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Durante Alighieri, detto Dante- A.

Barbero
1. Giovanni e Filippo Villani (cronisti)
2. Giovanni Boccaccio
3. Leonardo Bruni (cancelliere)
4. Jacopo di Pandolfino (notaio)
5. Dino Compagni (cronista, coetaneo di dante)

Appunti dal [‘25]

Primavera 1274 (primo incontro tra Beatrice e Dante)  lei era vestito di un abito rosso sangue (aveva
8 anni e lui 9).
Passano (1283, 9 anni dopo) si rincontrano per strada (quasi coetanei).  Beatrice era sposata con
Simone de Barbi (grande azionista bancario). Lei vestiva un abito bianco ed era accompagnata da 2
donne, non è da sola. Beatrice lo riconosce e lo saluta (per la prima volta Dante sente la voce di
Beatrice).
Dante sogna NUDA Beatrice, dopo l’incontro, e si risveglia in un turbine di emozioni
Nella società si diffuse l’uso di parlare dell’AMORE, mediate i versi. (in volgare)
Dante scrive i suoi sonetti in lingua di sì (in volgare), (così anche le donne, la sua amata in questo caso,
potesse intendere). Dante mandava i suoi versi ad altri suoi amici poeti, i quali rispondevano anche loro
con altrettanti sonetti.
Versi per essere accompagnati da musica Dante aveva tanti amici musicisti.
l poeti che ricevevano la corrispondenza (il sonetto) rispondevano con tono elevato altri con un brusco
abbassamento stilistico (dante da Maiano, “lavati le **** per abbasare i bollori).

[2] Guido Cavalcanti (ottimo filosofo) il più raffinato, molto ricco,  “vero” amico di Dante
Per Dante erano importante gli amici  molti morivano giovani (li ricorda in Purgatorio). A Dante non
interessava la famiglia di origine, dava del tu anche ai figli dei cavalieri perché scriveva poesie insieme a
loro.
Compagnie divise (Dante), maschi con maschi e femmine con femmine.
Per colpa della peste, la mentalità era cambiata (Vedi Boccaccio con il Decameron, Fiammetta dice che a lei
non importa che cosa dice la gente).

Dante cercava di vedere Beatrice tutte le volte che poteva : alla morte del padre di lei, Folco Portinari,
dante va a casa sua ma non potè entrare.

[3] Dante studiava (storia, aritmetica, etc…)  leggeva così tanto che doveva prendere delle pause per non
affaticare gli occhi. Era un “vero pozzo di scienza”.

Dante era il capo famiglia. Era ricco.  studia con il migliore maestro dell’epoca: Brunetto Latini (ars
dictaminis, l’arte di scrivere lettere politiche e di fare discorsi in pubblico, insegna l’arte di fare politica).

[1] Leggeva i grandi poeti (Ovidio, Virgilio etc..). Tuttavia ad un certo punto si “stacca” dallo studio a causa
di Campaldino

11 giugno 1289 (battaglia di campaldino) Dante è a cavallo in mezzo alla campagna (vestito da cavaliere)

Dante si trova nella prima schiera della Battaglia di Campaldino (primo tra i 150 fenditori fiorentini, in prima
linea). Vittoria, grande vittoria dei guelfi.
[3] Bruni riesce a vedere una lettera di Dante dove descrive la Battaglia di Campaldino.
Dante, all’inizio, ha una grande paura e solo alla fine capisce che è andata bene.

Cavalieri senza paura non esistono, solo i ragazzini non hanno paura (la prima volta). Dante ci dice, quindi,
che è un uomo perché HA PAURA.

[5] descrive la crudeltà della battaglia. Molti che si credevano coraggiosi furono vili, molti di cui non si
parlava diventarono qualcuno.

Nella commedia Dante ci dice: dopo la vittoria però sono andati a devastare il territorio di Arezzo e a
correre giostre e tornei sotto le mura: beffe dei nemici.

[5] Dante torna a casa e ricomincia a studiare.

25 anni, adulto e ricco con molta esperienza; tuttavia il secolo si apre con un “catastrofe”: la morte di
Beatrice (1290).
Per dante è uno shock. Per elaborare il lutto, scrive la Divina Commedia, tenendo fede ad alcune promesse
fatte alla fine della Vita Nova.
Per provare a reagire alla sua morte, si rifugia nello studio.
Brunetto Latini fa scoprire a dante la filosofia; secondo lui la filosofia può consolare da i mali (Boezio,
Cicerone). Si accorse che con il latino fatto a scuola non era abbastanza.
Filosofia immaginata come una gran signora che lo aiutava a consolarlo della perdita. Scuole dei religiosi e
alle disputazioni dei filosofanti (grandi conventi fiorentini , santa croce e santa maria novella erano in
costruzione).
La filosofia era una riflessione, sul libero arbitrio, la filosofia naturale, la filosofia morale. Sapendo come è
fatto il mondo si può capire come stare al mondo.
[2] Conoscere il “vero delle cose”.

Connotati e segni particolari.


Mediocre statura, volto lungo e naso aquilino, le mascelle grandi e il labro inferiore proteso al quanto
“quelli” sopravanzava; spalle parecchio curvo, occhi ne piccoli ne grossi; carnagione bruna e capelli crespi e
neri, appariva sempre malinconico e pensoso.
[2]Boccaccio non conosce dante, bensì un suo nipote: Andrea Poggi. Era simile a Dante , nell’andamento ,
un poco gobbo, come suo zio.

Stato civile: coniugato con Gemma Donadi, ma quando? Quando Gemma diventa vedova, lei menziona il
suo atto di matrimonio, datandolo al 1277 (12 anni di Dante).

[1] racconta come nel 1280 ricordasse una ATTO (non promessa) di matrimonio tra due bambini, tra conti
guidi perché c’erano in ballo molti soldi, nonostante fosse illegale. Ma i Conti Guidi erano di origine
principesca e quindi potevano tresgredire, non come gli Alighieri.

Quindi si presume un errore nella trascrizione della data di matrimonio. Dante sposato intorno ai 25-30
anni (molto tardi).

[2] Se Dante avesse preso per moglie una giovane avesse potuto scacciare il pensiero della prima e senza
alcun indugio misero in pratica quello che avevano ipotizzato
Professione: “ “, Dante viveva di rendita. (parenti avevano fatto i soldi). Non tantissimi, poderi etc…,
Fratellastro Francesco era colui che si occupava di affari, come il padre. Dante non aveva la vocazione dei
suoi predecessori.

[4] dante e Francesco prendo soldi in prestito (leggenda che si erano impoveriti); tuttavia non era così. I
ricchi fanno grossi debiti i poveri pochi debiti. Dante e Francesco presero in prestito tanto denaro (480
fiorini d’oro, mezzo milione d’euro). Avrebbero vissuto per 10 anni con quei soldi.

Dunque i soldi servivano a Dante o a Francesco. LA POLITICA.


[5] Si partecipava in tanti a turno si consigli, consigli che prendevano le decisioni (ogni 6 mesi). Molta gente
(circa 1000). Governo della gente che “lavora”, botteghe e corporazioni (medici etc...). I priori eletti dalle
corporazioni. Restavano in carica 2 mesi.

La politica era fatta di votazioni, consigli, discorsi (come quelli che Dante aveva imparato a fare). Quelli che
non erano contenti del “governo” ricorrevano alla forza. I priori dovevano soggiornare (per protezione) a
Palazzo Castagna, difronte alla casa di Dante. Stavano costruente un palazzo (Palazzo Vecchio) perché
stessero più sicuri.

[5]I cattivi cittadini (quelli che pensavano solo ai loro interessi), erano i magnati (quelli che non lavoravano,
non avevano nulla da spartire con il popolo). I cavalieri non potevano entrare nel governo (essere priori o
far parte del governo), anche chi avesse cavalieri in famiglia e che non erano scritti alle arti: gli “scioperati”.
I magnati erano tanti e avevano forze militari. In caso di necessità richiamavano i contadini dalla campagna
“armati fino ai denti”.
Dante in un’occasione del genere si è alzato (per la prima volta) e ha fatto un intervento (così sembra da un
verbale). Si individuano alcune lettere con il corrispettivo nome “Alighieri”. Dante intervenuta a favore
della proposta del governo.

[5] I magnati pretendevano la modificano alle leggi che li escludevano dalla partecipazione alla vita politica.
Scesero in piazza con l’armata. D’altro canto il “popolo” scese anche lui armato. Ciascuno sotto il gonfalone
del proprio priore, a difendere la torre dei priori. “Guerra civile”.
Hanno promesso le modifiche (il governo), ovvero allentare le limitazioni.

Potevano partecipare al consiglio solo se inscritti alle corporazioni, alle arti. Dante, favorevole al governo di
popolo, tuttavia le rivendicazioni dei nobili cavalieri li capiva (famigliari di Gemma). Il partito si fidava di lui.

[2] Abbandona gli studi, la filosofia a favore della politica.

Politica fiorentina non aveva solo la spaccatura tra magnati e popolo, ma anche quella ideologica fra GUELFI
e GHIBELLINI. C’era il partito Guelfo (aveva un palazzo) e faceva la lista dei sospetti ghibellini
[1] Se qualcuno voleva fare più politica, diceva di essere più guelfo degli altri, e se voleva vincere contro
l’avversario lo accusa di essere ghibellino

Al tempo di Dante il problema principale era un altro: troppi guelfi erano a comandare. Nascita delle due
fazioni con a capo: Guelfi Bianchi (Cerchi), più soldi che orgoglio; Guelfi Neri (Donati), viceversa.

[1] Donati (messer corso Donati) erano guerrieri (chiamati “mala fama”). (Forese Donati)
[2] Cerchi (messer Vieri Cerchi) gente di grande affare, grandi parentati. Non erano nobili.
Possedevano una grande compagnia commerciale. Banca più importante del mondo (esistevano solo nelle
città fiorentine).
[1] Nessuna guerra si faceva senza finanziamento delle banche fiorentine, anche il papa. (sul finire del ‘300,
i Medici). Durante il periodo di Dante erano i magnati a gestire le Banche, la finanza l’avevano il mano.
Cerchi e Donati , la loro rivalità, influenzava anche il grosso popolo. Veniva a galla il problema di un governo
popolare. Tra il popolo c’erano interessi diversi. I grassi (grandi mercanti etc…) non avevano nulla in
comune con la “gente normale”. Stavano nello stesso partito con diversi interessi. Città divisa un'altra volta.
In questo contesto Dante vuole continuare a fare politico ( in diversi consigli). Dante ci metteva spesso la
faccia (appoggiava spesso i bianchi). Sembrava che tra 1299 e 1300 i bianchi fossero i migliori tuttavia non
avevano considerato un altro “giocatore”

[5] Papa Bonifacio VIII, dalla sua parte aveva i spini, famiglia ricca e potente fiorentina. Abbassava chi non
gli consentiva. Gli spini erano neri.
Papa manda a Matteo D’acqua sparta, cardinale portuense, per pacificare i fiorentini. Pace che cercava era
per abbassare i bianchi.

Poco dopo l’arrivo, entrano in carica i Priori, tra cui Dante. Il momento era difficilissimo.
Giovani tra Cerchi e Donati danno inizio ad una guerra sanguinosa tra fazioni. Le violenze continue
mettevano in crisi il sistema politico popolare

[5] Il 23 giulio (festa senato patrono), i consoli delle arti vennero aggrediti.

Dante condanna all’esilio alcuni capi delle due fazioni, tra cui anche Guido Cavalcanti. Bisognava far vedere
che il governo era imparziale. Tuttavia non ci riesce e fa ritornare i bianchi in città.

[3] Nelle lettere, non è vero che furono i priori a far rientrare i bianchi. Tutti sapevano che Dante stava con i
bianchi.

Cavalcanti si ammala e muore appena ritorna a firenze. Intanto il cardinale continua a mediare, tuttavia si
accorsero che nemmeno egli era imparziale (pro neri), come voleva il papa. Attentato del cardinale
(freccia), tributo di 2000 fiorini, li rifiuta.

Dante maledice i 2 mesi che hanno segnato la sua vita. Dopo essere stato priore, fece parte di un
ambasciata per andare dal papa, a Roma. Nel 1300 papa si inventa l’anno del “giubileo”. Vi partecipano più
di 200 mila pellegrini (forse anche Dante va a Roma). I Romani si sono arricchiti tutti dalle offerte dei
pellegrini. (Castel Sant angelo , doppio senso per la circolazione, Dante nell’inferno).

Mentre Dante è a Roma, guelfi neri diffondevano informazioni false, tra cui il ritorno dei ghibellini. Il papa
convinse a prestare ai guelfi neri la grande pontenza di Carlo di Valua. “paciano in toscana contro i nemici
della Chiesa”. Voleva abbattere i neri e fare i bianchi nemici dell’impero e della chiesa.
Dino Compagni, eletto priore il 15 ottobre 1301, credeva ancora di mettere tutti d’accordo. Insisteva a
trattare quella pace.

Carlo di Valuà entra in scena e con lui (senza permesso) i guelfi neri esiliati. Iniziano le agressioni.
[1]Cominciavano a rubare, botteghe, nelle case di parte bianca cominciarono gli omicidi. 5 giorni durano le
aggressioni in città, tuttavia in campagna per più tempo (rubando e bruciando case).

[3] Anche le proprietà di Dante vennero devastate, gli entrarono in casa, e gli rubarono ogni cosa.
Dopo le prime settimane, si “legalizza” l’accaduto, e si porta a processo gli sconfitti (i bianchi) incolpandoli.

[4]Molti doveva confessare (anche chi non aveva fatto nulla). Veniva chiesto di pagare in caso di
ammissione oppure morte/esilio. Anche Dante viene accusato, nonostante fosse a Roma.

I processi del 1302 si conclusero con la condanna all’esilio di più di 600. (processi politici, con giudizio già
prestabilito). Non tutti i priorati bianchi erano stati mandati a processo. Dante sì. Questo voleva dire che
erano uno di quelli contro i quali potevano montare delle accuse più “plausibili”.  accusato di
BARATTERIA.
[2] Baratteria (corruzione etc..) grande malattia che affligge la politica dell’epoca di Boccaccio.
(inferno di dante per i barattieri: annegare nella pece bollente) Gennaio del 1302 accusato di “batterato”
per influenzare elezioni successivi priori, speso fondi pubblici a vantaggio del loro partito. Dante barattiere
del lucro barattato.

Dante appena sente la sua condanna, parte da Roma e va a Siena. Si rende conto della situazione e non
trovando via d’uscita si aggregò agli altri esuli.

Cittadinanza: Nato a cresciuta a Firenze, tuttavia la perde con l’esilio. Diventa così un “cittadino del
mondo”; (De vulgari eloquienzia; “ho per patria il mondo come i pesci hanno il mare”).
Dante pensava di essere nel “cammin di nostra vita” quando è stato esiliato (per la Bibbia si vive 70 anni);
tuttavia lui non ci arriva e muore a 56 anni dopo 20 anni di esilio (bianco con capelli bianchi).
Dante mantiene promessa in quei 20 anni; di scrivere di Lei quello che non era mai stato detto di nessuna , e
però quello che ha scritto va oltre.
E’ un patrimonio dell’umanità: La “Commedìa”.

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