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CALCIO E POLITICA/ Berlusconi compra, il Milan vince e il Palazzo trema


Gioved 03 Febbraio 2011 Secondo Maroni "se il Milan vince Berlusconi perde". Esiste davvero un rapporto tra il calcio e l'appeal politico del Premier? Il pallone che ottunde le menti ed esalta l'irrazionalit del tifo lo spot preferito da Berlusconi per rafforzare l'immagine di "uomo che si costruito da s". Ha preso il Milan sull'orlo del fallimento, portandolo in cima al mondo: sar in grado di fare lo stesso con l'Italia? Chiaramente no, ma ci che conta la verit percepita...

Non ci saranno nuove elezioni, perch il governo durer il tempo della legislatura, cio altri tre anni. Il Milan non ha assolutamente preso i campioni perch pensavo al voto. Dopo gli acquisti di Ibrahimovic e Robinho con queste parole Silvio Berlusconi tranquillizzava i tifosi milanisti:non c alcuna sorta di legame tra calcio e politica. Eppure indubbio che le perplessit non sono affatto poche. Basti ricordare che durante questa stagione che da un punto di vista politico stata ed tuttora molto travagliata ed incerta per Berlusconi il Milan ha acquistato fior fior di giocatori: non solo i gi citati Ibrahimovic e Robinho, ma anche Cassano, ed ora, durante il mercato di riparazione di gennaio, anche Van Bommel, Emanuelson, Didac e Legrottaglie. Tanti acquisti, dunque, sebbene tempo fa la dirigenza milanista avesse dichiarato espressamente di non navigare in acque tranquille. Il dubbio, dunque, rimane. Ma solo un dubbio o c di pi? Analizziamo la vicenda sin da principio. Fino ad arrivare alle ultime vicende che sembrerebbero legare calcio e politica, due facce della stessa medaglia. Due interessi della stessa identica persona. **********

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CALCIO e POLITICA/ 1986 e 1994: i due avventi di Silvio Berlusconi


Gioved 03 Febbraio 2011 Il 1986 l'anno dell'arrivo in elicottero, quando un allora sconosciuto ai pi Silvio Berlusconi decise che era il momento di fare calcio spettacolo. Nel 1994 si scende in campo, ma il prato verde c'entra poco, perch il futuro Premier ha deciso di dare una svolta alla sua vita (giudiziaria e non...): Forza Italia trae la sua ispirazione proprio dal calcio e proprio nell'anno del mondiale a stelle e strisce...

Primavera 1986: il Milan di Giussy Farina allenato da Nils Liedholm sullorlo del fallimento, sportivo e societario. Azioni sequestrate dalla magistratura, un presidente in fuga e creditori inferociti alle porte di Milanello. Un attimo prima che i libri contabili vengano portati in tribunale, un allora sconosciuto ai pi Silvio Berlusconi, dopo mesi di tentennamenti e trattative al ribasso, compra il club di via Turati per cambiare la storia. Del calcio, certo, ma anche della sua vita e, soprattutto, della politica italiana. Vediamo come. Maggio 1994: vinte le elezioni, quattro mesi dopo aver annunciato ufficialmente la sua discesa in campo, Silvio Berlusconi varca le soglie di Palazzo Chigi. da questo momento in poi che in Italia si compie quella perfetta sintesi di interessi tra calcio e politica. Basti ricordare una data su tutte: 18 maggio 1994. Quel giorno il Milan guidato da Fabio Capello vince ad Atene la Coppa dei Campioni battendo per quattro a zero il Barcellona allenato da Johan Cruiff. Nella stessa giornata Berlusconi, uscito vincente dalle elezioni del 27/28 marzo, presenta il suo governo al Senato e ottiene la fiducia (anche se, come sappiamo, serv a poco: nel dicembre dello stesso anno Umberto Bossi e la Lega fecero cadere il Governo. Gli stessi amici di oggi, ieri erano grandi nemici). Ma non soltanto una questione di date. C di pi. Innanzitutto sono molti a ritenere che ci sia il
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calcio allorigine della leadership politica di Silvio Berlusconi. Prendere una squadra sullorlo del fallimento e proiettarla in maniera stabile ai vertici del calcio mondiale stato un passaggio decisivo e fondamentale nella costruzione della sua immagine di leader vincente. Quello che ho fatto col calcio lo far con la politica, far sognare: questa la strategia pi volte rivendicata dal nostro Presidente del Consiglio. Un atteggiamento vincente sul campo che Berlusconi ha cercato di proiettare in politica. **********

CALCIO e POLITICA/ Grane giudiziarie anche col Milan: Lentini e il falso in bilancio
Gioved 03 Febbraio 2011 Il calcio, come tutti gli interessi berlusconiani, non esente da atteggiamenti ambigui e sopra le righe - per usare un eufemismo - che risolvono in maniera sbrigativa e illecita piccoli e grandi intoppi lavorativi. Il caso Lentini creer il presupposto per la depenalizzazione del reato di falso in bilancio, che servir a Berlusconi anche in ambiti extra-sportivi. Ancora una volta calcio e politica vanno di pari passo... Silvio Berlusconi comprende immediatamente il potere del calcio in Italia: uno sport che trascina menti e, per certi versi, le ottunde anche. E allora necessario vincere per far bene anche in politica o, meglio, per ottenere quella credibilit necessaria per governare. Non un caso, allora, che Berlusconi salga a Palazzo Chigi proprio nello stesso anno in cui il Milan, come detto, vince la Coppa dei Campioni. Eppure un anno dopo quella vittoria la magistratura capisce che qualcosa non andava nella contabilit della squadra rosso-nera. Secondo i magistrati, infatti, i bilanci sarebbero stati fraudolentemente falsificati negli anni 1993 e 1994. I fatti emersero in relazione allacquisto dal
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Torino del giocatore Gianluigi Lentini, per il quale si parlato di un versamento in nero di una decina di miliardi di lire. Per questi motivi Silvio Berlusconi stato indagato per il reato di falso in bilancio e il 28 maggio 1998 viene rinviato a giudizio presso il Tribunale di Milano. Come si concluso il processo? Come sempre, quando limputato il Cavaliere Silvio Berlusconi: il 4 luglio 2002 il processo si conclude definitivamente con il proscioglimento di Berlusconi per intervenuta prescrizione del reato. Si accertato che il reato non stato commesso? Assolutamente no. Non si accertato affatto. O meglio si impedito che si potesse accertare. Capiamoci meglio. In quel periodo Berlusconi era tornato al potere (Governo Berlusconi II) e questo gli permise, il 28 settembre 2001, di approvare una legge che gli avrebbe permesso di dormire sonni tranquilli: depenalizzazione del falso in bilancio. Ricordiamo velocemente in cosa consiste. Innanzitutto il falso in bilancio, da reato di pericolo (per i soci, ma anche per il mercato, per i creditori, i fornitori e cos via) diventa reato di danno (per essere reato, deve danneggiare i soci. Domanda: come si possono danneggiare i soci falsificando i bilanci e pagando in nero, se questo finalizzato proprio a conquistare illegalmente nuove fette di mercato?). Unassurdit dunque. Cos comment il giudice Davigo: non esistono processi per falso in bilancio scaturiti dalla denuncia del socio di maggioranza, che di solito il mandante e il beneficiario del reato. In pi le pene scendevano vertiginosamente (fino a tre anni, cos da impedire intercettazioni e custodia cautelare in carcere) cos come i termini di prescrizione: il termine massimo passava da quindici a sette anni e mezzo per le societ quotate e addirittura a quattro e mezzo per le non quotate. Fino poi ad arrivare allinverosimile con le soglie quantitative di contabilit occulta: chi tace del bilancio fino all1% del patrimonio netto non rischia assolutamente nulla. Risultato? Il Processo Lentini si interrompe quando ancora il dibattimento in pieno svolgimento ed una sentenza di primo grado dunque era ben lungi dallessere emanata. Il processo va ipso facto in fumo per la prescrizione abbreviata per legge, perch nessuno dei soci chiaramente querela, perch gli importi sono inferiori alle soglie di punibilit. **********

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CALCIO e POLITICA/ Limportanza degli acquisti: cogli lattimo


Gioved 03 Febbraio 2011 Sembrerebbe impensabile che gli acquisti vengano decisi e ponderati tenendo conto non della rosa calcistica, ma del clima politico che si respira. vero, sembrerebbe assurdo, ma alcune vicende di mercato creano forti dubbi: dal caso Kak a Ronaldinho, per finire con Ibra e Cassano, tutto sembra calcolato in base all'agenda e alle strategie di Berlusconi.

Prendiamo il caso di Ricardo Kak e analizziamolo nei dettagli. Gennaio 2009. Il Manchester City era quasi riuscito a convincerlo e ad acquistarlo, ma alla fine Riccardino aveva detto no per amore del Milan, respingendo attenzione - sia le valigie piene di sterline della Premier League, sia i progetti di mercato dei dirigenti rossoneri. Gi, perch il Milan gi allora avrebbe voluto mandarlo via, accettando la maxi offerta di quasi 130 milioni di euro fatta dallo sceicco Al Mubarak. Fa niente se ventanni prima Berlusconi ripetesse, di fronte alle lusinghiere offerte della Sampdoria per Franco Baresi, che le bandiere non si vendono. Ma i tifosi non ragionano allo stesso modo dei dirigenti: tre giorni di fila sotto la casa milanese del giocatore per protestare contro la cessione. E alla fine Kak rimase. E Berlusconi? Nonostante, come detto, la dirigenza avesse preferito intascare i quasi 130 milioni, il Presidente non perse loccasione davanti agli occhi dei tifosi e degli elettori. stato lui che ha resistito annunci il Cavaliere il 19 gennaio al Processo di Aldo Biscardi - e io sono veramente felice di averlo mantenuto in rossonero perch Kak non soltanto un grande campione, ma anche un grande uomo che ha rinunciato allofferta del Manchester City dicendo che i soldi non sono tutto. E, infatti, come volevasi dimostrare, il Presidente ottenne il risultato

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sperato: poco dopo sul sito ufficiale del club si leggeva: Lamore dei milanisti ha vinto alla grande. Grazie Presidente! Grazie Kak!. Ora attenzione. Arriviamo al 9 Giugno 2009. Un comunicato diramato dalla societ del Milan in un orario insolito (mezzanotte e mezza) annuncia che Kak un giocatore del Real. Perch stato venduto sebbene lui avesse gi dichiarato che avrebbe preferito restare a Milano? Lo svela lo stesso Kak: mi ha chiamato la societ e mi ha confermato la assoluta necessit di vendermi, visto che il Milan sta attraversando una crisi senza precedenti, ed la prima volta che hanno pensato di vendere un giocatore. Ma logicamente Berlusconi non vuole metterci la faccia e allora ecco un po di balle raccontate dal premier in merito a questa cessione: Non deciso niente. Falso, era gi tutto deciso da una settimana, come poi conferm lo stesso Perez, presidente del Real (in Brasile Kak gi firmava maglie madrilene); E il giocatore che voleva andare via. Falso, visto che il giocatore, come detto, aveva dichiarato di voler rimanere; Fosse per me lo terrei. E inutile spiegare, a questo punto, perch sia non solo falso, ma anche contraddittorio. Qualcuno, a questo punto, potrebbe chiedersi: cosa centra la politica? Tutto. Occhio alle date: nel giugno 2009 Silvio Berlusconi impegnato nelle europee, primo appuntamento dopo le politiche che lavevano riportato al Governo sconfiggendo Veltroni. Unoccasione importante per testimoniare la tenuta di partito e Governo. Le elezioni sono fissate per il 6 e 7 giugno 2009. Il Pdl ottiene il 35%. Due giorni dopo, 9 giugno, arriva lufficialit: Kak del Real Madrid. Casualit? Pare proprio di no. Perch non cederlo prima ad una cifra pi alta, se il motivo per cui poi stato ceduto un motivo economico? Perch aspettare proprio lindomani delle europee per annunciare questo trasferimento? Daltronde lo stesso Berlusconi confess la sua prospettiva sul Milan quando si parlava a maggio di una possibile cessione del Milan: Vendere il Milan mi costerebbe in termini di popolarit, disse il Presidente. Ma allora ragioniamo anche su altri acquisti pi recenti. Abbiamo accennato alle politiche: lo scontro Berlusconi Veltroni risale al 13 e 14 aprile 2009. C un legame seppur indiretto con lacquisto di Ronaldinho. Perch indiretto? Perch ufficialmente il brasiliano arriv al Milan solo a luglio, ma se ne cominciava a parlare proprio a inizio anno, in piena campagna elettorale. Ricordiamo cosa disse, ad esempio, in quel

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periodo Ernesto Bronzetti, consulente di mercato per il club rossonero e agente Fifa: Il Milan fidanzato col brasiliano, sono come due fidanzati in attesa di matrimonio. E gi di l attestati di stima in campo, sugli spalti, sui siti internet per il Presidente Silvio Berlusconi. Ed ecco le ultime vicende. Facciamo un piccolo confronto, seppure molto eloquente. Stagione 2009/2010. Il Milan non mette in porto nessun colpaccio di mercato. Anzi, lunico grande trasferimento in uscita. Quello, di cui gi abbiamo parlato, di Kak. Passa un anno. Il Milan decide di tornare sul mercato e lo fa in maniera devastante: Robinho, Ibrahimovic, poi Cassano, Van Bommel, Emanuelson. A questo punto ragioniamo sul clima politico di questi ultimi due anni. Per quanto riguarda il periodo della stagione 2009/2010 il Pdl rimane indiscutibilmente primo partito italiano, mentre il Governo continua con la sua attivit quasi incontrastata per via di una maggioranza a dir poco spropositata. Passa un anno e la musica cambia notevolmente: Fini si allontana da Silvio, nasce Fli, emergono nuove inchieste. Berlusconi, in pratica, con le spalle al muro. La sua unica salvezza investire nel calcio, in quello sport che tanto ottunde i cervelli, che poi possa spronare gli sfegatati a votare in un modo invece che in un altro. Potrebbero allora essere intesi come acquisti mirati a risollevare il morale di tutti quei milanisti che, nel periodo passato, avevano manifestato il desiderio che Berlusconi abbandonasse la dirigenza milanista (ricordiamo alcuni cori e striscioni degli Ultras del Milan a fine campionato: Vendi Kak per risanare la societ e non spendi pi i tuoi milioni. Caro Berlusconi grazie di tutto e vai fuori dai c; Sono anni che compri bidoni e figurine. Questanno chi comprile veline??; Ad agosto fiducia incondizionata, tiriamo le somme di questa annata: mister e ragazzi promossi per limpegno, presidente bocciato assente ingiustificato!). Era doveroso riconquistare la loro fiducia proprio in un periodo caldo in campo politico: le elezioni potrebbero essere vicine e Berlusconi non pu rischiare di giocarsi qualche voto. Nel gioco del do ut des, Berlusconi ha regalato Ibrahimovic & co., nella speranza che i milanisti, poi, non lo tradiscano in ambito elettorale. Non sarebbe un caso allora che Antonio Cassano sia arrivato proprio allindomani del voto di fiducia che aveva consegnato al Governo una maggioranza assolutamente traballante e aperta allignoto, con la Lega che spinge per le elezioni e con pochi deputati invidiosi e inetti, banderuole che passano da una parte allaltra, ad avere in mano il futuro di questa legislatura. Un legame calcio-politica, dunque, c. N questo pu apparire secondario, se poi riflettiamo anche

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sui risultati politici a cui tendono. Ma allora fino a che punto possiamo considerare che sia stata una battuta quanto detto da Berlusconi in seguito alla sconfitta nelle prime giornate di campionato contro il Cesena (2 a 0)?: Ieri sera il Milan ci ha dato dei dolori disse durante la festa dei giovani Pdl ma non ha giocato male. Non cerano 3 fuorigioco. Il problema che spesso il Milan incontra arbitri di sinistra. Il dubbio anche qui resta. **********

CALCIO E POLITICA/ Mister B. e il Milan: quando Zac fu uno yo-yo per la politica del capo
Venerd 11 Febbraio 2011 Sabato 5 Febbraio. Alberto Zaccheroni, fresco vincitore della Coppa D'Asia alla guida del Giappone, rivela: "Da quando litigai con Berlusconi non ho pi allenato una squadra di serie A, se non subentrando ad altri allenatori." Prima vittima di quella macchina del fango che in seguito colp Sircana, Boffo, Fini... Il micro-cosmo calcistico berlusconiano sempre stato ad immagine e somiglianza del Premier, che troppo spesso ha cavalcato l'onda sportiva per interessi politici.

Lo sport come arma di persuasione di massa. Peculiarit dei regimi totalitari in passato, moda diffusa nei tempi moderni grazie alla quale il potere politico pu aumentare o controllare il consenso popolare. In Italia un saggio sulla materia non poteva che arrivare da Silvio Berlusconi, a pi riprese intervenuto sulle questioni del Milan del quale proprietario, ma non presidente in momenti politici

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pi rilevanti di quanto lascino trasparire le apparenze. Emblematiche in tal senso furono le ripetute esternazioni tra il 1998 e il 2001, quando a Montecitorio il Cavaliere era allopposizione e sulla panchina rossonera sedeva Alberto Zaccheroni. Premiato sabato 5 febbraio dal sindaco di Cesenatico, sua residenza, per la recente vittoria in coppa dAsia con il Giappone del quale commissario tecnico, lallenatore romagnolo fra le tante dichiarazioni ha voluto lasciare un pensiero anche per lattuale presidente del Consiglio, del quale fu dipendente nel triennio sopracitato e dove conquist il primo tentativo il penultimo degli attuali diciassette scudetti rossoneri: Da quando litigai con Berlusconi non ho pi allenato una squadra di serie A se non subentrando ad altri allenatori. Vittima progenitrice della macchina del fango che in futuro colpir, tra gli altri, Dino Boffo e Gianfranco Fini, allepoca dei fatti Zac divenne senza volerlo uno yo-yo nella mano del padrone, che lo lanciava e riavvolgeva a s in base alle convenienze politiche del momento. Aprile 98. LUdinese di Zaccheroni la squadra del momento: terza in campionato, schiera il capocannoniere Bierhoff (27 gol, 2 in pi di un Ronaldo allora ancora Fenomeno) e pratica un gioco effervescente, figlio del suo allenatore, che applica un modulo mai adoperato prima in Italia: il 3-4-3. Intento a giocare al gatto con il topo nei confronti del governo di centro-sinistra in materia di bicamerale, B. deve anche assistere agli orrori rossoneri del Capello II, che sinabissa con la clamorosa sconfitta in finale di coppa Italia contro la Lazio. Quest'anno il Milan ha sempre giocato male. Lo vorrei diverso, con un gioco arioso come quello dell' Udinese confida ai suoi collaboratori allindomani delle uova lanciate dai tifosi contro il pullman della squadra prima di Milan-Parma, 11 maggio 98. Traduzione del messaggio: ingaggiate quellallenatore. Detto fatto. Il 25 maggio Alberto Zaccheroni ufficializzato nuovo allenatore del Milan. La notizia, oltre a rigenerare gli animi dei tifosi, fa di B. un acuto osservatore del presente e ne innalza il prestigio pubblico. Quanto basta per proclamare lultimatum, 27 maggio, sulle sue irremovibili condizioni (cancellierato e doppio turno proporzionale) per la bicamerale e mandare in fumo i disegni di DAlema senza pagarne le conseguenze, bens dopo aver incassato lassicurazione dal centro-sinistra che non gli sarebbero state toccate le televisioni. Un anno dopo. 23 maggio 1999. Siamo a tre settimane dalle elezioni europee, Prodi caduto nellottobre precedente e al suo posto c DAlema. Il Cavaliere impegnato nella traversata del deserto che dovr riportarlo a Palazzo Chigi; per i sondaggi Forza Italia in ascesa. Quel giorno, a Perugia, al termine di una stagione che secondo i piani dirigenziali e tecnici doveva essere soltanto

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di transizione, il Milan di Zac conquista lo scudetto con un punto di vantaggio sulla pi quotata Lazio. A sera, Sua Onnipresenza attraverso lamato tubo catodico si manifesta nelle case degli italiani per assumersi i meriti della rimonta sulla Lazio, 7 vittorie in 7 partite, in particolare la paternit di schierare Boban dietro le punte. La Storia vuole per che gi il 10 gennaio dello stesso anno, a Empoli, Zac avesse gi sperimentato la variante tattica che contraddistinguer lultima parte del fortunato cammino del Milan. Un particolare che il tecnico non manca di far notare con serenit, rivelando unanima poco incline al compromesso e alla salvaguardia del quieto vivere. Intanto il 13 giugno 1999 Forza Italia il primo partito italiano alle europee. In un periodo dove il calcio attraversato dalle spregiudicatezze economiche di Tanzi, Cecchi Gori, Cragnotti che spendevano pi di quanto avessero B. che di soldi veri ne avrebbe gioca al risparmio e riprende a muovere lo yo-yo a seconda della sua utilit. Ovviamente politica. Dopo un tira e molla mediatico allinsegna di suggerimenti non accolti su come dovrebbe giocare il Milan linea a quattro, ignaro che con la vituperata difesa a tre ha vinto uno scudetto si arriva al 9 marzo 2000. Mancano quaranta giorni alle elezioni regionali e il centro-sinistra annaspa: dopo la caduta di Prodi, DAlema ha gi formato due governi differenti. A condire il menu, le rosseggianti simpatie politiche di Zac: che ha perso il derby con lInter e si ritrova a leggere un attestato di grande stima rilasciato dal suo datore di lavoro al settimanale Rigore: Zaccheroni potrebbe non essere il sarto adatto per la stoffa di qualit che ha sottomano. Peccato che quel Milan, pi che a un atelier di alta moda, assomigli tanto alla bancarella di un mercato rionale: dopo lo scudetto, tranne Shevchenko e un giovanissimo Gattuso, son arrivati mestieranti come Orlandini e Tonetto pi giovani sconosciuti quali Graffiedi, Teodorani e Sadotti. Gente che, tranne qualche sporadica apparizione del primo, vedr lerba di San Siro giusto dalla tribuna Zac vive una quaresima di risultati fino a Pasqua: 2-1 alla Reggina (con le 3 punte e la difesa a 3) sette giorni dopo la vittoria di B. alle regionali e le dimissioni del governo DAlema. Tante belle notizie rendono ebbro Sua Onnipresenza, che il 30 aprile dichiara: Il tecnico non mai stato in dubbio. Abbiamo un progetto ben preciso. Lo porteremo avanti con lui. Ma due settimane dopo la sbornia gi smaltita: Voglio una vittoria senza sofferenza per i settantamila di San Siro: per ritrovare il nostro bel gioco dobbiamo andare a Chi l'ha visto? Non stata una stagione disastrosa, ma avevamo ambizioni diverse dal terzo posto. il 13 maggio 2000. Ironia della sorte vuole che sia un anno esatto dalle elezioni politiche. Alle

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quali B. si ricandida e intraprende una drastica campagna elettorale: o con lui, o contro di lui. Niente sconti, anche in campo calcistico. Come sopportare dunque un allenatore che fa di testa sua e che, tra le altre, ha simpatie politiche tendenti a sinistra? Al consueto mercato estivo low-cost si aggiunge una sconfitta agostana contro il Real Madrid (1-5) in un banale trofeo amichevole, che aziona il count-down della permanenza di Zac al Milan. La situazione precipiter mesi successivi quando la squadra, in seguito a una sequela inenarrabile di infortuni, uscir dalla Champions League dopo l1-1 con il Deportivo in casa. il 13 marzo 2001. Mancano due mesi precisi alle elezioni politiche. Serve trasmettere un messaggio agli elettori che davanti a loro c un uomo forte, padrone del momento e del destino, pronto ad agire in prima persona per far andar le cose nella direzione giusta. Cos nel dopopartita B., latitante dalle questioni rossonere nei mesi precedenti, gioca unultima volta con lo yo-yo. Non ho condiviso molte delle scelte tecniche che sono state fatte nel Milan negli ultimi due anni ma ho lasciato fare a loro visto che avevano lappoggio sia del pubblico che della stampa. Adesso mi sembra che i risultati portano a dire che avevo ragione io. Adesso io penso che debba lasciare da parte il riserbo. Guardo indietro nel passato: quando questa squadra vinceva era merito di qualcuno e quando perdeva era colpa della societ. Un discorso che non sta n in cielo n in terra. Da domani comincer ad occuparmene personalmente esclama in diretta tiv ritornando Sua Onnipresenza e fabbricandosi un magnifico spot elettorale sulla sua natura di uomo del fare, che al momento opportuno interviene per riparare agli errori. Commessi da altri, ovviamente Peccato che nessuno gli chieda conto, visto che era il presidente, del suo operato (nullo) nellultimo biennio rossonero. Il ghe pensi m in salsa calcistica produce lesonero di Zaccheroni e la sua sostituzione con un fedelissimo del club, Cesare Maldini (Tassotti vice), in piena sintonia con le direttive di Villa San Martino, che completa una mossa comunicativa a base di romanticismo apparente e buoni sentimenti fittizi. Due mesi dopo ci sono le elezioni politiche. B. vince e va a Palazzo Chigi. Peccato per che prima che torni a vincere il Milan dovranno passare altri due anni **********

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