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Dipartimento di Ingegneria Civile,

Politecnico di Bari Ambientale, del Territorio, Edile e di Chimica

C.d.L. Magistrale in Ingegneria Civile

Corso di TECNICA delle COSTRUZIONI 2


Domenico RAFFAELE
domenico.raffaele@poliba.it

PARTE I : Complementi di Tecnica delle Costruzioni in c.a.

Lezione n.2 : Effetti differiti nel calcestruzzo

q X 1 ( ) X1

 (1+  )
 to to
t1 t1

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Tecnica delle Costruzioni 2 A.A. 2019-2020
Domenico RAFFAELE
Nei problemi correnti le strutture in c.a. e c.a.p. vengono ipotizzate a
comportamento elastico-lineare con la conseguente possibilità di
adottare semplici modelli di calcolo.

Tale semplificazione, però, può condurre in alcuni casi, a pericolose


sottostime degli effetti di alcuni fenomeni che rendono le risposte
marcatamente anelastiche e dipendenti dal tempo.

Nei casi che coinvolgono le strutture in c.a. e c.a.p. due fenomeni


devono essenzialmente essere messi in conto:

RITIRO VISCOSITA’

Fenomeno indipendente dallo Fenomeno che si sviluppa


stato di sollecitazione del solo in presenza di tensioni
materiale prolungate nel tempo

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Deformazioni differite: RITIRO

Un elemento prismatico di calcestruzzo omogeneo ed isotropo, dopo la fase di getto, senza subire
stati tensionali prodotti da azioni esterne, mostra, se non è immerso in acqua nella fasi di presa e
stagionatura, una deformazione che produce una riduzione di volume dell’elemento.

La deformazione si incrementa nel tempo con legge asintotica.

FATTORI CHE INFLUENZANO IL FENOMENO

COMPOSIZIONE del CLS AMBIENTE di MATURAZIONE

• Natura mineralogica degli aggregati;


• Rapporto a/c; • Umidità Relativa (RH)
• Proprietà chimiche del cemento.

GEOMETRIA dell’ELEMENTO

• Superficie Specifica a contatto con


l’ambiente esterno h0=2 Ac/u
• Dislocazione delle armature .

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La deformazione TOTALE da ritiro εcs(t) si compone di due aliquote:

Deformazioni per Ritiro da ESSICCAMENTO


Si verifica durante la stagionatura a causa della
EVAPORAZIONE DELL’ACQUA contenuta nel c.l.s.

Deformazioni per Ritiro AUTOGENO


È dovuto a motivi interni e si verifica in ASSENZA
di VARIAZIONI IGROMETRICHE e TERMICHE.
È causato dall'idratazione del cemento.

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Deformazioni per Ritiro da ESSICCAMENTO

t = età del calcestruzzo al momento


della lettura della deformazione
ts = età del cls a partire dalla quale
si considera l’effetto del ritiro
Sup. specifica a
contatto con l’esterno

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Deformazioni per Ritiro AUTOGENO

as

Valor medio a tempo infinito della


deformazione per ritiro autogeno
t

Coeff. riduttivo per ottenere la


deformazione da ritiro autogeno (con fck in N/mm2)
al tempo t.

(con t in giorni)

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Ritiro TOTALE

Andamento del
Ritiro da
Ritiro nel tempo Essiccamento

Ritiro Autogeno

Fase di Costruzione Fase di Esercizio

CALCOLO DELLA SUP. SPECIFICA NEL CASO DEGLI IMPALCATI MISTI


SOLETTA PARZIALMENTE
PREFABBRICATA

IMPERMEABILIZZAZIONE IMPERMEABILIZZAZIONE
SOLETTA
INTERAMENTE senza con senza con
GETTATA IN OPERA

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0 = 2∙Ac/u RAFFAELE
hDomenico h0 = 2∙Ac/u
Deformazioni differite: VISCOSITÀ

Il cls, in condizioni di compressione permanente, se libero


di deformarsi, dopo la deformazione istantanea sviluppa
nel tempo deformazioni di tipo viscoso.

La deformazione si incrementa nel tempo con legge


asintotica.

FATTORI CHE INFLUENZANO IL FENOMENO

Proprietà e stato tens. del CLS AMBIENTE di MATURAZIONE

• Caratteristiche meccaniche; ;
• Livello tensionale c ; ; • Umidità Relativa (RH)
• Età del conglomerato all’atto della • temperatura (T)
messa in carico.

GEOMETRIA dell’ELEMENTO

• Superficie Specifica a contatto con


l’ambiente esterno h0=2 Ac/u
• Dislocazione delle armature .

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c  45% fc Teoria LINEARE della Viscosità

Coeff. di viscosità LINEARE


(indipendente da c)

c > 45% fc Teoria NON-LINEARE della Viscosità

Coeff. di viscosità NON-LINEARE


(dipendente da c)

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Teoria Lineare della Viscosità in
presenza di SFORZO COSTANTE
Cls non armato
Carico costante

EC2

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Modelli ESTREMI Cls non armato
Carico costante
(ipotesi Ec = costante)

Tutta la deformazione viscosa


immagazzinata fino all’istante t1 viene
integralmente restituita a tempo infinito

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Modelli ESTREMI Cls non armato
Carico costante
(ipotesi Ec = costante)

La deformazione viscosa
immagazzinata fino all’istante t1
non viene più restituita

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Modelli EMPIRICI Modello dell’EREDITARIETA’ CORRETTA Cls non armato
Carico costante

(l’effetto della temperatura è trascurabile per T=20°)

( funzione solo di to) (effetto di t su  )


8

8
=

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Modelli EMPIRICI Modello dell’EREDITARIETA’ CORRETTA
Cls non armato
Carico costante

Sup. specifica a
contatto con l’esterno

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Teoria Lineare della Viscosità in
Cls non armato
presenza di SFORZO VARIABILE Carico Variabile

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Cls non armato
Carico Variabile

Effetto della viscosità tenendo conto che


i diversi incrementi interessano un
conglomerato via via più vecchio
Coeff. di INVECCHIAMENTO
Effetto della viscosità nel
caso di variazione istantanea
dello stato di tensione
Deformazione VISCOSA
al tempo t*

Deformazione TOTALE
finale al tempo t*

Contributo della variazione di


Contributo della
deformazione nell’intervallo
Politecnico di Bari deformazione iniz. in to
(tn-to) che tiene conto anche
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dell’invecchiamento
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Alcune considerazioni sul Coefficiente di Invecchiamento (t*,)

Una semplificazione drastica per la valutazione di  si ottiene ipotizzando costante lo stato


tensionale e deformativo nell’intervallo [to-tn] e pari al valor medio assunto nell’intervallo

50%
(t*,) = 0.5∙(t*,)+(t*,) / (t*,) 50%

Un’altra semplificazione notevole è quella che prevede che lo stato di tensione si sviluppi nel
tempo con un andamento simile a quello della viscosità, raggiungendo il suo valore massimo per
t =
8

(t*,) = 0.8 20%

80%

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Risultati di un’indagine di laboratorio finalizzata alla valutazione del coefficiente di
invecchiamento a tempo infinito in funzione dell’età del conglomerato all’applicazione
del carico e della superficie specifica h0 a contatto con l’ambiente esterno

( ,) ( ,)
8

8
 Sup. specifica a

8
contatto con l’esterno

h0 (mm)

Fino a  < 100 g indipendente dalla


Sup. specifica a contatto con l’esterno
 =2.5

8
 (giorni) ETÀ DEL cls ALL’APPLICAZIONE DEL CARICO  (giorni)

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METODI Comportamento ELASTO-VISCOSO
DI
ANALISI STRUTTURE OMOGENEE

1 Il METODO DEL MODULO RIDOTTO


Con questo metodo l’analisi degli effetti della
viscosità nel tempo viene ricondotta al calcolo
elastico da effettuarsi con un MODULO di
ELASTICITA’ FITTIZIO

Cls non armato Cls non armato


Carico costante Carico Variabile

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2 METODO DELL’ANALISI AL PASSO
Questo metodo di carattere GENERALE può
essere applicato per qualsiasi curva di viscosità
e per qualsiasi storia di carico

Basandosi sulla validità del principio di SOVRAPPOSIZIONE DEGLI EFFETTI, il tempo


viene suddiviso in un certo numero di intervalli, concentrando la variazione  a metà
dell’intervallo corrispondente

La deformazione totale alla


fine dell’intervallo ‘i’ sarà:

σc

Potrebbe risultare utile


assumere gli intervalli
temporali via via crescenti
in modo che in ciascuno di
essi si sviluppi la stessa
frazione della viscosità
totale.

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IL COMPORTAMENTO DELLE STRUTTURE OMOGENEE NEL TEMPO
Nelle condizioni ideali di strutture omogenee, sia nelle strutture isostatiche che in quelle
iperstatiche, la viscosità comporta nel tempo variazioni dello stato di deformazione senza
variare la distribuzione dello stato di sollecitazione.

q 2
ql
X X = 12

to
t1

Se però lo sviluppo di alcuni spostamenti viscosi (conseguenti a spostamenti elastici iniziali),


viene impedito, allora anche lo stato di sollecitazione subisce una evoluzione temporale che
può modificare anche in maniera rilevante lo stato di sollecitazione iniziale della struttura

q X 1 (  ) X1

 (1+  )
 to to
Vincoli posticipati
t1 t1
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STRUTTURE A CUI VIENE VARIATO LO SCHEMA STATICO

(In corrispondenza dei GDL interessati dai vincoli


spostamento elastico avvenuto liberamente che saranno posticipati)

spostamento viscoso che dovrebbe prodursi se non intervengono i vincoli posticipati


Sistema di forze sullo schema
relativo alla
matrice di Deformabilità relativa allo CONFIGURAZIONE FINALE

schema iniziale fo nei vincoli postic.


provocherebbe un
sistema di spost.
uguali e contrari agli
forza all’istante to se l’opera fosse nata spost. liberi uo
nella configurazione finale (spost. u0=0) Relazione fra forzefo e spostamenti uo
quando viene definita la condizione finale.
Quando nella configurazione {uo} il sistema viene bloccato
non si possono più sviluppare le deformazioni viscose

Def. Viscosa dovuta a u0 che


dovrebbe ma non può esplicarsi (1)

nell’intervallo insorgono pertanto nel sistema forze variabili del tipo:

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Lo spostamento finale (elastico + viscoso comprensivo dell’invecchiamento) prodotto
da questo sistema di forze variabili da 0 a {f∞} vale:

Def. Elastica+Viscosa dovuta ai carichi variabili


che dovrebbe ma non può esplicarsi (2)

Per congruenza: (1)=(2)

Cioè il sistema di forze {f∞} che si sviluppa a tempo t∞ in quelle sezioni dove viene
variato lo schema statico è lo stesso che si avrebbe istantaneamente {fo} se l’opera
nasce con la sua configurazione finale, a meno di un coefficiente non trascurabile

pari a <1

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2.5

= 0.83 {f0}

2.5
0.8

Le forze che si sviluppano per effetto dello schema variato sono circa l’80% di quelle che si
sarebbero avute con l’opera nella sua configurazione finale

N.B. E’ come se la struttura tendesse a dimenticare di essere stata costruita con una
configurazione diversa rispetto a quella che caratterizza il resto della sua vita.

1. Fase costruttiva
La nascita di queste forze altera quindi lo stato di
FASI DI
sollecitazione richiedendo almeno una ulteriore fase di VERIFICA
2. Opera ultimata
verifica a tempo infinito
3. Tempo infinito

N.B. Gli effetti della ridistribuzione delle sollecitazioni a t0 grandi


tempo infinito possono essere ridotte ritardando la
variazione dello schema statico (calcestruzzi più
maturi)
 piccoli

8
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ESEMPIO: Trave continua

Se si suppone la continuità realizzata 6 mesi dopo la nascita delle travi si ha:


2

1.4
(180, ) =0.7· = 1.4 M( ) = M0 = 0.66 M0

8
1 + 0.8 x 1.4

8
Verifica sezione di Mezzeria

1
t=t0 M =
8
p l2

Verifica in Appoggio
pl2/18 t=t

8
1
t=t M =0.66 p l2
8

12

2/3 della sollecitazione che si avrebbe


se la struttura fosse nata continua.

t=t0
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ESEMPIO: Telaio a Stampella

Dopo la solidarizzazione delle 2 stampelle e


l’imposizione degli appoggi alle estremità, sono due
gli spostamenti cui vengono impediti gli sviluppi
viscosi che comportano la nascita di due forze
iperstatiche il cui valore si ottiene dalla soluzione
del sistema:

t=t0
Assumendo:

 (t0, ) = 0.8 
8

x
8

 (t0, ) = 0.8 2.5 = 2


8

x Diagramma flettente
t=t per viscosità impedita

8
Si ottiene: 2

{X } = {X0} = 0.77 {X0}


8

1+ 
2
0.8

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STRUTTURE SOGGETTE A SPOSTAMENTI IMPRESSI
1

u’

distorsione impressa all’istante to

spostamento dovuta a forza unitaria


(Deformabilità)

forza all’istante to corrispondente alla distorsione impressa

Quando nella configurazione uo il sistema viene bloccato non si possono più sviluppare

Def. Viscosa dovuta a u0 che


le deformazioni viscose (1) dovrebbe ma non può esplicarsi

insorge pertanto nel sistema una forza variabile nell’intervallo to-t che a t assume

il valore

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Domenico RAFFAELE
Lo spostamento finale (elastico + viscoso comprensivo dell’invecchiamento)
prodotto da questa forza variabili da 0 a f∞ vale:

Def. Elastica+Viscosa dovuta ai carichi variabili


che dovrebbe ma non può esplicarsi (2)

Per congruenza: (1)=(2)

Cioè la forza iniziale fo che provoca il cedimento iniziale uo si riduce a tempo t∞ al valore:

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0.23 0.8
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Domenico RAFFAELE Il sistema tende a perdere nel tempo
l’effetto della distorsione impressa
ESEMPIO: Trave 2 campate con cedimento appoggio centrale

M2, = M2,0 x

8
+ M2,
2
0.8
M2,0
M2, = 0.23x M2,0

8
N.B. La viscosità riduce considerevolmente i vantaggi che si possono trarre da cedimenti
artificiali imposti per ridurre i momenti negativi sugli appoggi di travi continue

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Comportamento ELASTO-VISCOSO

STRUTTURE NON-OMOGENEE

INTERAZIONE DI PARTI STRUTTURALI IN CLS


Il comportamento (con differente età di maturazione)
elasto-viscoso è
complicato da:
PRESENZA DI ARMATURE METALLICHE
(esenti da fenomeni viscosi)

Ciò comporta:

Strutture ISOSTATICHE (Solo interni)


RIDISTRIBUZIONE degli SFORZI
Strutture IPERSTATICHE (Interni ed Esterni)

ANALISI AL PASSO

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IL COMPORTAMENTO DELLE SEZIONI NEL TEMPO

RIDISTRIBUZIONI

Sezione in c.a. simmetrica caricata assialmente

so (+)=trazione
s

8
A s /2
Ac
d Gc Nd  co N c = - Nd nA s+A c N c

8
Gs Ns = -N - N
d c - N
A s /2 so s

8

b t=0 t=

8
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so
(+)=trazione
s

8
A s /2
Ac
Sezione simmetrica caricata assialmente

d Gc Nd co Nc = - Nd
nA s+A c N c

8
Gs Ns = - N - N
d c - N
RIDISTRIBUZIONE per Viscosità

A s /2 so s

8

b t=0 t=

8
Equaz.: c = s
8

8
c =
Nc
(1 + ) +
 Nc
(1 +   ) incognita: N
8

E c Ac E c Ac
Coeff. di
Invecchiamento
s =
Ns
-
 Ns
8

n E c A s+ A's n E c A s+ A's

N.B. Nel tempo il carico agente n As N c (1 +  ) - Ac N s


sul pilastro tende a migrare N =
dal cls all’acciaio n As (1 +   ) - Ac

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IL COMPORTAMENTO DELLE SEZIONI NEL TEMPO

RIDISTRIBUZIONI

Sezione in c.a. semplicemente inflessa

(+)=trazione
A' s =  A s

d  co Nc N c

8
Gc
Mc  Mc

d
so Ns - N
Gs
Ms  Ms
s

8
Md
A s =  bd

b t=0 t=

8
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RIDISTRIBUZIONE per Viscosità
Sezione semplicemente inflessa

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Sezione semplicemente inflessa
RIDISTRIBUZIONE per Viscosità
Introdotte le incognite adimensionali:

 N Jci  M c Jci  M s Jci


X1 = 2 X2 = 3 X3 = 3
M d bd M d bd M d bd

Il sistema di equazioni precedenti può scriversi:

La soluzione del sistema consente di valutare le forze di ridistribuzione

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