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Capitolo VIII Disturbi dirompenti, del controllo degli impulsi e della condotta
CAPITOLO VIII
DISTURBI DIROMPENTI, DEL
CONTROLLO DEGLI IMPULSI E DELLA
CONDOTTA
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TAMBELLI, «Manuale di psicopatologia dell’infanzia» Il Mulino, 2017
Capitolo VIII Disturbi dirompenti, del controllo degli impulsi e della condotta
DEFINIZIONE CONCETTUALE
Il quadro diagnostico dei disturbi
dirompenti, del controllo degli impulsi e
della condotta, più di qualsiasi altro può
assumere caratteri di minimizzazione (il
bambino capriccioso, viziato) da parte
dei genitori o di figure professionali,
come i pediatri o gli insegnanti, che non
posseggono gli strumenti clinici per
operare una corretta diagnosi
dell’espressione comportamentale del
bambino.
Ma anche al contrario, può esserci il
rischio di sovrastimare la ‘vivacità’ del
bambino attribuendole un’etichetta
diagnostica (es. disturbo del deficit di
attenzione e iperattività)
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SCARSA COMPLIANCE
IMPULSIVITÀ
RABBIA
IPERATTIVITÀ
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ALBERO DECISIONALE
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Disturbo
antisociale
Disturbo di
della personalità
condotta
[DC]
Disturbo
Oppositivo
Provocatorio
[DOP]
Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD)
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PROSPETTIVA PSICODINAMICA
Prospettiva mentalizzante
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DSM-5
DISTURBO DA COMPORTAMENTO
DIROMPENTE, DEL CONTROLLO
DEGLI IMPULSI E DELLA CONDOTTA
Piromania Cleptomania
Disturbo da comportamento
Disturbo da comportamento
dirompente, del controllo degli
dirompente, del controllo e della
impulsi e della condotta senza
condotta con altra sepcificazione
sepcificazione
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EPIDEMIOLOGIA
Il disturbo oppositivo-
provocatorio si riscontra con
maggior prevalenza tra i
Nei paesi occidentali, i tassi
maschi sotto i 18 anni in
di prevalenza di gravi disturbi
percentuali che variano tra il
della sfera comportamentale
6% e il 16%, mentre nelle
oscillano tra l’1.8% e il 16%,
femmine la frequenza si
la frequenza dei DC nei paesi
aggira tra il 2% e il 9 %.
occidentali è tra il 5 e il 10%
Farruggia e Romani [2008]
nei soggetti di età compresa
segnalano che la frequenza
tra gli 8 e i 16 anni
del disturbo nei paesi
[Farruggia, Romani, 2008].
occidentali varia tra il 5% e il
10% nei soggetti di età
compresa tra gli 8 e i 16 anni.
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Polemica
Provocazione
Vendicatività
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Criteri Diagnostici:
A. Un pattern di umore collerico/irritabile, comportamento polemico/provocatorio o vendicativo che dura almeno 6 mesi
evidenziato dalla presenza di almeno quattro sintomi di qualsiasi tra le seguenti categorie, e manifestato durante
l’interazione con almeno un individuo diverso da un fratello.
Umore collerico irritabile
1. Va spesso in collera
2. È molto spesso permaloso/a o facilmente contrariato/a.
3. È spesso adirato/a e risentito/a.
Comportamento polemico/provocatorio
4. Litiga spesso con figure che rappresentano l’autorità o, per i bambini e gli adolescenti, con gli adulti.
5. Spesso sfida attivamente o si rifiuta di rispettare le richieste provenienti da figure che rappresentano l’autorità
o le regole
6. Spesso irrita deliberatamente gli altri
7. Spesso accusa gli altri per i propri errori o il proprio comportamento.
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Nota: La persistenza e la frequenza di questi comportamenti dovrebbero essere usate per distinguere un
comportamento che è entro i limiti della normalità da quello che rappresenta un sintomo. Per i bambini di età
inferiore ai 5 anni, il comportamento dovrebbe verificarsi quasi tutti i giorni per un periodo di almeno 6 mesi, se non
diversamente specificato (Criterio A8). Per gli individui di 5 anni o maggiori, il comportamento dovrebbe verificarsi
almeno una volta alla settimana per almeno 6 mesi, se non diversamente specificato (Criterio A8). Mentre questi
criteri forniscono indicazioni sul livello minimo di frequenza per definire i sintomi, anche altri fattori devono essere
considerati, come per esempio se la frequenza e l’intensità dei comportamenti sono al di fuori dei limiti considerati
normali per il livello dello sviluppo, il genere e la cultura dell’individuo.
B. L’anomalia del comportamento è associata a disagio dell’individuo o di altre persone nel suo immediato contesto
sociale (per. Es., famiglia, coetanei) oppure ha un impatto negativo sul funzionamento in ambito sociale, educativo,
lavorativo o in altre aree importanti.
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Aggressione
a persone e
animali
Gravi
DISTURBO
Distruzione
violazioni di
regole
DELLA di proprietà
CONDOTTA
Frode o
Furto
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Frode o furto
10. È penetrato/a nell’abitazione, nel caseggiato o nell’automobile di qualcun altro.
11. Spesso mente per ottenere vantaggi o favori o per evitare dei doveri (cioè raggira gli altri)
12. Ha rubato articoli di valore senza affrontare direttamente la vittima (per es., furto nei negozi, ma
senza scasso, contraffazione)
C. Se l’individuo ha 18 anni o più, non sono soddisfatti i criteri di disturbo antisociale di personalità
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Mancanza di rimorso o senso di colpa: non prova rimorso o senso di colpa quando compie qualcosa di sbagliato
(escludere il rimorso se questo viene espresso solo dall’individuo e/o messo di fronte a una punizione).
L’individuo mostra una generale mancanza di preoccupazione per le conseguenze negative delle sue azioni. Per
esempio, l’individuo non è pentito dopo aver ferito qualcuno o non si preoccupa delle conseguenze derivanti
dall’infrangere le regole.
Insensibilità-mancanza di empatia: disprezza ed è incurante dei sentimenti degli altri. L’individuo è descritto
come freddo ed indifferente. Appare preoccupato più per gli effetti che le sue azioni hanno su di lui che per
quelli degli altri, anche quando comportano un grave danno per gli altri.
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Affettività superficiale o anaffettività: non esprime sentimenti né mostra emozioni verso gli altri, se non
in modi che sembrano poco profondi, insinceri o superficiali (per es., le azioni contraddicono l’emozione
mostrata; può accendere o spegnere in fretta le proprie emozioni) o usando espressioni emotive per il
proprio vantaggio (per es., emozioni mostrate per manipolare o intimidire gli altri).
Lieve: pochi o nessun problema di condotta oltre a quelli richiesti per porre la diagnosi, e questi problemi
causano agli altri danni relativamente minori (per es., bugie, assenze ingiustificate, stare fuori fino a tardi
senza permesso, altre infrazioni delle regole)
Moderata: il numero dei problemi di condotta e i loro effetti sugli altri sono intermedi tra quelli definiti
lievi e quelli gravi (per es. rubare senza affrontare direttamente la vittima, vandalismo)
Grave: numerosi problemi di condotta oltre a quelli richiesti per porre la diagnosi, oppure questi problemi
causano danni notevoli agli altri (per es., sesso forzato, crudeltà fisica, uso di armi, rubare affrontando
direttamente la vittima, furto con scasso).
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1. Disattenzione. Sei (o più) dei seguenti sintomi sono persistiti per almeno 6 mesi con un’intensità incompatibile
con il livello di sviluppo e che ha un impatto negativo diretto sulle attività sociali e scolastiche/lavorative.
Nota: i sintomi non sono soltanto una manifestazione di comportamento oppositivo, sfida, ostilità o incapacità di
comprendere i compiti o le istruzioni. Per gli adolescenti più grandi e per gli adulti (17 anni e oltre d’età) sono
richiesti almeno cinque sintomi:
a. Spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul
lavoro o in altre attività (per es., trascura o omette dettagli, il lavoro non è accurato)
b. Ha spesso difficoltà a mantenere l’attenzione sui compiti o sulle attività di gioco (per es., ha difficoltà a rimanere
concentrato/a durante una lezione, una conversazione o una lunga lettura)
c. Spesso non sembra ascoltare quando gli/le si parla direttamente (per es., la mente sembra altrove, anche in
assenza di distrazioni evidenti)
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d. Spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze o i doveri sul posto di lavoro
(per es., inizia i compiti ma perde rapidamente la concentrazione e viene distratto/a facilmente)
e. Ha spesso difficoltà ad organizzarsi nei compiti e nelle attività (per es., difficoltà nel gestire compiti sequenziali;
difficoltà nel tenere in ordine i materiali e oggetti; lavoro disordinato, disorganizzato; gestisce il tempo in modo
inadeguato, non riesce a rispettare le scadenze)
f. Spesso evita, prova avversione o è riluttante a impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (per es.,
compiti scolastici o compiti in casa; per gli adolescenti più grandi e per gli adulti, stesura di relazioni, compilazione
moduli, revisione di documenti)
g. Perde spesso gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., materiale scolastico, matite, libri, strumenti,
portafogli, chiavi, documenti, occhiali, telefono cellulare)
h. Spesso è facilmente distratto/a da stimoli esterni (per gli adolescenti più grandi e per gli adulti, possono essere
compresi pensieri incongrui)
i. È spesso sbadato/a nelle attività quotidiane (per es., sbrigare le faccende; fare commissioni; per gli adolescenti più
grandi e per gli adulti, ricordarsi di fare una telefonata; pagare le bollette; prendere appuntamenti)
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Nota: i sintomi non sono soltanto una manifestazione di comportamento oppositivo, sfida ostilità o incapacità di
comprendere i compiti o le istruzioni. Per gli adolescenti più grandi e per gli adulti (età di 17 anni e oltre) sono richiesti
almeno cinque sintomi.
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D. Vi è una chiara evidenza che i sintomi interferiscono con, o riducono, la qualità del funzionamento
sociale, scolastico o lavorativo
E. I sintomi non si presentano esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o di un altro disturbo
psicotico e non sono meglio spiegati da un altro disturbo mentale
Specificare quale:
Manifestazione combinata: se il Criterio A1 (disattenzione) e il Criterio A2 (iperattività-impulsività) sono
soddisfatti entrambi negli ultimi 6 mesi.
Manifestazione con disattenzione predominante: se il Criterio A1 (disattenzione) ma il Criterio A2
(iperattività-impulsività) non è soddisfatto negli ultimi 6 mesi.
Manifestazione con iperattività/impulsività predominante: se il Criterio A2 (iperattività-impulsività) è
soddisfatto e il Criterio A 1 (disattenzione) non è soddisfatto negli ultimi 6 mesi.
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VIGNETTA CLINICA
Un bambino di 9 anni che frequentava la quarta elementare aveva ricevuto la diagnosi di
ADHD dal suo pediatra e gli era stato prescritto il Ritalin; era stato quindi inviato a un
terapeuta dalla madre, che lo descriveva spaventato dal fuoco e dalla possibilità di essere
ferito. Aveva degli incubi e paura di andare a dormire, e al mattino, si alzava con difficoltà.
Aveva ancora difficoltà di separazione. Quando era in ansia, sembrava maldestro e si era
ferito più volte mentre giocava con gli altri bambini. Le sue reazioni emotive erano sempre
intense. Lui e la madre avevano scontri di potere; quando perdeva, crollava e si ritirava nella
sua stanza. Questo bambino era stato anche un neonato attivo e difficile da confortare. Era
stato anche un bambino molto attivo fin da quando andava a carponi, e il suo entusiasmo
nell’esplorazione dell’ambiente rendeva difficile alla madre il compito di seguirlo. A un anno
camminava, a tre nuotava bene e a quattro correva su una bicicletta a due ruote. Stava
crescendo come un atleta eccellente. A tre anni e mezzo aveva iniziato a frequentare la
scuola materna. Sia la madre sia il padre all’inizio lo accompagnavano e restavano con lui a
causa dei suoi problemi di separazione. I problemi scolastici erano iniziati in prima
elementare. Aveva due insegnanti dai quali non si sentiva capito e si comportava male. I suoi
problemi di comportamento erano continuati anche negli anni successivi.
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Segue … VIGNETTA CLINICA
Gli insegnanti si lamentavano che non li stava a sentire, che era sempre distratto, che
aveva problemi di concentrazione e non riusciva a portare a termine con successo i
compiti che richiedevano un’attenzione continuativa; aveva inoltre difficoltà a
dedicarsi in modo prolungato a un gioco. Spesso agiva senza pensare. Nonostante
queste difficoltà di attenzione, i suoi genitori riferivano che era in grado di restare
seduto a guardare la televisione per ore. Si lamentavano dicendo che aveva un
atteggiamento oppositivo, al punto che per lui “tutto faceva schifo”. Era molto difficile
portarlo a scuola la mattina; non si curava molto della propria igiene e faceva le cose
in fretta e furia. I genitori notavano anche la scarsa capacità di tollerare la
frustrazione, la tendenza a reagire in modo eccessivo agli stimoli e il suo scarso
controllo degli impulsi. A volte aveva dei comportamenti negativi nei propri confronti
come: “mi odio!” o “non ce la faccio! o “sono cattivo”. Un terapeuta aveva effettuato
due sedute di consultazione diagnostica, durante le quali aveva ricavato l’impressione
che si trattasse di un bambino irrequieto ma gradevole. Gli piaceva parlare e si
calmava un po’ quando riusciva a comunicare le sue angosce e le sue paure. Era
confuso da quello che succedeva tra lui e la madre. A scuola si sentiva in genere a
disagio ma non riusciva a spiegare il perché [PDM, 2006, tr.it. 2008, 299]
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DECORSO DDAI
DEFICIT NUCLEARI
§ INATTENZIONE DEFICIT FUNZIONALI
§ IPERATTIVITÀ AREA DELLO SVILUPPO DEL SÉ
§ IMPULSIVITÀ Livello basso di autostima
Propensione agli incidenti
Abuso di sostanze Delinquenza
AREA APPRENDIMENTO
Difficoltà scolastiche
Prestazioni insoddisfacenti
AREA FAMILIARE
Diagnosi Stress familiare
differenziale: COMORBIDITÀ Conflitto con i genitori
Disturbo § DISTURBO OPPOSITIVO
postraumatico PROVOCATORIO AREA SOCIALE
da stress e § DISTURBO DELLA Disturbi e difficoltà nelle relazioni
CONDOTTA
Scarse relazioni interpersonali
Disturbi della
§ DISTURBI DI ANSIA E
Deficit della socializzazione
regolazione
DELL ’UMORE Scelte gruppali devianti
emotiva e
dell’attaccament § DISTURBO
DELL ’APPRENDIMENTO
o
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FATTORI BIOLOGICI
(REATTIVITÀ EMOZIONALE, TRATTI
DI IPERATTIVITÀ)
FATTORI
AMBIENTALI(FAMIGLIE
FATTORI PSICOLOGICI VIOLENTE, GENITORI
(RAPPRESENTAZIONE DI SÉ ANTISOCIALI O DEPRESSI,
COME BAMBINO CATTIVO) MASS MEDIA, EDUCAZIONE
RIGIDA SENZA RINFORZO
POSITIVO)
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AIUTARE I GENITORI A PORRE ATTENZIONE AL NUCLEO INTERNO DELLA RELAZIONE PIUTTOSTO CHE
ALLA SUA ESPRESSIONE COMPORTAMENTALE ESTERNA
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