito Santo, che dimora nella
sedia al posto di Cristo. (8) chiesa e nel singolo credente, sembra
In Da 9:27 e Mt 24:15 si evince che meglio adattarsi, per completezza e ac-
l’attività sacrilega dell’Anticristo si curatezza, alla definizione di “colui che
colloca a metà della tribolazione. trattiene”. Proprio come a quest’ultimo
Chiunque rifiuterà di adorarlo sarà sono attribuite contemporaneamente
perseguitato e molti saranno messi a una identità neutra e una maschile, lo
morte. stesso si può dire dello Spirito Santo. In

1029
2 TESSALONICESI 2:7

Gv 14:26, 15:26 e 16:8, 13-14 la terza per- 26; 15:26; 16:7). Con quale funzione
sona della Trinità è menzionata sia con venne, dunque, lo Spirito Santo? Egli
un sostantivo neutro (Spirito Santo) sia venne per prendere dimora permanente
con un pronome personale di genere nella chiesa e in ogni credente. Fino alla
maschile (egli). (11) Già in Ge 6:3 si parla Pentecoste lo Spirito era stato con i cre-
dello Spirito Santo e della sua opera di denti, dalla Pentecoste in poi dimora in
contenimento del male. Successiva- loro (vd. Gv 14:17). Fino alla Pentecoste
mente compare con lo stesso ruolo in si sapeva che lo Spirito poteva separarsi
Is 59:19b, Gv 16:7-11 e 1 Gv 4:4. dai credenti: da questa consapevolez-
Grazie all’opera dello Spirito che za nasce la preghiera di Davide: “...non
dimora in loro, i credenti sono “il sale togliermi il tuo santo Spirito” (vd. Sl
della terra” (vd. Mt 5:13) e “la luce del 51:11b). Dalla Pentecoste in poi, lo Spi-
mondo” (vd. Mt 5:14). Il sale serve per rito dimora per sempre nei credenti
conservare e impedire la corruzione. dell’età della chiesa (vd. Gv 14:16).
La luce disperde le tenebre, l’ambito in Riteniamo che lo Spirito Santo la-
cui gli uomini amano svolgere le loro scerà il mondo nello stesso senso in cui
empie attività (vd. Gv 3:19). Quando venne alla Pentecoste, vale a dire come
lo Spirito lascerà il mondo, sia nella colui che dimora nella chiesa e in ogni
veste di colui che dimora nella chiesa singolo credente. Sarà ancora nel mon-
(vd. 1 Co 3:16), sia di colui che dimora do, convincendo gli uomini di peccato
nel credente (vd. 1 Co 6:19), se ne andrà e guidandoli alla fede in Cristo per la
pure colui che trattiene l’empietà. salvezza. Al momento del rapimento,
2:7 Già quando Paolo scriveva, il lo Spirito Santo sarà tolto, ma ciò non
mistero dell’empietà era in atto. Da ciò significa che, durante la tribolazione,
comprendiamo che un tremendo spi- nessuno si potrà salvare... anzi, avver-
rito di disubbidienza a Dio si agitava rà il contrario. Nondimeno, quanti si
sotto la superficie. Era all’opera come salveranno durante la tribolazione non
mistero, non nel senso che era sco- saranno membri della chiesa, bensì
nosciuto, ma nel senso che non si era sudditi del glorioso regno di Cristo.
ancora pienamente manifestato. Era 2:8 Allorché la chiesa sarà stata
ancora in forma embrionale. rapita e portata in cielo, nel mondo
Che cosa ha impedito la piena mani- sarà manifestato l’empio. In questo
festazione di questo spirito? Pensiamo versetto l’apostolo sorvola sull’opera
che la presenza dello Spirito Santo che dell’Anticristo ed evidenzia il suo de-
dimora nella chiesa e in ogni credente stino finale. Sembra quasi di capire
abbia questo potere di controllo. Egli che costui sarà distrutto non appena
continuerà a esercitare tale funzione si sarà manifestato ma, naturalmente,
finché sia tolto di mezzo, ossia fino al le cose non andranno così. Gli sarà
momento del rapimento. permesso di governare il regno del
Qui sorge un’obiezione. Come può lo terrore descritto nei vv. 9-12, prima di
Spirito Santo essere tolto dal mondo? essere abbattuto quando Cristo verrà
Essendo una delle Persone della Deità, per regnare.
non è forse onnipresente, vale a dire in Se abbiamo ragione di credere che
ogni luogo e in ogni tempo? Come può l’uomo del peccato si rivelerà dopo il
lasciare il mondo? rapimento e che opererà fino alla ri-
Certo, lo Spirito Santo è onnipre- velazione di Cristo, allora la sua folle
sente: è sempre in tutti i luoghi nello attività durerà approssimativamente
stesso momento. E tuttavia discese sul- sette anni, pari alla durata della tribo-
la terra in modo speciale il giorno di lazione.
Pentecoste. Gesù aveva ripetutamente …il Signore Gesù lo distruggerà con
promesso che egli e il Padre avrebbero il soffio della sua bocca (cfr. Is 11:4; Ap
mandato lo Spirito Santo (vd. Gv 14:16, 19:15) e lo ridurrà al silenzio con l’ap-

1030
2 TESSALONICESI 2:13

parizione della sua venuta. Saranno ricevono l’uomo del peccato che viene
sufficienti una parola di Cristo e la ma- nel proprio nome e pretende di essere
nifestazione (gr. epiphaneia) della sua adorato come Dio. La luce rifiutata è
venuta (gr. parousia ) per spezzare il luce negata.
potere dello scatenato impostore. Probabilmente l’Anticristo sarà un
Come già spiegato (vd. approfon- Giudeo (vd. Ez 28:9-10; Da 11:37-38). I
dimento “Il ritorno del Signore”, 1 Te Giudei non si lasceranno ingannare da
2:20), la manifestazione della venuta uno che si presenta come Messia, a me-
di Cristo avverrà quando egli tornerà no che questi non dichiari di discende-
sulla terra per insediarsi sul trono e re- re dalla tribù di Giuda e dalla famiglia
gnare per mille anni. di Davide.
2:9 La venuta di quell’empio si con- 2:12 Da questo brano sembra di
cilia con l’azione efficace di Satana. La capire che quanti avranno ascoltato
sua attività è simile a quella di Satana il vangelo in questa età della grazia
perché trae forza dallo stesso Satana. senza, tuttavia, credere in Cristo, non
Costui compirà ogni sorta di miracolo, avranno un’altra occasione di salvez-
segni e… prodigi bugiardi. za dopo il rapimento. Ma se, oggi, gli
A questo punto, è bene considerare uomini non credono nel Signore Gesù,
che non tutti i miracoli vengono da Dio. domani crederanno nell’Anticristo. Qui
Il diavolo e i suoi sono altresì in grado è scritto che tutti saranno giudicati per
di compiere miracoli. Anche l’uomo del la loro incredulità e per il loro amore
peccato ne compirà (vd. Ap 13:13-15). per il male. Ricordiamo Lu 14:24: “Per-
La fonte del miracolo è, senz’altro, una ché io vi dico che nessuno di quegli uo-
potenza soprannaturale ma non neces- mini che erano stati invitati assaggerà
sariamente divina. I miracoli del Signo- la mia cena”.
re dimostrarono che egli era il Messia Sappiamo che molti saranno salvati
promesso, non soltanto perché erano durante il periodo della tribolazione.
soprannaturali, ma perché costituivano Centoquarantaquattromila Giudei, per
l’adempimento delle profezie ed erano di esempio, saranno salvati e saranno
alta levatura morale e spirituale: Satana messaggeri di Dio per predicare il van-
non avrebbero potuto compierli senza gelo del regno al mondo. Tramite il loro
danneggiare la propria causa. ministero molti altri saranno salvati.
2:10 L’Anticristo si servirà di ogni Ma ci pare di capire che saranno salva-
forma di male possibile per ingannare ti solamente coloro cui il vangelo non
quelli che periscono, vale a dire coloro è mai stato presentato chiaramente
che odono il vangelo durante l’epoca nell’età presente e che non hanno mai
della grazia, ma non hanno amore per deliberatamente respinto il Salvatore.
la verità. Se avessero creduto, costoro
sarebbero stati salvati; invece saranno IV. RINGRAZIAMENTO E PREGHIERA
ingannati dai miracoli dell’Anticristo. (2:13-17)
2:11 Dio manda loro una propen-
sione all’errore perché credano alla A. I santi scamperanno al giudizio
menzogna, vale a dire all’Anticristo (2:13-14)
che dichiara di essere Dio. Questi in- 2:13 Nei primi dodici versetti Paolo ha
dividui hanno rifiutato di accogliere descritto la sorte dell’Anticristo e dei
il Signore Gesù come Dio manifestato suoi seguaci. Ora, per associazione di
in carne. Durante la sua vita terrena idee, il suo pensiero torna ai credenti di
egli ammoniva gli uomini con queste Tessalonica, alla loro chiamata e al loro
parole: “Io sono venuto nel nome del destino. Perciò innalza il suo ringrazia-
Padre mio, e voi non mi ricevete; se un mento a Dio per questi fratelli amati
altro verrà nel suo proprio nome, quel- dal Signore e ricapitola le fasi, passate,
lo lo riceverete” (Gv 5:43). Così ora essi presenti e future della loro salvezza.

1031
2 TESSALONICESI 2:14

Dio… vi ha eletti. La Bibbia insegna 2:14 A questo egli vi ha pure chiama-


chiaramente che Dio sceglie alcuni per ti per mezzo del nostro vangelo. Dio ci
la salvezza, ma non destina nessuno al- ha scelti a salvezza per l’eternità e ci ha
la perdizione. Gli uomini si perdono per chiamati tempestivamente. La chia-
loro scelta deliberata. Se non interviene mata indica il momento in cui l’indi-
Dio, tutti sono perduti. Dio ha il diritto viduo crede nella verità. L’espressione
di scegliere alcuni per la salvezza? Fon- nostro vangelo non implica l’esistenza
damentalmente, Dio desidera che tutti di altri veri vangeli. Esiste un solo van-
siano salvati (vd. 1 Ti 2:4; 2 P 3:9). La gelo, ma esistono altresì predicatori che
Bibbia, tuttavia, non insegna l’“univer- lo presentano in modi diversi e uditori
salismo”, ossia la teoria secondo la qua- diversi. Paolo allude al vangelo di Dio
le tutti, alla fine, saranno salvati. da lui predicato.
...fin dal principio. Due sono, qui, le ...affinché otteniate la gloria del
interpretazioni possibili: Signore nostro Gesù Cristo. Qui l’apo-
1 la scelta di Dio avvenne prima della stolo getta uno sguardo al futuro e
creazione del mondo (vd. Ef 1:4); considera il fine della salvezza: essere
2 l’espressione potrebbe significa- con Cristo ed essere come lui per sem-
re “come primizie”, per indicare pre. J.N. Darby cattura l’immagine in
che i Tessalonicesi, salvati all’inizio questo bellissimo inno:
dell’amministrazione cristiana, fu-
E dunque io sarò come tuo Figlio?
rono scelti da Dio per essere i primi
È questa la grazia che egli ha
frutti del grande raccolto delle ani-
conquistato per me?
me redente. Padre di gloria, pensiero al di là di
...a salvezza. Tale locuzione va raf- ogni pensiero!
frontata con i versetti precedenti. A causa Portato in gloria e benedetto per
della loro mancanza di fede, gli increduli essere simile a lui!
sono destinati alla perdizione; i credenti,
invece, sono scelti per la salvezza. In conclusione: nei vv. 13-14 ab-
...mediante la santificazione nello biamo quello che James Denney ha
Spirito. Ossia l’opera dello Spirito Santo definito “teologia in miniatura”, un
che precede la conversione. Lo Spirito sorprendente riassunto della portata
Santo separa gli individui dal mondo e del progetto di Dio per il suo popolo
li serba per Dio, li convince di peccato e credente. L’apostolo ci ha dimostrato
li indirizza a Cristo. In proposito qual- che la salvezza “trova la sua origine
cuno ha osservato: “Se non fosse stato nell’elezione divina, è realizzata dal-
per Cristo, non ci sarebbe stata alcuna la potenza divina, è resa operante dal
festa; se non fosse stato per lo Spirito messaggio divino e sarà resa perfetta
Santo non ci sarebbero stati ospiti!” nella gloria divina”.
...e la fede nella verità. Quanto pre-
cede spiega la parte di Dio nell’opera di B. Preghiera per il conforto e il
salvezza, qui abbiamo la parte dell’uo- rafforzamento dei santi (2:15-17)
mo. Sono entrambe necessarie. Alcuni 2:15 In vista della loro suprema chia-
considerano solo l’elezione divina, sot- mata, i santi sono esortati a rimanere
tintendendo che l’uomo non ha parte saldi e ad attenersi agli insegnamenti
alcuna nell’opera. Altri evidenziano il trasmessi mediante le parole e le let-
contributo dell’uomo, trascurando la tere degli apostoli. A questo punto è
scelta sovrana di Dio. La verità sta nel importante notare che gli unici inse-
mezzo. L’elezione e la responsabilità gnamenti affidabili e autorevoli sono
umana sono entrambe dottrine bibli- le dottrine ispirate degli apostoli. Gesù
che, ed è indispensabile crederle ed condannò gli scribi e i farisei per aver
esporle entrambe, anche senza capire annullato i comandamenti di Dio con
come entrambe possano essere vere. i loro insegnamenti e le loro tradizioni

1032
2 TESSALONICESI 3:4

(vd. Mt 15:6). Lo stesso Paolo mise in Non trascuriamo l’espressione in


guardia i Colossesi contro la tradizione ogni opera buona e in ogni buona pa-
degli uomini (vd. Cl 2:8). Gli insegna- rola. La verità sulle nostre labbra non
menti ai quali dobbiamo attenerci so- è sufficiente, occorre che la esprimia-
no le grandi verità tramandateci nelle mo con la nostra condotta. Parimenti,
Sacre Scritture. nella nostra vita ci devono essere inse-
Qualsiasi insegnamento contrario gnamento e azione, dottrina e dovere,
alla Parola di Dio è inutile e pericoloso. predicazione e pratica.
Se si accettano gli insegnamenti uma-
ni, considerandoli equivalenti a quelli V. ESORTAZIONI PRATICHE
biblici, chi deciderà quali sono giusti e (3:1-15)
quali sbagliati?
2:16 Come d’abitudine, all’inse- A. Pregare gli uni per gli altri
gnamento segue la preghiera (vd. 1 Te (3:1-5)
5:23-24; 2 Te 3:16). Ora l’apostolo prega 3:1 Paolo sente il bisogno delle preghie-
per i santi il Signore nostro Gesù Cri- re dei credenti. Il capitolo si apre con la
sto e Dio nostro Padre. Siamo abituati richiesta di preghiere per tre necessi-
al fatto che Paolo menzioni insieme tà: 1° per la diffusione del messaggio;
entrambe le Persone divine, ma non 2° per il trionfo del messaggio; 3° per la
al fatto che nomini per primo il Figlio. protezione dei messaggeri.
Naturalmente egli intende evidenziare, L’apostolo desidera che la parola del
in tal modo, la loro fondamentale unità Signore si spanda, ossia si propaghi per
e la loro completa uguaglianza. Infatti ogni dove nonostante la presenza di
il soggetto plurale (Cristo e Dio) è se- ostacoli (vd. Sl 147:15), producendo le
guito da quattro verbi al singolare (ha stesse, meravigliose trasformazioni spi-
amati, ha dato, “consoli”, “confermi”). rituali e morali verificatesi a Tessalonica.
Di cosa potrebbe trattarsi, se non di 3:2 La terza richiesta è che l’aposto-
una dichiarazione della natura unita- lo e i suoi collaboratori siano liberati
ria di Padre e Figlio nella Deità? dagli uomini molesti e malvagi. Forse
La considerazione di quanto Dio ha si tratta di un riferimento a qualche
compiuto nel passato deve essere un specifica minaccia da parte dei Giudei
incoraggiamento a confidare in lui per di Corinto (vd. At 18:1-18). La scelta
riceverne conforto e stimolo. Egli ci ha dell’aggettivo molesti è appropriata;
amati e ci ha dato... una consolazione non vi è, infatti, nulla di più irritante
eterna e una buona speranza . Sen- dell’opposizione al vangelo e ai suoi
za dubbio ciò ci rammenta la grande messaggeri.
prova dell’amore di Dio, il dono di suo 3:3 Non bisogna sorvolare sulla bel-
Figlio per noi. Poiché sappiamo che il lezza del contrasto tra il v. 2 (“non tutti
problema del peccato è stato risolto de- hanno la fede”) e il v. 3 (Ma il Signore è
finitivamente sul Golgota, ora abbiamo fedele). Questo ci insegna a distogliere
un sollievo eterno e la speranza di un lo sguardo dagli uomini infedeli per ri-
glorioso futuro, e tutto ciò per opera volgerlo al nostro Dio che non ci delude
della meravigliosa grazia di Dio. mai. Egli è fedele nel renderci stabili
2:17 Paolo prega affinché Dio con- fino alla fine (vd. 1 Co 1:9); nel liberar-
soli i… cuori dei credenti e li confermi ci dalla tentazione (vd. 1 Co 10:13); nel
in ogni opera buona e in ogni buona perdonare i nostri peccati e purificarci
parola. Egli non chiede solamente l’in- da ogni iniquità (vd. 1 Gv 1:9); nel ren-
coraggiamento nella sofferenza ma al- derci saldi e nel guardarci dal maligno,
tresì la forza per sostenere la battaglia: cioè da Satana.
nel vocabolario dell’apostolo il termine 3:4 Non tutti hanno fede… il Signore
“ritirata” non esisteva, e non dovrebbe è fedele… A vostro riguardo abbiamo
esistere neppure nel nostro. questa fiducia [fede] nel Signore. Den-

1033
2 TESSALONICESI 3:5

ney rileva: “Nel Signore possiamo fare dinatamente, ossia che non cammina
affidamento su coloro che, di per sé, al passo con gli altri, rifiuta di lavorare
sono deboli, instabili, ostinati e stol- e vive alle spalle degli altri (vd. vv. 10-
ti”. Ora Paolo raccomanda ai credenti 11). I credenti dovrebbero mostrare la
di ricordarsi di fare le cose che sono loro disapprovazione nei riguardi di
loro ordinate. Abbiamo di nuovo qui il tale fratello evitando ogni rapporto
sorprendente e curioso connubio tra il stretto con lui. Il suo comportamento
divino e l’umano. Dio si prende cura di non è però così grave da richiederne la
noi, ma noi dobbiamo osservare i suoi scomunica dalla chiesa.
comandamenti. Troviamo lo stesso L’insegnamento che i Tessalonicesi
concetto in 1 P 1:5: “...siete custoditi avevano ricevuto da Paolo riguardava
dalla potenza di Dio [la sua parte] me- l’impegno a un’attività incessante, di
diante la fede [la nostra parte]”. Anche duro lavoro e di autosostentamento.
in Fl 2:12-13 leggiamo: “...adoperatevi 3:7 Paolo non aveva abbandonato
al compimento della vostra salvezza [la l’attività di fabbricante di tende, quan-
nostra parte]... infatti è Dio che produ- tunque attendesse anch’egli il ritorno
ce in voi…[la sua parte]”. del Signore Gesù, addirittura da un
3:5 In tempi di persecuzione è fa- momento all’altro. Tuttavia, operava e
cile nutrire pensieri ostili verso gli lavorava con zelo, nell’eventualità che
altri e arrendersi a causa della durata il Signore non ritornasse durante la sua
e dell’intensità delle sofferenze. È per vita terrena.
questa ragione che l’apostolo prega 3:8 Nessuno poteva accusarlo di es-
affinché i Tessalonicesi continuino ad sersi stabilito in casa di qualcuno e di
amare come Dio ama e a rimanere sal- avere mangiato il cibo altrui. Infatti,
di nell’attesa di Cristo. mentre predicava il vangelo, si guada-
L’espressione “paziente attesa di gnava anche da vivere. Ciò comporta-
Cristo” della NR è tradotta con “perse- va lunghe giornate lavorative e notti
veranza di Cristo” nella ND. Nella NR insonni, ma Paolo aveva deciso di non
si indica la necessità di rimanere stabili essere di peso a nessuno di loro.
nell’attesa del ritorno di Cristo, mentre 3:9 Come predicatore del vangelo,
nella ND si auspica che i credenti mo- l’apostolo aveva il diritto di essere so-
strino la stessa perseveranza di cui Cri- stenuto da coloro che si convertivano
sto ha dato prova come uomo in terra e tramite il suo ministero (vd. 1 Co 9:6-
ancora adesso come uomo in cielo. (12) 14; 1 Ti 5:18). Paolo, tuttavia, preferiva
Il Signore, in questo versetto, può non avvalersi di tale diritto, per dare
essere lo Spirito Santo; in questo modo un esempio di dignitosa indipendenza
sarebbero menzionate tutte le tre le Per- e di instancabile diligenza.
sone della Trinità, come già in 2:13-14. 3:10 I Tessalonicesi erano già stati
avvertiti di non sostenere gli scansa-
B. Atteggiamento nei confronti fatiche. Se un credente in buona salute
degli indisciplinati (3:6-15) rifiutava di lavorare, neppure doveva
3:6 A quanto pare alcuni credenti di Tes- mangiare. Si trattava di una disposi-
salonica, nella trepida attesa del ritorno zione contraria alla norma secondo la
del Signore, avevano cessato di lavorare quale i credenti devono essere gene-
e guadagnarsi di che vivere. Paolo non rosi? Niente affatto! L’incoraggiamen-
ritiene bene incoraggiare tale condot- to all’ozio non è un’azione generosa.
ta spirituale, anzi dà precise istruzioni Spurgeon scrive: “Il vero amore verso
riguardo all’atteggiamento da adottare coloro che sbagliano non è fraterniz-
nei confronti di quei fratelli. zare con loro nel loro errore, ma essere
Le sue istruzioni sono espresse in fedeli a Gesù in ogni cosa”.
forma di ordini, come quello di ritirarsi 3:11 A questo punto Paolo ricorre a
da ogni fratello che si comporta disor- un interessante gioco di parole (13) per

1034
2 TESSALONICESI 3:17-18

evidenziare l’inconsistenza della prete- Anzi, si è passati all’estremo opposto.


sa spiritualità di quei fratelli disordina- Siamo così occupati a badare ai nostri
ti. Le sue parole sono state parafrasate affari e ad accumulare beni materiali,
variamente come segue: che abbiamo perso la freschezza, l’en-
1. “alcuni non svolgono alcuna attività, tusiasmo e la speranza dell’imminen-
ma sono degli impiccioni”; te ritorno di Cristo.
2. “alcuni non sono persone attive, ma
sono dei pettegoli”; VI. BENEDIZIONE E SALUTO
3. “alcuni non sono zelanti in qualche (3:16-18)
attività propria, ma sono troppo ze-
lanti negli affari degli altri”; 3:16 Questo versetto è stato definito
4. “alcuni si curano degli affari degli “la conclusione pacifica di una lette-
altri, ma non dei propri”. ra burrascosa”. Paolo prega affinché
3:12 Tutti quei tali sono esortati nel i credenti perseguitati di Tessalonica
Signore Gesù Cristo a lavorare senza possano trovare la pace del Signore
ostentazione per guadagnarsi il pro- della pace in ogni tempo e in ogni
prio pane. Questa è una buona testi- maniera.
monianza e glorifica Dio. La serenità del credente non dipen-
3:13 Coloro che lavorano fedelmente de dalle circostanze di questo mondo:
sono incoraggiati a perseverare. Poiché essa è fondata interamente sulla Per-
ciò che conta è la fine della corsa, non sona e sull’opera del Signore Gesù. Il
l’inizio, essi non devono stancarsi di mondo non può né darla né toglierla,
fare il bene. tocca a noi appropriarcene in tutte le
3:14 Cosa dire di chi non ubbidisce circostanze della vita. La pace non è
alle istruzioni dell’apostolo? Gli altri la cessazione della persecuzione, ma è
credenti dovrebbero punirlo rifiutan- la quiete del cuore che confida in Dio a
do di avere rapporti stretti con lui, al- prescindere dalle circostanze.
lo scopo di farlo vergognare per il suo 3:17-18 A questo punto Paolo, evi-
comportamento e indurlo a cambiare dentemente, ha preso la penna dalla
registro. mano dello scrivano e ha scritto il sa-
3:15 La disciplina, però, non deve luto di chiusura di proprio pugno. Egli
gravare quanto la scomunica. Colui scrive che il suo saluto serve di segno in
che ha sbagliato viene pur sempre ogni sua lettera. Alcuni sostengono che
considerato un fratello. Nel caso della le poche righe scritte personalmente
scomunica, invece, verrebbe conside- dall’apostolo avessero lo scopo di com-
rato come “il pagano e il pubblicano” provarne l’autenticità. Altri ritengono
(vd. Mt 18:17). che il segno sia la caratteristica bene-
La disciplina cui è sottoposto il dizione paolina di commiato: La grazia
credente ha sempre in vista la sua del Signore nostro Gesù Cristo sia con
riconciliazione con il Signore e con tutti voi (vd. Ro 16:24; 1 Co 16:23; 2 Co
la fratellanza. Non dovrebbe essere 13:13; Ga 6:18; Ef 6:24; Fl 4:23; Cl 4:18;
esercitata con uno spirito di rancore o 1 Te 5:28; 1 Ti 6:21; 2 Ti 4:22; Tt 3:15;
di inimicizia, ma piuttosto con garbo Fi 25; e, se l’autore di Ebrei è Paolo, Eb
unito a fermezza. Chi sbaglia non de- 13:25). Da questi riferimenti notiamo
ve essere trattato come un nemico, ma che tutte le sue lettere terminano con
piuttosto come un fratello. una nota di grazia.
Sembra strano per noi oggi il com-
portamento dei credenti di Tessalo- IL RAPIMENTO DELLA CHIESA
nica, i quali aspettavano con un tale
ardore il ritorno del Signore da trascu- L’insegnamento relativo al ritorno
rare i loro doveri quotidiani. La chie- del Signore si trova in ogni capitolo di
sa di oggi non corre questo pericolo! 1 Tessalonicesi e nei primi due capito-

1035
2 TESSALONICESI 3

li di 2 Tessalonicesi: si tratta del tema 13. Memoria del vaglio e delle ricom-
unificante, del filo conduttore che ne pense che ci aspettano (vd. Ro
attraversa l’intera struttura. 14:10-12; 1 Co 3:11-15; 2 Co 5:10).
Non dobbiamo mai dimenticare 14. Un potente appello alla predica-
che la profezia non serve a intrigare la zione del vangelo (vd. At 3:19-21;
nostra mente o a stimolare la nostra Ap 3:3).
curiosità. Il suo scopo è operare una Per quanto riguarda gli increduli,
trasformazione nella nostra vita. la promessa del ritorno di Cristo do-
Per i credenti la speranza dell’immi- vrebbe condurli a ravvedersi dai loro
nente ritorno di Cristo dovrebbe com- peccati e ad affidargli la loro vita, con-
portare conseguenze pratiche di vasta siderandolo il loro Signore e Salvatore.
portata. Soltanto quanti dimorano in Cristo
1. Un’azione purificatrice nella nostra andranno con lui al momento del rapi-
vita (vd. 1 Te 5:23; 1 Gv 3:3). mento. Tutti gli altri rimarranno indie-
2. Il bisogno di pregare e di lavorare tro per il giudizio.
per la salvezza dei perduti (vd. Ge Che cosa succederebbe, se ciò avve-
19:14; Ez 33:6; Gd 21-23). nisse oggi?
3. Un incoraggiamento alla perseve- Considerata l’importanza della ve-
ranza, anche durante la persecu- nuta di Cristo per la vita dei Tessaloni-
zione o la prova (vd. Ro 8:18; 2 Co cesi e di tutti i credenti, aggiungiamo i
4:17; 1 Te 4:13-18). seguenti punti riassuntivi.
4. La limitazione del possesso di beni
materiali: con l’avvicinarsi del ri- Argomenti a favore del rapimento
torno di Cristo, il loro valore dimi- pre-tribolazionista
nuisce (vd. Le 25:8-10, 14-16). 1. Il primo argomento è basato
5. Una richiesta di perdono a coloro sull’imminenza del ritorno di Cri-
cui abbiamo arrecato offesa e, se sto. Molti passi della Scrittura
necessario, la restituzione del do- costituiscono, per i credenti, un
vuto (vd. Mt 5:24; Gm 5:16). invito ad aspettarsi il ritorno del Si-
6. Uno stimolo a rendere un servi- gnore da un momento all’altro. Noi
zio diligente, nella consapevolezza dovremmo continuamente vigilare
che “la notte viene in cui nessuno e attendere, non conoscendo il mo-
potrà più operare” (vd. Gv 9:4; 1 Te mento della sua venuta. Ma se la
1:9-10a). chiesa dovesse passare attraverso
7. Un atteggiamento di attesa la tribolazione, non ci sarebbe mo-
(vd. Lu 12:36): noi dovremmo ave- tivo di aspettare il ritorno del Si-
re cura di dimorare in Cristo per gnore da un momento all’altro. Se
evitare di vergognarci al suo co- Gesù Cristo dovesse tornare dopo
spetto in occasione del suo ritorno la tribolazione, dovremmo aspet-
(vd. 1 Gv 2:28). tarlo per almeno sette anni a de-
8. L’orgoglio di confessare Cristo correre da quel momento. Infatti la
(vd. Mr 8:38; Lu 9:26). tribolazione non è ancora iniziata
9. Una speranza confortante (vd. Gv e, quando comincerà, durerà sette
14:1-3, 28; 1 Te 4:18; 2 Te 1:7; anni. La prospettiva pre-tribola-
2 Ti 2:12). zionista è l’unica che ci permetta di
10. Un invito alla moderazione, ritenere e credere che Cristo possa
all’amabilità e al garbo (vd. Fl 4:5). tornare da un momento all’altro.
11. Un’esortazione a conservare l’uni- Riportiamo alcuni testi biblici che
tà e l’amore reciproco (vd. 1 Te indicano che dovremmo costan-
3:12-13). temente vigilare nell’attesa del
12. Un invito a considerare le cose ce- ritorno del Signore, di cui non co-
lesti (vd. Cl 3:1-4). nosciamo la data.

1036
2 TESSALONICESI 3

“Non solo essa, ma anche noi, che “Così anche Cristo, dopo essere sta-
abbiamo le primizie dello Spirito, to offerto una volta sola per portare
gemiamo dentro di noi, aspettando i peccati di molti, apparirà una se-
l’adozione, la redenzione del nostro conda volta, senza peccato, a coloro
corpo” (Ro 8:23). che lo aspettano per la loro salvezza”
(Eb 9:28).
“Poiché ogni volta che mangiate que-
sto pane e bevete da questo calice, “Ancora un brevissimo di tempo e colui
voi annunciate la morte del Signore, che deve venire verrà e non tarderà”
finché egli venga” (1 Co 11:26). Queste (Eb 10:37).
parole, rivolte ai Corinzi, potevano si-
gnificare che il Signore sarebbe potu- “Siate dunque pazienti, fratelli, fino
to tornare nel corso della loro vita. alla venuta del Signore. Osservate
come l’agricoltore aspetta il frutto
“Perciò in questa tenda gemiamo, prezioso della terra pazientando,
desiderando intensamente di esse- finché esso abbia ricevuto la pioggia
re rivestiti della nostra abitazione della prima e dell’ultima stagione.
celeste” (2 Co 5:2). Al momento del Siate pazienti anche voi; fortificate i
rapimento i credenti saranno rivesti- vostri cuori, perché la venuta del Si-
ti (entreranno in possesso) di corpi gnore è vicina. Fratelli, non lamen-
glorificati. tatevi gli uni degli altri, affinché non
siate giudicati; ecco, il giudice è alla
“Poiché quanto a noi, è in spirito,
porta” (Gm 5:7-9).
per fede, che aspettiamo la speranza
della giustizia” (Ga 5:5). L’espres- “La fine di tutte le cose è vicina; siate
sione “la speranza della giustizia” dunque moderati e sobri per dedi-
indica la venuta del Signore e i cor- carvi alla preghiera” (1 P 4:7).
pi glorificati che riceveremo in quel
momento.
“E chiunque ha questa speranza in lui,
“Quanto a noi, la nostra cittadinanza si purifica com’egli è puro” (1 Gv 3:3).
è nei cieli, da dove aspettiamo anche
il Salvatore, Gesù Cristo, il Signore, “Conservatevi nell’amore di Dio,
che trasformerà il corpo della nostra aspettando la misericordia del nostro
umiliazione rendendolo conforme Signore Gesù Cristo, a vita eterna”
al corpo della sua gloria, mediante il (Gd 21). Qui l’espressione “la mi-
potere che egli ha di sottomettere a sericordia del nostro Signore Gesù
sé ogni cosa” (Fl 3:20-21). Cristo” designa il suo ritorno per
portare a casa, in cielo, il suo popolo
“La vostra mansuetudine sia nota a acquistato col sangue.
tutti gli uomini. Il Signore è vicino”
(Fl 4:5). “Io vengo presto; tieni fermamente
quello che hai, perché nessuno ti tol-
“Perché essi stessi raccontano qua- ga la tua corona” (Ap 3:11).
le sia stata la nostra venuta fra voi, e
come vi siete convertiti dagl’idoli a “Ecco, io vengo presto. Beato chi cu-
Dio per servire il Dio vivente e vero, stodisce le parole della profezia di
e per aspettare dai cieli il Figlio suo questo libro” (Ap 22:7).
che egli ha risuscitato dai morti; cioè,
Gesù che ci libera dall’ira imminente” “Ecco, io vengo presto e con me avrò
(1 Te 1:9-10). la ricompensa da dare a ciascuno se-
condo le sue opere” (Ap 22:12).
“Aspettando la beata speranza e
l’apparizione della gloria del nostro “Colui che attesta queste cose, dice:
grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù” ‘Sì, vengo presto! ’ Amen! Vieni, Si-
(Tt 2:13). gnore Gesù!” (Ap 22:20).

1037
2 TESSALONICESI 3

Altri passi, pur non richiamandosi “Perché, se non sarai vigilante, io ver-
direttamente al rapimento, raffor- rò come un ladro, e tu non saprai a che
zano il concetto dell’imminenza del ora verrò a sorprenderti” (Ap 3:3b).
ritorno di Cristo. Lungo tutta la sua
storia, la chiesa fedele ha sempre so- “Ecco, io vengo come un ladro; bea-
stenuto che la data del ritorno di Cri- to chi veglia e custodisce le sue vesti
sto è sconosciuta e che, perciò, Cristo perché non cammini nudo e non si
può tornare in qualsiasi momento. veda la sua vergogna” (Ap 16:15).

“Vegliate, dunque, perché non sapete


in quale giorno il vostro Signore verrà. 2 Il secondo argomento si basa sulla
Ma sappiate questo, che se il padrone promessa di liberazione della chie-
di casa sapesse a quale ora della notte sa dall’ira a venire. In Ro 5:9 Paolo
il ladro deve venire, veglierebbe e non afferma che “saremo per mezzo di
lascerebbe scassinare la sua casa. lui salvati dall’ira”. 1 Te 1:10 pre-
Perciò, anche voi siate pronti; per- senta il Signore Gesù come il no-
ché, nell’ora che non pensate, il Figlio stro liberatore dall’ira imminente.
dell’uomo verrà” (Mt 24:42-44). E 1 Te 5:9 ci insegna che Dio non
ci ha destinato a ira, ma a ottenere
“Quanto a quel giorno e a quell’ora, salvezza per mezzo del nostro Si-
nessuno li sa, neppure gli angeli gnore Gesù Cristo. Il termine “ira”
del cielo, neppure il Figlio, ma solo può indicare l’ira del periodo della
il Padre. State in guardia, vegliate,
tribolazione o il giudizio eterno di
poiché non sapete quando sarà quel
Dio riservato agli increduli. Nelle
momento. È come un uomo che si è
messo in viaggio, dopo aver lasciato
lettere ai Tessalonicesi il contesto è
la sua casa, dandone la responsabili- in favore dell’ira della tribolazione
tà ai suoi servi, a ciascuno il proprio (vd. 1 Te 5:2-3; 2 Te 1:6-10; 2:10-12).
compito, e comandando al portina- 3. In Ap 3:10 Cristo promette di pre-
io di vegliare. Vegliate dunque perché servare il suo popolo dall’ora
non sapete quando viene il padrone della tentazione (in gr. la preposi-
di casa; se a sera, o a mezzanotte, zione ek, tradotta con “da”, signifi-
o al cantare del gallo, o la mattina; ca: “fuori di/fuori da”), che sta per
perché, venendo all’improvviso, non venire sul mondo intero, per mette-
vi trovi addormentati. Quel che dico re alla prova gli abitanti della terra.
a voi, lo dico a tutti: Vegliate” (Mr 4. Nel suo insieme, il libro dell’Apo-
13:32-37). calisse conferma la dottrina del
rapimento pre-tribolazionista. Nei
“Siate simili a quelli che aspettano il capp. 2–3 la chiesa è vista sulla ter-
loro padrone quando tornerà dalle
ra ma, dopo il cap. 3, non si fa più
nozze, per aprirgli appena giungerà
alcuna menzione della sua esisten-
e busserà” (Lu 12:36).
za in terra. Nei capp. 4–5 i santi so-
“...in modo che non mancate di alcun no visti in cielo, cinti delle corone
dono, mentre aspettate la manifesta- della vittoria. Fa quindi seguito, nei
zione del nostro Signore Gesù Cristo” capp. 6–19, la tribolazione che im-
(1 Co 1:7). perversa sulla terra, mentre i santi
della chiesa sono già in cielo.
“…Cristo Gesù che deve giudicare i 5. Il periodo della tribolazione non
vivi e i morti…” (2 Ti 4:1). avrà inizio se prima non sarà mani-
“Ragazzi, è l’ultima ora. Come avete festato l’uomo del peccato (vd. 2 Te
udito, l’anticristo deve venire, e di fat- 2:3). Ma l’uomo del peccato, a sua
to già ora sono sorti molti anticristi. volta, non sarà manifestato se pri-
Da ciò conosciamo che è l’ultima ora” ma non sarà rimosso ciò che lo
(1 Gv 2:18). trattiene (vd. 2 Te 2:7-8). Ciò che

1038
2 TESSALONICESI 3

lo trattiene è certamente lo Spirito Esiste una seconda ragione che


Santo; egli impedisce od ostacola il giustifica l’esistenza di un interval-
completo sviluppo del male fintan- lo tra il rapimento e il regno. Il tri-
to che la chiesa è nel mondo. La- bunale di Cristo sarà convocato in
scerà la sua dimora nella chiesa al cielo dopo il rapimento e permette-
momento del rapimento. rà al Signore di giudicare la fedeltà
In un certo senso, lo Spirito Santo dei santi e di retribuirli conseguen-
è sempre stato nel mondo e ci sarà temente (vd. 2 Co 5:10). Le retribu-
sempre. Nondimeno, alla Penteco- zioni assegnate determineranno il
ste è venuto in un modo speciale, grado di responsabilità di governo
come colui che abita stabilmente che sarà conferito a ciascuno dei
nei credenti e nella chiesa. È pro- santi durante il millennio (vd. Lu
prio in questo senso che va inteso 19:17-19). Se il rapimento e il ritor-
il suo allontanamento al momento no del Re fossero simultanei, non ci
del rapimento. Questo non esclu- sarebbe tempo per il giudizio al co-
de che lo Spirito di Dio svolga un spetto del tribunale di Cristo.
ministero durante la tribolazione. 8. Il modo improvviso in cui il gior-
Continuerà a convincere e a con- no del Signore coglierà di sorpresa
vertire i peccatori, ma non dimo- le persone è paragonato all’arrivo
rerà stabilmente in loro e non li di un ladro di notte (vd. 1 Te 5:2).
incorporerà nella chiesa. Il suo mi- I credenti, però, non saranno colti
nistero sarà, in qualche modo, si- di sorpresa. Perché? Per due ragio-
mile a quello svolto nell’A.T. ni: 1° i credenti non sono figli della
6. In 1 Te 4:18 il rapimento è presen- notte, ma del giorno (vd. 1 Te 5:4-5);
tato come un evento di consola- 2° Dio non ha destinato i credenti
zione. Il giorno del Signore, invece, all’ira (vd. 1 Te 5:9).
non sarà un evento consolante ma 9. Al momento del rapimento, i cre-
sarà, bensì, simile all’arrivo di un denti andranno nella casa del Pa-
ladro nella notte (vd. 1 Te 5:2). Sa- dre (vd. Gv 14:3) e non ritorneranno
rà un tempo di rovina improvvisa immediatamente sulla terra, come
(vd. v. 3) e di ira (vd. v. 9) da cui non invece sostengono i post-tribola-
si potrà scampare (vd. v. 3). Al con- zionisti.
trario, il rapimento è una speranza 10. La tribolazione riveste un carattere
meravigliosa, non una speranza tipicamente giudaico. Vi si allude,
terrificante. infatti, come al “tempo di ango-
7. Ci deve essere un intervallo tra la scia per Giacobbe” (vd. Gr 30:7). Si
venuta di Cristo per i santi e la ve- notino, inoltre, i riferimenti al giu-
nuta con i santi. Quando Cristo daismo in Mt 24: Giudea (v. 16); il
verrà per i suoi santi, tutti i credenti sabato (v. 20); il luogo santo (v. 15).
saranno sottratti al mondo e rice- Questi termini non hanno nulla a
veranno corpi glorificati (vd. 1 Co che vedere con la chiesa.
15:51). Tuttavia, quando Cristo ri- 11. Molte figure veterotestamentarie
tornerà per regnare, ci saranno simboleggiano un rapimento pre-
persone salvate che possederanno tribolazionista. Naturalmente la
ancora corpi naturali, come dimo- dottrina non si costruisce sui sim-
stra il fatto che avranno dei figli boli; nondimeno, questi modelli
(vd. Is 65:20-25; Za 8:5). Se il rapi- concordano con la tesi pre-tribola-
mento e l’apparizione avvenissero zionista.
contemporaneamente (come so- a) Enoc, prefigurazione della chiesa,
stiene la tesi post-tribolazionista), fu rapito prima che si abbattesse
come si spiegherebbe la presenza il giudizio delle acque del diluvio,
di queste persone? mentre Noè e la sua famiglia, i qua-

1039
2 TESSALONICESI 3

li raffigurano il residuo dei credenti do, ma che tu li preservi dal mali-


giudei, furono preservati durante il gno”. Plummer commenta: “Poiché
diluvio. i discepoli vivono e si muovono in
b) Lot fu liberato da Sodoma prima Cristo, egli prega che siano tenuti
che cadesse il fuoco dal cielo. fuori dal [ek] maligno”. La preghie-
c) L’offerta di Isacco da parte di Abra- ra è stata esaudita; i credenti sono
mo prefigura l’offerta che Dio ha stati tenuti fuori dal dominio di Sa-
fatto di suo Figlio al Golgota. Il tana e trasportati nel regno del suo
primo episodio in cui si menzio- amato Figlio.
na Isacco, dopo tale avvenimento, 2. Nel testo originale gr. di Ro 5:3 si
è quello in cui il figlio di Abramo legge: “...la tribolazione produce
va incontro alla futura moglie per pazienza”.
condurla a casa sua. Così pure Cri- Risposta: Qui Paolo non dice che
sto, dopo l’ascensione, apparirà per l’unico periodo in cui la tribola-
la prima volta per incontrare la sua zione produrrà pazienza sarà il
Sposa e condurla a casa nel cielo. periodo della grande tribolazione.
d) Elia fu rapito in cielo prima che il Egli afferma chiaramente che la
giudizio colpisse la malvagia Ize- tribolazione che i credenti devono
bel. affrontare nel corso della loro vita
12. Le prime sessantanove settimane produce pazienza.
della profezia di Daniele (vd. 9:24- 3. I credenti hanno sempre saputo di
27) decorrono dal decreto di Arta- dover subire la tribolazione (vd. Gv
serse (445 a.C.) alla crocifissione di 16:33). Non c’è quindi alcuna ra-
Cristo. Esse non hanno nulla a che gione perché dobbiamo evitarla.
vedere con la chiesa. Questo signi- Risposta: Nessuno può negare che
fica forse che la chiesa si trova nel- “dobbiamo entrare nel regno di
la settantesima settimana, quella Dio attraverso molte tribolazioni”
della tribolazione? No. In realtà, (At 14:22). C’è però una gran diffe-
l’età della chiesa va collocata in un renza fra la tribolazione che fa par-
periodo indefinito, e parentetico, te dell’esperienza di ogni credente
compreso tra la sessantanovesima e il periodo della tribolazione che
e la settantesima settimana. si abbatterà su coloro che avranno
rigettato Cristo.
Argomenti contro il rapimento 4. Secondo 2 Te 1:7 i santi non avran-
pre-tribolazionista a favore del no riposo finché il Signore Gesù
rapimento post-tribolazionista non tornerà alla fine della tribola-
1. La promessa contenuta in Ap 3:10 zione.
non significa che i credenti saran- Risposta: I Tessalonicesi, ai quali
no risparmiati dalla tribolazione, erano rivolte queste parole, aveva-
ma che saranno preservati durante no già ricevuto riposo in cielo. Ma
la tribolazione (cfr. Gv 17:15). la condanna dei loro persecutori
Risposta: L’espressione tradotta con e la rivalsa dei santi saranno rese
“ti preserverò da”, contenuta in Ap manifeste al mondo quando Gesù
3:10, significa letteralmente “tenere ritornerà con potenza e gloria.
fuori da”. La preposizione gr. ek si- 5. Secondo At 3:21, il cielo deve trat-
gnifica “fuori di”. Perciò non signi- tenere il Signore Gesù fino ai tempi
fica che la chiesa sarà preservata della restaurazione di tutte le cose,
nella o durante la tribolazione, ma ossia fino al millennio.
che ne sarà tenuta fuori del tutto. Risposta: Queste parole erano ri-
Le stesse parole troviamo in Gv volte agli uomini d’Israele (v. 12).
17:15, dove Gesù prega dicendo: Tale affermazione riguarda il po-
“Non prego che tu li tolga dal mon- polo d’Israele. Essa concorda con

1040
2 TESSALONICESI 3

le parole del Salvatore rivolte a indicata dall’appellativo “Dio”, e ne


Gerusalemme in Mt 23:39: “Non dà un’ulteriore descrizione: questa
mi vedrete più, finché non direte: persona è Cristo Gesù. Tutto questo
‘Benedetto colui che viene nel no- prova, naturalmente, che il nostro
me del Signore!’”. Ciò avverrà alla Salvatore, Gesù Cristo, è Dio.
fine del periodo della tribolazione, Prendiamo ora in considerazione la
quando la chiesa sarà già stata ra- prima parte dello stesso versetto. La
pita in cielo sette anni prima. traduzione letterale ha: “Aspettan-
6. Il Sl 110:1 dice che Cristo sarà as- do la beata speranza e apparizione
siso alla destra di Dio finché tutti i della gloria…”. Secondo la regola di
suoi nemici non saranno distrutti. Granville-Sharp, risulta che “la bea-
Ciò accadrà alla fine della tribola- ta speranza” e “l’apparizione” della
zione. gloria sono la stessa cosa. Pertanto,
Risposta: In Ap 20:8-9 leggiamo poiché l’apparizione della gloria è,
che vi saranno dei nemici di Cristo generalmente, intesa come la venu-
alla fine del millennio, ossia mille ta di Cristo per regnare, la speranza
anni dopo la fine della tribolazio- del credente non è il rapimento pre-
ne. Oltre alla posizione al fianco di tribolazionista, bensì la venuta di
Dio, la locuzione “la destra di Dio” Cristo in gloria sulla terra.
può indicare uno status di onore e Sono due le risposte a tale interpre-
di potenza. tazione. In primo luogo, come tut-
7. In Tt 2:13 la beata speranza coinci- te le buone regole, anche quella di
de con l’apparizione gloriosa. Il ra- Granville-Sharp ha delle eccezioni.
pimento deve, perciò, avvenire in Ne troviamo una in Lu 14:23, dove
concomitanza con la rivelazione. il testo gr. ha: “Va fuori per le stra-
Dunque noi non aspettiamo un ra- de e siepi”. Se qui valesse la stessa
pimento pre-tribolazionista, bensì regola, dovremmo credere che le
il regno di Cristo che sta per venire. strade e le siepi sono la stessa co-
Risposta: Questa interpretazio- sa! Sul testo gr. di Ef 2:20 troviamo
ne si basa su una regola di sintassi una seconda eccezione: “...sul fon-
greca chiamata “regola di Granvil- damento degli apostoli e profeti”.
le-Sharp”. In base a tale regola si Nessun esegeta coscienzioso ne
stabilisce che, quando due nomi concluderebbe che gli apostoli e i
sono declinati allo stesso caso, col- profeti sono le stesse persone.
legati dalla congiunzione “e” (gr. Ma anche supponendo che la beata
kai) e il primo dei due è precedu- speranza e l’apparizione della gloria
to da un articolo determinativo, il siano la stessa cosa, chi ci impedi-
secondo nome indica la stessa per- sce di considerare il rapimento co-
sona, o cosa, definita dal primo no- me l’apparizione gloriosa di Cristo
me e ne costituisce una ulteriore alla chiesa e la rivelazione come
descrizione. A titolo di esempio, Tt l’apparizione gloriosa di Cristo al
2:13b dice: “del… Dio e Salvatore, mondo? I sostantivi apokalupsis (ri-
Cristo Gesù”. I nomi “Dio” e “Sal- velazione) ed epiphaneia (manife-
vatore” sono uniti da “e”, si trova- stazione, apparizione) possono fare
no nello stesso caso (perché retti riferimento sia al rapimento sia alla
dalla stessa preposizione “di”) e venuta di Cristo per regnare.
l’articolo determinativo “il” (unito 8. Altri riferimenti scritturali in cui si
a “di” nella preposizione articolata rileva che la speranza del credente è
“del”) precede “Dio” ma non “Sal- il ritorno di Cristo Re sono: 1 Co 1:7;
vatore”. Pertanto, secondo la rego- 1 Ti 6:14; 2 Ti 4:8; 1 P 1:7, 13; 4:13.
la di Granville-Sharp, l’appellativo Risposta: I termini “apparizione”,
“Salvatore” indica la stessa persona “rivelazione” e “manifestazione”,

1041
2 TESSALONICESI 3

usati in questi versetti, indicano sia tribolazione. È l’ultima tromba per


il ritorno di Cristo per i santi sia al l’Israele incredulo e per gli stranie-
suo ritorno con i santi. Dapprima ri increduli.
egli si rivela e appare alla chiesa, “L’ultima tromba” di 1 Co 15:52,
più tardi al mondo. Tuttavia, anche chiamata anche la “tromba di Dio”
se tutti i versetti citati si riferissero (vd. 1 Te 4:16), suonerà prima della
alla venuta di Cristo per regnare, tribolazione; “la settima tromba”
non c’è dubbio che la speranza dei suonerà alla fine della tribolazione.
credenti abbraccia tutte le benedi- 11. La prima risurrezione di Ap 20:4-5
zioni promesse per il futuro. Noi avrà luogo alla fine della tribola-
aspettiamo con ansia il rapimento, zione e non sette anni prima, come
la venuta di Cristo per regnare, il affermano i pre-tribolazionisti.
millennio e lo stato eterno. Risposta: La prima risurrezione
9. La tradizionale speranza della chie- non è un evento isolato, ma una se-
sa non è mai stata il rapimento pre- rie di resurrezioni. Si comincia con
tribolazionista. Questa tendenza la risurrezione di Cristo (vd. 1 Co
ha preso piede solamente in questi 15:23). Poi c’è la risurrezione dei
ultimi centosessant’anni, a seguito credenti al momento del rapimen-
dell’insegnamento di J.N. Darby. to. La terza risurrezione riguarda
Risposta: La chiesa del N.T. attende- i santi della tribolazione e avverrà
va il ritorno del Figlio di Dio dal cie- nel momento in cui Cristo ritorne-
lo. I credenti non sapevano quando rà in terra (vd. Ap 20:4-5). In altre
questo si sarebbe verificato, perciò parole, la prima risurrezione inclu-
continuavano ad aspettarlo. de la risurrezione di Cristo e di tutti
Un argomento basato su quan- i veri credenti, in qualunque tempo
to insegnato, o non insegnato, da questa avvenga. Tutti gli increduli
un singolo è detto argomento ad risusciteranno alla fine del millen-
hominem (secondo l’uomo) ed nio per comparire davanti al gran-
è considerato irrilevante ai fini de trono bianco (vd. Ap 20:11-15).
dell’accertamento di una verità bi- 12. In Mt 13:24-30 il grano e le zizzanie
blica. La domanda da porsi è: “Che crescono assieme fino alla fine, os-
cosa insegna la Scrittura?” e non sia fino alla fine della tribolazione.
“Che cosa dice Tizio, o Caio?” Risposta: Vero, ma la parabola par-
10. L’ultima tromba di 1 Co 15:52 e la la del regno dei cieli e non della
tromba di Dio di 1 Te 4:16 indicano chiesa. Nel regno ci saranno perso-
il rapimento e corrispondono alla ne giuste e false fino alla fine della
settima tromba di Ap 11:15. Poiché tribolazione.
la settima tromba suona alla fine 13. Il rapimento non avverrà in segreto
della tribolazione, quando “il re- (vd. 1 Te 4:16), giacché sarà prece-
gno del mondo è passato al nostro duto da un ordine, dalla voce d’ar-
Signore e al suo Cristo”, il ritorno cangelo e dalla tromba di Dio.
deve avvenire dopo la tribolazione. Risposta: L’insegnamento secondo
Risposta: Non si tratta sempre del- cui il rapimento sarà segreto si ba-
la stessa tromba. “L’ultima trom- sa sul fatto che avverrà in un batter
ba” corrisponde alla “tromba di d’occhio (vd. 1 Co 15:52). Sarà tutto
Dio” (essa annuncia il rapimento, finito prima che il mondo abbia la
la risurrezione dei credenti e il lo- possibilità di vedere o di capire ciò
ro benvenuto nella casa del Padre: che sarà successo.
è “l’ultima tromba” per la chiesa). 14. George Muller, Samuel Tregelles,
Invece, la “settima tromba” di Ap Oswald Smith e altri personaggi
11:15 è l’ultima di una serie di giu- noti hanno sostenuto il punto di vi-
dizi che avranno luogo durante la sta della post-tribolazione.

1042
2 TESSALONICESI 3

Risposta: Questa affermazione non 17. La promessa di Gesù: “Ecco, io ven-


prova nulla. Ci sono stati personag- go presto” (vd. Ap 22:7, 12, 20) non
gi illustri che hanno condiviso o significa “da un momento all’altro”,
l’uno o l’altro punto di vista. bensì che la sua venuta sarà im-
15. La maggior parte dei passi neote- provvisa.
stamentari concernenti il ritorno Risposta: Questo è un punto con-
di Cristo fa riferimento al suo ritor- troverso. Se è vero che se la venu-
no per regnare. ta sarà “improvvisa”, è altresì vero
Risposta: Ciò non esclude la realtà che in altri versetti, come Eb 10:37,
del rapimento. Il fatto che, nel N.T., si afferma: “Ancora un brevissimo
venga nominato più volte il cielo ri- tempo e colui che deve venire verrà
spetto all’inferno non significa che e non tarderà”.
quest’ultimo non esista. 18. L’impedimento al quale accenna
16. Durante la tribolazione la chiesa 2 Te 2:6-8 non è lo Spirito Santo,
non sarà sottoposta all’ira di Dio, ma l’impero romano o la potenza
bensì a quella dell’Anticristo o di di Dio.
Satana. Risposta: Questo argomento è già
Risposta: In sei passi dell’Apocalis- stato trattato nelle note di com-
se l’ira che si scatenerà durante il mento al brano citato.
periodo della tribolazione si identi- 19. La venuta di Cristo non poteva es-
fica con l’ira di Dio. sere imminente nei tempi apo-
stolici, perché sia Pietro sia Paolo
“Seguì un terzo angelo, dicendo a gran
sapevano di dover morire (vd. Gv
voce: ‘Chiunque adora la bestia e la sua
21:18-19; 2 P 1:14-15; 2 Ti 4:6).
immagine, e ne prende il marchio sul-
la fronte o sulla mano, egli pure berrà
Risposta: Riguardo a se stesso, Pao-
il vino dell’ira di Dio versato puro nel lo si riconosce talvolta tra quanti
calice della sua ira; e sarà tormentato saranno in vita al ritorno di Cristo
con fuoco e zolfo davanti ai santi an- (vd. 1 Te 4:15), altre volte tra i cre-
geli e davanti all’Agnello’” (14:9-10). denti già morti e risuscitati a suo
tempo (vd. Fl 3:10-11). Tale deve es-
“L’angelo lanciò la sua falce sulla terra sere l’atteggiamento di ognuno di
e vendemmiò la vigna della terra e get- noi. Noi speriamo che il Signore ri-
tò l’uva nel grande tino dell’ira di Dio” torni durante la nostra vita terrena,
(14:19). ma non escludiamo l’eventualità di
morire prima del rapimento.
“Poi vidi nel cielo un altro segno gran-
de e meraviglioso: sette angeli che re-
Pietro credeva che la fine di tutte
cavano sette flagelli, gli ultimi, perché le cose fosse vicina (vd. 1 P 4:7) e
con essi si compie l’ira di Dio” (15:1). condannava quegli schernitori che
negavano la venuta del Signore e
“Una delle quattro creature viventi affermavano che “tutte le cose con-
diede ai sette angeli sette coppe d’oro tinuano come dal principio della
piene dell’ira di Dio, il quale vive nei creazione” (2 P 3:4).
secoli dei secoli” (15:7). 20. La venuta del Signore non può es-
sere prossima, giacché il vangelo
“Allora udii dal tempio una gran voce deve prima essere predicato in tut-
che diceva: ‘Andate e versate sulla ter-
to il mondo (vd. Mt 24:14).
ra le sette coppe dell’ira di Dio’” (16:1).
Risposta: Questo versetto parla
“La grande città si divise in tre parti, del vangelo del regno, il quale deve
e le città delle nazioni crollarono e essere predicato in tutto il mondo
Dio si ricordò di Babilonia la grande durante il tempo della tribolazione.
per darle la coppa del vino della sua Esso afferma: “Credi nel Signore
ira ardente” (16:19). Gesù Cristo e sarai salvato e, quan-

1043
2 TESSALONICESI 3

do Cristo verrà, entrerai nel millen- vita terrena, ma era sempre in fer-
nio con lui”. È lo stesso mezzo di vida attesa del suo ritorno.
salvezza che predichiamo noi, con 23. Paolo parla degli ultimi giorni in
la differenza che noi attendiamo termini disastrosi da un punto di
il rapimento. In altri termini, noi vista morale (vd. 1 Ti 4:1-3; 2 Ti
diciamo: “Credi nel Signore Gesù 3:1-5). Ciò presuppone che, prima
Cristo e sarai salvato e, quando Ge- del ritorno del Signore, debba tra-
sù verrà, andrai nella casa del Padre scorrere qualche tempo.
con lui”. Risposta: Paolo affermava anche
21. Brani come Mt 28:19-20 e At 1:8 ri- che il mistero dell’empietà era già
velano che il vangelo deve arrivare in atto (vd. 2 Te 2:7) e Giovanni an-
a “tutti i popoli” e “fino all’estremi- nunciava che era giunta “l’ultima
tà della terra”. Stando così le cose, ora” (vd. 1 Gv 2:18). Essi non ritene-
non sarebbe stato possibile che il vano che esistessero impedimenti
Signore tornasse al tempo degli al ritorno imminente di Cristo.
apostoli. 24. Parabole come quelle di Mt 25:14-
Risposta: In Cl 1:6, 23 Paolo sostie- 30 e Lu 19:11-27 fanno ipotizzare
ne che il “mondo intero” e “ogni che debba trascorrere un lungo pe-
creatura sotto il cielo” hanno udi- riodo di tempo prima del ritorno
to il vangelo. In Ro 10:18 si affer- del Signore. Non era quindi possi-
ma che il vangelo è giunto fino agli bile che i primi credenti aspettas-
estremi confini del mondo. Natu- sero con impazienza che il Signore
ralmente supponiamo che in que- tornasse da un momento all’altro.
sti versetti si alluda al mondo allora Risposta: È evidente che i primi
conosciuto, ossia ai paesi adiacenti credenti non basavano la loro dot-
al Mediterraneo. trina sulle parabole, perché at-
22. Il progetto missionario a lungo ter- tendevano con ansia il rapimento
mine di Paolo, esposto in At 18:21; (vd. 1 Te 1:10)! Ma, a parte questo,
23:11; Ro 15:22-25, 30-31, fa intende- il “molto tempo” di Mt 25:19 è trop-
re che l’apostolo non si aspettasse il po indefinito per escludere l’immi-
ritorno del Signore nell’immediato nenza. La parabola di Luca insegna
futuro. che il regno non si sarebbe mani-
Risposta: Paolo sottometteva i suoi festato immediatamente (vd. Lu
programmi alla volontà di Dio 19:11); ciò, tuttavia, non significa
(vd. At 18:21; Ro 1:10; 1 Co 4:19). che il rapimento della chiesa non
Egli lavorava come se il Signore possa avvenire da un momento
non dovesse tornare durante la sua all’altro.

NOTE

1 (1:1) Tessalonica (l’odierna Salonicco) ospita ancora (o di nuovo) una chiesa cristiana.
2 (1:5) E.W. Rogers, Concerning the Future, p. 80.
3 (1:6) George Williams, The Student’s Commentary on the Holy Scriptures, p. 948.
4 (2:1) William Kelly, Elements of Prophecy, p. 253.
5 (2:2) Il testo critico NA ha: “Signore” (Kurios). Il tradizionale Christos (TR, vd. ND)
non è debolmente supportato, trovandosi bensì nella maggior parte dei testi. Alcu-
ni studiosi ritengono che “il giorno di Cristo” indichi la fase conclusiva della perse-
cuzione, che potrà iniziare solamente quando si sarà rivelato l’uomo del peccato. I
Tessalonicesi ritenevano, erroneamente, che questo periodo fosse già iniziato. Col-

1044
2 TESSALONICESI

legando questo periodo a un evento successivo al rapimento, Paolo confuta efficace-


mente tale convinzione.
6 (2:3) Alcuni teologi, come J. Dwight Pentecost, traducono apostasia con “separazio-
ne”, identificandola con il rapimento stesso. Se l’interpretazione è corretta, abbiamo
qui un versetto inattaccabile a conferma del rapimento pre-tribolazionista.
7 (2:3) TR e TM hanno “peccato”; NA ha “iniquità”.
8 (2:4) La preposizione gr. anti, qui usata come prefisso, significa sia “contro” sia “al
posto di”. Entrambi i significati ben si adattano all’Anticristo.
9 (2:6) Nel v. 6 il gr. presenta un articolo e un participio di genere neutro, nel v. 7 un
articolo e un participio di genere maschile.
10 (2:6) E.W. Rogers, Future, p. 65.
11 (2:6) Lo Spirito Santo è considerato neutro per motivi strettamente grammaticali (il
termine pneuma è neutro). Il genere maschile è usato per evidenziarne il carattere
personale (la terza persona della Trinità).
12 (3:5) Entrambe le versioni sono valide traduzioni del genitivo Christou (lett.: “di Cristo”).
La NR lo traduce come genitivo oggettivo (è l’“oggetto” dell’azione indicata dal sostan-
tivo che lo precede [attesa]), che presenta Cristo come oggetto dell’attesa del credente.
Nella ND è genitivo soggettivo (è il “soggetto” dell’azione indicata dal sostantivo che lo
precede), che presenta Cristo come colui che dà prova di perseveranza.
13 (3:11) Lett. l’espressione gr. suona come segue: “assolutamente non operosi (ergazo-
menous) ma invadenti (periergazomenous)”. Si noti la radice “erg” (lavoro).

BIBLIOGRAFIA

Vd. Bibliografia di 1 Tessalonicesi.

1045
Le lettere

pastorali
“Le lettere pastorali hanno giocato un ruolo importante nella storia
della chiesa cristiana: la loro inclusione nel canone neotestamentario
è ampiamente giustificata. Il loro fascino risiede nella combinazione di
validi consigli pratici e asserzioni teologiche, rivelatasi di inestimabile
valore per i credenti, sia a livello personale sia collettivo”.
− Donald Guthrie

Introduzione

I. Significato della definizione Efeso, fu scritta da Roma, dove Paolo


“lettere pastorali” fu condotto davanti a Nerone per la
Con il termine “lettere pastorali” si seconda volta.
suole definire, sin dal 1700, la Prima e
la Seconda lettera a Timoteo e la Let- Alla fine della Lettera a Tito è pre-
tera a Tito. sente questa nota:
Tale definizione può essere utile Fu scritta a Tito, ordinato primo ve-
o fuorviante, a seconda della chiave scovo della chiesa di Creta, da Nico-
di lettura. È utile se suggerisce che le poli di Macedonia.
lettere contengono consigli pratici ri-
guardo alla cura pastorale del gregge Albert Barnes, anch’egli ecclesiasti-
del Signore. Non è corretto, invece, de- co, difficilmente può essere accusato di
durne che Timoteo e Tito furono costi- essere prevenuto allorché commenta:
tuiti guide religiose (l’equivalente degli
attuali pastori) rispettivamente delle Non vi è alcuna prova che Tito fu il
chiese di Efeso e di Creta. primo vescovo della chiesa di Creta,
In coda alle lettere le antiche edi- o che fu il primo cui possa attribuirsi
giustamente l’appellativo scritturale
zioni della King James Bible (la tradu-
di “vescovo”. In effetti, abbiamo la
zione del Re Giacomo) riportavano
prova dell’esatto contrario, giacché
note che hanno condotto a questo er- Paolo, che era insieme a lui, aveva
rore storico. Alla fine di 2 Timoteo, per “lasciato” Tito a Creta per completa-
esempio, si trova questa aggiunta non re quanto l’apostolo aveva iniziato.
ispirata:
La Seconda lettera a Timoteo, ordi- Non ci sono prove che Tito fosse
nato primo vescovo della chiesa di “vescovo” nel senso “prelatizio” del
LE LETTERE PASTORALI

termine e neppure che svolgesse un Poiché presentano molti importanti


servizio permanente di pastore. insegnamenti su come guidare una
chiesa e altre dottrine degne di nota,
Queste dichiarazioni sono comple- inclusi gli avvertimenti contro gli eretici
tamente destituite di autorità e tal-
e l’incredulità degli ultimi giorni, sen-
mente piene di errori che da tempo
tiamo la necessità di fornire maggiori
sono state omesse dalle varie versio-
ni della Bibbia. Non fanno parte de-
particolari sull’autenticità di queste
gli scritti ispirati, trattandosi bensì lettere che non su quella delle altre, a
di “note e commenti”, ma continua- esclusione di 2 Pietro.
no a contribuire, forse molto, alla
perpetuazione dell’errore. L’opinio- III. Prova estrinseca
ne che Tito e Timoteo fossero “ve- A tale riguardo, la prova estrinseca è
scovi prelatizi”, l’uno a Efeso l’altro talmente convincente che, se fosse il
a Creta, dipende molto più da queste solo criterio per la loro accettazione o
appendici senza valore che da qual- negazione, le lettere sarebbero accolte
siasi particolare rinvenuto nelle let- senza discussioni come parte dell’epi-
tere stesse. Infatti, nelle lettere non stolario paolino.
c’è alcuna prova a tale proposito e, Ireneo fu il primo autore noto a
se tali note fossero rimosse, nessu- citare direttamente queste epistole.
no, basandosi sul Nuovo Testamen- Tertulliano e Clemente di Alessandria
to, potrebbe supporre che i due ab- le attribuirono a Paolo, così come il
biano retto tale ufficio.(1) Canone Muratoriano. Fra i primi padri
della chiesa che sembrano aver cono-
Fortunatamente tali note sono state sciuto le lettere troviamo Policarpo e
eliminate dalle versioni moderne del Clemente di Roma.
N.T., sebbene l’errore che hanno gene- Secondo Tertulliano, Marcione non
rato sia duro a scomparire. incluse questi tre libri nel suo “canone”.
Paolo inviò Timoteo e Tito alle chie- Probabilmente questo non è un punto
se in missioni temporanee per istruire a sfavore della loro autenticità quanto,
i credenti e metterli in guardia dai falsi piuttosto, dei loro contenuti. Marcione
insegnamenti. era una sorta di dissidente, risentito
Poiché tutti gli studiosi della Bibbia dai duri attacchi di Paolo all’incipiente
concordano sul fatto che queste tre gnosticismo (vd. Introduzione a Colos-
lettere sono state scritte nello stesso sesi), presenti nelle lettere pastorali.
periodo e dalla stessa mano, tratteremo I brani che questo eretico antisemita
unitamente l’argomento concernente avversava comprendevano, in partico-
la loro paternità e la loro autenticità. lare, 1 Ti 1:8; 4:3; 6:20 e 2 Ti 3:16-17.

II. Autore delle lettere pastorali IV. Prova intrinseca


Fino al 1804, allorché Schmidt negò Quasi tutti gli attacchi all’autorità pao-
che Paolo avesse scritto queste lettere, lina delle lettere pastorali sono basati
l’intera chiesa e perfino i non credenti su prove che si troverebbero all’interno
le accettavano come autentiche missi- delle lettere stesse.
ve del grande apostolo. Queste presunte prove sarebbero
Da quel momento è diventato sem- riscontrabili, principalmente, su tre
pre più comune etichettare questi scrit- livelli: storico, ecclesiastico e linguisti-
ti come dei “falsi”, benché “pii” (come co. Esamineremo e spiegheremo bre-
se la frode potesse andare a braccetto vemente ciascuno di essi.
con la pietà!). La maggior parte degli Problema storico. Diversi eventi e
studiosi liberali e alcuni conservatori personaggi di questi scritti non si armo-
hanno difficoltà ad accettare i libri co- nizzano con quanto riportato nel libro
me totalmente e genuinamente paolini. degli Atti o con le informazioni relative

1048
LE LETTERE PASTORALI

al ministero di Paolo derivanti dalle al- “non” avrebbe potuto scrivere queste
tre lettere. Paolo sta lasciando Trofimo lettere (lo stesso metodo ha sfidato con
malato a Mileto, mentre i cenni al suo risultati altrettanto negativi le compo-
mantello e alle sue pergamene non cor- sizioni poetiche di Shakespeare).
rispondono alle notizie che ci restano È bene riconoscere che si tratta di
dei viaggi di cui siamo a conoscenza. problemi reali. Per una volta le teorie
Queste argomentazioni sono fa- non sono del tutto basate sul pregiudi-
cilmente confutabili. Sì, è vero, tali zio contro quella parte della dottrina
aspetti non coincidono con Atti, ma scritturale non gradita (ad ogni modo,
non ne hanno bisogno. Fl 1:25 sugge- gli “apostati degli ultimi giorni” at-
risce che Paolo si aspettava di essere taccati dalle pastorali ci ricordano in
rilasciato. Inoltre, secondo la tradizio- modo sorprendente quegli studiosi che
ne cristiana, fu liberato e proseguì il insistono nel sostenere che Paolo non
suo ministero per alcuni anni prima ne è l’autore).
di essere nuovamente imprigionato e In primo luogo, è importante ricor-
infine decapitato. Gli eventi, gli amici e dare che queste sono le lettere di un
i nemici menzionati nelle pastorali ap- uomo di età avanzata, che si trova fac-
partengono dunque a questo periodo cia a faccia con la morte, che ha viag-
di opera missionaria compreso tra le giato in lungo e in largo e incrementato
due prigionie. il numero delle amicizie sin dal rilascio
Problema ecclesiastico. Si osserva, dalla prigione (2 Timoteo è stata scritta
comunemente, che le chiese presero al tempo del suo secondo arresto). Con
a organizzarsi in pianta stabile in un l’età, la lettura, i viaggi e la frequenta-
periodo successivo a Paolo, vale a dire zione di gente nuova, chiunque può
dal II sec. Nelle pastorali si discute di arricchire il proprio vocabolario.
vescovi, anziani e diaconi, ma non ci In secondo luogo, dobbiamo tener
sono prove che fossero il tipo di vesco- presente che gli argomenti trattati in
vi “monarchici” del II sec. e dei succes- queste lettere (responsabili di chiesa,
sivi. Infatti Fl 1:1, una lettera scritta in etica e apostasia) richiedono, automa-
precedenza, parla di una pluralità di ticamente, terminologie differenti.
vescovi (sorveglianti) in una chiesa, Inoltre, queste lettere sono troppo
non di un vescovo a capo di una chiesa brevi per consentire un uso corretto
né, tanto meno, di un vescovo a capo del metodo statistico. Forse è ancora
di più chiese. Inoltre, Timoteo e Tito più significativo il fatto che, come pre-
usano i termini anziani e vescovi come cisa Guthrie nella sua Introduzione,
sinonimi laddove, a partire dal II sec., l’80% della terminologia neotestamen-
dietro pressione di Ignazio, fu scelto taria ricorrente soltanto nelle pastorali
un “vescovo” perché fosse al di sopra si trova nell’A.T. greco (V. dei LXX). Poi-
degli “anziani”. ché Paolo predicava la Parola di Dio in
L’insegnamento basilare sulle gui- greco, è evidente che conosceva l’A.T.
de della chiesa ci riporta chiaramente tanto in questa lingua quanto nell’ori-
all’età apostolica, non al II sec. ginale ebraico. In breve, i termini che
Problema linguistico. L’attacco più si presumono inediti per Paolo fareb-
energico fa leva sulle differenze stili- bero parte, quanto meno, della sua
stiche e lessicali tra queste tre lettere “terminologia identificativa”. I padri
e le altre dieci attribuite a Paolo. Qui della chiesa che usavano il greco nel
non sono presenti alcune delle parole linguaggio di ogni giorno non mette-
e delle espressioni preferite di Paolo, vano in dubbio la paternità paolina
mentre troviamo molti termini non delle pastorali (il fatto che alcuni di lo-
utilizzati nelle altre lettere (36% di ro, invece, nutrissero dei dubbi circa la
termini nuovi). Si ricorre alla metodo- Lettera agli Ebrei è indice di sensibilità
logia statistica per “provare” che Paolo allo stile di uno scrittore).

1049
LE LETTERE PASTORALI

Mettendo insieme tutte le risposte dosso”. “Sano” significa “salutare” o


date alle varie argomentazioni e affian- “che dà salute” e deriva dalla medesi-
candole all’antico, universale consenso ma radice greca del sostantivo “igiene”
dei credenti ortodossi che riconosceva- (in questo caso, ovviamente, si tratta di
no queste lettere come opera di Paolo, igiene spirituale). Consideriamo quan-
anche noi possiamo accettarle come to segue:
tali in buona coscienza. Infatti il con- - dottrina sana (vd. 1 Ti 1:10; 2 Ti 4:3;
tenuto altamente etico di queste mis- Tt 1:9; 2:1);
sive esclude l’intervento di un falsario, - parole sane (vd. 1 Ti 6:3, 2 Ti 1:13);
“pio” o meno. Sono parole ispirate di - essere sani nella fede (vd. Tt 1:13;
Dio (vd. 2 Ti 3:16-17) comunicate attra- 2:2);
verso l’apostolo. - linguaggio sano (vd. Tt 2:8).
La parola coscienza è menzionata sei
V. Contesto e temi delle lettere volte:
pastorali - 1 Timoteo 1:5, 19; 3:9; 4:2;
In verità, non possediamo molte infor- - 2 Timoteo 1:3;
mazioni sul periodo della vita in cui - Tito 1:15.
Paolo scrisse queste lettere. La solu- La pietà è esaltata come prova prati-
zione migliore consiste nel collegare i ca della sana dottrina di un credente:
dati biografici, per quanto incerti, che - 1 Ti 2:2, 10; 3:16; 4:7-8; 5:4; 6:3, 5-6,
troviamo nelle missive stesse. 11;
I differenti termini e argomenti che - 2 Ti 3:5 (l’apparenza della pietà);
qui ricorrono frequentemente ci illu- 3:12; Tt 1:1; 2:12.
minano sui pensieri che iniziavano La sobrietà o la mente sobria è una
a monopolizzare la mente di Paolo a qualità che l’apostolo considera meri-
mano a mano che il suo ministero si tevole di essere coltivata dai suoi gio-
avviava alla fine. vani collaboratori: 1 Ti 2:9, 15; 5:6, 8;
Una delle parole chiave è fede. Poiché 2 Ti 3:2, 11; Tt 1:8; 2:2, 4, 6, 12.
cresceva il rischio di apostasia, Paolo Dovremmo tenere conto anche del-
cercava di dare un assetto ordinato al le numerose buone cose che l’apostolo
grande sistema della dottrina cristiana menziona:
che era stato consegnato ai santi. Così - una buona coscienza (vd. 1 Ti 1:5, 19);
egli descrisse i vari atteggiamenti che - la legge è buona (vd. 1 Ti 1:8);
gli uomini avevano assunto, o avreb- - la buona battaglia (vd. 1 Ti 1:18);
bero assunto, nei confronti della fede. - la preghiera è buona (vd. 1 Ti 2:3);
1. Alcuni avevano fatto naufragio - le opere buone (vd. 1 Ti 2:10; 3:1; 5:10,
quanto alla fede (vd. 1 Ti 1:19). 25; 6:18; 2 Ti 2:21; 3:17; Tt 1:16; 2:7, 14;
2. Alcuni si sarebbero allontanati dalla 3:1, 8, 14);
fede (vd. 1 Ti 4:1). - un buon comportamento (vd. 1 Ti
3. Alcuni avrebbero rinnegato la fede 3:2);
(vd. 1 Ti 5:8). - una buona testimonianza (vd. 1 Ti
4. Alcuni avrebbero abbandonato l’im- 3:7);
pegno precedente (la “prima fede” - una buona reputazione (vd. 1 Ti
vd. 1 Ti 5:12). 3:13);
5. Alcuni si sarebbero sviati (vd. 1 Ti - tutto quel che Dio ha creato è buono
6:10). (vd. 1 Ti 4:4);
6. Alcuni si sarebbero allontanati dalla - un buon ministero (vd. 1 Ti 4:6);
fede (vd. 1 Ti 6:21). - la buona dottrina (vd. 1 Ti 4:6);
Alla fede è, chiaramente, connes- - la devozione (vd. 1 Ti 5:4);
sa l’espressione “sana dottrina”. Qui, - il buon combattimento della fede
l’aggettivo “sano” ha un significato che (vd. 1 Ti 6:12; 2 Ti 4:7);
trascende quello di “corretto” o “orto- - una bella confessione (vd. 1 Ti 6:13);

1050
LE LETTERE PASTORALI

- un tesoro ben fondato (vd. 1 Ti 6:19); segnata da un marchio. Il termine utiliz-


- cose buone (vd. 2 Ti 1:14; Tt 2:3; 3:8); zato fa riferimento alla cauterizzazione
- un buon soldato (vd. 2 Ti 2:3); con uno strumento incandescente.
- essere una buona persona (vd. Tt 1:8; L’espressione “si fissa su questioni e
2:5); dispute” indica ossessione e si richia-
- la lealtà è perfetta (vd. Tt 2:10). ma alle malattie mentali (vd. 1 Ti 6:4).
Un interessante studio semantico La “cancrena” di 2 Ti 2:17 è la tradu-
finale riguarda la presenza, in queste zione di un termine greco molto simile
lettere, di termini medici (probabil- come suono e dallo stesso significato.
mente, all’epoca, Paolo fu influenzato “Prurito di udire” (vd. 2 Ti 4:3) è
dalla vicinanza di Luca, medico di pro- l’espressione finale di cui si avvale Pao-
fessione). lo nella sua diagnosi di questi casi cli-
Abbiamo già ricordato che l’aggettivo nici da “ultimi giorni”.
“sano” significa “che dà la salute” e, in Con queste informazioni dedichia-
virtù di ciò, è usato per definire la dot- moci ora alla Prima lettera a Timoteo
trina, le parole, il linguaggio e la fede. per uno studio sistematico dei suoi
In 1 Ti 4:2 Paolo parla di una coscienza contenuti, versetto per versetto.

NOTE

1 Albert Barnes, Notes on the New Testament: Thessalonians, Timothy, Titus, Philemon,
p. 289.

1051
Prima lettera a

Timoteo
“Questa lettera avrebbe fornito a Timoteo una prova documentaria
dell’autorizzazione ad agire in veste di delegato dell’apostolo. Di
conseguenza, essa consiste, per la maggior parte, in un’esposizione
diretta della vita personale e delle attività dello stesso Timoteo”.
– D. Edmond Hiebert

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone brani di queste lettere sono così belli
Coloro che privano la chiesa delle let- che non possiamo fare a meno di do-
tere pastorali, negando che siano sta- mandarci se il falsificatore non avesse
te scritte da Paolo, arrecano un grave tra le mani alcune autentiche annota-
danno alla fede. Abbiamo il sospetto zioni di Paolo e non le abbia incorpora-
che, per costoro, il problema principale te nella sua composizione apocrifa”. (1)
non consista realmente nel cosiddetto Com’è più semplice accettare l’inse-
“lessico non-paolino” quanto nel mo- gnamento, pressoché universale, della
do profondamente paolino in cui i vari chiesa primitiva secondo la quale que-
termini sono spesso associati! Proprio sti sono, nella loro interezza, “autentici
questi termini, infatti, pronunciano la scritti di Paolo”!
condanna di quanto tali persone fanno In 1 Timoteo troviamo rivelazioni
e insegnano. importantissime sull’ordinamento nel-
La verità, la bellezza e la forza spiri- la chiesa e sul ministero delle donne e
tuale di 1 Timoteo si rivelano a chiun- dei responsabili di chiesa. Il modo in
que mediti il testo senza preconcetti. cui dovrebbe vivere l’uomo di Dio è de-
Infatti, fra quanti ne negano la pater- lineato in maniera evidente da un mo-
nità paolina, molti hanno di ciò una dello per eccellenza, lo stesso Paolo.
tale e intensa percezione da essere
costretti a ipotizzare, nell’eccellente II. Autore
lavoro del presunto falsario, l’inseri- Per un’indagine sull’autore di 1 Timoteo
mento di frammenti di autentiche let- vd. Introduzione alle lettere pastorali.
tere paoline!
Per esempio, lo scettico francese del III. Data
XIX sec. Ernest Renan scrive: “Alcuni Quasi tutti gli studiosi conservatori
1 TIMOTEO

convengono che 1 Timoteo fu la prima Qui Paolo accenna con estrema


lettera pastorale scritta seguita, subito semplicità all’esistenza di una linea di
dopo, da Tito. 2 Timoteo risale al pe- condotta consona alla chiesa di Dio e
riodo immediatamente precedente la scrive a Timoteo per comunicargliela.
morte di Paolo. Supponendo il rilascio Non basta dire a un bambino che si
di Paolo dagli arresti domiciliari nel sta comportando male e che deve fare il
61 d.C. e tenendo conto dei suoi viaggi bravo, se prima non gli si dice che cosa ci
successivi, si può far risalire la stesura si aspetta da lui: il bambino deve sapere
della lettera agli anni 64-66 d.C. Proba- qual è il buon comportamento da tenere.
bilmente fu scritta in Grecia. Questo è quanto 1 Timoteo fa per i figli di
Dio a proposito della chiesa di Dio.
IV. Contesto e temi Un rapido sguardo ai diversi capitoli
Il tema di 1 Timoteo è enunciato chia- conferma il proposito di Paolo. Il cap. 2 ci
ramente in 3:14-15: mostra la condotta da tenere durante la
“Ti scrivo queste cose sperando di preghiera comunitaria e il ruolo pubblico
venire presto da te, affinché tu sap- delle donne. Il cap. 3 evidenzia i requisiti
pia, nel caso che dovessi tardare, di quanti desiderano ricoprire incarichi
come bisogna comportarsi nella casa di responsabilità e di guida nell’assem-
di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, blea. Il cap. 5 elenca i doveri della comu-
colonna e sostegno della verità”. nità nei confronti delle vedove.

Sommario

I. SALUTI (1:1-2)
II. L’INCARICO DI TIMOTEO (1:3-20)
A. Far tacere i falsi dottori (1:3-11)
B. Riconoscenza per la grazia fedele di Dio (1:12-17)
C. Riaffermazione dell’incarico di Timoteo (1:18-20)
III. DISPOSIZIONI RIGUARDANTI LA VITA DELLA CHIESA (2:1−3:16)
A. La preghiera (2:1-7)
B. Uomini e donne (2:8-15)
C. Anziani e diaconi (3:1-13)
D. La condotta nella chiesa (3:14-16)
IV. L’APOSTASIA NELLA CHIESA (4:1-16)
A. Avvertimento circa l’imminente apostasia (4:1-5)
B. Istruzioni specifiche in vista dell’imminente apostasia (4:6-16)
V. ISTRUZIONI SPECIFICHE SULLE VARIE TIPOLOGIE DI CREDENTI (5:1−6:2)
A. Gruppi di fasce d’età differenti (5:1-2)
B. Le vedove (5:3-16)
C. Gli anziani (5:17-25)
D. Servi e padroni (6:1-2)
VI. I FALSI DOTTORI E L’AMORE PER IL DENARO (6:3-10)
VII. RACCOMANDAZIONI FINALI (6:11-21)

1054
1 TIMOTEO 1:2

Commentario

I. SALUTI in futuro risolverà il problema della


(1:1-2) nostra liberazione.
1:2 La lettera è indirizzata a Timo-
1:1 Paolo si presenta anzitutto come teo, definito legittimo figlio nella fede
apostolo di Cristo Gesù. Un apostolo (nell’ambito della fede). Ciò può voler
è un “inviato”; dunque Paolo afferma dire che Timoteo aveva afferrato la sal-
semplicemente di aver ricevuto l’in- vezza grazie all’apostolo, forse durante
carico divino di svolgere l’opera mis- la prima visita di Paolo a Listra (vd. At
sionaria. 14:6-20). Tuttavia l’impressione genera-
La sua autorità deriva dall’ordine le che ricaviamo da Atti è che Timoteo
di Dio, nostro Salvatore, e di Cristo fosse già un discepolo quando Paolo lo
Gesù, nostra speranza . Ciò mette incontrò la prima volta (vd. At 16:1-2).
in risalto il fatto che Paolo non si era In tal caso l’espressione legittimo fi-
scelto il ministero come mezzo di so- glio nella fede significa che Timoteo
stentamento né vi era stato indirizzato dimostrava di avere le stesse qualità
dagli uomini. Egli aveva ricevuto una spirituali e morali di Paolo; inoltre era
chiamata ben precisa da Dio a predi- un legittimo discendente dell’apostolo
care, insegnare e soffrire. In questo perché possedeva lo stesso carattere.
versetto Dio Padre è chiamato nostro Stock afferma: “Felice il giovane cre-
Salvatore. Generalmente, nel N.T., con dente che ha una tale guida, e felice la
l’appellativo di Salvatore si suole indi- guida cristiana che ha la ‘faretra’ piena
care il Signore Gesù; nondimeno, qui di tali ‘legittimi’ figli!”
non vi è contraddizione. Dio, infatti, è Il saluto consueto delle lettere del
il Salvatore degli uomini poiché desi- N.T. è: “grazia e pace”. In 1 e 2 Timoteo,
dera salvarli, ha inviato suo Figlio per Tito e 2 Giovanni è più ampio: grazia,
compiere l’opera di redenzione e dà la misericordia e pace. Le prime tre epi-
vita eterna a chiunque accetta per fe- stole furono scritte a singoli individui,
de il Signore Gesù. Cristo è il Salvatore invece che a chiese, e questo spiega
poiché si è fatto crocifiggere, comple- l’aggiunta del termine misericordia.
tando l’opera necessaria affinché Dio La grazia esprime tutte le risorse
potesse salvare i peccatori mediante divine necessarie per la vita e il ser-
un atto di giustizia. vizio cristiani. La misericordia parla
Qui si parla del Signore Gesù come della cura e della protezione pietose di
della nostra speranza, come è ricorda- Dio per chi è nel bisogno e sul punto
to in Cl 1:27: “Cristo in voi, la speranza di cadere. La pace rappresenta la tran-
della gloria”. La nostra sola speranza di quillità interiore che proviamo quan-
arrivare in cielo è riposta nella Perso- do ci appoggiamo al Signore. Queste
na e nell’opera del Signore Gesù. Tutte tre benedizioni vengono da Dio Padre
le luminose prospettive offerteci nella e da Cristo Gesù nostro Signore. La
Bibbia, infatti, ci appartengono sola- deità di Cristo è implicita in questo
mente in virtù del personale rapporto versetto nel quale Paolo parla di lui co-
instaurato con Cristo Gesù. me uguale al Padre. Con l’espressione
Consideriamo, inoltre, Ef 2:14, dove Cristo Gesù nostro Signore si intende
Cristo è la nostra pace, e Cl 3:4, dove rilevare la signoria di Cristo. Nel N.T.
Cristo è la nostra vita. Cristo è la no- gr. l’appellativo “Salvatore” ricorre
stra pace, poiché nel passato ha risolto ventiquattro volte, laddove “Signore”
il problema del nostro peccato; Cristo vanta oltre cinquecento ricorrenze.
è la nostra vita perché risolve il pro- Questa importante statistica dovreb-
blema della nostra potenza al presen- be consentirci di ricavare un valido
te; Cristo è la nostra speranza perché insegnamento personale.

1055
1 TIMOTEO 1:3

II. L’INCARICO DI TIMOTEO re interrogativi e dubbi nella mente


(1:3-20) dell’individuo, senza promuovere l’ope-
ra di Dio, che è fondata sulla fede. Dio
A. Far tacere i falsi dottori non ha ideato l’intero piano di reden-
(1:3-11) zione per provocare dubbi e discussio-
1:3 Apparentemente, dopo il suo primo ni, bensì per suscitare la fede nel cuore
arresto a Roma, Paolo si recò a Efeso degli uomini. La comunità di Efeso non
con Timoteo. Allorché si diresse in Ma- deve farsi attrarre da argomenti insul-
cedonia, l’apostolo incaricò Timoteo di si, bensì consacrarsi alle nobili verità
restare a Efeso per qualche tempo per della fede cristiana, che dimostrano di
insegnare la Parola di Dio e mettere in essere una benedizione per gli uomini
guardia i credenti dai falsi dottori. e ispirano la fede anziché il dubbio.
Dalla Macedonia Paolo si diresse a 1:5 Forse l’aspetto più importante da
sud verso Corinto. Fu, probabilmente, comprendere in questo versetto è che
proprio da questa città che scrisse la questo incarico non aveva lo scopo di
Prima lettera a Timoteo. Nel v. 3, infat- inculcare nei credenti vaste conoscen-
ti, l’apostolo scrive: “Ti ripeto ciò che ze dottrinali. Paolo scrive, bensì, che lo
ti ho detto mentre andavo in Macedo- scopo di questo incarico è l’amore. Lo
nia: rimani a Efeso”. Da ciò non si deve scopo dell’incarico affidato a Timoteo
concludere che Timoteo fu nominato è produrre non solo l’ortodossia, ma
pastore della chiesa di Efeso. Nel brano anche l’amore che viene da un cuore
non vi è alcuna indicazione al riguardo. puro, da una buona coscienza e da
Timoteo era destinato a svolgervi so- una fede sincera. La predicazione del
lamente un incarico temporaneo. Egli vangelo della grazia di Dio produce
aveva il compito di vietare ad alcuni sempre questi tre frutti.
uomini dell’assemblea di insegnare L’amore comprende, indubbiamen-
dottrine contrarie alla fede cristiana e te, l’amore per Dio, per i credenti e per il
di aggiungerne altre. Tra le principali mondo in generale. Esso deve scaturire
false dottrine in questione rientrava- da un cuore puro: se la vita interiore è
no il legalismo e lo gnosticismo. Paolo contaminata, il vero amore cristiano
esortava il giovane a perseverare nella stenta a crescervi. Questo amore de-
missione, qualora fosse stato colto dalla ve altresì essere il frutto di una buona
tentazione di fuggire da tali problemi. coscienza, ossia di una coscienza non
1:4 Timoteo avrebbe altresì dovuto macchiata da offese verso Dio e gli uo-
ordinare a questi uomini di non pre- mini. Infine, questo amore deve essere
stare attenzione a favole e a genealogie il prodotto di una fede sincera (lett.
senza fine. È impossibile sapere con “non ipocrita”), ossia di una fede priva
esattezza a cosa si faccia riferimento di maschere.
con l’espressione favole e genealogie. Né i falsi insegnamenti né, tanto me-
Alcuni le identificano con le leggende no, le favole e le genealogie potrebbero
sorte tra alcuni dottori giudei. Altri produrre alcuna delle qualità elencate
pensano che si tratti di miti e di genea- da Paolo! Soltanto l’insegnamento della
logie proposte dagli gnostici. È interes- grazia di Dio produce un cuore puro,
sante notare che anche le sette religiose una buona coscienza e una fede sincera
odierne presentano queste stesse e questi, a loro volta, generano l’amore.
caratteristiche. Sono nate storie e leg- Per stabilire se un insegnamento è
gende fantasiose riguardo ai fondatori vero o falso occorre domandarsi se es-
di molte false religioni e le genealogie so produce questi stessi risultati.
occupano tuttora un posto molto im- 1:6 Alcuni avevano deviato da un
portante, p. es., nel mormonismo. cuore puro, da una buona coscienza
Tali argomenti, privi di qualsiasi e da una fede sincera. L’espressione si
valore, servono solamente a insinua- sono abbandonati può significare che

1056
1 TIMOTEO 1:9

costoro avevano preso la direzione sba- che la regola di vita del credente non è la
gliata o mancato l’obiettivo. Qui si dà, legge, bensì Cristo. E neppure si rendo-
indubbiamente, il primo caso. Quegli no conto che un uomo non può essere
uomini, infatti, non solo avevano falli- sotto la legge senza essere sotto la ma-
to lo scopo di raggiungere tali risultati, ledizione. La legge condanna a morte
ma non l’avevano neppure perseguito! chiunque non riesca a ubbidire ai suoi
Di conseguenza essi si erano abban- sacri precetti. Poiché nessuno è in gra-
donati a discorsi senza senso. Il loro do di ubbidire perfettamente alla legge,
parlare era vano, inconcludente e non tutti sono condannati a morte. Ma Cri-
santificava gli uomini. sto ha riscattato i credenti dalla male-
In questa lettera Paolo usa spesso il dizione della legge perché è “divenuto
pronome alcuni (o sinonimi). All’epoca maledizione per noi” (vd. Ga 3:10, 13).
in cui scrisse questa prima lettera, i fal- L’apostolo scrive che questi sedicen-
si dottori rappresentavano una mino- ti dottori della legge... non sanno né
ranza nella chiesa. Quando arriveremo quello che dicono né quello che affer-
a 2 Timoteo, vedremo che il pronome mano con tanta sicurezza. Costoro non
“alcuni” non è più frequente. Gli equi- potevano parlare della legge con com-
libri erano cambiati: la deviazione dal- petenza poiché non comprendevano lo
la sana dottrina era sempre più diffusa. scopo per il quale essa era stata data né
Apparentemente la minoranza era di- la sua relazione col credente.
ventata la maggioranza. 1:8 Paolo afferma nel modo più
1:7 I falsi dottori cui Paolo fa riferi- chiaro possibile che non c’è nulla che
mento nei versetti precedenti erano non vada nella legge. “Così la legge è
giudaizzanti che tentavano di conci- santa, e il comandamento è santo, giu-
liare giudaismo e cristianesimo, legge sto e buono” (Ro 7:12). Tuttavia, se ne
e grazia. Essi sostenevano che la fede deve fare un uso legittimo. Essa non è
in Cristo non era sufficiente per essere stata data come strumento di salvezza
salvati. Costoro insistevano, inoltre, (vd. At 13:39; Ro 3:20; Ga 2:16, 21; 3:11).
sulla necessità della circoncisione e del La legge è usata in modo legittimo
rispetto della legge di Mosè, insegnan- quando è impiegata nella predicazione
do che tale legge doveva regolare la vita e nell’insegnamento per convincere di
del credente. peccato. Non dovrebbe essere presen-
Questo falso insegnamento si è in- tata come mezzo di salvezza o come
sinuato in ogni secolo della storia del- regola di vita.
la chiesa ed è il peggior flagello della Guy King ha fatto notare che le
cristianità moderna. Nella sua forma tre lezioni che la legge insegna sono:
attuale esso stabilisce che, benché ne- “Dobbiamo. Non abbiamo. Non pos-
cessaria alla salvezza, la fede in Dio va siamo”. Quando la legge ha assolto al
corroborata dal battesimo, dall’appar- proprio compito nella vita di un pec-
tenenza a una chiesa, dall’osservanza catore, allora questi è pronto a gridare
delle regole, dalla penitenza, dal ver- a Dio: “Signore, salvami attraverso la
samento della decima o dalle “opere tua grazia!”(2) Chi insegna che la leg-
buone”. Quanti diffondono il legalismo ge è essenziale per la salvezza o per la
non si rendono conto che la salvezza si santificazione non è coerente, giacché
riceve mediante la fede in Cristo e non insegna anche che l’eventuale trasgres-
mediante le opere previste dalla legge. sione di un credente non comporta la
Non capiscono che le buone azioni non pena di morte. Ma questo equivale a
sono la causa bensì l’effetto della sal- non riconoscere l’autorità della legge.
vezza. Non si diventa credenti perché La legge che non prevede una punizio-
si compiono delle buone opere, ma si ne è soltanto un pio consiglio.
compiono delle buone opere perché si 1:9 ...la legge è fatta non per il giusto.
è credenti. I legalisti non comprendono Chi è giusto non ha bisogno della legge.

1057
1 TIMOTEO 1:10

Ciò vale per il credente. Chi è salvato per saggio del vangelo. Paolo evidenzia che
la grazia di Dio non ha bisogno di sotto- il vangelo narra della gloria di Dio in
stare ai dieci comandamenti per vivere un modo meraviglioso. Esso racconta
una vita santa: infatti, non è il timore che quel Dio santo, retto e giusto è, allo
della punizione che convince il creden- stesso tempo, un Dio di grazia, miseri-
te a vivere santamente, bensì l’amore cordia e amore. Il suo amore ci procurò
per il Salvatore morto sul Golgota. quanto la sua santità esigeva; così ora
L’apostolo prosegue elencando le coloro che ricevono il Signore Gesù ot-
tipologie di individui per cui è stata tengono la vita eterna.
prevista la legge. Molti commentatori Questo è il vangelo che è stato affi-
biblici hanno rilevato una stretta con- dato alle cure dell’apostolo. Esso ha co-
nessione tra questa descrizione e i dieci me fondamento il Signore Gesù Cristo
comandamenti. I dieci comandamenti glorificato e rivela agli uomini che egli
si dividono in due sezioni: i primi quat- non è soltanto il Salvatore, ma anche
tro concernono l’ubbidienza dell’uomo Signore.
a Dio (pietà), mentre gli altri sei riguar-
dano il suo dovere verso il prossimo B. Riconoscenza per la grazia fedele
(rettitudine). I seguenti termini sem- di Dio (1:12-17)
brano corrispondere alla prima parte 1:12 Nel brano precedente Paolo ha de-
dei dieci comandamenti: per gl’iniqui scritto i falsi dottori e il loro tentativo
e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per di imporre la legge ai credenti di Efe-
i sacrileghi e gl’irreligiosi… L’espres- so. Ora ricorda la propria conversione,
sione per gli omicidi è collegata al sesto avvenuta non mediante l’osservanza
comandamento: “Non uccidere” (Es della legge, ma per grazia di Dio. L’apo-
20:13). Qui gli omicidi sono gli assassi- stolo non era stato un uomo giusto, ma
ni, non chi uccide accidentalmente. il primo dei peccatori (v. 15). I vv. 12-17
1:10 I termini fornicatori e sodomiti, sembrano illustrare l’uso legittimo del-
che definiscono eterosessuali immora- la legge secondo l’esperienza personale
li e omosessuali, si richiamano al setti- di Paolo. L’apostolo non considerava la
mo comandamento: “Non commettere legge come una via di salvezza, bensì
adulterio” (Es 20:14). L’espressione per come uno strumento per convincere di
i mercanti di schiavi è evidentemente peccato.
in relazione con l’ottavo comandamen- In primo luogo, l’apostolo si profon-
to: “Non rubare” (Es 20:15). Bugiardi e de in ringraziamenti a Cristo Gesù per
spergiuri hanno attinenza con il nono la sua grazia abilitante. Egli non vuole
comandamento: “Non attestare il falso mettere in risalto ciò che Saulo di Tarso
contro il tuo prossimo” (Es 20:16). ha fatto per il Signore, ma ciò che il Si-
L’espressione finale e per ogni altra gnore ha fatto per lui. E non potrà mai
cosa contraria alla sana dottrina non fare a meno di meravigliarsi perché il
si collega direttamente al decimo co- Signore Gesù non solo lo ha salvato,
mandamento, ma sembra abbracciare ma lo ha anche stimato degno di ser-
tutti i comandamenti e riassumerli. virlo. La legge non avrebbe mai potuto
1:11 È difficile stabilire la relazio- mostrare una simile grazia, anzi le sue
ne di questo versetto rispetto ai pre- inflessibili condizioni avrebbero con-
cedenti. Potrebbe significare che la dannato a morte il peccatore Saulo.
“sana dottrina” menzionata nel v. 10 è 1:13 Da questo versetto risulta più
secondo il vangelo, oppure che quan- che evidente che Paolo, prima della
to Paolo ha esposto riguardo alla legge conversione, aveva infranto i dieci co-
nei vv. 8-10 si accorda perfettamente mandamenti. Egli parla di sé come di
col vangelo che predica. O, ancora, che un uomo che prima era un bestem-
quanto ha scritto riguardo ai falsi dot- miatore, un persecutore e un violento.
tori, nei vv. 3-10, è in armonia col mes- Come bestemmiatore parlava male dei

1058
1 TIMOTEO 1:15

cristiani e del loro Capo, Gesù. Come significato sembra essere più chiaro se
persecutore cercava di mettere a morte consideriamo che Paolo non rifiutò la
i credenti poiché, ai suoi occhi, la nuova grazia di Dio, anzi rispose affidandosi
setta cui appartenevano rappresentava al Signore Gesù e amando il Santo che
una minaccia al giudaismo. Nell’ese- un tempo aveva odiato.
cuzione del suo piano malvagio egli 1:15 Questa è la prima delle cinque
prendeva piacere nel trattare i credenti certezze (vd. inoltre 3:1; 4:9; 2 Ti 2:11;
con arroganza, violenza e brutalità. Tt 3:8) espresse nelle lettere pastorali.
Benché possa non apparire evidente Certa è quest’affermazione perché è
nella traduzione italiana, i termini be- Parola di Dio e non può né mentire né
stemmiatore, persecutore e violento sbagliare. Gli uomini possono permet-
esprimono un crescendo di crudeltà. Il tersi di credere ad essa con fede assolu-
primo peccato è fatto di sola invettiva; ta. Non credere, invece, è irragionevole
il secondo indica le sofferenze inflitte e senza senso. Essa è anche degna di
ad altri a causa del loro credo religioso; essere pienamente accettata perché si
il terzo evoca, in particolare, gli aspetti rivolge a tutti, racconta quello che Dio
della crudeltà e della sopraffazione. ha fatto per tutti ed estende il dono del-
Ma Paolo ottenne misericordia per- la salvezza a tutti.
ché, avendo agito per ignoranza nella L’appellativo Cristo Gesù enfatizza
sua incredulità, non fu punito come la deità del Signore. Colui che dal cielo
meritava. Perseguitando i cristiani, venne sulla terra era, prima di tutto,
egli credeva di rendere un servizio a Dio (Cristo) e, quindi, uomo (Gesù). La
Dio. Poiché la religione dei suoi avi preesistenza del Salvatore è suggerita
proclamava l’adorazione del vero Dio, dall’espressione è venuto nel mondo.
egli non poteva fare a meno di pensare L’inizio della sua esistenza non fu a Bet-
che la fede cristiana fosse nemica dello lemme. Egli dimorava con Dio Padre
Yahweh dell’A.T. Con tutto lo zelo e con da tutta l’eternità, ma venne al mondo
tutta l’energia di cui era capace, cerca- come uomo con uno scopo preciso. Il
va di difendere l’onore di Dio ucciden- calendario rende testimonianza della
do i credenti. venuta di Gesù datando qualsiasi avve-
Molti insistono sull’importanza che nimento della storia con le formule a.C.
zelo, fervore e buona fede hanno per e d.C. (“avanti Cristo” e “dopo Cristo”).
Dio, ma l’esempio di Paolo dimostra Quale fu lo scopo della sua venuta? .
che lo zelo non basta. Infatti, se un uo- ...per salvare i peccatori. Gesù non
mo è nel torto, il suo zelo aggrava l’er- venne per salvare i giusti (non ce n’era-
rore. Maggiore è lo zelo, più gravi sono no!) né per salvare chi osservava la
i danni! legge alla perfezione (nessuno era in
1:14 Non solo Paolo sfuggì al meritato grado di farlo).
castigo (misericordia), ma ricevette cle- Ecco che arriviamo al cuore della dif-
menza abbondante e immeritata (grazia). ferenza tra il vero cristianesimo e tutti
“Dove il peccato è abbondato, la grazia [di gli altri insegnamenti. Le false religioni
Dio] è sovrabbondata” (Ro 5:20). insegnano all’uomo che c’è qualcosa
La grazia del Signore non fu con- che può fare o essere per guadagnarsi
cessa a Paolo invano, come ci spiega il favore di Dio. Il vangelo spiega che
l’espressione con la fede e con l’amore l’uomo è un peccatore perduto, il qua-
che è in Cristo Gesù. La grazia di cui le non può salvarsi da solo: l’unica via
Paolo era stato oggetto era accompa- di accesso per il cielo passa attraverso
gnata dalla fede e dall’amore che è in l’opera vicaria compiuta dal Signore
Cristo Gesù. Naturalmente questo po- Gesù sulla croce. L’insegnamento del-
trebbe significare che, come la grazia la legge cui Paolo allude all’inizio di
proviene dal Signore, così anche fede questo capitolo lascia spazio alla carne
e amore traggono origine da lui. Ma il poiché dice all’uomo esattamente ciò

1059
1 TIMOTEO 1:16

che questi si aspetta di sentire, ossia allo stesso modo, probabilmente, sarà
che esiste un modo di contribuire alla salvato il residuo d’Israele durante la
propria salvezza. Nondimeno, il vange- futura tribolazione. Tale interpretazio-
lo ripete fermamente che tutta la gloria ne pare confermata dalle parole “pri-
per l’opera della salvezza deve andare a mo” ed “esempio” del v. 16.
Cristo soltanto. L’uomo non può nulla, 1:16 Paolo ottenne misericordia per
a parte macchiarsi di peccato; nel pro- essere una dimostrazione vivente del-
cesso di redenzione tutto è compiuto la pazienza di Gesù Cristo. Così come
dal Signore Gesù. era stato il primo dei peccatori, ora
Lo Spirito di Dio operò affinché Pao- l’apostolo era il primo esempio dell’in-
lo comprendesse di essere il primo dei faticabile grazia del Signore. Come ha
peccatori. Se anche non fosse stato il osservato William Kelly, egli sarebbe
primo dei peccatori, senza ombra di stato il “Reperto A”, una testimonianza
dubbio si trovava in prima fila. È inte- vivente del “divino amore, superiore
ressante notare che l’appellativo “pri- alla più profonda ostilità, e della pa-
mo dei peccatori” non è attribuito a un zienza divina che sfinisce l’opposizio-
uomo immerso nell’idolatria e nell’im- ne più varia e ostinata”. (3)
moralità, ma a un uomo cresciuto in In campo editoriale, prima di stam-
una casa giudea ortodossa! Il suo pec- pare la versione definitiva di un testo
cato era di natura dottrinale: egli non si stampa una prima bozza, un model-
accettava la Parola di Dio riguardo alla lo, o un campione del testo stampato.
Persona e all’opera del Signore Gesù La conversione di Paolo costituisce,
Cristo. Rifiutare il Figlio di Dio è il più dunque, un “saggio dimostrativo”, un
grave dei peccati. esempio di ciò che Dio farà con la na-
Occorre notare, inoltre, che Paolo zione d’Israele, quando il Liberatore
precisa: dei quali io sono il primo. Egli verrà da Sion (vd. Ro 11:26).
non si esprime al passato (“ero”) bensì In senso più lato, si tratta di un invi-
al presente (sono). I santi più consacra- to rivolto ai peccatori a non disperare,
ti sono, spesso, i più consapevoli della a dispetto della gravità dei loro pec-
loro natura corrotta. cati. Gli uomini possono consolarsi
In 1 Co 15:9 (scritta nel 57 d.C. ca) poiché, come il Signore ha già salvato
Paolo si definisce il “minimo degli apo- il primo dei peccatori, anch’essi pos-
stoli”. In Ef 3:8 (scritta nel 60 d.C. ca) sono trovare grazia e misericordia
parla si sé come del “minimo fra tutti cercandolo e ravvedendosi. Credendo
i santi”. In questa prima lettera a Ti- in lui, anch’essi possono trovare la vi-
moteo, risalente a un’epoca successi- ta eterna.
va, l’apostolo si definisce il primo dei 1:17 Rievocando la sua meravigliosa
peccatori. Ciò è indice del progresso di relazione con Dio nella grazia, Paolo
Paolo nell’umiltà cristiana. si lascia andare a questa incantevole
L’espressione il primo dei peccatori dossologia. È difficile capire se sia in-
non significa il peggiore in assoluto, ma dirizzata a Dio Padre o al Signore Ge-
il primo (in ordine di tempo) in relazio- sù. Le parole Re eterno sembrano fare
ne al popolo d’Israele. In altre parole, la riferimento al Signore Gesù, perché
sua conversione è una prefigurazione egli è chiamato “Re dei re e Signore dei
senza pari della futura conversione del signori” (Ap 19:16). Tuttavia, l’agget-
popolo d’Israele. Egli si definisce un tivo invisibile può indicare il Padre,
“aborto” (vd. 1 Co 15:8) nel senso che giacché il Signore Gesù si mostrò pa-
la sua nuova nascita ha avuto luogo lesemente agli occhi mortali. Il fatto
prima del tempo della futura rinascita che non siamo in grado di distinguere
d’Israele. Paolo è stato salvato median- di quale Persona della Deità si tratti
te una rivelazione diretta del cielo e potrebbe servire a indicare la loro as-
indipendentemente da mezzi umani; soluta uguaglianza.

1060
1 TIMOTEO 1:20

In primo luogo, il Re eterno è defini- Chi ha ricevuto un dono, soprattutto


to immortale, aggettivo che ne indica pubblicamente, deve guardarsi, tra
l’inalterabilità e l’indistruttibilità. Dio impegni costanti, predicazione con-
è altresì invisibile. Egli è apparso agli tinua e lavoro sotto lo sguardo degli
uomini nell’A.T. e il Signore Gesù ce lo uomini, dal trascurare la vita segreta
ha rivelato in forma visibile, ma resta della pietà davanti a Dio. Non ci am-
il fatto che Dio è invisibile all’occhio monisce la Scrittura che è possibile
umano. Quindi è definito l’unico Dio predicare con tutta l’eloquenza degli
sapiente (ND). Tutta la saggezza, dun- uomini e degli angeli e tuttavia non
que, proviene esclusivamente da Dio essere nulla? Ciò che per Dio porta
frutto, e che avrà la sua splendida ri-
(vd. Gm 1:5).
compensa nel giorno che verrà, è la
vita di pietà dalla quale deve scaturi-
C. Riaffermazione dell’incarico re ogni servizio sincero.(4)
di Timoteo (1:18-20)
1:18 L’incarico cui si allude è, senza Alcuni contemporanei di Paolo ave-
dubbio, lo stesso di cui nei vv. 3 e 5, vano rinunciato a una buona coscienza
vale a dire la sconfessione dei falsi dot- e così avevano fatto naufragio quanto
tori. Per incoraggiare il figlio Timoteo alla fede. Si erano comportati come un
a svolgere questo importante compi- marinaio stolto che getta la bussola in
to, l’apostolo gli ricorda le circostanze mare.
in cui era avvenuta la sua chiamata al Coloro la cui fede era naufragata
servizio cristiano. erano veri credenti che non avevano
L’espressione in armonia con le mantenuto desta la loro coscienza. Essi
profezie che sono state in precedenza avevano intrapreso la loro vita cristiana
fatte a tuo riguardo sembra indica- come una splendida nave che prende il
re che, prima dell’incontro fra Paolo largo ma che, invece di tornare al porto
e Timoteo, un profeta si fosse alzato con i vessilli sventolanti e il carico pie-
nell’assemblea e avesse annunciato no, si è incagliata sugli scogli: avevano
che il giovane sarebbe stato usato dal vergognosamente compromesso se
Signore per il suo servizio. Un profeta stessi e la loro testimonianza.
era un portavoce cui Dio si compia- 1:20 Ignoriamo se Imeneo e Ales-
ceva di rivelare la propria volontà ri- sandro siano gli stessi uomini menzio-
guardo a qualche particolare azione nati in 2 Ti 2:17 e 4:14 né conosciamo la
da intraprendere e la comunicava alla natura della loro bestemmia. Da que-
chiesa. Il giovane Timoteo seppe di sto passo apprendiamo soltanto che
essere stato scelto tramite le parole costoro avevano bestemmiato e ab-
del profeta che, in tal modo, gli aveva bandonato la buona coscienza. Nel N.T.
annunciato il suo futuro ruolo come bestemmiare (5) non sempre equivale a
servitore di Gesù Cristo. Se si fosse ingiuriare Dio. Il termine potrebbe al-
scoraggiato nell’opera del Signore, non tresì indicare un discorso offensivo o
avrebbe dovuto far altro che ricordare malvagio contro il prossimo, alluden-
queste profezie ed essere così esortato do tanto alla condotta di questi uomini
e incoraggiato a combattere la buona quanto alle loro parole. Naufragando
battaglia. nella fede, certamente costoro avevano
1:19 In questa battaglia Timoteo spinto altri a disprezzare la via della
avrebbe dovuto conservare la fede e verità e così le loro vite erano impron-
una buona coscienza. Non è sufficien- tate alla bestemmia.
te conoscere perfettamente la dottrina Questa è la tragedia di quei credenti
della fede cristiana: si può essere or- che, malgrado un trascorso di attività e
todossi senza, tuttavia, possedere una di brillante testimonianza, si lasciano
buona coscienza. sviare dall’errore, soffocando le proprie
Hamilton Smith scrive: coscienze.

1061
1 TIMOTEO 2:1

L’apostolo scrive di averli consegna- L’apostolo elenca quattro aspetti


ti a Satana. Alcuni studiosi colgono in della preghiera: suppliche, preghie-
queste parole un semplice riferimento re, intercessioni, ringraziamenti . È
alla scomunica, ipotizzando che Paolo piuttosto difficile fare una distinzione
avesse stabilito la necessità di mantene- tra le prime tre. Nell’uso moderno, la
re quegli elementi al di fuori della chiesa supplica suggerisce l’idea di un’im-
locale, al fine di spingerli al ravvedi- plorazione intensa e fervente, ma qui
mento e al ristabilimento della comu- si tratta di richieste specifiche per
nione con il Signore e con il suo popolo. bisogni specifici. Il termine tradotto
Tale ipotesi presenta una difficoltà: la con preghiere è molto generico e com-
facoltà di scomunica era demandata prende tutti i tipi di approccio rispet-
alla chiesa locale, non agli apostoli. In toso a Dio. Le intercessioni sono le
1 Co 5 Paolo non scomunicò l’uomo che richieste rivolte a Dio in favore di altri.
aveva commesso un incesto bensì con- I ringraziamenti sono preghiere con
sigliò ai Corinzi di farlo. cui l’orante, ricordando la grazia e la
Secondo l’altra principale linea bontà del Signore, gli apre il suo cuore
interpretativa, era prerogativa degli in segno di gratitudine.
apostoli consegnare un individuo a Sa- Potremmo dunque riassumere que-
tana. Oggi tale prerogativa non sareb- sto versetto ricordando che, nel pregare
be più applicabile, giacché non vi sono per tutti gli uomini, dovremmo essere
più apostoli. Questi ultimi, dunque, umili, riverenti, fiduciosi e grati.
avevano l’autorità di consegnare un 2:2 Qui Paolo menziona, in parti-
individuo a Satana affinché gli fosse- colare, i re e... tutti quelli che sono
ro inflitte sofferenze fisiche o gli fosse costituiti in autorità perché devono oc-
comminata addirittura la morte, co- cupare un posto speciale nelle nostre
me nel caso di Anania e Saffira (vd. At preghiere. Altrove l’apostolo ricorda
5:1-11). Ovviamente questo tipo di di- che le autorità esistenti sono stabilite
sciplina aveva un intento correttivo: da Dio (vd. Ro 13:1) e che sono ministri
affinché imparino a non bestemmia- di Dio per il nostro bene (vd. Ro 13:4).
re. Non si trattava di dannazione bensì Questo versetto assume un signifi-
di correzione. cato particolare quando ricordiamo
che fu scritto ai tempi di Nerone. Le
III. DISPOSIZIONI RIGUARDANTI terribili persecuzioni che questo mal-
LA VITA DELLA CHIESA (2:1–3:16) vagio sovrano infliggeva ai cristiani
non esimevano i credenti dal pregare
A. La preghiera per i loro governanti. Il N.T. insegna
(2:1-7) che un credente deve essere leale ver-
Paolo ha esaurito il primo argomento so i propri governanti, a eccezione del
relativo all’incarico di diffida dei fal- caso in cui gli ordinassero di disubbi-
si dottori e si appresta a trattare l’ar- dire a Dio. In tal caso, la sua principale
gomento della preghiera. È opinione responsabilità è verso Dio. Un credente
diffusa che questo passo riguardi la non dovrebbe lasciarsi coinvolgere in
preghiera pubblica, nondimeno, in es- atti di rivolta o di violenza contro il go-
so non vi è nulla che possa escluderne verno. Egli può semplicemente rifiutare
l’applicazione alla preghiera privata. di ubbidire a qualsiasi ordine contrario
2:1 La preghiera per tutti gli uomini alla Parola di Dio e, quindi, affrontare
è sia un privilegio sia un obbligo. Per noi la punizione con calma e sobrietà.
è un privilegio assoluto avere udienza Noi credenti siamo invitati a prega-
presso Dio a favore dei nostri simili. Ma re per i governanti affinché possiamo
è anche un obbligo, poiché siamo debi- condurre una vita tranquilla e quieta
tori verso tutti per quanto concerne la in tutta pietà e dignità. È per il nostro
buona notizia della salvezza. bene che il governo dovrebbe essere

1062
1 TIMOTEO 2:6

stabile e il paese preservato da rivolte, favore di tutti gli uomini. Come unico
guerre civili, disordini e anarchia. Dio, egli desidera la salvezza di tutti gli
2:3 Pregare per tutti gli uomini, uomini. Se fosse un dio fra tanti, po-
compresi re e autorità, è buono e gra- trebbe preoccuparsi soltanto dei propri
dito davanti a Dio. È buono in sé e gra- adoratori.
dito davanti a Dio, nostro Salvatore. In secondo luogo, c’è un solo me-
L’appellativo di Salvatore che Paolo diatore fra Dio e gli uomini, quindi
rivolge a Dio è assai indicativo. Dio de- nessuno può andare a Dio in un altro
sidera che tutti gli uomini siano salvati modo. Un mediatore è un intercessore,
e, di conseguenza, pregare per tutti gli un intermediario che si interpone tra
uomini equivale a promuovere la vo- le due parti e comunica con entrambe.
lontà di Dio a questo riguardo. Tramite Cristo, fatto uomo, Dio è mes-
2:4 Questa è una ulteriore spiegazio- so nella condizione di avvicinarsi agli
ne del v. 3. Dio vuole che tutti gli uomi- uomini e perdonarne i peccati. Di con-
ni siano salvati (vd. Ez 33:11; Gv 3:16; seguenza, qualsiasi povero peccatore
2 P 3:9). Per questo motivo dovremmo può accostarsi a lui e non ne sarà mai
pregare per tutti gli uomini ovunque si respinto.
trovino. Paolo identifica il Mediatore con Cri-
Questo versetto pone l’accento sugli sto Gesù uomo. Ciò non nega la deità
aspetti umani e divini della salvezza. del Signore Gesù. Per essere il mediato-
Nella prima parte del versetto si di- re fra Dio e gli uomini, infatti, egli deve
chiara che l’uomo deve essere salvato. essere sia Dio che uomo. Il Signore Ge-
Qui il verbo è coniugato nella forma sù è Dio dall’eternità, ma è diventato
passiva; l’uomo non può salvarsi da sé, uomo nella mangiatoia di Betlemme.
ma deve essere salvato da Dio. Questo Egli rappresenta l’intera razza umana.
è l’aspetto divino della salvezza. Il suo nome, Cristo Gesù, ne racchiude
Per essere salvato, l’uomo deve ar- la natura divina e umana. Cristo è l’ap-
rivare alla conoscenza della verità . pellativo che lo definisce come l’Unto
Dio non salva gli uomini contro la loro di Dio, il Messia. Gesù è il nome impo-
volontà. Dio non popola il cielo di indi- stogli nella sua incarnazione.
vidui ribelli. L’uomo deve presentarsi Il versetto risponde efficacemente
spontaneamente a colui che ha detto: all’insegnamento, oggi così comune, che
“Io sono la via, la verità e la vita” (Gv Maria, gli angeli o i santi siano mediatori
14:6). Questo è l’aspetto umano della tra Dio e gli uomini. Esiste un solo me-
salvezza. diatore e il suo nome è Cristo Gesù.
Da queste parole dovrebbe essere Questo versetto riassume il messag-
chiaro che qui non si insegna la sal- gio dell’A.T. e del N.T. Un solo Dio era
vezza universale. Anche se Dio vuole il messaggio dell’A.T. affidato a Israele;
che tutti gli uomini siano salvati, non un solo mediatore è il messaggio del
tutti lo saranno. Inizialmente, non N.T. affidato alla chiesa. Come Israele
rientrava nella volontà di Dio che i figli è venuto meno alla sua responsabilità
d’Israele vagassero per quarant’anni adorando gli idoli, così la chiesa pro-
nel deserto, eppure fu ciò che avvenne. fessante è venuta meno al proprio im-
Dio permise che ciò avvenisse, ma non pegno ammettendo, tra sé e Dio, altri
era quello il sentiero di benedizioni che mediatori (Maria, i santi, il clero ecc.).
aveva tracciato per loro. 2:6 L’apostolo ribadisce che Dio de-
2:5 Non è completamente chiaro il sidera la salvezza di tutti gli uomini. Lo
legame tra questo versetto e il prece- dimostra il fatto che Cristo Gesù ha da-
dente. In ogni caso, il concetto pare to se stesso come prezzo di riscatto per
chiaro: esiste un solo Dio; dunque egli tutti. Il riscatto è il prezzo pagato per il
è il Dio di tutti gli uomini e a lui do- rilascio o la liberazione di una persona.
vrebbero essere rivolte le preghiere a È importante osservare che il riscatto

1063
1 TIMOTEO 2:7

è per tutti. Ciò significa che l’opera del può indicare l’onestà e la fedeltà con
Signore Gesù sulla croce del Golgota cui l’apostolo svolgeva il suo ministe-
è sufficiente per la salvezza di tutti i ro di insegnamento ma, con maggiore
peccatori. Ma ciò non significa che tut- probabilità, riguarda i contenuti del
ti saranno salvati, giacché la salvezza suo insegnamento. In altre parole, egli
comporta anche la volontà dell’uomo. insegnava agli stranieri le questioni
Questo è uno dei numerosi versetti inerenti alla fede e alla verità.
in cui si proclama che la morte di Cristo
fu di natura vicaria. Egli morì per tutti. B. Uomini e donne
Che non tutti lo accettino è un altro (2:8-15)
discorso, tuttavia il valore dell’opera 2:8 Riprende il tema della preghiera
salvifica di Cristo è, indiscutibilmente, pubblica; stavolta la nostra attenzione
sufficiente per tutti. è diretta verso chi dovrebbe guidare
...questa è la testimonianza resa a il popolo di Dio nelle orazioni. Con
suo tempo significa che si doveva testi- l’espressione io voglio, Paolo esprime
moniare dell’opera sostitutiva di Cristo la propria volontà e risolutezza a tale
a tempo debito. Lo stesso Dio che de- proposito.
sidera la salvezza di tutti gli uomini, e La lingua originale del N.T. usa due
ha fornito loro il mezzo di salvezza, ha parole diverse che possono essere en-
stabilito che il messaggio del vangelo trambe tradotte uomini. La prima si
dovesse essere diffuso nell’epoca in cui riferisce all’umanità in generale, men-
viviamo. Tutto ciò è stato progettato tre la seconda indica gli uomini in con-
per dimostrare l’ardente desiderio di- trapposizione alle donne; qui è usata
vino di benedire l’umanità. quest’ultima. Secondo le istruzioni
2:7 Come dimostrazione finale del- dell’apostolo, la preghiera pubblica
la volontà di Dio di salvare tutti gli dovrebbe essere guidata dagli uomini,
uomini, Paolo dichiara di essere stato ma non dalle donne. E non solo dagli
costituito predicatore e apostolo… anziani, ma da tutti gli uomini.
per istruire gli stranieri. Allora come L’espressione in ogni luogo potrebbe
adesso, i non Giudei rappresentavano significare che ogni credente può pre-
la stragrande maggioranza della po- gare in qualsiasi momento, ovunque si
polazione mondiale. L’apostolo non trovi. Tuttavia, poiché il tema qui svi-
era stato inviato a un esiguo segmento luppato è, a quanto sembra, la preghiera
dell’umanità, come i Giudei, ma alle pubblica, sarebbe meglio interpretare
nazioni pagane. il versetto come segue: “Ovunque un
Paolo si definisce predicatore e apo- gruppo di credenti si riunisca per pre-
stolo per istruire. Letteralmente un gare, il compito di guidare la preghiera
predicatore è un messaggero, un divul- è affidato agli uomini, non alle donne”.
gatore del vangelo. I doveri di un apo- Sono indicati i tre requisiti che deve
stolo sono, in un certo senso, più ampi: possedere l’uomo che prega in pub-
questi non solo predica il vangelo, ma blico. Anzitutto, deve alzare mani
fonda chiese, guida le assemblee locali pure. Qui non si allude, ovviamente,
in materia di ordine e disciplina e parla alla condizione fisica, bensì alla vita
con l’autorità di un inviato del Signore interiore. In questo caso le mani sim-
Gesù Cristo. L’insegnante ha il compito boleggiano la condotta dell’uomo. In
di istruire e spiegare la Parola di Dio in secondo luogo, dovrebbe essere senza
modo tale che tutti la comprendano. ira. Si rileva l’incoerenza di colui che
Per porre maggiore enfasi su quan- esibisce un temperamento collerico e
to sta affermando, Paolo ratifica il si leva nell’adunanza per pregare Dio
suo diritto di istruire gli stranieri con a favore dell’assemblea. Durante la
le parole: io dico il vero, non mento. preghiera pubblica, infine, la condotta
L’espressione nella fede e nella verità dell’uomo deve essere senza dispute.

1064
1 TIMOTEO 2:12

Ciò significa che non deve polemizza- alle trecce non escluderebbe le sem-
re, bensì confidare nella capacità e nel- plici trecce, che possono essere molto
la buona volontà di Dio di ascoltare e pudiche quanto, piuttosto, le acconcia-
rispondere alle preghiere. Questi sono, ture elaborate e appariscenti. Durante
in breve, i tre requisiti degli uomini che la preghiera è sicuramente inappro-
guidano la preghiera nell’assemblea: priato indossare gioielli o abiti costosi
1. santità e purezza verso di sé; e mettersi in mostra.
2. amore e pace verso il prossimo; 2:10 In questo versetto conosciamo
3. una fede certa verso Dio. il lato positivo dell’ornamento femmi-
2:9 Dopo aver trattato dei requisi- nile. Compiere opere buone è ciò che si
ti degli uomini, ora l’apostolo espone addice alle donne che fanno professio-
quelle che dovrebbero essere le qualità ne di pietà. Questo è l’“abbigliamento”
delle donne radunate in chiesa per la che non distrae gli altri dalla comunio-
preghiera. Esse dovrebbero anzitutto ne con Dio ma che, al contrario, rinsal-
vestire in modo decoroso, con pudore e da l’unione fraterna, non causa invidie
modestia. Giovanni Crisostomo dà del- e gelosie ma costituisce un buon esem-
la locuzione modo decoroso una defini- pio da seguire. Insieme alla sana dottri-
zione che non potrebbe essere migliore: na, le opere buone sono un argomento
importante nelle lettere pastorali: esse
Cos’è, dunque, il modo decoroso? costituiscono l’equilibrio della vita del
Che le donne si coprano comple- credente.
tamente e modestamente, e senza 2:11 Per quanto riguarda il suo ruolo
ornamenti superflui; perché l’uno
nelle riunioni pubbliche della chiesa,
è decoroso, l’altro no. Ti disponi a
la donna impari in silenzio con ogni
pregare Dio con i capelli acconciati
sfoggiando ninnoli d’oro? Stai forse
sottomissione. Ciò è coerente col resto
andando a un ballo? a un banchetto della Scrittura su questo argomento
nuziale? a una festa di carnevale? Lì (vd. 1 Co 11:3-15; 14:34-35).
queste cose sontuose potrebbero es- 2:12 Paolo scrive: non permetto alla
sere opportune: qui nessuna di esse è donna d’insegnare, e lo scrive perché
richiesta. Vieni per pregare, chiedere ispirato da Dio. Non si tratta di un suo
perdono per i tuoi peccati, implorare personale pregiudizio, come alcuni
per le tue colpe, supplicare il Signo- ritengono. È Dio a decretare che, nella
re… Via tutta questa ipocrisia! (6) chiesa, le donne non dovrebbero avere
un ministero pubblico di insegnamen-
Aver pudore significa evitare tutto to. Le sole eccezioni sono l’insegna-
ciò che potrebbe provocare disonore, mento ai bambini (vd. 2 Ti 3:15) e alle
in ossequio ai principi di riservatezza giovani (vd. Tt 2:4). Né una donna può
e decoro. L’abbigliamento femminile usare autorità sull’uomo. Ciò signifi-
deve essere improntato alla modestia. ca che non deve dominare sull’uomo,
Da un canto, la donna non dovrebbe ma stare in silenzio. Forse è oppor-
attirare l’attenzione su di sé con abiti tuno aggiungere che quanto espresso
alla moda o appariscenti che potreb- nella seconda parte del versetto non è
bero suscitare l’ammirazione o perfino limitato all’assemblea locale. Si tratta
l’invidia di chi vorrebbe adorare Dio. di un principio fondamentale nei rap-
D’altro canto, dovrebbe evitare di farsi porti di Dio con l’umanità che all’uo-
notare indossando abiti trasandati o mo sia dato il comando e che la donna
antiquati. Riguardo all’abbigliamento, sia in una posizione di sottomissione.
le Scritture suggeriscono una linea di Ciò non significa che ella sia inferio-
condotta improntata all’equilibrio e re giacché, evidentemente, non lo è;
all’autocontrollo. nondimeno, è contro la volontà di Dio
Eccessi come trecce, oro, perle o ve- che la donna abbia autorità o dominio
sti lussuose vanno evitati. L’accenno sull’uomo.

1065
1 TIMOTEO 2:13

2:13 Per dimostrare questo princi- 2. Poiché la traduzione lett. di questa


pio, Paolo si richiama anzitutto alla espressione è “attraverso il parto”,
creazione di Adamo ed Eva. Adamo fu alcuni pensano che, con il termi-
formato per primo, e poi Eva . L’ordi- ne “parto”, si alluda alla nascita del
ne stesso della creazione è indicativo: Messia: le donne sarebbero salva-
creando l’uomo per primo, Dio lo de- te tramite colui che nacque da una
stinò a essere il capo, ossia colui che donna. Tale spiegazione, però, non
esercita l’autorità e il controllo. Il fatto sembra cogliere appieno il senso del
che la donna sia stata creata in un se- brano, giacché gli uomini sono sal-
condo tempo significa che ella dovreb- vati allo stesso modo.
be sottomettersi al marito. Basando le 3. Infine, riteniamo che non si possa ra-
sue argomentazioni sull’ordine della gionevolmente ipotizzare il consegui-
creazione, Paolo impedisce che la que- mento della salvezza eterna in virtù
stione assuma una connotazione di della maternità, giacché si tratterebbe
problema culturale locale. di una salvezza per opere e, per giunta,
2:14 La seconda prova si richiama di natura alquanto insolita!
all’ingresso del peccato nella razza Proponiamo la seguente interpreta-
umana. Invece di avvicinarsi diret- zione del brano come la più adeguata.
tamente ad Adamo, il serpente andò Anzitutto, in questo contesto, non si
da Eva con le sue tentazioni e le sue tratta della salvezza dell’anima del-
menzogne. Secondo le intenzioni di la donna, ma della salvezza della sua
Dio, Eva non avrebbe dovuto agire in- posizione nella chiesa. Secondo ciò
dipendentemente: ella avrebbe dovuto che Paolo ha detto in questo capitolo,
esporre il problema all’uomo. Invece alcuni potrebbero avere l’impressione
lasciò che Satana la seducesse e cadde che non vi sia spazio per la donna nei
in trasgressione. piani e nelle decisioni di Dio, come se
A questo proposito bisogna ricorda- ella fosse ridotta a una non-entità. Ma
re che oggi i “falsi dottori” hanno l’abi- Paolo stesso contesterebbe questa af-
tudine di far visita nelle case quando ci fermazione. È certamente vero che non
sono più probabilità che la donna sia le è affidato alcun ministero pubblico
sola, vale a dire quando il marito è pre- nella chiesa, ma ella ha un compito im-
sumibilmente al lavoro. portante. Dio ha stabilito che il posto
Adamo non fu sedotto. Sembra che della donna sia in casa e, più specifica-
abbia peccato a ragion veduta. Alcuni tamente, che cresca i figli per l’onore e
ipotizzano che, non appena vide che la la gloria del Signore Gesù Cristo. Pen-
donna aveva già peccato, volle mante- siamo alle madri delle attuali guide
nere l’unione con lei e si immerse an- delle chiese cristiane! Queste donne
che lui nel peccato. Ma le Scritture non non sono mai salite su un pulpito per
dicono ciò: semplicemente affermano predicare il vangelo ma, crescendo i lo-
che la donna fu sedotta e che Adamo ro figli per Dio, certamente sono state
non lo fu. salvate per quanto riguarda la loro po-
2:15 Questo è uno dei versetti più sizione e la loro fecondità per Dio.
difficili delle lettere pastorali ed è stato Lilley scrive:
spiegato in vari modi. La donna sarà salvata dalle conse-
1. Alcuni credono che sia semplice- guenze del peccato e resa capace di
mente una promessa di Dio alla ma- mantenere una posizione di influen-
dre credente: ella sarà salvata dalla za nella chiesa se accetterà la sua na-
morte partorendo figli. Ma ciò non è turale vocazione di moglie e madre,
sempre vero, perché è già avvenuto e a patto che la sua accettazione sia
che donne credenti consacrate e de- ulteriormente ratificata mediante il
vote siano morte mettendo al mondo frutto di un carattere cristiano san-
un figlio. tificato.(7)

1066
1 TIMOTEO 3:1

A questo punto è lecita una doman- Oggi il “vescovo” è un ministro della


da: “E le donne che non si sposano?” chiesa che esercita la propria autorità
Risponderemo che, in questo brano, su molte assemblee locali. Al contrario,
Dio considera le donne in generale. La nel N.T. troviamo invariabilmente che
maggior parte delle credenti si sposa e c’erano più vescovi in una chiesa locale
ha figli. Le donne che, invece, rappre- (vd. At 14:23; 20:17; Fl 1:1; Gm 5:14).
sentano un’eccezione, possono svolge- Nell’originale gr. il sostantivo epi-
re molti altri utili ministeri che, però, scopoi, che qui e in At 20:28 è tradotto
continuano a non includere l’insegna- con vescovo, significa lett. sorveglian-
mento pubblico o l’esercizio dell’auto- te. Un vescovo, o sorvegliante, è pari a
rità sugli uomini. un anziano. Gli stessi “anziani” di cui
Consideriamo attentamente la con- in At 20:17 sono chiamati “vescovi” in
dizione prescritta alla fine del v. 15: At 20:28 (inoltre cfr Tt 1:5 con 1:7). Nel
...tuttavia sarà salvata partorendo figli, linguaggio moderno abbiamo anche
se persevererà nella fede, nell’amore e il termine “presbitero”, che è una sem-
nella santificazione con modestia. Non plice traslitterazione del gr. presbuteros,
è esattamente una promessa incondizio- normalmente tradotto “anziano”. Gli
nata. Se il marito e la moglie hanno una appellativi “vescovo”, “sorvegliante”,
testimonianza cristiana coerente, ono- “anziano” e “presbitero” indicano, dun-
rano Cristo in casa, crescono i figli nel ti- que, la medesima figura.
more e nell’ubbidienza al Signore, allora Aggiungiamo che il sostantivo tra-
la posizione della donna sarà salvata. Ma dotto con “anziano” (presbuteros) indi-
se i genitori vivono in modo sconsiderato ca talvolta un uomo avanti negli anni
o mondano e trascurano l’educazione e e non necessariamente la guida di una
la formazione dei figli, questi ultimi po- chiesa (vd. 1 Ti 5:1); nella maggior par-
trebbero essere perduti per Cristo e per te dei casi, tuttavia, esso definisce un
la chiesa. In questo caso la madre, come uomo al quale, nella chiesa locale, è
il padre, non conquista la vera dignità riconosciuto l’esercizio della cura pa-
che Dio ha stabilito per lei. storale del popolo di Dio.
Non si creda che, essendo di caratte- Il N.T. prevede l’esistenza di vescovi
re privato e limitato alla casa, il mini- o anziani in ogni chiesa locale (vd. Fl
stero femminile sia meno importante 1:1). Tuttavia non sarebbe esatto soste-
di quello pubblico. È stato detto a ra- nere che una chiesa non potrebbe esi-
gion veduta: “La mano che culla regge stere senza vescovi. In Tt 1:5 è evidente
il mondo”! Nel giorno che verrà, davan- che, a Creta, sorgevano giovani chiese
ti al tribunale di Cristo, sarà giudicata nelle quali non erano ancora stati co-
soprattutto la fedeltà, qualità che si stituiti degli anziani.
può esercitare tanto in casa quanto da Solamente il Santo Spirito di Dio
un pulpito. può fare di un uomo un anziano, come
si evince da At 20:28. Lo Spirito Santo
C. Anziani e diaconi rende sensibile il cuore di un uomo alla
(3:1-13) necessità di dedicarsi a questa impor-
3:1 Certa è quest’affermazione . tante opera e gli procura il necessario
La seconda delle cinque certezze per svolgere il servizio. È impossibile
(vd. commento a 1:15) espresse in 1 Ti- fare di un uomo un vescovo votando-
moteo riguarda l’attività dei vescovi lo o consacrandolo a tale servizio. La
della chiesa locale. Un vescovo è un chiesa locale ha la responsabilità di
credente maturo e sensibile, impegna- riconoscere al suo interno gli uomini
to nella cura della vita spirituale di una che lo Spirito Santo di Dio ha preposto
comunità locale. Egli non governa im- come anziani (vd. 1 Te 5:12-13). È vero
ponendosi sul popolo di Dio bensì gui- che nella Lettera a Tito è scritto che gli
dandolo con il suo esempio spirituale. anziani erano “costituiti”, ma in quel

1067
1 TIMOTEO 3:2

caso Tito sceglieva semplicemente gli per chiunque voglia esercitare la guida
uomini che avevano le qualità per es- spirituale nella chiesa locale. Alcuni
sere degli anziani. A quel tempo i cre- obiettano che oggi nessuno è all’altez-
denti non disponevano ancora del N.T. za di tali requisiti. Non è vero. Una si-
in forma scritta e, dunque, ignoravano mile obiezione destituisce d’autorità
quali fossero esattamente i requisiti le Sacre Scritture e permette a uomini
indispensabili agli anziani. Così Paolo mai accreditati dallo Spirito Santo di
inviò loro Tito con le informazioni ne- essere vescovi.
cessarie e diede istruzione al giovane Bisogna dunque che il vescovo sia
di costituire gli uomini scelti dallo Spi- irreprensibile. Ciò significa che non
rito di Dio per quel ministero. devono sussistere gravi mancanze
L’identificazione degli anziani da a suo carico. Con ciò non si intende
parte di un’assemblea locale può esse- un’assenza di peccato, bensì la sol-
re informale. Avviene spesso che i cre- lecitudine nel rimediare a eventuali
denti sappiano istintivamente chi sono trasgressioni nei confronti di Dio e del
i loro anziani, poiché ne riconoscono le prossimo. L’irreprensibilità non con-
qualifiche grazie a 1 Ti 3 e Tt 1. D’altra siste solamente nell’avere una repu-
parte, il riconoscimento degli anziani tazione inappuntabile, ma altresì nel
potrebbe richiedere una procedura più mantenerla tale.
formale. Una chiesa locale potrebbe In secondo luogo, il vescovo deve
riunirsi con il chiaro intento di ricono- essere marito di una sola moglie. A
scere pubblicamente gli anziani. In tal proposito di tale requisito sono state
caso, la prassi solitamente prevede la azzardate diverse interpretazioni. Al-
lettura e il commento di passi scrittura- cuni suggeriscono che il vescovo deb-
li pertinenti all’argomento. Dopodiché, ba essere sposato, giacché uno scapolo
i credenti della chiesa locale indicano non avrebbe l’esperienza necessaria
coloro che ritengono essere gli anziani per gestire i problemi familiari. Se
dell’assemblea. Infine, i nomi vengono questa espressione significa che un
annunciati all’intera adunanza. Se una vescovo deve essere sposato, allora,
chiesa non ha anziani validi, l’unica sulla falsariga di tale ragionamento,
risorsa è pregare che il Signore susciti dal v. 4 dovremmo dedurre che un
tali uomini in futuro. anziano deve obbligatoriamente avere
La Scrittura non specifica il nume- dei figli!
ro degli anziani per una chiesa locale, Altri ritengono che marito di una
tuttavia parla sempre di pluralità . È sola moglie comporti il divieto di ri-
semplicemente questione di quanti sposarsi in caso di vedovanza. Questa
uomini rispondono alla guida dello è un’interpretazione molto rigida, che
Spirito Santo in una data situazione. potrebbe gettare discredito sulla santi-
...se uno aspira all’incarico di ve- tà del vincolo matrimoniale. (8)
scovo, desidera un’attività lodevole. Si Secondo una terza interpretazione,
tende a pensare che questa sia una ca- il vescovo non deve essere divorziato.
rica ecclesiastica solenne e maestosa, Questa interpretazione ha un pregio
che comporta poca o nessuna respon- considerevole, ma non sembra offrire
sabilità, laddove, in realtà, è un’attivi- una spiegazione esauriente.
tà da svolgersi per il popolo di Dio, un Un’altra ipotesi è che un vescovo non
umile servizio. deve macchiarsi di alcuna infedeltà, o
3:2 I vv. 2-7 descrivono i requisiti del scorrettezza, nel suo matrimonio: la sua
vescovo, evidenziando quattro princi- condotta morale deve essere irrepren-
pali caratteristiche: 1° il carattere; 2° la sibile. Questo insegnamento è, indub-
testimonianza familiare; 3° la capacità biamente, sempre valido, a prescindere
di insegnare; 4° una conversione non dall’effettivo significato del brano.
recente. Sono questi i principi divini Un’ultima spiegazione, all’apparenza

1068
1 TIMOTEO 3:5

singolare ma che va comunque presa in ge di Dio (vd. 1 Pt 5:2) e saper usare le


considerazione, ravvisa, tra i requisiti Scritture per confutare chi insegna
del vescovo, il divieto di poligamia. In false dottrine (vd. At 20:29-31). Ciò non
terra di missione oggi capita spesso che significa che un vescovo debba avere,
un poligamo sia salvato. Si dia il caso necessariamente, il dono dell’insegna-
di un individuo che, al momento della mento, bensì che ha facoltà, sia nel
conversione, abbia quattro mogli. Suc- ministero nelle case, sia nell’assem-
cessivamente questi chiede di essere blea, di esporre le dottrine della fede,
battezzato e accolto nella chiesa locale. dispensare rettamente la Parola della
Come deve comportarsi il missionario? verità (vd. 2 Ti 2:15) ed essere pronto e
Qualcuno risponde che l’uomo dovreb- desideroso di farlo.
be ripudiare tre mogli. Tale provvedi- 3:3 Con l’espressione non dedito al
mento, tuttavia, comporterebbe delle vino si indica l’assenza di una dipen-
gravi difficoltà. Il poligamo chiedereb- denza dall’alcool. Il vescovo non deve
be quale delle mogli deve mandare via. essere un uomo incline al bere, onde
Le ama tutte e dà a tutte loro una casa. non rischiare di abbandonarsi a futi-
Inoltre, se le ripudiasse, esse non avreb- li diatribe, o di diventare rissoso. Né,
bero mezzi di sussistenza e qualcuna tanto meno, violento. Egli non userà
potrebbe essere costretta a prostituirsi mai la violenza fisica nei confronti del
per sopravvivere. La soluzione di Dio a prossimo.
un problema di tal genere non consiste- L’espressione né avido di illeciti gua-
rebbe mai in un rimedio peggiore del dagni non compare in molti antichi
male. Molti missionari cristiani risolvo- mss., ma sono comunque presenti in
no il problema permettendo all’uomo di M. (9) L’amore per il denaro porterà frut-
essere battezzato e accolto nella chiesa ti malvagi, in chiesa come nel mondo.
locale, ma chiarendo che egli non potrà Un anziano deve essere mite. Nel
mai essere un anziano della chiesa fin- suo lavoro in chiesa si dovrà mantene-
ché sarà poligamo. re pacato, paziente e mansueto.
L’aggettivo sobrio indica la prati- Non deve essere litigioso, contenzio-
ca della moderazione non solamente so e polemico su ogni piccolezza. Non
nel cibo e nelle bevande, ma altresì insiste sui propri diritti, ma è calmo e
nell’astensione dagli eccessi spirituali. amabile.
L’aggettivo prudente esclude qual- Un vescovo non è attaccato al dena-
siasi sconsideratezza. Il vescovo deve ro, non lo ama. Egli è interessato alla
essere serio, responsabile, assennato. Si vita spirituale del popolo di Dio e rifiu-
rende conto che “le mosche morte fan- ta di esserne distolto dall’attaccamento
no puzzare e imputridire l’olio del pro- ai beni materiali.
fumiere: un po’ di follia guasta il pregio 3:4 Per essere riconosciuto “sorve-
della saggezza e della gloria” (Ec 10:1). gliante”, un uomo deve governare bene
Un vescovo deve essere dignitoso, os- la propria famiglia e tenere i figli sot-
sia mantenere uno stile di vita decoroso. tomessi e pienamente rispettosi. Tale
Il suo amore per il prossimo ne fa requisito è valido fintanto che i figli vi-
una persona ospitale : egli apre la sua vono nella casa paterna. Una volta che
casa ai salvati e ai perduti cercando di i figli si saranno formati una propria
essere una benedizione per quanti si famiglia tale requisito non sarà più
trovano sotto il suo tetto. necessario. Se un uomo governa bene
Un anziano deve essere capace di la propria famiglia, eviterà gli estremi
insegnare. Quando visita coloro che di una severità eccessiva e di un’indul-
hanno problemi spirituali, deve esse- genza ingiusta.
re in grado di volgersi alle Scritture e 3:5 Qui il discorso è chiaro. Se un
spiegare la volontà di Dio in materia. uomo non si dimostra capace di gover-
Deve essere capace di pascere il greg- nare la propria famiglia, come potrà

1069
1 TIMOTEO 3:6

aver cura della chiesa di Dio ? In casa la sua trappola, li espone alla derisione,
sua il numero dei membri è relativa- al biasimo e al disprezzo.
mente esiguo. I familiari gli sono tutti 3:8 L’apostolo affronta ora il discorso
imparentati e la maggior parte di loro dei diaconi. Nel N.T. il diacono è sem-
è molto più giovane di lui. In chiesa, plicemente un servo. Generalmente si
invece, il numero dei fedeli tende a ritiene che un diacono si occupi degli
crescere e all’aumento numerico cor- affari temporali della chiesa locale,
risponde una molteplicità di caratteri e mentre ai vescovi spetti interessarsi
di temperamenti. È ovvio che un uomo della sua vita spirituale. Questa inter-
che non si dimostra all’altezza di go- pretazione dei compiti dei diaconi si
vernare a livello domestico, non sarà basa ampiamente su At 6:1-5, in cui si
qualificato a livello ecclesiastico. accenna alla scelta di alcuni uomini da
Questo versetto è importante perché incaricarsi alla distribuzione giornalie-
definisce il compito dell’anziano: aver ra di denaro alle vedove della chiesa. In
cura della chiesa di Dio. Notiamo che realtà, nel brano di Atti non è usato il
non dice “governare” la chiesa di Dio. termine “diacono”, bensì la forma ver-
L’anziano non è né un despota né un bale derivata: “Non è conveniente che
“re buono”, bensì un uomo che guida il noi lasciamo la Parola di Dio per servire
popolo di Dio come un pastore guida le [diakonein] alle mense” (At 6:2).
pecore. I requisiti dei diaconi sono molto
L’unica altra occasione in cui trovia- simili a quelli dei vescovi, benché non
mo l’espressione “aver cura” è l’episo- siano altrettanto rigorosi. A differenza
dio del buon samaritano in Lu 10:34. del vescovo, al diacono non è richiesta
L’anziano che si prende cura della chie- la capacità d’insegnamento.
sa di Dio dovrebbe mostrare la stessa ...i diaconi devono essere dignitosi
amorevole e compassionevole atten- e degni di rispetto; non devono essere
zione che il buon samaritano dimostrò doppi nel parlare, ossia non inclini a ri-
alla vittima dei briganti. ferire notizie contraddittorie a persone
3:6 ...che non sia convertito di re- diverse o in occasioni diverse. Devono
cente. Un credente convertito da poco, essere coerenti.
o giovane nella fede, non è qualificato Non devono essere propensi a trop-
per essere vescovo. Il lavoro richiede po vino. Il N.T. non proibisce il con-
uomini di esperienza e di competenza sumo di vino per motivi terapeutici o
nella fede. Il pericolo è che il neocon- come bevanda in quei paesi in cui le
vertito diventi presuntuoso e cada nel- fonti idriche siano contaminate. Non-
la condanna inflitta al diavolo, ossia dimeno, pur essendogliene consentito
nel castigo inflitto a Satana a causa del un consumo moderato, il credente de-
suo orgoglio. Egli ambì a una posizione ve badare alla propria testimonianza
elevata cui non aveva alcun titolo e, di al riguardo. Mentre in alcuni paesi può
conseguenza, fu umiliato. concedersi del vino senza compromet-
3:7 Un vescovo ha una buona repu- tere la propria testimonianza, in altri
tazione fra i membri della comunità. paesi potrebbe costituire uno scandalo
Quelli di fuori sono i vicini non salvati. per gli increduli. Così, benché legitti-
Senza la loro buona testimonianza egli mo, il consumo di vino potrebbe rive-
può essere soggetto alle accuse degli larsi inopportuno.
uomini e al laccio del diavolo. Le ac- I diaconi non devono essere avidi di
cuse possono venire dai credenti e dai illeciti guadagni. Come già accennato,
non credenti. Il laccio del diavolo è la tra i compiti del diacono può rientrare
trappola allestita da Satana per cattu- la gestione dei fondi della chiesa locale.
rare coloro che tengono una condotta Ciò può esporlo a una particolare ten-
non coerente con la loro professione di tazione, se ha sete di denaro. Potreb-
fede. Non appena li ha fatti cadere nel- be essere tentato di servirsene a titolo

1070
1 TIMOTEO 3:13

personale. Giuda non è stato l’ultimo nella chiesa primitiva, come leggiamo
tesoriere che ha tradito il suo Signore in Ro 16:1, dove Febe è descritta come
per denaro! diaconessa della chiesa di Cencrea. (10)
3:9 I diaconi devono custodire il miste- Leggendo Ro 16:2 comprendiamo chia-
ro della fede in una coscienza pura, vale a ramente quale tipo di servizio queste
dire essere sani nella dottrina e nella fede. donne rendessero alla chiesa. Paolo
Non devono solamente conoscere la veri- scrive di Febe: “…ella ha pure prestato
tà, devono viverla. Il mistero della fede è assistenza a molti e anche a me”.
una definizione della fede cristiana. Mol- Qualsiasi interpretazione si accetti,
te dottrine cristiane furono tenute segrete queste donne devono essere dignitose
durante il periodo dell’A.T., ma furono poi ed equilibrate. Non devono essere mal-
rivelate dagli apostoli e dai profeti neo- dicenti né passare il tempo spettego-
testamentari. Ecco perché qui è usato il lando, riferendo notizie false o distorte
termine mistero. che danneggiano la reputazione altrui.
3:10 I diaconi, come gli anziani, Devono essere sobrie e dimostrare au-
dovrebbero essere prima provati, os- tocontrollo e moderazione.
sia controllati per qualche tempo, per Infine, devono essere fedeli in ogni
esempio nello svolgimento di qualche cosa. Con ciò, probabilmente, si inten-
incarico minore nella chiesa locale. Se de invitarle a essere altresì affidabili,
si dimostrano fedeli e fidati potranno leali, degne di fiducia e in grado di ri-
assumere incarichi di maggiore re- cevere e mantenere le confidenze per-
sponsabilità. sonali e i segreti di famiglia.
...poi svolgano il loro servizio o, sem- 3:12 L’apostolo ora torna a parlare
plicemente, “servano!” Come per i ve- dei diaconi specificando che devono
scovi, non si pone l’accento sulla carica essere mariti di una sola moglie. Le
ecclesiastica quanto, piuttosto, sul ser- svariate interpretazioni date a questa
vizio reso al Signore e al suo popolo. espressione sono le stesse del v. 2. Qui
Gli uomini trovati irreprensibili sia basti dire che anche i diaconi, come i
nella vita personale sia nella condotta vescovi, devono essere irreprensibili
pubblica possono ricevere l’autorizza- nella loro vita matrimoniale.
zione a servire come diaconi. Con l’ag- Anche i diaconi devono governare
gettivo irreprensibili si fa particolare bene i loro figli e le loro famiglie. Il
riferimento ai requisiti già menzionati. N.T. considera il fallimento in questo
A questo punto è bene ricordare campo come una mancanza di carat-
alcune figure diaconali nell’ambito tere cristiano. Ciò non significa che gli
della chiesa locale. Fra queste rientra uomini devono essere prevaricatori e
certamente il tesoriere, così come chi prepotenti, bensì che i loro figli dovreb-
sbriga la corrispondenza, il segretario, bero essere ubbidienti, dando in questo
il responsabile della scuola domenicale modo testimonianza della verità.
e i custodi. 3:13 La frase quelli che hanno svolto
3:11 Apparentemente questo ver- bene il compito di diaconi si acquista-
setto si riferisce alle mogli (ND) dei no un grado onorabile è ben esempli-
diaconi o alle mogli dei vescovi e dei ficata dalle figure di Filippo e Stefano.
diaconi. Le mogli dei responsabili di In At 6:5 questi uomini sono nominati
una chiesa dovrebbero essere donne tra i sette diaconi scelti per la gestione
dalla testimonianza integra, poiché e la distribuzione di denaro alle vedove
hanno il compito di aiutare i mariti nel della chiesa. Poiché essi avevano svolto
loro importante lavoro. il loro compito con lealtà, lo Spirito di
Tuttavia, la stessa parola “mogli” può Dio potrebbe averli “promossi” a di-
essere anche tradotta “donne”. Questa mensioni di servizio più elevate. Infat-
traduzione suggerisce il diaconato svol- ti, proseguendo nella lettura del libro
to dalle donne. Vi erano di queste donne degli Atti, troviamo Filippo nelle vesti

1071
1 TIMOTEO 3:14

di evangelista e Stefano di insegnante. visi in modo che fossero sotto gli occhi
Avendo svolto bene il compito di diaco- di tutti.
ni, erano stati promossi e avevano ac- La chiesa è l’elemento terreno che Dio
quistato un grado onorabile agli occhi ha scelto per rivelare e divulgare la sua
della chiesa locale. Una persona che verità. Essa è altresì il sostegno della ve-
esegue lealmente un compito, anche rità (qui il termine sostegno esprime il
se di poca importanza, si conquisterà concetto di fondamento, o di struttura
presto stima e rispetto a causa dell’affi- portante). La chiesa è raffigurata quale
dabilità e della devozione dimostrate. difesa e sostegno della verità di Dio.
Oltre a ciò, Filippo e Stefano ricevet- 3:16 Questo versetto è di ardua com-
tero il dono di una grande franchezza prensione. Una prima difficoltà consiste
nella fede che è in Cristo Gesù. Sicura- nel cogliere il nesso con quanto esposto
mente ciò significa che avevano ricevu- in precedenza. Forse qui abbiamo un
to una grande libertà di testimonianza compendio della verità di cui la chiesa
per Cristo, sia nell’insegnamento sia è “colonna e sostegno” (v. 15), oppure
nella preghiera. Ciò fu indubbiamente la spiegazione di come si manifesta la
il caso di Stefano, come si può notare potenza della pietà che, come ribadisce
dallo straordinario discorso che egli Paolo, è parte integrante del comporta-
pronunciò prima di subire il martirio. mento che si conviene alla casa di Dio.
J.N. Darby ha commentato:
D. La condotta nella chiesa
(3:14-16) Questo versetto è sempre stato citato
e interpretato come se parlasse del
3:14 L’apostolo scriveva con la speran-
mistero della Deità o della Persona di
za di vedere presto Timoteo. Con la lo-
Cristo. Invece è il mistero della pietà,
cuzione queste cose egli potrebbe fare vale a dire il segreto dal quale provie-
riferimento non soltanto a quanto pre- ne tutta la vera pietà, la fonte divina di
cede, ma anche a quanto segue. tutto quello che, nell’uomo, può esse-
3:15 Paolo ammetteva la possibilità re definito pietà… La pietà scaturisce
di tardare o perfino di non riuscire a dalla conoscenza dell’incarnazione,
recarsi a Efeso. In realtà non sappiamo della morte, della risurrezione e della
se riuscì a raggiungere Timoteo a Efeso. ascensione del Signore Gesù Cristo…
Qualora, dunque, avesse tardato, l’apo- In questo modo possiamo conoscere
stolo voleva che Timoteo sapesse come Dio e dal dimorare in questa cono-
bisogna comportarsi nella casa di Dio. scenza deriva la nostra pietà.(11)
Nei versetti precedenti Paolo ha
descritto come devono comportarsi i Paolo scrive che grande è il mistero
vescovi, i diaconi e le diaconesse o le della pietà. Con ciò non intende dichia-
mogli. Ora spiega quale deve essere il rare che sia un mistero totale, ma che la
comportamento dei credenti nella ca- verità, precedentemente sconosciuta,
sa di Dio. sulla Persona e sull’opera del Signore Ge-
Qui la casa di Dio è definita la chie- sù è assai sorprendente e straordinaria.
sa del Dio vivente, colonna e sostegno L’espressione Colui (12) che è stato
della verità. Nell’A.T. Dio dimorava nel manifestato in carne fa riferimento
tabernacolo e nel tempio, ma nel N.T. al Signore Gesù e, in particolare, alla
dimora nella chiesa. Si parla della chie- sua incarnazione. La vera pietà si ma-
sa del Dio vivente in contrasto con un nifestò per la prima volta allorché il
tempio in cui ci sono idoli senza vita. Salvatore nacque nella mangiatoia di
La chiesa è definita colonna e soste- Betlemme.
gno della verità. La colonna non servi- ...giustificato nello Spirito signi-
va solo a sorreggere una costruzione, fica forse “giustificato nel suo spirito
ma spesso era eretta nella piazza del umano”? Oppure “giustificato dallo
mercato per affiggervi gli eventuali av- Spirito Santo”? Noi propendiamo per

1072
1 TIMOTEO 4:1

questa seconda interpretazione. Ge- di un antico inno cristiano. La mede-


sù fu approvato dallo Spirito Santo di sima sequenza la si ritrova in un vec-
Dio al momento del battesimo (vd. Mt chio canto gospel intitolato “One Day”
3:15-17), della trasfigurazione (vd. Mt (“Un giorno”):
17:5), della risurrezione (vd. Ro 1:3-4) e
dell’ascensione (vd. Gv 16:10). Vivendo, mi ha amato; morendo,
Il Signore Gesù è apparso agli angeli mi ha salvato;
quando è nato, quando è stato tentato, Seppellito, ha portato via
durante l’agonia nel giardino di Getse- i miei peccati;
mani, alla risurrezione e all’ascensione. Risorgendo, mi ha giustificato
gratuitamente e per sempre;
Dal giorno della Pentecoste in poi
Un giorno egli tornerà:
egli è stato predicato fra le nazioni : il
oh, che giorno glorioso!
suo nome non ha raggiunto soltanto il
popolo giudeo, ma gli angoli più remoti – Charles H. Marsh
della terra.
L’espressione è stato creduto nel mon- IV. L’APOSTASIA NELLA CHIESA
do riferisce che uomini e donne di quasi (4:1-16)
tutte le tribù e nazioni hanno creduto
nel Signore Gesù. Non è scritto: “...è stato A. Avvertimento circa l’imminente
creduto dal mondo”. Benché la salvezza apostasia (4:1-5)
sia stata proclamata a livello mondiale, 4:1 Possiamo pensare che lo Spiri-
essa è stata accolta solo parzialmente. to parli esplicitamente in due modi:
Generalmente si concorda sul fatto 1° tramite Paolo (nel senso che quanto
che l’espressione è stato elevato in glo- egli afferma gli è stato divinamente ri-
ria si riferisca alla sua ascesa in cielo, velato); 2° per mezzo delle Scritture, in
dopo che ebbe completato l’opera di particolare del N.T., il quale preannun-
redenzione, e alla attuale posizione cia esplicitamente che i tempi futuri
che vi occupa. Vincent fa notare che è saranno caratterizzati dall’allontana-
scritto: “è stato elevato in gloria”, e non: mento dalla fede.
“nella gloria”. Ciò significa che l’eleva- I tempi futuri indicano un periodo
zione di Gesù avvenne “in una cornice che si colloca ben oltre quello in cui
di solennità e magnificenza, come si l’apostolo sta scrivendo.
addice a un generale vittorioso”. ...alcuni apostateranno dalla fede.
Alcuni attribuiscono a ciascuna Il pronome alcuni è tipico del linguag-
espressione un preciso significato, gio di 1 Timoteo. Quella che, in questa
ordinando gli eventi cronologica- lettera, si indica come una minoranza,
mente: 1° manifestato in carne allude sembra essere diventata la maggioranza
all’incarnazione; 2° giustificato nello in 2 Timoteo. Questi individui aposta-
Spirito alla morte e alla resurrezione; teranno, o si allontaneranno, dalla fe-
3° apparso agli angeli all’ascensione al de. Ciò, però, non significa che costoro
cielo; 4° predicato fra le nazioni e cre- siano effettivamente salvati, bensì che
duto nel mondo agli eventi successivi si professano credenti senza esserlo.
all’ascensione e, infine, 5° elevato in Conoscono il Signore Gesù, hanno ap-
gloria al giorno in cui tutti i redenti sa- preso che egli è l’unico Salvatore e, per
ranno riuniti, risuscitati dalla morte ed un certo tempo, hanno professato di se-
elevati con lui in gloria. Secondo que- guirlo, ma poi lo hanno rinnegato.
sta interpretazione, allora, e solo allora, Non si può leggere questo passo
6° il mistero della pietà sarà compiuto. senza pensare alla diffusione dei mo-
Comunque non vediamo il motivo vimenti settari dei nostri giorni. Qui si
per cui l’ordine debba necessariamen- spiega chiaramente l’origine delle fal-
te essere cronologico. Altri individua- se dottrine. La maggior parte dei loro
no in questo versetto un frammento seguaci frequentano delle cosiddette

1073
1 TIMOTEO 4:2

“chiese cristiane”. Probabilmente, in di sposarsi. Ma, in modo ancora più


un primo tempo, queste chiese profes- diretto, questo versetto fa riferimento
sano la sana dottrina ma, in seguito, alla dottrina degli spiritisti chiamata
scivolano verso il “vangelo sociale”. “affinità spirituale” la quale, secondo
Gli ideatori di queste dottrine si erano A.J. Pollock, “deride il vincolo matri-
affrettati a offrire un messaggio più moniale e si concretizza nel convin-
“positivo” e quei sedicenti cristiani si cere i propri compagni legittimi a
erano lasciati irretire. creare legami sacrileghi e illeciti con i
Essi danno retta, oppure cedono, a loro cosiddetti spiriti affini”. Possiamo
spiriti seduttori e a dottrine di demò- menzionare anche la posizione della
ni. Qui l’espressione spiriti seduttori chiesa scientista (“Christian Science”)
è usata in senso figurato per definire i nei confronti del matrimonio. La sua
falsi dottori che, spinti da spiriti mal- fondatrice, Mary Baker Eddy, sposatasi
vagi, ingannano gli sprovveduti. Le tre volte, ha scritto:
dottrine di demòni non sono inse- Finché ci verrà insegnato che Dio è
gnamenti riguardanti i demoni bensì il Padre di tutto, il matrimonio con-
dottrine ispirate dai demòni, o che tinuerà… Il matrimonio, che prima
affondano le radici nella dimensione era un punto fermo tra noi, deve per-
demoniaca. dere consensi.(13)
4:2 Il termine ipocrisia richiama alla
mente l’atteggiamento di chi “indossa La seconda dottrina dei demòni cui
una maschera”, tipico di quanti aderi- allude l’apostolo prescrive di astenersi
scono a una setta. Costoro cercano di da certi cibi. Simili dottrine sono dif-
nascondere la loro vera identità e non fuse tra gli spiritisti, i quali sostengono
vogliono che si scopra il sistema nel che il consumo di carne impedisce di
quale si identificano. Si mascherano entrare in contatto con gli spiriti. An-
utilizzando termini biblici e cantando che per teosofi e indù il sacrificio di
inni cristiani. Costoro non sono sola- qualsiasi forma di vita è un’empietà:
mente ipocriti ma anche bugiardi. Il essi credono, infatti, che l’anima di un
loro insegnamento non coincide con la uomo possa rivivere nel corpo di un
verità della Parola di Dio; essi lo sanno animale o in un’altra creatura.
e ingannano le persone di proposito. Il pronome che può indicare sia il
...segnati da un marchio nella pro- matrimonio sia i cibi. Entrambi, in-
pria coscienza. Forse, all’inizio, la loro fatti, sono stati creati da Dio perché li
coscienza era sensibile ma, essendo usassimo con rendimento di grazie.
stata troppo spesso soffocata dal pec- Non sono destinati soltanto ai non re-
cato contro la Luce, essa si è raffred- denti, ma a quelli che credono e hanno
data e indurita. Costoro non hanno ben conosciuto la verità.
più alcuno scrupolo nel contraddire la 4:4 ...tutto quel che Dio ha creato è
Parola di Dio e nell’insegnare cose che buono. Il cibo e il matrimonio sono cre-
sanno non essere vere. azioni di Dio e non sono da respingere,
4:3 Ora Paolo indica due dottrine de- se usati con rendimento di grazie. Dio
moniache. La prima insegna che il ma- ha istituito il matrimonio per la diffu-
trimonio è sbagliato, ma ciò è in aperto sione della vita umana (vd. Ge 1:28) e il
contrasto con la Parola di Dio: Dio stes- cibo per il sostentamento degli uomini
so, infatti, ha istituito il matrimonio, (vd. Ge 9:3).
prima che il peccato entrasse nel mon- 4:5 La parola di Dio stabilisce che ci-
do. Non vi è nulla di sacrilego nel matri- bo e matrimonio sono assegnati a uso e
monio: i falsi dottori che lo proibiscono consumo degli uomini. Perciò il cibo è
attaccano un’istituzione divina. santificato in Ge 9:3; Mr 7:19; At 10:14-15;
Un esempio di questo insegnamen- 1 Co 10:25-26. Del matrimonio si parla
to è la regola che vieta a preti e suore specificamente in 1 Co 7 e Eb 13:4.

1074
1 TIMOTEO 4:10

Il cibo, come il matrimonio, è santifi- ra, la meditazione e la testimonianza.


cato anche attraverso la preghiera. Pri- Stock commenta: “Non è possibile ‘la-
ma di ogni pasto bisognerebbe chinare sciarsi andare’ alla pietà... la corrente
il capo e ringraziare per il cibo (vd. Mt predominante è contro di noi”. Occor-
14:9; At 27:35). Con tale gesto chiedia- re, dunque, esercitarsi e impegnarsi.
mo al Signore di santificare il cibo per 4:8 Qui sono contrapposti due tipi di
rafforzare il nostro corpo e renderlo esercizio. Per il corpo può essere di qual-
in grado di servire Dio in modo più che utilità l’esercizio fisico, ma si tratta di
efficiente. In quanto al matrimonio, un valore relativo e limitato. D’altro can-
dovremmo pregare Dio di benedire to, l’esercizio della pietà è un bene per lo
l’unione dei due sposi per la sua gloria, spirito, l’anima e il corpo dell’uomo, non
per la benedizione del prossimo e per il solo per il tempo presente ma per l’eter-
bene della sposa e dello sposo. nità. Nella vita presente la pietà produce
Ringraziare per il cibo alla presenza la gioia più grande, recando con sé la
di non credenti è una buona testimo- promessa di una splendida ricompensa e
nianza. Non va bene ostentare o pro- della possibilità di gustare le glorie cele-
lungare la preghiera oltre il dovuto, ma sti nella vita futura.
neppure cercare di nascondere il ren- 4:9 I commentatori sono concor-
dimento di grazie a Dio per il cibo. di nel ritenere che questo versetto fa
riferimento a quanto appena spie-
B. Istruzioni specifiche in vista gato riguardo alla pietà. A proposi-
dell’imminente apostasia to del valore eterno e totalizzante
(4:6-16) della pietà, possiamo assicurare: Certa
4:6 Istruendo i fratelli su queste cose è quest’affermazione e degna di essere
(vv. 1-5), Timoteo sarà un buon servito- pienamente accettata . Si tratta della
re di Cristo Gesù. In luogo di servitore, terza “affermazione certa” della lettera
la ND ha “ministro”; tuttavia, come già (vd. commento a 1:15).
accennato, non c’è differenza, perché 4:10 ...infatti per questo, ossia per
“ministro” significa “diacono/servito- la pietà, fatichiamo e combattiamo.
re” (diakonos ). Egli sarà un servitore Paolo dichiara che la pietà è lo scopo
nutrito con le parole della fede e della per il quale profonde ogni sforzo. Ai
buona dottrina che ha imparata. non credenti questa potrebbe sembra-
4:7 In questo passo il servizio cristia- re un’aspirazione priva di valore. Ma il
no è paragonato a una gara atletica. Nel credente vede oltre le cose effimere di
v. 6 si è accennato alla corretta alimenta- questo mondo e ripone la propria spe-
zione del servitore di Cristo, la quale con- ranza nel Dio vivente. Tale speranza
siste di parole di fede e buona dottrina. non può essere delusa, perché il Dio
In questo versetto si parla dell’esercizio, vivente... è il Salvatore di tutti gli uo-
mirato al conseguimento della pietà. mini, soprattutto dei credenti. Dio... è
L’apostolo raccomanda a Timoteo di il Salvatore di tutti gli uomini perché
rifiutare le favole profane e da vecchie, li custodisce e provvede a loro giorno
senza sprecar tempo a combatterle ma, dopo giorno. Ma è anche il Salvatore
piuttosto, ignorandole e disdegnandole. di tutti gli uomini nel senso evidenzia-
Le favole da vecchie ci fanno pensare alla to in precedenza: egli ha provveduto
chiesa scientista, fondata da una donna la adeguatamente alla salvezza di tutti
quale sembra destare particolare interes- gli uomini. In particolar modo, egli è
se presso le donne di una certa età e che il Salvatore dei credenti perché questi
insegna favole invece della verità. ultimi hanno accolto la sua offerta di
Invece di perdere tempo con miti e salvezza. Possiamo affermare che è,
favole, Timoteo dovrà esercitarsi alla potenzialmente, il Salvatore di tutti gli
pietà. Tale esercizio comprende la let- uomini e, effettivamente, il Salvatore
tura e lo studio della Bibbia, la preghie- dei credenti.

1075
1 TIMOTEO 4:11

4:11 La locuzione queste cose fa pro- L’espressione nella fede significa, pro-
babilmente riferimento a quanto espo- babilmente, “con fedeltà” e comporta,
sto nei vv. 6-10. Timoteo dovrà ordinare altresì, i requisiti di affidabilità e serietà.
e insegnare questi precetti, senza stan- Sia le azioni sia le motivazioni devo-
carsi di proclamarli, al popolo di Dio. no essere improntate alla purezza.
4:12 All’epoca della stesura di questa 4:13 Probabilmente qui si allude al-
lettera Timoteo aveva presumibilmen- la chiesa locale piuttosto che alla vita
te tra i trenta e i trentacinque anni. personale di Timoteo. Questi dovrebbe
Rispetto ad alcuni anziani della chiesa applicarsi alla lettura pubblica delle
di Efeso, doveva essere relativamen- Scritture, all’esortazione e all’insegna-
te giovane. Ecco perché Paolo scrive: mento. Constatiamo un ordine ben
“Nessuno disprezzi la tua giovane età”. preciso. Anzitutto, Paolo pone enfasi
Ciò non significa che Timoteo dovesse sulla lettura pubblica della Parola di Dio.
salire su un piedistallo e ritenersi im- All’epoca la lettura pubblica era necessa-
mune da ogni critica, bensì che non ria poiché la diffusione delle Scritture era
doveva dar adito a riprovazione. Rap- assai limitata: pochi, infatti, possedeva-
presentando un esempio per i creden- no una copia della Parola di Dio. Dopo
ti, doveva evitare di destare critiche aver letto la Scritture, Timoteo era tenuto
giustificate. a esortare i credenti conformemente a
...nel parlare, Timoteo è invitato a quanto si era letto, dopodiché doveva
esprimersi in modo consono a un figlio insegnare le grandi verità della Parola di
di Dio, non soltanto evitando argomenti Dio. Questo versetto ci ricorda Ne 8, in
chiaramente vietati ma altresì i discorsi particolare il v. 8: “Essi leggevano nel li-
non edificanti per i suoi ascoltatori. bro della legge di Dio in modo compren-
...nel comportamento di Timoteo sibile; ne davano il senso, per far capire
nulla dovrebbe gettare discredito sul al popolo quello che leggevano”.
nome di Cristo. In ogni caso, non dovremmo esclu-
L’espressione nell’amore suggerisce dere da questo versetto l’idea di de-
che l’amore dovrebbe essere il moti- vozione personale. Prima di poter
vo conduttore della nostra condotta, esortare gli altri e insegnare loro la
lo spirito che lo suscita e lo scopo che Parola di Dio, Timoteo doveva renderla
persegue. concreta nella propria vita.
La locuzione nello Spirito non com- 4:14 Non ci è dato di sapere con esat-
pare nella maggior parte delle versioni tezza quale fosse il dono di Timoteo, se
e dei commentari che seguono il testo di evangelizzazione, di guida oppure di
critico, mentre si trova in TR e M. Guy insegnamento. Il tenore generale di que-
King deplora che l’entusiasmo (così egli ste lettere ci indurrebbe a credere che
interpreta tali parole) sia: egli fosse pastore e insegnante. In ogni
modo, sappiamo che il dono gli fu dato
…una qualità che, stranamente,
mediante la parola profetica insieme
manca nel temperamento di molti
all’imposizione delle mani dal collegio
credenti. Costoro riescono a infervo-
rarsi per una partita di calcio o per
degli anziani. Anzitutto gli fu dato me-
una campagna elettorale, ma così diante la parola profetica. Ciò significa
poco per il servizio di DIO. L’entu- che, un giorno, un profeta della chiesa
siasmo degli scientisti, dei testimoni locale si levò nel mezzo dell’assemblea
di Geova o dei comunisti dovrebbe annunciando che lo Spirito di Dio aveva
farci vergognare. Oh, se avessimo dato un dono a Timoteo. Non era stato
ancora lo zelo ardente della chiesa il profeta a conferire il dono: egli aveva
di un tempo! Questo spirito meravi- semplicemente comunicato la notizia.
glioso aiuterà Timoteo mentre cerca L’annuncio fu, infine, accompagnato
di consolidare la sua posizione e far dall’imposizione delle mani dal collegio
avanzare la linea.(14) degli anziani. Desideriamo ripetere che

1076
1 TIMOTEO 5:2

gli anziani non avevano il potere di con- alla rettitudine, la perfetta conoscenza
cedere il dono a Timoteo. Imponendogli della dottrina non sarà di alcuna utilità.
le mani essi riconoscevano pubblica- A.W. Plink ha ben osservato: “Il servizio
mente l’operato dello Spirito Santo. diventa una trappola e un male se ne
In At 13:2 assistiamo al medesimo lasciamo fuori l’adorazione e la cura per
processo: lo Spirito Santo scelse Barnaba la nostra personale vita spirituale”.
e Saulo per un compito specifico. Forse Perseverando, come consigliatogli da
la sua parola fu trasmessa attraverso un Paolo, nella lettura, nell’esortazione e
profeta. Poi i fratelli digiunarono, pre- nell’insegnamento, Timoteo salverà se
garono, imposero le mani su Barnaba e stesso e quelli che lo ascoltano. In que-
Saulo e li lasciarono partire (At 13:3). sto caso il verbo “salvare” non ha nulla
Molte comunità cristiane seguono a che vedere con la salvezza dell’anima.
tuttora questa prassi. Quando gli an- Poiché il capitolo si è aperto sul monito
ziani comprendono che un uomo ha contro i falsi dottori, i quali stavano cre-
ricevuto un dono dallo Spirito Santo, ando il caos in mezzo al popolo di Dio,
lo affidano all’opera per il Signore, qui Paolo intende spiegare a Timoteo
dandogli fiducia e riconoscendo l’ope- che, osservando fedelmente una vita di
ra dello Spirito nella sua vita. Questo pietà e la Parola di Dio, salverà se stesso
gesto degli anziani non gli conferisce dalle false dottrine e, allo stesso tempo,
alcun dono, ma si tratta bensì del sem- trarrà in salvo chi lo ascolterà.
plice riconoscimento di quanto è stato
già operato dallo Spirito di Dio. V. ISTRUZIONI SPECIFICHE SULLE
C’è una differenza fra ciò che ac- VARIE TIPOLOGIE DI CREDENTI
cadde quando gli anziani imposero le (5:1−6:2)
mani su Timoteo, come abbiamo ap-
pena ricordato, e quando lo fece Paolo, A. Gruppi di fasce d’età differenti
com’è descritto in 2 Ti 1:6. Nel primo (5:1-2)
caso non si trattava né di un atto uffi- 5:1 Qui inizia un brano relativo al com-
ciale né del conferimento del dono di portamento che Timoteo doveva avere
Timoteo: con quel gesto gli anziani si nei confronti dei membri della comu-
limitavano a dimostrargli la propria nità cristiana presso la quale avrebbe
comunione con lui nel compito che era lavorato. Essendo più giovane e, forse,
chiamato a svolgere. Nel secondo caso più irruente, Timoteo potrebbe aver
Paolo fu realmente il canale apostolico avuto la tendenza a spazientirsi o a
attraverso il quale il dono fu concesso. irritarsi con i fedeli più anziani. Paolo,
4:15 Òccupati (“coltiva” o “prenditi dunque, lo ammonisce: “Non ripren-
cura”) di queste cose e dèdicati intera- dere con asprezza l’uomo anziano, ma
mente ad esse. Con tali esortazioni Paolo esortalo come un padre”. L’aggressivi-
invita Timoteo a concentrarsi totalmen- tà verbale di un giovane nei confronti
te e senza distrazioni sul servizio del di persone più anziane è, in ogni caso,
Signore, profondendovi tutte le proprie sconveniente e riprovevole.
energie, affinché il progresso sia manife- Il giovane servitore di Cristo avrebbe
sto a tutti. Paolo non vuole che Timoteo potuto rischiare di mostrarsi arrogante
subisca battute d’arresto nel suo servizio verso i giovani. Così Paolo lo esorta a
cristiano, né che si adagi in una comoda trattarli come fratelli, a rapportarvisi
routine. Al contrario, auspica un pro- come uno di loro e a non avere un atteg-
gresso continuo nelle cose del Signore. giamento dispotico nei loro confronti.
4:16 Si noti la progressione delle esor- 5:2 ...le donne anziane devono essere
tazioni: Bada a te stesso e poi all’inse- considerate come madri e con la dignità,
gnamento. Paolo rileva l’importanza l’amore e il rispetto che sono loro dovuti.
della vita personale in qualsiasi servito- Tutti i suoi rapporti con le giovani
re di Cristo. In una vita non improntata devono essere improntati alla purezza.

1077
1 TIMOTEO 5:3

Non solo dovrà evitare tutto ciò che è a prendersi cura delle proprie parenti
esplicitamente immorale, ma anche vedove e indigenti.
guardarsi da qualsiasi comportamento 5:8 Qui è evidenziato il grave perico-
che potrebbe apparire peccaminoso. lo che corre chi non provvede ai suoi, e
in primo luogo a quelli di casa sua. Ciò
B. Le vedove costituisce una negazione della fede.
(5:3-16) La fede cristiana ribadisce costante-
5:3 Nei vv. 3-16 Paolo si occupa delle mente che i veri credenti devono aver
vedove della chiesa locale e del tratta- cura gli uni degli altri. Un’omissione,
mento loro riservato. in tal senso, rinnega l’insegnamento
La chiesa dovrebbe, anzitutto, ono- cristiano. Chi non provvede ai suoi...
rare solo le donne che sono veramente è peggiore di un incredulo, giacché
vedove. Qui l’esortazione “onora” non perfino molti increduli si dimostrano
comprende solamente l’invito al rispet- amorevoli e devoti nei confronti dei
to, ma anche all’aiuto finanziario. Una propri familiari. Inoltre, il credente che
vera vedova non ha i mezzi per mante- non provvede ai suoi disonora il nome
nersi, ma si affida interamente al Signo- del Signore, a differenza dell’incredulo,
re per il proprio sostentamento e non ha il quale, in quanto tale, non può diso-
familiari che si prendano cura di lei. norare il nome di chi non conosce.
5:4-5 Ora è descritta una seconda 5:9 A questo punto sembra di capire
classe di vedove, quelle con figli o ni- che ogni comunità teneva un elenco
poti. In questi casi, i figli dovrebbero con i nomi delle vedove che aiutava.
imparare a esercitare la pietà in casa Paolo specifica che nessuna vedova
propria, ripagando le madri (o le non- doveva essere iscritta nel catalogo se
ne) per tutto quello che esse hanno aveva meno di sessant’anni.
fatto per loro. Qui apprendiamo chia- L’espressione moglie di un solo ma-
ramente che la carità comincia dalla rito origina lo stesso problema rilevato
propria famiglia. Rende una ben mise- con i vescovi e gli anziani. Sono state da-
ra testimonianza alla fede cristiana chi te interpretazioni simili anche in questo
proclama ad alta voce il proprio credo caso. Resta comunque il fatto che il suo
e poi trascura il proprio sangue! matrimonio doveva essere stato irre-
...è gradito davanti a Dio che i cre- prensibile, al di sopra di ogni sospetto.
denti si prendano cura dei propri cari 5:10 Per essere iscritta nel catalogo,
privi di risorse. In Ef 6:2 l’apostolo Pao- la vedova doveva essere conosciuta per
lo insegna: “‘Onora tuo padre e tua ma- le sue opere buone, le quali dovrebbero
dre’ (questo è il primo comandamento caratterizzare un credente spirituale.
con promessa)”. Come già accennato, Le parole per aver allevato figli indi-
la vedova che è veramente tale non cano senz’altro che la donna deve averli
ha risorse finanziarie e deve costan- cresciuti in maniera tale da riscuotere
temente rivolgersi a Dio per il proprio approvazione e lode su di sé e sulla sua
sostentamento quotidiano. casa, altrimenti non vi sarebbe alcuna
5:6-7 In contrasto con la vedova virtù nell’allevare figli.
pia del v. 5, qui si allude a quella che Un’altra qualità della vedova pia è
si abbandona ai piaceri. Alcuni sono l’ospitalità. Il N.T. non si stanca mai di
incerti se considerarla un’effettiva cre- menzionare e raccomandare tale virtù.
dente. Riteniamo che sia da conside- Lavare i piedi degli ospiti era compi-
rarsi un’autentica credente che, però, to degli schiavi. Quindi qui il concetto
è ricaduta nel peccato. È morta per espresso è che la vedova ha svolto umi-
quanto riguarda la sua comunione con li servizi per i suoi fratelli nella fede.
Dio e la sua utilità per il Signore. Timo- Ma può anche significare che ha lavato
teo deve ammonire le vedove che vivo- i piedi ai santi in modo spirituale, con
no nei piaceri e insegnare ai credenti l’acqua della Parola. Ciò non indica un

1078
1 TIMOTEO 5:16

ministero pubblico, ma semplicemen- sere oziose, con tutte le conseguenze


te visite nelle case dei fratelli in fede, negative del caso. In luogo di occuparsi
usando la Parola di Dio in modo da dei propri doveri, le giovani vedove po-
purificarli dalla contaminazione con- trebbero diventare pettegole e curiose
tratta durante la giornata. e immischiarsi in faccende che non le
Il soccorso prestato agli afflitti si riguardano. La comunità locale non
concretizza in atti di misericordia ver- dovrebbe mai permettere un simile
so i malati, i sofferenti o chiunque sia comportamento poiché, come già ac-
angosciato. cennato, ciò rischia di compromettere
In breve, per essere iscritta nell’elen- la testimonianza cristiana.
co delle vedove della comunità locale, 5:14 Paolo, dunque, stabilisce, come
la donna doveva aver concorso a ogni principio generale, che è preferibile
opera buona. che le vedove giovani si risposino, ab-
5:11 Questo versetto si presta ad alcune biano figli e governino la casa in modo
difficoltà interpretative, ma il suo signifi- impeccabile. Naturalmente l’apostolo
cato dovrebbe essere il seguente: in linea si rendeva conto che non tutte le vedo-
di massima, sarebbe un errore far gravare ve giovani potevano risposarsi perché,
le vedove più giovani sul bilancio della normalmente, l’iniziativa doveva es-
comunità. Essendo giovani, probabil- sere presa dall’uomo. Qui, nondime-
mente vogliono risposarsi. Non che que- no, Paolo si limita a esporre una linea
sto sia sbagliato, ma talvolta il desiderio di di massima cui attenersi, circostanze
rifarsi una vita potrebbe essere così forte permettendo.
da convincerle a sposare degli increduli. L’avversario, o Satana, è sempre a cac-
Per l’apostolo ciò equivale ad abbando- cia di accuse a carico della testimonian-
nare Dio. Quando si tratta di scegliere se za cristiana e Paolo cerca di mettere in
sposare un incredulo o rimanere vedova guardia i credenti contro la possibilità di
per amore di Cristo e dell’ubbidienza alla offrire alcuna occasione di maldicenza.
sua Parola, la giovane vedova potrebbe 5:15 Le osservazioni dell’apostolo
optare per risposarsi. Questo natural- non erano mere congetture o ipotesi.
mente getterebbe un’ombra sulla chiesa Al contrario, era già accaduto che alcu-
locale che la mantiene. ne vedove si fossero sviate per andare
5:12 L’espressione rendendosi colpe- dietro a Satana, nel senso che avevano
voli qui non indica la perdizione eter- dato ascolto a suggestioni sataniche e
na, ma semplicemente la colpa di aver si erano scelte un marito non credente,
abbandonato l’impegno precedente. contravvenendo agli ordini del Signore.
In precedenza, infatti, la vedova pro- 5:16 Paolo riconferma ai familiari
fessava lealtà e devozione al Signore l’obbligo di prendersi cura dei propri
Gesù Cristo; tuttavia, ora che le si pre- congiunti. Se qualche credente [uomo
senta la possibilità di sposare un uomo o donna] ha in famiglia delle vedove
che non ama Cristo, costei dimentica bisognose di assistenza economica,
le promesse e gli impegni iniziali verso deve assumersene la responsabilità,
Cristo per andarsene con un incredulo, affinché la chiesa sia libera di prender-
tradendo lo Sposo celeste. si cura di quelle che sono davvero indi-
Paolo non critica le giovani vedove genti e senza famiglia.
che si risposano. Anzi, nel v. 14 le esor- L’intero passo (vv. 3-16) spiega alla
ta a farlo. Ciò che trova colpevole è il chiesa ciò che deve fare in alcune circo-
loro declino spirituale, ossia il fatto che stanze, non quanto può fare (mitigan-
gettino al vento i principi divini pur di do eventuali provvedimenti) se ritiene
avere un uomo. di essere in grado di farlo. Il fatto che
5:13 Assumendosi la responsabilità l’apostolo si dilunghi su quest’argo-
di mantenere le vedove più giovani, la mento prova che lo Spirito Santo ha a
comunità rischia di incoraggiarle a es- cuore la questione, purtroppo una del-

1079
1 TIMOTEO 5:17

le più trascurate dalla maggior parte attacchi di Satana. Per questa ragione lo
delle chiese di oggi. Spirito di Dio fa in modo di salvaguar-
darli dalle false accuse. Non va presa
C. Gli anziani alcuna azione disciplinare contro un
(5:17-25) anziano quando l’accusa non sia avva-
5:17 Il capitolo prosegue con un cenno lorata dalla testimonianza di due o tre
sugli anziani. testimoni. In realtà, questo stesso prin-
In primo luogo, Paolo stabilisce che cipio è valido per sottoporre a disciplina
gli anziani che tengono bene la presi- qualsiasi membro della chiesa, ma qui
denza devono essere reputati degni di vi si pone maggiore enfasi perché gli
doppio onore. “Tengono bene la presi- anziani correvano particolarmente il ri-
denza” andrebbe meglio tradotto con schio di essere accusati ingiustamente.
“assumono la guida” (Darby). Non è 5:20 Qualora un anziano avesse pec-
una questione di controllo, bensì di cato in modo tale da danneggiare la te-
buon esempio. Gli anziani che danno stimonianza della chiesa, doveva subire
il buon esempio sono degni di doppio una pubblica riprensione. Tale provve-
onore. Con tale espressione si può in- dimento avrebbe consentito ai credenti
dicare il rispetto, ma altresì alludere al di conoscere la gravità del peccato com-
sostegno economico (Mt 15:6). Il dop- messo in relazione al servizio cristiano;
pio onore include entrambi. Costoro allo stesso tempo sarebbe stato un vali-
meritano il rispetto del popolo di Dio do deterrente per tutti.
per il lavoro che svolgono ma merita- Alcuni commentatori non ravvisano
no, altresì, un aiuto economico perché uno specifico riferimento agli anziani,
consacrano tutto il loro tempo al servi- bensì a tutti i credenti. Si tratta, indub-
zio per il Signore. biamente di un principio valido per tut-
...quelli che si affaticano nella pre- ti i credenti; nondimeno la costruzione
dicazione e nell’insegnamento sono, del versetto pare metterlo in relazione
probabilmente, quelli che vi trascorro- direttamente con gli anziani.
no talmente tanto tempo da non poter 5:21 Quando ci si occupa di disci-
avere un impiego regolare. plina, la chiesa locale deve guardarsi
5:18 A riprova che l’anziano è de- da due pericoli: i pregiudizi e la par-
gno di essere ricompensato, Paolo zialità. È facile avere pregiudizi contro
cita due passi scritturali: De 25:4 e qualcuno e lasciarsi influenzare nega-
Lu 10:7. Questo versetto è interessan- tivamente. Inoltre, è fin troppo facile
te soprattutto per quanto concerne dimostrarsi parziali verso un individuo,
l’ispirazione delle Scritture. Paolo fa in considerazione della sua ricchezza,
un raffronto tra un versetto dell’A.T. della posizione che occupa nella comu-
e uno del N.T., definendoli entrambi nità o della sua personalità. È per que-
come Scrittura. Si intuisce facilmente sto motivo che Paolo supplica Timoteo
che Paolo attribuisce pari autorità alle davanti a Dio, a Cristo Gesù e agli an-
Scritture dell’A.T. e del N.T. geli eletti di seguire i suoi consigli e di
Queste Scritture insegnano che non non giudicare prima di conoscere tutti
si deve proibire al bue che trebbia di i fatti, né dimostrarsi parziale nei con-
cibarsi di una parte del grano e che fronti di qualcuno soltanto perché è un
all’operaio spetta una parte del frutto amico o una persona che conosce bene.
del proprio lavoro. Lo stesso vale per gli Ogni caso va giudicato come davanti a
anziani. Anche se non svolgono un la- Dio, a Cristo Gesù e agli angeli eletti.
voro fisico, sono degni del soccorso del Gli angeli, che osservano il mondo in
popolo di Dio. cui viviamo, dovrebbero vedere perfet-
5:19 Occupando una posizione di ta equità in materia di disciplina nella
responsabilità nella chiesa, gli anziani chiesa. Gli angeli eletti sono quelli che
diventano bersaglio privilegiato degli non sono stati coinvolti nel peccato o

1080
1 TIMOTEO 6:1

nella ribellione contro Dio, ma hanno giustifica l’uso di medicine in caso di


mantenuto la loro condizione iniziale. disturbi di stomaco.
5:22 A volte, quando uomini impor- 5:24 In questo versetto l’aposto-
tanti entrano a far parte di una chiesa lo sembra tornare all’argomento del
locale, vi è la tendenza a farli avanzare v. 22, dove ha messo in guardia Ti-
rapidamente verso posizioni di respon- moteo contro l’imposizione affretta-
sabilità. Qui Paolo avverte Timoteo di ta delle mani. I vv. 24-25 forniscono
non affrettarsi ad approvare ufficial- un’ulteriore spiegazione.
mente i nuovi arrivati. Né dovrebbe I peccati di alcune persone sono
accompagnarsi a uomini di cui non manifesti e sono così evidenti che si
conosce il carattere, per non correre il possono paragonare a un trombettiere
rischio di partecipare ai loro peccati. che, con uno squillo di tromba, si piazzi
Timoteo deve mantenersi moralmente davanti al malcapitato annunciandogli
integro e puro, evitando di essere asso- che si sta avviando verso il giudizio. Ma
ciato ai peccati degli altri. non sempre è così. Altre persone che
5:23 Non è chiaro come questo ver- peccano saranno smascherate sola-
setto si colleghi al precedente. Forse mente in seguito. Da un lato possiamo
l’apostolo aveva saggiamente previsto fare l’esempio dell’ubriacone ricono-
che il coinvolgimento di Timoteo nei sciuto come tale dall’intera comunità.
problemi e nelle difficoltà della chiesa Dall’altro c’è l’uomo sposato che ha una
avrebbe potuto avere un effetto ne- relazione segreta con un’altra donna. In
gativo sul suo stomaco. Se così fosse, quest’ultimo caso, la comunità può non
Timoteo non sarebbe stato né il primo esserne a conoscenza, ma molto spesso
né l’ultimo a soffrire di tale disturbo! lo scandalo è scoperto in seguito.
È più probabile che Timoteo risentis- 5:25 Qualcosa di simile avviene anche
se di disturbi gastrici causati dall’in- nel caso delle persone buone. Alcune ap-
quinamento dell’acqua, tuttora non paiono subito come tali. Altre sono più
infrequenti in varie parti del mondo. riservate e modeste ed è solo col passare
Consigliandogli di non continuare a del tempo che si viene a conoscenza del-
bere acqua soltanto, Paolo raccoman- la loro reale bontà. Anche se non vedia-
da a Timoteo di non escludere il consu- mo del bene, questo può palesarsi in un
mo di un po’ di vino (probabilmente in secondo tempo. Questo versetto ci inse-
virtù delle sue proprietà digestive, an- gna a non giudicare una persona a prima
tisettiche e antibatteriche) a causa del vista ma a permettere, bensì, al suo vero
suo stomaco e delle sue frequenti indi- carattere di manifestarsi gradualmente.
sposizioni. In questo versetto si allude
all’uso terapeutico del vino e non se ne D. Servi e padroni
giustifica l’abuso. (6:1-2)
Non ci sono dubbi che qui si tratti di 6:1 Ora è descritta la condotta degli
vero vino e non di succo d’uva. Ci sono individui sotto il giogo della schiavi-
dubbi invece che il succo d’uva esistes- tù. L’apostolo si rivolge anzitutto agli
se all’epoca, non essendo ancora noto il schiavi i cui padroni non sono cre-
processo di pastorizzazione. Il fatto che denti. In questo caso dovrebbero forse
sia vero vino è implicito nell’espressio- comportarsi in maniera insolente con
ne un po’ di vino. Se non vi è allusione i loro padroni? Dovrebbero ribellarsi o
al vino, quale sarebbe stata l’utilità di fuggire? Dovrebbero lavorare il meno
consigliarne un uso limitato? possibile? No, al contrario stimino i
Questo versetto fa luce sul tema della loro padroni degni di ogni onore. Ciò
guarigione divina. Benché Paolo, come significa che dovrebbero rispettarli,
apostolo, avesse sicuramente il potere lavorare per loro con sottomissione e
di guarire qualsiasi malattia, non sem- lealtà e, in generale, cercare di essere
pre si serviva di tale facoltà. Qui egli di aiuto anziché di intralcio.

1081
1 TIMOTEO 6:2

Il motivo supremo per un servi- neficiano. Secondo l’interpretazione


zio così diligente è la testimonianza ricorrente di questo brano, anch’essi
per Cristo. Se uno schiavo credente è sarebbero, dunque, partecipi della
scortese o indisciplinato, il padrone benedizione della salvezza. Tuttavia
bestemmierà il nome di Dio e la fede queste parole potrebbero anche esse-
cristiana, concludendo che i credenti re intese diversamente: poiché sia gli
sono delle persone ignobili. schiavi che i padroni condividono un
La storia della chiesa primitiva rivela medesimo interesse, ovvero compiere
che, generalmente, il prezzo di mercato il bene, dovrebbero servire insieme,
degli schiavi convertiti era superiore a cercando di aiutarsi reciprocamente.
quello degli schiavi non credenti. Uden- L’esortazione “Insegna queste cose e
do che un certo schiavo era credente, di raccomandale” fa senz’altro riferimen-
solito il padrone era disposto a pagare to alle indicazioni precedenti relative
di più per averlo, poiché sapeva che lo agli schiavi credenti ed è attuabile, ai
avrebbe servito bene e lealmente. Que- nostri giorni, nel rapporto tra dipen-
sto è un alto tributo alla fede cristiana. denti e datori di lavoro.
Questo versetto ci ricorda che, in-
dipendentemente dalla posizione VI. I FALSI DOTTORI E L’AMORE PER IL
sociale, esiste sempre la possibilità di DENARO (6:3-10)
testimoniare per Cristo e glorificare il
suo nome. 6:3 Ora Paolo rivolge la sua attenzione
È stato evidenziato spesso che il N.T. a chi potrebbe essere intenzionato a
non condanna apertamente l’istitu- insegnare nuove e strane dottrine nella
zione della schiavitù, tuttavia, con il chiesa. Chi agisce in tal modo non si
diffondersi degli insegnamenti del cri- attiene alle sane parole. “Sane” signifi-
stianesimo, si abolivano gli abusi della ca “apportatrici di salute”. Tali erano le
schiavitù. parole pronunciate dal Signore nostro
Ogni vero credente dovrebbe rendersi Gesù Cristo durante il suo ministero
conto di essere uno schiavo di Gesù Cri- terreno e riportate nei Vangeli. Tale è
sto: acquistato a gran prezzo, egli non si anche l’intero corpo dottrinale del N.T.
appartiene più ma appartiene – spirito, Questa è la dottrina che è conforme al-
anima e corpo – a Gesù Cristo, il quale la pietà perché promuove e incoraggia
merita di ricevere il meglio che si ha. la retta condotta.
6:2 Qui si parla degli schiavi che hanno 6:4 Chi non si attiene alle “sane pa-
padroni credenti. Certamente, per questi role” è un orgoglioso : costui pretende
schiavi, la tentazione di disprezzare i pa- di avere una conoscenza superiore ma,
droni doveva essere fortissima. Quando in realtà, non sa nulla. Paolo ha già os-
la chiesa locale si riuniva la sera del gior- servato che questo tipo di uomo non sa
no del Signore per spezzare il pane (vd. At di cosa parla.
20:7), padroni e schiavi credenti sedeva- L’orgoglioso si fissa su questioni e di-
no tutti attorno allo stesso tavolo, tutti spute di parole. Costui non è spiritual-
fratelli in Cristo Gesù. Ma gli schiavi non mente sano e, anziché insegnare “sane
dovevano pensare che le distinzioni so- parole” (vd. versetto precedente), inse-
ciali fossero abolite. Al padrone credente gna parole che fanno ammalare i san-
lo schiavo non doveva certo meno onore, ti, sollevando questioni di vario tipo,
oppure un servizio mediocre: il fatto che tutt’altro che edificanti per lo spirito, e
i padroni, oltre a essere credenti, fossero si intestardisce con dispute di parole.
anche dei fratelli amati, doveva convin- Poiché non parla di questioni dot-
cere gli schiavi a servirli fedelmente. trinali, non c’è modo di dargli risposte
I padroni cristiani sono presentati definitive. I suoi insegnamenti, perciò,
qui non solo come credenti (o fedeli) producono invidia, contese, maldicen-
e amati, ma anche come quelli che be- za, cattivi sospetti. Lenski commenta:

1082
1 TIMOTEO 6:8

Nelle loro “questioni e dispute di pa- invece, ne scopriamo il vero significa-


role”, l’uno invidia l’altro per l’abilità to. La combinazione della pietà, con
dimostrata; mentre rivaleggiano si un animo contento del proprio stato, è
contraddicono a vicenda, scoppiano un grande guadagno. La pietà disgiun-
contese e volano parole blasfeme, os- ta da animo contento del proprio stato
sia accuse rivestite di parole sacre.(15) costituisce una testimonianza parzia-
le. Un animo contento privo di pietà
6:5 Queste acerbe discussioni pro- non sarebbe un tratto distintamente
vengono da persone corrotte di mente. cristiano. Ma possedere l’autentica
Lenski chiosa argutamente: pietà e, allo stesso tempo, essere soddi-
sfatti della propria situazione persona-
Lo stato di una mente malata consiste le è un tesoro senza prezzo.
nella corruzione e nella disgregazione: 6:7 Questo capitolo somiglia molto
in campo morale e spirituale le facoltà al sermone sul monte del Signore Gesù.
mentali non funzionano più normal- Il v. 7 ci ricorda che egli ci esortò a con-
mente. Esse non reagiscono normal- fidare nel nostro Padre celeste per ogni
mente alla verità. Qualsiasi realtà, e la necessità.
relativa manifestazione nei fatti, deve
Tre volte, durante la nostra vita,
produrre la reazione dell’accettazio-
siamo a mani vuote: quando nascia-
ne. Tale dovrebbe essere, in particolar
modo, il frutto delle realtà salvifiche
mo, quando andiamo a Gesù e quan-
del vangelo divino. Al contrario, tut- do moriamo. Nel primo e nell’ultimo
te le bugie, le falsità, le perversioni, in caso, non abbiamo portato nulla nel
particolare quelle morali e spirituali, mondo, e neppure possiamo portarne
devono originare il rifiuto… Quando via nulla.
incontra “la verità”, la mente corrotta Prima di morire, Alessandro Magno
vede e cerca solo obiezioni; quando in- disse: “Quando sarò morto, portatemi
contra ciò che diverge da questa verità, sul feretro con le mani nude e scoperte,
vede e cerca ragioni per accettare tale in modo che tutti possano vedere che
differenza.(16) sono vuote ”. Bates a questo proposito
commenta:
Queste persone sono altresì prive
Proprio così: quelle mani che un tem-
della verità . Quantunque l’abbiano po avevano impugnato lo scettro più
conosciuta, hanno respinto la Luce e, fiero al mondo, che avevano brandito
pertanto, ne sono stati privati. la spada più vittoriosa, che erano state
Costoro considerano la pietà come colme d’oro e d’argento, che avevano
una fonte di guadagno. Evidentemen- avuto il potere di salvare o di togliere
te scelgono di insegnare religione co- la vita, ora erano VUOTE.(18)
me una professione ben remunerata e
comportante il minimo sforzo. “Fanno 6:8 L’appagamento consiste nella
della più santa delle vocazioni un mez- soddisfazione dei bisogni primari. Il
zo per guadagnare denaro”. nostro Padre celeste sa che abbiamo
Questo non ci ricorda solo i pastori bisogno di nutrirci e di coprirci e ci ha
mercenari che si fingono ministri cri- promesso di provvedere alle nostre ne-
stiani senza avere un reale amore per cessità. L’esistenza della maggior parte
la verità, ma ci fa pensare anche alla degli increduli ruota attorno al cibo e
mentalità da mercante così diffusa al vestiario. Il credente dovrebbe cer-
nel cristianesimo: si pensi, ad es., alla care “il regno di Dio e la sua giustizia”
vendita delle indulgenze. Sepàrati da (vd. Mt 6:33) e Dio farà sì che non gli
costoro (17) . L’apostolo ci esorta a tenerci manchi l’essenziale per vivere.
alla larga da questi empi insegnanti. L’espressione di che coprirci, oltre
6:6 Nel versetto precedente si illustra che all’abbigliamento, può far riferi-
un concetto errato di guadagno; qui, mento al posto dove vivere. Dovrem-

1083
1 TIMOTEO 6:9

mo essere contenti di avere di che 6:10 Infatti l’amore del denaro è ra-
nutrirci, di che coprirci e di un posto dice di ogni specie di mali. Non tutto il
in cui vivere. male del mondo deriva dall’amore del
6:9 Nei vv. 9-16 si allude chiaramente denaro, ma quest’ultimo ne è sicura-
a quelli che vogliono arricchire. Il loro mente una delle cause principali. In-
peccato non consiste nel possedere dei fatti esso genera invidia, contesa, furto,
beni, ma nella loro brama di ricchezza. disonestà, sregolatezza, allontanamen-
...quelli che vogliono arricchire non to da Dio, egoismo, frode ecc.
sono soddisfatti di avere cibo, vestiario Qui non si parla del denaro in sé,
e un tetto, ma sono determinati a otte- bensì dell’amore del denaro. Sono
nere di più. tanti i modi in cui il denaro può essere
Il desiderio di ricchezze porta l’uo- usato per servire il Signore con risultati
mo a essere tentato. Per raggiungere il positivi, mentre il desiderio smodato di
suo scopo, egli è indotto a usare meto- denaro genera peccato e infamia.
di disonesti (scommesse, speculazio- Un altro danno provocato dall’amo-
ni, frodi, spergiuri, furti ecc.) e, non re del denaro è l’allontanamento dalla
di rado, violenti, arrivando perfino fede. Nella loro ossessione per le ric-
all’omicidio. Un individuo simile cade chezze, gli uomini trascurano le realtà
vittima di inganni e non è più in grado spirituali e diventa difficile capire se
di liberarsi della sua bramosia. Forse siano stati davvero salvati.
si ripromette di smettere non appena Costoro non solo mettono in di-
raggiunta una determinata cifra sul sparte i valori spirituali, ma si sono
conto in banca, ma non ci riesce: rag- procurati molti dolori . Pensiamo ai
giunto quel traguardo, desidera avere dolori collegati alla sete di denaro: la
di più. La brama di denaro porta con tragedia di una vita sprecata, il dolore
sé anche preoccupazioni e paure che di perdere i propri figli per il mondo,
imprigionano l’anima. Le persone la sofferenza nel vedere i propri beni
decise ad arricchirsi sono vittime… svanire da un giorno all’altro. E, infi-
di molti desideri insensati. Per man- ne, il timore di incontrare Dio come
tenere un elevato livello sociale nella increduli o a mani vuote.
comunità in cui vivono, sono spesso J.C. Ryle sintetizza con queste parole:
spinte a sacrificare alcuni dei veri va-
lori della vita. Il denaro, in realtà, è uno dei beni più
insoddisfacenti. Senza dubbio allon-
Oltre che insensati, questi desideri
tana qualche preoccupazione; ma
si rivelano funesti : la sete di ricchezze
ne porta con sé altrettante. È difficile
spinge gli uomini a compromettere la ottenerlo. Tenerlo provoca ansia. C’è
loro salute e a mettere in pericolo la tentazione nell’uso che se ne fa. C’è
loro anima. Purtroppo questa è la fine colpa nel suo abuso. C’è dolore nel
cui vanno incontro: presi come sono perderlo. C’è perplessità nel disporne.
dal benessere materiale, finiscono con Nel mondo due terzi di tutti i conflitti,
l’affondare nella rovina e nella perdi- le battaglie e i processi dipendono da
zione. Nella loro incessante ricerca di un solo motivo: il denaro!(20)
tesori dimenticano che la loro anima
non perirà. Barnes avverte: L’uomo più ricco al mondo possede-
La distruzione è completa. C’è una va pozzi petroliferi, raffinerie, petrolie-
totale rovina della felicità, della vir- re, oleodotti, alberghi, una compagnia
tù, della reputazione e dell’anima. Il assicurativa, una finanziaria e varie
desiderio imperante di essere ricchi compagnie aeree. Ma proteggeva la sua
porta con sé un carico di stoltezze tenuta di 3 km 2 con guardie del corpo,
che danneggiano qualsiasi cosa qui e feroci cani da guardia, cancelli e infer-
in futuro. Quante famiglie sono state riate, riflettori e antifurti. Oltre ad aver
distrutte in questo modo! (19) paura degli aerei, delle navi e dei pazzi,

1084
1 TIMOTEO 6:14

era terrorizzato anche dalle malattie, eterna, Timoteo deve correre questa ga-
dalla vecchiaia, dalla debolezza e dalla ra in modo appropriato. Ciò non signifi-
morte. Solo e triste, ammise che il de- ca che egli deve lottare per giungere alla
naro con poteva comprare la felicità. (21) salvezza (già la possiede!), ma che deve
vivere l’esercizio quotidiano della vita
VII. RACCOMANDAZIONI FINALI eterna, che già gli appartiene.
(6:11-21) Timoteo è stato chiamato alla vita
eterna quando si è convertito e ha fatto
6:11 Qui Timoteo è chiamato uomo di quella bella confessione di fede in pre-
Dio. Questo era il titolo, spesso attri- senza di molti testimoni. Si tratta forse
buito ai profeti veterotestamentari, con di un’allusione al battesimo, oppure
cui si definiva un uomo dalla pia con- alla sua successiva testimonianza per
dotta. Tale appellativo potrebbe altresì il Signore Gesù Cristo.
indicare che Timoteo avesse il dono 6:13 Qui l’apostolo affida a Timoteo
di profezia. L’antitesi dell’uomo di Dio un solenne incarico in presenza di due
è “l’uomo del peccato” di cui in 2 Te 2. testimoni d’eccezione. Innanzi tutto,
L’uomo del peccato sarà l’incarnazione al cospetto di Dio che dà vita a tutte
stessa del peccato e in tutto e per tutto le cose. Probabilmente, scrivendo a
susciterà pensieri di peccato. Timoteo, Timoteo, Paolo era consapevole che
al contrario, deve essere un uomo di un giorno il giovane avrebbe potuto
Dio, ispirare pensieri di devozione e il perdere la vita a causa della sua pro-
desiderio di glorificare Dio. fessione di fede. Perciò era bene che il
Servendo Cristo, Timoteo dovrà fug- giovane guerriero ricordasse che Dio è
gire l’orgoglio (v. 4), la corruzione (v. 5), colui che dà vita a tutte le cose. Anche
la scontentezza (vv. 6-8), i desideri in- se gli uomini lo avessero ucciso, la fede
sensati e funesti (v. 9) e l’amore per il di Timoteo sarebbe stata comunque ri-
denaro (v. 10) sviluppando, invece, un posta in colui che risuscita i morti.
carattere cristiano, la sola cosa che In secondo luogo, l’incarico è asse-
porterà con sé in cielo. Fanno parte del gnato a Timoteo al cospetto di Cristo
carattere cristiano la giustizia, la pietà, Gesù, l’esempio perfetto di una bella
la fede, l’amore, la costanza e la man- confessione di fede. Egli rese testimo-
suetudine. nianza davanti a Ponzio Pilato con
La giustizia indica la rettitudine e quella bella confessione di fede. Que-
l’integrità che dobbiamo dimostrare sta espressione può far riferimento alle
nei nostri rapporti col prossimo. Avere parole e alla condotta del Salvatore al
pietà significa cercare di assomigliare cospetto del governatore romano e, in
a Dio. La fede può indicare la fedeltà o particolare, alla sua dichiarazione in
l’affidabilità. L’amore è il nostro senti- Gv 18:37: “Io sono nato per questo; e
mento verso Dio e verso gli uomini. La per questo sono venuto nel mondo: per
costanza è stata definita perseveranza testimoniare della verità. Chiunque è
o resistenza durante le prove, mentre dalla verità ascolta la mia voce”. Per Ti-
la mansuetudine è propria di un tem- moteo questa confessione così risoluta
peramento benevolo e umile. doveva diventare l’esempio da seguire
6:12 Timoteo non deve solo fuggire e nel testimoniare della verità.
ricercare, ma anche combattere. Com- 6:14 Paolo ordina a Timoteo di os-
batti non è un’esortazione a battersi con servare questo comandamento. Al-
violenza, come su un campo di batta- cuni ritengono si tratti dell’ordine di
glia. Nel testo originale, infatti, il verbo combattere il “buon combattimento”
non rimanda all’ambito bellico bensì del v. 12. Secondo altri costituirebbe
all’ambito sportivo. Il buon combatti- un’allusione all’incarico complessivo
mento è la fede cristiana e la gara cui che, in questa lettera, Paolo affida a
la fede è assimilata. Per afferrare la vita Timoteo. Altri ancora ritengono che il

1085
1 TIMOTEO 6:15

comandamento sia il messaggio del Dio abita una luce inaccessibile.


vangelo o la rivelazione di Dio conte- Questa espressione ci offre l’immagine
nuta nella Parola di Dio. Noi crediamo della gloria sfolgorante che circonda
che si tratti dell’incarico di mantenere il trono di Dio. Nel proprio corpo na-
la verità della fede cristiana. turale, l’uomo sarebbe incenerito da
Ubbidiente al comandamento, Ti- un simile splendore. Solamente chi è
moteo dovrà essere senza macchia, accettato dall’Amato ed è completo in
irreprensibile, così come irreprensibile Cristo può accostarsi a Dio senza esse-
dovrà essere la sua testimonianza. re annientato.
Nel N.T. la prospettiva dell’appari- ...nessun uomo ha visto né può
zione del nostro Signore Gesù Cristo vedere Dio nella sua reale essenza.
deve essere una costante per coloro Nell’A.T. Dio è apparso ad alcuni uomi-
che credono. Nel giorno del giudizio ni (teofania). Nel N.T. Dio si è rivelato
sarà ricompensata la fedeltà a Cristo in perfettamente nella Persona del suo
questo mondo. Quando il Signore Gesù amato Figlio, il Signore Gesù Cristo.
tornerà sulla terra per stabilire il suo Resta pur vero il fatto che Dio è invisi-
regno, saranno distribuite le ricom- bile a occhi mortali.
pense: allora saranno evidenti i risul- A lui spettano onore e potenza eter-
tati della fedeltà e dell’infedeltà. na : con tale tributo alla gloria di Dio,
6:15 Gli studiosi della Bibbia non sono Paolo conclude il discorso sull’incarico
concordi circa l’identità della Persona di Timoteo.
cui si fa riferimento in questo versetto 6:17 In precedenza Paolo si è soffer-
e nel successivo: si tratta di Dio Padre mato a lungo sulla condizione di chi
o del Signore Gesù Cristo? Astratto dal brama le ricchezze. In questo passo
contesto, il v. 15 pare alludere al Signore considera coloro che sono già ricchi. A
Gesù: in Ap 17:14 è indubbiamente lui il costoro Timoteo dovrà ordinare di non
Re dei re e Signore dei signori. D’altro essere d’animo orgoglioso. L’orgoglio
canto, il v. 16 sembra indicare in modo è una tentazione per quanti vivono
particolare Dio Padre. nell’agiatezza: costoro sono inclini a
In ogni caso, quando il Signore Ge- considerare mediocre, ignorante e po-
sù tornerà per regnare sulla terra, gli co intelligente chi non ha molto dena-
uomini comprenderanno chi è il bea- ro. Contrariamente a quanto avveniva
to e unico sovrano. La sua apparizio- in epoca veterotestamentaria, nel N.T.
ne rivelerà chi è il vero Re. Al tempo in le grandi ricchezze non sono segno di
cui Paolo scriveva a Timoteo, il Signo- benedizione divina. Laddove, sotto la
re Gesù era rifiutato (e lo è tuttora); legge, il benessere materiale era segno
tuttavia verrà un giorno in cui dimo- del favore divino, la grande benedizione
strerà di essere il Re di tutti coloro che della nuova dispensazione è l’afflizione.
regnano e il Signore di tutti coloro che I ricchi non dovrebbero riporre la loro
governano. speranza nell’incertezza delle ricchezze.
Egli è beato non solo perché è degno Il denaro ha la tendenza a mettere le ali
di lode, ma anche perché è fonte della e volarsene via. Laddove grandi risorse
pienezza delle benedizioni. economiche possono dare una parvenza
6:16 Al momento dell’apparizione di sicurezza, l’unica cosa certa, a questo
del Signore Gesù, gli uomini com- mondo, è la Parola di Dio.
prenderanno anche che Dio è il solo Da ciò deriva l’esortazione a con-
che possiede l’immortalità, l’unico a fidare in Dio, che ci fornisce abbon-
possederla intrinsecamente. Gli angeli dantemente di ogni cosa perché ne
sono stati resi immortali e i creden- godiamo. Una delle trappole della
ti risorgeranno con corpi immortali ricchezza consiste nella difficoltà di
(vd. 1 Co 15:53-54), ma soltanto Dio ha possederla senza dipenderne. Questa
l’immortalità in sé. è una vera e propria forma di idolatria.

1086
1 TIMOTEO 6:21

Significa negare che Dio è l’unico che trovato di fronte a una gran quantità di
ci fornisce abbondantemente di ogni insegnamenti spacciati per vera cono-
cosa perché ne godiamo. Questa frase scenza ma che, in realtà, erano contrari
conclusiva del versetto non giustifica alla rivelazione cristiana. Moule scrive:
uno stile di vita sfarzoso, ma sempli-
Al tempo di Paolo, gli gnostici asse-
cemente dichiara che la fonte del vero
rivano di condurre i loro discepoli
piacere è Dio e ciò non si può ottenere “oltre la massa dei credenti comuni
con i beni materiali. fino a una cerchia superiore e pri-
6:18 Il credente deve ricordare che vilegiata, che avrebbe conosciuto i
il denaro che possiede non gli appar- misteri dell’esistenza e che, con tale
tiene, ma gli è affidato in ammini- conoscenza, sarebbe stata in grado
strazione. Egli ha la responsabilità di di affrancarsi dalla schiavitù della
adoperarlo per la gloria di Dio e per il materia e di vivere spaziando libera-
benessere del prossimo: deve usarlo mente nel mondo dello spirito”.(22)
per compiere opere buone e donare ge-
nerosamente ai bisognosi. Timoteo deve rifuggire tutto ciò.
La regola di vita di John Wesley era: Questa esortazione è oggi applicabile
“Fa’ tutto il bene che puoi, con tutti soprattutto nei confronti di sette come
i mezzi che puoi, in tutti i modi che “Scienza cristiana”, una sedicente or-
puoi, ovunque ti è possibile, tutte le ganizzazione cristiana che si dichiara
volte che puoi, a tutte le persone pos- in possesso della reale scienza ma che,
sibili, finché puoi”. in realtà, non ha nulla né di cristiano
Essere generosi nel donare significa né di scientifico.
essere pronti a usare il proprio denaro Questo versetto può altresì far riferi-
ogni volta che il Signore lo richiede. mento a molti tipi di “scienze natura-
6:19 Questo versetto enuncia un’im- li” che si insegnano oggi nelle nostre
portante verità: in questa vita possia- scuole. In realtà, nessuna autentica
mo usare i beni materiali in nostro scoperta scientifica potrà smentire la
possesso in modo tale da raccoglierne i Bibbia poiché i segreti della scienza so-
frutti in avvenire. Chi li utilizza al ser- no stati posti nell’universo dall’autore
vizio del Signore nella vita presente è stesso della Bibbia, Dio. Al contrario,
in grado di mettersi da parte un tesoro molti cosiddetti “fatti scientifici” non
ben fondato per l’avvenire. In questo sono altro che congetture, teorie non
modo si ottiene la vera vita. provate. Qualsiasi ipotesi che contrad-
6:20 O Timoteo, custodisci il depo- dica la Bibbia va rifiutata.
sito. In questa esortazione finale, Paolo 6:21 Paolo sapeva che alcuni, pur
fa probabilmente riferimento alla sa- professandosi credenti, sostenevano
na dottrina della fede cristiana. Non queste false dottrine e si erano allon-
vi sarebbe, dunque, alcuna allusione tanati dalla fede. Gli ultimi versetti
all’anima o alla salvezza di Timoteo, illustrano il grave danno procurato
bensì alla verità del vangelo della gra- dall’intellettualismo, dal razionalismo,
zia di Dio. Come il denaro depositato dal modernismo, dal liberalismo e da
in banca, la verità data in consegna a ogni altro “ismo” che lascia da parte o
Timoteo doveva essere preservata “in- sminuisce Cristo.
tegra e intatta”. La grazia sia con voi. La lettera si
Timoteo è invitato a evitare i discorsi conclude con questa benedizione, che
vuoti (parole vane su questioni futili) è il “marchio di fabbrica” di Paolo.
e profani e le obiezioni di quella che Solo la grazia di Dio mantiene il suo
falsamente si chiama scienza. Paolo si popolo sulla via “stretta e angusta”
rendeva conto che Timoteo si sarebbe (vd. Mt 7:14). Amen.

1087
1 TIMOTEO

NOTE

1 (Introduzione a 1 Timoteo) Citazione tratta da L’église chrétienne, p. 95, di George


Salmon in A Historical Introduction to the Study of the Books of the New Testament,
p. 413.
2 (1:8) Guy King, A Leader Led, p. 5.
3 (1:16) William Kelly, An exposition of the Two Epistles to Timothy, p. 22.
4 (1:19) Hamilton Smith, non disponibile ulteriore documentazione.
5 (1:20) Il verbo gr. blasphemeo (“diffamare, bestemmiare”) può avere per oggetto sia
Dio sia l’uomo. In italiano si incontra quasi esclusivamente in relazione a Dio e a tut-
to ciò che è sacro.
6 (2:9) Giovanni Crisostomo, citato da Alfred Plummer in The Pastoral Epistles, p. 101.
7 (2:15) J.P. Lilley, The Pastoral Epistles, p. 94.
8 (3:2) I credenti che propendono per questa interpretazione si basano sulla costru-
zione gr. della proposizione in esame: “il tipo di uomo che ha una sola donna”.
9 (3:3) Poiché i diaconi non devono essere amanti del denaro (3:8), è improbabile che
Paolo abbia omesso tale requisito per gli anziani, sicuramente investiti di maggiori
responsabilità.
10 (3:11) Probabilmente, agli albori del cristianesimo, non era ancora un servizio uffi-
ciale della chiesa. Vd. la nota corrispondente nella Ryrie Study Bible, NKJV, p. 1850.
11 (3:16) J.N. Darby, “Notes of a Lecture on Titus 2:11-14”, The Collected Writings of J.N.
Darby, VII:333.
12 (3:16) Negli antichi mss. i nomi santi di Dio, di Cristo e dello Spirito Santo veniva-
no abbreviati. In gr. l’abbreviazione per Dio (Q®S)® è molto simile al pronome “chi, il
quale” (OS); le due forme si differenziano solo per il trattino orizzontale, che di-
stingue la theta dall’omicron, e per l’accento lungo, che serve a indicare la presenza
di un’abbreviazione. I mss. hanno: “Dio” (TR e M), “colui che” (NA) o “il quale”. La
NR segue NA, la ND segue TR e M.
13 (4:3) Mary Baker Eddy, Science and Health with Key to the Scriptures, pp. 64-65.
14 (4:12) Guy King, Leader, p. 79.
15 (6:4) R.C.H. Lenski, The Interpretation of St. Paul’s Epistles to the Thessalonians, to
Timothy, to Titus and to Philemon, p. 700.
16 (6:5) Ibid., pp. 701-702.
17 (6:5) Frase non riportata in NA.
18 (6:7) Edward Herbert Bates, Spiritual Thought from the Scriptures of Truth, p. 160.
19 (6:9) Albert Barnes, Notes on the New Testament: Thessalonians, Timothy, Titus, Phi-
lemon, p. 199.
20 (6:10) J.C. Ryle, Practical Religion, p. 215.
21 (6:10) Tratto da notizie di cronaca sullo scomparso Howard Hughes.
22 (6:20) H.C.G. Moule, Studies in II Timothy, p. 91.

BIBLIOGRAFIA

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1 TIMOTEO

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_____. An Exposition of the Two Epistles to Timothy, 3rd Ed. Oak Park, IL: Bible Truth
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Lilley, J.P. “The Pastoral Epistles”. Handbooks for Bible Classes. Edinburgh: T. & T. Clark,
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1089
Seconda lettera a

Timoteo
“La seconda lettera a Timoteo… è l’espressione del cuore di Paolo.
Fuori da Israele, sotto la guida di Dio, l’apostolo ha edificato e istruito
l’assemblea di Dio sulla terra, e ora scrive in vista della sua caduta e
del suo allontanamento dai principi sui quali egli l’aveva costituita”.
− J.N. Darby

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone scettici, autori di vari commenti ne-
Le ultime parole di uomini famosi, in gativi e colpevoli di usare la religione
genere, sono serbate nel cuore di coloro come un pretesto, e questo è proprio il
che li hanno amati. Benché 2 Timoteo grave crimine contro il quale Paolo ci
non rappresenti letteralmente le ulti- mette in guardia (3:1-9).
me parole di Paolo, essa è, nondimeno, A dispetto di ciò che pensano alcu-
il suo ultimo scritto noto ai credenti, ni, 2 Timoteo è una lettera necessaria
indirizzato originariamente al giovane e, soprattutto, autentica!
e amato assistente, Timoteo.
In un’umida cella sotterranea II. Autore
a Roma, illuminata solamente da Vd. Introduzione alle lettere pastorali.
un’apertura sul soffitto, Paolo atten-
deva l’esecuzione per decapitazione. III. Data
Questo apostolo spirituale, intelligen- Paolo scrisse la Seconda lettera a Ti-
te, sensibile, ora anziano e indebolito moteo dalla prigione (secondo la tradi-
dalla lunga e difficile corsa per Dio, zione, dal carcere Mamertino a Roma,
scrive un’ultima missiva per confer- tuttora meta turistica). Essendo citta-
mare con forza la verità e la vita inse- dino romano, Paolo non poteva essere
gnate a Timoteo. gettato in pasto ai leoni o crocifisso,
Al pari di altre “seconde” lettere, ma “meritava” bensì l’esecuzione con
2 Timoteo tratta dei falsi dottori e degli la spada o la decapitazione. Poiché
apostati degli ultimi giorni. Non si può Paolo fu martirizzato sotto il regno di
fare a meno di pensare che, in gran Nerone, e questi morì l’8 giugno 68, la
parte, l’attacco frontale contro l’auten- data di composizione di 2 Timoteo si
ticità di 2 Timoteo (e maggiormente di colloca tra l’autunno del 67 e la prima-
2 Pietro) è sferrato da quei capi religiosi vera del 68.
2 TIMOTEO

IV. Contesto e tema un chiaro esempio. A causa dell’ac-


Il tema di 2 Timoteo è ben espresso in cresciuta empietà degli Israeliti, Da-
2:15: “Sfòrzati di presentare te stesso niele e altri connazionali erano stati
davanti a Dio come un uomo approva- catturati e condotti in esilio a Babi-
to, un operaio che non abbia di che ver- lonia da Nabucodonosor. Essi furono
gognarsi, che tagli rettamente la parola privati di tutte le forme esteriori della
della verità”. A differenza di 1 Timoteo, religione giudaica (quali il sistema
dov’è posta enfasi sulla condotta della sacrificale, il ministero sacerdotale, il
chiesa, qui l’attenzione verte princi- culto nel tempio ecc.). Peraltro, que-
palmente sulla responsabilità e sulla ste ultime si sarebbero interrotte del
condotta individuale. Il tema sviluppa- tutto allorché, alcuni anni più tardi,
to potrebbe essere: “La responsabilità Gerusalemme fu distrutta e l’intero
individuale in un’epoca di fallimento popolo esiliato. Daniele si domandò
collettivo”. forse: “Meglio abbandonare la Legge
In questa lettera è evidente il gran- e i Profeti e adattarsi alle usanze, ai
de fallimento della chiesa professante principi e alla morale di Babilonia”?
a causa del considerevole allontana- La storia riporta l’ardente, entusiasti-
mento dalla fede e dalla verità. Quali ca risposta della sua ammirevole vita
sono le ripercussioni di tutto ciò sul di fede in circostanze apparentemen-
credente come individuo? Sarà dunque te avverse.
esentato dal cercare di attenersi alla Perciò il messaggio di 2 Timoteo è
verità e dal vivere una vita di pietà? As- rivolto a ciascun uomo di Dio che vede
solutamente no: “Sfòrzati di presentare nella chiesa di oggi un’entità più che
te stesso davanti a Dio come un uomo mai lontana dalla semplicità e dalla
approvato…”. santità in cui era nata. Il credente è
La situazione del giovane Daniele tuttora chiamato a “vivere piamente in
alla corte di Babilonia (vd. Da 1) ne è Cristo Gesù” (3:12).

Sommario

I. SALUTO (1:1-5)
II. ESORTAZIONI A TIMOTEO (1:6–2:13)
A. Fedeltà (1:6-18)
B. Fortezza (2:1-13)
III. FEDELTÀ E APOSTASIA (2:14–4:8)
A. Fedeltà al vero cristianesimo (2:14-26)
B. L’imminente apostasia (3:1-13)
C. Risorse dell’uomo di Dio contro l’apostasia (3:14–4:8)
IV. RICHIESTE PERSONALI E OSSERVAZIONI (4:9-22)

1092
2 TIMOTEO 1:3

Commentario

I. SALUTO nella pace la virtù per ogni circostan-


(1:1-5) za. Qualcun altro ha commentato:
“Grazia agli indegni, misericordia agli
1:1 Paolo esordisce presentandosi co- indifesi e pace agli afflitti”. Hiebert de-
me apostolo di Cristo Gesù. Il Signore finisce la misericordia “l’amorevole,
glorificato lo aveva incaricato di que- tenera, spontanea bontà che induce Dio
sto speciale servizio, al quale era per- alla premurosa offerta di compassione e
venuto non per volontà di uomini, ma amore all’infelice e all’oppresso”.(2)
per volontà di Dio. Paolo soggiunge, Queste benedizioni provengono da
inoltre, che il suo apostolato è secon- Dio Padre e da Cristo Gesù nostro Si-
do la promessa della vita che è in Cri- gnore. Ecco un’altra occasione in cui
sto Gesù. Dio ha fatto una promessa : Paolo tributa pari onore al Figlio come
chiunque crede in Cristo Gesù riceverà al Padre.
la vita eterna. Paolo era stato chiama- 1:3 Com’è nel suo stile, Paolo esor-
to a essere apostolo conformemente a disce con un fervido ringraziamento.
questa promessa ; in assenza di una ta- Durante la lettura non dimentichiamo
le promessa, infatti, non sarebbe stato che l’apostolo scriveva da una prigione
necessario un apostolo come lui. sotterranea di Roma, dove era stato in-
Vine commenta: “Secondo il piano di- carcerato per aver predicato il vangelo
vino, noi dovevamo ricevere la vita, che ed era trattato come un criminale comu-
fin dalla più lontana eternità era in Cristo ne. Il governo romano stava reprimendo
Gesù. Conformemente a tale progetto, energicamente la fede cristiana e molti
Paolo doveva diventare apostolo”.(1) credenti erano già stati messi a morte.
V. Paul Flint spiega i cinque riferi- Nonostante tali circostanze avverse,
menti alla vita in questa lettera: Paolo può iniziare questa lettera a Timo-
1. 1:1, la promessa della vita; teo con le parole: “Ringrazio Dio!”
2. 1:10, il dono della vita; L’apostolo stava servendo Dio con
3. 2:11, la partecipazione alla vita; pura coscienza come avevano fatto i
4. 3:12, il modello di vita; suoi antenati giudei. Benché non fos-
5. 4:1, lo scopo della vita. sero cristiani, costoro credevano nel
1:2 Timoteo è chiamato con l’appel- Dio vivente. Lo adoravano e cercavano
lativo di caro figlio. Non si può provare di servirlo “a motivo della speranza
con certezza che Timoteo si sia con- e della risurrezione dei morti”, come
vertito grazie al ministero di Paolo. Si Paolo aveva fatto notare in At 23:6.
parla del loro primo incontro in At 16:1, Ecco perché, più avanti, in Atti 26:6-
dov’è scritto che Timoteo era discepolo 7a, può affermare: “E ora sono chia-
già prima dell’arrivo di Paolo a Listra. mato in giudizio per la speranza nella
In ogni caso, l’apostolo lo considerava promessa fatta da Dio ai nostri padri;
un caro figlio nella fede. della quale promessa [la risurrezione]
Come in 1 Timoteo il saluto di Paolo le nostre dodici tribù, che servono con
consiste in un augurio di grazia, mi- fervore Dio notte e giorno, sperano di
sericordia e pace. Nel commentario a vedere il compimento”.
1 Timoteo è stato rilevato che, nella cor- Paolo poteva dunque affermare che il
rispondenza epistolare alle chiese, l’au- suo servizio per il Signore era conforme
gurio tipico di Paolo era “grazia e pace”. all’esempio dei suoi avi. Affermando di
Scrivendo a Timoteo, egli aggiunge un “servire” Dio, (3) Paolo esprimeva la sua
richiamo alla misericordia. Guy King lealtà e la sua ubbidienza. Egli conosce-
ravvisa nella grazia la virtù necessaria va e accettava il vero Dio.
per ogni servizio reso a Dio, nella mi- Paolo prosegue affermando di ricor-
sericordia la virtù per ogni sconfitta e dare costantemente Timoteo nelle sue

1093
2 TIMOTEO 1:4

preghiere giorno e notte. Ogni volta le grandi verità della fede cristiana in
che l’apostolo si rivolgeva al Signore in una famiglia giunta alla terza gene-
preghiera, si ricordava del suo amato, razione di credenti. Le Scritture non
giovane collaboratore e presentava il specificano se il padre di Timoteo si sia
suo nome al trono della grazia. Paolo anch’egli convertito.
sapeva che il tempo del suo servizio Benché la salvezza non si possa ere-
stava rapidamente volgendo al termine ditare dai genitori credenti, è senza
e sapeva anche che Timoteo sarebbe ri- dubbio vero che, nelle Scritture, esiste
masto da solo, umanamente parlando, un principio di unità familiare. Sem-
a continuare l’opera di testimonianza bra che Dio ami salvare famiglie intere.
per Cristo. Conosceva le difficoltà che Egli non desidera che alcun membro
gli si sarebbero presentate e, per tale della famiglia manchi all’appello.
motivo, pregava incessantemente per il Notiamo che la stessa fede di Timo-
giovane guerriero della fede. teo abitò sia in Loide sia in Eunice. Non
1:4 Come dovette essere toccante, era stata un’ospite occasionale per le
per Timoteo, leggere queste parole! due donne, bensì una presenza costan-
L’apostolo Paolo provava quello che te. Paolo era convinto che fosse pure il
Moule ha definito un “nostalgico e ar- caso di Timoteo: la sua fede era auten-
dente desiderio” di vederlo. Era senz’al- tica e il suo caro collaboratore l’avreb-
tro un segno di amore e stima speciali be mantenuta viva nonostante tutte le
e mostra in modo eloquente la genti- prove in cui si sarebbe trovato.
lezza, la sensibilità e l’umiltà di Paolo.
Probabilmente, al momento dell’ul- II. ESORTAZIONI A TIMOTEO
tima separazione, Timoteo era alquan- (1:6−2:13)
to abbattuto. Le sue lacrime avevano
impressionato profondamente il suo A. Fedeltà
più anziano collaboratore. Hiebert (1:6-18)
suggerisce che ciò avvenne quando 1:6 A causa dei precedenti di fede della
Paolo fu “strappato da lui” dalla polizia famiglia, Timoteo è invitato a ravviva-
o dai soldati romani. (4) Paolo non riesce re il dono di Dio che è in lui. La natura
a dimenticare e ora vorrebbe essere di tale dono non è specificata. Taluni
nuovamente con Timoteo per essere ritengono si tratti dello Spirito Santo,
riempito di gioia. Non rimprovera Ti- altri di una particolare predisposizio-
moteo per le sue lacrime, come se fos- ne che il Signore conferisce in vista di
sero indegne di un uomo o come se nel alcune forme di servizio cristiano co-
cristianesimo non vi fosse spazio per me, per esempio, il dono di predicare,
le emozioni. J.H. Jowett era solito dire: guidare o insegnare.
“I cuori che non piangono non posso- È evidente che Timoteo era stato
no essere messaggeri della passione. chiamato al servizio cristiano e che
Quando non si provano più fitte al cuo- aveva ricevuto qualche dono speciale.
re, non si può più servire la passione”. Qui Paolo lo invita a ravvivare il dono.
1:5 Paolo dunque ricordava la fede Timoteo non dovrà lasciarsi abbattere
sincera di Timoteo: una fede schietta, dall’insuccesso generale che lo circon-
autentica e senza ipocrisie. (5) da, né permettere al suo ministero per
Timoteo non era stato il primo della Dio di adagiarsi in una comoda routine.
famiglia a conoscere la salvezza. È evi- Al contrario, dovrà impegnarsi a usare
dente che la nonna giudea Loide aveva incessantemente il suo dono mentre i
udito la buona notizia della salvezza e giorni si fanno sempre più foschi.
aveva accettato il Signore Gesù come Il dono era stato trasmesso a Timo-
Messia, così come la madre Eunice, teo mediante l’imposizione delle…
anche lei giudea (vd. At 16:1). In questo mani dell’apostolo. Non si era trattato
modo Timoteo era arrivato a conoscere di un’ordinazione simile a quella pra-

1094
2 TIMOTEO 1:9

ticata oggi negli ambienti ecclesiastici; mine autocontrollo non rende com-
avvenne bensì esattamente come leg- pletamente l’idea. Può suggerire che
giamo: il dono fu trasmesso a Timoteo un credente dovrebbe essere sempre
nel momento in cui Paolo gli impose le padrone di sé, non soggetto a esauri-
mani. L’apostolo fu il canale attraverso menti nervosi o altri disturbi mentali.
il quale il dono fu conferito. Questo versetto è spesso usato impro-
A queste parole si leverà sicuramen- priamente per insegnare che, in virtù
te la domanda: “Ciò avviene ancora della sua vicinanza a Dio, il credente
oggi”? La risposta è no. A Paolo fu dato non dovrebbe mai soffrire di disturbi
il potere di conferire un dono attraver- mentali. Questo non è un insegnamen-
so l’imposizione delle mani perché era to scritturale. Molte malattie mentali,
apostolo di Gesù Cristo. Poiché oggi infatti, possono risalire a una debolez-
non abbiamo apostoli in quel senso, za ereditaria. Molte possono essere in-
non abbiamo più il potere di operare fluenzate da uno stato fisico che non ha
miracoli apostolici. nulla a che vedere con la vita spirituale
Questo versetto dovrebbe essere stu- della persona.
diato e confrontato con 1 Ti 1:18 e 4:14. Il versetto insegna che Dio ha dato
Unendo questi tre versetti, si intuisce a tutti uno spirito di padronanza o di
l’ordine degli eventi. Come specificato dominio di sé. Dobbiamo essere giudi-
da Vine, una profezia fece capire a Paolo ziosi per non agire sconsideratamente,
che Timoteo aveva ricevuto una chia- frettolosamente o scioccamente. Mal-
mata speciale al servizio di Dio. Il Signo- grado le circostanze, dovremmo sem-
re concesse un dono a Timoteo tramite pre mantenere equilibrio e buon senso,
un atto formale dell’apostolo. Gli anzia- e agire assennatamente.
ni riconobbero quanto il Signore aveva 1:8 Timoteo non doveva aver dun-
operato in Timoteo imponendogli le que vergogna della prigionia di Paolo.
mani. Non si trattò di un atto di ordina- Lo stesso Paolo non se ne vergognava
zione che avrebbe comportato, insieme (v. 12) e, come apprendiamo nel v. 16,
al dono, il conferimento di una posizio- neppure Onesiforo.
ne ecclesiastica.(6) A quei tempi predicare il vangelo era
Stock riassume: “Il dono venne ‘tra- un crimine. Chi cercava di testimonia-
mite’ le mani di Paolo e ‘con’ le mani re pubblicamente del Signore e Salva-
degli anziani”. tore era perseguitato, ma Timoteo non
1:7 Sul punto di affrontare il martirio, doveva lasciarsi intimidire. Non dove-
Paolo ricorda a Timoteo che Dio… ci ha va aver dunque vergogna del vangelo,
dato uno spirito non di timidezza o anche se ciò comportava sofferenza,
paura. Non c’è tempo per l’insicurezza. né dell’apostolo Paolo in prigione. Già
...ma Dio ci ha dato uno spirito di alcuni credenti gli avevano voltato le
forza illimitata. Lo Spirito Santo dona spalle. Senza dubbio temevano che la
al credente la facoltà di rendere un va- solidarietà nei suoi confronti avrebbe
loroso servizio, una paziente soppor- attirato su di loro le persecuzioni e per-
tazione, una sofferenza vittoriosa e, se fino la morte.
necessario, una morte eroica. Paolo esorta: soffri anche tu per il
Dio ci ha altresì donato uno spirito vangelo, sorretto dalla potenza di Dio.
d’amore. Il nostro amore per Dio scaccia Timoteo non doveva cercare di evitare
la paura (vd. 1 Gv 4:18) suscitando in noi le sofferenze connesse alla predicazio-
desiderio di donarci per Cristo, a qualun- ne del vangelo, ma unirsi a Paolo nella
que costo. Il nostro amore per il prossi- sopportazione.
mo ci induce a sopportare tutti i tipi di 1:9 L’apostolo ha incoraggiato Timo-
persecuzione e a ricambiare con bontà. teo a essere zelante (vv. 6-7) e coraggio-
Infine, Dio ci ha dato uno spirito so (v. 8). Adesso spiega perché questo
di autocontrollo o disciplina. Il ter- sia l’unico atteggiamento ragionevole,

1095
2 TIMOTEO 1:10

rintracciandone i motivi nel meravi- l’opera vicaria del Figlio diletto. Decise
glioso rapporto che Dio, nella sua gra- di offrire la vita eterna a tutti quelli che
zia, mantiene con noi. In primo luogo, avrebbero accettato Gesù Cristo come
Egli ci ha salvati, liberandoci dalla Signore e Salvatore. Il sistema con cui
pena prevista per il peccato, e conti- saremmo stati salvati non soltanto fu
nua a liberarci dal potere del peccato. stabilito prima che nascessimo, ma ad-
In futuro egli ci libererà dalla presenza dirittura fin dall’eternità.
stessa del peccato. Grazie a lui, siamo 1:10 Il vangelo progettato fin
liberi dal mondo e da Satana. dall’eternità si manifestò nel tempo
Inoltre, Dio ci ha rivolto una santa con l’apparizione del Salvatore nostro
chiamata. Non solo ci ha liberati dal Cristo Gesù. Durante i giorni della sua
maligno, ma ha altresì riversato su di incarnazione egli annunciò pubblica-
noi tutte le benedizioni spirituali nei luo- mente la buona notizia della salvezza e
ghi celesti in Cristo Gesù (vd. Ef 1:3). In spiegò agli uomini che doveva morire,
Ef 1−3 (in particolare nel cap. 1), si spie- essere sepolto e risuscitare dai morti
ga in che cosa consiste la santa chiama- affinché Dio potesse salvare i peccatori
ta. Lì apprendiamo di essere stati scelti con un atto di giustizia.
da Dio, predestinati, adottati come figli, Cristo... ha distrutto la morte. Ma
accettati nel suo amato Figlio, redenti come è possibile ciò, dacché nel mon-
attraverso il suo sangue, perdonati, si- do si muore ancora? Il concetto è che
gillati con lo Spirito Santo e muniti del ha abrogato la morte, l’ha messa fuori
pegno della nostra eredità. In aggiunta uso. Prima della risurrezione di Cristo,
a questa chiamata, abbiamo una “voca- la morte regnava sugli uomini come un
zione celeste” (vd. Fl 3:14; Eb 3:1). crudele tiranno, un nemico temibile.
La salvezza e la chiamata non sono Gli uomini erano schiavi della paura
a motivo delle nostre opere. In altre della morte. Ma la risurrezione del Si-
parole, esse dipendono dalla grazia gnore Gesù è garanzia che chiunque
di Dio. Ciò significa che non le abbia- crede in lui risusciterà dai morti per
mo meritate essendo, bensì, indegni e non morire mai più. È in questo senso
meritevoli di tutt’altro. Non saremmo che Cristo Gesù ha abolito la morte
stati in grado di guadagnarcele, ma e l’ha privata del suo dardo (vd. 1 Co
neppure le cercavamo. Dio, nondime- 15:55-56). Adesso la morte è la messag-
no, le ha riversate su di noi in modo gera di Dio e porta l’anima del credente
incondizionato e gratuito, come spiega in cielo: essa è ormai nostra serva e non
l’espressione secondo il suo proposito più padrona.
e la grazia. Il Signore non ha solamente abolito
Perché Dio avrebbe dovuto amare la morte, ma ha messo in luce la vita e
degli empi peccatori al punto di man- l’immortalità mediante il vangelo. Ai
dare il suo unico Figlio a morire per tempi dell’A.T. gran parte degli uomini
loro? Perché avrebbe dovuto pagare un aveva un’idea alquanto vaga e confu-
simile prezzo per salvarli dall’inferno e sa della vita dopo la morte. Si parlava
portarli in cielo a trascorrere l’eternità della dipartita dei propri cari verso lo
con lui? L’unica risposta possibile è: Sheol che indicava semplicemente lo
secondo il suo proposito e la grazia. La stato invisibile dei trapassati. Nono-
ragione non va ricercata in noi, bensì stante la prospettiva di una speranza
nel suo cuore immenso. Dio ci ha ama- celeste, la maggior parte degli uomini
to perché ci ha amato! non la comprendeva chiaramente.
...la grazia… ci è stata fatta in Cristo Con l’avvento di Cristo si è fatta più
Gesù fin dall’eternità. Ciò significa che luce sull’argomento. Ad esempio, sap-
da ogni eternità Dio ha elaborato que- piamo che, dopo la morte, lo spirito del
sto meraviglioso piano di salvezza, de- credente va a stare con Cristo, “perché
cidendo di salvare i peccatori mediante è molto meglio” (vd. Fl 1:23); assente

1096
2 TIMOTEO 1:13

dal corpo, ma presente al Signore, en- lo poteva essere messo a morte, ma il


tra nella pienezza della vita eterna. vangelo non poteva essere fermato. Più
Cristo non ha messo in luce soltan- gli uomini cercavano di avversarlo, più
to la vita ma anche l’immortalità, che il vangelo si diffondeva.
implica la risurrezione del corpo. In Forse è meglio considerare l’espres-
1 Co 15:53 leggiamo che “bisogna che sione nel suo significato più ampio.
questo corruttibile rivesta incorruttibi- Paolo era persuaso che il suo caso era
lità” e sappiamo che, anche se il corpo nelle mani migliori. Anche se era di
è deposto nella bara e torna alla polve- fronte alla morte, non aveva timori.
re, alla venuta di Cristo quello stesso Gesù Cristo era il suo Onnipotente
corpo sarà tratto dalla tomba e rivesti- Signore e rimanere al suo fianco non
to di un corpo glorioso, simile a quello comportava sconfitte o insuccessi.
del Signore Gesù stesso. I santi dell’A.T. Non c’era nulla di cui preoccuparsi. La
non avevano questa conoscenza che è salvezza di Paolo era certa, così come
stata rivelata con l’apparizione del Sal- il successo finale del suo impegno sulla
vatore nostro Cristo Gesù. terra per Cristo.
1:11 Paolo era stato costituito aral- Quel giorno è una delle espressioni
do, apostolo e dottore degli stranieri preferite di Paolo. Essa indica la venuta
per annunciare questo glorioso van- del Signore Gesù Cristo e, in particola-
gelo. L’araldo è un banditore, il cui re, il tribunale di Cristo, allorché sarà
compito è annunciare un messaggio. giudicato il servizio a lui reso e l’amo-
L’apostolo è un inviato divino, al qua- re di Dio ricompenserà la fedeltà degli
le Dio ha dato capacità e pieni poteri. uomini.
Il dottore ha il compito di insegnare la 1:13 Due sono le possibili interpreta-
dottrina, spiegando la verità in modo zioni di questo versetto.
comprensibile affinché gli altri pos- 1. Timoteo è invitato a prendere co-
sano rispondere con la fede e l’ubbi- me modello le sane parole. Non sol-
dienza. L’espressione degli stranieri tanto gli si chiede di essere fedele
evidenzia lo speciale ministero presso alla verità comunicata dalla Paro-
i popoli stranieri. la di Dio, ma anche di attenersi alle
1:12 Paolo fu imprigionato e abban- espressioni con le quali la verità è
donato per aver adempiuto fedelmente comunicata. Forse può essere utile
il suo dovere. Non aveva esitato a pro- un esempio. Oggi qualcuno propo-
clamare la verità di Dio. Il timore per la ne di abbandonare espressioni anti-
propria incolumità personale non gli quate come “nascere di nuovo” o “il
aveva chiuso la bocca. Anche adesso sangue di Gesù”. La gente vuole un
che era incarcerato, non aveva rim- linguaggio più ricercato ed evoluto.
pianti: non me ne vergogno. Neppure Con l’abbandono delle espressioni
Timoteo doveva provare vergogna. scritturali, tuttavia, si corre il rischio
Benché non avesse alcuna certezza ri- concreto di abbandonare le perfette
guardo alla propria incolumità fisica, verità che esse trasmettono. Di con-
Paolo aveva totale fiducia in colui nel seguenza, Timoteo deve prendere
quale aveva creduto. Anche se il gover- come modello le sane parole.
no romano l’avesse messo a morte, non 2. Questo versetto può anche suggeri-
avrebbe potuto colpire il Signore. Paolo re che le parole di Paolo dovevano
sapeva che colui al quale si era affidato servire come esempio per Timoteo.
aveva il potere di custodire il suo de- Tutti i suoi successivi insegnamenti
posito fino a quel giorno. I commen- dovevano concordare con l’esempio
tatori sono divisi sull’interpretazione che gli era stato dato. Egli era, in tal
di queste parole. Alcuni le ritengono modo, chiamato a compiere il suo
un’allusione alla salvezza dell’anima, ministero con la fede e l’amore che
altri al vangelo. In altre parole, Pao- si hanno in Cristo Gesù. La fede non

1097
2 TIMOTEO 1:14

indica soltanto fiducia, ma anche Paolo. In ogni caso, costoro si addos-


ubbidienza. L’amore non comporta sarono la vergogna e il disonore eterni
soltanto l’amore per Dio, ma anche per aver rifiutato di condividere il di-
per gli altri credenti e per il mondo sprezzo di Cristo con il suo servitore.
che langue intorno a noi. Guy King ha commentato che “non po-
1:14 Il buon deposito è il vangelo. tevano rinunciare ai loro brutti nomi,
Timoteo deve custodire il messaggio ma avrebbero potuto rinunciare ai loro
dell’amore salvifico. Non deve aggiun- brutti caratteri”.
gervi nulla, né tentare di migliorarlo: 1:16 Esistono due pareri discordi
egli ha il compito di custodirlo per a proposito di Onesiforo. Alcuni ipo-
mezzo dello Spirito Santo che abita tizzano che anche costui avesse ab-
in noi. Mentre Paolo scriveva questa bandonato Paolo e che, proprio per
lettera, era consapevole del diffuso questo motivo, l’apostolo pregasse il
allontanamento dalla fede che stava Signore di concedergli misericordia.
minacciando la chiesa. Su più fronti Altri ritengono che si tratti di una felice
si levavano attacchi contro la fede cri- eccezione rispetto alle persone sopra
stiana. Timoteo doveva, perciò, rima- menzionate. Anche noi propendiamo
nere fedele alla Parola di Dio ma senza per quest’ultima interpretazione.
affidarsi alle sue sole forze. Lo Spirito Conceda il Signore misericordia
Santo che dimorava in lui lo avrebbe alla famiglia di Onesiforo. Secondo
munito di tutto ciò di cui avrebbe avu- Mt 5:7 la misericordia è la ricompensa
to bisogno per quel compito. dei misericordiosi. Non sappiamo con
1:15 Mentre l’apostolo pensa alle nu- esattezza in che modo Onesiforo abbia
vole oscure che si addensano sopra la confortato Paolo. Forse gli portava cibo
chiesa, ricorda che i credenti in Asia lo e abiti nella buia cella romana. In ogni
hanno abbandonato. Timoteo si trova- caso, non si era vergognato di visitarlo
va presumibilmente a Efeso all’epoca in prigione. Nessuna preoccupazione
della stesura di questa lettera, dunque per la propria incolumità personale
sapeva esattamente a cosa si riferiva poté impedirgli di aiutare un amico in
l’apostolo. difficoltà.
È possibile che i credenti in Asia Jowett si è espresso mirabilmente a
avessero troncato ogni legame con tal proposito:
Paolo allorché ebbero saputo del suo
arresto e della sua incarcerazione. Lo La frase di Paolo “non si è vergognato
abbandonavano nel momento in cui della mia catena” rivela un bel tratto
aveva più bisogno di loro, forse perché del carattere di Onesiforo… Spesso,
temevano per la loro incolumità. Le quando un uomo è in catene, la sua
autorità romane erano alla ricerca di cerchia di amicizie si restringe. La ca-
chiunque tentasse di propagare la fede tena della povertà tiene lontani molti,
cristiana. L’apostolo Paolo era uno de- così come la catena dell’impopolarità.
Chi è tenuto in gran considerazione
gli esponenti più noti del cristianesimo.
ha molti amici, ma quando si inizia a
Chiunque avesse osato mettersi pub-
portare una catena, gli amici tendono
blicamente in contatto con lui sarebbe a diminuire. Però i ministri della brez-
stato immediatamente considerato un za del giorno amano arrivare nell’om-
simpatizzante della causa cristiana. bra della notte [nde, cfr. Ca 2:17; 4:6].
Non è scritto chiaramente, né lo leggia- Si dilettano nel portare aiuto nel regno
mo fra le righe, che questi credenti abban- dello sconforto e dove le catene oppri-
donarono il Signore o la chiesa. Tuttavia, mono maggiormente l’anima. “Non
lasciare solo Paolo in un momento tanto si è vergognato della mia catena”. La
critico fu un atto vile e sleale. catena, in realtà, fu un richiamo che
Forse furono Figello ed Ermogene mise le ali ai piedi di Onesiforo e pre-
a capitanare il gruppo dissociatosi da mura al suo ministero.(7)

1098
2 TIMOTEO 2:4

Si fa spesso un cattivo uso di que- presenza di molti testimoni. I giorni in


sto versetto per avallare la pratica cui Timoteo avrebbe servito Dio sareb-
delle preghiere per i defunti. A tale bero stati brevi; anch’egli avrebbe do-
riguardo vi è chi sostiene che One- vuto organizzare il proprio ministero
siforo fosse già morto quando Paolo in modo che altri fossero pronti a pro-
scrisse questa lettera e che l’apostolo seguire come dottori.
impetrasse misericordia per lui pres- Con tale versetto non si sostiene il
so Dio. Non vi è il benché minimo in- principio della successione apostolica
dizio che, all’epoca, Onesiforo fosse né si allude all’attuale pratica di ordi-
morto. I sostenitori di questa idea so- nare i ministri. È semplicemente un
no degli oziosi parolai che si arrampi- insegnamento del Signore alla chiesa
cano sugli specchi per sostenere una perché sia assicurata una successione
prassi non biblica. di insegnanti competenti.
1:17 Giunto a Roma, Onesiforo aveva Si rileva spesso che, in questo verset-
almeno tre scelte di fronte a lui: 1° evi- to, si fa accenno a quattro generazioni
tare qualsiasi contatto con i credenti; di credenti:
2° incontrarli in segreto; 3° esporsi con 1. l’apostolo Paolo;
coraggio al pericolo facendo visita a 2. Timoteo e molti testimoni;
Paolo in prigione. In quest’ultimo ca- 3. gli uomini fedeli;
so sarebbe entrato a contatto diretto 4. gli altri.
con le autorità romane… Ancora oggi Qui si esalta l’importanza della
continuiamo a ricordarlo con onore predicazione del vangelo da parte di
giacché egli prese proprio questa deci- ogni credente. Se ognuno facesse fe-
sione. Ha cercato Paolo con premura e delmente la propria parte, il mondo
lo ha trovato. sarebbe evangelizzato nel giro di una
1:18 L’apostolo prega che, in quel generazione. In ogni caso questa è una
giorno, l’amico fidato possa trovare pura ipotesi alla luce della perversione
misericordia presso... il Signore. Qui il umana, dell’“evangelizzazione” rivale
termine misericordia significa ricom- delle religioni secolari e delle sette,
pensa. In quel giorno, come abbiamo nonché di molti altri ostacoli. Una co-
già ricordato, saranno assegnate le ri- sa, però, è certa: i credenti potrebbero
compense presso il tribunale di Cristo. fare molto di più!
Alla conclusione di questo passo Notiamo che Timoteo deve affida-
Paolo ricorda a Timoteo quanti servizi re le verità a uomini fedeli, a credenti
Onesiforo gli abbia reso quando era a affidabili in grado, a loro volta, di inse-
Efeso. gnarle anche ad altri. Ciò presuppone
una certa competenza, poiché si tratta
B. Fortezza di un ministero di insegnamento.
(2:1-13) 2:3 Si rileva spesso che in questo
2:1 Fortificarsi nella grazia che è in capitolo Paolo usa un gran numero di
Cristo Gesù significa avere il coraggio similitudini per descrivere Timoteo:
che proviene dalla forza donataci dalla 1° figlio (v. 1); 2° soldato (vv. 3-4); 3° atle-
sua grazia, andare avanti fedelmente ta (v. 5); 4° lavoratore (v. 6); 5° operaio
nel Signore con l’immeritata capacità (v. 15); 6° vaso (v. 21); 7° servo (v. 24).
che viene dall’unione con lui. L’apostolo esorta Timoteo con queste
2:2 Timoteo non aveva solamente parole: Sopporta (8) anche tu le soffe-
il compito di rafforzarsi, ma altresì di renze, come un buon soldato di Cristo
provvedere a rafforzare spiritualmente Gesù (vd. l’enumerazione delle nume-
gli altri trasmettendo gli insegnamenti rose sofferenze sopportate da Paolo in
ispirati ricevuti dall’apostolo. Paolo era 2 Co 11:23-29).
in procinto di abbandonare la scena. 2:4 Il soldato descritto in questo
Aveva istruito Timoteo con fedeltà in versetto è in servizio effettivo, con una

1099
2 TIMOTEO 2:5

guerra in atto. Nessun soldato in con- di vivere il cristianesimo in ogni mo-


dizioni così difficili s’immischia nelle mento e in ogni ambiente”.
faccende della vita civile. 2:6 Il lavoratore che fatica dev’es-
Ciò significa che chi è impegnato a sere il primo ad avere la sua parte dei
servire il Signore non dovrebbe dedi- frutti. Conformemente a tutti i principi
carsi ad attività secolari? Certo che no! di giustizia, chi si affatica per produrre
Mentre predicava il vangelo e fondava dei frutti ha la priorità di fruizione.
chiese, lo stesso Paolo lavorava come Darby concorda con questa possi-
fabbricante di tende (vd. At 18:3). Egli bile interpretazione del versetto, ma
dichiarava di aver sempre provveduto suggerisce un significato leggermente
alle proprie necessità con le sue stesse diverso: il lavoratore deve lavorare per
mani (vd. 1 Te 2:9; 2 Te 3:8; vd. inoltre godere di una parte del raccolto. Quin-
2 Co 11:9; 12:13). di traduce: “L’agricoltore deve faticare
È posta enfasi sull’espressione non prima di prendere una parte dei frutti”.
s’immischia. Il soldato non deve per- Così mantiene l’idea della necessità:
mettere alle faccende della vita civile il soldato deve resistere; l’atleta deve
(quali, ad es., il cibo e il vestiario) di attenersi alle regole; il lavoratore deve
diventare lo scopo principale della sua lavorare duramente.
esistenza. Anzi, il servizio per Cristo 2:7 Ma in queste tre immagini del
deve occupare il primo posto, mentre servizio cristiano c’è più di quanto ap-
le cose di questa vita vanno tenute in paia in superficie. Paolo invita Timoteo
disparte. William Kelly commenta: a tenerne conto e a meditarle. Se farà
“Immischiarsi negli affari della vita si- così, Paolo sa che il Signore gli darà
gnifica realmente rinunciare alla sepa- intelligenza in ogni cosa. Il giovane si
razione dal mondo e prendere invece renderà conto che il ministero cristia-
parte attiva alle sue imprese”. (9) no ha in sé le caratteristiche del com-
Un soldato in servizio è pronto a battimento, dello sport e del lavoro nei
ubbidire agli ordini del suo quartier campi. Ciascuna di queste tre attività
generale. Egli desidera piacere a colui ha le proprie responsabilità e ciascuna
che lo ha arruolato. Naturalmente noi ha la propria ricompensa.
credenti siamo stati arruolati dal Si- 2:8 Terminate le esortazioni al gio-
gnore e il nostro amore per lui dovreb- vane Timoteo, ora l’apostolo cita il mas-
be aiutarci a tenerci separati dalle cose simo, insuperabile esempio del Signore
di questo mondo. Gesù, un esempio fatto di sofferenze
2:5 Paolo si serve ora della metafo- seguite dalla gloria. Ricòrdati di Gesù
ra dell’atleta che lotta. Per ottenere il Cristo, risorto dai morti, della stirpe di
trofeo, l’atleta deve ubbidire alle regole Davide, secondo il mio vangelo. Timo-
del gioco. Lo stesso vale per il servizio teo non deve limitarsi a rammentare i
cristiano. Quanti cadono prima del tra- fatti riguardanti il Signore Gesù, bensì
guardo, squalificati perché non hanno la sua Persona, risorta dai morti.
ubbidito ciecamente alla Parola di Dio! In un certo senso questo versetto
Quali sono le regole da seguire nel rappresenta un breve riassunto del
servizio cristiano? vangelo predicato da Paolo, impernia-
1. Il credente deve esercitare l’autocon- to sulla risurrezione del Salvatore. Hie-
trollo (vd. 1 Co 9:27). bert scrive: “A Timoteo non si presenta
2. Non deve lottare con armi carnali ben- la visione di un Gesù crocifisso, ma di
sì con armi spirituali (vd. 2 Co 10:4). un Signore risorto”. (10)
3. Deve mantenersi puro. L’espressione della stirpe di Davide
4. Non deve essere ribelle bensì paziente. enuncia in tutta semplicità che Gesù
È stato detto che “il credente part- è il Cristo, discendente di Davide, nel
time è una contraddizione: l’intera vita quale si sono compiute le promesse
dovrebbe essere un energico tentativo messianiche di Dio.

1100
2 TIMOTEO 2:11

Ricordare costantemente la Persona mente a riconoscere che Dio è Dio, il


del Salvatore e la sua opera è fonda- Sovrano dell’universo, il quale dispen-
mentale per tutti coloro che vogliono sa grazia, giustizia e amore. Egli non è
servirlo. Tener presente che perfino il né ingiusto né insensibile: al contrario,
Signore Gesù ha raggiunto la gloria dei egli mostra nei nostri confronti una
cieli attraverso la via della croce e della grazia totalmente immeritata.
morte è un grande incoraggiamento, L’apostolo era consapevole che, tra-
soprattutto per chi si trova ad affronta- mite le sue sofferenze per amore del
re la sofferenza e la morte. vangelo, molte anime erano state sal-
2:9 Paolo si trovava in una prigione vate: un giorno quelle stesse anime sa-
romana per aver proclamato il van- ranno partecipi della gloria eterna con
gelo esaltato nel v. 8. Era considerato Cristo Gesù. La visione dei peccatori
un malfattore, un criminale comune. salvati dalla grazia di Dio e glorificati
Avrebbe avuto ogni motivo per essere con Cristo Gesù bastava a far soppor-
sconfortato. Non solo il governo roma- tare a Paolo qualunque cosa. Questo
no aveva deciso di metterlo a morte, ci ricorda le parole attribuite a Samuel
ma alcuni dei suoi amici credenti gli Rutherford:(12)
avevano voltato le spalle. Oh, se un’anima di Anwoth
Eppure, nonostante tutte queste cir- M’incontrerà alla destra di Dio,
costanze amare, lo spirito lieto di Paolo Il mio cielo sarà due cieli
si leva oltre le mura della cella, dimen- Nella terra dell’Emmanuele.
tico delle sue tristi prospettive, allorché
ricorda che la parola di Dio non è in- 2:11 Alcuni ritengono che i vv. 11-13
catenata. Lenski ha ben osservato: “La siano tratti da antichi inni cristiani.
voce viva di Paolo può essere soffocata Che sia vero oppure no, essi presenta-
nel sangue, ma ciò che il Signore dice no sicuramente alcuni principi immu-
tramite lui riecheggia ancora nel mondo tabili riguardo alla relazione dell’uomo
intero”. Tutti gli eserciti del mondo non con il Signore Cristo Gesù. Hiebert
possono impedire alla Parola di Dio di scrive: “La verità centrale di queste af-
spandersi, come non possono impedire fermazioni così pregnanti è che la fede
alla pioggia o alla neve di cadere (vd. Is in Cristo identifica il credente con Gesù
55:10-11). Harvey commenta: in ogni cosa, mentre l’incredulità sepa-
ra gli uomini dal Signore”. (13) Questa è
Essa avanza nella sua corsa trionfale
la quarta affermazione certa espressa
con un’energia irresistibile e divina,
perfino mentre i suoi difensori soffro-
nelle lettere di Paolo a Timoteo e a Tito
no la prigionia e il martirio. Gli uomi- (vd. 1 Ti 1:15; 3:1; 4:9; Tt 3:8).
ni muoiono, ma Cristo e il suo vangelo Il primo principio è che, se siamo mor-
vivono e trionfano nei secoli.(11) ti con Cristo, con lui anche vivremo. Ciò
vale per ogni credente. In senso spiritua-
2:10 A causa dell’avanzata irresistibile le, noi siamo morti con lui nel momento
del vangelo, Paolo era deciso a soppor- in cui lo abbiamo riconosciuto come no-
tare ogni cosa per amor degli eletti. Gli stro Salvatore. Con lui siamo stati sepolti
eletti ai quali fa riferimento sono gli indi- e risuscitati. Cristo è morto come nostro
vidui scelti da Dio per la salvezza eterna. Rappresentante e Sostituto. Noi saremmo
Nella Bibbia è scritto che Dio sceglie chi dovuti morire per i nostri peccati, ma Cri-
salvare, ma in nessun punto è scritto che sto è morto in nostra vece. Dio ci conside-
Dio sceglie chi dannare. I salvati sono ra morti con lui e ciò significa che con lui
tali per la grazia sovrana di Dio. I perduti anche vivremo in cielo.
sono tali per propria scelta. Probabilmente questo versetto si ap-
Nessuno dovrebbe contendere con plica anche ai martiri cristiani. Quelli che
Dio riguardo alla dottrina dell’elezio- hanno seguito Cristo nella morte, lo se-
ne. Questa dottrina si limita semplice- guiranno parimenti nella risurrezione.

1101
2 TIMOTEO 2:12

2:12 È certamente vero che, se gli ascoltatori di Timoteo e, in modo


avranno costanza, tutti i credenti re- particolare, a quelli che stavano intro-
gneranno con Cristo. La durata nel ducendo dottrine strane. Ciò si evince
tempo è la caratteristica della vera fe- dalla seconda parte del versetto, nella
de, come pure della costanza. quale coloro che occupano la posizio-
Occorre puntualizzare, tuttavia, che ne di dottori o predicatori sono am-
non tutti regneranno con Cristo allo stes- moniti affinché non facciano dispute
so modo. Quando Cristo tornerà per re- di parole. Evidentemente a Efeso si
gnare sulla terra, i suoi santi torneranno facevano ampie discussioni sul signi-
con lui e saranno sovrani con lui. Ma l’en- ficato tecnico di certe parole. Anziché
tità dell’autorità di ciascuno sarà determi- edificare i santi nella verità della Paro-
nata dalla fedeltà dimostrata in vita. la di Dio, costoro minavano la fede di
2:13 Egli rinnegherà chi l’avrà rin- coloro che li ascoltavano.
negato. Qui non si allude a chi, come Dinsdale Young avverte:
Pietro, si sarà limitato a rinnegarlo
temporaneamente, bensì a chi avrà È facile diventare degli esaltati in
opposto a Cristo un rifiuto netto e de- campo teologico: ci lasciamo attirare
finitivo. Queste parole sono rivolte agli così prontamente da questioni prive
increduli, ossia a quanti non hanno di vitale importanza. La vita è troppo
mai accettato il Signore Gesù per fede. breve e troppo piena di impegni per
Un giorno, indipendentemente dalla perdere la testa e il cuore in questioni
pietà della loro professione di fede, co- non edificanti.
storo saranno rinnegati dal Signore. Il mondo attende di essere evange-
...se siamo infedeli, egli rimane fede- lizzato e quindi non dobbiamo né
le : anche qui abbiamo una definizione attardarci né affrettarci nelle vie tra-
degli increduli. Dinsdale Young spiega: verse della dottrina. Restate sulla via
“Dio non può essere incoerente con se principale. Siate fedeli alle verità più
stesso. Sarebbe incoerente con il proprio grandi. Evidenziate l’essenziale, non
carattere trattando i fedeli e gli infedeli le cose secondarie. Non imitate le vit-
allo stesso modo. Egli è sempre fedele time del panico ai giorni di Samgar e
alla giustizia, chiunque noi siamo”.(14) di Iael [vd. Gc 5:6], che abbandona-
rono le vie principali e si incammi-
Le parole di questo versetto non
navano lungo sentieri tortuosi.(16)
vanno usate per insegnare che Dio si
mostrerà fedele accogliendo anche
chi non avrà creduto. Non è così. Se gli 2:15 Timoteo deve presentare se
uomini sono increduli, Dio deve rima- stesso davanti a Dio come un uomo ap-
nere fedele al suo carattere e trattarli di provato. Deve impegnarsi a fondo per
conseguenza. Van Oosterzee osserva:, diventare un operaio che non abbia di
“Egli è giusto e fedele tanto nelle mi- che vergognarsi; potrà riuscirci soltanto
nacce quanto nelle promesse”. (15) dispensando rettamente la parola della
verità. Quest’ultima espressione signi-
fica trattare correttamente le Scritture,
III. FEDELTÀ E APOSTASIA “mantenersi in riga” o, secondo Alford,
(2:14−4:8) “essere capaci di esporre appieno la ve-
rità senza alterarla”.(17)
A. Fedeltà al vero cristianesimo 2:16 Le chiacchiere profane sono in-
(2:14-26) segnamenti irriguardosi, empi e inutili.
2:14 Timoteo deve ricordare loro Non giovano al popolo di Dio e andreb-
queste cose, vale a dire le cose dei bero evitati. L’apostolo avverte Timoteo
vv. 11-13. Ma a chi allude Paolo con il non di combattere questi insegnamen-
pronome loro ? In linea di massima, ti invitandolo, piuttosto, a disdegnarli
egli potrebbe chiamare in causa tutti e a non prestarvi attenzione.

1102
2 TIMOTEO 2:19

Il fatto più grave è che questi parolai Sovvertendo la fede di alcuni, questi
non sono saldi, ma avanzano sempre uomini si sono guadagnati un posto
più nell'empietà . È così per tutte le poco invitante nel libro eterno di Dio.
forme di errore. Chi insegna errori ne 2:19 Pensando a Imeneo, a Fileto e ai
aggiunge continuamente altri. Questo loro falsi insegnamenti, ancora una volta
spiega perché i falsi sistemi religiosi Paolo si rende conto che per la chiesa so-
presentino costantemente nuove rive- no in arrivo giorni bui. La chiesa locale ha
lazioni solenni e nuovi dogmi. Inutile accolto degli increduli fra i suoi membri.
dire che più si spandono questi errori La vita spirituale è a un livello talmente
dottrinali, più si avanza nell’empietà. basso da rendere sovente difficile la di-
2:17 La diffusione dell’insegnamen- stinzione tra un vero e un falso credente.
to empio è paragonata a una cancrena. La cristianità è una massa eterogenea e la
La cancrena corrisponde al disfaci- confusione che ne risulta è devastante.
mento di una parte del corpo privata Nel bel mezzo di questa situazione,
del normale afflusso di sangue e del Paolo trova conforto nella sicurezza
normale nutrimento. che il solido fondamento di Dio rimane
Altrove, nel N.T., la dottrina empia è fermo. Ciò significa che quanto Dio ha
paragonata al lievito che, se lasciato agi- stabilito durerà nel tempo, nonostante
re, fa lievitare tutta la pasta (vd. p. es.: il declino nella chiesa professante.
Mt 16:6, 12; Mr 8:15; 1 Co 5:6; Ga 5:9). Esistono diverse interpretazioni circa
Paolo fa il nome di due uomini, Ime- il significato dell’espressione il solido fon-
neo e Fileto, che stavano corrompendo damento di Dio. Alcuni suggeriscono che
la chiesa con i loro insegnamenti. Poi- si tratti della vera chiesa; altri che si tratti
ché non avevano usato la Parola della della promessa di Dio, della fede cristiana
verità correttamente, costoro sono ri- o della dottrina dell’elezione. Ma non è
cordati, insieme ad altri, con disonore. forse chiaro che il solido fondamento di
2:18 Qui l’apostolo spiega la natu- Dio è tutto quello che fa il Signore? Se egli
ra di quel falso insegnamento. Quei fa propagare la sua Parola, niente può fer-
due sostenevano che la risurrezione marla. Secondo Hamilton Smith “nessun
era già avvenuta . Forse intendevano insuccesso umano può mettere da parte
affermare che essere salvati e risorti il fondamento posto da Dio o impedire a
a vita nuova con Cristo era l’unica ri- Dio di portare a termine ciò che ha ini-
surrezione che ci si potesse aspettare. ziato… Chi appartiene al Signore, benché
In altre parole, spiritualizzavano la nascosto nella massa, non può assoluta-
risurrezione e mettevano in ridicolo mente andare perduto”.(19)
l’idea di una risurrezione letterale del ...il solido fondamento di Dio ha un
corpo dalla tomba. Paolo intravedeva sigillo con due facce: una divina e una
in ciò una seria minaccia alle verità umana. Dal lato divino, il Signore cono-
del cristianesimo. sce quelli che sono suoi. Li conosce non
Hamilton Smith commenta: solo perché li identifica, ma perché li ap-
prova e li apprezza. Lenski sostiene che
Se la risurrezione è già avvenuta, è
Dio conosce i suoi “con un amore pos-
evidente che i santi hanno raggiunto
la loro condizione finale già qui sulla
sessivo ed efficace”. (20) Dal lato umano
terra, col risultato che la chiesa ces- del sigillo, chiunque pronunzia il nome
sa di aspettare la venuta del Signore, del Signore dovrebbe ritrarsi dall'ini-
perde la verità del suo destino celeste quità. In altre parole, chi si dichiara
e abbandona il suo carattere di stra- credente può dimostrarlo vivendo in
niera e pellegrina. Restando priva santità e pietà. Il vero credente non do-
del suo carattere celeste, la chiesa vrebbe avere relazione con l’iniquità.
si stabilisce sulla terra, diventando Un sigillo è un segno distintivo di
parte del sistema che ha come scopo proprietà, nonché un simbolo di garan-
la riforma e il governo del mondo.(18) zia e di sicurezza. Il sigillo sul fonda-

1103
2 TIMOTEO 2:20

mento di Dio indica, dunque, che Dio Con questo ammonimento Paolo non
possiede i veri credenti, a garanzia che intendeva invitare Timoteo a lasciare la
tutti coloro che si sono convertiti dimo- chiesa né la cristianità in generale. Ciò
streranno la realtà della loro nuova vita sarebbe stato impossibile senza rinun-
allontanandosi dall’iniquità. ciare alla propria professione cristiana,
2:20 In questo esempio la grande giacché la cristianità comprende tutti
casa abbraccia la cristianità in genera- coloro che si professano credenti. Qui
le. In senso lato, la cristianità include i si tratta semplicemente di tenersi alla
veri credenti e quelli che si limitano a larga dai malfattori e di evitare di con-
professarsi tali, coloro che sono nati di taminarsi con dottrine inique.
nuovo e i credenti nominali. Colui che si tiene lontano da compa-
I vasi d’oro e d’argento sarebbero, gnie empie sarà un vaso nobile. Per il
pertanto, i veri credenti. suo santo servizio, infatti, Dio può usare
I vasi di legno e di terra non sono gli soltanto vasi puri: “Purificatevi, voi che
increduli in generale ma, in particola- portate i vasi del Signore” (Is 52:11). Co-
re, i cattivi operai che, come Imeneo e stui sarà anche: 1° santificato, vale a dire
Fileto (v. 17), agendo empiamente, in- separato dal male per servire Dio; 2° uti-
segnavano false dottrine. le al servizio del padrone (condizione
Dobbiamo osservare alcuni parti- che colui che ama il Signore dovrebbe
colari interessanti a proposito di questi desiderare ardentemente); 3° preparato
vasi: 1° i diversi materiali di cui sono fat- per ogni opera buona, ossia pronto in
ti; 2° i diversi usi cui sono destinati; 3° la ogni momento a essere usato in qualsiasi
sorte differente. I vasi di legno e di terra modo il suo Signore decida.
vengono scartati, mentre quelli d’oro e 2:22 Oltre a separarsi dagli iniqui, Ti-
d’argento sono apprezzati e conservati. moteo deve astenersi anche dalle passio-
L’espressione gli uni sono destina- ni giovanili. È possibile che le passioni
ti a un uso nobile, e gli altri a un uso giovanili non facciano riferimento solo
ignobile è stata interpretata in vari agli appetiti fisici, ma anche alla brama
modi. Alcuni suggeriscono che l’agget- di denaro, successo e piaceri. Fra tali
tivo ignobile significhi, semplicemente, passioni rientrano, probabilmente, an-
“meno onorevoli”. In tal caso tutti i vasi che l’ostinatezza, l’impazienza, l’orgoglio
rappresenterebbero i veri credenti, alcu- e la superficialità.
ni dei quali sono usati per scopi elevati, Come già accennato, all’epoca Timo-
altri per scopi più modesti. C’è invece teo doveva avere circa trentacinque anni.
chi pensa che i vasi destinati a un uso Dunque le passioni giovanili non sono
nobile siano uomini come Paolo e Ti- quelle tipiche di un adolescente, ma tutti
moteo, mentre l’uso ignobile sarebbe i desideri impuri che possono presentar-
quello di uomini come Imeneo e Fileto. si a un giovane servitore del Signore per
2:21 Se dunque uno si conserva pu- allontanarlo da un sentiero di purezza
ro da quelle cose. L’interpretazione di e di rettitudine. Per Timoteo non esiste
questo brano dipende ampiamente dal- soltanto la fuga, ma anche la ricerca: qui
la comprensione di cosa si intende con sono prospettati i due aspetti, quello ne-
la locuzione quelle cose : sono i vasi di gativo e quello positivo, del suo agire.
legno e di terra? i falsi insegnamenti di Timoteo è invitato a ricercare la giu-
cui si parla in questo capitolo? Oppure stizia, ossia a improntare tutti i rapporti
sono gli empi in generale? umani, sia con i credenti sia con gli incre-
L’interpretazione più logica tende- duli, all’onestà, alla giustizia e all’equità.
rebbe a collegare quelle cose ai vasi de- L’accenno alla fede può indicare sia
stinati a un uso ignobile, alludendo a la fedeltà, sia l’assoluta integrità, sia
una dissociazione dagli empi e, in par- la continua sottomissione al Signore.
ticolare, dai falsi dottori come Imeneo Hiebert definisce la fede come “fiducia
e Fileto menzionati da Paolo. sincera e dinamica in Dio”. (21)

1104
2 TIMOTEO 3:2-5

Qui l’amore non può essere limita- ma e va corretto, al fine di evitare che,
to all’amore per Dio, ma deve altresì per ignoranza, questi proceda nel suo
abbracciare quello per i fratelli e per il cammino nella convinzione che il suo
mondo dei perduti. L’amore non è egoi- punto di vista sia scritturale.
sta e tiene sempre conto dell’altro. ...nella speranza che Dio conceda lo-
La pace esprime il concetto di armo- ro di ravvedersi per riconoscere la veri-
nia e adattabilità. tà. Quest’ultima frase parrebbe mettere
Queste virtù vanno ricercate insieme in dubbio la volontà di Dio di garantire
con quelli che invocano il Signore con il ravvedimento a tali oppositori. Ovvia-
un cuore puro. Nel v. 21 Paolo ordinava mente non è così. In realtà Dio è ansioso
a Timoteo di separarsi dagli empi, qui di perdonarli, ma soltanto a patto che,
lo esorta a stare con i credenti che cam- pentìti, vadano a lui e confessino i loro
minano in purezza sotto lo sguardo del errori. Dio non rifiuta il ravvedimento
Signore. Le qualità della vita cristiana (vd. Sl 51:17; Lu 15:7), ma accade trop-
non vanno ricercate nell’isolamento po spesso che gli uomini siano restii ad
ma occorre, bensì, prendere il proprio ammettere di avere torto.
posto come membro del Corpo della 2:26 Il servo del Signore dovrebbe
chiesa e cercare di lavorare con gli altri darsi da fare affinché gli uomini tra-
membri per il bene del Corpo. viati, rientrati in se stessi, escano dal
2:23 Nel corso del suo ministero Ti- laccio del diavolo, che li aveva resi
moteo si sarebbe trovato spesso di fron- prigionieri perché facessero la sua vo-
te a questioni insignificanti e puerili lontà, come se fossero stati incantati o
che, sollevate da menti ignoranti e im- inebriati.
preparate, non avrebbero portato alcun
beneficio. Le dispute dovevano essere B. L’imminente apostasia
respinte perché generavano contese. È (3:1-13)
inutile specificare che tali discussioni 3:1 L’apostolo ora descrive a Timoteo
non avevano alcuna attinenza con le le condizioni in cui verserà il mon-
verità fondamentali della fede cristiana do prima del ritorno del Signore. Si è
ma erano, bensì, quisquilie, buone sol- spesso rilevato che la successione dei
tanto per far perdere tempo e provocare peccati menzionati più avanti è mol-
confusione e polemiche. to simile alla descrizione dei peccati
2:24 Qui il servo del Signore letteral- che, in Ro 1, erano attribuiti ai pagani.
mente è lo schiavo del Signore. È giusto L’elemento più impressionante è che le
che questa definizione sia usata in un medesime caratteristiche dei pagani,
versetto in cui si incoraggiano la genti- barbari e selvaggi, negli ultimi giorni
lezza e la pazienza! saranno attribuite ai credenti profes-
Benché il servo del Signore debba santi. Tutto ciò è gravissimo!
lottare per la verità, non deve però es- In questo caso gli ultimi giorni è il
sere litigioso e polemico. Anzi, deve periodo che intercorre tra l’era aposto-
essere mite con tutti e avvicinarsi al lica e l’apparizione di Cristo per stabili-
prossimo con lo scopo di istruire piut- re il suo regno.
tosto che di avere la meglio in una di- 3:2-5 Non si possono studiare que-
scussione. Deve essere paziente con sti versetti senza restare colpiti dalla
chi è lento a capire e perfino con chi ricorrenza del termine amanti . Nel
non sembra disposto ad accettare la v. 2, per esempio, troviamo amanti del
verità della Parola di Dio. denaro. Nel v. 3 troviamo l’espressione
2:25 Il servitore del Signore deve “senza amore per il bene” (lett. “non
dimostrare dolcezza e mansuetudine amanti del bene”). Nel v. 4 leggiamo
nel trattare con gli oppositori. Rifiu- “amanti del piacere anziché di Dio”.
tandosi di piegarsi alla Parola di Dio, Nei vv. 2-5 sono elencate diciannove
l’individuo danneggia la propria ani- caratteristiche dell’umanità negli ulti-

1105
2 TIMOTEO 3:6

mi giorni. Ci limiteremo a elencarle e avverte: “È lo spaventoso ritratto di


a offrire sinonimi che ne spieghino il una cristianità apostata, di un nuovo
significato: paganesimo camuffato sotto il nome di
- egoisti: egocentrici, accentratori, in- cristianesimo”. (22)
dividualisti; Timoteo deve stare lontano da costo-
- amanti del denaro: avidi di denaro, ro, ossia dai “vasi” descritti nel capitolo
avari; precedente e dai quali deve purificarsi.
- vanagloriosi: spacconi, millantatori; 3:6 Tra i corrotti degli ultimi giorni
- superbi: arroganti, altezzosi, alteri; Paolo sceglie un gruppo particolare,
- bestemmiatori: blasfemi, profani, vale a dire i responsabili e gli inse-
osceni, sprezzanti, oltraggiosi, irri- gnanti di falsi culti. Questa descrizione
verenti; minuziosa del loro carattere e dei loro
- ribelli ai genitori: disubbidienti, in- metodi si adatta con precisione alle
docili, senza controllo; sette che proliferano ai nostri giorni.
- ingrati: irriconoscenti; Anzitutto leggiamo che costoro si insi-
- irreligiosi: empi, sacrileghi, profani, nuano o penetrano nelle case. Non è per
dissacratori; caso che questa descrizione ci ricorda il
- insensibili: duri, indifferenti, spietati; movimento di un serpente. Se rivelas-
- sleali: ipocriti, scorretti, falsi; sero la loro vera identità, non avrebbero
- calunniatori: diffamatori, maldi- accesso a molte di queste abitazioni: di
centi; conseguenza usano armi sottili come
- intemperanti: sfrenati, dissoluti, il parlare di Dio, della Bibbia e di Gesù
smodati; (benché non credano agli insegnamenti
- spietati: crudeli, brutali; della Scrittura in proposito).
- senza amore per il bene: odiano tut- Subito dopo è scritto che circuisco-
to ciò che è buono e bontà, si oppon- no donnette. Questo è caratteristi-
gono al bene sotto ogni aspetto; co. Costoro pianificano le loro visite
- traditori: opportunisti, ingannatori; quando il marito è al lavoro o altrove.
- sconsiderati: incoscienti, insensati, La storia si ripete. Satana si avvicinò a
avventati; Eva nel giardino dell’Eden e la ingan-
- orgogliosi: presuntuosi, altezzosi; nò. Ella usurpò l’autorità di suo marito,
- amanti del piacere anziché di Dio: prendendo una decisione che invece
amano i piaceri sensuali, ma non Dio. spettava a lui. I metodi di Satana non
Esteriormente costoro paiono re- sono cambiati. Continua ad avvicinarsi
ligiosi. Si dichiarano credenti ma le alle donne con i suoi falsi insegnamen-
loro azioni li contraddicono. Il loro ti e le rende prigioniere. Sono definite
comportamento empio rivela una vita donnette perché deboli e incostanti.
di menzogna. Nella loro vita non c’è Non mancano tanto di intelligenza,
nessun indizio della potenza di Dio. quanto, piuttosto, di carattere.
In costoro è forse avvenuto un cam- Sono descritte come cariche di pec-
biamento, ma non una rigenerazione. cati e agitate da varie passioni. Il loro
Weymouth spiega: “Manterranno una ritratto suggerisce, anzitutto, che sono
finta pietà e ne escluderanno la po- gravate dalla coscienza del peccato e
tenza”. Moffatt è dello stesso avviso: che sentono un vuoto nella loro vita.
“Benché mantengano una forma di Nel momento cruciale arrivano questi
religione, costoro non avranno nulla uomini corrotti. È triste che chi conosce
a che fare con la sua forza”. Infine, se- la verità della Parola di Dio non abbia
condo Philips: “Avranno una ‘religione’ più zelo per cercare di raggiungere que-
di facciata, ma il loro comportamento ste anime ansiose. Leggiamo poi che
ne negherà la validità”. Vogliono essere costoro sono agitate da varie passioni.
religiosi e allo stesso tempo conservare Weymouth dà questa definizione: “ma-
i loro peccati (cfr. Ap 3:14-22). Hiebert novrate da capricci volubili”. Moffatt le

1106
2 TIMOTEO 3:9

definisce “creature capricciose e impul- È lecito domandarsi come Paolo co-


sive”. Il concetto espresso sembra essere noscesse i loro nomi. La risposta non
questo: consapevoli del loro carico di presenta particolari difficoltà: se non li
peccati e in cerca di sollievo, volentieri conosceva attraverso la tradizione orale
si espongono a ogni vento di dottrina e ebraica, non è irragionevole pensare che
a ogni novità religiosa. i nomi gli fossero stati rivelati da Dio.
3:7 L’espressione cercano sempre È importante sottolineare che costo-
d’imparare non significa che esse desi- ro si opposero a Mosè spacciando dei
derino approfondire la conoscenza del giochi di prestigio per miracoli. Questo
Signore Gesù e della Parola di Dio, ben- è esattamente ciò che fanno i seguaci
sì che esplorano una setta dopo l’altra, delle false religioni, i quali oppongono
senza mai riuscire a giungere alla co- resistenza all’opera di Dio cercando di
noscenza della verità. Il Signore Gesù imitarla. Hanno la loro Bibbia e il loro
è la Verità. A volte sembra che queste metodo di salvezza, vale a dire un sur-
donne si avvicinino a lui, ma il nemico rogato di tutto quello che è cristiano.
delle loro anime le cattura ed esse non Resistono alla verità di Dio presentan-
ottengono il riposo che soltanto il Sal- do una perversione a buon mercato e, a
vatore è in grado di offrire. volte, ricorrendo alle arti magiche.
A questo punto i membri delle varie Questi uomini hanno la mente cor-
sette affermano immancabilmente: rotta . Arthur Ways traduce: “Le loro
“Mi sono avvicinato/a a…” oppure menti sono corrotte fino al midollo”.
“Sto imparando il…” e fanno il nome Le loro menti sono distorte, degradate
del sistema. Non sono mai in grado di e depravate.
spiegare chiaramente come ottenere la Al vaglio della fede cristiana costoro
piena redenzione mediante la fede in non danno una buona prova e si rive-
Cristo Gesù. lano falsi. L’unico esame cui sottoporli
Questo versetto ci fa pensare anche consiste in una semplice domanda:
all’attuale diffuso incremento di co- “Gesù Cristo è Dio?” Molti di loro cer-
noscenza in ogni campo dello scibile cano di dissimulare la loro falsa dottri-
umano e all’enorme importanza attri- na ammettendo che Gesù è il Figlio di
buita all’istruzione. A dispetto di tutto Dio, con ciò intendendo affermare che
ciò, sussiste nondimeno un’abissale egli è un figlio di Dio, al pari di molti
incapacità di portare gli uomini alla altri. Di fronte all’esplicita domanda:
conoscenza della verità. “Gesù Cristo è Dio?”, essi si rivelano
3:8 In questa lettera incontriamo tre per ciò che sono e mostrano il loro
binomi: vero aspetto. Non solo negano la deità
- Figello ed Ermogene (1:15): si vergo- di Gesù Cristo, ma si sentono sfidati e
gnarono della verità; si adirano. Così avviene con i membri
- Imeneo e Fileto (2:17-18): avevano della chiesa scientista, gli spiritualisti,
deviato dalla verità; i cristadelfiani, i testimoni di Geova e i
- Iannè e Iambrè (3:8): si erano opposti seguaci di “The Way” (“La Via”).
alla verità. 3:9 Paolo assicura a Timoteo che
In questo versetto Paolo torna a par- questi falsi dottori non andranno più
lare dei capi e degli insegnanti dei falsi oltre. Eppure sembra che prosperino in
culti, paragonandoli a Iannè e Iambrè, ogni epoca e che niente possa fermare
i quali si opposero a Mosè. Chi erano la loro avanzata nel mondo!
questi uomini? In realtà l’A.T. non ne fa Il significato più probabile è che, con
menzione; tuttavia è opinione diffusa il tempo, ogni sistema religioso sba-
che costoro fossero i due maghi egizia- gliato verrà smascherato. Le sette van-
ni convocati dal faraone per riprodurre no e vengono una dopo l’altra. Benché
i miracoli operati da Mosè (l’episodio la loro diffusione sembri inarrestabile
in questione si trova in Es 7–8). e protratta nel tempo, giunge sempre

1107
2 TIMOTEO 3:10

il momento in cui la loro falsità risulta nelle vicine città di Antiochia (At 13:45,
evidente a tutti. Possono portare gli 50) e Iconio (At 14:3-6).
uomini fino a un certo punto, offrendo Paolo esulta perché il Signore lo ha
un certo cambiamento, ma poi falli- liberato da tutte queste difficoltà. Il Si-
scono perché non assicurano alcuna gnore non lo ha liberato dai problemi,
rigenerazione. Non sono in grado di of- ma lo ha liberato mediante (per mezzo
frire all’uomo la libertà dal salario e dal de) i problemi. Questo ci ricorda che
potere del peccato. Non donano la vita. non ci è promessa la libertà dalle dif-
Iannè e Iambrè, con le loro arti magi- ficoltà, ma che il Signore sarà con noi e
che, non riuscirono a riprodurre tutti i veglierà su noi
miracoli di Mosè. Quando venne il mo- 3:12 Le persecuzioni fanno comune-
mento di trarre la vita dalla morte (vd. Es mente parte di una fedele vita cristia-
8:16-19), dimostrarono la loro totale im- na. È bene che Timoteo lo tenga sempre
potenza. Questo è il momento cruciale in a mente altrimenti, quando dovrà at-
cui le sette vanno incontro alla disfatta. traversare acque profonde, potrebbe
3:10 La vita e il ministero di Paolo pensare di aver deluso il Signore o che
erano in netto contrasto con questi il Signore non sia soddisfatto di lui per
falsi dottori. Avendo seguito Paolo da qualche motivo. È inevitabile che tutti
presso, Timoteo era in grado di testi- quelli che vogliono vivere pienamente
moniarne la fedeltà a Cristo e alla sua in Cristo Gesù siano perseguitati.
Parola. Timoteo aveva conosciuto le Il motivo è semplice: vivere piena-
nove caratteristiche principali di que- mente in Cristo mette allo scoperto
sto servitore del Signore. la malvagità degli increduli. A costoro
L’insegnamento dell’apostolo era fe- non piace essere smascherati. Invece di
dele alla Parola di Dio e leale alla Persona ravvedersi e rivolgersi a Cristo, costoro
del Signore Gesù Cristo. La sua condotta cercano di eliminare chi li ha portati
era coerente col messaggio che predi- allo scoperto. Naturalmente tale atteg-
cava. I suoi propositi consistevano nel giamento è del tutto irrazionale, ma è
separarsi dal male morale e dottrinale. una caratteristica dell’uomo decaduto.
Qui la fede può indicare la fiducia nel 3:13 Paolo non si illudeva che il mondo
Signore o l’affidabilità dello stesso Paolo. sarebbe divenuto a poco a poco un posto
Timoteo lo conosceva come un uomo migliore fino alla conversione di tutta
profondamente dipendente dal Signore l’umanità. Anzi, grazie alla rivelazione
e, allo stesso tempo, onesto e affidabile. divina sapeva che sarebbe accaduto il
La pazienza dell’apostolo si manifestava contrario. Ma gli uomini malvagi e gli
nel suo atteggiamento nei confronti dei impostori andranno di male in peggio.
persecutori, degli avversari e della soffe- Si avvarranno di metodi più raffinati e le
renza fisica. In quanto all’amore, Paolo loro offensive saranno più audaci. Non
era generosamente devoto al Signore e solo inganneranno gli altri, ma saranno
al prossimo. Meno era amato dagli uo- essi stessi intrappolati nella dottrina fal-
mini, più era determinato ad amare. La lace con cui avranno cercato di irretire
costanza è la perseveranza o la tenacia. chi li ascoltava. Dopo aver diffuso le loro
3:11 In 2 Co 11:23-28 si narrano alcu- menzogne per tanto tempo, finiranno
ne delle persecuzioni e delle sofferen- per crederci anche loro.
ze di Paolo. La testimonianza ispirata
di queste sofferenze si trova negli Atti C. Risorse dell’uomo di Dio contro
degli apostoli. In particolare, Paolo l’apostasia (3:14−4:8)
allude a episodi di cui Timoteo era 3:14 Ancora una volta Paolo esortava Ti-
personalmente a conoscenza. Poiché moteo a perseverare nella dottrina della
Timoteo viveva a Listra, doveva essere Parola di Dio. Questa sarebbe stata la
informato delle persecuzioni che Pao- sua risorsa vitale nel giorno in cui le fal-
lo aveva subito colà (vd. At 14:19-20) e se dottrine si fossero moltiplicate a di-

1108
2 TIMOTEO 3:16

smisura. La conoscenza e l’osservanza anche alle parti del N.T. che già circo-
delle Scritture gli avrebbero impedito di lavano. In 1 Ti 5:18 infatti Paolo cita il
cadere preda di quei sottili inganni. Vangelo di Luca (10:7) come Scrittura,
Timoteo non si era limitato a impa- mentre Pietro parla delle Lettere di
rare le meravigliose verità della fede, Paolo come di Scritture (vd. 2 P 3:15).
ma ne aveva acquistato personalmente Oggi possiamo tranquillamente appli-
la certezza . Senza dubbio si sarebbe care questo versetto all’intera Bibbia.
sentito dire che erano antiquate e non Questo è uno dei più importanti ver-
abbastanza colte o intellettuali, ma do- setti biblici riguardanti l’ispirazione.
veva guardarsi bene dall’abbandonare Qui si insegna che le Scritture sono
la verità per le teorie o le speculazioni ispirate (o insufflate) da Dio. (23) In mo-
umane. do miracoloso egli ha comunicato la
L’apostolo gli consiglia di ricordare sua parola agli uomini, inducendoli a
da chi le ha imparate. Vi è qualche dub- trascriverla affinché fosse conservata
bio riguardo al riferimento espresso dal per sempre. Ciò che scrivevano era la
pronome chi (lo stesso Paolo? la madre Parola di Dio, ispirata e infallibile. È ve-
e la nonna di Timoteo? gli apostoli in ro che lo stile letterario personale dello
generale?). In ogni caso, Timoteo aveva scrittore non era eliminato, ma è anche
appreso le Scritture da coloro che testi- vero che ogni singola parola adoperata
moniavano la realtà della loro fede con gli era ispirata dallo Spirito Santo. Così
la vita, gente devota che viveva con lo in 1 Co 2:13 leggiamo: “...e noi ne par-
sguardo rivolto alla gloria di Dio. liamo non con parole insegnate dalla
3:15 Questo versetto è molto sug- sapienza umana, ma insegnate dallo
gestivo. Timoteo aveva conosciuto Spirito, adattando parole spirituali a
gli scritti sacri fin da bambino. Forse, cose spirituali”. Questo versetto dichia-
quando sua madre gli insegnava l’al- ra che gli scrittori ispirati hanno usato
fabeto, lo faceva servendosi dei brani parole insegnate dallo Spirito Santo.
dell’A.T. Fin dall’infanzia era stato in- Questo è ciò che intendiamo con ispi-
fluenzato dai sacri Scritti: in nessun razione verbale.
caso doveva dimenticare il Libro be- Gli scrittori della Bibbia non fornivano
nedetto che aveva modellato la sua vita una loro personale interpretazione dei
per Dio e per il bene. fatti, bensì trascrivevano il messaggio
Paolo scrive che le sacre Scritture… affidato loro da Dio. “Sappiate prima di
possono dare agli uomini la sapienza tutto questo: che nessuna profezia della
che conduce alla salvezza. Questo si- Scrittura proviene da un’interpretazio-
gnifica, innanzi tutto, che gli uomini ne personale; infatti nessuna profezia
imparano qual è la via della salvezza venne mai dalla volontà dell’uomo, ma
mediante la Bibbia. Inoltre può signi- degli uomini hanno parlato da parte di
ficare che attraverso la Parola di Dio si Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”
ha la certezza della salvezza. (2 P 1:20-21).
La salvezza si riceve mediante la fede È falso dichiarare che Dio ha sempli-
in Cristo Gesù. Dovremmo prestare par- cemente affidato dei pensieri ai singoli
ticolare attenzione a questo concetto. La scrittori e permesso che essi li espri-
salvezza non si ottiene con le opere, con messero con parole proprie. La verità
il battesimo, con l’appartenenza a una più volte ripetuta nelle Scritture è che
chiesa, con l’ubbidienza ai dieci coman- ogni singola parola trasmessa da Dio
damenti o alla “regola aurea” o in qual- agli uomini era ispirata da Dio.
siasi altro modo che comprenda lo sforzo Poiché la Bibbia è la Parola di Dio,
o il merito umano. La salvezza si ottiene essa è utile. Ogni singolo passo in essa
mediante la fede nel Figlio di Dio. contenuto è utile. Benché l’uomo possa
3:16 Parlando di ogni Scrittura Pao- interrogarsi circa le genealogie e alcuni
lo allude senz’altro all’intero A.T., ma brani enigmatici, la mente guidata dallo

1109
2 TIMOTEO 3:17

Spirito Santo riconoscerà il nutrimento portarlo sul retto cammino, istruen-


spirituale in ogni parola che procede dolo, preparandolo e disciplinandolo
dalla bocca di Dio (vd. De 8:3; Mt 4:4). nell’autentica giustizia.(24)
1. La Bibbia è utile a insegnare. Essa ri-
vela la mente di Dio riguardo a temi 4:1 Ora Paolo affida a Timoteo un
come la Trinità, gli angeli, l’uomo, il ultimo, solenne incarico davanti a Dio
peccato, la salvezza, la santificazio- e a Cristo Gesù. Ogni compito va svolto
ne, la chiesa e gli eventi futuri. con la consapevolezza di essere sotto
2. La Bibbia è utile a riprendere. Quan- l’occhio vigile dell’onniveggente Dio.
do la leggiamo, apprendiamo ciò In questo versetto colui che deve giu-
che Dio disapprova della nostra vita. dicare i vivi e i morti è il Signore Cristo
Inoltre essa serve per confutare gli Gesù. Nella ND l’espressione per la sua
errori e per rispondere al tentatore. apparizione e il suo regno è tradotta
3. La Bibbia è utile a correggere. Es- “nella sua apparizione e nel suo regno”.
sa non rileva semplicemente ciò che La preposizione “nella” potrebbe sug-
è sbagliato, ma rivela il modo in cui gerire l’idea che, quando il Salvatore
può essere reso giusto. Per esempio, le tornerà sulla terra per instaurare il suo
Scritture non si limitano ad affermare: regno, ci saranno una risurrezione e un
“Chi rubava non rubi più”, ma aggiun- giudizio generali.(25)
gono altresì: “Ma si affatichi piuttosto Certo, il Signore Gesù è colui che de-
a lavorare onestamente con le proprie ve giudicare i vivi e i morti, ma qui non
mani, affinché abbia qualcosa da da- è specificato il tempo in cui ciò avverrà:
re a colui che è nel bisogno” (Ef 4:28). Paolo considera la sua apparizione e il
La prima parte del versetto può essere suo regno motivi sufficienti per rende-
considerata una riprensione, mentre re un servizio fedele senza farne una
la seconda rappresenta la correzione. questione temporale riguardo all’epo-
4. Infine, la Bibbia è utile a educare alla ca del giudizio.
giustizia. La grazia di Dio ci insegna Da altri brani della Scrittura appren-
a vivere in modo santo, ma la Parola diamo, infatti, che la seconda venuta di
di Dio delinea nei particolari ciò che Cristo non sarà il tempo in cui saranno
è necessario per una vita santificata. giudicati i vivi e i morti. Secondo quan-
3:17 Attraverso la Parola l’uomo di to riportato da Ap 20:5, gli empi morti,
Dio è completo (maturo) ed è ben pre- in realtà, saranno giudicati al termine
parato per ogni opera buona, che rap- del regno millenniale di Cristo.
presenta l’obiettivo della sua salvezza Il servizio reso dal credente sarà
(vd. Ef 2:8-10). Ciò è in aperto contrasto ricompensato di fronte al tribunale
con le moderne idee, secondo le quali di Cristo, ma la ricompensa sarà ma-
l’equipaggiamento è fornito dai titoli nifesta solamente all’apparizione e
accademici. nel regno di Cristo. Sembra che tali
Lenski scrive: retribuzioni si traducano, durante il
millennio, in posizioni governative o
La Scrittura è dunque assoluta-
in compiti di amministrazione. Per
mente incomparabile; nessun libro,
nessuna biblioteca, nessun altro in-
esempio, chi si sarà dimostrato fedele
segnamento al mondo è in grado di regnerà su dieci città (vd. Lu 19:17).
preparare alla salvezza un peccatore 4:2 Timoteo dovrà predicare la pa-
perduto. Per quanto benefico, nes- rola ricordando che Dio osserva i suoi
sun altro testo sacro, essendo privo servitori e che un giorno li ricompense-
dell’ispirazione di Dio, è utile a inse- rà. Dovrà agire con sollecitudine, avva-
gnarci i veri fatti sulla salvezza, con- lendosi di tutte le opportunità in ogni
futando le menzogne e le illusioni occasione favorevole e sfavorevole. In
che negano questi fatti, a rialzare il veste di servitore del Signore, Timoteo
peccatore o il credente caduto e a ri- dovrà convincere, ossia dimostrare o

1110
2 TIMOTEO 4:7

confutare la veridicità dei vari insegna- Sotto ogni aspetto doveva adempie-
menti. Dovrà rimproverare gli ipocriti, re il suo compito, consacrando i suoi
esortare o incoraggiare i peccatori a migliori talenti a tutte le esigenze del
credere e spronare i santi a camminare ministero.
per il Signore. Dovrà fare tutto questo 4:6 La seconda motivazione alla ba-
mostrando pazienza nell’insegnamen- se dell’importante compito che Paolo
to della sana dottrina. ha affidato a Timoteo è la morte immi-
4:3 Nei vv. 3-6 l’apostolo elenca due nente dell’apostolo. Egli sta per essere
pressanti motivazioni per l’incarico offerto in libazione. Paragona il san-
appena affidato: 1° ci sarà un allonta- gue che sta per versare nel martirio a
namento generale dalla sana dottrina ; una libazione per un sacrificio (vd. Es
2° la morte di Paolo è vicina. 29:40; Nu 15:1-10). Già in Fl 2:17 Paolo
L’apostolo prevede un periodo in aveva paragonato la propria morte a
cui gli individui mostreranno un’asso- “un’offerta in libazione”. Hiebert com-
luta avversione per la sana dottrina. Si menta: “Aveva presentato tutta la sua
terranno ostinatamente lontani da chi vita a Dio come un sacrificio vivente;
insegna la verità della Parola di Dio. ora la sua morte, paragonabile al vino
...per prurito di udire dottrine pia- versato come atto finale delle cerimo-
cevoli e interessanti, per soddisfare nie sacrificali, avrebbe completato il
la loro brama di conoscenze nuove e sacrificio”. (26)
gratificanti, si cercheranno maestri in ...il tempo della mia partenza è
gran numero che diranno loro ciò che giunto. Il termine gr. analusis (lett.
essi vogliono sentire. “scioglimento”, da cui deriva l’italiano
4:4 In cerca di dottrine inoffensive, di- “analisi”) usato da Paolo per indicare
stoglieranno le orecchie dalla verità per la sua partenza è assai espressivo ed
interessarsi di miti. Sacrificare la verità evoca almeno quattro immagini: 1° nel
in cambio di favole è uno scambio ben linguaggio marinaro significava “leva-
misero, ma questa è la magra ricompen- re l’àncora”; 2° nel mondo contadino
sa di chi rifiuta la sana dottrina. significava “togliere il giogo” agli ani-
4:5 Essere vigilante in ogni cosa si- mali dopo una dura giornata di lavoro;
gnifica comportarsi assennatamente. 3° nel linguaggio dei viaggiatori signifi-
Timoteo dovrà lavorare con serietà, cava “smontare le tende” per rimettersi
moderazione ed equilibrio. Durante il in marcia; 4° in filosofia indica la “so-
suo ministero per Cristo non dovrà sot- luzione” (analisi) di un problema. Ri-
trarsi alle sofferenze, bensì sopportare leviamo, ancora una volta, la ricchezza
le avversità. del vocabolario dell’apostolo.
Ci sono opinioni divergenti a propo- 4:7 A prima vista sembra che Paolo si
sito dell’espressione svolgi il compito stia vantando, ma non è così. L’aposto-
di evangelista . Alcuni ritengono che lo non aveva combattuto un buon com-
Timoteo fosse effettivamente un evan- battimento ma aveva bensì combattuto
gelista e che Paolo lo esortasse sempli- il buon combattimento, ossia il com-
cemente a continuare a svolgere tale battimento della fede. Aveva profuso
ministero. Secondo altri Timoteo era le proprie energie nella competizione
un pastore, oppure un insegnante, e giusta. Qui il termine combattimento
non aveva il dono di evangelizzare: ciò, non significa necessariamente lotta,
tuttavia, non doveva impedirgli di pre- bensì gara.
dicare il vangelo in ogni occasione. È Già mentre scrive, Paolo si rende
probabile che Timoteo fosse, in effetti, conto che l’ardua corsa è quasi giunta
un evangelista e che le parole di Paolo al termine: egli ha corso bene ed è qua-
costituissero una semplice esortazione si in vista del traguardo.
a mantenere la condotta che si addice In ogni cosa Paolo ha conservato la
agli evangelisti. fede. Non solo ha continuato a credere

1111
2 TIMOTEO 4:8

e a ubbidire alle meravigliose dottrine credenti. Invece di amare l’apparizione


della fede cristiana, ma, come ammini- del Signore, Dema si era innamorato
stratore, ha vigilato sulla dottrina che di questo mondo e, separatosi da Pao-
gli era stata affidata e l’ha trasmessa lo, era andato a Tessalonica. Ciò non
agli altri nella sua originale purezza. significa necessariamente che Dema
4:8 Qui Paolo confida che la giusti- avesse abbandonato la fede e fosse di-
zia manifestata nello svolgimento del ventato un apostata, né che non fosse
suo ministero sarà ricompensata dal davvero convertito. È possibile che i
Signore davanti al tribunale di Cristo. suoi timori per la propria incolumità lo
Paolo definisce il Signore il giusto avessero spinto a tirarsi indietro.
giudice, ma non allude al giudice di L’apostolo aggiunge che Crescente è
un tribunale chiamato a giudicare un andato in Galazia e Tito in Dalmazia.
crimine, bensì al giudice di una gara Non c’è traccia di biasimo in queste
sportiva. A differenza dei giudici ter- parole; forse avevano raggiunto quei
reni, egli avrà una totale e completa luoghi per svolgervi il loro ministero.
conoscenza, non userà riguardi per Questa è l’unica volta in cui Crescen-
nessuno, valuterà tanto le motivazioni te viene menzionato nella Bibbia. Non
quanto le azioni e i suoi giudizi saran- sappiamo nulla di più sul suo conto.
no esatti e imparziali. Ciò dovrebbe incoraggiare tutti i cre-
La corona di giustizia è la ghirlanda denti. Non importa quanto sia umile la
(in questo caso non è un diadema) che loro posizione nella vita, giacché nulla
verrà conferita ai credenti che avranno passa inosservato, o non ricompensa-
servito con giustizia. Anzi, sarà donata to, agli occhi del Signore.
a tutti quelli che avranno amato l’ap- 4:11 Solamente Luca, “il caro medi-
parizione di Cristo. Se un individuo co” (Cl 4:14), manteneva i contatti con
anela davvero alla venuta di Cristo e Paolo a Roma. Quanto deve aver signi-
vive alla luce di quel giorno, allora la ficato per l’apostolo avere a disposi-
sua sarà considerata una vita di giu- zione l’incoraggiamento spirituale e le
stizia ed egli riceverà la giusta ricom- capacità professionali di questo grande
pensa. Questo ci ricorda che la seconda uomo di Dio!
venuta di Cristo, quando è amata e ac- E quanto possiamo essere grati per
cettata in pieno, esercita un’influenza l’ultima parte di questo versetto! Essa
santificante nella vita del credente. incoraggia chiunque di noi abbia com-
messo degli errori nel servizio per il
Signore: egli, infatti, ci concede sempre
IV. RICHIESTE PERSONALI E un’altra possibilità per ricominciare.
OSSERVAZIONI (4:9-22) Marco aveva partecipato al primo viag-
gio missionario di Paolo e Barnaba, ma
4:9 Paolo, ormai anziano, desidera la li aveva lasciati a Perga per tornarsene
compagnia del suo giovane fratello a casa. Per questo motivo, giunto il mo-
nel Signore e lo esorta dunque a venir mento di partire per il secondo viaggio
presto a Roma. L’apostolo risentiva in- missionario, Paolo non voleva condurre
tensamente della solitudine della pri- Marco con sé. Allorché Barnaba ebbe
gionia romana. insistito perché Marco li accompagnas-
4:10 Una delle esperienze più ama- se, Paolo partì per la Siria e la Cilicia con
re nel servizio cristiano è l’abbandono Sila, mentre Barnaba e Marco si reca-
da parte dei propri collaboratori di un rono a Cipro. In seguito Paolo e Marco
tempo. Dema era stato un amico di si riconciliarono. Qui l’apostolo chiede
Paolo, un fratello e un credente impe- specificatamente di Marco, perché gli è
gnato sul campo. Ma ora Paolo era in molto utile per il ministero.
prigione, i cristiani perseguitati e il cli- 4:12 Secondo quei commentatori
ma politico senza dubbio sfavorevole ai che ritengono che Timoteo fosse a Efe-

1112
2 TIMOTEO 4:17

so quando Paolo scrisse questa lettera, 4:15 In questo versetto Paolo pre-
l’apostolo avrebbe inviato Tichico a Efe- viene Timoteo: giunto a Roma, questi
so a sostituire Timoteo in vista della sua dovrà guardarsi da quell’empio Ales-
imminente partenza. Essi propongono sandro per non averne a soffrire. Non
questa interpretazione delle parole di è improbabile che Alessandro si fosse
Paolo: “Ho appena incaricato Tichico di opposto violentemente alle… parole
andare [raggiungerti] a Efeso”. di Paolo testimoniando contro di lui
4:13 Il mantello in questione può nell’udienza pubblica.
essere un indumento o una sacca per 4:16 Forse Paolo ripensava agli eventi
portare i libri. Generalmente si propen- dei giorni appena trascorsi. L’espres-
de per il capo di abbigliamento. sione prima difesa indica la prima op-
Non c’è accordo, invece, sulla diffe- portunità che gli fu data per difendersi
renza tra libri e pergamene. (27) Si trat- in quell’ultimo processo.(29) È triste che
tava di brani della Scrittura? lettere di nessuno si fosse trovato al suo fianco
Paolo? carte che avrebbe utilizzato per per spendere una parola in favore di
il processo? fogli di papiro o pergame- questo valoroso apostolo i cui scritti
ne vergini su cui voleva scrivere? È im- avrebbero arricchito i secoli successivi.
possibile stabilirlo con esattezza, ma Nessuno aveva preso le sue difese, ma
si ha la netta sensazione che, perfino non c’è amarezza nel suo cuore. Come
durante la prigionia, l’apostolo volesse già il Salvatore prima di lui, egli prega
mantenersi impegnato con i suoi scritti che ciò non venga loro imputato.
e le sue letture. 4:17 Gli uomini possono anche aver-
C’è un aneddoto interessante a pro- lo abbandonato, ma il Signore lo ha
posito di questo versetto biblico appa- assistito e gli ha dato la forza per predi-
rentemente di minore importanza. F.W. care il vangelo durante il suo processo.
Newman, fratello minore del cardinale Il messaggio era stato comunicato in
Newman, una volta domandò a J.N. maniera diretta e senza impedimenti
Darby come potremmo essere più po- e un tribunale pagano aveva ascoltato
veri se questo versetto non fosse nella il messaggio della salvezza. Stock si do-
Bibbia. Non aveva forse solo un valore manda incredulo:
temporaneo? Avremmo perso qualcosa
se Paolo non l’avesse scritto? Darby ri- Quel giorno tutti i pagani (quale molti-
spose prontamente: “Io avrei senz’altro tudine di insigni romani può essere in-
clusa in questa semplice frase!) ascol-
perso qualcosa, perché questo versetto
tarono il messaggio di Dio all’umanità;
mi ha impedito di vendere la mia biblio-
tutti udirono che il Signore crocifisso
teca. Ogni parola, non c’è dubbio, viene ed elevato in gloria è l’unico Salvatore.
dallo Spirito e ha valore eterno”.(28) È un pensiero schiacciante, l’imma-
4:14 Alessandro, il ramaio, può es- ginazione non può comprendere una
sere lo stesso che aveva “fatto naufra- scena tanto straordinaria; deve essere
gio quanto alla fede” di cui Paolo parla stato uno dei più importanti momen-
in 1 Ti 1:19-20. Ad ogni modo, costui ti della storia e che cosa non potrebbe
aveva procurato molti mali all’aposto- rivelarci l’Eternità riguardo alla sue
lo. Possiamo solo ipotizzare la natura conseguenze?(30)
di questi mali. Collegando questo ver-
setto ai successivi, appare verosimile L’espressione gr. tradotta con reso for-
che Alessandro avesse testimoniato te non è comune e, con leggere varianti,
contro l’apostolo e presentato false ac- conta solamente nove ricorrenze nel N.T.
cuse contro di lui. Conybeare e How- Essa ricorre in At 9:22, a proposito degli
son traducono: “Alessandro il ramaio esordi del ministero pubblico di Paolo:
mi ha accusato con grande malvagità”. “Saulo si fortificava sempre di più”. Ora
L’apostolo è fiducioso che il Signore gli è utilizzata al termine del suo ministero
renderà secondo le sue opere. pubblico: un toccante ricordo della forza

1113
2 TIMOTEO 4:18

del Signore che ha sostenuto l’apostolo Onesiforo è già stato menzionato in


durante tutta la sua vita di servizio. 1:16 per aver dato conforto all’apostolo
La locuzione sono stato liberato dal- e per non essersi vergognato della sua
le fauci del leone rivela che a Paolo era prigionia.
stato garantito un rinvio temporaneo. 4:20 Forse Erasto è lo stesso tesorie-
Il processo continuava. Il pericolo era re di Corinto di cui in Ro 16:23.
momentaneamente allontanato. Identi- Trofimo è citato in At 20:4 e 21:29.
tà diverse sono attribuite al leone: Nero- Convertitosi a Efeso, accompagnò Pao-
ne, il diavolo o l’animale vero e proprio, lo a Gerusalemme in quell’occasione in
ma forse è più ovvio ravvisare in tale cui Paolo fu accusato dai Giudei di aver-
espressione un’allegoria del pericolo. lo condotto al tempio. Qui leggiamo che
4:18 L’apostolo scriveva: Il Signore mi Paolo l’aveva lasciato ammalato a Mi-
libererà da ogni azione malvagia, ma leto. Questa frase è importante perché
non intendeva dichiarare che l’avrebbe mostra che, benché l’apostolo avesse dal
salvato dalla pena capitale. Egli sapeva Signore il potere di guarire, non sempre
che il momento della sua morte si stava ne faceva uso. Il miracolo della guari-
avvicinando (v. 6). A che cosa alludeva gione non era mai operato per questioni
allora? Senza dubbio ciò significa che il di convenienza personale, bensì come
Signore gli avrebbe impedito di commet- testimonianza per i Giudei increduli ri-
tere qualsiasi azione potesse macchiare guardo alla verità del vangelo.
la sua testimonianza proprio negli ultimi 4:21 Paolo invita Timoteo a cercare
giorni di vita. Il Signore lo avrebbe libe- di venire prima dell’inverno. Il clima
rato dalla ritrattazione, dal tradimento, rigido avrebbe reso il viaggio difficile
dalla pusillanimità o da qualsiasi forma o impossibile. Il suo amico in catene a
di abbattimento morale. Roma aveva bisogno della sua presen-
Ma non solo. Il Signore... mi salverà nel za e lo aspettava. Questi ripetuti inviti
suo regno celeste. Il regno celeste non è il ad affrettare la partenza sono davvero
regno millenniale di Cristo sulla terra, ma commoventi (vd. 1:3-4; 4:9).
il cielo stesso, dove il dominio del Signore Seguono i saluti a Timoteo da parte di
è totalmente riconosciuto e accettato. Eubulo, Pudente, Lino, Claudia e tutti i
Qui l’apostolo prorompe nella lode fratelli. Questi nomi sembrano di poca
a Dio tributandogli la gloria nei secoli importanza ma, come afferma Rodgers,
dei secoli. L’espressione nei secoli dei ricordano in maniera toccante che “una
secoli, lett. “nei tempi dei tempi” (aiô- delle gioie e degli speciali privilegi del
nas tôn aiônôn), rappresenta la più pre- servizio cristiano è il modo in cui le
gnante espressione di eternità possibile amicizie si creano e si arricchiscono”.
nella lingua gr. Tecnicamente parlan- 4:22 E ora Paolo conclude la sua lettera.
do, non ci sono “tempi” nell’eternità, In particolare scrive a Timoteo: Il Signore
ma poiché la mente umana non conce- Gesù Cristo(31) sia con il tuo spirito. Poi,
pisce l’infinito, la spiegazione richiede rivolgendosi a tutti coloro che sarebbero
il ricorso a espressioni di tempo. stati con Timoteo nel momento in cui
4:19 Ora Paolo saluta una coppia di avrebbe ricevuto la lettera, l’apostolo ag-
sposi che ha spesso collaborato con lui giunge: La grazia sia con voi.
nella predicazione del vangelo. Prisca Qui Paolo depone la penna. La sua let-
(o Priscilla) e Aquila avevano incontra- tera è terminata. Il suo ministero si è con-
to Paolo la prima volta a Corinto ed era- cluso. Eppure la fragranza della sua vita e
no partiti con lui per Efeso. Vissero per della sua testimonianza dimora ancora
un certo periodo a Roma (vd. Ro 16:3) e, con noi, fino al giorno in cui lo incontre-
come Paolo, erano fabbricanti di tende remo di nuovo e converseremo con lui dei
(vd. At 18:3). grandi temi del vangelo e della chiesa.

1114
2 TIMOTEO

NOTE

1 (1:1) W.E. Vine, Exposition of the Epistles to Timothy, pp. 60-61.


2 (1:2) D. Edmond Hiebert, Second Timothy, p. 26.
3 (1:3) Si tratta del verbo gr. latreuo, da cui deriva latreia, “adorazione” (vd. p. es. il ter-
mine “idolatria”, oppure il termine “mariolatria”, l’adorazione di Maria).
4 (1:4) D. Edmond Hiebert, Second Timothy, p. 31.
5 (1:5) Il termine gr. per “sincero” lett. è “non ipocrita”. Etimologicamente erano chia-
mati “ipocriti” gli attori di teatro, i quali recitavano con il viso coperto da una ma-
schera.
6 (1:6) W.E. Vine, Exposition, vd. il commento ai versetti elencati.
7 (1:16) J.H. Howett, Things that Matter Most, p. 161.
8 (2:3) NA ha: “condividi”.
9 (2:4) William Kelly, An Exposition of the Two Epistles to Timothy, p. 213.
10 (2:8) D. Edmond Hiebert, Second Timothy, p. 59.
11 (2:9) Citato da D. Edmond Hiebert in Second Timothy, p. 60.
12 (2:10) Si dice che Anne Ross Cousin, autrice dell’inno “Immanuel’s Land” (“La ter-
ra dell’Emmanuele”), abbia tratto alcune frasi del medesimo dagli scritti di Samuel
Rutherford.
13 (2:11) D. Edmond Hiebert, Second Timothy, p. 62.
14 (2:13) Dinsdale T. Young, Unfamiliar Texts, p. 253.
15 (2:13) J.J. Van Oosterzee, “The Pastoral Letters”, Lange’s Commentary on the Holy
Scriptures, XI:95.
16 (2:14) Dinsdale T. Young, The Enthusiasm of God, p. 154.
17 (2:15) Henry Alford, The Greek Testament, III:384.
18 (2:18) Hamilton Smith, The Second Epistle to Timothy, p. 26.
19 (2:19) Hamilton Smith, ibid.
20 (2:19) R.C.H. Lenski, The Interpretation of St Paul’s Epistles to the Colossians, to the
Thessalonians, to Timothy, to Titus and to Philemon, p. 804.
21 (2:22) D. Edmond Hiebert, Second Timothy, p. 76.
22 (3:5) D. Edmond Hiebert, ibid., p. 86.
23 (3:16) Traduzione del gr. theopneustos.
24 (3:17) R.C.H. Lenski, Epistles, p. 841.
25 (4:1) Il testo critico NA reca kai (“e”) anziché kata (“per”), che ha il senso di “confor-
memente a”, “in accordo con”.
26 (4:6) D. Edmond Hiebert, Second Timothy, pp. 109-110.
27 (4:13) Membranas in gr. Questi costosi mss. erano, probabilmente, libri della Bibbia
o commentari.
28 (4:13) Citato da H.A. Ironside, Timothy, Titus and Philemon, p. 255.
29 (4:16) Probabile allusione al processo alla conclusione del primo incarceramento di
Paolo.
30 (4:17) Eugene Stock, Plain Talks on the Pastoral Epistles, p. n.d.
31 (4:22) Il testo critico NA non riporta Gesù Cristo.

BIBLIOGRAFIA

Vd. Bibliografia di 1 Timoteo.

1115
Lettera a

Tito
“Questa è una lettera breve che contiene, tuttavia, una tale quintessenza
di dottrina cristiana ed è composta così magistralmente da racchiudere
tutto il necessario per la conoscenza e la vita cristiane”.
– Martin Lutero

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone suo popolo comprenda appieno certi
Tre brevi capitoli scritti circa duemi- principi.
la anni fa da un anziano missionario Il passo 2:11-14, scritto con uno stile
a un missionario poco conosciuto su meravigliosamente equilibrato, valo-
un’isoletta del Mediterraneo: che cosa rizza la dottrina della grazia ed è forse
hanno in comune questi elementi con il brano più apprezzato della lettera.
i credenti dell’“illuminato” XXI secolo?
Certo, se si trattasse solo delle parole II. Autore
di Paolo (e moltissimi studiosi liberali Vd. Introduzione alle lettere pastorali.
non garantirebbero nemmeno questo),
esse potrebbero suscitare l’interesse III. Data
dei soli appassionati di storia della A causa della vicinanza di temi e lessico,
chiesa o dei conoscitori del pensiero gli studiosi conservatori credono che la
paleocristiano. Lettera a Tito sia stata scritta contem-
Ma si dà il caso che queste siano poraneamente a 1 Timoteo o subito do-
anche “parole di insegnamento dello po. In ogni caso va collocata, in ordine
Spirito Santo” e, come tali, esse rap- di tempo, tra 1 e 2 Timoteo, non dopo
presentano un contributo che nessun 2 Timoteo. Laddove non è possibile at-
altro libro può offrire. Il modo di trat- tribuirle una datazione certa, è tuttavia
tare il tema degli anziani consolida e possibile collocarne la composizione tra
fissa l’insegnamento pressoché iden- il 64 e il 66 d.C. Essa fu redatta probabil-
tico di 1 Timoteo. La ripetizione non mente in Macedonia.
è ridondante ma, come in molti altri
paralleli presenti nella Bibbia (so- IV. Contesto e tema
prattutto nell’A.T.), non fa altro che Oltre agli argomenti generali che l’acco-
rilevare quanto Dio desideri che il munano con le altre due lettere pastorali
TITO

(vd. Introduzione alle lettere pastorali), perfino con la pietà. Tale atteggiamento
la Lettera a Tito compendia in modo ec- è sbagliato ed è indice di un’errata com-
cellente e conciso la necessità di ador- prensione della vera grazia.
nare la dottrina della grazia con pietà Paolo riassume alla perfezione: “Cer-
e buone opere. Oggi molti sembrano ta è quest’affermazione, e voglio che tu
compiacersi della dottrina della grazia insista con forza su queste cose, perché
e sembrano dimostrare scarso interesse quelli che hanno creduto in Dio abbiano
nel manifestarla con le opere buone o cura di dedicarsi a opere buone” (3:8a).

Sommario

I. SALUTI
(1:1-4)
II. GLI ANZIANI DELLA CHIESA
(1:5-9)
III. LE MANCANZE DELLA CHIESA
(1:10-16)
IV. L’ATTIVITÀ PASTORALE NELLA CHIESA
(2:1-15)
V. L’ESORTAZIONE DELLA CHIESA
(3:1-11)
VI. CONCLUSIONE
(3:12-15)

1118
TITO 1:2

Commentario

I. SALUTI traddittoria di quella di un certo predi-


(1:1-4) catore, di cui si diceva: “Quando era sul
pulpito, le persone si auguravano che
1:1 Paolo era servo di Dio e apostolo non lo lasciasse mai. Quando non era
di Gesù Cristo. Egli si presenta come lì, si auguravano che non vi salisse!”
schiavo del Padrone supremo e come 1:2 Il mandato di Paolo in relazione
inviato del Signore sovrano. Mentre il al vangelo ha una terza importante
primo denota sottomissione, il secon- caratteristica. Esso, difatti, non riguar-
do appellativo denota autorità. Paolo dava solamente la predicazione del van-
divenne servo per decisione personale, gelo per promuovere la fede degli eletti
apostolo per decreto divino. di Dio (passato) e l’istruzione degli elet-
Lo scopo del suo ministero era pro- ti per promuoverne la conoscenza della
muovere la fede degli eletti di Dio e la verità (presente), ma altresì le aspetta-
conoscenza della verità. Promuovere tive, vale a dire la speranza della vita
la fede può significare “condurre alla eterna (futuro).
fede ” (o conversione) oppure “segui- Il N.T. parla della vita eterna come di
re nella fede” dopo la salvezza. Poiché un bene già in nostro possesso e come
l’espressione la conoscenza della veri- di una speranza futura. Il termine spe-
tà pare richiamarsi alla seconda possi- ranza non significa “incertezza”. Nel
bilità, riteniamo che l’apostolo intenda momento in cui confidiamo in Cristo
specificare i suoi due obiettivi princi- come nostro Salvatore, entriamo in
pali: 1° la predicazione del vangelo per possesso della vita eterna (vd. Gv 5:24)
promuovere la fede degli eletti di Dio; e diventiamo eredi di tutti i benefici
2° l’istruzione per promuovere… la co- della sua opera di redenzione; ma non
noscenza della verità. È un’eco di Mt ne potremo godere appieno finché non
28:20: predicare il vangelo a tutte le raggiungeremo la nostra dimora eter-
nazioni e insegnare loro a osservare na. Noi “speriamo” nel senso che at-
quanto Dio ha comandato. Specifi- tendiamo con ansia la vita eterna nella
cando, senza mezzi termini, di essere sua forma definitiva, allorché riceve-
chiamato a promuovere la fede degli remo dei corpi glorificati e saremo per
eletti di Dio, l’apostolo ci mette a con- sempre liberi dal peccato, dalla malat-
fronto con la dottrina dell’elezione. Po- tia, dal dolore, dalla sofferenza e dalla
che dottrine scritturali sono state tanto morte (vd. Fl 3:20-21; Tt 3:7).
fraintese, hanno provocato i più accesi La speranza è certa perché è stata
dibattiti e snervato le menti migliori. promessa… da Dio. Niente è più sicuro
In breve, essa insegna che, prima del- della parola di Dio, che non può men-
la creazione del mondo, Dio ha scelto tire, non può essere ingannato e mai
alcuni individui in Cristo affinché ap- ingannerebbe alcuno. Non c’è alcun
parissero santi e irreprensibili al suo rischio nel credere in ciò che dice e, di-
cospetto (vd. Ef 1:4). (1) fatti, non vi è nulla di più ragionevole
Avendo parlato del suo apostolato per una creatura che credere nel suo
come di un impegno nei confronti del- Creatore.
la fede degli eletti di Dio e della loro Dio ha promesso la vita eterna pri-
conoscenza della verità, ora Paolo ag- ma di tutti i secoli. Questo concetto
giunge che questa verità… è conforme può essere inteso in due modi.
alla pietà. Ciò significa che la fede cri- 1. Dio ha stabilito da ogni eternità di
stiana è coerente con la vera santità ed donare la vita eterna a tutti quelli
è idonea a condurre gli uomini a prati- che avrebbero creduto nel Signore
care la pietà. Una fede sincera richiede Gesù. Quanto stabilito equivaleva a
una vita pura. Non vi è figura più con- una promessa.

1119
TITO 1:3

2. Tutte le benedizioni della salvezza Successivamente, in veste di “media-


erano contenute, in nuce, nella pro- tore” a Corinto e a Creta, Tito divenne
messa del Messia che si trova in Ge uno dei più preziosi collaboratori di
3:15. Ciò accadeva prima che le epo- Paolo. Da Efeso l’apostolo lo inviò dap-
che, o le dispensazioni, iniziassero a prima a Corinto, presumibilmente per
dispiegarsi. sedare disordini di natura etica e dottri-
1:3 Dio, nei tempi stabiliti, ha reso nale nell’ambito della chiesa locale. Al-
noto il glorioso piano della salvezza lorché, in seguito, Tito raggiunse Paolo
eterna, ideato nelle epoche passate e in Macedonia, questi fu lieto di appren-
non completamente rivelato ai tempi dere che i Corinzi avevano risposto in
dell’A.T. All’epoca i credenti avevano maniera positiva alle sue ammonizio-
un’idea vaga della vita dopo la morte. ni apostoliche (vd. 2 Co 2:12-13; 7:5-7,
Ma l’indeterminatezza sparì con la 13-16). Dalla Macedonia Paolo mandò
venuta del Salvatore. Egli “ha messo nuovamente Tito a Corinto, stavolta
in luce la vita e l’immortalità median- per affrettare la colletta per i creden-
te il vangelo” (2 Ti 1:10). E Paolo e gli ti indigenti di Gerusalemme (vd. 2 Co
altri apostoli annunciavano la buona 8:6, 16-17; 12:18). Paolo ebbe a definire
notizia per eseguire l’ordine di Dio, no- Tito “mio compagno e collaboratore in
stro Salvatore, in ubbidienza al grande mezzo a voi” (2 Co 8:23). Non sappiamo
mandato. precisamente quando Paolo si recò a
1:4 La lettera è indirizzata a Tito, fi- Creta con Tito (generalmente si ritiene
glio legittimo di Paolo secondo la fede che ciò avvenne dopo la prima prigionia
che era loro comune. Ma chi era Tito? dell’apostolo a Roma).
Dobbiamo mettere insieme i riferi- L’ultimo riferimento a Tito compare
menti sparsi che troviamo in tre let- in 2 Ti 4:10. Questi rimase con Paolo
tere di Paolo. Greco di nascita (vd. Ga durante parte della seconda prigionia a
2:3), era nato di nuovo per la fede nel Roma; in seguito, l’apostolo ne riferisce
Signore Gesù grazie, probabilmen- la partenza per la Dalmazia, regione
te, al ministero di Paolo (vd. Tt 1:4). della Croazia. Non si esclude che vi si
All’epoca infuriava una disputa su recasse per ordine di Paolo, quantun-
quale fosse il vero vangelo. Da un la- que il tono generale del passo in que-
to, c’erano Paolo e quanti insegnava- stione sembri far trapelare i sentimenti
no la salvezza per grazia mediante la di un uomo solo e abbandonato.
sola fede. Dall’altro, i giudaizzanti in- L’apostolo parla di Tito come di un
sistevano sulla necessità della circon- suo figlio legittimo secondo la fede
cisione (e quindi dell’osservanza della che hanno in comune. Paolo potreb-
legge) quale requisito indispensabile be, quantunque non necessariamente,
per ottenere una cittadinanza privi- aver contribuito alla conversione di
legiata nel regno di Dio. Tito divenne Tito. Anche Timoteo è definito un fi-
così un caso chiave nella controver- glio legittimo nella fede (vd. 1 Ti 1:2),
sia. Paolo e Barnaba lo accompagna- eppure è possibile che questi fosse già
rono a Gerusalemme (vd. Ga 2:1) un discepolo quando Paolo lo incontrò
per un incontro con gli apostoli e gli la prima volta (vd. At 16:1). Tale espres-
anziani. Il concilio decise che, per es- sione può dunque significare che i due
sere salvato, uno straniero come Tito giovani mostravano qualità spirituali
non dovesse rimettersi alle leggi e al- affini a quelle di Paolo e che, nel ser-
le cerimonie giudaiche (vd. At 15:11). vizio cristiano, si era creato tra loro un
Gli stranieri non dovevano diventare legame filiale.
Giudei e i Giudei non dovevano di- Paolo augura, al suo giovane aiutan-
ventare stranieri. Giudei e stranieri, te, grazia, misericordia e pace. In que-
invece, diventavano una nuova crea- sto contesto la grazia indica la forza
zione allorché credevano in Gesù. divina necessaria per la vita e il lavoro

1120
TITO 1:5

per Dio. La misericordia è la compas- insinuando (vd. 1 Ti 1:3-4). Poi salpò


sione per i bisogni dell’uomo. La pace per il mar Egeo alla volta della Mace-
indica libertà dall’ansia, dal panico e donia poiché, mentre era in prigione,
dai turbamenti a dispetto delle circo- si era ripromesso di visitare Filippi non
stanze avverse. Tutte e tre provengono appena fosse stato libero (vd. Fl 1:26).
unitamente da Dio Padre e da Cristo Infine fece rotta a sud-ovest, attraverso
Gesù, nostro Salvatore. Accostando la Grecia, fino a Nicopoli, dove decise
Padre e Figlio come fonti della grazia, di trascorrere l’inverno nell’attesa che
della misericordia e della pace, lo Spi- Tito lo raggiungesse(vd. Tt 3:12).
rito di Dio sottintende la loro completa Ai tempi di Omero (VIII sec. a.C.)
uguaglianza. sorgevano a Creta tra le novanta e le
cento città; evidentemente in molte
II. GLI ANZIANI DELLA CHIESA di esse si erano costituite delle chiese,
(1:5-9) ciascuna delle quali aveva bisogno di
anziani.
1:5 Quando Paolo lasciò Creta, rima-
nevano ancora alcune cose da mettere GLI ANZIANI
in ordine, dei falsi dottori da far tacere
e occorreva stabilire con urgenza delle Nel N.T. gli anziani sono uomini cre-
guide spirituali riconosciute nelle as- denti, maturi e dal carattere schietto
semblee. Paolo lasciò l’incarico di sbri- che costituiscono la guida spirituale di
gare tali faccende a Tito. un’assemblea. L’appellativo “anziano”,
Non sappiamo come la fede cristia- con cui si allude alla maturità spiri-
na arrivò a Creta. L’ipotesi più pro- tuale dell’uomo, è la traduzione dal gr.
babile è che alcuni Cretesi, recatisi a presbuteros (donde l’italiano “presbi-
Gerusalemme il giorno di Pentecoste tero”). Anche il gr. episcopos, tradotto
(vd. At 2:11), fossero tornati in patria con “vescovo”, “responsabile” o “sor-
con la buona notizia del vangelo e che, vegliante”, è utilizzato con riferimento
di conseguenza, si fossero formate al- agli anziani, definendone la funzione
cune chiese locali. di vice-pastori del gregge di Dio.
Né possiamo essere sicuri del pe- In linea di massima si ritiene che,
riodo in cui Paolo fu a Creta con Tito. con i termini “anziani” e “vescovi”, si
Sappiamo che toccò Creta nel suo viag- indichino le medesime figure per i se-
gio a Roma come prigioniero (vd. At guenti motivi. In At 20:17 Paolo convo-
27:12), ma difficilmente le circostanze ca gli “anziani” (presbuteroi ) da Efeso;
gli avrebbero permesso un ministero nel v. 28 si rivolge a loro come ai “ve-
attivo in quelle chiese. Poiché il libro scovi” (episcopoi ). I requisiti per i ve-
degli Atti non fa altri riferimenti a scovi (episcopoi ) in 1 T 3 e quelli per gli
eventuali permanenze di Paolo a Cre- anziani (episcopoi ) in Tt 1, in sostanza,
ta, generalmente si ritiene che la visita sono i medesimi.
ebbe luogo dopo la prima prigionia ro- Nell’uso moderno, il “vescovo” è
mana. Facendo una piccola indagine l’ecclesiastico che presiede a una dio-
biblica, grazie agli svariati riferimenti cesi (un gruppo di chiese di una stessa
presenti negli scritti di Paolo possiamo circoscrizione), ma nel N.T. il termine
ricostruire il seguente itinerario. non ha mai questo significato. Il mo-
Anzitutto, nel suo viaggio verso l’Asia dello scritturale prevede più vescovi
(l’attuale Turchia occidentale), Pao- nell’ambito di una chiesa e non un ve-
lo salpò dall’Italia alla volta di Creta. scovo a capo di più chiese.
Lasciato Tito a Creta (vd. Tt 1:5), l’apo- Né la figura dell’anziano va confu-
stolo giunse a Efeso, capitale dell’Asia, sa con l’odierna figura del pastore, il
dove incaricò Timoteo di eliminare quale, fondamentalmente, ha la re-
gli errori dottrinali che vi si stavano sponsabilità di predicare, insegnare

1121
TITO 1

e amministrare i sacramenti nella È evidente che, nella chiesa primi-


comunità locale. In genere è dato per tiva, gli anziani erano designati da-
assodato che, nella chiesa primitiva, gli apostoli o dai loro rappresentanti
questa figura non esisteva. L’assemblea (vd. At 14:23; Tt 1:5). Ciò non significa
era formata dai santi, dai vescovi e dai che gli apostoli, o i loro delegati, po-
diaconi (vd. Fl 1:1). Tutto qui. Il sistema tessero fare di un uomo un anziano.
clericale risale solamente al II sec. Per diventare vescovi occorrono sia
Un pastore in senso neotestamenta- l’intervento divino sia la disponibilità
rio è uno dei doni di servizio speciale umana. Solo lo Spirito Santo può fare
che il Cristo risorto e asceso accordò al- di un uomo un vescovo oppure un sor-
lo scopo di perfezionare i santi in vista vegliante (vd. At 20:28), ma occorre che
dell’opera del ministero (vd. Ef 4:11-12). sia l’uomo ad aspirare a questo dono
Sotto molti aspetti il compito di pastori (vd. 1 Ti 3:1): tale commistione di divi-
e anziani è simile, giacché entrambi no e umano è indispensabile.
sono chiamati a curare e a pascere il Quando, nell’era apostolica, ini-
gregge di Dio, ma non si trovano sul ziarono a formarsi le prime comunità
medesimo piano. È possibile che un locali, la figura dell’anziano non esiste-
pastore abbia un ministero itinerante, va ancora; tutti i credenti erano come
laddove l’anziano è, solitamente, asso- novizi, alle prime armi. Con il passare
ciato a un’assemblea locale. del tempo, tuttavia, il Signore preparò
Le funzioni degli anziani sono elen- alcuni a questo importante ministero.
cate in maniera circostanziata: Poiché il N.T. non era disponibile in
1. custodiscono la chiesa del Signore forma scritta, generalmente i credenti
e ne hanno cura (vd. At 20:28; 1 Ti non conoscevano i requisiti e i doveri
3:5; 1 P 5:2); degli anziani. Solo gli apostoli e i loro
2. vigilano per proteggere la chie- collaboratori ne erano a conoscenza.
sa dagli attacchi esterni e interni Sulla base di questa conoscenza, sce-
(vd. At 20:29-31); glievano gli uomini che rispondevano
3. guidano una comunità, senza as- ai requisiti divini e li nominavano pub-
soggettarla (vd. 1 Te 5:12; 1 Ti 5:17; blicamente.
Eb 13:7, 17; 1 P 5:3); Oggi possediamo il testo integra-
4. predicano la parola, insegnano la le del N.T. Sappiamo dunque cos’è un
sana dottrina e confutano chi la anziano e che cosa ci si aspetta da lui.
contraddice (vd. 1 Ti 5:17; Tt 1:9-11); Quando vediamo uomini qualifica-
5. moderano e arbitrano in materia eti- ti impegnati nel servizio attivo come
ca e dottrinale (vd. At 15:5-6; 16:4); sorveglianti, li riconosciamo come
6. la loro vita è un esempio per il greg- tali (vd. 1 Te 5:12) e diamo loro ascol-
ge (vd. Eb 13:7; 1 P 5:3); to (vd. Eb 13:17). Non siamo noi che li
7. cercano di riabilitare i credenti colti abbiamo eletti, limitandoci a ricono-
in fallo (vd. Ga 6:1); scerli come persone scelte da Dio per
8. vegliano sull’anima dei credenti quest’opera.
della comunità locale “come chi de- Qui di seguito, come pure in 1 Ti
ve renderne conto” (vd. Eb 13:17); 3:1-7, sono elencati i requisiti dell’an-
9. esercitano il ministero della pre- ziano. A tale proposito qualcuno com-
ghiera, in special modo per i malati menta che, se queste sono le qualità
(vd. Gm 5:14-15); necessarie, allora oggi non abbiamo
10. si interessano dell’assistenza ai cre- più vescovi. Questo modo di pensare
denti indigenti (vd. At 11:30); sminuisce l’autorità delle Scritture,
11. appoggiano gli uomini che pos- giacché indica che esse in realtà non
siedono un carisma esortandoli intendano dire quello che insegnano.
all’opera alla quale Dio li ha chia- Non c’è nulla di irragionevole o irrag-
mati (vd. 1 Ti 4:14). giungibile nelle qualità descritte. Tac-

1122
TITO 1:6

ciando la Bibbia di eccessivo idealismo risposa. In questo caso il credente non


manifestiamo un livello spirituale al- ne ha colpa. Egli è libero di risposarsi
quanto modesto. poiché il vincolo del primo matrimo-
nio è stato spezzato dal divorzio e dalla
1:6 L’anziano è un uomo irrepren- successiva unione della moglie con un
sibile, di indiscussa integrità. Non de- non credente.
vono esserci accuse di falsa dottrina L’interpretazione secondo la quale
o di comportamento irregolare a suo l’idoneità a ricoprire la carica di anzia-
carico. Ciò non significa che questi sia no decade se l’uomo si risposa dopo la
esente da peccato, bensì che, qualora morte della prima moglie è da escludersi
compia errori marginali, deve essere in virtù del principio enunciato in 1 Co
pronto a confessarli a Dio, a scusarsi 7:39: “La moglie è vincolata per tutto il
con la persona (o le persone) che ha su- tempo che vive suo marito; ma, se il ma-
bìto il torto e a offrire un risarcimento, rito muore, ella è libera di sposarsi con
se le circostanze lo consentono. chi vuole, purché lo faccia nel Signore”.
Il secondo requisito, che vede Sicuramente l’espressione marito di
nell’anziano il marito di una sola mo- una sola moglie significa che un anzia-
glie, è stato interpretato in sette modi no non deve essere poligamo né avere
diversi: concubine o amanti. Per farla breve,
1. deve essere sposato; la sua vita coniugale deve essere un
2. non deve essere divorziato; esempio di purezza per la comunità
3. non deve essersi risposato dopo un dei credenti.
divorzio; L’anziano deve avere figli fedeli, che
4. non deve essersi risposato dopo la non siano accusati di dissolutezza né
morte della prima moglie; insubordinati. Per la Bibbia i genitori
5. non deve essere poligamo; sono responsabili della condotta dei fi-
6. non deve avere concubine o amanti; gli (vd. Pr 22:6) più di quanto gran par-
7. in generale, deve essere un marito te di noi sia disposta ad ammettere. Se
fedele e un esempio di moralità. una famiglia è ben guidata e ben istrui-
Se marito di una sola moglie signi- ta nella Parola di Dio, i figli tendono a
fica che l’anziano deve per forza essere seguire l’esempio dei genitori. Benché
sposato, allora, per lo stesso motivo, de- non possa determinare la salvezza dei
ve anche avere dei figli, giacché, come figli, un padre può nondimeno prepa-
riportato nel versetto, questi devono rare la via del Signore educandoli alla
essere credenti. È senz’altro preferibile Parola, disciplinandoli con amore ed
che l’anziano abbia una famiglia giac- evitando di comportarsi in modo ipo-
ché, in tal modo, può trattare con più crita e incoerente.
chiarezza i problemi familiari della co- Se i figli sono spreconi e si ribella-
munità, ma non è certo che, in questo no all’autorità dei genitori, le Scritture
versetto, si vieti a uno scapolo di essere mettono il padre davanti alle sue re-
un anziano. sponsabilità. L’indulgenza e la tolle-
Probabilmente non significa che non ranza dimostrate nei loro confronti
deve essere in nessun caso divorziato, sono da biasimare. Se quest’uomo non
giacché il Salvatore ha insegnato che il sa guidare bene la propria famiglia,
divorzio è possibile almeno in un caso difficilmente sarà adatto a ricoprire
(vd. Mt 5:32; 19:9). (2) l’incarico di un anziano, giacché in en-
Tale requisito non si può neppu- trambe le situazioni valgono gli stessi
re considerare un divieto assoluto principi (vd. 1 Ti 3:5).
di risposarsi dopo un divorzio. Per Si discute se il requisito dei figli fe-
esempio, un credente potrebbe aver di- deli sia valido finché i figli vivono in
vorziato senza colpa da una moglie non casa con i genitori e sotto la loro auto-
convertita la quale, successivamente, si rità o se comprende anche quelli che

1123
TITO 1:7

vivono altrove. Noi propendiamo per si vieta tanto il consumo di vino quan-
la prima ipotesi, pur riconoscendo che to, piuttosto, il consumo eccessivo, che
gli insegnamenti impartiti in famiglia favorisce l’intemperanza.
determinano sensibilmente il carattere L’anziano non deve essere violento
di una persona adulta. né, tanto meno, ricorrere alla violenza
1:7 Il vescovo è un amministratore fisica. A un vescovo si proibisce di ri-
di Dio. Non esercita un controllo sulla correre a intimidazioni e prepotenza.
sua comunità, ma è incaricato di occu- Egli non deve essere avido di illeciti
parsi degli affari di Dio nell’assemblea guadagni, né privo di scrupoli. Secon-
di Dio. Si specifica, per la seconda volta, do Samuel Johnson “la brama di oro,
che deve essere irreprensibile (la ripe- insensibile e senza rimorsi, è l’ultima
tizione serve sicuramente a enfatizzare corruzione dell’uomo degenerato”. Un
il concetto) e ineccepibile dal punto di vero anziano può affermare con Pao-
vista dottrinale e morale. lo: “Non ho desiderato né l’argento, né
Non deve essere arrogante. Se un l’oro, né i vestiti di nessuno” (At 20:33).
uomo è testardo, duro, insofferente e 1:8 Il vescovo è altresì chiamato a
polemico verso chi pensa o si compor- essere ospitale. La sua casa dovreb-
ta diversamente, non è adatto a essere be essere sempre aperta agli estranei,
una guida spirituale. L’anziano è un a chi ha problemi personali, a chi è
moderatore, non un despota. scoraggiato e agli oppressi. Dovrebbe
Il vescovo non deve essere iracondo. essere un luogo di felice comunione
Se ha un temperamento volubile, deve cristiana, dove ogni ospite è ricevuto
aver imparato a controllarlo. Se ha un come se fosse il Signore in persona.
carattere irascibile, non lo dà a vedere. Il vescovo deve, inoltre, essere
Non deve essere dedito al vino. Nella amante del bene, ossia del prossimo
nostra cultura tale monito può apparire e delle cose buone. Le sue parole, le
talmente scontato da sembrare super- sue attività e le sue frequentazioni do-
fluo. Dobbiamo, tuttavia, tener presente vrebbero dimostrare che è separato da
che la Bibbia è stata scritta per tutte le tutto ciò che è equivoco, discutibile o
culture. Nei paesi in cui i credenti con- sbagliato.
siderino il vino come una bevanda so- Deve essere anche assennato, vale
ciale, si corre il rischio di abusarne o di a dire prudente, cauto e padrone di sé.
non moderarsi nel consumo. Qui si al- Il medesimo aggettivo compare anche
lude all’assenza di autocontrollo. in 2:2, dove indica sensibilità, autocon-
La Bibbia fa una distinzione tra con- trollo e sobrietà.
sumo e abuso del vino. Ne fu concesso Il vescovo deve essere giusto nei suoi
il consumo moderato allorché Gesù rapporti con gli altri, santo in relazione
cambiò l’acqua in vino alle nozze di Ca- a Dio, temperante nei propri riguardi. È
na (vd. Gv 2:1-11). Paolo lo raccomandò a questo che allude Paolo in Ga 5:22: “Il
a Timoteo per scopi terapeutici (vd. 1 Ti frutto dello Spirito… è autocontrollo”.
5:23 e anche Pr 31:6). L’abuso di vino e Ciò significa che, per ubbidire a Cristo,
di bevande alcoliche è condannato in occorre tenere i desideri e le passioni
Pr 20:1; 23:29-35. Se è vero che la Parola sotto controllo. Questa capacità può
non esige l’astinenza totale, esiste però venire solo dallo Spirito Santo, nondi-
un caso in cui essa è indispensabile, os- meno occorre che il credente, dal canto
sia quando il consumo di vino rischia suo, sia disciplinato e collaborativo.
di scandalizzare un fratello più debole 1:9 Il vescovo deve essere integro
o farlo cadere (vd. Ro 14:21). Questa è la nella fede e attenersi fermamente alle
principale considerazione che spinge dottrine spiritualmente sane insegna-
un gran numero di credenti dell’Ame- te dal Signore Gesù e dagli apostoli,
rica settentrionale ad astenersi com- preservate per noi nel N.T. Solo allora
pletamente dall’alcol. All’anziano non sarà in grado di dare ai santi una dieta

1124
TITO 1:12

equilibrata fatta di sana dottrina e di Questo era accaduto nella chiesa di


chiudere la bocca a chi parla contro la Creta. Paolo si era reso conto che era
verità. necessaria una forte guida spirituale
Questi sono i requisiti delle guide che arginasse gli abusi e proteggesse
spirituali delle assemblee locali. Notia- la libertà dello Spirito. Sapeva anche
mo che non vi è accenno alla prestanza che gli anziani in possesso dei requi-
fisica, al grado di istruzione, alla posi- siti andavano nominati con estrema
zione sociale o alla capacità imprendi- attenzione. Ecco perché qui ripete le
toriale. Uno spazzino semplice e senza condizioni che esigevano una pronta
cultura potrebbe essere un anziano nomina di anziani nelle chiese.
qualificato a motivo della sua maturità Molti ribelli si erano levati per sfi-
spirituale. Non è vero, come talvolta si dare l’autorità degli apostoli e per
insinua, che le stesse qualità che fanno contraddire i loro insegnamenti. Essi
il successo di un uomo nel mondo de- erano ciarloni e seduttori delle men-
gli affari lo rendano idoneo alla guida ti. Le loro parole non procuravano dei
della chiesa. benefici spirituali, anzi defraudavano
Dovremmo soffermarci anche su le persone della verità, inducendole in
un altro punto. Il quadro dell’anziano errore.
devoto che emerge da questo brano I principali agitatori erano quelli
non è quello di un uomo che convoca della circoncisione, i dottori giudei che
i predicatori, eroga i fondi, appalta le si professavano credenti ma insisteva-
riparazioni del locale adibito al culto e no sulla necessità di essere circoncisi
basta! Il vero anziano è profondamente e di osservare la legge cerimoniale. La
ed estremamente coinvolto nella vita loro era una pura e semplice negazio-
spirituale della chiesa e la istruisce, la ne della completa sufficienza dell’ope-
esorta, la incoraggia, la riprende e la ra di Cristo.
corregge. 1:11 Per simili individui ci vorrebbe
la museruola; costoro devono imparare
III. LE MANCANZE DELLA CHIESA che l’assemblea non è una democrazia
(1:10-16) e che la libertà di parola ha dei limiti.
Nella fattispecie, i fautori della circon-
1:10 Nella chiesa primitiva vigeva “la li- cisione erano arrivati a sconvolgere
bertà dello Spirito”: durante le riunioni intere famiglie. Questo non ci fa pen-
gli uomini erano liberi di intervenire, sare che avessero agito dietro le quinte
sotto la guida dello Spirito Santo. Paolo e spacciato le loro pericolose dottrine
descrive un incontro “aperto” di questo nelle case dei credenti? In fondo que-
tipo in 1 Co 14:26: “Che dunque, fratel- sto è uno dei metodi preferiti dai mo-
li? Quando vi riunite, avendo ciascuno vimenti settari (vd. 2 Ti 3:6). Anche le
di voi un salmo, o un insegnamento, o loro intenzioni erano sospette: costoro
una rivelazione, o un parlare in altra volevano arricchirsi e usavano il mini-
lingua, o un’interpretazione, si faccia stero come fonte di guadagno. Il loro
ogni cosa per l’edificazione”. È una si- messaggio si appellava al lato legalisti-
tuazione ideale quella in cui lo Spirito co dell’uomo, spingendolo a credere di
di Dio è così libero di parlare per mez- poter guadagnarsi il favore di Dio con
zo dei vari membri della comunità! le pratiche religiose anche conducendo
Ma, poiché la natura umana è quello una vita corrotta e contaminata. Co-
che è, ovunque esiste una tale libertà storo insegnavano ciò che non aveva-
immancabilmente si trovano uomini no il diritto di insegnare per amore di
che si affrettano ad abusarne con fal- guadagno disonesto.
se dottrine, sofismi che non edificano 1:12 Ora Paolo ricorda a Tito con
e interminabili discorsi inconcludenti, che tipo di persone avrà a che fare. La
privi dello Spirito. descrizione insolitamente dura e pun-

1125
TITO 1:13

gente ben si adattava ai falsi dottori in e di austerità nel trattare il corpo, ma


particolare e ai Cretesi in generale. Egli non hanno alcun valore; servono solo a
cita Epimenide, poeta e filosofo cretese soddisfare la carne”.
vissuto attorno al 600 a.C., il quale li 1:15 Ciò che l’apostolo sta per dire è
aveva definiti una schiatta di bugiar- stato talmente frainteso che è neces-
di, male bestie, ventri pigri. Sembra saria una spiegazione particolareggia-
che ogni popolo abbia caratteristiche ta. Egli scrive: Tutto è puro per quelli
proprie, ma pochi potrebbero supera- che sono puri; ma per i contaminati e
re quei Cretesi quanto a depravazione. gli increduli niente è puro; anzi, sia la
Essi erano bugiardi cronici e incalliti, loro mente, sia la loro coscienza sono
simili ad animali selvatici, pronti ad impure.
abbandonarsi a passioni scomposte Se prendiamo l’espressione tutto è
e selvagge. Allergici al lavoro e inclini puro per quelli che sono puri e la iso-
all’ingordigia, la loro vita era “tutta cu- liamo dal contesto come dichiarazione
cina e niente chiesa”! di verità assoluta in tutti i campi della
1:13 L’apostolo conferma il ritratto vita, siamo nei guai! Non tutto è puro,
dei Cretesi. La materia prima su cui anche per chi ha una mente pura. Ep-
Tito doveva lavorare non era per nul- pure questo versetto è stato utilizzato
la promettente... quanto bastava per per giustificare riviste spregevoli, film
scoraggiare qualsiasi missionario! Ma audaci e perfino l’immoralità. In breve,
Paolo non diede costoro per spaccia- si tratta di ciò cui allude Pietro a propo-
ti né suggerì a Tito di abbandonarli. sito di coloro che travisano le Scritture
Grazie al vangelo c’è speranza per il “a loro perdizione” (2 P 3:16).
peggiore degli uomini. Paolo esorta Deve essere chiaro che questo ver-
dunque il suo assistente: Perciò ri- setto non ha niente a che fare con ciò
prendili severamente, perché siano che è intrinsecamente peccaminoso e
sani nella fede cristiana. Un giorno condannato dalla Bibbia. Questo detto
questi uomini sarebbero divenuti, proverbiale va compreso alla luce del
forse, non solo dei credenti esemplari, contesto. Paolo non sta parlando di
ma anche degli anziani devoti nelle questioni di indubbia moralità o di co-
chiese locali. Questo brano trabocca se intrinsecamente giuste o sbagliate.
di incoraggiamento per i credenti che Ma sta discutendo di questioni moral-
operano per il mondo in campi diffi- mente neutre, cose scandalose per un
cili (ma quale campo non è difficile?). Giudeo che vivesse sotto la legge ma
Oltre la volgarità, la stupidità e l’indif- perfettamente lecite per un credente
ferenza delle persone, c’è sempre la che vivesse sotto la grazia. L’esempio
visione della loro trasformazione in più lampante è il consumo della car-
santi benevoli, puri e fecondi. ne di maiale, proibito al popolo di Dio
1:14 Nel rimproverare severamente nell’A.T., finché il Signore Gesù non
i falsi dottori, Tito doveva metterli in cambiò tutto allorché dichiarò che
guardia dalle favole giudaiche e dai co- nulla di quello che entra nell’uomo può
mandamenti di uomini che voltano le contaminarlo (vd. Mr 7:15). Con que-
spalle alla verità. I giudaizzanti viveva- ste sue parole Gesù dichiarò puri tutti
no in un mondo di invenzioni e norme i cibi (vd. Mr 7:19). Paolo richiama alla
religiose incentrate sull’osservanza dei mente questa verità quando spiega:
precetti alimentari (i cibi puri e quelli “Ora non è un cibo che ci farà graditi
impuri), dei giorni, delle regole per evi- a Dio; se non mangiamo non abbiamo
tare l’impurità cerimoniale. In pratica, nulla di meno; e se mangiamo non ab-
di tutto ciò che Paolo riporta in Cl 2:23: biamo nulla di più” (1 Co 8:8). Scrive
“Quelle cose hanno, è vero, una par- che tutto è puro per quelli che sono
venza di sapienza per quel tanto che puri, intendendo con ciò che, per un
è in esse di culto volontario, di umiltà credente nato di nuovo, tutti i cibi sono

1126
TITO 2:3

puri, ma per i contaminati e gli incre- to di insegnare le cose… conformi


duli niente è puro. Non è ciò che man- alla sana dottrina. Egli doveva colmare
giamo a contaminarci, bensì ciò che l’abisso esistente tra una vuota profes-
viene dal nostro cuore (vd. Mr 7:20-23). sione e la condotta effettiva del popolo
Senza purezza interiore, senza fede nel di Dio. Effettivamente questo è il punto
Signore Gesù nulla è puro per l’uomo. fondamentale della lettera: mettere in
Osservare un regime alimentare non pratica la sana dottrina con le opere
gli gioverà. Ha bisogno di convertirsi, buone. Nei seguenti versetti troviamo
di ricevere la salvezza in dono anziché esemplificazioni di opere buone.
cercare di guadagnarsela mediante 2:2 Per prima cosa ci vengono pre-
rituali e legalismi. La mente e la co- sentati i vecchi, uomini di età avanzata
scienza degli uomini contaminati sono e maturi, che dovrebbero essere sobri.
corrotte. I loro processi mentali e le lo- Con questo termine si allude essenzial-
ro capacità morali sono contaminate. mente al consumo moderato di vino,
Non si tratta di contaminazione ester- ma non si esclude che si faccia altresì
na, bensì di corruzione e depravazione riferimento alla temperanza in tutti gli
interiori. aspetti del carattere. I vecchi dovreb-
1:16 A proposito dei falsi dottori, bero essere, sì, dignitosi e austeri ma,
ossia dei giudaizzanti, Paolo spiega per carità, non deprimenti! Gli altri
che costoro professano di conoscere hanno già problemi a sufficienza. Gli
Dio, ma lo rinnegano con i fatti. Essi uomini anziani dovrebbero essere as-
si spacciano per credenti, ma le loro sennati, ossia equilibrati e prudenti, e
azioni li sbugiardano. Intensificando sani nella fede. L’età può rendere in-
la sua pungente condanna, l’apostolo li sensibili, aspri, cinici. L’uomo di fede è
svergogna dichiarandoli abominevoli riconoscente, protende all’ottimismo e
e ribelli, incapaci di qualsiasi opera sa instaurare rapporti personali solidi.
buona . Il comportamento di costoro Chi è sano nella fede è felice, ottimista
era ripugnante. Agli occhi di Dio erano e di buona compagnia. Essi dovrebbe-
campioni di disubbidienza e immorali- ro essere sani… nell’amore : l’amore
tà. Erano inetti nell’ambito delle opere non è egocentrico, ma pensa agli altri
buone verso Dio o gli uomini. Paolo li e si manifesta con la generosità. Infine,
amava pur usando un linguaggio così dovrebbero essere sani… nella pazien-
duro per descriverli? La risposta è un za. L’età avanzata ha le sue infermità
deciso sì ! L’amore non sorvola mai sul e le sue invalidità, spesso difficili da
peccato. Questi uomini stavano falsan- sopportare. Chi è sano nella soppor-
do il vangelo, disonorando la Persona e tazione resiste alle prove con grazia e
l’opera del Signore Gesù e ingannando fermezza.
le anime degli uomini. L’indulgenza 2:3 ...anche le donne anziane do-
verso simili impostori è un peccato. vrebbero avere un comportamento
conforme a santità. Dio ci liberi dalle
IV. L’ATTIVITÀ PASTORALE NELLA donne frivole, i cui pensieri sono in-
CHIESA (2:1-15) centrati su cose futili! Non dovrebbe-
ro essere maldicenti. A tale proposito,
2:1 La vita dei falsi dottori era scempio, Paolo usa l’equivalente greco di “dia-
non un esempio. Con la loro condotta volo” (diabolos ), un termine che ben
costoro negavano le magnifiche verità si adatta al contesto giacché il pette-
della fede. Chi può calcolare il danno golezzo maligno ha origini e caratte-
arrecato alla testimonianza cristiana ristiche diaboliche. Le donne anziane
da coloro che professavano una vita di non dovrebbero neppure essere de-
santità ma che, in realtà, vivevano nella dite a molto vino. Benché non sia loro
menzogna? A Tito (e a tutti i veri servi- assegnato un ministero pubblico di
tori del Signore) era affidato il compi- insegnamento, le donne più anziane

1127
TITO 2:4

hanno il compito d’insegnare in casa. ria. Le donne più anziane dovrebbero


Chi può misurare la potenzialità di un cercare di persuaderle che è un grande
simile ministero? onore servire il Signore nelle loro abi-
2:4 Una donna anziana, più speci- tazioni come mogli e madri piuttosto
ficatamente, dovrebbe incoraggiare le che lavorare fuori casa trascurando
giovani. Anni di studio della Bibbia e quest’ultima e la famiglia. Alle giovani
l’esperienza pratica la mettono in con- si dovrebbe insegnare a essere buone,
dizione di consigliare validamente chi come vivere per gli altri, essere ospita-
è all’inizio della vita. Altrimenti ogni li, gentili e generose, non egocentriche
nuova generazione è condannata a e possessive. Dovrebbero essere sotto-
imparare nella maniera più dura, ripe- messe ai loro mariti, riconoscendogli
tendo gli errori del passato. Mentre le il governo della casa. Se una donna è
donne più anziane hanno la responsa- più dotata e capace del marito, piutto-
bilità di insegnare, le giovani possono sto che cercare di dominarlo dovrebbe
coltivare l’amicizia con loro e solleci- incoraggiarlo e aiutarlo a essere più
tarne i consigli e la riprensione. attivo nel tenere le redini della casa e
A una giovane si dovrebbe insegnare nel servizio in chiesa. Se è tentata di
ad amare il proprio marito, ma questo brontolare, dovrebbe resistere e, anzi,
comprende qualcosa in più del baciarlo lodarlo. Tutto questo perché la parola
prima che vada al lavoro. Si tratta delle di Dio non sia disprezzata. In tutta la
miriadi di maniere in cui può dimo- lettera Paolo si dimostra consapevole
strargli il proprio rispetto: riconoscen- delle critiche rivolte al Signore a causa
dogli la conduzione della casa, non della vita incoerente di chi fa parte del
prendendo decisioni importanti senza suo popolo.
di lui, tenendo la casa in ordine, prestan- 2:6 Paolo non esorta Tito a insegnare
dogli attenzione, vivendo nei limiti delle alle giovani. Per amore di discrezione,
possibilità economiche, confessandosi questo ministero è affidato alle donne
prontamente a lui, perdonandolo mise- più anziane, mentre a Tito spetta con-
ricordiosamente, tenendo sempre aper- sigliare i giovani, esortandoli a essere
ta la porta del dialogo, astenendosi dal saggi e ad avere autocontrollo. Termine
criticarlo o dal contraddirlo davanti ad appropriato, dal momento che quello
altre persone e sostenendolo quando le della giovinezza è il periodo dello zelo
cose vanno male. traboccante, dell’energia senza fine e
Le si dovrebbe anche insegnare ad della grinta accesa. In ogni settore del-
amare i figli : leggendo e pregando con la vita devono imparare a contenersi e
loro, facendosi trovare in casa quando a essere equilibrati.
tornano da scuola o rientrano dopo 2:7 Paolo ha un consiglio speciale
aver giocato, educandoli con fermezza, anche per Tito. Poiché ha la responsa-
imparzialmente e per il servizio del Si- bilità di un ministero pubblico nelle
gnore piuttosto che per il mondo, e per chiese, Tito deve aver cura di presen-
l’inferno. tarsi come esempio di opere buone.
2:5 Alle giovani si dovrebbe inse- Deve esserci uno stretto legame tra
gnare a essere sagge perché imparino insegnamento e condotta. Tale inse-
ciò che è appropriato per loro in quanto gnamento deve essere caratterizzato
credenti e si tengano lontane da tutto dall’integrità e dalla dignità . L’inte-
ciò che è eccessivo. Dovrebbero essere grità comporta un insegnamento con-
caste e fedeli ai mariti, evitando l’im- forme alla fede trasmessa ai santi una
purità nei pensieri, nelle parole e nelle volta per sempre. Con l’accenno alla
azioni. Dovrebbero essere diligenti dignità , Paolo insiste sulla nobiltà e
nei lavori domestici e rendersi conto sul decoro dell’insegnamento. Pur-
che questo è un servizio reso a Dio e troppo la maggior parte delle versioni
che può essere eseguito alla sua glo- moderne della Bibbia non riportano

1128
TITO 2:11

l’incorruttibilità (ND), la virtù che si produttivi sia dal punto di vista della
accompagna all’integrità e alla digni- qualità sia della quantità. Il loro lavoro
tà attribuite all’insegnante sincero, il può essere svolto come se fosse per Cri-
quale non può essere corrotto e allon- sto ed egli li ricompenserà pienamente.
tanato dalla via della verità. (3) Non dovrebbero essere impertinenti
2:8 Contro il linguaggio sano, ir- con i loro padroni né contraddirli. Agli
reprensibile nessuno può sollevare albori del cristianesimo molti schiavi
obiezioni. Esso dovrebbe essere privo ebbero il privilegio di condurre i loro
di discorsi faziosi, novità dottrinali, ca- padroni al Signore Gesù, soprattutto a
pricci, crudezza e così via. Un ministero causa della netta differenza esistente
simile è inarrestabile. Chi si oppone alla tra schiavi cristiani e schiavi pagani.
sana dottrina è svergognato perché non 2:10 Tra l’altro, i cristiani non con-
trova un punto debole nell’armatura del dividevano il vizio inveterato degli
credente. Nessun argomento è altret- altri schiavi... In altre parole, non de-
tanto efficace quanto una vita santa! rubavano i padroni. L’etica cristiana li
2:9 Adesso Paolo dà istruzioni obbligava a una scrupolosa onestà. È
speciali per i servi (o schiavi). Biso- sorprendente che, per gli schiavi cre-
gna ricordare che la Bibbia riconosce denti venduti all’asta, si richiedesse un
l’esistenza di istituzioni che non ne- prezzo maggiore? In genere veniva in-
cessariamente approva. Per esempio, segnato loro a mostrare sempre lealtà
l’A.T. ricorda la vita poligama di molti perfetta : con tale affidabilità essi con-
patriarchi benché la poligamia non tribuivano a onorare… la dottrina di
rientrasse nella volontà di Dio per gli Dio, nostro Salvatore in ogni aspetto
uomini. Dio non ha mai approvato le della loro vita e nel lavoro. Tale caratte-
ingiustizie e le crudeltà della schiavitù, ristica dovrebbe essere comune a tutti
di cui, in futuro, riterrà responsabili i i lavoratori credenti dei nostri giorni
padroni. Allo stesso tempo il N.T. non come lo era per gli schiavi cristiani.
invoca l’abolizione della schiavitù con 2:11 I quattro versetti che seguono
atti rivoluzionari, ma condanna la trasmettono una meravigliosa immagi-
schiavitù e ne elimina gli abusi con la ne della nostra salvezza. Nell’ammirare
potenza del vangelo. La storia dimostra questa gemma letteraria, non dobbia-
che i mali dello schiavismo sono scom- mo separarla dal contesto. Paolo sta
parsi con la predicazione e l’insegna- chiedendo un comportamento coeren-
mento progressivo della Parola di Dio. te a tutti i membri della famiglia di Dio.
Ma nel frattempo, laddove la schia- Adesso dimostra che uno degli scopi
vitù ancora esiste, lo schiavo non è principali della nostra salvezza è susci-
escluso dalle promesse del cristiane- tare una vita santa e senza macchia.
simo. Egli può essere un testimone del Infatti la grazia di Dio… si è mani-
potere di trasformazione di Cristo e festata. In questo caso la grazia di Dio
può onorare la dottrina di Dio, nostro è virtualmente sinonimo di Figlio di
Salvatore. Il N.T. ha dedicato più spazio Dio. Essa si è manifestata quando il
agli schiavi che a regnanti o governan- Signore Gesù ha visitato il nostro pia-
ti! Questo può essere un indizio della neta e, più di ogni altra cosa, quando
loro relativa importanza nel regno di ha dato se stesso per i nostri peccati.
Dio. Gli schiavi (o servi) credenti de- Egli si è manifestato per la salvezza di
vono dunque essere sottomessi, tranne tutti gli uomini. Sostituendosi a noi,
quando questo significhi disubbidire ha compiuto un’opera sufficiente alla
al Signore. In tal caso devono rifiutarsi redenzione di tutti. Il perdono è stato
di sottostare alla volontà altrui e, come sinceramente offerto a tutti, ma sol-
credenti, sopportarne con pazienza le tanto chi accetta di vero cuore Gesù
conseguenze. Dovrebbero lavorare in come Signore e Salvatore è salvato. Né
modo soddisfacente, dimostrandosi qui né in alcun altro punto della Bib-

1129
TITO 2:12

bia è scritto che tutti verranno salvati. tenga. Nella ND leggiamo “un popolo
La “salvezza universale” è una men- speciale”. Troppo spesso noi siamo,
zogna del diavolo. effettivamente, speciali, ma non nel
2:12 La stessa grazia che ci salva ci modo che Dio intendeva! Cristo non
istruisce anche nella scuola della san- è morto per fare di noi gente strana e
tità, dove dobbiamo imparare a fare originale, bensì un popolo che appar-
delle rinunce. La prima è l’empietà, tenesse a lui in modo speciale (non al
ossia l’irreligiosità. Seguono le passioni mondo o a noi stessi) e pieno di zelo
mondane, tra le quali non si contano nelle opere buone. Dovremmo essere
solamente i peccati sessuali, ma anche entusiasti di compiere buone opere nel
il desiderio di ricchezze, potere, piace- suo nome e per la sua gloria. Quando
ri, successo e di tutto ciò che è essen- pensiamo all’entusiasmo degli uomi-
zialmente mondano. ni per lo sport, la politica e gli affari,
D’altro canto, la grazia ci insegna a dovremmo sentirci gelosi e spronati a
vivere… moderatamente, giustamente compiere buone azioni.
nei confronti degli altri e in modo san- 2:15 Queste sono le cose che Tito
to alla pura luce della presenza di Dio. era incaricato di insegnare: ogni argo-
Queste sono le virtù che dovrebbero di- mento discusso nei versetti precedenti
stinguerci nel mondo, dove tutto ciò che e, soprattutto, lo scopo delle sofferenze
abbiamo è destinato a dissolversi, e che del Salvatore. Tito aveva il compito di
rappresenta il luogo del nostro pellegri- esortare i santi a vivere nell’esercizio
naggio, non la nostra dimora finale. della pietà e di riprendere, a parole
2:13 Vivendo come stranieri nel o con la propria condotta, chiunque
mondo, siamo ispirati dalla magni- contraddicesse gli insegnamenti apo-
fica speranza dell’apparizione della stolici. E non doveva rammaricarsi di
gloria del nostro grande Dio e Salva- questo suo energico ministero, bensì
tore, Cristo Gesù. Tale affermazione agire in piena autorità e con il coraggio
va interpretata come un’allusione al dello Spirito Santo. Nessuno ti disprez-
rapimento, allorché Cristo apparirà in zi. Tito non doveva preoccuparsi per la
gloria alla chiesa e la condurrà in cielo sua giovane età, le sue origini pagane
(vd. 1 Te 4:13-18)? Oppure al giorno in o per qualsiasi invalidità fisica. Egli
cui Cristo tornerà per regnare e appa- portava la Parola di Dio e ciò faceva la
rirà in gloria al mondo, abbatterà i suoi differenza.
avversari e stabilirà il suo regno (vd. Ap
19:11-16)? Noi crediamo che Paolo stia V. L’ESORTAZIONE DELLA CHIESA
parlando della venuta di Cristo per la (3:1-11)
sua Sposa, la chiesa. In ogni caso, sia
che Cristo torni come Sposo o come Re, 3:1 Tito avrebbe dovuto altresì ram-
il credente dovrebbe essere preparato e mentare ai credenti delle assemblee
aspettare il suo glorioso avvento. di Creta le loro responsabilità nei con-
2:14 Nell’attesa del suo ritorno, non fronti delle autorità. Per il credente tut-
dobbiamo mai dimenticare lo scopo ti i governi sono stabiliti da Dio (vd. Ro
della sua prima venuta, né il suo sacri- 13:1). Un regime può essere non cri-
ficio. Egli ha dato se stesso non solo per stiano o addirittura anticristiano, ma
salvarci dalla colpa e dalla condanna qualsiasi governo è preferibile a una
per il peccato, ma per riscattarci da mancanza totale di governo. L’assenza
ogni iniquità. La salvezza non sarebbe di governo corrisponde all’anarchia
stata completa se fosse stata annullata e nessun popolo sopravvive a lungo
la pena per il peccato, ma non il domi- nell’anarchia. Anche se non conosce
nio di quest’ultimo nella nostra vita. personalmente il Signore, il governan-
Cristo ha altresì dato se stesso per... te è pur sempre investito della propria
purificarsi un popolo che gli appar- autorità da Dio e, pertanto, va rispet-

1130
TITO 3

tato. I credenti dovrebbero ubbidire ai via della sua stessa natura. I creden-
magistrati e alle autorità, ma qualora ti dovrebbero separarsi dall’iniquità
un governo imponesse al credente di (vd. 2 Co 6:17-18).
disubbidire a Dio, il credente dovrebbe 8. Un credente dovrebbe votare un po-
rifiutarsi di farlo in conformità al prin- litico che abbia fama di essere giusto
cipio di At 5:29: “Bisogna ubbidire a e onesto, ma talvolta a Dio piace in-
Dio anziché agli uomini”. Se viene pu- nalzare il più misero tra gli uomini
nito, sopporti la condanna docilmente (vd. Da 4:17). In tal caso, come cono-
nel nome del Signore. Nessun credente sceremo la volontà di Dio? E in che
contribuisca alla ribellione contro il modo le ubbidiremo?
governo, né cerchi di rovesciarlo con la L’ultima questione riguarda l’op-
violenza. portunità che un credente vada in
guerra se il suo paese glielo ordina. Ci
IL CRISTIANO E IL MONDO sono forti argomentazioni su entrambi
i fronti, ma a nostro parere sembra che
I credenti devono ubbidire alle leggi l’ago della bilancia penda verso la non
(compreso il codice stradale!), pagare partecipazione al fatto bellico. I princi-
le tasse e le imposte. In linea di massi- pi sopra elencati sono in relazione con
ma, dovrebbero essere cittadini rispet- questo problema, ma ce ne sono altri:
tosi e ossequenti della legge. Esistono, 1° il Signore ha detto: “...se il mio regno
tuttavia, tre ambiti in cui i credenti si fosse di questo mondo, i miei servi-
distinguono rispetto alle proprie re- tori combatterebbero...” (Gv 18:36);
sponsabilità: il voto politico, le candi- 2° ha anche detto: “...tutti quelli che
dature politiche e la partecipazione prendono la spada, periranno di spa-
a una guerra nell’esercito. Per quanto da” (Mt 26:52);
riguarda le prime due questioni, la Bib- 3° l’idea di togliere la vita è assolutamen-
bia offre alcune utili linee guida. te contraria al suo insegnamento:
1. I credenti sono nel mondo, ma non “...amate i vostri nemici” (Mt 5:44).
sono del mondo (vd. Gv 17:14, 16). Chi non vuole maneggiare le armi
2. Il sistema mondiale è nelle mani del deve essere grato se vive in un paese
maligno ed è stato condannato da dove gli è concesso di dichiararsi obiet-
Dio (vd. 1 Gv 5:19b; 2:17; Gv 12:31). tore di coscienza o non arruolato.
3. La missione del credente non è sem- D’altra parte, molti uomini credenti
plicemente quella di migliorare il hanno prestato servizio in battaglia
mondo, ma di salvare gli uomini dal- con onore. Essi hanno fatto notare
la vanità del mondo. che il N.T. presenta i centurioni (p. es.
4. Il credente è quasi inevitabilmente Cornelio e Giulio) sotto una luce mol-
cittadino di uno stato terreno, ma la to favorevole. Inoltre, usa immagini
sua cittadinanza primaria è nei cieli, tratte dalla vita militare per descrivere
tant’è vero che quaggiù si considera il combattimento cristiano (vd. p. es.
un pellegrino e uno straniero (vd. Fl Ef 6:10-17). Se fare il soldato fosse in-
3:20; 1 P 2:11). trinsecamente sbagliato, difficilmente
5. “Nessuno, prestando servizio come Paolo potrebbe invitarci a essere buoni
soldato, s’immischia nelle faccende soldati di Gesù Cristo. Qualunque sia
della vita, se vuol piacere a colui che il nostro punto di vista, non dovrem-
lo ha arruolato” (2 Ti 2:4). mo giudicare o condannare chi non è
6. Il Signore Gesù ha detto: “Il mio re- d’accordo. C’è spazio per le divergenze
gno non è di questo mondo” (Gv di opinione.
18:36). Come suoi ambasciatori, do- Inoltre, i discepoli cristiani devono
vremmo presentare questa verità al essere pronti a fare ogni opera buona.
mondo. Non tutte le attività sono oneste, molta
7. La politica tende a corrompersi per pubblicità moderna è costruita attor-

1131
TITO 3:2

no alle menzogne e alcune imprese vezza, rilevando che essa ha per scopo
vendono prodotti dannosi per la salute una vita di opere buone. Il filo del ra-
spirituale, mentale e fisica dell’uomo. gionamento di sviluppa come segue:
In tutta coscienza, tali occupazioni an- 1. la nostra condizione prima della sal-
drebbero evitate. vezza, v. 3;
2. la natura della nostra salvezza,
3:2 Un credente non deve parlare vv. 4-7;
male di nessuno. In altri passi la Bibbia 3. la conseguenza pratica della salvez-
vieta esplicitamente di parlare male za, v. 8.
dei governanti (vd. Es 22:28; At 23:5), L’immagine che Dio ha di noi prima
un monito che tutti i credenti dovreb- della conversione non è lusinghiera.
bero tenere presente nell’impazzare Pretendevamo di conoscere tutte le ri-
di una campagna elettorale o durante sposte, ma in realtà eravamo insensati,
l’oppressione e la persecuzione. Ma incapaci di comprendere le verità spiri-
qui l’ordine è esteso per salvaguardare tuali e senza giudizio nelle nostre scelte
chiunque dal ridicolo, dalla maldicen- e nella nostra condotta. Eravamo ribelli
za, dall’ingiuria o dall’abuso verbale. a Dio e forse ai genitori e alle autorità.
Quanto dolore, quante sofferenze e Eravamo traviati dal diavolo e dal no-
quanti problemi si eviterebbero se i stro discernimento corrotto, sempre
credenti osservassero questo semplice sul sentiero sbagliato o di fronte a vicoli
precetto: non dicano male di nessuno ! ciechi. Eravamo schiavi di ogni sorta di
Noi credenti non dovremmo essere abitudini immorali, asserviti a una con-
litigiosi, bensì evitare le discussio- cezione di vita perversa e inclini a ogni
ni. Per litigare bisogna essere in due. genere di peccato. La vita era un costan-
Quando qualcuno cercava di attaccar te ciclo di cattiveria e invidia verso gli
briga con il Dr. Ironside su una questio- altri. Egoisti e incapaci di amare, erava-
ne di minore importanza sulla quale mo infelici e rendevamo infelici gli altri.
aveva predicato, era solito rispondere: Odiosi e odiandoci a vicenda: che triste
“Beh, caro fratello, quando andremo in commento per una vita spesa nei litigi
cielo uno di noi avrà avuto torto, e forse con i vicini, nelle lotte con i colleghi di
quello sarò io”. Questa battuta di spiri- lavoro, nella spietata concorrenza negli
to metteva fine alla discussione. affari e nelle faide familiari!
Noi credenti dobbiamo essere miti. 3:4 La tetra prospettiva della depra-
A proposito di tale virtù, non è possibi- vazione umana è interrotta da uno dei
le non pensare al Signore Gesù Cristo. più importanti ma della Scrittura. Pos-
Egli era mite, benevolo, calmo e conci- siamo veramente essere grati per que-
liante e noi dovremmo mostrare genti- ste congiunzioni, che arrivano proprio
lezza e cortesia verso tutti gli uomini. al momento opportuno e segnalano il
Si dovrebbe insegnare che la gentilezza meraviglioso intervento di Dio per sal-
è una virtù cristiana. Essenzialmente vare l’uomo dall’autodistruzione! Qual-
significa pensare umilmente agli altri, cuno le ha definite i “blocchi stradali”
metterli al primo posto, parlare e com- posti da Dio sulla via verso l’inferno.
portarsi con benevolenza. La gentilez- Ma quando la bontà di Dio, nostro
za serve gli altri prima di sé, afferra al Salvatore, e il suo amore per gli uo-
volo le occasioni per offrire aiuto ed mini sono stati manifestati… Questo
esprime un pronto apprezzamento per è accaduto quando il Signore Gesù è
le attenzioni ricevute. Non è mai gros- apparso nel mondo, duemila anni fa.
solana, volgare o scortese. Ma il suo amore e la sua bontà ci sono
3:3 Ancora una volta, nel bel mezzo stati manifestati anche quando siamo
di una sezione che tratta un importan- stati salvati. Dio ha dimostrato queste
te argomento etico, l’apostolo inserisce sue qualità inviando il suo amato Fi-
un inciso dottrinale sulla nostra sal- glio a morire per un mondo di peccato-

1132
TITO 3:8

ri ribelli. Il termine gr. tradotto amore che esiste un solo lavacro della rigene-
per gli uomini è filantropia : esso uni- razione, ma che sono altresì necessarie
sce i concetti di amore, misericordia e molte abluzioni a causa della contami-
compassione. L’appellativo Dio, nostro nazione (vd. Gv 13:10). Non si tratta di
Salvatore designa Dio Padre, il quale è una pulizia fisica effettuata con acqua,
nostro Salvatore perché ha inviato suo ma di una pulizia morale effettuata per
Figlio nel mondo come sacrificio per il mezzo della Parola di Dio (vd. Gv 15:3).
peccato. L’appellativo Dio e Salvatore è Questo lavacro della rigenerazione non
rivolto altresì a Gesù (vd. 2:13), il quale ha nulla a che fare con il battesimo, il
ha pagato il prezzo del nostro perdono. quale rappresenta la sepoltura con Cri-
3:5 Egli ci ha salvati dalla colpa e sto nella sua morte (vd. Ro 6:4).
dalla pena per tutti i nostri peccati pas- Si parla della nostra nuova nascita
sati, presenti e futuri. Essi erano ancora come del rinnovamento dello Spiri-
futuri allorché il Salvatore morì, e la sua to Santo. Lo Spirito di Dio determina
morte li ha coperti tutti. Eppure una del- una trasformazione meravigliosa, non
le più semplici, chiare verità del vangelo rivestendo a nuovo il vecchio uomo
è la più difficile da accettare per l’uomo. bensì mettendo un uomo nuovo dentro
Si tratta della salvezza che non è basata i vestiti! Lo Spirito Santo è l’agente nel-
sulle opere giuste: non si diventa creden- la rigenerazione e la Parola di Dio è lo
ti vivendo una vita cristiana. Non sono strumento.
i buoni che vanno in cielo. La Bibbia te- 3:6 Dio ha sparso abbondantemente
stimonia costantemente che l’uomo non su di noi lo Spirito Santo, che dimora in
può guadagnare o meritare la salvezza ogni credente dal momento in cui è nato
(vd. Ef 2:9; Ro 3:20; 4:4-5; 9:16; 11:6; Ga di nuovo. Lo Spirito è sufficiente a pro-
2:16; 3:11). L’uomo non può salvarsi con vocare il glorioso rinnovamento di cui
le opere buone; tutte le sue azioni giuste si è parlato. Lo Spirito è dato per mezzo
sono abiti sudici agli occhi di Dio (vd. Is di Cristo Gesù, nostro Salvatore. Così
64:6); non si può diventare credenti vi- come i figli di Giacobbe conobbero lo
vendo una vita cristiana per la semplice sfarzo della corte del faraone per mezzo
ragione che non si possiede la potenza di Giuseppe, allo stesso modo il Signore
necessaria per farlo. Non sono i buoni Gesù, il nostro “Giuseppe”, ci comunica
quelli che vanno in cielo, bensì i peccato- le benedizioni di Dio, compresa quella
ri salvati dalla grazia di Dio! indicibile del suo Spirito.
Le opere buone non fanno guada- In relazione alla nostra salvezza
gnare la salvezza, ma ne sono il ri- sono ricordate tutte le Persone della
sultato. L’autentica salvezza produce beata Trinità: Dio Padre (v. 4), lo Spirito
opere buone. Dunque capiamo che Santo (v. 5) e Dio Figlio (v. 6).
Dio ci ha salvati non per opere giuste 3:7 La conseguenza immediata della
da noi compiute, ma per la sua mise- nostra rigenerazione è che, giustificati
ricordia. La salvezza è un atto di mise- dalla sua grazia, diventassimo, in spe-
ricordia, non di giustizia. La giustizia ranza, eredi della vita eterna. Attraver-
richiede l’esecuzione della condanna so la redenzione che è in Cristo Gesù,
prevista per le trasgressioni; la miseri- Dio ci consdiera giusti per mezzo di un
cordia offre un mezzo, conforme a giu- sorprendente atto di grazia. Noi diven-
stizia, che annulla la condanna. tiamo eredi di tutto ciò che Dio ha pre-
Dio ci ha salvato mediante il lavacro parato per quanti lo amano: l’unione e
della rigenerazione. La conversione è la somiglianza con Cristo, con tutto ciò
davvero una nuova creazione (vd. 2 Co che esse comportano.
5:17) e qui la nuova creazione è presen- 3:8 A cosa fa riferimento Paolo quan-
tata sotto forma di lavacro purificatore. do dichiara (per la quinta volta nelle
È la stessa immagine di cui si servì il Si- lettere pastorali): “Certa è quest’affer-
gnore Gesù quando spiegò ai discepoli mazione” ? (vd. le “cinque certezze”

1133
TITO 3:9

espresse nelle lettere pastorali: 1 Ti 3:10 L’uomo che cavilla su queste


1:15; 3:1; 4:9; 2 Ti 2:11). Si richiama al inezie è un settario. (4) In genere ha solo
passo precedente o al resto del verset- una carta a disposizione e se la gioca
to? Il filo del suo ragionamento sembra all’infinito. Costui non tarda a radu-
essere questo: salvati da tanto orrore nare attorno a sé una congrega di indi-
con una salvezza di tali proporzioni, vidui dalle vedute limitate e negative,
dovremmo vivere in modo degno della arrivando perfino al punto di dividere
nostra nobile chiamata. una comunità piuttosto che rinunciare
Nel suo ministero a Creta, Tito doveva al suo chiodo fisso dottrinale. Nessu-
insistere su quanto discusso nei vv. 1-7, na chiesa dovrebbe tollerare una tale
affinché i credenti avessero cura di de- assurdità. Qualora, dopo uno o due
dicarsi a opere buone. Una delle cose ammonimenti, il settario rifiutasse di
utili consiste nell’insegnamento della desistere, questi dovrebbe essere espul-
coerenza con la professione di fede. Tut- so dall’adunanza e i credenti dovreb-
to l’insegnamento dovrebbe tradursi in bero evitare di avere contatti personali
pratica sulla condotta individuale. con lui, nella speranza che l’ostracismo
3:9 Nel ministero cristiano esisto- lo spinga a pentirsi e a trattare la Parola
no, naturalmente, delle trappole da di Dio in modo più equilibrato.
evitare. All’epoca di Paolo si discute- 3:11 Temendo che un tal uomo non
vano questioni stolte sui cibi puri e sia considerato una seria minaccia per
impuri, nonché sull’osservanza del la chiesa, l’apostolo lo definisce un tra-
sabato e dei giorni sacri. Si facevano viato che pecca (formando una setta
discussioni su genealogie angeliche e o un partito), condannandosi da sé
umane. C’erano discussioni a proposi- (aggrappandosi ostinatamente alla sua
to di norme ingarbugliate che si erano empietà anche dopo l’ammonizione
sovrapposte alla legge. Paolo ne era dei credenti responsabili). La sua con-
disgustato perché tutte quelle discus- dotta è una perversione piuttosto che
sioni erano inutili e vane. una versione del cristianesimo
I servitori di Dio dei nostri giorni
possono prendere a cuore il consiglio VI. CONCLUSIONE
di Paolo evitando le seguenti trappole: (3:12-15)
1. preoccupazione per i metodi anzi-
ché per le realtà spirituali. Per esem- 3:12 La lettera si conclude con alcune
pio, l’antico dilemma se sia meglio brevi raccomandazioni a Tito. Paolo
usare vino o succo d’uva, pane con pensava di mandare Artemas o Tichi-
o senza lievito, un’unica coppa o più co ad aiutare Tito a Creta. Abbiamo già
coppe, come se queste fossero que- fatto la conoscenza di Tichico (vd. At
stioni importanti nella Bibbia…; 20:4; Ef 6:21; Cl 4:7), ma non di Arte-
2. cavillare sulle parole; mas. In base a 2 Ti 4:12 pare che Tichi-
3. specializzarsi su una verità, o perfi- co fosse stato inviato a Efeso anziché a
no su un aspetto di una verità, esclu- Creta, dunque è probabile che Artemas
dendo tutte le altre; fosse il sostituto a Creta. Al suo arrivo
4. allegorizzare le Scritture fino al pun- Tito doveva recarsi a Nicopoli, dove
to di renderle assurde; Paolo aveva deciso di passare l’inver-
5. discutere di sottigliezze teologiche no. In quei giorni esistevano almeno
che non edificano nessuno;. sette città di nome Nicopoli, ma la
6. abbandonare la Parola per i sentieri maggior parte dei commentatori ritie-
laterali della politica e delle crociate ne che Tito scelse quella in Epiro, nella
cristiane contro questo e quello. Grecia occidentale.
Che tragedia perdere tempo su tali 3:13 Tito stava per avere visite: Zena
quisquilie quando il mondo sta moren- il giurista e… Apollo, i probabili latori
do senza Dio! di questa lettera. All’epoca esistevano

1134
TITO 3:15

due tipi di giuristi: gli scribi (i quali spie- si nei confronti dei bisognosi. Anziché
gavano la legge religiosa) e gli avvocati lavorare per soddisfare esclusivamente
(i quali si occupavano di questioni ine- le proprie esigenze e i propri desideri,
renti alla legge civile). Resta da stabilire i credenti erano tenuti ad avere la vi-
a quale categoria appartenesse Zena: sione distintamente cristiana di gua-
noi propendiamo per la prima, poiché dagnare denaro per condividerlo con
sospettiamo che egli fosse stato convo- i meno privilegiati (vd. Ef 4:28b). Ciò li
cato per aiutare Tito a dirimere quelle avrebbe salvati dalla miseria dell’egoi-
interminabili dispute riguardo alla legge smo e dalla tragedia di una vita spreca-
di Mosè (v. 9). Se fosse stato un avvocato ta e sterile.
civilista, avrebbe dovuto essere uno di 3:15 I saluti finali non dovrebbero
quelli onesti! L’unico Apollo di cui si ha essere considerati banali e insignifi-
notizia nel N.T. è quello ricordato in At canti. Nei paesi in cui i credenti sono
18:24-28 e in 1 Corinzi. Probabilmente si pochi, disprezzati e perseguitati, que-
tratta della stessa persona. Pregando Tito ste amabili parole trasmettono affet-
di provvedere con cura al viaggio dei due to, amicizia e incoraggiamento. Tutti
uomini, Paolo alludeva altresì all’ospita- quelli che erano con l’apostolo saluta-
lità durante la loro permanenza a Creta e vano Tito, pregandolo di salutare, a sua
a tutto il necessario per il viaggio. volta, tutti coloro che amavano Paolo
3:14 Tito aveva il compito di inse- e i suoi collaboratori nella fede. Paolo,
gnare agli altri credenti (i nostri) a infine, chiude la lettera con il leitmotiv
essere ospitali, a prendersi cura dei della sua vita, la grazia del Signore: La
malati e degli afflitti e a essere genero- grazia sia con tutti voi! Amen.

NOTE

1 (1:1) Per un approfondimento sull’argomento dell’elezione vd. Ef 1 e Ro 9.


2 (1:6) Molti ritengono che, quantunque il divorzio sia talvolta legittimo, un responsa-
bile di chiesa non dovrebbe essere divorziato.
3 (2:7) Come spesso accade, queste omissioni sono favorite dal testo critico, in gran par-
te basato sui mss. più antichi provenienti, principalmente, dall’Egitto. È pure usato il
testo tradizionale (TR), spesso corroborato dalla maggior parte dei mss. (TM).
4 (3:10) L’aggettivo “settario” traduce il gr. airetikon (“fazioso” o “dissidente”), da cui
deriva il termine “eretico”, con cui, in seguito, si sarebbe designato chi divide le
chiese insegnando false dottrine o “eresie”.

BIBLIOGRAFIA

Vd. Bibliografia di 1 Timoteo.

1135
Lettera a

Filemone
“Un autentico piccolo capolavoro dell’arte epistolare”.
− Ernest Renan

“Siamo tutti Onesimi del Signore”.


− Martin Lutero

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone me Onesimo, allo stesso modo i peccati
Ha completamente torto chi ritiene del credente sono imputati, o addebita-
superflua questa breve lettera di Paolo, ti, sul conto del Signore e i suoi meriti
soprattutto perché essa è universal- salvifici registrati sul suo libro mastro.
mente riconosciuta come un’autentica Non c’è da stupirsi di queste parole del
lettera personale scaturita direttamen- grande riformatore Martin Lutero:
te dal cuore dell’apostolo. È una piccola
gemma, spesso paragonata a un’altra Qui vediamo come Paolo si prodiga
lettera, “laica”, sullo stesso argomento per il povero Onesimo perorandone la
(uno schiavo in fuga) scritta dall’autore causa presso il suo padrone con tutti i
latino Plinio il Giovane a un amico. Se propri mezzi, presentandosi egli stes-
so al posto di Onesimo, in riparazio-
si esclude il parametro dell’eleganza
ne del torto arrecato da questi a File-
retorica, la lettera di Paolo vince il con-
mone. Ciò che Cristo ha fatto per noi
fronto.
presso Dio Padre, Paolo lo fa per One-
Questa breve missiva mostra la cor- simo presso Filemone. A mio parere,
tesia, il tatto (con un pizzico di umo- siamo tutti Onesimi del Signore.(1)
rismo) e il cuore ricolmo d’amore di
Paolo. Benché non vi si spieghi diret-
tamente alcuna dottrina, essa esem- II. Autore
plifica alla perfezione l’insegnamento La paternità paolina della Lettera a
dell’“imputazione”, contenuto nell’or- Filemone è pressoché universalmente
dine di Paolo di addebitare all’apostolo riconosciuta, a eccezione, forse, dei cri-
i torti o i debiti dello schiavo fuggiasco. tici più scettici. Lo stesso Renan, infat-
Così come le colpe di Onesimo furono ti, era talmente certo riguardo alla sua
addebitate sul conto di Paolo e la solvi- autenticità da arrivare quasi a dubitare
bilità dell’apostolo fu applicata all’iner- del proprio rifiuto dell’autenticità della
FILEMONE

Lettera ai Colossesi, con la quale essa è e si fosse convertito tramite l’apostolo


strettamente collegata. Paolo (v. 19). Uno dei suoi schiavi, One-
Data la brevità e il carattere perso- simo, era fuggito (vv. 15-16), forse dopo
nale della lettera a Filemone, non sor- essersi indebitamente appropriato di
prende che essa sia poco citata. alcuni beni del suo padrone (v. 18).
Il fuggitivo giunse a Roma nel pe-
Prova estrinseca riodo in cui Paolo vi era imprigionato
Riferimenti alla Lettera a Filemone (v. 9). Non sappiamo con certezza se,
si ritrovano negli scritti di Ignazio, all’epoca, l’apostolo fosse detenuto in
Tertulliano e Origene. Eusebio ebbe a una cella o se soggiornasse nella casa
definirla homologoumena, ossia “uni- che aveva affittato (vd. At 28:30). In se-
versalmente accettata” dai cristiani. guito a una curiosa serie di circostanze,
Essa fu inclusa nel “canone” marcio- Onesimo incontrò Paolo nell’affollata
nita e altresì riconosciuta dal Canone metropoli e fu condotto a Dio tramite
Muratoriano. il suo ministero (v. 10). Nei giorni che
seguirono si instaurò un reciproco
Prova intrinseca vincolo affettivo (v. 12) e Onesimo si
Perfino in questa breve lettera Paolo si dimostrò un valido aiuto per l’apostolo
presenta con il proprio nome per ben (v. 13). Eppure entrambi concordarono
tre volte (vv. 1, 9, 19). I vv. 2, 23-24 sono sulla necessità che Onesimo ritornasse
strettamente legati a Cl 4:10-17. In tal da Filemone e rimediasse agli errori del
modo le due lettere si autenticano a vi- passato. A questo punto Paolo scrisse a
cenda: la prova intrinseca coincide con Filemone, intercedendo per Onesimo e
quella estrinseca. adducendo delle valide ragioni riguar-
do alla necessità di reintegrarlo nelle
III. Data grazie del suo padrone (v. 17). Nello
La breve missiva fu inviata contestual- stesso periodo Paolo scrisse la Lettera
mente alla Lettera ai Colossesi (nel ai Colossesi e affidò a Tichico l’incarico
60 d.C. ca) o pressappoco trent’anni di consegnarla, mandando Onesimo a
dopo l’ascensione del Signore. Colosse con lui (vd. Cl 4:7-9).
Questa è la più personale tra le let-
IV. Contesto e tema tere di Paolo. Egli scrisse privatamente
È necessario ricostruire la storia che si anche ai suoi due collaboratori Timo-
cela dietro a questo scritto a partire dai teo e Tito ma, in quei casi, le missive
contenuti della lettera stessa e della Let- non avevano carattere confidenziale,
tera ai Colossesi. Sembra che Filemone giacché trattavano argomenti inerenti
risiedesse a Colosse (cfr. Cl 4:17 e Fi 2) alle comunità cristiane.

Sommario

I. SALUTI (vv. 1-3)


II. RINGRAZIAMENTO E PREGHIERA DI PAOLO PER FILEMONE (vv. 4-7)
III. APPELLO DI PAOLO PER ONESIMO (vv. 8-20)
IV. COMUNICAZIONI FINALI (vv. 21-25)

1138
FILEMONE v. 4

Commentario

I. SALUTI evidente che la casa di Filemone era il


(vv. 1-3) luogo d’incontro di un’assemblea di
credenti. Colà si riunivano per rendere
v. 1 Paolo si presenta come un prigio- il culto, pregare e studiare la Bibbia. Di
niero anziché come un apostolo. Egli là uscivano per testimoniare Cristo in
potrebbe far valere la sua autorità, ma un mondo che non sempre avrebbe ac-
preferisce lanciare il suo appello da una colto favorevolmente il messaggio ma
posizione apparentemente sfavorevo- che, in ogni caso, non lo avrebbe mai
le. Nondimeno, l’apostolo impreziosi- dimenticato. Quando si incontravano a
sce questa miserevole situazione con casa di Filemone, i credenti erano una
la gloria dei cieli. Egli è prigioniero di sola cosa in Cristo Gesù. Ricchi e pove-
Cristo Gesù. Non si umilierà mai come ri, uomini e donne, padroni e schiavi:
prigioniero di Roma! Vede oltre l’im- tutti erano là convenuti come membri,
peratore, fino al Re dei re. Scrive che a pieno titolo, della famiglia di Dio.
Timoteo è con lui e in tal modo collega Una volta tornati alla quotidianità, le
a sé questo fedele discepolo, benché la distinzioni sociali sarebbero ricom-
lettera sia ovviamente di Paolo. parse ma, intorno alla cena del Signo-
Il principale destinatario è Filemo- re, per esempio, erano tutti allo stesso
ne, il cui nome significa “affezionato”. livello di sacerdoti santi. Filemone non
Evidentemente costui faceva fede al avrebbe avuto nessuna precedenza su
proprio nome, giacché Paolo lo defini- Onesimo.
sce un caro… collaboratore. v. 3 Il caratteristico saluto di Paolo
v. 2 Poiché Apfia è un nome femmi- contiene il meglio che egli potesse desi-
nile, la maggior parte degli studiosi derare per coloro che amava. La grazia
presume che si tratti della moglie di racchiude tutto il favore immeritato che
Filemone. Il fatto che la lettera sia, in Dio riversa sul suo popolo. Qui la pace è
parte, indirizzata a lei ci ricorda che la serenità e la calma spirituale che dan-
il cristianesimo esalta la condizione no stabilità alla vita di coloro che rice-
femminile. (2) Più avanti vedremo come vono gli insegnamenti della sua grazia.
esalti pure la condizione degli schiavi. Entrambe le benedizioni provengono
Da sempre l’immaginazione popolare da Dio nostro Padre e dal Signore Gesù
identifica Archippo come il figlio di Cristo. Ciò significa che il Signore Gesù
Filemone. Di questo non abbiamo cer- dona grazia e pace al pari di Dio Padre.
tezza, nondimeno sappiamo che co- Sarebbe blasfemo tributare un tale ono-
stui era impegnato attivamente nella re a Cristo se egli non fosse veramente e
battaglia cristiana. Paolo lo onora de- pienamente Dio.
finendolo compagno d’armi. Possiamo
descriverlo come un discepolo devoto II. RINGRAZIAMENTO E PREGHIERA
del Signore Gesù, infiammato da una DI PAOLO PER FILEMONE (vv. 4-7)
santa passione. Nella Lettera ai Colos-
sesi Paolo lo segnala con un’attenzione v. 4 Ogni volta che Paolo pregava per
speciale: “Dite ad Archippo: ‘Bada al Filemone, ringraziava Dio per questo
servizio che hai ricevuto nel Signore, nobile fratello. Abbiamo ragione di
per compierlo bene’” (Cl 4:17). credere che costui fosse una garanzia
Se l’accenno a Filemone, Apfia e Ar- di qualità del favore di Dio, il genere
chippo ci offre l’immagine della fa- di uomo che si vorrebbe avere come
miglia cristiana neotestamentaria, amico e fratello. Secondo alcuni com-
l’espressione chiesa che si riunisce in mentatori, in questi versetti d’aper-
casa tua evoca, invece, l’immagine tura Paolo ricorrerebbe all’uso della
della chiesa neotestamentaria. Appare captatio benevolentiae, un espediente

1139
FILEMONE v. 5

diplomatico, per “raddolcire” il cuore Filemone, svelando la natura della pre-


di Filemone affinché questi riaccolga ghiera dell’apostolo per questo fratello
Onesimo. Ciò attribuirebbe all’apo- in Cristo. L’espressione la fede che ci è
stolo un intento indegno e getterebbe comune indica la gentilezza concreta
un’ombra sul testo ispirato. Paolo non di cui Filemone dava prova. Possiamo
si sarebbe mai espresso in tali termini, condividere la nostra fede non soltan-
se questi non fossero stati dettati dal to predicando Cristo, ma sfamando
suo cuore. gli affamati, vestendo i poveri, dando
v. 5 Paolo si rallegrava moltissimo di conforto agli afflitti, soccorrendo gli
due qualità del carattere di Filemone: indigenti e, sì, perfino perdonando
l’amore e la fede che costui aveva verso uno schiavo fuggiasco. Paolo prega-
il Signore Gesù e verso tutti i santi. Con va affinché la condotta caritatevole di
la sua fede in Cristo dimostrava di es- Filemone portasse molti a riconoscere
sere radicato nella vita divina e, con il che tutte le sue buone azioni venivano
suo amore per tutti i santi, confermava da Cristo. Una vita dove l’amore di Dio
di possedere anche il frutto divino. La è evidente ha un potere e un’influenza
sua fede era produttiva. straordinari. Leggere un libro sull’amo-
In Efesini 1:15-16 e in Colossesi re è un conto, ma quanto è convincente
1:3-4 Paolo espresse analoghi ringra- vedere la Parola divenire carne in una
ziamenti per i santi cui le due lettere vita umana!
erano indirizzate. Tuttavia, in quei v. 7 La fama dell’eccezionale genero-
brani, anteponeva l’accenno alla fede sità e dell’amore altruistico di Filemone
a quello all’amore. Perché questa diffe- era corsa da Colosse a Roma, procuran-
renza? Maclaren risponde: “Nel nostro do grande gioia (3) e conforto al prigio-
testo l’ordine discendente in cui sono niero di Cristo. Per Paolo era stato un
disposti [i concetti di amore e fede] gran privilegio condurre Filemone a
rispecchia l’analisi: si scava nell’ef- Dio, ma chissà quanto dovette sentirsi
fetto [l’amore] per arrivare alla causa gratificato nell’apprendere che un suo
[la fede]. Nei brani paralleli l’ordine figlio nella fede continuava a cammina-
ascendente rispecchia il risultato: dal- re nelle vie del Signore. Come era rassi-
la radice/causa [la fede] al fiore /effetto curante sapere che il cuore dei santi era
[l’amore]”. enormemente confortato da questo ca-
Qui abbiamo un altro elemento in- ro fratello e, soprattutto, dal suo amore.
teressante. Paolo divide la locuzione “Nessuno di noi infatti vive per se stes-
amore... verso tutti i santi inserendovi so, e nessuno muore per se stesso” (Ro
l’espressione della fede… verso il Si- 14:7). Le nostre azioni influenzano chi
gnore Gesù, in modo che potremmo ci circonda e noi non siamo in grado di
scrivere: sento parlare dell’amore (e misurarne la portata. Abbiamo un po-
della fede… verso il Signore Gesù) che tenziale illimitato, sia per compiere il
hai per tutti i santi. L’oggetto della fede bene sia per compiere il male.
è il Signore Gesù. L’oggetto dell’amore
sono i santi. Tuttavia, Paolo unisce la III. APPELLO DI PAOLO PER ONESIMO
clausola della fede e quella dell’amo- (vv. 8-20)
re, come a indicare che Filemone può
avvalersi di un’occasione speciale per v. 8 Paolo torna allo scopo principale
manifestare l’autenticità della propria della lettera. Sta per intercedere per
fede e mostrare la propria benevolenza Onesimo, ma come affronterà il sog-
nei confronti dello schiavo Onesimo. getto? In veste di apostolo avrebbe
A tale scopo è posta particolare enfasi potuto legittimamente esortare File-
sul pronome tutti : tutti i santi. mone: “Fratello mio, come credente
v. 6 I due versetti precedenti espri- è tuo dovere perdonare e accogliere
mevano i ringraziamenti di Paolo per questo fuggiasco, ed è esattamente ciò

1140
FILEMONE v. 12

che ti invito a fare”. Paolo avrebbe po- Paolo aveva condotto Filemone al Si-
tuto ordinarglielo e Filemone, senza gnore ed era stato, in seguito, arresta-
dubbio, avrebbe ubbidito, ma questa to e inviato a Roma per il processo. Lo
sarebbe stata una falsa vittoria. schiavo di Filemone era fuggito e si era
v. 9 Se l’apostolo non avesse conqui- diretto a Roma. In qualche modo ave-
stato il cuore di Filemone, Onesimo va incontrato Paolo e si era convertito.
avrebbe ricevuto un’accoglienza gla- Padrone e schiavo erano entrambi nati
ciale. Soltanto l’ubbidienza motivata di nuovo grazie allo stesso predicatore,
dall’amore, una volta a casa, avrebbe ma in luoghi assai distanti l’uno dall’al-
reso sopportabile la sua condizione di tro e in circostanze del tutto diverse.
schiavo. Forse, mentre scriveva, Paolo Fu una coincidenza?
aveva in mente le parole del Salvato- v. 11 Il nome Onesimo significa utile.
re: “Se voi mi amate, osserverete i miei Dopo la fuga dello schiavo, Filemone
comandamenti” (Gv 14:15). Egli pre- fu probabilmente tentato di definirlo
ferì, infatti, fare appello all’amore di un inutile mascalzone. Paolo, in effet-
Filemone piuttosto che alla propria au- ti, vuole dire: “È vero, Onesimo non ti è
torità di impartire ordini. Quell’amore stato utile ma, adesso, egli è utile a te e
avrebbe saputo attraversare il mare e a me”. Lo schiavo che stava per tornare
raggiungere il luogo in cui un vecchio da Filemone era uno schiavo migliore
ambasciatore (4) di Cristo era prigionie- di quello che era fuggito. Si ritiene che,
ro del Signore Gesù? Si sarebbe lasciato all’epoca del N.T., gli schiavi cristiani
commuovere da due considerazioni: fossero venduti al mercato a un prezzo
Paolo, vecchio, e ora anche prigioniero? più alto rispetto a quello richiesto per
Non sappiamo con esattezza quanti an- gli altri schiavi. Anche oggi, rispetto ai
ni avesse l’apostolo all’epoca, forse tra i non credenti, i credenti dovrebbero es-
cinquantatré e i sessantatré. Oggi non sere i lavoratori più apprezzati.
sembrano molti ma, probabilmente, v. 12 In questa lettera si chiarisce
l’apostolo era invecchiato prematura- la visione veterotestamentaria della
mente per essersi consumato al servizio schiavitù. Paolo non disapprova né
di Cristo. E ora era prigioniero di Cristo proibisce la schiavitù: infatti rimanda
Gesù. Ricordandolo, Paolo non cercava Onesimo dal suo padrone. Tuttavia in
comprensione, ma sperava che Filemo- tutto il N.T. si condannano e si vietano
ne considerasse questi fattori nel pren- gli abusi legati alla pratica della schia-
dere la sua decisione. vitù. Maclaren scrive:
v. 10 ...ti prego per mio figlio che
Il Nuovo Testamento… non interfe-
ho generato mentre ero in catene, per
risce direttamente con alcun siste-
Onesimo. Anche nel testo originale il
ma politico o sociale, ma stabilisce
nome Onesimo compare, inaspettato, i principi che lo influenzeranno,
alla fine della frase. Preso alla sprov- lasciando che questi impregnino la
vista, nel momento in cui avesse letto mentalità comune.(5)
il nome del suo schiavo, Filemone si
sarebbe trovato completamente disar- Non è nello stile della Bibbia cor-
mato. Immaginiamo la sua sorpresa reggere i mali sociali con una rivolu-
nell’apprendere che il “furfante” si era zione violenta. La causa della crudeltà
convertito e, fatto ancora più sorpren- dell’uomo va ricercata nella sua natura
dente, che era stato condotto a Cristo decaduta. Il vangelo attacca la causa
grazie a Paolo, il prigioniero! prima e offre una nuova creazione in
Una delle gioie nascoste della vita Cristo Gesù.
cristiana è vedere Dio operare in modi È evidente che uno schiavo che ha un
meravigliosi e miracolosi, rivelarsi in padrone gentile può godere di condi-
circostanze che non possono essere zioni migliori della libertà. Ciò vale, per
spiegate dal caso o dalle coincidenze. esempio, per i credenti, i quali sono ser-

1141
FILEMONE v. 13

vi del Signore Gesù. Gli schiavi di Cristo Quando Onesimo fuggì, forse File-
gustano la più autentica forma di liber- mone era amareggiato e risentiva di
tà. Rimandando Onesimo a Filemone, una perdita economica. Avrebbe più
Paolo non commise un’ingiustizia nei rivisto quello schiavo? Ora Paolo trac-
confronti dello schiavo. Schiavo e pa- cia un arcobaleno attraverso le nubi
drone erano, entrambi, dei credenti. scure. Onesimo si era allontanato per
Filemone sarebbe stato obbligato a trat- un po’ da Colosse perché essi potessero
tare Onesimo con carità cristiana. One- riaverlo per sempre. Questo dovrebbe
simo sarebbe stato obbligato a servirlo essere il conforto dei cristiani quando
con lealtà cristiana. L’apostolo esprime perdono parenti o amici credenti: le
il profondo affetto per Onesimo con le separazioni sono brevi… la riunione
parole rimando… il mio cuore. Per Pao- sarà eterna.
lo perdere Onesimo equivaleva a perde- v. 16 Filemone non solo avrebbe
re una parte di sé. riavuto Onesimo, ma lo avrebbe ac-
A questo punto non dobbiamo la- colto meglio di prima. Fra di loro non
sciarci sfuggire l’importante principio ci sarebbe più stato il solito rapporto
della restituzione. Ora che Onesimo padrone-schiavo. Ormai Onesimo
era salvo, era proprio necessario che era molto più che schiavo : egli era un
tornasse dal suo ex-padrone? La rispo- fratello caro... nel Signore. Da quel
sta, indubbiamente, è “Sì”. La salvezza momento alla motivazione della pau-
elimina la condanna e sconfigge il po- ra sarebbe subentrata la motivazione
tere del peccato, ma non cancella i de- dell’amore. Paolo aveva già goduto
biti. Il neoconvertito è tenuto a saldare della sua comunione come fratello,
tutti i conti non pagati e a riparare i ma non lo avrebbe più avuto con sé a
torti commessi, nei limiti del possibile. Roma: quella che per l’apostolo era una
Onesimo era dunque obbligato a torna- perdita, sarebbe stata un guadagno per
re al servizio del padrone e a restituire Filemone. Quest’ultimo avrebbe co-
qualsiasi somma avesse sottratto. nosciuto Onesimo come fratello... sia
v. 13 L’apostolo avrebbe preferito sul piano umano sia nel Signore. L’ex-
tenere Onesimo con sé a Roma. Lo schiavo avrebbe convalidato la fiducia
schiavo convertito avrebbe potuto fare di Paolo sia sul piano umano, per i ser-
molto per Paolo, mentre questi era in vizi che aveva reso, sia nel Signore, per
prigione per la causa del vangelo. Per la sua comunione come credente.
Filemone sarebbe stata l’occasione di v. 17 La richiesta dell’apostolo è sor-
offrire aiuto all’apostolo, procurando- prendente per audacia e per tenerezza.
gli un assistente, nondimeno sarebbe Egli prega Filemone di accogliere One-
stato inopportuno trattenere Onesimo simo come se accogliesse l’apostolo
all’insaputa di Filemone o senza la sua stesso: Se dunque tu mi consideri in
autorizzazione. comunione con te, accoglilo come me
v. 14 Paolo non avrebbe forzato la stesso. Tale espressione richiama alla
gentilezza del proprietario dello schia- nostra mente le parole del Salvatore:
vo tenendo Onesimo a Roma con sé: “Chi riceve voi, riceve me; e chi riceve
non avrebbe fatto nulla senza il con- me, riceve colui che mi ha mandato”
senso di Filemone. La cortesia sarebbe (Mt 10:40) e “In verità vi dico che in
privata della sua bellezza se fosse frutto quanto lo avete fatto a uno di questi
di costrizione anziché di un atto libero miei minimi fratelli, l’avete fatto a me”
e spontaneo. (Mt 25:40). Ci rammenta, altresì, che
v. 15 La capacità di guardare oltre le Dio ci ha accolto nella Persona del Fi-
momentanee avversità e di vedere Dio glio e che, al pari di Cristo, gli siamo
all’opera per il bene di coloro che lo tanto cari quanto vicini.
amano (vd. Ro 8:28) è segno di matu- Qualora si fosse considerato ve-
rità spirituale. ramente in comunione con Paolo,

1142
FILEMONE v. 22

Filemone avrebbe dovuto accogliere so la penna e, nella sua grafia incerta,


Onesimo sulla stessa base. Paolo non vergato l’impegno a pagare qualsiasi
lo invitava a trattarlo come un eterno debito contratto da Onesimo. Egli si
ospite della famiglia senza obbligo di sarebbe fatto carico di questo debito
lavorare in casa. Onesimo sarebbe ri- nonostante il considerevole debito che
masto in quella casa in veste di servo, lo stesso Filemone aveva nei suoi con-
ma in qualità di servo appartenente a fronti. Era stato Paolo a condurlo al Si-
Cristo e, dunque, di fratello in Cristo. gnore ed egli gli doveva la propria vita
v. 18 L’apostolo non scrive che One- spirituale, giacché Dio aveva operato
simo ha sottratto qualcosa a Filemone, in lui tramite l’apostolo; nondimeno,
ma questo versetto potrebbe suggerire Paolo non gli avrebbe mai imposto il
tale ipotesi. Il furto era evidentemente pagamento di tale debito.
una delle principali colpe di cui si mac- v. 20 Rivolgendosi a Filemone come a
chiavano gli schiavi. Paolo desidera as- un fratello, l’anziano Paolo chiede sol-
sumersi la responsabilità per qualsiasi tanto un favore nel Signore, per poter
perdita Filemone possa aver subìto. essere rasserenato in Cristo. Implora
Egli riconosce che la restituzione è ne- che Onesimo sia accolto con clemenza,
cessaria. La conversione di Onesimo perdonato e reintegrato al suo posto di
non cancella i suoi debiti verso File- lavoro nella casa di Filemone, non più
mone, così Paolo scrive a Filemone per come schiavo, ma come fratello nella
prendersene carico. famiglia di Dio.
Non possiamo leggere queste parole
senza far memoria dell’enorme debito IV. COMUNICAZIONI FINALI
che avevamo contratto come peccatori (vv. 21-25)
e di come esso fu imputato al Signore
Gesù sul Golgota. Egli pagò interamen- v. 21 L’apostolo era fiducioso che File-
te il debito quando morì come nostro mone avrebbe fatto anche più di quan-
Sostituto. Qui ci viene ricordato anche to gli veniva chiesto. Poiché egli stesso
il ministero di Cristo come nostro Av- era stato perdonato gratuitamente da
vocato. Quando Satana, l’accusatore dei Cristo, sicuramente non avrebbe fatto
fratelli, ci denuncia per il male che ab- di meno per Onesimo. Abbiamo qui
biamo commesso, il nostro Signore be- una chiara applicazione di Ef 4:32:
nedetto risponde: “Addebitalo sul mio “Siate invece benevoli e misericordiosi
conto”. Questo scritto illustra la dottri- gli uni verso gli altri, perdonandovi a
na della riconciliazione. Onesimo si era vicenda come anche Dio vi ha perdo-
allontanato da Filemone a causa della nati in Cristo”.
sua condotta disonesta. Abbiamo tutte v. 22 Come poteva Paolo venire a
le ragioni di credere che, grazie al mini- conoscenza del modo in cui Filemone
stero di Paolo, la distanza e l’“inimici- avrebbe trattato Onesimo? L’apostolo
zia” furono rimosse e che lo schiavo fu sperava di recarsi a Colosse e di trovare
riconciliato con il padrone. A causa del ospitalità a casa di Filemone. Poiché
peccato anche noi eravamo lontani da aspettava fiduciosamente che le auto-
Dio; tuttavia, mediante la morte e la ri- rità civili lo rilasciassero in seguito alle
surrezione di Cristo, la causa dell’inimi- preghiere dei credenti, egli domandava
cizia è stata cancellata e tutti i credenti al suo futuro ospite di preparargli un
sono stati riconciliati con Dio. alloggio. Forse sarebbe stata una delle
v. 19 Paolo aveva l’abitudine di det- prime mansioni assegnate a Onesimo:
tare le sue lettere, vergando di... pro- “Prepara la stanza degli ospiti per il
pria mano soltanto le righe finali. Non nostro fratello Paolo”. Non sappiamo
siamo certi che l’apostolo abbia scritto se Paolo giunse, infine, a Colosse. Pos-
personalmente l’intera missiva ma, siamo solo supporre che il suo alloggio
almeno in questo punto, deve aver pre- fosse pronto e che tutti i componenti

1143
FILEMONE v. 23

della famiglia e della servitù fossero, di medico”, si dimostrò un fedele compa-


un sol cuore, ansiosi di rivederlo. gno e un fidato collaboratore fino alla
v. 23 Ai saluti per Filemone si uni- fine (vd. 2 Ti 4:11).
sce anche Epafra, probabile fondatore v. 25 La lettera si chiude con la ca-
della chiesa di Colosse (vd. Cl 1:7-8; ratteristica benedizione di Paolo. Egli
4:12-13) e ora compagno di prigionia di invoca la grazia del Signore nostro Ge-
Paolo a Roma. sù Cristo sullo spirito di Filemone. La
v. 24 In quel periodo si trovavano vita non riserva benedizione più gran-
con Paolo: Marco, Aristarco, Dema e de del favore immeritato del Salvatore,
Luca, i cui nomi sono riportati anche che ci accompagna in ogni momento
in Cl 4:10, 14 (dove si accenna, inoltre, a della nostra esistenza. Tutto ciò che il
un certo Gesù, detto Giusto, qui non ci- cuore può desiderare è camminare in
tato). Dopo un inizio poco prometten- costante consapevolezza e godimento
te Marco, l’autore del secondo Vangelo, della sua Persona e della sua opera.
si era dimostrato un fedele servitore Paolo depose la penna e porse la let-
del Signore (vd. 2 Ti 4:11; cfr. At 13:13; tera a Tichico perché la consegnasse a
15:36-39). Aristarco, un credente di Filemone, senza realizzare pienamen-
Tessalonica che aveva già accompa- te la portata che il messaggio del suo
gnato Paolo in diversi viaggi, in Cl scritto avrebbe avuto sul comporta-
4:10 è altresì definito “mio compagno mento dei credenti nei secoli a venire.
di prigionia”. Dema , in seguito, ab- Questa lettera è un classico di amore
bandonò Paolo “avendo amato questo e cortesia, utile oggi come all’epoca in
mondo” (vd. 2 Ti 4:10). Luca, “il caro cui fu scritta.

NOTE

1 (Introduzione) Martin Lutero, citato da J.B. Lightfoot, Saint Paul’s Epistles to the Colos-
sians and to Philemon, pp. 317-318 (traduzione aggiornata dall’editore americano).
2 (v. 2) Se si paragona la condizione delle donne cristiane con quella delle pagane o
delle musulmane, non si può che riconoscere che il vero “Liberatore delle donne” è il
Signore Gesù Cristo.
3 (v. 7) In luogo di gioia (charan), alcuni mss. hanno: ringraziamento (charin).
4 (v. 9) I termini gr. per “vecchio” (presbutes) e ambasciatore (presbeutes) sono talmen-
te simili che Bentley suppone che Paolo avesse scritto “ambasciatore”. La totalità dei
mss. tradizionali non riporta tale ipotesi, per quanto essa si adatti al contesto.
5 (v. 12) Alexander Maclaren, “Colossians and Philemon”, The Expositor’s Bible, p. 461.

BIBLIOGRAFIA

Vd. Bibliografia di Colossesi.

1144
Lettera agli

Ebrei
“Non vi è porzione della Scrittura la cui paternità sia più controversa,
né la cui ispirazione sia più indiscutibile”.
− Conybeare e Howson

Introduzione

I. Una posizione unica nel Canone dall’effettività della morte di Cristo


La Lettera agli Ebrei è unica all’interno alla semplice ritualità religiosa sono
del panorama neotestamentario. E ciò sempre necessari e attuali in seno al
per parecchie ragioni. cristianesimo. Di qui la grande impor-
Pur non iniziando con la consueta tanza del libro.
forma epistolare, è così che si chiude,
indirizzata com’è a uno specifico grup- II. Autore
po di credenti in Italia (con ogni pro- La Lettera agli Ebrei è uno scritto ano-
babilità Ebrei cristiani, vd. 13:24). Non nimo, quantunque la chiesa primitiva
è escluso, nondimeno, che la stessa d’Oriente (nelle persone di Dionisio e
lettera sia stata scritta in Italia. Alcuni di Clemente, entrambi di Alessandria
ritengono che sia stata originariamente d’Egitto) indicasse Paolo come suo
inviata a una piccola chiesa domestica, autore. Dopo molta incertezza tale po-
priva di legami con una congregazione sizione finì per prevalere (da Atanasio
ampia e nota che ne mantenesse viva la in avanti) finché, alla fine, fu condivisa
tradizione inerente alle proprie origini dall’intera chiesa d’Occidente. Oggi,
e destinazione. Lo stile raggiunge qui tuttavia, pochi sarebbero disposti ad
il grado letterario più elevato riscon- attribuire questo scritto a Paolo. Ori-
trabile nel N.T.: poetico, carico di cita- gene convenne che i contenuti e alcu-
zioni dalla V. dei LXX e caratterizzato ni tratti della lettera sono tipicamente
da un ampio lessico e da un uso molto paolini; nondimeno, nel testo origina-
preciso del greco per quanto concerne rio, lo stile è assai diverso da quello di
i tempi verbali e altri particolari. Paolo (in ogni modo, ciò non esclude
Se, da un canto, il libro presenta un del tutto che quest’ultimo ne sia l’auto-
carattere strettamente giudaico (è sta- re, giacché un genio letterario sarebbe
to, infatti, paragonato al Levitico), d’al- senz’altro in grado di modificare il pro-
tro canto, i moniti contro la deviazione prio stile).
EBREI

Nei secoli si è fatto il nome di diversi Lettera di Giacomo o 1 Tessalonicesi


possibili autori, fra cui: Luca (il cui stile (cfr. 10:32). L’assenza di riferimenti alle
è simile a quello di Paolo e ne riflette la guerre giudaiche (iniziate nel 66 d.C.)
conoscenza della predicazione), Bar- e l’apparente accenno alla sussistenza
naba, Sila, Filippo e, addirittura, Aqui- del sistema sacrificale del tempio (8:4;
la e Priscilla. 9:6; 12:27; 13:10) fanno propendere per
Lutero indicò Apollo, una figura che una datazione precedente il 66 d.C. e,
ben si addiceva allo stile e al contenuto in ogni caso, antecedente alla distru-
del libro: molto radicata nelle Scritture zione di Gerusalemme (70 d.C.). Vi tro-
dell’A.T. e assai eloquente (Alessandria, vano menzione le persecuzioni, ma i
sua città natale, era nota per la sua credenti non avevano “ancora resistito
scuola oratoria). Un argomento a sfa- fino al sangue” (12:4). Qualora la chiesa
vore di questa teoria è l’assenza di una destinataria della lettera si fosse trova-
tradizione alessandrina che ne preser- ta in Italia, la sanguinosa persecuzio-
vi la memoria, circostanza improbabi- ne di Nerone che quivi imperversava
le qualora l’autore del testo fosse stato (64 d.C.) farebbe risalire questo scritto,
originario di Alessandria. al più tardi, alla metà del 64 d.C. Molto
Per qualche ragione il Signore ha probabilmente la data di composizione
creduto bene di non rivelare la pater- si attesta fra il 63 e il 65 d.C.
nità del libro. È, tuttavia, possibile che
Paolo ne sia l’effettivo autore e che ab- IV. Contesto e temi
bia celato la propria identità a causa In generale la Lettera agli Ebrei affron-
del pregiudizio giudaico contro di lui. ta l’argomento della tensione generata
Se, da un canto, ciò potrebbe essere dall’abbandono di un sistema religioso
ammissibile, le antiche parole di Ori- a favore di un altro. Sussistono l’in-
gene al riguardo rimangono a tutt’oggi fluenza tenace dei vecchi vincoli, il
incontestate: “Ma chi abbia scritto la disagio e le tensioni legate alla sepa-
lettera, Dio solo lo sa per certo”. razione e le formidabili pressioni eser-
citate sul rinnegato per costringerlo a
III. Data ritornare alla fede dei padri.
Nonostante l’autore umano sia rimasto Tuttavia, in questa lettera, la que-
anonimo, la datazione della lettera è stione non è tanto incentrata sull’ab-
alquanto precisa. bandono di un vecchio sistema per
A tale riguardo, infatti, la prova uno nuovo di pari valore quanto, piut-
estrinseca è tale da confermare una ste- tosto, sull’abbandono del giudaismo
sura entro il I sec., poiché già Clemente a favore di Cristo e, come dimostra lo
di Roma (95 d.C. ca) ebbe modo di frui- scrittore, sull’abbandono delle ombre
re di questa lettera. Policarpo e Giustino per la sostanza, del rituale per la realtà,
Martire la citano, ma non ne menzio- del primo per l’ultimo, della precarietà
nano l’autore. Dionisio di Alessandria per la stabilità. In breve, del bene per il
parlava di Ebrei come di un’epistola di meglio.
Paolo, mentre Clemente di Alessandria Si trattava, però, anche dell’abban-
la considerava una lettera di Paolo tra- dono del retaggio dei più a favore di
dotta da Luca (dal libro, tuttavia, non ciò che dai più era disprezzato, ossia
emerge alcuna indicazione che lasci l’abbandono della maggioranza per la
pensare a un testo tradotto). Ireneo e Ip- minoranza e degli oppressori per gli
polito non l’attribuivano a Paolo, men- oppressi. Tutto ciò generava molti gravi
tre Tertulliano l’attribuiva a Barnaba. problemi.
La prova intrinseca indica che lo La lettera era destinata a una comu-
scrivente è un cristiano della secon- nità dal retroterra giudaico. Durante i
da generazione (2:3; 13:7); pertanto primi giorni della chiesa, quegli Ebrei
il testo non sarebbe antico quanto la avevano udito la predicazione del

1146
EBREI

vangelo, soprattutto per bocca degli - i legami nazionali con il grande con-
apostoli, e avevano assistito ai potenti dottiero militare Giosuè;
prodigi dello Spirito Santo, i quali ne - la gloria del sacerdozio di Aaronne;
confermavano il messaggio. La procla- - il luogo santissimo in cui Dio aveva
mazione della buona notizia fu accolta scelto di dimorare fra il popolo;
nei seguenti modi: - il patto della legge stipulato da Dio e
1. alcuni credettero al Signore Gesù comunicato al popolo tramite Mosè;
Cristo e si convertirono realmente; - gli arredi divinamente prescritti del
2. alcuni professarono la propria con- santuario e la magnifica cortina;
versione al cristianesimo, furono - i servizi del santuario e, in partico-
battezzati e diventarono membri di lare, i rituali che scandivano il gior-
assemblee locali. Costoro, però, non no dell’espiazione (lo Yom Kippur, il
erano “nati di nuovo” per opera dello giorno più importante del calenda-
Spirito Santo di Dio; rio ebraico).
3. altri rifiutarono completamente il Ci pare quasi di udire i Giudei del
messaggio della salvezza. I sec. elencare tutte le glorie della loro
La presente lettera prende in con- antica religione ritualistica e doman-
siderazione le prime due categorie di dare, poi, in tono sarcastico: “E voi
persone: gli Ebrei realmente salvati e cristiani, che cosa avete? Noi abbiamo
coloro la cui professione cristiana era tutto questo. E voi? Solamente una
apparente. misera stanza al piano superiore, una
Quando un Giudeo abbandonava la mensa con del pane e del vino sopra!
fede dei padri, era considerato un rin- Non vorrete davvero dire che avete
negato e un apostata (meshummed ) ed lasciato tutto quello che avevate per…
era spesso punito in uno dei seguenti questo ?”
modi: La Lettera agli Ebrei è una risposta
- la diseredazione da parte della sua alla domanda: “E voi, che cosa avete?”
famiglia; La risposta è riassunta in un solo no-
- la scomunica dalla congregazione me: Cristo. In lui, noi abbiamo :
d’Israele; - Colui che è più grande dei profeti;
- la perdita dell’impiego; - Colui che è più grande degli angeli;
- la spoliazione dei beni; - Uno che è più grande di Mosè;
- la pressione psicologica e la tortura - Uno che è più grande di Giosuè;
fisica; - Uno il cui sacerdozio è superiore a
- il pubblico ludibrio; quello di Aaronne;
- l’imprigionamento; - Uno che serve in un santuario mi-
- il martirio. gliore;
Naturalmente esisteva pur sempre - Uno che ha introdotto un patto mi-
una via di fuga: quanti avessero rinun- gliore;
ciato a Cristo e fossero ritornati al giu- - Colui che è la realizzazione degli ar-
daismo sarebbero scampati a ulteriori chetipi rappresentati dagli arredi e
persecuzioni. Leggendo fra le righe di dalla cortina del santuario.
questa lettera, possiamo distinguere - Colui che si è offerto, una volta per
alcune forti argomentazioni usate per sempre, in sacrificio per il peccato è
persuadere lo stesso autore a ritornare superiore ai reiterati sacrifici di tori e
al giudaismo: capri.
- la ricca eredità dei profeti; Proprio come le stelle scompaiono
- l’importanza del ministero angeli- alla luce della maggiore gloria del sole,
co nella storia dell’antico popolo di allo stesso modo i tipi e le ombre del
Dio; giudaismo impallidiscono dinanzi al-
- l’associazione con l’illustre legislatore la gloria della Persona e dell’opera del
Mosè; Signore Gesù.

1147
EBREI

Il problema della persecuzione, tut- definito come ribellione o indurimen-


tavia, era reale. Quanti si dichiaravano to del cuore. In 6:6 vi si fa riferimento
discepoli del Signore Gesù dovevano come a una caduta. In 10:25 è l’abban-
affrontare un’aspra e fanatica opposi- dono della comune adunanza. In 10:26
zione. Ciò avrebbe potuto indurre i veri è il peccato volontario o deliberato. In
credenti allo scoraggiamento e alla di- 12:16 è assimilato al vendere la propria
sperazione. Costoro avevano dunque primogenitura per una sola pietanza.
bisogno di incoraggiamento alla fede Infine, in 12:25 è chiamato rifiuto di
nelle promesse di Dio e di perseveran- ascoltare colui che parla dal cielo. Tutti
za in vista della ricompensa futura. questi avvertimenti, nondimeno, con-
Per i cristiani nominali, invece, esi- templano i diversi aspetti del medesi-
steva il pericolo dell’apostasia. Dopo mo peccato: l’apostasia.
aver professato la propria appartenen- Il messaggio della Lettera agli Ebrei
za a Cristo, costoro avrebbero potuto ri- è tanto attuale oggi quanto lo era al-
nunciare a lui totalmente per ritornare lora. Abbiamo bisogno che ci vengano
alla religione ritualistica di un tempo. costantemente rammentati i privilegi
Questo sarebbe equivalso a calpestare eterni e le eterne benedizioni che ci ap-
il Figlio di Dio, profanando il suo san- partengono in Cristo. Abbiamo bisogno
gue e insultando lo Spirito Santo. Non di incoraggiamento per perseverare
esisteva possibilità di pentimento o nonostante l’opposizione e le difficoltà;
perdono per questo peccato deliberato, tutti coloro che si professano credenti
contro cui la Lettera agli Ebrei rinnova devono cogliere l’ammonimento a non
più e più volte il proprio monito. In 2:1 tornare a una religione cerimoniale do-
si dice che tale peccato trascina lonta- po aver gustato e veduto che il Signore
no dal messaggio di Cristo. In 3:7-19 è è buono.

Sommario

I. SUPERIORITÀ DELLA PERSONA DI CRISTO (1:1–4:13)


A. Cristo è superiore ai profeti (1:1-3)
B. Cristo è superiore agli angeli (1:4–2:18)
C. Cristo è superiore a Mosè e a Giosuè (3:1–4:13)

II. SUPERIORITÀ DEL SACERDOZIO DI CRISTO (4:14–10:18)


A. Il sacerdozio di Cristo è superiore a quello del sommo sacerdote Aaronne
(4:14–7:28)
B. Il ministero di Cristo è superiore a quello di Aaronne (cap. 8)
C. L’offerta di Cristo è superiore ai sacrifici veterotestamentari (9:1–10:18)

III. MONITI ED ESORTAZIONI (10:19–13:17)


A. Monito contro il disprezzo di Cristo (10:19-39)
B. Esortazione alla fede mediante esempi tratti dall’Antico Testamento (cap. 11)
C. Esortazione alla speranza in Cristo (cap. 12)
D. Esortazione a coltivare le varie grazie cristiane (13:1-17)

IV. BENEDIZIONE FINALE (13:18-25)

1148
EBREI 1:3

Commentario

I. SUPERIORITÀ DELLA PERSONA parla solamente per conto di Dio ma in


DI CRISTO (1:1–4:13) qualità di Dio.
Per mettere in risalto l’infinita su-
A. Cristo è superiore ai profeti periorità del Figlio di Dio rispetto ai
(1:1-3) profeti, lo scrittore lo presenta pre-
1:1 Nessuna altra lettera del N.T. af- minentemente come erede di tutte le
fronta il nocciolo della questione con cose. Ciò significa che l’universo gli
approccio altrettanto diretto. Senza il appartiene per decreto divino e che
beneficio di un saluto o di una formula presto egli vi regnerà.
introduttiva, lo scrittore si getta a ca- È mediante Cristo che Dio ha…
pofitto nell’argomento del libro. Egli è creato i mondi. Gesù Cristo fu l’Agente
come spinto da una santa impazienza attivo nella creazione. Egli creò il fir-
a presentare le glorie straordinarie del mamento, l’atmosfera, la terra, la razza
Signore Gesù Cristo. umana nel disegno divino per tutte le
Anzitutto, egli contrappone la rive- epoche. Ogni cosa creata, tanto spiri-
lazione di Dio per mezzo dei profeti tuale quanto fisica, fu creata da lui.
alla rivelazione di Dio nel Figlio suo. I 1:3 Egli è il fulgore della… gloria
profeti erano portavoce di Dio divina- di Dio, ossia tutte le perfezioni di Dio
mente ispirati, servi onorati di Yahweh. Padre sono presenti anche in lui. Egli
La ricchezza spirituale del loro mini- è lo splendore della sua gloria . Tutte
stero è preservata nell’A.T. le glorie morali e spirituali di Dio sono
Tuttavia, il loro ministero fu parziale visibili in lui.
e limitato. A ciascuno fu affidata una Il Signore Gesù è, inoltre, l’impronta
certa misura di rivelazione, ma sempre perfetta della sua essenza. Con ciò non
incompleta. si allude, naturalmente, all’identità fisi-
Non solo la verità loro distribuita ca (l’essenza di Dio è Spirito); ciò signi-
era frammentaria, ma essi si serviro- fica, piuttosto, che Cristo è la perfetta
no altresì di molte maniere per comu- rappresentazione del Padre in ogni sen-
nicarla al popolo. Fu presentata come so possibile. Una somiglianza più stret-
legge, storia, poesia e profezia, talvolta ta non è possibile. Poiché è Dio, il Figlio
oralmente, talvolta per iscritto o, an- rivela all’uomo l’esatta natura di Dio
cora, attraverso visioni, sogni, sim- mediante le sue parole e le sue opere.
bologie e pantomime. A prescindere Il Figlio, inoltre, sostiene l’univer-
dal metodo usato per comunicarle, le so con la parola della sua potenza. In
precedenti rivelazioni di Dio al popolo principio la sua parola diede origine
giudeo erano propedeutiche, progres- ai mondi (vd. Eb 11:3). Egli parla an-
sive e variegate. cora e la sua potente parola sostiene
1:2 Le varie profezie, periodiche e la vita, mantiene coesa la materia e
parziali, dell’A.T. sono state ora adom- mantiene l’universo nel giusto ordine.
brate dall’eccelsa e definitiva rivelazio- In lui tutte le cose sussistono (vd. Cl
ne di Dio nel Figlio suo. I profeti erano 1:17). Ecco una semplice spiegazione di
soltanto canali che comunicavano la un profondo problema scientifico. Gli
Parola divina. Il Signore Gesù Cristo scienziati sono alle prese con l’anno-
è egli stesso la rivelazione definitiva so interrogativo: “Di quale natura è la
di Dio agli uomini. Giovanni scrive: forza di coesione delle molecole?” Qui,
“Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito dunque, apprendiamo che colui che
Dio, che è nel seno del Padre, è quello sostiene ogni cosa, per mezzo della sua
che l’ha fatto conoscere” (Gv 1:18). Il Si- potente parola, è Gesù Cristo.
gnore Gesù dichiarò: “Chi ha visto me, Ma la gloria successiva è la più stu-
ha visto il Padre” (Gv 14:9). Cristo non pefacente di tutte: dopo aver fatto la

1149
EBREI 1:4

purificazione dei peccati. Il Creatore e conto il ministero degli angeli. In fin


Governatore dell’universo creato si fe- dei conti la legge stessa era stata data
ce carico del peccato. Per creare l’uni- per mezzo degli angeli (vd. At 7:53; Ga
verso non dovette far altro che parlare, 3:19); e apparizioni di esseri angelici,
come non deve far altro che parlare inoltre, furono frequenti nell’arco della
per sostenere e guidare l’universo, poi- storia dell’antico popolo di Dio. For-
ché ciò non comporta alcun problema se si pensava che chi avesse lasciato il
morale. Ma per togliere i nostri peccati giudaismo per Cristo si sarebbe priva-
una volta per sempre, egli dovette mo- to di questo importante tratto del suo
rire sulla croce del Golgota. È straordi- retaggio nazionale e religioso. La verità
nario pensare che il Signore sovrano è che, guadagnando Cristo, ci si guada-
abbia scelto di abbassarsi, diventando gna Colui che è superiore agli angeli
Agnello sacrificale. “Amore sì stupendo, sotto un duplice aspetto: 1° come Fi-
sì divino, vuole l’alma mia, la mia vita, glio di Dio (vd. 1:4-14); 2° come Figlio
tutto l’esser mio”, nelle parole dell’inno dell’uomo (vd. 2:5-18).
“When I Survey the Woundrous Cross” Cristo è diventato di tanto superio-
di Isaac Watts. re agli angeli, di quanto il nome che
Infine, contempliamo la sua esalta- ha ereditato è più eccellente del loro.
zione quale Signore assiso sul trono: Questo versetto esprime due concetti:
egli si è seduto alla destra della Maestà 1° una superiorità acquisita; 2° una su-
nei luoghi altissimi. Egli si è seduto: è periorità intrinseca.
la postura che indica il riposo. Non si La superiorità acquisita risulta dalla
tratta del riposo che segue alla fatica, sua risurrezione, ascensione ed esalta-
ma del riposo che è espressione di sod- zione come Signore e Cristo. Nella sua
disfazione per un’opera portata a com- incarnazione, come uomo, egli fu fatto
pimento. Tale postura indica che l’opera per breve tempo inferiore agli angeli, al-
di redenzione è stata completata. lorché dovette subire la sofferenza della
La destra della Maestà nei luoghi morte (vd. 2:9). Ma Dio lo ha esaltato e
altissimi è posizione di onore e privile- posto sul trono nella gloria altissima.
gio (vd. Eb 1:13). Dio ha sommamente La sua superiorità intrinseca con-
esaltato Cristo a causa del suo glorioso siste nel suo rapporto eterno con Dio
trionfo. La destra è altresì posizione di quale Figlio suo: il nome… più eccel-
potere (vd. Mt 26:64) e gioia (vd. Sl 16:11). lente è il nome di Figlio.
La mano forata dai chiodi del Salvatore 1:5 L’autore cita ora due versetti ve-
regge lo scettro del dominio universale terotestamentari in cui si identifica
(vd. 1 P 3:22). il Messia come Figlio di Dio. Anzitut-
Seguendo il cammino del Signore to, nel Sl 2:7, Dio gli si rivolge come al
dalla creazione alla gloria, passando Figlio: Tu sei mio Figlio, oggi io t’ho
per il Golgota, sembra di aver perso di generato. Da un canto, Cristo è Figlio
vista i profeti. Per quanto illustri, co- unigenito da ogni eternità. Da un altro
storo si sono ritirati nell’ombra. Essi canto, egli è stato generato nell’incar-
hanno recato testimonianza al Messia nazione. E ancora egli è stato generato
venturo (vd. At 10:43) ma, ora che egli nella sua resurrezione: primogenito dai
è giunto, di buon grado abbandonano morti (vd. Cl 1:18). Paolo si servì di que-
la scena. sto versetto nella sinagoga di Antiochia
di Pisidia, applicandolo alla prima ve-
B. Cristo è superiore agli angeli nuta di Cristo (vd. At 13:33).
(1:4–2:18) Ma il punto principale è che Dio non
1:4 Nel passo successivo della lettera si si rivolse mai a un angelo chiamando-
intende dimostrare che Cristo è supe- lo suo Figlio. Gli angeli sono chiamati
riore agli angeli. Ciò era indispensa- collettivamente “figli di Dio” (vd. Gb
bile, giacché i Giudei tenevano in gran 1:6; Sl 89:6): in tal caso, tuttavia, la de-

1150
EBREI 1:10

finizione non significa nulla più che (ciascun capitolo di Ebrei riporta alme-
“esseri creati”. L’appellativo “Figlio di no una citazione dall’A.T.)!
Dio” rivolto a Gesù significa che Gesù Cristo, inoltre, è il Signore sovrano
è uguale a Dio. il cui trono dura di secolo in secolo. Il
Il secondo versetto è tratto da 2 S 7:14: suo regno realmente “si estenderà da
Io gli sarò Padre ed egli mi sarà Figlio. un capo all’altro finché non vi saran-
Sebbene queste parole sembrino indi- no più lune crescenti né lune calanti”
care Salomone, lo Spirito Santo ne fa un (dall’inno: “Jesus Shall Reign” di Isaac
riferimento a quel Figlio di Davide che Watts).
è più grande di lui. Ancora una volta si Cristo è il giusto Re. Poeticamente il
deve concludere che Dio non parlò mai salmista lo ritrae mentre impugna uno
di un angelo in termini simili. scettro di giustizia : questo Re regnerà
1:6 Una terza ragione a sostegno del- con assoluta onestà e integrità.
la superiorità di Cristo sugli angeli è che 1:9 La sua personale integrità risulta
egli deve essere l’oggetto della loro ado- dal fatto che egli ha sempre amato la
razione, mentre essi sono suoi messag- giustizia e… odiato l’iniquità. Questo
geri e servitori. A dimostrazione di ciò è un indubbio riferimento principal-
l’autore cita De 32:43, così come riporta- mente ai suoi trentatré anni di vita sul-
to dalla V. dei LXX (“…tutti i figli di Dio la terra, durante i quali l’occhio di Dio
lo adorino”) e dai Rotoli del mar Morto non poté trovare difetto alcuno nel suo
(“…tutti gli dèi lo adorino), e il Sl 97:7. carattere né alcuna mancanza nella
Il brano di Deuteronomio, così com’è sua condotta (vd. 1 P 1:19). Egli dimo-
riportato dalla V. dei LXX, fa riferimen- strò la propria idoneità a regnare.
to al tempo in cui Dio introduce il pri- A causa della sua perfezione, Dio lo
mogenito nel mondo, ossia la seconda ha unto con olio di letizia, a preferenza
venuta di Cristo, tempo in cui gli angeli dei suoi compagni. Questo significa che
lo adoreranno pubblicamente. Questo ha conferito a Cristo la posizione di su-
può solo significare che egli è Dio. Ado- premazia rispetto a tutti gli altri esseri
rare qualcuno all’infuori del vero Dio è viventi. L’olio qui può forse simboleg-
idolatria, ma Dio qui comanda che gli giare lo Spirito Santo; Cristo fu investito
angeli adorino il Signore Gesù. dello Spirito in misura maggiore rispet-
…primogenito può significare “pri- to a tutti gli altri (vd. Gv 3:34). I suoi
mo” in ordine di tempo (vd. Lu 2:7) compagni sono coloro che frequentava,
o “primo” per rango od onore (vd. Sl ma tale appellativo non indica che co-
89:27), come nel caso del presente ver- storo fossero suoi pari. Qui si allude,
setto, di Ro 8:29 e di Cl 1:15, 18. forse, agli angeli, oppure, più probabil-
1:7 A differenza del Figlio suo, dei mente, ai suoi fratelli giudei.
suoi angeli Dio fa dei venti, e dei suoi 1:10 Il Signore Gesù Cristo è il Crea-
ministri fiamme di fuoco. Egli è il tore del cielo e della terra: lo attesta il
Creatore e colui che governa gli angeli. Sl 102:25-27. In questo Salmo il Messia
Essi ubbidiscono alla sua volontà con prega: “Dio mio, non portarmi via…”
la velocità del vento e con la veemenza (Sl 102:24). Questa preghiera, elevata
del fuoco. nel Getsemani e sul Golgota, riceve
1:8 Segue ora una pleiade di glorie in questa risposta da Dio Padre: “...nel
cui il Figlio non ha pari. Dapprima Dio passato tu hai creato la terra e i cieli so-
gli si rivolge come a Dio. Nel Sl 45:6 Dio no opera delle tue mani” (Sl 102:25).
Padre acclama il Messia con le parole: Non possiamo tralasciare di notare
Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in che qui, al v. 10, Dio si rivolge al Figlio
secolo. Ancora una volta la realtà del- come al Signore che nel principio ha
la deità di Cristo è presentata in modo fondato la terra e i cieli, ossia Yahweh.
inequivocabile… e l’argomentazione La conclusione è inevitabile: il Gesù
è tratta dal testo ebraico tradizionale del N.T. è Yahweh dell’A.T.

1151
EBREI 1:11-12

1:11-12 Nei vv. 11-12 la transitorietà 6:12). Perché, dunque, stupirsi dell’esi-
della creazione è contrapposta alla eter- stenza di angeli che vegliano su coloro
nità del Creatore. Le sue opere periran- che sono chiamati a salvezza?
no, ma egli rimarrà. Sebbene il sole, la Ma torniamo al punto principale del
luna, le stelle, i monti, gli oceani, i fiumi brano: non l’esistenza di angeli custodi,
sembrino avere vita perpetua, la verità bensì l’inferiorità degli angeli al Figlio di
è che sono pervasi da un’intrinseca ob- Dio nella stessa misura in cui un servi-
solescenza. Il salmista li paragona a un tore è inferiore al Sovrano universale.
vestito: una volta consunto e non più 2:1 Lo scrittore ha concluso la sua
indossato, esso viene ripiegato e, infine, argomentazione circa l’infinita supe-
sostituito da qualcosa di meglio. riorità di Cristo agli angeli perché Fi-
Alziamo gli occhi su una catena glio di Dio. Prima di mostrare che egli
montuosa, su un incantevole tramonto, è altresì superiore come Figlio dell’uo-
su un cielo trapunto di stelle. Ascoltia- mo, si interrompe per introdurre il pri-
mo poi la maestosa cadenza di queste mo di una serie di moniti solenni che
parole: li avvolgerai come un mantello compaiono nella lettera. Si tratta di un
e saranno cambiati... ma tu rimani lo monito contro l’essere trascinati lonta-
stesso, e i tuoi anni non avranno mai no dal messaggio del vangelo.
fine. A causa della grandezza del Dona-
1:13 Un’ulteriore citazione (Sl 110:1) tore e del suo dono, coloro che odono
dimostra la superiorità del Figlio. In il vangelo devono prestare massimo
questo salmo Dio invita il Messia con ascolto. Esiste sempre il pericolo di
queste parole: Siedi alla mia destra allontanarsi dalla Persona, scivolando
finché abbia posto i tuoi nemici come in una religione di ombre o figure del
sgabello dei tuoi piedi. Alla domanda: vero. Questo è sinonimo di apostasia, il
“A quale degli angeli Dio disse mai una peccato per cui non c’è ravvedimento.
cosa del genere?” rispondiamo natu- 2:2 Abbiamo già menzionato che i
ralmente: “A nessuno”. Giudei attribuivano una grande im-
Essere seduti alla… destra di Dio portanza al ministero angelico nella
significa ricoprire una posizione di loro storia. Probabilmente l’esempio
onore altissimo e illimitata potenza. principale di ciò fu la funzione svolta
Avere tutti i propri nemici come sga- da miriadi di questi esseri nel momen-
bello dei… piedi è sinonimo di domi- to in cui il popolo ricevette la legge
nio e governo universali. (vd. De 33:2; Sl 68:17). È vero che la leg-
1:14 La missione degli angeli non ge fu pronunziata per mezzo di angeli.
è regnare, ma servire. Costoro sono È vero che era valida. È vero che ogni
esseri spirituali che Dio ha creato per trasgressione era punita in modo com-
servire in favore di quelli che devono misurato. Questi erano fatti che trova-
ereditare la salvezza. Queste parole si vano tutti concordi.
prestano a una duplice interpretazio- 2:3 Ma ora il ragionamento si sposta
ne: gli angeli servono coloro che non dal caso minore al maggiore. Se coloro
sono ancora convertiti oppure servono che trasgredivano la legge erano puniti,
coloro che sono salvati dalla condanna quale sarà il destino di coloro che trascu-
e dalla schiavitù del peccato, ma che rano il vangelo? La legge dice agli uomini
non sono ancora stati redenti dalla ciò che devono fare; il vangelo dice agli
presenza del peccato, ossia i credenti uomini ciò che Dio ha fatto. La legge dà
che si trovano ancora sulla terra. la conoscenza del peccato. Il vangelo dà
Questo significa che esistono degli la conoscenza della salvezza.
“angeli custodi”. Perché una simile ve- È più grave trascurare una così
rità dovrebbe sorprenderci? È certo che grande salvezza che trasgredire la leg-
esistono spiriti maligni che sferrano at- ge. La legge fu data da Dio per mezzo di
tacchi continui agli eletti di Dio (vd. Ef angeli a Mosè e, quindi, al popolo. Ma

1152
EBREI 2:8

il vangelo fu annunziato direttamente daico, l’idea dell’incarnazione di Cristo


dallo stesso Signore Gesù. Non solo, era inconcepibile e la sua umiliazione
ma fu confermato ai primi cristiani da- era un fatto vergognoso. Per i Giudei,
gli apostoli e da altri che avevano udito Gesù era soltanto un uomo e, come ta-
il Salvatore. le, appartenente a un ordine inferiore
2:4 Dio stesso autenticò il messaggio a quello angelico. I versetti successivi
con segni e prodigi, con opere potenti mostrano che, anche come uomo, Gesù
di ogni genere e con doni dello Spirito era superiore agli angeli.
Santo. I segni furono i miracoli com- In primo luogo, l’autore osserva che
piuti dal Signore e dagli apostoli per il- Dio non aveva decretato che il mondo
lustrare le verità spirituali. Il miracolo futuro fosse sottoposto agli angeli. Qui
della moltiplicazione dei pani e dei pe- il mondo futuro rappresenta quell’età
sci (vd. Gv 6:1-14), per esempio, costituì dell’oro di pace e prosperità, tanto
la premessa per il discorso sul “pane spesso menzionata dai profeti, che noi
della vita” (vd. Gv 6:25-59). I prodigi chiamiamo “il millennio”.
erano miracoli intesi a destare stupore 2:6 Quindi cita il Sl 8:4-6 per dimo-
negli astanti: la risurrezione di Lazzaro strare che il dominio finale sulla terra è
ne è un caso lampante (vd. Gv 11:1-44). stato affidato all’uomo, non agli angeli.
Le opere potenti erano una qualsiasi In un certo senso, l’uomo è insignifi-
manifestazione di potenza sopranna- cante, tuttavia Dio si ricorda di lui. In
turale in contrasto con le leggi naturali. un certo senso, l’uomo è un essere pri-
I doni dello Spirito Santo erano specia- vo di valore, tuttavia Dio si cura di lui.
li facoltà concesse agli uomini affinché 2:7 Nella scala gerarchica della
parlassero e agissero in un modo che creazione all’uomo è stato dato un
trascendesse le loro naturali capacità. posto inferiore agli angeli . Egli è più
Tutti quei miracoli avevano lo scopo limitato per conoscenza, mobilità e
di rendere testimonianza alla verità potenza essendo, inoltre, soggetto al-
del vangelo, in particolare dinanzi al la morte. Tuttavia, nei disegni di Dio,
popolo giudeo il quale, per propria tra- l’uomo è destinato a essere coronato
dizione, esigeva segni di conferma pri- di gloria e d’onore. Le limitazioni del
ma di credere a un messaggio. Esiste suo corpo e della sua mente saran-
qualche prova del fatto che la necessità no ampiamente rimosse ed egli sarà
di ratificare i messaggi per mezzo di esaltato sulla terra.
miracoli venne meno allorché il N.T. fu 2:8 In quel giorno futuro ogni cosa
disponibile in forma scritta, ma è im- sarà posta sotto l’autorità dell’uomo:
possibile dimostrare in modo risolu- le schiere angeliche, il regno animale,
tivo che lo Spirito Santo non elargisca l’intero sistema planetario, ogni parte
più tali doni in altre epoche. dell’universo creato sarà posto sotto il
La locuzione secondo la sua volontà suo dominio.
indica che i poteri miracolosi sono di- Questa era l’intenzione originale di
spensati dallo Spirito Santo come egli Dio per l’uomo allorché ordinò: “...riem-
vuole. Si tratta di doni sovrani di Dio e pite la terra, rendetevela soggetta, domi-
gli uomini non possono richiederli, né nate sui pesci del mare e sugli uccelli del
pretenderli come risposta a una pre- cielo e sopra ogni animale che si muove
ghiera, poiché Dio non li ha promessi sulla terra” (Ge 1:28).
a tutti. Perché, dunque, non vediamo tutte
2:5 Nel cap. 1 abbiamo osservato che le cose a lui sottoposte? La risposta è
Cristo, essendo Figlio di Dio, è superio- che l’uomo ha perduto il suo dominio
re agli angeli. Qui si dimostra che egli è a causa del peccato. Fu il peccato di
anche superiore come Figlio dell’uomo. Adamo la causa della maledizione sul-
Per seguire il filo del discorso sarà utile la creazione. Creature docili divennero
ricordare che, secondo il pensiero giu- feroci. La terra iniziò a produrre spine

1153
EBREI 2:9

e rovi (vd. Ge 3:18). Il dominio dell’uo- Il suo grande progetto era condurre
mo sulla natura fu ritrattato e limitato. molti figli alla gloria. Quando consi-
2:9 Tuttavia, quando il Figlio dell’uomo deriamo la nostra indegnità, ci lascia
tornerà sulla terra per regnare, il dominio stupefatti l’idea che egli abbia anche
dell’uomo sarà ristabilito. Gesù, come Uo- solamente rivolto il proprio sguardo
mo, ristabilirà ciò che Adamo ha perduto, verso di noi; tuttavia, poiché egli è il
recando altresì nuove benedizioni. Se, Dio di ogni grazia, ci ha perfino chia-
quindi, da un lato non vediamo ogni cosa mati alla sua eterna gloria.
sottoposta all’uomo al presente, vediamo Qual è il costo della nostra glorifica-
però Gesù e, in lui, la chiave del regno fu- zione? L’autore della nostra salvezza
turo dell’uomo sulla terra. dovette essere reso perfetto, per via
Egli fu fatto di poco inferiore agli di sofferenze. Per quel che concerne il
angeli per qualche tempo, ossia per i suo carattere morale, il Signore Gesù fu
trentatré anni del suo ministero terre- sempre senza macchia alcuna. Dunque
no. La sua discesa dal cielo al sepolcro non è in questo senso che egli avrebbe
attraverso Betlemme, il Getsemani, il potuto essere reso perfetto. Ma egli do-
Gabbatà e il Golgota segna le fasi della vette essere reso perfetto come nostro
sua umiliazione. Ma ora egli è coronato Salvatore. Al fine di acquistarci una re-
di gloria e di onore. La sua esaltazione denzione eterna, egli dovette subire e
è il risultato della sua sofferenza e della scontare completamente la condanna
sua morte ; la croce aprì la strada all’in- per i nostri peccati, quella condanna
coronamento del Signore. che meritavano noi. La sua vita imma-
Nel disegno divino di grazia era sta- colata non poteva salvarci; era, invece,
bilito che Cristo gustasse la morte per assolutamente indispensabile la sua
tutti. Il Salvatore morì quale nostro morte sostitutiva.
Rappresentante e nostro Sostituto: Per salvarci, Dio trovò un modo de-
egli morì come uomo e morì per l’uo- gno di lui: inviò il suo Figlio unigenito
mo. Sulla croce egli si addossò tutta a morire al posto nostro!
la condanna e il giudizio divino per il 2:11 I successivi tre versetti mettono
peccato, affinché chiunque avrebbe in risalto la perfezione dell’umanità di
creduto in lui non dovesse mai soppor- Gesù. Se deve riconquistare il dominio
tarne personalmente il peso. perduto da Adamo, allora bisogna pro-
2:10 Il ristabilimento del dominio vare che è vero uomo.
dell’uomo attraverso l’umiliazione del Sia colui che santifica sia quelli che
Salvatore era pienamente in armonia sono santificati, provengono tutti da
con il giusto carattere di Dio. Il peccato uno. In altre parole, tutti costoro pos-
aveva turbato l’ordine stabilito da Dio. siedono la natura umana. Una tradu-
Prima che il caos potesse essere ricon- zione alternativa è “…hanno tutti una
dotto all’ordine, il problema del peccato stessa origine”, ossia uno stesso Dio e
doveva essere risolto con giustizia. Che Padre nella loro umanità.
Cristo dovesse soffrire, versare il proprio Cristo è colui che santifica: ciò signi-
sangue e morire per togliere il peccato si fica che apparta, o separa, gli uomini
accordava con il carattere santo di Dio. dal mondo consacrandoli a Dio. Beati
Il sapiente Ordinatore è descritto co- tutti coloro che egli così mette da parte!
me colui a causa del quale e per mezzo Una persona o cosa santificata è sot-
del quale sono tutte le cose. Anzitutto tratta alle funzioni ordinarie per essere
egli è il fine, l’obiettivo cui tende l’inte- proprietà, strumento e diletto partico-
ra creazione: tutte le cose furono fatte lare di Dio. Il contrario di santificazio-
per la sua gloria e per il suo diletto. Ma ne è profanazione.
egli è anche la Sorgente o Autore di tut- Esistono quattro tipi di santifica-
to il creato: nulla fu fatto senza di lui zione: la santificazione che precede la
(vd. Gv 1:3). conversione, la santificazione per po-

1154
EBREI 2:14

sizione, la santificazione pratica e la questi figli possedevano una natura


santificazione perfetta . Questi tipi di umana, il Signore Gesù assunse un
santificazione sono descritti partico- corpo di sangue e carne. Egli depose
lareggiatamente nell’approfondimento l’espressione esteriore della sua divi-
successivo a 1 Te 5:23, che invitiamo il nità e velò la sua deità in un “vaso di
lettore a studiare con attenzione. terra” (Fl 2:7-8).
Il lettore dovrà, altresì, prestare at- Ma Betlemme non fu il suo punto di
tenzione ai vari passi della Lettera agli arrivo. “Fino al Golgota egli andò per
Ebrei in cui ricorre il termine “santifi- me, tanto mi amò” (dall’inno “All the
cazione” e cercare di stabilire a quale way to Calvary”).
tipo di santificazione ciascun brano fa ...con la sua morte ha distrutto colui
riferimento. che aveva il potere sulla morte, cioè il
Poiché si è fatto vero uomo, il Signo- diavolo. La distruzione qui indica la
re Gesù non si vergogna di chiamare i perdita del “benessere” piuttosto che la
suoi seguaci fratelli. Come è possibile perdita dell’“essere”. Significa invalida-
che l’eterno Sovrano dell’universo ab- re o annullare. Satana si oppone anco-
bia dovuto farsi uomo e identificarsi ra attivamente ai progetti di Dio per il
con le sue creature al punto da arrivare mondo, ma gli è stata inferta una ferita
a chiamarle fratelli? mortale alla croce. Ha i giorni contati e
2:12 La risposta si trova nel Sl 22:22, il suo destino segnato. È un avversario
dove il Messia dichiara: Annunzierò il sconfitto.
tuo nome ai miei fratelli. Lo stesso ver- In che senso il diavolo ha il potere
setto, inoltre, lo raffigura identificato sulla morte ? Con ogni probabilità egli
con il suo popolo in comune adorazio- ha facoltà di rivendicare la morte. Fu
ne: in mezzo all’assemblea canterò la a causa di Satana che il peccato entrò
tua lode. Nell’atroce agonia che accom- nel mondo. La santità di Dio sancì la
pagnò l’ora della sua morte, egli guardò morte di tutti i peccatori. Pertanto, nel
avanti, al giorno in cui avrebbe guidato suo ruolo di avversario, il diavolo può
la lode a Dio Padre dalla moltitudine esigere che il castigo per il peccato sia
riscattata. inflitto.
2:13 Per dimostrare l’umanità di Cri- In talune regioni pagane la sua po-
sto, l’autore cita altri due versetti dalle tenza si manifesta anche nella capacità
Scritture giudaiche. In Is 8:17 (V. dei dei suoi emissari, gli stregoni, di pro-
LXX) il Signore afferma di riporre la pro- nunciare maledizioni su una persona
pria “speranza” in Dio. L’implicita fidu- provocandone la morte senza alcuna
cia in Yahweh è una delle caratteristiche causa naturale.
più eccelse della vera umanità. In Is 8:18 Non troviamo alcuna indicazione
sono riportate queste altre parole del Si- nella Scrittura che il diavolo possa
gnore: “Eccomi con i figli che il SIGNORE infliggere la morte al credente senza
mi ha dati”. Traspare qui il concetto di che Dio lo permetta (vd. Gb 2:6), dun-
un’appartenenza a una famiglia comu- que non può nemmeno stabilirne il
ne, che riconosce uno stesso Padre. momento. Talvolta gli è permesso di
2:14 Quanti considerano l’umiliazio- togliere la vita al credente servendosi
ne del Figlio dell’uomo come un’onta di uomini malvagi; nondimeno, Gesù
sono qui invitati a considerare quattro incoraggiò i suoi discepoli a non teme-
importanti benedizioni che procedono re coloro che potevano distruggere il
dalle sue sofferenze. corpo, esortandoli piuttosto a temere
La prima (inoltre vd. vv. 15-16, 18) è Dio, il quale può distruggere l’anima e
la distruzione di Satana. Come è avve- il corpo all’inferno (vd. Mt 10:28).
nuta? In particolar modo, Dio affidò i Nell’A.T. vediamo che Enoc ed Elia
suoi figli a Cristo affinché li santificas- ascesero al cielo senza morire. È possi-
se, li salvasse e li emancipasse. Poiché bile che ciò sia avvenuto perché costoro,

1155
EBREI 2:15

come credenti, furono già identificati sua umanità era perfetta, mentre la no-
nella morte futura di Cristo. stra è intrisa di un elemento estraneo:
Quando Cristo tornerà per rapire la il peccato.
sua chiesa, tutti i credenti allora in vita La sua perfetta umanità lo rende un
andranno in cielo senza passare per misericordioso e fedele sommo sacer-
la morte. Neppure costoro subiranno dote nelle cose che riguardano Dio. Egli
la morte, perché la santità di Dio è sta- può mostrare misericordia verso l’uomo
ta soddisfatta per loro nella morte di e, al tempo stesso, fedeltà a Dio. La sua
Cristo. Il Cristo risorto possiede ora “le principale funzione quale sommo sacer-
chiavi della morte e dell’Ades” (Ap 1:18), dote è compiere l’espiazione dei peccati
ossia ha completa autorità su di loro. del popolo. A questo scopo Gesù fece ciò
2 :15 La seconda benedizione che nessun altro sommo sacerdote aveva
(inoltre vd. vv. 14, 16, 18) scaturita mai fatto, né sarebbe stato in grado fare:
dall’umiliazione di Cristo è l’eman- offrì se stesso quale sacrificio senza difet-
cipazione dal timore . Prima della to. Egli scelse volontariamente di morire
croce il timore della morte teneva gli al posto nostro.
uomini in perenne schiavitù. Benché 2:18 La quarta benedizione (inoltre
nell’A.T. vi siano occasionali sprazzi vd. vv. 14-16) è il soccorso a quelli che
di luce relativamente alla vita dopo la sono tentati. Avendo egli stesso... sof-
morte, l’impressione generale che se ferto la tentazione, può venire in aiu-
ne ricava al riguardo è di incertezza, to di quelli che sono tentati. Egli è in
orrore e buio. Ciò che allora era con- grado di soccorrere quanti si trovano
fuso ora è chiaro, poiché, mediante il in tentazione perché anch’egli l’ha do-
vangelo, Cristo ha fatto luce sulla vita vuta, a sua volta, attraversare.
e sull’immortalità (vd. 2 Ti 1:10). Anche in questo caso è necessaria
2:16 La terza meravigliosa benedizio- una parola di chiarificazione. Il Signo-
ne (inoltre vd. vv. 14-15, 18) del sacrificio re Gesù fu tentato dall’esterno, ma mai
di Cristo è l’espiazione del peccato. En- dall’interno. La tentazione nel deserto
trando nel mondo, il Signore non venne fu esercitata dall’esterno, non dall’in-
in aiuto ad angeli, ma venne in aiuto terno. Satana gli apparve e cercò di sol-
alla discendenza di Abraamo. “Venire lecitarlo per mezzo di stimoli esterni,
in aiuto a” traduce il verbo epilambanō, ma il Salvatore non avrebbe potuto es-
“afferrare”. Diversamente da quanto av- sere in alcun modo tentato da concupi-
viene in altri contesti, qui tale verbo non scenze e passioni interne, poiché in lui
significa “afferrare con violenza” bensì, non c’era peccato né alcun elemento
piuttosto, “afferrare per trarre in salvo”, suscettibile di peccato. Egli ha sofferto
assumendo l’accezione di “soccorso” e la tentazione. Mentre a noi duole resi-
“liberazione”. stere alla tentazione, al Signore dolse
La discendenza di Abraamo può in- essere tentato.
dicare i discendenti fisici di Abraamo, i
Giudei, oppure i discendenti spirituali, C. Cristo è superiore a Mosè
i credenti di ogni età. Il punto fonda- e a Giosuè (3:1–4:13)
mentale è che non si tratta di esseri an- 3:1 Mosè fu uno dei più grandi eroi na-
gelici, bensì di uomini. zionali d’Israele. Pertanto, dopo la di-
2:17 Stando così le cose, era neces- mostrazione della superiorità di Gesù
sario che egli diventasse simile ai suoi rispetto agli angeli e ai figli dell’uomo,
fratelli sotto ogni aspetto. Egli assunse il terzo passo fondamentale nello svi-
una umanità vera e perfetta. Diven- luppo del pensiero dell’autore consiste
ne soggetto ai desideri, ai pensieri, ai nella dimostrazione dell’infinita supe-
sentimenti, alle emozioni e agli affetti riorità di Cristo su Mosè.
propri dell’uomo, con una importante Il messaggio è rivolto a fratelli san-
differenza: egli era senza peccato. La ti… partecipi della celeste vocazione.

1156
EBREI 3:7-8

Tutti i veri credenti sono santi (per testimoniò di ciò che doveva essere an-
quanto riguarda la loro posizione spi- nunziato, ossia la buona notizia della
rituale) e sono chiamati a manifestare salvezza in Cristo. È per questa ragione
santità nella vita pratica. In Cristo essi che Gesù osservò: “Infatti, se credeste
sono già santi ; intrinsecamente essi a Mosè, credereste anche a me; poiché
sono chiamati a esserlo. egli ha scritto di me” (Gv 5:46). Nel suo
La celeste vocazione si contrappone discorso ai discepoli sulla via di Em-
alla vocazione terrena d’Israele. I santi maus, Gesù “cominciando da Mosè e
dell’A.T. furono chiamati alle bene- da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le
dizioni materiali riservate loro nella Scritture le cose che lo riguardavano”
terra promessa (pur avendo altresì una (Lu 24:27).
speranza celeste). Durante l’età della 3:6 ...ma Cristo fu fedele sopra la…
chiesa i credenti sono chiamati alle casa di Dio come Figlio, non come ser-
benedizioni spirituali nei luoghi celesti vo, e nel suo caso la sua figliolanza è
ora e a una eredità celeste in futuro. sinonimo di uguaglianza con Dio. La
...considerate Gesù. Egli è somma- casa di Dio è la sua casa.
mente degno del nostro rispetto come Qui lo scrittore spiega cosa si intende
apostolo e… sommo sacerdote della per casa di Dio oggi. Essa è formata da
fede che professiamo. Come apostolo, tutti i veri credenti nel Signore Gesù: la
egli rappresenta Dio. Come sommo sua casa siamo noi se manteniamo fer-
sacerdote, egli ci rappresenta dinanzi ma sino alla fine la nostra franchezza e
a Dio. la speranza di cui ci vantiamo.(1) A pri-
3:2 Sotto l’aspetto della fede egli fu, ma vista, da queste parole sembrerebbe
chiaramente, simile a Mosè. Egli fu di capire che la nostra salvezza dipende
fedele a Dio, come anche lo fu Mosè, dalla nostra capacità di “mantenere fer-
in tutta la casa di Dio. La casa qui non ma la nostra franchezza”. In tal caso, la
indica solamente il tabernacolo, ma al- nostra salvezza dipenderebbe dalla per-
tresì l’ambito in cui Mosè rappresenta- severanza anziché dall’opera compiuta
va gli interessi di Dio: la casa d’Israele, alla croce. Nondimeno, con tale espres-
l’antico popolo terreno di Dio. sione si intende significare che, median-
3:3 Ma il parallelo si ferma qui. In te la perseveranza, noi dimostreremo di
ogni altro punto la superiorità di Cri- essere la casa di Dio. La perseveranza,
sto è indiscutibile. Anzitutto, il Signore infatti, è una prova di realismo. Coloro
Gesù è… degno di una gloria tanto più che perdono la fiducia in Cristo e nelle
grande di quella di Mosè quanto chi sue promesse, facendo ritorno ai ritua-
costruisce una casa ha maggior onore li e alle cerimonie, dimostrano di non
della casa stessa. Il Signore Gesù fu il essere mai nati di nuovo. È contro una
costruttore della casa di Dio, Mosè di tale apostasia che il seguente monito è
una sua parte. diretto.
3:4 In secondo luogo, Gesù è più 3:7-8 A questo punto della lettera
grande perché è Dio. Ogni casa deve l’autore frappone un secondo monito:
avere un costruttore. Chi ha costruito non indurite i vostri cuori. A Israele era
tutte le cose è Dio. Da Gv 1:3; Cl 1:16; già successo di indurire il proprio cuo-
Eb 1:2, 10 apprendiamo che il Signore re, nel deserto, e ciò poteva succedere
Gesù fu l’Agente attivo nella creazio- di nuovo. Così, attraverso il Sl 95:7-11,
ne. La conclusione è inevitabile: Gesù da lui stesso ispirato, lo Spirito Santo
Cristo è Dio. parla ancora oggi, se udite la sua voce.
3:5 In terzo luogo, Cristo è superiore Ogni qualvolta Dio parla dovremmo
a Mosè poiché è Figlio di Dio. Mosè fu essere pronti ad ascoltare. Dubitare
fedele in tutta la casa di Dio come ser- della sua Parola significa chiamarlo
vitore (vd. Nu 12:7), indicando agli uo- bugiardo (vd. 1 Gv 5:10) e incorrere nel-
mini il Messia che doveva venire. Egli la sua ira.

1157
EBREI 3:9

Tuttavia, questa fu la storia d’Israe- 3:13 L’antidoto contro l’indurimen-


le nel deserto. Fu una triste cronaca to del cuore consiste nell’esortazione
di lamenti, concupiscenza, idolatria, reciproca. Specialmente in periodi di
incredulità e ribellione. A Refidim, per difficoltà e di preoccupazioni, il popolo
esempio, gli Israeliti si lamentarono di Dio dovrebbe ogni giorno esortare i
per la mancanza di acqua e dubitaro- suoi membri a non lasciare Cristo per
no della presenza di Dio fra loro (vd. Es le religioni che non possono risolvere il
17:1-17). Nel deserto di Paran, quando problema del peccato.
le spie incredule fecero ritorno con un Notiamo che questa esortazione
resoconto negativo di scoraggiamento non è limitata a una classe sacerdotale,
e dubbio (vd. Nu 13:25-33), il popolo ma è rivolta a tutti i credenti. Essa do-
decise che avrebbe dovuto fare ritorno vrebbe echeggiare fintanto che si può
in Egitto, il paese della sua schiavitù dire: Oggi, ossia finché è valida l’offerta
(vd. Nu 14:4). divina di salvezza per grazia mediante
3:9 L’irritazione di Dio raggiunse un la fede. Oggi è il tempo della grazia, il
punto tale da indurlo a decretare la pe- giorno della salvezza.
regrinazione del popolo nel deserto per Allontanarsi significa indurirsi per
quarant’anni (vd. Nu 14:33-34). Di tutti la seduzione del peccato. Il peccato
i soldati che uscirono dall’Egitto all’età spesso all’inizio si presenta attraente:
di almeno vent’anni, solo due sarebbe- qui esso offre una via di fuga dal vitu-
ro entrati nel paese di Canaan: Caleb e perio di Cristo, santità a buon prezzo,
Giosuè (vd. Nu 14:28-30). rituali gratificanti per i sensi e la pro-
È significativo che, proprio come messa di guadagno terreno. Ma è spa-
Israele trascorse quarant’anni nel de- ventoso a posteriori. Il peccato priva
serto, allo stesso modo lo Spirito di Dio l’uomo del perdono, lasciandolo senza
contese con il popolo d’Israele per circa alcuna speranza dopo la morte e senza
quarant’anni dopo la morte di Cristo. possibilità di ravvedimento.
I Giudei indurirono il cuore contro il 3:14 Ancora una volta ci viene ricor-
messaggio di Cristo. Nel 70 d.C. Geru- dato che siamo divenuti partecipi di
salemme fu distrutta e il popolo fu di- Cristo, a condizione che manteniamo
sperso fra le nazioni straniere. ferma sino alla fine la fiducia che ave-
3:10 La viva disapprovazione di Dio vamo da principio. Versetti simili sono
nei confronti d’Israele nel deserto por- spesso usati impropriamente per spie-
tò al pronunciamento di questa dura gare che l’individuo salvato può perde-
denuncia. Egli li accusò di una costante re la salvezza. Ma tale interpretazione
inclinazione ad allontanarsi da lui e di è insostenibile alla luce della lampante
una deliberata ignoranza delle sue vie. testimonianza della Bibbia: la salvezza
3:11 ...nella sua ira, Dio giurò che es- è elargita gratuitamente per grazia di
si non sarebbero entrati nel suo riposo, Dio, acquistata dal sangue di Cristo,
il paese di Canaan. ricevuta per fede e manifestata dalle
3:12 I vv. 12-15 offrono la lezione buone opere dell’individuo. La vera
che lo Spirito Santo ricava per noi fede è sempre improntata alla stabili-
dall’esperienza d’Israele. Come in altri tà. Non manteniamo ferma la nostra
punti della lettera, l’autore si rivolge a fiducia al fine di conservare la salvezza,
suoi lettori come a fratelli. Ciò, tutta- bensì a dimostrazione dell’avvenuta
via, non significa che costoro fossero salvezza. La fede è la radice della sal-
tutti dei veri credenti. Quanti si pro- vezza; la perseveranza ne è il frutto.
fessano credenti dovrebbero guardarsi Chi è “partecipe di Cristo”? Coloro che,
costantemente dal pericolo di un cuo- mediante una fede salda, dimostrano
re... incredulo e perverso: incredulità la loro reale appartenenza a lui.
e perversione rischiano di allontanarli 3:15 Ora lo scrittore conclude l’appli-
dal Dio vivente. cazione personale della triste esperien-

1158
EBREI 3:19

za d’Israele con le parole del Sl 95:7-8: mutabilità di Dio e alla sua capacità di
Oggi, se udite la sua voce, non indurite ripetere i prodigi di un tempo);
i vostri cuori, come nel giorno della ri- 4. un affronto alla sua fedeltà paterna,
bellione. Il pressante appello, un tempo come se egli incoraggiasse un’aspet-
rivolto a Israele, è ora rivolto a chiunque tativa che non aveva alcuna inten-
sia tentato di abbandonare la buona no- zione di soddisfare.(2)
tizia per tornare sotto la legge. Caleb e Giosuè, al contrario, onora-
3:16 Il capitolo si chiude con una rono Dio considerando la sua Parola
interpretazione storica dell’apostasia come assolutamente verace, la sua
d’Israele. In una serie di tre domande potenza infinita, la sua disposizione
e altrettante risposte, lo scrittore risale immutabilmente misericordiosa e la
alla ribellione d’Israele, all’offesa arre- sua fedeltà tale da non destare mai
cata e alla sua retribuzione. Quindi tira speranza alcuna che non potesse poi
le somme. soddisfare.
Ribellione. L’appellativo di “ribelli” 3:19 Conclusione. Fu l’incredulità
designa tutti quelli che erano usciti ciò che privò i figli ribelli della terra
dall’Egitto, sotto la guida di Mosè. Ca- promessa ed è l’incredulità che priva
leb e Giosuè furono le uniche eccezioni. l’uomo dell’eredità di Dio in ogni di-
3:17 Offesa. Quegli stessi ribelli di- spensazione. La morale è chiara: “Che
sgustarono il Signore per quarant’an- non ci sia in nessuno di voi un cuore
ni. Il loro numero ammontava a circa malvagio e incredulo” (v. 12).
seicentomila; al termine della peregri- I versetti seguenti rappresentano
nazione, il deserto era disseminato di uno dei brani più difficili dell’inte-
seicentomila tombe. ra lettera. I commentatori non sono
3:18 Retribuzione. Quegli stessi ribel- concordi riguardo all’esatto sviluppo
li furono esclusi dal paese di Canaan a dell’argomento, benché l’insegnamen-
causa della loro disubbidienza. to generale di questa sezione sia abba-
Basterebbero questi tre argomenti a stanza chiaro.
influenzare profondamente chiunque Il tema di 4:1-13 è il riposo di Dio
fosse tentato di lasciare la disprezzata e la necessità di essere diligenti per
minoranza dei veri credenti per la vasta raggiungerlo. Ci sarà d’aiuto, per co-
maggioranza di quanti abbracciano una minciare, notare che nella Bibbia sono
forma di religione esteriore ma negano menzionati diversi tipi di riposo.
la potenza della pietà. La maggioranza 1. Dopo il sesto giorno di creazione,
ha forse sempre ragione? In questo ca- Dio si riposò (vd. Ge 2:2). Quel suo
pitolo della storia d’Israele solo due in- riposo non era segno di stanchez-
dividui erano nel giusto… e oltre mezzo za per la fatica compiuta, bensì di
milione di persone era nel torto! soddisfazione per l’opera che aveva
Ecco come A.T. Pierson rileva la gra- portato a termine. Era il riposo del
vità del peccato d’Israele, descrivendo compiacimento (vd. Ge 1:31). Il ripo-
l’incredulità di quel popolo come una so di Dio fu interrotto dall’ingresso
quadruplice provocazione: del peccato nel mondo. Da allora egli
1. un affronto alla verità di Dio, lo face- continua a lavorare incessantemen-
va bugiardo; te. Come disse Gesù: “Il Padre mio
2. un affronto alla sua potenza (gli opera fino ad ora, e anch’io opero”
Israeliti lo consideravano debole e (Gv 5:17).
incapace di condurli nella terra pro- 2. Canaan doveva essere un luogo di
messa); riposo per i figli d’Israele. Gran par-
3. un affronto alla sua immutabilità te di loro non entrò mai nel paese e
(sebbene gli Israeliti non lo dichia- coloro che vi entrarono non trovaro-
rassero apertamente, la loro condotta no il riposo che Dio aveva inteso per
denotava incertezza riguardo all’im- loro. Canaan è qui l’emblema del ri-

1159
EBREI 4:1

poso finale ed eterno di Dio. Molti di loro predicazione, ovvero il loro mes-
quanti non giunsero Canaan (p. es.: saggio, non fu assimilata per fede da
Core, Datan e Abiram) raffigurano quelli che l’avevano ascoltata. Di con-
gli apostati dell’era presente, i quali seguenza, non le diedero fiducia né la
non giungono al riposo di Dio a cau- misero in pratica.
sa della loro incredulità. Secondo l’altra interpretazione, “es-
3. Oggi i credenti godono del riposo si non furono uniti per fede a coloro
della coscienza, ben sapendo che il che le prestarono ascolto”. In tal caso,
prezzo dei loro peccati è stato pagato si intende che la maggior parte degli
tramite l’opera compiuta del Signo- Israeliti non si unì per fede a Caleb e a
re Gesù. Questo è il riposo promesso Giosuè, le due spie che avevano credu-
dal Salvatore: “Venite a me… e io vi to alla promessa di Dio.
darò riposo” (Mt 11:28). In entrambi i casi, il concetto sottin-
4. Il credente gode altresì del riposo teso è che l’incredulità li escluse dal ri-
servendo il Signore. Laddove il ripo- poso che Dio aveva preparato per loro
so precedente è il riposo della sal- nella terra promessa.
vezza, questo è il riposo del servizio. 4:3 La continuità di pensiero si fa
“Prendete su di voi il mio giogo e im- complessa in questo versetto. Le tre
parate da me… e voi troverete riposo proposizioni sembrano disgiunte e
alle anime vostre” (Mt 11:29). scollegate, ma scorgiamo in esse un te-
5. Infine, il riposo eterno attende il cre- ma comune: il riposo di Dio.
dente nella casa del Padre in cielo. Dapprima apprendiamo che chi en-
Questo riposo futuro, chiamato an- trerà nel riposo di Dio siamo noi che
che riposo sabatico (vd. Eb 4:9), è il abbiamo creduto : la fede è la chiave
riposo finale del quale gli altri sono che apre la porta. Come è stato fatto no-
simbolo o prefigurazione. Questo ri- tare in precedenza, i credenti godono
poso costituisce l’argomento princi- oggi del riposo della coscienza, poiché
pale del passo (vd. Eb 4:1-13). sanno che non saranno mai condotti in
4:1 Nessuno dovrebbe pensare che giudizio per i peccati commessi (vd. Gv
la promessa di riposo non sia più vali- 5:24). Ma è altresì vero che solamente
da. Non avendo ancora trovato il com- chi crede entrerà nel riposo definitivo
pleto adempimento, l’offerta è dunque di Dio, nella gloria. Probabilmente, è a
ancora in vigore. questo riposo futuro che qui si fa spe-
Ma quanti si professano credenti cifico riferimento.
dovrebbero assicurarsi di raggiungere Tale concetto è rafforzato dalla di-
la meta. Se la loro professione di fede è chiarazione successiva: come Dio ha
vuota, il rischio di abbandonare Cristo detto: “Così giurai nella mia ira: ‘Non
e di abbracciare un sistema religioso in- entreranno nel mio riposo!’” (cita-
capace di salvezza è sempre alle porte. zione dal Sl 95:11). Laddove la fede
4:2 ...a noi… è stata annunziata la include, l’incredulità esclude. Noi che
buona notizia della vita eterna median- riponiamo la nostra fiducia in Cristo
te la fede in Cristo. Anche agli Israeliti siamo sicuri del riposo di Dio; gli Isra-
era stata predicata la buona notizia, eliti increduli non potevano avere la
ossia quella del riposo nel paese di Ca- stessa certezza poiché non credevano
naan. Essi, tuttavia, non beneficiavano alla Parola di Dio.
ancora del vangelo del riposo. La terza affermazione presenta la
Esistono due possibili spiegazioni difficoltà maggiore; vi si legge: benché
del loro fallimento, secondo il ma- le sue opere fossero terminate fin dalla
noscritto e la variante del v. 2 che si fondazione del mondo. Forse la spie-
prende in considerazione. Secondo la gazione più semplice si ha collegando
nostra versione biblica, la ragione del questa affermazione alla precedente.
loro fallimento fu che la parola della Lì Dio, parlando del suo riposo, aveva

1160
EBREI 4:10

usato il futuro: Non entreranno nel sava ancora nell’oggi il tempo utile per
mio riposo. L’uso del futuro indica che cogliere l’opportunità offerta. Il Sl 95:7-8
il riposo di Dio è ancora una possibilità è già stato citato in 3:7-8, 15. Qui ricorre
effettiva, sebbene alcuni l’abbiano per- nuovamente per dimostrare che la pro-
duta a causa della loro disubbidienza; messa di riposo di Dio non cessò con le
questo riposo è offerto ancora oggi, peregrinazioni degli Israeliti nel deser-
benché le opere di Dio siano terminate to. Al tempo di Davide egli supplicava
fin dalla fondazione del mondo. ancora gli uomini di confidare in lui e di
4:4 Questo versetto ha lo scopo di non indurire i loro cuori.
dimostrare, mediante la Scrittura, che 4:8 Alcuni Israeliti entrarono in Ca-
Dio si riposò dopo aver completato naan con Giosuè, ma nemmeno costo-
l’opera della creazione. L’approssi- ro entrarono nel riposo finale che Dio
mazione dell’autore nell’identificare ha preparato per quanti lo amano. In
il brano citato non denota ignoranza Canaan vi erano disaccordo, malattia,
da parte sua trattandosi, bensì, di un dolore, sofferenza e morte. Se la pro-
espediente letterario usato per citare messa divina di riposo si fosse esaurita
un versetto da un libro che, a quel tem- a quell’epoca, Dio non l’avrebbe rifor-
po, non era ancora suddiviso in capitoli mulata al tempo di Davide.
e versetti (tale suddivisione fu intro- 4:9 I versetti precedenti ci hanno
dotta solamente in epoca medievale). portato a questa conclusione: Rimane
Il versetto qui citato è un adattamento dunque un riposo sabatico per il popo-
di Ge 2:2: “Dio… si riposò il settimo lo di Dio. Qui lo scrittore usa un diverso
giorno da tutta l’opera che aveva fatta”. sostantivo gr. per riposo (sabbatismos),
L’uso del tempo passato qui potreb- la cui radice coincide con quella di
be significare per alcuni che il riposo sabato. Si tratta di un riferimento al
di Dio appartiene solamente alla storia riposo eterno di cui godranno tutti co-
e non alla profezia, e che non ha alcuna loro che sono stati redenti dal prezioso
rilevanza per noi oggi. Ma non è così. sangue di Cristo. Tale osservanza del
4:5 Per rafforzare l’idea che il rife- “sabato” non avrà mai fine.
rimento al riposo di Dio dopo la crea- 4:10 Chiunque entra nel riposo di
zione non indica una realtà definitiva, Dio gode del compimento della sua fati-
lo scrittore cita nuovamente, con una ca, proprio come Dio il settimo giorno.
lieve variazione, il Sl 95:11, dove il Prima di essere salvati, forse ab-
salmista si esprime al futuro : Non en- biamo cercato di guadagnarci la sal-
treranno nel mio riposo! Di fatto, qui vezza attraverso le opere; ma, quando
si afferma: “Non pensate di relegare il ci siamo resi conto che Cristo aveva
riposo di Dio a quanto accadde in Ge- compiuto l’opera necessaria al Golgo-
nesi 2! Ricordate che, in seguito, Dio ta, abbiamo abbandonato i nostri vani
parlò del suo riposo come di qualcosa sforzi per confidare soltanto nel nostro
ancora disponibile”. risorto Redentore.
4:6 Fino a questo punto dello svilup- Ora, dopo aver beneficiato della sal-
po dell’argomentazione abbiamo visto vezza, la nostra vita è spesa per amare
come, a partire dalla creazione, Dio colui che ci ha amato e ha dato se stes-
abbia offerto riposo all’umanità. Le so per noi. Le nostre buone opere sono
porte di accesso sono state aperte. il frutto dello Spirito Santo che abita in
Gli Israeliti nel deserto non vi entra- noi. Quantunque ci stanchiamo per il
rono a motivo della loro disubbidien- suo servizio, non siamo, però, stanchi
za. Ma ciò non invalidava la promessa! di servirlo.
4:7 Ora l’autore vuole dimostrare Il riposo eterno di Dio porrà fine
che anche al tempo di Davide, circa alle nostre fatiche di quaggiù. Questo
cinquecento anni dopo che gli Israeliti non significa che, una volta in cielo, ri-
furono scacciati da Canaan, Dio ravvi- marremo inoperosi. Continueremo ad

1161
EBREI 4:11

adorare e servire Dio, ma senza fatica, Nulla sfugge al suo sguardo. Egli è as-
tormento, persecuzione o afflizione. solutamente onnisciente: sa sempre
4:11 I versetti precedenti dimostra- tutto ciò che avviene nell’universo.
no che il riposo di Dio è ancora dispo- Naturalmente, in questo contesto, si
nibile. In questo versetto si afferma intende rilevare la sua capacità di di-
che, per entrare in quel riposo, ci vuole scernere la vera fede in confronto alla
impegno. Dobbiamo sforzarci di ripor- mera accettazione dei fatti.
re la nostra sola speranza nel Signore
Gesù Cristo. Dobbiamo resistere con II. SUPERIORITÀ DEL SACERDOZIO
forza a ogni tentazione di limitare la DI CRISTO (4:14–10:18)
nostra professione di fede alle parole
e di rinnegare il Signore di fronte alla A. Il sacerdozio di Cristo è
sofferenza e alla persecuzione. superiore a quello del sommo
Gli Israeliti erano negligenti. Tratta- sacerdote Aaronne (4:14–7:28)
vano le promesse di Dio con leggerezza. 4:14 Questi versetti riprendono il filo
Agognavano l’Egitto, paese della loro del discorso di 3:1: Cristo è il grande
schiavitù, e non si sforzavano di appro- sommo sacerdote del suo popolo. Egli
priarsi delle promesse di Dio per fede. è presentato come la grande risorsa
Di conseguenza essi non giunsero mai del suo povero popolo, in grado di cu-
in Canaan. Tale precedente dovrebbe stodirlo da ogni caduta. L’attenzione è
costituire un monito per tutti noi. spostata “dalla Parola che esamina al
4:12 I due versetti che seguono con- Signore che simpatizza”. Messi comple-
tengono un solenne avvertimento: tamente a nudo dalla Parola (vv. 12-13),
l’incredulità non rimane per sempre possiamo andare al Signore chieden-
nascosta. Essa è portata alla luce dalla dogli misericordia e grazia.
parola di Dio (il termine usato qui per Enumeriamo le glorie del nostro me-
parola è logos, termine familiare usato raviglioso Signore:
da Giovanni nel prologo al suo vangelo. 1. egli è un grande sommo sacerdote.
Tuttavia questo versetto non fa riferi- Vi furono molti sommi sacerdoti sot-
mento alla Parola vivente, Gesù, bensì to l’economia mosaica, ma nessuno
a quella scritta, la Bibbia). Questa pa- di loro fu mai chiamato grande;
rola di Dio: 2. è passato attraverso l’atmosfera e lo
- è vivente: sempre viva e dinamica; spazio siderale sino al terzo cielo, la
- è efficace: potente; dimora di Dio. Questo è un chiaro ri-
- è più affilata di qualunque spada a ferimento alla sua ascensione e alla
doppio taglio: tagliente; sua glorificazione alla destra di Dio;
- è penetrante: divide l’anima dallo 3. è umano. Gesù è il nome impostogli
spirito, le due dimensioni invisibi- alla nascita, un nome associato in
li e immateriali dell’uomo. Divide le modo particolare alla sua umanità;
giunture dalle midolla: le une con- 4. è divino. Riferito a Cristo, l’appel-
sentono il movimento mentre le al- lativo Figlio di Dio rivela l’assoluta
tre sono la parte nascosta, ma vitale, uguaglianza con Dio Padre. La sua
delle ossa; umanità lo legittima dal nostro pun-
- giudica: individua ed esamina i sen- to di vista, la sua deità lo legittima da
timenti e i pensieri del cuore. Non quello di Dio. Non c’è da stupirsi se
siamo noi a giudicare la Parola, giac- egli è chiamato un grande sommo
ché è la Parola che giudica noi. sacerdote.
4:13 In secondo luogo, l’incredulità 4:15 A questo punto dobbiamo con-
è portata alla luce dal Signore vivente, siderare la sua esperienza. Nessuno
come deduciamo dall’uso del pronome può realmente simpatizzare con qual-
personale: E non v’è nessuna creatura cun altro se non è passato per un’espe-
che possa nascondersi davanti a lui. rienza analoga. Come uomo, il Signore

1162
EBREI 4:16

ha condiviso le nostre esperienze e può volezza che Gesù è morto per salvarci
dunque comprendere le prove che sop- e vive per custodirci. Siamo certi che
portiamo (ma non può simpatizzare saremo i benvenuti, poiché egli stesso
con i nostri peccati, giacché non ne ha ci ha invitato ad accostarci a lui.
mai commesso alcuno). In epoca veterotestamentaria l’uomo
non poteva avvicinarsi a lui. Soltanto il
In ogni doglia che lacera il cuore
sommo sacerdote ne aveva facoltà, ma
l’Uomo dei dolori ha preso parte.
una sola volta all’anno. Noi possiamo
− Michael Bruce (dall’inno presentarci a lui in qualunque momen-
“Where High the Heavenly Temple Stands”). to, del giorno e della notte, per ottenere
misericordia e trovar grazia ed essere
...egli è stato tentato come noi in ogni soccorsi al momento opportuno. La
cosa, senza commettere peccato. Le sua misericordia copre le cose che non
Scritture preservano gelosamente avremmo dovuto fare e la sua grazia ci
l’immacolata perfezione del Signore dà la forza per fare ciò che dovremmo
Gesù e lo stesso dovremmo fare noi. ma che non siamo in grado di fare.
Egli non conobbe peccato (vd. 2 Co Morgan scrive:
5:21) e non commise peccato (vd. 1 P
2:22): non v’è dunque alcun peccato Il momento opportuno è il “momento
in lui (vd. 1 Gv 3:5). del bisogno”. Otteniamo misericor-
Gli era impossibile peccare, sia come dia e troviamo grazia esattamente
Dio sia come uomo. Come uomo per- dove e quando serve. Siete attaccati
fetto egli non poteva fare nulla che non dalla tentazione. Nel momento in cui
fosse in sintonia con la volontà del Pa- l’attacco è sferrato, levate il vostro
sguardo a lui, ed ecco che la grazia
dre (vd. Gv 5:19) e, certamente, il Padre
è là per soccorrervi al momento op-
non lo avrebbe mai indotto a peccare.
portuno. La vostra supplica non è
È un grave errore affermare che, poi- rimandata alla preghiera della sera.
ché Gesù non poteva peccare, la sua Ma proprio là dove vi trovate, per le
tentazione non era probante. Uno degli vie della città, quando la tentazione
scopi della tentazione era dimostrare bruciante vi si para dinanzi, volgete-
in modo risolutivo che egli non poteva vi a Cristo invocando il suo aiuto e la
peccare. (3) grazia sarà disponibile nel momento
Il vaglio dell’oro non è meno valido se del bisogno.(4)
l’oro è puro. Se vi fosse impurità, il fuoco
la paleserebbe. Analogamente è sbagliato Fino a questo punto Gesù è stato de-
desumere che, non potendo peccare, Ge- scritto come superiore ai profeti, agli
sù non fosse del tutto umano. Il peccato angeli e a Mosè. Passiamo ora all’im-
non è un elemento essenziale dell’umanità portante argomento del sacerdozio per
bensì, piuttosto, un intruso. La nostra scoprire che il sommo sacerdozio di
umanità è stata infettata dal peccato; Cristo appartiene a un ordine superio-
l’umanità di Gesù Cristo era perfetta. re rispetto a quello di Aaronne.
Se Gesù avesse potuto peccare come Quando diede la legge a Mosè sul
uomo sulla terra, cosa potrebbe impedir- monte Sinai, Dio istituì pure un sacer-
gli di peccare come uomo in cielo? Egli dozio umano per mezzo del quale gli
non ha abbandonato la propria umanità uomini si sarebbero potuti accostare a
quando è asceso al cielo alla destra del lui. Egli decretò che i sacerdoti sareb-
Padre. Egli fu senza peccato sulla terra bero discesi dalla tribù di Levi e dalla
come è senza peccato nel cielo. famiglia di Aaronne. Questo ordine è
4:16 Ecco che viene diramato il mi- noto come “sacerdozio levitico” o “sa-
sericordioso invito: accostatevi con cerdozio di Aaronne”.
piena fiducia al trono della grazia. La Nell’A.T. si fa menzione di un altro
nostra fiducia si basa sulla consape- sacerdozio stabilito da Dio: quello del

1163
EBREI 5:1

patriarca Melchisedec. Quest’uomo, reva esservi chiamati da Dio, come nel


coevo di Abramo, visse molto in epoca caso di Aaronne. La chiamata di Dio fu
antecedente la promulgazione della limitata ad Aaronne e ai suoi discen-
legge e ricoprì le funzioni di re e sa- denti. Nessun uomo che non apparte-
cerdote. In questo passo lo scrittore si nesse a quella famiglia poteva servire
appresta a dimostrare che Gesù Cristo nel tabernacolo o nel tempio.
è un sacerdote secondo l’ordine di Mel- 5:5 L’autore della lettera passa ora a
chisedec e che questo ordine è superio- parlare di Cristo e dimostra la sua idonei-
re al sacerdozio di Aaronne. tà sacerdotale alla luce della sua elezione
Nei primi quattro versetti del cap. 5 divina, della sua manifesta umanità e
troviamo una descrizione del sacerdote delle sue qualifiche acquisite.
“secondo l’ordine di Aaronne”. Quindi, La sua elezione procedeva da Dio: era
nei vv. 5-10, l’autore rileva l’idoneità di una chiamata sovrana, che non aveva
Cristo a ricoprire il sacerdozio, rilevan- nulla a che vedere con le genealogie
do, in modo particolare, le differenze umane. La sua relazione con Dio era più
fra i due tipi di sacerdozio. stretta di quella di qualunque sacerdote
5:1 Il sacerdote secondo l’ordine di terreno. Il nostro sacerdote è l’unigenito
Aaronne doveva essere scelto tra gli uo- Figlio di Dio, eternamente generato, sia
mini. In altre parole, doveva essere un nell’incarnazione sia nella risurrezione.
uomo. Questo era il primo requisito. 5:6 Il sacerdozio di Cristo è dunque
Il sacerdote apparteneva a una spe- di un ordine superiore giacché, nel Sl
ciale casta di uomini che fungevano da 110:4, Dio dichiara Cristo sacerdote in
intermediari fra gli uomini e Dio: egli eterno secondo l’ordine di Melchise-
era incaricato di agire in favore degli dec. Questa superiorità sarà spiegata
uomini nei rapporti con Dio. Una delle in modo più esauriente nel cap. 7. Il
sue principali funzioni era offrire doni concetto principale qui è che, diver-
e sacrifici per i peccati. I doni consi- samente da quello di Aaronne, questo
stevano nelle varie offerte presentate a sacerdozio è eterno.
Dio. I sacrifici erano, invece, le speciali 5:7 Cristo non è solamente il Figlio
offerte che prevedevano spargimento di Dio, innocente e senza peccato: egli
di sangue per l’espiazione dei peccati. è anche vero Uomo. A dimostrazione
5:2 Il sacerdote doveva avere com- di ciò, l’autore si richiama alle svariate
passione per la fragilità umana e esperienze umane attraverso le quali
trattare gli ignoranti e gli erranti con Gesù dovette passare nei giorni della
amore. La propria fragile carne gli per- sua carne. Notiamo le parole usate per
metteva di comprendere i problemi che descrivere la sua vita e, in particolare,
il suo popolo doveva affrontare. l’episodio nel giardino di Getsemani:
Questo riferimento agli ignoranti e con alte grida e con lacrime... preghie-
agli erranti ci rammenta che, in epoca re e suppliche, dove si delinea la sua
veterotestamentaria, i sacrifici serviva- vita di uomo sottomesso, ubbidiente
no come riparazione dei peccati invo- a Dio e in grado di condividere ogni
lontari. La legge non prevedeva alcuna emozione umana (4:15).
riparazione per i peccati intenzionali. Cristo non pregò il Padre di rispar-
5:3 Ma se, da un lato, la sua umanità miarlo dalla morte; dopo tutto, mo-
rappresentava un vantaggio (l’identifi- rire per i peccatori era il fine stesso
cazione con il suo popolo), la sua natu- che l’aveva spinto a venire nel mondo
ra di peccato costituiva un problema. (vd. Gv 12:27). Egli pregò per essere
Egli doveva offrire dei sacrifici per i tratto in salvo dalla morte, affinché la
peccati, tanto per se stesso quanto per sua anima non fosse lasciata nell’Ades.
il popolo. Questa preghiera ricevette risposta
5:4 Non era possibile scegliere di quando Dio risuscitò Cristo dai morti.
svolgere l’ufficio di sacerdote: occor- Egli è stato esaudito per la sua pietà.

1164
EBREI 5:12

5:8 Qui ci troviamo nuovamente vero senso neotestamentario del ter-


a confronto con il profondo mistero mine, senza ubbidire.
dell’incarnazione: Dio che si è fatto uo- 5:10 Allorché il Signore Gesù ebbe
mo per morire per gli uomini. gloriosamente compiuto la fondamen-
Benché fosse Figlio. Egli non era un tale opera sacerdotale, Dio lo proclamò
figlio, ossia uno di molti, bensì l’uni- sommo sacerdote secondo l’ordine di
genito Figlio di Dio. Nonostante que- Melchisedec.
sta straordinaria verità, egli imparò A questo punto, è bene osservare
l’ubbidienza dalle cose che soffrì . Il che, quantunque il sacerdozio di Cristo
suo ingresso come uomo, in questo appartenga all’ordine di Melchisedec,
mondo, gli procurò esperienze che le sue funzioni sacerdotali sono simili
egli non avrebbe mai vissuto se fos- a quelle che caratterizzano il sacerdo-
se rimasto in cielo. Ogni mattina egli zio di Aaronne. In effetti il ministero
tendeva l’orecchio alle istruzioni del dei sacerdoti giudei era un’ombra, o
Padre per quel giorno (vd. Is 50:4). Egli una prefigurazione, dell’opera futura
imparò l’ubbidienza per esperienza, di Cristo.
quale Figlio sempre sottomesso alla 5:11 Ora l’autore deve aprire una
volontà del Padre. parentesi. Egli vorrebbe continuare a
5:9 ...e, reso perfetto. Questo inciso parlare del sacerdozio di Cristo secondo
non può far riferimento al suo carattere l’ordine di Melchisedec, ma non può: un
personale. Il Signore Gesù, infatti, era impulso divino lo costringe a rimprove-
assolutamente perfetto e assolutamen- rare i suoi lettori per la loro immaturità
te prive di difetti furono altresì le sue e, al tempo stesso, ad ammonirli contro
parole, le sue opere e le sue vie. In che il pericolo dell’apostasia.
senso, allora, egli fu reso perfetto? Egli Purtroppo la nostra comprensione
fu reso perfetto come nostro Salvatore. della verità divina è, effettivamente,
Egli non sarebbe mai potuto diventare limitata dalla nostra condizione spiri-
il nostro perfetto Salvatore se fosse ri- tuale. Chi è lento a prestare ascolto non
masto in cielo. Al contrario, mediante può ricevere verità profonde! Troppo
l’incarnazione, la morte, la sepoltura, spesso succede, come accadde con i
la risurrezione e l’ascensione, egli ha discepoli, che il Signore ha molte cose
completato l’opera necessaria per sal- da dirci, ma noi non siamo in grado di
varci dai nostri peccati e ora possiede recepirle (vd. Gv 16:12).
la gloria derivategli dalla sua condizio- 5:12 Lo scrittore rammenta agli
ne di perfetto Salvatore del mondo. Ebrei che essi avevano ricevuto istru-
Essendo tornato in cielo, Gesù Cristo zioni per un tempo sufficientemente
è diventato per tutti quelli che gli ubbi- lungo perché ora potessero, a loro vol-
discono, autore di salvezza eterna. Egli ta, insegnare ad altri. Purtroppo essi
è la fonte di salvezza per tutti, ma sol- stessi avevano ancora bisogno di qual-
tanto coloro che gli ubbidiscono sono cuno che insegnasse loro i rudimenti
salvati. della Parola di Dio.
Qui la condizione per la salvezza è ...dovreste già essere maestri. L’ordi-
l’ubbidienza a Cristo. In molti altri bra- ne di Dio è che ogni credente maturi al
ni vediamo che la condizione è la fede. punto da essere in grado, a sua volta, di
Come conciliare l’apparente contrad- insegnare agli altri. Ognuno insegni a
dizione? Anzitutto dicendo che l’autore qualcuno! Se è vero che alcuni possie-
sta parlando dell’ubbidienza della fede dono un dono speciale di insegnamen-
(vd. Ro 1:5; 16:25-27): “L’ubbidienza to, è altrettanto vero che ogni credente
che Dio vuole è la fede nella sua Paro- deve dedicarsi al ministero dell’inse-
la”. Ma è altresì vero che la fede salvifi- gnamento. Dio non ha mai pensato che
ca, per sua stessa natura, si traduce in questa opera dovesse essere limitata a
ubbidienza. È impossibile credere, nel pochi.

1165
EBREI 5:13

...siete giunti al punto che avete bi- spiegazione che ci sembra più coerente
sogno di latte e non di cibo solido. Nel- con il contesto e il resto del N.T.
la dimensione materiale, il bambino Anzitutto i lettori sono esortati a
che non viene svezzato si indebolisce. lasciare l’insegnamento elementare
Anche nella sfera spirituale la crescita intorno a Cristo, lett. “la parola del prin-
può arrestarsi (vd. 1 Co 3:2). cipio di Cristo” o “la parola iniziale di
5:13 Coloro che, pur professandosi Cristo”. Intendiamo questa locuzione
credenti, continuano a nutrirsi di solo come un riferimento alle dottrine di
latte [spirituale] non hanno esperien- base, insegnate nell’A.T. per preparare
za della parola di giustizia. Sono udi- Israele alla venuta del Messia. Queste
tori della Parola, ma non la mettono in dottrine sono elencate nella seconda
pratica. Essi perdono, dunque, ciò che parte del v. 1 e nel v. 2. Come cerchere-
non usano, rimanendo in uno stato di mo di mostrare, non si allude a dottrine
perenne puerizia. fondamentali del cristianesimo quanto,
Costoro non possiedono il discer- piuttosto, ai rudimenti, alle fondamenta
nimento nelle cose spirituali e sono del futuro edificio, i quali, nondimeno,
“sballottati e portati qua e là da ogni non erano imperniati sul Cristo risorto
vento di dottrina per la frode degli uo- e glorificato. I lettori sono esortati a la-
mini, per l’astuzia loro nelle arti sedut- sciare queste nozioni elementari non
trici dell’errore” (Ef 4:14). certo per disfarsene, bensì per progre-
5:14 Il cibo spirituale solido è de- dire verso la maturità. L’insegnamento
stinato a coloro che sono pienamente sottinteso è che il periodo del giudaismo
formati, a coloro che per via dell’uso fu un tempo di infanzia spirituale. Il cri-
hanno le facoltà esercitate a discerne- stianesimo rappresenta la maturità.
re il bene e il male. Ubbidendo alla luce Una volta gettate le fondamenta,
che ricevono per mezzo della Parola di occorre edificarvi sopra. Nell’A.T. è
Dio, costoro sono in grado di formulare stato posto un fondamento dottrina-
giudizi spirituali e preservarsi indenni le, il quale racchiudeva le sei dottrine
dai pericoli morali e dottrinali. fondamentali qui elencate. Queste rap-
In questo contesto l’esortazione a presentano un punto di partenza: le
distinguere fra il bene e il male rivolta grandi verità del N.T. riguardo a Cristo,
ai lettori fa riferimento al cristianesimo la sua Persona e la sua opera rappre-
e al giudaismo. Il giudaismo, in sé, non sentano il ministero della maturità.
era un male (il sistema levitico era stato La prima dottrina dell’A.T. professa il
introdotto da Dio stesso) ma prefigurava ravvedimento dalle opere morte. Essa
Cristo, adempimento dei modelli e del- fu oggetto di predicazione continua da
le prefigurazioni cerimoniali. Ora, con parte dei profeti, come pure del precur-
l’avvento di Cristo, il ritorno alle prefi- sore del Messia. Costoro esortavano il
gurazioni costituisce peccato. Tutto ciò popolo a ravvedersi dalle opere morte
che entra in competizione con Cristo (ossia prive di fede).
negli affetti e nella devozione degli uo- Tale appellativo può altresì designa-
mini è male. I credenti spiritualmente re le opere che un tempo erano giuste,
maturi sono in grado di discernere l’in- ma che sono morte in virtù dell’avven-
feriorità del sacerdozio di Aaronne e la to di Cristo. Per esempio, i servizi legati
superiorità di quello di Cristo. al culto del tempio sono superati in vir-
6:1 Il rimprovero abbozzato in 5:11 tù dell’opera compiuta da Cristo.
prosegue lungo l’intero cap. 6. Si trat- In secondo luogo, lo scrittore men-
ta di uno dei brani più controversi ziona la fede in Dio. Anche questo in-
dell’intero N.T. Poiché tanti credenti segnamento è veterotestamentario.
consacrati non sono d’accordo sulla Nel N.T. Cristo è quasi invariabilmente
sua interpretazione, non dobbiamo es- presentato come l’oggetto della fede.
sere dogmatici. Presenteremo quindi la Naturalmente ciò non contraddice la

1166
EBREI 6:4

fede in Dio. La differenza sta nel fatto riferimento a una classe di individui
che una fede in Dio che trascuri Cristo che “è impossibile” ricondurre al rav-
è ormai inadeguata. vedimento. Evidentemente costoro si
6:2 Le istruzioni relative ai bat- erano, un tempo, ravveduti (sebbene
tesimi non riguardano il battesimo non si faccia alcuna menzione della
cristiano, (5) bensì le abluzioni cerimo- loro fede in Cristo). Ora lo scrittore di-
niali che tanto peso avevano nella vi- chiara l’impossibilità di un nuovo rav-
ta religiosa dei sacerdoti e del popolo vedimento.
d’Israele (inoltre vd. 9:10). Chi erano costoro? La risposta si tro-
Il rituale dell’imposizione delle va nei vv. 4-5. Passando in rassegna gli
mani è descritto in Le 1:4; 3:2; 16:21. enormi privilegi di cui essi godevano, si
L’offerente o il sacerdote imponeva le dovrebbe intuire che si trattasse di indi-
mani all’animale come gesto di iden- vidui non salvati. Il brano non afferma
tificazione. Simbolicamente, l’animale in alcun suo punto che costoro fossero
si caricava del peccato dei peccatori. nati di nuovo, né vi troviamo alcuna
Questa cerimonia prefigurava l’espia- menzione dei fondamenti della fede
zione sostitutiva del Signore. Non cre- salvifica, della redenzione mediante il
diamo che vi sia qui un riferimento sangue di Cristo, né della vita eterna.
all’imposizione delle mani praticata Costoro erano stati una volta illumi-
dagli apostoli e da altri nella chiesa pri- nati: avendo udito il vangelo della gra-
mitiva (vd. At 8:17; 13:3; 19:6). zia di Dio, non erano all’oscuro della via
La dottrina relativa alla risurrezio- della salvezza. Giuda Iscariota era stato
ne dei morti si trova in Gb 19:25-27; Sl illuminato, ma aveva rifiutato la luce.
17:15 ed è sottintesa in Is 53:10-12. Ciò Avevano gustato il dono celeste, os-
che l’A.T. era riuscito solamente a intra- sia il Signore Gesù, senza però averlo
vedere è ora rivelato chiaramente nel accolto mediante un preciso atto di
N.T. (vd. 2 Ti 1:10). fede. È possibile gustare, ossia “assag-
L’ultima verità fondamentale espo- giare”, senza tuttavia mangiare o bere.
sta nell’A.T. era quella del giudizio eter- Quando gli uomini offrirono a Cristo
no (vd. Sl 9:17; Is 66:24). vino mescolato con fiele, egli lo as-
Queste prime leggi rappresentavano saggiò ma non volle berne (Mt 27:34).
il giudaismo e preparavano la venuta di Non è sufficiente “gustare Cristo” se,
Cristo. I credenti non dovevano accon- poi, non si mangia la carne del Figlio
tentarsi di queste verità, ma dovevano dell’uomo e non si beve il suo sangue:
desiderare la rivelazione completa, che se non lo riceviamo veramente come
essi già possedevano in Cristo. I lettori Signore e Salvatore, non avremo vita in
sono esortati a passare dall’ombra alla noi (vd. Gv 6:53).
sostanza, dalla prefigurazione alla rea- Quegli individui erano stati resi
lizzazione, dal guscio al nocciolo, dalle partecipi dello Spirito Santo. Prima di
forme morte della religione dei padri ravvisare in tale espressione un riferi-
alle realtà viventi di Cristo. mento alla conversione, occorre ram-
6:3 L’autore esprime il suo desiderio mentare che lo Spirito Santo svolge,
di aiutarli: Questo faremo (6) se Dio lo nella vita degli uomini, un ministero
permette. In ogni caso, il fattore limi- di pre-conversione. Egli santifica gli
tante dipenderà dalla loro inadegua- increduli (vd. 1 Co 7:14), ponendoli in
tezza, non da Dio. Egli consentirà loro una posizione di privilegio. Li convin-
di avanzare alla piena maturità spi- ce di peccato, di giustizia e di giudizio
rituale, ma essi dovranno rispondere (vd. Gv 16:8), li conduce al ravvedimen-
alla Parola positivamente, esercitando to e li guida a Cristo, loro unica spe-
la vera fede e la perseveranza. ranza. Gli uomini possono, pertanto,
6:4 Giungiamo ora al nucleo dell’am- essere partecipi dei benefici dello Spiri-
monimento contro l’apostasia. Esso fa to Santo senza che egli dimori in loro.

1167
EBREI 6:5

6:5 Avevano gustato la buona parola Cristo e un affronto alla sua Persona e
di Dio. Quando udirono la predicazio- alla sua opera.
ne del vangelo, ne furono stranamente
attratti e gli si accostarono. Come il L’APOSTASIA
seme che cade in un terreno roccioso,
udirono la Parola e la ricevettero pron- Gli apostati sono persone che odono il
tamente con gioia. Purtroppo non ave- vangelo, fanno professione di fede, si
vano radici; perseverarono per qualche identificano con una chiesa cristiana
tempo ma, quando furono perseguitati e poi abbandonano la loro professione,
o tribolati a causa della Parola, subito ripudiano Cristo con fermezza, diserta-
se ne allontanarono (vd. Mt 13:20-21). no la comunione cristiana e prendono
Avevano gustato... le potenze del posizione fra i nemici del Signore Ge-
mondo futuro. Qui potenze significa sù Cristo. L’apostasia è un peccato che
“miracoli”. Il mondo futuro è l’era mil- può essere commesso solamente dagli
lenniale, l’età futura di pace e prospe- increduli. Non apostata chi subisce un
rità in cui Cristo regnerà sulla terra per inganno bensì chi, consapevolmente,
mille anni. I miracoli che accompagna- deliberatamente e malvagiamente si
rono la predicazione del vangelo nei schiera contro Cristo.
primi giorni della chiesa (vd. 2:4) furono L’apostasia non deve essere confusa
un’anticipazione dei segni e dei prodigi con il peccato dell’incredulo che ode il
che si verificheranno durante il regno di vangelo e lo ignora. Per esempio non è
Cristo. Queste persone erano state te- apostata colui che non rispondere a Cri-
stimoni e, forse, addirittura partecipi di sto dopo ripetuti inviti dello Spirito San-
questi miracoli del primo secolo. Pren- to. Può ancora essere salvato se si volge al
diamo, per esempio, il miracolo della Salvatore. Naturalmente, qualora muoia
moltiplicazione dei pani e dei pesci. nell’incredulità, è perduto per sempre,
Allorché Gesù ebbe sfamato cinquemila ma non è senza speranza fintantoché è
persone, la folla lo seguì sino all’altra ri- in grado di esercitare la fede nel Signore.
va del mare di Galilea. Il Salvatore com- Né confonderemo un temporaneo
prese che, benché avessero beneficiato allontanamento con l’apostasia. Può
di un miracolo, non avevano riposto la capitare perfino a un vero credente di al-
loro fede in lui. E osservò: “In verità, in lontanarsi molto da Cristo. Il peccato in-
verità vi dico che voi mi cercate, non terrompe la sua comunione con Dio. Può
perché avete visto dei segni miracolosi, capitare che perfino un credente arrivi
ma perché avete mangiato dei pani e al punto di non essere più riconosciuto
siete stati saziati” (Gv 6:26). come tale; ciononostante può essere ri-
6:6 Se sono caduti, dopo aver gu- stabilito alla piena comunione con il Si-
stato i privilegi appena enumerati, è gnore non appena confessa e abbandona
impossibile ricondurli di nuovo al rav- il proprio peccato (vd. 1 Gv 1:9).
vedimento. Poiché hanno commesso il L’apostasia non coincide neppure
peccato di apostasia, hanno raggiunto con “il peccato imperdonabile” men-
il punto in cui le luci della strada che zionato nei Vangeli, ossia l’attribuzione
porta all’inferno si spengono. dei miracoli del Signore Gesù al princi-
La grave colpa degli apostati si rias- pe dei demòni. I miracoli di Gesù erano
sume nell’espressione perché crocifig- frutto della potenza dello Spirito San-
gono di nuovo per conto loro il Figlio to: attribuirli al diavolo equivaleva a
di Dio e lo espongono a infamia. Que- una bestemmia contro lo Spirito Santo
ste parole non indicano solamente in- giacché, così facendo, si assimilava lo
differenza nei confronti di Cristo, bensì Spirito Santo al diavolo. Gesù dichiarò
un malvagio e deliberato disprezzo nei che tale peccato non avrebbe potu-
suoi confronti. L’apostasia è un tradi- to ricevere perdono né in quell’età né
mento deliberato, una congiura contro nell’età a venire (vd. Mr 3:22-30). L’apo-

1168
EBREI 6:10

stasia è simile alla bestemmia contro lo Bibbia afferma che è impossibile ricon-
Spirito Santo perché in entrambi i casi durre una tale persona al ravvedimento
si tratta di un peccato eterno, ma ogni e l’esperienza non fa che corroborare
analogia si esaurisce qui. tale verità biblica. Conosciamo, infatti,
Personalmente ritengo che l’aposta- molti che hanno apostatato da Cristo,
sia coincida con “il peccato che con- ma nessuno che sia tornato a lui.
duce a morte” di cui in 1 Gv 5:16b. Nel Con l’approssimarsi della fine dell’età
passo in questione Giovanni riporta il presente possiamo attenderci un’ondata
caso di alcuni individui che, professa- crescente di apostasia (vd. 2 Te 2:3; 1 Ti
tisi credenti, avevano partecipato alle 4:1). Pertanto l’ammonimento contro
attività delle chiese locali ma avevano, l’apostasia acquista maggiore impor-
in seguito, assorbito la falsa dottrina tanza ogni giorno che passa.
gnostica e abbandonato con rancore la
comunione cristiana. Il loro deliberato 6:7 Prendendo spunto dalla natura,
allontanamento indicava che essi non lo scrittore assimila il vero credente
erano “nati di nuovo” (vd. 1 Gv 2:19). (v. 7) e l’apostata (v. 8) al terreno. I pri-
Negando apertamente che Gesù è il vilegi elencati ai vv. 4-5 sono assimilati
Cristo (vd. 1 Gv 2:22), costoro avevano a pioggia rinvigorente. L’allusione al
commesso “il peccato che conduce a raccolto di erbe descrive la risposta fi-
morte”: era ormai inutile pregare per il nale dell’uomo ai privilegi ricevuti. Ciò,
loro recupero (vd. 1 Gv 5:16b). a sua volta, determina la benedizione o
Alcuni credenti particolarmente sensi- la maledizione di quel suolo.
bili si sentono disturbati quando leggono Il vero credente è, dunque, come la
Ebrei 6 e brani simili. Satana usa questi terra che, imbevuta della pioggia, dà
versetti specialmente per mettere in cri- erbe utili ed è benedetta da Dio.
si i credenti che hanno difficoltà fisiche, 6:8 L’apostata è come la terra ben ir-
mentali o emotive, i quali temono di aver rigata che produce soltanto spine e ro-
apostatato da Cristo e di non avere alcuna vi, il frutto del peccato. Essa riceve ciò
possibilità di ristabilimento. Hanno paura di cui necessita, ma non produce un
di aver oltrepassato il punto di non ritor- raccolto utile. Quella terra improdutti-
no. Il solo fatto che essi si lascino prendere va non serve a niente. È già condannata
da un tale scrupolo dimostra che non so- e destinata a essere bruciata.
no apostati! L’apostata non si lascerebbe 6:9 Nei vv. 9-10 troviamo due ele-
neppure sfiorare da simili dubbi, ma ripu- menti utili a identificare chiaramente
dierebbe Cristo con protervia. gli apostati descritti nei precedenti ver-
Se il peccato di apostasia non si ap- setti con gli increduli. In primo luogo, si
plica ai credenti, a chi si applica, allora, noti l’improvvisa variazione dei prono-
ai giorni nostri? Per fare un esempio, si mi personali. Parlando degli apostati,
dia il caso di un giovane che professi la lo scrittore si esprime alla terza persona
propria fede in Cristo e sembri progre- plurale (p. es. “essi”). Ora, rivolto ai veri
dirvi per qualche tempo. Ipotizziamo credenti, si esprime alla seconda perso-
che, a un certo punto, nella sua vita na plurale: (p. es. voi e “vostra”).
succeda qualcosa di inopportuno, co- La seconda indicazione è perfino più
me un’amara persecuzione o un grave chiara. Rivolgendosi ai credenti, l’auto-
peccato di immoralità. Oppure che, re scrive: Tuttavia, carissimi, benché
all’università, rimanga turbato dagli in- parliamo così, siamo persuasi riguar-
segnamenti anticristiani di docenti atei. do a voi di cose migliori e attinenti
Ammettiamo che, nonostante il pieno alla salvezza. Se ne deduce che quanto
possesso della verità, egli scelga infine espresso nei vv. 4-6 e 8 non ha attinen-
di distaccarsene, rinunciando a Cristo e za con la salvezza.
calpestando ferocemente ogni dottrina 6:10 Due elementi “attinenti alla
fondamentale della fede cristiana. La salvezza” erano manifesti nelle vite

1169
EBREI 6:11

dei santi: la loro opera e l’amore. La 6:14 La promessa si trova in Ge


loro fede si manifestava in una vita di 22:16-17: “Io giuro per me stesso, dice il
buone opere che avevano il marchio SIGNORE… io ti colmerò di benedizioni
distintivo del vero cristianesimo, vale a e moltiplicherò la tua discendenza…”.
dire amore concreto verso i loro fratel- Dio si impegnò a rispettare questa
li nella fede. Continuavano a servire il promessa, perciò il suo adempimento
popolo di Dio per amore del Signore. era certo.
6:11 I due versetti successivi sem- 6:15 Abraamo credette in Dio, aspettò
brano rivolti a una diversa categoria di con pazienza e ricevette la realizzazione
persone, vale a dire coloro nei confron- della promessa. A dire il vero, Abraamo
ti dei quali l’autore della lettera nutriva non correva alcun rischio riponendo in
alcune riserve, individui che correvano Dio la propria fiducia: la Parola di Dio è
il rischio di ricadere nel giudaismo. la cosa più sicura dell’universo. Il com-
A questi ultimi l’autore manifesta, pimento di ogni promessa di Dio è certo
in primo luogo, il desiderio che essi come se si fosse già realizzato.
dimostrino sino alla fine il medesimo 6:16 Nelle faccende terrene gli uo-
zelo dei veri credenti e realizzino la mini giurano per qualcuno maggiore
pienezza della speranza. Egli auspica di loro. Nei tribunali, per esempio, si
la loro perseveranza in Cristo finché in giura di “dire tutta la verità davanti a
cielo non si sia concretizzata l’eterna Dio e agli uomini”. In tal modo il teste
speranza del credente. Questa è una chiama Dio a confermare la veridicità
dimostrazione di realismo. della propria testimonianza.
6:12 Quei credenti dovevano guar- Normalmente il giuramento a rati-
darsi dal diventare indolenti, impigriti fica di una promessa pone fine a ogni
nelle azioni e nello spirito, con il rischio contestazione. Si intende che la pro-
di perdere terreno. Erano invece chia- messa sarà rispettata.
mati a progredire, imitando tutti quei 6:17 Dio desiderava che il suo popo-
veri credenti che per fede e pazienza lo credente fosse assolutamente certo
ereditano le promesse. della realizzazione della promessa.
6:13 La sezione conclusiva del cap. 6 Certamente la sua promessa, da sola,
è legata all’esortazione del v. 12 a per- sarebbe stata sufficiente, ma egli vole-
severare con fede e pazienza. L’esem- va sottolinearla con forza ancora mag-
pio di Abraamo fornisce al credente giore. Così vi aggiunse un giuramento.
lo stimolo e la conferma della certezza Gli eredi della promessa sono tutti
della speranza. coloro che, in virtù della loro fede, sono
In un certo senso, ciò cui il credente figli del fedele Abraamo. La promessa
è chiamato sembra risolversi a suo de- cui si fa riferimento è quella della sal-
trimento: egli ha rinunciato a tutto per vezza eterna per quanti credono in Dio.
Cristo e non ha nessuna dimostrazione Per Abraamo la promessa di una discen-
visibile delle realtà in cui ha riposto la denza vide la sua piena e definitiva rea-
propria fede. Tutto attende la manife- lizzazione in Cristo; tutte le benedizioni
stazione futura. Come può, pertanto, che l’unione con Cristo comporta furo-
essere certo che la sua speranza non no, pertanto, incluse nella promessa.
sia vana? 6:18 Il credente ha ora due cose im-
La risposta si trova nella promessa mutabili in cui confidare: la Parola
che Dio fece… ad Abraamo, una pro- e il giuramento di Dio. È impossibile
messa che conteneva, in nuce, tutto ciò immaginare qualcosa di più sicuro o
che egli avrebbe elargito, in seguito, certo. (7) Dio promette di salvare tutti
nella Persona di Cristo. Allorché Dio coloro che credono in Cristo, confer-
fece la promessa... giurò per se stesso, mando poi la salvezza con un giu-
poiché non poteva giurare per qualcu- ramento. La conclusione è ovvia: il
no maggiore di lui. credente è eternamente sicuro.

1170
EBREI 7:1

Nel resto del cap. 6 lo scrittore pro- Il quarto esempio è quello del som-
pone quattro esempi per illustrare la mo sacerdote. Il Signore è diventato
totale affidabilità della speranza cri- sommo sacerdote in eterno secondo
stiana: 1° una città di rifugio (cfr. Nu l’ordine di Melchisedec. Il suo sacerdo-
35:6, 15); 2° un’àncora; 3° un precurso- zio eterno è garanzia della nostra pre-
re; 4° un sommo sacerdote. servazione eterna. Proprio come siamo
In primo luogo, i veri credenti so- certi di essere stati riconciliati con
no raffigurati come in fuga da questo Dio mediante la morte di Gesù, siamo
mondo perduto verso la città di rifu- altrettanto certi di essere stati salvati
gio celeste. Per incoraggiarli nella loro mediante la sua vita, quale nostro Sa-
fuga, Dio ha dato loro una speranza cerdote alla destra di Dio (vd. Ro 5:10).
certa basata sulla sua Parola e sul suo L’allusione a Gesù quale sommo
giuramento. sacerdote secondo l’ordine di Mel-
6:19 Questa speranza funge da àn- chisedec ci rammenta che questo ar-
cora dell’anima nelle tempeste e nelle gomento era stato interrotto in 5:10,
prove della vita. La consapevolezza del- dove l’autore ha dato inizio a un’ampia
la nostra certa glorificazione, quasi si digressione in forma di monito contro
fosse già realizzata, ci preserva dai ma- l’apostasia. Riprende dunque il tema
rosi del dubbio e della disperazione. della superiorità del sommo sacerdozio
L’àncora non è gettata nelle sabbie di Cristo su quello di Aaronne. L’autore
mobili di questo mondo, ma è saldamen- ha abilmente ripreso il filo del discorso
te assicurata al santuario celeste. Poiché e torna all’argomento principale.
la nostra speranza è un’àncora, essa è 7:1 Melchisedec fu una figura enig-
sicura alla presenza di Dio oltre la corti- matica che fece una breve comparsa
na. Com’è vero che l’àncora è assicurata sulla scena della storia umana (vd. Ge
al tabernacolo celeste, è altrettanto certo 14:18-20) per poi scomparire subito
che anche noi vi saremo. dopo. A distanza di secoli il suo nome
6:20 Anche Gesù è entrato nel luogo fu ricordato da Davide (vd. Sl 110:4).
santissimo come nostro precursore : la Quindi, dopo un altro intervallo di al-
sua presenza colà è garanzia di accesso cuni secoli, ricompare nel libro degli
per tutti coloro che gli appartengono. Ebrei. Il concetto è chiaro: Dio ha or-
Non è esagerato affermare che il mini- ganizzato i particolari della sua vita in
mo dei credenti sulla terra è altrettanto modo da presentarlo come un perfetto
certo di andare in cielo quanto i santi archetipo del Signore Gesù Cristo.
che vi sono già. In questi primi tre versetti del cap. 7
D. Anderson-Berry scrive: sono elencati alcuni fatti storici che lo
riguardano. Ci viene rammentato che
Il termine tradotto “precursore” non costui rivestiva entrambi gli incarichi
compare altrove nel N.T. Esso espri- di re e sacerdote : egli era re di Salem
me un’idea mai contemplata nell’eco- (più tardi chiamata Gerusalemme) e sa-
nomia levitica, giacché il sommo sa-
cerdote del Dio altissimo. Melchisedec
cerdote entrava nel luogo santissimo
era dunque il capo politico e spirituale
unicamente come rappresentante. Il
sommo sacerdote entrava dove nes-
del suo popolo. Naturalmente questo
sun altro poteva seguirlo. Il nostro rappresenta l’ideale per Dio: l’assenza
Precursore, invece, garantisce che di separazione fra il secolare e il sacro.
dove è lui, là saremo anche noi. Qua- Quando al governo vi è l’uomo peccato-
le Precursore, egli: 1° ha annunciato re, tuttavia, diventa necessario separare
la nostra futura assunzione in cielo; chiesa e stato. Solamente allorché Cri-
2° ha preso possesso delle glorie del sto regnerà nella giustizia sarà possibile
cielo per noi; 3° attende di accogliere unire le due realtà (vd. Is 32:1, 17).
i suoi e presentarli dinanzi alla Mae- Melchisedec incontrò Abraamo,
stà del cielo.(8) mentre questi ritornava da una vittoria

1171
EBREI 7:2

militare e lo benedisse. Il significato di nascendo da stirpe sacerdotale. Dio


questo gesto è svelato al v. 7. Se avessi- semplicemente lo scelse e lo stabilì
mo solamente le Scritture dell’A.T., non come sacerdote. Per quanto concerne
riusciremmo a comprendere il profon- il suo sacerdozio, non si hanno notizie
do significato di questi particolari ap- riguardo a padre, madre o genealo-
parentemente irrilevanti. gia. Non esistono cenni biografici per-
7:2 Abraamo diede… la decima del ché il suo ministero sacerdotale non
bottino di guerra a questo misterioso dipendeva da questi. Non essendovi
re-sacerdote. Ancora una volta dobbia- menzione di data di nascita o di mor-
mo attendere i vv. 4, 6, 8-10 per com- te, si deduce che tale sacerdozio non
prendere il significato profondo della ha fine.
decima corrisposta da Abraamo a Mel- Non possiamo quindi concludere
chisedec. che Melchisedec non avesse genitori,
Nelle Scritture il nome di un uomo né che non fosse mai nato né morto. Il
ne indica la natura. Apprendiamo che concetto su cui si basa il ragionamento
il nome Melchisedec significa Re di è che, al solo riguardo del sacerdozio,
giustizia, mentre il titolo di re di Salem non vi è annotazione di queste notizie
significa Re di pace. essenziali poiché il suo ministero sa-
Perfino l’ordine in cui sono menzio- cerdotale non dipendeva da esse.
nate giustizia e pace ha la sua rilevan- Contrariamente a quanto alcuni ten-
za: non vi può essere pace se, prima, dono, erroneamente, a dedurre, costui
non vi è giustizia. non era il Figlio di Dio, bensì era simi-
Ne ravvisiamo un chiaro rif les- le… al Figlio di Dio nel senso che il sa-
so nell’opera di Cristo. Alla croce “la cerdozio proseguì senza interruzione.
bontà e la verità si sono incontrate, la Ora l’autore intende dimostrare che
giustizia e la pace si sono baciate” (Sl il sacerdozio di Melchisedec è supe-
85:10). Poiché il Salvatore ha soddisfat- riore a quello di Aaronne. Tre sono gli
to ogni giusta esigenza di Dio infranta argomenti a sostegno di tale asserto:
dai nostri peccati, noi possiamo avere 1. le decime e la benedizione;
pace con Dio. 2. il cambiamento avvenuto suben-
7:3 L’enigma intorno a Melchisedec si trando al sacerdozio di Aaronne;
infittisce quando leggiamo che egli non 3. la perpetuità del sacerdozio di Mel-
aveva né padre né madre, né genea- chisedec.
logia, nascita o morte. Astraendo tali 7:4 Nei vv. 4-10 è presentato il pri-
affermazioni dal loro contesto, dovrem- mo argomento. Si apre con un’insolita
mo concludere che si trattava di un vi- esclamazione, che invita i lettori a con-
sitatore dal cielo o da un altro pianeta, siderare la grandezza di Melchisedec.
oppure di una speciale creatura di Dio. Perfino Abraamo, il patriarca, diede
Ma la chiave per una corretta com- la decima del bottino di guerra. Poiché
prensione sta nel considerare queste Abraamo è una delle stelle più lucenti
affermazioni nel loro contesto. L’ogget- nel firmamento ebraico, ne consegue
to di discussione, qui, è il sacerdozio. che Melchisedec era una stella di ma-
Lo scrittore opera una distinzione fra gnitudine ancora maggiore.
il sacerdozio di Melchisedec e quello di 7:5 La legge autorizzava i sacerdoti
Aaronne. Per accedere al sacerdozio di leviti raccogliere le decime dai loro fra-
Aaronne, un uomo doveva appartenere telli ebrei. Sia i sacerdoti sia il popolo si
per nascita alla tribù di Levi e alla fa- proclamavano discendenti di Abraa-
miglia di Aaronne. Il lignaggio era un mo, il padre di coloro che hanno fede.
requisito fondamentale. Inoltre, il sa- 7:6 Ma quando Melchisedec... prese
cerdozio era un mandato a vita. la decima da Abraamo, si verificò una
Il sacerdozio di Melchisedec, in- transazione insolita e anomala. Abraa-
vece, era diverso. Egli non lo ereditò mo, chiamato a essere il padre della

1172
EBREI 7:14

nazione dalla quale sarebbe provenuto Abraamo; in altre parole, era destinato
il Messia, mostrava deferenza nei con- a discendere dal patriarca. Abraamo
fronti di un personaggio non legato al corrispose la decima a Melchisedec
popolo eletto. Il sacerdozio di Melchi- in rappresentanza di tutta la propria
sedec abbatteva ogni barriera razziale. posterità. Pertanto Levi e il sacerdozio
Significativo è anche il fatto che della sua stirpe manifestarono la pro-
Melchisedec benedisse Abraamo. Egli pria subalternità rispetto a Melchise-
disse: “Benedetto sia Abramo dal Dio dec e al suo sacerdozio.
altissimo, padrone dei cieli e della ter- 7:11 Nei vv. 11-20 troviamo il se-
ra!” (Ge 14:19-20). condo argomento a sostegno della
7:7 In quanto alla benedizione, si superiorità del sacerdozio... di Mel-
intende che il superiore benedice l’in- chisedec rispetto a quello di Aaronne :
feriore. Ciò non comporta, natural- l’avvenuto mutamento del sacerdozio.
mente, alcuna inferiorità personale o Il sacerdozio di Cristo è subentrato a
morale bensì, semplicemente, un’infe- quello levitico. Ciò non sarebbe stato
riorità in relazione alla posizione. necessario laddove quest’ultimo aves-
Leggendo queste argomentazioni se realizzato il proprio scopo in via
fondate sull’A.T., dovremmo cercare totale e definitiva.
di immaginare la reazione dei lettori Il fatto è che non era possibile rag-
ebrei, i quali avevano sempre riverito giungere la perfezione... per mezzo del
Abraamo come uno dei più grandi eroi sistema levitico. I peccati non erano
nazionali, e a buon diritto. Ma ora essi cancellati e la coscienza degli adora-
apprendevano che lo stesso Abraamo tori non poteva ottenere il riposo. Il sa-
aveva riconosciuto la superiorità di un cerdozio stabilito sotto la legge di Mosè
sacerdote “non Giudeo”. Pensiamoci non era definitivo.
un po’! Questo racconto era da sempre Quello che opera ora è un altro gene-
presente nelle loro Scritture, ma non re di sacerdozio: abbiamo il Sacerdote
l’avevano mai notato. perfetto il cui sacerdozio non appartie-
7:8 Sotto il sacerdozio di Aaronne, le ne all’ordine di Aaronne bensì a quello
decime venivano raccolte da uomini di Melchisedec.
soggetti alla morte. C’era un continuo 7:12 Il fatto che il sacerdozio sia sta-
avvicendamento di sacerdoti, ognuno to cambiato ci fa concludere che anche
dei quali serviva la propria generazio- l’intero apparato legale su cui esso
ne per poi passare il testimone. Per si fondava ha subìto un mutamento.
contro, non si fa cenno alla morte di Questo è l’annuncio di un cambia-
Melchisedec; pertanto quest’ultimo mento radicale! Come una campana
può rappresentare un sacerdozio unico che risuona, esso proclama la fine del
nella sua perpetuità. vecchio ordine di cose e l’avvento del
7:9 Ricevendo la decima da Abraa- nuovo: non siamo più sotto la legge.
mo, Melchisedec, di fatto, la ricevette da 7:13 Che vi sia stato un mutamento
Levi. Poiché Levi era il capo della tribù nella legge si rileva dal fatto il Signore
sacerdotale, si può dunque affermare Gesù appartiene a una tribù cui era
che il sacerdozio di Aaronne ha pagato stata preclusa qualsiasi funzione sa-
la decima a Melchisedec, riconoscen- cerdotale dalla legge levitica.
done, in tal modo, la superiorità. 7:14 ...il nostro Signore discende-
7:10 Secondo quale ragionamento va, infatti, dalla tribù di Giuda . La
possiamo asserire che Levi pagò la legislazione mosaica non autorizzava
decima a Melchisedec ? Anzitutto dob- nessun membro di quella tribù ad as-
biamo puntualizzare che, material- sumere incarichi sacerdotali. Tuttavia
mente, fu Abraamo, il bisavolo di Levi, Gesù è un sacerdote. Com’è possibile?
a corrispondere tale decima. Levi non Ciò è possibile perché la legge è stata
era ancora nato, ma era nei lombi di cambiata.

1173
EBREI 7:15

7:15 L’autore offre prove aggiuntive Ma ora è stata introdotta una miglio-
del profondo cambiamento avvenuto re speranza, mediante la quale ci acco-
nella legge del sacerdozio. Un altro sa- stiamo a Dio. Questa migliore speranza
cerdote è sorto a somiglianza di Mel- è il Signore Gesù stesso; chi ha lui come
chisedec e il suo diritto a tale ufficio è sua unica speranza ha perfetto accesso
ben diverso da quello vantato dai figli a Dio in qualsiasi momento.
di Aaronne. 7:20 Il cambiamento non ha interes-
7:16 La candidatura dei sacerdoti sato solamente l’ordine sacerdotale e la
leviti doveva unicamente soddisfare i legge del sacerdozio ma altresì, come
requisiti legali relativi alla discenden- ora vedremo, il metodo di investitura. Il
za fisica. I sacerdoti dovevano apparte- ragionamento ruota qui attorno al fatto
nere alla tribù di Levi e alla famiglia di che Dio fece ricorso a un giuramento in
Aaronne. relazione al sacerdozio di Cristo. Il giu-
Ma ciò che, come Melchisedec, qua- ramento comporta l’introduzione di ciò
lifica il Signore al sacerdozio è la sua che è immutabile ed eterno. Rainsbury
vita indistruttibile. Non è una questio- commenta: “Niente di meno che il giu-
ne di stirpe bensì di potere personale, ramento del Dio onnipotente garantisce
intrinseco. Egli vive in eterno. l’efficacia e l’eternità del sacerdozio del
7:17 La conferma viene dalle parole nostro beato Signore Gesù”.(9)
del Sl 110:4, in cui lo sguardo di Da- 7:21 I sacerdoti secondo l’ordine di
vide è proteso innanzi al sacerdozio Aaronne erano nominati senza giu-
del Messia: Tu sei sacerdote in eter- ramento : ne deduciamo che il loro sa-
no secondo l’ordine di Melchisedec. cerdozio non doveva essere duraturo,
L’enfasi cade qui sulla locuzione in bensì provvisorio.
eterno. Il ministero del Messia non Ma, allorché investì Cristo della
cesserà mai, poiché la sua vita non carica sacerdotale, Dio fece questo
avrà mai fine. giuramento (vd. Sl 110:4): Il Signore
7:18 La legge che stabiliva il sacer- ha giurato e non si pentirà: “Tu sei sa-
dozio di Aaronne è stata annullata a cerdote in eterno, secondo l’ordine di
motivo della sua debolezza e inutilità : Melchisedec”. Henderson afferma:
essa è stata dunque cancellata dall’av-
Dio pone a sostegno del mandato di
vento di Cristo.
Cristo le verità eterne del suo trono e
In che senso la legge era debole e gli immutabili attributi della sua na-
inutile? Non era forse stata data da Dio tura. Se questi possono cambiare, il
stesso? Dio poteva forse dare qualco- nuovo sacerdozio può cambiare. Di-
sa che fosse inefficace e inutile? A tale versamente, non cambierà.(10)
domanda risponderemo che Dio non
la considerava una legge sacerdotale 7:22 Ne consegue che Gesù è dive-
definitiva, bensì propedeutica in vista nuto garante di un patto migliore del
dell’avvento del sacerdozio ideale. Si primo. Il sacerdozio di Aaronne faceva
trattava di una prefigurazione parzia- parte dell’antico patto. Il sacerdozio di
le e transitoria di ciò che sarebbe stato Cristo è legato al nuovo patto. Vi è un
perfetto e definitivo. rapporto inscindibile tra patto e sacer-
7:19 Tale legge... non ha portato nul- dozio: essi si reggono o cadono insieme.
la alla perfezione (donde l’accenno alla Il nuovo patto costituisce un’allean-
sua “debolezza e inutilità”). L’individuo za incondizionata di grazia, che Dio
non aveva facoltà di accedere alla pre- stipulerà con la casa d’Israele e con la
senza di Dio nel luogo santissimo. Ri- casa di Giuda quando il Signore Gesù
maneva la distanza imposta da Dio fra stabilirà il suo regno sulla terra (vd. Gr
se stesso e l’uomo a perenne testimo- 31:33-34). I credenti oggi godono di al-
nianza che la questione del peccato non cune benedizioni del nuovo patto, ma
era stata risolta una volta per sempre. la sua completa realizzazione non avrà

1174
EBREI 8:1

luogo finché Israele non sarà riabilitata - santo nella sua posizione dinanzi a
e redenta come nazione. Dio;
Gesù è la garanzia del nuovo patto - innocente nelle sue relazioni con gli
nella sua stessa Persona. Con la sua uomini;
morte e la sua risurrezione egli ha for- - immacolato nel suo carattere perso-
nito una base conforme a giustizia su nale;
cui Dio può operare per adempiere - separato dai peccatori nella sua vita
i termini del patto. Il suo sacerdozio alla destra di Dio;
eterno è, a sua volta, necessariamente - elevato al di sopra dei cieli nel suo
legato all’infallibile adempimento dei presente ed eterno splendore.
termini del patto. ...a noi era necessario un sommo sa-
7:23 Giungiamo ora al terzo e ultimo cerdote come quello.
argomento concernente la superiorità 7:27 Diversamente dai sacerdoti leviti,
del sacerdozio di Melchisedec. il nostro sommo sacerdote non ha ogni
I sacerdoti d’Israele erano in gran giorno bisogno di offrire sacrifici… egli
numero. Pare che, nella storia della ha fatto questo una volta per sempre.
nazione, vi siano stati ottantaquattro Egli non ha... bisogno di offrire sacrifi-
sommi sacerdoti e, naturalmente, in- ci… per i propri peccati poiché è senza
numerevoli sacerdoti minori. L’uffi- macchia. Una terza mirabile differenza,
cio passava periodicamente di mano rispetto ai sacerdoti del passato, consiste
in mano dopo la morte del titolare. Il nel fatto che Gesù ha offerto se stesso per
ministero soffriva, dunque, inevitabili i peccati del popolo. Lo stesso sacerdote
interruzioni. si è offerto in sacrificio… Stupenda e im-
7:24 Nel caso del sacerdozio di Cristo, pareggiabile è la grazia di Gesù!
ciò non è possibile perché Cristo vive in 7:28 La legge... costituisce… sacer-
eterno. Il suo sacerdozio... non passa doti che sono imperfetti nella propria
mai a qualcun altro e la sua efficacia persona: improntati a debolezza e fal-
non subisce battute d’arresto: esso è pe- limento, essi sono santi unicamente
renne, immutabile e non si trasmette. sotto l’aspetto rituale.
7:25 Poiché vive in eterno, Cristo Il giuramento di Dio, fatto dopo la
può salvare perfettamente quelli che legge, costituisce il Figlio, che è stato
per mezzo di lui si avvicinano a Dio. reso perfetto in eterno. Un riferimento
Generalmente tale insegnamento è a questo giuramento è presente al v. 21
riferito all’opera salvifica che il Signo- di questo capitolo sotto forma di cita-
re compì verso i peccatori caricandosi zione dal Sl 110:4.
della punizione del peccato allorché, Le nozioni sin qui considerate con-
in realtà, esso si richiama all’opera tengono importanti insegnamenti. Il
di Cristo per la salvezza dei santi dal- sacerdozio umano è stato sostituito da
la potenza del peccato. Qui non si fa, un sacerdozio divino ed eterno. Quale
dunque, riferimento al suo ministero stoltezza è, dunque, quella che spinge
di Salvatore bensì a quello di sommo gli uomini a stabilire sistemi sacerdo-
sacerdote. Non esiste il pericolo che i tali sul modello veterotestamentario,
credenti possano perdersi. La loro si- andando a interferire con le funzioni
curezza eterna si fonda sul perpetuo del nostro sommo sacerdote!
intercedere di Cristo per loro. Egli può
salvarli per sempre in virtù del fatto B. Il ministero di Cristo è superiore
che il suo attuale ministero di inter- a quello di Aaronne (cap. 8)
cessione per loro alla destra di Dio non 8:1 Nei versetti che seguono si dimostra
può essere interrotto dalla morte. la superiorità del ministero di Cristo su
7:26 Il sacerdozio di Cristo è supe- quello di Aaronne, poiché è svolto in
riore a quello di Aaronne in virtù della un santuario migliore (vv. 1-5) e in re-
sua personale eccellenza. Cristo è: lazione a un patto migliore (vv. 7-13).

1175
EBREI 8:2

Ora lo scrittore è giunto al punto es- non era qualificato per servire nel ta-
senziale, al nocciolo della questione. bernacolo terreno. Quando leggiamo,
Egli non sta riassumendo quanto detto nei Vangeli, che Gesù entrò nel tempio
finora, ma sta enunciando l’argomento (vd. Lu 19:45), dobbiamo ricordare che
principale che desidera affrontare nel- egli aveva accesso unicamente all’area
la sua lettera. circostante del tempio e non al luogo
...abbiamo un sommo sacerdote. C’è santo, né al santissimo.
una nota di trionfo in questa afferma- Naturalmente, a questo punto, ci
zione. Essa è una risposta a quei Giudei chiediamo se Cristo abbia ricoperto
che irridevano i primi cristiani con le alcuna funzione sacerdotale duran-
parole: “Noi abbiamo il tabernacolo; te il suo ministero terreno, oppure se
noi abbiamo il sacerdozio; noi abbiamo ciò avvenne successivamente alla sua
le offerte; noi abbiamo le cerimonie; noi ascensione. Il v. 4 indica che egli non
abbiamo il tempio; noi abbiamo le me- possedeva sulla terra le qualifiche proprie
ravigliose vesti sacerdotali”. I credenti di un sacerdote levita e non poteva per-
possono dunque replicare con fiducia: tanto servire nel tempio di Gerusalemme.
“Sì, voi avete le ombre, ma noi abbia- Ma ciò non significa che egli non potes-
mo la realtà. Voi avete le cerimonie, ma se svolgere le funzioni proprie di un sa-
noi abbiamo Cristo. Voi avete le figure, cerdote secondo l’ordine di Melchisedec.
ma noi abbiamo la Persona. E il nostro In effetti, la sua preghiera in Gv 17 è una
sommo sacerdote... si è seduto alla de- preghiera sacerdotale e la sua offerta di
stra... della Maestà nei cieli. Nessun se stesso come sacrificio perfetto al Gol-
altro sommo sacerdote vi si è mai assi- gota fu certamente un’opera dal valore
so (con ciò significando il compimento sacerdotale (vd. 2:17).
della sua opera) e nessuno ebbe mai un 8:5 Il tabernacolo terreno era
posto di onore e un potere simile”. un’imitazione di quello celeste. La sua
8:2 Egli serve il suo popolo nel san- struttura raffigurava il modo in cui il
tuario celeste. È questo il vero taber- popolo del patto di Dio poteva acco-
nacolo : quello terreno, infatti, non era starsi a lui per rendergli il culto. Anzi-
che una copia o una rappresentazione. tutto si incontrava la porta del cortile
Il vero tabernacolo fu eretto dal Si- esterno, quindi l’altare degli olocausti
gnore, e non da un uomo, come invece e la conca di rame. I sacerdoti entra-
quello terreno. vano allora nel luogo santo e il sommo
8:3 Poiché una delle principali funzio- sacerdote nel luogo santissimo, dove
ni del sommo sacerdote è... offrire doni e Dio si manifestava.
sacrifici, ne consegue che anche il nostro Nelle intenzioni di Dio, il taberna-
Sommo Sacerdote deve svolgerla. colo non doveva essere il santuario
Il termine doni è un richiamo generi- definitivo: esso non era che una rap-
co a ogni tipo di offerta presentata a Dio. presentazione o un’ombra . Quando
I sacrifici erano offerte che comporta- Dio chiamò Mosè sul monte Sinai e gli
vano l’uccisione di un animale. Ma cosa ordinò di edificare il tabernacolo, gli
offre Cristo? Questa domanda non riceve diede un preciso modello da seguire. Il
una risposta diretta fino al cap. 9. modello era la rappresentazione di una
8:4 Questo versetto elude l’interro- realtà spirituale celeste e più elevata.
gativo riguardo a ciò che Cristo ha da Perché lo scrittore ribadisce questo
offrire, rammentandoci semplicemen- aspetto con tanta forza? Semplicemen-
te che, sulla terra, egli non sarebbe te per imprimere nella mente di tutti
stato un candidato idoneo a offrire coloro che fossero stati tentati di fare
doni nel tabernacolo o nel tempio. Il Si- ritorno al giudaismo l’idea che, così fa-
gnore discendeva dalla tribù di Giuda, cendo, avrebbero lasciato la sostanza
non dalla tribù di Levi e dalla famiglia per un’ombra, laddove avrebbero do-
di Aaronne. Per questa ragione egli vuto seguire il percorso inverso.

1176
EBREI 8:8

Il v. 5 insegna chiaramente che le a chi giusto non è: insegna agli uomini


istituzioni dell’A.T. erano rappresen- a vivere giustamente, dà loro la forza
tazioni delle realtà celesti; pertanto per farlo e li ricompensa quando lo
esso giustifica l’insegnamento tipo- fanno.
logico, se impartito conformemen- 8:7 ...quel primo patto non era per-
te alla Scrittura senza sconfinare fetto, nel senso che non era riuscito a
nell’immaginifico. stabilire un rapporto ideale fra l’uomo
8:6 Questo versetto costituisce una e Dio. Questo non doveva essere il pat-
transizione dal tema della superiorità to definitivo nelle intenzioni di Dio, ma
del santuario celeste alla disamina sul doveva preparare alla venuta di Cristo.
patto migliore. Il fatto che un secondo patto sia men-
Nel confronto iniziale il ministero zionato successivamente mostra come
di Cristo è tanto superiore al ministero il primo non fosse l’ideale.
dei sacerdoti di Aaronne quanto il pat- 8:8 In realtà il problema non risie-
to di cui egli è mediatore è superiore deva nel primo patto in sé: “...la legge è
all’antico patto. santa, e il comandamento è santo, giu-
Segue, dunque, la spiegazione: il sto e buono” (Ro 7:12). Il problema con-
patto è migliore poiché è basato su mi- sisteva nelle persone cui la legge era
gliori promesse. stata data; la materia prima con cui la
Il ministero di Cristo è infinitamen- legge doveva lavorare era molto povera.
te migliore. Egli offrì se stesso, non È quanto si afferma qui: biasimando il
un animale. Egli presentò il valore del popolo, dice… L’autore non biasima il
proprio sangue, non del sangue di tori patto, bensì il popolo del patto. Il pri-
e capri. Egli tolse i peccati, non limi- mo patto si fondava sulla promessa
tandosi a coprirli. Egli diede ai credenti di ubbidienza dell’uomo (vd. Es 19:8;
una coscienza purificata, non il memo- 24:7) e, pertanto, non era destinato a
riale annuale dei peccati. Egli ci aprì durare molto a lungo. Il patto nuovo
l’accesso alla presenza di Dio, così che costituisce, dall’inizio alla fine, un re-
non dobbiamo più rimanere fuori, a soconto di ciò che Dio desidera fare, ed
una certa distanza da lui. è proprio questa la sua forza.
Egli è anche mediatore di un miglio- Citando Gr 31:31-34, l’autore intende
re… patto. Quale mediatore, egli si è po- dimostrare come, nelle Scritture ebrai-
sto fra Dio e noi uomini per colmarne il che, Dio avesse promesso un patto
baratro che ci separava. Griffith Thomas nuovo. L’intera argomentazione è im-
raffronta succintamente i patti: perniata sull’aggettivo nuovo. Se quello
antico fosse stato sufficiente e soddi-
Il patto è “migliore” perché è asso- sfacente, quale motivo avrebbe avuto
luto e non condizionato, spirituale e
Dio di introdurre un patto nuovo?
non carnale, universale e non limi-
Ma Dio promise specificamente di
tato, eterno e non temporaneo, indi-
viduale e non nazionale, interiore e
stipulare, con la casa d’Israele e con
non esteriore.(11) la casa di Giuda, un patto nuovo. Co-
me menzionato precedentemente, il
È un migliore… patto poiché si patto nuovo riguarda principalmente
fonda su migliori promesse. Il patto il popolo d’Israele e non la chiesa. Esso
fondato sulla legge prometteva bene- troverà il suo pieno adempimento al-
dizione in cambio di ubbidienza, ma lorché Cristo tornerà per regnare sulla
minacciava la morte quale castigo per nazione ravveduta e redenta. Nel frat-
la trasgressione. L’antico patto preten- tempo tutti i credenti possono godere
deva giustizia senza tuttavia fornire la di alcune delle benedizioni del patto.
capacità di produrla. Quando il Salvatore passò il calice del
Il nuovo patto è un incondizionato vino ai suoi discepoli, disse: “Questo
patto di grazia. Esso imputa la giustizia calice è il nuovo patto nel mio sangue;

1177
EBREI 8:9

fate questo, ogni volta che ne berrete, metterà le sue leggi nelle loro menti,
in memoria di me” (1 Co 11:25). così che le conoscano, e le scriverà sui
Henderson propone questa interpre- loro cuori, così che le amino. Essi de-
tazione: sidereranno ubbidire non per timore
E così distinguiamo fra l’interpreta- della punizione, ma per amore del Si-
zione primaria del patto con riferi- gnore. Le leggi non saranno più incise
mento a Israele e l’applicazione se- sulla pietra bensì sulle tavole di carne
condaria, spirituale, alla chiesa oggi. del loro cuore.
Noi godiamo ora, nella potenza dello ...sarò il loro Dio, ed essi saranno il
Spirito Santo, delle benedizioni del mio popolo. Tale espressione comuni-
nuovo patto, ma vi saranno ulteriori ca intimità. L’A.T. imponeva all’uomo di
future manifestazioni salvifiche per mantenersi a distanza dal suo Dio; ora
Israele secondo la promessa di Dio.(12) la grazia gli permette di accostarglisi.
Capiamo che si tratta di un rapporto
8:9 Dio promise specificamente che ininterrotto e di una sicurezza incon-
il nuovo patto non sarebbe stato come dizionata: nulla potrà mai spezzare il
il patto che aveva fatto con loro nel vincolo sancito con il sangue.
giorno in cui li prese per mano per far- 8:11 Il nuovo patto comprende, inol-
li uscire dal paese d’Egitto. Dove stava, tre, la conoscenza universale del Signo-
dunque, la differenza? Lo scrittore non re. Durante il glorioso regno di Cristo
lo dice ma, forse, la risposta è implicita non sarà necessario istruire il proprio
nella seconda parte del versetto: perché concittadino o il proprio fratello nella
essi non hanno perseverato nel mio conoscenza del Signore. Ognuno avrà
patto, e io, a mia volta, non mi sono una conoscenza interiore della sua
curato di loro, dice il Signore (citazio- Persona, dal più piccolo al più grande :
ne di Gr 31:32). Il patto della legge fallì “...la conoscenza del SIGNORE riempirà la
perché condizionato all’ubbidienza: terra, come le acque coprono il fondo
esso esigeva l’ubbidienza da un popo- del mare” (Is 11:9).
lo che non era in grado di rendergliela. 8:12 Ma la notizia più bella è che il
Stabilendo un nuovo, incondizionato nuovo patto promette misericordia agli
patto di grazia, Dio eliminò qualsiasi uomini iniqui e il perdono eterno dei
possibilità di fallimento, poiché la rea- loro peccati. La legge era inflessibile e
lizzazione del patto dipendeva soltanto ferma: “Ogni trasgressione e disubbi-
dal Signore stesso, che non può fallire. dienza ricevette una giusta retribuzione”
La citazione tratta dal libro di Gere- (Eb 2:2).
mia contiene radicali differenze. Nel Inoltre, la legge non era in grado di
testo ebraico di Gr 31:32 si legge: “... risolvere il problema del peccato. Essa
sebbene io fossi loro signore...”, mentre provvedeva alla sua espiazione, ma non
in alcune antiche traduzioni del verset- alla sua rimozione (il termine ebraico
to di Geremia si legge, effettivamente: per “espiazione” viene dal verbo che
“Così non mi sono curato di loro [o mi significa coprire ). I sacrifici prescritti
sono allontanato da loro]”. Lo Spirito dalla legge rendevano l’uomo puro dal
Santo, che ha ispirato le parole di Ge- punto di vista cerimoniale o, in altre pa-
remia e sovrinteso alla preservazione role, atto a partecipare alla vita religiosa
della Bibbia, guidò l’autore degli Ebrei a della nazione. Ma una siffatta purifica-
scegliere questa accezione alternativa. zione rituale era esteriore, non toccan-
8:10 Si noti la ripetizione di verbi al do la vita interiore dell’uomo. Essa non
futuro coniugati alla prima persona forniva alcuna purificazione morale né
singolare. L’antico patto narra di ciò mondava la coscienza dell’uomo.
che deve fare l’uomo; il nuovo patto 8:13 Il fatto che Dio introduca un
narra ciò che farà Dio. Dopo i giorni nuovo patto significa che il primo è sor-
della disubbidienza degli Israeliti, egli passato. Stando così le cose, qualsiasi

1178
EBREI 9:5

tentazione di far ritorno alla legge do- Il luogo santo conteneva tre arredi:
vrebbe essere respinta. Tuttavia, questo è 1. la tavola dei pani della presentazio-
esattamente quanto alcuni sedicenti cre- ne, su cui si trovavano dodici filoni
denti stavano per fare. L’autore rammen- di pane che rappresentavano le do-
ta loro che il patto fondato sulla legge è dici tribù d’Israele. Questi filoni era-
sorpassato, poiché è stato introdotto un no chiamati “pane della presenza”
patto migliore. A costoro egli rammenta poiché posti dinanzi al volto o alla
che dovrebbero stare al passo con Dio. presenza di Dio;
2. il candeliere d’oro, con sette bracci
C. L’offerta di Cristo è superiore protesi verso l’alto su cui poggiavano
ai sacrifici veterotestamentari lampade a olio;
(9:1–10:18) 3. l’altare d’oro dell’incenso, su cui si
9:1 In 8:3 lo scrittore ha appena accen- bruciava l’incenso sacro il mattino e
nato al fatto che ogni sommo sacerdote la sera.
deve avere qualcosa da offrire in sacrifi- 9 :3 Dietro la seconda cortina
cio. Egli è ora pronto a parlare dell’offer- c’era... il luogo santissimo. Qui Dio
ta del nostro grande Sommo Sacerdote si manifestava in una nuvola splen-
e a confrontarla con le offerte veterote- dente. Quello era l’unico punto sulla
stamentarie. Per introdurre l’argomento faccia della terra in cui Dio poteva
presenta una rapida panoramica della essere avvicinato, mediante il sangue
disposizione del tabernacolo e delle dell’espiazione.
prescrizioni relative al culto. 9:4 Questo secondo settore del taber-
9:2 Il tabernacolo era un struttura nacolo originale conteneva l’arca del
simile a una tenda in cui Dio dimorò fra patto, un ampio contenitore ligneo ri-
gli Israeliti dal tempo del loro accam- vestito d’oro su ogni lato. Al suo interno
pamento al monte Sinai fino all’edifi- trovavano posto un vaso d’oro contenen-
cazione del tempio. La zona periferica te la manna, la verga di Aaronne che era
del tabernacolo era chiamata cortile fiorita e le due tavole della legge (succes-
esterno. Esso era recintato da una se- sivamente, quando fu eretto il tempio,
rie di pali di bronzo che sostenevano all’interno dell’arca vi erano solamente
pannelli in tessuto di lino. L’Israelita le tavole della legge; vd. 1 R 8:9).
che entrava nel cortile del tabernacolo Il v. 4 aggiunge che l’incensiere
attraverso la porta orientale si trovava d’oro si trovava anch’esso nel luo-
dinanzi l’altare degli olocausti, dove go santissimo. Il termine gr. tradotto
erano uccisi e arsi gli animali sacrifi- con incensiere (13) può indicare l’altare
cali; quindi c’era la conca di rame, un dell’incenso (menzionato in Es 30:6 co-
ampio catino contenente acqua, in cui me situato nel luogo santo) oppure l’in-
i sacerdoti si lavavano mani e piedi. censiere con il quale il sommo sacerdote
Il tabernacolo stesso misurava trasportava l’incenso. Noi propendiamo
13,5 m ca di lunghezza, 4,5 m ca di lar- per quest’ultima interpretazione: l’auto-
ghezza e 4,5 m ca di altezza. Era diviso re considerava l’incensiere come appar-
in due parti. La prima, il luogo santo, tenente al luogo santissimo poiché, nel
misurava 9 m ca di lunghezza e la se- giorno dell’espiazione, il sommo sacer-
conda, il luogo santissimo, 4,5 m ca. dote lo recava al luogo santissimo dopo
La tenda era formata da una strut- averlo prelevato dall’altare dell’incenso.
tura di legno ricoperta di tendaggi in 9:5 Il coperchio d’oro dell’arca del
pelo di capra e drappi di pelli di ani- patto era conosciuto con il nome di pro-
mali resistenti alle intemperie. Queste piziatorio. Sulla sua sommità vi erano
coperture rivestivano la sommità, il due figure d’oro chiamate cherubini.
retro e i lati della tenda. La parte an- Esse avevano il volto rivolto l’una all’al-
teriore del tabernacolo era chiusa da tra, le ali spiegate e i capi chini sul pro-
una cortina ricamata. piziatorio.

1179
EBREI 9:6

L’autore interrompe qui la breve de- qui forse preferibile: “Mentre il primo
scrizione. Il suo scopo non è entrare nei tabernacolo ancora sussiste”. Durante
particolari, ma semplicemente elenca- il regno di Salomone il tabernacolo fu
re ciò che era contenuto nel taberna- sostituito dal tempio ma, idealmente,
colo e spiegare il modo di avvicinarsi a esisteva ancora fino alla morte e alla
Dio che esso raffigurava. risurrezione di Cristo. Le prescrizioni
9:6 Poiché lo scrittore intende raf- riguardanti l’accesso alla presenza di
frontare l’offerta di Cristo con le offer- Dio rimasero effettive finché la cortina
te del giudaismo, egli deve, in primo del tempio non fu squarciata in due da
luogo, descrivere quelle prescritte dal cima a fondo (vd. Mr 15:38).
giudaismo. La scelta è ampia, ma egli 9:9 Il sistema del tabernacolo era
individua la più importante dell’in- una figura per il tempo presente. Es-
tero sistema legale, ossia il sacrificio sendo una figura di qualcosa di mi-
offerto in occasione del gran giorno gliore che doveva venire, il tabernacolo
dell’espiazione (vd. Le 16). Se egli può era una rappresentazione imperfetta
dimostrare che l’opera di Cristo è su- dell’opera perfetta di Cristo.
periore a quella del sommo sacerdote I doni e i sacrifici... non potevano,
nel giorno più significativo del calen- quanto alla coscienza, rendere perfetto
dario religioso d’Israele, allora avrà colui che offre il culto. Se la completa
raggiunto lo scopo. remissione dei peccati fosse stata possi-
I sacerdoti avevano accesso alla bile, la coscienza di chi offriva il sacrifi-
tenda esterna, ossia al luogo santo. Vi cio sarebbe stata liberata dalla colpa del
si recavano continuamente nell’eserci- peccato, ma ciò non avveniva.
zio delle loro funzioni rituali. La gente 9:10 In realtà, le offerte levitiche
comune non vi era ammessa e doveva interessavano solo le contaminazioni
rimanere all’esterno. cerimoniali, ossia tutti quegli aspetti
9:7 Solo un uomo al mondo poteva esteriori quali la purità e l’impurità di
entrare nel luogo santissimo: il som- cibi e bevande e le abluzioni cerimo-
mo sacerdote d’Israele. E quell’uomo, niali, le quali eliminavano l’impurità
appartenente a uno specifico popolo, rituale ma non sfioravano neppure
a una specifica tribù e a una specifica quella morale.
famiglia, poteva entrarvi solamente Le offerte riguardavano un popolo
un giorno all’anno, ossia nel giorno legato a Dio da un patto. Esse avevano
dell’espiazione. Quando vi entrava, do- lo scopo di mantenerlo in una condi-
veva portare con sé un catino di san- zione di purità rituale così che potesse
gue, che egli offriva per se stesso e per i praticare il culto, ma non avevano nul-
peccati del popolo. la a che vedere con la salvezza e la pu-
9:8 Diverse e profonde verità spiri- rificazione dal peccato. L’individuo era
tuali erano legate a questo rituale. Lo salvato mediante la fede nel Signore in
Spirito Santo voleva insegnare che il base all’opera futura di Cristo.
peccato aveva creato una separazione Infine, i sacrifici erano temporanei,
fra l’uomo e Dio, che l’uomo doveva imposti fino al tempo di una loro rifor-
avvicinarsi a Dio per mezzo di un me- ma. Essi guardavano avanti, indicando
diatore e che il mediatore poteva acco- la venuta di Cristo e il suo sacrificio
starsi a Dio solamente per mezzo del perfetto. Il tempo della loro riforma cui
sangue di una vittima sacrificale. Con si fa qui riferimento è l’era cristiana.
ciò si spiegava che la via che conduce- 9:11 Cristo è venuto come sommo
va alla presenza di Dio non era ancora sacerdote dei beni futuri, (14) ossia delle
aperta agli adoratori. straordinarie benedizioni che egli elar-
Era garantito un accesso imperfetto gisce a coloro che lo ricevono.
finché restava ancora in piedi il primo Il suo santuario è un tabernacolo
tabernacolo. La traduzione di Darby è più grande e più perfetto. Esso non è

1180
EBREI 9:14

fatto da mano d’uomo, nel senso che no. Compiuto questo rituale, l’impuro
non è costruito con i materiali di que- tornava puro.
sto mondo: è il santuario celeste, la Mantle osserva:
dimora di Dio.
Le ceneri erano considerate un con-
Nessun tempio fatto con mani centrato delle proprietà essenziali
È suo luogo di servizio; dell’olocausto e vi si poteva fare ri-
Nel cielo stesso Egli serve, corso in qualsiasi momento con rela-
È il suo un celeste sacerdozio: tivamente poche difficoltà e nessun
In Lui le ombre della legge dispendio di tempo. Una giovenca
Sono tutte compiute, e ora si rossa bastava per secoli. Si dice che,
ritirano. nel corso dell’intera storia giudaica,
– Thomas Kelly ne siano state necessarie solamente
sei, poiché era sufficiente una picco-
9:12 Il Signore è entrato una volta lissima quantità di ceneri a impartire
per sempre nel luogo santissimo. Al la virtù purificatrice alla pura acqua
tempo della sua ascensione egli entrò di sorgente (vd. Nu 19:17).(15)
alla presenza di Dio, avendo compiuto
l’opera di redenzione sul Golgota. Non 9:14 Se le ceneri di una giovenca
dovremmo mai smettere di gioire per avevano un tale potere in grado di pu-
l’espressione una volta per sempre. rificare da una delle più gravi forme di
L’opera è compiuta. Gloria al Signore! contaminazione esteriore, quanto più
Il Signore offrì il proprio sangue, il sangue di Cristo è in grado di purifi-
non quello di capri o di vitelli. Il sangue care dai peccati interiori della tinta più
degli animali non aveva alcun potere fosca!
di togliere il peccato; esso era efficace La sua offerta avvenne mediante
solamente in caso di offesa arrecata al lo Spirito eterno. Sul significato di ta-
rituale religioso. Ma infinito è il valore le espressione esistono divergenze di
del sangue di Cristo; la sua potenza è opinione. Alcuni la interpretano come
sufficiente a purificare tutti i peccati di “attraverso uno spirito eterno”, per in-
tutte le persone che siano mai vissute, dicare la disposizione d’animo di con-
di tutte quelle che sono ora in vita e di sapevolezza e deliberazione con cui
tutte quelle che vivranno. Naturalmen- egli offrì il suo sacrificio, diversamente
te la sua potenza si applica unicamente dal sacrificio di natura involontaria de-
a quanti vanno a lui in fede, benché il gli animali. Altri la interpretano come
suo potenziale di purificazione sia illi- “attraverso il suo spirito eterno”. Noi
mitato. crediamo che si tratti di un riferimen-
Mediante il suo sacrificio, egli ha to allo Spirito Santo ; Cristo si offrì in
acquistato una redenzione eterna. I sa- sacrificio nella potenza dello Spirito
cerdoti d’Israele, al contrario, otteneva- Santo.
no soltanto un’espiazione annuale. Vi è La sua era un’offerta fatta a Dio. Egli
una gran differenza fra i due sacrifici! era l’Agnello di Dio senza peccato e
9:13 Per illustrare la differenza fra il senza macchia, la cui perfezione mo-
sacrificio di Cristo e le cerimonie della rale lo rendeva idoneo a caricarsi del
legge, lo scrittore prende ora in con- nostro peccato. I sacrifici animali do-
siderazione il rituale della giovenca vevano essere fisicamente immacolati;
rossa. Sotto la legge il contatto con un egli era moralmente immacolato.
cadavere rendeva l’Israelita impuro, Il suo sangue purifica la… coscien-
sotto l’aspetto cerimoniale, per sette za dalle opere morte per servire il Dio
giorni. Il rimedio consisteva nel me- vivente. Non si tratta semplicemente di
scolare acqua di sorgente alla cenere di una purificazione fisica o cerimoniale,
una giovenca e cospargerne la persona bensì di un rinnovamento morale che
contaminata il terzo e il settimo gior- purifica la coscienza. Il suo sangue

1181
EBREI 9:15

purifica da quelle opere morte che gli al Golgota, ma Dio sapeva, e accreditò
increduli compiono per realizzare la il valore di quell’opera sul loro conto,
propria purificazione; esso libera gli allorché essi credettero alle sue rivela-
uomini da queste opere prive di vita zioni riguardo a se stesso.
per servire il Dio vivente. La trasgressione del popolo ave-
9:15 I versetti precedenti hanno va fatto sì che, sotto l’antico patto, si
messo in risalto l’intrinseca supe- accumulasse un gran debito. Con la
riorità del sangue neotestamentario sua morte, Cristo riscattò i credenti
rispetto a quello dell’antico patto. dell’antica dispensazione da queste
Questo ci porta alla conclusione tratta trasgressioni.
al v. 15: Cristo è mediatore del nuovo Il modo in cui Dio li salvò mediante
patto. Wuest spiega: l’opera ancora futura di Cristo è espres-
so in Romani 3:25-26.
Il termine “mediatore” traduce mesi- 9:16 La menzione dell’eredità nel
tes, con cui si designa la persona che v. 15 ricorda all’autore che, per autenti-
interviene fra due parti per promuo- care un testamento definitivo, è neces-
vere o ristabilire la pace e l’amicizia, sario produrre una prova della morte
per stabilire un accordo o stipula- del testatore. A tal fine, di norma, è suf-
re un patto. Qui il Messia funge da
ficiente un certificato di morte.
mediatore fra un Dio santo e l’uomo
9:17 Il testatore può aver stilato il
peccatore. Con la sua morte sulla
suo testamento molti anni prima, te-
croce egli rimuove l’ostacolo (il pec-
cato) che ha causato la separazione
nendolo poi al sicuro in cassaforte, ma
tra l’uomo e Dio. Nel momento in cui esso non avrà effetto alcuno sino alla
il peccatore accetta i meriti del sacri- sua morte. Fintantoché egli è in vita, la
ficio del Messia, il delitto e il castigo sua proprietà non può essere distribui-
del suo peccato non gli appartengo- ta fra coloro che sono menzionati nel
no più, il potere del peccato nella sua testamento.
vita è annullato, il peccatore riceve la 9:18 Ora il tema si sposta dal testa-
natura divina e non vi è più traccia mento finale di una ipotetica persona
della sua separazione da Dio, tanto all’antico patto stipulato da Dio per
legale quanto personale.(16) mezzo di Mosè (in italiano, i termini
“patto” e “testamento” traducono en-
Ora coloro che sono chiamati posso- trambi il gr. diatheke). Anche in questo
no ricevere l’eterna eredità promessa. caso, doveva esserci una morte. Il patto
Per mezzo dell’opera di Cristo i santi fu ratificato per mezzo dello spargi-
dell’A.T., come pure del N.T., godono mento di sangue.
di una salvezza eterna e di una eterna Nell’antichità ogni patto era sancito
redenzione. dalla morte sacrificale di un animale. Il
Ciò che autorizza i credenti dell’età sangue era un pegno dell’adempimen-
precristiana a beneficiare dell’eredità è to dei termini del patto.
il fatto che c’è stata una morte, la morte 9:19 Allorché Mosè ebbe comunica-
di Cristo. Essa li redime dalle trasgres- to le leggi a Israele, egli prese il sangue
sioni commesse sotto la legge. dei vitelli e dei capri con acqua, lana
In un certo senso, Dio salvò gli uo- scarlatta e issopo, asperse il libro stes-
mini dell’A.T. “a credito”. Essi furono so della legge e tutto il popolo. In tal
giustificati per fede, proprio come noi. modo Mosè eseguì il cerimoniale per la
Cristo, però, non era ancora morto… solenne convalida del patto.
come poteva Dio salvarli, allora? La In Es 24:1-11 leggiamo che Mosè...
risposta è che li salvò in base alla sua asperse con il sangue l’altare e il popo-
preconoscenza di ciò che Cristo avreb- lo, ma non vi è menzione dell’aspersio-
be compiuto. Essi sapevano poco o ne di sangue sul libro, dell’acqua, della
nulla di ciò che Gesù avrebbe compiuto lana scarlatta e dell’issopo. La cosa

1182
EBREI 9:26

migliore è considerare i due resoconti Anzitutto, il tabernacolo terreno do-


come complementari. veva essere purificato con il sangue di
Le parti contraenti del patto era- capri e di tori. Si è già rilevato che que-
no Dio (rappresentato dall’altare) e il sta era una purificazione cerimoniale,
popolo. Il patto era il libro. Il sangue una santificazione simbolica di un
sparso vincolava ambedue le parti a santuario simbolico.
osservare i termini del patto. Gli uo- Il santuario celeste era la realtà di
mini promisero di ubbidire e il Signore cui il tabernacolo terreno era una co-
promise di benedirli qualora avessero pia. Esso deve essere purificato con
mantenuto fede alla promessa. sacrifici più eccellenti di questi, vale a
9:20 Aspergendo il sangue, Mosè dire con il sacrificio di Cristo. L’uso del
annunciò: Questo è il sangue del pat- plurale per descrivere la singola offerta
to che Dio ha ordinato per voi. Questa di Cristo è una figura retorica nota con
azione esigeva la vita delle persone il nome di pluralis maiestatis.
qualora queste fossero venute meno Può sembrare sorprendente che i
all’osservanza della legge. luoghi celesti dovessero essere puri-
9:21 Analogamente, Mosè asperse ficati. Un indizio in questo senso può
di sangue anche il tabernacolo e tutti forse essere rintracciato in Gb 15:15:
gli arredi del culto. Questo rituale non “...i cieli non sono puri ai suoi occhi”.
trova riscontro nell’A.T. In Es 40 non Indubbiamente le cose stanno così a
vi è allusione al sangue riguardo alla motivo del primo atto peccaminoso
consacrazione del tabernacolo. Tutta- commesso in cielo (vd. Is 14:12-14) e
via, il simbolismo è chiaro. Qualsiasi poiché Satana ha ancora accesso alla
cosa abbia qualche contatto con l’uo- presenza di Dio come accusatore dei
mo peccatore si contamina e necessita suoi fratelli (vd. Ap 12:10).
di purificazione. 9:24 Cristo non è entrato in un san-
9:22 Sotto la legge quasi ogni cosa tuario fatto da mano d’uomo, modello
è purificata con sangue. Ma esiste- o figura del vero; ma nel cielo stesso,
vano delle eccezioni. Per esempio, dove egli compare ora alla presenza di
l’uomo che doveva essere censito fra Dio per noi.
i figli d’Israele poteva portare mez- È difficile capire perché qualcuno
zo siclo d’argento come “denaro del voglia lasciare la realtà per tornare alla
riscatto” in luogo di un olocausto copia e anche lasciare il grande som-
(vd. Es 30:11-16). Questa moneta era mo sacerdote che serve nel santuario
un pegno che simboleggiava l’espia- celeste per fare ritorno ai sacerdoti
zione per l’anima dell’uomo affinché d’Israele che servono in un tabernaco-
egli potesse essere considerato come lo simbolico.
appartenente al popolo di Dio. Un’al- 9:25 Il Signore Gesù non fece ripe-
tra eccezione si trova in Le 5:11, dove tute offerte, come invece era costretto
era possibile rimediare a certe forme a fare il sommo sacerdote secondo
di impurità rituale mediante un’of- l’ordine di Aaronne. Questi entrava nel
ferta di fior di farina. luogo santissimo una volta l’anno, cioè
Queste offerte procuravano l’espia- nel giorno dell’espiazione, e non offri-
zione o la copertura del peccato, va il proprio sangue bensì il sangue di
sebbene, in generale, l’espiazione ri- animali sacrificali.
chiedesse un olocausto. Nondimeno, 9:26 Fare ripetute offerte avrebbe
per quanto concerneva il perdono dei significato, per Cristo, patire ripetute
peccati, non esistevano eccezioni: es- sofferenze, poiché la sua offerta consi-
so non era possibile senza spargimen- steva nella sua stessa vita. È impensa-
to di sangue. bile che egli dovesse patire l’agonia del
9:23 Il resto del cap. 9 confronta e Golgota periodicamente, sin dalla fon-
contrappone i due patti. dazione del mondo ! Una tale ripetizio-

1183
EBREI 9:27

ne sarebbe stata assolutamente inutile L’espressione coloro che lo aspetta-


e superflua! no per la loro salvezza designa tutti i
Sotto il nuovo patto, noi abbiamo: veri credenti. Tutti i figli di Dio aspet-
1. una soluzione definitiva: Cristo è tano con ansia il suo ritorno, benché
stato manifestato, e ciò è avvenuto non tutti concordino sull’ordine esatto
una volta per sempre. La sua opera degli eventi legati alla sua venuta.
non ha bisogno di essere ripetuta; La Bibbia non insegna che, in oc-
2. un tempo propizio: Cristo è stato casione del rapimento, sarà portata in
manifestato alla fine dei secoli, vale cielo soltanto una certa categoria di
a dire dopo che l’antico patto aveva cristiani particolarmente spirituali.
dimostrato definitivamente la scon- Essa spiega, invece, che parteciperan-
fitta e l’incapacità dell’uomo; no all’evento “i morti in Cristo” e “noi
3. un’opera perfetta: Cristo è stato ma- viventi, che saremo rimasti” (vd. 1 Te
nifestato per annullare il peccato. 4:16-17), vale a dire tutti i veri creden-
Non si tratta più di un’espiazione ti, sia morti sia ancora in vita. In 1 Co
annuale, ma di un perdono eterno; 15:23 coloro che parteciperanno al
4. un sacrificio personale: Cristo ha rapimento sono chiamati “quelli che
annullato il peccato con il suo sacri- sono di Cristo”.
ficio. Egli ha portato nel suo corpo il Si è spesso fatto notare che i vv. 24-
castigo per i nostri peccati. 28 fanno riferimento a tre apparizioni
Portando onta e scherno rude, di Cristo. Esse possono essere riassun-
Al posto mio condannato fu; te come segue:
Suggellò il mio perdono 1. v. 26: egli è apparso. Un rimando alla
col sangue suo; prima venuta, allorché Cristo venne
Alleluia! Qual Salvatore! sulla terra per salvarci dalla punizio-
– Philip P. Bliss ne del peccato (il tempo passato del-
la salvezza);
9:27 I vv. 27-28 sembrano presenta- 2. v. 24: egli appare ora. Riferimento al
re un’ulteriore distinzione fra l’antico suo ministero presente alla presenza
patto e il nuovo. La legge condannava di Dio per salvarci dalla potenza del
i peccatori a morire una volta sola, peccato (il tempo presente della sal-
dopo di che viene il giudizio. La legge vezza);
era stata data a un popolo di peccatori, 3. v. 28: egli apparirà. Si tratta del suo
il quale non era in grado di osservarla imminente ritorno, allorché ci salve-
perfettamente. Divenne così uno stru- rà dalla presenza del peccato (il tem-
mento di condanna per tutti coloro che po futuro della salvezza).
le erano soggetti. 10:1 La legge era solo un’ombra dei
9:28 Il nuovo patto introduce il sa- beni futuri. Essa indicava la Persona e
crificio infinito di Cristo. Egli fu offerto l’opera di Cristo, ma era solamente un
una volta sola per portare i peccati di misero surrogato. Preferire la legge a
molti. Il nuovo patto annunzia anche Cristo è come preferire una fotografia
la beata speranza del suo imminen- alla persona reale che essa ritrae. È un
te ritorno: egli apparirà una seconda insulto alla maestà di Cristo!
volta… a coloro che lo aspettano per La debolezza del sistema legale è evi-
la loro salvezza. Cristo non tornerà per dente dalla necessità di ripetere con-
risolvere il problema del peccato, già tinuamente i sacrifici. Si noti, infatti,
risolto mediante la sua opera alla croce, l’espressione impiegata per esprimere
bensì per portare i suoi a casa, in cielo. tale concetto: quei sacrifici… offer-
Questo rappresenterà il culmine della ti continuamente, anno dopo anno.
loro salvezza; essi riceveranno dei corpi Tale reiterazione era la prova della loro
glorificati e saranno per sempre liberi assoluta incapacità di soddisfare le ri-
da qualsivoglia contatto con il peccato. chieste di un Dio santo.

1184
EBREI 10:6

I sacrifici non erano in grado di ren- Un altro motivo di insoddisfazio-


dere perfetti i fedeli, non essendo in ne, per Dio, era il fatto che gli uomi-
grado di renderne perfetta la coscien- ni credevano di essergli graditi per
za, liberandola dal peccato. Gli Israeliti mezzo delle loro pratiche cerimonia-
non potevano provare il senso di pu- li, benché la loro vita interiore fosse
rezza perpetua e di liberazione dalla peccaminosa e corrotta. Molti di loro
colpa del peccato, né il completo riposo seguivano, passo dopo passo, la mo-
della coscienza. notona trafila dei sacrifici senza dar
10:2 Se le offerte fossero state in gra- mostra di pentimento o contrizione.
do di assolverli definitivamente, non Essi pensavano di placare Dio me-
si sarebbe forse cessato di compiere diante l’offerta di sacrifici animali
il tragitto annuale al tabernacolo o allorché Dio, in realtà, desiderava il
al tempio? La regolare ricorrenza dei sacrificio di un cuore contrito. Non
sacrifici era un marchio distintivo di si rendevano conto che Dio non è un
inefficacia. È difficile affermare che chi ritualista!
deve prendere una medicina ogni ora Deluso dai sacrifici del passato, Dio
per rimanere in vita sia guarito. preparò un corpo umano per suo Fi-
10:3 Invece di recare pace alla co- glio, parte integrante della sua vita e
scienza, il sistema levitico la risvegliava natura umana. Questo, naturalmente,
dolorosamente ogni anno. Dietro al ma- è un riferimento all’incommensurabile
gnifico rituale del giorno dell’espiazione meraviglia dell’incarnazione, allorché
si celava il ricordo annuale di peccati la Parola divenne carne per morire, co-
unicamente coperti e non rimossi. me uomo, per gli uomini.
10:4 ...il sangue di tori e di capri non È interessante notare che l’espres-
aveva il potere di togliere i peccati. Co- sione mi hai preparato un corpo,
me già accennato, quei sacrifici costi- adattata dal Sl 40:6, può esprime-
tuivano un rimedio alle colpe rituali. re due altri significati. Nel Salmo si
Essi garantivano un certo grado di pu- legge: “M’hai aperto gli occhi” (NR),
rificazione cerimoniale, ma finivano col mentre la ND ha: “Tu mi hai forato le
risolversi in un totale insuccesso, poiché orecchie”. Gli occhi aperti simboleg-
incapaci di procurare un’adeguata ripa- giavano naturalmente la prontezza
razione per la natura corrotta dell’uomo del Messia a ricevere istruzioni da
o per le sue opere malvagie. Dio e a osservarle all’istante. L’orec-
10:5 In contrapposizione alla debo- chio forato potrebbe, invece, esse-
lezza delle offerte levitiche, si staglia re un’allusione all’usanza di forare
davanti a noi il sacrificio di Cristo, l’orecchio dello schiavo ebreo con un
magnifico e inestimabile. A titolo di in- punteruolo contro una porta (vd. Es
troduzione, ci è permesso di conoscere 21:1-6), quale segno del vincolo vo-
come il Salvatore si espresse al tempo lontario che lo legava al padrone per
della sua incarnazione. Con la sua sempre. Nella sua incarnazione, il
citazione dal Sl 40 egli notava l’insod- Salvatore dichiarò, di fatto: “Io amo il
disfazione di Dio verso i sacrifici e le mio padrone… non voglio andarme-
offerte dell’antico patto. Quei sacrifici ne libero” (Es 21:5).
erano stati istituiti da Dio ma non rap- 10:6 Continuando a citare il Sl 40, il
presentavano la sua intenzione defini- Messia ripeté che Dio non gradiva né
tiva. I sacrifici non avevano lo scopo di olocausti né sacrifici per il peccato. Gli
togliere il peccato ma, piuttosto, di in- animali erano delle vittime involonta-
dicare l’Agnello di Dio, il quale avrebbe rie, il cui sangue era impotente a purifi-
realmente tolto il peccato del mondo, care. Inoltre, non rappresentava ciò che
facendosene carico. Poteva Dio com- Dio realmente desiderava: essi erano fi-
piacersi dei fiumi di sangue di animali gure, ombre prefiguranti il sacrificio di
o dei cumuli di carcasse arse? Cristo. Di per sé, erano privi di valore.

1185
EBREI 10:7

10:7 Ciò di cui Dio, invece, si com- 10:11 Il ministero di ogni sacerdote
piacque fu la scelta del Messia di fare la secondo l’ordine di Aaronne è ora mes-
volontà di Dio, indipendentemente dal so in netto contrasto con quello di Cri-
prezzo da pagare. Cristo si dimostrò ub- sto. Il primo stava in piedi ogni giorno
bidiente offrendosi sull’altare del sacri- nell’esercizio dei suoi compiti. Nel
ficio. Nel pronunciare quelle parole, il tabernacolo e nel tempio non vi erano
Signore rammentò che, dal principio al- sedie. Non vi poteva essere riposo per-
la fine, l’A.T. testimoniava il suo sincero ché l’opera non era mai completa. Il sa-
diletto nel compiere la volontà di Dio. cerdote offriva ripetutamente gli stessi
10:8 I vv. 8-10 forniscono la spiega- sacrifici. Era una consuetudine inces-
zione spirituale del colloquio tra Cristo sante che lasciava il peccato intatto e la
e Dio. Lo scrittore lo interpreta come il coscienza non alleviata.
segnale del tracollo dell’intero sistema Questi sacrifici non erano mai suffi-
sacrificale e dell’introduzione dell’of- cienti per togliere i peccati. “Aaronne”,
ferta perfetta, completa e definitiva di scrive A.B. Bruce, “benché fosse un
Gesù Cristo. Egli riassume in breve la importante personaggio all’interno del
citazione tratta dal Sl 40 per eviden- sistema levitico, non era, dopo tutto,
ziare che Dio non gradiva i sacrifici... che uno sgobbone sacerdotale, costan-
offerti secondo la legge. temente impegnato in mansioni ceri-
10:9 L’autore mette poi in eviden- moniali prive di vero valore”. (18)
za come, dopo che Dio ebbe espresso 10:12 Il nostro benedetto Signore
il proprio dispiacere per il problema offrì un unico sacrificio per i peccati.
insoluto del peccato, il Messia si fece Non vi sarebbe più stato bisogno di al-
avanti per compiere ciò che il cuore del cun altro sacrificio!
Padre avrebbe gradito.
Non sangue, non più altare ora,
Ed ecco la conclusione: egli aboli-
Il sacrificio è compiuto!
sce il primo per stabilire il secondo : in
Nessuna fiamma, nessun fumo
altre parole, abolisce l’antico sistema al cielo ascende,
delle offerte richieste dalla legge e in- L’agnello non è più ucciso.
troduce il proprio sommo sacrificio per Ma più prezioso sangue è sgorgato
il peccato. Il patto della legge si ritira ai Da più nobili vene
margini della scena, mentre avanza il L’anima dalla colpa purgando
nuovo patto. E purificando le più cupe macchie.
10:10 In virtù di tale “volontà” di – Horatius Bonar
Dio, cui Gesù si sottomise pienamente,
noi siamo stati santificati, mediante Gesù, dopo aver offerto un unico sacri-
l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta ficio per i peccati, e per sempre, si è sedu-
una volta per sempre. to alla destra di Dio. La punteggiatura di
George Landis commenta: questo versetto può essere correttamente
inserita in modo da rendere due concet-
Si tratta di una santificazione di posi-
ti: “un unico sacrificio dei peccati per
zione, come avviene nell’intera Lettera
agli Ebrei, fatta eccezione per 12:14, e
sempre” e “[egli] per sempre si è seduto”.
vale per tutti i credenti (vd. 1 Co 6:11), Entrambi sono veri. Nondimeno, siamo
non solamente per alcuni “cristiani portati a credere che la seconda sia l’in-
evoluti”. Essa è stata realizzata per terpretazione corretta. Gesù è assiso per
volontà di Dio e mediante il sacrificio sempre alla destra di Dio poiché il terri-
di Cristo. Siamo stati posti a parte da bile salario del peccato è stato pagato per
Dio, per Dio e per appartenere a Dio. sempre. Egli è seduto alla destra di Dio,
Quest’opera non deve essere confusa posto d’onore, di potere e di intimità.
con l’opera progressiva dello Spirito Qualcuno potrebbe obiettare che
Santo nel credente per mezzo della Pa- Gesù non può essere seduto per sempre,
rola (vd. Gv 17:17-19; 1 Te 5:23).(17) dacché un giorno sorgerà in giudizio.

1186
EBREI 10:19

In ogni caso, non vi è contraddizione. potremmo definire “la parte dottrina-


Per quanto concerne la sua offerta per le” della lettera.
il peccato, egli si è seduto per sempre. ...non c’è più bisogno di offerta per il
Per quanto riguarda il giudizio, Cristo peccato. Lo scrivente desidera che que-
non rimarrà seduto per sempre. ste parole riecheggino nel nostro cuore
10:13 Gesù Cristo attende soltanto e nella nostra mente, ora che si appre-
che i suoi nemici siano posti come sta a introdurci nella sfera dei nostri
sgabello dei suoi piedi, fino al giorno obblighi pratici.
in cui ogni ginocchio si piegherà da-
vanti a lui e ogni lingua lo riconoscerà III. MONITI ED ESORTAZIONI
come Signore alla gloria di Dio Padre (10:19–13:17)
(vd. Fl 2:10-11). Ciò avverrà nel giorno
del suo giudizio sulla terra. A. Monito contro il disprezzo
10:14 Il valore superlativo della di Cristo (10:19-39)
sua offerta è visibile nel fatto che per 10:19 Nell’A.T. l’umanità era tenuta a
mezzo di essa egli ha reso perfetti per debita distanza da Dio; ora, in Cristo,
sempre quelli che ha santificati. Quelli siamo avvicinati a Dio per mezzo del
che ha santificati qui sono tutti coloro sangue della sua croce: Dio ci invita,
che sono stati tolti dal mondo e messi a pertanto, ad accostarci a lui. Tale esor-
parte per Dio, vale a dire tutti i veri cre- tazione presuppone che tutti i credenti
denti. Essi sono santificati in un dupli- siano ora sacerdoti, poiché ci viene as-
ce senso: 1° la loro posizione dinanzi a sicurato che abbiamo libertà di entra-
Dio è perfetta ed essi sono da lui accolti re nel luogo santissimo per mezzo del
al pari del suo diletto Figlio; 2° possie- sangue di Gesù. Durante l’economia
dono una perfetta coscienza riguardo giudaica la gente comune era esclusa
alla colpa e alla punizione del peccato, dal luogo santo e dal luogo santissimo;
sanno che il prezzo del peccato è sta- soltanto i sacerdoti potevano accede-
to pagato per intero e che Dio non do- re alla prima stanza e solo il sommo
manderà un nuovo pagamento. sacerdote alla seconda. Ora tutto ciò
10:15 Anche lo Spirito Santo… rende è cambiato. Dio non ha più un luogo
testimonianza della verità secondo cui particolare in cui solo una speciale
sotto il nuovo patto il problema del pecca- casta di uomini può accostarsi a lui.
to sarebbe stato efficacemente risolto una Al contrario, mediante la fede tutti i
volta per tutte. Egli ne rende testimonian- credenti possono ora entrare alla pre-
za attraverso le Scritture dell’A.T. senza di Dio, in qualsiasi momento e in
10:16 In Gr 31:31 il Signore promise qualunque luogo.
di fare un nuovo patto con il suo popo-
Oltre la cortina
lo terreno.
Dio a entrar mi invita
10:17 Nello stesso patto egli aggiunge: Per la via nuova e vivente
Non mi ricorderò più dei loro peccati e Non in tremante speranza
delle loro iniquità. Certamente ci colpi- m’avventuro
sce il fatto che Gr 31:34 contenesse già la Baldo ascolto la sua voce
promessa di un perdono dei peccati to- Là, con Cristo mio Dio, io incontro
tale e definitivo; tuttavia alcuni di coloro Dio sul propiziatorio!
che vivevano al tempo in cui la promessa Ogni dignità che dinanzi a lui io ho
vedeva il principio del suo adempimento È il valor del sangue suo:
erano disposti a fare ritorno agli inces- Io presento, allorché l’adoro,
santi sacrifici del giudaismo! Cristo, la primizia, a Dio.
10:18 La promessa di perdono sotto A lui con gioia Dio guarda
il nuovo patto significa che non c’è più Così rivelando la mia accettazione!
bisogno di offerta per il peccato. Con – Gerhard Tersteegen
tali parole l’autore chiude quella che (dall’inno “Brought Nigh”)

1187
EBREI 10:20

10:20 Il nostro accesso a Dio av- onorava con le labbra, ma il suo cuore
viene per una via nuova e vivente. era spesso lontano da lui (vd. Mt 15:8).
In questo caso, l’aggettivo nuova ha Occorre accostarsi a lui con un atteg-
forse il significato di “appena uccisa” giamento di totale sincerità;
o “appena creata”. L’aggettivo viven- 2. …con piena certezza di fede. Ci avvi-
te potrebbe essere un riferimento a ciniamo a Dio con totale fiducia nelle
Gesù, il Salvatore risorto e vivente. sue promesse e con la ferma convin-
Questa via è stata aperta attraverso la zione che Dio ci riceverà amorevol-
cortina, vale a dire la sua carne. Tale mente alla sua presenza;
affermazione ci insegna chiaramente 3. …avendo i cuori aspersi di
che la cortina fra le due stanze del ta- quell’aspersione che li purifica da
bernacolo era una figura del corpo del una cattiva coscienza. Questa può es-
Signore. Per garantirci l’accesso alla sere solamente prodotta dalla nuova
presenza di Dio, la cortina doveva es- nascita. Quando riponiamo in Cristo
sere squarciata; in altre parole, il cor- la nostra fiducia, ci appropriamo del
po del Signore doveva essere spezzato valore del suo sangue. Simbolicamen-
attraverso la morte. te aspergiamo il nostro cuore con quel
Questo ci rammenta che non pos- sangue allo stesso modo in cui gli Isra-
siamo accostarci a Dio grazie alla eliti aspersero le loro porte con il san-
vita immacolata di Cristo, ma solo gue dell’agnello pasquale. Siamo così
grazie alla sua morte vicaria. È solo liberati dalla cattiva coscienza. Ora
attraverso le ferite mortali dell’Agnello possiamo testimoniare:
che possiamo entrare. Ogni volta che La coscienza non più ci condanna,
entriamo alla presenza di Dio in pre- Poiché il suo prezioso sangue
ghiera o in adorazione, ricordiamoci Ci ha lavato e purificato una volta
che questo privilegio ci fu acquistato per sempre,
a un prezzo enorme. Ci ha purificato agli occhi di Dio.
10:21 Non solo abbiamo grande fi- – Frances Bevan
ducia quando entriamo alla presenza
di Dio, ma abbiamo altresì un grande 4. ...e il corpo lavato con acqua pura.
sacerdote sopra la casa di Dio. Pur es- Ancora una volta si tratta di un lin-
sendo, noi stessi, sacerdoti (vd. 1 P 2:9; guaggio simbolico. Il nostro corpo
Ap 1:6), abbiamo ancora bisogno di rappresenta la nostra vita. Il riferi-
un sacerdote. Cristo è il nostro grande mento all’acqua pura può indicare la
sacerdote e il suo ministero presente Parola (vd. Ef 5:25-26), lo Spirito San-
per noi garantisce la nostra continua to (vd. Gv 7:37-39) o lo Spirito Santo
accettazione dinanzi a Dio. che usa la Parola per purificare la
10:22 ...avviciniamoci. Questo è il nostra vita dalla quotidiana conta-
privilegio del credente che Cristo ha minazione. In virtù della morte di
acquistato con il proprio sangue. Quale Cristo siamo purificati una volta per
indicibile meraviglia ricevere udienza, tutte dalla colpa del peccato, ma sia-
non presso le celebrità di questo mon- mo anche ripetutamente purificati
do, ma presso il Sovrano dell’universo! dalla contaminazione del peccato
Il valore che annettiamo a questo pri- per l’opera dello Spirito mediante la
mo invito sarà evidenziato dalla nostra Parola (vd. Gv 13:10).
risposta. Possiamo, pertanto, riassumere i
Ora abbiamo una quadruplice de- quattro requisiti per accedere alla pre-
scrizione della nostra preparazione senza di Dio come sincerità, convin-
spirituale in vista dell’ingresso alla sala zione, salvezza e santificazione.
del trono: 10:23 Questa è la seconda esortazio-
1. …con cuore sincero. Il popolo d’Israe- ne: Manteniamo ferma la confessione
le si avvicinava a Dio con la bocca e lo della nostra speranza. Niente ci deve

1188
EBREI 10:26

distogliere dalla fedele confessione di di questa colpa si stavano macchiando


Cristo quale nostra unica speranza. alcuni, all’epoca della stesura della let-
A quanti erano tentati di rinunciare tera. I credenti erano dunque tenuti a
alle benedizioni invisibili e future del esortarsi a vicenda, soprattutto in vista
cristianesimo per le cose presenti e vi- dell’imminente ritorno di Cristo. Quan-
sibili del giudaismo, lo scrivente ram- do egli tornerà, i credenti perseguitati,
menta che fedele è colui che ha fatto le ostracizzati e disprezzati saranno dalla
promesse. Le sue promesse non posso- parte dei vincitori. Fino ad allora c’è bi-
no venire meno; chi confida in lui non sogno di perseveranza.
sarà deluso. Il Salvatore verrà, come ha 10:26 La quarta esortazione è un se-
promesso, e il suo popolo sarà con lui e vero monito. Come nei casi precedenti,
come lui per sempre. si tratta di un monito contro l’apostasia,
10:24 Siamo altresì chiamati a inco- qui definita un “peccato volontario”.
raggiare gli altri fratelli a manifestare Come già segnalato, esiste un con-
amore e dedicarsi alle buone opere. Nel siderevole disaccordo fra i credenti
N.T. l’amore non è un’emozione ma un riguardo alla reale natura di questo
atto di volontà. Poiché Dio ci comanda peccato. La questione, in breve, consi-
di amare, l’amore deve essere qualco- ste nello stabilire se esso si riferisce a:
sa di possibile e fattibile. L’amore è la 1. veri credenti che si allontanano da
radice; le buone opere sono il frutto. Cristo e sono perduti;
Mediante l’esempio e l’insegnamento 2. veri credenti che si allontanano ma
dovremmo esortare gli altri credenti a sono, in ogni caso, salvati;
questo stile di vita. 3. quanti si professano appartenenti a
I cuori che amano son giardini,
Cristo per qualche tempo, si identi-
I pensieri che amano son radici, ficano con una chiesa locale, ma poi
Le parole che amano son fiori, deliberatamente rinnegano Cristo.
E le buone opere sono i loro frutti. Costoro non sono realmente nati di
– Adattamento della poesia
nuovo e non potranno mai più esserlo.
“Kind hearts are gardens” Qualunque sia la posizione cui ade-
di Henry Wadsworth Longfellow riamo, ci scontreremo con evidenti
difficoltà interpretative. Crediamo, tut-
10:25 Quindi dovremmo continuare tavia, che la terza interpretazione sia
a incontrarci, non abbandonando la quella corretta, poiché è la più coerente
nostra comune adunanza, come, in- con l’intero insegnamento di Ebrei e
vece, fanno alcuni. Questa può essere del N.T.
considerata un’esortazione generale, ri- Qui l’apostasia è definita come un
volta a tutti i credenti, alla fedeltà nella peccare volontariamente dopo aver
frequentazione degli incontri di chiesa. ricevuto la conoscenza della verità .
Non vi è dubbio che, nell’adorazione e Come Giuda, l’apostata ha udito il van-
nel servizio comune, troveremo forza, gelo, conosce la via della salvezza e ha
consolazione, nutrimento e gioia. perfino finto di riceverla; ma poi l’ha
Il versetto può altresì essere inteso co- deliberatamente ripudiata.
me un incoraggiamento speciale per quei Per un simile individuo non rimane
cristiani che attraversano la persecuzio- più alcun sacrificio per i peccati. Co-
ne. Esiste sempre la tentazione di isolarsi stui ha fermamente e definitivamente
per evitare l’arresto, il biasimo e la soffe- rigettato il sacrificio che Cristo ha com-
renza e di rimanere discepoli nascosti. piuto una volta per sempre. Dio non ha
In sostanza, nondimeno, il versetto alcuna altra via di salvezza da offrirgli.
rappresenta un monito contro l’aposta- In un certo senso, ogni peccato è vo-
sia. Abbandonare l’assemblea locale qui lontario; nondimeno, l’autore ravvisa
significa voltare le spalle al cristianesi- nell’apostasia un peccato deliberato di
mo per ritornare al giudaismo. Proprio straordinaria gravità.

1189
EBREI 10:27

Il fatto che l’autore si esprima in crocifisso fosse consumato e detur-


prima persona plurale non significa pato a causa del gran numero di per-
necessariamente che egli includa se sone che lo calpestarono.
stesso nel discorso. Nel v. 39 egli certa- 2. Ha considerato profano il sangue del
mente esclude se stesso, come anche i patto con il quale è stato santificato.
suoi fratelli, dal novero di quanti si ri- L’apostata reputa inutile e cosa di po-
traggono a propria perdizione. co conto il sangue con cui Cristo ha
10:27 Nulla rimane all’infuori di una ratificato il nuovo patto. In virtù di
terribile attesa del giudizio; non esiste quello stesso sangue egli aveva goduto
via di fuga. È impossibile ricondurre di una posizione di privilegio esteriore
l’apostata al ravvedimento (vd. 6:4). e, in virtù della sua associazione con
Egli si è coscientemente e deliberata- i credenti, era stato santificato, allo
mente sganciato dalla grazia di Dio in stesso modo in cui un marito incredu-
Cristo. Il suo destino è l’ardore di un lo è santificato dalla moglie credente
fuoco che divorerà i ribelli. È inutile (vd. 1 Co 7:14). Ma ciò non significa
cavillare se si tratti di un’allegoria o di che fosse salvato.
un vero fuoco. Il linguaggio qui utiliz- 3. Ha disprezzato lo Spirito della grazia.
zato ha il chiaro scopo di denotare una Lo Spirito di Dio lo aveva illuminato
punizione tremendamente severa. riguardo alla buona notizia, lo aveva
Si noti che Dio considera gli apostati convinto di peccato e lo aveva indi-
alla stregua di ribelli. Tale appellativo rizzato a Cristo quale unico rifugio
denota una volontaria opposizione a dell’anima. Ma egli aveva disprezzato
Cristo, non una pusillanime neutralità. lo Spirito della grazia calpestando sia
10:28 Il destino di coloro che tra- lui che la salvezza che egli offre.
sgredivano la legge nell’A.T. è ora pre- 10:30 Il ripudio volontario del diletto
sentato come sfondo su cui far risaltare Figlio di Dio è un peccato di immensa
la più tremenda sorte dell’apostata. Un gravità. Dio siederà in giudizio contro
uomo che trasgrediva la legge di Mo- tutti coloro che se ne macchiano. Egli
sè cadendo nell’idolatria era messo a ha assicurato: A me appartiene la ven-
morte senza pietà una volta che la sua detta! Io darò la retribuzione! (vd. De
colpa fosse comprovata dalla parola di 32:35). Il termine vendetta qui è sino-
due o tre testimoni (De 17:2-6). nimo di piena giustizia. Se usato con
10:29 L’apostata sarà considerato riferimento a Dio, questo termine perde
degno di un ben peggior castigo, aven- qualsiasi connotato di rancore o desi-
do goduto di un maggiore privilegio. derio di rivalsa. Si tratta semplicemente
L’enormità del suo peccato è indicata della giusta retribuzione. Conoscendo il
dalle tre accuse sollevate contro di lui. carattere di Dio, possiamo essere sicuri
1. Ha calpestato il Figlio di Dio. Dopo che agirà secondo la promessa, retri-
essersi professato seguace di Gesù, buendo l’apostata con giusta misura.
dichiara ora sfacciatamente di non E ancora: “Il Signore giudicherà il
voler avere più nulla a che fare con suo popolo”. Dio vendicherà e renderà
lui. Nega di aver bisogno di Cristo giustizia a coloro che gli appartengono
quale Salvatore e volontariamente lo veramente, ma qui l’ovvio riferimento
rifiuta come Signore. è al giudizio dei malvagi.
Un tempo in Giappone il governo si Se ci risulta difficile pensare agli
serviva di un crocifisso durante la apostati come al suo popolo, dovrem-
persecuzione del cristianesimo. Esso mo ricordare che essi sono suoi in
era posto a terra e ogni uomo doveva quanto sue creature, nonché in quanto
calpestarne il volto. I pagani non esi- professanti (seppur per un tempo li-
tavano a farlo, mentre i veri cristia- mitato). Egli è il loro Creatore, benché
ni, che si rifiutavano, erano messi a non il loro Redentore, ed essi si sono,
morte. Si narra che il volto del Gesù per qualche tempo, professati suo po-

1190
EBREI 10:37

polo, quantunque non l’abbiano mai Quando i loro beni furono confiscati
conosciuto personalmente. dalle autorità, essi accettarono la situa-
10:31 Questa è una lezione imperi- zione con gioia, scegliendo di rimane-
tura per tutti: non siate fra quelli che re fedeli a Gesù anziché tenersi stretti
cadono nelle mani del Dio vivente per ai propri beni materiali. Sapevano di
essere da lui giudicati, poiché è cosa avere “una eredità incorruttibile, sen-
terribile. za macchia e inalterabile” (vd. 1 P 1:4).
Non c’è nulla in questo passo della Ciò che li aveva resi capaci di fare così
Scrittura che abbia lo scopo di turbare poco conto della ricchezza terrena fu
o confondere quanti appartengono re- un vero miracolo della grazia divina.
almente a Cristo. Esso fu volutamente 10:35 La seconda grande considera-
scritto in uno stile duro, inquisitorio zione è la seguente: la vicinanza della
e provocatorio al fine di ammonire ricompensa avrebbe dovuto fortificar-
quanti professano il nome di Cristo li. Avendo tanto sopportato in passato,
riguardo alle terribili conseguenze avrebbero dovuto guardarsi dall’arren-
dell’apostasia. dersi ora. In pratica, lo scrivente esor-
10:32 Nei restanti versetti del cap. 10 ta: “Non mancate alla mietitura delle
lo scrittore fornisce a i primi cristiani vostre lacrime” (F.B. Meyer). I credenti
giudei tre convincenti ragioni per per- erano ora più vicini all’adempimento
severare con fermezza nella loro fedel- della promessa di Dio di quanto non
tà a Cristo: lo fossero mai stati. Non era proprio il
1. le loro esperienze passate li avrebbe- momento di fare marcia indietro.
ro incoraggiati; “Non gettate via la vostra fiducia
2. la vicinanza della ricompensa li proprio ora: essa reca con sé una ricca
avrebbe fortificati; ricompensa nel mondo futuro” (J.B.
3. il timore di dispiacere a Dio sarebbe Phillips).
stato un deterrente contro un ritorno 10:36 Ciò di cui avevano bisogno
al passato. era la costanza, la determinazione di
In primo luogo, dunque, le loro tra- accettare le persecuzioni anziché fug-
scorse esperienze avrebbero dovuto girle rinnegando Cristo. Poi, fatta la
incoraggiarli. Dopo aver professato la volontà di Dio, avrebbero ottenuto ciò
loro fede in Cristo, essi erano diventati che era stato loro promesso.
oggetto di aspre persecuzioni: le loro 10:37 La futura ricompensa attende-
famiglie li avevano disconosciuti, gli va il ritorno del Signore Gesù; di qui la
amici li avevano abbandonati e i loro citazione da Ac 2:3: Ancora un brevissi-
nemici li braccavano. Ma, anziché ge- mo tempo e colui che deve venire verrà
nerare paura e viltà, queste sofferenze e non tarderà. Nel versetto di Abacuc
li avevano fortificati nella fede. Indub- si legge, infatti: “...è una visione per un
biamente essi provavano una certa tempo già fissato; essa si affretta verso
esultanza, giacché erano considerati il suo termine e non mentirà; se tarda,
degni di essere oltraggiati per il nome aspettala; poiché certamente verrà; e
di Cristo (vd. At 5:41). non tarderà”. Sulla diversità fra le due
10:33 Talvolta la loro sofferenza era versioni, Marvin Vincent afferma:
personale; soli, erano stati portati allo Nella lingua ebraica il soggetto della
scoperto e pubblicamente esposti ai frase è la visione dello sterminio dei
maltrattamenti e agli scherni. In altri Caldei… Nella traduzione della Sep-
momenti avevano patito vessazioni si- tuaginta (V. dei LXX) il soggetto è cer-
mili insieme ad altri cristiani. tamente Yahweh o il Messia. A poste-
10:34 Non avevano paura di fare vi- riori, i teologi ebrei ravvisarono in tale
sita a coloro che erano prigionieri per passo un riferimento al Messia, ed è
Cristo, malgrado il rischio di essere ac- in tal senso che l’autore della lettera
cusati di associazione con i cristiani. propone la sua interpretazione.(19)

1191
EBREI 10:38

A.J. Pollock commenta: non... gradisce è quella di chi rifiuta il


Il brano dell’Antico Testamento e la Messia e ritorna agli obsoleti sacrifici
citazione alterata del Nuovo Testa- del tempio: se si tira indietro, l’anima
mento sono entrambi testualmente mia non lo gradisce.
ispirati e analogamente considerati 10:39 L’autore si dissocia subito,
come Scrittura. Nella profezia di Aba- con i suoi fratelli, da quelli che si ti-
cuc il soggetto sottinteso (essa) desi- rano indietro a loro perdizione. Con
gna la visione della venuta di Cristo queste parole si intende operare una
per regnare. Nella Lettera agli Ebrei netta distinzione fra gli apostati e i veri
il soggetto (colui) è una persona: si fa credenti. Gli apostati si tirano indietro
dunque allusione al rapimento. e sono perduti. I veri credenti hanno
fede e preservano la loro anima dalla
Quindi prosegue, in senso più ge- condanna dei reietti.
nerale: Con questa menzione della fede (in
Quando un autore ispirato cita l’An- gr. “credere” e “fede” hanno la medesi-
tico Testamento, si serve del brano ma radice), l’autore getta il fondamento
citato nella sola misura utile allo per una discussione più approfondita
scopo che la mente divina si è pre- riguardo al significato di una vita gra-
fissato, alterandolo sovente, seppur dita a Dio. Il celebre cap. 11 è il natura-
senza contraddirlo, al fine di veico- le sviluppo di una simile premessa.
lare non l’esatto significato del brano
dell’A.T., ma il più pieno significato B. Esortazione alla fede
che lo Spirito Santo ha stabilito che mediante esempi tratti
esso comunichi nel Nuovo Testa- dall’Antico Testamento (cap. 11)
mento… Ora, nessuno all’infuori di 11:1 Questo capitolo sviluppa il tema
Dio può fare questo uso della Scrit- della vista spirituale e della perseve-
tura. Il fatto che ciò avvenga, e in ranza della fede. Ci pone di fronte a uo-
larga misura, è un’ulteriore prova di mini e donne dell’A.T. dotati di un visus
ispirazione. Dio è l’autore della Bib- spirituale di “dieci decimi” che soppor-
bia e può citare le PROPRIE parole, tarono onte e sofferenze indicibili pur
alterando o aggiungendo al fine di di non rinnegare la loro fede.
adattarle al messaggio che vuole co-
Il v. 1 non è una definizione parti-
municare. Ma se qualcuno di noi cita
colarmente formale della fede quanto,
la Scrittura, lo deve fare con assoluta
piuttosto, una descrizione di ciò che la
precisione. Non abbiamo alcun di-
ritto di alterare nemmeno uno iota fede fa per noi. Essa rende le cose che si
o un apice. L’autore del libro, invece, sperano così reali che è come se già fos-
lo può fare. Importa poco quale pen- sero nostre e fornisce una dimostrazione
na usi, sia essa quella di Mosè o di inconfutabile del fatto che le benedizioni
Isaia, di Pietro o di Paolo, di Matteo spirituali e invisibili del cristianesimo
o di Giovanni… si tratta sempre del sono assolutamente certe e reali. In altre
suo scritto.(20) parole, porta il futuro nel presente e ren-
de visibile ciò che è invisibile.
10:38 Un ultimo incentivo a una La fede è fiducia nell’affidabilità di
salda costanza è il timore di recare di- Dio, ossia la convinzione della veridici-
spiacere a Dio. Continuando a citare tà delle affermazioni di Dio e del com-
Abacuc, l’autore mostra come la vita pimento delle sue promesse.
che Dio gradisce sia la vita di fede : il La fede deve essere in possesso di
mio giusto per fede vivrà. Questa è la qualche rivelazione da Dio, di qualche
vita che tiene in massima considera- promessa divina che ne costituisca il
zione le promesse di Dio, che vede l’in- fondamento. Non è un salto nel buio.
visibile e persevera fino alla fine. Richiede la più ferma certezza dell’uni-
D’altro canto, la condotta che Dio verso e la trova nella Parola di Dio.

1192
EBREI 11:4

Non si limita a ciò che è possibile, ma sonore. Queste si trasformarono in ma-


invade la sfera dell’impossibile. È stato teria e, d’un tratto, il mondo prese vita.
detto: “La fede inizia dove le possibilità ...le cose che si vedono non sono sta-
umane finiscono. Se una cosa è possi- te tratte da cose apparenti. L’energia è
bile, allora Dio non ne riceverà gloria”. invisibile, come gli atomi, le molecole e
i gas, i quali, tuttavia, diventano visibili
Fede, la potente fede,
quando si combinano.
le promesse vede,
E guarda a Dio solo; Il dato della creazione come è pre-
Ride dell’impossibilità sentato in questo passo è incontestabi-
E proclama a gran voce: “Così sarà”. le. Non potrà mai essere modificato né
mai lo sarà.
– Charles Wesley
11:4 Adamo ed Eva non fanno parte
Anche nella vita di fede esistono dell’albo della fede. Allorché dovettero
problemi e difficoltà. Dio mette a du- decidere chi dei due, fra Dio e Satana,
ra prova la nostra fede per vedere se è dichiarasse il vero, essi scelsero Sata-
genuina (vd. 1 P 1:7). Ma, come sostie- na. Tuttavia, ciò non significa che essi
ne George Müller, “le difficoltà sono il non furono, in seguito, salvati per fede,
nutrimento della fede”. come rivelano le tuniche di pelle di
11:2 Avendo camminato per fede e animali con cui Dio li rivestì.
non per visione, i campioni dell’A.T. ri- Abele dovette ricevere qualche ri-
cevettero l’approvazione divina. Il resto velazione riguardo alla possibilità di
di questo capitolo è un’illustrazione di accedere a Dio esclusivamente con
come Dio ha reso loro testimonianza. spargimento di sangue. Forse lo ap-
11:3 La fede fornisce l’unico rac- prese dai suoi genitori, ristabiliti alla
conto della creazione basato sui fatti. comunione con Dio solamente dopo
Dio solo era là ed è lui a dirci cosa è che egli li ebbe rivestiti di pelli di ani-
successo. Noi crediamo alla sua Paro- mali (vd. Ge 3:21). In ogni caso, Abele
la e, in questo modo, sappiamo come dimostrò la propria fede accostandosi
sono andate le cose. McCue dichiara: a Dio mediante il sangue di un sacrifi-
“Il concetto di un Dio preesistente alla cio. Il sacrificio... di Caino fu un’offerta
materia il quale, con il suo fiato, la chia- di frutta e verdura e, perciò, esangue.
ma alla vita trascende il dominio della Abele raffigura la vera salvezza per gra-
ragione o dell’umana dimostrazione. zia mediante la fede. Caino raffigura il
Lo si accetta semplicemente mediante futile tentativo dell’uomo di salvarsi
un atto di fede”. mediante le buone opere.
Per fede comprendiamo. Il mondo George Cutting fa notare che “Dio
dice: “Vedere per credere”; Dio dice: non guardò al valore personale di
“Credere per vedere”. Gesù redarguì Abele nel considerarlo giusto, ma al
Marta: “Non ti ho detto che se credi, valore del sacrificio che egli portò e
vedrai la gloria di Dio?” (Gv 11:40). alla sua fede in esso”. E lo stesso vale
L’apostolo Giovanni scrisse: “Vi ho per noi: non siamo giustificati per il
scritto queste cose perché sappiate… nostro carattere o per le nostre buone
voi che credete…” (1 Gv 5:13). Nelle co- opere, ma unicamente sulla base del
se spirituali la fede precede di un passo valore del sacrificio di Cristo e della
la comprensione. nostra accettazione.
...i mondi sono stati formati dalla Abele fu ucciso da Caino perché la
parola di Dio. Dio parlò e la materia fu. legge odia la grazia. L’uomo che si fon-
Questo si accorda perfettamente con da sulla propria giustizia odia la verità,
la scoperta dell’uomo secondo la quale la quale gli prospetta l’impossibilità di
la materia è, sostanzialmente, energia. salvarsi per meriti e lo esorta ad affi-
Quando Dio parlò, ecco che subito vi fu darsi totalmente all’amore e alla mise-
un flusso di energia sotto forma di onde ricordia di Dio.

1193
EBREI 11:5

La testimonianza di Abele vive an- stato un diluvio prima di allora; anzi,


cora: per mezzo della fede... egli parla alcuni sostengono che non avesse mai
ancora. In un certo senso, la fede con- piovuto (vd. Ge 2:5-6). Noè credette e
sente alle corde vocali dell’uomo di costruì un’arca, benché fosse, verosi-
continuare a funzionare anche dopo milmente, alquanto distante da acque
che il suo corpo è posto a giacere nella navigabili. Che egli debba essere stato
tomba. lo zimbello del popolo è indubbio. Ma
11:5 In un dato momento della sua la fede di Noè fu ricompensata: la sua
vita Enoc dovette ricevere da Dio la famiglia fu salvata, il mondo subì la
promessa che sarebbe andato in cielo condanna della sua empia condotta
senza conoscere la morte. Fino ad al- e della sua cattiva testimonianza e il
lora, presto o tardi, tutti gli uomini mo- patriarca fu fatto erede della giustizia
rivano. Nessun altro era stato rapito in che si ha per mezzo della fede.
cielo senza morire. Ma Dio aveva fatto Probabilmente molti dei primi cri-
una promessa a Enoc ed Enoc gli aveva stiani giudei cui fu indirizzata questa
creduto. Era la cosa più sensata e razio- lettera tendevano a domandarsi per-
nale che Enoc potesse fare; cosa c’è di ché, pur avendo ragione, costituivano
più ragionevole, per una creatura, di una minoranza. Dalle pagine dell’A.T.
credere al proprio Creatore? E così av- lo stesso Noè ricordava loro che, ai suoi
venne! Enoc camminò con il Dio invi- tempi, solo otto persone avevano ragio-
sibile per trecento anni (vd. Ge 5:21-24) ne e tutto il resto del mondo perì!
e poi entrò nell’eternità. 11:8 Abraamo era, con ogni proba-
...prima che fosse portato via ebbe la bilità, un idolatra che viveva a Ur dei
testimonianza di essere stato gradito a Caldei, allorché Dio gli apparve e gli
Dio. La vita della fede è sempre gradita ordinò di mettersi in cammino. Per
a Dio ; egli ama essere oggetto della fi- l’ubbidienza della fede egli lasciò casa e
ducia dell’uomo. patria senza sapere dove andava. Sen-
11:6 Or senza fede è impossibile za dubbio, i suoi amici si fecero beffe di
piacergli. Nessuna quantità di buone lui per una simile follia, ma questo fu il
opere può compensare la mancanza suo atteggiamento:
di fede. Alla fine dei conti, quando un
Vado innanzi senza sapere:
uomo rifiuta di credere in Dio, non fa Non lo farei se potessi,
altro che chiamarlo bugiardo: “...chi Ma preferisco camminare
non crede a Dio, lo fa bugiardo” (1 Gv al buio con Dio
5:10); e come può Dio gradire persone Che camminar da solo nella luce;
che lo fanno bugiardo? Preferisco camminar
La fede è l’unica cosa che dà a Dio, per fede con lui
come anche all’uomo, il posto che si Che camminar da solo a vista.
merita. “Essa glorifica Dio massima- – Helen Annis Casterline
mente”, scrive C.H. Mackintosh, “poi-
ché dimostra che abbiamo più fiducia Sovente il cammino della fede co-
nella sua visione che nella nostra”. munica un’impressione di imprudenza
La fede non soltanto crede che Dio e di sconsideratezza, ma l’uomo che
esiste, ma crede altresì che egli ricom- conosce Dio è lieto di andare alla cieca,
penserà tutti quelli che lo cercano. Non senza sapere dove va ma con la mano
c’è nulla in Dio che impedisca all’uomo di Dio che lo guida.
di credere. La difficoltà risiede unica- 11:9 Dio aveva promesso la terra di
mente nella volontà umana. Canaan ad Abraamo. In un senso molto
11:7 La fede di Noè si basava sull’av- reale essa gli apparteneva, ma l’unica
vertimento di Dio, il quale aveva mi- porzione di terra che egli mai vi acqui-
nacciato di distruggere il mondo con stò fu una tomba per i suoi morti. Anzi-
un diluvio (vd. Ge 6:17). Non c’era mai ché prendere fissa dimora, Abraamo si

1194
EBREI 11:16

accontentò di vivere in tende, simbolo 11:13 Tutti i patriarchi sono morti


di pellegrinaggio e di esilio, e visse a nella fede. Essi non vissero abbastan-
Canaan come in terra straniera. za a lungo da vedere l’adempimen-
Come compagni di pellegrinaggio to delle promesse divine. Abraamo,
Abraamo aveva suo figlio e suo nipote. per esempio, non ebbe il privilegio
Il suo santo esempio lasciò il segno an- di vedere la sua numerosa progenie.
che su di loro, benché fossero eredi con Il popolo ebraico non poté occupa-
lui della stessa promessa secondo cui re l’intero paese promessogli. I santi
il paese sarebbe stato loro. dell’A.T. non videro l’adempimento
11:10 Perché Abraamo teneva tanto della promessa del Messia. Ma, in vi-
poco conto dei beni immobili? ...per- sione, essi videro avvicinarsi le… pro-
ché aspettava la città che ha le vere messe e ciò li indusse a salutarle con
fondamenta e il cui architetto e co- gioiosa pregustazione.
struttore è Dio. Il suo cuore non era Essi compresero che questo mondo
proteso verso le cose materiali del pre- non era la loro dimora definitiva e si
sente, ma verso le cose eterne. Anche accontentarono di essere forestieri e
nel testo originale i sostantivi città e pellegrini, resistendo alla tentazione
fondamenta sono preceduti dall’ar- di sistemarsi comodamente e di edi-
ticolo determinativo. Nell’economia ficare qui la propria casa. Essi desi-
della fede esiste, infatti, soltanto una deravano passare attraverso questo
città ( la città) degna di tale nome e le mondo senza esserne in alcun modo
cui fondamenta sono sicure. influenzati.
Dio è l’architetto di questa città cele- 11:14 Le loro vite indicavano chiara-
ste, come anche il suo costruttore. È la mente che essi cercavano una patria.
città modello, dove non esistono bassi- La fede aveva instillato in loro un ane-
fondi, inquinamento dell’aria o dell’ac- lito per la loro casa celeste, mai saziato
qua, né alcun altro problema che piaga dalle delizie di Canaan. Essi furono
le nostre metropoli. sempre bramosi di un paese migliore
11:11 Per fede… Sara fu miracolo- da poter chiamare casa.
samente messa in grado di concepire 11:15 Affermando che essi cercava-
quando aveva circa novant’anni. Il no una patria, l’autore intende chiarire
testo afferma chiaramente che ella di non alludere al loro paese natìo. Se
era fuori di età e non avrebbe potuto Abraamo avesse desiderato intensa-
avere figli. Ma ella sapeva che Dio le mente di fare ritorno in Mesopotamia,
aveva promesso un figlio e sapeva che avrebbe potuto farlo, ma quella regione
egli non poteva rimangiarsi la parola. non era più casa sua.
La sua fede nella fedeltà di Dio alle sue 11:16 In realtà essi cercavano una
promesse era indistruttibile. patria celeste. Questo è decisamente
11:12 Pare che Abraamo avesse no- significativo se ricordiamo che gran
vantanove anni quando nacque Isac- parte delle promesse fatte a Israele
co. Umanamente parlando, alla sua età riguardava benedizioni materiali e
gli era davvero impossibile diventare terrene. Ma essi nutrivano anche una
padre, ma Dio gli aveva promesso una speranza celeste, che permetteva loro
numerosa posterità. di considerare questo mondo un paese
Attraverso Isacco, Abraamo diventò straniero.
padre di una numerosa famiglia spiri- Lo spirito del pellegrino è partico-
tuale, vale a dire padre dei veri credenti larmente gradito a Dio. Darby scrive:
di ogni successiva età. “Egli non si vergogna di essere chiama-
...la sabbia lungo la riva del mare raf- to il Dio di coloro il cui cuore e la cui
figura, con ogni probabilità, la progenie eredità sono nel cielo”. Egli ha prepa-
terrena, mentre le stelle del cielo rappre- rato loro una città e là essi troveranno
sentano il popolo celeste. riposo, soddisfazione e pace perfetta.

1195
EBREI 11:17

11:17 Giungiamo ora al drammatico Dio mise alla prova la fede di Abraa-
vaglio della fede di Abraamo. Dio gli mo e la trovò sincera: a quel punto,
chiese di immolargli il suo unico figlio, revocò prontamente l’ordine;
Isacco, su un altare. Con ubbidienza e 2. la fede di Abraamo nella promessa
senza esitazione, Abraamo determinò di una numerosa progenie fu messa
in cuor suo di offrire a Dio il tesoro più alla prova lungo un periodo di cento
caro del suo cuore. Era forse ignaro del anni. Il patriarca aveva settantacin-
terribile dilemma? Dio gli aveva pro- que anni allorché, per la prima vol-
messo un’innumerevole progenie. Isac- ta, ricevette la promessa di un figlio.
co era il suo figlio unigenito. Abraamo Egli attese venticinque anni prima
aveva ora ben centodiciassette anni e della nascita di Isacco. Isacco aveva
Sara centootto! diciassette anni quando Abraamo lo
11:18 La promessa di un grande stuo- condusse al monte Moria per offrir-
lo di discendenti doveva realizzarsi in lo a Dio, ne aveva quaranta quando
Isacco. Il dilemma era questo: se Abraa- si sposò ed era sposato da vent’anni
mo avesse ucciso Isacco, come si sareb- allorché nacquero i gemelli Esaù e
be realizzata la promessa? Isacco aveva Giacobbe. Abraamo morì a cento-
diciassette anni e non era sposato. settantacinque anni. A quel tempo i
11:19 Abraamo conosceva la pro- suoi discendenti consistevano in un
messa di Dio ; null’altro contava. Egli figlio (di settantacinque anni) e due
concluse che se Dio gli aveva chiesto nipoti (di quindici anni). Tuttavia,
di sacrificare suo figlio, lo avrebbe cer- nel corso della sua vita, “davanti alla
tamente risuscitato dai morti al fine di promessa di Dio non vacillò per in-
adempiere la promessa. credulità, ma fu fortificato nella sua
Nessun caso di risurrezione era sta- fede e diede gloria a Dio, pienamente
to attestato prima di allora. L’esperien- convinto che quanto egli ha promes-
za umana non poteva fornire alcuna so, è anche in grado di compierlo”
statistica in merito. In un certo qual (Ro 4:20-21).
senso, fu Abraamo a inventare il con- 11:20 È difficile, per la nostra menta-
cetto di risurrezione: la sua fede nella lità occidentale, capire ciò che di tan-
promessa di Dio lo portò a concludere to insolito vi era nella fede di Isacco,
che Dio avrebbe risuscitato Isacco. Giacobbe e Giuseppe, quale è descritta
In senso figurato, Abraamo... riebbe nei tre versetti successivi. Isacco, per
Isacco come per una specie di risur- esempio, ottenne un posto nella gal-
rezione. Egli si era rassegnato all’idea leria dei campioni della fede per aver
che suo figlio dovesse essere ucciso. invocato le benedizioni future su Gia-
Dio considerò l’ordine come realmen- cobbe ed Esaù. Cosa c’era di notevole
te eseguito. Ma, come Grant ha fatto in un simile gesto?
tanto acutamente notare, il Signore Il Signore annunciò a Rebecca
“risparmiò al cuore di Abraamo un (vd. Ge 25:23) che, dai due figli che le
dolore che non avrebbe risparmiato al sarebbero nati, sarebbero scaturite due
proprio”. Gli procurò un montone, il nazioni e che il maggiore (Esaù) avreb-
quale avrebbe preso il posto di Isacco, be servito il minore (Giacobbe). Esaù
e il figlio unigenito fu restituito all’af- era il figlio prediletto di Isacco e, come
fetto e alla casa del padre. figlio maggiore, avrebbe avuto diritto
Prima di lasciare questo straordina- alla parte migliore dell’eredità paterna.
rio esempio di fede, è bene rilevare due Ma Rebecca e Giacobbe ingannarono
punti in particolare: Isacco, la cui vista si era ormai inde-
1. Dio non voleva realmente che Abraa- bolita, inducendolo a pronunciare su
mo uccidesse suo figlio. I sacrifici Giacobbe la benedizione maggiore.
umani sono sempre stati contrari Quando la trama fu scoperta, Isacco fu
alla volontà di Dio per il suo popolo. colto da un fremito d’ira. Ma si ricordò

1196
EBREI 11:25

della Parola di Dio secondo cui il mag- avrebbe liberato il popolo d’Israele
giore avrebbe servito il minore e, no- dall’Egitto. La fede gli consentì di in-
nostante la sua predilezione per Esaù, travedere l’esodo : tale evento era già
comprese che la volontà divina aveva così vivo nella sua mente che Giuseppe
il diritto di prevalere sulla sua naturale diede istruzione ai figli di portare con
debolezza. loro le sue ossa perché fossero seppel-
11:21 Vi furono diversi capitoli in- lite in Canaan. “Così”, scrive William
gloriosi nella vita di Giacobbe, il quale Lincoln, “mentre era circondato dalla
è, nondimeno, onorato quale eroe del- pompa e dallo splendore d’Egitto, il suo
la fede. Il suo carattere migliorò con cuore non era affatto là, bensì insieme
l’avanzare degli anni ed egli morì cir- al suo popolo nella gloria e nella bene-
condato da un alone di gloria. Allorché dizione futura”. (22)
benedisse Efraim e Manasse, i figli di 11:23 Qui si fa riferimento alla fede
Giuseppe, incrociò le mani in modo dei genitori di Mosè, non a quella del
che la benedizione del maggiore rica- patriarca. Essi videro che il bambino
desse su Efraim, il minore. Nonostante era bello. Si trattava, nondimeno, di
le proteste di Giuseppe, Giacobbe in- qualcosa di più della bellezza esteriore.
sistette affinché le benedizioni man- Essi capirono che quel piccolo era sta-
tenessero questo corso poiché tale era to scelto da Dio per compiere un’opera
l’ordine stabilito dal Signore. Benché la speciale. La loro fede nel compimento
sua vista fisica fosse debole, la sua vista dei disegni di Dio diede loro il coraggio
spirituale era diventata acuta. La scena di contravvenire all’editto del re e na-
conclusiva della vita di Giacobbe lo ri- scondere il bambino per tre mesi.
trae in adorazione, appoggiato in cima 11:24 Per fede Mosè stesso poté fare
al suo bastone. C.H. Mackintosh ritrae diverse nobili rinunce. Sebbene cre-
questa scena con la squisita espressivi- sciuto fra gli agi del palazzo d’Egitto e
tà che lo contraddistingue: in possesso di tutti quei beni per cui gli
Il termine della vita di Giacobbe con-
uomini tanto si affaticano, egli imparò
trasta mirabilmente con tutte le sce- che “ciò che dà riposo non è il possesso
ne precedenti della sua movimentata di beni, ma la rinuncia ad essi” (J. Gre-
storia. Evoca una sera serena dopo gory Mantle).
un giorno tempestoso: il sole, che In primo luogo, rifiutò la fama d’Egit-
durante il giorno era celato alla vista to. Egli era il figlio adottivo della figlia
da nubi, nebbia e foschie, si dispiega del faraone, posizione che gli garantiva
in maestà e splendore, indorando un posto nell’aristocrazia, forse perfi-
con i suoi raggi il cielo di ponente e no la successione al faraone. Ma egli
salutando la gioiosa speranza di un possedeva, per nascita, un sangue più
luminoso domani. Così è del nostro nobile, essendo membro del popolo ter-
anziano patriarca. Il soppiantamen- reno eletto da Dio. Da questa sua eleva-
to, lo scambio, l’astuzia, il sottile ta posizione non poteva abbassarsi fino
inganno, il tramestio, gli egoistici alla famiglia reale d’Egitto. Giunto alla
timori dettati da incredulità, tutte maturità, fece una scelta: non avrebbe
quelle fosche nubi della natura e del- più celato la sua origine per beneficiare
la terra paiono essere svanite ed egli di pochi anni di popolarità terrena. Il
avanza, in tutta la quieta elevazione risultato? Anziché occupare una o due
della fede, per elargire benedizioni e righe di geroglifici su qualche oscura
assegnare alti uffici con quella santa
tomba egizia, la sua memoria vive nel
capacità che la comunione con Dio
libro eterno di Dio. Invece di essere una
soltanto può impartire.(21)
mummia in un museo egizio, è celebra-
11:22 La fede di Giuseppe fu for- to come uomo di Dio.
te anche quando stava per morire. 11:25 In secondo luogo, egli ripudiò
Egli credette alla promessa di Dio che i piaceri d’Egitto. L’umile associazione

1197
EBREI 11:26

con il popolo di Dio sofferente significò, con un forte vento orientale, durato tutta
per lui, più della fugace gratificazione la notte, e lo ridusse in terra asciutta. Le
dei suoi appetiti. I privilegi della con- acque si divisero” (Es 14:21). Allorché gli
divisione dei maltrattamenti subìti dal Egiziani tentarono di inseguirli, le ruote
suo popolo erano cosa migliore per lui dei loro carri furono divelte, le acque si
della lascivia della corte del faraone. richiusero e gli eserciti del faraone furo-
11:26 In terzo luogo, Mosè voltò le no inghiottiti. Il mar Rosso diventò così
spalle ai tesori d’Egitto. La fede gli un sentiero di liberazione per Israele, ma
permise di capire che quei favolosi te- una strada di condanna senza uscita per
sori erano privi di valore, se paragonati gli Egiziani.
all’eternità. Scelse, quindi, di patire lo 11:30 La città di Gerico con le sue
stesso tipo di oltraggi che, un giorno, alte mura di cinta fu il primo obiettivo
avrebbe sofferto il Messia. La fedeltà a militare nella conquista di Canaan. Il
Dio e l’amore per il suo popolo erano buonsenso suggeriva che una tale ine-
stimate da lui cose migliori della som- spugnabile fortezza potesse essere presa
ma di tutte le ricchezze del faraone. unicamente da forze militari superiori.
Egli sapeva che, alla sua morte, fedeltà Ma la fede opera in modo diverso. Per
e amore sarebbero state le uniche real- realizzare i suoi scopi, Dio si serve di
tà che avrebbero contato. strategie che paiono folli all’uomo. Dio
11:27 Mosè rinnegò altresì il re ordinò dunque al popolo di accerchiare
d’Egitto. Fortificato dalla fede, egli uscì la città per sette giorni. Il settimo giorno
dal paese della schiavitù senza curarsi vi avrebbero marciato attorno sette vol-
della collera del re. La sua condotta si te. Nel momento in cui i sacerdoti avreb-
distingueva nettamente dalle politi- bero fatto squillare le trombe, il popolo
che del mondo. Tanto era scarso il suo avrebbe dovuto gridare e le mura sareb-
timore per il faraone quanto invece bero crollate. Gli esperti di strategie mi-
era profondo il suo timore di Dio. Egli litari irriderebbero una simile tattica…
aveva lo sguardo fisso sul “beato e uni- che però funzionò! Le armi della batta-
co sovrano, il Re dei re e Signore dei glia spirituale non sono quelle di questo
signori, il solo che possiede l’immorta- mondo, ma possiedono la potenza divina
lità e che abita una luce inaccessibile; di distruggere le fortezze (vd. 2 Co 10:4).
che nessun uomo ha visto né può vede- 11:31 Non sappiamo quando Raab,
re; a lui siano onore e potenza eterna. la prostituta divenne adoratrice di Yah-
Amen” (1 Ti 6:15-16). weh, ma sappiamo che ciò avvenne. Ella
11:28 Mosè ripudiò, infine, la religio- abbandonò la falsa religione di Canaan
ne d’Egitto. Mediante l’istituzione della per convertirsi al giudaismo. La sua fede
Pasqua e l’aspersione del sangue, egli fu messa rigorosamente alla prova ospi-
si dissociò radicalmente dall’idolatria tando gli esploratori a casa sua. Avrebbe
egizia per sempre, lanciando il guanto mostrato fedeltà al suo paese e ai suoi
di sfida al potere religioso. Per Mosè la compatrioti o al Signore? Raab decise
salvezza doveva realizzarsi per mezzo di stare dalla parte del Signore, anche se
del sangue dell’Agnello, non attraver- ciò significava tradire il suo paese. Lei e
so le acque del Nilo. In virtù di quel la sua famiglia furono risparmiati per
sangue, i primogeniti d’Israele furo- aver accolto le spie, mentre i suoi indo-
no risparmiati, mentre i primogeniti cili vicini perirono.
d’Egitto furono uccisi dal distruttore. 11:32 A questo punto l’autore for-
11:29 Dapprima il mar Rosso sembra- mula una domanda retorica: Che dirò
va presagire sventura per i fuggitivi ebrei. di più? Egli ha passato in rassegna una
Col nemico alle calcagna, essi pensarono lunga serie di uomini e donne che ave-
di essere in trappola ma, ubbidienti alla vano dimostrato fede e perseveranza
Parola di Dio, si fecero avanti e le acque si ai tempi dell’A.T. Quanti esempi ancora
aprirono: “...il SIGNORE fece ritirare il mare dovrà presentare per farsi capire?

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EBREI 11:34

È chiaro che non aveva esaurito gli Si aggiungono all’elenco i profeti, una
esempi, ma soltanto il tempo. Gliene nobile schiera di portavoce di Dio, uo-
sarebbe occorso troppo per entrare nei mini che erano coscienze incarnate, che
particolari; dunque si accontentò di avrebbero preferito morire piuttosto che
menzionare alcuni personaggi e limi- mentire, nonché andare in cielo con una
tarsi a elencare una manciata di trionfi buona coscienza piuttosto che rimanere
e prove della fede. sulla terra con una coscienza macchiata.
Ci fu Gedeone, il cui esercito di tren- 11:33 Lo scrivente passa ora dall’elen-
taduemila uomini fu ridotto a trecento cazione degli uomini di fede alla men-
(Gc 7:1-25). Per primi furono mandati a zione delle loro imprese.
casa i timorosi, quindi coloro che ave- ...conquistarono regni. Queste paro-
vano troppo a cuore i propri agi. Con le riportano alla nostra mente Giosuè, i
uno zoccolo duro di veri discepoli, Ge- giudici (che erano, di fatto, dei capi mi-
deone mise in rotta i Madianiti. litari), Davide e molti altri.
Poi fu la volta di Barac. Quando Dio ...praticarono la giustizia . Sovrani
lo chiamò per condurre Israele in guerra come Salomone, Asa, Giosafat, Ioas,
contro i Cananei, egli acconsentì soltan- Ezechia e Giosia sono ricordati per i
to a condizione che lo accompagnasse loro regni, i quali, sebbene imperfetti,
Debora. Nonostante quest’aspetto pu- furono caratterizzati dalla giustizia.
sillanime del carattere di Barac, Dio vide ...ottennero l’adempimento di pro-
in lui una reale fiducia nel Signore e lo messe, a dimostrazione della veridicità
annovera fra gli uomini di fede. della Parola di Dio. O, forse, l’espres-
Sansone fu un altro uomo dal ca- sione significa che Dio strinse dei patti
rattere palesemente debole. Cionono- con loro, come nel caso di Abraamo,
stante, Dio ravvisò in lui quella fede Mosè, Davide e Salomone.
che permise a quell’antico giudice di ...chiusero le fauci dei leoni. Daniele
uccidere un giovane leone con le pro- è un esempio illustre di un simile pro-
prie mani, annientare trenta Filistei ad digio (vd. Da 6:22), ma dovremmo al-
Ascalon, uccidere mille Filistei con la tresì ricordare Sansone (vd. Gc 14:5-6)
mascella di un asino, divellere gli stipiti e Davide (vd. 1 S 17:34-35).
della porta di Gaza e, infine, abbattere 11:34 ...spensero la violenza del fuo-
il tempio di Dagon, trucidando più Fili- co. La fornace ardente riuscì soltanto a
stei alla sua morte di quanti ne avesse consumare le funi che tenevano legati
uccisi nel corso di tutta la sua vita. i tre giovani Ebrei (vd. Da 3:25), dimo-
Sebbene fosse figlio illegittimo, Iefte strandosi così una benedizione.
sorse come liberatore del suo popolo ...scamparono al taglio della spada.
dagli Ammoniti. Egli esemplifica la fe- Davide sfuggì ai perfidi attacchi di Saul
de che consente all’uomo di superare le (vd. 1 S 19:9-10), Elia all’odio omicida
barriere del proprio retroterra familia- di Iezebel (vd. 1 R 19:1-3) ed Eliseo al re
re e sociale e di “fare la storia” per Dio. di Siria (vd. 2 R 6:15-19).
La fede di Davide riluce nello scontro “Trassero forza dalla debolezza”
con Goliat, nella nobile condotta verso (ND). Svariati simboli di debolezza
Saul, nella presa di Sion e in innumere- compaiono negli annali della fede. Eud,
voli altri episodi. Nei suoi salmi trovia- per esempio, era mancino, ma trafisse il
mo la sua fede cristallizzata sotto forma re di Moab (vd. Gc 3:12-22). Iael, espo-
di penitenza, preghiera e profezia. nente del “sesso debole”, uccise Sisera
Samuele fu l’ultimo dei giudici conficcandogli un piolo da tenda nella
d’Israele e il primo profeta. Costui fu tempia (vd. Gc 4:21). Gedeone si servì
l’uomo scelto da Dio per la nazione, in di brocche di argilla per sconfiggere i
un’epoca in cui il sacerdozio era segna- Madianiti (vd. Gc 7:20), Sansone di una
to dal tracollo spirituale, e fu una delle mascella d’asino per uccidere mille Fi-
più grandi guide della storia d’Israele. listei (vd. Gc 15:15). Tutti questi simboli

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EBREI 11:35

raffigurano la verità secondo cui Dio ha 11:36 ...altri furono scherniti, fla-
scelto le cose deboli del mondo per sver- gellati e confinati in prigione. Pur di
gognare quelle forti (vd. 1 Co 1:27). rimanere fedele a Dio, Geremia sop-
...divennero forti in guerra

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