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Primi Esercizi

Introduzione

Tutti gli esercizi che vengono presentati in questo e negli altri capitoli, servono
unicamente come strumento per la meditazione. Il momento più importante della meditazione è
quando si è pienamente consapevoli di se stessi e del mondo ma senza pensieri. La pratica
della meditazione, giorno dopo giorno, consente di arrivare a percepire con continuità uno
stato di profondo benessere e pace nella nostra normale vita.
Quelle che consigliamo in questa dispensa e nelle successive, sono quasi esclusivamente
procedure energetiche che favoriscono la meditazione e non movimenti simbolici o rituali. È
importante indirizzare dolcemente la propria attenzione sulla parte più alta della testa (mai
fissarla sulla fronte, dove c’è l’ego) o sulle mani, sui canali e sui chakra coinvolti: si diventerà
pian piano sempre più sensibili ai mutamenti che avvengono al nostro interno e nel corpo
fisico. Hanno particolare importanza, e acquisteranno spontaneamente evidenza, i segnali che
si manifestano sul palmo delle mani (pizzicori, sensazioni calde o fresche, senso di pesantezza
o di leggerezza). Shri Mataji, che guarda agli Iniziatori delle varie religioni come fiori di un
unico Albero della Vita, ricorda a questo proposito quanto è scritto, per esempio, nel Corano:
“…nel giorno della resurrezione le vostre mani parleranno”. Come sperimenteremo esse
rappresentano, ora che abbiamo ricevuto la Realizzazione, uno strumento fondamentale per
capire se stiamo procedendo nel migliore dei modi.

La posizione da tenere durante la meditazione


La posizione è mostrata nella figura, ed è quella solitamente adottata. Tolte le scarpe, è
bene sedersi per terra, ma in modo comodo, allentando cinture o abiti stretti. Il busto è in
posizione eretta e le mani aperte. Se la posizione procura tensioni o disagio, si può anche
restare seduti su una sedia o, sempre per terra, ci si può disporre nella posizione del
"diamante" (seduti sui talloni). Quando si è seduti su una sedia è importante che la pianta dei
piedi sia ben poggiata su Madre Terra.

Come alzare la propria Kundalini


Questo movimento si compie all'inizio ed alla fine della meditazione e tutte le volte che
ne sentiamo il bisogno.
Le mani agiscono contemporaneamente con due movimenti combinati. La mano sinistra,
aperta con il palmo rivolto verso il corpo (ma leggermente inclinato verso l'alto) scorre
verticalmente seguendo il percorso della colonna vertebrale, dall'altezza dell'osso sacro fino ad
arrivare al di sopra della testa. La mano destra, contemporaneamente, ruota in senso orario
intorno alla mano sinistra. Lo sguardo segue il movimento della mano sinistra. Quando
entrambe le mani sono sopra la testa, si avvolgono l'una intorno all'altra, descrivendo un fiocco
immaginario in aria. Si incrociano le mani che poi discendono lungo il corpo seguendo ognuna
il percorso del corrispondente canale laterale (Ida e Pingala, sinistro e destro), in modo da
scaricare i canali stessi. La terza volta i nodi da chiudere sopra la testa sono tre.

A cura del centro italiano Sahaja Yoga


Il Bandhan
Il bandhan, fascia di vibrazioni per proteggere la propria aura, si fa all'inizio ed alla fine
della meditazione, come anche prima di uscire di casa, prima di entrare in un luogo
vibratoriamente pesante o negativo.
La mano sinistra resta aperta sul ginocchio con il palmo rivolto verso l'alto e la punta
delle dita preferibilmente verso la fotografia di Shri Mataji.
La mano destra, con la punta delle dita rivolta verso il corpo per convogliare meglio il
flusso delle vibrazioni, descrive un arco dall'anca sinistra a quella destra, e poi torna indietro
all’anca sinistra, passando sia nel movimento di andata che in quello di ritorno sopra la testa.
Questo movimento si ripete sette volte, tante quanti sono i chakra principali.

 2 / Ia Dispensa
Come aiutare la propria attenzione
È possibile che, all’inizio o durante la meditazione, nella testa si affaccino molti pensieri e
che non riusciamo a farli calmare. Per entrare nello stato meditativo, si possono usare diverse
tecniche. Ne illustriamo alcune.

a) portare dolcemente l’attenzione a scoprire l’intera area dei principali canali e chakra.

Si poggia per qualche minuto il palmo della mano destra sulla sommità del capo, mentre
la mano sinistra va a toccare la base della spina dorsale. Mantenendo questa posizione,
si porta poi l’attenzione su, fino al Sahasrara. Si riportano le mani nella normale
posizione meditativa al calmarsi dei pensieri.

b) equilibrare fra loro il canale destro e sinistro


Le braccia e le mani sono l’espressione fisica dei canali sottili. Sollevando un pochino le
braccia dalle ginocchia e soppesandole, possiamo constatare, a seconda dello stato in cui
siamo, diversi ‘casi’ vibratori, qui sotto elencati insieme con la tecnica più appropriata per
riportare equilibrio.
 Tutte e due le mani sono ‘silenziose’ (o calde, o pesanti) . In questo caso, se si sta
seduti a gambe incrociate o nella posizione del loto, si poggiano le mani per terra
facendo aderire bene i palmi al pavimento; se si è seduti su una sedia, si distendono
le braccia in basso, con le dita aperte (ma non tese, per non produrre sforzo) verso il
pavimento. In tutti e due i casi chiediamo dentro di noi a Madre Terra di assorbire
quel che ostacola lo scorrimento delle vibrazioni.
 Una mano è ‘silenziosa’, l’altra calda. In questo caso si può ‘scaricare’ prima un
canale e poi l’altro, e lo si può fare in due modi.
Primo: si porta la mano destra all’altezza di una tempia (la tempia sinistra nel caso del
canale destro, la destra per il canale sinistro poiché, come si vede nel diagramma,
proprio all’altezza della fronte i canali si incrociano) e si fanno scorrere le dita
vicinissime al corpo (senza però toccarlo) verso il basso, lungo il percorso del canale
che vogliamo lavorare. Di preferenza si agisce sempre con la mano destra.
Secondo modo: se vogliamo lavorare il canale sinistro , lasciamo la mano sinistra aperta
sul ginocchio in posizione ricettiva, e portiamo il palmo della mano destra a toccare
terra (o distendiamo il braccio verso terra, se siamo seduti su una sedia);
se vogliamo lavorare il canale destro , lasciamo la mano destra aperta sul ginocchio in
posizione ricettiva e pieghiamo il braccio sinistro verso l’alto, con il palmo rivolto indietro
verso o oltre la spalla sinistra.
 3 / Ia Dispensa
 Una mano è ‘silenziosa’ o calda, l’altra fresca. Si può ‘scaricare’ il canale che
presenta problemi con le due tecniche precedenti;
oppure: immettervi l’energia del canale fresco (ovvero, come anche si dice, alzare il
canale fresco e abbassare quello caldo o silenzioso). Si lascia la mano che presenta
problemi aperta sul ginocchio, le dita dell’altra mano scorrono, dal basso verso l’alto,
lungo il percorso del canale fresco, e all’altezza della fronte (o passando sopra la testa)
scendono lungo il canale caldo o silenzioso.

 Tutte e due le mani sono fresche. Questa, che è la condizione ottimale, indica che
non siamo assorbiti da emozioni né da ricordi, e che le preoccupazioni per il futuro non
prevalgono sulla giusta sicurezza che ogni problema sarà risolto, poiché ‘siamo lo spirito’.
Non resta che fare ancor più ‘amicizia’ col silenzio del presente, per quanto nuova o
strana possa sembrare a tratti questa condizione, e abbandonarsi al senso di pace e di
gioia che lo accompagnano. È la percezione del divino dentro di noi, al di là dei pensieri.
Questo stato può, specialmente all’inizio, non durare a lungo. Spesso è sufficiente
provare dolcemente a riportare l’attenzione al Sahasrara perché la percezione del
benessere e della gioia ritornino. Oppure si può provare ad eseguire una delle tecniche di
cui sopra, o altre che verranno via via illustrate negli incontri successivi.
In ogni caso è bene, durante l’esecuzione di una tecnica, controllarne ogni tanto i risultati
(tra questi anche i mutamenti del nostro stato d’animo), ed eventualmente riprendere la
meditazione in posizione normale, con riportando l’attenzione al Sahasrara.

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 4 / Ia Dispensa

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