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Terminologia:
Il termine abuso indica diverse fattispecie di atti, che possono indicare un uso eccesivo, illecito o
arbitrario di diversa specie, che va dall’assunzione eccessiva di qualsivoglia sostanza a abuso di
potere che può confluire in violenze contro altri individui più deboli, come anziani, donne e minori.
L'evoluzione culturale ha prodotto importanti ripercussioni sul piano giuridico, infatti i minori
attualmente sono protetti da speciali tutele e protezioni e inoltre gli è stato conferito lo statuto di
soggetto titolare di diritto della personalità, quando prima venivano considerati solo un oggetto.
Gli abusi hanno assunto significati sempre più precisi, infatti l'abuso minorile si definisce come una
lesione di un bene ( integrità fisica- psichica, educazione, istruzione, libertà di espressione ecc. ) al
minore stesso e per quello che si definisce come pieno ed armonioso sviluppo della sua
personalità. (Convenzione di NY 1989).
Pertanto il bambino abusato è quello soggetto a rischio di non realizzare il proprio diritto di
crescita sana a causa di un’azione od omissione altrui, cosciente e volontaria, di violazione e
soppressione di uno più diritti di cui è titolare. (Convenzione di NY ecc)
Tipologie d abuso
La classificazione degli abusi è difficile perché c’è un rapido mutamento degli scenari di tipo
sociale e tecnologico, pertanto è una categorizzazione provvisoria:
In un primo gruppo, sono incluse le attività di sfruttamento del minorenne ridotto a “merce”,
incluso il traffico di organi, per la tratta, per l’utilizzazione in operazioni militari, per il lavoro in
nero, per finalità ricattatorie, per la vendita a scopo adottivo, ecc. e i delitti inerenti alla sfera
sessuale.
Nel secondo fanno parte l’abuso dei mezzi educativi ( in famiglia e da scuola), legal kidnapping, i
matrimoni precoci forzati, le mutilazioni genitali femminili, affidamento definitivo a terzi.
Nel terzo: bullismo, cyberbullismo, sexting sextortion e revenge porn.
Ed infine nell’ultimo i maltrattamenti intenzionali all’interno di strutture di recovero e/o
scolastiche.
Più nello specifico:
Le categorie di abuso rintracciabili nel diritto minorile sono:
Abuso dei mezzi educativi: la legislazione prevede l’esclusione delle punizioni corporali o avvilenti
in ambito scolastico ed educativo all’interno della famiglia, ovvero l’abuso dei mezzi di “correzione
e disciplina”, poiché questi non sono essenziali all’impegno educativo, e non devono essere mezzo
ordinario o sistemico dell’educazione, come previsto dall’art. 571 del Codice Penale che cita:
<< l'uso della violenza nei rapporti educativi come mezzo di correzione e
disciplina, comunque non consentito, qualora dal fatto derivi il pericolo di
una malattia del corpo e della mente o una lesione o la morte.>>
E anche a livello internazionale nel Rapporto di Pinheiro:
al punto 98:
<<98. Chiedo agli Stati di proibire ogni forma di violenza sui bambini, in ogni
ambiente, compre- se le punizioni corporali, le pratiche tradizionali nocive –
come i matrimoni precoci e forzati, le mutilazioni degli organi genitali femminili e
i cosiddetti crimini d'onore – la violenza sessuale, le torture e altri maltrattamenti
o punizioni crudeli, disumani o degradanti, come è previsto dai trattati
internazionali, tra cui – ricordiamo – la Convenzione contro la tortura e altre
pene e trattamenti crudeli, inumani o degradanti e la Convenzione sui Diritti
dell'Infanzia. Richiamo l'attenzione sul Commento generale n. 8 (2006) del
Comitato sui Diritti dell'Infanzia in relazione al diritto del minore a essere
protetto dalle punizioni corporali e da altre forme punitive cru- deli o umilianti
(artt. 19, 28, parr. 2 e 37, inter alia) (CRC/C/GC/8). >
Al punto 41:
<< Spesso le violenze domestiche sui bambini possono verificarsi nell'ambito del
processo educati- vo e assumono la forma di punizioni corporali, crudeli e
umilianti 26. La durezza dei trattamenti e delle punizioni all'interno delle famiglie
è una delle caratteristiche comuni sia ai paesi più industrializzati, che a quelli in
via di sviluppo. I bambini, come viene indicato nei rapporti e come essi stessi
hanno affermato durante le consultazioni regionali effettuate nel corso della
preparazione dello Studio, hanno sottolineato le sofferenze fisiche e psicologiche
che hanno subito a causa di queste forme di maltrattamento e hanno proposto
sistemi educativi alternativi ed efficaci
E nella Raccomandazione CM/Rec(2009)10, Linee guida del consiglio d’Europa dalle strategie
nazionali per l’abolizione delle punizioni
La violazione sessuale: tali delitti vengono classificati dal codice penale come lesivi di un bene,
ovvero quello della moralità e del buon costume, ma è da aggiungere anche quella dell’integrità
del percorso personale di sviluppo del minore, poiché possono portare dei problemi a breve a
lungo termine.
Le norme vigenti sono:
- Legge n. 66/1996 Norme contro la violenza sessuale che aggiunge nel codice penale gli art.
da 609-bis a 609-diecies, che riguardano nello specifico:
- Legge n. 269/1998, nOmre contro lo sfruttamento della prostituzione, della porno grafia,
del trism sessuale in danno di minori, quali nuove fonte di riduzione in schiavitù
- Come anche la convenzione di Ny dle 1989 e la Conferenza mondiale di Stoccolama del
1996
- Convenzione di lazarote
- Direttiva per la lotta contro l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori e la pornografia
minorile
Il codice penale nello specifico lotta contro:
600-bis: prostituzione minorile
600-ter e quater: pornografia minorile
600-quater1, pornografia virtuale
6000-quinquies, turismo sessuale
600-sexies, aumento della pena per fatti commessi a danno di minore di anni 14
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La violenza tra pari: questa riguarda il bullismo, che purtroppo oggi ancora non ha normative che
lotta contro di ciò, ma ci sono norme contro i singoli atti che il bullo attua a scapito della vittima,
anche perchè se si tratta di un bullo di età minore di 14 allora non è imputabile, cioè non può
essere perseguito penalmente , art. 97 codice penale << Non è imputabile chi, nel momento in
cui ha commesso il fatto, non aveva compiuto i quattordici anni >>
Tuttavia all’interno del fenomeno del bullismo vengono compiuti degli atti che risultano reato nella
legislazione quali istigazione al suicidio (art. 580 c.p.); percosse (art. 581 c.p.); lesioni (art. 582
c.p.); rissa (art. 588 c.p.); diffamazione (art. 595 c.p.); violenza sessuale (art. 609 bis c.p.); minaccia
(art. 612 c.p.); stalking (art. 612 bis c.p.); interferenze illecite nella vita privata (art. 615 bis c.p.).
Può anche concretizzarsi un reato contro il patrimonio: furto (art. 624 c.p.); estorsione (art. 629
c.p.); danneggiamento (art. 635 c.p.).
Lo stesso vale per il cyberbullissmo e il cyber-stalking.
- Chiunque compie qualsivoglia atto illecito considerato reato dalla legislazione dovrà
rispondere alle pene assegnate a quel tipo di reato, se considerato colpevole, ( ad es.
alll’art. 609-quater del codice penale che indica il tempo di reclusione.)
- Iscrizione del precedenti penali e civili al casellario giudiziario,
- non poter lavorare con i bambini, nel caso di reati a sfondo sessuale
- Allontanamento del minore nel caso in cui gli abusi avvengano nel contesto familiare (e
può portare anche all’affido e adozione del minore). Previsto nel diritto familiare, e più
precisamente nella Legge 184/1983 e L. 149/2001
Le violenze possono aumentare le probabilità̀ di avere per tutta la vita difficoltà emotive e
cognitive di inserimento sociale e di adottare comportamenti dannosi per la salute come l'abuso di
sostanze stupefacenti e la precocità̀ dei rapporti sessuali
Ne possono derivare anche: attacchi di ansia e stati depressivi, allucinazioni, scarso rendimento sul
lavoro, disturbi della memoria e comportamenti aggressivi. Ed inoltre vengono considerate anche
casi di volenze subite fin dalla prima infanzia, si possono riscontrare malattie ai polmoni, al cuore e
al fegato, malattie trasmesse per via sessuale e la morte del feto durante la gravidanza, così come
comportamenti violenti nei confronti del proprio partner e tentativi di suicidio
Le tutele sono garantite al minore attraverso l’articolo 2, art. 31 co. 2. E art. 32 della costituzione
(art.2)La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalita`, e richiede l’adempimento dei doveri
inderogabili di solidarieta` politica, economica e sociale.
(art.31)Protegge la maternita`, l’infanzia e la gioventu`, favorendo gli istituti necessari a tale scopo
(art.32) La Repubblica tutela la salute come fondamen- tale diritto dell’individuo e interesse della
colletti- vita`, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno puo` essere obbligato a un
determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non puo` in nessun caso
violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana