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LETTERA ALLE FAMIGLIE

D E L L U N I T A P A S T O R A L E D I

CAPEZZANO PIANORE - MONTEGGIORI


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N 514

7 AGOSTOO 2011

XIX SETTIMANA DEL TEMPO ORDINARIO - LITURGIA DELLE ORE III SETTIMANA

TU SEI VERAMENTE IL FIGLIO DI DIO!


Gi gli ebrei nel vecchio testamento imploravano cos il Signore: Risveglia la tua potenza e vieni in nostro soccorso. Ci piace pensare e credere all'onnipotenza di Dio soprattutto se la immaginiamo a nostro uso e consumo. Ricorre frequentemente per i religiosi di ogni tempo la tentazione che induce a pensare che dalla fede e dalla fedelt debba scaturire quasi come dovuta una adeguata ricompensa. Che Dio ce lo debba Oppure, ancor peggio, che la nostra fede debba essere continuamente alimentata da prodigi. Ecco la voce stridula di Pietro: Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque. Ges acconsente, ma poi dimostra a Pietro e a tutti noi che la fede non serve tanto per camminare sulle acque, ma piuttosto per stare con i piedi per terra e saperci muovere speditamente verso la meta finale della nostra esistenza. Sono le prove della vita, per Pietro la violenza del vento, a saggiare l'autenticit e la fermezza della nostra fede. Non possiamo esaurire la pratica religiosa facendo i cristiani della domenica. La fede deve diventare lampada ai nostri passi luce sul nostro cammino. Cala altrimenti il buio e con il buio anche il pi leggero fruscio ci sembra tempestoso e genera in noi la paura. L'intervento di Ges chiamato dalle fede e invocato dall'imminenza del pericolo, il Signore, salvami! di Pietro ci fa scoprire l'atteggiamento premuroso e provvido nei nostri confronti, anche quando la fede vacilla. Sbito Ges stese la mano, lo afferr e gli disse: Uomo di poca fede, perch hai dubitato?. Quella mano tesa, quel dolce rimprovero generano la fede negli astanti pi che il camminare di Ges sulle acque. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: Tu sei veramente il Figlio di Dio!.

Mi basta poco, Ges, per trovarmi in difficolt: un po di vento contrario, un inizio di turbolenza, ed ecco che il mio entusiasmo si spegne immediatamente. Comincio ad impensierirmi, perdo la calma, il mio coraggio scompare. Quando poi mi vengo a trovare in un uragano vero e proprio, quando gli elementi si scatenano e le onde si fanno minacciose, allora mi sento del tutto perduto. Si, la mia fede debole: non sono capace di affrontare i conflitti, di accettare le difficolt, di mettere in conto qualche persecuzione. Alle prime avvisaglie di qualche ostilit mi sento amareggiato, isolato, ti rimprovero di avermi abbandonato a me stesso, di non prenderti cura di me. Dubito del tuo amore, della tua presenza fedele accanto a me in ogni momento. Ogni sofferenza mi sembra un carico ingiusto, un carico troppo pesante. Ges, sostieni la mia fede vacillante, liberami dalla tristezza, tieni desta la fiamma della speranza. Onnipotente Signore, che domini tutto il creato, rafforza la mia fede e fa' che ti riconosca presente in ogni avvenimento della vita e della storia, per affrontare serenamente ogni prova e camminare con Cristo verso la tua pace. Crea in me, Signore, il silenzio per ascoltare la tua voce, penetra nel mio cuore con la spada della tua Parola, perch alla luce della tua sapienza, possa valutare le cose terrene ed eterne, e diventare libero e povero per il tuo regno, testimoniando al mondo che tu sei vivo in mezzo a noi come fonte di fraternit, di giustizia e di pace.

PAURA E CORAGGIO
Era gi sera tarda e don Camillo stava dandosi da fare nella chiesa deserta. Aveva rizzata una scaletta sull'ultimo gradino dell'altare. Nel legno di un braccio della croce si era aperta una crepa, lungo la venatura, e don Camillo, stuccata la crepa, stava ora tingendo con un po' di vernice il gesso bianco della stuccatura. Ad un tratto sospir, e il Cristo gli parl sommesso. "Cos'hai, don Camillo? Da qualche giorno mi sembri affaticato. Ti senti poco bene? Che sia un po' d'influenza?" "No, Ges", confess senza alzare la testa don Camillo. " paura." "Tu hai paura? E di che mai?" "Non lo so: se sapessi di che cosa ho paura non avrei pi paura" rispose don Camillo. "C' qualcosa che non va, qualcosa sospeso nell'aria, qualcosa da cui non posso difendermi. Venti uomini che mi aggrediscono con lo schioppo in pugno non mi fanno paura: mi seccano perch sono venti e io sono solo e senza schioppo. Se io mi trovo in mezzo al mare e non so nuotare penso: fra un minuto affogher come un pulcino. E allora, mi dispiace molto, ma non provo paura. Quando su un pericolo si pu ragionare non si prova paura. La paura per i pericoli che si sentono ma non si conoscono. come se camminassi a occhi bendati su una strada sconosciuta. Brutta faccenda." "Non hai pi fede nel tuo Dio, don Camillo?" "Da mihi animam, caetera tolle. L'anima di Dio, i corpi sono della terra. La fede grande, ma questa una paura fisica. La mia fede pu essere immensa, ma se sto dieci giorni senza bere, ho sete. La fede consiste nel sopportare questa sete accettandola a cuore sereno come una prova impostaci da Dio. Ges, io sono pronto a sopportare mille paure come questa per amor vostro. Per ho paura." Il Cristo sorrise. "Mi disprezzate?" "No, don Camillo, se tu non avessi paura, che valore avrebbe il tuo coraggio?" Signore, fa' che con calma riempia le mie giornate, come il mare lentamente ricopre tutta la spiaggia; illumina la mia vita come i raggi del tuo sole fanno cantare la superficie delle acque.

BAMBINI

BIELORUSSI

Sono tra noi, come gi da vari anni, ospiti presso i locali delloratorio, i bambini bielorussi con i loro accompagnatori. La loro presenza ci fa onore e la nostra ospitalit sar grande come sempre. Ci rivolgiamo alla generosit di tutti ricordando che: Con circa 400,00 euro si paga il viaggio a un bambino. Con 70,00 un paio di scarpe, vestitini e uno zainetto. Pensaci! Qualsiasi offerta sempre gradita.
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E TORNATO ALLA CASA DEL PADRE Angeli Sergio


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OFFERTE: 300,00 da E. L.
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ORARIO DELLE SANTE MESSE Giorni feriali - Ore 8,30 Sabato - Ore 18 Festivi - Ore 7 - 9 - 11 - 18 (A Monteggiori)
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La povert senza amore, ti rende orgoglioso. L'intelligenza senza amore, ti rende perverso. La giustizia senza amore, ti rende implacabile. La diplomazia senza amore, ti rende ipocrita. Il successo senza amore, ti rende arrogante. La ricchezza senza amore, ti rende avaro. La docilit senza amore, ti rende servile. La bellezza senza amore, ti rende ridicolo. L'autorit senza amore, ti rende tiranno. Il lavoro senza amore, ti rende schiavo. La semplicit senza amore, ti sminuisce. La preghiera senza amore, ti rende introverso. La legge senza amore, ti schiavizza. La politica senza amore, ti rende egoista. La fede senza amore, ti trasforma in fanatico. La croce senza amore, diventa una tortura. La vita senza amore, priva di gioia.

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