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Università Pontificia Gregoriana

Introduzione al metodo teologico II


Handout: Precisazioni concettuali: dogma e sviluppo
1. Dogma
 Il problema della definizione a partire dei termini: Intensivi (caratteristiche che devono
essere date) ed estensivi (quantità degli oggetti che portano la designazione)
- Cambio nell’uso del concetto:
 Dottrina di fede irreformabile e risultato di una serie di processi di trasformazione
- Ma nella ricerca storico-critica è noto che la teologia e il dogma hanno uno sviluppo:
1.1 Preistoria
- Dogma (dokéo) discende dall’antico uso linguistico greco: sembra, credere, opinione…
- Senso nel Nuovo Testamento: decreto, richieste, decisioni…
 Ma la definizione di dottrine di fede chiare (senso tardivo di dogma) non è vincolante
propriamente con il N.T., né con gli autori cristiani dei primi quattro secoli
- Nell’Occidente latino (V secolo) il termine fu usato per designare dottrine deviante
- Solo nella Gallia (V secolo) con Vicenzo arriverà il significato moderno di dogma
1.2 Nascita di un nuovo termine tecnico
 All’inizio dell’Età moderna con la riscoperta di Vicenzo
si ricuperò su nozione di dogma
- Il gesuita François Véron lo definisce come “dogmes cértains de foi”:
 Con un elemento di articolazione nella struttura della dottrina di fede, cioè: qualità,
certezza e obbligatorietà
 Questa concezione moderna è diversa con la proposta per Tommaso di Aquino, che
intendeva invece la dottrina cristiana in diversi articoli: unità (verità divina) e
molteplicità (nel nostro intelletto)
 Per risaltare la necessità di comprendere una dinamizzazione che si articola in
diverse dottrine e non come un unico corpo
 Un esempio chiaro che segnò questa transizione fu la dottrina sulla immacolata
concezione di Maria
- Poi nel XVIII secolo sarà sistematizzato da Chrismann come: dottrina vera rivelata,
pubblicamente proposta per la Chiesa, che condanna come eresia le posizioni contrarie
 Così il dogma viene creduto solo e soltanto per l’autorità di Dio che si rivela
 Ma questa concezione fu criticata come un illegittimo restringimento della dottrina
cristiana, in speciale per la teologia neoscolastica del XIX
 Con Kleutgen e la sua definizione di dogma si darà l’evoluzione ulteriore del “dogma”
- Questa problematica sarebbe decisiva nel senso linguistico, con uno speciale regolamentazione
per parte di Pio IX, chi nella propria opposizione dell’innovazione è stato innovato:
1.3 Pio IX: l’innovazione a partire da un intento anti-innovativo
- Prima di Pio IX la parola “dogma” entrava raramente nei documenti magisteriali
 Ma sotto il suo pontificato viene usato e precisato con maggior frequenza
 Le caratteristiche che acquista questo concetto sono: la chiesa definisce in modo
dogmatico le sue dottrine; questa è la custode dei “dogmi” che le furono affidati.
 Così il “dogma” fu progressivamente ampliato dal magistero e integrato in una nuova
autocomprensione papale
- Questo portò a un nuovo significato, il quale si capisce bene con l’espressione “dogmi di fede”,
cioè, dal giudizio infallibile della chiesa come realtà proposta per tutti
 Che con Pio IX si presentava in due modi: il magistero straordinario (solenne) e il
magistero ordinario
 Con questo il magistero diventava un attore della teologia, dove la Scrittura e la
tradizione non potevano essere esposti in modo diretto e autonomo, ma sempre con la
regula proxima che era in questo caso era il papa
 Per arrivare alla fine a una nuova definizione magisteriale standard di un dogma
1.4 Concetto contemporaneo di “dogma”: il divenuto in divenire
- La Lumen gentium, affermava che i fedeli dovevano obbedire anche i vescovi locali
 Così con il concilio Vat. II si dava la importanza al collegio episcopale: ordinario
(legame di comunione) e straordinario (radunato in concilio ecumenico)
- Importante dire che il concilio Vat. II evita di usare la parola “dogma”, usando invece:
 doctrina, sententia, veritas oppure definitiones.
- Dei Verbum per esempio, anche viene chiamata “costituzione dogmatica” non utilizza il
concetto di “dogma”
- Già nel CCC Giovanni Paolo II referiva una apertura del concetto, quando lo definiva:
 come quello che propone verità contenute nella rivelazione, o anche, una verità che
hanno con quelle una necessaria connessione
- Di questa nuova forma di capire il dogma dovrebbe farsi secondo Ratzinger una distinzione:
 Dogmi che non appartengono all’ambito della fides credenda e quelli della fides tenenda
- Si introduce per tanto la necessità di vedere i dogmi nella sua ragione storica e nella sua logica
conseguenza
 Ma questa esposizione fa notare una chiara dinamica di sviluppo, dove quasi sempre si
contemplano un conservatorismo radicale o un evoluzionismo radicale
2. Sviluppo
- Situato tra la continuità e la discontinuità; applica anche per la concezione della fede
2.1 Primo tentativo di definizione
- Rahner e Lehmann problematizzano la comprensione della fede
 Presentando una comprensione processuale dello sviluppo, formulata nel tempo:
- Pensare anche all’uomo come cooperatore della grazia di Dio oppure lo sviluppo dei dogmi è
soltanto un lavorio umano?
 Ma il Vat. II dirà che è qualcosa di umano e divino (LG 8)
- Così una dottrina di fede si sviluppa, si produce un essa un’innovazione:
 Questo per la necessità di rendere il vangelo comprensibile, così sviluppo e critica vanno
sempre insieme
2.2 Lo sviluppo dei dogmi come risposta alla storia dei dogmi
- Nel XIX e XX secolo era discussa la connessione tra “dogma e “sviluppo”:
 Ma il concetto di sviluppo dalla teologia cattolica è figlio del XIX secolo con la
influenza dal Romanticismo e dall’Idealismo
- Concretamente con la scuola di Tubinga e con la teoria evoluzionistica di Darwin
 Importante dire che questo concetto di sviluppo è in stretto rapporto con il progetto
nell’ambito dell’Illuminismo protestante, che parlava di una “storia dei dogmi”
- Per esempio il concetto di historia dogmatum, formulato per Jerusalem nel 1747 per referire
quello dell’eresia e quello dell’apologia
 che faceva una critica fondamentale a tutto ciò che si allontanava dall’originario
annuncio di Gesù
- Semler, invece, accennava una teoria dello “sviluppo” per dire che la teologia cristiana ha avuto
un luogo per una crescita continua. Con due compiti:
 Una: dimostrarsi maestra della religione e trasmettere ai propri contemporanei le verità
cristiane e poi, che dev’essere consapevole che la teologia è mutevole e capace di una
crescita continua (perfettibilità)
- Altro autore come Lessing parlerà dell rivelazione come un processo educativo, che implica una
critica sempre più radicale con degli stadi precedenti.
- Reimarus, per esempio, introdurrà una critica radicale alla fede ecclesiastica nella risurrezione
- E Reim, che aveva segnalato la frattura già tra la dottrina di Gesù e l’annuncio degli apostoli
 Questo per dire la difficoltà sulla storia dei dogmi che non si comprende come una
dossografia, ma bensì come una critica storica del dogma
2.3 Primi approcci all’inizio del XIX secolo: uno schizzo
- Questo ambito precedente metteva la sfida per la teologia cattolica nel secolo XIX sulla storia
dei dogmi
 Problema soprattutto riguardante al divenire e la trasformazione della dottrina di fede
- Drey nella Storia del sistema dogmatico cattolico distingue tra una storia dei singoli dogmi e la
storia del sistema dogmatico
 Con lui si problematizza si i dogmi siano sempre statti ciò che sono: così lui afferma che
c’è una differenza tra il singolo dogma e l’idea:
 dicendo che la continuità consiste nell’idea che si dispiega nella storia, mentre il
mutamento riguarda la forma che l’idea assume nel corso storico
2.4 La teologia all’ombra di Charles Darwin
- Nel 1859 Darwin pubblicava sua opera On the Origin of Species, dove parlava sulla teoria
dell’evoluzione, facendo così una grande influenza culturale
 Trovando accesso anche nelle opere teologi cattolici, portando l’idea del mutamento
nell’essenza delle cose
- Così con Darwin lo sviluppo si intende in tre momenti: variazione, selezione e riproduzione
 Questa concezione poneva la fede cristiana nel XIX secolo una duplice sfida: materiale
(in quanto riguardo alle contradizioni tra la genesi) formale (con il fatto che nulla era
sottratto al processo dello sviluppo)
- Alla fine Darwin parlava anche del fenomeno religioso come processo evolutivo: dove la
capacità di credere non era vista come inscritta da Dio nella natura, bensì come un’abilità
acquista nell’evoluzione
 Cosi in questo senso anche i dogmi erano visti come manifestazioni culturali contingenti
della umanità che si trovava in trasformazione
- Ma Newman, per esempio, non guardava in questa teoria una sfida alla religione, bensì
assegnava un significato positivo a questa idea di evoluzione:
 Necessità di una purificazione teologica del concetto di sviluppo
- Un altro autore: Rademacher in questa stessa linea di purificazione del concetto indicava quattro
importanti criteri a tenere in conto:
 una perfezione sia contenuta o posta all’interno di una cosa
 che questa inclusione sia temporaneamente celata
 che essa tenda comunque a manifestarsi
 e che tale manifestazione si dia autonomamente
- Questo per concludere che la versione standard di “sviluppo” nel corso del tempo viene
semplicemente attualizzata. Dove dogma e sviluppo non vengono solo come svolgimento di un
processo già programmato, bensì come evento storico, del quale l’uomo e attivamente partecipe.
Che cosa significa sviluppo? Lo sviluppo è una realtà che manifesta una continuità e una
discontinuità, cioè, qualcosa che si svolge nel tempo, in un costante processo, ma anche una realtà
che rimane. Potremo dire in termine filosofiche: una realtà sustanziale accompagnata dei suoi
accidenti. Questo sviluppo o svilupparsi viene compreso nei diversi campi della vita, per esempio
nella stessa vita biologica, nelle formulazioni del pensiero oppure nell’agire dell’uomo. Alla fine lo
sviluppo si presenta come qualcosa di obbligatorio perché come è un fatto nel tempo e nello spazio,
posiamo dire condannato al divenire della storia, perché non è possibile continuare la vita senza
questi cambiamenti dove sempre qualcosa si perde e si guadagna un’altra. La vita stessa ci mostra
che c’è una maggiore comprensione, un approfondimento delle cose, dell’idee e anche de noi stessi.
In questo senso posiamo concludere che quello che non si sviluppa, quello che voglie rimanere
permanente, muore.

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