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FIDES ET RATIO

Fides et ratio (in italiano Fede e ragione) è un’ enciclica pubblicata da papa
Giovanni Paolo II il 14 settembre 1998. L'enciclica venne diffusa il 15 ottobre 1998
in una conferenza stampa.
L'enciclica comincia con la metafora delle due ali – la fede e la ragione – con
cui lo spirito umano spicca il volo verso la ricerca della verità. Con questa
metafora, il Papa spiega che fede e ragione non si escludono, ma al contrario si
completano e si sostengono a vicenda. L'enciclica prosegue spiegando quindi
che la fede non va accettata ma va pensata, anzi esige di essere pensata.
Nessuna fede può essere accettata se prima non è pensata dall'intelletto,
tramite il quale Dio si rivela e spiega il suo amore: infatti, esso viene rivelato
all'uomo, che a sua volta deve conoscere e capire la rivelazione; il processo della
conoscenza della rivelazione passa però dalla ragione, non vi è altra via.
L'ascolto della Parola in ogni caso non trova subito la logica accettazione:
spesso la razionalità ha la necessità di ricerca, che si fermerebbe subito se essa
fosse solo analitica; pertanto, affinché la razionalità continui a dare il suo
riscontro c'è la necessità della fede di proseguire anche se in quel momento la
ragione non dà risposte. La ragione quindi, per perseguire la ricerca e avere le
sue risposte, ha spesso la necessità di invocare la fede. L'uomo naturalmente
ha una vocazione per la ricerca della verità ma spesso usa solo un'ala (o la fede
o la ragione) e così trova grandi difficoltà perché da sole queste virtù sono
incomplete. Infatti, se la ragione diventa solo speculazione di sé stessa e si
richiude contorcendosi sulle proprie idee, la fede dopo un po' si inaridisce senza
l'interesse della scoperta e della verità che si rivela. Solo l'eterna dialettica delle
due cose dà necessità alla vita dell'uomo nella sua essenza di essere creato.
L'insidia più grande è quella di non governare più la ragione, in virtù di un non
chiaro relativismo religioso in cui la ragione percorre le sue strade lontano dalla
divina Rivelazione. Da qui quelli che sono ritenuti da Wojtyła i due mali del
secolo: l'indifferenza religiosa da una parte, e il crearsi una religione e un dio a
proprio uso e consumo dall'altra. Spesso si ha la necessità di credere perché lo
vuole la natura umana, lo chiede la ragione, lo chiede la fede, ma il vuoto degli
ideali, il nichilismo imperante e l'indifferenza più totale distolgono dalla cura
che si dovrebbe avere della ragione e della fede. Secondo il papa, tale nichilismo
imperante, causa diretta e indiretta del benessere oltre ogni misura, si combatte
solo con una fede in divenire, in crescita, una fede che va nutrita e curata
tramite la ragione.
L'emotività spesso fornisce all'uomo un'etica del momento, la quale si discosta
da una verità rivelata: spesso il bene degli uomini passa davanti al sacrificio di
un uomo.

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